E' dunque questa, la fine? di _K_ (/viewuser.php?uid=287645)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto migliorerà ***
Capitolo 2: *** Boom ***
Capitolo 3: *** Controllo ***
Capitolo 4: *** Il ritorno di Shino e Choji ***
Capitolo 5: *** Dubbio ***
Capitolo 6: *** Partenza ... ? ***
Capitolo 7: *** Il piano di Sakura ***
Capitolo 8: *** Coincidenze? ***
Capitolo 9: *** Passi avanti ***
Capitolo 10: *** Fight! ***
Capitolo 11: *** La proposta ***
Capitolo 12: *** Visite ***
Capitolo 13: *** Si parte ***
Capitolo 14: *** Arrivo al porto ***
Capitolo 15: *** Tempesta e segreti ***
Capitolo 16: *** Il Mito ***
Capitolo 17: *** Lievi Complicazioni ***
Capitolo 18: *** Le due colline ***
Capitolo 19: *** La casa sulla collina ***
Capitolo 20: *** Sotto terra ***
Capitolo 1 *** Tutto migliorerà ***
Tutto migliorerà
Erano le nove del mattino di
una tiepida giornata d'autunno. Il timido sole illuminava l'intero
Villaggio della Foglia, regalando un'atmosfera di piacevole conforto a
tutti i suoi abitanti, come se sapesse quanto ne avessero bisogno in
quel momento. La guerra era finita da soli sette mesi e la paura di un
nuovo conflitto, albergava nei cuori delle persone, anche se
finalmente, dopo molto tempo, tutti ricominciavano a sorridere. Le
strade tornavano pian piano allegre, i bambini riniziavano a giocare e
i negozi a riaprire. Anche i lavori di restauro procedevano a gonfie
vele. Durante il periodo di ostilità, tutta la parte sud del
paese e altre zone, erano state distrutte, ma i ninja di Konoha si
davano molto da fare per far tornare tutto come prima, se non migliore.
Tsunade sedeva davanti
la sua scrivania e sbuffava annoiata, mentre controllava tutti i
rapporti e le pratiche che gli erano stati portati da Sakura, divenuta
la sua nuova assistente dopo la morte della cara amica Shizune.
Fu un duro colpo, che
non era riuscita ancora ad accettare.
Spostò gli
occhi sulla mensola su cui aveva poggiato la foto della ragazza e a
malincuore sospirò -Non dovevi morire..-.
Sentì
l'anima avvolgersi da un forte senso di colpa. Se solo si fosse resa
conto prima della situazione, se solo fosse stata più
forte.. Se solo l'avesse salvata.
Shizune sarebbe stata
ancora lì, accanto a lei, a risollevare il suo spirito con
le battute che snobbava orgogliosamente, ma che in fondo le facevano
dimenticare ogni preoccupazione, anche solo per qualche istante. Con
l'ottimo thé verde che preparava e con i disastri che spesso
combinava, a causa della sua sbadataggine, ma soprattutto, con i suoi
sorrise allegri e le sue parole semplici, ma di una
sincerità disarmante.
Le mancava la sua
migliore amica e assieme a lei, anche l'uomo che amava.
Sognava Jiraya ogni
notte ed ogni mattino, dopo aver aperto gli occhi, il suo cuore andava
in frantumi e il suo cervello in tilt. Avrebbe preferito continuare a
dormire per l'eternità, piuttosto che svegliarsi ogni giorno
in un mondo nel quale lui non c'era.
Afflitta dai
suoi pensieri, la donna si alzò e andò ad
affacciarsi alla finestra, prendendo una lunga boccata d'aria.
Mentre cercava di
svuotare la sua mente da questi suoi pensieri, percepì per
una frazione di secondo, una forte energia, che le fece accapponare la
pelle. Per un attimo, le ritornò in mente il chakra di
Madara e rimase paralizzatra dal terrore.
La porta alle sue
spalle si aprì e Sakura entrò, con le braccia
piene di nuove scartoffie da firmare.
-Scusi Tsunade, questi
sono i..- Iniziò.
Ma l'Hokage si
voltò di scatto e, in tono agitato domandò -L'hai
sentito?-.
Sakura
inarcò un sopracciglio perplessa, mentre poggiava i fogli
sulla scrivania della donna.
-Di cosa parla?-
Domandò poi, confusa.
Tsunade rimase
sorpresa. Era così forte, possibile che l'avesse sentito
solo lei? No, probabilmente era stata solo la sua immaginazione.
Dopotutto anche lei, come i suoi abitanti, usciva da una violenta
guerra e forse, aveva ancora paura.
Scosse il capo.
-Niente. Ora fila
via.- Ordinò seria, in tono quasi scortese.
La ragazza, lievemente
offesa dai bruschi modi di fare della donna, uscì dal suo
ufficio mormorando un mortificato -Certo..-.
Dalla morte di Shizune
e da quando Sakura aveva preso il suo posto, Tsunade era cambiata. Non
sopportava che quella ragazza entrasse nel suo ufficio al posto della
sua amica e rimaneva delusa ogni volta che la porta si apriva e vedeva
che tutti entravano. Tutti all'infuori di Shizune.
Naruto Uzumaki sedeva
sul verde prato a sud del villaggio, poco distante dalla zona di
lavoro. Anche lui si occupava della riparazione dei danni e aveva
deciso di concedersi una pausa. Nonostante avesse battuto Madara,
sentiva di valere meno di zero. Aveva fallito, non aveva riportato il
suo migliore amico a casa. Al termine del conflitto, Sasuke se n'era
andato senza dire niente a nessuno e non sapeva neanche se fosse ancora
vivo.
Una mano si
posò sulla spalla del biondo, facendolo sobbalzare.
-Batti la fiacca?-
Naruto alzò
gli occhi, per poi sbuffare sonoramente.
-Da che pulpito..
Stavi lavordando a malapena da un'ora e già ti stai
riposando, Shikamaru- Gli fece il ragazzo, con aria imbronciata.
-Non lo sai? Fare
pause brevi, ma frequenti, rende i lavoratori più
produttivi.- Scherzò il moro, sedendosi accanto a lui.
-Immagino..-
Momorò scettico, Naruto.
Shikamaru
tirò fuori il pacchetto di sigarette. Lo aprì,
per poi porgerlo a Naruto, invitandolo con gli occhi apparentemente
annoiati, a prenderne una.
-Non cercare di
attaccarmi i tuoi vizi ogni volta.- Piagnucolò il ragazzo,
rifiutando l'offerta.
Il moro
ridacchiò divertito.
-Non volevo essere
scortese.- Si giustificò. -Allora, a che pensavi?-
Domandò, accendendo la sigaretta rifiutata dall'amico.
-A niente.-
Tagliò corto Naruto, rabbuiandosi lievemente.
Shikamaru
scoppiò a ridere.
-Tsk, con quella
faccia lunga? Sto pre crederti, amico.-
Naruto parve sorpreso.
-Come fai ad essere
così allegro?- Gli domandò poi.
Il moro
cessò di ridere e pian piano, tornò serio.
-C'è
già abbastanza tristezza in giro.-.
Il biondo
sospirò.
-Come potrà
tornare tutto come prima?- Chiese, abbassando tristemente il capo.
Shikamaru fece
l'ultimo tiro della sua sigaretta, per poi lanciarla qualche metro
più avanti.
-Niente
sarà più come prima..- Mormorò.
Poi alzò
gli occhi al cielo, iniziando a fissare le nuvole, mentre Naruto teneva
lo sguardo basso, fisso sui fili d'erba che per sfogo, faceva
intrecciare con le sue dita.
-Sarà
migliore.- Concluse infine il ragazzo.
Il biondo
alzò il capo.
Come al solito,
Shikamaru aveva la frase giusta al momento giusto.
Non riusciva a credere
pienamente a quelle parole, ma ci si appigliò
disperatamente, sperando che divenissero realtà al
più presto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Boom ***
Boom
Il freddo diventava
sempre più pungente, in particolare di sera. Quel giorno
poi, era davvero la prova schiacciante che stagione fredda era in
arrivo. Tuttavia, Naruto, Shikamaru, Sakura e Rock Lee, sedevano ad un
tavolo dell'Ichiraku Ramen.
Si riunivano spesso
per trascorrere del tempo in compagnia, per allontanare i cattivi
pensieri anche solo per un attimo.
-Inizia a fare proprio
freddo! Si vede che l'inverno è alle porte.-
Farfugliò Rock Lee, ancora tremolante, nonostante fosse
seduto da ben dieci minuti.
-Puoi dirlo forte..
Sta sera poi è così umido. Per non parlare della
nebbia, a malapena ci si vede!- Accordò Sakura, iniziando a
mangiare la sua porzione di Ramen.
Infatti, quella
particolare foschia formatasi per le strade di Konoha, era parecchio
insolita. Troppo densa e troppo buia.
-Poco importa..
Allora, che si dice di nuovo?- Domandò Shikamaru, mentre
guardava leggermente disgustato Naruto, che era intento a mangiare con
non poca foga la sua maxi porzione di ramen.
-Cosa dovrei dire?
Faccio avanti e indietro con il Villaggio della Sabbia e do una mano
anche lì, ma non sono affatto stanco. Solo che vorrei avere
un po di tempo per me. Ormai, è da un bel po che non porto
dei fiori a Neji.- Spiegò Rock Lee, diventando leggermente
triste mentre pronunciava l'ultima frase.
Calò un il
silenzio per qualche istante.
Neji era morto durante
la guerra, combattendo valorosamente per riportare la pace.
Nè Rock Lee e nè tantomeno Tenten, avrebbero mai
immaginato che proprio un valoroso Ninja come lui, sarebbe potuto
venire a mancare.
Neji era forte, Il
più forte! Ma ovviamente, era anche il suo migliore amico e
compagno di squadra. Ricordava che inizialmente non gli andava molto a
genio e ebbero numerose discussioni, ma col tempo, impararono a
conoscersi e ad apprezzarsi. Rock Lee stimava Neji. Non quanto il
maestro Gai, ovviamente, ma nutriva per il ninja una profonda
ammirazione. Per il suo sangue freddo, la sua determinazione, i suoi
obiettivi sempre raggiunti, la sua forza. Neji era stato un vero ninja.
-E.. Tenten come sta?-
Azzardò Sakura, rompendo il silenzio.
Rock Lee
sospirò.
-Diciamo che.. Sta.
Quindici giorni fa, è ripartita in missione per la prima
volta dopo la fine della guerra.- Spiegò il ragazzo,
cercando di non abbattersi troppo.
-In missione? Non ne
sapevo niente..- Disse Sakura, sbalordita.
-Ma come? Tsunade non
ti ha detto niente?- Domandò Rock Lee, incredulo.
La rosa scosse la
testa, rattristandosi leggermente.
-Con chi è
partita?- Chiese poi.
-Assieme a Ino, Choji
e Shino. Sono andati in un villaggio strano, se non sbaglio, quello
delle ombre.-
-E ancora non
tornano?- Domandò Shikamaru, sospettoso
Rock Lee scosse la
testa, lievemente preoccupato.
-Posso a malapena
immaginare quanto abbia potuto soffrire.. Tenten, intendo.-
Commentò Sakura, tornando al discorso di prima e portandosi
una mano sul viso, in segno di disperazione.
-Già..
Dopotutto, lei lo amava..- Momorò Rock Lee.
Naruto parve parecchio
sorpreso da quell'affermazione, ma, credendo che non fosse il momento
giusto, tacque e non chiese alcuna spiegazione, finchè non
fu Rock Lee stesso a parlargli.
-Che hai?-
Domandò confuso.
Naruto scosse
nervosamente la testa, destando ancora più sospetti.
-Non è da
te tenere la bocca chiusa.- Aggiunse Sakura, invitandolo a vuotare il
sacco.
Shikamaru
sospirò e poi, rassegnato, disse -Non ci credo..-.
Il biondino
sobbalzò.
-Cosa?-
-Tu non ti eri neanche
accorto, di quello che provavano l'uno per l'altra.- Concluse infine,
allibito.
Naruto, non sapendo
cosa dire, si nascose dietro al menù, intimidito.
-Naruto, io non posso
crederci, davvero.. Era così evidente.- Fece Rock Lee,
mettendo in ulteriore difficoltà il ragazzo.
-N-no, io lo sapevo.-
Balbettò.
-Come no.- Disse
Sakura, sarcastica.
La conversazione si
faceva sempre più accesa e sia Shikamaru, che Sakura, che
Rock Lee, sembravano divertirsi parecchio a punzecchiare il povero
ninja della Volpe a Nove Code, che imbarazzato, si arrampicava a stento
sugli specchi.
Non sapeva davvero
come fare per avere il coltello dalla parte del manico, quando
improvvisamente, gli venne in mente un'idea, che reputò
"geniale".
-Magari non mi sono
accorto di Tenten, ma ho notato quanto ti piace Ino, mio caro
Shikamaru.- Rise il biondo, convinto di avere finalmente la
conversazione in pugno.
Al diretto
interessato, che aveva appena iniziato a sorseggiare del
thè, andò di traverso la bevanda e prese
disperatamente a tossire, sotto gli occhi compiaciuti del biondo, che
teneva le braccia conserte, con fare molto fiero.
-Naruto, ma che stai
dicendo? Shikamaru sta con Temari.- Gli ricordò Sakura,
mentre dava delle "leggere" pacche sulla schiena del povero
malcapitato, cercando di fargli passare la tosse.
-Appunto, faccia di
culo che non sei altro, quindi fammi il favore di non dire cavolate.-
Lo avvertì Shikamaru, con voce strozzata.
Naruto stava per
rispondere, ma il rumore di una forte esplosione, fece tacere tutto il
locale. Non fu assordante, poichè proveniva da una qualche
parte del villaggio, non vicina al luogo in cui si trovavano i quattro
ragazzi, ma di certo non si trattava di una cosa da niente.
-Cos'è
stato?- Domandò Rock Lee, balzando in piedi.
-Non lo so. Andiamo a
vedere!- Esclamò Naruto, schizzando fuori dall'Ichiraku
Ramen, seguito dai suoi amici.
La nebbia era
diventata ancora più fitta e non si vedeva quasi
più nulla.
-Merda.. Ma che sta
succedendo?- Sbuffò Shikamaru, sforzandosi di capire da dove
fosse arrivato quel rumore.
La gente piano piano,
iniziava ad andare nel panico. I bambini piangevano, mentre i genitori
si affrettavano a riportarli a casa, al sicuro.
Un signore
urtò per sbaglio il braccio di Sakura.
-Oh, mi scusi
signorina!- Fece, frettolosamente.
-No, si figuri. Non
è che potrebbe dirci cosa sta succedendo?- Domanò
la rosa, preoccupata.
L'uomo, impaurito, non
parò molto.
-Il c-clan
Hyuga..-Biascicò, mentre tremava dalla paura.
I quattro ragazzi
sbarrarono gli occhi.
Fecero per
ringraziare, ma un altro rumore, sta volta più forte del
precedente, riecheggiò nell'aria, facendo fuggire l'uomo e
mettendo ancor più fretta ai ninja, di andare a vedere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Controllo ***
Ciao
a tutti e benvenuti in un nuovo capitolo! Ci tenevo a ringraziare molto
chi ha recensito, chi ha messo la storia tra i preferiti o tra le
seguite e anche chi ha solamente letto.
Siete davvero.. Non so come dire, ma mi avete resa felice :'D
Grazie ancora!
Controllo
Aveva capito bene? Il
"Clan Hyuga"?
-Muoviamoci!-
Esclamò Shikamaru, iniziando a correre in direzione della
loro meta.
Naruto era confuso. La
famiglia Hyuga era la più diligente del villaggio e non
combinava disastri di quel genere di sua spontanea volontà.
Possibile che fossero
stati attaccati?
Man mano che si
avvicinavano al quatiere, la nebbia si faceva sempre più
fitta e l'aria più pesante.
Sakura prese a tossire
per via della polvere che si era sollevata.
-Tutto ok?- Le
domandò Rock Lee, posandole una mano sulla spalla.
La rosa
farfugliò un "sì", per poi alzare lo sguardo.
La visione rivelatasi
davanti ai loro occhi non appena arrivarono a destinazione, fu
agghiacciante.
Gran parte della zona
più vecchia del quartiere era stata rasa al suolo e gli
abitanti, erano fuori dalle loro case, terrorizzati.
Bambini che si
nascondevano dietro ai loro genitori dalla paura e adulti, che
probabilmente attendevano il ritorno di persone rimaste sotto le
macerie.
C'era una donna che,
seduta a terra, si disperava urlando -E' tornato!- , mentre il marito
la stringeva tra le sue braccia, cercando di tranquillizzarla.
Naruto
sentì le gambe cedergli, come se improvvisamente, non
avessero più le forze per sorreggere il suo peso.
-Ha detto che
è tornato! Non è possibile!- Esclamò,
con i nervi che iniziavano ad essere parecchio tesi.
Shikamaru scosse la
testa.
-Adesso calmati, ok?
Quella donna è fuori di sé, meglio non dare molto
peso a ciò che dice.- Disse, mantenendo il sangue freddo.
Sakura, nel frattempo,
si avvicinò ad un anziano signore sulla settantina e, con
molta dolcezza, ma anche preoccupazione, gli chiese -Mi scusi, saprebbe
spiegarmi cos'è successo?-.
L'uomo parve
svegliarsi da un lungo sonno.
Voltò
lentamente il capo verso di lei, rivelando un volto privo di
espressione, che fece deglutire la ragazza, che rimase senza parole.
Non ebbe risposta a
quella domanda, perciò, dopo essersi scusata,
tornò frettolosamente dagli altri e disse -Andiamo a vedere.-
Corsero fino ad
arrivare davanti alle macerie.
Naruto
annusò l'aria, notando che non c'era odore di esplosivo,
ciò significava che era stata una tecnica particolare a
provocare quel disastro.
-Merda!-
Esclamò, digrignando i denti.
Shikamaru gli
lanciò uno sguardo d'intesa.
-L'hai notato anche
tu, vero?- Domandò poi, serio.
Il biondino
annuì, ancora in preda al nervoso e alla paura. Paura che
Madara, non fosse morto, ma che in qualche modo, fosse riuscito a
salvarsi. Se così fosse stato, tutto quello che aveva fatto
in passato, sarebbe risultato inutile. Tutte le morti, non sarebbero
servite a niente. Dunque lui era rimasto anche senza l'unica persona
che lo aveva fatto sentire parte di una famiglia, senza un motivo bene
preciso, perchè anche il suo maestro Jiraya, non c'era
più. Però non era possibile, era stato lui stesso
ad uccidere il nemico, l'aveva visto morire con i suoi occhi.
A riportarlo alla
realtà, fu la voce di Rock Lee.
-Guardate,
c'è Hinata!- Esclamò il ragazzo, indicando una
figura femminile, distante qualche metro da loro.
I ragazzi non se lo
lasciarono ripetere e schizzarono verso la giovane ninja, intenta a
parlare con Kiba.
-Hinata, che
è successo?- Domandò Sakura, preoccupata.
La Hyuga, era
visibilmente turbata, metre Kiba era inquieto.
Prese un lungo respiro
ed infine, dopo essersi fatta coraggio, parlò.
-Non so. Stavo per
uscire e.. Si è sentito il rumore di un'esplosione. D-dopo
essere corsa di fuori, ho visto che molte case erano crollate e qualche
istante più tardi, altri palazzi sono stati fatti saltare in
aria.- Spiegò la corvina, leggermente in imbarazzo, ma anche
un po impaurita.
Naruto, senza pensare,
scattò in avanti e le mise le mani sulle spalle.
-Sai chi è
stato? Hai visto qualcuno?- Domandò, affannato dalle sue
stesse ansie.
Hinata
arrossì, ma poi scosse il capo e mortificata disse -Mi
dispiace, ma non ne ho idea.-.
Naruto strinse la
presa, innervosito, ma anche impaurito.
Hinata, ancor
più confusa, parve diventare ancor più triste.
Forse, pensava di averlo deluso.
Shikamaru diede una
gomitata al biondino, che pareva essersi incantato a guardare il nulla.
-Naruto, riprenditi
per favore. Ci sono molte cose da fare.-.
-Shikamaru ha ragione.
Bisogna vedere se ci sono dei morti e portare i feriti all'ospedale.-
Fece Kiba.
-E possiamo farcela da
soli?- Domandò Sakura, dubbiosa.
-Credo di
sì, ci sono anche molti ninja del mio clan in giro.- Rispose
Hinata, ancora molto scossa.
-Bene, allora diamoci
da fare. Propongo di dividerci.- Sospirò Shikamaru.
-Già,
è più conveniente.- Accordò Kiba.
-Infatti. Kiba, tu
verrai con me, Sakura andrà con Rock Lee e Hinata con
Naruto. Tutti d'accordo?- Fece Shikamaru, sbrigativo.
Hinata
arrossì lievemente, per poi annuire come fecero tutti.
Naruto le fece cenno di andare e lei lo seguì, senza
obiettare.
Sentiva il cuore
scoppiarle nel petto. Un po per l'emozione di essere affianco al
ragazzo che amava e un po per la paura. Aveva già perso
Neji, non voleva vedere altre persone a lei care morire. La scomparsa
di suo cugino, l'aveva segnata abbastanza, tanto che al suo funerale,
non riuscì nemmeno a guardare la lapide, mentre posava un
bianco crisantemo sul marmo grigio e gelido. L'unico membro della sua
famiglia che aveva abbattuto i pregiudizi su di lei, imparando anche ad
apprezzarla per ciò che era, non c'era più e di
tanto in tanto, piangeva ancora per ore, a causa della sua morte.
Entrarono in un
edificio che a malapena si reggeva in piedi
-Tieni gli occhi
aperti, questo posto potrebbe crollare da un momento all'altro.- Si
raccomandò Naruto, con fare premuroso.
-.. Sì.-
Ripose semplicemente Hinata, per poi precipitarsi a curiosare, sempre
con la massima cautela.
In realtà,
la corvina non avrebbe mai voluto essere lì assieme a lui.
Ricordava benissimo come, nello scontro con Pain, lei gli avesse
confessato il suo amore, venendo poi schiacciata dall'insormontabile
forza del nemico, rischiando addirittura di morire. Si sentiva ancora
umiliata, anche se erano passati quasi due anni da allora.
Lei e Naruto non
avevano parlato molto dal termine della guerra e il fatto che lui non
avesse neanche tentato di chiarire la situazione con lei, le
frantumò il cuore in mille pezzi, facendole capire che
probabilmente, era ora di rinunciare al suo amore. Non sapeva come
avrebbe fatto, dal momento che l'idea di dimenticarlo, per lei era
talmente folle e dolorosa, da fargli credere che sarebbe stato di gran
lunga preferibile morire quando aveva affrontato Pain, piuttosto che
vivere, sperando in un'altrettanto importante fonte di
felicità.
Fece qualche passo,
ritrovandosi davanti ad una rampa di scale. Senza pensarci due volte,
iniziò a salirle.
-Sei impazzita? Non
reggeranno mai!- Esclamò Naruto, cercando di fermarla e
facendola sobbalzare.
La ragazza non si
voltò, ma rispose comunque con un apparentemente sereno -Non
preoccuparti.-.
Il biondo, non del
tutto deciso, la lasciò andare senza aggiungere una parola e
tornò ad ispezionare le altre sale della casa.
-Certo che si trattano
proprio bene quì.- Sospirò, mentre si guardava
intorno, scorgendo oggetti di valore e notando che le stanze non
finivano mai.
Riflettè.
Non c'era traccia di esplosivo da nessuna parte e questo, confermava la
teoria sua e di Shikamaru: l'esplosione era stata provocata da una
tecnica, perciò era ovvio che si trattasse di un attacco ben
programmato, ma di chi? Gli Hyuga di certo non erano tipo da farsi la
guerra tra di loro.
Fece per riaprire la
porta del bagno, quando sentì un urlo strozzato, provenire
dal piano di sopra.
Sobbalzò,
per poi gridare il nome della giovane Hyuga, mentre si apprestava a
salire le scale in fretta e furia.
Scorse subito la sua
figura seduta a terra, davanti ad un immenso cumulo di macerie.
Le si
avvicinò in preda all'ansia e a fatica iniziò a
dire -Hinata, tutto b..-, ma cessò di parlare non appena
comprese cos'era accaduto.
La ragazza aveva la
faccia disperatamente nascosta dalle mani bianche e tremanti, ma non
stava piangendo, stava coprendo i suoi occhi, da ciò che era
davanti a lei.
Quell'ammucchiamento
di massi e polvere, lì presenti per via del crollo del
tetto, nascondevano ciò che rimaneva del corpo di una
bambina di sei, o forse sette anni, che Hinata aveva liberato, credendo
fosse ancora viva.
Naruto posò
lo sguardo su di lei. Le condizioni in cui era ridotta erano terribili
e, dagli occhi ancora spalancati nonostante il tragico e forte
incidente, traspariva la forte paura che aveva provato negli istanti
che avevano preceduto la sua morte.
Il ragazzo si
portò istintivamente una mano sulla bocca, sentendo lo
stomaco in lieve subbuglio per via di ciò che stava vedendo.
-.. Mi dispiace..-
Mormorò infine, in tono avvilito.
Hinata prese diversi
respiri, molto profondi ed infine si alzò senza guardare.
-Questa.. Era l'ultima
casa, vero?- Domandò, facendo persino fatica a parlare.
Naruto
annuì preoccupato.
-Bene, andiamo.. A
fare rapporto, allora.-.
Naruto rimase sorpreso
dall'atteggiamento della ragazza. Hinata era sempre stata emotivamente
fragile e vedere che non aveva versato neanche una lacrima, davanti ad
una scena del genere, gli fece capire che anche lei, durante la guerra,
avesse conosciuto l'inferno e la cosa lo fece sentire ancora peggio.
Hinata era buona e le
persone buone non meritavano di vedere simili orrori, ma la
felicità, i colori vivaci, i profumi gradevoli, le belle
giornate.
Mentre usciva da
quella casa, sentì il cuore stringerglisi nel petto dalla
tristezza, che dovette provare a sopprimere per continuare a
concentrarsi sul lavoro da svolgere.
Una squadra speciale
di medici, rimosse il corpo della bambina, che era stata l'unica
vittima. I feriti invece, erano nove e vennero portati immediatamente
in ospedale.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Il ritorno di Shino e Choji ***
Il ritorno di
Shino e Choji
Erano passati
ormai quattro giorni dall'esplosione che lasciò tutta Konoha
senza una spiegazione. Sapevano che i palazzi non saltavano in aria per
caso, ma sul luogo del crimine non c'era nessun indizio. Per di
più, Tsunade non dedicava alla questione il tempo che
meritava e aveva lasciato l'incarico nelle mani di Kakashi.
Senza contare
che la paura, si era nuovamente impossessata dei pensieri della gente,
pur non intralciando più di tanto la loro vita.
Era una giornata
invernale insolitamente soleggiata. Faceva freddo, ma tutto sembrava
come brillare sotto quella gradevole luce, non abbastanza forte da
riscaldare.
Naruto giaceva
stravaccato sul suo letto, con i capelli arruffati, l'aria assonnata e
il corpo pesante, mentre apprezzava quell'atmosfera, guardando fuori
dalla finestra.
Tuttavia era
ormai di routine, che tornassero a riecheggiare nella sua mente, le
parole pronunciate dalla donna che piangeva.
"E' tornato".
A chi avrebbe
potuto riferirsi, se non a Madara?
Quella breve
frase, tormentava il biondo dal momento in cui l'aveva sentita per la
prima volta e doveva assolutamente scoprire la verità.
Riflettè
per qualche minuto su cosa avrebbe dovuto fare, finché i
suoi occhi parvero illuminarsi della luce di un'idea brillante.
Balzò
in piedi e, in fretta e furia, iniziò a prepararsi.
Aveva deciso:
Avrebbe interrogato quella donna, scoprendo così, come
stavano realmente le cose.
Uscì
di casa sbattendo la porta e saltò giù dalla
ringhiera del palazzo, atterrando con i piedi ben saldi al suolo,
schizzando subito dopo ad una velocità improponibile.
Si sentiva
sempre più deciso a trovare quella persona e colmare le sue
ossessive curiosità, ma, mentre girava l'angolo,
andò a sbattere contro una figura a lui ben nota.
Si
ritrovò a terra per via dell'impatto, massaggiandosi la
testa dolorante con la mano sinistra.
-Ma dico, sei
per caso impazzito, Naruto?- Domandò stizzito Shikamaru,
anch'esso a terra.
Il biondo
inarcò un sopracciglio.
-Ma se stavi
correndo anche tu!- Cercò prontamente di difendersi il
biondo, puntando un indice con fare accusatore verso l'amico.
L'altro
sbuffò.
-Ma dico, ti
sembro per caso il tipo di persona che si mette a correre?-
Domandò poi, annoiato.
Naruto tacque,
iniziando a capire che trovare delle scuse, non era proprio il suo
forte.
I due si
rialzarono.
-Comunque, in un
certo senso, capiti a puntino.- Iniziò il moro, mettendosi
le mani in tasca.
-E
perchè?-
-L'Hokage ci ha
convocati tutti.- Tagliò corto il ninja.
-E'
così importante?- Si lamentò Naruto, fin troppo
deciso di portare a termine l'incarico che si era dato.
-Credi davvero
che andrei lì per una cosa da nulla?- Sospirò
Shikamaru.
Il biondo
riflettè per qualche istante. Non voleva proprio rimandare,
però non poteva neanche mancare ad un appello importante di
Tsunade, dopo chi l'avrebbe sentita?
-E va bene,
andiamo.- Si convinse infine, non molto entusiasta.
I due ninja
s'incamminarono a passo svelto verso il palazzo dell'Hokage.
-A proposito,
dove andavi così di corsa?- Chiese il moro.
Naruto assunse
un'aria delusa.
-A parlare con
la signora che abbiamo visto tre giorni fa dopo l'esplosione.-
Borbottò, con fare capriccioso, cercando di nascondere i
suoi reali pensieri.
Shikamaru lo
ascoltava sempre e, ogni volta, era lì pronto ad
incoraggiarlo, ma sta volta non voleva pesare su di lui, per questo
decise che non avrebbe rivelato i particolari.
-Capisco le tue
preoccupazioni, ma Madara sta volta non c'entra, ne sono sicuro.-
Spiegò l'amico, centrando in pieno l'argomento.
Infatti, il
biondo non aveva tenuto conto che Shikamaru, oltre ad avere un
quoziente intellettivo pari a 200, lo conosceva ormai fin troppo bene e
capiva al volo il suo modo di pensare e di agire.
Naruto
sbuffò, secco.
-Allora
perchè ha detto "E' tornato" ?- Insistè
esasperato.
-Guarda che la
gente ha ancora una paura folle di lui, nonostante sia morto e sepolto.
Quella donna, terrorizzata dal rischio di essere sovrastata dalle mure
di casa sua, ha ovviamente attribuito a lui la colpa, ma è
stata una cosa istintiva. Lei non ha visto nulla.- Fece, mentre
raggiungevano l'ufficio di Tsunade.
-Sarà,
ma io andrò comunque a parlarle.. Devo esserne pienamente
sicuro, altrimenti questo pensiero non mi farà
più dormire.- Mormorò Naruto, passandosi una mano
fra i capelli.
Shikamaru, prima
di aprire la porta davanti a loro, gli sorrise amichevolmente.
Non ebbero
neanche il tempo di dire "Buongiorno", poichè l'Hokage stava
già urlando rabbiosamente verso Choji e, cosa che
stupì molto sia Shikamaru che Naruto, verso Shino, appena
tornati dalla missione. Dovevano averla combinata davvero grossa, la
donna era davvero fuori di sè.
-E non siete
neanche andati a cercarle?- Li sgridò Tsunade, battendo i
pugni sulla scrivania e alzandosi in piedi.
-Certo che ci
siamo andati, ma non le abbiamo trovate.- Spiegò Shino, non
scomponendosi affatto davanti alla collera della donna e rivolgendosi a
lei in tono serio, ma allo stesso tempo, molto educato e rispettoso.
Tutto il
contrario di Choji, che tremava dalla paura di fronte alla furia del
potente Ninja Leggendario.
L'Hokage
sospirò, cercando di calmarsi, mentre portava una mano sulla
parte alta del naso.
Naruto e
Shikamaru si avvicinarono a Rock Lee, che invece sembrava parecchio
preoccupato.
-Che diavolo sta
succedendo?- Sussurrò Naruto, confuso.
-Ino e Tenten
sono scomparse.- Fece semplicemente Rock Lee, teso.
Gli altri due
sbarrarono gli occhi.
-Come sono
scomparse? Ma che stai dicendo?- Si alterò Shikamaru,
necessitando ulteriori spiegazioni.
Senza
accorgersene, aveva alzato troppo la voce, attirando su di
sé l'attenzione di tutti i presenti.
L'Hokage
sospirò.
-Coraggio,
diteglielo.- Ordinò poi ai due ragazzi di fronte a lei, che
annuirono prontamente.
-Avevamo portato
a termine l'incarico e il giorno dopo, saremmo dovuti tornare
quì a Konoha, ma la sera non trovammo più
né Tenten e né Ino. Ci abbiamo messo tanto
perchè non siamo riusciti a trovarle e ne siamo davvero
mortificati.- Raccontò Shino, seriamente dispiaciuto.
-Cosa? E non
hanno lasciato niente? Neanche un biglietto?- Insistè
Shikamaru, divenendo sempre più ansioso.
I due scossero
la testa.
-No,
però le loro cose non c'erano. Probabilmente sono scappate.-
Rispose Choji.
-Scusate, ma non
sono sicura che c'entri qualcosa, forse dovremmo...- Iniziò
Sakura.
-Ma certo che
c'entra, non dire stupidaggini!- La zittì Tsunade.
Per un attimo,
la rosa provò il forte impulso di risponderle, ma subito
dopo qualcosa la bloccò. Voleva bene a Tsunade e il fatto di
non riuscire a consolarla o di starla vicino, la faceva sentire in
colpa e non gli permetteva di trovare la forza per difendersi davanti
al comportamento della donna, decisamente poco rispettoso. Voleva solo
che tornasse ad essere quella di prima, ma non sapeva dove mettere le
mani.
La
guardò. Nonostante fosse furibonda, glie lo si leggeva in
faccia quanto fosse distrutta. Era dimagrita, i capelli diventavano
sempre più secchi e gli occhi sempre più spenti.
-Comunque, ora
non ho molti jonin da mandare in missione, per cui, se entro tre giorni
non saranno tornate, cinque di voi, Shino e Choji compresi, andranno a
cercarle.- Decise la donna.
I ragazzi
annuirono.
-Hokage, mi
offro volontario per partire nell'eventualità che Ino e
Tenten non dovessero tornare.- Si fece avanti Shikamaru, energico come
non lo era da un pezzo, lasciando anche parecchio di stucco tutti i
presenti.
La donna lo
guardò ed infine disse -Va bene. E oltre a te, Shino e
Choji, potrebbero venire anche Hinata e Kiba. Le loro
abilità sarebbero molto utili in questa eventuale missione.-
Spiegò la donna.
I due nominati,
annuirono diligentemente, pronti a prestare il loro servizio al massimo
delle loro capacità.
-Mi scusi, ma
anche io vorrei andare a cercare Tenten. Se le fosse successo qualcosa,
non me lo perdonerei mai.- S'intromise valorosamente Rock Lee.
Tuttavia,
Tsunade fu contraria.
-Mi spiace, ma
partiranno solo loro.- Fece, deludendo profondamente il ragazzo.
Dopo la
decisione presa dall'Hokage, ognuno uscì dal suo ufficio,
prendendo una direzione differente.
Naruto non aveva
dimenticato il suo obiettivo. Era stato tutto il tempo ad aspettare che
quella conversazione finisse. Non che non gli importasse di Ino e di
Tenten, ma quel dubbio, era ormai divenuto il parassita della sua mente
e se non se ne fosse liberato in tempo, lo avrebbe sicuramente condotto
alla pazzia.
______________________________________________________________________________________
Ciao a tutti! Vi chiedo scusa perchè forse questo capitolo
era un po noioso, ma certe cose non sapevo proprio come farle.
Ovviamente non smetterò mai di ringraziare chi recensisce,
mette nei preferiti, chi legge (massì, anche chi non sa
della mia esistenza <3 ), insomma.. Tutti. Siete davvero
dolcissimi :3
Un saluto e.. Ci vediamo al prossimo capitolo (Spero D':)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Dubbio ***
Dubbio
Fuori dal
palazzo dell'Hokage, Shikamaru, Kiba, Shino, Choji e Hinata discutevano
della probabile missione imminente, che avrebbe potuto attenderli nel
caso Tenten e Ino, non fossero tornate in tempo.
-A che ora
dobbiamo partire?- Domandò Shikamaru, sbadigliando.
-Alle sette in
punto del mattino, vedi di essere puntuale.- Si raccomandò
Kiba, divertito dal solito atteggiamento annoiato del ragazzo.
-Cosa?
Così presto?- Replicò il ragazzo, troppo stanco
persino per assumere un tono disperato.
-Ma è
possibile che tu non ascolti mai gli ordini dell'Hokage?-
Sospirò Choji, rassegnato.
Shikamaru
scrollò le spalle, disinvolto, non rispondendo.
-Certo che
quelle due sono davvero irrecuperabili.- Commentò Shino,
abbassando il capo.
Non gli sembrava
vero. Sia lui che Choji, erano appena tornati e probabilmente, presto
sarebbero dovuti ripartire. Lui era sempre stato un ragazzo laborioso,
ma tre giorni di distacco tra una missione e l'altra, erano decisamente
troppo pochi. In più, il Villaggio delle Ombre, non era di
certo dietro l'angolo.
-Credete che
stiano bene?- Domandò Choji, in tono preoccpato.
Shikamaru parve
alterarsi.
-Certo che
stanno bene, che domande fai?- Lo riprese, senza pensarci troppo su.
In
realtà, anche lui temeva per la vita delle due ragazze. In
particolare per quella di Ino. Quella biondina era sicuramente sveglia,
ma la sua impulsività, spesso la cacciava nei pasticci.
Shikamaru l'aveva sempre protetta, come se fosse una parte di se
stesso, ma sta volta lui non c'era. Non che Ino non fosse abbastanza
forte, ma era sola con Tenten.
Dov'erano?
Con chi?
Ma soprattutto,
erano vive?
La testa stava
per scoppiargli e il cuore perdeva un battito dal terrore, ogni volta
che pensava al peggio.
-Hai ragione..-
Si convinse Choji, riportando l'amico alla realtà.
-Ah, un'ultima
cosa: portate dei vestiti pesanti, lì fa molto
più freddo di quà. Mi rivolgo in partecolare a
te, Hinata, che soffri particolarmente le basse temperature.- Si
raccomandò Shino.
La ragazza
sorrise timidamente, per poi mormorare un dolce -Certo.-.
-Dunque ci
vediamo fra tre giorni, forse.- Disse Kiba, non molto contento all'idea
di tornare al lavoro.
Gli altri
acconsentirono e, proprio quando stavano per salutarsi, una furia dai
capelli biondi, uscì di corsa dal palazzo dell'Hokage,
attirando l'attenzione dei presenti.
-Naruto.. Non
dirmi che.. -Iniziò Shikamaru, portandosi una mano fra i
capelli, sempre legati in una coda alta, con fare incredulo.
-Devo farlo,
Shikamaru, non ho scelta!- Esclamò il ragazzo, che fremeva a
causa dell'agitazione.
-Fa come vuoi,
ma ti ricordo che non conosci neanche il nome di quella donna.- Gli
ricordò il moro, scuotendo il capo.
Naruto si
paralizzò. Come al solito, Shikamaru aveva ragione. Non
poteva di certo mettersi a bussare ad ogni porta del quartiere degli
Hyuga, fino a trovare la persona giusta. Tuttavia, era una questione
troppo importante e non poteva assolutamente rinunciare.
Si
spremè le meningi per qualche istante, per poi posare di
scatto gli occhi su Hinata, facendola, come al solito, sussultare
dall'emozione.
-Hinata, se non
hai nulla da fare, ti spiacerebbe aiutarmi? Te lo chiedo per favore,
è davvero importante.- La supplicò poi, con un
tono serio che fece preoccupare la ragazza.
-V-va bene, ma..
E' successo qualcosa?- Chiese lei, allarmata.
-No ecco, vedi..
Ti spiegherò strada facendo.- Tagliò corto Naruto.
Hinata
arrossì, ma ovviamente accettò, senza fare
ulteriori domande.
Naruto
salutò con uno sbrigativo -Ci vediamo.-, seguito dalla
ragazza, parecchio disorientata dal suo comportamento.
Camminavano
silenziosamente, fianco a fianco, nella direzione del quartiere Hyuga.
Hinata sentiva
le gambe tremargli. Non capiva a cosa avrebbe potuto servigli il suo
aiuto, però voleva saperlo, d'altronde era anche giusto.
Le parole,
nonostante ci fossero, sembravano non voler uscire di bocca,
incuranti dello sforzo immane che lei faceva per
pronunciarle. Perchè faceva ancora così? Aveva
deciso di mollare la presa con lui da un bel po di tempo, eppure
continuava ad essere la solita impacciatissima Hinata. La ragazza che
abbassava lo sguardo quando lo vedeva, quella a cui appunto, tremavano
le gambe quando lui le era affianco, quella che faceva persino fatica a
parlare con lui. Certo, era sicuramente cresciuta in quel periodo, ma
in parte, sentiva di essere rimasta una bambina, non in grado neanche
di dire la sua, per paura di essere giudicata.
Fu per questo
che prese un respiro profondo, facendosi coraggio per parlare.
-Naruto..-Iniziò,
timidamente.
Lui pareva
essersi dimenticato di dirle tutto. Camminava a passo svelto senza
emettere suono, con i nervi sempre più tesi. Non a caso
sobbalzò, quando lei pronunciò il suo nome.
-Sì?-
Fece, non capendo comunque.
-Non
è che potresti spiegarmi cosa dovrei fare?-
Domandò poi, iniziando a torturarsi una ciocca dei lunghi
capelli corvini.
-Ah,
già! Scusami, ti sto trascinando con me senza uno straccio
di spiegazione.- Mormorò, mortificato.
-No.. Figurati.-
Sorrise, arrossendo di nuovo e maledicendosi pochi istanti dopo.
-Bhe, dovrei
parlare con una persona che fa parte del tuo clan, solo che non conosco
il suo nome e avrei bisogno di te- Spiegò il biondo.
La ragazza parve
parecchio colpita, ma cercò di non darlo troppo a vedere.
-Capisco..
Potresti descrivermela?-
-Certo. Aveva i
capelli castani, lunghi più o meno fino alle spalle, credo.
Non era né troppo magra, ma neanche troppo grassa. Il viso
allungato, un po triste e stanco.- Disse Naruto, sperando che Hinata
capisse al volo.
Lei assunse
un'aria pensierosa. Non aveva la benché minima idea di chi
potesse trattarsi.
-Non
è che potresti dirmi di più?-
Naruto
tirò un lungo sospiro. Si vergognava ad ammettere che era
lì solo per soddisfare una sua paranoia e che, la donna che
cercava, molto probabilmente aveva qualche rotella fuori posto.
-Dopo
l'esplosione di tre giorni fa, c'era una donna a terra, che piangeva e
si disperava urlando "E' tornato". Ho un disperato bisogno di parlarle.
So che non è molto e che probabilmente neanche l'hai vista,
ma ti prego, sei l'unica che può aiutarmi.-
Era finito per
implorarla senza neanche rendersene conto e la paura gli cresceva
dentro, divenendo sempre più forte per essere sopportata.
-Ah, ti
riferisci a Emiko Hyuga.- Fece Hinata, con un leggero sorriso sulle
labbra.
Gli occhi color
cielo del ragazzo s'illuminarono.
-La conosci? Sai
dove abita?- Domandò, impaziente.
La corvina
annuì dolcemente, felice di vedere un largo sorriso
dipingersi sul volto di Naruto, che esclamò un gioioso
-Fantastico!-.
Lo
condusse davanti a quella che, a causa dell'esplosione, era
la nuova e provvisoria abitazione della donna. Naruto iniziò
a sentire il cuore martellargli nel petto, stupito dall'effetto
provocatogli dalla paura.
Bussarono
alla porta e a rispondere, senza aprire, fu una voce maschile.
-Chi
è?- Domandò.
Naruto e Hinata
si guardarono, poi la ragazza decise di prendere in mano la situazione.
-S-sono Hinata
Hyuga.- Disse semplicemente.
La porta si
aprì. Il signore, molto alto, con i capelli lunghi e il
tipico sguardo severo degli Hyuga, squadrò i due ninja.
-Che vuole?-
Fece, scostante.
Naruto non
capiva. Possibile che si rivolgesse a lei con quel tono? Sembrava che
Hinata, fosse considerata un disonore anche da parte degli altri membri
del clan. Sentì il sangue ribollirgli nelle vene. Non aveva
mai sopportato gli Hyuga. Freddi a tal punto, che sembravano non
provare nessuna emozione.
La vide
sospirare amareggiata, iniziando a giocare nervosamente con le dita
delle sue mani, per non sentire la pressione.
-Mi chedevo se..
Il mio amico avrebbe potuto rivolgere qualche domanda a sua moglie,
riguardo il presunto attentato di tre giorni fa..- Iniziò,
tenendo la testa bassa.
L'uomo
inarcò un sopracciglio, quasi innervosito dalle parole della
corvina.
La ragazza parve
accorgersene, così, a denti stretti, aggiunse -Ci manda
l'Hokage.-.
Naruto ebbe un
sussulto. Hinata aveva mentito, non riusciva a crederci. Non era
certamente da lei.
Il marito della
donna aggrottò le sopracciglia seccato ed infine si fece da
parte, permettendo ai due ninja di entrare.
-Grazie..-
Mormorò Hinata.
Emiko Hyuga,
sedeva al tavolo della cucina con gli occhi fissi sulla tazza di
thé che aveva davanti e i capelli arruffati. Sembrava quasi
che si fosse dimenticata di dover bere.
Naruto e Hinata
si accomodarono, salutandola con un cordiale -Buongiorno.-, che
però non ricevé alcuna risposta.
Il biondo prese
un lungo respiro.
-Sarò
breve, signora. Mi piacerebbe sapere a chi si riferiva tre giorni fa,
quando dopo l'esplosione, parlava del ritorno di qualcuno.-
Spiegò, tagliando corto.
La donna
alzò lentamente gli occhi, vuoti e stanchi. Aprì
la bocca a fatica, quasi come se ci fosse qualcosa che le impediva di
parlare.
-.. Madara..
-Farfugliò, poi.
__________________________________________________________________________________________________
Buonciao a tutti ! So che in questi capitoli non c'è molto
movimento, ma non posso fare altrimenti, perciò spero li
apprezziate comunque C:
Grazie a tutti e al prossimo capitolo :3 !
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Partenza ... ? ***
Partenza ... ?
Naruto si
sentì mancare. I battiti del cuore, erano talmente forti e
veloci, che poteva sentirli rimbombare in testa. Cercava di ignorarli,
scuotendo la testa, ma senza risultato. Davanti ai suoi occhi, vide
comparire il volto del suo vecchio nemico che lo fissava con sguardo
iniettato di sangue.
Allora non era
morto. Non l'aveva ucciso. Aveva fallito anche in quello, non riusciva
a crederci.
-L-l'ha visto?-
Azzardò Hinata.
Le sue parole
fecero tornare il biondo con i piedi per terra, ricordandogli di essere
ancora vivo.
Emiko parve
colpita da quella domanda e andò leggermente nel panico.
Pochi istanti dopo, si ritrovò a farfugliare un laconico
-No.- , lasciando Naruto di sasso e facendo sospirare Hinata.
-Allora come fa
a dire che è tornato?- Domandò subito dopo il
biondo, iniziando ad agitarsi.
La donna,
leggermente pentita e con voce tremante, disse semplicemente -Non lo
so.-.
Il cervello di
Naruto stava andando in tilt. Si passò esasperatamente le
mani tra i capelli, per poi poggiare la testa sul tavolo, rassegnato.
-S-scusi, ma..
C'è qualcosa, oltre alla paura, che le ha fatto capire o
pensare, che la colpa fosse di Madara?- Insistè Hinata,
sotto l'interdetto sguardo del biondino. Sembrava come se Hinata,
capisse le volte in cui lui aveva bisogno d'aiuto, intervenendo
prontamente in suo soccorso.
La donna scosse
lentamente il capo. Ma era sincera, disperata. Il suo sguardo pentito,
per aver messo in allarme i due ninja, era la prova della sua
sincerità.
Fu a quel punto,
che Naruto capì. Shikamaru, aveva ovviamente ragione. Quella
signora, era semplicemente spaventata, nient'altro.
Il senso di
sollievo che stava pervadendogli il corpo, cessò non appena
un altro dubbio gli intasò la mente: perchè
Tsunade non li aveva ancora convocati, per parlare come si doveva,
dell'accaduto al clan Hyuga? Non era da lei non fare le cose per bene.
Nonostante
avessero risolto la faccenda, l'espressione sul volto del ragazzo non
era affatto cambiata.
-Q-qualcosa non
va?- Domandò Hinata, una volta che furono usciti da
quell'abitazione.
-Hinata, neanche
tu hai visto niente tre giorni fa?-
La corvina
scosse il capo.
-Mi spiace..
N-nessuno ha idea di cosa possa essere successo.- Mormorò la
corvina, dispiaciuta.
Le loro
attenzioni, vennero catturate dal vento gelido e pungente, che si
alzò. Talmente forte, da costringerli a chiudere gli occhi.
Non appena Hinata li riaprì, notò che quel forte
soffio, aveva portato tra i capelli del color del sole di Naruto, una
piccola foglia rossastra.
-Capisco..-
Mormorò il biondo.
La corvina
avvampò vistosamente, iniziando a torturare la punta di una
ciocca nera, con le esili dita.
-N-Naruto..-
Iniziò, con voce tremolante.
Lui la
guardò interrogativo.
-Hai una..Foglia
tra i capelli..- Sussurrò, cercando di fargli capire il
punto esatto gesticolando.
Il ninja ebbe un
sussulto e iniziò a toccarsi nervosamente la testa alla
cieca, nella speranza di farla cadere.
La corvina,
senza proferire parola, allungò timidamente la mano destra,
sfiorando con estrema delicatezza i capelli del ragazzo, la cui schiena
venne pervasa da un brivido, per via del contatto.
Liberò
dolcemente il frammento della pianta, dalla presa della chioma di
Naruto, per poi abbandonarlo nuovamente in balia dell'aria invernale.
Le guance del
biondo, parecchio basito, s'imporporarono, mentre Hinata
sentì lo stomaco contorcersi dall'emozione.
Quella, fu la
prima volta in cui Naruto, balbettò uno strascicato
-G-grazie..-.
La corvina,
sentendosi troppo imbarazzata, salutò sbrigativamente il
ragazzo, con
un
-Ora devo andare.-.
L'espressione
sul volto di lui non era cambiata: labbra leggermente schiuse e occhi
spalancati. Riuscì a malapena a farfugliare -Sì..
Ci vediamo.-, per poi guardarla allontanarsi, fino a scomparire dietro
l'angolo.
Per qualche
strano motivo, non aveva avuto neanche il coraggio di ringraziarla.
Tre giorni dopo,
Ino e Tenten non avevano fatto ritorno a Konoha, aumentando la
preoccupazione nei loro compagni, che alle sette in punto del mattino,
erano alle porte del villaggio, pronti a partire per andare a cercarle,
nonostante il freddo e il forte vento.
-Ditemi almeno
che ricordate la strada.- Sbadigliò Shikamaru, incurante di
portarsi la mano davanti la bocca.
-Certo che la
ricordiamo. Tu piuttosto, non è che potresti coprire quel
pozzo che hai al posto della cavità orale? La tua dentatura
non è così spettacolare da essere messa in mostra
così, come se nulla fosse.- Lo riprese Choji, facendolo
sbuffare sonoramente.
-Non iniziate a
discutere..- S'intromise Shino, tirando fuori dalla tasca una cartina e
iniziando a spiegarla.
-E chi ne ha
voglia?- Farfugliò Shikamaru, ancora troppo assonnato per
compiere qualsiasi azione.
-E' molto
lontano il Villaggio delle Ombre?- Domandò Hinata.
-Sì,
ci vogliono quattro giorni di cammino. E' situato proprio
quì.- Spiegò Shino, indicando un punto sulla
cartina, completamente opposto alla posizione di Konoha.
-Quattro
giorni?- Ripetè Shikamaru. -E' un suicidio! Ora capisco
perchè siete stati via quasi un mese!-
-Non
lamentarti..- Lo supplicò Shino, sospirando. -Pensa a chi
è appena tornato, ma deve comunque fare marcia indietro,
perchè due incoscienti kuonichi, se la sono svignata di
nascosto.- Aggiunse poi, sistemandosi lo zaino in spalla.
-Sapete, il
fornaio sotto casa mia ha momentaneamente chiuso. Pare sia scomparso
nel nulla.- Confessò Kiba, con aria pensierosa.
-E questo cosa
c'entra? Il tuo fornaio di fiducia, si sarà preso una
vacanza. Forse per non vedere il tuo brutto muso per qualche tempo.- Lo
sfottè Shikamaru, facendolo scoppiare a ridere.
-Forse hai
ragione..- Fece poi l'altro, asciugandosi le lacrime.
-Mi spiace
interrompervi, ma sono quasi le otto, ci conviene iniziare ad
incamminarci, anche perchè avremmo dovuto farlo
già un'ora fa.- Ricordò Shino , riponendo la
cartina in una delle tasche del suo cappotto.
Gli altri
acconsentirono, chi con più e chi con meno entusiasmo.
Poi, il ninja
amante degli insetti, si avvicinò ad Hinata e, a bassa voce,
le disse -Non appena arriviamo nell'estremo nord, attiva il byakugan.-
La ragazza
assunse un'aria confusa. Le stava chiedendo di usare i suoi occhi
quando sarebbero giunti a destinazione, che senso aveva?
All'amico
bastò guardarla, per capire cosa stesse pensando.
-Poi ti
spiegherò.- Aggiunse, dandole una leggerissima pacca sulla
spalla.
-Allora,
andiamo?- Li sollecitò Kiba.
I due annuirono
e si misero in marcia.
Konoha era
circondata da immense foreste, i cui alberi erano stati denudati dal
freddo invernale, rimanendo spogli. Ciò che si parava
davanti ai loro occhi, era quindi un'immensa distesa di rami scuri e
fitti, sormontati da un cielo grigio scuro, che preannunciava pioggia.
Non appena vi
furono dentro, sentirono subito un rumore di passi e cessarono
immediatamente di avanzare.
-C'è
qualcuno.- Disse Shikamaru a bassa voce, portando immediatamente una
mano sui kunai, pronto a difendersi.
Hinata fece per
attivare il potere dei suoi occhi, ma non ce ne fu affatto bisogno. Da
dietro un tronco, sbucarono le due kuonichi ritenute scomparse.
Tenten aveva la
faccia stanca, ma gli occhi molto più vispi, di quando era
partita. Anche fisicamente non era messa male, presentava giusto
qualche graffio sul viso e sulle mani. Ino invece, sembrava priva di
sensi. Gli occhi socchiusi, il volto sporco di sangue, le gambe che non
riuscivano a sorreggerla. Se Tenten non le avesse fatto da supporto,
probabilmente sarebbe crollata a terra.
-Ehylà..-
Mormorò la castana, abbozzando un sorriso.
Shikamaru
sentì le viscere stringerglisi e corse immediatamente verso
di loro, seguito a ruota da tutti gli altri, fin troppo stupiti.
-Che diavolo
è successo?!- Domandò poi, alterato e
preoccupato, aiutando immediatamente Tenten a sorreggere il peso di Ino.
L'altra
sospirò.
-Vi va se ne
parliamo dopo? Ora sarebbe meglio portare Ino in ospedale.-
Mormorò sfinita.
Hinata le si
avvicinò e premurosamente, le porse una borraccia con
dell'acqua.
-E' meglio che
ti faccia visitare anche tu.- Le consigliò poi, sorridendole.
Tenten
ricambiò il gesto, per poi rispondere con -Ho solo qualche
graffio, non è necessario.-.
La Hyuga scosse
la testa.
-Mi spiace, ma
non ha importanza.- Aggiunse, in tono serio.
Tenten, non
avendo abbastanza forze per insistere, annuì rassegnata.
Successivamente,
le due ragazze vennero portate in ospedale. Shikamaru aveva portato in
braccio Ino, senza proferire parola per tutto il tragitto, mentre Shino
e Choji, rimproverarono Tenten, finchè non dovette entrare
in una camera, per farsi visitare. Come aveva detto, le sue ferite non
erano affatto gravi, ma lei sembrava del tutto diversa.
Subito dopo,
andò con Hinata a fare rapporto all'Hokage.
Tsunade era nel
suo ufficio, parecchio turbata. Controllava centinaia di scartoffie
apparentemente inutili e smise, non appena le due ragazze fecero il
loro ingresso.
Alzò
gli occhi, per poi assumere un'aria minacciosa.
-Che fine avevi
fatto?!- Urlò a Tenten, che abbassò il capo
dispiaciuta.
-Mi dispiace,
c'è stato un contrattempo.- Disse semplicemente.
L'Hokage divenne
ancor più furiosa.
-Fammi capire:
tu torni quasi un mese dopo la partenza, dopo che i tuoi compagni si
sono fatti in quattro per cercarti, senza successo ovviamente, dopo che
sono tornati al villaggio rassegnati, dopo che stavano per ripartire a
cercarti... E l'unica cosa che sai dire, oltre al fatto che ti
dispiace, è "C'è stato un contrattempo"?! Ma sei
pazza?!- Sbraitò, alzandosi in piedi e rovesciando la sedia
a terra.
Tenten prese un
lungo respiro e fece per rispondere, ma venne preceduta dalla donna.
-Dimmi almeno
che quella scalmanata di Ino è tornata con te..-
La castana
annuì.
Tsunade
tirò un respiro di sollievo.
-E
dov'è adesso?- Domandò esausta.
-In ospedale.-
Alla donna si
rizzarono i capelli.
-Sta male?!-
Domandò nervosa, ma anche preoccupata.
Le due ragazze
si guardarono.
-Ha riportato
ferite gravi, ma fortunatamente non mortali. Per di più,
è stanca. I medici hanno detto che per qualche giorno non si
sveglierà.- Spiegò Tenten, mortificata.
Tsunade si
portò una mano fra i capelli.
-Sei
quì anche tu, per fare rapporto?- Domandò poi,
rivolgendosi ad Hinata.
La corvina
annuì.
-Sì,
nonostante le abbiamo incontrate appena ci siamo addentrati nella
foresta.. Ho pensato che sarebbe stato comunque giusto, venire a
comunicarglielo.- Spiegò.
-Sì,
hai fatto bene.- Le disse l'Hokage, non sapendo più che tono
di voce utilizzare.
-Però
Tenten, ora devi spiegare cosa è successo e dirmi dove siete
state tu ed Ino.- La sollecitò la donna, divenendo seria.
Tenten
alzò gli occhi.
-Vede.. Io non
ho la benché minima idea di quello che ha fatto Ino..-
Ammise poi.
Sia Hinata che
Tsunade sbarrarono gli occhi.
-Vuoi dire che..
Non siete state insieme?- Domandò incredula Hinata.
Tenten strinse i
pugni e aggrottò le sopracciglia, con gli occhi lucidi.
-No.-
___________________________________________________________________________________________________________________
Hi everyone! So
che questi capitoli non sono il massimo, ma a breve,
arriverà un bel po di movimento, promesso!
Spero stiate apprezzando C:
.. Mi dileguo .. Uhuhah !
Grazie a tutti :3
E al prossimo capitolo!
.. A meno che non mi abbandoniate D':
E non vi biasimerei se lo faceste, dico davvero.. Però.. Non
fatelo, per favore :'3
Anche se non credo che riuscirei a trattenervi, delirando come una
squilibrata.
Perciò, tenterò una classica frase d'effetto,
ovvero: Rimanete con noi, abbiamo i biscotti e la torta al cioccolato!
Spero (ma non credo) di avervi convinti.
Ora mi dileguo davvero.
Ciao ciao a tutti !!!!!!! :3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Il piano di Sakura ***
Il piano di Sakura
Hinata e
Tsunade, non riuscivano a proferire parola. I volti di entrambe erano
come pralizzati dallo stupore. Quindi ora c'era da indagare su ben due
cose, completamente differenti: le azioni di Tenten e quelle di Ino.
Tsunade si
ricompose, intrecciando le mani davanti alla bocca, per poi sollecitare
la ragazza dicendo, più tranquilla possibile -Racconta..-.
La castana,
assunse un'aria pensierosa per qualche istante e sembrò
andare, anche leggermente nel panico.
-Io non ho molto
da raccontare. Ho visto che Ino era scappata, perciò sono
andata a cercarla.- Spiegò.
-E non hai detto
niente ai tuoi compagni di squadra?-
-No. L'ho vista
correre via, così l'ho seguita, credendo che sarei riuscita
a riportarla indietro. Purtroppo però, ho finito col
perdermi e quando ho ritrovato la strada, Ino era tornata al villaggio,
in condizioni pietose. La cosa che mi ha sorpresa maggiormente,
è che in quel posto non ci sono ospedali, perciò
ho dovuto curarla, io e si sa che che le mie capacità in
campo medico, lasciano a desiderare.- Raccontò Tenten, con
lo sguardo rivolto in un punto non definito della stanza.
-Non ci sono
ospedali?- Ripetè Hinata, stupita.
Tenten scosse la
testa.
-Proprio
così..-
Tsunade
sospirò.
-E
perchè è scappata?- Domandò l'Hokage,
preoccuapata.
Tenten
scrollò malinconicamente le spalle.
-Non lo so.
Vedete, ci sono buone probabilità che finga, ma Ino non
ricorda di essere fuggita.-.
Hinate e Tsunade
si guardarono, incredule.
-S-scherzi?-
Balbettò la corvina, con gli occhi fuori dalle orbite.
L'amica fece
cenno di no con il capo, aumentando lo shock nelle altre due.
Tsunade era
preoccupata. Torturava nervosamente l'angolo di un foglio di carta e si
mordeva il labbro inferiore, per via dell'agitazione.
-Va bene, per
ora potete andare.. Ma ho un nuovo ordine..- Iniziò.
Le due kuonichi
le rivolsero un'occhiata curiosa.
-I lavori di
ristrutturazione procedono bene. Da oggi in poi, se ne occuperanno solo
gli operai del villaggio e una squadra di jonin che
selezionerò io. Tutti i ninja restanti, dovranno riprendere
gli allenamenti regolarmente e voi chunin, tornerete ad esercitarvi,
con i vostri maestri originari.- Spiegò Tsunade,
più seria che mai.
Sembrava come se
sapesse qualcosa, che però non voleva dire a nessuno.
Però era stata chiara, Hinata e Tenten, non fecero obiezioni.
Abbandonarono il
suo ufficio, per poi dirigersi immediatamente all'ospedale da Ino,
ancora priva di sensi.
Durante il
tragitto, nessuna delle due parlò.
Hinata non
avrebbe mai creduto possibile una cosa simile. Tenten e Ino, per quanto
scalmanate fossero, non sarebbero mai fuggite senza dire nulla a
nessuno. Erano due ragazze intelligenti e con la testa sulle spalle,
specialmente per le questioni riguardanti il lavoro.
Sospirò,
scervellandosi per capire, per quale sacrosanto motivo, Tenten avesse
mentito.
Perchè
sì, lei aveva mentito e Hinata se n'era accorta. Sapeva
benissimo che potevano benissimo non essere affari suoi, ma le
possibilità che sapessero qualcosa riguardante il villaggio,
o persino l'intero mondo, erano parecchio alte.
La corvina
sapeva altrettanto bene, che qualcosa non andava. Era silenziosa,
timida, ma di certo non era stupida. Più di una volta, aveva
percepito, anche se solo per un attimo, una potentissima energia, senza
capire da dove provenisse e a chi appartenesse.
Nella camera
d'ospedale, c'era solamente Shikamaru. Era seduto su una sedia, davanti
al lettino, con i gomiti poggiati sul bianco materasso e le mani che
sorreggevano la testa. Sembrava esausto.
Sobbalzò
non appena le ragazze chiusero la porta alle loro spalle.
-Tutto bene?-
Domandò Tenten, accomodandosi anche lei su una sedia.
Shikamaru
annuì.
-E Ino come
sta?- Chiese Hinata.
Il ragazzo
inarcò un sopracciglio e fece una smorfia, cercando di
nascondere il palese dispiacere che si poteva leggere nei suoi occhi.
-Si
riprenderà..- Mormorò infine.
La
porta della camera, si spalancò di nuovo, ma sta
volta rivelò le due figure di Sakura, molto preoccupata e
Naruto, anch'esso allarmato, ma anche visibilmente nervoso.
-Ma si
può sapere che cazzo sta succedendo?!- Sbraitò il
biondo, a voce un po troppo alta.
Shikamaru
assunse un'espressione infastidita.
-E non urlare,
razza di idiota! Siamo in un ospedale!- Lo sgridò Sakura,
furiosa per via del suo atteggiamento, mentre chiudeva la porta della
stanza, nella speranza che nessuno avesse sentito.
-A che ti
riferisci, Naruto?- Gli chiese il moro.
-Non
è ovvio? Prima l'attentato al clan Hyuga, ora questo! E'
tutto troppo strano..-- Spiegò il biondo, facendo avanti e
indietro.
-Vuoi calmarti?
Fai salire il nervoso anche a me.- Fece la rosa, stizzita.
-Guarda che
ancora non sai tutto.. Il dottore mi ha detto che Ino non ricorda
niente di quello che è successo.- Rivelò
Shikamaru, stringendo i pugni dalla rabbia.
Sakura e Naruto
si guardarono increduli.
-Cosa?!-
Esclamarono in coro.
-Non
è possibile! Tenten, raccontaci tutto!- La
sollecitò Sakura, poggiandosi disperatamente una mano sulla
fronte.
La castana
raccontò le stesse cose che disse all'Hokage, non
aggiungendo e non togliendo nulla. I tre ninja, ascoltarono con
attenzione, per poi trarre le dovute conclusioni.
-Non
è possibile..- Mormorò Naruto, divenendo sempre
più inquieto e prendendo ad agitarsi, nonostante fosse
seduto.
Gli altri tre,
infatti, rimasero in silenzio, rivolgendosi un'occhiata d'intesa.
Tenten si
guardò intorno e subito dopo si alzò, dirigendosi
verso la porta.
-Ci vediamo.. -
Disse semplicemente, prima di abbandonare la camera, senza neppure
attendere il saluto degli altri.
Tra i ninja, ci
fu un momento di silenzio, animato solo dallo scambio di sguardi tra
Shikamaru, Hinata e Sakura.
Naruto invece,
fremeva dalla rabbia. Sentiva di non star capendo un accidente di
ciò che lo circondava, iniziando anche a darsi mentalmente
dello stupido.
Shikamaru
sospirò.
-E
così ha mentito..- Disse dopo, non scomponendo l'aria
annoiata, che aveva sul suo volto e tenendo gli occhi fissi,
sull'immobile mano di Ino.
-Ma di chi
parli?- Chiese Naruto.
Possibile che tu
non di accorga mai di niente? Di Tenten, ovviamente!-
Esclamò Sakura, in tono rassegnato.
Gli azzurri
occhi del biondo di spalancarono.
-Come ha
mentito? Che ne sapete voi?!- Fece, entrando nel panico.
-Ma era ovvio,
no?- Sbuffò il moro, ancora fisso in quella posizione.
-Non
è possibile..- Borbottò il ragazzo, incredulo.
-C'è
qualcosa di molto importante di cui non siamo a conoscienza.-
Mormorò timidamente Hinata.
Naruto la
guardò stupito. Anche lei la pensava così. Gli
rivenne in mente la scena di tre giorni prima, facendo perdere un
battito al suo cuore. Erano state così piacevoli le sue
dita, leggere e sottili, mentre lo toccavano. Si guardò
intorno, per poi ricordarsi a malincuore di essere in un ospedale e in
nessun ospedale, una foglia avrebbe potuto impigliarsi tra i suoi
capelli.
Ma cosa stava
pensando? C'erano cose molto più importati a cui badare.
Senza contare che era rimasto a fissarla per parecchi secondi e, come
se non bastasse, Shikamaru se n'era accorto.
Non che per
Naruto contasse, ovviamente. Il fatto che si fosse incantato a
guardarla, non significava assolutamente nulla.
A riportarlo
alla realtà, furono le parole di Sakura.
-In
realtà, io so qualcosa che potrebbe interessare anche voi..-
Ammise.
Aveva le
sopracciglia aggrottate. Quell'informazione non andava di certo
rivelata con leggerezza, ma la rosa era ormai divenuta fin troppo
sospettosa e aveva deciso: era ora di andare in fondo alla questione.
Tutti le
rivolsero la loro attenzione e lei iniziò a parlare.
- Questa cosa,
non dovrà uscire da quì, almeno per ora.- Si
raccomandò e dopo che gli altri ebbero dato la loro parola,
prese a spiegare.
- Fra due
settimane, alle tre in punto di notte, ci sarà una riunione
di tutti i maggiori esponenti dei villaggi circostanti.-
Shikamaru
alzò la testa dal materasso, per lo stupore, Hinata
serrò i pugni e Naruto prese ad agitarsi ulteriormente.
-Che cosa? E
perchè?- Domandò Shikamaru.
Sakura
scrollò le spalle.
-Non so dirtelo,
ma so che si svolgerà quì a Konoha, in un'aula
nascosta del palazzo dell'Hokage.-
Agli occhi di
Naruto, tutto diventava sempre più assurdo e improponibile.
Ora esisteva anche una stanza di cui nessuno conosceva l'esistenza.
Si
grattò la testa esasperato.
-N-non sappiamo
neanche dove sia questa sala.- Mormorò Hinata.
Ma Sakura
ghignò divertita.
-Dimentichi che
sono l'assistente di Tsunade, mia cara.- Ridacchiò,
assumendo una posa fiera, che rassicurò e divertì
la corvina.
-Hai un piano?-
Le chiese Shikamaru, sospirando rassegnato.
La rosa
annuì prontamente, per poi affermare con certezza - Faremo
entrare tutti i partecipanti nell'aula, dopodiché, ci
posizioneremo proprio sopra di loro. Infine, li spieremo, ovviamente,
grazie al byakugan di Hinata. Sempre se a lei va bene..- , attendendo
poi una conferma dalla Hyuga, che risultò leggermente scossa.
Naruto sentiva
che a breve sarebbe impazzito. Come poteva chiedere una cosa simile a
Hinata? Lei non faceva queste cose, era troppo onesta.
-Facciamolo.-
Acconsentì la ninja, sotto gli occhi fieri della kuonichi e
quelli increduli di Shikamaru e Naruto, che riuscì a
strozzarsi con la sua saliva, nonostante non volesse nemmeno parlare.
-Ne sei
sicura?!- Fece poi, con voce ancora impastata.
Hinata
avvampò mentre annuiva, mormorando -N-non abbiamo scelta.-.
Rimase
nuovamente impalato a guardarla, quasi meravigliato dal suo sangue
freddo e, dopo aver tirato un lungo respiro, le sorrise lievemente,
arrossendo anche lui per una frazione di secondo.
_____________________________________________________________________________________________________
Salve a tutti, popolo di efp! Anche questo capitolo, è
giunto al termine. Come al solito, siete stati tenerissimi,
perciò devo assolutamente fare i ringraziamenti, quasi come
si deve. Ora arriviamo al punto in cui voi vi chiedete,
"perchè quasi?" (o forse no, ma io preferisco puntualizzarlo
lo stesso).. Ebbene, ho visto tutti gli altri utenti che
ringraziavano, mettendo il link del nick (ohoh linkdelnick), di chi
seguiva, recensiva o alto.. Mi sembra giusto che voi veniate a sapere,
che non sono assolutamente in grado, di svolgere un'azione
così complicata.. Cioè, di mettere il
collegamento sul nome, o come mannaggialcacchio si dice (sì,
potete insultarmi e schifarmi per questo, io vi capirò,
promesso), MA... Posso comunque ricopiare tutti i nomi!
Dopo aver detto queste cose, senza avere la certezza di essermi
spiegata (ahimè, sono un caso disperato C': ), proseguo con
i ringraziamenti
Per chi ha recensito:
- meryl watase
- YourCorpseBride
- cristy_duck
- ondirection_myworld231
Per chi ha messo tra i preferiti:
- alexandros9994
- Dandelion Ai
- meryl watase
-
onedirection_myworld231
- SasuVale_4Ever
- sivaice
Per chi ha messo
tra le storie ricordate:
- alexandros9994
-
antomary_99
- crazyfrog95
Per chi ha messo tra le storie seguite:
- 479mysterious
- angelikawhite
- antomary_99
- DanaYume
- farshid
- frisfra
- iced_swan
- lanterna_
- Lena_chan
- malefica89
- naruhinafra
- sakura92
- Sara_Chuck
E anche per chi legge!
Ringrazio anche chi non sa della mia esistenza e chi, in questo
momento, sta facendo qualcosa di giusto :D !!
Insomma, dovevo ringraziarvi tutti, perchè mi fomentate e mi
rendete felice xD
Woahohuh! Davvero, grazie millemilatanto C: !!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Coincidenze? ***
Coincidenze?
Il giorno della riunione era giunto. Erano quasi le tre, di una notte
che non prometteva nulla di buono. Il cielo, talmente coperto da
fittissime nuvole, non emanava alcuna luce. La luna, era totalmente
oscurata da quell'immenso tappeto di gas e sembrava quasi non esistere.
Naruto, Sakura, Shikamaru, Hinata e Kiba, il quale era riuscito a farsi
dire tutto con un'insistenza disumana, avevano raggiunto il palazzo
dell'Hokage con successo.
-Dunque. Inizieranno fra una decina di minuti circa..-
Cominciò Sakura, tenendo sempre gli occhi ben aperti, mentre
muoveva velocemente il piede dal nervoso.
-Voglio essere chiara con voi. Quello che stiamo per fare, è
un reato. Non grave, certo, ma lo è comunque. Chiunque non
se la sentisse, può tranquillamente tornare indietro.-
Spiegò, con decisione.
Naruto rise, divertito.
-Abbiamo combattuto contro i più temibili ninja della
storia. Di certo non ce la facciamo sotto, davanti a qualche Capo
Villaggio.- Rispose poi, assumendo un ghigno convinto.
La rosa guardò gli altri. Sembravano tutti molto propensi a
continuare, perciò, fiera e, allo stesso tempo, combattiva
come di suo solito, li guidò all'interno del palazzo.
Riuscirono ad entrare dalla finestra del secondo piano, ritrovandosi in
mezzo ad un lungo corridoio.
Hinata attivò già da subito il byakugan,
suggerendo di mettersi in una stanza, sopra a quella in cui si sarebbe
svolta la riunione.
Finirono quindi in un bagno, molto stretto e mal ridotto, pieno di
polvere ovunque. Disponeva di un solo lavandino, probabilmente fuori
uso e un'instabile cabina di legno stinto, in cui avrebbe dovuto
trovarsi il gabinetto.
-Questo posto è disgustoso.. Servirebbe una bella
ristrutturata.- Sussurrò Kiba, scrutando le pareti poco
pulite e il pavimento polveroso.
-E non lamentarti, mica devi viverci.- Controbattè Naruto,
sempre a bassa voce.
-E state zitti!- Li riprese Sakura, facendogli cenno di tacere.
Shikamaru scosse la testa, per poi rivolgersi ad Hinata, che era
inginocchiata con gli occhi fissi sul terreno, e chiederle -Cosa vedi?-.
La Hyuga aggrottò le sopracciglia, per poi sussurrare
-Iniziano.-
C'erano davvero tutti i capi dei villaggi circostanti e alleati, seduti
in cerchio, con gli occhi socchiusi e i volti preoccupati, quasi
mortificati.
L'aula in cui si trovavano, era spaziosa, ma arredata in modo sobrio.
Infatti, c'erano solo un grande tavolo di legno circolare, posto al
centro, qualche quadro raffiguarante gli Hokage e un appendiabiti.
I ragazzi non ce la facevano più. A quale scopo riunirsi in
segreto? Cosa, c'era di tanto importante, che gli abitanti non potevano
sapere?
Shakamaru sembrava parecchio turbato. Iniziava a sudare freddo e la sua
espressione, era tutt'altro che serena.
Quando Ino si era svegliata, due giorni dopo il suo ritorno, lo aveva
trovato addormentato sulla sedia, accanto al suo letto d'ospedale. Non
si era praticamente mosso di lì per tutto il tempo, troppo
preoccupato per la sua compagna di squadra, per fare qualsiasi altra
cosa.
Ricordava quando, con il suo tono arzillo, la biondina gli aveva detto
di non ricordare nulla, fin troppo disinvolta. Shikamaru ebbe un tuffo
al cuore. Avrebbe potuto esserle successa qualsiasi cosa, ma lui non lo
avrebbe mai scoperto.
Si maledì, perchè non riusciva a smettere di
tormentarsi e sapeva che, se Temari l'avesse saputo, come minimo lo
avrebbe strangolato con le sue mani.
Sakura si guardava intorno, prestando attenzione ad ogni minima cosa,
che avrebbe potuto risultare sospetta. In quel periodo, le sembrava che
stessero impazzendo tutti, compresa Tsunade. Lei capiva il suo stato
d'animo, era per questo che non voleva assolutamente darle contro, ogni
volta che le sue fredde parole, le si rovesciavano addosso come un
secchio d'acqua gelida, facendole detestare il ruolo che occupava.
Però voleva troppo bene a Tsunade. O forse non amava
abbastanza sé stessa? Neanche la sua era una vita facile.
Anche lei aveva perso degli amici, anche lei aveva perso la persona che
amava. Perchè lei amava ancora Sasuke e sapeva che,
nonostante non fosse morto, lui non sarebbe mai tornato a Konoha da
lei. Ormai, neanche ci sperava più. L'atteggiamento che
aveva assunto, lo aveva portato a detestarlo. Lui se n'era andato. Li
aveva abbandonati. Questo era il tutto.
Ma si sentì morire a pensarlo tra le braccia di un'altra, ma
d'altro canto, riconobbe che era meglio così. Non era
abbastanza meschina, da augurare infelicità ad una persona,
solo perchè l'aveva fatta soffrire.
Naruto e Kiba fissavano l'espressione concentrata di Hinata.
Attendevano una sua parola, un suo gesto, che facesse capire cosa
stessero dicendo, quelli sotto di loro.
La corvina era immobile, con il volto contorto in una smorfia quasi
sofferente.
-Hinata..?- La sollecitò Kiba, che fremeva dalla voglia di
scoprire di cosa stessero parlando.
La Hyuga, alzò leggermente la mano, per digli di attendere.
-Hanno quasi finito..- Sussurrò poi, cercando di
tranquillizzare tutti.
Naruto iniziò a cadere in preda all'ansia e strinse i pugni
e digrignò i denti, nella speranza di contenersi.
Una decina di minuti dopo, Hinata alzò lo sguardo,
incrociando gli occhi di tutti i presenti, che bramavano spiegazioni.
-Usciamo di quì.- Suggerì Shikamaru, ricevendo
subito l'appoggio degli altri.
Fecero lo stesso percorso, compiuto poco prima e, non appena furono
fuori, si recarono in un parco, parecchio lontano dal luogo in cui si
trovavano, in cui finalmente, Hinata si decise a parlare.
-Bhe.. L'argomento che hanno trattato, è stato praticamente
uno solo.- Iniziò, prendendo a sistemarsi nervosamente i
capelli.
-Cosa? Non è possibile, siamo stati quasi due ore in quel
bagno e avevano solo una cosa di cui parlare?- Fece Kiba, basito.
La corvina annuì.
-Non è stata una cosa da niente. In ogni villaggio.. Sono
scomparse diciassette persone, m-mentre invece, quì a
Konoha, sedici. In più.. I giorni delle scomparse
combaciano.- Iniziò, divenendo nervosa, sotto gli occhi
concentrati degli altri ninja.
-In ogni villaggio, c'è stato un attentato al clan
più potente e ognuno di questi, non è stato
causato con dell'esplosivo, bensì con una tecnica molto
antica, che non veniva utilizzata.. Da centinaia di anni.-
Proseguì.
-Che razza di tecnica è?- Domandò Sakura,
allibita.
-Non ha un vero e proprio nome, loro lo chiamavano "chakra perfetto" -
-Chakra perfetto?- Ripetè Naruto, confuso.
La ragazza arrossì, per poi annuire e aggiungere -A-a quanto
pare.. E' un chakra più unico che raro e.. La cosa
più strana è..-
Cessò di parlare. Le parole sembravano essersi incastrate
dentro di lei.
Si portò una mano tremante sul viso.
Chiuse gli occhi per qualche istante e inspirò
-E' che solo una persona lo ha posseduto, in tutta la storia
dell'umanità. Un uomo.
Vissuto più di settecento anni fa.- Concluse, pronunciando
quelle parole a fatica e lasciando i suoi amici completamente di sasso.
-E' u-una sciocchezza.- Rise nervosamente Kiba, rifiutando di credere a
quelle parole.
-Nessuno vive per settecento anni.- Sottolineò poi, con voce
tremante.
Ma gli altri non sembravano aver voglia di scherzare. Di certo sembrava
una storia dettata dall'imaginazione umana, in preda alla foga e al
terrore, per giustificare dei fatti inspiegabili. D'altronde, come
poteva un uomo, sopravvivere per sette secoli? Tuttavia, c'era comunque
la possibilità che fosse vero.
Il silenzio che era calato, venne interrotto da Naruto.
-Il fatto che da noi siano scomparse sedici persone e non diciassette,
come negli altri villaggi, significa che una deve ancora essere
rapita!- Esclamò.
-Hai ragione! Se tenessimo gli occhi aperti, potremmo scoprire qualcosa
in più!- Fece Sakura.
Ma Shikamaru, fece cadere ogni speranza, portandosi violentemente le
mani alla testa, quasi come per farsi male.
-Ma non capite?- Iniziò, a denti stretti.
-La nostra diciassettesima persona, è Ino!-
Sbottò, in preda all'ansia.
Kiba sbarrò gli occhi.
-Ne sei sicuro?!- Fece poi, agitandosi.
-E' ovvio, no? Non trovate un po strano che scompaia da una missione e
poi, una volta tornata, non ricordi più nulla?- Disse,
improvvisando un tono sarcastico, con il quale però,
riuscì comunque a convincere gli altri.
Calò il silenzio.
Naruto pensava assiduamente a cosa avrebbero dovuto fare. Era quasi
certo che ci fosse qualcuno sotto quella faccenda, ma.. Come scovavano
un nemico, la cui esistenza, rimaneva comunque un dubbio? Per di
più, senza sapere da dove iniziare.
Sentì una goccia d'acqua gelida, cadergli sulla fronte. Poi
un'altra posarsi sulla sua mano. Il numero aumentava e con esso, anche
il rumore che provocavano, quando andavano a schiantarsi contro il
suolo Divennero sempre più veloci, fino a sembrare un solo
ed unico brusio.
-Cosa dobbiamo fare?- Domandò poi, il ragazzo, tirando la
testa all'indietro e lasciando che l'acqua che scendeva dal cielo,
sostituisse le lacrime di rabbia che avrebbe voluto versare.
Come avrebbe affrontato un'altra guerra, se ci fosse stata?
-Per ora continuiamo a tenere gli occhi aperti. Io..
Cercherò il modo di far tornare la memoria ad Ino.- Fece
Sakura, attirando fin troppa attenzione, da parte di Shikamaru.
-E come pensi di fare?- Le chiese Kiba.
-Sfoglierò ogni libro di medicina, presente nel palazzo
dell'Hokage. Se notate qualcosa di strano, fatemelo sapere
immediatamente.- Si raccomandò.
-S-se vuoi.. Posso cercare anche a casa mia. Abbiamo una montagna di
libri, anche di medicina.- Intervenne timidamente, Hinata.
La rosa le sorrise.
-Va bene.. Ti ringrazio.- Fece poi, lusingata.
La corvina ricambiò il gesto.
Il sorriso di Hinata, era il più dolce che Naruto avesse mai
visto. Era sincero e, cosa più incredibile, spontaneo.
Hinata sorrideva spesso, ma non fingeva. Non dava contentini, glie lo
si leggeva negli occhi. Sebrava come se il bene degli altri, le
arrecasse gioia.
Naruto si diede mentalmente dello stupido.
Non sembrava, era così e basta.
-Bene.. Ora, forse.. E' il caso di andare a casa. Sono le cinque del
mattino e fra quattro ore, ho appuntamento con Choji e il nostro nuovo
maestro per allenarci. Per non contare che.. Piove da far schifo.- Fece
Shikamaru, iniziando ad incamminarsi verso la sua abitazione.
-Se riuscirò a scoprire qualcosa, ve lo dirò
immediatamente.- Concluse, salutando gli altri con un cenno della mano.
-E-effettivamente è tardi.. Credo che andrò
anch'io.- Iniziò Hinata, stringendosi leggermente tra le
braccia, per via del freddo.
-Buonanotte.- Salutò poi.
Kiba e Naruto fecero per rispondere, ma Sakura li precedè.
-Ecco.. Ti va se.. Facciamo un pezzo di strada insieme?-
Sembrava parecchio in difficoltà. La rosa non era certo il
tipo di persona che chiedeva cortesie di quel genere. Con il passare
degli anni, il suo orgoglio era diventato insormontabile.
Hinata sorrise. Di nuovo. Gli occhi di Naruto parvero brillare e, per
un secondo, divenire l'unica fonte di luce, in quella notte
così buia.
-Ma certo.- Fece poi, la corvina.
Sakura, leggermente in imbarazzo, le si avvicinò e, dopo
aver salutato nuovamente i ragazzi, le due kuonichi si allontanarono di
corsa, sotto la pioggia.
_________________________________________________________________________________________________
Sssalve! Come sicuramente avrete notato, un altro capitolo è
giunto al termine ( mi piace dire cose ovvie ). Non so se fra qualche
giorno, riuscirò a pubblicare regolarmente come ho fatto
finora, dal momento che.. Le vacanze sono finite (Tanto
perchè voi lo sappiate, ho avuto uno dei rientri a scuola
più traumatici della mia intera vita), ma
cercherò comunque di mettercela tutta, per portare avanti la
storia C:
Come al solito, ringrazio chi recensisce, aggiunge ai preferiti, alle
seguite e alle storie da ricordare.
Graziegraziegraziegrazie x3 !!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Passi avanti ***
Passi avanti
Naruto e Kiba,
abitavano in due quartieri abbastanza vicini. Camminavano uno
affianco all'altro, senza aprire bocca. I volti tristi e pensierosi. Il
silenzio tra i due, oltre che dal costante scrosciare della pioggia,
veniva regolarmente interrotto da sospiri di autoconvincimento.
Speravano che fosse tutta una loro paura e che quelle sparizioni e
quegli incidenti, fossero solamente dei casi, ai quali tentavano
disperatamente di trovare una spiegazione. Non erano pronti per
affrontare un nuovo male.
-Se non altro,
ho scoperto che fine ha fatto il mio fornaio. Spero solo stia bene..-
Scherzò Kiba.
Naruto lo
guardò interrogativo, non capendo il significato di quelle
parole.
-E'
parecchio tempo, che non lo vedo..- Mormorò il
castano, non togliendosi l'amaro sorriso dal volto.
-Mi dispiace..-
Disse Naruto, dandogli una leggera pacca d'incoraggiamento sulla
schiena.
Kiba
continuò a ridere.
-Anche a me.. Il
pane che fa lui, è il più buono del villaggio.
Perciò, che si sbrighi a tornare.-
Aveva finto un
tono arrabbiato, cercando di risollevare il suo spirito e quello
dell'amico, che però continuava a guardarlo con occhi
malinconici.
Naruto non
diceva nulla, attendeva che fosse nuovamente Kiba a parlare.
-Le cose, si
stanno facendo strane.. Cioè, sono tutti strani.-
Iniziò il ninja.
-Che vuoi dire?-
Domandò il biondo.
-Tenten, Ino,
l'Hokage.. Ma anche Shino! Per non parlare di Hinata..-
Spiegò il ragazzo, portandosi indietro con una mano, i
capelli ormai fradici.
Naruto
inarcò un sopracciglio. Hinata non le era affatto parsa
"strana" . Anzi, era sempre la solita, dolce Hyuga di sempre.
Sicuramente cresciuta e maturata, ma comunque sempre lei.
-In che senso?-
Domandò Naruto.
Kiba
sospirò.
-La quarta
guerra ninja, è stata un disastro per tutti..-
Iniziò.
-Sì,
ma questo cosa c'entra?- Insistè il biondo, i cui pensieri,
s'ingarbugliavano ogni secondo di più.
-Abbiamo tutti
detto cose che non volevamo dire, ma soprattutto.. Fatto cose che non
volevamo fare..-. Emise quelle parole, come se stesse alludendo a
qualcosa, di cui l'altro non era a conoscenza.
Si
fermò.
-Naruto, sono
preoccupato per lei..- Ammise infine.
Il ragazzo, non
sapeva cosa fare, dal momento che non capiva affatto a cosa si
riferisse.
-Kiba, come
pretendi che io riesca ad aiutarti, se ti limiti a dire quello che
provi, senza spiegarmi riguardo cosa?- Lo sollecitò Naruto,
fermandosi anche lui, spazientito.
L'altro
alzò gli occhi, leggermente stupito, per poi sospirare.
-Mi pare di
capire che tu sia l'unico a non saperlo..- Mormorò.
-Ma cosa?-
Insistè Naruto, iniziando a spazientirsi.
-E' successa una
cosa, durante la guerra, che ha profondamente cambiato Hinata.-
Cominciò, riprendendo a camminare.
-Non giudicarmi
male, te lo sto dicendo, solo perchè non è
assolutamente un segreto.-
Fece una pausa.
-Di che si
tratta?- Domandò Il biondo.
-Mentre tu e gli
altri, eravate impegnati a trovare Madara, noi siamo partiti in
missione. Come sicuramente saprai, c'erano anche molti conflitti
minori. Battaglie di cui nessuno, oltre a noi ninja,
conoscerà mai l'esistenza. Ma sono state terribili!-
Esclamò, provando dolore al solo ricordo.
-Io, Shino e
Hinata, eravamo partiti in missione assieme a tre jonin della Sabbia,
nel minuscolo Villaggio degli Alberi, parecchio lontano da
quì.
Era in corso una
rivolta, gli abitanti assalivano il palazzo del Capo del Villaggio, che
a noi avevano incaricato di proteggere.
Ci dividemmo in
tre gruppi. Hinata andò con Nagasu, della Sabbia. La
situazione stava diventando ingestibile e lei si trovò
trovò ad affrontare ben quattro ninja del posto.
Lottò con tutta sé stessa, cercando di farli
ragionare, di fargli capire che il nemico era un altro e che la crisi
non era colpa di stava al governo. Fu tutto inutile.. La
immobilizzarono, ferendola, minacciandola e, proprio quando stavano per
darle il colpo di grazia, Hinata si ribellò. Li uccise
tutti, con una tecnica che aveva appreso da poco.
Rimase talmente
scossa da ciò che fece, che non riuscì a muovere
un dito per ore. Nagasu, che aveva visto tutta la scena, la soccorse e
la portò al sicuro. Ci raccontò tutto e poco
dopo, morì, trafitto da un numero incalcolabile di kunai.-
Naruto ascoltava
attentamente, tirando dei profondi respiri. Il cuore gli batteva forte
per l'agitazione e, anche se non riteneva affatto anomala quella
vicenda, preoccupato .
-Ma non ha fatto
niente di male.. Insomma, è stato senza dubbio per legittima
difesa.- Disse, prendendo le parti della corvina.
-La penso anche
io così, ma prova a spiegarlo a lei. Si considera
un'assassina. Ci siamo tutti resi conto, che Hinata ha un potenziale
molto notevole. Alcune volte, quando ci alleniamo, la sua difesa
diventa impenetrabile e i suoi attacchi inarrestabili. E tutto,
è iniziato da quel giorno.- Aggiunse il castano.
Naruto
riflettè per qualche istante. Certo, venire a sapere che
Hinata aveva ucciso qualcuno, era certamente sconvolgente, ma entro
certi limiti. Era comunque una ninja e anzi, aveva anche fatto il
possibile, per evitare il peggio. Ma Hinata, era Hinata. Lei odiava il
male e tutto ciò che lo riguardava.
Il biondo,
riusciva a malapena ad immaginare quanto avesse potuto soffrire la
corvina. Uccidere, non era di certo una passeggiata.
Percorsero
ancora parecchi metri di quelle buie strade, ognuno immerso nei propri
pensieri e Naruto, riusciva a stento a trattenersi, dal chiedere
ulteriori dettagli a Kiba, che sembrava parecchio scosso.
Passarono sotto
casa del biondo, che si fermò per salutare l'amico.
-Bhe.. Allora..
Buonanotte, anche se sono le sei del mattino.- Scherzò
Naruto.
Kiba
ridacchiò.
-Effettivamente..
Ah, Naruto. Nel caso un giorno volessi parlare di questa cosa con lei,
cerca di farlo con un po di tatto, è comunque un argomento
delicato.- Si raccomandò Kiba.
Il biondo
assunse un'aria offesa.
-Per chi mi hai
preso?- Borbottò, poi.
-So che hai
diciannove anni e che ormai sei grande, ma certe cose, è
sempre meglio ricordarle a uno come te.- Lo sfottè il
castano, allontanandosi.
Naruto,
divertito, rincasò per poi buttarsi sul letto a faccia in
giù, totalmente stremato, e cadere in un sonno profondo.
Le cose,
filarono abbastanza liscie per un mese. Hinata, aveva spulciato ogni
tomo di medicina presente nella grande libreria di casa sua, per
aiutare Ino a riacquistare la memoria, ma senza alcun risultato.
In quella fredda
mattina però, qualcuno bussò alla porta del
capoclan Hyuga.
Hiashi, era
seduto davanti al tavolino e beveva del thé verde, affianco
alla figlia minore, Hanabi.
L'uomo, senza
dire nulla, si alzò, dirigendosi verso la porta a passo
composto.
La
aprì, ritrovandosi di fronte ad un'esile ragazza dai capelli
rosa, gli occhi color smeraldo e l'aria pimpante.
-Buongiorno,
Signor Hyuga. Hinata è in casa?-
Domandò cordialmente, la rosa.
La riconobbe
immediatamente. Quella era Sakura Haruno, aveva conosciuto Hinata
all'accademia.
Aggrottò
lievemente le sopracciglia, non capendo da quando fossero diventate
amiche così strette.
-Sì,
ora la faccio scendere..- Rispose, in tono serio, continuando a
guardarla, sospettoso.
Sakura
deglutì, facendo un lieve inchino, a mo di ringraziamento.
Sapeva che il padre di Hinata era un uomo freddo, ma non ricordava lo
fosse a tal punto.
Avrebbe almeno
potuto invitarla ad entrare.
Buttò
l'occhio all'interno dell'abitazione, scorgendo uno spazioso salotto,
arredato in stile tradizionale, ma allo stesso tempo molto sobrio. Non
c'erano oggetti inutili, o decorativi. Tutto, per Hiashi, aveva una
funzione. Le cose futili, non gli interessavano minimamente,
né tantomeno, erano di suo gradimento.
Hanabi, si
alzò di corsa dal tavolo e andò a chiamare la
sorella maggiore, che arrivò pochi istanti dopo.
Guardò
la rosa, acnora sulla soglia della porta.
-Sakura..
Buongiorno!- Esclamò avvicinandosi a lei, sorpresa da quella
visita.
-Buongiorno a
te, Hinata! Andiamo a farci un giro?- Domandò, rivolgendole
un ghigno d'intesa.
La ragazza
afferrò al volo, accettando con un cordiale -Ma certo!-.
Poi si
girò verso la sua famiglia, dicendo -Padre, io...-
iniziò.
L'uomo non la
degnò di uno sguardo, zittendola con un -Torna all'ora che
ti pare, non m'importa.-.
Hinata
sospirò, per poi salutare con un cenno della mano la sorella
ed infine, uscire di casa.
Sakura,
parecchio innervosita dalla scena, iniziò a dare in
escandescenza.
-Hinata, scusa
se mi permetto, ma si può sapere che razza di padre hai?
Insomma, sapevo quanto fosse duro con te, ma non pensavo fosse arrivato
a questi livelli! Essere addirittura così indifferente,
è terribile!- Sbraitò, lanciando un'occhiataccia
alla porta di casa della corvina.
Lei
scrollò le spalle, rispondendo -Non m'importa.. I-insomma,
può pensare quello che vuole..-.
Sakura lesse
rabbia nei suoi occhi, ma anche tristezza e delusione. Forse Hinata era
delusa da sé stessa, perchè voleva essere
ciò che il padre voleva che lei fosse.
-Per di
più.. Ci sono situazioni, alle quali proprio non riusciamo a
ribellarci. Per affetto, per paura.. O per entrambe le cose, preferiamo
tacere, piuttosto che farci valere.- Mormorò la ninja,
pensierosa .
Sakura ebbe un
sussulto. Ripensò a Tsunade e al modo in cui si comportava
con lei. Aveva tentato di darle conforto in ogni situazione,
finchè non finì per essere allontanata del tutto,
venendo anche trattata come una ragazzina. Per quanto quella storia le
facesse ribollire il sangue nelle vene, non riusciva a prendere in mano
la situazione, per paura di ferire la sua amata maestra.
-Già..-
Sossurrò poi, a denti stretti.
Hinata, vedendo
il viso turbato dell'altra, decise di cambiare discorso.
-Ma c'era
qualcosa di cui volevi parlarmi?- Domandò subito dopo.
La rosa le
sorrise, fiera di sé.
-Forse ho
scoperto..-
Abbassò
la voce.
-Come far
tornare la memoria a Ino..-.
_________________________________________________________________________________________________
Rieccomi!! Anche questo capitolo è giunto al
termine, quindi devo sbrigarmi a mandare avanti la storia, altrimenti
sono fregata xD
Prometto che a breve, farò nuovamente i ringraziamenti come
si deve. Anche perchè FORSE ho imparato a mettere il link
dei nickname ( Ndheheehehheheheh C: )
Per il momento, mi limito a ringraziarvi come faccio di solito. E' il
minimo che possa fare :3
Siete dolcissimissimi :3
Grazie :3
Ciao ciao !!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Fight! ***
Fight!
Hinata la
guardò, sorpresa, ma poi le sorrise.
-Com'è
possibile? Io non ho trovato nessuna tecnica che facesse riacquisire la
memoria..- Rise poi.
Sakura
gonfiò il petto, fiera di sé stessa.
-Allontaniamoci
un po, non mi va di parlare di queste cose, in mezzo alle strade di
Konoha.- Sussurrò, facendole l'occhiolino.
Hinata
annuì ridacchiando, per poi prendere a seguire la rosa.
Camminarono una
decina di minuti, a passo svelto, arrivando fino alla periferia del
villaggio. Si fermarono davanti ad un prato, dal colore spento per via
del freddo, accomodandosi su una panchina di pietra.
Intorno a loro
c'erano solo alberi spogli, erba e brecciolino bianco. In
più, la cupa luce del cielo, attribuiva a quel luogo,
un'atmosfera tetra, ma allo stesso tempo, avvolgente.
-Speriamo che il
tempo regga..- Fece Sakura, alzando lo sguardo in direzione dei
nuvoloni grigi, sopra le loro teste.
-Comunque.. Ho
analizzato ogni libro di medicina che ho trovato..- Iniziò,
accavallando le gambe e incrociando le braccia, incuriosendo
ulteriormente la Hyuga.
-E, con mia
immensa sorpresa, ho trovato solo una tecnica che potrebbe fare al caso
nostro.- Fece.
-B-bhe.. Meglio
di niente, no?- La incoraggiò Hinata.
-Già,
ma non è tutto. Non è un'arte complicata, anzi,
è molto semplice ed elementare. Tuttavia, pochissime
persone, sanno della sua esistenza.- Spiegò Sakura,
voltandosi verso la corvina.
-Questo..
Significa che, se il presunto aggressore è a conoscienza di
questa tecnica, essa risulterà sicuramente inefficace dal
momento che sicuramente, egli avrà trovato un modo per
neutralizzarla, cancellando la memoria di Ino con un'arte
più potente.- Intuì la Hyuga.
-Esatto e, come
abbiamo notato, il nemico non è di certo un incapace.
Perciò, sono pronta a scommettere che la cura non
avrà l'effetto desiderato. Anche perchè, a quanto
pare, ci conosce e sa benissimo che l'Hokage del nostro villaggio,
è il miglior ninja medico del mondo.- Aggiunse Sakura,
piuttosto tranquilla, rispetto ad Hinata, che non vedeva via d'uscita.
-A-allora
risulterebbe inutile persino provarci!- Esclamò la corvina,
ma la ragazza dagli occhi smeraldo, scosse la testa.
-In poche
parole, quella cura, chiamata "arte del risveglio", mette in condizione
di ricordare, il cervello di chi la subisce. Ma, dal momento che con
Ino non basterà, cercheremo di portarla nei posti in cui
è stata, quando è stata rapita. In questo modo,
le probabilità che ricordi qualcosa, aumentano di
parecchio.- Disse, riuscendo finalmente a convincere l'amica delle sue
parole e facendole illuminare gli occhi.
-Giusto, ma
questo significherebbe.. Portare Tenten con noi.. E francamente, non
credo ne abbia molta voglia.- Mormorò Hinata, passandosi una
mano fra i lunghi capelli scuri.
Sakura
sospirò, iniziando a pensare ad un modo per convincere
Tenten ad andare con loro e, soprattutto, una bugia da raccontare a
Tsunade, per permettergli di lasciare il villaggio.
Erano entrambe
in piena riflessione, quando un grande ramo, si staccò
dall'alberò di cui era parte, provocando un tonfo, che le
fece schizzare in piedi.
Iniziò
ad alzarsi un forte vento, che trasportava polvere ovunque.
Le due kuonichi,
si guardarono intorno. L'aria aveva uno strano odore e dei rumori
sinistri, arrivarono alle orecchie delle due ragazze.
-C'è
qualcuno..- Sussurrò Hinata.
Sakura mise
prontamente una mano sui kunai, divenendo nervosa.
L'ansia che
pervase le loro menti, che sentivano la presenza di qualcuno, ma non
sapevano dove fosse, le mandò in tilt per qualche istante.
Finchè
una voce,stridula e divertita, a qualche metro dalle loro
schiene, disse -Tremano come foglie..-, per poi scoppiare in
un'acuta risatina.
Ricevè
risposta da un'altra voce, più roca e annoiata -E chi se ne
frega?-.
Le ragazze, si
girarono di scatto.
I muscoli in
tensione e il sudar freddo, provocati dalla paura di avere
un'avversario sconosciuto, proprio alle loro spalle, avevano preso il
sopravvento nelle due kuonichi.
Li videro.
Due uomini alti.
Uno, probabilmente quello che aveva parlato per primo, con i capelli
biondi, lunghi fino alle spalle e raccolti in una coda. Un visto
allungato, dai tratti abbastanza leggeri, al cui centro, si trovava un
naso fino e lungo. Poco sopra di esso, due occhi, completamente neri e
privi di pupille, uguali a quelli del suo compagno. Alle due,
bastò guardarli un attimo, per vedere il fiume di
oscurità che vi scorreva dentro.
L'altro, era
più massiccio. Aveva un evidente fisico tonico e muscoloso.
Le mani grandi mani, coperte da tirapugni di ferro. I capelli corti,
rossi e la barba incolta del medesimo colore.
-Chi siete?!-
Domandò Sakura, minacciosa.
Il primo
scoppiò nuovamente a ridere.
-Guardale, sono
entrambe così vulnerabili.. Quasi mi fanno pena!- Si
sbellicò il biondo, poggiando una mano sulla spalla
dell'altro, che glie la spostò immediatamente con uno
schiaffo.
-Non toccarmi.-
Sibilò, rabbioso.
-Rispondete!-
Urlò la rosa, tirando fuori un kunai.
Il rosso
iniziò ad avanzare, mettendo immediatamente le ragazze sulla
difensiva.
-Io sono Susumu
e quell'imbecille che sta ridendo e Tadao..-
Faceva grandi
passi, ma lenti.
Hinata
attivò il byakugan.
Spalancò
gli occhi, emettendo anche un grido strozzato, che catturò
l'attenzione di Sakura.
-Che
c'è?!- Domandò, preoccupata.
Hinata era
stupita e confusa.
-Questi tipi..
Questi tipi.. Sono fatti di chakra!!- Esclamò, puntando il
dito dontro i due.
Sakura
sbarrò gli occhi.
-Cosa?!-
-Però..
Non sono copie. Hanno vene, arterie, organi, muscoli e ossa! Ma fatti..
unicamente di chakra..- Spiegò la ragazza, allibita.
Sakura
deglutì, incredula. Che razza di esseri erano? Da chi erano
stati creati?
-Non
è possibile..- Sussurrò poi, con voce strozzata.
Susumu era a
pochi metri da loro e, rabbioso, alzò in alto il pugno.
-Ora, abbiamo un
ulteriore motivo per uccidervi!- Ringhiò.
-Spostiamoci!!-
Urlò Hinata.
Così
fecero, appena in tempo, prima che il potente pugno dell'uomo,
frammentasse il terreno in mille pezzi. L'impatto fu tale, da avere un
diametro di circa venti metri.
Hinata
indietreggiò di qualche passo, andando a sbattere contro
qualcosa. Si voltò, trovandosi faccia a faccia con Tadao,
che sghignazzava divertito.
-Ciao ciao!-
Disse, per poi attaccarla con una ginocchiata, che la corvina,
schivò abilmente.
Hinata
capì, doveva combattere, ma di certo non avrebbe potuto
farlo lì. Era comunque troppo vicina alle abitazioni,
perciò si addentrò nella foresta, seguita dal suo
avversario, che continuava a ridere.
-Ehy,
angnellino, hai finito di scappare?- Canticchiava, mentre la
raggiungeva.
La
trovò ferma, in una piccola radura, circondata da alberi
spogli. Aveva la testa bassa e un kunai in mano.
Sorrise beffardo.
-..E' arrivato
il lupo cattivo..- Sussurrò sorridendo, per poi scagliarsi
contro la Hyuga.
Lei
alzò il capo. La frangia, nascondeva un'espressione
determinata e minacciosa.
-Fatti..
sotto..- Sibilò con decisione, prima di corrergli incontro.
Il nemico,
iniziò con una serie di pugni, che Hinata schivò
prontamente. Mentre agiva, lo osservava attentamente. Possedeva tutto
ciò che gli umani avevano, solo che tutto, era costituito da
chakra e nient'altro. La cosa la sconvolse parecchio. Che c'entrassero
qualcosa con quel "chakra perfetto", di cui si era parlato alla
riunione? Si diede della stupida, per averlo pensato. Era
più che ovvio, che fosse così.
Hinata fece una
finta, per poi riuscire ad assestargli perfettamente, un calcio nello
stomaco.
Tadao
volò per qualche metro, fino ad atterare di schiena.
Era incredibile.
L'aveva colpito, eppure non scompariva.
L'avversario si
alzò in piedi.
-Te la cavi
bene, agnellino, ma adesso, si fa sul serio..- Ghignò.
Tadao si mise in
posizione.
-Non
è possibile!- Esclamò Hinata, sbarrando gli occhi.
Il ragazzo,
compì diversi movimenti veloci con le mani, prima di
urlare -Tecnica delle lame infuocate!-
Le sue braccia
si riempirono di fiamme, che presero la forma di due lame, sotto gli
occhi basiti della Hyuga. Non capiva. Come poteva una creatura fatta
interamente di chakra, utilizzare una tecnica?
Nel frattempo,
Sakura stava affrontando Susumu, sempre nella foresta. Anche lei, aveva
appena scoperto della capacità del suo avversario, di
utilizzare delle tecniche, proprio come gli esseri umani. Esseri fatti
di chakra, che utilizzavano dell'altro chakra. Incredibile.
Come Hinata, lo
aveva trascinato nella foresta, per non creare ulteriori danni al
villaggio.
Era impegnata a
schivare ogni suo colpo, feroce e spesso, anche letale. Era una vera e
propria furia. Potente, ma anche molto agile nei movimenti.
Un pugno le
colpì la bocca dello stomaco, facendola piegare in due dal
dolore e indietreggiare di qualche passo.
Subito dipo, con
una gomitata la fece finire con la faccia a terra, distruggendo altri
pezzi di terreno.
-E' tutta
quì la tua grinta? Almeno, fammi vedere come lotti per la
tua vita, tu che ne hai una..- Continuò a sfidarla l'uomo,
prendendola per i capelli, sollevandola da terra e osservando il suo
volto, pieno di sangue, accartocciato in un'espressione di dolore.
-Voi umani siete
stupidi e insignificanti..- Borbottò serio, per poi
lanciarla in aria e darle un calcio, facendola finire contro un albero,
che crollò inevitabilmente.
Sakura respirava
a fatica e sentiva tra i denti, il fastidioso sapore metallico del
sangue.
-..E tu, sei
solo un povero pallone gonfiato..-
Prese un respiro.
-.. Sei tu a non
avere rispetto per la vita!- Urlò, caricando un pugno pieno
di chakra e schizzando verso di lui.
Lo
colpì dritto in faccia, deformandogli il grande naso che vi
era al centro e riducendolo in poltiglia.
La rosa si
asciugò alcuni rivoli di sangue che le colavano dal labbro e
ghignando, aggiunse -E non so se lo sai, ma il corpo a corpo,
è la mia specialità!-.
Susumu venne
colpito da una scarica di attacchi di ogni tipo. Sakura sentiva il
sangue ribollirgli nelle vene e, nonostante le ferite, non provava
affatto dolore.
Lo
colpì ripetutamente, così forte, fino a che non
si dissolse in una nuvola di fumo, tipica delle copie di chakra.
La rosa cadde a
terra, stremata dallo sforzo, nella speranza di riprendere fiato.
-Quindi, se li
si porta al limite, scompaiono.- Sfiatò, mentre si curava
velocemente le ferite e faceva mente locale.
-Esseri fatti di
chakra, che usano tecniche, ma che scompaiono come copie. E' dunque
questo il potere del "chakra perfetto"?- Si disse, rimettendo in sesto
le ginocchia sbucciate.
Dopo aver
finito, si alzò nuovamente in piedi e corse a cercare
Hinata.
Percorse
parecchi metri, prima di trovarla ancora immersa nel combattimento con
Tadao.
Sussultò.
Era ridotta
male. Riportava bruciature quà e la, assieme ad un profondo
taglio sulla guancia e uno sulla fronte, ma continuava a combattere,
senza dar segno di voler cedere.
-Agnellino mio,
dovresti rassegnarti..- Rise il biondo, lisciandola con una fiammata
che lanciò da una delle sue spade.
La Hyuga era
seria e per niente spaventata.
-Immagino.. Tu
sappia quale elemento può neutralizzare il fuoco..- Gli
disse.
Il ragazzo
sorrise divertito.
-L'acqua!-
Esclamò poi.
-Già..-
Iniziò.
-E guarda caso..
E' proprio l'elemento che ho imparato a padroneggiare in questi anni.-
Rivelò, seria.
Tadao assunse
un'espressione turbata, ma che sembrava non capire totalmente la
situazione.
Sakura parve
sorpresa. Non sapeva che la corvina, avesse accantonato lo stile di
combattimento degli Hyuga, per concentrarsi sull'elemento che le
apparteneva.
Hinata
richiamò il chakra, per poi rinchiudere il suo avversario in
una sfera d'acqua solida.
Le fiamme di
Tadao si spensero e lui iniziò a soffocare, fino a
scomparire in una nube di fumo.
La Hyuga si
agiugò la fronte che grondava di sangue, per poi accorgersi
della presenza di Sakura.
-D-da quanto..
Sei quì?- Mormorò a fatica, cercando di
impadronirsi con il respiro, di una quantità spropositata di
ossigeno.
La rosa le
sorrise, correndole incontro.
-Abbastanza..
Sei stata fantastica!- Esclamò, mentre iniziava a curare le
sue ferite.
Hinata
arrossì e timidamente, sussurrò un -G-grazie.-,
sorridendo.
-E di che? E'
vero..-
Rimasero
lì per ancora cinque minuti, il tempo che servì
alle ferite più gravi, per guarire.
Si alzarono.
-Dobbiamo
avvertire gli altri.- Disse Sakura, in tono preoccupato.
___________________________________________________________________________________________________
Salve, giovani! Mi sono finalmente cimentata nella "descrizione" ( Pfff
.. povera illusa C': ) di un combattimento. Le scene d'azione non sono
proprio il mio forte, ma se son fatte bene, mi fomentano come non mai.
Mi piace quando i personaggi, pronunciano frasi che, nonostante non
siano niente di speciale, diventano inevitabilmente epiche in quel
contesto. Non riesco a non immaginarmi una colonna sonora di quelle
cattive, ma gasanti, come sottofondo.
Detto ciò, spero di non avervi annoiati.
Come al solito, ringrazio dal prondondo del mio cuore chi recensisce,
mette tra i preferiti, tra le seguite, tra le storie da ricordare, chi
legge soltanto e chi non legge.
La sensazione che mi fate provare, è la seguente:
bfnuidsnfijsnfisnfis!!
Ed è bellissima, dico sul serio :'3
Grazie ancora e al prossimo capitolo C: !!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** La proposta ***
La proposta
Quella
domanda, lasciò tutti un po perplessi. Che aveva
architettato il genio del gruppo?
-Parla chiaro, Shikamaru.- Lo incitò Ino, iniziando a far
ticchettare le dita sul legno del tavolo.
Il ninja si schiarì la voce, sotto gli occhi impazienti dei
suoi amici.
-Ora vi spiego. Come ben sapete, non possiamo chiedere all'Hokage di
mandarci in una missione architettata noi, per due motivi: il primo,
è che non siamo ancora dei jonin, quindi non abbiamo questo
potere. Il secondo, molto più importante, è che
saremmo costretti a rivelare che la perdita di memoria di Ino,
è strettamente collegata a ciò di cui loro hanno
parlato in quella riunione, che avrebbe dovuto essere un segreto.-
Iniziò.
-Avete spiato una riunione?!- Esclamò Temari sconvolta,
schizzando in piedi.
Naruto annuì.
-Non avevamo scelta, c'erano troppe cose che dovevamo sapere.- Le disse
serio e tutto d'un fiato.
La ragazza della Sabbia sospirò.
-Ma siete diventati pazzi? E tu, quando pensavi di dirmelo?-
Ringhiò, rivolgendosi al fidanzato, che prese a ridacchiare
nervosamente.
-Calma! Non era certo una cosa che potevo dire così, senza
pensare.- Si giustificò, poi.
Ma Temari parve innervosirsi di più.
-Però mi pare che adesso, tu ne abbia parlato
tranquillamente, senza preoccupartene!- Esclamò, sbattendo
una mano sul tavolo.
-Ascolta, dopo ne parleremo, promesso! Però adesso, fammi
risolvere la questione, per favore..- La supplicò.
Temari, nonostante stesse fremendo dalla rabbia, tornò a
sedersi stizzita, permettendo al ragazzo di proseguire.
-Dicevo, che non possiamo rischiare così tanto, quindi,
serve uno che rimanga quì e che crei dei delle copie di noi.
Per questo, serve un ninja che sappia controllare il chakra in modo
impeccabile.- Concluse.
I ragazzi parvero entusiasti. L'idea aveva buone possibilità
di successo, se avrebbero fatto come diceva lui e se la fortuna sarebbe
stata dalla loro parte.
-Ma come facciamo? Uno da solo non ce la farà mai. Ci sono
anche gli allenamenti di mezzo!- Sottolineò Ino.
-Ino ha ragione, servono più persone che se ne occupino.-
Accordò Sakura.
-Bhe, ma come facciamo? Sakura, tu devi partire per forza, in quanto
sei l'unica in grado di usare le arti mediche alla perfezione. Ino
anche. Hinata ha il byakugan, perciò non possiamo fare a
meno di lei. Tenten dovrà venire con noi, altrimenti come
facciamo a sapere dov'è andata Ino? Mentre io e Naruto, di
certo non rimarremo quì.- Affermò, deciso.
-Mi hai capito al volo, amico.- Concordò il biondo, ridendo
divertito.
Kiba sbuffò.
-Io posso anche rimanere quì, ma da solo non posso gestire
sei copie indipendenti, tutte diverse. Se mi permettete di chiedere
aiuto anche agli altri, va bene, altrimenti non potrò
farlo.- Spiegò poi, poggiando la testa sul tavolo, mentre il
suo cervello andava in tilt.
Il silenzio calò. Ciò significava ammettere di
aver commesso un crimine e la cosa, non era affatto allettante. Anche
se il tutto era a fin di bene e tutti i presenti, esclusa Temari, erano
convinti di aver fatto la cosa giusta.
-B-bhe.. Non mi sembra giusto non informare i nostri compagni, della
brutta situazione che si sta creando. D-dopotutto, Shino sospetta
già qualcosa..- Mormorò Hinata, mentre
giocherellava nervosamente con la punta di una ciocca di capelli.
Sakura la guardò sorpresa. Doveva ammettere che era maturata
molto, o meglio, iniziava a farsi valere. Lo aveva capito sin da quando
l'aveva vista combattere, mentre si destreggiava utilizzando tecniche
acquatiche. Dunque il suo elemento era l'acqua. Sorrise nel capire
quanto le si addiceva in realtà, ma doveva ammettere che era
strano. Come aveva fatto in così poco tempo, ad apprendere
arti così complicate? Non era affatto normale e lei lo
sapeva bene, aveva studiato quelle cose per anni. Per quanto ne sapeva,
durante la guerra ninja, Hinata aveva combattuto utilizzando solo lo
stile del suo clan. La rapidità con cui aveva appreso quelle
tecniche, era paragonabile a quella con cui Naruto aveva imparato
quelle del vento, ma lui ci era riuscito grazie al chakra della Volpe.
Hinata come aveva fatto?
Scosse la testa.
Non era certo quello il momento di pensarci.
Naruto invece sorrise.
-Hai ragione!- Esclamò poi, schizzando in piedi con fin
troppo entusiasmo e gli occhi fissi sulla corvina, che
avvampò all'istante.
Shikamaru inarcò un sopracciglio, quasi divertito.
-Non gasarti troppo però, eh..- Lo sfottè,
fingendosi serio.
Naruto si guardò intorno e, rendendosi conto di aver perso
il controllo, tornò immediatamente a sedersi, fingendo che
non fosse successo nulla.
-Dunque, siamo tutti d'accordo? Lo diciamo anche agli altri?- Chiese
Sakura, rivolgendosi a tutti i presenti, ricevendo la loro approvazione
all'istante.
-Bene, allora mentre noi spargeremo la voce ai nostri compagni,
Shikamaru e Naruto, parleranno con Tenten. Sapete, non sarà
affatto facile.- Ghignò la rosa, come per sfidarli.
-Ma per chi ci hai presi? Ce la faremo!- Esclamò Naruto,
alzandosi e portando un braccio attorno alle spalle dell'amico, che non
parve molto contento.
-Oggi sei decisamente troppo scatenato, Naruto.- Sbuffò
Shikamaru, ancora in preda alla presa del biondo, che gli rivolse un
amichevole sorriso a trentadue denti.
-E aquando partiamo?- Chiese Hinata.
-Bhe.. Oggi è domenica. Secondo me, martedì notte
va più che bene. Almeno avremo anche il tempo di prepararci
come si deve e soprattutto, di convincere Tenten. Da quando siamo
tornate, è parecchio strana.- Rispose Ino, pensierosa.
Tutti furono d'accordo. Sarebbero partiti due giorni dopo, a mezzanotte
in punto.
Shikamaru, riuscì finalmente a cacciare tutti da casa sua,
rimanendo solo con Temari, che era parechio seccata. La sua
espressione, infatti, era un molto simile a quella di una bambina, a
cui avevano fatto un dispetto.
Shikamaru le si sedè accanto.
-Dai, non fare così..- Mormorò poi.
-Ma ti rendi conto di quello che dici? Non ci vediamo per tanto tempo,
non ti fai sentire, niente di niente! Come se non bastasse, vengo a
trovarti, scoprendo che hai trascorso giorni in cui avresti potuto
venire a trovarmi, incollato a Ino e che hai commesso un reato!-
Sbottò lei, furibonda.
Il ragazzo sbuffò.
-Temari, te l'ho detto.. Avrei volentieri evitato di spiare quella
riunione, ma non esisteva un altro modo per scoprire quelle cose.-
Spiegò, non perdendo la calma.
La ragazza sospirò.
-Ti giuro, mi farai impazzire, prima o poi.. Non reggo questi ritmi, lo
capisci? Anche io ho i miei impegni,le mie preoccupazioni, i miei
problemi, i miei ostacoli, ma mi pare che ora sono quì,
davanti a te.. E l'unica cosa che hai saputo fare, invece di ammettere
di essere un completo idiota, è stato giustificarti.-
Mormorò poi, con gli occhi lucidi.
Shikamaru si sentiva male. Temari non meritava questo, lei gli era
sempre stata vicina, in ogni situazione e lui, si era approfittato di
quella sua disponibilità, finendo irrimediabilmente per
comportarsi da egoista.
-Hai ragione..- Ammise poi.
-Sono uno stronzo e mi dispiace. Ti ho trascurata e non so davvero come
scusarmi per questo. Non era mia intenzione farti del male, o meglio,
non credevo di fartene. Spero che potrai perdonarmi..- Si
scusò il ragazzo, prendendo il pacchetto di sigarette dietro
di lui.
Temari rimase in silenzio, fermandosi ad osservare Shikamaru che,
finalmente, era riuscito ad aspirare la prima boccata di fumo della
giornata. La nocotina, era divenuta la sua droga, dalla morte del suo
maestro, Asuma. Aveva iniziato per lui, per seguire il suo esempio,
finché non divenne un vero e proprio vizio.
Anche la ragazza si alzò, posizionandosi proprio di fronte a
lui.
Lo abbracciò, venendo subito ricambiata.
-Quando avrai risolto queste cose..- Iniziò.
-Andiamo a vivere insieme.- Propose, nascondendo il volto arrossito per
l'imbarazzo, nel petto di lui.
A Shikamaru, andò di traverso l'ultima boccata di fumo che
aveva aspirato e prese a tossire disperatamente.
Gli piaceva Temari e stava bene con lei, ma di certo, non se la sentiva
di passare al livello successivo. Ma come poteva dirle di no, dopo che
avevano appena fatto pace? Non aveva di certo voglia di subire un'altra
scenata.
No, decisamente quella giornata non fu una delle più
fortunate per Shikamaru Nara, che evitò prontamente il
discorso, bruciandosi di proposito la fronte, con il mozzicone di
sigaretta, concentrando l'attenzione della sua ragazza su quel piccolo
incidente. La questione non si ripresentò
più per tutti i giorni successivi.
Non smise mai di darsi del codardo, per quello.
Era martedì e Naruto Uzumaki, era pronto per affrontare il
diluvio che c'era fuori da casa sua per raggiungere, assieme a
Shikamaru, il capo d'allenamento di Tenten, Rock Lee e il maestro Gai.
Il giorno precedente, avevano chiesto aiuto a tutti i loro compagni, i
quali, dopo numerose suppliche da parte del biondino e di Kiba,
cedettero per esasperazione.
Mancava solo Tenten.
Il biondo si chiuse la porta d'entrata alle spalle, guardando
demoralizzato la pioggia che scendeva copiosamente dal cielo, bagnare
le strade di Konoha.
Tirò un lungo sospiro di rassegnazione ed infine, prese
velocemente a correre, in direzione del luogo in cui aveva appuntamento
con Shikamaru.
L'amico, lo aspettava appoggiato a un muro, reggendo un ombrello di
legno color crema, sotto cui Naruto si fiondò non appena
arrivò. Lui non aveva preso nemmeno in considerazione,
l'idea di portarsene uno.
Shikamaru sobbalzò.
-Buongiorno anche a te, Naruto.- Disse, portandosi la mano sul cuore,
che aveva perso un battito per lo spavento.
Il biondo fece per rispondere, con un allegro sorriso stampato in
faccia, ma si fermò non appena notò la bruciatura
sulla fronte dell'altro.
-E' una scottatura, quella?- Chiese perplesso, indicandola con l'indice.
Shikamaru divenne nervoso.
-Bhe.. Sì.- Ammise, facendo il vago e iniziando a camminare.
Naruto inarcò un sopracciglio.
-Come diavolo hai fatto a spegnerti una sigaretta in fronte?-
Domandò poi.
-E' capitato e basta.- Tagliò corto, il ragazzo.
-E come no? Capita a tutti: "hey, ieri mi annoiavo, quindi ho ben
pensato di bruciarmi la fronte con il mozzicone di sigaretta che stavo
fumando. Ma sono sano di mente, non preoccuparti."- Recitò
divertito, sfottendo il povero Shikamaru, che parve parecchio
imbarazzato.
-Smettila..- Gli ordinò il moro, cercando di non prenderla
troppo sul personale.
-C'é qualcosa sotto, lo so. Dai, con me puoi confidarti!- Lo
incitò Naruto, fin troppo allegro per i gusti dell'amico.
-Per favore, non fa per te tentare di fare intuizioni brillanti,
perciò evita.- Consigliò poi, continuando a
negare.
Naruto sbuffò.
-Trattami pure come uno stupio, ma fidati che prima o poi me lo dirai.-
Rise poi.
-Fa come vuoi..- Sospirò l'altro.
Camminarono per ancora una decina di minuti, fino a giungere al campo
d'allenamento del Team 9 e per tutto il tragitto, Shikamaru non fece
altro che pensare all'accurata analisi che Naruto aveva fatto. Ne
rimase parecchio sorpreso.
Gai, era in preda ad un'attentissima spiegazione su dei movimenti,
appartenenti ad un tipo di lotta particolare. Roba che che i due chunin
non conoscevano assolutamente.
Urlava emozionato, per poi compiere mosse che apparentemente sembravano
assurde, ma che in reltà, potevano risultare davvero dannose
per l'avversario.
Rock Lee ascoltava attentamente, con gli occhi che brillavano per via
dell'ammirazione che provava per il maestro, mentre Tenten sembrava
parecchio esasperata.
Fu proprio lei ad accorgersi dell'arrivo degli altri due ninja.
-Ciao, ragazzi!- Esclamò sollevata, correndogli incontro.
Gai e Rock Lee si girarono, salutando a loro volta.
-Giovani! Non dovreste essere anche voi ad allenarvi?-
Domandò il maestro, in tono autoritario.
-Oggi abbiamo il giorno libero, maestro Gai.- Spiegò
Shikamaru.
-Aaah capisco! E Ino, come sta? E' riuscita a ricordare cosa le
è successo?-Chiese, dando due forti pacche ai due ragazzi,
che a stento riuscirono a mantenere l'equilibrio.
-No, ma si è completamente ripresa fisicamente.-
Farfugliò Shikamaru, in preda al dolore.
Gai rise sonoramente.
-Bene, mi fa piacere! Ma come mai siete quì?- Chiese poi.
-Se è possibile, vorremmo scambiare due chiacchiere con
Tenten.- Spiegò Naruto.
L'uomo parve parecchio sorpreso, ma poi, sorridendo, esclamò
-Ma certo, giovani Fate pure, ma.. Un momento..- Iniziò,
prendendo a fissare la fronte di Shikamaru, notevolmente innervosito da
quel gesto.
-Spegnerti le sigarette in fronte ti diverte così tanto,
ragazzo?- Chiese dubbioso, toccandosi il mento.
Il moro sospirò.
-E' stato un incidente. Possiamo parlare con Tenten, ora?-
Bofonchiò poi, già stufo di quella domanda.
-Oh, ma certo! Andate pure!- Esclamò Gai.
I due ninja scambiarono un'occhiata d'intesa con Rock Lee, per poi
allontanarsi, con Tenten che li seguiva smarrita.
Si fermarono parecchi metri più in la e fu la ragazza a
parlare per prima.
-Cosa c'è?- Domandò, molto semplicemente.
Shikamaru non sapeva da dove iniziare. Non poteva di certo trattare un
argomento come quello con poca delicatezza, ma doveva anche essere
breve, per non far insospettire troppo il maestro Gai. Si
maledì, capendo che raggiungerla al campo di allenamento,
era stata una mossa molto stupida, a cui non poteva più
sottrarsi. Dunque si schiarì la voce e aprì bocca
per parlare.
-Oggi a mezzanotte, fatti trovare al fiume nella periferia di Konoha.
Partiamo per il Villaggio delle Ombre, dobbiamo far ritornare la
memoria a Ino e ci serve il tuo aiuto.- Intervenne tutto d'un fiato il
biondo, precedendo l'amico, a cui prese un colpo.
-Naruto!!- Sbraitò Shikamaru, assolutamente contrario al
modo di agire del ragazzo.
Tenten assunse un'espressione perplessa.
-E io cosa c'entro, scusate?- Domandò.
-Sappiamo che l'hai seguita per un po, nella speranza di riportarla
indietro. Però non dire nulla al tuo maestro e a nessuna
persona, all'infuori di noi chunin.- Rise Naruto, poggiandole
allegramente una mano sulla spalla, mentre Shikamaru imprecava a bassa
voce.
Nessuno avrebbe preso parte ad una fuga dal proprio villaggi, ricevendo
così poche spiegazioni, era da matti e loro, avevano un
disperato bisogno della presenza della castana. Le
probabilità che si fossero giocati l'unica chance che il
cielo gli aveva regalato, erano molto alte.
Decise che non appena si fossero allontanati, avrebbe distrutto Naruto
a suon di calci.
Tuttavia, Tenten parve parecchio pensierosa. Si passò una
mano tremante fra i capelli, per poi rispondere con un titubante -Ma
certo, contate su di me!-.
Sorrise, venendo ricambiata dal biondo.
A Shikamaru invece, calò la mascella. Le cose erano due: o
Tenten era pazza, o c'era qualcos'altro dietro la sua fuga, ma in
quell'istante, decise di non pensarci. Era uno dei rari casi in cui
Naruto, aveva fatto la cosa giusta, doveva goderselo.
-Bene! Allora mi raccomando, non una parola!- Le ricordò il
ragazzo della Volpe.
Tenten fece l'occhiolino, abbozzando un sorriso nervoso.
Ripercorsero la stessa strada, fino al campo d'allenamento. Shikamaru
rifletteva incredulo su ciò che era appena accaduto, Tenten
tentennava agitata, mentre Naruto, saltellava tutto soddisfatto.
_____________________________________________________________________________________________________
Buonsalve, giovani! Ho provato a mettere i nomi con il link, ma
è stato un vero e proprio disastro ._. Forse persino mia
nonna che non ha mai visto un mouse, sarebbe più pratica di
me nell'uso del picciuter. Comunque, mi rendo conto che forse, questo
capitolo è TROPPO lungo..
Ma ormai è andata così :3
Spero lo apprezziate comunque, perché io apprezzo che voi
apprezziate, ciò che io vorrei che voi apprezzaste!
Ringrazio dal profondo del cuore e anche dello stomaco, chi recensisce,
aggiunge ai preferiti, alle seguite, alle storie da ricordare e anche
solo chi legge.
Mi fate piroettare dalla gioia!
Ora mi dileguo!
Al prossimo capitolo, giovani :'3 !!
P.S. avevo postato il capitolo due volte ._. Ma ora ho corretto..
"Ci scusiamo per il disagio" -Cit.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Visite ***
Visite
Quel giorno,
Shikamaru Nara, non aveva avuto affatto un buon risveglio.
Alle sei in
punto, sua madre lo aveva svegliato lanciandogli un secchio d'acqua
addosso, non curante del fatto che fosse inverno. Il povero malcapitato
quindi, si era trascinato a fatica giù dal suo letto, non
avendo neanche la forza di chiedere a cosa fosse dovuto tutta quella
rabbia.
Il pomeriggio
del giorno prima si era allenato con Choji e Ino, che da poco aveva
ricominciato a combattere. La sera poi, Naruto e Rock Lee lo avevano
trascinato a mangiare ramen fino alle due di notte.
L'unica cosa che
voleva, era dormire, nient'altro.
Purtroppo per
lui, Yoshino Nara, non era affatto una donna disposta ad accettare che
il proprio figlio, mantenesse la sua camera nel soqquadro
più totale.
Per questo il
ragazzo, non osando contraddire la madre, aveva obbedito ai suoi
ordini, ripulendo a fondo la sua stanza
Alle dieci aveva
finito e, convinto di potersi rimettere a dormire, dal momento che i
suoi erano usciti, fece per alzare il caldo e invitante piumone del suo
letto, ma qualcuno bussò ferocemente e ovviamente, nessuno
andò ad aprire. Perciò, se ne incaricò
lui stesso e sbuffando, raggiunse goffamente la porta.
La
aprì, ma se ne pentì subito dopo.
Temari era di
fronte a lui, che lo fissava con sguardo omicida.
Il ninja
deglutì nervosamente.
- C-ciao,
Temari.. Sono felice di... - Farfugliò.
Ma la sua
ragazza, non gli concesse neanche di terminare la frase e lo
colpì violentemente con pugno, dritto sulla tempia.
-Ma sei pazza?!-
Esclamò lui, pigiando forte con le dita il punto dolorante.
La biondina
s'irritò ancora di più.
-Non ti fai
sentire, non mi invii neanche una lettera, saranno almeno tre mesi che
non vieni a trovarmi e quasi due che non ci vediamo.. Come osi tu,
piccolo e lurido scansafatiche, darmi della pazza?!- Sbottò
la ragazza, afferrandolo per il colletto.
Il ninja
iniziò a sudare freddo e portando le mani davanti al volto,
a mo di protezione, provò a giustificarsi con -Posso
spiegare.. Davvero..-, ma non ebbe di nuovo tempo di finire la frase.
-Sai cosa ci
faccio con le tue stramaledettissime spiegazioni?!- Lo interruppe,
propensa a rispondere alla sua stessa domanda, in modo molto poco
ortodosso.
Shikamaru
sorrise, impaurito.
-Sì,
ma ti prego, ora non cominciare a diventare volgare..- La
implorò, mantenendo il suo sorriso nervoso.
Temari ebbe un
ultimo fremito, ma poi lasciò la presa.
-Allora, mi fai
entrare?- Chiese, poggiando le braccia sui fianchi.
-Uh.. Certo.-
Fece, facendosi da parte per permetterle il passaggio.
La fece
accomodare al tavolo della cucina e preparò del
thé da offrirle, chiedendosi cos'altro sarebbe potuto
succedere in quella giornata.
La
servì e poi le si sedé di fronte.
-Allora, cos'hai
da dire in tua discolpa?- Iniziò, afferrando saldamente il
bicchiere e provando a sorseggiare la bevanda, ancora bollente, che vi
era al suo interno.
-Bhé..
Tanto per cominciare, mi dispiace. E' che sono successe molte cose,
quindi ho dovuto lavorare e allenarmi ogni giorno.- Spiegò
il ragazzo.
-Mm? E
cos'è successo, di così importante?-
Insistè Temari, stizzita.
-Molte cose.
C'è stato l'attentato al clan Hyuga un mese fa, sono
scomparse delle persone, Tenten e Ino non stanno bene e..-
-Hai detto
"Ino"?- Fece la ragazza, volgendo i suoi occhi su quelli del fidanzato.
-Oh, andiamo,
Temari! E' una mia amica e non sta bene! Aveva bisogno di me e Choji!-
Esclamò il moro, iniziando anche lui ad innervosirsi.
La ragazza
abbassò un po i toni.
-E' che.. Non
l'ho mai sopportata.- Ammise poi, con una nota di tristezza nella voce.
Shikamaru
sospirò.
-Lo so, ma
è una mia amica d'infanzia e non potevo lasciarla sola, in
un momento come quello che ha passato e che sta passando tutt'ora.-
Spiegò Shikamaru, dispiaciuto.
In
realtà, si sentiva parecchio in colpa. Non aveva fatto altro
che pensare a Ino in quegli ultimi giorni. Non per chissà
quale motivo, ma semplicemente perchè era troppo preoccupato
per lei.
Non sapeva se
fosse normale che una preoccupazione, tenesse occupata la sua mente per
così tanto tempo, ma di certo non era quello il momento
giusto per pensarci.
Ora davanti a
lui, c'era la sua ragazza e doveva pensare a starle vicino.
Si
alzò, mettendole teneramente una mano sulla gancia e posando
un bacio sull'altra, stringendo Temari sempre più a
sé.
-Mi dispiace..-
Le sussrrò allorecchio.
Lei,
inizialmente oppose resistenza, ma poi si perse in quel gesto,
lasciandosi cadere in balia delle sue braccia.
Si
avvicinò alle labbra del ragazzo, finendo irrimediabilmente
per baciarle.
Non riusciva ad
essere arrabbiata con lui.
Si stringevano
sempre di più, divenendo sempre più passionali e
lasciandosi trasportare l'uno dal profumo dell'altra, finchè
qualcuno non bussò nuovamente alla porta.
Shikamaru
sbuffò.
-Ma chi
è ancora?!- Esclamò, esasperato.
Bussarono ancora.
-Arrivo,
arrivo..- Mormorò scocciato, dirigendosi verso l'entrata di
casa sua.
E ancora.
-Arrivo!!!-
Urlò, poi.
Fece scattare la
serratura e ciò che vide, lo fece impallidire.
Naruto,
Sakura,Hinata, Ino e Kiba, aspettavano con ansia che lui aprisse la
porta.
-Che diav..-
Iniziò, ma non ebbe il tempo di finire, neanche quella volta.
-Oh, ce ne hai
messo di tempo per aprire!- Iniziò Naruto, visibilmente
nervoso.
-E'
successouncasinodavverononsocomedirtelopossiamoentrare?!- Il biondo,
farfugliò quelle parole, non permettendo al moro di
afferrarne neanche una e lasciandolo con una smorfia confusa in faccia,
mentre si faceva largo per entrare.
- N-Naruto non
è il..-
Ma fu troppo
tardi.
Il biondo, si
trovò davanti la figura di Temari, intenta a sistemarsi i
capelli e il vestito.
Si
girò nuovamente verso l'amico e, in tono malizioso, disse
-Abbiamo interrotto qualcosa, vero?-.
I due
arrossirono.
-Per favore..
Evita di fare commenti idioti e dimmi che succede, prima che io mi
spazientisca..- Sbuffò, portandosi una mano tra i capeli,
esasperato.
-Abbiamo una
cosa urgente da dirti.- Intervenne Sakura.
Shkamaru
spostò l'attenzione su di lei e Hinata. Erano ricoperte di
bende, cerotti e graffi e avevano uno sguardo piuttosto preoccupato.
Poi guardò Ino. Non era cambiata, dopo l'incidente. Sapeva
di non ricordare cosa le era successo, ma si sforzava ogni giorno per
fare progressi, ma senza risultato. Lei gli fece un vispo
saluto con la mano, che lo intenerì da morire.
Accennò
un lieve sorriso, per poi tornare il solito e con aria scocciata, dire
-Accomodatevi.-, sotto lo sguardo visibilmente scocciato di Temari.
I cinque ninja,
entrarono in fila indiana. Non appena Ino fece il suo ingresso, Temari
fulminò Shimakaru con lo sguardo, che finse di non vedere.
Ino, nel
vederla, sentì le viscere rivoltarsi nello stomaco dal
nervoso. Non l'aveva mai potuta sopportare, anche se per certi lati,
erano molto simili. Avevano discusso parecchie volte e lei, le aveva
viste tutte come una sfida. Chi vinceva, era la più forte. E
Ino odiava perdere, ma.. Lei ormai era la ragazza di Shikamaru, il suo
più caro amico. L'ultima cosa che voleva, era farlo soffrire.
Ma questo non
significava di certo, fingere di provare simpatia nei confronti della
sua ragazza.
Proprio per
questo, la fissò per qualche istante, per poi volgere lo
sguardo altrove, ghignando malignamente.
Temari
andò su tutte le furie, ma decise comunque di ignorarla.
Dopo essersi
accomodati al tavolo, Sakura raccontò cos'era accaduto a lei
e a Hinata, lasciando Shikamaru e Temari, a dir poco sbigottiti.
-Delle copie di
chakra, che evocano il chakra.. Fatico a crederci..- Sospirò
il padrone di casa.
-E non
è tutto! Dico, hai visto come le hanno ridotte?!-
Sbraitò Naruto, sempre più nervoso.
-Naruto,
calmati, per favore.. Sono quasi due ore che urli come un pazzo..- Lo
supplicò Kiba, massaggiandosi le tempie doloranti.
-Però,
almeno una buona notizia c'è. Forse riusciremo a far
ritrovare la memoria a Ino, o comunque sia, potrà ricordare
moltissime cose, se tutto andrà bene.- Continuò a
spiegare Sakura.
Gli occhi del
moro s'illuminarono.
-Useremo un'arte
medica molto semplice, che favorirà la riacquisizione dei
ricordi e poi.. Partiremo per il villaggio delle Ombre, dove cercheremo
di farle vedere cose e luoghi, appartenenti al periodo che le
è stato cancellato.- Finì, per poi incrociare le
braccia al petto.
-Uhuh e
così, qualcuno si è fatto incastrare..-
Ridacchiò Temari, lanciando un'evidente frecciatina ad Ino.
-Da quando
ciò che mi accade, è divenuto un tuo interesse?-
La provocò, fingendo un atteggiamento disinvolto.
-Non ho mai
detto che mi interessa.- Precisò la kuonichi della Sabbia,
in tono di sfida.
-Ah, davvero?
Allora potresti anche evitare di commentare..-Proseguì Ino,
ghignando.
-Per favore, se
dovete litigare, cercate di non farlo dentro casa mia.. ! -
Sbuffò esasperato, Shikamaru.
-C-cosa diciamo
all'Hokage? Non ci lascerà mai andar via tutti insieme.-
Fece Hinata.
-Neanche se le
spiegassimo, che è una cosa importante?- Si
lamentò Kiba.
-No, Tsunade non
è in sé in questo periodo. Per di più,
rischieremmo di farci scoprire.- Tagliò corto Sakura,
riflettendo su cosa avrebbero potuto fare.
Così
fecero un po tutti. Dovevano trovare una scusa reale, ma soprattutto
più che credibile. La persona da ingannare, era un ninja
leggendario.
-Ho trovato!-
Esclamò Shikamaru, attirando l'attenzione di tutti.
-Chi riesce a
controllare meglio il chakra?- Ghignò, poi.
____________________________________________________________________________________________________
Ciao! So che questo capitolo è un po strano e brutto, ma non
potevo evitare di farlo così. Spero che prima o poi,
riuscirete a perdonarmi :').
Fortunatamente per voi, oggi non ho molto da dire (credo..) ,
perciò mi limito a ringraziare di cuore chi recensisce e
chi, in ogni modo, segue la storia e mi volatilizzo con questo
"originale" saluto: Ciao a tutti, ci vediamo al prossimo
capitolo :333 !!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Si parte ***
Si parte
Erano le undici
e mezza di martedì sera e Naruto, Kiba e Hinata, attendevano
che Sakura staccasse dal lavoro e uscisse dal palazzo dell'Hokage.
Naruto camminava
avanti e indietro, impaziente di partire. Non capiva perché
ci volesse così tanto, dopotutto, la rosa gli aveva detto
che avrebbe finito alle undici in punto.
-Potresti stare
fermo? Mi stai facendo venire il mal di testa.- Lo supplicò
Kiba, passandosi esasperatamente una mano fra i capelli.
Naruto fece un
balzo, per voltarsi verso il ragazzo.
-Dobbiamo
raggiungere gli altri! Non capisco perché ci stia mettendo
così tanto, non é da lei arrivare in ritardo!-
Esclamò, agitandosi sempre di più.
-Si vede che le
si é presentato del lavoro all'ultimo, no?! Siediti e sta
buono finché Sakura non arriva.- Gli ordinò,
facendogli cenno di accomodarsi con la mano.
Ma Naruto, tutto
voleva, tranne che stare seduto. Era talmente inquieto e pieno di
energie, che avrebbe potuto attraversare il villaggio correndo, per
almeno cento volte.
-Non dirmi
quello che devo fare!- Sbraitò.
Kiba
digrignò i denti, schizzando in piedi.
-Sei proprio uno
stupido! E' così difficile concepire la frase "non dare
nell'occhio", per te?!- Ringhiò poi, prendendo a gesticolare.
-Ma
quì non c'é nessuno! Sai che mi importa?! E non
osare darmi dello stupido!-
Iniziarono
un'accesa discussione, finchè anche Hinata non si
alzò. La Hyuga si schiarì la voce, per poi
mettersi tra i due e dividerli.
Naruto ne fu
abbastanza stupito.
-A-ascoltate, se
volete possiamo comunque andare a cercarla.- Propose la corvina,
imbarazzata dagli occhi del biondo puntati su di lei.
Kiba
sospirò.
-Se secondo te
aiuterà questo pazzo a calmarsi, facciamolo!-
Sbuffò poi.
Naruto fece una
faccia offesa e poi, seguito dagli altri due, si addentrò
all'interno del palazzo dell'Hokage.
-Dove
potrà essere Sakura?- Chiese, guardandosi intorno.
-Credo che.. Sia
nell'ufficio di Tsunade..- Rispose Hinata.
Dunque salirono
le scale, attraversando tutti i corridoi, fino ad arrivare davanti alle
porte dello studio del Ninja Leggendario.
Erano lievemente
socchiuse e usciva una timida luce dall'interno. Si sentiva chiaramente
la voce dell'Hokage e a rari tratti, quella di Sakura.
-Poggia questi
su quello scaffale e poi aiutami a compilare questi documenti.-
Ordinò Tsunade, più fredda che mai.
Sentirono Sakura
rispondere con un triste, ma deciso -Sì.-
Naruto
poggiò una mano sulla porta, pronto ad aprirla, ma quella di
Hinata, si posò prontamente sulla sua, bloccandola.
Il biondo
sentì il cuore iniziare a battergli velocemente. Non
riusciva a capire perchè il contatto con quella pelle
così morbida e bianca, provocasse in lui simili sensazioni.
Sentì persino le guance arrossarsi, non appena vide il viso
della corvina a un palmo dal suo, che con gli occhi lo supplicava di
non aprire.
Non lo fece di
proposito, ma strinse forte la mano della Hyuga, facendo intrecciare le
dita con le sue. Gli venne naturale, quasi non se ne accorse.
La vide
impietrirsi e spostare gli occhi verso il basso, mentre lui sorrise
leggermente, felice. Non sapeva che diavolo stesse prendendo al suo
corpo, ma l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento, era
stringerla forte. Il trovarsi in un luogo come quello, in una
situazione simile, non gli importava affatto, come non gli interessava
lo sguardo stupito di Kiba fisso su di loro. Voleva solo che il tempo
si fermasse, permettendogli di continuare a stringere la sua mano,
mentre guardava i suoi teneri occhi lilla che, troppo timidi per
incrociare i suoi, continuavano a rimanere fissi verso il pavimento.
A riportarli
alla realtà, fu la voce di Tsunade.
-Ma che stai
combinando? io proprio non ti capisco, Sakura! Che diavolo l'hai
accettato a fare questo lavoro, se poi non riesci neanche a svolgerlo
come si deve?!- Sbraitò la donna.
Si avvicinarono
ancor di più alla piccola apertura della porta, cercando di
capire cosa stesse succedendo.
L'Hokage era in
piedi, del tutto fuori di sé, mentre Sakura sedeva su una
sedia, di fronte a lei. Gli occhi bassi, che fissavano le sue mani,
pieni di tristezza, delusione, ma allo stesso tempo di rabbia. Era
stufa di tutto ciò che stava succedendo, lei non meritava
questo.
-Forse
è stata colpa mia, non avrei mai dovuto sceglierti..
Purtroppo, non sarai mai all'altezza di Shizune.- Aggiunse poi Tsunade.
Sakura si
sentì morire. Ammirava Tsunade. Lei era il suo esempio da
sempre, era la donna che lei avrebbe tanto voluto diventare da grande:
bella, intelligente, ma anche forte e risoluta. Tuttavia, aveva deciso.
Nessuno, neanche il suo idolo, avrebbe più potuto trattarla
in quel modo. Non era più una bambina e non era una stupida.
Si
alzò in piedi a sua volta, sbattendo i pugni sulla
scrivania. Talmente forte, da ridurla in mille pezzi.
-Ascolta
Tsunade, io non sono la tua serva! Non sei stata tu a scegliermi per
lavorare come tua assistente, ma sono stata io a propormi, vdal momento
che nessuno ne aveva il coraggio, dati i tuoi comportamenti dopo la
fine della guerra! Sei diventata fredda, egoista e non ti dedichi
più agli affari di Konoha come si deve!- Urlò,
sotto la figura impietrita della diretta interessata.
-E forse,
è il caso che ti rinfreschi anche un po la memoria..-
Sibilò, mentre cercava di riprendere fiato, che mancava,
vista la paura e la rabbia che stava provando.
-Shizune
è morta ed è ora che tu inizi ad accettarlo!!-
Sbraitò, voltandosi e correndo fuori dalla stanza, lasciando
Tsunade senza parole. L'Hokage aveva gli occhi fuori dalle orbite per
lo stupore, ma anche per il dolore. Sapeva fin troppo bene che la sua
allieva, aveva ragione. Non c'erano più né Jiraya
e né Shizune, punto.
Non appena la
rosa spalancò la porta, dietro vi trovò Kiba,
Naruto e Hinata.
-C-che ci fate
quì?- Domandò poi.
-Dovevamo andare
a cena tutti insieme, non ricordi?- Fece Hinata, rivolgendole uno
sguardo d'intesa.
Sakura
afferrò al volo, per poi notare che era quasi mezzanotte.
-Giusto!
Andiamo, ho proprio voglia di ramen!- Esclamò svagando,
dirigendosi verso le scale a passo svelto, come se volesse anche
evitare di parlare, di ciò che i suoi amici avevano appena
sentito.
Accompagnarono
Sakura a casa, che prese uno zaino con dentro lo stretto necessario,
per poi dirigersi nel luogo dell'appuntamento. Erano in ritardo e per
tutto il tragitto, Naruto aveva chiesto spiegazioni all'amica su
ciò che era successo poco prima con l'Hokage, ma lei lo
aveva ignorato ogni volta.
Hinata era
preoccupata per la ragazza, ma anche per il viaggio, così
come Kiba. Il ragazzo, si era comunque offerto di accompagnarli
all'appuntamento, per assicurarsi che tutto andasse per il verso
giusto. Sapeva che non era una cosa da niente. Shino aveva parecchi
dubbi su quel posto, da quando era tornato. Gli aveva raccontato di non
aver visto nulla di particolarmente sospetto, ma di essersi sentito
strano per tutto il tempo. Avrebbero scoperto tutto, anche a costo
della vita.
Nel luogo
dell'appuntamento, c'erano già tutti: Shikamaru, Tenten,Ino
e anche Rock Lee, Temari, Shino e Choji, che come Kiba, erano andati
lì per salutarli e per tenere la situazione sotto controllo,
in prima persona.
-Ce ne avete
messodi tempo! Ma che fine avevate fatto?- Domandò Ino.
Sakura scosse la
testa.
-Niente di
grave, sono stata trattenuta al lavoro.- Spiegò poi,
omettendo ogni dettaglio.
Ino
sospirò.
-L'Hokage ti fa
rigare dritto, eh? Forse un po troppo per i miei gusti, dovresti
dirgliene quattro.- Le consigliò, dandole una pacca sulla
spalla.
La poca
delicatezza delle parole della biondina, fecero sussultare Sakura. Si
sentiva in colpa per ciò che aveva fatto. Tsunade era troppo
vulnerabile in quel periodo, ma di certo non poteva continuare
così.
-Se lo dici
tu..- Disse poi, ridendo e facendo finta di nulla.
Subito dopo, fu
Shikamaru a prendere la parola.
-Bene, ci siamo
tutti..- Iniziò.
-Ti sei.. Spento
una sigaretta in fronte?- Lo sfottè Kiba, notando la sua
bruciatura.
-Già,
ma non vuole dire a nessuno com'é successo.- Rise Naruto.
-Sei prorpio
goffo, Shikamaru.- Aggiunse Ino, facendolo arrossire dalla vergogna.
-E basta!
Vogliamo andare o no?!- Sbraitò il ragazzo, in preda
all'imbarazzo.
Shino fece un
passo avanti.
-Mi raccomando,
state attenti. Come vi ho già detto, quel posto è
strano, perciò abbiamo deciso che se entro quindici giorni
non sarete tornati, verremo immediatamente a cercarvi.- Li
avvertì, con il suo solito tono serio.
I sei ragazzi
annuirono.
-Esatto!
Darò una lezione di persona a quel manigoldo, se dovesse
accadervi qualcosa!!- Sbraitò Rock Lee, con gli occhi che
ardevano.
Tenten rise, per
poi poggiargli una mano sulla spalla.
-Torneremo..-
Fece poi, sorridendo.
-Lo spero..
Buona fortuna! E non preoccupatevi..- Iniziò il ragazzo, con
un ghigno fiero che gli si dipingeva lentamente in faccia.
-Quì,
ci pensiamo noi!- Esclamò infine, dando coraggio a tutti i
presenti. La carica di Rock Lee, era ormai divenuta famosa per la forza
che trasmetteva. Quel ragazzo, diventava sempre più simile
al suo maestro: strano, sì, ma anche forte e determinato.
Emanava un'energia tutta sua.
Temari, che si
era fatta spiegare ogni singolo dettaglio, si avvicinò a
Shikamaru, poggiandogli le mani sul petto.
-Non farti
troppo male..- Mormorò poi, preoccupata.
Shikamaru si
sentì cadere in preda al panico. Non le aveva ancora dato
una risposta, alla proposta che le aveva fatto qualche ora prima.
Le
sfiorò teneramente la guancia con le dita, finché
non si unirono in un lungo bacio, di fronte a tutti i presenti.
-La forza
dell'amore e della giovinezza, trionferà anche sta volta!!-
Esclamò Rock Lee, con le lacrime agli occhi,
finché Ino non gli diede uno schiaffo sulla nuca, facendolo
tacere.
-E lasciali
perdere..- Rise, incrociando le braccia al petto. Odiava vederli
insieme, la faceva soffrire. Fin da quando era piccola, Shikamaru le
era sempre stato vicino, infondendole sicurezza in ogni momento. Erano
uniti e avevano anche un piano d'attacco combinato. Sentiva che Temari
glie lo stava portando via e temeva che, prima o poi, il suo caro amico
non avrebbe più avuto tempo per lei. Ma di certo, non
sarebba andata a lamentarsi da lui. Lui era felice con la ragazza della
Sabbia e questa, era una cosa che nessuno avrebbe mai potuto cambiare.
Fu
così che partirono, addentrandosi nella fredda e buia
foresta, che circondava Konoha. La paura di andare incontro a un male
sconosciuto e quella di essere scoperti, era davvero molto forte, ma
non abbastanza da fermarli. Erano ninja della Foglia, non si sarebbero
tirati indietro di fronte a nulla.
_________________________________________________________________________________________________________
Salve giovani! Dopo il casino che ho combinato l'ultima volta (ovvero
ieri), di aver postato il capitolo due volte, mi é salita
una leggera paranoia, per cui ricontrollerò ancora meglio
ogni volta, cercando di non ripetere lo stesso errore :3
So che alcuni misteri si stanno protraendo per molto, ma prometto che
presto verranno svelati.
Ringrazio millemilamiliardi di volte chi recensice, chi aggiunge ai
preferiti, alle seguite, alle storie da ricordare, chi legge, chi mi
odia, chi mi ama.. BNounfiudids Grazissimo, siete dolcissimi
:3
Al prossimo capitolo! :33
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Arrivo al porto ***
Arrivo
al porto
Quella notte, il cielo
era insolitamente sgombro. La luna piena brillava alta nel cielo,
illuminando il cammino dei sei ninja.
Continuavano a
camminare da ormai quattro ore, attraverso i fitti boschi attorno a
Konoha e non avevano fatto neanche una sosta. Iniziavano ad accusare lo
sforzo e anche il sonno, faceva la sua parte.
A guidare il gruppo
era Shikamaru, che preoccupato, si faceva strada tra i scuri alberi
spogli. In una comune missione, avrebbero tranquillamente potuto
fermarsi, ma in quel caso, non potevano assolutamente rischiare di
farsi scoprire. Le possibilità di incontrare altri ninja
della Foglia che rientravano al villaggio, erano parecchie, nonostante
l'ora. Non dovevano essere visti, ma non passare per la via principale
avrebbe allungato di troppo i tempi. Già per arrivare a
destinazione, ci sarebbero voluti quattro giorni, non potevano
permettersi di allungare il percorso.
Affianco al moro,
correva Tenten, che gli spiegava il percorso più breve che
avrebbero potuto seguire.
-Giriamo a sinistra!-
Fece la castana, venendo seguita da tutti.
-Quanto manca ancora
per arrivare al mare?- Sfiatò Shikamaru, esausto.
-Due ore.. Se
continuiamo a correre.- Rispose Tenten.
Tutti parvero
demoralizzarsi.
-Due ore?!-
Ripetè Naruto, stizzito. -E' assurdo!- Si lamentò.
-Non lagnarti, quello
che verrà dopo.. Sarà molto peggio.- Lo riprese
Sakura.
-Uffa.. Non posso mai
fare niente.- Sbuffò poi, il biondo a bassa voce.
Proseguirono, fino ad
arrivare di fronte a tre strade. Una che girava a destra, una che
proseguiva dritta e l'altra a sinistra.
-Sempre dritto!- Fece
Tenten, senza fermarsi.
Raggiunsero il mare
alle sei in punto del mattino. Non appena Naruto lo scorse in
lontananza, aumentò il passo per raggiungerlo.
-Sì,
finalmente!!- Esclamò.
-Che idiota.-
Sospirò Ino, rassegnata.
Il biondo, non appena
fu fuori dalla foresta, si gettò a terra, privo di forze,
così come fecero tutti gli altri.
-Cavolo.. Non mi
sembra vero di essere arrivata..- Fece Sakura, recuperando il fiato.
-Già.. E
pensare che é solo l'inizio.- La informò Ino,
lievemente turbata.
Era evidente che, in
parte, non le andava affatto di tornare in quel posto. Più
diminuiva la distanza che li separava dal Villaggio delle Ombre,
più Ino diveniva inquieta. Per non parlare di Tenten.
Parlava solo quando era interpellata, quindi, oltre alle indicazioni
stradali, non diceva nulla.
-Quanto..
Sarà lungo il viaggio in mare?- Chiese Hinata.
-Più o meno
tre giorni.- Rispose Tenten.
Shikamaru
sospirò.
-Merda!
Sarà una vita che non salgo su una barca.- Fece poi.
Ino gli si
avvicinò divertita e, iniziando a dargli delle leggere
gomitate su un fianco, per poi sussurrargli all'orecchio, beffarda -Se
non ti conoscessi bene, direi che hai paura.-.
Il moro ebbe un
brivido provocato dalla troppa vicinanza delle labbra della ragazza al
suo orecchio, seguito da un sussulto. Fulmineo, si spostò da
lei, sbuffando -Aah che seccatura.. Non iniziare a fare la dispettosa
proprio adesso, che è proprio l'ultima cosa di cui
abbiamo bisogno.-.
Ino rise sotto i
baffi.
-Hai paura.-
Affermò poi.
Shikamaru si
stranì.
-Non ho paura!-
Controbatté poi.
Ino sembrava sempre
più divertita.
-Ma se ti tremano le
gambe.- Disse, indicando con un dito gli arti del ragazzo.
-Sai, ho corso per ben
sei ore senza fermarmi!- Sottolineò lui.
Fu Naruto ad
interrompere il loro battibecco, chiedendo -A questo punto, possiamo
anche salire su una barca e andare, no?-.
Sakura si
passò una mano fra i capelli color confetto, allibita dalle
parole del ninja.
-Io non posso
crederci..- Piagnucolò. -Ma dove credi di vivere?! "Possiamo
salire su una barca e andare" , sei incredibile! Credi che ogni
traghetto conduca lì?- Lo sgridò poi.
Naruto si fece piccolo
piccolo fra le sue spalle, imbarazzato.
-Ma io che ne so? Non
sono mai andato oltre il mare.- Mugugnò, rosso in viso.
-B-bhe, io vado a
cercare gli orari. Voi nel frattempo, riposatevi pure.- Si
offrì Hinata, sorridendo timidamente e iniziando ad
incamminarsi.
-Aspetta, non puoi
mica andare da sola..- La fermò Ino, fin troppo allarmata.
La paura che a qualcun'altro accadesse ciò che era successo
a lei, iniziava a farsi sentire. Forse stava semplicemente diventando
paranoica, poichè non ricordava neanche di cosa avesse
paura, ma l'idea che a qualcun'altro toccasse il suo stesso destino,
non le piaceva affatto. In quella strada che affacciava sul mare,
sembrava non esserci un'anima viva, ma non potevano di certo avere
questa certezza.
-Ino ha ragione! Vengo
con te.- Si offrì Naruto, facendo qualche passo verso di lei
e sorridendole dolcemente e iniziando a camminare al suo fianco.
-Torniamo subito.-
Fece poi il ragazzo.
Hinata
arrossì. Il ninja che amava, si era appena offerto di
accompagnarla e la cosa la rendeva la persona più felice del
mondo. Tuttavia, non poteva lasciarsi catturare da quei pensieri
positivi.Non voleva assolutamente illudersi, Naruto era così
con tutti. Però, lui non stringeva in quel modo la mano di
tutti, come aveva fatto con la sua.
Scosse il capo.
Aveva interpretato
male i suoi gesti fin troppe volte in vita sua. Doveva smetterla.
Naruto la considerava una semplice amica e basta. Niente di
più e niente di meno. Non doveva dimenticarlo, o avrebbe
finito per soffrire di nuovo e Hinata, era sinceramente stanca di
soffrire per tutto.
-Dove possiamo vedere
a che ora parte il traghetto?- Chiese il biondo, guardandosi intorno.
-Gli orari..
Dovrebbero essere affissi da qualche parte al porto.- Rispose la
corvina, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Perfetto!-
Esclamò il ninja.
I due proseguirono a
camminare per qualche minuto, finché non si ritrovarono
davanti ad un piccolo porto, in cui erano ancorate otto piccole barche
di legno. Sulla loro destra, era posizionato un grande cartello, su cui
erano scritti accuratamente, gli orari delle partenze.
i due ninja ci si
avvicinarono, leggendo attentamente.
-C'è
n'é uno che parte alle sette meno un quarto.- Fece Hinata,
postando l'inidice sopra alla scritta.
Naruto sorrise.
-Già,
é vero. Bhe menomale, almeno avremo il tempo di riprenderci,
ma non dovremo neanche aspettare molto.- Fece, sorridendo.
La corvina
annuì impacciatamente, per poi voltarsi e avvicinarsi
all'immensa distesa di acqua, che era di fronte a loro, prendendo un
lungo respiro.
Naruto la
guardò. Aveva gli occhi socchiusi, rilassati e i capelli
scossi dal vento gelido che tirava, ma la cosa non sembrava affatto
infastidirla, anzi.
Le si
avvicinò.
L'acqua, riflettendo
il colore del cielo notturno, era nera. Sembrava non esserci nulla di
fronte a loro, solo il vuoto.
-Possiamo farcela..
Vero?- Domandò lei, con gli occhi fissi sul mare che al
buio, sembrava non esistere.
-Che domande.. Noi ce
la faremo e basta.- La corresse Naruto.
Fece per posarle una
mano sulla spalla, ma si fermò non appena guardò
meglio i suoi occhi. L'imbarazzo prese il sopravvento. I chiari e
tipici occhi degli Hyuga, non sembravano scuri neanche di fronte al
buio più totale e quelli di Hinata, parevano addirittura
più bianchi, più brillanti.. E fu in quel
momento, che Naruto, si accorse di quanto in realtà fosse
bella, mentre una morsa gli attanagliò lo stomaco.
-A-andiamo ad
avvertire gli altri?- Propose la corvina, riportando Naruto alla
realtà, il quale annuì prontamente, sentendosi un
perfetto idiota.
Non appena raggiunsero
gli altri, rivelarono loro, l'ora della partenza del traghetto.
Dopodiché, attesero il tempo rimanente in riva al mare,
molto vicini al porto.
I primi marinai
iniziavano a farsi vedere. La loro, sarebbe stata la prima barca a
salpare in tutta la giornata.
-Mancano dieci minuti,
ci avviamo? Anche perché dobbiamo fare il biglietto.-
Propose Ino, alzandosi in piedi.
-Sì, meglio
andare.- Accordò Sakura, seguendola.
Giunsero davanti al
traghetto che avrebbero preso. A qualche metro di distanza da loro,
c'era uno dei navigatori. Non molto alto, paffuto, con un'incolta barba
grigia e gli occhi dello stesso colore del mare. Sorrise ai ninja, per
poi domandare -Buongiorno! Non è solito vedere dei ragazzi a
quest'ora. Come posso esservi utile?-.
-Buongiorno. Vorremmo
andare al Villaggio delle Ombre, quant'é il biglietto?- A
parlare fu Shikamaru, mentre frugava nello zaino, alla ricerca del
portafogli.
Il marinaio assunse
un'espressione stupita.
-Al.. Villaggio delle
Ombre?- Ripeté poi, divenendo preoccupato.
-Sì,
perché?- Chiese il ragazzo, mantenendo la solita calma.
L'uomo tirò
un sospiro.
-Bhe, solitamente non
incontriamo persone che vanno lì. Credo per le voci che
girino su quel posto.- Li avvertì poi.
I ragazzi di
guardarono, curiosi.
-Voci? Quali voci?-
Domandò Naruto, istigandolo a parlare.
-Non ne sapete
niente?- Domandò l'uomo, basito. E vedendo i ninja scuotere
il capo, prese a raccontare. -Si dice che quel Villaggio, appaia solo
in determinati giorni, perché é abitato da
fantasmi.- Spiegò, mentre si grattava la testa, allarmato.
Tenten
scoppiò a ridere.
-Le posso garantire
che non è così. Ci sono stata poco più
di un mese fa e le persone, erano molto gentili. Il luogo accogliente,
immerso nella natura. Niente a che vedere con tutto quello che si
vocifera in giro. Non badi alle leggende metropolitane, quello
è un paesino molto tranquillo e antico, che non ha mai preso
parte a nessuna guerra, neanche una volta.- Disse poi, sorridendo al
marinaio.
Quest'ultimo,
nonostante fosse ancora un po titubante, si rassegnò e
lasciò passare tutti i ragazzi.
Salirono sulla barca,
in cui c'erano otto camere da letto. Il viaggo non sarebbe stato breve,
perciò, ognuno sistemò le proprie cose in una
stanza, per poi mettersi a riposare. Avevano passato una notte a
correre e finalmente, potevano recuperare le forze.
________________________________________________________________________________________
Dopo un interminabile
periodo di inattività, rieccomi di nuovo quì. Mi
scuso per non aver postato prima (E sì, so che la mia
presenza non è chissà quanto importante, ma sono
una persona cordiale ed educata, io.. O almeno ci provo..), ma ho
avuto degli impegni, tra scuola e complicazioni di vario genere, non ce
l'ho proprio fatta. Dubito sia importante, ma non so quando
pubblicherò il prossimo capitolo (Che novità, eh?
Non mi smentisco mai..).
So anche che il
comportamento di Ten Ten è ancora inspiegato, ma le risposte
alle vostre domande, arriveranno nel Capitolo 15 (Sempre se non ricordo
male..).
Dunque, vi ringrazio
per aver letto anche questo e ringrazio tutti voi che recensite,
aggiungete ai preferiti, alle seguite e alle storie da ricordare.
Ringrazio chi non mi caga di striscio, chi mi vuole bene e a chi sto
sulle palle. Saluto mamma e papà che mi seguono da casa, e.. Oddio basta, il
mal di schiena con cui mi sono svegliata sta mattina mi sta facendo
impazzire.
Detto ciò,
ciao e grazie ancora a tuti!!
:3
Uhuh..
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Tempesta e segreti ***
Tempesta e segreti
I sei ninja di Konoha, trascorsero tutto il giorno a letto. L'unico che
non riuscì a chiudere occhio, fu Shikamaru, che veniva
continuamente tormentato dal pensiero che quella barca, affondasse da
un momento all'altro.
Era un traghetto fatto quasi interamente in legno. Non molto grande,
c'erano otto camere molto piccole, due bagni, una minuscola cabina di
pilotaggio e una poco spaziosa stiva. Il tutto, veniva illuminato con
delle candele ben fissate e protette con del chakra, per non provocare
un incendio. Era, tutto sommato, un ambiente parecchio accogliente, ma
non abbastanza da far sentire il povero Nara al sicuro, che mai si
sarebbe aspettato di provare paura, per una cosa da lui ritenuta
così stupida.
Non appena giunse la sera, Tenten uscì dalla sua cabina,
attraversò lo stretto corridoio e si recò di
fuori.
La terra non si vedeva più da un pezzo. Una maestosa distesa
d'acqua si estendeva davanti ai suoi occhi bruni, leggermente socchiusi.
Sospirò, per poi buttarsi su una sedia, con la testa fissa
verso il cielo arrossato, per via del tramonto. Il mare era del
medesimo colore, sembrava di star navigando sopra ad un' immenensa
pozza di sangue e per un attimo, la cosa la turbò ed ebbe un
sinistro presentimento.
Ma la sua mente, era troppo impegnata a contemplare altro. Non a caso,
ripensò a ciò che era successo l'ultima volta che
aveva salpato quelle onde, finendo irrimediabilmente per sentirsi
vuota.
Gli venne dunque in mente l'ultima frase che le disse Neji, prima di
entrare in combattimento. "Non dimenticarmi". Ai suoi occhi, parve
più come una supplica che non poteva fare a meno di
accontentare. Non voleva dimenticarlo. E anche se l'avesse voluto, non
ci sarebbe mai riuscita, perchè lo amava ancora. Lo amava
con tutta sè stessa. E non era una cosa da nulla,
ciò che provava per lui, era forse il sentimento
più puro che la mente umana potesse generare.
Strinse i pugni.
-Dove sei, Neji?- Sussurrò poi, prima che una lacrima le
rigasse la guancia sinistra.
Si sentiva male. Aveva mentito persino ai suoi compagni.
Non si era accorta però, che non era più sola
lì fuori. Una mano, le si posò delicatamente
sulla spalla, facendola sobbalzare.
Si asciugò il viso, per poi alzare il viso di scatto.
Hinata la guardava, con il sorriso sulle labbra. C'erano tutti con lei,
chi più e chi meno sveglio.
- N-non pensavo foste tutti svegli.- Balbettò la castana,
stupita.
Ino rise sonoramente.
-Pensa che quì c'é persino chi non ha dormito!-
Esclamò beffarda, riferendosi a Shikamaru, che
s'innervosì all'istante.
-E smettila..- La rimproverò, sbuffando e incrociando le
braccia al petto.
Ino gli fece la linguaccia, per poi rispondere con un ironico
-Contaci.-.
Il ragazzo andò su tutte le furie, ma intervenne anche
Naruto.
-Ma state sempre a litigare, voi due?- Si lamentò il biondo,
sbadigliando sonoramente.
-Taci!- Gli ordinarono i due ninja, all'unisono.
Tenten scoppiò a ridere, divertita da quella scena.
-Siete proprio dei bambini..- Sospirò Sakura, mentre
sorrideva rassegnata.
-Spero che tu non includa anche me, in quella frase.- Disse Shikamaru,
fingendo un'espressione offesa, che divertì ancor di
più la rosa e intenerì da morire Ino.
Una fitta colpì il cuore di Tenten. Cosa stava facendo? Come
poteva nascondere la verità ai suoi amici?
Ripensò a Rock Lee.
Non aveva detto nulla nemmeno a lui. Lui che nel periodo più
difficile della vita di entrambi, le era stato vicino più di
chiunque altro. Rock Lee, meritava da sapere più di tutti,
ciò che Tenten, aveva appena deciso di rivelare. Il motivo
per cui era divenuta così strana. Decise che la prima cosa
che avrebbe fatto non appena sarebbe tornata a Konoha, sarebbe stato
parlarne con lui. Ma in quel momento, altri necessitavano di sapere la
realtà dei fatti, dunque prese coraggio.
Si schiarì la voce, attirando l'attenzione di tutti.
Le parole, faticavano ad uscire. Non voleva che la giudicassero male,
non ne aveva parlato semplicemente perché non ci riusciva,
ma ormai, non poteva neanche più nasconderlo.
-Mi dispiace..- Mormorò inizialmente.
-Di cosa?- Domandò Sakura, sorpresa.
-Io non potrò esservi utile come credete in questa
missione.- Ammise infine, a denti stretti, generando lo scompiglio
generale.
-Cosa stai dicendo, Tenten?!- Chiese Shikamaru, preoccupato.
-Io.. Quella sera non ho seguito Ino, sono andata da tutt'altra parte.-
Gli occhi, le si stavano bagnando per via delle lacrime. Non avrebbe
mai voluto mentire, non era mai stato nel suo stile. Sentiva il senso
di colpa corroderle l'anima e faceva male.
Gli altri la guardavano allarmati.
-Quando ho visto Ino allontanarsi, non pensavo che stesse scappando e
io.. Sono andata nella direzione opposta.- Farfugliò, mentre
iniziava a piangere.
-In un'altra direzione? A far cosa?- Domandò Sakura.
Il pianto della castana si fece più forte.
-In lontananza, su una montagna.. Avevo visto una casetta in legno,
simile ad un rifugio.. Qualcosa mi diceva che avrei dovuto andarci e
così feci. Ci abitava un'anziana signora.. Mi disse di
avere.. Più di cento anni. Mi trattò bene, fu
gentilissima.. E..-
Si bloccò, poiché iniziò a piangere
sempre più disperatamente.
-Mi ha detto.. Mi ha detto che lei aveva il potere, di far resuscitare
i morti..-
Tutti sgranarono gli occhi.
-Tenten, non le avrai creduto, vero?!- Intervenì Sakura,
innervosendosi.
Ma Tenten non riusciva a smettere di piangere.
-Oh no.. Che ti ha detto?- Fece poi la rosa, passandosi una mano tra i
capelli, disperata.
-Volevo riportare in vita Neji.. Così le ho fatto il suo
nome e le ho fornito le informazioni necessarie.. Le ho anche mostrato
il ritratto che gli aveva fatto Sai anni fa.. Ma lei.. -
Tutti attentevano una risposta. L'ansia si era impossessata di tutti i
presenti, che non riuscivano a proferire parola.
-..Lei mi ha detto.. Che l'ha visto, che é vivo!-
Esclamò poi.
Hinata sbarrò gli occhi.
-E' impossibile..- Fece poi, incredula. Suo cugino era morto davanti ai
suoi occhi, a Konoha c'era la sua tomba.
Tenten si alzò in piedi, con gli occhi stracolmi di lacrime
e si mise una mano sul cuore.
-Te lo giuro, Hinata! So che quella signora non mentiva, l'ho visto nei
suoi occhi!!- Esclamò disperata, convincendo la ragazza a
crederle.
-Effettivamente non credo abbia mentito. Questi individui, che vivono
isolati e che sostengono di poter riportare in vita qualcuno, sono
degli ottimi impostori e sfruttano qualsiasi occasione per far soldi.
Ma in questo caso, lei non poteva fingere, perché se, come
ha detto, Neji é ancora vivo, Tenten prima o poi lo avrebbe
scoperto, accorgendosi della truffa.- Spiegò Sakura.
-Bhe, ma i "clienti" si accorgerebbero della truffa, anche se
assistessero allo svolgimento della tecnica, senza poi rincontrare la
persona che, in teoria, avrebbe dovuto essere viva. Senza dubbio
andrebbero a ricercare il truffatore.- Sottolineò Shikamaru,
confuso.
La rosa scosse la testa.
-No, ogni volta che queste persone compiono un imbroglio, si
trasferiscono altrove. Questa donna ha cent'anni e per essere finita
nell'estremo Nord, vicino al Villaggio delle Ombre, significa che ha
viaggiato tanto e che ha debiti con mezzo mondo.- Aggiunse poi.
Naruto intervenne prontamente.
-Ma quindi, questo significa che Neji è vivo!!-
Esclamò sconvolto, ma anche speranzoso.
-Non possiamo mica dirlo con certezza. Per quanto ne sappiamo, potrebbe
anche essersi sbagliata.- Rispose Ino, incrociando le braccia al petto.
-Neji deve essere vivo..- Mormorò Tenten, stringendo i pugni.
-Non so se sia vero ciò che quella signora ti ha detto,
però appena potremo, andremo di nuovo a parlarle.. In
più, se Neji è davvero vivo, si farà
vedere..- La incoraggiò Hinata, sorridendole dolcemente.
Tenten era felice. Finalmente si era tolta un peso e poteva dare tutta
sé stessa, per aiutare i suoi amici. Non si erano arrabbiati
con lei, l'avevano capita e ascoltata. Nessuno le aveva dato della
stupida, anzi, avevano persino creduto a ciò che aveva detto.
-Io ho una gran fame.. Che ne dite, mangiamo qualcosa?- Propose Naruto,
massaggiandosi lo stomaco brontolante, sotto gli sguardi inebetiti di
tutti.
-Sei sempre il solito..- Scherzò Shikamaru.
-Non permetto che uno che si spegne le sigarette in fronte, faccia il
superiore con me.- Bofonchiò poi, offeso.
-Già! Chissà come avrà fatto. Mi
sorprendi sempre di più, Shikamaru.- Rise ino, dandogli
leggere manate sulla schiena, divertita.
Il ragazzo li ignorò, sospirando, per poi tornare dentro a
prendere la cena.
Erano tutti apparentemente sereni, per non turbare ulteriormente
Tenten. L'avevano vista fin troppo scossa. Amava ancora Neji con tutta
sè stessa e soffriva anche solo pensandolo.
Ma era davvero vivo? L'evevano visto morire tutti, come avrebbe fatto a
salvarsi?
Dopo cena, ognuno tornò nella rispettiva cabina. Erano
ancora stanchi e dovevano mettere da parte le forze per ciò
che li avrebbe attesi dopo.
Shikamaru si era appena chiuso la porta a chiave alle spalle. Si
sdraiò sul letto, ripensando alle parole di Tenten. La
situazione si complicava ulteriormente, la sua testa era fin troppo
affollata in quel periodo e lui odiava preoccuparsi e stare sulle
spine. Aveva sempre desiderato una vita tranquilla, affianco ad una
donna forte, risoluta e, se era possibile, anche abbastanza carina.
Dopotutto non chiedeva molto, ma il suo costante bisogno di
tranquillità, era in forte contrasto con il suo lavoro. La
vita di un ninja, era tutt'altro che quieta, eppure lui aveva deciso di
intraprendere quella via. Imprecò, pensando a tutto quello
che avrebbe potuto attenderlo. Un nuovo nemico, Neji, un "Villaggio
fantasma". Per non parlare di Temari che gli aveva chiesto di andare a
vivere insieme. Lui non era pronto per quello, tuttavia non era
riuscito a parlargliene. Per la prima volta in vita sua,
sentì il forte bisogno di confidarsi con qualcuno, fu per
questo che come un fulmine, schizzò giù dal letto
e, dopo aver aperto la porta, si diresse senza riflettere, nella cabina
affianco alla sua.
-Dirò tutto a Naruto.- Sussurrò poi, convinto.
Non si aspettava di ricevere chissà quale aiuto dal
biondino, anche se un po' ci sperava, ma togliersi quel peso dalla
coscienza lo avrebbe aiutato a riflettere meglio, senza dubbio.
Prima di abbassare la maniglia, tirò un lungo sospiro di
esitazione.
-Devo essere proprio disperato.- Fece poi.
Ma non si scoraggiò. Inspirò più aria
che potè e, con un gesto fulmineo e gli occhi chiusi,
spalancò la porta. La sbattè violentemente alle
sue spalle, azzeccando il buco della serratura alla cieca e chiudendo a
chiave.
Sentì il rumore del corpo del ragazzo, rigirarsi sotto le
coperte.
Quando riaprì gli occhi, notò con molta sorpresa,
che la stanza era illuminata solo dalla fioca luce di una candela.
Spostò gli occhi sul letto, notando un mucchio di coperte,
dal quale fuoriusciva una ciocca bionda.
-Non ci posso credere, stai già dormendo?- Sbuffò
poi, sconsolato.
Da quell'ammasso di piumoni, uscì un mugugno scocciato.
-Naruto, so che non è il momento, ma devo assolutamente
parlarti di una cosa..- Iniziò.
La figura assonnata, che avrebbe dovuto essere quella dell'amico, si
mise a sedere, stropicciandosi gli occhi.
-Che porca miseria vuoi, Shikamaru?-
Ino farfugliò quelle parole con non poca collera, mentre il
moro sbiancò fino alla punta dei capelli.
Iniziò a sentirsi nervoso.
-Merda.. I-Ino, scusa.. Io credevo che questa fosse la cabina di
Naruto.- Balbettò poi, molto deciso ad andarsene.
La bionda inarcò un sopracciglio.
-Ma sei diventato scemo tutto insieme? Naruto sta nella camera alla
sinistra della tua. La mia, ovvero questa, è alla destra.-
Sbuffò scocciata.
Shikamaru iniziò a sudare freddo.
-Mi dispiace, ora esco.- Si scusò e fece per
reinserire le chiavi nella serratura, ma una forte ondata, scosse
violentemente tutta la barca, facendo cadere a terra il ragazzo.
Ino cacciò un urlo.
I battiti del cuore accelerarono. Odiava ammetterlo, ma quel mezzo di
tasporto lo terrorizzava.
Le chiavi gli scivolarono di mano, finendo sotto un mobile.
-Cos'é stato?-Domandò poi Ino, scenendo
immediatamente dal letto e andando incontro all'amico.
Il traghetto prese ad ondulare sempre più forte e sentirono
il rumore della pioggia farsi sempre più intenso.
-Credo.. Sia una tempesta.- Rispose Shikamaru, fingendosi il
più calmo possibile.
Ma il sangue gli si gelò nelle vene al solo pensiero. Non
sarebbe neanche riuscito a stare in piedi, in quelle condizioni.
Le forti scosse dovute all'implacabile acquazzone, avevano fatto
allarmare tutti i presenti. I marinai facevano il possibile per
migliorare la situazione, ma senza grandi risultati.
Naruto, Hinata, Sakura e Tenten, schizzarono fuori dalle rispettive
camere, ritrovandosi all'inizio del corridoio, parecchio impauriti.
-E' una tempesta!- Esclamò Sakura, agitatissima.
-Già e anche troppo forte! Dobbiamo fare qualcosa!-
Accordò la castana, reggendosi in piedi a stento.
Hinata aveva la testa che le scoppiava. Cosa si doveva fare in quelle
situazioni? Le mani le tremavano e non riusciva a parlare.
Le onde si facevano sempre più violente, il vento soffiava
sempre più forte e il cielo si scuriva ogni secondo di
più.
-Stai bene? Ti vedo un po pallida..- Le chiese Naruto allarmato,
poggiandole una mano sulla schiena.
Hinata avvampò, ma in quel momento capì. Avrebbe
potuto morire, ma non le importava. Se quella era l'unica soluzione,
malgrado non avesse la massima probabilità di riuscita, lei
doveva tentare. Era l'unica che poteva farlo. Doveva salvare i marinai,
i suoi amici.. e Naruto.
-S-sto bene.- Disse poi, sbrigativamente.
La paura di non riuscire, di non essere abbastanza neanche quella
volta, la sopraffece. Si sentiva soffocare e i battiti del suo cuore,
si erano fatti talmente tanto forti, da risultare fastidiosi.
Aggrottò le sopracciglia e scosse il capo, cercando di
calmarsi.
Iniziò a correre verso la stiva, decisa a proteggere tutti
quanti, mentre Naruto, Sakura e Tenten la rincorrevano confusi.
-Hinata, che diavolo vuoi fare?! Torna quì!!-
Urlò la castana, disperata.
La corvina finse di non sentire e non sivoltò nemmento per
guardare.
Naruto sbarrò gli occhi.
-Vuole uscire di fuori!- Esclamò poi, innervosendosi
ulteriormente. Non capiva cosa le fosse preso, non sembrava lei.
Sarebbe andata incontro a morte certa e lui non poteva permetterlo.
Prese a rincorrerla, disperato, mentre pregava mentalmente che si
fermasse.
Ma fu troppo tardi.
Vide la corvina di spalle, che resisteva al vento, alla pioggia e alle
onde ormai divenute indomabili.
-Hinata, no! Fermati!!- Urlò, per poi uscire anche lui di
fuori e bloccandola da dietro, stringendola tra le sue forti braccia.
La ragazza spalancò gli occhi.
Sapeva che il ragazzo che amava temeva per la sua vita, sapeva che era
preoccupato per lei, ma per la prima volta in vita sua, non
potè ascoltarlo.
Si girò e sulla soglia della porta d'uscita, vide anche
Tenten e Sakura, altrettanto preoccupate.
-Non farlo.. Andiamo dentro, troveremo un modo!-
Le parole del biondo, erano divenute suppliche.
La paura di perderla era talmente forte, da avergli fatto smarrire il
controllo delle sue azioni.
La strinse di nuovo, cercando di riportarla dentro, ma con sua notevole
sorpresa, Hinata sciolse l'abbraccio.
Ancorò i suoi occhi lilla a quelli del ragazzo, del colore
del cielo sereno,e prese un lungo respiro.
Nonostante il pavimento sotto di loro ondeggiava vertiginosamente,
pronunciò la frase con calma, quasi sorridendo: disse -Io ce
la farò.-.
Il cuore di Naruto perse un battito.
-Credi in me, ti prego.- Fece, facendogli cenno di rientrare.
Il biondo, basito e contrariato, decise di fare come lei gli aveva
detto e raggiunse Sakura e Tenten.
Assieme a loro, c'era anche un marinaio, preoccupato per la sorte di
Hinata.
-Non l'hai riportata indietro?!- Esclamò l'uomo.
Naruto non riusciva a parlare. La paura era cresciuta a tal punto, da
incatenargli le parole in gola, senza lasciargli via d'uscita.
-Hinata..- Mormorò Tenten, stringendo i pugni.
Sakura aggrottò le sopracciglia.
-Può farcela!- Esclamò poi.
Non sapeva se era autoconvinzione o se credeva a tal punto nelle
capacità della Hyuga, tuttavia si fidò di lei.
Hinata era ancora fuori. Prima di iniziare, prese un lungo respiro,
finchè non si decise ad evocare frettolosamente il chackra
ed infine si concentrò.
Non aveva scelta, doveva credere in sè stessa e nelle sue
capacità. Ricordò tutti gli insegnamenti della
maestra Kurenai, tutti gli approfondimenti fatti sui libri ed infine
pensò a tutte le persone che avevano fatto dei sacrifici per
lei.
Per una volta, sarebbe stata lei l'eroina, proteggendo tutti i presenti.
Non stava funzionando.
Le lacrime iniziarono a rigarle il viso. Aveva paura. Tutto dipendeva
da lei.
Evocò ancora più chakra, finché una
luce bianca, non le irradiò gli occhi.
Fu li che li vide.
Due enormi occhi ambrati che la fissavano e una voce le disse. -E
adess.. Vediamo che sai fare, umana..-
Non sapeva di chi fosse, le sembrò che fossero state lo onde
a parlare.
_______________________________________________________________________________________________________________
Salve
a tutti, giovani! Con mia immensa sorpresa, sono riuscita a pubblicare
un altro capitolo. In realtà, mi sentivo anche un po' in
colpa perchè il segreto di Ten Ten non era ancora stato
svelato, quindi, dopo aver realizzato di essere una persona orribile,
mi sono impegnata per aggiustare al meglio il capitolo e pubblicarlo.
Yeeeh (._. ?)!
Ringrazio tutti quanti: chi recensisce, chi aggiunge ai preferiti, alle
seguite e alle storie da ricordare. Ringrazio chi si è letto
tutti e quindici i capitoli così, tanto per.. E.. Bho, credo
basti così.
Alla prossima!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Il Mito ***
Il Mito
Quella notte a Konoha, il vento era talmente forte che sembrava
sussurrare qualcosa e quel brusio, distoglieva l'attenzione del Quinto
Hokage dalle pratiche che stava compilando, al lume di candela. Erano
le due del mattino e il cielo era buio, la luna completamente oscurata
da nubi.
Tsunade sbuffò.
Era troppo che stava lì seduta e la schiena iniziava a farle
male. Come al solito, s'immerse nei suoi ricordi, ma non
riuscì a non pensare a Shizune senza farsi venire alla mente
Sakura. Il modo in cui l'aveva trattata, le cose che le aveva detto,
non erano di certo parole che un grande ninja come lei avrebbe dovuto
pronunciare. La sua allieva stava dando tutto per lei, s'impegnava al
massimo sia nel lavoro, che in ospedale. Cosa avrebbe detto Shizune se
fosse stata lì? La risposta non tardò ad
arrivare. L'avrebbe sgridata, le avrebbe detto che quella non era lei.
Le avrebbe ricordato che lei, Tsunade, era una donna forte, saggia,
giusta. Per quello sedeva dietro quella cattedra, per quello era
diventata Hokage.
Sospirò poggiando la testa sul tavolo in legno e chiuse gli
occhi.
Erano tre giorni che Sakura non andava al lavoro e sapeva che non era
malata, l'aveva vista camminare in piazza accanto a Rock Lee. La
giovane ninja non voleva vederla e lei non poteva biasimarla, per quel
motivo, doveva assolutamente parlarle. Doveva scusarsi, era stata
ingiusta. Voleva un bene dell'anima a quella ragazza e l'ultima cosa
che desiderava, era perdere un'altra persona importante.
Tutt'a un tratto, qualcosa andò a sbattere contro la porta a
vetri del balcone, facendo sobbalzare la donna. Si mise nuovamente
composta, voltandosi per controllare di cosa si trattasse.
Non vide nulla.
Scosse il capo.
-A quest'ora una persona dovrebbe dormire.. Non avere allucinazioni
uditive.. Devo assolutamente finire di riempire queste scartoffie.- Si
lamentò.
Dunque fece per rimettersi al lavoro, ma un rumore simile al
precedente, arrivò nuovamente alle sue orecchie. Sembrava
che qualcuno stesse addirittura bussando.
Guardò ancora, e il suo cuore perse un battito.
Una sagoma scura, non identificabile per via della poca luce, era
inpiedi e immobile dietro il vetro della porta.
Tsunade sbarrò gli occhi e scattò verso il
balcone.
Un individuo vestito con un nero mantello, il cui viso era nascosto da
un cappuccio, sembrava attendere che la donna gli aprisse.
Erano a pochissimi centimetri di distanza, solo la lastra di vetro li
divideva.
-Ma chi diavolo sei?- Ringhiò l'Hokage, divenendo minacciosa.
Lo sconosciuto, gli indicò la maniglia con l'indice.
L'Hokage riflettè qualche istante. Aveva due opzioni: farlo
fuori all'istante, o permettergli di entrare. Tuttavia, non sapendo chi
fosse, di certo non poteva saltargli addosso e prendersi la sua vita
con così tanta leggerezza.
Girò la maniglia e aprì la porta.
L'individuo entrò, portandosi appresso una folata di vento
gelido.
-Chi sei? E cosa vuoi?- Ripetè Tsunade, mentre richiudeva
rapidamente la porta.
Ma non ricevè alcuna risposta.
Lo sconosciuto percorse tutta la stanza e chiuse a chiave anche
l'entrata dell'ufficio.
L'Hokage, sempre più irritata, concentrò il
chackra in una mano.
-Bene, se non vuoi dirmelo, sarò costretta a scoprirlo da
sola.- Lo minacciò poi.
Ma fu proprio in quel momento, che il misterioso visitatore si
liberò del cappuccio, rivelando il suo volto.
L'espressione rabbiosa della donna, divenne immediatamente la
più stupita e incredula che avesse mai fatto in vita sua. Si
sarebbe aspettato di trovare chiunque, meno che lui.
L'ultimo sopravvissuto del clan Uchiha, era a pochi metri di distanza
da lei e la fissava con i suoi occhi neri, gelidi, penetranti.
-Buonasera, Hokage.- Salutò il ragazzo, serio come lo era da
sempre.
La donna non sapeva cosa dire, era rimasta del tutto spiazzata.
-Suvvia, non faccia così.. Credeva davvero che prima o poi
non mi sarei rifatto vivo?- Le chiese, freddo.
Tsunade riprese lucidità.
-Che ci fai quì?- Ringhiò, tenendosi pronta a
respingere qualsiasi tentativo di attacco.
Il ragazzo non rispose. Sembrava come se fosse in
difficoltà, come se non sapesse da dove iniziare.
-Posso sedermi?- Domandò.
Non era neanche scortese o arrogante, era solo serio, quasi tenebroso,
ma quella non era una novità. Non sembrava avere cattive
intenzioni, dunque la donna annuì.
Sasuke prese uno sgabello situato all'angolo della stanza, lo
posizionò davanti la cattedra dell'Hokage, si
sedè ed infine fece cenno alla donna di accomodarsi a sua
volta di fronte a lui, che incerta, finì per accontentarlo.
-Adesso vuota il sacco..- Sibilò Tsunade, con gli occhi
ridotti a due fessure.
Sasuke non si stupì affatto dell'accoglienza che l'Hokage
gli stava riservando, dopotutto continuava comunque ad essere
considerato un traditore.
Prese un bel respiro.
-In realtà, non ho molto tempo..- Iniziò.
-Perchè? Dove devi andare?- Lo interruppe lei.
-Non posso dirlo.- Disse semplicemente, non scomponendosi minimamente.
La donna parve diventare ancor più furibonda.
-Se non parli.. Ti ammazzo..- Lo minacciò con un sussurro.
Sapeva che non avrebbe mai fatto una cosa simile, senza prima aver
parlato con Naruto e Sakura.
-No, non lo farà. Ascolti, non sono venuto quì
per creare scompiglio o portare sciagure.-
-Allora parla.- Lo incitò lei.
-Il Villaggio della Foglia è in pericolo e con lui, tutti i
paesi circostanti.- Dichiarò in tono piatto e gelido, mentre
prendeva a picchiettare il legno del tavolo con l'indice.
-Perchè?- Chiese l'Hokage, non accennando il minimo di
turbamento e continuando a rimanere sospettosa.
-Immagino che voi Capi Villaggio, vi siate riuniti per parlare degli
attentati che vi sono stati nell'ultimo periodo, giusto?-
Lei annuì.
-So che tutti voi sapete che non si è trattato di semplici
coincidenze. So che avete già dei sospetti e sono venuto
quì per confermarli.- Spiegò il ninja.
Tsunade iniziò a preoccuparsi.
-Il "Chacka Perfetto" esiste, e sospetto di conoscerne il possessore.-
Affermò.
La donna scattò inpiedi, esclamando un inquieto -Non
è possibile!-.
Non riusciva a credere a quelle parole. Nella riunione svolta qualche
tempo prima, si creò un vero e proprio dibattito
sull'argomento. Molti Capi Villaggio sostennero quella tesi. Credevano
davvero che ci fosse un individuo con quel potere, ma a lei
sembrò tutt'altro che verosimile. Tuttavia, non era neanche
certa di potersi fidare dell'Uchiha. Lui rimaneva comunque un
traditore, nonostante sembrasse sincero.
-Per quale assurdo motivo dovrei crederti?- Gli chiese poi, divenendo
fredda anche lei.
Il moro abbassò lo sguardo e a bassa voce, quasi come se
stesse facendo una fatica immane, mormorò -Perchè
siamo tutti in pericolo.-.
Il suo tono non era cambiato, ma al suo interno, ora si poteva
percepire una grande preoccupazione e inquietudine. Fu lì
che Tsunade capì; Sasuke Uchiha non stava mentendo. In
più, lei non stava impazzendo. Quelle ondate di forte
energia che percepiva di tanto in tanto, non erano frutto della sua
immaginazione. Le persone scomparse, gli attentati.. Non erano
coincidenze e il fatto che si fosse rifiutata di crederci di proposito,
cercando di evadere dalla realtà che tanto detestava, era la
prova di quanto avesse messo da parte il suo lavoro, per preoccuparsi
di essere egoista. Ma fuggire dai problemi non era mai stato da lei.
Decise di provare a fidarsi del ragazzo che era davanti ai suoi occhi,
dalla cui tetra espressione, parve come scorgersi una supplica. Sasuke
voleva che lei gli credesse. Sasuke voleva essere perdonato.
-Dimmi tutto.- Lo spronò infine, decisa a concedergli
un'altra possibilità.
-Eien, questo è il suo nome. Sta creando un esercito di
copie fatte interamente dal suo potente chackra, ma non sono normali
riproduzioni umane. Hanno ossa, muscoli, vene, arterie.. Tutte fatte in
chackra.- Iniziò.
-Incredibile...- Commentò Tsunade, a bassa voce.
-Non so dirle quando con certezza, ma attaccherà tutte le
terre e raderà al suolo ogni minima cosa che lo
intralcerà, finchè non lo troverà..-
-Finchè non troverà.. Cosa?- Lo
sollecitò l'Hokage, in preda all'ansia.
Sasuke parve tremare per un istante.
-Immagino che lei conosca il Mito del Tempo, giusto?- Le
domandò Sasuke.
L'Hokage parve disorientarsi. Conosceva l'argomento, ma non capiva come
potesse essere collegato a ciò che il ragazzo stava tentando
di rivelarle. Ma l'Uchiha non era dicerto un ninja ottuso, non a caso
comprese in un attimo i pensieri della donna.
-Questo racconto, narra di come lo Spirito del Tempo creò
ogni cosa esistente. Lui viveva in uno spazio senza confini
nè frontiere, infinito. Dunque, con il suo potere,
iniziò a far formare stelle, galassie, buchi neri.. Fino ad
arrivare al nostro sistema solare, in cui collocò laTerra.
Non contento, decise di dare origine ad un numero incalcolabile di
forme vitali, che col tempo mutarono. Incaricò tre spiriti
minori di tutelare i viventi, vegliando anche su di loro. Tsuchi era lo
spirito della terra, Sora quello del cielo e Mizu quello dell'acqua.-
Raccontò il giovane.
Ma la donna continuava a non capire.
-Il possessore dello spettacolare chacka, di cui abbiamo parlato poco
fa, è riuscito a catturare due di questi spiriti, ovvero
Tsuchi e Sora, e li tiene intrappolati grazie ad un sigillo
particolare, che non ostacola il loro ruolo, e che sembra abbia ideato
lui stesso. Dunque, se facciamo due calcoli non è difficile
da intuire quale sia il suo obiettivo.-
Sasuke aveva raccontato il tutto cercando di rimanere più
tranquillo possibile, mentre l'Hokage diveniva sempre più
ansiosa. Il suo lato razionale le suggeriva ovviamente di non fidarsi,
ma lei conosceva quel ragazzo. Sapeva chi era, e di certo non era un
bugiardo. Ma la fatica che doveva fare per credere a quelle parole, la
fece inabissare nuovamente nel dubbio. Si parlava di miti, si
sprofondava nel surreale.
-Non è possibile.. Questa è una specie di
leggenda.- Insistè.
Gli occhi color pece del giovane si spostavano rapidamente, nonostante
lui fosse apparentemente calmo, dentro era palesemente nervoso. O forse
aveva paura?
La donna, la cui testa veniva attaccata da un'emicrania ogni secondo
più dolorosa, si sforzò ulteriormente per tentare
di seguire il ragionamento del ragazzo. Stando a ciò che le
era appena stato detto, a Eien mancava solo di impadronirsi dello
spirito custode dell'acqua, Mizu. Ed era ovvio che qull'individuo
volesse controllarli tutti e tre, per poi evocare lo spirito del Tempo.
-Posso garantirle al cento percento che sto dicendo la
verità. Lui lo cerca, lo cerca disperatamente, non pensa ad
altro. Ma trovarlo non è semplice e sapendolo, non ha
esitato ad attaccare tutti i Villaggi, nella speranza di trovarlo. Ma
Mizu non si trova, lo si incontra ed è lui a decidere da chi
essere visto.-
Dopo infinite riflessioni, durate diversi minuti di silenzio, la donna
finì per giungere nuovamente alla conclusione che Sasuke non
mentiva, lo capì dai suoi occhi. Ma un'altra domanda le
sorse spontanea.
-Come fai a sapere tutte queste cose?- Domandò, tornando
sospettosa.
Il ragazzo sospirò amareggiato e quasi a malincuore,
ripetè -Non posso dirlo.-.
-Perchè?!- Si alterò Tsunade, sbattendo il pugno
sulla cattedra.
-Non posso dirlo.-
Sasuke era impassibile e guardava gli occhi della donna, che in quel
momento non faceva altro che tempestarsi di domande.
Dunque si alzò e si avvicinò alla porta da cui
era entrato.
-Le dirò l'ultima cosa, prima di andare.. Eien è
il proprietario del Villaggio delle Ombre.-
La donna fece uno scatto in avanti, agitata più che mai.
-Allora dobbiamo..-
-No, non dovete fare nulla. Anzi, non potete fare nulla. Lei deve
preoccuparsi di informare gli altri Villaggi. Se sarà
necessario, di tanto in tanto tornerò e le
rivelerò ciò che saprò.-
L'avvertì, mentre apriva la porta.
Stava per uscire, ma si fermò.
-Ah.. La mia visita, deve rimanere un segreto.-
E dopo aver pronunciato a denti stretti quelle ultime parole, non
lasciando alla donna la possibilità di rispondere, scomparve
nelle tenebre.
__________________________________________________________________________________________________________
Salve a tutti!
Ho terminato anche questo capitolo, è assurdo! Non pensavo
che ce l'avrei fatta, ma eccomi quì! Anche se è
sempre meglio non gasarsi troppo. Ultimamente, non appena mi capita di
pensare qualcosa della quale sono sicura, una forza sconosciuta (alla
quale preferisco non dare un nome per non condizionarmi l'esistenza
._.) manda letteralmente a puttane tutte le mie certezze,
lasciandomi in un angolino, confusa e amareggiata. Ed è
davvero terribile!
E dopo avervi resi partecipi di questo dettaglio decisamente poco
interessante della mia vita, vi ringrazio tutti di cuore come faccio
sempre.
Grazie per le recensioni, per aver aggiunto alle seguite, alle
preferite e alle storie da ricordare.
Grazie a chi legge e a chi non mi caga.
So che siete tutti bellissimi, lo so.
A presto!!
Uhihi!
C:!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Lievi Complicazioni ***
Lievi Complicazioni
La violenta
tempesta era ancora in corso. Shikamaru si trovava nella camera di Ino.
Entrambi sapevano che ciò che stava travolgendo la loro
piccola nave non era un fenomeno naturale. Qualcuno li stava
attaccando. Fecero per precipitarsi fuori dalla cabina, ma un'onda
talmente forte da far quasi volare l'imbarcazione, fece perdere
l'equilibrio ad entrambi. Ino finì nuovamente sul letto,
Shikamaru cadde all'indietro e sbattè la testa contro un
mobile.
Sentì
il sangue bollente colargli lungo la nuca, sull'orecchio sinistro e sul
collo. La testa gli girava e non riusciva a muoversi. Probabilmente
stava perdendo lentamente i sensi.
Ino
schizzò verso di lui, evocò il chackra e prese a
medicarlo, con le mani sospese a pochi centimetri dal suo volto.
-Shikamaru, ti
senti bene?!- Gli chiese preoccupata, con il respiro affannato.
Al ninja venne
da annuire d'istinto, ma di certo non era nella posizione di rispondere
a mente lucida, dal momento che era praticamente quasi svenuto.
Mentre tutto
attorno a lui sembrava roteare vorticosamente, i suoi pensieri
diventavano sempre più pessimisti e le onde sempre
più violente. E se quella fosse stata la sua ultima notte?
D'altronde, come potevano sopravvivere ad un simile pericolo? Nessuno
fra di loro, sarebbe stato in grado di affrontare un fenomeno
così grande e disumano.
-Shikamaru?!- Lo
chiamava Ino, allarmandosi sempre di più.
Ma le sue cure
stavano facendo effetto. Certo, non era ancora pronto per fare grandi
movimenti, ma mentalmente si stava riprendendo.
Lui si
guardò un po' attorno, spaesato.
-Dai,
riprenditi..- Lo supplicò, continuando ad insistere con la
medicazione.
Al ninja
sembrava che il ristabilirsi fosse l'ultimo dei suoi pensieri. Ino era
davvero bella, Shikamaru lo aveva sempre pensato. Era la portatrice di
allegria nel loro team di scansa fatiche.
Ricordava
perfettamente quando, poco dopo la fine della guerra, lui passeggiava
accanto a Chouji, in silenzio. C'era distruzione ovunque guardassero e
nessuno dei due aveva nè la voglia e nè il
coraggio di parlare, perchè sapevano che non esistevano
argomenti felici da trattare. Attraversando il bosco, si ritrovarono
davanti ad un piccolo prato pieni di fiori, in cui la videro seduta a
terra. Ino ne aveva colti un po', formando un aromioso bouquet. Quando
lui e l'altro membro del loro team le domandarono perchè
fosse lì, lei rispose con un minuscolo, ma sincero sorriso.
In più aggiunse -Non credete che questo scenario grigio
abbia bisogno di un po' di colore?-.
Se Shikamaru era
la mente del loro gruppo e Chouji il corpo, Ino non poteva che esserne
l'anima.
Non riuscirono a
capire il perchè, ma dopo essersi guardati negli occhi per
qualche istante, venne spontaneo ad entrambi annullare le distanze e
unirsi in un intenso bacio. Era forse la cosa più bella che
fosse capitata ai due negli ultimi mesi e sembrava fosse successa senza
che ci facessero caso, come fossero stati creati per avere quel tipo di
contatto.
Non ci volle
molto prima che realizzassero cosa fosse accaduto, e dopo aver sbarrato
gli occhi, fecero un fulmineo scatto all'indietro.
-Ma che diavolo
ti prende?- Sibilò malignamente la ragazza, mentre si
portava una mano sul volto arrossato dall'imbarazzo.
Shikamaru
deglutì.
-Guarda che
potrei farti la stessa identica domanda!- Le ricordò lui.
Calò
un imbarazzante e fastidioso silenzio.
Ino
schizzò in piedi, furibonda, riuscendo a mantenere
l'equilibrio senza l'aiuto del chackra, nonostante la tempesta fosse
ancora in corso.
-Nara..
Giuro che ti ammazzo!- Lo minacciò.
Caricò
il pugno che avrebbe dovuto colpire violentemente la faccia del
ragazzo, ma proprio in quel momento, il maltempo cessò di
colpo.
Shikamaru e Ino
si guardarono attorno, perplessi, finchè lei non si
lasciò cadere in ginocchio. La sua espressione era vuota, i
suoi occhi fissi a terra. Si portò una mano fra i lunghi
capelli dorati per poi sussurrare -No.. Non è giusto..-.
Shikamaru, per
quanto fosse turbato dal suo stesso gesto, ebbe comunque la forza di
provare a rispondere con un -..Cosa?-.
Lei
battè i pugni a terra, furente.
-Non doveva
andare così! Fra tutte le persone che avrei potuto baciare,
perchè mi è dovuto capitare proprio il ragazzo di
Temari?!- Esclamò, esasperata.
Shikamaru
inarcò un sopracciglio. Sapeva che Ino e Temari erano rivali
in qualsiasi cosa, ma gli sembrava eccessivo reagire a quel modo. Ma
parve ricordarsi di un ulteriore particolare non trascurabile. Aveva
baciato un'altra ragazza che non era la sua e non ci volle molto prima
che ciò iniziasse a farlo sentire un verme. Non era da lui
fare una cosa simile e poi in quel momento così cruciale.
Poco prima aveva perso il controllo delle sue azioni, ma in una parte
di lui, che avrebbe decisamente fatto rimanere nascosta, non gli era
dispiaciuto affatto quel gesto, anzi..
Scosse la testa.
Non era quello
il momento di pensarci e per quanto fosse turbata, anche Ino pareva
essere della stessa opinione. Quest'ultima afferrò le chiavi
della cabina e aprì la porta, per poi dileguarsi senza dire
nulla.
Shikamaru si
alzò e fece lo stesso.
Non appena
ebbero percorso il corridoio, videro i loro compagni accovacciati a
terra attorno a Hinata, apparentemente priva di sensi.
I due ninja
scattarono verso di loro.
-Che diavolo
è successo quì?!- Fece Ino preoccupata,
chinandosi accanto a Sakura e preparandosi ad evocare il chackra.
La rosa era
presa dalla tecnica medica che stava esercitando sulla Hyuga, Ten Ten
era turbata e Naruto sembrava talmente in ansia, da poter esplodere
entro un breve lasso di tempo, ma fu proprio lui a rispondere.
-Hinata ha
fermato la tempesta.- Tagliò corto.
Ino e Shikamaru
spalancarono gli occhi, increduli.
-E come avrebbe
fatto?- Domandò il Nara.
Il biondo
pensò un po' prima di rispondere.
-Non lo so bene,
è stata una scena troppo confusionaria. Dopo essere uscita
di fuori e aver evocato il chackra, le acque sono impazzite a tal punto
da non farci vedere più nulla.- Spiegò poi.
Ma che
significava? Le cose si complicavano ulteriormente, dal modo in cui
Naruto aveva riferito i fatti, a Shikamaru venne da pensare che le
acque fossero addirittura vive. Era confuso.
-Ci siamo
quasi..- Sospirò Sakura.
La Hyuga, ancora
a terra, tossì debolmente ed infine aprì
lentamente gli occhi, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti i
presenti. Sembrava parecchio disorientata e ci mise un po' per mettere
a fuoco. In pochi istanti, trovò anche le forze per mettersi
seduta.
-C-cos'è
successo?- Biascicò, flebile.
Tutti sorrisero.
-Hinata, hai
fermato la tempesta, sei stata..-Iniziò Naruto, con
entusiasmo. Ma uno schiaffo colpì il volto della Hyuga. Ten
Ten era un misto tra collera e profonda tristezza.
-Ma ti ha dato
di volta il cervello tutto insieme?- La rimproverò poi.
-Ten Ten!!-
Cercò di riprenderla Sakura, ma la castana non ne volle
proprio sapere di ascoltarla.
-Fiondarsi tra
le acque di una tempesta come quella, senza pensare... Era pericoloso!
Se non fossi riuscita nel tuo intento, noi cosa avremmo fatto, eh?!-
Sbraitò, ancora in preda all'ansia.
Ten Ten era
ormai divenuta paranoica. Il terrore di perdere qualcuno a lei caro,
spesso non la faceva neanche addormentare.
Hinata la
guardò per qualche istante, sorpresa come tutti, ma poi
sorrise timidamente.
-Però..
Ce l'ho fatta, vero?-
Farfugliò
quelle parole arrossendo e abbassando lo sguardo. Non c'era arroganza
in quella frase, solo voglia di rassicurare un'amica.
La castana,
trovandosi in difficoltà, sospirò rassegnata.
Hinata era
riuscita nel suo intento. Per la prima volta in vita sua, era riuscita
a salvare delle vite da sola.
Le sue mani
vennero avvolte da un dolce tepore e quando posò gli occhi
su di loro, vide che Naruto, le stava stringendo. E la guardava con
occhi stanchi, ma sognanti. Doveva essersi preoccupato davvero molto.
-Sei stata
fantastica, Hinata! Ho sempre saputo che dentro di te c'era una forza
immane!- Esclamò, totalmente fiero di lei.
La ragazza
arrossì, sentendosi mancare.
Forse Naruto non
era in grado di capire quanto in realtà fosse impulsivo. Non
a caso, appena si accorse di ciò che aveva fatto,
avvampò fin sopra le orecchie, per poi ricomporsi sotto gli
occhi divertiti dei presenti, in particolar modo, quelli di Sakura e
Shikamaru.
Il silenzio
imbarazzante che si era creato fra i due venne rotto dalla rosa.
-Fra qualche ora
arriveremo a destinazione. Fareste meglio a riposare, altrimenti
crollerete non appena toccherete terra.- Li avvertì,
improvvisando un tono di sfida.
Come al solito,
il ninja medico aveva ragione e ognuno sfruttò le ultime ore
di tragitto per riprendersi.
_________________________________________________________________________________________________________
Salve a tutti giovani, rieccomi con un nuovo capitolo! So di essere
un'ingrato pezzo di sterco, ma come ho già detto, non vado
molto d'accordo con date di scadenza di ogni tipo. Spero vi sia
piaciuto questo aggiornamento e mi scuso per le pubblicazioni
irregolari.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, aggiunto ai preferiti, alle
storie da seguire, a quelle da ricordare e anche chi mi ha scritto dei
messaggi.
Farò il possibile per non deludervi (ovviamente dal punto di
vista della storia e non della puntualià, purtroppo) e per
non farmi odiare da voi.
E vorrei scrivere di più quì, anche se so che
questo angolino non se lo caga nessuno, ma sapete, sono in uno di quei
periodi in cui si pensano tante cose, ma non se ne riesce a dire
nessuna ed è parecchio snervante! In più,
è sicuramente il segno che devo stare zitta, quindi..
Grazie ancora a tutti!
A presto!
Uhuh
...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Le due colline ***
Le
due colline
Naruto dormiva
così beatamente sotto le calde coperte lanose che i marinai
gli avevano dato, che non si era accorto della presenza di Sakura
Haruno nella sua cabina. Era entrata per svegliarlo, ovviamente senza
ottenere alcun risultato.
-Ma vuoi aprire
gli occhi?!- Gli ordinò esasperata, scuotendolo.
Il ragazzo della
Volpe a Nove Code si portò il cuscino sul viso, per poi
mugugnare
-Ancora due
minuti..-.
La rosa
inarcò un sopracciglio.
Era decisamente
divertita. Tutti si erano accorti di quanto quel ragazzo fosse turbato
negli ultimi giorni, e vederlo riposare così rilassato fu un
sollievo per lei. Quasi le dispiaceva svegliarlo. Sorrise teneramente
prima di afferrarlo saldamente per le spalle e ripetere la stessa
azione fatta poco prima, ma con una brutalità disumana, che
ovviamente fece spalancare gli occhi del biondo, spaventandolo. Naruto
non riuscì a trattenere un urlo dalla sorpresa, e dopo
essersi liberato dalla presa dell'amica, si coprì il volto
con la coperta.
-Ma sei
impazzita?!- Esclamò, con il cuore che gli esplodeva in
petto.
-Calmati, sono
venuta per dirti che siamo arrivati.- Lo rassicurò lei.
-Mi hai fatto
prendere un colpo! E' proprio vero che la delicatezza non rientra nelle
tue competenze..- Fece, ancora tremante.
Il volto della
ragazza si rabbuiò.
Purtroppo per
Naruto fu troppo tardi per accorgersi dell'errore appena commesso,
poichè Sakura gli assestò un destro dritto sulla
fronte.
-Idiota! Ti
conviene prepararti se non vuoi che ti lasciamo quà!-
Sibilò lei.
Il ragazzo non
se lo fece ripetere due volte, e dopo aver raccolto le sue ultime cose
uscì assieme all'amica, ancora furibonda.
Sakura era una
tipa paziente, ma la messa in dubbio il suo essere femminile la mandava
fuori di sè. Il povero Naruto lo sapeva bene, ma appena
sveglio non poteva di certo ragionarci su. In più, sapeva
che nel giro di quindici minuti le sarebbe passato tutto, e decise di
non pensarci più.
Dopo aver
salutato e ringraziato i marinai, i sei ninja scesero dal traghetto.
L'isola su cui
si trovavano era composta da due alture: una più bassa,
sulla cima della quale riuscirono a riconoscere la casetta in legno di
cui Ten Ten aveva parlato. Mentre l'altra era molto più
alta, quasi come una montagna, e su di essa intravidero a fatica il
Villaggio delle Ombre, avvolto dalla nebbia. Nonostante la visuale non
fosse delle migliori, non sembrava essere molto grande.
Osservando tutto
ciò che lo circondava, a Naruto venne istintivo tirare un
sospiro di sollievo. Però doveva ammettere che era strano.
Era tutto troppo tranquillo, ma decise di non fiatare per non dare
ulteriori preoccupazioni ai suoi compagni. Anche se sembrava che
Shikamaru la pensasse allo stesso modo, glielo leggeva in faccia.
-Io direi di
dividerci.- Propose Ino.
-Sì,
anche io.- Accordò Naruto.
-No,
è pericoloso. Come faremmo se succedesse qualcosa?-
Domandò Ten Ten, assolutamente contraria.
-Hai ragione,
però noi non abbiamo molto tempo. Ti ricordo che a Konoha
nessuno sa della nostra partenza oltre ai nostri amici, che sicuramente
stanno faticando almeno quanto noi per coprirci le spalle.- Le
ricordò Shikamaru.
-Già,
ma se accidentalmente dovessero farci tutti secchi, noi non torneremo
mai a Konoha e il lavoro dei nostri amici sarà stato vano.-
La castana non
aveva tutti i torti, ma non conoscevano quel posto. Quanto tempo
avrebbero potuto perdere imbattendosi in qualche contrattempo? Non lo
sapevano, e non era nemmeno giusto lasciare la situazione al villaggio
in mano agli altri ninja.
-Allora
basterà raggiungere la vetta della montagna più
alta..-Iniziò Shikamaru.
-La state
facendo troppo lunga. Guardate che se non ci sbrighiamo, il tempo
passerà comunque! Dobbiamo per forza dividerci, Ten Ten. E
poi se rimaniamo solo al villaggio senza fare mosse avventate, non
accadrà nulla. Se ci pensi, l'ultima volta è
andata male solo perchè siamo state noi due ad allontanarci,
però a Shino e Chouji non è successo niente.-
Spiegò Ino.
La ninja ci
riflettè un po' su. Doveva ammettere che era un piano folle,
ma dovevano tentare.
-Dunque qual
è il piano?- Domandò, sospirando rassegnata.
-S-secondo me,
dovremmo andare solo io e te a parlare con quella signora.- Le disse
Hinata.
Naruto scosse il
capo, contrariato.
-Verrò
anch'io con voi.- Insistè, ma la Hyuga scosse il capo.
-Voi dovete
assolutamente rimanere uniti. Dopotutto, noi dobbiamo solo chiedere
informazioni.- Gli disse arrossendo.
Discussero per
ancora cinque minuti, ma poi decisero di fare come stabilito. Hinata e
Ten Ten si diressero verso la collina più bassa, mentre gli
altri quattro verso il Villaggio delle Ombre.
Naruto sembrava
turbato ogni passo di più. Non si fidava di quel posto e
lasciarle andare da sole era un azzardo. Sapeva che erano due ninja in
gamba, ma Ten Ten a breve sarebbe stata incapace di ragionare, mentre
Hinata si era ripresa da poco. Tuttavia, l'accordo era che non appena
le due avessero trovato le informazioni necessarie, li avrebbero
raggiunti subito, perciò decise di attendere per un po',
prima di preoccuparsi.
Un'ora dopo i
quattro erano quasi a metà strada, ma l'oscurità
stava calando e per quanto potesse sembrare assurdo, non se la
sentivano di proseguire. Avventurarsi di notte in un territorio
sconosciuto e pericoloso era assolutamente da evitare, tornare a Konoha
sani e salvi era fondamentale. Avvistarono a qualche centinaio di metri
avanti a loro una modesta costruzione in legno. Avvicinandovisi,
constatarono che si trattava di una locanda in vecchio stile, non molto
grande, ma non importava. Entrarono e con immensa sorpresa si accorsero
di essere gli unici clienti. Eppure il posto non era così
male, un po' stretto e spoglio. C'erano solo quattro tavoli in legno e
qualche sedia. L'illuminazione era scarsa e sembrava non esserci
nessuno, finchè da dietro il bancone non fece capolino un
anziano signore panciuto con il naso a patata, gli occhi stanchi e
socchiusi, i capelli bianchi e spettinati, e la schiena curva.
-Buonasera
signori, c'è qualcosa che posso fare per voi?-
Domandò sorridente.
-Sì,
cercavamo un alloggio per la notte e volevamo sapere se
quì...- Iniziò Ino, ma venne interrotta subito
dal suo interlocutore che, entusiasta, balzò verso di loro
annuendo allegramente.
-Ma certo,
venite! Le nostre camere non sono molte e non sono il massimo, ma sono
confortevoli!- Esclamò gioioso mentre gli faceva strada.
Aveva un non so
che di strano, quell'uomo. Era gentile, cordiale, anche ospitale. Lo
era talmente tanto da sembrare finto. Ino ci riflettè sopra
un po'. Sapeva che qualcosa non andava, sentiva la voce della sua
coscienza ripeterglielo nella testa, eppure non riusciva a trovare
qualcosa che potesse concretizzare il suo turbamento. Non ricordava
nulla della sua precedente visita a quell'isola, eppure sentiva di non
essere passata per quella via. Sospirò e, dopo che l'uomo le
porse le chiavi si avviò verso la sua stanza. A quanto
pareva, in tutto sembravano essercene una decina, ma per via del prezzo
elevato e della scrupolosa prudenza, i ninja ne presero solo due: una
per Ino e Sakura e l'altra per Naruto e Shikamaru.
Il biondo storse
il naso non appena spalancò la porta.
-E' un po'
fetido quì dentro, non trovi?- Domandò
disgustato.
In effetti,
Shikamaru doveva ammettere che quella era senza dubbio la
peggiore camera in cui avesse mai dormito. Tanto per
cominciare, non sembrava essere molto pulita. Sulle mensole e sui
comodini in legno, vi erano almeno due dita di polvere. Sotto la
finestra che si affacciava proprio in direzione della loro meta,
trovarono una curiosa macchia marrone grande quanto un pugno. I
materassi dei letti erano duri e scomodi, i soffitti pullulavano di
ragnatele, un'anta dell'armadio traballava e l'altra era bloccata.
Aprendo invece la porta del bagno la prima cosa che notarono, oltre al
terribile odore che proveniva dallo scarico, e lo specchio rotto, fu
che ogni singolo pezzo di ferro era arruginito.
-Ho sempre
sognato di vivere in mezzo al lusso..- Fece ironicamente il biondo,
dando una pacca sulla spalla all'indignato Shikamaru, ancora intento a
fissare il bagno con una smorfia disgustata stampata in faccia.
-Ora mi sto
seriamente pentendo di avervi seguiti fuori da Konoha.-
Sbuffò poi.
-Oh ma dai!
Sarà divertente! Guarda, da questo lavandino esce persino
dell'acqua marroncina! Ho sempre desiderato assaggiarne un po'!-
Continuò a scherzare Naruto, mentre continuava a
giocherellare con il lavello.
La schiena di
Shikamaru venne percorsa da un brivido e lo stomaco gli si chiuse
dinnanzi a quella visione, ma si mise comunque a ridere. Sentiva che
quel momento di leggerezza, era quello giusto per togliersi un peso dal
cuore. Ormai era quasi un giorno che non pensava ad altro, quindi prese
un bel respiro e tutto d'un fiato disse -Ho baciato Ino dopo la
tempesta.-
Naruto
scoppiò a ridere sonoramente sotto lo sguardo rassegnato
dell'amico.
-Sei proprio uno
sballo Shikamaru! Come ti è venuto in mente di dire una
frase simile proprio ora?!- Sfiatò il ninja che, dopo aver
visto il volto serio dell'altro, cessò le sue risa.
-Non mi starai
mica dicendo la verità, vero?- Gli fece preoccupato.
Il moro prese a
parlare tutto d'un fiato.
-Ascolta,
è un brutto periodo per tutti. La mia vita è un
disastro, Temari mi ha chiesto se voglio andare a vivere con lei e io
per sviare il discorso, abbassando la testa mi sono spento
accidentalmente una sigaretta sulla fronte e Oh mio dio, Naruto! Ha
fatto davvero male! Ciò che è successo con Ino
è stato un errore e non dovrà più
ripetersi, ma l'ho detto perchè...-
-Perchè
il senso di colpa ti sta mangiando vivo, eh.. Bhe, è
comprensibile, sei uno stronzo.- Fece Naruto, sorridendogli teneramente.
-Mi prendi in
giro?-
-No..-
Ci fu qualche
attimo di silenzio.
-Cosa dovrei
fare?- Chiese poi Shikamaru.
-Parlane con
Temari.- Suggerì Naruto.
-Come no.. "Ehy
Temari, amore, sai nel corso della missione dalla quale ho tentato di
tenerti all'oscuro, ho anche baciato Ino, la tua più grande
rivale. Ah e non voglio venire a vivere con te". Mi ammazzerebbe.-
Recitò il ninja.
-Però
saresti sincero.- Gli fece notare l'amico.
E forse, Naruto
aveva ragione e succedeva un po' troppo spesso ultimamente per i gusti
del Nara.
-Mi sorprendi
ogni giorno di più, sai?- Rise quest'ultimo.
-Già..
Sono una persona meravigliosa! Piuttosto, credi che il piano di Sakura
funzionerà? Ino riuscirà a ricordare qualcosa?-
Domandò Naruto.
Shikamaru ci
pensò un po' su. Sapeva perfettamente che la loro missione
era azzardatissima e che non avevano nessuna prova che i ricordi di Ino
potessero riaffiorare nella sua mente a quel modo. Erano partiti senza
alcuna certezza e non gli rimaneva altro che sperare.
-Credo nella
abilità di Sakura, Naruto. E' senza dubbio il miglior ninja
medico di Konoha, dopo Tsunade, ovviamente. Perciò, io dico
che potrebbe funzionare.-
Il mattino
seguente, alle 6 in punto, erano già tutti sulla soglia
della porta, pronti a salutare e a ringraziare il gestore, il quale
però, non sembrava aver voglia di presentarsi.
-Dite che
dovremmo andare? Mi sembra da maleducati farlo senza salutare..
Dopotutto è stato gentile con noi.- Fece Sakura.
-Ma chi se ne
frega? Hai visto in che condizioni erano le stanze? Io direi di uscire
senza farci tanti scrupoli.- Sbuffò Naruto. Inutile dire che
dormire su quel letto cigolante per lui fu un vero e proprio trauma,
avrebbe preferito di gran lunga passare la notte a camminare. Di sicuro
si sarebbe risparmiato l'atroce mal di schiena provocatogli dal
malandato materasso. Tuttavia, aveva avuto senza dubbio una nottata
migliore di Sakura, il cui cervello, per qualche ignoto motivo, aveva
deciso di farle sognare Sasuke. La ragazza era finita con l'odiarlo e
svegliarsi senza avere la possibilità di sfogare la sua ira
nei confronti dell'ex compagno di squadra, era paragonabile ad una
lenta ed atroce tortura.
Proprio in quel
momento, l'uomo che li aveva accolti si fece vivo.
-Oh, ve ne
andate di già? Sono solo le sei del mattino..- Fece,
assumendo la stessa espressione cordiale della sera prima.
-Già,
purtroppo abbiamo fretta. Grazie mille per tutto.- Disse la rosa.
Dopo gli
sbrigativi saluti, quattro ninja si rimisero in marcia.
Dal nulla si era
creata un'aria di tensione. Sakura non sembrava avere intenzione di
aprir bocca più del dovuto, Shikamaru e Ino nemmeno si
guardavano e Naruto, oltre ad essere preoccupato per Ten Ten e Hinata,
era concentrato unicamente sul sentiero che stavano percorrendo e sulla
distanza che li separava dal Villaggio delle Ombre.
L'isola era
davvero bella, pullulava di vegetazione. Il sentiero su cui marciavano
era ricoperto da brecciolino bianco, l'erba cresceva talmente precisa
da sembrare finta. Alberi, piante, arbusti.. Erano tutti pieni di fiori
colorati ed avevano una posizione simmetrica nello spazio quasi
innaturale. Ino rimase ammaliata da cotanto splendore, ma chiaramente
la cosa non tornava dal momento che era inverno. Ne colse uno in
silenzio, senza smettere di camminare e, dopo averlo portato verso il
suo volto, provò ad aspirarne il profumo senza
però sentir nulla.
Quello fu il
fatto che più le fece capire di essere a conoscienza di
molte cose riguardanti quel posto, senza però ricordarle.
L'unica cosa che le tornò in mente era che Shino, durante il
loro soggiorno lì, aveva ripetuto diverse volte una frase.
-Per caso,
qualcuno prima di partire ha parlato con Shino riguardo la missione che
abbiamo svolto insieme?- Domandò.
Tutti negarono.
-Perchè?-
Domandò Sakura.
-C'era una cosa
che lui diceva sempre, che lo tormentava ogni giorno mentre eravamo
quì, ma io non la ricordo. Volevo sapere se magari l'aveva
detta a qualcuno di voi.- Spiegò.
Quelle parole
turbarono non poco i suoi compagni. Il ninja degli insetti era sempre
stato un tipo riflessivo ed introverso, difficile da cogliere alla
sprovvista.
-E quando
pensavi di dirci questa cosa?- Sbuffò Shikamaru.
-Guarda che me
la sono ricordata adesso!- Rispose la bionda stizzita.
Accortosi della
tensione crescente fra i due, il ninja della volpe decise di
intromettersi -Non ci resta altro che sbrigarci per saperne di
più, quindi diamoci una mossa.-.
E dopo queste
parole, tutti accelerarono ancor di più il passo.
___________________________________________________________________________________________________________________
Yo-oh
giovincelli! Come avrete sicuramente notato anche voi, piccole birbe,
sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo. Spero vivamente che abbiate
passato un Buon Natale, stracolmo di cibo e di tante altre cose molto
wow, e ne approfitto per farvi gli auguri di Buon Anno (questo
perchè non so se pubblicherò prima.. Nel caso
dovessi riuscirsci, bhe, ve li rifarò) ! Personalmente non
vedevo l'ora che il 2014 se ne andasse a farsi benedire in una qualche
terra remota e misteriosa, ma questo è un altro discorso.
Ringrazio di
cuore chi ha recensito, aggiunto alle preferite, alle storie da
seguire, a quelle da ricordare, chi legge e chi non legge.
Siete tutti
bellissimi!
A presto,
cari!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** La casa sulla collina ***
La casa sulla collina
Erano le tre di
notte del giorno in cui avevano messo piede sull'isola. Ten Ten e
Hinata avevano attraversato tutta la collina, giungendo finalmente alla
vetta, davanti la famosa casetta in legno di cui aveva raccontato la
ragazza.
Alla castana
tremavano le gambe. Cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che
quell'anziana signora le avesse mentito? Dal momento in cui si erano
parlate lei non aveva pensato ad altro. Ogni giorno si affacciava alla
finestra nella speranza di scorgere la figura di Neji che l'aspettava
sul vialetto davanti casa sua, proprio come faceva una volta. Ma Neji
non c'era mai e lei si sentiva sola ogni secondo di più.
-Andrà
bene.. Vedrai.- Fece Hinata, accortasi del turbamento dell'amica.
-Non so come tu
possa dire una cosa simile, però grazie.- Rispose Ten Ten,
rimanendo seria.
-Sai, me lo
diceva sempre la maestra Kurenai. Io.. Non ero una genin promettente
agli occhi di nessuno all'infuori dei suoi. Ci mettevo mesi per
imparare una tecnica di base e la cosa mi demoralizzava ogni giorno,
anche perchè per Kiba e Shino non era affatto
così. E-e vedi Ten Ten, ho imparato che tutto nella vita
finisce, compresa la vita stessa. Chiaramente, noi facciamo
più caso al termine delle cose belle, perchè ci
fanno soffrire.. Ma posso garantirti, che anche le cose brutte.. Quelle
che ci fanno sembrare di vivere nel girone più basso
dell'inferno.. Finiscono. M-ma non fraintendermi! A-anche io spero di
rivedere Neji con tutto il mio cuore! P-però ecco.. Vorrei
solo che tu smettessi di avere paura. La tua malinconia
svanirà e ritroverai la felicità..
Indipendentemente da ciò che ti attende oltre la soglia di
quella porta.-
Le parole che la
corvina pronunciò a fatica diedero una notevole spinta a Ten
Ten che, dopo averle sorriso, bussò alla porta con
decisione. Forse Hinata aveva ragione. Da quando aveva perso Neji il
coraggio e la gioia l'avevano abbandonata, ma era ora di finirla. Era
rimasta per lunghi mesi intrappolata nella tela del ragno della
depressione e doveva andare avanti. Quella casa, sarebbe stata il suo
nuovo punto di partenza.
La porta si
aprì da sola lentamente, cigolando, e le due ragazze
entrarono. Il luogo era buio, polveroso. Al centro della piccola stanza
c'era una scrivania piena di vecchi libri, illuminata dalla traballante
piccola fiamma di una candela semi consumata. Le pareti ammuffite erano
quasi interamente coperte da mobili pieni di libri, fascicoli e
scartoffie logore. Ma una piccola finestra con una sola persiana
aperta, faceva penetrare all'interno un fioco raggio di luna.
Le due ninja si
guardarono attorno. Sembrava non esserci nessuno.
-Forse non
è stata una buona idea passare a quest'ora di notte.- Rise
piano Ten Ten.
L'assenza di
rumori di ogni tipo, fece udire alle ragazze dei passi lenti provenire
da un'altra stanza. Si facevano sempre più vicini e il
pavimento di legno scricchiolava ogni volta. Una piccola porticina
cigolò, rivelando un'ombra nera.
-So
perchè sei quì..-
La voce
dell'anziana signora era simile ad un gracchiare. Piano piano, la donna
rivelò il suo volto avvicinandosi alla candela e le kuonichi
salutarono cordialemente.
Aveva dei
lunghissimi e crespi capelli grigi. Indossava un lungo vestito in
pesante lana bianca e dei ciondoli in ferro al collo. Gli occhietti
piccoli e gialli erano pacati e seri. La pelle rugosa pareva fatta di
cera e sembrava potesse colare da un momento all'altro. Appoggiava il
peso del suo corpo su un solido bastone in ferro al cui vertice c'era
inciso il disegno di un drago.
Si
accomodò sulla Sedia dietro alla scrivania.
-Sa, sono
spiacente per l'ora, ma io volevo sapere...- Iniziò la
castana.
-Oh.. L'amore ti
sta consumando.- La interruppe. Sembrava che parlare l'affaticasse
molto.
-So
già cosa vuoi chiedermi. Quando l'ho visto.. Dove l'ho
visto.. Se sono sicura di averlo visto..-
Ten Ten
rabbrividì. Trovava quella vecchina inquietante. Lei la
ricordava, sembrava le leggesse i pensieri. Si limitò dunque
ad annuire.
-L'uomo di cui
mi hai mostrato il ritratto settimane fa, è stato su
quest'isola circa quattro mesi addietro. Lo vidi con i miei occhi
togliersi il cappuccio del mantello che indossava e che gli copriva il
volto. Era accanto ad altre due figure, di cui però non
conosco l'identità. Scruto ogni cosa dalla cima di questa
collina, purchè non sia provenente dal Villaggio delle
Ombre.. Quello è un luogo oscuro come la sua fama. Il
"villaggio fantasma" lo chiamano. Alcuni sostengono di averlo visto
sparire davanti ai propri occhi.-
Le due giovani
sussultarono.
-Può
provare ciò che dice?-Chiese Ten Ten, ansiosa.
La vecchia
ghignò ridacchiando stridulamente.
-No, ma io ci ho
parlato.-
Le ragazze
sbarrarono gli occhi.
Ten Ten
sbattè i pugni sulla scrivania, in preda all'ansia.
-Cosa le ha
detto?!-
La donna rise
ancora.
-Informazioni
e.. Cose che già sapevo.- Rispose semplicemente.
-Ovvero?!-
Insistè la ninja.
La vecchina fece
tintinnare i suoi tre ciondoli, facendo posare gli occhi delle due
ospiti su di loro.
-Immagino
sappiate chi siano..-
Indicò
i tre draghi incisi sui pendenti.
Ten Ten e Hinata
annuirono confuse, non afferrando cosa legasse quei gioielli a Neji.
-Neji Hyuga
è un ragazzo sveglio, lui sa cosa cerca il nemico. La vostra
imprudente mossa di giungere su queste terre è stata fin
troppo azzardata. Fareste meglio a tornare al vostro villaggio e a
rinchiudervi dentro casa, a meno che voi non siate in grado di
sopraffare le forze mistiche dei misteriosi spiriti della terra.- Disse.
-Ma cosa diavolo
vuol dire?! Cosa c'entra questo con Neji?!- Sbraitò Ten Ten,
iniziando ad innervosirsi sul serio.
-Il ninja
dell'immortalità sta per tornare più potente che
mai. Dopo aver imprigionato Tsuchi, spirito della terra, e Sora,
spirito del cielo, gli manca solo Mizu, lo spirito dell'acqua, per
poter evocare Tenki, creatore e custode dell'intero universo, e
controllare finalmente quast'ultimo. Neji venne da solo a parlarmi. Mi
chiese informazioni sul Villaggio fantasma, ma io non seppi rispondere.
Non volgo mai gli occhi in quella direzione poichè il male
è troppo per essere sopportato da una vecchina come me.-
Sembrava una
presa in giro, eppure quell'anziana, nonostante non fosse totalmente
normale, di certo non sembrava pazza. Pareva esser certa
ciò che diceva, in più, il fatto che conoscesse
persino il cognome di Neji, era un'ulteriore prova del fatto che fosse
ancora vivo. Le due ragazze erano rimaste sbigottite. Il mito del Tempo
era dunque vero? Potevano fidarsi realmente di quelle parole? Ad ogni
modo, Ten Ten e Hinata duqnue non avevano più niente da fare
lì. Dovevano correre ad avvertire i loro compagni prima che
gli accadesse qualcosa di sgradevole, perchè l'unica cosa
certa, era che quel luogo non era tutt'altro che sicuro.
-C-credo sia ora
di andare.- Fece la corvina.
-Tu somigli
molto a Neji, siete parenti?- Le chiese l'anziana signora.
-Bhe.. Siamo
cugini.-
La donna
osservò ogni dettaglio della giovane Hyuga.
-C'è
qualcosa di insolito in te..- Fece poi, mettendo ulteriormente in
confusione le due ragazze.
-Emani una
strana aura..-
Prese a
guardarla fissa negli occhi con notevole interesse, concludendo poi con
-.. Ma d'altro canto, i miei sensi potrebbero anche ingannarmi..-.
-C-come, scusi?-
Chiese Hinata preoccupata.
Ma il volto
della donna cambiò nuovamente espressione, tornando serio.
-Non importa.
Immagino ci siano cose più importanti di cui dovete
occuparvi ora.- Ricordò poi.
Le due annuirono
e fecero per andarsene, ma Ten Ten si girò per l'ultima
volta.
-Qual
è il suo nome, signora?- Domandò.
La donna
sorrise, questa volta con più serenità.
-Mi chiamo
Fumie.-
-Fumie, quale
pericolo costituisce il villaggio fantasma per noi?-
La vecchina si
mosse di qualche centimetro, allontanando gradualmente il suo volto
dalla luce.
-L'unico
pericolo da cui di può fuggire per merito
dell'ignoranza.-
Confuse, la
salutarono cordialmente prima di uscire da casa sua. Erano le quattro
del mattino e non avevano chiuso occhio, ma ne era valsa la pena. Neji
sembrava essere vivo e avevano appreso parte dei piani del nemico. Ogni
loro sospetto era fondato. Il chakra perfetto esisteva e c'era davvero
un ninja che viveva da settecento anni in grado di controllarlo.
Si scambiarono
un'occhiata d'intesa.
-Andiamo.- Fece
poi Ten Ten, con decisione.
Corsero veloce,
attraversando la grande valle fra le due montagne. Quella su
cui era stato costruito il Villaggio delle Ombre era molto
più alta rispetto all'altra, che in realtà,
poteva benissimo essere considerata una collina. La vetta, sulla quale
si intravedevano a stento poche case, era ricoperta da una fitta nebbia
grigia. Ma nessuna delle due si fece intimorire da essa, nè
dalle informazioni e dagli avvertimenti ricevuti. Giunsero al villaggio
verso le otto e mezza del mattino. Sembrava un posto ordinario, con una
grande piazza su cui vi era un modesto mercato di contadini. Le
abitazioni parevano molto piccole viste dall'esterno, le strade erano
ricoperte da insolite rocce bianche ed erano inoltre molto strette. Le
persone tuttavia sembravano allegre e solari e l'aria che si respirava
era davvero pulita, ma c'era qualcosa di estremamente sinistro
nell'atmosfera che regnava in quel luogo. Accorgendosene, ad Hinata
tornò alla mente che qualcuno le aveva detto che, non appena
avesse messo piede in quel luogo, avrebbe dovuto fare una cosa ben
precisa. Peccato che non ricordasse nè la cosa da fare,
nè chi le aveva detto di farla. Iniziò a pensarci
ossessivamente, ma nulla, la sua testa aveva un blocco e non sembrava
propensa ad occuparsene. Il che era anche plausibile visto che da
quando aveva messo piede in quell'isola non aveva chiuso occhio e che
il viaggio in barca, nonostante avesse compreso diverse ore di riposo,
fosse stato comunque logorante, in particolare per lei.
-Ten Ten, cosa
faresti in questo momento se fossi in me?- Domandò pensante.
La castana
sbadigliò.
-Me ne andrei a
dormire.- Biascicò poi.
-Peccato che
dobbiamo andare a cercare gli altri, che in teoria, avrebbero dovuto
essere già arrivati.- Aggiunse sbuffando.
-Hai ragione..
Ma è anche vero che non ci abbiamo messo molto.- Le fece
notare la corvina.
-Già
e sicuramente quelli si sono persino concessi il lusso di dormire
questa notte.-
Mentre Ten Ten
cercava di nascondere frustrazione e stanchezza lamentandosi, da dietro
l'angolo sbucarono proprio i loro amici.
-Ma dai, siete
già quì?- Domandò Naruto sbigottito.
-In
realtà siete voi che avreste già dovuto esserci
da un bel pezzo, ma a quanto pare ve la siete presa comoda.- Li
rimproverò Ten Ten.
Il biondo
sembrò non curarsi però della critica, prendendo
a sorridere con gioia.
-Sono felice che
stiate bene!- Esclamò poi, volgendo gli occhi verso la
corvina, che ricambiò il sorriso arrossendo.
Ten Ten
inarcò un sopracciglio.
-Sbaglio o non
si è filato di striscio ciò che gli ho detto?-
Sospirò poi.
Shikamaru
intervenne prontamente, punzecchiando Naruto con l'allusione: -Lui si
fila solo ciò che gli interessa.- e aggiunse poi -Per questo
è meglio lasciarlo perdere quando fa così.
Piuttosto, immagino abbiate qualcosa da dirci, giusto?-.
Le due kuonichi
si scambiarono un'occhiata d'intesa.
-Spostiamoci da
quì, ma senza dare nell'occhio.- Suggerì Sakura.
Si accomodarono
sulle panchine di un vialetto deserto, che trovarono dopo una ventina
di minuti che giravano a vuoto. Si guardarono intorno e, non appena
ebbero la certezza che nessuno li stesse ascoltando, Ten Ten
raccontò per filo e per segno ogni cosa che l'anziana Fumie
gli aveva riferito. Parlò di Neji, del nemico e del mito del
Tempo, stanto molto attenta a non tralasciare nulla.
Ad ogni parola,
tutti i presenti sembravano sempre più turbati e increduli,
non a caso, appena la ragazza ebbe finito, Ino scoppiò in
una risata nervosa.
-Questo
è senza dubbio uno scherzo, io non ci credo! Andiamo..
Spiriti, uomini immortali.. E' assurdo! E poi da quale pericolo si
potrebbe scappare grazie all'ignoranza? Fidati che quella vecchia si
era fumata qualcosa prima del vostro arrivo. Senza contare che non ci
ha detto praticamente nulla riguardo Neji.- Rise poi.
In
realtà, non è che non ci credesse. Si fidava
ciecamente delle capacità dei suoi compagni di riconoscere
le bugie. Era una cosa che ogni ninja doveva imparare a fare, e loro ne
avevano passate tante nonostante la loro giovane età. Ma era
più forte di lei cercare un pretesto per ridimensionare il
problema. Non voleva che scoppiasse un'altra guerra, nessuno era pronto
per questo.
-Ti sembra il
momento di dire cose che non pensi?- Sbuffò Shikamaru
annoiato, accorgendosi immediatamente di ciò che provava la
ninja.
-Non mi seccare,
io dico ciò che voglio.- S'imbruttì la biondina,
fulminandolo con lo sguardo.
Un gesto che
lasciò tutti i presenti stupiti, all'infuori di Naruto, il
quale, cercando di cambiare discorso, s'impossessò
prontamente della parola.
-Che ne dite di
procedere con il piano di Sakura? A me sembra il momento giusto!
Quì non c'è nessuno che ci guarda, siamo
tranquilli.-
Sakura
annuì, alzandosi fulmineamente in piedi.
-Pronta, Ino?-
Domandò, mentre iniziava ad evocare il chakra e a
concentrarlo nelle mani.
-Sì,
ma aspetta!- La interruppe l'altra. -Ho notato una cosa stranissima
durante il nostro tragitto!- Esclamò, schizzando anche lei
in piedi come una molla, facendo sobbalzare la ragazza dai capelli rosa
confetto.
-..Ovvero?-
Fece, abbozzando un sorriso per cercare di nascondere lo spavento.
-Mentre
percorrevamo quell'incantevole viale in mezzo al verde, ho notato che
quelle che crescevano lì, non erano affatto piante
invernali, anzi! Quei fiori crescono solo nelle stagioni calde! Come se
non bastasse non emanavano alcun profumo!- Esclamò
agitandosi.
Tutti la
guardavano perplessi, la cosa era molto sospetta.
-Dove vuoi
arrivare?- Le chiese Sakura.
-Bhe, camminando
mi è tornato in mente il volto di Shino che ripeteva
assiduamente una frase, ma non ricordo quale!-
Si
portò rapidamente le mani fra i capelli, cercando
disperatamente di ricordare.
Gli occhi di
Hinata s'illuminarono.
-Hai.. Detto
"Shino"?- Fece poi.
Ino
annuì.
Hinata si diede
mentalmetne dell'idiota, maledicendosi innumerevoli volte. Prima di
partire alla ricerca di Ino e Ten Ten, Shino le disse chiaramente "Non
appena arriviamo nell'estremo nord, attiva il byakugan". Come aveva
potuto dimenticarsene?
-Sono una
stupida..- Mormorò, prima di richiamare il potere dei suoi
occhi.
Ma si
pentì immediatamente di averlo fatto, o per lo meno, di
averlo fatto così in fretta. Ogni singola cosa: piante,
muri, case, persino le cose più piccole, erano interamente
fatte di chakra. Ma non solo esteriormente. Era un lavoro fatto nel
modo più minuzioso. Posando gli occhi su un ciuffetto d'erba
cresciuto selvaggiamente al margine del marciapiede, notò
che era stato riprodotto tale e quale anche l'interno della pianta.
Sentì il cuore perdere il battito e il respiro affannarsi.
Di corsa si affacciò su di una stradina. Le persone, di cui
riusciva a distinguere vene, arterie, organi, e ogni singolo
particolare di quel luogo, non erano altro che la creazione di
qualcuno. Shino l'aveva capito, ma non aveva avuto modo di confermare i
suoi timori.
-Hinata!- La
chiamò Naruto preoccupato, mentre le si avvicinava a passo
svelto seguito dagli altri.
-Ehy, che hai?-
Domandò poi, poggiandole delicatamente una mano sulla
spalla, facendola sobbalzare.
-D-dobbiamo
andarcene da quì.- Li avvertì la corvina. -A
quanto pare, c'è un motivo per cui questo posto viene
chiamato "villaggio fantasma".- Aggiunse seria.
-Che vuoi
dire?!- Esclamò il biondo, in ansia.
-Che ogni cosa
intorno a noi è fatta unicamente di chakra! Lo stesso chakra
di cui erano costituiti i due ninja che abbiamo affrontato io e Sakura
tempo fa! Ecco perchè di tanto in tanto scompare!-
Nessuno
riuscì più a proferire parola, erano come
bloccati. Naruto sentiva le gambe molli e prive di forze, non si
sarebbe stupido se da un momento all'altro si fosse accasciato a terra.
Ogni cosa era
una finzione.
Ma non ebbero il
tempo neanche di metabolizzare la notizia, poichè la terra
sotto di loro prese a tremare.
-Ma che
succede?! E' un terremoto!!- Urlò Sakura allarmata.
Sotto i loro
piedi si aprì un immenso varco che li fece sprofondare
giù, in un precipizio buio e infinito.
___________________________________________________________________________________________________________
Uhuh salve
giovani lettori. Forse oggi non vi annoierò con molte
chiacchiere inutili, in questo oscuro angolo della pagina. Anche se non
credo che qualcuno lo legga, quindi potrei tranquillamente scriverci
tutte le birbonate che ho fatto senza farmi tanti problemi. Ma non lo
farò perchè ho ancora uno straccio di
dignità C: !
Ringrazio tutti
quelli che seguono, recensiscono, aggiungono alle storie da ricordare,
alle preferite e anche quelli che leggono solamente. Ripeto che siete
bellissimi, fuori e dentro, e vi regalerei sacchi pieni di merendine se
potessi. Prima che pensiate male: no, non sto cercando di corrompere
nessuno, sono semplicemente molto buona (e modesta ah-eh!).
Vi saluto tutti
con un ampio movimento semicircolare del braccio.
A presto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Sotto terra ***
Sotto
terra
Quella notte il
vento soffiava talmente forte da far vibrare persino i vetri
dell'ufficio dell'Hokage. Tsunade sedeva alla sua solita scrivania, con
la testa poggiata su un braccio, pensando alle misteriose e malvage
cose che stavano accadendo. Come avrebbero potuto contrastare una
potenza tanto grande? A detta dei jonin, quasi ogni ragazzo stava dando
il meglio di sè in allenamento, ma questo non sarebbe di
certo bastato. Fra migliorare le capacità dei giovani non
era affato sufficiente, dovevano prepararsi un asso nella manica, anzi,
più di uno. Si scervellava ormai da ore, finchè
una delle finestre non si spalancò, e da essa, Sasuke Uchiha
penetrò all'interno dell'edificio come una furia, ringhiando
-Come ha potuto lasciarli andare?!-.
La donna
alzò gli occhi con tutta calma.
Il ragazzo
respirava affannosamente, gli occhi erano sgranati e allarmati, i
capelli spettinati dal vento e il naso rosso per il freddo.
-Buonasera a te,
Sasuke Uchiha. Qual buon vento ti porta di nuovo quì, nel
mio ufficio?- Domandò poi, con calma glaciale.
Sasuke era
agitatissimo, a malapena riusciva a parlare.
-Lei non
capisce! Dopo tutto ciò di cui le ho parlato, come ha potuto
mandarli proprio nel Villaggio delle Ombre?! Li ho visti, giorni fa
hanno preso il traghetto in riva al mare!!- Sbraitò in preda
all'ansia.
Ma Tsunade parve
confusa a riguardo.
-Ma di che
parli?- Chiese dunque.
Il moro per un
attimo si sentì disorientato. Possibile che la donna non
capisse a cosa si stesse riferendo? Dopotutto era stata lei a farli
partire.. O forse no?
-Ten Ten, Ino,
Shikamaru, Naruto, Hinata e Sakura stanno andando nel Villaggio delle
Ombre, questo perchè lei gli ha detto di...-
Iniziò, ma la furia e lo sgomento dell'Hokage gli impedirono
di continuare.
-Cosa?!-
Sbraitò la donna, scattando in piedi.
-Non mi dica che
non lo sapeva!- Esclamò Sasuke, sempre più
sconvolto.
Tsunade prese a
camminare avanti e indietro per il suo studio.
-Quei piccoli
bastardi me l'hanno fatta..- Farfugliò a bassa voce,
iniziando poi a riflettere. Il senso di colpa l'avvolse, soffocandola
come due forti braccia che le cingevano il ventre talmente forte da
asfissiarla. Con la sua perspicacia le ci vollero pochi istanti per
smascherare il piano che i giovani ninja avevano messo in atto. Ed era
colpa sua. Se solo lei li avesse ascoltati, in particolare Sakura,
tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Si passò una
mano fra i capelli, sospirando rumorosamente. Pian piano diveniva
sempre più disperata e in ansia. Chissà se
stavano bene. Li stava mandando incontro alla morte senza accorgersene.
Un Hokage dovrebbe fare tutto il contrario.
-Merda! E
adesso?- Domandò poi ad alta voce.
Sasuke nel
frattempo si era ricomposto, con le braccia conserte e l'aria pensante.
-Ci
penserò io..- Fece poi, avvicinandosi alla finestra.
Tsunade
sbuffò sonoramente.
-E come pensi di
fare? Sei da solo!- Gli ricordò.
Sasuke
ghignò.
-Non badi a
questo, so quello che dico e che faccio.-
Sparì
nuovamente nelle tenebre, lasciando la donna a fissare la finestra da
cui era appena uscito, con in testa altre mille domande da fargli.
Sasuke
sfrecciava come un lampo silenzioso nella tetra notte e
raggiunse i confini di Konoha in pochi minuti. Seduto ai
piedi di un albero lo attendeva colui che lo aveva accompagnato negli
ultimi mesi, il ninja che tutti credevano morto. Neji Hyuga aveva una
postura composta, il byakugan attivo, intento ad osservare ogni
movimento attorno a lui. Da quando tutti lo credevano deceduto, non si
era mai avvicinato più del dovuto al villaggio. Nonostante
le sue iridi scrutassero minuziosamente qualsiasi particolare nel
raggio di decine e decine di metri, aveva il volto rilassato. Era un
ninja fiero, che credeva nelle sue capacità e sapeva, che
nonostante tutto, nessuno lo avrebbe scoperto quella notte. Si mosse
solamente quando Sasuke entrò nel suo campo visivo,
alzandosi in piedi.
-Noto che non ci
hai messo molto.- Gli disse.
L'Uchiha aveva
un'espressione disturbata. In parte scocciata.
-Quei pazzi sono
scappati, Tsunade non sapeva nemmeno che non fossero più a
Konoha. A quanto pare gli altri li hanno coperti.- Spiegò di
fretta.
Neji
riflettè per pochi istanti, aggrottando le sopracciglia.
-Accidenti.. Ten
Ten si sarà sicuramente recata dalla vecchia Fumie e lei le
avrà detto di avermi visto..- Farfugliò pensante.
L'altro
abbozzò un sorriso.
-E pensare che
quel giorno te l'avevamo detto di non andarci di persona.- Fece poi.
-Non cercare di
farmi la predica, cosa potevo saperne io?- Si giustificò lo
Hyuga, visibilmente stanco di tutto.
-In ogni caso
dobbiamo riportarli indietro, prima che Eien li catturi.- Aggiunse,
preparandosi a partire immediatamente.
-Già
e come pensi di fare? Ti ricordo che tu per loro sei morto e io sono
chissà dove a compiere chissà quali malefatte.-
Fece Sasuke.
-Un modo lo
troveremo, non li lasceremo nelle mani del nemico. Ovviamente ti
occuperai tu di riportarli a casa. Io non devo assolutamente essere
visto prima del dovuto, specialmente da Ten Ten.- Spiegò
Neji.
L'altro
s'irrigidì di colpo.
-E come credi
che potrei sbucare dal nulla davanti a loro? in particolare agli occhi
di Naruto e Sakura!- Esclamò turbato.
-Non credo che
Naruto ce l'abbia con te e Sakura, dopo che ti avrà
massacrato di pugni come si deve diverse volte, potrebbe perdonarti nel
giro di qualche decennio.-
-Non sei
incoraggiante.- Sospirò Sasuke, passandosi una mano fra la
chioma color pece.
-In realzione a
come ti sei comportato, direi di esserlo fin troppo.-
-Ti ringrazio..-
Disse l'Uchiha, con palese e scostante ironia.
I due erano
entrambi ninja molto seri, con un orgoglio infrangibile. Discussero
infinite volte i primi mesi, per ogni minima cosa, ma col tempo e con
le difficoltà, impararono a comprendersi a vicenda, formando
anche un'ottima squadra.
-Risparmia il
tuo sarcasmo, sono semplicemente realista.- Scherzò lo Hyuga.
L'altro
ghignò ed infine evocò il chakra.
Enunciò -Tecnica del richiamo!- prima di poggiare la salda
mano a terra e provocare diverse nubi di fumo giallo. Disolvendosi,
esse rivelarono l'imponente sagoma di un gigantesco corvo nero. Le
piume erano lucenti e riflettevano la luce della luna. Le zampe rugose
avevano tre lunghissime dita prensili, sormontate da affilatissimi
artigli del colore della notte. Sull'immensa testa c'era un appuntito e
minaccioso becco e gli occhi sarebbero stati interamente neri, se non
fosse stato per le piccole pupille color zaffiro luccicante che vi
erano all'interno. Sembrava riemerso dal girone più basso
dell'inferno, ma ciò non disturbava affatto i ninja.
-Buonasera,
Kurohane.- Salutò l'Uchiha.
I due vi
salirono sulla schiena ricoperta dal ruvido manto piumato.
-Vola fino al
Villaggio delle Ombre più veloce del vento!-fece poi.
Il gigantesco
corvo emise un lamento grottesco e, nel giro di un istante,
spiccò un fulmineo volo.
* * *
Dopo essere
sprofondati per decine e decine di metri, i sei ninja iniziarono ad
intravedere una luce fioca che si avvicinava sempre più.
-Ci
schianteremo!- Urlò Sakura nel panico. Richiamò
il chakra e, dopo essere riuscita ad avvicinarsi ad una parete,
evocò una grossa e molle lumaca verdastra. Ci atterrarono
sopra, affondando con tutto il peso nel suo corpo gelatinoso e unto da
una poco invitante sostanza oleosa color petrolio.
Dopo essere
scivolato giù da quell'essere e dopo averlo ringraziato,
egli scomparve in una nube di fumo.
-Tutto questo
è disgustoso.- Sbuffò Ino, guardandosi i vestiti
inzuppati di quella strana miscela viscida.
-E non
lamentarti sempre per ogni cosa, sei asfissiante.- La
rimproverò Sakura mentre cercava di pulirsi.
-Dio, ma come
siamo acide..- La punzecchiò l'altra.
-Sei tu che sei
troppo tranquilla!- Disse la rosa in tono severo.
Naruto si
guardava intorno. Non si vedeva molto, ma sembrava una specie di stanza
circolare, con il pavimento ricoperto da pietre ben levigate. Ad
illuminare quel poco che si riusciva a scorgere, c'era una fiaccola in
ferro situata proprio al centro della sala. O almeno, quello che
sembrava essere il centro. Il bastone che si ergeva da terra aveva
degli strani disegni incisi sopra, avvicinandovisi, Naruto
riuscì a distringuere chiaramente una serie di tanti piccoli
orologi. Ognuno segnava un'ora diversa e aveva una forma unica. In
sottofondo, sentiva solo le urla di Sakura e Ino che discutevano.
Shikamaru provò a farle smettere, ma non fece altro che
ritrovarsi immischiato nella conversazione. Il biondo però
non ci fece molto caso. La fiamma, grande come due pugni uniti attirava
la sua attenzione più di qualsiasi altra cosa. Sembrava
avvolta da una misteriosa magia magnetica, che non permetteva ai suoi
occhi di vagare altrove. Si rimboccò le maniche e
afferrò saldamente il bastone, iniziando a tirare verso
l'alto con tutta la sua forza. L'oggetto però non si mosse
di un millimetro. Ritentò diverse volte, ma senza ottenere
nessun riusltato, dunque si fermò a pensare.
Concentrò più chakra possibile nelle mani e
tirando sempre più forte, riuscì a strappare
dalla terra quella grande torcia. Tuttavia nel terreno si
formò una spessa crepa di dieci metri che fece un frastuono
insopportabile.
-Ti ha per caso
dato di volta il cervello?!- Ringhiò Sakura indispettita.
-Bhe, almeno ora
possiamo andare in esplorazione.- Spiegò Naruto con un
sorriso, senza togliere gli occhi dal fuoco.
-Sì
ma non c'era bisogno di fare quel frastuono, non sappiamo nemmeno dove
siamo!- Continuò a rimproverarlo.
-E allora? Non
credo abbia importanza dal momento che il nemico sa precisamente dove
siamo. E anche se non lo avesse saputo, glielo avreste suggerito voi
con le vostre grida isteriche.- Fece il ragazzo annuendo, mentre
cercava di sollevare il pesantissimo oggetto da terra.
Sakura scosse il
capo rassegnata.
-Shikamaru,
vieni a darmi una mano?- Gli chiese Naruto, che con immenso stupore
notò che la grande torcia diventava sempre più
pesante ogni volta che scorreva il tempo.
-E ti pareva..-
Mugugnò l'altro mentre si avvicinava. -Ma si può
sapere che ti è preso? Hai una faccia..- Domandò
poi a Naruto, vedendo la sua espressione sognante.
L'altro non
rispose, limitandosi a sorridere, finchè osservando bene il
bastone, non si accorse che gli orologi segnavano un'ora differente da
quella di prima e che in lontananza, si sentiva un lievissimo
ticchettio di lancette.
-Ma che
diavolo..?- Fece poi, come se di colpo qualcosa lo avesse svegliato.
Non appena lo
udì anche Shikamaru, il ninja schizzò
all'indietro sbarrando gli occhi.
-Allontaniamoci
da quì, questo coso sta per esplodere!!!- Urlò,
iniziando a correre seguito dagli altri.
-Ma dove
andiamo?! Non si vede niente!- Disse Ten Ten, notando che il
ticchettare diveniva sempre più forte.
-Non importa,
allontaniamoci il più possibile!-
Un minuto dopo
il rumore di lancette cessò. Ci fu l'ultimo istante di
silenzio in cui si videro i volti dei ninja inorridire, ed infine, una
gigantesca esplosione blu e rossa illuminò interamente
l'immenso cortile sotterraneo in cui stavano correndo, inghiottendoli
come un nonnulla.
Chiaramente,
quel mistorioso oggetto era stato stregato con una chissà
quale arte illusoria di cui nessuno conosceva l'esistenza.
La prima a
riaprire gli occhi fu Sakura. Aveva la vista offuscata e
riuscì a stento a comprendere di non trovarsi più
nel luogo di prima. Respirava a fatica e sentiva la bocca piena di
sangue. Ogni centimetro del corpo le faceva terribilmente male, a tal
punto da impedirle di compiere qualsiasi movimento. Scorse accanto a
lei i corpi dei suoi amici ancora privi di sensi. Non erano messi bene
nemmeno loro. C'era sangue ovunque e molto sembrava provenire dalla
voragine che aveva da un lato dello stomaco. Provò ad
evocare il chakra per curarsi, ma niente, era troppo debole. Sentiva la
rabbia crescerle dentro. Non aveva intenzione di morire in quel luogo.
-S..Sakura..- Si
sentì chiamare da un sussurro smorzato.
Girò
lentamente la testa.
Naruto era a
circa un metro da lei girato sul fianco sinistro, mentre con una mano
si stringeva la parte destra del petto lacerato.
Sakura
sussultò.
-Merda.. Stai
bene?- Gli chiese preoccupata.
Il biondo
annuì abbozzando un sorriso.
-S-sono vivi gli
altri? T-te lo chiedo.. Perchè so che ti basta uno sguardo
per capirlo..- Farfuglio, sentendo l'aria che gli mancava sempre
più.
Sakura
annuì e, non appena fece per parlare, il rumore di una porta
che sbatte li fece sobbalzare.
-Dunque vi siete
già svegliati.. Sorprendente, davvero sorprendente.- Disse
una voce ovattata mentre l'illuminazione all'interno della stanza
aumentava.
-Credevo sareste
morti, ma dopotutto, i ninja di Konoha sono sempre stati vaolorosi e
resistenti sin dall'alba dei tempi.-.
I due ragazzi
posarono goffamente lo sguardo su di lui.
Una figura molto
alta coperta interamente da un mantello bianco vagava a piedi nudi per
l'intera stanza. Al collo portava un orologio di bronzo con ben otto
lancette. Il volto era coperto da una maschera in ferro dall'aria
minacciosa, con un lungo naso a punta curvato verso il basso e con due
occhi dipinti sugli zigomi sporgenti.
-E tu chi
diavolo sei?- Fece a fatica Naruto, sentendo la rabbia dilaniare nel
suo corpo.
Vide la maschera
girarsi verso di lui.
L'uomo
battè un piede a terra, provocando una lieve scossa di
terremoto.
-Sei un ragazzo
coraggioso, devo ammetterlo, ma al contempo molto poco
rispettoso.- Lo criticò, mentre si avvicinava a lui.
-Inizieremo da te.- Concluse, afferrandolo per il colletto della felpa
e sollevandolo da terra. Naruto, per quanto debole fosse
cercò disperatamente di liberarsi, finchè non
venne lanciato su una sedia fatta in pietra e ferro scuro. L'impatto
con la superficie rigida gli strappò un lamento di dolore,
ma poi si mise subito il più composto possibile.
-Bastardo..-
Sfiatò poi, non curandosi di poer essere sentito.
L'uomo gli si
fermò davanti e, ignorando tutto il resto,
domandò -Dove riposa il mare?-.
Naruto
s'innervosì ancora di più.
-Guarda che stai
vaneggiando!- Ringhiò.
Ma Eien , dal
nulla, fece comparire una pesante spanda bianca che gli
puntò alla gola con un gesto fulmineo del braccio. Sakura
urlò, intimandolo poi di lasciarlo stare, ma lui non ci
badò.
-Dove-riposa-il-mare?!-
Sibilò scandendo bene ogni parola.
Naruto
digrignò i denti, mentre sentiva coem una presenza
insinuarsi violentemente nel suo cervello. Che razza di tecnica era
quella? Non aveva mai visto o provato niente di simile. Era come se la
sua mente fosse un cesto e due mani vi frugavano all'interno.
-Non-lo-so!-
Sbottò poi.
Dunque
l'incappucciato lo afferrò nuovamente, scaraventandolo
lontano dagli altri con brutalità.
-Naruto!!- Lo
chiamò la rosa, seriamente preoccupata.
La spada che il
nemico aveva forgiato dal nulla, venne lanciata su Naruto,
trafiggendogli il braccio e ancorandolo a terra.
-Basta! Nessuno
di noi conosce la risposta alla tua domanda! Lasciaci in pace!-
Urlò Sakura, mentre gli occhi le si bagnavano di lacrime di
rabbia.
Eien rivolse su
di lei la sua attenzione.
-Quindi nemmeno
tu sai dove riposa il mare?- Le chiese serio, riservando anche a lei lo
stesso trattamento del biondo.
-Smettila!!-
Gridò, portandosi una mano fra i capelli. -Certo che non lo
so! Ciò che dici non ha alcun senso!-
Pronunciò
quelle parole così forte e con talmente tanta disperazione,
da far svegliare Ino. Non capì subito cosa stesse accadendo,
ma non appena vide l'uomo afferrare la rosa per i capelli e
scaraventarla affianco a Naruto, che giaceva a terra privo di sensi, il
suo cuore prese a battere impetuosamente. Doveva fare qualcosa, man non
sapeva da dove iniziare, poichè a stento riusciva a
muoversi. Si guardò attorno silenziosamente, respirando con
affanno. Accanto a lei, Shikamaru giaceva svenuto con un'immensa ferita
alla tempia destra. Sussultò. Provò a scuoterlo,
cercando di svegliarlo, ma niente.
Eien si diresse
proprio verso quest'ultimo, spostandogli il viso con il piede. Notando
la sua ferita ridacchiò.
-Con quel metodo
inefficace, non riuscirai mai a svegliare uno conciato così
male.- Spiegò, rivolto ad Ino.
Detto
ciò afferrò il braccio destro di Shikamaru e fece
per alzarlo, ma la ragazza, scostandogli bruscamente la mano glielo
impedì.
-Non toccarlo!-
Ringhiò minacciosa.
Li rimase in
silenzio, come se la stesse osservando per bene.
-Io ti
conosco..-Iniziò. -..Sei già stata
quì, non è vero?-
Ino
sobbalzò. Dunque era lui che le aveva fatto perdere la
memoria! Si sentiva una stupida, i suoi amici erano finiti in quel
guaio per colpa sua.
Eien non
sembrava affatto felice di rivederla. La terra iniziò a
tremare, sassi e polvere si staccavano dal soffitto e la luce diminuiva
sempre più. L'unica cosa che si distingueva chiaramente in
quel caos, fu il bagliore giallo proveniente dal buco degli occhi della
maschera del malvagio. Egli evocò il chakra,
dopodichè formò un burrascoso vortice di vento
tagliente che ferì la ragazza.
Urlò
dal dolore, perdendo i sensi un attimo dopo.
Ogni cosa
sembrava perduta, finchè un'esplosione, seguita da una
valanga di fiamme roventi, non colpirono Eien, scaraventandolo decine
di metri più giù.
L'unica a vedere
la scena fu Sakura, prima svenire nuovamente. E lei fu anche la
sola a riaprire gli occhi per un'istante, ore dopo, ma
l'unica cosa che riuscì a distinguere, fu un forte vento che
le sfiorava bruscamente la pelle e un manto di piume nere su cui era
adagiata.
__________________________________________________________________________________________________________________
Bfwha! Oggi
passerò direttamente ai ringraziamenti per chi ha recensito,
aggiunto alle storie da ricordare, alle preferite e a quelle seguite.
Un grazie va anche a chi legge. E scusate, solo che vado un po' di
fretta.
Al prossimo capitolo, giovanotti!!
Ricordate che nei momenti bui, io sarò sempre con voi, per
tutta la vita..
Oh andiamo! Sto scherzando!!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2568545
|