Amnésia.

di Dadina91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Guilt ***
Capitolo 2: *** Just a bad feeling? ***
Capitolo 3: *** Falling star ***
Capitolo 4: *** Erased ***
Capitolo 5: *** Pieces of memory (part 1) ***
Capitolo 6: *** Pieces of memory (part 2) ***
Capitolo 7: *** Waterfall ***
Capitolo 8: *** Think twice before you touch my girl ***
Capitolo 9: *** Into the lion's den ***



Capitolo 1
*** Guilt ***


Le foglie cadono, lente e inesorabili, sul terreno arido. L’autunno è arrivato.
Quale stagione migliore per il mio animo ferito?  Da tre anni a questa parte tutto intorno a me ha perso consistenza, senso e persino colore. Nulla mi procura più sollievo. Mangio solo per sostentare il mio corpo o altrimenti morirei, e questo non lo posso permettere, non senza aver prima compiuto la mia vendetta. Mi fermo a riposare solo perché i miei compagni umani lo necessitano, ma io ne farei volentieri a meno: la notte è il momento peggiore, il momento in cui il mio subconscio fa capolino per ricordarmi ciò che ho provocato, ciò che ho perso.
Kagome..
Nei miei sogni posso ancora vederla, nitida, vicina..quasi reale. Quasi, perché sul suo volto purtroppo non vi è più traccia di quel sorriso che tanto la contraddistingueva, un sorriso caldo come il sole del mattino, che tanto amavo e che, da tre anni, bramo. Ogni notte, non appena le mie palpebre si abbassano e il mio corpo si distende, pronto a lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo, mi si ripresenta davanti la stessa immagine: lei mi guarda da lontano, uno sguardo triste, rassegnato, che di accusatore non ha niente, ma che nonostante tutto riesce a trafiggermi come mille pugnali. Non parla, non ce n’è bisogno, i suoi occhi dicono più di quanto le sue parole potrebbero esprimere e le mie orecchie di hanyou sopportare. Come ogni volta cerco di avvicinarmi, per poterle afferrare la mano, stringerla tra le mie braccia e farle scomparire quello sguardo che mi sta uccidendo, il quale sembra chiedere disperatamente delle risposte che io non riesco a darle perché in realtà neanch’io riesco ancora a capacitarmi di come tutto ciò sia potuto accadere: è stato questo l’ultimo sguardo che mi ha donato…prima di morire.
Ma nell’esatto momento in cui la raggiungo, accade tutto in pochi attimi: lei cade nel nulla, inghiottita dal buio, e io non faccio nemmeno in tempo a gridare il suo nome, che una sola parola sospirata mi giunge alle orecchie, ma per me è come se venisse urlata: “Perché?”.
Proprio come quel giorno, quel maledettissimo giorno in cui tutto cambiò.
Improvvisamente, una voce familiare mi desta dai miei pensieri.
-“Inuyasha”.
Una voce così simile alla sua, ma che con lei non ha nulla in comune.
Abbasso lo sguardo dall’alto del ramo dell’albero che fino a quel momento mi aveva ospitato, incrociando gli occhi della miko che un tempo avevo amato con tutto me stesso e nella quale adesso riuscivo solo a vedere il pallido riflesso della ragazzina del futuro.
Kikyo.
Quel maledetto giorno di tre anni prima, lei era lì. Anche lei, come me e i miei compagni, aveva assistito all’inganno ordito da Naraku. Anzi, si potrebbe dire che, come me e Kagome, ne era stata protagonista.
Con un balzo scendo dal ramo, per prestare attenzione a cosa la sacerdotessa ha da dirmi.
-“Ho avvertito la presenza di alcuni frammenti della sfera poco lontano da qui, è meglio se avvisi i tuoi amici che è ora di rimettersi in marcia” afferma lei, atona, incatenando i suoi occhi marroni ai miei color ambra.
Le rispondo con un leggero cenno di assenso del capo. Questo è tutto ciò che riesco a concederle prima di darle le spalle ed avviarmi verso il capanno abbandonato in cui i miei compagni avevano trovato riparo la notte precedente.
Guardarla in viso mi fa ancora troppo male. Kikyo è la riprova del fatto che ormai Kagome non c’è più e che adesso il suo posto è stato preso dalla sacerdotessa che cinquant'anni fa morì per me e che ci accompagna nel nostro viaggio alla ricerca dei frammenti della Sfera.
Già. La Sfera dei Quattro Spiriti. Come se realmente quel gioiello valesse più qualcosa per me. Se continuo a inseguire i frammenti è solo perché nutro la speranza che questi mi porteranno, prima o poi, a rincontrare Naraku e a poter così compiere la mia vendetta. Erano tre anni che quel dannato non si faceva vivo.
L’unica prova del fatto che non fosse morto, ci veniva data da qualche sua sporadica emanazione, ma da un po’ di giorni a questa parte, anche quelle sembravano essere scomparse nel nulla.
La cosa si faceva sempre più sospetta…
Che diavolo stava tramando quel dannato??
 
 
Angolino dell’autrice:
Ehilà!
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction, quindi potete immaginare la mia titubanza nel decidere se pubblicarla o meno >.<
E' una storia che ho in testa da anni e alla quale finalmente ho deciso di dare forma!
Gli avvenimenti a cui si riferisce Inuyasha quando parla di "quel maledetto giorno" sono da collocarsi all'incirca intorno agli episodi 124-125, quando i nostri eroi giungono sul Mt Hakurei e Naraku "uccide" Kikyo che cade nel burrone......ma ci saranno alcune varianti ;)
Spero di avervi incuriosito!
A presto <3
Baci

Dadina91

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Capitolo 2
*** Just a bad feeling? ***


Arrivato davanti alla capanna, chiamo a raccolta i miei compagni.
La prima ad uscire è Sango, seguita dalla sua fedele Kirara, pochi secondi dopo la raggiungono anche Miroku e il piccolo Shippo, che ancora si stropiccia gli occhi dal sonno con le sue piccole manine.
-“Che c’è Inuyasha? Notizie della Sfera?” a parlare era stato Miroku. Quella del monaco ha più l'aria di essere un'affermazione che una domanda; infatti era da tempo ormai che non si parlava d’altro.
L’atmosfera calda e famigliare che Kagome creava solo con la sua sola presenza, era svanita con lei.
-“Sì Miroku. A quanto pare Kikyo ha avvertito la presenza di due frammenti della Sfera a pochi chilometri da qui. Ma il mio fiuto non ha captato nessun odore riconducibile a quello di Naraku, quindi probabilmente questi frammenti non hanno nulla a che fare con lui..mi chiedo dove si nasconda quel dannato!” esclamo in preda alla rabbia colpendo con un pugno l’albero di fianco a me, abbattendolo.
-“Inuyasha è inutile sfogare la tua rabbia sulla vegetazione” mi schernisce la sterminatrice “piuttosto, non dovresti prendere così sotto gamba l’apparizione di questi frammenti. Sai anche tu che più ne collezioniamo e maggiore è la possibilità che Naraku venga a cercarci per impossessarsene. D’altro canto il suo obiettivo è ancora quello di completare la Sfera dei Quattro Spiriti.”
Anche se un po' titubante, le sue parole mi riportano alla realtà.
-“Hai ragione, anche se non si tratta di Naraku è comunque una pista. Mettiamoci in marcia.” cerco di trovare il buono in questa notizia, ma in realtà di positivo nella nostra situazione, non c’è proprio niente.


Durante tutto il tragitto nessuno fiata.
In testa al gruppo c’è Kirara con in groppa Sango e Kikyo, dal momento che la miko è la sola tra noi a poter individuare la posizione dei frammenti della sfera, mentre io e Miroku le seguiamo in corsa.
Dopo diversi minuti finalmente Sango ci fa un cenno con la mano, segno che Kikyo l’ha informata del fatto che la destinazione è vicina; e infatti di lì a poco ci fermiamo.
Ciò che ci si presenta davanti è un villaggio apparentemente tranquillo, ma aguzzando meglio la vista noto che i suoi abitanti sono pochi, troppo pochi anche per poter attribuire il fatto ad una carestia.
Sono tutti raccolti nella piazza principale, impegnati ad ascoltare le parole rassicuranti di quello che immagino essere il capovillaggio.

-“Domani, miei concittadini, tutto sarà finito, non dovremo più temere per le nostre vite! I nostri benefattori sono giunti a salvarci!”

La folla (se tale si poteva chiamare il misero gruppo di persone raccolte intorno all’uomo) esplode in grida di gioia, abbracci e applausi.
La scena mi lascia un po’ interdetto…per caso con “benefattori” si stavano riferendo a noi?
Finalmente l’uomo al centro dell’attenzione si accorge della nostra presenza e ci viene incontro porgendo prima i suoi saluti a Kikyo, come di costume, e poi a noi.

E’ un uomo piuttosto anziano, i capelli bianchi raccolti nella classica pettinatura da samurai (probabilmente in gioventù lo era stato), gli occhi talmente piccoli da sembrare due fessure e, nonostante l’età, una corporatura abbastanza robusta ed eretta da permettergli di fare a meno del bastone.

-“Io sono Genzo, il capovillaggio di Yusaka. E voi siete?”
-“Piacere Genzo-san. Io sono Kikyo, la miko del villaggio Musashi, e questi sono i miei compagni di viaggio: il monaco Miroku, la sterminatrice di demoni Sango, il demone volpe Shippo e il mezzo-demone Inuyasha”
L’uomo sembra subito preoccuparsi della presenza mia e di Shippo. E infatti...
-“Come mai un monaco e una sacerdotessa si fanno accompagnare da due demoni?? Non sarete stati catturati??”
-“Si tranquillizzi Genzo-san. Le posso assicurare che viaggiare con loro è una nostra scelta, spesso Inuyasha ci ha anche salvati da morte certa” interviene Miroku.
-“Tzè” non mi piace essere adulato.
Kikyo riprende la parola.
-“Siamo giunti fin qui seguendo la presenza di alcuni frammenti della Sfera dei Quattro spiriti, voi ne sapete qualcosa?”
A quella domanda vedo l’uomo scambiarsi qualche sguardo interdetto con i presenti.
-“Beh..quel poco che sappiamo sui frammenti di quel gioiello ci è stato detto da loro..” risponde vago il vecchio capovillaggio.

Quest’ultima frase mi fa sorgere una domanda spontanea.

-“Vi riferite ai benefattori che prima acclamavate a gran voce? Si può sapere chi sono?”
Genzo-san si volta verso di me con una strana scintilla di speranza in quei suoi occhietti e mi sorride fiducioso.
-“Vi spiegherò tutto nella mia capanna davanti ad una buona tazza di tè, prego accomodatevi. Piuttosto, ormai è già il tramonto, vi prego di accettare la nostra ospit...”.
-“ACCETTIAMO!” interviene prontamente Miroku, senza nemmeno dargli il tempo di terminare la frase.

Il solito opportunista..



Una volta accomodati intorno al focolare, dopo averci servito il tè, l’anziano uomo risponde alle nostre domande come promesso.
-“Genzo-san, non abbiamo potuto fare a meno di notare che il vostro villaggio, per quanto piccolo possa essere, conta davvero pochissimi abitanti. Per caso siete stati vittima di qualche epidemia?” comincia il monaco.
-“Negli ultimi anni la carestia ci ha colpito…sì...ma la penuria di abitanti che potete constatare risale a questa mattina…ed è stata opera di un demone, per la precisione un demone scimmia”.
-“Un demone scimmia?? Tzè! Mi vorreste far credere che una stupida scimmia ha decimato il vostro villaggio?”
-“Inuyasha fai silenzio e lascia finire Genzo-san” la voce di Kikyo non ammette repliche e il suo sguardo sembra completamente assorto dalle parole del vecchio.
-“Ti posso assicurare, giovane mezzo-demone, che non si trattava affatto di un demone scimmia qualunque, ma di una bestia gigantesca con occhi iniettati di sangue e larghe fauci” risponde il vecchio leggermente piccato, ma al contempo, visibilmente scosso da quell’ immagine.
-“La prego, prosegua” lo incoraggia Miroku, appoggiandogli una mano sulla schiena con fare rassicurante e lanciandomi uno sguardo di disapprovazione a causa della mia mancanza di tatto, che io non manco di ricambiare con uno di stizza, prima di voltare la testa indispettito.
Sanno benissimo che odio starmene con le mani in mano, non capisco questa fissa che hanno di fermarsi ad aiutare chiunque gli sembri in difficoltà, come se non avessimo già i nostri problemi! Proprio come quando c'era Kago..

Già..Kagome..

Un lampo di malinconia mi attraversa gli occhi.
Quando c'era lei perdevamo sempre un sacco di tempo ad aiutare gli abitanti dei villaggi in difficoltà che incontravamo sul nostro cammino..a causa del suo animo gentile era quasi un dovere per lei spendere le forze per il bene degli altri.
Per quanto non lo dessi a vedere, ho sempre amato questo suo lato premuroso..e col tempo avevo anche smesso di lamentarmi ogni volta che la ricerca dei frammenti veniva interrotta dalle sue suppliche..proprio non resistevo a quei suoi caldi occhi nocciola..
Un sorriso amaro mi disegna le labbra: pare che le buone abitudini siano morte con lei..

L'udire la voce del vecchio capovillaggio mi riporta coi piedi per terra.

-“Stamani, di buon’ora, io e alcuni uomini ci siamo recati al fiume per pescare, come di consueto. Tutto procedeva tranquillamente…quando all’ improvviso abbiamo udito delle grida disumane provenire dal villaggio, così ci siamo precipitati a vedere cosa stesse accadendo” l’uomo si ferma un attimo, deglutendo a fatica, poi riprende a parlare “pensavamo che durante la nostra breve assenza il villaggio fosse stato attaccato da un gruppo di briganti, ma nessuno di noi si aspettava quello  che ci si presentò dinnanzi al nostro arrivo: un gigantesco demone dalle fattezze scimmiesche, con almeno una dozzina di occhi dalle iridi color del sangue e denti aguzzi si stagliava al confine del villaggio, immobile. I suoi occhi si muovevano frenetici in ogni direzione alla ricerca della prossima preda.
Eravamo talmente sconvolti alla sua vista da non riuscire a proseguire oltre, così siamo rimasti immobili tra gli alberi ad osservare impotenti quel demone che, uno dopo l’altro, faceva strage dei nostri concittadini..” rapido si asciuga una lacrima che aveva preso a scendere dai suoi piccoli occhi “…ancora tremo all’ immagine di quella sua lunga lingua viscida che strisciava tra le capanne alla ricerca di chiunque si fosse nascosto al loro interno per sfuggirgli, trascinando nelle sue fauci coloro che riusciva a catturare.
Con questo stratagemma non ha neppure avuto bisogno di muoversi dalla sua posizione per riempirsi lo stomaco, non una sola abitazione è stata abbattuta. Probabilmente non riteneva che valesse la pena scomodarsi per cacciare del cibo.
Noi, intanto, continuavamo a fissarlo inorriditi tra gli alberi, senza muovere un muscolo o emettere fiato, ma probabilmente l’odore della nostra paura era talmente forte che non gli ci è voluto molto, una volta terminato di banchettare con i nostri sfortunati compagni, per individuarci.
Tuttavia, proprio nel momento in cui il demone stava per muovere un passo nella nostra direzione, qualcosa lo ha spinto a fermarsi  e a volgere i suoi molteplici occhi per scrutare un punto indefinito all’ orizzonte, come se avesse avvertito la presenza di qualcosa che lo aveva allarmato. E così, dopo averci lanciato un ultimo sguardo assetato di sangue, si è dissolto nel nulla, senza lasciare traccia del suo passaggio, se non un villaggio fantasma.”

Genzo-san termina il suo racconto con un filo di voce.
Il silenzio cala nella capanna.
Si ode solo il bisbigliare di Miroku che ad occhi chiusi sta recitando una qualche preghiera per assicurare la salvezza alle anime degli abitanti di Yusaka.

Finalmente Kikyo si decide a rompere quel silenzio che stava cominciando a diventare assordante.
-“Al nostro arrivo avete accennato l’ imminente venuta di alcuni benefattori, posso sapere chi sono queste persone?”
Come ridestato dal funesto ricordo della morte dei suoi concittadini, Genzo-san, ci rivolge il più smagliante dei sorrisi.
-“Sì..loro ci salveranno sicuramente!”
L’eccessivo zelo di quel vecchio sta cominciando a darmi sui nervi, continua a non darci informazioni su quei fantomatici “benefattori”, e la cosa mi infastidisce non poco dato che, di tutta quella storia, è l'unico risvolto ad aver stuzzicato un po’ il mio interesse. Se, come dice lui, questi combattenti sconfiggono demoni, magari possono diventare dei buoni avversari per tenermi in allenamento.
-“Questo ormai l’abbiamo capito, vecchio, ma quello che vogliamo sapere è CHI SONO?”
Genzo-san sembra finalmente ritornare coi piedi per terra e, visibilmente imbarazzato per essersi lasciato trasportare dall’ entusiasmo, si scusa e comincia a darci le tanto agognate informazioni.
-“Prima di stamattina non li avevamo mai sentiti nominare, né tantomeno visti. Sono giunti al villaggio poco dopo che il demone se n’era già andato. Ci hanno detto di essere al suo inseguimento da qualche giorno, ma che, in quanto scimmia, era piuttosto scaltro e già una volta era riuscito a sfuggirgli. Ci hanno anche spiegato che quell’ essere aveva raggiunto quelle dimensioni titaniche essendo accidentalmente entrato in possesso di un frammento della Sfera che aveva contribuito ad incrementare i suoi poteri, e che il loro compito era proprio quello di sottrarglielo prima che facesse strage di altri villaggi. Inoltre hanno aggiunto che, nonostante il pericolo potesse sembrarci sventato, il demone sarebbe sicuramente tornato alla carica al massimo il giorno dopo per terminare ciò che aveva iniziato e divorare anche noi, dal momento che ci aveva scoperti.
Così ci hanno assicurato la loro protezione, affermando di volere in cambio solo il frammento posseduto dal demone.”
-“Ma bene, sembra che abbiamo dei concorrenti…e dove sarebbero adesso questi fantomatici “benefattori”?”
-“La ragazza ha detto che si sarebbero nascosti nel bosco celando le loro tracce, perché se il demone li avesse trovati nel villaggio sarebbe di nuovo scomparso nel nulla senza dargli il tempo di abbatterlo. Interverranno non appena questo si mostrerà per attaccarci.”
-“Un momento…ha detto che con questi benefattori c’è una ragazza? E voi vi fidate di un gruppo di combattenti che tra le proprie fila ha una donna?! Tzè, siete proprio ingenui, probabilmente finiranno col farsi uccidere anche loro.”
-“Basta così Inuyasha. Il signor Genzo è libero di riporre la propria fiducia in chi meglio crede, ed inoltre, ti voglio ricordare che anche la nostra Sango è una donna, eppure è una validissima combattente, così come la somma Kikyo.” interviene Miroku per sedare il mio atteggiamento scontroso “tuttavia, Genzo-san, questi benefattori sembrano piuttosto sicuri del proprio successo…quanti uomini conta il loro gruppo?”
Genzo-san lo fissa interrogativo prima di rispondere.
-“Io non ho mai detto che si trattasse di un gruppo.”

-“Cosa??”

-“Avete capito bene, i benefattori contano solo due persone: una donna e un uomo. Anzi, ho qualche dubbio riguardo al fatto che quest’ultimo fosse un comune essere umano come la sua compagna, la sua mano artigliata ricordava quella di un demone..ma non ne sono certo, i cappucci neri gli coprivano parte del volto, mentre i mantelli da viaggio ne celavano i corpi. Quindi, alla fine, per noi non sono altro che due figure nere incappucciate che però ci hanno offerto il loro aiuto incondizionato.”




Dopo la cena in compagnia dei pochi sopravvissuti di Yusaka, ci ritiriamo nella capanna ormai abbandonata che Genzo-san aveva adibito ad alloggio per i viandanti, potendo dare finalmente voce alle impressioni che le informazioni ricevute dal capovillaggio ci avevano suscitato.
-“Questa storia non mi piace affatto..sembra che non solo Naraku stia mirando a completare la Sfera dei Quattro Spiriti, ma anche questi “benefattori”..credo che dovremo tenere gli occhi bene aperti” asserisce Miroku, preoccupato.
-“Già..a quanto pare non si tratta di semplici esseri umani..Genzo-san ha chiaramente espresso la possibilità che uno dei due sia un demone, del quale purtroppo non ha saputo dirci niente” aggiunge Sango.
Kikyo intanto se ne sta in un angolo in silenzio, visibilmente assorta nei suoi pensieri. Ora che ci penso, è da quando siamo giunti al villaggio che mi sembra assente.
Così mi decido a rivolgerle la parola, anche se, come ogni volta, mi costa più del previsto.
-“Kikyo, è tutto a posto? E’ da oggi che sei silenziosa. Qualcosa non va?”
Gli altri, attratti dalla mia domanda, si rivolgono a loro volta verso la miko, curiosi anche loro di conoscere cosa la turbasse.
Sentitasi chiamare in causa, la sacerdotessa sembra riprendersi da quello stato di trance nel quale era caduta.
“Cosa?..Ah…Niente…..anzi no. Effettivamente c’è qualcosa non va.”
-“Di cosa si tratta?”
-“Come vi ho detto stamattina, vi ho portato qui seguendo la presenza di alcuni frammenti della Sfera, ma finchè non siamo giunti al villaggio non riuscivo a capire con esattezza quanti essi fossero. Adesso però lo so.”
-“E quanti sono?”
-“Undici. E temo che a possederli siano proprio quei cosiddetti “benefattori”..ma non è solo questo a preoccuparmi..”
-“Mi vuoi dire che c’è qualcosa di peggio di due svitati che posseggono la maggior parte dei frammenti mancanti??” esplodo all’improvviso. Tutto questo parlare in modo criptico mi sta dando sui nervi.

Perché non la smette e si decide a dirci quello che le passa per la testa??

Senza scomporsi Kikyo mi fissa severa.
-“Quello che mi preoccupa, Inuyasha, è il fatto che i frammenti che percepisco non posseggono nessuna macchia di impurità. Come tu ben sai, nelle mani di un demone la Sfera diventa scura, e lo stesso succede con gli esseri umani, che essendo deboli di spirito, si lasciano corrompere dalla malvagità del gioiello, divenendone succubi. Ma non è questo il caso. Ciò mi porta a considerare con sempre più convinzione che la donna che accompagna il demone-“benefattore”, sia una sacerdotessa.”

Un demone e una sacerdotessa?
Questo potrebbe essere un problema.
Per quanto possa risultare un’accoppiata bizzarra, l’unione dei loro poteri non è da sottovalutare.

Consci di quest’ennesima notizia, ci abbandoniamo al sonno.
Ma proprio mentre sto per raggiungere Morfeo, sento la voce di Kikyo chiamarmi in un sussurro, attenta a non svegliare i nostri compagni.
-“Inuyasha, sei ancora sveglio?”
-“Si.”
-“Bene, devo farti una domanda che mi preme da quando siamo arrivati a Yusaka e abbiamo saputo di questi due individui. ..Per caso riesci a sentire il loro odore?”
La domanda mi lascia spiazzato.
Allora lei riprende.
-“Perché come ricorderai, Genzo-san ci ha detto che i benefattori avrebbero atteso l’arrivo del demone nel bosco. Tuttavia, io riesco solo a percepire la presenza dei frammenti nei meandri della vegetazione, ma non riesco in alcun modo a sentire la loro aura, quindi mi chiedevo se almeno tu, col tuo olfatto sviluppato, riuscissi a sentirne l’odore.”
-“…no Kikyo. Purtroppo neanch’io sento niente”
-“Questo è davvero strano…mi chiedo come ci riescano…..in ogni caso adesso pensiamo a riposarci, è stata una giornata lunga. Buonanotte Inuyasha.”
-“Buonanotte Kikyo..”

Ma in realtà non riesco a chiudere occhio.

Il pensiero di non riuscire a localizzare quei due individui non è il solo a rendermi nervoso:
infatti è da questo pomeriggio che ho la sgradevole sensazione di essere costantemente osservato.

Anche in questo momento.
 
 
Angolino dell’autrice:
Mi ero ripromessa di aspettare a postare questo capitolo, nonostante fosse già pronto, per lasciare un po’ di suspence. Ma il fatto di aver scritto un primo capitolo così breve mi ha fatta sentire in colpa >.<
Quindi ho pensato: perché aspettare?? :D
Spero di non aver fatto una scelta avventata >.<
Beh..riguardo al capitolo che dire…non succede ancora un granché, ma il tutto era necessario ai fini della storia!
Spero di non deludervi *_____*
A presto <3

Dadina91

Ps: dato che ho concluso il capitolo ieri sera, in perfetto stato di dormiveglia, stamattina l'ho ricontrollato correggendo gli errori e aggiungendo qualche pezzetto! Buona lettura :D

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Capitolo 3
*** Falling star ***


Il frusciare delle foglie mosse dal vento fuori dalla capanna, non fa altro che contribuire alla mia insonnia.
Tutti i miei sensi sono in allerta, pronti a captare il minimo rumore.                    
Come diamine posso dormire sapendo che a pochi metri da me, da qualche parte nel folto della foresta, c’è qualcuno che è stato in grado di collezionare un numero tale di frammenti??
E che probabilmente adesso sta mirando ad impossessarsi anche dei nostri.
Infondo, se le supposizioni di Kikyo corrispondessero alla realtà, grazie alla sacerdotessa, loro dovrebbero già essersi accorti da un pezzo che anche noi ne possediamo.
Odio sentirmi così vulnerabile.
La consapevolezza di non riuscire a localizzarli col mio olfatto mi sta facendo uscire di testa.
Dannazione!
Improvvisamente un dubbio mi assale..
E se fosse a causa della mia natura di mezzo demone?? Probabilmente il mio fiuto non è sufficiente ad individuare dei nemici come loro..
Mi maledico mentalmente, digrignando i denti per la rabbia e la frustrazione di essere così impotente..se fossi un demone completo a quest’ora li avrei già scovati e fatti a pezzi, impossessandomi dei loro frammenti..e invece sono solo un inutile mezzo demone!
…….
“Inuyasha..a me piaci esattamente così come sei, un mezzo demone.”
….
Il ricordo di quelle parole così dolci riaffiora prepotente nella mia mente.
Parole di accettazione.
Parole che nessuno in tutta la vita mi aveva mai rivolto...nemmeno il mio primo amore, Kikyo, la quale, prima che il destino infausto ci dividesse, mi aveva suggerito di utilizzare il potere della Sfera per diventare un essere umano e passare il resto della vita assieme a lei.
Parole che solo Kagome avrebbe potuto pronunciare..
Lei ha sempre cercato di farmi essere fiero di questa natura semi-demoniaca che con veemenza ho sempre cercato di rinnegare.
 
E io invece? Cosa avevo fatto per lei?
 
…niente.
 
L’ho sempre fatta soffrire a causa della mia indecisione.
Sapevo perfettamente quanto fosse doloroso per lei vedermi correre da Kikyo, eppure, imperterrito, continuavo a farlo, sicuro che al mio ritorno l’avrei comunque trovata ad aspettarmi.
E come se non bastasse, alla fine, ho persino permesso che..che..morisse.
 
Mi risulta ancora troppo difficile pronunciare quella parola. Non riesco a farmene una ragione.
Eppure è così..l’avevo abbandonata. Insieme a Naraku ero stato uno dei principali responsabili della sua morte.
Ero colpevole tanto quanto quel dannato.
Non posso ancora credere di aver lasciato che una cosa del genere accadesse.
Continuo a ripetermi che è solo incubo e che da un momento all’altro mi sveglierò, trovando a fissarmi quelle due iridi nocciola e magari beccandomi anche una ramanzina per aver dormito tutto questo tempo.
….
Sorrido malinconico.
No.
Decisamente non posso rinnegare la mia natura ibrida, sarebbe come ucciderla una seconda volta.
 
In preda a questi pensieri, comincio a sentire le quattro mura soffocarmi.
Ho bisogno di uscire, ho bisogno d’aria.
Attento a non svegliare i miei compagni che sembrano dormire sonni più sereni dei miei, esco dalla capanna, inspirando a pieni polmoni la fredda brezza notturna, sperando che questa riesca a dare un po’ di pace alla mia anima tormentata, e mi avvio verso la verde distesa che si trova lì a pochi passi.
L’erba umida di rugiada a contatto coi piedi nudi mi ha sempre provocato dei piccoli brividi di piacere. Proprio come adesso..
Mi sdraio supino, le mani dietro la nuca a sostenere la testa.
Che pace..
Anche se all’aria aperta dovrei sentirmi più esposto ai pericoli, in questo momento non riesco a pensare ad altro se non a bearmi della vista di questo magnifico cielo stellato.
E’ una notte magnifica..peccato che lei non sia al mio fianco ad ammirarla..le sarebbe piaciuto.
Adorava scrutare il manto notturno alla ricerca di qualche stella cadente.
 
Il mio udito viene catturato da un rumore alle mie spalle, provocato dal muoversi della stola di paglia posizionata all’ingresso della capanna.
-“Kikyo..cosa ci fai in piedi? Per caso ti ho svegliata?” le domando, mentre mi tiro su a sedere e la guardo accomodarsi al mio fianco.
-“Inuyasha..ormai dovresti sapere che in quanto “morta” non ho bisogno di dormire, così come di mangiare o bere”
-“Hai ragione….ti chiedo scusa...”
-“Per cosa?”
-“E’ anche colpa mia se sei costretta a vivere in questa condizione..maledico tanto Naraku, ma alla fine non sono così diverso da lui..ho anch’io i miei fardelli da portare”
Inaspettatamente, sento la testa della miko poggiarsi sulla mia spalla e mi irrigidisco.
Era da tempo immemore che non avevamo alcun contatto fisico. Nemmeno uno sfiorarsi accidentale.
-“Ti ricordi Inuyasha? Cinquant’anni fa, prima che tutto questo avesse inizio, prima di Naraku…c’eravamo solo tu ed io. Eravamo felici. Pianificavamo di costruirci un futuro insieme, una famiglia…tutto ci sembrava così semplice.
Eppure, dopo tutto questo tempo e nonostante quello che abbiamo passato, siamo ancora qui, a godere della nostra reciproca compagnia” alza il capo da sopra la mia spalla, andando ad incrociare il suo sguardo con il mio, mentre il suo volto si fa sempre più vicino “Inuyasha, il destino a volte è beffardo, ma io credo che in questo caso ci abbia concesso una seconda possibilità, e non sono in molti a poterne vantare una. E’ per questo che non riesco in alcun modo a considerare questa mia condizione di “ritornante” come una maledizione…perché mi ha dato la possibilità di rivederti”
Prima ancora che possa realizzare il significato di quelle parole, sento le sue labbra sulle mie.
 
Kikyo mi sta..baciando?
 
E’ un bacio casto, delicato, ma allo stesso tempo carico di desiderio, di ricordi, di sogni infranti…di malinconia.
La sua mano si posa sulla mia guancia per approfondire quel contatto, e io non riesco a trattenere un brivido a causa di quella pelle fredda come la neve.
 
Quando si allontana dalle mie labbra, si sofferma a guardarmi, regalandomi un sorriso e continuando ad accarezzare la mia guancia nel tentativo di trasmettermi quel calore che da tempo ormai aveva abbandonato il suo corpo.
Mi porto una mano alle labbra, ancora intontito da quel contatto così inaspettato..
Come a dar voce ai miei pensieri, riprende la parola.
-“Scusa, dev’esserti sembrato un tantino inaspettato, lo so…ma era da tempo che desideravo farlo” mi confessa mentre le sue guance si imporporano leggermente “ancora mi sembra impossibile poterti stare a fianco ogni giorno”.
A quelle parole, prontamente, mi si para davanti agli occhi l’immagine della ragazzina del futuro.
Era lei, prima, a starmi accanto.
 
…….mi sembra che tutto sia al posto sbagliato.
 
Ma di certo non posso dirle una cosa del genere..significherebbe, involontariamente, offenderla.
Così decido di riprendere in mano il discorso che mi stava facendo prima di rubarmi quel bacio.
-“Sai Kikyo, credo che tu abbia ragione: il destino a volte è proprio beffardo.. Dopo che siamo caduti vittima della trappola di Naraku, quando ancora non ero a conoscenza della realtà dei fatti, mi sono ripromesso che mai più avrei riposto la mia fiducia in nessun essere umano, che non avrei più permesso a nessuno di entrarmi dentro, perché non sarei riuscito a sopportare un ennesimo abbandono.
Ma proprio quando credevo di essere riuscito a mettere a tacere la mia parte umana, quel destino beffardo ha messo sulla mia strada una ragazzina, caduta da chissà dove, che mi ricordava proprio quell’unica donna che avessi mai amato, e che col passare del tempo si è fatta sempre più spazio nel mio cuore. Senza che nemmeno me ne rendessi conto.
Io l’ho fatto di nuovo Kikyo..avevo giurato a me stesso che non avrei mai più permesso ad una donna di morire…e invece ho fallito ancora. E convivere con questo duplice dolore è la peggiore delle maledizioni, peggiore della morte stessa”.
La sua mano, che fino a quel momento era stata saldamente poggiata alla mia guancia, si allontana rapidamente, come se si fosse scottata.
Nel suo sguardo leggo delusione, mista a stizza.
Cos’ho detto da suscitare in te tale reazione?
Non c’è che dire, ho sempre avuto una dote particolare nel ferire i sentimenti di una donna..
 
Poi lo dici.
Dura. Veloce. Improvvisa. Come una secchiata d’acqua gelida.
 
-“Se lei fosse viva, correresti a cercarla?”
Silenzio.
-“Guardami Inuyasha! Se venissi a conoscenza del fatto che è ancora in vita, correresti subito da lei per riprenderla con te, non è così?? E a quel punto che ne sarebbe di me? Verrei di nuovo messa da parte? Tornerei a viaggiare da sola coi miei Shinidamachu? Rispondimi!” la sua voce è leggermente incrinata, me ne rendo conto solo nel momento in cui la alza in preda alla rabbia.
Non costringermi a risponderti, Kikyo, ti prego. Ti farei solo ancora più male.
Continuo a fissare in silenzio un filo d’erba che, mosso dal vento, mi solletica il piede.
Ma lei non sembra voler demordere.
-“RISPONDIMI INUYASHA!” quasi me lo urli in faccia mentre con prepotenza afferri il mio viso per voltarlo finalmente verso di te.
Non so esattamente cosa leggi nelle mie iridi ambrate, ma i tuoi occhi si allargano per lo stupore, consapevoli ora di quale sarebbe stata la risposta se solo avessi dato voce ai miei pensieri.
 
Conscio di averti ferito, non ti fermo quando, con gli occhi nascosti dalla frangia corvina, lentamente ti alzi per avviarti verso la capanna.
 
Sì…
Se avessi avuto anche solo il minimo indizio che Kagome fosse ancora viva, non avrei esitato un secondo di più a partire alla sua ricerca. Dimenticandomi di Kikyo, dei miei compagni..persino di Naraku.
Perché in questi tre anni non c’è stato un giorno in cui non abbia desiderato di poterla riavere tra le mie braccia.
….Tuttavia so perfettamente che tutto questo non sarà mai possibile.
 
Afflitto dalla cruda realtà, alzo lo sguardo verso quel cielo stellato che più volte avevo contemplato in sua compagnia, ascoltando con finto disinteresse le storie legate al presunto potere di esaudire i desideri di quelle che lei chiamava "stelle cadenti"..
Ma purtroppo..

..il mio desiderio è destinato a rimanere tale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Ehi Inuyasha! Ma che diavolo ci fai qua fuori? Dopo tutti i discorsi che abbiamo fatto ieri sera sul fatto di stare attenti e non abbassare la guardia, te ne vieni a dormire all’aria aperta?? E se fossi stato attaccato da uno dei quegli individui??”
La vocina gracchiante del piccolo demone volpe arriva dritta alle mie sensibili orecchie, costringendomi ad aprire gli occhi.
Non mi ero nemmeno accorto di essermi addormentato.
Aaaaah!
Il gracchiare di quel moccioso di Shippo mi dà sui nervi.
Sto per tirargli un pugno in testa quando l’inconfondibile odore di un demone giunge al mio naso.
 
Che sia…?
 
-“Shippo chiama gli altri! Informali che il demone sta arrivando e di raggiungermi ai confini del bosco!”
-“Ne sei sicuro?? Io non sento niente..”
-“CORRI!”
Spaventato dal mio improvviso sbalzo d’umore, Shippo parte come un razzo in direzione della capanna, mentre io mi affretto a raggiungere il luogo dal quale sento provenire quel terribile tanfo di scimmia.
 
Arrivato al confine del villaggio, volgo lo sguardo verso la fitta vegetazione della foresta che non lascia intravedere nulla.
Del demone ancora nessuna traccia.
Ma da qui i passi pesanti del suo avanzare si fanno più udibili e riesco anche a vedere gli alberi cadere al suo passaggio.
 
Diversi secondi dopo, ecco fare la sua apparizione quello che ci era stato descritto da Genzo-san come “il flagello di Yusaka”.
Un enorme demone-scimmia si staglia a pochi metri di distanza da me, facendo scorrere famelico tutti i suoi dodici occhi sulla mia figura e schioccando rumorosamente la sua famigerata lingua.
Senza troppi convenevoli, scatto nella sua direzione sguainando la mia Tessaiga.
Con un balzo gli sono all’altezza della testa, ma non appena cerco di vibrare un colpo, la sua lingua mi afferra per una gamba, sbattendomi violentemente a terra.
Merda..ti avevo sottovalutato, maledetto sacco di pulci!
Il polverone causato dalla mia caduta non mi permette di vedere più in là del mio naso, ma non mi ci vuole molto prima di accorgermi che la sua lingua viscida è ancora saldamente attaccata alla mia gamba.
Non faccio nemmeno in tempo a fenderla con Tessaiga che quel dannato, con uno strattone, mi trascina verso la sue fauci.
 
-“HIRAIKOTSU!”
 
Il gigantesco boomerang di Sango colpisce in pieno il demone, tranciandogli di netto la lingua prima che questa riesca a fare di me un solo boccone, liberandomi dalla sua presa.
Una volta atterrato mi volto, accorgendomi che i miei amici sono finalmente arrivati.
Tempismo perfetto!
Approfittando dello stato confusionale in cui si trova il demone, a causa del dolore provato dalla ferita che gli è stata inferta, mi rivolgo ai miei compagni.
-“Miroku, Sango! Fate allontanare gli abitanti! Restare qui è troppo pericoloso, e io non sono in grado di badare anche a loro!”
-“D’accordo! Sei sicuro di non avere bisogno di una mano??”
-“Non ti preoccupare, con questo scimmione me la cavo da solo! Ho solo bisogno dell’abilità di Kikyo per sapere dove si trova il frammento e colpire!”
Convinto dalle mie parole, vedo Miroku raggruppare la piccola folla di superstiti che si era avvicinata per assistere allo scontro, e allontanarli dal campo di battaglia.
Ma prima che quelli si allontanino, devo togliermi questa soddisfazione!
 
-“Hey vecchio! Allora?? Dove sono i vostri amati benefattori??” lo schernisco “Se non hai obiezioni al riguardo, il frammento di questa scimmia troppo cresciuta me lo prendo io!”
 
L’uomo, demoralizzato, mi restituisce uno sguardo deluso, cosciente di aver subìto una fregatura da quei due individui.
Ben ti sta vecchio!
Così impari a non darmi ascolto!
 
Soddisfatto il mio orgoglio, torno a concentrarmi sul demone che si sta velocemente riprendendo e al quale, noto con disgusto, sta ricrescendo la parte di lingua mancante.
Devo agire in fretta!
-“Kikyo! Dove si trova il frammento della Sfera??”
Ma la miko si limita solo a rivolgermi uno sguardo freddo e distaccato. Credo che sia ancora arrabbiata con me per il discorso di ieri notte..
Tuttavia non mi sembra sia questo il momento adatto per farmela pagare!
Muovendo freneticamente le orecchie con fare spazientito, attendo la sua risposta, che fortunatamente non tarda ulteriormente ad arrivare!
-“Il frammento si trova nell’….”
 
Ma non fa in tempo a terminare la frase.
 
Un accecante raggio di luce viola alle spalle del demone, lo colpisce attraversandogli da parte a parte l’occhio centrale.
Vedo la piccola gemma rosea che stavamo cercando, volare fuori dal corpo di quell’essere.
 
“….ma che diamine….??”
 
Il demone ruggisce, si dimena, toccandosi la cavità, ormai priva dell’occhio.
Ma pare che la sua sofferenza non sia destinata a durare ancora a lungo.
Infatti un ennesimo fascio di luce, questa volta rosso cremisi, lo taglia in verticale, inferendogli il colpo di grazia.
Osservo sconcertato le due metà, perfettamente simmetriche, del demone cadere in modo opposto l’una all’altra, con una sincronia che ha dell’inquietante.
 
“Che diavolo è stato??”
 
Aguzzo la vista nel tentativo di scorgere qualcosa, qualunque cosa, al di là del polverone innalzato dai resti del demone, che mi oscura ulteriormente la vista della fitta foresta.
Ma niente.
Poi la mia vista viene attirata da uno strano luccichio proveniente dal suolo, a pochi metri di distanza da me.
E a quel punto collego tutto.
 
Rapido, scatto verso il frammento che era stato catapultato fuori dall’occhio della scimmia, andandosi a conficcare per terra.
Ma proprio quando mi trovo a qualche centimetro da esso, scorgo un’ombra, rapidissima, dirigersi verso di me, diradando la nebbia al suo passaggio.
Faccio appena in tempo a sfoderare Tessaiga, che un’enorme spada cozza contro la mia.
Riesco solo a vedere parte del braccio  e la  mano artigliata che impugna l’arma, ma, attraverso il polverone che si sta diradando, intravedo una robusta sagoma nera.
La voce sprezzante di quell’anonimo avversario mi arriva dritta alle orecchie.
 
-“Ho sempre saputo che i mezzi demoni fossero degli esseri inferiori, ma non credevo che fossero anche dei ladri!”
 
Con un balzo all’indietro allontaniamo le nostre spade.
Questo ulteriore spostamento d’aria provocato dal nostro movimento, contribuisce a diradare del tutto la nebbia.
Finalmente!
Voglio proprio vedere in faccia questo bastardo!
Ma la figura che mi si presenta davanti è incappucciata ed interamente coperta da un mantello nero, proprio come ce li aveva descritti il vecchio.
……e impugna una gigantesca zanbato* con la lama decorata da finissime incisioni che vanno a formare la figura di un dragone.
 
-“Detto da un codardo che non ha nemmeno il coraggio di mostrarsi in volto e che si nasconde in un bosco in attesa di attaccare alle spalle il nemico, non suona esattamente come un insulto!” lo sfido io.
 
Lo osservo stringere con maggior forza l’arma che viene improvvisamente circondata da un’aura rossa come quella che pochi minuti prima aveva tagliato in due il demone scimmia.
 
-“Keh! Non confondere le strategie con la codardia, mezzo demone. Ma su una cosa devo darti ragione, trovo sia giusto concedere alla propria vittima di vedere il volto di colui che sta per spedirlo all’inferno!”
 
Appena quell’essere si libera del mantello che celava la sua figura, vengo investito da una potente aura demoniaca, così come dal suo odore.
Ora capisco molte cose..
 
-“Tzé! Adesso capisco perché non riuscivo a localizzarvi..è a causa di quei mantelli vero? Tu e la tua amichetta evitate di attirare l’attenzione dei demoni cogliendoli di sorpresa con questi trucchetti?? Non dovete essere poi così forti se cercate di evitare gli scontri diretti!”
-“Sai com’è cuccioletto, quando, come noi, si trasporta un numero consistente di frammenti è sempre meglio cercare di attirare il meno possibile l’ attenzione dei demoni di infimo livello, per conservare il massimo delle proprie forze, in vista di avversari più degni” ribatte strafottente il demone.
Preso com’ero a battibeccare, mi accorgo di non aver nemmeno prestato troppa attenzione alla sua figura.
Lo osservo bene..
E’ alto, il fisico asciutto ma muscoloso, le braccia possenti. Indossa un hakama** e un hitoi** neri e, sopra di essi, un’armatura che gli copre solo la parte del busto. Allacciata in vita una cintura rosso cremisi, come i suoi capelli.
Già.
I lunghi capelli sono di un insolito rosso sangue, sollevati in un’acconciatura a spazzola, con qualche ciocca che gli ricade ribelle sulla fronte.  Il volto presenta i tratti tipici di un demone completo, anche se la sua forma risulta molto simile a quella di un essere umano: le orecchie a punta, le due strisce rosse ai lati del viso, gli occhi gialli, di un giallo intenso, quasi accecante, che contrastano con il suo abbigliamento scuro e una piccola gemma nera di forma circolare, posizionata all’altezza della fronte.
 
Sento il demone riprendere a parlare.
-“Ora se non ti dispiace, mezzo demone, mi prendo il frammento e ti saluto, abbiamo parecchio da fare”
Fa per muovere un passo in direzione della gemma, ma io non ho intenzione di lasciargliela.
-“Io non credo proprio, dannato. Hai mai sentito dire che chi tardi arriva male alloggia?? Siete arrivati troppo tardi e se non fosse stato per noi anche questi ultimi abitanti di Yusaka sarebbero stati sbranati. Voi siete intervenuti solo in un secondo momento, mentre il demone era distratto da noi, quindi il frammento è nostro di diritto. Dovrai passare sul mio cadavere per averlo.”
Il demone dai capelli rossi mi rivolge un ghigno soddisfatto.
-“Non chiedo di meglio” e pronunciate quelle parole scattiamo contemporaneamente in direzione l’uno dell’altro. Le spade sguainate, pronte a conficcarsi nel petto dell’avversario.
Ma qualcosa interrompe il nostro imminente scontro.
 
Un fascio violaceo di energia colpisce il terreno in mezzo a noi, provocando un’ esplosione così forte che ci impedisce di avanzare oltre.
E adesso che diamine succede??
 
Con la coda dell’occhio vedo un’ennesima figura, anch’essa incappucciata da un mantello nero, più bassa ed esile rispetto al demone col quale stavo per ingaggiare uno scontro, che fa capolino dalla vegetazione della foresta dalla quale era arrivato anche quel dannato.
Perfetto, dev’essere la sua amichetta!
Vorrà dire che li spazzerò via entrambi con un colpo della mia Tessaiga.
E con queste intenzioni mi metto in posizione di attacco.
Ma quello che sento dopo mi fa dimenticare persino di respirare.
 
-“Hideki, hai finito di perdere tempo??”
 
Questa voce..
Ma..
Non può essere!
..devo aver sentito male.
Probabilmente sto impazzendo.
Ma più ascolto le parole pronunciate da quella figura incappucciata, più mi convinco del fatto che il mio udito non ha niente che non vada, così come quello dei miei compagni che intravedo avere un’espressione confusa e sbigottita quanto la mia.
-“E’ colpa di questo cane rognoso, ha osato sfidarmi…e sai benissimo che io non mi tiro mai indietro di fronte a un nemico” le risponde sprezzante il demone che abbiamo appena appreso chiamarsi Hideki.
-“Sei un caso perso…la prossima volta ci penso io!”
 
Mentre osservo i due scambiarsi quelle poche battute, mi accorgo che intanto Kikyo, al mio fianco, ha impugnato l’arco e sta tendendo la freccia in direzione del nuovo arrivato, con uno sguardo che non riesco a decifrare.
Cos’ha intenzione di fare?
Non vorrà..???
Non riesco nemmeno a finire di formulare quel pensiero che vedo la freccia partire in direzione della figura incappucciata, senza che io riesca neppure a muovermi per impedirglielo.
 
I due se ne accorgono, ma non sembrano minimamente preoccupati dall’imminente pericolo che sta per attentare alla vita di uno di loro.
Succede tutto in una frazione di secondo.
La freccia, con assoluta precisione, va a colpire la stoffa del cappuccio, strappandolo via, quasi con prepotenza, e investendomi di quel profumo di vaniglia così nostalgico che tanto amavo e che mai, MAI, avrei pensato di risentire.
 
-“Kagome..”
 
Pronuncio quel nome, quasi senza accorgermene, incantato come sono a fissare il volto della fanciulla che mai più avrei creduto di poter ammirare.
Le ginocchia mi tremano.
Tutto il mio corpo trema, scosso dallo shock di quella nuova rivelazione.
Lei…
Lei è…
….VIVA!
 
Vorrei correre verso di lei.
Abbracciarla.
Provare ancora la sensazione del suo corpo minuto stretto al mio.
Intrecciare le mie mani tra i suoi morbidi capelli ebano.
Ma qualcosa mi ferma dal rendere concreti tutti i miei desideri.
 
Infatti a sentirmi pronunciare il suo nome, l’attenzione di Kagome si focalizza improvvisamente su di me, permettendomi di incontrare i suoi occhi castani che da anni desideravo rivedere.
La sua espressione ha qualcosa di indecifrabile.
Sembra….confusa? Quasi stupita.
Ma rapidamente quello sguardo viene sostituito da uno indagatore.
 
Ho un tuffo al cuore.
Una paura, che avevo cercato fino a quel momento di reprimere, torna a farsi sentire con forza.
……e se non volesse più avere nulla a che fare con me?
Infondo, dopo tutti questi anni, sono sicuro che l’idea che si è fatta di me per ciò che era accaduto sul Monte Hakurei con Naraku, sia delle peggiori.
L’avevo lasciata cadere condannandola a morte certa.
Non c’è giustificazione che tenga.
Sono pronto a tutto.
Alla sua ira, alle sue lacrime, alle sue parole d’odio, ma mai mi sarei aspettato quello che realmente accade:
 
-“…E tu chi saresti?”
 
 
 
 
Note:
(*) zanbato: è una spada di grandi dimensioni, per intenderci, molto simile a quella impugnata da Bankotsu della Squadra dei Sette.
(**) hakama ed hitoi: rispettivamente pantaloni e giacca dell’abbigliamento di Hideki; molto simile a quello di Inuyasha.
 
 
Angolino dell’autrice:
Eccomi qua!! ^^
Finalmente sono riuscita ad aggiornare, nonostante i numerosissimi impegni universitari (i pre-appelli cominciano a spuntare come funghi -.-), spero che il mio ritardo non vi abbia già fatto passare la voglia di leggere la storia >.<
Ma veniamo a noi!
TADAAAAAN!
Come sospettavate Kagome ha fatto la sua apparizione e…….non ricorda assolutamente nulla! :)
Un bel colpo per Inuyasha che avrebbe voluto scusarsi e riaverla tra le sue braccia ;)
In questo capitolo ha fatto la sua entrata in scena anche un altro personaggio: Hideki, il demone coi capelli rossi, nuovo compagno di viaggio della nostra Kaggy ^^
Me lo sono sempre immaginato come un figaccione, quindi spero di aver reso l’idea *O*
Inoltre spero di non essermi dilungata troppo nella descrizione delle scene e dei particolari >.< a volte lo faccio senza nemmeno accorgermene..>.<
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e che continuerete a seguire la mia storiella ^^
Un grazie a tutti quelli che hanno recensito finora e anche a quelli che hanno inserito la mia storia nelle preferite/seguite!
Mi avete resa immensamente felice ^^
Al prossimo capitolo che si intitolerà “Erased” :)
Un bacione
 
Dadina91

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Capitolo 4
*** Erased ***


-“…E tu chi saresti?”
 
 
 
 
Le parole pronunciate dalla fanciulla, ormai donna, che si trova dinnanzi a me continuano a riecheggiarmi nella testa.
Perché quella domanda? Cosa significa?
Non ha alcun senso..
Non uno sguardo sorpreso, non una lacrima, nemmeno una parola d’odio..
Niente.
Soltanto quella domanda distaccata, inaspettata..e quello sguardo indecifrabile che mi ha rivolto quando i nostri occhi si sono incontrati.
Non era sorpresa ciò che vi ho letto..no..
Sembrava…confusione?
Si. Sembrava stranita. Stranita che a chiamare il suo nome fossi stato io.
Come se fossi….un estraneo.
Non riesco a dare una spiegazione logica alla sua reazione..
Per anni ho sognato di rincontrarla, pur essendo cosciente dell’impossibilità del mio desiderio e del fatto che non facevo altro che farmi del male.
Ogni volta cercavo di immaginare quale sarebbe stata la sensazione di felicità che avrei provato rivedendola. Scoprendola viva.
 
Ma ora mi rendo conto che non mi ci sono mai nemmeno lontanamente avvicinato.
 
La gioia che provo dentro in questo momento è semplicemente indescrivibile.
Mi sento trascinato in un turbinio di emozioni che non riesco nemmeno a distinguere.
Sono frastornato.
Temo che da un momento all’altro il cuore mi scoppierà fuori dal petto da quanto ha preso a battere forte, solo vedendola.
 
Preso come sono dai miei pensieri, mi accorgo solo adesso che intorno a noi è calato il silenzio.
…e io spero con tutto me stesso che nessuno decida di romperlo.
Non ancora.
Non voglio essere costretto a distogliere lo sguardo da lei, voglio bearmi della sua vista.
Troppo a lungo i miei occhi sono stati privati di quella figura così delicata.
Ancora non riesco a credere che sia qui, a pochi passi da me.
Da quando il cappuccio che indossava ha svelato il suo volto, non ho smesso un attimo di osservarla, rapito.
Quasi a voler imprimere a fuoco, in modo indelebile, la sua immagine nella mia memoria, come se da un momento all’altro dovesse smaterializzarsi.
 
È semplicemente stupenda.
 
È cresciuta.
Davanti a me non c’è più la ragazzina di tre anni fa. Quella che stava sbocciando, quella con una buffa veste svolazzante a coprire quel corpo che, già all’epoca, era perfetto nella sua immaturità.
 
La Kagome che ho davanti è una donna.
Una donna decisamente bellissima.
E io mi trovo ad arrossire come uno sciocco, mentre faccio scorrere il mio sguardo su di lei.
 
I lunghi capelli color ebano le ricadono sinuosi sino alla base della schiena, le labbra leggermente imporporate di rosso creano un magnifico contrasto con la sua pelle eterea.
La strana veste che era solita indossare è stata sostituita da un semplice kimono nero dalle ampie maniche, che le arriva a metà coscia, mostrando le gambe snelle, e uno scollo a “v” che lascia scoperte le spalle; il tutto decorato solo da una fascia cremisi stretta sotto il seno e allacciata in un fiocco sul retro.
Incrociate sulla schiena, protette dai loro foderi, due spade.
 
Ora che vi presto maggiore attenzione, noto che i colori della veste di Kagome richiamano curiosamente quelli del demone che l’accompagna.
 
Improvvisamente, questa rivelazione mi riporta alla realtà, provocandomi una sgradevole sensazione all’altezza del cuore, un nostalgico quanto doloroso sentimento al quale da tre anni a questa parte non ero più abituato: la gelosia.
Il timore che fra loro ci possa essere qualcosa di più, mi fa serrare i pugni in un moto di rabbia fino a farli sanguinare, facendomi tremare dalla frustrazione e dalla paura di averla già persa pur avendola appena ritrovata.
 
A destarmi dai miei infausti pensieri, tuttavia, è proprio l’oggetto dei miei desideri.
 
-“Allora, mezzo demone?” mi sprona lei.
 
Mezzo demone..
In molti, troppi, si sono riferiti a me appellandosi alla mia natura ibrida, ma la cosa non mi ha mai minimamente sfiorato.
Eppure questa volta è diverso..sentir pronunciare da lei quella parola che denota in modo inconfutabile la mia debolezza, al posto del mio nome, è pari al ricevere una pugnalata dritta al cuore.
Anche se a fatica, mi costringo a farmi forza e a rispondere.
 
-“Kagome, non mi riconosci? Sono io, Inuyasha! Oddio Kagome ancora non mi sembra vero che tu..”
 
Ma la tua voce mi costringe a fermarmi.
 
-“Bene, Inuyasha, non so come tu sappia il mio nome, ma ti posso assicurare che io non ti conosco e di sicuro non ti ho mai visto prima. Quindi se fossi in te eviterei di prendermi troppa confidenza.” mi rispondi tagliente, quasi scocciata.
 
Sul tuo bel volto leggo un senso di fastidio, lo stesso che si prova quando si scaccia una mosca insistente.
Ma questa volta sono io a procurartelo. E questa consapevolezza mi uccide.
Tu..non puoi avermi dimenticato..
Non puoi trattarmi come un estraneo dopo tutto il tempo passato insieme.
…non puoi farmi questo.
So di meritarmelo...ma…non riesco a sopportare la tua indifferenza.
Preferirei che ti avventassi contro di me, picchiandomi, urlandomi il tuo sdegno..perchè tutto questo è mille volte peggio.
Le tue parole mi hanno ammutolito.
E se non fosse stato per Sango, sarebbe di nuovo calato il silenzio di pochi minuti fa.
 
-“Kagome ma che dici?? Siamo noi non ci riconosci?? Ti prego smettila di scherzare..non sai quanto siamo stati in pena in questi tre anni credendoti morta!”
 
Ti vedo alzare un sopracciglio.
Stai per rispondere anche a lei, probabilmente con la stessa indifferenza che hai riservato a me, per farci capire una volta per tutte che non vuoi più avere a che fare con noi…con me.
Ma la voce di Kikyo interviene anticipandoti.
 
-“Basta Sango. Non è una farsa. Lei non ha la più pallida idea di chi siate”
 
..c-cosa?
Come fa ad esserne così sicura??
Cosa sa lei che io non so?!
 
Ma proprio quando sto per rivolgermi irato alla miko che ha avanzato quest’assurda ipotesi, con la coda dell’occhio scorgo quell’ Hideki, ridacchiarsela divertito.
...E a quel punto mando definitivamente a farsi benedire i miei propositi di rimanere calmo.
 
-“E tu cos’ hai da ridere? Che cazzo hai fatto a Kagome dannato??” urlo in sua direzione con la mano già stretta sull’elsa di Tessaiga.
 
Sono sicuro che lui c’entri qualcosa in tutto questo.
 
-“Ehi mezzo demone, non dovresti muovere accuse senza prove! Per caso ti senti così frustrato che hai bisogno di prendertela con qualcuno??” mi risponde divertito lui, poggiando anch’ egli la mano sulla sua zanbato, in segno di sfida.
 
A chi vuole darla a bere??
Il mio sesto senso non sbaglia mai!
Deve averle fatto il lavaggio del cervello, non c’è altra spiegazione!
 
Ma soprattutto  lui chi era??
Perché era con lei??
……che rapporto c’era tra loro??
 
Incapace di tenermi dentro tutti questi dubbi che mi stanno pian piano logorando, do voce ai miei pensieri riversandoli come un fiume in piena sul mio avversario.
 
-“Ma tu chi diavolo sei?? Che ci fai con Kagome?? E perché cerchi i frammenti della Sfera? Per caso sei al servizio di Naraku??”
 
Ma le mie domande sono destinate a non trovare risposta, perché non appena termino di inveire contro il demone, mi ritrovo scaraventato contro un albero, con la punta di una spada puntata alla gola.
Riapro gli occhi, che avevo istintivamente chiuso a causa dell’impatto violento con la superficie legnosa.
E quello che vedo mi sconvolge.
A puntarmi la spada alla gola non è Hideki.
 
Bensì Kagome.
 
Nonostante lo shock momentaneo, mi lascio cullare dal profumo di vaniglia che emana, rendendomi conto che per la prima volta dopo tre anni, i nostri visi sono di nuovo a pochi centimetri l’uno dall’ altra.
Mi perdo in quegli occhi color nocciola..e sono felice, quasi sollevato, di vedere che in questi tre anni non sono cambiati di una virgola. Riescono sempre a trasmettermi un senso di pace, a leggermi l’anima.
Anche se adesso mi fissano con…odio?
Perché??
 
-“Non ti azzardare a considerarci affini di quel maledetto di Naraku! Noi siamo sulle sue tracce per ucciderlo! Cosa sai di lui mezzo demone? Perché  anche tu gli dai la caccia?”
 
Cosa??
Kagome sta dando la caccia a Naraku con quell’ individuo??
Nonostante il pensiero mi provochi un prurito tremendo alle mani, mi convinco che allora Kagome non abbia dimenticato ciò che quel dannato ci aveva fatto.
 
-“Kagome…allora ti ricordi di Naraku! Ricordi cosa ci ha fatto quel bastardo??”
 
Mi rivolgi uno sguardo sorpreso, che non so se interpretare come un segno positivo o meno.
Ma la risposta non tarda ad arrivare.
 
-“Non so cosa abbia fatto a te mezzo demone, ma Naraku è mio!
……Devo vendicare la morte della mia famiglia” sibili tra i denti, mentre un barlume di rabbia ti attraversa gli occhi.
 
La morte della sua…famiglia??
…..
Cosa sta dicendo?
Non può essere.
Non è possibile che Naraku li abbia uccisi..
Loro sono dall’ altra parte del pozzo..non può averli raggiunti.
Solo io e lei potevamo..
E inoltre…
……….sono andato a fargli visita proprio pochi giorni fa.
 
….Come d’altronde facevo ogni due settimane, da quando credevo che lei fosse morta..,
Sono stato proprio io a portargli la notizia, dopo averla cercata senza sosta per tre giorni. Finendo per arrendermi all’ evidenza e alla mia debolezza.
Solo loro potevano provare un dolore pari a quello che stavo provando io.
Per questo ogni volta che il ricordo di Kagome e il senso di colpa si fanno talmente insopportabili da impedirmi di respirare, corro da loro in cerca di sostegno, di perdono.
 
-“Come vedo, anche voi state collezionando i frammenti della Sfera nel tentativo di farlo uscire allo scoperto. Ne possedete..cinque se non sbaglio”- riprendi a parlare mentre osservi con attenzione il punto all’ altezza del mio petto nel quale conservo le piccole gemme -“Posso sapere che motivo avete di dargli la caccia? Brama di potere? Per caso miri a diventare un demone completo?” mi chiedi, sicura che la mia risposta sarà affermativa. Mettendomi alla pari di tutti gli altri mezzi demoni, e anche questo fa male.
Non posso credere di essere diventato un perfetto sconosciuto per te.
 
-“Lui ci…MI ha portato via la persona che amo” dico tutto d’un fiato mentre abbasso lo sguardo ferito.
 
Alle mie spalle sento che i miei compagni stanno trattenendo il respiro,  probabilmente sconvolti dal fatto che, per la prima volta nella mia vita, ad alta voce e di fronte alla ragazza del futuro, sto ammettendo i miei sentimenti.
Ma purtroppo la Kagome che ho davanti non ha la più pallida idea che la persona alla quale mi sto riferendo sia lei.
Glielo leggo negli occhi. Per lei non sono altro che un estraneo, innamorato di un’anonima donna.
Come al solito il destino si diverte a prendersi gioco di me.
 
Tuttavia ti osservo stupito allontanare la lama dalla mia gola, e riporla in uno dei foderi che porti sulla schiena, mentre continui a sostenere il mio sguardo con un’ espressione, questa volta, accondiscendente.
 
-“Beh, infondo le nostre motivazioni non sono poi così diverse…per questa volta ti lascerò andare senza prendermi i tuoi frammenti” me lo dici accennando un leggero sorriso, nel quale non posso fare a meno di rivedere la ragazza solare che amo.
-“Cosa?? Li lasciamo andare così?? Perché?? Infondo anche loro sono nostri nemici! Ti ricordo che quel mezzo demone ha cercato di sottrarci il frammento che abbiamo appena recuperato!” a parlare è il demone dai capelli rossi che fino a quel momento era rimasto ad osservarci con sguardo sicuro. Sembra deluso dalla decisione di Kagome -“Che noia…volevo divertirmi un po’ a sprofondare i miei artigli nel suo petto” sbuffa scocciato.
Un ringhio vibra dalla mia gola, mentre gli lancio uno sguardo carico d’odio.
 
Tuttavia le parole di Kagome mi sbattono in faccia la nuova realtà.
 
-“Hideki, calmati, ho detto PER QUESTA VOLTA. Se il nostro obiettivo sono i frammenti della Sfera, sono sicura che presto o tardi ci rincontreremo e la prossima volta, per quanto le tue ragioni siano nobili, non andrò via a mani vuote, mezzo demone Inuyasha. Non ho niente contro te e i tuoi amici, ma se mi intralcerete non avrò pietà. Sarò io ad avere la testa di quel maledetto!” nei tuoi occhi scorgo ancora quella scintilla di rabbia.
 
Cosa…cosa è successo alla mia Kagome?
Ha appena detto che non avrà pietà di me e dei miei compagni..
Come se la nostra vita valesse meno di zero.
Non può essersi davvero dimenticata di noi. Mi rifiuto di crederci!
Non può dire sul serio..
…ma il suo sguardo fiero e sicuro, sembra non ammettere repliche.
La Kagome che ho davanti pare sia del tutto intenzionata a non farsi mettere i bastoni tra le ruote.
Da quando uccidere quel bastardo era diventato così vitale per lei?
E soprattutto…chi era stato a farle credere che la sua famiglia fosse morta per mano di Naraku??
Troppe domande affollano la mia mente.
Sento la testa scoppiare.
 
Tuttavia un senso di panico mi attanaglia quando mi rendo conto che Kagome ha voltato le spalle e si sta dirigendo verso Hideki, pronta ad allontanarsi da me.
Non posso permetterlo.
Non posso permetterle di uscire di nuovo dalla mia vita.
Adesso che l’ho ritrovata non ho più intenzione di lasciarla andare.
Soprattutto in compagnia di quel demone.
Soprattutto adesso che so che è alla ricerca di Naraku, da sola, senza la mia protezione, e che se quel maledetto scoprisse che è ancora viva non esiterebbe un attimo ad attaccarla per ucciderla.
 
Con uno scatto repentino corro verso di lei, cercando di afferrarle la mano..
Non puoi lasciarmi di nuovo.
Se tre anni fa sono stato così stupido da cadere nella trappola che ci era stata tesa da Naraku, questa volta non farò lo stesso errore. Non mi farò separare da te ancora una volta, non adesso che so che sei viva!
Non adesso che ti ho ritrovata.
 
Ma una potente barriera mi costringe a bloccarmi a pochi centimetri da lei, per poi scaraventarmi lontano.
Dolorante, cerco di rialzarmi, mentre Sango e Miroku si avvicinano per sostenermi.
Sei ancora di spalle, ma vedo che volti di poco lo sguardo verso di noi.
-“Non permetto a nessuno di toccarmi, figuriamoci ad un nemico. Sei pregato di non seguirci, mezzo demone. La prossima volta che ci incontreremo probabilmente non sarà una visita di cortesia, ricordatelo. ”
 
La vedo tendere un braccio e attirare a sé il frammento della Sfera che ancora si trovava al suolo, il quale vola dritto nella sua mano.
Poi si volta verso quell’ Hideki e con un cenno del capo si rimettono i mantelli, scomparendo nel folto della foresta.
Allontanandosi da noi.
Da me.
Nascondendo il loro odore. Come se non fossero mai stati qui.
 
No..
No.
NO!
Non di nuovo, non posso perderla ancora!
Come una furia mi avvento verso la barriera che si trova ancora lì, con l’intento di non farmi passare.
Sfodero Tessaiga, che subito diventa rossa, e con un colpo deciso la abbatto.
 
“INUYASHA!”
“Inuyasha fermati!”
 
Ignoro i richiami dei miei compagni.
Devo raggiungerla. Non posso lasciarla andare.
Non ora.
Anche se sostiene di non ricordarsi di me, non posso lasciare le cose come stanno.
Deve darmi la possibilità di parlarle. Di spiegarmi.
E se ciò non bastasse, costringerla a ricordare.
 
Corro per kilometri a perdifiato.
Le gambe cominciano a farmi male, il cuore sta per esplodermi dal petto, ma poco mi importa.
Devo trovarla.
 
Dopo diversi minuti però, la dura realtà mi riporta coi piedi per terra. Di lei non c’è nessuna traccia. Il suo odore si è come dissolto nel nulla, a causa di quei maledettissimi mantelli!
Mi fermo, stremato e pietrificato all’idea di averla persa per la seconda volta.
Le ginocchia mi tremano, e in pochi secondi cedono, facendomi accasciare al suolo.
 
Perché?
Perché non vuole farsi trovare?? Perché non vuole che le stia accanto? Perché non può essere tutto come prima???
PERCHE’ DANNAZIONE!?
 
Dalla frustrazione tiro un pugno al terreno così forte da lasciarvi il segno, urlando tutta la mia rabbia e il mio dolore.
 
“Inuyasha..” la voce del monaco, alle mie spalle, mi fa sussultare. Lui e gli altri devono avermi seguito, preoccupati dal fatto che potessi fare qualche sciocchezza.
Mi volto a fissarli con un’espressione apatica..il mio volto deve essere davvero distrutto, perché li vedo allargare gli occhi dallo stupore e osservarmi con compassione. Devo essere davvero pietoso.
Nessuno fiata.
Non c’è niente da dire.
Neanche loro sanno come reagire a questa ennesima batosta.
Kagome è ancora viva, sì…ma non ricorda assolutamente nulla di noi.
L’unico di cui ricorda qualcosa è il nostro acerrimo nemico, Naraku. E questo pensiero mi fa imbestialire.
Lui ha un posto nei suoi ricordi, e io no!
Ma soprattutto, quel demone dai capelli rossi le può stare vicino, a quello che dovrebbe essere il mio posto, godendo della sua fiducia, della sua dolce fragranza…..e questo mi provoca un dolore lancinante al petto.
Non mi piace come le sta vicino, non so nemmeno che rapporto si sia instaurato tra loro in questi tre anni.
E il dubbio che lui possa essere diventato qualcosa di più per lei, mi terrorizza.
 
Alle spalle dei miei compagni vedo far capolino la miko che adesso viaggia con noi e un moto di rabbia si impossessa di me.
Sono convinto che lei sappia qualcosa che io non so e che me l’abbia tenuto nascosto di proposito. Non ho dimenticato la sicurezza con la quale ha sentenziato che Kagome non era a conoscenza della nostra identità.
In una frazione di secondo, scatto in piedi e la imprigiono tra me e un albero che si trova poco distante da lei.
La vedo stringere i denti, probabilmente a causa del dolore provocato dall’ impatto, ma in questo momento poco mi importa, non era mia intenzione essere gentile. Non in questo momento.
 
-“Kikyo guardami negli occhi e dimmi la verità! Tu ne sapevi qualcosa?? Sapevi che Kagome era ancora viva??”
Ancora non mi guardi negli occhi, tenendo ostinatamente lo sguardo basso, coperto dalla frangia corvina.
Sto perdendo la pazienza!
In modo brusco le sollevo il viso e quello che vedo mi fa vacillare per un attimo.
Agli angoli dei suoi occhi posso chiaramente vedere due gocce salate.
Ma non sono lacrime di dolore le sue.
No.
Sono chiaramente lacrime di rabbia.
Tuttavia non ho intenzione di lasciar cadere l’argomento e faccio ancora più pressione sulle sue braccia.
Un gemito di dolore le sfugge dalle labbra.
Non sono mai stato un uomo violento nei confronti delle donne, anzi, ho sempre odiato chi lo fosse…ma non ho intenzione di farmi prendere per il culo!
Non da lei!
Finalmente, dopo secondi che mi sono parse ore, ti decidi a rispondere..
 
-“…..Si”
 
Sento il mondo crollarmi addosso e tutte le mie certezze vacillare.
Mi allontano da lei di scatto, come se mi fossi bruciato, fissandola con un misto di sdegno e sconcerto.
 
Porto una mano al petto, stringendo la stoffa della mia veste..
L’ennesima pugnalata al cuore.
Ero stato tradito proprio da lei. Lei che meglio di chiunque altro dovrebbe sapere quanto essere ingannati da una persona nella quale si è riposta fiducia, faccia male.
Lei ha continuato a viaggiare con noi, giorno dopo giorno, senza mai farne parola.
Tenendo per sé questo segreto, pur sapendo quanto la sua mancanza ci facesse soffrire.
MI facesse soffrire.
Ma forse è proprio quello il motivo..
 
Non riesco a guardarla in faccia. Ho paura che se alzassi adesso lo sguardo su di lei, potrei reagire in modo sconsiderato.
Senza guardarla in volto le pongo un’altra domanda, la cui risposta probabilmente mi ucciderà, ma non posso farne a meno.
 
-“Da quanto?”
………
………
………
………
………
-“Da quel giorno”
 
No…
Non ci credo…
NON E’ POSSIBILE!
Lei aveva assistito alla mia ricerca disperata, mi aveva visto partire per giorni a cercarla senza dormire, senza mangiare….non può avermelo tenuto nascosto pur vedendo che non passava giorno senza che mi struggessi al pensiero di essere stato io a provocare la sua morte.
Sto cominciando a vedere rosso, so che mi dovrei calmare prima di perdere il controllo e far rischiare la vita anche ai miei compagni.
Ma proprio non ci riesco.
 
Con un grido disumano le urlo in faccia tutta la mia frustrazione con quell’unica domanda:
 
-“PERCHE’?!?”
 
Ma lei non sembra spaventata, al contrario, sembra che la mia domanda abbia sortito in lei lo stesso sentimento di rabbia che si è manifestato in me.
Avvicinandosi sempre di più mi grida contro tutto quello che in questi tre anni si è tenuta dentro, e io mi ritrovo a fare un passo indietro colto alla sprovvista dalla sua reazione.
 
-“Perché Inuyasha??? Mi stai davvero chiedendo perché?? Non ci arrivi da solo?? Ma certo, come potresti essertene accorto. Infondo in questi tre anni, pur avendomi accanto, non mi hai mai, MAI, degnata di uno sguardo! Forse perché in  me vedevi riflesso il tuo errore, perché al mio posto ci sarebbe dovuta essere quella ragazzina!
Quando quel giorno, dopo essere tornato senza aver trovato nessuna traccia del corpo di Kagome, mi hai chiesto di unirmi al tuo gruppo, mi sono sentita felice come mai da quando sono tornata in vita in questo corpo di terra ed ossa. Credevo che fosse un segno del destino. Che ci fosse stata data un’altra possibilità..”
-“Smettila con questi discorsi sul destino! Non è stato il destino a far sì quel giorno Kagome cadesse dal Monte Hakurei, ma Naraku!”
Sono stanco di questi discorsi assurdi sul fato.
Non può sperare di giustificarsi così!
Tuttavia ancora non mi ha detto come ha fatto ad accorgersi che Kagome fosse ancora viva.
 
-“Come te ne sei accorta? Come hai capito che Kagome era sopravvissuta alla caduta?? L’altra notte mi hai confessato di non riuscire a sentire le aure dei due benefattori, per caso stavi mentendo anche quella volta?”
 
Sono cosciente del fatto che la sto offendendo. Che implicitamente le sto dando della bugiarda. Ma ormai non ho più fiducia in lei.
Tutto quello che voglio sono delle risposte.
Me le deve.
 
Ferita ulteriormente dalla durezza delle mie parole, nasconde lo sguardo sotto la frangetta, serrando i pugni fino a farli tremare. E inizia a parlare.
-“Non stavo mentendo. In tutto questo tempo non sono mai riuscita ad individuare la sua presenza, che adesso so essere stata celata dai loro mantelli. Sapevo solo che era viva, ne ero certa perché se fosse davvero morta quel giorno, la parte della mia anima che si era reincarnata in lei alla sua nascita, sarebbe tornata a me. Ma non fu così. Sapevo che era ancora viva da qualche parte, e temevo che da un momento all’altro sarebbe ricomparsa per riprendersi il posto che le spettava. Per privarmi ancora una volta della gioia di starti accanto.
Più il tempo passava e più mi chiedevo come mai non si fosse ancora mostrata. Infondo qua nell’epoca Sengoku non ha nessuno se non te e i tuoi amici.
Fino a ieri mattina, quando vi ho riferito della presenza dei frammenti nei pressi del villaggio di Yusaka, non avevo idea che a possederli fosse lei.
Il dubbio però mi ha assalita quando ormai eravamo già nella capanna di Genzo-san e lui ci stava raccontando dei benefattori..ho collegato il tutto quando ha espressamente affermato che uno dei due era una donna. Nessun altro oltre a me e Kagome è in grado di mantenere completamente pura la Sfera dei Spiriti. Quindi ero sicura che si trattasse di lei.
Quando poi si è mostrata, ho deciso di farla finita una volta per tutta con quella commedia dei benefattori. Non ce la  facevo più a stare col fiato sospeso nell’attesa che le mie paure trovassero conferma. Per questo ho scoccato quella freccia.”
 
Queste ennesime rivelazioni, mi lasciano senza parole.
Non posso darle torto riguardo al fatto che se avessi saputo di Kagome, sarei corso immediatamente da lei..
..infondo l’altra notte, quando me l’ha chiesto esplicitamente, l’ho ammesso anche a me stesso.
 
MA DANNAZIONE!
 
Questo non è comunque un motivo valido per lasciarmi crogiolare nel dolore per tre anni!
Tre anni maledizione!
Se avessi saputo in tempo di Kagome, magari lei non avrebbe mai incontrato quell’Hideki, e io adesso non sarei qui a struggermi al pensiero che lui conti qualcosa per lei, non avrebbe avuto il tempo di dimenticarsi di me….sarebbe tutto diverso!
 
So che dovrei finirla qui, ma sembra che io non voglia smetterla di farmi del male.
 
-“…….E invece oggi, quando l’hai vista, cosa ti ha spinto ad affermare con così tanta sicurezza che si fosse realmente dimenticata di noi?”
 
Mi guardi come se avessi chiesto la cosa più banale del mondo, e con altrettanta, disarmante, naturalezza mi rispondi.
 
-“In quanto mia reincarnazione tra me e lei c’è una sorta di rapporto telepatico involontario. Quando le hai detto il tuo nome, nella sua mente ho letto una gran confusione…
….ma niente che si riconducesse ad un tuo ricordo.
Assolutamente nulla.
……è come se tu fossi stato cancellato”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Ehi Kagome, qualcosa non va? E’ da quando abbiamo lasciato il villaggio di Yusaka che sei taciturna”
 
 La voce del mio compagno di viaggio, mi desta dai miei pensieri.
 
-“Eh? Cosa? No no tranquillo non c’è niente che non vada!” sfoggio uno dei miei migliori sorrisi rassicuranti, sperando che Hideki se la beva.
Ma come al solito, vengo beccata.
Come fa??
Non mi sembra di essere una bugiarda tanto pessima, eppure ogni volta che mento se ne accorge.
Sembra quasi che possa leggermi nel pensiero.
 
-“Kagome a chi vorresti darla a bere? Ormai sono tre anni che viaggiamo insieme. Lo sai che sento puzza di menzogna anche a un miglio di distanza. Cosa ti turba?”
-“Uffa….è mai possibile che non possa tenermi qualcosa per me??” sbuffo divertita “……e va bene effettivamente qualcosa che mi turba c’è…”
-“Di che si tratta?”
-“Di quel mezzo demone di nome Inuyasha..”
-“COSA????”
 
Lo vedo fermarsi di colpo e fissarmi sconvolto.
Ma che gli è preso??
 
-“Non mi dire che ti sei innamorata di quel botolo!!”
 
Idiota..
 
-“Cosa vai blaterando?? Sei completamente fuori strada, baka!”
-“E allora cosa c’è che non va?”
-“Niente…mi chiedevo solo….per caso tu l’avevi già incontrato prima d’ora?”
-“Ma che domande mi fai? Come potevo averlo già visto? Sono sempre con te!”
-“Hai ragione..è una domanda stupida..”
-“Perché me lo chiedi? Tu per caso lo conoscevi invece?”
-“Assolutamente no. C’eri anche tu quando gli ho detto che non sapevo chi fosse, nonostante lui e i suoi compagni continuassero ad affermare di conoscermi”
-“Quindi pensi che abbia a che fare qualcosa con la tua assenza di ricordi legati agli anni precedenti al nostro incontro? Per caso hai ricordato qualcosa?”
-“No, niente di niente..sai anche tu che pur non avendo alcun ricordo dei momenti trascorsi con la mia famiglia, se mi sforzo riesco a ricordare i loro volti. Ma per quanto mi sforzi, il volto di quel ragazzo mi è completamente estraneo”
-“Capisco…”
-“Tuttavia……..quando mi ha detto il suo nome, questo mi è parso inspiegabilmente familiare, quasi come se un tempo fossi stata abituata a pronunciarlo.”
………..
………..
Mi volto verso Hideki che, pur continuando a camminare, si è stranamente ammutolito e ha lo sguardo perso nei suoi pensieri.
Che gli prende?
Ho detto qualcosa di strano?
-“Ehi? Per caso ho detto qualcosa che non va?”
Come risvegliato dal suono della mia voce, si volta a guardarmi con aria interrogativa.
-“Cosa? No no assolutamente!” mi sorride ingenuamente “Probabilmente è solo una tua impressione! Hai detto anche tu di non averlo mai visto no? Non stare ad arrovellarti! Piuttosto, direi che qua è perfetto per accamparci per la notte, che dici?” mi chiedi, indicando un piccolo slargo tra gli alberi, che non ha niente da invidiare a quelli che abbiamo incontrato finora.
Ho come la sensazione che stia cercando di cambiare argomento.
Vorrei soffermarmici ulteriormente, ma comincio a sentire le palpebre pesanti..
Oggi è stata una giornata faticosa…credo che un po’ di riposo mi farebbe bene.
Continueremo il discorso domani.
 
Anche se non sono brava come te, anche io ormai riesco a capire quando menti, Hideki.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La notte è calata, e dato che a causa della mia folle corsa per inseguire Kagome e quel demone ormai eravamo troppo distanti per poterla passare al villaggio di Genzo-san, siamo costretti a dormire all’addiaccio.
Anche se abbiamo acceso il fuoco, questa notte la temperatura è calata in modo considerevole.
Mangiamo in rigoroso silenzio…nessuno ha voglia di parlare dopo la giornata di oggi.
O meglio, Miroku e Sango hanno già provato diverse volte a tirare fuori l’argomento, ad azzardare qualche ipotesi, ma il mio ostinato mutismo li costringe ogni volta a lasciar cadere l’argomento.
Non sono ancora pronto a parlarne.
Devo ancora assimilare tutte le notizie sconvolgenti che ho appreso in meno di ventiquattr’ore.
E soprattutto non sono ancora pronto a rivolgere la parola alla miko che viaggia con noi.
Non l’ho ancora perdonata per ciò che mi ha tenuto nascosto.
Ogni volta che ci penso mi arriva il sangue al cervello.
….chissà se la perdonerò mai.
 
Improvvisamente un rumore tra i cespugli alle nostre spalle, ci fa sobbalzare, facendoci scattare subito sulla difensiva.
Sarà qualche animale selvatico, non sento nessun' aura demoniaca.
Ma quello che esce da quei cespugli, mi fa prudere immediatamente le mani….
 
-“Tu che diavolo ci fai qui??”
 
Il demone dai capelli rossi di nome Hideki, appena apparso dinnanzi a noi, ricoperto dal solito mantello nero, mi osserva con aria superiore.
 
-“Calmati cagnolino. Sono qui per darti delle spiegazioni”
 
Cosa??
Delle spiegazioni??
Mi sta prendendo per il culo??
Sto per avventarmi contro di lui, pronto a sguainare Tessaiga, ma una mano sulla mia spalla, mi costringe a fermarmi.
 
-“Dicci pure Hideki, siamo tutt’orecchi” risponde il monaco, lanciandomi uno sguardo ammonitore che non ammette repliche.
 
-“Dov’è Kagome? Non era con te?” chiede improvvisamente Sango.
E a quel nome le mie orecchie si rizzano, attente a captare ogni singola parola del demone dai capelli rossi.
 
-“Ho approfittato del fatto che stesse dormendo per venire da voi. Non volevo che mi vedesse” risponde quello con tutta la naturalezza del mondo.
 
Loro due dormono..insieme??
Un brivido di rabbia mi corre lungo la schiena e la salivazione mi si prosciuga.
Non riesco a muovere un muscolo.
Sono talmente sconvolto che mi accorgo di aver persino smesso di respirare.
Ma la voce del demone confuta i miei pensieri più infausti.
 
-“Sei completamente fuori strada mezzo demone. Io e Kagome non dormiamo insieme in quel modo.”
-“C-cosa? E tu come fai..??”
 
Mi sorride sornione, indicandomi la piccola gemma scura di forma circolare che si trova all’altezza della sua fronte.
 
-“Diciamo che questa è una specie di terzo occhio. Come sospettavi oggi pomeriggio, posso avere libero accesso ai pensieri e ai ricordi di chiunque.”
 
Lurido bastardo.
 
In una frazione di secondo gli sono addosso, sovrastandolo, pronto a conficcargli gli artigli in gola.
Ma la sua risata divertita mi costringe a fermarmi.
Che diavolo c’è di così divertente??
Poco mi importa del motivo, tra poco ti toglierò quel sorrisino dalla faccia, bastardo.
 
Ma la sua mano, con facilità, blocca la mia che si stava avventando sulla sua giugulare, bramosa di tingersi di rosso.
 
-“Se mi uccidessi sarebbe un bel problema, mezzo demone”
-“Che diavolo vai blaterando?? Speri che questo basti a risparmiarti la vita??”
-“Assolutamente no, ma credo che almeno prima dovresti sapere qualche cosetta che potrebbe interessarti”
-“PARLA!” sto perdendo la pazienza, sono sicuro che questo codardo sta cercando di tirarla per le lunghe per avere salva la vita.
 
-“Hai ragione, a cancellare la memoria a Kagome sono stato io…..” ammette candidamente.
 
 
E’ MORTO.
 
 
 
“……..ma solo perché a chiedermelo è stata lei”.  
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
Oddio questo capitolo, finora, è stato il più lungo che abbia scritto O.O
Spero di non aver fatto troppo casino! >.< avevo un sacco di idee in testa e mi auguro di essere riuscita a riportarle al meglio >.<
Allora? Che ne dite di questa nuova Kagome? Decisamente un po' fuori dal personaggio ;)
Dopo tre anni l'ho voluta rappresentare molto più matura, forte e indipendente, a causa di tutto quello che ha passato.
Riguardo al suo rapporto con Hideki, come qualcuno mi aveva chiesto, avete potuto constatare (così come quel gelosone di Inuyasha :P) che tra i due non c'è niente di più che semplice, ma profonda amicizia.
Tuttavia...mai dire mai ;)
Nel prossimo capitolo troverete l’intro della storia ^^
E vi anticipo già che ci sarà un flashback che chiarirà, spero, la maggior parte dei vostri dubbi!
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento *O*
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate ^^
Un bacione <3

Dadina91

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Capitolo 5
*** Pieces of memory (part 1) ***


La rabbia mi offusca la vista.
La mia mano si muove da sola.
Un pugno.
Poi un altro, un altro ancora.
Voglio vederlo morto.
Voglio bearmi della vista del suo sangue.
Questo è troppo.
Come osa?
Come osa cercare di farci credere che Kagome, di sua volontà, abbia deciso di dimenticarci?!
Sono tutte cazzate.
Lui non la conosce come la conosco io.
Kagome non è il tipo di persona che rinnega il suo passato. Che all’improvviso decide di dimenticare chi per lei è stato importante, chi le ha voluto bene..chi l’ha amata.
Lei non l’avrebbe mai fatto. Ne sono certo.
 
……ma questi pensieri risuonano nella mia mente come un disperato tentativo di autoconvincimento.
 
In un solo giorno tutte le mie convinzioni si sono infrante..
Infondo..cosa mi dà tutta questa sicurezza?
 
In realtà, io non sono più sicuro di niente.
 
Kagome, che ho creduto morta per tre lunghi anni, è ancora viva..
..e Kikyo, della quale mi fidavo, mi ha tradito nascondendomi la verità per tutto questo tempo.
 
In effetti ho ben poco di che essere spavaldo.
 
Non ho più saputo niente di Kagome in questi tre anni.
Per quanto ne so io potrebbe essere cambiata radicalmente.
 
“….io non..non conosco più Kagome.”
 
Tremo di fronte a questa nuova, insopportabile realtà.
La potenza dei miei colpi va pian piano scemando.
Come se queste rivelazioni della mia coscienza avessero in qualche modo svuotato il mio corpo della forza che fino a pochi istanti prima lo animava, lasciandone un involucro vuoto.
Avverto in lontananza le voci dei miei amici intimarmi di smetterla, di fermarmi, che di questo passo lo avrei ucciso.
Vedo il demone sotto di me accusare ogni colpo rivolgendomi un sorrisino sarcastico tra un pugno e l’altro, quasi come se la mia ira lo divertisse.
Ma non ci faccio caso.
Sembra che tutto intorno a me abbia perso consistenza, importanza.
 
Poi, finalmente, sento la presa ferrea di quelle che immagino essere le mani dei miei compagni e mi lascio trascinare a peso morto lontano dal corpo di quell’ Hideki, che si rialza a fatica asciugandosi con la manica qualche rivolo di sangue che gli sgorga qua e là dal volto, osservandomi divertito.
 
-“E’ esilarante vedere quanto facilmente la rabbia riesca a prendere il sopravvento sulle tue azioni, Inuyasha. Non sei più sicuro di niente non è vero? Hai paura che le mie parole siano veritiere e di quello che potrei raccontarti” afferma il demone dando voce ai miei pensieri, ai quali probabilmente ha avuto libero accesso mentre ero troppo impegnato a colpirlo.
 
Lo osservo con sguardo spento.
Sì..ho paura di ciò che mi dirà.
 
-“Ti sei divertito abbastanza. Adesso smetti di infierire e dicci quello che sai” lo ammonisce Sango, infastidita anche lei dall’atteggiamento del demone dai capelli rossi che sembra godere a lasciarci sulle spine.
Hideki, chiamato in causa, si volta ad osservarla, rivolgendole un leggero cenno di assenso e andando a sistemarsi su un masso lì vicino.
-“Perché perdere tempo con le parole quando posso mostrarvelo attraverso i miei ricordi?”
 
Lo osserviamo con aria interrogativa, non capendo dove voglia arrivare.
 
-“Avete capito bene, risponderò agli interrogativi che vi tormentano mostrandovi ciò che è successo alla vostra amica dal giorno in cui vi siete “separati”..o meglio, dal giorno in cui ci siamo incontrati” e nel dirlo mi rivolge uno sguardo di sfida,  che mi fa digrignare i denti, per poi riprendere a parlare.
-“Avvicinatevi e poggiate le mani su di me”
 
Questa richiesta improvvisa ci lascia interdetti.
Tuttavia, dopo esserci scambiati qualche sguardo diffidente, ci avviciniamo un po’ titubanti, poggiando le mani sui suoi avambracci.
 
-“Quello che sto per mostrarvi non sarà facile da accettare per voi che l’avete sempre conosciuta per la ragazza dolce e solare che è, ma in quanto suoi amici credo che abbiate comunque il diritto di sapere cosa l’ha spinta a prendere questa drastica decisione”
 
Le sue parole hanno l’effetto di turbarmi più di quanto già non lo fossi, ma ormai non posso più tirarmi indietro.
Sebbene una parte di me sia terrorizzata all’idea di quello che vedrà, l’altra, quella razionale, ha bisogno di sapere.
 
-“Chiudete gli occhi, non ne avrete bisogno…vedrete coi miei”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono sei giorni oramai che mi aggiro ai piedi del Monte Hakurei, costeggiando le rive di quell’unico tratto di fiume a me accessibile, incapace di avanzare oltre a causa della sua maledettissima barriera sacra.
Eppure non mi è sfuggita la forte aura maligna che vi proviene da qualche tempo.
 
La stessa che avevo percepito al mio villaggio..
 
A quel ricordo stringo i pugni fino a ferirmi i palmi con gli artigli.
 
Nemmeno il potere purificatore del monte è riuscito a celarla.
Sta succedendo qualcosa….e il mio sesto senso mi suggerisce che non si tratta di nulla di buono.

Finora però, nulla si è mosso.

Se quell’aura demoniaca non fosse così potente da colpire in pieno i miei sensi, crederei di essermi sbagliato.
 

Oggi, tuttavia, ho avuto una strana sensazione.
Per un attimo…per un breve ma intenso istante...
…mi è parso di udire una disperata richiesta d’aiuto, giungere dall’ altro lato della barriera.
 
Un grido straziante, carico di dolore.
 
Ad essere sincero non credo di poter asserire di averlo propriamente “udito”…
…come negli ultimi giorni, le pendici del monte sono avvolte da un silenzio inquietante…
Si è trattato, piuttosto, di un fugace contatto mentale.
Probabilmente involontario..
…ma che adesso continua a rimbombarmi nella mente come un mantra.
 
-“Ti prego...non lasciarmi cadere…salvami!”
 
Non sono mai stato un tipo sentimentale..
..ma questa supplica mi ha inspiegabilmente colpito nel profondo.
Era talmente satura di sofferenza, malinconia…delusione, che proprio non riesco ad ignorarla.
Non so a chi fosse rivolta, ma una cosa è certa: adesso che so che qualcosa sta effettivamente accadendo sull’ Hakurei, non mi lascerò sfuggire quest’ occasione per avere spiegazioni.
 
Ora che ci penso però..
La persona della quale mi è giunta la voce pregava di non lasciarla..
..cadere..?
….
Che stia..?
Che stia cadendo dalla montagna??
Maledizione!
Di chiunque si tratti, demone o umano che sia, non potrà mai sopravvivere ad una caduta del genere.
E di conseguenza io non potrò avere le informazioni di cui ho bisogno.
 
…questo non posso permetterlo!
 
Alzo lo sguardo verso l’alto nel tentativo di scorgere una sagoma oltre la coltre impenetrabile, ma niente.
La nebbia qua attorno è talmente fitta da permettermi a stento di vedere la base del monte.
 
Poi improvvisamente, lo sento.
Oltre la barriera, in lontananza..
Un tonfo nell’acqua che conferma i miei presentimenti.
 
Dannazione!
 
Mi dirigo a tutta velocità verso il punto in cui, in questi giorni di sopraluoghi, avevo scoperto che l’effetto della barriera cessava.
Se è caduto nel fiume, la corrente lo trascinerà sicuramente a valle; a quel punto allora potrò intercettarlo.
…E se non è morto, interrogarlo.
 
Arrivato al luogo in questione, punto lo sguardo nella direzione dalla quale spero di veder comparire da un momento all’altro il corpo.
Passano diversi minuti, in cui mi ritrovo a trattenere il respiro per il timore di potermi essere sbagliato, che si sia trattato solo di uno scherzo della mia immaginazione.
 
Ma ecco che ad un certo punto scorgo qualcosa in lontananza farsi largo tra la nebbia, avanzando a velocità sostenuta, sospinto dalle acque del fiume.
Ancora non posso dire con esattezza di cosa si tratti, in quanto riesco solo a scorgerne i contorni, ma il sospetto che si tratti proprio di un corpo trova conferma pochi istanti dopo, alla vista di quest’ultimo riverso col volto verso il letto del corso d’acqua.
Non ci penso un attimo di più e mi getto in acqua per recuperare il poveretto che mi auguro, pur essendo conscio dell’ assurdità della mia speranza, essere ancora vivo.
Lo afferro per la vita e lo trascino sulla riva.
 
Tuttavia vengo colto da un tuffo al cuore quando mi accorgo che il corpo che tengo tra le braccia è quello di una giovane donna.
Che diavolo ci faceva una ragazza come lei da sola sull’ Hakurei??
Purtroppo però le mie speranze di poterne ricavare qualche informazione utile svaniscono alla vista del profondo buco che si trova al centro del suo petto..
Infondo è solo un’ umana: è già un miracolo che il suo corpo sia arrivato fino a qui integro..
 
Ciò nonostante non posso fare a meno di notare che quella ferita emana un terribile tanfo di miasma.
 
Proprio come quello che…..
 
Il flusso dei miei pensieri però viene nuovamente interrotto da un ennesimo fugace contatto mentale da parte della fanciulla che ha il capo posato sul mio petto, apparentemente esanime.
 
-“Non abbandonarmi, ti prego….non voglio morire”
 
La osservo incredulo.
Chi è questa ragazza? Come può stabilire un contatto con me, quando io non sto facendo nulla per leggerle la mente? Un semplice umano non può esserne in grado..
Sbigottito, avvicino il mio viso al suo e avverto, con mia immensa sorpresa, un flebile, seppur presente, respiro.
Lei è…viva!?
Qualunque cosa l’abbia colpita deve averle mancato il cuore.
Forse posso ancora salvarla.
Decido così di farle sapere che l’ aiuterò, che farò tutto il possibile per non lasciarla morire.
Anche se non credo che la sua preghiera fosse rivolta a me.
 
-“Ti salverò te lo prometto. Non morirai, fidati di me!”
 
Detto ciò, la sistemo meglio tra le mie braccia nel modo più delicato che conosco e comincio a correre a perdifiato seguendo il corso del fiume, pregando con tutto me stesso che a valle  ci sia un villaggio nel quale farla curare.
Questa giovane è l’unica a potermi dare delle risposte.
 
Non la lascerò morire, costi quel che costi.
 
Purtroppo però, dopo aver viaggiato per più di cinque ore senza mai fermarmi, ancora non scorgo all’orizzonte alcun villaggio, nemmeno una casa solitaria.
Pare che tutta l’area intorno al monte sia disabitata.

Maledizione!

Non potrà resistere ancora per molto.
Se non trovo qualcuno alla svelta il miasma della ferita la consumerà dall’interno in poche ore.

Arresto la mia corsa e mi volto in tutte le direzioni nella speranza di avvistare anima viva.

Ma nulla.

Ci siamo solo io e lei..e a farci compagnia lo scroscìo delle acque del fiume che l’aveva portata fino a me e il frusciare delle foglie degli alberi mosse dal vento.

Mi accascio al suolo stremato dalla mia folle corsa, tenendo ancora stretta tra le braccia la giovane donna dai capelli corvini e la pelle diafana, la quale sta assumendo un colorito sempre più cereo e lontano da quello dei viventi.

I muscoli delle gambe mi dolgono terribilmente, ma non è questo a farmi più male.
A farmi cedere è il peso della consapevolezza di non poter fare più niente per salvarla, di non riuscire a tener fede alla promessa che le ho fatto.
In preda a questi pensieri, do voce alla mia frustrazione liberando un urlo disumano, nell’ultimo disperato tentativo di ricevere soccorso.
 
“QUALCUNO PUO’ SENTIRMI?? VI PREGO, AIUTATELA O DI QUESTO PASSO NON SUPERERA’ LA NOTTE! E’ MAI POSSIBILE CHE NON CI SIA NESSUNO?? MALEDIZIONE!”
 
Niente.
Nessuna risposta.
Ma infondo, nemmeno ci speravo più.
La poso a terra con delicatezza, ormai rassegnato all’idea che dovrò assistere alla sua morte e che con lei morirà anche l’ unica speranza di dare una risposta a tutti i miei interrogativi.
Strappo via un pezzo di stoffa dalla manica della mia veste e mi avvicino al fiume, immergendo il tessuto nelle sue acque, e andando poi a posarlo sul suo volto contratto in un’ espressione di pura sofferenza, per donarle un po’ di sollievo.
La osservo attentamente.
I lunghi capelli corvini, ancora umidi, le ricadono scomposti sul volto dai tratti delicati, incorniciandoglielo e creando un netto contrasto col pallido colorito del suo incarnato. Le labbra carnose, che hanno assunto anch’esse una sfumatura cerea, leggermente dischiuse in un respiro affannato. E il buffo kimono svolazzante, verde e bianco, strappato e sgualcito all’ altezza della ferita letale.
Mi si spezza il cuore a vedere una ragazza nel fiore dell’età in quello stato, ma purtroppo non sono in grado di fare nient’ altro per lei.
Prima di vederle esalare il suo ultimo respiro, però, voglio almeno conoscere il suo nome.
Non credo che in questo momento avrebbe la forza di rispondere a delle domande più articolate.
 
-“Hey ragazzina, riesci a sentirmi?” le domando con una dolcezza tale che per un momento stento a credere provenga da me.
 
Noto le sue palpebre chiuse vibrare leggermente prima di schiudersi a fatica, lasciandomi specchiare in due calde iridi color nocciola.
Rimango ad osservarla per qualche secondo, incantato da come quegli occhi riuscissero a scaldarmi il cuore, nonostante il soffio vitale stesse abbandonando il suo corpo, rendendolo sempre più freddo.
La sento mugolare in risposta un suono di assenso, e istintivamente avvolgo la sua mano tra le mie, nel tentativo di farle capire che le starò vicino finché non giungerà il momento.
Decido di farmi coraggio e comincio a parlare.

-“Come ti chiami?”

Raccogliendo tutte le sue forze, mi risponde in un sussurro.

-“Ka…go…me”

Kagome..
Almeno conosco il nome di colei che a breve andrò a seppellire.

-“Mi dispiace, Kagome..non sono riuscito a trovare nessuno che possa aiutarti…pare che qua ci siamo solo noi due, la zona è disabitata..ti chiedo perdono..non sono il tipo che si arrende facilmente di fronte alle avversità, ma temo che se proseguissi nella ricerca di un dottore, gli scossoni dovuti alla mia corsa non farebbero altro che accelerare il circolo del miasma nel tuo organismo. Ti chiedo scusa..volevo davvero salvarti.” le confesso non riuscendo più a sostenere il suo sguardo e posandolo sulle nostre mani intrecciate.

Inaspettatamente però mi accorgo che la sua mano sta stringendo la mia.
Alzo la testa di scatto credendo che si tratti di una reazione a qualche fitta più dolorosa, ma ciò che vedo mi fa perdere un battito.


La ragazza che avevo appena appreso chiamarsi Kagome, mi sta osservando con occhi compassionevoli, rivolgendomi un leggero sorriso ricolmo di gratitudine.

Rimango senza parole, testimone muto del suo coraggio e della sua forza d’animo.
Sta cercando di dire qualcosa.
Lo capisco da come le trema il labbro inferiore.
Avvicino ulteriormente il mio volto al suo per riuscire a comprendere meglio il sussurro che ne sta fuoriuscendo, non interrompendo nemmeno per un attimo il contatto visivo tra i nostri occhi.
 
-“Inu…yasha…”
 
Pronuncia questo nome continuando a specchiarsi beatamente nei miei occhi color del sole, sorridendomi con dolcezza.
Come se l’incontro tra i nostri sguardi fosse l’unica cosa in grado di farle dimenticare il dolore provocatole dalla ferita all’ altezza del petto.
 
….chi è Inuyasha?
 
Tuttavia, l’ atmosfera che si è venuta a creare, viene interrotta dall’ improvviso frusciare tra i cespugli alle mie spalle.
Mi volto di scatto mostrando le zanne, convinto che si tratti di qualche animale selvatico venuto a banchettare col corpo della ragazza in fin di vita, ma ciò che vedo mi concede di sperare in un esito migliore di quello al quale mi ero già arreso.
Davanti a me ci sono due ragazzini, un maschio e una femmina, visibilmente spaventati, presuppongo, dalla mia reazione.
La bambina, che non avrà più di otto anni, dal corto kimono azzurro cielo, decorato da piccoli fiorellini rosa, e i capelli raccolti in due buffi codini, si nasconde dietro al bambino poco più grande di lei, dai corti capelli castani e lo sguardo sveglio, il quale da bravo ometto la copre facendole da scudo.
 
Non so come comportarmi per fare in modo di non spaventarli ulteriormente e quindi farmi sfuggire quell’unica possibilità di salvare la vita a Kagome.
Ho agito d’ impulso e adesso loro sono sicuramente in attesa di un mio cenno per darsi alla fuga, credendo che voglia fargli del male.
 
Invece sono costretto a ricredermi.
 
Con mio immenso stupore, la ragazzina si dirige cautamente verso di me e una volta vicino si inginocchia osservando in silenzio il corpo della ragazza che tengo tra le braccia, con aria grave.
-“Abbiamo sentito il tuo grido d’ aiuto..riesci a trasportarla ancora per qualche chilometro? Il nostro villaggio non dista molto da qui” a prendere la parola è stato il ragazzino che si è a sua volta avvicinato a me e a Kagome.
-“Si, ce la faccio”
-“Perfetto, allora sbrighiamoci”
 
Così dicendo si avvia verso il folto della foresta dalla quale lui e la bambina sono giunti.
Li seguo in silenzio e per buona parte del tragitto nessuno fiata.
Tuttavia, vista la loro disponibilità ad aiutarmi, credo sia doveroso da parte mia, scusarmi per il modo in cui ho accolto il loro arrivo.
-“Vi chiedo scusa per la reazione che ho avuto prima. Non vi ho sentiti arrivare e credevo si trattasse di qualche animale selvatico..devo avervi spaventato”
-“Non ti preoccupare, eri sovrapensiero per le sorti della tua amica, stavi solo cercando di proteggerla” mi risponde sorridente la bambina, che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
La sua saggezza mi lascia senza parole..
-“Ti ringrazio per la comprensione” le sorrido con gratitudine, facendola arrossire leggermente.
Poi proseguo.
-“Come vi chiamate?”
-“Io sono Misa e lui è mio fratello Shintaro” risponde prontamente lei per entrambi.
 
Mentre Misa pare fidarsi incondizionatamente di me, Shintaro sembra essere più sospettoso e più di una volta lo intravedo a fissarmi con la coda dell’occhio con fare diffidente.
In effetti come posso dargli torto?
Sono pur sempre un demone con in braccio un’umana ferita a morte.
Probabilmente neanch’io mi fiderei di me stesso.
 
-“Io invece sono Hideki”
-“Piacere di conoscerti Hide-chan” mi risponde con un sorriso la ragazzina, mentre io mi ritrovo a storcere il naso a causa di quel nomignolo.
Non sopporto quando il mio nome viene storpiato.
…ma direi che per questa volta posso anche ingoiare il rospo.
 
-“E lei invece come si chiama?” mi domanda improvvisamente Misa, questa volta con un tono più apprensivo, cogliendomi alla sprovvista.
-“Lei è Kagome..” rispondo lanciando uno sguardo inquieto al volto della fanciulla che dopo avermi regalato quel soave sorriso, aveva nuovamente perso conoscenza.
-“E’ la tua compagna?”
-“C-come scusa?”
-“Ti ho chiesto se quella che tieni tra le braccia è la tua compagna, sembri tenere molto a lei!”
-“No no, sei completamente fuori strada! L’ho appena trovata e conosco solo il suo nome..ma le ho promesso che non l’avrei lasciata morire..e io tengo sempre fede alla mia parola” le rispondo, accorgendomi però di quanto le mie parole suonino come un goffo tentativo di giustificarsi.
-“Ah capisco..non devi temere Hide-chan, nel nostro villaggio vive un monaco molto potente! Il suo nome è Gombei-sama. E’ solo grazie a lui e alla barriera sacra che ha eretto se il nostro piccolo villaggio esiste ancora! E’ un uomo molto buono..sono certa che riuscirà a salvare la tua amica!” mi rassicura la bambina sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
Una barriera eh?
Questo spiega perché in quelle ore concitate non fossi riuscito ad individuare il loro villaggio.
 
-“Hey demone, se non vuoi che la ragazza ti muoia tra le braccia ti conviene aumentare il passo. E’ già parecchio che siete esposti al miasma e, anche se non so quanto sia il limite di sopportazione di un demone, credo che la tua amica umana non resisterà ancora per molto, e lo stesso vale per noi” mi esorta il ragazzino di nome Shintaro, in testa al gruppo.
Cosa? Miasma? Che diavolo sta blaterando questo moccioso??
-“Shintaro non essere scortese!” lo riprende piccata Misa, al mio fianco.
-“Siamo venuti ad aiutarli solo perché hai insistito, minacciandomi di non tornare al villaggio se non avessimo trovato da chi proveniva quell’urlo, ma sai benissimo anche tu che restare qua fuori troppo a lungo espone anche noi al pericolo di morte! Ed è già da un po’ che siamo fuori dalla barriera del villaggio, quindi, ora che abbiamo fatto quello che volevi, vediamo di darci una mossa!” e detto ciò si volta nuovamente tenendo lo sguardo fisso di fronte a sé, aumentando ulteriormente il passo.
E così facciamo anche io e Misa.
Ma c’è ancora qualcosa che non mi quadra nelle parole di Shintaro.
Di che miasma sta parlando?
Che si riferisca al forte odore che emana la ferita di Kagome?
Mi sembra un po’ eccessivo..
Per quanto la sua ferita sia  impregnata di quel miasma, non credo che le esalazioni di questa minima, seppur concentrata, quantità possano essere letali.
Incapace di dare una risposta ai dubbi che le parole del ragazzino mi avevano insinuato, li espongo a Misa, continuando a mantenere un’ andatura sostenuta.
-“Misa, di che miasma sta parlando tuo fratello? Per caso si riferisce a quello emanato dalla ferita di Kagome? A me non sembra che una quantità tanto minima possa far rischiare la morte..”
La bambina mi osserva con uno sguardo interrogativo.
Cos’ho detto di strano?
-“Shintaro non si riferiva al miasma che si trova nella ferita della tua amica, ma a quello che si espande dal Monte Hakurei per diversi chilometri, investendo le zone circostanti”
COSA??
Mi vuol far credere che finora siamo stati esposti al miasma senza che me ne accorgessi??
Ma la sua risposta dà conferma ai miei timori.
-“Ormai è da qualche tempo che il miasma velenoso, proveniente dall’ Hakurei, ha reso inabitabili le zone che lo circondano. E’ per questo che queste terre sono disabitate e non hai incontrato nessuno durante tutto il tragitto: animali, piante, tutto qua intorno è inutilizzabile per il sostentamento. Anche se qui siamo piuttosto distanti dal monte e l’odore del miasma è meno forte, un’ esposizione prolungata può condurre alla morte”
 
Mi sento un coglione.
 
Un vero coglione per non essermi accorto che ciò che stava uccidendo la ragazza dal buffo kimono svolazzante, in realtà stava per avvelenare anche me.
-“E voi e gli altri abitanti del villaggio come fate ad abitare in un luogo del genere??” le domando ancora sconvolto da quella notizia.
-“Beh noi siamo rimasti qui perché il nostro villaggio è per lo più composto da vecchi, donne e bambini, quindi sarebbe stato difficile per noi intraprendere un viaggio alla ricerca di un altro luogo adatto in cui stabilirci. Per questo il sommo Gombei ha eretto la barriera! Al suo interno siamo al sicuro, sia dal miasma, sia dai demoni. Per quanto riguarda il cibo invece, non abbiamo problemi: tutto ciò che raccogliamo viene purificato dai poteri spirituali del sommo Gombei, rendendolo commestibile e non nocivo per la salute. Dobbiamo molto al nostro monaco!”
 
Impegnato com’ero ad ascoltare le parole di Misa, non mi sono nemmeno accorto che eravamo finalmente giunti alle porte del piccolo villaggio.
Misa mi supera, andando ad affiancarsi al fratello che ci precede di qualche passo.
Li vedo attraversare indisturbati la barriera e così mi accingo a fare lo stesso, lanciando un ultimo sguardo carico di speranza alla ragazza che ho in braccio.
-“Resisti ancora un po’, qui ti guariranno” e detto ciò muovo un passo verso il villaggio….
 
….prima di venire scaraventato lontano dalla forza purificatrice della barriera protettiva.
 
Che cazzo..?
I due bambini si voltano straniti in mia direzione e vedo Misa corrermi incontro, prima di essere fermata da un uomo anziano, dalla figura autorevole.
-“Misa! Shintaro! State bene?? Allontanatevi da qui, me la vedrò io con questo demone!”
Urla il vecchio, apprestandosi a tirare fuori dalla manica della sua veste un rosario, pronto a scagliarmi contro chissà quale incantesimo, mentre io mi trovo ancora a terra dolorante, coi movimenti limitati a causa di Kagome che tengo ancora stretta a me.
-“Sommo Gombei, si fermi la prego! Non è un demone cattivo, vuole solo salvare la sua amica che è stata ferita ed è in fin di vita. Non ci ha fatto del male, glielo può confermare anche Shintaro” gli spiega la bambina, cercando lo sguardo di assenso di suo fratello.
Sempre un po’ titubante, con un cenno del capo, Shintaro conferma le sue parole.
-“E’ vero sommo Gombei, l’abbiamo trovato mentre gridava in cerca di aiuto. Non credo che voglia attaccarci, ha sol bisogno delle vostre cure per la sua amica” borbotta a bassa voce, guardando in un’altra direzione. Visibilmente infastidito all’idea di prendere le difese di un demone.
-“Cosa?? Come vi è saltato in mente di condurre un demone fino al nostro villaggio? Avete corso un rischio enorme! Per non parlare del fatto che vi siete esposti al miasma più tempo del dovuto! E per cosa?? Per un demone che vi avrebbe potuto uccidere con un solo fendente! Sono molto deluso da voi.”
 
Decido di prendere la parola, in modo da fugare i legittimi dubbi del monaco.
 
-“Non avrei mai fatto del male a dei bambini. E’ vero, sono un demone e solitamente non corre buon sangue tra le nostre razze, ma se avessi voluto ucciderli l’avrei già fatto.”
Il monaco, richiamato dalle mie parole, mi incatena al suo sguardo indagatore.
-“E cosa mi assicura che una volta guarita la tua amica, non prenderai le nostre vite?”
-“Non può saperlo con certezza, deve solo fidarsi..la prego..” e faccio una cosa che non avrei mai pensato possibile da parte mia.
 
Mi inginocchio.
Io, Hideki, mi sto inginocchiando di fronte a un umano.
 
-“La supplico, se non vuole permettermi di passare, almeno lasci entrare lei. Ha bisogno urgente delle sue cure o morirà!”
E così dicendo poso delicatamente la ragazza sul terreno, lasciando intravedere il profondo foro circolare sul suo petto.
Il monaco sembra particolarmente turbato a quella vista.
-“Come si è procurata quella terribile ferita?”
-“Non ne ho idea..in realtà non conosco questa ragazza, l’ho trovata in questo stato mentre veniva trascinata dalla corrente del fiume..credo sia caduta dal Monte Hakurei.”
 
A quelle parole noto gli occhi del sommo Gombei allargarsi per lo stupore, restando in silenzio.
Sembra assorto nei suoi pensieri..
..ma in questo momento non ho né intenzione, né voglia di scoprire cosa abbia provocato in lui questa reazione.
Spero solo in una sua risposta positiva.
 
Dopo interminabili minuti che mi sono parsi ore, la sua risposta arriva..
 
E io mi ritrovo a ringraziare i Kami.
 
-“Entrate, svelti. Non c’è un attimo da perdere.”
Vedo una fenditura aprirsi nella barriera, segno inconfutabile del fatto che il monaco ci avrebbe aiutati.
Svelto, raccolgo la giovane donna da per terra e mi getto all’interno.
 
L’aria dentro le mura del villaggio è pura, limpida.
E solo respirandola mi rendo conto di come quella fuori fosse densa e..tossica.
Tuttavia, non faccio in tempo a bearmi della purezza di quell’aria che, improvvisamente, accuso un lancinante mal di testa che mi fa vacillare.
 
Come se migliaia di aghi mi stessero perforando il cervello.
 
C-che cazzo sta succedendo??
-“A causa della barriera purificatrice non sarà facile per te soggiornare in questo villaggio, demone. Il mal di testa andrà peggiorando di giorno in giorno, fino a diventare insopportabile.” mi spiega il monaco, di spalle, precedendomi.
 
Perfetto…di male in peggio..
 
Finalmente raggiungiamo una capanna isolata, al limite della barriera.
-“Qui esercito gli esorcismi, mi sembra il luogo più adatto allo scopo”
Quelle parole mi fanno drizzare le orecchie.
-“Ha intenzione di esorcizzarla??”
-“No demone, l’utilità di questa capanna mi è data solo dalla sua lontananza dalle altre case. Non voglio che il miasma presente nel corpo della tua amica, vada a danneggiare i miei concittadini. Shintaro e Misa hanno già rischiato abbastanza restandovi esposti più a lungo del previsto per soccorrervi” mi ammonisce, lanciandomi uno sguardo di disappunto.
 
Non so se sia dovuto al mal di testa, ma il mio astio nei confronti del monaco va via via aumentando ogni minuto che passa.
 
Una volta entrati mi fa adagiare la ragazza, ancora priva di sensi, su un futon, posizionato al centro della stanza.
La capanna è spoglia, illuminata solo da un pallido raggio di sole che attraversa quell’unica finestrella presente, mentre qua e là scorgo solo qualche monile e oggetto sacro utilizzati per la pratica dell’esorcismo.
-“Mi ci vorrà un po’ di tempo per espellere tutto il miasma dalla ferita e purificare completamente  il suo corpo, quindi ti consiglio, soprattutto per la tua incolumità, di restare fuori finché non verrò io a chiamarti”
Anche se un po’ reticente, mi convinco a dare credito alle parole del monaco, lasciando  la ragazza nelle sue mani.
Tuttavia prima di lasciare la capanna mi avvicino, prendendole la mano, nel tentativo di darle conforto e di farle capire che non la sto abbandonando.
-“Stai tranquilla, ancora un ultimo sforzo e sarà tutto finito. Io sarò qui fuori ad aspettarti e accorrerò se dovessi avere bisogno di me, non mollare proprio adesso.”
So che molto probabilmente non può sentirmi, ma spero comunque, che in qualche modo, le mie parole rassicuranti siano riuscite a raggiungerla.
Mi dirigo verso la stola di paglia che mi divide dall’esterno e una volta sulla soglia, dopo aver dato un’ultima occhiata apprensiva a quella figura esanime, esco da quella stanza.
 
 
 
 
Sono passate già otto ore, e del sommo Gombei e Kagome ancora nessuna notizia.
Sono ancora barricati all’interno della capanna..
Dire che sono in ansia è un eufemismo.
Se quel dannato bonzo la lascia morire, giuro che….
 
Ma…che diavolo sto dicendo??
 
Perché mi sta tanto a cuore la vita di quella ragazzina?
Infondo io non so niente di lei!
 
Beh…se muore non potrò avere le informazioni che mi servono.
 
Sì, è solo questo il motivo della mia agitazione.
…eppure...
…non riesco a smettere di rivedere davanti a me quegli occhi caldi, così carichi di dolore, di rammarico, ma allo stesso tempo così pieni di voglia di vivere e di amore.
Che mi hanno scrutato l’anima nel profondo.
Che mi hanno imprigionato per la loro intensità.
 
Non ho mai provato una sensazione simile..
 
E’ stato come se in un solo sguardo fosse riuscita a comprendere tutta la mia sofferenza e avesse voluto farmi capire che non ero da solo.
Che lei condivideva lo stesso dolore.
….è inutile negarlo…
Quella ragazzina ha qualcosa di speciale.
Qualcosa che in tutta la mia vita non avevo mai trovato in nessun essere umano.
 
L’ indiscriminata accettazione di qualsiasi essere vivente, demone o umano che sia.
 
Spero solo di essere riuscito ad arrivare in tempo..
Non credo che potrei sopportare l’idea di aver permesso ad una creatura così buona, di morire.
 
 
 
 
 
 
-“Hide-chan? Hide-chan! Su svegliati Hide-chan!”
Mmh?
La vocina stridula di Misa mi costringe ad aprire gli occhi.
Devo essermi addormentato..
Beh ho bisogno anch’io, ogni tanto, di recuperare le forze!
Mi alzo a sedere..
Che dolore alla schiena..non ho mai dormito così male in vita mia!
Questo gradino è davvero scomodo.
….ma infondo sono stato io a decidere di rimanere ad aspettare qui fuori dalla capanna di Gombei, per non allontanarmi troppo da Kagome..
-“Che succede Misa?”
-“Kagome-chan si è svegliata!!”
 
C-cosa?
 
Senza lasciarle aggiungere altro, mi precipito di corsa dentro la capanna, rischiando di staccare la leggera stola di paglia a causa del troppo vigore.
Dentro è completamente buio, dal momento che ormai la notte è calata, e l’unica fonte di luce proviene da un pallido raggio di luna che è riuscito ad entrare dalla finestra, andando ad illuminare in modo flebile proprio il volto di Kagome, che si trova seduta sul futon al centro della stanza, intenta ad osservare quel poco di luna che si riesce ad intravedere dalla piccola apertura.
Del bonzo, invece, nessuna traccia.
 
Mi avvicino cautamente..
 
Ho quasi paura che vedendomi possa spaventarsi o non riconoscermi..
Infondo quando l’ho trovata non era esattamente nelle sue piene facoltà..non ci sarebbe nemmeno di che stupirsi se nei suoi occhi vi leggessi sorpresa.
Percependo la mia presenza alle sue spalle, la ragazza si volta in mia direzione.
Ma non c’è né sorpresa né timore nei suoi occhi.
Solo quello sguardo pieno di gratitudine che oramai conoscevo bene.
 
-“Tu sei quel demone che mi ha salvato la vita, non è vero?”
-“Si, sono io..mi chiamo Hideki. Non pensavo mi riconoscessi..infondo sei stata priva di conoscenza per la maggior parte del tempo!”
La vedo sorridere leggermente.
-“Hai ragione..ma anche se non ero presente col corpo, lo ero con lo spirito..ti sei prodigato davvero molto per me, ti ringrazio..”
Non sono abituato a ricevere gratitudine da parte degli umani..quindi il suo modo di fare mi mette terribilmente a disagio.
-“N-non c’è di che..piuttosto come sta la ferita? Si è richiusa completamente?”
 
Per un attimo, scorgo un lampo di malinconia attraversarle gli occhi.
Lo stesso sentimento che vi avevo letto, non appena l’avevo trovata..
 
Poi, come se niente fosse riprende a parlare.
-“Si, sembrerebbe di sì…ma il monaco che mi ha guarita ha detto che devo rimanere a riposo ancora per qualche giorno, per potermi considerare completamente fuori pericolo”
-“Capisco..senti..so che ti sei appena svegliata e che probabilmente in questo momento vorresti solo essere lasciata in pace..ma avrei qualche domanda da porti”
-“Eh? Ma certo, chiedimi pure quello che vuoi! Infondo ti devo la vita..”
-“Bene, vedi..il fatto che io mi trovassi da quelle parti non è un caso. Sono giorni che seguo le tracce di quella potente aura maligna che proviene dal Monte Hakurei, e il motivo è semplice: devo trovare e uccidere colui che la emana, solo così potrò placare la mia sete di vendetta.” mi ritrovo a stringere di riflesso i pugni fino a farmi diventare le nocche bianche, per poi riprendere a parlare.
“E dal momento che ti trovavi sul monte, immagino che tu conosca la sua identità. Voglio dire..la tua ferita è la chiara conferma del fatto che lì sta succedendo qualcosa, e ho come l’impressione che sia stato proprio colui che sto cercando ad avertela inferta, dato che anche l’odore del miasma che essa emanava non mi è nuovo”
Smetto di parlare e incateno i miei occhi a quelli della ragazza, provocandole visibilmente un moto di imbarazzo, credo a causa dell’intensità del mio sguardo.
Poi finalmente si appresta a parlare.
-“Il suo nome è Naraku, è un mezzo demone molto potente e malvagio che sta raccogliendo i frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti, al momento ne possiede la maggior parte, per questo il suo potere è accresciuto notevolmente..”
 
Naraku..allora è così che si chiama quel bastardo!
Tuttavia una domanda mi sorge spontanea.
 
-“Cos’ha lui contro di te? Perché ti ha ferita a quel modo?”
Un ennesimo lampo di malinconia, che questa volta, la porta ad abbassare in modo impercettibile lo sguardo.
-“Beh..vedi..ti posso assicurare che non sei l’unico ad essere sulle tracce di Naraku..ha fatto del male a moltissime persone..e per quanto mi riguarda credo che cerchi di sbarazzarsi di me perché i miei poteri di sacerdotessa potrebbero in qualche modo intralciarlo..anche se più di una volta ha cercato di avermi al suo servizio per poter usufruire dei miei occhi..”
-“Dei tuoi occhi?”
-“Sì..perché posso vedere e localizzare i frammenti della Sfera”
 
Una sacerdotessa?
Allora..
Allora è per lei che..
Sì non c’è dubbio..non può essere una coincidenza!
 
Ma prima di raccontarle la mia storia, ho un’ultima domanda che mi assilla..
 
-“Chi è Inuyasha?”
 
La sua testa si alza di colpo, come se le mie parole avessero avuto lo stesso effetto di uno schiaffo in pieno viso.
Ha lo sguardo puntato dritto davanti a sé, ma riesco comunque a vederlo..posso scorgerlo chiaramente nei suoi occhi..
 
Odio.
 
Non ha più niente della ragazzina di pochi attimi fa, di quella che mi sorrideva cordiale e rispondeva con gentilezza alle mie domande.
Il suo viso si è rabbuiato improvvisamente solo al suono di quel nome.
Chi è?
Perché le provoca questa reazione?
 
Finalmente decide di voltarsi verso di me.
E quello che vedo mi inquieta.
 
Dal suo viso non traspare alcuna emozione.
Niente.
Né rabbia, né dolore.
Assolutamente niente.
Ma quello che mi sconvolge più di tutto, è la vuotezza del suo sguardo.
Così diverso da quello al quale mi ero già abituato.
Quella che ho davanti non può essere la stessa Kagome.
 
Dopo qualche minuto di silenzio decide di rispondere e il suo tono è talmente atono e privo di vita, che non riesco a fare a meno di provare un brivido lungo la schiena.
 
-“Nessuno.”
 
Poi riprende a parlare, con la stessa intonazione.
-“Ora se non ti dispiace sono un po’ stanca, vorrei riposare”
-“M-ma certo..”
E così dicendo si volta dall’altra parte e si addormenta.
 
-“Ha avuto la stessa reazione quando gliel’ho chiesto anch’io”
 
La voce proveniente da un angolo buio della stanza, mi fa trasalire.
Che diavolo..?
 
-“Bonzo! Da quant’è che sei qui??”


Il vecchio monaco esce dal cantuccio privo di luce in cui si era nascosto finora, con un sorrisino irritante dipinto sul viso.
-“Non ho mai lasciato la stanza, demone. Non mi stupisce che tu non te ne sia accorto, infondo a causa della barriera i tuoi poteri si sono piuttosto indeboliti.”
Istintivamente mi ritrovo a ringhiare in sua direzione, ma Gombei non sembra darci troppo peso e continua a parlare.
-“Continuava a invocare quel nome nel sonno, mentre la curavo..e quando si è ripresa e le ho chiesto chi fosse questa persona, mi ha rivolto lo stesso sguardo glaciale e ha smesso di rispondere alle mie domande. Sono rimasto qui nella speranza che con te si aprisse, dandoti qualche informazione sull’ Hakurei, cosa che, come avevo previsto, ha fatto.”
-“Perché sei così interessato a questa faccenda, bonzo?!”
-“E me lo chiedi pure?? Hai visto come viviamo? Chiusi all’interno di una barriera, con il timore di morire se rimaniamo troppo a lungo all’aria aperta, dovendo purificare tutti gli alimenti che ci procuriamo! Ti sembra vita?? Hai idea di quante forze mi ci vogliano per tenere in piedi la barriera che ci protegge dal miasma? Volevo sapere chi ci fosse dietro a tutto questo, chi avesse profanato il Monte Hakurei, chi avesse ridotto in questo stato il luogo che abitiamo e perché! Puoi biasimarmi, demone??”
 
Il silenzio cala nella stanza.
Cosa potevo dirgli?
Come potevo dargli torto?
Le sue ragioni erano più che valide..
 
Kagome aveva ragione..quel Naraku ha rovinato la vita di troppe persone.
 
 
 
 
E’ una settimana che ci troviamo in questo villaggio e Kagome si è del tutto ristabilita..
 
…anche se dalla notte in cui abbiamo parlato per la prima volta, la sua espressione indifferente è rimasta immutata e continua a non essere di molte parole.  
Solo Misa sembra, ogni tanto, riuscire a strapparle qualche parola e un leggero sorriso..quella bambina ha una parlantina non indifferente!
Per il resto, però, sembra che il mondo le scivoli addosso.
Se ne sta sempre chiusa nella capanna e quelle poche volte che esce, se ne sta seduta, in solitudine, ad osservare il nulla.
Gombei-sama sostiene che sia una reazione allo shock provocato dalla caduta, ma credo che nemmeno lui ci creda.
Se non fosse per questa maledetta barriera purificatrice, con i miei poteri psichici avrei già scoperto cosa le passa per la testa e, soprattutto, cosa la turba.
Anche se è chiaro che il suo “malumore” è direttamente legato a qualcosa che le ha fatto quell’ Inuyasha..
 
Aaaah!
Il suo silenzio ostinato sta cominciando a darmi sui nervi.
Sarei tentato a lasciarla qui!
…se non fosse che lei è l’unica a potermi portare da Naraku…
E’ stata proprio lei a dire che quell’essere è interessato alla sua abilità a localizzare i frammenti della Sfera..
Forse se me la portassi dietro e cominciassi anch’io a raccoglierli grazie al suo aiuto, Naraku non tarderebbe a mostrarsi..
Mi sembra un piano geniale!
 
Con l’intenzione di andare a chiedere a Kagome di diventare mia compagna di viaggio, mi avvio verso la sua capanna, dalla quale vedo uscire una Misa trotterellante, che non appena mi vede mi viene incontro.
-“Hey Misa! Kagome è sveglia? Devo parlarle un attimo”
-“No Hide-chan, si è appena addormentata. Era molto stanca e aveva un forte mal di testa..” mi confessa sconsolata.
-“Per caso hai dato libero sfogo alla tua lingua lunga, come al solito?”
La vedo rivolgermi una piccola linguaccia, seguita da una leggera risata, per poi dirigersi verso il villaggio pieno di vita.
 
Beh..dato che Kagome dorme, credo che ne approfitterò per farmi un giro fuori dal villaggio, d’altronde sono sette giorni che sono relegato in questo posto, e sto cominciando a soffrire di claustrofobia.
Una settimana di inattività equivale a un mese per uno spirito libero come me!
…E già che ci sono andrò a dare un’occhiata all’ Hakurei.
Non si sa mai che in questi giorni qualcosa si sia mosso.
 
 
 
 
 
 
Ci è voluto un po’ più del previsto dal momento che quella stupida barriera mi aveva indebolito, ma finalmente sono arrivato ai piedi del monte.
Comincio ad aggirarmi senza una meta, come stavo facendo il giorno in cui Kagome è precipitata.
Ma..questa volta c’è qualcosa di diverso..
Non…
Non sento più l’aura di Naraku.
Nemmeno una leggera traccia.
Maledizione!
Non ci credo!
 
Quel bastardo mi è fuggito sotto il naso!
 
Sono un coglione!
Non avrei dovuto abbassare la guardia dietro alla salute di quella ragazzina!
Sono un emerito coglione senza speranza!
 
All’improvviso, però, un odore a me familiare, ferroso, mi giunge alle narici.
 
Sangue.
 
Ma non proviene da qui vicino.
Anche perché sarebbe impossibile, Misa mi aveva detto che queste terre sono disa..
 
CAZZO!
 
Come una furia comincio a correre in direzione del villaggio che solo poche ore prima avevo lasciato, in preda ai peggiori presagi.
Maledizione..
Deve per forza provenire dal villaggio di Gombei-sama!
Se sono riuscito a percepirlo da questa distanza deve essercene una quantità consistente..
Ma soprattutto..deve essere successo qualcosa anche al monaco: se la barriera fosse ancora in piedi ne avrebbe celato l’odore.
 
Questo vuol dire che il villaggio è completamente indifeso!
 
Il mio pensiero vola subito a Kagome e Misa..

Dannazione..DEVO SBRIGARMI!
 
 
 
 
 
Col fiato corto e il cuore a mille arrivo finalmente al villaggio…
…e quello che vedo mi lascia completamente paralizzato..
Corpi di uomini, donne e bambini giacciono ovunque, dilaniati e riversi nel loro stesso sangue.
Come temevo, della barriera non vi è più traccia.
Mi affretto ad inoltrarmi tra le capanne alla ricerca di qualche sopravvissuto, ma ho come la sensazione che non troverò nessuno..
 
Dannazione!
 
Mi sono allontanato per pochissimo tempo!
Com’è possibile che qualcuno sia riuscito a penetrare la barriera del vecchio bonzo!
 
Che sia stato…Naraku??
Maledetto bastardo..
Me la pagherai!
 
Continuo a correre frenetico tra le capanne, chiamando i nomi di Kagome e Misa, e sperando, pregando che da un momento all’altro mi giunga una loro risposta, ma niente..
 
Quando finalmente arrivo nella piazza centrale, però, ciò che mi si presenta davanti mi sconvolge come mai nella mia vita.
 
Kagome è in ginocchio al centro del piazzale, col corpo esanime di Misa tra le braccia, e le sue spalle sono scosse da violenti spasmi e singhiozzi.
 
Cosa è successo?
Com’è potuto accadere tutto questo?!
 
Mi avvicino a Kagome, sollevato di vedere che almeno lei è salva..
Ma non appena le metto una mano sulla spalla, lei si volta a guardarmi terrorizzata, lasciando cadere il corpo di Misa.
Noto che i suoi occhi hanno abbandonato quell’indifferenza che per giorni l’aveva contraddistinta.
Quest’ennesima esperienza spaventosa deve averla riportata alla realtà..
 
Decido di prenderla tra le braccia, per cercare di calmarla..
 
Tuttavia appena allungo la mano nel tentativo di sfiorarla, si allontana di scatto, come se un contatto con me la ustionasse.
Che accidenti le prende questa volta?!
 
-“Kagome che ti prende?! Dobbiamo andarcene di qui alla svelta, prima che Naraku torni per finire l’opera!”
Ma quello che dici dopo, tra un singhiozzo e l’altro, mi lascia senza parole..
 
 
 
 
-“Hideki..s-sono stata io..sono stata io a fare tutto questo..è tutta colpa mia!”
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
Aaaallora eccomi qui! Perdonate l’infinito ritardo che spero possa essere perdonato dalla lunghezza di questo capitolo >.< (anche se a dirla tutta non è che mi convinca granché >.<)
Come avrete notato dal titolo sono stata costretta a dividerlo in due per questioni pratiche, dato che, già così, il capitolo risulta troppo lungo >.< come forse avrete notato non ho nemmeno inserito l’intro della ff, che però sarà nel prossimo capitolo! >.<
Vorrei dilungarmi ancora, ma purtroppo il tempo è tiranno e devo scappare, spero che il capitolo non risulti troppo noioso o incasinato..T.T
Se vi fa schifo non abbiate pietà, ditemelo pure :’( me lo merito per quanto vi ho fatto aspettare >.<
Al prossimo capitolo che non si farà attendere tanto quanto questo, promesso!
Un bacione <3

Dadina91

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Capitolo 6
*** Pieces of memory (part 2) ***


 …è stata lei?
Che diamine va blaterando?
Deve essere completamente sotto shock..
-“Kagome ma che assurdità stai dicendo?? Forza alzati, non c’è tempo da perdere, dobbiamo andarcene!”
Ma la ragazza sembra essere completamente sorda alle mie esortazioni, mentre continua a fissarsi sgomenta le mani, sporche di quello che presumo essere il sangue di Misa che fino a pochi minuti prima stringeva tra le braccia, nel vano tentativo di rianimarla..
Povera piccola..
Non meritava di fare questa fine..
Se solo non mi fossi allontanato..
Maledizione!
Irritato al pensiero di non essere stato presente quando ve ne era necessità e spazientito dall’ostinato silenzio di Kagome che non si è ancora mossa dalla posizione in cui l’avevo trovata, mi decido ad alzarla di peso e a trasportarla via di forza da quel luogo di morte, mentre lei mi lascia fare. Come se nulla le importasse del fatto che un quasi perfetto sconosciuto la stia portando chissà dove.
Corro per diversi chilometri verso valle, il più lontano possibile da quel forte odore di sangue che mi ha impregnato le narici, finché non scorgo in lontananza un’ampia distesa d’acqua cristallina, nella quale sfocia proprio il fiume in cui ho trovato una Kagome ferita a morte.
Qui dovremmo essere al sicuro..
Mi guardo intorno per cogliere anche il minimo segno di pericolo, prima di adagiare Kagome per terra, la quale ancora non dà segni di ripresa.
Si può sapere che le prende stavolta??
Posso capire che sia rimasta scioccata alla vista del demone che l’ha quasi uccisa, ma deve reagire! Non ho intenzione di portarmi dietro un peso morto, anche se il suo aiuto mi è indispensabile per compiere la mia vendetta.
-“Hey ragazzina, vedi di riprenderti. Capisco che rivedere Naraku a così breve distanza dalla tua convalescenza, non sia stato facile, ma vedi di reagire! Altrimenti ti lascio qui!”
Come se le mie parole avessero finalmente fatto breccia nel suo muro di silenzio, la ragazza si volta verso di me e mi fissa interrogativa. Anche se pur sempre contraddistinta da quello sguardo vacuo che mi sta facendo saltare i nervi.
Ma per lo meno sono riuscito a cavarle qualche parola..
-“Naraku? N-non è stato Naraku a uccidere gli abitanti del villaggio..s-sono stata io..n-non so come sia stato possibile..n-on ero in me..” mi risponde ricominciando a blaterare frasi senza senso e a osservarsi terrorizzata le mani.
Adesso basta!
Sono stufo di questo suo vittimismo e di questi discorsi sconnessi nei quali asserisce che la colpa sia sua: è fisicamente impossibile per una ragazzina della sua corporatura aver fatto fuori un intero villaggio a mani nude. Inoltre non mi viene in mente nessun motivo valido per il quale dovrebbe continuare a volersene accollare la responsabilità, ma la cosa mi ha oltremodo seccato!
Così, mosso da un impeto di rabbia, la afferro per le spalle costringendola a voltarsi e a guardarmi negli occhi, i quali finora sono rimasti ostinatamente puntati sul terreno umido, appannati dalle lacrime che probabilmente di lì a poco ne sgorgheranno.
..ma non appena la mia mano si posa sulla sua figura scossa dai brividi, il mio corpo viene folgorato da migliaia di potentissime scariche elettriche e la mia mente viene investita in pieno da un’ ondata di flash legati a ciò che era accaduto in quelle ore concitate, segnate dalla mia assenza..
E quello che vedo mi lascia sconvolto.
 
 
 
Vedo Kagome svegliarsi, tenendosi la testa tra le mani, in preda a dolori lancinanti.
Le sue iridi diventare una distesa nera, abbandonando ogni tipo di emozione.
 
La vedo, con uno sguardo allucinato, trafiggere il petto del monaco Gombei che si trova al suo capezzale, a mani nude, senza nemmeno dargli il tempo di reagire, di difendersi.
 
La vedo uscire dalla capanna, mossa dalla brama di sangue, facendo strage di chiunque si mettesse sulla sua strada..uomini, donne, bambini.
Nessuno viene risparmiato.
 
La vedo…uccidere Misa. Senza un attimo di esitazione, senza un minimo di…pietà.
 
E infine la vedo riacquistare improvvisamente lucidità e, vedendo ciò che aveva provocato, accasciarsi a terra lanciando un urlo disperato e straziante, piangendo tutte le sue lacrime..
 
Poi..il buio.
 
 
 
C-cos’ era? Cos’è ciò che ho appena visto?
No..c-ci deve essere un errore..questi ricordi non possono essere reali.
Quella non può essere Kagome..
Non può essere la stessa ragazzina che mi ha scaldato il cuore regalandomi un semplice sorriso..
No..quella non era lei, non può essere lei..
E’ IMPOSSIBILE DANNAZIONE!
Che cazzo sta succedendo?!
Ancora infestato da quelle immagini agghiaccianti, mi allontano di scatto, fissandola sconvolto, e il mio sguardo segnato da una smorfia di disgusto la fa scoppiare in un pianto disperato, che la scuote completamente da capo a piedi. Ma questa volta non ci saranno abbracci consolatori.
Non riesco a guardarla negli occhi.
In questo momento provo solo ribrezzo.
-“Hideki..s-sono stata io, è stata tutta colpa mia..ma i-io non volevo fare del male a nessuno..n-non so come sia stato possibile..io v-volevo solo smettere di provare di dolore..” tenta di spiegarmi tra un singhiozzo e l’altro, portandosi una mano tremante all’altezza del cuore e stringendo compulsivamente la stoffa della sua veste sgualcita.
 
A quel punto collego tutto.
 
Ma ho ancora bisogno di spiegazioni.
Delle sue spiegazioni.
 
-“Che cosa è successo su quel monte, Kagome?”
 
Il mio tono è duro, non ammette repliche o rigiri di parole.
Voglio una risposta e lei deve darmela, con le buone o con le cattive.
Devo sapere cos’ ha provocato in lei una reazione del genere, cos’ha acceso la miccia della follia.
Come se le mie parole fossero state una secchiata d’ acqua gelida, Kagome mi fissa interdetta e un po’ stupita. E a quel punto capisco di aver fatto centro.
Su quel monte è successo qualcosa.
Qualcosa che l’ha sconvolta, segnata e in un certo qual modo costretta a cambiare per non soccombere.
 
Titubante e con voce tremante, finalmente si appresta a rispondermi.
-“L-lui mi ha abbandonata…”
Pronuncia quelle parole tutte d’un fiato.
Come se soffermarsi su ognuna di esse consentisse ad una lama immaginaria di sprofondare nella ferita ancora fresca.
Come se proferirle le sbattesse in faccia una realtà troppo dura, che fino a quel momento si era ostinata a rinnegare, per paura che il dolore potesse essere troppo insostenibile.
-“Lui chi?”
 
Silenzio.
 
Riesco solo a scorgerla mordersi il labbro inferiore con forza, gli occhi celati sotto la frangetta corvina.
Sembra che le parole non ne vogliano sapere di uscire da quelle labbra rosate, non sono ancora pronte a questo passo.
Così decido di dar voce a quelle che finora erano state solo supposizioni.
-“Inuyasha?”
 
Una lacrima.
Solo una lacrima a confermare i miei dubbi, e nient’altro.
Solo una calda, consapevole lacrima, carica di dolore, delusione…e solitudine.
 
Come se quell’ unica goccia salata avesse lavato via tutti gli orrori dei quali ero stato testimone pochi minuti prima, cancellando persino il disprezzo che ne era scaturito, le prendo il viso tra le mani, ancora protetto dalla massa corvina, e, con delicatezza, lo porto all’altezza del mio..
 
…Incatenando i miei occhi ai suoi.
 
-“Non hai bisogno di dire nient’altro, troverò da solo le risposte.”
 
E così dicendo mi insinuo nei meandri della sua memoria, inoltrandomi fino al momento che ha segnato la rottura del suo fragile equilibrio, delle sue certezze.
 
 
 
 
 
 
Eccolo.
Riconosco la nebbia sinistra che circondava l’ Hakurei.
Ma questa volta non sono ai piedi del monte..questa è la cima.
A mano a mano le figure diventano sempre più nitide e definite, consentendomi di individuare immediatamente Kagome, circondata da quelli che immagino essere i suoi compagni di viaggio.
Li osservo attentamente uno a uno, soffermandomi a pensare a quanto quel gruppo sia inusuale in quanto composto da una sterminatrice, un monaco, un cucciolo di demone volpe e un mezzo demone cane vestito di rosso.
Anche se sono solo uno spettatore esterno, capisco subito che è quest’ultimo a rispondere al nome di Inuyasha.
 
…mi è bastato osservare quella luce che brilla negli occhi di Kagome ogni volta che essi si posano su di lui. Uno sguardo ricolmo di un amore talmente puro ed innocente, che raramente mi era capitato di incontrare.
Solo un cieco non se ne sarebbe accorto.
 
Anche lui a suo modo sembra ricambiare, cercando però di celare malamente, il chiaro istinto protettivo nei confronti della fanciulla che gli sta accanto, attraverso rapide ma frequenti occhiate.
Improvvisamente però, l’atmosfera si fa visibilmente più tesa quando dalla nebbia fa la sua apparizione Naraku…
 
E’ la prima volta che vedo l’aspetto di quel bastardo. E se non sapessi che quello è solo il riflesso di un’ ombra del passato, i miei artigli lo avrebbero già trapassato da parte a parte, godendo di ogni suo singolo spasmo.
 
Tuttavia quell’ essere non è da solo..c’è qualcun altro con lui.
Preso com’ero dal mio desiderio di vendetta, ci metto un po’ a focalizzare l’intera scena, realizzando che uno dei suoi tentacoli è puntato all’altezza del petto di una malridotta miko, che ricorda in modo impressionante Kagome.
La donna ha tutti e quattro gli arti immobilizzati da delle radici incantate, mentre una di loro è stretta intorno alla sua gola, rendendole difficoltoso respirare.
Il gruppo di compagni sembra piuttosto preoccupato per le sorti della sacerdotessa, ma colui sul quale sembra gravare più di tutti l’ angoscia per la sua vita, e che non fa niente per nasconderlo, è proprio Inuyasha.
….E io non posso fare a meno di notare che per un attimo, gli occhi di Kagome, sono attraversati da un lampo di malinconia, provocato chiaramente dalla reazione del mezzo demone, sebbene anche lei sia sinceramente in apprensione per le condizioni in cui versa la miko.
 
Senza un attimo di esitazione Inuyasha si scaglia contro Naraku con la spada sguainata, con l’intento di trarre in salvo la donna…ma è proprio in quel momento che quel bastardo complica la situazione, rendendola ancora più delicata di quanto già non fosse.
 
Approfittando del momento concitato, uno dei tentacoli di quel maledetto era riuscito ad afferrare Kagome, senza nemmeno darle il tempo di gridare.
Ponendola nella stessa posizione critica della sacerdotessa.
 
Adesso si trovano una al lato opposto dell’altra, separate da un Naraku divertito che si staglia nel mezzo. Entrambe sospese sull’orlo del precipizio.
 
La sua voce arriva sprezzante alle orecchie dei compagni, i quali sono rimasti pietrificati dalla piega che ha assunto la situazione.
-“Allora Inuyasha, direi che è giunta l’ora di fare una scelta. Salverai la donna che cinquant’anni fa diede la vita per te…o la sua reincarnazione? Ti conviene decidere in fretta se non vuoi vederle entrambe trafitte dai miei tentacoli velenosi e i loro corpi precipitare giù dal monte, privi di vita.
Hai dieci secondi, insulso mezzo demone.
Dieci.
 
Nove.
 
Otto..”
 
Nonostante quel bastardo abbia già dato inizio al suo sadico conto alla rovescia, il mezzo demone non ha ancora mosso un muscolo, forse troppo impegnato a combattere una muta quanto dolorosa battaglia interiore tra sentimenti contrastanti.
La donna che gli aveva dato tutto o colei che aveva ancora tutto da donargli?
Il suo attaccamento ad entrambe le fanciulle è fin troppo evidente, e questo ha permesso a Naraku di sfruttarlo a suo vantaggio.
Facendone la sua arma vincente.
Il mezzo demone sa perfettamente che sceglierne una equivarrebbe a condannare a morte certa l’altra.
E anche quel bastardo di Naraku lo sa, ed è proprio quello che vuole.
Spingerlo a una scelta.
Marchiare il suo cuore col segno indelebile della colpa.
 
Mai avevo assistito a tortura più atroce.
Aveva messo nelle sue mani il potere di salvare una vita, a scapito di un’altra.
 
Maledetto sadico bastardo..
 
Credo che ormai anche Inuyasha abbia già valutato la possibilità di salvarle entrambe, rendendosi però conto di come la cosa risultasse impossibile a causa della distanza che divideva le due: anche se fosse riuscito ad afferrarne una, non avrebbe fatto in tempo a raggiungere l’altra.
Quel bastardo aveva calcolato tutto..
Era tutto inutile…doveva stare allo sporco gioco di quel Naraku.
 
L’unico modo per uscire da quella situazione era decidere chi fosse l’una e chi l’altra.
 
-“Cinque
 
Vedo Inuyasha alzare lo sguardo e osservare prima una, poi l’altra
…e soffermarsi proprio su quest’ultima.
 
Credo che inconsciamente avesse fatto la sua scelta già molto tempo prima….anche se non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita così.
 
I suoi occhi sembrano implorare perdono per il dolore che quella scelta comporterà a lei, che vedrà la sua vita spegnersi, e a lui, che dovrà convivere con la consapevolezza di aver involontariamente mosso la mano del suo assassino.
Ma non c’è altra soluzione..
 
-“Due.”
 
Ormai ha preso la sua decisione. Glielo leggo negli occhi.
Non può più tirarsi indietro.
Se indugerà ancora le perderà entrambe, e questo non lo potrebbe sopportare.
Stringe i pugni e abbassa lo sguardo un’ultima volta, probabilmente per cercare di reprimere quel dolore lancinante all’altezza del petto che potrebbe nuovamente paralizzarlo..
…e quando lo rialza, sul suo viso vi è dipinta un’espressione risoluta.
 
Ma proprio in quel momento, accade tutto in pochissimi istanti.
 
Un grido proviene dall’altra.
 
Naraku, nel tentativo di sollecitare una reazione nel mezzo demone, aveva allentato la presa delle radici che la sostenevano, rischiando di farla precipitare.
Guidando quella che doveva essere una scelta volontaria.
 
Un riflesso involontario.
Uno scatto istintivo nella direzione dalla quale quel suono è provenuto.
….e la scelta è fatta.
 
A niente vale la consapevolezza immediata del proprio errore. Il delicato odore del suo sangue colpisce in pieno le sue narici.
 
Per lei non ci sarebbe stato più niente da fare.
 
Fa solo in tempo a voltarsi per vederla cadere, trafitta a morte dal tentacolo di quel bastardo.
Fa solo in tempo a vederla rivolgergli quell’ultimo sguardo sconvolto e ferito che non avrebbe mai più dimenticato finché viveva.
 
….Di Kagome non vi era più alcuna traccia.
 
 
 
 
 
Straziato, interrompo il contatto tra le nostre menti.
Allora è questo che hai dovuto sopportare?
L’abbandono.
L’abbandono da parte della persona di cui più ti fidavi al mondo.
Della persona che in segreto amavi.
 
La perdita di una persona amata provoca dolore, sì..
Ma la consapevolezza di essere stati abbandonati, lascia segni molto più profondi.
E quel che è peggio, dà vita all’odio.
Mai è esistito sentimento più pericoloso e imprevedibile dell’odio.
 
Mi osserva senza capire il perché del mio sguardo compassionevole.
Infondo non può sapere che ho appena visto ciò che fino ad ora ha cercato di nascondermi..
 
Ma almeno adesso la situazione mi è chiara.
La aiuterò, fosse l’ultima cosa che faccio.
 
-“Hideki..che c’è? Perché mi guardi così?” mi chiede intimorita dal silenzio che è calato.
-“Kagome, ho bisogno di spiegarti alcune cose e dovrai prestare assoluta attenzione a ciò che sto per dirti, d’accordo?”
-“O-ok..ti ascolto”
 
Probabilmente non sarà facile da accettare…ma ha il diritto di sapere cosa le è accaduto.
 
-“Per caso ricordi a cosa stavi pensando, cosa stavi provando, prima di perdere il controllo?”
-“I-io..no..non me lo ricordo..” e di nuovo cela lo sguardo dietro la chioma corvina, cercando in tutti i modi di seppellire quella realtà troppo dolorosa per poter essere pronunciata.
-“Bene, allora te lo dirò io.”
-“C-cosa?”
-“In quel momento tu provavi rabbia, la tua mente era satura d’odio, dolore, sofferenza. Sentivi la testa esploderti sotto il peso di quei sentimenti che fino ad allora ti sono stati estranei. E tutto questo perché la tua mente non riusciva a discostarsi dal costante pensiero che quel mezzo demone ti avesse abbandonata per quella sacerdotessa.”
 
Con uno scatto repentino si volta verso di me, sconvolta dalla precisione con la quale ho descritto un momento al quale non avevo mai presenziato, gli occhi velati dalle lacrime per aver fatto riaffiorare quel ricordo doloroso.
-“Ma tu chi sei? Come fai a sapere queste cose?”
Nel suo tono posso leggere una nota di stizza, ma infondo è comprensibile.
-“Io sono Hideki, del clan degli Seishin no Youkai, i demoni dello spirito e della mente, e in quanto tali possiamo avere libero accesso ai pensieri e ai ricordi di qualunque essere vivente.”
Non risponde.
Non si aspettava una risposta del genere, lo leggo chiaramente nei suoi occhi anche senza bisogno di spiarne i pensieri. Probabilmente avrà pensato che potessi essere in qualche modo legato a Naraku.
Così decido di proseguire il mio discorso come se niente fosse.
-“Forse non lo sai, ma ogni essere vivente possiede un lato puro e uno oscuro. Essi coesistono in egual misura in ogni forma di vita, servono a bilanciarlo come una sorta di yin e yang naturale. Il compito di ogni individuo è proprio quello di cercare di far sì che nessuno dei due prevalga sull’altro, soprattutto per quanto riguarda quello oscuro, il cui caso comporterebbe conseguenze disastrose per il soggetto in sé e per coloro che lo circondano.”- mi soffermo un attimo ad osservarla per capire se sta intuendo il significato delle mie parole….e direi che dalla sua faccia posso chiaramente dedurne una risposta affermativa, così riprendo a parlare -“Se quest’ultimo dovesse prendere il sopravvento, gli effetti varierebbero a seconda dell’individuo.
Se per esempio questo accadesse ad un normale essere umano, i danni sarebbero contenuti dato che a risentire dell’influenza malvagia sarebbe solo il suo fisico che col passare del tempo finirebbe col debilitarsi e consumarsi. Se, invece, questo accadesse ad un demone o a un mezzo demone, il risultato sarebbe quello di trasformarsi in una macchina da guerra, e a quel punto allora il pericolo si estenderebbe a qualsiasi essere vivente che incroci il suo cammino, finché qualcuno non intervenga ponendo fine alla sua vita…”
 
Mi fermo di nuovo.
Non ha ancora aperto bocca, mentre continua ad osservarmi con un’espressione indecifrabile.
 
-“Infine, ci sono individui in cui non vi è la minima traccia di oscurità, in cui il lato oscuro è completamente assente, soffocato dalla purezza. Credo che anche tu sappia a chi mi sto riferendo…
Queste persone sono i monaci e le sacerdotesse, solo essi sono in grado di mantenere completamente puro il loro spirito, capaci di non lasciarsi sopraffare dall’odio e dalla rabbia.
Tuttavia, se ciò dovesse disgraziatamente accadere, sarebbe un disastro. Il lato oscuro latente esploderebbe in una volta sola divorando a mano a mano mente e spirito, e a quel punto nemmeno i loro poteri servirebbero a sigillare una forza tanto devastante. Non c’è niente di più pericoloso di un essere puro corrotto dall’oscurità. Sono mossi solo dal desiderio di morte, ma, a differenza dei demoni che riescono comunque a mantenere un briciolo di razionalità, in quanto creature oscure dalla nascita, un essere umano dotato di poteri magici…non è altrettanto facile da contrastare.
Egli non si fermerà finché chiunque intorno a lui, amici o nemici, non sia stato privato del soffio vitale. Non vi è traccia di razionalità…solo la voglia irrefrenabile di causare la stessa sofferenza che hanno dovuto subire loro…”
 
Pronuncio le ultime parole in un soffio.
Ormai l’avrà capito.
Quello che ho appena finito di descrivere è esattamente ciò che è accaduto a lei qualche ora prima..
 
Poi lo sento.
 
L’odore delle lacrime. Le sue lacrime.
E quando alzo lo sguardo il suo viso è una distesa di paura, solcato da migliaia di gocce salate.
 
-“I-io..c-cosa sono…cosa sono diventata?” mi chiede scoppiando in un pianto disperato, scossa da forti spasmi.
 
In silenzio, senza aggiungere altro, la avvicino al mio petto stringendola forte, nel tentativo di lenire la sua sofferenza.
-“I-io ho ucciso degli innocenti..i-io…ho ucciso una bambina…e tutto solo perché sono debole..perchè mi sono lasciata dominare dalla rabbia..s-sono un mostro. Finirò per uccidere tutti quelli che amo. N-non voglio..non voglio più causare morte e sofferenza..
I-io non voglio essere così.. Ho paura Hideki..” - e così dicendo si aggrappa con maggior forza alla mia veste puntando i suoi occhi supplichevoli dritti nei miei – “T-ti prego..ti scongiuro…aiutami.
 
Ormai non posso più tirarmi indietro…il mio destino è legato a doppio filo a quello di questa ragazzina.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono trascorse due settimane da quando, per mano mia, Kagome è venuta a conoscenza degli effetti devastanti che il continuo cedere alla corruzione del suo lato oscuro avrebbe comportato alla sua mente e al suo spirito, a lungo andare. Le ho promesso che l’avrei aiutata, e non ho intenzione di venir meno alla mia parola.
 
Dopo l’impatto iniziale dovuto a quelle rivelazioni, le ho spiegato che il miglior modo per evitare che l’oscurità prendesse di nuovo il sopravvento sul suo spirito, era quello di allenare il suo fisico, di renderlo più forte.
Un corpo allenato sarebbe stato sicuramente più ostico da controllare per la malvagità e lei avrebbe avuto la forza di contrastarla. O almeno spero.
Confido nel fatto che questo stratagemma possa servire a renderne meno devastanti gli effetti..e a difenderla da sé stessa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A due mesi di distanza dal nostro incontro, Kagome sembra rispondere molto bene all’allenamento. Le ho persino insegnato a maneggiare la spada….e devo dire che, nonostante mi abbia detto di non averne mai impugnata una prima d’ora, è molto portata!
Anche per quanto riguarda il controllo del suo lato oscuro ha fatto parecchi progressi..
….tuttavia i momenti in cui l’oscurità della sua anima emerge, sono ancora troppo frequenti.
 
Spesso nella notte si sveglia in preda agli incubi e la sento correre fuori all’aria aperta nel tentativo di calmarsi.
 
Anche se ormai riesce a controllare molto bene la rabbia che ne scaturisce, tenere a bada un’oscurità tale, la prosciuga di tutte le sue forze.
So che non potrà andare avanti così in eterno…ma non mi viene in mente nessun altro modo per cercare di non rendere il ricordo dell’abbandono una costante delle sue giornate. Per quanto cerchi di tenerla occupata durante il giorno, con allenamenti che l’aiutino a rafforzare anima e corpo, la notte sono impotente.
In quei momenti la sua mente è libera di vagare….e irrimediabilmente si sofferma sul ricordo legato a quel mezzo demone Inuyasha e alla sua sacerdotessa Kikyo.
Sì, poco tempo fa, Kagome si è decisa a raccontarmi la sua storia. Forse perché comincia a fidarsi di me…o forse solo per paura che prima o poi mi sarei intrufolato nei suoi ricordi per scoprirlo da solo.
Mi ha raccontato dell’eterna indecisione di lui nei loro confronti, di come la miko fosse tornata in vita grazie ad una parte della sua anima, di come quei due fossero amanti cinquant’anni prima e Naraku li avesse separati, di come Inuyasha si sentisse responsabile per la sua morte e spesso corresse a cercarla dimenticandosi completamente di lei e, soprattutto, di come ciò le provocasse dolore.
 
So che ce la sta mettendo tutta, ma a quanto pare, nonostante si ostini a negarlo, la voglia di rivedere Inuyasha è più forte di quanto lei voglia ammettere.
Ma di questo passo, il suo spirito finirà inesorabilmente per consumarsi.
 
Verrà consumata dal suo stesso amore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Stanotte Kagome ci è andata davvero vicino.
Ha rischiato di cedere alla malvagità per la prima volta dopo i fatti legati al villaggio di Gombei-sama…e per poco non ci rimettevo le penne.
Come ogni notte, sono stato svegliato dai suoi continui lamenti nel sonno: si agitava e dimenava, chiaramente preda dei soliti incubi. Ma appena mi sono avvicinato per svegliarla ed evitare che la situazione degenerasse, non ho fatto in tempo a reagire.
Ad una velocità disumana, ho sentito il suo braccio trapassarmi la spalla e la veste impregnarsi di sangue….qualche centimetro più a destra e mi sarebbe stato fatale.
Non mi ci è voluto molto per comprendere che fosse al limite, ancora qualche secondo e si sarebbe trasformata in un mostro assetato di sangue. I suoi occhi avevano già abbandonato la loro umanità, per far posto alla scintilla di follia.
Nonostante la ferita, in pochi attimi le sono addosso, afferrandole con decisione i polsi e bloccandola sotto il mio peso, mentre lei continua a dimenarsi in preda alle allucinazioni.
 
-“KAGOME SVEGLIATI! E’ SOLO UN INCUBO, TORNA IN TE!”
 
Per fortuna sembra che le mie parole riescano a sortire l’effetto sperato, perché poco dopo mi specchio di nuovo in quegli occhi nocciola che ormai conosco bene, tirando un sospiro di sollievo, mentre lei mi osserva confusa e spaventata…arrossendo visibilmente quando si rende conto della posizione in cui ci troviamo.
-“Hide…Hideki…c-cosa….?” ma non riesce nemmeno a terminare la domanda che subito si accorge della mia ferita alla spalla e della sua mano sporca sangue…e, ovviamente, le basta poco per collegare tutto.
-“Sono stata io a farti questo…?” mi chiede nascondendosi, colpevole, dietro la frangetta.
Per poi riprendere rivolgendomi un mezzo sorriso demoralizzato.
-“Che domanda stupida…è talmente evidente…ho finito per ferire anche te, ti chiedo scusa…è meglio se non mi stai più vicino…non sopporterei di farti del male…”
E senza nemmeno darmi il tempo di rispondere, si libera dalla mia presa, correndo via, verso la foresta.
 
Maledizione!
Dove crede di andare quella stupida in questo stato?? Devo trovarla in fretta.
 
Fortunatamente, grazie al mio olfatto, non ci metto molto a ritrovarla.
E’ poggiata a un albero, rannicchiata con la testa tra le gambe, scossa dai singhiozzi.
Sospiro sconsolato..odio vedere una donna piangere e non poter far niente per lenire le sue pene.
Vorrei poter fare di più, molto di più…ma mi limito a sederle accanto, poggiandole una mano sulla testa e intrecciando le dita in quella setosa massa corvina che sono i suoi capelli.
Quando finalmente smette di tremare, mi decido a rompere il silenzio..
-“Kagome, posso sapere cos’hai sognato? Questa volta ci è mancato davvero poco. Finora sei sempre riuscita a controllarti, anche se con fatica, mentre questa volta..” lascio in sospeso la frase. Non c’è bisogno di dirti cosa sarebbe successo, chi meglio di te lo sa?
La vedo abbozzare un sorriso triste.
-“Perché me lo chiedi? Ti basterebbe leggermi nella mente per scoprirlo..”
Leggermente offeso dalle sue insinuazioni, le rispondo piccato.
-“Non voglio dover ricorrere ai miei poteri per conoscere quello che ti passa per la testa. Voglio che sia tu a sentirti libera di confidarmi ciò che ti tormenta, che ti rende triste..voglio che tu abbia fiducia in me, che tu sappia di poter contare su di me e che ci sarò sempre quando avrai bisogno di una spalla su cui piangere……quindi……cerca di non mettermele k.o. entrambe, d’accordo?”
-“Baka..” mi risponde tirandomi un buffetto sulla fronte, riuscendo persino a strapparle un sorriso, il primo dopo tempo immemore.
-“Allora..dimmi cos’è successo? Si trattava di nuovo di Inuyasha?”
-“No..questa volta ho sognato Misa..” – mi confessa abbassando lo sguardo -“L’ho vista, ricoperta di sangue, straziata dalle ferite che le avevo inferto, chiedermi perché l’avessi fatto, se la colpa fosse sua, se avesse fatto qualcosa di sbagliato..
Io..io non ce la faccio Hideki..i-io non riesco ancora a credere di aver permesso a me stessa di trasformarsi in un essere del genere..di aver ceduto alla rabbia senza curarmi delle conseguenze.
Mi è già difficile combattere ogni singolo giorno contro il pensiero costante di essere stata abbandonata da Inuyasha, contro la sofferenza che mi provoca la consapevolezza di essere l’eterna seconda e che la mia vita per lui valesse meno di zero, ma…non posso sopportare anche il senso di colpa per aver tolto la vita a delle persone innocenti. E’ troppo…come posso convivere con me stessa sapendo di quali atrocità sono stata capace? Anche se col tempo riuscissi a placare il mio lato oscuro, sono sicura che una parte di me non dimenticherebbe mai ciò che ho fatto..
Quelle persone non c’entravano niente, eppure sono cadute vittima della mia follia omicida…e io non riesco a perdonarmelo…” - sospiri abbattuta, consapevole del fatto che non potrei  dire niente per alleviare le tue pene -“E quel che è peggio è che quando il dolore si fa insopportabile, mi ritrovo a pregare con tutto il cuore che l’oscurità si sbrighi ad inghiottirmi completamente, almeno non sentirei più niente….”
 
Non ce la faccio più a vederla così..
Con uno scatto improvviso la attiro verso di me, facendola cadere dritta tra le mie braccia e stringendola possessivamente, mentre una mano va a posarsi protettiva sulla sua nuca per approfondire quel contatto.
-“Kagome mi dispiace per tutto quello che stai passando..davvero..non sai cosa darei perché tu non debba più soffrire, farei qualunque cosa per far tornare a splendere il sorriso sul tuo viso.”
Hai ricominciato a piangere, questa volta in silenzio, riesco a percepire chiaramente l’odore salato delle tue lacrime pungermi le narici, e sospiro affranto al pensiero che la sola persona che in questo momento potrebbe ridonarti il sorriso è proprio colui che te ne ha privato.
 
Dopo interminabili minuti in quella posizione mi accorgo che finalmente ha smesso di piangere, decido così di allentare un po’ la presa, rendendomi conto solo ora di quanto il mio abbraccio fosse soffocante.
Riacquistata la calma, la osservo liberarsi con delicatezza dalla mia stretta e fissare un punto imprecisato del terreno, completamente assorta nei suoi pensieri, come se, durante quel muto abbraccio, avesse maturato un’idea….come se avesse preso una decisione definitiva. Ma la conferma ai miei dubbi arriva pochi istanti dopo, quando si volta verso di me con  uno sguardo risoluto che non le avevo mai visto prima…e io mi ritrovo ad avere quasi timore di sapere cosa le stia passando per la testa.
 
 
-“Hideki, ho una richiesta da farti..”
 
 
 
 
 
"E' stata lei stessa a chiedermelo.
Forse perché anche lei, come me, si era accorta che quel pensiero costante, col passare del tempo, la stava logorando fino a farle perdere la lucidità delle sue azioni.
Non voleva perdere la sua umanità, non era da lei bramare vendetta, non ne era mai stata capace, mi disse.
DOVEVA trovare un modo per andare avanti. Doveva farlo per sé stessa, per preservare la sua integrità, sia mentale che spirituale.
Fu in quel momento che la sua mente partorì quell'unica, drastica, soluzione:
"Ti prego, cancella tutto"."
 
 
 
 
 
-“COSA?!?! Sei impazzita? Che diavolo ti dice il cervello?? Non posso farlo, è contro i principi del mio clan, oltre ad essere una pratica troppo pericolosa”
-“Hai detto che avresti fatto qualunque cosa per aiutarmi a non soffrire più. Non ti ho mai chiesto niente, hai sempre fatto tutto di tua iniziativa…ti prego…esaudisci la mia richiesta…
Cancella tutti i ricordi legati ad Inuyasha e a ciò che ho fatto al villaggio di Gombei-sama..
Ti prego..non te lo chiederei se non ci fosse un’altra soluzione. Io…non posso andare avanti così..oltre che consumare la mia anima, potrei fare del male a qualche altro povero innocente, o magari a te..e non potrei sopportarlo.
E l’unico modo per non permettere alla malvagità di prendere il sopravvento è quello di eliminarne la causa scatenante..
Inuyasha.
Mi conosco..per quanto mi sforzi a cercare di dimenticarlo, a seppellire il ricordo di ciò che mi ha fatto….so perfettamente che il mio stupido cuore non cesserà mai di pensare a lui…di bramare il suo viso…di amarlo disperatamente.” si sofferma, impossibilitata a continuare da un nodo in gola.
Le sue ultime parole mi provocano una leggera fitta al cuore, che però ignoro volutamente.
-“Lui ha fatto la sua scelta….e non comprende me…..è ora che anch’io faccia la mia. Ho bisogno di andare avanti, con o senza di lui.”
 
Ha già deciso. Glielo posso chiaramente leggere negli occhi.
 
La decisione adesso è mia.
E infondo non c’è niente che mi impedisca di esaudire la sua richiesta. Nessun saggio potrà accusarmi di aver violato i principi sacri del nostro clan..
…perché non c’è più nessun clan.
Probabilmente niente di ciò che potrei dirle, le farebbe cambiare idea.
Ma ha comunque il diritto di sapere a cosa sta andando incontro, scegliendo questa strada.
Sospiro.
-“So che sicuramente sarà tutto fiato sprecato, tuttavia ho il dovere di informarti che questo processo è irreversibile, una volta innescato non si torna più indietro, e soprattutto non è “selettivo”: non posso eliminare SOLO il ricordo di Inuyasha o di un episodio in particolare…se lo metterò in pratica, cancellerà tutto. Perderai tutto.
Ogni singolo momento felice e doloroso della tua vita da quando sei nata, ogni persona che tu abbia mai incontrato, dimenticherai i tuoi amici, me,  i tuoi familiari e persino il tuo nome.
Sarai come una pagina bianca da riscrivere dall’inizio.
……sei proprio sicura della tua decisione?”
 
Un silenzio teso cade su di noi..
..A farci compagnia solo il sottofondo della natura e l’insistente frinire delle cicale.
 
Poi finalmente decidi di prendere la parola e ciò che dici, mi dà la conferma del fatto che non ci sarà modo di dissuaderti.
 
-“Immaginavo che non fosse concesso disporre della memoria a proprio piacimento, quindi in un certo senso ero preparata a questa eventualità. Ma..vedi Hideki..ti posso assicurare che sono giunta a questa decisione con cognizione di causa, ed è stato tutt’altro che semplice. Sono conscia del fatto che se deciderò di procedere, nessun ricordo verrà risparmiato, che per ogni momento doloroso ne verranno spazzati via altrettanti felici, che dimenticherò la mia famiglia..e questo mi spezza il cuore.
Ma…dimmi…che altra scelta ho?
Ora come ora, non vorrei mai che mia madre, il mio fratellino o mio nonno mi vedessero in queste condizioni, che venissero a conoscenza di ciò che sono stata capace di provocare con queste stesse mani…per non parlare del fatto che tornare a casa, inevitabilmente, riaprirebbe la ferita legata ad Inuyasha, dato che mi troverei a dover spiegare il perché del mio ritorno..rischiando, così, che il suo ricordo possa nuovamente riaccendere la miccia della follia. E questo non posso assolutamente permetterlo.
Se lo faccio è anche per la loro incolumità. Non voglio più ferire nessuno, Hideki.
L’idea di diventare una pagina bianca da riscrivere in un certo senso mi spaventa..ma allo stesso tempo mi alletta. Infondo adesso sono come un racconto interrotto. Non posso andare avanti, ma nemmeno tornare indietro..è come essere in un limbo.
Hai detto che perderò tutto…..ma io ho già perso tutto.”
 
E così dicendo una lacrima sfugge al suo controllo, andando a rigarle la guancia, che prontamente asciuga col dorso della mano.
 
Posso solo immaginare quanto sia dura per lei questa decisione, quanta sofferenza le stia provocando.
Ma d’altro canto non mi sento in diritto di darle torto: le abbiamo provate tutte, e se questo è l’unico modo per farle tornare il sorriso, allora lo farò.
Con cautela mi avvicino e le sollevo delicatamente il viso, allacciando i nostri sguardi. Senza proferir parola, ma semplicemente limitandomi ad osservarla.
Ha capito che l’aiuterò. E per questo mi rivolge un sorriso sincero, ricolmo di gratitudine, ma anche di determinazione.
Non vi è traccia di esitazione nei suoi occhi, solo la convinzione di stare facendo la cosa giusta.
 
-“Ti prego, fallo.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Prima che le cancellassi la memoria, però, Kagome mi chiese di raccontarle di Naraku non appena si fosse svegliata, perché, nonostante tutto, aveva intenzione di continuare la ricerca dei frammenti, dal momento che la responsabilità della distruzione del gioiello faceva parte dei suoi doveri di sacerdotessa. Per questo motivo, del suo passato, Kagome ricorda solo il vostro acerrimo nemico. Ovviamente dovevo darle una motivazione valida per spingerla ad odiare quell’essere, per questo le ho raccontato che Naraku aveva sterminato senza pietà la sua famiglia, inserendo nella sua memoria i volti di una madre e un padre a lei sconosciuti, e che collezionare quelle schegge era l’unico modo per trovarlo e compiere la sua vendetta.”
 
Un silenzio innaturale è calato su me e i miei compagni.
Nessuno riesce ad emettere una sola parola, troppo sconvolti da ciò che quel demone ci ha mostrato.
 
Odio..vendetta..morte..
 
Parole che mai avrei creduto di sentir pronunciare accanto al nome di Kagome..
I-io non..non..
Sento la testa girarmi, il respiro farsi affannoso, il petto dolere in modo acuto e…
..una goccia solitaria bagnarmi la guancia.
 
C-cosa….cosa le avevo fatto?..
 
Ho bisogno..ho bisogno di sedermi..
Mi appoggio all’ albero che si trova alle mie spalle, cercando di regolarizzare il battito del mio cuore che sembra voler uscire dal petto e gridare il suo dolore per la consapevolezza di essere stato io l’artefice di tutto ciò.
 
E’ tutta colpa mia.
 
L-lei…lei ha dovuto soffrire tutto questo a causa mia..della mia perenne indecisione..ha creduto che io avessi scelto Kikyo, mentre in realtà, su quel monte, l’ultimo sguardo che le ho rivolto  non chiedeva altro che il suo perdono…perdono per una scelta che il mio cuore aveva già fatto da tempo, senza che nemmeno me ne rendessi conto, e della quale mi sono accorto solo quando sono stato messo alle strette…
 
……una scelta che non prevedeva più lei.
 
Niente avrebbe riportato Kikyo in vita..per lei ormai non c’era più speranza..
..ma Kagome..per lei sì..lei aveva tutta la vita davanti, una vita della quale avrei voluto far parte.
Nonostante abbia sempre creduto di occupare un posto secondario nel mio cuore rispetto alla sacerdotessa che un tempo avevo amato, lei mi era sempre stata vicina, aveva curato la mia anima ferita, mi aveva insegnato tutto…a sorridere, a credere negli altri, a mostrare la mia parte vulnerabile …ma soprattutto mi aveva insegnato ad amare.
E io invece l’ho ripagata confermando le sue paure..
 
….Dannazione! Sono un coglione..un emerito coglione senza speranza!
 
Chiunque mi stia vicino finisce per soffrire..e io non volevo che accadesse anche a lei.
Tutto ciò che desideravo era proteggerla, bearmi ogni giorno del suo sorriso…e invece…sono solo riuscito ad allontanarla da me, a darla in pasto all’ oscurità che giaceva nel suo cuore..
 
…A farmi odiare.
 
Sì..Kagome mi odia..mi odia a tal punto da preferire di convivere col ricordo di Naraku, piuttosto che col mio. Ha preferito far finta che non fossi mai esistito, che non mi avesse mai incontrato..come un errore al quale dover rimediare.
E quel che è peggio è che..nonostante il dolore incommensurabile che provo all’idea di essere la persona che più disprezza sulla faccia della terra..so che la sofferenza che sto provando in questo momento, non è niente rispetto a ciò che ha dovuto sopportare lei.
 
Alla fine, sono riuscito a farle più male io di Naraku..
 
Kagome…potrai mai perdonarmi?
 
 
 
 
Finalmente a rompere il silenzio assordante che si era venuto a creare è Miroku, rivolgendosi al demone dai capelli rossi.
 
-“..posso sapere perché hai deciso di raccontarci tutto questo?”
 
Hideki sembra esitare per qualche secondo, come a domandarsi se quella sia, o meno, la scelta giusta da fare. 
...Poi finalmente si decide a parlare.
 
-“Perché oggi pomeriggio, dopo che il cagnolino ha rivelato la sua identità, pur non avendolo mai visto prima, qualcosa è scattato nella mente di Kagome.”
 
Le sue parole hanno il potere di ridestarmi dallo stato di trance in cui sono caduto.
 
L-lei..lei si ricorda di me?
 
Poi vedo il demone voltarsi e rivolgersi direttamente a me.
-“Pare che il solo udire il tuo nome l’abbia scombussolata a livello emotivo.
…Infondo dovevi essere piuttosto importante per lei.” mi rinfaccia, pronunciando le ultime parole con una nota di stizza, che mi fa istintivamente digrignare i denti.
Anche se i suoi ricordi avevano avuto il solo scopo di mostrarci ciò che era accaduto a Kagome, non ho potuto fare a meno di notare come quel bellimbusto la guardasse, la toccasse e persino la abbracciasse. Vederla tra le braccia di un altro uomo mi ha fatto salire il sangue al cervello, e se non fossi stato troppo sconvolto per ciò che Kagome aveva dovuto sopportare, l’avrei già infilzato con Tessaiga.
 
Anche per questo motivo, non ho intenzione di lasciarla nelle sue mani.
 
Lei è mia. E non ho intenzione di dividerla con un damerino che crede di conoscerla meglio di me.
 
Distogliendo lo sguardo dal mio, riprende a parlare.
-“E’ la prima volta che uso questa tecnica, quindi in parte è un mistero anche per me…ma credo che i suoi ricordi non siano stati proprio cancellati, piuttosto credo che siano latenti.
…..Tuttavia fossi in voi non festeggerei. Se Kagome dovesse riacquistare la memoria tutta in una volta sola, non reggerebbe al peso del dolore che quei ricordi porterebbero con sé, rischiando nuovamente di cedere all’oscurità.
E’ per questo che sono qui, per avvertirvi: continuate a comportarvi come avete fatto in questi tre anni, continuate a credere che sia morta, e quando le nostre strade si rincroceranno fate finta che per voi sia un’estra...”
 
Ma le parole gli muoiono in gola, mentre viene scaraventato lontano da un pugno in pieno viso che proprio non sono riuscito a trattenere.
 
-“Ti è andato di volta il cervello, razza di botolo?!” mi ringhia contro non appena si rialza, pronto ad attaccarmi. Ma io lo precedo afferrandolo per la veste e spingendolo contro un albero alle sue spalle. Il mio volto è una maschera di rabbia.
-“Come osi?! Come osi chiederci di far finta di niente e andare avanti con la nostra vita, come se potessimo ignorare il fatto che lei è ancora viva?! Credi davvero che lasceremo la situazione immutata?! Credi davvero che lascerò Kagome a te?! Non ti conosco e non mi piaci. Odio il modo in cui la guardi e le stai vicino, perché quello dovrebbe essere il mio posto! Non me la lascerò scivolare tra le dita ancora una volta, adesso che l’ho ritrovata ho intenzione di riaverla accanto a me, per sempre.” gli urlo in faccia la mia rabbia, sottolineando quelle ultime parole.
-“Beh forse dovevi pensarci prima di buttarti a salvare la tua cara sacerdotessa morta e abbandonare Kagome al suo destino!” - mi urla lui in risposta, irato, prima di liberarsi dalla mia presa – “Ho visto quello che è successo. Ho visto come Naraku ti ha tratto in inganno spingendoti a scegliere lei, ma in ogni caso ciò non ti giustifica! Se fossi stato realmente convinto della tua decisione, avresti dovuto rimanere fermo dov’eri, perché sapevi che lanciarti in direzione della miko senza un attimo di esitazione avrebbe significato compiere una scelta.”
 
Le sue accuse mi colpiscono come uno schiaffo in pieno viso, riaccendendo in me quel senso di colpa che per tre anni, fino ad oggi, ha accompagnato la mia misera esistenza senza lei.
 
-“Forse non hai capito quello che ho detto finora, botolo: se Kagome dovesse riacquistare la memoria in una volta sola, sarebbe un problema per tutti noi, perché questo le provocherebbe uno shock tale da farle di nuovo perdere il controllo. E a quel punto nessuno di noi sarebbe in grado di fermarla.”
 
Il mio cuore perde un battito al solo pensiero dell’eventualità di usare la forza contro Kagome.
N-no, mi rifiuto di crederci.
Ci deve essere un altro modo..
Un modo per farle tornare la memoria senza che il suo lato oscuro prenda il sopravvento..
DEVE esserci, maledizione!
 
 
 
-“E se Kagome ricordasse poco per volta? Credo che in questo modo per lei risulterebbe più facile gestire la sofferenza e il dolore che ne scaturirebbero.....o-ovviamente la mia è solo un'ipotesi!” si affretta a precisare Sango che, timidamente, ha rotto il silenzio, lasciando interdetto il demone che sembra prendere in considerazione le parole della sterminatrice.
 
Dopo alcuni minuti di totale silenzio immerso nei propri pensieri, Hideki finalmente risponde... 
...e ciò che dice mi dà la forza di sperare che non tutto sia perduto.
 
-“Si potrebbe provare..infondo oggi ha reagito bene, anche se credo che cominci a nutrire qualche sospetto. ....Ma vi avverto, se col passare del tempo cominciasse a dare qualche segno di squilibrio, spariremo così come siamo comparsi.”
 
E con queste ultime parole, lo osservo alzarsi ed indossare il mantello scuro, mentre si incammina verso il luogo dal quale era venuto. Ma prima di inoltrarsi nella vegetazione della foresta, si ferma e si volta per un’ultima volta, sprezzante, in mia direzione.
-“Botolo, direi che il tuo astio nei miei confronti è abbastanza evidente, ma posso assicurarti che l’avversione è reciproca, se non di gran lunga superiore. Se solo mi soffermo a pensare a quanto hai fatto soffrire Kagome...a stento riesco a trattenere il prurito alle mani!
….tuttavia sembra che tu rappresenti ancora una parte essenziale nella vita di quella ragazza, quindi se non ti ho ucciso, ringrazia lei.”
 
E voltandosi nell’ altra direzione riprende a camminare, lasciandomi senza la forza di ribattere, consapevole della veridicità delle sue parole e di aver inconsapevolmente provocato dolore alla persona alla quale tengo di più al mondo.
 
-“Aspetta demone, ho un’ultima cosa da chiederti”
Questa volta a parlare era stata Kikyo, che era stata in silenzio finora.
Alle sue parole, Hideki si arresta senza nemmeno voltarsi, in attesa che la sacerdotessa gli ponesse la domanda.
-“Che motivo hai tu, invece, di dare la caccia a Naraku? Hai accennato qualcosa riguardo al tuo villaggio, posso sapere cos’è successo?”
Continuando a mantenere la sua posizione, Hideki esita qualche istante, prima di cominciare a parlare con tono fermo, ma nel quale percepisco una nota di rabbia mal celata.
-“Naraku si presentò nel mio villaggio qualche tempo fa, celato sotto un mantello di pelle di babbuino, richiedendo i servigi del mio clan. Egli chiese ai membri anziani di esercitare una pratica proibita su un essere umano che aveva la capacità di individuare i frammenti della Sfera, una sacerdotessa.
Il rito consisteva nel forzare la mente di questa persona attraverso i loro poteri psichici, in modo da consentirgli di vedere attraverso i suoi occhi. E’ una tecnica incredibilmente potente e pericolosa, in quanto i membri anziani violano contemporaneamente la mente del soggetto e, più il tempo passa, più aumentano le possibilità che ciò danneggi irrimediabilmente il suo spirito e la sua psiche, al punto tale da renderlo un fantoccio privo di coscienza. Inutile dire che gli anziani si opposero e Naraku sterminò tutti col suo miasma velenoso.” – si ferma qualche secondo, stringendo i pugni, nel tentativo di mantenere la calma – “Quel giorno, purtroppo, io non ero al villaggio e quando tornai trovai i miei cari e il resto degli abitanti morti. E ovviamente quell’ acre tanfo di miasma.”
 
Boccheggio nell'udire tali parole. 
Un nodo in gola mi impedisce di parlare, senza lasciarmi la possibilità di fugare quell' unico atroce dubbio che il suo racconto mi ha provocato, attanagliandomi lo stomaco in una morsa. 
L-la..la sacerdotessa alla quale si riferisce Hideki non sarà…?
 
-“Sì mezzo demone, hai indovinato...
..la sacerdotessa che Naraku intendeva violare era proprio Kagome.
Tuttavia non ho mai avuto il coraggio di dirglielo proprio perché, conoscendola, temevo che se ne sarebbe assunta la colpa..dandole così un altro motivo per cedere all'oscurità del suo cuore”
 
I miei compagni sono sbalorditi quanto me. Se non fosse stato per il coraggio degli abitanti del villaggio di Hideki, la mente di Kagome sarebbe stata violata senza che nessuno di noi potesse fare niente per fermarlo, lasciandola un involucro privo di emozioni.
Tremo all’idea del pericolo che aveva corso senza che nemmeno ne fossi a conoscenza.
Maledetto Naraku..
-“Ma perché Naraku avrebbe dovuto voler forzare proprio la mente di Kagome…voglio dire…anche Kikyo può vedere i frammenti della Sfera” azzarda Shippo, nella sua innocenza fanciullesca, ma ponendo comunque una domanda lecita.
A rispondergli è proprio la sacerdotessa chiamata in causa.
-“Naraku non può ancora avvicinarsi a me a causa del cuore umano di Onigumo, e lo stesso vale per Kagome a causa della costante protezione di Inuyasha. Quindi deve aver pensato che attraverso questo stratagemma avrebbe potuto aggirare l’ostacolo e che la mente di Kagome potesse essere più facile da penetrare rispetto alla mia. Tuttavia essendo comunque una sacerdotessa aveva bisogno dell’aiuto di demoni specializzati nell’ambito della psiche, e questo spiega perché si sia rivolto al tuo clan.
Nonostante ciò c’è un’altra cosa che non mi spiego: come fai invece tu a entrare con facilità nella mente di Kagome? Anche se non è molto potente, è pur sempre una sacerdotessa, e se per mettere in pratica quella tecnica proibita era necessaria la partecipazione di tutti i membri anziani, perché tu riesci a farlo da solo?”
 
Silenzio.
 
-“Allora? Vuoi rispondere?!” sbraito all’ improvviso, coi nervi a fior di pelle.
Non voglio più attendere nemmeno un secondo di più, sono stato tenuto all'oscuro della verità troppo a lungo.
 
Con la sua solita calma snervante, mi osserva con superiorità e finalmente risponde.
 
-“Il giorno in cui trovai Kagome fu lei a stabilire un contatto mentale con me. Probabilmente a causa dell’istinto di sopravvivenza che anima ogni essere umano, o forse perché in seguito tra noi si stabilì un rapporto di fiducia, non saprei..
…ma da quel giorno le nostre menti sono collegate in modo indissolubile.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono passati quindici giorni dal nostro ultimo incontro con Hideki, e di lui e Kagome ancora nessuna traccia.
Sembrano essersi dissolti nel nulla..
Maledizione!
Ogni giorno sempre di più cresce in me il timore che Naraku possa aver scoperto che Kagome è ancora viva e che quindi possa farsi vivo per portare a termine ciò che non era riuscito a fare l’ultima volta, senza che quel demone buono a nulla sia in grado di proteggerla.
Non riesco a dormire sonni tranquilli sapendola sotto la custodia di quell’ Hideki, non mi piace la confidenza che si prende nei suoi confronti, non mi piace che goda della sua compagnia, che si sazi della sua vista, che si bei del suo profumo…
Lei è mia!
E solo io posso guardarla in quel modo.
 
Sono irrimediabilmente geloso di quel demone pel di carota.
 
In questi giorni non abbiamo fatto altro che seguire le tracce di qualunque frammento venisse percepito da Kikyo, senza un attimo di tregua. Ne abbiamo recuperati altri due, ma poco mi importa…perché nessuno dei due mi ha permesso di rincontrare Kagome.
Sì, la verità è che ormai li colleziono solo nella speranza di poterla rivedere.
Anche i miei amici se ne sono accorti, vista la mia chiara delusione ogni volta che entriamo in possesso di un nuovo frammento che non sia legato a lei.
 
Ho bisogno di rivederla, ho bisogno di assicurarmi che stia bene.
 
Intanto Kikyo e Sango sono andate in perlustrazione con Kirara, alla ricerca di qualche informazione utile per procedere alla ricerca dei frammenti della Sfera, dato che ormai è qualche giorno che giriamo a vuoto perché Kikyo non ne percepisce la presenza.
Osservando in lontananza l’orizzonte, finalmente, le vedo tornare indietro.
Spero che almeno abbiano qualche buona notizia..
 
Una volta poggiato piede a terra, noto che Sango si avvicina a noi con un sorriso smagliante, mentre Kikyo ha una strana espressione cupa in volto.
 
Mi chiedo che diavolo le prenda..
 
-“Ragazzi abbiamo buone notizie! Poco fa, mentre eravamo in perlustrazione, abbiamo incontrato sulla nostra strada due viandanti, coi quali ci siamo soffermate per chiedere informazioni che potessero essere riconducibili alla presenza dei frammenti..e, incredibilmente, abbiamo avuto fortuna!”
Ascolto annoiato le sue parole, convinto che il suo giubilo sia dovuto solo al fatto di aver avuto qualche notizia sull’ubicazione di un'altra gemma, ma poco dopo sono costretto a ricredermi, drizzando le orecchie per non lasciarmi sfuggire nemmeno una parola della sterminatrice.
-“Uno dei due uomini ci ha detto che gli sono giunte voci di un villaggio di nome Okayama, a qualche chilometro di distanza da qui, che sorge sulle rive di un fiume che termina in un' imponente cascata, nelle cui acque dimora un demone serpente, che negli ultimi tempi è cresciuto in maniera spropositata, seminando il panico tra gli abitanti che adesso sono costretti a rifugiarsi all’interno della foresta per non rischiare di essere attaccati e divorati dal demone. Pensiamo che l’accresciuta forza del demone sia la conseguenza di un frammento della Sfera…..e non siamo gli unici a crederlo.”
-“..cosa vorresti dire?”
La ragazza, alla mia domanda, mi rivolge un sorrisino vittorioso, prima di apprestarsi a vuotare il sacco.
-“I due uomini ci hanno confessato che non eravamo le prime ad avergli chiesto informazioni sui frammenti, ma che altri due individui incappucciati gli hanno domandato la stessa cosa poche ore fa…” - il mio cuore perde un battito quando comprendo il significato delle parole della mia amica - “….e che hanno indirizzato anche loro nella nostra stessa direzione!”
 
Non appena Sango termina la frase, scatto in piedi.
Non c’è tempo da perdere, dobbiamo dirigerci verso quel villaggio.
Kagome si trova lì e io ho l’impellente bisogno di vederla e di accertarmi che stia bene.
 
 
 
 
 
 
 
 
Arrivati nei pressi del villaggio, notiamo subito che le case che si trovano in prossimità del fiume sono disabitate, proprio come i due viandanti avevano detto a Kikyo e Sango.
Tuttavia, dai meandri della foresta sentiamo giungere un gran vociare, segno che gli abitanti si sono trasferiti a qualche metro di distanza dal fiume per paura del demone che vi infesta le acque.
Una volta inoltrati nella vegetazione, in lontananza scorgiamo una chiassosa folla di uomini e donne attorno a qualcuno che non riesco ancora ad intravedere, ma della quale posso percepire il delicato profumo…..accostato al fetore di quel dannato demone rompiscatole.
A fatica mi faccio spazio tra la folla, fino a giungere al centro di quel cerchio di persone che si era formato, dove finalmente i miei occhi trovano la conferma di ciò che il mio olfatto aveva percepito..
 
-“Kagome..”
 
L’ho solo sussurrato, ma mi è parso come se lo avessi urlato. Tanto che persino Kagome e Hideki, nonostante il rumore provocato dalla folla sovreccitata, si voltano nella mia direzione visibilmente sorpresi dalla nostra presenza.
-“E voi cosa ci fate qui? Certo che è proprio una strana coincidenza rincontrarci anche da queste parti…non è che per caso ci state seguendo?” a parlare è stata proprio colei che ho desiderato disperatamente rivedere sana e salva da quando avevamo lasciato il villaggio di Genzo-san.
 
Se è possibile è ancora più bella di quanto già non fosse la prima volta che l’ho rivista.
Ma non riesco a godere della sua figura per più di qualche secondo che la voce di uno sconosciuto mi costringe a distogliere lo sguardo.
 
-“Voi siete amici dei nostri salvatori??” mi domanda improvvisamente un uomo di mezz’età, basso e grassoccio, dal viso gioviale, che si trova a fianco a me.
-“Ecco..a dire il vero..”
Ma l’uomo non sembra prestarmi minimamente ascolto.
-“Noto che avete delle armi..quindi siete anche voi dei valorosi combattenti! Ma bene! Più siete, meglio è! Sono sicuro che unendo le forze ucciderete quell’essere in pochi secondi!
Ah, a proposito, che sbadato, non mi sono nemmeno presentato! Io sono Hyobe, il capo villaggio di Okayama, e sono onorato di accogliervi nel nostro umile villaggio!”
E senza nemmeno attendere la nostra risposta, richiama l’attenzione dei suoi concittadini.
Il modo di fare di quest’uomo sta cominciando a farmi saltare i nervi.
-“AMICI MIEI! Sembra che quest’oggi la buona sorte sia dalla nostra parte! Due gruppi di imbattibili guerrieri uniranno le proprie forze per sconfiggere il demone che infesta le acque del nostro fiume, impedendoci di tornare ad abitare le nostre case. Facciamo un applauso per i nostri eroi”
E così, acclamati dalla folla animata da Hyobe-sama, veniamo spinti verso i confini della foresta, col compito di uccidere il demone.
 
 
 
 
-“Come diavolo siamo finiti in questa situazione?" - sento borbottare Hideki tra sé e sé, mentre ci incamminiamo verso le rive del fiume - "Io non combatto al fianco di quel botolo pulcioso” asserisce con tono sprezzante, incrociando le braccia al petto con fare offeso e sottolineando le ultime parole, con il preciso intento di farmi saltare i nervi.
Reazione che, naturalmente, non tarda ad arrivare, concretizzandosi in un nervo pulsante che compare immediatamente sulla mia tempia.
-“Stai pur certo che il sentimento è reciproco, pel di carota!” rispondo istintivamente, piccato dal suo atteggiamento da essere superiore.
Chi diavolo crede di essere questo fenomeno da baraccone?!
So che dovrei essergli grato per aver salvato la vita a Kagome, quando io non ne sono stato capace...
Ma adesso può anche togliersi di torno, il suo aiuto non è più necessario!
Sarò io a proteggere Kagome!

Il flusso dei miei pensieri, tuttavia, viene interrotto dalla sua voce.

-“Su su, non ha senso mettere il broncio! Piuttosto, invece, io credo che la cosa potrebbe rivelarsi più interessante se la trasformassimo in una sorta di gara” - propone, improvvisamente, una Kagome entusiasta - “voi che ne dite?” chiede, lasciandoci tutti spiazzati dall'inusuale proposta, per rivolgersi poi direttamente a me, cogliendomi impreparato e trovandomi ad arrossire come un idiota al pensiero che questa sia la nostra prima vera “conversazione” dopo tre anni.
-“Credo che prenderò il tuo silenzio per un sì!”  - risponde sorridente, prendendo in mano le redini della situazione e ignorando volutamente il mio insensato imbarazzo – “Però la sfida sarà solo tra me e te, mezzo demone Inuyasha. Sono proprio curiosa di vedere di cosa sei capace!
Il primo che riesce ad abbattere il demone, si tiene il frammento, ok?”
 
Un po’ titubante al pensiero di esporre Kagome al pericolo di una battaglia, resto in silenzio, cercando di prendere tempo per trovare una soluzione che non coinvolga anche lei nello scontro…
Ma purtroppo, anche quell’ Hideki sembra essere particolarmente esaltato all’ idea di questa gara.
-“Perché no? Vediamo come se la cava il cagnolino contro di te…sono proprio curioso!” ci esorta con quel solito sorrisino beffardo, al quale rispondo con un' occhiata omicida.
 
Adesso non posso più tirarmi indietro..
Messo alle strette, annuisco, andando a posizionarmi con Kagome lungo le rive del fiume, in attesa che il demone faccia la sua apparizione.
Nonostante l’ambito non sia esattamente quello che avevo sperato, in un certo senso sono felice di poter approfittare di questo momento per starle accanto, anche se per poco.
Non riesco a fare a meno di continuare a lanciarle delle rapide occhiate, come a volermi assicurare che lei sia realmente a pochi centimetri da me..
 
-“Appena hai finito di fissarmi, direi di metterci in guardia.” mi riprende, senza mai staccare lo sguardo dalla superficie calma del fiume.
Visibilmente imbarazzato per essere stato scoperto in flagrante, mi affretto a sguainare Tessaiga, mentre Kagome fa lo stesso con le due lame che porta sul dorso, osservando entrambi con attenzione il punto in cui la superficie dell’acqua ha iniziato a vibrare impercettibilmente e dal quale stanno cominciando ad emergere alcune bolle d’aria.
 
Sospiro, palesemente in difficoltà per la presenza di Kagome che mi sta mandando in confusione, distraendomi da quello che in questo momento è il mio obiettivo.
 
 
 
 
 
Credo che questo scontro si rivelerà più arduo di quanto pensassi..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
Incredibile ma vero, nonostante l’ora spropositata sono riuscita a terminare questo capitolo che sembrava non finire più! O.O
Vorrei potermi soffermare di più, ma credo che se indugiassi ulteriormente davanti al pc mio papà mi verrebbe a prendere per le orecchie, dal momento che siamo in partenza >.<
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento ^^ se vi va fatemi sapere cosa ne pensate!^^
Tuttavia vi anticipo già che presto i nostri piccioncini avranno modo di restare da soli per un bel po’ :P  
Con quest'ultima news vi saluto e vi auguro BUONE FESTE! E mi raccomando.......MANGIATE UN SACCO DI DOLCI xD (tanto la prova-costume è lontana anni luce :P) Al prossimo capitolo che si intitolerà “Waterfall”.
Bacioni <3

Dadina91

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Capitolo 7
*** Waterfall ***


La distesa d’acqua, che fino a pochi istanti fa si stagliava placida dinnanzi ai nostri occhi, mossa solo dalla leggera brezza, ora ha un aspetto più simile a quello di un mare in tempesta.
Probabilmente la creatura a guardia del fiume si è accorta della nostra presenza..
 
…bene!
 
Non vedo l’ora di poter mettere le mani su un altro frammento.
Sono cosciente del fatto che ormai collezionarli sia diventata una sorta di ossessione…ma..
E’ la sola cosa che mi permette di andare avanti.
Stringerli nella mia mano, vederli aumentare giorno dopo giorno, mi dà l’illusione di essere un po' più vicina al mio obiettivo..
 
Naraku.
 
Il solo pronunciare il suo nome mi fa venire il voltastomaco..
Stringo con forza i pugni sotto il peso della frustrazione..
Sì..
Frustrazione per non essere ancora stata in grado di stanarlo, nonostante tutti i miei sforzi.
Dannazione..
Il pensiero che lui sia ancora vivo da qualche parte, mentre la mia famiglia giace sotto terra ormai da tre anni, non fa altro che aumentare il senso di inadeguatezza che mi pervade..
 
…ma allo stesso tempo mi accende di una scarica di energia che solo un sentimento come l’odio può provocare.
 
 
Tuttavia, non è questo il momento per lasciarsi trascinare dalle emozioni: sono pur sempre nel bel mezzo di un combattimento! Ed è meglio non abbassare la guardia se voglio ottenere quel frammento.
Infondo sono stata proprio io a proporre questa sfida.
 
Già..
 
Ancora non  mi spiego cosa mi sia preso.
Sebbene raccogliere i frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti sia sempre stata la mia priorità assoluta, in quel momento non me la sono sentita di ignorare il gruppo di Inuyasha e prendermi la gemma senza dar loro la stessa possibilità.
 
Non capisco..non è da me..
 
In un certo senso, però, io e Inuyasha, seppur nemici, siamo sulla stessa barca. Entrambi abbiamo perso qualcuno che amavamo a causa di Naraku.
 
Lascio vagare per qualche istante il mio sguardo sulla figura del mezzo demone al mio fianco, e inevitabilmente riaffiorano alla memoria le parole che mi ha rivolto il giorno in cui ci siamo incontrati..
 
-“Lui…mi ha portato via la persona che amo”
 
Benché il dolore scaturito da quel ricordo fosse facilmente intuibile attraverso il lieve tremore della sua voce, rimembro chiaramente il tenue imporporarsi delle sue guance nel pronunciare quelle parole, le sue orecchie muoversi freneticamente e il tono della sua voce abbassarsi..
Quasi come se fosse imbarazzato dalla presenza di qualcuno..
Già..
 
 
Ma chi?
 
 
Sulla scia di questo interrogativo lascio la mia mente libera di vagare, vagliando le innumerevoli ragioni che potrebbero celarsi dietro il singolare comportamento del mio avversario, dimenticandomi completamente delle circostanze in cui ci troviamo…
..finché è proprio la causa del mio momentaneo estraniamento a riportarmi alla realtà.
 
-“Ci siamo..” sussurra improvvisamente Inuyasha con tono fermo , nel chiaro intento di attirare la mia attenzione, ottenendo però il solo risultato di suscitare in me un profondo imbarazzo quando realizzo di aver trascorso gli ultimi minuti in totale stato di trance…pensando a lui.
 
Ma che diavolo mi è preso?!?
Non posso permettermi distrazioni!
 
Scuoto con vigore la testa nel tentativo di riacquistare la lucidità perduta, mentre faccio scorrere lo sguardo sul corso d’acqua che mi sta dinnanzi per scorgere ciò che ha spinto il mezzo demone al mio fianco a decretare l’imminente pericolo.
Non mi ci vuole molto per individuare ciò a cui si riferiva: un’ombra stava lentamente prendendo forma sotto lo specchio d’acqua, come se qualcosa, o meglio, qualcuno stesse risalendo in superficie.
 
Cazzo.
Come ho potuto non notarla?!
Stupida idiota che non sono altro..
Mi sono lasciata distrarre…ma non succederà un’altra volta.
 
Prima di rivolgere la mia totale attenzione alla scontro imminente, però, mi concedo ancora un istante per gettare un ultimo rapido sguardo al mio rivale, al fine di assicurarmi che non si sia accorto della mia momentanea distrazione, così da poterne trarre vantaggio.
 
Ma da quello che posso vedere, Inuyasha non sembra minimamente interessato a ciò che lo circonda. Al contrario, il suo sguardo fisso davanti a sé dà l’impressione di non volersi lasciar sfuggire neppure la minima vibrazione di quella superficie cristallina.
 
Tsk..
 
Il suo zelo sta iniziando a infastidirmi. Mi fa sentire come una povera sprovveduta incapace di mantenere la concentrazione.
 
Osservandolo meglio, tuttavia, mi accorgo che dietro l’atteggiamento attento e irreprensibile del mezzo demone potrebbe celarsi invece un’altra ragione, che nulla ha a che vedere con l’essere meticoloso.
 
Inuyasha è incredibilmente teso.
 
Riesco chiaramente a scorgere la mascella serrata e le nocche della mano che impugna l’elsa divenire sempre più bianche a causa della stretta spasmodica.
 
Possibile che….abbia paura?!
No..mi rifiuto di crederci! Se è vero che anche lui sta dando la caccia a Naraku, non può lasciarsi spaventare all’idea di combattere contro un serpentello fuori misura.
Ma..non riesco a trovare un’altra spiegazione logica alla sua reazione..
 
 
 
Improvvisamente, un boato assordante mi riscuote dai miei pensieri, costringendomi a volgere l’attenzione verso la fonte di quel fragore: con immenso stupore, però, mi ritrovo in un attimo investita da una pioggia d’acqua e detriti tale da obbligarmi a coprirmi il volto con le braccia per evitare di venirne colpita in pieno.
Quando finalmente riesco a liberare la visuale, scorgo la causa dell’esplosione.
 
Dinnanzi a noi, in tutta la sua immensa mole, si staglia un gigantesco serpente marino dalle squame grigio – azzurre. Sebbene parte del corpo sia ancora per metà celata sotto la superficie dell’acqua, la sua figura supera di gran lunga le cime degli alberi che ci circondano.
Non c’è che dire…è decisamente un colosso.
 
Lo osservo attentamente..
 
Il lungo corpo affusolato, tipico dei rettili, è ricoperto da migliaia di ruvide squame lucenti; alla base del collo una sorta di corona di aculei gli circonda la testa. I sottili occhi color cremisi, caratteristici di quei demoni che subiscono l’influenza del potere malvagio della Sfera, ci scrutano con una perizia inquietante, mentre la lingua biforcuta emette dei sibili sinistri.
Non mi ci vuole molto ad individuare il frammento della Sfera, il quale si trova all’interno della sua gola, esattamente all’altezza della schiera di aculei.
 
Sorrido compiaciuta.
 
Sarà un gioco da ragazzi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Benché mi fossi ripromesso di non farmi più distrarre dalla vicinanza di Kagome, non riesco a trattenere l’impulso di voltarmi verso di lei per assicurarmi che la vista di questa creatura non l’abbia turbata..
…ma rimango a bocca aperta quando mi rendo conto che sul volto di Kagome non vi è alcuna traccia di esitazione o timore..
Solo un sorrisetto compiaciuto a delineare quelle morbide labbra rosate.
Sembra…elettrizzata all’idea di combattere.
 
Mentre io..beh..
..io non sono mai stato tanto nervoso all’idea di ingaggiare uno scontro quanto lo sono ora.
Ma che dico..
Sono letteralmente terrorizzato.
 
..E la causa non è di certo un demone sproporzionato.
 
Ciò che mi spaventa maggiormente è il fatto che anche Kagome prenderà parte allo scontro.
 
Normalmente le avrei espressamente vietato anche solo di avvicinarsi al campo di battaglia, intimandole di nascondersi in un luogo sicuro per evitare che possa restarne coinvolta..
 
…tuttavia questa situazione è ben lungi dall’essere “normale”.
 
Kagome non mi darebbe mai ascolto se le chiedessi di farsi da parte per la sua incolumità.
Non ne vedrebbe il motivo, dato che…per lei non sono che un altro nemico.
L’ennesimo ostacolo tra lei e il suo desiderio di vendetta.
Nulla di più, nulla di meno.
 
Il solo pensiero di contare così poco nella sua nuova vita mi fa male..
Mi lacera dentro..
Ancora non posso credere che siamo arrivati a questo punto..
 
Naraku..
Maledetto bastardo, non la passerai liscia..
Questa volta la pagherai cara per quello che ci hai fatto.
 
Ma Naraku non è il solo contro il quale vorrei scatenare la mia furia.
Mi sento un idiota anche per aver sperato in un aiuto da parte di quell’inutile pel di carota.
Dopo tutte quelle belle parole che ci ha detto la notte in cui ci ha mostrato ciò che è accaduto a Kagome, mi aspettavo che almeno lui cercasse di dissuaderla da quest’assurda idea della sfida, dal momento che una mia presa di posizione avrebbe solo destato sospetti..
..e invece quell’idiota non ha fatto nulla, anzi l’ha persino appoggiata!
E dire che credevo, non senza fastidio, che anche lui tenesse a Kagome!
 
Forse non si rende conto del pericolo che rappresenterebbe per lei uno scontro corpo a corpo con un demone di queste dimensioni!
Potrebbe restare gravemente ferita, o peggio..
 
No, non ci voglio nemmeno pensare!
 
Ormai ho preso la mia decisione.
Non ho intenzione di assecondare quel pazzo: il mio solo scopo nel corso di questo scontro sarà quello di proteggere Kagome, non mi interessa recuperare il frammento..
..mi basta che lei sia salva.
 
 
 
 
-“Ti consiglio di dar retta a questo pazzo se non vuoi mandare tutto in malora”
 
Ma che..?
Dannato, esci subito dalla mia testa se non vuoi che ti strappi le budella!
 
-“Spiacente di aver violato la tua privacy, ma mi è stato impossibile ignorare il brusio dei tuoi pensieri…soprattutto quando sono saturi di insulti nei confronti del sottoscritto”
 
Razza di..
 
-“Comunque non per questo che ho fatto momentaneamente irruzione nella tua testa bacata, ma piuttosto per ricordarti cosa causerebbe il tuo atteggiamento da eroe. Kagome non è una stupida e, dal momento che nutre già qualche sospetto nei tuoi confronti, a quel punto non le ci vorrebbe molto per scoprire la verità…quindi te lo sconsiglio vivamente. Inoltre se si dovesse accorgere che stai cercando in qualche modo di favorirla nello scontro, beh..diciamo che non la prenderebbe bene. Perciò fammi questo favore cagnolino, combatti al massimo delle tue potenzialità, perché puoi stare certo che lei lo farà, e a quel punto ti accorgerai che quella che hai davanti non è più la ragazzina indifesa che conoscevi un tempo, ma una valorosa combattente che ti darà del filo da torcere. Beh, buona fortuna cagnolino, e che vinca il migliore.”
 
Il mio corpo è scosso da violenti spasmi mentre le parole di quel damerino continuano a riecheggiarmi in testa come un mantra..
..al punto che sono costretto ad afferrare saldamente l’elsa di Tessaiga per evitare di perdere il controllo e staccargli la testa.
 
Maledetto bastardo!
Prima vuole che finga di non conoscerla e adesso mi impedisce persino di proteggerla?!
 
Tuttavia a crearmi maggior turbamento sono state le sue ultime parole..
 
“…ti accorgerai che quella che hai davanti non è più la ragazzina indifesa che conoscevi un tempo..”
 
Il pensiero che la Kagome che ho davanti possa non essere più quella che conoscevo mi lascia pietrificato. Non che la questione non mi abbia già sfiorato…
Sarebbe impossibile per me negare che in questi anni la ragazza che amo, sia cambiata.
...tuttavia, sentirmelo dire senza troppe cerimonie ha sbriciolato quel poco di speranza che serbavo.
 
Se le parole di Hideki fossero vere..cosa farei a quel punto?
Se anche i suoi sentimenti fossero cambiati e una volta ritornata la memoria lei..non mi volesse..
Cosa farei?!
 
Dannazione, dannazione, DANNAZIONE.
Non posso perderla di nuovo, non voglio perderla.
Non ora che l’ho ritrovata.
 
Digrigno rumorosamente i denti a causa del peso della frustrazione che mi sta schiacciando.
Sebbene tutto ciò che desiderassi fosse rivederla sana e salva, sento ancora un’immensa voragine all’altezza del cuore..
 
Non mi basta vederla...voglio sentirla.
 
 
 
 
-“Siete stati coraggiosi ad avvicinarvi alle rive della mia dimora.”
A parlare, tra un sibilo e l’altro, è proprio la titanica creatura che ha da poco fatto la sua apparizione e che, per assurdo, finora avevo totalmente ignorato, preso com’ero dalla mia smania per la fanciulla al mio fianco.
Riscosso dalla cupa voce del nostro nemico, riporto la mia attenzione su quest’ultimo, il quale da quando è comparso non si è ancora mosso di un millimetro, troppo intento a studiarci e, probabilmente, a deridere l’insignificanza della nostra statura rispetto alla sua.
 
Non so spiegarmelo, ma ho un brutto presentimento..
 
Non è comune per un demone di basso livello sotto l’influenza di un frammento della Sfera mantenere il controllo. Sono abituato a vederli attaccare non appena se ne presenta l’occasione, senza distinzione tra i propri simili e gli altri esseri viventi.
Questo, invece, sembra divertirsi ad osservarci, e devo dire che la perizia con la quale lo sta facendo ha un non so che  di inquietante.
Neppure il fatto che sia in grado di parlare è un buon segno..
 
Tutto questo può voler dire solo una cosa…
 
…questo demone è tutt’altro che di basso livello.
 
 
 
-“Beh, non c’è che dire, ti sei trovato proprio un bel posticino in cui vivere..” la voce di Kagome risuona sicura nel silenzio della valle che ci ospita, cogliendomi di sprovvista “…così come lo hai trovato per il tuo frammento della Sfera. Però, sai, non sono sicura che quella schiera di aculei possa bastare a proteggerlo, perché vedi…si dà il caso che qui con me io abbia due spade..” con lentezza studiata estrae le due armi finora riposte nei foderi sulla sua schiena “….ed entrambe non vedono l’ora di piantarsi nella tua gola per estrarlo.” conclude con lo stesso sorrisetto compiaciuto che le ho visto delinearsi sulle labbra poco prima.
Resto ammutolito dalla sfrontatezza con la quale gli si è rivolta..
 
“…ti accorgerai che quella che hai davanti non è più la ragazzina indifesa che conoscevi un tempo..”
 
Le parole di Hideki risuonano ancora nella mia mente come un monito a non crearmi false speranze, a non illudermi.
 
…possibile che…sia già troppo tardi per sistemare le cose?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La reazione del demone alle mie parole di sfida non tarda ad arrivare, concretizzandosi in una fragorosa, quanto prevedibile, risata. In quanto donna sono abituata a suscitare l’ilarità dei miei nemici..
..anche se poi spesso finiscono per pentirsene.
 
Ma questa volta, ciò che dice dopo mi fa vacillare, lasciandomi per qualche istante priva di respiro.
 
-“Tu devi essere Kagome, non è vero? Naraku mi aveva avvertito del fatto che oggi saresti giunta qui per reclamare anche il mio frammento.”
 
…Naraku?!
Naraku sapeva che oggi sarei arrivata in questo villaggio? Com’è possibile?!
Questo vuol dire che quel maledetto….mi sta tenendo d’occhio?!
 
Finora ho sempre sperato che collezionando i frammenti rimasti in circolazione, Naraku, prima o poi, sarebbe uscito allo scoperto per impossessarsene. Infondo era proprio quello che volevo…
…tuttavia sapere che, senza che me ne rendessi conto, quel maledetto è stato in grado di seguire le mie tracce e addirittura di prevedere e anticipare le mie mosse, mi fa sentire oltremodo vulnerabile e sprovveduta. 
Che intenzioni ha?
E perché tutto questo interesse nei miei confronti? Infondo sono solo una ragazzina a cui ha ucciso i genitori nel suo percorso di completamento della Sfera dei Quattro Spiriti. Un danno collaterale. Dovrei essere io il predatore, e lui la preda. Sono IO quella che cerca vendetta.
Devo assolutamente saperne di più.
Inspiro profondamente nel tentativo di regolarizzare il battito che, a causa della sorpresa suscitata da quell’inaspettata rivelazione, era accelerato, riprendendo così il controllo di me stessa e sforzandomi di mantenere quella maschera di imperturbabilità e freddezza che ho perfezionato in questi tre anni di vendetta, e che i miei nemici hanno imparato a conoscere e a temere.
Prima che riesca a porgli la domanda, però, il demone ha già rivolto la sua attenzione verso il mezzo demone al mio fianco, con un’aria vagamente sorpresa.
-“Tu invece sei…Inuyasha?!” esclama improvvisamente, pronunciando il nome del mezzo spettro con una nota di stupore e dilatando impercettibilmente le sottili pupille purpuree.
 
Cosa?
Conosce anche lui?
Ma che diavolo sta succedendo?!
 
Mi volto confusa e diffidente verso il mio compagno di battaglia in cerca di risposte, ma pare che anche lui sia altrettanto perplesso a causa della piega che sta prendendo la situazione.
-“Come conosci il mio nome, demone?! Per caso quel bastardo di Naraku ti aveva avvertito anche del mio arrivo?”
Per tutta risposta il gigantesco demone scoppia in un’altra risata, questa volta più sommessa rispetto alla prima. Sta cominciando ad irritarmi.
 
Poi finalmente si decide a rispondere.
 
-“A dire il vero no, mezzo demone. Ero stato messo in guardia solo da Kagome, credo che Naraku non avesse calcolato che vi incontraste così presto…ma questo cambia tutto.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Le parole pronunciate dal demone-serpente hanno il potere di farmi immediatamente gelare il sangue nelle vene. Non riesco a muovere un muscolo pensando al pericolo a cui Kagome è stata esposta in questi anni, mentre io non facevo altro che struggermi dal dolore per averla persa. Naraku sapeva che Kagome era viva, quel maledetto bastardo lo sapeva, e quel che è peggio, stando alle parole del demone, finora avrebbe minuziosamente seguito le sue tracce.
 
Cerco di reprimere l’ondata di panico che si sta rapidamente impossessando di me, mentre una serie di immagini infauste mi attraversano la mente al pensiero del pericolo che ho lasciato che corresse.
 
L’ho abbandonata in balia di Naraku per tutto questo tempo..
Non potrò mai perdonarmelo.
Maledizione..
Il senso di colpa, aggiunto al terrore suscitato da queste nuove rivelazioni, mi provoca una fitta al petto tale che devo stringere i denti per non lasciare che il dolore che sto provando in questo momento si tramuti in un urlo disumano, ma liberatorio.
 
Sono senza speranze..
 
Nonostante ciò non riesco a fare a meno di pensare che, se solo Naraku avesse voluto, avrebbe potuto attaccarla in qualsiasi momento, avrebbe potuto liberarsi di lei proprio come aveva fatto quel giorno sul Monte Hakurei…..eppure fino ad adesso si è solo limitato a spiarla nell’ombra.
Ma allora…che intenzioni ha?!
 
“…credo che Naraku non avesse calcolato che vi incontraste così presto…”
 
Come un fulmine a ciel sereno, vengo colpito da un pensiero agghiacciante. Un timore che se si rivelasse essere fondato, si concretizzerebbe nel peggiore dei miei incubi. Un’eventualità che finora mi ero rifiutato di prendere in considerazione, forse a causa dell’intensità del dolore che provavo, o forse per eccessiva ingenuità.
 
E se..
E se finora sia io che Kagome fossimo stati inconsciamente le pedine di una delle ennesime macchinazioni di Naraku?!
 
Un tremito involontario mi riscuote dalla testa ai piedi, mentre il mio subconscio pare avvalorare con crescente vigore quest’ipotesi.
 
Perché voleva che io e Kagome ci rincontrassimo?!
Non ha senso..
A che scopo dividerci quel giorno sul Monte Hakurei se sapeva che prima o poi ci saremmo rincontrati?!
Sento la testa scoppiarmi sotto il peso degli interrogativi che mi assillano.
 
Ma a quanto pare, non sono l’unico ad avere delle domande in questione.
 
-“Spiegati meglio, demone! Perché Naraku mi starebbe tenendo d’occhio? E perché temeva che io e lui ci incontrassimo? Ma soprattutto COSA cambierebbe il nostro incontro?” gli interrogativi di una Kagome visibilmente irritata lo investono come un fiume in piena, costringendo così il rettile a reindirizzare l’attenzione sulla giovane.
Mi volto anch’io sorpreso verso la ragazza al mio fianco, che, senza saperlo, ha appena dato voce a quelli che sono anche i miei quesiti.
Tuttavia, mentre attendo trepidante una risposta da parte del demone, non posso fare a meno di notare la singolare scelta di parole operata da Kagome nel formulare una delle domande.
Ha dato per scontato che Naraku temesse un nostro incontro…
…ma io invece non credo sia andata così.
Mi auguro di sbagliare, anche se oramai il mio istinto è temprato dai numerosi tiri mancini di quel bastardo, ma ho come la sensazione che Naraku non avesse timore di un nostro eventuale incontro..
No..
Se così fosse avrebbe fatto l’impossibile per tenerci separati..
 
 
 
Io credo piuttosto che Naraku…
volesse  che noi due ci incontrassimo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Non ci sto più capendo niente!
Ho come l’impressione che qui tutti sappiano qualcosa che io non so.
Voglio delle risposte, e le voglio subito.
Visibilmente piccata per essere stata messa da parte, tuono in direzione del demone.
 
-“Spiegati meglio! Perché Naraku mi starebbe tenendo d’occhio? E perché temeva che io e lui ci incontrassimo? Ma soprattutto COSA cambierebbe il nostro incontro?”
 
Richiamato dalla mia voce, l’enorme rettile finalmente volge nuovamente lo sguardo verso di me, facendo scorrere le pupille vermiglie sulla mia figura, prima di scoppiare nell’ENNESIMA risata beffarda.
Adesso mi sto davvero incazzando.
Prima che possa scattare contro di lui, però, il demone risponde, pur mantenendo un tono divertito.
 
-“Ragazzina, credi davvero che Naraku avrebbe mai illustrato i suoi piani ad un subordinato?! Eppure credevo che lo conoscessi bene. So solo quello che ho sentito mormorare in giro, e cioè che il vostro incontro sarà l’inizio di tutto.
 
L’inizio di…tutto?!
Ma di che sta parlando?!
 
Poi riprende.
-“Non ho idea del significato di queste parole, tutto ciò che so è che Naraku mi ha promesso di lasciarmi tenere il frammento, se solo fossi riuscito ad uccidervi.
E credo che sarà proprio quello che farò.”
 
Non appena il demone termina di pronunciare le ultime parole, i suoi occhi si illuminano, diventando di un rosso ancora più intenso. Nello stesso istante l’acqua intorno al suo corpo comincia a vibrare, mentre la corrente del fiume aumenta al punto tale che persino le rocce vengono sradicate dal letto del torrente e trascinate verso la cascata in cui quest’ultimo termina.
Intorno al demone iniziano a formarsi alcuni mulinelli, che in pochissimi istanti si trasformano in imponenti colonne d’acqua e detriti, che si scagliano a tutta velocità nella nostra direzione.
Senza troppa difficoltà, sia io che Inuyasha, le evitiamo con un salto all’indietro, andando ad atterrare a qualche metro di distanza rispetto a dove ci trovavamo.
 
Anche se..per un attimo..mi è sembrato che Inuyasha abbia avuto l’impulso di correre verso di me, prima di ripensarci e schivare anch’egli l’attacco del demone.
Che diamine aveva intenzione di fare? Difendermi per caso?
Assurdo. Perché avrebbe dovuto farlo?
Infondo, anche se il nostro obiettivo è apparentemente il medesimo, noi due rimaniamo comunque nemici.
 
-“Stai bene? Non sei ferita vero?”
 
Con uno scatto repentino mi volto attonita verso il mezzo demone da cui sono giunte tali parole d’apprensione, ritrovandomelo a pochi centimetri dal viso. Come se fosse abituato a questo tipo di vicinanza, Inuyasha lascia correre il suo sguardo inquieto e minuzioso lungo il mio corpo in cerca di ferite, completamente ignaro di provocarmi così un profondo imbarazzo.
Prima che possa rendersene conto, però, mi allontano di scatto, in modo da ristabilire una distanza conveniente tra i nostri volti.
 
-“S-senti un po’ tu!” – balbetto per un attimo colta in contropiede dall’illogicità del suo comportamento, prima di riprendere il controllo di me stessa – “Non credo che ti sia ben chiara una cosa, Inuyasha. Io e te siamo nemici. Entrambi vogliamo quel frammento ed entrambi faremo quanto in nostro potere per impossessarcene, nessuna esclusione di colpi. Quindi ti consiglio di pensare alla tua pelle e io penserò alla mia, ognuno combatte per sé. Non siamo una squadra, quindi metti pure da parte la cavalleria.” - sottolineo le ultime parole con freddezza, con l’intento di ricordargli che pur essendo una donna, resto comunque un avversario.
Per tutta risposta il mezzo demone mi osserva con uno sguardo indecifrabile, oserei dire deluso, e, per un istante, giurerei di aver visto passare nei suoi occhi un lampo di tristezza.
Tuttavia pare che le mie parole abbiano sortito l’effetto sperato, perché, dopo aver aperto la bocca per ribattere, Inuyasha la richiude voltandosi nuovamente verso il nostro comune nemico che intanto si sta preparando a scagliarci contro un altro colpo.
Anche se ancora confusa dalla reazione del mezzo spettro, mi auto-impongo di non farmi distrarre per l’ennesima volta e decido di approfittare di questo momento di inattività del demone per scagliargli contro il mio attacco.
 
-“Dato che non puoi essermi utile per scoprire qualcosa su Naraku…ti dispiace se ti uccido e mi prendo il tuo frammento?” sbotto mentre scatto a tutta velocità verso di lui.
-“Prima dovrai riuscire ad avvicinarti, ragazzina.” risponde l’essere, sfidandomi a schivare una pioggia di proiettili d’acqua che, a quella velocità, riescono a trapassare da parte a parte alcuni massi che si trovano nelle vicinanze.
Anche questa volta, però, schivo l’attacco senza difficoltà, procedendo a zig zag tra i proiettili che uno dopo l’altro finiscono al suolo con uno schianto, riuscendo così ad avvicinarmi ulteriormente.
Raggiunto il limite della sponda, con un salto ben calibrato mi porto alla sua altezza, in modo da poter sferrare l’attacco con maggiore efficacia.
Ma proprio mentre sto per assestare il colpo, qualcosa, che non ho nemmeno il tempo di individuare, mi colpisce in pieno, catapultandomi di nuovo al suolo con una violenza inaudita.
 
C-cosa diavolo è stato?
 
Sento chiaramente le forze abbandonarmi, mentre i miei occhi faticano a rimanere aperti.
Tuttavia, l’ultima cosa che riesco a percepire in lontananza prima di perdere completamente i sensi, è il mio nome.
Il mio nome urlato con disperazione da una voce familiare.
 
Poi, tutto diventa buio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un brivido di terrore mi attraversa mentre osservo Kagome venire scaraventata a diversi metri di distanza dalla gigantesca coda, rimasta fino ad ora abilmente celata, che quel mostro ha improvvisamente fatto emergere da sott’acqua. E’ accaduto tutto in una frazione di secondo, nemmeno il tempo di avvisarla dell’imminente pericolo che già si trovava riversa al suolo, priva di conoscenza.
 
-“KAGOME!”
 
Il mio urlo riecheggia per tutta la vallata, mentre corro come un forsennato, maledicendomi mentalmente per non aver fatto nulla per salvarla.
 
Come ho potuto assistere inerme mentre veniva colpita?!
Come ho potuto lasciarla avvicinare fino a quel punto a un demone di quelle dimensioni?!
 
Più mi avvicino e più il cuore sembra volermi uscire dal petto, al timore che possa essere rimasta ferita gravemente a causa della mia incapacità. Ancora una volta non sono riuscito a proteggerla.
Ancora una volta l’ho vista cadere vittima di un piano di Naraku.
Come un idiota sono rimasto imbambolato ad osservare l’armonia di ogni suo movimento, ammirando l’agilità e l’abilità di combattimento che Kagome ha acquisito in questi anni, al punto che mi sono accorto troppo tardi delle intenzioni del demone.
 
Maledizione.
 
In pochi secondi azzero la distanza che ci separa, ritrovandomi accanto al corpo esanime della ragazza che amo, terrorizzato all’idea di scoprire che le sue condizioni possano essere più gravi di quello che sembrano. Con mano tremante le sollevo delicatamente la testa, lasciando le dita libere di affondare nella morbida massa corvina e avvicinandola maggiormente a me, in modo da poterne controllare meglio le eventuali ferite.
La osservo attentamente studiando ossessivamente ogni centimetro di quel viso perfetto, sul quale con immenso sollievo non noto ferite evidenti.
 
-“Deve aver battuto la testa” penso mentre avvicino ulteriormente i nostri visi per
assicurarmi che respiri ancora..
 
…e mi ritrovo a tirare un sospiro di sollievo quando un soffio, seppur flebile, fuoriesce dalle sue labbra semi dischiuse, accompagnato da un leggero lamento probabilmente dovuto al dolore causato dall’impatto.
 
E’ viva..
 
Solo quando mi rendo conto che il pericolo è scampato, mi accorgo della distanza praticamente nulla tra i nostri visi. Ancora qualche centimetro e le nostre labbra si sarebbero sfiorate.
Arrossisco di colpo al pensiero di quel contatto, allontanandomi leggermente in modo da ristabilire così una distanza adeguata.
Anche se tutto il mio corpo sembra non desiderare altro che la sua vicinanza, non mi sembra il momento adatto per lasciarsi andare a certi pensieri.
 
In questo momento ho un’altra priorità..
 
Facendo attenzione ad essere il più delicato possibile, appoggio nuovamente la ragazza sul terreno, lanciandole un’ultima occhiata carica di angoscia.
 
Non temere, non ci metterò molto.
 
Con la tacita promessa di ritornare al più presto, mi alzo in piedi, muovendo qualche passo verso il mio nuovo obiettivo.
 
La pagherai cara.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando Kagome ha proposto una sfida tra lei e il mezzo demone per decidere chi dovesse aggiudicarsi il frammento, in un primo momento l’impulso sarebbe stato quello di impedirglielo.
 
Avrei preferito vedermela io con quell’inetto…
…almeno adesso saprebbe una volta per tutte chi tra noi è il più forte.
 
Ma infondo devo ammettere che l’idea di una sfida non è stata poi così male. Questa, infatti, può rivelarsi una buona occasione per dare modo a Kagome di dimostrare le proprie capacità.
Quel mezzo demone avrebbe visto con i suoi stessi occhi i progressi fatti dalla ragazzina indifesa di un tempo.
Persuaso da questa prospettiva, ho deciso di lasciarla fare e ora, come stabilito, assisto al combattimento da una distanza confacente insieme ai compagni di Inuyasha.
Sembrano tutti piuttosto tesi mentre osservano il demone scagliarsi contro Inuyasha e la loro amica appena ritrovata. Tutti tranne la sacerdotessa che, come al solito, mantiene un’espressione neutrale, senza lasciar trasparire emozione alcuna.
Mi chiedo proprio cosa ci trovasse quel mezzo demone in una donna del genere.
Riportando l’attenzione sullo scontro, osservo compiaciuto il frutto di anni di addestramento.
Sono davvero fiero di lei.
 
Ho fiducia nelle capacità di Kagome. Sono sicuro che in men che non si dica porrà fine al duello, e a quel punto potremo riprendere il viaggio, senza la fastidiosa presenza del cuccioletto.
 
Tuttavia improvvisamente qualcosa va storto, e ciò che vedo mi fa letteralmente smettere di respirare.
Proprio mentre sembrava sul punto di dominare lo scontro, Kagome viene improvvisamente sbalzata a diversi metri di distanza dalla coda del demone, comparsa apparentemente dal nulla, senza nemmeno lasciarle il tempo di reagire.
Il primo impulso, nonostante la considerevole distanza che ci separa, è quello di correre in suo soccorso, pur sapendo quanto sia testarda e orgogliosa quando si tratta di dimostrare la sua forza in combattimento. Sicuramente si arrabbierà, ma non mi importa. Mi accingo così a scattare in sua direzione, ma la scena a cui assisto mi lascia coi piedi incollati al suolo.
 
Inuyasha, con una velocità che credevo impossibile per la sua natura ibrida, percorre i metri che lo separano da Kagome in un battito di ciglia, visibilmente allarmato dalle sue condizioni.
Ancora non mi spiego il perché, ma qualcosa dentro di me mi suggerisce di restare fermo a guardare. E così faccio.
Immobile, mentre lo osservo sollevarle la testa con delicatezza e poggiarsela al petto.
Immobile, mentre con estrema naturalezza si avvicina al suo viso per assicurarsi che non abbia smesso di respirare.
Immobile, mentre indugia per qualche istante a pochi centimetri dalle sue labbra. Le bocche separate solo dai loro respiri.
 
Immobile, mentre il mio cuore va in frantumi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Ci è mancato poco. Per un istante ho davvero temuto che quella ragazzina riuscisse a colpirmi e a prendere il frammento….ma credo di averla sopravvalutata.” afferma beffardo il demone posando gli occhi cremisi sul corpo inerme di Kagome. Tuttavia le parole tradiscono il tono della sua voce. Infatti, sebbene tenti di nasconderlo, risulta alquanto palese che anch’egli sia rimasto sorpreso dall’abilità di Kagome nel riuscire ad avvicinarsi a lui al punto tale da cercare di sferrare un attacco diretto. 
-“Tu dici? Eppure mi è parso che tu sia dovuto ricorrere a un asso nella manica per poter sconfiggere quella ragazzina” puntualizzo con rabbia mal celata, muovendo qualche passo in sua direzione, per poi arrestarmi a pochi metri dalla sponda –“Se non lo avessi fatto credo proprio che a quest’ora la tua testa giacerebbe sul fondo del fiume.”
L’unica ragione per cui non ho ancora fatto a pezzi questo bastardo è che in questo momento ho altre grane per le mani.
 
Sto letteralmente facendo l’impossibile per mantenere la calma.
 
Se infatti mi lasciassi andare, sono convinto che il mio sangue demoniaco, che sta ribollendo di rabbia da quando Kagome ha perso conoscenza, prenderebbe immediatamente il sopravvento facendomi perdere il controllo di me stesso.
Certo…in questo modo il combattimento si concluderebbe nel giro di qualche istante e io potrei tornare ad occuparmi della salute di Kagome…
Il problema è che…a quel punto…non sono sicuro la mia presenza le sarebbe d’aiuto.
Un brivido lungo la schiena mi scuote al pensiero di ciò che potrebbe accadere se mi trasformassi in un demone completo.
Scuoto con vigore la testa per ricacciare indietro quei pensieri infausti e tornare a concentrarmi sul mio avversario.
Non la passerà liscia. Avrò la mia vendetta.
…ma non come mostro sanguinario.
No.
Questa volta voglio restare me stesso fino all’ultimo, per Kagome.
 
Nel frattempo, punto nel vivo, il gigantesco rettile riporta l’attenzione su di me, con un sonoro schiocco della lingua biforcuta. L’imperturbabile sguardo cremisi viene attraversato per un attimo da un lampo di rabbia.
-“Per caso vorresti vendicarla, mezzo demone?” mi domanda con una punta di ironia nella voce, portandosi in posizione d’attacco.
 
Abbozzo un ghigno compiaciuto.
 
-“Non chiedo di meglio.” e così dicendo scatto in sua direzione, evitando, non senza difficoltà, i ripetuti attacchi dell’imponente coda. Anche se decisamente enorme e grottesca, quest’ultima si sta infatti rivelando essere più rapida di quanto una prima vista possa suggerire.
Non mi stupisco che Kagome sia stata colta alla sprovvista.
Ogni sferzata che colpisce il suolo, è in grado di farlo tremare, e questo di certo non mi aiuta a mantenere l’equilibrio mentre mi preparo a schivare il colpo successivo.
Ma non ho intenzione di tirarmi indietro.
Non mi fermerò finché la lama della mia Tessaiga non si sarà conficcata nella sua gola.
Nonostante le difficoltà iniziali, riesco a spiccare un balzo che mi permette di ritrovarmi faccia a faccia col demone.
 
Ci siamo.
 
Stando alle parole di Kagome, il frammento si troverebbe all’altezza della gola, sotto la schiera di aculei.
Perfetto. Basterà staccargli la testa e sarà tutto finito.
Senza un attimo di esitazione, vibro il colpo che porrà fine allo scontro.
 
“KAZE NO KIZU!”    
 
Osservo il fascio di luce scagliato dalla mia spada dirigersi verso il bersaglio a tutta velocità…
 
…ma improvvisamente accade qualcosa che non mi aspettavo.
 
Poco prima che la Cicatrice del Vento possa colpire gli aculei che si trovano a difesa del frammento, questi ultimi iniziano ad emanare un’intensa luce violacea che in pochi istanti si tramuta in una sorta di scudo protettivo contro il quale il mio attacco va inesorabilmente a rimbalzare.
 
Una barriera?!?
 
Faccio appena in tempo a farmi scudo con Tessaiga, che la mia stessa tecnica mi colpisce in pieno, scaraventandomi al suolo con violenza.
 
Maledizione…questa proprio non me l’aspettavo.
 
Ancora dolorante, mi affretto a rimettermi in piedi.
-“Sei proprio un ingenuo! Credevi davvero che Naraku mi avrebbe affidato un frammento della Sfera, senza la dovute precauzioni?! Nemmeno la tua Tessaiga Rossa è in grado di abbattere questa barriera. L’unica che avrebbe potuto riuscirci giace a terra priva di sensi.
….oserei dire che hai perso, mezzo demone.” – afferma canzonatorio, mentre si prepara a darmi il colpo di grazia.
 
Questa volta, però, sono io a scoppiare in una risata incontrollata, mentre il demone, chiaramente confuso dalla mia reazione, mi osserva interrogativo.
 
-“Sai demone, sono davvero sollevato.” affermo, sollevando lo sguardo sicuro.
-“Sei forse uscito di senno?! Sei sollevato perché sto per ucciderti?”
 
La sua voce non suona più strafottente come all’inizio. Probabilmente allarmato dal mio cambio di umore.
 
-“No, tutt’altro. Sono sollevato perché dalle tue parole ho compreso che Naraku non è a conoscenza di un particolare piuttosto rilevante.”
-“E cioè?” mi chiede visibilmente impaziente di concludere lo scontro.
 
Sorrido compiaciuto.
 
-“E cioè che in questi tre anni ho sviluppato e perfezionato una nuova tecnica in grado di abbattere anche le barriere più potenti.” termino la frase con un ghigno, godendomi la reazione del demone davanti a me.
-“N-non è possibile...stai mentendo!” esclama, lasciando cadere una volta per tutte la maschera di strafottenza sfoggiata finora. Le pupille vermiglie dilatate dallo sgomento.
-“Lo vedrai tu stesso”
 
E così dicendo aumento la stretta sull’elsa di Tessaiga, lasciando che la lama si ricopra di cristalli lucenti.
-“Non mi lascerò battere da un insulso mezzo demone!” sbraita improvvisamente il demone, lanciandomi contro una gigantesco mulinello d’acqua e detriti, nell’ultimo disperato tentativo di non lasciarsi sopraffare.
Ma ormai per lui è troppo tardi.
 
-“KONGOSOHA!”
 
Non appena vibro il colpo, da Tessaiga fuoriescono una miriade di cristalli di diamante che investono in pieno la massa d’acqua scagliatami contro dal demone, neutralizzandola.
Le schegge di diamante proseguono la loro corsa, abbattendo con facilità la barriera e conficcandosi esattamente nella gola del rettile.
La potenza dell’attacco, tuttavia, è tale che la testa del demone viene completamente recisa dal resto del corpo, ricadendo in acqua con un tonfo sonoro, seguito poco dopo dal resto del gigantesco corpo.
Faccio appena in tempo a scorgere la piccola gemma violacea che ci ha condotti sino a qui, seguire la stessa sorte dei resti del demone, scomparendo nelle acque del fiume, trascinata inesorabilmente dalla forte corrente verso la cascata.
 
Maledizione.
Devo essermi lasciato prendere un po’ troppo dall’entusiasmo.
Ormai il frammento è irrecuperabile.
Ma poco mi importa.
 
In questo momento la mia sola priorità è la salute di Kagome.
 
Mi volto verso il punto in cui qualche minuto prima avevo adagiato una Kagome priva di sensi….
….e per poco non mi viene un colpo quando mi rendo conto che non si trova più lì.
Prima che possa lanciarmi alla sua frenetica ricerca, però, un urlo concitato giunge alle mie orecchie.
E’ quel pel di carota.
Che diavolo ha da sbraitare in un momento come questo?! Non ho tempo per lui, devo cercare Kagome. Inoltre da questa distanza non riesco a capire cosa stia dicendo. Dirigo la mia attenzione su di lui, aguzzando l’udito nel tentativo di comprendere il motivo della sua agitazione e quel che sento mi lascia per un attimo interdetto.
 
-“KAGOME NON FARE CAZZATE! LASCIA PERDERE IL FRAMMENTO, TORNA INDIETRO!”
 
Frammento?!
 
Con uno scatto repentino mi volto nella direzione in cui Hideki sta indirizzando le sue invettive, e quel che vedo mi fa completamente dimenticare di respirare.
 
Kagome sta correndo a tutta velocità verso la cascata….e sembra non abbia alcuna intenzione di fermarsi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mmm..
Apro gli occhi a fatica, cercando di mettere a fuoco ciò che si trova intorno a me.
 
Dove mi trovo?
 
Mi rendo conto subito di essere sdraiata su un terreno umido. Ma perché?
Cerco di mettermi a sedere, ma non appena mi muovo percepisco un dolore lancinante provenirmi dalla base della nuca e la testa pulsarmi in modo acuto. D’istinto porto la mano al punto da cui il dolore sembra propagarsi, distinguendo chiaramente il leggero turgore di un bernoccolo.
 
Ahia..
Devo aver preso proprio una bella botta in testa.
Ma che è successo?..
 
-“Non mi lascerò battere da un insulso mezzo demone!”
-“KONGOSOHA!”
 
Voci?
Da dove provengono?
 
Richiamata dal suono di quelle urla concitate, volgo lo sguardo nella direzione da cui sembrano giungere, e nell’esatto momento in cui mi si prospetta davanti agli occhi ciò che sta accadendo, tutto torna ad essere nuovamente chiaro.
 
A qualche decina di metri da dove mi trovo, Inuyasha si sta battendo contro il demone-serpente che mi ha scaraventata al suolo facendomi perdere i sensi per chissà quanto.
 
Maledizione..
Sono stata avventata e adesso tutto quello che posso fare è limitarmi ad osservare Inuyasha mentre sconfigge il demone e si impossessa del frammento..
 
Tuttavia quello a cui assisto, mi fa presto ricredere.
 
L’attacco sferrato da Inuyasha, infatti, per quanto preciso, si rivela essere troppo potente, col risultato di decapitare di netto la creatura, che cade a pezzi nel fiume….
….seguita dal frammento della Sfera.
Ma Inuyasha, dal canto suo, non sembra minimamente intenzionato a volerlo recuperare!
 
E’ impazzito?! Perché sta lì imbambolato?!
Ha per caso intenzione di lasciarlo cadere?!
 
La piccola gemma continua ad avvicinarsi sempre più velocemente alla cascata, mentre la osservo atterrita al pensiero che presto andrà perduta..
 
E’ un attimo e prendo la mia decisione.
 
Forse ho ancora una possibilità di recuperare il frammento!
 
Con uno scatto, corro in direzione della cascata, col preciso intento di intercettarlo prima che cada. In lontananza sento le urla di Hideki intimarmi di non fare sciocchezze e di lasciar perdere..
…ma non ho intenzione di mollare!
Ci sono quasi!
 
In una frazione di secondo, prima ancora che me ne possa rendere conto, mi lancio nel vuoto, afferrando al volo la piccola gemma e stringendola al petto.
 
Ma ormai è troppo tardi per tornare indietro, il mio corpo è in caduta libera.
 
Chiudo gli occhi, arrendendomi al fatto che infondo a questa cascata troverò sicuramente la morte..
…ma non sono pronta a ciò che invece accade in quegli attimi concitati.
Improvvisamente, infatti, vengo circondata dal tepore di quelle che riconosco essere due braccia possenti e un corpo premuto contro il mio.
 
Ma che..?
Hideki?!
 
Nonostante la stretta possessiva mi impedisca completamente di muovermi, riesco ad alzare leggermente il capo per poter guardare in faccia il mio salvatore..
 
…specchiandomi negli occhi ambrati del mio avversario.
 
…Inuyasha?!
 
Riesco appena a sussurrare il suo nome, prima di venire completamente inghiottiti dalle acque.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“…yasha!”
 
…qualcuno…qualcuno mi sta chiamando…
Ma chi è? E’ troppo lontano..non riesco a sentire.
 
“Inuyasha!”
 
Kagome?
Dove sei?! Kagome!
Mi volto in tutte le direzioni, alla frenetica ricerca della ragazza del futuro, ma l’unica cosa che riesco a vedere a perdita d’occhio è il buio.
 
…sono morto?
 
-“No Inuyasha, non sei morto...ma...ci sei andato molto vicino, rischiando la tua vita per salvarmi.” di nuovo la voce cristallina di Kagome mi giunge alle orecchie, più vicina rispetto a prima, quasi fosse a pochi centimetri da me. Ma nella direzione da cui proviene, non vi è niente se non oscurità.
Ora ricordo…mi sono gettato d’istinto dalla cascata insieme a Kagome.
Questa volta volevo salvarla. Questa volta non sarei rimasto inerme ad osservarla cadere.
Proprio come il giorno in cui questo inferno ha avuto inizio.
 
-“Inuyasha, svegliati”
 
Svegliarmi? Ma io sono svegl…
Un attimo…
…vuoi forse dirmi…che sto sognando?
 
-“Sì, Inuyasha. E’ solo un sogno. Hai momentaneamente perso i sensi a causa dell’impatto…ma adesso è ora di svegliarsi. C’è qualcuno che sembra essere parecchio in apprensione per te..”
 
Improvvisamente, come se un’immensa voragine si fosse aperta sotto i miei piedi, sento il mio corpo cadere nel nulla.
Urlo.
Ma nessun suono fuoriesce dalla mia bocca.
 
E' ora di svegliarsi.
 
……
…..
….
 
“Inuyasha! Ti prego, svegliati!”
 
La voce carica di angoscia di Kagome mi riporta alla realtà, costringendomi a spalancare gli occhi allarmato, pronto a scattare in piedi….ma sono costretto a fermarmi quando mi ritrovo a fissare, a pochi centimetri dai miei, gli occhi color nocciola che amo.
 
Lei sta…piangendo?
 
Da quella distanza, infatti, mi è quasi impossibile non notare le due gocce salate che adornano gli occhi della ragazza al mio capezzale, visibilmente sorpresa dal mio risveglio improvviso.
 
Restiamo immobili in quella posizione per qualche istante, a specchiarci l’uno negli occhi dell’altro.
 
Ambra e nocciola.
 
E’ come se tutto intorno a noi si fosse fermato.
Per un attimo mi sembra che tutto sia tornato a com’era tre anni fa, quando momenti come questi erano la routine..
Quando ancora non ero cosciente di quanto forti fossero i miei sentimenti per lei..
 
Spinto dall’atmosfera che si è venuta a creare, muovo istintivamente una mano verso il suo viso per poter asciugare quelle piccole gemme salate sul punto di sgorgare.
 
Non sopporto vederla piangere..
Vorrei poterla veder di nuovo sorridere come una volta..
 
Ma ogni mio proposito va in frantumi nel momento in cui Kagome si accorge della vicinanza della mia mano.
 
-“Che diavolo stai facendo?!” esclama improvvisamente, allontanandosi di scatto, palesemente infastidita dal mio tentativo di avvicinamento.
 
Mai nella mia vita avrei immaginato un giorno di trovarmi in questa situazione.
Mai avrei pensato che poterla anche solo sfiorare, sarebbe diventato un lusso.
Mai avrei creduto che la mia vicinanza...l’avrebbe disgustata.
 
Fa più male di quanto pensassi.
 
-“N-niente, scusa..è solo che non amo vedere una donna piangere.” ammetto imbarazzato.
-“C-cosa?! Io non sto..” si interrompe nel momento in cui la sua mano va a posarsi su una guancia, trovandola umida –“Sarà qualche goccia d’acqua residua...infondo siamo finiti giù da una cascata.” mente a disagio, lasciandomi ancora più confuso.
 
Solo ora mi rendo conto di non avere la più pallida idea di dove ci troviamo.
Mi osservo attentamente intorno..
Questa ha tutta l’aria di essere una grotta.
 
-“Come siamo arrivati sino a qui?” domando improvvisamente per rompere il silenzio.
-“Ti ci ho portato io..” ammetti candidamente –“Durante la caduta il tuo corpo ha completamente assorbito l’impatto e hai perso conoscenza…mentre io sono rimasta illesa.”
 
Era proprio quello il mio obiettivo..
 
-“Quindi ti ho trascinato fuori dall’acqua e mi sono messa alla ricerca di un luogo sicuro in cui potessi riprendere conoscenza”
-“Capisco..” annuisco, leggermente imbarazzato all’idea di essermi lasciato trasportare a peso morto per chissà quanti metri –“…ti ringrazio”
 
Ma, per tutta risposta, Kagome volta lo sguardo nella direzione opposta alla mia, lasciando ricadere qualche ciocca scomposta davanti al viso.
Non riesco a vederla in volto, ma ho come l’impressione che non sia di buon umore.
Poi finalmente si decide a parlare.
 
-“Perché l’hai fatto?” mi domandi fredda, continuando a evitare accuratamente il contatto tra i nostri sguardi.
La tua domanda mi coglie impreparato e, per un attimo, rimango in silenzio. Tuttavia, prima che riesca a risponderti, hai già ripreso a parlare.
-“Saresti potuto morire..”
-“Anche tu.”
Alzi di colpo la testa e finalmente i nostri occhi si incontrano di nuovo.
-“Io sono disposta a morire pur di vendicare la mia famiglia!” esclami punta nel vivo, lo sguardo fiero e determinato.
 
Se solo sapessi…
Se solo sapessi che la tua famiglia è sana e salva..che da tre anni a questa parte sono stati loro a piangere la tua morte..
Forse abbandoneresti questa missione suicida..
 
-“Ho anch’io le mie buoni ragioni per voler rischiare la vita!” esclamo a mia volta, forse un po’ troppo accalorato a causa della tua risposta, incatenando i tuoi occhi ai miei.
Sorpresa dalla mia reazione, sostieni per alcuni istanti il mio sguardo per poi distoglierlo improvvisamente e posarlo sul pavimento roccioso, mentre tutta la fierezza sfoggiata sino ad ora, viene sostituita da un’espressione malinconica.
Rendendomi immediatamente conto dell’eccessivo zelo della mia risposta, mi affretto a scusarmi, sperando che il tuo repentino cambiamento d’umore non sia dovuto alla durezza del mio tono.
-“S-scusa non volevo alzare la voce…mi sono lasciato trasport-”
-“Quando ci incontrammo, mi dicesti che il motivo per cui stai dando la caccia a Naraku è che lui ti ha portato via la donna che ami”- mi interrompi improvvisamente, causandomi un moto di imbarazzo al ricordo della mia confessione – “E’ da quel giorno che ripenso alle tue parole e...dato che non ho mai avuto occasione di innamorarmi…vorrei sapere se perdere la persona amata…..è doloroso quasi quanto perdere i propri cari.”
La sua domanda mi coglie alla sprovvista al punto che per qualche secondo resto in silenzio, nel tentativo di regolarizzare il battito del mio cuore che temo potrebbe tradire il tono della mia voce.
Quando poi mi decido a rispondere, le parole fuoriescono da sole.
 
-“…..è mille volte peggio.”
 
E inevitabilmente riaffiora in me il ricordo di come mi sono fatto portare via le uniche due donne della mia vita. La prima volta senza che nemmeno me ne rendessi conto e la seconda….assistendo inerme alla sua uccisione, incapace di proteggerla.
All’improvviso però, a ridestarmi da quelle immagini dolorose, è proprio Kagome che si alza di scatto, visibilmente adirata.
-“Cosa vorresti insinuare?! Vorresti forse farmi credere che perdere le persone con le quali condividi lo stesso sangue sia meno doloroso che perdere un’estranea alla quale credi di essere legato da un sentimento fragile come l’amore? Le persone vanno e vengono, tradiscono, abbandonano, ma la famiglia no! La famiglia rappresenta l’unica costante certa nella vita di ogni persona, l’unica sulla quale poter fare sempre affidamento, che non ti abbandonerà mai, che non ti tradirà e l’unica che ti amerà sempre in modo incondiz-”

Senza lasciarle il tempo di terminare la frase, afferro la sua mano, il cui solo contatto mi provoca mille brividi lungo la schiena..
 
Dio da quanto tempo desideravo toccarla..
 
…e la trascino con prepotenza verso di me, lasciandola cadere tra le mie braccia e stringendola in un abbraccio possessivo. Quasi soffocante.
Vederla accalorarsi mentre tenta di difendere le proprie convinzioni, di dimostrarmi che ho torto, mi ha inevitabilmente riportato alla memoria quella volta in cui ci trovavamo vicino al pozzo.
Io ero convalescente dalle ferite provocatemi da Sesshomaru che aveva tentato di appropriarsi di Tessaiga con l’aiuto di Naraku, la schiena poggiata alla superficie legnosa di quel portale che ti aveva portata fino alla mia epoca.
Tu mi osservavi con sguardo apprensivo, visibilmente preoccupata per la mia salute, inginocchiata di fronte a me, mentre ascoltavi con attenzione le mie parole dettate solo dalla paura di poterti perdere come era avvenuto con Kikyo.
Ti chiesi di rimanere nella tua epoca perché, col passare del tempo, gli scontri con Naraku si sarebbero fatti più frequenti e pericolosi, e non volevo che tu rischiassi la vita per una battaglia che non ti apparteneva.
Ma come tuo solito, riuscisti a sorprendermi.
Come al solito la tua testardaggine ebbe la meglio e mi dicesti chiaramente che non te ne saresti andata. Che non saresti scappata perché Naraku era un essere malvagio e tu volevi a tutti i costi sconfiggerlo…
Fu a quel punto che, come in questo momento, decisi di interromperti…cingendoti in un abbraccio.
Il primo di una lunga serie.
Vederti così risoluta, così incurante del pericolo…così piena di voglia di combattere solo per starmi vicino, senza temere le conseguenze della tua decisione, mi riempì il cuore di gioia…ma allo stesso tempo di paura.
Di una paura in grado di paralizzarmi all’idea di non poterti più avere con me se Naraku fosse riuscito ad ucciderti.
 
Ed eccoci di nuovo qui, dopo tre lunghissimi anni lontani, a rivivere gli stessi istanti di quella prima volta in cui mi accorsi di tenere a te più di quanto non volessi dare a vedere.
Ma questa volta ho come la sensazione che a breve verrò raggiunto da cinque dita in pieno volto, perché questa volta tu non mi conosci, non condividi i miei stessi sentimenti e non combatterai al mio fianco solo per il piacere di starmi vicino.
E’ dura accettare una realtà in cui posso vederti, ma non averti solo per me.
In cui tento di afferrarti, ma ti ritrai, scivolandomi tra le dita, perché non sai chi sono.
Avrei voglia di urlare al mondo intero il mio dolore, di rivelarti chi sono. Ma non posso..
Mi è stato espressamente vietato..
Quindi per ora posso solo bearmi del profumo della tua pelle, del lieve solleticare delle tue ciocche corvine sul mio volto, del tuo respiro affannato dallo stupore contro l’incavo del mio collo e del piacere provocatomi dalla pressione del tuo seno morbido sul mio petto..
 
Attendo qualche istante una tua reazione, pronto al peggio, a causa dell’impudenza del mio gesto.
 
Ma non accade nulla.
 
Incoraggiato da quella calma apparente, mi appresto a dire la mia, lasciando fuoriuscire le parole come un fiume in piena.
 
-“Tu credi davvero che l’amore sia un sentimento fragile? Credi davvero che l’amore tra due persone “estranee”, come dici tu, sia meno intenso e vero di quello che lega coloro che sono accomunati dallo stesso sangue? Hai ragione. Le persone vanno e vengono, tradiscono, abbandonano..nessuno ha mai detto che l’amore sia un sentimento facile da comprendere..ma lascia che ti dica una cosa. L’amore di un genitore è qualcosa di naturale, come lo è respirare. Lui non potrà mai fare a meno di amarti e accettarti incondizionatamente, perché fa parte del suo istinto.
Ma quando incontri una persona con la quale non possiedi apparentemente alcun legame, e ti accorgi che questa è in grado di trasmetterti quel senso di calore che credevi solo i tuoi cari potessero darti, di comprenderti, accettarti, di conoscere ogni tuo silenzio, renderti migliore, darti così tanto che ti sembra non ti manchi niente....e capisci che da quel momento vivrai solo per lei, per farla stare bene, per farla sorridere, emozionare, per cercare di restituirle, almeno in parte, ciò che lei ti ha dato….beh..allora quella è la persona giusta. La persona destinata a farsi spazio nel tuo cuore per non uscirne mai più. E purtroppo di persone così ne incontri una ogni 500 anni.
Per questo quando il destino, o meglio, qualcuno te la strappa improvvisamente via dalle mani, il dolore che provi è tale da impedirti di respirare, di vivere...perché…come puoi andare avanti, senza la tua metà?” termino la frase in un soffio al ricordo del dolore che ho provato nel momento in cui ho realizzato che non avrei più rivisto il suo viso. Ricordo perfettamente la sensazione di vuoto incolmabile che mi ha attanagliato…da quel giorno fino al giorno in cui ci siamo rincontrati.
 
Mi scosto con delicatezza per incontrare le sue iridi nocciola.
So che nell’esatto momento in cui mi specchierò in quegli occhi caldi, non riuscirò a reprimere il desiderio di assaggiare quelle labbra rosate, ma…ormai è troppo tardi per tornare indietro.
 
Lascio che la punta dei nostri nasi si sfiori, mentre l’affanno dei nostri respiri mi sta facendo impazzire.
Non ce la faccio più, ho bisogno di sentirla.
Mi avvicino ulteriormente, intenzionato più che mai ad azzerare completamente la distanza che ci separa…
 
…ma sono costretto a fermarmi, quando sento delle voci familiari farsi sempre più vicine.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Kagome! Dove sei?? Rispondi!”
Ormai è più di un’ora che io e i compagni di Inuyasha scandagliamo le zone limitrofe alla cascata. Ma di quei due non vi è traccia.
Sono sicuro che Kagome e il botolo siano sopravvissuti alla caduta.
Me lo sento.
Ma allo stesso tempo il pensiero che siano da soli da qualche parte, mi sta letteralmente facendo impazzire, impedendomi di pensare razionalmente.
Devo trovarli al più presto. Non posso sopportare di saperla da sola con lui.
 
-“Ehi! Fermatevi! Kirara sembra aver fiutato qualcosa da quella parte!” esclama improvvisamente la sterminatrice in sella alla sua gatta demoniaca.
Senza indugiare un secondo di più mi getto a tutta velocità nella direzione indicata dalla donna.
In pochi istanti raggiungo il luogo predestinato, dal quale, man mano che mi avvicinavo, sentivo provenire il dolce odore di vaniglia di Kagome e il terribile fetore di cane del botolo.
Ma per poco non vacillo quando mi rendo conto che il luogo in questione è una piccola grotta ricavata alla base di una roccia.
Prendo coraggio, e a passo di carica mi dirigo verso l’entrata della caverna, mentre il cuore pare volermi esplodere dal petto a ogni passo che muovo. Tuttavia l’improvvisa apparizione dei due in questione ferma la mia avanzata.
-“Alla buon’ora! Sono ore che vi cerchiamo! Mi hai fatto prendere un bello spavento, lo sai!?” esclamo immediatamente in direzione di Kagome, dando libero sfogo all’ansia accumulata finora e al fastidio di vederli insieme.
Ma Kagome non sembra dare troppo peso alle mie parole, come se avesse ben altri pensieri per la testa.
Ho già notato che entrambi paiono evitare di incontrare l’uno lo sguardo dell’altro..
 
Che diavolo è successo in quella grotta?
 
-“Si scusa hai ragione…Inuyasha aveva perso conoscenza e allora l’ho portato al riparo nell’attesa che riprendesse i sensi”
 
Inuyasha?!
Perché adesso lo chiama per nome?!
 
-“D’accordo, d’accordo. Ma adesso sbrighiamoci, dobbiamo riprendere il viaggio. I frammenti non si raccolgono da soli.” e così dicendo gli do le spalle, dirigendomi verso la folta vegetazione della finestra.
Tuttavia sono costretto a voltarmi di nuovo quando mi accorgo che Kagome non mi sta seguendo, rimanendo ferma al fianco del mezzo demone.
Che diavolo sta facendo?!
Sto cominciando a innervosirmi.
Voglio allontanarmi il prima possibile da quel botolo pulcioso e scacciare dalla mia mente l’immagine di lui e Kagome che emergono insieme dall’oscurità della caverna.
-“Allora?! Hai intenzione di rimanere imbambolata lì ancora per molto?!” esclamo mentre sento la rabbia montare nel mio petto.
-“Ehm...vedi Hideki...a dire il vero stavo pensando che, infondo, non sarebbe una cattiva idea unirci al gruppo di Inuyasha. Sono sicura che col numero di frammenti che possediamo, Naraku non aspetterà molto prima di uscire allo scoperto.”
 
Senza che me ne renda conto, la mia zanbato, che fino a pochi secondi prima stringevo saldamente nella mano destra, cade a terra con un tonfo sordo.
 
No.
NO.
NO!
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
Chi non muore si rivede! Innanzitutto voglio scusarmi per l’immenso ritardo >.< questo per me è stato un periodo davvero pieno! Tra la laurea, il trasloco e il lavoro non ho avuto più un attimo da dedicare alla ff che è rimasta in standby per ben cinque mesi O.O
Chiedo venia :’(
Ma passiamo al capitolo..premetto che, finora, questo è stato uno dei capitoli più difficili che abbia scritto >.< ….e sinceramente non mi soddisfa particolarmente >,<
Spero comunque che possiate lasciarmi le vostre impressioni! Siate spietate non vi preoccupate u.u me lo merito per quanto vi ho fatto aspettare! T.T
Ora vi saluto, con la promessa che il prossimo capitolo non si farà attendere altrettanto ^^
Ps: per quanto riguarda le ff che seguo, voglio scusarmi per la mia assenza e prometto che appena tornerò dalla Germania (due settimane) mi metter in pari con le recensioni *-*
Bacioni <3
 
Dadina91

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Capitolo 8
*** Think twice before you touch my girl ***


Questa me la paga.
Come ha potuto farmi questo?!
Prendere una decisione del genere senza interpellarmi..
Ancora non riesco a crederci!
Che diamine le è preso di punto in bianco?!
Unirsi al gruppo di questo sacco di pulci…
Tsk!
Deve aver battuto la testa durante la caduta, non vedo altra spiegazione!
L’unico risultato che otterremo unendoci a questo branco di idioti sarà quello di rallentarci…
 
…e questa è esattamente l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno.
 
Nella mia testa riecheggiano ancora le parole pronunciate solo qualche ora prima dal demone-rettile.
 
“Naraku mi aveva avvertito del fatto che oggi saresti giunta qui per reclamare anche il mio frammento.”
 
Maledizione..
Non ho ancora assimilato il fatto che quel bastardo sia stato in grado di individuarci malgrado i nostri mantelli..
E’ assurdo..
Semplicemente assurdo.
In questi anni ci siamo sempre premurati di non lasciare tracce, ma soprattutto, di non rivelare MAI la nostra identità agli abitanti dei villaggi nei quali ci imbattevamo..
 
…E ALLORA COME DIAVOLO HA FATTO?!?
 
Un fremito di rabbia mi attraversa il corpo mentre cerco di scacciare il pensiero di essere stato fregato da quella sottospecie di mezzo demone..
Dannato.
Se sta cercando di farmi passare per uno sprovveduto si sbaglia di grosso!
Sono sicuro che c’è qualcosa che mi sta sfuggendo..
DEVE esserci, dannazione!
 
Chiudo gli occhi per qualche istante inspirando profondamente, nel tentativo di riacquistare un briciolo di autocontrollo.
Devo mantenere la calma o manderò all’aria anche quel poco di razionalità che mi è rimasta. Rimuginare sul passato non mi porterà da nessuna parte, piuttosto devo prendere atto di questa notizia e concentrarmi sulla situazione attuale.
Se non ci sbrighiamo a raccogliere i frammenti che restano, infatti, lo farà Naraku…e allora a quel punto tutti i nostri sforzi risulterebbero vani. Sarebbe troppo tardi per mettere in atto qualunque controffensiva.
Ogni volta che il nostro nemico mette le mani su un nuovo frammento, corrompendone la purezza, il suo potere oscuro accresce esponenzialmente...
Una tale forza malvagia sarebbe troppo per chiunque…
…persino per Kagome.
 
E’ vero, i suoi poteri di sacerdotessa si sono affinati e sono notevolmente accresciuti nel corso di questi tre anni di allenamenti….tuttavia…
…non sono ancora sicuro che riuscirebbe ad avere la meglio su Naraku se ci dovessimo imbattere in lui in questo momento. Non sono pronto a rischiare.
Non posso permettermi di perderla.
 
Quella ragazzina fragile e cocciuta, dallo sguardo fiero, si è insinuata sempre più in profondità nel mio cuore…
…diventando più importante di quanto credessi.
 
Per questo abbiamo bisogno dei frammenti.
Più ne collezioniamo, più il loro potere avrà modo di combinarsi a quello di Kagome, incrementandolo..
Ma stando con questi imbecilli non faremo altro che rallentare il nostro ritmo!
Trovo talmente assurdo che in tutto questo tempo siano stati in grado di raccogliere un numero così misero di schegge, che comincio a chiedermi se avessero davvero intenzione di scovare Naraku e vendicare la loro compagna.
Per non parlare poi del fatto che rimanere con loro sarebbe alla stregua di piazzarsi un bersaglio sul petto! Da quanto mi risulta, infatti, finora Inuyasha e i suoi non si sono mai premurati di agire nell’ombra, sebbene siano da sempre nel mirino di Naraku.
….non mi stupisce affatto che nel corso degli anni abbiano perso molte persone a loro care.
 
Tuttavia, anche se il piano di quell’essere non mi è ancora del tutto chiaro, di una cosa sono abbastanza sicuro..
 
Se le sue intenzioni prevedevano che Inuyasha e Kagome si rincontrassero…beh..
…non credo che perderà tempo a compiere la prima mossa.
 
Quest’ultima consapevolezza mi rammenta che, in realtà, vi è un altro motivo, ben lungi da quelli considerati finora e molto, MOLTO meno razionale, per il quale non riesco in alcun modo ad accettare la decisione di Kagome…
 
Riemergo dai miei pensieri, sollevando lo sguardo dal terreno arido per posarlo sulla figura snella della mia compagna di viaggio, che cammina qualche passo dinanzi a me.
Ma la scena con la quale sono costretto a confrontarmi sembra confermare proprio quei timori che stavano alla base della mia riluttanza…
 
….e in men che non si dica, senza neppure rendermene conto, mi ritrovo a lottare contro un familiare impulso omicida, mentre cerco di reprimere un ringhio incontrollato che emerge dal profondo della mia gola.
 
Kagome, la ragazzina dal cuore ferito del quale ho avuto cura in questi anni, sta sorridendo.
…con mio rammarico però, quel sorriso non è per me.
Non questa volta.
Quel sorriso che mi sono guadagnato a piccoli passi, conquistando a poco a poco la sua fiducia, e che, per questo, credevo essere una mia esclusiva, in questo preciso istante è rivolto a un altro.
E per ironia del destino, proprio a colui che con la propria perenne indecisione, le ha provocato quelle ferite che io mi sono dato la pena di guarire.
 
Non riesco a sopportare di vederli così vicini. Così complici.
Così…intimi.
 
Sembra che, nonostante i ricordi perduti, nulla tra loro sia cambiato..
Posso ancora chiaramente scorgere quegli sguardi e quell’intesa di cui sono già stato testimone una volta, mentre rivivevo la visione del Mt. Hakurei. Del giorno in cui LUI l’ha abbandonata al suo destino per salvare una donna senza vita.
Dio, se solo Kagome sapesse..
Se solo potessi dirle la verità!
Non sarei costretto ad assistere impotente a tutto questo! Non mi sentirei…
…un intruso.
 
Ma soprattutto non proverei questa sgradevole fitta all’altezza del cuore ogni maledetta volta in cui il mio sguardo si posa su di loro.
Su di lei…
…e su quel sorriso del quale so di non essere la causa.
 
Tsk!
 
E’ inutile.
Sebbene in questi anni non abbia fatto altro che negare l’evidenza persino a me stesso, ignorando ostinatamente quei segnali che il mio cuore inesperto mi lanciava..
…pare proprio che, per la prima volta…
 
mi sia innamorato.
 
E’ un sentimento del tutto nuovo per me che non ho mai stretto legami affettivi neppure con gli appartenenti alla mia tribù, a causa di alcune divergenze di opinione.
Un sentimento che, al tempo stesso, uccide e rende vivi.
Non ho mai provato nulla del genere..
 
….Ed è proprio per questo motivo che non ho alcuna intenzione di lasciare che un insulso mezzo demone me la porti via.
Se pensa di poter rivendicare qualche diritto nei confronti di Kagome, beh, si sbaglia di grosso. Ha avuto la sua opportunità e se l’è lasciata sfuggire come un idiota. Non ne avrà un’altra!
 
Inconsciamente, le mie labbra si piegano in un ghigno di sfida.
 
Preparati cagnolino, perché non mi arrenderò senza combattere!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Se sto sognando, vi prego, non svegliatemi.
Il mio cuore non ha smesso per un solo istante di battere da quando Kagome ha espresso il desiderio di unirsi a noi per poter continuare insieme la ricerca dei frammenti mancanti.
Lei è qui. Al mio fianco.
E sembra tutto così dannatamente naturale. Come se non ci fossimo mai allontanati, come se avessi dormito un sonno lungo tre anni nella certezza che al mio risveglio l’avrei trovata al mio fianco.
Non riesco in nessun modo a nascondere la gioia che provo in questo momento! Beh...non che mi stia sforzando molto, a dire il vero.
Sono certo che ora come ora la mia espressione non debba essere delle più furbe, a giudicare dagli sguardi divertiti che di tanto in tanto mi lanciano Miroku e gli altri, poco distanti da noi.
Ma non mi importa!
Anche sui loro volti, infatti, riesco chiaramente a leggere la stessa gioia (o quasi) che mi pervade.
Il ritorno di Kagome sembra averci riportato indietro di tre anni, a quando non c’erano tensioni, né il timore che qualche parola di troppo potesse riaprire una vecchia ferita mai rimarginata.
Sembra quasi che tutto sia tornato alla normalità.
O almeno voglio illudermi che sia così..
 
Forse non tutto è perduto.
Forse posso ancora rimediare ai miei errori.
 
Mentre mi lascio trasportare da quest’insolita ventata di ottimismo e ritrovata speranza, non posso fare a meno di notare che, tuttavia, qualcuno non sembra condividere lo stesso entusiasmo..
 
 
Kikyo.
 
 
Da quando ci siamo rimessi in viaggio, non ha ancora aperto bocca.
Beh...non che prima fosse oltremodo loquace, ma per lo meno ci teneva costantemente aggiornati sugli spostamenti dei frammenti.
Non questa volta però.
A rendere il suo comportamento insolito, infatti, non vi è solo il suo silenzio, ma piuttosto il fatto che la giovane miko abbia deciso di procedere in testa al gruppo, frapponendo tra lei e noi una sorta di distanza di sicurezza. Al punto che se qualcuno ci vedesse in questo momento, probabilmente impiegherebbe qualche minuto per stabilire se la sacerdotessa faccia o meno parte del gruppo.
Malgrado la sua abilità a celarsi dietro una maschera di apparente imperturbabilità, non faccio fatica a capire che è fuori di sé dalla rabbia.
Lo sguardo completamente celato sotto la liscia frangia corvina, la presa attorno all’arco più vigorosa di quanto non voglia apparire…
Non l’ho mai vista in questo stato.
Il motivo…beh…sarebbe chiaro anche a un cieco.
 
 
Kagome.
 
 
Ancora una volta, mi sembra di aver fatto un salto indietro nel tempo, quando ad essere ferita per le mie attenzioni verso un’altra donna, era Kagome.
In passato Miroku e gli altri hanno rimproverato spesso il mio scarso spirito di osservazione…
 
…ma la verità è che non mai stato indifferente al dolore che provava la ragazza del futuro.
Mi era impossibile.
Perché anch’io, in quegli istanti, condividevo la stessa angoscia.
 
Ogni volta che la vedevo in quello stato, la consapevolezza di essere proprio io la causa delle sue sofferenze, mi lacerava dentro. Io, che avrei ammazzato chiunque avesse osato, anche solo per un attimo, oscurare il sorriso da quel viso perfetto, ero invece la ragione di quelle lacrime.
 
E allora perché non ho mai fatto nulla per rimediare ai miei sbagli?
Perché..
Beh..
Perché ho sempre creduto di dovere a Kikyo, qualcosa che Kagome non si sarebbe mai sognata di chiedermi.
 
La mia vita.
 
Giorno dopo giorno temevo sempre di più l’intensificarsi dei miei sentimenti per quella fanciulla così simile, ma allo stesso tempo così diversa da Kikyo. Li temevo perché, per quanto cercassi di allontanarla da me, arrivando persino ad interporre tra noi cinquecento anni, essi non accennavano minimamente a diminuire.
Anzi…la sua mancanza non faceva altro che acuirli.
In quegli istanti mi ritrovavo spesso a pregare con tutto me stesso che, nonostante tutto, lei riuscisse a trovare un modo per tornare a me..
Cosa che, con mio immenso sollievo, accadeva regolarmente..
 
Era un circolo vizioso.
L’avrei voluta al mio fianco per sempre, ma allo stesso tempo sapevo di dover prima adempiere ai miei obblighi nei confronti di Kikyo.
E questo, prima o poi, avrebbe significato dire addio una volta per tutte a Kagome.
 
E ora, dopo tutto questo tempo, siamo di nuovo al punto di partenza.
La ragazza che amo è qui, a pochi centimetri da me, ma io sento di non poterla ancora amare come vorrei, a causa della costante presenza di Kikyo.
Dannazione!
Che razza di “uomo” sono per pensare una cosa del genere dopo quello che Kikyo ha fatto per me?
Sono uno stronzo. Un bastardo senza cuore, ma..
 
..non posso più mentire a me stesso.
Non posso.
 
Lancio un altro fugace sguardo alla miko, quasi a volermi assicurare di non aver inconsapevolmente espresso i miei pensieri ad alta voce. Ma la sua espressione è calma e imperturbabile come sempre. Velata solo da quella malinconia che, un tempo, era il riflesso della mia.
 
Mi chiedo cosa le passi per la testa in questo momento..
 
…e in un istante, mi ritrovo a tremare al pensiero di cosa sarebbe capace di dire o fare Kikyo nei confronti di Kagome, se il suo autocontrollo dovesse improvvisamente venire a mancare.
Maledizione!
Devo parlarle al più presto e cercare di chiarire la situazione, prima che sia troppo tardi.
E’ un discorso che riguarda me e lei, non c’è alcun bisogno di mettere in mezzo Kagome.
Soprattutto non ora.
 
-“Stai bene Inuyasha? Mi sembri un po’ pallido..” il tono apprensivo di Kagome mi giunge alle orecchie come una soave melodia. Ancora non riesco a credere di averla al mio fianco.
Mi volto verso di lei pronto a rassicurarla, ma le parole mi muoiono in gola quando incontro quello sguardo crucciato, che le conferisce un’adorabile espressione infantile.
-“S-si…va tutto bene, tutto bene, davvero! Ero solo un po’ sovrappensiero.” le rispondo dopo qualche esitazione, mentre mi gratto nervosamente la testa. Non sono mai stato bravo a mentire, motivo per il quale anni prima venivo regolarmente schiantato al suolo proprio dalla ragazza che mi sta di fronte..
Ma spero comunque di essere stato abbastanza convincente.
Kagome, infatti, dopo aver indugiato qualche istante su di me, sembra decidere di prendere per buona la mia risposta, riportando l’attenzione dinanzi a sé.
-“Ti capisco sai, anche la mia testa è piena di pensieri…” si interrompe per un istante, inspirando profondamente, per poi riprendere “mi chiedo continuamente quale sarà la prossima mossa di Naraku, ma ogni volta che credo di essere giunta ad una conclusione, ritorno sempre al punto di partenza. …E ora si è aggiunto persino questo ennesimo interrogativo..”
-“Sarebbe?” chiedo titubante, anche se temo di aver già intuito a cosa si riferisca.
-“Beh mi sembra ovvio!” esclama, leggermente seccata dalla futilità della mia domanda –“Non sei curioso di conoscere la ragione per cui Naraku abbia pianificato di farci incontrare?!”
Trattengo il respiro, mentre Kagome si lascia andare alle congetture.
-“Non riesco a smettere di pensarci da quando quel demone lo ha accennato..
Davvero. Non capisco perché Naraku si sia dato tanta pena per far incrociare le strade di due persone che nemmeno si conoscono.” osserva accennando un sorrisetto, divertita dall’assurdità di tale ipotesi. Nel dirlo, tuttavia, si volta verso di me come alla ricerca di qualche segno di smentita, che però non posso in alcun modo restituirle. Quel damerino è stato piuttosto chiaro al riguardo...se Kagome riacquistasse la memoria in una volta sola, le conseguenze sarebbero devastanti. E benché tutto ciò che desideri sia solo che Kagome possa ricordarsi al più presto di me, così da avere la possibilità di spiegarmi…di chiederle perdono, al tempo stesso non voglio in alcun modo arrecarle ulteriori sofferenze.
In passato gliene ho già procurate abbastanza, per le quali non so se riuscirò mai a perdonarmi.
 
Devo essere paziente..
 
Prima che possa risponderle qualcosa in grado di sedare il suo interesse nei confronti di questo argomento, però, vengo preceduto dal tono arrogante di un certo demone dai capelli color-da-idiota, del quale avevo quasi dimenticato la fastidiosa presenza.
-“Kagome, è inutile continuare ad arrovellarsi. Ancora non possiediamo elementi a sufficienza per dire con certezza cosa passi per la mente malata di quel bastardo, ma una cosa è certa: dobbiamo tenere gli occhi bene aperti. Se è già stato in grado di individuarci e anticipare le nostre mosse, non credo che esiterà ancora a lungo prima di uscire allo scoperto. E in quell’occasione, sarà meglio farci trovare preparati….e, possibilmente, in possesso di un maggior numero di frammenti!” aggiunge, accompagnando le ultime parole con un eloquente sguardo di sfida nei miei confronti, che non posso fare a meno di raccogliere.
-“Che c’è, pel di carota, stai per caso insinuando qualcosa?!”
-“Mmh, vediamo…se con “insinuare” intendi suggerire che in questi anni tu e i tuoi amici siate andati in giro a raccogliere margheritine piuttosto che darvi da fare con la raccolta dei frammenti, beh…allora sì, sto insinuando” mi risponde con fare provocatorio.
Il suo sguardo non nasconde l’astio che prova nei miei confronti…e sono certo che in questo momento il mio non debba essere da meno!
Come osa giudicarci?! Che diritto ha di sparare sentenze?! Lui non ha la più pallida idea di quello che abbiamo passato in questi tre anni di inferno! Di come il senso di colpa mi avesse logorato al punto da invocare la morte giorno dopo giorno.
 
LUI.NON.SA.ASSOLUTAMENTE.UN.CAZZO.DI.NIENTE.
 
Senza indugiare oltre, lascio che la mia mano, già salda attorno all’elsa, liberi Tessaiga che immediatamente si trasforma, impaziente quanto me di ingaggiare lo scontro. Non me ne starò in silenzio a farmi insultare da un pallone gonfiato che crede di “conoscermi” solo per aver frugato tra i ricordi di Kagome con i suoi trucchetti da strapazzo!
Da parte sua, Hideki, sembrava non aspettare altro e, in pochi istanti, siamo entrambi in posizione d’attacco, le spade sguainate e pronti a scagliarci l’uno contro l’altro, in quello che suona come un duello preannunciato.
 
….ma pare che qualcuno abbia qualcosa da obiettare al riguardo.
 
La voce di Kagome, infatti, stronca sul nascere qualsiasi proposito bellicoso, riportandoci per un attimo alla ragione.
-“Si può sapere che vi prende all’improvviso a voi due?! Vi conoscete appena e siete già arrivati al punto di volervi ammazzare l’un l’altro?!” sbotta improvvisamente, lanciandoci un’occhiata di fuoco che non lascia adito ad eventuali polemiche.
Poi, inaspettatamente, si rivolge a me, portandosi una mano davanti alla bocca nel tentativo di non farsi sentire dal demone che, a quanto pare, non ha affatto gradito il richiamo –“Inuyasha, ti chiedo scusa da parte sua, il mio compagno di viaggio tende a non essere molto socievole quando si tratta di fare nuove conoscenze” mi confessa con un’espressione di dissimulata esasperazione, incurvando le labbra in un sorriso divertito, che mi lascia imbambolato per diversi secondi, prima di riuscire a ricambiare con l’espressione più ebete del mio repertorio.
Per un attimo è come se fossimo tornati indietro nel tempo. A quando ci scambiavamo sguardi complici alle spalle dei nostri ignari compagni, unici testimoni di qualcosa che non riuscivamo ad esprimere a parole.
Ma i miei ricordi felici vengono bruscamente interrotti dall’ennesima intromissione del pel di carota.
-“Ti ricordo che ci sento benissimo, Kagome!” sbotta livido di rabbia, in direzione della ragazza al mio fianco.
Non mi piace il modo in cui le si rivolge.
Chi diavolo si crede di essere!?
Prima che possa dar voce ai miei pensieri, rischiando così di riaccendere la scintilla, però, Kagome mi precede.
-“Hideki, non sto assolutamente mettendo in dubbio l’infallibilità del tuo udito.” risponde con tono pacato, e leggermente sarcastico, nel chiaro intento di smorzare i toni della conversazione -“Ma vorrei comunque che ti rendessi conto di quanto sia stato fuori luogo il tuo comportamento!”
L’ultima frase, tuttavia, cela a fatica un moto di fastidio.
-“Fuori luogo?? FUORI LUOGO?! Sei seria!? Te la prendi con me per aver fatto una semplice osservazione, e a lui non dici nulla?!”- sbraita, puntando il dito nella mia direzione. Odio essere additato, mi ricorda la mia infanzia. Se non leva immediatamente questo artiglio da sotto al mio naso, giuro che glielo spezzo. Kagome, invece, continua a sostenere impassibile il suo sguardo, come se fosse abituata a questo genere di sfuriate da parte del demone –“Devo forse ricordarti chi dei due ha estratto per primo la spada?! La mia è stata solo legittima difesa. Mi sembra piuttosto chiaro ormai che il cuccioletto non sia in grado di sostenere una conversazione e per questo debba ricorrere alla violenza.”
 
Adesso mi ha davvero stufato!
Sto per aprire la bocca, ma ancora una volta Kagome non me ne dà il tempo.
 
-“Hai ragione, Hideki. Sicuramente lui ha sbagliato ad agire d’impulso estraendo la spada, su questo non ho nulla da obiettare…”
 
Hey aspetta un attimo! Quel bastardo sta rivoltando la situazione in suo favore! Sta forse cercando di farmi passare per l’unico attaccabrighe?! Anche lui non vedeva l’ora di piantarmi la sua zanbato dritta nel cuore, glielo potevo leggere chiaramente negli occhi!
 
Dopo un attimo di pausa, però, Kagome riprende a parlare.
 
-“…tuttavia è anche vero che le tue parole erano chiaramente mirate a provocarlo. Ed essendo entrambi, da quanto ho potuto vedere, due teste calde, credo proprio che al suo posto tu avresti reagito esattamente allo stesso modo. Quindi non me la sento di attribuire la colpa interamente a Inuyasha.”- ammette candidamente la fanciulla dinanzi a un Hideki sconcertato e ammutolito dallo shock. Poi, addolcendo lo sguardo, riprende –“Hideki, per favore, sforzati a trattenere le battutine taglienti, così da mantenere almeno una convivenza pacifica. Adesso non viaggiamo più da soli, e dato che abbiamo tutti un obiettivo comune, dovremmo per lo meno collaborare, non credi? Alla fine è per questo che ci siamo uniti al gruppo di Inuyasha!” conclude, sfoderando un sorriso disarmante rivolto al demone che non ha ancora reagito.
Poi, senza nemmeno attendere una risposta, supera entrambi riprendendo il cammino come se nulla fosse.
 
Mentre Kagome si allontana seguendo il percorso del sentiero, noto che anche Sango e Miroku sono stupiti quanto me dalla facilità con la quale la loro amica sia riuscita a placare la rabbia del demone.
Credevo che quel pallone gonfiato non si sarebbe lasciato zittire tanto facilmente..eppure..
 
Lancio un’occhiata nella sua direzione per poter godere ancora un po’ della sua espressione sconvolta, ma purtroppo ciò che vedo non lascia presagire nulla di buono.
 
Hideki è ancora lì.
Immobile nel punto esatto in cui Kagome lo ha lasciato. Ma il suo sguardo è completamente adombrato da alcune ciocche vermiglie che gli ricadono scomposte sulla fronte. Nella mano destra stringe ancora la spada, mentre quella che prima ricadeva inerme sul fianco sinistro, ora è serrata in un pugno. E il suo corpo…
…beh…
…il suo corpo è interamente scosso da fremiti di rabbia, come se fosse sul punto di esplodere.
 
Poi, improvvisamente, dalle sue labbra fuoriesce un sussurro appena percettibile, ma che allo stesso tempo mi fa accapponare la pelle per il tono con cui viene pronunciato.
-“Mi prendi in giro? Non ti permetto di trattarmi così dopo tutto quello che ho fatto per te..”
 
 
 
 
-“KAGOME!
 
 
 
 
L’urlo di Hideki riecheggia nella valle diverse volte, prima di lasciare il posto a un silenzio carico di tensione.
La ragazza, che si trovava già a qualche metro di distanza, si ferma all’istante, voltandosi altrettanto repentinamente nella direzione del demone. Questa volta, però, l’imperturbabilità del suo viso ha lasciato il posto a un’espressione confusa, allarmata.
-“Hideki, ma cos-“
 
-“Sei cambiata.” la interrompe secco, senza troppi preamboli. Il suo tono è piatto e lo sguardo freddo, mentre avanza lentamente verso Kagome.
La mia mano è già stretta attorno all’elsa di Tessaiga, pronta a scattare in qualsiasi momento se quel bastardo alzasse anche solo un dito su di lei.
 
-“Ma che diavolo ti prende Hideki??” la voce della ragazza del futuro è ferma, ma reprime a fatica una nota di stupore. Anche lei sembra non riuscire a comprendere il comportamento del suo compagno.
- “Cosa mi prende dici?”- le fa eco il demone con un sorriso canzonatorio, fermandosi esattamente di fronte a lei. Ciononostante la sua smorfia beffarda tradisce la collera che trasmettono i suoi occhi –“A me niente, Kagome. Piuttosto, dimmelo tu cosa ti prende?”
-“Cosa vuoi dire? Non capisco..”
-“Vediamo..da dove potrei cominciare... Ah sì! Ad esempio, dal fatto di aver deciso di unirti al gruppo di Inuyasha senza nemmeno interpellarmi!” gli sforzi del demone di mantenere la calma sembrano cedere sempre più sotto il peso di ogni parola.
-“Hideki stai davvero facendo questa scenata solo perché non ti ho chiesto il permesso di unirci a loro?! Ho solo ritenuto che non ci fosse nemmeno il bisogno di discuterne. Mi è semplicemente parsa la scelta più ragionevole per accelerare la raccolta dei frammenti e credevo che saresti stato d’accordo. Non c’è bisogno di prenderla sul personale!”
A quelle parole, però, il demone dai capelli rossi manda definitivamente in malora i suoi propositi di civiltà.
-“Non hai afferrato il punto, Kagome! La verità è che sei cambiata! Cambiata da quando abbiamo incrociato la loro strada! La sua strada.” e per la seconda volta in breve tempo, mi ritrovo di nuovo puntato contro il dito accusatorio del demone.
-“Tu stai delirando, hai bisogno di farti una dormita! Prima raggiungeremo un riparo meglio sa-”
-“Sono lucidissimo Kagome! Mai stato più lucido in vita mia! Piuttosto, fossi in te, mi farei un piccolo esame di coscienza chiedendomi se nelle ultime ventiquattr’ore io abbia agito razionalmente. Perché sai benissimo anche tu che finora non abbiamo mai avuto alcun problema a raccogliere i frammenti! Siamo solo in due e nonostante ciò possediamo un numero di schegge molto più alto rispetto al loro! Perciò te lo chiederò di nuovo, Kagome. QUAL E’ IL VERO MOTIVO PER CUI TI SEI VOLUTA UNIRE A LORO?!”
 
Tuttavia, di fronte alle parole accusatorie del demone, Kagome resta in silenzio, incapace di ribattere. Persa in chissà quali pensieri. Solo i suoi meravigliosi occhi color nocciola, impercettibilmente dilatati, esprimono la sorpresa e la confusione suscitate dal significato nascosto dietro a quella domanda.
Poi, senz’attendere una risposta, riprende.
-“Te lo dico io il perché! Credi che non mi sia accorto dell’odore del botolo su di te, quando siete usciti dalla grotta?!”
Quelle parole hanno il potere di riscuotere la giovane che sussulta improvvisamente, come se fosse stata colta in fallo. Com’è prevedibile, anche Miroku e gli altri, nell’udire tali accuse, indirizzano immediatamente i loro sguardi su di me, alla ricerca di una conferma o, preferibilmente, una smentita.
 
Dannato pel di carota.
Mi ha messo proprio in una bella situazione di merda.
 
Sebbene l’attenzione dei miei compagni converga completamente su di me, mi ostino a non distogliere lo sguardo fisso su Kagome e Hideki, fingendo noncuranza…
Ora come ora non ho assolutamente voglia di sorbirmi le loro ramanzine!
 
…anche se sono abbastanza certo che le molteplici tonalità assunte dalla mia faccia non siano passate inosservate.
 
Ma non sono le occhiate di rimprovero di Sango e gli altri che temo.
C’è uno sguardo che, più di qualunque altro, non sono ancora pronto ad affrontare.
 
Kikyo.
 
Sono piuttosto certo che se ora mi voltassi, verrei investito dal gelo dei suoi occhi.
….e al momento ho già abbastanza pensieri per la testa!
 
Hideki, infatti, non sembra affatto intenzionato a lasciar cadere il discorso, e imperterrito continua a inveire contro Kagome.
-“Quella che è uscita da quella grotta non è la Kagome che conosco! La Kagome che conosco non si sarebbe mai unita a questo branco di idioti buoni a nulla! La Kagome che conosco avrebbe fatto fuori senza esitazione chiunque altro mirasse a ottenere i frammenti della Sfera!”
 
-“ADESSO BASTA!
 
La voce di Kagome esplode improvvisamente, facendoci trasalire.
È ferma. Risoluta. Ma le mie orecchie non possono fare a meno di cogliere l’impercettibile nota incrinata che accompagna le sue parole.
 
Quando riprende a parlare, tuttavia, il suo tono cala al punto da risultare appena udibile persino per me.
-“Basta così, Hideki, ti prego. Non voglio litigare con te, chiudiamola qui.” sussurra, prima di voltarsi e riprendere a camminare. Lo sguardo fisso sul sentiero.
 
Ma a differenza sua, Hideki non sembra dello stesso avviso e, sfoderando un ghigno malefico, le si mette alle calcagna come un predatore con la propria preda.
 
-“Che c’è Kagome? La verità brucia, vero?! E io che credevo non fossi debole come le altre donne…tsk! Ma di cosa mi stupisco? Dovevo aspettarmelo. Infondo sei solo una femmina umana! Siete tutte uguali…vi bastano un paio di moine e una scopa-“
 
 
Il suono sordo di uno schiaffo, mette tutto a tacere.
Tutti.
Specialmente Hideki, ora immobile. La testa rivolta verso destra, in una posa innaturale. La guancia livida a causa del colpo inatteso.
Tuttavia...
Hideki non è il solo a provare dolore in questo momento.
 
Già.
Perchè..
 
Le lacrime di Kagome mi danno l’amara sensazione di aver appena assistito a una lite tra amanti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La mano pulsa per il dolore provocato dall’ impatto con la guancia di Hideki, mentre una lacrima solitaria sfugge al mio controllo, andando a rigarmi il viso.
Ma ormai non importa più.
Ho ancora il braccio fermo a mezz’aria, e non riesco a muovermi.
O meglio, non voglio muovermi.
Temo che nel momento in cui deciderò di abbassarlo, sarò costretta ad affrontare le conseguenze del mio gesto. O comunque a spiegarne il motivo.
 
E il motivo è che…
Hideki ha ragione.
 
Non riguardo alle ultime accuse che mi ha rivolto, ovviamente. Anzi, mi chiedo come possa essergli anche solo passata per l’anticamera del cervello un’assurdità del genere! Crede davvero che io sia quel tipo di donna?!
Le sue parole mi hanno profondamente ferita.
Mi ha praticamente dato della sgualdrina.
Ma, in realtà, ciò che mi ha fatto più male è stato sentirmi rinfacciare, senza mezzi termini, di essere cambiata.
 
Perché so che è la verità. Lo sento. Io mi sento diversa.
E questo mi terrorizza.
 
Hideki avrà anche i suoi modi bruschi, ma non avrebbe potuto esprimere il concetto in modo più chiara.
Ho sbagliato.
Ho sbagliato nei suoi confronti decidendo per entrambi, senza preoccuparmi di chiedere il suo parere.
Ma..
..è anche vero che, in quel momento, qualcosa dentro mi diceva che quella era la decisione giusta da prendere.
Non riuscivo a vedervi nulla di sbagliato, perché….
 
..Perché..
 
….mi avrebbe permesso di stare al fianco di Inuyasha.
 
Dio..
Cosa mi sta succedendo?
Non è da me fidarmi incondizionatamente di uno sconosciuto.
Lo conosco appena, e soprattutto, non l’avevo mai visto prima di incontrarlo per caso al villaggio Yusaka.
 
Eppure..
 
Quando l’ho visto privo di conoscenza dopo aver rischiato la vita per me…le barriere che fino a quel momento avevano protetto il mio cuore, si sono letteralmente sgretolate sotto il peso della paura. Improvvisamente, l’unica cosa che desideravo era poter rivedere i suoi occhi ambrati ed essere rassicurata dalla sua voce.
E, prima che me ne potessi rendere conto, il mio viso era già rigato dalle lacrime.
Una parte di me, quella razionale, era cosciente dell’assurdità della mia reazione. Perché piangere per qualcuno che non conosco? Per qualcuno che tecnicamente è mio nemico? Per qualcuno che potrebbe privarmi del piacere di uccidere Naraku? Se aveva deciso di seguirmi giù per la cascata la cosa non avrebbe dovuto riguardarmi. Io non avevo chiesto di essere salvata. Non avevo chiesto il suo aiuto.
 
Tuttavia…
…ho sempre faticato a tenere a bada il mio lato emotivo.
 
Sebbene in questi anni Hideki mi abbia sempre insegnato a non avere pietà dell’avversario, a non lasciar trapelare le emozioni sul campo di battaglia…..
….mantenere quella maschera di freddezza mi ha sempre comportato un notevole sforzo.
 
E’ bizzarro.
 
Anche se non ricordo nulla del mio passato, della persona che ero prima che Naraku mi portasse via tutto…ho sempre avuto la sensazione che tutto quello che facevo per perseguire il mio desiderio di vendetta, violasse la mia stessa natura.
E anche in quel frangente, dinanzi a un nemico che aveva messo a repentaglio la sua vita per me, il mio lato emotivo è riemerso.
Il groviglio di emozioni che ho provato in quella grotta mi ha destabilizzato. Mi ha confuso.
 
…ma mi è anche parso insensatamente familiare.
 
Non saprei spiegarlo, ma…
Mentre lasciavo sfogare la mia rabbia, la mia frustrazione, sul mezzo-demone appena risvegliatosi, tutto ciò che in realtà desideravo…che bramavo con tutta me stessa…era sentire il calore del suo corpo contro il mio.
Per questo non l’ho respinto.
Perché era l’unica cosa di cui avevo bisogno in quel momento.
Sapevo che quel gesto mi avrebbe tranquillizzata. Ne ero sicura, perché avevo già provato quella sensazione.
Durante la caduta.
Non appena Inuyasha mi ha stretta a sé, non mi è più importato nulla della distanza che mi separava dalla morte.
 
E ora eccomi qua.
Travolta da quei sentimenti che non riesco a comprendere, a fare i conti con la mia coscienza che, a quanto pare, porta il nome di Hideki. Ancora bloccata in questa stupida posizione che sta iniziando a farmi formicolare il braccio.
Con lentezza esasperante lo riabbasso, ma ancora non riesco a guardare in faccia il mio compagno.
Non so cosa dirgli. O meglio, lo so, ma non posso farlo ora. Non davanti a loro.
Non davanti ad Inuyasha.
Inoltre, ora che conosco la sua opinione in merito, non ho dubbi riguardo a come potrebbe reagire se gli confessassi che ha ragione. Non voglio che mi consideri una debole. O che possa credere che abbia rinunciato al mio desiderio di vendetta.
 
Maledizione!
E’ tutto un gran casino!
Non so nemmeno se quello che provo possa essere definito….amore?
Probabilmente no.
Non sono mai stata innamorata di nessuno, da quanto riesco a ricordare.
 
Il silenzio che è calato è quasi surreale.
E’ come se qualcuno avesse fermato il tempo. Persino le foglie hanno cessato il loro caratteristico frusciare.
Perché Hideki non dice niente? Perché non comincia a inveirmi contro per averlo schiaffeggiato? So perfettamente quanto sia orgoglioso, e di certo essere colpito da una donna umana rientra nella lunga lista di quei “disonori da lavare col sangue”.
Ma trattandosi di me probabilmente me la caverò con una sfuriata in perfetto stile Hideki.
Non dovevo schiaffeggiarlo, ho esagerato..
..ma sentirgli esternare tutto ciò che avevo rinnegato persino a me stessa, mi ha fatta sentire così sciocca…così vulnerabile…che ho agito di impulso.
 
Sono senza speranze..
 
Credo che questa volta tocchi a me fare il primo passo.
 
-“Hideki…ascolta…mi dispiace. Mi dispiace davvero, non volevo. Non so cosa mi sia preso...io-” ma nell’esatto istante in cui il mio sguardo incrocia quello del demone che mi sta difronte, le parole mi muoiono in gola.
 
Cosa significa quello sguardo?
Non..
Non l’ho mai visto in questo stato.
 
La sua espressione è di pura delusione.
Non vi è rabbia sul suo viso…solo una profonda amarezza che mi stringe il cuore all’istante.
Non mi sarei mai aspettata una tale reazione da parte sua.
Non credevo che il mio gesto l’avrebbe ferito sino a questo punto..
Come siamo giunti a questo?
 
Cogliendo il mio disagio, Hideki ne approfitta per prendere finalmente la parola.
…facendomi preferire che non l’avesse mai fatto.
 
-“Beh, finalmente qualcosa su cui siamo d’accordo. Perché neanch’io ho idea di cosa ti sia preso negli ultimi tempi, Kagome.” – le sue parole sono gelo puro, in netta contrapposizione alla tristezza che traspare dai suoi occhi –“Sarà meglio darci una mossa se vogliamo raggiungere un posto sicuro prima che cali la notte. Abbiamo già perso fin troppo tempo.” conclude secco superandomi e stando ben attento a non sfiorarmi accidentalmente.
Un’accortezza che riesce perfettamente nell’intento di acuire ulteriormente il mio senso di colpa..
Consapevole ora più che mai di averlo tradito.
Consapevole di aver involontariamente voltato le spalle all’unica persona che mi sia mai stata vicina.
 
Kami…cosa ho fatto..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Brrr…non avete anche voi l’impressione che il fuoco stia perdendo vigore?” la voce squillante e eccessivamente vivace di Shippo mi giunge alle orecchie urtandone, come al solito, la sensibilità.
Questa volta, però, non ho alcuna intenzione di dare il via al solito diverbio che, nel migliore dei casi, si concluderebbe con un bernoccolo viola sulla testa dello sventurato cucciolo di volpe.
No.
Decisamente non sono in vena di scherzare.
E’ bizzarro come il mio umore sia mutato drasticamente rispetto a stamattina. Fino a poche ore fa ero al settimo cielo al pensiero di quanto fossi fortunato a poter riavere Kagome al mio fianco….mentre ora sono ossessionato dal timore che lei possa provare qualcosa per un “uomo” che non sono io.
 
Non posso nemmeno a pensarci!
 
Il dubbio che tra loro potesse esserci qualcosa di più di una semplice amicizia, si era già insinuato nella mia mente nel momento in cui l’ho ritrovata in compagnia di quello spaventapasseri. Ma dopo aver assistito alla loro lite…beh…il timore si è del tutto radicato.
Infondo cosa so io dei tre anni in cui siamo stati separati? Poco e niente, se non quello che mi è stato raccontato proprio da Hideki. E sebbene lo conosca da poco, non escluderei l’ipotesi che quel bastardo possa avermi mentito solo per prevenire una mia eventuale sfuriata, che avrebbe senza dubbio destato sospetti agli occhi della ragazza del futuro.
 
Dannazione! Io lo ammazzo quel figlio di puttana.
Io…devo sapere! Ho BISOGNO di conoscere la verità o non riuscirò a darmi pace.
Di questo passo rischio di impazzire!
 
Dopo lo scontro di oggi pomeriggio il viaggio è proseguito nel totale silenzio. Nessuno sapeva cosa dire. L’intera scena ci aveva lasciati completamente spiazzati.
Prima di giungere all’accampamento ho scorto più di una volta, Sango e Miroku scambiarsi diverse occhiate eloquenti. E nonostante non sia mai stato particolarmente bravo a decifrare questi giochetti di sguardi, questa volta non mi sono nemmeno dovuto sforzare per capire che anche loro la pensano come me.
E questo non mi conforta per niente!
 
-“B-beh…se nessun altro ne ha voglia, io e Kirara ci proporremmo per andare a cercare un po’ di legna, che ne dite?” l’ennesimo tentativo del piccolo demone di sciogliere la tensione che aleggia su tutti noi non passa inosservato, e finalmente è Miroku ad intervenire prima che io riveda la decisione di astenermi dalla violenza.
-“Mi sembra un’ottima idea, Shippo! Già che ci siete perché non raccogliete anche un po’ d’acqua? Non credo che quella che ci è rimasta basterà fino a domani mattina.” le parole del monaco sono accompagnate, come di consueto, da un sorriso affabile che ha il potere di far immediatamente riacquistare fiducia nel cucciolo, il quale non fa nulla per celare il piacere di rendersi utile, ma soprattutto, il sollievo di potersi allontanare da quella situazione di disagio condiviso.
-“Ma certo! Corro!” esclama entusiasta quest’ultimo, prima di afferrare il secchio mezzo vuoto e sparire in tutta fretta all’interno della foresta, seguito dal demone-gatto.
 
Essendo stato Miroku l’ultimo a parlare, è di nuovo lui a prendere la parola prima che il silenzio prenda ancora una volta il sopravvento.
-“Allora, Kagome..” inizia il monaco, attirando l’attenzione di una Kagome completamente assorta nei suoi pensieri, intenta a giocherellare distrattamente col cibo ancora intatto.
-“S-si houshi-sama?” la risposta, inizialmente sorpresa, assume immediatamente un tono formale che suona alquanto inusuale pronunciato dalla stessa ragazza che un tempo non si faceva alcuno scrupolo a dare del pervertito proprio al monaco che le sta difronte.
-“Per tutti i Kami! Chiamami pure Miroku! Non c’è bisogno di tutte queste formalità, infondo adesso siamo compagni di viaggio!” risponde il monaco sfoderando un sorriso sghembo.
 
Se non lo conoscessi abbastanza penserei che ci sta provando con Kagome.
Ci manca solo lui oggi!
 
-“Già, direi di sì..” conviene Kagome poco convinta mentre ricambia con educazione il sorriso di Miroku.
Ho paura che la lite con Hideki possa averle fatto rivedere la sua posizione riguardo all’essersi unita a noi..
E se Hideki la convincesse di aver fatto una pessima scelta? Se la dissuadesse a riprendere la ricerca dei frammenti solo loro due, come hanno fatto finora?
Sparirebbero ancora una volta nel nulla sotto i loro mantelli…e a quel punto io non potrei fare niente per fermarli. Non la rivedrei mai più..
No..
No, non potrei resistere al dolore di vedermela strappare dalle mani ancora una volta.
Dannazione..
DANNAZIONE.
 
-“Beh, anche se forse è un po’ tardi per questo, credo che le presentazioni siano d’obbligo in modo da evitare altri equivoci di questo tipo!” aggiunge sicuro di sé Miroku, strizzandole l’occhio.
 
Se non la smette immediatamente non esiterò un secondo di più a infilzarlo con la mia Tessaiga.
 
Il monito sembra giungere forte e chiaro al monaco che, notando il mio sguardo omicida, tira un colpetto di tosse come a cercare di ridarsi un contegno. Anche se in realtà credo che il contributo maggiore lo abbia dato l’espressione piuttosto eloquente di Sango al suo fianco.
 
Quel dongiovanni da strapazzo non cambierà mai!
 
L’intera scena non passa inosservata agli occhi della fanciulla del futuro la quale, inaspettatamente, si lascia sfuggire una leggera risata che mi lascia imbambolato per alcuni secondi.
Credevo che non avrei mai più avuto il privilegio di vedere quel sorriso.
Credevo che non sarebbe più stato possibile dopo quello che ha sofferto a causa mia…
…eppure eccomi qui, a bearmi di quella risata cristallina.
Sembra tutto troppo bello per essere reale.
 
Ritrovata la serietà, il viso di Kagome si distende in un’espressione più rilassata. Adesso sembra sinceramente a suo agio.
-“Sono assolutamente d’accordo con te, Miroku” risponde, rivolgendogli un sorriso genuino.
-“Perfetto! Allora, se a voialtri non dispiace comincerei io.” propone con finto garbo il monaco che in realtà non aspettava altro.
 
Lo invidio.
Invidio la naturalezza con la quale riesce a tenere in piedi questa farsa. Io non ne sarei mai stato capace..
 
–“Dunque, io sono Miroku del villaggio Shibuya. Sono nato in una famiglia in cui tutti gli uomini studiano sin da piccoli per poter diventare monaci buddhisti, e questo è in realtà il solo motivo per cui ho preso i voti! Diciamo che la mia vera vocazione non ha mai incontrato i favori dei comuni uomini di fede…”
-“Già, Miroku rientra più nella categoria di uomini che preferiscono correre dietro alle donne facendo loro proposte indecenti! A me piace definirlo un inguaribile donnaiolo.”
Com’era prevedibile, il commento pungente di Sango non tarda ad arrivare.
-“Ma…Sanguccia mia…le tue parole mi feriscono nel profondo! Sai benissimo che io ho occhi solo per te!” tenta in vano, allungando una mano verso il sedere della sterminatrice e ritrovandosi, altrettanto prevedibilmente, cinque dita stampate sulla guancia.
 
Non imparerà mai.
 
-“Credo proprio che la tua definizione gli calzi a pennello!” osserva Kagome divertita, rivolgendosi alla sterminatrice che, colta impreparata, non fa in tempo a dissimulare la gioia di avere di nuovo un’alleata, nonché la sua migliore amica.
Fortunatamente faccio appena in tempo a farle segno di non lasciarsi travolgere dalla commozione, o la cosa non sarebbe stata affatto facile da spiegare alla ragazza del futuro.
-“Tu sei una sterminatrice di demoni, non è vero? Ho riconosciuto l’armatura tipica del vostro villaggio! Da quanto mi è stato raccontato è proprio lì che è stata creata la Sfera dei Quattro Spiriti, è esatto?”
-“Esatto! Ho vissuto lì con la mia famiglia, sottoponendomi ogni giorno a estenuanti allenamenti per mantenere alto il nome del mio villaggio. …E ora sono la sua ultima superstite…” a quel drammatico ricordo il volto della sterminatrice si rabbuia, proprio come in quei momenti in cui si domanda quali saranno le sorti del suo adorato fratellino Kohaku.
 
Ma questo la Kagome che le sta difronte non può saperlo.
 
-“M-mi dispiace! Perdonami non ne avevo idea…”- si affretta a scusarsi la giovane, sinceramente dispiaciuta.
-“Non ti preoccupare, ormai sono passati anni...anche se la ferita è ancora aperta. Ormai ciò che mi permette di andare avanti è tentare il tutto per tutto per strappare il mio fratellino dalle grinfie di Naraku!” replica amaramente la sterminatrice, animandosi di speranza.
 
Dall’espressione di Kagome, tuttavia, traspare chiaramente la sua confusione.
 
-“Naraku?! Mi vuoi dire che a sterminare gli abitanti del tuo villaggio e a rapire tuo fratello…è stato Naraku?!”
-“Proprio così…io e i miei compagni, tra cui mio padre e mio fratello minore, siamo stati convocati al castello da un principe della zona che necessitava del nostro aiuto con un demone…beh inutile dirti che quel principe era Naraku e che quella, in realtà, era una trappola. Fu lì che mio padre e gli altri trovarono la morte. E quel che è peggio è che la mano che l’ha provocata….è stata proprio quella di Kohaku, il mio fratellino, caduto sotto l’influenza di Naraku. Intanto, approfittando dell’assenza degli sterminatori migliori, i demoni al servizio di Naraku, radevano al suolo il nostro villaggio, uccidendo donne e bambini.”
-“E’…terribile… Quel maledetto bastardo!”- con un movimento repentino, le mani di Kagome si congiungono a quelle della sterminatrice, stringendole tra le sue in segno di conforto –“Mi dispiace tantissimo Sango…so perfettamente quello che hai dovuto sopportare..
Ma vedrai, presto avremo la nostra vendetta! Sono sicura che il giorno in cui prenderemo la vita di quel bastardo non sia lontano. Quel giorno, finalmente, onoreremo la memoria dei nostri cari e tu riavrai al tuo fianco il tuo adorato fratellino! Ne sono certa!”
Le parole di conforto della ragazza e il suo caldo sorriso contagiano la sterminatrice al punto che, in pochi istanti, le due giovani si ritrovano a scambiarsi un sorriso affettuoso e vagamente complice, proprio come un tempo.
 
 
Ma l’idillio non sembra destinato a durare.
 
 
Una risata amara, carica di rancore, infatti, interrompe inaspettatamente l’amorevole quadretto, facendomi gelare il sangue nelle vene.
 
Kikyo, che fino ad ora era rimasta in silenzio in disparte, sembra più che mai intenzionata a dire la sua in merito.
 
-“Ho forse detto qualcosa di divertente, miko-sama?” domanda la ragazza del futuro con garbo, sebbene il suo fastidio sia oltremodo evidente.
-“A dire il vero sì” replica divertita la miko, la quale ora si trova in piedi davanti alla sua reincarnazione.
 
Tutta questa situazione non promette nulla di buono!
 
-“Mi diverte molto il tuo ardore, dico davvero. Trovo bizzarro quanto il tuo odio verso Naraku sia radicato…..nonostante tu sia l’unica, tra noi, a non avere un motivo per provare rancore nei suoi confronti.”
La reazione di Kagome non si fa attendere e, in men che non si dica, le due donne della mia vita si trovano una di fronte all’altra, i visi a pochi centimetri di distanza. Entrambe sul piede di guerra.
-“Non capisco cosa stai blaterando, sacerdotessa, ma forse non hai prestato molta attenzione alle mie parole: quel bastardo ha ucciso i miei genitori.”
-“E tu hai ricordi al riguardo?”
La domanda di Kikyo la lascia interdetta per un paio di secondi, prima che Kagome riprenda a parlare.
 
Kikyo, che cazzo hai intenzione di fare?!
 
-“No, non ho ricordi al riguardo, ma solo perché quando è accaduto io ero già priva di conoscenza. E’ stato Hideki a trovarmi e a portarmi in salvo prima che Naraku potesse uccidere anche me.”
-“Quindi tu non hai mai visto Naraku uccidere i tuoi genitori?”
-“Mi stai per caso dando della bugiarda?”
-“Sto solo dicendo che tu non hai la benché minima idea di cosa significhi perdere una persona amata.” senza dare il tempo alla giovane di replicare, Kikyo si volta verso di noi, indicandoci uno a uno con gesto teatrale –“Ognuno di noi è legato a Naraku da una perdita. La sterminatrice ha perso la sua famiglia. Il monaco è vittima della maledizione del Vortice del Vento che si tramanda agli eredi maschi da generazioni, e la stessa ha provocato la morte di suo padre. Ma nulla di tutto ciò è minimamente paragonabile al destino che abbiamo subito io e Inuyasha!” le ultime parole restano sospese nell’aria per alcuni istanti, dando l’opportunità a Kagome di assimilarle e di studiare attentamente lo sguardo che intercorre tra me e la sacerdotessa, alla ricerca di una spiegazione alle parole di quest’ultima.
 
Ho già vissuto questa situazione, e so perfettamente come andrà a finire.
Qualcuno rimarrà ferito.
…E temo anche di sapere chi sarà.
 
-“Non ti seguo…” il viso di Kagome è l’esatta trasposizione della confusione che sta provando. Chiaramente non riesce più a comprendere la piega che sta prendendo la discussione.
E come potrebbe?
Lei non può sapere di aver già combattuto questa battaglia più e più volte, riportando ogni volta ferite sempre più profonde. Ferite che un tempo ho persino contribuito ad aggravare..
Quelle del suo cuore.
 
-“Chi è adesso a non prestare attenzione?” replica sarcastica la miko, consapevole oramai di averla in pugno –“Eppure mi era parso che al vostro primo incontro Inuyasha avesse accennato qualcosa riguardo al fatto di aver perduto la donna che ama a causa di Naraku. Beh…a questo punto credo sia giunto anche per me il tempo delle presentazioni! Mi presento, il mio nome è Kikyo…
….e sono io quella donna.”
 
 
 
-“KIKYO!”
 
 
 
La mia voce tuona, inattesa, facendo sussultare la miko che abbandona all’istante la sua maschera di spavalderia. La sua espressione è indecifrabile.
 
Adesso basta!
Ho sentito abbastanza.
So benissimo dove sta cercando di arrivare, e questa volta non ho intenzione di lasciarglielo fare.
E’ arrivato il momento per me e Kikyo di fare un bel discorsetto.
 
-“Vieni con me, dobbiamo parlare.”
 
Il mio tono secco non ammette repliche, e questo la miko sembra averlo notato a giudicare dalla prontezza con la quale si appresta a seguirmi, senza batter ciglio, nei meandri della foresta.
Poco prima di voltarmi, tuttavia, riesco per un attimo a scorgere due minuscole gocce lucenti far capolino agli angoli dei suoi occhi.
 
Ma è solo questione di un attimo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono ancora frastornata dalla recente sequenza di eventi.
Non saprei neppure dire a cosa ho appena assistito.
Una scenata di gelosia?
Un avvertimento?
Una litigio di coppia?
Le parole della miko sono suonate così…ostili…così cariche di rancore, che se non l’avessi appena conosciuta penserei che abbia qualcosa di personale nei miei confronti.
Davvero non capisco..
Com’è accaduto che il discorso si spostasse dai miei genitori a Inuyasha?
Che motivo c’era di specificare la natura del loro rapporto?
Forse, in quanto ultima arrivata, teme che possa rubarle l’uomo
 
Ridicolo!
 
Si vede che non mi conosce. Non sono minimamente interessata a certe cose.
Lungi da me interferire nel loro “amore”!
 
 
Già.
E allora…
 
 
 
….perché mi sento così?
Perché la consapevolezza del suo ruolo nella vita di Inuyasha è stato pari a ricevere un pugno in pieno stomaco?
Perché sento il peso di questo nodo in gola?
 
Perché sono….
gelosa?
 
Ho una tale confusione in testa, che temo possa scoppiarmi da un momento all’altro.
 
Troppi interrogativi e nemmeno l’ombra di una risposta.
 
Ogni volta che tento di trovare una spiegazione razionale a queste reazioni, a questo tumulto di sentimenti provocatemi dal mezzo demone, vengo puntualmente colta da queste maledettissime fitte alla testa.
Quasi come se la mia mente si rifiutasse di collaborare..
 
Erano anni che non si ripresentavano, e oramai mi ero quasi dimenticata quanto potessero essere dolorose.
 
Un tempo, però, al mio fianco c’era sempre Hideki. Pronto ad alleviare la mia sofferenza.
 
Le sue timide parole di conforto, il modo affettuoso in cui mi frizionava i capelli con le sue grandi mani, sono sempre state un balsamo per la mia anima tormentata.
 
…e io sono stata così brava da essere riuscita a far allontanare proprio la sola persona di cui mi sia mai fidata.
 
Come ho potuto essere così stupida?
Che diavolo mi è preso?!
 
Lascio vagare lo sguardo tra gli alberi immersi nell’oscurità, nella speranza di scorgere anche solo un segno della presenza del mio compagno. Ma com’era prevedibile, tutto tace.
Da quando siamo arrivati all’accampamento, Hideki si è dileguato nella foresta senza dire neppure una parola.
…anche se non faccio fatica a comprendere le ragioni che stanno dietro al suo comportamento.
 
E’ assurdo quanto la situazione sia precipitata rapidamente..
 
Siamo passati dall’essere una squadra affiatata, a non riuscire nemmeno a sopportare di stare nello stesso luogo contemporaneamente.
 
Non so che darei per potergli parlare, per spiegarmi...per dirgli quanto mi dispiace…
…ma comincio a chiedermi se me ne darà mai la possibilità.
 
Dio..
Non mi sono mai sentita tanto sola come in questo momento..
 
Hideki...ti prego..
Non mi lasciare.
Ho..
Ho bisogno di te..
 
 
 
 
 
 
-“Kagome?”
 
Con uno scatto repentino alzo la testa nella direzione da cui è giunta la voce, incredula.
Sto sognando forse?
 
Hideki è lì, davanti a me, come in risposta alle mie tacite preghiere. E il suo sguardo apprensivo fa definitivamente cedere le mie difese, lasciando i miei occhi liberi di colmarsi di lacrime.
 
Dopo anni al suo fianco non riesco ancora a smettere di stupirmi.
Come fa?
Come fa a sapere sempre quando ho bisogno di lui?
 
Credo che non mi abituerò mai a questo..
 
Sto per abbandonarmi a un pianto liberatorio, quando il ricordo delle sue parole di disprezzo, pronunciate solo qualche ora prima, mi riaffiora alla mente.
 
“E io che credevo che non fossi debole come le altre donne…tsk! Ma di cosa mi stupisco? Dovevo aspettarmelo. Infondo sei solo una femmina umana!”
 
Scuoto la testa energicamente, ricacciando indietro l’eco di quelle parole.
Non voglio mostrarmi debole davanti a lui. Non voglio perdere il suo rispetto.
Voglio che continui a reputami una combattente degna di tale nome.
Prima che possa accorgersene, perciò, mi asciugo gli occhi con un movimento fluido, cancellando definitivamente ogni traccia di quelle lacrime testimoni della mia fragilità.
-“Hideki..”- il tremore della voce, tuttavia, tradisce la mia espressione –“Dove sei stato?” chiedo, dissimulando una calma che non mi appartiene.
Non voglio che capisca quanto fossi in apprensione. Quanto avessi bisogno di vederlo.
-“In giro.. Avevo bisogno di stare un po’ da solo per schiarirmi le idee” ammette il demone, evitando accuratamente il mio sguardo.
-“Capisco..”
L’allusione alla nostra lite è piuttosto chiara, ma nonostante ciò, non riesco a dire altro. E’ come se le parole non volessero saperne di uscire e io non posso far altro che maledirmi mentalmente.
 
Dopo diversi secondi, che a me paiono un’eternità, finalmente è proprio Hideki ad alleggerire il peso di questo silenzio imbarazzante col suo solito tono spavaldo, che non mai stata così felice di sentire.
 
-“Che fine hanno fatto la frigida e il cagnolino?”
 
La domanda mi coglie impreparata, facendo riemergere in me lo stesso senso di inadeguatezza e risentimento che mi ha assalito nel momento in cui li ho osservati inerme allontanarsi insieme.
Non so dove siano, né cosa stiano facendo.
Tutto ciò che so è che lei è la donna per la quale Inuyasha ha giurato vendetta nei confronti di Naraku.
E questo già mi basta.
Per lui quella donna è importante quanto lo è per me la mia famiglia, e questa consapevolezza mi provoca una sgradevolissima stretta allo stomaco, che non riesco in nessun modo ad ignorare. Nonostante il mio tumulto interiore, mi sforzo a rispondergli cercando di sembrare il più naturale possibile.
 
-“Si sono allontanati in direzione del bosco…avevano bisogno di parlare in privato!”
 
Non appena termino la frase, però, lo sguardo di Hideki guizza immediatamente nella mia direzione, come se si aspettasse un qualche tipo di reazione. I suoi occhi mi scrutano attentamente per diversi minuti, tentando di cogliere anche la più impercettibile sfumatura del mio viso, finché finalmente non riprende a parlare.
 
-“Capisco…” sospira il demone, assumendo un’espressione indecifrabile. Un misto tra sollievo e pena. Perché ho come l’impressione che lui sappia qualcosa che io non so?
Ma prima che riesca a dar voce ai miei dubbi, Hideki mi precede, sorprendendomi con una richiesta insolita da parte sua.
 
-“Kagome, ti dispiacerebbe seguirmi? Avrei davvero bisogno di scambiare due parole con te.
Da soli.” aggiunge, fulminando con lo sguardo il monaco e la sterminatrice, che ancora non avevano aperto bocca.
 
Pfff.
Non cambierà mai..
 
-“D’accordo” rispondo pacata, mentre mi appresto a seguirlo col cuore che sembra volermi uscire dal petto da quanto ha iniziato a battermi forte.
Ma che mi prende?
Non sarò per caso diventata emotivamente instabile?
Non mi è mai capitato prima d’ora di sentirmi a disagio al pensiero di restare sola con Hideki.
 
Ma d’altra parte questa potrebbe essere la mia unica occasione per chiarirmi con Hideki.
Ho bisogno di parlargli.
Ho bisogno del suo aiuto..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ormai dovremmo essere abbastanza lontani da evitare di essere sentiti..
 
Lancio un’occhiata al paesaggio intorno a me, studiandolo attentamente: non ha nessuna particolare peculiarità rispetto a dove abbiamo deciso di stazionare per la notte, ma perlomeno da questa distanza riesco ancora a percepire l’odore di Kagome.
 
Non voglio allontanarmi troppo da lei..
Dio solo sa come mi sentirei se dovesse accaderle qualcosa in mia assenza.
 
Ho potuto constatare coi miei stessi occhi quanto sia diventata forte in questi anni e sono sicuro che, se la situazione lo richiedesse, sarebbe perfettamente in grado di difendersi…
Ma neppure questa consapevolezza mi tranquillizza.
Quando si tratta della ragazza del futuro non posso fare a meno di essere ossessivamente apprensivo.
E’ più forte di me..
Anche se il cambiamento è innegabile…per me Kagome resterà sempre la ragazza indifesa e un po’ imbranata che mi ha risvegliato da un sonno lungo cinquant’anni.
 
-“Se volevi appartarti per guardare le stelle bastava dirlo.” il tono amaro della sacerdotessa alle mie spalle, tuttavia, mi ridesta dai miei pensieri.
 
Giusto. Sono arrivato fin qui col preciso intento di parlare a quattr’occhi con Kikyo. La prima donna che abbia mai amato.
Ed è esattamente quello che farò.
Ho bisogno di aprirmi con lei, e dirle ciò che realmente provo.
Sapevo, prima o poi, che questo giorno sarebbe arrivato. Per quanto continuassi a rimandarlo, sapevo che sarebbe giunto, per me e Kikyo, il tempo di affrontare questa discussione.
 
E’ dal giorno in cui Kagome è scomparsa che questo tarlo si è insinuato in me, e ora non posso più ignorarlo.
 
-“Kikyo..si può sapere cosa ti è saltato in mente?” le domando senza troppi giri di parole, cercando tuttavia di apparire il più calmo possibile.
Non voglio discutere con lei. Ho sempre avuto un timore quasi reverenziale nei suoi confronti.
Anche quando abbiamo scoperto che ci aveva sottratto i frammenti per consegnarli a Naraku, che così facendo aveva accresciuto il proprio potere arrivando persino a ridurmi in fin di vita, io….non sono mai riuscito ad accusarla di alcuna colpa. Di alcun tradimento.
Eravamo caduti nella trappola di Naraku proprio a causa della nostra reciproca mancanza di fiducia…e, semplicemente, non ho più voluto commettere lo stesso errore.
Forse commettendone uno anche più grave.
I piani di Kikyo non mi sono mai stati realmente chiari, ma nonostante ciò mi sono sempre fidato incondizionatamente, incontrando spesso la disapprovazione dei miei compagni di viaggio.
Specialmente di Kagome.
 
Ad essere sinceri finora non mi ero mai pentito della fiducia che ho sempre riposto in lei….
 
….ma recentemente ho dovuto rivedere la mia posizione al riguardo.
 
Aver scoperto che in questi anni, Kikyo fosse a conoscenza del fatto che Kagome fosse ancora viva da qualche parte e me l’abbia tenuto nascosto, ha fatto definitivamente crollare ogni mia convinzione.
 
Ora so, che quando si tratta di Kagome…..Kikyo non è affidabile.
 
-“Ho solo ritenuto necessario fare qualche precisazione, non ci vedo nulla di male.” risponde laconica la miko, ostentando una noncuranza che mi manda istantaneamente il sangue al cervello.
-“Niente di male?! NIENTE DI MALE?! Hai idea di quanto le tue “precisazioni” ci abbiano fatto rischiare?! Con le tue domande sulla sua fantomatica famiglia, sui suoi ricordi, potresti averle instillato il dubbio! Un dubbio che potrebbe crescere come un cancro fino a farle riaffiorare alla memoria quei ricordi che non è ancora pronta ad affrontare!”
 
-“Non ricordo di aver mai detto che avrei appoggiato questa farsa.”- ogni sua parola è satura di rancore. Ancora una volta stento a riconoscere la sacerdotessa di cui mi sono innamorato cinquant’anni fa: quella che ho davanti è solo un pallido riflesso della donna che ho amato.
–“A differenza tua, non mi importa di lei e della sua incolumità! Se dovesse impazzire o perdere il controllo, la cosa non potrebbe interessarmi meno! Ma non posso tacere quando sento qualcuno ostentare con così tanta naturalezza di conoscere il dolore legato alla perdita di chi si ama. Lei non sa niente! Niente! Sin dall’inizio, lei non ha mai avuto nulla a che fare con tutta questa storia. Come se il solo fatto di essere la mia reincarnazione le avesse dato il diritto di combattere questa battaglia al tuo fianco! E ad essere sincera non ho mai capito come tu abbia potuto permetterglielo.” la Kikyo posata e imperturbabile che ho sempre conosciuto, ha ormai lasciato il posto ad una donna ferita e sconvolta.
Mi si stringe il cuore a vederla in questo stato a causa mia.
Kikyo e Kagome. Perché riesco solo a farle piangere?
 
L’amore che provo per loro si è sempre tramutato in sofferenza.
 
Colto da un improvviso senso di colpa, mi avvicino a quella donna che mai come ora mi è parsa più fragile, avvolgendola delicatamente tra le mie braccia. Per tutta risposta, la miko si aggrappa alle mie spalle come se fossi la sua ancora di salvezza, nascondendo il viso nell’incavo del collo.
 
Restiamo in silenzio per diversi minuti, godendo uno della vicinanza dell’altro. Ma so che il discorso non è ancora concluso.
-“Kikyo..” azzardo esitante, per paura di rompere quest’attimo di quiete. Sentendosi chiamare, Kikyo riemerge dalle pieghe della mia veste, osservandomi leggermente stranita. Gli occhi impercettibilmente arrossati che le conferiscono un aspetto più umano. –“So quanto sia dura per te sopportare tutto questo. Niente potrà mai essere anche lontanamente paragonabile a ciò che Naraku ci ha fatto, privandoci della possibilità di una vita insieme..e io non mi perdonerò mai per averglielo permesso!” –come dotata di vita propria la mia mano si muove verso la guancia della miko, sfiorandola delicatamente coi polpastrelli. Lo sguardo della sacerdotessa si addolcisce all’istante, mentre assapora il contatto tra la nostra pelle. –“Ma le parole di Kagome sono solo dettate dall’inganno di Hideki. Prima di perdere i suoi ricordi, lei gli ha espressamente chiesto di fare in modo che non si dimenticasse di Naraku…e lui ha dovuto fornirle un’alternativa alla verità. Tuttavia, anche se il motivo per cui combatte non è reale….lei ha il nostro stesso diritto di odiarlo per ciò che le ha fatto tre anni fa.”- solo in un secondo momento mi accorgo che, a causa del dolore scaturito da quel ricordo, la mia presa intorno alla miko si è fatta più salda, portando quest’ultima a irrigidirsi.
-“Se tu fossi stato chiaro con lei sin dall’inizio e l’avessi rimandata indietro nella sua epoca quando ne avevi la possibilità, ora non ci troveremmo in questa situazione.” –la sua espressione è nuovamente tornata fredda e impassibile, facendomi presagire il peggio. –“Quando Urasue mi ha riportata in vita, in questo corpo di terra e ossa, non avevi più bisogno di lei e delle sue capacità di localizzare i frammenti. Avremmo potuto proseguire la ricerca insieme e compiere la nostra vendetta nei confronti di Naraku, ma tu hai preferito trasformare l’intera faccenda in una specie di caccia di gruppo, in cui hai perso completamente di vista il tuo obiettivo iniziale.”- sospira esasperata –“A volte mi chiedo se tu stia davvero combattendo per me..” -le sue parole restano sospese nell’aria in attesa di una mia reazione, di una smentita.
Ma io sono paralizzato.
Non riesco a parlare, non so cosa dirle…
 
Se non confermare i suoi dubbi.
 
So che se in questo momento la guardassi negli occhi, lei capirebbe. Per questa ragione mantengo ostinatamente lo sguardo puntato sul terreno arido, in segno di vigliaccheria.
Ma per la miko il mio silenzio è una risposta già abbastanza eloquente.
 
-“I-Inuyasha? E’ solo una mia impressione vero? Dì qualcosa.. Dimmi che mi sto sbagliando. Guardami negli occhi e dimmi che non è così, ti prego.” -l’ansia nella sua voce non fa che acuire il peso della mia coscienza, mentre sento aumentare la presa sulle mie braccia.
Non posso continuare a mentire, non è giusto nei suoi confronti.
Facendomi forza, alzo lo sguardo intrecciandolo con quello della donna che un tempo ho amato con tutto me stesso.
 
E tanto basta.
 
Nel mio sguardo affranto Kikyo riesce finalmente a leggere ciò che non sono mai stato in grado di confessarle.
 
-“N-non è possibile...tu…tu non puoi-” replica la miko, prima di portarsi una mano alla bocca, sconvolta.
-“Mi dispiace..” tento, avvicinandomi di un passo, ma, com’era prevedibile, lei indietreggia.
-“T-tu non puoi avermi rimpiazzata con quella ragazzina, NON PUOI!”
 
E’ fuori di sé: le mani tra i capelli e lo sguardo perso nel vuoto, le conferiscono un aspetto che differisce completamente dalla figura posata alla quale sono sempre stato abituato.
Ma non so che fare.
Se dicessi qualcosa, sono sicuro che non farei altro che peggiorare ulteriormente la situazione.
Merito il suo odio. Merito i suoi insulti. Merito ogni singola parola di disprezzo che deciderà di rivolgermi.
Se anche volesse picchiarmi, non reagirei. Ne ha tutto il diritto.
 
Ho impiegato troppo tempo ad accorgermi dei miei sentimenti verso la ragazza del futuro. E a pagarne il prezzo sono state entrambe.
 
Ma il mio subconscio non era pronto alle parole che la miko mi rivolge, dopo qualche istante dallo shock iniziale.
 
-“Bene…se le cose stanno così, ti auguro che Kagome ricordi tutto. Ogni singolo istante di quel giorno sull’Hakurei”- nel dirlo il suo volto si tramuta in un ghigno che non le avevo mai visto prima.
 
Quelle parole hanno il potere di fermare il mio cuore all’istante.
 
-“C-cosa vorresti dire?”  
In realtà sono terrorizzato al pensiero di conoscere la risposta, ma le parole escono da sole e io non faccio in tempo a fermarle.
 
Una risata inquietante precede la sua risposta.
 
-“Esattamente ciò ho detto, Inuyasha. Mi auguro che la tua Kagome ricordi tutto di te e di ciò che è accaduto sul Monte Hakurei. Voglio che ricordi esattamente il senso di abbandono che ha provato quando l’hai lasciata cadere nel vuoto, scegliendo me. Sono certa che se anche le raccontassi dell’inganno di Naraku, farebbe fatica a crederti visti i tuoi precedenti nei miei confronti. E a quel punto, se anche dovesse sopravvivere al peso di quei ricordi, dubito fortemente che vorrebbe ancora avere a che fare con un essere come te. Ti disprezzerebbe, proprio come me. E tu non avresti più nemmeno la tua amata ragazzina del futuro!”
 
Il mio corpo si muove da solo, e, prima che possa rendermene conto, le mie mani sono già strette attorno alle spalle della miko, imprigionata tra me e l’albero alle sue spalle.
Non avrebbe mai dovuto dire una cosa simile.
Non la credevo capace di concepire una tale bassezza.
 
-“Tu.mi.disgusti.” sussurro a pochi centimetri dal suo volto, scandendo ogni singola parola in modo che non possa perderne neppure una. Da questa distanza riesco a cogliere ogni sua minima reazione, e il risultato mi lascia soddisfatto. Ma non ho ancora finito. –“Faccio ancora fatica a credere che tu sia la donna di cui mi sono innamorato cinquant’anni fa. Ebbene sì, i miei obiettivi sono cambiati, e sai perché? Perché TU sei cambiata. La Kikyo che conoscevo è morta il giorno in cui mi ha sigillato a Goshinboku ed è a lei che devo mia gratitudine. E sarà anche per lei che ucciderò Naraku. Ma la donna piena di rancore che ho difronte non so chi sia.
E’ vero, mi sono innamorato di Kagome. E forse ci ho messo più tempo del previsto a rendermene conto, ma ora lo so. Me ne sono innamorato perché lei è stata al mio fianco anche se non ne era obbligata, anche se sapeva che la battaglia sarebbe stata pericolosa. Me ne sono innamorato perché, nonostante la mia indecisione le provocasse sofferenza, non mi ha mai chiesto di scegliere. Perché ogni volta che c’era da accorrere in tuo soccorso, lei era sempre in prima fila per aiutarti. Me ne sono innamorato perché lei è tutto ciò che tu non sei più, o che probabilmente non sei mai stata. ED E’ PER LEI CHE PRENDERÒ LA TESTA DI NARAKU AD OGNI COSTO!”
 
 
L’intenso bruciore alla guancia mi avverte dello schiaffo appena ricevuto.
Ma infondo è giusto così.
Sapevamo entrambi come si sarebbe conclusa questa discussione. Abbiamo rimandato troppo a lungo e, alla fine, gli argini del nostro cuore hanno ceduto sotto il peso di tutte quelle parole non dette.
Ho ancora il viso rivolto nella direzione opposta a quella da cui è partito il colpo, ma anche se non riesco a vederle, riesco a sentire distintamente l’odore delle lacrime di Kikyo.
E per quanto sia furioso con lei, la consapevolezza di averla fatta piangere mi fa sentire il più vile tra gli esseri.
 
Senza dire una parola, Kikyo si libera dalla prigionia costituita dalla mia mole e, sempre nel totale silenzio, si allontana nella direzione opposta a quella dalla quale siamo venuti.
Scomparendo nel folto della foresta, inghiottita dal buio della notte.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Hideki non credi che ci stiamo allontanando un po’ troppo dal resto del gruppo?” domando improvvisamente, dopo una ventina di minuti di cammino.
-“Non ti preoccupare, col mio olfatto li ritroveremo in meno di un secondo. E poi è solo una tua impressione, in realtà non ci siamo allontanati di molto. Non mi verrai a dire che sei già stanca?? Sei proprio una pappamolla!” replica il demone canzonatorio, facendomi gonfiare le guance indispettita.
-“Non sono per niente stanca! La mia era una domanda più che lecita dato che stiamo girando intorno senza meta da quasi mezz’ora….E poi non sono una pappamolla! Potrei batterti in velocità in qualsiasi momento!” ribatto in tono di sfida, ma comunque divertita.
Sembra che improvvisamente l’atmosfera tra noi sia tornata quella di prima. Nessuna divergenza, niente accuse infondate, solo noi. La strana coppia. il demone e l’umana, amici a dispetto di quei luoghi comuni che vedono le nostre differenti nature come nemiche giurate.
 
-“Per caso mi stai sfidando, ragazzina?” replica il mio compagno, altrettanto divertito –“Sai che non mi tiro mai indietro davanti a una sfida!”
-“Hai capito bene! Ti sfido a una gara di corsa. Il primo che arriva al ruscello vince!”
-“E cosa c’è in palio?”
-“Mmm…vediamo…se vinco io mi porgerai le tue scuse per avermi dato della pappamolla.”
-“E se invece, come prevedibile, dovessi vincere io?”
-“Beh...allora a quel punto sarei costretta a riconoscere la sua superiorità, oh grande demone!” lo sfotto, sapendo quanto gli diano fastidio gli appellativi.
-“Ci sto, ragazzina. Al via!”- accetta Hideki, impaziente, cominciando il conto alla rovescia e mettendosi in posizione, così come faccio immediatamente anch’io.
 -“Tre…..
due…..
uno……
 
VIA!”
 
Lo scatto iniziale ci porta entrambi a diversi metri di distanza dal punto di partenza. Com’è ovvio, la natura demoniaca di Hideki conferisce alle sue gambe una forza sovrumana che si concretizza in una spinta più potente e lunghe falcate, che gli permettono di portarsi immediatamente in vantaggio….
…ma io non sono certo da meno!
Infondo, è stato proprio lui ad allenarmi duramente per tre anni!
Nonostante l’evidente squilibrio fisico, infatti, la distanza che ci separa non è poi così insormontabile. Anzi potrebbe essere calcolata in una decina di metri.
E inoltre, se c’è una cosa che Hideki mi ha insegnato è che, in quanto essere umano, troverò sempre qualcuno più forte: in quel caso toccherà a me batterlo in furbizia, sfruttando qualsiasi elemento presente sul campo di battaglia. Ed è esattamente quello che ho intenzione di fare!
 
Dopo una rapida occhiata all’ambiente circostante, ho già fatto la mia scelta. Con una spinta ben calibrata effettuo un salto verso uno degli innumerevoli alberi che ci circondano, atterrando con grazia su uno dei rami.
Questi dovrebbero fare al caso mio, sembrano abbastanza resistenti.
Se la natura umana non mi permette di raggiungere la sua velocità, allora vorrà dire che sfrutterò la spinta che mi può fornire la solidità di questi rami.
In men che non si dica, sto saltando da un albero all’altro usufruendo dello slancio che queste cortecce millenarie mi forniscono, guadagnando una velocità di gran lunga superiore. Da questa altezza riesco a tenere d’occhio anche il mio avversario che non sembra essersi accorto del mio cambio di strategia e probabilmente ora starà gongolando credendo di avermi seminata.
Siamo in condizione di parità quando finalmente, in lontananza, intravedo il ruscello che segna il nostro immaginario traguardo. Facendo appello alle mie ultime forze, esercito una pressione sulle gambe che mi permette di effettuare uno scatto molto più lungo del normale, emergendo dalla fitta schiera di chiome che finora mi avevano fornito una valida copertura, e atterrando leggiadra a pochi metri dal minuscolo corso d’acqua.
Ho vinto!
 
Prima che riesca a gioire della mia vittoria, però, le imprecazioni di Hideki si fanno sempre più vicine, e in men che non si dica mi ritrovo stesa sul terreno umido…
…schiacciata sotto il peso del mio compagno!
 
Ma cosa-?
 
-“Kagome! Stai bene?? Niente di rotto?!” l’ansia nella voce di Hideki è piuttosto evidente, così mi affretto a rassicurarlo.
-“Sto bene, niente di rotto, non ti preoccupare!”
Nonostante le mie parole abbiano sortito l’effetto sperato, sul suo volto fa immediatamente capolino un inconfondibile moto di rabbia.
-“Si può sapere che diavolo ti è preso?! Piombarmi davanti così all’improvviso! Non sono riuscito a fermarmi in tempo!  Avrei potuto farti seriamente male!”
Il suo volto corrucciato mi provoca un irrefrenabile senso di tenerezza, lasciandomi sfuggire un sorriso involontario. E’ così buffo quando si preoccupa per me.
Ovviamente la mia espressione divertita non passa inosservata.
-“Che c’è da ridere? Sono serissimo!”
Colta sul fatto, non provo nemmeno più a camuffare il mio divertimento, lasciandomi andare a una risata spontanea, che dopo poco contagia anche il mio compagno.
Ben presto, tuttavia, l’ilarità lascia il posto all’imbarazzo.
Solo ora, infatti, mi rendo conto del fatto che ci troviamo ancora uno sopra l’altra, i volti vicinissimi, in una posizione che, vista dall’esterno, potrebbe facilmente essere fraintesa.
Accorgendosi del colorito assunto dalla mia faccia, anche Hideki sembra finalmente realizzare quanto sia equivoca la situazione e, in un attimo, pone fine a quell’imbarazzante, quanto piacevole, contatto tra i nostri corpi.
Nell’aiutarmi ad alzarmi, tuttavia, mi accorgo che anche il viso di Hideki ha assunto lo stesso colorito che, presumibilmente, deve avere il mio.
 
Merda…che imbarazzo!
 
Prima che il silenzio possa prendere il sopravvento, mi affretto a sciogliere la tensione riprendendo la conversazione lasciata in sospeso.
-“Beh, che dire, ho imparato dal migliore!” lo punzecchio, strizzando l’occhio.
Il mio stratagemma sembra funzionare, dal momento che il demone riacquista immediatamente la sua spavalderia.
-“Non mi ricordo di averti mai insegnato a barare, a dire il vero!” replica scettico.
-“Non ho barato! Ho solo sfruttato l’ambiente che mi circonda per sopperire alle mancanze tipiche della mia natura” ribatto con fare saccente.
-“Soppe…che?”
-“Lascia perdere… Ad ogni modo bando alle ciance! Qui qualcuno mi deve delle scuse!” lo intimo, assumendo un’espressione solenne.
 
Ma è la reazione di Hideki a lasciarmi perplessa. Il suo sguardo si rabbuia immediatamente come se le mie parole lo avessero in qualche modo avvilito, mentre su di noi cala inesorabile il tanto temuto silenzio.
 
Si può sapere che ho detto di male?
 
-“Hey Hide-?” tento, ma come destato dai suoi pensieri, il demone mi interrompe.
-“Ti chiedo scusa dal profondo del cuore, Kagome” asserisce improvvisamente con un’espressione di genuino pentimento.
 
Ma che gli prende?
 
Insomma, non c’è bisogno di essere così seri…era solo un gioco!
-“Hideki ma che dici? Non penserai davvero che mi sia offesa per così poco!? Volevo solo prenderti un po’ in giro, non c’è bisogno di prenderla così seriamente!” cerco di sdrammatizzare mostrandomi tranquilla, ma in realtà qualcosa all’altezza del mio petto ha iniziato ad agitarsi. Mi sento stranamente a disagio.
 
-“Non è per questo che ti sto chiedendo scusa!” sbotta il demone chiaramente infastidito dal mio goffo tentativo di portare la conversazione a un piano più informale.
-“E allora per cosa?” domando sempre più confusa.
-“E’ per ciò che ti ho detto questo pomeriggio.”
 
 
Sono senza parole.
Le sue scuse mi hanno talmente colta alla sprovvista che non so cosa dire. Non ero pronta all’eventualità che la conversazione prendesse questa piega.
-“Non avrei mai dovuto parlarti in quel modo, ho esagerato.. Quello schiaffo me lo sono meritato tutto.” ammette, abbozzando un sorriso incerto. –“So che non sei quel genere di ragazza, e so anche che la tua decisione di unirci al gruppo del mezzo demone è stata presa con le migliori intenzioni. Ma, in quel momento, io…ero accecato dalla rabbia. Ero fuori di me e ho lasciato che la mia parte peggiore prendesse il sopravvento. Ho detto cose di cui mi sono subito pentito, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.. E di questo non ti chiederò mai abbastanza scusa..
Noi due siamo una squadra, e in quanto tale dobbiamo avere fiducia l’uno nell’altro. Perciò ti prometto che non dubiterò mai più delle tue scelte e ti sosterrò sempre, fino alla fine.” – afferma deciso, scrutandomi intensamente, prima di riprendere. –“Malgrado ciò…non posso prometterti di non essere geloso.”
 
G-geloso?
 
Cogliendo la confusione nel mio sguardo, Hideki si affretta a precisare.
-“I-intendo dire che sarò sempre un po’ turbato dalla possibilità che quel botolo e i suoi amici possano prendere il mio posto come tuo compagno di viaggio!” afferma, visibilmente a disagio.
 
Che stupido..
 
Prima che possa fare qualcosa per fermarle, le lacrime stanno già rigando il mio viso, e io non posso far altro che portarmi una mano all’altezza della bocca per soffocare almeno i singhiozzi.
Sono io ad avere torto.
Sono io a dover chiedere scusa.
 
-“Kagome ma cosa-?”
-“N-non merito le tue scuse, Hideki. Non le merito affatto.. Sono io piuttosto a doverti chiedere perdono..”
-“Kagome ma che stai dicendo?! Tu hai cercato in tutti i modi di evitare la lite, sono stato io a provocarti! Quindi non hai motivo di sentirti in colpa.” cerca di rassicurarmi invano il demone, ignaro della realtà dei fatti.
-“E invece un motivo ce l’ho eccome! Perché mi sono resa conto che avevi ragione. Ragione su tutto! Ho cercato ad ogni costo di evitare un confronto con te solo perché temevo che ti accorgessi di quanto le tue accuse fossero fondate. Sono cambiata, Hideki..sono cambiata e la cosa mi terrorizza. Tutto ciò che so è che il mio cambiamento è legato alla vicinanza di Inuyasha. Ogni volta che sono insieme a lui non riesco ad essere razionale e questo mi porta a prendere decisioni avventate come quella di unirci al loro gruppo. Avrei dovuto consultarmi prima con te, parlartene. Proprio perché siamo una squadra! E invece, non appena se n’è presentata l’occasione, ho pensato solo al mio tornaconto! Io…io sono una persona orribile Hideki…” singhiozzo, nascondendomi il volto tra le mani, incapace di sostenere lo sguardo del mio compagno dopo ciò che gli ho confessato.
 
Il silenzio surreale che ci avvolge non mi fa ben presagire.
Chissà cosa starà pensando...
Ho praticamente ammesso di averlo schiaffeggiato per aver detto la verità. Per non parlare del fatto che gli ho confidato i miei problemi di cuore!
Cosa mi è passato per la testa?!
Perché gliel’ho detto?!
Ora sì che mi reputerà una sciocca ragazzina umana..
 
La presa ferrea attorno ai polsi, tuttavia, mi costringe a rimuovere le mani dal volto, lasciandomi priva di difese davanti a Hideki. Sono pronta a scontrarmi col suo disprezzo, ma in realtà…non faccio neppure in tempo a guardarlo in viso.
Con uno scatto repentino, il demone dai capelli rossi mi attira a sé lasciandomi cadere tra le sue braccia. E’ una stretta spasmodica e io mi ritrovo, in un primo momento, nell’impossibilità di muovere anche solo un muscolo.
-“H-hideki?”
-“Non voglio mai più sentirti dire che sei una persona orribile, hai capito? Tu sei una delle persone più buone e leali che io abbia mai conosciuto, nonostante ciò che la vita ti ha riservato. E io non ringrazierò mai abbastanza i Kami per avermi concesso il privilegio di incrociare la tua strada. Non c’è nulla di sbagliato in te e in ciò che provi…”
Le lacrime ormai non accennano a fermarsi, mentre ricambio l’abbraccio del mio compagno, conscia di non essere degna del suo affetto.
-“E allora perché fa così male?” gli domando, scossa dai singhiozzi.
-“Perché è reale..”- sospira il demone, mentre riesco a sentire distintamente il battito del suo cuore accelerare –“Ma ti prometto che non durerà per sempre. Io ti aiuterò. Farò quanto in mio potere per far sì che tu non debba più soffrire a causa sua.” afferma risoluto, stringendomi ancora di più a sé.
Non riesco a comprendere il significato dell’ultima affermazione, ma non ci do peso, accoccolandomi meglio contro il suo petto e beandomi di quel senso di protezione che solo lui sa darmi.
 
…beh…
Lui e Inuyasha.
 
Quando finalmente il mio corpo smette di tremare, sciolgo l’abbraccio in cui Hideki mi aveva imprigionata, guardandolo per la prima volta dritto negli occhi.
 
-“Ti ringrazio, Hideki…non so cosa farei senza di te.” ammetto, riconoscente, regalandogli il più sincero dei sorrisi. Per tutta risposta il demone si limita a mantenere il contatto tra i nostri sguardi come se volesse scrutarmi l’anima, abbozzando un cenno di assenso con la testa. A volte l’intensità del suo sguardo mi mette in soggezione. E’ come se cercasse di entrarmi dentro.
 
Come un fulmine a ciel sereno, tuttavia, mi rammento di un particolare del suo discorso sul quale vorrei spendere ancora due parole.
-“Ah Hideki! Riguardo al timore di poter essere rimpiazzato da Inuyasha e gli altri…”- mi soffermo per protendermi verso il suo viso, sollevandomi sulle punte, e posargli un bacio leggero sulla guancia –“…loro non potranno mai e poi mai prendere il tuo posto nel mio cuore.
Tu sei la sola persona al mondo di cui mi fidi.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mentre percorro il sentiero che mi ricondurrà all’accampamento, non faccio che ripensare alla durezza delle parole che ho rivolto a Kikyo. Forse sono stato un po’ troppo brutale..
Infondo, a suo modo, anche lei sta soffrendo..
Ma non posso perdonarle ciò che ha augurato a me e a Kagome!
E’ stata troppo meschina.
 
Quando finalmente raggiungo l’accampamento vengo accolto dai volti inquieti di Sango e Miroku. E la ragione è alquanto evidente.
-“Dov’è Kagome?” domando immediatamente, mal celando l’ansia nella mia voce.
Dopo un rapido scambio di sguardi, quel vigliacco di Miroku lascia alla sterminatrice l’ingrato compito di rispondere.
-“Si è allontanata con Hideki ormai più di mezz’ora fa..”
Senza lasciarle il tempo di terminare la frase la incalzo con un’altra domanda.
-“Da che parte si sono diretti?”
-“Per di là, sembrava che Hideki avesse qualcosa di importante di cui discutere..”
Con uno scatto mi appresto a seguire direzione indicatami dalla sterminatrice, ma prima che riesca ad allontanarmi, Miroku richiama la mia attenzione.
-“Aspetta Inuyasha! Come mai Kikyo non è con te?”
La domanda mi coglie impreparato, facendomi tentennare per alcuni secondi prima di rispondere.
-“Voleva starsene un po’ per conto suo..” rispondo vago, sapendo che il bonzo probabilmente sospetta già qualcosa. Ma per questa volta sembra accontentarsi della spiegazione, lasciandomi libero di proseguire la mia corsa.
 
Che diavolo vuole da Kagome quel damerino?!
 
Non ci impiego molto a fiutare l’odore della ragazza del futuro, raggiungendola in men che non si dica. La sua fragranza si confonde col fetore di quell’insopportabile pallone gonfiato, e io non riesco in alcun modo a trattenere un moto di rabbia.
Non mi fido a saperlo da solo con lei.
Facendomi spazio tra la vegetazione finalmente intravedo il ruscello, dal quale sento provenire delle voci concitate. Tra le quali distinguo chiaramente quella di Kagome.
 
Cosa sta succedendo?
 
Quando, però, riesco finalmente a scorgere le due figure in questione, la scena che mi si presenta davanti mi impedisce di muovere un altro passo.
Kagome sta piangendo.
Non riesco a vederla in volto da questa posizione, ma l’odore delle sue lacrime è inconfondibile.
A causa della distanza e della voce rotta riesco a distinguere solo alcune parole.
 
-“…io….io sono una persona orribile Hideki!”
 
Mi si lacera il cuore a vederla così fragile e non poter far nulla per alleviare il suo dolore.
L’impulso di uscire allo scoperto e prenderla tra le mie braccia è forte, ma sono costretto a bloccarmi quando a fare ciò che tanto bramo, è proprio Hideki.
Li osservo, paralizzato, scambiarsi parole che non riesco a udire.
E’ come se intorno a me tutti i rumori risuonassero ovattati.
 
Quello che fa più male, tuttavia, è vedere Kagome ricambiare senza esitazione l’abbraccio di quel bastardo, lasciandosi cullare tra le sue braccia come se fossero un porto sicuro.
Quando sono stato io ad abbracciarla nella grotta, sebbene non mi avesse respinto…Kagome non lo ha ricambiato. Come se fosse a disagio…
Come se…
…Non si fidasse.
 
Sapere di non avere la sua fiducia, fa quasi più male di saperla morta.
Che scopo ha la mia esistenza se la donna che amo non si fida di me? Come posso proteggerla da Naraku se non mi permette di starle accanto?
Ma è proprio quando credo che non ci sia limite al peggio che ricevo il colpo di grazia.
All’improvviso Kagome si solleva sulle punte dei piedi, portandosi all’altezza del viso del demone dai capelli rossi.
Non riesco a vedere esattamente cosa succede, ma non ce n’è bisogno.
La scena parla già da sé.
 
Col cuore in frantumi, mi affretto ad allontanarmi da quel luogo maledetto, combattendo con tutte le mie forze contro quel sangue demoniaco che, per quanto deleterio, mi consentirebbe di non provare più dolore.
 
L’ho persa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Chiudo gli occhi mentre assaporo il contatto di quelle labbra morbide sulla mia guancia.
Il gesto di Kagome mi ha colto completamente alla sprovvista…ma allo stesso tempo mi ha colmato di una gioia inesprimibile.
 
Farò qualunque cosa pur di mantenere intatto quel sorriso.
Il sorriso della donna che amo.
 
-“Beh, credo che a quest’ora gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto! Sarà meglio tornare indietro, che dici?” propone improvvisamente Kagome, interrompendo il flusso dei miei pensieri.
-“Tu va pure avanti, io ti raggiungo a breve. Vorrei fare un giro di perlustrazione per assicurarmi che nei dintorni non ci siano demoni pronti ad infastidirci!” mento spudoratamente, sperando che Kagome se la beva. Non posso certo dirle che ho bisogno di stare ancora un po’ all’aria aperta per placare i bollenti spiriti!
Dopo qualche attimo di esitazione, la fanciulla decide di assecondarmi, precedendomi sul sentiero che porta all’accampamento.
-“Non metterci troppo mi raccomando!”
-“Sta’ tranquilla!” la rassicuro, mentre la osservo sparire nel buio della foresta.
 
Sono completamente frastornato dal recente sviluppo degli eventi. Mai avrei pensato che Kagome mi avrebbe baciato di sua spontanea volontà..
Ok, si è trattato solo di un bacetto, ma le parole che mi ha rivolto…quelle, mi hanno fatto battere il cuore all’impazzata.
Sentirle dire che nessuno, neppure Inuyasha, prenderà mai il mio posto nel suo cuore, mi ha riempito di una speranza che ormai credevo morta e sepolta. Ho sempre creduto di essere per Kagome, alla stregua di un fratello maggiore. E questa consapevolezza mi uccideva.
Ho impiegato anni a guadagnarmi la sua fiducia, sapendo quanto le ferite del suo passato la portassero a non fidarsi più di nessuno. E con la stessa pazienza mi sono guadagnato un posto nel suo cuore. Un posto che un tempo era di Inuyasha, ma che adesso mi spetta di diritto.
…e non ho intenzione di cedere!
Non dopo tutta la fatica che ho fatto per tenerla lontana dal ricordo di quell’amore che la stava uccidendo!
Sebbene sia a conoscenza della profondità del legame tra quei due, voglio credere che, inconsciamente, anche Kagome stia cominciando a nutrire i miei stessi sentimenti.
E che forse, un giorno, sarò proprio io a farle dimenticare del tutto Inuyasha.
 
Il fruscio dei cespugli alle mie spalle, tuttavia, mi riporta alla realtà, obbligandomi a volgere l’attenzione verso la fonte di quel rumore.
Ma ciò che ne fuoriesce mi provoca un moto di rabbia incontrollato, che si tramuta immediatamente in un ringhio minaccioso.
 
-“Bene, bene. Pare proprio che qualcuno qui si sia preso una bella cotta per la nostra Kagome.”
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
Heilà! ^-^ no, non è un miraggio! Sono proprio io ^-^ ormai non ci speravo più di riuscire a terminare questo capitolo. L’ho letto e riletto diverse volte, ma proprio non mi convinceva. Forse anche la lunghezza (ben 40 pagine O_O) ha reso l’impresa più ardua del previsto! In ogni caso, dopo innumerevoli revisioni, tagli, aggiunte, crisi di nervi, questo è il risultato…e spero che non faccia a voi lo stesso schifo che fa a me! In ogni caso fatemelo sapere xD
Prima di soffermarmi sul capitolo, tuttavia, credo di dovere a coloro che seguono la mia ff alcune spiegazioni riguardanti i tempi biblici che ultimamente intercorrono tra un aggiornamento e l’altro: ho cominciato a scrivere il capitolo qualche mese fa, poi ho avuto il cosiddetto "blocco dello scrittore" per il quale ogni cosa scrivessi mi sembrava un'emerita schifezza (non che la situazione sia migliorata col tempo -.-). A ottobre, poi, ho cominciato la magistrale in Traduzione e Interpretariato (un sogno che si avverava *-*) e credevo che durante i corsi avrei avuto più tempo per scrivere e invece? Ci danno i compiti a casa! Assurdo. Non ci volevo credere. Quindi ogni volta che tornavo a casa il pomeriggio, ero costretta a rimanere col naso sui libri fino a tardi e ovviamente la voglia di scrivere era direttamente proporzionale a quella di buttarsi sul letto >.< 
Nelgi ultimi tempi, però, ho ritrovato l’ispirazione e soprattutto il tempo per scrivere e TADAAAAN! Sono riuscita a portare a termine il capitolo! ^-^ purtroppo non posso promettervi che con i prossimi capitoli sarò più celere, perché mentirei :( ma di una cosa potete stare certe: non lascerò mai e poi MAI incompiuta questa ff. Ci tengo troppo! <3
Quindi nel bene e nel male, andrò avanti. Anche se ci volessero cent’anni! u.u ….ecco magari così tanto no O_O ma credo di aver comunque reso il concetto ^-^
Ma ora passiamo al capitolo! Diciamo che lo avrei potuto intitolare “Slapping hard” dalla quantità di ceffoni che volano xD ma alla fine ho optato per la frase di una canzone che mi ha ispirata e che si intitola “Think twice” degli Eve 6. Beh…che dire! Anche se a livello di trama non succede un granché [ndTutti ma che cacchio hai scritto in 40 pagine?!], questo capitolo scava a fondo nei sentimenti dei nostri protagonisti ed era fondamentale ai fini della storia. Tra gelosie e baci pare proprio che Inuyasha avrà il suo bel da fare con Hideki :D
Ps: se nella storia vi è parso di leggere una cit. dell’ultimo film de “Lo Hobbit”, beh…non vi sbagliate! E’ proprio così!
“E allora perché fa così male?”
“Perché è reale..”
Questo scambio di battute tra Tauriel e il padre di Legolas mi è rimasta impressa e mi ha colpito per quanto, nella sua semplicità, fosse profonda.
Dopo questo sproloquio direi che posso salutarvi e augurarvi BUONE VACANZE!
Alla prossima! ^-^
Bacioni <3

Dadina91

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Capitolo 9
*** Into the lion's den ***


Rotta.
È così che mi sento.
Una bambola rotta, gettata via senza remore perché ormai obsoleta. Inutile.
L’impatto con una realtà che ho sempre negato a me stessa è stato troppo duro da sopportare.
…mi sono rotta in mille pezzi.
Che senso ha la mia esistenza?
 
Rifiutata.
Rifiutata dall’uomo che amo.
Dall’uomo che aveva promesso di proteggermi, di vendicarmi.
Che mi aveva giurato di non aver mai smesso di pensare a me, non un solo giorno.
Colui per il quale ho dato la vita e sarei stata disposta a rinunciare ai miei voti di sacerdotessa, alla mia posizione, a tutto…
…pur di condividere una vita da comune mortale al suo fianco.
Quell’uomo, è lo stesso che stanotte mi ha riversato addosso il suo disprezzo.
Senza freni. Senza pietà.
Come se fossi la più infima forma di vita sulla faccia della Terra.
Come se per lui non avessi mai rappresentato nulla.
 
“Tu.mi.disgusti.”
 
Ogni sillaba è stata perfettamente scandita affinché non potessi fraintendere.
Ogni singola parola sapientemente soppesata al fine di ferire.
E ci è riuscito egregiamente…
 
Nel corso della mia breve esistenza terrena credevo di aver sperimentato ogni genere di dolore. Ingenuamente, mi sono illusa che il mio cuore fosse ormai temprato da tutte le nefaste esperienze che ho vissuto…
…ma non ci si abitua mai a soffrire.
Ho scoperto a mie spese che un cuore può ancora sanguinare anche quando smette di battere.
“Mi sono innamorato di Kagome. Me ne sono innamorato perché lei è tutto ciò che tu non sei più, o che probabilmente non sei mai stata.”
 
COME OSA PARAGONARMI A QUELL’INSULSA RAGAZZINA?!
 
In un moto di rabbia scaglio un potente fascio di luce violacea verso la foresta che viene immediatamente scossa da un violento boato. Pochi istanti dopo, quando la coltre provocata dall’impatto si dirada, ciò che resta è solo un paesaggio desolato fatto di terra bruciata.
Ed è proprio così che immagino il mio cuore in questo momento.
 
Arido.
 
Sono tornata in vita mossa esclusivamente dal desiderio di vendetta. Prima verso Inuyasha, poi verso Naraku.
Ma adesso non è il loro viso che bramo di vedere stravolto dalla disperazione…
 
Kagome.
 
Quella piccola presuntuosa mi ha portato via tutto.
L’amore, l’identità, il ruolo di custode della Sfera dei Quattro Spiriti…
Ogni cosa.
 
Ma non resterò con le mani in mano a fare da spettatrice ad una vita che doveva essere mia.
Se non posso averla io…non l’avrà nessun altro.
 
Ho bisogno di restare sola coi miei pensieri e riflettere sul da farsi, non posso tornare da Inuyasha e gli altri…non ancora.
Non in questo stato.
 
Proprio mentre mi accingo a cercare un luogo che per stanotte possa ospitare il mio animo tormentato, tuttavia, un vociare in lontananza attira la mia attenzione.
Dal tono concitato si direbbe una discussione piuttosto accesa...
Ma chi si inoltrerebbe in una foresta a quest’ora di notte per litigare?
Rimango immobile senza fiatare, nel tentativo di captare qualcosa, combattuta tra i miei progetti solitari e la brama di conoscenza…
 
Ma si sa…la curiosità è donna.
E dopo qualche attimo di esitazione, mi accorgo che le mie gambe hanno già cominciato a muoversi in direzione di quel vociare. Man mano che mi avvicino cerco di attenuare il più possibile il rumore dei miei passi mentre i suoni iniziano a farsi sempre più chiari e…
…spiacevolmente familiari.
 
Kagome?!
Che diavolo ci fa qui?
E soprattutto, con chi sta parlando?
 
Non ci vuole molto prima che un timore inizi a farsi strada nel mio cuore.
Che si tratti di….Inuyasha?
Per quanto cerchi di scacciarla, l’immagine del mezzo demone che dopo avermi lasciata col cuore infranto, corre da Kagome per confessarle i suoi sentimenti, prende forma con insistenza nella mia mente, sino a farsi sempre più plausibile. Quasi tangibile.
Ma nonostante il dolore causatomi da quel pensiero, le mie gambe continuano imperterrite ad avanzare senza il minimo indugio.  
A volte credo di essere un’inguaribile masochista.
Sempre facendo la massima attenzione, mi avvicino ulteriormente, fermandomi a diversi metri di distanza in modo da non essere notata. Scosto con cautela alcune foglie che mi ostruiscono la visuale, pronta a vedersi palesare i miei peggiori incubi.
Ma quel che vedo mi lascia interdetta.
 
Hideki?
 
Non riesco a non trattenere un sospiro di sollievo alla vista della chioma fiammeggiante del demone che mi dà le spalle.
Kagome non è in compagnia di Inuyasha, e la cosa non potrebbe rendermi più felice.
Tuttavia questo non ha placato la mia sete di conoscenza.
Cosa ci fanno qui?
E perché quei toni accesi?
E così, anziché accontentarmi di aver confutato i miei timori, decido di restare in ascolto, nel tentativo di scoprire il motivo di tanto riserbo.
Da dove mi trovo riesco a vedere chiaramente solo Kagome, e resto attonita quando mi accorgo che il suo viso è rigato dalle lacrime: particolare che desta, se possibile, ancora di più il mio interesse.
Quando finalmente inizia a parlare, trattengo il respiro pur di non lasciarmi sfuggire neppure una parola.
 
-“N-non merito le tue scuse Hideki. Non le merito affatto… Sono io piuttosto a doverti chiedere perdono.”
-“Kagome ma che stai dicendo?! Tu hai cercato in tutti i modi di evitare la lite, sono stato io a provocarti! Non hai motivo di sentirti in colpa.”
 
Dalle loro parole non ci metto molto a capire che si stanno riferendo alla lite avvenuta stamani, durante la quale Hideki l’ha accusata di non essere più la stessa, insinuando che qualcosa sia accaduto tra lei e Inuyasha all’interno della caverna in cui li abbiamo ritrovati.
Non ho affatto dimenticato le sue parole.
In quel momento il mio cuore si è fermato all’istante.
Infondo che motivo avrebbe avuto di mentire?
Era chiaro che quel pensiero lo facesse soffrire.
Bisognerebbe essere ciechi per non accorgersi che, anche lui, è innamorato di quella ragazzina.
Con un moto di stizza, faccio per allontanarmi, per nulla intenzionata ad apprendere i particolari del loro incontro. Ma le parole di Kagome hanno il potere di trattenermi.
 
-“E invece un motivo c’è eccome! Mi sono resa conto che avevi ragione Hideki. Ragione su tutto! Ho cercato ad ogni costo di evitare un confronto solo perché temevo che ti accorgessi di quanto le tue accuse fossero fondate. Sono cambiata Hideki…sono cambiata e la cosa mi terrorizza. E quel che è peggio è che il motivo…temo sia proprio Inuyasha…”
La voce di Kagome mi giunge ovattata, distante: sono pietrificata.
La consapevolezza di quella realtà mi colpisce come un macigno, mentre le braccia mi ricadono inermi lungo i fianchi.
 
Nonostante i tentativi di Naraku per separarli, nonostante l’amnesia…nonostante tutto…
Kagome si sente ancora legata a doppio filo a Inuyasha.
 
Un calore inaspettato mi percorre rapido la guancia per terminare la sua corsa lungo la curva del mento.
Sto piangendo.
Ma questa volta non si tratta di lacrime di rabbia. No.
Queste gocce salate, che così di rado hanno bagnato il mio viso, racchiudono la mia rassegnazione.
 
Tuttavia, i miei piedi restano saldamente incollati al terreno, avvalorando la mia tesi.
Sono proprio un’inguaribile masochista.
Continuo ad osservare la scena incapace di reagire, quasi volessi mettere alla prova il mio cuore e constatare quanto dolore sia in grado di sopportare.
Osservo Kagome riversare tutta la sua frustrazione sul demone che le sta difronte come se si stesse finalmente liberando di un fardello che da tempo la opprimeva, ignara del fatto che ogni sua parola sia per me una stilettata dritta al cuore.
Per tutto il tempo le sue mani non si sono discostate neppure un attimo dal viso, fornendole uno scudo immaginario difronte a quello che immagino essere lo sguardo inquisitore del suo compagno di viaggio. O forse dovrei dire ex…
 
Improvvisamente, però, è Hideki a prendere in mano la situazione. Con uno scatto repentino afferra i polsi di Kagome in una presa decisa e al contempo delicata, facendo riemergere quel volto oramai stravolto dal pianto e trascinandola in un abbraccio al quale lei pare non essere intenzionata ad opporsi, pur non nascondendo la sorpresa.
Le parole rassicuranti di Hideki hanno il potere di placare l’animo tormentato della ragazzina del futuro, che a poco a poco smette di tremare, lasciandosi andare tra le braccia del demone.
 
-“Ti prometto che non durerà per sempre. Io ti aiuterò. Farò quanto in mio potere per far sì che tu non debba più soffrire a causa sua.” afferma risoluto.
 
Quelle stesse parole, tuttavia, sortiscono il medesimo effetto su di me, regalandomi un inaspettato sollievo: infondo, io e lui non siamo poi così diversi.
Abbiamo entrambi un obiettivo comune: far sì che il rapporto tra Inuyasha e Kagome non torni ad essere quello di un tempo.
 
Completamente immersa nei miei pensieri, mi accorgo solo ora di non essere la sola spettatrice nascosta nell’ombra.
È piuttosto distante, ma non ho dubbi al riguardo.
Alle spalle di Kagome, un altro paio di occhi osservano la scena con la stessa attenzione.
Ci metto un po’ a mettere a fuoco la figura che si staglia tra la foschia, ma quando finalmente la riconosco, il mio cuore perde un battito.
 
Inuyasha!
 
Da quanto si trova lì?
E cosa ha sentito?
Un fremito mi scuote le gambe che minacciano di cedere da un momento all’altro.
Se Inuyasha dovesse cogliere una falla nello stato di amnesia di Kagome, sono certa che ci si aggrapperebbe con tutte le sue forze. Infondo è solo l’incertezza dei sentimenti che questa Kagome prova nei suoi confronti ad avergli impedito finora di far leva sui ricordi legati al loro rapporto.
Inuyasha non deve venire a conoscenza del potere che ancora esercita sul cuore di Kagome.
 
Senza rendermene conto, ho smesso di respirare, pronta ad assistere a quella che sarebbe stata la prossima mossa di Inuyasha. Già me lo figuro interrompere quel romantico quadretto, come era solito fare con Koga, forte delle parole pronunciate poco prima da Kagome.
Ma ciò che vedo mi lascia l’illusione di poter ancora sperare.
 
Inaspettatamente Kagome si libera dall’abbraccio, alzandosi sulle punte sino a portarsi all’altezza del viso del demone per posarvi un casto bacio sulla guancia.
 
-“Grazie Hideki, non so cosa farei senza farei senza di te…tu sei il solo di cui mi fidi.”
 
È un attimo, e di Inuyasha non vi è più alcuna traccia.
Sorrido compiaciuta. Cosa può fare la prospettiva!
 
Resto nascosta ancora alcuni istanti, finché finalmente Kagome si allontana lasciandomi sola col mio inatteso alleato.
 
-“Bene, bene. A vedersi pare proprio che qualcuno si sia preso una bella cotta per la nostra Kagome.” affermo, cercando di celare il mio fastidio dietro una nota di sarcasmo. Che diavolo avrà mai di tanto speciale quella mocciosa!
Riesco a scorgere un barlume di sorpresa in quegli occhi color del sole prima di essere accolta da un ringhio gutturale che farebbe desistere anche l’uomo più spavaldo.
Mi studia in silenzio per diversi secondi, come a voler valutare il grado di ostilità. Poi finalmente parla.
-“Da quanto tempo sei qui, sacerdotessa?” mi domanda sulla difensiva, chiaramente infastidito per essere stato colto impreparato. Cosa che, ne deduco, accada di rado.
-“Abbastanza da accorgermi che Inuyasha non è il solo a sospirare per la piccola Kagome”
-“Dev’essere degradante per una sacerdotessa del tuo rango ridursi ad origliare nascosta tra i cespugli.” risponde sprezzante, assumendo un atteggiamento di sfida. L’attacco è, come sempre, la miglior difesa.
-“Non hai motivo di nasconderlo. Anzi, trovo che i tuoi sentimenti siano nobili...e da quanto ho potuto vedere Kagome sembra ricambiarli.” provo conciliante, sperando che questo lo spinga ad aprirsi.
-“Non so di cosa parli, ma ti posso assicurarti che non c’è niente tra me e Kagome. E anche se fosse non vedo perché dovrei parlartene.”
-“Con me non hai motivo di mentire…capisco perfettamente cosa provi. Dev’essere dura averla ogni giorno al tuo fianco e non poterle confessare i tuoi sentimenti. Ti senti in dovere di proteggerla e di custodire i suoi ricordi, e temi che se le dicessi ciò che provi questo minerebbe irrimediabilmente il vostro rapporto di fiducia.”
 
Dal suo silenzio comprendo di aver colpito nel segno.
Facendosi scudo dietro alcune ciocche vermiglie, il demone abbassa la testa mantenendo lo sguardo ostinatamente fisso sul terreno, come se temesse che attraverso i suoi occhi possa trovare conferma alle mie parole. Ma non ne ho bisogno: ho già le mie risposte.
Mi avvicino con cautela e sperando che il mio tono non tradisca le mie reali intenzioni, inizio a parlare.
-“È evidente quanto tu tenga a lei…ma lo è altrettanto da parte sua. In questi anni hai rappresentato tutto il suo mondo. L’hai salvata, l’hai difesa da sé stessa, l’hai resa più forte, le hai dato una nuova vita… Tutto quello che hai fatto è stato solo ed esclusivamente nel suo interesse e in cambio non hai mai chiesto nulla. Ti sei guadagnato la sua fiducia a poco a poco, senza mai farle pressione. Una volta guarita dalle ferite infertele da Naraku avrebbe potuto lasciarti in qualsiasi momento. Era libera, eppure ha deciso di restare al tuo fianco. Questo dovrà pur significare qualcosa, non credi?”
 
Il demone non ha ancora mosso un muscolo, né aperto bocca. Lo sguardo sempre celato dietro la folta chioma.
La sua scarsa partecipazione sta seriamente iniziando a darmi sui nervi!
Ho bisogno del suo aiuto.
Ho bisogno di lui se voglio tenere lontana quella ragazzina da Inuyasha!
 
Sto per spezzare quel mutismo insensato, quando mi accorgo che il corpo di Hideki è scosso da un lieve tremore. E adesso che gli prende?
 
-“Hideki?...” lo chiamo incerta, mentre i fremiti si fanno via via sempre più evidenti.
Non mi accade spesso, ma non so davvero come comportarmi.
Non riesco a dire nulla neppure quando una sonora risata squarcia il silenzio.
Amara. Sardonica. Umiliante.
Resto inerme anche quando finalmente il suo sguardo impertinente incontra il mio.
 
-“Che nobiltà d’animo! Non sapevo che impicciarsi degli affari altrui rientrasse tra i doveri di una miko! Da dove nasce quest’improvvisa apprensione nei miei confronti? No, aspetta! Non dirlo, provo ad indovinare. Pensavi che spingendomi a confessare i miei presunti sentimenti per Kagome, questo avrebbe messo in discussione il suo legame col mezzo demone, lasciandoti così campo libero. Ho indovinato?”
 
Non riesco a replicare difronte alla veridicità delle sue affermazioni. Ogni risposta suonerebbe solo come una patetica scusa e non voglio umiliarmi più di quanto non sia già.
 
-“Beh in effetti il merito non è solo mio. Devo ammettere che i miei poteri hanno avuto la loro parte nello smascherare il tuo trucchetto. Credevi davvero che mi sarei lasciato abbindolare dalle tue belle parole? So benissimo chi sei e di cosa sei capace. Infondo l’hai detto tu stessa: io sono il custode dei ricordi di Kagome, e proprio per questo so che sei sempre tu stata la causa delle sue sofferenze. Quindi non reputo che tu sia la persona più adatta a dispensare consigli.” asserisce in tono sprezzante, facendomi sentire, se possibile, ancora più sciocca.
 
Come in un bizzarro gioco dei ruoli, ora sono io a non avere il coraggio di alzare lo sguardo dal terreno. Troppo umiliata per potermi confrontare ad armi pari.
Il mio silenzio decreta la fine della nostra conversazione e anche se non lo vedo, riesco chiaramente a sentire i suoi passi allontanarsi.
Ed è allora che l’umiliazione si trasforma in rabbia. Una rabbia che fa male per il semplice fatto di essere stata repressa.
 
No…
Non può finire così…
Non me la dà a bere…
Non sono idiota!
 
-“QUINDI PER TE VA BENE COSì?! NON T’IMPORTA CHE SI RICORDI DI INUYASHA?! NON T’IMPORTA CHE LUI TE LA PORTI VIA COME SE NULLA FOSSE?! Potrai pure mentire a te stesso, ma non puoi ingannare me! Ho visto come la guardi. È lo stesso modo in cui io guardo ormai da tre anni l’uomo che amo. Così vicino, ma allo stesso tempo irraggiungibile. Non so quanto sia profondo il legame che ti unisce a Kagome, ma so che anche tu non sei contento di questa situazione. E non ho bisogno di leggerti nel pensiero per esserne certa. Quindi te lo ripeto: TI VA BENE CHE LE COSE RIMANGANO COSì?!” gli domando furente, mentre l’eco delle mie parole risuona incessante nell’aria come un monito.
Mi dà le spalle, ma so che le mie parole non l’hanno lasciato indifferente.
Lentamente si volta quel poco che basta per permettermi di scorgere il suo viso.
 
-“Certo che no.” mi risponde lapidario, come se la mia fosse la domanda più stupida che abbia mai udito.
-“E allora perché te ne stai con le mani in mano?!”
-“Perché sono certo che una volta riacquistata la memoria, le cose tra lei e Inuyasha non saranno più le stesse. Recuperando i propri ricordi, Kagome ricorderà inevitabilmente anche il tradimento di Inuyasha, e questo finirà per farli allontanare una volta per tutte.”
 
Questa volta sono io a sorridere.
Nel mio sorriso, però, non c’è ilarità. Solo un’amara rassegnazione.
La sua ingenuità mi fa quasi tenerezza.
-“So di essere l’ultima persona dalla quale accetteresti consigli, ma te lo dirò lo stesso: se non fai qualcosa di questo passo la perderai. Per quanto vengano separati, quei due riescono sempre a ritrovarsi. Te lo dico per esperienza”.
 
A quel punto realizziamo entrambi che la nostra conversazione è giunta al termine: non abbiamo nient’altro da dirci infondo.
Credo che ormai abbia capito anche lui che non tornerò all’accampamento insieme agli altri.
Mi allontano da quel luogo che ha visto spegnersi l’ultima speranza di riprendermi Inuyasha. Se non posso stare con lui, non ha senso continuare questo viaggio.
La voce di Hideki mi raggiunge quando ormai sono già lontana.
-“Dove te ne andrai?”
-“Non lo so, ma ho bisogno di restare sola.” rispondo atona senza neppure voltarmi, scomparendo nella foresta così come sono venuta, e lasciando il giovane demone in balìa dei suoi pensieri.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il cielo si è appena tinto di un tenue azzurro quando ci rimettiamo in viaggio. La quiete che si respira a quest’ora del giorno ha sempre il potere di rilassarmi e svuotare la mia mente da ogni pensiero.
Ma non questa volta.
Per quanto ci provi, non riesco a smettere di pensare a quanto è accaduto ieri sera.
 
Quando ho fatto ritorno all’accampamento Inuyasha era già lì, ma la scena che mi si è presentata dinanzi mi ha subito suggerito che qualcosa non andava.
Inuyasha se ne stava seduto in disparte, poco lontano dal resto del gruppo, lo sguardo completamente celato dietro la frangia argentea, mentre Miroku e Sango lo osservavano con apprensione, senza osare avvicinarglisi. La tensione che aleggiava nell’aria era palpabile.
Tuttavia un particolare non è sfuggito alla mia attenzione.
 
Kikyo non era tornata con lui.
 
Cercando di non infrangere quella calma apparente, mi sono avvicinata alla sterminatrice che sembrava essersi accorta solo in quel momento della mia presenza.
-“H-hey Kagome! Tutto bene?” mi chiede colta alla sprovvista.
-“Si, tutto risolto. Io e Hideki ci siamo finalmente chiariti.” rispondo abbozzando un sorriso e pregando i Kami che non mi faccia altre domande al riguardo. Ma la domanda della sterminatrice sembrava per lo più dettata dalla cortesia che dal reale interesse.
Sapevo che la cosa non mi riguardava, ma questo non mi ha comunque dissuaso dal porre la fatidica domanda.
-“Piuttosto…che succede qui?”
-“Non lo sappiamo…è in quello stato da quando è tornato.”- a rispondere era stato Miroku che continuava a osservare preoccupato il suo amico –“Inoltre, Kikyo non è con lui, e questo non mi lascia presagire il meglio…”
-“Abbiamo provato a chiedergli cosa fosse successo, ma tutto quello che ha saputo dirci è stato di “averla persa” e poi si è chiuso nel mutismo. Non sappiamo cosa pensare…” ha concluso infine Sango.
Quando finalmente anche Hideki è tornato all’accampamento ci ha informato di essersi imbattuto in Kikyo sulla via del ritorno e che quest’ultima gli aveva riferito che non avrebbe continuato il viaggio insieme a noi.
Non so spiegare il perché, ma in quel momento ho avuto l’impressione che nel racconto di Hideki mancasse qualcosa, come se stesse volutamente tralasciando qualche particolare. Prima che potessi chiederglielo, però, la voce di Inuyasha ci ha interrotti. Sembrava che le parole di Hideki lo avessero ridestato dallo stato di trance in cui era caduto. Il suo sguardo era finalmente visibile: non avevo mai visto un’espressione tanto triste, ma allo stesso tempo c’era qualcosa in quegli occhi ambrati che mi diceva che la sua mente era lontana da lì.
-”Per caso ti ha detto dove fosse diretta?”
-“No, mi ha solo detto che aveva bisogno di restare da sola.”
-“Capisco…quindi se n’è andata anche lei…”
 
Anche lei?
 
Come se mi avesse letto nel pensiero, Inuyasha mi ha rivolto uno sguardo indecifrabile. Ferito. Prima di dileguarsi nella foresta, avvertendoci che per quella notte avrebbe dormito altrove.
 
Ed ora eccoci qua.
In viaggio nel silenzio più assoluto. Ognuno visibilmente assorto nei suoi pensieri.
E io inspiegabilmente inquieta a causa di quello sguardo ferito che mi ha lacerato l’anima.
Cosa mi aspettavo infondo? Kikyo non ha mai fatto segreto del fatto che lei e Inuyasha fossero una coppia. Quindi…credo sia normale che lui ne senta la mancanza…
Quello che non mi spiego è…perché provo anch’io questa profonda tristezza?
Di certo non è per l’assenza della sacerdotessa, anzi…
Non vorrei sembrare insensibile, ma non mi ha mai fatto una buona impressione. E stando alla nostra ultima chiacchierata, la cosa mi è parsa reciproca.
No, il motivo è un altro.
Vederlo così solo e ferito, e sapere che quello sguardo era rivolto a un’altra donna…mi ha fatto male. Un dolore quasi fisico…
…che tuttavia aveva un retrogusto familiare.
 
-“Ragazziiiiiiiii! Ho avvistato un villaggio a qualche chilometro da qui! Dovremmo raggiungerlo verso ora di pranzo, che ne dite di fermarci per uno spuntino?”
Di ritorno dalla sua spedizione esplorativa in sella a Kirara, la voce squillante del piccolo Shippo ci desta dal torpore di quel viaggio infernale.
-“Bell’idea piccoletto! Ho una fame da lupi!” prorompe Hideki partendo a passo di carica. Ora che Inuyasha ha deciso di viaggiare in coda al gruppo, crede spetti a lui la posizione di leader.
-“Hideki ti ricordo che non sei da solo! Non puoi decidere per tutti.” lo riprendo piccata, ricevendo per tutta risposta un’espressione scocciata.
A volte sa essere proprio infantile!
Quando poi sente la parola “cibo” non capisce più niente.
-“Trovo anch’io che sia un’ottima idea! Infondo dovremmo comunque fermarci per cercare del cibo, quindi quel villaggio fa proprio al caso nostro!”- interviene entusiasta il monaco visibilmente sollevato al pensiero di poter interagire con altre persone.
Sbuffo impercettibilmente, mentre mi arrendo al furor di popolo.
“Ora come ora ho tutto meno che fame” penso tra me e me lanciando una rapida occhiata al mezzo demone alle mie spalle che sembra così distante dai nostri futili discorsi.
 
 
 
Sulla strada per raggiungere la nostra meta, abbiamo appreso da alcuni contadini che quello verso il quale ci stavamo dirigendo era il villaggio di Gokayama.
Il nome mi è immediatamente parso familiare.
Tempo addietro, infatti, avevo sentito dire che quel villaggio era stata una comune cittadina come molte altre, ma che negli ultimi anni aveva goduto di un’inattesa prosperità. Pare che Gokayama fosse divenuta famosa per aver dato i natali ad una bambina che, nonostante la giovane età, possedeva già i poteri di una sacerdotessa e che questo avesse contribuito ad alimentare il crocevia di persone che si recavano al villaggio per renderle omaggio, farsi curare, scacciare il malocchio e molto altro ancora. Si diceva anche che la giovane miko non volesse denaro per i suoi servigi, ma che nonostante ciò in molti ignorassero le sue volontà e che quindi quei soldi fossero divenuti il sostentamento della comunità che, a dispetto di tutto, aveva continuato a mantenere lo stile di vita umile che l’aveva sempre contraddistinta.
Ma ora che la vedo…
…inizio a dubitare della veridicità di quelle parole.   
Lo scenario che ci si presenta dinanzi agli occhi è ben lungi dal fulgore che veniva narrato nelle storie.
Ciò che resta della ridente Gokayama non è altro che un ammasso di macerie. Solo poche case sono rimaste in piedi, se così si può dire.
 
Che ne è stato di questo posto?
 
Mentre procediamo in quello scenario di desolazione scorgiamo qua e là alcuni abitanti intenti a ricostruire le proprie abitazioni alla bene e meglio con le macerie rimaste.
In pochi sembrano accorgersi della nostra presenza e quei pochi non sembrano darci peso.
Neppure la presenza di due demoni come Hideki e Inuyasha sembra scalfirli. Il che è piuttosto singolare.
Basta una rapida occhiata a Miroku e Sango per capire che anche loro sono sorpresi quanto me; in quanto a Inuyasha, invece, sembra che lo spettacolo non lo riguardi.
La sua passività sta iniziando a darmi sui nervi!
 
-“Se siete venuti per Chiyo-sama avete fatto un viaggio a vuoto. Lei non si trova più qui.”
All’improvviso una voce amara ci costringe a voltarci. L’uomo dinanzi a noi avrà sì e no una trentina d’anni, corti capelli corvini, fisico robusto e un portamento autoritario dal quale intuisco che deve trattarsi del capo villaggio.
-“Chyio-sama? No no deve averci confusi per qualcun altro!” si affretta a chiarire il monaco in tono conciliante –“Siamo solo dei viandanti. Abbiamo avvistato il vostro villaggio in lontananza e pensavamo di fermarci per recuperare un po’ le forze, ma da quanto vedo forse siamo noi a dover aiutare voi…cos’è successo qui?”
-“Niente che possa interessare a dei semplici viandanti che viaggiano in compagnia di due demoni.” replica secco l’uomo, come se non vedesse l’ora di liberarsi di noi.
-“E’ opera dei demoni?” azzarda Sango, accennando alle macerie che fanno da scenario alla nostra chiacchierata.
Dopo qualche attimo di esitazione l’uomo ci risponde enigmatico.
-“I demoni sono l’ultimo dei nostri pensieri…..è stata la cupidigia degli uomini a ridurci in questo stato.”
-“Sono stati degli uomini a fare tutto questo? Per quale motivo? Cosa volevano da voi? Denaro? Gioielli?”
-“No.” scuote leggermente la testa dando l’impressione di portare sulle sue giovani spalle un fardello troppo pesante per la sua età - “…qualcosa di molto più prezioso.” termina con un filo di voce inabissando lo sguardo nel terreno.
-“Chyio-sama?”
La mia domanda ha l’effetto di uno schiaffo sul pover’uomo che, privo di forze, si accascia al suolo singhiozzando.
 
Come sospettavo, era sua figlia.
 
 
 
 
 
 
 
-“Mi dispiace per il modo in cui vi ho accolti. Vi posso assicurare che un tempo il nostro villaggio era molto noto per la sua ospitalità.” si scusa Mitsuhito-san abbozzando un sorriso, mentre accende la brace al centro della stanza.
La capanna in cui vive è tra le poche sopravvissute all’attacco. L’arredamento è piuttosto scarno, ma nonostante ciò è ben visibile il tocco di una donna.
-“Non deve assolutamente preoccuparsi, Mitsuhito-san. Immagino che sia stato soggetto a un forte stress negli ultimi tempi in qualità di capo villaggio” lo rassicura il monaco mentre ci accomodiamo a terra.
Anche Inuyasha, nonostante la reticenza iniziale, alla fine ha accettato l’invito del capo villaggio, e ora se ne sta in un angolo ad osservare la scena senza proferir parola.
Poco fa, quando Hideki ha preso posto al mio fianco, per un attimo mi è parso che il mezzo demone gli rivolgesse uno sguardo truce…
…ma forse mi sbaglio.
-“Ve la sentite di raccontarci cos’è successo? Chi è stato a ridurre il villaggio in questo stato?”
-“Beh…Dovete sapere che Gokayama era ben diversa da come la vedete ora. Era uno dei villaggi più prosperi della regione meridionale e per questo motivo siamo sempre stati abituati a fronteggiare gli attacchi di briganti che cercavano di impossessarsi delle nostre ricchezze. Io e alcuni degli uomini che avete visto là fuori eravamo a capo di un piccolo esercito formato da valorosi combattenti. Niente di eccezionale, certo. Ma siamo sempre riusciti a respingere tutti gli attacchi con minime perdite.
Ma questa volta è stato diverso…” si sofferma come se cercasse le parole adatte.
-“Perché questa volta l’obiettivo era Chiyo-sama…ovvero vostra figlia?” suggerisco, attirando l’attenzione di tutti i presenti. Soprattutto quella del capo villaggio che mi fissa sconvolto.
-“Voi c-come…come fate a…?”
-“Avevo già sentito parlare di un villaggio che aveva fatto la sua fortuna grazie a una bambina dotata di grandi poteri spirituali. Si diceva che in molti, da ogni parte della regione, venissero a renderle omaggio sperando in una pronta guarigione o per richiedere esorcismi, e che il denaro ricavato dai suoi servigi venisse utilizzato, su sua richiesta, per il bene di tutta la comunità di Gokayama. Quando siamo arrivati al vostro villaggio sono rimasta sconvolta nel vedere che il prospero villaggio del quale mi avevano parlato versasse in queste condizioni. Quando vi ho visto e ci avete chiesto se fossimo qui per vederla, non mi ci è voluto molto per collegare il tutto e giungere alla conclusione che Chiyo-sama fosse proprio la bambina-sacerdotessa e che voi foste suo padre. Posso leggervi in volto tutto il dolore che state provando…” concludo con dolcezza, posando leggera la mia mano sulla sua.
 
Di fronte alle mie parole il giovane padre della piccola Chiyo non può far altro che annuire mentre cerca, senza successo, di ricacciare indietro le lacrime.
Anche se non li vedo, so che Miroku, Sango e Hideki, e probabilmente anche di Inuyasha, mi stanno ancora fissando increduli chiedendosi come facessi a conoscere la storia di Chiyo-sama e del suo villaggio.
Beh, per me non c’è niente di straordinario. Semplicemente quando io e Hideki ci fermavamo in qualche locanda in cerca di informazioni, mi ritrovavo spesso a prestare ascolto ai racconti da bancone di qualche vecchio avventore. Non sempre si trattava di storie vere, ma nonostante ciò ne restavo sempre inspiegabilmente affascinata.
Mi trasmettono una sensazione familiare. Come se un tempo fossi abituata ad ascoltare le storie di qualche simpatico nonnino che mi ha trasmesso questa passione.
Sorrido tra me e me.
Che assurdità.
Io non ho un passato. Quel poco che ricordo è legato ai miei genitori e, col tempo, anche i loro volti stanno cominciando a perdere nitidezza nella mia memoria. Come se non fossero mai esistiti.
 
Quando finalmente riprende a parlare, la voce di Mitsuhito-san è rotta dal dolore.
-“E’ successo alcune settimane fa. Io e i miei compagni siamo stati raggiunti da un emissario di un villaggio vicino che ci chiedeva aiuto per scacciare una banda di briganti che bazzicavano in quella zona. Ordinaria amministrazione, non ci avrebbe preso più di mezz’ora. Tuttavia, quando siamo giunti sul luogo abbiamo fatto l’amara scoperta: l’emissario era stato corrotto e ad attenderci c’era un’armata di briganti che ci superava di gran lunga in numero.
Era una trappola.
Ci avevano attirati allo scoperto lasciando indifeso il villaggio.
Mentre parte di loro ingaggiava uno scontro con noi, gli altri si dirigevano verso Gokayama.
Ho perso molti uomini in quella battaglia: non si trattava di comuni banditi.
Erano assetati di sangue. Ogni fendente che andava a segno disegnava sul loro volto un ghigno malefico. Erano alla stregua delle bestie…non ho mai visto niente del genere…”
A quel ricordo Mitsuhito indugia qualche istante prima di riprendere a parlare. E io non posso fare a meno di notare che tutto il suo corpo è scosso da brividi che cerca inutilmente di dissimulare.
-“Grazie al sacrificio di alcuni compagni che mi hanno coperto le spalle, sono riuscito a fuggire in direzione del villaggio giusto in tempo per vedere il capo dei banditi, un certo Razan, che si portava via la mia Chiyo…. Gokayama non esisteva più.” termina l’uomo con un fil di voce.
-“Mi state dicendo che non li avete inseguiti? Che non li avete affrontati per riprendervi vostra figlia? Li avete semplicemente lasciati andare?!”
Lo sdegno nelle parole di Hideki è palpabile, e del tutto fuori luogo. Per lui è tutto facile! O bianco o nero. Impavidi o vigliacchi, nessun compromesso.
Non si può certo dire che sia empatico…ma questa volta ha decisamente esagerato!
 
-“HIDEKI!” esclamo furiosa sottolineando la sua totale mancanza di tatto.
Ma prima che possa proseguire, Mitsuhito-san mi fa cenno con la mano.
 
-“Non ce n’è bisogno.” mi rassicura calmo, rivolgendo poi l’attenzione al mio compagno –“Certo che no. Li ho inseguiti e sono riuscito a scoprire dove si trovasse il loro nascondiglio. Quando però sono tornato indietro per raccogliere un po’ di uomini, in molti avevano già deciso di abbandonare il villaggio. Sapevano che il rapimento di Chiyo avrebbe segnato la fine di quel periodo di prosperità: presto o tardi Gokayama avrebbe patito la fame.”
-“Che bastardi…” sussurro di fronte all’egoismo di tale gesto.
Ma la risposta di Mitsuhito-san mi lascia senza parole.
-“Io invece non li biasimo… Infondo in passato molti di loro avevano già espresso la propria volontà di andarsene, dato che purtroppo il nostro villaggio non offre molto. È solo grazie a Chiyo se la nostra comunità non si è disgregata. Se non fosse stato per lei Gokayama sarebbe scomparsa già molti anni fa.
Quelli che avete visto prima sono gli abitanti che tenevano davvero a Chiyo, al di là di quello che lei ha rappresentato per questo villaggio, e tanto mi basta. A causa di Razan e i suoi scagnozzi, mia moglie si è gravemente ammalata per il dispiacere, e dopo un calvario durato alcune settimane si è spenta: mi avevano portato via tutto, prima mia figlia e adesso mia moglie. Credevo che non mi sarei mai più ripreso, ma loro non mi hanno mai abbandonato e mi sono sempre rimasti vicino. Sono stati loro la mia forza. E col passare del tempo ho abbandonato l’idea di fare irruzione nel nascondiglio dei banditi…ma non per codardia.
Se dipendesse da me non esiterei un solo secondo a impugnare la spada.
Tuttavia…non posso permettermi di essere egoista. Sono il loro capo villaggio ed è mio compito mantenere vivo quel poco che resta di Gokayama. Se dovessi morire nel tentativo di salvare mia figlia, sarebbe alla stregua di abbandonarli…
…e io non posso ripagarli così dopo quello che hanno fatto per me.” conclude l’uomo, lasciandoci tutti ammutoliti. Persino Hideki è incapace di ribattere di fronte ad una tale nobiltà d’animo.
 
-“Ma perché volevano proprio vostra figlia? Non capisco… Forse sperano di arricchirsi grazie ai suoi poteri?” domanda improvvisamente la sterminatrice, dando voce ai pensieri di tutti i presenti.
A quella richiesta di spiegazioni l’uomo fa un respiro profondo, come se si stesse preparando a liberarsi da un fardello che lo sta opprimendo.
-“Non l’ho mai raccontato a nessuno…sapevo che prima o poi qualcuno avrebbe voluto sfruttarla per i suoi loschi scopi…”
-“A cosa vi riferite?” domando confusa dall’ambiguità delle sue affermazioni.
-“Dovete sapere che le abilità taumaturgiche e gli esorcismi non sono gli unici poteri di Chiyo….
Lei…ecco…crescendo ha sviluppato una predisposizione particolare a percepire i frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti.”
 
COSA?!
 
Restiamo imbambolati per diversi secondi mentre cerchiamo un modo razionale per elaborare la notizia.
 
Lei è in grado di percepire i frammenti della Sfera?!
È incredibile che una bambina della sua età goda già di un tale potere spirituale.
…ora però si spiegano molte cose.
 
-“È molto approssimativo!- si affretta a precisare l’uomo dinanzi alle nostre facce sconvolte.- “Può solo percepirne la presenza quando si trovano nelle vicinanze…” puntualizza, come se questo servisse a sminuire le capacità della figlia. Poi prosegue.
-“Quando mia figlia ha manifestato questa sua capacità, io non avevo mai sentito parlare della Sfera dei Quattro Spiriti. È successo alcuni anni fa, quando un misterioso viandante si è fermato qualche giorno presso il nostro villaggio. Era un individuo singolare. Nessuno conosceva la sua identità. Se ne stava sempre per conto suo e non parlava mai con nessuno. Un giorno, però, Chiyo prese coraggio e gli si avvicinò per chiedergli cosa trasportasse con sé. La domanda mi lasciò stranito, così come il viandante che sulle prime le rispose seccamente che, come poteva vedere, non stava trasportando nulla. Ma prima che potessi intimare a mia figlia di non importunare il signore, lei gli spiegò che non si riferiva a qualcosa di visibile, ma a una qualche sorta di oggetto che teneva nascosto e che emanava un forte potere spirituale.
A quelle parole l’atteggiamento del viandante è mutato in modo sinistro, mostrandosi stranamente disponibile nei confronti di Chiyo.
Ricordo ancora le sue parole.”
 
 
 
 
-“Ti riferisci forse a questo?” chiese il viandante, estraendo da sotto il suo mantello una piccola gemma sferica incompleta.
-“Sì! Cos’è?”
-“È la Sfera dei Quattro Spiriti. Un gioiello molto potente che concede a chi lo possiede un immenso potere.”
-“E tu vorresti diventare più forte?” chiese la piccola con l’innocenza che contraddistingue i bambini.
Una risata da far accapponare la pelle tagliò l’aria.
-“Diciamo di sì.”
-“Allora la devono volere in tanti!”
-“Esatto. È per questo che devo tenerla al sicuro.”
-“Capisco… Come mai le mancano dei pezzi?”
-“Devi sapere che tempo fa la Sfera è stata rubata e distrutta in mille pezzi da un gruppo di persone malvage, e io ora sto cercando di ricomporla. Ma è un compito molto arduo, sai? Io non riesco a percepire la presenza dei frammenti mancanti come invece fai tu. Il tuo è un dono molto raro…
e allo stesso tempo pericoloso.”
-“Perché?” rispose in allerta la bimba che aveva sempre creduto che i suoi poteri fossero volti solo al bene.
-“Perché come hai detto tu, in molti vorrebbero completare la Sfera e un potere come il tuo potrebbe anche far gola a qualche malintenzionato. E non parlo solo di comuni criminali. Anche i demoni sono interessati alla Sfera.” asserì con voce maligna.
Le parole dello sconosciuto ebbero il potere di terrorizzare a morte la piccola che scoppiò in un pianto disperato.
 
 
 
-“Avendo assistito a tutta la scena, scacciai immediatamente il viandante in malo modo. Allora mia figlia aveva solo sei anni e quel fanatico la stava terrorizzando con discorsi assurdi! Prima di andarsene, tuttavia, l’uomo incappucciato mi ammonì con queste parole: “I poteri di vostra figlia, prima o poi, condurranno Gokayama alla rovina”. E guardandomi attorno, ora credo di capire a cosa si riferisse.”
 
Le parole del capo villaggio mi giungono come un eco lontano.
Il tempo si è fermato nell’istante in cui ha menzionato il misterioso individuo che possedeva la Sfera incompleta.
Non c’è alcun dubbio.
 
Quel viandante era Naraku.
 
Un brivido mi corre lungo la schiena.
Non solo quel bastardo è stato qui, ma a questo punto è chiaro che sia anche implicato nel rapimento della piccola Chiyo.
Dannato…
 
All’improvviso il suono di un colpo secco dà voce alla mia frustrazione.
Ci voltiamo tutti di scatto, appena in tempo per vedere Inuyasha in un angolo, pronto a sferrare un secondo pugno contro la parete della capanna che già oscilla pericolosamente.
-“Basta così Inuyasha. Non credo che gli abitanti di Gokayama abbiano bisogno di un’altra abitazione ridotta in macerie, quindi vedi di darti una calmata.”
Il tono calmo ma risoluto del monaco sembra avere effetto sui bollenti spiriti del mezzo demone che ritira lentamente il pugno già pronto a colpire. Ma la sua ira è tutt’altro che placata.
-“COME CAZZO FACCIO A CALMARMI?! Quel bastardo è sempre un passo avanti a noi! Siamo dei burattini nelle sue mani, lo sai anche tu Miroku!” sbotta Inuyasha livido di rabbia.
 
Purtroppo ha ragione. Naraku ci ha già dimostrato di essere in grado di anticipare le nostre mosse.
 
-“N-non capisco…che succede? Voi sapete qualcosa?”
La richiesta spassionata del capo villaggio ci riporta alla realtà.
Adesso c’è una questione più urgente della quale occuparsi: la piccola Chiyo.
 
-“Mitsuhito-san… Crediamo di conoscere l’identità del viandante misterioso che anni fa voi e Chiyo avete incontrato. Il suo nome è Naraku e noi gli stiamo dando la caccia ormai da tempo.”- spiega il monaco soppesando le parole per non allarmarlo più del dovuto – “Da quel che ci avete raccontato, pensiamo che lui c’entri qualcosa col rapimento di vostra figlia: Naraku potrebbe volersene servire per sfruttare la sua capacità nel percepire i frammenti della Sfera, così da riuscire a completare il gioiello. Il nostro obiettivo è proprio quello di impedire che ciò accada.”
-“E allora cosa c’entrano Razan e i suoi?! Se il suo obiettivo era Chiyo perché allora non rapirla lui stesso quel giorno, quando ne aveva la possibilità?!”
 
Le domande del giovane capo villaggio sono più che lecite…ma purtroppo destinate a non trovare risposta. Nessuno di noi sa con certezza cosa passi nella mente contorta di Naraku.
 
-“Purtroppo ancora non lo sappiamo, ma siamo certi che quel giorno si trattasse di lui.” risponde pacato Miroku. –“Ma non dovete preoccuparvi, ce ne occuperemo noi. Metteremo a punto un pia-“
 
-“Andrò io.”
 
Com’era prevedibile la mia affermazione fa calare un silenzio innaturale tra i presenti che con lentezza esasperante si voltano nella mia direzione. Persino Inuyasha.
 
-“Kagome… Non credo sia saggio introdurti da sola in un covo di banditi. È vero, si tratta solo di esseri umani, ma se le nostre supposizioni sono fondate potrebbero essere affiliati di Naraku….e noi tutti sappiamo che lui non è affatto uno sprovveduto.” afferma Miroku pacato, anche se posso chiaramente scorgere nella sua voce una nota di inquietudine.
-“Lo so, ma è l’unico modo per farci riconsegnare la piccola Chiyo incolume.”
-“Cosa intendi?” domanda confusa la sterminatrice.
-“Voglio dire che se tentassimo un attacco diretto, o anche li circondassimo mettendoli alle strette, non sappiamo come potrebbero reagire…”- lascio volutamente le ultime parole sospese nell’aria affinché entrambi ne colgano il significato implicito: qualunque sia la nostra scelta, Chiyo rischierebbe di rimanere ferita. –“La nostra priorità è l’incolumità di Chiyo.......e io credo di sapere come fare.”
-“Non so perché, ma ho un brutto presentimento…” borbotta Hideki contrariato, lanciandomi un’occhiata scettica.
Ignoro di proposito le lamentele del demone – chiaramente scaturite dal suo ego ferito a causa dell’impossibilità di mettersi in mostra - mentre mi appresto ad illustrare il mio piano.
-“Mitsuhito-san, dovete sapere che vostra figlia non è la sola in grado di percepire i frammenti della Sfera. Anch’io come lei posseggo tale capacità, ma a differenza sua riesco anche a localizzarli.” - spiego rivolgendomi al giovane capo villaggio che finora si è limitato ad osservarci, forse ancora sconvolto dalle troppe informazioni per riuscire ad aprir bocca –“In ogni caso quei banditi hanno bisogno di vostra figlia e non la cederanno facilmente. A meno che…”
-“A meno che, cosa?” incalza Hideki, sempre più contrariato.
 
-“…a meno che non gli proponiamo uno scambio.” replico con tutta la naturalezza di cui dispongo.
 
 
 
-“NON SE NE PARLA!”
 
 
 
Inuyasha, che finora è rimasto in silenzio come se la questione non lo riguardasse, è ora in piedi di fronte a me, livido di rabbia, pretendendo di avere voce in capitolo.
Nonostante la sorpresa iniziale, riacquisto immediatamente il mio proverbiale autocontrollo rivolgendomi al mio acceso interlocutore.
-“Hai forse un’idea migliore?” domando, lasciandomi tradire solo da una lieve nota di stizza.
Il mezzo demone, interdetto, non ha ancora aperto bocca, così decido di proseguire nell’esposizione del piano.
-“Mitsuhito-san ha affermato di conoscere l’ubicazione del luogo in cui si nascondono Razan e i suoi, quindi una volta mostratami la loro base, chiederò di essere ricevuta. Una volta dentro potrò sincerarmi delle condizioni della piccola Chiyo, e a quel punto proporrò loro lo scambio. Sono sicura che una volta venuti a conoscenza della mia capacità di localizzare la Sfera, non esiteranno ad accettare. Quando Chiyo sarà in salvo io avrò la possibilità di raccogliere informazioni su Naraku. Dove si trova, quali sono i suoi piani. E una volta appurato, potrete entrare in azione. Non agite finché non ricevete il mio segnale.”
-“E come pensi di riuscire a mandarci un segnale se ti trovi lì dentro?” replica Hideki con un tono supponente che sta mettendo a dura prova la mia pazienza.
-“Quando entrano in contatto con una persona dotata di poteri spirituali, i frammenti della Sfera sprigionano un’intensa luce che viene trasmessa a tutti gli altri, ovunque essi si trovino. Il vostro compito sarà quello di tenere d’occhio i frammenti di Inuyasha finché non si illumineranno. Sarà quello il mio segna-.”
 
Non faccio in tempo a terminare la frase che ancora una volta vengo interrotta da Inuyasha che sembra aver ritrovato il dono della parola.
 
-“STRONZATE! Questa storia si rivelerà l’ennesima perdita di tempo! Non sapremo niente da quei banditi. Naraku non è così sciocco da rivelare i suoi piani a dei semplici tirapiedi! Quel bastardo è sempre un passo avanti a noi e possiede già la maggior parte dei frammenti della Sfera, se non ci sbrighiamo a individuare i rimanenti gli daremo solo un altro vantaggio!”
 
Adesso basta. Ho sentito abbastanza. Essere depresso per l’assenza della sua amata non gli dà il diritto di comportarsi da stronzo!
Senza pensarci due volte scatto in piedi, portandomi all’altezza del mezzo demone.
Faccia a faccia. Solo pochi centimetri a dividerci.
 
-“Allora mettiamola così, Inuyasha: io-non-intendo-abbandonare-delle-persone-in-difficoltà. Sono stata abbastanza chiara?” - sillabo in modo che non possa fraintendermi. – “Se però è quello che desideri, tu e il tuo egoismo siete liberi di andare e inseguire i frammenti della Sfera come avete fatto finora.”
 
Da questa distanza riesco chiaramente a vedere quelle meravigliose pupille ambrate dilatarsi leggermente per lo stupore. Non credo si aspettasse una reazione del genere.
Nonostante il fascino emanato da quegli occhi così particolari, unito a quella fragranza mascolina che avevo già avuto il piacere di sperimentare, mi impongo di restare lucida, continuando a sostenere con fierezza il suo sguardo.
Restiamo così per diversi minuti. Entrambi risoluti a non cedere di un passo sulle rispettive posizioni. Finché, come al solito, è Miroku a salvare la situazione.
 
-“Inuyasha, capisco il tuo punto di vista. Naraku e la raccolta dei frammenti della Sfera sono sempre la nostra priorità.”- asserisce condiscendente il monaco – “Ma Kagome ha ragione: non possiamo voltare le spalle a questa gente. Soprattutto ora che sappiamo che Naraku è implicato in qualche modo in questa faccenda. Potremmo non scoprire niente…..ma è anche possibile il contrario.” conclude con un sorriso conciliante, prima di aggiungere una frase che sulle prime non comprendo –“Sai che lei lo avrebbe voluto.”
 
Colto di sorpresa dalle parole del suo compagno, Inuyasha boccheggia qualche istante prima di chiudersi in un mutismo ostinato.
 
…Lei?
Lei chi?
Stanno forse parlando di Kikyo?
 
Ma è la reazione del mezzo demone a parlare per lui.
Con uno scatto repentino si volta, dandoci le spalle.
 
-“Fate come volete.” afferma lapidario prima di dileguarsi oltre la soglia.
 
 
Forse sono stata troppo dura...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dannato Miroku.
Appena siamo soli lo ammazzo. Come ha potuto farmi questo!
Non c’era bisogno che mi rammentasse quanto quella situazione somigliasse a molte altre già vissute in passato: Kagome che, nella sua immensa generosità, si autoproclamava paladina dei deboli e degli oppressi e io che ritenevo la cosa solo l’ennesima perdita di tempo.
 
…alla fine, però, era sempre lei a vincere.
 
Non ho mai saputo resistere a quella sua passione. A quell’animo gentile che metteva sempre la felicità degli altri al primo posto.
Ed è stato così anche questa volta: è riuscita a portare tutti dalla sua parte.
Ma se in un certo senso il pensiero che questo lato della sua personalità sia rimasto intatto mi rincuori…
…dall’altro mi terrorizza.
Questa volta io non potrò essere al suo fianco per proteggerla.
Questa volta è determinata a entrare da sola nella tana del lupo.
…e io questo non posso accettarlo.
NON LO ACCETTERÒ MAI!
 
Stringo i pugni sino allo spasmo, lasciando che l’odore del mio stesso sangue mi inebri i sensi.
Odio questo senso di impotenza.
Odio la frustrazione che mi provoca.
Odio…che lei non abbia più bisogno di me.
 
Quando finalmente decido di fermarmi, non so dire per quanto tempo ho vagato senza meta.
Prestando maggiore attenzione a ciò che mi circonda, mi rendo conto di non riconoscere quel luogo: una radura solitaria che si estende a perdita d’occhio, rischiarata da calde tinte che preannunciano il crepuscolo.
 
Perdermi, infondo, non è stato così male.
Lascio che quella quiete quasi innaturale mi avvolga, come se potesse fungere da balsamo per il mio animo tormentato…. Ma ben presto quella calma lascia il posto alla tempesta, quando sento la sua voce chiamare il mio nome.
 
-“INUYASHA!”
 
Kagome?
È lontana, ma la sua dolce fragranza già mi inebria i sensi.
Come ho fatto in questi anni a vivere senza?
Ricordo ancora il momento in cui realizzai che non l’avrei più sentita. Di come il peso di quella consapevolezza mi schiacciasse a terra, mentre il dolore prendeva il sopravvento sulla ragione.
Non voglio mai più sentirmi così…
 
-“Finalmente ti ho trovato!”- esclama il centro dei miei pensieri che nel frattempo mi ha raggiunto. –“Ti senti bene? Mi sembri un po’ pallido...” domanda studiandomi attentamente.
Mi rendo conto solo ora che da quando abbiamo intrapreso il viaggio insieme, questa è la prima volta in cui riusciamo a rimanere un po’ da soli.
…e la cosa mi rende inspiegabilmente nervoso.
 
-“N-no sto bene, non ti preoccupare. Piuttosto, come hai fatto a trovarmi? Non so neanch’io come sono arrivato fino a qui.” domando abbozzando un sorriso e sperando che questo distolga l’attenzione da me e dai miei pensieri malinconici.
Anche se poco convinta dal mio goffo tentativo, Kagome si limita a rispondere lanciando un’occhiata eloquente al taschino del mio hitoe, dove tengo i frammenti della Sfera.
-“Ah…giusto…” convengo, dandomi mentalmente dello stupido per non esserci arrivato prima. –“Ad ogni modo, come mai mi stavi cercando?”
 
Adesso è lei a darmi l’impressione di sentirsi a disagio.
 
-“Ecco…vedi…” – temporeggia, arrotolandosi nervosamente una ciocca di capelli tra le dita – “Io…volevo chiederti scusa per le cose che ti ho detto prima. Sai…l’averti dato dell’egoista e tutto il resto…”
 
Le gote leggermente arrossate le conferiscono un’aria talmente innocente, che non posso fare a meno di sorridere dinanzi a quell’adorabile tentativo di fare ammenda.
Pensa davvero che sia per quello che me ne sono andato?
Beh…
È di certo una spiegazione più plausibile rispetto al motivo reale…
Infondo…perché mai dovrei preoccuparmi per la sua incolumità?
So di non potermi esporre, quel damerino è stato fin troppo chiaro al riguardo…ma non voglio che mi reputi tanto infantile da prendermela per una sciocchezza simile.
Se solo ricordasse alcuni dei nostri abituali battibecchi, capirebbe che questo è nulla in confronto.
-“Non preoccuparti, non è per quello che me ne sono andato...” la rassicuro, cercando di rimanere sul vago e soprattutto di non incrociare il suo sguardo: temo che se lo facessi non sarei più padrone delle mie azioni.
Ma è proprio a quel punto che la conversazione prende una piega inaspettata.
 
-“È per Kikyo non è vero?” domanda all’improvviso, cogliendomi di sorpresa.
-“C-cosa?”
-“Scusa, non volevo essere indelicata…ma non ho potuto fare a meno di notare che sei di pessimo umore da quella sera.” azzarda titubante.
 
Quella…sera…?
Con prepotenza, le sue parole mi riportano alla mente gli eventi della sera in cui Kikyo se n’è andata.
…e inevitabilmente anche lo spettacolo al quale ho, mio malgrado, assistito.
 
Quasi senza accorgermene serro i pugni, mentre il dolore di quel ricordo riapre una ferita ancora fresca. Le preoccupazioni di quelle ultime ore avevano contribuito solo a sopire momentaneamente i sentimenti scaturiti da quella visione.
Vorrei tempestarla di domande. Chiederle cosa ci sia in realtà tra lei e Hideki. Se ne è innamorata.
Ma la verità è che…
…sono troppo terrorizzato al pensiero di conoscere la risposta.
Sono passati tre anni. Tre maledettissimi anni. E razionalmente so che non dovrei biasimarla per essersi innamorata di un altro…
Ma l’amore non ha niente a che vedere con la razionalità.
 
Scambiando il mio silenzio per un’ammissione, la fanciulla resta interdetta per qualche istante prima di riprendere a parlare.
-“Lo so, non sono affari miei, ma…Mitsuhito-san e la piccola Chiyo non ne hanno colpa. Quindi, per favore, non prendertela con loro. Ora come ora siamo la sola possibilità di salvezza per quella bambina e non possiamo tirarci indietro! È vero, si tratterebbe di fare una piccola deviazione dal nostro piano originale, ma guardiamo in faccia la realtà: finora non abbiamo avuto nemmeno uno straccio di prova che quella che stiamo seguendo sia la strada giusta. Tutto quello che ci limitiamo a fare è cercare di impossessarci dei frammenti prima che lo faccia Naraku.” – si interrompe un istante come a voler soppesare le parole – “Ma se sulla strada per completare la Sfera, lasciassimo indietro qualcuno in difficoltà……non saremmo poi tanto diversi da lui. Non credi?”
 
Mi limito ad annuire a testa bassa, incapace come al solito di ribattere alle sue argomentazioni.
Certe cose non cambieranno mai.
 
-“Non so cosa sia accaduto tra te e la miko, ma di qualunque cosa si tratti sono sicura che si aggiusterà.” – afferma fiduciosa nel tentativo di tirarmi su il morale. – “Se ce l’abbiamo fatta io e Hideki può farcela chiunque! Sai, lui è davvero una testa calda e questo ci porta spesso a scontrarci, ma alla fine-“
 
-“NON MI INTERESSA!”
 
Quasi senza quasi rendermene conto, parole cariche di rancore mi scivolano dalle labbra, smorzando una volta per tutte il tono conciliante della conversazione.
Non ce l’ho fatta. Quando ha pronunciato il nome di quel figlio di puttana non ci ho più visto.
Non voglio sapere come fanno pace. Purtroppo ne sono già stato testimone involontario.
Un tempo ero io la testa calda che la faceva arrabbiare. Ero io quello con cui litigava.
…Ero io quello con cui faceva pace.
So che dovrei trattenermi……ma giunti a questo punto non posso più fermarmi.
Sempre evitando di incrociare il suo sguardo, lascio che sia la frustrazione trattenuta fino ad ora a parlare per me.
…e quando finalmente me ne rendo conto, ormai è troppo tardi.
 
-“Non mi interessa sapere quanto tu e il pel di carota siate affiatati. Non ho bisogno dei vostri consigli di coppia. Che diritto hai di ficcare il naso in questioni che non ti riguardano?! Non sai nulla, quindi tieni pure per te le tue belle parole.” sibilo sprezzante, maledicendomi subito per non aver tenuto a freno la lingua.
 
Non faccio in tempo a voltarmi per constatare i danni provocati dalla mia impulsività, quando un dolore acuto alla base della tempia mi costringe a farlo, scontrandomi con una Kagome che ancora stringe tra le mani la mia ciocca di capelli.  
 
-“Forse non avrò alcun diritto di ficcare il naso in questioni che non mi riguardano…ma credo di poter ancora pretendere di essere almeno guardata in faccia quando parlo.” sussurra a pochi centimetri dal mio viso, incatenando i nostri sguardi. Basterebbe un solo movimento per azzerare quella distanza…ma resto paralizzato quando vedo quei caldi occhi color cioccolato velarsi di malinconia.
–“Forse ho sbagliato a giudicarti…”
 
Resto immobile anche quando il silenzio assordante della radura mi avverte che se n’è andata, lasciandomi solo con l’eco di quelle parole amare.
 
Dannazione…
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Non sciò davvero come ringraziarvi, ragazzi…hic…. Non poscio ancora credere che rivedrò la mia piccola Chyio. Hic! Ed è sciolo merito vostro…hic!” sbiascica Mitsuhito-san a qualche centimetro dal mio viso, esprimendo per l’ennesima volta la propria gratitudine e al contempo regalandomi una zaffata d’alcol che mi incendia le narici.
A quanto pare, durante la mia assenza, la notizia si è diffusa tra i sopravvissuti di Gokayama che hanno insistito per dare una festa in nostro onore.
Posso solo immaginare i tentativi di resistenza di quel monaco depravato.
Purtroppo per me, gli abitanti erano stati talmente bravi a nascondere le scorte di sakè – dalle quali ricavavano enormi profitti – che quello era tutto ciò che era sopravvissuto alla razzia di Razan e i suoi. E l’euforia generale ne è il risultato.
Sono inoltre venuto a sapere da Sango che, sempre in mia assenza, erano stati ultimati i dettagli del piano e che Kagome avesse ritenuto necessario agire il più presto possibile, ovvero l’indomani mattina, alle prime luci dell’alba.
 
Maledizione…
Perché deve essere sempre così avventata!
 
Lascio correre lo sguardo sulla misera folla che si è raccolta per osannarci, ma di lei nessuna traccia. In compenso, però, scorgo due occhi gialli che mi fissano con astio.
 
Che diavolo vuole ora quel bell’imbusto?
 
Per il breve tragitto che ci separa, non lo perdo un attimo di vista mentre mi si avvicina con l’aria di chi non vede l’ora di attaccar briga.
Se è lo scontro quello che cerca, ha trovato pane per i suoi denti!
 
-“Hey cagnolino! Come mai già sulla difensiva?”
-“Non lo so, pel di carota, dimmelo tu!”
-“Caspita devi avere proprio la coda di paglia per essere così prevenuto.” - mi stuzzica abbozzando un sorrisetto irritante – “Beh dato che possiamo saltare i convenevoli, che ne dici di dirmi cos’è successo tra te e Kagome?”
-“Cosa vorresti dire?”
-“È inutile che fai il finto tonto, botolo, so che Kagome è venuta a cercarti dopo che te ne sei andato. Quindi ora te lo ripeto per l’ultima volta: cosa le hai detto?”
Quel suo tono insolente mi farebbe venire voglia di cancellargli una volta per tutte quel ghigno dalla faccia, se non fosse che le sue parole mi hanno messo in apprensione. Non ho tempo da perdere con lui, ho bisogno di trovare Kagome!
-“La cosa non ti riguarda, damerino. E ora se vuoi scusarmi, ho già perso fin troppo tempo…” taglio corto, superandolo.
Ma a quanto pare il mio interlocutore non è dello stesso avviso.
 
In una frazione di secondo mi ritrovo scaraventato contro un albero, le mani artigliate strette attorno al bavero della casacca. Sul suo viso non vi è più alcuna traccia di sarcasmo.
Anche l’atmosfera gioiosa di poco fa si è raggelata, e ora tutti ci osservano senza osare muovere un muscolo.
 
-“Ascoltami attentamente, mezzo demone, perché non lo ripeterò una seconda volta: non me ne starò con le mani in mano mentre Kagome soffre a causa tua. L’ho già vissuto e puoi stare certo che non lascerò che accada di nuovo. Perciò se ti azzardi a farla piangere, io-”
-“Lei...stava…piangendo?” domando sconvolto, mentre il ricordo di quegli occhi malinconici mi colpisce come un pugno in pieno stomaco.
-“No.” – replica lapidario il demone, assottigliando lo sguardo come se stesse valutando la mia sincerità – “…ma sembrava sul punto di farlo.”
 
Devo trovarla!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Chiudo gli occhi mentre mi lascio cullare dal fruscìo delle onde che si infrangono contro la scogliera.
Niente da fare…
Sospiro dinanzi a quel vano tentativo di trovare un pizzico di sollievo. Neppure salire fin quassù si è rivelato utile. Le parole di Inuyasha continuano a rimbombarmi in testa senza sosta…e più ci ripenso, più fa male.
 
“Che diritto hai di ficcare il naso in affari che non ti riguardano?! Non sai nulla, quindi tieni pure per te le tue belle parole.”
 
È vero…non so nulla….
Ma mi piacerebbe.
Vorrei sapere tutto di lui. Quello che pensa, quello che prova.
…Eppure ogni volta che ci provo, lui si chiude a riccio. Come se cercasse a tutti i costi di tenermi fuori. Come se…qualcosa gli impedisse di aprirsi più del dovuto…
 
Ma cosa sto dicendo?
 
Non è da me crucciarmi per dettagli tanto insignificanti.
Normalmente se qualcuno mi avesse risposto come ha fatto lui, non mi sarei fatta scrupoli a fargli passare la voglia. Invece la sua risposta...mi ha ferita. Ferita nel profondo.
 
Non capisco…
 
Da quando viaggiamo insieme non mi riconosco più…
Ho deciso di unirmi al suo gruppo senza consultarmi con Hideki. Ho pianto quando l’ho visto privo di sensi dopo che si è gettato dalla cascata per salvarmi. E adesso questo…
 
È…
È possibile che…
 
Non faccio in tempo a finire di formulare quell’assurda ipotesi, che in un attimo mi accascio a terra in preda a delle fitte lancinanti che mi costringono ad afferrarmi con forza la testa tra le mani. Mentre soffoco a stento un grido di dolore.
 
C-che…che diavolo mi sta succedendo?
F-fa male…
 
 
 
-“Kagome!”
 
 
 
 
Q-questa voce…
Un brivido mi corre lungo la schiena quando avverto le forti braccia di Inuyasha cingermi delicatamente le spalle per sostenermi. In pochi istanti, così come sono comparse, le fitte svaniscono, spazzate via dalla calda voce del mezzo demone che sta monopolizzando i miei pensieri.
-“Kagome che succede? Ti senti bene? Sei ferita?” mi domanda a raffica, cercando di dissimulare con scarsi risultati l’apprensione che scaturisce dal suo tono di voce. Ma è solo quando alzo lo sguardo che mi accorgo che il suo bel viso è stravolto da una smorfia di paura.
 
Possibile che si sia preoccupato per me fino a questo punto?
Come un fulmine a ciel sereno, il ricordo delle parole che mi aveva rivolto qualche ora prima riporta a galla la delusione e il risentimento che avevo cercato di reprimere fino a quel momento.
Con un gesto stizzito mi allontano da lui quel tanto che basta per riprendere il controllo di me stessa. Non posso lasciarmi abbindolare dal suo aspetto da Adone…
 
-“Non è nulla, sto bene.” replico più scostante del dovuto. Forse è solo una mia impressione, ma per un attimo giurerei di aver scorto un lampo di delusione in quegli occhi color ambra.
Ma si può sapere cosa vuole da me?!
Prima mi scaccia come se fossi un insetto fastidioso, accusandomi di essere una ficcanaso, e ora ci resta male se io faccio lo stesso con lui?!
-“Se permetti quello non mi sembrava affatto nulla.” - ribatte duro il mezzo demone, avvicinandosi di qualche passo.
-“Ma guarda, sembra che tutt’a un tratto i ruoli si siano invertiti. Chi è ora il ficcanaso?”
 
Colpito nel vivo dal tono sprezzante delle mie allusioni, Inuyasha abbassa lo sguardo afflitto.
E adesso che gli prende?
 
-“Il pel di carota mi ha detto che non eri in vena di festeggiamenti…”
Dannato Hideki! Da quando in qua si è trasformato in una vecchia pettegola?!
-“Hideki dovrebbe imparare a tenere la bocca chiusa, anziché parlare a sproposito.” rispondo visibilmente piccata dal “tradimento” del mio compagno – “Per caso c’è altro di cui ti ha informato?”
Osservo l’espressione del mezzo demone farsi più dura, visibilmente offeso dalle mie insinuazioni.
Ma sinceramente non mi importa.
-“Nulla che non sappiano già tutti.” ribatte sprezzante, fulminandomi con lo sguardo.
-“Sarebbe a dire?”
-“Per esempio l’aver deciso di agire così presto.” mi rinfaccia, alludendo alla mia decisione di anticipare a domani il salvataggio di Chiyo.
È ormai chiaro la nostra non è più una chiacchierata di cortesia – sempre che lo sia mai stata.
-“Ah allora è questo il problema! Beh chiedo scusa per non averti avvisato, ma sai, mentre noi discutevamo sul da farsi tu eri troppo impegnato a fare il lupo solitario!” gli rinfaccio forse accalorandomi un po’ più del dovuto.
-“Non è questo il punto! Trovo che sia tutto troppo avventato! Non possiamo lasciare nulla al caso, ti ricordo che stiamo parlando di Naraku!”
 
Ma per chi diavolo mi ha preso?!
 
-“Credi che sia una sprovveduta!? Ci ho già pensato! Ma non possiamo continuare a tergiversare! La piccola Chiyo si trova già da troppo tempo nelle mani di quegli uomini, e come hai detto tu: è di Naraku che stiamo parlando.” replico dura.
-“Non è nemmeno questo il punto!” ribatte a sua volta, avvicinandosi ulteriormente e ritrovandoci così faccia a faccia senza nemmeno rendercene conto.
-“E allora qual è il dannato punto?!” sbotto esasperata.
-“Non capisco perché diavolo devi andarci da sola!
 
La sua affermazione mi provoca un tuffo al cuore, lasciandomi tuttavia interdetta per la sua illogicità.
Che diamine significa?
Perché la cosa lo dovrebbe interessare?
L’importante è il risultato, no?
Resto in silenzio alcuni istanti prima di riacquistare a fatica la lucidità; ma a quel punto tutta la spavalderia che ostentavo fino a qualche attimo prima, si è come dissolta.
 
-“T-te l’ho già spiegato quando eravamo nell’abitazione di Mitsuhito-san!” - replico cercando di mantenere un tono più distaccato possibile – “Non possiamo sapere come reagirebbero se si sentissero minacciati. So anch’io che un attacco diretto sarebbe la soluzione più rapida ed efficace, ma non possiamo correre il rischio finché hanno in ostaggio la piccola Chiyo. Rischieremmo una carneficina, e io ho promesso a suo padre di riportarla da lui sana e salva.”
-“Non è comunque una buona ragione per andare da sola! Potremmo per lo meno andare in due. Verrei io!” propone speranzoso.
-“Un demone non è mai un buon biglietto da visita. Capirebbero immediatamente le nostre intenzioni! Non c’è altro modo, devo andare io. Devono sentirsi talmente sicuri di sé da abbassare la guardia. E quale cosa migliore di una fanciulla indifesa!”
-“È proprio per questo che è troppo pericoloso! Non puoi entrare da sola in un covo di banditi assetati di sangue! Per giunta seguaci di Naraku!”
-“Ho affrontato di peggio.” - replico punta nel vivo dalle sue insinuazioni – “E in ogni caso si può sapere a te che importa? Me la sono sempre cavata anche senza la tua supervisione, quindi continua pure ad ignorarmi come hai fatto finora, e io farò lo stesso!”
 
Sto per allontanarmi da lui e dai suoi timori assurdi, quando all'improvviso sento afferrarmi per un braccio. Non ho neppure il tempo di voltarmi per realizzare ciò che sta accadendo, che in pochi istanti mi ritrovo schiacciata tra la parete rocciosa alle mie spalle e…
…il corpo di Inuyasha.
Resto immobile mentre la stretta attorno al mio corpo si fa sempre più possessiva, quasi dolorosa.
 
C-cosa…?
 
Anche se non posso vederlo, so che il suo viso è nascosto nell’incavo del mio collo. Riesco a percepire chiaramente il suo respiro caldo infrangersi contro la mia pelle, provocandomi un brivido di piacere che si espande lungo tutta la schiena.
È un abbraccio così intimo, così…disperato, che, senza rendermene conto, una lacrima sfugge al mio controllo.
In quel contatto tanto agognato c’è qualcosa di nostalgico…di familiare, al quale non riesco in nessun modo a sottrarmi.
 
Sto forse impazzendo?
 
Restiamo così. Immobili.
Non saprei dire per quanto.
Attimi. Forse ore.
Finché è la sua voce a ridestarmi da quel senso di beatitudine.
 
-“Perché?” – domanda improvvisamente rompendo il silenzio – “Perché ti rifiuti di ascoltarmi? Perché, dannazione, perché? Cosa devo fare per convincerti a cambiare idea?”
Ad ogni parola sento la sua presa aumentare attorno al mio corpo in modo spasmodico.
 
Perché la mia incolumità è così importante per lui?
 
Improvvisamente, però, qualcosa nel tono della sua voce cambia. Rendendola più fredda.
-“Cambierebbe qualcosa se te lo chiedesse quel damerino?”
La sua domanda mi lascia interdetta. E adesso che gli prende?
-“Cosa c’entra adesso Hideki?” domando confusa dal suo repentino cambiamento d’umore.
 
Non capisco dove voglia arrivare…
Ma la risposta non tarda ad arrivare.
 
-“Sei innamorata di lui?” domanda secco, pronunciando quelle parole tutte d’un fiato; forse sperando che non riesca a coglierne il significato.
...Purtroppo, però, ho sentito benissimo.
-“Si può sapere che stai blaterando?!” ribatto furiosa e, se possibile, sempre più confusa.
-“Non hai motivo di fingere…vi ho visti.”
-“Visto COSA, di grazia?” replico irritata da tutto quell’alone di mistero.
Sto seriamente iniziando a perdere la pazienza.
-“Quella sera…la sera in cui tu e lui vi siete allontanati per parlare. Vi ho visti….”
-“COSA?!” sbotto mentre inizio a sudare freddo al ricordo della mia confessione a cuore aperto riguardo il mezzo demone che mi sta difronte. Che abbia sentito tutto?
-“Io…vi ho visti mentre……vi baciavate.” ammette come se pronunciare quelle parole gli costasse una fatica immane.
 
C-COSA?!
Immediatamente un flash di quella sera mi torna alla memoria: io che piango tra le braccia di Hideki dopo avergli confidato i miei timori. Il mio compagno che mi confessa di essersi sentito trascurato a causa del mio comportamento. E infine io che, in uno slancio di tenerezza, lo rassicuro con un bacio sulla guancia.
Con uno scatto repentino sciolgo, mio malgrado, quell’abbraccio morboso nel quale mi aveva imprigionata. Non riesco a decifrare l’espressione sul suo viso, ma non ho dubbi sul fatto che la mia sia di pura sorpresa.
Mi sento violata. Tradita.
-“T-tu eri lì? Ci stavi spiando?” domando attonita, mentre la sorpresa lascia il posto all’ostilità.
-“NO! Non è andata così! Cioè…in pratica sì…ma non era mia intenzione!” - tenta di giustificarsi in vano –“Ero venuto a cercarti…Miroku e Sango mi avevano detto che vi eravate allontanati, allora io-“
-“ALLORA TI SEI SENTITO IN DIRITTO DI VENIRE A SPIARCI?!” concludo al suo posto, ormai su tutte le furie, cercando di divincolarmi dalla sua stretta ancora salda attorno alle mie braccia.
-“Ero preoccupato…” confessa atterrito mentre le sue candide orecchie canine si abbassano impercettibilmente. Ma ormai neppure la tenerezza involontaria di quel gesto è in grado di dissolvere la rabbia che provo in questo momento.
-“Preoccupato di cosa?! Di quello che è il mio compagno di viaggio da tre anni a questa parte?!”
A quelle parole la sua espressione muta in una smorfia di dolore.
-“…qualcosa di più di un semplice compagno di viaggio, a quanto pare…” sussurra tra sé e sé, ma naturalmente da questa distanza mi è impossibile non sentire.
Non riesco a spiegarmelo…ma qualcosa in quelle parole mi ferisce.
Non me lo spiego…
Ma…
Nonostante la rabbia che provo nei suoi confronti…
Sento dentro di me la necessità impellente di rassicurarlo. Di dissipare i suoi timori infondati.
 
Timori dettati da cosa poi?
Assurdo…
Siamo due estranei…gelosi l’uno dell’altra.
 
Come se l’ira di quegli istanti si fosse dissolta, lascio cadere le braccia lungo i fianchi, costringendo le mani di Inuyasha a liberarmi dalla sua stretta.
Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi. Anzi, credo che da oggi in poi non riuscirò più a guardarlo come prima, memore di questo abbraccio così intimo e al contempo…così disperato.
Senza proferir parola mi allontano di qualche passo, dandogli le spalle.
Non riesco a vederlo, ma lo immagino ancora immobile nella posizione in cui l’ho lasciato, con lo sguardo celato dietro la frangia argentea.
 
-“Non so neppure perché te lo sto dicendo, ma… posso assicurarti che non era un bacio quello che hai visto. Non c’è nulla tra me e Hideki, se non una profonda amicizia.” asserisco risoluta senza neppure voltarmi, prima di sparire in tutta fretta in direzione del villaggio.
 
Non so perché.
Ma mentre corro a perdifiato attraverso il bosco…
…il mio cuore è finalmente più leggero.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il mattino seguente un raggio impertinente che filtra tra le assi di legno dell’abitazione di Mitsuhito-san, mi avverte che è giunta l’ora.
Per tutta la notte non sono riuscita a chiudere occhio, presa com’ero dai miei pensieri.
La gelosia di Inuyasha.
L’abbraccio.
Le fitte lancinanti alla testa.
 
È come se in qualche modo tutto fosse legato…
Ma per quanto ci abbia provato, non sono riuscita a venire a capo di nulla.
 
 
 
Quando finalmente anche gli ultimi dettagli sono ultimati, mi accingo a partire in direzione del covo dei banditi in compagnia di Mitsuhito-san.
Come avevo previsto mi ci è voluta tutta la mia arte persuasoria per convincere Inuyasha e Hideki che non era una buona idea accompagnarmi nei pressi del loro nascondiglio: era possibile infatti che Chiyo fosse stata istruita affinché avvertisse Razan e i suoi della presenza di demoni o altre presenze ostili. E noi non potevamo rischiare di essere scoperti ancor prima di avvicinarci.
Giunti nei pressi della grotta che funge da rifugio per la banda di Razan, Mitsuhito-san si congeda augurandomi per l’ennesima volta buona fortuna e premurandosi di farmi promettere che saremmo ritornate entrambe sane e salve.
 
Rimasta sola, studio accuratamente la zona.
Due uomini si trovano a guardia di quello che, a una prima occhiata, sembra essere il solo accesso.
Esco allo scoperto, dirigendomi senza esitazione verso i due scagnozzi che dal canto loro, anziché mettersi in posizione di difesa, si leccano le labbra in modo lascivo – e disgustoso – come due lupi affamati.
-“Ma guarda guarda…cosa abbiamo qui? Una ragazza che vaga sola soletta per la foresta…” – domanda il più alto dei due lasciando scorrere i suoi occhi lussuriosi su tutto il mio corpo, mentre l’altro – più basso e in carne – si limita a schioccare ritmicamente la lingua in segno di approvazione – “Per caso hai bisogno di aiuto, bellezza?”
Senza lasciarmi scomporre, mi avvicino ulteriormente mentre li osservo farsi sempre più spavaldi.
-“A dire il vero sì…” ammetto candidamente sfoderando il mio miglior sorriso disarmante.
-“Tutto quello che vuoi, dolcezza” ammicca il più basso iniziando già a strofinarsi le mani.
-“…Vorrei incontrare il vostro capo, Razan.”
 
Colti alla sprovvista dalla mia richiesta, i due si scambiano un’occhiata, indecisi sul da farsi. Dopo qualche attimo di esitazione, infine, è il più alto a prendere in mano la situazione…
…scoppiando in una sonora risata.
-“Hai sentito Doppo? La fanciulla vorrebbe incontrare il capo! Lascia perdere bellezza, piuttosto non preferiresti divertirti insieme a noi?” domanda l’allampanato poggiandomi una mano sulla spalla con fare amichevole.
 
Pessima mossa.
 
Con il minimo sforzo afferro la mano dell’uomo che, in una frazione di secondo, si ritrova a terra col braccio dolorante.
 
-“Ti ringrazio per l’offerta, ma ho proprio bisogno di vedere il vostro capo. Ho un affare da proporgli che potrebbe interessarlo…”
 
 
 
 
Pochi minuti più tardi vengo ricevuta al cospetto di Razan, scortata dai miei due “amici” Doppo e Bakin – che ancora si lamenta per il dolore al braccio.
Per un attimo resto sorpresa dalla vastità di quel luogo. Le pareti rocciose della grotta emanano un tanfo di umidità insopportabile, mentre l’unico spiraglio di luce in quell’antro buio è rappresentato da un piccolo cratere circolare sul soffitto che illumina proprio il “trono” di Razan, sul quale siede quest’ultimo affiancato da una bambina che avrà sì e no dieci anni.
Chiyo.
A una prima occhiata, seppure spaventata, sembra versare in buone condizioni.
 
-“Bene bene. Chi abbiamo qui?”
-“Il mio nome è Kagome e sono qui per proporti un affare.” asserisco senza troppi rigiri di parole.
Razan, il capo dei briganti che avevano raso al suolo Gokayama, è un uomo dalla figura tanto imponente da sembrare a stento umano. I capelli biondi e gli occhi color ghiaccio creano un contrasto quasi innaturale con la pelle abbronzata, segnata da innumerevoli cicatrici. La più visibile delle quali solca il suo viso dall’occhio destro fino alla guancia, conferendogli un aspetto ancora più inquietante.
-“Un affare dici eh?” – mi fa eco il capo dei briganti, strofinandosi la mano contro il mento come a voler valutare l’attendibilità della mia affermazione. –“E cosa mai potrà avere una ragazza come te da offrire a qualcuno come me?” domanda sardonico, suscitando l’ilarità dei suoi scagnozzi sparsi per tutta la grotta.
-“Io una mezza idea ce l’avrei, capo!” suggerisce qualcuno dalle retrovie, alimentando l’ironia generale.
-“Fate silenzio, branco di idioti!” sbotta secco Razan riportando immediatamente l’ordine, prima di rivolgermi nuovamente l’attenzione – “Prego, prosegui pure. Sono tutto orecchi.” mi sprona con quel ghigno impertinente sempre stampato sul viso.
-“Come dicevo, sono qui per proporti un affare. Uno scambio.”
-“Spiegati meglio.” mi intima visibilmente confuso.
-“Desidero barattare la libertà della piccola Chiyo con la mia.” affermo risoluta, attirando su di me gli sguardi sbigottiti di tutti i presenti. Compresa la stessa Chiyo che naturalmente è all’oscuro delle ragioni che stanno dietro la mia proposta.
Finché all’improvviso una fragorosa risata squarcia il silenzio.
 
-“E io cosa ci ricaverei?” - domanda divertito il capo dei briganti – “Non mi fraintendere tesoro! Per te avrei già in mente qualcosina di molto divertente…” - afferma con fare allusivo, passandosi la lingua sulle labbra – “Ma per quanto mi piacerebbe, non posso proprio lasciare andare la nostra Chiyo. Sai lei è…speciale!” ammette mellifluo mentre accarezza la testa di una Chiyo decisamente terrorizzata.
Assisto alla scena con una smorfia di disgusto, trattenendo a stento un moto di rabbia.
Bastardo.
Appena Chiyo sarà fuori di qui non avrò un briciolo di pietà.
Imponendomi di mantenere la calma, faccio un respiro profondo e riprendo a parlare.
-“Sono a conoscenza degli straordinari poteri di Chiyo-sama. Ma so anche che a voi ne interessa uno in particolare.” – mi soffermo un istante per valutare la reazione di Razan che si è improvvisamente fatto serio –“A voi interessa solo la sua capacità di percepire i frammenti della Sfera, non è forse così?”
 
Anche se per un attimo, scorgo una strana luce negli occhi del capo dei banditi, che tuttavia viene ben presto sostituita dall’ennesima risata beffarda.
-“Ora capisco…. È stato quel codardo di Mitsuhito a mandarti!”
 
Al nome del padre, gli occhi della piccola Chiyo si illuminano di speranza, iniziando a vedermi non più come un’estranea ma come un’inattesa alleata.
 
-“Sì, ho incontrato Mitsuhito-san e sono venuta a sapere dell’attacco a Gokayama e del rapimento di sua figlia, ma non è stato lui a mandarmi. Che tu ci creda o no si è trattato di una scelta volontaria.”
-“La cosa ti fa onore…” replica con finta ammirazione il capo dei banditi, sempre con quel sorrisetto beffardo stampato sul viso –“Tuttavia non mi hai ancora detto cosa avresti da offrirmi in cambio della bambina.”
 
Alla sua domanda, però, sono io a sorridere compiaciuta.
 
-“I miei poteri.” affermo risoluta.
 
Una risata più fragorosa delle altre scuote Razan, che sembra sul punto di soffocare, seguito a ruota dai suoi scagnozzi.
 
-“E tu vorresti farmi credere che anche tu possiedi i poteri di una miko?” domanda il capo dei banditi ancora scosso dalle risate.
-“Non ho mai detto questo.” replico pacata. La sua reazione era più che prevedibile.
-“Allora mi stai dicendo che anche sei in grado di percepire la presenza dei frammenti della Sfera?”
-“No. …So fare molto meglio.”
-“Ovvero?”
-“Io posso vedere i frammenti della Sfera”
 
Le risate cessano all’istante grazie a un cenno della mano di Razan, che ora mi osserva con divertito interesse.
 
-“Dimostramelo.” mi sfida con aria supponente –“Se sei davvero in grado di vedere i frammenti della Sfera, ti sarai sicuramente già accorta che in questa stanza c’è una di quelle gemme.”
Con la coda dell’occhio vedo gli scagnozzi di Razan scambiarsi delle occhiate confuse.
A quanto pare neanche loro lo sanno.
-“Puoi scommetterci.” replico, ricambiando il ghigno di sfida.
-“E dunque?”
 
-“Il frammento si trova dietro il tuo occhio destro.”
 
Un brusio generale si diffonde nelle retrovie, confermandomi l’ipotesi che neppure i suoi tirapiedi ne fossero a conoscenza. Tuttavia, tutto tace nel momento in cui Razan si alza con calma studiata dal suo trono, fermandosi proprio davanti a me.
Da questa distanza mi è impossibile non notare il ghigno famelico che accompagna la scintilla di avidità che illumina quegli occhi gelidi.
Osservo immobile la sua mano sollevarsi fino all’altezza del mio viso per poi posarsi sotto il mio mento. Il contatto con quella pelle ruvida mi provoca un brivido di ribrezzo che corre lungo tutta la schiena, ma cerco di dissimularlo.
Devo resistere ancora un po’, e poi finalmente cancellerò per sempre quel ghigno dalla sua faccia.
Con lentezza esasperante avvicina il viso al mio quanto basta per sentire il suo respiro sulla mia pelle.
 
-“Affare fatto, dolcezza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
Ciao a tutte fanciulle!!! <3 no, non sono un miraggio, sono proprio io!!
Come vi avevo anticipato nello scorso capitolo è passato un po’ di tempo dall’ultimo aggiornamento…>___<
Beh…per lo meno ho mantenuto la promessa! ;)
Non starò qui a giustificarmi come al solito perché sto iniziando a diventare ripetitiva, quindi passiamo direttamente al capitolo!
Come avete potuto notare abbiamo diverse new entry: la piccola Chiyo, suo padre e Razan e i suoi scagnozzi. Vi anticipo già che non si tratterà di personaggi che ricorreranno nei prossimi capitoli (eccezion fatta per il successivo e forse quello ancora dopo): tuttavia avranno una funzione molto importante ai fini della storia ;)
Nella sua staticità possiamo dire che in questo capitolo sono successe diverse cosucce:
-KIKYO SI E’ FINALMENTE TOLTA DALLE BALLE! Tirate fuori coriandoli, mortaretti e stelle filanti! *-*
……ma sarà vero?
-Kagome sta pian piano prendendo coscienza dei suoi sentimenti per Inuyasha, ma……cosa significheranno quelle fitte lancinanti?
-Inuyasha proprio non riesce a fare finta di niente e a mettere da parte la sua apprensione nei confronti di Kagome, il che lo spinge a gesti impulsivi come l’abbraccio che ha mandato Kagome in brodo di giuggiole *-*
-Abbiamo avuto inoltre modo di vedere una Kagome molto cambiata, più spericolata ma allo stesso tempo più consapevole della propria forza e dei propri poteri (anche se dalle sue parole possiamo dedurre che sia all’oscuro del suo ruolo di sacerdotessa), in grado di tenere testa a una banda di briganti sanguinari.
Non so voi ma io ho sempre sognato di vederla così *-*
Comunque per ora sembra che tutto stia procedendo secondo i piani per la nostra Kagome……ma sarà davvero così?
-Infine abbiamo fatto la conoscenza di Razan, un personaggio ambiguo che sembrerebbe affiliato a Naraku e che….rullo di tamburi…possiede un frammento della Sfera! Ma per saperne di più dovrete aspettare il prossimo capitolo ^-^
 
Vi posso solo anticipare che ci saranno degli imprevisti che manderanno in fumo il piano di Kagome, mettendola in una brutta situazione…….
Ma non posso dirvi altro! ^-^
 
Spero che nonostante i tempi biblici la storia desti ancora il vostro interesse >_<
Da parte mia, come ogni volta, non sono soddisfatta di come è venuto fuori il capitolo, quindi mi rimetto a voi! ^-^ Accetterò ogni critica e consiglio! ^-^
Grazie a chi continua a seguirmi, a commentare, a supportarmi o anche solo a leggere senza esprimersi! <3
Ps: spero non ci abbiate trovato troppi errori >.< purtroppo non ho avuto modo di revisionarlo prima di pubblicarlo…mi ci sarebbero voluti altri giorni e stavo cominciando a diventare impaziente! In ogni caso provvederò nei prossimi giorni! ^-^
Un bacione enorme! <3
 
Dadina91

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