I’m kind of over being told to throw my hands up in the air

di Red1701
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Sbattevo continuamene il pugno sulle porte di quell’ascensore che doveva compiere solamente tre piani e sembrava che ci stesse mettendo una vita o forse era solo la mia agitazione.
Se fossi arrivato troppo tardi?Se ormai non c’era più nulla da fare e fosse solo mia la dannata colpa?
Io e il mio stupidissimo atteggiamento che tutte le volte mi manda in rovina!

Finamente le porte si aprono e,come se quel suono desse il via ad una corsa,mi precipito fuori da quel posto che per i tre minuti precedenti mi era sembrato un buco dirigendomi verso il bancone situato infondo al corridoio.
“La sala emergenze.Dov’è la sala emergenze!” urlo alla donna seduta dietro a quella scrivania.
Devo averla spaventata;non sono simpatico e docile neanche quando sono nei miei giorni migliori,figuriamoci ora.
Altre persone che si trovano affacciate allo stesso bancone si zittiscono e mi guardano impauriti.Un’altra donna che probabilmente sta chiedendo informazioni mi guarda come se fossi impazzito,mentre un signore anziano con in mano un mazzo di fiori mi guarda fisso negli occhi.
“So cosa stai provando,ragazzino” mi dicono gli occhi di un uomo che ormai ne ha viste e passate molte nella sua vita.Forse anche lui ha provato una cosa simile e non riesco a pensare a come faccia ad essere ancora al mondo.

“Dove cazzo si trova” le urlo ancora una volta e,per tutta risposta,mi indica con la mano il corridoio a sinistra in cui si trova un cartello con scritto emergenze.
Normalmente mi sarei dato del deficiente visto che cose del genere non mi capitavano mai;ero sempre io quello più attento di tutti,queste figure di solito le faceva il dobe.

Percorro quel corridoio come un carcerato rinchiuso nel braccio della morte che cammina per l’ultima volta nella sua vita perché sta andando a morire e,più o meno.è proprio quello che provo ora.
Guardo in ogni camera del corridoio ma niente,lei non c’è.Quel bianco che fa da padrone all’edificio e quel disgustosissimo odore di disinfettante mi uccidono tutti i sensi su cui avrei potuto far affidamento per trovarla appena messo piede in quel luogo.
Quel colore ormai si era instaurato nei miei occhi impedendomi di riconoscere qualsiasi colore diverso e il mio naso si era impregnato di quell’odore di ferro e medicine che mi impediva di captare la fragranza di ciliegie che di solito riempiva le mie giornate quando ero con lei.

Entro nell’ultima stanza che si rivela un enorme spazio in cui sono presenti numerose persone,tranne lei.
Ci sono telefoni che squillano dappertutto,infermieri che corrono ad rispondere alle esigenze dei proprio pazienti,monitor che segnano i parametri vitali delle gente e respiratori che suonano l’allarme perché i corpi ai quali sono attaccati hanno smesso di compiere il loro lavoro principale:vivere.
Infondo però c’è una porta che conduce ad un altro corridoio così,di fretta,mi dirigo verso esso con un blocco ai polmoni capace di lasciarmi senz’aria dicendomi così che sarei io quello che dovrebbe essere attaccato ad un respiratore,ma le mie condizioni di salute non mi importano proprio;devo solo trovarla.
Incrocio la mia strada con un uomo che faccio andare a sbattere contro lo stipite della porta incurante del fatto se si sia fatto male o meno,vedo una stanza illuminata da cui i medici fanno un continuo via vai per nulla normale.
In quei pochi metri mi illudo che non sia li,che sia solo in pronto soccorso a farsi al massimo controllare un piccolo taglio sulla mano o a farsi disinfettare un ginocchio sbucciato come lei faceva sempre quando alle elementari,giocando in giardino con lei e Naruto,qualcuno cadeva procurandosi tagli che con un coraggio da leone,si sbrigava a disinfettare come se fosse la cosa più normale del mondo,ma il peso interiore aumentava sempre più ogni millimetro in cui mi muovevo verso quella porta.
I medici stanno facendo qualcosa tutti riuniti intorno al corpo di una ragazza a cui non vedo ne volto ne capelli e anche quando si spostano lasciando un piccolo spazio che mi permette di vederla in volto,spero che non sia lei.Ma quei capelli rosa li riconoscerei ovunque.

“Lei non può stare qui” mi dice un medico mentre cerca di mandarmi fuori dalla stanza;per mandarmi fuori di me c’è bastata quella ragazza.
Quella ragazza che ora è sdraiata inerme su un letto d’ospedale con la faccia imbrattata di sangue e il corpo coperto dal lenzuolo.
Quella ragazza a cui ora sono attaccati macchinari che emettono rumori forti,acuti e continui.
Quella ragazza che respira solo grazie a quella maschera di ossigeno che i medici le hanno posizionato sopra alla bocca.
Quella ragazza alla quale il petto non si muove più come dovrebbe fare.

La stanza e tutte le cose presenti qui dentro cominciano a girare vorticosamente e un senso di nausea si impadronisce di me.Dove diavolo è finita tutta la freddezza e la compostezza che mi hanno sempre caratterizzato e aiutato a prendere qualsiasi cosa con razionalità?Dov’è finito il Sasuke Uchiha che sono sempre stato e che adesso si sta comportando come un qualsiasi altro ragazzo che sta soffrendo per colpa di una ragazza,per colpa del’amore?
“Cosa le è successo?” continuo a chiedere al medico che,di fronte a me,cerca in tutti i modi di farmi uscire.
“Mi dica cosa le è successo!” urlo dandogli uno spintone.
Un suono continuo e freddo mi blocca.L’elettroencefalogramma ha cominciato a produrre lo stesso suono che sta otturando le mie orecchie e questo ha un solo significato:sta morendo.

E la colpa è solo mia.

Il dottore di prima cerca di prendermi per un braccio ma,con uno sguardo di far scappare chiunque,guardo il medico che impassibile,continua a cercare di mandarmi fuori. “Non mi tocchi,voglio sapere cosa le è successo” sbraito
“Esca da qui o chiamo la sicurezza”
Sto per tiragli un pugno quando due paia di braccia fermano le mie e,a forza,mi trascinano fuori.
“Mollatemi!” gli dico mentre cerco di divincolarmi dalla loro presa.
“Teme,piantala di fare il bambino.”
“Non sono un bambino.Voglio sapere cosa le è successo!”
“Devi stare fuori altrimenti faranno fatica ad intervenire”
“Baka,questa è solo una stronzata!”
“Ora basta,Sasuke.”
Mi giro verso quello che è il mio migliore amico arrestando il mio tentativo di sfuggirgli dalle mani.Non mi sono girato verso di lui perché ho smesso di provare,mi sono girato perché l’unica volta in cui mi chiamò per nome fu quando avevo perso totalmente il controllo anni prima e,sentendolo pronunciare ancora il mio nome come quella volta,rividi tutto quello che era successo.

*****Flashback*****

Stavo per combattere l’ennesima gara di box clandestina da quando mio padre morì in un incidente stradale per colpa di un tizio che aveva bevuto troppo e che,uscendo in sorpasso,non aveva avuto la lucidità di tornare nella propria corsia andandosi a scontrare proprio con la macchina di mio padre.Lui era uscito prima dal lavoro solo per venire a prendere me a scuola perché avevo lasciato a casa l’ombrello e percorrere il kilometro a cui distava casa mia da scuola sotto il temporale,non era proprio una bella idea,soprattutto perché il giorno dopo avrei avuto un incontro importante del quale mio padre era veramente orgoglioso.
“Ora tocca a….te!” indicai un tizio in mezzo alla folla con il cappuccio nella felpa nera calato fino a metà viso.
“A una condizione però” disse il ragazzo e io,con la mia risata isterica,gli chiesi cosa volesse non capendo chi avevo di fronte in realtà.
“Se vinco io torni a casa con me,Sasuke ” disse togliendosi il cappuccio e rivelando la sua identità.
“Ahahaha tanto sai che non vincerai mai,dobe!” risposi nascondendo quella piccola scintilla di sorpresa che era nata vedendolo e sentendomi chiamare da lui per nome per la prima volta.
Partimmo a colpirci con un paio di pugni ben assestati e,nel momento in cui avrei dovuto colpirlo ormai sull’orlo della vittoria,gli porsi la mano,lo feci rialzare e me ne andai con lui da quel magazzino abbandonato.Grazie a Naruto,a quel dannato baka rompiscatole,capii che stavo facendo una cazzata e ne me resi conto giusto in tempo per salvare mia madre dalla depressione in cui stava per finire e aiutando così mio fratello Itachi a crearsi di nuovo del tempo per se stesso che utilizzò per finire l’università con voti eccellenti e per andarsene via da Konoha con una laurea di giurisprudenza.

*****Fine flashback*****

“Non voglio perdere un’altra persona per colpa mia” dico al biondo mentre mi fa sedere sulle poltroncine del corridoio
“Non la perderai,Sakura-chan è forte.E non è colpa tua.”
Abbasso la testa per guardare il pavimento non riuscendo più a sopportare quello che sto provando;sta uccidendo la maschera che per anni mi ero creato attorno e di questa cosa,nonostante Naruto sa come sono fatto realmente,mi vergogno a morte.
Dannato sia anche il mio orgoglio.
Due dita mi colpiscono la fonte con un colpo secco dandomi anche la possibilità di non alzare la testa mostrando gli occhi che sento pungermi perché so con certezza che l’unica persona che avrebbe potuto fare una cosa del genere è lui.
“Stai tranquillo otouto.” disse Itachi abbassandosi al mio livello e guardandomi negli occhi.
“Piangere ogni tanto fa bene.” mi sussurra vicino.

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


La verità è che io non voglio piangere nonostante i miei occhi stiano pensando di fare esattamente l’opposto.
“Quando sei tornato?” chiedo ad Itachi senza alzare lo sguardo
“Proprio ora da Suna.Naruto mi ha chiamato un’ora fa dicendomi che sarebbe stato meglio per te se io fossi a casa.”
“Quel dobe,non si fa mai i fatti suoi”
“No Sasuke,per una volta ha ragione.Cosa è successo?”
Lo sapevo che prima o poi qualcuno mi avrebbe chiesto qualcosa e che io avrei dovuto rispondere alla domanda anche se non sapevo bene neanche io cosa fosse successo;sapevo però che la colpa era anche mia.
“E’ colpa mia” gli dico mentre alzo la testa e cerco ancora in tutti i modi di cacciare indietro le lacrime.
“Dimmi prima cosa è successo!”
Ma cosa le sia davvero successo,in realtà non lo so neanche io.

Eravamo alla festa di compleanno di Shikamaru e come sempre Ino aveva organizzato una festa enorme,era brava in quel genere di cose.Io ero arrivato con Naruto tra gli ultimi e la prima cosa che mi colpì fu proprio lei.
Quella ragazza con cui andavo a scuola fin dai tempi dell’asilo,con cui giocavo insieme da quando eravamo piccoli –mia madre,la sua e quella di Naruto erano grandi amiche- con cui ho condiviso momenti belli e meno belli,quella che di solito vedevo come un’amica che c’era sempre stata nel momento di bisogno,ora la vedevo sotto una luce diversa.Il merito non era di certo delle luci stroboscopiche che la Yamanaka aveva appeso al soffitto di quell’enorme salone,il merito era solo suo.
Era in mezzo a tanta gente di cui non mi importava nulla,riuscivo solo a vedere lei che nel suo vestito bordeaux e con i quei lunghi capelli sciolti era dannatamente bella.
Ma cosa mi stava succedendo?Dov’era finita quella che consideravo come una sorella da proteggere dai bulli che la prendevano in giro per i suoi capelli dal colore bizzarro?Perchè al suo posto ora c’era una bellissima ragazza che mi sembrava quasi di non conoscere per nulla?E si che non era la prima volta che la vedevo vestita bene,pettinata e truccata diversamente da come la vedevo tutti i giorni o di come l’avevo vista quando stava male con la tuta,struccata e con gli occhiali.Non era la prima volta,ma sembrava quasi lo fosse.
Ero fermo all’inizio della sala,immobile,a fissare quella creatura perfetta come se non ci fosse nessun’altro e quando lei si girò,i suoi occhi verdi si illuminarono di gioia.
Sapevo avesse una cotta per me,ma nonostante ciò continuavamo ad essere gli amici che eravamo sempre stati non permettendo ai nostri -o meglio suoi- sentimenti di rovinare quel rapporto che c’era tra noi evitando così anche la rottura del nostro trio.
Ad un certo punto della serata –dopo aver bevuto un paio di bicchieri colmi di rum obbligato dal Nara perché io odio bere- quella vipera di Karin si era avvicinata a me e tutti i tentativi di allontanare quella ragazza completamente ubriaca da me risultarono inutili.Avevo passato la maggior parte della serata in un angolo a fissare quella bellissima ragazza dagli occhi color della speranza,e quando si staccava da Hinata e Ino per venire a parlare con me,cominciavano a sudarmi le mani e il mio cervello entrava in tilt impostandosi automaticamente sulla funzione “provaci!” e così finivo per lanciarle frecciatine provocatorie a cui lei diventava rossa e io mi ritrovavo a pensare a quanto fossi cretino tutte le volte che ritornava a ballare.

Nel momento in cui Karin si buttò fra le mie braccia e quasi mi baciò contro la mia volontà,Sakura scappò in lacrime da quel posto credendo che ancora una volta l’avevo presa in giro.La cosa che non vide,però,fu il potente schiaffo che tirai alla rossa quando mi accorsi che la ragazza-ciliegia ci aveva visto stare ad una distanza dello spessore di un foglio bianco.

Era colpa mia se era uscita in strada a piedi e per lo più da sola.
Era anche colpa mia se ora era sdraiata su un letto in quello stato.

Racconto quello che era successo poche ore prima ad Itachi e ringrazio tutti i kami di ritrovarmi lui come fratello e di averlo accanto proprio ora,non riuscirei a sopportare nessun’altro.
Naruto è seduto li vicino e abbraccia Hinata per darle forza così come sta facendo Shikamaru con Ino e quanto vorrei poterlo fare anche io.Quanto vorrei stringerla e riempirmi i polmoni del suo odore,quanto vorrei vederla diventare rossa ad ogni nostro tocco e quanto vorrei averle detto prima quello che davvero provo per lei,ma no,il mio orgoglio ha sempre dovuto vincere su tutto e tutti.
Mio fratello mi abbraccia e sento qualcosa allo stomaco quasi come si stesse contorcendo su se stesso lasciandomi senza fiato e ciò non è dovuto al suo tocco,è dovuto alla brutta sensazione che sto provando.
“Nii-san,sono un coglione!”
Dio solo sa quanto tempo è passato dall’ultima volta che l’ho chiamato in questo modo,probabilmente è stato quando dopo aver aspettato papà invano per ore fuori da scuola,passando il tempo a rigirarmi le mani nervosamente cercando di non impazzire per il dolore che provavo –proprio come quello di adesso-mi ridussi a chiamare lui per farmi venire a prendere e chiedere dov’era papà.Non dimenticherò mai il tono della sua voce.
“Stai tranquillo otouto,non è colpa tua” dice sciogliendo l’abbraccio e posando una mano sulla mia testa.
“Come fai a dirlo?” dico stringendomi la testa tra le mani per evitare che scoppi.
“Sei un orgoglioso del cazzo,hai la testa più dura del cemento e cerchi di nascondere i tuoi sentimenti anche se con me e Naruto non riesci a farlo,ma so per certezza che non le faresti mai male.” dice accennando un sorriso
“Sto provando la stessa cosa di quel giorno,nii-san”
L’aria nei polmoni,proprio appena finito di pronunciare quella frase,comincia a mancare e devo fare tanti respiri veloci e più o meno profondi per cercare di scacciare quella sensazione di annegamento ma niente,non passa.

E’ la stessa cosa,e io sono talmente terrorizzato che comincio a tremare e Naruto,dall’altra parte,si muove veloce verso di me perché mi ha visto e so che sicuramente anche lui sta provando più o meno la stessa cosa.
“Teme,anche tu?” chiede tirandosi dentro aria come se gli avessero appena sgonfiato interamente i polmoni.
Mi limito ad annuire e mio fratello fa sedere anche lui vicino a me,preferiremmo esserci noi la dentro piuttosto che provare quella sensazione che sappiamo bene di dover attribuire entrambi alla ragazza dentro alla sala.
“Sakura-chan.Le è successo qualcosa.”
“Complimenti baka,non ci hai messo poi così tanto.”
“Ehy teme,non ci provare a prendermi in giro quando non ho abbastanza aria per poterti rispondere a dovere.”
“E’ proprio quello il bello,dobe”
Naruto sta per ribattere ancora qualcosa quando Itachi ci rimette entrambi al proprio posto come si fa con due bambini piccoli;per fortuna riusciamo ancora a comportaci come sempre.

Vedo Ino riempire di lacrime la maglia del suo ragazzo mentre lui non fa altro che accarezzarle la testa come se fosse una cosa davvero noiosa,e in un’altra occasione mi sarei alzato e gli avrei dato un pugno perché sembrava quasi che i nostri atteggiamenti fossero tutti una seccatura per un genio come lui.In un’altra vita probabilmente l’avrei fatto senza problemi dicendogli che non poteva far finta di nulla e che avrebbe dovuto sostenerla;l’avrei davvero fatto se non fossi stato il Sasuke Uchiha che sono oggi,l’avrei davvero fatto se mio padre non fosse morto e io non fossi finito nei giri loschi dai quali Naruto mi aveva trascinato fuori.

“Lascia stare Shikamaru,in fatto di sentimenti è come te.” mi dice Itachi dopo che il mio migliore amico torna al posto di prima per stringere la sua ragazza fra le braccia.
Ma come diavolo ha fatto a capire?
“ Io sono diverso!” gli dico alzando finalmente gli occhi di terra e fissando i suoi occhi neri così identici ai miei.
“E’ vero,lui almeno o è seccato per qualcosa o sta pensando mentre tu ti limiti ad essere apatico.”
So che lo sta facendo solo per farmi capire che dovrei mettere da parte l’orgoglio perché il tempo non rimane fermo ad aspettare me,ma prendo comunque quella frase come un mezzo insulto e mezza verità.Io provo sentimenti –tipo verso lui,Sakura,mamma e Naruto- e sono apatico riguardante tutte le persone che non sono quelli citati.
La sensazione allo stomaco peggiora e mi fa indirizzare lo sguardo verso una decina di sedie più in la dove trovo due paia di occhi azzurri che stavano cercando me.
Lui annuisce,per fortuna non devo sempre spiegargli tutto.
Sto ancora guardando il biondo quando un medico esce di corsa chiamando altre infermiere.
Dannato sia il nostro sesto senso,a Sakura sta succedendo qualcosa di non bello e io non posso fare nient’altro se non starmene qui seduto a maledire tutti quelli che mi hanno trascinato fuori dalla stanza,a maledire tutte le persone presenti in ospedale,a maledire quella persona che ha causato tutto:Karin.
E sto pensando proprio a lei quando la vedo comparire dalla porta a 3 metri di fronte a me seguita da Kiba,Suigetsu,Juugo,Tenten e tuttigli altri “nostri amici”;in realtà non ho mai sopportato nessuno di loro.
La sua faccia sta cercando di dirmi che le dispiace ma la mia faccia deve far intendere tutto quello che sto pensando perché Itachi,che fino a quel momento si era limitato a guardare solo me e il mio migliore amico,si gira verso la porta spostandosi al mio fianco e poggiandomi la mano sulla spalla per tenermi fermo.Sa cosa sono in grado di fare quando mi arrabbio,una volta gli ho quasi rotto le costole dopo una litigata.
“S-sasuke mi dispiace.” è la rossa che sta parlando
“Cosa cazzo ci fai qui?” dico mentre mi alzo sentendo la rabbia che si impadronisce di me quasi come se avessi un meccanismo che mi fa scattare
“Volevo starti vicina,so che per te non è facile.” dice sembrando quasi dispiaciuta seriamente e,l’unica cosa che mi viene da fare è ridere ma non come faceva Sakura quando era felice,la mia risata sembra quella di Joker o di Goblin o un qualsiasi altro pazzo dei film.
Gli altri ragazzi che erano in ospedale con me intanto mi si avvicinano e capiscono subito che c’è qualcosa che non va,così Ino e Hinata si posizionano vicino a me ed a Itachi mentre Naruto e Shikamaru si mettono davanti creando così una gabbia quasi fossi davvero un pazzo da tener legato.
“Vattene al diavolo Karin” è la Yamanaka che parla per prima e dice cose troppo gentili rispetto a quelle che avrei voluto dirle io.
“Tu non parlarmi,io voglio parlare con Sasuke” dice la rossa come se in quel momento si potesse permettere di fare una cosa del genere.
“Sasuke-kun…”

No,no,no e no.Non ti permettere neanche di provare a chiamarmi come fa Sakura.

“Non ti azzardare mai più a chiamarmi in qualche modo.Non provare più a guardarmi,a scrivermi qualcosa delle tue puttanate o semplicemente a parlarmi se non vuoi trovarti anche tu su un lettino che nel tuo caso sarebbe quello di un obitorio.Hai capito?”
Ecco il Sasuke Uchiha di sempre.
Karin comincia a piangere e quel cane pulcioso di Kiba le mette una mano sulla spalla per consolarla.Ma è davvero così scemo o finge?
“Non puoi trattare così una ragazza” cerca di difenderla poi
“Inuzuka,fai i cazzi tuoi che campi cent’anni!” dice una voce di cui non mi ricordo il proprietario.
Seguo gli occhi di tutti che si congiungono su un’unica persona:Hinata Hyuuga.La stessa Hinata Hyuuga che sviene appena Naruto le parla assieme,la stessa ragazza che di solito balbetta con chiunque data la vergogna che la frena con qualsiasi persona lei conosca o no.In questo momento riesco a capire perché si è comportata così:sta soffrendo anche lei per Sakura he per la corvina è un po’ come una sorella maggiore.
“Hai sentito Hinata.Andatevene tutti e due se non vuoi che ti rompa la faccia” ritorno a parlare
Lui prova a dirigersi verso di me per fare qualsiasi cosa stia cercando di fare nonostante tutte le persone stiano cercando di fermarlo e io rimango immobile,tanto so che quello che vincerebbe sono io e,per di più,Itachi sta cercando in tutti i modi di tenermi fermo e calmo.
“Come ti permetti Uchiha,chi sei per poter dare ordini e decidere chi può stare qui o no?Non hai neanche il coraggio di respingere o contraccambiare i sentimenti di Sakura e ti permetti di decidere una cosa del genere?Sei un ipocrita codardo!” mi urla.
Guardo Itachi e lascio che siano i miei occhi a parlare.Lui è uno dei pochi che sa davvero leggerli.
Carico tutta la forza possibile che mi ritrovo nel braccio sinistro e gli sferro un pugno in piena faccia proprio dove nessuno aveva cercato di coprirlo,forse lo volevano tanto quanto me che gli spaccassi la faccia.
Nessuno si muove o fa niente e io torno al mio posto ringraziando mentalmente mio fratello.
C’è silenzio ora in quel corridoio.
C’è talmente silenzio da poter sentire il cambiamento del suono di un macchinario dentro alla stanza di Sakura.La numero 7,il nostro numero preferito.
“Chi di voi è suo parente?” pronuncia la donna a cui mi sono sempre appoggiato quando dovevo fare le visite per la boxe.
Nessuno comunque può rispondere alla sua domanda;i suoi genitori sono morti quando lei era piccola così era andata a vivere a casa di Ino con la quale si era trasferita una volta iniziata l’università in una casa tutta loro senza dover più contare sui genitori della bionda.
“Ah Sasuke,Itachi,non sapevo foste qui anche voi” ci dice
“La ragazza non ha nessun parente” le comunica mio fratello
“Allora parlerò con te.” gli dice
Tsunade fa entrare Itachi in quella stanza in cui anche io vorrei entrare con tutto me stesso,ma mi limito a fare appello a tutte le mie forze interiori per cercare di non impazzire.

Una volta uscito ci guardiamo negli occhi,due pozze nere dalle quali solo noi due possiamo ricavarne un messaggio.
Quel messaggio non era quello che volevo sentirmi dire,ma infondo lo avevo capito prima.Era impossibile che il sesto senso mio e di Naruto avesse sbagliato.
Non aveva mai avuto problemi a dirmi le cose,anche quando dovette dirmi che nostro padre era morto l’aveva fatto subito,ora lo vedevo benissimo che non sapeva come fare a parlarmi.
“Dimmelo” gli dissi emettendo tanta freddezza da far gelare qualsiasi cosa dentro all’edificio.
“Otouto…” se mi chiamava così davanti agli altri era davvero un brutto segno.
“Probabilmente ti restano cinque minuti” mi dice aggiungendo altre due frasi con gli occhi.


Cinque minuti in cui dovrai dirle tutto quello che non le hai mai detto.
Cinque minuti per dirle quanto la ami.








Ehy guys!
Ciao a tutti e grazie per le prime recensione positive che mi avete lasciato,mi date davvero la carica per continuare a scrivere questa storia.Se vi piace dovete ringraziare un pò i Maroon 5 perché è grazie a loro se mi è venuta l’ispirazione per scrivere questa storia.
Spero vi attiri davvero e mi scuso in anticipo per la tristezza dei capitoli ma volevo scrivere qualcosa che rendesse umano il nostro Sasuke e ho pensato che l’unico modo in cui possa diventare un bambino vero e non il solito burattino,sia nel caso in cui succeda qualcosa di brutto a Sakura.
Detto ciò ringrazio tutti quelli che mi sostengono.
Con affetto,
Red-chan.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Chiudo gli occhi incapace di continuare a leggere in quelli di Itachi.
“Dimmi che non sei serio?”gli chiedo
Lui non mi risponde,si limita solo a venirmi incontro e cercare di poggiarmi una spalla sulla mano che io rifiuto allontanandomi subito.
“Otouto…”
“No,per favore” gli dico sperando che riesca a capre che se dovesse farlo scoppierei a piangere davanti a tutti e io,Sasuke Uchiha,non posso permettermelo di farlo.

Il gruppo di “amici” che è arrivato per ultimo se ne sta andando fuori all’ospedale sostenendo il cane pulcioso,Ino crolla tra le braccia di Shikamaru così come fa Hinata dopo che Naruto si è lasciato crollare di peso contro la parete del corridoio dietro di lui e io rimango fermo,immobile al centro della stanza.
“Cosa le è successo?” chiedo a Tsunade a denti stretti e a testa bassa.
“Un uomo l’ha investita con il suo pick-up.Dice che non ha fatto apposta,un uomo dai capelli rossi la stava strattonando per un braccio e lei ha cercato di sfuggire dalla sua presa troppo forte e nel momento in cui le ha lasciato andare il braccio,lei ha perso l‘equilibrio ed è finita in strada proprio nel momento in cui stava passando con la sua macchina.”

Non le sarebbe successo nulla se avessi spostato subito Karin dandole uno spintone o uno schiaffo come avevo fatto dopo che lei se ne era andata.
Non le sarebbe successo se fossi stato con lei come mi aveva chiesto piuttosto che rifiutare il suo invito e starmene in un angolo a guardarla da lontano.

Non so se voglio entrare e tenermi con me per sempre un’ultima immagine di lei ridotta in quello stato,ma pensandoci bene preferisco vivere con questa immagine piuttosto che convivere con il rimorso di non averla vista e averle detto quello che provavo per lei.
“Naruto,vuoi….” cerco di chiedergli
“No,entra tu e dille da parte mia che le voglio bene.Che le vogliamo bene”

Mi dirigo verso la porta ora chiusa di quella stanza e,prima di entrare,mi volto un’ultima volta a guardare le persone più importanti della sua e della mia vita anche se quella davvero importante a livello quasi di Itachi,si trova proprio alle mie spalle.

Apro la porta lentamente,quasi come se avessi paura che qualcosa possa assalirmi,ed entro richiudendomela poi alle spalle.
Sakura è sdraiata su quel lettino e sembra che stia dormendo piuttosto che combattere tra la vita e la morte e anche se l’idea che lei stia solo dormendo mi illude per un secondo facendomi credere che tutto quello che ho provato fino a questo momento è uno scherzo,il sangue sul suo volto mi riporta sulla terra e mi devo appoggiare alla porta per non crollare o scappare da quella stanza.

“Devo farcela,non sono un codardo.Non posso dar ragione all’Inuzuka proprio ora” mi dico internamente mentre,facendo appello a tutta la forza rimasta in me,mi avvicino a quel letto.
Ho quasi paura di toccarla;ho paura che possa crollare sotto i miei occhi e penso che non riuscirei ad accettarlo.

Mi siedo sul bordo del letto che sembra lasciato libero proprio per me e,guardandola in viso,mi rendo davvero conto del perchè le parole di Kiba mi abbiano fatto così male e di quanto abbia sbagliato per i tre quarti della vita che ho passato da quando la conosco;ossia da quando sono nato.
E’ da quando siamo nati che passiamo tutti i giorni assieme e,nonostante tutto,mi sono comportato come uno stronzo a cui non è fregato nulla delle altre due persone che aveva attorno e che erano effettivamente il mio mondo.
Sakura non ha mai fatto altro che offrirmi un’amica su cui contare,una persona con cui aprirsi,sfogarsi o semplicemente qualcuno con cui fare i compiti o andare nel bosco al confine della città a guardare le stelle di notte -come faceva con Naruto perché io la trovavo una cosa infantile-o ad allenarsi nella palestra di boxe dove tutti e tre andavamo.
Mi ha offerto la sua amicizia,il suo amore e la sua fiducia che ho provveduto a tradire immediatamente.
C’è sempre stata,anche nei momenti più bui della mia vita e io non ho fatto altro che ferirla e allontanarla da me.
Ha sempre sperato che un giorno sarei tornato a casa da lei e dal biondo e,se non fosse stato per la testardaggine di quest’ultimo,non sarei mai tornato e forse sarebbe stato meglio.Lei non sarebbe ridotta così com’è ora o forse lo sarebbe,ma internamente,perché lei mi ha sempre amato e creduto in me anche quando io battevo il diavolo a livello di stronzaggine.
A parte le poche volte in cui la proteggevo dai bulli o la aiutavo in qualcosa solo perché costretto dal nostro migliore amico,la trattavo malissimo e sapevo quanto soffriva,una volta di notte l’avevo anche visto.


*******Flashback*******

Eravamo nel giardino della casa di Ino a fare una sottospecie di campeggio di notte.
Ricordo che Naruto e Shikamaru si erano messi a montare le tende mentre le ragazze erano entrate in casa per prendere coperte e cuscini.Quando guardai le tende srotolate e vidi che erano tre,mi nacque una domanda a cui non provai neanche a rispondere da solo.
“Le tende sono tre e noi siamo in sei,vuol dire che dormiremo a coppie?”
“Si teme,io dormo con Hinata,Shikamaru con Ino e tu….”
“Io non ci dormo con Sakura,baka!” urlai convinto che le ragazze fossero ancora in casa.Sarebbe stata bella come convinzione se fosse stata vera.
“Perché?Come se fosse la prima volta che dormite insieme!” ribattè il dobe
“Di solito ci sei tu,quindi non è come dormire da soli.”
“Dai Uchiha,solo per una notte!” tentò il moro
“No Nara,non se ne parla.Magari poi si esalta visto che le piaccio e mi si appiccica di più del solito.”
Sapevo che c’era qualcosa che non andava,l’avevo letto negli occhi dei ragazzi di fronte a me,ma l’avevo capito troppo tardi.
“Dormo io con Sakura” si propose Ino cercando di spezzare il gelo che si era creato nonostante all’esterno ci fossero qualcosa come 30 gradi.
Mi girai per sperare che la diretta interessata non mi avesse sentito,ma il suo volto negava completamente il mio pensiero anche se,per tutta la serata,fece finta di nulla.
Ad un certo punto,dopo che tutti eravamo andati a dormire,mi svegliai per colpa di Shikamaru che faceva tanto rumore quanto una motosega di un boscaiolo canadese e pensai di uscire;mi interruppi solo quando sentii dei singhiozzi provenire da fuori.
Con la calma più assoluta,aprii la tenda e spiai fuori quando la mia attenzione venne attirata da una sagoma nera che,stringendosi le ginocchia al petto,piangeva cercando di soffocare i singhiozzi con la mano appoggiata sulla bocca.Stetti lì a guardarla fino a quando,due ore dopo,non si addormentò distrutta e io richiusi la mia tenda.

*******Fine Falshback*******

Quanto sono stato davvero un cretino.

Chiudo gli occhi,prendo un bel respiro e pronuncio la frase che più mi esce naturale in quel momento.

“Scusami,Sakura”

E’ l’unica frase che riesco a pronunciare davanti a lei.
Vorrei parlare e dirle tutto,vorrei avere la stessa capacità di Naruto di riempire di parole gli spazi lasciati vuoti dall’imbarazzo,vorrei avere davvero,per una volta,il coraggio che fingo di avere quando sono con lei.

“Sono stato lo stronzo più stronzo del mondo.
Scusami se mi sono comportato così,ma sai quando il mio orgoglio sia potente e capace di uccidere il vero me.
Scusa se quel giorno me ne sono andato lasciandoti così,senza spiegazione.Saresti stata la mia ancora di salvezza,saresti stata l’unica in grado di trattenermi a casa perchè tu eri e sei il faro che avrebbe illuminato il mio cammino non facendomi cadere nel buio del mio odio.
Scusa se effettivamente non sono mai stato abbastanza per te.

"Scusa se sono quel che sono.

Dopo tutti questi anni passati a tenermi le lacrime dentro,ora so di poter lasciarle uscire e permettendomi di farlo davanti a lei perché non mi giudicherà mai come ho sempre fatto io,lei mi ama per quello che sono e io l’ho capito troppo tardi.
Guardo le mie mani che si stanno torturando da sole e la sola cosa che possa tranquillizzarle è il contatto con lei e così faccio:le prendo la mano fra le mie.Mi sembra di stringere un petalo di ciliegio appena caduto;fragile,delicato e perfetto e nelle mie mani da guerriero è una cosa che stona tanto quanto il riff di chitarra di “Come as you are” in una canzone dei Coldplay.

Tra i fiori il ciliegio,tra gli uomini il guerriero.

Anche gli antichi proverbi giapponesi dimostrano che facciamo parte di due mondi diversi,ma entrambi siamo due esseri perfetti che potrebbero vivere la loro vita insieme;se solo potessimo farlo.
Qualcosa mi sta bagnando la mano,qualcosa che proviene proprio da me.
“Contenta?Riesci anche a farmi piangere!” le dico cercando di tornare in me,cercando di ricostruire il muro di difesa che avevo appena abbattuto.
“Non ha più senso ormai,perché devo continuare a farlo!” sussurro a me stesso dandomi praticamente dell’idiota.
“A volte dovrei cominciare a dare ragione al dobe,a volte quello più idiota sono proprio io.”
“Ah,mi ha detto di dirti che ti vuole bene,così come Ino,Hinata e Shikamaru.Mancherai davvero molto a tutti loro,Itachi ti odierà un pochino perché ora dovrà prendersi lui cura di me prima che dia di matto come l’ultima volta e bhe,per quanto mi riguarda….” vorrei aggiungere anche quello che non ti ho mai detto finora,ma la macchina attaccata al tuo corpo cominci ad emettere un suono strano.
Emette un suono fredd,piatto,che può indicare una sola cosa.
Corro fuori cercando qualche medico urlando disperatamente che qualcuno mi aiuti ma Tsunade,li fuori,scuote la testa.
“Mi dispiace,Sasuke.”
“Dovete fare qualcosa,vi prego!” urlo
“Non possiamo più fare nulla,scusa”
Sento gli urli di disperazione di Ino e il rumore di qualcosa che si rompe:Naruto ha appena tirato un pugno al muro e vorrei farlo anche io,sulla faccia di tutti i medici che mi hanno detto con lo sguardo che gli dispiace ma che non possono fare più niente ma,se non i provano loro,dovrò farlo io.

Corro dentro alla stanza e chiudo la porta facendola sbattere,mi siedo sul letto e prendo quel piccolo corpo freddo tra le mie braccia.

Devo togliere la mia maschera;ora o mai più.

“Ehy,Sakura.Ehy.Ehy.” dico scuotendola leggermente e le lacrime ritornano ad impadronirsi del mio viso,impastando la mia bocca e spezzandomi la voce.

“Ehy,per favore,Sakura.”

“Ehy Sakura,stai bene.Ti prego” le lacrime scorrono come un fiume in piena dopo giorni di incessante pioggia.

“Rimani con me.Rimani con me.Tu DEVI rimanere con me.” le sposto dal volto una ciocca dei suoi capelli rosa confetto che amo tanto alla ricerca di un segno che non trovo.

“Sakura.No ti prego.”

“Sakura!” urlo in preda alla disperazione e sembra che la mia voce possa raggiungere anche l’angolo più remoto dell’ospedale come se dentro a quell’edificio ci fossimo solo noi due.

“Non ce la posso fare senza di te,ti prego” le sussurro mentre appoggio il mio viso nell’incavo del suo collo.

Non posso aver perso un’altra persona ancora per colpa mia.
Non posso vivere una vita dove non c’è lei che mi rallegra le giornate.

Sembra che piangere sia l’unica cosa che posso fare in quel momento e,inspirando il suo odore e servendomi del calore del suo corpo per non far congelare anche l’unica parte del mio cuore rimasta calda,rimango appoggiato in quel poco spazio non pieno di sangue che sa di lei e non di rame credendo che ormai la vita non potrebbe andare peggio.

Sono troppo preso dai miei pianti e dalle mie urla per accorgermi che dentro a quella stanza,un rumore è cambiato.



Ehy guys,I’m back.
NON ODIATEMI,per favore.
La mia mente malata e masochista ha prodotto tutto ciò e mi dispiace davvero molto per la tristezza di questo capitolo.L’unica cosa che però posso dirvi per non cadere nello spoiler è:andate avanti a leggere se vi piace ciò che scrivo,sono cattiva ma fino ad un certo punto.
Grazie per la solidarietà delle anime che hanno recensito questa storia e messa tra le preferite,ecc….
Al prossimo capitolo,
con affetto,
Red-chan.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Continuo a piangere come non facevo da quel giorno e se non fosse stato per questa situazione,credo che non l’avrei più fatto.
“Scusami..Scusami se non sono riuscito a salvarti” gli sussurro all’orecchio sempre stringendola tra le mie braccia.
Non la voglio lasciare andare ora,non la voglio lasciare andare per sempre.
Uso le mie braccia come pareti di una gabbia che cercano di tenere rinchiuso dentro esse un piccolo uccellino che ha imparato a volare e che non vede l’ora di farlo.Voglio essere a tua gabbia perché so che non sono pronto a lasciarti andare via da me.
Ma per farti restare almeno nella mia mente e farmi vivere la vita senza troppi rimorsi,devo almeno riuscire a dirti quelle parole che per anni ho accantonato in un angolo buio del mio cervello.
Quelle parole che il mio orgoglio mi ha impedito di dirti prima,quelle parole che pur sapendo che le avresti corrisposte,avevo paura a dirti.
La paura ce l’ho ancora oggi,ancora adesso che so di dover spaccare in mille pezzi la mia maschera da Oni che ho sul volto,e parlare come dovrei davvero fare.
Per molti anni,questa maschera ha accompagnato la mia vita rendendomi un uomo alla ricerca della vendetta.Un uomo disposto a sacrificare la vita dei suoi amici per il proprio scopo personale.
Avevo tradito l’amicizia di Naruto,avevo reciso il legame che mi univa ad Itachi,avevo spezzato in mille pezzi il cuore di Sakura.
L’avevo rotto in tanti piccoli pezzi come con la mia maschera.

“Io,io..ti amo Sakura”

Finalmente gliel’ho detto,e non sai quanto sia stato difficile.
Mi sembra di essermi tolto un blocco enorme di pietra dal cuore,mi sembra di essere rinato e se sapevo che avrei provato questa sensazione,sicuramente l’avrei fatto prima.

Vorrei sentirmi dire da lei le stesse parole.
Ma so che ormai è tardi.

Sposto il mio viso da quel posto che sembrava così caldo,che sapeva di casa,per guardarti in viso.
Dio quanto sei bella.
I suoi tratti così fini e allo stesso tempo decisi,la sua pelle che pur odorando di metallo per colpa del sangue so che emana la stessa fragranza dei ciliegi in fiore,le sue labbra così belle,sottili,rosa.Le labbra che avrei voluto far mie da tempo e che non sono mai riuscito a farlo.
Ora penso che non ci sarebbe problema se lo facessi.

Mi avvicino sempre di più finché le mie labbra non si posano sulle sue.
Ho il cuore in gola come i protagonisti di quei film smielati che le piacciono tanto ma che io ho sempre odiato perché pensavo che provare quelle emozioni fosse strano,quasi impossibile e,ancora una volta,mi sbagliavo alla grande.

Il cuore mi batte forte,sembra quasi che voglia uscirmi dal petto.
Le farfalle nel mio stomaco creano un vero e proprio gruppo folto tanto quanto quello delle sardine in mare che può raggiungere fino a decine di migliaia di componenti.
Il respiro comincia a mancarmi.
La testa comincia a non pensare più con razionalità ma si lascia trasportare da tutti i sogni che avevo e che ho ancora di lei.

Mi stacco a malavoglia da quelle sue bellissime labbra tenendo gli occhi chiusi,devo cercare di darmi un contegno e rimandare indietro le nuove lacrime che sono nate,ma sembra che la cosa non funzioni per nulla.

“Sasuke-kun…”

Il mio cervello comincia a giocarmi brutti scherzi riuscendo persino a farmi sentire la sua voce che mi chiama e,anche se leggermente debole,è proprio la sua voce.
Quella voce dolce ma talmente tanto acuta che quanto si arrabbia raggiunge decibel che riescono a romperti i timpani.
Quella voce che ha sempre riempito i momenti in cui era nervosa perché cominciava a parlare a macchinetta e non la smetteva più.
Quella voce che diventava impercettibile quando parlava con qualcuno di cui aveva vergogna.
Quella voce che diventava forte e spaventosa quando si arrabbiavia con Naruto e lo inseguiva per picchiarlo e io,nonostante le sue richieste di aiuto,rimanevo a guardarli sorridendo internamente.
Quella voce che diceva cose insensate quando aveva la febbre e io ero il primo che se accorgeva perché capivo subito quando “dava di matto” contro la sua volontà.
Quella voce che avrei ascoltato all’infinito anche quando le davo della noiosa perché parlava troppo.

“Non ti ho mai visto piangere….” mi dice ancora o meglio,è il mio cervello che me lo dice.

E’ un’allucinazione che mi distrugge.

“Smettila di giocarmi brutti scherzi cervello” dico ad alta voce tenendo ancora gli occhi chiusi.Magari così riesco a scacciare questa tortura.

“Sasuke-kun,parli anche da solo ora?”

Ora basta,non posso più stare qui.Devo andarmene.
Lentamente riapro gli occhi e senza più guardarla in faccia,mi alzo con lei in braccio e la poso delicatamente sul suo lettino.

“Scusa Sakura.
Ti amo.
Scusa.” dico guardando fuori dalla finestra.
Non riuscirei più a dormire se dovessi guardarla in faccia ora.
Mi giro per uscire dalla mia gabbia personale delle torture e noto di sfuggita il monitor posto al lato del letto.

“Dovrai asciugarti le lacrime prima di farti vedere dagli altri in questo modo.”

In quello schermo c’è qualcosa di diverso.
“Ti amo anche io,Sasuke.”

In quello schermo ora è comparsa una linea che ogni due secondi cambia la sua andatura.

Mi giro lentamente convinto che,vedendola distesa senza vita sul quel letto,le mie allucinazioni possano darmi tregua almeno fino al momento in cui arrivo da Itachi.

“Scusami cervello” dico tra i denti prima di correre verso il mio centro di gravità che ha ripreso a vivere.

Sakura mi guarda con le lacrime agli occhi e,mentre scendono,si portano con loro residui di sangue che ha ancora in faccia.E’ bella anche così.

“Ti ho salvato,IO ce l’ho fatta!” urlo abbracciandola.
“Sasuke,mi stai facendo male” mi dice
Ha ragione,lei è appena stata investita da una macchina e sicuramente ha qualche osso rotto ma io non voglio lasciarla,ora che finalmente l’ho presa non la voglio lasciare andare mai più.
Mi limito solo a diminuire la forza nel mio abbraccio.
Passano i minuti e noi rimaniamo avvinghiati l’uno all’altra.Probabilmente dovrei andare a chiamare Tsunade per farle controllare Sakura e avvisare Naruto e gli altri,ma sono appena entrato nel mio paradiso personale e non voglio rovinarmi l’entrata di scena che ho appena fatto.
Pensavo che il meglio che avessi potuto avere,una volta morto,sarebbe stato entrare nel purgatorio in cui sarebbe stato creato un girone solamente per me perché io ero uno da isolare,la peggior specie di persona esistente al mondo,ma dopo averla salvata,penso che almeno l’anticamera del paradiso me la sono guadagnata.Soprattutto perché finalmente le ho detto quello che dovevo dirle.

Mi allontana da se e mi guarda negli occhi intrappolandomi e incantandomi in quel verde come le sirene fecero con la ciurma di Ulisse.Era impossibile resistervi.

“Era vero quello che mi stavi dicendo prima o era solo per la condizione in cui ero?”

Anche da appena sveglia riesce a fare domande pungenti cercando di capire la verità leggendo nei miei occhi o nei miei movimenti perché nelle mie espressioni,non è mai riuscita a leggere nulla.Ci sarà stato un motivo se quello che vinceva sempre quando si giocava a Poker ero sempre io.
Distolgo i miei occhi dai suoi cercando di nascondermi.
Non è che quello che le ho detto prima era falso,solo che era più facile farlo se lei non mi guardava negli occhi,così mi misi a litigare con il mio orgoglio cercando di reprimerlo il più possibile per riuscire almeno a rispondere a quella domanda la cui risposta sarebbe statoa semplicissima per una persona qualunque che non ero io.
Ancora una volta però,stava avendo la meglio.

“Tranquillo,posso capire che…”
“No Sakura,non puoi capire” le rispondo
“Allora aiutami a farlo” mi dice prendendomi il viso tra le sue mani che a contatto con la mia pelle quasi scottano.
Mi osserva il volto e vedo i suoi occhi soffermarsi sulla mia bocca e ne conosco già il motivo;la macchia rossa di sangue che dev’essermi rimasta dopo il bacio che le ho dato.
Riesco benissimo a leggerle lo stupore negli occhi e sorride pensando a quello che avevo fatto.Le era bastata quella macchia per riuscire a capire cosa si insinuava nella mia testa.

“L’hai fatto tu,ora tocca a me” mi sussurra a pochi millimetri dalla bocca facendo entrare il suo alito nella mia appena schiusa.
Avvicina sempre di più la sua bocca alla mia fino ad annullare completamente la distanza che ci separava.
Le sue labbra ora sono più calde di prima,più soffici e rilassate e riesco a sentire il suo cuore che batte forte quanto la gran cassa della batteria e il mio,invece,suona meno forte del suo,ma alla sua stessa velocità.
Si stacca da me dopo quelli che mi sono parsi minuti interminabili per cercare di recuperare il fiato,ma io ho talmente bisogno di lei che le riprendo le labbra subito,lei però,dopo un bacio veloce,mi allontana di nuovo.
Non stacco gli occhi dai suoi neanche un momento,e le lacrime che ancora riempiono i suoi occhi rendono quelle immense distese verdi due specchi in cui mi ci posso specchiare.

“Non ti ho mai visto piangere” mi dice
“Tsk…” la liquido chiudendo i miei occhi e passandomi il dorso della mano sulle guance per togliermi lacrime che non ho mai pianto fino ad oggi:lacrime di felicità.
“Dovrei andare a chiamare il medico e almeno Naruto” le dico
“Ok,ma dovresti smettere di piangere.Ne va della tua reputazione di Sasuke Uchiha” mi dice sorridendo e,inconsapevolmente,alzo l’angolo sinistro della mia bocca accennando un sorriso.
Non so se sono ancora capace di sorridere in realtà,ma forse potrei iniziare ad impararlo da oggi.
“Noiosa” le dico prima di posarle un leggero bacio sulla labbra

Mi avvio verso l‘uscita e prima di aprire definitivamente la porta mi giro a guardare quella splendida creatura sdraiata alle mie spalle.“Torno presto,te lo prometto” le dico con gli occhi.
Faccio un respiro profondo e finalmente apro la porta con tutta la calma che possiedo.
Esco,giro l’angolo e mi ritrovo di fronte lo scenario che ho lasciato fuori dalla stanza un’ora fa.Sorrido sapendo quanto cambierà la situazione appena parlerò.
Cerco Itachi con gli occhi e quando lo trovo,sento qualcosa al cuore come se avessi davvero capito che finalmente ho ottenuto qualcosa di buono dalla mia schifo di vita.

“Otouto,non sai quanto mi dispiace….” mi dice venendomi incontro e attirando l’attenzione di Naruto verso di me.
“Guardami negli occhi,capiscilo da solo.” penso

Mio fratello,ad un paio di metri da me,finalmente mi guarda negli occhi e qualcosa nella sua espressione cambia.Io in compenso sorrido.
Grazie per avermelo dato come fratello!

“Teme,perché diavolo sorridi?E cosa significa quella macchia di sangue sulla tua faccia!” mi urla contro Naruto che del mio volto ha guardato tutto tranne che gli occhi,altrimenti sarebbe riuscito anche lui a capire senza bisogno di parole.
Si avvicina incazzato tanto quanto non lo avevo mai visto in vita mia e mi prende per il colletto della felpa blu macchiata di sangue e bagnata da lacrime che non appartengono solo a me.

“Calmati Naruto” dice Itachi poggiandogli una mano sulla spalla
“No che non mi calmo,Sakura-chan è appena morta dentro quella fottuta stanza e la colpa è anche sua.In più questo stronzo sorride,e non è una cosa normale visto che non ricordo neanche l’ultima volta che gliel’ho visto fare!
Non dirmi di calmarmi!”

“Complimenti otouto” rivolge a me l’attenzione cercando di far uscire Naruto da quello stato di odio in cui è caduto per colpa del dolore e del peso della situazione.

“Ma che cazzo di problema avete voi Uchiha?” sbraita di nuovo.

“Sasuke ce l’ha fatta.Sakura è viva” gli risponde

Gli occhi del biondo sono sbarrati,mi trasmettono tutta la paura dovuta a quella affermazione.

“Davvero?Non ci credo…”

“Va dentro a salutarla.”

“Ah dobe,non mi sottovalutare mai più.” gli dico mentre corre verso la camera della rosa

Itachi si avvicina a me e mi abbraccia e io ne rimango stupito.Si è sempre limitato a sbattermi in fronte l’indice e il medio ripetendomi frasi senza senso –almeno per me- non ho mai saputo come fosse un suo abbraccio fino ad ora.

“Grazie Nii-san”





Ehy guys,I’m back.
Ve l‘avevo detto no che non ero una cattiva persona eh?! Ahahah
Ringrazio tutti quelli che leggono e che recensendo, mi fanno capire che davvero questa storia piace.Ma non è finita qui,il meglio deve ancora venire.
Con affetto,
al prossimo capitolo,
Red-chan.

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