Premessa:
Purtroppo ho abbandonato il mio account per un lungo periodo di tempo.
Potrei dire di non aver avuto tempo ma in realtà non è andata così.
Il fatto è che avevo poche idee per il capitolo IV e alla fine, rimandando, ho smesso completamente di pensarci e non sono più tornata nemmeno nel mio account.
Questo mi dispiace, soprattutto perché ho visto che comunque c’erano alcune persone a cui la storia sarebbe interessata.
Detto questo, eccomi di ritorno con il quarto e il quinto capitolo (che ho già scritto e che pubblicherò a breve)
Vi invito comunque a leggere anche i capitoli precedenti, ovviamente chi non li ha già letti.
Spero di essere comunque all’altezza dell’idea che avevo di questa storia, devo fare alcune modifiche riguardo ai tempi verbali perché utilizzare sempre il presente e mai un passato rende meno scorrevole la narrazione.
Ringrazio tutti in anticipo
-Gups
CAPITOLO IV
...Inoltre, durante la conferenza di questa mattina, il governatore Simuns ha dichiarato di essere in trattativa con la proprietaria della Capsule Corporation, la signorina Bra Brief che la notte scorsa si è resa disponibile a partecipare alla serata di gala organizzata dal signor Freimok.
“Sono senz’altro interessato a comprare l’azienda e la proprietaria è stata più che felice di accogliere la mia richiesta.” -ha esordito Simuns-“la signorina Brief ed io siamo d’accordo di discutere i termini dell’acquisto quanto prima. Si può considerare affare fatto”.
Ero seduta al tavolo di cucina ascoltando incredula le parole del giornalista e, soprattutto, quelle del governatore.
La conferenza stampa a quanto pare, era avvenuta qualche ora prima e il servizio è stato mandato in onda davvero in un tempo record.
Affare fatto. Cosi aveva descritto il mio categorico rifiuto.
Certo, non aveva ancora detto né fatto nulla di grave come invece mi aspettavo, però ero stramaledettamente sicura che questo fosse solo l’inizio.
“Non è andata poi così male”
Mia madre era apparsa sulla soglia
“No, mamma, infatti. Ed è proprio questo il punto”
“Suvvia, lo sai come vanno queste cose, hai rifiutato e lui non può farci niente. Presto lascerà perdere ogni cosa, vedrai. Anzi, dovresti ringraziarlo ti ha fatto una marea di pubblicità!”
“Che animo gentile! Ricordami di dire ad Emily di spedirgli dei fiori.”
Stava per ribattere ma le lanciai un’occhiataccia. A quanto pare non aveva colto il significato del mio sarcasmo: non volevo parlarne, non con lei almeno.
“Trunks ha detto che la serata non è stata poi così male…”
“Magari per lui non lo è stata. “
“Neanche per te, alla fine…”
Dove voleva arrivare?
“Non sei tornata a casa ieri sera, o sbaglio? Allora, chi è?”
“Veramente sono tornata, ma stavate già dormendo. Sono passata da Joe a bere qualcosa.”
“Stamattina presto il letto era rifatto e tu non c’eri.”
“Devi sapere che io di mattina lavoro, e ciò presuppone che mi debba alzare presto.”
“Come vuoi…”
Mi fece l’occhiolino e uscì dalla stanza.
Appoggiai le mani sulla faccia e sospirai.
Possibile che nessuno riuscisse a prendere in considerazione l’idea che la nostra azienda potrebbe avere un gran bel problema?
Mi sforzai di riflettere. Dovevo avere un piano.
Qualsiasi cosa, sarebbe bastato essere pronta per ogni eventuale attacco.
Non mi era mai capitato di dover pensare così a lungo per farmi venire in mente un’idea decente. Sono sempre stata una ragazza brillante. Perfino da bambina, quando si trattava di fare uno scherzo a mio fratello o a mio padre. Allora si che ne avevo di idee. Eppure..
Niente.
Testa completamente vuota.
Non avrei dovuto buttarmi sull’alcool in quel modo, ieri sera.
Gia, ieri sera…
Inizio flashback________________________________________________________
Prima la festa e adesso Goten Son.
Non riesco ancora a crederci. Cosa diamine ci fa LUI qui?
Lo guardo con la testa che mi gira, maledicendo me stessa per essere li a bere, invece che a casa a dormire.
Non è cambiato molto, a parte l’accenno di barba che si è lasciato crescere, è decisamente lo stesso Goten che ho conosciuto io.
Sono passati anni, persino mio fratello non ha più notizie di lui da tempo.
Nemmeno mio padre.
Già mio padre, che cosa direbbe lui adesso?
Mi stava dicendo qualcosa, ma mi sono persa.
“che c’è non mi riconosci forse?”
“Ho i soldi per pagare, non ho bisogno dei tuoi.”
“Non ne dubito… bel vestito.”
Già il vestito, perché non sono passata a cambiarmi?
Mi sorride, spudoratamente divertito nel vedermi in queste condizioni. Cosa non darei per togliergli quel sorriso dalla faccia!
“Mi stavo giusto maledicendo per non essermelo tolto. Bene, è stato… bello rivederti. Adesso se vuoi scusarmi me ne torno a casa.”
“Per quanto vederti guidare ubriaca sia un’idea allettante, non posso permettertelo”
“Oh e così tu saresti il bravo cittadino e io la pazza spericolata.”
“Può darsi…”
Mi offre il braccio.
“Ma non sono venuto fin qui per niente”
____Fine Flashback___________________________________________________
Sfilai il cellulare dalla tasca e composi il numero di Trunks.
Rispose al terzo squillo.
“Hey, scommetto che hai visto il servizio in televisione”
“Ovviamente. Io, e tutti i gli abitanti di questa gran bella città, governata da persone altrettanto belle, gentili e soprattutto che non si intromettono negli affari altrui.”
“Uhm, mi sembra di averla già sentita la storia.
Sai cos’altro ho sentito, stamattina prima di uscire? Mamma che ti cercava e tu che non c’eri…”
“Sono uscita presto, Trunks”
“Certo, e sei rientrata tardi, allora come si chiama? Lo conosco?”
“Beh si, si chiama Joe, lavora nel bar all’angolo e sai cosa? Come primo appuntamento non è stato granché, ha voluto anche i soldi delle bevute.”
“Sai se non ti conoscessi bene potrei anche credere che sei andata a bere qualcosa e sei tornata subito a casa ma…”
“…ma mi conosci bene. Credi di sapere tutto, ma in realtà non sai niente.”
“Eddai tutti questi anni non puoi non aver avuto nessuno!”
“Perché tu e mamma vi divertite così tanto a fare i guardiani delle mie mutande? Mi spiace contraddire il vostro desiderio così bramoso di vedermi con un uomo, ma al momento ho problemi più seri a cui pensare.”
“Sai Bra sono convinto di una cosa. Ieri sera quando mi hai parlato della conversazione con il governatore devo ammettere che mi sono spaventato; credevo davvero che con la conferenza ti avrebbe messo, anzi, ci avrebbe messo in cattiva luce, e allora per lui sarebbe stato tutto più semplice. Questo però non è successo e, pensandoci bene, anche se Simuns è governatore non può semplicemente comprare una proprietà altrui. Per un’azienda così grande come la Capsule Corporation soprattutto, la cosa è ancora più complicata.”
“Vorrei che potesse essere così davvero, ma ho un brutto presentimento.”
“Andiamo per gradi okay? Per il momento non possiamo fare nulla, perché effettivamente non c’è ancora nulla di cui preoccuparsi.”
“Ti ringrazio”
“Figurati sorellina. E adesso, ecco un’altra teoria.
Ieri sei andata da Joe, hai bevuto qualcosa e poi è arrivato tizio x. Tizio x è qualcuno che conoscevi altrimenti non saresti andata a casa sua e non ci avresti passato la notte. Inoltre x è qualcuno per cui vale la pena negare l’evidenza. Perciò deve andare avanti da parecchio la cosa.”
“Trunks non hai proprio nulla da fare?”
“Proprio no”
“Già. Non c’è nessun tizio x, né nessun’altra incognita, ci sono solo io”
“Non costringermi a chiederlo a Joe, voglio saperlo da te.”
Flashback___________________________________________________________
Che significa che non è venuto qui per niente?
Mi stava pedinando forse? Adesso che ci penso, non è mai venuto in città, mai. Non in questa almeno. E adesso invece lo trovo nel bar dietro l’angolo.
“Che cosa vuoi?”
“Accompagnarti a casa, senza che nessuno si faccia male”
“Troppo semplice.”
“E’ così strano da parte mia, voler passare del tempo con una vecchia amica?”
Si lo è.
“Se il tuo scopo era una bella rimpatriata, perché non hai cercato mio fratello? Non credo che abbia passato un bel periodo, senza il suo migliore amico, a suo tempo.”
“Non è così semplice. Magari un giorno te lo racconto.”
Cioè? Cosa è successo veramente?
Avevano litigato? Per questo non ci siamo mai più rivisti?
“Comunque, vi guardo in televisione. Non è facile essere a capo di tutta la baracca eh?”
“Cosa sei? Una specie di stalker?”
Mi sorride di nuovo.
Basta questo è troppo.
Mi alzo e mi avvio verso la porta ma le scarpe con il tacco vertiginoso mi fanno inciampare.
Aspetto un impatto che non arriva, e sento le sue mani che senza il minimo sforzo mi rimettono in equilibrio.
Mi arrendo, forse davvero non sono in grado di tornare a casa.
“Come sapevi che sarei venuta qui?”
“In realtà non lo sapevo, ho degli amici che vengono qui spesso e mi hanno detto che abiti dietro l’angolo. Comunque non ti facevo un tipo da bar. Credevo mentissero sul fatto che spesso la direttrice della Capsule Corporation viene qui a bere qualcosa. Quando ti ho vista entrare sono rimasto del tutto sorpreso.”
Wow.
“Avevo una festa a casa di un riccone, mia madre credeva potesse servire a farci buona pubblicità. In realtà ho scoperto che il governatore vuole tentare di fregarmi. Esatto, vuole la MIA azienda.”
Okay, sto blaterando.
Perché sto dicendo queste cose proprio a lui? Non erano di certo affari suoi, eppure eccomi qui a raccontare i particolari della mia vita.
“Sembra complicato.”
“Lo è”
“E questo spiega perché ti sei buttata su quei drink, non certo un atteggiamento da principessa.”
“Questi non sono affari tuoi, e in ogni caso, smettila di chiamarmi così. Sai quanto mi da fastidio.”
“Come vuoi. Vogliamo andare?”
Fine Flashback _____________________________________________________
“Questi non sono affari tuoi Trunks”
“Va bene, ho capito. Non vuoi dirmelo. Sto tornando a casa, ne parliamo a quattrocchi?”
“Fidati, non c’è nulla di cui parlare. Credi a tua sorella una buona volta, Cristo Santo!”
Flashback____________________________________________________________
“Bene, sono alla macchina, adesso posso andare anche da sola.”
“Sicura?”
“Assolutamente, buona serata e arrivederci.”
“Ehi, che fretta c’è? Non ci vediamo da una vita. Come sta Trunks?”
“Sarà felicissimo di risponderti lui stesso, se adesso mi lasci andare e magari gli fai una telefonata. Tipo -Ciao Trunks, dopo 10 anni ho deciso di telefonarti, meglio tardi che mai eh?- Se non ti prende a pugni, potrebbe anche funzionare.”
“Vedo che non hai perso il tuo dolce sarcasmo.”
“Neanche un po’.”
Stavolta sono io a sorridere per prima, lui sembra… non so come definirlo.
Nervoso forse? Nah, non lui.
Però adesso è strano. Che col tempo abbia perso tutta la sua innata sicurezza?
“Fai guidare me, ti porto a casa.”
Okay, adesso sta esagerando.
Non voglio offrirgli il pretesto per entrare di nuovo nelle nostre vite. Soprattutto non nella mia.
Sono stata sempre così bene senza un uomo, nessuna distrazione.
Ma senza dubbio Son Goten ne rappresenta una bella grossa di distrazione, di quelle con la D maiuscola. E io di certo non posso permettermela.
“No, grazie. Il nostro incontro finisce qui. Mi dispiace di averti fatto perdere tempo.”
“Non ti lascio andare da sola, ficcatelo bene in testa.”
Guardo l’ora, scocciata. Le 4.
Accidenti, quanto tempo siamo rimasti alla festa? E quanto tempo avevo trascorso al bar?
Devo assolutamente rientrare, La stanchezza combinata all’alcool comincia a farsi sentire e le mie gambe sono sempre più pesanti.
“Facciamo che mi lascio accompagnare a casa se mi racconti cosa è successo con mio fratello.”
“Non vuoi saperlo.”
“Invece voglio, te lo sto chiedendo.”
“Avanti sali.”
Detto questo apre lo sportello ed entra dentro l’abitacolo dalla parte del conducente.
Sono indecisa sul da farsi.
Non voglio per nessuna ragione farmi vedere in sua compagnia. Figuriamoci nella mia auto, davanti a casa mia.
“Non costringermi a scendere di nuovo!”
Okay Son, mi hai convinta.
Entro a mia volta, dal lato del passeggero e prima ancora che me le chieda, gli porgo le chiavi.
“Veloce e indolore.”
“Agli ordini, principessa”
Gli lancio un’occhiataccia che però, a causa del buio, non arriva a destinazione.
Con un rumore sordo, la macchina va in moto e partiamo lentamente.
Troppo lentamente.
“Avanti parla.”
“Abbiamo…litigato. Di brutto. E da allora non ci siamo più visti. È stato molto tempo fa. A volte ci ripenso, ma credo che non siano cose che si dimenticano facilmente, almeno per lui.”
“Cos’è successo?”
“I particolari non erano nel nostro accordo.”
“Stai scherzando, vero?”
Non risponde.
Volto la testa e sbircio fuori dal finestrino: siamo nella strada di casa mia.
Goten rallenta e si ferma davanti al mio cancello.
Come diamine fa a sapere che questa è casa mia?
Voglio davvero saperlo? Direi proprio di no.
“Va bene, Son, grazie per il passaggio con la mia macchina.”
“Quando vuoi, principessa.”
Apro lo sportello e scendo. Comincia a fare freddo.
L’effetto dell’alcool ormai sta quasi scomparendo, lasciando però al suo posto uno sgradevole mal di testa.
Giro intorno alla macchina, incredibilmente senza inciampare nei miei stessi piedi a causa dei tacchi vertiginosi.
Improvvisamente mi sento nuda.
Solo adesso realizzo di avere troppi pochi indumenti addosso per stare in presenza di Goten Son.
Non mi piace che la gente mi veda con i vestitini, figuriamoci se si tratta di lui.
“Potrei riavere le mie chiavi?”
Mi porge le chiavi con un sorriso.
Non c’è che dire, è davvero… bello. Come lo era anni fa, del resto.
Scaccio via questi pensieri, ma cosa mi salta in mente?
“Che c’è?”
“Cosa?”
“Mi stavi fissando.”
“Oh certo, tutto deve riguardare te? Figuriamoci se ti fissavo.”
“Sono consapevole dell’effetto che ho sempre avuto su di te.”
“Tu sei un idiota. Ed è questo che ho sempre pensato di te!”
Faccio per andarmene, palesemente indignata. Ma lui mi afferra per un braccio.
“Lasciami.”
“Certo, se mi prometti che ci rivedremo.”
“Sicuro, anche fra qualche ora. Tanto non sono mica l’amministratrice dell’azienda più potente della città. Non ho niente da fare io!”
“Sono sicuro che potresti trovare del tempo per me.”
“Che strano, io sono sicura di no.”
“Magari puoi lasciarmi il tuo numero.”
“Scordatelo.”
“Ehi, non sei corretta!”
“Non sono di certo io quella che non rispetta i patti!”
“Magari posso rispettare il patto, in occasione del nostro prossimo incontro. Se proprio sei ansiosa di conoscere tutta la storia.”
“Allora penso proprio che ne farò a meno. Lo chiederò a mio fratello se ne avrò l’occasione. Addio Son”
Mi libero dalla sua presa e mi avvio verso il cancello.
Sento il suo sguardo addosso ma non ho la minima intenzione di voltarmi.
Per me può starsene lì anche tutta la notte.
“Arrivederci principessa.”
Noto la particolare enfasi con cui pronuncia la parola “arrivederci”.
A rivederci.
Certo, di sicuro si sarebbe fatto rivedere.
Su questo non ho nessun dubbio.
Fine Flashback___________________________________________________________________________________
“Allora sorellina?”
“Cazzo Trunks, non ti ho sentito arrivare!”
“Perché hai la testa altrove. Allora cosa mi devi raccontare?”
Stavo per rispondere di nuovo a tono, scocciata dalla sua insistenza. Poi però mi venne un’idea.
“Magari potresti avere tu qualcosa da raccontare.”
Eccomi qui, con il quarto capitolo.
Sarò breve, perché ho già fatto una cospicua premessa.
Che dire, spero che vi sia piaciuto questo capitolo e vi invito a lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacio grande
_Gups
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