On the other side.

di Willows
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The session ***
Capitolo 2: *** You think I'm crazy ***
Capitolo 3: *** Questions and answers. ***
Capitolo 4: *** Spat ***
Capitolo 5: *** Phase one. ***
Capitolo 6: *** Repetitions. ***
Capitolo 7: *** Family bonds ***
Capitolo 8: *** Hide and seek. ***
Capitolo 9: *** Party. ***



Capitolo 1
*** The session ***



On the other side.
 
 
 
Durante il medioevo, era credenza diffusa che, nascere sotto una determinata combinazione astrale, avrebbe condizionato la vita per sempre. Per esempio, quando eri nato Giove era in congiunzione con Venere?
Allora tranquillo, che la fortuna ti sarebbe sempre stata favorevole. Ti saresti dovuto preoccupare, invece, se il giorno della tua nascita vedeva Marte in opposizione a Saturno (brutta storia quella, piena di presagi di morti dolorose o vite lunghe, ma altrettanto spiacevoli).
Ora, mentre Wendy apre la porta in pigiama – quello carino, con gli orsetti, che risale a quando aveva almeno quattordici anni- macchiato di quello che sembra essere cioccolato (ma avendo due fratelli di cinque anni non si può mai sapere) struccata e con i capelli arruffati, trovandosi davanti Niall, verso cui ha una cotta paurosa da circa tre anni, beh la ragazza è certa del fatto che, il fatidico 17 aprile 1996, giorno della sua nascita, le stelle avessero proprio avuto una posizione di merda.
E non è che lei basi questa considerazione soltanto sul fatto di essersi svergognata davanti a quello che, ne è sicura, è l’uomo della sua vita, nonché futuro marito, no, no. Più che altro ha capito, dopo anni di figuracce e pubbliche umiliazioni, che la sfiga, una sfiga nera, la perseguita.
 
 
Quel sabato era iniziato, come tutti gli altri, anzi forse anche meglio. Si era svegliata verso le dieci di mattina e aveva trovato la casa vuota, sul frigo un post-it recitava le seguenti parole:
 
Buongiorno Bambolina! Quando siamo usciti dormivi e non abbiamo voluto svegliarti, comunque sai già tutto. Il pranzo è nel frigo, sul tavolo ci sono i soldi per la pizza e se succede qualcosa chiamaci! Verso le tre passerà la nonna a controllare che è tutto a posto, mi raccomando vedi di farti trovare in casa, sai come è ansiosa quella donna.
Ti vogliamo bene,  mamma e papà xx.
 
La ragazza storse un po’ il naso per il soprannome. Era carino quando aveva dieci anni, ma adesso era davvero necessario? E poi da quando i suoi le scrivevano i baci? Sospirando prese i cereali e fece colazione.
Si potrebbe dire, senza fare torto a nessuno, che la famiglia Fisher era piuttosto inusuale, eccentrica ecco. Ruth e Eugene, genitori di tre splendidi figli- Wendy di diciassette anni e Matty  e Philip di cinque anni- avevano sempre avuto una passione per l’ufologia e i fenomeni paranormali. Si erano incontrati, di fatti, una ventina di anni prima ad una convention sugli alieni, entrambi indossavano una maglia con la scritta “I want to believe” molto alla X-files e non appena si erano guardati negli occhi, avevano capito di essere fatti l’uno per l’altra. Con gli anni, il lavoro e tre figli a cui badare, questa passione era andata un po’ scemando, ma ogni tanto si riunivano ancora con i loro vecchi amici per discutere dei recenti avvistamenti o andavano a fare viaggi nei luoghi più suggestivi, così, per mantenere attivo l’interesse. Per esempio, quel sabato, avevano deciso di andare a passare la notte in un mulino, vicino ad un campo (solo il cielo sa come abbiamo fatto a trovare un mulino a vento in Inghilterra) dove, anni prima, erano stati ritrovati dei cerchi nel grano. Fortunatamente avevano deciso di portarsi dietro anche i gemellini, che avevano ereditato dai genitori la passione per l’ufologia, o a detta di Wendy, erano ancora troppo piccoli per capire quanto i loro genitori fossero fulminati. Ovviamente la ragazza era felicissima, sabato sera più casa libera significava solo una cosa: maratona di Grey’s Anatomy mangiando la pizza sul divano, senza che i suoi fratelli le rompessero ogni tre minuti per chiederle di guardare Peppa Pig!
Il paradiso in pratica.
Quindi eccola lì, alle nove di sera intenta a mangiare pop corn al cioccolato (che in realtà non le piacciono nemmeno, ma in casa non è rimasto molto) quando improvvisamente qualcuno suona alla porta. Wendy valuta l’idea di non aprire, ma è certa che si tratti di sua nonna e non volendo farla preoccupare inutilmente, sconfigge la pigrizia, insita in lei come la paura dell’acqua nei gatti e compie i pochi metri che la separano dalla porta d’ingresso. 
Appena la apre però, desidera non averlo mai fatto perché, dall’altra parte, non c’è nonna Mary ad aspettarla, con i suoi maglioni di lana e i capelli grigi, tendenti all’azzurrino.
No dall’altra parte c’è Niall (e un’altra mezza dozzina di ragazzi della sua scuola)
E lei è in pigiama, un pigiama con i cazzo d’orsetti.
Dopo essere rimasta a bocca aperta il tempo necessario perché tutti si rendano conto di come è vestita chiude la porta, e forse non è proprio una mossa saggia considerando che l’ha sbattuta in faccia a Niall, senza nemmeno spiccicare mezzo saluto.
«Wendy!» urla la voce sconcertata di Misty dall’altra parte della porta.
Wendy prende un respiro profondo e riapre la porta, afferra l’amica per il braccio e la strattona dentro casa, lasciando fuori la piccola folla, tutti con la stessa espressione confusa sul viso.
«Wendy!- urla nuovamente l’amica una volta libera dalla sua stretta- si può sapere cosa stai facendo?»
«Cosa sto facendo io? Chi è la gente fuori? E perché c’è Niall? Dici che ha visto il mio pigiama? Gli piaceranno gli orsetti?»  domanda, sempre più agitata.
Misty la prende per le spalle scuotendola con forza.
«Calmati! Una domanda alla volta. Prima di tutto, considerando come sei messa, gli orsetti saranno stati l’ultimo dei suoi pensieri»
«Oh grazie tante…» commenta sarcastica Wendy, ma viene prontamente zittita da Misty.
«Non hai letto i messaggi che ti ho mandato?»
«A quanto pare no»
«Ops. Beh ormai è troppo tardi per mandare a casa tutti» afferma Misty con un’espressione vagamente colpevole su viso.
«Aspetta, che ci fa quella gente fuori da casa mia? Misty!» domanda Wendy, infastidita.
«Dai Wendy! È sabato sera e hai casa libera, mi sembrava scontato che facessimo una festa…» spiega l’amica, come se si trattasse di una cosa ovvia. E forse è così per qualsiasi ragazzo compreso tra i quindici e i diciannove anni, ma non per Wendy.
«Assolutamente no»
«Sì invece. Sono anche riuscita a portarti Niall, non posso di certo mandarli a casa».
 
 
 
«Accidenti a Misty…accidenti a lei e alle sue feste…accidenti anche a me…ma perché non ho letto i messaggi?»
Wendy continua a borbottare per tutto il tempo in cui si trova in bagno, ha lasciato a Misty l’incarico di far accomodare gli ospiti mentre lei si cambia.
Ha tolto il pigiamo con gli orsetti, nascondendolo nella cesta della biancheria sporca dove ormai non può fare più nessun male, sostituendolo con un paio di jeans e una maglietta rossa a mezze maniche. Ha provato a spazzolare i sottili capelli biondi, ma dopo tanta fatica e nessun risultato, ha preferito legarli in uno chignon alto, si è lavata i denti- non che si aspetti qualcosa, ma non si sa mai- e dopo un tocco di mascara è pronta ad affrontare Niall.
Quando esce dal bagno si accorge che tutti si sono riuniti in salone, dallo stereo proviene una canzone dei The Wanted che andava di moda l’estate scorsa e le luci sono soffuse.
«Ecco la padrona di casa!- l’abbraccia Misty, come se non si fossero viste meno di due minuti fa- conosci tutti vero?»
Wendy si guarda in giro e vede Niall intento a bere una birra e parlare con Liam, il suo migliore amico non che fidanzato di Misty, mentre sul divano ci sono Nikki e Gia che parlano e sorseggiano dei cocktail dai colori sgargianti.
«Certo»
«Senti perché non vai a parlare con Niall?» le sussurra Misty nell’orecchio, non che il ragazzo corra il rischio di poterla sentire considerando che si trova dall’altra parte della stanza.
«Si dai adesso vado, insomma non può andare peggio dell’ultima volta, giusto?» chiede titubante.
L’ultima volta che Wendy aveva provato a parlare con il ragazzo era, di fatti, andata parecchio male. Lui aveva appena finito gli allenamenti di calcio e lei si stava avvicinando per complimentarsi per il “dribbling” (parola suggeritagli da Nikki, perché lei, di calcio, non ci capisce niente) che aveva fatto a Liam, quando una pallonata l’aveva raggiunta in pieno viso e il colpo era stato talmente forte da spingere la testa indietro, contro il palo della porta. Il tutto si era risolto con un bernoccolo in testa qualche risatina da parte dei testimoni, probabilmente anche da Niall.
 
«Ciao Niall- esordisce la ragazza- è bello vederti!»
«Wendy, tutto bene?» la saluta, il ragazzo mentre Liam raggiunge la sua ragazza sul divano, passandole il braccio intorno alle spalle e lasciandole una bacio sulla guancia.
«Si tutto bene, sai i miei genitori sono partiti quindi ho deciso di dare una festa» afferma sorridente cercando di fare una buona impressione.
Certo, guardandosi attorno si accorge che il termine festa non è molto appropriato, sono quattro gatti riuniti in una stanza di tre metri per due, che bevono birra calda e ascoltano musica che andava di moda secoli fa. Ma Niall è lì, quindi va tutto bene.
«Ah si? Dove sono andati?»
Menti Wendy, menti! Non nominare la parola alieni” la sua mente lavora freneticamente alla ricerca di una scusa decente e:
«Sono andati a… una convention, sui gabinetti»
Niall la guarda lievemente confuso, ma fortunatamente interviene Misty a salvarla:
«Andiamo tutti a sederci che Gia vuole proporci qualcosa da fare- per poi aggiungere a bassa voce- davvero Wendy? Una convention sui gabinetti è stata la bugia migliore che ti è venuta in mente? Non potevi dire che erano andati da parenti?»
«Sono andata in panico!» si giustifica la ragazza sconsolata e con le spalle basse raggiunge il gruppo sul divano.
 
La proposta di Gia si scopre essere una seduta spiritica. La ragazza, capelli neri e piercing praticamente ovunque, è sempre stata attratta dai demoni e fantasmi, quindi nessuno si stupisce del suo suggerimento. Di solito nessuno le dà corda, ma quella sera, complici le numerose birre che hanno bevuto, tutti si ritrovano ad annuire.
«Bene ragazzi, è molto semplice- spiega la ragazza, emozionata perché finalmente è riuscita a convincerli- dobbiamo prenderci per mano e non dovete mai, mai, mai rompere il cerchio, altrimenti l’anima invocata rimarrà per sempre in questa casa, capito?»
Tutti annuiscono.
«Aspetta quindi noi ci teniamo per mano, tu dici la formula magica e poi cosa? Aspettiamo che lo spirito risponda?» domanda Liam, provocando una risatina in Misty.
«Sì, è così che funziona e ti conviene prenderla seriamente se non vuoi essere perseguitato a vita da un Gheburim» risponde Gia stizzita.
«Un Ghebu-cosa?» questa volta è Niall a parlare, ma la ragazza si limita a scuotere la testa, come se avesse perso ogni speranza.
«Allora iniziamo?» domanda Nikki, con la sua voce delicata e Wendy la guarda stupita, perché Nikki è molto timida e non parla quasi mai quando sono in gruppo.
Gia prende un bel respiro e inizia a recitare la formula magica:
«Spiriti e fantasmi dell’oltretomba,
con il vostro potere la casa si inonda,
spiriti e fantasmi, più forti di re
 che il vostro potere giunga fino a me!»
 
Proprio in quel momento un tuono squarcia il silenzio della casa e subito dopo una fitta pioggia s’abbatte su tutta la città.
«Oddio!» squittisce Misty spaventata, ma viene subito rassicurata da Liam.
Wendy cerca gli occhi di Niall, ma vede che sono fissi su punto di fianco a lei, o più precisamente, una persona, cioè Nikki. La ragazza è veramente pallida, e adesso che Wendy ci fa caso, le sue mani stanno tramando come il resto del corpo.
«Ehi Nikki tranquilla, è stata solo una coincidenza» la rassicura Wendy, dandole una leggera spallata. Userebbe volentieri le mani, magari per accarezzarle la schiena e tranquillizzarla, ma in quel momento non può rompere il cerchio.
Gia sembra l’unica persona contenta della situazione e subito domanda:
«Spirito, ci sei?» con tono solenne.
Dopo qualche secondo, un altro lampo squarcia il cielo, illuminando il salone.
«Oddio- esclama Gia al settimo cielo- ce l’abbiamo fatta, c’è uno spirito!»
Liam tranquillizza Misty carezzandole il dorso della mano con il pollice, mentre Wendy fa del suo meglio per rassicurare Nikki che, povera, sembra in procinto di svenire da un momento all’altro.
«Forse dovremmo lasciar perdere» prova a suggerire Niall, chiaramente preoccupato per Nikki.
«Neanche per sogno!- è la risposta stizzita di Gia- andremo avanti fino alla fine.»
«Spirito, sei morto da poco?» il tono della ragazza è sempre più grave e lugubre. Per qualche secondo nella casa regna il più assoluto silenzio, l’unico rumore percepibile è quello della pioggia che, incessante, s’infrange su vetri e muri. Tutti sembrano rilasciare un sospiro di sollievo e  Wendy può sentire la stretta di Nikki farsi un po’ più sicura, quando un potente e fragoroso tuono si abbatte in prossimità della casa e nello stesso momento la porta di casa si apre rivelando due figure incappucciate.
«Aaaah!» è l’urlo acuto di Misty, che veloce si alza nascondendosi dietro a Liam.
Nikki è cerea e osserva la scena a bocca aperta, mentre Wendy inizia a d urlare:
«Oddio! Chi siete? Perché siete qui?» Chi sono quelle persone, assassini? No Wendy è troppo giovane per morire, tutti loro sono troppo giovani per morire. La ragazza sa che la cosa più logica da fare sarebbe scappare, ma in quel momento la paura la sta inchiodando al suolo e l’unica cosa che può fare è urlare. Niall si è alzato e si sta avvicinando alle figure, pronto a fare solo il cielo sa cosa (picchiarle? Cacciarle? Invitarle educatamente a lasciare la casa?) quando la luce si accende e:
«Wendy ma che hai combinato? Perché stai urlando?» domanda la voce sorpresa del signor Fisher.
«Papà? Papà!» il tono da confuso passa a sollevato non appena la ragazza si accorge che le due figure incappucciate non sono degli spietati assassini, ma solo i suoi genitori.
 
 
 
 
«Tesoro mi dispiace se ti abbiamo spaventato, credevamo avessi letto i messaggi che ti abbiamo mandato» si scusa per la milionesima volta la signora Fisher con la figlia e Wendy sorride, mentre si maledice nuovamente per non controllare mai il cellulare.
Tutti i suoi amici hanno lasciato la casa subito dopo l’arrivo dei genitori, uno dopo l’altro sono usciti dalla porta salutandola con un fiacco “Ci vediamo a scuola”e l’aria ancora sconvolta.
Quella sera la leggendaria sfiga di Wendy aveva colpito ancora, trasformando una tranquilla serata fra amici, in un’esperienza lievemente scioccante.
La ragazza sta raccogliendo i bicchieri seminati per la casa quando, con la coda dell’occhio, nota una figura alle sue spalle e inizialmente pensa si tratti solo di un’ombra, ma dopo la quinta volta che la vede, si gira.
Davanti a lei c’è un ragazzo, indossa un cappello di lana, ma ciuffi castani escono dai lati, la maglietta  a maniche corte lascia scoperti i tatuaggi sulle braccia, e i jeans sono arrotolati fino alla caviglia.
«E tu chi diamine sei?» urla fissando i suoi occhi azzurri.
«Come? Tu riesci a vedermi?» domanda in risposta, sembrando sinceramente stupito dal fatto che la bionda lo abbia visto.
«Fai un po’ te, sei nel salone di casa mia, anche volendo, non potrei non vederti» e una vocina nella testa di Wendy le suggerisce di chiamare i suoi genitori, insomma questo ragazzo è un perfetto sconosciuto, ma per qualche motivo la bionda la ignora, continuando a parlare.
«Si, cioè no. Insomma io sono un fantasma le persone non mi vedono di solito» dice come se fosse una cosa normale, come se avesse appena detto di essere mancino o di avere tre fratelli.
Magari sono state le due birre che ha bevuto, o forse il fatto che la seduta spiritica e le storie di Gia su fantasmi e spiriti l’hanno suggestionata parecchio, o forse è solo perché lei è Wendy Fisher, fatto sta che la ragazza si alza e con passo spedito corre incontro al ragazzo tatuato.
La separano pochi passi, solo uno, un altro ancora e:
«Ahia!» urla la ragazza sbattendo la testa contro quella del ragazzo.
«Ma sei pazza?» è l’urlo che riceve in risposta dall’intruso, che nel frattempo si sta sfregando con le mani la testa dolorante.
«Lo sapevo! Tu non sei un fantasma- sbraita la ragazza in risposta- mamma! Papà!»
«Questo è il tuo metodo per scoprire se uno è un fantasma? Tirando testate?»
«No!- risponde indignata e nel frattempo si alza alla ricerca dei suoi genitori- ma se tu fossi un fantasma io sarei riuscita a passarti attraverso» È logico. Scontato quasi.
«Mamma c’è un ragazzo in casa! Papà!» continua ad urlare Wendy, mentre cerca di scappare dallo sconosciuto. Ora è al piano superiore, ma dei suoi nessuna traccia.
«Tesoro che succede? Siamo in cucina!» risponde il padre.
«Papà corri! C’è un ragazzo in casa!» esclama prima di dirigersi verso le scale, ma non fa in tempo a scendere il primo scalino che appoggia il piede sullo skateboard di Matty (o forse è di Phil, li confonde sempre).All’improvviso sente il pavimento sparirgli da sotto i piedi, un urlo lascia la sua bocca e l’ultima cosa che vede sono due occhi azzurri, azzurrissimi che la osservano, un po’ divertiti.
Poi, il buio.

 
 
 
 
 
Hey ho.
Eccomi qui pronta ad intasare il fandom con un’altra storia, una long.
Io non dovrei cimentarmi in queste imprese, perché sono scostante e la maggior parte delle volte lascio le cose a metà, ma questa storia mi frulla in testa da tanto, tanto tempo e sono piuttosto determinata a concluderla. Wendy è la protagonista e come vedete già nel primo capitolo è una ragazza decisamente insolita, ma la sua personalità uscirà meglio nei prossimi capitoli. Ha una cotta assurda per Niall, la sfiga la perseguita e i suoi genitori hanni una passione davvero particolare. Questa ragazza sarà davvero sopra alle righe, quindi non stupitevi per i suoi comportamenti.
Per ora molte cose sono confuse, ma non preoccupatevi che andando avanti si capirà tutto.
Chi credete che sia il ragazzo dagli occhi azzurri e i tatutaggi sulle braccia?
Cosa ne pensate del primo capitolo? Spero non sia troppo confuso e vi sia piaciuto!
Sarei felicissima di sentire i vostri pareri su questa storia, a presto A.
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Capitolo 2
*** You think I'm crazy ***


 {1}
You think I’m crazy
 

Quando si sveglia Wendy è confusa, parecchio confusa e il simpatico mal di testa che le sta massacrando le tempie non aiuta di certo. La serata di ieri appare confusa nella sua testa, come ha fatto ad arrivare a letto? Stava riordinando il salone quando… il ragazzo tatuato! Dov’è finito? E soprattutto, chi era?
«Mamma!- urla una vocina al suo fianco e la bionda si stupisce di vedere i gemellini seduti ai piedi del suo letto che giocano- mamma Wendy si è svegliata!»
«Stavi russando» afferma Matty, qualche secondo dopo, mentre giocherella con dei lego.
«Non è vero» grugnisce Wendy alzandosi dal letto e stiracchiando le membra indolenzite dal sonno e acciaccate dalla caduta.
«Si invece- è Phil a parlare, accorso in aiuto del fratello- e stavi pure sbavando!»
«No, non è vero. Ma non lo sapete che se dite le bugie, poi vi si accorciano le gambe e non crescete più?» domanda lasciando la stanza e ridendo delle reazioni dei suoi fratellini.
«Mamma, cos’è successo al ragazzo che era in salone? Chi era? E cosa ci faceva a casa nostra?» domanda non appena mette piede in cucina.
La signora Fisher smette per un attimo di fare quello che sta facendo, ovvero lavare i piatti, e si volta verso la figlia con quello sguardo negli occhi.
«No, no e no!- protesta subito la bionda- te lo giuro non me lo sono inventato, era reale»
Vedete, Wendy Fisher è sempre stata una ragazza strana, con una fervida immaginazione e un’illimitata fantasia. Quando era piccola aveva più amici immaginari, che reali e non era strano che spesso parlasse ad alta voce con loro, o che li presentasse ai suoi genitori come se fossero persone in carne ed ossa. All’inizio i coniugi Fisher non ci avevano fatto caso, insomma tutti i bambini hanno amici immaginari giusto? Ma con il tempo e vedendo che Wendy preferiva sempre di più la compagnia dei suoi amici immaginari che le persone esistenti, avevano iniziato a preoccuparsi e tutte le volte che la bambina diceva o faceva qualcosa di strano le lanciavano quello sguardo.
Quello sguardo che diceva: “Tesoro vorrei che fossero reali, ma non vedi che non c’è nessuno? Ma perché fai così? Perché non sei come tutti gli altri?”
Con il tempo questa particolare inclinazione della ragazza era diminuita, insomma adesso ha degli amici reali – pochi, ma li ha- e saranno cinque anni che non parla con quelli immaginari, tuttavia capita che i suoi genitori le scocchino ancora quello sguardo. E lei lo odia.
«Bambolina non stiamo dicendo che te lo sei immaginato- la rassicura il signor Fisher appena entrato in cucina- ma ieri sera hai bevuto, giusto?»
«Sì, però..» protesta la ragazza, ma viene interrotta dal padre con un gesto della mano.
«Non preoccuparti, non siamo arrabbiati. Siamo solo dicendo che, magari, eri un po’ fuori di te ieri, quindi non puoi essere sicura di quello che hai visto»
«Papà ieri sera ho bevuto una birra, non ero sotto acidi, so quello che ho visto!» urla la ragazza spazientita, lasciando la cucina per rifugiarsi in camera sua, da cui caccia Matty e Phil nonostante le loro proteste. Una volta dentro si butta sul letto e soffoca con un cuscino le grida di frustrazione.
Odia quando i suoi genitori la trattano in questo modo, come se fosse fuori di testa o altro, quando cercano di non darle torto senza, tuttavia, darle neanche ragione.
Sa quello che ha visto, e quello che ha visto è un ragazzo con gli occhi azzurri e tatuaggi sulle braccia, che diceva di essere un fantasma.
Più ci pensa, però, più si rende conto di quanto tutto ciò sia assurdo. Forse ha ragione suo papà, lei non è abituata a bere e la storia della seduta spiritica deve averla sconvolta parecchio, forse si è davvero immaginata tutto. Sta per uscire dalla camera e scusarsi con i suoi genitori per lo scatto di prima, quando sente una presenza dietro di lei. È come uno spiffero gelato sul collo, quasi impercettibile, tuttavia fastidioso.
Si volta con gli occhi chiusi e non appena li apre ecco che davanti ai suoi occhi c’è di nuovo quel ragazzo. Occhi azzurri e braccia tatuate.
Indossa gli stessi vestiti del giorno prima, l’unica differenza è che adesso non indossa il cappello e i capelli castani gli cadono delicati sulla fronte.
«No, no, no Wendy non è reale» mormora a sé stessa, sbattendo gli occhi ripetutamente, come se si trattasse di una fastidiosa pagliuzza da mandar via.
«Ciao» la saluta il ragazzo.
«No, tu non sei reale» è la risposta di Wendy, perché okay che è stordita, ma due volte non ci casca.
«Ancora non ci credo che riesci a vedermi, è una figata assurda» afferma avvicinandosi alla ragazza.
«Piantala di parlare e vattene!» gli urla contro Wendy, sempre più spazientita dalla situazione.
«Si che esisto Wendy, solo le altre persone non riescono a vedermi»
Oh beh, questo consola molto la ragazza.
All’improvviso la porta di camera si apre e i genitori  fanno capolino nella stanza.
«Wendy tutto bene? Perché stai urlando?» domanda la signora Fisher.
«Mamma, non vedi niente qui?» chiede in risposta la bionda, indicando il ragazzo tatuato al suo fianco.
 Ruth e Eugene si scambiano uno sguardo, quello sguardo, di nuovo.
«Non c’è niente lì tesoro, cosa dovrei vedere?» chiede Eugene, mentre la moglie si gira le mani fra le mani, nervosa.
Wendy vorrebbe, urlare dire che c’è un ragazzo nella sua stanza, proprio davanti a loro e che non è pazza, ma poi li guarda negli occhi e non ce la fa. Non ce la fa perché finalmente le cose stanno andando bene e non vuole dare loro un ulteriore delusione. Non ce la fa perché i suoi genitori sono stanchi, incapaci di comprendere una figlia che è davvero troppo lontana da loro. Ed infine non ce la fa perché anche lei è stanca di quello sguardo, e delle discussioni a bassa voce mentre i suoi genitori la guardano di nascosto, pensando di non essere visti. Così dice:
«C’era un ragno proprio lì, sul muro, mi sono spaventata e ho urlato»
Il sollievo che si dipinge sui visi dei genitori è palese e Wendy sa di aver fatto la decisione giusta, gestirà da sola la questione, può farcela.
«Un ragno? Oddio, ci avevi fatto preoccupare» commenta Ruth con una risatina, prima di lasciare la stanza insieme al marito.
La ragazza sospira e lentamente si accascia per terra, con la schiene poggiata all’armadio e lo sguardo che vaga nella stanza, nel disperato tentativo di evitare che s’incroci con quello del ragazzo. Ecco arrivato il momento tanto temuto da lei, quanto dai suoi genitori: è uscita veramente fuori di testa. Chissà perché se l’aspettava, un giorno la più grande paura dei suoi genitori sarebbe diventata realtà.
«Quindi com’è che funziona?- domanda rivolta al ragazzo, che ha assistito alla scena di prima in completo silenzio-  sei frutto della mia mente? Una cosa del genere?»
«Aspetta, mi sono perso. Di cosa stiamo parlando?» la guarda confuso il ragazzo tatuato.
«Di questo- gesticola spazientita, nel tentativo di farsi capire- tu sei un’allucinazione giusto? Tipo i serial killer che sentono le voci che gli dicono di uccidere le persone, o i musicisti che impazziscono perché hanno la musica nel cervello»
«Non voglio che tu uccida nessuno, se è questo che stai chiedendo. E comunque te l’ho già detto, non sono frutto della tua mente, o qualsiasi altra cosa tu sei convinta io sia. Io sono reale»
La ragazza lo guarda di sbieco e lui subito si corregge.
«Beh più o meno, un tempo ero reale, adesso sono un fantasma»
«Porca miseria» sono le uniche parole pronunciate dalla ragazza prima di chiudersi in un religioso silenzio.
 
Il ragazzo tatuato si chiama Louis, ha diciannove anni e li avrà per sempre.
Queste sono le prime parole pronunciate dallo stesso, quando si è stancato del silenzio di Wendy e ha deciso che quello è il momento giusto perché i due inizino a conoscersi. La bionda vorrebbe tanto stare zitta, ignorarlo o dirgli di andarsene, ma sembra un ragazzo così simpatico e lei non riesce a fare a meno di partecipare alla conversazione.
«Io mi chiamo Wendy i due mostriciattoli che girano per casa sono i miei fratelli, mentre quelli che sono entrati prima nella mia stanza sono i miei genitori»
«Anche io avevo due sorelle gemelle…» si lascia scappare a bassa voce Louis, come se stesse parlando con se stesso più che con Wendy.
«Come? Comunque è un piacere conoscerti Louis, ma che ci fai qui? Se sei morto non dovresti essere da qualche parte in paradiso o cose così?» domanda come se fosse una cosa ovvia.
E forse lo è, non è quello che ti insegnano fin da piccoli? Nasci, cresci, vivi e muori. Se sei stato buono vai in paradiso, se sei stato cattivo, invece, vai all’inferno. Semplice. Niente mondi di mezzo, niente fantasmi o seconde possibilità.
«Credimi, mi piacerebbe tanto saperlo» è la risposta del ragazzo, che nel frattempo si è alzato e sta gironzolando per la stanza.
Wendy ne approfitta per osservarlo meglio, è un bel ragazzo, fisico minuto, ma atletico, non troppo alto. Qualche centimetro in più del suo metro e  sessantotto, stima ad occhio.
«Come? Vuoi dire che non sai perché sei qui?»
«Non guardarmi con quella faccia!- esclama vedendo lo sguardo incredulo della ragazza- quando… quando muori non te le spiegano certe cose» pronuncia la parola muori a fatica, come se avesse avuto un groppo in gola.
Wendy annuisce in silenzio, assimilando le informazioni appena ricevute. Quindi non solo la vita non te la insegna nessuno, ma nemmeno la morte ti spiegano.
Dopo qualche secondo la ragazza si alza e si avvicina a Louis con calma, studiandolo con i suoi grandi occhi azzurri.
«Cosa stai facendo?» domanda il ragazzo guardandola accigliato.
«Posso toccarti?» replica Wendy, continuando ad avvicinarsi.
«Emh, se proprio ci tieni» si stringe fra le spalle.
Wendy continua la sua avanzata, i piedi che toccano quelli del ragazzo e il viso a qualche centimetro di distanza, lentamente alza la mano tremante e l’avvicina al viso del ragazzo. Non sa perché è così tesa, l’ha già toccato prima- più precisamente gli ha dato una testata- ma la consapevolezza di star per toccare un fantasma la mette in agitazione.
La pelle è fredda, liscia e fredda. Sembra quasi di star toccando del ghiaccio perché la sensazione è la stessa, ma quando si controlla le mani nota che non sono bagnate.
«Woah» non riesce a trattenersi dal sussurrare a bassa voce, guardandolo con occhi stupiti.
«Beh che c’è?» Louis le scosta bruscamente le mani, lievemente scocciato e va a sedersi sul letto, dall’altra parte della stanza.
«è strano, non spiacevole, ma strano» commenta la bionda osservandosi le mani per controllare che non siano umide.
«Pffh, come vuoi. Ora lascia fare una domanda a me, io non saprò perché sono qui, ma tu perché riesci a vedermi?»
La ragazza lo fissa a bocca aperta e non sa cosa rispondere.
 
 


Hey ho.
Eccomi qui con il secondo capitolo, ho avuto problemi nel postarlo, cioè questa è la seconda volta che lo faccio perché nella prima, boh. Non si vedeva. 
Comunque avrei voluto postarlo prima, ma tra la scuola e il resto non ce l’ho fatta :(
Questo capitolo serve per presentare il personaggio di Louis (avevate capito che si trattava di lui?) e per mostrare come Wendy accetti la sua esistenza, più o meno. Come avete visto Wendy è una ragazza strana e se in un primo momento crede di esser impazzita, poi si convince del fatto che Louis veramente un fantasma. Nell’introduzione non c’è scritto niente, ma tra gli avvertimenti si, quindi spero che la cosa non vi abbia stupito troppo ahah.
Nei prossimi capitoli ritroveremo anche gli altri personaggi e ritornerà anche Niall, amatissimo dalla nostra Wendy. Grazie per aver letto e per le recensioni al primo capitolo, a presto A (:
Se avete qualche domanda sulla storia o cose così ecco il mio ask
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Capitolo 3
*** Questions and answers. ***


 Questions and answers

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{2}
 


È domenica sera e Wendy, anzi che essere in camera sua a guardarsi la nuova stagione di The Walking Dead- si è un po’ fissata con le serie tv e allora?- sta pedalando a più non posso diretta verso il Bar-collo ma non mollo ed è tutta colpa di Louis.
Il Bar-collo ma non mollo è  un locale triste, almeno quanto il gioco di parole contenuto nel suo nome. Visto da fuori è bruttino, con l’insegna traballante che, nonostante tutto, sole, vento o pioggia, rimane lì -forse per rendere omaggio al nome che porta- ma dentro è pure peggio.
Tutto è fatto in legno, dal bancone, alle pareti, agli sgabelli, si perché al Bar-collo ma non mollo non esistono sedie, ma solo sgabelli, con la seduta sfondata e risalenti al dopoguerra.
Nonostante sia un postaccio, rimane l’unico locale della piccola cittadini di Chirk, nel nord del Galles, frequentabile dai ragazzi e inoltre appartiene al padre di Liam, quindi è scontato che quello sia diventato il punto di ritrovo del ragazzo e del suo gruppo di amici. A dir la verità ci sarebbe un altro locale il Loft, ma è un po’ troppo da fighetti per loro.
«Signor Payne!» saluta Wendy con il fiatone non appena mette piede nel locale.
È stata costretta ad usare la bici perché odia chiedere favore ai suoi genitori, soprattutto quando può arrangiarsi da sola.
«Mmh» mormora burbero il padre di Liam.
La ragazza però non si lascia intimidire dalla reazione dell’uomo e continua:
«Allora come sta? Gli affari? Tutto a posto? Sa mio padre continua a chiedermi se è interessato ad unirsi al suo circolo sugli alieni, insomma hanno bisogno di nuovi iscritti e lei…»
Non fa in tempo a finire la frase che Misty la trascina via per il braccio, sorridendo in segno di scusa al padre del suo ragazzo, mentre dice ad alta voce:
«Vieni Wendy, siamo tutti di sopra»
La bionda annuisce seguendo l’amica e ricordandosi il motivo per cui è lì: deve parlare con Gia, lei è l’unica che a può aiutare.
Insieme salgono al piano superiore dove ci sono già Liam, Niall e Gia.
«Nikki?» domanda Wendy sedendosi sullo sgabello fra Gia e Niall, mentre Misty si accomoda sulle gambe di Liam. Quei due non hanno idea di cosa sia lo spazio vitale.
«Non è potuta venire- la informa Niall e poi continua, rivolto a tutti- comunque anche io adesso devo andare, domani ho una verifica di storia e non ho ancora iniziato a studiare»
Se da un parte Wendy è rattristata dalla notizia, perché finalmente avrebbe potuto passare una serata normale insieme a Niall, dall’altra si sente sollevata perché in questo modo potrà parlare liberamente con Gia, che è l’unico per cui si trova lì ora.
Louis.
Quel ragazzo l’ha messa in crisi con una sola domanda, perché anche se lui fosse un fantasma come sostiene, per quale motivo lei, e lei soltanto, è in grado di vederlo?
All’inizio non aveva saputo neanche lei cosa dire, ma dopo qualche minuto di riflessione la risposta gli è apparsa chiara nella mente: la seduta spiritica. Quando i suoi genitori sono entrati in casa, i ragazzi hanno rotto il cerchio creato con le mani, quindi l’anima di Louis è rimasta bloccata nel loro mondo e probabilmente lei è l’unica a vederlo perché è stata la prima a lasciare andare le mani.
Come ragionamento è un po’ tirato, quindi ha pensato di rivolgersi a Gia, la vera esperta in questo settore.
« Quello che hai detto sabato sera, sul fatto che se avessimo rotto il cerchio l’anima sarebbe rimasta intrappolata in questo mondo per sempre, era vero?» domanda la bionda, dopo aver fatto quattro chiacchiere di circostanza, mentre sorseggia la birra che ha davanti a piccoli sorsi.
«Certo che era vero, ti sembra che io dica palle?» domanda scontrosa.
«No, no era solo per essere sicura»
«Perché è successo qualcosa? Di fatto noi abbiamo rotto il cerchio, quindi l’anima rimarrà ad infestare casa tua per un po’»
«No, non è successo niente, chiedevo così per sapere. Ma, ipoteticamente parlando, se è vero che quest’anima infesta casa mia io potrei vederla? Cioè è tipo un fantasma o…»
«No! È tutta sostanza incorporea, non la vedi, la senti e basta» spiega, felice che, per una volta, qualcuno si sia interessato a questi argomenti.
«Capisco- annuisce Wendy- e invece i fantasmi? Che sai dirmi su di loro? Esistono? Sono tipo Casper con un lenzuolo in testa o altro?»
Wendy passa così il resto della serata, con Gia che continua a parlare di magia e stregoneria,  sorseggiando il suo angelo azzurro- mai che prendesse un drink normale, quella ragazza- e Misty e Liam  che, seduti di fianco a loro, si divorano la faccia a vicenda, senza il minimo pudore.
 
 
Sono le undici meno dieci quando Wendy mette piede in camera sua, dove Louis l’aspetta sdraiato sul letto, con le gambe incrociate e le braccia dietro la testa.
Alla ragazza viene un colpo quando entra nella stanza e vede la figura, ma si calma non appena lo riconosce.
«Allora? Le tue indagini sono servite a qualcosa?» domanda il ragazzo con fare annoiato, come se tutto ciò non lo riguardasse.
«Sì- risponde sorridente Wendy- però adesso vorrei mettermi il pigiama, quindi se non ti dispiace potresti uscire?»
Il ragazzo sbuffa di nuovo si alza, fa per raggiungere la porta, ma si ferma:
«Non posso girarmi? Giuro che non guardo» chiede con un sorrisetto, come se la stesse prendendo in giro.
«No, fuori» risponde Wendy indicando la porta.
Dopo essersi cambiata e struccata la bionda fa rientrare Louis e mentre questo si accomoda ai piedi del letto, lei si siede con la schiena appoggiata alla testiera.
«Allora? Parla» la incita Louis, sempre con il suo tono annoiato.
«Inizialmente credevo che tu fossi l’anima sfuggita alla seduta spiritica, ma Gia mi ha detto che non può essere così. Hai presente chi è Gia? La mia amica, quella un po’ dark, con il piercing al naso e al labbro, dovrest…»
«Wendy, non ti distrarre, continua a parlare» la interrompe Louis.
«Ah si giusto, stavo dicendo… la seduta! Ecco Gia mi ha detto che l’anima sfuggita alla seduta è tipo sostanza incorporea, che non la puoi vedere ma solo sentire, qualsiasi cosa voglia dire. Quindi le  ho chiesto dei fantasmi, se esistono e del perché solo determinate persone possono vederli»
«E?» domanda Louis, e per la prima volta sembra interessato alla risposta.
«E mi ha detto che i fantasmi esistono, ovviamente, e sono due i motivi per cui si manifestano. Il primo è quando la persona defunta ha lasciato sospeso qualcosa nella sua vita e non puoi andarsene fino a quando non ha chiuso la questione»
Wendy sta zitta e lo fissa, in attesa di una risposta.
«Che c’è?» domanda Louis, infastidito dallo sguardo della ragazza.
«Beh, è così? Hai qualche situazione in sospeso? Magari con i tuoi genitori o forse la tua ragazza. Aspetta, avevi una ragazza? Sai, io non ho mai avuto una ragazzo se escludiamo Brick Davies, ma  avevo…»
«Wendy lo stai facendo di nuovo, piantala di cambiare discorso. Comunque no, non ho nessuna questione in sospeso, tutto risolto prima di morire» risponde e tal tono di voce, Wendy capisce che non vuole parlare della sua vita di prima.
«Ok, se sei sicuro. Rimane solo un motivo per cui tu sia qui, se non sono io a dover aiutare te, sei tu che devi aiutarmi a fare qualcosa» conclude la ragazza con uno sbadiglio.
 
 
 
Quando Wendy si sveglia lunedì mattina, la prima cosa che vede sono due occhi azzurri, azzurrissimi e una voce acuta dice:
«Buongiorno Wendy»
«Ciao Louis, che ci fai qui?» mugugna rigirandosi nel letto, nel tentativo di addormentarsi di nuovo.
«Dove altro dovrei essere?» la sua voce è troppo squillante per le sette di mattina, quindi la bionda è costretta a coprirsi le orecchie con il cuscino.
«Aspetta vuoi dirmi che sei rimasto qui tutta la notte? A fissarmi mentre dormivo come un maniaco?» domanda improvvisamente sveglia.
«No, grazie al cielo ho trovato cose più interessanti da fare, sei davvero noiosa quando dormi» la informa con il solito sorrisetto di scherno.
«Diciamo che da sveglia, do il meglio di me» risponde ironica prima di dirigersi verso il bagno.
Quando esce è pronta per andare a scuola, si è vestita- un paio di jeans pescati a caso e un maglione di lana verde acceso- e truccata, solo un po’ di mascara e eye-liner.
Sta per uscire dalla stanza e scendere per fare colazione quando si ricorda di Louis.
«Tu cos’hai intenzione di fare?» domanda al ragazzo che nel frattempo sta cercando di prendere in mano un libro, ma senza risultati.
«Beh vengo con te» dice con una scrollata di spalle, come se fosse una cosa ovvia.
«No, non puoi- replica la bionda- tu sei un fantasma, quindi le persone non ti vedono, quindi io non potrò parlarti, quindi è meglio se rimani a casa»
«Hai usato tre volte la parola quindi in una sola frase» gli fa notare lui con il solito sorrisetto sul viso.
«Era un’anafora, per sottolineare il fatto che tu non puoi venire con me» ribatte lievemente accigliata.
«Ti prego, a casa da solo mi annoio» si lamenta e in quel momento, a Wendy, sembra di vedere i suoi due fratellini che si lamentano perché lei non vuole giocare con loro.
La ragazza sembra irremovibile, ma poi Louis fa un espressione da cane bastonato, con gli occhi spalancati e lucidi e il labbruccio che trema.
«E va bene- si arrende alla fine- ma non prendertela con me se ti ignorerò, chiaro?»
«Perfetto» esulta Louis prima di uscire dalla stanza.
 
 
 
Wendy e Louis arrivano a scuola in perfetto orario, occasione più unica che rara  per la ragazza, visto che di solito arriva sempre in ritardo.
«Aspetta, cos’hai ai piedi?» domanda il ragazzo non appena entrano nel cortile della scuola.
«Non lo so, che cos’ho?» La ragazza si guarda distrattamente intorno, alla ricerca dei suoi amici.
«Le tue scarpe!» risponde Louis esasperato.
Wendy si guarda le scarpe confusa.
«Sono stivali di gomma» dice facendo spallucce. La ragazza indossa un paio di Hunter blu lucidi, è sempre stata innamorata di quelle scarpe e d’inverno non indossa altro, praticamente.
«Sono orribili» commenta Louis.
«Oddio c’è Niall- sussurra la ragazza - adesso zitto Louis, devo andare dai miei amici»
La bionda si avvicina al suo gruppo di amici, che in quel momento e raccolto vicino all’ingresso della scuola.
«Ciao ragazzi!» saluta solare.
«Wendy? Sono le otto meno dieci, cosa ci fai qua?!» domanda Misty prendendola in giro.
«Dai, non è la prima volta che arrivo puntuale, anche martedì scorso sono arrivata in orario» replica con un sorriso.
«Certo, solo perché siamo entrate alla seconda»
Wendy aspetta che tutti abbiano smesso di ridere e poi si gira verso Niall, che fino a pochi secondi prima stava parlando con Nikki.
«Allora pronto per  il compito di storia?»
«A dir la verità non molto, non riesco mai a ricordarmi le date, si confondo tutte nella mia testa» risponde grattandosi il retro del collo con la mano. È un gesto che fa spesso quando è nervoso.
«Oh si ti capisco, succede anche a me» risponde Wendy perché non sa che altro dire.
«Ma se hai otto in storia!» le fa notare Gia.
Wendy inizia ad arrossire fino alla punta dei capelli- ma perché Gia non si fa gli affari suoi? Non ha dei demoni a cui pensare?- guadagnandosi uno sguardo confuso di Niall.
«Cioè volevo dire che ti capisco, perché mi succede la stessa cosa… negli sport» prova a spiegare, ma subito si rende conto che, quello che ha detto, non ha senso.
Le si confondo le date negli sport? Ma perché non riesce mai a comportarsi in modo normale davanti a Niall? Riconosce di essere piuttosto strana anche quando non c’è il ragazzo, ma ogni volta che è in sua presenza riesce sempre a rendersi ridicola.
In quel momento il suono della campana la salva dall’orribile situazione e tutti i ragazzi si salutano, ognuno dirigendosi verso la propria classe.
«Ho capito!» esulta Louis comparendo al suo fianco, mentre Wendy cammina verso l’aula di matematica.
«Cosa?»
«Ho capito perché sono qui, devo aiutarti a conquistare Niall» dice gongolando, soddisfatto della sua risposta.
«Ma guarda che a me non piace Niall» prova a negare la ragazza.
«Certo e questo è il motivo per cui gli stavi praticamente sbavando addosso?»
«Si ok, forse mi piace. Ma solo un po’» gli concede Wendy, vergognandosi della cotta paurosa che ha per Niall.
«Da quanto?»
«Pffh, tre anni, giorno più o giorno meno» risponde vaga.
«Oddio allora sei proprio disperata!» e scoppia a ridere come se tutta a situazione fosse soltanto un gioco.
«Va a quel paese Louis, ne parliamo dopo, adesso ho lezione» risponde irritata prima di entrare in classe e lasciarsi il fantasma alle spalle.
 

 
Hey ho.
Ciao a tutte! Ecco qui il terzo capitolo, quello con cui entriamo in pieno nella storia.
Louis, che ne pensate di lui? E del motivo per cui Wendy riesce a vederlo? Riuscirà ad aiutare la ragazza con Niall? Per adesso sappiamo poco di lui, sia per quanto riguarda il suo carattere che la sua vita prima di morire, ma con il tempo scopriremo tutto.
Invece Wendy? Vi piace? Come ho detto è davvero una ragazza eccentrica e spero di riuscire a rendere ogni aspetto del suo carattere.
Avrei voluto pubblicare ieri il capitolo,  ma ero ancora distrutta dal concerto di mercoledì ahaha.
Spero che la storia vi piaccia e consigli/critiche sono sempre ben accette :)
Grazie per aver letto e grazie a
Monnie per il bellissimo banner!
A presto A.


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Capitolo 4
*** Spat ***



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{3}

Spat
 
 
Louis abbandona Wendy alla terza ora perché, dopo una lezione di matematica e una di letteratura inglese, ne ha avuto abbastanza e si sente sufficientemente temerario da esplorare la scuola da solo, mentre la bionda si dirige verso la sua prossima classe. La Whitefield High School è più piccola della sua vecchia scuola, nota Louis, mentre gira per i corridoi e si sente come uno di quegli ex alunni cinquantenni, che tornano dopo anni nella loro vecchia scuola per una rimpatriata.
Ogni cosa è vagamente familiare, riconosce i corridoi e certe aule – perché infondo non si assomigliano tutte le scuole superiori?- guarda tutto con occhio velato dalla malinconia e dal rimpianto. Un solo pensiero in testa: “Se solo potessi tornare indietro rifarei tutto in modo diverso,rifarei tutto nel modo giusto”.
Sa che quella non è la sua vecchia scuola, che non dovrebbe provare niente mentre passa di fronte alla bacheca contente i primi vinti dalla squadra di calcio, eppure ha gli occhi lucidi e le mani tremano. Perché nella sua scuola c’è una bacheca uguale e dentro, fra gli altri premi, uno ha il suo nome inciso sopra e fa male pensare che non potrà giocare con i suoi compagni, che non potrà più correre e ridere e vivere. Fa male e vuole solo che tutto finisca. Perché deve rimanere bloccato lì, con la vita degli altri che gli scorre sotto il naso, senza però poter vivere la sua? Sembra che Dio, o chiunque si occupi di queste cose, ci goda a fargli vedere tutti i giorni ciò che, ormai, non potrà più avere.
Una risata fragorosa e dei passi pesanti lo riscuotono dai suoi pensieri. Niall Horan – il biondo finto per cui Wendy ha una cotto colossale- sta camminando nella sua direzione, mentre parla animatamente con un altro ragazzo, dagli occhi castani e i capelli cortissimi. Louis, sorpreso dal suo arrivo, non si muove, rimane a fissarlo nel bel mezzo del corridoio con la bocca spalancata e ci rimane di merda quando il biondo non si ferma, ma continua a camminare e gli passa letteralmente attraverso, come se lui neanche fosse lì, come se lui neanche esistesse. Louis si era quasi dimenticato di essere un fantasma e che solo una persona è in grado di vederlo. Dopo qualche secondo di sbigottimento sbuffa infastidito, perché lui ha sempre odiato essere ignorato, e poi si lancia all’inseguimento il biondo, certo di una cosa soltanto: prima aiuterà Wendy a conquistarlo e prima tutta quella storia sarà finita e lui potrà andarsene.
 
 
«Penavo non saresti venuta» esclama Wendy non appena Misty entra nella stanza.
«Il prof non mi mollava più» si scusa la ragazza, accomodandosi sul pavimento di fianco alla bionda. In questo momento si trovano del piccolo stanzino del terzo piano, quello in fondo al corridoio, oltre i bagni dei professori. È piccolo, largo tre metri per due, con il pavimento rivestito di moquette polverosa e le pareti piene di scaffali con prodotti per la pulizia. Non è il massimo come posto, un po’ buio e opprimente, ma considerando che non ci entra mai nessuno, è il posto perfetto per nascondersi durante le ore di educazione fisica. Perché se c’è una sola cosa che Wendy Fisher odia della scuola, oltre le inservienti della mensa, quella è educazione fisica. Lei e il professor Dixon hanno un patto, lei può saltare quante lezioni vuole, ma in cambio deve aiutarlo a correggere le verifiche e mantenere in ordine il suo registro personale.
«Come mai hai deciso si saltare ginnastica? Passata anche tu dal lato oscuro?» chiede Wendy aprendo un pacchetto di haribo e offrendole all’amica. Misty fa parte della squadra scolastica di pallavolo e non ha mai saltato una lezione di educazione fisica, è troppo devota a quello sport per farlo.
«Non avevo voglia» è la risposta vaga dell’amica, ma è evidente che stia mentendo.
«Successo qualcosa con Liam?» chiede allora Wendy, perché conosce l’amica e sa che, solo un litigio con il suo ragazzo potrebbe influenzare il suo umore al punto di farle saltare gli allenamenti.
«No con Liam tutto a posto, volevo solo passare un po’ di tempo con te. Devi aggiornarmi sulla situazione Niall»
«Oh quindi hai saltato educazione fisica perché ti mancavo!» la prende in giro Wendy ridacchiando, mentre continua a masticare le caramelle.
Wendy ha conosciuto Misty  il secondo anno delle superiori, quando portava ancora l’apparecchio ai denti e passava i pomeriggi a giocare a stupidi giochi online ideati per bambine di sette anni con Nikki e Gia. Misty si era appena trasferita da Boston e sembrava molto più grande dei ragazzi della loro età, con il suo taglio corto da maschietto e l’atteggiamento spavaldo di chi è sicuro di sé.
Misty piaceva a Wendy, le sembrava una ragazza con le palle, un po’ come Gia, ma decisamente meno svalvolata, così un giorno si decise e la invitò a pranzare al suo tavolo, visto che, dopo due mesi di scuola, la ragazza non si era ancora fatta amiche. Il pranzo andò bene, Gia lo passò messaggiando tutto il tempo con il fidanzato di turno, mentre Nikki, troppo timida per parlare, si limitò a guardare Misty con occhi terrorizzati, neanche avesse visto un mostro.
Sono passati due anni, ma poco è cambiato: Wendy ha tolto l’apparecchio, Misty ha sempre lo stesso taglio, Nikki ha il solito sguardo terrorizzato e Gia cambia sempre ragazzo ogni due settimane.
Wendy sa che, fra le quattro, Misty è la più sana di mente – lei si è giocata il posto quando ha iniziato a vedere i fantasmi di ragazzi carini morti- ma pensa anche che sia giusto così. Le piace sapere che sono tutte un po’ sopra le righe, che sono tutte tremendamente loro stesse e spontanee.
«Con Niall va un po’ uno schifo- afferma dopo qualche secondo- è come se sentissi che siamo fatti l’uno per l’altro, ma non riesco a creare un collegamento»
«Un collegamento? Wendy è un ragazzo non una connessione wi-fi!» la prende in giro Misty.
«Non capisci è come se, quando sono con lui, tutto ciò che potrebbe andare nel verso storto, va storto!» spiega la bionda, abbandonando le haribo nelle mani dell’amica.
«Hai ragione la tua leggendaria sfiga colpisce sempre quando c’è Niall nei paraggi» conviene Misty, carezzando la schiena dell’amica nel tentativo di consolarla.
Passano il resto dell’ora aggiornandosi sui gossip della scuola, dividendosi solo quando suona la campanella dell’ultima ora, segno che finalmente possono uscire dalla stanzino e tornare a casa.
 
 
Wendy sta camminando da sola verso casa, quando sente una presenza dietro di se e una voce le sussurra nell’orecchio:
«Ciao Bambolina»
La ragazza si volta spaventata e:
«Santi numi Louis! Mi hai fatto prendere un colpo- esclama non appena riconosce la persona dietro di lei- e comunque si può sapere dove ti eri cacciato? Ho girato la scuola per mezz’ora nel tentativo di trovarti!»
«Non ti arrabbiare, stavo lavorando per te» gli dice allusivo, facendole un occhiolino. Ha seguito Niall per tutta la giornata, prima a lezione di anatomia, poi durante la pausa pranzo e infine per le due di educazione fisica. Il ragazzo non è malaccio, ha concluso Louis dopo la giornata d’osservazione, forse un po’ ingenuo e sempliciotto, ma comunque simpatico.
«Lavorando per me?» domanda confusa la bionda, perché non ricorda di avergli chiesto di far niente.
«Ho seguito Niall tutto il giorno e mi sono fatto un’idea su di lui, appena arriviamo a casa terrò la mia prima lezione su “Come conquistare Niall Horan in dieci, semplici mosse”» le spiega gesticolando, estremamente soddisfatto del suo lavoro.
Wendy si limita ad annuire, guardandolo un po’ di sbieco.
Una volta entrati in casa la ragazza saluta velocemente i suoi fratelli, che stanno giocando in salone e si dirige subito in camera sua, seguita a ruota da Louis.
«Bene, adesso devo farti vedere una cosa» afferma Wendy facendo sedere Louis sul letto e aprendo l’anta dell’armadio. Louis la guarda incuriosito, mentre fruga nel piccolo stanzino da cui, per quel che ne sa lui, la ragazza potrebbe tirare fuori anche uno scheletro. Quando Wendy riemerge, tre minuti dopo, quello che ha in mano non è uno scheletro, ma è altrettanto inquietante.
«Tu. Sei. Completamente. Fuori. Di. Testa.» sono le parole di un Louis sconvolto.
La ragazza ha in mano una piccola bacheca di legno, quelle fatte in truciolato, su cui puoi appendere foto, appunti e fogli vari, con una puntina. La cosa inquietante però non è la bacheca in sé- molto carina nel suo genere- ma le cose che ci ha appeso sopra. Un numero infinito di foto di Niall- insieme a lei, in gruppo, mentre sia allena, con gli occhi chiusi, mentre sorride, sbadiglia o dorme- e altrettanti post-it su cui sono scribacchiate informazioni riguardanti il ragazzo- cose come “ama il colore verde”, “quando è nervoso si tocca i capelli”- sono attaccate alla bacheca.
«Wendy devi bruciarla, se mai dovesse vederla ti denuncerebbe per stalking» afferma Louis sempre più sconcertato mentre passa in rassegna ogni singola foto e post-it.
«Che esagerato! è una normalissima bacheca dei ricordi, così quando ci sposeremo, potremo fare un video con tutte le nostre foto insieme» è la risposta tranquilla di Wendy.
Louis la guarda allarmato, perché sta dicendo sul serio? Ha il coraggio di chiamare quella cosa “una normalissima bacheca dei ricordi”?  Scuote la testa rassegnato, la situazione è peggiore di quanto non si aspettasse. Aveva capito che Wendy è una ragazza inusuale, un po’ eccentrica ecco, ma non credeva che la sua cotta per Niall potesse raggiungere un tale livello.
«Wendy- dice prendendole le mani e facendola sedere accanto a sé, sul letto- una volta ho visto una cosa del genere in un film. Era un film horror e il maniaco che perseguitava la ragazza aveva una bacheca identica alla tua. Sai che fine ha fatto? È stato arrestato, Wendy»
Non è stato molto delicato, me crede che il paragone renda bene l’idea di quanto preoccupante sia quella bacheca.
«No, insomma questa non è una bacheca inquietante, è un bacheca carina» cerca di farle capire la ragazza.
Louis sospira e con le spalle curve dice:
«Forse dovresti ridefinire la tua idea di carino»
Sara molto più dura di quanto non si aspettasse.
 
           
Un’ora dopo Louis è riuscito a convincere Wendy a togliere almeno la metà delle foto dalla bacheca, per prima quella in cui il ragazzo dorme, e a riporle in una scatola, facendo poi la stessa cosa con i post-it.
«Bene, quel è la prima delle dieci mosse per conquistare Niall Horan?» domanda la bionda, lievemente imbronciata, sedendosi per terra e guardando Louis con occhi spalancati. Il ragazzo la trova dolcissima.
«Innanzitutto devi cercare di passare del tempo da sola con lui, oggi ha detto che non è bravo in storia giusto? Beh offrigli di aiutarlo» le spiega Louis, mentre si passa una mano fra i capelli lunghi.
«Oh, offrirgli ripetizioni di storia dici?» chiede Wendy, stupendosi per non averci mai pensato prima, è un’idea geniale.
«Esattamente. Ah e poi dovremo cambiare qualcosa del tuo guardaroba» continua Louis, perché non c’è modo che la ragazza riesca a conquistare Niall se continua ad indossare stivali di gomma e enormi maglioni di lana dai colori sgargianti.
«Cambiare qualcosa?» chiede confusa Wendy, perché non ha mai pensato che, per dover piacere ad un ragazzo, deve cambiare qualcosa di sé.
«Tipo andare dal parrucchiere, potresti farti un nuovo taglio e  magari anche un po’ di shopping»
Louis si alza e va verso l’armadio della ragazza.
«Questo maglione per esempio- dice prendendo un pullover blu scuro con sopra dei fiocchi di neve- è da buttare, e anche questo. Poi le tue scarpe, non sei mica un pescatore, perché ti ostini ad indossare quelli stivali di gomma?» chiede schernendola.
«A me piacciono i miei capelli e anche quel maglione. Me l’ha regalato mia nonna, ci tengo» risponde sulla difensiva.
«Beh si vede» replica Louis insolente.
«Cosa vorresti dire con questo? A me piace e non voglio cambiare modo di vestire solo perché a te non va bene, cos’eri nella tua vita passata? Un consulente di moda?» risponde Wendy che se non fosse stata così nervosa per la storia della bacheca e dei vestiti, avrebbe notato il lampo di dolore passato negli occhi di Louis, quando ha fatto riferimento alla sua vecchia vita.
«Sai cosa ti dico Wendy? Arrangiati. Fai a modo tuo che tanto fino adesso hai fatto bene vero? Tre anni che gli muori dietro e non riesci a dirgli ciao senza arrossire» sbotta Louis, perché Wendy l’ha fatto veramente arrabbiare. È lei che gli ha chiesto di aiutarla e adesso non ha alcun diritto di lamentarsi se, quello che lui ha da dire, non e va bene.
La ragazza lo guarda furiosa per qualche secondo, piegando e distendendo ritmicamente le dita delle mani.
«Fuori da questa stanza Louis! Non voglio più vederti! Hai ragione posso fare benissimo da sola» esclama con le guance rosse e le lacrime agli occhi, la voce più acuta di qualche ottava. Piange sempre quando è nervosa o frustrata, fin da quando era piccola, cosa che le procura spesso un grande imbarazzo. Perché lo sapete che scocciatura scoppiare a piangere tutte le volte che si litiga con qualcuno?
«Oh con piacere Wendy! Mi raccomando ricordati di invitarmi al tuo matrimonio, non vorrei perdermi il filmino con le vostre foto per nulla al modo» urla sarcastico prima di uscire dalla stanza e sentire la porta sbattere alle sue spalle.
«Razza di fuori di testa…» mormora prima di imboccare le scale e uscire di casa.
 

 
 



Hey ho.
Trouble in paradise!
Ecco la prima litigate fra Louis e Wendy, non sembrano due bambini di sette anni?
Già, già quei due sono parecchio infantili D:
Nel prossimo capitolo ci sarà l’incontro tra Niall e Wendy, come credete che andrà?
E cosa ne pensate delle quattro amiche? Per quanto riguarda il passato di Louis, invece scopriremo tutto più avanti, ma come avrete capito è un argomento delicato per lui.
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto, chiedo scusa per eventuali errori e lasciatemi una recensione, se vi va :)
A presto A.
 
Crediti per il banner a
Monnie.

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Capitolo 5
*** Phase one. ***


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Phase one. 
{4}
 
 
Louis è furioso mentre cammina fuori da casa di Wendy, vorrebbe prendere a calci qualcosa –qualsiasi cosa- per sfogarsi, ma non può perché tutte le volte che ci prova il suo piede ci passa attraverso.
Perché è un fantasma dannazione, e i fantasmi non hanno consistenza.
Cento passi, poi svolta a destra. C’è un albero senza foglie, una casa con la staccionata bianca e si sente un cane, che abbaia in lontananza. Altri cinquanta passi e cammina di fronte ad un negozio di alimentarti,  poi altri venti e gira a sinistra e poi altri cinquanta e così via, fino a perdere il conto.
Fino a quando le mani non tremano più, il respiro si è fatto regolare e la tensione ha abbandonato completamente il suo corpo. Non ha fatto niente di male lui, non si sente in colpa per quello che ha detto a Wendy e non è minimamente intenzionato a chiedere scusa. Non è che gli abbiamo dato fastidio i deboli tentativi della ragazza di difendere quell’orribile maglione, no è stato quello che ha detto dopo. O meglio, il modo in cui l’ha detto.
Vita passata, come se fosse un gioco, uno scherzo. Come se Louis, prima, non fosse stato un ragazzo proprio come lei, con una famiglia, degli amici, dei sogni, con una vita ancora tutta davanti a sé. Per Wendy è tutto un gioco, ma non per lui.
A Louis brucia la pelle e manca il respiro, tanto è forte il dolore che prova, tutte le volte che pensa a quello che si sta perdendo, a quello che ha già perso.
 
 
Sono le undici meno venti e Louis non è ancora tornato. Wendy si mangiucchia nervosamente le unghie mentre gira per a stanza, sbirciando continuamente fuori dal balconcino della sua camera nella speranza di vedere il ragazzo tornare, ma niente. Prende il telefono in mano, risponde a un messaggio di Nikki, poi torna a guardare fuori, in direzione del giardino.
Adesso sono le undici meno un quarto e Wendy è stanca di fingere che non le importi, così afferra la giacca al volo, dice ai suoi che fa un salto al bar-collo e corre fuori di casa. Prende la bici appoggiata all’albero, dove l’ha lasciata la sera prima e inizia a fare il giro dell’isolato nella speranza che Louis non sia andato troppo lontano. È ancora arrabbiata con lui, non capisce perché il ragazzo debba farla sentire sempre così inadeguata.
Si, indossa stivali di gomma per sei mesi l’anno e quindi? Lui indossa pantaloni risvoltati neanche avessero l’acqua in casa e ha tatuato sul petto il titolo di una canzone deprimente, non è nelle condizioni di poter giudicare. Ciò nonostante Wendy ha deciso di andarlo a cercare, perché è tardi e lui non conosce la città e lei non vuole che gli succeda niente. Certo, è un fantasma, quindi non è che possa essere ucciso o derubato, ma la ragazza non riesce a fare a meno di preoccuparsi.
«Louis» prova a chiamare dopo un po’, quando le gambe iniziano a dolerle per lo sforzo e gli occhi minacciano di restare chiusi ogni volta che sbatte le palpebre. Impiega un altro quarto d’ora per trovarlo e non appena lo vede, seduto a gambe incrociate su una panchina, non può fare a meno che emettere un sospiro di sollievo.
«Bel posto per pensare eh?» esordisce sedendosi di fianco a lui, con la fronte sudata e il fiatone per lo sforzo.
«Ottimo- risponde Louis senza degnarla nemmeno di uno sguardo- cosa ci fai qui?»
In realtà, il posto in sé è un po’ triste, sono seduti proprio di fronte al cancello del cimitero della città che di notte ha un aspetto ancora più lugubre.
«Ero preoccupata per te, quindi sono uscita a cercarti» spiega guardandosi le mani, in soggezione per il comportamento freddo del ragazzo. Di punto in bianco tutta la sua rabbia è sparita ed è lei a sentirsi in colpa, per qualcosa che non è sicura di aver fatto.
«Eri preoccupata per me anche prima?» sbuffa ironico girandosi dall’altra parte per evitare gli occhi della ragazza.
«Cosa vorresti dire? Sei tu che hai iniziato! Era necessario criticare ogni mio singolo vestito? Esiste una cosa chiamata tatto e tu dovresti imparare ad usarla» sbotta la ragazza alzandosi di colpo dalla panchina.
«Non ci credo, proprio tu parli di tatto! Aspetta… tu non hai ancora capito perché mi sono arrabbiato, vero?» replica Louis, guardandola per la prima volta negli occhi con un’ espressione stupita in volto.
«Bhe io…» risponde la ragazza confusa. Ha fatto qualcosa di male? Non le sembra di averlo insultato od altro.
«Senti lascia stare, non parliamone più» risponde Louis stringendo i pugni e respirando profondamente, per calmarsi.
«No Louis, di cosa stai parlando?» prova a domandare Wendy, poggiando una mano sulla spalla di Louis.
«Niente, ti ho detto di lasciare stare» risponde il ragazzo scostandosi dal suo tocco e la ragazza non può fare a meno che essere ferita da quell’azione. Cosa ha fatto a Louis per meritarsi un simile trattamento?
Rimangono per qualche secondo in silenzio, fissandosi intensamente negli occhi.
«Devi farmi strada se vuoi che torni a casa, mi sono perso circa un’ora fa» la informa Louis riscuotendola dai suoi pensieri.
La ragazza annuisce e dopo aver preso la bici, inizia a camminare per le strade di un’addormentata Chirk, con Louis di nuovo al suo fianco e la testa piena di domande.
 
 
 
 
È semplice, ripete Wendy nella sua testa, deve solo andare da Niall, sorridere, chiedere come è andata la verifica di storia e se, per caso, ha bisogno di ripetizioni.
Non deve menzionare alieni o fantasmi, niente battute stupide, evitare di muoversi troppo- se glielo chiede da seduta, è meglio- per evitare di combinare danni e sorridere, sorridere sempre.
Semplice.
Questo è quello che Louis gli ha detto di fare e questo è quello che farà.
Una volta tornati a casa dal cimitero, hanno passato un’ora buona ad esercitarsi, Louis le ha detto che parole usare, come inclinare la testa di lato quando sorride per essere più carina e soprattutto come evitare di fare brutte figure. Adesso, mentre cammina attraverso i corridoi della Whitefield High School con Louis al suo fianco, Wendy si sente pronta a parlare con Niall, un po’ nervosa, ma pronta.
«Ricordi tutto quello che ti ho detto? Stai calma, sorridi e niente alieni» le ripete Louis non appena Niall entra in classe. La ragazza annuisce distrattamente con gli occhi fissi sul biondo. È semplice, deve sorridere, stare calma e niente alieni.
«Ciao Niall» saluta Wendy una volta giunta di fronte al ragazzo.
Sorridi, inclina la testa, niente alieni.
«Oh ciao Wendy! Non ti avevo vista arrivare» risponde sorridendole di rimando e diamine, Wendy vorrebbe sciogliersi tanto è bello Niall Horan quando sorride.
«Come è andata la tua verifica di storia? Non mi ha fatto più sapere niente» domanda la bionda mentre si siede nel banco vicino a quello del ragazzo.
Stai seduta, non far danni e sorridi.
«Ah quella, in realtà è andata parecchio male- confessa lievemente imbarazzato, passandosi una mano fra i capelli- se continuò così mi sa che non potrò più giocare a calcio»
Nella scuola c’è una regola per cui tutti gli atleti devono avere la sufficienza in tutte le materie, altrimenti sono fuori dalla squadra.
«Accipicchia, mi dispiace» dice la bionda con espressione afflitta, che  subito si trasforma in sorriso non appena Louis le urla nell’orecchio «Wendy sorridi!»
«Tutto bene?» chiede allora Niall, stupito del repentino cambiamento della ragazza.
«Certo, volevo chiederti, visto che io in storia ho otto, se vuoi, potrei darti ripetizioni…»
Sorridi, sorridi, sorridi.
«Dici sul serio? Wendy mi faresti un favore enorme!» risponde stupito Niall, prima si allungarsi oltre il banco e coinvolgere la ragazza in un soffocante abbraccio.
Neanche a dirlo la ragazza è al settimo cielo, questo è il contatto più intimo che abbia mai avuto con il biondo in quattro anni ed è sopraffatta dalle emozioni. Sente il profumo di Niall ovunque e le braccia forti del ragazzo che la stringono a sé.
Sorride a Louis oltre le spalle di Niall mandandogli baci, mentre il castano sorride orgoglioso e le mostra il pollice alzato.
Prima delle dodici mosse per conquistare Niall Horan: completata.
 
 
Misty sembra essere ancora più felice ed incredula di Wendy, non appena la ragazza le racconta dei progressi fatti con il biondo.
 Continua a fare domande come:
«E quindi non hai balbettato? Nessuna pallonata in faccia o bibita versata addosso? Non sei caduta, parlato di convention su gabinetti o alieni vari?»
«No!- risponde Wendy sulle nuvole- un’intera conversazione completamente normale!»
«Sono così felice per te, ma come hai fatto? Fino a ieri non riuscivi a parlargli senza rischiare di ucciderti, o uccidere lui» le fa notare confusa.
«Sarà stato un aiuto dal cielo» risponde misteriosa facendo l’occhiolino a Louis che in questo momento è seduto sul suo letto.
«Mi dispiace Misty, ma adesso devo andare che fra un’ora devo essere da Niall. Ti chiamo appena torno va bene?» domanda Wendy, osservando l’orologio e notando che ha solo un’ora di tempo per prepararsi.
«Va bene Wendy, ci sentiamo dopo. Buona fortuna!»
 
«Bene, qual è la prossima mossa?» domanda la ragazza a Louis, sedendosi sul letto a gambe incrociate. Si è messa d’accordo con Niall per vedersi il pomeriggio stesso e solo ora si è resa conto di  non avere la più pallida idea su come comportarsi, una volta giunta a casa del biondo.
«Prima di tutto devi decidere come vestirti e magari fare qualcosa ai capelli, tipo una treccia o una coda. Qualcosa di diverso dal solito, per farti notare» la istruisce Louis.
«Va bene- annuisce la ragazza assimilando tutte le informazioni- e una volta là, come mi devo comportare? Cosa devo dire? Devo sorridere sempre? Perché dopo un po’ iniziano a farmi male le guance…»
«Wendy una domanda alla volta- risponde lievemente irritato Louis- devi comportarti in modo normale, magari cerca di flirtare un po’. E evita di sorridere sempre, oggi sembrava avessi una paralisi facciale»
Wendy lo guarda a bocca aperta, ma se è stato lui a continuare a ripeterle di sorridere, sorridere sempre. Preferisce però non dire niente, per evitare un’altra discussione.
«Ok, flirtare, semplice. Come si flirta?»
«Come, come si flirta? Non ci hai mai provato con nessun ragazzo?» domanda stupito, scoppiando a ridere. Trova esilarante l’inesperienza e goffaggine di Wendy, gli sembra di parlare con una delle sue sorelle minori.
«Louis, smettila di ridere, la situazione è tragica! Come si flirta con un ragazzo? Io non l’ho mai fatto, rovinerò tutto, ne sono sicura» si lamenta affondando la testa nel cuscino.
«Mi dispiace, adesso smetto lo giuro- si scusa Louis cercando di sopprimere un’altra risata- comunque tranquilla verrò anche io con te, così nel caso avessi bisogno, potrei suggerirti cosa dire»
Wendy si volta in credula, prima di lanciarsi su Louis abbracciandolo e gridando che è il miglior fantasma che abbia mai conosciuto e che è sicura che andrà in paradiso, perché è troppo buono, gentile e generoso per andare al’infermo.
«Le lusinghe ti porteranno ovunque» mormora Louis con i capelli di Wendy in bocca.
 
 
È semplice, ripete Wendy nella sua testa, deve solo dare ripetizioni di storia.
Non deve nominare alieni o fantasmi, niente battute stupide e non deve muoversi troppo, per evitare di combinare danni. Se ci sono i suoi genitori deve sorridere, chiamarli signora e signor Horan e complimentarsi sulla casa, anche nel caso in cui fosse piena di gattini di ceramica e pizzi per centrotavola.
È nervosa, le mani le sudano e le gambe tremano, ma Louis è lì con lei, quindi si sente molto più tranquilla. Louis è esperto di queste cose e lui saprà aiutarla nel momento del bisogno.
«Sicuro che sto bene?» domanda a Louis per la ventesima volta, da quando sono usciti di casa.
Indossa un paio di jeans stretti, i soliti hunter che ha deciso di indossare nonostante le proteste di Louis e un maglione blu scuro, che le mette in risalto gli occhi chiari. I capelli sono acconciati in una treccia a spina di pesce e Wendy è rimasta a dir poco stupita quando è stato il castano ad offrirsi di fargliela, mormorando qualcosa sulle sue sorelle più piccole e su come era solito farla sempre anche a loro. La ragazza, allora, l’ha guardato stupita per qualche secondo, quella era la prima volta che avesse nominato la sua famiglia e lei avrebbe voluto chiedere qualcosa di più, come si chiamano, quanti anni hanno, se gli mancano tanto, ma alla fine è rimasta zitta, ripromettendosi che avrebbe chiesto tutto in un momento più opportuno.
«Wendy sei perfetta, se segui i miei consigli vedrai che andrà tutto benissimo» la rassicura Louis, una volta giunti di fronte alla porta di casa di Niall.
Sorridi, niente alieni, spiega storia.
«Pronta?» le chiede Louis indicandole la porta con un cenno della testa. La ragazza annuisce, prende un respiro profondo e suona il campanello. Che la seconda delle dieci, semplici mosse per conquistare Niall Horan abbia inizio.

 
 


Hey ho.
Avevo detto che questo capitolo sarebbe stato sull’appuntamento Wendy-Niall, ma mi sono accorta di aver fatto male i conti e se avessi aggiunto anche l’incontro fra i due il capitolo sarebbe stato troppo lungo. Scusate, in compenso vi prometto che il prossimo sarà quasi completamente su Wendy e Niall. Come avete visto Louis non ha voluto dire niente a Wendy del motivo per cui si era arrabbiato, preferendo chiudersi in sé stesso e respingendo la ragazza. Lo so che sembra strano questo comportamento, ma Louis non vuole far vedere le sue debolezze alla bionda, quindi preferisce far finta di niente. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se volete lasciate una recensione, a presto A.

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Capitolo 6
*** Repetitions. ***


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Repetition

{5}
 
Dling dlong.
Passano alcuni secondi, in cui l’ansia e agitazione di Wendy crescono in modo esponenziale, ma nessuno apre la porta. La ragazza si volta confusa verso Louis, in cerca di aiuto.
«Beh, riprova!» la incoraggia Louis, come se si trattasse di una cosa ovvia.
Lei annuisce annuisce, cercando di mantenere, almeno esteriormente, una certa calma, mentre dentro di sé, sente il panico diffondersi nelle vene. Niall non può averle dato buca, continua a ripersi in testa. Se non avesse voluto vederla, avrebbe semplicemente declinato la sua offerta, perché fare qualcosa di così cattivo come non presentarsi all’incontro? Velocemente controlla il cellulare, ma non ci sono messaggi del ragazzo ce l’avvisano di qualche contrattempo. È colpa sua? È per qualcosa che ha fatto o detto? Magari per il modo in cui si veste, o per i suoi stivali di gomma.
«Wendy calma- le sussurra Louis all’orecchio- sembri sul punto di svenire. Sono sicuro che adesso arriverà»
Neanche a farlo apposta in quel momento la porta di casa si spalanca, rivelando un Niall con il fiatone e in braccio un bambino, che di sicuro non può avere più di un anno. Wendy sente un’ondata si sollievo travolgerla e vede, con la coda nell’occhio nota che anche Louis sta sorridendo, tranquillo e sicuro di sé. Sta procedendo tutto secondo i piani.
«Mi dispiace se ti ho fatto aspettare- si scusa Niall, spostandosi di lato per lasciarla passare- ma stavo facendo il bagnetto al campione»
«Figurati, non fa niente, ma chi è questo bel bambino?» domanda facendo una faccia buffa in direzione del neonato, che però rimane impassibile, lasciandosi scappare anche uno sbadiglio.
Dietro a Niall vede Louis che le fa cenno di smettere, probabilmente non apprezza le dubbie abilità della ragazza nell’intrattenere i bambini.
«Lui è Theo, mio nipote e oggi dovrò fargli da baby-sitter- risponde nervoso grattandosi il retro del collo- lo so che dovremmo studiare, ma ti prometto che non ci disturberà, è un bambino bravissimo»
Wendy non sa se il bambino sia veramente bravo come sostiene Niall, ma di una cosa è certa, quel Theo è uno dei bambini più teneri che abbia mai visto. Le guance sono paffute e rosee, i capelli sottili e biondicci e ha gli occhi azzurri,  di qualche gradazione più scura di quelli di Niall.
«Quindi lui è il famoso Theo di cui parli sempre!-esclama la ragazza accarezzando le guance paffute del piccolo- si vede proprio che è un Horan, ha il naso uguale al tuo. Comunque se oggi non riusciamo a fare tutto possiamo sempre vederci un altro giorno» la ragazza approfitta subito della situazione per poter fissare un altro incontro e vede Louis farle il pollice verso, in segno di approvazione.
«Allora iniziamo?» domanda Niall dopo aver riposto un, ormai dormiente Theo, nel suo lettino.
 
L’incontro procede bene, certo non fanno altro che parlare di Giacobini, Sanculotti e Napoleone Bonaparte, ma non ci sono stati silenzi imbarazzanti o verificate situazione spiacevoli.
Wendy si sente perfettamente a suo agio con il ragazzo, anche se ogni volta che incrocia il suo sguardo sente il cuore batterle all’impazzata. È il modo in cui il ragazzo gesticola quando cerca di spiegare un argomento o come i suoi occhi si illuminano non appena capisce un argomento particolarmente ostico. È la sua risata fin troppo rumorosa, le mani grandi e callose e i capelli biondicci e sempre in disordine. È semplicemente Niall e Wendy inizia a dubitare che la sua sia semplicemente una cotta.
Stanno studiando da un paio d’ore quando Wendy si scusa per andare in bagno, ma non fa in tempo a chiudere la porta che nota Louis alle sue spalle.
«Louis, esci immediatamente!» lo rimprovera sottovoce, indicandogli la porta con l’indice.
«Certo che siete noiosi da morire» è la risposta del ragazzo, che si siete sul bordo della vasca da bagno, accompagnata da uno sbadiglio.
«Non è vero- protesta Wendy- l’incontro sta andando alla grande»
«Certo, se tu fossi la sua insegnante di ripetizioni. Wendy devo forse ricordati perché siamo qui? Cerca di essere un po’ più intraprendente!» l’ammonisce Louis spazientito.
Quello appena passato potrebbe essere tranquillamente catalogato come il pomeriggio più noioso di tutta la sua vita. Per tutto il tempo non ha fatto altro che osservare Wendy mentre faceva gli occhioni dolci a Niall il quale, troppo preso da storia, non se n’era minimamente accorto.
«Tipo? Cosa dovrei fare?» domanda Wendy confusa.
«Appena torni da lui digli che è stato bravissimo e che adesso vi meritate una pausa tutti e due. Ho visto che in camera sua ha una chitarra, chiedigli di suonarti qualcosa o magari di farti imparare a suonarla» le suggerisce Louis prima di abbandonare il bagno, per lasciare alla ragazza un po’ di privacy.
 
 
Quando Wendy torna in cucina, cinque minuti dopo, vede Niall intento a dar da mangiare al piccolo Theo.
«Ma ciao, ti sei svegliato finalmente!» dice in direzione del bambino, che la degna a malapena di uno sguardo. Strano, solitamente tutti i bambini fino ai tredici anni l’adorano.
«Ehi tutto bene? Ti ho sentito parlare in bagno» domanda Niall guardandola in viso.
«Parlare? Oh, si, no. Cioè ero al telefono con i miei genitori- risponde dopo qualche secondo di panico, credeva di aver parlato a bassa voce con Louis- volevano dirmi che stavano uscendo e che devo tornare a casa da sola»
«Se vuoi posso accompagnarti io- si offre il ragazzo- è il minimo che ti devo dopo quello che hai fatto oggi»
La ragazza annuisce con gli occhi che le brillano, tutto sta andando meglio di quanto sperasse. Non solo è riuscita a non combinare nessuno tipo di danno davanti a Niall, ma il ragazzo dovrà anche riaccompagnarla a casa. Magari mentre cammineranno le loro mani si sfioreranno e lui, dopo qualche esitazione, stringerà la mano della ragazza fra le sue. E allora lei arrossirà e lui riderà grattandosi il collo, perché lo fa sempre quando è nervoso. Una volta arrivati a casa di Wendy ci sarà un silenzio imbarazzante e poi lui si avvicinerà e la bacerà con delicatezza, lei arrossirà di nuovo, ma ricambierà il bacio. E infine lui le confesserà di averla sempre amata e di voler passare il resto della sua vita con lei e tutti vissero per sempre felici e contenti.
Ok, Wendy sa che tutto ciò è praticamente impossibile, ma sognare non costa niente, giusto?
«Ti dispiace far fare il ruttino a Theo? Io devo chiamare Greg per dirgli che sta andando tutto bene, è parecchio ansioso il ragazzo» domanda ridendo.
La ragazza annuisce di nuovo, perché a questo punto, è così felice che acconsentirebbe a tutto.
Prende il neonato dalle braccia di Niall e inizia a cullarlo, dandogli delle piccole pacche sulla schiena per farlo digerire.
«Hai visto Louis?- domanda al settimo cielo- Niall mi accompagnerà a casa»
Il ragazzo si limita a sbuffare e alzare gli occhi al cielo, si sta annoiando a morte e non vede l’ora che quel pomeriggio finisca.
Dopo altri cinque minuti Niall non è ancora tornato e Theo non è ancora riuscito a digerire.
«Allora piccolino, vogliamo digerire o no?» domanda Wendy con una stupida vocetta e non fa in tempo a dirlo che Theo rigurgita gran parte del latte bevuto sulla parte frontale del suo maglione.
Nello stesso istante Louis scoppia a ridere e Niall fa il suo ingresso in cucina.
«Allora si è comportato bene Theo?» domanda il biondo non avendo ancora notato l’enorme macchia  bianca sul maglione della ragazza. Wendy con le guance in fiamme per la vergogna si volta e mugugna qualcosa come «Almeno sono riuscita a farlo digerire». Ovviamente stava andando tutto troppo bene perché non accadesse una cosa del genere.
«Wendy mi dispiace un sacco!- esclama Niall prendendo Theo e mettendolo nel seggiolone sul tavolo della cucina- aspetta ti do una mano a pulirti»
Dopo dieci minuti di sciacquare e sfregare la situazione non è migliorata per niente, anzi sembra decisamente peggiorata. Ora non solo c’è un alone bianco, segno del vomito del bambino, ma tutta la parte frontale del maglione è completamente bagnata.
«Senti facciamo così, io ti presto una mia felpa e tu mi lasci il tuo maglione da lavare» le offre Niall dopo essersi reso conto di non poter far nulla per migliorare la situazione.
«Accetto volentieri la tua felpa, ma non c’è bisogno che mi lavi il maglione, posso farlo benissimo io» è la risposta di Wendy. E tutto sommato non le importa se Louis continua a farle segno di muoversi perché è annoiato e vuole andare a casa, o se il suo maglione preferito è rovinato e adesso puzza di vomito di bambino, perché ha passato un intero pomeriggio con Niall e adesso sta anche indossando una sua felpa. È grande per lei, enorme, le mani sono troppo lunghe e le arriva a circa metà coscia, è morbida è il profumo di Niall è ovunque. Quella felpa sembra una rimpiazzo alle braccia del ragazzo, un pessimo rimpiazzo per l’inciso, ma per adesso Wendy si accontenta.
 
 
 
Alla fine, mentre Niall l’accompagna a casa non succede niente di quello che lei ha sperato, niente mano nella mano, bacio o dichiarazione, ma è solo il primo appuntamento quindi non può pretendere più di tanto. Una volta arrivata a casa sente ancora l’adrenalina scorrerle nelle vene, come dopo un concerto e non riesce proprio a calmarsi.
«Wendy per caso hai una paralisi facciale? Smettila di sorridere» mugugna Louis, prima di buttarsi sul letto a faccia in giù.
«Louis, ma tu non capisci! Ho passato un intero pomeriggio con Niall senza mettermi in ridicolo, questo giorno va segnato su calendario e diventerà festa nazionale per la famiglia Fisher» le fa notare la bionda mentre inspira profondamente nella felpa del ragazzo. È un miscuglio di ammorbidente e il profumo che di solito indossa Niall, buonissimo.
«A parte quando suo nipote ti ha vomitato addosso» la corregge Louis, ridacchiando sotto i baffi.
«Si credo di non piacere molto a quel bambino, non mi ha sorriso nemmeno una volta» concorda Wendy lievemente offesa, di solito i bambini stravedono per lei.
Passa qualche secondo durante i quali entrambi stanno in silenzio, poi Louis parla.
«Wendy, tu sei sicura di questo, si?» le domanda con uno strano tono, quasi cauto, come se avesse paura di farla arrabbiare o offenderla.
«Questo cosa? Niall? Louis è da tre anni che ho una cotta per lui, certo che sono sicura. Perché lo chiedi?» domanda sospettosa, Louis sa forse qualcosa che lei non sa?
«Non lo so, lui non sembra proprio il tipo adatto a te» risponde con una scrollata di spalle.
«Il tipo adatto a me? Quale sarebbe il tipo adatto a me sentiamo» chiede con un po’ troppa aggressività nella voce.
«Allora, intanto ti calmi. E poi voglio solo dire che è un po’… impacciato per te. Insomma già sei imbranata di tuo, voglio vedere cosa combinereste insieme» spiega e troppo tardi si rende conto di aver usato le parole sbagliate.
«Prima non so vestirmi, adesso mi dai dell’imbranata, la tua galanteria è senza limiti Louis! Sai cosa forse hai ragione Niall è un po’ impacciato e forse, forse, lo sono anche io, ma in fatto di buone maniere dovresti decisamente imparare da lui» urla prima di uscire dalla stanza sbattendo la porta. Louis sbuffa e conta mentalmente fino a dieci per trattenersi dal dire qualcosa di cui, poi, si pentirà.
 
 
 
Wendy è molto nervosa quando arriva a casa di Nikki, inizialmente non si rende nemmeno conto di dove si trova, ha camminato a zonzo per qualche isolato fino a quando non ha riconosciuto le imposte verdi e l’albero di pere del giardino dell’amica. Non ci pensa nemmeno due secondi e decide di suonare, nella speranza che l’amica sia a casa, ha bisogno di sfogarsi un po’ e Nikki è la persona perfetta con cui farlo. La ragazza viene ad aprirle nella sua classica tenuta da casa, capelli raccolti con un mollettone, tuta e occhiali dalle lenti spesse che le fanno gli occhi enormi.
Le basta guardare in faccia Wendy per capire che è nervosa e arrabbiata, così si sposta per lasciarla entrare e insieme salgono in camera di Nikki. Come ho già detto Nikki non è una persona che parla molto, non lo è mai stata, ma in compenso riesce a capire benissimo le persone, soprattutto le sue amiche. È per questo che non fa domande a Wendy, che non le chiede cosa succede o se sta bene, semplicemente attacca la Wii alla televisione e inserisce il gioco. Dopo cinque partite di fila a Just Dance  Wendy si sente decisamente meglio, tutta la rabbia che provava nei confronti di Louis sembra essere sparita, per lasciare di nuovo posto alla gioia per aver passato un intero pomeriggio con Niall. È stanca sudata, ha il fiatone e la treccia che le ha fatto Louis si è completamente sciolta, ma quando, prima di andarsene da casa dell’amica, Nikki le chiede:
«Ehi Wendy, stai meglio?» la bionda l’abbraccia e risponde sì.
Sta meglio, sta decisamente meglio.

 
 
 

Hey ho.
Chi non muore si rivede eh? Aahah. Scusate tanto il ritardo, ma l’ultimo periodo è stato super incasinato. Prima sono stata in gita una settimana, poi appena tornata avevo interrogazioni a destra e manca, quindi sono riuscita a postare solo ora. Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo, quasi interamente dedicato a Wendy e Niall! L’incontro sembra essere andato bene, nonostante il piccolo incidente con Theo. Che ne dite, scoppierà l’amore fra la coppia? Nel finale Wendy litiga di nuovo con Louis, come ho già detto quei due sono peggio dei bambini. Comunque ci terrei a precisare una cosa, molti comportamenti di Wendy che possono sembrare infantili e immaturi sono voluti, nel senso che fanno parte del carattere della ragazza. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, grazie per aver letto A.
 

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Capitolo 7
*** Family bonds ***


Family bonds

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Louis è da solo, mentre aspetta il ritorno di Wendy seduto in camera della ragazza. Sente le risate acute dei gemelli che corrono per i corridoi e i bonari rimproveri della signora Fisher che sta facendo il bucato, mentre il marito prepara la cena in cucina. Sono proprio una bella famiglia, pensa Louis nel vano tentativo di tenere la mente occupata. Il ragazzo ha sempre odiato stare da solo, fin da quando era ancora in vita, ma adesso il tutto è peggiorato. Louis ama la compagnia, ama uscire, fare casino e divertirsi. Quando era in vita aveva un sacco di amici- o almeno così credeva- non riusciva a stare in casa, era una cosa più forte di lui, il bisogno di uscire, socializzare, conoscere gente nuova. E adesso si trova costretto a vivere ignorato da tutti, tranne che da Wendy, che in quel momento non è nemmeno in casa. Louis pensa che potrebbe essere una specie di contrappasso dantesco, tu che in vita hai sempre brillato in mezzo agli altri, adesso ti ritroverai invisibile,
pensa che potrebbe essere una giusta punizione visto quello che ha fatto, perché di certo non si è sempre comportato bene nella sua vita.
I suoi pensieri vengono interrotti dall’ingresso di Wendy nella stanza, ha il fiatone e la treccia si è praticamente sciolta del tutto.
«Ciao Louis- lo saluta con un sorriso- adesso vado a farmi una doccia, ma dopo dobbiamo parlare» e saltellando esce dalla stanza. Louis ha osservato la scena a bocca aperta, cos’è successo? Wendy non era infuriata con lui? Non era uscita sbattendo la porta e urlando come un’ossessa?
Il ragazzo scuote la testa, certo che, per lui, Wendy Fisher resterà sempre un enigma irrisolvibile.
Venti minuti dopo, Wendy entra in camera con i capelli ancora bagnati e profumata di bagnoschiuma alla fragola, di gran lunga il suo preferito.
«Louis noi abbiamo un problema» esclama e Louis ha già il mal di testa – fantasma o no, ai mal di testa non si sfugge- al pensiero della litigata che seguirà. Perché Wendy vorrà chiarire la discussione  di prima e Louis è certo che il tutto sfocerà in un’altra litigata, quella ragazza prende tutte le sue parole e le interpreta nel modo più sbagliato possibile, poi inizia ad urlare e gesticola e ad un certo punto neanche Louis capisce più niente e quindi inizia ad urlare pure lui, ed è lì che, di solito, la situazione va fuori controllo.
«Dimmi tutto Wendy» replica Louis sbuffando.
«Devo andare a pescare con Niall» esclama sorridendo la ragazza, lasciandosi andare a quello che sembra un balletto della vittoria. Dio quanto è imbranata a ballare quella ragazza, pensa Louis mentre la osserva scuotere i fianchi e agitare le braccia in tutte le direzioni.
«Ma è fantastico, dov’è il problema?» chiede Louis fingendo un entusiasmo che non prova.
La ragazza smette di agitarsi come un’ossessa, si volta verso di Louis e:
«Il problema è che io non so pescare»
 
 
 
Sono passati tre giorni da quella discussione e adesso Louis e Wendy si trovano nella polverosa cantina della nonna di quest’ultima, obiettivo: trovare la vecchia canna da pesca che apparteneva a nonno Fisher. Infatti dopo la confessione della ragazza Louis ha dovuto ammettere di non sapere assolutamente niente sulla pesca, ma che l’avrebbe aiutata  a imparare tutto il necessario, consultando internet e manuali.
«Allora Wendy che tipo di pesca praticherete?» domanda Louis saggiando le conoscenze della ragazza, mentre quest’ultima fruga fra le cianfrusaglie presenti.
«Pesca all’inglese, che è diversa da quella alla bolognese perché devo lanciare l’amo e poi recuperarlo lentamente- risponde corrugando la fronte- oh guarda quello è il mio vestito di carnevale di quanto avevo dodici anni!»
«Ti eri vestita da oliva? Comunque che tipo di galleggianti devi usare?» continua Louis senza lasciarsi distrarre dalla ragazza.
«Si ed ero anche tenerissima, a casa dovrei avere anche delle foto! Ehm… usiamo i galleggianti fosforescenti giusto?»
«Waggler Wendy, i galleggianti si chiamano Waggler» ripete Louis sbuffando.
«Ok non ero concentrata, ma la sapevo. Fammi un’altra domanda» pretende la bionda mentre sposta scatoloni vecchi di chissà quanti anni.
«Cosa sai dirmi sulle esche? E devi ancora spiegarmi per quale motivo Niall ti ha invitato a pesca con lui»
«Sulle esche so che noi non useremo mai vermi vivi, uno perché mi fanno schifo, due perché sono creature innocenti e non meritano di morire»
«I tuoi i discorsi ambientalisti saranno un perfetto argomento di cui parlare mentre pescate pesci, che poi ucciderete» le fa notare Louis ironico.
«Aspetta vuoi dirmi che poi non li libereremo? Oh guarda Louis l’ho trovata!» esulta la ragazza sollevando una canna da pesca che risale al secolo scorso, impolverata e che ha visto tempi migliori.
«Sei sicura che funzioni ancora?» domanda Louis scettico, ispezionandola da vicino.
«Ma certo che funziona, è pure vintage!» risponde entusiasta, sistemandosi i capelli dietro all’orecchio.
Passano il resto del pomeriggio a frugare fra i vecchi ricordi presenti in cantina, ci sono vecchi vestititi appartenenti alla nonna di Wendy, che la ragazza si diverte a provare mentre Louis scoppia a ridere, sottolineando quanto siano ridicoli. Ci sono cartoline datate 1968, giocattoli rotti, e scarpe senza lacci, che senza dubbio appartenevano al padre della bionda. Wendy pensa che sia divertente curiosare fra il passato dei suoi parenti, mentre Louis al suo fianco sorride divertito.
 
«Wendy, mi dispiace darti questa immensa delusione, ma l’appuntamento con Niall sarà un disastro, tu non sei fatta per la pesca» dice Louis, una volta che sono tornati a casa, al sicuro nella stanza della ragazza.
«Hey- ribatte la ragazza fingendosi ferita- non è vero! Perché dici così?»
«Perché sei fisicamente incapace di stare zitta per più di cinque minuti, devi parlare sempre, è una cosa più forte di te» le spiega il ragazzo, osservandola dal suo angolino sul letto.
«Non è assolutamente vero! Guarda adesso te lo dimostro, resterò zitta per venti minuti, anzi mezz’ora» lo sfida la ragazza girandosi verso il muro e dandogli le spalle.
«Sfida accettata» risponde Louis, sicuro della sua vittoria.
Non passano nemmeno sette minuti che la ragazza apre la bocca.
«Louis, posso chiederti una cosa?» domanda stendendosi a pancia in su, il viso rivolto al soffitto e i piedi che penzolano fuori dal letto.
«Ho vinto» le fa notare Louis, stendendosi di fianco a lei. Il tono della ragazza era stranamente serio e lui teme quello che lei possa chiederle.
«Si lo so, ma questa è una cosa seria» risponde voltandosi per guardarlo negli occhi azzurrissimi.
«Spara» sussurra chiudendo gli occhi, per non guardare in quelli di lei.
«Mi parli della tua famiglia? Insomma ormai sono due settimane che ci conosciamo e tu non mi hai mai parlato della tua vita. Se non vuoi non fa nulla, però mi piacerebbe sapere qualcosa di più su di te»
Louis sapeva che prima o poi Wendy avrebbe fatto domande e se prima era restio a parlarne adesso vuole farlo. La sua famiglia gli manca immensamente e spesso teme che tutti i suoi ricordi non siano reali, è strano il modo in cui si sente verso la sua vita passata, verso sé stesso.
A volte, quando Wendy dorme e tutta la stanza è immersa nel buio più totale arriva a dubitare della propria esistenza, è davvero reale? Perché solo Wendy può vederlo? La sua famiglia, il suo passato, la sua vita sono esistite davvero? Sono riflessioni deliranti, Louis questo lo sa bene, ma forse per colpa di Wendy che tanto sana non lo è, non può fare a meno di pensarci.
«Avevo tre sorelle- inizia Louis dopo qualche secondo di silenzio- Charlotte, che aveva quattordici anni e Phoebe e Fizzy, le gemelle. I miei hanno divorziato quando avevo circa dieci e mio padre non è mai stato un tipo molto presente, quindi eravamo solo io mia mamma e le ragazze»
«Sembrano simpatiche le tue sorelle, parlami di loro» le suggerisce Wendy mentre lentamente fa scivolare la sua piccola mano fra quella più grande di lui, come a confortarlo.
Louis rimano stupito dal gesto della ragazza, ma è piacevole e rassicurante quindi continua a parlare.
«Si le mie sorelle erano fantastiche, insomma Lottie, come qualsiasi quattordicenne che si rispetti pensava solo alle boy band e i ragazzi e le gemelle erano davvero due pesti, ma mi mancano immensamente- confessa Louis, mentre gli occhi gli bruciano e inizia a chiedersi se i fantasmi possano piangere- vorrei aver passato più tempo con loro»
«Cosa vuoi dire? Non andavate d’accordo?» chiede Wendy, mentre con il pollice disegna motivi geometrici sul dorso della mano di Louis.
«Più o meno. Voglio dire, andavamo d’accordo, ma io avevo diciannove anni, e quando hai diciannove anni il tuo primo pensiero non è quello di giocare alle barbie con le tue sorelle o guardare un film con loro. E allora mi sembrava giusto così, ma adesso ho l’impressione di essermi fatto distrarre dalla cose che erano veramente importanti»
«Io credo che tu sia stato un fratello fantastico, è normale litigare con i propri fratelli minori» lo rassicura Wendy, perché non ha difficoltà ad immaginarsi Louis mentre gioca con due bambine dai capelli biondi e gli occhi azzurri, mentre le fa ridere o pettina loro i capelli.
«Tu non mi hai conosciuto allora Wendy» dice sussurrando, come se stesse parlando più a se stesso che alla ragazza stesa al suo fianco.
La ragazza non fa in tempo a chiedere chiarimenti che la porta di camera sua si spalanca e Matty e Philip si precipitano nella stanza, lanciandosi sul letto, o meglio, su Louis.
«Wendy, Wendy, Wendy» urlano all’unisono con le loro vocette acute.
«Ditemi tormenti, cosa volete?» domanda Wendy sospirando e facendo un’espressione buffa a Louis che nel frattempo si è alzato e diretto dall’altra parte della stanza, dove c’è la finestra che dà sul balconcino.
«Devi venire subito in camera nostra» dice Matty.
«Subitissimo» annuisce Philip
«C’è un fantasma nell’armadio» continua Matty.
«Un fantasma enorme!» enfatizza Philip gesticolando.
La ragazza si alza e ride scuotendo la testa.
«Oh topini arrivo subito, ma posso assicurarvi che i fantasmi non esistono» afferma prima di lasciare la stanza facendo un occhiolino in direzione di Louis.
 

 
 
 
 
Hey ho.
Salve a tutti! :)
Inizio con lo scusarmi per il lungo periodi di assenza, ma diciamo che questi sono stati mesi intensi. Prima ho avuto la gita scolastica poi tornata sono iniziate verifiche e interrogazioni varie, quindi eccoci arrivati a oggi. D’ora in poi gli aggiornamenti dovrebbero essere più veloci e costanti. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, iniziamo a scoprire qualcosa del passato di Louis e Wendy ha un altro appuntamento con Niall, qualche previsione?
Grazie mille per aver letto se vi va passate dalla mia ultima Os
Slow dancing in a burning room
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Capitolo 8
*** Hide and seek. ***


Hide and seek

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«Wendy, almeno dimmi cos’è successo! Dai esci dal bagno» urla per l’ennesima volta Louis, mentre cammina avanti e indietro di fronte alla porta del bagno.
«No! Non uscirò ma più da questo bagno» sbraita in risposta Wendy, mentre stremata si lascia cadere contro la porta. È passata un’ora da quando è tornata dall’appuntamento con Niall -se così si può chiamare- e non è minimamente intenzionata ad uscire dal bagno.
«Wendy piantale di fare la drammatica e apri questa porta altrimenti non mi farò problemi ad entrare» è l’ultimatum che le propone Louis e l’unico per cui non è ancora entrato è perché sperava la ragazza si calmasse e uscisse di sua iniziativa. Dopo neanche un minuto, come promesso Louis fa capolino in bagno, passando direttamente attraverso la porta.
«Allora- domanda sedendosi di fianco alla ragazza sulle piastrelle fredde del bagno- ti va di raccontarmi cos’è successo?»
«è strano passare attraverso gli oggetti?» domanda la bionda cercando di cambiare argomento, perché l’ultima cosa di cui ha bisogno in questo momento è ripensare a quello che è successo. Non sa come potrà guardare ancora in faccia Niall senza arrossire, o provare l’impellente desiderio che la terra apra una voragine proprio sotto ai suoi piedi e la inghiotta.
«No, si, un po’. È strano se ci pensi, altrimenti non provi nulla. Adesso parla» le ordina Louis guardandola negli occhi. Wendy sbuffa infastidita e «è proprio necessario?» domanda muovendo lo sguardo per la stanza.
«Sono rimasto con te tutto il tempo, tranne che per l’ultima mezz’ora perché mi avevi detto che te la saresti cavata da sola. Cosa può essere successo in mezz’ora?» domanda Louis confuso.
Magari Wendy non si era mostrata abilissima a pescare, ma Niall non l’aveva presa in giro ne niente, anzi si era pure offerto di insegnarle qualche tecnica.
«Oh tu non ne hai idea» risponde Wendy, con gli occhi spalancati e il solito tono fatalista.
Stava andando tutto bene con Niall, quando improvvisamente è andato tutto storto. Era seduta in riva al fiume con il biondo e suo padre, un simpatico cinquantenne di nome Bobby dalle guance rubizze e i capelli brizzolati, quando improvvisamente quest’ultimo era riuscito a prendere un pesce e non un pesce qualsiasi, ma una carpa di quaranta centimetri, una delle più grandi che l’uomo avesse mai pescato. Una volta riuscito a trascinarla a riva e dopo aver staccato l’amo dalla povera bestiola aveva chiesto a Wendy di tenerla, mentre Niall andava a prendere la macchina fotografica per immortalare quel momento. Lei era stata felicissima di rendersi utile e aveva preso in braccio il pesce. Forse aveva sottovalutato il peso dell’animale- circa quattro chili- o quanto potesse essere scivoloso, fatto sta che, dopo nemmeno trenta secondi, questo aveva preso ad agitarsi come un ossesso, finendo per colpire la povera ragazza sulla guancia che, un po’ per il dolore, un po’ per lo spavento, l’aveva lasciato andare. Niall e suo padre era tornati, sorriso sul viso e telecamera alla mano, giusto in tempo per assistere alla tristissima scena.
«Oddio sono costernata!-  si era scusata Wendy- Non so come ha fatto a sfuggirmi, davvero mi dispiace tanto, non volevo!»
La ragazza allora aveva deciso di spostarsi verso i due uomini, che fissavano a bocca aperta la scena senza sapere cosa rispondere, ma era scivolò a causa del terreno umido finendo dritta nel fango, proprio davanti ai piedi di Niall.
«Fammi capire, tu nel giro di mezz’ora sei riuscita a farti pretendere a pesciate in faccia, a far scappare la carpa di quaranta centimetri che Bobby aveva pescato e a cadere nel fango proprio ai piedi di Niall?» riassunse Louis con espressione incredula.
«Oddio ho fatto un casino» sospira la ragazza nascondendo il viso fra le mani.
Le cose con Niall stavano andando troppo bene perché la sua leggendaria sfiga non intervenisse a rovinare tutto.
Proprio in quel momento, forse il meno opportuno fra tutti, Louis decide di scoppiare a ridere, sbattendo i piedi per terra e agitandosi come un ossesso.
«Felice che le mie disgrazie siano fonte di gioia per te- lo rimbecca Wendy- e comunque sappi che il cinquanta per cento della colpa di quanto è successo è anche tua»
«Mia?- domanda incredulo Louis, una volta smesso di ridere- cosa c’entro io? Ho fatto solo quello che mi hai chiesto, tu mi hai detto che te la saresti cavata da sola e io ti ho ascoltato»
«Si ma Louis mi conosci, lo sai che non sono affidabile in questo genere di cose!» ribatte la ragazza come se fosse una cosa ovvia, come se si aspettasse davvero delle scuse da Louis.
«Cosa avrei dovuto fare? Fingere di andarmene e poi nascondermi dietro un albero per spiarti?» domanda il ragazzo scherzando e ci rimane di sasso quando Wendy risponde che si, avrebbe dovuto farlo e che sarebbe stata un’idea geniale.
Louis sbuffa, certo che con quella ragazza non l’avrà mai vinta, poi si alza e le offre una mano.
«Dai vieni- le dice mentre la ragazza si alza in piedi- ti do una mano a togliere il fango dai capelli»
 
 
Wendy si trova nel piccolo stanzino su al terzo piano, e si sta nascondendo. Solitamente va lì durante le ore di educazione, per passare il tempo e magari chiacchierare un po’ con Misty, nelle rare volte in cui quest’ultima decide di saltare la lezione, ma non è questo il caso. Infatti adesso ci sarebbe la pausa pranzo, ma lei si vergogna troppo per quello che è successo il giorno per poter uscire e affrontare Niall. Sa che ci sono grosse probabilità che il ragazzo non le dica nulla, anzi magari la potrebbe addirittura rassicurare dicendole di non preoccuparsi e che è tutto a posto. Ma se invece fosse arrabbiato? Se pensasse che lei sia solo una ragazzina imbranata e pure bugiarda?
Wendy non è pronta ad affrontare tutto ciò, quindi rimane nella sua tana a masticare orsetti gommosi e rimuginare su quanto è successo.
Ad un certo punto sente il cellulare vibrare e estraendolo dalla tasca nota che è un messaggio di Misty.
 
Da: Misty
So che sei nello stanzino del terzo piano, smettila di fare la fifona e vieni giù
 
Wendy sbuffa e ingoiando un altro orsacchiotto digita NO. Non passano neanche trenta secondi che il suo telefono vibra ancora, un altro messaggio di Misty in arrivo.
 
Da: Misty.
Bene, allora salgo a prenderti.
 
La bionda grugnisce alzandosi di scatto e uscendo dallo stanzino, quella di Misty non è una semplice minaccia, la ragazza salirà davvero a prenderla e a Wendy non resta che scappare e cercare un altro luogo in cui nascondersi. Mentre vaga tra i corridoi della scuola s’imbatte nell’unico posto in cui Misty non verrebbe mai a cercarla: la biblioteca.
Velocemente entra nell’aula, notando che al bancone non c’è nessuno- probabilmente anche la responsabile è andata a mangiare- ma sorprendentemente uno dei tavoli è occupato da un ragazzo.
Dico sorprendentemente perché è risaputo che la biblioteca è l’aula meno frequentata di tutta la scuola e non perché i ragazzi si considerino troppo fighi per un posto come quello, ma perché è del tutto sprovvista di libri e con una pessima organizzazione. L’ultima volta che Wendy ci ha messo piedo stava cercando “Il Rosso e il Nero” di Stendhal per poi trovarlo, fra una copia della “Tempesta” di Shakespeare e un libro di poesie di Byron, nell’angolo riservato alla letteratura del novecento, quindi si, diciamo che la disposizione non è il massimo.
Silenziosamente si siede allo stesso tavolo del ragazzo, che sta ascoltando la musica mentre scrive su un quaderno, e lo riconosce immediatamente, è Harry Styles e tutti, a scuola, lo riconoscono.
I capelli sono pettinati verso l’alto e sembrano parecchio unti, come se non li lavasse da giorni, indossa una camicia e sotto un'altra camicia – che senso ha indossare una camicia sotto a una camicia? Wendy non lo sa e non le importa nemmeno, perché le piace lo stile del ragazzo- e anche se in questo momento sono rivolti al quaderno Wendy sa che ha gli occhi azzurri.
È davvero un bel ragazzo e Wendy non riesce ancora a spiegarsi come mai nessuno a scuola voglia essere suo amico, ok è un tipo un po’ bizzarro, una volta è venuto a scuola indossando una fascia violetto in testa – bisogna dire però, che gli stava benissimo- e ha il corpo pieno di tatuaggi apparentemente senza senso, ma sembra davvero simpatico.
La bionda mangia i suoi orsetti in silenzio, osservando il ragazzo di fronte a sé, fino a quando questo non alza la testa di scatto e spaventato dalla presenza di Wendy sobbalza all’indietro.
«Scusa non volevo spaventarti- dice la bionda mentre Harry si toglie le cuffie dall’orecchie- vuoi un orsetto?»
Il ragazzo si guarda attorno, come per controllare che Wendy stia davvero parlando con lui, e poi domanda con voce lenta e profonda:
«Uhm, come scusa?»
«Ciao io sono Wendy, vuoi un orsetto?- dice sorridendo al ragazzo- scusa per averti spaventato, non volevo. Ti chiami Harry giusto?»
«Ehm si Harry. Uhm non mi ha spaventato tranquilla, come mai in biblioteca?» domanda guardandosi sempre attorno con aria circospetta.
«Storia lunghissima, ma detta in breve sto scappando da una mia amica, tu che ci fai qui? Noi non abbiamo classi insieme vero? Perché me ne ricorderei se le avessimo, ma non mi sembra di ricordare» domanda la bionda allunga il pacchetto di caramelle in direzione del ragazzo e sorridendo quando ne prende una.
«Ehm no, non credo- risponde Harry incerto- forse educazione fisica»
«Possibile. Io non faccio mai educazione fisica, è già tanto se mi ricordo il nome del mio insegnate» concorda Wendy fissando il ragazzo negli occhi.
Passano il resto della pausa pranzo insieme, parlando soprattutto di scuola e professori e Wendy trova davvero piacevole la sua compagnia ed è per questo che prima di salutarlo dice:
«Conosci il bar-collo ma non mollo, il bar di fronte al benzinaio? Ecco questo sabato ci sarà una festa, poca gente, circa una quindicina di ragazzi e mi stavo chiedendo se non ti andasse di venire?»
Harry arrossisce, leggermente preso in contropiede:
«Ehm io..»
«Non ci sto provando con te, lo giuro!- lo rassicura Wendy ridendo- è che sembri davvero simpatico, anzi sei simpatico e quindi ho pensato di invitarti, ma se hai altro da fare non fa niente. Insomma ci saranno altre feste»
«Io.. io ci penserò» risponde Harry visibilmente più tranquillo.
Wendy sorride soddisfatta e scrive il suo numero di telefono sull’angolo del quaderno del ragazzo, soltanto una volta giunta nell’aula di astronomia si rende conto che si sbagliava. Harry ha gli occhi verdi e non azzurri e lei non ci aveva mai fatto caso prima.
 
 
 
«Dove sei sparito oggi?» domanda Wendy con aria sospetta, fissando Louis seduto sul letto. È appena tornata a casa di scuola, dopo essere riuscita ad evitare sia Misty che Niall, e adesso vuole sapere dove si era cacciato Louis dalla terza ora in poi e per quale motivo non l’ha accompagnata a casa da scuola.
«Scusa, ma le tue lamentele su quanto Niall ormai ti odi hanno iniziato a stancarmi dopo tre ore che le ripetevi, quindi ho deciso di farmi un giro non sai cosa ho scoperto!» la informa Louis facendole posto sul letto.
Wendy si siede e insieme iniziando un’intensa seduta di pettegolezzi, Louis a quanto pare è al corrente di tutte le novità più scottanti e la ragazza non vuole nemmeno sapere in quale stanze sia entrato per poterle scoprire.
Circa mezz’ora dopo, quanto tutti i pettegolezzi sono finiti Wendy sospira e dice:
«La prossima volta aspettami a tornare a casa, è noioso fare la strada da soli»
«Wendy Fisher stai per caso dicendo che ti sono mancato?» la prende in giro Louis con un sorriso sghembo sulle labbra.
«Nope, dico solo che è noioso parlare da sola, senza che ci sia neanche un fantasma, invisibile a tutti tranne che a te, ad ascoltarti» ribatte Wendy facendo scoppiare a ridere Louis.
 

 
 
 
 


Hey ho.
Non mi aspettavate così presto eh? L’unico motivo per cui ho aggiornato oggi è che mi sentivo in colpa visto che l’ultima volta vi ho fatto attendere un mese (o anche di più), comunque d’ora in poi i capitoli dovrebbe essere pubblicati una volta alla settimana.
L’appuntamento con Niall non è andato come sperato, alla fine la sfiga di Wendy è tornata. Cosa ne pensate del rapporto che c’è fra Wendy e Niall e fra Louis e Wendy?
Un nuovo personaggio ha fatto il suo ingresso nella storia: Harry! Vi piace? Si lo so che ne ho parlato poco, ma non preoccupatevi che tornerà presto. Scusate eventuali errori/imprecisioni per quanto riguarda la pesca, ma non sono un’esperta e tutto quello che so l’ho letto su internet :)
Grazie per aver letto, a presto A.
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Capitolo 9
*** Party. ***


Party
 
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«Louis, Louis muoviti e vieni qui!» grida Wendy mentre cerca di infilarsi le collant nere dieci denari. È il quinto paio che prova, tutte le altre si sono smagliate mentre cercava di indossarle, ma la quinta volta è quella buona giusto?
«Wendy chi stai chiamando?» domanda sua mamma facendo capolino nella stanza con un’espressione confusa in volto. Wendy si maledice mentalmente, ormai è diventato naturale parlare con Louis come se fosse una persona normale e molto spesso si dimentica che gli altri non lo possono vedere.
«Matty mamma, stavo chiamando Matty- risponde prontamente la ragazza per non far insospettire la madre- mi sa che ha nascosto ancora la mia borsa, non la trovo da nessuna parte»
La ragazza si sente un po’ in colpa per mettere nei guai il suo fratellino, che non ha fatto nulla di male, ma è la prima scusa che gli è saltata in mente.
«Ma bambolina- e riecco l’odioso soprannome, ma quando capiranno che non ha più dodici anni?- è proprio qui» dice la donna, prendendo la pochette dalla scrivania, dov’è sempre stata.
«Oh che sbadata! Niente Matty lascia stare, non venire!» urla allora Wendy mentre la madre esce dalla stanza. Una  volta rimasta sola si butta sul letto e, schiacciando il viso contro il cuscino, si lascia andare ad un urlo liberatorio.
Non riuscirà mai ad arrivare puntuale alla festa, ne è sicura.
È sabato sera, giorno della festa al Bar-collo - festa che dovrebbe iniziare tra quindici minuti, se vogliamo essere pignoli-  ma Wendy è ancora struccata, i capelli sono umidicci e indossa solo i collant e una maglia del pigiama.
«Cosa c’è Wendy?» domanda Louis, entrato proprio in quel momento nella stanza. Indossa un paio di jeans incredibilmente stretti, e una semplice maglietta bianca con le maniche nere. Anche i capelli sono acconciati in modo diverso dal solito ciuffo alto, infatti oggi cadono lisci sulla fronte.
«Hai cambiato vestiti? Puoi farlo? Anche se sei un fantasma?» domanda Wendy con la sua solita delicatezza.
«Essere un fantasma non vuol dire smettere di tenere alla propria igiene personale, lo sai?- ribatte Louis piccato- comunque perche mi hai chiamato?»
«Oh si giusto! Le calze sono smagliate? Ti prego dimmi di no, perché ho finito le dieci denari e mi sono rimaste solo quelle con gli strass  a forma di gattino» chiede Wendy girando su se stessa.
«No sono a posto- risponde Louis osservandole le gambe snelle- complimenti, dopo cinque tentativi hai imparato come mettere i collant»
«Zitto e allacciami i vestito» gli ordina Wendy prima di ricordarsi che Louis non può toccare le cose senza, si insomma, passarci attraverso. Così con un po’ di fatica lo allaccia da sola, mentre Louis di rigira le mani fra le mani, lievemente a disagio.
«Senti raccontami un po’ più di questo Harry, non ne hai mai parlato prima» le chiede Louis, mentre la bionda si siede davanti allo specchio per truccarsi.
«è solo un ragazzo che ho conosciuto a scuola in biblioteca»
«Un nerd?» indaga Louis iniziando ad acconciarle i capelli in una treccia.
«Per niente. È un tipo davvero stravagante, si direbbe che vive in un mondo tutto suo, un po’ come…» spiega Wendy cercando il paragone adatto.
«Un po’ come te» competa la frase al posto suo, finendole di acconciare i capelli.
Wendy allora si alza dalla sedia, truccata e pettinata, infila le scarpe e fa un giro su se stessa.
«Che ne dici? Abbastanza sexy per stendere Niall Horan?» domanda la bionda a Louis.
«Decisamente bambolina» risponde Louis imitando la voce profonda del padre della ragazza.
«Qualche consiglio dell’ultimo momento prima che Harry passi a prendermi?» domanda Wendy agitata. Dopo l’incidente della pesca ha parlato con Niall soltanto un paio di volte, durante le quali ha balbettato delle scuse dicendo che sarebbe stata disposta a comprare un pesce grande il doppio di quello pescato se ciò avrebbe migliorato la situazione. Niall era scoppiato a ridere dicendo di non preoccuparsi, che alla fine non è successo niente e che erano amici come prima. Forse è stata quella la parte peggiore di tutto, lui l’ha definita una sua amica, è stata friendzonata per  l’ennesima volta. Nonostante questo però si sente carica e stasera farà di tutto per far capire a Niall che lei può essere molto più che una semplice amica.
«Attenta quando cammini sui tacchi, vedi di non cadere e di non rovesciare drink addosso a nessuno. Sorridi e stai tranquilla che andrà tutto bene, resterò con te tutto il tempo e se le cose dovessero mettersi male, scappa in bagno, così possiamo parlare. Tutto chiaro?» le spiega Louis mettendole le mani sulle spalle e fissandola dritta negli occhi.
«Chiarissimo, grazie mille Lou!» risponde la ragazza prima di attaccarsi a lui come una piovra, stringendolo in un abbraccio.
 
Quando, dieci minuti dopo, il campanello suona, Wendy si precipita ad aprire la porta prima che ci arrivino i suoi genitori.
«Muoviti, muoviti, muoviti- sussurra Wendy prendendo il ragazzo sotto braccio e conducendolo il più lontano possibile da casa sua- ci stanno fissando ne sono sicura»
«Di cosa stai parlando?» domanda Harry sottovoce, imitando il tono della ragazza.
«Ok adesso possiamo fermarci- dice una volta usciti dal vialetto di casa- scusa per la corsa, ma sono sicura che i miei mi stessero fissando dalla finestra»
«Non sanno che ti passavo a prendere io?» domanda Harry leggermente a disagio, come se fosse ferito dall’affermazione della ragazza.
«Oh no, non è per quello! Loro sono convinti che io abbia un ragazzo segreto che non voglio presentare loro, quindi tutte le volte che mi vedono in compagnia di una persona di sesso maschile, d’età compresa tra i diciassette e venti anni pensano sia il mio fidanzato. Scommetto che quando tornerò a casa mi bombarderanno di domande sul tuo conto-spiega la ragazza guardandosi attorno- allora qual è la tua macchina?»
«Sembrano dei tipi simpatici i tuoi, comunque non sono in macchina, sono in moto, è un problema?» domanda Harry indicando una moto alle sue spalle.
E Wendy non ci capisce niente di moto, ma quella è decisamente grande.
«Uhm no, nessun problema, anche io sono abituata a muovermi su due ruote» risponde la bionda che intanto pensa a come salire sul mezzo senza far vedere a tutta la città il sedere, visto che indossa  un vestito.
 
Arrivano al Bar-collo con un elegantissimo ritardo di quarantacinque minuti, e non appena Wendy mette piede nel locale viene assalita da Misty, che l’abbraccia come se non la vedesse da una vita e la bionda capisce subito che l’amica è già brilla.
Dopo aver presentato Harry ai suoi amici, la bionda lo accompagna a prendere qualcosa da bere, nella speranza di trovare Niall al bancone del bar.
«Harry ti dispiace se mi allontano un attimo- domanda Wendy dopo aver visto il ciuffo biondo di Niall spiccare fra la piccola folla di ragazzi- devo salutare una persona»
«Non preoccuparti ci penso io a lui» risponde Gia spuntando dal nulla e passando un braccio attorno alle spalle del ragazzo. La bionda aspetta che Harry le faccia un cenno di assenso prima di andare da Niall e spera che Gia non lo terrorizzi con i suoi racconti su demoni, fantasmi e esorcismi.
«Wendy ciao!» la saluta il biondo abbracciandola con un po’ troppo slancio.
«Hey Niall!- risponde la ragazza cercando di non cadere- vedo che sono arrivata proprio nel vivo della festa»
«Dai viene a prendere qualcosa da bere- dice trascinandola verso il bancone- ti va di ballare? Dopo andiamo a ballare»
Wendy annuisce e scoppia a ridere perche non  è abituata a vedere Niall così allegro e espansivo, forse questa sera sarà la sera giusta, forse, grazie anche all’alcool Niall capirà che lui e Wendy sarebbero perfetti insieme. Dopo aver bevuto un drink e aver fatto un giro di chupiti Niall e Wendy si trovano a ballare nella piccola pista improvvisata spostando tavoli e sedie. Lose my mind risuona nelle casse mentre Wendy si muove completamente schiacciata contro Niall, che nel frattempo le ha passato un braccio intorno alla vita per coordinare i loro movimenti. Vede Misty abbracciata a Liam che le sorridere e fa il pollice verso, poi fa girare lo sguardo nella stanza per cercare Louis - vuole avere un qualche tipo di conferma dal ragazzo, per essere sicura di non star sbagliando niente- ma non lo vede da nessuna parte.
Mentre continua a ballare Wendy pensa che non le importa se è  buio e non vede ad un palmo dal suo naso, la testa le gira e le scarpa le fanno male.
Lei è lì e Niall è al suo fianco, tutto il resto ha davvero poca importanza.
 
 
Louis trova Wendy due ore dopo, seduta su uno sgabello – ricordiamo che al Bar-collo ci sono solo sgabelli- che sorseggia un drink azzurrino e canticchia Keep bleeding love di Leona Lewis.
«Bentornato Giuda» lo saluta la ragazza continuando a bere.
«Wendy sei ubriaca?- domanda Louis osservandola divertito- e dov’è il tuo principe azzurro? Ho visto che le cose stavano andando bene in pista»
«Tu non hai visto proprio niente perché te ne sei andato- ribatte Wendy puntando il dico contro il petto del ragazzo- perché te ne sei andato? Avevi promesso di restare»
«Cos’è successo? E quanto hai bevuto? Dov’è Harry?» domanda Louis evitando di rispondere alla domanda della ragazza.
«Non lo so, possiamo andare a casa? Mi gira la testa» chiede Wendy abbandonando la testa sulla spalla di Louis.
«Si, si, adesso vediamo di trovare Harry e poi torniamo a casa» mormora Louis lasciandole un bacio sulla fronte.
Quando arrivano a casa Wendy riesce a malapena a reggersi in piedi, più per la stanchezza che per l’alcool, e raggiunge camera sua soltanto grazie all’aiuto di Louis.
«Louis usciamo sul terrazzino? Ho voglia di vedere le stelle» supplica Wendy una volta struccata e cambiata nel suo comodo pigiama.
«Wendy siamo è Ottobre, fa troppo freddo per stare fuori»
«Fa niente prendo una coperta, ho bisogno di aria fresca» ribatte la ragazza, lottando con la maniglia della porta finestra prima di riuscire ad aprirla e sgattaiolare fuori.
Louis sbuffa alzando gli occhi al cielo, ma la segue comunque perché sa quanto la ragazza è testarda.
«Allora mi vuoi spiegare cos’è successo stasera con Niall?»
Louis si è sdraiato proprio di fianco alla ragazza, che ha il viso rivolto al cielo e gli occhi chiusi e se non la conoscesse bene potrebbe anche pensare che sta dormendo.
«Prima abbiamo bevuto qualcosa, poi siamo andati a ballare insieme, mi ha messo un braccio intorno alla vita e sembrava tutto assolutamente perfetto- racconta la ragazza sempre ad occhi chiusi- ma poi è andato in bagno e l’ho perso di vista. Quando sono tornata stava ballando con Misty e poi con Gia e Nikki e chissà quante altre»
La ragazza apre gli occhi quando vede che Louis non dice niente e nota che l’amico ha un’espressione confusa in volto.
«Ha ballato con me solo perché era ubriaco, non perche gli piaccio o altro» spiga chiudendo nuovamente gli occhi, ma a Louis non sfugge la lacrima che è scesa lungo la guancia della ragazza.
«Dai Wendy non fare così- la consola Louis passandole un braccio intorno alle spalle, facendole poggiare la testa sul suo petto- magari gli piaci ed è solo timid..»
«Ti va di fare un gioco- lo interrompe la ragazza- io ti dico un mio segreto, una cosa che non ho mai detto a nessuno, ma proprio nessuno eh, e tu in cambio me ne dici uno tuo, ci stai?»
La ragazza alza la testa per osservare la risposta di Louis, che annuisce e non può fare a meno di notare come i loro visi siano incredibilmente vicini.
«Va bene inizio io- dice la ragazza tirando su con il naso- riguarda Niall. Vedi io credo di… non sono completamente sicura che Niall mi piaccia. All’inizio si, mi piaceva davvero tanto, ma mano a mano che passa il tempo, non sono più così sicura. Lo so, lo so che può sembrare assurdo, ma fin da bambina ho sempre avuto la convinzione che non avrei mai trovato l’amore, insomma chi si prenderebbe mai una fuori di testa come me? E allora… io credo di essermi convinta che Niall èla mia anima gemella… capisci cosa voglio dire?»
Louis è piuttosto confuso, ma annuisce perché capisce la ragazza e prova un’immensa tristezza per lei. Wendy si è convinta che Niall è il grande amore della sua vita, la sua anima gemella, il suo futuro marito, soltanto perché è terrorizzata dall’idea di non trovare nessuno.
«Adesso tocca a te» gli fa notare la ragazza, stringendosi di più a lui e sbadigliando.
Louis la guarda per qualche secondo negli occhi azzurri e profondissimi, come il cielo d’estate e pensa che vorrebbe perdersi lì dentro, pensa che si è già perso e forse è troppo tardi per tornare indietro. Le loro labbra sono vicinissime, basterebbe un niente per farle sfiorare, ma proprio quando Louis si è deciso a fare la sua mossa la ragazza abbassa la testa, cadendo in un sonno profondo.
«Il mio segreto Wendy Fisher- sussurra carezzandole i capelli- è che credo che mi sto innamorando di te»
E poi Louis chiude gli occhi, consapevole che la notte sarà la sola custode del suo segreto.
 

 
 
 
Hey ho.
Ecco qui un altro capitolo che contiene un po’ di novità. Andando con ordine troviamo: di nuovo Harry, che in questo capitolo però fa solo una breve apparizione, Niall che prima balla con Wendy ma poi la scarica, la confessione di Wendy e quella di Louis. Ve le aspettavate? Cosa pensate di questa possibile futura coppia? Ci tengo a specificare che Louis a detto credi che mi sto innamorando, quindi non è che lui l’ami già dopo nemmeno un mese, così come non vuol dire che a Wendy non piaccia del tutto Niall. Solo che magari lei tende a gonfiare quella che in realtà è solo una cotta. Comunque ho già scritto abbastanza, spero che il capitolo vi sia piaciuto, grazie per aver letto A.
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