Greetings From The Dead

di Defiance
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Disclaimer: i personaggi e OUAT non mi appartengono. La storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.




Greetings from
the dead




 


1







 


Dopo il colpo di scena sull'identità della sconosciuta che Emma aveva riportato dal passato, Regina aveva lasciato il locale ed era ritornata a casa sua.
Si era impegnata davvero tanto per cambiare, per tornare la donna buona che era stata un tempo... e tutto ciò che aveva ottenuto era di vedere il suo amore venire nuovamente strappato via da lei e i suoi sogni su un futuro felice infranti ancora una volta.
Ogni fibra del suo corpo bramava vendetta su quella donna avventata, sulla causa di tutte le sue più recenti disgrazie: Emma Swan.
Tuttavia, sapeva benissimo che non poteva agire contro di lei, perchè il piccolo Henry non l'avrebbe mai perdonata e non voleva perdere anche il figlio.
Si ritrovò a sfogliare il libro di incantesimi di Cora per l'ennesima volta, giusto per tenere impegnati i pensieri, quando la sua attenzione fu catturata da una pagina che parlava proprio di ripagare con la stessa moneta un torto.
Decise di scagliare la maledizione, nessuno avrebbe scoperto che l'autrice di quel sortilegio fosse lei, e sorrise soddisfatta.
Poi qualcuno suonò al campanello e Regina si affrettò a metter via il manuale e a correre ad aprire.
"Mamma" 
Henry la salutava sorridente sulla soglia della villa.
"Ehi, vieni dentro" lo accolse calorosamente, sentendo un pizzicorio allo stomaco, dovuto probabilmente al senso di colpa.
Da quando la Regina Cattiva stava male per le sue brutte azioni?
"Ho pensato che magari potevo restare qui per un paio di giorni. Che ne dici?" propose il bambino, addentando una delle brioche fatte in casa che la donna gli aveva offerto.
Regina sorrise.
"Ma certo, tesoro"
Suo figlio le voleva bene, ma non sapeva cos'avesse appena fatto alla sua madre biologica.
E non lo avrebbe saputo mai.


"Tu credi che mi odi per quello che ho fatto?" domandò Emma mentre osservava Henry sparire dietro la porta di villa Mills.
Killian la guardò e le accarezzò dolcemente una guancia.
"Hai solo salvato una vita, non credo che possa arrabbiarsi con te per questo" mormorò poi, abbozzando un lieve sorriso.
Lentamente, la donna si sporse verso di lui e lo baciò.
Non ci era abituato, a vedere il suo lato vulnerabile; aveva desiderato ardentemente che quel giorno arrivasse, il momento in cui la Salvatrice si sarebbe resa conto dei sentimenti che provava e li avrebbe accettati... e finalmente era arrivato.
Finalmente poteva stringerla tra le braccia, baciarla, sussurrarle che era sua e che non l'avrebbe lasciata andare per nessun motivo al mondo.
"Allora, vieni da me per il bicchiere della staffa o devo trovare qualcun altro?" lo prese in giro lei, con tanta di risatina divertita, quasi come se ci fosse stato un precedente a quella frase.
"Dovrei sapere di cosa stai parlando e quindi ridere anche io o..."
"Sono gli effetti del rum" asserì Emma, rimettendo in moto l'auto e dirigendosi verso il suo appartamento.
"Oh. Aspetta, riguarda la tua avventura con il vecchio me? Sai, potrei offendermi per questo" commentò l'uomo, ma la donna non accennava a smettere di ridere.
"Lo sapevo che eri geloso" 
"Non ero geloso!" ribattè indignato, ma poi sorrise, perchè sapeva perfettamente di non averci visto più dalla rabbia quando l'Hook del passato l'aveva baciata e aveva provato a portarsela a letto.
Si domandò cos'avrebbe fatto se lui non fosse stato lì a liberarla dalla sua stessa presa.
Tuttavia, non disse nulla al riguardo.
"Come desideri" continuò a sfotterlo, ma a Killian stava bene così, perchè vederla sorridere era la cosa più bella del mondo e questo rendeva felice anche lui... e poi si erano sempre divertiti a stuzzicarsi con quelle frecciatine a volte di scherno, altre volte cariche di malizia.
"Allora, non scendi?" 
Emma era tornata seria e lo guardava con aria interrogativa, aspettando una sua mossa.
Scese dal maggiolino e la seguì su per le scale, poi si accomodò sul divano e aspettò che ritornasse con due bicchieri e una bottiglia di amaro in mano.
"Scusa, ho finito la mia scorta personale di rum" 
Hook rise e accettò comunque il drink.
"Guarda che avevo davvero una scorta di rum, undici anni fa" 
Insistè lei, ma tutta l'ilarità che l'aveva illuminata nella precedente mezz'ora stava iniziando a svanire, sostituita dalla consepevolezza di trovarsi da sola in casa con lui e di essergli troppo, troppo vicina.
"Eri una tipa tosta, eh?" era il suo turno di prenderla in giro, ma quella donna aveva la capacità di prendere tutto come una sfida e non gli concesse nemmeno quella piccola battuta.
"Sono ancora una tipa tosta"
"Sei stupenda" la stupì lui, trafiggendola con i suoi occhi azzurri come il mare.
Poi la baciò, con dolcezza e delicatezza, come aveva fatto da Granny's; la stringeva a sè e ne gustava il sapore, accarezzandole lentamente la schiena.
Emma fu percorsa dai brividi mentre dentro di lei cominciava a divampare un fuoco a lei sconosciuto.
Lo attirò a sè, lasciandosi ricadere sul divano e facendo in modo che le finisse sopra; le mani si muovevano rapide tra i capelli neri di lui e il suo corpo si inarcava ogni qualvolta Killian sfiorasse un punto particolarmente sensibile... o forse era proprio lui a farle quell'effetto, non avrebbe saputo dirlo.
"Emma" mugugnò a un certo punto lui, mentre sollevava lentamente la maglietta della donna.
"Se vuoi che mi fermi, devi dirmelo ora"
Ma lei non disse nulla.


I primi raggi del sole illuminarono la stanza, scontrandosi violentemente con gli occhi chiusi di Emma e disturbando il suo sonno.
Stava per stiracchiarsi alla grande, come era solita fare, ma la leggera pressione delle braccia di Killian attorno a lei le ricordò di non essere sola quella mattina.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che si era risvegliata accoccolata contro l'uomo che amava? 
Sorrise istintivamente, si rigirò e studiò la sua immagine con minuziosa attenzione; voleva ricordare quel momento per sempre, i suoi capelli spettinati, le labbra lievemente dischiuse, il modo in cui il suo petto nudo si alzava e si abbassava regolarmente quando respirava; voleva vedere la sua espressione quando avrebbe aperto gli occhi e visto che lei era lì, al suo fianco.
"Ti godi il panorama, Swan?" domandò lui, sorridendo a sua volta, la voce rauca per il sonno.
Emma arrossì e fece per lanciargli un cuscino in faccia, ma Hook intercettò subito il colpo e le immobilizzò le mani.
"Buongiorno, tesoro" mormorò poi, baciandola con tenerezza.
"Buongiorno, Hook" ribattè con aria di sfida lei, facendolo scoppiare a ridere.
La liberò, le permise di posare il capo sul suo petto e restarono in quella posizione per diversi minuti, ad inebriarsi l'uno del profumo e della presenza dell'altra. 
"Killian" mormorò all'improvviso la donna, alzando il volto per guardarlo e con un cenno, il pirata la invitò a parlare.
"Io..."
Ma non terminò mai la frase perchè un urlo squarciò l'aria e scattarono entrambi in piedi.


Belle non era andata in biblioteca, quella mattina. 
Tremotino, infatti, le aveva chiesto di aprire il negozio al posto suo, perchè lui doveva occuparsi di una faccenda importante prima di iniziare la loro luna di miele (resa possibile grazie allo stesso incantesimo che aveva utilizzato per andare a cercare Bealfire).
Nessuno dei due, tuttavia, si aspettava che la fanciulla avrebbe trovato una sorpresina inaspettata all'interno dell'edificio.
Stava pigramente aggiornando l'inventario, - con il quale il marito era piuttosto fissato -, quando dall'ufficio privato di Rumple si udì un boato.
Allertata, Belle si armò di un pugnale e cominciò ad avanzare a passo felpato verso la tenda che divideva le due stanze.
Non fece in tempo a fare alcunchè perchè una figura le fu addosso, facendole sbattere la testa contro il freddo e duro pavimento, e lei urlò.
"Guardami bene, perchè sarà l'ultima faccia che vedrai"
Le intimò con un ghigno e non potè fare a meno di domandarle chi fosse.
"Qualcuno che vuole farla pagare a Tremotino" rispose emblematica la sconosciuta e quando finalmente Belle riuscì a mettere a fuoco il suo aggressore, notò che si trattava di una donna giovane e bellissima che non aveva mai visto prima di allora.
Quella alzò il pugnale e puntò al suo cuore, ma prima che potesse portare a termine la sua vendetta, qualcuno fece irruzione nel negozio.
"Ferma o sparo!" 
Emma teneva con sicurezza la pistola puntata in direzione della persona che minacciava di uccidere la sua amica.
"Getta il pugnale" aggiunse Hook, con voce ferma e autoritaria e la donna si irrigidì, lasciando cadere il pugnale di getto.
Si voltò lentamente e boccheggiò sorpresa: "Killian" 
Il pirata sgranò gli occhi e spalancò la bocca, riconoscendone prima la voce, poi il volto. 
Non era possibile.
"Milah?!" esclamò spiazzato, spostando lo sguardo verso Emma, che aveva riposto l'arma nella cintura e si era allontanata dall'edificio. 
Non gli aveva rivolto il minimo sguardo.










Angolo Dell'Autrice
Non so nemmeno da dove mi sia venuta quest'idea.
L'ho pensata così e mi è venuta voglia di scriverci
una mini-mini-long, che spero vi piaccia!
Lasciatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate,
se vi va, mi rendereste davvero contenti.
Ci tenevo a ringraziare pandina e A lexie s per il loro sostegno,
la loro disponibilità e la loro gentilezza; mi hanno accolta nel fandom
e continuano a leggere e recensire le mie storie, grazie di cuore.
Al prossimo capitolo,

Bell! :)



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Capitolo 2
*** 2. ***


2







David e Tremotino, che erano stati avvisati da Emma non appena ebbe sentito l'urlo di Belle, raggiunsero il negozio proprio quando la bionda ne stava uscendo.
Sembrava scossa e aveva l'aria di una persona alla quale era appena crollato il mondo addosso.
"Ehi, che succede?" le domandò il padre, ma lei si limitò ad indicare l'edificio e a correre via verso il suo appartamento.
A Charming quella reazione suonò sospetta e non gli piacque per niente, tuttavia dovette riconoscere che sulla scala delle priorità, vedere cosa diavolo stesse accadendo fosse al primo posto.
Fece irruzione nel negozio, seguito immediatamente dal signor Gold e rimase immobile a fissare la scena, palesemente confuso.
Hook e una donna dai lunghi capelli neri si fissavano a diversi metri di distanza; lei aveva un pugnale puntato alla gola di Belle, mentre il pirata, con cautela, le parlava, cercando di convincerla ad abbandonare le sue intenzioni.
"Milah?"
La voce di Rumple suonò stridula e palesemente sconvolta.
"La lasci andare" ordinò David, puntando la pistola contro la donna.
Quella rise.
"Siamo tornati alle vecchie abitudini, Tremotino? Ti fai difendere da qualcun altro?" 
Una lampo di rabbia attraversò i suoi occhi e il rombo di un'esplosione riecheggiò per tutta la città: aveva fatto crollare delle travi, che erano finite precisamente sul capo della sconosciuta, liberando la coniuge e riabbracciandola.
"Come vedi non ne ho bisogno" sibilò, stringendo ancora più forte la moglie contro di sè.
"Deve venire con me in centrale" intervenne David, ammanettando la 'criminale' e aiutandola a rialzarsi.
"Killian, aiutami" lo supplicò lei, ma l'uomo rimase fermo a boccheggiare, ancora sospeso su un filo tra sogno e realtà.
"Killian!"
Urlò ripetutamente il suo nome, finchè il frastuono dell'auto che veniva messa in moto non coprì le grida.
"Che cosa hai fatto?" ruggì  il signor Gold, afferrando Hook per il colletto della giacca e sbattendolo contro la parete.
"Tremotino!" strillò Belle, quasi a fargli notare quanto stesse esagerando, ma lui non diede il minimo segno di averla sentita.
"Che tu ci creda o no, non ho fatto niente"
Rumple lo lasciò andare, riconoscendo nei suoi occhi lo sguardo di qualcuno davvero confuso e sconvolto.
Non era possibile riportare qualcuno in vita, lui lo sapeva bene; nel suo caso era stata un'eccezione, era il Signore Oscuro, ma lei era una donna comune e questo non sarebbe dovuto accadere.
Quando Killian uscì dall'edificio, Tremotino si trovò costretto a raccontare tutta la storia di Milah alla moglie, la quale non la prese esattamente bene, ma alla fine riconobbe il cambiamento che l'uomo aveva fatto e promise che lo avrebbe aiutato a trovare una soluzione.
"Non so cos'abbia fatto, per meritarti" sussurrò lui, spostandole una ciocca di capelli dal volto.
"Mi hai fatto capire che anche il più temibile dei cattivi può scegliere di agire per il bene. E questo basta" rispose la donna, stampandogli un dolce bacio sulle labbra.


Emma sbattè la porta della sua camera e si lasciò andare ad urla liberatorie.
Cominciò a tirar via le lenzuola dal suo letto con violenza, strappandole persino in alcuni punti e inciampando quando quelle le si ingarbugliarono tra i piedi.
Cadde per terra e scoppiò a piangere, stringendo il tessuto ancora impregnato del profumo di Hook contro il volto.
Sapeva di non doversi lasciare andare con lui, sapeva che avrebbe sofferto di nuovo, ma alla fine non era riuscita a resistergli e aveva ceduto; aveva pensato che, oltre ad aver trovato la sua casa, avesse trovato il suo Vero Amore, quello di cui sua madre parlava tanto, ma forse non esisteva nulla del genere per lei... forse Emma Swan era semplicemente destinata a salvare gli altri e la loro felicità, senza avere la possibilità di costruirsi la propria.
Forse non esisteva il Vero Amore per le principesse cresciute fuori dalla Foresta Incantata.


Killian si diresse alla stazione di polizia, ma non vi entrò.
Aspettò per ore che Emma vi uscisse, tuttavia non lo fece mai; voleva parlarle, però l'unica persona che varcò quella soglia fu David.
"Non è venuta" gli aveva detto e lui se n'era andato via, ignorando le altre domande che il vice sceriffo gli aveva rivolto.
Quello che si stava facendo strada dentro di lui, era un turbinio di emozioni, un vortice dal quale non sapeva se sarebbe uscito vivo.
Da un lato, c'era la donna che aveva avuto anche troppo facilmente, che lo aveva fatto innamorare col tempo e che aveva cercato di vendicare per anni.
Dall'altro, c'era la donna che aveva lottato per avere, quella che lo aveva strappato dall'oblio e lo aveva fatto di nuovo sentire vivo, quella con la quale nulla era mai dato per scontato e che lo sfidava in continuazione; quella di cui si era innamorato subito e che aveva scacciato via Hook e riportato a galla Killian Jones.
Non era preparato a gestire una situazione del genere, come non lo era Emma quando Bealfire era ritornato nella sua vita... ma le cose erano diverse all'epoca; il loro rapporto non era evoluto in quel modo.
Nonostante stesse vagando senza meta, senza riflettere su dove stesse o non stesse andando, riconobbe immediatamente la strada dov'era finito: era il quartiere dove abitava Emma.
Il suo maggiolino aveva il bagagliaio aperto e, ad un tratto, spuntò anche il volto della Salvatrice, che sbattè lo sportello e si precipitò in auto.
Killian si mosse istintivamente, entrando dall'altro lato.
"Vai da qualche parte?" chiese, incrociando le braccia e scrutandola con un sopracciglio sollevato.
Emma chiuse gli occhi.
"Ho delle faccende da risolvere a New York, prima di trasferirmi definitavemente qui"
"Adesso chi è che mente?" la mise alle strette immediatamente, non era di certo dell'umore adatto per reggere i loro vecchi 'giochini'.
"Cosa ci fai qui, Hook?"
Hook. Detto da lei suonava quasi un insulto, dopo aver sentito la dolce melodia che produceva quando lo chiamava con il suo vero nome.
"Che domande fai, Emma? Dove dovrei essere, dopo quello..."
"Non credo che abbia più alcuna importanza. Sappiamo entrambi come andrà a finire questa storia, per cui non ha senso parlarne" lo interruppe lei, scendendo dall'auto e appoggiandosi allo sportello.
Respirò profondamente, le mancava l'aria e doveva assolutamente calmarsi.
"No, io non lo so, Swan. Sei tu che hai deciso come deve andare a finire e stai scappando, perchè è quello che fai sempre. Vuoi solo evitare di affrontare la situazione" tuonò l'uomo, parandosi davanti a lei, probabilmente per assicurarsi che non andasse via.
Emma abbozzò un flebile sorriso triste e sosprò.
"Non c'è nulla da affrontare. Basta vedere cos'è successo a Robin e Regina quando Marion è tornata"
"Io non sono Robin, Emma. Sono qui con te, non con Milah e non riesco a trovare una singola ragione per cui debba essere altrove" sussurrò lui, alzandole delicatamente il viso.
E lo pensava davvero: aveva lasciato andare Milah, il suo ricordo e il suo amore per lei quando aveva conosciuto lei... non poteva tornare indietro.
E nemmeno voleva farlo.
Gli occhi della donna erano lucidi e delle silenziose lacrime le stavano rigando le guance. Non si era accorto che stesse piangendo, i capelli le avevano coperto interamente il viso.
"No... ti prego, non..."
Non posso perdere di nuovo qualcuno che amo, gli avrebbe voluto dire, avrebbe voluto lasciarsi circondare dalle sue braccia e affondare il capo nell'incavo del suo collo... invece si ritrasse dal suo tocco e si girò dal lato opposto. 
Non riusciva a reggere il suo sguardo, aveva paura che se solo avesse incontrato le sue iridi azzurre ci avrebbe visto il vuoto anzichè l'intensità con cui l'aveva sempre guardata.
"David mi ha detto di farti sapere che devi passare dalla centrale, domani" lo informò, poi riprese la sua valigia ed entrò in casa.

Killian non aveva chiuso occhio quella notte.
Continuava a pensare ad Emma, ai suoi occhioni tristi, alla notte più bella della sua vita, l'unica che avessero passato insieme, e a quanto era stato bello svegliarsi e ritrovarsela accanto.
Le aveva praticamente detto che, qualsiasi cosa fosse successa, lui avrebbe sempre scelto lei... eppure si era richiusa in sè stessa e lo aveva spinto via, di nuovo.
Sapeva esattamente cosa stesse provando la donna, lui stesso ci era passato quando Neal era ritornato e conosceva alla perfezione quella sensazione di paura mista a gelosia che attanaglia in quei casi. 
Anche se il pensiero della Swan gelosa di lui lo fece sorridere leggermente. 
Prima o poi lo avrebbe ammesso.
La centrale era aperta, ma quando vi entrò scoprì che l'unica persona presente era Milah, rinchiusa in una delle celle dell'edificio.
"Killian" lo accolse lei, sorridendo.
"Ciao, Milah"





Angolo Dell'Autrice
Ciao!
Sono stata veloce, eh?
Ecco che le prime conseguenze del
ritorno di Milah cominciano a farsi vedere.
Cosa pensate della reazione Emma? E di
Hook?
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto!
A presto,
Bell :)


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Capitolo 3
*** 3. ***


3







"Sei venuto per liberarmi, vero?" 
Lo sguardo di Milah era pieno di sicurezza e gioia; scrutava l'uomo che aveva di fronte come se non vedesse l'ora di scappare con lui e strappargli via gli abiti di dosso.
"Non esattamente" ammise lui e gli occhi della donna si spensero.
"Cosa? Hai intenzione di lasciarmi qui?"
"Hai cercato di uccidere Belle. Sarà lo sceriffo a decidere cosa fare, non ho alcun potere decisionale sulla questione" spiegò lui, appoggiandosi alla scrivania di Emma e incrociando le braccia.
Guardava la bruna, sgomenta dietro le sbarre.
Dio, se non l'aveva amata! Forse anche troppo e per troppo tempo; aveva vissuto nel rancore e nel desiderio di vendetta per anni, ma le cose ora stavano diversamente: si era liberato di quel macigno opprimente che gravava sul suo petto, aveva ritrovato sè stesso e non si era mai sentito così libero.
"Possiamo fuggire. Chi se ne importa di quello che vogliono qui, salpiamo sulla Jolly Roger e troviamo un regno dove saremmo al sicuro, dove potremmo essere felici..."
Killian si avvicinò lentamente alla cella, voleva essere faccia a faccia con lei quando le avrebbe detto la verità. E magari beccarsi anche un bel ceffone... se solo lei gli avesse dato il tempo di parlare, prima di avventarsi sulle sua labbra.
Lui si ritrasse immediatamente.
Aveva avuto paura che accadesse e di quello che baciarla avrebbe potuto rivelare, ma la verità era che non aveva provato assolutamente nulla se non un assaggio di ciò che un tempo aveva avuto.
Un po' come quando non mangi una cosa per molto tempo e poi, quando lo fai di nuovo, ti accorgi che non ti piace più come prima, che ti è quasi indifferente.
E in quell'istante capì che Milah non era mai stata il suo Vero Amore, che se il destino aveva stabilito la sua morte e la sua conseguente vendetta, era solo per condurlo da Emma.
Nessuna donna gli aveva mai fatto provare ciò che sentiva quando baciava lei. E di donne ne aveva avute tante.
"Milah" 
Non c'era cattiveria, nè scortesia nel suo tono di voce, solo tristezza e dispiacere; sapeva che l'avrebbe ferita e non voleva farlo.
Ma doveva. 
"Le cose sono cambiate" disse e nello sguardo di lei trovò solo confusione.
"Di che stai parlando, Killian?"
"Io... noi... non ha più senso. Non ha mai avuto senso. Avevamo sbagliato in partenza, ed ora lo so. Ho speso anni ed anni cercando di vendicare la tua morte, ma..."
"C'è un'altra donna, non è vero?" lo interruppe lei, con tono acido e freddo.
Milah. Non era mai stata stupida, c'era d'aspettarsi che avrebbe capito tutto da sola.
"Sì" 
Solo che lei non era l'altra donna, era la donna, la donna della sua vita, quella che gli aveva strappato il cuore e senza la quale non avrebbe più potuto vivere.
"Chi è?" sibilò, le mani strette in pugni.
"Chi è, Killian?"


Emma sapeva che origliare era una cosa sbagliata da fare e che portava solo guai, ma quando aveva sentito Milah proporre ad Hook di fuggire insieme, non aveva saputo trattenersi ed aveva spiato tutto dalla porta dell'ufficio.
Aveva deciso di restare fuori da quel caso, ma David l'aveva chiamata d'urgenza dicendole che Mary Margaret lo aveva contattato supplicandolo di tornare a casa per aiutarla col bambino e quindi non aveva avuto scelta e si era dovuta recare alla centrale.
Non si aspettava, però, di dover fare da spettatrice ad un bacio tra due ex amanti che le fece ribollire il sangue nelle vene, mettendo alla prova la sua forza emotiva e la sua capacità di controllo; avrebbe voluto fare irruzione nella stanza, strappare il cuore dal petto a Hook e pugnalare Milah... ma poi aveva optato per il voltare le spalle e andarsene via.
Non lo fece ovviamente, perchè sentì l'uomo respingerla immediatamente. Una frazione di secondo e avrebbe potuto rovinare tutto per nulla... un giorno avrebbe imparato a non partire in quarta.
Entrò nella stanza proprio mentre Killian stava per fare il suo nome.
"Emma" mormorò sorpreso lui, guardandola preoccupato.
Cos'avrebbe pensato? Lo avrebbe reputato un tradimento? Avrebbe frainteso?
"Buongiorno" disse solo e il tono calmo della sua voce e il fugace sorriso che comparve sul suo viso lo tranquillizzarono un po', ma non gli restituirono la parola.
Perchè il Vero Amore doveva essere così complicato?
Anche con Milah lì, vedeva solo lei. E si perdeva nei suoi movimenti e nei suoi occhi e nel suo profumo.
"Quello era di Bea" 
Milah li portò entrambi alla realtà, facendoli sobbalzare.
Stava guardando il suo pugnale, che Emma teneva appeso nel suo ufficio in onore del gesto eroico che Neal aveva fatto... o forse solo per sentirlo un po' vicino.
Hook ci era abituato: portava ancora quel ciondolo che le aveva regalato, così come lui aveva ancora il tatuaggio con il nome del suo primo amore inciso sopra.
"Io devo andare" annunciò il pirata e corse via; provava ancora dei sensi di colpa nei confronti di Bealfire e, nonostante non amasse più Milah, teneva a lei e non desiderava vedere ulteriore sofferenza sul suo volto.
"Neal. Qui era Neal" la corresse la bionda dopo diversi minuti di silenzio, anche se non aveva la minima voglia di toccare quell'argomento.
"Era?"
"Tu... tu non lo sai?"
Emma sembrava scossa. Sul serio le avrebbe dovuto dare quella notizia?
I morti non dovrebbero vedere cosa succede sulla terra?
"Sapere cosa?" chiese la donna, la voce rotta dal pensiero che le stava passando per la mente.
"è... Neal ci ha salvati tutti. Ma... ha dovuto sacrificare sè stesso, per farlo" rispose Emma, senza voltarsi a guardarla.
Non voleva vederla e cominciare a cerchiare le differenze tra lei e il vecchio amore del suo uomo. 

"Tu lo conoscevi?" chiese dopo diverse ore spese a piangere Milah, ed Emma si irrigidì.
Alzò leggermente lo sguardo sulla donna e sospirò.
"Sì. Sì, lo conoscevo" 
Era una situazione strana: era ritornata in vita per poi scoprire di aver perso il figlio e l'unica persona che poteva consolarla era quella che gli aveva portato via l'uomo che amava.
Emma non aveva intenzione di farlo; Milah aveva abbandonato Neal, non per necessità come aveva fatto lei con Henry, non per obbligo, come nel caso dei suoi genitori, ma per puro egoismo.
Non meritava di essere consolata a riguardo.
E giusto per infierire, aggiunse: "Qualcuno doveva pur amarlo" 
Poi afferrò la sua borsetta e lasciò l'edificio; David le aveva inviato un messaggio dicendole che poteva prendere il suo posto.
E lei non sopportava più la vista di quella donna.

Dopo aver pranzato con Henry, lui era di nuovo corso da Regina, mentre Emma era rimasta nuovamente da sola con i suoi pensieri.
Fece una lunga doccia rilassante, si infilò una lunga maglietta da usare come pigiama e si gettò di peso sul divano con un barattolo di gelato in mano.
Aveva in mente di deprimersi per bene finchè gli occhi non le sarebbero diventati così pesanti da chiudersi da soli e trascinarla nell'oblio.
Continuava a domandarsi come fosse accaduto, com'era riuscita a tornare e soprattutto perchè. Perchè non le veniva mai permesso di essere felice?
Stava per addormentarsi quando qualcuno bussò alla sua porta: Killian.
"Swan" 
Abbozzò un sorriso e fu scossa dai brividi non appena il suono del suo nome pronunciato da lui le giuse alle orecchie, ma cercò di non darlo a vedere, come faceva sempre.
Lo invitò ad entrare e gli offrì del rum, individuando nell'alcol l'unico strumento per allentare la tensione tra loro.
"Milah mi ha baciato" asserì all'improvviso ed Emma quasi si strozzò; non si aspettava una confessione, nè tanto meno che glielo dicesse così... anche perchè l'aveva comunque respinta.
"E?" non poteva fargli capire che aveva spiato tutto l'accaduto, sarebbe stato come ammettere di non fidarsi di lui.
"Niente. Mi sembrava giusto che lo sapessi. E che capissi che non ho nulla da nascondere" 
"Killian..."
"Ti amo, Emma" 
Quelle due paroline la spiazzarono.
Era stata lì lì per dirglielo anche lei, la mattina prima, ma gli eventi delle ultime ventiquattro ore l'avevano bloccata; perciò lo prese per il colletto della giacca, proprio come aveva fatto sull'Isola Che Non C'è un anno e mezzo prima, lo attirò a sè con forza e lo baciò.
Si accorse, proprio in quel momento, che avrebbe lottato con le unghie e con i denti per lui; era suo e non lo avrebbe di certo perso per un fantasma.
Non dopo tutta la fatica che aveva fatto per lasciarsi andare, dopo quello che avevano vissuto insieme. 
Killian aveva vinto il suo cuore, lo avrebbe vinto anche se Neal fosse stato vivo. Ora lei doveva dimostrargli di meritare il suo. 
E lo avrebbe fatto fidandosi abbastanza di lui da rilasciare Milah.


Tremotino entrò nella centrale quando fu certo che nessuno fosse presente, doveva parlare con Milah e non voleva spettatori.
"Allora, com'è che ci si sente a perdere la persona che ami? O meglio, ad essere abbandonata, dalla persona che ami" 
Stava rigirando il dito nella piaga ed era fermamente convinto che se lo meritasse.
"Sei venuto a gongolare, Rumple?"
"Sì" ammise lui, "anche se speravo di trovarti a piangere a dirotto. Sarebbe stato più divertente"
Milah sorrise, anche se sembrò più una smorfia inquietante.
"Se credi che sia come te, che mi arrenda... non hai capito nulla. Non mi farò portare via Killian, non senza aver combattuto"
Il signor Gold scoppiò a ridere.
"Hook è arrivato a barattare la sua nave per Emma, quale potere credi di avere su di lui?"
"Emma? Lo sceriffo?" lo domandò con odio sempre più crescente.
"Emma, lo sceriffo" confermò lui, "l'amore di Bea. La madre di nostro nipote"
La donna dischiuse leggermente le labbra per la sorpresa, ma poi riacquistò il ghigno che aveva assunto in precedenza.
"Se credi che questi informazioni mi fermeranno, ti sbagli. Killian è mio, e farò di tutto per riaverlo. Sono io il suo Vero Amore" 
"Non lo sei mai stata, Milah. Guarda com'è cambiato per lei. Guarda cos'ha fatto per lei: ha abbandonato la sua vita da pirata, la sua vendetta... è cambiato. è rimasto qui a Storybrooke anche se nulla gli impediva di andarsene. Quando credeva di averla persa per sempre, non è riuscito a riprendere la sua vecchia vita. Non del tutto. E lei? Lei era pronta a rinunciare ai suoi poteri pur di salvarlo. Non puoi vincere, Milah. Non contro il Vero Amore" la corresse Rumple, un sorrisetto soddisfatto stampato sul volto, poi fece dietrofront e lasciò la centrale.
Era stato bello sbatterle in faccia quanto il sentimento che Killian aveva provato per lei non fosse all'altezza di ciò che sentiva per Emma.

Rimasta sola nell'oscurità della cella, Milah strinse i pugni e digrignò i denti.
Poi sussurrò: "Lo vedremo".
Non avrebbe mai rinunciato a Killian. E se proprio avrebbe dovuto farlo, avrebbe anche distrutto la sua felicità per sempre.







Angolo Dell'Autrice
Come promesso, ecco il nuovo capitolo.
So che avevo detto che ce ne sarebbero stati solo tre, ma
le cose mi sono un tantino scivolate di mano, credo che ce ne
saranno altri due (non so se siete contenti/e o meno della notizia).
Ad ogni modo, spero tanto che il nuovo capitolo vi piaccia!
Mi raccomando, recensite e fatemelo sapere!
Alla prossima,

Bell :)


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Capitolo 4
*** 4 ***


4








Emma arrivò in centrale prima di David, ma non se ne stupì affatto; il piccolo Neal occupava gran parte del loro tempo e necessitava di tutta l'attenzione del mondo... quella stessa attenzione che avrebbe dovuto ricevere anche lei, ma che le era stata negata.
Provava un po' di invidia nei confronti di quel bambino fortunato, che aveva la possibilità di crescere con la famiglia che lei non aveva mai avuto, eppure da un lato aveva iniziato ad essere contenta di come erano andate le cose.
Era stata nella Foresta Incantata e non era affatto sicura di preferirla al mondo reale. A Storybrooke.
"Milah" disse subito, "Se giuri di abbandonare la tua vendetta, se giuri di non fare del male agli abitanti di questo posto, ti rilasceremo nel pomeriggio"
La donna si rizzò a sedere immediatamente; un sorrisetto compiaciuto si dispinse sul suo volto e accettò subito quelle condizioni.
"C'è dell'altro. Gold e Belle hanno richiesto che tu lasci la città per sempre. Non sei sotto il sortilegio e nessuno ti vuole qui, per cui..." evidenziò con particolare enfasi quel 'nessuno', pur non volendo.
Ma per la prima volta in vita sua si trovava a dover marcare il territorio.
Milah non si dimostrò colpita da quella frase, anzi, sembrò non averci neanche fatto caso quando ripetè di accettare i termini della sua libertà e poi restò in silenzio per molto, molto tempo.
"Sai, coloro che, come me, muoiono senza cuore... finiscono in una specie di limbo. Non potevo vedere Bea, non potevo vedere Killian... avevo una pena da scontare, per aver abbandonato mio figlio. Avevo quasi finito... quando mi sono risvegliata nei boschi qui intorno"
Emma aveva smesso di ascoltare a 'limbo'.
"Graham" pensò, istintivamente.
"Il Cacciatore?"
"Come?" non si era accorta di averlo detto ad alta voce; era morto tra le sue braccia proprio nello stesso punto dove si trovava in quel momento.
"è passato oltre. Quasi subito in effetti" la informò Milah e la bionda sorrise.
Almeno era in un bel posto.


Milah lasciò la centrale con il sorriso sul volto; la sua idea di parlare ad Emma del limbo aveva fatto sì che lei la sottovalutasse ancora di più, che si distraesse dalla questione 'lasciare Storybrooke'.
Non aveva la minima intenzione di andarsene, nè tanto meno di rinunciare alla sua vendetta... anzi, la lista era soltanto più lunga.
Non ci mise molto a trovare l'appartamento di Killian, nè tanto meno ad intrufolarvisi; ovviamente, lui non era lì.
Si spogliò lentamente, poi si adagiò sul letto e attese che l'uomo rincasasse... ma in un certo senso, le andò anche meglio.
Fu Emma la prima dei due a varcare quella soglia.
Milah la udì chiamare il pirata dalla cucina, così dovette improvvisare.
"Killian? Sei tu? Sei tornato?"

Emma non voleva crederci. 
C'era davvero qualcuno nel letto di Hook? Una donna?
Magari era stata solo una sua impressione, dettata dalla paranoia e dalla paura... aveva deciso che si sarebbe fidata di lui, così non andò a controllare e attese l'uomo comodamente seduta sul divano.
"Emma! Eri qui?" esclamò sorpreso quando la vide; lei annuì e si avventò immediatamente sulle sue labbra, baciandolo con passione.
"Killian?"
La Salvatrice si pietrificò tra le sue braccia e si allontanò bruscamente da lui; gli scoccò un'occhiataccia, anche se pareva più confuso di lei, e si precipitò a spalancare la porta della sua camera.
C'era Milah nel letto, ed era nuda, infatti si corpì subito con un lenzuolo.
"Uhm, non mi avevi detto che avevamo ospiti" esclamò lei, abbozzando un sorrisetto soddisfatto.
Emma sbiancò e con gli occhi lucidi si voltò a guardare Hook, il quale però osservava la scena boccheggiando.
"Che ci fai tu qui?"
"Oh sul serio, Killian? Adesso vuoi negare quello che c'è stato tra di noi?"
continuò simulando disappunto la donna e la giovane Swan non potè fare altro che guardare l'uomo con disgusto e mollargli uno schiaffo in pieno volto.
"Emma!" urlò lui, precipitandosi a fermarla, ma lei era già fuori dalla stanza.
"Non t'azzardare a seguirmi" sbottò e lui non fece in tempo a fare un passo verso la porta che quella si richiuse di botto e nulla servì ad aprirla.
"Dannazione" imprecò, tirando un calcio così forte che se non ci fosse stato lo zampino della magia bianca di certo si sarebbe frantumata.
"è così... ora siamo solo io e te" mormorò Milah, alzandosi dal letto e raggiungendo il suo ex amante esibendo il suo corpo nudo.
Hook non la guardò nemmeno; le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza, quando con odio sibilò: "Non ci sarà mai più un noi, faresti meglio a fartene una ragione. E specialmente questo, non lo merito. Non te lo perdonerò mai, Milah. Ti voglio fuori di qui per quando sarò tornato"
"Oh, andiamo. Che fine ha fatto il pirata di cui mi sono innamorata? Vuoi che sparisca dalla tua vita? Bene. Ma prima devi dirmi addio come si deve" sussurrò per tutta risposta lei, azzerando di scatto le distanze tra loro.
Killian l'afferrò per i polsi e l'allontanò immediatamente da sè.
"Non sto scherzando. Non sono più la persona che conoscevi" asserì, poi si diresse verso la finestra e uscì dall'abitazione: era una fortuna che fosse abituato a salti di parecchi metri.


Quando Emma entrò in casa sua, non si sarebbe mai aspettata che la porta venisse intercettata da Hook.
"Che cosa vuoi?"
"Devi starmi a sentire" esordì lui, "ti prego"
Aveva lo sguardo più disperato che gli avesse mai visto.
"No, sono io che ti prego. Ti prego di evitarmi quelle stupide scuse del tipo 'non è come pensi' o 'è stato un malinteso'. Perchè non sono quel genere di donna che ci casca, Killian" 
L'uomo deglutì, ma fece ugualmente un passo in avanti e girò la bionda verso di sè.
"Guardami negli occhi Emma. Guardami negli occhi e dimmi se sto mentendo"
Con uno strattone, la Salvatrice si liberò della sua presa e lo respinse.
"Ma certo! Così è più facile per te, vero Swan? Poterti dire 'te l'avevo detto' anzichè accettare il fatto che sono realmente innamorato di te e che non ti ferirei mai, non è vero? Anzichè ammettere di aver sbagliato nel tenermi a distanza per tutto questo tempo!" 
Emma impietrì: come poteva dirle quelle cose dopo aver scoperto la sua scappatella con Milah?
Si voltò, col chiaro intento di tirargli un'altra sberla, ma lui intercettò il colpo e l'attirò a sè.
"Ti amo, Emma. E non avevo idea che Milah fosse a casa mia. Ti amo e non ti tradirei mai. Ora se vuoi crederci, credici. Ma io sono stanco di fare l'impossibile e non ricevere nemmeno un minimo di fiducia da parte tua. Hai conosciuto il vecchio Hook, quello che non è ritornato neanche quando pensavo d'averti persa per sempre. Hai visto come sono cambiato per te. E dopo averti conquistata, credi sul serio che rovinerei tutto così? Ti amo, Emma. Ti amo. Ficcatelo in testa"
Verde e azzurro stavano lottando tra di loro, in una gara a chi manteneva di più il contatto visivo e la propria posizione, quando la Salvatrice smise di opporre resistenza e si accasciò tra le sue braccia: lo aveva guardato negli occhi e, come al solito, le era sembrato di leggere nella sua anima.
Killian era sincero.
E lei una stupida.


Erano le tre del mattino quando il cellulare di Emma squillò, destandola.
Si affrettò a rispondere, in modo che non si svegliasse anche Killian, poi, senza fare rumore, scese dal letto e si vestì.
"Belle, che succede?"
"Aiutami, ti prego, aiutami!" esclamò la donna dall'altro capo del telefono.
"Calmati, dimmi dove sei e arrivo" ma non riusciva a capire nulla di quello che stava urlando, così attaccò e uscì di casa.
Cercò le chiavi dell'auto nella tasca dei jeans e, proprio mentre stava per aprire, avvertì un forte dolore alla tempia destra e svenne.
Milah gettò il bastone per terra e la trascinò via di lì.







Angolo Dell'Autrice
Here I Am!
Questa volta ho tardato un po' di più, ma
è perchè mi sono occupata dell'altra storia,
quindi sono scusata, giusto?
Beh, ecco che Milah inizia a creare problemi...
ci tengo a precisare, che il passo riguardo a 
Graham dovevo inserirlo per forza: mi piaceva
molto quel personaggio e la sua morte è l'unica
cosa che non sono riuscita a perdonare a Regina.
Ma nonostante tutto, sarei stata una CaptainSwan anche
con Graham in vita... insomma, era un piccolo omaggio
al Cacciatore.
Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere se
vi va, mi renderebbe davvero contenta.
Alla prossima,
Bell.


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Capitolo 5
*** 5 ***


5








Quando Killian si svegliò, la prima cosa che vide fu il viso di Henry che lo osservava interrogativo.
"Ehi, che accidenti..." cominciò il pirata, ma si interruppe immediatamente, realizzando che Emma non era al suo fianco.
Pensò che la bionda stesse preparando la colazione e che aveva mandato il figlio a chiamarlo, ma il bambino stesso affondò quella teoria.
"Dov'è la mamma?"
Giusto. Non avrebbe mai mandato Henry nella sua stanza, dove dormiva l'uomo con cui aveva fatto l'amore per ore e ore la notte prima.
"Bella domanda" 



"Stai dicendo che mia figlia è scomparsa?" 
Il tono con cui David gli rivolse quella domanda suonava per lo più come una minaccia.
"Beh, non è qui, non è a casa. Non è in ufficio, non è da Granny's e nessuno la vede da ieri. Quindi sì, è scomparsa e scusa, ma sono troppo preoccupato per iniziare a punzecchiarmi con te" rispose Hook e per fortuna ci pensò Mary Margaret ad interrompere quello che sicuramente si sarebbe tramutato in un battibecco, o peggio.
"Avete idea di che fine possa aver fatto?"
"Se l'avessimo, ora saremmo impegnati a cercare di salvarla, non credi?"
Si rendeva conto di essere un po' troppo brusco, ma non riusciva a ragionare, a contenersi.
"Ehi, non parlare così a mia moglie!"
"David, David... è così in pena, non lo vedi? Lo siamo tutti, ma non lasciamo che questa stanza diventi la Jolly Roger 2.0, perchè se si scatena una tempesta non ci sarà Emma a fermarci" esclamò Biancaneve, poi si rivolse nuovamente a Killian, stringendo forte il piccolo Neal con un braccio e posando la mano dell'altro sulla spalla del pirata.
"La troveremo e la riporteremo a casa, d'accordo? Andrà tutto bene" 
Henry, che nel frattempo era sparito per diversi minuti senza che qualcuno se ne accorgesse, piombò nella stanza con il fiatone.
"Ho appena incontrato il nonno. Ha detto che Belle è scomparsa" annunciò e gli altri esclamarono in coro: "Milah"
"è chiaro che dietro tutto questo c'è lei. Quindi, in teoria, avevo ragione: è colpa tua" sbottò Charming e Killian non ribattè, perchè era proprio così che si sentiva: responsabile di ciò che stava accadendo e di quello che sarebbe successo alla donna che amava se non fossero accorsi in suo aiuto in tempo.
Strinse le mani così forte che le nocche gli diventarono bianche.
"Ragazzi... c'è qualcosa che, in tutta questa storia, ci è sfuggita. Milah non può essere ricomparsa dal nulla... e Gold non aveva alcun interesse nel riportarla qui. Quindi..." fece loro notare Mary Margaret e tutti trattennero il respiro per un attimo.
"Mamma" dedusse Henry, riferendosi chiaramente a Regina.
"Dobbiamo andare alla villa a parlare con lei"


"Henry!" esclamò Regina "Credevo fossi... oh. Hook" 
"Dobbiamo parlare" disse il ragazzo, "cos'hai fatto?"
"Io... io ero arrabbiata okay? Mi dispiace davvero tanto, non pensavo che... che qualcuno potesse resuscitare! Non avevo idea degli effetti di quell'incantesimo, era sul libro di mia madre!" confessò immediatamente la donna, lo sguardo pentito e rammaricato.
"Non ci credo. Pensavo tu fossi cambiata!" ruggì Henry, gli occhi lucidi sia per la delusione che per la rabbia.
"Lo sono! Ma in quel momento... io non stavo ragionando! Ti prego..."
Ma lui era già andato via.
"Faresti meglio a sperare che non accada nulla ad Emma, perchè se le capita qualcosa... sarai la prima che verrò a cercare" la avvisò Killian, poi seguì il bambino.
Dovevano trovarla, a qualsiasi costo, senza perdere neanche un secondo del loro tempo. 


Quando Emma riaprì gli occhi, tutto ciò che vide fu buio e acqua.
Si accarezzò le tempie, soffermandosi nel punto in cui sentiva maggior dolore e notò che del sangue le stava scivolando via da una ferita.
Le girava la testa, ma aveva bisogno di restare lucida per capire dove fosse finita.
Era tutto roccia attorno a lei eccetto le sbarre che la dividevano dall'esterno.
"E-Emma..."
Sobbalzò, sentendo la voce scossa di Belle proprio alle sue spalle: anche lei si trovava lì.
"Belle! Ma cosa ti è successo? Dove siamo?"
"Mi dispiace tanto, Milah mi ha costretta a chiamarti, aveva il pugnale di Tremotino e... mi dispiace, Emma" 
La bionda sospirò e si accasciò contro la parete umida.
"Non preoccuparti. Quindi, Milah ci ha... cosa, rapite?"
"Credo voglia ucciderci" sottolineò l'ovvietà la signora Gold e la Salvatrice sbuffò: era stanca di tutte quelle vendette e minacce.
Non era così che immaginava il mondo delle fiabe da piccola, quasi quasi era meglio la realtà.


Dopo aver perlustrato inutilmente tutta la città, Killian ed Henry tornarono sconfortati all'appartamento di lui.
Lo invitò a servirsi da solo del cibo, garantendogli che poteva fare come se fosse a casa sua, poi si diresse nella sua stanza, per prendere delle cose.
Non gli piaceva mentire al ragazzo, ma doveva farlo: c'era un solo posto dove non avevano controllato ed era troppo percoloso per portarcelo... la casa dove aveva vissuto la Perfida Strega.
Lo notò solo prima di lasciare la stanza, un piccolo fogliettino appoggiato sulle lenzuola; lo aprì e lesse il messaggio:
Tic, tac, il tempo scorre e con esso il tuo amore. Un cuore spezzato è quasi impossibile da guarire.
Gli si gelò il sangue nelle vene. Aveva capito immediatamente chi fosse il mittente, ne aveva riconosciuto la calligrafia: Milah. E aveva intenzione di uccidere Emma, nello stesso modo in cui era morta lei.
Non poteva permetterlo, non avrebbe sopportato un'altra perdita del genere... se proprio doveva morire qualcuno, voleva essere lui.
Così uscì di corsa dalla finestra e ripercorse le scale, chiudendo a chiave il bambino in casa.
"Ehi, Hook! Che fai?" urlò quello dall'altra parte della porta e il pirata sospirò.
"Mi dispiace, Henry, ma non posso rischiare che ti succeda qualcosa, per cui resterai qui finchè Mary Margaret e Neal non ti raggiungeranno" lo informò, poi andò via. 


"Bene, bene. Le principessine sono sveglie" commentò acidamente Milah, lucidando il pugnale con cui deteneva il controllo di Rumple.
"Puoi avere la tua vendetta anche uccidendo me, lascia andare Belle"
La donna scoppiò a ridere.
"Non se ne parla proprio, sceriffo. Belle è la mia vendetta contro Tremotino, ma tu... tu sei molto di più. La vendetta contro il mio uomo. Sai, ho provato a fare capire a Killian che io sono il suo vero amore, che nessun'altra oltre me può averlo... ma non mi ha voluto dare ascolto. Con la tua morte lo capirà"
"Se mi uccidi, non solo non ti perdonerà mai, ma ti odierà anche... per sempre!" asserì Emma, cercando di tamponare la ferita all'addome con la quale aveva messo ko Belle.
Lo sguardo di Milah si indurì e un ghigno si disegnò sul suo volto.
"Killian crede di amarti, ma in realtà non è così. Hai visto anche tu come mi guardava il giorno in cui sono tornata e hai visto anche come mi guardava quando ero nuda davanti a voi. Tu non sarai mai me, nè tanto meno quello che prova per te sarà mai all'altezza del sentimento che provava per me e che sicuramente non è mai sparito, va solo risvegliato e te lo giuro, lo farò"
"Tu sei pazza! Ha scelto me!" insistette la bionda, "è innamorato di me! E non provare a farmi mettere in dubbio la sua sincerità nei miei confronti, perchè non accadrà mai. So cosa vuol dire dover lasciare andare qualcuno che ami, Milah, io l'ho fatto, con Neal. Ma puoi prendere questa come una seconda occasione, puoi ricominciare, non buttare tutto al vento in questo..."
"Sta zitta! Sta'. Zitta!" ringhiò la donna, digrignando i denti e puntandole il pugnale alla gola.
"Sapete, quello che voi credete amore è pura menzogna. Belle, quanta pena mi fai. Stai per morire per amore di un uomo che non ha fatto altro che mentirti. Lo sai che il pugnale che ti ha dato era una copia, vero? E tu, Emma, non renderai mai felice Killian, siete troppo diversi... perchè lui è un pirata e per te si è trasformato in quello che non è... non sarà mai sè stesso con te, non avrà mai il lieto fine"
Quelle parole colpirono entrambe al petto: erano verità lampanti e la Salvatrice lo sapeva... ma pensò che reggendole il gioco avrebbe dato il tempo all'amica di scappare.
"Killian sta solo ritornando la persona che era prima di diventare un pirata. E lo sta facendo da solo... è molto più sè stesso di quanto non lo sia mai stato con te. Non lo capisci? Ti sei innamorata del pirata, non dell'uomo..."
La mano di Milah si infilò dritta nel petto di Emma, la quale sgranò gli occhi in una tacita domanda: come poteva, quella donna, sapere come si strappava un cuore?
Con un sorrisetto malizioso e soddisfatto, lo estrasse e ne osservò la purezza e il candore.
Emma non aveva saputo impedirlo, quella volta, con Cora, era stato l'istinto a guidarla... ma a quel punto sembrava averla abbandonata; o forse l'aveva lasciata fare, perchè preferiva morire piuttosto che perdere Hook, preferiva sacrificarsi per mettere al sicuro Belle e coloro che amava...
"Sai, si imparano tanti trucchetti, nel limbo. Soprattutto quando l'unica amica che hai è Cora" mormorò Milah, "oh, a proposito. Saluta tanto tua madre da parte sua... ops! Credo che le manderò una cartolina, perchè tu non la rivedrai, sceriffo" 
Poi cominciò a stringerlo.
Ad Emma mancava il respiro, le sembrava di soffocare... poteva percepire il suo cuore comprimersi tra le mani della nemica. 
Guardò in direzione di Belle e gemette di dispiacere nel vederla svenuta... ma forze le avrebbero trovate in tempo per salvare almeno lei.
Decise di chiudere gli occhi e di immaginare di essere tra e braccia di Killian, da Granny's, quando poche sere prima aveva finalmente ammesso di provare qualcosa per lui... di amarlo.
Almeno il suo ultimo pensiero sarebbe stato felice.







Angolo Dell'Autrice
E così, siamo quasi alla fine.
Manca un capitolo solo, massimo due.
Sono molto contenta di come sta andando questa
storia, ci tengo a ringraziare tutte le gentili persone
che mi hanno lasciato una recensione... grazie, grazie infinite.
Spero tanto che questo capitolo vi piaccia, se vi va fatemi
sapere cosa ne pensate, come ho già detto più volte ci tengo
a conoscere le opinioni di chi legge.
Alla prossima,

Bell :)


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Capitolo 6
*** 6 ***


6








"MILAH! No!" urlò Hook, bloccandosi sull'ingresso della stanza.
Emma riaprì gli occhi e, persino senza cuore, questi le si inumidirono.
Lo guardò per imprimere nella sua mente ogni suo dettaglio, dai suoi occhi azzurri come l'oceano, alla sua barbetta che gli attribuiva ancor di più un'aria da cattivo ragazzo, alle sue labbra che erano in grado di accenderla come niente e nessuno aveva mai fatto prima, al suo corpo così sexy... alla sua voce, quel suono che la calmava e la cullava la notte, che le faceva venire i brividi ogni qualvolta le sussurrasse qualcosa di dolce o malizioso.
Milah strinse più forte, ma sempre con estrema lentezza: voleva farla soffrire il più possibile, prima di ucciderla.
Killian non poteva muoversi, perchè se lo avrebbe fatto, lei avrebbe potuto darle il colpo di grazia in anticipo e non ci sarebbe stata più speranza per la sua Emma.
"Fermati, ti prego, Milah, non... non costringermi a riviverlo... non... non portarmi via la donna che amo" 
Belle, che aveva appena ripreso coscienza, provò a rialzarsi ma senza avere successo.
"Milah, Killian non lo merita... non ha già sofferto abbastanza?" provò a persuaderla e, sorprendentemente, la donna allentò la presa sull'organo.
"Sapete, forse avete ragione. C'è solo una persona che deve morire... una condanna a vita, Emma" mormorò, dirigendosi lentamente verso il pirata, affondando la mano nel suo petto ed estraendone il cuore.
Hook rivolse uno sguardo d'addio ad Emma e lei urlò, urlò con quanta voce avesse in gola.
Milah si ergeva con i cuori dei due amanti tra le mani e rideva, ma quando cominciò a stringere quello di Killian, delle lacrime le rigarono il volto.
"Se non puoi stare con me, non starai con nessun'altra... ricorda che io ti amo" mormorò, scrutando con dolore l'uomo agonizzante ai suoi piedi.
"NO!" gridò la Salvatrice a quel punto, chiudendo gli occhi e concentrandosi: canalizzò tutta la rabbia, la frustrazione per aver già perso troppe persone importanti nella sua vita, il suo amore per Hook e il desiderio di non perderlo.
Era stanca di dire addio a coloro cui apriva il suo cuore, non appena lo faceva. Non avrebbe retto la sua perdita e non perchè ne aveva subite tante, ma perchè non aveva mai amato nessuno come amava lui.
Chiuse gli occhi e lasciò che tutti i suoi sentimenti e le sue emozioni si riversassero all'esterno, in un'esplosione di luce bianca che illuminò la stanza e scaraventò Milah contro il muro, facendole cadere gli organi dalle mani.
Emma corse verso Killian e lo abbracciò, piangendo.
Poi ci fu un lampo e Tremotino comparve nella stanza, nelle sue sembianze da Signore Oscuro, le iridi dilatate dalla rabbia.
Si fiondò su Milah e ne estrasse il cuore. Lei lo scrutò terrorizzata e confusa: aveva lei il pugnale, lo controllava lei... giusto?
"Va all'inferno, stronza. E questa volta per sempre" sibilò, prima di ridurre l'organo in polvere.
Ci fu un altro bagliore che inghiottì la donna consumandola completamente ed Emma spalancò gli occhi: forse stava impazzendo, ma le era sembrato di vedere Graham e Neal che la portavano via.
Non restò neanche un corpo, forse perchè quello era già sparito molti anni prima e il suo ritorno non era effettivo al cento per cento.
La magia non poteva resuscitare le persone...
Gold raggiunse Belle, la prese tra le braccia e, dopo aver chiesto con lo sguardo se ci fosse bisogno del suo aiuto, sparì.
"Ehm, aspetta!" esclamò la Salvatrice, guardando con aria smarrita il suo cuore e quello di Killian: non aveva la minima idea di come fare a metterli al proprio posto, ma Tremotino era già andato via.
"Segui l'istinto, Swan" sussurrò lui, sorridendole appena.
Non era stato semplice vedere Milah venire uccisa da Rumple di nuovo, ma sapeva che doveva andare a finire così. D'altronde, per quanto male gli avesse fatto, nè lui, nè Emma, nè Belle ne sarebbero stati capaci... e non contava sull'intervento di Regina.
Non voleva Milah morta, ma lei aveva scelto di non accettare quella seconda opportunità... e l'equilibrio doveva essere ripristinato.
Aveva gli occhi fissi sulla bionda, pensava a quanto aveva temuto di perderla, quando lei sussurrò stupita il suo nome.
"Killian... guarda..."
Si allontanarono lentamente, le bocche dischiuse per lo stupore e fissarono le sagome che si avvicinavano a loro.
Neal si rivolse prima ad Emma, ringraziandola per aver preso le sue parti con Milah e per aver creduto in lui fino alla fine, nonostante le delusioni che egli stesso le aveva inferto.
"E tu, non hai fallito con me. Ti accusavo per l'abbandono di mia madre, non capendo che l'unica da biasimare era lei, perchè era stata una sua decisione. Ti sei preso cura di me anche quando hai scoperto chi ero e non ti ho mai ringraziato per questo... E so che non fallirai neanche con Henry. Non avrei voluto nessun altro a fargli da padre" aggiunse poi, rivolto a Killian, e ammiccò alla bionda che sorrise istintivamente.
Bealfire sparì così com'era comparso, lasciando la parola alla seconda figura che li aveva appena raggiunti.
"Graham" mormorò la Salvatrice, gli occhi umidi di lacrime.
"Emma. Non ho mai avuto l'opportunità di ringraziarti per avermi liberato..."
"No, è colpa mia se sei morto. Dovresti ringraziarmi per questo?" lo interruppe lei, scoppiando a piangere.
Avvertì lo stesso dolore che aveva provato quando, mentre si stavano baciando, l'uomo le si era accasciato contro e si era spento tra le sue braccia senza capire cosa ne avesse causato la morte.
Era consapevole di avere lo sgardo di Hook addosso, lui non sapeva nulla del Cacciatore, ma glielo avrebbe spiegato dopo... era un conto in sospeso che doveva chiudere.
"è stata Regina. E se la morte era il prezzo che dovevo pagare per sentire di nuovo qualcosa... sono felice di averlo fatto. Io provo di nuovo dei sentimenti, Emma. Grazie a te. Sei capace di risvegliare le emozioni di una persona che è stata privata del proprio cuore, Emma, c'è molto più potere di quanto immagini in te... usalo bene e per le giuste ragioni. E sii felice, è l'unica promessa che voglio da te"
Lei annuì, asciugandosi le lacrime e sorridendo suo malgrado.
Poi Graham sollevò i loro cuori, che si unirono fino a diventare uno solo e poi si divisero nuovamente prima di rientrare nei loro corpi, seguiti dagli ormai familiari pizzicorii al petto.
"Abbandona il senso di colpa, sceriffo Swan. E Salutami Snow" aggiunse, prima di cominciare a dissolversi.
"Graham! Aspetta! Devo sapere... Milah ha detto..."
"Io sto bene" l'anticipò lui e svanì col sorriso ancora sulle labbra.
Quello era decisamente un ricordo migliore di come li aveva visti per l'ultima volta.
Emma guardò Killian, che aveva lo sguardo perso nel vuoto e un'espressione malinconica dipinta sul volto... sembrava che stesse soffrendo davvero tanto.
"Mi dispiace" sussurrò prendendolo per mano e permettendogli di posare il capo contro il suo petto; il pirata non disse nulla, si limitò a stringerla a sè.
"Lo sai, vero, che anche Milah è una vittima in questa storia? è stata plagiata da Cora per mesi... non permettere a questi ultimi giorni di scalfire il ricordo che avevi di lei, non erano la stessa persona"
Hook alzò per la prima volta lo sguardo su di lei e corrugò la fronte.
"Come puoi essere così buona, Emma?"
"Ti amo, Killian" rispose solo lei e lo baciò intensamente, dolcemente e lentamente, assaporando quel momento e ringraziando il cielo di poterlo ancora avere al suo fianco. 
"Ti amo anche io, Emma"

Belle si risvegliò la mattina seguente, per scoprire che la sua ferita era del tutto sparita; quella all'addome per lo meno.
Rumple era seduto al suo fianco e le sorrideva, la mano posata sul suo capo.
"So tutto. Mi hai mentito" furono le prime parole che la donna pronunciò e Gold sospirò, abbassando lo sguardo e lasciandosi ricadere contro lo schienale della sedia.
"Ho ucciso io la Perfida Strega. Ti avevo dato una copia del mio pugnale. Ma dopo il matrimonio, le ho scambiate di nuovo. è per questo che sono stato in grado di sconfiggere Milah, perchè lei ha preso la copia sbagliata, quella che avevo io, pensando che non fossi cambiato. Ma lo sono, Belle. Grazie a te. E semmai agirò come il Signore Oscuro, d'ora in poi, sarà solo per proteggere le persone che amo... da reali pericoli. Come è successo in questo caso. Ti amo, Belle. Ti amo e se potrai mai perdonarmi per non averti detto..."
Ma la donna non gli fece neanche finire il monologo, che lo baciò con tutta sè stessa; le aveva mentito, ma poi era ritornato sui suoi passi ed era ciò che contava.
Aveva salvato lei, Emma e perfino Uncino.
Forse anche gli esseri più malvagi potevano realmente cambiare con le giuste motivazioni.
Forse, dopotutto, il lieto fine c'era anche per i cattivi.









Angolo Dell'Autrice
Ciao, salve a tutti!
Eccomi qui col sesto, - e credo penultimo -,
capitolo della mia storia.
Eh sì, probabilmente il prossimo sarà l'epilogo.
Spero tanto che questo aggiornamento vi
piaccia, fatemi sapere, se vi va.
Alla prossima,
Bell :)

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Capitolo 7
*** 7 ***


7







Quando Regina si era presentata a casa di Emma, la Salvatrice aveva ben pensato di sbatterle la porta in faccia e tanti saluti... ma non poteva farlo, per Henry.
"Mi dispiace. Mi dispiace davvero" le aveva detto e la sua espressione contrita convinse la bionda della sincerità di quelle parole.
Infondo non aveva alcun motivo per restare arrabbiata con Regina, si era tutto risolto per il meglio e potevano considerarsi pari: l'una aveva messo a rischio la storia dell'altra, - anche se nel caso della Swan c'erano state anche delle vite in mezzo -, e tutto era terminato all'insegna del lieto fine... Milah era andata via e Robin aveva scelto lei. 
"Sai cos'ho cercato per tutta la vita, Regina? La felicità. Volevo essere amata, scoprire perchè i miei genitori mi avessero abbandonata... ritrovarli, magari. E ora che ho tutto questo, per una volta, per un po', vorrei godermelo senza avere altro cui pensare... senza rischiare di perdere tutto ciò che ho conquistato con tanta fatica, senza che la mia gioia venga infettata dall'odio e dal rancore. Quindi sì, ti perdono e sono sicura che prima o poi lo farà anche Henry. Ma fino ad allora..." lasciò la frase in sospeso e spinse con un colpetto la porta, che si chiuse di scatto lasciando fuori la donna, in lacrime.
Regina lo sapeva, lo aveva sempre saputo: loro due erano più simili di quanto fossero disposte ad ammettere.


Emma aveva fatto dei sogni stranissimi in quei giorni, sogni che rimandavano ad una vita passata che lei non aveva mai vissuto.
Si risvegliava con l'odore del sale e dell'oceano impresso nella mente, con il familiare brivido che navigare sulla Jolly Roger le aveva provocato rievocato e reminiscenze di avventure che non le appartenevano.
Vedeva Bea, ancora bambino, e aveva visto Milah; aveva partecipato al dolore di Hook quando Rumpel gli aveva tagliato la mano, aveva sentito il suo desiderio di vendetta... e poi aveva iniziato a sognare anche sè stessa.
La luce infondo al tunnel, un'ancora di salvezza, la possibilità di essere felice... non aveva capito cosa significassero finchè, una notte, non le era apparso Graham.
Emma si strinse più forte al petto di Hook, respirando il suo profumo e scottandosi nei punti dove la loro pelle entrava in contatto.
Era sempre così con lui, il loro sentimento toccava l'anima, erano marcati a vita.
"A cosa pensi?" le domandò, accarezzandole la braccia nude.
"Io... stai facendo sogni strani, ultimamente, per caso?"
Per la prima volta, Killian arrossì e poi sospirò ed annuì.
"Più che sogni... è come se fossero ricordi che non sapevo di avere, ricordi..."
"...Del mio passato" concluse la bionda, gli occhi inumiditi dalle lacrime.
L'uomo si tirò su a sedere e la guardò. 
"Ti ricordi quella cosa strana che è successa con i nostri cuori, prima che ritornassero al proprio posto?"
"Ho il tuo cuore, non è vero?" dedusse Hook, guardandola così intensamente che Emma si sentì spogliata della sua stessa pelle.
Ed effettivamente, lo era.
Annuì. 
"E io ho il tuo" 
Killian sorrise.
"è sempre stato così Emma. Dalla prima volta in cui ti ho vista... hai sempre avuto il mio cuore" mormorò e poi si chinò a baciarla, per poi sovrastarla di nuovo con il suo corpo e lasciare spazio alla passione e al loro amore. 



Due Anni Dopo

La luce del mattino filtrava fastidiosamente dalle finestre, illuminando il corpo di Emma avvolto nelle candide lenzuola del suo letto.
Si svegliò e portò immediatamente la mano in aria per coprirsi da quei raggi irritanti; l'anello d'oro che risplendeva sul suo anulare la fece sorridere.
Si guardò attorno e posò lo sguardo sull'uomo che riposava al suo fianco; era così bello vederlo dormire, sembrava un angelo caduto sulla terra e mai come prima di allora lo aveva trovato così sereno e felice.
Sorrise di nuovo.
Ogni mattina si svegliava col timore che tutto ciò che aveva fosse in realtà frutto di un sogno: la sua casa sulla spiaggia, il suo matrimonio, la sua vita, la sua famiglia... Henry, che si divideva tra lei e Regina, cosa che a entrambe stava ormai bene. 
Erano tutti parte di una grande famiglia e non c'era più nessuno infelice e solo a Storybrooke.
"Buongiorno, principessa" mormorò Killian, dandole un dolce bacio sulle labbra e spostandosi poi sulla sua pancia ormai molto più che visibile.
"e buongiorno anche a te, piccola mia" aggiunse, chiudendo gli occhi e sorridendo a sua volta.
Emma sorrise e chiuse gli occhi per assaporare meglio quel momento. 
Non avevano deciso di avere la bambina, era semplicemente capitato durante la luna di miele ed era stata così terrorizzata dal dirglielo che ora si sentiva una stupida: Hook sembrava non aver mai desiderato altro dalla vita e aveva fatto immediatamente i salti di gioia.
Dopo la vicenda di Milah, gli aveva espressamente chiesto di staccare un po' la spina, di prendersi una pausa da Storybrooke e dal suo ruolo di Salvatrice... e quale modo era migliore di un'avventura per recuperare la Jolly Roger?
In quel periodo, Emma si era innamorata del mare e di ciò che Killian le aveva mostrato in viaggio per diversi regni, tant'è che aveva deciso lei di acquistare la villa sulla spiaggia.
Poi si erano finalmente sposati, in un'alternativa cerimonia tenutasi sul veliero, e non aveva mai sentito così tanto di aver trovato il suo lieto fine, per il quale avrebbe lottato quotidianamente con le unghie e con i denti.
Avrebbe lottato per il suo amore, avrebbe combattuto per Hook.
"Ti amo, Killian" sussurrò, accoccolandosi di nuovo sul suo petto.
"Ti amo anche io, signora Jones"








Angolo Dell'Autrice
Ed eccomi qui, in ritardo fino alla fine.
Motivo? Un'eterna decisione su come trattare questo epilogo.
Alla fine mi sono arresa e questo è ciò che è venuto fuori,
spero tanto che vi sia piaciuto.
Questa storia, nata come una piccola long di due/tre capitoli al massimo,
alla fine si è protratta fino al settimo e spero davvero tanto che vi sia piaciuta.
Innazitutto, ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno letto e recensito la mia
storia, coloro che la seguono e coloro che l'hanno inserita tra le preferite e le seguite.
Grazie infinite.
Un grazie particolare a A lexie s, pandina e Celeste98, che hanno recensito tutti i capitoli
della fanfiction e a Life before his eyes, una ragazza stupenda che mi supporta ormai da un
anno e alla quale sono molto affezionata.
Spero tanto che mi farete sapere cosa pensate riguardo quest'ultimo capitolo, o semplicemente
riguardo la storia in generale.
Un po' mi mancherà scrivere questa storia, ma potrete comunque seguirmi nella mia nuova
fanfiction: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2798600&i=1
Grazie a tutti per il supporto.

Bell.


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