GIMS

di grelaria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chapter 1 ***
Capitolo 3: *** Chapter 2 ***
Capitolo 4: *** Chapter 3 ***
Capitolo 5: *** Chapter 4 ***
Capitolo 6: *** Chapter 5 ***
Capitolo 7: *** Chapter 6 ***
Capitolo 8: *** Chapter 7 ***
Capitolo 9: *** Chapter 8 ***
Capitolo 10: *** Chapter 9 ***
Capitolo 11: *** Chapter 10 ***
Capitolo 12: *** Chapter 11 ***
Capitolo 13: *** Chapter 12 ***
Capitolo 14: *** Chapter 13 ***
Capitolo 15: *** Chapter 14 ***
Capitolo 16: *** Chapter 15 ***
Capitolo 17: *** Chapter 16 ***
Capitolo 18: *** Chapter 17 ***
Capitolo 19: *** Chapter 18 ***
Capitolo 20: *** Chapter 19 ***
Capitolo 21: *** Chapter 20 ***
Capitolo 22: *** Chapter 21 ***
Capitolo 23: *** Chapter 22 ***
Capitolo 24: *** Chapter 23 ***
Capitolo 25: *** Chapter 24 ***
Capitolo 26: *** Chapter 25 ***
Capitolo 27: *** Chapter 26 ***
Capitolo 28: *** Chapter 27 ***
Capitolo 29: *** Chapter 28 ***
Capitolo 30: *** The end? ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


      


Greta's diary

<< Beh, che ne pensi? >>
<< Non so, non ne sono sicura! >> Ilaria continuava ad insistere.
<< Ma su dai! Pensa che figata fare un blog! Gre, poi non ci costa niente, è solo per provare. Al massimo poi lo cancelliamo >>.
Okay, iniziava a piacermi l’idea di creare qualcosa di nostro, che ci apparteneva in tutti i sensi.
<< E va bene, mi hai convinto! >> le risposi ridendo.
<< Però fammi almeno scegliere il nome. >>
<< Si tranquilla. >> 
<< Pensavo.. Gims! >>
<< Eh? E cosa vuol dire? >> mi rispose con una faccia stupita.
<< Sono le nostre iniziali! >>
<< Gims, gims, gims… Enjoy your world. Mi piace! >>
Iniziammo a ridere come due idiote.
Non conoscevo Ilaria da molto, eppure andavamo talmente d’accordo che sembrava ci conoscessimo da una vita.
<< Ho già chiamato Alex, arriverà fra poco. >>
Alessandro, detto Alex, era suo cugino, una specie di genio dell’informatica - anche se non sembrava affatto un nerd, anzi, era veramente bello - che ci avrebbe aiutato a strutturare il blog. Passammo tutto il pomeriggio a discutere tra file, fogli di carta svolazzanti e idee confuse, ma alla fine ce l’avevamo fatta.
<< Ragazze, ho finito! Ora anche voi fate parte del mondo di Internet! >>
<< Oddio grazie Alex, ti dobbiamo un favore! >>
<< Figurati cuginetta, ora devo andare, ciao! >>.
Dopo averlo salutato, ci avviammo insieme per vedere com’era uscito.
Era a dir poco stupendo. La grafica era moderna, “Gims” era scritto in modo molto semplice, nero con le punte oro.
<< Beh, cosa facciamo? Io non vedo l’ora di iniziare! >>
Non risposi. Le mani mi tremavano, così feci un respiro profondo e appoggiai le dita sulla tastiera. Iniziarono a scorrere, e le parole che vedevo impresse nella mia mente si riproducevano sullo schermo.
Dopo qualche minuto cedetti il posto a Ilaria, che concluse la presentazione. Avevamo scritto un pò di noi e di cosa ci sarebbe piaciuto fare con Gims. Passarono 10, 20 minuti, e non cambiava niente, non c’era nessun nuovo iscritto.
<< Senti, ormai è mezzanotte passata, andiamo a dormire e domani vediamo >>
Annuii, e così, distrutte dal sonno e dalla fatica, andammo a dormire.

Stavo sognando, quando improvvisamente iniziai a sentire un dolore fortissimo alla spalla.
<< Ma sei matta? >> Ilaria stava ridendo.
<< Perché mi hai buttato giù dal letto? >> continuava a saltare.
<< Ho acceso il computer e sono entrata su Gims.. >>
<< E..? >>
Non sapevo che risposta attendermi, solamente mi stavano sudando le mani.
<< E.. Abbiamo 50 nuovi iscritti! >>
<< Cosa? Oddio non ci credo, ma è stupendo! >>
<< Lo so, ho sentito Alex, e mi ha detto che è un buon risultato, inoltre ha detto che scriverà sulla sua pagina di Facebook di iscriversi su Gims. Ha 10mila fans! >>
Non riuscivo a trattenere le lacrime, solamente la strinsi forte e iniziai a urlare: << E questo è solo l’inizio >>.

Andammo in cucina per fare colazione. Ero contenta, sentivo che presto si sarebbe realizzato il nostro sogno.
<< Prima che tu mi buttassi giù dal letto… Stavo pensando ad una cosa… Se facessimo una specie di raccolta fondi per beneficenza? >>
<< Non è una brutta idea, l’unico problema è che non sappiamo come si fa. >>
<< Non preoccuparti. >> le risposi.
<< Conosco alcuni ragazzi che hanno già realizzato questo progetto, ci spiegheranno loro cosa fare. >>
Finimmo di fare colazione. Come al solito Ilaria aveva mangiato come un maiale, oltre alla musica, ingoiare cibo era il suo hobby preferito. Decidemmo di andare a fare un giro per il parco.
<< Gre, che ne dici di scrivere di questa iniziativa sul blog? >>
<< Va bene, aspetta che mi collego a Internet. >>
Avevamo appena scritto che alcuni ragazzi avevano già risposto:

“Perfetto, verserò subito qualcosa! P.S. Gims is yeah!! xx”.

Il blog andava avanti con successo. Noi continuavamo a scrivere pensieri, citazioni, news, battute, e la gente ci seguiva. Eravamo soddisfatte del nostro lavoro, avevamo fatto tutto con tanta fatica, ma ne era valsa la pena! Passarono ben cinque mesi, e Gims aveva già raggiunto tantissimi iscritti. Ormai gli amici avevano diffuso la notizia, e i nuovi profili aumentavano a vista d’occhio. Io e Ilaria ci eravamo ritrovate a casa mia.
<< Dai, diamo un’occhiata al sito! >>
<< Okay.. non ci credo, altri iscritti! >> le dissi.
Ad un certo punto mi accorsi che Ilaria aveva sussultato. Mi voltai verso di lei.
<< Hey, tutto bene? >> continuava a guardare lo schermo imbambolata.
<< Oh Ila! Ci sei? >> non disse niente, semplicemente mi prese la mano, e con il mio dito indicò il nome di un nuovo iscritto.
Sgranai gli occhi.
<< Non ci credo… LOUIS TOMLINSON HA INIZIATO A SEGUIRE GIMS?! >>
Non ce lo potevamo aspettare, eppure era lì, scritto chiaro e tondo. I profili erano certificati, perché avevano un collegamento con l’account di Twitter, ed effettivamente i contatti corrispondevano a quelli veri.
Entrammo su Twitter, e Louis aveva scritto: “Gims is cool!”.
Eravamo fuori di testa, iniziammo a saltare sul letto e a cantare.
<< Se andiamo avanti così, diventeremo presto famose! >>
<< Lo spero proprio! >>
<< Okay, dall’agitazione mi è venuta fame, ordiniamo una pizza? >>
<< Non so perché Ila, ma sentivo che mi avresti fatto questa domanda! E’ proprio vero che saresti perfetta per Niall..! >><< Non dire fesserie, gre...>>
Era il suo idolo, uno dei cinque cantanti dei One Direction. Ogni volta che lo sentiva nominare le luccicavano gli occhi, tra l’avevano la passione del cibo in comune. Lei mi guardò.
<< Non dire fesserie, Gre. Sinceramente mi basterebbe soltanto poterlo incontrare per vedere che persona è, poi magari anche lui si iscrive su Gims! Poi ci conosciamo e lui ti presenta Harry… >>
E ti pareva.
Mi piaceva solo la sua voce, almeno, ero convinta di questo, non pensavo fosse bellissimo, per me era carino. Solo che quando cantava sentivo qualcosa dentro che, non so.. era una sensazione indescrivibile!
<< Si Ila continuiamo a sognare! >> anche se io per prima volevo che quel sogno si realizzasse.
Passarono alcuni giorni, e le sorprese non tardarono ad arrivare. Si aggiunsero altri personaggi famosi tra cui Miranda Cosgrove e Josh Devine, il batterista dei One Direction. Non era possibile.
Come potevamo avere così tanto successo anche con le star scrivendo solamente ciò che ci passava per la testa? Accesi la tv.
C’erano gli MTV Music Award e stavano intervistando Pixie Lott.


“ Quando vai su internet di solito cosa fai? ”

“ Ultimamente sto seguendo un blog veramente figo, si chiama Gims. Ragazzi iscrivetevi anche voi! ”

Guardai il pc e in pochi secondi si erano iscritte 400 nuove persone. Stavo per svenire, era assurdo!
Con l’aggiunta di nuovi iscritti il progetto di beneficenza si era attivato, ed eravamo riuscite a racimolare abbastanza soldi da donare ad un’associazione per i malati di Cancro.
La notizia arrivò ai telegiornali, e ci chiesero di intervistarci.
Stava succedendo tutto troppo in fretta. Ormai ci eravamo fatte molta pubblicità, e quello che doveva restare un blog come tanti altri, era presto diventato una delle pagine più cliccate.
Avevamo raggiunto quasi centomila iscritti in meno di un mese.
I nostri genitori erano orgogliosi di noi, e ci permisero di far avviare un nostro progetto. Ci pensavamo da una settimana circa, e con l’aiuto di tutti gli iscritti eravamo riuscite a creare un viaggio on the road per l’Italia, per far conoscere il blog e prenderci una vacanza con l'arrivo delle vacanze estive. Effettivamente ci serviva, ormai avevamo passato gli ultimi tempi attaccate al computer. Avremmo fatto molte foto con i seguaci di Gims e le avremmo pubblicate sul sito. Non ci era voluto molto, semplicemente confermammo la notizia sul sito, comprammo i biglietti, e partimmo.

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Capitolo 2
*** Chapter 1 ***




Ilaria's diary


Eravamo in treno. Era ancora difficile crederci. Il successo del blog, la proposta di andare per le città italiane a promuovere il nostro sito e l'aumento sempre più frequente dei nostri seguaci. Insomma, una cosa inaspettata, nata da una semplice idea. Sembrava solo un sogno da cui prima o poi mi sarei risvegliata, invece era la realtà. Una realtà incredibile che poche settimane prima non avrei mai immaginato di vivere. Guardavo fuori dal finestrino, il sole risplendeva alto nel cielo illuminando con luce tenue la città di Bologna, la nostra prima tappa. Il viaggio on the road era appena iniziato e secondo la nostra agenda già non avevamo un momento libero, avremmo girato per la città senza sosta, senza mai fermarci. Il treno accostò bruscamente. Eravamo arrivate, finalmente! Greta mi fissava stralunata, si era appena svegliata. La solita dormigliona. Io, dal canto mio, ero pronta a schizzare fuori dal vagone ed andare a cercare qualcosa da mangiare. Ero piuttosto affamata. Purtroppo però sapevamo che non sarebbe stato facile spostarsi facilmente per la città. Ad aspettarci c’era una folla piena di ragazzi, tra cui la figlia del sindaco, che a quanto pare seguiva il nostro blog. Insomma, come inizio prometteva molto bene. Il centro città era affollatissimo, c'erano ragazzi e ragazze di tutte le età, probabilmente anche molti nostri coetanei. Eravamo a Piazza Maggiore. Avevano allestito un piccolo palco solo per noi, ma arrivare sane e salve fino lì, si prospettava un'impresa alquanto ardua. Ancora non mi ero abituata a rispondere alle domande dei ragazzi sul nostro blog, sinceramente non avevo ancora realizzato che ci fossero così tante persone che seguivano Gims, eppure era così! Le mani si alzavano una dopo l'altra, tutti avevano delle domande ed io non sapevo nemmeno chi chiamare. Indicai una ragazza dai capelli rossi e ricci, lei prese in mano il microfono e si alzò in piedi.
<< Vi seguo dal vostro primo status, volevo dirvi che adoro veramente il vostro blog. La domanda che voglio fare è questa. Come avete affrontato questo successo improvviso? >> domande facili...
<< Beh... Vedi, non lo sappiamo nemmeno noi. E' stato tutto così improvviso, quasi irreale. Ancora non riusciamo a crederci, ci sembra un sogno, invece è la nostra realtà e tutto questo è stato possibile grazie a voi! Perciò vogliamo ringraziarvi di cuore, perchè senza il vostro sostegno, noi non saremmo qui! >> per una volta non mi ero inceppata. Credo che fosse stato grazie al piatto di tortelli alle erbe che avevo davanti a me, gentile omaggio del sindaco.
Era arrivato il momento delle foto con i nostri seguaci, foto che avremmo pubblicato sul sito di Gims quella sera stessa. Si fecero avanti due ragazzi, uno biondo con gli occhi color nocciola e l'altro moro con gli occhi azzurri. Ero pietrificata, letteralmente, mentre Greta aveva gli occhi quasi spalancati dallo stupore.
<< Ehi... Potremmo fare una foto insieme?>>
<< O-Okay!>> non feci in tempo ad alzarmi che inciampai sul filo del microfono, trascinando con me Greta.
Rosse dalla vergogna, ci mettemmo a ridere e gli altri si aggiunsero a noi. Insomma, a parte il capitombolo, era stata una giornata perfetta, in più i due ragazzi, Tommaso e Luca, ci avevano dato i loro numeri di telefono.

Eravamo nuovamente sul treno, dirette verso Roma, la nostra ultima tappa del "Gims On the Road". Passammo il viaggio a russare, eravamo stanchissime. Non riuscivo a immaginare come le star potessero fare così tante cose e rimanere sempre attive… Mi addormentai pensando a Niall. Da quando Louis aveva iniziato a seguire GIMS ero terrorizzata al solo pensiero che il biondino irlandese potesse leggere ciò che scrivevo… Era assurdo l'effetto che mi provocava quel ragazzo senza nemmeno conoscerlo.
Al nostro risveglio mancava solo qualche chilometro ad arrivare alla stazione. Svegliai Greta, che stava dormendo in un modo troppo buffo, e mugugnò qualcosa che non capii. Ormai il treno si stava fermando, ed ero un po’ triste a pensare che quella sarebbe stata una delle ultime tappe, e poi sarebbe stato il momento di tornare a casa. Il taxista ci lasciò nei pressi di Palazzo Poli. Avevamo già progettato di recarci lì, ma tra una cosa e l'altra non avevamo mai avuto abbastanza tempo. Però ce l'avevamo fatta, raggiungemmo la Fontana di Trevi quasi correndo ed emozionate ci facemmo largo tra la folla. Trovato il nostro spazietto di fontana ci girammo dandole le spalle, prendemmo i nostri centesimi, ci preparammo e lo lanciammo, esprimendo un desiderio.

La sera, la nostra ultima sera nella capitale, la passammo in albergo. Dovevamo andare a letto presto, il mattino dopo ci saremmo dovute svegliare alle cinque, andare al'incontro con i fan di Gims e poi dirigerci verso Napoli. Verso le undici squillò il telefono, mezza addormentata afferrai il cellulare e risposi.
<<  S..i? >>
<<  GIMS? >> era un uomo inglese.
<<  Si, chi è? >>
<< Sono Alan Carr, non so se mi conoscete. >>
<< Oddio, beh, sì c.. >> non mi fece finire. 
<< Ragazze, qui state acquistando popolarità! Non posso permettermi di farmi sfuggire quest’occasione.. Volevo proporvi una rubrica. Venite in Inghilterra per un po’! Ho già in mente un programma perfetto… Potreste fare le interviste ai cantanti del momento, pensavamo di aprire la rubrica Gims che potrebbe andare in onda dal mese prossimo. Che ne dite? Vi prego ditemi di sì! Siete agli sgoccioli, iniziano ad aumentare anche i vostri seguaci inglesi. Il volo lo paghiamo noi, anche l’albergo.. >>
Greta nel frattempo si era svegliata e aveva ascoltato ogni singola parola di Alan. Probabilmente stavo sognando, ma volevo credere che fosse la pura realtà. Avevo gli occhi fuori dalle orbite dalla felicità, Greta era sul proprio letto che saltava dalla felicità e urlava “Yes, Yes, Yes”.
<< Io, noi… Certo che accettiamo! Grazie davvero, ne siamo davvero onorate, che dico siamo onoratissime... Davvero grazie mille! >>.
<< Perfetto, nei prossimi giorni vi manderemo le informazioni necessarie per la vostra permanenza a Londra, good night GIMS girls! >>.
Riattaccai e mi unii a Greta a saltare sul letto e urlare a squarciagola.
<< Londra, stiamo arrivando!>>.


Greta's diary 


Ci svegliammo il mattino dopo ancora euforiche per la chiamata della sera prima. Non era possibile. Alan Carr ci aveva chiamato perché voleva che andassimo a Londra. Noi. A Londra. Solo dopo realizzai che avevamo accettato senza chiedere il permesso a nessuno. “Merda” pensai. Mi dovevo togliere il peso immediatamente, chiamai i miei e raccontai loro tutto. Rispose mia madre.
<< Greta non ti preoccupare, ci sono arrivati tutti i documenti da compilare e lui ci ha chiamato via Skype, di modo che avessimo la certezza di chi fosse. Ci ha spiegato tutto. Devo ammettere che inizialmente io e tuo padre eravamo dubbiosi. Pensavamo che forse era troppo presto, però alla fine abbiamo capito che questa è un’occasione più unica che rara. Abbiamo sentito anche i genitori di Ilaria, e hanno dato l’okay. Siete abbastanza grandi da gestirvi da sole, almeno per un mese. Perciò… Siete libere di andare, e mi raccomando… >> Non ci potevo credere.
<< Grazie mamma, non sai quanto devo a te e a papà! Non ti preoccupare, sapremo badare a noi stesse. >>
<< Allora? >> mi chiese Ilaria che era appena uscita dal bagno e non aveva sentito la telefonata. La guardai per un po', si vedeva che era agitata.
<< Ila mi dispiace, ma… ma dobbiamo salutare l’Italia, perché domani partiamo per Londra! >>
<< Oddio, sì! >> eravamo contentissime.

Ci dirigemmo subito verso Piazza di Spagna per incontrare i fan di Gims, salutammo tutti e ci dirigemmo dietro alcuni tavoli per fare le foto. Anche se mi piaceva quella sensazione, non riuscivo a smettere di pensare al nostro viaggio a Londra. Verso mezzogiorno eravamo già a Fiumicino con i biglietti in mano. Facemmo il check in e poi ci dirigemmo al Gate 3. Dopo qualche minuto c’era già un autobus diretto verso l’aereo. Prendemmo i posti, F46 ed F47 ed aspettammo impazientemente il decollo. Amavo andare in aereo. Si accesero i motori, guardai Ilaria con occhi pieni di gioia, e notai che il suo sguardo rifletteva le mie stesse emozioni. L’aereo partì, e nonostante la mia felicità, dopo mezz’ora mi addormentai con le cuffiette nelle orecchie.

Mi svegliò l’odore sello spuntino che stava portando l’hostess con il carrello. Ilaria si prese un hamburger, mentre io comprai dei biscotti. Non mi andava di mangiare, però Ilaria mi convinse a prendere qualcosa, dicendo che poi li avrebbe divorati lei… Doveva mancare un’altra mezzora all’atterraggio, e dopo aver spiluccato un biscotto, passai una cuffietta ad Ilaria. Insieme iniziammo a cantare “Don’t Stop Me Now” dei Queen, tra gli sguardi divertiti di alcuni passeggeri che, a quanto pare, avevano confuso la nostra "splendida" performance per uno spettacolo di cabaret; ci fecero addirittura l’applauso. Finito lo spettacolino non feci a meno di chiedere a Ilaria come si sentisse.
<< Non lo so. E’ come se sentissi tutto e niente, forse perché non so cosa mi aspetterò da una metropoli come Londra, chi conosceremo, cosa passeremo.. >>
<< Non so te, ma credo che succederanno molte cose belle. >> lo speravo veramente, in fondo questo sesto senso ce l’avevo sempre avuto. Chissà. Mancavano pochi minuti all’atterraggio, presi il cellulare e guardai se su GIMS qualcuno aveva scritto qualcosa. Alan Carr aveva pubblicato un messaggio.

“Ragazzi, messaggio importante: per chi ancora non lo sapesse, da domani le ragazze di GIMS saranno qui a Londra, fate girare la voce, perché se lo meritano il successo! Il vostro super sexy presentatore Alan xx”

Il messaggio aveva riscosso molto successo. I fan erano aumentati.
<< Centomila, Ila sono centomila! >>
<< Scherzi?! Arrivate a Londra si festeggia! Ahah oddio non ci credo! >> con il sorriso stampato sulle labbra, guardai fuori dal finestrino. L’aereo si stava lentamente abbassando, e riuscivo a distinguere le automobili che sfrecciavano sulle strade. Poi iniziò ad avvicinarsi la pista di atterraggio, e dopo un brusco sbalzo, l’aereo si fermò.
Eravamo arrivate all’aeroporto di Heathrow. All’interno notammo un uomo che sorreggeva un cartello con su scritto “Gims”. Mostrammo i documenti e lui ci portò verso un’uscita secondaria. Avevo la pelle d’oca, ero agitatissima. Quando uscimmo, trovammo ad aspettarci parecchi ragazzi e ragazze che ci chiedevano autografi e foto insieme. Autografi?! Non ci potevo credere, iniziai a urlare come una pazza.
E ad ogni frase che dicevamo, seguiva un urlo di approvazione da parte di tutte quelle persone che erano venute lì per vederci. Facemmo qualche autografo e parecchie foto, poi un uomo della sicurezza ci avvisò che dovevamo salire in macchina, perché Alan ci aspettava. Un po’ mi dispiaceva, perché mi sentivo estremamente bene assieme a tutti quei ragazzi, ma il dovere ci chiamava, e noi non eravamo a Londra per giocare.
Entrammo in macchina, subito Ilaria abbassò il finestrino e iniziò a salutare come una matta.
<< Sembri una fattona dai, rientra in macchina che mi stai facendo morire dal ridere! >> rimise la testa in macchina e dopo qualche secondo iniziò anche lei a ridere.
Pensavo: è normale. Eravamo due ragazze quindicenni, che avevano centomila seguaci sparsi per il Mondo e che si stavano dirigendo verso uno dei reality show inglesi più conosciuti e stimati su una macchina extra lusso. Cazzo. Chiamammo subito i nostri genitori.
Appena riattaccamo alcuni uomini ci aprirono lo sportello e ci dissero di seguirci, ci avrebbero portato allo studio 1, dove ci aspettava Alan.
<< Ragazze, siete ufficialmente i miei idoli! E per dio, siete fa-vo-lo-se! >> Aveva detto appena due parole, e già mi ero innamorata di quell’uomo.
Ci fece fare un breve tour dello studio, e poi ci accompagnò dalla truccatrice.
<< Perfetto, allora adesso Emily vi proverà qualche trucco e poi vi porterà dei vestiti da indossare, tra poco sembrerete due dive di Hollywood! >>
Lo ringraziammo e poi ci posizionammo davanti allo specchio, dove Emily e una sua assistente avevano già preparato il necessario per sistemarci un po’ il viso. Dopo un’ora eravamo pronte. Entrambe avevamo un trucco leggero, che però risaltava i miei occhi verdi scuri e i suoi azzurri oceano. Due ragazze ci portarono da vestire. Stavamo ancora ammirandoci davanti allo specchio quando uno sceneggiatore ci chiamò, avvisandoci che tra poco sarebbe stato il nostro turno.
<< Ragazzi, è arrivato il momento. Sono due ragazze italiane, piene di sogni e voglia di vivere, hanno talento e ce l’hanno dimostrato con la creazione di un blog che sta letteralmente spopolando. Ecco a voi.. Greta e Ilaria, le creatrici di Gims! >>
Entrammo, e una luce ci accecò, ma riuscimmo ad arrivare al divanetto dove fino a qualche minuto prima si erano seduti attori e cantanti. Iniziò l’intervista. Iniziammo entrambe a parlare da come era partita l’idea del blog. Parlammo di tutti i nostri progetti, di cosa avremmo fatto durante il soggiorno qui a Londra. Le domande non finivano più, finchè, come da tradizione del programma, Alan ci sfidò ad una gara di ballo contro di lui. Non riuscivo a smettere di ridere, era troppo buffo!
<< Ragazzi preparatevi, che da domani queste due favolose ragazze inizieranno a girare Londra, e poi… sorpresa! Parteciperanno al London’s Talent Award, dove intervisteranno tutti i vip del momento! Mi raccomando, continuate a seguirle! Ora però vi devo salutare, ragazze è stato un piacere conoscervi, spero che ritornerete a farmi visita! >>
<< Sicuro Alan, ci siamo divertite moltissimo, conta sul nostro ritorno! >> e partì la pubblicità.
Uscimmo di scena ancora sovreccitate per quello che era appena successo. Ci riaccompagnarono fuori, dove ci aspettava più gente di prima. Salimmo su una jeep nera e ci diregemmo verso l'hotel.
Dopo circa cinque minuti eravamo già alla reception dell’albergo. Ci diedero la chiave della stanza e salimmo. I nostri bagagli erano già stati portati dentro. Era una camera bellissima.
<< Certo che qui a Londra si trattano bene, eh? >> iniziai a ridere. Non avevo mai riso così tanto in un giorno.
Il letto era pieno di lettere, bigliettini, cartoline e fiori. Uscimmo dal balcone. Il panorama era stupendo. Pensai di chiamare via Skype i miei. Quando risposero vidi che c’erano anche i genitori di Ilaria e tutti i nostri amici. Iniziarono ad urlare e a farci i complimenti. Sentivamo frasi del tipo “Abbiamo visto lo show, siete state bravissime” “Siamo orgogliose di voi”. Dopo dieci minuti riattaccammo e accendemmo il blog, una ragazza inglese aveva scritto un post.

“Siete state le uniche ragazze che in un’ ora mi hanno fatto riflettere, ridere e commuovere allo stesso tempo. Siete i miei idoli, e sono fiera di voi ragazze. Continuate così, e… Gims is forever xx”

Mi scese una lacrima, guardai Ilaria e le sorrisi. E con quel dolce pensiero in mente andai a dormire.

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Capitolo 3
*** Chapter 2 ***




Ilaria's diary

Erano i London's Talent Award.
Ero decisamente molto emozionata, non potevo ancora credere di essere davvero lì. Per tutto il pomeriggio non avevo fatto altro che fantasticare su come sarebbe stato e ora che stavo per scendere dalla limousine, mi pareva tutto più amplificato e incredibile. Avevo un'immensa paura di scendere, ero paralizzata.
<< Io... Io non scendo Gre! >> la mia amica aveva uno sguardo perso nel vuoto.
<< Forse siamo ancora in tempo per andarcene... >>
<< La vedo leggermente impossibile a questo punto... >> anche se... No, non era il caso di tentare una mossa da agente 007.
Guardai fuori dal finestrino, c’erano luci abbaglianti e un sacco di flash provenienti dalle macchine fotografiche. Non ero pronta, ma proprio in quel momento ci aprirono la portiera.
<< Bene… Siamo perse, è troppo tardi per scappare. >>
<< Forza e coraggio Ila, se siamo arrivate fino a Londra da sole, riusciremo ad affrontare anche i London’s Talent Award. Non credi anche tu? >> non risposi e mi limitai ad annuire, poco convinta. Per mia sfortuna, ero la prima a dover scendere, prima però feci un respiro profondo e lentamente affrontai ciò che mi aspettava fuori dalla limousine. Un lungo tappeto rosso si estendeva al di là della mia visuale, c’erano delle transenne ai lati del Red Carpet che trattenevano i fan dal non saltare addosso ai propri idoli. Piano piano, Greta si portò al mio fianco.
Io indossavo un abito corto di colore blu, con la gonna a pieghe sopra il ginocchio e il corpetto stretto, a coronare il tutto, un paio di scarpe nere con un tacco a dir poco vertiginoso. Greta invece aveva optato per un look più rockettaro, leggings, maglietta della Cheap Monday nera e stivaletti con il tacco.

Avevo paura di cadere, sia io che Greta avevamo scarpe con tacchi molto alti e visto che già ero agitata, il disastro era assicurato, cercavo di non pensarci anche se era inutile. Sentimmo acclamare i nostri nomi e quello del blog, soprattutto. Mi sentivo importante. Dovemmo fermarci sul Red Carpet per poter fare autografi e foto con i fan e per i paparazzi.
Dovevamo entrare, ma non riuscivamo più a staccarci dai nostri fan che continuavano a moltiplicarsi senza sosta. Vidi un bodyguard venirci incontro e trascinarci all’interno dell’edificio. Con la coda dell’occhio feci appena in tempo a scorgere Niall Horan che scendeva da un SUV nero, seguito dal resto del gruppo. Il cuore incominciò a battere sempre più forte. Anche se cercavo di calmarmi, quest’ultimo continuava a correre all’impazzata. Dovevo darmi un contegno, altrimenti avrei combinato qualche pasticcio. All’interno era tutto ancora più meraviglioso.
C’erano le incertezze e i sogni dei cantanti emergenti a contrasto con le capacità di intrattenere il pubblico di quelli esperti. Due categorie differenti, vero, ma unite dal loro immenso talento. Perché se si trovavano lì, un motivo c’era eccome. Ad ogni passo, vedevo spuntare il viso di sorridente di qualche star famosa, mi sembrava un sogno, invece era tutto vero. Ci accomodammo in un camerino per la prima intervista.
Era piuttosto spazioso, c’erano due divanetti e una poltrona, un tavolino con adagiato sopra un ricco buffet, una specchiera e un piccolo armadietto. Mi gettai sul divanetto e iniziai a mangiare qualche stuzzichino, ero sempre stata piuttosto affamata, soprattutto nei momenti di massima agitazione. Greta era euforica, non vedeva l’ora di iniziare la prima intervista della serata.
<< A che ora inizia l’intervista? Non dovrebbero essere già essere qui? >> Greta era parecchio ansiosa.
<< Greta, tranquilla, arriveranno! Non essere impaziente! >> dissi con convinzione.
<< Io? Impaziente? Nah… >> si mise a ridere.
<< Beh, io di sicuro sono molto agitata, ecco perché credo che andrò a farmi un giretto! >>
<< E se arrivano? >> chiese preoccupata.
<< Manca ancora un quarto d’ora all’incirca… >>
<< Okay! Va bene, prendo l’agenda e ti seguo. >> così detto, ci dirigemmo verso il corridoio. Incontrammo diversi cantanti, a cui scattammo numerose foto, eravamo anche riuscite a fare alcune domande a star di alto calibro.
Eravamo emozionatissime. Ad un certo punto ci ritrovammo davanti al camerino degli One Direction.
<< Se bussiamo? Io la voglio una loro intervista! >>
<< Tu Greta, vuoi solo incontrare Styles! >> lei mi guardò male e fece per bussare, ma proprio in quel momento un signore sulla cinquantina d’anni ci chiamò.
<< Ragazze, gli All Star Weekend vi stanno aspettando per l’intervista! >> Oh merda! Era già così tardi?
Ci precipitammo al nostro camerino, eravamo pronte e per niente agitate, aprimmo la porta ed entrammo per la nostra intervista.

Erano le quattro di mattina ed eravamo appena tornate dai London’s Talent Awards. Ero stanca, ma emozionata.
<< E’ stato fantastico! Non ci posso ancora credere, mi è sembrato di vivere un sogno! >>
<< A chi lo dici... Dov’è l’agenda?>> chiese Greta quasi urlando.
<< L’avevi messa in borsa, prima del giro in corridoio! >> iniziò a cercare nella borsa.
<< Comunque ti stavo dicendo…>> mi interruppe.
<< Ila! L’agenda è scomparsa!>> rimasi di stucco.
<< Come è scomparsa? Non è possibile Gre!>> no, non potevamo averla persa. Guardai Greta accigliata. Quell’agenda era indispensabile, lì c’erano tutti i nostri appuntamenti, le interviste, i discorsi e i numeri telefonici.
Proprio in quel momento squillò il mio telefono.
<< Pronto? >> dissi con poca voce.
<< Ciao! Abbiamo trovato l’agenda dietro le quinte del palco dei London’s Talent Award. >>
<< L’agenda? L’avete trovata? Ma è fantastico!... Greta, hanno trovato l’agenda! >> la mia amica afferrò il telefono e iniziò a ringraziare i nostri salvatori. Alan ci aveva procurato gli inviti al matrimonio di un certo Richard Armitage, che sarebbe avvenuto due giorni dopo. E siccome anche loro erano stati invitati, ci saremmo incontrati lì. Così noi avremmo potuto fare le interviste, e finalmente la nostra agenda sarebbe ritornata nelle nostre mani.
Mentre stavo per addormentarmi pensai a chi potessero essere, di sicuro erano famosi, ma non ne ero così sicura. Potevano essere dei cameraman o degli addetti alle luci.
Ad ogni modo non vedevo l’ora di scoprirlo.


Greta's diary

Perfetto. Già due giorni dopo il nostro arrivo a Londra avevamo perso l’agenda, la nostra cosa più importante.
Quando a Ilaria era arrivata quella chiamata mi sentivo un po’ a disagio. Chi mai potevano essere quei ragazzi che l’avevano trovata? Dalla voce sembravano tipi affidabili, ma ero diffidente.
Male che andava, perdevamo l’agenda.
Avevamo sempre l’opportunità del matrimonio.
Quello stesso giorno andammo a comprare i vestiti. Avevamo intenzione di fare un giretto a Piccadilly Circus, al Trocadero, ma ci avevano informato che era un posto molto affollato e che di vestiti per andare a un matrimonio non ce n’erano molti. Così optammo per Oxford Street.
Dopo aver fatto uno spuntino, ci dirigemmo verso la metropolitana, e dopo una decina di minuti eravamo già alla fermata di Oxford Circus.
<< Andiamo da Harrods? Ti prego Gre, è uno dei centri commerciali più famosi! >>
<< Va bene, però dopo facciamo anche un giretto a Regent Street, perché andando agli studi ho visto una boutique che esponeva dei vestiti bellissimi. >>
Entrammo nel centro commerciale. Era incredibilmente grande, così tanto da potersi perdere al suo interno.
Chiedemmo ad alcune ragazze che stavano mangiando un gelato dove potevamo trovare un negozio che vendesse abiti eleganti. Ci risposero che al piano superiore avevano appena aperto Harvey Nichols e che sicuramente lì avremmo trovato qualcosa.
Effettivamente avevano ragione.
C’erano dei vestiti stupendi, anche se i prezzi erano esorbitanti. Ilaria si era innamorata di un vestito molto carino: arrivava leggermente sopra le ginocchia, era di raso nero e si univa sul seno con uno spillo d’argento. La spallina era una sola, ma soprattutto, il prezzo era abbordabile.
Lo provò, stava veramente bene. Poi prese anche delle scarpe abbinate nere lucide con tacco.
Dopo l’acquisto, andammo in quel negozio che al nostro arrivo mi aveva tanto colpito.
Entrammo, e lo vidi.
Era perfetto, era l’abito che volevo!
Doveva essere di seta. Era di colore rosa antico, e finiva con dei rigonfiamenti. La parte superiore andava a formare alcuni decori intrecciati. Era abbinato ad un coprispalle e a una pochette, entrambi neri.
Era semplicemente bellissimo.
La commessa non fece in tempo a chiedermi cosa volevo acquistare che già avevo trovato la taglia del vestito ed ero andata a provarlo in camerino. Con quell’abito mi sentivo bene. Le scarpe abbinate erano dei sandali neri lucidi con tacco, comprai anche quelli.

Finalmente avevamo finito.
Tornammo a casa che eravamo esauste, tirammo fuori i vestiti dai sacchetti per riporli nell’armadio.
<< E se chiamassimo Emily per truccarci? Sarebbe perfetto! >> Era un’ottima idea, non esitai a prendere il telefono e a digitare il suo numero.
<< Pronto? >>
<< Ciao Emily, sono io, Greta! Volevo chiederti.. dato che domani siamo invitate ad un matrimonio, e siamo una frana con il trucco, ci chiedevamo se ti andasse..? >>
<< E me lo chiedete anche? Ragazze, non c’è problema. Sapete che io sono sempre a disposizione! Va bene se domani vengo da voi per le 9.30? >>
<< Perfetto! Grazie mille, ti dobbiamo un favore. >>
<< Figuratevi, ci vediamo domani! >>
E dopo quella chiamata ce ne andammo a dormire.

*bip bip bip BIP BIP BIP*
Odiavo il suono della sveglia, era insopportabile. Erano già le otto, e in un’ora dovevamo essere sveglie, perché sarebbe arrivata Emily.
<< Dai Ila svegliati, che oggi c’è il matrimonio... >>
<< Si si.. due minuti. >>
<< No dormigliona, tu ti alzi adesso! >> e così la buttai giù dal letto.
<< Dovevo ancora fartela pagare per quando mi avevi fatto cadere tu, dai ora iniziamo a vestirci! >>
Gli abiti erano lì, pronti per essere indossati. Dopo venti minuti qualcuno bussò alla porta.
<< Ragazze sono io! >>
<< Entra pure, è aperto! >> Aiutammo Emily a portare dentro tutto il necessario.
Iniziò con i capelli. A me fece i boccoli, mentre ad Ilaria stirò i capelli e li fermò in alto con una molletta argentata che riprendeva quella del vestito, poi passò al trucco.

<< Ragazze, siete stupende. >>
<< Questo è merito tuo! >> la abbracciammo, e dopo averla salutata, ci dirigemmo verso l’automobile che ci avrebbe scortate in chiesa.
Arrivammo che la messa era già iniziata, così ci sedemmo in fondo.
La sposa era semplicemente bellissima, indossava un abito lungo e stretto, color bianco panna.
Dopo un’ora la celebrazione era finita. Dovemmo aspettare un pò perché la nostra auto era parcheggiata abbastanza lontano, così fummo le ultime ad andarsene dalla chiesa.
Il ristorante era a qualche chilometro di distanza. Appena arrivammo, ci congratulammo con gli sposi, e ci dirigemmo verso l’aperitivo.
<< Ila, non pensi che dovremmo cercare l’agenda? >>
<< Buona idea. >>
Demmo un’occhiata in giro, fino a quando non vidi una mano che reggeva… la nostra agenda.
<< L’ho trovata! >> esclamai.
Ci scansammo tra la gente cercando di raggiungere quella misteriosa persona che la teneva in mano.
Da dietro sembrava carino. Un ragazzo, alto poco meno di 1.80 m, ricciolino.
<< Hey, ciao! Siamo le ragazze dell’ag... >> si voltò.
<< Oh porca troia. >> sussurrai.
Quel ragazzo era Harry Styles.

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Capitolo 4
*** Chapter 3 ***




Ilaria's diary

Il cuore mi si era fermato in petto, non ci potevo credere. Harry Styles era davanti a noi, con in mano la nostra agenda. Sorrise alla mia amica con sguardo malizioso, avevo visto bene? Greta arrossì leggermente, fece un sorriso piuttosto impacciato.
“Se c'è Harry, c'è sicuramente anche il resto del gruppo” pensai. Ero scossa dalla felicità mista all'emozione, tentavo di parlare ma dalla mia bocca non usciva alcun suono.
<< Cos'hai detto?>> Harry si rivolse a Greta, che aveva appena pronunciato un'esclamazione degna di nota. Era pietrificata almeno quanto me. Vidi che si stava avvicinando il resto del gruppo. Mi sistemai i capelli che si erano scompigliati.
<< Emh... E' un'esclamazione italiana!>> Greta aveva pronunciato la frase molto lentamente.
<< Ehi Louis! Loro sono le creatrici di GIMS!>> Louis accorse verso di noi, seguito dagli altri.
<< Voi siete Greta ed Ilaria? Piacere! Sono un vostro grandissimo fan, siete davvero fantastiche!>> un nostro grandissimo fan? Bene, potevo anche svenire senza problemi. Cercai di parlare.
<< Beh... Ne siamo davvero onorate, non c'è che dire..!>> In quel momento vidi entrare la torta nuziale, mi venne l'acquolina in bocca, avevo una fame da lupi. Inoltre ero davvero troppo agitata per restare lì, avrei combinato di sicuro qualche pasticcio. Perciò decisi di dileguarmi, anche se era l'ultima cosa che volevo fare.
<< Greta.... La torta! Io vado a mangiare...>> lei mi trattenne per il braccio, mi guardò con occhi furiosi, ma allo stesso tempo imploranti.
<< Tu non te ne vai! Hai capito?>> stavamo parlando in italiano.
<< Ma è così invitante...Guardala!>>
<< Tu vuoi solo svignartela perchè sei agitatissima!>>
<< Forse... Ma ho davvero fame.>>
<< Non mi lascerai qui da sola!>>
<< Che succede ragazze?>> era stato Harry a parlare.
<< Scusatemi, ma la torta mi aspetta... Ci vediamo dopo!>> Greta mi guardò con sguardo truce e arrabbiato.
<< Niall, lei ti batte in fatto di cibo!>> mi voltai di scatto.
<< Già... Aspetta, vengo anche io! Ho una fame...>> era stato Niall a parlare, rimasi di stucco. Oh mamma, e adesso?
<< Bella questa canzone, Greta ti va di ballare?>> Harry guardò esitante la mia amica.
Greta sembrava un autentico peperone tra le nuvole, mi guardò con sguardo agitato, ma felice al tempo stesso.
<< C-certo! Con piacere...>> li vidi inoltrarsi in pista e confondersi tra la folla.
Rimasi sola con Niall, se n'erano andati tutti. Ci accomodammo nell'unico tavolo libero, c'era un sacco di gente, era un vero caos.
Nel frattempo, un ragazzo girava per i tavoli e la pista da ballo, con una telecamera in mano.
<< Allora voi siete le ragazze di GIMS. Il vostro è davvero un bel blog!>>
<< Grazie!>> ero "stramegaarcisuper" emozionata, insomma in poche parole, incredibilmente felice. Il problema era che non sapevo cosa dire a Niall, avevo sempre sognato quel momento ed ora con la mia improvvisa timidezza, stavo rovinando tutto quanto.
Lo scoprii intento ad osservarmi, per poco non mi strozzai con l'acqua.
<< Ehi tutto bene?>> si alzò di scatto, pronto ad intervenire.
<< Si, si... Tranquillo...>> tossicchiai leggermente e mi accorsi di aver finito la mia fetta di torta.
<< Vuoi ballare?>> mi stupii della sua proposta, rimasi senza parole.
<< Certo!>> riuscii a rispondere.
Era appena partito un lento. Mi avvicinai a Niall e iniziammo a ballare. Eravamo entrambi un po' impacciati all'inizio, ma poi riuscimmo a trovare il tempo giusto. Appoggiai la testa sulla sua spalla e notai che Greta aveva fatto lo stesso con Harry. Lei mi vide e mi sorrise, io alzai il pollice all'insù e lei fece lo stesso, era in un certo senso il nostro rito segreto. Finito il lento, partì una canzone piuttosto movimentata. C'eravamo uniti tutti e quattro più il resto del gruppo, eravamo scatenati, ma piuttosto incapaci. Il tizio che filmava si concentrò su di noi, ero un po' imbarazzata, ma riuscii a divertirmi lo stesso.

La serata passò piuttosto in fretta, troppo per i miei gusti. Da veri gentleman, ci accompagnarono a casa nostra. Eh già,  Alan ci aveva affidato un appartamento come validissimo sostituto della camera d'albergo. Avevo i piedi distrutti, facevo quasi fatica a camminare, ma cercai di tenere duro. Non avevo intenzione di andare in giro scalza, non quando al mio fianco c'era Niall Horan. Ci toccò prendere un taxi piuttosto malconcio, ma ci accontentammo ugualmente. Tra Greta ed Harry avevo notato un certo affiatamento, oltre che ad un sacco di incroci di sguardi per niente casuali. Decisi di non dire niente, per lo meno non in quel momento, non era il caso. Arrivati davanti alla porta d'ingresso mi sentii un po' persa, era stata una giornata così stupenda da desiderare ardentemente che non finisse. Avevo paura di non riuscire più a rivederlo, ma in fondo era una cosa stupida, loro abitavano a Londra. Mi autoconvinsi che li avremmo rivisti molto presto.
<< Grazie per averci accompagnate a casa!>> Greta aveva uno sguardo raggiante, molto simile al mio.
<< Bene, spero ci rivedremo presto, grazie ancora>> avevo pronunciato la frase rivolta a Niall.
Lui mi sorrise e si avvicinò. Mentre il mio cuore incominciava a galoppare.
Vidi Harry sussurrare qualcosa all'orecchio di Greta.
Niall, intanto, mi stampò un bacio sulla guancia e mi diede la buonanotte.
Aspettammo che si allontanassero. << 1...>> iniziò a dire Greta.
<< 2...>> le feci da eco.
<< 3...!>> ed iniziammo ad urlare a fare salti altissimi verso il soffitto, senza fermarci un attimo. Entrate in camera, la nostra pazzia di poco prima si era leggermente attenuata.
<< Mi ha dato un bacio sulla guancia!>> dissi emozionata, quasi sconvolta, dalla felicità però.
<< Ho visto... Ah... Harry!>> io la guardai con curiosità.
<< Cosa ti ha sussurrato Harry poco prima, Alice nel paese dell'amore?>> Greta mi guardò con sguardo sognante.
<< Beh, ecco n… >> risi, poi sentimmo i cellulari vibrare.
"Un nuovo messaggio", controllai il mittente almeno dieci volte, Niall. Guardai Greta e dalla sua espressione capii che anche Harry si era dato da fare.

“E' stata una giornata fantastica! Spero ci rincontreremo presto... Niall”

Rimasi senza parole, perfetto, ora ero in fase di svenimento. Mi gettai sul letto, purtroppo per me, mancai di poco l'obbiettivo e mi ritrovai a terra con un tonfo assordante. Che dolore!
<< L'amore, ti fa diventare imbranata cronica!>> Greta rise e mi aiutò a rialzarmi, poi continuò << Guarda questo video, è del matrimonio ed è su youtube!>>.
Guardai il video morendo dalle risate. C'eravamo noi e i ragazzi che facevamo balletti inventati al momento, sembravamo quasi degli ippopotami in calore. Quasi un milione di visualizzazioni. Ero a bocca aperta, ma anche contentissima, che era dir poco.


 
Greta's diary

Ufficialmente, da quel momento in poi il mondo poteva anche finire. Stavo ancora parlando con Ilaria di tutto ciò che era successo, quando iniziai a passarmi nella mente tutti i momenti che avevamo vissuto al matrimonio. L’agitazione per l’agenda, Harry, gli altri ragazzi, la torta nuziale, i lenti, quella frase.
“E’ stato tutto bellissimo, grazie, splendore.” Anche Ilaria a quanto pare aveva fatto colpo, quando Niall la guardava sembrava fosse incantato.
<< Gre, ma siamo sicure che tutto questo stia succedendo a noi?>>
<< Ila ti giuro, faccio fatica a crederci. >> Ci cambiammo e andammo a dormire.
Ero sul punto di addormentarmi quando il cellulare incominciò a suonare e vibrare. Presi il telefono, un pò scocciata.
<< Sì, chi parla? >>
<< Pronto, ehi Greta mi senti? Sono Paul Higgins, la guardia del corpo degli One Direction. Anche se forse mi conosci meglio come loro bodyguard, o giocattolo gigante, o.. >> lo interruppi. << Ehm… Salve Paul, tutto bene? >>
<< Per favore, dammi del tu che altrimenti mi sento vecchio. Sì, dato che per quel disguido non avete potuto ricevermi agli Award.. Stavo pensando.. Vi andrebbe bene se l’intervista la facessimo domani al Revolution? >>
<< Non… Non c’è problema! Per che ora..? >>
<< Io farei per le 20.30 così potremmo cenare e chiacchierare un po’! Ci sarà la serata ‘Dance in Black’ perciò deduco bisogni vestirsi di nero… >>
<< Non ti preoccupare, a domani, e buonanotte! >> riattaccai.
<< Chi era? >>
<< Paul, ma a quest’ora non ha altro da fare? Comunque domani sera si va al Revolution! >>

Come al solito, la sveglia suonò alle otto di mattino. Ilaria a quanto pare non l’aveva sentita, così la lasciai dormire e mi diressi in balcone. Per la miseria, l’appartamento era stupendo. Era di colori molto chiari, semplice. Aveva molte decorazioni in legno, che rendevano l’ambiente più armonioso. Il giardino non era immenso, ma avevamo la piscina. Feci dei respiri profondi. L’aria non era il massimo, ma si sentivano gli uccelli cinguettare, e si percepiva freschezza. Andai in cucina a preparare la colazione. 
<< Mmh, che profumino.. Gre stai facendo i pancakes? >>
<< Ben svegliata Ila, comunque si, vanno bene con la nutella? >> Si era svegliata improvvisamente.
<< Si, si! Mi raccomando abbonda! >> Iniziai a ridere, era una soddisfazione vederla mangiare!
<< Spiegami meglio la storia di ieri, che non ci ho capito molto. >>
<< Allora, stasera faremo l’intervista a Paul, ha detto che ci dovremo trovare al Revolution, ceneremo là e poi… ah sì, dobbiamo vestirci eleganti e di nero perché ci sarà una serata Black o qualcosa del genere.. . >>
<< Beh allora oggi che facciamo? >>
<<  Stavo pensando di andare in centro a fare un giretto a Hyde Park, che ne pensi? E poi magari potremmo. >>
<< Shopping? >>
<< Mi hai tolto le parole di bocca. Allora sbrighiamoci, che il tempo passa! >>
Finita la colazione, ci vestimmo abbastanza sportive. Appena uscite noleggiammo due biciclette, e raggiungemmo più in fretta il parco. A differenza di quelli italiani era pieno di vita. Mamme che accompagnavano i figli a giocare, skater che facevano trick stupendi, anziani che correvano…

Dopo un’oretta pensammo di avviarci verso un negozietto in fondo al viale. Si chiamava Monroe, ed era veramente piccolo. Entrammo.
<< Salve signora, volevamo chiederle se per caso aveva dei vestiti eleganti neri da indossare... >>
<< Certo, seguitemi! >> Ci portò in una piccola stanza, in cui erano custoditi alcuni vestiti chiusi intorno ad una specie di tessuto.
<< Questi sono dei miei “gioiellini”, li ho confezionati io.. Solo che nessuno li vuole comprare, ormai vanno tutti in quei pub rumorosi, e si vestono come degli straccioni, aspettate che li tiro fuori… >> Erano splendidi.
Ne provai uno. Aveva le maniche a tre quarti, fatto di pizzo. Era molto attillato e sobrio allo stesso tempo. Ilaria ne prese uno senza spalline, stretto sotto al seno da una cintura. Erano perfetti!
<< Ragazze, ve li faccio a un ottimo prezzo, sennò stanno qua per dieci anni! >> Ce li fece pagare 15 sterline a testa. Come inizio giornata era ottimo.

Si era già fatto tardi, e ci conveniva partire. Dopo un quarto d’ora eravamo arrivate. Il locale era molto sofisticato, anche se quando eravamo arrivate c’era musica da sala, in stile new age. Ci sentivamo un pò estranee, ma ci ambientammo presto. Di Paul nessuna traccia. Dopo un po’ un DJ di cui non mi ero nemmeno accorta iniziò a parlare.
<< Bene ragazzi, come sapete questa è la serata Dance in Black. Questa sera vi propongo i balli più sensuali al mondo: bachata, tango… Buon divertimento. >>
Okay, forse non era proprio un locale adatto a minorenni. Ma che cavolo, Paul dov’era finito? Stavo ancora pensando quando la porta si spalancò.
<< Hey Pau.. >> Oh, merda. Non pensavamo che si sarebbe portato dietro i ragazzi. Rimasi a bocca aperta per qualche istante, come Ilaria.
<< Sì, ho fatto una sorpresa a tutti quanti! Ragazzi, loro sono le creatrici di Gims, e ragazze, loro sono gli One Direction. >> fortunatamente Zayn intervenne a quelle presentazioni imbarazzanti per tutti.
<< Paul, le abbiamo già conosciute ieri, al matrimonio… >>
<< Sì, ci siamo divertiti molto.. >> aggiunse Harry. Speravo con tutto il mio cuore di non arrossire.
<< Perfetto, allora ci risparmiamo le presentazioni. Che ne dite se iniziassimo a sederci e a ordinare qualcosa? >>
Ci dirigemmo verso il tavolo. Ero al fianco di Ilaria, ed entrambe ci sentivamo osservate, forse troppo. Harry si sedette di fronte a me.
Passammo la serata a ridere e scherzare, tra le pietanze che ci offrivano e alcuni sguardi talvolta imbarazzanti. Il DJ iniziò a parlare.
<< Bene, ora è il momento di scuotere i fianchi. >> scossi la testa in segno di disapprovazione.
No, non era bravo a coinvolgere la gente. Continuò con il suo discorso.
<< Vorrei le coppie più affiatate qui, in pista, a mostrare quanta passione ci mettono quando ballano.. il tango! >> Io adoravo il tango in un modo indescrivibile. Era un ballo complesso, ricco di emozioni e passione. Avevo preso un po’ di lezioni e mi consideravo abbastanza, ecco… brava.
<< Greta, vuoi ballare? >> impiegai qualche istante a connettere il cervello con quello che Harry aveva appena detto. Stava scherzando, voglio dire… Era serio? Ero sconvolta. Il DJ parlava di coppie, affiatate tra l’altro, e Harry mi aveva invitato a ballare? Avevo gli sguardi stupiti di Zayn, Liam, Paul, Louis, Ilaria e Niall puntati addosso, ma titubante, accettai. Mi prese per mano.
<< Da quando tu balli, e per giunta il tango? >> gli chiesi, giusto per stuzzicarlo un po’.
<< Tesoro non so se lo sai, ma ho preso qualche lezione, e poi.. è il ballo più sensuale del mondo >>
Un momento. Come mi aveva chiamato? Comunque avrei dovuto aspettarmelo. Misero una canzone abbastanza moderna ma ballabile. Iniziammo a muoverci, non eravamo affatto male. Ad un certo punto, dopo avermi allontanato con il braccio, mi tirò a sé. Eravamo a qualche centimetro di distanza, sentivo il suo respiro, ma in quel momento la musica finì, e fummo costretti a interrompere quel momento che si sarebbe rivelato stupefacente.



SPAZIO AUTRICI:)

Ciao ragazzi! Questo è il nostro primo spazio autrici. Già, per chi non l'avesse capito siamo in due a scrivere questa fanfiction, una storia a quattro mani. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno recensito, messo la nostra ff tra le seguite/preferito/ricordate. Ringraziamo anche chi è soltanto passato a dare un'occhiata. Che dire, fateci sapere cosa ne pensate di questo capitolo. Ci vediamo presto col prossimo
Un beso


ps: siamo davvero curiose di sapere una cosa, voi come vi immaginate Ilaria e Greta? A quale attrice/cantante o personaggio famoso le assocereste?

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Capitolo 5
*** Chapter 4 ***


 
Ilaria's diary
 
 
Era stata una bella serata, anche se per Greta lo era stata ancor di più. Insomma, non capitava tutti i giorni di essere invitata a ballare da Harry Styles in persona. 
Guardai l’orologio, le 14.30, mi stavo annoiando. Greta ormai l’avevo persa la sera prima, non parlava e non si muoveva, era immobile, ancor più di una statua. Il silenzio mi dava parecchio sui nervi, ma d’altronde quando nell’aria c’è l’amore, non si può fare niente. 
Tentai lo stesso di avere una conversazione con lei. 
<< Allora Greta, ieri ti sei divertita molto, vero?>> lei si risvegliò di colpo.
<< Certo!>> aveva prolungato la “o” di certo. Ormai era ufficiale, era cotta persa di Harry. 
<< Quindi è come sospettavo, c’è qualcosa nell’aria, vero? Posso incominciare a chiamarvi piccioncini?>> lei mi guardò stralunata, poi mi tirò in testa il cuscino e si mise a ridere.
<< Suppongo sia un no… Ancora per quanto però?>> sorrisi. 
<< Spero per poco!>> arrossì. 
<< Immaginavo. Comunque ieri mi hai lasciata da sola, lo sai che dover essere al centro dell’attenzione mi mette in soggezione!>> rise.  
<< Ti va di scherzare vero? Non sono stupida, ho visto che eri da sola con Niall al tavolo e non mi è sembrato che fossi molto impacciata!>> 
<< Da sola con chi? Ma cosa vai a insinuare…>> in effetti aveva ragione, quindi lasciai perdere. 
Quella era stata la prima conversazione che ero riuscita ad ottenere dalla sera prima. 
Nonostante fosse piuttosto tardi, eravamo ancora in pigiama. Suonò il campanello. 
<< Chi sarà?>> non ne avevo la minima idea. 
<< Ila! Non è che hai ordinato qualcosa da mangiare, ancora?>> la guardai male, insomma non ero mica una “Botte” che mangiava ogni due minuti. 
Lentamente aprii la porta. Ebbi un colpo al cuore. Niall ed Harry. Oh porca vacca. E adesso? 
Loro rimasero a fissarmi a bocca aperta. Guardai il mio abbigliamento, pigiama con canotta e pantaloncini corti di Titti e, a coronare il tutto, pantofole con il coniglietto. 
Mi precipitai in camera e presi una vestaglia. Greta appena li vide si precipitò sotto le coperte, rossa come un peperone. 
<< Ehi!>> mimai il gesto di saluto con la mano e una piccola smorfia di agitazione. 
Greta era paralizzata e aveva cominciato a ridere sotto le coperte. Io avevo le gambe molli. Che figura. Dovevo proprio mettermi il pigiama di Titti? 
<< Cosa ci fate qui?>> Greta era un po’agitata, non ce l’aspettavamo. 
<< Volevamo chiedervi se volevate venire a fare un giro con noi, ma forse non è il m…>> Niall mi sorrise e io mi sentii le guance in fiamme. 
<> loro ci salutarono e usciti, richiusero la porta alle proprie spalle.
Ci sistemammo velocemente. Io lasciai i capelli sciolti; indossai una gonna bianca di jeans e una maglia del medesimo colore. Anche Greta lasciò i capelli sciolti. Indossò un vestito blu con le spalline, con la gonna svolazzante a pieghe e una scollatura a cuore. 
Dopo esserci messe un velo di trucco e una spruzzata di profumo, ci precipitammo all'esterno dell'appartamento. 
I ragazzi erano lì. Harry era intento a leggere le copertine dei giornali, fuori dall'edicola. Niall invece stava parlando o almeno tentava di parlare con l’amico, anche se sembrava parlasse da solo. 
Mi venne da ridere e Greta mi seguì a ruota, loro si voltarono di colpo e rimasero imbambolati. Con la coda dell’occhio guardai la mia immagine riflessa nella vetrina, ma non c’era nemmeno un particolare fuori posto. Ci sorrisero e si avvicinarono. 
<< Ehi ragazze!>> era stato Harry a parlare. Niall mi si avvicinò. Ancora… Oh mamma! L’ultima volta mi aveva dato un bacio sulla guancia, questa volta però mi sussurrò dolcemente un semplice: “Sei stupenda”. 
Okay! Calma e sangue freddo. Ero così agitata, ma felice. Ero fuori di me per la contentezza. 
Era una sensazione meravigliosa. Stavamo passeggiando per la città con Niall ed Harry. Era incredibile, pochi mesi prima non avrei mai immaginato una cosa del genere, per me erano solo sogni irraggiungibili. Prima il successo del blog, poi il tour in Italia ed infine il viaggio a Londra, con tutti i suoi risvolti positivi. Harry teneva, o almeno, cercava di tenere senza farsi beccare, la sua mano intorno ai fianchi di Greta. Quel ragazzo non perdeva mai l’occasioni di fare il Don Giovanni, nonostante tutto con la mia amica sembrava davvero dolce e gentile. Tra l’altro era possibile immaginare che fossero fidanzati, erano già diventati inseparabili, per così dire. 
Io e Niall eravamo più indietro rispetto a loro, stavamo parlando, quando una vecchietta ci sorrise e si fermò. 
<< Che carini che siete, da quanto state insieme?>> arrossii violentemente. 
<< Emh… No vede, noi non…>> non feci in tempo a finire la frase che la signora ci salutò e attraversò la strada.
Mi girai verso Niall, lui mi sorrise. I miei occhi azzurri si specchiavano nei suoi, altrettanto azzurri e molto intensi. Sembrava quesi di guardare il cielo. I nostri visi erano parecchio vicini, forse troppo. 
In quel momento Greta ci chiamò, interrompendo quel magico momento. Mi voltai e lei mi guardò colpevole. Ci sarebbero state altre occasioni, ne ero certa. 
 
Eravamo in un parco giochi per bambini. Era spazioso e ricco di piante e fiori di ogni tipo. Ci sedemmo all’ombra di un faggio, faceva un caldo pazzesco.  
Alcune ragazze ci si avvicinarono. 
<< Scusateci… noi siamo vostre grandi fan!>> la ragazza non terminò la frase che la sua amica continuò << Un momento... Ma voi siete le ragazze di quel blog, Gims, giusto? >> erano visibilmente molto emozionate. 
Scattammo delle foto con loro ed Harry e Niall li fecero anche degli autografi. 
Per me era una sensazione unica, i fan mi facevano sentire speciale e importante, erano la carica in più per andare avanti con il blog, per non mollare e credere sempre in noi stesse.
<< Ma… Voi stiate insieme?>> tutti e quattro ci guardammo agitati. Non sapevamo cosa rispondere, perché non c’era né una risposta sbagliata, né una giusta. 
Le ragazze ci sorrisero e continuarono a parlare.
<< Oh, ecco, non vi preoccupate, fate finta che non abbia detto niente...>> così detto si dileguarono saltellando dalla felicità.
<< Un carretto del gelato… Ho una voglia matta di gelato, andiamo?>> ruppi il silenzio. 
<< Con una giornata così calda, ci vuole proprio!>> ci dirigemmo verso il carretto del gelato. 
<< Buongiorno…. Harry Styles e Niall Horan? Le Gims girls? Questo è il mio giorno fortunato!>> la gelataia era una ragazza dai capelli biondi, ci guardò con occhi scintillanti per l’emozione. << Prendete tutto il gelato che volete, è un onore!>> eravamo lusingati di ciò che aveva detto. Prendemmo quattro gelati, io optai per un tre gusti: yogurt, fragola e anguria. Era un carretto ben fornito e sicuramente ottimo. La ragazza insistette per non farci pagare, ma io e Greta non volevamo cedere. Il gelato era delizioso, perciò alla fine riuscimmo a convincerla. 
 
Erano le otto ed era ora di tornare a casa. Mentre camminavamo, passò una Ferrari. 
<< Wow! Hai visto che bella macchina! Magari averne una!>> sentenziai.
<< Quella è una F430 spider, è la macchina di cui sono innamorata!>> continuò Greta. 
<< Già guarda che design! Cos'era? Un motore centrale-posteriore?>> Niall ed Harry ci guardarono allibiti.
<< Eh già! E poi per quanto riguarda il design, hai perfettamente ragione. E’ da urlo! Cerchi forgiati! Caspita!>> 
<< Avrà un 120 CV circa, non di meno però!>> 
<< Da quando le ragazze sanno tutte queste cose di macchine? >> fu Harry a parlare. 
<> disse Greta convinta. 
<< Greta come sei modesta, però hai ragione, siamo troppo intelligenti e talentuose!>> si misero a ridere. 
<< Guardate che adesso ci offendiamo!>> per tutto il tragitto di ritorno, non facemmo altro che ridere e scherzare. Erano simpatici e divertenti e riuscii a dimenticarmi per un po’ che loro facevano parte della band musicale più seguita al mondo.
 
Il giorno dopo a Greta arrivò un messaggio da parte di Harry.
 
Ciao sweetie  oggi abbiamo degli impegni con il gruppo, però per domani abbiamo organizzato una festa a sorpresa per un nostro amico, Eddie, che compie 18 anni. Volevo dirti che sia tu che Ila siete invitate, spero ci sarete. Un bacio, Harry
 
Greta era già partita con la testa. Il “Ciao sweetie” da parte di Harry, l’aveva messa KO. Rimanevo io l’unica ancora sana di mente. 
Guardai fuori dalla finestra, pioveva. Era così a Londra, un giorno faceva bello e l’altro pioveva. 
Mentre Greta andava ad ordinare una pizza, io mi preparai mentalmente a ciò che sarebbe successo il giorno dopo. Avevamo bisogno di due vestiti per l’occasione. Lo shopping ci aspettava, con o senza la pioggia!
 
 
 
Greta's diary
 
 
Potevo collassare da un momento all’altro. Ne ero sicura: Harry provava qualcosa per me! 
Era tutto il giorno che ci stavo pensando, poi trovarlo assieme a Niall davanti alla porta di casa è stato un vero colpo. Durante l’ uscita era sempre stato vicino a me, era veramente dolce, ma soprattutto, cosa che non mi aspettavo, era molto timido. 
Ero stanca, così decisi di dare un’occhiata al blog: gli iscritti erano diventati… un milione e mezzo. 
PORCA TROIA UN MILIONE E MEZZO. Parecchie persone avevano scritto, tra cui un ragazzo. 
 
“Heilà ragazzi come va? Sono un ragazzo di Londra, volevo informarvi che oggi ho visto le nostre due gims girls assieme a due cari ragazzi… i nomi Niall e Harry vi dicono qualcosa?  Ragazze, vi abbiamo scoperto. ahaha statemi bene :)” 
 
Iniziai a ridere come una cretina, anche se questa situazione non stava prendendo il verso giusto. Ovvio, mi piacevano le attenzioni di Harry, ma ci conoscevamo appena da quattro giorni. 
<< Ila ho voglia di uscire, ti prego andiamo da qualche parte!>> Una volta fuori iniziai a raccontarle quello che pensavo. 
<< Senti, secondo me dovresti solamente seguire ciò che ti dice il cuore. Non è facile, lo so, però non si può fare altro!>> abbassai lo sguardo, sconsolata. 
Non volevo essere “una delle tante”, volevo fargli capire quanto valevo, o perlomeno volevo sapere quanto ci poteva tenere a me. 
<< Cosa posso fare per capire quanto ci tiene? >> 
<< Mmh, potresti farlo ingelosire! >> 
<< E come.. >> 
<< Ho un’idea. Chiamiamo Liam, è il più saggio. O meglio, il meno cretino dei cinque… Magari ti potrà dire qualcosa!>> 
<< Okay, speriamo. >> digitai il numero. 
<< Pronto?>> 
<< Ehi Liam! Ciao sono Greta, come va?>> 
<< Ciao Greta! Tutto bene, tu?>> 
<< Bene.. volevo solo chiederti una cosa, come posso sapere se, ecco… Harry ci tiene veramente a me? Lo conosco da pochissimo, e si sa lui per cosa è conosciuto.. Io non ci credo, però cerca di capirmi..>> 
<< Beh, l’altro giorno lo stavo aiutando a pulire la cucina del nostro appartamento e dopo un po’ lo chiamai, non rispondeva. Era perso nel suo mondo. Continuava a fissare il cellulare. Quando gli è arrivato un tuo messaggio, mi ha guardato, è diventato tutto rosso e ha sorriso. Non gli era mai successo, almeno, per quanto mi ricordo.>> 
<< Veramente?>>
<< Te lo giuro, comunque per vedere se ci tiene veramente a te, ho già in mente qualche idea…>> 
<< Liam mi devo preoccupare?>> 
<< Fidati di me, troviamoci a Piccadilly Circus, porterò una persona che ci aiuterà…>> mi rivelò il piano. Non potevo dire altro, era veramente geniale.
 
Quando arrivammo, lui era già là, affiancato da un ragazzo che avrebbe benissimo potuto fare il modello. 
<< Piacere, sono Thomas, il cugino di Liam!>> 
<< Piacere, beh Liam cos’hai in mente di fare?>> 
<< Pensavo di farvi una foto insieme, Harry non ha mai visto mio cugino, penserà che sia un fan. Poi stasera in qualche modo tirerò fuori il discorso e vedrò come si comporterà Hazza, ci state? Mi raccomando Tom, fai la faccia da incantato.>> 
<< Non sarà difficile..!>> arrossii violentemente, era veramente bello, aveva i capelli scurissimi e gli occhi azzurri. Si strinse a me, e Liam scattò la foto. 
<< Con questa Harry morirà!>> 
<< Liam sei un vero genio!>> lo abbracciai, e dopo i saluti, io e Ilaria - era rimasta paralizzata anche lei da quel fusto - tornammo nell’appartamento. 
<< Ma cos’è sta storia? La bellezza gira un po’ troppo tra la famiglia Payne!>> iniziai a ridere, pensando a cosa sarebbe potuto succedere quella sera.
Stavamo cenando, quando il telefono iniziò a squillare. 
<< E’ Liam, Ila sono agitatissima! Metto il vivavoce.>> 
Mi raggiunse immediatamente, aveva una faccia tipo “questa non me la voglio perdere”, e così risposi. 
<< Liam! Com’è andata?>> 
<< Sono in bagno, per non farmi sentire.. In pratica è successo un casino. Ho iniziato dicendo ‘Sapete ragazzi? Oggi ho visto Greta e Ilaria!’ Harry si era svegliato di colpo, ovviamente ai ragazzi avevo raccontato tutto, di modo che potessero assecondarmi. Zayn rispose dicendo frasi tipo ‘Dai? Veramente?’ e io  ‘Si si, Greta però era un po’ strana..’ Harry si limitava ad ascoltare. Ho iniziato a dire che si era intimidita tutt’a un tratto, e poi che avevo capito. C’erano alcuni fan con loro, ma un ragazzo soprattutto.. Ha iniziato a riempirla di complimenti.. Lui sì che ci sapeva fare! Anche se lei non.." non ho fatto in tempo a finire la frase che Harry se n'è andato via. Louis l'ha subito seguito. Credo si sia un pò incazzato.>> 
<< Dio, no… mi sento una merda, dici che abbiamo esagerato?>> 
<< Aspetta, fammi finire.. Allora Louis è andato da lui e gli ha chiesto  se ci teneva veramente, come da programma, e Harry a quanto pare gli ha risposto dicendo tipo ‘Ti giuro, non pensavo.. Appena l’avevo vista ho pensato: che bella! Ma dopo l’uscita di ieri, ho capito che non gli interessa l’Harry Styles della band… Ma l’Harry timido di Holmes Chapel. Poi ha iniziato a fare lo smielato. ‘Non voglio perderla ancora prima di riuscire a conquistarla’, ‘Non mi sono mai sentito così’ e bla, bla, bla. Forse sono io che non amo queste scenate drammatiche, ma poi l’ho visto, mi sembrava determinato. Greta, tu gli piaci davvero.>> Wow. 
Non riuscivo a parlare. 
Non avevo più salivazione in bocca. 
<< G-grazie Liam, a domani, e buona notte…>> 
<< Notte..!>> forse era un sogno. O forse no.
Mattino, ore 8:30. Era arrivata la data della festa. 
<< Gre, svegliati, dai che ho fame, voglio i muffin, voglio i muffin, voglio i muffin!>> molto probabilmente se fossi stata in altre condizioni le avrei tirato una cuscinata in faccia per farla stare zitta, ma quella notte avevo sognato Harry che mi diceva cosa provava per me, ed era tutto così perfetto. Preparai assieme al suo aiuto quelli con le gocce di cioccolato, i nostri preferiti. 
<< Dobbiamo comprare i vestiti per stasera!>> 
<< Mi sa che stavolta dovrai comprarlo solo tu, sto spendendo troppi soldi! Penso che ne indosserò uno che ho portato da casa.>> Casa. Non l’avrei mai detto, ma un po’ ne sentivo nostalgia. Non ci pensai e iniziai a tirare fuori gli abiti che avevo portato. Presi il mio preferito. Era un vestito che avevo usato per il ballo della scuola. Era viola scuro, abbastanza attillato, che si arricciava un pò alla fine. 
<< Che ne pensi?>> 
<< Penso che sia bellissimo! Che ne dici di andare a prenderne uno da Zara?>> 
<< Va bene…>> Tornammo a casa con un sacchettino, che conteneva un abito bronzo senza spalline, adatto per stare in discoteca. 
<< Beh, siamo a posto! Io direi di mangiarci un sandwich prima di andare, almeno non restiamo a stomaco vuoto.>> 
Preparammo due panini, e poi ci rilassammo guardando un pò la televisione. Su tv2 c’era l’Alan Carr Show, e sorrisi vedendolo, mi ricordava il primo giorno a Londra. Guardai Ilaria.
<< Sei un’amica speciale, ti voglio bene!>> 
<< Anch’io, ma ora basta smancerie, dobbiamo andare in discoteca!>> 
Risi, e le tirai un pugnetto sulla spalla, così aprii la porta, e dopo aver chiamato il taxi, ci avviammo al cancello.
 
Si chiamava Pacha, era vicino a Victoria Station. Era splendido da fuori.
Incontrammo Niall, che impacciato diede un bacio sulla guancia ad Ilaria, erano troppo teneri! Iniziò a urlare. 
<< I RAGAZZI SONO GIA’ DENTRO, VI ACCOMPAGNO IO!>> 
<< GRAZIE NIALL!>> Iniziammo a ridere, e tra i numerosi scatti dei fotografi, seguimmo il biondino verso una saletta privata. 
La discoteca era molto bella. Era in stile caraibico, o qualcosa del genere. Avevo paura di vedere Harry, non sapevo come avrebbe reagito. 
<< RAGAZZI, ILARIA E GRETA SONO ARRIVATE!>> 
<< CIAO RAGAZZI, BELLO IL POSTO!>> esclamò Ilaria, per rompere un po’ il ghiaccio. 
Dopo qualche istante Harry si decise ad aprire bocca. 
<< VOLETE STARE IN PIEDI TUTTO IL TEMPO? DAI, SEDETEVI!>> mi misi di fianco a lui.
All’inizio non ci guardavamo, ma poi iniziammo lentamente a chiacchierare. Stavolta feci io il primo passo. 
<< DAI ANDIAMO A BALLARE!>> 
<< EHI ATTENTA, SAI CHE SONO IL RE DELLA PISTA!>> iniziai a ridere, lo presi per mano e ci immergemmo in quell’ammasso di gente scatenata. 
Dopo un po’, in lontananza, vidi che Niall e Ilaria si erano avviati al bar a prendere qualcosa, e ne approfittai. 
<< HAROLD, CHE NE DICI DI ANDARE A BERE QUALCOSA?>> speravo in un sì, avevo i piedi doloranti. 
<< SI, HO UN PO’ DI SETE!>> li raggiungemmo. In parte mi dispiaceva, perché volevo lasciarli soli, ma d’altro canto avevo i piedi che bestemmiavano in Russo per il dolore, così mi sedetti di fianco a Ilaria. 
Io presi una cocktail analcolico, Harry invece un Mojito. 
Facemmo due chiacchiere, poi Harry mi prese, e mi portò via. Non sapevo a cosa pensare. Forse era ubriaco? Impossibile. Andammo fuori dalla discoteca, e svoltammo un angolo. 
<< Harry, cos’hai?>> 
<< Noi.. noi dobbiamo parlare.>> Non si era avvicinato di un millimetro, quindi era vero, che voleva parlare. 
<< Ascolta mi dispia..>> mi interruppe. 
<< Tu non ti devi scusare per niente, sono stato io a fare subito il coglione. Al primo ‘appuntamento’, al Revolution, mi sono presentato come quello che pensa solo a rimorchiare. Però ti giuro, io non vado con la prima che capita, è solo una voce ch…>> 
<< Zitto, scemo. Ho capito.>> Ci avvicinammo sempre di più, finchè le nostre labbra si appoggiarono l’una sull’altra. Era un momento magico, volevo che non finisse mai. 
<< Credo c-che ci stiano cercando.>> mi prese per mano e insieme ci dirigemmo all’entrata della discoteca.

 

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Capitolo 6
*** Chapter 5 ***


Ilaria's diary


Vidi Harry e Greta rientrare in pista. Harry sembrava quasi si fosse appena svegliato da un sogno stupendo e Greta aveva gli occhi che le luccicavano dall'emozione. Bastava un semplice sguardo, per capire cosa fosse realmente successo. In effetti, avevo più di una mezza idea, dopo lo sguardo lanciatomi da Greta, non ebbi alcun dubbio. Finalmente si erano baciati! Lei alzò il pollice ed io feci lo stesso, il nostro gesto abituale.
Nel frattempo, io stavo ballando con Niall. La mia testa era appoggiata sulla sua spalla, nonostante la musica a palla, noi sentivamo un altro tipo di musica. Era come se stessimo ballando un lento silenzioso.
Presa dall'emozione, pestai il piede a Niall.
<< Oh caspita, scusami tanto!>> lui sorrise.
<< E di cosa? Figurati>> lo guardai meglio negli occhi, ormai non ballavamo più, eravamo gli unici immobili. << Ascoltami...>>
<< Si?>> vidi Greta, Harry e il resto dei ragazzi osservarci curiosi.
Mi mancò il respiro.
<< Perché ci osservano tutti?>> ero letterlamente confusa.
<< Emh… Vedi, in questi giorni…>> stava cercando di dichiararsi? Ero agitatissima, inutile dirlo.
<< Non devi mica chiederle di sposarti!>> era stato Zayn a parlare, possibile che quel ragazzo non poteva star zitto? Vidi Louis dargli un pugno in testa, scherzosamente.
<< Niall cosa stai cercando di dirmi?>> lo incoraggiai. Sembrava quasi avesse paura della mia reazione che non poteva che essere positiva, ma lui di certo non poteva saperlo. Feci per parlare al posto suo e farmi avanti io stessi. Ma lui mi interruppe.
<< Vedi, quando ti ho guardata negli occhi per la prima volta, mi sono sentito bene, felice. E' bastato uno sguardo per farmi capire che saresti diventata importante per me. Lo so che è da poco che ci conosciamo e potresti rimanere un po' scioccata, ma... Tu mi piaci davvero molto!>> non sapevo cosa dire, le sue parole mi avevano toccata profondamente. Non pensavo sarebbe successo, invece era accaduto. A Niall piacevo e davvero. Non potevo ancora crederci.
Lui mi si avvicinò lentamente, come per darmi lo spazio di allontanarmi se non avessi voluto. Si protese verso di me e avvicinò le sue labbra alle mie. Il Mondo attorno a noi scomparve. Fu un bacio veramente tenero che riuscì a  scaldarmi il cuore.

Sulla via del ritorno, ero troppo emozionata. Io e Niall ci tenevamo per mano, incuranti degli sguardi della gente che passava.
Ormai eravamo in procinto dell'appartamento. La mia amica ed Harry erano ancora davanti al taxi, si stavano guardando intensamente negli occhi.
Dal canto nostro, io e Niall, li aspettammo a lungo. Quando finalmente staccarono gli occhi l'una dall'altro, riuscimmo ad entrare. Ci inoltrammo attraverso i corridoi, verso il nostro appartamento.
<< Eccoci qua…>> era stata Greta a parlare.
<< Eh già… E’ stata una bella serata>> continuai io.
<< Vero, da rifare!>> sentenziò Harry.
Ci salutammo, Niall mi baciò, poi mi diede la buonanotte.
Harry fece lo stesso con Greta. Mi pareva ancora impossibile che ora stessimo insieme, sembrava una cosa assurda eppure era così vera.
Li vedemmo allontanarsi ed avviarsi verso le scale. In quel momento, mi chiesi cosa ci avrebbe riservato il futuro.

La mattina dopo, mi svegliai piuttosto presto, ero su di giri. Ancora non mi ero ripresa dalla sera prima. Mi precipitai in cucina e preparai le crepes alla nutella, una mia specialità.
Intanto si svegliò anche Greta che con aria parecchio assonnata, mi raggiunse.
Ci misi poco a preparare le crepes e in un attimo ci ritrovammo a fare colazione. Ero visibilmente felice, si poteva constatare anche a distanza di chilometri e chilometri.
Accesi il portatile e visitai il nostro blog. Le visualizzazione aumentavano ogni giorno di più, era incredibile come in poco tempo fosse diventato un grande successo. Noi, certo, eravamo brave, ma i nostri seguaci erano davvero importanti per noi, senza di loro non saremmo mai arrivate fin lì.
Ad un certo punto lessi un commento che mi colpì molto.

@jimmy95
Ragazze, quando posterete nuovi commenti e notizie? E’ da tanto che non vi collegate più! Ci mancate… Spero vi rivedremo presto sul blog! Adoro GIMS e sono un vostro grande fan, siete mitiche.
Jimmy


C’erano altri commenti simili. Avevano ragione, era da un po’ che non aggiornavamo più il blog. Perciò postai subito un nuovo commento ed inserii un post nella pagina dedicata al nostro “Diario di Viaggio”, aggiunsi le foto e sorrisi soddisfatta. In quel momento il cellulare vibrò. Due nuovi messaggi. Uno era di Niall, in cui diceva che si era appena svegliato e che quel pomeriggio non ci saremmo potuti vedere perché lui e i ragazzi avevano un set fotografico. Mi rattristai un po’, ma d’altronde quello era il suo lavoro e non ci potevo fare niente. Nonostante tutto ci saremmo visti la sera stessa, quindi ritornai felice come una Pasqua. Il secondo messaggio, invece era di una persona che non mi sarei mai aspettata.
Era di Tommaso, uno dei due ragazzi che avevamo conosciuto a Bologna.

Ehi Ilaria, come va?;) Ho saputo che siete a Londra per lavoro, sai sono lì anche io, ma per scuola, più esattamente per una vacanza studio di 3 settimane. Spero riusciremo a incontrarci, fammi sapere.
Tommaso




Greta's diary


Sognai tutta la notte quel bacio, non riuscivo a smettere di pensarci. Come poteva essere successo tutto così in fretta? In pratica, avevo realizzato il sogno di ogni ragazza: avevo conquistato un ragazzo come Harry Styles in una settimana. No, non poteva essere veroo.
Eravamo in cucina a fare colazione.
<< Gre, ti suona il telefono! Gre? Ci sei? TERRA CHIAMA GRETA>> ero veramente persa, però mi svegliai e risposi al telefono senza nemmeno guardare chi fosse.
<< Pronto?>>
<< Cucciola! Stavi ancora dormendo?>> oddio.
<< Hey, no, no stavo facendo colazione, dimmi!>>
<< Beh, mi chiedevo se ti andrebbe di fare un giretto per Londra, noi due, da soli...>>
<< Sì, se non hai impegni va bene, io sono libera! Allora passi a prendermi tu?>>
<< Certo, un quarto d’ora e arrivo>>
<< Ti aspetto, un bacio!>> e riattaccai.
Ila aveva sentito tutto e si era messa a urlare come un' isterica.
Iniziai a ridere e corsi in bagno a sistemarmi. Non avevo affatto voglia di truccarmi. Presi la canotta dei Green Day e mi misi un paio di pantaloncini al volo.
<< Gre, vuoi andare fuori con le mie ciabatte?>> proprio non ce la facevo, stavo indossando le pantofole con il coniglietto, molto probabilmente non me ne sarei accorta finché non avessi sentito qualcuno che rideva in strada. << Oh Ila, se non ci fossi tu..>> iniziammo a ridere.
Presi le Vans e me le indossai. Suonò il campanello.
<< Greta, ho una sorpresa per te, vieni fuori a vedere!>> Aprii la porta, non ci potevo credere.
<< Ma quella è una Ferrari?!>>
<< F430 scuderia, per la precisione.>> sorrise divertito.
<< Vuoi dirmi che tu hai comprato una macchina da 200 mila euro per “farmi una sorpresa”?>>
<< Ma ti pare?! L’ho solo noleggiata!>>
<< Gentile.. Sto scherzando! Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me...>> sussurrai, arrossendo.
<< Di nulla>> << Oddio siete troppo teneri.>> esclamò Ilaria, che era magicamente apparsa sul pianerottolo. Iniziammo a ridere come due cretini, e ci avviammo verso la macchina.
<< Ti prego, falla accendere a me!>>
<< Ma sei ancora piccolina!>> lo guardai male, scherzosamente.
<< Harry, mi stai prendendo per il culo?>>
Lui fece come per dire “Prego, è tutto tuo” e così inserii la chiave. Appena si accese il motore, sentii un brivido percorrermi tutta la schiena, ero troppo emozionata.
Dopodiché gli lasciai il posto e partimmo.

Quando passavamo per una via affollata lui si divertiva a sgasare, di modo che tutti potessero ammirare quel gioiello di macchina. Dopo un pò parcheggiò.
<< E.. se ci vedono in giro?>>
<< Non ti preoccupare, ho gli occhiali da sole!>> lo guardai stranita. Aveva fatto una faccia troppo buffa.
Avevamo deciso assieme che per quel momento avremmo detto a tutti che eravamo solo amici, per evitare inconvenienti sgradevoli.
Entrammo da Starbucks a prendere due cappuccini da portare via. Chiacchierammo tutto il tempo, non riuscivo a smettere di parlare, e lui faceva lo stesso. Gli parlai un po' della vita che passavo prima, anche fin troppo monotona. E lui mi parlò della sua famiglia, che si era distrutta quando era ancora piccolo.
<< Mi dispiace molto, se non te la senti, puoi anche non parlarne, non ti costringe nessuno.>>
<< Ma figurati, poi sei tu, e parlarne con te mi fa stare meglio.. a meno che tu non sia un’altra persona travestita da Greta!>> iniziò a farmi il solletico sulla pancia, dove io lo soffrivo da morire, così per sbaglio feci cadere per terra il cappuccino.
<< Ecco, ora sono triste!>> dissi con una faccia imbronciata.
<< La bambina vuole tornare a casa?>> Mi prese di peso e mi caricò sulle spalle, e io iniziai a mollargli pugni sulla schiena. Sembravamo la versione idiota di Shrek e Fiona.
Raggiungemmo una piccola piazza. C'erano delle panchine libere, così ci sedemmo. Faceva un po' freddo, e si stavano avvicinando dei nuvoloni che non portavano nulla di buono.
<< Hai freddo! Aspetta, tieni.>> mi diede la sua giacca, e mi accoccolai a lui, mi sentivo bene. Cadde una goccia. Poi un’altra, che centrò l’occhio di Harry in pieno. Iniziammo a ridere, perché aveva fatto una faccia disgustata che faceva quasi impressione. Iniziò a piovere, prima piano, poi sempre più forte. Corremmo verso la macchina, anche se ormai era inutile perché eravamo bagnati fradici. Lo guardai negli occhi.
<< Greta, mi piaci, per davvero.>> Non risposi, e ci baciammo. Era perfetto, il bacio sotto la pioggia che tutti sognano, quello che sei convinto che non dimenticherai mai. Lo abbracciai forte, e poi entrammo in macchina. Per tutto il viaggio mi tenne la mano, poi squillò il cellulare.
<< Pronto?>> erano i miei genitori.
<< Greta finalmente! E’ tutta la settimana che non chiami! Tua nonna è stata male, pensavamo che fossi sparita, per di più all’estero! Avevamo fatto male a fidarci, tu domenica torni a casa!>> riattaccarono.
Ero allibita, anche se in un certo senso avevano ragione. Ero minorenne e non avevo mai chiamato. Guardai Harry che nonostante le urla non aveva capito niente.
<< Dopodomani devo tornare a casa.>> all’inizio sorrise, non ci credeva. Poi arrivammo davanti all’ appartamento e vide che stavo piangendo. Solo in quel momento realizzò che non stavo affatto scherzando. L’avevo combinata grossa.




SPAZIO AUTRICI:)
Ciao a tutti! Eccoci qui con un nuovo aggiornamento.
Vorremmo cogliere l'occasione per ringraziare tutte le persone che seguono la nostra storia e che l'hanno recensita. Un grazie di cuore, davvero. Siamo contente che vi piaccia la nostra ff, ci rende immensamente felici.
Speriamo vi piaccia anche questo capitolo...
Ed ora vi chiederete, come continuerà Gims?
Beh, non vi preoccupate perché aggiorneremo prestissimo.
Un bacione grande, grande,
le vostre scrittrici da "strapazzo" ahaha:)

Ps: Grazie anche per aver risposto alla domanda posta nel capitolo 3, presto ci sarà una piccola sorpresina!

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Capitolo 7
*** Chapter 6 ***


Ilaria's diary

Stavo ancora ripensando al primo messaggio di Tommaso. Nell'ultima settimana si erano praticamente moltiplicati, non gli avevo ancora risposto e non avevo la minima intenzione di farlo. Ogni volta, non facevo altro che cancellare il nuovo messaggio e comunque continuare a pensarci. Guardai l'orologio, ormai i due piccioncini erano fuori da molto tempo.
“Che carino che era stato Harry a noleggiare una Ferrari” pensai. Mi guardai attorno disorientata, non sapevo cosa fare.
Alla fine pensando e ripensando, decisi di incominciare a preparare la cena. Riempii la pentola d'acqua e aggiunsi il sale, poi a parte preparai in una padella il ragù. Avevo una voglia matta di maccheroni al sugo di carne. Era da tanto che non li mangiavo più, ovvero da quando ero partita per Londra.
Ero talmente presa dal cucinare, che non mi accorsi della porta di casa che sbatteva. Vidi spuntare Greta dalla porta della cucina, la salutai. Solo dopo una manciata di minuti, mi accorsi che stava piangendo.
<< Oh mamma Greta! Ma cosa ti succede? Harry ti ha fatto qualcosa?>> le lacrime le rigavano il viso, non avevo idea di cosa fosse successo.
<< No, Harry è stato tenerissimo... Il fatto è che... Torno a casa!>> mi bloccai di colpo.
<< Come?!>>
<< I miei si sono arrabbiati un sacco perché non gli ho risposto e mi hanno prenotato il volo di domenica per tornare a casa!>> venne da piangere pure a me.
No, non poteva succedere proprio in quel momento. Non ora che stava andando tutto così bene.
<< Quindi... La nostra avventura finisce qui?>> era una domanda che aveva più il sapore di una constatazione.
<< Non la nostra, la mia Ila... Tu resti!>>
<< Niente da fare, se tu non puoi restare, torno a casa anche io... GIMS  è di tutte e due, e Alan ci ha assunte entrambe. Siamo un duo!>>
<< Ila, non posso permettere che anche tu rinuncia a questa opportunità! Io continuerò ad aggiornare il blog dall'Italia, ma tu dovrai restare qui e vivere il nostro sogno, hai capito? Devi farlo per GIMS!>> mi misi a piangere, unendomi a Greta. Sarebbe stato difficile restare a Londra senza Greta, andare avanti da sola, ma avrei dovuto farlo per tutte e due.

Il giorno dopo fu duro, molto duro. Mancava solo un giorno alla partenza di Greta ed io ero più affranta che mai.
Io e Niall, avevamo discusso la sera precedente e alla fine aveva deciso di trasferirsi da me, per la mia sicurezza diceva. Quel ragazzo proprio non lo capivo! Comunque io e Greta dormivamo nella stessa stanza, perciò c'era una camera inutilizzata che avrebbe utilizzato lui.
Niall stava trascinando la piccola valigia giù dalla macchina, quando vidi venirmi incontro un ragazzo. Lui mi salutò, ma da lontano non lo riconobbi. Mi raggiunse velocemente e solo allora capii, Tommaso. “Oh cacchio”. Nel frattempo Niall stava richiudendo il baule dell'auto, e adesso cosa facevo?
Quando si accorse della presenza di Tommaso, si portò al mio fianco ed iniziò a fissarlo.
<< Ehi Ila! E' da tutta la settimana che ti mando messaggi, ma perché non mi hai risposto?>> sembrava quasi fosse giù di morale. Niall fece un passo avanti. Aveva uno sguardo truce, dipinto sul viso.
<< Ehi amico, qual è il problema?>> ma era geloso?
<< E tu chi saresti?>> Tommaso non lo aveva riconosciuto, meglio così.
<< Il ragazzo con cui esce!>> era furioso.
Non so perché, però mi venne quasi da ridere. Vedeva Tommaso come una possibile minaccia? Un ragazzo che avevo visto una sola volta a Bologna? Presi in mano la situazione.
<< Ho avuto molto da fare Tommaso, comunque lui è il ragazzo che sto frequentando e non vorrei ci siano malintesi. Quindi ora è meglio se ce ne andiamo. Ci becchiamo in giro!>> feci per andarmene quando Tommaso mi afferrò il polso.
<< Ci conto, fatti sentire!>> mi fece l'occhiolino e si allontanò, sotto lo sguardo arrabbiato e feroce di Niall.
<< Ehi Niall, lo sai che sei troppo geloso?>> lui mi guardò imbarazzato.
<< Quel Tommaso... Dove l'hai conosciuto? Perché non mi hai parlato di lui e dei suoi messaggi?>> aveva sottolineato la parola messaggi.
<< Perché non c'era niente da dire e come vedi non gli ho risposto. Infatti si da il caso che io stia uscendo con un ragazzo molto carino, un po' troppo geloso, ma molto dolce!>> lui sorrise e mi stampò un bacio sulla fronte.
Come al solito, le farfalle incominciarono a svolazzare nella mia pancia. Era una sensazione stupenda, incredibile. Feci per afferrare il manico del suo trolley, quando un paparazzo ci scattò una foto. Cercai di rincorrerlo, ma Niall mi afferrò e mi guardò negli occhi.
<< Lascia stare... Non m'interessa se qualcuno viene a sapere che usciamo insieme. In fondo, ne sarei solo felice.>>un sorriso grande quanto una casa affiorò dal mio viso.
<< Nemmeno a me!>>
Finalmente una nota di colore in quei giorni così tristi. Ero emozionata e agitata al tempo stesso. Era la prima volta che provavo sensazioni del genere per un ragazzo.
Mi diede un altro bacio e salimmo su nell'appartamento.
Sarebbe stata una giornata stressante e mancava meno di un giorno alla partenza di Greta. D'ora in poi, avrei affrontato tutto da sola e la cosa mi metteva addosso un'agitazione tremenda.

Era domenica, la fatidica domenica. Eravamo in aeroporto. Il sole stava ormai tramontando e sia io che Greta, eravamo terribilmente tristi e perse. Harry se si poteva dire, stava peggio di tutti noi messi insieme. Era seduto con lo sguardo rivolto verso il basso, il cappello tirato giù fino a coprirgli il volto e a peggiorare il tutto, non si muoveva di un millimetro.
Ero appoggiata a Niall, non aveva ancora detto una parola. La tristezza si avvertiva in ognuno di noi. Non riuscivo a realizzare ciò che stava accadendo, mi sembrava impossibile, irreale. Chiamarono il volo per l'Italia e Greta si alzò. L'accompagnammo fin dove potemmo. I saluti furono la cosa peggiore. Il primo a salutare Greta fu Harry, le diede un bacio lungo e passionale, sembrava la scena di un film, un film drammatico però. Dopo averle sussurrato qualcosa all'orecchio, corse via. Niall salutò Greta e rincorse il suo amico. Erano venuti anche i ragazzi a salutarla, Zayn, Liam e Louis, erano lì ad abbracciarla. Ero rimasta solo io, non riuscii più a trattenermi e incominciai a piangere, Greta si unii a me.
<< Ricordati di accendere Skype tutte le sere!>> le dissi.
<< E tu non dimenticare di aggiornarmi su ogni cosa che succede, ricordati di guardare facebook ogni tanto>> sorrise.
<< E ricordati di chiamare quando arrivi!>>
<< Dici che Harry...>>
<< Non si dimenticherà di te e poi... Sono sicura vi rivedrete, certe cose le sento!>>
<< Spero tu abbia ragione Ila!>> ci abbracciammo e poi si allontanò, lentamente.
Le nostre strade si stavano dividendo, non poteva andare peggio di così. GIMS stava affrontando un grosso cambiamento, anche se contro la nostra volontà.

Quella stessa sera, accesi il portatile. Greta era già atterrata a Malpensa ed io mi ritrovavo nella mia camera, a Londra. Niall stava già dormendo, ma in quel momento preferivo restare da sola. Connettendomi su GIMS lessi un messaggio. Era già stato catalogato “Spam” e i milioni di fans del blog avevano commentato e bloccato il nuovo visitatore.

@Jk.Ilive.nt
Siete solo delle sfigate a cui è andata bene. La fortuna non durerà a lungo, perciò godetevi la fama perchè finirà tra poco! Il vostro blog fa davvero schifo ed è privo di una qualsiasi cosa decente. Ritiratevi poppanti!


Non risposi, non ne valeva la pena. Però, se era vero quello che diceva? In fondo stava andando tutto così male ultimamente. Chiusi il portatile con un colpo secco e uscii dalla mia stanza. Era ormai notte fonda, ma non mi importava. Presi in mano il cellulare e composi il numero di casa mia, c'erano solo delle persone che potevano capirmi e consolarmi, la mia famiglia.




Greta's diary

“IL VOLO IN DIREZIONE MALPENSA PARTIRA’ TRA 10 MINUTI”

Odiavo quell’altoparlante più di qualsiasi altra cosa. Lo aveva ripetuto centinaia di volte, come se volesse ricordarmi che quel bellissimo sogno stava per finire. Ormai ero già imbarcata. Continuavo a pensare alle persone favolose che avevo conosciuto a Londra, poi c’era Harry. Quel ragazzo che in così poco tempo mi aveva dato tutto il suo cuore. Mi aveva sussurrato “questo è solo un arrivederci, sappilo.”. Scoppiai a piangere di nuovo, mentre guardavo dall’oblò Londra che pian piano si allontanava. Io e Ila avevamo deciso di comune accordo di non far sapere a nessuno della nostra “momentanea separazione” di modo che non nascessero voci strane. Accesi l’iPod e chiusi gli occhi. Alle 20.00 ero già arrivata. Erano venuti i miei genitori a prendermi. Già mi aspettavo una ramanzina di un’ ora, invece niente.
<< Non potevamo fare altro. Ci dispiace per aver urlato così tanto, ma non potevamo rischiare. >> Arrivammo a casa, e pranzammo, poi andai subito a letto. Il giorno dopo non spiccicai parola. Semplicemente mi alzai, feci colazione, disfai le valigie e mi limitai ad accendere il computer, guardando lo schermo con occhi vuoti.
Ero a pezzi. Accesi il cellulare, c’erano tre messaggi.

Ciao Gre, tutto bene? Già mi manchi :( Niall è un disastro a cucinare, perciò le mie merende diventano sempre più abbondanti… Più tardi chiamami su Skype! Ti voglio bene <3

Le risposi scusandomi perché non avevo letto il messaggio e che l’avrei chiamata fra 10 minuti. Un altro era di mia madre, sempre della sera prima, che chiedeva a che gate uscivo. L’ultimo era di Harry, di quella mattina però.

Cucciola, è stato il primo soprannome che ti ho dato.. Non ho dormito tutta la notte, non riuscivo a pensare a cosa avrei potuto fare oggi senza il tuo supporto, ci eravamo conosciuti da così poco. Mi manchi da morire! Dimmi che tornerai, ti prego. Stasera ti chiamo.

Ero solita a cancellare quel genere di messaggi, ma quello lo salvai. Era un pensiero dolcissimo, e non potevo gettarlo via.

Era arrivata sera, avevo cenato e mi ero rifugiata in camera mia. Accesi il computer ed aspettai impazientemente la chiamata su Skype di Ilaria. Eccola!
<< Ila! Mi senti?>>
<< Si ti sento! Oddio Gre, come stai? Ci manchi da morire!>>
<< Anche voi, qui tutto… male. C’è il brutto tempo, non ho idea di cosa fare.. ragazzi vi giuro farei di tutto per tornare da voi.>>
Con lei c’erano tutti e cinque i ragazzi.
<< Hey, mi potreste lasciare un attimo da solo con Greta?>> era stato Harry a parlare.
Poco a poco tutti quanti uscirono dalla stanza, e rimanemmo solo noi due.
<< Gre, mi manchi da morire, so che sto diventando noioso.. ogni volta che ti sento ti dico solo questo!>>
<< Ti prometto che farò di tutto per raggiungerti, manchi tanto anche a me!>> << Beh.. per cambiare discorso, Ilaria mi ha raccontato che sai suonare il pianoforte!>>
<< Stai scherzando?! Le avevo detto di non dirlo a nessuno!>>
<< Mi suoni una canzone?>>
<< Fammi pensare.. No?>> iniziammo a ridere, mi mancava la sua risata, terribilmente. Non poteva essere finito tutto così in fretta, cercai di non pensarci ulteriormente.
E alla fine mi convinse. Avvicinai la webcam al pianoforte e iniziai a suonare ‘I giorni’ di Ludovico Einaudi, una delle canzoni più belle che conoscevo.
<< Questo è stato l’appuntamento più romantico della mia vita.>> sussurrò. Lentamente le lacrime iniziarono a rigarmi il viso.
<< No ti prego Greta non piangere, che fai star male anche me. Pensa che presto ci rivedremo. Ora ti saluto, domani abbiamo una conferenza. Ci sentiamo…>> chiusi la chiamata e mi rintanai sotto le coperte.
Aveva ragione, presto o tardi ci saremmo rivisti. Ma la cosa che realmente mi preoccupava era questa: se mi rimpiazzava con qualcun’altra nel frattempo?

Ormai erano passati otto giorni dal mio ritorno in Italia. Sentivo sempre meno Ilaria e i ragazzi, ma non negavo il fatto che mi mancavano come dal primo momento. Ero in cucina a pranzare con i miei quando mio padre prese il telecomando e girò canale. Stavano trasmettendo un programma in cui intervistavano i cantanti, cambiò immagine e chi c’erano? Loro. Abbassai immediatamente lo sguardo. Non ce la facevo! La prima domanda la fecero proprio ad Harry.
<< Ciao Hazza! Beh sappiamo che sei il più giovane del gruppo. In questo momento dovresti essere il più felice, anche perché ti hanno proposto di andare in America per fare uno spot pubblicitario, eppure non sembri in gran forma. Che è successo?>>
<< Non ti è mai capitato di dover lasciare una persona tanto cara a te, e non poter fare niente per riportarla indietro? Ecco, a me è successo proprio questo. E’ difficile andare avanti quando la persona a cui vuoi bene è molto distante da te.>>
<< Uh, allora qui si parla di storie d’amore! Raccontaci un po’ di più!>>
Finita la frase i ragazzi se ne andarono, effettivamente quel giornalista era stato esagerato. Corsi immediatamente in bagno, non mi sentivo affatto bene. Feci una doccia. Le lacrime si confondevano con l’acqua, come i miei pensieri si confondevano con tutto il resto. Non potevo credere a quello che Harry aveva detto. Aveva rivelato a mezzo mondo che per lui ero davvero importante, anche se non aveva detto il mio nome. Ero felice sì, ma allo stesso tempo frustrata, perché sapevo che non sarebbe stato affatto facile potermi ritrovare ancora fra le sue braccia.

***
<< Pronto? Parlo con i genitori di Greta?>>
<< Sì, sono la madre. Chi parla?>>
<< Sono Harry, ho bisogno urgente di parlare con lei.>>
***

Andai a sdraiarmi sul divano, non mi sentivo affatto bene, sembravo quasi depressa.
<< Greta..>> arrivò mia madre, accompagnata da papà. Non avevo voglia di ascoltarli, di nuovo. << Ascoltaci almeno.>> mi voltai verso di loro.
<< Cosa c’è.>>
<< Ci è arrivata una chiamata da, ecco.. un amico. Ci ha parlato di quanto ci tieni a tutto ciò, del contratto che hai fatto assieme a Ilaria con Alan, di tutti i traguardi che stavi raggiungendo. Perché non ci hai mai detto questo?>>
<< Io ho cercato..>>
<< No Greta, non hai fatto nulla di questo.>> proseguì mio padre.
<< Non sai quanto ci ha pesato pagare quel biglietto di ritorno, perché eravamo i primi a non volerlo fare.>> << E allora perché l’avete fatto?>>
<< Per questione di fiducia. Non sai quanto possa essere difficile per un genitore non avere più notizie di suo figlio>> stavo iniziando a capire i miei sbagli.
<< Però vogliamo riprovarci. Il ragazzo che ha chiamato ci ha detto che senza di te là è tutto diverso.>> Harry, oh santo cielo. Harry aveva chiamato mia madre.
<< Dai sbrigati, vai a rifare la valigia.>>
Avevo capito bene? Sarei tornata a Londra? Li abbracciai, quasi fino al soffocamento.
<< Non vi deluderò più, promesso>>.

Avevo il volo prenotato per le nove del mattino.
Al mio arrivo a Londra chiamai subito Ilaria, ma le dissi di non dirlo agli altri ragazzi. Venne a prendermi in aeroporto. Era raggiante. Appena la vidi le corsi incontro abbracciandola, e per la felicità la buttai giù per terra. Iniziammo a ridere fortemente, sembravamo quasi ubriache.. Mi accompagnò subito da McDonald’s dove comprammo due hamburger con le patatine.
<< Miseriaccia, avevo una fame allucinante!>>
<< Ila, sai che novità!>> mi tirò una patatina addosso, e in poco tempo iniziò una guerra di patatine che, a furia di cadere per terra, avevano richiamato tanti di quei piccioni da far paura.
Ci voltammo e all’unisono gridammo: “KEVIN!” Tanto che tutti i piccioni volarono via, e noi iniziammo a ridere ancora di più.
Sì, mi era mancata veramente tanto, anche se erano passati solo nove giorni.
<< Adesso dobbiamo andare da Alan. Gli ho dovuto raccontare tutto, tanto prima o poi l’avrebbe scoperto. Ha detto che ha avuto un’idea fenomenale su come farti riabbracciare ad Harry…>>
<< Allora muoviamoci! Piuttosto come va tra te e Niall?>>
<< Oh, a gonfie vele! C’è solo un problema, Tommaso. Ti ricordi il ragazzo di Bologna? Ecco, è qua a Londra per studiare. L’ho beccato già tre volte, e Niall lo stava per picchiare!>>
Poco più di una settimana ed erano già successe così tante cose?

Ormai eravamo davanti allo studio, e vidi Alan in lontananza corrermi incontro.
<< Birbantella di una Greta, ma dove ti eri cacciata? Ilaria mi ha detto che sei dovuta tornare in Italia! Per cosa?>>
<< Problemi.. Ehm.. Familiari. Comunque a quanto pare la situazione si è risolta in frettissima e ora sono di nuovo qua!>>
<< Ilaria mi ha anche raccontato dell’ “amicizia” che hai con Mr. Harold Edward Styles…>>
<< Ehm, ecco…>>
<< Allora ieri all’intervista stava parlando di te! Sembrava veramente cotto, perciò ho un’idea. Oggi ho invitato i ragazzi al programma, hanno accettato... Perciò...>>

Il programma era iniziato ormai da mezz’ ora. Alan mi aveva nascosta dietro le quinte prima del loro arrivo, ed Emily, mi aveva vestita come una diva di Hollywood.
<< Beh, oltre alle vostre stupende canzoni, su YouTube sta spopolando un video su una tua intervista, Harry. Vediamola un po’!>> durante la riproduzione del video, sentii dei brividi. E non erano di certo per il freddo.
<< Lo so, non avrei dovuto comportarmi così.>>
<< Stai scherzando, ma hai visto che faccia da.. Ehm.. Tubero aveva quel giornalista? Hai fatto più che bene!>> Alan sapeva come far tirare su il morale alla gente.
Il pubblico aveva iniziato ad applaudire e tutti i ragazzi si erano messi a ridere << Comunque, dato che io sono molto più bravo di quel tizio, ho pensato di farti questa sorpresa..>> Sempre dallo schermo partì un video.
Lo avevo realizzato grazie all’aiuto dei tecnici dell’Alan Carr’s show prima della puntata, in cui raccontavo un po’ cos’era successo. Era accompagnato dalle foto che avevamo fatto assieme, era piuttosto commovente.
Alla fine partì un fragoroso applauso con la standing ovation. Ad Harry scese una piccola lacrima, si poteva notare solo dall'angolazione in cui mi trovavo, inutile dire che mi toccò profondamente.
<< Beh, non so voi ragazzi, ma penso che siano una coppia stupenda!>> partì un forte ‘yeah’ dal pubblico - anche delle directioners - e Harry sorrise. << Parlaci di voi!>>
<< Beh, ci siamo conosciuti ad un matrimonio, perché lei ed Ilaria avevano perso un’agenda. Non so, ma c’è stato subito feeling tra noi, si vedeva che non lo faceva per diventare famosa, o robe del genere... E poi, è un maschiaccio, ma forse è proprio per questo motivo che mi piace. Mi manca, ecco tutto.>> Alan tossì.
Era il segnale. Dal retro dello studio entrai, passando da dietro il divanetto su cui erano seduti i ragazzi, che non si erano accorti di niente. Partirono delle urla dal pubblico sommerse dagli applausi, a me veniva da ridere, ma mi trattenni.
<< Ragazzi cosa sta succ..>> fece Harry.
C’era Alan che era per terra dal ridere, perché nessuno dei ragazzi si era accorta che ero dietro di loro, così non mi trattenni e toccai sulla spalla Harry. Si girò. I nostri sguardi finalmente si incontrarono un’altra volta. Cercò di scavalcare il divano ma cadde per terra, ed io come al solito iniziai a ridere. Alla fine riuscì ad alzarsi e mi sollevò per aria. Ero contentissima.
<< Beh non avete quattro anni, puoi anche baciarla!>> disse Alan.
Così sì, ci baciammo. L’applauso del pubblico diventò più forte e iniziarono a scattarci tantissime foto. Era il momento più bello della mia vita.

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Capitolo 8
*** Chapter 7 ***


Ilaria's diary

Ero a casa mia a preparare le valigie di Niall, era un favore che gli stavo facendo. Greta ormai era tornata ed io ne ero felicissima, non poteva darmi una notizia migliore!
Mentre ripiegavo accuratamente i vestiti, guardavo il programma di Alan. Dal video del televisore c’era Greta, era seduta accanto ad Harry ed insieme stavano parlando animatamente con il resto del gruppo.
Alan Carr li guardava soddisfatto, gli ascolti erano sicuramente aumentati parecchio, una rivelazione del genere non poteva certo passare inosservata.
Ero emozionata per la mia amica, nelle innumerevoli video chat l’avevo sempre vista triste e parecchio giù di corda e ora vederla così contenta al fianco di Harry, mi fece sorridere. Chi l’avrebbe mai detto che Harry Styles fosse così tenero? Insieme a Greta era completamente un’altra persona.
Incominciai a portare le valigie all’entrata, erano davvero tante, troppe persino per una ragazza, figuriamoci per un ragazzo. Ma quanta roba si era portato dietro Niall? Aveva più vestiti di me!
Esausta e sfinita mi accomodai sul divano, bastarono pochi minuti per crollare dal sonno.
Quando mi svegliai erano già le undici di sera. Possibile che avessi dormito così tanto? Non c’era alcun rumore, perciò supposi che non fossero ancora tornati. Probabilmente si erano fermati a mangiare in qualche ristorante. Mi bastò pensare al cibo per farmi venire una fame da lupi.
Cercai il telecomando, ma non lo trovai, perciò mi voltai per vedere se fosse caduto. In quel momento presi un colpo e urlai di paura, sei facce sorridenti comparvero da dietro il divano.
Ci mancava poco che svenissi sul colpo.
<< Voi! Ma siete stupidi! Avete idea di che paura mi sia venuta?! Comparire così di colpo…>> si misero a ridere. Greta mi si avvicinò ridendo a crepapelle.
<< Dovevi vedere la tua faccia Ila! Hai un colorito bianco cadaverico!>>
<< Ma davvero?! >> mi misi a ridere, unendomi alla sua risata.
<< Scherzo riuscito ragazzi!>> Niall si avvicinò e successivamente mi abbracciò.
<< Ti sei spaventata molto, principessa?>> lo guardai di sottecchi.
<< Ah! Sentilo… Io ora vado a mangiare qualcosa>>
<< Dove? Come “Vai a mangiare qualcosa”?>>
<< Dal mio caro, caro, caro amico Tommaso!>> Niall si impietrì.
<< Co-s-a?>> sorrisi.
<< Stavo scherzando. Ora vado a cucinarmi qualcosa…>> si rilassò di colpo ed accennò un sospiro di sollievo.
<< Beh allora ti vengo a dare una mano, perché non abbiamo ancora mangiato nemmeno noi!>> era stata Greta a parlare.
<< Pensavo vi foste fermati in un ristorante, beh meglio così!>>.
Il resto della serata passò molto velocemente, tra risate e battute venne l’ora di andare a dormire. Finalmente eravamo tutti più felici e contenti, tutto si stava sistemando.
Almeno così speravo.
Anche se quando accesi il blog, mi dovetti ricredere.
<< Greta… Io… Oh mamma, vieni qui a vedere cos’hanno scritto sul blog! Ancora quel @Jk.Ilive.nt più i suoi seguaci però!>>
C’erano ancora commenti simili a quelli della volta precedente, ma questa volta c’erano anche altre persone che lo seguivano a ruota.

@Gilly.Ilive.nt
Adesso che il vostro successo si stava attenuando, avete deciso di venire allo scoperto con le vostre relazioni con i personaggi famosi! Siete ridicole veramente, ritiratevi, vi fareste solo un piacere. 


@FuckGIMS.Ilive.nt
Ma per favore e questo lo chiamate blog? Ma non vi vergognate? Ritiratevi e non rovinate anche quei poveretti con cui siete insieme, solo per successo a parer mio!

<< Ila…>> Greta non riusciva a pronunciare altro, io ero immobile, non riuscivo a proferire parola.
<< Ehi ragazze volet… Che succede?>> erano Harry e Niall.
<< Niente…>> Niall mi interruppe.
<< Non mi sembra che non succeda niente! Fammi vedere il computer!>> i due si avvicinarono ed incominciarono a leggere i vari commenti.
<< E’ solo uno stupido blogger che si è portato dietro qualche seguace, è solo invidioso! Voi avete avuto successo da sole, lui per farlo deve rovinare le persone. Non fatevi abbattere da questo ignorante, voi siete migliori!>> Harry aveva pronunciato il discorso piuttosto furiosamente. Credo che se lo avesse avuto davanti, gli avrebbe stampato un pugno in faccia.
Volevo scoprire chi fosse e mi venne un’idea. D’altronde ero la cugina di un genio del computer, doveva pur valere qualcosa!
<< Posso scoprire chi è!>> tutti si voltarono verso di me.
<< Ma come Ila?>> era il momento di prendere in mano la situazione, non era il caso di farci abbattere da tre idioti che si erano uniti contro di noi.
<< Datemi una mezz’oretta…>> Greta aveva uno sguardo furente.

<< Quindi questa Jas Hillys è la blogger del blog che ci fa concorrenza!>>
<< Già, aveva ragione Harry, lei è solo invidiosa perché noi l’abbiamo in un certo senso eclissata. Abbiamo avuto un milione di seguaci in poco tempo, mentre lei è ancora ferma a circa 20'000… Che in ogni caso non sono pochi, però>> Niall mi osservava con sguardo di ammirazione. Già, ero stata una grande e alla fine ci avevo messo meno di un quarto d’ora.
<< Quindi cosa facciamo?>>
<< Niente Gre, non voglio essere meschina come lei e in ogni caso l’abbiamo già bloccata e reso “Spam” i commenti dei suoi seguaci. Non può fare nient’altro nemmeno lei!>>
<< Ok Ila, ma se vanno avanti questi commenti, andrò a cercarla personalmente!>> sorrisi.
Greta era di parola, oltre tutto se mi incavolavo io… Beh, era meglio non essere nei paraggi!



Greta's diary

Harry era rimasto incredibilmente scioccato dal mio arrivo, in senso positivo. Non se l’aspettava.
La sera prima eravamo andati a fare uno scherzo a Ilaria dopo la fine della trasmissione, e ne avevamo approfittato per mangiare tutti insieme. Harry mi riempiva di attenzioni e domande, e la cosa mi faceva tanta tenerezza. La serata però non si concluse per il meglio, avevamo scoperto il nome della ragazza che ce l’aveva tanto con noi.
Non avevo mai sopportato quel genere di cose, così mi misi d’impegno e dal mattino successivo iniziai le ricerche per poterla incontrare e chiarire le cose “a quattr’occhi” .
Dopo poco ce l’avevo fatta.
<< Ila! L’ho trovata!>> Era andata in bagno a lavarsi i denti, ma uscì talmente di corsa che sporcò tutto il pavimento di acqua e dentifricio.
<< Sei un disastro! Comunque abita a Old Street, oggi andremo là, prima o poi dovrà uscire di casa!>>
Decidemmo di partire subito, dato che non era proprio dietro l’angolo.
Appena arrivate, notammo una coppia.
<< Oh merda. Ma quello è… Tommaso?>> gli andammo incontro.
<< Ciao Tommaso! Aspetta un momento. Lei è...>>
<< Piacere care, sono Jas.>>

Eravamo entrambe pietrificate. Quella sottospecie di hater era alta più o meno 1.45 m, aveva i capelli lunghissimi, biondi e gli occhi scuri, di un colore indefinibile. Era molto magra, e vestiva completamente di blu.
Era quasi inquietante.
Partii subito io a parlare.
<< Beh, credo proprio che dovremmo fare una chiacchierata in privato, non credi?>> volevo essere educata, ma non mi riusciva facilmente. Lei diede un bacio a stampo a Tommaso, che se ne andò.
Ilaria era visibilmente irritata, ma non voleva darlo a vedere.
<< Beh? Su! Cosa avete da dire?>>
<< Spero tu stia scherzando! Hai avuto il coraggio di offendere fino adesso e quando hai la possibilità di dire le cose in faccia ti nascondi? Tu si che sei l’esempio della ragazza coraggiosa!>>
<< Io non ho proprio niente da dire. Semplicemente ho espresso la mia opinione!>>
<< Quello che vorremmo sapere, è che cosa ti da tanto fastidio di noi.>>
<< Volete proprio saperlo? Mi da fastidio il fatto che voi siate arrivate qua, a avete avuto tutta questa fortuna, assolutamente non meritata.>>
<< Fortuna? Non meritata? Scherzi spero! Tu non immagini neanche quanti sacrifici abbiamo dovuto fare!>>
La discussione si stava accendendo.
<< Ah, non credo proprio!>> stavo per sbottare. Non avrei permesso che quella ragazza rovinasse il momento più bello della mia vita.
Iniziai a urlarle in faccia tutto quello che era successo, tutto quello che avevamo rischiato, le famiglie che avevamo trascurato e lasciato in Italia. Parlai per dieci minuti senza smettere. Alla fine avevo quasi il fiatone.
<< Va bene, va bene, ho capito! Scusate se… Se sono stata troppo invadente. Prometto che smetterò.>>
<< Beh, grazie, forse anche noi abbiamo esagerato, ma l’importante è che tutto sia finito per il meglio.>> concluse Ilaria.
Ci “salutammo” e tornammo a casa nostra. Aveva detto che avrebbe smesso? Beh, io non ci credevo molto, c’era qualcos’altro sotto.

Arrivammo all’appartamento.
C’era qualcuno dentro.
<< Ila, sento lo stereo acceso, ci deve essere qualcuno.>> Ilaria era sbiancata.
Presi un bastone, che avevamo messo apposta dietro la siepe. Aprii piano la porta, di modo che nessuno potesse sentirci.
<< Gre proviene da fuori… Ho paura.>>
<< Tranquilla, ho qua la mazza, al massimo li facciamo secchi!>> Ilaria era quasi aggrappata al mio braccio.
Il salotto era completamente in disordine, il frigorifero aperto e i cuscini dappertutto.
Ci dirigemmo verso le vetrate che si affacciavano alla piscina, anche lì un disordine pazzesco.
<< Ecco, dovevano pure venire i ladri in casa!>>
<< AAAAAAARGH>> cacciammo un urlo e d’istinto tirai il bastone in aria, che colpì qualcuno.
<< Ma siete matti? Oddio Louis stai bene? Scusa per la mazzata, pensavo che..>> si alzò barcollando.
<< Non ti preoccupare, sto bene, ma sappi che mi vendicherò!>> iniziammo a ridere tutti quanti.
<< Bella sorpresa.. di merda!>> esclamò Ilaria in italiano, scoppiai a ridere ancora di più.
<< Dai per favore, non capiamo niente, cosa avete detto? Vi è piaciuta la sorpresa?>> fece Zayn.
<< Oh sì molto, grazie!>> Cercammo in qualche modo di trattenere le risate, ma era molto, molto difficile.
<< Noi andiamo a metterci i costumi da bagno.>>
<< Posso venire ad aiutarvi?>>
<< Harry, tesoro caro... no.>> Io e Ilaria salimmo divertite, non ci potevamo credere.
<< Hey, che ne dici di chiamare Anna su Skype?>>
<< Sì dai! Le facciamo una bella sorpresa! Però ci devono essere anche i ragazzi!>>
<< Ok ci sto.>>.
Scendemmo con il portatile in mano. Io avevo un costume a righe bianche e blu, mentre Ilaria ne indossava uno a motivi tropicali. Arrivate a bordo piscina notammo che i ragazzi che erano già in acqua e continuavano a schizzarsi.
Io e Ilaria ci guardammo, poi ci voltammo contemporaneamente a guardare i ragazzi.
Sembrava la scena di un film adolescenziale. Le due teen-ager fortunate che sono in piscina con i ragazzi più belli della scuola, e che tutte avrebbero voluto. Avevano iniziato a giocare a pallanuoto. Poi Harry uscì dall’acqua.
<< Cosa fate di bello? Mamma che caldo che fa..>> Senza farsi notare si mise dietro di me e mi abbracciò.
<< Porca puttana! Ma sei ghiacciato!>> urlai.
Ilaria era letteralmente scoppiata a ridere, forse per quello che avevo gridato io, o per la faccia maliziosa di Harry. Sentivo tutti i nervi della schiena irrigidirsi, l’acqua era veramente fredda.
<< Dai era solo uno scherzo! Comunque.. sai che sei bellissima…>> lo guardai stranita, faceva dei versi strani con la faccia. Mi voltai e vidi che Louis mi stava per prendere le caviglie.
<< Eh no belli, non ci casco!>> mi alzai immediatamente e iniziai a scappare da quei due idioti che mi volevano buttare in acqua.
<< Non vi do questa soddisfazione!>> e mi tuffai. L’acqua era veramente fredda, ma dopo pochi istanti mi ero già ambientata. Anche Niall era uscito, ma Ilaria non se n’era accorta. Cercai di distrarla.
<< Oh Ilaria, ma hai visto che bel tempo che c’è oggi?>> Intanto Niall era dietro di lei.
<< Sì, c'è proprio un bel...>> Lui la prese e la lanciò in acqua
<< …SOLE!>> scoppiammo tutti quanti e ridere, al che si tuffò anche Niall.
Si prospettava una bella giornata.

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Capitolo 9
*** Chapter 8 ***




Ilaria’s diary

Mi accorsi di essere appena stata gettata in piscina. Mi venne un’idea.
<< Raga-zzi…. Raga-zzi… Non so….>> mi lasciai andare sott’acqua. Vidi Liam e Niall nuotare verso di me velocemente, quando furono abbastanza vicini, afferrai loro le caviglie e li trascinai sott’acqua, risalendo in superficie. Greta rideva come una matta, era l’unica a sapere che a sapevo nuotare, ma aveva retto il gioco. Niall e Liam riemersero e mi guardarono con sguardo perplesso e serio, poi si misero a ridere.
<< Ci cascano sempre tutti!>> Niall mi si avvicinò.
<< Beh principessa, ci sai fare. Però io ho avuto paura che stessi davvero per affogare!>> tornò serio.
<< Dai scusa, mi sono ritrovata costretta a vendicarmi!>>.
Nuotai parecchio sott’acqua, era la cosa che mi veniva meglio. Ad un certo punto, Niall si unì a me e me lo ritrovai di fronte. Mi si avvicinò e mi baciò. Un bacio sott’acqua, era la prima volta che mi capitava. Fu unico e soprattutto incredibile.
Il pomeriggio passò velocemente. Fu divertente passare del tempo con i ragazzi. Nel frattempo ci avevano raggiunto anche le ragazze di Louis e Liam. Mi sembrava di conoscerle da tempo, come se fossero delle vecchie amiche.
Mi accorsi del computer giacente sul lettino ai fianchi della piscina, dovevamo chiamare Anna, la nostra amica.
<< Ragazzi, ora chiameremo una nostra amica dall’Italia, perciò venite tutti qua! Vogliamo farle una sorpresa>> Greta mi si avvicinò. Per fortuna era online, inviai la chiamata con video e lei accettò.
Sullo schermo apparve la sua faccia sorridente, era a casa sua.
<< Ehi ragazze come…>> solo in quel momento si accorse chi c’era con noi.
<< Emh… Loro sono i…>> sorrisi.
<< Piacere di conoscerti Anna!>> era stato Louis a parlare.
<< … Il piacere è tutto mio!>> con noi tornò a parlare in italiano.
<< Scusate la domanda, ma allora i giornali dicevano la verità?>>
<< Già… >> Harry in quell’istante si portò al fianco di Greta.
<< Quindi… Tu Ila, stai con Niall?>>
<< A quanto pare! Si, sto con lui!>>
<< Ma è una cosa semplicemente fantastica! Qua in Italia ragazze è un putiferio! Stanno dando tutti di matto, siete i soggetti di ogni discussione!>>
I ragazzi cercavano di seguire il discorso, ma non capivano niente di ciò che dicevamo.
<< Ora devo lasciarvi, però mi raccomando fatevi sentire presto, ok?>>
<< Ovvio Anna! Ci sentiamo al più presto>>
<< Ciao ragazzi! >> quella fu probabilmente l’unica cosa che capirono del discorso, visto che lo disse in inglese.

La sera non tardò ad arrivare. Ormai i ragazzi se n’erano andati da un po’ e noi stavamo chiacchierando da parecchio tempo.
<< Tu dici che ci lascerà in pace?>
<< Ne dubito fortemente, ma staremo a vedere… Comunque io non avrei mai immaginato che stesse insieme a Tommaso, tu Ila cosa ne pensi?>>
<< Non lo so… Sinceramente mi da tutta l’idea di una trappola>>
<< Dici che non stanno davvero insieme?>>
<< Non ne ho la più pallida idea, però so che Tommaso vuole trovare il modo di farmi lasciare con Niall!>>
<< Dobbiamo stare attente, potrebbero ancora tramare qualcosa! Comunque stai attenta a quel Tommaso, non si sa mai cosa potrebbe escogitare.>>
<< Sono d’accordo con te…>>
<< Parlando d’altro… Mi sembra ancora una cosa incredibile, io e Harry…>>
<< A chi lo dici, Niall è così dolce con me!>>
<< Ma quando siete spariti sott’acqua?>> sorrise maliziosa.
<< Dai non pensare male, però ci siamo baciati…>>
<< Ullalà!>>
<< Ma suvvia! In ogni caso…>> in quel momento squillò il cellulare. Niall.
<< Ciao Niall!>>
<< Oh oh oh!>> tirai una cuscinata addosso a Greta.
<< Ehi, senti non è che domani verresti con me da Nando’s? Solo tu ed io?>> mi illuminai.
<< Certo!>>

Era mezzogiorno, mancava meno di un quarto d’ora all’arrivo di Niall. Indossai un vestitino nero senza spalline, una giacchetta di jeans e un paio di ballerine nere.
<< Io vado giù ad aspettarlo!>> Greta mi guardò in segno di assenso, era acciambellata sul divano e guardava la televisione. Aprii la porta ed imboccai il corridoio. Scesi lentamente le scale, era in un certo senso il nostro “Vero e proprio appuntamento Ufficiale”.
Ero agitata, anche se ormai era passato un mese dal nostro primo incontro. Vidi in lontananza arrivare un motorino. Accostò davanti a me.
Niall.
Si tolse il casco e mi raggiunse.
<< Sai, questo è il modo migliore per passare inosservati e poi in fondo…>>
<< Mi piace andare in motorino!>> lui fece un respiro di sollievo.
<< Ne sono felice!>> sorrisi.
Mi diede il casco e partimmo. Il ristorante non era molto lontano, perciò non ci mettemmo molto ad arrivare. Ci accomodammo e solo in quel momento mi accorsi che non c’era anima viva. Eravamo soli.
<< Emh… Ma sei sicuro che sia…>>
<< Aperto? Si tranquilla… Vedi… Ho prenotato l’intero locale, per poter stare da soli!>>
Era agitato? Ordinai un Double Chicken Breast Burger e una coca cola, Niall fece lo stesso.
<< Sai… Grazie, nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me.>> lui alzò lo sguardo e sorrise.
Dopo aver mangiato e aver parlato molto, partì una delle mie canzoni preferite.
<< Ti va di ballare?>> mi venne in mente la prima volta che lo vidi, al matrimonio.
<< Ovviamente!>> il ristorante era tutto per noi. Ballavo, ma ero piuttosto impacciata e maldestra. Certo non ero mai stata una grande ballerina, ma non avevo mai pestato così tante volte i piedi ad un ragazzo. Probabilmente era Niall che mi faceva quell’effetto. Ci guardammo negli occhi e poi tutto attorno a noi scomparve. Le sue labbra si adagiarono dolcemente sulle mie, fu uno dei miglior baci che avessi mai ricevuto. Niente poteva essere più perfetto di così.



Greta’s Diary

Ero rimasta a casa da sola, ma ero contenta per l’appuntamento di Ilaria e Niall, stavano veramente bene insieme.
Andai in bagno e aprii il rubinetto dell’acqua calda, volevo assolutamente farmi un bagno, così dopo pochi minuti mi immersi tra la schiuma, nulla poteva essere più perfetto. Mi stavo quasi per addormentare quando qualcuno aprii la porta.
Cacciai un urlo.
<< Oddio tesoro scusa, avevo lasciato sul divano la felpa e dato che nessuno rispondeva ho scavalcato il cancello e sono entrato, mi dispiace.>> Tirai un grosso sospiro di sollievo.
<< Figurati, può capitare, però adesso esci che mi devo asciugare.>>
<< Va bene.>> intanto rimaneva fermo, sull’uscio della porta. Rimasi a guardarlo per qualche istante, e notai immediatamente un accenno di sorriso.
<< Beh?>>
<< Sì, non vedi che sto andando?>> e rimaneva lì, fermo come un palo.
Lo guardai male, e poi di sorpresa gli spruzzai un getto d’acqua addosso, centrandolo in pieno.
<< Ora vai?>> chiesi decisa, soddisfatta di ciò che avevo appena fatto.
<< Va bene, va bene! >> iniziammo a ridere, e finalmente uscì dal bagno.
In dieci minuti ero già pronta. Avevo solo i capelli umidi ma non ci feci troppo caso, così mi diressi in salotto, dove mi stava aspettando.
<< Brutto coglione!>> gli corsi incontro e lo baciai.
<< I tuoi capelli profumano!>>
<< Sai, prima della tua entrata trionfale mi stavo lavando…>> risposi divertita, accoccolandomi sulla sua spalla.
<< Non ti è piaciuta? Comunque giuro, non ho visto niente.>>
<< Ecco, bravo.>> gli tirai un pugno sugli addominali, che non lo scalfì minimamente.
<< Ti sei deciso ad andare in palestra!>>
A quell’affermazione mi prese da dietro e iniziò a farmi il solletico. Quando si accorse che stavo quasi per morire, si decise a smettere, ero a terra dalle risate.
<< Madame, vuole che la accompagni sul divano?>>
<< Grazie, signore!>>
In modo più o meno cavalleresco mi prese in braccio e mi distese sul divano.
<< Che ne dici di guardare un film?>> gli chiesi.
<< Va bene, cosa vuoi vedere? TitanicManuale D’Amore..?>>
Lo guardai stupita.
<< A te piace questo genere di film? Wow.>>
<< No, non fraintendere, è che la maggior parte delle ragazze con cui sono uscito guardavano solo questi film, così ho pensato che...>>
<< Ma non dire sciocchezze! Questa roba non è pane per i miei denti, meglio un buon film d’azione, o qualcosa di divertente… Guarda qua! American Pie! Che ne pensi?>> Sgranò impercettibilmente gli occhi, poi mostrò un ampio sorriso.
<< Sei unica. Non dirmi che ti piacciono anche i videogiochi…>> sussurrò.
<< Allora non mi conosci per niente. Ti dico solo che secondo me Call Of Duty ha una grafica migliore di Grand Theft Auto, anche se GTA è più avvincente. Mi piace anche Assassin’s Creed, il 3..>>
Mi guardò con occhi pieni di ammirazione.
<< Ti adoro.>>
<< Mi adoro anch’io, ma ora guardiamo questo benedetto film!>> Iniziò a ridere sommessamente.
Ci accoccolammo e iniziammo a guardarlo.

<< E’ o non è un fenomeno Stifler?>>
<< E Kevin? Troppo divertente.>> Era appena finito il film, era stato esilarante.
<< Gre, stavo pensando..>> Immediatamente cambiò espressione. Si era fatto più serio, e non sapevo se esserne contenta o preoccuparmi.
<< Dimmi.>>
<< Beh, mi piacerebbe… Vorrei…>>
<< Dai, sputa il rospo!>>
<< Ti andrebbe di fare un salto a Holmes Chapel con me, qualche volta?>>
Non ci potevo credere. Era serio?
<< Cosa?..>>
<< Forse è troppo presto, però ho parlato loro molto di te, spero non ti dia fastidio…>>
Era passato a malapena un mese e lui aveva già programmato un incontro per presentarmi ai suoi? No, non era possibile. Eppure mi sentivo incredibilmente felice, e non avevo intenzione di deluderlo.
<< V-vuoi scherzare? E’ una cosa bellissima!>> lo abbracciai di impulso.
Sapevo che ci teneva molto alla sua famiglia.
In quell’ esatto istante rientrarono in casa Niall e Ilaria, mano per mano.
<< Ciao, vi siete divertiti?>> Si guardarono e arrossirono.
<< Voi sì che siete teneri. Non come noi, che sembriamo Tom e Jerry.>> scoppiai a ridere.
Effettivamente Harry aveva ragione, se ci incontrava qualcuno che non ci aveva mai visto prima avrebbe potuto pensare che eravamo migliori amici, ma non di certo fidanzati. Ci facevamo sempre dispetti, come due bambini.
<< Harry, mi ha chiamato Zayn, dicendo che la domestica si è rifiutata di pulire camera tua, dobbiamo andare a casa.>> Mi guardò imbarazzato.
 << Noi… Noi dobbiamo andare, ciao ragazze!>> e corsero come due bambini fuori dalla porta.
Guardai Ilaria divertita.
<< Quei due non stanno bene.>>
<< Cosa ci possiamo fare? Comunque oggi è stato bellissimo al ristorante, Niall è stato così dolce… Però ti devo dire una cosa importantissima, prima che me ne dimentichi.>>
<< Cosa?>> era entusiasta.
<< Da Nando’s ho trovato alcuni dépliant su un escursione, vicino alla spiaggia di Brighton...>> mi passò il volantino.
Si trattava di una sorta di gita-avventura di quattro giorni. Comprendeva scalate, discese a corda doppia, escursioni nei boschi, parapendio e bungee jumping.
Io adoravo tutto ciò che era estremo.
<< Poi non costa neanche tanto, si parte dopodomani e si starà in tenda. Inoltre noi non passiamo più così tanto tempo insieme… Andiamo solo noi due, così stacchiamo da tutto e tutti!>>
<< Ci sto! Alla fine delle escursioni potremmo andare in un centro benessere, giusto mezza giornata, per fare qualche massaggio e rilassarci…>>
<< Noi due ci intendiamo troppo bene.>>
Così compilammo il modulo allegato e lo spedimmo via e-mail. Ci aspettava un’altra avventura.
<< Andiamo a casa dei ragazzi, almeno li avvisiamo, e poi... Avrei un’altra idea..>>
<< …Mi piace!>>

Chiudemmo il cancelletto e ci dirigemmo verso il quartiere Chelsea, dove abitavano i ragazzi.
<< Chi è?>>
<< Ciao Louis, siamo noi!>>
<< Aspettate, ora vi apro. Qui ci sono anche gli altri!>>
Era strano, ma in quel momento mi sentivo come una fan impazzita. Guardai Ilaria.
<< Ma ti sembra normale che stiamo parlando con i cinque ragazzi più conosciuti di tutta l’Inghilterra?>>
<< Forse del mondo…>> Allucinante.
Non eravamo mai state così fortunate in quindici anni della nostra vita.
Aprii la porta d’ingresso.
Cavolo, in quell’appartamento c’era un disordine pazzesco. A quanto pare era in atto una guerra.
Zayn e Niall erano nascosti dietro il bancone della cucina con due scolapasta che fungevano da elmetto, e cercavano di schivare la frutta lanciata da Liam e Harry.
Eravamo sconvolte.
<< Ma le ragazze dove sono finite?>> chiese Zayn, dopo circa una decina di minuti che eravamo davanti all’uscio della porta.
Ilaria si schiarì la voce, e a quel punto si accorsero di noi.
Erano diventati tutti rossi.
<< Ehm… Mia sorella mi sta chiamando su Skype! Scusate, devo andare.>> fece Liam.
Guardai negli occhi Ilaria, e contemporaneamente ci voltammo verso i ragazzi.
Era una scena esilarante.
Louis continuava a ridere, Harry cercava di uscire di scena gattonando all’indietro, ma per sbaglio urtò il divano.
<< Ragazzi.>> ci guardarono tutti, con sguardi da cucciolo.
Mi avvicinai al divano e presi un cuscino, lo passai a Ilaria, e poi ne presi un altro per me.
Loro non capivano, quando io e lei ci eravamo già intese da un pezzo.
Stetti in silenzio per qualche istante. Poi iniziai a tirare fendenti a tradimento verso Harry.
<< In Italia ci sappiamo divertire meglio!!>>
Scoppiammo tutti in una fragorosa risata e iniziò una potente guerra con i cuscini, tutti contro tutti.
Ad un certo punto, tra le piume che volavano, Harry mi lanciò un colpo talmente forte da gettarmi a terra. Non mi aveva fatto male, ma volevo farglielo credere.
<< Scusami cucciola, ti ho fatto male?>> si stava abbassando per darmi una mano, quando di sorpresa gli lanciai una cuscinata addosso, e anche lui cominciò a ridere.
Mi aiutò a rialzarmi.
<< Ma dove sei stata in questi diciotto anni?>>
<< Testone, io diciotto anni fa non esistevo nemmeno!>> sorrise, ci avvicinammo, sempre di più, e mi baciò.
Partirono degli “Uuh” da parte di Liam e Zayn.
<< Guarda che anche se ora siete fidanzato rimarrà sempre il mio Hazza, capito? >> sentenziò Louis. Iniziammo tutti quanti a ridere, e poi ci abbracciammo, tutti e sette insieme, come una grande famiglia. Avrei voluto che quel momento non finisse mai.

<< Le lasagne sono pronte!>>
Avevamo deciso di aiutare quei cinque pirla a pulire l’appartamento.
Alla fine, dopo lunghi sforzi era tornato come nuovo. Io ed Ilaria avevamo proposto di far cucinare noi, per far loro mangiare una volta tanto del cibo normale.
Mi piaceva cucinare.
Mentre stavo posizionando gli strati delle lasagne Harry mi si avvicinò da dietro, lasciandomi un leggero bacio sul collo che mi fece rabbrividire.
<< La mia cuoca preferita…>>
<< Mi sa che ti devi spostare Casanova, altrimenti rischio di sporcarti di sugo la nuova maglia bianca. >>
Si scansò di colpo, mi piaceva tenerlo in riga.
A fine cottura servimmo le lasagne in tavola.
<< E’ buonissima! Principessa, sei proprio brava.>> sussurrò Niall a Ilaria, che divenne visibilmente rossa.
<< Ce n’è un’altra porzione? Lo dico solo perché voglio provare a riconoscere gli ingredienti, non fraintendete…>> ribattè Zayn. Louis lo interruppe.
<< Ragazze, dovete sapere che di solito è lui che cucina, ma anche se non vuole ammetterlo, non è un granché nel campo, pensate che una volta…>>
<< Okay, credo che l’abbiano capito!>> scoppiammo tutti a ridere.
Erano venute anche Eleanor, Perrie e Danielle. Ormai avevamo preso confidenza.
<< Greta, ma non sei iscritta su Twitter?>> chiese Perrie, mentre ingoiava un altro boccone di pasta.
<< No, o per lo meno, non ancora…>> immediatamente Ilaria mi fissò.
La guardai stranita, e capii che stava indicando il calendario appeso alla parete.
Quel giorno era il 15 luglio. Era già passato più di un mese dall’uscita degli scrutini, e noi non ne sapevamo ancora niente.
<< Ora cosa facciamo? Provo a chiamare.>> gli altri non ci capivano, stavamo parlando in italiano.
<< Greta, se ho il debito in matematica sono nella merda, non l’ho neanche fatto poi!>> anch’io ero un po’ preoccupata.
Il telefono della scuola squillava libero. Erano appena le 20.00, ci doveva essere qualcuno!
<< Pronto, Istituto Alessandro Manzoni.>>
<< Si salve, volevo chiederle un’ informazione. Siamo due studentesse, purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di andare a vedere gli scrutini per numerosi motivi, e solo ora abbiamo avuto la possibilità di fare una chiamata. Per caso li avete già archiviati al computer?>> dovetti mentire.
<< Si, non vi preoccupate, ditemi la matricola.>>
<< 0847 e 0258.>> Aspettammo qualche istante, divorate dall’ansia.
<< Allora, siete entrambe ammesse senza debiti!>>
 << Oddio grazie mille!>> Sussurrai, tirando un sospiro di sollievo.
<< Mi raccomando, l’anno prossimo cercate di essere più puntuali…>>
<< Sarà fatto, arrivederci!>>
Ero sul punto di riattaccare quando la segretaria ricominciò a parlare.
<< Aspettate! Voi siete Greta e Ilaria?>>
<< S-sì… Perché?>>
<< Il preside vi vuole parlare urgentemente.>> Avevamo il vivavoce, perciò Ilaria sentì tutto. Sentimmo la cornetta spostarsi. Che diavolo stava succedendo?
<< Buonasera ragazze. Beh, vi sembrerà strano che ora, nel bel mezzo di luglio, io sia qui a parlarvi, eppure ormai la voce è girata, siete parecchio conosciute. Perciò prima di tutto volevo congratularmi con voi per l’impegno che avete mantenuto durante l’anno scolastico e per il progetto che avete realizzato, che a mio parere è stato al 100% vincente, in più… La scuola con il collegio docenti ha deciso di offrirvi una borsa di studio della durata di un anno intero proprio lì, a Londra.>>
A quanto pareva la Dea Bendata era a nostro favore. Era assurdo, ma non finì di parlare.
<< Avete fatto una buonissima pubblicità alla scuola, e dalle interviste ho notato che avete un buon approccio con la lingua inglese. Abbiamo contattato il college Harrow, con cui abbiamo molti rapporti, e ci hanno detto che sarebbero molto contenti di ospitarvi per gli anni finali. Sarebbe veramente un’occasione più unica che rara poter rimanere a Londra per studiare. >>
Non riuscivo a parlare. Mi tremavano le gambe dall’ emozione.
<< E’ una cosa stupenda… Ma cosa diremo ai nostri genitori?>>
<< Non vi preoccupate, li riceverò io stessa di persona, era già mia intenzione incontrarli. Che dire, a presto ragazze.>> detto ciò riattaccammo, ancora eccitate da tutte quelle buone notizie che avevamo ricevuto.
<< Quindi, resterete a Londra, ragazze?>> chiese Zayn, speranzoso. Ovviamente non avevano capito nulla della nostra conversazione con il preside, ma vedevano i nostri visi raggianti per l'emozione.
<< Non è ancora certo, ma pensiamo proprio di sì.>>
Ci abbracciammo ancora una volta tutti quanti.
<< Però... Noi eravamo qua per darvi una notizia.>>
Si zittirono tutti. Ilaria continuò
<< Sapete tutti che domani è il compleanno di Eleanor, così.. Che ne dite..?>>
Posò il dépliant sul tavolo, e tutti incuriositi si avvicinarono.
<< Ma… Ma... E’ bellissimo ragazze! Grazie mille!>> aveva quasi le lacrime agli occhi.
<< Se a voi va bene ragazzi... Pensavo… Se andassimo solo noi ragazze? Per fare una cosa completamente al femminile!>>
<< A noi va bene, ma quando tornate festeggiamo tutti insieme, okay?>> sentenziò Louis.
<< Io e Ilaria abbiamo già inviato il modulo. Dai, accendete il computer e speditelo anche voi!>>
In due minuti era già tutto pronto. Ci voleva un po’ di relax.. solo al femminile!

Eravamo pronte, avevamo preparato i borsoni e ci stavamo avviando verso il furgoncino che ci avrebbe portato all’ accampamento.
<< El, auguri ancora! Mi mancherai…>>
Erano tenerissimi. Louis diventava buono come un bambino quando era insieme a lei, stettero un po’ insieme, fino a quando lei non lo salutò definitivamente e si avviò verso di noi.
<< Toglimi una curiosità, ma da quanto state insieme?>> le chiesi.
<< Fra poco sono 9 mesi e mezzo…>> sussurrò, arrossendo.
<< Complimenti! Comunque ora saliamo sul pulmino, prima che ci lasci qui nel parcheggio…>>
Così entrammo. C’erano altri giovani, tutti tra i 16 e i 24 anni. Posti doppi liberi non ce n’erano, quindi mi sedetti di fianco a un ragazzo dall’aria molto simpatica. Alla mia sinistra invece c’era Danielle. Inizialmente mi dava l’idea di essere una ragazza superficiale, ma mi dovetti ricredere, era simpatica.
Parlammo per tutto il viaggio, fino a quando non ci fecero finalmente scendere in un grande prato.
C’erano un uomo e una donna ad aspettarci.
<< Benvenuti ragazzi! Beh, spero abbiate dato un’occhiata al programma. Io sono Serena, mentre lui è mio marito Robbie. Benvenuti al campus!>>
Sembrava di essere in quei film americani sui campus estivi.
<< Vi consiglierei di iniziare a montare le tende, fra poco si farà buio!>>
Fortunatamente ne avevamo comprato una che si montava abbastanza facilmente.
<< Un hip hip urrà per Eleanor che compie 19 anni!>> urlai.
<< Hip hip urrà!>> era contentissima.
La lasciammo un po’ con Danielle e Perrie, che conosceva da più tempo.
<< Gre, che ne dici di fare un giretto per il campo?>>
<< Ci sto.>>
Iniziammo a girare, era immenso.
Trovammo una locandina su cui erano scritte tutte le escursioni.
<< Cavolo, quante cose che ci sono da fare!>>
<< Già, ci sarà da divertirsi!>>
Ma non ero stata io a parlare.
Ci voltammo.
Tommaso.




#Spazio Autrici :)
Prima di tutto, volevamo scusarci per il ritardo. Purtroppo con l'inizio della scuola sarà più dura cercare di pubblicare i capitoli costantemente, ma cercheremo di fare il possibile!
Da come avrete capito, la fine di questo capitolo nasconde qualcosa di importante. Eh già, Tommaso è tornato alla riscossa. Il prossimo capitolo sarà pieno di colpi di scena, perciò restate aggiornate con la storia!
Per finire vorremmo ringraziare tutte le ragazze che recensiscono ogni nostro capitolo, riuscendo sempre a strapparci un sorriso.
E con questo... Ci vediamo al prossimo capitolo!

P.S. Che ne pensate del banner? Fateci sapere! :D

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Capitolo 10
*** Chapter 9 ***



Ilaria’s diary

Mi voltai di scatto.
Non ci potevo credere, Tommaso era davanti a noi e sorrideva compiaciuto.
<< Che cosa ci fai qui?>> ero fuori di me, non era possibile. Era ovunque fossi io, adesso era troppo.
<< Esattamente quello che ci fate voi due, un bel campeggio in compagnia!>> pronunciò la frase divertito, con ironia.
<< E dove hai lasciato la nanetta?>> era stata Greta a parlare, era furiosa tanto quanto me.
<< Chi?>> ci pensò su e poi disse << Ah, voi intendete Jas?>> si mise a ridere.
<< Cosa c'è di tanto divertente Tommaso?>> lui puntò i suoi occhi nei miei. Rimasi pietrificata da quello sguardo.
<< Sei bellissima!>> detto ciò se ne andò, lasciandoci lì con la bocca spalancata.
<< E' un vero idiota!>> sbottò Greta. La rabbia non era ancora sbollita ed era evidente che provava un certo risentimento verso quel ragazzo. Dopotutto non era l'unica e nemmeno io lo vedevo di buon occhio, ad esser sincera non lo sopportavo proprio. Eppure nonostante tutto, non pensavo che fosse un cattivo ragazzo, sicuramente era molto geloso e invidioso, forse, ma non cattivo. E in fondo, dopo la sua ultima frase, avevo incominciato a pensare che stesse con Jas solo per cercare di farmi ingelosire.
<< Quindi Tommaso è qui!>> fu la mia constatazione.
<< Già, ma faremo finta che non ci sia. Eclissiamolo e il gioco è fatto!>> disse Greta con poca convinzione. << Sarà difficile, sono pronta a scommettere che ci renderà questi giorni molto movimentati.>>
<< Ma, scusate la domanda, perchè vi da così fastidio?>> era stata Eleanor a parlare, che nel frattempo ci aveva raggiunto.
<< Diciamo che il caro Tommaso è cotto e stracotto di Ilaria…>> sospirò, Greta aveva detto ciò che non ero stata capace di ammettere io.
<< Ora capisco... Beh cercheremo in tutti i modi di tenerlo alla larga, che ne dite?>> sorrisi raggiante, quel ragazzo non ci avrebbe rovinato il campeggio.

Il giorno dopo ci aspettava una bella scampagnata. Ero emozionata e pronta per partire, era da tanto che non facevo delle lunghe camminate in montagna, e quindi non vedevo l'ora di iniziare. Il sole stava sorgendo all'orizzonte, la fresca brezza mattutina mi aveva riempito i polmoni e gli uccellini cinguettavano le loro dolci melodie.
Era una giornata perfetta, incorniciata da uno spettacolo mozzafiato.
Purtroppo, il mio buon umore scomparve presto quando vidi arrivare Tommaso. Era circondato da un gruppo di ragazzi e ragazze, probabilmente era la sua classe. Greta lo stava praticamente fulminando con lo sguardo, se avesse avuto dei raggi laser al posto degli occhi di sicuro l'avrebbe incenerito. Non feci in tempo a spostarmi di qualche passo che me lo ritrovai di fianco.
<< Ci rivediamo... Dormito bene? Sembri la bella addormentata!>> mi girai verso di lui.
<< Di certo tu non sei il principe che mi deve salvare dal sonno, quindi tornatene dal tuo gruppo!>> lui mi scoccò un bacio sulla guancia e raggiunse i suoi compagni.
<< Io quello lo strozzo!>>
<< Abbi pazienza, adesso ti staremo attaccate e non ti lasceremo un attimo sola!>> esclamò Perrie. Quella ragazza era un vero angelo.
La camminata fu lunga ed estenuante. Non tanto per la difficoltà del percorso, ma per la presenza costante di Tommaso. Non eravamo riuscite a seminarlo in alcun modo. Eleanor, Perrie e Danielle erano rimaste in fondo alla fila. Erano stanche e volevano riposarsi un po', decelerando il passo. Eravamo rimaste solo io e Greta.
Con dietro di noi Tommaso, ovviamente.
Ero talmente assorta nei miei pensieri, che non mi accorsi di una radice di un albero che spuntava fuori dal terreno.
Stavo per cadere a faccia in giù, quando una mano mi afferrò, evitandomi un volo doloroso.
Mi girai e trovai la faccia perplessa di Tommaso, logico, chi altro poteva avermi salvata! Mi staccai dalla sua presa e mi avvicinai a Greta.
<< Nessun grazie al tuo soccorritore?>> mi guardò con sfida.
<< Grazie...>> una parola di sei lettere, che feci fatica a pronunciare, visto che erano dirette a lui.

La sera non tardò ad arrivare. Tornati dalla passeggiata ci dirigemmo ognuno verso le proprie tende. Il sole era ormai tramontato all'orizzonte e un enorme falò si trovava poco distante dalle tende. Indossai un paio di jeans corti, una canottiera e, siccome c'era un venticello fresco, una camicia a quadrettoni. Prima di andare a cenare controllai il cellulare: due chiamate perse e tre messaggi.
Le chiamate e due messaggi erano di Niall, l'altro era da parte di Harry.

Ciao Ila, senti non è che potresti dire a Greta di rispondermi? E' tutto il giorno che cerco di rintracciarla inutilmente... Un saluto!

Risposi immediatamente, dissi ad Harry che avrei riferito tutto quanto a Greta e che in ogni caso andava tutto bene. Poi lessi i messaggi di Niall.

Ciao piccola, come va? Il viaggio è andato bene? Com'è il campeggio? Adesso andiamo ad un servizio fotografico, ma questa sera se vuoi ci possiamo sentire. Mi manchi già, un bacio x

Ciao principessa, probabilmente sarai impegnata però ti scrivo lo stesso. Spero tu ti stia divertendo, anche se mi piacerebbe tantissimo essere lì con te in questo momento. Mi manchi molto e non è nemmeno passato un giorno... Fatti sentire, un bacio. x

Lo chiamai subito. Uno squillo, due squilli, tre squilli, al quarto rispose.
<< Ciao, come va? Tutto bene?>> le guance mi si accaldarono subito.
<< Si tutto bene, grazie... Scusa se non ti ho risposto, ma siamo state molto impegnate! Non abbiamo avuto il tempo di guardare i cellulari. Ci stiamo divertendo molto...>> o per lo meno, ci saremmo divertite di più se non avessimo avuto Tommaso tra i piedi.
<< Ne sono contento, però cerca di farti sentire, perchè mi preoccupo!>> sorrisi.
<< Ovvio. Comunque mi manchi tanto anche tu! Ora devo andare, c'è la cena…>>
<< Ci sentiamo domani, piccola.>> riattaccai. Non avevo avuto il coraggio di dirgli che avevamo incontrato Tommaso. Non volevo metterlo ansia e soprattutto non volevo rischiare spiacevoli inconvenienti.
La cena finì velocemente. Fu il momento dell'animazione serale.
<< Ragazzi, vista la bella serata, vi proporrei una caccia al tesoro!>> era stata Serena a parlare. Era seria? Una caccia al tesoro, a quell’ora?
<< Chi vincerà avrà l'opportunità di visitare una cittadina qui vicino e di svegliarsi tardi domani, mentre quelli che perderanno, si dovranno svegliare alle sei e mezza ed andare con mio marito Robbie a pescare.>> Svegliarsi alle sei di mattina non rientrava certo tra i miei piani, perciò mi sarei impegnata il massimo.
<< Ora vi dividerò in gruppi da quattro!>>
Eleanor, Perrie e Danielle finirono con un ragazzo hippie di nome Bryan. Io e Greta, invece, restammo le ultime. Ci voltammo per vedere chi era rimasto e l'irritazione prese il sopravvento.
Tommaso e un suo amico di nome James.
<< Allora ragazzi ognuno di voi partirà da un punto diverso. Prima di addentrarvi nel bosco dovrete aprire la busta che vi consegniamo e poi potrete iniziare la caccia al tesoro; non potrete comunicare tra gruppi, quindi, qui i cellulari!>> era stato Robbie a parlare, noi consegnammo i cellulari e ci dirigemmo verso i rispettivi punti di partenza.
<< Ullalà, chi l'avrebbe mai detto! Che coincidenza capitare nella stessa squadra, non ti sembra?>> guardai Tommaso di sottecchi.
<< Già, e parli di coincidenza? Ma per favore. >> lo sfidai a controbattere, cosa che non fece.
<< Come sospettavo!>> Greta aprì la busta con il primo indizio, e dopo aver acceso le torce ci inoltrammo all'interno del bosco.

<< Per di qua! C'è un albero simile all'immagine... L'ho visto oggi durante la camminata!>> Tommaso era sicuro di sé. Grazie a lui eravamo già all'ultimo indizio e stavamo per vincere.
<< Eccolo, guardate c'è un nastro rosso!>> afferrai il nastro e lessi il biglietto.

Congratulazioni, siete arrivati alla fine. Ora vi toccherà un ultimo sforzo, girate il foglio e leggete la mappa, il luogo di arrivo è molto vicino. La x contrassegnata nella mappa vi farà arrivare a destinazione, ma state attenti, non tutto è come appare e la mappa può sbagliare.

<< Okay e questa ultima frase cosa significa?>> girai la mappa. Era molto strana, in effetti non era facile da capire. La guardai meglio. La “X” indicava un luogo al centro della radura.
<< A quanto pare bisogna andare a destra!>> Tommaso sorrise e si incamminò, ma sia io che Greta restammo ferme dov'eravamo.
<< E' in assoluto l'indizio più semplice da capire, sei stato così ingenuo! Ma insomma, hai scovato tutti gli altri indizi con facilità e ti fai abbindolare da una cosa così banale?>> Tommaso mi guardava con perplessità.
<< “La mappa può sbagliare” ricordi?>> Greta la prese in mano e la girò. << Quindi girandola, la rotta si inverte. Non ti sembrava strana? Le nostre tende sono ad ovest, mentre nella mappa risultavano ad est... Bisogna stare attenti ai dettagli! In particolar modo quando c'è in corso una caccia al tesoro che si vuole vincere!>> lui mi guardò e sorrise.
<< Principessa, stai sprecando troppo tempo a parlare, se vuoi vincerla, diamoci una mossa!>> non feci in tempo a replicare che partì a tutta velocità, verso l'arrivo. Riuscimmo a vincere la gara per un soffio.
<< Bene, la squadra rossa si aggiudica la vittoria e una bella gita pomeridiana, dopo una lunga dormita in mattinata!>> tutti sbuffarono, tranne noi ovviamente.
Ci fecero una foto, era un rito del campeggio fotografare i vincitori di ogni gara. Un ragazzo, incaricato fotografo ufficiale, scattò la foto e Tommaso proprio in quel momento, mi baciò a lato della bocca. Io lo scansai subito, non in tempo per lo scatto, purtroppo. Anche James si era dato da fare ed aveva cinto la vita a Greta, ottenendo però un bello schiaffo in faccia dalla mia amica.

Il giorno dopo mi svegliai di soprassalto. Degli strani rumori provenivano al di fuori della tenda, svegliai Greta velocemente.
<< Non senti che rumori?>> controllai l'ora. Le dieci meno un quarto.
<< Oggi non dovevano lasciarci la mattinata libera per dormire?>> non risposi alla domanda di Greta e accesi il cellulare. Le interazioni di Twitter e i messaggi di Facebook stavano aumentando a dismisura, così digitai il mio nome sulla barra di ricerca di Google. Riuscii solo a far vedere a Greta la schermata del cellulare.
Il titolo citava: “Nuovi amori per le nostre blogger di GIMS?” e sotto era stata postata la foto della sera prima. Tommaso con la sue labbra troppo vicine alle mie, e James che cingeva la vita a Greta. Sembrava davvero che stessimo insieme, ma la foto era stata estrapolata dal contesto, non era assolutamente la verità.
<< Dobbiamo chiamare...>> sentimmo un urlo e uscimmo dalla tenda.
<< Penso non ce ne sia più bisogno. >>
Davanti a noi c'erano Harry e Niall, che stavano facendo a pugni con Tommaso e il suo amico James.

Greta’s diary

<< Ragazzi fermatevi!>>
Una scena terribile si presentava davanti ai nostri occhi.
Tommaso era a terra, con un occhio nero. Al suo fianco c’era James che, con qualche livido, cercava di sollevare il suo amico. Dall’altra parte Louis e Zayn stavano cercando di fermare Niall. Aveva un labbro spaccato ed era arrabbiatissimo, non l’avevo mai visto così. Liam stava parlando molto animatamente con Harry. Aveva un taglietto sopra il sopracciglio destro.
Ilaria scoppiò in lacrime e corse in tenda seguita da Danielle, che in qualche modo cercava di calmarla.
Era successo un casino, bene.
Harry si doveva fidare di me, e quello che aveva fatto non era andato di certo a suo favore. Lo presi per un braccio e lo portai in una zona isolata.
<< Che cazzo hai fatto?>> sbraitai.
<< Io?! Greta per favore non pigliarmi per il culo. Ho visto la foto!>> estrasse il suo cellulare e mi fece vedere lo scatto del trionfo della caccia al tesoro.
<< Non capisci niente. Ieri abbiamo fatto la caccia al tesoro, loro erano in gruppo con noi, porca miseria! Perché non ti sei fidato?>> quella discussione mi stava facendo innervosire parecchio. Volevo sembrare impassibile, ma di fronte a lui non era così facile.
<< Non lo so!>> mi aveva urlato contro.
Mi voltai, cercando di tendere tutti i muscoli del viso per evitare di piangere.
<< Scusa, non volevo. Ti prego Greta, non piangere…>> sussurrò, abbracciandomi. Lo abbracciai più forte. << Scuse accettate… Comunque stai bene?>>
<< Mi fa solo un po’ male la testa, tutto qui.>>

Dopo circa un’ora la situazione si era calmata. Niall era entrato in tenda a parlare con Ilaria, ma non sapevo come fosse andata a finire.
<< Ragazzi.>> arrivò Robbie.
<< Abbiamo saputo di ciò che è successo questa mattinata. La farò breve. Voi, Tommaso e James dovete andarvene, per evitare altri problemi.>>
Perfetto.
Oltre ad aver perso tre giorni di riposo, avevamo deluso Eleanor, e anche se il giorno del suo compleanno era già passato nessuno vorrebbe che finissero così i propri festeggiamenti. Andai immediatamente a scusarmi con lei.
<< E di cosa?>> mi rispose. << Tu non hai fatto niente, dai vieni qui.>> e con un sorriso mi abbracciò.
<< Mi sono divertita comunque, sta tranquilla!>>

Il viaggio di ritorno fu angosciante.
Eravamo in silenzio, tutti tranne il navigatore satellitare.
<< Dai, facciamo un gioco!>> Louis cercò di rompere il ghiaccio. Liam e Zayn lo fulminarono con gli occhi, facendogli capire che quello non era il momento più adatto. Fortunatamente dopo circa un quarto d’ora arrivammo a casa, e dopo aver salutato gli altri Ilaria ed io ce ne tornammo in appartamento.
<< Devastante.>> esclamò Ilaria, gettando il suo zaino a terra con noncuranza.
Sembrava scossa.
<< Secondo me c’è lo zampino della nostra cara Jas.>>
Non me la sentivo di chiederle com’era andata con Niall, e lei fece lo stesso con me.
<< Ascolta, credo che anche tu sia esausta, che ne dici di ordinare la pizza?>> chiesi, per smorzare la tensione che si stava formando.
<< Ci sto!>> sorrise. Era tornato un po’ il buonumore a entrambe, la pizza sapeva fare miracoli.
Mangiammo la nostra pizza con tranquillità, cercando di capire in che modo Jas avrebbe potuto convincere Tommaso al punto di rischiare di farci rompere con Harry e Niall. Le parlai del fatto che Eleanor fosse comunque rimasta soddisfatta della gita, e questo la rasserenò.
Dopo aver sistemato la cucina ed esserci fatte una doccia, andammo a dormire.
<< Senti, Ila…>>
<< Dimmi.>>
<< Domani mattina ci alziamo presto e andiamo a correre?>>
<< Come ti è venuta questa idea? Comunque va… Bene.>>
<< Okay, buonanotte.>>
Francamente non sapevo nemmeno io perché le avessi chiesto di andare a correre, dato che non mi era mai piaciuto. Decisi di non replicare, ed in breve mi addormentai.

<< Ahia, La pancia!>>
<< Tutto okay?>>
<< No, ho i crampi!>>
Era da mezz’ora che Ilaria continuava a strillare, ed una situazione che prima mi sembrava divertente, ora mi stava preoccupando.
<< Vuoi che stia qui, ti chiamo un dottore?>>
<< No Gre, tranquilla, io dormo un altro po’, tu esci pure.>>
<< Fammi uno squillo se ti senti peggio, mi raccomando!>>
Scesi in cucina e presi il cartone del latte, ne versai il contenuto in una tazza e ci aggiunsi una manciata di corn-flakes. Terminata la colazione presi l’ Ipod e uscii di casa. Il tempo non era dei migliori, il cielo era coperto da nuvole che non promettevano nulla di buono, ma decisi di andare lo stesso.
Avevo bisogno di rinfrescare la mente.
Corsi per circa mezz’ora, riflettendo su tutto ciò che era successo, dal principio.
Era accaduto come in una favola. Ma la domanda era: alla fine della storia cosa sarebbe successo?
Non ci volevo pensare. Lentamente il sole iniziò a farsi spazio tra le nuvole, iniziando a farmi sudare, così mi fermai un secondo sotto una quercia. Proprio davanti a me si ergeva il college in cui saremmo dovute andare i mesi successivi.
Era enorme. Probabilmente, anche se era già luglio, c’erano ancora i corsi estivi perché stavano entrando alcuni ragazzi. Proprio in quel preciso istante squillò il telefono.
<< Pronto?>> esclamai con ancora il fiatone.
<< Greta, come stai?>>
<< Ciao mamma, sì tutto bene, tu?>> non mi aspettavo una sua chiamata.
<< Ti ho chiamato perché ieri io e tuo padre abbiamo avuto l’incontro con la preside.>> entrai in panico.
<< Abbiamo rifiutato la proposta.>>
Mi si asciugò completamente la bocca. Cosa? Stava scherzando vero? probabilmente no, perché dal tono di voce sembrava seria, forse troppo.
Ecco, quello doveva essere l’ultimo capitolo della mia favola.
<< Cosa? E perché?!>>
<< Ti spiegherò più tardi, quando sarà qui anche tuo padre, ma è tutto ancora indefinito, dipende da te. Ti richiamo stasera, così ti spieghiamo meglio la faccenda.>>
<< V-va bene, ciao.>> riattaccai senza aspettarmi un suo saluto. Non capivo.
Mi avevano sempre spinto a fare di più, e appena mi proponevano qualcosa di grandioso… Decisi di tornare a casa, ero veramente a terra.

<< Ila, ho una notizia da darti…>> le raccontai tutto quanto.
<< …Ma forse posso ancora convincerli!>> conclusi. Stranamente da quando avevo varcato la soglia di casa non si era nemmeno voltata. Mi avvicinai cautamente.
<< Ti fa ancora male la pancia?>>
<< No, no..>> Si voltò. Aveva tutti gli occhi rossi, doveva aver pianto.
In silenzio mi diede un foglio, era un e-mail di Anna.

Ragazze, vi scrivo per un fatto orribile che è successo questa notte. Elisabetta purtroppo ci ha lasciato. Era uscita dalla discoteca, forse era ubriaca. Una macchina non l’ha vista, e l’ha investita. Arrivata all’ospedale non ce l’ha fatta. Ci tenevo a dirvelo perché la conoscevate meglio di me.
A presto, Anna


Elisabetta era una ragazza che veniva nella nostra scuola. Era sempre allegra e felice, anche se negli ultimi tempi i genitori stavano per divorziare.
<< Dobbiamo andare al funerale.>> acconsentii in silenzio.
Se tornavamo in Italia, avrei potuto anche parlare a quattr’occhi con mia madre, e mio padre.
Come sarebbe andata a finire?

Spazio Autrici :)
Ed eccoci qua, al nono capitolo di Gims. Scusateci ancora per il ritardo nell'aggiornare, ma purtroppo la scuola ha già iniziato a riempirci di compiti e abbiamo davvero poco tempo a disposizione. 
Che ne pensate di questo capitolo? Come vi avevamo avvertito, Tommaso è tornato a rovinare i programmi delle Gims Girls... Sarà stato un altro piano diabolico di Jas? 
Per finire vorremmo ringraziare tutte le persone che recensiscono ogni capitolo, o che hanno aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate. Davvero, grazie mille. <3
Al prossimo capitolo!


P.S. Dato che ci siamo dimenticate di farlo la volta scorsa, ecco a voi (a partire da sinistra) Tommaso, Luca (per chi non se lo ricordasse, è l'amico di Tommaso) e la nostra cara Jas. :)

 
         

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Capitolo 11
*** Chapter 10 ***



Ilaria's diary

Eravamo tornate a casa
Era da molto tempo che non ci ritornavo e il motivo era doloroso, anche solo da pensare. Non ci potevo credere, mi sembrava un lungo incubo che non sembrava avere fine. Prima la rissa e poi questo, la notizia più terribile che avessi mai ricevuto. 
Quei giorni, prima di tornare in Italia, erano stati tristi e le lacrime non avevano fatto altro che scendere prepotentemente. 
A peggiorare il tutto, la lontananza da Niall. 
Dopo la rissa era stato difficile dire qualcosa. 
Non si fidava di me, e per me la fiducia sta alla base di ogni rapporto. Lui era venuto nella mia tenda scusandosi, ma il danno era stato fatto. Tommaso era sempre stato geloso e avrebbe fatto di tutto per rovinare il rapporto tra me e Niall, ma dubitavo che fosse stato lui a mandare le foto a quel sito. Per quanto fosse maleducato e stupido, non si meritava quei pugni. 
Scacciai dalla mente quei pensieri e mi concentrai su Elisabetta. Non potevo ancora credere che non ci fosse più, era sempre stata una ragazza simpatica e solare, sempre pronta a dare sostegno alle persone che ne avevano bisogno. La sua vita era stata così dura e infelice negli ultimi tempi. 
Mi rattristai ancor di più. Se solo non fosse andata in discoteca, se solo fossimo state ancora lì a darle sostegno e a comprenderla… 
Ma con i “Se”, purtroppo non si va da nessuna parte. 
Alloggiavamo in un albergo a Torino, la città in cui eravamo nate e cresciute e che aveva visto muovere i nostri primi passi col blog.
Era sempre uguale a come l’avevo lasciata. Elisabetta non c’era più, eppure il mondo andava avanti, le persone continuavano la loro vita come se non fosse mai accaduto niente, e non importava a nessuno se tu rimanevi indietro e legata al passato, questa era la cosa peggiore. 

Il funerale fu devastante, mi sembrava surreale, invece era la verità. Non avremmo mai più rivisto il suo sorriso e non avremmo mai più potuto ascoltare i suoi consigli. Non avremmo più riavuto la nostra amica.
La sera eravamo a cenare ognuna nelle rispettive case. 
Non avevo voglia di mangiare, ma feci uno sforzo. Nonostante tutto i miei genitori riuscirono ad alleviare il dolore della perdita e il loro calore mi fece bene, tanto bene. Era da tanto tempo che non li vedevo e riabbracciarli fu una cosa meravigliosa. Quella sera non ritornai in albergo, avevo bisogno di restare a casa. 
Greta mi chiamò verso le dieci del giorno dopo. 
<< Ehi Ila… T-ti devo parlare.>> quelle parole non suonavano molto bene. Proprio in quel momento mia mamma mi chiamò. Dissi a Greta che l’avrei richiamata più tardi e scesi in salotto. 
<< Mamma cosa c’è?>> la vedevo sorridermi raggiante. 
<< Ila, non hai idea! E’ arrivata posta, per te!>> non capivo, posta per me? 
<< Spiegati meglio…>> ero agitata. 
<< Sorridi un po’… Dopo la tristezza di questi ultimi giorni…>> le vennero le lacrime agli occhi, conosceva molto bene Elisabetta, era diventata parte della famiglia, soprattutto negli ultimi tempi e averla persa, per colpa di un automobilista poco attento, era stato devastante per me tanto quanto per lei. 
L’abbracciai. 
<< Mamma, tutto bene?>> 
<< Si tesoro…>> si asciugò gli occhi con un fazzoletto di stoffa. 
<< Vedi Ila… Sembra surreale...Ti hanno ingaggiata per un servizio fotografico.>>
Eh? Cosa?! 
<< E’ per una nuova collezione di Lourdes Maria Ciccone, la figlia di Madonna… L’unico problema è che devi andare fino a New York e quindi…>> la interruppi. 
<<… Il blog…>> lei mi sorrise dolcemente. 
<< E’ un’occasione che non ricapiterà più… Però il blog…>> 
<< E’ una decisione che devi prendere da sola…>> 
<< Ma New York…>> 
<< E’ lontana, lo so. Ma, io e tuo padre abbiamo riflettuto. Se ci tieni, ti supporteremo e ti appoggeremo.>> 
<< Davvero?>> 
<< Davvero, tesoro mio.>> le sorrisi e le corsi incontro, abbracciandola nuovamente.

Poco dopo richiamai Greta, e le notizie non tardarono ad arrivare.
Era stata scelta come co-protagonista per un film di Kenny Ortega, quindi anche lei sarebbe partita per l’America, ma purtroppo non ci saremmo potute vedere. 
Io sarei andata a New York mentre lei a Dallas. 
Non l’avevamo ancora detto ai ragazzi e sinceramente non glielo avremmo detto fino al nostro arrivo. Avevamo deciso di mettere in stand-by il blog, ma solo temporaneamente, chiudendolo per un breve periodo di tempo. I nostri fans avrebbero potuto interagire ancora con noi, solo che l’avrebbero fatto via Twitter. Ero un po’ dispiaciuta, in fondo dovevamo tutto a GIMS, ma queste erano opportunità uniche e non potevamo lasciarcele scappare. 
Ritornare a Londra fu davvero molto strano, avremmo dovuto dirli arrivederci in breve tempo. 
Tre giorni per preparare le nostre cose, fare un intervista da Alan per annunciare i nostri prossimi impegni e salutare i ragazzi. Poi saremmo partite per l’America, ognuna verso il proprio destino. 

Arrivammo alle tre di pomeriggio, pioveva. 
Il tempo di certo non aiutava. 
Quello stesso giorno chiudemmo il blog, in modo che risultasse in fase di aggiornamento. Non avevamo ancora chiamato i ragazzi, non ne avevamo il coraggio, in fondo non ci eravamo lasciati molto bene l’ultima volta. 
Erano le undici di sera quando qualcuno suonò al campanello. Era tardi e non avevamo la minima idea di chi potesse essere. Ci alzammo, indossammo una felpa e aprimmo la porta. Erano i ragazzi, Niall ed Harry in prima linea. 
<< Perché non ci avete detto niente? Lou ha visto che avete chiuso il blog!>> era giunto il momento delle rivelazioni. 
<< Solo momentaneamente…>> si accomodarono in salotto.
<< Cosa sta succedendo ragazze? Perché in un’ anteprima dello show di Alan si diceva che partivate? Era uno scherzo vero?>> Lasciai che Greta prendesse la parola. 
<< Neanche tre giorni… E’ un’ occasione che non potevo perdere, mi hanno ingaggiata in un film e le riprese… saranno a Dallas.>> Harry si svegliò di colpo. 
<< Dallas? In Texas?>> Greta sorrise debolmente. 
<< Già…>> ero il momento che anche io parlassi. 
<< Sono stati giorni difficili e vedere finalmente una nota di colore… Abbiamo bisogno di staccare, di fare esperienza. Mi hanno scelta per dei servizi fotografici... Hanno scelto me, capite? Non potevo rifiutare, è una grande occasione!>> 
<< E dove si terrà il servizio fotografico?>> era stato Zayn a parlare. Niall se ne stava zitto e immobile, sembrava una statua di marmo. 
<< N-new York.>> 
Niall mi guardò improvvisamente dritta negli occhi. Aveva uno sguardo triste e solcato dalle occhiaie. In effetti era abbastanza tardi. 
<< Quindi noi facciamo un tour per l’Europa e voi ve ne andate in America…>> sempre Zayn, era l’unico che riusciva a dire qualcosa.
<< Quindi, ora che si fa? E' un addio?>> Harry aveva pronunciato la frase con amarezza. 
Mi precipitai fuori dall’ appartamento, stavo per soffocare lì dentro. Non poteva finire tutto così, eppure non c’era altro modo. Odiavo ammetterlo, ma la distanza sarebbe stata enorme e il tempo non fa altro che allontanare le persone, quanto sarebbe resistito il nostro rapporto? Mi sentii afferrare per il braccio. 
Mi voltai, Niall. 
Ci guardammo negli occhi per una manciata di secondi e poi parlai.
<< Secondo me non è un addio, è più un arrivederci.>> mi sorrise. 
<< Giusto… Ci rivedremo, prima o poi, me lo sento. Non può finire tutto così!>> 
Lo guardai e mi vennero le lacrime agli occhi. Tutto quello che avevamo passato insieme, i momenti belli e quelli brutti. Dal nostro incontro al matrimonio fino al primo bacio. I momenti che avevamo passato insieme, svolazzavano veloci come Flashback nella mia mente. 
<< Però… Ci…>> non osavo pronunciare quelle parole, eppure lo feci. 
<< Lasciare…>> 
<< … E’ il momento di salutarci, quindi…>> mi abbracciò d'impulso. Lentamente le sue labbra si adagiarono sulle mie. 
Fu un bacio lungo e sentito, un bacio d’addio, anzi di arrivederci.


Greta's diary

Ecco, quello si poteva definire proprio un periodo di merda. 
Arrivò il giorno dell’intervista, e i ragazzi decisero di accompagnarci, dato che subito dopo saremmo dovute partire per l’America. 
Era stato tutto così veloce. 
La sera in cui tornammo in italia mia madre entusiasta mi aveva passato la cornetta del telefono, era Kenny Ortega. Aveva pensato di scritturarmi nel nuovo film che voleva girare, il contratto era di due milioni di dollari, e d'impulso accettai, senza pensare subito ai gravi cambiamenti che sarebbero successi nelle nostre vite. Ecco perchè non aveva accettato immediatamente la proposta del college.

<< Ragazze, come state?>> l’intervista era cominciata. 
<< Non proprio bene, ecco.>> parlammo con lui di tutto quello che avevamo fatto in quel mese e mezzo e che avremmo messo in stand-by il blog, fino a quando ci fece vedere un video con le interviste e le foto che avevamo raccolto. 
Alla fine mi scappò una lacrima, e proprio in quel momento partì la pubblicità, per indicare la fine della trasmissione. 
<< E’ stato un piacere conoscervi ragazze, venite a trovarmi presto!>> lo abbracciammo e uscimmo dagli studi. Non mi erano mai piaciuti i saluti, erano tristi e lasciavano un vuoto dentro, non sempre facile da riempire di nuovo. 
<< Saliamo in macchina...>> dissi a Ilaria, che mi seguì. 
Passai il viaggio accoccolata a Harry, volevo godermi quei pochi istanti in cui sarebbe ancora stato al mio fianco. Non volevo lasciarlo ma sarebbe stato inutile continuare, perché presto le nostre strade si sarebbero divise. 
Dopo circa un quarto d’ora arrivammo all’ entrata dell’aeroporto. I ragazzi insistettero per accompagnarci fino al check-in, poi più in là non sarebbero potuti andare. 

<< Credo.. credo che questo sia il momento di salutarci.>> non ero affatto brava nei discorsi, ma cercai di fare meglio che potevo. 
<< Già, sembra strano, ma è passato solo poco più di un mese, eppure mi sembra di conoscervi da una vita. Non so, forse ho trovato in voi degli amici veri, perché credo proprio che sentirò la vostra mancanza c-con tutto il cuore.>> scoppiai a piangere, le parole rotte in gola. 
Zayn mi abbracciò. 
<< La stessa cosa vale per noi, ci mancherete tanto ragazze.>> 
Abbracciai tutti quanti. 
Fino a quando arrivò il turno di Harry. 
Non gli dissi niente, ma lo baciai. Non avevo idea di cosa fare senza di lui.
<< Mi mancherai. Io non...>> eravamo vicinissimi. 
Sentivo il suo respiro sul mio collo. 
<< Sai come andrà a finire. F-forse è meglio prenderci una pausa, m-ma lo sai che non lo dico perché lo penso.>> lo strinsi forte. 
Continuavo a singhiozzare, mi sentivo orribile. 
<< Ragazze, è il momento di andare, fra poco partiranno i vostri voli>> era la hostess che ci avrebbe dovuto accompagnare. 
Guardai di nuovo Harry. Presi per mano Ilaria e ci avviammo desolate verso il gate.

Volevo aspettare fino all’ ultimo a salutare Ilaria. Non riuscivamo a parlare, finché non arrivò l’annuncio ufficiale. Il suo volo sarebbe partito dieci minuti prima del mio, e quello sarebbe stato l’ultimo momento per abbracciarla. 
<< Ila, devi andare.>> 
<< Greta, mi mancherai da morire. Promettimi che ci sentiremo ogni giorno, e che alla fine ci rincontreremo al college!>> 
<< Te lo prometto. Ora sbrigati che perdi il volo!>> sussurrai, cercando di sorridere. 
Ci abbracciammo commosse. Lei mi aveva sempre aiutato in tutto, non sapevo come fare senza il suo appoggio. 
<< Dai, Ilaria.>> l’hostess insisteva, e così dovette andare. 
Rimasi lì, da sola, pensando a quanto schifo potesse fare la mia vita in quel momento, anche se chiunque forse avrebbe voluto essere al posto mio. 
Arrivò presto il mio turno, e così mi imbarcai. 
Di fianco a me c’era una ragazzina. 
<< Ehi, ma tu non sei la fidanzata di Harry?>> sorrisi. 
<< S-sì, no, cioè... Adesso no, ma in realtà sì.>> mi guardò stranita. Come potevo biasimarla? Nemmeno io riuscivo a capire più nulla.

Il viaggio fu devastante. La ragazzina che avevo di fianco non la smetteva di cantare le canzoni dei One Direction, e la cosa non mi aiutava di certo, così appena annunciarono che l’atterraggio ci sarebbe stato a breve, tirai un sospiro di sollievo. 
Era quasi mezzanotte, ma dentro l’aeroporto trovai Kenny in persona che mi aspettava. Cercai di sistemarmi alla meglio.
<< Greta, finalmente! E’ un piacere conoscerti. Seguimi, ti accompagnerò personalmente in hotel, dove ti spiegherò del film e conoscerai gli altri attori.>> 
Effettivamente, non ne sapevo ancora niente. Non avevo voglia di vedere altra gente, ero stanca e in più si moriva di caldo. Fortunatamente il viaggio fu breve e presto arrivammo all’ hotel. 
Era immenso. 
All’ esterno era circondato da piante tropicali e fontane, mentre nella parte interna c’erano tre piscine. 
Chissà quanto aveva sborsato Kenny per tutto quel lusso. 
<< Per di qua!>> ci dirigemmo verso un corridoio che portava verso una stanza, doveva essere per i meeting. Aprii la porta, e per un istante rimasi accecata dalla forte luce del neon.
<< Ragazzi, ecco Greta!>> Uomini e donne di tutte le età mi salutarono calorosamente.
<< Inizio col presentarti Jason Breezy, interpreterà Alex nel film.>> non avevo idea di chi fosse Alex, ma lo salutai educatamente. 
Di una cosa ero certa, quel Jason era veramente bello. Scacciai immediatamente quel pensiero di mente. 
Porca miseria Greta, otto ore fa hai lasciato il tuo ragazzo e ora ne adocchi già un altro? << Beh piacere, sarà bello girare con te!>> fece un sorriso a trentadue denti. 
<< Ora vi lascio andare a dormire. Domani sveglia puntata alle otto, ci ritroviamo al ristorante alle nove precise.>> Jason si offrì di accompagnarmi in stanza. 
<< Ti confido una cosa.. non ho idea di dove siano le camere!>> iniziammo a ridere, era veramente simpatico. Alla fine riuscimmo a trovarle, erano nello stesso corridoio. 
<< E’ stato un piacere conoscerti.. ho saputo di ciò che è successo con Harry Styles, mi dispiace..>> la notizia si era già diffusa? 
<< No, non fa niente.. comunque anche per me è stato un piacere, buonanotte.>> Entrai in stanza e da quanto ero stanca, mi addormentai appena mi lanciai sul letto. 

Mi svegliai di soprassalto. 
<< Oh porca putta.. sono le nove meno un quarto!>> corsi subito in bagno a lavarmi e a sistemarmi, presi le prime due cose che trovai in valigia e me le infilai addosso. Recuperai il copione che Kenny ci aveva fatto trovare in camera e corsi fuori dalla stanza. 
C’era anche Jason. 
<< Ehi, ben svegliata! andiamo giù assieme?>> accennai un sorriso e ci dirigemmo verso le scale. 
<< Hai letto il copione?>> mi chiese gentilmente. 
<< Vuoi la verità? No.>> scoppiammo a ridere. 
<< Io l’ho solo sfogliato, sembra carino!>> mi fidai delle sue parole. 
<< Eccovi ragazzi, vedo che avete fatto amicizia. Meglio così, sapete che ci dovrà essere feeling tra di voi, no?>> era stato Kenny a parlare. 
Non capivo, cosa intendeva per feeling? 
Facemmo colazione, e alla fine Kenny ci chiamò in sede separata. 
<< Voi due ragazzi farete successo con questo film, ve lo leggo negli occhi. Vi volevo informare che le riprese inizieranno dopodomani e dureranno per un mese, così tu Greta potrai tornare a Londra per il college!>> per fortuna rientravo nei tempi, ringraziai Kenny e andai in camera a mettermi il costume, perché dopo mezz’ ora ci saremmo dovuti trovare lì. 
Aprii il copione. 
Sgranai gli occhi, e i fogli che avevo in mano caddero tutti a terra. 
<< Oh, merda.>>
Il film era una storia d’amore, e Jason, che prima interpretava il migliore amico, diventava il mio ragazzo.



Spazio Autrici

Eccoci ad un nuovo, frettoloso, intenso capitolo. Almeno, speriamo lo sia stato per voi! Volevamo scusarci ancora per il ritardo, cerchiamo ogni volta di aggiornare più in fretta possibile ma non è sempre così facile. Anyway, avrete capito che questo decimo capitolo è solo transitorio, nel senso che da questo momento in poi ne accadranno delle belle... O forse no?
Vi lasciamo con il beneficio del dubbio. :)
Al prossimo capitolo 
<3

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Capitolo 12
*** Chapter 11 ***


 

 
Ilaria's diary

Il viaggio era stato frustrante. 
Non mi era mai piaciuto viaggiare in aereo, né tantomeno quando fuori dal finestrino la pioggia cadeva lenta e incessante. Salutarci era stato peggio di quanto potessi immaginare. Le lacrime non avevano fatto altro che cadere, rigandomi prepotentemente le guance. Odiavo piangere, ma non ero riuscita a smettere, fino a quando non mi ero addormentata. Ma anche in sogno i problemi erano tornati a susseguirsi nella mia mente, facendomi svegliare di malumore. Di fianco a me c’era una signora sulla sessantina. Continuava a parlare al telefono senza tregua, prima urlava e alzava la voce e poi sorrideva con sguardo dolce. 
Mi sembrava di essere finita in una vita che non fosse la mia. 
Aalla fine mia mamma aveva deciso di lasciarmi andare da sola, papà l’aveva convinta a darmi fiducia. Dopotutto solo così avrei potuto maturare e crescere, ed in fondo il servizio fotografico sarebbe durato solo un paio di settimane. Per lo meno, così credevo.
Atterrammo con un’ora di ritardo, cosa che mi aspettavo. Il problema era stato doversi sorbire un’altra ora vicina alla signora col telefono. Mi precipitai fuori dall’aereo per poter respirare un po’ di aria fresca. Mi sarebbe dovuta venire a prendere l’assistente della stilista, o almeno così avevo capito. Mentre scendevo dalle scale mobili, mi ritrovai a cercare con lo sguardo un cartello con scritto “Welcome Ilaria” o qualcosa del genere. L’impresa risultò ardua, c’erano un mucchio di ragazzi che, sapendo del mio arrivo, si erano appostati all’interno dell’aeroporto. Non mi dispiaceva fare autografi, insomma era stato grazie ai fan che Gims aveva avuto successo e tutto ciò mi dava una carica enorme. Ad un certo punto mi sentii trascinare verso l’esterno. Mi voltai e vidi una donna sulla trentina, con i capelli biondi e gli occhi castani, seguita da due uomini alti e vestiti di nero, supposi fossero dei Bodyguard. 
<< Ciao Ilaria, io sono Elizabeth, la tua nuova assistente manager per il servizio. Sarò come dire la tua Baby-sitter. Ho promesso ai tuoi genitori di non lasciarti sola un attimo, perciò niente problemi adolescenziali. Da domani inizierai il servizio fotografico, fatti trovare pronta per le nove. Ora, invece, seguimi.>> 
Bene, piuttosto autoritaria. Preferii non parlare e la seguii verso una limousine nera. 
Non mi sarei mai abituata ad andare in giro in limousine, quello era poco ma sicuro! Salii in macchina, seguita da Elizabeth. 
<< Allora, ho sentito che Gims è stato chiuso!>> la guardai di sottecchi. 
<< Non l’abbiamo chiuso… E’ solo in stand-by…>> mi guardò sorridendo.
<< Vedi, quando le strade di due amiche si dividono, è difficile che si rincontrino, dopotutto queste opportunità non le avete avute insieme. Il destino vi ha diviso, sono dei segni che vanno colti e capiti, ma soprattutto rispettati!>> mi venne da ridere, mi voleva dare una lezione di vita? 
<< Ascolta… Io e Greta siamo grandi amiche, un servizio fotografico o un film non ci divideranno per sempre.>> 
<< I film si moltiplicano per gli attori emergenti talentuosi, così come i servizi fotografici, soprattutto se fanno successo!>> non replicai, mi sembrava inutile, avrebbe sempre trovato il modo di contrastarmi e non avevo voglia di litigare con lei. Non dopo tutto quello che era successo in quei giorni. 

La mia stanza d’albergo era incredibilmente grande. Sospettai fosse una suite, mi sentivo visibilmente fuori posto. Nonostante fosse lussuoso e ampio, non era il mio genere. Volevo che fosse familiare, non una stanza adatta ad una star famosa. 
<< Allora, la colazione va dalle sette alle dieci e mezza, il pranzo è alla una e la cena alle otto. Ora è meglio che tu ti riposi. La limousine ti aspetterà domani alle otto e mezza.>> fece per andarsene, quando rientrò in camera 
<< Hai già cenato in aereo?>> 
<< Si… Ho già cenato.>> sorrise ed uscì. 
Era una stanza enorme per una sola persona, ci si poteva perfino perdere. 
Non ero a mio agio. Mi sentivo terribilmente sola e spaesata. 
In quel momento non mi sembrava più una buona idea essere a New York. 
Mi addormentai, anche se mille pensieri mi passavano per la mente. 

Alle sei e mezza ero già sveglia. Quella notte avevo dormito poco o niente e il fuso non aiutava di certo. Mi feci una doccia e indossai un vestitino blu senza spalline. La linea di abbigliamento che avrei dovuto indossare era semplicemente fantastica: avevano unito lo stile rock con quello acqua e sapone. Una fusione incredibile e ben riuscita a mio parere. La stilista era piuttosto giovane e quindi gli abiti erano perfetti per gli adolescenti, per ragazze della mia età. 
Alle otto scesi a fare colazione, non c’erano molte persone a quell’ora. Sospettai che alloggiare in quell’albergo costasse molto e di conseguenza fosse gremito di gente famosa. Constatazione che avrei potuto affermare solo a pranzo. Alle otto e mezza uscii dall’albergo. 
La limousine era già lì. La portiera si spalancò e ne uscii Elizabeth. 
Feci per raggiungerla, ma mi accorsi che non era sola: dietro di lei c’era un ragazzo che non avrà avuto molti anni in più di me. Mi vennero incontro. 
<< Buongiorno Ilaria, lui è Jared. Vedi, la linea di abbigliamento “Fusion” è stata creata anche per i ragazzi. Quindi voi sarete colleghi!>> lo guardai meglio. 
Non era per niente brutto, ma aveva uno sguardo arrogante che non mi piaceva per niente. Di sicuro sarebbe stato perfetto davanti ai flash, ma nella realtà non mi ispirava fiducia. Mi strinse la mano e si presentò, anche se Elizabeth aveva già detto tutto quello che c’era da sapere. E mentre la limousine sfrecciava lungo le strade di New York, mi affacciai al finestrino, intenta a contemplare i grattacieli che si stanziavano di fronte a me.



Greta’s diary

Non sapevo cosa fare. Di certo non volevo iniziare a creare problemi sui ruoli, ma ero ancora legata moltissimo ad Harry, così decisi di prendere in mano la situazione e parlare a Kenny in privato. 
<< Purtroppo questo è il mondo del cinema, o va così, o non ci sono strade alternative. E poi è solo un film, non si ritorcerà sulla tua vita privata, Greta.>> lo guardai innervosita. 
<< Sappiamo tutti quello che stai passando, anche Jason, e così abbiamo pensato di non mettere scene troppo esagerate, solo qualche bacio. E le gireremo solo quando ne sarai sicura, va bene?>> mi sentivo già meglio 
<< Sì, va bene, grazie Kenny..>> uscii dalla stanza e mi avviai verso il set. Tutti mi stavano aspettando, così decisi di far finta di nulla, ed incominciare la mia nuova carriera di attrice. 

La giornata era passata abbastanza in fretta, nonostante il caldo torrido. Ormai erano le otto, così mi avviai verso la zona ristorante per cenare. 
<< Ehi, Greta!>> 
<< Ciao Jason, come va?>> risposi, sorridendo.
<< Beh, tutto bene per ora. Credo che le riprese siano state fantastiche, non credi?>> sembrava entusiasta.
<< Già, credo proprio che questo film avrà molto successo.>> 
Aveva una voce calda, quasi rassicurante. 
<< Ascolta, dato che mi sono un po’ stufato di tutti questi cibi ultra biologici e dietetici che ci costringono a mangiare, che ne dici di andare da McDonald’s stasera?>> mi brillarono gli occhi. 
<< Oh! Finalmente qualcuno che la pensa come me. Andiamo, prima che ci veda Kenny.>> 
Scoppiammo in una fragorosa risata e ci dirigemmo verso l’uscita.
<< Non pensavo fosse così lontano.>> sussurrai. Effettivamente era a sette chilometri di distanza, e noi avevamo una fame da lupi. In lontananza notammo un noleggio biciclette, e non esitammo ad entrarci. 
Un campanello tintinnò. Subito un signore ci accolse chiedendoci a cosa eravamo interessati. 
<< Due mountain bike andrebbero benissimo.>> 
<< Ma per una coppia come voi sarebbe più adatto un tandem, non credete?>> arrossii violentemente. 
<< No, no! N-non siamo fidanzati>> parlò Jason, che come me era davvero imbarazzato. 
<< Però credo che il tandem vada bene, no?>> annuii. 
Pagammo la cauzione e partimmo verso il fast food. 
Il panorama era bellissimo. Il sole era quasi del tutto tramontato, ed un vento tiepido colpiva i nostri volti. Parcheggiammo il tandem e lo legammo saldamente con il suo gancio, per poi entrare nel ristorante. 
<< Un Big Tasty menù.>> dicemmo all’unisono. 
<< Non ci credo. Uno scricciolo come te che mangia un panino così grande?>> lo guardai di sottecchi e gli diedi una pacca sulle spalle. 
Dopo aver preso i vassoi ci dirigemmo verso il tavolo. 
<< Beh, come ti sei trovata a Londra?>> capii che voleva iniziare una conversazione. Mi sentii a disagio. 
<< Scusa, non dovevo..>> lo interruppi. 
<< No, non ti preoccupare!>> sorrisi. Dovevo smettere di fare la vittima, perciò gli raccontai brevemente tutto ciò che avevamo passato in quel mese e mezzo. 
<< Non ci credo! Quindi seriamente quella ragazza..>> 
<< Sì..>> 
<< Wow, che stronza.>> sorrisi. Avevamo quasi terminato il nostro panino quando al ristorante entrò una donna che ci era fin troppo familiare.
<< Oh merda.>> sussurrai. Era Caroline, la nostra manager. Se ci avesse beccato ci avrebbe uccisi. 
<< Ah vedi, fa tanto la donna in salute, la vegetariana convinta, e alla fine viene qua a mangiare!>> Sogghignai alla sua battuta, ma lui mi fece segno di stare in silenzio. 
<< Dobbiamo andarcene… E-ecco, prendi quelli!>> erano i sacchetti che prima contenevano dei panini. 
Lo guardai sconcertata. 
<< Stai scherzando? Io quei cosi non me li metto in testa!>> non feci in tempo a finire la frase che già Jason me ne aveva ficcato uno addosso. 
<< Dobbiamo per forza passare davanti a lei, non c’è altro modo.>>
Mi prese la mano, e tra gli sguardi allibiti degli altri clienti iniziammo a correre verso il tandem. Pedalammo senza sosta, non ci dovevamo far scoprire. Dopo aver fatto circa un centinaio di metri mi levai il sacchetto di dosso. 
<< Tu sei pazzo!>> gli urlai. Era da parecchio che non mi divertivo così tanto. 
Restituimmo il tandem e tornammo a passo veloce al resort. Entrammo entrambi ridendo. Lo guardai, aveva una foglia di insalata incastrata tra i capelli, così risi ancora più forte. Non mi accorsi che la receptionist ci stava guardando stranita, ma poi sorrise complice. 
<< Non dirò niente, tranquilli..>> tirammo un sospiro di sollievo. 
Ci dirigemmo verso le nostre camere. 
<< Buonanotte, allora..>> sembrava strano, mi diede un bacio sulla guancia e corse verso la sua camera. Un semplice bacio sulla guancia mi aveva risvegliato uno strano movimento allo stomaco. 
<< Cazzo.>> sussurrai.
Dovevo assolutamente chiamare Ilaria, proprio in quel momento dei buoni consigli erano quello che mi servivano.





Spazio Autrici

Hola! Eccoci ad un nuovissimo capitolo di Gims, speriamo davvero con tutto il cuore che vi piaccia. Come sempre per colpa della scuola e di tutto il resto, i nostri aggiornamenti non sono proprio super frequenti, ma speriamo che l'attesa ne valga la pena. Che dire, le cose si stanno decisamente evolvendo... Tra il simpatico e divertente Jason, e l'arrogante e misterioso Jared, la vita delle nostre Gims Girls sarà parecchio movimentata.
Alla prossima,
Le vostre scrittrici da strapazzo <3


Vi ricorda qualcosa del capitolo? hahaha 

              

Lui è il simpatico Jason.          

                                 


Ed ecco a voi Jared... Chissà cosa combinerà!


 

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Capitolo 13
*** Chapter 12 ***



Ilaria’s diary

Sul set, la convivenza con Jared risultò parecchio difficile. Non andavamo per niente d’accordo, era un ragazzo falso e arrogante.
E non mi importava se fosse bello, me ne infischiavo altamente dei suoi capelli corvini, gli occhi verdi e il fisico d’atleta, era solo uno stupido e non volevo averci a che fare.
Stare costantemente sotto i riflettori non era facile, ma mi abituai velocemente.
Quel giorno io e Jared dovevamo posare insieme. Io indossavo un paio di jeans strappati, una maglia a maniche corte con una scritta argentata e un paio di scarpe rosse col tacco. Jared invece portava un paio di jeans, una maglia bianca a maniche corte, un gilet e un paio di anfibi.
Quando finirono di fotografare i look, mi allontanai il più in fretta possibile da lui. 
<< Ehi blogger londinese, dove stai andando?>> sorrise compiaciuto. 
<< Io sono italiana, Jared!>> si avvicinò sempre di più. 
<< Lo so, in ogni caso mi chiedo come tu sia finita qui.>> sapeva di essere bello e agiva di conseguenza, ma con me i suoi giochetti non funzionavano. 
<< Sai, mi chiedo la stessa cosa di te!>> così detto, mi voltai nuovamente e raggiunsi il mio camerino. Purtroppo lui ed io dovevamo tornare a casa sempre insieme. Elizabeth, ormai diventata la nostra guardia del corpo, ci teneva sempre sott’occhio, non potevamo allontanarci un attimo che lei faceva scattare gli allarmi. Questo punto giocava ulteriormente in mio sfavore, anche perchè di conseguenza mi toccava sorbire per tutto il viaggio le stupidaggini di Jared. 
Arrivati in prossimità dell’entrata dell’hotel, l’autista si fermò. Scesi dalla limousine e Jared mi seguì. 
Quasi dimenticavo, lui alloggiava nell’albergo di fianco al mio, per mia fortuna.
<< Allora, domani sera ci sarà una sfilata a cui siete obbligati a partecipare. Troverete i vostri vestiti nelle camere. Vi aspetto alle nove di domani sera, all’ingresso dell’albergo.>> disse in modo parecchio autoritario. << Ma il servizio fotografico?>> domandai. 
<< Diciamo che sarà la vostra prima mattinata libera!>> feci un sorriso raggiante. Salutai Elizabeth e feci per andarmene quando Jared mi afferrò per un braccio. 
<< Non si saluta il tuo collega di set?>> risi sarcastica. 
<< Se volevi fare una battuta ci sei riuscito, i nostri rapporti di cortesia finiscono quando usciamo dal set!>> lui sorrise. 
<< Perfetto, la tregua sarà solo lì, a domani principessa!>> e se ne andò. 
Rimasi pietrificata, solo Niall mi chiamava principessa.
Quel soprannome mi fece subito pensare a lui. Mi mancava tantissimo, troppo a dire la verità. Vederlo sulle copertine dei giornali o in televisione, mi faceva ancora più male.
E meno ci pensavo, meglio era.
Ero talmente assorta nei miei pensieri, che non mi accorsi nemmeno del ragazzo seduto sulle gradinate.
Aguzzai la vista e lo vidi. 
Tommaso. 
Cosa ci faceva lì e soprattutto cosa ci faceva a New York? Lo raggiunsi velocemente. 
<< Arrivo sempre tardi, a quanto vedo!>> sorrise debolmente, un velo di tristezza gli imperlava il viso. 
<< Tommaso, cosa ci fai qui?>> ero agitata e allo stesso tempo rilassata, di rivedere una persona che conoscevo. 
<< Ero venuto… Per scusarmi e per…>> e si interruppe, come se volesse andare avanti, ma allo stesso tempo gli mancava il coraggio. 
<< Per scusarti?...>> ci pensai un attimo. 
<< Ah… Tu intendi per la lite al campeggio? Non ti preoccupare, ormai è una questione a cui non penso più. E’ tutto passato ormai e comunque, non era stata solo colpa tua. Diciamo solo in parte>> lui sorrise, io mi accomodai di fianco a lui. 
<< Non ero venuto solo per questo… Non sono mai riuscito a dirti la verità e quando stavo per dirtela, beh, c’è stata tutta quella lite… E ora che finalmente ero venuto qui, scopro di essermi svegliato troppo tardi un’altra volta. Io e Jas non siamo mai stati insieme, e come forse avrai capito stavo con lei solo per farti ingelosire, anche se non è stato il mio piano migliore, a dire la verità sono stato proprio uno scemo. Vedi, tu mi sei sempre piaciuta, fin da quel giorno a Bologna. Non eri la solita ragazza montata dal successo, ma una ragazza qualunque che stava realizzando il proprio sogno. Sei sempre rimasta semplice. Ma purtroppo mi sono accorto che non potremo mai, ecco… Prima c’era Niall e ora quel tizio. Perciò mi faccio da parte, ma nonostante tutto, spero potremo essere amici.>> rimasi senza parole, non mi aspettavo un discorso del genere e non certo da Tommaso. 
<< Io… Certo, ho bisogno di amici, soprattutto in questo momento. >> mi guardò sorridendo.
<< Bene, ma stai davvero con quel tizio?>> risi. 
<< Certo che no, è solo uno stupido insensibile…>> dissi subito. 
<< In poche parole sei ancora innamorata di Niall!>> 
Niall… Chissà cosa stava facendo in quel momento. Così, mi ritrovai a pensare nuovamente a lui. Tristemente ripensai ai momenti insieme e al fatto che avrei voluto essere ancora a Londra. 
<< Scusami, non volevo parlare di…>> ritrovai il sorriso e cercai di essere il più serena possibile. 
<< Non c’è problema, adesso non sono a Londra e devo pensare a questa nuova opportunità. Ma, tu come ci sei arrivato qui?>> 
<< Era una vacanza studio prevista a cui non mi ero iscritto, però. Diciamo che ho preso il posto di un mio compagno di classe che aveva rinunciato proprio qualche ora prima.>> 
<< Casualmente immagino!>> lui rise. 
<< Certo, casualmente… Oh che ore sono! Il coprifuoco era un’ora fa! Devo andare, ciao Ilaria, è stato bello rivederti, ci vediamo in giro.>> detto questo, si alzò e iniziò a correre, sempre più lontano, finché non diventò un puntino indistinto tra la folla Newyorkese.
Quella sera di dormire non avevo proprio voglia, avevo bisogno di parlare con qualcuno. Mi mancava il fatto di non poter raccontare la mia giornata ad una amica e per quanto Tommaso potesse essere mio amico, non mi conosceva abbastanza da potermi capire fino in fondo o almeno in parte. Solo con una persona potevo parlare in quel momento, e quella persona era Greta. Presi il cellulare e non feci nemmeno in tempo a far partire la chiamata, che la mia suoneria incominciò a suonare. 
Era Greta. Probabilmente ci leggevamo nel pensiero. 
<< Ciao Greta! Ti stavo giusto per chiamare… Ho un sacco di cose da raccontarti!>> 
<< Anche io Ila, ho bisogno dei tuoi consigli, hai tempo?>> 
<< Tantissimo e tu?>> 
<< Ho tutta la sera e anche la notte per parlare!>> risi. 
<< Bene, allora il tempo è dalla nostra parte, inizi tu a raccontare o inizio io?>> 
<< Inizia tu.>> e così detto, raccontai per filo e per segno tutto ciò che mi era capitato in quei giorni. In fondo Elizabeth aveva torto, la lontananza non ci aveva diviso, eravamo troppo amiche perché potesse succedere.



Greta’s diary

<< E’ per Jason.>> 
<< E chi è questo Jason?>> esclamò urlando, forse un po’ troppo. 
Mi stordì letteralmente. 
<< E’ il mio collega di lavoro, se si può chiamare così…>> 
<< Ho capito.>> rispose, interrompendomi. 
<< Lui è bellissimo, dolce, ti fa sentire bene e bla, bla, bla..?>> 
<< Esatto. E’ proprio questo il punto. Non so… C-credo di piacergli. Stasera con lui mi sono divertita tantissimo, sembravamo due idioti! Ci siamo messi a pedalare sul tandem con le buste di McDonald’s in testa!>> 
<< Okay…>> scoppiai a ridere per il tono della sua risposta, ma di certo non potevo biasimarla. 
<< Senti, come ti ho sempre detto, fai quello che ti dice il cuore. Forse devi solo aspettare un po’, vedrai che presto tutto si farà chiaro.>>
Parlammo per più di due ore, ma poi ci dovemmo salutare perché si era fatto tardi, ed entrambe avevamo troppi impegni per poter passare intere nottate in bianco, dovevamo essere riposate. 

La mattina non iniziò nel verso giusto. Mi svegliai verso le sei, perché Kenny ci aveva detto che voleva incontrarci. Odiavo alzarmi presto, ma dovetti rispettare l’orario, tanto che alle sette ero già alla hall. Kenny era già arrivato, e subito dopo ci raggiunse Jason, che nonostante la faccia assonnata aveva sempre il sorriso stampato sul viso. 
<< Bene ragazzi, volevo informarvi che stamattina non gireremo, perché purtroppo per un’emergenza devo uscire dal Paese, ma non preoccupatevi, oggi pomeriggio sarò già qui, e voi dovrete essere pronti.>>
Ero furente, ma non diedi a vederlo. Non poteva inviarci un messaggio, così potevamo dormire? Chiusi un occhio e lo salutai gentilmente, per poi ritornare nella mia stanza.
Mi vestii, dalla fretta ero scesa in pigiama.
Ormai ero sveglia, quindi tanto valeva andare a prendere una boccata d’aria.
Nonostante fossero gli ultimi giorni di luglio, e da lì a poco sarebbe arrivato il mese più caldo dell’estate, tirava un’aria fresca, così presi la felpa e uscii dall’albergo. Appena uscita svoltai a destra: la sera prima avevo notato non molto lontano un Bar piccolo e grazioso, si chiamava Caffè da Bill.
Era molto accogliente, e subito una giovane cameriera mi chiese cosa volevo ordinare.
Presi un caffè espresso e un muffin al cioccolato, intanto mi sedetti. Una rivista scandalistica era stata apposta sul tavolo, e appena finito il muffin, iniziai a sfogliarla. 
Dopo circa sette pagine mi cadde dalle mani. 
<< No, no…>> sussurrai.
I miei occhi iniziarono a farsi largo tra le frasi impertinenti di quell'articolo.

Nuovo flirt per il piccolino della band One Direction?

Non volevo, eppure continuavo a leggere. Lo sguardo si spostava freneticamente dall'articolo alle foto sgranate.
Iniziai a scuotere il capo, provando inutilmente a convincere la mia mente del fatto che ciò che leggevo non era vero.
Ma chi volevo prendere in giro?
Harry, in un pub. Che teneva stretto a sé una ragazza.
No, non poteva essere una semplice fan, quello non era un "abbraccio" che si da ad una fan.
Dovevo immaginarmelo.
Quasi correndo uscii dal bar, tra gli sguardi stupiti dei pochi clienti che c’erano.
Non sapevo cosa pensare. Non era passata neanche una settimana e già mi aveva rimpiazzata con un’altra.
Solo per un momento mi venne in mente il peggiore dei presentimenti: mi aveva usata?
Scacciai di testa quel pensiero ed entrai affannata nell’albergo. 
Avevo fatto tutta la strada di corsa. 
Ero amareggiata. Corsi diretta verso la palestra, presi dallo scaffale i guantoni da pugile e iniziai a colpire fendenti contro il sacco da box, che insofferente sorbiva tutti i colpi pieni di rabbia che sferzavo.
Continuavo a colpire, e colpire, fino a quando mi resi conto che era inutile. Non volevo reprimere la rabbia, avevo bisogno di sfogarmi, ma quello non era il modo giusto. Mi accasciai a terra, e scoppiai a piangere. 
In quel momento entrò Jason. 
<< Oh, no..>> mi abbracciò, talmente forte da farmi mancare il respiro. 
Era uno di quegli abbracci confortanti. Pensare che era li per consolarmi senza sapere neanche il motivo mi fece sentire meglio. Mi accompagnò in giardino, e gli spiegai tra i singhiozzi della foto e l’articolo di giornale.
<< Sai, è successa una cosa simile anche a me.>> non ci potevo credere, come poteva aver provato quella sensazione così un ragazzo d’oro come lui? 
<< Pensavo che mi amasse, invece mi aveva usato. Decisi di rompere con lei, ma la sentivo ancora dentro, e vederla con un altro mi faceva stare male… Ma è la vita, si va avanti.>> si sforzò di fare un sorriso, e lo abbracciai perché stava dedicando parte del suo tempo per consolarmi. 
<< Ehi ragazzi! Cosa sono quei musi lunghi?>> la voce di Kenny echeggiava per tutto il giardino. 
<< Sei tornato! Tutto bene?>> 
<< Sì tranquilli, piuttosto, voi invece, qualche problema?>> 
<< No, c’è stato solo...>> disse piano Jason. 
<< Un disguido, uno stupido disguido.>> conclusi. 
<< Ah, Kenny!>> si girò verso di me. 
<< Dimmi.>> 
Rimasi per un istante in silenzio.
Forse era la scelta sbagliata.
O forse no.
Al diavolo le scelte giuste.
<< Vorrei girare le scene del bacio, oggi.>> ci fu una pausa di silenzio. 
<< Ne sei sicura?>> 
<< Sì.>> risposi freddamente. 
<< E allora sia! Vi aspetto fra mezz’ora qui, ai divanetti. Mi raccomando puntuali, che stamattina abbiamo perso tempo! Piuttosto, a te va bene Jason?>> 
<< Va più che bene, capo!>>
Mi guardò dubbioso, forse aveva capito che lo facevo per vendetta, e che forse sarei stata ancora più male, ma ormai il dado era tratto. 

Quel pomeriggio avrebbe cambiato qualcosa.


#Spazio Autrici

Okay, è passato davvero tantissimo tempo dall'ultimo aggiornamento. Ci perdonerete, vero? lol
Questo capitolo è di transito, perchè da inizio a due situazioni molto particolari: il possibile tradimento di Harry, e la convivenza di Ilaria con Jared...
Vi lasciamo con un piccolo spoiler del prossimo capitolo, alla prossima dolcezze! c:
Le vostre scrittrici da strapazzo. xx



da "Ilaria's diary"


Rimasi nuovamente sola.

La sera non ero scesa a mangiare, non avevo fame e ciò capitava raramente. Decisi di chiamare Elizabeth, mi aveva mandato dodici messaggi e avevo ben venti chiamate perse, ma proprio quando stavo per far partire la chiamata, bussarono alla porta. Quando la aprii però, non trovai nessuno, ma solo un pezzo di carta indirizzato a me. 
[...]
Osservai il pezzo di carta, era ripiegato in quattro parti e con scrittura veloce , era stato scritto il mio nome. Presa da una curiosità che non faceva che aumentare, lo aprii, senza esitazione.


“Ciao Ilaria, noi ci conosciamo, ma forse sei troppo orgogliosa per ammetterlo o semplicemente non ti sei mai accorta di me. Il che è parecchio plausibile, in effetti. So cosa ti è successo e so perché sei stata male, ti capisco non è facile da sopportare o da accettare. Voglio che tu sappia che io ci sono, ma purtroppo mi manca… Come dire… Beh, il “coraggio” di parlarti e di dirtelo direttamente. Spero potrò esserti comunque di aiuto. Non voglio vederti triste e abbattuta, perché ci sono molti ragazzi che saprebbero renderti felice, devi solo guardarti intorno e scoprirai milione di principi azzurri che aspettano solo te. A presto!”

da "Greta's diary"

Avevo bisogno di fare qualcosa per poter capire cosa stava succedendo.
Perché Harry mi aveva inviato quel messaggio?
E Jason? Cosa dovevo fare con lui?
La risposta non tardò ad arrivare.
Aprii la valigia per tirare fuori una camicia da notte, e mi accorsi di un piccolo pupazzetto che era caduto fuori. Era circondato da filo di spago, che rilegava con esso un piccolo foglietto.

Se hai bisogno di aiuto puoi sempre contare su di me. Il tuo amicone-one-one-onissimo Louis xx

Come diavolo faceva a sapere che avrei dovuto parlare con lui?
Avevo la testa annebbiata per la confusione, i pensieri si facevano largo tra la mia mente senza dare spazio alla lucidità. Non ci pensai due volte e presi subito in mano il cellulare.
Era il momento perfetto per chiamarlo.


 

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Capitolo 14
*** Chapter 13 ***





Ilaria’s diary

La sfilata era stata semplicemente fantastica. Non avevo mai visto niente di simile, era un insieme di glamour e luci scintillanti che culminavano sulla passerella. Le collezioni degli stilisti erano stravaganti e ricche di idee divertenti e innovative, non c’era abito che non avesse un elemento appariscente o fuori dal comune. Per il termine della sfilata, avevano organizzato un party di beneficenza a cui io e Jared dovemmo partecipare. Lì, ci congratulammo con gli stilisti e nonostante la presenza costante dell’ “arrogante” che si trovava al mio fianco, riuscii a divertirmi ugualmente. Il mondo della moda non era mai stato la mia più grande passione, ma più passava il tempo e più mi accorgevo che aveva un suo fascino, una sua peculiarità unica e incredibile. Mi pareva impossibile essere lì, avevo fatto così tanta strada dalla ragazzina insicura che ero. Ripensai al blog e alla mia amica Greta, chissà cosa stava facendo in quel momento! E mentre la limousine mi portava al set, ripensai a tutto ciò che mi era successo di bello in quegli ultimi mesi. Come vecchie diapositive di un film, rividi i flashback dei miei ricordi, da quelli più vecchi e lontani a quelli più recenti. Mi lasciai cullare da quei pensieri, incurante della pioggia che cadeva lenta sulla città di New York.
Era una brutta giornata, tutti sul set avevano una faccia annoiata e parecchio tesa, la scadenza era vicina e noi eravamo indietro col tempo. Avevo paura che non avrei fatto in tempo a ritornare a Londra, per l’inizio del semestre. Ero turbata, perché gli inviti agli eventi mondani e ai programmi tv aumentavano di giorno in giorno. Avevo il presentimento che si sarebbero moltiplicati sempre di più, senza lasciarmi tregua. La mattinata era incominciata male per tutti, di questo me n’ero accorta già da sveglia. Elizabeth era agitata e Jared parecchio nervoso, non ne capivo il perché e sinceramente non volevo saperlo, era meglio non intromettersi. Dopo il primo servizio fotografico della giornata, mi presi una pausa. Avevo bisogno di un caffè, così nel frattempo, decisi di aggiornare il mio stato su Twitter e di rispondere ai fans. Accesi il cellulare e mi collegai alla rete Wi-Fi, mi connessi a Twitter e incominciai a sfogliare i tweet del giorno. Solo un messaggio catturò la mia attenzione. 
Era indirizzato a me, come molti altri. 
Ma il mittente era Jas. 

Mi sembra giusto che tu sappia! hahaha

C’era un allegato. Con il cuore a mille, aprii la foto e il mondo attorno a me scomparve. 
Rimasi a bocca aperta, non riuscivo ad emettere suoni, ero paralizzata. La foto era stata scattata in Francia e i soggetti erano Niall e una ragazza bionda al suo fianco. 
Mi precipitai fuori dal set, lì dentro mi sentivo soffocare. Stavo per raggiungere l’uscita, quando qualcuno mi afferrò per un braccio. 
Jared. 
<< Dove corri così di fretta, eh? I flash ti danno alla testa?>> rise, ma io non avevo voglia di ridere. Non lo sopportavo, volevo che scomparisse dalla mia vista. 
<< Jared! Sei uno stupido presuntuoso, tu non capisci niente! Il tuo unico scopo è quello di trattare male le persone e vederle star male, ma sai, oggi c’è qualcuno che ti ha preceduto. Vuoi un modo per umiliarmi? Ti basterà andare su Twitter. Ma ora ti prego, lasciami in pace, sono stanca dei tuoi giochetti!>> così detto, me ne andai, senza dargli nemmeno il tempo di rispondere. Corsi più forte che potevo, lontana da tutto e da tutti. 
Una volta fuori dall’edificio, la pioggia era ormai cessata. Presi un taxi e mi feci portare a Central Park. 
Ero terribilmente sola, in una città troppo grande. Greta era irraggiungibile, in ogni caso sarebbe stata troppo presa dalle riprese per rispondermi, Tommaso era a lezione fino alle cinque del pomeriggio, Elizabeth era più come una professoressa severa che un’amica e Jared… Lasciamo perdere.
Raggiunsi velocemente i giardinetti in cui giocavano alcuni bambini. Non ero riuscita ad impedire alle lacrime di scendere prepotentemente, rigandomi il viso. Ero abbattuta, con il cuore a pezzi e un senso di tristezza opprimente. 
Mi sedetti su una panchina rossa, l’unica libera che c’era, e mi misi a contemplare i bambini che giocavano. Erano così felici accanto ai loro amichetti, giocavano a rincorrersi su e giù per gli scivoli mentre le loro madri parlottavano, e con orgoglio indicavano i propri figli. E anche se non ero nel migliore degli stati, mi venne da sorridere per la tenerezza del momento. Un bambina di circa dieci anni mi si avvicinò timidamente. 
<< Tu sei Ilaria di Gims? Mi… Potresti… Fare un autografo?>> lei mi sorrise con dolcezza, nel frattempo ci raggiunse la mamma della bimba che si scusò per il disturbo. Probabilmente, si era accorta dei miei occhi arrossati dal pianto.
<< Perché sei così triste?>> sussurrò la piccola con voce flebile. Mi scrutò con aria interrogativa e io cercai di essere il più allegra possibile, nonostante tutto. 
<< Perché è stata una brutta giornata, hai visto quanta pioggia?>> continuai << Comunque nessun disturbo, sono felicissima di farti un autografo, come ti chiami piccolina?>> quella bimba dagli occhioni azzurri, mi sorrise dolcemente.
<< Mi chiamo Violet…>> le feci l’autografo e poi scattai una foto con lei. Dopodiché mi salutò, e piano piano si allontanò dalla mia visuale.
Rimasi nuovamente sola.
La sera non ero scesa a mangiare, non avevo fame e ciò capitava raramente. Decisi di chiamare Elizabeth, mi aveva mandato dodici messaggi e avevo ben venti chiamate perse, ma proprio quando stavo per far partire la chiamata, bussarono alla porta. Quando la aprii però, non trovai nessuno, ma solo un pezzo di carta indirizzato a me. 
Lo presi tra le mani e rientrai in camera. Ero curiosa di leggerlo, ma prima, mi imposi di chiamare Elizabeth. << Elizabeth…>> dissi con impaccio e agitazione. 
<< Ilaria! Dove sei finita, sei scomparsa dal set senza lasciare tracce per rintracciarti! Ma cosa ti è saltato in mente?!>> urlò. 
<< Io…>> non sapevo se dirle la verità. 
<< Lo sapevo! Lo sapevo! Ti avevo detto di lasciare fuori dal set i problemi sentimentali e adolescenziali. Cosa ti avevo detto?! Ringrazia che non abbia chiamato i tuoi genitori! Stavo per chiamare la polizia! Domani vedi di farti trovare nella hall alle otto. Anche se non te lo meriti, ti devo dare una bella notizia.>> dubitavo che per me ci sarebbe stata una bella notizia, di sicuro lo era solo per lei. << Grazie Elizabeth, a domani.>> riattaccai, in quel momento le strigliate erano l’ultima cosa di cui avevo bisogno. Mi gettai sul letto, stanca e affamata. La fame si stava facendo vedere, ma il mio stato d’animo non mi permetteva di alzarmi e dirigermi in sala da pranzo. Osservai il pezzo di carta, era ripiegato in quattro parti, e con scrittura veloce era stato scritto il mio nome. Presa da una curiosità che non faceva che aumentare, lo aprii, senza esitazione.

“Ciao Ilaria, noi ci conosciamo, ma forse sei troppo orgogliosa per ammetterlo o semplicemente non ti sei mai accorta di me. Il che è parecchio plausibile, in effetti. So cosa ti è successo e so perché sei stata male, ti capisco, non è facile da sopportare o da accettare. Voglio che tu sappia che io ci sono, ma purtroppo mi manca… Come dire… Beh, il “coraggio” di parlarti e di dirtelo direttamente. Spero potrò esserti comunque di aiuto. Non voglio vederti triste e abbattuta, perché ci sono molti ragazzi che saprebbero renderti felice, devi solo guardarti intorno e scoprirai un milione di principi azzurri che aspettano solo te. A presto!”

Non c’erano firme e nemmeno soprannomi, abbreviazioni o semplicemente delle iniziali per giungere al mittente. Ma di una cosa ero assolutamente certa, quel messaggio mi aveva calmata, e avrei fatto di tutto per scoprire chi fosse il mittente.



Greta’s diary

Mi sentivo euforica. 
E allo stesso tempo una grande stronza. 
Volevo farla pagare a Harry per quello che aveva fatto, anche se forse non aveva fatto niente. La testa era piena di pensieri confusi, che litigavano tra di loro e cercavano in qualche modo di avere la meglio sulla mia mente. Jason era al mio fianco, e silenziosamente ci stavamo dirigendo all’esterno, dove avremmo dovuto girare la tanto attesa scena del bacio. Lo guardai di sottecchi, anche lui sembrava su di giri. Pochi minuti e sarebbe cambiato tutto, o forse niente. 
Cercai di non pensarci, ma non ce la facevo. 
<< Perfetto ragazzi, siete tutti in posizione? Perfetto, scena del bacio numero 1, azione!>> calò il silenzio, e io iniziai a dire le mie battute. 
<< Eric, sono i fogli che mi avevi chiesto..>> 
<< Aspetta.>> 
<< Tutto.. bene? >> 
Ci fu una pausa di silenzio, ed in quel momento capii che forse Jason non stava solamente recitando.
Deglutii.
<< Hai presente quando ti rendi conto di avere davanti a te qualcuno di talmente speciale che ti fa stare bene anche solo con uno sguardo?>> 
<< Ecco, sì.. >> 
<< Perché per me tu sei quella persona.>> 
Come previsto, partì come sottofondo la canzone “You Had Me At Hello” degli A Day To Remember, che sarebbe poi stata aggiunta al montaggio grazie ai tecnici del suono.
Era arrivato il momento del bacio, in quella scena lui doveva guardarmi negli occhi, accarezzarmi la guancia e baciarmi. Sentivo gli occhi di Kenny puntati addosso.
Non potevo deluderlo, così lasciai avvicinare Jason, che mi baciò. 
Tutt’a un tratto il mondo scomparve, sentivo solo il tepore delle sue labbra sulle mie, sentivo che in qualche modo lui mi voleva trasmettere emozioni. Mi venne la pelle d’oca, e dopo qualche attimo tutto finì. 
I suoi occhi si rispecchiavano nei miei. 
<< Stop! Perfetto ragazzi ,perfetto! Non ho mai visto fare una scena più perfetta di questa!>> entrambi ci sentimmo lusingati. 
<< Bene, potete pure tornare in camera vostra, stasera si cena fuori, offro io! Ah Greta, puoi venire un secondo?>> mi avvicinai cautamente a lui. 
<< Mi è piaciuto come ti sei comportata oggi, sei riuscita a mettere da parte i sentimenti, e la scena è venuta benissimo! Continua così ragazza, e farai strada.>> 
Arrossii, e senza aggiungere altro, mi voltai e tornai verso la mia camera.
Mi diressi verso l’ascensore, c’era anche Jason. 
In quel momento le porte si aprirono ed entrammo, eravamo soli. 
Non sbiascicammo parola per tutto il tratto dal piano terra al secondo, il nostro, io perché ero troppo imbarazzata, lui forse per lo stesso motivo. 
<< Come pensi siano andate le riprese?>> chiese, per rompere quel silenzio odioso. 
Mi stava guardando con una certa malizia. Quanto era bello. 
<< Bene, l’ha detto anche Kenny no? Ora vado a prepararmi, sai com’è, sono un po’ lenta.>> mi girai di scatto e colpii lo stipite della porta proprio sulla fronte. 
Jason subito accorse. Faceva un male cane, ma non volevo allarmarlo, così scoppiai a ridere, e lui si aggiunse a me. 
<< Sei proprio un danno, amore, ci vediamo dopo!>> Mi lasciò un delicato bacio sulla fronte, e si diresse verso la sua stanza.
Entrai in camera, non pensando al dolore, ma a come mi aveva chiamato.
Probabilmente si era confuso. Non ci potevano essere altre spiegazioni.
Corsi in doccia, il luogo che prediligevo per riflettere. 
Quando uscii dal bagno erano le sei inoltrate. Avevo un’ora di tempo per sistemarmi. Presi il vestito nero, quello che avevo usato la serata del tango e i tacchi neri. Quell’abito mi portava alla memoria tanti ricordi, ma decisi di reprimerli e lo indossai ugualmente. Il telefono fece uno squillo, c’era un nuovo messaggio. 

Cambio di programma! Fra dieci minuti in sala meeting per un’intervista. Tranquilla, saremo al ristorante per le 20. Ciao, Kenny

Presi la borsa e uscii dalla camera. Ero l’ultima arrivata, perché tutti gli altri erano già dentro, ma per mia fortuna non avevano ancora cominciato. 
<< Wow, che eleganza! Ragazzi ma vi siete messi d’accordo? E io che volevo andare da Burger King...>> era stato Kenny a parlare. Tutti scoppiarono in una fragorosa risata, e solo in quel momento mi accorsi che anche Jason era elegante come me. Indossava giacca e cravatta, stava davvero bene. 
<< Ehi…>> 
<< Ciao…>> si vedeva lontano un miglio che eravamo a disagio. La giornalista se ne accorse e ci invitò ad accomodarci per l’intervista. 
<< Ragazzi, siamo qua in diretta per intervistare i futuri teen-idols americani, Greta e Jason! Bene ragazzi, parlateci un po’ di come stanno andando le riprese!>> 
<< Benissimo. Qui sono tutti gentili, a partire da Kenny, che da quando sono arrivata mi ha sempre aiutato. Credo proprio che “Look At Me” avrà molto successo, perché si rispecchia in molte storie di noi adolescenti.>> 
<< Ora passiamo a te Jason, cosa ne pensi di Greta?>> 
Perché gli aveva fatto quella domanda? Non poteva andare di peggio. 
<< E’ una ragazza stupenda, dal primo giorno che l’ho conosciuta non ho fatto altro che ridere e divertirmi, è una persona d’oro. E deve essere proprio un idiota chi la vuole perdere.>> Il cuore saltò un battito. L’aveva detto veramente? 
L’intervista finì poco dopo, e presto Kenny ci accompagnò in macchina. 
<< All’intervista hai… L’hai fatto davvero?>> sussurrai a Jason. 
<< Scusa, è che...>> 
<< Non potevi fare di meglio, grazie.>> Mi sorrise, e contraccambiai, felice. 
La cena non durò molto. Il ristorante in cui Kenny ci aveva portato era di lusso, ma a quanto pare non gli andava a genio il cameriere, tanto che alla fine si stavano quasi per prendere a pugni. Io e Jason cercammo di calmarlo, trascinandolo fuori dal ristorante. 
<< Forse è meglio che torniamo a casa, domani ci aspetta una lunga giornata di riprese!>> 
Finalmente arrivammo alla hall. 
<< Buonanotte, Kenny.>> 
<< Buonanotte ragazzi!>> Arrivai davanti alla mia porta. 
<< Scusa, posso entrare?>> chiese Jason. 
Aveva un’ espressione strana. Cosa dovevo fare? Seguii l’istinto, e lo lasciai entrare. 
<< Scusa, c’è un casino qua dentro e...>> 
<< Non ti preoccupare, volevo chiederti se il bacio di oggi ti ha turbato…>> 
<< Oh… No, per niente, tranquillo. Era nostro dovere farlo… >> 
Ci sedemmo sul letto e iniziammo a parlare di quello che stava succedendo. Chiacchierammo parecchio, fino a quando non mi arrivò un messaggio. 
Sussultai, era di Harry. 
Guardai negli occhi Jason, che capì e si affiancò a me per leggere ciò che c’era scritto. 

Tesoro, scusa se ti scrivo a quest’ora. Da te è mezzanotte ma qui è mattino presto, e il sole sta per sorgere. Mi manchi da morire.

Ero stupita, e indignata. 
Cosa credeva di ottenere? Decisi di non rispondere, e spensi il cellulare. 
<< Forse è meglio che vada, buonanotte Greta…>> 
<< Buonanotte.>> 
Andai a sciacquarmi il viso. Si stava divertendo a prendermi in giro?
Avevo bisogno di fare qualcosa per poter capire cosa stava succedendo.
Perché Harry mi aveva inviato quel messaggio?
E Jason? Cosa dovevo fare con lui?
La risposta non tardò ad arrivare.
Aprii la valigia per tirare fuori una camicia da notte, e mi accorsi di un piccolo pupazzetto che era caduto fuori. Era circondato da filo di spago, che rilegava con esso un piccolo foglietto.

Se hai bisogno di aiuto puoi sempre contare su di me. Il tuo amicone-one-one-onissimo Louis xx

Come diavolo faceva a sapere che avrei dovuto parlare con lui?
Avevo la testa annebbiata per la confusione, i pensieri si facevano largo tra la mia mente senza dare spazio alla lucidità. Non ci pensai due volte e presi subito in mano il cellulare.
Era il momento perfetto per chiamarlo.




#Spazio Autrici

Hola chicas, speriamo di non avervi fatto aspettare troppo.
Dunque eccoci qui, vi avevano incuriosite gli spoiler, vero? E chi sarà mai il mittente della lettera? Avete qualche idea? 
Che dire, le situazioni si stanno evolvendo ulteriormente.
Un ultima cosa, se tornate indietro con i capitoli, troverete la nuova foto del famigerato Tommaso, in quanto abbiamo trovato la persona perfetta per interpretarlo.
Ci vediamo al prossimo capitolo, bellissime.
Le vostre scrittrici da strapazzo. xx

ps.: vi lasciamo con dei piccoli spoiler... 



da "Ilaria's diary"

Quelle lettere mi avevano fatto bene, ma se fosse stata solo una trappola?! Quel pensiero incominciò ad insinuarsi nella mia mente, ma lo cacciai subito. Mi fidavo del mio “Ammiratore Segreto” e il giorno dopo sarei andata a Central Park, volevo assolutamente scoprire il mittente della lettera.
[...]

Scesi dal taxi con impaccio, ero nervosa, ma anche molto agitata. Non poteva essere una trappola, ci sarebbero stati troppi testimoni a quell’ora. Raggiunsi l’altro capo della strada e mi avviai verso l’entrata del parco. Varcai i cancelli e mi guardai intorno, curiosa. Fu allora che lo vidi.



da "Greta's diary"

<< No guarda, lascia perdere, va bene così. Mi sento meglio ora, grazie!>>
<< Louis, quella non è la Greta della pizzeria, vero?>> Era un’altra voce quella che avevo sentito in lontananza dalla cornetta. Era la voce di Harry.
Iniziai ad imprecare mentalmente. Cosa dovevo fare ora?
[...]

<< Gre, scusa se ti interrompo, ma quella non è lei?>> mi voltai.
Era proprio lei, ma stava tenendo la mano a un ragazzo che non somigliava proprio a Niall. In quel momento si voltò anche lei, mi vide. Restammo immobili.
<< Ti prego Jason andiamocene.>> lo presi per mano e quasi trascinandolo corsi via.

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Capitolo 15
*** Chapter 14 ***






Ilaria’s diary

Il giorno dopo, alle otto meno dieci, ero già all'entrata dell'hotel. Poco dopo mi raggiunse anche Jared, aveva il viso segnato da profonde occhiaie. 
<< Qualcuno ha fatto le ore piccole...>> lo presi in giro. 
<< Già...>> accennò appena una parola. 
<< Hai perso la lingua?>> risi. 
Lui mi guardò. 
Puntò i suoi occhi verdi sui miei, il suo sguardo era carico di tristezza, rimasi stupita. 
<< Che succ...>> ma non feci in tempo a finire la frase che Elizabeth si parò davanti a me. 
<< Ecco qua la nostra fuggitiva!>> e mi si avvicinò. 
<< Spero tu abbia lasciato fuori i tuoi problemi sent... Adolescenziali!>> io annuii e la seguii senza nemmeno fiatare. Sul set erano tutti agitati, ma allo stesso tempo emozionati. 
<< Ragazzi, abbiamo fatto un recupero da record con il set fotografico, questo sarà il vostro ultimo giorno! L'album è stato completato.>> 
Tutti esultammo e solo allora mi ricordai della sorpresa che mi aspettava, forse era quella la grande notizia? Indossammo gli ultimi abiti della collezione e ci scattarono le ultime foto. 
Dovevo ammetterlo: Jared con lo smoking faceva la sua bella figura. 
Repressi immediatamente quei pensieri, ero forse diventata matta? Io non sopportavo Jared! 
Rimasi interdetta per alcuni minuti e quando fu il mio turno, ritornai in me. 
All'improvviso ripensai al giorno prima. Niall aveva una nuova ragazza, mia aveva rimpiazzata e dimenticata, mentre io ancora pensavo a lui. Mi odiai per questo, non potevo credere che in così poco tempo per lui fossi diventata solo un ricordo da reprimere. 
Delle lacrime mi scivolarono lungo le guance, mi guardai attorno, Elizabeth non c'era, menomale. 
<< Ehi tutto bene?>> era stata la fotografa a parlare. Vidi Jared avvicinarsi. 
<< Vedi di reagire, hai capito?>> lo aveva quasi urlato. 
Ripensai alla lettera che avevo ricevuto, mi ricordai ogni singola parola e annuii a Jared. Dovevo pensare a me, dovevo reagire e dimenticare ciò che mi faceva star male. 
Mi asciugai le lacrime e sorrisi all'obbiettivo, non potevo abbattermi così, non era da me. Dopo le ultime foto, Elizabeth mi raggiunse raggiante. 
<< Ho una bella notizia da darti! I Midnight Red ti vogliono nel loro prossimo video!>> mi immobilizzai.
<< C-cosa?>> riuscii a dire. 
<< Già è incredibile, me l'hanno comunicato oggi! Dovrò farmi pagare di più, praticamente sono diventata la tua manager!>> incominciai a saltellare per tutto il set, ero felicemente fuori di me. 
In quel momento passò Jared e lo travolsi letteralmente poi, non so nemmeno perché, lo abbracciai. Quando mi accorsi di ciò che avevo fatto, mi staccai da lui e imbarazzata feci per andarmene, ma per mia sfortuna, andai a sbattere contro un tavolino. 
<< Non è rompendoti una gamba che potrai partecipare al loro video!>> era stata Elizabeth a parlare. Guardai Jared, era immobile, non si muoveva di un centimetro. 
<< Emh… Jared? Hai per caso visto un fantasma?>> lui si riprese e mi guardò ridendo. 
<< Tu quella boccaccia non la chiudi mai, eh?>> il solito vecchio Jared. 
<< Mi stai offendendo per caso?>> 
<< Ma no, figurati… Impiastro!>> e continuò a ridere. 
<< Ehi!>> nel frattempo Elizabeth ci fissava accigliata, poi ci portò fuori dal set. 
<< Ho un sacco di impegni, perciò tornate all’hotel da soli, mi fido… Più o meno!>> ridemmo, la salutammo e salimmo sulla limousine. 
<< Allora dove andiamo?>> rimasi allibita dalla proposta di Jared. 
<< Senti, non ho intenzione di prendermi un’altra strigliata!>> 
<< Per una volta che ci viene offerta la possibilità di fare ciò che vogliamo, tu ti tiri indietro!>> sbuffò. 
<< Esattamente.>> esclamai, fiera di me. 
Arrivati all’albergo, scesi dalla limousine e Jared mi afferrò per un braccio. 
<< Ehi, ma cos…>> non feci in tempo a finire la frase che iniziò a correre, trascinandomi dietro. 
<< Jared…Fermati!>> cercai di impuntare i piedi sull’asfalto, inutilmente. 
Alla fine della corsa, ci ritrovammo davanti alla vetrina di un negozio di caramelle. 
<< I want some candies, candies, candies…>> iniziò a canticchiare. 
<< Okay, okay… Entriamo.>> Il negozio era piuttosto piccolo, nonostante tutto mi sembrò di entrare nel paese delle meraviglie. Io ero Alice e Jared… Beh, il coniglietto che stavo inseguendo.
<< Allora Alice, mi affido a te!>> probabilmente avevamo pensato la stessa cosa, ci leggevamo nel pensiero. << Vediamo coniglietto, che ne dici di… Rotelle alla liquirizia! Devono essere mie!>> rise, una risata calda e molto dolce. 
Ma a che diavolo stavo pensando? 
<< Sì! E anche i marshmallow!>> sorrise. 
<< Quasi, quasi…>> Passammo una buona mezz’ora a mettere caramelle nel sacchetto. Alla fine pagammo, o meglio, pagò. Non mi fece neanche tirare fuori il portafogli. 
Usciti dal negozio, ci avviammo verso l’hotel mangiando le caramelle comprate. 
<< Sai, sei simpatico quando non cerchi di rendermi la vita impossibile! Comunque… Grazie per le caramelle.>> dissi.
<< Già, anche tu sei meno acida di quanto pensassi. Comunque prego, Ilaria.>> Gli tirai un lieve pizzicotto sul braccio, scherzosamente. 
Era la prima volta che mi chiamava per nome. 

Quella sera ero in stato di trance. Stavano succedendo un sacco di cose: le foto, un nuovo ingaggio, la lettera e… Jared. Mi aveva resa felice, solo come pochi riuscivano a fare. Ma di mezzo c’era anche quella lettera, un ammiratore segreto che aveva saputo tirarmi su di morale e ridarmi il sorriso. Ero combattuta.
Ad un certo punto bussarono alla porta, mi alzai e andai ad aprire, ma come la sera prima non trovai nessuno, solo una lettera. Con le mani tremanti, la aprii. 


Ciao Ila, finalmente ti sei rialzata e hai reagito. Sono contento che la mia lettera ti abbia aiutata.
Ora sono qui per dirti che ho trovato quel coraggio che mi mancava.
Domani, alle sette e mezza all’entrata di Central Park. Spero ci sarai.


Oh mamma, ero agitatissima. Quelle lettere mi avevano fatto bene, ma se fosse stata solo una trappola? Quel pensiero incominciò ad insinuarsi nella mia mente, ma lo cacciai subito. Mi fidavo del mio ammiratore segreto, e il giorno dopo sarei andata a Central Park, volevo assolutamente scoprire il mittente della lettera.
Il sera successiva non tardò ad arrivare.
Scesi dal taxi con impaccio, ero nervosa. Non poteva essere una trappola, ci sarebbero stati troppi testimoni a quell’ora. Raggiunsi l’altro capo della strada e mi avviai verso l’entrata del parco. Varcai i cancelli e mi guardai intorno, curiosa. 
Fu allora che lo vidi. 
I capelli neri come la pece, gli occhi che sembravano due smeraldi, il sorriso dolce da mozzare il fiato. 
Il mio cuore accelerò i propri battiti, rimasi immobile. 
Jared. 
Lui mi vide e i nostri sguardi s’incrociarono. Io mi avvicinai a lui e lui si avvicinò a me. 
L’uno di fronte all’altro, i nostri visi che quasi si sfioravano. 
Il sole stava ormai tramontando all’orizzonte, il cielo sfumato di rosa e azzurro. E in quel momento capii, Jared era l’unica persona che avrei voluto lì in quel momento. Mi era stato vicino, lo sguardo da duro, il carattere arrogante all’apparenza, erano tutta una maschera. 
Perché lui era dolce e premuroso, una persona che ti sapeva sempre capire, nonostante le avversità. Fece un piccolo passo in avanti e mi baciò. 
Non pensai a niente e a nessuno, pensai solo a noi due e a quel bacio dolce e tenero che mi aveva fatto battere forte il cuore.


Greta’s diary

Composi il numero. Suonava libero, fortunatamente. 
<< Louis, rispondi, ti prego!>> attesi qualche secondo. 
<< P-pronto?>> 
<< Louis sei tu!>> 
<< Sì, aspetta… Oh madre santa, Greta! Da quanto tempo!>> 
<< Non sai quanto mi mancate tu e i ragazzi.>> 
<< Si sente molto anche la tua mancanza. Comunque come va? Tutto a posto?>> attesi qualche istante prima di rispondere. Probabilmente si accorse che qualcosa non andava.
<< No, ecco. E’ per questo che ti ho chiamato, oggi ho trovato il pupazzo che mi hai lasciato. Ho bisogno di te più che mai in questo momento...>> 
<< Guarda, qui ci sono anche i ragazzi, se vuoi metto il vivavoce.>> Imprecai mentalmente. Forse l’unica via d’uscita era quella di riagganciare. Tentai di salvarmi ugualmente.
<< NO! Guarda forse è meglio che ti chiami un’altra volta…>> 
<< Aspetta, ho capito. Ragazzi non vi preoccupate non è la Greta che conosciamo. E’ quella ragazza, d-della pizzeria, non ricordate? Mi aveva chiesto un favore, v-vado un secondo di là!>> scoppiai a ridere.
<< La ragazza della pizzeria, eh?>> domandai sarcastica.
<< Greta, hai pure da reclamare?>> risi, e a quel punto iniziai a raccontargli tutto. 
Solo alla fine del mio lungo discorso iniziai ad avere qualche rimorso. Forse non avrei dovuto parlargli di Jason, dei baci, della foto di Harry. 
Forse avevo combinato un casino, Louis era uno dei migliori amici di Harry. 
Iniziai a considerare la possibilità di andare da uno psicologo. Forse soffrivo di qualche forma acuta di bipolarismo!
<< Greta, non ti preoccupare, a Harry non dirò niente. Ultimamente è strano. Esce quasi ogni sera e torna ubriaco. Non immagino neanche cosa possa aver combinato, quindi capisco la tua frustrazione. Dopo se vuoi provo a chiedergli della foto.>> 
<< No, lascia perdere, va bene così. Mi sento meglio ora, grazie. >> 
<< Louis, quella non è la Greta della pizzeria, vero?>> 
Era un’altra voce quella che avevo sentito in lontananza dalla cornetta. La voce di Harry.
Mi tirai uno schiaffo sulla fronte e chiusi gli occhi più forte che potevo, forse era solo un incubo. 
Ma che dico, non lo era affatto.
Louis aveva smesso di parlare, ed io continuavo a tenere il cellulare appiccicato all’orecchio. Ad un certo punto sentii un rumore strano. Louis aveva passato la cornetta ad Harry, ed io non avevo idea di cosa dirgli. Sentivo solo il suo respiro, nient’altro. 
<< Non credo ci sia nulla da dire, giusto?>> sussurrai, sull’orlo della disperazione. Non ero mai stata brava a mascherare le emozioni, da lì a poco ero sicura che sarei scoppiata a piangere. 
<< Io non capisco. Perché?>> stavo iniziando a scaldarmi. 
<< E me lo chiedi anche? Porca puttana! Fino a venti giorni fa mi dicevi che ero l’unica, che non mi avresti mai rimpiazzato!>> 
<< E io cosa devo dire! Da una settimana mi arrivano messaggi su di te che esci con un fighetto americano!>> << Eh? Ma quale fighetto americano! Harry, Dio santo, svegliati! E’ il mio collega di lavoro! E poi come ti permetti? Almeno evita di farti beccare dai paparazzi quando stai con un’altra.>> stavo letteralmente perdendo le staffe. 
<< Era semplicemente una fan! Adesso non posso fare le foto neanche con loro? Ma che diavolo ti prende Greta!>> 
<< Certo, sembrava che stessi sverginando la “semplice fan”. Evita di prendermi in giro. Non ero così perché pensavo che non fossi così spudoratamente bugiardo.>> calò il silenzio. Mi morsi la lingua per ciò che avevo detto.
<< S-scusa, ho esagerato…>> 
<< No, lascia perdere, credo che adesso ci siamo detti tutto. Ci sentiamo, Greta.>> e riattaccò. Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto. 
Cosa avevo fatto ora? Mi sdraiai sul letto e cominciai a piangere, finché non mi addormentai, cadendo in un sonno senza sogni.
<< Ragazzi, sapete che oggi è l’ultimo giorno di registrazioni. Perciò vorrei fare un applauso a tutte le persone che hanno collaborato a questo progetto.>> partì un fragoroso applauso. 
Kenny continuò. 
<< Le riprese sarebbero dovute durare un mese, ma grazie al duro impegno di tutti le abbiamo finite in anticipo, perciò quest’ultima settimana, mentre io e i tecnici monteremo le scene, a tutti gli attori sarà concessa una pausa.>> 
Ero un po’ sollevata, cambiare aria di certo mi avrebbe fatto bene. 
<< Ora potete pure andare.>> ognuno si dileguò per la propria strada, tranne me. Ero rimasta lì, ferma come un palo. Cosa avrei potuto fare?
<< Greta, tutto bene?>> 
<< Sì, Jason, cioè no, sì...>> Quel maledetto comportamento che stavo assumendo avrebbe rovinato tutti i rapporti di amicizia che avevo con le persone, non potevo andare avanti così. 
<< Ieri da camera mia ti ho sentita urlare, vuoi parlarne?>> 
<< Mi dispiace, ma preferisco di no, scusa.>> Attese un istante di silenzio, in cui non potei sentirmi più imbarazzata.
<< Non ti preoccupare... Senti, tu dove passerai questa settimana?>> Risi spontaneamente.
<< Di tornare a Londra per il momento non se ne parla. Sinceramente non ne ho idea. Tu?>> 
<< Io andrò a New York a trovare i miei parenti!>> 
New York. New York! Era dove stava facendo il servizio Ilaria! 
<< Mi è venuta una fantastica idea… Spero non ti dispiaccia portarmi con te, vero?>> Gli spuntò uno stupendo sorriso a trentadue denti.
<< Ti pare? Ci sarà da divertirsi!>> lo abbracciai, era davvero un buon amico. 
Andammo in reception a prenotare i biglietti, perché quella stessa sera saremmo partiti. Volevo fare una sorpresa ad Ilaria, perciò pensai bene di non dirle niente. 
Ero riuscita a contattare la sua manager, che mi aveva detto che l’avrei trovata sicuramente a Central Park di pomeriggio, perché Ilaria adorava quel posto. Saremmo partiti alle 15.30, per arrivare alle 18.00. Completammo le valigie in tempi record e raggiungemmo il più in fretta possibile l’aeroporto.

<< Pronto, Elizabeth?>> 
<< Si, chi parla?>> 
<< Sono sempre io, Greta, volevo chiederle se…>> 
<< Non ti preoccupare dolcezza. Ilaria non sa niente, neanche Jared, fatti trovare domani alle 13.00 davanti all’hotel Hudson, ti aspetterò lì. Faremo un pranzo veloce al Red Lobster. Potrà venire anche il tuo collega. Dato che sono tanto buona ti farò fare un giro veloce di Times Square, perché dovremo passare da quelle parti. Alle 15 in punto saremo a Central Park e staremo, anzi starai bevendo un cappuccino di Starbucks attendendo la tua amica. Se non la vedi cerca Jared, staranno insieme quei due. Tutto chiaro?>> 
<< C-chiaro.>> Riuscivo a fatica a distinguere quella donna da un generale dell’esercito Americano. Non mi quadrava solo una cosa: Ilaria mi aveva detto che odiava il suo collega, ma la cosa non coincideva con quello che mi aveva detto Elizabeth. Non ci pensai più di tanto e in breve chiusi gli occhi.
<< Dormigliona svegliati che siamo arrivati, su!>> 
<< No Jason, d-dammi cinque minuti...>> Sembrava fossero passati solo dieci minuti dal decollo.
<< Signorina, la preghiamo di scendere dal velivolo.>> era stata l’hostess a parlare. 
Eravamo gli unici rimasti a bordo. Arrossii violentemente, e trascinando Jason, uscii dall’aereo cercando di non guardare nessuno negli occhi. 
Jason che era piegato in due dalle risate. 
<< Smettila, idiota!>> ma presto iniziai a ridere anch’io. Trovammo abbastanza in fretta i suoi genitori, che gentilmente mi avevano invitato a stare in casa loro. Ovviamente avevo una stanza tutta mia. 

La sua casa era splendida, nonostante si trovasse in periferia. La stanza che mi diedero era molto più grande di quanto mi aspettassi. Il letto era matrimoniale e l’insieme ricordava gli chalet di montagna. Avevo anche un bagno tutto mio! 
<< Jason stai scherzando, vero? Questo è il paradiso!>> 
<< Tutto grazie al mio lavoro e a una vincita alla lotteria negli anni 90’ dei miei genitori.>> Esclamò, visibilmente divertito e soddisfatto dell’impressione che quella casa aveva fatto su di me. 
<< Andiamo a dormire adesso, domani abbiamo tanto da fare!>> gli diedi la buonanotte e andai a dormire.
Il mattino dopo ero abbastanza attiva. La cameriera della casa ci preparò una colazione all’inglese, e dopo aver conosciuto meglio i genitori di Jason, uscimmo per andare verso l’hotel Hudson. Erano appena le 11, ma non avevamo nulla da fare, quindi girammo un po’ per negozi finché alle 13 non tornammo davanti all’albergo. 
<< Greta?>> 
<< Sì, piacere, lei deve essere Elizabeth, giusto?>> 
<< Dammi del tu, altrimenti mi sento vecchia. Andiamo, che oggi è giornata piena!>> capii in fretta che con quella donna al fianco la vita doveva essere molto frenetica. 
Non ero mai stata a New York, quindi ogni tanto mi distraevo dalle sue pesanti chiacchiere per guardare quell’immenso paesaggio di grattacieli e tanto, tanto movimento. Sapevo che la mia permanenza nella Grande Mela sarebbe stata molto breve, perciò cercai di godermi quello spettacolo, imprimendolo nella mente come una fotografia. 
<< Bene ragazzi, ora vi devo lasciare. Ilaria dovrebbe arrivare tra poco. Ciao!>> la salutammo. 
<< Elizabeth… Aspetta!>> dall’agenda che portava sempre in mano le era caduto un foglio. 

“Proposta Ilaria video Midnight Red: accettata. Hollywood School of art risposta entro la prossima settimana.”

Rimasi scossa per un istante. Rigirai tra le mani il piccolo foglio un’ infinità di volte, tanto che alcune delle lettere iniziavano a sbiadirsi.
<< C-cosa? Spero stia scherzando. Perché non mi ha mai detto niente?>> Ero furibonda, continuavo a girare intorno a Jason con quel fogliettino in mano, che pian piano stavo distruggendo in piccoli pezzi. 
<< Come ha potuto? E poi la Hollywood school of art! Mi aveva promesso che saremmo andate insieme al college a Londra.>> 
<< Greta, scusa se ti interrompo…>> Fece per finire la frase, ma mi rese il compito più semplice indicandomi qualcuno. 
Mi voltai. 
Era lei, ma stava tenendo la mano a un ragazzo che non somigliava proprio a Niall. 
In quel momento si voltò anche lei, mi vide. 
Restammo immobili. 
<< Ti prego Jason andiamocene.>> lo presi per mano e quasi trascinandolo corsi via.




#Spazio Autrici

Hola chicas, speriamo di non avervi fatto aspettare troppo. Nel caso, ci dispiace molto, ma tra la scuola e tutto il resto non siamo riuscite ad aggiornare subitissimo. Comunque speriamo vivamente che il capitolo sia valso l'attesa. 
Allora, come pensate che si evolveranno ora le cose per le nostre Gims Girls? Ora che il mittente della lettera si è fatto vivo ed Harry e Greta hanno parlato, cosa succederà all'amicizia delle nostre due beniamine?
Lo scoprirete nella prossima puntata.
Ringraziamo ancora chi ha recensito, aggiunto tra le preferite/ricordate/seguite la nostra storia.
Un bacione grande, grande, grande
le vostre scrittrici da strapazzo ♥

 

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Capitolo 16
*** Chapter 15 ***



Ilaria’s diary

Non ci potevo credere, davanti a me c'era Greta. Appena mi aveva vista si era voltata ed era ritornata sui suoi passi. Lasciai la mano a Jared e la rincorsi. 
<< Greta, fermati!>> lei inchiodò di scatto e si voltò, aveva uno sguardo feroce, pieno di rabbia. 
<< Fermarmi? Per cosa Ila! Per sentirmi dire che non verrai al college? Che resterai qui insieme al tuo nuovo ragazzo, un tizio che fino a qualche giorno fa odiavi? Cosa ti è successo, volevi un bene dell’anima a Niall e le tue priorità erano sempre state il blog, gli amici e la famiglia!>> rimasi interdetta. 
Allora aveva saputo della scuola e dell'ingaggio. 
<< Per il video ci vorrà una settimana...>> borbottai, ma non mi lasciò finire. 
<< Giusto in tempo per l'inizio del semestre!>> sibilò. 
<< Non lo so. Va bene? L'Accademy School of Art è una scuola prestigiosa, è una grande opportunità per me.>> incominciò a sbollire la rabbia, ma uno sguardo triste apparve al posto di quello arrabbiato di poco prima. 
<< Quindi della sottoscritta e del blog non te ne importa niente?>> 
<< Non ho detto questo, è solo che...>> 
<< Sei cambiata, Ilaria. E Niall?>> 
<< Niall, mi parli di Niall? Niall è in Francia a spasso con una biondina alta e carina, Jared è stato l'unico ad esserci quando stavo male e ora ho capito che devo voltare pagina...>> mi venivano quasi le lacrime agli occhi.
<< Mi dispiace, ma tu non puoi scegliere di rimanere qui a New York... Dovevamo andare al college insieme, era il nostro sogno Ila. Non puoi aver cambiato idea così in fretta… Tutto per Jared?>> 
Jared che nel frattempo mi aveva raggiunta, cercava di ascoltare la conversazione, ma siccome stavamo litigando in italiano non capiva niente e nemmeno Jason, il collega di Greta, sembrava comprendere qualcosa. 
<< Non è per Jared, ma è per me. E' la mia possibilità... Con questo non sto dicendo che ci andrò, domani andrò a visitare la scuola e si vedrà... Io non mi sono dimenticata del nostro sogno, dovrà solo aspettare un anno, sono piena di impegni e l'unico modo per poter andare anche a scuola è restare a New York!>> 
<< E il blog? Non è più importante? Non è un impegno che può andare nella tua agenda fitta di appuntamenti?>> 
<< No assolutamente... Potrei fare interviste qua e passartele via e-mail, potrei scovare cantanti emergenti, l'America è piena di talenti!>> 
<< Perché, dov'eravamo non c'erano ragazzi talentuosi?>> 
<< Si che c'erano ragazzi talentuosi, ma in questo modo Gims diventerebbe intercontinentale... Potremmo espanderlo, dare maggiore visibilità e opportunità!>> le imi guardò accigliata. 
<< Ma così sarebbe... Gims diviso in due parti, non sarebbe più Gims.>> 
<< Non è vero... Sarebbe solo momentaneamente.>> 
<< E quanto? Appena ti accorgerai del successo e della popolarità di New York, non ritornerai mai a Londra.>> 
<< Non potresti semplicemente essere felice per me? Ho avuto un'opportunità che ha uno su un milione!>> << Bene, congratulazioni! Allora vorrà dire che tutto quello che è successo non ha più un valore.>> detto ciò se ne andò.
<< Greta, il blog è la cosa più bella che mi sia capitata, senza di esso non sarei qui, gli devo tutto. E proprio per questo devo provare e affrontare questa opportunità!>> urlai. 
Ma lei non si voltò, e probabilmente non mi ascoltò nemmeno. 
Non riuscii ad impedire alle lacrime di rigarmi il viso.

Era passato un giorno dalla litigata con Greta. Avevo provato a chiamarla, inutilmente. Non volevo che arrivassimo ad urlare in mezzo ad una strada, ma non riusciva a capire che era una grande opportunità per me. Al blog dovevo tutto e non avrei mai smesso di aggiornarlo, ma dovevo anche fare delle scelte. Pensavo fosse la cosa giusta, un anno a New York e sarei tornata a Londra. Non volevo fare torti a nessuno, ma era un'occasione, quella giusta, forse. 
Quel giorno sarei dovuta andare a visitare la scuola, il mio umore era sotto lo zero e non sapevo come sistemare le occhiaie che non mi davano tregua. Avevo passato una notte insonne e la tristezza che mi assaliva era troppa. Mi vestii il più elegante possibile, volevo fare bella figura. Dopotutto era una scuola prestigiosa e di alto livello. Anche Jared si sarebbe presentato, gli avevano offerto un posto per l'indirizzo di recitazione. In effetti non sapevo che indirizzi ci fossero. Speravo in un corso di letteratura o giornalismo, quelli a cui mi ero iscritta al college di Londra. 
Elizabeth passò a prenderci intorno alle dieci e mezza. Jared era già all'ingresso dell'hotel e mi stava aspettando. Quando lo raggiunsi però, mi accorsi di una presenza al suo fianco. 
Era Tommaso. 
<< Cosa… Cosa ci fai qui?>> lui mi guardò con sguardo triste, ma allo stesso tempo furioso. 
<< Quindi rimani qui? Ieri ho incontrato Greta e mi ha raccontato tutto, non vogliamo perderti Ila.>> 
<< Ma non mi perderete, in ogni caso non ho ancora deciso, ma se resterò qui sarà solo per un anno!>> 
<< Un anno che diventeranno due e poi tre, lo so come vanno queste cose... New York ti piacerà sempre di più e non tornerai più a Londra.>> era la stessa identica cosa che mi aveva detto Greta. 
<< Non...>> Tommaso mi interruppe. 
<< Comunque non voglio litigare Ila… Solo che non approvo, tutto qui. Ad ogni modo ero venuto qui per dirti una cosa importante, riguarda Niall. >> lo disse sottovoce, in modo che sentissi solo io. Intanto vidi arrivare una limousine da cui scese Elizabeth. 
<< Senti ora devo andare... Che ne dici se ci vediamo al bar qui di fronte stasera alle nove?>> 
<< Okay, a stasera.>> così detto se ne andò. Chissà cosa mi doveva dire di così urgente, ma soprattutto il fatto che riguardasse Niall rendeva il tutto ancora più frustrante.
Arrivati davanti all’Accademia rimasi sbalordita. Non potevo immaginare che fosse così grande. 
Guardai meglio l’edificio, un’alta cancellata divideva la strada dalla scuola, c’erano ben tre entrate: l’ingresso principale e due secondari, rispettivamente nell’ala destra e sinistra. Vi erano enormi vetrate trasparenti incastonate nelle alte mura della scuola e l’entrata principale sembrava quella di un teatro prestigioso. Mi guardai attorno e fin dal primo momento in cui varcai la soglia dei cancelli, mi sentii fuori posto. I ragazzi dell’Accademia erano tutti abbigliati in modo elegante, i ragazzi con giacche, cravatte e gemelli; le ragazze con completi formati da gonne sopra il ginocchio e camice di seta, probabilmente. Sembravano fatti tutti con lo stampo, rimasi impietrita. Jared mi sospinse all’interno e presa da una forte agitazione, mi afferrai al suo braccio. 
<< Ehi tranquilla, andrà tutto bene. E’ solo una scuola, adesso parleremo con la preside e…>> lo interruppi << Cosa? La preside? Adesso? Oh mamma… No, non è il caso… Io torno alla limousine!>> feci per andarmene, ma dietro di noi c’era Elizabeth, quindi niente via di scampo. 
<< Allora, visto che non è il caso che Ilaria entri per prima, direi che andrà prima Jared… Vieni, da questa parte.>> Vidi Jared ed Elizabeth allontanarsi, io rimasi lì, all’ingresso ad aspettare. I pensieri incominciarono a farsi presenti nella mia mente, quei giorni erano stati duri, molto duri. Prima Niall con quella foto, poi Jared e la sua dolcezza ed infine la litigata con Greta. Forse aveva ragione, avevo preso un abbaglio, probabilmente quell’ambiente non faceva per me o comunque io non facevo per lui. Jared era fantastico con me, mi aveva aiutata in quei terribili giorni e quando mi aveva baciata mi ero lasciata trasportare, ma poco dopo ero tornata alla realtà. Non so nemmeno come fosse successo, ma ora stavamo insieme. Solo in quel momento capii di aver accelerato le cose, avrei dovuto conoscerlo meglio, ma mi era stato così vicino… Per quanto mi sforzassi di dimenticare Niall, non ci riuscivo, era stato importante per me, eppure lui aveva rovinato tutto. Purtroppo non provavo per Jared ciò che avevo provato per Niall e questo mi faceva imbestialire, perché lui mi aveva dimenticata e riposto in un cassetto tutti i momenti passati insieme. In quel momento vidi Elizabeth e Jared venire verso di me, era il mio turno. 
<< Ila, stai tranquilla. La preside è molto simpatica, non devi preoccuparti. Andrà tutto bene!>> annuii e seguii Elizabeth. 
<< Bene Ilaria, hai un’ottima posizione in fatto di voti e di progetti scolastici. In più Gims è stato il tuo pass verso il successo. Non c’è che dire, sarebbe un onore averti dei nostri. La nostra scuola offre molti corsi per prepararti a questo mondo, ma anche per farti assaporare la bellezza delle belle arti.>> la preside era una signora sulla sessantina d’anni, i capelli grigi e l’aspetto altezzoso, sicuro di sé, attenuato solo da alcuni sorrisi. 
<< Umh… Avete corsi di letteratura o giornalismo?>> lei mi guardò e si mise a ridere.
<< Sei una ragazza davvero divertente, l’umorismo qui è ben apprezzato se usato con moderazione. In ogni caso se vuoi affrontare o studiare in quei tipi di corsi ti consiglio Yale o Harvard, ma in fondo se rimarrai qui a New York, non potrai partecipare assiduamente a quelle scuole, all’Accademy School of Art, invece, offriamo degli orari che ti permettano di studiare e portare a termine i tuoi impegni.>> disse.
<< Okay…>> 
<< Ti daremo qualche giorno di tempo per decidere, ma personalmente spero sarai dei nostri!>> così detto, io ed Elizabeth uscimmo dall’ufficio della preside. 
<< Allora Ilaria, come ti sembra?>> la guardai di sottecchi. 
<< Sinceramente?>> 
<< Vorrei sentirlo?>> 
<< No…>> 
<< Okay… Quindi lasciamo perdere, domani ci sarà il tuo primo giorno di ripresa, perciò si ritorna all’hotel!>> raggiungemmo Jared. 
La scuola non mi era piaciuta per niente. 
<< Allora ci vediamo domani!>> Jared era davanti alla porta del mio appartamento. 
<< Vieni anche tu?>> mi guardò sorridendo. 
<< Certo! Non potrei mai perdermi un divertimento del genere!>> lo guardai male, scherzando. 
<< Quindi tu pensi che io balli male?>> rise. 
<< Ovvio! A domani cucciola...>> sembrava stesse per aggiungere qualcosa, ma si fermò di colpo, mi baciò e si dileguò. Richiusi la porta. Mi trovavo bene con Jared, davvero. Ma non sapevo se stessi con lui perché mi piaceva sul serio o semplicemente perché mi sentivo sola e affranta.
Ero davanti al piccolo pub, Tommaso non era ancora arrivato e incominciava a fare freddo. Il cielo era già scuro, ma per fortuna il mio hotel si trovava proprio di fronte. Ad un certo punto lo vidi arrivare. Lo salutai, aspettando che mi raggiungesse. 
<< Allora, com’è andata oggi?>> in quel momento era l’unico amico che mi rimaneva, per lo meno lì a New York, decisi di essere sincera con lui. 
<< Ad essere sinceri, non mi piace per niente. Lì non ci sono corsi di letteratura e nemmeno di giornalismo, solo di… Di belle arti!>> risi, nel frattempo entrammo. 
<< Bene, molto allettante…>> io ordinai un cappuccino e Tommaso un caffè. 
<< Già, non c’è che dire… Non so cosa fare.>> lui mi guardò sorridendo. 
<< Di certo questo posto non fa per te.>> quanto era vero.
<< Beh, è la mia occasione…>> mi sorrise dolcemente. 
<< Quale occasione? Diventare famosa, facendo belle arti? O qualche apparizione in tv?>> non sapevo la risposta a quella domanda. 
<< Senti… Di cosa dovevi parlarmi?>> lui sembrò risvegliarsi di colpo. 
<< Giusto! Ecco…>> prese il cellulare. 
<< Era una montatura di Jas, la ragazza bionda al suo fianco è sua cugina.>> 
Mi immobilizzai.
<< C-cosa? Tu mi stai mentendo.>> lui mi guardò con sguardo triste.
<< Perché mai dovrei, per quanto possa sembrati strano, preferisco Niall a Jared e in ogni caso tu sei importante per me. Non ti mentirei mai.>> mi mostrò il cellulare. 
C’era un tweet di Niall che spiegava della foto e del fatto che fosse sua cugina. 
<< Io…>> mi alzai di scatto e mi precipitai fuori dal pub. Tommaso mi fermò. 
<< Ila… Ho provato a dirtelo prima, ma non rispondevi mai alle mie chiamate…>> se solo gli avessi risposto, se solo non fossi saltata a conclusioni affrettate…
<< Grazie, Tommaso. Ho bisogno di riposare, ci sentiamo…>> tornai all’hotel, ma il ragazzo alla reception mi fermò. 
<< Mi scusi, è arrivata una lettera per lei.>> 
La guardai attentamente: arrivava da Londra. Mi affrettai a ringraziare e raggiunsi la mia camera.
Non ce la facevo più, aprii la busta.

Ehi principessa,
siccome l’unico modo che ho per contattarti è via lettere, beh… Eccomi qui. Sono successe talmente tante cose. Sappi che tu sei il mio primo pensiero quando mi sveglio e l’ultimo quando mi addormento, non è facile sapere di essere così lontani, addirittura c’è un oceano a dividerci. Ad ogni modo, anche se non stiamo più insieme sappi che io tengo molto a te e il fatto che ci siamo allontanati per la distanza non vuol dire che io non provi più niente per te, anzi, tutto il contrario.
Spero che tu non abbia creduto alle stupidaggini di Jas, quella ragazza bionda era solo mia cugina, in ogni caso adesso lo sai. Quando tornerai mandami un messaggio, ci conto, è da tanto che non ti sento e il fatto che ci siamo “lasciati” non vuol dire che io non ti voglia sentire.
Tuo, Niall


Ero atterrita, non ci potevo credere. Guardai la data, risaliva a una settimana prima, se solo fosse arrivata in tempo. Mi lanciai sul letto e quasi non caddi, mancando il materasso per un soffio. Ero stata una stupida perché nonostante tutto non avevo mai smesso di provare un forte sentimento nei confronti di Niall. Dovevo chiarire le cose con Jared, non potevo illuderlo così. In quel momento squillò il telefono, guardai il display, Elizabeth. 
<< Ciao Ilaria, ascolta… La preside dell’Accademy School of Art ti ha dato l’ultimatum, entro dopodomani la risposta, devi prendere una decisione. Venerdì finiscono le riprese del video e devi dirmi se hai intenzione di rimanere o tornare a Londra. Quindi entro due giorni la decisione definitiva.>> non avevo bisogno di due giorni per decidere, l’avevo già fatto. 
<< Elizabeth, io ho già preso la mia decisione.>> risposi decisa. 
<< Quindi?>> era ansiosa. Era il momento della verità.


Greta’s diary

Quand’ero piccola avevo sempre sognato di diventare qualcuno. Sognavo di diventare famosa e di andare a vivere una vita felice a New York. 
Ora avevo capito che era tutta una grande stronzata. 
Ero nella Grande Mela, stavo per sfondare nel mondo del cinema, eppure mi sentivo uno straccio. 
Ilaria mi aveva deluso, non me lo sarei mai aspettato da lei. Anche io però avevo esagerato, le avevo impedito di parlare, ed avevo pensato solo a me stessa. Sapevo che quello era il suo sogno, e io glielo stavo rovinando. Provai a chiamarla, ma il telefono era occupato, così andai a chiedere consiglio a Jason. 
<< Ti prego, aiutami.>> 
<< Sono ancora sconvolto dalla litigata che avete fatto ieri. Urlavate come matte!>> 
<< Lo so, sono andata fuori di me, e ho sbagliato. Ora che devo fare?>> 
Iniziò a sfregarsi il mento con le dita.
<< Credo che Ilaria abbia capito le tue intenzioni, giusto? Tu vuoi andare ad Harrow, come prestabilito. E’ il tuo sogno, e come tu non puoi rovinare il suo, lei non può rovinare il tuo. Credo che tu debba tornare a Londra e vivere la tua vita. Hai provato a chiamarla?>> 
<< Sì ma risultava occupato, così le ho inviato un messaggio con scritto che mi dispiaceva per quello che era successo…>> 
<< Hai fatto la cosa giusta.>>
Ormai era arrivata l’ora di tornare a casa. Salutai Jason e mi avviai verso l’aeroporto. I miei genitori mi avevano detto che avremmo passato due settimane in Tunisia, per passare un po’ di tempo insieme, perciò il volo non avrebbe compreso nessuno scalo in Italia. 
Il viaggio fu lungo e intenso, all’arrivo ero distrutta. Sarebbe stato molto difficile trovare i miei genitori, perché l’aeroporto era pieno di turisti. Sentii urlare il mio nome, e mi voltai. 
<< Greta! Siamo qui!>> 
<< Ehi!>> abbracciai i miei genitori, mi erano mancati. 
<< Ascolta, ti ricordi che parecchi anni fa avevamo conosciuto una famiglia in vacanza?>>
<< Credo di sì… Perché?>
<< Non sai che coincidenza. Li abbiamo appena incontrati, sono qui anche loro!>> Li indicò e fece loro cenno di venire, a quanto pare si erano già parlati. 
Sgranai gli occhi. 
<< Luca?!>> 
<< Hei, Greta!>> 
<< Come fate a ricordarvi?>> chiese mia madre. 
<< Ecco, quando io e Ilaria eravamo a Bologna abbiamo incontrato lui e un suo amico…>> 
<< Ah, beh ora andiamo, altrimenti il pullman se ne va senza di noi.>> 
Tutti i parenti erano indaffarati a parlare delle loro cose, così io mi sedetti di fianco a Luca. 
<< Ho saputo della storia di Tommaso, quel ragazzo è proprio un coglione.>> 
<< Non ti preoccupare, diciamo che ha rimesso la testa a posto…>> 
<< Piuttosto come sono andate le riprese del film?>> 
Fortunatamente in quella conversazione non c’erano silenzi imbarazzanti, non potevo chiedere di meglio.
<< Oh bene, bene. Sai, uscirà ad ottobre in America, ed ho la possibilità di invitare alcuni amici, ti andrebbe di venire?>> Rimase sorpreso per la mia proposta.
<< Oh dio, grazie! Si che mi piacerebbe! Può venire anche la mia ragazza?>> 
<< Certo!>> 
Mi aveva raccontato del suo fidanzamento durante il campeggio fuori Londra. Ero veramente contenta per lui, perché a differenza di Tommaso era sempre stato un ragazzo parecchio responsabile, e fedele. Arrivammo presto al Resort: era veramente bello, pieno di piscine e con il mare caraibico. C’erano moltissimi ragazzi con cui feci amicizia in fretta. 
<< Greta, ormai abbiamo capito chi sei!>> esclamò Camilla, una ragazza di Roma. 
<< Com’era Harry?>> stavo letteralmente andando in confusione, mi stavano riempiendo di domande sul blog e il film, ma alla fine presi la situazione sotto controllo e raccontai per filo e per segno tutto ciò che era successo. 
<< Ragazzi, se vi invito tutti per la prima?>> 
“Si dai!” “Oddio davvero?” “ Non credo che mia madre me lo permetterà” “Devo studiare per la maturità…” e “OH MAMMA, CONOSCERO’ JASON BREEZY!” furono le risposte che ottenni. 
Eravamo circa quindici ragazzi, e sembrava che ci conoscessimo da una vita. 
<< Quindi cosa farai, tornerai in Italia o andrai a studiare a Londra?>> 
<< Bella domanda, non ne ho idea. Ho litigato con Ilaria, e ora non so più che fare. Adesso lei è a New York e circa una settimana fa doveva decidere se rimanere là oppure tornare a Londra, quindi non so...>> 
<< Greta…>> 
<< Dimmi, Nicole.>> Era la sorella più piccola di Camilla, aveva dieci anni ma era molto sveglia. 
<< Per me dovresti andare a Londra.>> La guardai. Cosa mi voleva far capire? 
<< Lì è il posto giusto per te. Tu sei una ragazza speciale. E poi io voglio l’autografo dei One Direction, quindi o ci vai te o ti porto io!>> scoppiammo tutti a ridere, non poteva essere più schietta di così. 
<< Sai che forse mi hai convinto?>> Fece un sorriso a trentadue denti, e la cosa rese felice anche me.
I quindici giorni passarono molto in fretta, ed in tutto quel tempo ebbi la possibilità di svuotare la mente.
Il blog, le riprese del film, Harry, Ilaria. Avevo messo tutto in un cassettino del cervello e avevo intenzione di riaprirlo solo una volta tornata a Londra.
Quando arrivò il momento dei saluti, quasi mi misi a piangere perché tutti i ragazzi che avevo conosciuto erano veramente persone fantastiche, ma promisi loro che quello sarebbe stato un arrivederci, e che ci saremmo rivisti in America. Salutai anche i miei genitori: promisi loro che sarei tornata una volta ogni tre mesi circa per andare a trovarli. 
<< Siamo orgogliosi di te, Greta.>> Era la cosa più bella che mi avessero detto. 
<< Non vi deluderò, sappiatelo.>>
Mi diressi verso il volo che portava all’aeroporto di Heathrow, quell’aeroporto che mi accolse calorosamente la prima volta che arrivai a Londra. Il volo fu abbastanza tranquillo, di fianco a me c’era una signora sulla cinquantina che aveva dormito tutto il tempo. 
Scesa dall’aereo chiamai un taxi, e arrivai all’appartamento verso il primo pomeriggio. Quando presi la chiave ed aprii il cancelletto mi sentivo elettrizzata, lì dentro erano successe tante cose che avevano cambiato la mia vita. 
Una volta all’ingresso svuotai la valigia e mi guardai intorno: avevo recuperato la posta dalla cassetta delle lettere e trovai tutti i moduli di iscrizione alla scuola. Presi il mio, mentre lasciai quello di Ilaria sul tavolo. 
<< Magari cambia idea…>> sussurrai a me stessa. 
Ma che cosa pensavo? Non sarebbe mai tornata.
Uscii di casa e andai in posta per spedirlo. Durante il tragitto vidi numerosi poster dei ragazzi, indicavano che presto ci sarebbe stato il nuovo tour per il Regno Unito. 
<< Chissà se sono in casa...>> 
Ero troppo curiosa, così dopo aver spedito il modulo dell’iscrizione mi diressi verso il loro appartamento. Non volevo farmi notare, così mi nascosi sotto il cappuccio della felpa e sparii dietro alcune fan che li attendevano fuori dalla porta. Volevo vedere com’erano, mi erano mancati parecchio. Ad un certo punto iniziai a sentire delle urla assordanti. Stavano uscendo. 
Le fan avevano iniziato ad accalcarsi verso l’entrata ed io mi sentivo oppressa, ma mantenni la calma. Il primo ad uscire fu Niall, poi Liam, Louis, Harry ed infine Zayn. Cercai di sgusciare fuori per prendere un po’ d’aria, ma dalla fretta mi scese il cappuccio e rimasi scoperta. 
Mi voltai verso i ragazzi. Zayn mi aveva visto ed aveva sgranato gli occhi, e aveva sussurrato qualcosa all’orecchio di Liam. 
<< Merda!>> imprecai tra me. Mi prese il panico, cosa dovevo fare? 
In un millesimo di secondo mi voltai e iniziai a correre finché non svoltai a destra e mi nascosi dietro un cespuglio. Sentivo le voci dei ragazzi avvicinarsi. 
<< Ne sei sicuro Zayn?>> la voce di Harry sembrava preoccupata. 
<< Ti giuro, l’ho vista con i miei occhi!>> 
<< Io ti credo. Beh non può essere andata tanto lontano no?>> 
<< Liam ha ragione. Ma adesso abbiamo una conferenza stampa, non possiamo cercarla...>> continuai a stare nascosta finché le loro voci non svanirono nel nulla. 
Perfetto, l’avevo scampata. 
<< Tutto bene?>> qualcuno mi stava toccando una spalla. Mi voltai di scatto. 
<< Oddio! Sì, sì sto bene. E’ che mi era caduto un orecchino... Grazie mille per l’interesse…?>>
<< Oh, Sarah, mi chiamo Sarah.>> esclamò sorridendo.
<< Io sono…>>
<< Oh, so bene chi sei, Greta.>> mi interruppe in tono scherzoso. 
<< Senti, non è che ti va di bere qualcosa assieme? Almeno mi spieghi da chi stavi scappando...>> 
<< Mi hai smascherato... Va bene.>> 
Passammo il pomeriggio insieme a bere una cioccolata. Faceva veramente freddo, nonostante fossero solo i primi giorni di settembre. 
<< E quindi anche tu frequenterai Harrow? Forse saremo in classe insieme, dato che è il secondo anno per entrambe!>> sorrisi. Era una ragazza veramente simpatica, mi sarebbe piaciuto molto se fosse stata in almeno un paio dei miei corsi.

Presto arrivò sera, e così ci salutammo. 
<< Vieni pure quando vuoi nel mio appartamento Greta, così ci divertiamo un po’!>> 
<< Okay… Ma quindi tu non sei di Londra?>> 
<< No, abito in Chesire, in un piccolo paese… Mi sono trasferita qua perché ho vinto una borsa di studio, e questo è veramente un buonissimo college.>> 
<< Capito. Beh allora ci vediamo dopodomani a scuola!>> 
<< Perfetto, ciao!>>
In quel college la scuola iniziava una settimana prima ma si stava a casa il sabato e c’erano più giorni di vacanza. Tornando a casa ripensai a quello che mi aveva detto. 
Chesire? Quel posto l’avevo già sentito.

*SPAZIO AUTRICI*
Scusate, scusate, scusate ancora. Vi permetteremo di insultarci quanto volete (solo per questa volta, però).
E' da gennaio che non aggiorniamo, e ci dispiace davvero moltissimo. Purtroppo tra la scuola ed alcuni problemi familiari non siamo riuscite a ritagliarci un po' di tempo per la fanfiction. Promettiamo che non succederà più!
Tornando al capitolo... Vi dovrebbe aver lasciato qualche dubbio, o per lo meno lo speriamo. Quale sarà la decisione finale di Ilaria? E Greta si ricorderà per quale motivo aveva già sentito parlare di Chesire? Vi lasciamo con alcune frasi del prossimo capitolo, sperando che vi possano incuriosire.
Bacioni dalle vostre Gims girls! xx

 

Vi lasciamo con questa timeline della storia. Che ne pensate? c:

 


Zayn parlò nuovamente.
<< Ma noi abbiamo visto Greta… Cioè io l’ho vista a Londra!>>
<< Lei è tornata, ma io ho dovuto rimandare la partenza. C’è stato un incendio e…>>
Zayn m’interruppe << Un incendio?!>> 
<< Ila, Ila, tutto bene?>> 

<< ...Questa farsa non può continuare a lungo, adesso Liam andrà a dire a Harry che sei qui, e io non potrò sempre aprire la porta dicendo che non ci sei. Conosco da tempo quel ragazzo, e so che non si darà per vinto!>>
<< Già, hai ragione... Tanto noi domani saremo a casa tua, no?>>
<< Appunto.>>
Riflettei per qualche istante su ciò che mi aveva detto.
<< Aspetta un momento.>> mi staccai da lei.
<< Come fai a conoscerlo da tanto tempo, scusa?>>
<< Oh, ecco...>> Arrossì violentemente.
<< Mi ero dimenticata di dirti che i miei genitori...>>
<< I tuoi genitori cosa?>>
<< Beh...>>
<< Sputa il rospo!>>
<< Abitano a Holmes Chapel, e loro sono i nostri vicini di casa.>>



 

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Capitolo 17
*** Chapter 16 ***




 

Ilaria’s diary
 

Quando finalmente avevo preso la mia decisione, tutto era sfumato in una manciata di giorni. Sarei dovuta partire e ritornare a Londra venerdì, il giorno di fine riprese. Invece avrei dovuto rimandare nuovamente la partenza, dovevo restare a New York ancora per due settimane. Non ci potevo credere, era come se qualcuno si stesse prendendo gioco di me. Comunicata la mia decisione definitiva, un incendio si era impossessato dei nastri della cinepresa, nastri su cui era stato registrato il video musicale. Ero atterrita, giù di morale, persa. In quei giorni avevo assistito alla partenza di Tommaso ed io ero rimasta lì, a New York, a veder partire l’unico amico che mi era rimasto in quell’enorme e sperduta città. Certo, c’era Jared al mio fianco, ma da quando l’avevo lasciato niente era più come prima. Quando avevo bisogno di lui era sempre presente, e di questo ne ero molto felice. Il problema era che non era più così divertente parlare con lui, non era più il ragazzo simpatico e stuzzicante di sempre, ma pareva ormai quasi un cagnolino fidato. Mi divertivo alle riprese, il gruppo era piuttosto simpatico e divertente e per poche ore riuscivo ad estraniarmi completamente dall’ambiente soffocante che mi circondava. Ma poco dopo ritornavo bruscamente alla realtà, sentendomi sola e triste come non mai. Più passavano i giorni e più sentivo la mancanza di Londra, non vedevo l’ora di ritornare, avevo addirittura incominciato a fare il conto alla rovescia. 
<< A domani Ila! Mi raccomando, puntuale…>> era stato Anthony a parlare, uno dei ragazzi della band. 
<< Contaci Anthony!>> mi misi a ridere e lui mi seguì a ruota. 
<< Allora meglio non sperarci troppo!>> sorrisi e raggiunsi l’uscita. Era una giornata piuttosto calda, il sole era alto nel cielo e risplendeva luminoso. Decisi di andare a Central Park per farme una passeggiata, presi il primo taxi che incrociò il mio sguardo e arrivata al parco, varcai velocemente la soglia dei cancelli. Inizia a passeggiare tranquilla, senza fretta. Passai per il parco giochi, c’erano molti bambini che giocavano a rincorrersi su e giù per gli scivoli o che si spingevano a vicenda con le altalene. Era rilassante vedere quei bimbi sorridere felici con i loro amici. Continuai a camminare, fino a raggiungere una panchina all’ombra di una quercia. In quel momento squillò il cellulare, guardai il display e rimasi interdetta per alcuni secondi. 
Zayn. 
<< Pron… Pronto?>>
<< Ciao Ila! Dove sei?>> 
Dove sono? Pensavo lo sapesse. 
<< A New York, Zayn…>> sentii altre voci in sottofondo. 
<< A New York? Ma sei sicura?>> Sentii un’altra voce. 
<< L’hai vista davvero? Ma se Ilaria è a New York!>> Zayn parlò nuovamente. 
<< Ma noi abbiamo visto Greta… Cioè io l’ho vista a Londra!>> 
<< Lei è tornata, ma io ho dovuto rimandare la partenza, c’è stato un incendio, e…>> Zayn m’interruppe. 
<< Un incendio?!>>. 
<< Ila, Ila, tutto bene?>> riconobbi la voce di Niall e rimasi senza fiato, il cuore aveva incominciato a battere sempre più forte.
<< Io… Si, si tutto bene. C’è stato un incendio dove ho girato le riprese del video musicale, tutti i nastri sono stati ridotti in cenere e quindi sono ancora qui… Ma Greta dovrebbe essere tornata, almeno così mi aveva detto prima che litigas…>> Louis si intromise nel discorso. 
<< Beh abbiamo litigato perché…>> proprio in quel momento saltò la linea.
<< Non è possibile!>> esclamai tra me e me. Mi alzai per cercare una zona in cui ci fosse campo, ma inutilmente. E mentre camminavo per guadagnare una tacca per poterli richiamare, mi si scaricò il cellulare, spegnendosi completamente. Appena arrivata a casa accesi il computer. Dopo essermi connessa a Twitter, mandai un messaggio privato ai ragazzi spiegando loro cosa fosse successo, sperai che lo leggessero al più presto e fortunatamente così fu. Qualche minuti dopo, Zayn mi rispose e mi disse che ci saremmo sentiti al più presto. Nel frattempo il cellulare fu finalmente carico. Appena staccato dalla presa, incominciò a suonare.
<< Ciao Ilaria, Come stai?>> era Tommaso. 
La giornata delle chiamate inaspettate. 
<< Bene grazie, e tu? Tutto bene a Londra? Hai iniziato il semestre, facile o difficile?>> 
<< Wow! Quante domande, troppe… Vediamo, io tutto bene, oggi purtroppo piove, il semestre è appena cominciato e sembra abbastanza difficile, ma il corso di ingegneria è davvero ottimo e ho degli insegnanti abbastanza simpatici.>> non potevo che essere contenta per lui. 
<< Qua invece c’è il sole, meglio così! Oggi mi ha chiamata Zayn e c’erano anche i ragazzi. Quando ho parlato loro dell’incendio, Niall si è subito preoccupato… Però non sono riuscita a parlare con lui. Ho paura che se non riesco a parlare con lui lo perderò, il problema è che sempre impegnato e io pure… Non vedo l’ora di ritornare a Londra, voglio chiarire anche con Greta e continuare con il blog.>> dissi tutto d’un fiato. 
<< Dai, tieni duro. Ancora due settimane e mezzo!>> cercò di incitarmi. 
<< Già, spero passino in fretta… Lo spero davvero tanto!>> risposi sospirando.

Il giorno dopo arrivai, stranamente, puntuale alle riprese. Del gruppo era arrivato solo Thomas. 
<< Wow! Sei già qui? Oggi nevica, altro che sole!>> si mise a ridere. 
<< Caspita, ma dovete credere di più in me!>> sorrisi. << Hai ragione, chiamo gli altri! Devo dare la buona notizia! Dobbiamo festeggiare con lo champagne!>> 
<< Che stupido, però ci sta qualcosa da bere, anzi meglio una bella fetta di torta!>> 
<< Hai fame?>> 
<< Ho un certo languorino…>> 
<< Bene, dico agli altri di raggiungerci, andiamo a fare colazione.>> sorrisi e lo seguii. Si prospettava una mattinata divertente.
Arrivati al bar, scoprimmo di essere gli unici. In effetti eravamo in anticipo per le riprese e quindi il bar all’interno della struttura era vuoto. 
<< Allora festeggiata, cosa vuoi mangiare?>> mi misi a ridere.
<< Vedi Anthony, io direi… Una bella ciambella calda e un cappuccino, poi un succo alla pesca e una fetta di torta, penso possa bastare!>> i Midnight Red mi guardarono allibiti.
<< Spero tu stia scherzando!>> rimasi di stucco, in fondo però non mi conoscevano molto, nemmeno quel poco per sapere che ero una gran mangiona.
<< In realtà sì…>> Anthony mi sorrise. 
<< Va bene, va bene… Ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo. In ogni caso, oggi sei la festeggiata quindi puoi prendere tutto ciò che vuoi.>> 
<< Ne sono onorata!>> risi. Intanto Thomas andò ad ordinare per tutti.
<< Allora Ila, finite le riprese cosa farai di bello?>> era stato Colton a parlare. 
<< Tornerò a Londra e inizierò il semestre al college, spero di riuscire a chiarire con Greta e ripristinare GIMS. Nel frattempo cercherò anche di sistemare una faccenda in sospeso.>> dissi con convinzione. 
<< Chissà, chissà con chi…>> era stato Anthony a parlare.
<< Ah! Quindi si parla di un ragazzo?>> Joey si svegliò di colpo.
<< No guarda, pensavi che dovesse fare a botte con qualcuno?>> disse Thomas, tornando da noi. 
<< Beh… Magari!>> disse Joey facendosi piccolo, piccolo.
<< Ma tranquillo Joey, comunque si, si parla di un ragazzo. Non avete idea di quanto mi manchi Londra.>> mi sorrisero. Guardai fuori dalla finestra, stava iniziando a piovere. Avevo una terribile nostalgia. 


*Due settimane e mezzo dopo*

Ero sull’aereo. Finalmente ero partita, il gruppo mi sarebbe mancato, ma c’erano Twitter, il cellulare e Facebook per restare in contatto. Dovevo tornare a Londra, anzi, non vedevo l’ora di atterrare. C’era il Sole a New York, quindi con ogni probabilità a Londra ci sarebbe stata la pioggia. Ma non m’importava, volevo arrivare il più in fretta possibile. Mi aspettavano parecchie ore di viaggio, perciò accesi l’iPod e mi feci cullare dalla tranquilla canzone che era appena partita. E mentre l’aereo procedeva veloce e spedito, la mia mente incominciò a vagare lontana, verso i ricordi di quell’estate appena passata che mi aveva cambiato la vita.


Greta’s diary
 

Le prime due settimane di scuola erano volate come il vento. Io e Sarah avevamo legato sempre di più, stavamo diventando buone amiche. Quasi ogni pomeriggio andavamo una a casa dell’altra per passare il tempo insieme, oppure a fare shopping. Durante la settimana era diventata un’abitudine andare a comprare le caramelle Haribo per il sabato sera, dedicato ai film. Mi divertivo veramente tanto con lei, ma nonostante ciò non riuscivo a smettere di pensare a cosa sarebbe successo tra me e Ilaria.

Ero nell’appartamento di Sarah, mentre stavo pensando a che film avremmo potuto vedere, quando lei entrò in salotto urlando come una pazza.
<< Greta! Ha chiamato la scuola. Ha detto che durante le prime due settimane di ottobre la scuola sarà chiusa per i restauri. E’ fantastico!>> Ero contentissima, finalmente un po’ di pausa dallo studio. Iniziai a saltellare di qua e di là, presa dall’euforia, e Sarah mi seguì a ruota, finché non scoppiammo a ridere come due idiote. 
<< Senti, dato che non credo tu riesca ad andare in Italia, che ne pensi di stare dai miei?>> l’idea mi piaceva, ma non ne ero convinta. 
<< Ne sei sicura? Non è che poi sarei un peso?>> 
<< Ma che peso! Ti ricordi cosa ti avevo detto all’inizio dell’anno? Che tu qualche volta dovevi venire su in Chesire con me.>> Ecco, lo aveva detto di nuovo. Non riuscivo a ricordarmi dove avevo sentito quel posto. 
<< Posso farti una domanda?>> 
<< Certo, dimmi.>> 
<< Ma questo Chesire dov’è?>> Rimase in silenzio per qualche istante, ed iniziò a guardarsi intorno.
<< Oh... Scusa, non te l’avevo spiegato. Chesire è una zona limitrofa a Manchester, che comprende diversi paesi, tra cui quello in cui abito io.>> << Ah... Comunque basta chiacchiere, ho trovato il film!>> Accesi la televisione e cercai il canale che trasmetteva “Final Destination 3” continuando a pensare a quella misteriosa zona che ero sicura di aver già sentito nominare.

<< Gre, io non ti faccio più scegliere i film, hai capito? Sai che odio gli horror!>> 
<< Ma dai, era divertente!>> ero piegata in due dal ridere. Sapevo che faceva paura, e dato che Sarah odiava quel genere, dovevo approfittarne per farmi qualche risata a suo discapito. 
<< Mi potrai mai perdonare?>> 
<< Mmh, va bene. Ah, quasi dimenticavo, devo chiamare i miei.>> << Va bene, io vado fuori a prendere una boccata d’aria.>> uscii dalla porta. 
Non avevo idea di dove poter andare, quando mi ricordai che a circa cento metri da casa sua c’era un piccolo parco. Trovai come al solito il carretto delle ciambelle e ne presi due, una per me e una per Sarah, poi andai a sedermi su una panchina. Quel momento mi ricordò il mio primo appuntamento con Harry, non per le ciambelle, ma per l’aria che si sentiva. Portava un non so che di energia, era elettrizzante. Si percepiva solo annusandola l’arrivo di un temporale, quell’odore acre delle foglie e del legno umido. 
Tutto questo mi riportava alla mente lui, quel ragazzo che in così poco tempo non aveva fatto altro che sorprendermi. 
Ma a che diavolo stavo pensando? Volevo forse riappacificarmi a Harry? Cosa avevo per la testa? 
Rimasi con quei pensieri per un tempo indeterminato, fino a quando una goccia di pioggia mi cadde dritta sul naso. Scossi la testa e capii che se non mi fossi sbrigata sarei tornata all’appartamento zuppa di acqua.
<< Sarah aprimi, fra poco qui viene un acquazzone.>> 
<< Arrivo subito!>> Aprì la porta con un sorriso a 32 denti. 
<< Cosa ti hanno detto i tuoi?>> 
<< Che... Sei la benvenuta!>> 
<< Fantastico! Cosa faremo in quelle due settimane?>> 
<< Ti dico, il paese dove abito non è un granché. Si, c’è qualche negozio, però per il resto... Comunque non so se ti ricordi, ma il 2 ottobre è il mio compleanno! Credo che andremo a mangiare dai vicini di casa. Li conosciamo da una vita, sono un po’ come dei parenti. Poi anche per il fatto che mia mamma e la vicina sono quasi amiche per la pelle, diventa inevitabile non festeggiare a casa loro.>> 
<< Hai ragione, quando due mamme stringono amicizia è la fine!>> Le diedi la ciambella e poi corsi via verso il mio appartamento, perché le gocce di pioggia avevano iniziato a scendere prepotentemente. 
C’era solo un difetto nella casa di Sarah. 
Per arrivare nella mia abitazione, dovevo passare davanti a quella dei ragazzi. Come tutte le altre sere passavo di lì quasi correndo, ma quella decisi di rallentare. Le tende erano scostate e la finestra era aperta, quindi potevo vedere e sentire cosa stava succedendo. Mi avvicinai cautamente al portico, e vidi Zayn che parlava al telefono. 
I ragazzi erano intorno a lui. 
Cercai di sporgermi un po’ di più per capire cosa stavano dicendo. 
<< Ma noi abbiamo visto Greta… Cioè io l’ho vista a Londra!>> sgranai gli occhi, stava parlando con Ilaria. 
Di me. 
Non aspettai un secondo di più e sgattaiolai via.

La prima settimana di ottobre arrivò in fretta, e tutti noi studenti eravamo euforici per le vacanze. Finalmente suonò la campanella dell’ultima ora e quasi correndo presi Sarah per mano e la portai a casa mia. 
<< Cara mia, mi devi dare una mano a fare le valigie!>> 
<< Agli ordini, capo!>> 
Ormai era da un parecchio che non pensavo più alla telefonata tra Zayn e Ilaria. 
Fino a quel giorno. 
A quanto pare il destino ce l’aveva con me. 
Squillò il citofono. 
<< Vado io!>> guardai dallo spioncino della porta chi era, e quasi mi prese un colpo. 
Liam. 
Lentamente mi avvicinai a Sarah, doveva salvarmi in qualche modo. 
<< Oddio ma tu sei Liam Payne dei One Direction!>> 
<< Beh, si. Ecco… Mi chiedevo se per caso Greta era in casa.>> 
<< Ora non è in casa, è uscita. Sinceramente non so per che ora tornerà..>> Liam la fisso negli occhi per qualche secondo, cercando di capire se mentiva, ma in questo gioco Sarah era più brava, e alla fine si convinse. 
<< Beh, grazie lo stesso, ciao!>>. Aspettai qualche minuto, ancora nascosta, poi abbracciai Sarah. 
<< Oddio, grazie grazie grazie!>> 
<< Si, okay, ma questa farsa non può continuare a lungo, adesso Liam andrà a dire a Harry che sei qui, e io non potrò sempre aprire la porta dicendo che non ci sei. Conosco da tempo quel ragazzo, e so che non si darà per vinto!>> 
<< Già, hai ragione... Tanto noi domani saremo a casa tua, no?>> 
<< Appunto.>> 
Riflettei per qualche istante su ciò che mi aveva detto. 
<< Aspetta un momento.>> mi staccai da lei. 
<< Come fai a conoscerlo da tanto tempo, scusa?>> 
<< Oh, ecco…>> Arrossì violentemente. 
<< Mi ero dimenticata di dirti che i miei genitori...>> 
<< I tuoi genitori cosa?>> 
<< Beh...>> 
<< Sputa il rospo!>> 
<< Abitano a Holmes Chapel, e loro sono i nostri vicini di casa.>>



 

*SPAZIO AUTRICI*
Hola chicas! Per farci perdonare per le volte scorse, abbiamo deciso di aggiornare il più velocemente possibile, compiti permettendo. Per fortuna sono arrivate le tanto agognate vacanze, non vedevamo l'ora e voi?
Tornando al capitolo... I misteri sono svelati, Sarah è la vicina di casa di Harry e Ilaria è appena partita alla volta di Londra. Dunque ora cosa succederà alle nostre Gims Girls? Riusciranno a fare pace e a rimettere a posto le cose? Rivedremo insieme i nostri Grarry? E tra Niall e Ilaria scoccherà nuovamente la scintilla?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Un bacione grande, grande, grande dalle vostre Gims girls! xx

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Capitolo 18
*** Chapter 17 ***



 

Ilaria’s diary
 

Arrivai all’aeroporto in anticipo. Ero parecchio agitata, non vedevo l’ora di arrivare all’appartamento e rivedere Greta, dovevo assolutamente chiarire con lei. Recuperai la valigia nel minor tempo possibile e velocemente raggiunsi l’uscita. Stavo praticamente correndo, in quel momento mi accorsi che alcuni fans mi stavano inseguendo per poter avere un autografo. Mi fermai di scatto e li accontentai, mi spiaceva non renderli felici, dovevo tutto il successo che stavo vivendo solo ed esclusivamente a loro. Finito di fare autografi e foto, raggiunsi il primo taxi e mi gettai nel posto del passeggero. Ero elettrizzata, mi feci portare al nostro appartamento. Nel frattempo mi arrivarono due messaggi, uno di Tommaso che mi chiedeva se ero già atterrata e uno da parte di Jared. Non risposi e scesi dal taxi. 
Salii velocemente le scale, dopo aver inserito la chiave ed aperto la porta, mi gettai all’interno dell’appartamento. 
<< Eccomi!>>
Solo dopo una manciata di minuti mi accorsi delle tapparelle abbassate. Mi diressi verso le camere e le trovai completamente vuote, nel frigorifero non c’era nemmeno una bibita e tutto sapeva di abbandonato.
Mi lasciai cadere sul divano, non ci potevo credere, Greta non c’era. Probabilmente si era trasferita altrove, magari al college. 
Ero sperduta, senza parole. Mi alzai lentamente e tirai su le tapparelle, volevo fare un po’ di luce. Successivamente organizzai il da farsi, innanzitutto dovevo chiamare i miei e avvisare Tommaso e Jared del mio arrivo, dovevo andare a fare la spesa e cercare di rintracciare Greta. Okay, Non era proprio una missione impossibile, per fortuna. 
Sul tavolo trovai una lettera, doveva averla lasciata Greta prima di partire. C’erano il modulo di iscrizione e un altro foglio.

“L’ammissione della studentessa Ilaria, è stata ritenuta valida, nonostante le assenze. Per recuperare gli argomenti persi la ragazza dovrà chiamare la scuola immediatamente, che la informerà su come raggiungere il livello degli altri studenti.”

Mentre raggiungevo il supermercato, feci mente locale. La scuola mi aveva ammessa lo stesso, nonostante il ritardo, però avrei dovuto frequentare un corso accelerato con un tutor dell’istituto. Mi avevano anche detto che avevano interrotto le lezioni per problemi scolastici, e che nelle due settimane di vacanze per gli altri studenti io avrei recuperato gli argomenti persi. Quindi Greta poteva benissimo essere tornata a casa e questo spiegava perché non fosse rimasto niente nell’appartamento. 
Mi rilassai e imboccai la prima strada a sinistra. 
Iniziava a fare freddo e non volevo sprecare tempo, così per mia fortuna, entrai nel noleggio pochi minuti prima che chiudesse. 
<< Scusi, quanto verrebbe a costare il noleggio di uno scooter per circa un mese?>> 
<< Sono £150 di cauzione, che verranno restituiti alla scadenza, mentre verranno trattenuti in caso di danni al veicolo.>> 
Non avevo tempo da perdere, mi serviva un mezzo per muovermi velocemente, così estrassi dal portafoglio i soldi e li diedi al commesso, che mi portò a vedere i motorini che avevano a disposizione. Decisi di prendere un motorino azzurro con delle scritte nere, non era affatto male.
Grazie al mio mezzo, non proprio rivoluzionario, potevo girare per la città liberamente, senza dover aspettare un autobus o un taxi. L’indomani avrei conosciuto il tutor, la scuola era chiusa per restauri, ma l’ala destra a quanto pare non aveva avuto bisogno di molta manutenzione, quindi lì si sarebbero tenute le mie lezioni, mi avevano detto che avrei avuto anche un compagno. Ero contenta, per lo meno non mi sarei sentita in soggezione. 
Mi guardai attorno e finalmente scorsi un minimarket. Probabilmente avevo sbagliato strada, ma l’importante era aver trovato un posto dove comprare del cibo. 
Neanche due mesi a New York e già non mi ricordavo più le strade di Londra? Non era possibile.
Scesi dal motorino e dopo aver tolto il casco, raggiunsi l’entrata del minimarket. Solo in quel momento mi accorsi che era chiuso. 
Perfetto, tutta quella strada per niente. 
Tornai al motorino e raggiunsi il parco più vicino, ultimamente non me ne andava bene una! Avevo bisogno di respirare un po’, forse calmandomi un attimo sarei riuscita a pensare a dove avrei potuto trovare un supermercato aperto. Feci una passeggiata nel parco, dovevo proprio schiarirmi le idee, sembravo un pesce fuor d’acqua, peggio di quando ero a New York. 
Dopo essermi rilassata, ritornai sui miei passi. Mi ero ricordata che nelle vicinanze c’era un emporio che vendeva alimentari, mi sarebbe bastato comprare qualche bistecca, tanto il giorno dopo avrei trovato il supermercato aperto, e avrei potuto fare con calma la spesa. 
La fame cominciava a farsi sentire molto insistentemente, così lasciai il motorino parcheggiato e mi diressi a piedi verso il negozio, per non sprecare troppa benzina per niente. Quasi incominciai a correre dalla fretta, e per sbaglio calpestai un piede a un ragazzo. 
Alzai lo sguardo per scusarmi. 
Niall.

Rimasi senza fiato, il cuore incominciò a martellarmi nel petto sempre più insistente. Anche lui si accorse di me e si fermò di colpo. 
Era strano rivedersi dopo tanto tempo e soprattutto dopo tutto quello che era successo. Sarei corsa ad abbracciarlo, ma purtroppo non potevo. Ormai non stavamo più insieme, la foto, poi Jared, la verità e la lettera. Erano successe tante cose, troppe, probabilmente non voleva più vedermi. 
Lui non era stato con nessuna ragazza dopo di me ed io invece mi ero impegnata con Jared. 
Se mi fossi informata e non fossi saltata subito a conclusioni affrettate…

Eravamo immobili, uno di fronte all’altra. 
I miei occhi erano fissi nei suoi, non riuscivamo a guardare altro. Ma non parlavamo, perché quegli sguardi valevano più di mille parole. Gli occhi iniziarono a farsi umidi, ma cercai di trattenere le lacrime, non potevo piangere. Non volevo che mi vedesse in quello stato, perché alla fine, il danno l’avevo combinato io. 
Seppur in buona fede, era tutta colpa mia.
Era tornata a Londra anche per lui, per sistemare le cose, ma in quel momento non riuscivo a parlare, ad emettere suoni. 
Ero pietrificata, ma dovevo reagire, in qualche modo presi coraggio e feci per parlare, ma lui si avvicinò. 
Un passo, due, tre passi e fu davanti a me. Non capivo cosa volesse fare o dire, ma chiusi gli occhi d’istinto.



Greta's diary

<< Greta, oh merda. Mi senti? Stai bene?>> aprii lentamente gli occhi. 

Ero distesa sul pavimento. 
<< Sarah, cos’è successo, non ricordo nulla.>> 
<< Sei svenuta dopo la notizia che ti ho dato.>> 
<< Quale notizia?>> 
<< Sediamoci sul divano, che ora ti spiego tutto con più calma.>> 
Con il passare dei minuti iniziai a ricordare, e ogni volta che Sarah aggiungeva un dettaglio mi irrigidivo. Era troppo tardi, non potevo più rifiutare la proposta, i suoi genitori mi avevano invitata e sarebbe stato da maleducati non andare. 
<< E Harry? Sarà lì?>> 
<< No, puoi stare tranquilla.>> 
Lasciai sfuggire un sospiro di sollievo, se solo me lo avesse detto prima. << Ora sei più tranquilla?>> 
<< Sto decisamente meglio, su questo non c’è dubbio!>> 
Con parecchia calma mi sollevai dal divano e mi diressi verso la camera con Sarah: dovevo ancora finire di fare le valigie, e di certo non avevo tempo da perdere.

<< Okay, è tutto pronto. Il taxi dovrebbe arrivare a minuti.>> 
L’avevo convinta a prenotarlo, perché trovarne uno libero di mattino a Londra non è così facile. Avevo chiuso l’appartamento la sera prima, svuotato il frigorifero e rassettato tutto il resto della casa. Sarah mi aveva invitato a dormire da lei per quella sera. 
Avevo le mani raggrinzite dal freddo: erano le sei di mattino, ma prima partivamo, prima saremmo arrivate. Pochi minuti dopo il taxi si presentò davanti a noi, e subito Sarah spiegò al tassista le indicazioni. 
Il viaggio sarebbe durato 3 ore, e dato che non ero mai stata il genere di persona che resta sveglia durante i viaggi, mi addormentai nel giro di pochi istanti.
<< Dormigliona, sveglia. Siamo quasi arrivate!>> 
Aprii gli occhi e guardai al di fuori del finestrino. 
Riconobbi le case con i mattoni a vista e il cielo coperto. Casa sua si trovava a London Road, a due isolati da lì. 
<< Eccoci arrivati.>> 
Fuori ci aspettava tutta la famiglia di Sarah: madre, padre e fratello maggiore. Mi presentai subito, a primo impatto sembravano tutti molto simpatici! Julie, la madre, mi invitò subito a mangiare qualcosa, mentre Daniel e Will, rispettivamente padre e fratello, si occuparono dei bagagli. << Scommetto che tuo fratello conosce Harry, vero?>> le sussurrai. 
<< Will fa parte degli White Eskimo…>> 
E ti pareva. 
Avevo deciso con me stessa che non avrei mai aperto il discorso Styles in quella casa, né tanto meno in quella dei vicini. 
<< E’ stato un viaggio di tre ore ragazze mie, dovete mangiare qualcosa!>> 
<< Grazie mille, Julie, è molto gentile, ma...>> 
<< Ti prego non darmi del lei, mi fa sentire vecchia!>> 
Iniziai a ridere, era una donna molto simpatica. Alla fine sia io che Sarah cedemmo, e mangiammo due mini-toast al prosciutto. 
<< Voi mangiate, io intanto chiamo Anne.>> 
Merda. 
Cosa le avrei dovuto dire? Di sicuro quello non era il momento perfetto per conoscere la ex neo-suocera. Mantenni la calma, sapevo di avere l’appoggio di Sarah. 
Sentii bussare alla porta e aumentò il panico. 
<< Greta, stai calma, non ti preoccupare.>> 
<< Sarah, non sei di aiuto.>> 
Si aprii la porta, e prima entrò Gemma, poi Anne ed infine il suo compagno. Mi avvicinai per prima. 
<< Piacere, Greta.>> Anne sussultò quasi impercettibilmente, ma me ne accorsi. Poi però fece un sorriso sincero. 
<< Io sono Anne, piacere.>>
Mi sentii estremamente sollevata.

Pranzammo tutti insieme tra scherzi e risate, poi mi offrii volontaria per aiutare Julie e Anne a lavare le stoviglie e sparecchiare. Aspettai il momento più adatto per parlare, e appena Julie uscì dalla cucina mi feci avanti. 
<< Senti, Anne, mi disp…>> mi interruppe. << Non ti devi scusare proprio di niente, anzi sono io che mi scuso per Harry, si è comportato da idiota, e non doveva.>> rimasi scioccata. Sapevo che ci teneva molto a suo figlio, e non avrei mai pensato che in qualche modo non appoggiasse una sua azione. 
Non avevo parole, semplicemente la abbracciai. 
All’inizio sembrò sorpresa, ma poi ricambiò l’abbraccio. 
<< Una volta tanto che Harry porta una brava ragazza a casa...>> 
Sorrisi, cercando di trattenere le lacrime. 
<< Grazie.>> 
<< E di che? Stasera chiamerò Harry per chiedergli un po’ come va. Gli chiederò ti te, va bene?>> 
Non ero pienamente d’accordo, ma era pur sempre suo figlio, e pensando a mia madre, capivo che comunque sentiva la necessità di parlargli. 
<< C-certo, va bene.>> 
Finii di pulire e poi andai in camera da Sarah. 
<< Come è andata?>> 
<< Tutto bene, fortunatamente. Stasera parlerà con Harry...>> 
<< Ascolta, so che ora non è il momento più adatto, ma mi sento costretta a dirtelo. Ecco… Da un po’ mi sto sentendo con un ragazzo, ed è a Londra. Pensavo che non fosse una cosa seria, però un po’ mi manca, e francamente so che passare una settimana qui sarà annoiante. Sai come sono fatta, cambio idea ogni cinque minuti. Che ne dici se dopo domani torniamo indietro?>> 
Rimasi turbata da ciò che mi aveva detto. Non mi aveva mai parlato di nessun ragazzo, e non mi sembrava corretto nei confronti della sua famiglia. 
<< Ma i tuoi genitori? Spero ci parlerai!>> 
<< Ne ho già parlato con mia madre, e ha acconsentito.>> 
Mi infastidii ulteriormente. Mi aveva quasi costretto a venire con lei a Holmes Chapel, e poi aveva deciso di tornare indietro senza nemmeno chiedermi cosa ne pensavo. 
Forse però non valeva la pena controbattere. 
<< Va bene, ora però se permetti mi faccio un pisolino, perché ho un sonno allucinante.>> 
E così, nonostante fossero le due di pomeriggio, mi addormentai.

<< La cena è pronta!>> La voce squillante di Julie era inconfondibile. 
Non ci potevo credere, avevo dormito per cinque ore. 
<< Sarah potevi svegliarmi…>> 
<< Ma eri così tenera mentre dormivi, ti ho fatto anche una foto!>> 
<< Stai scherzando? Fa vedere… Non l’avrai postata da qualche parte, spero!>> 
Nonostante non fossi uscita male, era troppo imbarazzante. 
<< Eh, troppo tardi!>> 
<< Che cretina!>> esclamai, ridendo. Ormai non pensavo più a ciò che mi aveva detto riguardo al suo cambio di idea. Notai però che non stava sorridendo con me. 
<< Sarah?>> La ragazza rimaneva fissa a guardare lo schermo del cellulare. 
<< Cazzarola.>> 
<< Cosa?>> 
<< Harry… L’ha aggiunta ai preferiti.>> Sorrisi impercettibilmente. 
Poi però riflettei. 
Avrebbe capito dove mi trovavo, conosceva la casa dei vicini! 
Pregai con tutta me stessa che non ci avesse fatto caso, e subito dopo mi sollevai dal letto e andai a risciacquarmi il viso. 
Mi cambiai e indossai una t-shirt grigia con i pantaloni della tuta. 
Per cena mangiammo l’hamburger con le patatine e poi tutti insieme uscimmo sul portico per chiacchierare. 
<< Ragazzi, scusatemi ma devo fare una telefonata.>> 
Era stata Anne a parlare. 
Mi ero dimenticata che doveva chiamare suo figlio. Perfetto! 
Mi rivolse uno sguardo di intesa e a quel punto la seguii dentro assieme a Gemma. 
<< Metto il vivavoce, così senti anche te, però non parlare, altrimenti capisce che sei qui.>> 
Iniziò a digitare il numero, squillava libero. 
<< Pronto?>> sussultai, ma a quanto pare nessuna delle due se ne accorse. 
<< Tesoro mio, come stai?>> 
<< Oh ciao mamma, io sto bene, voi?>> 
<< Oh, tutto bene, siamo in buona compagnia!>> 
<< … E’ tornata Sarah per il compleanno?>> 
Oh, no. 
<< Sì, è con una sua amica.>> 
Speravo non aggiungesse altro. 
<< Ma per caso Sarah studia a Harrow?>> 
<< Sì, perché?>> 
<< No perché, Greta...>> 
Come faceva ad essere così sveglio quel ragazzo? 
<< Non so come avete fatto a lasciarvi. Harry mi diceva che con te stava…>> 
Gemma, merda! 
Si era dimenticata del vivavoce, e immediatamente si portò una mano alla bocca. 
Anne la fulminò con gli occhi, a me era saltato un battito del cuore. 
<< Gemma? Cosa hai detto?>> 
<< Io? Niente, Harry forse l’inquinamento di Londra ti sta dando alla testa.>> 
<< Non mi prendere per il culo! Allora avevo ragione!>> 
<< Harry, le parole!>> 
<< No, mamma! Greta è lì, cazzo! E non ditemi che non è vero!>> 
<< …Harry non ti sento più, devo riattaccare!>> 
<< Ma…>> 
Chiuse la chiamata. 
<< Scusate, io non...>> 
<< No, non ti preoccupare. Tanto non può venire qua, giusto?>> 
<< Per promuovere il tour dovranno andare a Glasgow, e probabilmente si fermeranno qui…>> 
La sfiga non voleva allontanarsi dalla sottoscritta.
<< E quando dovrebbero arrivare a Glasgow?>> 
Chiesi, sull'orlo della disperazione.
<< Domani mattina. E sapendo che sei qui, magari...>> 
No, non potevo vederlo, assolutamente. 
<< Io domani torno a Londra con Sarah, quindi...>> 
<< Non ci dovrebbe essere pericolo, quando arrivi a Londra chiamami, ti aggiorno su cosa è successo, va bene?>> 
<< Anne grazie mille!>> 
La abbracciai e andai in camera da letto a rifare la valigia.

<< Sarah, non ti dispiace se partiamo stasera tardi?>> 
<< E’ per Harry, giusto?>> 
<< Ti prego.>> Mi guardò con compassione. 
Ero in piena crisi e si poteva notare benissimo. 
<< E va bene. Avviso mio padre di chiamare il taxi…>> 
<< Sono in debito con te!>> 
Non passò neanche un quarto d’ora che il taxi era fuori dalla casa ad aspettarci. Salutai tutti quanti, promettendo loro che sarei tornata presto.

<< Cos’è successo ieri?>> eravamo già per strada, mancava mezz’ora all’arrivo. 
<< Ieri Anne ha chiamato Harry, e lui ha capito che io ero a casa sua. E sicuramente la foto è stata un altro indizio. Poi dato che forse devono passare per Holmes Chapel, sarebbe stato rischioso…>> 
<< Incontrarlo?>> 
<< Sì.>> 
Avevo iniziato a riconoscere le strade di Londra, e la cosa mi sollevò un po’. 
Ero immersa nei pensieri quando iniziò a squillare il cellulare. 
<< Pronto?>> 
<< Greta, sono io.>> 
<< Gemma, che è successo?>> 
<< Harry è arrivato qui da un’ ora, non immagini…>> 
<< Cosa?>> Avevo la pelle d’oca. 
<< E’ entrato aprendo la porta come se fosse un pazzo, cosa che ha fatto incazzare parecchio mia madre, e poi ha iniziato a cercare dappertutto.>> << Cercare cosa?>> 
<< Come cosa? Cercava te!>> 
Ero atterrita. 
<< Dopo mezz’ora si è fermato, è andato dalla mamma ed è scoppiato… Letteralmente. Sembrava disperato, e ti giuro che in tutta la mia vita non l’avevo mai visto così. Dio, se gli hai incasinato la vita, Gre… In senso positivo, ovvio! Ora stanno parlando, poi credo ti chiamerà lei per dirti tutto.>> 
<< Oh signore… Grazie Gemma.>> 
<< Figurati, ora ti saluto.>> 
<< Ciao...>> riattaccai. 
Sarah aveva sentito tutto, ed era scioccata tanto quanto me. Cosa sarebbe successo? 
Appena fui davanti all’appartamento, sentii il telefono di casa squillare ed entrai. Non feci caso alle valigie aperte che non erano mie, e mi fiondai a rispondere. 
<< Pronto?>> 
<< Greta! Sono Kenny. Il film verrà presentato ai Teen Choice Awards l’1 novembre, sai che puoi portare chi vuoi, no?>> 
<< Si, grazie per l’informazione, ciao.>> 
Prima di riattaccare mi fece una domanda che mi sarei dovuta aspettare. << Greta, tutto bene?>> cercai di fingere nel miglior modo possibile. 
<< Certo!>> Senza dargli il tempo di reclamare, premetti il pulsante rosso. Pensai a cosa avrei dovuto fare se i ragazzi avessero vinto qualcosa ai TCA, dato che anche loro erano stati invitati. Ma avevano il tour, quindi forse non sarebbero venuti. Che casino. 
Solo in quel momento mi guardai intorno, e realizzai che nell’appartamento non sarei stata più sola. 
Ilaria era tornata.




*SPAZIO AUTRICI*
Hola chicas! 
Questa volta abbiamo cercato di aggiornare il più presto possibile, che ne dite del capitolo?
Vi è piaciuto? Cosa ne pensate?
In questo ultimo periodo siamo parecchio stressate, tra la scuola e tutto quanto, ma nonostante tutto stiamo preparando una sorpresa solo per voi. Avete idea di cosa potrebbe essere?
Che dire, vi lasciamo nel dubbio:P
Un bacione grande, grande, grande dalle vostre Gims girls! xx

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Capitolo 19
*** Chapter 18 ***



 
Ilaria's diary

<< Ehi, tranquilla.>> riaprii gli occhi, Niall era a pochi centimetri da me.
Mi stava sorridendo.
<< Okay…>> ansimai. Ero parecchio agitata.
<< Sei arrivata da poco?>> mi chiese.
<< Si, stavo cercando un supermercato…>> in quel momento la mia pancia brontolò, avevo terribilmente fame.
<< Hai fame, eh? Vieni, andiamo a mangiare. Adesso chiamo il taxi e…>> lo interruppi.
<< Niall, io sono qui in motorino!>> lui si mise a ridere.
<< Bene, meglio ancora… Ma scusa la domanda, da quando tu giri in motorino?>> mi prese in giro.
<< Da adesso!>> salimmo sul motorino, io mi aggrappai alla sua felpa e partimmo. Provai una sensazione unica, girare per le strade di Londra aggrappata a Niall, mi fece sentire speciale e felice. Non potevo credere di essere lì con lui, pensavo che ormai mi odiasse o per lo meno non volesse più vedermi, e invece no. Mi stupiva ogni volta, sorprendere le persone era una delle sue tante doti. Accostò davanti ad un ristorante, o meglio davanti “Al ristorante”.
Eravamo davanti a Nando’s, il luogo del nostro primo appuntamento.
Il cuore incominciò a battere sempre più forte, non riuscivo a farlo rallentare. Mi guardai attorno, la gente passava e ci osservava, ma non si fermava. Molto meglio così, almeno potevo godermi a pieno il meraviglioso momento. Entrammo e ci fecero accomodare ad un tavolino con il separé, per la privacy dissero. Non sapevo cosa dire, era il momento delle verità e soprattutto dei chiarimenti, ma era difficile. Decisi di rompere il ghiaccio per prima.
<< Volevo chiamarti.>> lui si sorprese e puntò i suoi occhi dritti nei miei.
<< Ma non l’hai fatto.>> disse.
<< Voglio essere sincera Niall, quando Jas mi ha mandato la foto, ho davvero creduto che tu mi avessi tradita. Lo so che in fondo c’eravamo lasciati, ma non pensavo che avessi potuto dimenticarmi così in fretta. Ero persa, sola, in una città che non conoscevo affatto >> dissi tutto d’un fiato.
<< E ti sei messa con quel modello…>> sentenziò.
<< Non è così facile, anzi, non è stato così. Appena avevo ricevuto la batosta, mi sono isolata. Jared mi è stato vicino indirettamente, attraverso lettere. E’ stato un vero amico e quando ho scoperto che dietro a tutto questo c’era lui, gli sono stata grata. Ma per quanto mi sforzassi di dimenticarti…>> mi fermai, poi continuai. << … Non ci riuscivo. Sapevo che tu l’avevi fatto e questo mi faceva star male. Nonostante tutto, sapevo di non poter mandare avanti una relazione che non aveva alcun fondamento. Io non amavo Jared, per me era più come un amico, niente di più. Quando ho saputo che la ragazza nella foto era tua cugina, l’ho lasciato e il mondo mi è crollato letteralmente addosso un’altra volta.>> feci un’altra pausa e dopo qualche secondo ripresi.
<< Ma io… Beh… Spero tu possa…>> mi bloccai.
<< Spero che tu possa?>> mi fece da eco Niall.
<< Perdonarmi.>> conclusi.
<< Ila, quello che ti avevo scritto nella lettera, per me vale ancora. Io… Io avrei dovuto chiamarti, spiegarti la faccenda. Va bene fidarsi, ma io chiedevo troppo, la lontananza ha fatto il danno, non tu e nemmeno io. Le cose vengono amplificate enormemente, non c’è niente da fare. Per questo c’eravamo lasciati, anche se non è stata la scelta migliore della mia vita, anzi, tutto il contrario.>> rimasi immobile.
Non sapevo cosa dire, ero al settimo cielo.
Sorrisi e lui fece lo stesso.
In men che non si dica finimmo di mangiare, uscimmo e ci avviammo verso il motorino.
<< Allora, resterai qui o partirai di nuovo?>> mi chiese.
<< Resterò qui e frequenterò il college>> risposi, lui fece un sospiro di sollievo.
<< Io avrò il tour con i ragazzi, ma qui in Inghilterra, e in ogni caso troveremo il modo di vederci nelle pause e…>> sorrisi.
<< Devi dirmi qualcosa Niall?>> lui si avvicinò.
<< Mi sei mancata. Tanto.>> la gioia si impossessò di me.
Lo abbracciai e lui contraccambiò l’abbraccio. Finalmente eravamo di nuovo insieme, mi erano mancati i suoi abbracci, mi era mancato lui con la sua dolcezza. Le sue labbra cercarono le mie e mi baciò. Un bacio che aspettavo da tanto tempo. Avevo creduto di averlo perso e invece era lì, con me. Era tutto semplicemente perfetto, non poteva andare meglio di così.
 
Niall aveva insistito perché andassi a trovare i ragazzi. Insieme raggiungemmo l’appartamento e suonammo al campanello. Ero emozionata, mi mancavano le risate e i momenti passati con loro. Erano dei veri amici.
Aperta la porta, non feci nemmeno in tempo a dire “ciao” che fui avvolta da un caloroso abbraccio.
<< Ragazzi fermi…>> mi misi a ridere.
<< Allora finalmente sei tornata! Com’è andata a New York? Sei arrivata da poco? Raccontaci tutto!>> era stato Zayn a parlare. In quel momento scese dalle scale anche Louis che mi corse incontro e mi abbracciò.
<< Ciao scricciola!>> risi.
<< Ciao, Louis.>> vidi Harry correre giù per le scale.
<< Ragazzi devo tornare a Holmes Chapel. Louis dov’è la chiave della macchina?.... Ila?!>> mi guardò accigliato.
<< Emh… Ciao Harry>> dissi.
<< Bentornata! Scusami, ma ho scoperto dov’è Greta e… E devo raggiungerla.>> mi bloccai di colpo.
<< Greta?! Dov’è? L’appartamento era completamente vuoto… Holmes Chapel… Cosa ci fa ad Holmes Chapel?>> quasi gridai.
<< Probabilmente l’ha ospitata Sarah, la mia vicina…>> rispose.
<< Mi raccomando fammi sapere!>>
<< Ovvio, vado!>> prese le chiavi dalle mani di Louis e scappò via.
<< E dopo che hai assistito alla follie del nostro vecchio Styles… Raccontaci di te!>> Zayn mi sorrise. In quel momento si accorsero che Niall mi teneva per mano.
<< Un momento, un momento… Dovete dirci qualcosa voi due?>> disse Liam.
<< Emh… Di cosa state parlando?>> sorrisi. Io e Niall ci guardammo complici.
<< Niente..!>> disse lui sorridendo.
<< Bene e allora suppongo che tu non sia più insieme al modello!>> disse Louis sorridendo.
<< Ma siamo sicuri che foste insieme? O era una montatura dei giornali?>> continuò Liam. << Ma scusate ragazzi, mi state diventando le vecchiette dei condomini?>> tutti si misero a ridere.
<< Dopo la depressione di Harry e quella di Niall, dovevamo pur fare qualcosa!>> mi voltai verso Niall che era diventato rosso come un peperone.
<< Depres… sione?>> gli altri mi guardarono e poi si zittirono.
<< I ragazzi ingigantiscono sempre le cose…>> mi rabbuiai. Avevo pensato solo a me stessa, come avevo sofferto io, aveva sofferto pure lui. Che stupida che ero stata.
<< Scusami… Sono stata una vera demente…>> sentenziai sottovoce.
<< Ma no figurati, ora non pensiamo più a New York o per lo meno non a quello che è successo in questi due ultimi mesi. Okay?>> sorrisi.
<< Certo.>> poi ripresi. << Allora ragazzi cosa avete fatto in questi ultimi tempi?>> Louis incominciò a fare il resoconto di tutto ciò che era successo, a partire dalla mia partenza al mio arrivo. Ovviamente raccontò solo i fatti più esilaranti, come era solito fare. E mentre mi spiegava di quando era caduto il cellulare di Niall nel water, io vagai con la mente verso Holmes Chapel, immaginandomi cosa sarebbe successo all’arrivo di Harry.

 

Greta's diary

Avevo bisogno di parlare con qualcuno. Sì, c’era Sarah, però non era il genere di persona con cui confidarsi.
La risposta arrivò quella sera stessa.
Ero in cucina a sgranocchiare dei popcorn quando si aprì la porta dell’appartamento: era lei, quella ragazza con cui tre mesi prima avevo avuto la folle idea di creare un blog.
Mi alzai e la guardai dritta negli occhi. Quasi contemporaneamente ci iniziarono a scendere le lacrime dagli occhi, e così ci abbracciammo calorosamente. Senza aver detto neanche una parola, ci eravamo già perdonate a vicenda.
<< Ila, mi sei mancata da morire!>>
<< Gre, anche tu! Non immagini neanche quante cose ti devo raccontare!>>
<< Idem!>>
<< Per commemorare questo giorno avrei un’idea…>>
<< Quale?>>
<< Riapriamo Gims!>> le si illuminarono gli occhi, e in men che non si dica accese il computer. Appena postato lo status già numerose persone si erano collegate ed avevano risposto, erano tutti contenti della nostra riapertura!
<< Senti Greta, andiamo da qualche parte, che dobbiamo parlare.>> optai per un Irish pub che si trovava nelle vicinanze.
 
<< Sai, ho incontrato Niall.>>
<< E..?>> la guardai, cercando di capire cosa mi stava nascondend. Ma poi alzò lo sguardo, sorridente.
<< E abbiamo fatto pace!>> tirai un sospiro di sollievo.
<< Oh Ila, sono contentissima per te!>>
<< Ma che ci facevi a Holmes Chapel?>> come faceva a saperlo?
<< E’ una lunga storia.. appena arriviamo te la racconto.>>
Ordinammo due panache e iniziai a spiegarle tutto quello che era successo dal mio ritorno a Londra.
<< Wow… Cosa pensi di fare con Harry?>>
Rimasi in silenzio per un tempo che parve infinito. Il punto era che effettivamente non avevo idea di cosa avrei potuto fare.
<< Bella domanda. Sicuramente nulla, finché c’è di mezzo la presentazione del film ai TCA e la loro tournée… Insomma, non vorrei incasinare le cose. Comunque sei invitata, verrai con me in America!>>
<< Oh, perfetto. Ho sentito che i ragazzi non potranno andarci proprio per il loro tour.>> << Hai confermato le mie ipotesi, avevo paura di incontrare Styles là!>> sussurrai.
<< Comunque ho controllato e frequenteremo buona parte dei corsi insieme. Io purtroppo dovrò fare un corso avanzato queste settimane, ma per l’1 novembre farò una giustifica, non voglio mancare alla prima del film!>> chiacchierammo fino a quando non ci accorgemmo che era quasi mezzanotte, fortuna che eravamo venute con lo scooter.
 
<< Greta, ti svegli o no? E’ già mezzogiorno!>>
<< Oh merda. Dai, oggi usciamo fuori a mangiare.>> Ilaria non se lo fece ripetere due volte. Quando si trattava di mangiare senza poi dover pulire la cucina, le andava sempre bene.
Uscimmo a piedi e ci dirigemmo verso il centro. Era una bella giornata, finalmente un po’ di tregua dalla pioggia.
<< Ehi, lì c’è una pizzeria, entriamo?>> chiesi.
<< Ah, sai che per me va bene tutto!>> la pizzeria era di gestione italiana, e mangiammo veramente bene.
Alla fine, eravamo pienissime.
<< Ila, ora che ci penso tu stamattina sei andata ai corsi, no?>>
<< Si, mentre tu dormivi beata io ero a studiare! Comunque il professore ha detto che ha avuto una buona impressione su di me, e che se riesco a impegnarmi, posso finire tutti i test entro quattro giorni, anziché sette!>> esclamò contenta.
<< Beh, meglio, almeno per il primo novembre sarai libera!>>
<< Piuttosto, cosa facciamo per Halloween?>> rimasi di stucco a quella domanda. Ilaria continuò.
<< Io avrei una mezza idea…>>
<< Mi devo preoccupare?>>
<< No no, tranquilla, comunque i ragazzi cominceranno il tour il 2 novembre, ma la Modest non ha permesso di andare ai TCA perché con il fuso non avrebbero mai fatto in tempo a tornare...>>
<< Beh meglio così, comunque mi dici la tua idea? Sono curiosa!>>
Si avvicinò al mio orecchio e iniziò a bisbigliare.
<< E’ troppo rischioso, Ilaria.>>
<< So quanto ci tieni, te lo leggo negli occhi… E poi non ci scopriranno, tranquilla!>>
Aveva in mente un piano assurdo, ma non potevo deluderla.

I quattro giorni successivi passarono in fretta. Io rimanevo quasi sempre in casa, sia per il freddo che per evitare di incontrare Harry in giro. Uscivo solamente per accompagnare Ilaria a scuola, mi dispiaceva lasciarla sola, e volevo sdebitarmi per il litigio di New York. Fortunatamente gli esami le erano andati bene e perciò poco dopo sarebbe stata mia compagna di classe.
<< Ci conviene iniziare a preparare le valigie, domani partiamo!>>
<< Gre, ti ricordi cosa dobbiamo fare stasera? E’ Halloween!>>
<< Fidati, non mi sono dimenticata, ho qui i costumi..>>
Ci saremmo travestite da cat-woman entrambe, e saremmo andate a suonare al campanello dei ragazzi. Se non avessero aperto, avremmo tirato contro il loro appartamento le uova marce. Io avevo una paura folle di essere riconosciuta, ma Ilaria mi aveva tranquillizzato, dicendo che non se ne sarebbero mai accorti. Era l’unico modo per poter risentire la voce di Harry, era la cosa che volevo di più al mondo. Ma perché allora facevo così fatica a chiamarlo?
<< Sei pronta?>>
<< Yep!>> ci guardammo allo specchio, eravamo irriconoscibili, e sembravamo incredibilmente più alte e snelle.
<< Credo che userò questo costume per andare a scuola...>> scoppiammo a ridere, per lo meno in quel momento non stavo pensando che solo quindici minuti dopo avrei potuto incontrare lo sguardo di Harry. Uscimmo di casa, e trovammo un’atmosfera tutta nuova. La gente era vestita in tutti i modi possibili e immaginabili, chi da zucca, o da cowboy o da fata. Ci eravamo portate dietro un sacchetto per poter prendere le caramelle.
<< Ilaria, sei pronta?>>
<< Si, si... Ma ora che ci penso, come camuffiamo le voci?>>
Oh, fantastico. Non ci avevo pensato nemmeno io.
<< Ci penseremo al momento, va bene? Siamo brave a improvvisare, giusto?>>
<< Giusto.>>
Che razza di cazzata avevo appena detto? Probabilmente mi sarei ridotta a miagolare.

Ci avviammo verso la loro casa, e il cuore iniziava a battere sempre più forte. Suonai al campanello con il dito che mi tremava.
Che diavolo mi era venuto in mente? Avrei voluto correre via, ma i tacchi me lo impedivano.
<< Chi è?>> la voce di Zayn si fece viva dal citofono.
<< Dolcetto o scherzetto?>> Ilaria mi aveva salvato, non avevo il coraggio di parlare.
Si aprì il cancelletto e cautamente entrammo.
Uscirono tutti e cinque e rimasero a bocca aperta, forse perché si aspettavano due bambine alte un metro e un’aspirina vestite da principessa, che due ragazze vestite completamente in pelle nera. Con la frusta oltretutto.
<< Oh, oggi è il nostro giorno fortunato!>> aveva azzardato Louis. Sorrisi appena.
Vidi che anche Harry rideva, forse era proprio vero, non si sarebbe accorto di nulla.
Finché non si avvicinò.
Merda.
Mi guardò dritta negli occhi.
Non ero brava a reprimere le emozioni, così mi cadde una lacrima. Lui si bloccò.
<< G-Greta..?>> tutti tacquero. Lentamente mi tolse la maschera, e i capelli mi scivolarono fuori assieme al viso, che avevo accuratamente truccato. Ormai non aveva importanza, perché se iniziavo a piangere sarebbe colato tutto.
<< Credo che... Dovremmo lasciarli soli.>> anche Ilaria si era tolta la maschera, e si era messa di fianco a Niall.
Lentamente tutti entrarono in casa, eccetto noi due.
<< Io… Harry, mi.., mi dispiace.>>
Avrei potuto giurare che tutto l’isolato sarebbe riuscito a sentire il battito del mio cuore.
<< Anche a me, non immagini quanto.>> finì la frase e mi abbracciò calorosamente.
Mi aspettavo altro, ma forse era proprio finita.
<< Io ti chiedo scusa per tutto. Per quelle cose che ti ho detto al telefono…>>
<< E’ lo stesso per me. Sono contento che finalmente sia tornato tutto a posto.>>
Ma sapevamo entrambi che non era affatto così.
Richiamammo gli altri, ma dopo dieci minuti ricordai a Ilaria che dovevamo preparare le valigie.
<< Ragazze dove dovete andare questa volta?>>
<< Louis, dobbiamo andare ai TCA per la prima del film!>>
<< Ah, e chi ci sarà?>>
<< Buona parte del cast e alcuni amici…>> sussurrai, ancora provata per ciò che era successo prima.
<< Poi raccontateci come è andata, noi domani partiamo per il tour!>>
<< Sarà fatto, è stato bello ritrovarvi ragazzi, ci vediamo!>>
Durante la strada di ritorno raccontai a Ilaria ciò che era successo.
<< Greta, mi dispiace. Speravo con tutto il cuore che sareste tornati insieme!>>
<< Lo speravo anche io, ma a quanto pare non è successo. Purtroppo non si può comandare al destino, è andata così.>>
 
Finimmo le valigie e andammo a dormire. Saremmo dovute partire alle 4 di mattina, avevamo le interviste, poi c’era il Red Carpet e infine la presentazione.
Dovevamo essere piene di energia, perché sarebbe stata una giornata faticosa.
Non riuscii a smettere di pensare per buona parte della notte a ciò che era successo.
Avevo perso Harry, e probabilmente non saremmo più tornati come prima. Poteva andare peggio di così?



 
SPAZIO AUTRICI (YO)

Saaalve ragazzi. Siamo tornate, finalmente! Speriamo con tutto il cuore, con l'avvenire dell'estate, di riuscire a pubblicare più in fretta. Siamo davvero grate di tutti i commenti positivi che ci scrivete, davvero. E' grande motivo di orgoglio per noi (nel nostro piccolo, ovviamente!)
Comunque, che ne pensate del capitolo? Non mandateci a cagare (scusate il francesismo) per il fatto che Greta e Harry non sono tornati insieme, ma capiteci, nella storia ci voleva un po' di stronzaggine! (Muahahahaha)
Vi diciamo solo che ci saranno delle belle sorprese, soprattutto ai TCA. Per questa volta non spoileriamo nulla, vi lasciamo con il beneficio del dubbio... Però c'è una
news. Da qui a breve pubblicheremo uno spin-off di Gims, abbiamo anche già fatto un trailer (il link lo pubblicheremo a breve) :D
Si chiamerà
Capodanno a New York (woooah), perciò potete immaginare cosa succederà!
Che dire, stiamo già ricontrollando i prossimi capitoli, perciò rimanete aggiornati.
Vi vogliamo un mondo di bene,
le vostre Gims Girls. xx
 

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Capitolo 20
*** Chapter 19 ***


 



 

Harry's diary
 
Il mattino dopo mi svegliai di soprassalto. Non potevo ancora credere a quello che era successo ieri. Finalmente, finalmente l’avevo rivista.
E cosa avevo fatto? L’avevo abbracciata.
La cosa più idiota che potessi mai fare.
<< Harry, ci sei? Sai che stasera dobbiamo partire, no?>>
<< Si si Louis. Arrivo... un attimo.>>
<< Qualche problema?>>
Attesi qualche istante prima di rispondergli, anche se sapeva già ciò che gli avrei detto.
<< Sì.>>
<< Immaginavo. Ma perché non le hai detto che vuoi tornare con lei?>>
<< Perché sono un pirla. Non riuscivo a parlare.>>
<< Ti capisco. Beh ora andiamo giù, gli altri ci stanno già dando dentro con la colazione!>> Avevo solo fatto le scale ed ero già stanco, cosa mi stava prendendo?
Distrattamente afferrai la prima scodella vuota e la riempii di corn-flakes.
<< Oh ragazzi, che ore sono?>>
<< E’ mezzogiorno, va bene se mangiamo per l’una? Prendiamo take-away…>>
<< Okay.>> Liam per qualche assurdo motivo stava guardando “Peppa Pig”. Non potevo sopportarlo, così gli rubai il telecomando e girai canale.
<< Ma che cazz..?>>
<< Dai Liam, è un fottutissimo cartone animato!>> girai sul telegiornale.
Accennarono appena la notizia dei TCA, dicendo che avevano già fatto tutte le interviste, e che alle 21 sarebbero iniziate le premiazioni.
<< Proprio non me la voglio perdere.>>
<< Zayn ma da noi sono le 3 di notte!>>
<< Beh che problema c’è? E poi scusa non volete vedere Greta e Ilaria?>> risentire il suo nome mi faceva sentire a disagio.
Niall era riuscito ad aggiustare le cose con Ilaria. Io invece? Niente.
Abbandonai la ciotola con i cereali ed andai a vestirmi, volevo uscire.
Dopo aver camminato per un paio di minuti, raggiunsi l’appartamento delle ragazze. Iniziarono a venire in mente i ricordi.
Quando Greta tirò quella bastonata a Louis, la piscina.. tutto. Mi mancava terribilmente, nonostante l’avessi vista la sera prima.
Mi mancava dentro.
Decisi di tornare a casa. Mi fermai un secondo in edicola per sfogliare qualche rivista e trovai una sua foto assieme a quel tizio, Jason.
Non mi piaceva neanche un po’, aveva l’aria di uno di cui non ci si poteva fidare molto. Riposi il giornale al suo posto e tornai all’appartamento. I ragazzi erano già fuori con le valigie pronte.
<< Ah eccoti Harry! Sbrigati, tra qualcosa come quattro ore dovremo essere a Glasgow.>> Presi il bagaglio che Louis mi aveva portato fuori e lo caricai sul pullman.
<< Ragazzi ma non dovevamo mangiare take-away?>>
<< A quanto pare no, Paul ci ha chiamato dicendo che saremmo partiti prima per il traffico.>> << Ah, bene.>> salimmo e andammo a sederci sulle poltrone.
<< Harry, alla fine come è andata con Greta?>> mi ero accorto che agli altri non avevano detto niente.
<< Beh, è andata.>>
<< Cioè?>>
<< Che non ho avuto il coraggio di dirle un cazzo. Ho fatto il coglione con quella fan, potevo immaginarmi che mi avrebbero fotografato..>>
<< Ma se eri mezzo ubriaco!>>
<< Non importa, ho fatto una cazzata.>> rimanemmo in silenzio per un po', finché Zayn non si addormentò, Niall iniziò a giocare a Fifa, e Louis e Liam accesero la tv.
Io me ne rimasi lì, immobile come un povero disgraziato.
Presi l’ iPhone e iniziai a guardare le foto. Ce n’erano molte con lei, e tutto ciò non fece che peggiorare la situazione. Sinceramente non mi ero mai sentito così male.
 
Arrivammo a Glasgow prima che me ne potessi realmente accorgere. Una volta raggiunto l’albergo e salutato alcune fan temerarie, mangiammo e ci sistemammo nelle camere.
Ci ritrovammo tutti in camera di Zayn a guardare l’inizio dei TCA. Se non avevamo il tour, saremmo potuti essere là.
<< Ragazzi cosa facciamo nel frattempo?>>
<< Niall, non lo so...>>
<< Se ordinassimo qualcosa al servizio in camera?>> non facemmo in tempo a rispondergli che lui stava già chiamando.
In un quarto d’ora arrivarono tre enormi vassoi con dentro di tutto. Patatine, crocchette di pollo, pizza e cornflakes. Anche se avevo lo stomaco sottosopra, mangiai tre fette di pizza, e poi mi diressi verso il divano.
Ormai era mezzanotte, mancava davvero poco. A nostra sorpresa iniziarono a far vedere le interviste che avevano fatto al mattino. Arrivò quella di Greta.
Nonostante avesse fatto l’intervista poco dopo l’alba era piena di vita e allegra. Non riuscivo a toglierle lo sguardo di dosso.
Mi morsi una guancia, e iniziai a sentire il sapore del sangue. Ne approfittai per andare in bagno.
 
<< Harry muoviti, mi sto pisciando addosso!>>
<< Si Niall, adesso esco.>> appena uscii, Horan dalla vescica piccola si fiondò in bagno, e dalla fretta cadde per terra. Scoppiammo tutti a ridere.
<< Ridete ridete, bastardi!>> urlò, aggiungendosi a noi.
Tornai al mio posto sul divano, e con disprezzo mi accorsi che all’intervista era arrivato anche Jason.
<< Guardate quel coglione. Non so come la gente possa sopportarlo.>> sbottai.
<< Mmmh.. Ragazzi non sentite uno strano odore? Ah sì, è il fumo che esce dalle orecchie di Harry!>> sentenziò Zayn.
<< Uuuh! C’è qualcuno che è geloso qui!>> esclamò Liam.
<< Vaffanculo.>>
La tipa della televisione intanto continuava a parlare.
<< Bene, è ufficiale, mancano pochi minuti all’arrivo delle nostre star! Ecco, vedo la prima limousine! A te la linea Bob!>> inquadrarono un tizio paffutello dall’aria simpatica.
<< Eccomi Catherine, sta scendendo.. Sì, è proprio lei! Jessie J! Guardate che magnifico vestito!>>.
Fortunatamente non doveva far domande a nessun VIP.
Arrivò la seconda limousine, e scesero gli attori di The Hunger Games, poi arrivarono Justin Bieber e Adele.
Ma dove erano finite?
Bob intanto continuava a parlare.
<< A quanto pare la prossima limo che si fermerà sarà quella degli attori di “Look at me”! Mi hanno informato che ci sarà anche Ilaria, la ragazza che assieme a Greta ha creato GIMS!>>
<< Bob, non vedo l’ora di vedere come saranno vestite, quelle due ragazze ci sanno fare con la moda!>>
<< Eh già, ma non dimenticare Jason, anche il Newyorkese sa come conquistare!>> finì quella frase, e la limousine parcheggiò davanti al red carpet.
Sbuffai. Se quello ne sapeva di moda, io ero il fottutissimo principe d’Inghilterra.
Si aprì la portiera e uscì prima una gamba, poi tutto il resto del corpo. Greta sembrava essere uscita da una favola. Aveva un bellissimo abito rosso che le arrivava fino ai piedi.
<< Harry smettila di sbavare per terra.>>
I ragazzi sghignazzarono divertiti alla battuta di Louis, ma non ci feci caso e continuai a fissarla.
<< La stai spogliando con gli occhi?>>
In quel momento uscii Ilaria. Non feci a meno di guardare Niall, aveva avuto la mia stessa reazione. Aveva un vestito color verde, stile impero, che le arrivava fino ai piedi.
<< E ora è il turno di Jason!>> già le urla erano frastornanti, alla sua uscita non si capiva più niente.
<< Wow! Sta veramente bene con lo smoking bianco! Aspetta, ma hanno fatto i colori dell’Italia!>>
Non riuscivo più a sopportare l’idea di vederlo di fianco a Greta, lei era.. mia.
Mia.
Dovevo far qualcosa. Corsi al computer e iniziai a stampare.
<< Ma che diavolo stai facendo Harry?>>
<< Oh Niall, non ci sei ancora arrivato? Noi adesso ce ne andiamo in America.>>

 
 
 
Ilaria's diary
 
Eravamo ai Teen Choice Awards, Greta era già scesa dalla limousine, ma io volevo assaporare ogni attimo, godendomi appieno il momento.
Mi sembrava tutto incredibilmente fantastico, surreale, niente a che vedere con i London’s Talent Awards. Era tutta un’altra cosa. Rimasi stupita dall’incredibile affollamento di paparazzi e giornalisti. Presi coraggio e scesi dalla limousine, con ogni probabilità e per fortuna, nessuno mi avrebbe fermato per interviste o foto, il set fotografico non era ancora stato pubblicato e il video musicale non era ancora uscito.
Il red carpet era immensamente lungo, sembrava non avere una fine e questo mi preoccupò molto. L’entrata era parecchio lontana, iniziai a camminare sotto lo sguardo dei presenti. Quando anche Jason  e Greta furono accanto a me, i giornalisti incominciarono a scattare foto e urlare “Hanno fatto la bandiera dell’Italia con i loro vestiti”. Era vero, c’eravamo messe d’accordo per rendere omaggio alla nostra patria e Jason ci aveva supportate, lui e Greta avevano molta intesa l’uno con l’altro.
Non avevano fatto in tempo a fare un passo avanti che erano già stati fermati da alcuni giornalisti per via del film. Sorrisi e continuai la mia camminata verso l’ingresso, quando sentii chiamare il mio nome.
<< Ilaria! Aspetta!>> mi voltai, era una donna parecchio alta, sulla quarantina. Mi avvicinai e incominciò a parlare rivolta all’obbiettivo della telecamera
<< Eccoci qua con la blogger e modella Ilaria! Finalmente, con l’entrata in scena del terzetto, abbiamo avuto un’ondata di colori! Allora Ilaria, vi siete messi d’accordo?>> la giornalista si aspettava una risposta.
Ormai ero abituata alle interviste, ma ogni volta il mio lato più riservato si faceva largo tra la spigliatezza che avevo acquistato negli ultimi mesi.
<< In effetti sì, è per rendere omaggio alla nostra terra. Abbiamo voluto portare sul red carpet un po’ di vivacità e soprattutto d’Italia!>> mi sorrise e continuò con la sua raffica di domande. << Allora, il set fotografico della linea Fusion uscirà a breve, raccontaci un po’ di questa tua esperienza newyorkese… Sei nuova come modella e soprattutto nel mondo della moda, perciò com’è stato essere catapultata al suo interno?>>
<< Certamente è stata un’esperienza fantastica! Per me è nuovo questo mondo, ma sono riuscita ad entrare in sintonia con i suoi tempi. All’inizio è stata dura, mi sono ritrovata a New York da sola e senza conoscere nessuno, ma ho trovato collaboratori e addetti qualificati e soprattutto pazienti e gentili che mi hanno aiutata molto!>> dissi con disinvoltura.
<< Hai trovato un’amicizia speciale nel suo collega di set? Giusto?>>
Rimasi spiazzata per un secondo.
<< … Sì, Jared è un grande amico per me e mi è stato molto vicino, ma ovviamente si tratta solo di amicizia, niente di più.>> specificai.
<< Perfetto, e ora passiamo al video musicale nel quale hai avuto un ruolo fondamentale!>>
<< Per me è stata una cosa nuova, non sono mai stata una grande ballerina e soprattutto non avevo mai partecipato ad un video musicale… I Midnight Red sono stati davvero incredibili e mi hanno dato un enorme sostegno!>>
<< Nel video c’è un pezzo in cui suoni la chitarra, è la realtà o una montatura per necessità del copione?>> sorrisi.
<< E’ tutto vero, suono la chitarra da qualche anno, come hobby, nel tempo libero insomma!>>
<< Incredibile, e per quanto riguarda i progetti futuri?>>
<< Per ora abbiamo riaperto GIMS ed io e Greta ci stiamo concentrando su di esso, ma non escludo possibili progetti futuri!>>
<< Bene, grazie per l’intervista.>> salutai e mi dileguai, nel frattempo altri giornalisti mi chiamavano, ma dovetti entrare nell’edificio per l’inizio dei Teen Choice Awards.
Entrati nell’enorme sala, raggiungemmo i nostri posti. Feci per accomodarmi, quando mi accorsi di una presenza dietro di me. Mi voltai.
Oh, Dio.
<< Tommaso. C-cosa ci fai qui? E… Luca?>> mi accomodai e Tommaso si fiondò alla mia destra, seguito da Luca. Greta mi raggiunse a passo veloce e si mise al mio fianco.
<< Li ho invitati io… Dopotutto potevo invitare chi volevo e gliel’ avevo promesso in vacanza!>> sorrisi e guardai verso il palco. Entrò il presentatore ed iniziò a premiare il miglior cantante maschio. Mi sarebbe piaciuto presentare i TCA, magari un giorno sarebbe successo. Chi poteva dirlo!
Qualche minuto più tardi, mentre ero assorta tra i miei pensieri, mi arrivò in testa un popcorn. Mi voltai di scatto e vidi il viso sorridente di Anthony.
<< Anthony… Ragazzi! Sono contenta che ci siate anche voi, adesso sì che mi divertirò! Allora, come mai questo ritardo?>> i ragazzi si accomodarono e mi sorrisero.
<< Beh.. Eravamo in limousine, ma a qualche isolato da qui, si è fermata, quindi siamo dovuti venire a piedi.>> spiegò Thomas.
<< Esilarante! Ad ogni modo, la ginnastica fa bene, come mai quella faccia? Troppo stanchi?>> dissi ridendo.
<< Dolcezza, prova tu ad essere inseguita da fans urlanti che ti vogliono letteralmente saltare addosso per una foto, un autografo o qualunque altra cosa!>> disse Colton.
<< Wow Colton, che termini… “Dolcezza”! Ma lo sai che la ragazza qui davanti a noi è fidanzata?>> disse Thomas. Colton arrossì violentemente dalla vergogna.
<< Era un termine così, tra amici…>>
<< Certo, certo e in ogni caso se si lascia con quel cantante ci sono prima io!>> disse Anthony ridendo.
<< No beh, un momento, prima io e poi voi semmai!>> disse Tommaso intromettendosi nel discorso.
<< Ma lui non era l’amico fidato?>> disse Joey.
<< Non ci capisco più niente…>> intervenne Colton.
<< Vedete era un suo spasimante, ma poi ha deciso di mettersi da parte e fare il buon amico.>> concluse Greta. La solita spigliatezza che la contraddistingue.
<< Ah ecco, ora ha tutto un senso.>> disse Thomas.
<< Bene ragazzi ora…>> in quel momento ci inquadrò una telecamera, io salutai estasiata.
“Ciao mamma, ciao papà, ciao sorellina!” mimai con la bocca.
<< L’abbiamo persa… Sai che non ti sentiranno vero?>>
<< Si Anthony, però capiranno dal labiale!>> replicai. Li sentii ridacchiare sotto i baffi.
Nel frattempo arrivò il momento di premiare i migliori attori protagonisti. Jason e Greta erano tra i candidati, in mezzo ad attori conosciuti e famosi. Secondo me potevano farcela, avevano talento e se lo meritavano.
<< E i vincitori del TCA per i miglior attori protagonisti sono….>> si fermò per un lungo momento d’attesa, poi riprese.
<< I protagonisti di “Look at me”, Greta e Jason!>> io incominciai ad urlare.
Greta era paralizzata, le diedi una piccola spinta e si alzò, pronta a ritirare il premio dalle mani del presentatore. Ero felice per lei, molto felice. Sul palco riuscì a riacquistare fiducia e incominciò il suo breve discorso, ringraziò la sua famiglia, me, il regista, GIMS e gli amici di sempre. Si vedeva che ancora non ci credeva, ma io ero sempre stata certa che avrebbe potuto vincere, anzi, sapevo che avrebbero vinto. Anche Jason era incredibilmente emozionato. Una serata perfetta.
 
La premiazione era quasi agli sgoccioli, quando da lontano intravidi uno dei miei attori preferiti.
<< Ragazzi, quello è Taylor Lautner? Oh mamma, io vado a fargli un intervista… E’ per il blog!>> Greta mi guardò ridendo.
<< Certo Ila, per il blog, neh?>> lo seguii dietro le quinte.
Potevo aggirarmi liberamente lì dietro, avevo il pass per le interviste, pur essendo ospiti dei TCA, GIMS doveva svolgere il proprio lavoro.
 In quel momento passò Justin Bieber e presi un colpo, dietro di lui sfilarono anche Katy Perry ed Avril Lavigne, non volevo perdermi le loro esibizioni, perciò mi sbrigai.
Solo dopo pochi minuti, mi accorsi di essermi persa.
Ero al buio, da sola e senza riferimenti. Brancolai nel buio, finché non sentii una voce e la seguii. Vidi anche una luce e continuai il mio percorso, poi inciampai e finii a terra. Mi ritrovai con la testa e metà busto esposto sul palco, mentre il resto era dietro il tendone rosso.
Tutti si zittirono e mi fissarono. Io, colma di vergogna, mi rialzai il più velocemente possibile.
<< Che colpo!>> commentò il presentatore.
<< E dopo questo spavento, organizzato chissà da chi… Vorrei saperlo alla fine delle premiazioni! Ilaria presenterà la categoria “Miglior film”>> cosa? Pensava fossi io il nuovo presentatore? Oh mamma e ora, cosa dovevo fare? Il panico più totale si impossessò di me. Avanzai terrorizzata verso il  microfono. Dopo aver preso una boccata d'aria, mi feci un'iniezione di coraggio e cominciai.
<< Allora ragazzi, dopo la figuraccia-scherzetto, è l’ora di premiare il “Miglior Film”…. Vediamo i candidati!>> partì il video con i vari film candidati per la categoria “Miglior film”.
<< I film di quest’anno sono davvero interessanti, non saprei quale scegliere, per fortuna esistono i fans! Allora… Vince il TCA per il miglior film dell’anno… The Hunger games!>> un boato esplose nell’arena. Vidi Josh Hutcherson alzarsi e raggiungermi seguito dalla protagonista Jennifer Lawrence, Liam Hemsworth, Alexander Ludwig ed Elizabeth Banks. Consegnai il premio a Jennifer e uno alla volta i vari attori mi abbracciarono.
Una sensazione unica e irripetibile.
Raggiunsi le quinte e scortata da un addetto, raggiunsi gli altri.
<< Non ci avevi detto che avresti fatto da presentatrice!>> mi disse Thomas.
<< Non lo sapevo nemmeno io, è questo il punto! In realtà mi ero persa e il resto è venuto da sé!>> replicai. Tutti si misero a ridere ed io mi unii a loro.
Una serata memorabile.
 
 Quella sera in hotel, io e Greta continuammo a parlare.
Non era più sera, in verità, era già il giorno seguente. Le quattro di mattina per la precisione, ma non avevamo sonno.
<< Scusami se te lo dico, ma io stavo morendo dal ridere quando sei caduta e hai fatto irruzione sul palco!>> disse Greta di getto.
<< Già… Io invece sono morta di vergogna, poi che figura, sicuramente non mi inviteranno più a nessuna premiazione…>> risposi tristemente.
<< Ma che dici? Sei stata fantastica! Secondo me ti prenderanno come presentatrice ai prossimi TCA!>> mi immaginai a presentare i TCA, sarebbe stata un’occasione incredibile.
<< Come no! Basta che non mi mandano nelle quinte… Altrimenti combino qualche cazzata.>> dissi con convinzione.
<< Sarebbe questo il bello!>> replicò ridendo.
<< Ora… Parliamo del premio. Lo sapevo che tu e Jason avreste vinto! Siete degli ottimi attori!>>
<< Ancora mi sembra incredibile… Non mi sembra vero!>> sorrise, poi cambio immediatamente espressione.
<< Quel tuo sguardo triste, allude a qualche ragazzo? Perché io al posto tuo, sarei al settimo cielo… Non pensare al riccio, ma goditi il momento. Per l’amore c’è tempo!>>
<< Hai ragione… Ora forse è meglio dormire, no?>> ci guardammo.
<< Nah! Meglio parlare!>>
Per qualche strano motivo percepivo una sensazione allo stomaco. Non era per il cibo, c’era qualcosa d’altro.
Non ci feci troppo caso, probabilmente ero solo ansiosa.
Continuammo a parlare per un tempo che mi parve infinito, finché, esauste, non crollammo dal sonno.



 
SPAZIO AUTRICI 

Ciao a tutti! Allora eccoci qua con un nuovo aggiornamento. Abbiamo fatto in fretta questa volta vero?
Da adesso in poi con l'estate di mezzo, sarà molto più facile che durante la scuola.
Allora vi sono piaciuti i TCA? E del POV del nostro Styles cosa ne pensate? ahahahahah
Finalmente Harry si è dato una mossa e si è deciso a riconquistare Greta, ma cosa succederà?
Riusciranno ad incontrarsi? Greta come reagirà alla vista del bel ricciolino?
Per tutte le risposte alle vostre domane, vi aspettiamo al prossimo capitolo.
Come in questo non mancheranno le sorprese e i colpi di scena.
Come vi aveva anticipato la mia compare, tra poco pubblicheremo lo spin-off di Gims
di cui abbiamo già un fantastico trailer di cui vi lasceremo il link a breve.
Dunque non ci resta che ringraziarvi di tutto cuore per esserci sempre e per recensire ogni nostro capitolo!
Alla prossima e a prestissimo!

Un bacione grandissimo,
Le vostre Gims Girls xo xo

 

 

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Capitolo 21
*** Chapter 20 ***



Niall's diary

Eravamo in aereo, solo io ed Harry, in una sfida contro il tempo.
Aveva prenotato due biglietti per Los Angeles in fretta e furia. Era impazzito eppure avevo deciso di seguirlo, un po’ per controllare che non facesse cazzate, e un po’, anzi principalmente per quello, perché volevo rivedere Ilaria. Mi era dispiaciuto tantissimo non poterla accompagnare e quando l’avevo vista da sola sul red carpet, mi ero sentito perso. Avrei voluto essere al suo fianco.
Harry non accennava segni di stanchezza, era troppo intento a guardare i TCA dal piccolo schermo di fronte al sedile.
Ad un certo punto inquadrarono Greta, Jason e poi Ilaria, che rivolta verso la telecamera aveva incominciato a salutare e a dire qualcosa. Poi notai qualcuno al suo fianco.
<< Un momento! Quello è Tommaso!>> Harry guardò il video accigliato.
<< Ma sulla limousine non c’era… Stai tranquillo Niall, sono solo amici ora.>>
Sì, era vero. Ma a lui piaceva Ilaria e questo mi bastava per andare su tutte le furie.
Nonostante tutto, mi diedi un contegno. Non erano arrivati insieme e oltre tutto lei voleva me, questo era ciò che contava di più.
Restammo letteralmente appiccicati allo schermo, non volevamo perderci un solo secondo delle premiazioni.
<< Oh cazzo! Ha vinto, Niall! Greta ha vinto! Non ci credo!>> si alzò e incominciò a fare strani gesti per l’emozione.
<< Harry stai bene?>> lui mi guardò sorridente.
<< Ovvio che sì! Lo sapevo che avrebbe vinto, lo sapevo!>>
Fantastico, l’avevo perso.

In quel momento passò l’hostess che lo invitò a sedersi e soprattutto, a calmarsi. Io mi feci portare qualcosa da mangiare, avevo una fame assurda.
<< Attenzione, probabili perturbazioni in arrivo, allacciare le cinture di sicurezza.>> la voce del pilota rimbombò nell’aereo. Sperai con tutto il cuore che le perturbazioni si allontanassero e non incontrassero la nostra strada.
Mangiai frettolosamente la mia cena, mancavano ancora diverse ore al nostro arrivo e già non vedevo l’ora di scendere. Mi ero distratto un attimo, perso nei miei pensieri, quando Harry mi tirò la manica della maglia.
<< Ehi, Niall. Emh… Quella è la tua ragazza?>> mi voltai velocemente verso lo schermo e la vidi. Era a terra con metà corpo sul palco e metà dietro il tendone rosso.
Aveva il viso completamente paonazzo, ma anche in quel momento era adorabile.
<< Quella è la mia ragazza!>> ripetei con ammirazione. Il presentatore aveva preso un colpo, aveva pensato che fosse uno scherzo organizzato dalla troupe, anche se secondo me Ilaria si era semplicemente persa tra le quinte.
<< Che colpo!>> commentò il presentatore.
<< E dopo questo spavento, organizzato chissà da chi… Vorrei saperlo alla fine delle premiazioni! Ilaria presenterà la categoria “Miglior film”>>
Non ci potevo credere. Ilaria che presentava una categoria ai TCA? Ero sbalordito ed emozionato per lei.
<< E pensare che è solo uno sbaglio.>> iniziai.
<< Un gran risultato…>> concluse Harry, poi continuò. << Secondo me, l’anno prossimo la vedremo su quel palco come presentatrice ufficiale. Ci scommetterei! E la mia Greta vincerà altri premi! Cazzo, sì!>> disse.
Era euforico.
Continuava a ripetere che Greta era sua, ma sapevo che sotto quella corazza era preoccupato.
Molto.
Non voleva perderla.
<< Ce le siamo scelte proprio bene. Ilaria, presentatrice? In quel caso voglio essere presente!>> risposi, cercando di non pensare troppo.
<< Di sicuro hanno una carriera davanti al loro cammino!>> rimasi di stucco.
<< Sei diventato un poeta?>> chiesi scherzosamente. << Se l’amore ti fa questo effetto, beh, spero che riuscirai a chiarire con Greta e a rimetterti con lei!>>.
<< Ehi, non ho mai detto “amore”. Non…>> lo interruppi.
<< Harry, smettila. So che lo rinnegherai per il resto della tua vita, ma cazzo, tu sei innamorato!>>
Rimase in silenzio.
<< Io non… Greta mi piace, molto. Mi sta cambiando, e… Mentre tu, scusa?>>
<< Sì.>>
<< Sì, cosa?>>
<< Sì, mi sono innamorato di Ilaria.>>

Atterrammo di mattina presto, eravamo stravolti, non avevamo chiuso occhio.
Alla fine c’erano state le tanto non attese perturbazioni, e avevamo pure ritardato l’arrivo. Raggiungemmo l’hotel velocemente, avevo un sonno pazzesco e non vedevo l’ora di dormire. L’hotel non era molto lontano dall’aeroporto e questo fu un grande vantaggio.
Alla reception ci attendeva un signore sulla cinquantina d’anni.
<< Buongiorno, siamo Harry Styles e Niall Horan, abbiamo prenotato ieri sera.>> l’uomo ci guardò con sguardo vacuo.
<< Scusate, potete ripetere i nomi?>> io e Harry ci guardammo.
<< Niall Horan…>> dissi.
<< Ed Harry Styles…>> continuò Harry.
<< Deve esserci un errore. Non c’è nessuna prenotazione a vostro nome, non ci sono più camere libere da settimana scorsa!>>
No. Stava scherzando vero?
<< Harry, cazzo! Cos’hai combinato?>> lui mi guardò accigliato e vedendo il mio sguardo furente incominciò ad indietreggiare.
<< Senta non è rimasto proprio niente, nemmeno un ripostiglio, una soffitta? Niente di niente?>> chiese Harry, cercando di riparare al danno commesso.
<< Ci sarebbe una soffitta, ma non è esattamente una camera… E’ un ripostiglio.>> rispose il signore con sincerità.
<< E’ perfetta! Questa è un’emergenza!>> sentenziò Harry.
<< L’importante è che ci sia un letto per me!>> dissi.
<< Va bene, allora vi registro, questa è la vostra chiave… Quanto resterete? Mezza pensione? Solo colazione?>> ci chiese.
<< Si, resteremo solo due giorni!>> conclusi, prendemmo la chiave e raggiungemmo l’ultimo piano.

La "stanza" era un vero buco. Un ripostiglio trasformato in camera, il bagno non c’era, bisognava usare quello di servizio al pian terreno.
C’erano due letti e una piccola finestrella da cui entrava un filo di luce.
Sembrava una topaia, lampade mezze rotte e pavimento ricoperto da numerosi tappeti colorati.
<< Direi che è fantastica, non trovi?>> mi chiese Harry. Lo guardai male.
<< Una discarica semmai, ma l’importante è che ci sia un letto, ho un sonno terribile!.>> risposi.
<< Si… Ma alle nove e mezza c’è la colazione, poi andiamo all’hotel dalle ragazze. E io finalmente parlerò con Greta.>> sentenziò Harry.
<< Senti Harry, io ho un sonno terribile e tu mi tieni ancora sveglio. Doveva aspettarci una camera, invece c’è una topaia. Mi va bene anche questo, ma per la colazione è aperto fino alle undici e un’ora in più o un’ora in meno, non farà la differenza. Greta non scappa e noi nemmeno… Quindi taci e lasciami dormire fino alle dieci e mezza! Notte.>> chiusi la conversazione e mi sdraiai sul letto.
<< Okay!...>> sbuffò Harry.
<< Notte. Comunque… Alle dieci!>> concluse.

In quel momento guardai il display del cellulare. Era un messaggio di Ilaria.

Ciao biondo, ora vado a nanna, dopo una lunga chiacchierata! Hai visto i TCA? E la mia figuraccia? Non vedo l’ora di vederti, speravo che venissi con me, ma va bene lo stesso. Ci vediamo quando torno, manca poco!  Un bacione grande.

Sorrisi dopo aver letto il messaggio e le risposi subito.
<< Però per Ilaria andresti anche adesso all’hotel! Non mi accontenti mai, io devo parlare con Greta!>>
<< Anche io voglio vedere Ilaria al più presto… Svegliami alle nove e mezza.>> dissi con convinzione.
<< Perfetto.>> ci aspettava una giornata lunga e molto intensa.

Greta's diary

Avevo probabilmente vissuto una delle serate più belle della mia vita, ero perfino riuscita a vincere un premio! Tornando in albergo notai che il mio cellulare stava impazzendo tra chiamate e messaggi, lo lasciai perdere e chiacchierai quasi tutta la notte con Ilaria, fino a quando entrambe non crollammo dal sonno.
Mi svegliai il mattino dopo che ero a pezzi. Lasciai dormire Ilaria e mi rifugiai sotto la doccia.
Dopo essermi sistemata decisi di svegliarla.
<< Ilaria, oggi è un nuovo giorno!>> urlai. Non rispose, ma riuscivo a immaginare cosa le stava passando per la mente, di certo non erano cose positive nei miei confronti. Alla fine si decise ad aprire gli occhi e mi tirò una cuscinata addosso.
<< Ehi, mi rovini i capelli!>> avevo deciso di tenere l’acconciatura di ieri, la parrucchiera me li aveva fatti benissimo, e mi piacevano da morire.
Dopo mezz’ora uscì dal bagno.
<< Andiamo a fare colazione da Starbucks?>>
<< Okay, però sbrigati, sono già le dieci.>>
<< Cinque minuti e sono pronta!>> Effettivamente dieci minuti dopo eravamo già per strada. Con mia grande sorpresa c’erano dei fan che ci aspettavano fuori: era una sensazione meravigliosa, non riuscivo a capire come a certe celebrità desse fastidio la loro presenza. Facemmo entrambe foto e autografi, e poi ci dirigemmo verso il bar. Io presi una torta ai mirtilli con il cappuccino, mentre Ilaria una ciambella con la glassa al cioccolato e un succo di frutta.
<< Quando torneremo a Londra andremo più spesso da Starbucks, okay? Questa ciambella è buonissima!>> << Ah questo è sicuro! Ma ammettilo, i miei pancakes non li batte nessuno.>>
<< E va bene Greta, lo ammetto.>> scoppiammo entrambe a ridere, e dopo aver finito, tornammo nuovamente in albergo.
<< Mi togli una curiosità? Perché alla fine non sei andata alla scuola di Hollywood?>>
<< ... Non faceva per me. C’era troppa gente… Diversa, e neanche un corso di quelli che volevo fare io, quindi…>>
<< Tu non immagini neanche quanto ho sperato che tornassi.>> ammisi.
Ci abbracciammo. Ero contenta di aver ritrovato la mia amica.
<< Abbiamo due possibilità. O torniamo in albergo o anche oggi andiamo a mangiare fuori e facciamo un po’ di shopping.>> la guardai.
Era un’ottima idea. Invertimmo immediatamente rotta e camminammo per un’oretta alla ricerca di un ristorante che non fosse pieno. Dopo un’ora e mezza trovammo una specie di osteria specializzata in grigliate. Ovviamente ordinammo di tutto e  di più e divorammo la carne, era davvero buona.
<< E ora shopping!>> Era da parecchio che non compravamo niente, così facemmo uno strappo alla regola ed entrammo in tutte le boutique più costose.
Tornammo all’hotel che erano le tre di pomeriggio. Avevamo in mano una quantità eccessiva di sacchetti, ma noi eravamo contente dei nostri acquisti, e questo bastava.
Gli incassi del film, del video e del set fotografico ci avevano permesso di fare tutte quelle spese. Decisi di mettermi la canotta che avevo appena comprato assieme agli shorts.
Ilaria optò per un vestito. Era senza spalline, bianco nella parte superiore e rosso sulla gonna, con le stampe a fiori. Mentre ci dirigevamo verso il giardinetto interno incontrammo Jason, Tommaso e Luca. A quanto pare avevano fatto amicizia.
<< Ragazze, come va?>>
<< Oh bene, abbiamo fatto due o tre acquisti,..>>
<< Sì, e scommetto che avete svaligiato tutti i negozi che avete passato.>> concluse Luca, con aria divertita.
<< Noi? Ma cosa stai insinuando?>> scoppiammo tutti a ridere.

<< Non so voi, ma io sto morendo di sete. Se andassimo a mangiarci un gelato per commemorare la vittoria del film e della futura carriera da presentatrice di Ilaria?>>
<< Oggi sei in vena di battute squallide, Luca? Non hai visto come sono stata brava? Beh, comunque per me va bene.>>
<< Anche per me!>>
Ci avviammo verso la gelateria. Era a tre isolati, così ci andammo a piedi.

<< Ciao ragazzi, ditemi pure!>> esclamò una signora dai capelli incredibilmente rossi.
<< Allora io prendo un cono vaniglia e pistacchio.>> rispose prontamente Tommaso.
<< Anch’io! Però con anche la glassa sopra.>>
<< Tu Jason?>>
<< Io cioccolato e menta.>>
<< Ila?>>
<< Mmh... Fragola, cioccolato e stracciatella!>>
<< Io invece prendo una granita all’anguria.>> pagammo e andammo a sederci sulle panchine all’esterno.
<< Propongo un brindisi per la serata di ieri.>>
<< Con i gelati?>>
<< Ovvio!>> unimmo tutti i gelati e la mia granita e poi iniziammo a mangiare.
Avevo quasi finito la granita quando alzai lo sguardo.
Sgranai gli occhi.
Il bicchiere che avevo in mano cadde a terra, rovesciando il contenuto che ne era rimasto.
<< Harry...>>
<< Niall?>> continuò Ilaria.
Non ci potevo credere, erano lì, davanti a noi.

<< Perché sei qui con... Loro?>> Harry stava fissando con aria torva Jason, Luca e Tommaso.
<< Abbiamo pensato di… Di mangiare qualcosa per la vittoria di ieri.>>
<< Ne devo essere sicuro?>>
Mi stavo preoccupando molto, sicuramente non aveva buone intenzioni.
<< Harry, ti prego calmati.>> intanto Niall si era avvicinato ad Ilaria e l’aveva abbracciata, almeno lui era riuscito a capire che non stavamo facendo niente di male.
<< Io e te dobbiamo parlare.>> infuriata lo presi per mano e ci spostammo dall’altra parte dell’edificio, lontano da sguardi indiscreti.
<< Io… Io non riesco a capire più niente. Torno a Londra, provo ad avvicinarmi a te e mi tratti come se fossi sempre e solo stata una tua amica. Io ovviamente ci rimango di merda, però capisco che forse avevi ragione. Arrivo ai TCA, sono contenta per la mia vittoria e tu ti presenti davanti a me incazzato nero? No, tu hai qualche problema!>> rimase in silenzio.

Mi ero stufata di chiedere scusa, e non avevo affatto voglia di farlo di nuovo.

<< Hai... ragione. Credo che dovrei spiegarti come siano andate realmente le cose una volta per tutte.>> Rimasi colpita dalla sua frase.
Iniziammo a camminare fianco a fianco fino ad arrivare a un parco. Io continuavo ad aspettare una risposta. Alla fine ci sedemmo su una panchina e iniziò a parlare.
<< Ero distrutto quando te ne sei andata. Poi hanno trasmesso in televisione un’intervista che avevi fatto con Jason, e io ho subito pensato male. Non riuscivo a togliermi dalla testa il tuo volto sorridente di fianco al suo, e non tolleravo il fatto che vi sareste dovuti baciare. Quella sera sono uscito e sono andato a bere. Forse un po’ troppo. Una ragazza si è avvicinata, e approfittando del fatto che fossi ubriaco mi ha baciato. Il mattino dopo non mi ricordavo più niente, trovai solo una foto, quella del bacio. Ci rimasi di merda, così ti inviai quel messaggio, per capire se ti era arrivata l’immagine. Purtroppo sì. Non volevo che soffrissi, ma ho fatto tutto il contrario, così quando Louis mi ha passato la cornetta ho finto che in realtà stavo solo parlando con una fan, quando non era vero, e la cosa mi fece sentire ancora più stronzo di quanto non fossi già.>> continuavo ad ascoltarlo senza parlare.
<< Poi però ho visto l’intervista in cui tu parlavi delle scene, mentre Jason mi ha menzionato... E mi arrabbiai moltissimo. Cazzo se ero furioso! Non potevo credere che avessi fatto una cosa così cattiva.>>
Aveva ragione, non avrei dovuto comportarmi così.
<< Allora mi dissi che non dovevo pensarti più. Quando avevo iniziato a superare il momento, salta fuori Zayn dicendomi che ti aveva appena visto che giravi l’angolo davanti a casa nostra. Non riuscivo a capire più niente! Ho provato a cercarti ma invano. Sono passati circa venti giorni ed è stato in quel momento che mi ha chiamato mia madre. Ho sentito Gemma che parlava di te e ho dato di matto. Tu eri lì. Sono venuto a cercarti e non c’eri. Quando è arrivata la sera di Halloween ho deciso che forse veramente tutto doveva finire, non potevo continuare a cercarti, e così mi sono comportato da amico fedele ed è stato il più grande errore che abbia mai fatto. Dal tuo sguardo ho capito che l’unico che ci soffriva non ero io, ma anche tu, e forse più di me. Quando ti ho vista sul red carpet non ho capito più niente, ed ora eccomi qui.>>
Non riuscivo a fermare le lacrime, che lentamente iniziarono a rigarmi il volto. Ora avevo capito tutto.
<< Harry, io…>>
Appoggiò un dito sulle mie labbra, zittendomi.
Delicatamente mi asciugò le lacrime dalle guance, portò la sua mano dietro al collo e lentamente mi avvicinò a lui.
Le nostre labbra si toccarono.
Finalmente tutto si era sistemato.

Spazio autrici, jhfgjhfk
 
Visto quanto siamo diventate brave? Abbiamo intenzione di aggiornare quasi giornalmente (sottolineiamo il "quasi", perchè mai dire mai), e niente e nessuno ci fermerà *musica da supereroi di sottofondo*
Anyway... Che ne dite di questo capitolo?
Vi sareste aspettati questo tipo di incontro? Diciamo che ve lo aspettavate, un pochino. lol.
MA NON C'E' MAI DA STARE TRANQUILLI IN QUESTA FANFICTION.
Eh, no. Perchè il prossimo capitolo riserverà brutte sorprese. Davvero, davvero brutte.
Vi lasciamo con il beneficio del dubbio...
Alla prossima, le vostre Gims Girls x

P.S. Vi lasciamo due frasi spoiler, ma solo due. Non vi vogliamo rovinare la sorpresa.

<< I-Ilaria…>> provai a sussurrare, ma ne uscì solo un lamento straziante.
Mi anestetizzarono, e non sentii più nulla.

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Capitolo 22
*** Chapter 21 ***




 



Ilaria's diary

Il giorno dopo l’apparizione di Niall ed Harry, eravamo già in viaggio. Il sole non era ancora apparso all’orizzonte, ma noi eravamo già sull’aereo. 
Tommaso e Luca si erano concessi un altro giorno a New York e sarebbero ritornati il giorno seguente. Anche Luca aveva deciso di frequentare la scuola a Londra, ma a differenza di Tommaso, non era molto ferrato con l’inglese. La vedevo dura per lui, ma con impegno e costanza ce l’avrebbe fatta. 
Guardai fuori dal finestrino distrattamente, quando Niall iniziò a parlare. 
<< Allora Ila, pronta per iniziare ufficialmente la scuola?>> mi chiese con apprensione. 
<< Si, dai. In fondo… E’ una scuola come tutte le altre, giusto Greta?>> mi voltai verso i posti dietro di noi, ma non ottenni risposta, Greta si era appisolata sulla spalla di Harry che mi sorrise e rispose al suo posto. 
<< Certo, una scuola vale l’altra, l’importante è l’impegno!>> disse con voce poetica. 
<< Vuoi diventare un filosofo, Harry?>> chiesi sorridendo. 
<< Magari metterò il mio prossimo monologo in una canzone, dici che ci starebbe bene?>> risi, immaginando Harry ad un convegno per filosofi. 
<< Però ci devi ancora spiegare una cosa!>> 
Cosa intendeva? In quel momento si svegliò anche Greta che sorrise nonostante fosse mezza addormentata. 
<< Umh… Cosa?>> domandai con un filo di voce. 
<< Tu, sul palco dei TCA!>> rispose Harry tutto d’un fiato. 
<< Storia lunga, ragazzi.>> dissi.
<< Bene, allora ve lo spiego io.>> Greta si fermò, poi riprese. << La nostra cara Ilaria voleva un autograf… un’intervista da Taylor Lautner. Però seguendolo tra le quinte si era incantata e poi, da grande distratta, si è persa. In pratica è finita dietro al tendone del palco e inciampando è caduta in avanti. E il presentatore, non molto furbo, ha pensato che fosse uno scherzo e che lei fosse la presentatrice della categoria miglior film!>> concluse Greta, che mentre raccontava aveva incominciato a ridere. 
<< In poche parole, hai detto tutto, brava Greta!>> dissi. 
<< Grazie, grazie, lo so.>> rispose con finta nonchalance. 
<< Brava e modesta!>> aggiunsi. 
Chiacchierammo a lungo, fino a quando anch’io mi addormentai.

Atterrammo che erano le undici e mezza di mattina. Avevo dormito molto sull’aereo, e ora ero incredibilmente affamata. Avevo voglia di un bel piatto di pasta al ragù, il cibo italiano mi mancava molto, così come i miei familiari.
Eravamo seduti sulle poltrone della Vip area, aspettando l’arrivo dei bagagli.
La suoneria del mio cellulare interruppe i miei pensieri, e siccome stavo recuperando la valigia, chiesi a Niall di rispondere al posto mio. 
<< Pronto?>> disse. Ma senza accorgersene non aveva accettato la chiamata e il mittente aveva già rimesso giù. 
<< Chi era?>> chiesi. 
<< Un ragazzo che ti ha mandato ben dieci messaggi… Jared?>> rimasi di stucco. 
<< Cosa?>> non si era fatto più sentire da quando l’avevo lasciato, speravo che restassimo amici, ma era stato tutto il contrario. 
Con amarezza e un pizzico di gelosia, Niall mi passò il cellulare. Lessi i messaggi. 
Aveva saputo che ero a New York e mi chiedeva se potevamo vederci, sapeva anche che mi ero rimessa con Niall e seppur gli dispiaceva, mi aveva comunicato che gli sarebbe piaciuto tornare ad essere amici. Per correttezza, feci leggere i messaggi a Niall, non c’era niente da nascondere, dopotutto lui sapeva che ero davvero presa dalla storia con Niall, e che Jared era per me solo un amico. Gli risposi che ormai ero partita, ma se mai fossi tornata a New York, glielo avrei sicuramente fatto sapere. 
<< Bene… Sai che hai un po’ troppi spasimanti?>> constatò Niall. 
<< Pensa se divento una presentatrice… Poi con il successo di GIMS, ne avrò una marea!>> risi. Lui si unì alla mia risata, poi tornò serio. 
<< Non te ne andrai di nuovo a New York, vero?>> mi guardò dritto negli occhi. 
<< No, se tu non vieni con me.>> sorrise e mi diede un dolce bacio sulle labbra. 
<< Ehi, voi due davanti a noi. Ci stiamo già pensando noi, non c’è bisogno che vi sbaciucchiate pure voi!>> disse Harry ridendo. 
<< Harold, stai zitto.>> 




Greta's diary

Una volta presi i bagagli, ci avviammo verso l’esterno, dove ci aspettava un SUV con dentro Liam, Louis e Zayn. 
<< Ragazze, finalmente!>> Ci abbracciammo tutti assieme. Dopo qualche minuto l’automobile partì in direzione del nostro appartamento. Lì salutammo i ragazzi, perché iniziava il tour e presto anche i nostri corsi al college. La cosa che ci rincuorava era che la tournee sarebbe durata solo un mese, e sarebbe stata esclusivamente in Inghilterra.  
Il tempo senza la compagnia non passava molto in fretta. Più volte avevamo invitato Sarah e alcuni nostri amici a casa nostra, ma c’era qualcun altro che mi mancava, lo stesso per Ilaria. I corsi andavano avanti più che bene, avevamo entrambe ottimi voti e spesso la preside ci chiamava per monitorare la situazione. Ci riferì che tutti i nostri amici facevano il tifo per noi, e la cosa portò ad entrambe un po’ di malinconia. Sì, casa mancava, ma tutto quello che ci stava capitando non poteva sfuggirci. Era un’occasione che capitava solo una volta nella vita. Oramai era il 20 novembre, mancava poco al mio compleanno, e la cosa mi rattristava e rallegrava allo stesso tempo. Avrei avuto un anno in più, ma non l’avrei passato assieme alla mia famiglia. 
<< Greta, mi ha chiamato Sarah. Mi ha chiesto se poteva venire ma le ho risposto che stavi un po’ male.>> Effettivamente non ero in forma smagliante. Mi faceva male la pancia e avevo i capogiri. 
<< Ho preparato una cioccolata calda, vieni giù!>>
Lentamente mi sfilai le coperte di dosso e mi diressi verso le scale. Non avevo né fame né sete, ma il profumo era troppo invitante, così cedetti e ne bevvi una tazza intera. 
<< Dato che non ho idea di cosa comprarti...>> 
<< Sì?>> chiesi incuriosita.
<< Che ne dici se oggi andiamo a fare compere?>> 
<< Non so...>> 
<< Sono sicura che dopo la cioccolata starai meglio!>> 
Non me lo feci ripetere due volte, e dopo aver finito di bere andai a vestirmi. 
<< Andiamo in motorino?>> 
<< Sì, domani lo devo riportare perché scade il mese. Dove andiamo?>> 
<< L’altro giorno ero passata da Floris e c’era un profumo buonissimo...>> 
<< E allora andiamo in profumeria!>>
 Presi il casco e mi misi in sella dietro Ilaria. 
La strada era tranquilla.
Attraversammo l’incrocio, quando un flash bianco mi stravolse completamente.
Ci ritrovammo per terra. 
Non riuscivo a vedere nulla chiaramente, sentivo solo l’odore metallico del sangue che pervadeva le narici.
Chiusi gli occhi. 
Passò una quantità di tempo indefinita, quando mi accorsi di essere su una barella. Sentivo tante voci confuse, le luci al neon mi accecavano, e qualcosa intorno alla mia bocca mi portava l’ossigeno.
<< I-Ilaria…>> provai a sussurrare, ma ne uscì solo un lamento straziante.
Mi anestetizzarono, e non sentii più nulla.




 

#SpazioAutrici

Hola chicas! Contente di questa sorpresona?
Due capitoli in un solo giorno, finalmente siamo riuscite a battere un record ahah
Scherzi a parte, dobbiamo ringraziare l'estate che ci ha tolto il peso opprimente della scuola, non ne potevamo più!
Tornando alla storia, come vi aveva anticipato lo spoiler lasciato dalla mia compare nel capitolo precedente,
è successo l'impossibile, sapete che noi siamo fuori di melone e dovevamo stravolgere tutto, no?
No dai, a parte tutto non spaventatevi troppo, come abbiamo stravolto tutto riusciremo anche a risolvere le cose.
Quindi state assolutamente tranquille. 
Tra domani e dopodomani oltre al capitolo successivo posteremo finalmente lo spin-off di GIMS!

*Rullo di tamburi* 
Capodanno a New York sta per arrivare! Non vediamo l'ora di farvela leggere!
Vi lasceremo anche il link del trailer che la mia bravissima compare di scrittura ha fatto qualche tempo fa!
Questo spazio autrici sta per diventare un altro capitolo, quindi è meglio che la smetto di parlare, non vorrei far trapelare qualche spoiler di troppo.
Vi ringraziamo tantissimo per le vostre recensioni e per esserci sempre per noi!
Vi vogliamo tanto bene,
Le vostre Gims Girls ♥

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Capitolo 23
*** Chapter 22 ***



 
(Vi preghiamo di leggere lo spazio autrici, grazie mille in anticipo)

Ilaria's diary
 
Mi svegliai lentamente. I miei occhi non volevano aprirsi, impannati dal sonno o da qualcos’altro. 
Riprovai ad aprirli, ma era come se qualcosa me lo impedisse, una forza superiore alla mia. Ero stanca, troppo stanca per essermi semplicemente appisolata. 
Non mi ricordavo di essere tornata a casa, non eravamo in motorino? Cercai di pensare, ma inutilmente. Provai a muovermi, ma era come se fossi paralizzata. Cercai di alzare le gambe, ma non si mossero di un centimetro. 
Cosa stava succedendo? Aprii gli occhi con forza e capii. 
Non ero a casa e nemmeno nella mia camera. Mi trovavo in un letto di ospedale. 
Le pareti bianche, l’enorme finestrone che dava sulla strada, il bip dei monitor al mio fianco. 
Greta! Mi voltai. 
<< Ehi…>> biascicò la mia amica, faticava perfino a parlare. 
<< Greta…>> mi vennero le lacrime agli occhi, non potevo crederci. Avevamo avuto un incidente, ma non ricordavo niente, assolutamente niente. 
In quel momento entrarono il medico e due infermiere. Lui era molto alto, sulla cinquantina d’anni, mentre le due donne non avevano probabilmente più di trent’anni. 
<< Vedo che vi siete svegliate tutte e due. Josephine, Katy, provvedete con il controllo della pressione sanguigna… Tornando a noi: i vostri genitori sono in viaggio, non vi preoccupate, li abbiamo avvisati. Avete avuto un brutto incidente. Per fortuna avete reagito molto bene alle cure e vi siete svegliate, questo è un buon risultato. >> 
Rimasi interdetta, mille domande mi passarono per la testa, ma solo Greta ebbe il coraggio di dire qualcosa. 
<< Cosa ci è successo?>> chiese esitante.
<< Un camionista è passato con il rosso e vi ha investito. Voi eravate appena partite e il colpo è stato tremendo, la vostra fortuna sono stati i passanti che sono subito accorsi in vostro aiuto. L’automobilista non si è fermato ed è scappato, ma un passante è riuscito a scriversi il numero di targa!>> parlò molto lentamente, il mio cervello era come fuso, davvero, non riuscivo a comprendere molto di quello che diceva. 
Ci visitò, non avevamo riportato né ferite né traumi gravi, ma le lesioni colpose erano evidenti. 
<< Tranquille, passeranno. Una volta tolti i punti non rimarrà nemmeno l’ombra di queste ferite.>> 
Fece per andarsene, ma si fermò. 
<< Ah, quasi dimenticavo. Ci sono delle persone che vorrebbero vedervi, sono qui da parecchio tempo!>> il medico uscì dalla camera, ed entrarono loro, Harry e Niall.
Io mi nascosi sotto le coperte, non volevo che mi vedesse in quello stato. Ad un tratto Niall scostò leggermente il lenzuolo e mi sorrise. 
<< Cosa ci combinate, ragazze?>> chiese dolcemente.
<< Non riesco nemmeno a muovermi…>> risposi debolmente, con la voce che usciva a stenti.
<< Non tirarti su le coperte, so quello che pensi. Sei bellissima anche adesso.>> mi sussurrò.
<< Grazie, davvero.>> mi venne ancora da piangere. Era incredibile come scendessero facilmente le lacrime. 
Ribollivo di rabbia, ma anche di dolore e tristezza. Diversi sentimenti si alternavano dentro di me, sentimenti contrastanti. Ma quando guardavo Niall, tutto assumeva un colore diverso, le cose che mi rendevano addolorata e arrabbiata svanivano in un secondo. 
<< Se trovo quel bastardo…>> farfugliò Harry a denti stretti. 
<< Non farai niente…>> concluse Greta, con un filo di voce. 
Cercai di mettermi seduta, era difficile, ero a pezzi. Ci rinunciai, col tempo si sarebbe sistemato tutto. 
Niall mi abbracciò delicatamente, senza stringermi troppo. Quando ci staccammo, lo guardai e ciò che vidi mi fece rattristare. Aveva gli occhi bagnati da piccole lacrime. 
<< Pensavo che non ti avrei più rivista!>> sussurrò. 
<< Niall…>> fu l’unica cosa che riuscii a dire. 
<< Scusami… Devo essere forte, ma tra i due lo sei di più tu, in questo momento.>> mi regalò il primo sorriso da quando mi ero svegliata. 
<< Scusate ragazzi, ma il tempo delle visite è scaduto.>> annunciò l’infermiera dall’uscio della porta. 
<< Ti chiamerò tutti i giorni, a tutte le ore se necessario.>> disse Niall. 
<< Devi concentrarti, ci sono i concerti e milioni di fan che vi aspettano! Non ti preoccupare, starò bene… Però per chiamare tutti i giorni, sarebbe fantastico. Almeno mi rallegri un po’!>> sorrisi. Lui mi diede un tenero bacio sulle labbra ed uscì, seguito da Harry.
Tutto si sarebbe sistemato, prima o poi.
 
FINE PRIMA PARTE
 
***
Questo spazio autrici sarà un po' diverso da quelli che abbiamo scritto solitamente.

 
 

« Non arrenderti mai. Mai. Mai in niente, grande o piccolo, insignificante o importante. Non arrenderti mai, se non di fronte ai principi o al buon senso. »
Winston Churchill


Non abbiamo scelto questa citazione a caso. Siamo arrivate a pubblicare più di metà storia, e tutto questo è avvenuto e sta tutt'ora accadendo solo grazie al vostro supporto. Si, grazie a voi che leggete il frutto dei nostri pensieri. Abbiamo dei numeri da riportarvi:
295
23
10
41


Gims ha tutt'ora ricevuto ben 295 recensioni, 23 persone l'hanno aggiunta ai preferiti, 10 persone alle storie ricordate e 41 alle preferite.
Voi non avete la minima idea di come ciò riesca a rendere il nostro lavoro qualcosa per cui andare davvero fieri!
In particolare, rivolgiamo un particolare ringraziamento a Danger_Stay, moody96, __hugs__, Mad Girl, nicoleblack97, Hp_Nameless e ilove1Dever che ci sopportano/supportano ad ogni capitolo. Siete sempre gentilissime con noi e adoriamo ogni singola parola che ci dedicate!
Ringraziamo anche tutte le altre ragazze che ci hanno lasciato solo un piccolo commento, ma che per noi ha significato e significa tutt'ora molto.
Manca davvero poco alla fine di questa nostra prima FanFiction, e speriamo con tutto il cuore che ci terrete compagnia fino all'ultimo capitolo :)
Perciò stay tuned, che prossimi aggiornamenti arriveranno a breve, anzi, brevissimo!

 

Ah già, quasi dimenticavamo. Abbiamo un'importante novità. Questa FanFiction avrà...
(rullo di tamburi)

Un sequel!
Ebbene sì. Ammettetelo, non smettiamo mai di sorprendervi.
Per ora non aggiungiamo nient'altro, le Gims Girls dovranno ancora vivere una miriade di avventure...

Ultimissima cosa. Abbiamo pubblicato il famigerato Missing Moment: Capodanno a New York!
Ecco a voi i link:


Capodanno a New York

Trailer



GRAZIE, GRAZIE, E MILLE VOLTE GRAZIE!
con affetto,
Greta e Ilaria















 
 

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Capitolo 24
*** Chapter 23 ***




Inizio seconda parte


Greta’s diary

<< E poi cosa è successo?>> 
Ero esausta, la mia voce era quasi sparita del tutto a furia di parlare. Continuò Ilaria per me. 
<< Il resto lo sanno tutti. Ormai sono passati un po’ di anni e noi siamo andate avanti con il blog.>> 
<< E cosa farete per il vostro diciottesimo compleanno?>> 
Osservavo Ilaria parlare con il conduttore radiofonico. Riusciva sempre a mantenere il temperamento adatto, cosa a cui io non mi ero mai abituata.
<< Sinceramente non ne abbiamo idea. Dato che compiamo gli anni in giorni parecchio distanti probabilmente andremo a fare visita ai genitori, non li vediamo da parecchio tempo in fondo.>> 
<< Perfetto ragazze. Vi saluto, e in bocca al lupo! Ragazzi che state ascoltando Virgin Radio, spero che l’intervista per il quarto anniversario di GIMS vi sia piaciuta. E ora ascolteremo il nuovo singolo di Katy Perry!>> 
Uscimmo dallo studio. 
<< Non ti senti un pò strana?>> La guardai stranita, cercando di capire a cosa si riferisse, ma non ci volle molto per capire a cosa alludeva. 
<< Effettivamente sì. Non so te, ma quest’intervista ha riportato a galla tanti ricordi...>>

Ebbene si, passarono tre anni. Anni che forse non dimenticherò mai. Io e Ilaria avevamo finito il college e l’anno successivo saremmo andate all’Università. 
Dall’incidente ne sono successe di cose. 
I ragazzi sono diventati sempre più popolari, e noi abbiamo sempre avuto meno opportunità di vederli o sentirli. in qualche modo. Così dopo circa un anno io ed Harry ci siamo lasciati. 
E’ stato un duro colpo, ma era la cosa giusta. Successe la stessa cosa a Ilaria tre mesi dopo. Anche lei era distrutta, ma insieme ci siamo fatte forza e siamo andate avanti con il blog e tutto il resto. L’anno scorso è successo l’imprevedibile, nessuno se lo sarebbe aspettato. I ragazzi ebbero problemi con la casadiscografica, e furono costretti a sciogliersi. Io e Ilaria sentimmo la notizia al telegiornale, e rimanemmo parecchio scioccate. Inviai un messaggio a Harry, scrivendogli che mi dispiaceva, e rispose semplicemente che per lui valeva lo stesso. Dopo quel messaggio non lo contattai più. 
<< Greta seriamente dobbiamo pensare a cosa fare quest’anno.>> 
<< Lo so, in fondo compiamo 18 anni!>> ero estasiata a questo pensiero. Sarei diventata maggiorenne! 
<< Se organizzassimo qualcosa all’estero?>> 
In quel momento in televisione incominciò un vecchio episodio delle Charlie’s Angels. Perché non ci avevo pensato?
<< Andiamo a Miami.>> 
A Ilaria iniziarono ad illuminarsi gli occhi. Avevo fatto centro, quell’idea piaceva a tutte e due. 
<< Allora sbrighiamoci, andiamo in agenzia!>> 
Corsi verso l’esterno a prendere la Ducati, e dopo aver fatto salire Ilaria, misi il casco e partii a tutta birra. Amavo viaggiare ad alta velocità. 
<< Ferma, è lì dietro l’angolo!>> Parcheggiai. 
<< Non vedo l’ora di prenotare il viaggio…>> 
<< E allora entriamo, no?>>
<< Buongiorno, posso aiutarvi?>> chiese una donna dall’aria stizzosa. Ma che razza di domanda è? Uno non entra in un’agenzia viaggi senza motivo!
La donna indossava un gilet verde e una gonna cachi. L’abbinamento era orribile.
<< Sì... Volevamo prenotare un volo andata e ritorno per Miami. Quando ci consiglia di partire?>> 
<< Datemi un istante per controllare… Intanto accomodatevi!>> 
Ci sedemmo sui divanetti in pelle nera. 
<< Allora, vi consiglio di partire verso la fine di Agosto, perché le tariffe di volo e degli alberghi sono più basse.>> 
<< Ma io non ho ancora 18 anni ad agosto!>> 
<< Beh se la tua amica li ha già compiuti non c’è nessun problema, potrai fare quello che vuoi quando sei con lei!>> 
Cha cazzo? Festeggiare il diciottesimo senza aver compiuto ancora diciotto anni. Non aveva senso.
<< Ilaria, che facciamo?>> Lei era estasiata, l’idea era partita da me e non potevo ritirare tutto. 
<< Allora andata. Ci prenoti l’hotel migliore. Contiamo su di lei!>> concluse Ilaria, sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Da qualche settimana si era decisa a scurire leggermente i capelli, e stava davvero bene. Avevo cercato di convincerla a tingerli di castano scuro, ma proprio non ne voleva sapere.
<< Vi chiamerò appena avrò concluso tutto quanto.>> 
<< Perfetto. Arrivederci!>> 
Uscimmo dall’edificio ed iniziammo a saltare di gioia. Stranamente era una giornata soleggiata, e la cosa mi rendeva ancora più contenta. Per tutto il viaggio di ritorno continuai a pensare a tutto quello che avevamo raccontato al tizio della radio. Dal primo momento in assoluto, quando dovevamo scegliere il nome del blog, fino alla fine. Ogni tanto mi ero emozionata, come quando raccontai del primo bacio con Harry, ma cercavo di non darlo a vedere. Non mi è mai piaciuto mostrare il lato sensibile di me. 
<< Greta, l’altra notte ho sognato Niall.>> 
<< Cosa?>> Le porsi il tè che avevo appena preparato, ormai le abitudini inglesi ci avevano sopraffatto. 
<< Sì… Ho sognato che eravamo insieme, e camminavamo per una strada che non finiva più. Poi ad un certo punto mi ero fermata perché ero stanca e lui mi aveva preso in braccio.>> 
Non sapevo cosa risponderle. 
A me era successo lo stesso, tempo prima. Avevo sognato Harry, più volte. 
La abbracciai, che altro potevo fare? 
<< Cazzo, quei ragazzi proprio non vogliono uscirci dalla testa eh?>> 
Sorrise, ma sembrava più una smorfia di dispiacere. 
<< Dai, pensa che fra poco è il tuo compleanno e che fra tre mesi saremo sulle spiagge di Miami.>> Cercai di rincuorarla, ma sapevo molto bene che in queste situazioni non si poteva fare molto. Dimenticare non era mai stato uno dei nostri più grandi pregi, ogni volta che dovevamo dire addio a qualcuno sentivamo che una piccola parte del nostro cuore rimaneva con loro. Nel momento in cui io e Harry ci eravamo lasciati, ero ben consapevole di avergli lasciato una grande parte di me, ma non sapevo se esserne felice o meno. Squillò il telefono. 
<< Pronto?>> 
<< Scricciola, sei tu?>> La voce mi sembrava familiare, o forse era solo uno scherzo della mia mente.
<< Ehm, chi parla?>> 
<< Come chi parla? Sono Louis!>> Sgranai gli occhi, Ilaria non aveva ancora capito con chi stessi parlando.
Non capivo il motivo di quella chiamata, erano parecchi mesi che non ci sentivamo più. 
<< Ehi, Louis. Da… Da quanto tempo!>> Dopo averlo nominato, mi ritrovai lo sguardo di Ilaria puntato addosso, anche lei assunse un’ espressione stranita. 
<< Pensa che stavamo proprio parlando di voi… Te, volevo dire.>> 
Ilaria continuava a fare segno di “no” con le mani, come se non avessi dovuto dirglielo, ma ci feci caso troppo tardi. 
<< Anche noi… Sai?>> 
Potevo sentire la mia mascella raggiungere il pavimento.
<< In che senso noi?>> 
Capii da quell’attesa che forse non avrebbe dovuto dirlo, ma poi incominciò a parlare.
<< La band si è sciolta, ma noi siamo rimasti amici. Oggi li ho invitato tutti a casa mia e… Casualmente, accendendo la radio, abbiamo ascoltato la vostra intervista.>> 
Sbiancai. Porca puttana. 
<< Ma l’avete ascoltata proprio tutta?>> 
<< Mi sembra ovvio, no?>> Louis cercava di sdrammatizzare quella conversazione che stava prendendo una piega per niente piacevole. 
Sbiancai ancora di più. 
<< … Nonostante tutto quello che è successo, mi piacerebbe se qualche volta veniste a trovarmi per scambiare quattro chiacchiere tra… Amici?>> 
<< Certo, ci farebbe molto piacere, ma come sai tra non molto Ilaria farà diciotto anni e avevamo pianificato di andare da qualche parte…>> 
<< E allora che ne dite di venire dopodomani?>> 
Esitai per un secondo. Si trattava pur sempre di Louis, era un nostro amico.
<< Va bene, allora ci vediamo fra due giorni.>> 
<< Ciao!>> 
<< Ciao, salutami anche El.>> 
<< Che ti ha detto?>> Chiese esitante.
<< Andiamo a trovarlo dopodomani.>> 
Ilaria non rispose, ma dal suo sguardo capii che se ne avesse avuto la possibilità, mi avrebbe incenerito in un battere di ciglia. 
<< Scherzi, vero?>> Il suo tono aveva assunto una nota autoritaria. 
<< Tranquilla, i ragazzi non ci saranno.>> Mentii. Louis non aveva detto niente a riguardo, ma sperai con tutto il cuore che non volesse trasformarsi nel cupido della situazione per cercare di rimediare. Non avrei retto un altro incontro con Harry.
<< Lo spero per te... Perché se solo vedo Niall io scappo, chiaro?>> 
<< Va bene, tanto mi conosci, farei la stessa cosa.>> 
Perché dovevamo essere sempre noi a scappare?
<< Comunque hanno ascoltato l’intervista?>> 
<< Sì, tutta quanta.>> 
<< Beh, in fondo la storia la sanno anche loro, no?>> 
<< Oh si, e molto bene...>> scoppiammo a ridere. 
<< Ci possiamo fidare di Louis.>> annuii a quella affermazione, e finii di bere il mio tè che ormai si era freddato.


Ilaria's diary

 

Ero agitata, inutile dire che avrei voluto essere altrove. Avevo la terribile sensazione di rivederlo, non avrei saputo affrontarlo, non ne avrei avuto la forza.
Speravo con tutto il cuore che Greta avesse ragione. 
Scendemmo dal taxi e raggiungemmo la casetta a due piani dall'altro lato della strada.
Louis ci salutava dal balconcino, si stava sporgendo un po' troppo. 
Varcammo i cancelli dell'abitazione e spalancammo la porta d'ingresso semiaperta. Ci venne incontro quasi correndo e di fatti inciampò, classico. 
<< Attento, accidenti!>> esclamai con disappunto, ma subito dopo non feci a meno di sorridere per il ruzzolone.
Louis abbracciò me e Greta, un abbraccio troppo stretto, ma piacevole. 
Era da troppo tempo che non lo vedevamo e questo mi rese ancora più felice. 
Il problema era che, come il giorno prima all'intervista, i ricordi si riaffacciarono persistenti nella mente. 
E, inevitabilmente, non feci a meno di pensare a quando credevamo che sarebbe durato per sempre. Quando io e il ragazzo che amavo facevamo progetti per il futuro. L'unica cosa che mi rimaneva di lui erano i ricordi, ormai troppo sbiaditi, la collana regalatami tre anni prima a Natale, e gli articoli di giornale che parlavano di lui e dei probabili progetti da solista, ma nessuno sembrava dirne il vero. 
Louis ci fece accomodare in salotto. 
Solo qualche anno prima c'erano tutti e cinque come band, mentre ora... 
<< Allora ragazze, da quanto tempo non venite qui...>> incominciò Louis. 
<< Ben tre... anni.>> gli feci da eco. 
<< Eh già, tanti direi. Cosa mi raccontate? Nell'intervista avete parlato solo del passato, ma del futuro cosa mi dite?>> ci sorrise, impaziente di essere aggiornato sulle novità. 
Ero spaesata, per la prima volta non sapevo cosa dire. 
Mi appoggiai allo schienale del divano e feci finta di niente, sperando che Greta mi precedesse, ma il mio desiderio non venne esaudito. 
<< Ila, ho saputo che sei stata alla sfilata di moda della settimana scorsa!>> immaginavo cosa voleva sapere, lo conoscevo da troppo tempo, ormai. 
<< Già, mi ha invitata Felix, mi sono goduta in anteprima la nuova collezione di Dolce&Gabbana! E poi sono stata costretta, dovevo promuovere la linea di abbigliamento del servizio fotografico di qualche mese fa.>> sorrisi, poi continuai.
<< Che dire, siamo diventati buoni amici, è molto simpatico!>> aggiunsi. 
Molti giornali dicevano il contrario, le riviste scandalistiche pensavano che io e Felix formassimo una coppia, ma in verità eravamo solo molto amici. Era merito di Jared se l'avevo conosciuto. 
<< Quindi i giornali mentono...>> rispose Louis dubbioso. 
<< Per ora...>> ridacchiò Greta. 
<< Niente per ora... Umh, Greta perché non gli parliamo del nostro viaggio?>> proposi io con disinvoltura. 
<< Un momento, ma tra qualche giorno è il tuo compleanno!>> esclamò Louis, quasi fuori di sé per l'emozione. 
<< Si, saranno 18!>> risposi fiera di me.
<< Ci vuole una bella festa, anzi, una grande festa. Potrei anche chiedere ai ragaz...>> si interruppe vedendo i nostri sorrisi svanire.
<< Okay, forse tutto il gruppo no, magari, anche una piccola festa... Molto piccola!>> sorridemmo, sempre il solito Louis. 
<< Sarebbe un casino, meglio una pizzata tra di noi. Si attirerebbero troppi paparazzi.>> concluse Greta, senza nemmeno chiedermi se fossi d'accordo o meno. 
In fondo, aveva ragione lei, e ad ogni modo non avevo nemmeno una gran voglia di una festa. 
<< Okay... E tu Greta, cosa mi racconti? Con la tua carriera di attrice?>> tirai un sospiro di sollievo, niente più domande per me.
<< Dovremmo girare il sequel del primo film, e a breve uscirà una pellicola di cui sono la co-protagonista. Ah, quasi mi dimenticavo di dirtelo, Ila! Ho un'importante novità, preparati... Vogliono fare un film su di noi!>>
Rimasi a bocca aperta. Come si era dimenticata di dirmi una cosa del genere? Un film su di noi. Non ci potevo credere! 
<< Non so esattamente se noi faremo anche le interpreti o ci saranno altre attrici, quello che so, è che sarà su di noi. Kenny ha mille progetti in mente e appena ne ha avuto l'occasione me l'ha detto.>> continuò. 
<< Fantastico!>> disse Louis, travolto da quel susseguirsi di novità che stavano lentamente raggiungendo anche me. 
<< Poi con Gims va tutto incredibilmente bene, non potrebbe andare meglio. La BBC ci hanno offerto altre rubriche , verso settembre vedremo un po' il da farsi con i nostri manager.>> Greta aveva ragione, con Gims avevamo molte sorprese in programma per i nostri fans. 
<< I vostri manager sono?>> chiese Louis, io sorrisi. 
<< I nostri genitori.>> rispose Ilaria, con tono ironico.
Scoppiammo tutti e tre a ridere, nonostante ci fosse un fondo di verità in quelle parole. Ogni volta che dovevamo risolvere qualche grave problema, infatti, loro erano sempre a nostra disposizione e non potevamo che esserne più grate.

Continuammo la conversazione per parecchio tempo, Louis ci parlò dei suo progetti futuri. Ci disse che ad Harry avevano proposto di girare un film, Niall era in trattativa con una casa discografica per un probabile cd, Zayn era ormai un autore di brani pop/rap affermato e Liam si godeva la vita facendo il giudice ad X-Factor.
<< Louis, tu ed Eleanor?>> chiesi.
<< Va tutto a gonfie vele, siamo insieme da quasi cinque anni ormai! Adesso è in Francia per lavoro.>> fui contenta per lui, se lo meritava. Mentre parlavamo, suonò il campanello. Louis si alzò e rispose.
<< Chi è?>> osservai Louis e vidi che ci guardava di rimando.
<< Che cazzo ci fate qui? Ci siamo visti ieri! Un attimo solo...>> mi paralizzai.
Ciò che più avevo temuto si stava realizzando.
Louis ci raggiunse e vidi che stava cercando una soluzione. Poi mi illuminai, avevo un'idea. 
<< Ascolta, Louis, noi passiamo per il garage. Tu lascia aperto il cancelletto e quando loro saranno entrati, noi due ce ne andiamo. Che ne dici?>> Lui annuì, non molto convinto.
<< Non sarebbe più semplice rivedervi? Insomma, potreste tornare ad essere almeno amici. Eravate così uniti, due coppie incredibili, è brutto vedervi separati a cercare di evitarvi...>> disse Louis a malincuore.
<< Non è il momento... Ma arriverà, forse.>> salutammo Louis, promettendo di farci vive al più presto e uscimmo dal giardino sul retro. 
Entrammo nel garage ed uscimmo appena si aprì. Correndo raggiungemmo il cancelletto e prima di uscire, guardai verso la porta principale. Si stava richiudendo e dietro c'era colui che non avrei voluto rivedere.
Capelli biondi e occhi azzurri come il cielo. Niall. 
Non feci in tempo a chiedermi se mi avesse vista che Greta mi trascinò via.

Mi svegliai di soprassalto. Un rumore di piatti e padelle si riversava nella stanza. 
Mi alzai con malavoglia, avevo un sonno terribile. Era da diverse notti che non dormivo, doveva essere stato l'incontro di qualche giorno prima o il fatto che non ci fosse stato un vero e proprio incontro. Con tutti i pensieri che mi passavano per la testa, mi era impossibile chiudere occhio. 
Poi un flash, e mi ricordai di che giorno fosse.
Era il giorno del mio diciottesimo compleanno!
Incominciai a saltellare per la camera, senza fermarmi un attimo. Andai a sbattere contro la libreria, colpendo con forza il dito del piede sullo stipite. Cercai di non darci troppo peso e mi trascinai a passi veloci verso la cucina. Finalmente ero diventata maggiorenne, non ci potevo ancora credere.
Era incredibile, avevo raggiunto l'età adulta nel peggiore dei modi.
Arrivata in cucina, vidi Greta. Era indaffarata tra i fornelli e appena mi vide, mi corse incontro abbracciandomi.
<< E così, sono diciotto anni! Auguroni, Ila! Spero che le frittelle con la nutella siano di tuo gradimento.>> esclamò sorridendo a più non posso. Rimasi a bocca aperta, sulla tavola c'erano talmente tante frittelle dolci che avremmo potuto sfamare un intero reggimento. Presi dal frigo il cartone di succo e ne versai un po' in due bicchieri. Poi, tutte e due, ci sedemmo a tavola. Fui la prima ad avere l'onore di assaggiare quelle prelibatezze. Avevo fame, molta fame, perciò non mi feci complimenti e mandai giù più frittelle possibili.
Accesi il cellulare e chiamai subito i miei, mi avevano già spedito ben cinque messaggi che si aggiungevano al lungo elenco delle chiamate da parte dei miei amici.
<< Tesoro, buon compleanno!>> disse mia mamma dall'altro capo del telefono. Era giovedì e quindi era al lavoro, ma per me c'era sempre, in qualsiasi momento. 
<< Grazie mamma, non sai quanto sono felice! Vorrei che foste qua, ma a giugno verrò a fare un salto lì in Italia!>> sorrisi, mi dispiaceva. Avrei voluto essere là con loro a festeggiare il mio diciottesimo compleanno, ma sapevo che con tutti gli impegni che avevamo io e Greta, non si poteva. Rassegnata la salutai e chiamai papà; la sera avrei chiamato a casa per sentire mia sorella, che a quell'ora era a scuola.

<< Allora, stasera festeggiamo tra amiche! Il film lo scegli tu, però oggi pomeriggio si va a fare shopping!>> fece per andarsene, ma continuò.
<< Quasi dimenticavo.>> Greta si avvicinò e mi consegnò un grosso pacco. Lo presi tra le mani, e più velocemente della luce, lo scartai. Era un album fotografico e all'interno c'erano innumerevoli foto. Dai primi passi di Gims agli ultimi scatti insieme, risalenti a qualche giorno prima. Tra le pagine, notai anche alcune foto con i ragazzi e con Niall, ma cercai di non piangere, o per lo meno di non rattristarmi.
Era un regalo stupendo, forse il migliore in assoluto, ma la sera mi avrebbe riservato ben altre sorprese altrettanto felici.

Passammo il pomeriggio tra i negozi. I paparazzi non ci lasciavano un attimo di tregua, ma riuscimmo ugualmente a seminarli. Eravamo delle maghe a scomparire di punto in bianco. A differenza dei paparazzi, conoscevamo vicoli all'apparenza cechi che conducevano dall'altra parte della strada o del centro. Insomma, ormai c'eravamo abituate e non era un gran problema. Riuscirono a fermarci per qualche foto, ma ci divertimmo comunque.
Erano le sette e fu l'ora di tornare a casa. Io avevo comprato un mucchio di cose, ma nemmeno Greta si era trattenuta nelle spese. Oltre all'album, mi aveva anche regalato un paio di scarpe in vernice nera con l'apertura davanti e un tacco vertiginoso. Ormai ero abituata alle scarpe col tacco, e ogni volta che uscivo ne indossavo un paio. A differenza di Greta che continuava a preferire le sue vecchie Vans rovinate.
<< Allora, io vado a noleggiare il film da vedere stasera, tu che ne dici di andare a prendere le pizze?>> annuii, almeno avrei avuto ampia scelta sui gusti.
Mi incamminai lungo il viale, c'era una pizzeria poco distante, non ci volle molto per arrivarci. Passando per l'edicola, comprai un giornale. Giusto per ingannare l'attesa in pizzeria. Entrai e il campanello emise uno strillo, la pizzeria era piena. Eppure era solo giovedì! 
<< Buongiorno Margareth, vorrei prendere due pizze da portare via. Allora... Una speck e Zola, l'altra con prosciutto e wurstel!>> la cassiera che ormai conosceva me e Greta da tempo, mi sorrise e portò l'ordine a Jerry, il pizzaiolo. 
Erano un po' come degli zii per me e Greta, ci avevano sempre aiutate. Le persone che entravano nella pizzeria mi osservavano curiosi. Mi ero abituata anche a questo, agli sguardi continui. Un altro lato negativo dell'essere, in un certo senso, famose. Dio, odiavo quella parola, anche se ormai era diventata all'ordine del giorno.
<< Ah quasi dimenticavo, tanti auguri Ilaria!>> Margareth mi venne incontro e mi abbracciò. Parlammo, finché le pizze non furono pronte 
<< Mi raccomando, divertiti!>> mi strizzò l'occhio e ritornò al suo lavoro. Non capii il perché di quel gesto, ma non ci prestai troppa attenzione.

Mentre tornavo verso casa, iniziai a sfogliare il giornale. Non era molto intelligente da parte mia, potevano cadermi le pizze o peggio ancora, sarei potuta andare a sbattere da qualche parte.
C'erano vari articoli, uno parlava perfino di Jared, chissà come se la passava. Era da tanto che non ci sentivamo, tra i vari impegni di uno e dell'altro, non c'era mai stato tempo. 
L'altro che attirò la mia attenzione parlava dei One Direction.

"Che fine ha fatto la band che ha preso i nostri cuori?". 

Parlava delle vite dei ragazzi, ora che si erano sciolti. Provai una stretta allo stomaco. Ero contenta che si sentissero e fossero ancora amici, ma mi dispiaceva non vederli più insieme, come un gruppo. Scacciai dalla mente quei pensieri e raggiunsi casa. Col tempo, io e Greta avevamo comprato una nuova abitazione, si estendeva su due piani e aveva un ampio giardino sul retro.
Lì avevamo anche una piscina interrata, per l'estate. Ci eravamo sistemate bene, ma ci mancavano le nostre rispettive case. Anche perché a quindici anni eravamo state catapultate a Londra, da sole, ad affrontare una grande sfida.
Suonai al citofono, ma non ottenni risposta. Probabilmente Greta non era ancora rientrata. Aprii con le mie chiavi e spalancai il cancelletto, poi con cura lo richiusi. Aprire la porta di casa fu più complicato perché non riuscivo a trovare la chiave, che con mia grande fortuna si era staccata dal mazzo e si era ficcata sul fondo della borsa. Lentamente, girai la maniglia ed entrai in casa. Mi accolse il buio più assoluto. Varcai la soglia dell'ingresso e mi precipitai in salotto, feci per accendere la luce ma quella si accese prima di me e rimasi a bocca aperta. 
C'erano un sacco di persone che mi accolsero con un caloroso “Buon Compleanno, Ila!”.
Rimasi senza parole, non me l'aspettavo proprio. Misi a fuoco la stanza e guardai meglio. Non ci potevo credere! 
C'era la mia famiglia, Sarah, Tommaso, Luca, Jared, Felix che mi stava sorridendo, Jason, scorsi anche Elizabeth, alcuni amici d'infanzia dell'Italia, i miei amici Midnight Red e, poco più in là, Louis con Eleanor. C'erano perfino i genitori di Greta. Era fantastico, eravamo al completo. Il salotto era strapieno e le portefinestre spalancate sul giardino rivelavano una moltitudine di luci colorate e cartelli con scritto il mio nome e il numero 18, a caratteri cubitali.
Louis mi abbracciò << Così mi soffochi!>> scherzai. 
Poi andai incontro ai miei genitori, mia mamma stava piangendo dall'emozione e io anche. Abbracciai i miei genitori, e successivamente anche mia sorella che era cresciuta davvero parecchio e a momenti mi superava in altezza.
Ci spostammo tutti in giardino e iniziò la festa, raggiunsi Greta e le sorrisi.
<< Grazie mille per la festa, è tutto fantastico!>> lei contraccambiò il sorriso e si diresse al centro della pista di ballo, allestita apposta per l'occasione. Accanto c'era anche un piccolo palco, con i Midnight Red già in posizione. Tutti iniziarono a ballare.
Feci il giro della pista, Tommaso e Sarah l'uno appicciato all'altra. 
Formavano una bella coppia, non c'era niente da dire, ed io ero molto felice per lui, se lo meritava. Finalmente anche Tommaso sembrava aver trovato la sua dolce metà. Raggiunsi il gruppetto composto da Jared, Felix, Jason, Luca e Greta. Stavano parlando animatamente. 
<< Ehi ragazzi! Di cosa parlate?>> Jared mi sorrise, poi mi abbracciò. 
<< Allora, come stai? E’ da tanto che non ci sentiamo!>> e pensare che avevo letto da poco il suo articolo! 
<< Bene, molto bene, allora cosa mi racconti?>> chiesi.
<< Lo sai che sarà uno dei protagonisti del prossimo film di Christopher Nolan?>> annunciò Greta con entusiasmo. 
Un attore, beh aveva fatto molta carriera. Mi vennero alla mente i ricordi di qualche anno prima. 
<< Già, e mi dovrò trasferire qua a Londra, visto che le riprese avverranno qui!>> mi illuminai. 
<< Davvero? Fantastico!>> per me era stato un amico, oltre che ex ragazzo, aveva saputo consolarmi e tirarmi su di morale. Mi era stato vicino nei momenti più tristi, in quelli più brutti del mio periodo a New York.
<< Io invece, ormai sono un attore affermato! Ah, sapeste quanti registi mi hanno chiesto di partecipare ai loro film!>> scherzò Jason, anche se il fatto che fosse un attore affermato, era vero, più che vero. 
<< Su questo non ho alcun dubbio, e chissà quante ragazze!>> sorrisi. 
<< Ah, quello poco, ma sicuro. Anche se...>> ma si interruppe, vidi che le sue orecchie si erano arrossate. Sicuramente, gli piaceva qualcuna ed io avevo una mezza idea di chi lo fosse. Ma stetti zitta.
<< Luca! Ho saputo da Tommaso che inizierai qui l'università!>> lui annuii elettrizzato. Luca aveva un anno più di me e Greta, come Tommaso. 
<< Si, esattamente. Andrò ad Oxford!>> rimasi a bocca asciutta, Oxford era una delle scuole più prestigiose. Era contenta per lui, era difficile essere presi. 
<< E tu e Greta che programmi avete?>> e chi lo sa?
<< A settembre ci saranno delle sorprese per i fans di Gims, inoltre...>> fui interrotta da Elizabeth. Mi spuntò alle spalle, facendomi prendere un colpo. 
<< Ilaria! Buon compleanno! Diciott'anni, caspita! Come passa il tempo, beh... Io ne ho quindici in più di te, ci sta!>> quanto tempo era passato dal mio periodo a New York. Ah, che nostalgia!
<< Eh già, cos'è successo lì a New York in questi tre anni?>> sorrise e poi, mi mostrò la sua mano.
<< Mi sono fidanzata, e a settembre mi sposo! Ovviamente siete tutti invitati! Ci mancherebbe altro, sarà un grande e stupendo matrimonio!>> non ci potevo credere.
<< Elizabeth, ma è fantastico! Verrò di sicuro, dammi già per presente, non mancherò di certo!>> così detto, raggiunse i miei genitori ed iniziò a parlare con loro. Dopo le foto, passai a salutare i miei vecchi amici dell'Italia, c'era perfino Anna. Mi vennero quasi le lacrime agli occhi a rivederli, ma le trattenni. Arrivò il momento della torta, tutte le luci spente. L'unica luce proveniva dalle candeline. Diciotto candeline rosa, disposte in cerchio sopra la torta. Quest'ultima aveva un profumino delizioso, ed io non vedevo l'ora di assaggiarla.
<< Ora Ilaria, devi esprimere un desiderio...>> Greta lasciò la frase sospesa. 
Un desiderio, un unico desiderio. Quella serata era perfetta e non poteva andare meglio.
Ma c'era una presenza, una presenza tangibile che avrei voluto fosse lì.
Una presenza dai capelli biondi e dal dolce sorriso. Desiderai ardentemente che arrivasse, ma sapevo che non sarebbe venuto, perciò mi venne in mente solo una cosa. Un semplice desiderio.

"Voglio che tutti siano felici come in questo momento, adesso e per sempre!"

Soffiai sulle candeline, che si spensero. Ci radunammo tutti in terrazza. La gente applaudiva ed io rivolsi uno sguardo al cielo, le stelle risplendevano luminose nel buio della notte ed io sorrisi davanti a quello spettacolo meraviglioso. Poi tornammo verso l'interno e mi fiondai dritta in mezzo alla pista da ballo.
Era una serata meravigliosa.



#Spazio Autrici

Eccoci tornate con l'inizio della seconda parte. Ammettiamo, forse è un po' inaspettato. Già, sono passati ben tre anni dall'incidente in macchina, le ragazze sono maturate tra momenti difficili e altri più felici. Non l'avreste mai detto, vero?
Per chi non avesse capito chi sia Felix, vi consigliamo di leggere il Missing Moment che si colloca tra la prima e la seconda parte di Gims, cliccando 
qui.
Che altro dire, speriamo che questo capitolo non vi abbia sorpreso troppo (?) e vi aspettiamo al prossimo aggiornamento!

Le vostre Gims girls x

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Capitolo 25
*** Chapter 24 ***




 



Greta’s diary


Ilaria non smise di ringraziarmi fino al mattino seguente. Era il minimo che potessi fare per un’amica come lei. Era stata dura, ma grazie all’aiuto di Louis ero riuscita ad organizzare tutto per tempo. Ora mi stavo preoccupando per il nostro viaggio a Miami. Non avevamo voluto dirlo quasi a nessuno, per non spargere la voce, ma nel frattempo la donna dell’agenzia non aveva ancora chiamato. Se non c’erano più posti a disposizione? Ilaria continuava a dirmi che dovevo stare calma, ma mantenere il controllo anche in situazioni come quella mi veniva molto difficile. Ero ancora sdraiata sul letto quando Ilaria mi intimò di andare ad aiutarla a pulire, o mi avrebbe lavata con un secchio d’acqua. Mi alzai immediatamente. Lo aveva già fatto una volta, e non volevo che succedesse di nuovo. Arrivò una chiamata. Speranzosa risposi al telefono.
<< Pronto?>>
<< Gre, ciao sono Sarah!>>
<< Dimmi!>>
<< Volevo chiedervi se oggi pomeriggio vi andava di prendere un gelato. Se volete passo di lì e vi do una mano a riordinare, okay?>>
<< Due mani in più ci farebbero comodo!>>
<< Se vuoi porto anche Danielle ed Eleanor, sono qui con me, va bene?>>
<< Certo! Vi aspettiamo allora!>> Indossai i guanti e andai a recuperare tutti i piatti e bicchieri sporchi che erano rimasti a bordo piscina. Avevo sempre odiato pulire, quindi cercai di fare le cose alla svelta, ma fortunatamente pochi minuti dopo suonò il campanello.
<< Siamo qui a salvarvi il culo!>>
<< Eh?>>
<< Dai sto scherzando! Dammi la scopa che inizio a tirare su la roba che c’è per terra>> La finezza di Sarah. Intanto Eleanor si era appostata di fianco a Ilaria nel lavaggio delle stoviglie. In poco tempo, la casa era tornata pulita.
<< Ragazze, già che siete qua, che ne dite di fare una Twitcam?>> proposi.
<< Ma io non sono capace!>> ribadì Ilaria, con le mani ancora ricoperte di sapone.
<< Beh ce la caveremo, o no?>>
<< Ragazze, dovremmo fare qualcosa di originale!>> continuò Sarah.
<< Guardate quelle di Liam, sì, è tenero, però diciamoci la verità, non fa che parlare e basta!>> concluse Danielle. Iniziò ad imitarlo facendo smorfie strane, e io non potei fare a meno di ridere. Liam e Danielle si erano lasciati da parecchio tempo ormai, ma erano rimasti in buoni rapporti e si sentivano davvero molto spesso. Tanto che non mi sarei affatto sopresa se fossero tornati insieme.
<< Giusto!>> approvò Ilaria.
<< Magari dobbiamo indossare qualcosa di particolare...>> Ebbi un’idea. Senza farmi chiedere niente corsi in mansarda. Scesi poco dopo con cinque parrucche di tutti i colori possibili e immaginabili. Le indossammo e facemmo partire la Twitcam con il profilo di Gims. Immediatamente i viewers arrivarono a 30.000 e tutte e cinque scoppiammo a ridere.
La velocità con cui sapevamo sputtanarci in diretta mondiale era da record. Notai che Harry era online, speravo con tutto il cuore che non entrasse a vedere, ma fu troppo tardi.

Women, I will never understand them. LOL 

Avrei voluto rispondergli che per noi donne era lo stesso, ma feci finta di non averlo nemmeno letto.
La nostra Twitcam stava avendo talmente tanto successo che eravamo entrate in tendenza con #TwitcamGims.
Dopo circa due ore di cosiddetto fancazzismo, chiudemmo la webcam e andammo tutte a mangiare al ristorante cinese.
<< El, com’è andato il lavoro in Francia?>>
<< Oh, bene grazie, però è stato molto angosciante. Fortuna che sono tornata.>> Parlammo un po’ finchè non arrivò una chiamata a Sarah.
<< Scusate devo andare.. E’ Tommaso che mi cerca.>> << Vai a trovare la tua dolce metà allora!>> Ridemmo e la salutammo. Iniziai a sentire vibrare la borsa. << Scusate..>> presi il telefono.
<< Pronto?>>
<< Greta?>>
<< Si, con chi parlo?>>
<< Sono Cinthia, dell’agenzia!>> Come non avevo fatto a riconoscere quella voce odiosa?
<< Oh… dimmi tutto.>>
<< Ho completato tutti i documenti, appena potete venite da me, vi devo dare tutte le carte necessarie ed i preventivi!>>
<< Sarà fatto!>> chiusi la chiamata e riferii tutto a Ilaria. Non ci potevo credere, ce l’avevamo fatta! 

 
***

Arrivò ben presto il mese di Agosto, ormai mancavano veramente pochi giorni alla nostra partenza. Nel frattempo io e Ilaria non avevamo fatto molto, ci eravamo limitate ad aggiornare Gims e fare qualche giretto per Londra. L’ultima settimana ci eravamo impegnate a fare le valigie.
<< Dovrebbe essere tutto pronto, no?>>
<< Certo! Ilaria, toglimi solo una curiosità. Di che ragazza stava parlando Jason alla festa?>> Non ebbi idei di come quel pensiero mi fosse passato per la mente, dato che era passato un po’ di tempo, ma ormai gliel’avevo chiesto.
<< Ehm... Non ne ho idea.>> lasciai stare e presi il dépliant del nostro albergo, l’Epic Hotel.
Avevo fatto una mezza ricerca su internet ed ero rimasta a bocca aperta. Era bellissimo. Avevamo già organizzato cosa fare durante le due settimane: saremmo passate molto spesso per Lincoln Road, una delle strade più ricche di negozi, ristoranti e pub. Per il resto molto probabilmente saremmo state in spiaggia o avremmo deciso al momento.
Ero eccitatissima, ci stava aspettando una grande avventura! 




Ilaria's diary

Atterrammo che erano le tre di pomeriggio. Non c'erano stati ritardi e noi eravamo in perfetto orario, la vacanza era partita bene, non c'era niente da dire. Greta sembrava pensare la stessa cosa. Sperai con tutto il cuore che dopo aver scoperto quello che avevo fatto, avrebbe pensato lo stesso.
<< Il tempo è magnifico, non potevamo chiedere di meglio, guarda che cielo azzurro!>> rimasi a bocca aperta.
Ero immobile a fissare il cielo, sembravo una stupida, eppure c'era qualcosa, un qualcosa di unico. Ed eravamo solo in aeroporto, non immaginavo come potesse essere il resto della città.
Fuori dall'aeroporto i fans non mancarono, ma dopo un paio di autografi, ci lasciarono in pace. Probabilmente erano anche fin troppo abituati ad avere star famose che giravano per le strade della città. Il taxi arrivò con un leggero ritardo, ma poco importava.
Ci aspettavano due settimane di puro relax!
Eravamo nella stupenda Miami, non molto distante dal mare, niente poteva essere più perfetto di così.

Arrivammo in hotel. Era piuttosto lussuoso e moderno, sembrava più un palazzo residenziale, ma nell'ottica di Miami era perfetto e a me, quello che più importava, era di sicuro la spiaggia e la lunga via, dove avrei potuto fare tutto lo shopping immaginabile. Alla reception furono molto cordiali, ci accompagnarono personalmente nella nostra suite. Mi chiesi se facessero così con tutti gli ospiti. Due signori sulla trentina d'anni ci portarono le valigie direttamente in camera, mentre una ragazza dai lunghi capelli biondi ci scortò all'interno.
<< Questa è la suite residenziale, spero sia di vostro gradimento. La colazione verrà servita dalle nove alle undici, il pranzo inizia all'una e la cena verso le otto. Per ogni problema o richiesta, c'è il telefono all'ingresso. Per il servizio in camera, nel caso non vogliate mangiare nel ristorante dell'hotel, dovete digitare il numero 5. Per il resto troverete indicazione nel foglietto sul tavolino.>> fece per andarsene, ma tornò indietro << Un'ultima cosa, benvenute a Miami.>> ci sorrise ed uscì dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle. Impiegammo l'intero pomeriggio a disfare le valigie.
Già, eravamo a Miami e noi ci impegnavamo a svuotare le valigie, ma d'altronde era meglio farlo subito che quando sarebbe stato troppo tardi. La suite era enorme, ma questo rendeva il tutto ancora più bello, perché avevamo a disposizione un sacco di spazio, tutto per noi. Meglio di così non poteva andare!
Finimmo per l'ora di cena, o meglio, avevamo già finito da parecchio, ma ci eravamo addormentate sul terrazzo vista mare della nostra "Camera".
Io indossai un vestito senza spalline azzurro come il cielo che mi aveva colpito appena atterrata, mentre Greta, optò per un paio di pantaloncini corti e una maglietta larga. Non resistetti ed indossai un paio di sandali con la zeppa, non erano altissimi, ma bastava che fossero tacchi.
Prendemmo l'ascensore e ci fermammo al primo piano. Quando l'ascensore si aprì, ci ritrovammo in una sala ampia e spaziosa, ricca di un delizioso buffet. I tavoli erano sparpagliati per la sala, in posizioni equidistanti l'uno dall'altro.
<< Credo che quello sia...>> Greta fu interrotta. Mi voltai e non feci a meno di ridere per la comicità del momento. Per lo meno, dal mio punto di vista, era così. << Greta? Ila? Anche voi qui! Non ci posso credere!>> era Jason. La mia risata proruppe nel suo breve discorso e lui mi lanciò un'occhiataccia, ma poi sorrise. << Ja… Jason?>> Greta era incredula, stupita e... Non riuscivo a capire quell'ultima espressione, forse era meglio non capirla.
<< In carne ed ossa!>> e fece un inchino. Credo che in quel momento fosse leggermente andato. Il che mi fece ridere ancor di più.
<< Allora "Cavaliere in carne ed ossa", quanto tempo resterai qui? Sei arrivato da tanto?>> chiesi in tono eloquente, cercando di essere il più seria possibile. Anche se lo smoking che indossava e il fitto strato di gel sui capelli non mi aiutava di certo.
<< Sono arrivato ieri, starò qui circa due settimane!>> disse orgogliosamente.
<< Che coincidenza.. anche noi!>> Greta finì di dire quella frase e iniziò a fissarmi. Feci uno sguardo innocente e cercai in qualche modo di fare finta di niente.
<< Beh è ora di andare a mangiare...>> ma Jason m'interruppe << Voi in che suite alloggiate?>> chiese.
<< La terza al quinto piano…>> rispose Greta.
<< Allora saremo vicini di tavolo!>> rispose con un largo sorriso.
Io scoppiai nuovamente a ridere. All'inizio mi era parsa una buona idea dire a Jason che saremmo andate a Miami, ma ora, vedendo com'era conciato, pensai fosse stata una pessima idea.
Dopo aver cenato io e Greta pensammo di andare a fare una passeggiata. Jason ci aveva probabilmente seguite, perché lo incontrammo "casualmente" in un negozietto abbastanza lontano dall'hotel. Per fortuna si era cambiato e al posto dello smoking da red carpet aveva indossato un paio di bermuda bianchi e una camicia in tinta. Si aggregò a noi e non ci lasciò più da sole, per tutto il resto della serata. Valutai che era stata peggio di una pessima idea.

In camera, prima di addormentarci, io e Greta parlammo.
<< Mi spieghi perché gli hai detto che saremmo venute a Miami?>> di colpo raggelai. Mi aveva scoperta, era difficile nasconderci le cose, ormai ci conoscevamo molto bene.
<< Sai quando mi hai chiesto chi fosse la ragazza di cui parlava?>> lei sgranò gli occhi. Forse capì in quel momento, ma io parlai lo stesso << Beh, sei tu. E mi dispiaceva per lui... Dopotutto hai bisogno di dimenticare Harry come io ho bisogno di dimenticare Niall>> dissi, poi mi raggomitolai nel letto.
<< Hai ragione... Grazie, ma non provo nulla per Jason… per ora lo vedo come un amico. Però… mai dire mai, giusto?>> mi alzai e le sorrisi.
Già, questo poteva valere anche per me. Anche se un ragazzo nella mia vita non c'era ancora, per lo meno dal mio punto di vista.

La mattina mi svegliai piena di allegria. Il sole era già alto nel cielo e risplendeva di una luce unica. Faceva un caldo terribile, andai a controllare l'orologio. Le dieci, giusto in tempo per la colazione. Mi feci una doccia veloce e mi preparai per una giornata in spiaggia.
Svegliai Greta e dopo essersi cambiata, raggiungemmo il primo piano. Di Jason non vi era traccia e questo ci garantì una colazione coi fiocchi e senza chiacchere. Il nostro Hotel era praticamente sul mare e di conseguenza la spiaggia era a pochi passi.
Non ci mettemmo molto a raggiungere e a stendere gli asciugamani, in men che non si dica, ci ritrovammo in acqua a nuotare e a rinfrescarci. L'acqua era fantastica, ci si poteva perfino specchiare. Ad un certo punto, sentii qualcuno chiamare i nostri nomi. Pensai ai paparazzi, ma non erano loro ad aspettarci a riva. Bensì Jason e... Felix. Rimasi di stucco, letteralmente.
<< Cosa ci fa Felix qui, a Miami? Gre, che ne dici di svignarcela?>> proposi quasi sussurrando.
<< Direi... Perfetto. Che ne dici di aggrapparci a quelle barche laggiù?>> le guardai, erano troppo “laggiù” per i miei gusti, perciò mi rassegnai alla prospettiva di scappare.
<< Troppo lontane...>> lei mi guardò e rise. << Dobbiamo dimenticare Harry e Niall, cerca di ricordartelo!>> annuii riluttante, dopotutto aveva ragione. Raggiungemmo la riva, e i due boys da spiaggia ci passarono i teli per asciugarci.
<< Allora ragazze che ne dite di una bella surfata?>> " Certo, ma voi restate a riva, mentre noi prendiamo il largo" pensai.
Greta invece annuì entusiasta, dovevo cercare di mettere da parte quell'astio comparso all'improvviso e cercare di divertirmi al massimo.
Dovemmo camminare poco per trovare il chioschetto. Era piuttosto piccolo, ma ben attrezzato. Ci diedero quattro tavole e ci fecero subito fare pratica, sulla spiaggia. Io e Greta eravamo parecchio portate, mentre Jason e Felix erano proprio delle frane. Felix, pur essendo parecchio muscoloso, faticava a stare in piedi sulla tavola, il che era piuttosto strano, ma sorvolai.
E mentre noi due eravamo già pronte a solcare le piccole onde, loro dovettero restare in spiaggia per i fondamentali. A riva trovammo due ragazzi che erano già esperti: surfavano da anni, ma venivano dalla Francia. Per loro fortuna, avevano un parente che abitava a Miami e li ospitava per le vacanze.
Quello coi capelli corti e biondi, molto carino dovetti ammettere, si chiamava Lucas, mentre l'altro con i capelli ricci e castani, si chiamava Dylan. Ci aiutarono a muovere i primi passi tra le onde, non erano altissime, ma era davvero difficile. Perchè se in spiaggia era teoricamente semplice, in acqua era tutta un'altra cosa. La giornata passò in fretta, tanto che ci dimenticammo perfino del pranzo e tornammo in hotel verso le sei, completamente esauste. Prima però ci scambiammo i numeri di telefono, magari ci saremmo rivisti una di quelle sere. Jason e Felix si erano volatilizzati. Mi dispiaceva averli lasciati da soli, ma noi ci eravamo divertite, surfare mi aveva permesso di estraniarmi dal mondo e di concentrarmi solo su me stessa e nient'altro. Poi, avevamo avuto una compagnia d'eccezione. Non c'era che dire.

Eravamo in ritardo per la cena, ma per fortuna, quando scendemmo, non l'avevano ancora servita. Jason e Felix, vestiti in modo “normale”, erano già al loro tavolo. A quanto pare, Felix e Jason dividevano la suite. o per lo meno il tavolo. Mi chiesi se non ci fosse per caso lo zampino di Jared, gli avevo parlato del viaggio poco prima di partire, ed in fondo era stato lui a farmi conoscere Felix.
<< Ragazze, domani che ne dite di una giornata al golf club?>> rimasi stupita da quella proposta, ma accettammo. Dopotutto, una giornata in meno al mare non avrebbe arrecato alcun danno alla vacanza.

Il giorno seguente non tardò ad arrivare, e ben presto ci ritrovammo a passare in rassegna i nostri vestiti. Non c'era niente che potesse andar bene. Non saremmo andati al solito minigolf, ma ad un vero e proprio golf club. Ci rassegnammo, indossammo dei pantaloncini corti ed una canotta, sperando con tutto il cuore che avremmo trovato uno store all'interno del club. Dopo aver fatto colazione, raggiungemmo l'esterno dell'hotel, dove trovammo Jason e Felix. Anche loro avevano avuto la nostra stessa idea. Tirammo un sospiro di sollievo nel vederli indossare dei semplici bermuda. Erano le dieci, eravamo in perfetto orario. Non ci mettemmo molto ad arrivare alla nostra destinazione. Campi su campi si estendevano per moltissimi ettari, ed il cielo azzurro contrastava con il verde dell’erba. Noleggiammo l'equipaggiamento con tutto il necessario. Io indossavo una polo azzurra e una gonna bianca, completando il tutto con un cappellino del medesimo colore della gonna. Greta, indossò una polo grigia e un paio di pantaloncini bianchi che arrivavano poco sopra il ginocchio, anche lei indossava un cappellino, però era grigio-nero, a differenza del mio bianco. Felix e Jason sembravano dei veri nobili, avevano l'abbigliamento classico dei golfisti che partecipavano alle gare. Erano tutti e due in tinta, con cappellini coordinati all'abbigliamento. Ma, a differenza di quando Jason indossava lo smoking, questa volta non mi venne da ridere, meglio così, non volevo certo fare altre figuracce. Io e Greta scoprimmo di essere veramente impedite. Io ero un vero disastro. La prima volta, mi scappò di mano la mazza e per poco non finì in testa a Jason; la seconda volta stortai il piolino su cui vi era la pallina e la terza volò solo il piolino, ormai storto, e la pallina colpì Felix. A quel punto, ci rinunciai. Non ero portata.
<< Ragazzi, cedo il testimone a qualcuno di voi. Gre? Felix? Jason? E' tutta vostra!>> Felix mi si avvicinò, sembrava stesse per abbracciarmi, ma all'ultimo, mi accorsi che voleva aiutarmi. Da dietro posò le sue mani sulle mie ed insieme, impugnammo la mazza. Poi le facemmo fare un piccolo arco all'indietro e rilasciammo, facendo partire la pallina che non si sa come, arrivò dritta in buca.
<< Oh mamma, è andata in buca, è andata in buca!>> iniziai a saltellare senza sosta e, senza averlo premeditato, saltai praticamente in braccio a Felix che non aspettandoselo ricadde all'indietro. Ci ritrovammo l'uno sopra l'altro.
<< Ehi...>> disse, io rimasi imbambolata ad osservare i suoi meravigliosi occhi blu, poi rotolai sul fianco e mi staccai da lui. Jason e Greta emisero dei risolini che cessarono quasi subito. Io, ero rossa in viso e Felix aveva un largo sorriso sulle labbra, si alzò e mi porse la mano. Io l'afferrai e mi tirai su di scatto. 
<< Bene... Direi che per oggi è abbastanza! Ho visto dei golf kart molto interessanti...>> iniziò Greta, io finii la sua frase << Gara coi golf kart!>> tutti iniziammo a correre a perdi fiato. I golf kart erano parcheggiati all'entrata del golf club. Potevamo usarli in qualunque momento, perciò ci precipitammo, mi misi subito al posto di guida con Greta al mio fianco. Felix e Jason, stavano per accendere il motore, ma io fui più veloce e partimmo a tutta birra.
<< Wow, vanno veloci questi cosi! Abbiamo Tom e Jason alle calcagna!>> disse Greta, emozionata dalla gara.
<< Chi arriva ultimo, paga il pranzo!>> gridai a voce fin troppo alta. Il campo era semideserto, di tanto in tanto, scorgevamo qualche signore anziano che cercava di mandare la pallina in buca, inutilmente. Ad un certo punto, scorsi in lontananza un piccolo dirupo, d'altronde ci trovavamo sopra una collinetta artificiale. Sterzai bruscamente e inchiodai a pochi metri dal precipizio. Sicuramente era piuttosto basso, pochi metri di dislivello, ma non volevo rischiare di rompere il golf kart o di farmi male, così da rovinare la vacanza. Jason non si accorse di nulla e pensando di essere ormai il vincitore, precipitò assieme a Felix. Io e Greta corremmo a vedere cosa fosse successo. Il golf kart, conficcato nel terreno in una posizione d'impennata era praticamente distrutto. Felix fu il primo a spuntare e mi accorsi che stava leggermente barcollando, ma dopo poco ritrovò l'equilibrio. Jason, invece, un po' per la vergogna e un po' per l'imbarazzo, sembrava non volersi muovere. Proposi a Greta di andare a parlargli e così riuscimmo a tirarlo fuori da lì. Il golf club non ebbe poi molto da ridire, capitava di rado che delle celebrità venissero a giocare lì, perciò incassarono il risarcimento e ci salutarono. Io mi sarei infuriata, ma tante volte vedersi davanti qualcuno di famoso può dare alla testa. Ricordai il nostro primo red carpet e tutte le celebrità che incontrammo, stavo letteralmente svenendo quando vidi i cantanti che seguivo fin da piccola, perciò sorrisi ed uscimmo.
<< Beh, come dire, giornata interessante. Non credete?>> dissi.
<< Già, peccato per il finale. Ho rovinato tutto!>> rispose Jason, Felix gli diede una pacca sulla spalla e Greta, vedendolo giù di morale, gli chiese se il pomeriggio voleva andare con lei a surfare. Lui accettò ed io fui felice. Ma poi mi ricordai che quello voleva dire solo una cosa. Avrei passato l'intero pomeriggio con Felix.

Stesi il telo mare sulla spiaggia e agguantai la crema solare dalla borsa. Felix al mio fianco, mi diede un pizzico sul braccio per farmi voltare. Mi mostrò il cellulare. << Probabilmente ci sono paparazzi anche al golf club!>> disse ridendo.
Mi immaginai i paparazzi camuffati da cespugli o alberi che ci fotografavano e mi venne da ridere. Guardai le foto, c'era perfino la foto di quando Felix mi aveva aiutata a tirare e di quando l'avevo fatto cadere, ma quella che mi fece più ridere, fu la foto che ritraeva il golf kart impennato nell'erba.
<< Ridi, ridi... >> disse Felix, voleva farmi smettere, ma la mia risata contagiò anche lui.
<< Dai, lo sai che in fondo ti voglio bene. Però devi ammettere che è stato davvero divertente quando siete precipitati col golf kart. A proposito, tutto bene? Ho visto che barcollavi.>> lui mi guardò, i suoi occhi attraversarono letteralmente i miei.
Ero immobile, il cuore aveva incominciato a battere particolarmente veloce e, per non farsi mancare niente, mi mancò quasi il respiro.
<< Tutto bene, Ila.>> detto ciò, si avvicinò improvvisamente, mi prese il viso tra le mani e mi baciò.

 

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Capitolo 26
*** Chapter 25 ***


  



 

Greta's diary
 

Non avrei mai pensato che mi sarei divertita così tanto in un pomeriggio solo. 
Grazie alla compagnia di Ilaria, Jason e Felix mi ero divertita moltissimo. 
Andai a bussare alla camera di Jason. 
<< Hey, sei pronto? Io sono qua fuori che ti aspetto!>> 
<< 
Dammi 2 minuti e sono fuori dalla stanza!>> Avrei dovuto passare l’intero pomeriggio con lui. Ormai gliel’avevo promesso, e non volevo deluderlo. 
<< Eccomi qua!>> Assieme ci dirigemmo verso le scale e attraversammo la strada. 
<< Ma che sta succedendo?!>> 
<< Perché il chiosco non è aperto?>> Senza le tavole sarebbe stato difficile surfare. 
<< Se andassimo in un altro chiosco?>> 
<< Il prossimo è a 10 km di distanza, non so se conviene.. Poi se ce ne fossero di più vicini non sarebbero di certo economici..>> Eravamo entrambi amareggiati. 
<< Allora.. che si fa?>> Ebbi un’ idea. Lo presi per mano 
<< Ma che fai?>> 
<< Dai, zitto e seguimi!>> rientrammo nell’albergo e girammo a destra. 
<< Dove mi stai portando?>> 
<< Aspetta e vedrai!>> Lo accompagnai all’interno della SPA. In fondo non ci eravamo mai andati, e un pò di relax non avrebbe fatto male. 
<< Buongiorno, come vi posso aiutare?>> 
<< Beh ecco, vorremmo fare due massaggi, c’è posto?>> 
<< Un momento che controllo… sì, abbiamo due posti liberi tra dieci minuti! Che massaggio vorreste fare?>> 
<< Io quello californiano!>>
Guardai stranita Jason.
<< Ma sai come lo fanno almeno?!>> 
<< No, però mi ispira il nome!>> decisi di non dirgli niente. 
<< Io invece uno rilassante a quattro mani, grazie.>> 
<< Perfetto, allora lo spogliatoio maschile è da quella parte, poi entrerà il massaggiatore a chiamarla. Quello femminile invece è in fondo al corridoio!>> ringraziammo e ci dirigemmo ognuno nei rispettivi spogliatoi. 
Appena entrai scoppiai a ridere, Jason non sapeva che il massaggio californiano era molto doloroso, perché veniva fatto con i piedi! Tornai a concentrarmi sul mio massaggio. Avrei passato un’ ora intera di puro relax. Mi cambiai e spensi il cellulare. Dopo qualche minuto arrivarono due ragazze a chiamarmi, e così le seguii.

 

Ci ritrovammo dopo un’ora precisa nella piscina interna. Avevo già addosso il costume da bagno, così non dovetti salire in camera a cambiarmi. 
<< Jason com’è andata?>> fu la prima domanda che gli feci. Aveva una faccia un po’ frastornata. 
<< Sei una stronza!>> scoppiai a ridere, tanto che anche lui si aggiunse a me.
<< Perché non me l’hai detto? Sono distrutto!>> 
<< Ho provato a dirtelo ma dicevi che ti ispirava il nome!>> continuammo a ridere sotto gli sguardi indiscreti degli altri clienti, e poi entrammo in piscina. 
L’acqua era gradevole, tiepida. Rimanemmo dentro fino a quando mi accorsi che erano già le cinque passate. 
<< Cavolo, devo scappare! Jason scusa, ma Ilaria mi aveva detto che ci dovevamo trovare alle sei meno dieci!>> 
<< Figurati, ci vediamo dopo!>>
In realtà non era vero, mi ero accorta che avevo lasciato la mia borsa nello spogliatoio e dovevo trovare una scusa per andare a riprendermela. 
Di nascosto entrai e chiesi alla commessa se la borsa era ancora dentro o l’avevano spostata. 
<< Non si preoccupi, dovrebbe essere ancora dentro!>> entrai nello spogliatoio, e fortunatamente era lì. 
Tirai un sospiro di sollievo, e riaccesi il cellulare. Avevo un messaggio in segreteria telefonica e due SMS. Diedi priorità al messaggio vocale. 
<< Greta? Ci sei? Cavolo non riesco mai a trovare né te né Ilaria! Comunque volevo avvisarvi dell mio matrimonio. Vi ho inviato tutto quello che dovete sapere via e-mail, ah, se non vi dispiace ho invitato anche i ragazzi, spero non vi dia fastidio! Ci sentiamo! Baci!>> Rimasi parecchio scocciata perché 
avrei dovuto rivedere Harry.
Ma dopotutto non era il mio matrimonio, non stava a me decidere chi invitare o no. 
Feci spallucce e lessi i messaggi. Il primo era di Sarah, che mi chiedeva come stava andando la vacanza, il secondo… “Zayn?”, pensai. 
Cosa voleva quel ragazzo? Con un pizzico d’ansia aprii il messaggio.

 

Hey Gretolina, come va?  Non so se hai letto la mail di Elizabeth, spero che ecco.. non ti dia fastidio! Come va lì a Miami? Spero vi stiate divertendo tu ed Ila. Comunque dovrei dirvi una cosa importante. Chiamatemi appena potete! Xx

 

Iniziò a salirmi l’ansia. Chiusi il messaggio e feci finta di niente. Lo avrei chiamato quella sera stessa, con Ilaria. Uscii dallo spogliatoio e la vidi. 
<< Ila, Ila! Vieni qua, di corsa!>> con la faccia un po’ spaesata mi raggiunse. 
<< Che succede?>> 
<< Ho detto a Jason che tu mi avevi detto che dovevamo trovarci alle sei!>> 
<< Eh?>> 
<< Se Jason ti dice qualcosa, tu rispondigli “Sì, è vero!”>> 
<< Ah, ok. Comunque che altro volevi dirmi?>> 
<< Faccio prima a fartelo leggere..>> le porsi il cellulare. 
<< Che diavolo sta succedendo?>> 
<< Non so, Ila.. Però stasera lo chiameremo assieme!>>

 

Arrivò ben presto l’ora di cena. 
Ci eravamo vestite eleganti perché c’era la serata di gala. Ci dirigemmo immediatamente nella sala da pranzo. Avevamo una fame allucinante! 
I due ragazzi non si erano ancora fatti vivi, perciò ne approfittammo per raccontarci tutto ciò che era successo durante il pomeriggio. 
<< Allora com’è andata con Jason?>> 
<< Bene dai. Sai che dovevamo andare a surfare? Ecco alla fine il chiosco era chiuso e allora abbiamo deciso di passare il pomeriggio alla SPA dell’albergo. Prima di tornare a casa dovrai provarla anche tu! Comunque.. Poi siamo andati in piscina e mi sono ricordata di aver lasciato la borsa nello spogliatoio, ho inventato una scusa per andarmene, e trovai il messaggio di Zayn..>> 
<< Wow, comunque stasera dobbiamo chiamarlo! Se Jason e Felix ci chiedono di uscire, usciamo, ma dopo una certa ora dobbiamo rientrare, anche perché magari con la storia del fuso orario non li troviamo!>> 
<< Hai ragione.. Beh, andiamo a mangiare allora!>> Solo in quell’istante mi accorsi di quanto fosse esageratamente abbondante il buffet. 
A Ilaria brillavano gli occhi, come quando a un bambino vengono regalate le caramelle. 
Ci fiondammo verso gli antipasti, poi ai primi ed infine ai secondi. Era tutto estremamente delizioso! 
Ci abbuffammo fino a quando la nostra pancia non stava per scoppiare. 
<< Ok Ila, io non ce la faccio più!>> 
<< Ma il dolce?>> 
<< Se ne prendiamo uno in due?>> 
<< Mmmh, dai va bene.. Cameriere! Ci può portare una fetta di torta al cioccolato?>>
<< Arriva subito!>> Non riuscivo a immaginare quanto potesse essere grande lo stomaco di Ilaria.. 
<< Comunque com’è andata con Felix? Dai sono curiosa!>> 
<< Forse è meglio che te lo racconto quando risaliamo in stanza, guarda chi sta arrivando!>> 
Erano Felix e Jason, più eleganti che mai, ma fortunatamente, senza tutto quel gel sui capelli! 
<< Ragazze, avete già finito?>> 
<< Si, ma.. ecco… Ilaria non si è sentita molto bene quindi probabilmente adesso risaliremo in stanza, scusate ragazzi!>> Ilaria mi diede una gomitata, ma feci finta di niente.
<< Figuratevi, dai fra mezz’oretta saliamo e veniamo a trovarvi, ok?>> 
<< Va bene, a dopo!>> Intanto arrivò il cameriere con la torta. Gli bisbigliai all’orecchio << Potrebbe farcela arrivare ala suite 3 del quinto piano?>> 
<< Certamente!>> ringraziammo e prendemmo l’ascensore. 
<< Ora invio un messaggio a Zayn e gli dico di accendere Skype, altrimenti paghiamo entrambi una cifra esorbitante!>> Ilaria annuì, e poco dopo arrivò anche il messaggio di conferma di Zayn. 
Ero preoccupata, cosa aveva da dirmi Malik?

 

Ilaria’s diary
 

Quasi correndo raggiungemmo la nostra suite. 
L’ascensore non arrivava più, perciò presa dall’euforia del momento, mi precipitai su per le scale. 
Non avevamo molti piani da fare e per questo non mi affaticai molto.
Insomma, in men che non si dica, eravamo nella nostra camera, attaccate al pc. 
Inviammo la chiamata su Skype ed aspettammo. 
Passò qualche minuto prima che Zayn rispondesse, quando si aprì il video, rimasi senza fiato. Ero emozionata, ma anche agitata, non sapevo cosa ci avrebbe detto e questo mi faceva agitare sempre di più.
Comparve la sua faccia sorridente, con lui non c’era nessuno e mi rassicurai. Niente di brutto, in fondo stava sorridendo.
<< Ciao ragazze!>> salutò con entusiasmo. 
<< Zayn! Ma lì non è notte?>> chiesi improvvisamente, l’avevamo forse svegliato? 
<< Sì, in verità sì, ma non avevo molto sonno. E comunque abbiamo delle questioni in sospeso…>> disse con decisione, poi ritornò a sorridere. Dopo il breve colpo, ritornai tranquilla.
<< Allora racconta… Siamo tutte orecchie…>> Greta pronunciò la frase quasi in un sussurro, non ne era molto convinta.
<< Sapete che le foto sono girate sul web?>> io e Greta ci guardammo, quali foto? Poi Zayn riprese
<< No… Immagino di no. Intendo le foto riguardanti il golf!>> quasi non caddi dal letto, incominciai a ridere. 
Quelle foto! Chissà che bella figuraccia, Felix e Jason con il golf kart impennato nel terreno. 
<< Aaah quelle foto!>> anche Greta incominciò a ridere.
<< Non sono le uniche che hanno pubblicato, ragazze. C’erano anche quelle con te e Felix, Ila. Quando ti “aiutava” a tenere la mazza da golf in mano e di sicuro, non era per quello che ti stava aiutando. O quando l’hai abbracciato oppure ancora le uscite tra Greta e Jason. Beh, non sono l’unico ad averle viste e… Udite, udite… Mi sembra sia accaduto qualcosa.>> e non aggiunse altro. 
Voleva vedere la nostra reazione, prima di finire di parlare. Ero curiosa, molto curiosa. Potevo immaginare a chi alludesse Zayn, ma non sapevo cosa potesse essere successo.
<< Zayn, parla…>> dissi con un filo di voce. 
<< Dunque, ero con i ragazzi su internet e su un sito di gossip c’erano le vostre foto... Dopotutto, non potevo immaginare che loro… Provassero ancora qualcosa per voi. Per tutta la sera, sono rimasti straniti e parecchio sconvolti, forse perché si erano convinti che loro potevano avere altre storie e voi no. Poi, però, appena hanno saputo che sareste state presenti al matrimonio, si sono calmati un attimo. Secondo me, e in base a quello che è successo, non hanno mai smesso di provare qualcosa di profondo per voi.>> dopo quell’ ultima frase rimasi come paralizzata. 
Non potevo crederci, mi sembrava una cosa impossibile, ma Zayn non ci avrebbe mai mentito, mai. 
Guardai Greta, aveva quasi le lacrime agli occhi. Visto che ero ancora l’unica in grado di dire qualcosa, salutai Zayn.
<< Io… Non so cosa dire, però grazie davvero, grazie per avercelo detto subito. Sei davvero un amico Zayn, non vedo l’ora del matrimonio, così ci rivedremo. Ora dobbiamo andare a finire il… Dolce, ciao Zayn. E mi raccomando dormi. Altrimenti come ti presenterai ai concerti?>> lui rise e poi contraccambiò i saluti, augurandoci la buonanotte. In quel momento qualcuno bussò alla porta e io corsi ad aprire, mentre Greta si precipitava in bagno.
Alla vista di Felix, mi ricordai della scusa che ci eravamo inventate, probabilmente avevo uno sguardo strano perché lui mi guardò accigliato. 
<< Cosa succede?>> cercai di sorridere e lui contraccambiò. 
<< Niente, solo che sto molto meglio!>> risposi, ma con poca convinzione. 
<< Allora che ne dite di uscire con me e Jason?>> era piuttosto speranzoso e non mi andava di deluderlo. Non dopo quello che era successo tra di noi quel pomeriggio.
<< Certo, aspettateci nella hall, un quarto d’ora e siamo giù!>> richiusi la porta alle mie spalle e mi lasciai ricadere a terra. 
Lasciai sgorgare le lacrime lungo le mie guance, sarei dovuta essere felice, al settimo cielo. Eppure, non facevo altro che pensare a quello che ci eravamo persi. Se loro non avevano mai smesso di amarci, allora perché non c’eravamo sentiti per ben tre anni? Perché cercavamo in tutti i modi di evitarci, di non incontrarci durante gli eventi mondani o anche solo per le vie di Londra? Era terribile ciò che c’eravamo fatti, allontanandoci l’uno dall’altro. E per cosa? Lasciarci per poi soffrire, cosa voleva dire, perché lo avevamo fatto?
E poi... C'era stato quel bacio con Felix, cosa avrei dovuto fare? Non sapevo cosa pensare. Ero confusa, totalmente persa. Non avevo idea di cosa fare.
Ad un certo punto, una mano si protese verso di me ed io l’afferrai, tirandomi su.
<< Dobbiamo reagire, se tutto questo è vero, beh… Allora di cosa ci auto commiseriamo? In fondo, non tutto è perduto e possiamo ancora fare qualcosa! Non so, cercare di recuperare questi tre anni oppure decidere di lasciarci tutto alle spalle una volta per tutte!>> Greta aveva ragione, era inutile piangerci addosso, non ne valeva la pena. 
E, nonostante tutti i perché, riuscii a reagire e darmi un contegno. Dovevamo scegliere cosa fare, potevamo salvare i nostri rapporti e ricominciare da capo oppure dimenticare davvero e per sempre.
<< Andiamo Greta, Felix e Jason ci aspettano! Dobbiamo divertirci, per le scelte c’è tempo e dopotutto, abbiamo bisogno di relax, non credi?>> lei mi sorrise, poi aprimmo la porta e raggiungemmo la hall.
Felix e Jason erano lì, stavano parlando. O meglio, Felix cercava di parlare, ma Jason era intento a guardare la tele. 
Quella scena mi riportò indietro nel tempo, a tre anni prima, quando Niall ed Harry erano venuti a prenderci per uscire insieme. Non eravamo ancora insieme allora, ma di sicuro provavamo già qualcosa per loro. 
Mi sembrava di rivivere la stessa scena, ma con persone diverse. Mi chiesi se non potessi avere un futuro con quel ragazzo. Questo dipendeva solo da me, dalle mie scelte. Da ciò che provavo o che non provavo. 
<< Ragazzi!>> loro ci videro e ci vennero incontro.
<< Allora, che ne dite di andare ad un bar sulla spiaggia. Dicono ci sia una festa!>> noi annuimmo entusiaste.


Arrivate alla spiaggia, scoprimmo che non era una semplice festa, ma la “festa”. C’erano un mucchio di persone, forse troppe. 
La spiaggia era piena di falò e gente che ballava al ritmo della musica che usciva dalle casse, poste vicino al bar. Insomma, era una bella festa. Ma ciò che attirò la mia attenzione fu il ricco buffet in prossimità dei tavoli. Stuzzichini di tutti i tipi, da quelli salati a quelli di frutta. Mi ci piombai letteralmente sopra.
<< Ilaria?>> mi voltai. Era Lucas, uno dei due ragazzi francesi incontrati a fare surf. 
Greta mi raggiunse, seguita da Felix e Jason. 
<< Ciao Lucas, anche tu qui?>> lui mi sorrise e annuii, poi salutò anche Greta.
<< Sono qui con Dylan, ma l’ho perso di vista, probabilmente sarà al falò con la sua ragazza!>> detto ciò, ci salutò e si addentrò in spiaggia. 
<< Direi che è meglio dividerci per vedere tutta la festa. Alle undici ci ritroviamo qui, per vedere cosa fare, ok?>> disse Greta risolutiva.
<< Perfetto, Felix? Andiamo?>> lui si svegliò di colpo e mi seguì.
Ci allontanammo da Greta e Jason e ci addentrammo nel lato est della festa. C’erano addirittura persone che facevano il bagno nel mare. Ballammo per un po’, poi raggiungemmo un falò e alla luce tenue del fuoco, incominciammo a parlare.
<< Allora Felix, l’anno prossimo ti trasferirai a New York! Emozionato? Beh, in effetti, è un bel posto e poi sono sicura che riuscirai a fare successo alla grande mela!>> lui mi sorrise, poi tornò serio.
<< Si beh, è il sogno di ogni modello… Comunque potresti venire a trovarmi…>> lasciò la frase sospesa nell’aria. Un invito che alludeva ad altro. 
<< Poi si vedrà…>> non sapevo nemmeno io cosa dire, in fondo non avevo ancora un’idea chiara su ciò che avrei fatto. In fatto di amore, ero più decisa a quindici anni, ma non potevo farmene una colpa.
<< Già… Si vedrà… Ila, cos’è successo questa sera? So che il fatto che stessi male, era una scusa per raggiungere la vostra camera. Che succede?>> mi colse alla sprovvista, non mi aspettavo questa domanda. Non pensavo l’avrebbe capito. 
Dietro al mio niente, aveva riconosciuto qualcosa di più. Forse, l’idea di un futuro tra noi non era da escludere. Sapeva capirmi e comprendermi. Da una mia espressione, decifrava un intero discorso. E da un niente aveva capito che c’era qualcosa che non andava.
<< E' stato per il bacio che ti ho dato oggi?>> continuò. A quel punto, non ce la feci più a tenermi tutto dentro.
<< Niall…>> dissi quasi in un sussurro e Felix capì. Mi abbracciò e io mi lasciai andare a quell’abbraccio, perché era l’unica certezza a cui aggrapparsi e, in un modo o nell’altro, il mio presente.




#SPAZIO AUTRICI
Hola chicas!
Che ne pensate di questo nuovo capitolo? La chiamata di Zayn, Felix, Jason.. La vita delle Gims Girls non è mai stata più movimentata e
confusa se possiamo dirlo. Cosa vi aspettate succederà d'ora in poi, ora che le carte sono state scoperte? Lo scoprirete nel prossimo 
capitolo. Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti colori che seguono e recensiscono la nostra storia ad ogni capitolo.
Nel nostro piccolo ci fate sempre sentire importanti! Grazie di tutto cuore ♥
Un bacione grande, grande
Gims Girls :)

 

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Capitolo 27
*** Chapter 26 ***




 

Greta's diary
 

Alla festa mi allontanai con Jason. Non volevo fargli capire come in realtà stavo. Mi limitavo a sorridere quando faceva una battuta e qualche chiacchiera. Cercavo di mascherare il dubbio che avevo nella mia testa, che mi continuava a martellare in testa da quando avevamo chiamato Zayn. 
Forse Harry provava ancora qualcosa per me, ma io cosa potevo farci? Domanda stupida. Lo sapevo benissimo che anch’io provavo ancora dei forti sentimenti per lui. 
Ad interrompere i miei ragionamenti contorti fu proprio la voce di Jason. 
<< Hey? Tutto bene?>> 
<< Sì… Sì tutto a posto.>> rimanemmo in silenzio per un po’ di tempo. 
Non volevo rovinare sempre tutto, così proposi di andare a bere qualcosa al bar. 
<< Due birre, grazie.>> Mentre eravamo seduti sugli sgabelli guardavamo la gente che si divertiva, e la cosa mi dava un forte senso di malinconia. 
Ad un certo punto Jason mi prese per mano e mi portò verso il bagnasciuga. 
Non capivo che intenzioni avesse, forse era leggermente sbronzo. 
Poi lo guardai negli occhi, e capii che in realtà era sobrio, anche troppo. 
<< Greta, io non ce la faccio più.>> 
<< Cos’è successo?>> avevo già capito cosa voleva dirmi. 
<< Ascolta. E’ da quando ci siamo dati quel bacio sul set che, ecco… credo di provare qualcosa per te. Quando Harry è arrivato al bar, e diciamo avete fatto “pace” mi sono sentito una merda.>> 
<< Perché non mi hai mai detto niente prima?>> 
<< Non lo so, forse non ne avevo il coraggio..>> iniziò ad avvicinarsi sempre più, ma mi girai e gli porsi la guancia. 
<< Perché?>> 
<< Jason, tu sei un ragazzo perfetto, il fidanzato che vorrebbe ogni ragazza. Hai un lavoro, una famiglia accogliente. Ma all’amore non si comanda. Mi dispiace.. è che sono stufa di fare star male la gente!>> pronuncia le ultime parole urlando, e sentii che gli occhi iniziavano ad inumidirsi. Mi abbracciò. 
<< Gre, tu non fai stare male nessuno. So benissimo come ti senti, non ti preoccupare>> 
<< Vedi? Anche adesso ti sto completamente bagnando la camicia di lacrime!>> ridemmo, rimanendo appiccicati in quell’abbraccio. 
<< Forse è ora che andiamo a cercare Ilaria e Felix. Dobbiamo andare a dormire..>>.

Arrivati all’hotel, ci salutammo.
<< Allora.. ci vediamo domani!>> 
<< Notte>> 
<< Notte>> gli diedi un bacio sulla guancia, e le nostre strade si divisero. 
Con il mascara colato, i capelli ancora scompigliati dall’abbraccio e le scarpe in mano, andai a cercare Ilaria provando a non dare nell’occhio. 
Alla fine la vidi. Era nel bagno del bar, che si stava ripulendo il viso. 
Si girò verso di me. Anche lei aveva tutti gli occhi rossi. 
<< Oh dio, anche tu..?>> Annuii, e mi corse incontro. Rimanemmo abbracciate per un po’. Mi ricordai che Harry e Niall avevano chiamato i nostri abbracci “Abbraccio da orso” e “coccolosi”, perché infondevano tanta dolcezza. 
<< Ci conviene tornare in camera, non credi?>> 
<< Già… E poi non mi dovevi raccontare cos’avevi fatto con Felix?>> mi tirai da sola una sberla sulla bocca. Avevo scelto il momento più sconveniente per fare quella domanda << Scusa Ila..>> 
<< Figurati Gre!>> sorridemmo e tornammo verso la hall. 
Eravamo malconce e stanche. 
Ad un certo punto iniziai a canticchiare “Don’t stop me now” e lei mi seguì a ruota.
<< Ti ricordi? Come in aereo! Quando tutti ci guardavano male!>> scoppiammo a ridere. Avevamo bisogno delle nostre risate.         
Arrivammo all’ascensore. Con forza premetti sul pulsante, e dopo pochi secondi si aprirono le porte. In silenzio, pensai alla prima strofa della canzone.

“Tonight I’m gonna have myself a real good time
I feel alive and the world turning inside out
And floating around in ecstasy
So don't stop me now don't stop me
'Cause I'm having a good time having a good time”


Freddie, magari avessi ragione tu..

<< Allora non ti dispiace se ti chiedo come hai passato il pomeriggio, no?>> 
<< Figurati, mi sono divertita. All’inizio siamo andati in spiaggia, poi abbiamo noleggiato due skateboard e abbiamo fatto un giretto per la pista ciclabile. Non ho passato un brutto pomeriggio... Poi c'è dell'altro..>> rimasi di stucco, la vidi arrossire immediatamente. Però, c'era ancora quel velo di nostalgia e di tristezza nei suoi occhi. Era successo qualcosa tra lei e Felix, ne ero sicura. 
<< Mi ha baciata.. Ed io l'ho ricambiato, e ho davvero pensato che potesse essere quello giusto. Il ragazzo che mi avrebbe fatto perdutamente innamorare di lui, completamente. Eppure... Purtroppo c'è solo un ragazzo che mi ha fatto provare queste emozioni, avrei tanto voluto potesse essere Felix. Invece no...>> una lacrima le solcò la guancia. 
Non sapevo cosa dire, dovevamo proprio innamorarci di quei due? A volte il destino gioca brutti scherzi.
<< Tranquilla, Ila. Vedrai che si sistemerà tutto. Ora ci conviene andare a dormire!>> 
<< Allora buonanotte Gre>> 
<< Sogni d’oro Ila>>.

La sveglia suonò alle nove in punto. 
Eravamo agli sgoccioli della nostra vacanza a Miami ed ero parecchio triste. Dopo la serata in spiaggia di quasi una settimana prima, avevamo cercato di evitare Jason e Felix in tutti i modi, non ce la sentivamo di farli sentire ancora peggio di quanto già non stessero.
Vidi Ilaria alzarsi dal letto.
<< Buon mattino..>> 
<< Lascia perdere… I gamberoni di ieri mi sono rimasti sullo stomaco, ho avuto i crampi stanotte!>> 
<< Si dice “Il buongiorno si vede dal mattino”!>> 
<< Allora si presume proprio una giornata di merda..>> scoppiai a ridere. 
Dopo esserci sistemate andammo a fare colazione. 
Ce la prendemmo comoda, perché le valigie le avevamo già chiuse. Io mangiai una brioches al cioccolato con il succo di frutta, mentre Ilaria prese il cappuccino con due ciambelle piccole. 
<< Dobbiamo salutare i ragazzi!>> 
<< Sì, ma non ho idea di dove siano…>> 
<< Allora andiamo nella loro camera, no?>> 
Finimmo di “colazionare” (il nuovo verbo che io e Ila avevamo inventato per abbreviare: fare colazione) e dopo aver preso le scale bussammo alla porta. 
Ci aprì Felix, ma era.. in mutande. 
Okay che non era una sorpresa, perché in tv e sui giornali l'avevano visto così milioni di persone. Però… Ilaria arrossì immediatamente. Lui spalancò gli occhi e chiuse immediatamente la porta. 
<< Hey! E’ maleducazione sbattere la porta in faccia!>> 
<< Scusate, un.. momento>> riaprì la porta, ma stavolta indossava un paio di pantaloni. 
<< Siamo venute a salutarvi, abbiamo il volo alle 11…>> mentre salutavo Jason, vidi Ilaria e Felix parlare. Probabilmente si stavano dicendo addio, perciò lasciammo loro un po' di privacy. Quando la vidi sbucare, con lo sguardo addolorato, decisi che fosse ora di andare.

Passai tutto il tempo del viaggio a dormire, eccetto quando l’hostess avvisò i passeggeri di allacciarsi le cinture per l’atterraggio. 
Ero abbastanza frastornata e mi faceva malissimo il collo. Non potevo desiderare di meglio. 
Ci volle un po’ di tempo per recuperare i bagagli perché tantissima gente era nel nostro stesso aereo. Era chiaro che Ilaria si stava spazientendo. 
<< Ma come sono organizzati questi qua?!>> fortuna che parlava in italiano. 
<< Dai, calma.. Guarda, le nostre sono proprio là!>> Prendemmo le nostre valige e appena uscite trovammo alcuni fan venuti a salutarci. 
Videro che eravamo abbastanza inferocite, perciò dopo qualche autografo ci lasciarono stare.

Arrivammo nell’appartamento che era l’una di notte. 
Eravamo stravolte perciò andammo a dormire. Prima di coricarmi però, sentii vibrare il cellulare. 
<< Gre, chi è?>> 
<< Non so, adesso guardo...>> sbloccai il cellulare. C’era un messaggio da Liam


 
 Greta:D come va? Ho sentito che avete chiamato Zayn! Ma soprattutto sono contento che tra poco ci rivedremo! Vi sono arrivati gli inviti? 
Ciaoooo e salutami Ila, che per sbaglio ho cancellato il suo numero di cellulare! Xoxo

 

Sorrisi e lo lessi a Ilaria. 

<< Sono dei bravi ragazzi, su questo non c'è dubbio!>> 
<< Gli voglio un bene dell'anima!>> Annuii, d’accordo con quello che aveva detto. Poi mi addormentai, in un sonno senza sogni.





Ilaria's diary

Mi svegliai presto, molto presto. Il rumore di un motorino mi aveva fatta svegliare di soprassalto. Aprii la persiana di camera mia e vidi il postino allontanarsi. Pioveva e faceva molto freddo, tanto che rabbrividii nel mio pigiama estivo, piuttosto leggero. Mi vestii velocemente, indossai una tuta e legai i capelli in una morbida coda. Prima di uscire, alzai il cappuccio della felpa e raggiunsi il cancelletto. Lo aprii e guardai all’interno della cassetta della posta. C’erano due buste color panna. Le recuperai dal fondo della cassetta e lessi i nomi. Erano indirizzate a me e Greta. Poi, seppur lentamente, capii. 
Erano gli inviti per il matrimonio di Elizabeth. Tra l’altro, non avevamo ancora aperto l’e-mail con il programma, l’avremmo fatto sicuramente più tardi. 
Rientrai in casa e trovai Greta indaffarata a preparare la colazione.
<< Sento un certo profumino…>> ottenni la sua attenzione, poi continuai << Guarda, guarda cos’ho in mano!>> lei mi osservò. 
<< Sono gli inviti?>> mi chiese con gli occhi che le brillavano. 
<< Esattamente!>> le porsi il suo e lo afferrò frettolosamente. Presa dall’emozione, estrassi l’invito dalla busta e lessi a voce alta.
<< Sig.na Ilaria, sei ufficialmente invitata al nostro matrimonio che si terrà il giorno 18 settembre. Verrà celebrato alla Cattedrale di San Patrizio (New York) alle ore 10.30. Per la conferma, ti preghiamo di chiamarci al più presto. Cordiali saluti, Elizabeth Graham & Oliver Highor… Beh, dobbiamo sicuramente aprire l’e-mail, perché conoscendola avrà preparato il programma ora per ora!>> Greta rise di gusto ed io mi unii alla sua risata. 
Quando aprimmo l’e-mail, rimasi sconcertata. Sembrava più un elenco della spesa che un programma per un matrimonio. Ma rimasi ancor più colpita dall’oggetto dell’e-mail che recitava: “Alle mie future damigelle, Ilaria e Greta”.
<< Ma nell’invito non c’era scritto che avremmo fatto le damigelle!>> urlò Greta. << Lo sai… Elizabeth è imprevedibile, dovresti averlo capito ormai!>> replicai in tono piatto, ma la verità era che non me lo aspettavo per niente, era una cosa veramente incredibile. Non potevo crederci, avrei fatto da damigella alla sposa! Ero fuori di me per l’emozione.
<< Già, ma vedo che sei molto eccitata di fare la damigella!>> replicò Greta sorridendo. << Non l’ho mai fatta prima d’ora e sono felicissima!>> dissi con entusiasmo.


Elizabeth.Graham@hotmail.net
To: Ilaria.Greta.GIMS@hotmail.it
Subject: “Alle mie future damigelle Ilaria e Greta"


Salve ragazze, sono super emozionata di poter dirvi che vi ho scelte come mie damigelle. Sono appena stata in Italia per scegliere gli abiti che indosserete. Per le taglie ho dovuto chiedere ai vostri genitori, mi hanno detto che li hanno già inviati per posta, quindi a giorni li potrete ammirare. Vi posso solo dire che sono fantastici e dovete assolutamente credermi! Qui sotto vi riporto il programma. Gli invitati saranno tantissimi e vi manderò un’altra e-mail anche con quelli, giusto per farvi un’idea. Ila ci sarà anche Jared, non potevo non invitarlo. Inoltre, ho invitato i ragazzi, ma questo lo sapete già. Un beso, a presto.

Giorno 16 settembre_
Ore 9.30: Partenza dall’aeroporto di Londra
Ore 14.30: Arrivo in aeroporto (salvo ritardi o turbolenze)
Ore 15/15.30: Arrivo del taxi che vi porterò direttamente in hotel
Ore 18.30: Prove generali per il matrimonio (ovviamente voi alloggerete proprio al Plaza Hotel, perciò non voglio ritardatari!)

Giorno 17 settembre_
Ore 15.30: Dovete recarvi al centro benessere (di cui vi darò poi il numero)
Ore 21.30: Addio al nubilato, vi aspetto all’entrata del Plaza Hotel, siate puntuali.

Giorno 18 settembre_
Ore 10.00: Vi aspetto a casa mia a New York per gli ultimi preparativi. (Ila ti ricordi dove abito vero?)
Ore 10.30: Celebrazione Matrimonio alla Cattedrale di San Patrizio (Dovrete sollevarmi lo strascico del vestito!)
Ore 12.30: Inizio pranzo al Plaza Hotel di New York

Elizabeth 



<< Ila, non c’è che dire. La chiamerò per organizzare un mio futuro matrimonio>> disse Greta, dopo aver finito di leggere il programma di Elizabeth.
<< Hai proprio ragione!>> risposi ridendo.
Controllai se fosse già arrivata l’e-mail con l’elenco degli invitati, ma non era ancora arrivata. Probabilmente la lista era più lunga del previsto. Perciò mi venne un’idea. 
<< Greta! E’ da tanto che non aggiorniamo GIMS, dobbiamo informarli sulla vacanza e l’imminente matrimonio a cui parteciperemo!>> dissi raggiante. Lei annuì e ci collegammo al nostro blog. 
<< Guarda quanti commenti!>> era vero. C’erano un’infinità di messaggi da parte dei fan, ne lessi alcuni.


@IloveGIMS.org
Ciao ragazze, è da tanto che non vi connette più. Ma siamo troppo trepidanti! Abbiamo saputo che ci saranno delle novità e noi moriamo dalla voglia di scoprirle. Adoro GIMS e voi siete fantastiche!  

@Gerard.Summit
Salve GIMS GIRLS! Come sono andate le vostre vacanze? Posterete qualcosa di nuovo? Noi fans siamo curiosissimi, soprattutto dopo aver visto le foto del golf club! Siete mitiche e vi seguo dall’inizio.

@1D&GIMS.4ever
Ragazze, è vero che parteciperete ad un matrimonio? Siete state a Miami? E’ una bella città? Come vi siete trovate? Vostra fan 4ever.


<< Caspita come volano le notizie, vero Greta?>> 
<< Davvero… Sarà il caso di prendere la macchina fotografica e caricare le foto, mi collego anche con l’altro pc e aggiorno i profili di Twitter. Però per le novità, dovranno aspettare ancora un po’! Nel frattempo postiamo le foto della vacanza e parliamo del matrimonio!>> disse in tono risolutivo. 
<< Perfetto! E del probabile film su di noi?>> sorrisi raggiante, un film sulla nostra vita, non mi sembrava vero. 
<< Solo piccoli accenni!>> rispose.
In quel momento suonò il campanello. Greta rispose al citofono, poi corse fuori di casa. Quando rientrò, vidi che aveva in mano due pacchetti. 
<< Il postino si era dimenticato di portarci questi. Ila, sono i vestiti!>> mi immobilizzai di colpo.
<< I vestiti? Oh caspita!>> ero curiosa di sapere come fossero e per nulla al mondo qualcuno mi avrebbe impedito di aprire il pacchetto. Ma quando feci per aprirlo, Greta mi fermò.
<< Ila! Aspetta! Leggi il biglietto sull’estremità…>> fino ad allora non mi ero accorta del bigliettino rosa. Lo presi tra le mani e lessi sottovoce, mentre Greta mi faceva da eco. 
“Ragazze so che siete curiose, ma è una sorpresa. E in quanto sorpresa, non potrete vedere i vestiti prima del matrimonio! Un bacio, Elizabeth. 
Ps: vi tengo d’occhio e ricordate che ho i miei informatori dappertutto e tu Ila, non sai mentire.” Greta rise, annuendo complice al bigliettino.
<< Bene… Spero solo non siano rosa come il biglietto. Io non sopporto il rosa!>> Greta tornò seria. 
<< Hai ragione, ma d’altronde è il matrimonio di Elizabeth!>> sentenziò amareggiata. 
<< Su con la vita, faremo le damigelle!>> dissi ridendo. 
Non vedevo già l’ora del matrimonio, ma poi mi ricordai che ci sarebbero stati anche Niall ed Harry ed il mio sorriso si spense.





#SPAZIO AUTRICI

Bonsoir!
Eccoci di nuovo qui con un nuovissimo capitolo di Gims, cosa ne dite? Vi è piaciuto?
Siete curiose di sapere cosa accadrà al matrimonio? Cosa immaginate succederà quando le nostre Gims Girls rincontreranno i ragazzi?
Per scoprirlo, vi aspettiamo al prossimo capitolo che pubblicheremo a breve.
Come sempre, cogliamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che seguono e recensiscono la nostra storia ad ogni capitolo.
Vi vogliamo bene! Grazie di tutto cuore ♥
Un bacione grandissimo,
Gims Girls :)

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Capitolo 28
*** Chapter 27 ***



 


Greta's diary

Ero impaziente, non vedevo l’ora che arrivasse quel maledettissimo giorno. Se avessi potuto sarei corsa in aeroporto per andare a New York. Riuscivo a stento a trattenermi, e non solo perché avrei fatto la damigella: quella faccenda con Harry mi stava mandando fuori di testa, non ci capivo più niente. Fortunatamente non ero l’unica, perché anche Ilaria era nella mia stessa situazione.
Era arrivato il 15 settembre. Ilaria non stava più nella pelle, io continuavo a camminare avanti e indietro per via del nervosismo. In pratica dopo tre anni che ci eravamo evitati ci saremmo rincontrati.
Forse avevo solo della normalissima paura, magari non era vero che Harry mi voleva ancora con sé, magari veniva lì con un’altra ragazza.
<< Greta, tutto bene?>> Ilaria mi raggiunse.
Ero seduta sui gradini del giardino interno, e a quanto pareva sembravo molto angosciata, data l’espressione preoccupata di Ilaria.
<< Si, cioè no... Non lo so.>> Nemmeno io sapevo realmente cosa provavo dentro.
<< Mi sento come una di quelle donne di mezza età in piena crisi ormonale da menopausa.>> Ilaria sorrise.
<< Mmh, okay. Esci-da-questo-corpo!>> incrociò le dita con fare teatrale e le porse di fronte al mio viso. Scoppiai a ridere.
<< Rivoglio indietro la Greta che conosco, chiaro? Quella che a ogni cazzata che facciamo ride come una matta, la mia amica!>> la abbracciai. Fortuna che c’era lei.
<< Seriamente, che cosa ci sta succedendo?>>
<< Bella domanda.>> Chiacchierammo finchè non arrivò mezzogiorno.
Trovavo assurdo il modo in cui riuscivamo a parlare per così tanto tempo quando in fin dei conti vivevamo sotto lo stesso tetto. Andammo a pranzare fuori, almeno avevamo tutto il pomeriggio per fare le valigie e non avremmo perso troppo tempo.
Tornammo a casa che erano circa le due. Tirai fuori le valigie e un borsone, in cui avremmo messo il nostro regalo di nozze, un quadretto d’argento con le loro iniziali stampate sulla cornice.
Io mi occupai dell’imballaggio del quadro, mentre Ilaria aveva iniziato a tirare fuori i vestiti. Non dovevamo stare molto, perciò presi lo stretto indispensabile, mettendo qualcosa anche nel borsone.
Fece lo stesso Ilaria. Dopo un’ ora e mezza avevamo già finito.
<< Ehi, ce l’abbiamo fatta!>> esclamò Ilaria, appoggiandosi le mani ai fianchi e tirando un sospiro di sollievo.
<< Dovrebbero farci una statua, come minimo!>> Esausta andai a preparare due tè.
<< Come pensi che sarà il matrimonio?>> chiesi, sorseggiando lentamente l’infuso, che era bollente.
<< Sicuramente sarà una cosa grandiosa. Elizabeth ha un lavoro che rende parecchi soldi, mentre il suo futuro marito credo sia imprenditore, quindi...>>
<< Ah, però!>>
<< Già..>> finimmo di bere il the e uscimmo in giardino.
Era nostra abitudine andare a sederci a bordo piscina prima di fare qualche viaggio “importante”. Ci mettevamo lì, nonostante il freddo o il vento, chiudevamo gli occhi e stavamo in silenzio qualche minuto, come se dovessimo salutare la nostra casa. Non sapevo perché lo facevamo, ormai ci veniva quasi naturale, un po’ come quelle persone che ogni domenica cucinano sempre la stessa cosa, o una roba del genere.
<< Che ne dici di chiamare El, Sarah e Danielle per salutarle?>>
<< E Perrie dove la metti?>> me ne dimenticavo sempre. Non che mi stesse antipatica, anzi. Solo che era un tira e molla con Zayn, non si capiva se stavano insieme giusto per passare il tempo o altro.
Ma soprattutto non volevo metterla in imbarazzo facendo qualche mia solita figura di merda. Però era una ragazza simpatica e gentile, non potevo dire il contrario.
Ormai Eleanor e Louis erano fidanzati da quattro anni, Danielle si era lasciata con Liam circa un anno fa, ma in questi ultimi periodi avevano cominciato a risentirsi.
Dopo averle chiamate ci raggiunsero da Starbucks, dove avevamo detto loro di venire.
<< Ragazze!>> ci abbracciammo tutte assieme, e non mancarono le fotografie di alcuni passanti.
<< Quindi domani partite?>>
<< Staremo qualche giorno e ne approfitteremo per aggiornare ulteriormente il blog>> precisò Ilaria.
<< E faremo shopping!>> continuai << Molto shopping.>> ridemmo di gusto.
Avevamo la fortuna di avere le valigie semi-vuote, sicuramente sarebbero state piene per il ritorno.
<< Basta che non superiate la soglia massima di peso!>>
<< Si spera... Voi cosa avete in programma?>> chiesi, incuriosita.
<< Io e le Little Mix ci dobbiamo trovare a Sheffield per registrare alcuni nuovi brani...>>
<< Io devo ballare al concerto di LMFAO a Londra!>>
<< Io devo studiare per l’esame di ammissione al corso di letteratura di Oxford. Figo no?>> Scoppiammo tutte a ridere. Sarah, sempre la stessa.
<< Tu, El?>>
<< Sinceramente non ne ho idea, voglio prendermi una pausa, al suo ritorno da New York gli chiederò se vorrà fare una vacanza, o robe del genere...>>
<< Fai bene, bisogna staccare ogni tanto.>> Ci salutammo definitivamente e tornammo ognuna per la propria strada.

<< Greta, hai notato che Eleanor era un po’ strana?>>
<< Stavo per chiederti lo stesso. Sentiremo cos’ha da dire Louis domani…>> non ci pensai troppo. Dopo aver imbarcato le valigie ci dirigemmo al gate.
<< Porca vacca Ila, non avevamo pensato a una cosa...>>
<< Non avrai dimenticato il portafoglio, vero?>>
<< Ma no! Stavo per dire che in teoria i ragazzi dovrebbero prendere il nostro stesso aereo.>>
<< Era meglio se mi dicevi del portafoglio>>. Neanche l’avessi detto apposta, li vidi in lontananza raggiungere la VIP Area.
<< Merda merda merda. Dobbiamo andare!>> Non vedevamo l’ora di incontrarli, e scappavamo. Eravamo sempre state molto coerenti noi due.
Fortunatamente alcune loro fan li bloccarono e riuscimmo a svignarcela senza farci notare. Entrammo da Jimmy Choo. I ragazzi non sarebbero entrati. Ci nascondemmo dietro alcuni scaffali per spiarli, ma per sbaglio mi appoggiai su una mensola che non era molto salda e tutte le borse che vi erano sopra caddero a terra, causando parecchio rumore.
<< Ma che cazzo!>> imprecai.
Vidi Zayn girarsi e sgranare gli occhi, lo seguì a ruota Louis. Eravamo rosse come peperoni.
Fortunatamente i due ragazzi ci ressero il gioco e portarono gli altri da un'altra parte con una scusa. Fortuna che non ci avevano visto.
Chiedemmo scusa forse mille volte alla commessa, e dopo aver riordinato tutto uscimmo, ancora imbarazzate per la figuraccia. Qualche minuto dopo chiamarono il nostro volo, e ci dirigemmo verso l’aereo, provando a non fare altre stupidaggini.

Il volo fu devastante. Continuavano ad esserci turbolenze, e il bambino che avevamo davanti aveva iniziato a vomitare.
Almeno eravamo lontane da Harry, Niall e company. Arrivate in aeroporto cercai di correre il più velocemente possibile per andare a recuperare le valigie.
Vidi Liam avvicinarsi. Mi guardò e iniziò ad agitare le mani. Ma che stava facendo! Lo fulminai con gli occhi, e capì ciò che intendevo dirgli.
Arrivò al suo fianco Harry, per aiutarlo nel recupero delle valigie, e mi vide. Feci finta di niente, come se non lo avessi visto. Mi guardò per un tempo indefinito finchè Louis non lo chiamò.
Ilaria mi raggiunse poco dopo.
<< Le valigie sono arrivate?>>
<< Solo una..>> Passarono venti minuti, poi quaranta, e le valigie non arrivavano. I ragazzi se ne erano andati già da un pezzo.
<< Per un disguido alcune delle valigie sono state inserite nell’aereo che portava a Los Angeles, verranno restituite il prima possibile.>> ci avvisò un poliziotto della dognana. Cosa? Pregai con tutto il cuore di aver capito male. Ilaria era sbiancata, come la maggior parte delle persone che come noi non avevano i bagagli, o almeno, tutti i bagagli. Ci dirigemmo verso l’uscita. Elizabeth era incazzata nera. Era venuta a prenderci e aveva saputo tutto.
<< Perché! Perché deve succedere sempre tutto quanto a me?!>> Era esasperata e continuava a urlare dentro il taxi. Non ce la feci più.
<< Vi devo dire una cosa.>> si zittì e si voltò verso di me, Ilaria la seguì a ruota.
<< Ecco, ero curiosa, e così ho preso i vestiti e li ho messi nel borsone, volevo provarli appena saremmo arrivate in albergo...>> Si rilassò.
<< In altre circostanze ti avrei ammazzato, ma… Grazie.>>
<< La tua curiosità ci ha salvato!>> risi, effettivamente era vero.
Raggiungemmo l’albergo ed Elizabeth ci accompagnò personalmente nella nostra stanza. Prima di andarsene si soffermò sulla porta.
<< Avete visto i ragazzi?>>
<< Ehm… Si?>>
<< Ah, perfetto. Loro saranno i testimoni dello sposo...>>
<< Ma si conoscono?>> Che razza di domanda avevo fatto? Ovvio che si conoscevano, dal momento che uno non si sceglie i testimoni di nozze al supermercato o sfogliando una rivista scandalistica.
<< Si, hanno dovuto lavorare insieme un po’ di tempo fa e sono rimasti molto amici! E inoltre alcuni colleghi di Oliver sono in Asia per lavoro e non avrebbero mai fatto in tempo a tornare per il matrimonio.>> Che sfiga. Proprio in Asia se ne dovevano andare, eh? Salutammo Elizabeth e svuotammo l’unica valigia che avevamo.
<< Beh, questa giornata è iniziata proprio bene, non credi?>> esordii sarcastica, ridendo in modo inquietante.
<< Allora se riassumiamo... Eleanor semi-depressa, noi che distruggiamo il negozio a Heathrow, il bambino che continuava a vomitare, le turbolenze, la perdita della valigia, i ragazzi che saranno testimoni.>> << Sarà perché domani è venerdì 17?>> non ci avevo pensato. La sfortuna aveva già iniziato a colpirci il giorno prima? Mi misi una mano sulla fronte e tirai fuori la scatola dei vestiti, che alla fine non avevo ancora aperto.
<< Sbrighiamoci, fra poco ci sono le prove, e sinceramente non ho intenzione di vedere un’Elizabeth ancora più incazzata di quanto non lo fosse già!>> Andai a sciacquarmi il viso e poi uscii dalla stanza con Ilaria, entrambe stufe di quella giornata che non era iniziata nel migliore dei modi.



Ilaria's diary

Arrivammo alle prove del matrimonio con il fiatone. Ovviamente eravamo in ritardo, nonostante all'inizio fossimo in anticipo. Il problema era che volevamo scoprire la camera dei ragazzi e questo ci aveva fatto ritardare enormemente. In pratica mentre Greta intratteneva il ragazzo alla reception, io senza farmi vedere dalle telecamere rovistavo tra i vari schedari. Alla fine, era risultato che la loro camera si trovava sul nostro stessopiano, ma nel corridoio opposto al nostro.
Alle prove, scoprimmo che maschi e femmine erano stati divisi in due orari diversi. Io e Greta tirammo un sospiro di sollievo, finalmente un po' di fortuna. Non essendo proprio le ultime arrivate, Elizabeth non disse niente e questo ci risparmiò la ramanzina.
<< Ragazze, i vestiti vi stanno a pennello!>> era vero, con un po' di modestia, potevo dire che stavamo proprio bene nei nostri vestiti.
Il colore principale del matrimonio era il marrone, combinato all'oro e al panna. Di conseguenza i nostri vestiti erano color cioccolato e piuttosto diversi l'uno dall'altro.
Io indossavo un abito lungo con un corpetto drappeggiato che arrivava fino al bacino e si allungava in una gonna ampia a pieghe. Inoltre aveva solo una spallina simile al motivo della parte inferiore del vestito. A coronare il tutto un paio di scarpe con tacco dodici. Greta, invece, indossava un vestito con corpetto anch'esso drappeggiato a piccole pieghe che si andava ad allungare in una gonna a balze e un paio di sandali con tacco. I vestiti erano fantastici e ci facevano sembrare delle principesse, l'unico problema erano i nostri capelli disordinati per via del viaggio e il trucco messo troppo velocemente.
Ma per fortuna il giorno dopo ci aspettava il miglior parrucchiere della città, per lo meno stando a sentire ciò che diceva Elizabeth.
<< Allora ragazze, in quanto mie damigelle, dovrete sollevarmi lo strascico quando entrerò in chiesa!>> sentenziò Elizabeth con fare teatrale, era la solita programmatrice, ma in fondo io l'adoravo proprio per quello.
<< Lo sappiamo Elizabeth, l'avevi anche scritto nell'e-mail.>> rispose Greta sorridendo.
<< Elizabeth, siamo onorate di essere le tue damigelle, voglio che tu lo sappia. Hai fatto tanto per noi e speriamo con tutto il cuore che il giorno del matrimonio sia tutto perfetto. Te lo meriti!>> dissi.
Per poco, ad Elizabeth non vennero le lacrime agli occhi. Poi dopo aver fatto un enorme sorriso, tornò seria.
<< Signore, dobbiamo iniziare con le prove. Anche perché alle otto e mezza, toccherà agli uomini! Allora, su quella lavagnetta all'entrata troverete i vostri nomi seguiti dal vostro tavolo, vi prego di fare attenzione e di sedervi al tavolo giusto.>> Io e Greta raggiungemmo l'entrata della sala. Quando finalmente trovai il mio nome, Elizabeth ci raggiunse.
<< Ilaria, Greta... Essendo le mie damigelle, voi sarete nel tavolo con gli altri testimoni!>> Ci mancò poco che gli occhi mi uscissero dalle orbite. I testimoni... Niall ed Harry. Rimasi a bocca aperta, mentre Greta aveva lo sguardo perso nel vuoto. Era la nostra occasione per rivederli. Oppure era l’influenza del venerdì 17?
Non sapevo se considerare questo fatto una cosa positiva o no. Eppure perché al solo pensiero di dover stare al loro stesso tavolo la tensione mi assaliva? Le prove erano state piuttosto estenuanti perciò appena terminarono, io e Greta ci dileguammo. Non volevamo ancora incontrarli, non era il momento.
Mentre stavamo per svoltare l'angolo, sentii delle voci provenire da lontano. Guardai dietro di me e li vidi, mi bloccai di colpo.
Niall indossava uno smoking nero, mentre Harry portava una giacca color panna. Proprio quando stavano per vederci, mi precipitai a girare nel corridoio a fianco e raggiunsi Greta.
<< Dov'eri finita?>> mi chiese.
<< Li ho visti, ma loro non hanno visto me.>> risposi col fiatone.
<< Menomale... Cioè...>> tentò di dire Greta, ma sapevo esattamente cosa provava in quel momento.
<< Lo so. Lo voglio rivedere, certo. Ma al solo pensiero di incontrarlo di nuovo, di avere un faccia a faccia con lui...>> non riuscii a terminare la frase.
Greta mi capiva ed io capivo lei, mi chiesi se anche loro fossero tesi al pensiero di rivederci. Il giorno dopo, non ci fu molto tempo per riposare e abituarsi al fuso orario.
Elizabeth ci venne a svegliare alle otto e ci recammo a fare colazione. La sala era praticamente vuota, ciò voleva dire che eravamo le uniche già sveglie.
E mentre i camerieri ci portavano la colazione, Elizabeth ci spiegò per la milionesima volta il programma della giornata.
<< Ricordatevi alle 15.30 vi aspetta il parrucchiere e alle 21.30... Addio al nubilato!>> lo urlò talmente forte che presi un colpo e quasi non mi strozzai con il succo di frutta.
<< Si Elizabeth... Lo sappiamo, solo una cosa, ce l'abbiamo il tempo per lo shopping?>> chiese Greta, piuttosto agitata per la risposta. << Va bene. Ma non voglio ritardi! Siamo intesi?!>> più che una domanda sembrava un ordine, perciò io e Greta annuimmo silenziosamente.
<< Ma... Elizabeth... Perché ci hai fatte svegliare alle otto?>> mi ritrovai a domandare.
<< Ah! Giusto. Volevo che veniste con me per l'ultima prova abito. Poi dopo sarete libere di fare shopping!>> sorrisi, non vedevo l'ora di vedere il suo abito da sposa.

Quando arrivammo al negozio, non riuscii a trattenermi dall'emozione. Incominciai a vagare per l'intera atelier, ammirando gli abiti esposti. Erano semplicemente fantastici. M'immaginai a provarli tutti quanti, ma poi la voce di Elizabeth mi fece ritornare alla realtà.
<< Aspetta di vedere il mio abito...>> disse raggiante. Io e Greta ci accomodammo sulle poltroncine bianche poste davanti ai camerini.
Ero curiosa di vedere l'abito di Elizabeth, conoscendola sarebbe stato bellissimo. Quando uscì dal camerino, rimasi sbalordita dalla bellezza dell'abito e della totale trasformazione della sposa. Sembrava un'altra persona, forse era il vestito o l'aria principesca, ma a stento riuscii a riconoscerla. Con i capelli raccolti in uno chignon, la coroncina su cui vi era attaccato il velo che formava un secondo strascico e l'aria sognante. Il vestito poi, semplicemente unico, in stile Elizabeth. Di colore panna con inserti d'oro, aveva un corpetto stretto a cuore che a metà busto si estendeva in un'ampia gonna. Sul davanti, all'altezza del bacino, aveva una specie di fascia morbida che si allungava a balze lungo il fianco sinistro. Quando si girò, notai anche il lungo strascico con inserti in pizzo.
<< Allora, vi piace?>> ci chiese con gli occhi che le brillavano.
<< Sei stupenda Elizabeth.>> Esclamammo io e Greta all'unisono. Era parecchio emozionata, tanto che le scese anche una lacrima. Ero felice per lei, enormemente felice.
Le fui grata per averci portate con lei, un'esperienza davvero irripetibile. Solo in quel momento mi resi conto che senza Gims non avremmo mai potuto essere lì, non avremmo mai conosciuto tutte le persone fantastiche che avevamo incontrato nel corso degli anni e soprattutto non avremmo mai vissuto tutte quelle esperienze bellissime. Senza Gims... Non so davvero cosa avrei fatto senza il nostro blog.

Elizabeth ci lasciò davanti ad una serie di negozi e mentre lei ritornava all'hotel, iniziava la nostra giornata di shopping sfrenato. Non escludemmo nemmeno un negozio, entrammo in tutti quelli che ci capitavano, a fianco o davanti, niente e nessuno poteva fermarci. Niente e nessuno, tranne i ragazzi in compagnia di Jared. Io e Greta ci rifugiammo nella prima porta aperta che trovammo.
<< Allora già il fatto che non mi abbia avvisata del suo arrivo, mi fa girare i coglioni. Ma che dopo tutto quello che è successo preferisca la compagnia di quei due alla mia... Mi fa imbestialire!>> Greta si mise a ridere, una risata piuttosto fragorosa.
<< Caspita, dovevi vedere la tua faccia...>> mi disse ridendo, ovviamente.
<< Non è divert... Ma dove siamo finite?>> Greta si guardò intorno ed io feci lo stesso.
<< Vestiti di carnevale...>> si interruppe.
<< ...L'emporio di Madame Livells... Vecchio, nuovo, qui si ricicla tutto!>> lesse la scritta all'entrata.
<< Beh... Interessante...>> dissi, pensando ancora ai ragazzi e a Jared.
<< Per distrarci un po'... Che ne dici di provare qualcosa?>> la proposta era piuttosto allettante e dopotutto era quello che ci serviva, divertimento puro.
Inutile dire che eravamo state le uniche clienti di Madame Livells, dopo anni. L'emporio era pieno di polvere ed io ero sicura di aver visto un ragno grosso quanto la mia mano aggirarsi per i camerini. Ma a parte quello, mi divertii molto. Sarà stata l'aria rilassata e simpatica della signora Livells, un'anziana donna alta non più di un metro e quaranta, e con una capigliatura stile anni '50, o le canzoni techno che rimbombavano per il negozio che stonavano completamente con l’ambiente… Fatto sta che non riuscii a trattenere le risate per più di un minuto. Era incredibile quanto mi fossi divertita all'emporio, se anche me l'avessero detto non ci avrei mai creduto, perché alcune cose bisogna provarle per crederci.
Uscimmo che si erano fatte le due e mezza. E, siccome mancava un'ora all'appuntamento dal parrucchiere, era meglio sbrigarsi a trovare un taxi.
Trovarne uno libero non fu facile. Non ero più abituata al tranvai di New York, erano passati ben tre anni dall'ultima volta che ci avevo vissuto e mi risultò difficile riabituarmici.
<< Caspita, ma com'è possibile... Ogni volta che ne inquadriamo uno, arriva qualche persona a fregarcelo.>> Greta era atterrita, perciò presi in mano la situazione e, appena vidi spuntare un taxi in lontananza, mi precipitai in strada. Quello rallentò ed io mi misi da parte per farlo accostare. Poi aprii lo sportello e mi ci fiondai dentro, seguita da Greta.
Diedi al tassista le indicazioni e in men che non si dica, ci ritrovammo in mezzo al il traffico newyorkese. Mezz'ora dopo, eravamo davanti all'insegna luminosa e piuttosto chic del parrucchiere. Spalancammo la porta d'entrata. Quando varcammo la soglia del negozio, fummo accolte da una signora sulla cinquantina d'anni. L'interno del negozio era piuttosto ampio, costernato da numerosi specchi e poltrone. Ce ne saranno state almeno una ventina. Si vedeva che era un posto piuttosto "In", non passava inosservato fuori e nemmeno dentro.
<< Buongiorno signorine, posso esservi utile?>> ci chiese la donna.
<< Sì, abbiamo una prenotazione a nome di Elizabeth.>> La donna non mi fece nemmeno finire.
<< Accomodatevi, Ryan e Cassandra saranno subito da voi.>> Il negozio era visibilmente pieno. Cosa che all'inizio non avevo nemmeno notato. Ci sedemmo sulle sedie all'entrata ed iniziammo a sfogliare alcuni giornali scandalistici.
<< Okay... Non ho la minima idea di cosa ci aspetti. Non oso immaginare...>>. Un'ora dopo eravamo pronte. Saremmo potute andare al matrimonio anche seduta stante. Non avevano pensato solo ai capelli, ma anche alla manicure e a tutto il restauro completo. Eravamo come nuove.
<< Bene ragazze... Domani mattina vi aspetto alle nove e mezza per completare le vostre pettinature e per il trucco. Siete fantastiche!>> disse Ryan sorridendo e Cassandra annuì alle sue parole.
<< Perfetto... A domani>> uscimmo dal negozio, completamente frastornate, ma felici.

L'addio al nubilato fu memorabile. Niente a che vedere con quello che si vede nei film. Alle nove e mezza eravamo all'entrata dell'hotel come programmato, Elizabeth era già lì al fianco di una limousine lunghissima e bianca. Aveva in testa una coroncina e una fascia, sembrava avesse appena vinto il concorso di "Miss Mondo". Prendemmo posto all'interno della limousine e scoprimmo che c'erano altre persone. La sorella minore di Elizabeth, di tre anni più grande di noi, che faceva la terza damigella, la sua amica di infanzia, nonché sua testimone, tre cugine, di cui una aveva la nostra età, e alcune colleghe di lavoro. Insomma, eravamo un gruppo molto numeroso. La limousine ci portò in un locale che si trovava all'ultimo piano di un grattacielo, la vista era stupenda e l'interno lo era ancora di più. Non era la solita discoteca che mandava musica a palla, ma una specie di pub lussuoso. Ci divertimmo un mondo, facendo giochi adolescenziali, ballando e cantando a squarciagola, sotto gli occhi stupiti della gente. Alcuni ci guardarono male, ma quando capirono che era un addio al nubilato, si lasciarono scappare anche qualche sorriso.
<< Allora Elizabeth, pronta per domani?>> sopra la mia voce, si insinuò quella di sua sorella maggiore. << Gli uomini invece dove sono andati?>>.
<< Fuori città, sinceramente non so altro! L'importante è che domani lo sposo sia all'altare prima di me!>> ribattè Elizabeth sorridendo.
<< Concordo in pieno... La mia sorellona si sposa!>> disse Bridget, la sorella minore.
<< Eh già...>> rispose con le guance rosse.
<< Fortunato lo sposo!>> urlammo in coro tutte quante.
Tornare all’ hotel fu un trauma. Le uniche a non aver bevuto per via dell’età eravamo state io, Greta e Felicity, la cugina di Elizabeth.
Le altre, beh.. Dire che erano ubriache fradice sarebbe stato un eufemismo. Alcune si erano addormentate in limousine e toccò a noi svegliarle e trascinarle su per le camere. Con l'aiuto dei due facchini dell'hotel, in meno di mezz'ora fummo nelle nostre stanze.
<< Pronta per domani?>> mi chiese Greta con voce trepidante.
<< Sì, ma credo che domani mattina sarà un “no”.>> risi e lei si unì alla mia risata. Erano le tre di notte, mancavano sette ore e mezza al matrimonio.





#SPAZIO AUTRICI

Hello girls!
Eccoci di nuovo qui con un nuovissimo capitolo di Gims. Abbiamo cercato di aggiornare il prima possibile, speriamo di non avervi fatto attendere troppo.
Ecco che le nostre Gims Girls sono approdate a New York per il lieto evento e già hanno combinato un pasticcio dopo l'altro ahahaha
Cosa pensate accadrà adesso che l'incontro con i ragazzi è prossimo? Per scoprirlo, vi aspettiamo al prossimo capitolo che pubblicheremo a breve.
Ma nel frattempo fateci sapere cosa ne pensate! Come sempre, cogliamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che seguono e recensiscono la nostra storia ad ogni capitolo.
Vi vogliamo bene! Grazie di tutto cuore ♥
Un bacione grandissimo,
Gims Girls :)

 

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Capitolo 29
*** Chapter 28 ***




Greta’s diary

Non dormii per tutta la notte. Sentivo il sangue che mi scorreva veloce per le vene. Continuavo a rigirarmi tra le coperte, fino a quando non mi stufai, e cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare Ilaria, uscii in balcone.
C’erano dei ragazzi ubriachi che cercavano di flirtare con alcune ragazze, e non poteva mancare il classico traffico Newyorkese. Tirava un po’ di vento che mi fece rabbrividire la schiena. Ero immersa nei miei pensieri, quando di scatto si aprì la porta di un balcone distante qualche camera.
Subito non ci feci caso, solo dopo mi accorsi… che era Niall.
Ma non doveva essere dall’altra parte del corridoio la sua camera? Stetti in silenzio, ma lui si accorse della mia presenza.
<< …Greta? Sei tu?>> mi voltai molto lentamente, come se non mi fossi accorta che ci fosse.
<< Niall! Che sorpresa…>>
<< Ehm, come va?>>
<< Oh, bene. Tu?>>
<< Si tira avanti… Wow, ti sei alzata!>>
<< Eh, hai notato?>> rise. Eravamo entrambi a disagio, ma sarebbe stato imbarazzante e stupido ammetterlo. Mi voltai nuovamente a guardare i grattacieli di fronte a me. Non sapevo cosa dirgli, o che domanda aspettarmi da lui.
Dovevo rompere il silenzio in qualche modo.
<< Voi non eravate in un’altra stanza?>>
<< Sì, ma avevano sbagliato il numero di letti, perciò ci hanno spostato... Tu come fai a saperlo?>> Oh, merda.
Cosa gli rispondevo ora?
<< C-ce l’ha detto Elizabeth. Già.>> Dopo qualche minuto finsi uno sbadiglio.
<< Okay, inizio ad avere sonno, io entro. Ci vediamo domani Niall, buonanotte.>>
<< Notte, augurala anche a…>> Sorrisi, e lui contraccambiò. Mi rimisi sotto le coperte.
<< Niall di dà la buonanotte.>> sussurrai a Ilaria; quasi impercettibilmente i bordi delle sue labbra si sollevarono, come a formare un sorriso.
Chiusi gli occhi, e anch’io mi addormentai.

La sveglia suonò alle nove in punto. Si alzò prima Ilaria, che mi porse la confezione con l’abito.
Dopo venti minuti eravamo entrambe pronte alla reception dell’hotel con gli abiti nelle loro rispettive confezioni. Chiamammo il taxi che ci portò nel centro benessere: Ryan e Cassandra ci aspettavano all’ingresso, impazienti del nostro arrivo.
<< Finalmente siete arrivate! Su su, dobbiamo sbrigarci!>> Le altre clienti ci guardavano come se fossimo degli alieni, e non potevo biasimarle dato che entrambe non ci eravamo prese la briga di truccarci, né tantomeno spazzolarci i capelli. Sembravamo appena uscite dal set di The Walking Dead, ma fortunatamente in appena un quarto d’ora i due parrucchieri composero le acconciature e ci fecero il trucco.
Alla fine mi guardai allo specchio, e non feci a meno che esclamare un forte “wow”.
Il trucco scuro mi risaltava il colore degli occhi, mentre i capelli... Ero quasi sicura di non averli mai avuti così belli, quasi brillavano.
Mi avevano fatto dei boccoli enormi, spostandoli tutti da un lato. Mi piacevano da morire. Poi arrivò Ilaria: sembrava uscisse dal mondo delle favole.
I capelli erano avvolti in uno chignon spettinato, mentre il ciuffo copriva metà fronte. Ci porsero i vestiti e andammo nei camerini a cambiarci, e quando uscimmo le altre clienti ci fecero addirittura l’applauso!
Modestia a parte, eravamo splendide.
Arrivò ben presto la limousine fuori dal negozio, e quasi magicamente ci ritrovammo davanti una decina di paparazzi pronti a scattare per le loro riviste. Entrammo velocemente in auto e ci dileguammo verso la casa di Elizabeth. Presi la pochette e ne estrassi il cellulare: per quanto la connessione internet fosse lenta, riuscii a trovare alcune foto scattate pochi istanti prima. Ma come diavolo facevano?
In pochi minuti arrivammo. Elizabeth ci aspettava già vestita e truccata, inutile dire che sarebbe stata l’indiscussa protagonista del matrimonio, come effettivamente sarebbe dovuto accadere: era bellissima.
Scendemmo dalla macchina e corremmo ad abbracciarla.
<< ALT! ALT! Non posso far piegare il vestito, e voi non dovete sporcarvi!>> ci fu una pausa di silenzio.
<< … Ma siete bellissime.>> ci spuntò il sorriso. Iniziammo a fare le foto con tutti gli altri invitati della sposa. Niall aveva ragione, in tre anni eravamo cambiate tantissimo. I continui allenamenti in piscina e palestra ci avevano aiutato a mantenere la forma fisica, e non potei che essere fiera dei numerosi sforzi che facevamo e continuavamo a fare nonostante i numerosi impegni.
Alle 10:20 precise iniziammo a dirigerci verso la chiesa. La maggior parte degli ospiti era già la, ma non c’era ombra dei ragazzi. Dovemmo aspettare fuori dalla chiesa l’arrivo della sposa in limousine, in fondo doveva essere lei l’ultima ad arrivare. Intanto parcheggiò un Range Rover nero.
<< E’ arrivato il momento, Greta.>> mi sussurrò Ilaria all’orecchio.
Ero tesa come le corde di un violino, ma cercai di non darlo troppo a vedere. Si aprì la portiera e uscirono loro. Fissai Ilaria, e lei ricambiò lo sguardo, era giunto il momento. Louis finalmente si girò verso di noi, sgranando gli occhi.
<< Wow!>> si voltarono anche gli altri. Ero imbarazzatissima. Ci guardavano tutti e cinque in modo strano, come se davanti a loro fosse appena passata Megan Fox o Adriana Lima.
Ah, uomini.
Alzai la mano in cenno di saluto, e loro si avvicinarono.
<< Ehi, dove sono finite le scricciole di tre anni fa?>> non potei non ridere.
<< Zayn, ci siamo evolute come i Pokemon, hai visto?>> terminai la frase voltandomi verso Harry. Anche lui era imbarazzato.
Niall invece non smetteva di guardare Ilaria.
<< Ragazzi entrate, dovete salire sull’altare e postarvi a fianco dello sposo, chiaro?>> a chiamarli era stato un tizio calvo, molto magro e dall’aria autoritaria.
<< Arriviamo Michael, arriviamo…>>
Entrarono uno alla volta, ma Harry si fermò di fronte a me.
<< Ci... ci si vede dopo?>> non risposi, ma sorrisi.
Notai che appena Harry entrò in chiesa si tirò una sberla sulla fronte, scuotendo la testa. Risi, ma dovetti non pensarci, perché arrivò la limo di Elizabeth.


Ilaria’s diary 

Durante la cerimonia non ci fu molto tempo per pensare ai ragazzi e alle loro parole. Io, Greta e Bridget, in quanto damigelle d'onore, dovemmo tenere lo strascico ad Elizabeth. Un gioco da ragazzi se non fosse stato per le scarpe con tacco vertiginoso e i fiori sparpagliati a terra che formavano una trappola mortale per i tacchi... L'altare si trovava sulla sommità di una scalinata. Noi damigelle insieme ai testimoni, dovemmo stare al fianco dei due sposi.
Guardai di fronte a me e vidi Niall sorridermi: sapevo di essere cresciuta e di non essere più la ragazzina di un tempo, ma niente di tutto ciò mi impedì di sentire le farfalle nello stomaco e il cuore battere alla velocità della luce.
Contraccambiai il sorriso e voltai il viso verso il sacerdote. Arrivò il momento di scambiarci il segno di pace e lì arrivò il bello. Niall ed Harry, invece di girarsi semplicemente verso la prima panchina dietro di loro, si alzarono, ci raggiunsero e ci strinsero la mano. La cosa mi fece stare bene, perché era come se avessimo fatto veramente pace.
Dopo ciò ritornarono al proprio posto con soddisfazione. Io e Greta ci guardammo stranite, poi ci concentrammo nuovamente sul matrimonio.
La cerimonia non durò molto e in meno di un'ora fummo fuori dalla chiesa, pronti a recarci al Plaza Hotel. La sala per il ricevimento era fantastica e i colori erano stati abbinati con classe, si vedeva che c'era lo zampino di Elizabeth. Erano da lei quei centrini da tavolo decorati d’ oro e quei bicchieri di cristallo troppo belli per sembrare veri. Sembrava la sala da pranzo di una principessa e in quel giorno speciale, Elizabeth lo era.
Non era ancora iniziato il pranzo, ma Elizabeth era già sul piccolo palchetto allestito nella sala, e per giunta aveva in mano un microfono.
Non prometteva bene.
<< Signori e signori, come ben saprete è tradizione che i testimoni e le damigelle degli sposi, facciano un discorso!>> io sbiancai, non ero preparata ad una cosa del genere e non sapevo cosa dire. Greta aveva lo sguardo perso, evidentemente non aveva idea di cosa pensare o meglio, dire.
<< Ilaria... Greta, vi va di iniziare?>> tutti i presenti si voltarono verso di noi. Lentamente ci alzammo, poi raggiungemmo il palco. Elizabeth ancora un po', mi lanciò il microfono tra le mani. Si aspettava un discorso degno di nota, uno che l'avrebbe fatta piangere, ma anche ridere di gusto.
Okay, non ce l'avrei mai fatta.
<< Emh...>> potevo farcela, almeno in parte << Mentirei se dicessi che sono stata ore e ore a provare un discorso. In verità era la parte che mi ero scordata dei matrimoni. Ma io e Greta ci proveremo lo stesso. Sono contenta di averti conosciuta Elizabeth. Tu sei stata fondamentale quando ero qui a New York. Con la tua compostezza e solarità, hai saputo difendermi, consolarmi e mettermi in riga. Sei stata il punto fermo a cui aggrapparmi quando ne avevo più bisogno, mi hai aiutata ad ambientarmi in questa enorme città. Sei riuscita a farmi crescere, ad avere più autostima in me stessa e a farmi diventare ciò che sono ora. Mi hai protetta come solo una sorella maggiore saprebbe fare. Ti meriti tutto questo e soprattutto una vita felice e piena di amore. Hai fatto tanto per noi e te ne siamo grate. Oliver, trattala bene, perché hai scelto la migliore.>> tutti risero ed Elizabeth aveva gli occhi lucidi. Poi Greta continuò.
<< Fortuna che non ci sapevi fare con i discorsi, eh?>> ribadì guardandomi accigliata, ed il pubblico scoppiò a ridere.
<< Comunque… Elizabeth, pur non conoscendomi e non sapendo niente di me, hai organizzato quel viaggio a New York nei minimi particolari. Mi hai aiutata con la festa dei diciotto anni di Ilaria e hai fatto molto altro. Mi hai accolta a braccia aperte ancor prima che chiedessi il permesso. Sei stata un'ancora fondamentale per mantenere i piedi per terra, per farci restare quelle di sempre. In questi ultimi tre anni hai fatto molto per noi e te ne siamo grate. Senza di te, non so cosa avremmo fatto o dove saremmo ora. Per noi è un onore essere qu al tuo matrimonio, grazie Elizabeth>> disse Greta senza fermarsi un attimo.
Elizabeth corse ad abbracciarci commossa. Poi ritornammo ai nostri posti, per giunta nello stesso tavolo dei ragazzi che non la smettevano di fissarci, volevano dire qualcosa, ma probabilmente non trovavano le parole. Poi fu il loro turno e salirono sul palco. Salirono solo Harry e Niall, in veste di testimoni.
<< Bene, c'eravamo preparati un discorso, ma l'abbiamo perso durante il viaggio. Quindi, ci toccherà improvvisare...>> iniziò Niall con il suo accento irlandese, poi continuò Harry << In questi ultimi tre anni, ne è passata di acqua sotto i ponti. Sono successe tante cose e ci sono stati molti cambiamenti, troppi. Ed Oliver, non è stato solo il nostro produttore, ma anche un amico fidato su cui contare nei momenti più brutti e tristi. Quando noi avevamo bisogno di una spalla su cui...>> s'interruppe << Sii uomo!>> disse Niall ridendo.
<<... ehm, niente. In questi ultimi tre anni, sono mancate delle... Sono mancati pezzi importanti della nostra vita. Perchè è difficile dimenticare ciò che è stato e ancor più difficile, far finta che non sia mai accaduto>> Harry si fermò e Niall proseguì << Ma quando puoi contare su delle persone come Oliver, allora tutto riacquista una sfumatura migliore. Non è facile credere che sono già passati... Volevo dire... In questi ultimi tre anni le strade di molti di noi si sono divise per poi ricongiungersi in questo giorno molto speciale e penso che non bisogna più aspettare... Congratulazioni Oliver ed Elizabeth, siete una coppia fantastica e siamo molto felici per voi!>> riposero il microfono al suo posto e a testa bassa, ritornarono al tavolo.
Quelle indecisioni nel parlare, quei riferimenti... Non stavano parlando di Oliver ed Elizabeth.
Ma di noi.

Durante il pranzo, gli unici a parlare furono Louis, Liam e Zayn. Nonostante non fosse il loro tavolo, sotto consenso di Elizabeth, si erano congiunti al nostro, in modo da stare tutti insieme. Da lontano, ringraziai Elizabeth che mi sorrise di rimando.
<< Certo che... Io che non vi vedevo da un po', noto la differenza. A parte Louis che vi aveva viste, ma chiamare anche me per incontrarci, no eh?>> attendeva una risposta, una risposta che non avremmo mai dato, non in quelle circostanze. Soprattutto non sotto lo sguardo di Niall ed Harry.
Fummo salvate da una cameriere che ci recapitò una lettera.
<< Qualche ammiratore segreto?>> Louis si accorse che sarebbe stato meglio non dirlo, quindi si cucì la bocca d'istinto. Guardai la busta, era indirizzata a me e a Greta. Sembrava che arrivasse direttamente da Los Angeles, rimasi a bocca aperta. La aprii ed istintivamente la lessi ad alta voce.
<< Ciao ragazze, vi scrivo dagli Studios cinematografici di Los Angeles. Ho una bellissima notizia per voi. Vi ricordate l'idea di fare un film sulle Gims Girls?>>
Sussultai, fermandomi per un istante. Poi ripresi a leggere ancor più velocemente, emozionata.
<< Bene, la proposta è stata accettata e io sarò felicissimo di realizzare questo film. Ci risentiamo per telefono, per spiegarvi meglio il progetto. Divertitevi a New York! Kenny Ortega.>>
Iniziai ad urlare di felicità, Greta per poco non rovesciò il bicchiere addosso al cameriere e Louis iniziò a fare il cretino. In quel momento vibrò il cellulare di Greta e pochi secondi dopo il mio. Erano praticamente identici e arrivavano tutti e due dallo stesso mittente: Jason.



 

Ehi ragazze, come va lì a New York? Tutto bene? Spero di sì, perché io sto alla grande. Vi ho scritto questo messaggio così che foste le prime a ricevere la notizia. Mi sono fidanzato. E' italiana come voi e ha detto di conoscervi. Si chiama Eleonora e veniva a scuola con voi, ha detto che siete amiche. Sono contento, qualche volta potremo organizzare un'uscita tutti insieme, no? Comunque con Harry e Niall? Avete combinato qualcosa? Se ancora non avete parlato con loro, beh, è meglio che lo facciate subito perché non avrete altre occasioni. Se non vi darete una mossa questa potrebbe essere la vostra ultima occasione!

Le sue parole mi fecero riflettere, aveva ragione. Era la nostra ultima occasione, ma prima che potessimo fare qualcosa, i ragazzi si alzarono dalle proprie sedie.
Niall mi si avvicinò e rimasi sorpresa quando mi chiese di ballare con lui, poi fece uno dei suoi magnifici sorrisi ed io non potei rifiutare.
Vidi che anche Harry, aveva invitato Greta a ballare. Era il momento perfetto.

Spazio autrici
Prima di cominciare, abbiamo una sorpresa per voi... Cliccate 
QUI, e scoprirete di che si tratta.
....
Beh ve lo diciamo, dai.
 FINALMENTE ABBIAMO FATTO IL TRAILER DI GIMS! Riempitelo di visualizzazioni e diteci che ve ne pare, mi raccomando.
Cooomunque, che ne pensate di questo capitolo? Lo sappiamo, lo sappiamo... Abbiamo scelto il momento sbagliato per finirlo, eh?
Scherzi a parte, ne succederanno delle belle, ve lo assicuriamo.
Perchè purtroppo il prossimo sarà l'ultimo capitolo di Gims. T.T
MA NON VI PREOCCUPATE, PERCHE' ENTRO SETTEMBRE INIZIEREMO A PUBBLICARE IL SEQUEL, WOOOAH!
Vi ricordiamo che non si tratta di un'altra storia, abbiamo solamente deciso di dividere Gims in due fanfic separate di modo che non diventasse troppo pesante la lettura.
Che dire, cercheremo di aggiornare al più presto - vacanze a parte - 
Alla prossima, dalle vostre 
Gims Girls. xx

 

P.S. Sono appena tornata (sono Greta, lol) da New York e non avete idea di che fantastica città sia, anche perchè mi sono ricordata di tutte le avventure delle Gims Girls, ma soprattutto della litigata che io e Ilaria avevamo fatto a Central Park e quasi scoppiavo a piangere! (Sì, lo so. Non sono normale.)

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Capitolo 30
*** The end? ***


(Ci farebbe davvero molto piacere se leggeste lo spazio autrici, 
grazie mille per tutto)



Greta’s diary

Io continuavo a non crederci. Ero ancora presa da tutto quello che era successo durante la mattinata, della lettera di Kenny e il messaggio di Jason. Ma a quel ragazzo bastarono quattro parole per farmi dimenticare tutto quanto. 
<< Ti va di ballare, Greta?>> non riuscivo a capire più niente. 
Ero titubante, non sapevo che rispondergli, ma poi con un accenno accettai il suo invito. Arrivammo sulla pista di ballo e avvolsi le mie braccia attorno al suo collo. Ballammo, in silenzio, finchè lui non decise di romperlo, facendomi venire la pelle d’oca. 
<< Mi sei mancata. Davvero.>> Sorrisi e appoggiai la testa sulla sua spalla. 
Ero felice? Sì. In quel momento capii che non avrei dovuto temere la sua presenza, che tutto sarebbe andato per il verso giusto. 
Il nostro momento fu interrotto da un brusco cambio di musica, così tornammo a sederci. 
Avevo perso di vista Ilaria, dove diavolo era andata? Dopo qualche minuto la scorsi al fianco di Niall al buffet. 
E ti pareva. Sembravano entrambi imbarazzati, chissà se erano riusciti almeno a parlarsi.
<< Beh, quindi farai un film!>> 
<< Già, il secondo… Ma neanche tu sei stato da meno, no?>> 
Nonostante la confidenza fatta pochi istanti prima, mi sentivo nel limbo. 
<< Aspetta... Greta, tu hai visto A Year In The Making?>> 
<< Ehm sì, circa quattro anni fa, ancora prima di creare Gims.>> 
<< E con chi?>> 
<< Ero a casa di Ilaria…>> 
<< No fammi capire, quindi tu mi hai visto in mutande ancora prima di conoscermi?>> scoppiai a ridere. Non riuscivo a capire se stesse scherzando o voleva solamente cercare un argomento su cui conversare. 
<< Beh non è mica colpa mia! E poi non sono certo l’unica che ti ha visto!>> iniziò a ridere anche lui. 
In qualche strano modo mi piaceva ciò che stava succedendo. 
Pochi istanti più tardi ci raggiunse Liam.
<< Ragazzi ragazzi RAGAZZI. Non ci potete credere.>> 
<< Cos’è successo?>> 
<< Ho appena parlato con il Caporedattore della Marvel. Oggi è in assoluto il giorno più bello della mia vita!>> 
Quasi ci spaccò i timpani. Ci raggiunsero presto anche Zayn, Louis, Ilaria e Niall. 
Passammo l’intero pomeriggio a conoscere nuove persone e assaggiando ogni volta dei cibi diversi. Dopo aver finito la cena ero pronta a tornare in albergo con Ilaria, ma Elizabeth non ce lo permise. 
<< Ragazze dove state andando? Adesso c’è la sorpresa!>> Guardai Ilaria, ma dai suoi occhi capii che neanche lei ne sapeva qualcosa. Ormai quasi tutti se n’erano andati, tranne noi due, gli sposi e i ragazzi. Non sapevo se preoccuparmi o lasciarmi trasportare dagli eventi. Ma, ovviamente, scelsi la prima opzione.
<< Ragazzi, siete pronti per la notizia bomba?>> non stavamo più nella pelle. Che cosa voleva dirci?
<< Ilaria, ti ricordi di quella cosa che ti avevo detto quando eri ancora a New York per il set? Sai… Quel mio sogno…>> Ilaria sgranò gli occhi. 
<< Cioè, vuoi dire che…>> 
<< Sì! Ma non dire niente agli altri, capiranno quando saremo là.>> 
La curiosità mi stava divorando. 
Volevo sapere a tutti i costi dove saremmo andate, ma sia Ilaria che Elizabeth non avevano la minima intenzione di dirmelo. Prendemmo la limousine e l’autista partì, a quanto pare conosceva già la meta. 
Cercavo di orientarmi guardando i grattacieli dal finestrino, ma il buio non era d’aiuto. 
<< Okay, mi arrendo. Non riesco a capire dove vogliate portarci. Vi prego sto morendo dall’ansia!>> esclamai. 
Liam annuì, neanche lui come il resto dei ragazzi non ne aveva idea. Il viaggio non durò molto, circa dieci minuti. 
Solo poco prima dell’arrivo riuscii a capire dove stavamo andando. 
<< Oddio, non ci credo.>> sussurrai tutto d’un fiato, appoggiandomi una mano davanti alla bocca.
<< Cosa c’è, Greta?>> 
<< Zayn, non hai capito dove stiamo andando?>> 
<< Ehm, no?>> rispose, alzando le sopracciglia.
<< Ci abbiamo anche cantato qui dentro…>> rispose di rimando Louis, sogghignando.
<< Guarda un po’...>> indicai fuori dal finestrino l’enorme stadio circolare. 
<< Ma è il Madison Square Garden! Che ci facciamo qui?>> 
<< Stasera giocano i Knicks contro i Lakers! Avevo raccontato ad Ilaria che mi sarebbe piaciuto venire a vedere una partita in un giorno speciale... E quale giorno potrebbe essere più speciale di questo?>> 
Elizabeth aveva pienamente ragione. 
Uscimmo dalla vettura abbastanza vicino all’ingresso dell’enorme stadio. La musica rimbombava a pieno volume e gli ingressi erano intasati di gente. Avevo i nervi completamente tesi dall’agitazione: era sempre stato un mio sogno andare a vedere una partita dell’NBA dal vivo, non potevo crederci. 
<< Come facciamo ad entrare?>> urlò Louis, facendo voltare alcune persone che si erano messe in fila. 
<< Non vi preoccupate… Prendete questi.>> rispose Oliver. 
Ci porse dei pass e ci indicò un’entrata secondaria, bloccata da un uomo della security. 
<< Harry, ma questi sono per le tribune, vedremo benissimo!>> 
<< Già! Stiamo di fianco, okay?>> 
<< Okay.>> Sorrisi a quella domanda, mi ricordava terribilmente i periodi delle elementari in cui il tuo migliore amico ti chiedeva di mettersi di fianco al suo banco. Solo che qui non si trattava del migliore amico. Ma di Harry.
Mostrammo i pass e l’uomo ci lasciò entrare. Lo stadio non era ancora completamente pieno, ma l’aria era elettrica, erano tutti molto eccitati. 
<< Ecco, quelli sono i posti.>> Appena mi sedetti, tolsi le scarpe. 
<< Vi presento Greta, la finezza in persona!>> esclamò Zayn in modo teatrale.
<< Ehi, prova a tenere questi trampoli per un’ intera giornata e poi ne riparliamo!>> scoppiammo tutti a ridere, e dopo circa venti minuti i giocatori iniziarono ad entrare in campo. 
Elizabeth era esaltatissima, aveva cominciato a gridare e a saltare, sotto gli sguardi allibiti di alcuni spettatori. 
In fondo non capitava tutti i giorni che una sposa andasse a vedere una partita di basket.
La partita non iniziò nel migliore dei modi. I Lakers erano in vantaggio. Finalmente era iniziato l’intervallo, che indicava la fine del secondo periodo. Si accesero gli schermi piatti sul soffitto, e si era illuminata una scritta che non mi rassicurava affatto: “KISS CAM”.  
Avevo sentito spesso parlare delle Kiss Cam negli stadi americani, soprattutto durante le partite di basket, e data la mia sfiga, mi aspettavo il peggio. 
<< Oh Dio, che emozione!>> esclamò Elizabeth, che con il suo abito da sposa occupava tre posti. Sia lei che Oliver erano emozionatissimi. Come previsto, i cameramen si erano accorti della bizzarra coppia presente nelle tribune, dopo qualche minuto infatti inquadrarono i due sposi, che si baciarono. 
Il pubblico era in visibilio, tutti avevano iniziato ad applaudire e urlare, ero sicura che Elizabeth non poteva desiderare di meglio. 
L’aria iniziava a scaldarsi. Anche Ilaria iniziava a sudare, forse avremmo dovuto cambiarci il vestito prima di entrare nell’arena. Ma probabilmente Elizabeth ci avrebbe trucidate, perciò valeva la pena sopportare.
L’arbitro stava impugnando il fischietto ed i giocatori erano ormai entrati in campo. Ancora assorta nei miei pensieri non mi accorsi di una cosa. 
Alcune ragazze della curva opposta avevano iniziato a gridare il mio nome. Inizialmente non me ne accorsi, ma presto le grida si trasformarono in un coro.
Non stavano urlando solo il mio nome, però.
Mi scossi e guardai verso Ilaria. Non parlò, semplicemente indicò verso i televisori al centro dello stadio. C’erano la mia faccia e quella di Harry in diretta, l’ultima coppia che si sarebbe dovuta baciare. 
<< Vaffanculo.>> sussurrai, pentendomene subito dopo perché tutti gli spettatori avevano letto il labiale dagli schermi. Rimanemmo entrambi atterriti e imbarazzati, nella speranza che gli schermi tornassero ad indicare il punteggio della partita, ma la telecamera non si spostava, e quasi tutti ormai avevano iniziato ad esclamare più forte. 
Mi voltai di nuovo, ma questa volta vidi Ilaria e Niall che ridevano come matti. 
Tornai a guardare Harry, che non aveva smesso di fissarmi. Harry, lo stesso ragazzo che da quando avevo quindici anni mi aveva fatto ridere, soffrire, amare allo stesso tempo. 
I suoi occhi erano sereni. 
Sorrisi, e con un po’ di coraggio chiusi gli occhi. 
Sentii le sue labbra appoggiarsi alle mie. 
Non mi accorsi delle urla, di Fireworks che era partita a tutto volume, degli applausi dei ragazzi. Non mi accorsi di niente perché tutto ciò di cui mi importava si trovava di fronte a me.
<< Mi chiedo a cosa pensi quando mi guardi.>>
<< Penso che ho bisogno di te. Ne avrò sempre bisogno.>>
<< Ti amo, lo sai?>>
<< L'ho sempre saputo.>>


Ilaria’s diary

Guardai Greta ed Harry baciarsi ed iniziai ad applaudire. Tutti i presenti mi seguirono a ruota, ci fu un'ola di applausi e poi tutti si zittirono per seguire la partita. Greta era felice ed Harry sembrava quasi si fosse appena svegliato da un sogno stupendo. 
Una coppia perfetta, ecco cos’erano. La partita era cominciata, eppure questo non aveva impedito che la Kiss Cam si posasse su loro due. 
Era contenta per loro, se lo meritavano. 
Poi guardai colui che c'era al mio fianco e mi rattristai. Speravo che quel ballo durante il matrimonio potesse aiutarci a rimettere le cose a posto, invece non aveva risolto proprio niente. Era durato troppo poco, anche solo per poterci dire un semplice “Ciao”. Solo tre anni prima eravamo inseparabili, mentre adesso non eravamo più niente. 
Solo ricordi troppo lontani per apparire ancora veri. Lo osservai e sorrisi, un sorriso carico di tristezza. Lui si girò quasi contemporaneamente ed io mi voltai immediatamente, puntando gli occhi verso la partita di basket. 
Due ore dopo eravamo già in hotel, pronte per preparare i bagagli. Il volo era prenotato per le sei di mattina, di dormire non se ne parlava, ormai erano successe troppe cose per poter anche solo sdraiarsi. La partita era finita in favore dei Knicks e questo aveva reso Elizabeth ancor più felice.
<< Allora Gre, come ti senti?>> lei mi guardò con sguardo sognante.
<< All’ottavo cielo, sempre che esista. Il settimo non basta.>> rispose con convinzione, senza nemmeno pensarci.
<< Tu non immagini quanto io sia felice per te!>> mi sorrise, per poi tornare subito seria.
<< Allora tu e Niall? Vi ho visti al buffet, e poi eravate seduti vicini.>> Il mio umore si arrestò di colpo e all'improvviso sentì una fitta al cuore.
<< Niente...>> risposi malinconica.
<< Oh Ila, mi dispiace tantissimo, non avrei dovuto... Eppure mi sembrava così preso... Ho fatto un disastro abissale!>> 
<< Gre non ti preoccupare, non è colpa tua e adesso non roviniamo il tuo momento, chiaro?>> 
Nonostante fossi felice per la mia amica, non riuscii ad impedire alle lacrime di scendere e rigarmi il viso.

Alle cinque e mezza di mattina, presto specificherei, ci ritrovammo all'aeroporto. Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorsi dell'arrivo dei ragazzi, seguiti da Elizabeth e suo marito Oliver. Che strano dirlo, Elizabeth si era sposata. Era incredibile e semplicemente fantastico.
<< Elizabeth?>> dissi a voce talmente alta che quasi non si girarono tutti i presenti, pochi a quell'ora. Lei mi venne incontro e mi abbracciò.
<< Hai gli occhi rossi e le occhiaie, ti consiglio una sciacquata veloce. Vieni con me!>> mi sussurrò, poi mi trascinò via, sotto gli sguardi basiti di tutti.
Non opposi resistenza e mi lasciai trascinare da Elizabeth.
<< Grazie…>> le dissi.
<< So come ti senti, è capitato anche a me, da giovane. Ma sappi che devi reagire, perché le cose non vengono con uno schiocco di dita. Non esistono formule magiche per fare andare bene le cose. Io mi sono rialzata e guardami, ho trovato Oliver e con lui vivrò per il resto della mia vita. Reagisci, voglio vedere l'Ilaria che ho conosciuto tre anni fa. Quella che sorrideva sempre e aiutava le persone che gli stavano intorno!>> quasi mi venne nuovamente da piangere, ma ricacciai indietro le lacrime e osservai distratta lo specchio. Solo in quel momento mi accorsi del capolavoro di Elizabeth. 
Le occhiaie erano sparite così come gli occhi rossi, aveva accennato un velo di trucco e il tutto senza che me ne rendessi conto.
<< Sei fantastica Elizabeth, vieni a trovarmi a Londra!>> dissi.
<< Certamente, voglio fare una bella nuotata nella vostra piscina.>> sorrise amichevolmente, e non potei esserle più grata. Così detto, uscimmo dal bagno e raggiungemmo gli altri. Abbracciai nuovamente Elizabeth, poi dopo aver salutato Oliver, seguii gli altri verso il check-in.
<< Allora, cosa ti ha detto Elizabeth?>> mi chiese Greta. Stavo per dirglielo, quando da dietro spuntarono i ricci di Harry e le sue braccia cinsero la vita della mia amica.
<< Emh... Panino col salame!>> dissi velocemente, sì, non era stata la migliore delle uscite, ma dovevo inventarmi qualcosa.
<< Hai fame?>> chiesero all'unisono.
<< Adesso vi leggete nella mente? Che carini che siete, vi lascio soli...>> .
Ci imbarcammo e salimmo sull'aereo. Greta ed Harry si sedettero vicini, mentre io presi l'unico posto da solo, o meglio, l'unico posto che avesse l'altro già occupato.
<< Sicura che non vuoi stare con gli altri, se vuoi ti faccio compagnia!>> mi propose Zayn sorridendo. 
<< No, tranquillo. Almeno qui vedo meglio la tv e poi ho sonno, non sarei di grande compagnia!>> risposi sorridendo. 
Lui annuì, seppure poco convinto e andò a sedersi di fianco a Niall. Ora capivo perché fosse stato così insistente. 
Tutti credevano che saremmo tornati insieme, ma io ero l'unica a sapere che non sarebbe stato così, purtroppo.
L'hostess mi chiese se avessi fame, ma io risposi con un “no” secco. Non volevo essere sgarbata, ma il mio temperamento non era dei migliori, e non ci potevo fare niente. Capitava raramente che rifiutassi il cibo e questo mi fece allarmare, tanto che mi costrinsi a mandare giù qualche biscotto che mi ero portata nella borsa.
<< Ilaria!>> mi voltai e vidi Greta sbracciarsi per farsi vedere da me. Verso il fondo c'era un casino pazzesco, era strano che i passeggeri non si fossero ancora lamentati.
<< Gre, che c'è?>> risposi urlando.
<< Non hai ordinato niente?>> mi urlò di rimando. Alzai in aria i biscotti.
<< Solo questi, ne vuoi qualcuno?>> chiesi.
<< Cosa? Mi stai offrendo i tuoi biscotti? Domani nevica... Ma non hai preso nient'altro?>> chiese preoccupata, mi venne da sorridere.
<< Ilaria che non mangia niente?!>> esclamò Louis, ancora più preoccupato di Greta.
<< Ho solamente sonno, dormo... E voi fate meno casino!>> sorrisi e mi sedetti al mio posto, sotto lo sguardo furioso della signora accanto a me. L'avevo fatta grossa, si era svegliata e non prometteva bene.

All'arrivo nell'aeroporto di Londra non trovammo molti fan ad aspettarci e questo risultò più come un sollievo, perché potevamo camminare indisturbati, come dei ragazzi normali. 
<< Il matrimonio è stato fantastico, vero?>> disse Liam, fuori di sé.
<< Non vorrai fare il gran passo anche tu, spero!>> rispose Greta. Io mi svegliai di colpo, fino a quel momento ero risultata un'autentica zombie.
<< Chi si sposa?>> chiesi, mezza rimbambita.
<< Ilaria, ritorna nel mondo dei sogni.>> mi disse Greta, dolcemente. Mi sedetti su una panchina poco lontano e cercai di comprendere i discorsi. 
Finché non avvertii qualcuno al mio fianco. Niall.
<< Ciao, bella addormentata.>> mi disse. E, quelle tre parole, mi bastarono per svegliarmi dal mio dormi veglia.
<< Ehi...>> risposi. Mi voltai verso di lui ed i miei occhi si persero nei suoi, letteralmente. Non riuscivo a capire come potesse essere così tranquillo. Ah già, ero io l’unica cogliona a starci male.
<< Ascolta, io...>> ma proprio in quel momento fu interrotto da Louis, che stava parlando al telefono.
<< Cosa? Oh mio Dio.... Arrivo subito, aspettami... Due secondi, cioè due minuti e sono da te.>>
<< Tutto bene, amico?>> chiese Zayn.
<< Merda, ragazzi. El…>>
<< Cosa?>>
<< E’ incinta.>>
<< Oh, cazzo.>> sussurrammo tutti all’unisono.
<< D-devo andare.>>
<< Veniamo con te!>> esclamarono Zayn e Liam. Rimasi paralizzata. Ecco perché in quegli ultimi giorni era così strana. Accorsi verso Greta e lei mi guardò quasi sconvolta, poi abbozzò un sorriso e ritornò in sé.
<< Beh, non c'è che dire, due giornate piene di novità. E' il caso di andare...>> disse. Harry le diede un bacio sulla nuca. 
Io, dal canto mio, mi girai verso Niall, ma non riuscii a pronunciare niente se non un misero “A presto”. 
Greta mi trascinò via e ci incamminammo verso l'uscita. 
Con la coda dell'occhio, vidi Niall dare un calcio alla valigia e, quando Harry gli mise una mano sulla spalla, lui si scostò. 
Mi fermai di colpo. 
No, non poteva finire così. 
Dopo tutti quegli anni, dopo tutte le promesse fatte e soprattutto, dopo tutto ciò che avevamo vissuto, non era in quel modo che doveva andare. Avrei potuto riprendere a camminare e seguire Greta, come se niente fosse, ma non ci riuscii. Perché come mi aveva detto Elizabeth “Dovevo reagire”. Non potevo davvero credere che tutto quello che provavamo l'uno per l'altra fosse svanito così, come un soffio di vento. 
Ritornai sui miei passi, ma questa volta mi diressi verso Niall. Inizialmente non si accorse di me, poi appena mi vide, mi venne incontro. Poteva sembrare la scena di un film , eppure non lo era. Quella era la vita vera, quella in cui devi cogliere l'attimo per essere veramente felice, quella in cui devi rialzarti perché le cose non vanno bene se schiocchi le dita, ma devi perseverare e reagire. Ci ritrovammo di fronte, così vicini da farmi barcollare per l’emozione.
 Ci guardammo negli occhi e ritrovammo il magico attimo di poco prima.
<< Non lasciarmi andare.>> sussurrai. 
Mi sorrise dolcemente.
Il mondo ricominciò a girare. Le farfalle nello stomaco che erano rimaste sepolte per troppo tempo, incominciarono a risvegliarsi e a svolazzare freneticamente. Il cuore riprese a battere sempre più veloce, incessante. Mi sentii di nuovo me stessa, come se fossi tornata ad avere quindici anni. Le stesse emozioni di tre anni prima ripresero a vorticare dentro di me.
E, come anni prima, mi diede il tempo di decidere, di scegliere se scostarmi ed indietreggiare. Ma come allora, rimasi dov'ero.
<< Non lo farò. Ti amo.>> lui si avvicinò e le sue labbra calde toccarono le mie. Non mi sarei mai staccata da lui, nemmeno se tutto fosse crollato, niente avrebbe potuto rovinare quel meraviglioso momento. C'eravamo solo io e lui. E questa volta, sarebbe stato per sempre.


 


GIMS, ALWAYS DREAMS COME TRUE.


 

 

#Spazio Autrici


E siamo arrivati alla fine. Al capolinea. E ci viene una grande tristezza a pensare che questa, pur non essendo la fine, è un'importante conclusione di noi, Greta e Ilaria. Si, perchè magari a voi può sembrare strano, ma questa storia, nel suo corso, ci ha condizionato e ci condiziona ancora parecchio. Perchè spesso una persona non se ne accorge, ma con la scrittura esprime concetti che nemmeno pensava di conoscere, di saper rivelare alla gente. Questa è e rimarrà sempre una fanfiction. Una tra le tante. Forse verrà dimenticata, forse no. Ma dovete sapere che tutto ciò che abbiamo postato l'abbiamo fatto davvero con il cuore, sempre con l'intento di trasmettere qualcosa. Se ci siamo riuscite? Beh, questo sta a voi dirlo. Eravamo partite inizialmente con poche, flebili speranze, eppure ehi, sotto la nostra storia c'è scritto che ci sono più di trecento recensioni, e vi giuriamo su qualsiasi cosa che non ne potremmo essere più contente. E lo dobbiamo a voi, lettrici che ci avete accompagnato fino a qui, chi recensendo, chi solamente leggendo. Non smetteremo mai di ringraziarvi perchè nel vostro piccolo, ci avete fatto realizzare un sogno.


 


 "<< Ehi! Voi quattro! Siete in arresto!>>
Ci voltammo.
La serata perfetta era finita."

 "<< Dovremmo avere un figlio. Sul serio, dai!>> mi bloccai.
Era ubriaco, la cosa era plausibile."

 "<>
Inquadrarono un volto molto familiare che piangeva disperatamente.
Oh, merda."

"<< Se mi dici che mi ami, ti sposo qui. Seduta stante. Ti posso dare il matrimonio da sogno che desideri, posso amarti più di chiunque altro se solo tu me lo permetti.>>"

 "Perché il dopo-sbronza di Greta sarebbe stato più terribile per me che per lei."

"Ci siamo concessi più di un'occasione, ma ogni 
volta è finita con noi che ci lasciavamo e soffrivamo l'uno per l'altra.
Tanti provano ad essere amici, ma noi due non ci riusciremmo mai,
lo sai meglio di me. Ci ricascheremmo un'altra volta."

 "Vidi Harry incenerire con lo sguardo le sbarre, forse in un vano tentativo di buttarle giù con la sola forza del pensiero. Niall, dal canto suo, sbatteva furiosamente le mani sul muro, mentre Greta osservava sconcertata lo strato di sudiciume presente sul pavimento. Eravamo davvero in una brutta situazione."

"<< Niall e Greta, Greta e Niall... Oddio, non riesco nemmeno a pensarci!>>"

 "<< Le cose più belle rimangono impresse nella mente.>> concluse. Rimasi in silenzio, la bottiglia di birra a mezz’aria. Quel ragazzo mi stava uccidendo."

"Le Gims girls sono sempre esistite. E forse questo è davvero l’inizio, okay?"

 

... Ma questa è tutta un'altra storia,
le vostre scrittrici da strapazzo ♥ 

 

 

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