E' dunque questa, la fine?

di _K_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto migliorerà ***
Capitolo 2: *** Boom ***
Capitolo 3: *** Controllo ***
Capitolo 4: *** Il ritorno di Shino e Choji ***
Capitolo 5: *** Dubbio ***
Capitolo 6: *** Partenza ... ? ***
Capitolo 7: *** Il piano di Sakura ***
Capitolo 8: *** Coincidenze? ***
Capitolo 9: *** Passi avanti ***
Capitolo 10: *** Fight! ***
Capitolo 11: *** La proposta ***
Capitolo 12: *** Visite ***
Capitolo 13: *** Si parte ***
Capitolo 14: *** Arrivo al porto ***
Capitolo 15: *** Tempesta e segreti ***
Capitolo 16: *** Il Mito ***
Capitolo 17: *** Lievi Complicazioni ***
Capitolo 18: *** Le due colline ***
Capitolo 19: *** La casa sulla collina ***
Capitolo 20: *** Sotto terra ***



Capitolo 1
*** Tutto migliorerà ***




Tutto migliorerà


Erano le nove del mattino di una tiepida giornata d'autunno. Il timido sole illuminava l'intero Villaggio della Foglia, regalando un'atmosfera di piacevole conforto a tutti i suoi abitanti, come se sapesse quanto ne avessero bisogno in quel momento. La guerra era finita da soli sette mesi e la paura di un nuovo conflitto, albergava nei cuori delle persone, anche se finalmente, dopo molto tempo, tutti ricominciavano a sorridere. Le strade tornavano pian piano allegre, i bambini riniziavano a giocare e i negozi a riaprire. Anche i lavori di restauro procedevano a gonfie vele. Durante il periodo di ostilità, tutta la parte sud del paese e altre zone, erano state distrutte, ma i ninja di Konoha si davano molto da fare per far tornare tutto come prima, se non migliore.

Tsunade sedeva davanti la sua scrivania e sbuffava annoiata, mentre controllava tutti i rapporti e le pratiche che gli erano stati portati da Sakura, divenuta la sua nuova assistente dopo la morte della cara amica Shizune.
Fu un duro colpo, che non era riuscita ancora ad accettare.
Spostò gli occhi sulla mensola su cui aveva poggiato la foto della ragazza e a malincuore sospirò -Non dovevi morire..-.
Sentì l'anima avvolgersi da un forte senso di colpa. Se solo si fosse resa conto prima della situazione, se solo fosse stata più forte.. Se solo l'avesse salvata.
Shizune sarebbe stata ancora lì, accanto a lei, a risollevare il suo spirito con le battute che snobbava orgogliosamente, ma che in fondo le facevano dimenticare ogni preoccupazione, anche solo per qualche istante. Con l'ottimo thé verde che preparava e con i disastri che spesso combinava, a causa della sua sbadataggine, ma soprattutto, con i suoi sorrise allegri e le sue parole semplici, ma di una sincerità disarmante.
Le mancava la sua migliore amica e assieme a lei, anche l'uomo che amava.
Sognava Jiraya ogni notte ed ogni mattino, dopo aver aperto gli occhi, il suo cuore andava in frantumi e il suo cervello in tilt. Avrebbe preferito continuare a dormire per l'eternità, piuttosto che svegliarsi ogni giorno in un mondo nel quale lui non c'era.
 Afflitta dai suoi pensieri, la donna si alzò e andò ad affacciarsi alla finestra, prendendo una lunga boccata d'aria.
Mentre cercava di svuotare la sua mente da questi suoi pensieri, percepì per una frazione di secondo, una forte energia, che le fece accapponare la pelle. Per un attimo, le ritornò in mente il chakra di Madara e rimase paralizzatra dal terrore.
La porta alle sue spalle si aprì e Sakura entrò, con le braccia piene di nuove scartoffie da firmare.
-Scusi Tsunade, questi sono i..- Iniziò.
Ma l'Hokage si voltò di scatto e, in tono agitato domandò -L'hai sentito?-.
Sakura inarcò un sopracciglio perplessa, mentre poggiava i fogli sulla scrivania della donna.
-Di cosa parla?- Domandò poi, confusa.
Tsunade rimase sorpresa. Era così forte, possibile che l'avesse sentito solo lei? No, probabilmente era stata solo la sua immaginazione. Dopotutto anche lei, come i suoi abitanti, usciva da una violenta guerra e forse, aveva ancora paura.
Scosse il capo.
-Niente. Ora fila via.- Ordinò seria, in tono quasi scortese.
La ragazza, lievemente offesa dai bruschi modi di fare della donna, uscì dal suo ufficio mormorando un mortificato -Certo..-.
Dalla morte di Shizune e da quando Sakura aveva preso il suo posto, Tsunade era cambiata. Non sopportava che quella ragazza entrasse nel suo ufficio al posto della sua amica e rimaneva delusa ogni volta che la porta si apriva e vedeva che tutti entravano. Tutti all'infuori di Shizune.

Naruto Uzumaki sedeva sul verde prato a sud del villaggio, poco distante dalla zona di lavoro. Anche lui si occupava della riparazione dei danni e aveva deciso di concedersi una pausa. Nonostante avesse battuto Madara, sentiva di valere meno di zero. Aveva fallito, non aveva riportato il suo migliore amico a casa. Al termine del conflitto, Sasuke se n'era andato senza dire niente a nessuno e non sapeva neanche se fosse ancora vivo.
Una mano si posò sulla spalla del biondo, facendolo sobbalzare.
-Batti la fiacca?-
Naruto alzò gli occhi, per poi sbuffare sonoramente.
-Da che pulpito.. Stavi lavordando a malapena da un'ora e già ti stai riposando, Shikamaru- Gli fece il ragazzo, con aria imbronciata.
-Non lo sai? Fare pause brevi, ma frequenti, rende i lavoratori più produttivi.- Scherzò il moro, sedendosi accanto a lui.
-Immagino..- Momorò scettico, Naruto.
Shikamaru tirò fuori il pacchetto di sigarette. Lo aprì, per poi porgerlo a Naruto, invitandolo con gli occhi apparentemente annoiati, a prenderne una.
-Non cercare di attaccarmi i tuoi vizi ogni volta.- Piagnucolò il ragazzo, rifiutando l'offerta.
Il moro ridacchiò divertito.
-Non volevo essere scortese.- Si giustificò. -Allora, a che pensavi?- Domandò, accendendo la sigaretta rifiutata dall'amico.
-A niente.- Tagliò corto Naruto, rabbuiandosi lievemente.
Shikamaru scoppiò a ridere.
-Tsk, con quella faccia lunga? Sto pre crederti, amico.-
Naruto parve sorpreso.
-Come fai ad essere così allegro?- Gli domandò poi.
Il moro cessò di ridere e pian piano, tornò serio.
-C'è già abbastanza tristezza in giro.-.
Il biondo sospirò.
-Come potrà tornare tutto come prima?- Chiese, abbassando tristemente il capo.
Shikamaru fece l'ultimo tiro della sua sigaretta, per poi lanciarla qualche metro più avanti.
-Niente sarà più come prima..- Mormorò.
Poi alzò gli occhi al cielo, iniziando a fissare le nuvole, mentre Naruto teneva lo sguardo basso, fisso sui fili d'erba che per sfogo, faceva intrecciare con le sue dita.
-Sarà migliore.- Concluse infine il ragazzo.
Il biondo alzò il capo.
Come al solito, Shikamaru aveva la frase giusta al momento giusto.
Non riusciva a credere pienamente a quelle parole, ma ci si appigliò disperatamente, sperando che divenissero realtà al più presto.

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Capitolo 2
*** Boom ***


Boom


Il freddo diventava sempre più pungente, in particolare di sera. Quel giorno poi, era davvero la prova schiacciante che stagione fredda era in arrivo. Tuttavia, Naruto, Shikamaru, Sakura e Rock Lee, sedevano ad un tavolo dell'Ichiraku Ramen.
Si riunivano spesso per trascorrere del tempo in compagnia, per allontanare i cattivi pensieri anche solo per un attimo.
-Inizia a fare proprio freddo! Si vede che l'inverno è alle porte.- Farfugliò Rock Lee, ancora tremolante, nonostante fosse seduto da ben dieci minuti.
-Puoi dirlo forte.. Sta sera poi è così umido. Per non parlare della nebbia, a malapena ci si vede!- Accordò Sakura, iniziando a mangiare la sua porzione di Ramen.
Infatti, quella particolare foschia formatasi per le strade di Konoha, era parecchio insolita. Troppo densa e troppo buia.
-Poco importa.. Allora, che si dice di nuovo?- Domandò Shikamaru, mentre guardava leggermente disgustato Naruto, che era intento a mangiare con non poca foga la sua maxi porzione di ramen.
-Cosa dovrei dire? Faccio avanti e indietro con il Villaggio della Sabbia e do una mano anche lì, ma non sono affatto stanco. Solo che vorrei avere un po di tempo per me. Ormai, è da un bel po che non porto dei fiori a Neji.- Spiegò Rock Lee, diventando leggermente triste mentre pronunciava l'ultima frase.
Calò un il silenzio per qualche istante.
Neji era morto durante la guerra, combattendo valorosamente per riportare la pace. Nè Rock Lee e nè tantomeno Tenten, avrebbero mai immaginato che proprio un valoroso Ninja come lui, sarebbe potuto venire a mancare.
Neji era forte, Il più forte! Ma ovviamente, era anche il suo migliore amico e compagno di squadra. Ricordava che inizialmente non gli andava molto a genio e ebbero numerose discussioni, ma col tempo, impararono a conoscersi e ad apprezzarsi. Rock Lee stimava Neji. Non quanto il maestro Gai, ovviamente, ma nutriva per il ninja una profonda ammirazione. Per il suo sangue freddo, la sua determinazione, i suoi obiettivi sempre raggiunti, la sua forza. Neji era stato un vero ninja.
-E.. Tenten come sta?- Azzardò Sakura, rompendo il silenzio.
Rock Lee sospirò.
-Diciamo che.. Sta. Quindici giorni fa, è ripartita in missione per la prima volta dopo la fine della guerra.- Spiegò il ragazzo, cercando di non abbattersi troppo.
-In missione? Non ne sapevo niente..- Disse Sakura, sbalordita.
-Ma come? Tsunade non ti ha detto niente?- Domandò Rock Lee, incredulo.
La rosa scosse la testa, rattristandosi leggermente.
-Con chi è partita?-  Chiese poi.
-Assieme a Ino, Choji e Shino. Sono andati in un villaggio strano, se non sbaglio, quello delle ombre.-
-E ancora non tornano?- Domandò Shikamaru, sospettoso
Rock Lee scosse la testa, lievemente preoccupato.
-Posso a malapena immaginare quanto abbia potuto soffrire.. Tenten, intendo.- Commentò Sakura, tornando al discorso di prima e portandosi una mano sul viso, in segno di disperazione.
-Già.. Dopotutto, lei lo amava..- Momorò Rock Lee.
Naruto parve parecchio sorpreso da quell'affermazione, ma, credendo che non fosse il momento giusto, tacque e non chiese alcuna spiegazione, finchè non fu Rock Lee stesso a parlargli.
-Che hai?- Domandò confuso.
Naruto scosse nervosamente la testa, destando ancora più sospetti.
-Non è da te tenere la bocca chiusa.- Aggiunse Sakura, invitandolo a vuotare il sacco.
Shikamaru sospirò e poi, rassegnato, disse -Non ci credo..-.
Il biondino sobbalzò.
-Cosa?-
-Tu non ti eri neanche accorto, di quello che provavano l'uno per l'altra.- Concluse infine, allibito.
Naruto, non sapendo cosa dire, si nascose dietro al menù, intimidito.
-Naruto, io non posso crederci, davvero.. Era così evidente.- Fece Rock Lee, mettendo in ulteriore difficoltà il ragazzo.
-N-no, io lo sapevo.- Balbettò.
-Come no.- Disse Sakura, sarcastica.
La conversazione si faceva sempre più accesa e sia Shikamaru, che Sakura, che Rock Lee, sembravano divertirsi parecchio a punzecchiare il povero ninja della Volpe a Nove Code, che imbarazzato, si arrampicava a stento sugli specchi.
Non sapeva davvero come fare per avere il coltello dalla parte del manico, quando improvvisamente, gli venne in mente un'idea, che reputò "geniale".
-Magari non mi sono accorto di Tenten, ma ho notato quanto ti piace Ino, mio caro Shikamaru.- Rise il biondo, convinto di avere finalmente la conversazione in pugno.
Al diretto interessato, che aveva appena iniziato a sorseggiare del thè, andò di traverso la bevanda e prese disperatamente a tossire, sotto gli occhi compiaciuti del biondo, che teneva le braccia conserte, con fare molto fiero.
-Naruto, ma che stai dicendo? Shikamaru sta con Temari.- Gli ricordò Sakura, mentre dava delle "leggere" pacche sulla schiena del povero malcapitato, cercando di fargli passare la tosse.
-Appunto, faccia di culo che non sei altro, quindi fammi il favore di non dire cavolate.- Lo avvertì Shikamaru, con voce strozzata.
Naruto stava per rispondere, ma il rumore di una forte esplosione, fece tacere tutto il locale. Non fu assordante, poichè proveniva da una qualche parte del villaggio, non vicina al luogo in cui si trovavano i quattro ragazzi, ma di certo non si trattava di una cosa da niente.
-Cos'è stato?- Domandò Rock Lee, balzando in piedi.
-Non lo so. Andiamo a vedere!- Esclamò Naruto, schizzando fuori dall'Ichiraku Ramen, seguito dai suoi amici.
La nebbia era diventata ancora più fitta e non si vedeva quasi più nulla.
-Merda.. Ma che sta succedendo?- Sbuffò Shikamaru, sforzandosi di capire da dove fosse arrivato quel rumore.
La gente piano piano, iniziava ad andare nel panico. I bambini piangevano, mentre i genitori si affrettavano a riportarli a casa, al sicuro.
Un signore urtò per sbaglio il braccio di Sakura.
-Oh, mi scusi signorina!- Fece, frettolosamente.
-No, si figuri. Non è che potrebbe dirci cosa sta succedendo?- Domanò la rosa, preoccupata.
L'uomo, impaurito, non parò molto.
-Il c-clan Hyuga..-Biascicò, mentre tremava dalla paura.
I quattro ragazzi sbarrarono gli occhi.
Fecero per ringraziare, ma un altro rumore, sta volta più forte del precedente, riecheggiò nell'aria, facendo fuggire l'uomo e mettendo ancor più fretta ai ninja, di andare a vedere.

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Capitolo 3
*** Controllo ***


Ciao a tutti e benvenuti in un nuovo capitolo! Ci tenevo a ringraziare molto chi ha recensito, chi ha messo la storia tra i preferiti o tra le seguite e anche chi ha solamente letto.
Siete davvero..  Non so come dire, ma mi avete resa felice :'D
Grazie ancora!


Controllo



Aveva capito bene? Il "Clan Hyuga"?
-Muoviamoci!- Esclamò Shikamaru, iniziando a correre in direzione della loro meta.
Naruto era confuso. La famiglia Hyuga era la più diligente del villaggio e non combinava disastri di quel genere di sua spontanea volontà.
Possibile che fossero stati attaccati?
Man mano che si avvicinavano al quatiere, la nebbia si faceva sempre più fitta e l'aria più pesante.
Sakura prese a tossire per via della polvere che si era sollevata.
-Tutto ok?- Le domandò Rock Lee, posandole una mano sulla spalla.
La rosa farfugliò un "sì", per poi alzare lo sguardo.
La visione rivelatasi davanti ai loro occhi non appena arrivarono a destinazione, fu agghiacciante.
Gran parte della zona più vecchia del quartiere era stata rasa al suolo e gli abitanti, erano fuori dalle loro case, terrorizzati.
Bambini che si nascondevano dietro ai loro genitori dalla paura e adulti, che probabilmente attendevano il ritorno di persone rimaste sotto le macerie.
C'era una donna che, seduta a terra, si disperava urlando -E' tornato!- , mentre il marito la stringeva tra le sue braccia, cercando di tranquillizzarla.
Naruto sentì le gambe cedergli, come se improvvisamente, non avessero più le forze per sorreggere il suo peso.
-Ha detto che è tornato! Non è possibile!- Esclamò, con i nervi che iniziavano ad essere parecchio tesi.
Shikamaru scosse la testa.
-Adesso calmati, ok? Quella donna è fuori di sé, meglio non dare molto peso a ciò che dice.- Disse, mantenendo il sangue freddo.
Sakura, nel frattempo, si avvicinò ad un anziano signore sulla settantina e, con molta dolcezza, ma anche preoccupazione, gli chiese -Mi scusi, saprebbe spiegarmi cos'è successo?-.
L'uomo parve svegliarsi da un lungo sonno.
Voltò lentamente il capo verso di lei, rivelando un volto privo di espressione, che fece deglutire la ragazza, che rimase senza parole.
Non ebbe risposta a quella domanda, perciò, dopo essersi scusata, tornò frettolosamente dagli altri e disse -Andiamo a vedere.-
Corsero fino ad arrivare davanti alle macerie.
Naruto annusò l'aria, notando che non c'era odore di esplosivo, ciò significava che era stata una tecnica particolare a provocare quel disastro.
-Merda!- Esclamò, digrignando i denti.
Shikamaru gli lanciò uno sguardo d'intesa.
-L'hai notato anche tu, vero?- Domandò poi, serio.
Il biondino annuì, ancora in preda al nervoso e alla paura. Paura che Madara, non fosse morto, ma che in qualche modo, fosse riuscito a salvarsi. Se così fosse stato, tutto quello che aveva fatto in passato, sarebbe risultato inutile. Tutte le morti, non sarebbero servite a niente. Dunque lui era rimasto anche senza l'unica persona che lo aveva fatto sentire parte di una famiglia, senza un motivo bene preciso, perchè anche il suo maestro Jiraya, non c'era più. Però non era possibile, era stato lui stesso ad uccidere il nemico, l'aveva visto morire con i suoi occhi.
A riportarlo alla realtà, fu la voce di Rock Lee.
-Guardate, c'è Hinata!- Esclamò il ragazzo, indicando una figura femminile, distante qualche metro da loro.
I ragazzi non se lo lasciarono ripetere e schizzarono verso la giovane ninja, intenta a parlare con Kiba.
-Hinata, che è successo?- Domandò Sakura, preoccupata.
La Hyuga, era visibilmente turbata, metre Kiba era inquieto.
Prese un lungo respiro ed infine, dopo essersi fatta coraggio, parlò.
-Non so. Stavo per uscire e.. Si è sentito il rumore di un'esplosione. D-dopo essere corsa di fuori, ho visto che molte case erano crollate e qualche istante più tardi, altri palazzi sono stati fatti saltare in aria.- Spiegò la corvina, leggermente in imbarazzo, ma anche un po impaurita.
Naruto, senza pensare, scattò  in avanti e le mise le mani sulle spalle.
-Sai chi è stato? Hai visto qualcuno?- Domandò, affannato dalle sue stesse ansie.
Hinata arrossì, ma poi scosse il capo e mortificata disse -Mi dispiace, ma non ne ho idea.-.
Naruto strinse la presa, innervosito, ma anche impaurito.
Hinata, ancor più confusa, parve diventare ancor più triste. Forse, pensava di averlo deluso.
Shikamaru diede una gomitata al biondino, che pareva essersi incantato a guardare il nulla.
-Naruto, riprenditi per favore. Ci sono molte cose da fare.-.
-Shikamaru ha ragione. Bisogna vedere se ci sono dei morti e portare i feriti all'ospedale.- Fece Kiba.
-E possiamo farcela da soli?- Domandò Sakura, dubbiosa.
-Credo di sì, ci sono anche molti ninja del mio clan in giro.- Rispose Hinata, ancora molto scossa.
-Bene, allora diamoci da fare. Propongo di dividerci.- Sospirò Shikamaru.
-Già, è più conveniente.- Accordò Kiba.
-Infatti. Kiba, tu verrai con me, Sakura andrà con Rock Lee e Hinata con Naruto. Tutti d'accordo?- Fece Shikamaru, sbrigativo.
Hinata arrossì lievemente, per poi annuire come fecero tutti. Naruto le fece cenno di andare e lei lo seguì, senza obiettare.
Sentiva il cuore scoppiarle nel petto. Un po per l'emozione di essere affianco al ragazzo che amava e un po per la paura. Aveva già perso Neji, non voleva vedere altre persone a lei care morire. La scomparsa di suo cugino, l'aveva segnata abbastanza, tanto che al suo funerale, non riuscì nemmeno a guardare la lapide, mentre posava un bianco crisantemo sul marmo grigio e gelido. L'unico membro della sua famiglia che aveva abbattuto i pregiudizi su di lei, imparando anche ad apprezzarla per ciò che era, non c'era più e di tanto in tanto, piangeva ancora per ore, a causa della sua morte.
Entrarono in un edificio che a malapena si reggeva in piedi
-Tieni gli occhi aperti, questo posto potrebbe crollare da un momento all'altro.- Si raccomandò Naruto, con fare premuroso.
-.. Sì.- Ripose semplicemente Hinata, per poi precipitarsi a curiosare, sempre con la massima cautela.
In realtà, la corvina non avrebbe mai voluto essere lì assieme a lui. Ricordava benissimo come, nello scontro con Pain, lei gli avesse confessato il suo amore, venendo poi schiacciata dall'insormontabile forza del nemico, rischiando addirittura di morire. Si sentiva ancora umiliata, anche se erano passati quasi due anni da allora.
Lei e Naruto non avevano parlato molto dal termine della guerra e il fatto che lui non avesse neanche tentato di chiarire la situazione con lei, le frantumò il cuore in mille pezzi, facendole capire che probabilmente, era ora di rinunciare al suo amore. Non sapeva come avrebbe fatto, dal momento che l'idea di dimenticarlo, per lei era talmente folle e dolorosa, da fargli credere che sarebbe stato di gran lunga preferibile morire quando aveva affrontato Pain, piuttosto che vivere, sperando in un'altrettanto importante fonte di felicità.
Fece qualche passo, ritrovandosi davanti ad una rampa di scale. Senza pensarci due volte, iniziò a salirle.
-Sei impazzita? Non reggeranno mai!- Esclamò Naruto, cercando di fermarla e facendola sobbalzare.
La ragazza non si voltò, ma rispose comunque con un apparentemente sereno -Non preoccuparti.-.
Il biondo, non del tutto deciso, la lasciò andare senza aggiungere una parola e tornò ad ispezionare le altre sale della casa.
-Certo che si trattano proprio bene quì.- Sospirò, mentre si guardava intorno, scorgendo oggetti di valore e notando che le stanze non finivano mai.
Riflettè. Non c'era traccia di esplosivo da nessuna parte e questo, confermava la teoria sua e di Shikamaru: l'esplosione era stata provocata da una tecnica, perciò era ovvio che si trattasse di un attacco ben programmato, ma di chi? Gli Hyuga di certo non erano tipo da farsi la guerra tra di loro.
Fece per riaprire la porta del bagno, quando sentì un urlo strozzato, provenire dal piano di sopra.
Sobbalzò, per poi gridare il nome della giovane Hyuga, mentre si apprestava a salire le scale in fretta e furia.
Scorse subito la sua figura seduta a terra, davanti ad un immenso cumulo di macerie.
Le si avvicinò in preda all'ansia e a fatica iniziò a dire -Hinata, tutto b..-, ma cessò di parlare non appena comprese cos'era accaduto.
La ragazza aveva la faccia disperatamente nascosta dalle mani bianche e tremanti, ma non stava piangendo, stava coprendo i suoi occhi, da ciò che era davanti a lei.
Quell'ammucchiamento di massi e polvere, lì presenti per via del crollo del tetto, nascondevano ciò che rimaneva del corpo di una bambina di sei, o forse sette anni, che Hinata aveva liberato, credendo fosse ancora viva.
Naruto posò lo sguardo su di lei. Le condizioni in cui era ridotta erano terribili e, dagli occhi ancora spalancati nonostante il tragico e forte incidente, traspariva la forte paura che aveva provato negli istanti che avevano preceduto la sua morte.
Il ragazzo si portò istintivamente una mano sulla bocca, sentendo lo stomaco in lieve subbuglio per via di ciò che stava vedendo.
-.. Mi dispiace..- Mormorò infine, in tono avvilito.
Hinata prese diversi respiri, molto profondi ed infine si alzò senza guardare.
-Questa.. Era l'ultima casa, vero?- Domandò, facendo persino fatica a parlare.
Naruto annuì preoccupato.
-Bene, andiamo.. A fare rapporto, allora.-.
Naruto rimase sorpreso dall'atteggiamento della ragazza. Hinata era sempre stata emotivamente fragile e vedere che non aveva versato neanche una lacrima, davanti ad una scena del genere, gli fece capire che anche lei, durante la guerra, avesse conosciuto l'inferno e la cosa lo fece sentire ancora peggio.
Hinata era buona e le persone buone non meritavano di vedere simili orrori, ma la felicità, i colori vivaci, i profumi gradevoli, le belle giornate.
Mentre usciva da quella casa, sentì il cuore stringerglisi nel petto dalla tristezza, che dovette provare a sopprimere per continuare a concentrarsi sul lavoro da svolgere.
Una squadra speciale di medici, rimosse il corpo della bambina, che era stata l'unica vittima. I feriti invece, erano nove e vennero portati immediatamente in ospedale.

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Capitolo 4
*** Il ritorno di Shino e Choji ***



Il ritorno di Shino e Choji



Erano passati ormai quattro giorni dall'esplosione che lasciò tutta Konoha senza una spiegazione. Sapevano che i palazzi non saltavano in aria per caso, ma sul luogo del crimine non c'era nessun indizio. Per di più, Tsunade non dedicava alla questione il tempo che meritava e aveva lasciato l'incarico nelle mani di Kakashi.
Senza contare che la paura, si era nuovamente impossessata dei pensieri della gente, pur non intralciando più di tanto la loro vita.

Era una giornata invernale insolitamente soleggiata. Faceva freddo, ma tutto sembrava come brillare sotto quella gradevole luce, non abbastanza forte da riscaldare.
Naruto giaceva stravaccato sul suo letto, con i capelli arruffati, l'aria assonnata e il corpo pesante, mentre apprezzava quell'atmosfera, guardando fuori dalla finestra.
Tuttavia era ormai di routine, che tornassero a riecheggiare nella sua mente, le parole pronunciate dalla donna che piangeva.
"E' tornato".
A chi avrebbe potuto riferirsi, se non a Madara?
Quella breve frase, tormentava il biondo dal momento in cui l'aveva sentita per la prima volta e doveva assolutamente scoprire la verità.
Riflettè per qualche minuto su cosa avrebbe dovuto fare, finché i suoi occhi parvero illuminarsi della luce di un'idea brillante.
Balzò in piedi e, in fretta e furia, iniziò a prepararsi.
Aveva deciso: Avrebbe interrogato quella donna, scoprendo così, come stavano realmente le cose.

Uscì di casa sbattendo la porta e saltò giù dalla ringhiera del palazzo, atterrando con i piedi ben saldi al suolo, schizzando subito dopo ad una velocità improponibile.
Si sentiva sempre più deciso a trovare quella persona e colmare le sue ossessive curiosità, ma, mentre girava l'angolo, andò a sbattere contro una figura a lui ben nota.
Si ritrovò a terra per via dell'impatto, massaggiandosi la testa dolorante con la mano sinistra.
-Ma dico, sei per caso impazzito, Naruto?- Domandò stizzito Shikamaru, anch'esso a terra.
Il biondo inarcò un sopracciglio.
-Ma se stavi correndo anche tu!- Cercò prontamente di difendersi il biondo, puntando un indice con fare accusatore verso l'amico.
L'altro sbuffò.
-Ma dico, ti sembro per caso il tipo di persona che si mette a correre?- Domandò poi, annoiato.
Naruto tacque, iniziando a capire che trovare delle scuse, non era proprio il suo forte.
I due si rialzarono.
-Comunque, in un certo senso, capiti a puntino.- Iniziò il moro, mettendosi le mani in tasca.
-E perchè?-
-L'Hokage ci ha convocati tutti.- Tagliò corto il ninja.
-E' così importante?- Si lamentò Naruto, fin troppo deciso di portare a termine l'incarico che si era dato.
-Credi davvero che andrei lì per una cosa da nulla?- Sospirò Shikamaru.
Il biondo riflettè per qualche istante. Non voleva proprio rimandare, però non poteva neanche mancare ad un appello importante di Tsunade, dopo chi l'avrebbe sentita?
-E va bene, andiamo.- Si convinse infine, non molto entusiasta.
I due ninja s'incamminarono a passo svelto verso il palazzo dell'Hokage.
-A proposito, dove andavi così di corsa?- Chiese il moro.
Naruto assunse un'aria delusa.
-A parlare con la signora che abbiamo visto tre giorni fa dopo l'esplosione.- Borbottò, con fare capriccioso, cercando di nascondere i suoi reali pensieri.
Shikamaru lo ascoltava sempre e, ogni volta, era lì pronto ad incoraggiarlo, ma sta volta non voleva pesare su di lui, per questo decise che non avrebbe rivelato i particolari.
-Capisco le tue preoccupazioni, ma Madara sta volta non c'entra, ne sono sicuro.- Spiegò l'amico, centrando in pieno l'argomento.
Infatti, il biondo non aveva tenuto conto che Shikamaru, oltre ad avere un quoziente intellettivo pari a 200, lo conosceva ormai fin troppo bene e capiva al volo il suo modo di pensare e di agire.
Naruto sbuffò, secco.
-Allora perchè ha detto "E' tornato" ?- Insistè esasperato.
-Guarda che la gente ha ancora una paura folle di lui, nonostante sia morto e sepolto. Quella donna, terrorizzata dal rischio di essere sovrastata dalle mure di casa sua, ha ovviamente attribuito a lui la colpa, ma è stata una cosa istintiva. Lei non ha visto nulla.- Fece, mentre raggiungevano l'ufficio di Tsunade.
-Sarà, ma io andrò comunque a parlarle.. Devo esserne pienamente sicuro, altrimenti questo pensiero non mi farà più dormire.- Mormorò Naruto, passandosi una mano fra i capelli.
Shikamaru, prima di aprire la porta davanti a loro, gli sorrise amichevolmente.

Non ebbero neanche il tempo di dire "Buongiorno", poichè l'Hokage stava già urlando rabbiosamente verso Choji e, cosa che stupì molto sia Shikamaru che Naruto, verso Shino, appena tornati dalla missione. Dovevano averla combinata davvero grossa, la donna era davvero fuori di sè.
-E non siete neanche andati a cercarle?- Li sgridò Tsunade, battendo i pugni sulla scrivania e alzandosi in piedi.
-Certo che ci siamo andati, ma non le abbiamo trovate.- Spiegò Shino, non scomponendosi affatto davanti alla collera della donna e rivolgendosi a lei in tono serio, ma allo stesso tempo, molto educato e rispettoso.
Tutto il contrario di Choji, che tremava dalla paura di fronte alla furia del potente Ninja Leggendario.
L'Hokage sospirò, cercando di calmarsi, mentre portava una mano sulla parte alta del naso.
Naruto e Shikamaru si avvicinarono a Rock Lee, che invece sembrava parecchio preoccupato.
-Che diavolo sta succedendo?- Sussurrò Naruto, confuso.
-Ino e Tenten sono scomparse.- Fece semplicemente Rock Lee, teso.
Gli altri due sbarrarono gli occhi.
-Come sono scomparse? Ma che stai dicendo?- Si alterò Shikamaru, necessitando ulteriori spiegazioni.
Senza accorgersene, aveva alzato troppo la voce, attirando su di sé l'attenzione di tutti i presenti.
L'Hokage sospirò.
-Coraggio, diteglielo.- Ordinò poi ai due ragazzi di fronte a lei, che annuirono prontamente.
-Avevamo portato a termine l'incarico e il giorno dopo, saremmo dovuti tornare quì a Konoha, ma la sera non trovammo più né Tenten e né Ino. Ci abbiamo messo tanto perchè non siamo riusciti a trovarle e ne siamo davvero mortificati.- Raccontò Shino, seriamente dispiaciuto.
-Cosa? E non hanno lasciato niente? Neanche un biglietto?- Insistè Shikamaru, divenendo sempre più ansioso.
I due scossero la testa.
-No, però le loro cose non c'erano. Probabilmente sono scappate.- Rispose Choji.
-Scusate, ma non sono sicura che c'entri qualcosa, forse dovremmo...- Iniziò Sakura.
-Ma certo che c'entra, non dire stupidaggini!- La zittì Tsunade.
Per un attimo, la rosa provò il forte impulso di risponderle, ma subito dopo qualcosa la bloccò. Voleva bene a Tsunade e il fatto di non riuscire a consolarla o di starla vicino, la faceva sentire in colpa e non gli permetteva di trovare la forza per difendersi davanti al comportamento della donna, decisamente poco rispettoso. Voleva solo che tornasse ad essere quella di prima, ma non sapeva dove mettere le mani.
La guardò. Nonostante fosse furibonda, glie lo si leggeva in faccia quanto fosse distrutta. Era dimagrita, i capelli diventavano sempre più secchi e gli occhi sempre più spenti.

-Comunque, ora non ho molti jonin da mandare in missione, per cui, se entro tre giorni non saranno tornate, cinque di voi, Shino e Choji compresi, andranno a cercarle.- Decise la donna.
I ragazzi annuirono.
-Hokage, mi offro volontario per partire nell'eventualità che Ino e Tenten non dovessero tornare.- Si fece avanti Shikamaru, energico come non lo era da un pezzo, lasciando anche parecchio di stucco tutti i presenti.
La donna lo guardò ed infine disse -Va bene. E oltre a te, Shino e Choji, potrebbero venire anche Hinata e Kiba. Le loro abilità sarebbero molto utili in questa eventuale missione.- Spiegò la donna.
I due nominati, annuirono diligentemente, pronti a prestare il loro servizio al massimo delle loro capacità.
-Mi scusi, ma anche io vorrei andare a cercare Tenten. Se le fosse successo qualcosa, non me lo perdonerei mai.- S'intromise valorosamente Rock Lee.
Tuttavia, Tsunade fu contraria.
-Mi spiace, ma partiranno solo loro.- Fece, deludendo profondamente il ragazzo.
Dopo la decisione presa dall'Hokage, ognuno uscì dal suo ufficio, prendendo una direzione differente.
Naruto non aveva dimenticato il suo obiettivo. Era stato tutto il tempo ad aspettare che quella conversazione finisse. Non che non gli importasse di Ino e di Tenten, ma quel dubbio, era ormai divenuto il parassita della sua mente e se non se ne fosse liberato in tempo, lo avrebbe sicuramente condotto alla pazzia.
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Ciao a tutti! Vi chiedo scusa perchè forse questo capitolo era un po noioso, ma certe cose non sapevo proprio come farle.
Ovviamente non smetterò mai di ringraziare chi recensisce, mette nei preferiti, chi legge (massì, anche chi non sa della mia esistenza <3 ), insomma.. Tutti. Siete davvero dolcissimi :3
Un saluto e.. Ci vediamo al prossimo capitolo (Spero D':)





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Capitolo 5
*** Dubbio ***



Dubbio


Fuori dal palazzo dell'Hokage, Shikamaru, Kiba, Shino, Choji e Hinata discutevano della probabile missione imminente, che avrebbe potuto attenderli nel caso Tenten e Ino, non fossero tornate in tempo.
-A che ora dobbiamo partire?- Domandò Shikamaru, sbadigliando.
-Alle sette in punto del mattino, vedi di essere puntuale.- Si raccomandò Kiba, divertito dal solito atteggiamento annoiato del ragazzo.
-Cosa? Così presto?- Replicò il ragazzo, troppo stanco persino per assumere un tono disperato.
-Ma è possibile che tu non ascolti mai gli ordini dell'Hokage?- Sospirò Choji, rassegnato.
Shikamaru scrollò le spalle, disinvolto, non rispondendo.
-Certo che quelle due sono davvero irrecuperabili.- Commentò Shino, abbassando il capo.
Non gli sembrava vero. Sia lui che Choji, erano appena tornati e probabilmente, presto sarebbero dovuti ripartire. Lui era sempre stato un ragazzo laborioso, ma tre giorni di distacco tra una missione e l'altra, erano decisamente troppo pochi. In più, il Villaggio delle Ombre, non era di certo dietro l'angolo.
-Credete che stiano bene?- Domandò Choji, in tono preoccpato.
Shikamaru parve alterarsi.
-Certo che stanno bene, che domande fai?- Lo riprese, senza pensarci troppo su.
In realtà, anche lui temeva per la vita delle due ragazze. In particolare per quella di Ino. Quella biondina era sicuramente sveglia, ma la sua impulsività, spesso la cacciava nei pasticci. Shikamaru l'aveva sempre protetta, come se fosse una parte di se stesso, ma sta volta lui non c'era. Non che Ino non fosse abbastanza forte, ma era sola con Tenten.
Dov'erano?
Con chi?
Ma soprattutto, erano vive?
La testa stava per scoppiargli e il cuore perdeva un battito dal terrore, ogni volta che pensava al peggio.
-Hai ragione..- Si convinse Choji, riportando l'amico alla realtà.
-Ah, un'ultima cosa: portate dei vestiti pesanti, lì fa molto più freddo di quà. Mi rivolgo in partecolare a te, Hinata, che soffri particolarmente le basse temperature.- Si raccomandò Shino.
La ragazza sorrise timidamente, per poi mormorare un dolce -Certo.-.
-Dunque ci vediamo fra tre giorni, forse.- Disse Kiba, non molto contento all'idea di tornare al lavoro.
Gli altri acconsentirono e, proprio quando stavano per salutarsi, una furia dai capelli biondi, uscì di corsa dal palazzo dell'Hokage, attirando l'attenzione dei presenti.
-Naruto.. Non dirmi che.. -Iniziò Shikamaru, portandosi una mano fra i capelli, sempre legati in una coda alta, con fare incredulo.
-Devo farlo, Shikamaru, non ho scelta!- Esclamò il ragazzo, che fremeva a causa dell'agitazione.
-Fa come vuoi, ma ti ricordo che non conosci neanche il nome di quella donna.- Gli ricordò il moro, scuotendo il capo.
Naruto si paralizzò. Come al solito, Shikamaru aveva ragione. Non poteva di certo mettersi a bussare ad ogni porta del quartiere degli Hyuga, fino a trovare la persona giusta. Tuttavia, era una questione troppo importante e non poteva assolutamente rinunciare.
Si spremè le meningi per qualche istante, per poi posare di scatto gli occhi su Hinata, facendola, come al solito, sussultare dall'emozione.
-Hinata, se non hai nulla da fare, ti spiacerebbe aiutarmi? Te lo chiedo per favore, è davvero importante.- La supplicò poi, con un tono serio che fece preoccupare la ragazza.
-V-va bene, ma.. E' successo qualcosa?- Chiese lei, allarmata.
-No ecco, vedi.. Ti spiegherò strada facendo.- Tagliò corto Naruto.
Hinata arrossì, ma ovviamente accettò, senza fare ulteriori domande.
Naruto salutò con uno sbrigativo -Ci vediamo.-, seguito dalla ragazza, parecchio disorientata dal suo comportamento.
Camminavano silenziosamente, fianco a fianco, nella direzione del quartiere Hyuga.
Hinata sentiva le gambe tremargli. Non capiva a cosa avrebbe potuto servigli il suo aiuto, però voleva saperlo, d'altronde era anche giusto.
Le parole, nonostante ci fossero, sembravano non voler uscire di bocca, incuranti  dello sforzo immane che lei faceva per pronunciarle. Perchè faceva ancora così? Aveva deciso di mollare la presa con lui da un bel po di tempo, eppure continuava ad essere la solita impacciatissima Hinata. La ragazza che abbassava lo sguardo quando lo vedeva, quella a cui appunto, tremavano le gambe quando lui le era affianco, quella che faceva persino fatica a parlare con lui. Certo, era sicuramente cresciuta in quel periodo, ma in parte, sentiva di essere rimasta una bambina, non in grado neanche di dire la sua, per paura di essere giudicata.
Fu per questo che prese un respiro profondo, facendosi coraggio per parlare.
-Naruto..-Iniziò, timidamente.
Lui pareva essersi dimenticato di dirle tutto. Camminava a passo svelto senza emettere suono, con i nervi sempre più tesi. Non a caso sobbalzò, quando lei pronunciò il suo nome.
-Sì?- Fece, non capendo comunque.
-Non è che potresti spiegarmi cosa dovrei fare?- Domandò poi, iniziando a torturarsi una ciocca dei lunghi capelli corvini.
-Ah, già! Scusami, ti sto trascinando con me senza uno straccio di spiegazione.- Mormorò, mortificato.
-No.. Figurati.- Sorrise, arrossendo di nuovo e maledicendosi pochi istanti dopo.
-Bhe, dovrei parlare con una persona che fa parte del tuo clan, solo che non conosco il suo nome e avrei bisogno di te- Spiegò il biondo.
La ragazza parve parecchio colpita, ma cercò di non darlo troppo a vedere.
-Capisco.. Potresti descrivermela?-
-Certo. Aveva i capelli castani, lunghi più o meno fino alle spalle, credo. Non era né troppo magra, ma neanche troppo grassa. Il viso allungato, un po triste e stanco.- Disse Naruto, sperando che Hinata capisse al volo.
Lei assunse un'aria pensierosa. Non aveva la benché minima idea di chi potesse trattarsi.
-Non è che potresti dirmi di più?-
Naruto tirò un lungo sospiro. Si vergognava ad ammettere che era lì solo per soddisfare una sua paranoia e che, la donna che cercava, molto probabilmente aveva qualche rotella fuori posto.
-Dopo l'esplosione di tre giorni fa, c'era una donna a terra, che piangeva e si disperava urlando "E' tornato". Ho un disperato bisogno di parlarle. So che non è molto e che probabilmente neanche l'hai vista, ma ti prego, sei l'unica che può aiutarmi.-
Era finito per implorarla senza neanche rendersene conto e la paura gli cresceva dentro, divenendo sempre più forte per essere sopportata.
-Ah, ti riferisci a Emiko Hyuga.- Fece Hinata, con un leggero sorriso sulle labbra.
Gli occhi color cielo del ragazzo s'illuminarono.
-La conosci? Sai dove abita?- Domandò, impaziente.
La corvina annuì dolcemente, felice di vedere un largo sorriso dipingersi sul volto di Naruto, che esclamò un gioioso -Fantastico!-.
 Lo condusse davanti a quella che,  a causa dell'esplosione, era la nuova e provvisoria abitazione della donna. Naruto iniziò a sentire il cuore martellargli nel petto, stupito dall'effetto provocatogli dalla paura.
 Bussarono alla porta e a rispondere, senza aprire, fu una voce maschile.
-Chi è?- Domandò.
Naruto e Hinata si guardarono, poi la ragazza decise di prendere in mano la situazione.
-S-sono Hinata Hyuga.- Disse semplicemente.
La porta si aprì. Il signore, molto alto, con i capelli lunghi e il tipico sguardo severo degli Hyuga, squadrò i due ninja.
-Che vuole?- Fece, scostante.
Naruto non capiva. Possibile che si rivolgesse a lei con quel tono? Sembrava che Hinata, fosse considerata un disonore anche da parte degli altri membri del clan. Sentì il sangue ribollirgli nelle vene. Non aveva mai sopportato gli Hyuga. Freddi a tal punto, che sembravano non provare nessuna emozione.
La vide sospirare amareggiata, iniziando a giocare nervosamente con le dita delle sue mani, per non sentire la pressione.
-Mi chedevo se.. Il mio amico avrebbe potuto rivolgere qualche domanda a sua moglie, riguardo il presunto attentato di tre giorni fa..- Iniziò, tenendo la testa bassa.
L'uomo inarcò un sopracciglio, quasi innervosito dalle parole della corvina.
La ragazza parve accorgersene, così, a denti stretti, aggiunse -Ci manda l'Hokage.-.
Naruto ebbe un sussulto. Hinata aveva mentito, non riusciva a crederci. Non era certamente da lei.
Il marito della donna aggrottò le sopracciglia seccato ed infine si fece da parte, permettendo ai due ninja di entrare.
-Grazie..- Mormorò Hinata.
Emiko Hyuga, sedeva al tavolo della cucina con gli occhi fissi sulla tazza di thé che aveva davanti e i capelli arruffati. Sembrava quasi che si fosse dimenticata di dover bere.
Naruto e Hinata si accomodarono, salutandola con un cordiale -Buongiorno.-, che però non ricevé alcuna risposta.
Il biondo prese un lungo respiro.
-Sarò breve, signora. Mi piacerebbe sapere a chi si riferiva tre giorni fa, quando dopo l'esplosione, parlava del ritorno di qualcuno.- Spiegò, tagliando corto.
La donna alzò lentamente gli occhi, vuoti e stanchi. Aprì la bocca a fatica, quasi come se ci fosse qualcosa che le impediva di parlare.
-.. Madara.. -Farfugliò, poi.

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Buonciao a tutti ! So che in questi capitoli non c'è molto movimento, ma non posso fare altrimenti, perciò spero li apprezziate comunque C:
Grazie a tutti e al prossimo capitolo :3 !


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Capitolo 6
*** Partenza ... ? ***



Partenza ... ?


Naruto si sentì mancare. I battiti del cuore, erano talmente forti e veloci, che poteva sentirli rimbombare in testa. Cercava di ignorarli, scuotendo la testa, ma senza risultato. Davanti ai suoi occhi, vide comparire il volto del suo vecchio nemico che lo fissava con sguardo iniettato di sangue.
Allora non era morto. Non l'aveva ucciso. Aveva fallito anche in quello, non riusciva a crederci.
-L-l'ha visto?- Azzardò Hinata.
Le sue parole fecero tornare il biondo con i piedi per terra, ricordandogli di essere ancora vivo.
Emiko parve colpita da quella domanda e andò leggermente nel panico. Pochi istanti dopo, si ritrovò a farfugliare un laconico -No.- , lasciando Naruto di sasso e facendo sospirare Hinata.
-Allora come fa a dire che è tornato?- Domandò subito dopo il biondo, iniziando ad agitarsi.
La donna, leggermente pentita e con voce tremante, disse semplicemente -Non lo so.-.
Il cervello di Naruto stava andando in tilt. Si passò esasperatamente le mani tra i capelli, per poi poggiare la testa sul tavolo, rassegnato.
-S-scusi, ma.. C'è qualcosa, oltre alla paura, che le ha fatto capire o pensare, che la colpa fosse di Madara?- Insistè Hinata, sotto l'interdetto sguardo del biondino. Sembrava come se Hinata, capisse le volte in cui lui aveva bisogno d'aiuto, intervenendo prontamente in suo soccorso.
La donna scosse lentamente il capo. Ma era sincera, disperata. Il suo sguardo pentito, per aver messo in allarme i due ninja, era la prova della sua sincerità.
Fu a quel punto, che Naruto capì. Shikamaru, aveva ovviamente ragione. Quella signora, era semplicemente spaventata, nient'altro.
Il senso di sollievo che stava pervadendogli il corpo, cessò non appena un altro dubbio gli intasò la mente: perchè Tsunade non li aveva ancora convocati, per parlare come si doveva, dell'accaduto al clan Hyuga? Non era da lei non fare le cose per bene.
Nonostante avessero risolto la faccenda, l'espressione sul volto del ragazzo non era affatto cambiata.
-Q-qualcosa non va?- Domandò Hinata, una volta che furono usciti da quell'abitazione.
-Hinata, neanche tu hai visto niente tre giorni fa?-
La corvina scosse il capo.
-Mi spiace.. N-nessuno ha idea di cosa possa essere successo.- Mormorò la corvina, dispiaciuta.
Le loro attenzioni, vennero catturate dal vento gelido e pungente, che si alzò. Talmente forte, da costringerli a chiudere gli occhi. Non appena Hinata li riaprì, notò che quel forte soffio, aveva portato tra i capelli del color del sole di Naruto, una piccola foglia rossastra.
-Capisco..- Mormorò il biondo.
La corvina avvampò vistosamente, iniziando a torturare la punta di una ciocca nera, con le esili dita.
-N-Naruto..- Iniziò, con voce tremolante.
Lui la guardò interrogativo.
-Hai una..Foglia tra i capelli..- Sussurrò, cercando di fargli capire il punto esatto gesticolando.
Il ninja ebbe un sussulto e iniziò a toccarsi nervosamente la testa alla cieca, nella speranza di farla cadere.
La corvina, senza proferire parola, allungò timidamente la mano destra, sfiorando con estrema delicatezza i capelli del ragazzo, la cui schiena venne pervasa da un brivido, per via del contatto.
Liberò dolcemente il frammento della pianta, dalla presa della chioma di Naruto, per poi abbandonarlo nuovamente in balia dell'aria invernale.
Le guance del biondo, parecchio basito, s'imporporarono, mentre Hinata sentì lo stomaco contorcersi dall'emozione.
Quella, fu la prima volta in cui Naruto, balbettò uno strascicato -G-grazie..-.
La corvina, sentendosi troppo imbarazzata, salutò sbrigativamente il ragazzo, con un               -Ora devo andare.-.
L'espressione sul volto di lui non era cambiata: labbra leggermente schiuse e occhi spalancati. Riuscì a malapena a farfugliare -Sì.. Ci vediamo.-, per poi guardarla allontanarsi, fino a scomparire dietro l'angolo.
Per qualche strano motivo, non aveva avuto neanche il coraggio di ringraziarla.

Tre giorni dopo, Ino e Tenten non avevano fatto ritorno a Konoha, aumentando la preoccupazione nei loro compagni, che alle sette in punto del mattino, erano alle porte del villaggio, pronti a partire per andare a cercarle, nonostante il freddo e il forte vento.
-Ditemi almeno che ricordate la strada.- Sbadigliò Shikamaru, incurante di portarsi la mano davanti la bocca.
-Certo che la ricordiamo. Tu piuttosto, non è che potresti coprire quel pozzo che hai al posto della cavità orale? La tua dentatura non è così spettacolare da essere messa in mostra così, come se nulla fosse.- Lo riprese Choji, facendolo sbuffare sonoramente.
-Non iniziate a discutere..- S'intromise Shino, tirando fuori dalla tasca una cartina e iniziando a spiegarla.
-E chi ne ha voglia?- Farfugliò Shikamaru, ancora troppo assonnato per compiere qualsiasi azione.
-E' molto lontano il Villaggio delle Ombre?- Domandò Hinata.
-Sì, ci vogliono quattro giorni di cammino. E' situato proprio quì.- Spiegò Shino, indicando un punto sulla cartina, completamente opposto alla posizione di Konoha.
-Quattro giorni?- Ripetè Shikamaru. -E' un suicidio! Ora capisco perchè siete stati via quasi un mese!-
-Non lamentarti..- Lo supplicò Shino, sospirando. -Pensa a chi è appena tornato, ma deve comunque fare marcia indietro, perchè due incoscienti kuonichi, se la sono svignata di nascosto.- Aggiunse poi, sistemandosi lo zaino in spalla.
-Sapete, il fornaio sotto casa mia ha momentaneamente chiuso. Pare sia scomparso nel nulla.- Confessò Kiba, con aria pensierosa.
-E questo cosa c'entra? Il tuo fornaio di fiducia, si sarà preso una vacanza. Forse per non vedere il tuo brutto muso per qualche tempo.- Lo sfottè Shikamaru, facendolo scoppiare a ridere.
-Forse hai ragione..- Fece poi l'altro, asciugandosi le lacrime.
-Mi spiace interrompervi, ma sono quasi le otto, ci conviene iniziare ad incamminarci, anche perchè avremmo dovuto farlo già un'ora fa.- Ricordò Shino , riponendo la cartina in una delle tasche del suo cappotto.
Gli altri acconsentirono, chi con più e chi con meno entusiasmo.
Poi, il ninja amante degli insetti, si avvicinò ad Hinata e, a bassa voce, le disse -Non appena arriviamo nell'estremo nord, attiva il byakugan.-
La ragazza assunse un'aria confusa. Le stava chiedendo di usare i suoi occhi quando sarebbero giunti a destinazione, che senso aveva?
All'amico bastò guardarla, per capire cosa stesse pensando.
-Poi ti spiegherò.- Aggiunse, dandole una leggerissima pacca sulla spalla.
-Allora, andiamo?- Li sollecitò Kiba.
I due annuirono e si misero in marcia.
Konoha era circondata da immense foreste, i cui alberi erano stati denudati dal freddo invernale, rimanendo spogli. Ciò che si parava davanti ai loro occhi, era quindi un'immensa distesa di rami scuri e fitti, sormontati da un cielo grigio scuro, che preannunciava pioggia.
Non appena vi furono dentro, sentirono subito un rumore di passi e cessarono immediatamente di avanzare.
-C'è qualcuno.- Disse Shikamaru a bassa voce, portando immediatamente una mano sui kunai, pronto a difendersi.
Hinata fece per attivare il potere dei suoi occhi, ma non ce ne fu affatto bisogno. Da dietro un tronco, sbucarono le due kuonichi ritenute scomparse.
Tenten aveva la faccia stanca, ma gli occhi molto più vispi, di quando era partita. Anche fisicamente non era messa male, presentava giusto qualche graffio sul viso e sulle mani. Ino invece, sembrava priva di sensi. Gli occhi socchiusi, il volto sporco di sangue, le gambe che non riuscivano a sorreggerla. Se Tenten non le avesse fatto da supporto, probabilmente sarebbe crollata a terra.
-Ehylà..- Mormorò la castana, abbozzando un sorriso.
Shikamaru sentì le viscere stringerglisi e corse immediatamente verso di loro, seguito a ruota da tutti gli altri, fin troppo stupiti.
-Che diavolo è successo?!- Domandò poi, alterato e preoccupato, aiutando immediatamente Tenten a sorreggere il peso di Ino.
L'altra sospirò.
-Vi va se ne parliamo dopo? Ora sarebbe meglio portare Ino in ospedale.- Mormorò sfinita.
Hinata le si avvicinò e premurosamente, le porse una borraccia con dell'acqua.
-E' meglio che ti faccia visitare anche tu.- Le consigliò poi, sorridendole.
Tenten ricambiò il gesto, per poi rispondere con -Ho solo qualche graffio, non è necessario.-.
La Hyuga scosse la testa.
-Mi spiace, ma non ha importanza.- Aggiunse, in tono serio.
Tenten, non avendo abbastanza forze per insistere, annuì rassegnata.
Successivamente, le due ragazze vennero portate in ospedale. Shikamaru aveva portato in braccio Ino, senza proferire parola per tutto il tragitto, mentre Shino e Choji, rimproverarono Tenten, finchè non dovette entrare in una camera, per farsi visitare. Come aveva detto, le sue ferite non erano affatto gravi, ma lei sembrava del tutto diversa.
Subito dopo, andò con Hinata a fare rapporto all'Hokage.

Tsunade era nel suo ufficio, parecchio turbata. Controllava centinaia di scartoffie apparentemente inutili e smise, non appena le due ragazze fecero il loro ingresso.
Alzò gli occhi, per poi assumere un'aria minacciosa.
-Che fine avevi fatto?!- Urlò a Tenten, che abbassò il capo dispiaciuta.
-Mi dispiace, c'è stato un contrattempo.- Disse semplicemente.
L'Hokage divenne ancor più furiosa.
-Fammi capire: tu torni quasi un mese dopo la partenza, dopo che i tuoi compagni si sono fatti in quattro per cercarti, senza successo ovviamente, dopo che sono tornati al villaggio rassegnati, dopo che stavano per ripartire a cercarti... E l'unica cosa che sai dire, oltre al fatto che ti dispiace, è "C'è stato un contrattempo"?! Ma sei pazza?!- Sbraitò, alzandosi in piedi e rovesciando la sedia a terra.
Tenten prese un lungo respiro e fece per rispondere, ma venne preceduta dalla donna.
-Dimmi almeno che quella scalmanata di Ino è tornata con te..-
La castana annuì.
Tsunade tirò un respiro di sollievo.
-E dov'è adesso?- Domandò esausta.
-In ospedale.-
Alla donna si rizzarono i capelli.
-Sta male?!- Domandò nervosa, ma anche preoccupata.
Le due ragazze si guardarono.
-Ha riportato ferite gravi, ma fortunatamente non mortali. Per di più, è stanca. I medici hanno detto che per qualche giorno non si sveglierà.- Spiegò Tenten, mortificata.
Tsunade si portò una mano fra i capelli.
-Sei quì anche tu, per fare rapporto?- Domandò poi, rivolgendosi ad Hinata.
La corvina annuì.
-Sì, nonostante le abbiamo incontrate appena ci siamo addentrati nella foresta.. Ho pensato che sarebbe stato comunque giusto, venire a comunicarglielo.- Spiegò.
-Sì, hai fatto bene.- Le disse l'Hokage, non sapendo più che tono di voce utilizzare.
-Però Tenten, ora devi spiegare cosa è successo e dirmi dove siete state tu ed Ino.- La sollecitò la donna, divenendo seria.
Tenten alzò gli occhi.
-Vede.. Io non ho la benché minima idea di quello che ha fatto Ino..- Ammise poi.
Sia Hinata che Tsunade sbarrarono gli occhi.
-Vuoi dire che.. Non siete state insieme?- Domandò incredula Hinata.
Tenten strinse i pugni e aggrottò le sopracciglia, con gli occhi lucidi.
-No.-


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Hi everyone! So che questi capitoli non sono il massimo, ma a breve, arriverà un bel po di movimento, promesso!
Spero stiate apprezzando C:
.. Mi dileguo .. Uhuhah !
Grazie a tutti :3
E al prossimo capitolo!
.. A meno che non mi abbandoniate D':
E non vi biasimerei se lo faceste, dico davvero.. Però.. Non fatelo, per favore :'3
Anche se non credo che riuscirei a trattenervi, delirando come una squilibrata.
Perciò, tenterò una classica frase d'effetto, ovvero: Rimanete con noi, abbiamo i biscotti e la torta al cioccolato!
Spero (ma non credo) di avervi convinti.
Ora mi dileguo davvero.
Ciao ciao a tutti !!!!!!! :3

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Capitolo 7
*** Il piano di Sakura ***



Il piano di Sakura


Hinata e Tsunade, non riuscivano a proferire parola. I volti di entrambe erano come pralizzati dallo stupore. Quindi ora c'era da indagare su ben due cose, completamente differenti: le azioni di Tenten e quelle di Ino.
Tsunade si ricompose, intrecciando le mani davanti alla bocca, per poi sollecitare la ragazza dicendo, più tranquilla possibile -Racconta..-.
La castana, assunse un'aria pensierosa per qualche istante e sembrò andare, anche leggermente nel panico.
-Io non ho molto da raccontare. Ho visto che Ino era scappata, perciò sono andata a cercarla.- Spiegò.
-E non hai detto niente ai tuoi compagni di squadra?-
-No. L'ho vista correre via, così l'ho seguita, credendo che sarei riuscita a riportarla indietro. Purtroppo però, ho finito col perdermi e quando ho ritrovato la strada, Ino era tornata al villaggio, in condizioni pietose. La cosa che mi ha sorpresa maggiormente, è che in quel posto non ci sono ospedali, perciò ho dovuto curarla, io e si sa che che le mie capacità in campo medico, lasciano a desiderare.- Raccontò Tenten, con lo sguardo rivolto in un punto non definito della stanza.
-Non ci sono ospedali?- Ripetè Hinata, stupita.
Tenten scosse la testa.
-Proprio così..-
Tsunade sospirò.
-E perchè è scappata?- Domandò l'Hokage, preoccuapata.
Tenten scrollò malinconicamente le spalle.
-Non lo so. Vedete, ci sono buone probabilità che finga, ma Ino non ricorda di essere fuggita.-.
Hinate e Tsunade si guardarono, incredule.
-S-scherzi?- Balbettò la corvina, con gli occhi fuori dalle orbite.
L'amica fece cenno di no con il capo, aumentando lo shock nelle altre due.
Tsunade era preoccupata. Torturava nervosamente l'angolo di un foglio di carta e si mordeva il labbro inferiore, per via dell'agitazione.
-Va bene, per ora potete andare.. Ma ho un nuovo ordine..- Iniziò.
Le due kuonichi le rivolsero un'occhiata curiosa.
-I lavori di ristrutturazione procedono bene. Da oggi in poi, se ne occuperanno solo gli operai del villaggio e una squadra di jonin che selezionerò io. Tutti i ninja restanti, dovranno riprendere gli allenamenti regolarmente e voi chunin, tornerete ad esercitarvi, con i vostri maestri originari.- Spiegò Tsunade, più seria che mai.
Sembrava come se sapesse qualcosa, che però non voleva dire a nessuno. Però era stata chiara, Hinata e Tenten, non fecero obiezioni.
Abbandonarono il suo ufficio, per poi dirigersi immediatamente all'ospedale da Ino, ancora priva di sensi.
Durante il tragitto, nessuna delle due parlò.
Hinata non avrebbe mai creduto possibile una cosa simile. Tenten e Ino, per quanto scalmanate fossero, non sarebbero mai fuggite senza dire nulla a nessuno. Erano due ragazze intelligenti e con la testa sulle spalle, specialmente per le questioni riguardanti il lavoro.
Sospirò, scervellandosi per capire, per quale sacrosanto motivo, Tenten avesse mentito.
Perchè sì, lei aveva mentito e Hinata se n'era accorta. Sapeva benissimo che potevano benissimo non essere affari suoi, ma le possibilità che sapessero qualcosa riguardante il villaggio, o persino l'intero mondo, erano parecchio alte.
La corvina sapeva altrettanto bene, che qualcosa non andava. Era silenziosa, timida, ma di certo non era stupida. Più di una volta, aveva percepito, anche se solo per un attimo, una potentissima energia, senza capire da dove provenisse e a chi appartenesse.

Nella camera d'ospedale, c'era solamente Shikamaru. Era seduto su una sedia, davanti al lettino, con i gomiti poggiati sul bianco materasso e le mani che sorreggevano la testa. Sembrava esausto.
Sobbalzò non appena le ragazze chiusero la porta alle loro spalle.
-Tutto bene?- Domandò Tenten, accomodandosi anche lei su una sedia.
Shikamaru annuì.
-E Ino come sta?- Chiese Hinata.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio e fece una smorfia, cercando di nascondere il palese dispiacere che si poteva leggere nei suoi occhi.
-Si riprenderà..- Mormorò infine.
La porta  della camera, si spalancò di nuovo, ma sta volta rivelò le due figure di Sakura, molto preoccupata e Naruto, anch'esso allarmato, ma anche visibilmente nervoso.
-Ma si può sapere che cazzo sta succedendo?!- Sbraitò il biondo, a voce un po troppo alta.
Shikamaru assunse un'espressione infastidita.
-E non urlare, razza di idiota! Siamo in un ospedale!- Lo sgridò Sakura, furiosa per via del suo atteggiamento, mentre chiudeva la porta della stanza, nella speranza che nessuno avesse sentito.
-A che ti riferisci, Naruto?- Gli chiese il moro.
-Non è ovvio? Prima l'attentato al clan Hyuga, ora questo! E' tutto troppo strano..-- Spiegò il biondo, facendo avanti e indietro.
-Vuoi calmarti? Fai salire il nervoso anche a me.- Fece la rosa, stizzita.
-Guarda che ancora non sai tutto.. Il dottore mi ha detto che Ino non ricorda niente di quello che è successo.- Rivelò Shikamaru, stringendo i pugni dalla rabbia.
Sakura e Naruto si guardarono increduli.
-Cosa?!- Esclamarono in coro.
-Non è possibile! Tenten, raccontaci tutto!- La sollecitò Sakura, poggiandosi disperatamente una mano sulla fronte.
La castana raccontò le stesse cose che disse all'Hokage, non aggiungendo e non togliendo nulla. I tre ninja, ascoltarono con attenzione, per poi trarre le dovute conclusioni.
-Non è possibile..- Mormorò Naruto, divenendo sempre più inquieto e prendendo ad agitarsi, nonostante fosse seduto.
Gli altri tre, infatti, rimasero in silenzio, rivolgendosi un'occhiata d'intesa.
Tenten si guardò intorno e subito dopo si alzò, dirigendosi verso la porta.
-Ci vediamo.. - Disse semplicemente, prima di abbandonare la camera, senza neppure attendere il saluto degli altri.
Tra i ninja, ci fu un momento di silenzio, animato solo dallo scambio di sguardi tra Shikamaru, Hinata e Sakura.
Naruto invece, fremeva dalla rabbia. Sentiva di non star capendo un accidente di ciò che lo circondava, iniziando anche a darsi mentalmente dello stupido.
Shikamaru sospirò.
-E così ha mentito..- Disse dopo, non scomponendo l'aria annoiata, che aveva sul suo volto e tenendo gli occhi fissi, sull'immobile mano di Ino.
-Ma di chi parli?- Chiese Naruto.
Possibile che tu non di accorga mai di niente? Di Tenten, ovviamente!- Esclamò Sakura, in tono rassegnato.
Gli azzurri occhi del biondo di spalancarono.
-Come ha mentito? Che ne sapete voi?!- Fece, entrando nel panico.
-Ma era ovvio, no?- Sbuffò il moro, ancora fisso in quella posizione.
-Non è possibile..- Borbottò il ragazzo, incredulo.
-C'è qualcosa di molto importante di cui non siamo a conoscienza.- Mormorò timidamente Hinata.
Naruto la guardò stupito. Anche lei la pensava così. Gli rivenne in mente la scena di tre giorni prima, facendo perdere un battito al suo cuore. Erano state così piacevoli le sue dita, leggere e sottili, mentre lo toccavano. Si guardò intorno, per poi ricordarsi a malincuore di essere in un ospedale e in nessun ospedale, una foglia avrebbe potuto impigliarsi tra i suoi capelli.
Ma cosa stava pensando? C'erano cose molto più importati a cui badare. Senza contare che era rimasto a fissarla per parecchi secondi e, come se non bastasse, Shikamaru se n'era accorto.
Non che per Naruto contasse, ovviamente. Il fatto che si fosse incantato a guardarla, non significava assolutamente nulla.
A riportarlo alla realtà, furono le parole di Sakura.
-In realtà, io so qualcosa che potrebbe interessare anche voi..- Ammise.
Aveva le sopracciglia aggrottate. Quell'informazione non andava di certo rivelata con leggerezza, ma la rosa era ormai divenuta fin troppo sospettosa e aveva deciso: era ora di andare in fondo alla questione.
Tutti le rivolsero la loro attenzione e lei iniziò a parlare.
- Questa cosa, non dovrà uscire da quì, almeno per ora.- Si raccomandò e dopo che gli altri ebbero dato la loro parola, prese a spiegare.
- Fra due settimane, alle tre in punto di notte, ci sarà una riunione di tutti i maggiori esponenti dei villaggi circostanti.-
Shikamaru alzò la testa dal materasso, per lo stupore, Hinata serrò i pugni e Naruto prese ad agitarsi ulteriormente.
-Che cosa? E perchè?- Domandò Shikamaru.
Sakura scrollò le spalle.
-Non so dirtelo, ma so che si svolgerà quì a Konoha, in un'aula nascosta del palazzo dell'Hokage.-
Agli occhi di Naruto, tutto diventava sempre più assurdo e improponibile. Ora esisteva anche una stanza di cui nessuno conosceva l'esistenza.
Si grattò la testa esasperato.
-N-non sappiamo neanche dove sia questa sala.-  Mormorò Hinata.
Ma Sakura ghignò divertita.
-Dimentichi che sono l'assistente di Tsunade, mia cara.- Ridacchiò, assumendo una posa fiera, che rassicurò e divertì la corvina.
-Hai un piano?- Le chiese Shikamaru, sospirando rassegnato.
La rosa annuì prontamente, per poi affermare con certezza - Faremo entrare tutti i partecipanti nell'aula, dopodiché, ci posizioneremo proprio sopra di loro. Infine, li spieremo, ovviamente, grazie al byakugan di Hinata. Sempre se a lei va bene..- , attendendo poi una conferma dalla Hyuga, che risultò leggermente scossa.
Naruto sentiva che a breve sarebbe impazzito. Come poteva chiedere una cosa simile a Hinata? Lei non faceva queste cose, era troppo onesta.
-Facciamolo.- Acconsentì la ninja, sotto gli occhi fieri della kuonichi e quelli increduli di Shikamaru e Naruto, che riuscì a strozzarsi con la sua saliva, nonostante non volesse nemmeno parlare.
-Ne sei sicura?!- Fece poi, con voce ancora impastata.
Hinata avvampò mentre annuiva, mormorando -N-non abbiamo scelta.-.
Rimase nuovamente impalato a guardarla, quasi meravigliato dal suo sangue freddo e, dopo aver tirato un lungo respiro, le sorrise lievemente, arrossendo anche lui per una frazione di secondo.

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Salve a tutti, popolo di efp! Anche questo capitolo, è giunto al termine. Come al solito, siete stati tenerissimi, perciò devo assolutamente fare i ringraziamenti, quasi come si deve. Ora arriviamo al punto in cui voi vi chiedete, "perchè quasi?" (o forse no, ma io preferisco puntualizzarlo lo stesso)..  Ebbene, ho visto tutti gli altri utenti che ringraziavano, mettendo il link del nick (ohoh linkdelnick), di chi seguiva, recensiva o alto.. Mi sembra giusto che voi veniate a sapere, che non sono assolutamente in grado, di svolgere un'azione così complicata.. Cioè, di mettere il collegamento sul nome, o come mannaggialcacchio si dice (sì, potete insultarmi e schifarmi per questo, io vi capirò, promesso), MA... Posso comunque ricopiare tutti i nomi!
Dopo aver detto queste cose, senza avere la certezza di essermi spiegata (ahimè, sono un caso disperato C': ), proseguo con i ringraziamenti

 Per chi ha recensito:
- meryl watase
- YourCorpseBride
- cristy_duck
- ondirection_myworld231

Per chi ha messo tra i preferiti:
- alexandros9994
- Dandelion Ai
- meryl watase
- onedirection_myworld231
- SasuVale_4Ever
- sivaice

Per chi ha messo tra le storie ricordate:
- alexandros9994

- antomary_99
- crazyfrog95

Per chi ha messo tra le storie seguite:
- 479mysterious
- angelikawhite
- antomary_99
- DanaYume
- farshid
- frisfra
- iced_swan
- lanterna_
- Lena_chan
- malefica89
- naruhinafra
- sakura92
- Sara_Chuck

E anche per chi legge!
Ringrazio anche chi non sa della mia esistenza e chi, in questo momento, sta facendo qualcosa di giusto :D !!
Insomma, dovevo ringraziarvi tutti, perchè mi fomentate e mi rendete felice xD

Woahohuh! Davvero, grazie millemilatanto C: !!!








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Capitolo 8
*** Coincidenze? ***



Coincidenze?



Il giorno della riunione era giunto. Erano quasi le tre, di una notte che non prometteva nulla di buono. Il cielo, talmente coperto da fittissime nuvole, non emanava alcuna luce. La luna, era totalmente oscurata da quell'immenso tappeto di gas e sembrava quasi non esistere.
Naruto, Sakura, Shikamaru, Hinata e Kiba, il quale era riuscito a farsi dire tutto con un'insistenza disumana, avevano raggiunto il palazzo dell'Hokage con successo.
-Dunque. Inizieranno fra una decina di minuti circa..- Cominciò Sakura, tenendo sempre gli occhi ben aperti, mentre muoveva velocemente il piede dal nervoso.
-Voglio essere chiara con voi. Quello che stiamo per fare, è un reato. Non grave, certo, ma lo è comunque. Chiunque non se la sentisse, può tranquillamente tornare indietro.- Spiegò, con decisione.
Naruto rise, divertito.
-Abbiamo combattuto contro i più temibili ninja della storia. Di certo non ce la facciamo sotto, davanti a qualche Capo Villaggio.- Rispose poi, assumendo un ghigno convinto.
La rosa guardò gli altri. Sembravano tutti molto propensi a continuare, perciò, fiera e, allo stesso tempo, combattiva come di suo solito, li guidò all'interno del palazzo.
Riuscirono ad entrare dalla finestra del secondo piano, ritrovandosi in mezzo ad un lungo corridoio.
Hinata attivò già da subito il byakugan, suggerendo di mettersi in una stanza, sopra a quella in cui si sarebbe svolta la riunione.
Finirono quindi in un bagno, molto stretto e mal ridotto, pieno di polvere ovunque. Disponeva di un solo lavandino, probabilmente fuori uso e un'instabile cabina di legno stinto, in cui avrebbe dovuto trovarsi il gabinetto.
-Questo posto è disgustoso.. Servirebbe una bella ristrutturata.- Sussurrò Kiba, scrutando le pareti poco pulite e il pavimento polveroso.
-E non lamentarti, mica devi viverci.- Controbattè Naruto, sempre a bassa voce.
-E state zitti!- Li riprese Sakura, facendogli cenno di tacere.
Shikamaru scosse la testa, per poi rivolgersi ad Hinata, che era inginocchiata con gli occhi fissi sul terreno, e chiederle -Cosa vedi?-.
La Hyuga aggrottò le sopracciglia, per poi sussurrare -Iniziano.-
C'erano davvero tutti i capi dei villaggi circostanti e alleati, seduti in cerchio, con gli occhi socchiusi e i volti preoccupati, quasi mortificati.
L'aula in cui si trovavano, era spaziosa, ma arredata in modo sobrio. Infatti, c'erano solo un grande tavolo di legno circolare, posto al centro, qualche quadro raffiguarante gli Hokage e un appendiabiti.
I ragazzi non ce la facevano più. A quale scopo riunirsi in segreto? Cosa, c'era di tanto importante, che gli abitanti non potevano sapere?
Shakamaru sembrava parecchio turbato. Iniziava a sudare freddo e la sua espressione, era tutt'altro che serena.
Quando Ino si era svegliata, due giorni dopo il suo ritorno, lo aveva trovato addormentato sulla sedia, accanto al suo letto d'ospedale. Non si era praticamente mosso di lì per tutto il tempo, troppo preoccupato per la sua compagna di squadra, per fare qualsiasi altra cosa.
Ricordava quando, con il suo tono arzillo, la biondina gli aveva detto di non ricordare nulla, fin troppo disinvolta. Shikamaru ebbe un tuffo al cuore. Avrebbe potuto esserle successa qualsiasi cosa, ma lui non lo avrebbe mai scoperto.
Si maledì, perchè non riusciva a smettere di tormentarsi e sapeva che, se Temari l'avesse saputo, come minimo lo avrebbe strangolato con le sue mani.
Sakura si guardava intorno, prestando attenzione ad ogni minima cosa, che avrebbe potuto risultare sospetta. In quel periodo, le sembrava che stessero impazzendo tutti, compresa Tsunade. Lei capiva il suo stato d'animo, era per questo che non voleva assolutamente darle contro, ogni volta che le sue fredde parole, le si rovesciavano addosso come un secchio d'acqua gelida, facendole detestare il ruolo che occupava. Però voleva troppo bene a Tsunade. O forse non amava abbastanza sé stessa? Neanche la sua era una vita facile. Anche lei aveva perso degli amici, anche lei aveva perso la persona che amava. Perchè lei amava ancora Sasuke e sapeva che, nonostante non fosse morto, lui non sarebbe mai tornato a Konoha da lei. Ormai, neanche ci sperava più. L'atteggiamento che aveva assunto, lo aveva portato a detestarlo. Lui se n'era andato. Li aveva abbandonati. Questo era il tutto.
Ma si sentì morire a pensarlo tra le braccia di un'altra, ma d'altro canto, riconobbe che era meglio così. Non era abbastanza meschina, da augurare infelicità ad una persona, solo perchè l'aveva fatta soffrire.
Naruto e Kiba fissavano l'espressione concentrata di Hinata. Attendevano una sua parola, un suo gesto, che facesse capire cosa stessero dicendo, quelli sotto di loro.
La corvina era immobile, con il volto contorto in una smorfia quasi sofferente.
-Hinata..?- La sollecitò Kiba, che fremeva dalla voglia di scoprire di cosa stessero parlando.
La Hyuga, alzò leggermente la mano, per digli di attendere.
-Hanno quasi finito..- Sussurrò poi, cercando di tranquillizzare tutti.
Naruto iniziò a cadere in preda all'ansia e strinse i pugni e digrignò i denti, nella speranza di contenersi.
Una decina di minuti dopo, Hinata alzò lo sguardo, incrociando gli occhi di tutti i presenti, che bramavano spiegazioni.
-Usciamo di quì.- Suggerì Shikamaru, ricevendo subito l'appoggio degli altri.

Fecero lo stesso percorso, compiuto poco prima e, non appena furono fuori, si recarono in un parco, parecchio lontano dal luogo in cui si trovavano, in cui finalmente, Hinata si decise a parlare.
-Bhe.. L'argomento che hanno trattato, è stato praticamente uno solo.- Iniziò, prendendo a sistemarsi nervosamente i capelli.
-Cosa? Non è possibile, siamo stati quasi due ore in quel bagno e avevano solo una cosa di cui parlare?- Fece Kiba, basito.
La corvina annuì.
-Non è stata una cosa da niente. In ogni villaggio.. Sono scomparse diciassette persone, m-mentre invece, quì a Konoha, sedici. In più.. I giorni delle scomparse combaciano.- Iniziò, divenendo nervosa, sotto gli occhi concentrati degli altri ninja.
-In ogni villaggio, c'è stato un attentato al clan più potente e ognuno di questi, non è stato causato con dell'esplosivo, bensì con una tecnica molto antica, che non veniva utilizzata.. Da centinaia di anni.- Proseguì.
-Che razza di tecnica è?- Domandò Sakura, allibita.
-Non ha un vero e proprio nome, loro lo chiamavano "chakra perfetto" -
-Chakra perfetto?- Ripetè Naruto, confuso.
La ragazza arrossì, per poi annuire e aggiungere -A-a quanto pare.. E' un chakra più unico che raro e.. La cosa più strana è..-
Cessò di parlare. Le parole sembravano essersi incastrate dentro di lei.
Si portò una mano tremante  sul viso.
Chiuse gli occhi per qualche istante e inspirò
-E' che solo una persona lo ha posseduto, in tutta la storia dell'umanità. Un uomo.
Vissuto più di settecento anni fa.- Concluse, pronunciando quelle parole a fatica e lasciando i suoi amici completamente di sasso.
-E' u-una sciocchezza.- Rise nervosamente Kiba, rifiutando di credere a quelle parole.
-Nessuno vive per settecento anni.- Sottolineò poi, con voce tremante.
Ma gli altri non sembravano aver voglia di scherzare. Di certo sembrava una storia dettata dall'imaginazione umana, in preda alla foga e al terrore, per giustificare dei fatti inspiegabili. D'altronde, come poteva un uomo, sopravvivere per sette secoli? Tuttavia, c'era comunque la possibilità che fosse vero.
Il silenzio che era calato, venne interrotto da Naruto.
-Il fatto che da noi siano scomparse sedici persone e non diciassette, come negli altri villaggi, significa che una deve ancora essere rapita!- Esclamò.
-Hai ragione! Se tenessimo gli occhi aperti, potremmo scoprire qualcosa in più!- Fece Sakura.
Ma Shikamaru, fece cadere ogni speranza, portandosi violentemente le mani alla testa, quasi come per farsi male.
-Ma non capite?- Iniziò, a denti stretti.
-La nostra diciassettesima persona, è Ino!- Sbottò, in preda all'ansia.
Kiba sbarrò gli occhi.
-Ne sei sicuro?!- Fece poi, agitandosi.
-E' ovvio, no? Non trovate un po strano che scompaia da una missione e poi, una volta tornata, non ricordi più nulla?- Disse, improvvisando un tono sarcastico, con il quale però, riuscì comunque a convincere gli altri.
Calò il silenzio.
Naruto pensava assiduamente a cosa avrebbero dovuto fare. Era quasi certo che ci fosse qualcuno sotto quella faccenda, ma.. Come scovavano un nemico, la cui esistenza, rimaneva comunque un dubbio? Per di più, senza sapere da dove iniziare.
Sentì una goccia d'acqua gelida, cadergli sulla fronte. Poi un'altra posarsi sulla sua mano. Il numero aumentava e con esso, anche il rumore che provocavano, quando andavano a schiantarsi contro il suolo Divennero sempre più veloci, fino a sembrare un solo ed unico brusio.
-Cosa dobbiamo fare?- Domandò poi, il ragazzo, tirando la testa all'indietro e lasciando che l'acqua che scendeva dal cielo, sostituisse le lacrime di rabbia che avrebbe voluto versare.
Come avrebbe affrontato un'altra guerra, se ci fosse stata?
-Per ora continuiamo a tenere gli occhi aperti. Io.. Cercherò il modo di far tornare la memoria ad Ino.- Fece Sakura, attirando fin troppa attenzione, da parte di Shikamaru.
-E come pensi di fare?- Le chiese Kiba.
-Sfoglierò ogni libro di medicina, presente nel palazzo dell'Hokage. Se notate qualcosa di strano, fatemelo sapere immediatamente.- Si raccomandò.
-S-se vuoi.. Posso cercare anche a casa mia. Abbiamo una montagna di libri, anche di medicina.- Intervenne timidamente, Hinata.
La rosa le sorrise.
-Va bene.. Ti ringrazio.- Fece poi, lusingata.
La corvina ricambiò il gesto.
Il sorriso di Hinata, era il più dolce che Naruto avesse mai visto. Era sincero e, cosa più incredibile, spontaneo. Hinata sorrideva spesso, ma non fingeva. Non dava contentini, glie lo si leggeva negli occhi. Sebrava come se il bene degli altri, le arrecasse gioia.
Naruto si diede mentalmente dello stupido.
Non sembrava, era così e basta.
-Bene.. Ora, forse.. E' il caso di andare a casa. Sono le cinque del mattino e fra quattro ore, ho appuntamento con Choji e il nostro nuovo maestro per allenarci. Per non contare che.. Piove da far schifo.- Fece Shikamaru, iniziando ad incamminarsi verso la sua abitazione.
-Se riuscirò a scoprire qualcosa, ve lo dirò immediatamente.- Concluse, salutando gli altri con un cenno della mano.
-E-effettivamente è tardi.. Credo che andrò anch'io.- Iniziò Hinata, stringendosi leggermente tra le braccia, per via del freddo.
-Buonanotte.- Salutò poi.
Kiba e Naruto fecero per rispondere, ma Sakura li precedè.
-Ecco.. Ti va se.. Facciamo un pezzo di strada insieme?-
Sembrava parecchio in difficoltà. La rosa non era certo il tipo di persona che chiedeva cortesie di quel genere. Con il passare degli anni, il suo orgoglio era diventato insormontabile.
Hinata sorrise. Di nuovo. Gli occhi di Naruto parvero brillare e, per un secondo, divenire l'unica fonte di luce, in quella notte così buia.
-Ma certo.- Fece poi, la corvina.
Sakura, leggermente in imbarazzo, le si avvicinò e, dopo aver salutato nuovamente i ragazzi, le due kuonichi si allontanarono di corsa, sotto la pioggia.

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Sssalve! Come sicuramente avrete notato, un altro capitolo è giunto al termine ( mi piace dire cose ovvie ). Non so se fra qualche giorno, riuscirò a pubblicare regolarmente come ho fatto finora, dal momento che.. Le vacanze sono finite (Tanto perchè voi lo sappiate, ho avuto uno dei rientri a scuola più traumatici della mia intera vita), ma cercherò comunque di mettercela tutta, per portare avanti la storia C:

Come al solito, ringrazio chi recensisce, aggiunge ai preferiti, alle seguite e alle storie da ricordare.
Graziegraziegraziegrazie x3 !!!!!

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Capitolo 9
*** Passi avanti ***



Passi avanti



Naruto e Kiba, abitavano in due quartieri abbastanza vicini. Camminavano uno  affianco all'altro, senza aprire bocca. I volti tristi e pensierosi. Il silenzio tra i due, oltre che dal costante scrosciare della pioggia, veniva regolarmente interrotto da sospiri di autoconvincimento. Speravano che fosse tutta una loro paura e che quelle sparizioni e quegli incidenti, fossero solamente dei casi, ai quali tentavano disperatamente di trovare una spiegazione. Non erano pronti per affrontare un nuovo male.
-Se non altro, ho scoperto che fine ha fatto il mio fornaio. Spero solo stia bene..- Scherzò Kiba.
Naruto lo guardò interrogativo, non capendo il significato di quelle parole.
-E' parecchio  tempo, che non lo vedo..- Mormorò il castano, non togliendosi l'amaro sorriso dal volto.
-Mi dispiace..- Disse Naruto, dandogli una leggera pacca d'incoraggiamento sulla schiena.
Kiba continuò a ridere.
-Anche a me.. Il pane che fa lui, è il più buono del villaggio. Perciò, che si sbrighi a tornare.-
Aveva finto un tono arrabbiato, cercando di risollevare il suo spirito e quello dell'amico, che però continuava a guardarlo con occhi malinconici.
Naruto non diceva nulla, attendeva che fosse nuovamente Kiba a parlare.
-Le cose, si stanno facendo strane.. Cioè, sono tutti strani.- Iniziò il ninja.
-Che vuoi dire?- Domandò il biondo.
-Tenten, Ino, l'Hokage.. Ma anche Shino! Per non parlare di Hinata..- Spiegò il ragazzo, portandosi indietro con una mano, i capelli ormai fradici.
Naruto inarcò un sopracciglio. Hinata non le era affatto parsa "strana" . Anzi, era sempre la solita, dolce Hyuga di sempre. Sicuramente cresciuta e maturata, ma comunque sempre lei.
-In che senso?- Domandò Naruto.
Kiba sospirò.
-La quarta guerra ninja, è stata un disastro per tutti..- Iniziò.
-Sì, ma questo cosa c'entra?- Insistè il biondo, i cui pensieri, s'ingarbugliavano ogni secondo di più.
-Abbiamo tutti detto cose che non volevamo dire, ma soprattutto.. Fatto cose che non volevamo fare..-. Emise quelle parole, come se stesse alludendo a qualcosa, di cui l'altro non era a conoscenza.
Si fermò.
-Naruto, sono preoccupato per lei..- Ammise infine.
Il ragazzo, non sapeva cosa fare, dal momento che non capiva affatto a cosa si riferisse.
-Kiba, come pretendi che io riesca ad aiutarti, se ti limiti a dire quello che provi, senza spiegarmi riguardo cosa?- Lo sollecitò Naruto, fermandosi anche lui, spazientito.
L'altro alzò gli occhi, leggermente stupito, per poi sospirare.
-Mi pare di capire che tu sia l'unico a non saperlo..- Mormorò.
-Ma cosa?- Insistè Naruto, iniziando a spazientirsi.
-E' successa una cosa, durante la guerra, che ha profondamente cambiato Hinata.- Cominciò, riprendendo a camminare.
-Non giudicarmi male, te lo sto dicendo, solo perchè non è assolutamente un segreto.-
Fece una pausa.
-Di che si tratta?- Domandò Il biondo.
-Mentre tu e gli altri, eravate impegnati a trovare Madara, noi siamo partiti in missione. Come sicuramente saprai, c'erano anche molti conflitti minori. Battaglie di cui nessuno, oltre a noi ninja, conoscerà mai l'esistenza. Ma sono state terribili!- Esclamò, provando dolore al solo ricordo.
-Io, Shino e Hinata, eravamo partiti in missione assieme a tre jonin della Sabbia, nel minuscolo Villaggio degli Alberi, parecchio lontano da quì.
Era in corso una rivolta, gli abitanti assalivano il palazzo del Capo del Villaggio, che a noi avevano incaricato di proteggere.
Ci dividemmo in tre gruppi. Hinata andò con Nagasu, della Sabbia. La situazione stava diventando ingestibile e lei si trovò trovò ad affrontare ben quattro ninja del posto. Lottò con tutta sé stessa, cercando di farli ragionare, di fargli capire che il nemico era un altro e che la crisi non era colpa di stava al governo. Fu tutto inutile.. La immobilizzarono, ferendola, minacciandola e, proprio quando stavano per darle il colpo di grazia, Hinata si ribellò. Li uccise tutti, con una tecnica che aveva appreso da poco.
Rimase talmente scossa da ciò che fece, che non riuscì a muovere un dito per ore. Nagasu, che aveva visto tutta la scena, la soccorse e la portò al sicuro. Ci raccontò tutto e poco dopo, morì, trafitto da un numero incalcolabile di kunai.-
Naruto ascoltava attentamente, tirando dei profondi respiri. Il cuore gli batteva forte per l'agitazione e, anche se non riteneva affatto anomala quella vicenda, preoccupato .
-Ma non ha fatto niente di male.. Insomma, è stato senza dubbio per legittima difesa.- Disse, prendendo le parti della corvina.
-La penso anche io così, ma prova a spiegarlo a lei. Si considera un'assassina. Ci siamo tutti resi conto, che Hinata ha un potenziale molto notevole. Alcune volte, quando ci alleniamo, la sua difesa diventa impenetrabile e i suoi attacchi inarrestabili. E tutto, è iniziato da quel giorno.- Aggiunse il castano.
Naruto riflettè per qualche istante. Certo, venire a sapere che Hinata aveva ucciso qualcuno, era certamente sconvolgente, ma entro certi limiti. Era comunque una ninja e anzi, aveva anche fatto il possibile, per evitare il peggio. Ma Hinata, era Hinata. Lei odiava il male e tutto ciò che lo riguardava.
Il biondo, riusciva a malapena ad immaginare quanto avesse potuto soffrire la corvina. Uccidere, non era di certo una passeggiata.
Percorsero ancora parecchi metri di quelle buie strade, ognuno immerso nei propri pensieri e Naruto, riusciva a stento a trattenersi, dal chiedere ulteriori dettagli a Kiba, che sembrava parecchio scosso.
Passarono sotto casa del biondo, che si fermò per salutare l'amico.
-Bhe.. Allora.. Buonanotte, anche se sono le sei del mattino.- Scherzò Naruto.
Kiba ridacchiò.
-Effettivamente.. Ah, Naruto. Nel caso un giorno volessi parlare di questa cosa con lei, cerca di farlo con un po di tatto, è comunque un argomento delicato.- Si raccomandò Kiba.
Il biondo assunse un'aria offesa.
-Per chi mi hai preso?- Borbottò, poi.
-So che hai diciannove anni e che ormai sei grande, ma certe cose, è sempre meglio ricordarle a uno come te.- Lo sfottè il castano, allontanandosi.
Naruto, divertito, rincasò per poi buttarsi sul letto a faccia in giù, totalmente stremato, e cadere in un sonno profondo.

Le cose, filarono abbastanza liscie per un mese. Hinata, aveva spulciato ogni tomo di medicina presente nella grande libreria di casa sua, per aiutare Ino a riacquistare la memoria, ma senza alcun risultato.
In quella fredda mattina però, qualcuno bussò alla porta del capoclan Hyuga.
Hiashi, era seduto davanti al tavolino e beveva del thé verde, affianco alla figlia minore, Hanabi.
L'uomo, senza dire nulla, si alzò, dirigendosi verso la porta a passo composto.
La aprì, ritrovandosi di fronte ad un'esile ragazza dai capelli rosa, gli occhi color smeraldo e l'aria pimpante.
-Buongiorno, Signor Hyuga. Hinata è in casa?-  Domandò cordialmente, la rosa.
La riconobbe immediatamente. Quella era Sakura Haruno, aveva conosciuto Hinata all'accademia.
Aggrottò lievemente le sopracciglia, non capendo da quando fossero diventate amiche così strette.
-Sì, ora la faccio scendere..- Rispose, in tono serio, continuando a guardarla, sospettoso.
Sakura deglutì, facendo un lieve inchino, a mo di ringraziamento. Sapeva che il padre di Hinata era un uomo freddo, ma non ricordava lo fosse a tal punto.
Avrebbe almeno potuto invitarla ad entrare.
Buttò l'occhio all'interno dell'abitazione, scorgendo uno spazioso salotto, arredato in stile tradizionale, ma allo stesso tempo molto sobrio. Non c'erano oggetti inutili, o decorativi. Tutto, per Hiashi, aveva una funzione. Le cose futili, non gli interessavano minimamente, né tantomeno, erano di suo gradimento.
Hanabi, si alzò di corsa dal tavolo e andò a chiamare la sorella maggiore, che arrivò pochi istanti dopo.
Guardò la rosa,  acnora sulla soglia della porta.
-Sakura.. Buongiorno!- Esclamò avvicinandosi a lei, sorpresa da quella visita.
-Buongiorno a te, Hinata! Andiamo a farci un giro?- Domandò, rivolgendole un ghigno d'intesa.
La ragazza afferrò al volo, accettando con un cordiale -Ma certo!-.
Poi si girò verso la sua famiglia, dicendo -Padre, io...- iniziò.
L'uomo non la degnò di uno sguardo, zittendola con un -Torna all'ora che ti pare, non m'importa.-.
Hinata sospirò, per poi salutare con un cenno della mano la sorella ed infine, uscire di casa.
Sakura, parecchio innervosita dalla scena, iniziò a dare in escandescenza.
-Hinata, scusa se mi permetto, ma si può sapere che razza di padre hai? Insomma, sapevo quanto fosse duro con te, ma non pensavo fosse arrivato a questi livelli! Essere addirittura così indifferente, è terribile!- Sbraitò, lanciando un'occhiataccia alla porta di casa della corvina.
Lei scrollò le spalle, rispondendo -Non m'importa.. I-insomma, può pensare quello che vuole..-.
Sakura lesse rabbia nei suoi occhi, ma anche tristezza e delusione. Forse Hinata era delusa da sé stessa, perchè voleva essere ciò che il padre voleva che lei fosse.
-Per di più.. Ci sono situazioni, alle quali proprio non riusciamo a ribellarci. Per affetto, per paura.. O per entrambe le cose, preferiamo tacere, piuttosto che farci valere.- Mormorò la ninja, pensierosa .
Sakura ebbe un sussulto. Ripensò a Tsunade e al modo in cui si comportava con lei. Aveva tentato di darle conforto in ogni situazione, finchè non finì per essere allontanata del tutto, venendo anche trattata come una ragazzina. Per quanto quella storia le facesse ribollire il sangue nelle vene, non riusciva a prendere in mano la situazione, per paura di ferire la sua amata maestra.
-Già..- Sossurrò poi, a denti stretti.
Hinata, vedendo il viso turbato dell'altra, decise di cambiare discorso.
-Ma c'era qualcosa di cui volevi parlarmi?- Domandò subito dopo.
La rosa le sorrise, fiera di sé.
-Forse ho scoperto..-
Abbassò la voce.
-Come far tornare la memoria a Ino..-.

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Rieccomi!!  Anche questo capitolo è giunto al termine, quindi devo sbrigarmi a mandare avanti la storia, altrimenti sono fregata xD
Prometto che a breve, farò nuovamente i ringraziamenti come si deve. Anche perchè FORSE ho imparato a mettere il link dei nickname ( Ndheheehehheheheh C: )
Per il momento, mi limito a ringraziarvi come faccio di solito. E' il minimo che possa fare :3
Siete dolcissimissimi :3
Grazie :3
Ciao ciao !!!




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Capitolo 10
*** Fight! ***



Fight!



Hinata la guardò, sorpresa, ma poi le sorrise.
-Com'è possibile? Io non ho trovato nessuna tecnica che facesse riacquisire la memoria..- Rise poi.
Sakura gonfiò il petto, fiera di sé stessa.
-Allontaniamoci un po, non mi va di parlare di queste cose, in mezzo alle strade di Konoha.- Sussurrò, facendole l'occhiolino.
Hinata annuì ridacchiando, per poi prendere a seguire la rosa.
Camminarono una decina di minuti, a passo svelto, arrivando fino alla periferia del villaggio. Si fermarono davanti ad un prato, dal colore spento per via del freddo, accomodandosi su una panchina di pietra.
Intorno a loro c'erano solo alberi spogli, erba e brecciolino bianco. In più, la cupa luce del cielo, attribuiva a quel luogo, un'atmosfera tetra, ma allo stesso tempo, avvolgente.
-Speriamo che il tempo regga..- Fece Sakura, alzando lo sguardo in direzione dei nuvoloni grigi, sopra le loro teste.
-Comunque.. Ho analizzato ogni libro di medicina che ho trovato..- Iniziò, accavallando le gambe e incrociando le braccia, incuriosendo ulteriormente la Hyuga.
-E, con mia immensa sorpresa, ho trovato solo una tecnica che potrebbe fare al caso nostro.- Fece.
-B-bhe.. Meglio di niente, no?- La incoraggiò Hinata.
-Già, ma non è tutto. Non è un'arte complicata, anzi, è molto semplice ed elementare. Tuttavia, pochissime persone, sanno della sua esistenza.- Spiegò Sakura, voltandosi verso la corvina.
-Questo.. Significa che, se il presunto aggressore è a conoscienza di questa tecnica, essa risulterà sicuramente inefficace dal momento che sicuramente, egli avrà trovato un modo per neutralizzarla, cancellando la memoria di Ino con un'arte più potente.- Intuì la Hyuga.
-Esatto e, come abbiamo notato, il nemico non è di certo un incapace. Perciò, sono pronta a scommettere che la cura non avrà l'effetto desiderato. Anche perchè, a quanto pare, ci conosce e sa benissimo che l'Hokage del nostro villaggio, è il miglior ninja medico del mondo.- Aggiunse Sakura, piuttosto tranquilla, rispetto ad Hinata, che non vedeva via d'uscita.
-A-allora risulterebbe inutile persino provarci!- Esclamò la corvina, ma la ragazza dagli occhi smeraldo, scosse la testa.
-In poche parole, quella cura, chiamata "arte del risveglio", mette in condizione di ricordare, il cervello di chi la subisce. Ma, dal momento che con Ino non basterà, cercheremo di portarla nei posti in cui è stata, quando è stata rapita. In questo modo, le probabilità che ricordi qualcosa, aumentano di parecchio.- Disse, riuscendo finalmente a convincere l'amica delle sue parole e facendole illuminare gli occhi.
-Giusto, ma questo significherebbe.. Portare Tenten con noi.. E francamente, non credo ne abbia molta voglia.- Mormorò Hinata, passandosi una mano fra i lunghi capelli scuri.
Sakura sospirò, iniziando a pensare ad un modo per convincere Tenten ad andare con loro e, soprattutto, una bugia da raccontare a Tsunade, per permettergli di lasciare il villaggio.
Erano entrambe in piena riflessione, quando un grande ramo, si staccò dall'alberò di cui era parte, provocando un tonfo, che le fece schizzare in piedi.
Iniziò ad alzarsi un forte vento, che trasportava polvere ovunque.
Le due kuonichi, si guardarono intorno. L'aria aveva uno strano odore e dei rumori sinistri, arrivarono alle orecchie delle due ragazze.
-C'è qualcuno..- Sussurrò Hinata.
Sakura mise prontamente una mano sui kunai, divenendo nervosa.
L'ansia che pervase le loro menti, che sentivano la presenza di qualcuno, ma non sapevano dove fosse, le mandò in tilt per qualche istante.
Finchè una voce,stridula e divertita,  a qualche metro dalle loro schiene, disse  -Tremano come foglie..-, per poi scoppiare in un'acuta risatina.
Ricevè risposta da un'altra voce, più roca e annoiata -E chi se ne frega?-.
Le ragazze, si girarono di scatto.
I muscoli in tensione e il sudar freddo, provocati dalla paura di avere un'avversario sconosciuto, proprio alle loro spalle, avevano preso il sopravvento nelle due kuonichi.
Li videro.
Due uomini alti. Uno, probabilmente quello che aveva parlato per primo, con i capelli biondi, lunghi fino alle spalle e raccolti in una coda. Un visto allungato, dai tratti abbastanza leggeri, al cui centro, si trovava un naso fino e lungo. Poco sopra di esso, due occhi, completamente neri e privi di pupille, uguali a quelli del suo compagno. Alle due, bastò guardarli un attimo, per vedere il fiume di oscurità che vi scorreva dentro.
L'altro, era più massiccio. Aveva un evidente fisico tonico e muscoloso. Le mani grandi mani, coperte da tirapugni di ferro. I capelli corti, rossi e la barba incolta del medesimo colore.
-Chi siete?!- Domandò Sakura, minacciosa.
Il primo scoppiò nuovamente a ridere.
-Guardale, sono entrambe così vulnerabili.. Quasi mi fanno pena!- Si sbellicò il biondo, poggiando una mano sulla spalla dell'altro, che glie la spostò immediatamente con uno schiaffo.
-Non toccarmi.- Sibilò, rabbioso.
-Rispondete!- Urlò la rosa, tirando fuori un kunai.
Il rosso iniziò ad avanzare, mettendo immediatamente le ragazze sulla difensiva.
-Io sono Susumu e quell'imbecille che sta ridendo e Tadao..-
Faceva grandi passi, ma lenti.
Hinata attivò il byakugan.
Spalancò gli occhi, emettendo anche un grido strozzato, che catturò l'attenzione di Sakura.
-Che c'è?!- Domandò, preoccupata.
Hinata era stupita e confusa.
-Questi tipi.. Questi tipi.. Sono fatti di chakra!!- Esclamò, puntando il dito dontro i due.
Sakura sbarrò gli occhi.
-Cosa?!-
-Però.. Non sono copie. Hanno vene, arterie, organi, muscoli e ossa! Ma fatti.. unicamente di chakra..- Spiegò la ragazza, allibita.
Sakura deglutì, incredula. Che razza di esseri erano? Da chi erano stati creati?
-Non è possibile..- Sussurrò poi, con voce strozzata.
Susumu era a pochi metri da loro e, rabbioso, alzò in alto il pugno.
-Ora, abbiamo un ulteriore motivo per uccidervi!- Ringhiò.
-Spostiamoci!!- Urlò Hinata.
Così fecero, appena in tempo, prima che il potente pugno dell'uomo, frammentasse il terreno in mille pezzi. L'impatto fu tale, da avere un diametro di circa venti metri.
Hinata indietreggiò di qualche passo, andando a sbattere contro qualcosa. Si voltò, trovandosi faccia a faccia con Tadao, che sghignazzava divertito.
-Ciao ciao!- Disse, per poi attaccarla con una ginocchiata, che la corvina, schivò abilmente.
Hinata capì, doveva combattere, ma di certo non avrebbe potuto farlo lì. Era comunque troppo vicina alle abitazioni, perciò si addentrò nella foresta, seguita dal suo avversario, che continuava a ridere.
-Ehy, angnellino, hai finito di scappare?- Canticchiava, mentre la raggiungeva.
La trovò ferma, in una piccola radura, circondata da alberi spogli. Aveva la testa bassa e un kunai in mano.
Sorrise beffardo.
-..E' arrivato il lupo cattivo..- Sussurrò sorridendo, per poi scagliarsi contro la Hyuga.
Lei alzò il capo. La frangia, nascondeva un'espressione determinata e minacciosa.
-Fatti.. sotto..- Sibilò con decisione, prima di corrergli incontro.
Il nemico, iniziò con una serie di pugni, che Hinata schivò prontamente. Mentre agiva, lo osservava attentamente. Possedeva tutto ciò che gli umani avevano, solo che tutto, era costituito da chakra e nient'altro. La cosa la sconvolse parecchio. Che c'entrassero qualcosa con quel "chakra perfetto", di cui si era parlato alla riunione? Si diede della stupida, per averlo pensato. Era più che ovvio, che fosse così.
Hinata fece una finta, per poi riuscire ad assestargli perfettamente, un calcio nello stomaco.
Tadao volò per qualche metro, fino ad atterare di schiena.
Era incredibile. L'aveva colpito, eppure non scompariva.
L'avversario si alzò in piedi.
-Te la cavi bene, agnellino, ma adesso, si fa sul serio..- Ghignò.
Tadao si mise in posizione.
-Non è possibile!- Esclamò Hinata, sbarrando gli occhi.
Il ragazzo, compì diversi movimenti veloci con le mani, prima di urlare  -Tecnica delle lame infuocate!-
Le sue braccia si riempirono di fiamme, che presero la forma di due lame, sotto gli occhi basiti della Hyuga. Non capiva. Come poteva una creatura fatta interamente di chakra, utilizzare una tecnica?

Nel frattempo, Sakura stava affrontando Susumu, sempre nella foresta. Anche lei, aveva appena scoperto della capacità del suo avversario, di utilizzare delle tecniche, proprio come gli esseri umani. Esseri fatti di chakra, che utilizzavano dell'altro chakra. Incredibile.
Come Hinata, lo aveva trascinato nella foresta, per non creare ulteriori danni al villaggio.
Era impegnata a schivare ogni suo colpo, feroce e spesso, anche letale. Era una vera e propria furia. Potente, ma anche molto agile nei movimenti.
Un pugno le colpì la bocca dello stomaco, facendola piegare in due dal dolore e indietreggiare di qualche passo.
Subito dipo, con una gomitata la fece finire con la faccia a terra, distruggendo altri pezzi di terreno.
-E' tutta quì la tua grinta? Almeno, fammi vedere come lotti per la tua vita, tu che ne hai una..- Continuò a sfidarla l'uomo, prendendola per i capelli, sollevandola da terra e osservando il suo volto, pieno di sangue, accartocciato in un'espressione di dolore.
-Voi umani siete stupidi e insignificanti..- Borbottò serio, per poi lanciarla in aria e darle un calcio, facendola finire contro un albero, che crollò inevitabilmente.
Sakura respirava a fatica e sentiva tra i denti, il fastidioso sapore metallico del sangue.
-..E tu, sei solo un povero pallone gonfiato..-
Prese un respiro.
-.. Sei tu a non avere rispetto per la vita!- Urlò, caricando un pugno pieno di chakra e schizzando verso di lui.
Lo colpì dritto in faccia, deformandogli il grande naso che vi era al centro e riducendolo in poltiglia.
La rosa si asciugò alcuni rivoli di sangue che le colavano dal labbro e ghignando, aggiunse -E non so se lo sai, ma il corpo a corpo, è la mia specialità!-.
Susumu venne colpito da una scarica di attacchi di ogni tipo. Sakura sentiva il sangue ribollirgli nelle vene e, nonostante le ferite, non provava affatto dolore.
Lo colpì ripetutamente, così forte, fino a che non si dissolse in una nuvola di fumo, tipica delle copie di chakra.
La rosa cadde a terra, stremata dallo sforzo, nella speranza di riprendere fiato.
-Quindi, se li si porta al limite, scompaiono.- Sfiatò, mentre si curava velocemente le ferite e faceva mente locale.
-Esseri fatti di chakra, che usano tecniche, ma che scompaiono come copie. E' dunque questo il potere del "chakra perfetto"?- Si disse, rimettendo in sesto le ginocchia sbucciate.
Dopo aver finito, si alzò nuovamente in piedi e corse a cercare Hinata.
Percorse parecchi metri, prima di trovarla ancora immersa nel combattimento con Tadao.
Sussultò.
Era ridotta male. Riportava bruciature quà e la, assieme ad un profondo taglio sulla guancia e uno sulla fronte, ma continuava a combattere, senza dar segno di voler cedere.
-Agnellino mio, dovresti rassegnarti..- Rise il biondo, lisciandola con una fiammata che lanciò da una delle sue spade.
La Hyuga era seria e per niente spaventata.
-Immagino.. Tu sappia quale elemento può neutralizzare il fuoco..- Gli disse.
Il ragazzo sorrise divertito.
-L'acqua!- Esclamò poi.
-Già..- Iniziò.
-E guarda caso.. E' proprio l'elemento che ho imparato a padroneggiare in questi anni.- Rivelò, seria.
Tadao assunse un'espressione turbata, ma che sembrava non capire totalmente la situazione.
Sakura parve sorpresa. Non sapeva che la corvina, avesse accantonato lo stile di combattimento degli Hyuga, per concentrarsi sull'elemento che le apparteneva.
Hinata richiamò il chakra, per poi rinchiudere il suo avversario in una sfera d'acqua solida.
Le fiamme di Tadao si spensero e lui iniziò a soffocare, fino a scomparire in una nube di fumo.
La Hyuga si agiugò la fronte che grondava di sangue, per poi accorgersi della presenza di Sakura.
-D-da quanto.. Sei quì?- Mormorò a fatica, cercando di impadronirsi con il respiro, di una quantità spropositata di ossigeno.
La rosa le sorrise, correndole incontro.
-Abbastanza.. Sei stata fantastica!- Esclamò, mentre iniziava a curare le sue ferite.
Hinata arrossì e timidamente, sussurrò un -G-grazie.-, sorridendo.
-E di che? E' vero..-
Rimasero lì per ancora cinque minuti, il tempo che servì alle ferite più gravi, per guarire.
Si alzarono.
-Dobbiamo avvertire gli altri.- Disse Sakura, in tono preoccupato.

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Salve, giovani! Mi sono finalmente cimentata nella "descrizione" ( Pfff .. povera illusa C': ) di un combattimento. Le scene d'azione non sono proprio il mio forte, ma se son fatte bene, mi fomentano come non mai. Mi piace quando i personaggi, pronunciano frasi che, nonostante non siano niente di speciale, diventano inevitabilmente epiche in quel contesto. Non riesco a non immaginarmi una colonna sonora di quelle cattive, ma gasanti, come sottofondo.
Detto ciò, spero di non avervi annoiati.
Come al solito, ringrazio dal prondondo del mio cuore chi recensisce, mette tra i preferiti, tra le seguite, tra le storie da ricordare, chi legge soltanto e chi non legge.
La sensazione che mi fate provare, è la seguente: bfnuidsnfijsnfisnfis!!
Ed è bellissima, dico sul serio :'3
Grazie ancora e al prossimo capitolo C: !!!


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Capitolo 11
*** La proposta ***



La proposta

Quella domanda, lasciò tutti un po perplessi. Che aveva architettato il genio del gruppo?
-Parla chiaro, Shikamaru.- Lo incitò Ino, iniziando a far ticchettare le dita sul legno del tavolo.
Il ninja si schiarì la voce, sotto gli occhi impazienti dei suoi amici.
-Ora vi spiego. Come ben sapete, non possiamo chiedere all'Hokage di mandarci in una missione architettata noi, per due motivi: il primo, è che non siamo ancora dei jonin, quindi non abbiamo questo potere. Il secondo, molto più importante, è che saremmo costretti a rivelare che la perdita di memoria di Ino, è strettamente collegata a ciò di cui loro hanno parlato in quella riunione, che avrebbe dovuto essere un segreto.- Iniziò.
-Avete spiato una riunione?!- Esclamò Temari sconvolta, schizzando in piedi.
Naruto annuì.
-Non avevamo scelta, c'erano troppe cose che dovevamo sapere.- Le disse serio e tutto d'un fiato.
La ragazza della Sabbia sospirò.
-Ma siete diventati pazzi? E tu, quando pensavi di dirmelo?- Ringhiò, rivolgendosi al fidanzato, che prese a ridacchiare nervosamente.
-Calma! Non era certo una cosa che potevo dire così, senza pensare.- Si giustificò, poi.
Ma Temari parve innervosirsi di più.
-Però mi pare che adesso, tu ne abbia parlato tranquillamente, senza preoccupartene!- Esclamò, sbattendo una mano sul tavolo.
-Ascolta, dopo ne parleremo, promesso! Però adesso, fammi risolvere la questione, per favore..- La supplicò.
Temari, nonostante stesse fremendo dalla rabbia, tornò a sedersi stizzita, permettendo al ragazzo di proseguire.
-Dicevo, che non possiamo rischiare così tanto, quindi, serve uno che rimanga quì e che crei dei delle copie di noi. Per questo, serve un ninja che sappia controllare il chakra in modo impeccabile.- Concluse.
I ragazzi parvero entusiasti. L'idea aveva buone possibilità di successo, se avrebbero fatto come diceva lui e se la fortuna sarebbe stata dalla loro parte.
-Ma come facciamo? Uno da solo non ce la farà mai. Ci sono anche gli allenamenti di mezzo!- Sottolineò Ino.
-Ino ha ragione, servono più persone che se ne occupino.- Accordò Sakura.
-Bhe, ma come facciamo? Sakura, tu devi partire per forza, in quanto sei l'unica in grado di usare le arti mediche alla perfezione. Ino anche. Hinata ha il byakugan, perciò non possiamo fare a meno di lei. Tenten dovrà venire con noi, altrimenti come facciamo a sapere dov'è andata Ino? Mentre io e Naruto, di certo non rimarremo quì.- Affermò, deciso.
-Mi hai capito al volo, amico.- Concordò il biondo, ridendo divertito.
Kiba sbuffò.
-Io posso anche rimanere quì, ma da solo non posso gestire sei copie indipendenti, tutte diverse. Se mi permettete di chiedere aiuto anche agli altri, va bene, altrimenti non potrò farlo.- Spiegò poi, poggiando la testa sul tavolo, mentre il suo cervello andava in tilt.
Il silenzio calò. Ciò significava ammettere di aver commesso un crimine e la cosa, non era affatto allettante. Anche se il tutto era a fin di bene e tutti i presenti, esclusa Temari, erano convinti di aver fatto la cosa giusta.
-B-bhe.. Non mi sembra giusto non informare i nostri compagni, della brutta situazione che si sta creando. D-dopotutto, Shino sospetta già qualcosa..- Mormorò Hinata, mentre giocherellava nervosamente con la punta di una ciocca di capelli.
Sakura la guardò sorpresa. Doveva ammettere che era maturata molto, o meglio, iniziava a farsi valere. Lo aveva capito sin da quando l'aveva vista combattere, mentre si destreggiava utilizzando tecniche acquatiche. Dunque il suo elemento era l'acqua. Sorrise nel capire quanto le si addiceva in realtà, ma doveva ammettere che era strano. Come aveva fatto in così poco tempo, ad apprendere arti così complicate? Non era affatto normale e lei lo sapeva bene, aveva studiato quelle cose per anni. Per quanto ne sapeva, durante la guerra ninja, Hinata aveva combattuto utilizzando solo lo stile del suo clan. La rapidità con cui aveva appreso quelle tecniche, era paragonabile a quella con cui Naruto aveva imparato quelle del vento, ma lui ci era riuscito grazie al chakra della Volpe. Hinata come aveva fatto?
Scosse la testa.
Non era certo quello il momento di pensarci.
Naruto invece sorrise.
-Hai ragione!- Esclamò poi, schizzando in piedi con fin troppo entusiasmo e gli occhi fissi sulla corvina, che avvampò all'istante.
Shikamaru inarcò un sopracciglio, quasi divertito.
-Non gasarti troppo però, eh..- Lo sfottè, fingendosi serio.
Naruto si guardò intorno e, rendendosi conto di aver perso il controllo, tornò immediatamente a sedersi, fingendo che non fosse successo nulla.
-Dunque, siamo tutti d'accordo? Lo diciamo anche agli altri?- Chiese Sakura, rivolgendosi a tutti i presenti, ricevendo la loro approvazione all'istante.
-Bene, allora mentre noi spargeremo la voce ai nostri compagni, Shikamaru e Naruto, parleranno con Tenten. Sapete, non sarà affatto facile.- Ghignò la rosa, come per sfidarli.
-Ma per chi ci hai presi? Ce la faremo!- Esclamò Naruto, alzandosi e portando un braccio attorno alle spalle dell'amico, che non parve molto contento.
-Oggi sei decisamente troppo scatenato, Naruto.- Sbuffò Shikamaru, ancora in preda alla presa del biondo, che gli rivolse un amichevole sorriso a trentadue denti.
-E aquando partiamo?- Chiese Hinata.
-Bhe.. Oggi è domenica. Secondo me, martedì notte va più che bene. Almeno avremo anche il tempo di prepararci come si deve e soprattutto, di convincere Tenten. Da quando siamo tornate, è parecchio strana.- Rispose Ino, pensierosa.
Tutti furono d'accordo. Sarebbero partiti due giorni dopo, a mezzanotte in punto.

Shikamaru, riuscì finalmente a cacciare tutti da casa sua, rimanendo solo con Temari, che era parechio seccata. La sua espressione, infatti, era un molto simile a quella di una bambina, a cui avevano fatto un dispetto.
Shikamaru le si sedè accanto.
-Dai, non fare così..- Mormorò poi.
-Ma ti rendi conto di quello che dici? Non ci vediamo per tanto tempo, non ti fai sentire, niente di niente! Come se non bastasse, vengo a trovarti, scoprendo che hai trascorso giorni in cui avresti potuto venire a trovarmi, incollato a Ino e che hai commesso un reato!- Sbottò lei, furibonda.
Il ragazzo sbuffò.
-Temari, te l'ho detto.. Avrei volentieri evitato di spiare quella riunione, ma non esisteva un altro modo per scoprire quelle cose.- Spiegò, non perdendo la calma.
La ragazza sospirò.
-Ti giuro, mi farai impazzire, prima o poi.. Non reggo questi ritmi, lo capisci? Anche io ho i miei impegni,le mie preoccupazioni, i miei problemi, i miei ostacoli, ma mi pare che ora sono quì, davanti a te.. E l'unica cosa che hai saputo fare, invece di ammettere di essere un completo idiota, è stato giustificarti.- Mormorò poi, con gli occhi lucidi.
Shikamaru si sentiva male. Temari non meritava questo, lei gli era sempre stata vicina, in ogni situazione e lui, si era approfittato di quella sua disponibilità, finendo irrimediabilmente per comportarsi da egoista.
-Hai ragione..- Ammise poi.
-Sono uno stronzo e mi dispiace. Ti ho trascurata e non so davvero come scusarmi per questo. Non era mia intenzione farti del male, o meglio, non credevo di fartene. Spero che potrai perdonarmi..- Si scusò il ragazzo, prendendo il pacchetto di sigarette dietro di lui.
Temari rimase in silenzio, fermandosi ad osservare Shikamaru che, finalmente, era riuscito ad aspirare la prima boccata di fumo della giornata. La nocotina, era divenuta la sua droga, dalla morte del suo maestro, Asuma. Aveva iniziato per lui, per seguire il suo esempio, finché non divenne un vero e proprio vizio.
Anche la ragazza si alzò, posizionandosi proprio di fronte a lui.
Lo abbracciò, venendo subito ricambiata.
-Quando avrai risolto queste cose..- Iniziò.
-Andiamo a vivere insieme.- Propose, nascondendo il volto arrossito per l'imbarazzo, nel petto di lui.
A Shikamaru, andò di traverso l'ultima boccata di fumo che aveva aspirato e prese a tossire disperatamente.
Gli piaceva Temari e stava bene con lei, ma di certo, non se la sentiva di passare al livello successivo. Ma come poteva dirle di no, dopo che avevano appena fatto pace? Non aveva di certo voglia di subire un'altra scenata.
No, decisamente quella giornata non fu una delle più fortunate per Shikamaru Nara, che evitò prontamente il discorso, bruciandosi di proposito la fronte, con il mozzicone di sigaretta, concentrando l'attenzione della sua ragazza su quel piccolo incidente. La questione non si ripresentò  più per tutti i giorni successivi.
Non smise mai di darsi del codardo, per quello.

Era martedì e Naruto Uzumaki, era pronto per affrontare il diluvio che c'era fuori da casa sua per raggiungere, assieme a Shikamaru, il capo d'allenamento di Tenten, Rock Lee e il maestro Gai.
Il giorno precedente, avevano chiesto aiuto a tutti i loro compagni, i quali, dopo numerose suppliche da parte del biondino e di Kiba, cedettero per esasperazione.
Mancava solo Tenten.
 Il biondo si chiuse la porta d'entrata alle spalle, guardando demoralizzato la pioggia che scendeva copiosamente dal cielo, bagnare le strade di Konoha.
Tirò un lungo sospiro di rassegnazione ed infine, prese velocemente a correre, in direzione del luogo in cui aveva appuntamento con Shikamaru.
L'amico, lo aspettava appoggiato a un muro, reggendo un ombrello di legno color crema, sotto cui Naruto si fiondò non appena arrivò. Lui non aveva preso nemmeno in considerazione, l'idea di portarsene uno.
Shikamaru sobbalzò.
-Buongiorno anche a te, Naruto.- Disse, portandosi la mano sul cuore, che aveva perso un battito per lo spavento.
Il biondo fece per rispondere, con un allegro sorriso stampato in faccia, ma si fermò non appena notò la bruciatura sulla fronte dell'altro.
-E' una scottatura, quella?- Chiese perplesso, indicandola con l'indice.
Shikamaru divenne nervoso.
-Bhe.. Sì.- Ammise, facendo il vago e iniziando a camminare.
Naruto inarcò un sopracciglio.
-Come diavolo hai fatto a spegnerti una sigaretta in fronte?- Domandò poi.
-E' capitato e basta.- Tagliò corto, il ragazzo.
-E come no? Capita a tutti: "hey, ieri mi annoiavo, quindi ho ben pensato di bruciarmi la fronte con il mozzicone di sigaretta che stavo fumando. Ma sono sano di mente, non preoccuparti."- Recitò divertito, sfottendo il povero Shikamaru, che parve parecchio imbarazzato.
-Smettila..- Gli ordinò il moro, cercando di non prenderla troppo sul personale.
-C'é qualcosa sotto, lo so. Dai, con me puoi confidarti!- Lo incitò Naruto, fin troppo allegro per i gusti dell'amico.
-Per favore, non fa per te tentare di fare intuizioni brillanti, perciò evita.- Consigliò poi, continuando a negare.
Naruto sbuffò.
-Trattami pure come uno stupio, ma fidati che prima o poi me lo dirai.- Rise poi.
-Fa come vuoi..- Sospirò l'altro.
Camminarono per ancora una decina di minuti, fino a giungere al campo d'allenamento del Team 9 e per tutto il tragitto, Shikamaru non fece altro che pensare all'accurata analisi che Naruto aveva fatto. Ne rimase parecchio sorpreso.

Gai, era in preda ad un'attentissima spiegazione su dei movimenti, appartenenti ad un tipo di lotta particolare. Roba che che i due chunin non conoscevano assolutamente.
Urlava emozionato, per poi compiere mosse che apparentemente sembravano assurde, ma che in reltà, potevano risultare davvero dannose per l'avversario.
Rock Lee ascoltava attentamente, con gli occhi che brillavano per via dell'ammirazione che provava per il maestro, mentre Tenten sembrava parecchio esasperata.
Fu proprio lei ad accorgersi dell'arrivo degli altri due ninja.
-Ciao, ragazzi!- Esclamò sollevata, correndogli incontro.
Gai e Rock Lee si girarono, salutando a loro volta.
-Giovani! Non dovreste essere anche voi ad allenarvi?- Domandò il maestro, in tono autoritario.
-Oggi abbiamo il giorno libero, maestro Gai.- Spiegò Shikamaru.
-Aaah capisco! E Ino, come sta? E' riuscita a ricordare cosa le è successo?-Chiese, dando due forti pacche ai due ragazzi, che a stento riuscirono a mantenere l'equilibrio.
-No, ma si è completamente ripresa fisicamente.- Farfugliò Shikamaru, in preda al dolore.
Gai rise sonoramente.
-Bene, mi fa piacere! Ma come mai siete quì?- Chiese poi.
-Se è possibile, vorremmo scambiare due chiacchiere con Tenten.- Spiegò Naruto.
L'uomo parve parecchio sorpreso, ma poi, sorridendo, esclamò -Ma certo, giovani Fate pure, ma.. Un momento..- Iniziò, prendendo a fissare la fronte di Shikamaru, notevolmente innervosito da quel gesto.
-Spegnerti le sigarette in fronte ti diverte così tanto, ragazzo?- Chiese dubbioso, toccandosi il mento.
Il moro sospirò.
-E' stato un incidente. Possiamo parlare con Tenten, ora?- Bofonchiò poi, già stufo di quella domanda.
-Oh, ma certo! Andate pure!- Esclamò Gai.
I due ninja scambiarono un'occhiata d'intesa con Rock Lee, per poi allontanarsi, con Tenten che li seguiva smarrita.
Si fermarono parecchi metri più in la e fu la ragazza a parlare per prima.
-Cosa c'è?- Domandò, molto semplicemente.
Shikamaru non sapeva da dove iniziare. Non poteva di certo trattare un argomento come quello con poca delicatezza, ma doveva anche essere breve, per non far insospettire troppo il maestro Gai. Si maledì, capendo che raggiungerla al campo di allenamento, era stata una mossa molto stupida, a cui non poteva più sottrarsi. Dunque si schiarì la voce e aprì bocca per parlare.
-Oggi a mezzanotte, fatti trovare al fiume nella periferia di Konoha. Partiamo per il Villaggio delle Ombre, dobbiamo far ritornare la memoria a Ino e ci serve il tuo aiuto.- Intervenne tutto d'un fiato il biondo, precedendo l'amico, a cui prese un colpo.
-Naruto!!- Sbraitò Shikamaru, assolutamente contrario al modo di agire del ragazzo.
Tenten assunse un'espressione perplessa.
-E io cosa c'entro, scusate?- Domandò.
-Sappiamo che l'hai seguita per un po, nella speranza di riportarla indietro. Però non dire nulla al tuo maestro e a nessuna persona, all'infuori di noi chunin.- Rise Naruto, poggiandole allegramente una mano sulla spalla, mentre Shikamaru imprecava a bassa voce.
Nessuno avrebbe preso parte ad una fuga dal proprio villaggi, ricevendo così poche spiegazioni, era da matti e loro, avevano un disperato bisogno della presenza della castana. Le probabilità che si fossero giocati l'unica chance che il cielo gli aveva regalato, erano molto alte.
Decise che non appena si fossero allontanati, avrebbe distrutto Naruto a suon di calci.
Tuttavia, Tenten parve parecchio pensierosa. Si passò una mano tremante fra i capelli, per poi rispondere con un titubante -Ma certo, contate su di me!-.
Sorrise, venendo ricambiata dal biondo.
A Shikamaru invece, calò la mascella. Le cose erano due: o Tenten era pazza, o c'era qualcos'altro dietro la sua fuga, ma in quell'istante, decise di non pensarci. Era uno dei rari casi in cui Naruto, aveva fatto la cosa giusta, doveva goderselo.
-Bene! Allora mi raccomando, non una parola!- Le ricordò il ragazzo della Volpe.
Tenten fece l'occhiolino, abbozzando un sorriso nervoso.
Ripercorsero la stessa strada, fino al campo d'allenamento. Shikamaru rifletteva incredulo su ciò che era appena accaduto, Tenten tentennava agitata, mentre Naruto, saltellava tutto soddisfatto.

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Buonsalve, giovani! Ho provato a mettere i nomi con il link, ma è stato un vero e proprio disastro ._. Forse persino mia nonna che non ha mai visto un mouse, sarebbe più pratica di me nell'uso del picciuter. Comunque, mi rendo conto che forse, questo capitolo è TROPPO lungo..
Ma ormai è andata così :3
Spero lo apprezziate comunque, perché io apprezzo che voi apprezziate, ciò che io vorrei che voi apprezzaste!
Ringrazio dal profondo del cuore e anche dello stomaco, chi recensisce, aggiunge ai preferiti, alle seguite, alle storie da ricordare e anche solo chi legge.
Mi fate piroettare dalla gioia!
Ora mi dileguo!
Al prossimo capitolo, giovani :'3 !! P.S. avevo postato il capitolo due volte ._. Ma ora ho corretto.. "Ci scusiamo per il disagio" -Cit.

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Capitolo 12
*** Visite ***



Visite



Quel giorno, Shikamaru Nara, non aveva avuto affatto un buon risveglio.
Alle sei in punto, sua madre lo aveva svegliato lanciandogli un secchio d'acqua addosso, non curante del fatto che fosse inverno. Il povero malcapitato quindi, si era trascinato a fatica giù dal suo letto, non avendo neanche la forza di chiedere a cosa fosse dovuto tutta quella rabbia.
Il pomeriggio del giorno prima si era allenato con Choji e Ino, che da poco aveva ricominciato a combattere. La sera poi, Naruto e Rock Lee lo avevano trascinato a mangiare ramen fino alle due di notte.
L'unica cosa che voleva, era dormire, nient'altro.
Purtroppo per lui, Yoshino Nara, non era affatto una donna disposta ad accettare che il proprio figlio, mantenesse la sua camera nel soqquadro più totale.
Per questo il ragazzo, non osando contraddire la madre, aveva obbedito ai suoi ordini, ripulendo a fondo la sua stanza
Alle dieci aveva finito e, convinto di potersi rimettere a dormire, dal momento che i suoi erano usciti, fece per alzare il caldo e invitante piumone del suo letto, ma qualcuno bussò ferocemente e ovviamente, nessuno andò ad aprire. Perciò, se ne incaricò lui stesso e sbuffando, raggiunse goffamente la porta.
La aprì, ma se ne pentì subito dopo.
Temari era di fronte a lui, che lo fissava con sguardo omicida.
Il ninja deglutì nervosamente.
- C-ciao, Temari.. Sono felice di... - Farfugliò.
Ma la sua ragazza, non gli concesse neanche di terminare la frase e lo colpì violentemente con pugno, dritto sulla tempia.
-Ma sei pazza?!- Esclamò lui, pigiando forte con le dita il punto dolorante.
La biondina s'irritò ancora di più.
-Non ti fai sentire, non mi invii neanche una lettera, saranno almeno tre mesi che non vieni a trovarmi e quasi due che non ci vediamo.. Come osi tu, piccolo e lurido scansafatiche, darmi della pazza?!- Sbottò la ragazza, afferrandolo per il colletto.
Il ninja iniziò a sudare freddo e portando le mani davanti al volto, a mo di protezione, provò a giustificarsi con -Posso spiegare.. Davvero..-, ma non ebbe di nuovo tempo di finire la frase.
-Sai cosa ci faccio con le tue stramaledettissime spiegazioni?!- Lo interruppe, propensa a rispondere alla sua stessa domanda, in modo molto poco ortodosso.
Shikamaru sorrise, impaurito.
-Sì, ma ti prego, ora non cominciare a diventare volgare..- La implorò, mantenendo il suo sorriso nervoso.
Temari ebbe un ultimo fremito, ma poi lasciò la presa.
-Allora, mi fai entrare?- Chiese, poggiando le braccia sui fianchi.
-Uh.. Certo.- Fece, facendosi da parte per permetterle il passaggio.
La fece accomodare al tavolo della cucina e preparò del thé da offrirle, chiedendosi cos'altro sarebbe potuto succedere in quella giornata.
La servì e poi le si sedé di fronte.
-Allora, cos'hai da dire in tua discolpa?- Iniziò, afferrando saldamente il bicchiere e provando a sorseggiare la bevanda, ancora bollente, che vi era al suo interno.
-Bhé.. Tanto per cominciare, mi dispiace. E' che sono successe molte cose, quindi ho dovuto lavorare e allenarmi ogni giorno.- Spiegò il ragazzo.
-Mm? E cos'è successo, di così importante?- Insistè Temari, stizzita.
-Molte cose. C'è stato l'attentato al clan Hyuga un mese fa, sono scomparse delle persone, Tenten e Ino non stanno bene e..-
-Hai detto "Ino"?- Fece la ragazza, volgendo i suoi occhi su quelli del fidanzato.
-Oh, andiamo, Temari! E' una mia amica e non sta bene! Aveva bisogno di me e Choji!- Esclamò il moro, iniziando anche lui ad innervosirsi.
La ragazza abbassò un po i toni.
-E' che.. Non l'ho mai sopportata.- Ammise poi, con una nota di tristezza nella voce.
Shikamaru sospirò.
-Lo so, ma è una mia amica d'infanzia e non potevo lasciarla sola, in un momento come quello che ha passato e che sta passando tutt'ora.- Spiegò Shikamaru, dispiaciuto.
In realtà, si sentiva parecchio in colpa. Non aveva fatto altro che pensare a Ino in quegli ultimi giorni. Non per chissà quale motivo, ma semplicemente perchè era troppo preoccupato per lei.
Non sapeva se fosse normale che una preoccupazione, tenesse occupata la sua mente per così tanto tempo, ma di certo non era quello il momento giusto per pensarci.
Ora davanti a lui, c'era la sua ragazza e doveva pensare a starle vicino.
Si alzò, mettendole teneramente una mano sulla gancia e posando un bacio sull'altra, stringendo Temari sempre più a sé.
-Mi dispiace..- Le sussrrò allorecchio.
Lei, inizialmente oppose resistenza, ma poi si perse in quel gesto, lasciandosi cadere in balia delle sue braccia.
Si avvicinò alle labbra del ragazzo, finendo irrimediabilmente per baciarle.
Non riusciva ad essere arrabbiata con lui.
Si stringevano sempre di più, divenendo sempre più passionali e lasciandosi trasportare l'uno dal profumo dell'altra, finchè qualcuno non bussò nuovamente alla porta.
Shikamaru sbuffò.
-Ma chi è ancora?!- Esclamò, esasperato.
Bussarono ancora.
-Arrivo, arrivo..- Mormorò scocciato, dirigendosi verso l'entrata di casa sua.
E ancora.
-Arrivo!!!- Urlò, poi.
Fece scattare la serratura e ciò che vide, lo fece impallidire.
Naruto, Sakura,Hinata, Ino e Kiba, aspettavano con ansia che lui aprisse la porta.
-Che diav..- Iniziò, ma non ebbe il tempo di finire, neanche quella volta.
-Oh, ce ne hai messo di tempo per aprire!- Iniziò Naruto, visibilmente nervoso.
-E' successouncasinodavverononsocomedirtelopossiamoentrare?!- Il biondo, farfugliò quelle parole, non permettendo al moro di afferrarne neanche una e lasciandolo con una smorfia confusa in faccia, mentre si faceva largo per entrare.
- N-Naruto non è il..-
Ma fu troppo tardi.
Il biondo, si trovò davanti la figura di Temari, intenta a sistemarsi i capelli e il vestito.
Si girò nuovamente verso l'amico e, in tono malizioso, disse -Abbiamo interrotto qualcosa, vero?-.
I due arrossirono.
-Per favore.. Evita di fare commenti idioti e dimmi che succede, prima che io mi spazientisca..- Sbuffò, portandosi una mano tra i capeli, esasperato.
-Abbiamo una cosa urgente da dirti.- Intervenne Sakura.
Shkamaru spostò l'attenzione su di lei e Hinata. Erano ricoperte di bende, cerotti e graffi e avevano uno sguardo piuttosto preoccupato. Poi guardò Ino. Non era cambiata, dopo l'incidente. Sapeva di non ricordare cosa le era successo, ma si sforzava ogni giorno per fare progressi, ma senza risultato. Lei gli fece  un vispo saluto con la mano, che lo intenerì da morire.
Accennò un lieve sorriso, per poi tornare il solito e con aria scocciata, dire -Accomodatevi.-, sotto lo sguardo visibilmente scocciato di Temari.
I cinque ninja, entrarono in fila indiana. Non appena Ino fece il suo ingresso, Temari fulminò Shimakaru con lo sguardo, che finse di non vedere.
Ino, nel vederla, sentì le viscere rivoltarsi nello stomaco dal nervoso. Non l'aveva mai potuta sopportare, anche se per certi lati, erano molto simili. Avevano discusso parecchie volte e lei, le aveva viste tutte come una sfida. Chi vinceva, era la più forte. E Ino odiava perdere, ma.. Lei ormai era la ragazza di Shikamaru, il suo più caro amico. L'ultima cosa che voleva, era farlo soffrire.
Ma questo non significava di certo, fingere di provare simpatia nei confronti della sua ragazza.
Proprio per questo, la fissò per qualche istante, per poi volgere lo sguardo altrove, ghignando malignamente.
Temari andò su tutte le furie, ma decise comunque di ignorarla.
Dopo essersi accomodati al tavolo, Sakura raccontò cos'era accaduto a lei e a Hinata, lasciando Shikamaru e Temari, a dir poco sbigottiti.
-Delle copie di chakra, che evocano il chakra.. Fatico a crederci..- Sospirò il padrone di casa.
-E non è tutto! Dico, hai visto come le hanno ridotte?!- Sbraitò Naruto, sempre più nervoso.
-Naruto, calmati, per favore.. Sono quasi due ore che urli come un pazzo..- Lo supplicò Kiba, massaggiandosi le tempie doloranti.
-Però, almeno una buona notizia c'è. Forse riusciremo a far ritrovare la memoria a Ino, o comunque sia, potrà ricordare moltissime cose, se tutto andrà bene.- Continuò a spiegare Sakura.
Gli occhi del moro s'illuminarono.
-Useremo un'arte medica molto semplice, che favorirà la riacquisizione dei ricordi e poi.. Partiremo per il villaggio delle Ombre, dove cercheremo di farle vedere cose e luoghi, appartenenti al periodo che le è stato cancellato.- Finì, per poi incrociare le braccia al petto.
-Uhuh e così, qualcuno si è fatto incastrare..- Ridacchiò Temari, lanciando un'evidente frecciatina ad Ino.
-Da quando ciò che mi accade, è divenuto un tuo interesse?- La provocò, fingendo un atteggiamento disinvolto.
-Non ho mai detto che mi interessa.- Precisò la kuonichi della Sabbia, in tono di sfida.
-Ah, davvero? Allora potresti anche evitare di commentare..-Proseguì Ino, ghignando.
-Per favore, se dovete litigare, cercate di non farlo dentro casa mia.. ! - Sbuffò esasperato, Shikamaru.
-C-cosa diciamo all'Hokage? Non ci lascerà mai andar via tutti insieme.- Fece Hinata.
-Neanche se le spiegassimo, che è una cosa importante?- Si lamentò Kiba.
-No, Tsunade non è in sé in questo periodo. Per di più, rischieremmo di farci scoprire.- Tagliò corto Sakura, riflettendo su cosa avrebbero potuto fare.
Così fecero un po tutti. Dovevano trovare una scusa reale, ma soprattutto più che credibile. La persona da ingannare, era un ninja leggendario.
-Ho trovato!- Esclamò Shikamaru, attirando l'attenzione di tutti.
-Chi riesce a controllare meglio il chakra?- Ghignò, poi.

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Ciao! So che questo capitolo è un po strano e brutto, ma non potevo evitare di farlo così. Spero che prima o poi, riuscirete a perdonarmi :').
Fortunatamente per voi, oggi non ho molto da dire (credo..) , perciò mi limito a ringraziare di cuore chi recensisce e chi, in ogni modo, segue la storia e mi volatilizzo con questo "originale" saluto:  Ciao a tutti, ci vediamo al prossimo capitolo :333 !!!


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Capitolo 13
*** Si parte ***



Si parte


Erano le undici e mezza di martedì sera e Naruto, Kiba e Hinata, attendevano che Sakura staccasse dal lavoro e uscisse dal palazzo dell'Hokage.
Naruto camminava avanti e indietro, impaziente di partire. Non capiva perché ci volesse così tanto, dopotutto, la rosa gli aveva detto che avrebbe finito alle undici in punto.
-Potresti stare fermo? Mi stai facendo venire il mal di testa.- Lo supplicò Kiba, passandosi esasperatamente una mano fra i capelli.
Naruto fece un balzo, per voltarsi verso il ragazzo.
-Dobbiamo raggiungere gli altri! Non capisco perché ci stia mettendo così tanto, non é da lei arrivare in ritardo!- Esclamò, agitandosi sempre di più.
-Si vede che le si é presentato del lavoro all'ultimo, no?! Siediti e sta buono finché Sakura non arriva.- Gli ordinò, facendogli cenno di accomodarsi con la mano.
Ma Naruto, tutto voleva, tranne che stare seduto. Era talmente inquieto e pieno di energie, che avrebbe potuto attraversare il villaggio correndo, per almeno cento volte.
-Non dirmi quello che devo fare!- Sbraitò.
Kiba digrignò i denti, schizzando in piedi.
-Sei proprio uno stupido! E' così difficile concepire la frase "non dare nell'occhio", per te?!- Ringhiò poi, prendendo a gesticolare.
-Ma quì non c'é nessuno! Sai che mi importa?! E non osare darmi dello stupido!-
Iniziarono un'accesa discussione, finchè anche Hinata non si alzò. La Hyuga si schiarì la voce, per poi mettersi tra i due e dividerli.
Naruto ne fu abbastanza stupito.
-A-ascoltate, se volete possiamo comunque andare a cercarla.- Propose la corvina, imbarazzata dagli occhi del biondo puntati su di lei.
Kiba sospirò.
-Se secondo te aiuterà questo pazzo a calmarsi, facciamolo!- Sbuffò poi.
Naruto fece una faccia offesa e poi, seguito dagli altri due, si addentrò all'interno del palazzo dell'Hokage.
-Dove potrà essere Sakura?- Chiese, guardandosi intorno.
-Credo che.. Sia nell'ufficio di Tsunade..- Rispose Hinata.
Dunque salirono le scale, attraversando tutti i corridoi, fino ad arrivare davanti alle porte dello studio del Ninja Leggendario.
Erano lievemente socchiuse e usciva una timida luce dall'interno. Si sentiva chiaramente la voce dell'Hokage e a rari tratti, quella di Sakura.
-Poggia questi su quello scaffale e poi aiutami a compilare questi documenti.- Ordinò Tsunade, più fredda che mai.
Sentirono Sakura rispondere con un triste, ma deciso -Sì.-
Naruto poggiò una mano sulla porta, pronto ad aprirla, ma quella di Hinata, si posò prontamente sulla sua, bloccandola.
Il biondo sentì il cuore iniziare a battergli velocemente. Non riusciva a capire perchè il contatto con quella pelle così morbida e bianca, provocasse in lui simili sensazioni. Sentì persino le guance arrossarsi, non appena vide il viso della corvina a un palmo dal suo, che con gli occhi lo supplicava di non aprire.
Non lo fece di proposito, ma strinse forte la mano della Hyuga, facendo intrecciare le dita con le sue. Gli venne naturale, quasi non se ne accorse.
La vide impietrirsi e spostare gli occhi verso il basso, mentre lui sorrise leggermente, felice. Non sapeva che diavolo stesse prendendo al suo corpo, ma l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento, era stringerla forte. Il trovarsi in un luogo come quello, in una situazione simile, non gli importava affatto, come non gli interessava lo sguardo stupito di Kiba fisso su di loro. Voleva solo che il tempo si fermasse, permettendogli di continuare a stringere la sua mano, mentre guardava i suoi teneri occhi lilla che, troppo timidi per incrociare i suoi, continuavano a rimanere fissi verso il pavimento.
A riportarli alla realtà, fu la voce di Tsunade.
-Ma che stai combinando? io proprio non ti capisco, Sakura! Che diavolo l'hai accettato a fare questo lavoro, se poi non riesci neanche a svolgerlo come si deve?!- Sbraitò la donna.
Si avvicinarono ancor di più alla piccola apertura della porta, cercando di capire cosa stesse succedendo.
L'Hokage era in piedi, del tutto fuori di sé, mentre Sakura sedeva su una sedia, di fronte a lei. Gli occhi bassi, che fissavano le sue mani, pieni di tristezza, delusione, ma allo stesso tempo di rabbia. Era stufa di tutto ciò che stava succedendo, lei non meritava questo.
-Forse è stata colpa mia, non avrei mai dovuto sceglierti.. Purtroppo, non sarai mai all'altezza di Shizune.- Aggiunse poi Tsunade.
Sakura si sentì morire. Ammirava Tsunade. Lei era il suo esempio da sempre, era la donna che lei avrebbe tanto voluto diventare da grande: bella, intelligente, ma anche forte e risoluta. Tuttavia, aveva deciso. Nessuno, neanche il suo idolo, avrebbe più potuto trattarla in quel modo. Non era più una bambina e non era una stupida.
Si alzò in piedi a sua volta, sbattendo i pugni sulla scrivania. Talmente forte, da ridurla in mille pezzi.
-Ascolta Tsunade, io non sono la tua serva! Non sei stata tu a scegliermi per lavorare come tua assistente, ma sono stata io a propormi, vdal momento che nessuno ne aveva il coraggio, dati i tuoi comportamenti dopo la fine della guerra! Sei diventata fredda, egoista e non ti dedichi più agli affari di Konoha come si deve!- Urlò, sotto la figura impietrita della diretta interessata.
-E forse, è il caso che ti rinfreschi anche un po la memoria..- Sibilò, mentre cercava di riprendere fiato, che mancava, vista la paura e la rabbia che stava provando.
-Shizune è morta ed è ora che tu inizi ad accettarlo!!- Sbraitò, voltandosi e correndo fuori dalla stanza, lasciando Tsunade senza parole. L'Hokage aveva gli occhi fuori dalle orbite per lo stupore, ma anche per il dolore. Sapeva fin troppo bene che la sua allieva, aveva ragione. Non c'erano più né Jiraya e né Shizune, punto.
Non appena la rosa spalancò la porta, dietro vi trovò Kiba, Naruto e Hinata.
-C-che ci fate quì?- Domandò poi.
-Dovevamo andare a cena tutti insieme, non ricordi?- Fece Hinata, rivolgendole uno sguardo d'intesa.
Sakura afferrò al volo, per poi notare che era quasi mezzanotte.
-Giusto! Andiamo, ho proprio voglia di ramen!- Esclamò svagando, dirigendosi verso le scale a passo svelto, come se volesse anche evitare di parlare, di ciò che i suoi amici avevano appena sentito.

Accompagnarono Sakura a casa, che prese uno zaino con dentro lo stretto necessario, per poi dirigersi nel luogo dell'appuntamento. Erano in ritardo e per tutto il tragitto, Naruto aveva chiesto spiegazioni all'amica su ciò che era successo poco prima con l'Hokage, ma lei lo aveva ignorato ogni volta.
Hinata era preoccupata per la ragazza, ma anche per il viaggio, così come Kiba. Il ragazzo, si era comunque offerto di accompagnarli all'appuntamento, per assicurarsi che tutto andasse per il verso giusto. Sapeva che non era una cosa da niente. Shino aveva parecchi dubbi su quel posto, da quando era tornato. Gli aveva raccontato di non aver visto nulla di particolarmente sospetto, ma di essersi sentito strano per tutto il tempo. Avrebbero scoperto tutto, anche a costo della vita.
Nel luogo dell'appuntamento, c'erano già tutti: Shikamaru, Tenten,Ino e anche Rock Lee, Temari, Shino e Choji, che come Kiba, erano andati lì per salutarli e per tenere la situazione sotto controllo, in prima persona.
-Ce ne avete messodi tempo! Ma che fine avevate fatto?- Domandò Ino.
Sakura scosse la testa.
-Niente di grave, sono stata trattenuta al lavoro.- Spiegò poi, omettendo ogni dettaglio.
Ino sospirò.
-L'Hokage ti fa rigare dritto, eh? Forse un po troppo per i miei gusti, dovresti dirgliene quattro.- Le consigliò, dandole una pacca sulla spalla.
La poca delicatezza delle parole della biondina, fecero sussultare Sakura. Si sentiva in colpa per ciò che aveva fatto. Tsunade era troppo vulnerabile in quel periodo, ma di certo non poteva continuare così.
-Se lo dici tu..- Disse poi, ridendo e facendo finta di nulla.
Subito dopo, fu Shikamaru a prendere la parola.
-Bene, ci siamo tutti..- Iniziò.
-Ti sei.. Spento una sigaretta in fronte?- Lo sfottè Kiba, notando la sua bruciatura.
-Già, ma non vuole dire a nessuno com'é successo.- Rise Naruto.
-Sei prorpio goffo, Shikamaru.- Aggiunse Ino, facendolo arrossire dalla vergogna.
-E basta! Vogliamo andare o no?!- Sbraitò il ragazzo, in preda all'imbarazzo.
Shino fece un passo avanti.
-Mi raccomando, state attenti. Come vi ho già detto, quel posto è strano, perciò abbiamo deciso che se entro quindici giorni non sarete tornati, verremo immediatamente a cercarvi.- Li avvertì, con il suo solito tono serio.
I sei ragazzi annuirono.
-Esatto! Darò una lezione di persona a quel manigoldo, se dovesse accadervi qualcosa!!- Sbraitò Rock Lee, con gli occhi che ardevano.
Tenten rise, per poi poggiargli una mano sulla spalla.
-Torneremo..- Fece poi, sorridendo.
-Lo spero.. Buona fortuna! E non preoccupatevi..- Iniziò il ragazzo, con un ghigno fiero che gli si dipingeva lentamente in faccia.
-Quì, ci pensiamo noi!- Esclamò infine, dando coraggio a tutti i presenti. La carica di Rock Lee, era ormai divenuta famosa per la forza che trasmetteva. Quel ragazzo, diventava sempre più simile al suo maestro: strano, sì, ma anche forte e determinato. Emanava un'energia tutta sua.
Temari, che si era fatta spiegare ogni singolo dettaglio, si avvicinò a Shikamaru, poggiandogli le mani sul petto.
-Non farti troppo male..- Mormorò poi, preoccupata.
Shikamaru si sentì cadere in preda al panico. Non le aveva ancora dato una risposta, alla proposta che le aveva fatto qualche ora prima.
Le sfiorò teneramente la guancia con le dita, finché non si unirono in un lungo bacio, di fronte a tutti i presenti.
-La forza dell'amore e della giovinezza, trionferà anche sta volta!!- Esclamò Rock Lee, con le lacrime agli occhi, finché Ino non gli diede uno schiaffo sulla nuca, facendolo tacere.
-E lasciali perdere..- Rise, incrociando le braccia al petto. Odiava vederli insieme, la faceva soffrire. Fin da quando era piccola, Shikamaru le era sempre stato vicino, infondendole sicurezza in ogni momento. Erano uniti e avevano anche un piano d'attacco combinato. Sentiva che Temari glie lo stava portando via e temeva che, prima o poi, il suo caro amico non avrebbe più avuto tempo per lei. Ma di certo, non sarebba andata a lamentarsi da lui. Lui era felice con la ragazza della Sabbia e questa, era una cosa che nessuno avrebbe mai potuto cambiare.
Fu così che partirono, addentrandosi nella fredda e buia foresta, che circondava Konoha. La paura di andare incontro a un male sconosciuto e quella di essere scoperti, era davvero molto forte, ma non abbastanza da fermarli. Erano ninja della Foglia, non si sarebbero tirati indietro di fronte a nulla.

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Salve giovani! Dopo il casino che ho combinato l'ultima volta (ovvero ieri), di aver postato il capitolo due volte, mi é salita una leggera paranoia, per cui ricontrollerò ancora meglio ogni volta, cercando di non ripetere lo stesso errore :3
So che alcuni misteri si stanno protraendo per molto, ma prometto che presto verranno svelati.
Ringrazio millemilamiliardi di volte chi recensice, chi aggiunge ai preferiti, alle seguite, alle storie da ricordare, chi legge, chi mi odia, chi mi ama.. BNounfiudids  Grazissimo, siete dolcissimi :3
Al prossimo capitolo! :33

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Capitolo 14
*** Arrivo al porto ***



Arrivo al porto



Quella notte, il cielo era insolitamente sgombro. La luna piena brillava alta nel cielo, illuminando il cammino dei sei ninja.
Continuavano a camminare da ormai quattro ore, attraverso i fitti boschi attorno a Konoha e non avevano fatto neanche una sosta. Iniziavano ad accusare lo sforzo e anche il sonno, faceva la sua parte.
A guidare il gruppo era Shikamaru, che preoccupato, si faceva strada tra i scuri alberi spogli. In una comune missione, avrebbero tranquillamente potuto fermarsi, ma in quel caso, non potevano assolutamente rischiare di farsi scoprire. Le possibilità di incontrare altri ninja della Foglia che rientravano al villaggio, erano parecchie, nonostante l'ora. Non dovevano essere visti, ma non passare per la via principale avrebbe allungato di troppo i tempi. Già per arrivare a destinazione, ci sarebbero voluti quattro giorni, non potevano permettersi di allungare il percorso.
Affianco al moro, correva Tenten, che gli spiegava il percorso più breve che avrebbero potuto seguire.
-Giriamo a sinistra!- Fece la castana, venendo seguita da tutti.
-Quanto manca ancora per arrivare al mare?- Sfiatò Shikamaru, esausto.
-Due ore.. Se continuiamo a correre.- Rispose Tenten.
Tutti parvero demoralizzarsi.
-Due ore?!- Ripetè Naruto, stizzito. -E' assurdo!- Si lamentò.
-Non lagnarti, quello che verrà dopo.. Sarà molto peggio.- Lo riprese Sakura.
-Uffa.. Non posso mai fare niente.- Sbuffò poi, il biondo a bassa voce.
Proseguirono, fino ad arrivare di fronte a tre strade. Una che girava a destra, una che proseguiva dritta e l'altra a sinistra.
-Sempre dritto!- Fece Tenten, senza fermarsi.
Raggiunsero il mare alle sei in punto del mattino. Non appena Naruto lo scorse in lontananza, aumentò il passo per raggiungerlo.
-Sì, finalmente!!- Esclamò.
-Che idiota.- Sospirò Ino, rassegnata.
Il biondo, non appena fu fuori dalla foresta, si gettò a terra, privo di forze, così come fecero tutti gli altri.
-Cavolo.. Non mi sembra vero di essere arrivata..- Fece Sakura, recuperando il fiato.
-Già.. E pensare che é solo l'inizio.- La informò Ino, lievemente turbata.
Era evidente che, in parte, non le andava affatto di tornare in quel posto. Più diminuiva la distanza che li separava dal Villaggio delle Ombre, più Ino diveniva inquieta. Per non parlare di Tenten. Parlava solo quando era interpellata, quindi, oltre alle indicazioni stradali, non diceva nulla.
-Quanto.. Sarà lungo il viaggio in mare?- Chiese Hinata.
-Più o meno tre giorni.- Rispose Tenten.
Shikamaru sospirò.
-Merda! Sarà una vita che non salgo su una barca.- Fece poi.
Ino gli si avvicinò divertita e, iniziando a dargli delle leggere gomitate su un fianco, per poi sussurrargli all'orecchio, beffarda -Se non ti conoscessi bene, direi che hai paura.-.
Il moro ebbe un brivido provocato dalla troppa vicinanza delle labbra della ragazza al suo orecchio, seguito da un sussulto. Fulmineo, si spostò da lei, sbuffando -Aah che seccatura.. Non iniziare a fare la dispettosa proprio adesso, che è proprio  l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno.-.
Ino rise sotto i baffi.
-Hai paura.- Affermò poi.
Shikamaru si stranì.
-Non ho paura!- Controbatté poi.
Ino sembrava sempre più divertita.
-Ma se ti tremano le gambe.- Disse, indicando con un dito gli arti del ragazzo.
-Sai, ho corso per ben sei ore senza fermarmi!- Sottolineò lui.
Fu Naruto ad interrompere il loro battibecco, chiedendo -A questo punto, possiamo anche salire su una barca e andare, no?-.
Sakura si passò una mano fra i capelli color confetto, allibita dalle parole del ninja.
-Io non posso crederci..- Piagnucolò. -Ma dove credi di vivere?! "Possiamo salire su una barca e andare" , sei incredibile! Credi che ogni traghetto conduca lì?- Lo sgridò poi.
Naruto si fece piccolo piccolo fra le sue spalle, imbarazzato.
-Ma io che ne so? Non sono mai andato oltre il mare.- Mugugnò, rosso in viso.
-B-bhe, io vado a cercare gli orari. Voi nel frattempo, riposatevi pure.- Si offrì Hinata, sorridendo timidamente e iniziando ad incamminarsi.
-Aspetta, non puoi mica andare da sola..- La fermò Ino, fin troppo allarmata. La paura che a qualcun'altro accadesse ciò che era successo a lei, iniziava a farsi sentire. Forse stava semplicemente diventando paranoica, poichè non ricordava neanche di cosa avesse paura, ma l'idea che a qualcun'altro toccasse il suo stesso destino, non le piaceva affatto. In quella strada che affacciava sul mare, sembrava non esserci un'anima viva, ma non potevano di certo avere questa certezza.
-Ino ha ragione! Vengo con te.- Si offrì Naruto, facendo qualche passo verso di lei e sorridendole dolcemente e iniziando a camminare al suo fianco.
-Torniamo subito.- Fece poi il ragazzo.
Hinata arrossì. Il ninja che amava, si era appena offerto di accompagnarla e la cosa la rendeva la persona più felice del mondo. Tuttavia, non poteva lasciarsi catturare da quei pensieri positivi.Non voleva assolutamente illudersi, Naruto era così con tutti. Però, lui non stringeva in quel modo la mano di tutti, come aveva fatto con la sua.
Scosse il capo.
Aveva interpretato male i suoi gesti fin troppe volte in vita sua. Doveva smetterla. Naruto la considerava una semplice amica e basta. Niente di più e niente di meno. Non doveva dimenticarlo, o avrebbe finito per soffrire di nuovo e Hinata, era sinceramente stanca di soffrire per tutto.
-Dove possiamo vedere a che ora parte il traghetto?- Chiese il biondo, guardandosi intorno.
-Gli orari.. Dovrebbero essere affissi da qualche parte al porto.- Rispose la corvina, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Perfetto!- Esclamò il ninja.
I due proseguirono a camminare per qualche minuto, finché non si ritrovarono davanti ad un piccolo porto, in cui erano ancorate otto piccole barche di legno. Sulla loro destra, era posizionato un grande cartello, su cui erano scritti accuratamente, gli orari delle partenze.
i due ninja ci si avvicinarono, leggendo attentamente.
-C'è n'é uno che parte alle sette meno un quarto.- Fece Hinata, postando l'inidice sopra alla scritta.
Naruto sorrise.
-Già, é vero. Bhe menomale, almeno avremo il tempo di riprenderci, ma non dovremo neanche aspettare molto.- Fece, sorridendo.
La corvina annuì impacciatamente, per poi voltarsi e avvicinarsi all'immensa distesa di acqua, che era di fronte a loro, prendendo un lungo respiro.
Naruto  la guardò. Aveva gli occhi socchiusi, rilassati e i capelli scossi dal vento gelido che tirava, ma la cosa non sembrava affatto infastidirla, anzi.
Le si avvicinò.
L'acqua, riflettendo il colore del cielo notturno, era nera. Sembrava non esserci nulla di fronte a loro, solo il vuoto.
-Possiamo farcela.. Vero?- Domandò lei, con gli occhi fissi sul mare che al buio, sembrava non esistere.
-Che domande.. Noi ce la faremo e basta.- La corresse Naruto.
Fece per posarle una mano sulla spalla, ma si fermò non appena guardò meglio i suoi occhi. L'imbarazzo prese il sopravvento. I chiari e tipici occhi degli Hyuga, non sembravano scuri neanche di fronte al buio più totale e quelli di Hinata, parevano addirittura più bianchi, più brillanti.. E fu in quel momento, che Naruto, si accorse di quanto in realtà fosse bella, mentre una morsa gli attanagliò lo stomaco.
-A-andiamo ad avvertire gli altri?- Propose la corvina, riportando Naruto alla realtà, il quale annuì prontamente, sentendosi un perfetto idiota.
Non appena raggiunsero gli altri, rivelarono loro, l'ora della partenza del traghetto. Dopodiché, attesero il tempo rimanente in riva al mare, molto vicini al porto.

I primi marinai iniziavano a farsi vedere. La loro, sarebbe stata la prima barca a salpare in tutta la giornata.
-Mancano dieci minuti, ci avviamo? Anche perché dobbiamo fare il biglietto.- Propose Ino, alzandosi in piedi.
-Sì, meglio andare.- Accordò Sakura, seguendola.
Giunsero davanti al traghetto che avrebbero preso. A qualche metro di distanza da loro, c'era uno dei navigatori. Non molto alto, paffuto, con un'incolta barba grigia e gli occhi dello stesso colore del mare. Sorrise ai ninja, per poi domandare -Buongiorno! Non è solito vedere dei ragazzi a quest'ora. Come posso esservi utile?-.
-Buongiorno. Vorremmo andare al Villaggio delle Ombre, quant'é il biglietto?- A parlare fu Shikamaru, mentre frugava nello zaino, alla ricerca del portafogli.
Il marinaio assunse un'espressione stupita.
-Al.. Villaggio delle Ombre?- Ripeté poi, divenendo preoccupato.
-Sì, perché?- Chiese il ragazzo, mantenendo la solita calma.
L'uomo tirò un sospiro.
-Bhe, solitamente non incontriamo persone che vanno lì. Credo per le voci che girino su quel posto.- Li avvertì poi.
I ragazzi di guardarono, curiosi.
-Voci? Quali voci?- Domandò Naruto, istigandolo a parlare.
-Non ne sapete niente?- Domandò l'uomo, basito. E vedendo i ninja scuotere il capo, prese a raccontare. -Si dice che quel Villaggio, appaia solo in determinati giorni, perché é abitato da fantasmi.- Spiegò, mentre si grattava la testa, allarmato.
Tenten scoppiò a ridere.
-Le posso garantire che non è così. Ci sono stata poco più di un mese fa e le persone, erano molto gentili. Il luogo accogliente, immerso nella natura. Niente a che vedere con tutto quello che si vocifera in giro. Non badi alle leggende metropolitane, quello è un paesino molto tranquillo e antico, che non ha mai preso parte a nessuna guerra, neanche una volta.- Disse poi, sorridendo al marinaio.
Quest'ultimo, nonostante fosse ancora un po titubante, si rassegnò e lasciò passare tutti i ragazzi.
Salirono sulla barca, in cui c'erano otto camere da letto. Il viaggo non sarebbe stato breve, perciò, ognuno sistemò le proprie cose in una stanza, per poi mettersi a riposare. Avevano passato una notte a correre e finalmente, potevano recuperare le forze.

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Dopo un interminabile periodo di inattività, rieccomi di nuovo quì. Mi scuso per non aver postato prima (E sì, so che la mia presenza non è chissà quanto importante, ma sono una persona cordiale ed educata, io.. O almeno ci provo..), ma ho avuto degli impegni, tra scuola e complicazioni di vario genere, non ce l'ho proprio fatta. Dubito sia importante, ma non so quando pubblicherò il prossimo capitolo (Che novità, eh? Non mi smentisco mai..).
So anche che il comportamento di Ten Ten è ancora inspiegato, ma le risposte alle vostre domande, arriveranno nel Capitolo 15 (Sempre se non ricordo male..).
Dunque, vi ringrazio per aver letto anche questo e ringrazio tutti voi che recensite, aggiungete ai preferiti, alle seguite e alle storie da ricordare. Ringrazio chi non mi caga di striscio, chi mi vuole bene e a chi sto sulle palle. Saluto mamma e papà che mi seguono da casa, e.. Oddio basta, il mal di schiena con cui mi sono svegliata sta mattina mi sta facendo impazzire.
Detto ciò, ciao e grazie ancora a tuti!!
:3
Uhuh..





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Capitolo 15
*** Tempesta e segreti ***


Tempesta e segreti

I sei ninja di Konoha, trascorsero tutto il giorno a letto. L'unico che non riuscì a chiudere occhio, fu Shikamaru, che veniva continuamente tormentato dal pensiero che quella barca, affondasse da un momento all'altro.
Era un traghetto fatto quasi interamente in legno. Non molto grande, c'erano otto camere molto piccole, due bagni, una minuscola cabina di pilotaggio e una poco spaziosa stiva. Il tutto, veniva illuminato con delle candele ben fissate e protette con del chakra, per non provocare un incendio. Era, tutto sommato, un ambiente parecchio accogliente, ma non abbastanza da far sentire il povero Nara al sicuro, che mai si sarebbe aspettato di provare paura, per una cosa da lui ritenuta così stupida.
Non appena giunse la sera, Tenten uscì dalla sua cabina, attraversò lo stretto corridoio e si recò di fuori.
La terra non si vedeva più da un pezzo. Una maestosa distesa d'acqua si estendeva davanti ai suoi occhi bruni, leggermente socchiusi.
Sospirò, per poi buttarsi su una sedia, con la testa fissa verso il cielo arrossato, per via del tramonto. Il mare era del medesimo colore, sembrava di star navigando sopra ad un' immenensa pozza di sangue e per un attimo, la cosa la turbò ed ebbe un sinistro presentimento.
Ma la sua mente, era troppo impegnata a contemplare altro. Non a caso, ripensò a ciò che era successo l'ultima volta che aveva salpato quelle onde, finendo irrimediabilmente per sentirsi vuota.
Gli venne dunque in mente l'ultima frase che le disse Neji, prima di entrare in combattimento. "Non dimenticarmi". Ai suoi occhi, parve più come una supplica che non poteva fare a meno di accontentare. Non voleva dimenticarlo. E anche se l'avesse voluto, non ci sarebbe mai riuscita, perchè lo amava ancora. Lo amava con tutta sè stessa. E non era una cosa da nulla, ciò che provava per lui, era forse il sentimento più puro che la mente umana potesse generare.
Strinse i pugni.
-Dove sei, Neji?- Sussurrò poi, prima che una lacrima le rigasse la guancia sinistra.
Si sentiva male. Aveva mentito persino ai suoi compagni.
Non si era accorta però, che non era più sola lì fuori. Una mano, le si posò delicatamente sulla spalla, facendola sobbalzare.
Si asciugò il viso, per poi alzare il viso di scatto.
Hinata la guardava, con il sorriso sulle labbra. C'erano tutti con lei, chi più e chi meno sveglio.
- N-non pensavo foste tutti svegli.- Balbettò la castana, stupita.
Ino rise sonoramente.
-Pensa che quì c'é persino chi non ha dormito!- Esclamò beffarda, riferendosi a Shikamaru, che s'innervosì all'istante.
-E smettila..- La rimproverò, sbuffando e incrociando le braccia al petto.
Ino gli fece la linguaccia, per poi rispondere con un ironico -Contaci.-.
Il ragazzo andò su tutte le furie, ma intervenne anche Naruto.
-Ma state sempre a litigare, voi due?- Si lamentò il biondo, sbadigliando sonoramente.
-Taci!- Gli ordinarono i due ninja, all'unisono.
Tenten scoppiò a ridere, divertita da quella scena.
-Siete proprio dei bambini..- Sospirò Sakura, mentre sorrideva rassegnata.
-Spero che tu non includa anche me, in quella frase.- Disse Shikamaru, fingendo un'espressione offesa, che divertì ancor di più la rosa e intenerì da morire Ino.
Una fitta colpì il cuore di Tenten. Cosa stava facendo? Come poteva nascondere la verità ai suoi amici?
Ripensò a Rock Lee.
Non aveva detto nulla nemmeno a lui. Lui che nel periodo più difficile della vita di entrambi, le era stato vicino più di chiunque altro. Rock Lee, meritava da sapere più di tutti, ciò che Tenten, aveva appena deciso di rivelare. Il motivo per cui era divenuta così strana. Decise che la prima cosa che avrebbe fatto non appena sarebbe tornata a Konoha, sarebbe stato parlarne con lui. Ma in quel momento, altri necessitavano di sapere la realtà dei fatti, dunque prese coraggio.
Si schiarì la voce, attirando l'attenzione di tutti.
Le parole, faticavano ad uscire. Non voleva che la giudicassero male, non ne aveva parlato semplicemente perché non ci riusciva, ma ormai, non poteva neanche più nasconderlo.
-Mi dispiace..- Mormorò inizialmente.
-Di cosa?- Domandò Sakura, sorpresa.
-Io non potrò esservi utile come credete in questa missione.- Ammise infine, a denti stretti, generando lo scompiglio generale.
-Cosa stai dicendo, Tenten?!- Chiese Shikamaru, preoccupato.
-Io.. Quella sera non ho seguito Ino, sono andata da tutt'altra parte.-
Gli occhi, le si stavano bagnando per via delle lacrime. Non avrebbe mai voluto mentire, non era mai stato nel suo stile. Sentiva il senso di colpa corroderle l'anima e faceva male.
Gli altri la guardavano allarmati.
-Quando ho visto Ino allontanarsi, non pensavo che stesse scappando e io.. Sono andata nella direzione opposta.- Farfugliò, mentre iniziava a piangere.
-In un'altra direzione? A far cosa?- Domandò Sakura.
Il pianto della castana si fece più forte.
-In lontananza, su una montagna.. Avevo visto una casetta in legno, simile ad un rifugio.. Qualcosa mi diceva che avrei dovuto andarci e così feci. Ci abitava un'anziana signora.. Mi disse di avere.. Più di cento anni. Mi trattò bene, fu gentilissima.. E..-
Si bloccò, poiché iniziò a piangere sempre più disperatamente.
-Mi ha detto.. Mi ha detto che lei aveva il potere, di far resuscitare i morti..-
Tutti sgranarono gli occhi.
-Tenten, non le avrai creduto, vero?!- Intervenì Sakura, innervosendosi.
Ma Tenten non riusciva a smettere di piangere.
-Oh no.. Che ti ha detto?- Fece poi la rosa, passandosi una mano tra i capelli, disperata.
-Volevo riportare in vita Neji.. Così le ho fatto il suo nome e le ho fornito le informazioni necessarie.. Le ho anche mostrato il ritratto che gli aveva fatto Sai anni fa.. Ma lei.. -
Tutti attentevano una risposta. L'ansia si era impossessata di tutti i presenti, che non riuscivano a proferire parola.
-..Lei mi ha detto.. Che l'ha visto, che é vivo!- Esclamò poi.
Hinata sbarrò gli occhi.
-E' impossibile..- Fece poi, incredula. Suo cugino era morto davanti ai suoi occhi, a Konoha c'era la sua tomba.
Tenten si alzò in piedi, con gli occhi stracolmi di lacrime e si mise una mano sul cuore.
-Te lo giuro, Hinata! So che quella signora non mentiva, l'ho visto nei suoi occhi!!- Esclamò disperata, convincendo la ragazza a crederle.
-Effettivamente non credo abbia mentito. Questi individui, che vivono isolati e che sostengono di poter riportare in vita qualcuno, sono degli ottimi impostori e sfruttano qualsiasi occasione per far soldi. Ma in questo caso, lei non poteva fingere, perché se, come ha detto, Neji é ancora vivo, Tenten prima o poi lo avrebbe scoperto, accorgendosi della truffa.- Spiegò Sakura.
-Bhe, ma i "clienti" si accorgerebbero della truffa, anche se assistessero allo svolgimento della tecnica, senza poi rincontrare la persona che, in teoria, avrebbe dovuto essere viva. Senza dubbio andrebbero a ricercare il truffatore.- Sottolineò Shikamaru, confuso.
La rosa scosse la testa.
-No, ogni volta che queste persone compiono un imbroglio, si trasferiscono altrove. Questa donna ha cent'anni e per essere finita nell'estremo Nord, vicino al Villaggio delle Ombre, significa che ha viaggiato tanto e che ha debiti con mezzo mondo.- Aggiunse poi.
Naruto intervenne prontamente.
-Ma quindi, questo significa che Neji è vivo!!- Esclamò sconvolto, ma anche speranzoso.
-Non possiamo mica dirlo con certezza. Per quanto ne sappiamo, potrebbe anche essersi sbagliata.- Rispose Ino, incrociando le braccia al petto.
-Neji deve essere vivo..- Mormorò Tenten, stringendo i pugni.
-Non so se sia vero ciò che quella signora ti ha detto, però appena potremo, andremo di nuovo a parlarle.. In più, se Neji è davvero vivo, si farà vedere..- La incoraggiò Hinata, sorridendole dolcemente.
Tenten era felice. Finalmente si era tolta un peso e poteva dare tutta sé stessa, per aiutare i suoi amici. Non si erano arrabbiati con lei, l'avevano capita e ascoltata. Nessuno le aveva dato della stupida, anzi, avevano persino creduto a ciò che aveva detto.
-Io ho una gran fame.. Che ne dite, mangiamo qualcosa?- Propose Naruto, massaggiandosi lo stomaco brontolante, sotto gli sguardi inebetiti di tutti.
-Sei sempre il solito..- Scherzò Shikamaru.
-Non permetto che uno che si spegne le sigarette in fronte, faccia il superiore con me.- Bofonchiò poi, offeso.
-Già! Chissà come avrà fatto. Mi sorprendi sempre di più, Shikamaru.- Rise ino, dandogli leggere manate sulla schiena, divertita.
Il ragazzo li ignorò, sospirando, per poi tornare dentro a prendere la cena.
Erano tutti apparentemente sereni, per non turbare ulteriormente Tenten. L'avevano vista fin troppo scossa. Amava ancora Neji con tutta sè stessa e soffriva anche solo pensandolo.
Ma era davvero vivo? L'evevano visto morire tutti, come avrebbe fatto a salvarsi?

Dopo cena, ognuno tornò nella rispettiva cabina. Erano ancora stanchi e dovevano mettere da parte le forze per ciò che li avrebbe attesi dopo.
Shikamaru si era appena chiuso la porta a chiave alle spalle. Si sdraiò sul letto, ripensando alle parole di Tenten. La situazione si complicava ulteriormente, la sua testa era fin troppo affollata in quel periodo e lui odiava preoccuparsi e stare sulle spine. Aveva sempre desiderato una vita tranquilla, affianco ad una donna forte, risoluta e, se era possibile, anche abbastanza carina. Dopotutto non chiedeva molto, ma il suo costante bisogno di tranquillità, era in forte contrasto con il suo lavoro. La vita di un ninja, era tutt'altro che quieta, eppure lui aveva deciso di intraprendere quella via. Imprecò, pensando a tutto quello che avrebbe potuto attenderlo. Un nuovo nemico, Neji, un "Villaggio fantasma". Per non parlare di Temari che gli aveva chiesto di andare a vivere insieme. Lui non era pronto per quello, tuttavia non era riuscito a parlargliene. Per la prima volta in vita sua, sentì il forte bisogno di confidarsi con qualcuno, fu per questo che come un fulmine, schizzò giù dal letto e, dopo aver aperto la porta, si diresse senza riflettere, nella cabina affianco alla sua.
-Dirò tutto a Naruto.- Sussurrò poi, convinto.
Non si aspettava di ricevere chissà quale aiuto dal biondino, anche se un po' ci sperava, ma togliersi quel peso dalla coscienza lo avrebbe aiutato a riflettere meglio, senza dubbio.
Prima di abbassare la maniglia, tirò un lungo sospiro di esitazione.
-Devo essere proprio disperato.- Fece poi.
Ma non si scoraggiò. Inspirò più aria che potè e, con un gesto fulmineo e gli occhi chiusi, spalancò la porta. La sbattè violentemente alle sue spalle, azzeccando il buco della serratura alla cieca e chiudendo a chiave.
Sentì il rumore del corpo del ragazzo, rigirarsi sotto le coperte.
Quando riaprì gli occhi, notò con molta sorpresa, che la stanza era illuminata solo dalla fioca luce di una candela.
Spostò gli occhi sul letto, notando un mucchio di coperte, dal quale fuoriusciva una ciocca bionda.
-Non ci posso credere, stai già dormendo?- Sbuffò poi, sconsolato.
Da quell'ammasso di piumoni, uscì un mugugno scocciato.
-Naruto, so che non è il momento, ma devo assolutamente parlarti di una cosa..- Iniziò.
La figura assonnata, che avrebbe dovuto essere quella dell'amico, si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi.
-Che porca miseria vuoi, Shikamaru?-
Ino farfugliò quelle parole con non poca collera, mentre il moro sbiancò fino alla punta dei capelli.
Iniziò a sentirsi nervoso.
-Merda.. I-Ino, scusa.. Io credevo che questa fosse la cabina di Naruto.- Balbettò poi, molto deciso ad andarsene.
La bionda inarcò un sopracciglio.
-Ma sei diventato scemo tutto insieme? Naruto sta nella camera alla sinistra della tua. La mia, ovvero questa, è alla destra.- Sbuffò scocciata.
Shikamaru iniziò a sudare freddo.
-Mi dispiace, ora esco.-  Si scusò e fece per reinserire le chiavi nella serratura, ma una forte ondata, scosse violentemente tutta la barca, facendo cadere a terra il ragazzo.
Ino cacciò un urlo.
I battiti del cuore accelerarono. Odiava ammetterlo, ma quel mezzo di tasporto lo terrorizzava.
Le chiavi gli scivolarono di mano, finendo sotto un mobile.
-Cos'é stato?-Domandò poi Ino, scenendo immediatamente dal letto e andando incontro all'amico.
Il traghetto prese ad ondulare sempre più forte e sentirono il rumore della pioggia farsi sempre più intenso.
-Credo.. Sia una tempesta.- Rispose Shikamaru, fingendosi il più calmo possibile.
Ma il sangue gli si gelò nelle vene al solo pensiero. Non sarebbe neanche riuscito a stare in piedi, in quelle condizioni.

Le forti scosse dovute all'implacabile acquazzone, avevano fatto allarmare tutti i presenti. I marinai facevano il possibile per migliorare la situazione, ma senza grandi risultati.
Naruto, Hinata, Sakura e Tenten, schizzarono fuori dalle rispettive camere, ritrovandosi all'inizio del corridoio, parecchio impauriti.
-E' una tempesta!- Esclamò Sakura, agitatissima.
-Già e anche troppo forte! Dobbiamo fare qualcosa!- Accordò la castana, reggendosi in piedi a stento.
Hinata aveva la testa che le scoppiava. Cosa si doveva fare in quelle situazioni? Le mani le tremavano e non riusciva a parlare.
Le onde si facevano sempre più violente, il vento soffiava sempre più forte e il cielo si scuriva ogni secondo di più.
-Stai bene? Ti vedo un po pallida..- Le chiese Naruto allarmato, poggiandole una mano sulla schiena.
Hinata avvampò, ma in quel momento capì. Avrebbe potuto morire, ma non le importava. Se quella era l'unica soluzione, malgrado non avesse la massima probabilità di riuscita, lei doveva tentare. Era l'unica che poteva farlo. Doveva salvare i marinai, i suoi amici.. e Naruto.
-S-sto bene.- Disse poi, sbrigativamente.
La paura di non riuscire, di non essere abbastanza neanche quella volta, la sopraffece. Si sentiva soffocare e i battiti del suo cuore, si erano fatti talmente tanto forti, da risultare fastidiosi. Aggrottò le sopracciglia e scosse il capo, cercando di calmarsi.
Iniziò a correre verso la stiva, decisa a proteggere tutti quanti, mentre Naruto, Sakura e Tenten la rincorrevano confusi.
-Hinata, che diavolo vuoi fare?! Torna quì!!- Urlò la castana, disperata.
La corvina finse di non sentire e non sivoltò nemmento per guardare.
Naruto sbarrò gli occhi.
-Vuole uscire di fuori!- Esclamò poi, innervosendosi ulteriormente. Non capiva cosa le fosse preso, non sembrava lei. Sarebbe andata incontro a morte certa e lui non poteva permetterlo. Prese a rincorrerla, disperato, mentre pregava mentalmente che si fermasse.
Ma fu troppo tardi.
Vide la corvina di spalle, che resisteva al vento, alla pioggia e alle onde ormai divenute indomabili.
-Hinata, no! Fermati!!- Urlò, per poi uscire anche lui di fuori e bloccandola da dietro, stringendola tra le sue forti braccia.
La ragazza spalancò gli occhi.
Sapeva che il ragazzo che amava temeva per la sua vita, sapeva che era preoccupato per lei, ma per la prima volta in vita sua, non potè ascoltarlo.
Si girò e sulla soglia della porta d'uscita, vide anche Tenten e Sakura, altrettanto preoccupate.
-Non farlo.. Andiamo dentro, troveremo un modo!-
Le parole del biondo, erano divenute suppliche.
La paura di perderla era talmente forte, da avergli fatto smarrire il controllo delle sue azioni.
La strinse di nuovo, cercando di riportarla dentro, ma con sua notevole sorpresa, Hinata sciolse l'abbraccio.
Ancorò i suoi occhi lilla a quelli del ragazzo, del colore del cielo sereno,e prese un lungo respiro.
Nonostante il pavimento sotto di loro ondeggiava vertiginosamente, pronunciò la frase con calma, quasi sorridendo: disse -Io ce la farò.-.
Il cuore di Naruto perse un battito.
-Credi in me, ti prego.- Fece, facendogli cenno di rientrare.
Il biondo, basito e contrariato, decise di fare come lei gli aveva detto e raggiunse Sakura e Tenten.
Assieme a loro, c'era anche un marinaio, preoccupato per la sorte di Hinata.
-Non l'hai riportata indietro?!- Esclamò l'uomo.
Naruto non riusciva a parlare. La paura era cresciuta a tal punto, da incatenargli le parole in gola, senza lasciargli via d'uscita.
-Hinata..- Mormorò Tenten, stringendo i pugni.
Sakura aggrottò le sopracciglia.
-Può farcela!- Esclamò poi.
Non sapeva se era autoconvinzione o se credeva a tal punto nelle capacità della Hyuga, tuttavia si fidò di lei.

Hinata era ancora fuori. Prima di iniziare, prese un lungo respiro, finchè non si decise ad evocare frettolosamente il chackra ed infine si concentrò.
Non aveva scelta, doveva credere in sè stessa e nelle sue capacità. Ricordò tutti gli insegnamenti della maestra Kurenai, tutti gli approfondimenti fatti sui libri ed infine pensò a tutte le persone che avevano fatto dei sacrifici per lei.
Per una volta, sarebbe stata lei l'eroina, proteggendo tutti i presenti.
Non stava funzionando.
Le lacrime iniziarono a rigarle il viso. Aveva paura. Tutto dipendeva da lei.
Evocò ancora più chakra, finché una luce bianca, non le irradiò gli occhi.
Fu li che li vide.
Due enormi occhi ambrati che la fissavano e una voce le disse. -E adess.. Vediamo che sai fare, umana..-
Non sapeva di chi fosse, le sembrò che fossero state lo onde a parlare.


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Salve a tutti, giovani! Con mia immensa sorpresa, sono riuscita a pubblicare un altro capitolo. In realtà, mi sentivo anche un po' in colpa perchè il segreto di Ten Ten non era ancora stato svelato, quindi, dopo aver realizzato di essere una persona orribile, mi sono impegnata per aggiustare al meglio il capitolo e pubblicarlo. Yeeeh (._. ?)!
Ringrazio tutti quanti: chi recensisce, chi aggiunge ai preferiti, alle seguite e alle storie da ricordare. Ringrazio chi si è letto tutti e quindici i capitoli così, tanto per.. E.. Bho, credo basti così.
Alla prossima!!













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Capitolo 16
*** Il Mito ***


Il Mito

Quella notte a Konoha, il vento era talmente forte che sembrava sussurrare qualcosa e quel brusio, distoglieva l'attenzione del Quinto Hokage dalle pratiche che stava compilando, al lume di candela. Erano le due del mattino e il cielo era buio, la luna completamente oscurata da nubi.
Tsunade sbuffò.
Era troppo che stava lì seduta e la schiena iniziava a farle male. Come al solito, s'immerse nei suoi ricordi, ma non riuscì a non pensare a Shizune senza farsi venire alla mente Sakura. Il modo in cui l'aveva trattata, le cose che le aveva detto, non erano di certo parole che un grande ninja come lei avrebbe dovuto pronunciare. La sua allieva stava dando tutto per lei, s'impegnava al massimo sia nel lavoro, che in ospedale. Cosa avrebbe detto Shizune se fosse stata lì? La risposta non tardò ad arrivare. L'avrebbe sgridata, le avrebbe detto che quella non era lei. Le avrebbe ricordato che lei, Tsunade, era una donna forte, saggia, giusta. Per quello sedeva dietro quella cattedra, per quello era diventata Hokage.
Sospirò poggiando la testa sul tavolo in legno e chiuse gli occhi.
Erano tre giorni che Sakura non andava al lavoro e sapeva che non era malata, l'aveva vista camminare in piazza accanto a Rock Lee. La giovane ninja non voleva vederla e lei non poteva biasimarla, per quel motivo, doveva assolutamente parlarle. Doveva scusarsi, era stata ingiusta. Voleva un bene dell'anima a quella ragazza e l'ultima cosa che desiderava, era perdere un'altra persona importante.
Tutt'a un tratto, qualcosa andò a sbattere contro la porta a vetri del balcone, facendo sobbalzare la donna. Si mise nuovamente composta, voltandosi per controllare di cosa si trattasse.
Non vide nulla.
Scosse il capo.
-A quest'ora una persona dovrebbe dormire.. Non avere allucinazioni uditive.. Devo assolutamente finire di riempire queste scartoffie.- Si lamentò.
Dunque fece per rimettersi al lavoro, ma un rumore simile al precedente, arrivò nuovamente alle sue orecchie. Sembrava che qualcuno stesse addirittura bussando.
Guardò ancora, e il suo cuore perse un battito.
Una sagoma scura, non identificabile per via della poca luce, era inpiedi e immobile dietro il vetro della porta.
Tsunade sbarrò gli occhi e scattò verso il balcone.
Un individuo vestito con un nero mantello, il cui viso era nascosto da un cappuccio, sembrava attendere che la donna gli aprisse.
Erano a pochissimi centimetri di distanza, solo la lastra di vetro li divideva.
-Ma chi diavolo sei?- Ringhiò l'Hokage, divenendo minacciosa.
Lo sconosciuto, gli indicò la maniglia con l'indice.
L'Hokage riflettè qualche istante. Aveva due opzioni: farlo fuori all'istante, o permettergli di entrare. Tuttavia, non sapendo chi fosse, di certo non poteva saltargli addosso e prendersi la sua vita con così tanta leggerezza.
Girò la maniglia e aprì la porta.
L'individuo entrò, portandosi appresso una folata di vento gelido.
-Chi sei? E cosa vuoi?- Ripetè Tsunade, mentre richiudeva rapidamente la porta.
Ma non ricevè alcuna risposta.
Lo sconosciuto percorse tutta la stanza e chiuse a chiave anche l'entrata dell'ufficio.
L'Hokage, sempre più irritata, concentrò il chackra in una mano.
-Bene, se non vuoi dirmelo, sarò costretta a scoprirlo da sola.- Lo minacciò poi.
Ma fu proprio in quel momento, che il misterioso visitatore si liberò del cappuccio, rivelando il suo volto.
L'espressione rabbiosa della donna, divenne immediatamente la più stupita e incredula che avesse mai fatto in vita sua. Si sarebbe aspettato di trovare chiunque, meno che lui.
L'ultimo sopravvissuto del clan Uchiha, era a pochi metri di distanza da lei e la fissava con i suoi occhi neri, gelidi, penetranti.
-Buonasera, Hokage.- Salutò il ragazzo, serio come lo era da sempre.
La donna non sapeva cosa dire, era rimasta del tutto spiazzata.
-Suvvia, non faccia così.. Credeva davvero che prima o poi non mi sarei rifatto vivo?- Le chiese, freddo.
Tsunade riprese lucidità.
-Che ci fai quì?- Ringhiò, tenendosi pronta a respingere qualsiasi tentativo di attacco.
Il ragazzo non rispose. Sembrava come se fosse in difficoltà, come se non sapesse da dove iniziare.
-Posso sedermi?- Domandò.
Non era neanche scortese o arrogante, era solo serio, quasi tenebroso, ma quella non era una novità. Non sembrava avere cattive intenzioni, dunque la donna annuì.
Sasuke prese uno sgabello situato all'angolo della stanza, lo posizionò davanti la cattedra dell'Hokage, si sedè ed infine fece cenno alla donna di accomodarsi a sua volta di fronte a lui, che incerta, finì per accontentarlo.
-Adesso vuota il sacco..- Sibilò Tsunade, con gli occhi ridotti a due fessure.
Sasuke non si stupì affatto dell'accoglienza che l'Hokage gli stava riservando, dopotutto continuava comunque ad essere considerato un traditore.
Prese un bel respiro.
-In realtà, non ho molto tempo..- Iniziò.
-Perchè? Dove devi andare?- Lo interruppe lei.
-Non posso dirlo.- Disse semplicemente, non scomponendosi minimamente.
La donna parve diventare ancor più furibonda.
-Se non parli.. Ti ammazzo..- Lo minacciò con un sussurro.
Sapeva che non avrebbe mai fatto una cosa simile, senza prima aver parlato con Naruto e Sakura.
-No, non lo farà. Ascolti, non sono venuto quì per creare scompiglio o portare sciagure.-
-Allora parla.- Lo incitò lei.
-Il Villaggio della Foglia è in pericolo e con lui, tutti i paesi circostanti.- Dichiarò in tono piatto e gelido, mentre prendeva a picchiettare il legno del tavolo con l'indice.
-Perchè?- Chiese l'Hokage, non accennando il minimo di turbamento e continuando a rimanere sospettosa.
-Immagino che voi Capi Villaggio, vi siate riuniti per parlare degli attentati che vi sono stati nell'ultimo periodo, giusto?-
Lei annuì.
-So che tutti voi sapete che non si è trattato di semplici coincidenze. So che avete già dei sospetti e sono venuto quì per confermarli.- Spiegò il ninja.
Tsunade iniziò a preoccuparsi.
-Il "Chacka Perfetto" esiste, e sospetto di conoscerne il possessore.- Affermò.
La donna scattò inpiedi, esclamando un inquieto -Non è possibile!-.
Non riusciva a credere a quelle parole. Nella riunione svolta qualche tempo prima, si creò un vero e proprio dibattito sull'argomento. Molti Capi Villaggio sostennero quella tesi. Credevano davvero che ci fosse un individuo con quel potere, ma a lei sembrò tutt'altro che verosimile. Tuttavia, non era neanche certa di potersi fidare dell'Uchiha. Lui rimaneva comunque un traditore, nonostante sembrasse sincero.
-Per quale assurdo motivo dovrei crederti?- Gli chiese poi, divenendo fredda anche lei.
Il moro abbassò lo sguardo e a bassa voce, quasi come se stesse facendo una fatica immane, mormorò -Perchè siamo tutti in pericolo.-.
Il suo tono non era cambiato, ma al suo interno, ora si poteva percepire una grande preoccupazione e inquietudine. Fu lì che Tsunade capì; Sasuke Uchiha non stava mentendo. In più, lei non stava impazzendo. Quelle ondate di forte energia che percepiva di tanto in tanto, non erano frutto della sua immaginazione. Le persone scomparse, gli attentati.. Non erano coincidenze e il fatto che si fosse rifiutata di crederci di proposito, cercando di evadere dalla realtà che tanto detestava, era la prova di quanto avesse messo da parte il suo lavoro, per preoccuparsi di essere egoista. Ma fuggire dai problemi non era mai stato da lei.
Decise di provare a fidarsi del ragazzo che era davanti ai suoi occhi, dalla cui tetra espressione, parve come scorgersi una supplica. Sasuke voleva che lei gli credesse. Sasuke voleva essere perdonato.
-Dimmi tutto.- Lo spronò infine, decisa a concedergli un'altra possibilità.
-Eien, questo è il suo nome. Sta creando un esercito di copie fatte interamente dal suo potente chackra, ma non sono normali riproduzioni umane. Hanno ossa, muscoli, vene, arterie.. Tutte fatte in chackra.- Iniziò.
-Incredibile...- Commentò Tsunade, a bassa voce.
-Non so dirle quando con certezza, ma attaccherà tutte le terre e raderà al suolo ogni minima cosa che lo intralcerà, finchè non lo troverà..-
-Finchè non troverà.. Cosa?- Lo sollecitò l'Hokage, in preda all'ansia.
Sasuke parve tremare per un istante.
-Immagino che lei conosca il Mito del Tempo, giusto?- Le domandò Sasuke.
L'Hokage parve disorientarsi. Conosceva l'argomento, ma non capiva come potesse essere collegato a ciò che il ragazzo stava tentando di rivelarle. Ma l'Uchiha non era dicerto un ninja ottuso, non a caso comprese in un attimo i pensieri della donna.
-Questo racconto, narra di come lo Spirito del Tempo creò ogni cosa esistente. Lui viveva in uno spazio senza confini nè frontiere, infinito. Dunque, con il suo potere, iniziò a far formare stelle, galassie, buchi neri.. Fino ad arrivare al nostro sistema solare, in cui collocò laTerra. Non contento, decise di dare origine ad un numero incalcolabile di forme vitali, che col tempo mutarono. Incaricò tre spiriti minori di tutelare i viventi, vegliando anche su di loro. Tsuchi era lo spirito della terra, Sora quello del cielo e Mizu quello dell'acqua.- Raccontò il giovane.
Ma la donna continuava a non capire.
-Il possessore dello spettacolare chacka, di cui abbiamo parlato poco fa, è riuscito a catturare due di questi spiriti, ovvero Tsuchi e Sora, e li tiene intrappolati grazie ad un sigillo particolare, che non ostacola il loro ruolo, e che sembra abbia ideato lui stesso. Dunque, se facciamo due calcoli non è difficile da intuire quale sia il suo obiettivo.-
Sasuke aveva raccontato il tutto cercando di rimanere più tranquillo possibile, mentre l'Hokage diveniva sempre più ansiosa. Il suo lato razionale le suggeriva ovviamente di non fidarsi, ma lei conosceva quel ragazzo. Sapeva chi era, e di certo non era un bugiardo. Ma la fatica che doveva fare per credere a quelle parole, la fece inabissare nuovamente nel dubbio. Si parlava di miti, si sprofondava nel surreale.
-Non è possibile.. Questa è una specie di leggenda.- Insistè.
Gli occhi color pece del giovane si spostavano rapidamente, nonostante lui fosse apparentemente calmo, dentro era palesemente nervoso. O forse aveva paura?
La donna, la cui testa veniva attaccata da un'emicrania ogni secondo più dolorosa, si sforzò ulteriormente per tentare di seguire il ragionamento del ragazzo. Stando a ciò che le era appena stato detto, a Eien mancava solo di impadronirsi dello spirito custode dell'acqua, Mizu. Ed era ovvio che qull'individuo volesse controllarli tutti e tre, per poi evocare lo spirito del Tempo.
-Posso garantirle al cento percento che sto dicendo la verità. Lui lo cerca, lo cerca disperatamente, non pensa ad altro. Ma trovarlo non è semplice e sapendolo, non ha esitato ad attaccare tutti i Villaggi, nella speranza di trovarlo. Ma Mizu non si trova, lo si incontra ed è lui a decidere da chi essere visto.-
Dopo infinite riflessioni, durate diversi minuti di silenzio, la donna finì per giungere nuovamente alla conclusione che Sasuke non mentiva, lo capì dai suoi occhi. Ma un'altra domanda le sorse spontanea.
-Come fai a sapere tutte queste cose?- Domandò, tornando sospettosa.
Il ragazzo sospirò amareggiato e quasi a malincuore, ripetè -Non posso dirlo.-.
-Perchè?!- Si alterò Tsunade, sbattendo il pugno sulla cattedra.
-Non posso dirlo.-
Sasuke era impassibile e guardava gli occhi della donna, che in quel momento non faceva altro che tempestarsi di domande.
Dunque si alzò e si avvicinò alla porta da cui era entrato.
-Le dirò l'ultima cosa, prima di andare.. Eien è il proprietario del Villaggio delle Ombre.-
La donna fece uno scatto in avanti, agitata più che mai.
-Allora dobbiamo..-
-No, non dovete fare nulla. Anzi, non potete fare nulla. Lei deve preoccuparsi di informare gli altri Villaggi. Se sarà necessario, di tanto in tanto tornerò e le rivelerò ciò che saprò.- L'avvertì, mentre apriva la porta.
Stava per uscire, ma si fermò.
-Ah.. La mia visita, deve rimanere un segreto.-
E dopo aver pronunciato a denti stretti quelle ultime parole, non lasciando alla donna la possibilità di rispondere, scomparve nelle tenebre.
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Salve a tutti! Ho terminato anche questo capitolo, è assurdo! Non pensavo che ce l'avrei fatta, ma eccomi quì! Anche se è sempre meglio non gasarsi troppo. Ultimamente, non appena mi capita di pensare qualcosa della quale sono sicura, una forza sconosciuta (alla quale preferisco non dare un nome per non condizionarmi l'esistenza ._.)  manda letteralmente a puttane tutte le mie certezze, lasciandomi in un angolino, confusa e amareggiata. Ed è davvero terribile!
E dopo avervi resi partecipi di questo dettaglio decisamente poco interessante della mia vita, vi ringrazio tutti di cuore come faccio sempre.
Grazie per le recensioni, per aver aggiunto alle seguite, alle preferite e alle storie da ricordare.
Grazie a chi legge e a chi non mi caga.
So che siete tutti bellissimi, lo so.
A presto!!
Uhihi!
C:!



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Capitolo 17
*** Lievi Complicazioni ***


Lievi Complicazioni

La violenta tempesta era ancora in corso. Shikamaru si trovava nella camera di Ino. Entrambi sapevano che ciò che stava travolgendo la loro piccola nave non era un fenomeno naturale. Qualcuno li stava attaccando. Fecero per precipitarsi fuori dalla cabina, ma un'onda talmente forte da far quasi volare l'imbarcazione, fece perdere l'equilibrio ad entrambi. Ino finì nuovamente sul letto, Shikamaru cadde all'indietro e sbattè la testa contro un mobile.
Sentì il sangue bollente colargli lungo la nuca, sull'orecchio sinistro e sul collo. La testa gli girava e non riusciva a muoversi. Probabilmente stava perdendo lentamente i sensi.
Ino schizzò verso di lui, evocò il chackra e prese a medicarlo, con le mani sospese a pochi centimetri dal suo volto.
-Shikamaru, ti senti bene?!- Gli chiese preoccupata, con il respiro affannato.
Al ninja venne da annuire d'istinto, ma di certo non era nella posizione di rispondere a mente lucida, dal momento che era praticamente quasi svenuto.
Mentre tutto attorno a lui sembrava roteare vorticosamente, i suoi pensieri diventavano sempre più pessimisti e le onde sempre più violente. E se quella fosse stata la sua ultima notte? D'altronde, come potevano sopravvivere ad un simile pericolo? Nessuno fra di loro, sarebbe stato in grado di affrontare un fenomeno così grande e disumano.
-Shikamaru?!- Lo chiamava Ino, allarmandosi sempre di più.
Ma le sue cure stavano facendo effetto. Certo, non era ancora pronto per fare grandi movimenti, ma mentalmente si stava riprendendo.
Lui si guardò un po' attorno, spaesato.
-Dai, riprenditi..- Lo supplicò, continuando ad insistere con la medicazione.
Al ninja sembrava che il ristabilirsi fosse l'ultimo dei suoi pensieri. Ino era davvero bella, Shikamaru lo aveva sempre pensato. Era la portatrice di allegria nel loro team di scansa fatiche.
Ricordava perfettamente quando, poco dopo la fine della guerra, lui passeggiava accanto a Chouji, in silenzio. C'era distruzione ovunque guardassero e nessuno dei due aveva nè la voglia e nè il coraggio di parlare, perchè sapevano che non esistevano argomenti felici da trattare. Attraversando il bosco, si ritrovarono davanti ad un piccolo prato pieni di fiori, in cui la videro seduta a terra. Ino ne aveva colti un po', formando un aromioso bouquet. Quando lui e l'altro membro del loro team le domandarono perchè fosse lì, lei rispose con un minuscolo, ma sincero sorriso. In più aggiunse -Non credete che questo scenario grigio abbia bisogno di un po' di colore?-.
Se Shikamaru era la mente del loro gruppo e Chouji il corpo, Ino non poteva che esserne l'anima.
Non riuscirono a capire il perchè, ma dopo essersi guardati negli occhi per qualche istante, venne spontaneo ad entrambi annullare le distanze e unirsi in un intenso bacio. Era forse la cosa più bella che fosse capitata ai due negli ultimi mesi e sembrava fosse successa senza che ci facessero caso, come fossero stati creati per avere quel tipo di contatto.
Non ci volle molto prima che realizzassero cosa fosse accaduto, e dopo aver sbarrato gli occhi, fecero un fulmineo scatto all'indietro.
-Ma che diavolo ti prende?- Sibilò malignamente la ragazza, mentre si portava una mano sul volto arrossato dall'imbarazzo.
Shikamaru deglutì.
-Guarda che potrei farti la stessa identica domanda!- Le ricordò lui.
Calò un imbarazzante e fastidioso silenzio.
Ino schizzò in piedi, furibonda, riuscendo a mantenere l'equilibrio senza l'aiuto del chackra, nonostante la tempesta fosse ancora in corso.
-Nara.. Giuro  che ti ammazzo!- Lo minacciò.
Caricò il pugno che avrebbe dovuto colpire violentemente la faccia del ragazzo, ma proprio in quel momento, il maltempo cessò di colpo.
Shikamaru e Ino si guardarono attorno, perplessi, finchè lei non si lasciò cadere in ginocchio. La sua espressione era vuota, i suoi occhi fissi a terra. Si portò una mano fra i lunghi capelli dorati per poi sussurrare -No.. Non è giusto..-.
Shikamaru, per quanto fosse turbato dal suo stesso gesto, ebbe comunque la forza di provare a rispondere con un -..Cosa?-.
Lei battè i pugni a terra, furente.
-Non doveva andare così! Fra tutte le persone che avrei potuto baciare, perchè mi è dovuto capitare proprio il ragazzo di Temari?!- Esclamò, esasperata.
Shikamaru inarcò un sopracciglio. Sapeva che Ino e Temari erano rivali in qualsiasi cosa, ma gli sembrava eccessivo reagire a quel modo. Ma parve ricordarsi di un ulteriore particolare non trascurabile. Aveva baciato un'altra ragazza che non era la sua e non ci volle molto prima che ciò iniziasse a farlo sentire un verme. Non era da lui fare una cosa simile e poi in quel momento così cruciale. Poco prima aveva perso il controllo delle sue azioni, ma in una parte di lui, che avrebbe decisamente fatto rimanere nascosta, non gli era dispiaciuto affatto quel gesto, anzi..
Scosse la testa.
Non era quello il momento di pensarci e per quanto fosse turbata, anche Ino pareva essere della stessa opinione. Quest'ultima afferrò le chiavi della cabina e aprì la porta, per poi dileguarsi senza dire nulla.
Shikamaru si alzò e fece lo stesso.
Non appena ebbero percorso il corridoio, videro i loro compagni accovacciati a terra attorno a Hinata, apparentemente priva di sensi.
I due ninja scattarono verso di loro.
-Che diavolo è successo quì?!- Fece Ino preoccupata, chinandosi accanto a Sakura e preparandosi ad evocare il chackra.
La rosa era presa dalla tecnica medica che stava esercitando sulla Hyuga, Ten Ten era turbata e Naruto sembrava talmente in ansia, da poter esplodere entro un breve lasso di tempo, ma fu proprio lui a rispondere.
-Hinata ha fermato la tempesta.- Tagliò corto.
Ino e Shikamaru spalancarono gli occhi, increduli.
-E come avrebbe fatto?- Domandò il Nara.
Il biondo pensò un po' prima di rispondere.
-Non lo so bene, è stata una scena troppo confusionaria. Dopo essere uscita di fuori e aver evocato il chackra, le acque sono impazzite a tal punto da non farci vedere più nulla.- Spiegò poi.
Ma che significava? Le cose si complicavano ulteriormente, dal modo in cui Naruto aveva riferito i fatti, a Shikamaru venne da pensare che le acque fossero addirittura vive. Era confuso.
-Ci siamo quasi..- Sospirò Sakura.
La Hyuga, ancora a terra, tossì debolmente ed infine aprì lentamente gli occhi, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti i presenti. Sembrava parecchio disorientata e ci mise un po' per mettere a fuoco. In pochi istanti, trovò anche le forze per mettersi seduta.
-C-cos'è successo?- Biascicò, flebile.
Tutti sorrisero.
-Hinata, hai fermato la tempesta, sei stata..-Iniziò Naruto, con entusiasmo. Ma uno schiaffo colpì il volto della Hyuga. Ten Ten era un misto tra collera e profonda tristezza.
-Ma ti ha dato di volta il cervello tutto insieme?- La rimproverò poi.
-Ten Ten!!- Cercò di riprenderla Sakura, ma la castana non ne volle proprio sapere di ascoltarla.
-Fiondarsi tra le acque di una tempesta come quella, senza pensare... Era pericoloso! Se non fossi riuscita nel tuo intento, noi cosa avremmo fatto, eh?!- Sbraitò, ancora in preda all'ansia.
Ten Ten era ormai divenuta paranoica. Il terrore di perdere qualcuno a lei caro, spesso non la faceva neanche addormentare.
Hinata la guardò per qualche istante, sorpresa come tutti, ma poi sorrise timidamente.
-Però.. Ce l'ho fatta, vero?-
Farfugliò quelle parole arrossendo e abbassando lo sguardo. Non c'era arroganza in quella frase, solo voglia di rassicurare un'amica.
La castana, trovandosi in difficoltà, sospirò rassegnata.
Hinata era riuscita nel suo intento. Per la prima volta in vita sua, era riuscita a salvare delle vite da sola.
Le sue mani vennero avvolte da un dolce tepore e quando posò gli occhi su di loro, vide che Naruto, le stava stringendo. E la guardava con occhi stanchi, ma sognanti. Doveva essersi preoccupato davvero molto.
-Sei stata fantastica, Hinata! Ho sempre saputo che dentro di te c'era una forza immane!- Esclamò, totalmente fiero di lei.
La ragazza arrossì, sentendosi mancare.
Forse Naruto non era in grado di capire quanto in realtà fosse impulsivo. Non a caso, appena si accorse di ciò che aveva fatto, avvampò fin sopra le orecchie, per poi ricomporsi sotto gli occhi divertiti dei presenti, in particolar modo, quelli di Sakura e Shikamaru.
Il silenzio imbarazzante che si era creato fra i due venne rotto dalla rosa.
-Fra qualche ora arriveremo a destinazione. Fareste meglio a riposare, altrimenti crollerete non appena toccherete terra.- Li avvertì, improvvisando un tono di sfida.
Come al solito, il ninja medico aveva ragione e ognuno sfruttò le ultime ore di tragitto per riprendersi.
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Salve a tutti giovani, rieccomi con un nuovo capitolo! So di essere un'ingrato pezzo di sterco, ma come ho già detto, non vado molto d'accordo con date di scadenza di ogni tipo. Spero vi sia piaciuto questo aggiornamento e mi scuso per le pubblicazioni irregolari.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, aggiunto ai preferiti, alle storie da seguire, a quelle da ricordare e anche chi mi ha scritto dei messaggi. 
Farò il possibile per non deludervi (ovviamente dal punto di vista della storia e non della puntualià, purtroppo) e per non farmi odiare da voi.
E vorrei scrivere di più quì, anche se so che questo angolino non se lo caga nessuno, ma sapete, sono in uno di quei periodi in cui si pensano tante cose, ma non se ne riesce a dire nessuna ed è parecchio snervante! In più, è sicuramente il segno che devo stare zitta, quindi..
Grazie ancora a tutti!
A presto!
Uhuh
...


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Capitolo 18
*** Le due colline ***



Le due colline


Naruto dormiva così beatamente sotto le calde coperte lanose che i marinai gli avevano dato, che non si era accorto della presenza di Sakura Haruno nella sua cabina. Era entrata per svegliarlo, ovviamente senza ottenere alcun risultato.
-Ma vuoi aprire gli occhi?!- Gli ordinò esasperata, scuotendolo.
Il ragazzo della Volpe a Nove Code si portò il cuscino sul viso, per poi mugugnare
-Ancora due minuti..-.
La rosa inarcò un sopracciglio.
Era decisamente divertita. Tutti si erano accorti di quanto quel ragazzo fosse turbato negli ultimi giorni, e vederlo riposare così rilassato fu un sollievo per lei. Quasi le dispiaceva svegliarlo. Sorrise teneramente prima di afferrarlo saldamente per le spalle e ripetere la stessa azione fatta poco prima, ma con una brutalità disumana, che ovviamente fece spalancare gli occhi del biondo, spaventandolo. Naruto non riuscì a trattenere un urlo dalla sorpresa, e dopo essersi liberato dalla presa dell'amica, si coprì il volto con la coperta.
-Ma sei impazzita?!- Esclamò, con il cuore che gli esplodeva in petto.
-Calmati, sono venuta per dirti che siamo arrivati.- Lo rassicurò lei.
-Mi hai fatto prendere un colpo! E' proprio vero che la delicatezza non rientra nelle tue competenze..- Fece, ancora tremante.
Il volto della ragazza si rabbuiò.
Purtroppo per Naruto fu troppo tardi per accorgersi dell'errore appena commesso, poichè Sakura gli assestò un destro dritto sulla fronte.
-Idiota! Ti conviene prepararti se non vuoi che ti lasciamo quà!- Sibilò lei.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, e dopo aver raccolto le sue ultime cose uscì assieme all'amica, ancora furibonda.
Sakura era una tipa paziente, ma la messa in dubbio il suo essere femminile la mandava fuori di sè. Il povero Naruto lo sapeva bene, ma appena sveglio non poteva di certo ragionarci su. In più, sapeva che nel giro di quindici minuti le sarebbe passato tutto, e decise di non pensarci più.

Dopo aver salutato e ringraziato i marinai, i sei ninja scesero dal traghetto.
L'isola su cui si trovavano era composta da due alture: una più bassa, sulla cima della quale riuscirono a riconoscere la casetta in legno di cui Ten Ten aveva parlato. Mentre l'altra era molto più alta, quasi come una montagna, e su di essa intravidero a fatica il Villaggio delle Ombre, avvolto dalla nebbia. Nonostante la visuale non fosse delle migliori,  non sembrava essere molto grande.  
Osservando tutto ciò che lo circondava, a Naruto venne istintivo tirare un sospiro di sollievo. Però doveva ammettere che era strano. Era tutto troppo tranquillo, ma decise di non fiatare per non dare ulteriori preoccupazioni ai suoi compagni. Anche se sembrava che Shikamaru la pensasse allo stesso modo, glielo leggeva in faccia.
-Io direi di dividerci.- Propose Ino.
-Sì, anche io.- Accordò Naruto.
-No, è pericoloso. Come faremmo se succedesse qualcosa?- Domandò Ten Ten, assolutamente contraria.
-Hai ragione, però noi non abbiamo molto tempo. Ti ricordo che a Konoha nessuno sa della nostra partenza oltre ai nostri amici, che sicuramente stanno faticando almeno quanto noi per coprirci le spalle.- Le ricordò Shikamaru.
-Già, ma se accidentalmente dovessero farci tutti secchi, noi non torneremo mai a Konoha e il lavoro dei nostri amici sarà stato vano.-
La castana non aveva tutti i torti, ma non conoscevano quel posto. Quanto tempo avrebbero potuto perdere imbattendosi in qualche contrattempo? Non lo sapevano, e non era nemmeno giusto lasciare la situazione al villaggio in mano agli altri ninja.
-Allora basterà raggiungere la vetta della montagna più alta..-Iniziò Shikamaru.
-La state facendo troppo lunga. Guardate che se non ci sbrighiamo, il tempo passerà comunque! Dobbiamo per forza dividerci, Ten Ten. E poi se rimaniamo solo al villaggio senza fare mosse avventate, non accadrà nulla. Se ci pensi, l'ultima volta è andata male solo perchè siamo state noi due ad allontanarci, però a Shino e Chouji non è successo niente.- Spiegò Ino.
La ninja ci riflettè un po' su. Doveva ammettere che era un piano folle, ma dovevano tentare.
-Dunque qual è il piano?- Domandò, sospirando rassegnata.
-S-secondo me, dovremmo andare solo io e te a parlare con quella signora.- Le disse Hinata.
Naruto scosse il capo, contrariato.
-Verrò anch'io con voi.- Insistè, ma la Hyuga scosse il capo.
-Voi dovete assolutamente rimanere uniti. Dopotutto, noi dobbiamo solo chiedere informazioni.- Gli disse arrossendo.
Discussero per ancora cinque minuti, ma poi decisero di fare come stabilito. Hinata e Ten Ten si diressero verso la collina più bassa, mentre gli altri quattro verso il Villaggio delle Ombre.
Naruto sembrava turbato ogni passo di più. Non si fidava di quel posto e lasciarle andare da sole era un azzardo. Sapeva che erano due ninja in gamba, ma Ten Ten a breve sarebbe stata incapace di ragionare, mentre Hinata si era ripresa da poco. Tuttavia, l'accordo era che non appena le due avessero trovato le informazioni necessarie, li avrebbero raggiunti subito, perciò decise di attendere per un po', prima di preoccuparsi.

Un'ora dopo i quattro erano quasi a metà strada, ma l'oscurità stava calando e per quanto potesse sembrare assurdo, non se la sentivano di proseguire. Avventurarsi di notte in un territorio sconosciuto e pericoloso era assolutamente da evitare, tornare a Konoha sani e salvi era fondamentale. Avvistarono a qualche centinaio di metri avanti a loro una modesta costruzione in legno. Avvicinandovisi, constatarono che si trattava di una locanda in vecchio stile, non molto grande, ma non importava. Entrarono e con immensa sorpresa si accorsero di essere gli unici clienti. Eppure il posto non era così male, un po' stretto e spoglio. C'erano solo quattro tavoli in legno e qualche sedia. L'illuminazione era scarsa e sembrava non esserci nessuno, finchè da dietro il bancone non fece capolino un anziano signore panciuto con il naso a patata, gli occhi stanchi e socchiusi, i capelli bianchi e spettinati, e la schiena curva.
-Buonasera signori, c'è qualcosa che posso fare per voi?- Domandò sorridente.
-Sì, cercavamo un alloggio per la notte e volevamo sapere se quì...- Iniziò Ino, ma venne interrotta subito dal suo interlocutore che, entusiasta, balzò verso di loro annuendo allegramente.
-Ma certo, venite! Le nostre camere non sono molte e non sono il massimo, ma sono confortevoli!- Esclamò gioioso mentre gli faceva strada.
Aveva un non so che di strano, quell'uomo. Era gentile, cordiale, anche ospitale. Lo era talmente tanto da sembrare finto. Ino ci riflettè sopra un po'. Sapeva che qualcosa non andava, sentiva la voce della sua coscienza ripeterglielo nella testa, eppure non riusciva a trovare qualcosa che potesse concretizzare il suo turbamento. Non ricordava nulla della sua precedente visita a quell'isola, eppure sentiva di non essere passata per quella via. Sospirò e, dopo che l'uomo le porse le chiavi si avviò verso la sua stanza. A quanto pareva, in tutto sembravano essercene una decina, ma per via del prezzo elevato e della scrupolosa prudenza, i ninja ne presero solo due: una per Ino e Sakura e l'altra per Naruto e Shikamaru.
Il biondo storse il naso non appena spalancò la porta.
-E' un po' fetido quì dentro, non trovi?- Domandò disgustato.
In effetti, Shikamaru doveva ammettere che quella era senza dubbio la peggiore  camera in cui avesse mai dormito. Tanto per cominciare, non sembrava essere molto pulita. Sulle mensole e sui comodini in legno, vi erano almeno due dita di polvere. Sotto la finestra che si affacciava proprio in direzione della loro meta, trovarono una curiosa macchia marrone grande quanto un pugno. I materassi dei letti erano duri e scomodi, i soffitti pullulavano di ragnatele, un'anta dell'armadio traballava e l'altra era bloccata. Aprendo invece la porta del bagno la prima cosa che notarono, oltre al terribile odore che proveniva dallo scarico, e lo specchio rotto, fu che ogni singolo pezzo di ferro era arruginito.
-Ho sempre sognato di vivere in mezzo al lusso..- Fece ironicamente il biondo, dando una pacca sulla spalla all'indignato Shikamaru, ancora intento a fissare il bagno con una smorfia disgustata stampata in faccia.
-Ora mi sto seriamente pentendo di avervi seguiti fuori da Konoha.- Sbuffò poi.
-Oh ma dai! Sarà divertente! Guarda, da questo lavandino esce persino dell'acqua marroncina! Ho sempre desiderato assaggiarne un po'!- Continuò a scherzare Naruto, mentre continuava a giocherellare con il lavello.
La schiena di Shikamaru venne percorsa da un brivido e lo stomaco gli si chiuse dinnanzi a quella visione, ma si mise comunque a ridere. Sentiva che quel momento di leggerezza, era quello giusto per togliersi un peso dal cuore. Ormai era quasi un giorno che non pensava ad altro, quindi prese un bel respiro e tutto d'un fiato disse -Ho baciato Ino dopo la tempesta.-
Naruto scoppiò a ridere sonoramente sotto lo sguardo rassegnato dell'amico.
-Sei proprio uno sballo Shikamaru! Come ti è venuto in mente di dire una frase simile proprio ora?!- Sfiatò il ninja che, dopo aver visto il volto serio dell'altro, cessò le sue risa.
-Non mi starai mica dicendo la verità, vero?- Gli fece preoccupato.
Il moro prese a parlare tutto d'un fiato.
-Ascolta, è un brutto periodo per tutti. La mia vita è un disastro, Temari mi ha chiesto se voglio andare a vivere con lei e io per sviare il discorso, abbassando la testa mi sono spento accidentalmente una sigaretta sulla fronte e Oh mio dio, Naruto! Ha fatto davvero male! Ciò che è successo con Ino è stato un errore e non dovrà più ripetersi, ma l'ho detto perchè...-
-Perchè il senso di colpa ti sta mangiando vivo, eh.. Bhe, è comprensibile, sei uno stronzo.- Fece Naruto, sorridendogli teneramente.
-Mi prendi in giro?-
-No..-
Ci fu qualche attimo di silenzio.
-Cosa dovrei fare?- Chiese poi Shikamaru.
-Parlane con Temari.- Suggerì Naruto.
-Come no.. "Ehy Temari, amore, sai nel corso della missione dalla quale ho tentato di tenerti all'oscuro, ho anche baciato Ino, la tua più grande rivale. Ah e non voglio venire a vivere con te". Mi ammazzerebbe.- Recitò il ninja.
-Però saresti sincero.- Gli fece notare l'amico.
E forse, Naruto aveva ragione e succedeva un po' troppo spesso ultimamente per i gusti del Nara.
-Mi sorprendi ogni giorno di più, sai?- Rise quest'ultimo.
-Già.. Sono una persona meravigliosa! Piuttosto, credi che il piano di Sakura funzionerà? Ino riuscirà a ricordare qualcosa?- Domandò Naruto.
Shikamaru ci pensò un po' su. Sapeva perfettamente che la loro missione era azzardatissima e che non avevano nessuna prova che i ricordi di Ino potessero riaffiorare nella sua mente a quel modo. Erano partiti senza alcuna certezza e non gli rimaneva altro che sperare.
-Credo nella abilità di Sakura, Naruto. E' senza dubbio il miglior ninja medico di Konoha, dopo Tsunade, ovviamente. Perciò, io dico che potrebbe funzionare.-

Il mattino seguente, alle 6 in punto, erano già tutti sulla soglia della porta, pronti a salutare e a ringraziare il gestore, il quale però, non sembrava aver voglia di presentarsi.
-Dite che dovremmo andare? Mi sembra da maleducati farlo senza salutare.. Dopotutto è stato gentile con noi.- Fece Sakura.
-Ma chi se ne frega? Hai visto in che condizioni erano le stanze? Io direi di uscire senza farci tanti scrupoli.- Sbuffò Naruto. Inutile dire che dormire su quel letto cigolante per lui fu un vero e proprio trauma, avrebbe preferito di gran lunga passare la notte a camminare. Di sicuro si sarebbe risparmiato l'atroce mal di schiena provocatogli dal malandato materasso. Tuttavia, aveva avuto senza dubbio una nottata migliore di Sakura, il cui cervello, per qualche ignoto motivo, aveva deciso di farle sognare Sasuke. La ragazza era finita con l'odiarlo e svegliarsi senza avere la possibilità di sfogare la sua ira nei confronti dell'ex compagno di squadra, era paragonabile ad una lenta ed atroce tortura.
Proprio in quel momento, l'uomo che li aveva accolti si fece vivo.
-Oh, ve ne andate di già? Sono solo le sei del mattino..- Fece, assumendo la stessa espressione cordiale della sera prima.
-Già, purtroppo abbiamo fretta. Grazie mille per tutto.- Disse la rosa.
Dopo gli sbrigativi saluti, quattro ninja si rimisero in marcia.
Dal nulla si era creata un'aria di tensione. Sakura non sembrava avere intenzione di aprir bocca più del dovuto, Shikamaru e Ino nemmeno si guardavano e Naruto, oltre ad essere preoccupato per Ten Ten e Hinata, era concentrato unicamente sul sentiero che stavano percorrendo e sulla distanza che li separava dal Villaggio delle Ombre.
L'isola era davvero bella, pullulava di vegetazione. Il sentiero su cui marciavano era ricoperto da brecciolino bianco, l'erba cresceva talmente precisa da sembrare finta. Alberi, piante, arbusti.. Erano tutti pieni di fiori colorati ed avevano una posizione simmetrica nello spazio quasi innaturale. Ino rimase ammaliata da cotanto splendore, ma chiaramente la cosa non tornava dal momento che era inverno. Ne colse uno in silenzio, senza smettere di camminare e, dopo averlo portato verso il suo volto, provò ad aspirarne il profumo senza però sentir nulla.
Quello fu il fatto che più le fece capire di essere a conoscienza di molte cose riguardanti quel posto, senza però ricordarle. L'unica cosa che le tornò in mente era che Shino, durante il loro soggiorno lì, aveva ripetuto diverse volte una frase.
-Per caso, qualcuno prima di partire ha parlato con Shino riguardo la missione che abbiamo svolto insieme?- Domandò.
Tutti negarono.
-Perchè?- Domandò Sakura.
-C'era una cosa che lui diceva sempre, che lo tormentava ogni giorno mentre eravamo quì, ma io non la ricordo. Volevo sapere se magari l'aveva detta a qualcuno di voi.- Spiegò.
Quelle parole turbarono non poco i suoi compagni. Il ninja degli insetti era sempre stato un tipo riflessivo ed introverso, difficile da cogliere alla sprovvista.
-E quando pensavi di dirci questa cosa?- Sbuffò Shikamaru.
-Guarda che me la sono ricordata adesso!- Rispose la bionda stizzita.
Accortosi della tensione crescente fra i due, il ninja della volpe decise di intromettersi -Non ci resta altro che sbrigarci per saperne di più, quindi diamoci una mossa.-.
E dopo queste parole, tutti accelerarono ancor di più il passo.

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Yo-oh giovincelli! Come avrete sicuramente notato anche voi, piccole birbe, sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo. Spero vivamente che abbiate passato un Buon Natale, stracolmo di cibo e di tante altre cose molto wow, e ne approfitto per farvi gli auguri di Buon Anno (questo perchè non so se pubblicherò prima.. Nel caso dovessi riuscirsci, bhe, ve li rifarò) ! Personalmente non vedevo l'ora che il 2014 se ne andasse a farsi benedire in una qualche terra remota e misteriosa, ma questo è un altro discorso.
Ringrazio di cuore chi ha recensito, aggiunto alle preferite, alle storie da seguire, a quelle da ricordare, chi legge e chi non legge.
Siete tutti bellissimi!
A presto, cari!!!!

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Capitolo 19
*** La casa sulla collina ***



La casa sulla collina


Erano le tre di notte del giorno in cui avevano messo piede sull'isola. Ten Ten e Hinata avevano attraversato tutta la collina, giungendo finalmente alla vetta, davanti la famosa casetta in legno di cui aveva raccontato la ragazza.
Alla castana tremavano le gambe. Cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che quell'anziana signora le avesse mentito? Dal momento in cui si erano parlate lei non aveva pensato ad altro. Ogni giorno si affacciava alla finestra nella speranza di scorgere la figura di Neji che l'aspettava sul vialetto davanti casa sua, proprio come faceva una volta. Ma Neji non c'era mai e lei si sentiva sola ogni secondo di più.
-Andrà bene.. Vedrai.- Fece Hinata, accortasi del turbamento dell'amica.
-Non so come tu possa dire una cosa simile, però grazie.- Rispose Ten Ten, rimanendo seria.
-Sai, me lo diceva sempre la maestra Kurenai. Io.. Non ero una genin promettente agli occhi di nessuno all'infuori dei suoi. Ci mettevo mesi per imparare una tecnica di base e la cosa mi demoralizzava ogni giorno, anche perchè per Kiba e Shino non era affatto così. E-e vedi Ten Ten, ho imparato che tutto nella vita finisce, compresa la vita stessa. Chiaramente, noi facciamo più caso al termine delle cose belle, perchè ci fanno soffrire.. Ma posso garantirti, che anche le cose brutte.. Quelle che ci fanno sembrare di vivere nel girone più basso dell'inferno.. Finiscono. M-ma non fraintendermi! A-anche io spero di rivedere Neji con tutto il mio cuore! P-però ecco.. Vorrei solo che tu smettessi di avere paura. La tua malinconia svanirà e ritroverai la felicità.. Indipendentemente da ciò che ti attende oltre la soglia di quella porta.-
Le parole che la corvina pronunciò a fatica diedero una notevole spinta a Ten Ten che, dopo averle sorriso, bussò alla porta con decisione. Forse Hinata aveva ragione. Da quando aveva perso Neji il coraggio e la gioia l'avevano abbandonata, ma era ora di finirla. Era rimasta per lunghi mesi intrappolata nella tela del ragno della depressione e doveva andare avanti. Quella casa, sarebbe stata il suo nuovo punto di partenza.
La porta si aprì da sola lentamente, cigolando, e le due ragazze entrarono. Il luogo era buio, polveroso. Al centro della piccola stanza c'era una scrivania piena di vecchi libri, illuminata dalla traballante piccola fiamma di una candela semi consumata. Le pareti ammuffite erano quasi interamente coperte da mobili pieni di libri, fascicoli e scartoffie logore. Ma una piccola finestra con una sola persiana aperta, faceva penetrare all'interno un fioco raggio di luna.
Le due ninja si guardarono attorno. Sembrava non esserci nessuno.
-Forse non è stata una buona idea passare a quest'ora di notte.- Rise piano Ten Ten.
L'assenza di rumori di ogni tipo, fece udire alle ragazze dei passi lenti provenire da un'altra stanza. Si facevano sempre più vicini e il pavimento di legno scricchiolava ogni volta. Una piccola porticina cigolò, rivelando un'ombra nera.
-So perchè sei quì..-
La voce dell'anziana signora era simile ad un gracchiare. Piano piano, la donna rivelò il suo volto avvicinandosi alla candela e le kuonichi salutarono cordialemente.
Aveva dei lunghissimi e crespi capelli grigi. Indossava un lungo vestito in pesante lana bianca e dei ciondoli in ferro al collo. Gli occhietti piccoli e gialli erano pacati e seri. La pelle rugosa pareva fatta di cera e sembrava potesse colare da un momento all'altro. Appoggiava il peso del suo corpo su un solido bastone in ferro al cui vertice c'era inciso il disegno di un drago.
Si accomodò sulla Sedia dietro alla scrivania.
-Sa, sono spiacente per l'ora, ma io volevo sapere...- Iniziò la castana.
-Oh.. L'amore ti sta consumando.- La interruppe. Sembrava che parlare l'affaticasse molto.
-So già cosa vuoi chiedermi. Quando l'ho visto.. Dove l'ho visto.. Se sono sicura di averlo visto..-
Ten Ten rabbrividì. Trovava quella vecchina inquietante. Lei la ricordava, sembrava le leggesse i pensieri. Si limitò dunque ad annuire.
-L'uomo di cui mi hai mostrato il ritratto settimane fa, è stato su quest'isola circa quattro mesi addietro. Lo vidi con i miei occhi togliersi il cappuccio del mantello che indossava e che gli copriva il volto. Era accanto ad altre due figure, di cui però non conosco l'identità. Scruto ogni cosa dalla cima di questa collina, purchè non sia provenente dal Villaggio delle Ombre.. Quello è un luogo oscuro come la sua fama. Il "villaggio fantasma" lo chiamano. Alcuni sostengono di averlo visto sparire davanti ai propri occhi.-
Le due giovani sussultarono.
-Può provare ciò che dice?-Chiese Ten Ten, ansiosa.
La vecchia ghignò ridacchiando stridulamente.
-No, ma io ci ho parlato.-
Le ragazze sbarrarono gli occhi.
Ten Ten sbattè i pugni sulla scrivania, in preda all'ansia.
-Cosa le ha detto?!-
La donna rise ancora.
-Informazioni e.. Cose che già sapevo.- Rispose semplicemente.
-Ovvero?!- Insistè la ninja.
La vecchina fece tintinnare i suoi tre ciondoli, facendo posare gli occhi delle due ospiti su di loro.
-Immagino sappiate chi siano..-
Indicò i tre draghi incisi sui pendenti.
Ten Ten e Hinata annuirono confuse, non afferrando cosa legasse quei gioielli a Neji.
-Neji Hyuga è un ragazzo sveglio, lui sa cosa cerca il nemico. La vostra imprudente mossa di giungere su queste terre è stata fin troppo azzardata. Fareste meglio a tornare al vostro villaggio e a rinchiudervi dentro casa, a meno che voi non siate in grado di sopraffare le forze mistiche dei misteriosi spiriti della terra.- Disse.
-Ma cosa diavolo vuol dire?! Cosa c'entra questo con Neji?!- Sbraitò Ten Ten, iniziando ad innervosirsi sul serio.
-Il ninja dell'immortalità sta per tornare più potente che mai. Dopo aver imprigionato Tsuchi, spirito della terra, e Sora, spirito del cielo, gli manca solo Mizu, lo spirito dell'acqua, per poter evocare Tenki, creatore e custode dell'intero universo, e controllare finalmente quast'ultimo. Neji venne da solo a parlarmi. Mi chiese informazioni sul Villaggio fantasma, ma io non seppi rispondere. Non volgo mai gli occhi in quella direzione poichè il male è troppo per essere sopportato da una vecchina come me.-
Sembrava una presa in giro, eppure quell'anziana, nonostante non fosse totalmente normale, di certo non sembrava  pazza. Pareva esser certa ciò che diceva, in più, il fatto che conoscesse persino il cognome di Neji, era un'ulteriore prova del fatto che fosse ancora vivo. Le due ragazze erano rimaste sbigottite. Il mito del Tempo era dunque vero? Potevano fidarsi realmente di quelle parole? Ad ogni modo, Ten Ten e Hinata duqnue non avevano più niente da fare lì. Dovevano correre ad avvertire i loro compagni prima che gli accadesse qualcosa di sgradevole, perchè l'unica cosa certa, era che quel luogo non era tutt'altro che sicuro.
-C-credo sia ora di andare.- Fece la corvina.
-Tu somigli molto a Neji, siete parenti?- Le chiese l'anziana signora.
-Bhe.. Siamo cugini.-
La donna osservò ogni dettaglio della giovane Hyuga.
-C'è qualcosa di insolito in te..- Fece poi, mettendo ulteriormente in confusione le due ragazze.
-Emani una strana aura..-
Prese a guardarla fissa negli occhi con notevole interesse, concludendo poi con -.. Ma d'altro canto, i miei sensi potrebbero anche ingannarmi..-.
-C-come, scusi?- Chiese Hinata preoccupata.
Ma il volto della donna cambiò nuovamente espressione, tornando serio.
-Non importa. Immagino ci siano cose più importanti di cui dovete occuparvi ora.- Ricordò poi.
Le due annuirono e fecero per andarsene, ma Ten Ten si girò per l'ultima volta.
-Qual è il suo nome, signora?- Domandò.
La donna sorrise, questa volta con più serenità.
-Mi chiamo Fumie.-
-Fumie, quale pericolo costituisce il villaggio fantasma per noi?-
La vecchina si mosse di qualche centimetro, allontanando gradualmente il suo volto dalla luce.
-L'unico pericolo da cui di può fuggire per merito  dell'ignoranza.-
Confuse, la salutarono cordialmente prima di uscire da casa sua. Erano le quattro del mattino e non avevano chiuso occhio, ma ne era valsa la pena. Neji sembrava essere vivo e avevano appreso parte dei piani del nemico. Ogni loro sospetto era fondato. Il chakra perfetto esisteva e c'era davvero un ninja che viveva da settecento anni in grado di controllarlo.
Si scambiarono un'occhiata d'intesa.
-Andiamo.- Fece poi Ten Ten, con decisione.

Corsero veloce, attraversando la grande valle  fra le due montagne. Quella su cui era stato costruito il Villaggio delle Ombre era molto più alta rispetto all'altra, che in realtà, poteva benissimo essere considerata una collina. La vetta, sulla quale si intravedevano a stento poche case, era ricoperta da una fitta nebbia grigia. Ma nessuna delle due si fece intimorire da essa, nè dalle informazioni e dagli avvertimenti ricevuti. Giunsero al villaggio verso le otto e mezza del mattino. Sembrava un posto ordinario, con una grande piazza su cui vi era un modesto mercato di contadini. Le abitazioni parevano molto piccole viste dall'esterno, le strade erano ricoperte da insolite rocce bianche ed erano inoltre molto strette. Le persone tuttavia sembravano allegre e solari e l'aria che si respirava era davvero pulita, ma c'era qualcosa di estremamente sinistro nell'atmosfera che regnava in quel luogo. Accorgendosene, ad Hinata tornò alla mente che qualcuno le aveva detto che, non appena avesse messo piede in quel luogo, avrebbe dovuto fare una cosa ben precisa. Peccato che non ricordasse nè la cosa da fare, nè chi le aveva detto di farla. Iniziò a pensarci ossessivamente, ma nulla, la sua testa aveva un blocco e non sembrava propensa ad occuparsene. Il che era anche plausibile visto che da quando aveva messo piede in quell'isola non aveva chiuso occhio e che il viaggio in barca, nonostante avesse compreso diverse ore di riposo, fosse stato comunque logorante, in particolare per lei.
-Ten Ten, cosa faresti in questo momento se fossi in me?- Domandò pensante.
La castana sbadigliò.
-Me ne andrei a dormire.- Biascicò poi.
-Peccato che dobbiamo andare a cercare gli altri, che in teoria, avrebbero dovuto essere già arrivati.- Aggiunse sbuffando.
-Hai ragione.. Ma è anche vero che non ci abbiamo messo molto.- Le fece notare la corvina.
-Già e sicuramente quelli si sono persino concessi il lusso di dormire questa notte.-
Mentre Ten Ten cercava di nascondere frustrazione e stanchezza lamentandosi, da dietro l'angolo sbucarono proprio i loro amici.
-Ma dai, siete già quì?- Domandò Naruto sbigottito.
-In realtà siete voi che avreste già dovuto esserci da un bel pezzo, ma a quanto pare ve la siete presa comoda.- Li rimproverò Ten Ten.
Il biondo sembrò non curarsi però della critica, prendendo a sorridere con gioia.
-Sono felice che stiate bene!- Esclamò poi, volgendo gli occhi verso la corvina, che ricambiò il sorriso arrossendo.
Ten Ten inarcò un sopracciglio.
-Sbaglio o non si è filato di striscio ciò che gli ho detto?- Sospirò poi.
Shikamaru intervenne prontamente, punzecchiando Naruto con l'allusione: -Lui si fila solo ciò che gli interessa.- e aggiunse poi -Per questo è meglio lasciarlo perdere quando fa così. Piuttosto, immagino abbiate qualcosa da dirci, giusto?-.
Le due kuonichi si scambiarono un'occhiata d'intesa.
-Spostiamoci da quì, ma senza dare nell'occhio.- Suggerì Sakura.
Si accomodarono sulle panchine di un vialetto deserto, che trovarono dopo una ventina di minuti che giravano a vuoto. Si guardarono intorno e, non appena ebbero la certezza che nessuno li stesse ascoltando, Ten Ten raccontò per filo e per segno ogni cosa che l'anziana Fumie gli aveva riferito. Parlò di Neji, del nemico e del mito del Tempo, stanto molto attenta a non tralasciare nulla.
Ad ogni parola, tutti i presenti sembravano sempre più turbati e increduli, non a caso, appena la ragazza ebbe finito, Ino scoppiò in una risata nervosa.
-Questo è senza dubbio uno scherzo, io non ci credo! Andiamo.. Spiriti, uomini immortali.. E' assurdo! E poi da quale pericolo si potrebbe scappare grazie all'ignoranza? Fidati che quella vecchia si era fumata qualcosa prima del vostro arrivo. Senza contare che non ci ha detto praticamente nulla riguardo Neji.- Rise poi.
In realtà, non è che non ci credesse. Si fidava ciecamente delle capacità dei suoi compagni di riconoscere le bugie. Era una cosa che ogni ninja doveva imparare a fare, e loro ne avevano passate tante nonostante la loro giovane età. Ma era più forte di lei cercare un pretesto per ridimensionare il problema. Non voleva che scoppiasse un'altra guerra, nessuno era pronto per questo.
-Ti sembra il momento di dire cose che non pensi?- Sbuffò Shikamaru annoiato, accorgendosi immediatamente di ciò che provava la ninja.
-Non mi seccare, io dico ciò che voglio.- S'imbruttì la biondina, fulminandolo con lo sguardo.
Un gesto che lasciò tutti i presenti stupiti, all'infuori di Naruto, il quale, cercando di cambiare discorso, s'impossessò prontamente della parola.
-Che ne dite di procedere con il piano di Sakura? A me sembra il momento giusto! Quì non c'è nessuno che ci guarda, siamo tranquilli.-
Sakura annuì, alzandosi fulmineamente in piedi.
-Pronta, Ino?- Domandò, mentre iniziava ad evocare il chakra e a concentrarlo nelle mani.
-Sì, ma aspetta!- La interruppe l'altra. -Ho notato una cosa stranissima durante il nostro tragitto!- Esclamò, schizzando anche lei in piedi come una molla, facendo sobbalzare la ragazza dai capelli rosa confetto.
-..Ovvero?- Fece, abbozzando un sorriso per cercare di nascondere lo spavento.
-Mentre percorrevamo quell'incantevole viale in mezzo al verde, ho notato che quelle che crescevano lì, non erano affatto piante invernali, anzi! Quei fiori crescono solo nelle stagioni calde! Come se non bastasse non emanavano alcun profumo!- Esclamò agitandosi.
Tutti la guardavano perplessi, la cosa era molto sospetta.
-Dove vuoi arrivare?- Le chiese Sakura.
-Bhe, camminando mi è tornato in mente il volto di Shino che ripeteva assiduamente una frase, ma non ricordo quale!-
Si portò rapidamente le mani fra i capelli, cercando disperatamente di ricordare.
Gli occhi di Hinata s'illuminarono.
-Hai.. Detto "Shino"?- Fece poi.
Ino annuì.
Hinata si diede mentalmetne dell'idiota, maledicendosi innumerevoli volte. Prima di partire alla ricerca di Ino e Ten Ten, Shino le disse chiaramente "Non appena arriviamo nell'estremo nord, attiva il byakugan". Come aveva potuto dimenticarsene?
-Sono una stupida..- Mormorò, prima di richiamare il potere dei suoi occhi.
Ma si pentì immediatamente di averlo fatto, o per lo meno, di averlo fatto così in fretta. Ogni singola cosa: piante, muri, case, persino le cose più piccole, erano interamente fatte di chakra. Ma non solo esteriormente. Era un lavoro fatto nel modo più minuzioso. Posando gli occhi su un ciuffetto d'erba cresciuto selvaggiamente al margine del marciapiede, notò che era stato riprodotto tale e quale anche l'interno della pianta. Sentì il cuore perdere il battito e il respiro affannarsi. Di corsa si affacciò su di una stradina. Le persone, di cui riusciva a distinguere vene, arterie, organi, e ogni singolo particolare di quel luogo, non erano altro che la creazione di qualcuno. Shino l'aveva capito, ma non aveva avuto modo di confermare i suoi timori.
-Hinata!- La chiamò Naruto preoccupato, mentre le si avvicinava a passo svelto seguito dagli altri.
-Ehy, che hai?- Domandò poi, poggiandole delicatamente una mano sulla spalla, facendola sobbalzare.
-D-dobbiamo andarcene da quì.- Li avvertì la corvina. -A quanto pare, c'è un motivo per cui questo posto viene chiamato "villaggio fantasma".- Aggiunse seria.
-Che vuoi dire?!- Esclamò il biondo, in ansia.
-Che ogni cosa intorno a noi è fatta unicamente di chakra! Lo stesso chakra di cui erano costituiti i due ninja che abbiamo affrontato io e Sakura tempo fa! Ecco perchè di tanto in tanto scompare!-
Nessuno riuscì più a proferire parola, erano come bloccati. Naruto sentiva le gambe molli e prive di forze, non si sarebbe stupido se da un momento all'altro si fosse accasciato a terra.
Ogni cosa era una finzione.
Ma non ebbero il tempo neanche di metabolizzare la notizia, poichè la terra sotto di loro prese a tremare.
-Ma che succede?! E' un terremoto!!- Urlò Sakura allarmata.
Sotto i loro piedi si aprì un immenso varco che li fece sprofondare giù, in un precipizio buio e infinito.

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Uhuh salve giovani lettori. Forse oggi non vi annoierò con molte chiacchiere inutili, in questo oscuro angolo della pagina. Anche se non credo che qualcuno lo legga, quindi potrei tranquillamente scriverci tutte le birbonate che ho fatto senza farmi tanti problemi. Ma non lo farò perchè ho ancora uno straccio di dignità C: !
Ringrazio tutti quelli che seguono, recensiscono, aggiungono alle storie da ricordare, alle preferite e anche quelli che leggono solamente. Ripeto che siete bellissimi, fuori e dentro, e vi regalerei sacchi pieni di merendine se potessi. Prima che pensiate male: no, non sto cercando di corrompere nessuno, sono semplicemente molto buona (e modesta ah-eh!).
Vi saluto tutti con un ampio movimento semicircolare del braccio.
A presto!

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Capitolo 20
*** Sotto terra ***


Sotto terra

Quella notte il vento soffiava talmente forte da far vibrare persino i vetri dell'ufficio dell'Hokage. Tsunade sedeva alla sua solita scrivania, con la testa poggiata su un braccio, pensando alle misteriose e malvage cose che stavano accadendo. Come avrebbero potuto contrastare una potenza tanto grande? A detta dei jonin, quasi ogni ragazzo stava dando il meglio di sè in allenamento, ma questo non sarebbe di certo bastato. Fra migliorare le capacità dei giovani non era affato sufficiente, dovevano prepararsi un asso nella manica, anzi, più di uno. Si scervellava ormai da ore, finchè una delle finestre non si spalancò, e da essa, Sasuke Uchiha penetrò all'interno dell'edificio come una furia, ringhiando -Come ha potuto lasciarli andare?!-.
La donna alzò gli occhi con tutta calma.
Il ragazzo respirava affannosamente, gli occhi erano sgranati e allarmati, i capelli spettinati dal vento e il naso rosso per il freddo.
-Buonasera a te, Sasuke Uchiha. Qual buon vento ti porta di nuovo quì, nel mio ufficio?- Domandò poi, con calma glaciale.
Sasuke era agitatissimo, a malapena riusciva a parlare.
-Lei non capisce! Dopo tutto ciò di cui le ho parlato, come ha potuto mandarli proprio nel Villaggio delle Ombre?! Li ho visti, giorni fa hanno preso il traghetto in riva al mare!!- Sbraitò in preda all'ansia.
Ma Tsunade parve confusa a riguardo.
-Ma di che parli?- Chiese dunque.
Il moro per un attimo si sentì disorientato. Possibile che la donna non capisse a cosa si stesse riferendo? Dopotutto era stata lei a farli partire.. O forse no?
-Ten Ten, Ino, Shikamaru, Naruto, Hinata e Sakura stanno andando nel Villaggio delle Ombre, questo perchè lei gli ha detto di...- Iniziò, ma la furia e lo sgomento dell'Hokage gli impedirono di continuare.
-Cosa?!- Sbraitò la donna, scattando in piedi.
-Non mi dica che non lo sapeva!- Esclamò Sasuke, sempre più sconvolto.
Tsunade prese a camminare avanti e indietro per il suo studio.
-Quei piccoli bastardi me l'hanno fatta..- Farfugliò a bassa voce, iniziando poi a riflettere. Il senso di colpa l'avvolse, soffocandola come due forti braccia che le cingevano il ventre talmente forte da asfissiarla. Con la sua perspicacia le ci vollero pochi istanti per smascherare il piano che i giovani ninja avevano messo in atto. Ed era colpa sua. Se solo lei li avesse ascoltati, in particolare Sakura, tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Si passò una mano fra i capelli, sospirando rumorosamente. Pian piano diveniva sempre più disperata e in ansia. Chissà se stavano bene. Li stava mandando incontro alla morte senza accorgersene. Un Hokage dovrebbe fare tutto il contrario.
-Merda! E adesso?- Domandò poi ad alta voce.
Sasuke nel frattempo si era ricomposto, con le braccia conserte e l'aria pensante.
-Ci penserò io..- Fece poi, avvicinandosi alla finestra.
Tsunade sbuffò sonoramente.
-E come pensi di fare? Sei da solo!- Gli ricordò.
Sasuke ghignò.
-Non badi a questo, so quello che dico e che faccio.-
Sparì nuovamente nelle tenebre, lasciando la donna a fissare la finestra da cui era appena uscito, con in testa altre mille domande da fargli.

Sasuke sfrecciava come un lampo silenzioso nella tetra notte e raggiunse  i confini di Konoha in pochi minuti. Seduto ai piedi di un albero lo attendeva colui che lo aveva accompagnato negli ultimi mesi, il ninja che tutti credevano morto. Neji Hyuga aveva una postura composta, il byakugan attivo, intento ad osservare ogni movimento attorno a lui. Da quando tutti lo credevano deceduto, non si era mai avvicinato più del dovuto al villaggio. Nonostante le sue iridi scrutassero minuziosamente qualsiasi particolare nel raggio di decine e decine di metri, aveva il volto rilassato. Era un ninja fiero, che credeva nelle sue capacità e sapeva, che nonostante tutto, nessuno lo avrebbe scoperto quella notte. Si mosse solamente quando Sasuke entrò nel suo campo visivo, alzandosi in piedi.
-Noto che non ci hai messo molto.- Gli disse.
L'Uchiha aveva un'espressione disturbata. In parte scocciata.
-Quei pazzi sono scappati, Tsunade non sapeva nemmeno che non fossero più a Konoha. A quanto pare gli altri li hanno coperti.- Spiegò di fretta.
Neji riflettè per pochi istanti, aggrottando le sopracciglia.
-Accidenti.. Ten Ten si sarà sicuramente recata dalla vecchia Fumie e lei le avrà detto di avermi visto..- Farfugliò pensante.
L'altro abbozzò un sorriso.
-E pensare che quel giorno te l'avevamo detto di non andarci di persona.- Fece poi.
-Non cercare di farmi la predica, cosa potevo saperne io?- Si giustificò lo Hyuga, visibilmente stanco di tutto.
-In ogni caso dobbiamo riportarli indietro, prima che Eien li catturi.- Aggiunse, preparandosi a partire immediatamente.
-Già e come pensi di fare? Ti ricordo che tu per loro sei morto e io sono chissà dove a compiere chissà quali malefatte.- Fece Sasuke.
-Un modo lo troveremo, non li lasceremo nelle mani del nemico. Ovviamente ti occuperai tu di riportarli a casa. Io non devo assolutamente essere visto prima del dovuto, specialmente da Ten Ten.- Spiegò Neji.
L'altro s'irrigidì di colpo.
-E come credi che potrei sbucare dal nulla davanti a loro? in particolare agli occhi di Naruto e Sakura!- Esclamò turbato.
-Non credo che Naruto ce l'abbia con te e Sakura, dopo che ti avrà massacrato di pugni come si deve diverse volte, potrebbe perdonarti nel giro di qualche decennio.-
-Non sei incoraggiante.- Sospirò Sasuke, passandosi una mano fra la chioma color pece.
-In realzione a come ti sei comportato, direi di esserlo fin troppo.-
-Ti ringrazio..- Disse l'Uchiha, con palese e scostante ironia.
I due erano entrambi ninja molto seri, con un orgoglio infrangibile. Discussero infinite volte i primi mesi, per ogni minima cosa, ma col tempo e con le difficoltà, impararono a comprendersi a vicenda, formando anche un'ottima squadra.
-Risparmia il tuo sarcasmo, sono semplicemente realista.- Scherzò lo Hyuga.
L'altro ghignò ed infine evocò il chakra. Enunciò -Tecnica del richiamo!- prima di poggiare la salda mano a terra e provocare diverse nubi di fumo giallo. Disolvendosi, esse rivelarono l'imponente sagoma di un gigantesco corvo nero. Le piume erano lucenti e riflettevano la luce della luna. Le zampe rugose avevano tre lunghissime dita prensili, sormontate da affilatissimi artigli del colore della notte. Sull'immensa testa c'era un appuntito e minaccioso becco e gli occhi sarebbero stati interamente neri, se non fosse stato per le piccole pupille color zaffiro luccicante che vi erano all'interno. Sembrava riemerso dal girone più basso dell'inferno, ma ciò non disturbava affatto i ninja.
-Buonasera, Kurohane.- Salutò l'Uchiha.
I due vi salirono sulla schiena ricoperta dal ruvido manto piumato.
-Vola fino al Villaggio delle Ombre più veloce del vento!-fece poi.
Il gigantesco corvo emise un lamento grottesco e, nel giro di un istante, spiccò un fulmineo volo.

* * *

Dopo essere sprofondati per decine e decine di metri, i sei ninja iniziarono ad intravedere una luce fioca che si avvicinava sempre più.
-Ci schianteremo!- Urlò Sakura nel panico. Richiamò il chakra e, dopo essere riuscita ad avvicinarsi ad una parete, evocò una grossa e molle lumaca verdastra. Ci atterrarono sopra, affondando con tutto il peso nel suo corpo gelatinoso e unto da una poco invitante sostanza oleosa color petrolio.
Dopo essere scivolato giù da quell'essere e dopo averlo ringraziato, egli scomparve in una nube di fumo.
-Tutto questo è disgustoso.- Sbuffò Ino, guardandosi i vestiti inzuppati di quella strana miscela viscida.
-E non lamentarti sempre per ogni cosa, sei asfissiante.- La rimproverò Sakura mentre cercava di pulirsi.
-Dio, ma come siamo acide..- La punzecchiò l'altra.
-Sei tu che sei troppo tranquilla!- Disse la rosa in tono severo.
Naruto si guardava intorno. Non si vedeva molto, ma sembrava una specie di stanza circolare, con il pavimento ricoperto da pietre ben levigate. Ad illuminare quel poco che si riusciva a scorgere, c'era una fiaccola in ferro situata proprio al centro della sala. O almeno, quello che sembrava essere il centro. Il bastone che si ergeva da terra aveva degli strani disegni incisi sopra, avvicinandovisi, Naruto riuscì a distringuere chiaramente una serie di tanti piccoli orologi. Ognuno segnava un'ora diversa e aveva una forma unica. In sottofondo, sentiva solo le urla di Sakura e Ino che discutevano. Shikamaru provò a farle smettere, ma non fece altro che ritrovarsi immischiato nella conversazione. Il biondo però non ci fece molto caso. La fiamma, grande come due pugni uniti attirava la sua attenzione più di qualsiasi altra cosa. Sembrava avvolta da una misteriosa magia magnetica, che non permetteva ai suoi occhi di vagare altrove. Si rimboccò le maniche e afferrò saldamente il bastone, iniziando a tirare verso l'alto con tutta la sua forza. L'oggetto però non si mosse di un millimetro. Ritentò diverse volte, ma senza ottenere nessun riusltato, dunque si fermò a pensare. Concentrò più chakra possibile nelle mani e tirando sempre più forte, riuscì a strappare dalla terra quella grande torcia. Tuttavia nel terreno si formò una spessa crepa di dieci metri che fece un frastuono insopportabile.
-Ti ha per caso dato di volta il cervello?!- Ringhiò Sakura indispettita.
-Bhe, almeno ora possiamo andare in esplorazione.- Spiegò Naruto con un sorriso, senza togliere gli occhi dal fuoco.
-Sì ma non c'era bisogno di fare quel frastuono, non sappiamo nemmeno dove siamo!- Continuò a rimproverarlo.
-E allora? Non credo abbia importanza dal momento che il nemico sa precisamente dove siamo. E anche se non lo avesse saputo, glielo avreste suggerito voi con le vostre grida isteriche.- Fece il ragazzo annuendo, mentre cercava di sollevare il pesantissimo oggetto da terra.
Sakura scosse il capo rassegnata.
-Shikamaru, vieni a darmi una mano?- Gli chiese Naruto, che con immenso stupore notò che la grande torcia diventava sempre più pesante ogni volta che scorreva il tempo.
-E ti pareva..- Mugugnò l'altro mentre si avvicinava. -Ma si può sapere che ti è preso? Hai una faccia..- Domandò poi a Naruto, vedendo la sua espressione sognante.
L'altro non rispose, limitandosi a sorridere, finchè osservando bene il bastone, non si accorse che gli orologi segnavano un'ora differente da quella di prima e che in lontananza, si sentiva un lievissimo ticchettio di lancette.
-Ma che diavolo..?- Fece poi, come se di colpo qualcosa lo avesse svegliato.
Non appena lo udì anche Shikamaru, il ninja schizzò all'indietro sbarrando gli occhi.
-Allontaniamoci da quì, questo coso sta per esplodere!!!- Urlò, iniziando a correre seguito dagli altri.
-Ma dove andiamo?! Non si vede niente!- Disse Ten Ten, notando che il ticchettare diveniva sempre più forte.
-Non importa, allontaniamoci il più possibile!-
Un minuto dopo il rumore di lancette cessò. Ci fu l'ultimo istante di silenzio in cui si videro i volti dei ninja inorridire, ed infine, una gigantesca esplosione blu e rossa illuminò interamente l'immenso cortile sotterraneo in cui stavano correndo, inghiottendoli come un nonnulla.
Chiaramente, quel mistorioso oggetto era stato stregato con una chissà quale arte illusoria di cui nessuno conosceva l'esistenza.

La prima a riaprire gli occhi fu Sakura. Aveva la vista offuscata e riuscì a stento a comprendere di non trovarsi più nel luogo di prima. Respirava a fatica e sentiva la bocca piena di sangue. Ogni centimetro del corpo le faceva terribilmente male, a tal punto da impedirle di compiere qualsiasi movimento. Scorse accanto a lei i corpi dei suoi amici ancora privi di sensi. Non erano messi bene nemmeno loro. C'era sangue ovunque e molto sembrava provenire dalla voragine che aveva da un lato dello stomaco. Provò ad evocare il chakra per curarsi, ma niente, era troppo debole. Sentiva la rabbia crescerle dentro. Non aveva intenzione di morire in quel luogo.
-S..Sakura..- Si sentì chiamare da un sussurro smorzato.
Girò lentamente la testa.
Naruto era a circa un metro da lei girato sul fianco sinistro, mentre con una mano si stringeva la parte destra del petto lacerato.
Sakura sussultò.
-Merda.. Stai bene?- Gli chiese preoccupata.
Il biondo annuì abbozzando un sorriso.
-S-sono vivi gli altri? T-te lo chiedo.. Perchè so che ti basta uno sguardo per capirlo..- Farfuglio, sentendo l'aria che gli mancava sempre più.
Sakura annuì e, non appena fece per parlare, il rumore di una porta che sbatte li fece sobbalzare.
-Dunque vi siete già svegliati.. Sorprendente, davvero sorprendente.- Disse una voce ovattata mentre l'illuminazione all'interno della stanza aumentava.
-Credevo sareste morti, ma dopotutto, i ninja di Konoha sono sempre stati vaolorosi e resistenti sin dall'alba dei tempi.-.
I due ragazzi posarono goffamente lo sguardo su di lui.
Una figura molto alta coperta interamente da un mantello bianco vagava a piedi nudi per l'intera stanza. Al collo portava un orologio di bronzo con ben otto lancette. Il volto era coperto da una maschera in ferro dall'aria minacciosa, con un lungo naso a punta curvato verso il basso e con due occhi dipinti sugli zigomi sporgenti.
-E tu chi diavolo sei?- Fece a fatica Naruto, sentendo la rabbia dilaniare nel suo corpo.
Vide la maschera girarsi verso di lui.
L'uomo battè un piede a terra, provocando una lieve scossa di terremoto.
-Sei un ragazzo coraggioso, devo ammetterlo,  ma al contempo molto poco rispettoso.- Lo criticò, mentre si avvicinava a lui. -Inizieremo da te.- Concluse, afferrandolo per il colletto della felpa e sollevandolo da terra. Naruto, per quanto debole fosse cercò disperatamente di liberarsi, finchè non venne lanciato su una sedia fatta in pietra e ferro scuro. L'impatto con la superficie rigida gli strappò un lamento di dolore, ma poi si mise subito il più composto possibile.
-Bastardo..- Sfiatò poi, non curandosi di poer essere sentito.
L'uomo gli si fermò davanti e, ignorando tutto il resto, domandò -Dove riposa il mare?-.
Naruto s'innervosì ancora di più.
-Guarda che stai vaneggiando!- Ringhiò.
Ma Eien , dal nulla, fece comparire una pesante spanda bianca che gli puntò alla gola con un gesto fulmineo del braccio. Sakura urlò, intimandolo poi di lasciarlo stare, ma lui non ci badò.
-Dove-riposa-il-mare?!- Sibilò scandendo bene ogni parola.
Naruto digrignò i denti, mentre sentiva coem una presenza insinuarsi violentemente nel suo cervello. Che razza di tecnica era quella? Non aveva mai visto o provato niente di simile. Era come se la sua mente fosse un cesto e due mani vi frugavano all'interno.
-Non-lo-so!- Sbottò poi.
Dunque l'incappucciato lo afferrò nuovamente, scaraventandolo lontano dagli altri con brutalità.
-Naruto!!- Lo chiamò la rosa, seriamente preoccupata.
La spada che il nemico aveva forgiato dal nulla, venne lanciata su Naruto, trafiggendogli il braccio e ancorandolo a terra.
-Basta! Nessuno di noi conosce la risposta alla tua domanda! Lasciaci in pace!- Urlò Sakura, mentre gli occhi le si bagnavano di lacrime di rabbia.
Eien rivolse su di lei la sua attenzione.
-Quindi nemmeno tu sai dove riposa il mare?- Le chiese serio, riservando anche a lei lo stesso trattamento del biondo.
-Smettila!!- Gridò, portandosi una mano fra i capelli. -Certo che non lo so! Ciò che dici non ha alcun senso!-
Pronunciò quelle parole così forte e con talmente tanta disperazione, da far svegliare Ino. Non capì subito cosa stesse accadendo, ma non appena vide l'uomo afferrare la rosa per i capelli e scaraventarla affianco a Naruto, che giaceva a terra privo di sensi, il suo cuore prese a battere impetuosamente. Doveva fare qualcosa, man non sapeva da dove iniziare, poichè a stento riusciva a muoversi. Si guardò attorno silenziosamente, respirando con affanno. Accanto a lei, Shikamaru giaceva svenuto con un'immensa ferita alla tempia destra. Sussultò. Provò a scuoterlo, cercando di svegliarlo, ma niente.
Eien si diresse proprio verso quest'ultimo, spostandogli il viso con il piede. Notando la sua ferita ridacchiò.
-Con quel metodo inefficace, non riuscirai mai a svegliare uno conciato così male.- Spiegò, rivolto ad Ino.
Detto ciò afferrò il braccio destro di Shikamaru e fece per alzarlo, ma la ragazza, scostandogli bruscamente la mano glielo impedì.
-Non toccarlo!- Ringhiò minacciosa.
Li rimase in silenzio, come se la stesse osservando per bene.
-Io ti conosco..-Iniziò. -..Sei già stata quì, non è vero?-
Ino sobbalzò. Dunque era lui che le aveva fatto perdere la memoria! Si sentiva una stupida, i suoi amici erano finiti in quel guaio per colpa sua.
Eien non sembrava affatto felice di rivederla. La terra iniziò a tremare, sassi e polvere si staccavano dal soffitto e la luce diminuiva sempre più. L'unica cosa che si distingueva chiaramente in quel caos, fu il bagliore giallo proveniente dal buco degli occhi della maschera del malvagio. Egli evocò il chakra, dopodichè formò un burrascoso vortice di vento tagliente che ferì la ragazza.
Urlò dal dolore, perdendo i sensi un attimo dopo.
Ogni cosa sembrava perduta, finchè un'esplosione, seguita da una valanga di fiamme roventi, non colpirono Eien, scaraventandolo decine di metri più giù.
L'unica a vedere la scena fu Sakura, prima svenire nuovamente. E lei fu anche la sola  a riaprire gli occhi per un'istante, ore dopo, ma l'unica cosa che riuscì a distinguere, fu un forte vento che le sfiorava bruscamente la pelle e un manto di piume nere su cui era adagiata.


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Bfwha! Oggi passerò direttamente ai ringraziamenti per chi ha recensito, aggiunto alle storie da ricordare, alle preferite e a quelle seguite. Un grazie va anche a chi legge. E scusate, solo che vado un po' di fretta.
Al prossimo capitolo, giovanotti!!
Ricordate che nei momenti bui, io sarò sempre con voi, per tutta la vita..
Oh andiamo! Sto scherzando!! 





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