La fine...insieme...

di ParoleNelCuore02
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La fine... ***
Capitolo 2: *** ...insieme... ***
Capitolo 3: *** ...per sempre ***



Capitolo 1
*** La fine... ***


LA FINE...INSIEME...PER SEMPRE 

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  La-fine-insieme-per-sempre-SH
 

La fine...

Il chiarore lunare rischiarava la stanza, allungandone le ombre.
Un riflesso argentato avvolgeva i mobili dall'aria austera e si rifletteva sul ragazzo accasciato a terra.
Tremava, scosso dai brividi della febbre, rannicchiato su quel tappeto ruvido e consumato dal tempo.
Il fazzoletto che si teneva premuto sopra la bocca, sembrava pesare più di un macigno.
Era macchiato di rosso con riflessi argentati, residuo della polvere che il ragazzo vi aveva sparso prima di cadere al suolo.
Dal grande specchio dell'armadio, Jem riusciva a scorgere la sua immagine: la pelle dello stesso colore del cielo di Londra, i capelli ormai bianchi e le folte ciglia quasi invisibili, confuse col pallore del viso; le labbra ridotte ad una linea sottile, livida.
Il corpo del giovane sussultò, scosso da un altro violento colpo di tosse...l'ultimo...

Poi la porta della stanza si aprì e dei passi familiari risuonarono sul pavimento. Delle mani calde lo sollevarono e lo avvolsero.
I suoi respiri si fecero sempre più lenti, ma ormai non gli importava più.
Era lì, tra le sue braccia, nell'unico posto in cui si sarebbe sempre sentito a casa.
Chiuse gli occhi, sapendo che il momento stava per arrivare, consapevole che nulla avrebbe potuto impedirlo.
Non rivide tutta la sua vita, né gli comparve davanti la luce bianca che l'avrebbe guidato "dall'altra parte".
No...malgrado le palpebre abbassate, vide quegli occhi del colore del mare in tempesta chini su di lui, i capelli corvini a coprire la fronte e la bocca piegata in un sorriso che racchiudeva tutto l'amore che solo lui avrebbe potuto dargli.
Ma le guance...le guance erano rigate dalle lacrime trattenute per anni.
Lentamente, quell'immagine si allontanò e Jem si abbandonò a quell'abbraccio, mentre nell'aria risuonavano le parole di una promessa antica, sussurrata dalla voce di quel ragazzo che l'aveva condivisa con lui:

 
"Dove andrai, tu andrò anch'io.
Dove morirai tu, morirò anch'io 
E vi sarò sepolto: 
L'Angelo faccia a me questo 
E anche di peggio 
Se altra cosa che la morte 
Mi separerà da te.
"






NOTE AUTRICE: Autrice? Ok, sto esagerando (al massimo sono un'adolescente folle che scrive qualcosa per non finire in manicomio ;-) ) ....comunque...spero che questa breve storia vi sia piaciuta, o meglio, che sia scritta in modo comprensibile e che vi abbia emozionato (*implora il perdono di tutte/i le/i fan di Shadowhunters presenti che hanno dovuto rivivere uno dei momenti più tristi e dolorosi della storia di Will e Jem*). Se così è stato vi consiglio di non perdervi la seconda parte, perché credo che sia importantissima per capire a pieno la storia.

Un bacio,
ParoleNelCuore02




 

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Capitolo 2
*** ...insieme... ***


...insieme...

Il ragazzo alzò gli occhi dal libro per controllare l'orologio a pendolo che ticchettava sulla parete di fronte al suo letto: mezzanotte.
Era abituato a stare fuori fino a tardi o a non dormire affatto per tutta la notte, quindi si meravigliò del sonno che lo stava lentamente catturando.
Appoggiò la copia di "Racconto di due città" sul comodino, ricordando quante volte aveva sfogliato quelle pagine. Con un ultimo sbadiglio si addormentò, sognando.
Nel sonno, si trovò seduto su una cassapanca delle fattezze orientali di cui riconobbe immediatamente gli intarsi che la decoravano.
Stese le gambe davanti a sé, come faceva ogni volta, nel tentativo di trovare una posizione più comoda. Si guardò intorno, osservando quella stanza in cui aveva sempre trovato rifugio da tutto: dal mondo, perfino da se stesso a volte.
Accanto al letto, sul comodino, notò un oggetto brillare alla luce che filtrava dai tendaggi aperti.
Si alzò, incuriosito. Lo sollevò, rigirandolo tra le dita. Lo percorse, centimetro per centimetro, evidenziandone la forma rotonda, le incisioni laterali raffiguranti un castello rudimentale e la C in altorilievo sulla sommità.
In quel momento, l'anello gli cadde di mano, precipitando al suolo.
Il gioiello si spezzò a metà con un tonfo sordo.

Il ragazzo si svegliò gridando.
Il suo corpo bruciava.
Istintivamente si strappò la camicia all'altezza della spalla e soffocò un urlo vedendo il marchio sbiadire. Con due dita si toccò il petto, all'altezza della runa.
Un gemito di dolore lasciò le sue labbra.
Risollevò le dita e le fissò. Il tempo si fermò di colpo: Will non vedeva altro se non quella goccia vermiglia che, lentamente, percorreva il profilo delle sue falangi e precipitava.
La macchia di sangue si diramò sul bianco candido delle lenzuola come inchiostro su un foglio di carta.
Un dolore non suo lo avvolse.
Will sentì soffocare il fuoco che gli bruciava dentro. Lo sentì affievolirsi come una candela esposta a raffiche di vento.
Mosso da una forza più grande di lui, si alzò, risvegliandosi da quello stato di immobilità in cui era caduto.
Corse lungo i corridoi mal illuminati, mentre un nome prendeva forma tra le sue labbra, come un grido nel vuoto.
Corse con tutto il fiato che aveva in corpo e non si fermò, finché non spalancò la porta che stava cercando.
Entrando nella stanza si gettò in ginocchio, accogliendo tra le sue braccia quel corpo tremante steso a terra. Lo avvolse con tutto sé stesso, mettendo in quell'abbraccio la sua intera vita, ...la loro vita.
Guardò quel viso stanco, provato dalle sofferenze; passò la mano tra i capelli bordati d'argento; catturò quegli occhi grigi, velati da una strato di dolore che Will riusciva a sentire dentro ogni cellula del suo corpo.
Era lì. Tutto ciò per cui aveva vissuto, tutto ciò per cui aveva amato, sperato, lottato, ...era lì, tra le sue braccia.
E se ne stava andando.
Per sempre.
L'unica luce che aveva brillato sulla strada della sua vita si stava lentamente estinguendo sulle sue ginocchia.
Tra le sue braccia, sentì quel corpo tremante rilassarsi e chiudere gli occhi, respirando piano. Lui non volle farlo: continuò a guardare quella parte di sé andarsene lentamente, mentre lacrime salate gli bagnavo le guance, cadendo a imperlare la fronte di quel fratello che lo stava abbandonando.
Avrebbe voluto trattenerlo, riportare la vita nel suo cuore e impedirgli di andare dove non poteva seguirlo. Eppure sapeva che quello era il loro destino: l'unica cosa che avrebbe potuto dividerli.
Aveva aspettato, per anni, preparandosi a quel momento che infestava i suoi incubi, ma non era pronto.
Non lo sarebbe mai stato.
Fissò il volto dell'amico, mentre dentro di sé sentiva la sua vita lacerarsi.
Una finestra si aprì e un vento leggero avvolse i due ragazzi stretti l'uno all'altro, mentre da dietro un ciuffo di capelli neri una voce sussurrava:


"Dove andrai tu, andrò anch'io.
Dove morirai tu, morirò anch'io
E vi sarò sepolto:
L'Angelo faccia a me questo
E anche di peggio
Se altra cosa che la morte
Mi separerà da te.
"







NOTE FINALI: Ecco, così va meglio..."autrice" mi imbarazzava = )) Comunque...la storia...
Se non si è capito, questa è una What if? in cui Will assiste alla ipotetica morte di Jem e i due capitoli corrispondono ai due POV dei personaggi. Cercherò di evitare spoiler, ma volevo solo dire che in -quel- momento... (chi ha letto "Le origini" può capirmi 😉)

*...coff coff...a Will sanguina la runa parabatai ...coff coff...e poi...coff coff ...*

...la cosa che mi ha fatto più soffrire è che quei due non fossero insieme, quindi ho, per così dire, risolto il problema😊!

Un bacio,
ParoleNelCuore02

P.s. Volevo aggiungere ancora una cosa sul "fuoco" che brucia dentro Will... Leggendo il Codice Shadohunter e un capitolo delle Cronache dell'Accademia (precisamente "La prova del fuoco" che dovrebbe essere il 6º o il 7º, se non sbaglio) ho approfondito il tema "cerimonia parabatai". Da quel che ho letto, ho capito che la cerimonia è affettivamente una prova del fuoco, per via del rituale che prevede il passaggio da due cerchi infuocati ad uno singolo, in cui si riuniscono i due neoparabatai, sancendo così il loro legame...imprimendolo a fuoco, per così dire.
Prendendo spunto da questo, ho immaginato che Will -in questo caso- senta la presenza di Jem come un fuoco che brucia all'interno del suo corpo. L'imminente morte del compagno fa sì che questo fuoco inizi a spegnersi...
Spero di essermi spiegati bene 😅, a volte i miei ragionamenti sono incomprensibili perfino per me...per chiunque avesse bisogno di chiarimenti, scrivetemi 😉.




 

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Capitolo 3
*** ...per sempre ***


...per sempre

Will sentì il corpo di Jem perdere le forze e diventare freddo. Pianse, in silenzio, lasciando che le lacrime che non aveva mai versato per anni vedessero finalmente la luce.
Accarezzò ancora quei fili argentati, asciugando le gocce che avevano bagnato la fronte del suo parabatai.
Cullò quel corpo morto per quelle che gli sembrarono ore.
Lo strinse a sé, come faceva alla fine di ogni battaglia per accertarsi che non gli fosse accaduto niente.
Ma quella volta la stretta non fu ricambiata, Jem non gli avvolse le braccia intorno al corpo e non affondò il viso nel suo collo...
Jem non si mosse e Will pianse. Ancora...
Quando non ebbe più lacrime slacciò un poco la camicia dell'altro, passando le dita sul simbolo del loro legame.
Lo osservò, ricordando il fuoco che lo aveva avvolto durante la cerimonia e la mano di Jem che si muoveva decisa sulla sua pelle lasciando il tratto scuro del disegno.
In quel momento, Will bloccò la mano, fissando la runa. Solitamente i marchi quando non avevano più effetto sbiadivano, lasciando una cicatrice bianca appena visibile o svanivano del tutto. Eppure la runa parabatai sul petto di Jem c'era ancora!
Certo, non era più nera come prima, era leggermente scolorita, arrivando ad una colorazione grigiastra...
Però era lì!
Con uno scatto, Will scostò il lembo della sua camicia che aveva strappato prima, nella sua stanza: anche la sua runa era grigia!
Un moto di speranza lo avvolse e dalla sue labbra uscì un richiamo che trascinava con sé la disperazione che solo chi ha perso tutto può avere: «Jem!» lo chiamò «James, ti prego! Jem! Svegliati!».
Il viso di Will fu nuovamente bagnato di lacrime, mentre le sue mani continuavano a scuotere quel corpo abbandonato sulle sue ginocchia.
All'ennesimo richiamo senza risposta, il ragazzo si accasciò sul petto del compagno, stringendogli le camicia, ormai completamente bagnata dalle sue lacrime.
«Jem...» sussurrò ancora con le mani tremanti.
Dietro di lui una luce argentea brillò per un attimo e una mano calda si appoggiò sulla sua spalla.
In quel momento, Will la sentì chiaramente: una fiammella!
Dentro di sé avvertì quel fuoco tornare ad ardere, sentì quella fiammella bruciare accanto al suo cuore e tutto il suo corpo si riscaldò attingendo a quel calore.
«Jem...?» chiese titubante.
«E da quand'è che hai dubbi su di me, scusa? Di solito riuscivi a percepire la mia presenza in una stanza anche ad occhi chiusi!» rispose scherzosamente una voce.
Will l'avrebbe riconosciuta tra mille: quel suono dolce, rassicurante, con un accento orientale che non l'aveva mai abbandonata.
Il suo cuore perse un battito mentre si voltava.
Davanti a lui, trovò ragazzo con i cappelli castani, le labbra non più livide e le guance leggermente arrossate, prive di quel pallore che le aveva caratterizzate per anni.
Jem era lì, in piedi, con un sorriso sereno a illuminargli il volto.

Will lo vide allungare una mano verso il suo viso ed asciugargli una lacrima che si ostinava a non cadere.
«Ho sempre odiato vederti piangere.» disse.
«Jem...ma come?» esclamò incredulo l'altro «Tu sei ....» si voltò a guardare quel corpo che giaceva ancora immobile sul tappeto.
«...morto.» concluse l'altro per lui «Infatti lo sono, però si vede che il giuramento sbagliava...».
Will si alzò, guardandolo senza capire. «"...se altra cosa che la morte mi separerà da te"» citò l'altro «Però la morte non ci ha divisi. La tua runa...» con una mano scostò i lembi della camicia strappata del compagno «...così come la mia...non sono scomparse. La morte le ha solo sbiadite, perché il nostro legame è sempre stato forte, più forte di qualsiasi altro. Noi, Will, avremmo sacrificato perfino la morte per proteggerci a vicenda... Forse per questo nemmeno la morte è riuscita a dividerci.».
«Ma adesso tu...tu te ne andrai comunque...e io...» «Will...» lo bloccò l'altro abbracciandolo.
Un'aura argentata avvolse i due ragazzi. Jem strinse a sé il suo parabatai per l'ultima volta, prima di iniziare a sparire.
Una luce accecò entrambi.
Quando Will riaprì gli occhi, era solo.
Nel suo petto, il fuoco ardeva più che mai, mentre nell'aria risuonavano le ultime parole che Jem aveva sussurrato al suo orecchio: «...io sarò sempre con te»




 

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