Le mirabolanti avventure di Shashee

di miriel67
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 2: *** Condanna ***
Capitolo 3: *** Un lungo viaggio ***
Capitolo 4: *** Una nuova casa ***
Capitolo 5: *** Anjia delle Tempeste ***
Capitolo 6: *** Non posso! ***
Capitolo 7: *** Tradimento ***
Capitolo 8: *** Lucciole ***
Capitolo 9: *** Intervallo:Racconto d'inverno ***
Capitolo 10: *** Buio ***
Capitolo 11: *** Vita ***
Capitolo 12: *** Credere ***
Capitolo 13: *** Ritorno ***
Capitolo 14: *** Amore mio-Epilogo- ***



Capitolo 1
*** Ritorno a casa ***


o1

Il paesaggio scorreva lentamente, assomigliava un po' a quello che Cate aveva già visto in uno dei suoi primi viaggi in Italia, nel regno Sabaudo, tranquille e ordinate risaie e ogni tanto un piccolo villaggio o un insieme di capanne.
Così quello era il Giappone. Sporse il naso fuori della portantina, suo padre a cavallo, i 4 carri con le merci e i doni per il suo vecchio amico.
Erano partiti da Venezia quasi due anni prima, poco dopo la morte di suo fratello Marco durante la battaglia di Lepanto. Ecco, al solo pensiero le erano salite le lacrime agli occhi, le respinse subito, con un moto di rabbia!

Già. Doveva essere il "suo" viaggio di istruzione per prendere le redini dei commerci familiari e non il suo. Ma suo padre era stato irremovibile: -Non venderò le licenze a nessuno!la nostra famiglia commercia con l'oriente dai tempi dei Polo, non sarà la mancanza di un figlio maschio ad impedirmi di continuare l'attività!-
D'altronde, Cate aveva studiato con il fratello e aveva intelligenza e bellezza da vendere, cosa che nel commercio non guastava mai, e in più aveva imparato un poco di giapponese e cinese dai vecchi servitori di casa, soprattutto da Kento che da anni era il servitore e amico più fidato del padre.
Caterina Farsetti Cornaro si chiese quanto mancava alla residenza dell'amico di suo padre. Erano sbarcati una settimana prima in una cittadella chiamata Edo ed erano in viaggio da circa due giorni.
Kento aveva predisposto ogni cosa per il viaggio. La guerra fra daimyo aveva reso quella terra preda di bande di briganti e predoni. Solo la portantina di Cate era circondata da ben 4 guardie a cavallo con tanto di archibugi e di nuovissimi moschetti. Ogni carro aveva altrettanta scorta. Trasportavano tessuti da Como e Firenze, raffinate suppellettili in vetro da Murano, spezie dalla Cina e dall'India, essenze dalla Francia. E ovviamente l'arpa di Caterina, strumento dal quale mai si separava e che suonava, da quando aveva 6 anni. Durante i lunghi trasferimenti per terra e per mare, sempre Cate aveva suonato, e spesso quando avevano fatto tappa in qualche città, il signore del luogo aveva chiesto a Cate di suonare. E tutti erano rimasti incantati da tanta bravura e avevano fatto prezzi migliori a suo padre.
Sul cavallo del padre, poi, erano state messe le preziosissime lame spagnole, che aveva fatto fare a Toledo da un artigiano che conosceva personalmente, per il signore ed i suoi figli.

-Siamo arrivati!-Kento scostò la tenda e guardò la sua padroncina. Aveva compiuto da poco i 19 anni ed era di una disarmante bellezza. Solo i capelli erano una rarità, di quel rosso particolare reso celebre da un pittore di cui avevano qualche quadro in casa, a Venezia e anche nella villa su nel bellunese. Capelli così in Giappone, non se trovavano e neanche di occhi color giada.
-Finalmente!-sospirò Caterina, non ne poteva più, avrebbe preferito cavalcare a fianco di suo padre, ma glielo avevano sconsigliato. In Giappone le donne non godevano della libertà relativa che potevano avere in Europa. Kento le aveva spesso riferito che non credevano possibile che ci fosse una donna a capo del Regno di Inghilterra. Era inconcepibile per loro.
Da lontano videro avvicinarsi delle figure a cavallo, suo padre aveva fatto fermare la carovana ed era sceso dal suo destriero. Cate non riusciva a vedere, intravedeva il mantello di suo padre e altre figure, c'erano i carri davanti che le impedivano la vista. Stava per scendere quando Kento le aprì il portellino della portantina e le disse solo due parole, nell'aiutarla a scendere -Ricordati quello che ti ho insegnato!-

Cate mise il piede sulla scaletta e scese, aiutata dal suo servitore. Fece subito un bel inchino, come le era stato insegnato e rimase ferma, a capo chino.
-E così tu sei la piccola Caterina- una voce con un curioso accento la invitò ad alzare gli occhi-Sono passati molti anni da quando ti ho vista a Venezia Caterina-chan.-
Cate alzò gli occhi verso quella voce gentile, un bel uomo, imponente e fiero, con uno splendido kimono bianco le stava sorridendo. Aveva lunghi capelli argentati e occhi color ambra.
-Grazie, Mio signore- disse sfoggiando il suo giapponese con grazia.
Ma quello che fece sussultare Cate, fu il giovane al suo fianco.
Aveva gli stessi occhi dorati e gli stessi capelli ma un espressione indecifrabile sul volto, un misto di arroganza e freddezza, ma era indubbiamente bello, molto bello, pericolosamente bello.
-Caterina questo è Sesshomaru, il figlio maggiore del nostro ospite- Caterina lo guardò con un lampo rapido negli occhi, poi memore degli insegnamenti di Kento, accennò un lieve inchino.
-Molto onorata Sesshomaru-sama- Disse lei, cercando di pronunciare ogni parola alla perfezione
Il ragazzo non rispose, ma fece un lieve cenno con il capo, alzando le sopracciglia.
-Se il buon giorno si vede dal mattino...-pensò Caterina mentre prendeva affettuosamente il padre sottobraccio.
-Il viaggio è stato lungo, ma siete arrivati. Le vostre stanze sono pronte. Manca poco alla mia dimora-
-Padre permettetemi di cavalcare ora che siamo arrivati, non ce la faccio più a stare seduta-chiese Cate, nonostante  l'occhiataccia di Kento.
-Come vuoi mia cara. Kento porta il cavallo di Cate- Non senza una seconda occhiataccia il buon servo andò a prendere il cavallo della ragazza, che era legato dietro ad un carro.
Cate salì agilmente e rise dentro di se scorgendo lo sguardo di stupore fra i servi che avevano accompagnato il loro ospite, ma non le sfuggì  lo sguardo di palese indifferenza che Sesshomaru le aveva rivolto mentre saliva a cavallo.
-Vieni Caterina-chan, cavalca al mio fianco e conversiamo nella tua bella lingua-
Inu No Taisho sorrise nel vedere la faccia del figlio maggiore, mentre Caterina si affiancava.
Cominciarono a conversare amabilmente, mentre le porte della grande dimora si avvicinavano.

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Capitolo 2
*** Condanna ***


Una condanna La prima volta che si era rivelata la sua natura demoniaca aveva circa sette anni.
Aveva litigato con una delle donne a servizio di sua madre perchè non lo facevano entrare nella sua stanza
Non voleva vedere nessuno e aveva il mal di testa,così la cameriera gli aveva detto.
Prima aveva pianto,come un qualsiasi bambino e poi un brontolio sordo nella gola.
Shashee aveva visto con stupore allungarsi le unghie delle sue mani e il sangue letteralmente bollirgli nelle vene.
Era spaventatissimo ma furente e con una manata aveva lacerato la sottana della serva,che era fuggita urlando che il diavolo si era impadronito del padroncino...
-Mamma?!-aveva chiamato con voce rauca,insolitamente profonda per un bambino così piccolo.
E Caterina,aprendo gli occhi aveva visto il suo Shashee fra i brandelli di stoffa sul pavimento con la luna sulla fronte che brillava .
Lei aveva sentito pungere la spalla, dove il Principe dell'Ovest,l'aveva morsa.Il sigillo la stava chiamando.
Si era alzata dal letto come una pazza,si era inginocchiata e aveva abbracciato il suo bambino che nel frattempo si era ferito conficcandosi gli artigli nel palmo delle mani.
-Amore mio-gli aveva detto stringendolo forte a se, e respirando l'odore di sua madre si era tranquillizzato e calmato...
Da quell'episodio avevano cominciato a circolare certe voci...messe subito a tacere.
La servetta era stata trasferita con cospicua dote nella villa nel bellunese e tutto era andato avanti più o meno nella norma.
Restavano le straordinarie capacità di quel fanciullo del tutto fuori da ogni norma.

Shashee cresceva di una bellezza eccezionale
Da un po',da quando aveva lasciato la fanciullezza,metà delle donne di Venezia sospiravano più o meno segretamente sul giovane Farsetti Cornaro,sui suoi occhi ambra,sui lunghi capelli e su quel corpo muscoloso dal portamento fiero.
Quando con gli amici faceva il bagno in Canalazzo,le rive erano gremite di spettatrici palpitanti pronte ad applaudire ogni singolo tuffo del bel Shashee.
Quando aveva compiuto i 20 anni,Caterina aveva organizzato una meravigliosa festa.
Era cominciato tutto li.
Gli inviti era partiti per festeggiare la notte fra il 5 e il 6 aprile 1594.
Una notte di luna piena.Come tanti anni prima.
Una festa alla quale era stata invitata tutta la nobiltà di Venezia e dintorni.
L'approdo del palazzo era un via vai di gondole che portavano gli ospiti e le fiaccole illuminavano tremule il Canal Grande
Palazzo Corner era stato allestito meravigliosamente e la sala delle feste piena di ogni ben di Dio.
Era lì che Shashee,l'aveva vista per la prima volta.
La contessina Teodora Priuli Loredan,nipote del Patriarca e di una delle famiglie più in vista di tutta la laguna.
Altezzosa e bella.

Toshio non la poteva soffrire.
Non sopportava la sua puzza sotto il naso,il suo parlare tutto forbito e quella risatina falsa che ogni tanto le sfuggiva.
-Da quella ti verranno solo guai Shashee...-
Glielo aveva detto e ripetuto.
-Quella li ha un solo obiettivo,infilarsi sotto le tue lenzuola o rotolare nella paglia sempre insieme a te dopo le vostre passeggiate a cavallo al Lido...-
Ma Alvise Marco non ascoltava,era completamente perso negli occhi di Teodora.
Vedeva solo quelli.
Neanche a Cate piaceva,ma suo figlio le rispondeva che era gelosa e che non capiva.
-Cosa vuoi saperne tu,dell'amore,ragazzino!-le aveva risposto una volta sua madre,con gli occhi verdi che lampeggiavano e la voglia di dargli uno schiaffo.
Ma era testardo e risoluto e perso nell'idea di questo amore romantico fatto di lettere e sospiri.
La contessina Priuli aveva tutt'altro in testa.
Oh si il bel Shashee le piaceva,ma la sua famiglia era anche interessata all'enorme patrimonio dei Farsetti Cornaro.
Alle terre su nel bellunese e nel trevigiano,ai tre palazzi che avevano in città...

Il piano era semplice,farsi per così dire"disonorare" e ricorrere alle nozze riparatrici.
Un piano un po' banale,se Alvise Marco non fosse stato così terribilmente cavalleresco e gentiluomo.
Così galante e corretto.
L'aveva baciata una sola volta e a fior d labbra.
Non cedeva.
Neanche davanti ai suoi baci, alle allusioni e alle sue scollature sempre più profonde.
Finchè si era risolta con quella vipera della contessa sua madre di provare con un piano.
Un finto rapimento.
Si, un piano perfetto in cui il salvatore della bella Teodora sarebbe stato il bel Farsetti Cornaro.
Lui l'avrebbe salvata e dal grande spavento,dalla paura di perderla, avrebbe ceduto e ci sarebbe stato fidanzamento e nozze.
Avevano organizzato tutto.
Teodora era uscita dalla messa vespertina una sera e dei "malfattori" l'avevano presa e portata via mentre si dibatteva e urlava come una forsennata.
In un attimo la voce si era sparsa per tutta la città.
Squadre di nobili veneziani si erano subito organizzate per cercare la ragazza.
Il Patriarca aveva aperto San Marco per una veglia notturna.
Le beghine avevano subito incominciato a dire rosari sopra rosari.
Shashee era scattato come una molla e subito si era messo in caccia,usando l'olfatto finissimo di cui era dotato.
Aveva trovato subito la traccia di Teodora,si interrompeva in un pontile.
Era perplesso,non sentiva il sottile odore della paura nel profumo della ragazza,ma non ci fece caso.
Da quel pontile non c'erano molti posti dove avrebbero potuto portarla:o alle Vignole o a Sant'Erasmo.
Fra i campi e le cascine c'erano molti posti dove avrebbero potuto nasconderla.
La sua Teodora.
Da sola nella notte!
Si sentiva come uno di quei cavalieri di cui aveva letto i racconti,oh si vedeva come l'Orlando Innamorato alla ricerca della sua Angelica.

Toshio che sempre lo accompagnava, silenzioso, aveva detto che quella faccenda del rapimento gli puzzava un po' di imbroglio...
In chiesa alla Messa c'erano i tre fratelli di Teodora e nessuno aveva sguainato la spada...
Ma Shashee era già salito in barca alla volta delle isole.
Remava di prua come un forsennato e Toshio a poppa su quel sandolino.
Alle Vignole non c'era traccia,invece a Sant'Erasmo l'odore della ragazza era fortissimo.
Shashee correva e saltava e Toshio faceva fatica a stargli dietro.
Risate e rumore di bicchieri...
Da un capanno da caccia usciva una fioca luce.
-Aspetta Sha...-
La voce di Toshio si era confusa con il rumore di una porta che cadeva giù di schianto.
La scena era questa:la contessina Priuli che beveva da un bicchiere,carte su di un tavolinetto e due uomini che non erano altro che i suoi due cugini Loredan.
Alvise Marco spalancò gli occhi,ma la sorpresa che lesse negli occhi degli altri era ben superiore alla sua...
Cadde un silenzio di tomba.
Nessuno spiaccicava una parola.
-Alvise Marco-disse lei con un filo di voce...
-Non vi aspettavamo così presto-disse uno dei due Loredan mettendo la mano alla spada.
Quel gesto fece scattare Shashee.
Sentì gli artigli crescere e i canini allugarsi.
Sulla fronte gli apparve la luna e gli occhi diventarono due fessure da cui uscivano lampi.
Un sordo ringhio dalla gola.
Teodora cadde in ginocchio facendosi il segno della croce.
-Vergine delle Grazie salvatemi dal demonio!-urlò e i suoi due cugini caddero anche loro in ginocchio segnandosi più volte e invocando tutte le Madonne di Venezia.
-Shashee,calmati dai-
La voce di Toshio lo stava riportando alla realtà e sentiva che stava rientrando in se stesso.
-Non vi voglio più vedere Teodora-
Disse con un filo di voce,quando ebbe recuperato il pieno controllo.
Ma lei aveva uno sguardo colmo di malvagità e di cattiveria.
Forse c'era un altro modo per mettere le mani sul patrimonio dei Farsetti Cornaro
-Vi denuncerò,voi siete posseduto Alvise Marco,il demonio vi divora l'anima-
-Siete voi che avete l'anima agli inferi,cara contessa Priuli,se vedeste la vostra faccia in questo momento assomiglia tanto a quella di quella signora che sta a Babilonia a sollazzare ogni cristiano che passa!-
La voce di Toshio era calma ed ironica,ma sapeva quanto grave era quello che la donna e i suoi cugini avevano visto.

La denuncia arrivò nelle settimane successive e i soliti testimoni ben informati e pagati durante il processo,raccontarono un sacco di menzogne.
Di sedute spiritiche in cui veniva invocato il Maligno per accrescere la forza innaturale di Alvise Marco.
E il fatto che parlasse così tante lingue era un sicuro segno di possessione diabolica.
Fecere arrivare anche la cameriera che aveva visto la prima trasformazione di Shashee da bambino.
Fu una testimonianza decisiva.
Caterina fu definita adultera e Shashee illegittimo,in quanto nato al di fuori del matrimonio.
Anche se suo nonno l'aveva riconosciuto come erede.
Non contava nulla.
La contessina Priuli testimoniò della spaventosa trasformazione di Shashee e così il suoi due cugini.
Tutti pendevano dalle labbra di quella perfida imbrogliona e lei ovviamente aveva calcato per bene la mano nella descrizione del mutamento di Shashee.
Del finto rapimento si erano dimenticati tutti,una ragazzata,uno scherzo l'avevano definito...
Dopo quattro mesi di processo arrivò la sentenza,esilio dalla Serenissima e scomunica di Santa Romana Chiesa.
Per evidenti commistioni con Il Maligno.
Nella notte Shashee salutava sua madre e suo nonno.
Una barca lo attendeva a Chioggia per imbarcarsi alla volta della Spagna e poi del Portogallo.
E da li,l'Oriente.
Scappava da casa sua come un ladro nella notte.
Caterina piangeva,spezzata dalla sofferenza.Lacrime le scendevano ininterrotte sulle guance pallide.
Suo nonno gli diede delle lettere.
-Quando arriverai nel Cipango dai queste al Signore dell'Ovest...Si chiama Inu No Tahiso ed è tuo ...nonno e mio vecchio amico.-
Toshio guardava suo padre Kento.
-Cosa aspetti Toshio,vai a preparare la tua roba e vai con lui,so che non aspetti altro.-
Il ragazzo volò a prendere le sue cose.
Caterina si fece coraggio, abbracciò suo figlio e gli disse con voce tremante
-Quando arriverai cerca di Inuyasha,è tuo zio ed è come te,amore mio,ti aiuterà-
-Tornerò mamma,te lo prometto,tornerò...-
-Sarò qui ad aspettarti Shashee,figlio mio-
Le ultime lacrime caddero sulla barca che le portava via il suo Shashee.
Un lieve rumore dei remi nell'acqua e la barca presto scomparve.
Caterina si coprì gli occhi,sopraffatta dal dolore.
-Dove sei Sesshomaru- fu il suo ultimo pensiero prima di svenire.


Il sandolino è una tipica imbarcazione da voga alla veneta ( in piedi)
che può essere fatta anche ad un remo solo,in quanto la barca è assimetrica.
Il Canalazzo è come i Veneziani chiamano familiarmente Il Canal Grande
Tra il 5 e il 6 aprile 1594 c'è stata luna piena.
Ciao  e grazie a tutti quelli che leggono,recensiscono e hanno messo la storia nei preferiti. :) Grazie! Ps Il Redentore sarà sabato 18 luglio XD occhio al campanile!!!


 


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Capitolo 3
*** Un lungo viaggio ***


Un lungo viaggio -E questo è il Giappone,dunque-
esordì Toshio sottovoce.

Si, erano sbarcati a Nagasaki ed erano tutti e due felici di non avere tratti propriamente occidentali.
Era il mese di marzo del 1597 e da poco erano stati martirizzati ventisei fra convertiti e missionari.
Non conveniva farsi notare troppo...
Anche se l'altezza di Shashee e il portamento facevano girare molte teste.

Avevano passato gli ultimi due anni e mezzo per mare e in quel poco tempo erano diventati uomini.
Il viaggio fino alla Spagna era stato durissimo.
Imbarcati a Chioggia in una fredda notte di ottobre,come semplici marinai,avevano dovuto faticare e sudare come due dannati su quella nave.
Con poco più di vent'anni erano i due più giovani a bordo,e il capitano della Stella Maris non poteva fare nessun tipo di favoritismo nei loro confronti.Avrebbe rischiato di mettere in pericolo la loro copertura.
C'era una taglia,fior di ducati sulla testa di quel giovane malinconico che alla sera,finiti tutti i lavori,si sedeva a prua e fissava il mare.
Sia Shashee che Toshio impararono tantissimo in quel viaggio verso Malaga.
Si arrampicavano su e giù per la maestra come due gatti,anche se Shashee saltava da un albero all'altro,legando e slegando le vele con la velocità di un fulmine.
Durante una tempesta vicino alle Baleari fu grazie alla sua agilità e velocità nel tirare giù la la grande vela quadra, rimasta impigliata nelle drizze,che si guadagnò i primi gradi e cominciò ad imparare ad usare il timone.
Il vecchio nocchiero l'aveva preso in simpatia e a volte gli cedeva il timone e gli faceva "sentire" la barca
-E' come una bella donna,la devi portare dove vuoi tu,con gentilezza e fermezza,sennò ti va di traverso...e non vai in porto!-e rideva con la bocca sdentata.

Ma l'unica donna a cui Shashee pensava era sua madre.
Delle altre non voleva neanche saperne.L'esperienza con Teodora l'aveva terribilmente scottato.E deluso.
Toshio invece era un donnaiolo impenitente,un vero marinaio.
Via da casa si era scatenato,libero da ogni condizionamento sociale e felice di vivere quella avventura.
Saranno stati gli occhi allungati color caramello,i capelli neri come il carbone e quel sorriso malandrino...
A Bari,durante il primo rifornimento,aveva fatto strage.
Prima tutte guardavano Shashee e poi,vista la freddezza e lo sguardo di ghiaccio in quegli occhi d'oro,Toshio con la sua chiacchera e i suoi modi gentili,le stregava.
-Cerca di stare attento,ci manca solo di essere inseguiti da qualche padre,a cui hai disonorato la figlia!-
gli disse una sera Shashee,senza scherzare troppo.
-Tranquillo,mentre tu sospiravi su quella specie di strega,io mi facevo le ossa vicino al Ponte delle Tette!-
Shashee aveva inarcato la fronte,a quella affermazione,e non aveva più commentato le abitudini libertine del suo migliore amico.
L'importante era non avere ulteriori guai.

A Malaga si erano quasi fermati un mese.
Una citta splendida piena di luce e sole.Come tutta l'Andalusia
Shashee scrisse una lunga lettera a sua madre e la diede al capitano che da li a poco sarebbe ripartito verso l'Italia
Per farle sapere che stavano bene e che il viaggio proseguiva.Tacque della fatica e della tristezza,non voleva che soffrisse ancora di più di quella separazione forzata.
Sapeva che sarebbe stata l'ultima lettera che avrebbe ricevuto dall'Europa.
Decisero di proseguire il viaggio verso il Portogallo via terra.
La situazione era abbastanza tranquilla,ormai era circa una quindicina di anni che la corona spagnola si era impadronita di quella portoghese,e che i confini erano per così dire stati unificati.
Dovevano arrivare a Cascais,vicino a Lisbona.Li attendeva l'imbarco con la Esperança e con il capitano Rodrigo Amaral Dos Santos,vecchio amico del nonno.
Shashee sapeva che il capitano doveva ai Farsetti Cornaro diversi piaceri,in più il nonno aveva fatto trasferire una notevole quantità di denaro a Lisbona tramite i contatti commerciali che aveva con diversi mercanti del luogo...
Era relativamente tranquillo,sia lui che Toshio vestivano semplicemente.
Due semplici marinai
Era difficile indentificarlo con il fuggitivo Farsetti Cornaro,il nobile duca di Cipro.
Anche se bastava guardarlo negli occhi.
Quegli splendidi occhi,velati dalle lunghe ciglia scure,avevano un colore unico ed impossibile da non notare.



Lentamente verso Siviglia,a cavallo.
E poi il Portogallo,Lisbona e Cascais.
Un grande e vivace porto di mare.
Trovarono subito la loro nave.Era enorme rispetto le altre
La
Esperança era stupenda,un galeone a tre alberi con un cassero ornato di naiadi e sirene intagliate nel legno.
I due giovani sgranarono gli occhi.
La Stella Maris sembrava un giocattolo davanti a quel palazzo galleggiante.
Si avvicinaro alle scalette d'imbarco e salirono.
in un ottimo portoghese Shashee chiese del capitano.
Il mozzo indicò un uomo alto e imponente,in fianco al timone che stava discutendo animatamente.
Avrà avuto una quarantina d'anni,i capelli spruzzati di bianco come la barba accuratamente tenuta.

-Capitano Amaral?!
-Ou o menino de Veneza!-
Esclamò il capitano nel vederlo e poi passando velocemente ad una lingua più compresibile
-Sei Shashee,vero?ti ho visto che eri piccolo ma ormai sei un uomo fatto! e questo qui?O filho de Kento o japonês!-
Strinse forte le mani ai due giovani che si stupirono della calorosa accoglienza.
Il capitano Amaral non aveva figli,li adottò subito.
Aveva una sola amante ed un solo amore,la sua 
Esperança ed il mare.
Fece loro visitare tutta la nave e gli mostrò la cuccetta che avrebbero condiviso durante la navigazione
Gli avrebbe presi come sottoufficiali.

La prima tappa fu Madera,dove fecero rifornimento di acqua e vino.
La vita a bordo era dura ma sostanzialmente vivibile.
Shashee non si risparmiava,era sempre il primo e in pochissimo tempo aveva imparato a timonare quella immensa nave,tanto che il primo ufficiale e nocchiero della
Esperança,aveva confessato ad Amaral che quel ragazzino navigava meglio di lui.
Passarono il Capo di Buona Speranza attorno alla fine di marzo del 1596,Shashee timonò la nave nel passaggio e venne battezzato nocchiero.
Raggiunsero il Madagascar poco tempo dopo.
Gli occhi dei due giovani si riempivano di meraviglia ogni momento.
Scoprivano e memorizzavano piante ed animali mai visti.

E poi alla fine Madras.

-Io sono nato qui-disse Shashee al capitano Amaral,mentre attraccavano.
-Lo so,ti ho visto qui la prima volta,strillavi e quella santa donna di tua madre,con rispetto parlando,era sempre con la poppa in mano!-
Shashee rise e anche Toshio,che nel frattempo chiedeva informazioni su usi e costumi delle donne indiane.
Non mancava molto,ai primi mesi dell'anno successivo,avrebbe visto la terra dei suoi avi.


Il ponte delle Tette , a Venezia è chiamato così dal quartiere delle cortigiane,nel sestriere di San Polo.
Le drizze sono le corde che servono ad abbassare ed alzare le vele
Il Cassero è la parte di galeone posta a poppa,dove di solito c'erano gli alloggi degli ufficiali e del capitano e le sale di rappresentanza
Grazie a chi legge e recensisce.
Spero vi piaccia!
galeone



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Capitolo 4
*** Una nuova casa ***


Casa -Non è possibile!-
Inuyasha alzò la testa ,inspirando con più forza l'aria circostante.
Strizzò gli occhi,concentrandosi su quella percezione.
Un odore familare,molto sottile.Quasi un sospiro nel vento...
-Padre,lo sentite anche voi?-
Inu No Taisho sollevò la testa ed annuì.Sembrava proprio l'odore di Sesshomaru,anche se vibrava di una nota leggermente diversa.

-Secondo te ,manca molto?-
Toshio era stanco,mancava poco al tramonto ed erano a cavallo dall'alba.
Shashee non gli rispose,erano in viaggio da circa due settimane.
Ringraziando il cielo parlavano tutti e due giapponese,la gente era diffidente nei confronti degli stranieri.
Avevano trovato parecchi piccoli paesi dati alle fiamme e bande allo sbaraglio.
Sembrava ci fosse una guerra.
Ma non erano stati mai attaccati.
Molti sembravano avere una specie di timore nei confronti di Shashee,probabilmente dovuta alla sua altezza molto superiore alla media degli uomini che incontravano.
O forse era il colore dei suoi occhi.
Quando chiedevano informazioni sulla strada da percorrere, nei vari villaggi che avevano attraversato, molti spesso usavano la parola"Hanyou" sottovoce,mezzodemone.

Sua madre gli aveva spiegato che era un bambino un po' speciale,ma niente di più.Per lui era naturale essere così,più forte,più veloce più abile...
Non ci trovava nulla di strano.Era normale per lui.
Le uniche stranezze accadevano quando perdeva le staffe,ma succedeva di rado e non ricordava quasi nulla di quello che accaddeva quando si arrabbiava.
Solo la sensazione del sangue scorrere incandescente nelle vene e della mezzaluna che faceva capolino sulla sua fronte.

Il Signore dell'Ovest, seguito dal suo secondogenito a cavallo,fece spalancare i cancelli della residenza.
Uscì e si alzò in volo, enorme e spaventevole nella sua forma demoniaca,teso verso quella traccia sottile.Hiro e Tadao,i due giovani figli di Inuyasha seguivano a ruota.
Sesshomaru era tornato! Non poteva essere che lui!

Una nuvola di polvere apparve in fondo alla strada che stavano percorredo.
E una enorme nuvola bianca, controvento, nel cielo azzurro.Rapidissima.
-Cavalli al galoppo-sentenziò Toshio proccupato.
- E vengono verso di noi...-
Shashee percepì qualcosa in fondo all'animo,una sensazione indecifrabile.
Guardò verso l'alto.E strinse gli occhi.
Fermò il suo cavallo e scese,tenedolo per le briglie.
Aspettava.
Teso.Immobile.
I tre cavalli arrivarono velocissimi e si arrestarono quasi di botto.
E poi arrivò quel enorme spaventoso cane bianco,con quei terribili occhi rossi e le narici dilatate,il cavallo di Toshio scartò e si imbizzarrì,facendolo cadere.Il ragazzo era terrorizzato.

Shashee si tolse il cappuccio che gli celava il volto e guardò con occhi calmi gli arrivati.
L'enorme demone bianco lo guardava.Sembrava lo annusasse.
Inuyasha fu il primo a scendere da cavallo ed ad andargli incontro.
Trattenne un moto di sorpresa,la somiglianza con il suo fratellastro era fortissima,ma quel ragazzo alto e longilineo assomigliava anche a lui.
Si studiarono per qualche secondo,rivelando l'uno all'altro lo stesso identico colore degli occhi.
-Chi siete,voi che calpestate le Terre del Signore dell'Ovest?-
Shashee respirò a fondo prima di pronunciare quelle parole,gli occhi lucidi dall'emozione,la testa alta e fiera.
- Io sono Alvise Marco Farsetti Cornaro duca di Cipro, figlio di Caterina e di Sesshomaru,Principe dell'Ovest.Tutti mi chiamano Shashee,però- aggiunse e sorrise,inarcando le sopracciglia.
Senza un ombra di paura in quei limpidi occhi color oro.
Una ondata di calore pervase il corpo del Signore dell'Ovest ascoltando quel bel giovane dritto davanti a se.
Inu No Taisho,lentamente tornò in forma umana e parlò,con voce profonda.
-Io sono il Signore dell'Ovest,padre di tuo padre e questi al mio fianco è Inuyasha,mio figlio.-

Shashee piegò il ginocchio e chinò il capo.
-Servo vostro mio Signore,ho fatto tanta strada per conoscerVi-
Tadao e Hiro scesero a loro volta,guardando quel lontano cugino che non immaginavano neanche di avere, a bocca aperta.
Si avvicinarono anche loro.
Due mani si posarono sulle spalle di Shashee,facendolo alzare da terra.
-Alzati,sei a casa qui,queste sono le terre di tuo padre-
Inu No Taisho abbracciò quel giovane uomo.
Era più alto di lui e dentro di se,sorrise.
I figli di Inuyasha ed Inuyasha stesso abbracciarono vigorosamente Shashee,confuso ed emozionato da quella accoglienza.
-E quel ragazzo laggiù?-
Chiese Inuyasha,riferendosi al povero Toshio che aveva assistito a tutta la scena attonito,seduto per terra con una espressione mista a stupore e paura dipinta sul viso.
-Lui è Toshio,il mio migliore amico-e Shashee gli andò incontro porgendogli il braccio per farlo alzare.
Toshio si profuse in uno dei suoi migliori inchini,pieno di timore.
-Servo vostro,signori-


-Sarete stanchi,la residenza è vicina-
Il Signore dell'Ovest prese sotto braccio Shashee mentre la comitiva raggiungeva a piedi la residenza.

Due donne venero loro incontro al cancello,una di loro si lasciò sfuggire un Oh di sorpresa.
Era minuta con grandissimi occhi neri e capelli castani.
A piccoli passi si avvicinò a Shashee e gli mise la mano sul viso,in una carezza gentile e rispettosa.
-Sesshomaru-sama...-
Una lacrima le scivolò sul viso.Insieme ad un sorriso malinconico e dolce.
-Rin-chan...è suo figlio-le disse in un soffio Inuyasha.
-Si avrei dovuto immaginarlo dai capelli...Gli assomiglia tanto.-

Nella cena che seguì a quella inaspettata riunione,Shashee conobbe tutta la sua famiglia.
E scoprì che istintivamente sentiva dell'affetto nei loro confronti anche se era la prima volta che li vedeva.
Una grande famiglia.
Inuyasha e la bella signora che si chiamava Kagome avevano tre figli,una giovane donna di nome Izayoi e i due ragazzi che aveva già conosciuto e quell'altra giovane signora che aveva pianto nel vederlo,aveva a sua volta due figli più o meno di circa sedici anni.
Il suo compagno non c'era,era uscito con un gruppo di esploratori per vedere come era la situazione intorno alla terra del Signore dell'Ovest.
Non era un bel periodo.La guerra per il potere fra i vari daymio era arrivata ad un punto di svolta:Hideyoshi progettava di invadere la Corea nel tentativo di unificare sotto le sue bandiere i signori più potenti...

Shashee era al cento dell'attenzione e cercava di rispondere a tutte le domande che gli facevano.Ma alla fine, in un attimo di silenzio chiese
-Mio padre...è qui?!-
Le donne ammutolirono,e Rin guardò negli occhi quel ragazzo che era per tutto simile al suo amato principe.E chinò il capo.

Inuyasha guardò verso suo padre che si alzò
-Vieni con me-invitando Shashee a seguirlo.
Al giovane batteva così forte il cuore che aveva paura gli schizzasse fuori dal petto...
Non sapeva cosa pensare.
Il Signore lo condusse attraverso un lungo corridoio e fece scivolare uno shoij finemente decorato.
La stanza era in penombra,ma sul fondo brillava qualcosa.
Un abito,una armatura su di un manichino.
Candidi Hakama ed un meraviglioso obi di seta oro ricamato con dei fregi violacei ,un kimono bianco con delicati disegni su di una spalla.Una leggera armatura a proteggere il petto e le gambe.
Sulla parete un ritratto,in bianco e nero in stile Sumi,una giovane donna seduta,in un giardino fiorito,le mani affusolate sull'arpa.I lunghi capelli sciolti sulle spalle nude.I grandi occhi espressivi e pieni di passione rivolti allo spettatore.
-Mamma!-esclamò Shashee,stupendosi nel vedere sua madre così vividamente ritratta.

-E'stato tuo padre a ritrarla così,a memoria,poco prima di partire per venirvi a cercare...non è più tornato...-
Inu No Taisho gli appoggiò una mano sulla spalla.
-Queste sono le sue vesti-
Shashee sospirò,in parte se lo aspettava di non trovarlo la.
-Anche mamma ne fece un ritratto,ma mi diceva che il Principe dell'Ovest non si poteva restringere su di un foglio di carta...lo ha amato molto...-Aggiunse abbassando gli occhi e sfiorando con la mano la seta di quel kimono così bianco.
Poi,sollevando la testa
-io sono un Hanyou ma non so cosa significa,Signore-
Inu No Taisho lo guardò fisso.
-Lo scopriremo insieme,abbiamo tempo Shashee,abbiamo tempo-



Lo stile Sumi-e è un modo di dipingere tipicamente orientale,in particolar modo cinese e giapponese
E'un tipo di pittura in cui viene usato il colore nero declinato in tutte le sue sfumature...
Il periodo storico in cui si muove Shashee è uno dei più cupi del Giappone.
Un piccolo link interessante per approfondire
http://www.unitus.it/Scienze/giovani/Lucci/File%20HTML%20miei/storiagiappone.html
Grazie a chi recensisce e a chi legge :)




 



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Capitolo 5
*** Anjia delle Tempeste ***


Anjia delle Tempeste Erano passate quattro primavere dall'arrivo di Shashee.
Ieyasu Tokugawa era di fatto il nuovo padrone e teneva in pugno la stragrande maggioranza dei daymio del paese.
Dopo la terribile battaglia di Sekigahara la cosa era chiara.Si attendeva solo l'appoggio della corte imperiale.
Inganni e voltafaccia erano all'ordine del giorno.

Molti avevano chiesto aiuto e rifugio nelle libere terre dell'Ovest,e Il Generale si era mosso in difesa dei più deboli,sempre seguito dal suo secondogenito e dai suoi nipoti.
Il valore di Shashee si era presto rivelato.
Forte e risoluto in battaglia.
Cavalcava vestito di nero ,in tutto simile a suo padre tranne che nei colori.
Era impossibile fermarlo con la spada in mano.
Una katana che Inu No Taisho aveva fatto forgiare apposta per lui.Da un vecchio fabbro suo amico.
Splendida,perfetta di un acciaio blu, freddo come il ghiaccio.L'aveva chiamata Hikari no Kizu,Luce che Taglia.
Infatti era talmente rapido nell'usarla che sembrava che la lama si illuminasse di vita propria.
Non aveva paura di nulla.In quegli anni aveva raffinato l'uso della spada a tal punto che persino Inu No Taisho faceva fatica quando si allenavano.
Era stato un allenamento duro per Shashee.Non solo era stato educato nuovamente nel maneggiare le armi ma aveva raffinato tutte quelle doti che l'essere mezzodemone aveva portato in eredità.

Al collo portava una catena con un ciondolo,una mezzaluna d'ambra.La miko sposa di inuyasha l'aveva caricata e benedetta.
E con quella e tramite la forza di volontà riusciva a dominare il lato demoniaco.

Tanti andavano e venivano dalla residenza,per farsi curare,per chiedere aiuto e consiglio.
Negli ultimi tempi erano arrivati anche dei Ninja,fa cui uno spiccava, perchè era vestito di rosso.E sempre mascherato.
L'unica cosa che Shashee riusciva ad intravedere erano due occhi di un colore indefinibile,grigi,azzurri cangianti a seconda della luce del sole.
Inuyasha gli aveva spiegato che erano I Ninja della Casa delle Tempeste,da sempre fedeli servitori ed alleati degli Inu-Youkai.
Erano spie,abilissime e spietate,votate solo ad uno scopo,ascoltare,riferire ed eventualmente uccidere.
Il ninja vestito di rosso incuriosiva Shashee.
Durante le riunioni non parlava mai e spesso i loro occhi si erano incrociati...ma il ninja distoglieva sempre lo sguardo dopo qualche istante.
E non toglieva mai la maschera che gli ricopriva il volto.
Shashee non si fidava,la situazione andava sempre peggiorando,le incursioni nelle terre dell'Ovest erano sempre più frequenti.
Cominciò a seguirlo di nascosto.Sospettava che qualcuno volesse tradire il suo Signore.
Un pomeriggio stava seguendo il ninja all'interno di un bosco di alti bambu quando sentì fischiare vicino alle sue orecchie gli shuriken.Lo avevano sfiorato,graffiandogli appena il viso.
In un piccolo spiazzo erboso il ninja lo stava aspettando,la ninjato sguainata,in posizione di attacco.
Era una sfida.
Shashee sguainò la katana e la impugnò.
Si fronteggiarono,Shashee era decisamente più alto,ma il ninja era di una incredibile leggerezza e abiltà.
Dovette per due volte schivare ancora gli shuriken e parare contemporaneamente con la spada.
Sembrava un danzatore,veloce e rapido nel colpire e ritirarsi.
E non diceva una sola dannatissima parola.
Solo quegli occhi dietro la maschera.Brillavano.
Shashee decise che il suo obiettivo era togliergli quella maledetta copertura e veder in faccia chi lo stava facendo sudare così tanto.
Caricò con tutta la sua forza e la ninjato volò nell'erba.
In una attimo fu sopra al suo avversario,bloccandone le braccia con le ginocchia,e puntandogli la katana alla gola.
C'era qualcosa che non andava in quel corpo sotto di lui.
Qualcosa non gli quadrava.Era troppo morbido.

il ninja muoveva disperatamente la testa nel tentativo di non farsi togliere la maschera.
Resistenza inutile ,Shashee era determinato a toglierla.
-Finalmente vedrò la tua faccia dannatissi....-
Ma non finì la frase.
Due grandi occhi grigio azzurri lo guardarono, pieni di rabbia e frustrazione.
Gli occhi di una donna.
-Siete una donna!siete una Kunoichi!-
- Non sono una Kunoichi!!!sono stata educata come un ninja e voi avete svelato la mia identità!-
Una voce morbida nel tono adirato e lunghissimi capelli neri come la notte,usciti a loro volta da quel mascheramento.
Shashee era confuso e si rese conto che le era ancora sopra a cavalcioni.
-Scu...scusate,io pensavo che... credevo che...immaginavo che-
Si spostò repentinamente al suo fianco visibilmente imbarazzato e lei non appena libera si rimise in piedi.
Sottile e snella,lineamenti delicati e stupendi occhi cangianti.Indefinibili,come il mare dopo una tempesta.
E fremente di rabbia e indignazione.
Quello vide Shashee.
-Sono Shashee,il nipote di Inu No Tahi...-
Lei lo guardò fulminandolo.
- Perchè mi seguivate!?So chi siete,la mia casa è da secoli al fianco degli Inu-Youkai dell'Ovest,siete il figlio del Principe-

Shashee si rese conto di avere una espressione idiota dipinta sul viso.
- Io ecco ...voi..tu sei..ti chiami...-
Lei si avvicinò e gli piantò gli occhi addosso,mentre raccoglieva i lunghi capelli.
-Solo il Signore dell'Ovest conosce la mia identità,tacete o comprometterete il mio lavoro!-
Shashee non sapeva cosa dire,annuì semplicemente con il capo.
Lei indossò la maschera e prima di andarsene gli disse
-Se volete fare allenamento contro gli shuriken domani pomeriggio vi aspetto qui al tramonto,sapevo chi eravate e non vi ho colpito apposta!-
Shashee la guardò mentre si allontanava correndo e gli giunse infine,insieme ad una risata argentina
-Mi chiamo Anjia,Anjia delle Tempeste-

Anjia era formidabile e lo metteva pesantemente alla prova,per la velocità con cui lanciava gli shuriken e per l'abilità che aveva nello schivare i suoi colpi.
Non era più riuscito a atterrarla e a toglierle la ninjato.
Si muoveva rapida e qualche volta si toglieva la maschera per tergersi il sudore.
Shashee non aveva mai visto nulla di più bello in vita sua.Spesso accadeva nel combattimento che i loro occhi o i loro corpi si sfiorassero.
Aveva i brividi.Non aveva mai provato nulla di simile,neanche per Teodora.
Un tardo pomeriggio,mentre tutti e due riposavano seduti,dopo aver duellato a lungo,Anjia si era tolta la maschera e aveva lasciato che la brezza leggera le scompigliasse i capelli.
Shashee l'aveva guardata in silenzio e poi all'improvviso, aveva allungato una mano per prendere la sua.
Lei aveva ricambiato lo sguardo con uno scintillio negli occhi. Mano nella mano avevano goduto insieme del tramonto senza dire una parola.

-E'un ninja Shashee!Svegliati!-
Shashee sobbalzò alla voce di Toshio
-ma tu cosa...come?-
-beh sono settimane che sparisci al pomeriggio,torni sudato e adesso fai quella faccia!?Ti ho seguito!e vi ho visti!Certo che per le donne tu hai un fiuto....-
Shashee era allibito ma si riprese subito
-Non devi dire niente Toshio,hai capito?Niente!!!-
-Stai calmo e non ti agitare,stai parlando con me Alvise Marco,non dirò nulla ma devi stare più attento.Come ti ho seguito io può averlo fatto qualcun'altro...-
Quelle parole misero in allarme il giovane.
Toshio aveva ragione e non sapeva quanta.
Anche Inu No Taisho sapeva.

-Un Ninja non ha famiglia,non ha amici,non ha legami di alcun genere-
Gli occhi del generale erano freddi,come il tono della sua voce.
-Ma è solo una ragazza!-
Shashee cercò di controbattere
-Anjia è un guerriero Shashee,non è una donna,è stata addestrata per uccidere ed è fedele al suo giuramento,non può infrangerlo,ne va della sua vita-
-Giuramento?!quale giuramento?-
-Ha giurato di essere ombra nella notte,fedele ai suoi compagni e alla sua Casa,ti basti questo Shashee.-
Ma a Shashee non bastava,voleva capire e poteva chiederlo solo ad una persona.
Anjia.


Gli Shuriken sono i dardi in metallo,più o meno avvelenati dei ninja
Le Kunoichi,ninja donne, erano addestrate principalmente nell'uso di veleni e nell'usare la seduzione come"arma" per carpire informazioni al nemico. Grazie a chi legge e a chi recensisce :)







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Capitolo 6
*** Non posso! ***


non posso Anjia.

Era stata abbandonata a sei anni davanti alla Casa delle Tempeste.
Un biglietto appuntato al kimono"é la quarta femmina"
Era figlia di un ricco possidente terriero,ma suo padre si sarebbe rovinato a fare la dote anche a lei e così,appena compiuti i sei anni,l'avevano lasciata di fronte a quel portone.
Erano stati anni amari e duri per Anjia.Un addestramento severo ed una educazione rigida.
Era l'unica ragazza in quella casa e non voleva diventare una Kunoichi,aveva tanta rabbia dentro di sè che riusciva ad esprimerla solo quando danzava con la sua ninjato.
Fino ai quindici anni l'avevano educata come una graziosa cortigiana,elegante,raffinata e letale, come il veleni che le avevano insegnato a mescolare.

-Fratello,non voglio essere una kunoichi,voglio essere un ninja-
-Sei una donna sorella,dimostramelo che sei un ninja-
E lo aveva dimostrato,sputando sangue ad ogni allenamento e non arrendendosi mai.

Aveva superato l'addestramento e le avevano dato le armi.Quelle vere, in lucido acciaio e duro ferro.Ed una maschera.
Assegnata alla residenza dei Signori dell'Ovest.
Era andato tutto bene fino a quando non aveva incrociato lo sguardo d'oro di quel giovane uomo,un mezzodemone le avevano detto.
Era bello.E quando combatteva era se possibile, ancora più bello.
Lo aveva osservato allenarsi di nascosto,a petto nudo con solo gli hakama neri addosso,scalzo e sorridente,mentre parava un colpo a suo nonno o a suo zio.
I capelli lunghi sciolti sulle spalle ampie a sfiorargli i fianchi stretti.Era arrossita,sotto la maschera.
Lo aveva ascoltato parlare durante le interminabili riunioni in cui si cercava di capire come fronteggiare l'ondata che prima o poi Tokugawa avrebbe mandato loro addosso.
Aveva una voce profonda ma gentile,con quell'accento dolce che faceva capire che era straniero.
Ed era saggio e sensato.

Anjia sentiva che c'era qualcosa di proibito in quello che provava,ma non poteva farci nulla.
E quando si era accorta che lui la seguiva,l'aveva sfidato.
Perchè non sapeva fare altro.Combattere,spiare,uccidere.
Quando lui le aveva tolto la maschera,spogliandola del suo segreto,aveva letto qualcosa in quegli occhi,oltre allo stupore.
E si era accorta di quegli sguardi,di quel cercare il suo corpo,quando combattevano.
L'ultima volta,mentre parava un colpo con la ninjato,aveva provato l'irresistibile desiderio di cedere alla sua forza.
Solo per il piacere di farsi toccare, ancora.
E quando lui le aveva preso la mano,aveva pensato che il cuore le sarebbe uscito dal petto.
Non sapeva dare un nome a quello che sentiva.
Non glielo avevano insegnato.

-Anjia-la sua voce,era arrivato.
Shashee...
Puntuale,come sempre.Ma questa volta era a cavallo.
-Vieni andiamo via di qua,devo parlarti-
Le porse la mano e veloce spronò il cavallo verso la montagna,dove il bosco era più fitto ed intricato.
-Togliti la maschera,per favore-
Si erano seduti sotto un albero enorme,lontani da ogni cosa.
Anjia slacciò le fasce che legavano la maschera e insieme sciolse i capelli.
-Cosa significa"ombra nella notte"?-
Anjia fece un profondo respiro...
-E'il credo della nostra fratellanza,mio signore.Noi ninja siamo come le ombre nella notte,invisibili agli occhi,ma esistiamo,anche se nessuno ci vede.
io sono un ombra,sono stata addestratata per esserlo-
Shashee aggrottò la fronte
-Sei una donna e sei bella-
Le aveva detto quelle parole senza guardarla,la voce tesa.
Anjia spalancò gli occhi.Troppo stupita per rispondere.
Poi riprendendosi disse
-Non sono una kunoichi,ve l'ho già detto!-
-Non l'ho mai pensato,ho solo detto che sei una donna e che sei bella-
il tono era dolce,come una carezza,che le arrivò sul viso,subito dopo quelle parole.
Anjia scattò in piedi,dandogli le spalle.
-Non mi toccare-
Shashee era sorpreso ed amareggiato.
Si alzò a sua volta,voleva abbracciarla,sua madre lo faceva sempre quando qualcosa lo turbava.
Lei si voltò,gli occhi grigi come il mare d'inverno.
-Non posso,Shashee.Non posso...Sono un ombra,io non esisto,ti prego...-

Qualcosa si era incrinato in lei,mentre lui la guardava con quegli occhi che avevano l'intensità e la dolcezza del miele.
L'aveva chiamato per nome e mentre pronunciava quella parola si accorse di desiderare qualcosa di diverso da quello che era sempre stata.
Il desiderio di esistere alla luce del sole.
Era una donna,e bella.Lui l'aveva detto.
Le mise le mani sulle spalle,ma lei teneva la testa girata.
-Anjia,se io ho fatto qualcosa...-
il viso sempre girato,Shashee sentì delle gocce calde cadergli sulle mani.
Piangeva,in silenzio.
In un attimo l'abbracciò e la strinse a sè.
Anjia si irrigidì,ma nel sentire il suo respiro vicino,in quella tenerezza si sciolse, abbandonando il viso sul suo petto che aveva lo stesso profumo del mare.
Una sensazione mai provata,che la faceva sentire per la prima volta,se stessa,unica e speciale.
Rimaserò così,allacciati come due bambini che si consolano dopo un grande spavento.
Il cavallo nitrì,riportandoli alla realtà,senza dire nulla salirono sul destriero e fecero ritorno alla residenza.
Si separarono,per non giungere insieme.

-Anjia,ti aspettavamo-
Il fratello Ninja la guardava,ma dietro la maschera ogni espressione era accuratamente celata.
-C'è una missione per te,devi infiltrarti alla corte di Tokugawa ,ad Edo-
Anjia ebbe un brivido.
-Dovrai togliere la maschera sorella,e camminare fra le donne di corte,a viso scoperto-
-ma io...non...-
Una morsa allo stomaco,la mente si rifiutava di pensare che cosa avrebbe dovuto fare.
-il nostro fratello ad Edo ti darà le direttive,partirai domani mattina-
Anjia in quell'istante,pensò agli occhi di Shashee e si chiese se li avrebbe mai rivisti.


-Shashee-
La voce inconfondibile di Inu No Taisho
-Anjia è partita,non chiedermi nulla,perchè non ti direi niente-
L'aveva aspettata a lungo nel boschetto di bambu,ma non era arrivata.
-Mio Signore io credo di...-
-Non si possono amare le ombre,figliolo-
Il tono era malinconico,sfumato di mille ricordi.
Shashee alzò gli occhi,freddi come il ghiaccio,e in quell'istante Inu no Taisho rivide quella determinazione che ben conosceva...
-Non posso rinunciare a lei,Non posso!-
Shashee strinse nella mano la mezzaluna d'ambra che teneva appesa al collo.
E se ne andò verso la residenza.



Grazie a chi legge e recensisce.
Siete come sempre troppo gentili!



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Capitolo 7
*** Tradimento ***


Congiura Il palazzo di Tokugawa era un labirinto ordinato e sorvegliato.
Pieno di gente che andava e veniva.
Anjia era stata assegnata al settore delle donne e aveva vissuto le prime due settimane con un ansia ed una angoscia che l'attanagliavano in ogni istante.Era addetta alle stanze delle principesse e doveva curarne il guardaroba.
Quattro mesi a piegare abiti e a sistemare fiori.
Girare a volto scoperto la faceva sentire nuda e le ci era voluto un po' per abituarsi a quella nuova condizione,in cui doveva chinare il capo ad ogni uomo che passava.
Era insofferente,mal sopportava quel doversi muovere a piccoli passi,nel kimono.
Appena arrivata le altre donne l'avevano sottoposta a d una sfilza di domande-Chi sei,come ti chiami,quanti anni hai,da dove vieni?-
Aveva risposto, cercando di sfruttare la sua timidezza e la sua naturale riservatezza.
Si faceva chiamare Akiko ,veniva da un paesino dell'entroterra,e aveva 23 anni.
Almeno su l'ultima cosa non aveva mentito.Cercava di mantenersi il più defilata possibile,invisibile.Serviva con grazia il sakè alle varie principesse e concubine e cercava di carpire ogni notizia le potesse sembrare utile.
A volte le avevano fatto suonare lo shamisien,frutto dei suoi primi anni di educazione come kunoichi,ed erano stati gli unici momenti nei quali era riuscita a non pensare.
Ma il fatto che una serva fosse oltrechè isolitamente bella,anche capace di suonare,aveva attirato troppe attenzioni e così aveva declinato i successivi inviti,mascherandosi dietro al pudore e al riserbo.

Pensava a Shashee ogni sera e le prime volte aveva dovuto reprimere le lacrime,dormiva in camera con altre donne e non voleva farsi sentire.
Aveva adottato un metodo,si sdraiava sul futon,incrociava le mani sul seno e immaginava i suoi occhi e la sua voce.Una sensazione di calore le invadeva il corpo e riusciva ad addormentarsi.
Non aveva paura,ma quella tensione la stava logorando.
Legato ad una coscia teneva l'hachiwari e una scorta di sonnifero, arsenico e di estratto di stramonio dentro piccole tasche all'interno dell'obi.Era pronta ad ogni evenienza.
Passava le informazioni al suo contatto,uno stalliere che le aveva fatto vedere l'irezumi della Casa delle Tempeste.
Un piccolo fulmine tatuato sull'inguine, intrecciato ad un drago.Ricordava ancora la vergogna e il dolore di quando l'avevano fatto a lei.Non aveva ancora compiuto quindici anni.
Anjia scacciò quel ricordo e chinò il capo al passaggio di un cavaliere.Si era accorta che gli uomini la guardavano e questo la faceva sentire a disagio.
Non era abituata.

Ormai aveva capito bene i piani di Tokugawa.
I daimyo alleati con lui a Sekigahara avevano avuto le maggiori cariche militari e molte terre,ma comunque avevano l'obbligo di residenza a palazzo.
E anche i cosidetti daimyo "esterni" che avevano combattuto contro Tokugawa o che erano rimasti neutrali,avrebbero dovuto fare atto di sottomissione e mantenere residenza a palazzo.
E se non potevano,dovevano mandare la famiglia.
Che rimaneva comunque in ostaggio dello Shogun.
Questo sarebbe toccato ai potenti Inu-Youkai dell'Ovest.

-Fate passare,Fate passare-La voci delle guardie ai cancelli.Anjia si scosse e andò a vedere.
Stavano entrando dei cavalieri,riccamente vestiti,con carri e cavalli.
-Fate largo al Duca di Cipro,Principe dell'Ovest e al suo seguito-
Anjia non poteva credere ai suoi occhi,davanti a lei nel cortile riconosceva quel cavallo e quel cavaliere.
-Shashee-pronunciò quasi soffocandosi.
Aveva i capelli legati e indossava l'armatura color onice che il fabbro gli aveva fatto,al suo fianco Hikari no Kizu e due occhi taglienti come lame.
Cosa ci faceva Shashee là?!
Si nascose dietro ad una colonna,appoggiandosi al fusto per paura di cadere.Le girava la testa.

-Shashee stai calmo-Toshio cercava di blandire l'amico.
-La troveremo stai tranquillo-
-E come,come?! e chissà se è ancora qui,o dove diavolo l'hanno mandata e se è qui come posso trovarla,se è relegata nel quartiere delle donne...-
Shashee continuava a misurare la stanza assegnata con passi lunghi e nervosi.
Finalmente aveva convinto Inu No Taisho a fare la prima mossa,e spontaneamente si era offerto di recarsi ad Edo a porgere"omaggio".
-Io sono veneziano,non sono giapponese e per di più un hanoyu...Quindi sarà un omaggio limitato-
Così aveva detto,con un bel sorriso ironico, a suo nonno e a suo zio,ed avevano acconsentito.
La fama di Shashee come combattente era nota in tutto il paese.Ed era diplomatico,nelle sue vene scorrevano secoli di trattative commerciali e compromessi fatti dai suoi antenati umani.
Aveva portato ogni sorta di regali,seta,oro lavorato,profumi e dodici moschetti con il manico intarsiato in madreperla ed argento.
Non era più il ragazzo che era partito da Venezia,ormai era un uomo,e come uomo doveva agire.
Per il bene dei Signori dell'Ovest,per mantenere la pace senza disonore... e poi rivoleva Anjia.Anzi la voleva,punto.

Nel quartiere delle donne c'era una grande agitazione,molto in contrasto con la calma sovrana che di solito regnava in quel piccolo mondo tutto femminile.
-Shashee,Shashee,Shashee.-
Tutte le donne del palazzo erano al corrente dell'arrivo del bell'hanoyu e tutte volevando vederlo.
-E'alto e snello come una giovane betulla ed ha occhi come oro fuso-
Diceva una,e subito un'altra rispondeva.
-il suo viso è così bello che le parole non possono descriverlo-
Anjia ascoltava,immersa nei suoi pensieri.
-Akiko-chan,l'avete visto è così bello come dicono-la voce di una delle principesse riportò Anjia nel presente.
-Si mia Signora,è veramente molto bello...-
ed Anjia voleva aggiungere che le sue braccia erano forti e che profumava come il mare al mattino e che lei...lei...
Lei voleva essere di nuovo fra le sue braccia.

La voce di una delle principesse più anziane si alzò sopra quel chiacchericcio...
-Mie care,stasera in onore del nostro ospite verrà data una cena alla quale parteciperemo anche noi,quindi prepariamoci a questo-
Gridolini di gioia si alzarono e tutte cominciarno a pensare quale kimono,quale acconciatura e quali kanzashi indossare.
Anjia riuscì ad uscire un attimo da quella confusione per recarsi alle scuderie.
Il suo contatto la stava aspettando,mentre strigliava un cavallo.
-Ombra-le disse
-Tempesta-gli rispose Anjia.
-E'arrivato il figlio del Principe dell'Ovest con il suo seguito-
Anjia si appoggiò allo stipite della porta.
-Si,stasera dovrai avvelenare il cibo-
Anjia spalancò gli occhi,stupita.
-Ma,ma,ma...-
-Non possiamo permetterci questo accordo fra i Signori dell'Ovest e Tokugawa,la Casa delle Tempeste ha bisogno della guerra.Se ci sarà accordo con l'Ovest,non ci sarà più bisogno dei nostri servizi...la colpa ricadrà su quell'hanyou e Tokugawa muoverà contro l'Ovest...un piano semplice-
Il contatto continuava a parlare ma Anjia non lo ascoltava.
-Tieni-le disse mettendole in mano un sacchetto-è un veleno che viene dal continente.Mescolalo al riso di stasera,ombra.
-Tempesta-rispose Anjia nascondendo il veleno nell'obi.

-Devo trovare Shashee,devo parlare con lui,subito!adesso!-
Anjia corse veloce verso il padiglione delle donne,non mancava molto al tramonto.


L'hachiwari è una specie di pugnale.
I kanzashi sono gli ornamenti(pettinini) che le donne giapponesi indossano sulle acconciature tradizionali.
Lo stramonio è un veleno molto comune,tratto da una pianta, la Datura, diffusa in tutto il mondo.
L'irezumi è il tatuaggio classico giapponese.Veniva praticato con aghi sottili intinti nel colore.Un processo lungo e doloroso.
Nella cultura giapponese il tatuaggio oggi è legato alla malavita(yakuza) e se si è tatuati(!) spesso non fanno entrare nei bagni e nelle terme pubbliche.


Grazie a chi legge e a chi recensisce!

Drago
















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Capitolo 8
*** Lucciole ***


una notte,ogni notte -Non devo essere precipitosa...-
Anjia raccolse i lembi del kimono e li infilò nell'obi.Rimasta scalza, con l'agiltà che le era propria, si issò sul tetto e si appiattì sulle tegole.
Non dovevano vederla,non avrebbe avuto nessuna spiegazione da poter dare per quel comportamento.
Si stava muovendo con circospezione,attenta a non fare rumore.
Era giunta alla fine del padiglione delle donne.Doveva saltare sul tetto del palazzo di fronte a lei.Non era un salto da poco.
Cercò di raccogliere tutte le forze e di concentrarsi.Un respiro e poi saltò.Atterrò cercando di attutire il rumore,molleggiando il più possibile con le ginocchia.Ci era riuscità,questo le diede coraggio per proseguire.Aveva poco tempo,il sole era già una palla infuocata nel cielo.
Stava tramontando.
-Dove sarà Shashee?!-Cercò di andare ad intuizione.Probabilmente nel padiglione più a nord,quello vicino ai giardini.
Era un ospite di riguardo,dopotutto.Strisciò fino a quando non intravide uno shoji aprirsi.L'amico di Shashee!!!
Era dalla parte giusta.Si fece scivolare giù atterrando nel portichetto antistante la porta scorrevole che si era appena richiusa .
Anjia aveva il cuore in gola.Doveva entrare.Lui era li.Scostò lo shoji e non vide nulla,solo bauli e pacchi posati a terra.
Entrò con attenzione,silenziosamente.

-Anjia?!-
Quella voce,la fece girare di scatto.
La prima cosa che Shashee vide furono i suoi occhi,grandi e luminosi.
Era lei,con i lunghi capelli sciolti,i piedi scalzi e le gambe nude.
Era lei...

-Mio signore,io...io la stavo cercando-
Anjia cercava di controllare il tremito della voce,era passato del tempo,magari lui si era dimenticato,magari...
Non fece in tempo a pensare altro,Shashee in un unico passo, l'aveva già abbracciata e poteva sentire che anche lui tremava nel tenerla fra le braccia.
-Shashee La Casa delle Tempeste vi ha tradito-Finalmente riuscì a dire Anjia,staccandosi a fatica da quella stretta.
-Tradito?!-Lui le mise le mani sulle spalle e la guardò dritto.
-Che cosa mi vuoi dire?!-Anjia prese dall'interno dell'obi il sacchetto con il veleno e glielo mostrò.A malapena le uscì la voce.
-Questo è veleno,avrei..avrei dovuto avvelenare  la vostra cena stasera,così la colpa sarebbe ricaduta sulla Signoria dell'Ovest e ci sarebbe stata di nuovo guerra... La Casa delle Tempeste non vuole la pace... io...io-
Anjia aveva la testa bassa,piangeva.Piangeva perchè sapeva che aveva fatto una scelta e che era lei che aveva tradito i suoi fratelli.
Aveva tradito le Tempeste,aveva tradito chi le aveva dato da mangiare,l'aveva educata e l'aveva protetta in tutti quei lunghi anni.

Shashee le stava leggendo nel pensiero,per quello che conosceva del mondo dei ninja,comprendeva lo stato d'animo della giovane donna,e in quel momento si accorse che non era solo desiderio quello che provava,ma c'era altro,molto altro.
Con dolcezza le sollevò il viso...
-Ma io ti faccio sempre piangere?!-alludendo all'ultima volta che si erano visti.
Anjia annegò in quegli occhi,dimenticando ogni cosa,mentre lui le sfiorava delicatamente le labbra con un dito, abbassando il viso verso di lei...
Fu in quel momento che entrò Toshio.
-Oh..Oh...scusate io ...-
Anjia arrossì e si coprì il viso con le mani.
Shashee guardò l'amico,ma non era arrabbiato,non era stato più così felice da quando aveva lasciato Venezia.
-E'stata lei a trovarmi- e poi aggiunse
-Devo parlare con lo Shogun,prima di cena.-
Anjia si ricompose e guardò Toshio che le sorrise.
-Non avevo mai visto il tuo viso,ninja,ora capisco tante di quelle cose...-
Anjia si sentì avvampare ma riuscì in qualche modo a sussurrare una specie di saluto.
Shashee prese la mano della ragazza.
-Ascolta Anjia,devi riportare quel sacchetto nelle scuderie,al resto ci penso io,te la senti?!-
-Si,mio signore...Shashee,si,lo farò-
-Bene,e fra due giorni fatti trovare di nuovo qui,tornerai alla residenza con noi,non puoi più rimanere qui-
Delicatamente le scostò i capelli dal viso,facendo scivolare le ciocche dietro le orecchie minute,quanto desiderava baciarla! e quanto la voleva,ma non era il momento giusto quello.Non ancora...
Anjia fece un piccolo inchino e si girò,veloce si arrampicò nuovamente sul tetto e sparì.

Lo Shogun aspettava,aspettava quell'hanoyu che aveva urgenza di parlargli.Che seccatura.Si sarebbero visti di li a poco per la cena.
Non capiva l'urgenza,il ciambellano di corte lo introdusse.
-Il duca di Cipro e principe dell'Ovest-
Shashee guardò l'uomo anziano che aveva appena parlato e sorridendo disse
-Il principe dell'Ovest è mio padre- e poi volgendo lo sguardo verso Tokugawa fece un breve inchino.
-Signore,ho prove certe che qualcuno sta cercando di sabotare l'accordo fra i Signori dell'Ovest e la vostra famiglia-
Tokugawa sollevò appena la fronte e Shashee gli disse del veleno e che era stato un suo attendente ad accorgersi di due tipi loschi che parlavano di avvelenare la cena.Uno dei due tipi era lo stalliere alla scuderia.L'altro non era riuscito a vederlo...
Tokugawa impartì alcuni ordini secchi e un drappello di soldati entrò dentro le scuderie rivoltando il fieno con le spade.Trovarono presto il sacchetto incriminato e anche lo stalliere che non negò l'evidenza.
Ma mentre lo legavano urlò con tutte le forze che aveva in corpo.
-Tu sia maledetta Anjia delle Tempeste,mille volte pagherai quello che hai fatto,mi hai sentito,mille volte!-

-Akiko-chan che avete siete impallidita-una delle principesse guardò Anjia in faccia.
-State tranquilla quel ninja verrà passato a fil di spada e la nostra cena si svolgerà regolarmente,passatemi quel ramo di orchidee vediamo come sta nei capelli...-
Anjia prese il ramo fiorito e lo passò con mani incerte.
Aveva sentito tutto.
Pensò a Shashee e piano piano il battito del suo cuore rallentò fino a tornare normale...

Avevano usato uno stratagemma semplice per farla uscire da palazzo,nascosta in un baule.E non appena Edo fu abbastanza distante Anjia era uscita.Senza dire una parola.
Era da un paio di giorni che erano in viaggio,non mancava molto alla residenza.
Anjia parlava poco,cavalcava con Shashee.Quel contatto fisico la rinfrancava,le impediva di pensare a quello che aveve sentito.
Toshio la faceva ridere chiamandola "ragazzo" e si erano già gioiosamente confrontati con la spada.Ricominciava a respirare.
Ed a sentirsi libera.
Una sera Shashee la raggiunse vicino al fuoco e le disse semplicemente -Vieni-.
Appena furono lontani da occhi che potessero vedere,lui la prese in braccio e cominciò a correre e a saltare velocissimo come il vento.
Anjia si stupì di non essere sorpresa di quanto lui fosse forte e veloce.
Raggiunsero una radura illuminata dalla luce lunare.Mille lucciole e mille stelle.Shashee la mise a terra e si sedette vicino a lei,prendendole la mano e portandosela delicatamente alle labbra.
Un bacio leggero come il tocco gentile di una farfalla.Anjia allungò le mani verso quel viso e quei capelli,accarezzandolo timidamente.
Shashee sospirò e lentamente avvicinò le labbra alle sue.Anjia socchiuse gli occhi e si lasciò andare.

Una mano scivolò sul nodo dell'obi di Anjia.
-Fermami adesso o...-La voce di Shashee tradiva l'emozione.
-Non voglio che ti fermi-fu la risposta.
Il nodo fu sciolto rivelando un corpo sottile e seni rotondi.La sua pelle profumava di gelsomino e risplendeva chiara alla luce della luna.
Anjia trattenne il respiro quando lui si inginocchiò di fronte a lei e con infinita dolcezza la baciò sul tatuaggio,accarezzandole i fianchi.Lei allora,preso un po' di coraggio, infilò le mani sotto le sue vesti ed iniziò a spogliarlo.Le gambe lunghe e muscolose,la schiena ampia e i fianchi stretti.Tremò guardandolo,tremavano le sue mani mentre toccavano quel corpo che sapeva di mare.
Si stesero sugli abiti mentre la luna si rifletteva sui loro corpi nudi.Si esplorarono con le mani,accarezzandosi e sfiorandosi.Poi scoprirono che potevano fare lo stesso con le labbra,cercando l'uno il piacere dell'altro.
Erano al limite,Shashee la guardò,gli occhi ardenti di desiderio,liquidi e caldi come miele.
Anjia sussurrò
-Prendimi-
Fu la dolcezza della sensazione di essere completa che prevalse sul dolore che provò.Ascoltando i loro respiri si amarono tutta la notte.


Grazie a chi legge ed una piccola dedica a chi con pazienza e amicizia recensisce questa ff.Grazie ragazze !







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Capitolo 9
*** Intervallo:Racconto d'inverno ***


racconto d'inverno -Il sole è quasi alto Shashee... stanotte è nevicato,il cortile della residenza è tutto bianco-
Un rumore soffuso di piccoli passi sul legno e il profumo del tè.Caldo e fragrante.
-Anjia...-
ll braccio di Shashee si allungò fuori dal futon,afferrando i lembi del kimono della giovane donna e facendola cadere sul materasso.
-Ma che intenzioni hai?-un lampo divertito negli occhi grigi.
-Cattive...-

Erano passati mesi e l'inverno aveva ricoperto le terre dell'Ovest di un candido manto.
Anjia era stata accolta con gioia,solo Inu No Taisho aveva avuto un fremito nel cuore.
Shashee si sentiva a casa,con la donna che amava al suo fianco, ed Anjia si era fatta subito ben volere da tutti,le donne l'avevano accolta come una sorella ed una figlia.
Aiutava nelle piccole e grandi incombenze domestiche e spesso alla sera suonava lo shamisen,accompagnata da Shashee al liuto,che era stato recuperato dopo che giaceva inutilizzato da tempo,dentro un baule.
Prima, per lui, suonarlo era doloroso.Gli ricordava troppo sua madre,ma con Anjia al suo fianco,non aveva più nostalgia di palazzo Corner e della laguna.
Toshio era felice di rivedere dopo tanto tempo gli occhi dell'amico di sempre, brillare di serenità e gioia ritrovate.
-Se fossi venuto con me in calle delle Tette non ti saresti svegliato così tardi...-lo prendeva sempre in giro,ma adorava Anjia,e lei scherzava sempre oltre chè invitarlo spesso a cena.
Vivevano in una piccola ala della residenza,che Shashee aveva sistemato.


Anjia spesso si soffermava a parlare con Kagome,la sentiva particolarmente vicina e le aveva chiesto parecchie cose sul padre di Shashee.
-Sesshomaru...-Aveva esordito un pomeriggio,durante una nevicata, la miko.
Rin tesseva al telaio ed ascoltava in silenzio.Solo il ritmico rumore della spola che passava tra trama e ordito.
-Un giovane dio della guerra,bello come un raggio di sole riflesso su di un lago ghiacciato... tanti anni fa combattemmo insieme contro un nemico terribile...-
Anjia ascoltava con attenzione,il rumore morbido della neve che cadeva fitta fitta.
-Si chiamava Naraku ed era un mezzodemone,ma non era nato dall'amore,come il mio Inuyasha e Shashee.Era nato dal desiderio di potere e dalla volontà di sopraffazione...-
Anjia venne a sapere che la miko apparteneva ad un altro tempo e che per amore aveva scelto di fermarsi in un epoca così distante e diversa dalla sua...
Kagome le raccontò della Sfera degli Shikon,e di quanto avessero penato e sofferto a causa sua e di quel Naraku,e di come Sesshomaru lo avesse sconfitto in un radioso giorno di sole,spedendolo una volta per tutte all'altro mondo.
-Fu una battaglia terribile.Pensavamo che Naraku avrebbe vinto...Ma il principe dell'Ovest era furibondo,non c'era niente su questa terra che potesse resistere alla sua furia,nemmeno Naraku che era di una forza ed intelligenza straordinarie...-
 
Le raccontò anche di come Inuyasha scelse di diventare completamente umano.
-Umano?Come?!-la interruppe Anjia.Sapeva che Shashee era un mezzodemone,anche se la cosa non la turbava per niente.
-Non lo so mia cara,so che un giorno tornò dopo essere stato via a lungo con Miroku e non aveva più i suoi lunghi capelli d'argento e le sue orecchie canine,solo gli occhi erano rimasti uguali-
Kagome sospirò ricordando la prima volta che l'aveva visto sigillato al Goshinboku e di quante volte l'avesse fatta arrabbiare...
E di quante volte l'avesse messo a cuccia...e del loro primo bacio sotto quell'albero quando lei gli aveva detto che non sarebbe tornata a casa e che sarebbe rimasta con lui,sempre.
Sorrise ricordando il viso di Inuyasha e lo stupore nei suoi occhi.E il volto le si illuminò ricordando la faccia inebetita di quando Inuyasha aveva preso in braccio Izayoi la prima volta.
Aveva pianto.

Rin continuava a tessere in silenzio
-Rin-chan e voi non mi raccontate nulla di Sesshomaru-sama?-
Rin alzò gli occhi dal telaio e disse semplicemente
-Mi ha salvato la vita e se sono qui lo devo unicamente a lui-
Un soffuso rossore le attraversò le guance.
Tacque per un attimo e poi aggiunse...
-Io non posso dire niente altro,Kohaku è salvo grazie a lui e si...Non c'era niente di più bello dei suoi occhi,soprattutto quando lo facevo arrabbiare-
E Rin si illuminò ricordando tutte le volte che si era messa nei guai e Sesshomaru l'aveva soccorsa per poi rimproverarla con delle occhiate gelide e allo stesso tempo meravigliose.
Ricordò in un attimo il vecchio Jaken e la prima volta che aveva visto Sesshomaru, addormentato e ferito nel bosco,e di come lui le fosse sembrato,ai suoi occhi di bimba,un ragazzo,solo ed abbandonato,da aiutare.Non il potente Principe dell'Ovest.E di come per lei fosse rimasto sempre quel ragazzo del bosco.

Anjia si alzò e andò a vedere il magnifico arazzo che Rin stava tessendo.Rappresentava la loro famiglia.
Inu No Taisho era seduto fra i suoi due figli,alle loro spalle i figli di Inuyasha e al fianco di Sesshomaru,completamente vestito di nero c'era Shashee in piedi con lo sguardo rivolto verso occidente.
-E' molto bello Rin-chan...-Anjia accarezzò il pesante tessuto.
-Sarà pronto per la fioritura dei ciliegi-

-Domani ti va di venire a cavallo fino a Musashi a trovare Miroku e Sango?-
Shashee stava sorseggiando una tazza di te Bancha,aspettando la risposta di Anjia.
-Se non vuoi farlo per me fallo per Toshio,mi sa che sta facendo una corte spietata ad una delle loro figlie,ma il monaco salvaguarda la loro virtù come una tigre...-
Anjia lo guardò, sorridendo...
-Non so se posso andare ancora a cavallo...-
-Perchè?-
-Perchè di si!me l'ha consigliato Kagome di evitare sforzi...-
-Pensavo fossi guarita dal raffreddore...-
-Infatti...-
Gli occhi ambrati di Shashee ebbero un lampo.
-All'inizio dell'estate diventerai padre-
Anjia pronunciò quella frase con un tono di voce assolutamente tranquillo.
Fu Shashee che rovesciò il contenuto della teiera sul pavimento,correndo ad abbracciarla.


Un ciao ed un grazie a chi legge e recensisce...
Purtroppo per un po' non sarò così"veloce"...
ciao!





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Capitolo 10
*** Buio ***


Buio

In A Lifetime - Clannad

Hard to tell
or recognise a sign
to see me through
a warning sign


Difficile da raccontare
o da riconoscere un segno
nel vedermi attraverso un avvertimento

First the thunder
satisfied, if the past it will not lie
then the storm
torn asunder
the future you and I get blown away
in the storm
in a lifetime

 Dapprima il tuono 
ci appaga se il passato non mentirà
poi la tempesta spezza in due parti
il futuro,tu ed io,spazzati via nella tempesta
nell'arco della vita

And as the rain it falls
begin again, as the storm breaks through
heavy in my heart
believe the light in you
so the light shines in you
without color, faded and worn
torn asunder in the storm

E come la pioggia che cade 
si ripete ancora
così la tempesta irrompe con forza
nel mio cuore
credere nella luce in te
cosìcchè la luce risplenda in te
senza colore,sfumata e consumata
spezzata in due nella tempesta

unless the sound has faded from your soul
unless it disappears

Tranne il suono che si è dissolto dalla tua anima
Tranne il suono che scompare


first the thunder
selfish storm
then the storm
hold on the inside
torn asunder
one life
in the storm
in a lifetime
in a lifetime

Dapprima il tuono
tempesta egoista
poi la tempesta
aspetta all'interno
una vita spezzata in due
nell'arco della vita..


 
-Ombra-

-Tempesta-
Silenzio nella notte.
I visi immersi nella penombra non hanno espressione,si intravede il riflesso delle candele negli occhi.Oscurità in una stanza dimenticata da tutto e da tutti.
-Lo Shogun ha parlato,lui non deve figurare-
-Si,lo so-Non sono voci.Sembrano sospiri e sussurri.Ma sono carichi di odio e risentimento.
-Fratello,e il bambino?!-
-Come sua madre-
Le ombre si dissolvono,lasciando la residenza dell'Ovest al fruscio del vento.

-Eccoci-
Anjia stava sorridendo mentre affrettava il passo per afferrare il piccolo Nicolò,prima che si buttasse dentro una delle pozzanghere del cortile.
Due enormi occhi grigi con strani riflessi dorati e i capelli neri come la notte,trotterellarono con fare incerto verso due braccia spalancate.
-Nico,piccolo mio-il bimbo cercò di sfuggire alla presa di sua madre,ma lei era ancora troppo agile e veloce per lui.
Agosto aveva accorciato le giornate,ma faceva ancora caldo,nonostante i temporali.
Shashee era fuori con Inuyasha e il Generale.C'erano strani movimenti intorno alla residenza,ma ogni volta che cercavano qualche traccia,le trovavano tutte accuratamente cancellate.
-Ninja-aveva ringhiato Inu no Taisho.Ma solo Inuyasha l'aveva sentito.
Nicolò aveva da poco compiuto un'anno.Era nato alla fine di giugno del 1604 urlando e scalciando.Quando Shashee l'aveva visto aveva riso e pianto dalla felicità.

Nella regione la calma regnava sovrana.Ormai Tokugawa era, se non ufficialmente,lo Shogun del paese,e la corte imperiale si era adattata a questa novità,lasciando il governo in mano ai militari.
L'Ovest godeva di una relativa libertà,ma nella testa dello Shogun,l'Ovest rappresentava comunque una minaccia allo status quo faticosamente raggiunto.E non amava gli Inu-Youkai,da sempre dalla parte dei più deboli.

Il tempo brontolava quella sera,le nuvole preannunciavano pioggia e temporali,e il vento si era alzato,soffiando forte a raffiche.Da qualche tempo il Generale aveva messo delle sentinelle al grande cancello.
Anche quella sera era inquieto,mentre cercava di leggere e di finire il tè.
Improvvisamente,odore di sangue,troppo forte ed intenso.
Anche Inuyasha l'aveva sentito e aveva raggiunto suo padre,nello studio.
Nessuna parola fra di loro.Solo una breve occhiata.

-Chiama Shashee,Tadao ed Hiro e Kohaku... e dì a Kagome di andare con le donne nella parte più interna della residenza,verso il giardino e le scuderie e... prendi Tessaiga-
-Ma padre,io sono umano ormai...-
-ma Shashee non lo è...,prendila Inuyasha,sarà una lunga notte, temo-
Un presentimento,qualcosa che Inu no Taisho cercò di scacciare dalla mente.

Shashee si aggiustò l'armatura nera in fretta,Anjia dormiva e non si sentiva di svegliarla.Bella e dolce.Ne aspirò il profumo e poi
la baciò.Nicolò dormiva sereno,con la testolina scura appoggiata sul seno bianco di sua madre.

Il cielo era senza stelle,nuvoloso e nero,squarciato ad intermittenza da lampi vividi.Fu allora che li videro.Erano centinaia,brulicanti come insetti.
-Ci attaccano padre...-
-Shashee,prendi Tessaiga-
-Ma mio Signore...-Gli occhi di Inu no Taisho non ammettevano repliche,la voce bassa e profonda.
Inuyasha porse la lama al figlio di suo fratello.Lo guardava dritto negli occhi,non c'era rivalità,solo affetto e rispetto.
Shashee sapeva cosa significava questo.Ora era lui il Principe dell'Ovest.
-Sguainala insieme a Hikari no Kizu-ordinò il Generale.
Le due spade entrarono immediatamente in risonanza,avvolgendosi tutte e due di una luce diffusa.
-Aprite i cancelli!- ed uscirono nella notte,mentre la tempesta si avvicinava.

Un tuono più forte degli altri,Anjia si svegliò.Qualcosa non andava,Shashee non c'era e neanche l'armatura.Nico dormiva beato.
Qualcosa in fondo all'animo,una sensazione.Prese una coperta ed avvolse il bambino,nascondendolo con cura all'interno di una cassapanca che tenevano nella stanza accanto.Sguainò la ninjato che teneva appesa sopra al letto.Respirò a fondo.
Solo silenzio.E poi il sibilo sottile degli shuriken.Ma quanti erano?!

Rin si tappò le orecchie a quell'ennesimo tuono,Kagome stava richiamando tutta la sua energia spirituale e la stava indirizzando verso coloro che amava,una luce celeste la avvolgeva,mentre il corpo si tendeva nello sforzo.Izayoi aveva congiunto le mani a quelle della madre cercando di unire anche la sua aura.Dov'era Anjia?!

Shashee correva,spade sguainate,Tessaiga nella destra e Hikari no Kizu nella sinistra,si sentiva forte,-maledetti perchè ci avete attaccato?-,non riusciva neanche a contarli quelli che cadevano sotto le sue lame.Tanti,troppi.I figli di Inuyasha stavano facendo strage con arco e frecce,cavalcando veloci fra le file dei nemici e Kohaku,con a fianco la nekomata,lanciava il kusarigama,falciando gambe e teste allo stesso tempo...Era tutto impregnato dell'odore dolciastro e terribile della morte.Solo cadaveri a terra e uomini che continuavano ad avanzare,nonostante tutto.
Inuyasha e suo padre combattevano a terra,schiena contro schiena,bianco e rosso mescolati insieme in una danza mortale.Due furie.
Le prime gocce di pioggia si stavano ormai mescolando al sangue sul terreno.Tanto sangue che tingeva la terra.Troppo.

Una voce di donna,un grido.Acuto.
Shashee si voltò cercando gli occhi del Generale.
-Le donne!-
-Corri Shashee, sei il più veloce-

La residenza era avvolta nel silenzio,un silenzio innaturale.
Le guardie al cancello erano spacciate.Shashee ebbe un brivido lungo la schiena,cominciò a gridare,correndo verso il giardino.
-Anjia,Anjia!!! Kagome...Rin..Izayoi..-Dal giardino emersero tre figure,pallide.
-Shashee...-Kagome lo guardò.L'armatura nera era striata di sangue e il suo bel viso anche.Stravolto.
-Anjia?!,dov'è e Nico?! dove sono?!-
-Non lo so...-
Shashee non sentì neanche la fine della risposta stava già volando verso le loro stanze.
-Anjia Anjia Anjia rispondi...-
Una voce flebile,sottile...
-Shashee...-
Era seduta con la schiena contro la parete,gli occhi chiusi,le gambe flesse sotto il corpo.Attorno a lei quattro corpi senza vita.Aveva la ninjato in mano,gocciolava ancora.Immobile e innaturale quella posa.Uno shuriken le aveva penetrato la spalla ed uno era infilato all'altezza dello stomaco.Il suo kimono bianco in una pozza di sangue.Sembrava addormentata.
Aprì gli occhi,scuri come il mare di notte e lo guardò.
-Non piangere Sha e abbi cura di Nico è...nascosto... nella cassa dei giochi...e prometti di portarlo via di qua...vogliono anche lui...-
Impietrito,con la bocca spalancata,incapace di pronunciare qualsiasi cosa tranne -Anjia Anjia Anjia no no no no!!!.-
Kagome entrò in quell'istante e fu tale l'orrore che si cacciò un pugno in bocca,mordendolo a sangue, per impedirsi di gridare.Rin,non ce la fece, cadde in ginocchio nascondendo il viso,sopraffatta da quella vista.

Un battito...
Un battito...
Un battito...ancora uno...ancora...

-Ti amo-
-Anche io ti amo-
Un sospiro e poi il nulla.
Nulla.

Shashee non urlò,non gridò,si alzò in piedi ed andò nell'altra stanza.Aprì la cassa dei giochi.Nico stava ancora dormendo,nonostante tutto,lo prese in braccio e lo diede a Rin.

-Bene.-

Poi lentamente si sfilò la mezzaluna d'ambra che portava al collo...e la mise nelle mani di Kagome.
-No Shashee,no...-
-Abbiate cura di lei-
E si voltò.

Il sangue come fuoco liquido nelle vene,rabbia.
Gli artigli lunghi ed affilati come lame,odio.
I canini lunghi e velenosi,disprezzo.
Gli occhi rossi e disperati,vendetta.
Persino il colore dei suoi capelli stava mutando,da mogano ad argento.Si stracciò la parte superiore del kimono,incidendosi la carne con i propri artigli.Ebbro del suo sangue.Voleva sentire dolore e voleva uccidere.Uccidere e morire.

Inu no Taisho avvertì l'aura maligna ed era talmente forte che ne fu spaventato.Si girò e vide quello che non avrebbe mai voluto vedere.Un ringhio ferino,terribile,demoniaco.
-Padre è...è....-
Inuyasha guardò quella creatura sorpassarli e gettarsi nella mischia come un pazzo.La carne dei ninja volava a brandelli insieme ai loro indumenti.

Due figure a cavallo,seminascoste dal temporale.
-Fratello forse è meglio ritirarsi alle Tempeste,abbiamo già perso la metà degli uomini-
Troppo tardi...Una risata maledetta e una folata di vento.La meidou brillava nella notte sulla sua fronte e gli occhi erano solo due sottili fessure rosse senza pupille.
-State per morire... tutti-
Lanciarono gli shuriken e molti andarono a segno,ma lui era già addosso a quello che avevano chiamato fratello e con una sola mano gli aveva staccato la testa dal collo,mentre con l'altra spremeva il cuore,tirato fuori ancora palpitante dal petto.Rideva feroce e disperato.

Inuyasha guardava.Lacrime negli occhi d'ambra e il cuore spezzato.Era come guardarsi ad uno specchio.
-Padre vi prego,fermatelo,vi scongiuro.-
Inu no Taisho mutò forma e volò verso quella carneficina.
Lui lo guardò,senza riconoscerlo.Senza anima,senza cuore.I ninja stavano fuggendo,in preda al terrore,inseguiti da quella risata.
Inu no Taisho lo colpi,una zampata tremenda che lo fece volare e cadere a terra privo di coscienza.
Kagome arrivò,correndo sotto la pioggia,con la mezzaluna in mano e silenziosamente gliela infilò al collo.
Shashee riaprì gli occhi.Ambra limpida.Il corpo trafitto dagli shuriken,sanguinava.
-Anjia-
e perse di nuovo i sensi.


Grazie a chi recensisce e a chi legge.
Mi sono "ispirata" ad una vecchia canzone dei Clannad con Bono degli U2...
sottofondo a questo capitolo...

Spero di non avere fatto una schifezza immonda!
Ciao :)















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Capitolo 11
*** Vita ***


Vita La laguna era placida e tranquilla,e Shashee stava remando.Sullo sfondo la punta della Dogana con il putto rivolto al mare.Non riusciva a capire perchè la barca non avanzasse.Poi l'acqua si era trasformata in sangue e la barca si era impiantata su di una secca.
Anjia camminava su quell'acqua,vestita di chiaro,i capelli così lunghi che le sfioravano le caviglie.Lo guardava muta e sorridente,con un fiore di magnolia in mano.Era in punta di piedi,come una fragile ballerina.
E poi quel fiore glielo aveva messo in mano.E il mare l'aveva sommersa,inghiottita,come se fosse diventata improvvisamente pesante.
Shashee urlava ma non usciva nulla dalla sua bocca.Buio.E poi una luce,un'altra immagine.
-Mamma!-
Caterina,splendida nel broccato verde ed oro, camminava sorridendo verso di lui in un meraviglioso frutteto,ciliegi e mandorli in fiore e non era da sola.Dietro di lei,altero,vestito di bianco,suo padre.Passi lenti e solenni.Gli occhi d'ambra luminosi ed intensi.In braccio un bambino,sembrava Nicolò,o forse era lui.Shashee stava piangendo e le lacrime gli impedivano di vedere con chiarezza.

Sesshomaru strinse il bimbo al petto e sguainò Tenseiga.Con voce profonda gliela puntò al petto.
-Vivi!-


Pioveva e Shashee guardava il cielo grigio.Era tutto calmo sotto quel velo di acqua che continuava a cadere.Dei passettini lo fecero voltare e lo scorrere dello shoji.
-Ti ho riportato Nico,è stato bravo,ha mangiato tutto-
Rin accennò un sorriso e richiuse il pannello.Shashee guardò suo figlio e Nico lo raggiunse.Shashee lo prese in braccio e il bambino gli appoggiò la testa sulla spalla,infilando le manine nei capelli,in una carezza gentile e consolatoria.
Tempo.
Un'unità di misura che Shashee non riusciva a più a comprendere.
I giorni passavano inesorabili,scanditi dal giorno e dalla notte,l'estate aveva ceduto il passo all'autunno e presto sarebbe arrivato l'inverno,a coprire tutto,e poi di nuovo primavera...Una ruota immutabile ed eterna.
Nico si era addormentato.Lo adagiò sul futon.Piccolo.Con quei capelli neri neri.E quegli occhi color del mare,che cambiavano secondo la luce.
Non erano più stati attaccati,anzi Tokugawa si era premurato di mandare messi ed ambasciatori, per chiedere se la Casa dell'Ovest avesse bisogno d'aiuto...
-No,grazie- ed Inu No Taisho aveva rimandato i messi e gli ambasciatori con una secca ed eloquente risposta al mittente.

Si era svegliato con Nico che dormiva al suo fianco,dopo quella notte.
Kagome era scattata in piedi chiamando Inuyasha e aveva visto delle lacrime negli occhi di Toshio,che se ne stava seduto per terra,pieno di graffi,fasciature e botte.
Non ricordava niente,tranne che Anjia era morta.Morta.
Una parola,un pugno.
Nico si era mosso dal comodo angolino fra il suo braccio e il fianco.
L'aveva guardato e aveva detto
-Pa... pa... pa...- tirandogli un po' i capelli.
Shashee non era riuscito a dire una parola.

Si era alzato,rendendosi conto che Anjia non c'era più.E che non sarebbe tornata.E che non voleva ridiventare la belva che gli avevano raccontato.
Voleva invecchiare,non voleva quella forza e soprattutto non voleva essere immortale.
Se c'era un posto dove Anjia era andata,l'avrebbe raggiunta,prima o poi.
Prima o poi...

Aveva parlato con Miroku e con Inuyasha.E si era deciso.Sarebbe partito per cercare il Sensei di suo padre.Lo stesso Maestro che aveva aiutato Inuyasha a diventare umano.
Miroku non poteva accompagnarlo,era troppo anziano ormai ed Inuyasha a ragion veduta,non voleva lasciare la residenza.
Non si fidava delle belle parole dello Shogun.
Nico era al sicuro,protetto e amato.
Poteva partire,verso quella montagna.
Era giunto il tempo,di cambiare e poi...
Tornare a casa,a Venezia.
Glielo aveva promesso.Anjia.Non si permise di piangere.No,non poteva.
Le aveva promesso anche quello

Il cavallo lentamente si arrampicava per lo stretto sentiero,cime verdissime e picchi innevati.La primavera stava arrivando,e fra il ghiaccio rotto, l'acqua del torrente scorreva veloce.
Una capanna,di legno.Un piccolo eremo isolato fra rocce ed abeti secolari.
Shashee scese da cavallo e legò le briglie ad un albero vicino.Una voce rauca ed antica.
-Ti aspettavo Shashee-sama,la tua fama ti precede mio giovane amico-
Un vecchietto grinzoso vestito di rosso uscì fuori da quel capanno.
-Si,il figlio della donna con gli occhi verdi e del mio amato allievo,si, ti vedo-
E lo guardò con i suoi luminosi occhi arancio.
Shashee si inchinò,appoggiando a terra il ginocchio,la testa china,incapace di parlare.
Poi,alzò il viso e disse,semplicemente.
-Voglio diventare un essere umano-

-Non sarà facile,giovane Shashee...le tue motivazioni devono essere molto profonde,per cambiare-
-Non voglio questo dono dell'immortalità-Shashee si alzò in piedi e Sensei Dayu,sorrise nel vedere la stessa identica ostinazione negli occhi di quel giovane hanyou,quella determinazione ad andare avanti che aveva tanto apprezzato nel suo antico allievo.

Una tazza di tè nelle mani,seduti sul tatami a gambe incrociate.Il vecchio maestro ascoltava con attenzione le parole di Shashee,ne percepiva il dolore,filtrato e trattenuto.
Come se non fosse accaduto.Solo gli occhi lo tradivano.Un vuoto profondo.
Dayu appoggiò la tazza al tavolino.
-Non so se ti posso aiutare Shashee-sama-
-Perchè?!-
-Se vuoi rinascere,prima devi imparare a morire-


Grazie a chi legge  e a chi recensisce!Sono un po'commossa...Grazie davvero!






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Capitolo 12
*** Credere ***


Credere "Il guerriero della luce,crede.Poichè crede
nei miracoli,i miracoli cominciano ad accadere"

Paulo Coelho 1997




Tutto quello che facevano erano lunghe passeggiate,grandi discorsi.E poi incrociavano le spade.
Sensei Dayu era formidabile.L'avversario più difficile e abile che Shashee avesse mai incontrato.Più veloce di Inuyasha,più forte di Inu No Taisho...Più agile di Anjia.
Combattevano tutti i giorni e Shashee cominciava ad essere impaziente.Non era cambiato nulla.Lui era ancora un hanyou,un mezzodemone.
Sensei Dayu si era fatto raccontare tutta la sua storia...
Venezia,sua madre,l'inganno di Teodora,il viaggio lunghissimo sulla Stella Maris prima e poi sulla gigantesca Esperança...
Mentre parlava il maestro ascoltava in silenzio.
-Voi non aveta mai viaggiato,Maestro?!-
-Io?!Non mi sono mai mosso di qua,ho tutto quello che mi serve,caro ragazzo-
Shashee era rimasto un po' sorpreso da quella risposta...
-Il viaggio più difficile è quello alla scoperta di noi stessi,ti sei mai chiesto perchè sei venuto fino a qui...-
-Il fatto di avere una scomunica alle spalle ha spinto notevolmente...-Ma Shashee era consapevole di non poter ingannare il Sensei,e alla fine, neanche se stesso.
Lui non aveva capito che cosa era fino a quando non era arrivato in Giappone e non sapeva come era prima di vedere suo nonno ed Inuyasha.
Se fosse rimasto a Venezia non avrebbe capito tante cose e forse non avrebbe scelto di rinunciare all'immortalità.
Forse...
Si chiese per la prima volta,in tanti anni, se avrebbe rivisto sua madre a Venezia...

-Maestro,voi siete immortale...-
-Mio giovane hanyou,io lo sono da sempre e non posso scegliere.Io l'ho accettato,perchè è la mia vita ma tu,nella tua doppia natura sei sempre stato diviso in due,anche se solo ora ne sei pienamente conscio...-
Diviso in due...
Il fatto di non ricordare niente di quando si era trasformato lo spaventava.E anche se era un guerriero formidabile,la violenza per la violenza era qualcosa che non riusciva a comprendere e accettare.
Non potersi controllare,per sempre...

Shashee quella sera non riusciva ad addormentarsi,silenziosamente si alzò e uscì dalla capanna.
Il cielo era incredibilmente stellato,ma era senza luna, di cui solo si intravedeva l'ombra.
Shashee rammentò che in quei giorni compiva gli anni.Si stese sull'erba e guardò il cielo.
Chiuse per un attimo gli occhi,ma poi all'improvviso fu assalito da moltissime immagini,prima confuse poi sempre più nette e delineate.

Una bella ragazza lo sta salutando.Assomiglia a sua madre,ma qualcosa nello sguardo gli fa capire che non è lei.
Sta spingendo una specie di cosa a rotelle con dentro un bambino.Dietro di lei cammina un uomo,vestito di chiaro,alto e snello.
I capelli argentei tagliati sopra le spalle.Anche lui lo guarda,ha i suoi stessi occhi.
La ragazza lo chiama,l'accento dolce della sua terra
-Marco Alvise...-
Ha un sorriso soave e occhi verdi come giada.Prende quel bambino in braccio e anche il bimbo lo guarda,occhi d'ambra,come i suoi.
Poi dalle labbra della ragazza esce
-Vieni- e gli porge la mano.Sull'anulare sinistro ha un anello con un leone coronato e una luna.
L'uomo alle sue spalle non dice nulla,solo gli occhi hanno un breve lampo,quando lui prende la mano della giovane donna.
Una energia incredibile fluisce nel suo corpo...
E poi lui sente,sente di essere quel bambino...

Le immagini si sovrappongono...

Un giovane uomo con i capelli neri come la notte,apre di scatto una porta,urlando-E'un maschio papà!-
Lo abbraccia forte e gli da grandi pacche sulle spalle...
Nicolò?Sei tu?

Dalla finestra della villa si vede un giardino,splendido. Le colline della Marca Gioiosa sono poco distanti.
Ci sono bambini che giocano e due uomini guardano verso la finestra.
Salutano agitando la mano,uno,quello più giovane, sale su di una specie di cosa con due ruote e se ne parte facendo un rumore incredibile...
Poi i suoi occhi si posano su di una bimba,seduta sull'erba.Ha lunghi capelli intrecciati color mogano.Sta facendo un disegno su di un pezzo di carta.Una mezzaluna ed un cane bianco.
Una voce la chiama...
-Nina,Nina merenda!-
La bimba alza gli occhi,sono verdi screziati d'oro.E guarda verso di lui.Si mette la mano alla bocca e gli manda un bacio...Poi scappa ridendo.

-Svegliati Shashee,è ora-

-Svegliati Shashee!-
Il Maestro stava di fronte a lui.
Shashee faceva fatica ad aprire gli occhi.Era intontito e con un gran mal di testa.Gli sembrava di essersi appena addormentato, ma il sole era già alto nel cielo.
-Ma...-
-Non ricordi,dovremmo scalare la montagna ed arrivare alla sorgente del torrente-

Il sentiero saliva ripidissimo fra le coste della montagna.E Shashee stava facendo fatica,sentiva che il cuore gli stava scoppiando nel petto.Sensei Dayu si stava invece arrampicando come un capriolo fra le roccette.
L'aveva lasciato parecchio indietro.Shashee si fermò un attimo,i capelli legati madidi di sudore.La capanna era un minuscolo puntino sul fondo dello strapiombo e il torrente, un nastro argentato che brillava alla luce del sole.
Era magnifico.Respirò a fondo ed ebbe un capogiro.Guardò verso l'alto cercando il Sensei con gli occhi e scorse qualcosa di rosso in cima alla montagna.
Ricominciò ad arrampicarsi ed un piede cedette nel ghiaione.
Ebbe paura,paura di cadere in quel vuoto.Il suo pensiero volò a Nicolò.Un piede dietro l'altro,una mano dopo l'altra arrivò in cima.
-Maestro...non pensavo di fare così fatica-
Ma il Sensei non c'era.
Un cupo brontolio,profondo.
Shashee si girò ed un enorme,gigantesca pantera grigia con occhi fiammeggianti gli si parò davanti.
Soffiava e agitava la coda a destra e sinistra.Pronta ad attaccare.
Si maledisse per non aver portato la katana con lui.Si mosse lentamente cercando di non staccare gli occhi dalla belva.
La belva raspò il terreno sguainando artigli terribili,rossi come il sangue.
-Non ce la farò questa volta,senza spada-
La mano corse al ciondolo appeso al suo collo,pronta a strapparlo.
-No!-
Urlò e vide balzare la pantera verso di lui....

Si svegliò al capanno,dolorante.
Il Sensei era accanto a lui con una tazza di tè in mano.
-Bevi-
Era caldo e addolcito con miele.
Shashee tossì,il petto gli faceva male.
-Cosa è successo?-
-Hai fatto la tua scelta-
Gli rispose il maestro.


Grazie a chi legge e recensisce,ma voglio mandare un grazie speciale a Rosencrantz e a Blackvirgo che nonostante gli impegni sempre recensiscono e mi fanno commuovere con le loro parole!
Ed un grazie di cuore all'Isola della Dea!

Ps:la notte fra il 6 e il 7 aprile 1606,era luna nuova .. :)







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Capitolo 13
*** Ritorno ***


Ritorno Mancava poco e avrebbero attraccato in Riva degli Schiavoni.
Quasi si commosse alla vista delle cupole della Basilica di San Marco e dello sventolio delle bandiere con l'amato leone.
Nico indicava tutto con il dito e chiedeva,la curiosità di un bimbo di quattro anni.
-Dov'è la casa della nonna?E'quella grande grande?!-
-No,bisogna prendere quel canale li-
Toshio indicò il Canal Grande al piccolo e sorrise,gli brillavano gli occhi mentre stringeva a sè una ragazza dai lunghi capelli neri e incredibili occhi blu.
-E così questa è Venezia!?-
Sadako,la figlia minore di Sango e Miroku sgranò gli occhi.
Una città sull'acqua...Sospesa fra il cielo e la terra.
Shashee mise giù Nicolò e il suo pensiero volò lontano,molto lontano.

Prima di lasciare la montagna il Sensei gli aveva chiesto
-Hai paura di morire?!-
-Penso sia solo un altro viaggio,Maestro-
Sensei Dayu gli aveva sfilato la mezzaluna d'ambra dal collo.
-Posso tenerla per ricordo?!- e aveva sorriso con i luminosi occhi arancioni.
In cambio gli aveva regalato due tazze per il sakè,finemente decorate.
-Non bere mai da solo e quando berrai,pensa a me,caro figliolo-
Shashee si era inginocchiato e aveva chinato il capo,mentre l'anziano demone -pantera gli metteva le mani sul capo,impartendogli la sua benedizione.


-Mio Signore,il prossimo autunno partirò e tornerò a Venezia-
Shashee era sceso dalla montagna.
Non era più un mezzodemone,ma semplicemente un uomo. I suoi sensi erano rimasti straordinariamente acuti e la sua forza e la sua agilità quasi intatte.Non era cambiato esternamente.Solo il suo cuore,era diventato in tutto e per tutto umano,e lui non si sentiva più sospeso e diviso a metà.

Inu No Taisho l'aveva guardato e aveva sentito che in lui era rimasto comunque lo spirito di suo figlio,anche se il suo odore era leggermente cambiato,prendendo quella nota tipicamente malinconica degli umani.
-Va bene,anche se questo mi addolora,ma so che devi mantenere una promessa-
E il Signore dell'Ovest era rientrato nel suo studio,inghiottendo un dolore che non poteva mostrare.
Fu quando prese in braccio Nico che Shashee capì che aveva davvero fatto la scelta giusta.
Il bambino non era un hanyou,il suo sangue era quasi del tutto umano,non era immortale,ma Nico era parte di lui,ed era anche Anjia.
Non avrebbe sopportato di vedere anche la sua morte,lui rimanere eternamente immutato e Nico invecchiare e morire.
No,sentiva che era giusto così.Aveva scelto, come Inuyasha.
Non rimpiangeva di non aver incontrato suo padre.Era in lui,sentiva il suo spirito fortissimo dentro di sè.
La scelta dell'umanità gli faceva percepire con maggiore forza l'indomabile essenza di Sesshomaru.E lo sentiva come non mai accanto a sè

Le donne avevano pianto quando Shashee aveva rivelato il suo proponimento.Ma avevano capito,e soprattutto Kagome capiva quanta nostalgia potesse avere di casa.
Lei non aveva più rivisto sua madre,il nonno e Sota.Era stato il prezzo da pagare per rimanere con Inuyasha,ma l'aveva pagato volentieri.
E non si era mai pentita.

Toshio era strano,da quando era tornato dalla montagna, quasi non gli rivolgeva la parola,fino a quando Shashee,una sera mentre bevevano sakè in giardino,aveva saltato tutti i preamboli e gli aveva chiesto che cosa ci fosse dietro quel comportamento.
Toshio aveva confessato subito,era innamorato,ma il padre della ragazza non gli avrebbe mai dato il permesso di sposarla e di portarla via con sè.
Il vecchio Miroku era un osso durissimo per quello che riguardava le sue figlie.
E Sadako era la sua piccola,l'ultimo fiore regalatogli da Sango.
Sango invece non sollevava alcuna obiezione,le sue figlie erano tutte in grado di difendersi.
Era stata una buonissima maestra per loro.

Ci misero tutta l'estate a convincerlo,ma alla fine cedette e finalmente Toshio e Sadako si unirono,benedetti da quel vecchio brontolone che quasi non riusciva a pronunciare le parole del rito,fra le lacrime di commozione.
Fu una festa bellissima e la gioia invase finalmente la residenza dell'Ovest,dopo tanto dolore.

Arrivò infine l'autunno e la partenza.
Inu No Taisho portò Shashee nella stanza dove era conservata l'armatura di suo padre e sciolse l'obi dorato.
-E'per tua madre,so che Sesshomaru sarebbe felice se ce l'avesse e dopo di lei,tu... e tutti quelli che verranno-
Il Generale abbracciò Shashee,e per la prima volta,dopo tutto,Shashee sentì le lacrime che gli rigavano il viso.


Un ringraziamento tutto "speciale"alle fedelissime di questa storia(sono unpo'matta ogni tanto...)
Anche voi ne fate parte con i vostri commenti e quindi...
Un piccolo modo per ringraziarvi :)
Grazie anche a chi legge :)








Sua Grazia Sesshomaru,Principe dell’Ovest,DaiyoukaiCaterina Farsetti Cornaro,Duchessa di Cipro

Marco Alvise Farsetti Cornaro,Shashee,Duca di Cipro, Principe dell’Ovest ≈ Anjia,della Casa delle Tempeste             

Nicolò,Nico, Farsetti Cornaro,Duca di Cipro ≈ Lara Stella,dei Mannari,Principessa Romana dei Colli 

Jacopo Leone Farsetti Cornaro,duca di Cipro e Signore di Asolo ≈ Mila  Teodora,de' Trentin, Contessa del lago di

Caldonazzo

∫ da Venezia a Treviso∫ attorno al 1700

Alessandro Farsetti Corner Duca di Cipro e Signore di Asolo ≈ Francesca Virginia Nerea,dei Germanici,Granduchessa di Brandeburgo

Matteo Farsetti Corner Duca di Cipro e Signore di Asolo ≈ Giovanna Marzia,delle Spade-Guerrieri,Contessa de' Cavalieri

Ludovico  Farsetti Corner  Duca di Cipro e Signore di Asolo ≈ Gaia Pellegrini de’Santis

Ugo Farsetti Corner  Duca di Cipro e Signore di Asolo ≈ Genevieve Martine Leroux

Andrea Farsetti Corner  Signore di Asolo ≈ Clara Letizia Frescobaldi

∫Ritorno a Venezia∫ primi del  '900

Giulio Farsetti Cornaro    Maria Giulia Trevisan

Alvise Farsetti Cornaro ≈ Alba Zorzi

Paolo  Farsetti Cornaro ≈ Flavia Micaela Vendramin

 Nina,Caterina,  Farsetti CornaroSua Grazia Sesshomaru,Principe dell’Ovest,Daiyoukai

 

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Capitolo 14
*** Amore mio-Epilogo- ***


Amore mio Caterina si guardò allo specchio e lo specchio le rimandò l'immagine di una bella signora di mezza età,con i capelli mogano spruzzati di bianco e una rete sottile di rughe intorno agli occhi sorridenti.
-Non sono ancora vecchia come mia nonna-si disse mentre raccoglieva i capelli in una severa crocchia.
Da quando Shashee era partito aveva messo il lutto.Si era sempre vestita di nero,togliendosi ogni gioiello,tranne una magnifica collana che aveva commissionato ad un orafo suo amico.
Un doppio giro di perle con un pendente che rappresentava due S sovrapposte e un enorme topazio giallo centrale.
Shashee e Sesshomaru.
Prese la collana dal porta gioie e la indossò.
Guardò il ritratto che aveva fatto al principe e si sedette sul bordo del letto.Per un attimo ripensò a lui,chiuse gli occhi e ricordò la sua estate giapponese.
In ogni singolo istante e particolare.
Sospirò,ma non di nostalgia e rimpianto.Nonostante il tempo fosse passato,era ancora convinta di quella scelta e l'unico vero dolore era quello di non avere suo figlio accanto a sè.
Mandò un bacio al ritratto,sorridendo.
-Chissà dove sei-ed il pensiero era rivolto ad entrambi.

Un lieve bussare alla porta...
-Avanti-
-Mia signora,c'è un messo con pacco per voi-
La cameriera fece un inchino nell'entrare in camera.
-Perchè non l'avete ritirato Angiola?!Lo sapete che non voglio vedere gente-
-Mia signora,lo può consegnare solo a voi, così mi ha detto,nelle vostre mani e il messo...ecco è un po' particolare-
La duchessa di Cipro sbuffò...
-Quante storie,fate entrare allora!-
Angiola si spostò e dietro le sue gonne spuntò un bambino.
Caterina lo guardò,avrà avuto al massimo quattro,cinque anni.Aveva una blusa bianca e pantaloni a sbuffo di velluto neri.
Quello che colpì Caterina,furono gli occhi di quel bimbo,grigi come il mare e il viso.Gli occhi leggermente allungati e i capelli neri come la notte.Qualcosa di familiare...
Aveva un pacchetto in mano.
-Vieni avanti piccolino-
Caterina sorrise e si abbassò
-Come ti chiami?-
Il bimbo la guardò,illuminandosi tutto.
-Nicolò,questo è per te-

Caterina prese il pacchetto dalle sue mani,conteneva qualcosa di morbido.
-Da dove vieni Nicolò...-
Cominciò a slegare i nastri che chiudevano l'involucro.Non fece in tempo a sentire la risposta del bambino.L'interno del pacchetto rivelava un magnifico Obi di seta color oro con dei ricami blu  e viola.
Lacrime cominciarono a scendere sulle guance di Caterina,lacrime inarrestabili.Lacrime e ancora lacrime.
-Chi ti ha dato questo,piccolo...-
La voce rotta dall'emozione,il cuore in gola.
-Me l'ha dato il papà-
Caterina alzò gli occhi,dietro al bambino c'era un giovane uomo,alto,vestito di nero che le stava sorridendo.
-Ciao mamma,hai visto? Sono tornato...-
Era emozionato e gli brillavano gli occhi.
-Amore mio!-un soffio,la voce di Caterina,un soffio...

Volarono una fra le braccia dell'altro e Shashee sollevò sua madre facendola girare per la stanza.
Nicolò rideva e batteva le manine,saltando per la camera
Le lacrime di Caterina erano mescolate alle risate di gioia mentre baciava e accarezzava suo figlio.
Shashee la mise giù,passandole una mano sulle guance bagnate.
-Papà è lei la nonna Cate?!-
-Si, è lei la nonna-
Caterina si chinò e prese in braccio quel piccolino.
-Tu e il papà mi avete fatto un bello scherzo sai?!-
-Hai un buon profumo, nonna-
E Nico appoggiò la testa nell'incavo del collo della nonna,strofinando il nasino.

Caterina guardò negli occhi suo figlio.
Quegli occhi bellissimi,color ambra con le ciglia così scure.
-Mamma basta piangere,adesso-
Gli occhi verdi di Cate erano di nuovo pieni di lacrime.
-Si basta,hai ragione,basta..Credo che tu abbia parecchie cose da raccontarmi vero?!-
Cate posò Nico a terra e diede una voce.
-Angiola chiama tutti!Stasera si fa festa qui a Palazzo Corner,festa grande! E tira fuori il vestito di broccato verde,fagli prendere aria!
Basta nero!-
E una risata cristallina le uscì dalla gola.

-Mamma ti ricordo che io ho ancora una specie di condanna...La scomunica...forse non è il caso di far sapere che sono...-
Caterina accarezzò il viso di Shashee.
-Tu non sai chi è il doge,vero?!-
-Il doge è tuo cugino Leonardo* e non va molto d'accordo con Roma,la prima cosa che ha fatto è stato toglierti la scomunica,tesoro.
Ci sono stati gli editti appesi per quasi due anni...-
Shashee era senza parole.
-Lo zio Leonardo è il doge?!-
Alzò gli occhi al cielo e abbracciò sua madre.
-Sono libero allora...-
Prese in braccio Nico e spalancò la finestra sul balcone della camera.
Il Canal Grande brulicava di piccole e grandi imbarcazioni.
-Siamo a casa,piccolo mio-
E in quel momento,una brezza gentile gli mosse i capelli.
-Siamo a casa Anjia...-
E sorrise rientrando all'interno del palazzo.


Eccoci alla fine.
Grazie mille a tutti quelli che hanno letto questa storia,a chi l'ha messa nei preferiti e alle mie nobilissime commentatrici.
Grazie!



*Nota storica:
Leonardo Donà,figlio di Giovanni Battista e di Giovanna Corner,Doge della Serenissima dal 1606 al 1612
http://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_Don%C3%A0

Ciao!
Intanto proseguo con la Fic su Sayuki "Fiori"







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