Amore e altri rimedi

di SonounaCattivaStella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - 438 parole ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - 495 parole ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - 499 parole ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - 500 parole ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - 500 parole ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI - 500 parole ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII - 498 parole ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII - 500 parole ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX - 494 parole ***
Capitolo 10: *** Capitolo X - 495 parole ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI - 500 parole ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII - 500 parole ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII - 500 parole ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV - 442 parole ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV - 500 parole ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI - 499 parole ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII - 432 parole ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII - 500 parole ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX - 500 parole ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX - 496 parole ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI - 500 parole ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII - 408 parole ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXIII - 500 parole ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - 438 parole ***




Le braccia strette forte al petto in segno di chiusura
Quell'espressione e il broncio tipico
Che non hai perso mai
Davanti a un cappuccino
Assaggi la sua schiuma
E vagamente erotico con gli occhi assaggio te

 
 
È appena l’alba e il sole entra pallido dalla finestra che ho aperto per far cambiare aria. Oggi si prospetta una giornata particolarmente calda per essere agli inizi di giugno. Traffico un po’ con il pentolino del latte per preparare la colazione finché non sento dei leggeri passi alle mie spalle. Mi giro e ti vedo entrare in cucina con i capelli violetti scompigliati, ti stropicci gli occhi assonnati e metti su un adorabile broncio.
«Masaki, ma dovevi per forza svegliarmi a quest’ora? Io ho soonnooo.» Dici lamentandoti e incrociando le braccia al petto.
«Lo sai che oggi abbiamo un impegno importante. Conoscendoti passerai almeno due ore chiuso in bagno a sistemarti, manco se fossi la più complessata delle ragazzine.» Rispondo io dandoti le spalle per continuare a preparare la colazione.
Con la coda dell’occhio ti vedo dirigerti nel salotto con ancora le braccia strette al petto e quel broncio che non accenna a lasciare il tuo viso. Sorrido tra me e me, ogni volta è sempre così: ti lamenti dell’orario mettendo su il broncio come il più piccolo dei bambini, ti chiudi in bagno per delle ore sistemando chissà cosa davanti allo specchio ed alla fine esci sistemato come il più bello e professionale degli impiegati.
Porto in tavola i due cappuccini che ho preparato, mi ringrazi appena e cominci a giocherellare con la schiuma per poi portarti la tazza alle labbra. Io ti osservo in silenzio, osservo le tue dita affusolate stringere la tazza bollente, il tuo petto alzarsi e abbassarsi al ritmo dei respiri leggeri, le ginocchia che spuntano dal tavolo per l’insolita posizione in cui sei seduto, gli occhi dalle iridi scure puntati su di un punto imprecisato della stanza, i capelli viola scompigliati, come se vi avessi appena immerso le mani come quando facciamo l’amore, il collo scoperto che sembra quasi invogliarmi a venire lì e morderlo fino a lasciare il segno. Infine abbassi la tazza dandomi così l’opportunità di osservare anche quelle labbra fini che bacerei fino allo sfinimento, labbra che ora sono contornate da un leggero strato di schiuma. Riporti le tue iridi su di me ed avvampi di fronte al mio sguardo indagatore.
«Che c’è?» Chiedi diventando ancora più rosso quando il mio sguardo diventa malizioso.
Mi sporgo sul tavolo fino ad arrivare a pochi centimetri dal tuo viso, lecco via la schiuma dalle tue labbra prima di baciarti famelico. Sento l’eccitazione farsi largo dentro di me e approfondisco ancora di più il contatto fino a restare senza fiato.
«C’è che sei maledettamente sexy, Hikaru.» Rispondo con voce roca per poi afferrarti e trascinarti di nuovo in stanza. Abbiamo ancora alcune ore a disposizione prima di uscire.



 



 
 
Ritorno dell'angolo dei lanuginosi unicorni rosa che ballano sugli arcobaleni (?)

Ma ssssalve genteH! Chi vi parla qui è Fanny che finalmente è uscita dal suo periodo di "non mi va di fare un caz-uh,unadondolibellula!(?)" e pubblica questa raccolta. 
Premetto che non mi vanno per niente a genio il titolo e la descrizione
Mondo intero: Ma se le hai scritte tu! ho scritto le prime cose che mi venivano in mente, quindi se avete qualche consiglio da darmi per modificarle sarei ben contenta di ascoltarvi C:
Bien, come detto in precedenza dedico questa raccolta a
Beta Chan, Ale_chan_23 & _O c e a n_ perché sono delle bellissime persone, alle quali voglio tanto bene, che mi dedicano cose stupenderrime (?) mentre io sono una brutta persona che non scrive da un casino e non dedica niente a nessuno :C
Ora mi dileguo, per l'aggiornamento dovrei pubblicare una fict ogni giorno impegni e tutto il resto permettendo fatemi sapere cosa ne pensate! ^^
Fanny

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Capitolo 2
*** Capitolo II - 495 parole ***




Vorrei ricordarti che ti son stato vicino
Anche quella sera quando ti sentivi strano
E ho sopportato
Però adesso non rivoglio indietro niente
Perché ormai secondo te
Ho tutto quello che mi serve


Me ne sto raggomitolato sul divano, con le ginocchia portate sotto al mento, e ti ascolto suonare il pianoforte nella penombra della stanza. Ho sempre amato il tuo modo di suonare, la fermezza con cui passi le dita affusolate, da pianista, su quei tasti melodiosi. Più in generale ho sempre amato tutto di te anche se non ho mai trovato il coraggio di dirtelo. Me ne sono stato in disparte, ascoltando ogni tuo dubbio, ogni tua paura e, da bravo amico quale ho sempre voluto essere per te, provavo a consigliarti anche se questo significava ferirmi nel profondo. Ti sono stato vicino in ogni momento, anche quando una sera mi hai chiamato in preda alle lacrime confessandomi di aver capito di amare Tsurugi. In quel momento il mondo mi è caduto letteralmente addosso ma ho continuato a sorridere dall’altra parte della cornetta, fornendoti qualche consiglio utile su come dichiararti. Mi stavo pugnalando da solo. Mi ero illuso che tu potessi capire, un giorno, i miei sentimenti per te, ma cosa mi aspettavo? In fondo ti avevo sempre fatto capire di provare qualcosa per Kariya, non per te. Ti ho fatto credere di avere tutto quello che mi serviva quando invece mi mancava la cosa più importante.
Il pianoforte smette di suonare ma io non me ne accorgo, troppo immerso nei miei pensieri. Me ne rendo conto solo quando sento le tue braccia stringermi forte e la tua testa poggiata contro la mia.
«Tutto bene Ranmaru?» Chiedi in un sussurro con voce preoccupata.
«Si, perché me lo chiedi?» Rispondo alzando un sopracciglio. Era così evidente che stessi pensando a cose dolorose per me?
«Per questo motivo…» Allunghi una mano verso il mio volto e con le dita sfiori la guancia catturando una piccola lacrima. Non mi ero reso conto di star piangendo.
Asciugo in fretta il viso con le maniche della felpa che indosso e sposto lo sguardo per non dover incontrare le tue iridi castane. Non riuscirei a sopportare il loro peso su di me.
«Non è niente Takuto, sto bene.» Dico cercando di usare il tono più convincente che sappia fare.
«Dovrei essere io quello che piagnucola, non tu.» La butti sul ridere e alzando lo sguardo vedo un sorriso amaro tagliarti la faccia. È vero, di solito sono io quello a dover consolare te in uno di quei momenti di pianto isterico, cosa che, comunque, non ti ho mai fatto pesare mentre tu te ne rimproveri sempre.
«Ho lasciato Kyosuke.» Dici ad un tratto. Ti guardo stupito e silenziosamente ti chiedo il perché, non riesco a far uscire una parola dallo stupore.
«H-ho… ho capito di amare qualcun altro. Qualcuno che mi è sempre stato vicino, che mi ha sempre protetto.» Continui a sussurrare finché con due dita mi afferri il mento e mi baci lentamente.
Spalanco gli occhi e sento che il cuore potrebbe scoppiarmi nel petto. Ti abbraccio senza perdere il contatto tra le nostre labbra e calde lacrime mi rigano il volto. Finalmente ho tutto quello che mi serve.


 



 
 
Angolo di Fannyla neo MELANZANA (?)

Risalve popolazione di unicorni (?), rinoceronti (??), broccoli (???) & MELANZANE (????)
Eccomi di nuovo qui per stavolta puntuale con la pubblicazione del secondo capitolo di questa raccolta! C:
Come sto andando fino a qui? Bene? Male? Malbene (
?????) ? Fatemelo sapere tramite una piccola-iccola recensioncina, ci tengo molto uvu 
Ora scappoH che ho tanterrimo da fare ewe faccio schEEEEfo negli angoli autrice *sigh* T^T
Allo prossima! :D
Fanny

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Capitolo 3
*** Capitolo III - 499 parole ***




Nelle cose che non dici
Quelle che la notte
Un po' te ne vergogni
Nascoste ma le fai
E ne parli con gli amici
Ma rimangi tutto a volte
Porti le cicatrici
Ma nessuno le vedrà


Sorseggio spensierato il caffè che ho appena ordinato e guardo il gruppo di amici che ho davanti. Erano mesi che non li vedevo ed hanno tanto insistito per andare a prendere qualcosa al bar tutti insieme. All’inizio ero riluttante, conoscendoli avrebbero iniziato a snocciolare fuori tutte le ultime news capitate in questi mesi.
«Allora, siete andati a letto con qualcuno ultimamente?» Se ne esce ad un tratto Ranmaru.
Ecco, per l’appunto. Guardo i miei amici arrossire fino alle punte dei capelli e cominciare a balbettare risposte impacciate, io mi limito a continuare a godermi il caffè perdendomi in ricordi che avrebbero dovuto stare tranquilli in un angolo.
Il tuo appartamento, la porta che viene chiusa con violenza mentre le mie spalle vi cozzano contro, le tue labbra che cercano voraci le mie, i sospiri, un letto troppo intatto che aspettava solo noi, le tue mani che sfilavano un indumento dopo l’altro per toccare quanta più pelle possibile, i miei gemiti, i tuoi denti che affondavano all’altezza del collo alla prima spinta, i muscoli che si tendevano in preda al piacere, il calore del tuo corpo che si sfregava sul mio, parole sussurrate nella penombra della stanza, un ultimo grido prima di raggiungere entrambi l’orgasmo e l’abbraccio caldo che ci ha cullati per tutta la notte.
«E tu Masaki?» La voce di Ranmaru mi riporta bruscamente alla realtà facendomi andare di traverso il liquido che stavo bevendo.
«Io cosa?» Tossicchio per espellere il caffè. Non ho seguito nemmeno una virgola dei loro discorsi, troppo preso dai ricordi.
«Sei andato a letto con qualcuno di questi tempi?» Lo sguardo eloquente che manda il rosa mi fa capire che ha compreso appieno i pensieri che mi affollavano la mente.
«Non è affar tuo.» Bofonchio incrociando le braccia al petto.
«Suvvia Masaki! Abbiamo tutti parlato delle nostre esperienze, manchi solo tu!» Tenma prova a convincermi ma mi rifiuto categoricamente di aprir bocca.
«Cos’è tutto questo chiasso?» Spalanco gli occhi nel sentire la tua voce, mi giro e ti vedo indossare il grembiule con il nome del bar. Merda! Mi ero scordato che tu lavori qua.
«Atsushi! Quanto tempo, amico mio!» Takuto si alza e saluta l’amico, seguito a ruota da tutti gli altri tranne da me.
«Allora? Posso sapere cos’avete tanto da agitarvi?» Chiedi sfoggiando quel sorriso sghembo che tanto amo.
«Masaki non vuole dirci se è andato a letto con qualcuno!» Esclama Tenma attirando l’attenzione di mezzo locale. Voglio sprofondare.
«Se non ve lo vuole dire sarà perché ancora non ha avuto le sue esperienze.» Dici con un tono di scherno.
Avvampo oltre ogni misura e, in preda all’ira, pronuncio ciò che non avrei mai dovuto dire.
«Si, sono andato a letto con un ragazzo! Contenti?!» Mi guardano tutti sorpresi e solo dopo apprendo ciò che ho appena detto.
«No… cioè… me ne vado.» Imbarazzato afferro la giacca e mi fiondo fuori. Sento dei passi venirmi dietro ma non ci faccio caso, almeno finché non mi sento afferrare da dietro e la tua voce sussurrarmi all’orecchio.
«È stato così tremendo dirlo?» Chiedi mordendomi il lobo.
«Vaffanculo!»
«Si, ti amo anch’io.»







Angolo di Fanny, la neo MELANZANA (?)

Salve salvino C:
Ultimamente sono davvero puntuale con la pubblicazione dei capitoli. Mi meraviglio di me stessa! *Si autodona (?) una medaglia*
Mi scuso in anticipo se la parte finale fa cchifo ewe ma sforavo con la lunghezza pur avendo cancellato più parti. Dite che la dovrei smettere di buttarmi in imprese così “titaniche” per me? ewe
ComunquO, come al solito sarei davvero felice se mi fate sapere cosa ne pensate di questa raccolta tramite una piccola recensione. Lo sapete che non vi mangio se mi rivolgete la parola u.u quindi su, non siate timidi! C:
Ora saltello (?) via! Al prossimo capitolo C;
Fanny

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Capitolo 4
*** Capitolo IV - 500 parole ***




Mi dici…
In questo caso direi proprio che le scuse puoi infilarle
Gentilmente dove preferisci tu


Rientro a casa dopo una lunga e pesante giornata di lavoro, con una fame da lupi e una stanchezza che mai avevo provato prima. Oggi il capo ci ha proprio fatti sgobbare.
«Tsurumasa, sono a casa!» Urlo chiudendomi la porta alle spalle. Non ricevo risposta e trovo la grande casa completamente al buio.
«Tsurumasa?» Entro nel salotto accendendo la luce e un bigliettino, sul quale spicca la tua calligrafia, attira la mia attenzione. Lo leggo e apprendo che sei andato a far la spesa per preparare la cena. Ah, come farei senza di te? Io sarei capace di dar fuoco alla casa solo riscaldando il latte col pentolino.
Lo stomaco brontola per la fame, così vado in cucina alla ricerca di qualcosa da poter mettere sotto i denti nell’attesa della cena. Apro più sportelli ma non vi trovo dentro niente di sostanzioso. Non mi do per vinto e continuo a cercare finché, aprendo uno degli sportelli più alti, trovo un’immensa scorta di dolcetti tra cui un muffin al cioccolato che sembra dire “Mangiami”. Lo afferro e guardo perplesso tutti gli altri dolci; sarà mica la tua scorta personale? Così fosse un dolcetto in meno non fa la differenza.
Mi siedo sul divano e affondo vorace i denti nel muffin facendo cadere alcune briciole e sporcandomi gli angoli della bocca col cioccolato. È delizioso! Do un altro morso e mi godo il sapore dolce che sprigiona tutto quel cioccolato messo insieme. Arrivo quasi alla fine quando la porta di ingresso si apre e ti sento rientrare.
«Kaiji, sono a casa! Scusa per il ritardo ma…» Ti blocchi non appena mi giro con ancora l’ultimo pezzo di muffin in mano.
«Ciao! Cos’è quella faccia?» Chiedo con il mio solito sorriso stampato in faccia.
«D-dove l’hai…?» Indichi i resti del muffin tra le mie mani e un minaccioso tic comincia a farsi evidente al tuo occhio destro.
«Oh, questo? Avevo fame e l’ho trovato lì, nello sportello.» Rispondo facendo un cenno verso lo scaffale.
Ti vedo diventare rosso di colpo, le tue labbra si stringono in una linea fine e gli occhi mandano lampi inceneritori. Brutto segno!
«Quello era il mio ULTIMO muffin al cioccolato, il mio preferito! Come hai potuto mangiarlo?» Urli ad un tratto cominciando a sbracciarti e marciare per il salotto come un leone in gabbia.
«Scusa, io che ne potevo sapere? Era li che mi diceva “Mangiami” e io l’ho mangiato.» Ribatto alzando un sopracciglio non capendo la gravità della situazione.
Smetti di girare in tondo per la casa e continui a fulminarmi, mi avvicino cauto a te fino a trovarmi a pochi centimetri dal tuo volto e ti guardo dritto negli occhi.
«Scusami…»
«Scusami un corno! Volevo mangiarlo io…» Dici mettendo su il broncio.
Sorrido di fronte alla tua espressione corrucciata e un’idea mi passa per la testa: metto in bocca l’ultimo pezzo di muffin mandandolo giù sotto il tuo sguardo stupefatto e, prima di riuscire ad aprir bocca, ti bacio dolcemente.
«Non è stato un po’ come mangiarlo indirettamente?»
«Non provare a corrompermi così. Quel muffin lo voglio lo stesso, vai a comprarlo.»







Angolo di Fanny, la neo MELANZANA (?)

Buona sera gente!
Per la vostra gioia sssssi, come no oggi sono di nuovo qui con un altro capitolo di questa raccolta C:
Anche se i vostri pareri sono praticamente inesistenti io continuo imperterrita a pubblicare e c’è da dire anche che ne avrò per un bel po’ uvu rassegnatevi (?) oggi Fanny è in modalità “Me la prendo col primo che mi capita davanti” :’D
Nono, dai, smetto di fare l’antipatica e passo a dire che faccio schifo con l’angolo autrice. Sisisisisisisisisi ewe spero vi sia piaciuto quest’altro capitolo.
Ci vediamo domani, tempo permettendo, con l’aggiornamento!
Fanny

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Capitolo 5
*** Capitolo V - 500 parole ***




È solo che
Che quando non ritorni ed è già tardi
E fuori è buio
Non c’è una soluzione, questa casa sa di te


Me ne sto appollaiato al davanzale della finestra per guardare con i miei occhi scarlatti la vita che scorre fuori. Sono le dieci di sera, le luci in città sono accese già da un po’ per contrastare il buio che avvolge tutto e tu non sei ancora rientrato. Questo nuovo lavoro che hai accettato ti tiene impegnato per tutto il giorno e sono più le volte in cui ti sento solo telefonicamente che quelle passate veramente insieme. Avevo pensato che almeno per il giorno del mio compleanno avresti trovato il modo di tornare a casa prima, che avremmo passato la serata ad amarci intensamente, come poche volte accade ultimamente, ma evidentemente mi sbagliavo.
Sospirando distolgo lo sguardo dalla finestra per puntarlo su ciò che si trova all’interno dell’appartamento che condividiamo. Da quando sei entrato a far parte della mia vita tutto è in disordine, anche la tua scrivania. Com’è che lo chiami? Disordine ordinato. Si, perché solo tu sai dove mettere le mani in quel groviglio di cartacce, penne e fogli bianchi. Mi alzo e a passo lento mi avvicino a quel caos, prendo carta e penna, mi siedo sul divano e comincio a scrivere. Lo faccio spesso, soprattutto quando sento particolarmente la tua mancanza. Butto giù i primi pensieri che mi passano per la testa e smetto solo quando il foglio è completamente pieno di tutte quelle parole che non trovo il coraggio di dire a nessuno. Scrivo fino a farmi intorpidire le dita e, quando finisco di mettere le mie parole nero su bianco, piego il foglio dirigendomi in stanza per nasconderlo nella scatola in cui tengo gelosamente nascosti tanti altri di quei pensieri.
Mi distendo stanco sul letto che condividiamo e con le dita sfioro la parte dove dormi tu finché non incontro un altro tipo di stoffa, diversa da quella delle lenzuola. La tiro verso di me e scopro essere una tua camicia. Inspiro il profumo dolce che emana, il tuo profumo, e quasi senza accorgermene sprofondo tra le braccia di Morfeo, avvolto tra la stoffa della tua camicia e cullato dal tuo profumo.
Una lieve pressione umida all’altezza della fronte mi fa riaprire gli occhi dopo quelle che a me sembrano ore, e le mie iridi rosse incontrano le tue color ambra.
«Kyosuke…»
«Scusami, non volevo svegliarti.» Dici sorridendomi e carezzandomi il volto lentamente.
«Tranquillo. Ma, che ore sono? Hai fatto davvero tardi oggi.» Rispondo guardando l’orologio che segna mezzanotte meno un quarto.
«Lo so… scusami, avrei voluto tanto passare questa giornata insieme a te…» Abbassi lo sguardo triste chiedendomi scusa più volte.
«Non fa niente, ci rifaremo il prossimo anno. Ora cambiati e vieni a dormire, devi essere molto stanco.»
Non mi ascolti e ti stendi accanto a me direttamente con i vestiti addosso, mi attiri in un abbraccio quasi soffocante e nascondi il viso tra i miei capelli ispirandone il profumo.
«Non so quanto valga dirlo ora ma… tanti auguri Hakuryuu.» Dici per poi baciarmi intensamente.
Non importa quanto tempo passiamo lontano l’uno dall’altro, l’importante è che tu ora sia con me.


 



 
 
Angolo della balbettante bambocciona banda di babbuini (?)

Ed eccoci di nuovo qua genteH!
Si, sono perennemente indecisa sul nome dell'angolo autrice perché chiamarlo solo "Angolo autrice" fa poco figura u.u quindi ogni tanto me la penso e cambio C:
Dunque, per la vostra gioia che di gioioso (?) sono sicura non avrà niente pubblico anche quest'altro capitolo.
Sicuramente vi starete chiedendo se ne avrò ancora per molto... bene Sgente (?) sappiate che mi dovrete sopportare per almeno 32 capitoli C:
Non è una belliffima notizia?! :3
Okai, direi di aver già impazzuto WAT?! abbastanza. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, ci tengo!
Alla prossima ;D

Fanny

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Capitolo 6
*** Capitolo VI - 500 parole ***




Ripenso a quella foto insieme
Decido che non ti avrei mai perduta
Mai perduta, perché ti volevo troppo


Entro nel grande salotto di casa nostra sul quale stanno sparpagliate diverse fotografie e, tra il caos più totale, il tuo corpo raggomitolato per metà sul divano. Sorrido di fronte a questa scena, quando ti perdi nei ricordi racchiusi in quelle istantanee chiudi tutto il mondo fuori scordandoti della realtà. Mi avvicino con passo silenzioso e poggio il plaid leggero su quelle spalle così piccole e fragili, cercando di non svegliarti. Hai un’espressione così serena che mi perdo per alcuni minuti osservandola. Mi siedo sull’altro lato del divano e afferro alcune foto che hai lasciato sul tavolinetto di fronte, la maggior parte di esse ritrae il mio volto da diverse angolazioni e con diverse espressioni. Da ragazzina avevi una vera e propria fissa per me, non che ora la situazione sia cambiata ma prima, da ragazzo, la cosa quasi mi infastidiva. Sembravi una stalker per quante volte ti ho sorpresa a seguirmi per fotografarmi di nascosto.
Sorrido ritrovandomi anch’io perso nei mille ricordi di quelle foto, finché tra le mani non me ne ritrovo una che ritrae noi due: la nostra prima uscita. Ricordo di aver rifiutato tante e tante volte un’uscita con te fino ad arrivare al punto che ti ho allontanata completamente. Credevo che allontanarti sarebbe stata la cosa migliore e invece mi son dovuto ricredere. Sentivo la mancanza della tua costante presenza, quasi come l’ombra che mi segue, e presto mi sono ritrovato a desiderare di rivederti nuovamente. Quando e come mi sono innamorato di te? Non so dirlo esattamente nemmeno io. So solo che dal giorno in cui sono corso da te per chiederti scusa, trascinandoti con me in giro per la città, mi sono ripromesso che non ti avrei mai più perduta.
Poso la foto sul tavolinetto e scivolo più vicino a te per affondare la mano in quei capelli castani che tieni perennemente raccolti nelle due trecce. Ti ho chiesto più volte di lasciarli sciolti ma non mi dai mai retta e continui a portarli in quel modo perché per te sono più comodi così. Con le dita percorro il profilo di una treccia fino ad arrivare all’elastico che la tiene ferma e lo sfilo liberando così la tua chioma morbida. In quell’esatto momento apri gli occhi e una tua iride color lavanda segue in silenzio i miei movimenti. Continuo ad accarezzarti in capelli, quasi spazzolandoli con le dita, finché non mi decido a posare il palmo della mano sulla tua guancia morbida. Non dici niente, tra noi due non sono mai servite troppe parole, afferri la mia mano e la stringi più forte contro il tuo viso ispirando il mio profumo. Decido di sedermi a terra, accanto al tuo piccolo corpo, e ti abbraccio stampandoti un bacio sulla tua fronte.
«Cosa stavi facendo con queste foto?» Chiedo curioso spezzando il silenzio della stanza.
«Ricordavo. Qui ancora il mio amore non era ricambiato, vero Takuto?» Dici indicando una mia foto.
«No, ma lo è adesso. Vale lo stesso per te, Akane?»
«Si, purché tu stia con me per sempre.»







Angolo della balbettante bambocciona banda di babbuini (?)

Saaaaaalve di nuovo!
Dopo l’assenza di ieri sono risbucata (?) dal nulla più che altro sono resuscitata dopo due giorni di malessere ewe per pubblicare quest’altro capitolo C:
Chiedo scusa se questo capitolo fa un po’ pena, ma non sono abituata a scrivere delle Het ^^” quindi non sono propriamente il mio forte. >.>
Spero che abbiate apprezzato comunque sia C:
Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima :D
Fanny

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Capitolo 7
*** Capitolo VII - 498 parole ***




Io non mento, non importa cosa dicono
Nel silenzio guardo le anime che passano
Di queste anime tu sei la più speciale
Perché sorridi anche inseguita dal dolore


Nel silenzio più totale che invade la stanza ti osservo mentre te ne stai con la testa poggiata sulle mie gambe, intento a leggere la rivista di calcio che tieni tra le mani. Mi perdo nell’osservare le espressioni che cambiano repentine ogni qualvolta leggi qualcosa che ti incuriosisce, ogni tanto la tua voce squillante rompe il silenzio per commentare quelle poche righe stampate ma io non la sento realmente. Sono troppo impegnato ad ammirarti per poter dar ascolto alle tue parole.
Ti ammiro davvero tanto, sai Taiyou? La malattia ti ha reso impossibile continuare a portare avanti il tuo sogno di diventare calciatore, ma tu non ti sei mai arreso e sei andato avanti, testardo, continuando ad allenarti in segreto, ignorando palesemente i consigli e le raccomandazioni dei dottori. Più volte hai rischiato parecchio pur di continuare a calciare la palla ma mai una volta ho visto il tuo magnifico sorriso spegnersi. Continua imperterrito a starsene lì, adagiato sul tuo viso come il più bello dei tesori.
Mi perdo davvero tanto ad osservarti da non accorgermi nemmeno che hai posato la rivista sul letto e che ora mi stai guardando di rimando.
«Hai sentito cosa ti ho detto, Tenma?» Chiedi sorridendomi.
«Eh? Cosa?» Mi riscuoto dai miei pensieri e il tuo sorriso si allarga ancora di più. Conoscevi già la risposta e questo ti diverte ancora di più.
«Sempre il solito, con la testa tra le nuvole! A cosa stavi pensando da non aver nemmeno prestato attenzione alle mie importantissime parole? E non dirmi “al calcio” perché non ci credo. A quest’ora avresti risposto alla domanda che ti ho posto giusto pochi attimi fa.» Dici incrociando le braccia al petto e puntando le iridi azzurre in un punto imprecisato della stanza, imbronciato.
«A dire il vero stavo pensando a quanto ti ammiro.» Ammetto carezzandoti leggero i capelli.
Sposti indietro la testa per poter nuovamente incrociare il mio sguardo e ti vedo sorpreso.
«Tu… mi ammiri? Che novità è questa? Sono io quello che dovrebbe ammirarti, insomma, non ti sei fermato di fronte a niente pur di continuare a portare avanti la tua idea di calcio. Io invece cos’ho fatto? Me ne sono stato qui, sdraiato sul lettino di questo ospedale a non fare niente. Perché dovresti ammirarmi?» Ti vedo arrossire appena a quelle affermazioni e sento anche il mio di volto andare a fuoco. Non sono abituato a sostenere questo genere di conversazioni.
«B-beh… ecco… ti ammiro perché non ho mai conosciuto una persona che ama il calcio per come lo ami tu! Pur essendoti trovato davanti tanti di quegli ostacoli non ti sei mai fermato ed hai continuato a lottare per il tuo sogno. Ti ammiro tanto, Taiyou, e…» Vorrei dire anche “E mi sono innamorato di te” ma le parole non ne vogliono sapere di uscire.
Avvampo irrigidendomi, mi guardi perplesso ma poi vedo il tuo sguardo cambiare. Sorridi ed allunghi una mano per afferrarmi da dietro la nuca, trascinandomi verso il tuo volto per far combaciare le nostre labbra.
«Anche io Tenma, anche io.»







Angolo della balbettante bambocciona banda di babbuini (?)

Buon pomeriggio gente! C:
Sono un po’ in ritardo con la pubblicazione del capitolo ma sono stata impegnata a mettere giù altre ventordicimila (?) idee per altre quarantordicimila (??) fict ewe
Quello che importa è che sono qui ed ho pubblicato quest’altra flashfic, no? C: Ssssssse!
Vedo che la raccolta piace ed è seguita da molti, ma se mi fate sapere cosa ne pensate davvero mi farete moolto contenta C:
Ora vado via che ho la testa che mi scoppia. Troppe cose da scrivere >w>
Al prossimo capitolo!
Fanny

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII - 500 parole ***




Perché ciò che è detto può far male
Però ciò che è scritto può ferire per morire


Osservo già da diversi minuti il display del telefono senza vederlo realmente. Leggere il tuo nome come mittente del messaggio mi ha lasciato spiazzato per un momento, quando poi ho letto le poche righe riportate dentro ho sentito un dolore insopportabile all’altezza del cuore. Il nostro rapporto non è iniziato nel migliore dei modi e ancora oggi, a distanza di mesi, continui ad inveirmi contro ad ogni sbaglio fatto durante gli allenamenti. Ho messo tutto me stesso per migliorare, per arrivare al tuo livello, e sento che sto davvero migliorando. Ma allora perché questo tuo messaggio dice il contrario? Perché dice che non hai bisogno di una nullità come me? Ma soprattutto, perché quelle due righe scritte di fretta fanno male più di mille parole dette a voce?
Afferro il giacchetto appeso all’ingresso e mi fiondo fuori, diretto a casa tua. Ho bisogno di chiarire una volta per tutte questa storia. Arrivo dopo pochi minuti e mi attacco al campanello finché qualcuno viene ad aprirmi, non guardo neanche chi sia la persona che ho davanti ed annuncio frettolosamente che sono qui per parlare con te. Vengo scortato gentilmente fino alla porta di una stanza dalla quale proviene il suono di un pianoforte, senza nemmeno chiedere il permesso entro e resto per un attimo ammaliato dalla scena che ho davanti: suoni il piano con una maestria che non ho mai visto in nessuno, tieni gli occhi chiusi lasciandoti trasportare dalla melodia, l’espressione sul tuo viso è serena. Posso dire di non aver mai visto niente del genere in mesi e mesi che ci conosciamo e una strana sensazione mi attanaglia petto e stomaco. Sei bellissimo.
Annuncio la mia presenza solo quando smetti di suonare e la tua espressione nel vedermi cambia in un battito di ciglia. I lineamenti si induriscono e mi rivolgi un’occhiataccia capace di gelarmi sul posto.
«Cosa ci fai tu qui?» Chiedi duro. Tentenno appena prima di trovare la forza di parlare.
«Io… sono qui per via di quel messaggio, Takuto. Perché?»
«Cosa, perché? Non è stato abbastanza chiaro il motivo per cui ti ho mandato quel messaggio? Non abbiamo bisogno di calciatori come te, sempre se ti si possa definire tale.» Dici incrociando le braccia al petto. Queste parole, dette con così tanta freddezza, vanno ad unirsi a quelle del messaggio ed esplodo.
«Cosa, cosa ti ho mai fatto, posso saperlo?! Sin dal primo momento non hai fatto altro che aggredirmi, perché?! Voglio una cavolo di spiegazione!» Urlo e vedo i tuoi occhi fissarmi incredulo. Non rispondi subito, tentenni, ti mordi nervoso il labbro lottando contro qualcosa dentro di te.
«L’ho fatto perché mi piaci, Ibuki! L’ho fatto perché avevo paura dei miei sentimenti e pensavo che odiarti sarebbe stato più facile…» Dici alla fine. Ora è il mio turno nel restare incredulo.
Mi avvicino a te a grandi passi, ti afferro per la maglietta e i tuoi occhi si chiudono, pronto a ricevere il pugno, ma contro ogni aspettativa, invece, ti bacio.
«Ti odio.» Dico con un mezzo sorriso per poi ritornare a baciarti nuovamente.







Angolo della balbettante bambocciona banda di babbuini (?)

Non mi piace questo capitolo, non mi piace, non mi piace, non mi piace. Non mi piace PER NIENTE! ewe
Salve C:
Okai, ammetto che questo capitolo oggi non mi piace particolarmente, l’avrò cancellato e riscritto ventordicimila volte e meglio di così non mi è riuscito ç^ç
Chiedo venia se fa cccccccchifo. *Si inginocchia e chiede scusa in aramaico antico (?)*
Cercherò di fare di meglio nei prossimi giorni ewe
A proposito di questo non so se domani e dopodomani potrò pubblicare, quindE chiedo ancora scusa se vi lascio con questa schifezzuola ç____ç
Alla prossima!
Fanny

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Capitolo 9
*** Capitolo IX - 494 parole ***




E ogni bacio che hai negato è un po' che hai perso di me
E ogni ti amo che ho taciuto è un po' che ho perso di te
Ed ogni tuo sorriso muto era una foto di noi
E ogni sguardo ormai stanco era già la fine…


Ti guardo in silenzio nella penombra della stanza, illuminata solo dalla abat-jour che tieni accesa per leggere un libro. Potremmo fare altro anziché stare qui, in silenzio, ad ignorarci. È da un paio di giorni che ho notato un cambiamento in te, nel modo in cui mi guardi non c’è più quell’amore che ci mettevi prima, eviti di sfiorarmi. Cosa c’è che non va? Vorrei tanto scoprirlo ma ti sento lontano quasi anni luce da me. Hai smesso di aprirmi il tuo cuore e ti sei chiuso di nuovo in quel tuo mondo impenetrabile. Ho paura, lo sai? Ho paura che tra noi sia finita, che tu abbia messo un punto a questa storia, che tu ne abbia decretato la fine senza dirmi niente.
Ti osservo per un altro po’ ed infine allungo una mano per afferrare e chiudere il tuo libro, ho bisogno di una risposta ai mille dubbi che mi attanagliano. Mi avvicino di più a te e con le dita ti sfioro una guancia, sento i tuoi muscoli irrigidirsi appena, quasi volessi scappare a questo tocco, e punti le iridi ambrate in un punto imprecisato della stanza. Ti alzo il mento e quando finalmente posi i tuoi occhi su di me trovo solo uno sguardo spento ad attendermi. Rimango spiazzato, non mi avevi mai guardato così, cosa significa tutto ciò? Mi avvicino al tuo viso per poter unire le nostre labbra in un bacio ma tu sfuggi, ti giri di lato facendo si che le mie labbra vadano in contro alla tua guancia liscia. Altro pugno allo stomaco.
Non demordo, ti afferro piano i capelli blu come la notte e provo nuovamente a baciarti. Stavolta non scappi e lasci che il nostro contatto si approfondisca. Nel giro di pochi minuti mi ritrovo con la schiena contro il materasso, sovrastato dal tuo corpo. Lascio che le tue mani e la bocca vaghino senza sosta sulla mia pelle accaldata, sospiro e gemo ad ogni tua carezza. Tuttavia sento che c’è qualcosa che non va. Nel tuo tocco non sento più quell’amore che mettevi prima nei nostri rapporti, non mi vezzeggi più. Tocchi, mordi e graffi come se sotto di te non si trovasse il corpo della persona che ami. Quando mi denudi completamente resti fermo, mi osservi e di nuovo usi quello sguardo spento che mi trafigge il cuore. Quando mi allungo verso di te per togliere di mezzo i vestiti che ancora indossi mi blocchi i polsi portandoli sopra la mia testa e ti accasci poggiando la fronte sul mio petto.
«Ranmaru io… non posso. Mi dispiace.» Sussurri solleticandomi col tuo fiato caldo.
Ed eccola, la consapevolezza che i miei dubbi erano fondati mi taglia in due il cuore. Trattengo a stento le lacrime.
«Tu… non mi ami più, vero Kyosuke?» Dico trovando a malapena le parole.
«Mi dispiace…» Ripeti solamente, prima di scendere dal letto, coprirmi col lenzuolo, prendere le poche cose che ti appartengono e sparire semplicemente dalla mia vita, così per come ne sei entrato.







Angolo della balbettante bambocciona banda di babbuini (?)

Buon pomeriggio popolo di EFP! :3
Dopo l’assenza di ieri eccomi di nuovo qui, all’attacco, con un nuovo capitolo. Mi ero ripromessa di fare finire bene tutti i capitoli, davvero, ma con questa frase e il periodo un po’ no non ce l’ho fatta proprio ewe
Sono una brutta e cattiva persona, lo so. * Si ripara dai pomodori volanti (?)*
Spero che abbiate apprezzato comunque sia e se magari mi fate sapere cosa ne pensate di quest’altro capitolo o di tutta la raccolta io ne sarei molto ma molto felisHe. C:
Fanny

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Capitolo 10
*** Capitolo X - 495 parole ***




Di sere nere
Che non c'è tempo
Non c'è spazio
E mai nessuno capirà
Puoi rimanere
Perché fa male, male, male da morire
Senza te…


Chiudo abbastanza irritato la telefonata di mia madre e lancio il telefono sul divano, dall’altra parte della stanza. Vivo solo già da diversi anni, eppure lei continua ad intromettersi nella mia vita come se nulla fosse. Non si è mai interessata veramente a me e a quello che mi riguardava; ero solo un trofeo da esibire con le amiche, un figlio prodigioso, degno erede della famiglia Shindou. Ora se n’è uscita con una storia assurda su di un presunto matrimonio che ha combinato con la figlia di chissà quale ricca famiglia. Non mi ha mai chiesto se io fossi d’accordo con tutto ciò o se fossi già innamorato di qualcuno ed è sempre stato così, la mia felicità è sempre stata messa in secondo piano.
Cammino a grandi passi per tutto l’appartamento continuando ad inveire contro il nulla, arrabbiato oltre ogni misura con mia madre. Non accetterò mai di sposare qualcuno che non amo, qualcuno che nemmeno conosco. E poi il mio cuore è già impegnato, non rinuncerò ai miei sogni per portare avanti il buon nome della famiglia e i capricci di mia madre. Afferro la giacca pronto a fiondarmi fuori, ho bisogno di smaltire il nervosismo e stare chiuso qui dentro non mi aiuterà di certo. Quando però apro la porta ti trovo proprio davanti ad essa, con il dito alzato pronto a suonare il campanello.
«Tsurugi!» Esclamo sorpreso di vederti.
«Shindou, stavi uscendo? Allora me ne vado.» Dici infilando le mani in tasca e dandomi le spalle, pronto ad andare via.
«No, non fa niente. Dai, entra.» Ti invito gentilmente ad entrare a casa mia.
Una volta dentro cominciamo a parlare del più e del meno e il mio nervosismo scema man mano sempre di più. Parlare con te aiuta più di mille uscite. All’inizio non era così, abbiamo iniziato nel peggiore dei modi, ringhiandoci contro il nostro odio reciproco ad ogni occasione. Non so dire esattamente quando sono cambiate le cose, so solo che un giorno ho capito che quello che provavo per te non era solo odio ma qualcosa di più.
«Allora, cosa c’è che ti tormenta? Prima avevi una faccia quando hai aperto la porta…»
La tua domanda mi coglie di sorpresa, abbasso lo sguardo e la tensione di prima torna a divorarmi. Per un attimo avevo messo da parte ogni cosa, concentrandomi sulla mia felicità nell’averti accanto.
«Io… mi sposo…» Dico solamente, facendo calare un pesante silenzio nella stanza.
«Sono felice per te. Scusami ma ora devo proprio andare.» Dici con freddezza.
Quando alzo lo sguardo e lo punto nei tuoi occhi dentro vi leggo più di quello che vuoi dare a vedere. La notizia ti ha sorpreso e ferito e ora vuoi scappare da ciò, proprio come volevo fare io prima.
«Resteresti con me stanotte, Kyosuke?» Sussurro con le lacrime agli occhi quando posi la mano sul pomello della porta.
Ti fermi ma non ti giri così mi avvicino a te e ti abbraccio da dietro, poggiando la fronte contro la tua schiena ampia.
«Resteresti con me per sempre, Kyosuke?»







Angolo della balbettante bambocciona banda di babbuini (?)

Salve! :D
So che ultimamente sto sparendo un po’ troppo, ma un doloroso mal di schiena mi ha messa K.O. per diversi giorni ewe
E quindi vi chiedo scusa per l’assenza e per il fatto che questa flash fa schifo >___>
Ora, scusatemi ma vi lascio così. La schiena ha deciso che per oggi sono stata seduta anche troppo. Fatemi sapere cosa ne pensate di quest’altro capitolo! Che a me non piace e.e
Alla prossimaaa! ^^
Fanny

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Capitolo 11
*** Capitolo XI - 500 parole ***




Correrei a salvarti, a dirti che così non può durare
Correrei a parlarti, a consolarti niente più dolore
Correrei a fermare il tempo e insieme a lui le sue torture
Correrei da te e ti stringerei senza scappare mai più


Mi dirigo a grandi passi verso casa di Takuto con il quale ci siamo dati appuntamento per andare a vedere insieme il nostro film preferito. Poco prima di arrivare al portone vedo qualcuno correre via proprio da lì, una scia castana che conosco fin troppo bene: la tua. Mi chiedo cosa ci facevi lì, perché sei scappata via in quel modo e, poco prima di svoltare l’angolo e perdere così le tue tracce, ti corro dietro lasciando perdere il cinema e il mio migliore amico. Tu sei più importante.
Ti corro dietro diversi minuti prima di vederti entrare nel parco; tuttavia, quando arrivo lì anche io, perdo le tue tracce. Sei come sparita nel nulla. Continuo a cercarti con lo sguardo finché non scorgo la tua chioma spuntare da dietro il tronco di un grande albero. Mi avvicino lentamente e dei singhiozzi soffocati giungono alle mie orecchie facendomi bloccare sul posto. Penso di aver capito il motivo della tua visita a Takuto e della tua fuga. Dentro di me sento salire rabbia e tristezza misti insieme. Rabbia nei confronti del mio migliore amico che ti ha sempre trattata come fossi una pezza, ignorando e calpestando i tuoi sentimenti e tristezza perché non sopporto vederti in questo stato per lui. Se solo tu sapessi quello che provo per te…
Quando sento i tuoi singhiozzi farsi sempre più forti decido ad avvicinarmi e ti trovo rannicchiata, con la faccia nascosta tra le gambe, a piangere tutte le tue lacrime. Mi accovaccio, arrivando così alla tua altezza, e ti sfioro una spalla facendoti sussultare. Mi guardi ed io mi perdo in quelle iridi violette rese ancora più limpide dalle lacrime che sgorgano rigandoti il bel volto.
«Akane… cos’è successo? Ti ho vista correre via da casa di Takuto e ti ho seguita fino a qui.»
«I-io… v-volevo dichiararmi. Ero stanca di v-vivere nell’indifferenza e a-avevo deciso di parlare con lui. M-mi… mi ha rifiutata…» Rispondi tra un singhiozzo e l’altro cercando di asciugare le lacrime con le maniche della tua camicetta.
Ti osservo in silenzio e penso che il mio migliore amico deve essere proprio stupido per rifiutare una ragazza come te. Io ti ho sempre trovata bellissima, sin dalla prima volta che ti ho vista, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. Vedevo come guardavi Takuto e mi sono sempre tirato indietro.
«Cosa c’è che non va in me, Ranmaru?» Chiedi con un filo di voce continuando a piangere. Ti abbraccio di slancio affondando il viso nei tuoi capelli che profumano di vaniglia.
«Niente, non c’è niente che non va in te. È lui che non riesce a vedere che persona splendida sei facendoti soffrire. Io non lo farei mai.» Dico senza pensarci su due volte. Sono stanco di scappare, di nascondermi.
«Ranmaru… c-cosa significa tut-» Non ti lascio finire la frase, ti alzo gentilmente il mento e poso un bacio leggero e casto sulle tue labbra. Quando ci stacchiamo hai le guance in fiamme, anche le lacrime si sono fermate.
«Significa che ti amo, Akane. Da sempre.»


 



 
 
Angolo delle dondolibellule (?)

Ed eccoci di nuovo qua, per le gioia di mamma e papà! (?) C:
Inizialmente la flash non doveva essere questa, ma dopo svariati tentativi di far uscire qualcosa da un’altra frase ho lasciato perdere ed ho optato per questa. Come già ho detto per la ShinAka le Het non sono propriamente il mio forte. Anche con questa flash ho avuto alcune difficoltà nello scriverla ewe
Spero che sia lo stesso di vostro gradimento C: fatemi sapere!
Fanny

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Capitolo 12
*** Capitolo XII - 500 parole ***




Voglio Più patti chiari e meno sesso
Voglio
Che mi telefoni più spesso
Voglio
Che tu mi dica un po' che credi in me
Non chiedo tanto


Arrivo davanti la porta di casa tua, esitando per un attimo prima di suonare il campanello. Il tuo volto, sul quale sfoggi il più trionfante dei sorrisi, fa capolino da dietro la porta e lo sguardo che mi rivolgi è carico di malizia. Sembra che mi stia già spogliando solo con gli occhi.
«Sapevo che saresti venuto. Vieni, accomodati.» Mettendoti da parte mi lasci entrare nel tuo appartamento che ormai conosco come fosse il mio. Ci siamo incontrati qui tante e tante di quelle volte che conosco anche le singole venature del parquet che ricopre il pavimento.
«Perché non sarei dovuto venire?»
Ti sento chiudere la porta per poi avvertire la presenza delle tue braccia attorno alla mia vita, il tuo petto premuto contro la mia schiena.
«Pensavo ti fossi stancato di tutto ciò.» Mormori poggiando le labbra nell’incavo del collo, baciandolo prima di mordermi leggermente. Gemo appena e sposto la testa in modo che così tu possa avere libero accesso a tutta la pelle che vuoi. Come potrei mai stancarmi di questo?
Le tue braccia mi stringono di più e, senza staccare le labbra dal mio collo, mi sospingi verso il letto sul quale ricado supino, sovrastato dal tuo corpo. Nel giro di pochi minuti i miei vestiti volano sparsi sul pavimento e la tua bocca scende a torturarmi il petto prima di arrivare tra le gambe e lambire il centro del mio desiderio. Gemo sconnesso il tuo nome svariate volte prima di riversarmi nella tua bocca. Riporti i tuoi occhi magnetici su di me, intrecciando lo sguardo con le mie iridi castane, e mi baci famelico, facendomi assaporare il mio stesso sapore. Senza nemmeno spogliarti del tutto cominci a penetrarmi con le dita, impaziente, e un ansito di dolore misto a piacere lascia le mie labbra. Dopo svariati secondi entri in me completamente, mozzandomi il respiro con l’intensità delle tue spinte. La stanza si riempie di gemiti e sospiri finché non ricade di nuovo nel silenzio, dopo aver raggiunto entrambi l’orgasmo con un grido più altro degli altri.
È in momenti come questi che mi chiedo come siamo potuti arrivare a ciò. All’inizio pensavo fosse solo attrazione fisica e, preso dalla novità dei miei gusti, ho voluto provare qualcosa di diverso. Era come un gioco che mi faceva sentire vivo e appagato. Niente sentimenti, questa è stata la prima regola che abbiamo imposto entrambi, solo sesso. Ma col tempo ho capito che solo questo non mi basta più e che questi appuntamenti, dati come se fossi la tua puttana abituale, non fanno altro che ferirmi.
«A che pensi, Takuto?» La tua voce, tornata normale dopo tanti gemiti rochi, mi richiama dai miei pensieri. Ti guardo ed esito un attimo prima di rispondere.
«È a questo che ti servo, Atsushi? Solo per il sesso?»
«L’abbiamo deciso entrambi che dovesse essere così, ricordi?»
«Lo so. Ma… non mi basta più. Credo di amarti.» Mormoro appena. Torni a stringermi nuovamente tra le tue braccia prima di parlare.
«Chissà perché non ne sono sorpreso. E… credo di amarti anche io.»







Angolo delle dondolibellule (?)

Buoon salve geteH! :D
Oggi flash un po’ HOT o almeno credo ewe tutta per voi! C:
Finora non avevo scritto niente di spinto e sicuramente molti si sono chiesti “Eh, ma allora perché ha messo il rating arancione?” Eccovi accontentati. :33
Forse non è proprio da rating arancione ma non potevo piazzare solo una scena di sesso sfrenato senza inserire i pensieri di Takuto caVo u.u
Mi rifarò al più presto comunque :33 su altre venti frasi qualche altra flash spinta ci esce di sicuro C:
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!
Fanny

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII - 500 parole ***




E stavo attento a non amare prima di incontrarti
E confondevo la mia vita con quella degli altri


Cammino per le vie della città oggi affollate più del solito. Le vetrine dei negozi sono addobbate con rose e cuori rossi e da ogni porta che si apre esce un dolce profumo di cioccolato. Ogni anno, a San Valentino, è sempre così: negozi addobbati peggio di Natale, cioccolato di ogni genere venduto ovunque e coppiette che girano per città tenendosi felici per mano. Personalmente non ho mai capito il senso di questa giornata, in fondo quando si ama qualcuno lo si fa per tutto l’anno, non per un solo giorno, no?
Infilo le mani in tasca e, cercando di ignorare l’alto tasso di amore presente nell’aria, procedo tenendo gli occhi puntati sull’asfalto. Io non ho nessuno con cui condividere le gioie dell’essere innamorati, anche se ultimamente non riesco a togliermi dalla testa il tuo volto. All’inizio pensavo fosse una di quelle sbandate che ho preso finora per altri ragazzi, col passare dei giorni ho capito che non era così. Mi sono innamorato del tuo dolce sorriso e dei tuoi modi di fare così buffi e infantili. Non mi era mai successo prima, non mi sono mai innamorato dei ragazzi su cui mettevo gli occhi sopra, erano tutte delle storielle di poco conto. Con te è stato diverso sin dall’inizio e devo ammettere che ero spaventato da questi sentimenti così nuovi.
Mentre mi riempio la testa con questi pensieri mi ritrovo davanti una piccola bancarella allestita con ogni tipo di cioccolatino possibile. Vado per passare avanti quando il mio sguardo cade su dei cioccolatini tondi rivestiti di stagnola con motivi neri e bianchi e il tuo viso torna a farsi strada tra i miei pensieri. Devo forse comprarti del cioccolato? Ma non stiamo insieme, quindi perché dovrei farlo? Forse potrebbe essere un buon modo per dichiararmi, finalmente.
Nel giro di due minuti mi ritrovo a camminare per le strade con un piccolo sacchetto rosso, decorato con svariati cuori, stretto tra le mani e le guance in fiamme per l’imbarazzo. Ma che diamine sto facendo? Guardo il sacchettino e penso più volte di buttarlo dentro la prima pattumiera che incontro quando la tua voce squillante mi fa sobbalzare bruscamente.
«Ciao Kyosuke! Che combini di bello in giro a quest’ora?» Ti piazzi davanti a me e sfoggi quel mega sorriso che tanto adoro.
«O-oh… ciao Tenma. Io… niente di che, passeggiavo.» Rispondo cercando di nascondere il sacchettino rosso. Tentativo che, però, fallisce miseramente.
«Hai comprato dei cioccolatini? Per chi sono?»
«I-io… non li ho comprati. Un tizio lì li regalava ai passanti. A me non servono, se vuoi puoi prenderli tu.» Arrossisco fino alla punta dei capelli mentre ti infilo tra le mani il piccolo sacchetto. Lo apri curioso e, quando scopri che tipo di cioccolatini sono, vedo i tuoi occhi esprimere mille emozioni diverse, alla fine mi guardi e sorridi felice. Hai capito che mentivo.
Distolgo lo sguardo imbarazzato finché sento le tue labbra posarsi sulla mia guancia. Mi giro sorpreso ritrovandomi davanti un piccolo sacchetto rosa, contenente sicuramente del cioccolato.
«Questi sono per te. Buon San Valentino, Kyosuke.»


 



 
 
Angolo dei cuoricini sbrilluccicosi e svolazzanti (?)

Salve salvino gente! C:
Oggi falshfic un po' più sdolcinata del solito. Tutta colpa di
San Valentino e di tutti i cuori, i fiori e i cioccolatini che invadono ogni angolo del paese in cui vivo ewe
Io e questo giorno non andiamo particolarmente d'accordo, ma direi che ci stava qualcosa a tema, no? :33
E oggi vi beccate un Kyosuke taaaanto ciccipuccitenerello (
?) e imbarazzato oltre ogni misura per aver regalato del cioccolato al calcio-dipendente Tenma. Non sono l'ammmmore? Fanny da i numeri oggi, si! ♥_♥
Bien, io per oggi mi dileguo! Fatemi sapere cosa ne pensate di quest'altra flash ^^
Alla prossima!
Fanny

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV - 442 parole ***




È vero è complicato odiarti
Nessuno al mondo può negarlo
Tantomeno oggi io…
È vero è complicato amarmi
Né io né te ci riusciamo
Io da sempre, tu per niente…


Guardo lo schermo della tv senza prestare veramente attenzione a quello che proietta, mi limito svogliatamente a fare zapping mentre la mia testa è decisamente altrove. Alla fine opto per spegnere il televisore e lancio un’occhiata all’orologio appeso alla parete: segna le tre di notte e tu non sei ancora rientrato.
Ormai dovrei esserci abituato, esci quando ti pare, con chi ti pare, e ritorni ad orari decisamente improponibili. Dovrei esserci abituato eppure ogni volta una morsa ferrea si stringe attorno al mio cuore facendomi sentire maledettamente male. Non è ben chiaro cosa siamo noi due; siamo andati a vivere insieme, da coinquilini, dopo aver scelto la stessa università e una sera, dopo aver bevuto decisamente troppo, siamo finiti a letto insieme. Dopo quella notte il tuo atteggiamento nei miei confronti è cambiato, quando siamo entrambi a casa ogni occasione è buona per rubarmi un bacio e scambiarci carezze languide. Però non hai mai smesso di uscire con una persona diversa a sera ed io continuo a chiedermi cosa ci sia che non vada in me, cosa mi manca rispetto a quelle persone che incontri ogni sera. Ti è così difficile amarmi per come sono?
Sento la chiave girare lentamente nella toppa e vedo la tua testa blu spuntare da dietro la porta di ingresso. I tuoi occhi ambrati incontrano i miei e vedo lo stupore dipingersi sul tuo volto per un momento. Non ti aspettavi che sarei rimasto alzato ad aspettarti, vero?
«Ancora alzato, Masaki?» Chiedi mentre appendi il giubbotto all’ingresso.
«Non avevo sonno.» Mento. Sono rimasto in piedi per vedere il tuo volto appena rientrato da chissà quale festa, per vedere se ci sono tracce di qualcuno che non sono io.
Ti avvicini lentamente al divano sul quale sono seduto e ti chini in avanti fino ad arrivare col viso a pochi centimetri dal mio, scrutandomi con quelle iridi ambrate che hanno il potere di leggermi dentro. Riesco a sostenere a stento il tuo sguardo, ho paura che i miei sentimenti, le mie paure, possano rivelarsi. Continui ad avvicinarti fino a fare combaciare le nostre labbra in un bacio delicato. Subito un profumo che non ti appartiene mi riempie le narici e il mio cuore perde un battito: profumo di donna. Sei stato con una ragazza eppure ora eccoti qui, a baciarmi con sempre più trasporto mentre i primi vestiti volano sul pavimento.
Dovrei odiarti, sai? E invece ti perdono tutto, sempre. Gli altri mi dicono che sono troppo buono, che potrei avere di meglio, ma io non posso farci niente. Se non sei tu non voglio nessun altro, perché io ti amo Kyosuke. Ti amo e sono disposto a tutto pur di averti accanto.


 



 
 
Angolo dello Stregatt(?)

Buon pomeriggio popolo di conigli bianchi col panciotto (?) oggi ho una certa fissa per "Alice nel paese delle meraviglie" lol
Ultimamente sto rendendo Kyosuke un vero stronz-cosaessertu? patentato, che se ne approfitta dei sentimenti della gente ewe
Colpa dei miei periodi di sbalzi di umore che si riflettono anche nelle cose che scrivo >.>
Mi sono accorta che in questi giorni sto aggiornando con sempre più ritardo ma la mia voglia di scrivere per il momento è sotto le scarpe e poi ho così tante idee per la testa che esploderà presto, ne sono sicura -w-
Fatemi sapere cosa ne pensate di quest'altro capitoletto! C:
Fanny

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Capitolo 15
*** Capitolo XV - 500 parole ***




Sai che quando t'innamori
Non c'è mai una scusa
Quando t'innamori
Il tuo sguardo pesa


Oggi il sole è particolarmente forte e picchia parecchio sulle nostre teste mentre iniziamo il nostro abituale allenamento. Tu non sei ancora arrivato e per me è un bene. Da un paio di giorni a questa parte non riesco più a guardarti negli occhi e se lo faccio arrossisco vistosamente. Non capisco cosa mi prende ogni volta che ti vedo, so solo che finisco inevitabilmente per sbagliare ogni passaggio come un cretino.
Comincio a riscaldarmi e a palleggiare in un angolo, apprestandomi a fare un “giro del mondo” perfetto, quando ti vedo arrivare – le mani infilate nelle tasche della divisa e la tua solita aria altezzosa – e la palla scappa via, rotolando placida fino ai tuoi piedi. La calci e vieni a riscaldarti finché il capitano non ci richiama tutti per iniziare l’allenamento. Per i primi dieci minuti la partita va a meraviglia – riesco anche a fare un goal – almeno finché non vengo marcato e quindi costretto a passare la palla. Ti vedo sbracciarti nella mia direzione, incitandomi a passarti la palla, e il cuore fa una capriola degna del miglior giocatore di calcio. Chiudo gli occhi e tiro la palla alla cieca, sbagliando il passaggio che va dritto tra i piedi di Takuto che segna una rete a nostro sfavore.
«Norihito, ma che combini? Concentrati!» Il capitano mi rimprovera ed io bofonchio delle scuse quasi incomprensibili. Sento il tuo sguardo perforarmi la schiena ma decido di ignorarti e continuare a giocare, magari evitando di doverti passare nuovamente la palla.
Finito l’allenamento rientriamo stremati negli spogliatoi. Mi fiondo dritto sotto la doccia lasciando che l’acqua calda lavi via la mia stanchezza. Poggio la fronte contro le mattonelle e mi maledico mentalmente per tutte le magre figure che sto facendo a causa di questi strani sentimenti. Che sia amore? Oh, ma certo che no! Non può, non deve essere amore.
Prima di rinsecchirmi come una prugna, esco da sotto il getto d’acqua legandomi l’asciugamano in vita. Lo spogliatoio è quasi vuoto, noto che sei rimasto solo tu per sistemare l’armadietto. Ti ignoro e mi dirigo veloce al mio per vestirmi e scappare da qui. Sono a metà nell’infilarmi la maglietta quando sento la tua presenza dietro di me e le tue braccia mi bloccano puntandosi contro l’armadietto.
«Dimmi un po’ Norihito, cosa ti prende ultimamente?»
Resto bloccato per un attimo in una posa alquanto strana ed arrossisco fino alla punta dei capelli prima di girarmi ed affrontarti.
«Non so a cosa tu ti stia riferendo, Kyosuke. Ora, se non ti dispiace, io me ne andrei.»
Provo a spostarti ma non ti muovi, anzi, ti schiacci maggiormente contro di me facendomi impazzire il cuore.
«Non è che forse… ti piaccio?»
«Che stai dicendo? Tu non mi p-»
Le tue labbra si incollano alle mie ed io resto spiazzato per un attimo prima di rispondere al contatto, contatto che ha il potere di scaldarmi.
«Sai, Norihito, non si dicono le bugie.» Soffi sulle mie labbra quando ci stacchiamo per poi baciarmi nuovamente. Non ci sono dubbi, questo è amore.







Angolo dello Stregatto (?)

Salve gentaglia! :D
Prima che mi lanciate i pomodori o altro fatemi dire che io AMO la MinaKura e che, per quante volte io accoppi questi due fanciulli con altri personaggi, nessun’altra coppia potrà superarli.
Ma io sono una persona alla quale piace sperimentare e cimentarsi nella scrittura di diverse coppie, quindi quando mi sono trovata davanti quest’immagine ed altre molto mlmlmlmlml *3* è partito il solito trip mentale alla Fanny :’D
Ho aggiunto l’avvertimento “Presenza di coppie Crack Pairing” nella descrizione perché molto probabilmente ne scriverò altre C:
Detto ciò io per oggi vi saluto! Alla prossima col nuovo capitolo ;D
Fanny

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI - 499 parole ***




Non ho ali ma... ma so proteggerti
Dalle intemperie o per assurdo dalle armonie
Perché sa far paura anche la felicità
Ma so, ma so... proteggerti


Me ne sto seduto sulla sedia a rotelle tenendo lo sguardo puntato fuori dalla finestra. Osservo silenzioso i ragazzini che giocano nel cortile dell’ospedale e un sorriso si apre sul mio viso. Oggi, dopo anni di inutili terapie, mi hanno dato la notizia più bella della mia vita: finalmente potranno operarmi. Chiudo un attimo gli occhi e immagino come sarà la mia vita fuori da questa stanza spoglia. Ho sempre desiderato poter tornare nuovamente a camminare, a correre e sentire l’aria scompigliarmi i capelli, a giocare a calcio con mio fratello. Continuando a tenere gli occhi chiusi immagino la sua felicità nel ricevere la notizia e il mio sorriso si apre ancora di più. Nella mia mente si ripetono, una dietro l’altra, tutte le parole dei medici e sento che il cuore potrebbe scoppiarmi per la felicità. Solo una cosa stona in tutto ciò; mi hanno anche avvertito che c’è una piccola probabilità che i miei arti non tornino a funzionare esattamente come prima.
Il mio sorriso va scemando e un velo di tristezza si impossessa di me. Anche se quella probabilità è minima io non posso fare a meno di attaccarmi ad essa e lasciarmi trascinare giù dalla paura. Ho passato tanti di quegli anni sulle sedia a rotelle e spesso mi sono sentito un peso per Kyosuke, non voglio che tutto ciò duri per sempre.
Sono talmente perso nei miei pensieri da non accorgermi nemmeno della porta che si apre e dell’ingresso di qualcuno in stanza, almeno finché non sento delle mani posarsi leggere sui miei occhi e la tua voce, che riconoscerei tra mille, parlarmi in falsetto ad un orecchio.
«Chi sono?»
«Mmmhh… la Fata Turchina?»
Le mani che mi tappavano gli occhi si spostano e il tuo viso imbronciato mi riempie la visuale.
«Perché proprio la Fata Turchina? Di turchino io non ho niente. Semmai sono la Fata Arancina.» Dici con aria saccente, quasi fosse una cosa talmente ovvia che sarebbe da stupidi sbagliare.
Mi ritrovo a ridere di cuore, con te non si può stare seri per più di cinque secondi ed è proprio questo quello che amo di te. Non ti lasci scoraggiare da niente e prendi la vita così com’è, godendo il meglio di ogni giorno. Vorrei tanto essere forte come te.
«Finalmente ti vedo ridere! Avevi una faccia da funerale quando sono entrato. È successo qualcosa, Yuuichi?»
«I medici hanno detto che possono operarmi.»
«Ma è una bellissima notizia!» Urli saltellando sul posto, strappandomi un altro sorriso che però si spegne subito quando ripenso a quella piccola probabilità.
«Mi hanno anche detto che potrei non tornare come prima, che le mie gambe potrebbero non muoversi bene. Ed io ho paura di ciò, Taiyou…»
Le mie parole ti bloccano ed io abbasso lo sguardo sentendomi gli occhi pungere e velarsi di uno strato di lacrime. Anche attraverso quel piccolo velo riesco a distinguere le tue iridi azzurre che mi osservano e sento le tue mani posarsi sulle mie guance.
«Non avere paura Yuuichi. Io sono qui con te e lo sarò sempre, qualsiasi cosa accada.»







Angolo dello Stregatto (?)

Buonasera a tutti!
Ditelo che siete stati in pace in questi giorni che non ho pubblicato :33 Per la vostra gioia sono ritornata con un nuovo capitolo di questa raccolta.
Non potete capire la fatica nello scrivere questa flash. A parte il fatto che sforo sempre di tantissimo e che quindi perdo mezz’ora solo per sistemare il testo, non mi veniva niente con questa frase! Mi sono scervellata per ore e questo è il risultato.
Se fa schiifoo chiedo venia ç_ç
Bien, io per adesso mi dileguo. Fatemi sapere che ne pensate! ^^
Fanny

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII - 432 parole ***




Fare, disfare
È il tuo mestiere
Ed io che osservo senza reagire
Prima... rapito, legato e torturato
Poi... fuggito, confuso tu mi hai ri-illuso


Apro gli occhi alle prime luci del sole e, stirandomi, avverto delle lievi fitte di dolore propagarsi da ogni parte del mio corpo. La consapevolezza di ciò che è accaduto la notte appena trascorsa mi porta ad allungare istintivamente una mano dall’altro lato del letto. Lo trovo vuoto ed un sorriso amaro si dipinge sul mio volto. Cosa dovevo aspettarmi da uno come te? Hai sempre guidato tu il gioco ed io ti ho sempre e solo seguito come fa una marionetta nelle mani del suo burattinaio. Stavolta credevo che le cose sarebbero andate diversamente, che al mio risveglio ti avrei trovato qui, accanto a me. Ma mi sono illuso, di nuovo. Che stupido.
Sento le prime lacrime farsi strada prepotenti fino a sgorgare ai lati degli occhi, mi sento usato. Mi sono sentito così sin dalla prima volta che ho permesso alle tue mani e alle tue labbra di impossessarsi di ogni parte di me. Ma ti amavo e non conoscevo altro modo per sentirti, almeno in parte, mio. Io ti amavo, Masaki, e continuo a farlo tutt’ora, pur essendo stato usato come la peggiore delle puttane. Non immagini quanto io ti abbia odiato la prima volta che sei sparito, speravo che continuando ad assecondare le tue richieste un giorno avresti capito che ero io quello adatto a te e invece un giorno esce fuori che ti sei fidanzato. Il mondo mi è caduto addosso e ti ho odiato, ti ho odiato fino a star male. Dopo mesi di assenza e di opprimente silenzio sei ricomparso e una flebile speranza si è accesa in me. Credevo avessi finalmente capito quali fossero i tuoi sentimenti per me, per questo ti ho accolto nuovamente tra le mie braccia. Ti ho amato più di prima, ho provato a trasmetterti tutto quello che ho tenuto dentro in questi mesi di assenza e cosa ho ricevuto in cambio? Un letto vuoto e un’altra bruciante delusione.
Afferro il cuscino sul quale hai poggiato la testa, anche se per poche ore il tuo odore, misto a quello del sesso, impregna la sua federa. Vi immergo la faccia e lascio che le lacrime scorrano sulle mie guance fino a consumarle tutte, fino a far diventare le mie iridi castane quasi scarlatte per il pianto liberatorio.
Stupido, stupido Takuto. Cosa ti aspettavi? Un amore tutto rose e fiori? Non sei altro che una bambola usa e getta per lui, rassegnati.
La voce della mia coscienza mi tormenta, mi deride. So che ha ragione ma non voglio sentire, preferisco continuare ad illudermi che per lui ha significato qualcosa ché accettare la pura e cruda verità.







Angolo dello Stregatto (?)

Buonsalve genteH! C:
Finalmente oggi riesco ad aggiornare la raccolta. Ho avuto troppe idee per la testa che si accavallavano e non usciva proprio niente di decente né per questa raccolta né per la nuova long “Memoriesse ci fate un salto, mentre che ci siete, mi farete davvero felisHe C: ewe
Spero che quest’altro capitolo sia di vostro gradimento anche se è un po’ tristO ^3^
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Al prossimo aggiornamento ;D
Fanny

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII - 500 parole ***




Scusa sai se provo a insistere
Divento insopportabile
Ma ti amo… ti amo… ti amo
Ci risiamo, vabbè, è antico, ma ti amo...


Ci ritroviamo tutti riuniti al solito bar e il chiacchiericcio fa da sottofondo ai miei pensieri. Dopo mesi di pensieri confusi e sentimenti repressi finalmente sono riuscito a dirti quello che provo. È stato come togliere un enorme macigno da sopra il mio cuore e per un attimo mi sono sentito fiducioso; attimo che è durato giusto il tempo di vederti sgranare gli occhi, darmi le spalle e lasciarmi solo senza una risposta.
Osservo assorto il contenuto ambrato del mio bicchiere quando, ad un tratto, avverto una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse scrutando così in profondità da potermi leggere l’anima. Alzo le iridi azzurre ed incontro le tue, enigmatiche come sempre, intente ad osservarmi mentre bevi il tuo cocktail. Avvampo di fronte a quello sguardo così intenso e distolgo il mio per poterlo rivolgere al mio migliore amico, che parla di qualcosa a cui non presto veramente attenzione. Per il resto della serata cerco di non incontrare nuovamente le tue iridi, non sarei capace di sostenere il tuo sguardo, non dopo quello che ti ho confessato e la tua reazione di fronte a ciò. Ogni tanto ti osservo di nascosto, pur con tutta la buona volontà non faccio altro che cercare la tua figura, finché non vedo Norihito sederti vicino e provarci spudoratamente con te che non fai niente per allontanarlo. Sarà pure sotto l’effetto dell’alcool che ha ingerito ma la vista di questa scena è l’ultima goccia che fa traboccare il vaso. Poso il bicchiere, con più forza del dovuto, sul tavolo e mi dirigo a grandi passi verso il bagno. Una volta dentro osservo il mio riflesso allo specchio, ho gli occhi lucidi a causa delle lacrime che premono insistentemente per uscire. Dentro di me sento salire la gelosia insieme alla rabbia che provo nei tuoi confronti, te ne sei sempre fregato di me e continui a farlo pur conoscendo i miei sentimenti.
Apro l’acqua fredda per sciacquarmi la faccia e smaltire un po’ la rabbia, quando torno ad osservarmi allo specchio rimango sorpreso nello scorgere anche il tuo riflesso. Mi giro di scatto e resto in silenzio mentre mi osservi, poggiato contro lo stipite della porta, con il solito ghigno stampato in faccia.
«Perché sei scappato via in quel modo, Ranmaru?»
«Scappato? Dovevo solo andare in bagno.» Sbotto cercando di nascondere l’imbarazzo.
«A chi vuoi darla a bere? Non è che, per caso, sei geloso di Norihito?»
Colpito e affondato. Ti osservo mentre ti avvicini senza perdere quel ghigno dalla faccia, mi fai venir voglia di prenderti a schiaffi.
«Allora?» Mi chiedi a pochi centimetri dalle labbra incastrando il mio corpo tra il tuo e il lavandino dietro di me.
«Si, dannazione! Sono geloso, Atsushi! Io ti amo e tu, sapendolo, ti diverti a farmi star male.» Esplodo alla fine.
Non dici niente, ti limiti ad osservarmi con quell’espressione quasi compiaciuta. Apro la bocca per continuare ad inveirti contro ma le parole mi muoiono in gola quando premi le tue labbra sulle mie in un bacio che sa, inaspettatamente, di scuse e… amore.







Angolo dello Stregatto (?)

Salve salvino a tutti voi! :3
Scusate se ultimamente non ho aggiornato la raccolta ma ho avuto un sacco di cose da fare e così tanti pensieri per la testa che mi veniva veramente difficile sedermi al pc e scrivere.
Anche se oggi, finalmente, ci sono riuscita non sono molto contenta del risultato finale di questa flash :/
Voi cosa ne pensate? Fatemelo sapere attraverso una piccola-iccola recensione C: Ora vado che i miei impegni ultimamente non finiscono mai ewe
Alla prossima!
Fanny

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Capitolo 19
*** Capitolo XIX - 500 parole ***




Cose che spesso si dicono improvvisando
Se mi innamorassi davvero saresti solo tu
L'ultima notte al mondo io la passerei con te
Mentre felice piango
E solo io, io posso capire al mondo
Quanto è inutile odiarsi nel profondo


Provo a leggere, svogliatamente, il libro che ho iniziato un paio di giorni fa, ma arrivato alla terza riga lo chiudo per riporlo nuovamente sul comodino. Ho ancora in testa le parole che mi hai vomitato contro in una delle nostre solite sfuriate. Stavolta hai davvero esagerato e per farti smaltire la rabbia ti ho praticamente sbattuto fuori di casa. Da quel momento sono passate esattamente tre ore e tu non sei ancora tornato, non hai nemmeno avvisato con un piccolo messaggio.
Il nostro rapporto è sempre stato così – altalenante sin dall’inizio – pieno di battibecchi e frecciatine. Quando ci siamo messi insieme e siamo andati a vivere sotto lo stesso tetto pensavo che le cose sarebbero cambiate; magari all’inizio è andata esattamente così, ma poi è subentrato un altro “problema”: la gelosia. Sei geloso del rapporto che ho con Takuto, eppure ti ho fatto capire più volte che lui è soltanto un amico e che l’unica persona che amo sei tu.
Finalmente sento girare la chiave nella serratura e mi volto giusto in tempo per vedere spuntare la tua chioma turchese dalla porta di ingresso. I nostri sguardi si incrociano per un attimo ma non dici niente, ti limiti a togliere il giubbotto e strofinarti le braccia con le mani. Fuori fa sicuramente freddo e un po’ mi sento in colpa per averti spedito a calmare i nervi in quel modo.
«Ciao…»
«Ciao… io… vado a farmi una doccia calda, fuori fa veramente freddo.» Bofonchi abbassando lo sguardo e dirigendoti dritto in bagno. So che non verrai mai a chiedermi scusa, ormai conosco troppo bene il tuo carattere, ma non importa. Ciò che ho letto nei tuoi occhi vale più di mille parole.
Attraverso la porta del bagno, che hai lasciato socchiusa, sento il rumore dell’acqua che scende giù scrosciante. Mi avvicino in silenzio e guardo dentro; sei nudo, di spalle, le mani poggiate alla parete e la testa china sotto il getto della doccia. Scivolo nella stanza e mi denudo velocemente per poi raggiungerti sotto l’acqua avvolgendoti con le braccia. Ti sento sussultare appena per la sorpresa ma non dici niente, continui a tenere la testa bassa immerso in chissà quali pensieri. Aumento la presa stringendoti ancora di più al mio petto, il calore del tuo corpo mi inebria.
«Scusami Ranmaru. Io… non avrei mai dovuto urlarti contro in quel modo, mi dispiace.»
Sento quanto pesa dire queste parole, non è da te piegarti al punto da arrivare a chiedere scusa. Sorrido appena, grato per questo tuo gesto anche se non era necessario. Ti ho perdonato nell’esatto momento in cui ho visto passare nei tuoi la consapevolezza che le tue parole mi avevano ferito.
«Io ti amo Masaki e voglio passare i miei giorni, fino alla fine, solo ed esclusivamente con te.»
Finalmente alzi la testa, ti giri verso di me e punti le tue iridi feline nelle mie. Ti sfioro leggero una guancia e il contorno delle labbra prima di catturarle in un bacio passionale capace di trasmettere tutto ciò che ci siamo tenuti dentro.


 



 
 
Angolo dello Stregatto e del Bianconiglio (?)

Buon pomeriggio genteH!
Ohmamminasalterina (
?) ma da quanto tempo era che non aggiornavo? OuO
Chiedo davvero venia ma non ho avuto idee per la testa e la mia voglia di scrivere era sotto le scarpe ewe
Spero che il capitolo di oggi sia di vostro gradimento anche se a me sembra davvero troppo sdolcinato lol ero partita con l'idea di fare qualcosa di spintoH, ma le idee
trottolineamorosedudududadada (????) hanno avuto il sopravvento su tutto il resto ed è uscito... qVesto.
Bien, detto ciò io per il momento vi saluto! Alla prossima col nuovo capitolo e a domani con l'aggiornamento di "
Memories" C:
Fanny

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Capitolo 20
*** Capitolo XX - 496 parole ***




Il mio sguardo sa difendersi
Ma muore dalla voglia e
Oramai lo sai
Tutto il giorno e anche la notte
Il tuo pensiero è qua e mi fotte e
Oramai lo sai…


Tengo lo sguardo puntato sul quaderno che ho davanti, provando a capircene qualcosa di quei geroglifici più comunemente noti come esercizi di matematica. Ho sempre odiato questa materia ed è proprio perché il professore mi ha minacciato di bocciatura se ora mi trovo a casa tua a cercare di seguire le tue spiegazioni. Tu, al contrario di me, sei sempre stato bravissimo, non c’è formula o espressione che non sappia risolvere.
«Allora Norihito, qual è l’integrale di uno?» Chiedi nuovamente, esasperato dal mio costante silenzio di fronte alle tue domande.
Alzo gli occhi dal quaderno per puntarli nelle tue iridi magnetiche nelle quali mi perdo. Vedo un ghigno dipingersi sul tuo volto e distolgo lo sguardo per riportare l’attenzione alla tabella degli integrali che mi hai spiegato giusto qualche attimo prima, pregando ogni Santo che il rossore sulle mie guance sia passato inosservato. Mentre continuo a cercare la formula di quel dannato integrale avverto uno spostamento nella tua direzione e, prima ancora che possa controllare cosa stai facendo, una manciata di capelli color malva spunta alla destra del mio volto mentre una tua mano va a posarsi sul tavolo, accanto alla mia.
«Suvvia, è l’integrale più facile di tutti! Facciamo così, se indovini ti do un piccolo premio.» Mentre dici ciò ti avvicini ancora di più, arrivando ad incollare il petto alla mia schiena. La tua voce melliflua mi riempie l’orecchio mentre il fiato caldo mi stuzzica la pelle mandandomi scariche elettriche in ogni dove.
«Non sono mica un cagnolino, stupida prugna sec-» Le parole mi muoiono in gola e al posto loro esce un rantolo di stupore e piacere quando avverto la tua mano oltrepassare la barriera dei vestiti e stringersi delicatamente attorno alla mia nascente erezione.
«Dunque, qual è questo integrale?» Chiedi nuovamente con tono divertito mentre inizi a accarezzarmi con estenuante lentezza.
«A-Atsushi… s-mettil-… Ah!»
«Se rispondi correttamente vado avanti, altrimenti mi fermo qui.»
Smetti di accarezzarmi l’erezione ma, al contrario di ciò che hai appena detto, non levi la mano e cominci a giocare pizzicandomi la pelle con le dita. Stringo i denti cercando di resistere a questa tortura e mi maledico in diecimila lingue diverse per aver chiesto il tuo aiuto e per essere un tale disastro in matematica.
«Ultima occasione, Norihito. Qual è l’integrale di uno?» Continui a torturarmi portandomi al limite e, proprio quando sento l’orgasmo ormai imminente, ti fermi divertito dalla mia espressione contrariata.
«Non lo so, dannazione! Non lo so qual è l’integrale di uno! È una cosa così inutile e… X PIÙ LA COSTANTE ADDITIVA C!» Finalmente, in un improvviso lampo di genio, mi ricordo qual è quel benedetto integrale.
«Bravo il mio nanerottolo. Ci voleva tanto?»
Posi le labbra sul mio collo, sorridendo appena prima di mordermi e riprendere a massaggiarmi l’erezione con più intensità. Mi riverso nella tua mano dopo pochi secondi, con un sospiro appagato.
«Allora, finalmente qualcosa l’hai capita?» Chiedi schioccandomi un bacio a fiori di labbra.
«Si, ho capito che non chiederò mai più aiuto a te per le ripetizioni di matematica.»


 



 
 
Angolo dello Stregatto e del Bianconiglio (?)

Ohohoho, guardate un po’ chi è tornata a pubblicare con una flash mlmlmlmlmlml (?) dopo secoli che non aggiornava la raccolta C:
ScusatImi se ho lasciato questa fict sola a marcire nei meandri più nascosti sentite un po’ che paroloni vi sforno stasera :’D (?) del fandom, ma è stato un periodaccio e non avevo voglia di far niente. Ho continuato ad aggiornare “Memories” solo perché avevo già dei capitoli pronti, se no anche lei finiva a marcire negli angolini bui ewe
Dunque, su questa flash non ho poi granché da aggiungere, credo che parli benissimo da se :///D
Vi chiedo solo di darmi un vostro parere e di farmi sapere cosa ne pensate ♥
Bene, detto ciò io per stasera vi saluto!
Al prossimo aggiornamento, ormai mancano poche flash alla conclusione T_T
Fanny

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI - 500 parole ***




E ti amerò più in là di ogni domani
Più di ogni altro di ciò che pensavi
Non m'importa ora di fingere
Il mio sguardo lo sai leggere


Entro in casa sbattendomi letteralmente la porta di ingresso alle spalle. Ho il fiato corto, ma non credo sia solo per la corsa sfrenata che ho fatto per arrivare al mio appartamento. Mi è bastato incrociare il tuo sguardo per scappare via, come un codardo.
Poggio le spalle contro la superficie liscia della porta e scivolo lentamente fino a sedermi sul freddo pavimento. Porto le ginocchia sotto al mento, le abbraccio e vi poggio contro una guancia. Il mio respiro continua ad essere irregolare, ho la gola secca e i battiti del cuore accelerati. Chiudo gli occhi e provo a calmarmi facendo dei respiri profondi, ma è tutto inutile. Il mio pensiero vola dritto a te, alle tue iridi ardenti come il fuoco che mi osservavano sorprese.
Erano anni che non ti incontravo. Esattamente dieci. L’ultima volta che ti ho visto ho letto la tristezza nei tuoi occhi e la delusione sul tuo viso. Te ne sei andato senza dirmi una parola. Ti avevo tradito, cos’altro potevo mai aspettarmi? Avevo tradito te, la tua fiducia in me e il nostro rapporto. Ammetto che, in quel momento, non ho provate niente. Quando sei entrato dalla soglia e mi hai trovato a crogiolarmi tra le braccia di un altro, non ho fatto altro che guardarti quasi con un ghigno strafottente ed ho continuato come niente fosse. Forse, dentro me, credevo mi avresti perdonato anche questo, come tutto il resto. Solo quando te ne sei andato, definitivamente, ho sentito in cuor mio di aver perso l’unica cosa bella della mia vita.
Non ti ho seguito, allora. L’orgoglio ha soppresso gli altri sentimenti e l’autoconvinzione di star bene senza di te si è impossessata di me. Non sapevo ancora quanto mi stessi sbagliando. Dopo di te non sono riuscito più a vivere davvero, ma ormai era troppo tardi per cercarti e chiedere il tuo perdono. Era troppo tardi per dirti quanto fossi pentito del mio comportamento, per dirti che, nonostante lo negassi con tutto me stesso, ti ho amato, sempre.
Il campanello che suona all’improvviso mi desta dai miei pensieri. Mi alzo lentamente ed apro appena la porta. Incrocio i tuoi occhi e reprimo l’impulso di chiudermi in casa. Non so se mi sento pronto ad affrontarti.
«Yuuto.» Sussurro solamente, gli occhi fissi nei tuoi.
«Akio. Ne è passato di tempo.»
«Già. Cosa ti ha portato qui, dopo tutti questi anni? Pensavo non volessi avere più niente a che fare con me dopo tutto quello che ti ho fatto.» Rispondo mettendo su l’espressione più dura e finta del mio repertorio.
Mi osservi in silenzio, mi sondi l’anima con quegli occhi rossi che tanto amo, quegli occhi che non hanno mai abbandonato i miei sogni.
«È vero, non volevo saperne più di te. Eppure, quando stasera ti ho visto, ho sentito qualcosa muoversi in me. Non ti ho mai dimenticato, Akio, e i tuoi occhi mi stanno confermando che per te è lo stesso.» Dici sporgendoti verso di me.
Trattengo involontariamente il respiro e mi perdo nei tuoi occhi. Non nego ciò che hai appena detto, sono stanco di nascondere ciò che provo da sempre. Mi sporgo appena in avanti e faccio combaciare le nostre labbra in un bacio senza tempo.







Angolo dello Stregatto e del Bianconiglio (?)

Eeeee niente. Dopo anni torno ad aggiornare questa raccolta.
Mi è venuta voglia di rimettermi a scrivere storie e, grazie ai suggerimenti dei miei follower su Wattpad, ho preso a scrivere anche sulle prime coppie di Inazuma.
So che, molto probabilmente, non avrò chissà che visibilità dato che ho notato un enorme calo di presenze su EFP, ma ci tenevo a pubblicare anche qui questa flashfic.
Spero sia di vostro gradimento!
Fanny

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Capitolo 22
*** Capitolo XXII - 408 parole ***




Non adesso qui su questo letto
In cui, tragico, mi accorgo
Che il tuo odore sta svanendo lento


È notte fonda quando faccio ritorno a casa. Giro la chiave nella toppa e, nel buio e nel silenzio più assoluto, entro per poi dirigermi verso la camera da letto. Accendo una delle lampade che si trovano sui comodini posti ai lati del materasso matrimoniale e rimango ad osservare le lenzuola immacolate. Sono così da quando tu non ci sei più, da quando quel maledetto incidente ti ha portato via da me. Chissà se adesso ti trovi insieme a tuo fratello Atsuya.
Mi inginocchio dal lato di letto dove dormivi tu, poggio la testa sul materasso e inspiro profondamente. Le lenzuola, quando eri ancora qui, avevano sempre un dolce e fresco profumo, come di montagna. Adesso non percepisco più niente. Il tuo odore si è affievolito ogni giorno di più fino a svanire del tutto. Arpiono la stoffa e mi lascio andare ad un pianto di dolore, un pianto che non avrà mai fine. Mi manchi come l’aria nei polmoni quando soffoco nella mia sofferenza, Shirou. Chiudo gli occhi e lascio che le emozioni prendano possesso di me fino a soccombervi.
Spalanco le palpebre di colpo, il fiato mi muore nei polmoni. Sento il viso umido, segno che molte lacrime l’hanno rigato. Allungo una mano sul letto finché non incontro il tuo corpo caldo. È stato un incubo, solo un maledetto ed orribile incubo. Mi avvicino di più a te e ti stringo in un abbraccio, inspiro il tuo dolce profumo e mi rassicuro. Sei qui, Shirou, sei qui con me.
Ti rigiri tra le mie braccia e mugugni qualcosa nel sonno. Ti osservo in silenzio e ti bacio leggero la fronte. Il contatto ti fa aprire appena gli occhi.
«Shuuya, che succede? Non riesci a dormire?» Biascichi assonnato.
«Ho avuto un incubo, uno di quelli orribili che ti lasciano il vuoto nel petto e la tristezza nel cuore.» Rispondo affondando il viso tra i tuoi capelli e stringendoti di più a me. «Ho sognato di perderti, Shirou.»
«Shh, stai tranquillo. Sono qui, non vado da nessuna parte.» Dici in un sospiro mentre ricambi l’abbraccio.
Dopo pochi secondi, sento il tuo respiro farsi pesante e capisco che ti sei addormentato nuovamente. Ti bacio leggero la testa e chiudo gli occhi nella speranza di riuscire a scacciare via anche gli ultimi residui di quell’incubo.
«Non lasciarmi mai, Shirou. Sei la miglior cosa che mi sia mai successa.» Sussurro appena, prima di riuscire a tornare tra le braccia di Morfeo.







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Capitolo 23
*** Capitolo XXIII - 500 parole ***




Hai consumato gli ultimi residui di calma
Messo a dura prova la mia buona volontà
Che amore, giuro, fino all'altro ieri era tanta
Bruciata ormai dalla morbosa possessività


«Di chi è questa camicia?»
Alzo gli occhi dallo schermo del mio telefono e li fisso sulla tua figura nel momento in cui sento la domanda lasciare le tue labbra. Ti osservo tenere una camicia bianca a righe grigie tra le mani, con un grosso cipiglio dipinto sul viso. Leggo nei tuoi occhi gialli quel sentimento che ti brucia dentro ogni volta che hai un dubbio e sbuffo sonoramente. La gelosia non è una cosa che fa per me e te l’ho detto sin dal primo momento.
«È di un mio collega.» Rispondo solamente, tornando a prestare attenzione al piccolo display.
«E perché si trova in casa nostra?» Biascichi assonnato.
Il tono che usi comincia a non piacermi. Posso solo immaginare i pensieri che vorticano nella tua testa e posso dire con assoluta certezza che sono uno più infondato dell’altro.
«L’altro giorno gli ho versato accidentalmente del caffè addosso e mi sono semplicemente offerto di lavargliela.» Ribatto pacatamente.
«Sicuro sia la verità?»
Sgrano gli occhi, incredulo, nel sentire quella domanda. No, non l’hai chiesto davvero. Sicuramente avrò sentito male.
«Haruya, ti prego, dimmi che non hai davvero pronunciato quelle parole.» Dico rivolgendoti il più glaciale degli sguardi.
«Cosa vuoi che ti dica, Fuusuke? Sono dannatamente geloso e non sopporto l’idea che qualcun altro possa averti sfiorato anche solo con uno sguardo. Sei sempre circondato da altri uomini e non puoi negare di essere dannatamente bello. Chi mi dice che questa camicia appartiene davvero a un tuo collega e non a un amante? Potresti avere chiunque al posto mio e questo pensiero non fa che persistere nella mia mente.» Dici alzando la voce e iniziando a gesticolare in preda a uno dei tuoi soliti attacchi di gelosia.
Sbatto con violenza una mano sulla superficie di legno del tavolo che si trova proprio davanti a me e scatto in piedi. Pianto le mie iridi di ghiaccio sulla tua figura e ti vedo vacillare sotto il peso del mio sguardo.
«Davvero hai il coraggio di tirare fuori questo discorso, Haruya? Dopo tutto questo tempo, dopo tutto ciò che ti ho dimostrato e continuo a dimostrarti tu continui ad avere dubbi suoi miei sentimenti e sulla mia fedeltà?» La mia voce è ferma, calma, anche se dentro di me sento un maremoto di emozioni muoversi incontrollate.
«Io… no, non è questo quello che voglio dire. Io ti amo, Fuusuke, ma ho davvero paura di non essere abbastanza.» Dici abbassando lo sguardo, colpevole, dopo aver davvero capito ciò che mi hai detto.
Ti osservo un attimo prima di chiudere gli occhi e passarmi una mano sul viso. Conto fino a dieci per evitare di riversare fuori tutta la rabbia che mi bolle dentro. Quando li riapro, ti vedo guardarmi con uno sguardo da cucciolo ferito e la mia bocca si curva in un sorriso spontaneo. È difficile restare arrabbiati con te.
«Ho esagerato. Scusami.» Sussurri dopo esserti avvicinato per avvolgermi in un abbraccio.
«Va bene, ti perdono. Ma che non ricapiti, chiaro? Oggi hai seriamente rischiato di farti mandare definitivamente a farti fottere.» Rispondo ricambiando l’abbraccio e posandoti un dolce bacio sulla fronte.




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