Da una promessa...

di linasyan
(/viewuser.php?uid=24039)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Messaggi ***
Capitolo 2: *** La festa con sorpresa ***
Capitolo 3: *** Conoscenze ***



Capitolo 1
*** I Messaggi ***


Ormai era tardi, le 23.30, se volevo rientrare a casa entro la mezza notte dovevo sbrigarmi.

Feci due conti, se camminavo veloce dovevo riuscire in mezz’ora, speriamo, altrimenti sarebbe già la seconda volta che rientro tardi.

Maledetta la Camy e alla sua febbre, se ci fosse stata lei, con la bellissima auto ci avrei messo la metà del tempo!

Vidi dei fari passarmi affianco ma non ci feci troppo caso, era una via popolata e c’era da aspettarselo, ma quando l’auto in questione si fermò poco avanti incominciai a preoccuparmi, non ero mai stata un leone…

Il finestrino del passeggero, quello dalla mia parte, si abbassò.

“Ehi bella!”, m’immobilizzai… solo dopo almeno due secondi riuscii a riconoscere la voce, era Federico, il mio vicino di casa, non che mio cugino.

“Ciao Fede! Senti mi dai un passaggio vero?” feci l’espressione da cane bastonato che faceva cedere tutti.

Alzò gli occhi “va bene” disse con un sospiro, sorrisi.

Secondo tutti, amici e parenti, il mio viso era angelico, ed era impossibile dirmi di no.

Ho i capelli biondo chiarissimi, lisci, gli occhi azzurri e labbra sottili.

I miei genitori mi hanno raccontato che  dovevo chiamarmi Melanie, ma alla fine, vedendomi appena nata, hanno optato per Angela, un nome che mi si addice.

Sono un vero e proprio angioletto, rispetto il volere dei miei genitori (tranne quando si parla di orario), non farei male a nessuno sia in genere fisico che emotivo, la mia pagella è quasi perfetta, tranne la pecca in inglese.

Fino ad ora posso dire che la mia vita è andata a gonfie vele: tanti amici ed un ragazzo adorabile (Luca).

Mentre mi perdo nei miei ragionamenti mi accorgo di essere ormai sotto casa.

“Grazie mille Fè!”lui detesta quando lo chiamo così, perché è il nomignolo che gli avevo affibbiato quando lui aveva otto anni e io sei, ma non se lo riesce a scrollare di dosso, anche a quasi dodici anni di differenza, fra tre mesi –il 23 dicembre per essere precisi- compierò il mio diciottesimo compleanno.

Guardo l’orologio le 23.45, evvai pure in  anticipo! I miei ne saranno felici e magari in questo modo riuscirò a farmi dare il permesso per andare alla festa della Giò, la settimana prossima…

Salgo le scale quasi di corsa.

“Angela sei tu?”

“si mamy” ogni singola volta che torno a casa mi fa questa domanda.

“Sei in anticipo, qualcosa non va?” preoccupata come sempre,

“no, è che la serata era noiosa…” BUGIA!!! Sarei stata li in piazza a baciarmi con Luca se non ci fosse stato il problema dell’orario…

“Non capisco cosa ci troviate tutti voi ragazzi a stare in piazza a far nulla tutta la sera…”

“non puoi capire” dico andandomene verso la mia camera.

“Aspetta tesoro! Io e tuo padre ne abbiamo parlato e puoi andare pure alla festa, settimana prossima, e visto che anche Federico è invitato puoi stare fin quando lui non va via…” faccio retro marcia e le stampo un bacio sulla guancia, “grazie mamy!” le urlo.

Sono euforica, ho il permesso e posso stare pure fino a terdi! Evvai!

Invio subito un messaggio a Giorgia per confermare, alla Camy per darle la buona notizia e a Luca perché è Luca.

Ricevo subito la risposta d’allegria delle due ragazze, ma di Luca niente.

Penso che magari è andato in discoteca oppure che ha già il cellulare spento, ma uno squillo nega la seconda ipotesi.

Vado a dormire col sorriso sulle labbra.

Faccio un sogno strano, sogno Luca (il mio Luca) nelle braccia di un'altra, o meglio, un’altra nelle braccia del mio Luca. Mi sveglio, ormai è già mattina, ma non ci do troppo peso, questo sogno l’ho già fatto tante volte.

Per fortuna è domenica, altrimenti sarei stata troppo stanca per alzarmi presto, ormai è già quasi mezzo giorno.

Vado in cucina, non vedo nessuno e mi ricordo che oggi i mie partivano per un congresso.

Trovo un biglietto sui fornelli.

Siamo partiti presto,  visto che dormivi abbiamo deciso di non svegliarti, ci vediamo fra una settimana, non fare troppi danni ciao.

Mamma e papà”.

Soltanto ora realizzo che ho tutta la casa vuota per me. Purtroppo non siamo in vacanza altrimenti avrei organizzato una festa.

Però chiamo comunque le amiche per organizzare una festicciola tra di noi nel pomeriggio.

Dopo colazione frugo nella borsa alla ricerca di una cicca o di una caramella. Sento qualcosa di rettangolare sul fondo e invece di qualcosa da masticare trovo il cellulare di Luca.

Rimango di stucco.

E’ ancora acceso e vedo sul display il mio messaggio e la mia chiamata.

Penso che lo darò a sua sorella, tanto la vedo questo pomeriggio.

Il cellulare rimane sulla mia scrivania, accanto al computer, è strano, sento come una presenza…

Una parte, non troppo piccola di me, dice di leggere i messaggi, guardare le chiamate.

Ma resisto. Ho troppa paura di vedere quello che ci troverò…

Ma che penso di trovarci?! E’ un ragazzo serio lui, ma nella mia testa rimane una parte non sicura di questo.

Purtroppo non è connesso a msn, e neanche sua sorella, quindi non ho nessun modo di avvertirlo.

La mattinata passa in fretta, ho finalmente finito i compiti per il lunedì, quindi posso godermi il resto della giornata.

Verso le tre arrivano le amiche, per prima cosa parliamo e decidiamo assieme come vestirci alla festa di settimana prossima.

Sto andando a prendere la gonna nuova per farla vedere alle mie amiche quando noto il cellulare, allora prendo con me anche quello.

“E’ questa… Ale tuo fratello ha dimenticato il cell nella mia borsa ieri, glielo puoi ridare?”, tutte mi fissano sbalordite, con uno strano sguardo…

“Certo Angy ma sicura che non vuoi curiosare un po’?”, mi dice facendo l’occhiolino.

“Ma no, romperei la sua privacy”, alza le sopracciglia…

“dite?” chiedo con un filo di voce,

“si, dico, mio fratello si è comportato in modo strano in queste settimane, alcune volte suona il cellulare risponde e si chiude in camera, ho provato ad origliare ma parla a bassa voce” fa per mettere via il cellulare, ma la fermo.

Sono troppo curiosa, è la mia natura...

In quell’esatto momento suona, guardiamo il display “Ce”.

“E chi cazzo è sta Ce?” chiedo quasi gridando.

Smette di suonare.

Con un impeto di rabbia prendo il cellulare.

Rimango a bocca aperta:

Ciao Luca, vuoi venire alla festa cn me sabato prox? Rx”

Risposta:

nn so dv vedere se c sarà anke angela… ma credo che i suoi genitori nn le daranno il permesso… qnd è mlt prob d si… ti amo”.

Non voglio vedere altro, anzi se non fosse che qualcuna è più veloce di me, il cellulare avrebbe fatto un bel volo dal quinto piano…

“Sta calma… gliela faremo pagare” mi sussurra Alice… si e come? Penso…

Nessuna osa dire niente, perché non c’è niente da dire, quel “ti amo” finale dice tutto, anzi dice troppo.

 

Dopo una lunga “vacanza” eccomi tornata con una nuova fic! Non è un granchè e non durerà neanche tanti capitoli… massimo altri 3 o 4…

Spero almeno il primo chap sia carino… per favore lasciatemi un commentino,anche negativo…

Al prossimo chap

Bax Lina^^

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La festa con sorpresa ***


 

Devo ancora decidere cosa fare, le mia amiche sono divise, alcune dicono di far finta di niente e non dirgli che vado alla festa per coglierlo li con le mani nel sacco, altre di lasciarlo subito.

Io opto per la seconda ipotesi, gli devo parlare, e devo essere stronza, insomma l’angelo che si trasforma in diavolo.

L’occasione viene proprio il giorno dopo.

A scuola lui è li con i suoi amici, gli vado vicino, senza salutarlo gli dico che gli devo parlare.

Poi lo porto in disparte, gli do il cellulare e gli dico “interessanti i messaggi”, sto per andarmene ma lui mi ferma, fa una scenata sulla privacy, insomma, che non avevo nessun diritto di leggerli…ma sono impassibile, mi dice che gli dispiace ma non gli credo, prima di andarmene gli dico: “avevo cambiato idea… su quella cosa” e me ne vado, lo vedo sbiancare. Mi sento molto, ma molto soddisfatta.

Da almeno un mese lui mi chiede di fare sesso con lui ma ho sempre detto di no, per principio (siamo stati insieme un mese e mezzo), non me la sentivo di andare per la prima volta con un ragazzo con cui stavo da poco, da un po’ ci stavo facendo un pensierino ma ho fatto bene ad aspettare.

Sono triste, ho capito che dei maschi non ci si può fidare ed ho anche deciso di fare una tregua, per almeno un mese niente ragazzi, almeno che non trovi quello giusto.

 

Cerco di non dar vedere la tristezza che ho dentro, cerco di non soffrire troppo, ma è impossibile.

 

Arriva sabato e con esso la festa da lungo attesa.

Decido che per almeno sta sera non devo pensare a Luca.

Mi preparo, abbigliamento molto provocante, mini gonna e top scollato, ma non voglio “provocare” strani pensieri nei ragazzi, solo divertirmi a ballare.

La festa inizia, si svolge in una discoteca, che però è  riservata a noi invitati, faccio gli auguri alla Giò e decido di andare sul pesante, con un drink.

Lo trangugio in due secondi e già dopo quello mi gira la testa.

Decido di ballare un po’, un ragazzo mi si avvicina ma lo caccio, ho detto niente ragazzi, poi torno al bar e prendo un altro drink, poi un altro e un altro ancora.

 I miei sensi diventano sfuocati, vedo male e sento tutto lontano, mi sembra di galleggiare o qualcosa del genere.

Bevo l’ultimo sorso del bicchiere e dopo quello ricordo poco niente.

Io che vado in bagno.

Un ragazzo biondo.

Baci.

Carezze.

Buio.

Mi sveglio che mi fa male la testa.

Sono in casa mia, ma non nel mio letto, riconosco quello dei miei.

Oddio i miei.

Oggi è… ci metto un po’ a rendermene conto.

Domenica, si domenica. Oggi tornano i miei, alle 16.

Ma pensiamo a cose più urgenti.

1)   Cosa ci faccio nel letto dei mie?

Risposta: tornata dalla festa, non so che ora, ho dormito qui.

Mi alzo ancora col mal di testa, e solo ora mi accorgo di non aver vestiti

2)   Perché sono nuda?

Risposta: non ne ho idea

Vado in camera a vedere, il pigiama è sotto il letto, come sempre.

Mi vengono in mente le scene di molti film, nei quali al mattino, sono tutti nudi dopo una notte di… Oddio!

Torno in camera correndo, solo ora mi accorgo di un bel biondo sdraiato a pancia in giù che dorme beatamente.

“AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!” il mio urlo lo sveglia.

Si gira e mi vede nuda in piedi.

“Wow che risveglio da Dio!”, gli tiro un cuscino, mi metto a cavalcioni su di lui, voglio sottolineare che ha il lenzuolo che lo copre.

“Tu! Dimmi cosa è successo!” gli grido in faccia.

“Calma bellezza! Sei tu che ieri sera mi hai assalito, per così dire, alla festa, non io, poi mi hai trascinato qui… eri ubriaca”,

“e tu ne hai approfittato? Cazzo non mi ricordo nulla!”

 “Senti bellezza ero andato pure io, ma se vuoi ti faccio ricordare tutto io, guarda non dobbiamo neanche spogliarci!” gli tiro uno schiaffo.

“Ahio! Senti calmati… che vuoi che sia!”, mi metto a piangere e mi sdraio, mi copro col lenzuolo fino sopra la testa.

“ehi, cosa c’è” sbircia da sopra di me.

Mi tiro su e presa da non so che gli racconto tutto, anche di Luca.

Tenermi tutto dentro, non parlare con nessuno di quello che è successo mi ha fatto accumulare tristezza ed ora esplodo.

Rimane zitto.

“così tu…” non termina la frase ma io capisco e annuisco.

Per la prima volta lo guardo negli occhi, sono belli neri, stanno da dio con i capelli chiari, corti e tutti disordinati.

Scatta qualcosa e non solo per me.

Ancora una volta (se è vero quello che mi ha detto), gli salto addosso, ci baciamo e ancora una volta facciamo l’amore, ma questa volta ricordo tutto.

Mi sento amata, neanche con Luca era così, forse sapevo che non era quello perfetto.

Sta per andarsene.

Lo fermo.

“Aspetta, non ci siamo presentati, io sono Angela” gli dico tendendo la mano,

“Paolo”.

 

Il nostro è un rapporto che si è costruito al contrario.

Ci vediamo il giorno dopo e quello dopo ancora.

Parliamo e ci coccoliamo.

Ho scoperto molte cose di lui, vive non lontano da casa mia, ha un anno in più di me e sta facendo l’ultima Liceo classico.

Anche io gli racconto di me.

Ormai tutti sanno che stiamo assieme, tutti tranne Luca.

Da quando l’ho lasciato, ci siamo visti una sola volta, o almeno io ho visto lui, dalla vetrina di un negozio per mano a una spilungona.

Sembravano felici assieme, ma non me ne fregava nulla.

Io ho Paolo.

 

 

 

Ed eccomi qui col secondo capitolo!!!! Spero vi piaccia!

Bax Kay^^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Conoscenze ***


Sono ormai due mesi che stiamo assieme e ho deciso di presentarlo ai miei, ai quali ho solo parlato di lui.

Non sono felicissimi che esca con uno più grande, anche se è solo di un anno, per fortuna mi hanno promesso che non gli faranno il terzo grado e che saranno gentili.

Papà si è messo addirittura la cravatta, che di solito usa per andare al lavoro…

Suona il campanello e lui è perfetto come sempre.

Jeans chiari, per fortuna non bassi, i miei detestano che si vedano le mutande, e una maglia bianca di Calvin Klein. E’ perfetto.

“Mamma, papà lui è Paolo”  dico loro, lui stringi le mani a entrambi limitandosi con un “piacere Paolo”.

“Paolo loro sono mamma e papà” anche loro si limitano al “piacere”.

Ci spostiamo in cucina dove incominciamo a chiacchierare amabilmente.

“diteci dove vi siete conosciuti?” oh merda, questa domanda non dovevano farla.

“Una sera io stavo passando dalla piazza e ci siamo scontrati, il giorno dopo ci siamo incontrati ed è scattata la scintilla…” ecco perché lo adoro, io mi limito ad annuire perché non sono brava a dire bugie.

Per tutto il pomeriggio Paolo e gentile e lo sono anche i miei, loro fanno domande lui risponde con calma…

Si vede che mia madre incomincia ad avere un debole per lui, ma non so mio padre, lui sa nascondere bene i suoi giudizi.

Dopo un paio d’ore Paolo va via e lo accompagniamo tutti e tre alla porta.

“Angela perché non lo accompagni giù?” sbaglio o è stata la voce di mio padre a parlare? Non voglio fargli cambiare idea e mi defilo giù per le scale

Scendiamo a piedi così da poter parlare un po’.

“Sono simpatici i tuoi… tua madre ti assomiglia per tutto, tranne per il colore dei capelli”,

“già, a mia madre piaci molto si è capito subito, a mio padre non so, ma sicuramente gli vai a genio”,

“ne sono felice” dice abbracciandomi, il mio cuore si scioglie, è così tenero!!! Arrivati al portone mi assicuro che non ci sano occhi indiscreti e mi lascio trasportare in un lungo bacio.

“E’ ora del verdetto!” dico allontanandomi “ti dico com’è andata via sms!”.

Fa segno di si con la testa mi saluta e si allontana.

Prendo l’ascensore e salgo fino al quinto piano.

Mio padre mi sta aspettando sulla porta.

“E’ simpatico Paolo” mi dice “una brava persona”,

“già”,

“senti Angela, non voglio starti a fare il classico discorso sull’educazione sessuale, visto che non so a che punto siete, insomma, hai capito, ti dico solo di stare attenta”,

“certo papà” e lo abbraccio.

E’ andata bene.

 

Questo week and Paolo sarà fuori città, e allora ho deciso di vedermi con le mie amiche, visto che ultimamente non le ho filate molto.

Appena arrivate fanno il broncio.

“Dai ragazze cosa avete?” dico strappando quasi il braccio alla Camy.

“Cosa abbiamo? Da quando esci con quel… Paolo non esci più con noi, sembra che non t’importi più nulla di noi” mi sento ferita “ma dai ragazze sapete che voi siete le mie migliori amiche!” dico guardandole tutte e 5 negli occhi.

Per fortuna si risolve tutto e subito con un lungo abbraccio.

 “Ma visto che è così speciale questo tipo dobbiamo conoscerlo, sai per dirti se sei pazza oppure no e anche per dirti lui cosa pensa… se è serio oppure no…” dice Francesca.

“Certo, settimana prossima conoscerete la perfezione fatta a persona!” dico sorridendo.

 

E anche questo giorno è arrivato, ci incontriamo ad un bar, anche questa volta Paolo non si fa aspettare e dopo pochi minuti che siamo arrivate è li assieme a noi.

“Ehi ragazze è lui” dico ancora prima che attraversi la strada.

“Che bono!” si lascia scappare Lucia.

Arriva tutto sorridente, io mi alzo per stampargli un bacio.

“Allora Paolo loro sono le mia amiche: Camilla, Giorgia, Alessandra, Lucia e Francesca”,

“ragazze lui è Paolo”, “ciao” dicono in coro come delle sceme.

Ci sediamo e ordiniamo tutti una cioccolata, ormai è novembre inoltrato e fa un freddo cane.

“Allora Paolo” inizia la Camy “dove vai a scuola?”

“liceo classico, sto facendo l’ultimo anno”,

“quanti anni hai?”

“19”,

“dove vivi?”,

“in una traversa di Corso Sempione”

Accidenti, e io che avevo paura che i miei facessero il terzo grado! Queste qui sono dei veri e propri detective… a turno fanno una domanda, e lui, sempre gentile risponde, anche quando fecero domande che neanche io gli avevo fatto tipo:

“a che anni hai dato il primo bacio, con la lingua ovviamente…”

“a 14”,

“come si chiamava la ragazza e in che situazione?”

“beh, si chiamava Rachele ed era estate… non mi ricordo altro”.

Per fortuna evitarono domande tipo queste però con argomenti sessuali…

Alla fine del terzo grado, fece lui delle domande alle mie amiche, tipo: “che scuola fai?”, “dove vivi?” o “hai sempre vissuto qui a Milano?”.

Quella sera sarebbe toccata a me, infatti  mi avrebbe presentato sua madre a cena e i suoi amici dopo.

Prima di uscire di nuovo passai da casa, mi feci la doccia e scelsi i vestiti con cura, non volevo passare per sciatta, sia che con la madre che con gli amici.

Andammo a casa sua che è piccola ma graziosa.

Paolo vive con la madre, perché il padre è a Roma per due anni per lavoro.

La madre, Grazziella, è una donna minuta, ma molto attiva, si vede che ci tiene molto al figlio.

Per cena ci ha preparato una pasta con sugo e per secondo un piatto tradizionale pugliese, infatti, sia lei che il marito vivevano a Trani fino a due anni prima della nascita di Paolo.

Parlammo del più e del meno, questa volta fui io a raccontare la balla dello “scontro in piazza”.

Ma la parte che mi preoccupava di più doveva ancora arrivare, gli amici dei ragazzi possono essere dei grandissimi stronzi, possono trasformare il tuo ragazzo in una persona irriconoscibile…

L’appuntamento era, come sempre, in piazza.

Arrivammo con un grande anticipo e così ci sedemmo sulla panchina, era già buio e riuscimmo a vedere un paio di stelle.

Poi incominciammo a baciarci, ma un fastidioso fischio ci fece staccare, da lontano arrivava una compagnia, era molto numerosa.

Erano in tutto 10 e c’erano anche diverse ragazze.

Mi venne un colpo al cuore quando fra di essi vidi la tipa che avevo visto con Luca e Luca stesso.

Anche lui mi riconobbe e rallentò un po’ il passo, per poi far cercare di sembrare tutto tranquillo.

“Wee ragazzi!” salutò Paolo.

“Lei è Angela!”,

“Angela loro son: Andrea, Silvia, Cecilia con il suo ragazzo Luca, che si è unito da poco alla compagnia, Claudio, Nicola, Mattia, Melissa, Marco e Guido” anche loro come le mie amiche mi salutarono con un coro di “ciao!”.

Alla fine erano simpatici, ero sempre in imbarazzo per Luca e infatti cercavo di stargli lontano il più possibile e lui faceva lo stesso.

Cominciai a chiacchierare con Silvia, una ragazza molto simpatica, non bellissima ma simpatica.

Quella di nome Melissa non mi si avvicinò neanche per presentarsi, stava lontana e sembrava guardarmi male.

Anche Silvia se ne accorse e si affrettò a spiegare: “scusala, ma è gelosa, non dovrei dirlo ma sono stati assieme lei e Paolo, poi lui l’ha lasciata, non si sa perché e lei non l’ha ancora superata, sai entrambi hanno avuto la prima volta l’uno con l’altra…” mi sentii sbiancare, sapevo che era stupido, insomma, non centrava nulla nel nostro rapporto ma… boh, mi turbò comunque…

Per fortuna a tirarmi fuori da quel pasticcio arrivarono le mie amiche.

Così cominciammo a chiacchierare tutti assieme.

Scoprii che gli amici di Paolo erano molto simpatici, soprattutto, Mattia, il classico burlone del gruppo e grazie a lui mi ritrovai a ridere a crepa pelle.

Notai, pure,  che sembrava aver puntato la mia amica Lucia e che lei sembrava apprezzarlo, infatti, dopo un po’, lui le si avvicinò e scomparirono, per poi tornare quasi un’ora dopo.

Ormai era tardi e dovevo andare, Paolo mi accompagnò, fino a casa parlammo a lungo ma poi… beh potete immaginare, visto che i miei erano ancora fuori città…   

 

Scusate x l’enorme ritardo ma ho davvero pochissimo tempo, fra la scuola e tutto il resto!!! Grazie x le recensioni e x avermi aggiunto fra i preferiti…

Bax Kay^^

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=272884