Before the Devil knows you're dead

di screaming_underneath
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Orologio ***
Capitolo 2: *** "Chiama" ***
Capitolo 3: *** Padri ***
Capitolo 4: *** Termini & Condizioni ***
Capitolo 5: *** Centocinquanta (modi di vedere un telefilm) ***
Capitolo 6: *** "Not our division" ***
Capitolo 7: *** Beneficenza ***
Capitolo 8: *** Un pesce di nome Lestrade (Amore secondo gli Holmes) ***
Capitolo 9: *** Audi nos ***
Capitolo 10: *** Dottori ***
Capitolo 11: *** Password ***
Capitolo 12: *** Nomi ***
Capitolo 13: *** "I'm fire, I'm death" ***
Capitolo 14: *** Tre minuti ***
Capitolo 15: *** Legami ***
Capitolo 16: *** Before sunrise ***
Capitolo 17: *** Esperimenti ***



Capitolo 1
*** Orologio ***


Orologio


John Watson era un tipo abitudinario.
Sua sorella, da piccolo, lo chiamava Orologio Johnny.
«Piegate le lenzuola, Orologio?» ridacchiava ogni mattina, quando il fratellino, finita la colazione e accuratamente pettinati i capelli, marciava verso camera per rifarsi il letto. (Harriet non lo faceva mai: lasciava che fosse sua madre a rassettarle la camera, la sera, quando tornava dal lavoro e lui non mancava mai di farle notare quanto fosse svogliata e cattiva, a lasciar faticare la mamma di nuovo.)
«Smettila, Harry» brontolava lui, alzando le spalle sdegnoso. Poi spianava le pieghe del copriletto e preparava lo zaino, impilando i libri a seconda delle materie del giorno.
Preciso, sì, e quindi?

John Watson era un tipo abitudinario.
L’esercito aveva portato via gran parte delle vecchie abitudini, solo per regalargliene di nuove, persino peggiori. (Guardarsi il fianco destro con regolarità, per assicurarsi la presenza della pistola, era stata una di quelle dure a morire persino dopo sei mesi come civile a Londra.)
Il caffè era rimasto più a lungo.
(Fino a Sherlock, John?)
Era sopravvissuto persino all’Afghanistan, perché di caffè non ce n’è mai troppo, quando passi nottate chinato sul corpo straziato di un compagno d’armi.
Lungo, forte, tre gocce di latte.

John Watson era stato un tipo abitudinario.
Non prende più caffè, adesso.
Sherlock non andava mai a comprare il latte.





Due parole.
Il titolo di questa raccolta è ispirato ad un vecchio detto irlandese: "Possa tu essere in Paradiso mezz'ora prima che il Diavolo sappia che sei morto".
Il prompt e la double drabble (220 parole precise) hanno una dedica grossa così alla mia mogliA GrumpyCat preferita, Mrs.Bored aka Damn Jawn, e un cuoricino particolare per tutte le bimbe del WAJ (We Are Johnlocked)! 

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Capitolo 2
*** "Chiama" ***


Chiama”


 

 

«È un tasto verde con scritto “chiama”, Mycroft. Non dovrebbe essere così difficile».
Stai sudando; il cellulare scivola per l’ennesima volta dal cuneo di spalla e orecchio. Soffochi una mezza imprecazione. «Credo sia tu a sbagliarti. Nessuna cornetta verde, sulla mia schermata». Schiacci qualche tasto, giusto per non dargliela vinta. Lo schermo del portatile rimane tristemente statico.
Diavolo, sei o non sei Il Maledettissimo Governo Britannico? Non puoi dartela a gambe contro Skype!
«Forse dovrei... chiedere aiuto ad Anthea?» proponi infine, crollando esasperato.
«Fidati, Myc. Non le piacerebbe». La voce di Greg esce dal pc. Sorride soddisfatto – eureka! – ed è nudo.
Totalmente.
La bocca ti diventa improvvisamente asciutta. «No. Decisamente».





 

Due parole
Drabble da 110 parole, piena di sciocchezze Mystrade cui devo ringraziare mogliA Mrs.Bored ancora una volta.
Non avrei mai scritto su questa coppia senza il suo input promptoso davvero caruccio!

 

 

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Capitolo 3
*** Padri ***


Padri
 


Il bambino sa.
Sa che suo padre non è un padre come tutti quegli altri.
Non lo porta al parco, tanto per cominciare. E neanche al campino a tirare due calci al pallone – proprio MAI, eh? Nemmeno una volta, nemmeno di domenica.
Il bambino sa. Sa che suo papà – quello che lo porta al parco e gioca a pallone anche se si stanca e dopo un po’ pare zoppicare – vorrebbe che anche suo padre facesse queste cose con lui, e che si arrabbia pure, e pure parecchio.
Ma al bambino non importa.

Il bambino sa.
Sa che suo padre non è come tutti quegli altri, perché lo lascia sbirciare tra i suoi alambicchi e provette, gli insegna a riconoscere il tabacco dalla forma delle foglie e gli mostra come sono fatti i globuli rossi al microscopio.
E se fa il bravo, ogni tanto può pure scegliere dal suo grande archivio pieno di foto il caso che preferisce, e leggerne i rapporti a voce alta assieme ai suoi amici – anche se quelli urlano ogni volta che vedono un cadavere un po’ più deturpato.

Il bambino sa, e ama suo padre proprio per questo.
E ama anche suo papà, anche se toglie loro tutto il divertimento.

«Mio Dio, Sherlock, non spaventare gli amici di scuola di nostro figlio!»






Due parole
Doppia drabble Parent!lock, che è bello e puccioso. 
Scritta per il Drabble Day del gruppo WAJ come sempre... io non sono molto produttiva, ma se volete qualche (anzi, un sacco) di drabble carinissime e un botto di parentlock che ha fillato a me, l'Elisa fa al caso vostro... buona lettura!

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Capitolo 4
*** Termini & Condizioni ***


Fandom: Sherlock BBC
Coppia: Johnlock
Prompt: Il caso necessitava di indossare i kilt. Peccato che Sherlock non avesse previsto quanto le gambe di John ― e il pensiero di cosa ci fosse sotto il gonnellino ― potessero distrarlo.
Numero di parole: 110 [drabble singola]
To: Mrs.Kinky 





 

Termini & Condizioni



Chiudere questo casino in una delle stanze del tuo Mind Palace e lasciare la logica a prevalere è fuori discussione.

Non per il caso in sé: uno scozzese uxoricida sfuggevole? Niente che non possa essere risolto.

Sono i termini e le condizioni (sopratutto quelle) che tu stesso hai imposto a far vacillare la tua solida struttura mentale, mai vacillante prima d'oggi.

«Jeans e maglione non andranno bene, John.» hai detto, indicando i kilt.

Lui ha annuito ― meno quando ha scoperto la regola del non indossare intimo.

“Per il bene del caso, John.” hai puntualizzato.


(Allora perché non riesci ad escludere che tu l'abbia fatto anche per te stesso?)





Due parole.
Il prompt era forse più esplicito della drabble, ma alla fine, questo è stato quello che è venuto fuori. Johnlock senso moooolto lato. 
E' la prima volta che provo ad entrare nella testa di Sherlock, ma spero che in 110 parole il danno di una brutta caratterizzazione sia rimasto relativo. 
Un cuoricino a chi legge, chi commenta e chi mette tra i ricordati, preferiti e seguiti. Siete preziosi.
Due cuoricini ad Albascura_ con la sua rece tanto carina e piena di complimenti che non mi merito, che ho scoperto fare gli anni oggi. Tanti auguri! <3

 

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Capitolo 5
*** Centocinquanta (modi di vedere un telefilm) ***


Centocinquanta
(modi di vedere un telefilm)




«Sherl-»

«Sssh!»

«Cosa stai facendo?»

«Osservo.»

«O-osservi. Sherlock, stai osservando la tv da quindici ore. Come medico, posso assicurarti che non è salutare.»

«Neanche fumare è salutare, ma mi hai tolto le sigarette e mi hai consigliato di ― cito testualmente ― “trovarmi un passatempo tranquillo, magari guardarmi un po' di tv”.»

«Appunto. Un po' non sono quindici dannate ore.»

«Sì, beh, ammetto di aver perso di vista l'orologio. Sapevi che certi telefilm hanno almeno centocinquanta diversi tipi di interpretazione, di cui almeno centotrenta di orientamento prettamente terroristico?»

«S-Sherlock?»

«Dimmi, John.»

«Sherlock, dimmi che quello che stai guardando al momento non è Il mondo di Patty»

«Ho finito Doctor Who.»  





Centodieci parole di drabble in dialogo.
Ogni tanto mi vengono fuori così.
Scusate la demenzialità. La povera Elisa mi aveva lasciato un prompt anche abbastanza normale XD
Un cuore a tutti.

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Capitolo 6
*** "Not our division" ***


To: MrsKinky
Fandom: Sherlock BBC
Coppia: Mystrade
Prompt: A volte avevano entrambi bisogno di una pausa. Nessuno sapeva che avessero comprato una casa alle Hawaii, per fuggire lì in quei periodi neri.
Conteggio parole: 110






 

"Not our division”



 

«Sai qual'è la cosa migliore di tutto questo?» Gregory stiracchia le membra al sole, lasciandosi sfuggire un mugolio di soddisfazione.

Sono nel Paradiso ― la loro ancora di salvezza dallo stress londinese ― da quasi due settimane, ormai, ma nonostante la segretezza con cui hanno condotto l'acquisto della villetta hawaiana, l'ispettore continua a domandarsi quanto tempo impiegherà ancora il minore degli Holmes a scovarli, come un cane da tana.

«Mio fratello libero di mettere a ferro e fuoco Londra, senza la nostra supervisione?» azzarda il compagno con acidità, specchiando perfettamente i suoi pensieri.

«No.» Lestrade ride, sfiorandogli appena il viso. «La scottatura che ti spuntando sulla punta del naso, Myc.»






 

... E con questa mi son rimessa in pari con le drabble scritte per l'ultimo Drabble Day.
Un cuore alla mia bella Mrs.Kinky che mi prompta roba Mystrade patatosissima <3

P.S. Sto lentamente scivolando nel fluff nonsense.
Questa non sono io. Dov'è l'agst che uccide i cuori con il quale pervado ogni mia fanfiction?

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Capitolo 7
*** Beneficenza ***


Beneficenza



È rosa. E bianco. E tondo. Con una ciliegia rossa come cappello.
«È una questione diplomatica.» 
La fa facile, lui. «È un pasticcino», puntualizzo, orripilato. 
«Sconvolgente spirito d'osservazione.» 
«No. Mycroft. No.» Una cosa è essere sotto copertura, per un caso. Ma questo...
«È per beneficenza», rincara la dose. 
Incrocio le braccia. «Non m'importa.» Non mi avrà mai. Impossibile corrompere un poliziotto.
«Fallo per mia madre, allora.»
La signora Holmes veleggia per la sala, sorridendo felice e sistemando festoni. Chiudo gli occhi e immagino come potrebbe reagire se decidessi di non assecondarla. È facile e un po' terribile, perché è la stessa reazione che avrebbe Mycroft.
«... Me la paghi.»

«Non. Una. Parola.», ringhio.
«Non sto parlando.» Mi sta squadrando, divertito, ma non infierisce sul mio stato. 
Prego affinché John non riesca a convincere Sherlock a partecipare. Non potrei sopportare un altro Holmes in questo momento. Non Sherlock, comunque. «Dillo a tua madre.»
Mycroft alza gli occhi al cielo. «Non posso fermarla. Nessuno può.» Sono certo di aver sentito una punta di puro terrore nella voce di Mr. Governo. 
«Soltanto poche ore. E poi...» Mycroft si sporge verso di me e sussurra una cosa di quelle che fanno dimenticare di essere vestito da pasticcino per una festa di beneficenza.
«Mmm.»
«Greg, non c'era bisogno della pistola d'ordinanza. È una festa.»






Due parole.
Questa double drabble partecipa al Drabble Weekend indetto sul gruppo effebì "We are Johnlocked".
Il prompt
"
Per un evento di beneficenza, il fidanzato di Myc, Gregory, si traveste da pasticcino" e tutto lo shameless!fluff di questa cosa vanno alla mia Mrs.Kinky, MogliA fandomica con cui condivido il mio sempre maggiore amore per le Mystrade. *scuoricia*

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Capitolo 8
*** Un pesce di nome Lestrade (Amore secondo gli Holmes) ***


Un pesce di nome Lestrade
(Amore secondo gli Holmes)

 

Non era preparato.

Doveva essere una ripicca. Un modo un po' infantile di farla pagare a Mycroft, per aver ficcanasato dove non avrebbe dovuto.
Invece sembra proprio che sia lui ad avere le redini del gioco (in tutti i sensi, realizza con qualcosa di simile all'orrore), ancora una volta.
«Sherlock, cosa succede?» chiede John, allarmato dal verso disgustato cui si lascia andare.
«Credo di essermi sbagliato» sussurra. Si ravviva i ricci con un gesto assente e il dottore nota quanto stia tremando.
Sherlock Holmes sta tremando.
«Puoi spiegarti?»
Apre la bocca; la richiude.
(Come un pesce rosso, eh Sherlock?)

«Credevo di aver dedotto una cosa». È l'unica cosa che riesce ad esalare infine, voltando il portatile che sta fissando ormai da almeno dieci minuti.
«Perché stai spiando lo studio di tuo frat-» inizia John, senza capire veramente il punto.
Osserva, John.
Sherlock aspetta, socchiude gli occhi, quell'immagine stampata a fuoco nella mente. Nessun Mind Palace dove rinchiuderla. Non riesce a concentrarsi abbastanza per creare una stanza blindata dove sepperlirla per sempre.
«Ma quello è...» inizia di nuovo il dottore, e stavolta c'è una nota di puro orrore anche nella sua voce.
«... Il suo pesce rosso».
«E Mycroft sta...»
«Sì».

«Almeno è una conferma che il tuo disinteresse verso la sessualità non è genetico» è il lapidario commento dell'altro.

 

~

 

Ripresa
(Sherlock sperimenta)

 

«Cosa?»
«Cosa?» ripete John. Sta ancora guardando (con un certo fascino orripilato) il fratello del suo conquilino, nudo dalla vita in giù, scopare con il detective Lestrade ― il loro, detective inspector Lestrade! ― sulla scrivania del suo studio. «Non dev'essere una posizione molto comoda» si lascia sfuggire dalle labbra, ipnotizzato.
Sherlock lancia uno ringhio e chiude di scatto lo schermo del computer, facendolo cadere sul divano dietro sé. «No» borbotta.
Al dottore serve un attimo per capire che quella negazione non è riferita al video, quanto alla sua affermazione.
Come se...

«John, tu guardi ma non osservi. Lo fai continuamente. Credi davvero che il mio sia totale disinteresse?»

Impossibile.
«In realtà hai ragione». Sherlock sorride. Si è avvicinato talmente tanto che John può sentire l'odore del suo bagnoschiuma sprigionarsi dall'accappatoio in cui è avvolto. «La categoria generale non è di mio gradimento. Ci sono certe eccezioni, però» sussurra.
È appena un sibilo, direttamente nel suo orecchio, e John Watson non capisce più nulla. È frustrante quanto ciò accada frequentemente, in compagnia di Sherlock Holmes.
«Cos-» prova a chiedere, ma le labbra di Sherlock adesso sono pericolosamente vicine alle sue, e John indietreggia fino a rimanere incastrato contro il tavolo della cucina. Sgombro, per una volta.
«Zitto» lo interrompe l'altro. «Siamo nel mezzo di una sperimentazione».

Infine, John comprende.





 

Due parole
Amaerise  il mio amore per il bellissimo prompt.
In realtà la seconda doppia drabble è nata in un secondo momento, con uno sclero di gruppo... sono stata sfidata a scrivere qualcosa di p0rn, ma io son negata col p0rn e questo è il risultato. 
Ranerottola invece sa il fatto suo e ne è riuscita a scriverne una davvero carina! Passate a leggere, mi raccomando!

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Capitolo 9
*** Audi nos ***


Audi Nos

 


(Mai più, si ripromette John ai posteri.

Per Sherlock, solo programmi sotto sua previa approvazione.)

 

Per primi nota i simboli.

Sherlock ― non gli passa neanche per la testa che possa semplicemente essere opera di un vandalo ― ne ha tappezzato completamente la carta da parati di Mrs.Hudson, usando quello che assomiglia in modo inquietante a sangue umano.

(speriamo non sia suo)

«Sherlock, che stai-» la frase cade nel vuoto, rimpiazzata dalla sopresa: il perimetro del salotto è circondato da sale grosso. John fa un altro passo e può vedere che c'è sale lungo ogni finestra e sale tutt'intorno alla sua poltrona.

«Ssh. Vieni avanti, non interrompere le linee.»

Adesso ha una visuale completa e non crede ai suoi occhi.

C'è la televisione accesa (da quando Sherlock guarda la tv?) su qualcosa chiamato Supernatural.

C'è Mycroft, con una torta in mano, bagnato da capo a piedi.

C'è Sherlock che agita una fiaschetta piena di quella che John realizza essere acqua santa dalla croce incisa sulla superficie del contenitore.

(che cazzo...?)

Anzi, rettifica. C'è Sherlock che sta... parlando in latino?

«Cessa decipere humanas creaturas, eisque aeternae Perditionis venenum propinare...»

«Faresti meglio a sequestrargli la televisione, prima del tuo prossimo congresso. Ecco come ripaga suo fratello per essere stato gentile il giorno del suo compleanno!» lo rimprovera Mycroft, pieno di disapprovazione.

 

 

 


 

Due parole.

Ringrazio la Elena per il prompt puccerrimo “John è andato a un congresso di medicina, quando ― quattro giorni dopo ―torna a casa trova sale ovunque, strani simboli su pareti e soffitto e Sherlock che salmodia in latino contro un disapprovantissimo Mycroft. Si promette di non lasciare MAI PIU' che Sherlock veda serie TV senza la sua previa approvazione.
Sherlock e la televisione non sono proprio una bella accoppiata, no.

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Capitolo 10
*** Dottori ***


Dottori

 



La prima volta si alza dal divano dopo metà sigla.
«Che musica cacofonica» è il commento di Sherlock, che decide di suonare il violino proprio durante uno degli episodi preferiti di John.

La seconda sera, il suo coinquilino gli sequestra lo strumento. «Lasciami guardare in pace la tv, Sherlock.»
Il detective mugugna qualcosa, ma è talmente annoiato che si appollaia sulla poltrona di John e segue pure lui, seppur lamentandosi di non trovare la logica nei viaggi nel tempo. «Impossibile che questo Dottore usi una cabina telefonica ― il legno non sopporterebbe mai quelle accelerazioni senza schiantare.»
«Sherlock, non è una vera cabina...»


La terza sera John neanche ci prova, a nascondergli il violino, ma Sherlock si siede nel divano e non dice una parola da inizio a fine episodio. Neanche un lamento sull'illogicità su cui si basano i tre quarti delle strampalate teorie di quello strano alieno. Neppure una puntualizzazione banale come “non esistono gli alieni, John”, in realtà.

La quarta sera c'è Doomsday in programmazione. Il dottore (quello di Sherlock) si siede sul divano sperando di avere compagnia, e non viene deluso. Il detective si rannicchia al suo fianco e segue avidamente, tamburellando il ritmo della sigla con le dita.
E sul finale, John può giurarlo persino sulla testa della Regina, sente sussurrare: «Povera Rose.» 





Due parole.
Per il prompt, all hail Amaerise, di nuovo.
Questa drabble è un po' il prequel di "Centocinquanta (modi di vedere un telefilm)" ^_^
Grazie di aver letto!

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Capitolo 11
*** Password ***


Password




Sherlock è più taciturno del solito.

Non è neanche in fase Mind Palace; sembra più che altro essere irritato per qualcosa che John non riesce proprio ad afferrare. 
«Che c'è, Sherlock?» chiede per l'ennesima volta, sperando in una risposta coerente. «Non posso capire qual'è il problema se non mi parli».
«Il blog, John» esala esasperato l'altro, voltandogli le spalle dal divano. «Per una volta, usa quel dannato affare a dovere!»
«Ti ho già detto che non avrei scritto nulla di questo caso. Ogni tanto sbagli persino tu, Sherlock. È umano».
«Lascia perdere. Non importa» ripete il detective per la sesta volta, lasciando cadere la conversazione nel vuoto.

… Il blog.
John non capisce perché ne sia così turbato.
Ha già promesso di non parlare del fallimentare caso Langbert; un assassino suicida non è motivo di vanto. Soprattutto se il ricercato in realtà ha come uniche colpe quelle di essere un marito negligente e un depresso cronico, ma nessun uxoricidio a carico.
«Si sarebbe suicidato lo stesso» ha detto Sherlock, dopo. Non proprio una sentenza da scrivere su internet, se ci tengono alla loro (sua) reputazione internazionale. A ben vedere poi, John non entra nel suo blog da un bel po'; tra la caccia all'assassino e la burocrazia con cui li ha sommersi Lestrade, non ha avuto tempo di …
«Oh

La prima cosa che nota è l'assurdo afflusso di gente che ha fatto schizzare il numero delle visite a cifre mai viste.
Ma la cosa più strana, impossibile, anzi, è che c'è un nuovo post nella home. Risale a trentacinque ore prima, ovvero più o meno il lasso di tempo passato da quando Sherlock ha iniziato a tenergli il muso, ed è composto da una sola parola, senza titolo o altro.

Sposami S.H.

John rilegge almeno otto volte prima di capirne il significato.
Poi va da Sherlock, sorridente come un ebete, e l'unica cosa che riesce ad esalare non è “sì”, ma: «Avevo soltanto scordato la password, idiota!»  





Due parole.
Dedica e cuori per il prompt a mogliA Damn per questa tripla drabble!

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Capitolo 12
*** Nomi ***


Nomi




Si respira nella sala l'aria di gioiosa ubriachezza che solo persone davvero troppo satolle di cibo ed alcol altrui possono provare.

Gli sposi siedono, riposando gambe e voce (almeno per quanto riguarda John: Sherlock è rimasto taciturno e scostante come sempre, come se il matrimonio fosse quello di qualcun altro) prima del prossimo giro di brindisi.
Molly Hooper non smette di piangere. I maligni iniziano a mormorare che la sua disperazione sia davvero troppo eccessiva per essere quelle lacrime di gioia. Dal canto suo, Mike Stamford si pavoneggia con chicchessia sul suo contributo fondamentale allo svolgimento dei fatti. Potrebbe risultare simpatico, prima d'iniziare a rivolgersi a se stesso come “Cupido”.

«Mike dovrebbe smettere di bere, è imbarazzante». Sherlock sospira, rigirandosi la fede all'anulare, perso nel vociare degli invitati. Mrs. Hudson gli siede vicino, il trucco sbavato dall'emozione, ripetendo frasi come “Oh, caro, sono così felice per voi” senza soluzione di continuità.
«È divertente, guastafeste» ridacchia il dottore, allentando il nodo alla cravatta. «E comunque, dovresti ringraziare Gregory. Senza di lui non avremmo avuto l'orchestra».
«Sei un terribile ballerino, John Holmes. Cosa ti fa credere che non fosse premeditato?»
John non raccoglie la provocazione ― sa già come fargliela pagare; lo guarda con l'espressione di più serena felicità coniugale che riesca a tirar fuori. «Sherlock?»
«Sì».
«Non prenderò il tuo cognome».

 

~
 

(Ripresa)



«Mi ha chiamato Gavin. Di nuovo! “Grazie, Gavin. John ci teneva a ringraziarti per l'intervento del complessino di Scotland Yard”». Gregory Lestrade scuote la testa e svuota il calice di champagne che ha in mano, sotto lo sguardo di disapprovazione del proprio uomo.
«Non hai bevuto abbastanza?» si sente chiedere, con una glissata pazzesca sull'argomento “Sherlock”.
«No. E comunque, tuo fratello è uno stronzo».
«Ha deliberatamente scelto te come testimone al posto mio» ribatte Mycroft, alzando un sopracciglio eloquentemente.
«Potrei emozionarmi, se non sbagliasse il nome di proposito».
«Neanche nostra madre riesce a tenerlo a mente, se ti è di consolazione. Ecco perché usa solo l'iniziale nei bigliettini d'auguri».
«...» 




Due parole
Questa doppia drabble più sorpresa (ormai ficco Mystrade ovunque eheheheh) non ha origine da un prompt del WAJ ma dalle richieste di voi deliziosi lettori, che volevate un proseguo a "Password".
Spero vi sia piaciuta... a presto!

 

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Capitolo 13
*** "I'm fire, I'm death" ***


"I'm fire, I'm death"




«Papà è un po' come Smaug» se ne esce Hamish una mattina.

Siede a terra, col naso infilato tra le pagine de Lo Hobbit, regalo di Natale di Molly.

«Prego?» chiede il dottore, da dietro il quotidiano. Ancora niente di nuovo...

«Guarda com'è nervoso. Non ha nulla da fare, persino il violino non lo distrae più. Queste vacanze sono state monotone, vero? Neanche un omicidio... E adesso papà sbuffa e sembra pronto a sputare fuoco, come Smaug di Tolkien» precisa il bambino, serissimo.

John ride di cuore. «Sherlock, hai sentito? Hamish t-»

«Ho bisogno di un CASO!» ruggisce il detective, sordo a tutto il resto.

«Io l'avevo detto, eh, papà...»  






Due parole.
Prompt meraviglioso basato su QUESTA immagine qua che è bellerrima.
Dovevo, scusate.
*ride troppo*

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Capitolo 14
*** Tre minuti ***


Tre minuti




«N-no. Forse dovremmo aspettare un po' di più, non credi?»

«Non cambierai idea adesso. Sei sullo zerbino di casa da dieci minuti! Mrs.Hudson ci prenderà per matti».

«Maisie, non voglio che tuo padre...»

«Di nuovo con questa storia! Sherlock Holmes non è un mostro, ha solo un modo tutto suo di dimostrarmi quanto profondamente mi ami. E, beh, adora dedurre roba, sai».

«Non sto parlando di lui. Parlo... insomma. Tuo padre. Ex soldato, PTSD, ha fratturato il polso di un tizio con cui uscivi, una volta...»

«Si chiama stalking, quello che il tizio faceva, e mio papà mi ha salvato il culo da una brutta situazione... Eddai Kev, per favore

 

«Non fare quella faccia compiaciuta, saputello. Hai la tua buona dose di voci di corridoio, da quel che mi risulta».

Affacciati alla finestra del salotto del 221B, John e Sherlock osservano il fidanzatino della loro figlia tremare come una foglia, fissando torvo il battente della porta.

«Ma non sono io quello con la fama di picchiare adolescenti sui marciapiedi, John».

«Non affronterò questa discussione un'altra volta, quindi togliti quell'espressione dalla faccia, se non vuoi che fratturi un polso pure a te. Quanto gli dai?»

Sherlock consulta l'orologio, sorride compiaciuto. «Tre minuti. Sarà a casa da sua madre in tempo per il tè».

«Maisie non sarà felice...»   






Parent!lock, con John che spaventa i fidanzati di sua figlia ben di più di Sherlock che deduce "roba".
Il prompt e il merito per avermi fatto scrivere questa cosina vanno a Triz.
Per il nome della figlia minore degli Holmes, invece, ringrazio il brainstorming con la straordinaria partecipazione di Freaky il Fangirlneurone del Collettivo Admin Kattiwe del We Are Johnlocked & gruppi affiliati. Vi vu bì, ragazze.

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Capitolo 15
*** Legami ***


Legami




«Non prendertela, fratellino. Troverai il tuo "John" molto presto».

Sherlock non crede d'aver mai visto Mycroft ridere ― di felicità ―, così gli concede il beneficio del dubbio. Già solo sbattergli in faccia ripetutamene come abbia trovato il suo Compagno ― Gregory ― prima di lui lo irrita abbastanza dal desiderare di buttarlo fuori dal 221B a calci, cancellandogli quella smorfietta compiaciuta dal volto.

Può ammettere di essere geloso di suo fratello? Mai.

«Non m'interessa, comunque. Questa storia del Legame è... qual'era la tua definizione? “Peggiore limitazione che l'essere umano potesse imporsi”?»

«Le persone cambiano opinione, fratello».

«Non io. E “John” chiunque sia, rimane la persona più banale del mondo».  






Soulbond!AU di qualche Drabble Weekend fa. Chissà, magari prima o poi salta fuori anche la volta di Sherlock.

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Capitolo 16
*** Before sunrise ***


Before sunrise



Li sveglia l'allegra musichetta di un cartone animato.

Senza neanche aprire gli occhi, John scuote Sherlock per una spalla. «Tuo figlio è sveglio».

Il detective gli schiaffeggia lievemente la mano. «Sai che prima dell'alba è tuo figlio».

«Da quando citi Il Re Leone? È un padre, colui che parla?» ridacchia il dottore, ottenendo un grugnito sonnolento da parte del marito.

Hamish è in salotto, le manine poggiate sotto il mento, incantato davanti alla tv.

«Sono le sei, tesoro. È presto per alzarsi» mormora John dolcemente, prendendolo in braccio.

«No. Io Cartonimati, ora!» annuncia testardo il piccolo, ma si lascia cullare dal padre, riaddormentandosi non appena toccata la testa sul cuscino.

 

L'orologio segna le sette meno dieci quando la sigla di un programma per l'infanzia li desta di nuovo.

«Jooooohn!» ringhia scocciato Sherlock, coprendosi la testa con il cuscino, in attesa che il dottore si alzi e faccia tacere quella baraonda una volta per tutte. Ma John non risponde. «Hamish... di nuovo» gli borbotta in un orecchio, senza avere la forza di aprire gli occhi.

«Quindi?»

«Digli di stare a letto».

« È sorto il sole, Mufasa. Stavolta tocca a te badare al principino» gli annuncia con un sorriso, dandogli le spalle per riprendere a dormire.

«Ma... John...» sospira Sherlock, sconfitto.

«E non scaldargli il latte sul becco Bunsen, per favore!»






Ogni tanto torno qua e aggiorno. Abbiate fede XD

 

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Capitolo 17
*** Esperimenti ***


Esperimenti




«Papà, il rivestimento è quattro toni più chiaro rispetto a prima». Hamish scuote la testa, le braccia conserte nella stessa posa in cui le tiene il padre.

«Non se ne accorgerà. John guarda ma non osserva».

Il piccolo sospira. «Già. Era la sua poltrona preferita, però».

«Gli incidenti capitano, Hamish. Adesso aiuta Mrs.Hudson a riordinare la stanza, su» lo sprona Sherlock. «Non parleremo mai più di quello che è successo, siamo d'accordo?»

Suo figlio sorride e gli fa l'occhiolino, complice, prima di imboccare a corsa le scale.

C'è ancora un vago odore di bruciato chimico nell'appartamento, ma non così forte. John non lo registrerà nemmeno, il detective ne è certo. 





Due parole.
Drabble scritta per la SCREW challenge indetta da moglia Damn sul gruppo Prompt Me Now!, con il prompt numero 46 ("Non parleremo mai più di quello che è successo").
Hamish e Sherlock che danno fuoco alla poltrona preferita di John è stata la prima cosa che mi è venuta in mente leggendo il prompt XDDD

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