Parodie per tutti i gusti

di crazy_writer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parodia di Tanto gentile e tanto onesta pare (D. Alighieri) ***
Capitolo 2: *** Parodia di Io voglio del ver la mia donna laudare (D. Alighieri) ***
Capitolo 3: *** Parodia de "L'infinito" (G. Leopardi) ***
Capitolo 4: *** Parodia di "A Silvia" (G. Leopardi) ***
Capitolo 5: *** Parodia di Tre cose solamente m'ènno in grado (C. Angiolieri) ***
Capitolo 6: *** Parodia di Solo et pensoso (F. Petrarca) ***



Capitolo 1
*** Parodia di Tanto gentile e tanto onesta pare (D. Alighieri) ***


Tanto brutta e tanto stronza pare
la donna mia quando di rado saluta,
che la faccia degli altri schifata muta
e nessuno la vuol più guardare.
 
Il problema che non si può sviare,
è che Stronzaggine non solo la fiuta,
ma sentendola propensa alla sua venuta,
si annida in lei e non la lascia andare.
 
Si mostra così brutta a chi l’ammira
che fa storcer gli occhi dal dolore
mentre lei si sente rinata, come nuova:
 
e sembra che dalle sue labbra si muova
un insulto pieno di puro fetore
che al malcapitato sussurri: “Dai, spira”.
 

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Capitolo 2
*** Parodia di Io voglio del ver la mia donna laudare (D. Alighieri) ***


Io voglio del ver la mia donna insultare
e paragonarla al cesso e alla muffa:
puzza come fogna dovuta sturare,
e io che all’inizio la trovai cosa buffa!
 
Mi promise di lavare e cucinare:
ora nulla combina, che truffa!
Quando rincaso sperando di cenare
la trovo sempre col cane che s’azzuffa.
 
Se poi torno e lei non puzza è un caso,
sarà caduta nel fiume per sbaglio
mentre faceva una passeggiata:
 
chi le si avvicina si deve tappar il naso
e se la saluta prende un abbaglio,
perch’ è gentil sol di facciata.

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Capitolo 3
*** Parodia de "L'infinito" (G. Leopardi) ***


Dove appoggiai il mio deretano,
sull'erba molle,
lá si ergeva il mio caro ermo colle.
In tutto il suo splendore si elevava
un cespuglio ben fitto e rigoglioso,
sicché dalla sua ombra,
potei trarre buon riposo.
E così ben nascosto
da sguardi inquisitori,
potei nasconder in breve tempo
i miei puzzolenti tesori.
Ne facevo collezione,
fatto forse alquanto strano,
ma non potete capire 
quanto amassi il mio deretano.
Sicché ogni suo dono,
lo rimiravo a lungo,
e poi lo sotterravo, 
magari sotto un fungo.
Ma uno sventurato giorno
la stitichezza mi colpí...
...Il pessimismo cosmico?
Inizió proprio da lí.

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Capitolo 4
*** Parodia di "A Silvia" (G. Leopardi) ***


Oh Silvia, rimembri ancor,
quand'eri viva e bella,
ora sotto terra 
riposi poverella.
Mi ricordo la tua voce, 
stonato campanaccio,
ora che silenzio!
Un po' me ne compiaccio. 
Tu, dalla sera al mattino, 
china e storta a filare la lana,
come facevo a studiare latino,
con la tua voce di stonata campana?
Della vita sul più bello,
ora mi sei morta,
resterò sempre zitello...?
m'a me che me ne importa! 

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Capitolo 5
*** Parodia di Tre cose solamente m'ènno in grado (C. Angiolieri) ***


Con tre cose solamente passo il tempo,
e se fossi solo ne approfitterei,
che ci sia sole oppure maltempo
son il cellulare, il computer e la play.
 
Ma mi conviene usarle poco
se voglio passare anche quest’anno,
e quando mia madre mi becca che gioco
urla: “Prima o poi ti rincoglioniranno!”.
 
E dico: “Mamma per favore!,
stai tranquilla, sano ci resto,
lasciami libero un paio d’ore!”
 
E intanto tiro fuor lesto
il computer e il caricatore…
…per studiare è ancora presto!

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Capitolo 6
*** Parodia di Solo et pensoso (F. Petrarca) ***


Inseguito e rincorso per strade e monti
mi muovo sospetto e cammino spedito,
gli occhi conoscon le vie a menadito
e aspettano inquieti che il sole tramonti:

solo  celato da sguardi di molti
mi sento vivo, come rinato
qui non mi seguon amico o prelato,
sotto gli occhi non ho i loro volti.

E mentre ammiro i campi a maggese
odo dei passi non molto distanti,
quindi mi alzo e imbocco una via.

"Ehi, l'ho sentito! Seguimi Agnese!"
Mi blocco all'istante e mi getto in avanti:
non mi farete sposare Lucia!

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