Se non ci sei tu..

di Cameron90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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Titolo:Se non ci sei tu
Autore:Cameron90
Genere:Romantico,Sentimentale
Trama: Zac è un famoso attore,guadagna bene,ha una bella fidanzata e una bella casa. La sua vita sembra perfetta.
Ma c'è qualcosa che lo fa soffrire. Un ricordo. La ragazza che aveva lasciato due anni prima, quando la sua carriera era appena all'inizio. Un amore lontano,che forse non si è ancora spento..

 

Se non ci sei tu..
Capitolo 1
Basta.
Ho bisogno di una vacanza.
Non me ne importa di quello che dirà il mio manager.
Non m'importa dei servizi fotografici, delle interviste e quant’altro che dovrò spostare.
Non m’importa di ciò che dirà il produttore del nuovo film.
Io ora vado in vacanza.
Mi alzo dal letto.
Sono rimasto qui per quasi tre ore a fissare il soffitto con quest’idea che mi ronzava in testa, ma ora ho deciso. Prendo la valigia da sotto il letto ed inizio a riempirla.
Sono in questa stanza d’albergo da solo due giorni, fortunatamente non avevo ancora disfatto i bagagli del tutto, così faccio prima.
Apro i cassetti, le ante degli armadi e comincio ad infilare tutto dentro alla rinfusa. So che non ci starà mai tutto in questo modo, ma qualcosa posso anche permettermi di lasciarla qui. La ricomprerò.
Mi guardo intorno per accertarmi di non aver dimenticato nulla d’importante.
Guardo in tutti gli angoli, sotto il letto, nelle credenze, nei cassetti. Poi la vedo.
Lei. In quella foto. Noi. Insieme.
La prendo in mano e la guardo meglio. Una stretta allo stomaco.
Sembra passato così tanto tempo.
Nella foto siamo al luna park, sulla ruota panoramica. Me lo ricordo bene quel giorno. L’avevo trascinata io lassù, ma lei aveva paura.
-No Zac dai-aveva detto quando glielo avevo proposto -soffro di vertigini , non mi piace stare lassù a penzoloni-
-Ma ci sono io-le avevo detto
Lei era arrossita.
Quanto mi piaceva quando lo faceva.
Mi faceva sentire importante. Mi faceva sentire il dovere di proteggerla. E di amarla.
- Okey allora andiamo-aveva acconsentito.
Mi ha tenuto la mano mentre facevamo la fila, guardando la ruota panoramica con aria preoccupata, come se stesse per salire sulle montagne russe.
Quando siamo saliti ci siamo seduti sullo stesso lato e le ho passato il braccio destro attorno alle spalle mentre lei stringeva ancora la mia mano.
La ruota era partita, e la nostra cabina aveva subito iniziato a traballare. L’ho sentita avvicinarsi ancora di più. Doveva proprio detestarla quella giostra.
Quando ci siamo ritrovati in cima,lo spettacolo era meraviglioso : tutta New York illuminata da milioni di lucine.
Avevo visto i suoi occhi azzurri guardare quel panorama stupendo ammirata.
Io invece guardavo lei.
-Ehi che hai da guardare?Guarda laggiù! Che meraviglia,,-
L’avevo stretta a me e le avevo bisbiglia -Che guardo a fare laggiù? La cosa più meravigliosa del mondo è qui seduta accanto a me.-
Era proprio quello che pensavo.
Ed è stato li che per la prima volta ci eravamo detti Ti amo. Non lo dimenticherò mai.
Mi aveva guardato con quei suoi occhi grandi e sinceri e mi aveva baciato.
-Ti amo Zac- mi aveva bisbiglia subito dopo
Mi aveva preso alla sprovvista, lo ammetto, perché non avevo ancora capito se l’amavo davvero ma questo suo gesto mi aveva tolto ogni dubbio.
Sapevo bene di essere il suo primo ragazzo,per lei quel primo ti amo era importante. Non lo avrebbe mai sprecato.
-Ti amo anche io piccola-le avevo risposto con il cuore che batteva a mille
Si,lei non era la mia prima ragazza,non era la prima volta che pronunciavo quelle parole,ma l’avevo sentito subito,nello stesso momento in cui le ho pronunciate,che stavolta erano vere.
Lo avevamo ripetuto almeno venti volte durante quel giro in ruota panoramica. Come a rafforzare questo sentimento,che avevamo appena scoperto essere così forte, così vero.
E poi ho tirato fuori la macchina fotografica.
-Questo momento merita di essere immortalato- avevo detto puntando la macchinetta verso di noi -guarda l’obbiettivo e di ti amo-
Lei aveva fatto proprio così. E poi mi aveva baciato. E quel bacio sembrava più importante degli altri. Chissà perché. Forse perché dopo un ti amo tutto sembra più importante.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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Se non ci sei tu..
Capitolo 2
 
Ricordi.
A volte vorresti cancellarli.Perché ti fanno soffrire. Perché ti fanno piangere. Perché ti fanno desiderare di essere ancora così felice, mentre non lo sei affatto.
A volte vorresti tornare indietro. Per cambiare le cose. E ti chiedi cosa sarebbe successo se lei non fosse mai entrata nella tua vita.
Forse non avresti sofferto. Ma non saresti stato neppure così felice.
Ma poi ci pensi. Non puoi cancellarli. Perché sono parte della tua vita.
A volte vorresti solo riviverli.
 
La valigia è pronta. Esco dall’uscita sul retro.
Per quanto voglia bene alle mie fan so che sono appostate lì attorno e se mi vedessero non riuscirei più ad andarmene.
Fortunatamente non incontro nessuno. Arrivo in un piazzale e cerco di fermare un taxi.
Ho fortuna. Mi siedo sul sedile posteriore e dico semplicemente che vorrei andare all’aeroporto.
L’autista, un uomo sui 45-50 anni,segue le mie istruzioni,ma continua a guardarmi dallo specchietto retrovisore con aria curiosa.
- Ma lei non è un attore per caso?-mi chiede dopo un po’
Sorrido imbarazzato. Ci risiamo. -Già..-mi limito a rispondere
- Ma si!quel..aspetta..-gesticola mentre parla cercando di ricordarsi il mio nome..-Quello di quel film..Sam !Mia figlia ha almeno una decina di suoi poster in camera- aggiunge ridendo
-Si mi chiamavo Sam nel film, ma io sono Zac - gli spiego
-Certo, certo…-annuisce
Ormai siamo arrivati, grazie al cielo.
-Eccoci qua. Aeroporto. -mi dice voltandosi
Prendo il portafoglio dalla tasca dei jeans e lo apro guardando il tassametro.
-Aspetti.-mi ferma- se mi fa un autografo per mia figlia non le faccio neppure pagare la corsa-
-Ma no non ce n’è bisogno. Glielo faccio volentieri l’autografo senza che non mi faccia pagare..davvero..-
Vorrei sprofondare quando mi succedono cose di questo tipo.
Ma com'è possibile che il mio nome scribacchiato di fretta su un pezzo di carta sia così importante? Perché la gente continua a volere le mie foto?a voler sapere dove vado e cosa faccio?perché hanno aperto siti, forum e quant’altro dedicati a me?lo sapete quanti risultati appaiono se scrivo il mio nome su un motore di ricerca? 3.220.000!!
Perché le ragazze si comportano come delle isteriche quando mi vedono?
Nessuno capisce che sono come gli altri..sono un ragazzo normale..
Perché se su quel taxi fosse salito il signor Smith il taxista non gli avrebbe mai proposto di fare la corsa gratis in cambio di un autografo?Anche se il signor Smith si fosse impegnato offrendo perfino una foto con dedica non ce l’avrebbe fatta.
L’uomo insiste. Faccio l’autografo per la figlia e lui se ne va senza farmi pagare.
Oh bè..peggio per lui.
Entro all’aeroporto. Ormai non mi faccio più impressionare dalla grandezza e della confusione di questo posto. Ho preso così tanti aerei negli ultimi tempi.
Mi avvicino al tabellone delle partenze chiedendomi dove potrei andarmene per rilassarmi un po’.
New York
Chicago
Miami
Seattle
San Diego
Philadelphia
Los Angeles
Non ho voglia di tornare a casa. Mia madre mi riempirebbe di domande. Ma perché sei tornato?Non va bene il lavoro?Hai problemi con una ragazza?
No.
Continuo a leggere.
Londra
Parigi
Si perché non andare in Europa?
Milano.
Milano.
Milano
Già città piena di monumenti, musei, arte, storia..L’Italia.
Ma chi voglio prendere in giro?Musei?Storia? Ma che dico?
Lei.
Tornare da lei.
Sono due anni che non la vedo. Sono due anni che vivo di rimpianti.
Distolgo lo sguardo da quella scritta che lampeggia ammiccante.
No, non posso. Che cosa farebbe lei se mi trovasse alla sua porta? Magari ha già un altro. Anzi di sicuro. Le creerei solo problemi.
Prendo la foto che avevo trovato quella mattina. Ora è al sicuro nel mio portafoglio, dietro alla carta d’identità. Come se cercassi di dire a me stesso “Ricordati chi sei!Non puoi tornare e rovinarle tutto!”
Mi siedo lì nella sala d’aspetto dell’aeroporto con la testa tra le mani. Con questa domanda che mi gira nella testa.
Voglio davvero rischiare?
Torno da lei?

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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Capitolo 3
 
Guardo ancora il tabellone. La partenza dell’aereo per Milano è prevista da lì a 25 minuti..
Non ho tempo. Devo decidere.
Decidi.
Okey. Lei ti manca. Ti manca da morire. E sono due anni che ci pensi. Sono due anni che continui a ripeterti che se non ti fossi comportato come un egoista forse non sarebbe finita.
Sono due anni che ti chiedi se lei ti ha dimenticato. O..
O che?
Credi che lei a quest’ora sia seduta all’aeroporto con la testa tra le mani chiedendosi se tornare o no da te?
No.
Probabilmente sarà con le sue amiche. Con la sua famiglia.. Con..
Con un altro che non sei tu!
Che la bacia.
Che la tocca.
Che cerca di strapparle dalle labbra quelle parole che ha detto per la prima volta solo a te.
E se invece lei non avesse nessuno?Se stesse veramente aspettando che un certo idiota con il nome che inizia per Z e finisce per ac si svegli e faccia ciò che è giusto?
Se. Se. Se. Se.
E questo il problema dei se..non sai mai quale sia quello giusto.
Guardo un’ultima volta la foto che ancora tengo stretta in mano. Vale la pena fare questo viaggio?
Lo sai. Rispondi.
Devo andare. Per sapere.
Se ha un altro lo accetterò, ma se ho ancora qualche possibilità di stare con lei non me la farò scappare.
Pensavo d'averla dimenticata. Ma era una bugia. E me ne sono accorto stando con Samantha. Almeno di una cosa la devo ringraziare.
Tra di noi era iniziata bene. La trovavo carina e simpatica, ma appena ci siamo messi insieme è diventata asfissiante. Non potevo fare un passo senza averla dietro come un cagnolino. Non riuscivo più a passare cinque minuti senza di lei. 
Come se non bastasse quei rari momenti in cui riuscivo a scollarmela di dosso mi bombardava di messaggi e telefonate .
L’unica volta che sono riuscito ad uscire tra uomini è stato un sabato assieme a David.
E indovinate di che abbiamo parlato?Non di baseball o macchine, neppure di tv e del lavoro. Abbiamo parlato di Lei.
Con David sono finalmente riuscito a tirare fuori tutto quello che mi tormentava da troppo tempo ormai. E ho capito che non avrei potuto continuare a prendere in giro Samantha in quel modo, perché non avrei mai saputo mai amarla.
Quella scenata che mi ha fatto non me la dimenticherò finché vivrò..
Eravamo al ristorante. Avevo deciso di invitarla lì, per dirle in modo carino che forse sarebbe stato meglio essere solo amici. Speravo che avrebbe capito..
Invece ha iniziato a lanciare piatti e bicchieri contro il pavimento, i muri o semplicemente me mandandoli in mille pezzi. E grazie al cielo non mi ha mai centrato!
È dovuta intervenire la sicurezza, che ci ha invitati gentilmente a lasciare il locale.
Non se lo è fatto ripetere due volte, e se né andata via piangendo.
Mi dispiaceva che l’avesse presa così male. Ma che ci potevo fare?
In fondo era stata anche colpa sua se mi ero allontanato: non ero ancora riuscito a perdonarla davvero per un brutto episodio accaduto tra noi.
Da quella sera comunque ho pensato sempre più spesso a Lei. A Cameron.
Nome strano vero per un’italiana? Bè sua madre è americana, questo forse può spiegare le cose.
Basta pensare! Mi succede sempre così :mi perdo nei miei pensieri e finisco dall’altra parte del discorso.
Qui c’è solo una decisione in ballo.
Parto o non parto?
Un ultimo sguardo alla foto. IL suo sorriso. I suoi occhi. I ricordi.
Parto.

 

Ps.Grazie mille per i commenti siete troppo gentili ^O^

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Se non ci sei tu..
Capitolo 4
Prendo la valigia che avevo appoggiato per terra e mi avvicino al bancone.
Faccio la fila per quale minuto poi è il mio turno.
-Posso aiutarla?-una ragazza mi sorride cortese da dietro al bancone. Ha i capelli biondi fino alle spalle, scalati, con un ciuffo laterale e gli occhi neri,
Le spiego dove voglio andare. Lei guarda alcuni fogli e poi appoggia il biglietto sul bancone. Prendo il portafoglio e le passo la carta di credito. -Imbarco tre. È meglio che si muova- mi dice-dritto di là-
Seguo le indicazioni e arrivo. Riesco a salire per un pelo.
Il mio posto è il 24C..vicino al finestrino.
Non so perché ma a me l’aereo fa sempre venire sonno.
Invece stavolta non ci riesco proprio ad addormentarmi. Così me ne sto qui tra una signora cicciotella e un uomo di mezza età con una 24 ore a pensare. E a ricordare.
Ricordo la prima volta che sono andato in Italia.Perché è stato allora che ho conosciuto Cameron.
Eravamo andati in Italia per  “Come un sogno”,il primo film in cui avevo recitato. Aveva avuto un grandissimo successo anche là, e c’erano tantissimi fan che ci aspettavano. Così per non deluderli decidemmo di accettare gli inviti ad alcune trasmissioni televisive.
Non ricordo neppure come si chiamassero. Ricordo solo l’ultima a cui abbiamo partecipato, Trl, anche perché c’è pure negli stati uniti..Ed è lì che ci siamo conosciuti.
Quando io e il resto del cast siamo arrivati c’erano un sacco di ragazzine urlanti armate di macchine fotografiche e cartelloni. Ancora prima di salire avevo firmato una ventina o più autografi credo.
Le fan italiane erano proprio tantissime. E sebbene molte di loro fossero carine nessuno dei loro visi mi è rimasto impresso più del tempo di un autografo.
Però mentre passavo ho visto lei. Era in prima fila, con una maglietta a maniche lunghe e un cappellino nero in testa. I capelli lunghi e lisci che riflettevano i pochi raggi di sole di quella giornata e gli occhi grandi e azzurri che mi guardavano. Ma non urlava come le altre. Non cercava di attirare in tutti i modi la mia attenzione. Se ne stava lì. Ferma. Zitta. E quando si è accorta che stavo ricambiando il suo sguardo è arrossita abbassando un po’ la testa e facendo cadere una ciocca di capelli che prima erano dietro l’orecchio.
Non riuscivo a staccare gli occhi da lei.
Purtroppo ero dovuto salire sul palco e non avevo fatto in tempo ad avvicinarmi.
Però più tardi i conduttori ci avevano chiesto di scegliere qualche ragazza da far salire. Non avevo avuto esitazioni. Avevo indicato subito Cameron. Al mio cenno lei si era prima guardata alle spalle e poi mi aveva guardato stupefatta indicandosi. Io avevo annuito e ci aveva messo meno di un minuto a salire.Intanto erano salite anche le altre ragazze chiamate da David e gli altri e mi sono metodicamente saltate tutte addosso in lacrime.
Ma che ci faccio alle donne non lo so.
Invece lei continuava a starsene in disparte. Così che durante la pubblicità mi ero avvicinato io.
-Ciao, tutto bene?-le ho chiesto sfoggiando le tre parole italiane che conoscevo
Lei ha solo annuito e intanto io pensavo “ i casi sono due: o non le importa assolutamente di me,e oggi era qui per caso,o al contrario è sotto shock.”
Non ero riuscito a farla parlare per tutto il tempo in cui è stata sul palco. Così prima che scendesse le avevo dato un bigliettino con un messaggio. Le avevo scritto in un mezzo italo inglese che mi sarebbe piaciuto fare due chicchere con lei visto che era sempre stata così silenziosa.
Non mi dimenticherò mai l’espressione del suo viso quando le avevo dato quel biglietto. Mi aveva sorriso ed era arrossita scappando via.
L’avevo ritrovata una volta terminata la puntata. Visto che quel giorno avevamo avuto dei problemi con la macchina purtroppo eravamo rimasti a piedi e non potevamo certo andarcene via da li passando tra i fan. Così avevamo aspettato quasi un’ora prima che la folla si dissipasse.
E l’avevo trovata ancora li.
L’avevo presa da parte e le avevo chiesto se conosceva quale posto carino lì in città, magari non proprio in centro.
Lei mi aveva risposto che non abitava li, si era fatta un viaggio lunghissimo solo per vedere me.
Okey..allora direi che opto per la seconda scelta..era solo sotto shock.
Mi piaceva già. Ho subito capito che era diversa dalle altre. E volevo conoscerla. Così mentre gli altri erano distratti le avevo chiesto se le andava di visitare la città insieme, io e lei, visto che alla fine eravamo entrambi dei turisti lì.
Ed è così che è iniziata tra di noi..
E pensare che tutte le volte che mi chiedevano -usciresti mai con una fan?- io rispondevo sempre un -perché no?-
I casi della vita.
Apro gli occhi. Alla fine mi sono addormentato.
Guardo fuori. Stiamo atterrando. Finalmente sono arrivato. Aspettami . Zac is back!

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