Fedeltà di sevy (/viewuser.php?uid=60790)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi dopo la battaglia ***
Capitolo 2: *** Festa a sorpresa ***
Capitolo 3: *** Un ballo inaspettato ***
Capitolo 4: *** Per una collana... ***
Capitolo 5: *** Vanità ***
Capitolo 6: *** Proposta da un vecchio amico ***
Capitolo 7: *** Alba ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Ricordi dopo la battaglia ***
Fedeltà
Minerva McGrannitt era sola nel suo
ufficio. Quella guerra che sembrava interminabile era finita. Finalmente. E
d'ora in poi ci sarebbe stata pace. Per tutti... fuorchè per lei. Per lei
sarebbero tornati quei pensieri, che da troppo tempo l'assillavano.
Si appoggiò ad una parete. Quando mai era stata così irrazionale? Quando mai si
era lasciata andare così apertamente? Ma ora, ora che era finita, tutte le
tensioni le si scaricavano addosso e non riuscì più a trattenersi.
Una lacrima, solitaria, le rigò il viso.
Quanto tempo era passato? Già, quanto tempo? Dall'ultima volta che lo aveva
visto. Dall'ultima volta che lui le aveva sorriso, di quel sorriso che per lei
valeva tutto l'oro del mondo, di quel sorriso per cui avrebbe scalato il monte
più alto a mani nude pur di ottenerlo...
Hogwarts, molti anni prima
Minerva McGrannitt sentì il Cappello Parlante pronunciare: Grifondoro!, e,
felice, andò a sedersi dai suoi compagni di casa. A quel che aveva sentito dire
era una casa molto rispettabile. Era emozionata, era il suo primo giorno di
scuola. Voleva essere una grande strega. Alzò lo sguardo verso il tavolo degli
insegnanti. Incontrò lo sguardo di uno degli insegnanti, giovanissimo, a quanto
pareva, doveva essere nuovo. Lui stava applaudendo in modo educato, e le
sorrise, guardandola ancora con quello sguardo al di sopra degli strani
occhiali a mezzaluna. Uno sguardo limpido, azzurro. Minerva McGrannitt si trovò
persa in quegli occhi che in futuro avrebbe amato per tanto tempo... Sorrise
timida e si sedette.
"Sai il nome di quell'insegante lì?" chiese, un po' impaurita, alla
sua vicina.
"Quello con gli occhiali, dici? No... credo sia nuovo. è molto giovane...
dovrebbe insegnare trasfiguarzione... chissà com'è. Sai, da quello che dicono è
una delle giovani menti più brillanti che Hogwarts abbia sfornato da
decenni..." le rispose lei.
Minerva assentì.
"Piacere, comunque, io mi chiamo Augusta." disse lei con un sorriso.
"Ciao... io sono Minerva."
"Che bel nome... sapevi che era il nome di una dea romana? La dea della
saggezza..." Sorrise lei. "Effettivamente hai l'aria di una persona
piuttosto intelligente."
Minerva McGrannitt le sorrise, ma non riuscì a dire altro.
In quel momento il preside si alzò in piedi.
"Vorrei dare il benvenuto ad un nuovo insegnante del corpo docenti...
Albus Silente!"
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Capitolo 2 *** Festa a sorpresa ***
Festa a sorpresa
Ecco un altro capitolo... spero che vi
piaccia! Recensite, per favore... anche critiche sono ben accette,
purchè costruttive!
Minerva McGrannitt era così immersa nei suoi pensieri che non sentì quei passi
avvicinarsi fino a quando non furono molto, troppo vicini alla porta della
Presidenza. Allora si scostò dal muro a cui si era appoggiata e, facendo in modo
di tornare impassibile, si sedette alla scrivania come se non aspettasse
nessuno, tranquilla, a scartabellare fra i vari moduli d'ufficio. Non che in
quel periodo ci fosse poco da fare, dopotutto. Tutto quello che era
successo...
"Professoressa, la disturbo?". Una faccia molto familiare aveva
fatto capolino dalla porta.
"Harry, come potresti disturbare? Hai salvato
tutti noi e credi davvero che io non abbia del tempo da dedicarti?" rispose lei
con un sorriso in parte sincero.
"Non ho fatto altro che il mio dovere..." si
schermì lui, tuttavia dovette riconoscere che quel compliemnto da parte
dell'austera professoressa gli aveva fatto davvero piacere.
"Comunque non si
preoccupi, non sono qui per portarle brutte notizie... Volevo solo invitarla al
banchetto di fine anno... Voglio dire, dopo tutte queste emozioni sono tutti
decisamente più agitati, quindi la festa si preannuncia molto divertente. Lei
non viene? Dopotutto è una di quelli che più ha contribuito alla sconfitta di
Voldemort... insieme a Silente e agli altri dell'Ordine, naturalmente." completò
lui allegro.
"Festa? E posso sapere chi di grazia ha organizzato questa
festa, Potter?" chiese lei stringendo le labbra.
"Vedo che sono tornate le
vecchie abitudini... Be' a dire la verità siamo stati noi... voglio dire io,
Ron, Hermione, Ginny, Luna e Neville a pensarci... poi ci hanno supportato anche
i Weasley e, contro ogni previsione, anche Draco e la sua famiglia... così con
il permesso di uno dei consiglieri di Hogwarts e, naturalmente, di tutti gli
insegnanti, abbiamo organizzato questa... ehm...sorpresa!"
Minerva McGrannitt
sospirò.
"Potter, se non fosse che hai appena salvato il mondo magicco questa
tua "sorpresa" sarebbe severamente punita, tuttavia, dato che si da il caso che
ciò sia avvenuto... "
"Grazie professoressa!" Harry sorrise felice. Si vedeva
che era cresciuto ed era diventato un uomo, tuttavia Minerva fu contenta di
trovarvi ancora una traccia di un'infanzia rubata al tempo.
"Aspetta Potter!
Non ho detto che verrò!" aggiunse mentre lui si stava precipitando giù dalle
scale.
"Oh, ma professoressa, sarebbe davvero un peccato non venire! è già
tutto organizzato! E poi, la signora Weasley insiste davvero tanto.. C'è anche
una persona che dice di non vedere l'ora di rivederla!" sorrise lui con tono
enigmatico.
"Cosa...? Potter! Vieni subito qui!" gli urlò dietro la
professoressa McGrannitt.
"Vorrei, davvero, ma ora non posso!" rispose Harry,
che di sicuro si stava divertendo un mondo.
"Cosa vuol dire non puoi, Potter?
Qui siamo a scuola! Potter!" Ma ormai Harry era sparito dietro i gargoyles e non
c'era più speranza di riportarlo indietro.
Minerva McGrannitt si chiese cosa
intendesse con una persona che voleva rivederla... chi mai poteva essere? Decise
di indossare un abito elegante (ma ovviamente nel suo stile, quindi austero e
rigoroso) e si sistemò con cura i capelli nella sua solita crocchia che teneva
ben stretta sulla nuca.
Poi scese in Sala Grande, curiosa di scoprire chi
fosse la persona attesa.
Allora?
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Capitolo 3 *** Un ballo inaspettato ***
Un ballo inaspettato
Grazie mille a Pervinca Potter 97 che mi ha recensito! Ecco un nuovo capitolo più lungo e con un altro ricordo! Spero vi piaccia!
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"Augusta!" esclamò vedendo l'anziana signora arrivare a fianco del nipote, con
sincero stupore.
Ecco. Ci mancava proprio lei. Come se non fosse
abbastanza difficile dimenticare il passato.
"Non fare quella faccia,
Min, e saluta la tua vecchia amica!" rispose lei con un gran
sorriso.
"Suppongo che sia tu l'organizzatrice di questa faccenda, vero?"
rispose Minerva con una smorfia, ma con lo sguardo che lasciava intendere che
non l'aveva presa male.
"Io? Ma come può venirti in mente? Mai fatto una cosa
del genere!" rise lei.
"Ah. Allora era l'altra Augusta Paciock che aveva
organizzato una festa in sala Comune al terzo anno, vero?" chiese Minerva
McGranitt.
"Ehm... d'accordo, però quello era un evento che lo meritava
proprio! Silente al Winzengamot! E per di più così giovane! Non che questo non
sia un evento degno di nota, anzi... Minerva, sciogliti un po'! Abbiamo vinto,
tu-sai-chi è stato sconfitto! Non c'è niente che vada male..."
Minerva sentì
il cuore stringersi quando lei nominò il nome di Silente. Ancora. Non bastavano
i suoi pensieri... tutte le volte che sentiva il suo nome o qualcosa riferito a
lui era come ricevere direttamente una pugnalata al cuore.
Eppure, neppure
allora sentire il suo nome la lasciava indifferente...
Hogwarts, terzo
anno di Minerva McGranitt, Sala Comune di Grifondoro
"Sei proprio cotta,
vero Min?" chiese una voce allegra, vicino ad una ragazza dai capelli marroni
raccolti in trecce, china sui libri.
"Non è vero, Augusta! Smettila!" rispose
lei infastidita, senza riuscire però ad evitare di diventare rossa come un
pomodoro.
"Guardati come sei rossa! Ma se passi tutte le lezioni di
trasfigurazione a fissarlo!"
"Si chiama stare attenti alla lezione" replicò
Minerva.
Augusta sbuffò.
"Chissà come mai non stai mai così attenta a
pozioni, allora!"
"è.. è... semplicemente mi piace più trasfigurazione di
pozioni, ok? Non è un crimine!" Minerva sembrava avere esaurito le
risposte.
"Ah. Più che altro è il professore di trasfigurazione ad
interessarti più di quello di pozioni."
"NON..MI..PIACE..LUI!"
"Non riesci
neppure a dire il suo nome!" la prese in giro Augusta.
"ALBUS SILENTE!"
Minerva si girò con il cuore a mille.
"Cosa?" chiese ansiosa. Augusta la
guardò di sottecchi ridendo.
"Albus Silente è appena riuscito ad entrare nel
Wizengamot. è il membro più giovane da secoli!" spiegò il ragazzo che era appena
entrato.
"Be', ci vuole una bella festa! Dopotutto è il capo della nostra
casa!" gridò Augusta, entusiasta.
"Che cosa? Augusta..." la supplicò Minerva.
Perchè doveva sempre avere le sue idee strampalate? Era sicura che si sarebbero
messe nei guai.
"Non preoccuparti di nulla! Oggi alle sette qui in sala
comune! Fate girare la voce fra i grifondoro! Pensiamo noi due a tutto!" disse
indicando il ragazzo, che si lasciò subito prendere dall'entusiasmo di
lei.
Puntualmente, alle sette la sala Comune si riempì, con
disapprovazione di Minerva, ufficialmente perchè voleva studiare, in realtà (ma
non riusciva a confessarselo neppure a se stessa) perchè temeva di far
arrabbiare Silente.
La sala comune era addobbata con giganteschi poster di
Silente che sorrideva con la scritta: "MIGLIOR GRIFONDORO, MIGLIOR PROFESSORE E
ORA PIU' GIOVANE MEMBRO DEL WINZENGAMOT" su una targhetta fatta comparire nella
sua mano, unica opera a cui Minerva aveva acconsentito di aderire, e orgoglio
della casa. Inoltre tantissimi striscioni con la scritta ALBUS SILENTE,
uccellini dorati che volavano per la sala (Augusta si era premurata di dare
un'occhiata agli appunti di Minerva) e un tavolo pieno di cibo preso in cucina.
Ad un colpo di bacchetta di Augusta iniziò anche la musica, inizialmente lenta,
poi sempre più forte e veloce, al cui ritmo tutti iniziarono a ballare, con
brindisi ad Albus Silente. Inutile dire che il baccano era tale che avrebbe
risvegliato anche i morti, così verso le nove si presentò alla porta... chi, se
non proprio lui, Albus Silente?
Gettò uno sguardo divertito ai poster e agli
striscioni e agli alunni scatenati, poi a Minerva, l'unica seduta su una
poltrona con il libro di trasfigurazione in mano.
"Così qui l'unica a
studiare è la signorina McGranitt?" chiese sorridente. Lei arrossì. calò il
silenzio, tutti aspettavano la sua prossima frase.
"Mia cara, per oggi penso
possa bastare, non le pare? Le do il permesso di venire impreparata alla mia
lezione, domani, per quanto lo ritenga impossibile. è ora di divertirsi un po'."
rise. tutti felici tornarono a ballare, fra numerosi "Urrà per Silente!". Lui si
diresse verso di lei, le prese una mano, sorridente, e la portò a ballare.
"Dovrebbe imparare a rilassarsi un po', Minerva." Ecco fatto. L'aveva chiamata
per nome. Lei era radiosa e si abbandonò al ballo più bello della sua vita. Da
un angolo Augusta la guardava sorridendo maliziosa.
Per quella sera a minerva
non importò niente di nulla ciò che accadde. Aveva ballato con LUI. Lui le aveva
sorriso. Per lei questo valeva tutto, era pronta ad amarlo per il resto della
vita senza che lui se ne accorgesse.
"Suppongo che quei poster siano opera
sua, Minerva" sorrise Silente indicandoli.
Lei annuì arrossendo.
"Lo
immaginavo. Solo la migliore studentessa del mio corso poteva essere in grado di
fabbricarne di così perfetti."
"Anche allora eri restia alla
festa, Min. Non pensi che anche questa volta potrebbe andare bene?" chiese
Augusta, facendola tornare al presente.
Minerva sorrise triste.
"Penso che
qualunque cosa io dica non faccia differenza, non è vero? Con te è sempre stato
così."
"Esatto, quindi sarebbe più elegante da parte tua dare il consenso
alla festa e basta" Neville guardò la nonna stupito.
"Penso di sì." Minerva
sorrise.
"Lo sapevo Min! Grazie!" Augusta riprese parte di sè da ragazza e la
abbracciò felice.
"E, Minerva... cerca di divertirti." aggiunse con un
sorriso .
"Con te è impossibile che avvenga il contrario, Augusta" replicò
lei.
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Capitolo 4 *** Per una collana... ***
Per una collana...
Nuovo capitolo, sperando sempre in qualche commento... spero vi piaccia. Buona lettura!
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La festa si rivelò, come previsto, sfarzosa e una delle migliori che
Hogwarts avesse ospitato.
Le armature erano state stregate in modo da fungere
da camerireri (Ron aveva insistito, appoggiato fermamente da un'orgogliosissima
Hermione, perchè gli elfi domestici fossero lasciati in pace), le statue di
pietra cantavano inni di gioia a chiunque passasse loro davanti, volavano
numerose saette, che ogni tanto esplodevano in dorati coriandoli che riempivano
chiunque avesse la sfortuna di trovarsi nelle vicinanze. Inoltre la Sala Grande
era stata liberata da tutti i tavoli, tranne quello degli insegnanti, che era
stato trasformato in un palco, messo in perpendicolare alla stanza. Le luci
magiche saettavano per la stanza fornendo un'illuminazione molto movimentata, a
seconda del ritmo di musica cambiavano. Inoltre - di sicuro un'idea di Augusta-
erano stati messi dei poster di Harry Potter con in mano un boccino che recava
la scritta "VOLDEMORT E' UN'ERA PASSATA!". Inoltre la Sala Grande, che già di
per sè era enorme, era stata ulteriormente ampliata.
Augusta non aveva
scherzato, quando aveva detto che avrebbe invitato molta gente: sembrava che il
flusso di persone che stavano entrando dal cancello non dovesse mai finire:
c'erano tutti quelli dell'ordine, tutti gli studenti, molti anche degli anni
precedenti, quasi tutti i genitori, quasi tutto il ministero della magia al
completo - Pius O'tusoe aveva preferito rimanere a casa a riprendersi del tutto
- e naturalmente tutto il corpo docenti di Hogwarts. C'era davvero di che
riempire la scuola.
Minerva sorrise guardando ammirando stupita la sala. Si
era cambiata, dopo una discussione con Augusta, l'abito, e aveva indossato
quello che le aveva regalato lei il natale precedente, sperando che lo
indossasse (vana speranza, aveva pensato allora). Era nero (Minerva non
indossava più altro), e molto più attillato, e risaltava la bellezza che Minerva
per tanto tempo aveva voluto nascondere. Su un punto, però, era stata
irremovibile: non avrebbe sciolto la stretta crocchia per nulla al
mondo.
"Stai benissimo, Min!" esclamò Augusta allegra vedendola a bocca
aperta davanti ai suoi "lavori di restauro" alla scuola. "I poster sono un'opera
mia. Ho imparato da un'ottima insegnante..." sussurrò poi
sorridendole.
Minerva non potè evitare un sorriso, forse il primo sincero
della serata.
"Così mi piaci, Min! Su con la vita, trovati un cavaliere e
balla!" Disse correndo via.
Minerva rise. Sentiva il bisogno di tornare una
ragazza, una volta tanto, di dimenticarlo.
La rincorse fino all'altra parte
della Sala. Gli studenti si girarono stupiti piacevolmente di una professoressa
McGranitt una volta tanto felice e così... umana.
"Lo sai che nessun
cavaliere potrebbe volermi!" fece notare Minerva all'amica.
"Perchè? Fino ad
ora non ti ho mai visto ad un ballo senza cavaliere!" le fece notare
maliziosamente.
"Facciamo un patto, ognuna di noi invita a ballare la prima
persona che vede passare, d'accordo?" propose di nuovo.
"Decisamente la tua
faccia tosta non si ferma di fronte a niente, vero? Hm... d'accordo, ci sto!"
rispose lei decisa. Quella serata non si sarebbe fermata di fronte a
niente.
"Ah, ecco..." Augusta aveva già trovato il prescelto. "Signor
Ministro, mi degnereste di questo ballo?" chiese lei sfacciatamente. Il
neo-minstro Kingsley Shackebolt si girò stupito, ma vedendo chi fosse a
richiederlo, acconsentì con un inchino.
"Tocca a te, se hai il coraggio"
sussurrò all'amica.
"Oh, sì che ho il coraggio!" rispose Minerva stupita di
sè stessa.
"Oh no.. dimmi che mi sono sbagliata... accidenti è lui!" gemette
Minerva McGranitt. Augusta sbuffò cercando di nascondere un
risolino.
"Horace, hai voglia di ballare?" Ecco. L'aveva fatto davvero. Non
poteva essere.
"E c'è bisogno di chiederlo? Scendi in pista, Minerva! Anzi,
sai che ti dico? Noi due siamo degni del palco!" rispose Horace
Lumacorno
"Oh, no davvero, non c'è bisogno..." provò a dire lei, ma senza
risultato. Si trovò in centro alla pista, sotto gli occhi divertiti (oh, ma li
avrebbe distrutti lei,se avessero provato a fiatare!) di studenti e
professori.
Vicino a lei si trovavano Hermione e Ron, lui impegnatissimo a
cercare di non pestarle i piedi, lei a cercare di schivarli, Neville e Luna,
svagata come al solito e -il cuore di Minerva ebbe un tuffo, eppure ormai
avrebbe dovuto esserci abituata - Ginny e Harry, che si stavano baciando alla
fine di una canzone romantica.
"Finalmente ti sei accorta di me!" disse
Lumacorno, con il suo solito tatto da troll di montagna "Finchè c'era Silente
ballavi solo con lui! Ho capito le questioni burocratiche, ma io sono più
affascinante, non è vero?" provò a fare il cascamorto. Ma, decisamente, aveva
scelto il metodo sbagliato.
Minerva disse addio alla bella serata e si
maledisse per l'accompagnatore poco galante, ingoiando le lacrime bollenti che
premevano per salire.
Lui la condusse sulla pista. Nonostante le previsioni,
era un ottimo ballerino. Ad un certo punto lui le portò una mano ai capelli,
cercando di scioglierle la crocchia.
"No" disse lei, pacata, ma
decisa.
Lui scostò la mano, non molto toccato. Evidentemente aveva altre
risorse.
"Sai, sei bellissima. Con una collana saresti perfetta." le sorrise
galantemente.
Sulle rive del lago, poco dopo i MAGO di
Minerva
Una figura femminile, in un bellissimo abito verde scuoro era
seduta sulle rive del lago, malinconica, e fissava un punto imprecisato davanti
a sè. Proprio non aveva voglia di tornare al ballo che si stava tenendo. Come se
ci fosse bisogno di ricordarle che era l'unica ragazza della scuola senza
fidanzato. Be', c'era un aspirante, a dire la verità. Tom Riddle la stressava da
mesi, anzi sarebbe più corretto dire anni, per potere uscire con lei, ma lei,
per quanto attratta da lui, non si sentiva di tradire il suo più grande amore,
anche se non aveva la minima possibilità di farsi notare da
quest'ultimo.
"Minerva" Lei trattenne il respiro. Quella voce. No, non si
sbagliava. Ma non poteva essere lui. Non si girò, aveva paura di essersi, ancora
una volta, immaginata tutto, di far svanire il sogno che si stava avvicinando a
lei.
Silente si sedette accanto a lei e le prese delicatamente il mento fra
le mani. Lei voltò docilmente il viso dove la conducevano le sue mani, così
rassicuranti.
"Come mai non sei al ballo? Te lo meriteresti, hai avuto dei
MAGO straordinari! L'unico alla pari con te è stato Tom Riddle, ma oserei dire
che tu abbia più.. come si dice? ah, sì... classe di lui." Silente
sorrise.
"Non direi, è il ragazzo più quotato della scuola" rispose
lei.
"Io preferisco mille volte te, Minerva." lei fremette un attimo e
sorrise sotto la luce della luna, spuntata proprio in quel momento da dietro una
nuvola, come a volerla mettere in imbarazzo, ma lui parve non
accorgersene.
"Non ci vedremo più dopo domani, allora?" chiese lui con tono
leggero.
"Oh... be', veramente pensavo di rimanere qui ad insegnare, ho
sentito che la professoressa di difesa andrà in pensione." ammise lei.
"E si
può sapere come fai a saperlo?" chiese lui divertito.
"Io... oh.. be'... "
esitò la ragazza. "Ero presente ad uno dei festini del professor Lumacorno, e
Tom si è fatto sfuggire qualcosa."
Una ciocca di capelli le sfuggì alla
crocchia. Lei stava per sistemarsela, quando lui el prese delicatamente un
polso.
"Non torturarli sempre, sono così belli..." così dicendo, con un unico
gesto fluido le sciolse i capelli corvini, che ricaddero come una cascata sulle
spalle, belli e lucenti come non mai.
Minerva gli sorrise timida.
"Non mi
ha mai visto nessuno così" ammise piano. Ma perchè l'aveva detto?
Silente non
la prese male e le sorrise.
"Sono onorato di essere il primo... Ma ti manca
qualcosa." disse poi dopo un attimo di riflessione, serio.
Lei trattenne il
fiato.
"Chiudi gli occhi, Minerva."
Lei obbedì senza pensarci.
Lui
venne dietro le sue spalle e fece scivolare qualcosa sul suo collo, toccandola
gentilmente.
"Ecco, guarda, ora sei perfetta."
Lei si vide riflessa
nell'acqua (indubbiamente un altro bel lavoro di Silente)
Aveva al collo una
collana d'argento a forma di cuore, con una pietra color verde scuro incastonata
al centro.
"è... bellissima..." disse senza fiato.
Lui le porse una mano
aiutandola ad alzarsi.
"Oh no, mia cara, sei tu a renderla bellissima"
rispose.
"Grazie, professor Silente!"
"Fra poco saremo colleghi, dovrai
abituarti a chiamarmi Albus, Minerva"
Lei non rispose ma si limitò a fissarlo
nei suoi bellissimi occhi azzurri.
Dietro di lei, qualcuno stava
osservando la scena, ma lei non l'avrebbe mai saputo, se non molto tempo
dopo...
"Sì, dicevo, ci vorrebbe una bella collana, Silente ha mai
pensato di dartela, Minerva?" stava continuando imperterrito Lumacorno. Minerva
si ritrovò a correre via, con le lacrime agli occhi, sperando che nessuno
l'avesse notata.
"Ma Minerva, dove vai?" urlò lumacorno. Tutta la sala si
voltò a guardare, ma la vide solo di spalle, mentre correva verso un luogo dove
potesse essere finalmente sola e rinchiudersi di nuovo nel dolore che aveva
sperato di evitare per una sera.
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Capitolo 5 *** Vanità ***
Vanità
Un
grazie di cuore a danyan e a lady_bella per le meravigliose
recensioni!! Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento...
Per
danyan: in questo capitolo dovresti trovare risposte ad un paio di tue
critiche, in particolare all'eccessiva dolcezza di Albus nella scena
del ballo... buona lettura!
Quando Minerva fu arrivata al suo
ufficio, aveva già gli occhi asciutti. Era una persona pratica, razionale. Decisamente
non una da piangere per ore, anche se ammise che ogni tanto le sarebbe piaciuto
lasciarsi andare…
Arrivata in presidenza, si sedette
alla scrivania e cominciò a lavorare, come se niente fosse. Decisamente,
preferiva il lavoro a tutta quella confusione.
“Sei tornata così presto, Minerva?”
chiese il dipinto di Silente, sornione.
“Lo sai che non mi piacciono le
feste, Albus.” Ribattè lei, con calma apparente, rimanendo girata. Chissà se
Silente aveva mantenuto la capacità di leggerle nel pensiero anche ora che era
un quadro…
“Sì, lo so… almeno questa volta non
eri in Sala Grande a leggere un libro, voglio sperare?” chiese lui con un
occhiolino che lei non potè vedere e il tono divertito.
“Ovviamente no, Albus…” sorrise
Minerva.
“Ti ricordi ancora di quel ballo,
Minerva?” chiese lui, stupito.
“Intendi quello durante il quale hai
ballato con più o meno tutte le ragazze di Grifondoro, Albus?” chiese lei
allegra. Era strano, ma parlare con lui le dava sempre sollievo. Era incredibile
di come riuscisse ancora a darle conforto, seppure fosse un quadro, ormai…
“Oh, andiamo, Minerva, non sarai
gelosa, vero?” rise Albus, gli occhi azzurri che brillavano di una luce
divertita.
Minerva si girò, la bacchetta in
mano.
“Non pensare che solo perché sei un
quadro puoi permetterti queste insinuazioni con me, Albus...” minacciò lei, il
tono basso ma vagamente divertito. “Lo sai che non ho assolutamente problemi a
trasfigurarti in un grazioso soprammobile…” sorrise ancora.
“Be’, penso che l’ufficio sarebbe
notevolmente più tranquillo…” rispose Silente, per nulla preoccupato.
“Pienamente d’accordo con te, Albus.”
Convenne lei. “Devo dunque dedurre che tu abbia piacere a trasformarti in un
soprammobile?” chiese, con le sopracciglia inarcate.
“Per niente Minerva. So che non ti
divertiresti più, senza di me…” rispose senza abbandonare il tono divertito.
La professoressa di Trasfigurazioni
sbuffò.
“Mi divertirei almeno il doppio,
Albus… “ rise, sapendo ovviamente di non essere sincera.
“Cambiando argomento, sono stato giù
in Sala Grande a fare un giretto, giusto per un attimo… Bel cavaliere, Minerva!”
sorrise, riferendosi a Lumacorno.
“Sarebbe stato meglio ballare con un
manico di scopa!” rispose Minerva, che nutriva ancora un certo risentimento nei
confronti di Lumacorno.
Si sentì un bussare, e all’”avanti!”
di Minerva McGranitt entrarono due persone.
“Augusta! Non dovresti essere a
ballare? Horace…” accennò un piccolo inchino.
“Tu parli! Come mai sei scappata
così?” chiese Lumacorno, fra il preoccupato e l’irritato.
“Ehm… ecco… avevo del lavoro in
arretrato, sai com’è, e volevo finirlo entro oggi, solo che mi ero dimenticata…”
tentò di spiegare Minerva.
“Sì, come no!” interruppe Horace. “Le
stavo solo suggerendo di mettersi una collana, e improvvisamente scappa!”
spiegò ad Augusta Paciock.
“Ah, Horace… mai dare consigli di
bellezza ad una donna!” sospirò Augusta, traendo fuori d’impaccio Minerva. “In
particolare non a Minerva, non si direbbe mai ma è una donna estremamente
vanitosa..” aggiunse con un sorriso.
“Ehi!!” replicò l’amica.
“Ah, capisco… inizio a capire molte
cose di te, Minerva… dovresti lasciarti più andare, cara mia…” sorrise
Lumacorno che aveva presto recuperato il buonumore.
“Non ci penso proprio” replicò
Minerva, con il solito tono austero e severo.
“Be’, noi torniamo giù a ballare,
Horace, ti va?” chiese Augusta, ottenendo subito l’approvazione di Lumacorno,
che aveva più voglia di divertirsi che di stare lì a parlare. “Se dopo ci
vorrai raggiungere, sarai la benvenuta, Min…” aggiunse.
“No, penso che finirò il mio lavoro,
qui…” sorrise Minerva.
“Ah… ho vinto la scommessa!” sentì la
voce di Augusta urlare prima di scomparire giù di sotto.
“Non ci provare, io ho ballato!”
replicò Minerva.
“Sì, ma io non ho scaricato il mio
cavaliere!” così dicendo, tornò in Sala Grande, molto allegra. In effetti, era
molto difficile vedere Augusta Paciock di malumore…
La professoressa sorrise. Doveva
ricordarsi di ringraziarla per quel gesto.
Un risolino da dietro la distrasse.
“Ah, Minerva, Minerva… proprio una
donna vanitosa…”
Un cuscino si materializzò all’interno
del dipinto di Silente e lo colpì in pieno.
“Ti avevo avvertito, Albus…” sorrise
Minerva. Dopotutto, la giornata non era andata poi così male…
Spero di non avervi annoiato troppo... spero di aggiornare presto!
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Capitolo 6 *** Proposta da un vecchio amico ***
Proposta da un vecchio amico
Prima di tutto, scusatemi tanto il lungo tempo d'attesa, ma sono davvero stata impegnata, in questo periodo.
In
secondo luogo: grazie mille per le letture e le recensioni! Siete
davvero stati fantastici! Spero di non deludervi con questo capitolo!
Ringraziamenti speciali devo farli a danyan, lady_bella e Yum,
che hanno commentato! E questa volta mi ricordo anche di ringraziare
chi ha messo questa storia fra i suoi preferiti (vi confesso, non me
l'aspettavo proprio), dato che l'ultima volta me lo sono dimenticata!
Un grazie va quindi a danyan, Lady blue, ron84 e Yum!!
Bene, spero di non aver di nuovo dimenticato qualcuno... buona lettura!
Minerva sfiorò la superficie
cristallina con la punta della bacchetta. Subero comparvero numerose immagini. Le
divelse con cura e si immerse nel ricordo prescelto. Voleva chiarire un evento
che le era capitato poco tempo prima. Con la frenesia della battaglia l’aveva
dimenticato, ma ora che si trovava di nuovo da sola poteva riflettere con
calma.
Minerva stava camminando nel parco di Hogwarts. Era sola, o almeno
credeva di esserlo. Era uscita, con un libro in mano, per evadere a quel
dominio imposto dai Carrow che stava diventando davvero opprimente! Cercava di
difendere i suoi studenti ma, oltre una certa soglia risultava impossibile, e
il clima a Hogwarts non era più lo stesso.
Un’ombra le si avvicinò da dietro. Lei fece appena in tempo a voltarsi e
ad estrarre la bacchetta che questa la chiamò per nome.
“Minerva.”
“Lord Voldemort” rispose lei con una smorfia di disgusto, reprimendo lo
spavento che l’aveva presa nel vederlo.
“Non mi chiamavi così, un tempo.” Rispose l’oscuro signore, le parole che
assomigliavano a dei sibili di serpente.
“Un tempo non eri così.” Replicò Minerva freddamente.
“Silente mi chiama ancora Tom” sorrise Lord Voldemort, un sorriso freddo,
senza alcuna allegria.
“Io non sono Silente.” Rispose, secca.
“No, è vero…” affermò lui con una risata spenta. “Non penso che ne avrei
sopportati due… sarebbe stato molto più lavoro ucciderne due al posto che uno
solo, non trovi? Ma può darsi che ti risparmi… dopotutto, come hai detto tu
stessa, tu non sei Silente.” I suoi occhi scarlatti lampeggiarono un attimo,
fissandola.
Minerva si irrigidì e serrò le labbra, ma non rispose. Non era
decisamente in una posizione favorevole. Rimase con la bacchetta estratta, ma
senza osare la prima mossa. Non era saggio attaccare Lord Voldemort…
“Ti va di fare una passeggiata da vecchi amici?” chiese Voldemort, con
tono falsamente galante.
“Non siamo mai stati amici.” Lo contraddisse l’insegnante di
Trasfigurazione.
“Oh, non direi, Minerva. Abbiamo passato del tempo insieme…”
“Solo finchè ti sono sembrata utile.” Il tono di lei si era fatto acido.
“E lo sei ancora.” Rispose Lord Voldemort, senza abbandonare i toni
cortesi.
“A cosa ti servo, Voldemort?” chiese Minerva, sprezzante. Sapeva che non
era saggio ostacolarlo, ma non si sarebbe fatta prendere in giro così.
“Proprio come dovrebbe essere una Grifondoro… coraggiosa e audace fino
alla stoltezza…” replicò Voldemort, leggermente infastidito. Poi trasse dalla
tasca una collana, con una pietra nera spezatta al centro. Minerva iniziò a sudare
freddo. Era la collana che i Mangiamorte le avevano distrutto… la collana di
Silente…
“La riconosci, Minerva?” sorrise, maligno Voldemort.
Lei non rispose.
“Sai, ero lì quando Silente te la regalò…” iniziò Voldemort, girandole
lentamente attorno, mentre lei rimaneva ferma immobile in quella posizione, la
bacchetta sfoderata.
“Posso farlo tornare indietro, se vuoi… posso riportartelo…” le sussurrò
nell’orecchio, quasi un sospiro serpentesco, sfiorando con la punta delle dita
la sua bacchetta. “Mi serve solo la tua collaborazione…”
Minerva esitò. Poteva davvero farlo tornare in vita? La proposta era
incredibilmente allettante…lei non conosceva formula, ma dopotutto lui era Lord
Voldemort, il mago oscuro più potente di tutti i tempi… appunto , era Lord
Voldemort! Pensò riscuotendosi. Che cosa stava pensando?
Rise debolmente, schernendolo.
“Lord Voldemort, il mago che ha cercato con tutte le sue forze di
distruggere Silente, riportarlo indietro? Riporteresti indietro il mago che hai
odiato con tutte le tue forze? Non credo proprio, Voldemort…Non avrai mai la
mia collaborazione!” aggiunse, più forte.
“Non ti avrei creduto così stolta, Minerva…” rispose Voldemort, gli occhi
scarlatti che lampeggiavano dall’ira. Chiuse la mano frantumando quel che
restava in mille pezzi.
“Ecco quel che resta dell’amore, Minerva…” aggiunse, piano.
Fu un istante, e Minerva sentì un dolore acuto diffondersi nel corpo, era
un dolore fortissimo, non paragonabile a quello provato fino ad allora.. poi
Lord Voldemort interruppe la Maledizione Cruciatus e Minerva riprese a
respirare normalmente.
“Per oggi mi accontento di questo, Minerva, perché mi servi per forgiare
le menti dei nostri giovani purosangue nell’arte della Trasfigurazione.. ma non
pensare che sarò così clemente un’altra volta! Un altro errore e pagherai con
la vita…” minacciò Voldemort.
Un’altra ombra si stava velocemente avvicinando a loro.
“Mio Signore...” interloquì, inchinandosi. Minerva trattenne una smorfia
disgustata.
“Ho finito qui, per oggi Severus. Accompagna la professoressa McGranitt
nelle sue stanze.” Rispose lui per sbarazzarsene. Aveva fretta. Severus avrebbe
potuto riconoscere la bacchetta che aveva appena rubato, e non era il caso che
avvenisse, non ancora, non prima che ne avesse saggiato le qualità… Si
allontanò in fretta.
Severus le cinse la vita con un braccio e l’accompagnò nelle sue stanze.
Minerva riemerse dal bacile. Avrebbe già
dovuto capirlo quella sera, da che parte stava Severus! C’erano così tanti
indizi! Eppure no, lei era stata così cocciuta… Perché Silente non si era voluto
fidare di lei? Perché non le aveva detto di Severus?
Ma la domanda che le premeva, in quel
momento, era anche un’altra: era davvero possibile riportare indietro i morti?
L’aveva detto Voldemort, è vero, però… Silente le aveva sempre detto che era
impossibile, però lui non aveva studiato nel campo della magia oscura… neppure
lei, se per questo, ma era disposta a farlo. Ma era davvero ciò che voleva? Silente
non sarebbe stato d’accordo… o forse sì?
Si avviò velocemente verso la
biblioteca. Avrebbe condotto delle ricerche, avrebbe deciso dopo, poi, che cosa
fare…
Ok, forse non è molto convincente, ma... aspetto commenti!
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Capitolo 7 *** Alba ***
Alba
Prima
di tutto, vi devo sicuramente delle scuse per aver aspettato
così tanto prima di postare un altro capitolo. Mi dispiace
davvero tanto, sono così impegnata, ultimamente!
Grazie mille per le vostre recensioni!
Yum: Grazie mille! spero che questo capitolo ti piaccia!
danyan:
che farei senza le tue costanti recensioni? Ti devo davvero
ringraziare! Comunque, penso di essermi espressa male (ora che riguardo
l'ho proprio fatto). Intendevo che qualcuno tornasse sul serio dopo
morto, non come pallida ombra di sè.
Blueviper:
Grazie! Anche i miei personaggi preferiti sono Minerva McGranitt e
Severus Piton... oltre ad Albus Silente, ovviamente! ;-) Grazie per
avermi seguito!
alida: grazie! spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento!
Pervinca Potter 97: che bello risentire di te! ti ringrazio molto del tuo complimento... spero di non perdere il favore con questo capitolo.
kami: che bello, una nuova lettrice! ti ringrazio molto, spero ti piaccia questo capitolo.
E ora, dopo i ringraziamenti (davvero dovuti) ecco il capitolo:
Minerva
McGranitt era ormai sveglia da molto, troppo tempo. Il castello era vuoto, e si
sentiva non c’erano più le voci allegre e spensierate dei ragazzi, le urla, le
litigate, le discussioni fra colleghi… solo lei. Per una volta, anche i
professori avevano lasciato il castello, per festeggiare questo periodo di pace
dopo la caduta di Voldemort. Ma questo non le importava granchè. Ormai si
sentiva sola da circa un anno, da quando era morto Albus. Che differenza le
faceva se il castello era vuoto o meno? Che
melodrammatica, pensò poi, rimproverandosi. Non era vero che non le
importasse. Amava i suoi ragazzi, e le piaceva averli attorno a sé, insegnare
loro, cercare di trasmettere più che la semplice materia della Trasfigurazione.
Ma, doveva ammetterlo, amava Albus di più, e la sua morte aveva lasciato un
vuoto dentro di lei.
Scosse la
testa, per scacciare i pensieri. Non doveva pensare ad altro che a trovare un
modo per far tornare indietro Albus. Scorse ancora con gli occhi il pesante
tomo di fronte a lei. Sotto i suoi occhi si erano formate delle occhiaie, e
alcuni capelli neri erano riusciti a sfuggire alla stretta crocchia che portava
di solito.
Lentamente le
sue palpebre si chiusero nonostante il suo volere e Minerva si addormentò,
appoggiandosi sulla notevole quantità di libri che aveva posizionato sul tavolo
della biblioteca.
***************************************************************************************
“Minerva” la
chiamò una voce.
Sicuramente era
morta. Non poteva essere altrimenti. Come avrebbe potuto sentire la sua voce se non fosse stato così? Be’,
era stata una morte veloce. Sperava fosse così. Sorrise.
“Albus”
rispose solo, con il sorriso ancora sul suo volto, voltandosi verso dove aveva
sentito la voce.
Strano. Le sembrava
di essere ancora in biblioteca, si accorse guardandosi attorno velocemente,
prima di fissare il suo sguardo su di lui. Era bellissimo, come sempre. Certamente
la gente non lo definiva bellissimo, ma lei adorava il suo viso, i suoi occhi
azzurri profondissimi e anche il suo naso storto. Notò che la sua mano non era
ferita. Si avvicinò a lui, quasi di corsa, rischiando di inciampare più volte.
“Mi sei
mancato” confessò di getto. Da quando era così impulsiva? Oh, non importava,
ora. Era lì. Era lui. Era reale.
“Minerva.” La
sua voce tradiva una certa serietà. Lei fissò il suo sguardo su di lui. Gli
occhi verdi si fusero in quelli azzurri di lui. Albus le prese dolcemente una
mano.
“Minerva,
non sei morta” le spiegò, calmo.
“Non… non
sono morta? Ma, allora… sei…voglio dire… tu sei vivo?” chiese, balbettando
leggeremente. Era tutto così strano. All’improvviso sembrava che tutto ciò che
desiderava da tempo si fosse realizzato. Ma, con suo grande dispiacere, lui
scosse la testa con un’espressione di dispiacere sul suo volto.
“Ho solo
avuto il permesso di vederti un’ultima volta, Minerva.” Prima che potesse
continuare, la donna si avvicinò dipiù a lui.
“Ma… perché?
Come?” chiese, confusa, con le lacrime che minacciavano di riempirle gli occhi.
Non sarebbe restato da lei. Avrebbe dovuto prevederlo. Eppure faceva così male…
non voleva che Albus la vedesse piangere. Avrebbe pensato che fosse debole. E,
in più, le lacrime le impedivano di vederlo con chiarezza e lei doveva vederlo,
ancora un’ulima volta.
“Non hai
importanza il come. Abbiamo poco tempo. Minerva, ti stai distruggendo. Mi fa
male vederti lasciarti così andare. Non devi pensare alle cose passate… vai
avanti.” La pregò Albus Silente, avvicinandosi di un passo a lei.
Minerva si
discostò ferocemente. Le lacrime avevano invaso il suo viso.
“Andare
avanti! A te fa male vedermi lasciarmi andare? Come pensi mi sia sentita io
dopo che il mio migliore amico, l’uomo che amo da sempre, è morto?” chiese
Minerva, urlando, per poi rendersi conto di ciò che aveva detto. Scioccata, si
coprì la bocca con una mano, guardandolo timorosa.
“Scusami, io…
non volevo dire ciò che ho detto, davvero… io…” iniziò a dire, con voce quasi
supplice, quando lui la fermò con un bacio sulle labbra. Minerva, per quanto
sorpresa, rispose subito al bacio. Il suo cervello iniziò a correre. Albus
Silente la stava baciando!
“Penso di
essere stato piuttosto chiaro, ma in caso il messaggio non fosse arrivato, ti
amo anch’io.” Sorrise Albus guardandola dolcemente negli occhi.
Minerva lo
abbracciò stretto.
“Non puoi
andartene. Non posso vivere senza te.” Singhiozzò, abbassando lo sguardo.
“No, Minerva
non dire così.”rispose Albus, con voce sempre dolce. Con due dita le alzò il
viso fino a quando non si guardavano negli occhi. “So che non sarà lo stesso, ma ci rivedremo. Fino
ad allora, promettimi che non ti lascerai andare come hai fatto finora. Promettimi
che cercherai di essere felice.” La pregò Silente.
“Albus…”
iniziò lei, lasciando la frase in sospeso.
“Promettimelo,
Minerva” disse di nuovo lui, serio. Lei sostenne il suo sguardo per un po’.
“Sì”
rispose, infine, semplicemente. Lui sorrise.
“Devo andare”
comunicò, un po’ dispiaciuto.
“Aspetta!
Baciami, solo un’altra volta. Non ti rivedrò più per tanto tempo…” Albus
Silente esaudì il suo desiderio. Questa volta fu un bacio più lungo e
appassionato. Poi Albus si voltò e scomparve nell’aurora che si intravedeva
dalle finestre.
Non sarebbe
stato lo stesso, lo sapeva. Ma avrebbe potuto continuare, pensò. Il dolore non
sarebbe passato, ma sarebbe migliorato. E, dopotutto, lo avrebbe rivisto. Niente
è in grado di dividere il vero amore… pensò Minerva sorridendo ad una splendida
alba. Fissandola, le parve quasi di sentire la morbida risata di Albus Silente.
Questa tecnicamente sarebbe la fine...
in effetti avevo in mente un epilogo, ma se mi dite che non lo volete
non lo scrivo :-) Mi dispiace se vi ho deluso, sappiate che mi sono
impegnata (è già qualcosa, no?)
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Capitolo 8 *** Epilogo ***
Epilogo
Siete
davvero straordinari!! Ecco a voi l'epilogo. Non so se vi
piacerà, sappiate soltanto che io mi sono divertita a
scriverlo!
Grazie mille per le vostre recensioni, così veloci e così numerose!!
alida: grazie mille! spero ti piaccia l'epilogo!
PinkMoonlightPrincess: sono davvero lusingata! spero di non deluderti ora...
kamy: davvero, mi state facendo arrossire! che dire se non un grazie grande come una casa?
hermione616: grazie mille! è sempre bello vedere le recensioni
Pervinca Potter 97: hai ragione, sai? sarebbe stato un finale bellissimo... purtroppo io non ho l'inventiva che hai tu :-)
danyan: ti devo
ringraziare molto. senza te probabilmente questa storia non sarebbe
continuata... quindi, spero che ti piaccia l'epilogo!
Un grandissimo grazie anche a tutti coloro che hanno messo questa storia fra i loro preferiti!
Due anni dopo
“Pomona,
pensi di riuscire a gestire la scuola per un paio d’ore? Ho davvero bisogno di
riposare” chiese Minerva McGranitt alla collega e amica seduta in parte a lei,
soffocando uno sbadiglio.
“Certo che
sì, Minerva, ma sei sicura di non stare male?” rispose lei.
“Sciocchezze,
Pomona. Sto benissimo. Ci vediamo alle cinque in sala insegnant per la
riunione, d’accordo?” tagliò subito il discorso Minerva, con il suo solito
carattere preciso e il suo temperamento scozzese, tuttavia sorridendo. Pomona
Sprite sorrise di rimando. Quando era ritornata al castello, l’anno prima, l’aveva
trovata cambiata. Mentre prima sembrava che non si sarebbe mai rassegnata alla
morte di Silente, ora sembrava avere trovato una nuova forza… l’aveva vista
anche sorridere, qualche volta. Era quasi come se fosse tornato tutto alla
normalità.
*****
Poco dopo le cinque di pomeriggio
Pomona si
diresse velocemente verso le stanze di Minerva McGranitt, preoccupata. Non era
da lei arrivare in ritardo ad una riunione. Certo, poteva anche essersi
addormentata, ma sembrava poco probabile.
“Minerva? Mi
senti? Stai bene?” chiese, bussando leggermente alla porta.
Nessuna
risposta.
“Minerva?”
dato che ancora non le giungeva risposta, Pomona disse la password al dipinto
che stava di fronte alle sue camere ed entrò.
Sul letto, i
capelli sciolti, e un sorriso sul volto, giaceva Minerva McGranitt. In mano
stringeva una fotografia sua e di Albus Silente.
Pomona
sorrise fra le lacrime. Minerva aveva finalmente raggiunto Albus
Silente. E questa volta non ci sarebbe più stata separazione.
******
Qualche tempo dopo
“Siamo qui
riuniti per la lettura del testamento di Minerva McGranitt” iniziò un legale.
Attorno a lui erano riuniti Pomona Sprite, Poppy Chips, Augusta Paciock e
Horace Lumacorno.
Ad Augusta Paciock, fedele amica, lascio tutti
gli album di foto, perché si possa ricordare di me e della nostra amicizia, e
un quarto dei miei possedimenti alla Gringott.
A Horace Lumacorno lascio il mio set di
pozioni, sicura che ne farà un uso molto migliore di quello che ne ho fatto io.
A Pomona Sprite lascio i miei libri sull’Erbologia,
nella speranza che le possano interessare, e un quarto dei miei possedimenti
alla Gringott.
A Poppy Chips, la mia unica amica amante dei
libri come me, lascio tutti i miei restanti libri e un quarto dei miei
possedimenti alla Gringott.
A chiunque tiri un calcio da parte mia, che
essendo una persona rispettabile non ho potuto farlo, alla signora Dolores
Umbridge, va il restante quarto dei miei possedimenti alla Gringott.
Alla
fine
della lettura, i quattro sorrisero, ricordando Minerva McGranitt e il
suo famoso temperamento. Era riuscita a non smentirsi neppure da
morta... impresa da pochi, ma, dopotutto, lei era Minerva McGranitt,
no?
D'accordo,
so che questa probabilmente è una cavolta, suppongo mi
ucciderete per avere ucciso Minerva... E so anche che non è
esattamente un testamento standart... tuttavia mi divertiva pensare che
Minerva potesse essersi vendicata in qualche modo di Dolores Umbridge
(che davvero non l'ha trattata bene, nel quinto libro). Be', io mi sono
divertita. So che non sono un granchè come scrittrice, ma spero
di migliorare in futuro. Grazie mille a tutti che mi avete seguito!
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