The Fire That Passes Through Us

di Legacyofjiraiya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fuoco ***
Capitolo 2: *** Calore ***
Capitolo 3: *** Respiro ***
Capitolo 4: *** Attesa ***
Capitolo 5: *** Dolore ***
Capitolo 6: *** Debolezza ***



Capitolo 1
*** Fuoco ***


fuoco


- The Fire That Passes Through Us  -

PROMPT NUMERO I:
Fuoco


Ansiti. Sospiri riversati flebilmente lungo le membra accaldate. Due amanti che si ritrovano, ancora una volta, a consumare una notte insieme.
Tentano, bisognosi di lasciare segni di fuoco tutto intorno.
Entrambi vengono tentati, convinti di non potersi sottrarre ad un piacere burrascoso.
Non si guardano, al limite si scrutano, quasi come fosse una sfida ... non si lasciano intimidire l'uno dall'altro.
Tsunade si fa sfuggire un lieve ghigno, mentre morde il labbro al compagno, perché sa che stasera non lascerà nulla di inconcluso.
L'uomo incastra gli occhi in quelli della donna, quasi a volerle mettere paura.
Ma lo sa, dopotutto. Jiraiya sa che è impossibile prevalere su Tsunade.
Le sfiora una guancia, accaldata come tutto intorno. L'atmosfera è di un rosso bruciante e a lui va bene così.
Si lascia scappare quei piccoli gesti di dolcezza ai quali il suo cuore non può dire di no.
Ma il fuoco non si spegne, anzi. Il rosso diventa ancora più scuro, intorno a loro.
Tsunade si sente quasi scottata dai lenti movimenti del compagno, non li vuole, non li accetta.
Lo prende e lo porta sotto di sé, tenendo le mani salde lungo la sua preda.
Jiraiya la guarda. La spinge su di sé le accarezza la morbida schiena con una mano.
Tsunade gode di ogni suo movimento, persa in quegli attimi eccitanti.
I suoi occhi osservano la mano dell'uomo spostarsi lentamente lungo i suoi seni, lo vede scendere fino al ventre.
Con quegli occhi lo invita a continuare, bisognosa di riprendere la danza interrotta.
Quel contatto è necessario. Quando avverte la mano scostarsi dalle sue gambe Tsunade si sente persa.
Jiraiya abbassa il capo, i capelli fanno frusciare le lenzuola. Con una mano prende i rimasugli di una boccetta di saké.
Tsunade sorride, il suo corpo riprende a palpitare. Gli occhi quasi si offuscano a causa di quell'opprimente desiderio nei confronti del compagno.
Dopotutto, loro due a letto si capiscono al volo. Riusciva ad eccitarsi in quel modo solo con lui.
La vedeva come la più grande delle sfide. Lei che perdeva sempre le scommesse, alle volte, di notte, si lasciava andare al desiderio di comandare, di sottomettere.
Lei voleva vincere. E per vincere si deve stare al gioco.
Ecco perché Tsunade concede a Jiraiya di sedersi e portarsela sopra di lui.
Lei stringe le gambe fino ad accarezzare con i piedi la sua schiena muscolosa.
Poi comincia a muoversi, aspettando che l'altro faccia la sua eccitante mossa: lascia colare il saké lungo il corpo di Tsunade, che zitta, fissa le pupille dilatate dell'uomo.
Lei, divertita, porta una mano su di un seno, dove una gocciolina di troppo si è posata ... sposta poi la mano, la porta all'altezza della bocca dell'amante che socchiude le labbra, afferrando la mano della donna e leccando via l'alcol dalla sua pelle. Poi fa lo stesso lungo le sue spalle, mentre Tsunade si lascia penetrare sempre più a fondo.
Jiraiya la guarda affascinato. E' già la seconda volta durante la serata che smette di avvertire il fuoco. Negli occhi di Tsunade, bramosi di piacere, intravede anche il desiderio di lasciarsi il dolore alle spalle, quello che non è ancora riuscita a dimenticare. Jiraiya la vede, quella ferita. La vede e non sa come curarla.
In quel tacito scambio di fuoco tra i due amanti c'è qualcosa di più.
"Non ci sperare ... "
D'un tratto Jiraiya si risveglia dai propri pensieri. La calda voce della compagna di squadra prende a rimbombargi nella testa.
"Cosa?" chiede, non resistendo alla tentazione di baciarle il collo.
"Non dormirò con te, stanotte ... " mormora lei, mentre fra i due la danza diventa sempre più veloce.
"Dio, Tsunade ... " sospira ... "E' la terza notte che me lo dici. Non te l'ho mai chiesto ... "
Lei poggia la mano sulla spalla dell'uomo, lasciando al di sopra un graffio.
"Smetti di guardarmi in quel modo, allora. E' solo fuoco che si accende fra noi ... "
"Lo so, è quello che cerco."
Jiraiya mente, però. Mentre il piacere sconvolge i corpi di entrambi gli amanti, non può fare a meno di pensare a quanto sia bugiardo e meschino nei suoi confronti.
Vuole amarla, ma lei è alla ricerca solo di compagnia e divertimento.
E a Jiraiya, infondo, sta bene.
Lui è disposto a tutto ... pur di non spegnere il fuoco fra lui e lei.




***

Ciao a tutti!
Vi do il benvenuto a questa raccolta di JiraTsu!
Non scrivo da parecchio, sono almeno due anni che non mi concentro su di una storia seria. Sono qui appositamente per ripristinare le mie capacità.
Ho voglia di ritrovare il mio mondo interiore e per farlo, comincerò dalla stesura di questa raccolta.
Vi anticipo fin da subito che saranno 20 capitoli, ognuno dei quali seguirà un prompt specifico: il primo, introduttorio, è Fuoco.
Ho voluto cominciare con questo per mettermi alla prova. Credo che i personaggi non siano finiti troppo nell'OOC. Sono andata proprio sul 'fuoco' per misurare la difficoltà che avrei provato nella stesura dei racconti.
Diciamo che non sono molto soddisfatta, ma spero possiate apprezzare questo mio test.
Qualsiasi errore ci sia, vi prego, segnalatemelo.
Se avete critiche, consigli, li accetto volentieri: scrivete tutto ciò che volete, magari anche via messaggio privato se non ve la sentite di lasciare una recensione, ho bisogno di migliorare il mio stile narrativo, dal momento che ho tralasciato da parecchio la scrittura.
Grazie della pazienza, grazie a chi avrà voglia di leggere.
E ... se ci sarà qualcuno, vi do l'appuntamento al prossimo capitolo.

PROMPT:  Calore

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Capitolo 2
*** Calore ***


calore

- The Fire That Passes Through Us  -

PROMPT NUMERO II:

Calore


Vagava lentamente lungo il suo villaggio, non sapendo dove recarsi nello specifico.
Per Jiraiya era così: non riusciva proprio a trovare stabilità a Konoha, non ne era capace ...
In quel momento, però, il calore della terra natale era qualcosa da cui non riusciva a sottrararsi.
La terza grande guerra dei ninja era finalmente giunta al termine.
I suoi occhi avevano visto centinaia di compagni crollare in fiumi di sangue. Non aveva pianto, Jiraiya.
Non poteva però nascondere a sé stesso il profondo dispiacere, consolidato anche dalla notizia che i suoi tre cari allievi, figli di Amegakure, fossero stati fra le vittime brutalizzate dalla guerra.
Continuava a vagare con un'espressione indecifrabile lungo le strade della sua terra, perso nei suoi pensieri.
Si sentiva macchiato dentro. Sporco. Ma era uno shinobi ... uno dei sannin ... uno dei tre sopravvissuti di Konoha.
Lo chiamavano il folle ... era forte, attivo, non si dava per vinto sul campo di battaglia ... ma un' insicurezza profonda si muoveva nel suo cuore: la vittoria a cosa aveva portato?
La soddisfazione nel sentirsi superiore al nemico era davvero tanto appagante?
A Konoha si assaporava una nota di felicità in tutta quella disperazione. Non era giusto per le vittime, no!
Si portò una mano sul volto, chiuse poi gli occhi. Avrebbe mai trovato il suo destino?
Come aveva detto Gamamaru*, alla fine era finito per diventare una leggenda. I suoi allievi erano defunti, la sua carriera da scrittore era un insuccesso.
Qualche soddisfazione gliela dava però Minato, allievo del sannin e candidato alla carica di Hokage. Che fosse lui il profeta?
Jiraiya si lasciava trascinare dalla vita ormai solo da quella curiosità ... perché lui, dopotutto, non aveva nulla a cui aggrapparsi ... si sentiva sempre in bilico fra la scelta che avrebbe dovuto compiere.
Si sentiva oppresso, alle volte in colpa. Spesso sbagliava tutto e se il destino del mondo era davvero nelle sue mani la pace non sarebbe mai arrivata, ecco cosa pensava.
Si voltò ad osservare il tramonto. Meravigliosa la natura, ecco cosa gli rimaneva. Un po' di calore nei suoi viaggi lo avvertiva sempre.
Quando lo perdeva si lasciava andare tra le braccia di donne di tutti i paesi, alla ricerca di quel sentimento che però era in grado di provare solo per una donna.
Non che lo lasciasse trasparire, ma Tsunade era spesso al centro dei pensieri di Jiraiya. Una vibrazione dolorosa che colpiva il suo cuore ad ogni suo sguardo gelido.
Alle volte persino lo ignorava ... stava male quando lo osservava con disprezzo, anche se la capiva.
Aveva perso tutto, il suo amore nei confronti di Dan non si era spento.
La capiva, soffrivano entrambi per un amore mancato. Soffrivano entrambi per quel calore negato.
Di tanto in tanto Jiraiya la andava a trovare, mentre lei si organizzava pian piano per migliorare i limiti della squadra medica.
Al termine della guerra la donna gli aveva chiesto se sarebbe rimasto a Konoha.
Jiraiya evitò di dare una risposta, tuttavia sapeva che prima o poi anche lei avrebbe lasciato quelvillaggio dal clima tiepido, perché ... quel benessere non corrispondeva al suo stato d'animo.
E quando andava a trovarla lei tentava di scansarlo in tutti i modi, invitandolo -talvolta- gentilmente a lasciarla lavorare.
Sorrideva di tanto in tanto alle sue battutine, spesso persino volgari, ma non si scomponeva. Tsunade non superava il confine.
Le persone li conoscevano così, i due sannin ... solo due compagni di squadra, entrambi con dei tormenti interiori dai quali non si sarebbero liberati mai ... solo due compagni, che al momento del bisogno si sostenevano a vicenda.
Ma agli occhi di tutti non lasciavano intravedere il segreto che condividevano.
Era capitato che le carezze diventassero man mano più passionali, che gli sguardi diventassero sempre più caldi, come a voler dare un tacito consenso a quelle richieste d'affetto che i due si scambiavano in preda alle emozioni generate dall'alcol.
Ma per Jiraiya non era necessario il semplice sesso per trasmettere al suo corpo la piacevole sensazione di sentirsi in parte importante.
Bastava un abbraccio per abbandonarsi al calore.
E in quei momenti all'amore nei confronti della sua compagna giurava che non avrebbe mai rinunciato.

***

*Gamamaru: vecchio rospo eremita del monte Myoboku.
Ciao a tutti! 
Ecco il secondo prompt: dal fuoco siamo arrivati al calore!
L'ho scritto di getto, velocemente. Spero di non aver combinato pasticci!
Dio, mi è difficilissimo mantenere OOC sia Jiraiya che Tsunade. Lei fa finta di non tenerci ma gli vuole bene, lui invece alle volte lo da a vedere ... non so mai come comportarmi!
La mia Tsunade probabilmente potrà sembrare più gelida del solito, ma questi primi due capitoli son soltanto introduttori, privi quasi di dialoghi ... dal prossimo prompt la storia comincerà ad accendersi e a delinearsi.
Ebbene, ci terrei a precisare che, nonostante la storia sia una raccolta di brevissime One Shot, esse sono tutte collegate e ... non anticipo altro!
Grazie a chi ha letto e a chi leggerà!
Vi do appuntamento al prossimo prompt: Respiro!

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Capitolo 3
*** Respiro ***


respiro
- The Fire That Passes Through Us  -

PROMPT NUMERO III:

Respiro

Tentava di frenare i battiti accellerati del suo cuore, irrigidendo ogni muscolo del suo corpo fino a diventare quasi una statua.
Non doveva muoversi o avrebbe pensato male. Molto male.

Il suo respiro si silenziava sempre più, facendo attenzione ad ogni singolo movimento della sua preda.
Tsunade se ne stava accoccolata sulla sua scrivania, dopo un'intensa giornata lavorativa. I feriti erano ancora numerosi, dopo la guerra ... era compito suo dirigere la squadra medica e in quegli intensi istanti di ripresa era sicuramente una delle kunoichi più occupate di Konoha.
Jiraiya la osservava attentamente, pensando a quanto potesse essere meravigliosa. Quando dormiva sembrava quasi un angelo.
Non la vedeva spesso sonnecchiare in quel modo così tranquillo, era un piccolo miracolo vederla così serena.

Il respiro regolare, l'espressione rilassata dipinta sul volto. Chissà se c'era anche lui nei suoi sogni.
Si avvicinò lentamente, con passo felpato, evitando di emettere il minimo rumore.
Il desiderio di farle una carezza fu per lui talmente forte che non riuscì a resistere.
Sorrise, spostando una ciocca di capelli dal suo viso.
La guardava ammaliato, sarebbe stato lì a conteplarla per ore.
Erano amanti da qualche mese, è vero ... ma non gli era concesso di vederla dormire. Si alzava, si rivestiva e senza rivolgergli nemmeno un saluto andava via.
E lui si abbandonava al sonno col respiro mozzato dalla senzazione di mancanza che finiva per provare.
Avrebbe voluto stringerla a sé, accarezzarla lentamente ... tutto ciò purtroppo avrebbe portato ad una morte assicurata.
Piano piano dovette smettere di carezzare la pelle morbida della donna e a malincuore si voltò.
Le lanciò un'ultima occhiata, deciso a scomparire in una nuvola di fumo il prima possibile.
« Hai finito di fare il guardone, Jiraiya?! » mormorò divertita Tsunade.
Si voltò stupito.
« Hime ... no, non è come pensi! Ascolta ... io ... »
Jiraiya cominciò a balbettare, mentre lei sollevava la schiena dalla scrivania e prese a fissarlo con quello sguardo che non prometteva nulla di buono.
« Suvvia, Jiraiya. Lo sai che ti conosco! »
« Ma ... volevo solo chiederti una cosa, dai! Ho visto però che dormivi così beatamente e ... non mi è passato nemmeno per la testa di disturbarti! »
« Idiota, mi hai disturbata eccome. Ti ho sentito dal primo momento che sei entrato. Potrai pure essere un esperto di spionaggio grazie alle tue perverse manie, ma non dimenticarti che sono un ninja e sto attenta ad ogni singola cosa succeda.»
« Oh ... certo! Non lo dimenticherò! » cominciò a ridacchiare « non mi picchi, Tsunade? Mi sembri davvero tranquilla oggi ... »
« Le vuoi prendere, Jiraiya? »
La donna si alzò e l'eremita del Myoboku deglutì, cominciando persino a sudare.
Gli si avvicinò lentamente, con passi addirittura seduttori ... che aveva in mente adesso? Gliel'avrebbe fatta pagare, ne era sicuro! Ma in fondo non aveva fatto nulla di che, suvvia!
Se la ritrovò  faccia a faccia, con un sorrisetto  stampato sul volto. Avvicinò le labbra all'orecchio dell'uomo, alzandosi sulle punte dei piedi il più possibile.
« Il calcio lo vuoi nelle palle o sullo stomaco? A te l'onore di decidere » sussurrò,  avvertendo chiaramente i tremori dell'uomo.
« Dai, Tsunade, non fare così ... ti chiedo scusa ... adesso devo proprio andare, sono impegnato! »
Tsunade prese a ridere  con gusto. Accidenti, se era spaventato! 
« Piuttosto ... cos'è che volevi chiedermi? »  mormorò, convinta di metterlo alle strette.
«  Ecco ... mi chiedevo ... beh ... magari stasera usciamo, ti va? » 
« Stai scherzando, spero! Non ci penso nemmeno! »
« Non vuoi vedermi, stasera ... Hime? »
« Decido io dove, quando e perché vederti, Jiraiya. E sai benissimo che ho solo un'intenzione. »
Lo guardò fisso negli occhi,  portandosi una mano sulla guancia  che  le aveva sfiorato poco prima.  Non avrebbe voluto che smettesse, anche se stava cercando di negarlo disperatamente.
« Mi piace stare con te. E' bello vederti calma, a volte mi dimentico persino che anche una pazza come te abbia un cuore! »
Tsunade accennò un lieve sorriso.
Avvicinò le labbra alle sue,  regalandogli un bacio  passionale come quelli delle notti trascorse a rotolare fra le lenzuola.
Si spostò e ricominciò ad osservarlo con quel suo sguardo ipnotico.
« Se ce l'avessi davvero un cuore, mio caro Jiraiya ... non finirei per farmi così del male, stronzo.» sussurrò semplicemente lei.
Jiraiya la guardò e intravise un' ombra passarle sul volto.
Si sblilanciò di poco, non resistendo. Sapeva che quel gioco non avrebbe portato ad un lieto fine, che avrebbe fatto male ad entrambi.
Regalò a Tsunade un abbraccio, stringendola forte, come a volerle far sentire il respiro irregolare, i battiti accellerati e la sensazione di angoscia che lo opprimeva.
Tsunade, per qualche secondo, si lasciò cullare fra le sue braccia immobile.
« Vedi di non tardare, stasera ... Tsunade-hime ... » le sussurrò all'orecchio.
La donna si lasciò sfuggire un sospiro, poi lo scansò.
« Vedremo, Jiraiya. In ogni caso, sappi che le donne si fanno desiderare ... »
Sorrise di un sorriso celestiale e a Jiraiya, prima di sorriderle a sua volta, mancò di nuovo il respiro.

***

Salve!
Eccomi di nuovo col terzo aggiornamento.
Se tutto va bene, la storia verrà aggiornata regolamente con un nuovo prompt tutti i giorni.
Spero di riuscire a manterene il ritmo ... e mi auguro anche che il lavoro me lo conceda!
Il terzo prompt è stato 'respiro' ... non sapevo proprio come stilizzarlo, questo. Poi mi sono scocciata di pensare ed ho poggiato le mani sulla tastiera.
Ecco il risultato.
Abbiamo iniziato col 'fuoco', siamo arrivati al 'calore' e adesso ci siamo soffermati sul 'respiro'.
Il prossimo prompt?
I nostri due protagonisti lo hanno accennato proprio nel corso di respiro!
PROMPT N°4: ATTESA
Vi do, quindi, l'appuntamento al prossimo prompt.
Grazie a chi ha letto e a chi magari lascerà un segno del suo passaggio.
Ringrazio soprattutto chi ha aggiunto la storia alle seguite, mi fa davvero molto piacere!
Se avete consigli, critiche e non volete inviarmele via recensione, contattatemi per messaggio privato. Fa sempre bene migliorarsi!
Mi auguro che abbiate apprezzato 'Respiro'.
Alla prossima!





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Capitolo 4
*** Attesa ***


attesa
- The Fire That Passes Through Us  -

PROMPT NUMERO IV:

Attesa

Notte.
Konohagakure si perdeva nel buio, accompagnata dalle luci degli appartamenti che man mano si spegnevano.
Anche Jiraiya si privava della luce, in quegli attimi.
Prestava attenzione particolare ai suoi pensieri, ai desideri nascosti che emergevano e infastidivano l'animo umano proprio quando vi era il buio.
Così mascherava l'attesa, Jiraiya.
Non era intenzionato a prendere sonno, sperava che Tsunade si sarebbe presentata prima dell'alba.
Non perché fosse stanco, non perché intenzionato a prenderla il più velocemente possibile, no.
Voleva solo capire. Quell'attesa era snervante anche per Tsunade?
Si sarebbe presentata prima, quella notte?
Arrivava improvvisamente, lei. Mai troppo presto. Spesso ubriaca.
I locali sarebbero rimasti aperti altre 2 ore ...
"Le donne si fanno desiderare" gli aveva detto ...
« Uff ... non verrà, è fatta così. Sarebbe uno smacco al suo orgoglio e al suo caratteraccio presentarsi stanotte. »
Si ritrovò a mormorare quelle parole alla luna, chiedendosi se mai avrebbero raggiunto i pensieri di Tsunade.
Si alzò dal letto velocemente, spense le candele che aveva acceso in attesa dell'arrivo della donna ... a malincuore.
Guardò fuori la finestra ... se fosse andato a cercarla, lei come l'avrebbe presa?
No. Non poteva farlo. Ance lui era orgoglioso, anche lui si mostrava disinteressato.
Ma la curiosità era troppo.
Si maledisse. La maledisse. Lei e quell'attesa.
Folli entrambi, che si facevano del male.
Folle lui, che attendeva qualcosa che non s Sarebbe mai arrivato.
Stronza lei, che lo assecondava.
Idiota lui, che glielo permetteva.
E Jiraiya si diede dell'idiota ancora una volta, quando dopo aver indossato un leggero kimono e aver chiuso la porta si ritrovò per strada.
Mentre Konoha aspettava l'alba per riprendere le normali mansioni giornaliere, Jiraiya si aspettava qualcosa.
Si aspettava stupore nei suoi occhi. E fremeva all'idea ...
Si introdusse in vari locali, guardava attentamente le persone che vi erano all'interno, poi andava via ...
Cercò con attenzione la donna un po' ovunque, senza però trovarla.
Allora vagò velocemente lungo buon parte delle strade del villaggio, aspettandosi di trovarla ubriaca fradicia abbandonata lungo qualche muro.
Tutto ciò però non avvenne.
Sbuffò. Rassegnato, tornò a casa.
Ed eccolo di nuovo, il suo appartamento. La causa delle sue maledette elucubrazioni. Quell'appartamento aveva ormai l'odore di lei, quello che lo ipnotizzava.
Aprì la porta e si riscoprì ancora una volta vittima della sua solitudine ... percorse pochi metri, fino a raggiungere il letto.
Si gettò letteralmente sopra, come se fosse stato privato delle sue forze, lasciandosi inebriare dall'odore delle lenzuola fresche.
D'un tratto si ritrovò stretto in una morsa che arrivò addirittura ad offuscargli la vista.
Qualcuno lo stava attaccando, dannazione!
Digrignò i denti e con un rapido scatto afferrò per le spalle L'IDIOTA che aveva osato disturbare il sannin.
« Coglione! Adesso ti spacco il ... »
Le parole gli morirono in gola.
La finestra ... non aveva chiuso la finestra ... ecco come ...
« Sei un grandissimo figlio di puttana, lo sai?! » Gli urlò contro ... lei.
« Sono due ore che mi chiedo dov'eri! Sei andato a divertirti?! Tu non puoi decidere se, quando e quanto farmi aspettare! » Sbraitò poi.
Tsunade si era presentata, alla fine. Mentre lui era andato a cercarla.
Ghignò.
« Ti stavo cercando. » Mormorò lui, afferrandole i polsi.
Lei lo lasciò fare.
« Non provare nemmeno a prendermi per il culo. Pensavi mi sarei presentata tardi e hai avuto la geniale trovata di darti da fare con le altre tipe che ti ronzano attorno. Mi provochi il ribrezzo, così. »
Jiraiya rabbrividì. La voce seria di Tsunade suggeriva la sicurezza nelle sue parole.
« No. Non giungere come sempre a conclusioni affrettate. »
« Sei davvero disgustoso. Non avrei dovuto prolungare l'attesa così a lungo. Avrei dovuto raggiungerti e coglierti con le mani nel sacco! »
« E poi mi avresti ucciso, vero? » le sussurrò lui all'orecchio ...  « Hime, dimmi un po' ... non è che sei un pochino gelosa del sottoscritto? » Aggiunse con più enfasi, prima di morderlo.
Non disse nulla, Tsunade. Perse persino la forza di urlargi contro.
Jiraiya allentò la presa sui suoi polsi fino a lasciarla andare.
Era strano non rispondesse alle sue provocazioni. Battibecchiavano più che volentieri di solito ...
Poi la sua risposta arrivò.
Uno schiaffo violento che fece cadere Jiraiya ai piedi del letto.
« Non sono gelosa, per tuo sommo dispiacere. Mi da fastidio semplicemente il fatto che tu scopi con qualcuna proprio pochi attimi prima che io venga da te. Mi è concesso provare ribrezzo?! Posso?! »
Un altro schiaffo.
« Non mi credi?! Quante storie per nulla! Senti odore di donna sulla mia pelle? »
Tsunade scrutò gli occhi di Jiraiya. Poche volte le era capitato di scorgervi uno sguardo serio, maledettamente serio.
Si ritrovò a fidarsi delle sue parole e la sua espressione cambiò. Un sorriso malizioso contornò il suo volto e l'uomo la guardò smarrito.
« E va bene, Jiraiya. Ti credo ... » gli disse, sporgendosi verso il suo petto. Il profumo che avvertiva era lo stesso di sempre. Niente vino, niente odore di donne.
« È sempre eccitante litigare e ritrovarsi a fare la pace fra le lenzuola. » Annunciò lei, spingendo Jiraiya sul letto.
Lui socchiuse gli occhi, cercando qualcosa di stuzzicante da dire.
« Bene, donna. Allora non vedo perché prolungare l'attesa ... »
Si guadagnò un bacio che era lo sfogo alle emozioni provate in precedenza.




***

Sssssalve!
Ecco a voi il quarto aggiornamento, "attesa"!
E' stato divertente scrivere questo prompt stamattina, anche se spero che la scenata di Tsunade non sia risultata OOC ç_ç
Diamine, sono sempre in difficoltà con loro due!
Pazienza, temo dovrò farci l'abitudine.
"The fire that passes trough us" è una raccolta partita col Fuoco, protagonista della passione dei due amanti, dispersa poi nel semplice Calore di un abbraccio che fa mancare il Respiro, specie quando esso termina, lasciandoti nei pensieri tante domande, tra le quali "quanta ancora sarà l'Attesa prima che possa assaporare nuovamente quel benessere?"
Il prossimo prompt?
DOLORE
Vi aspetto! Grazie a chi segue la storia e a chi vorrà lasciare un piccolo commento.
Come sempre, ripeto, le critiche sono ancora più apprezzate!
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Dolore ***


- The Fire That Passes Through Us  -

PROMPT NUMERO V:

Dolore
 

Una penna, un foglio e un boccettino di inchiostro. 
Quest'ultimo subisce per l'ennesima volta la lieve pressione della punta, mentre il foglio resta bianco come la neve.
Quasi come se stesse per parlare e inveire contro colui che avvolge la penna con la sua mano per dedicarsi alla stesura di un racconto, si lascia sporcare dal colore, nero come la pece ... e lentamente i kanji prendono forma, stilizzati con maestria dall'attenzione che Jiraiya vi pone.
La penna scorre leggiadra, tanto che i pensieri si concentrano su un'unica cosa: il suo prossimo romanzo. Non si sentiva particolarmente interessato a curare i particolari e a concentrarsi sulle descrizioni.
In quel momento semplicemente scriveva. Sul suo foglio d'un tratto, quasi vi avesse disegnato, apparve una ragazza.
Giovane, avvolta da un leggero vestito bianco su cui i capelli scuri si adagiavano con disordine. Le guance rossicce, gli occhi color nocciola che scintillavano. 
Parole intrise di apparente dolcezza si delineavano ancora e ancora, mentre lievi gocce di rugiada cadevano lungo le gote della ragazza. Stava piangendo. 
Jiraiya tirò un sospiro, ridestandosi dalla scena che si era fatta sempre più nitida nei suoi pensieri.
Fu quasi scosso, quando il vento prese a battere con irruenza oltre la finestra che separava l'uomo dal mondo esterno. 
"Cos'è che scuoteva l'animo della ragazza?" Si ritrovò a chiedersi.
Gli occhi che si chiudevano in automatico per spingerlo a concentrarsi maggiormente sulla condizione dolorante in cui si ritrovava la protagonista.
« Per chi piangeva? » Sussurrò, cercando un briciolo di ispirazione.
Non riusciva a delineare bene il mondo emotivo di quella donna, fu tentato addirittura di strappare il foglio, ma non lo fece. 
Si sentì quasi in colpa: quelle lacrime parevano rivolte all'autore. 
Non voleva che quel testo cominciasse con le lacrime di una ragazza pregna di tristezza. 
Sbuffò e si alzò da terra, con il disperato bisogno di prendere una boccata d'aria. 
Uscì dalla sua abitazione e si ritrovò velocemente per strada. 
Konoha era avvolta dal vento, segno dell'inverno inoltrato.
Nuvole bisognose di sfogarsi, contornate dal grigio acceso, pervadevano il cielo.
Le gambe distaccate dai suoi pensieri. 
E fu un niente ritrovarsi quasi al campo d'addestramento, l'unico luogo in cui aveva il coraggio di abbandonarsi al dolore.
Percorse gli ultimi metri, mentre si accorse della presenza di una persona che conosceva molto bene. 
Fu quasi automatico per i due finire con l'invocare stupiti il nome di entrambi. 
Tsunade si sentì quasi vuota, quando l'uomo si ritrovò ad analizzare il suo sguardo. Sembrava conoscesse a memoria ogni angolo e ogni variazione della sua anima. 
« Come mai anche tu qui? » Si ritrovò a chiedere scettica. Poi chiuse gli occhi esasperata. 
L'uomo si rese conto del repentino cambio di emozioni della donna e anticipò con una secca risposta la preannunciata domanda della compagna di team.
« No, non perdo tempo a spiare una come te. Cioè, guardati: sei rozza. A me le donne piacciono semplici, poco acide e meno sicure di sé. »
« Per farla breve, ti piacciono nude. » sbottò lei, con un lieve ghigno sul volto, poi si impose maggiormente:
« ma le tipe che spii alle terme sono delle sempliciotte, e tu non ci concluderesti mai niente. Ovviamente sto omettendo una simpatica scazzottata di massa con te come sacco da boxe ... »
Jiraiya scoppiò a ridere.
« I tuoi commenti sono sempre così pregni d'amore, Hime. Questo tuo sarcasmo è pungente, complimenti. Dove hai imparato ad essere così antipatica? »
« Dove? Se vuoi una risposta, poni la tua domanda in modo diverso. »
L'uomo capì al volo dove la donna volesse arrivare. 
« Quando? » sibilò.
La Sannin si ritrovò ad osservarlo basita. 
« Non ho intenzione di risponderti, le tue domande sono scontate. »
« Ma io ho posto la domanda che mi hai chiesto indirettamente. »
« Se mi avessi capito, ci saresti arrivato. Ma è inutile" si ritrovo a sospirare, abbattuta « parlare con te è inutile. »
Jiraiya le si avvicinò. La distanza fra i loro corpi era quasi impercettibile. 
Prese il viso della donna fra le mani, indeciso se rivelare obiettivamente l'amara verità. Quel dolore che allontanava entrambi e contemporaneamente ... li rendeva così vicini.
« Le perdite ... Sono queste che ti sconvolgono? » mormorò esitando l'uomo. Una variazione dolorosa nella sua voce.
Le parole arrivarono improvvise, dirette, come lame profonde si infilarono nell'animo della kunoichi, che si ritrovò a sgranare gli occhi con irruenza. 
Si allontanò leggermente, indietreggiando fino a sbattere su qualcosa di freddo. Si voltò, senza riuscire a trattenere un singhiozzo. 
E Jiraiya capì. Il nome di Dan, sul memoriale dei caduti, colorato di un blu lucente, risplendeva. Era impossibile non notarlo a vista d'occhio.
La donna allungò piano la mano, sembrava quasi che le fosse stata prosciugata la forza. Carezzò con massima dolcezza il nome dell'amato inciso sulla scultura.
Poi sentì una mano avvolgere la propria. Calda e decisa, allontanò Tsunade dalla lapide. Lei che lo guardava scioccata.
D'improvviso il silenzio, anche nelle loro menti. Si guardarono semplicemente negli occhi. Poi fu Jiraiya ad osservarla stupita.
Il dolore che aveva percepito dall'animo della compagna di squadra rianimò la titubante ispirazione. Sì. 
« La donna del racconto ... piangeva per amore. »
Esatto, per l'amore che aveva provato nei confronti di un uomo che non ricambiava. Si rese conto di aver trasposto su carta la propria situazione sentimentale.
Sorrise.
Tsunade lo guardava come se fosse stato un alieno, ma d'un tratto si ritrovò a sorridergli a sua volta. Un sorriso non molto deciso, ma comunque sentito.
« Ti sei messo a leggere le storie romantiche ultimamente, jiraiya? » chiese curiosa.
L'uomo trattenne a stento una risata. 
« In realtà, sto provando a scriverne una. » Specificò poi, sentendo la necessità di rivelarle un particolare decisamente di troppo:
« Sai ... È il mio modo personale di scaricare il dolore. »
« Beh, che dire ... Ritengo sia meno divertente di ubriacarsi tutte le notti e giocare d'azzardo. »
« Probabilmente, ma sicuramente è più salutare, non credi? »
La prese per mano, fingendo di non ascoltare le sue proteste.
Trascinandola via da quel posto che avrebbe portato alla mente solo sofferenza, si ritrovò a sfoggiare sul volto un sorriso per cercare di oscurare il dolore che si percepiva nell'aria.
E questo Tsunade l'aveva capito.

 
***
Salve! Finalmente sono tornata.
1000 parole precise.
Scusate l'assenza inoltrata, ma purtroppo non ho avuto possibilità di aggiornare la storia.
In primis, ero particolarmente demotivata! Inoltre, non riuscivo a scrivere questo prompt ç_ç E siccome la storia segue una linea del tempo ben precisa che io stessa ho elaborato attimi prima di concentrarmi sul primo capitolo, era necessaria.
Non potevo cambiare nulla, per questo chiedo venia.

Non so se apprezzerete, ma mi auguro sia così. In ogni caso, se vi fa piacere sentitevi liberi di farmi sapere cosa ne pensate!
"The fire that passes trough usè una raccolta partita col Fuoco, protagonista della passione dei due amanti, dispersa poi nel semplice Calore di un abbraccio che fa mancare il Respiro, specie quando esso termina, lasciandoti nei pensieri tante domande, tra le quali "quanta ancora sarà l'
Attesa prima che possa assaporare nuovamente quel benessere?" Tali elucubrazioni, lasciano fra le membra una forte sensazione di Dolore ...
Prossimo prompt? DEBOLEZZA
Alla prossima!


 

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Capitolo 6
*** Debolezza ***


- The Fire That Passes Through Us  -

PROMPT NUMERO VI:

Debolezza

Lo scroscio dell'acqua era l'unico suono che riusciva ad essere in grado di offuscargli i pensieri.
L'acqua che gli colava sul corpo sembrava quasi l'ancora di salvezza a cui egli si aggrappava.
Strinse forte gli occhi. Una morsa di dolore si faceva sempre più intensa e torturava quell'anima tanto ferita. I muscoli dell'addome d'improvviso presero a contrarsi, dando sfogo alla sofferenza e rendendo affannoso il respiro.
Sembrava quasi che l'intero fisico stesse cedendo, concedendo alle emozioni più burrascose di prendere il sopravvento.
D'un tratto però si placò: aveva voglia di piangere.
Si cinse il capo, scuotendolo con forza, quasi come se stesse cercando con disperazione di mandar via le brutte sensazioni che percepiva.
Il desiderio di farsi del male sempre più intenso, accompagnato dal forte senso di colpa, fu quasi percepibile persino dall'acqua, che gli sembrò colare ancora più ghiacciata, quasi come se stesse cercando di ammonirlo silenziosamente per le sue colpe. Sì, le sue colpe.
Portò la mano al rubinetto della doccia, desideroso di porre fine a quella tortura. Nel preciso istante in cui chiuse il getto dell'acqua, una forte sensazione di freddo prese a cullargi le membra.
Si sentiva osceno, debole. Illuso.
Guardò alle sue spalle, salendo uno scalino per raccogliere l'asciugamano a terra.
Prontamente lo legò alla vita, poi uscì dal bagno.
Ad attenderlo, stesa sul letto, vi era la causa delle sue debolezze interiori ... La donna che amava in silenzio, - la persona per cui avrebbe dato ogni cosa, ogni singola parte del suo corpo, il suo cuore e tutte le particelle della sua anima - lo aspettava in silenzio su quel letto che era diventato da tempo il tacito sfogo delle tempeste interiori dei due compagni di team.
Bellissima, avvolta da un candido lenzuolo bianco su cui cadevano i morbidi capelli biondi che tanto amava, era illuminata da un piccolo sorriso beffardo. Volgeva gli occhi un po' a lui, un po' alla mano che carezzava distrattamente il morbido cuscino, senza dire niente.
Jiraiya la raggiunse con uno sguardo del tutto indifferente, che la donna non mancò di notare: un po' offesa, ella si voltò.
L'uomo prese ad osservarla con uno sguardo stupito, chiedendosi cosa avesse combinato.
"Magari se l'è presa perché sono corso in bagno senza dirle niente ... " si ritrovò a pensare, adagiandosi sul giaciglio della loro passione senza prestarvi molta attenzione.
Dalla donna arrivò uno sbuffo intimidatorio che non prometteva nulla di buono. Jiraiya sbuffò di rimando, poi decise: era l'ora buona per prendersi gioco di lei.
« Accidenti, Tsunade ... » cominciò, tentando di attirare l'attenzione della Kunoichi che sembrava non volergli dare alcuna soddisfazione.
« Guarda che potevi dirmelo che volevi fare la doccia con me, ti avrei accolta a braccia aperte ... » proseguì poi, con una variazione divertita a solleticargli le corde vocali. La punta di sarcasmo nelle parole del Sannin non mancò di attirarle l'attenzione e lei, di getto, rispose solo con un'occhiataccia annoiata, quasi come se gli stesse dicendo "sei banale, riprova con qualcos'altro".
Capendo al volo, l'uomo si stese al suo fianco ridendo e prese a solleticarle la schiena, mentre lei gli negava ancora una volta lo sguardo.
Le risa gli morirono in gola.
« Che c'è? » Si arrese infine. Era sempre Tsunade ad avere la meglio.
« Nulla, questa situazione mi sta scomoda. » Mormorò lei, stringendosi al lenzuolo.
« Ehi, per una volta che ti lasci andare un po' di più ... Mica ho detto che dobbiamo per forza dormire stanotte, possiamo pur sempre occupare il nostro tempo in cosucce più divertenti. » disse, tentando di stuzzicarla, al contempo infilò una mano fra le lenzuola e prese a carezzarle il fianco con fare eloquente.
La bionda si scosse, ma l'uomo non si scompose.
« Hai tre secondi di tempo per smetterla, prima che io ti uccida. »
A quell'ammonimento, l'uomo si fermò.
Tsunade si alzò, regalandogli la vista del proprio corpo nudo ancora una volta.
Jiraiya, pervertito com'era, non si preoccupò per niente di dimostrare le proprie emozioni nei confronti di quella splendida vista e decise addirittura di spostarsi per concedersi una visuale più precisa. Tsunade prese dal tavolino della stanza due bottiglie di sakè e due bicchieri, che portò velocemente sul letto. Una bottiglia però era vuota, e Jiraiya non fece in tempo a chiedersi perché l'avesse portata che se la ritrovò distrutta in testa con la violenza che distingueva Tsunade dalle altre donne.
Immediatamente prese a contorcersi, più per la botta in testa che per dolore e, come a voler frastornarlo ancora di più, in un attimo arrivarono anche le urla di protesta della Sannin.
« Così impari a fare il pervertito! Sei proprio un porco! »Sbottò lei, più arrabbiata che mai e, trascinando a sé il lenzuolo, si coprì.
« Non ho davvero parole. È brutto sentirsi gli occhi addosso in questo modo, ti comporti da maniaco anche dopo avermi avuta già con te parecchie notti! » Continuò basita lei.
Jiraiya la guardava allarmato, poi con voce rotta dalla paura, tentò di giustificarsi:
« E-ehi! Lo sai che le donne sono la mia ... ehm ... debolezza! E poi le cose belle vanno guardate, no? »
Con quella risposta si guadagnò ulteriore ira della compagna, che gli tirò un sonoro schiaffo sulla spalla, causandogli un piccoli gemito di dolore.
Sorrise con malizia.
« Scusa, Jiraiya, lo sai che essere manesca è la mia debolezza! » disse, sbeffeggiandolo con gusto, in procinto di versargli un goccio di saké nel bicchiere.
Fece lo stesso anche col suo e, a quel punto, gli intimò di bere.
Il bicchiere si ritrovò vuoto in un attimo e Tsunade badò bene a riempirlo di nuovo!
« Eh! Sbottò d'un tratto lei, « Almeno ho un compagno di sbornie sempre disponibile! »
Jiraiya scoppiò a ridere.
« Tsunade ... è la debolezza che ci accomuna! »
« Ah! » lo guardò stupita, « Quindi c'è davvero qualcosa in comune fra noi due. »
« Maddai, Hime. Ce ne sono tantissime: per esempio, il fatto che facciamo parte dello stesso team, che siamo allievi dello stesso maestro, viviamo nello stesso villaggio, siamo nati nello stesso anno ... » mormorò lui attentamente, osservando il divertimento della donna nell'ascoltare quell'elenco.
« E questo dovrebbe renderci compatibili?! Lo trovo patetico! » gli disse, quasi a volerlo offendere, scopiando a ridere.
« Sai perché ho cominciato a bere? » sussurrò lui, sfoggiando d'improvviso un'espressione malinconica.
La donna fece di "no" con il capo, intimando l'uomo a mettere fine a quella curiosità che d'un tratto le si era accesa.
« Ricordi? Io non bevevo mai ... » continuò lui, prendendo un altro sorso di alcol.
« Ho cominciato a bere quando è morto Nawaki ... »
Tsunade si irrigidì. Nawaki era molto affezionato a Jiraiya, lo considerava quasi come un fratello maggiore e Jiraiya ricambiava l'affetto che il ragazzino nutriva nei suoi confronti.
Non ci aveva mai pensato. Anche Jiraiya aveva sofferto per quella perdita.
« Tsk. Ecco un'altra cosa che ci accomuna ... » disse divertita.
Lui le sorrise.
« È il nostro metodo per scacciar via i brutti pensieri ... » continuò lei.
« Approposito ... prima eri dispiaciuto. Cosa ti tormentava? »
Jiraiya non disse nulla per qualche attimo. Non gli andava di dirle che tutto quello gli faceva male, non gli andava di farle capire di volere di più, non gli andava di ferire anche lei. Non gli andava di sbatterle in faccia il fatto che gli faceva male essere usato come "oggetto per dimenticare". Non gli andava di farla soffrire ulteriormente.
Abbassò il capo, accasciandosi al letto.
« Nulla, Hime. Era stato solo ... un attimo di debolezza ... »


 
***
 
Hola! Stavolta sono stata più veloce: meno di un mese ... 
Cercherò di aggiornare sempre più velocemente, promesso! Ci sono tante persone che seguono questa storia e ci tengo a ringraziarle! Non mi sarei mai aspettata talmente tante visite.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Sono di fretta purtroppo ... ç_ç
Alla prossima!

"The fire that passes trough usè una raccolta partita col Fuoco, protagonista della passione dei due amanti, dispersa poi nel semplice Calore di un abbraccio che fa mancare il Respiro, specie quando esso termina, lasciandoti nei pensieri tante domande, tra le quali "quanta ancora sarà l'Attesa prima che possa assaporare nuovamente quel benessere?" Tali elucubrazioni, lasciano fra le membra una forte sensazione di Dolore che non ammetteresti mai, preferendo attribuire quella spiacevole sensazione come mera Debolezza ...
As always, vi annuncio il prossimo prompt: ATTIMO

 

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