Coming out

di ClairllMayne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Charity event ***
Capitolo 2: *** Marry Me ***
Capitolo 3: *** Photograph ***
Capitolo 4: *** Afair Love ***
Capitolo 5: *** Lou and I ***
Capitolo 6: *** Welcome back home ***
Capitolo 7: *** Someone Like You ***
Capitolo 8: *** Under The Rain ***
Capitolo 9: *** I'm So Sorry ***
Capitolo 10: *** It's Time ***
Capitolo 11: *** Pushing Me Away ***
Capitolo 12: *** Lego House ***
Capitolo 13: *** They don't know about us ***
Capitolo 14: *** I feel you ***
Capitolo 15: *** Wait for me to come home ***
Capitolo 16: *** I won't mind ***
Capitolo 17: *** Mind The Gap ***
Capitolo 18: *** Don't leave ***
Capitolo 19: *** Una cosa más ***
Capitolo 20: *** What if... ***
Capitolo 21: *** Liam James Payne ***
Capitolo 22: *** Niall James Horan ***
Capitolo 23: *** I will save you always ***
Capitolo 24: *** Brothers. ***
Capitolo 25: *** The lost memory ***
Capitolo 26: *** I figured it out ***
Capitolo 27: *** Love is Never ever simple ***
Capitolo 28: *** STAY ***
Capitolo 29: *** Little white lies ***
Capitolo 30: *** OVER ***
Capitolo 31: *** Where do broken hearts go? ***
Capitolo 32: *** You for Me ***
Capitolo 33: *** And I marry You Harry ***
Capitolo 34: *** Yours sincerely ***
Capitolo 35: *** Every single promise ***



Capitolo 1
*** Charity event ***



"Gli Ziam ormai non esistono più."
"Da quando quella Sophia è entrata nella vita di Liam ha rovinato tutto."
"Ragazze non credo che una qualsiasi ragazza possa mai distruggere quello che c'è tra loro, Fanculo Sophia!"

Delle ragazze sono sedute in cerchio nel parco, dall'ipad che tengono al centro tra loro parte You and I.
Dietro l'albero accanto a loro un ragazzo con il cappuccio tirato sulla testa sta saltando la corda, riesce a sentire i loro discorsi, un soriso amaro gli increspa le labbra carnose. 

"Dicono che si sposeranno." 
"Alice per favore falla finita con queste stronzate." 
"Non vuoi vedere le cose come stanno." 

"...già." 

Il ragazzo si lascia sfuggire il commento senza neanche accorgersene, perde la concentrazione e inciampa sulla corda.


"Fanculo."

Lega la corda alla vita e va via correndo lungo il sentiero che attraversa il parco.


"Tesoro andiamo o faremo tardi!" 
"Verde o azzurra?"

Harry sta in piedi con le mani alzate, le due cravatte penzoloni.

Louis si avvicina e gli prende il mento con una mano, con l'altra gli tocca il sedere.

"Azzurra."

"Signor si signore!" 

Louis gli da un bacio prepotente sulle labbra e si avvia verso l'uscita, chiama l'ascensore e si poggia con le spalle al muro, la gamba destra piegata. 

"Ehi biondo stiamo arrivando, la super star qui sta litigando con la cravatta."
"Muovetevi vi stiamo aspettando! Zayn qui sta dando di matto."

Rimette in tasca il telefono mentre l'ascensore si apre sull' abitacolo.

Entra dentro tenendo una mano sulla fotocellula per non farlo chiudere.

"Harry!!"

"Ho fatto ho fatto!"
"Harry uuuuuno... Harry duuuue... Harry tr.. "

Harry si chiude la porta alle spalle e gli sorride come solo lui può.

"Wow."

"Wow che cosa?"
"Niente, andiamo."

Harry entra nell'ascensore con un fantastico mezzo sorriso soddisfatto sul volto.


"Ti amo." 

"Lo so."

La limousine li aspetta appena fuori il grande portone d'ingresso.

"Ce l'avete fatta finalmente" il biondo gli fa spazio sul sedile posteriore.

"Lo sai com'è louis, due ore per scegliere una cravatta!" Dice mentre fa l'occhiolino.
"Il morto qua non spiccica parola da circa un'ora." Niall indica Zayn che sta seduto guardando fuori dal finestrino nel suo bellissimo smoking nero.

La limousine comincia la sua corsa per le strade trafficate di Los Angeles. 
Louis è seduto vicino a zayn che continua a fissare fuori dalla finestrino oscurato.
Con la mano destra gli stringe la gamba sinistra "Hai intenzione di non parlare per tutta la serata?"


"Probabile." la voce roca per essere stato in silenzio troppo a lungo.

"Si può sapere cosa ti è successo?"
"Si può sapere perché deve per forza essere successo qualcosa?"
"Quindi non c'è niente che non va?" 
"Sophiam, ecco cosa non va."

Niall si stende sul sedile. "Ci risiamo" 

La limousine giunge finalmente a destinazione.
Una folla di fans in preda al delirio scalpita dietro le transenne poste all'estremità del red carpet.

"Ci siamo ragazzi." 

Harry si volta verso Zayn.

"Stampati quel sorriso mozzafiato sul tuo bel faccino e andiamo." 


Louis lo guarda sottecchi mentre lui si stringe nelle spalle a mo di scuse.

Scendono dall'auto e la folla li assale.
Si fermano per fare qualche foto e autografo mentre due bodyguards li scortano all'interno del locale dove si tiene l'evento di beneficenza.
Liam è già dentro, ha uno smoking bianco, sotto la camicia nera. Niente cravatta.
Appena vede i compagni li raggiunge radioso.

"Pensavo non arrivaste più, il buffet è favoloso."

L'evento andò avanti per ore, la loro donazione esorbitante venne accolta con un caloroso applauso dal resto dei partecipanti.

"È la parte che preferisco, è bello poter aiutare chi ha più bisogno." Harry si confida con gli altri.

"Tu sei bello." Louis gli accarezza la mano.

Zayn continua a fissare un punto imprecisato della sala, il bicchiere di vodka nella mano sinistra, mentre con l'altra si riavvia i lunghi capelli neri.

"Si può sapere che cos'hai?"

Liam gli si piazza davanti, è più alto è più largo di lui, lo sovrasta in tutta la sua grandezza.


"Niente, non ho niente LIAM."

"LIAM?"

"Senti lascia perdere davvero, non mi va di parlarne adesso."
"Sono giorni che vai avanti con questa storia."
"Sono mesi che TU vai avanti con la tua storia con QUELLA."
"Ci risiamo. Sai come funziona! Lo sai benissimo!"
"No non lo so più!" 

Gli volta le spalle e si incammina verso il bancone del bar dove Niall sta ordinando da bere per lui e Melissa.

"Tutto ok bello?"
"Si, tutto ok. Ciao Melissa!"
"Ciao..."
"Un'altra vodka per favore."
"Lisicia o con ghiaccio."
"Doppia."

Seduto al bancone del bar guarda il biondo e Melissa raggiungere gli altri.
Harry e Louis si tengono per mano, felici.
Si alza dallo sgabello ed esce sulla grande terrazza illuminata dalla luce delle lanterne.
L'atmosfera è magica e la musica è attutita dalle vetrate.

Si poggia con i gomiti alla ringhiera di ottone, mentre fa roteare la vodka e ne beve un lungo sorso.

ZIAM ORMAI NON ESISTE PIÙ.


La voce di quelle ragazze continua a risuonare nella sua testa come una pallina da ping-pong. 
Beve un altro lungo sorso, si asciuga le labbra con il dorso della mano.
Dentro la festa continua, mentre liam si guarda intorno, cercando. 
Cercando lui.

"Perché mi fai questo?"

Liam sta in piedi sulla porta che da sul terrazzo, adesso la musica è più forte. 


"Chiudi quella porta."
"Vieni dentro per favore."
"Chiudi quella porta."

La musica si abbassa ancora una volta, Zayn non si volta, stringe il bicchiere tra le mani mentre una lacrima traditrice gli solca il volto.

"Tesoro.. Per favore, torna dentro."
"Non chiamarmi così."

La voce salda. Non vuole che si accorga che sta piangendo.
Non vuole che lo veda senza difese, senza la fierezza che è sempre stato il suo punto forte.

"Per favore va via."
"No."
"Liam per favore, voglio stare da solo, vi raggiungo tra qualche minuto."

Liam si avvicina lentamente, in silenzio, gli cinge la vita da dietro e lo stringe a se. 
Zayn si irrigidisce, lascia il bicchiere sulla ringhiera e stringe le braccia al petto.
Liam gli afferra entrambi i polsi e affonda il volto tra i suoi capelli.
Inspira a fondo il suo profumo.

"Non vado da nessuna parte." 

"Così mi uccidi."
"Fidati di me, ti prego."
"Ho bevuto almeno mezzo litro di vodka, non sono lucido. E poi tu, tu mi stordisci, mi confondi."

Distende le braccia, le mani in quelle di liam, in piedi dietro di lui, vicino, molto vicino.

"Posso venire a casa con te stanotte?" 
"No." liam non lo può vedere, ma Zayn accenna un sorriso.

"Per favore." gli sussurra all'orecchio, sfiorandolo con le labbra.

"Sei un bastardo Liam Payne."
"Lo so." 
"Dovresti togliere quella cravatta adesso."

Louis si avvicina a Harry fissandolo dritto negli occhi.

Lentamente disfa il nodo, prende entrambi i lati della cravatta e lo attira a se.
Harry rimane serio, impassibile.
Louis gli morde un labbro, si alza leggermente sulle punte e sfiora il naso con il suo.

"Gran bella cravatta." sussurra piano, la bocca sulla sua.


Harry fa per abbracciarlo.


"Giù le mani Harry Styles."


Harry lo guarda sorpreso e divertito. 

Decide di giocare a quel gioco.
Rimangono i piedi, l'uno di fronte all'altro.
Louis cammina verso il letto ed Harry non può far altro che retrocedere, occhi negli occhi.
Si lascia cadere sul letto, lega la cravatta a mo di bandana, sorride.

"So a che gioco stai giocando signor Tomlinson."

"Shut up."

Harry si poggia con i gomiti sul letto mentre lo guarda togliersi la giacca, sbottonarsi la camicia, lentamente.
Un bottone alla volta.
La tensione è palpabile...

"Lou... "

"Shhh."

Harry si morde un labbro mentre Louis, con i pantaloni che gli calzano perfetti in vita si abbassa al bordo del letto.


Harry si lascia cadere sulla schiena e chiude gli occhi.
"Lou.."

Louis gli da un leggero morso, Harry si lascia scappare un gemito.


"Mi pareva di averti detto di star zitto."

"Signor sì signore." 


"Salve avrei bisogno della chiave 203."
"Certo signor payne, ha bisogno di altro?"
"No grazie mille Mike."

Liam da una leggera pacca sulla spalla del portiere notturno e gli sorride cordiale.
Si avvia su per le scale, preferisce non prendere l'acensore. 

"Signor malik, anche per lei la sua chiave?"
"Si grazie Mike."
"Eccola, la 206 per lei!"

Mike fa l'occhiolino a Zayn che abbassa lo sguardo sorridendo di sbieco.
Sale sull'ascensore e preme il 4. 
Si guarda nel grande specchio e sospira.
Le porte dell'ascensore si aprono e Liam sta lì fuori con le mani sulle ginocchia e il fiatone.
Zayn lo guarda con aria interrogativa indicando l'ascensore alle sue spalle, un sopracciglio alzato.

"Non mi piacciono quei cosi."

"Il portiere mi ha fatto l'occhiolino."
"Ah si?" Liam fa il finto arrabbiato.

Zayn gli da una spinta e lo spinge contro il muro.

Poi si avvia verso la sua stanza, entra e lascia la porta socchiusa.
Liam lo segue scuotendo la testa, con la mano sinistra si strofina la spalla destra.

"Ti senti meglio adesso?!"
"No."

La camera è sembra un piccolo appartamento.
Zayn prende due bicchieri e li riempie con una generosa dose di vodka liscia.
Tende il bicchiere a Liam e lo prende sorridendo.

"A cosa brindiamo?" Liam lo stuzzica

"Credo di aver esaurito in Brindisi per questa sera."
"Allora direi di brindare semplicemente.. A noi."
"A noi."


Liam apre l'acqua della doccia, aspetta qualche secondo la giusta temperatura e si rilassa sotto il getto dell'acqua. 

"I can't contain this anymore I'm all yours I've got no control no controoool."


Zayn dall'altra stanza lo sente cantare a squarcia gola e ride divertito.

NON VUOI VEDERE LE COSE COME STANNO.

Cerca di scacciare quel pensiero.
Si strappa i vestiti di dosso e raggiunge Liam nella doccia.
Gli sorride, i capelli bagnati e le labbra umide.

"Cominciavo a pensare non saresti più venuto"

"Lo penso spesso anche io di te."

Lo prende in giro Zayn.

Liam spalanca la bocca e tira indietro la testa ridendo di gusto.

"Siamo nervosi eh Malik?" 


Zayn lo sposta e si mette sotto il getto fresco dell'acqua.
Chiude gli occhi.
L'acqua gli scorre lungo la schiena...

"Non canti più?"
"Vuoi che canti per te?"

ZIAM NON ESITE PIÙ.






Da un cazzotto alla parete.


"Non voglio più nascondermi."


Liam lo volta e cerca il suo sguardo.
Restano così a lungo, in silenzio, solo lo scorrere dell'acqua ed i loro respiri carichi di tensione.

"Dammi ancora un po' di tempo."
"Ti sto dando molto più del mio tempo."
"Cosa dovrei fare eh? Credi che io sia felice? Credi che non vorrei gridare al mondo intero che voglio stare insieme a te? Che voglio vivere con te e che non c'è nessun altro al mondo che potrà mai prendere il tuo posto? Vuoi che metta a rischio tutto il duro lavoro che abbiamo fatto fino ad adesso per un tuo capriccio?"

Si avvicina a Zayn e lo blocca contro il muro, la mani poggiate alla parete.

"Scusa mi dispiace."
"No, scusa tu."

Zayn spegne l'acqua della doccia, esce e prende un asciugamano, si strofina forte i capelli e lo avvolge intorno alla vita.
Liam rimane un lungo minuto sotto la doccia.
Sbatte il pugno più volte contro la parete.

"Fottutissima Modest!"


Zayn sente i colpi attutiti dalla parete, ma non torna nel bagno.
Si mette a letto, le braccia incrociate dietro la testa, le gambe distese.
È serio, pensieroso.

Liam esce dal bagno e va dritto verso la porta, si infila i pantaloni mentre apre la porta con le chiavi della sua stanza tra i denti.
Esce e sbatte la porta.

"Buona notte amore." 

Sussurra piano Zayn contro la porta chiusa.

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Capitolo 2
*** Marry Me ***


"A dream is only a dream,
until you decide to make it real."



POV Louis


La fila per i provini è interminabile, ore sotto il sole e siamo tutti accalcati l'uno all'altro.

Dopo alcune ore finalmente ci fanno entrare.
Lo studio è enorme e affollato, sul palco c'è qualcuno che prova, mentre gli adetti alle luci si dedicano agli ultimi ritocchi.
Tra i concorrenti c'è tensione, risolini isterici, una delle ragazze accanto a me non riesce a smettere di piagnucolare.
Poco più avanti una ragazzo biondino accorda la chitarra con lo sguardo perso nel vuoto. 
Io sono stranamente tranquillo, ho solo un tremendo bisogno di andare in bagno, dev'essere tutta quell'acqua che ho bevuto mentre aspettavo in fila sotto il sole, credo pure di essermi ustionato la faccia, mi saranno sicuramente arrossate le guance, è una cosa che proprio non sopporto! 
Mentre vado verso il bagno passo accanto al ragazzo biondo, canticchia -So sick, probabilmente sarà quella la sua performance. 
Sembra intonato, ed ha pure delle belle mani...
Entro nel bagno mentre fantastico sulle mani del ragazzo biondo e finisco dritto contro un tizio più alto di me.

"Oops!"

"Hi!!".

L'inizio e la fine del tutto.

È in quel preciso momento che il tempo si è fermato. 
È in quel preciso momento che ho smesso di respirare.
È in quel preciso momento che mi sono perso per la prima volta nell'immensità del suo sguardo.
È in quel preciso momento che il suo sorriso mi ha rapito.

"Sei qui per l'audizione?"
"No io, io devo andare in bagno" 

Oddio l'ho detto davvero.

"Oh, certo, si, l'audizione" 
Per favore Louis non balbettare.

Non potrò mai dimenticare la prima volta che ho sentito il suono della sua risata.

"Beh, in bocca al lupo!"

Ed è sparito dietro quella porta tra la folla. 
sono rimasto in piedi in quel bagno per non so quanto tempo.
Mio dio quegli occhi. 



"Harry"

"Mmm..." Harry si gira piano dall'altra parte del letto, gli occhi chiusi.
"Dormi?" bisbiglia piano Louis, mentre con un braccio si tiene sollevato e lo osserva.
"Si." si stiracchia appena e porta le braccia dietro la testa.
"Ti ho sognato."
"Ah si?" sorride tenendo sempre gli occhi chiusi.
"Si..." gli da un pizzicotto leggero sul fianco.

Harry si strofina gli occhi e si gira verso di lui, la testa sul cuscino.

"Era un bel sogno?"


Si stende e poggia anche lui la testa sul cuscino, adesso possono guardarsi dritto negli occhi, la luce soffusa entra delicata dalla finestra.

Harry lo guarda e sorride. Quello stesso rossiso che gli ha rubato il cuore 5 anni fa. 

"Ti amo Harry Styles."
"Doveva essere un bel sogno." sorride malizioso.
"Un ricordo in realtà..."

Harry adesso è curioso, ormai è completamente sveglio. Poggia il cuscino alla testata del letto e si gira sulla schiena.

"Vieni qui." tende un braccio verso louis che si accoccola tra le sue braccia.

"Adesso racconta."

"Era il giorno del provino, il primo giorno che ti ho visto. E tu, tu avevi una maglia bianca, quella con la scritta blu. In realtà non è successo niente di speciale, ma credo di aver capito una cosa..."

Non si guardano. Harry tiene la testa su quella di lui, inspira piano il suo profumo mentre lo ascolta attento.
Louis perso tra le sue braccia fa dei piccoli cerchi con il dito sul suo petto nudo.
Rimangono così per un po'. L'uno parte dell'altro, persi nel loro silenzio complice, due facce di una stessa medaglia.

"Credo di aver capito una cosa anche io."

Harry interrompe quel silenzio perfetto, non può più aspettare.

Sente quelle parole risuonare nella sua mente da mesi, mentre cerca di tenerle a bada e le ricaccia sempre da qualche parte nella sua testa.
Ma quelle Riaffiorano. SEMPRE. 

Louis continua a fare dei piccoli cerchietti sulla sua pelle morbida, aspetta che Harry riprenda a parlare.
Di solito è lui quello che si perde a fantasticare sul loro futuro insieme, è strano che stavolta sia Harry ad aver qualche cosa da dire.
Molto spesso ripete di voler vivere al momento, di goderci la giornata e non fare troppi progetti. 
Louis continua mentalmente ad ipotizzare, mentre i piccoli cerchietti cominciano a diventare più grandi, e lentamente scende giù, fin sul basso ventre.
Riesce a sentire il suo respiro cambiare impercettibilmente quando si irrigidisce un pò, l'avanbraccio attorno al suo collo si gonfia appena.
Scende ancora, fino al limite dei boxer, dive indugia qualche secondo prima di sollevarlo leggermente, facendosi spazio con la mano.
Harry è pronto, è pronto per lui.
Luois scende lentamente sotto le lenzuola morbide, baciandogli il petto liscio.
Lo sente sorridere.

Adesso il mondo fuori non esiste più, come quel giorno di tanti anni fa, in quel bagno. 
Solo i loro respiri eccitati riempiono il silenzio della notte quasi finita. 
Un intreccio di anime e corpi, di sensazioni, di parole non dette e segreti mai svelati.
Due paia d'occhi che parlano senza bisogno di parole, due paia di mani forti che si cercano per trovarsi, sempre. 

"Vieni per me amore."


Harry si abbandona completamente. È semplicemente se stesso, nessuna maschera, nessun pregiudizio, nessuno pronto a giudicarlo.

Non ci sono parole giuste o sbagliate. 
Il loro mondo è perfetto esattamente così come è. 


Ha ancora il fiatone quando le parole scappano fuori dalla sua bocca come un fiume in piena, quasi gli sembra siano state pronunciate da un altro.
Rimane immobile, sorpreso da se stesso, lo sguardo perso negli occhi azzurri della persona che ama più al mondo.

"Sposami."


Gli occhi lucidi, attenti, emozionati.
Si spostano dalla sua bocca, al suo naso, ai suoi capelli scompigliati dal sesso.
Conosce tutti i dettagli così bene, saprebbe descrivere ogni singolo centimentro di quel corpo.
Sorride appena quando percepisce la paura negli occhi di lui.
Tiene le braccia distese sulla testata del letto, la schiena dritta, la testa leggermente reclinata indietro, è perfetto.
Lou, Si avvicina senza mai, nemmeno per un istante distogliere gli occhi da suoi, gli sfiora il naso con il suo.

"Avevo paura che questo momento non sarebbe mai arrivato."

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Capitolo 3
*** Photograph ***


 
Loving can hurt, 
Loving can hurt sometimes 
But it's the only thing that I know 
When it gets hard,
You know it can get hard sometimes 
It's the only thing
That makes us feel alive 




Los Angeles sembra ormai un ricordo lontano.
Dalla grande terrazza illuminata appena osserva le luci delle automobili sfrecciare tra le strade trafficate di 
Londra, che anche questa notte non dorme.
E come lei, Liam.
Quando si è affacciato per la prima volta su quella terrazza ha immediatamente capito che sarebbe stata sua. 
Poteva permetterselo dopo tutto, il lavoro stava andando molto, molto bene, tanto che ancora non poteva crederci. 
Solo cinque anni fa era un ragazzo qualunque, con i capelli troppo lunghi ed il sogno di diventare un cantante di successo.
Cantare lo faceva stare bene, era sempre stato il suo rifugio.
Il suo luogo sicuro. 
Quel luogo in cui nessuno l'avrebbe mai raggiunto, dove avrebbe potuto essere se stesso sempre. 
Cantare è sempre stata la sua ancora.
Poi tutto è cambiato.
Un vortice inarrestabile lo ha travolto e ogni singola cosa nella sua vita è cambiata, radicalmente.
Lui è cambiato. 
I suoi capelli, il suo sguardo, il suo corpo, il suo modo di pensare, di guardare. 
È diventato un uomo. 
Un uomo di successo.
Un uomo desiderato e osannato dai media e dalla massa. 
Un uomo di quelli che finisce sulle copertine dei giornali perfino se va a fare a spesa.
Tutto questo è stressante, per un ragazzo di soli 22 anni. 
È pesante, come un macigno da sostenere sulla schiena con la sola forza delle gambe.
Ed è dannatamente eccitante, talvolta. 
Tentazioni continue, ogni cosa sembra possibile, ogni desiderio realizzabile. 
Si dice che l'unico modo per liberarsi di una tentazione sia cederle.

"Ed io sono fin troppo bravo in questo."

Liam interrompe il corso dei suoi pensieri bruscamente. 
Si alza di scatto, raccoglie la birra che aveva poggiato accanto a lui sul pavimento e da un breve sorso.
È diventata calda, dev'essere rimasto solo nei suoi pensieri troppo a lungo.
L'alba inizia a sorgere al di là della collina, mentre Londra piano indossa il suo vestito migliore, pronta anche lei al grande evento. 
Non è ufficiale, eppure ogni social è letteralmente impazzito. 
Le notizie viaggiano ad una velocità incredibile, eppure ancora non si sa come, la notizia sia trapelata così in fretta. 
Come può una promessa sussurrata nell'intimità di una stanza finire nel giro di poco tempo sulla copertina di ogni giornale? 
Liam scuote la testa a quel pensiero. 
Rientra in casa e getta la birra nel cestino accanto al bancone in marmo della cucina decisamente troppo grande per una persona sola.
Il grande orologio digitale sulla mensola del soggiorno segna le 6:30 a.m 

"Cazzo!" 


Ha trascorso l'intera nottata sdraiato sulla terrazza a fantasticare ed è in ritardo.
Il bagno è grande e non ha tempo di scaldarlo prima di farsi la doccia, come farebbe di solito.
Come farebbero di solito. 
Accende il grande stereo nero nell'angolo prima di infilarsi sotto la doccia.
Lo aiuta a non pensare, cantare sotto la doccia lo fa sentire ancora il piccolo Liam con i capelli lunghi. 
L'acqua scorre calda sul suo corpo muscoloso, si sgranchisce il collo mentre con le mani forti si strofina il sapone sul petto, gli occhi chiusi.
L'ultima volta che hanno fatto la doccia insieme sembra un secolo fa.


Zay. 


L'iPhone sul divano nel salotto squilla già da qualche minuto, ma lui non può sentirlo. 
Le chiamate si susseguono a ripetizione.
Niall.
Un numero sconosciuto.
Il telefono fisso si unisce alla suoneria dell'iPhone ma gli imagine dragons sono tutto quello che Liam riesce a sentire dalla doccia. 
20 chiamate perse da Niall.
Ed ancora. Lo schermo rimane costantemente illuminato mentre la faccia del biondo scompare e riappare ininterrottamente sul display.

"Non risponde." Niall preme ancora il tasto verde. 
Gli tremano le mani.
I dolci occhi blu inondati da calde lacrime,la voce increspata.

"Prova ancora." 

Zayn continua a camminare avanti e indietro lungo il corridoio semi deserto.

Non può fermasi, non può permettersi di lasciare che la realtà si faccia spazio nella sua testa.
Non può fermasi e realizzare che sta succedendo davvero.
Non può neanche solo tentare di pronunciare quelle parole a voce alta. 
Deve camminare, avanti fino alla fine del corridoio e poi di nuovo, fino al distributore in fondo al corridoio. 


"Zay per favore fermati un momento."

Niall è seduto per terra, la schiena contro il muro, il BlackBerry stretto tra le mani, quasi avesse bisogno di aggrapparsi a qualcosa.


"Non posso. Non ci riesco." batte due forti pugni contro il vetro distributore del caffè.
"Perché cazzo non risponde."

Ha le nocche sbucciate adesso, un rivolo di sangue gli cola lungo il braccio. 
Ma non sente dolore. Non sente niente. 

"Oh, Li-Liam finalmente ti ho chiamato un milione di volte." Niall quasi rimane sorpreso di sentire la sua voce dall'altra parte della linea.
"Ehi biondo calma! Sono in ritardo solo di dieci minuti."

Liam è vestito adesso, il cappellino abbassato per coprire gli occhi gonfi per la notte insonne, la tazza colma di caffè fumante tra le mani.


"Devi venire immediatamente al London Bridge Hospital." Niall lo dice tutto d'un fiato interrompendo il monologo assonnato dell'amico. 
"Cosa? Tu, tu stai bene Ni? Che cosa è successo?"

Liam tiene il telefono all'orecchio con la spalla mentre prende la giacca e imposta l'allarme.


"Si, si io sto bene, sbrigati."

Niall chiude la conversazione e raggiunge Zayn che sta parlando con un paio di dottori ed un infermiera.

Le loro facce sono serie.  Troppo serie.


"Ragazzi stiamo facendo tutto il possibile, abbiamo arrestato l'emorragia all'addome ma le condizioni sono critiche. La sua famiglia sta arrivando?"
"La sua famiglia è qui." 

Harry ha la voce salda, calma. 

Le labbra rosse serrate, gli occhi spenti. Lontani. 
Ha il camice e la mascherina al collo, penzoloni.

"Harry!" 

Zayn gli corre in contro, la mano sinistra stretta in quella destra, il sangue sulla manica della camicia.


"Lui ce la farà." 

Sembra lo stia dicendo a se stesso più che agli altri. Lo sguardo perso nel vuoto. 
I grandi occhi verdi sono grigi adesso. Spenti. 


"Che cosa sta succedendo lì dentro? Non ci fanno entrare, non ci dicono niente da un'ora!" Zayn sta gridando.
Le braccia tese, gli occhi neri lucidi si specchiano in quelli di Harry.

"Lui, lui non ha sentito niente. Sta dormendo. Ed è, è come un angelo. Mi-mi hanno fatto uscire. "

Niall non riesce a contenere le lacrime. 
Harry ha la voce calma, piatta. 
Come un robot, sembra non avere emozioni. 
Perfino i suoi movimenti appaiono meccanici. 
Le braccia lunghe distese sui fianchi, le mani sembrano due zavorre, pesanti. 
Troppo pesanti per poter fare un qualsiasi gesto.
Zayn gli avvolge un braccio intorno alla vita mentre lo strascina lungo il corridoio verso l'uscita del reparto di chirurgia d'urgenza.
Niall li segue stordito.

Come un angelo.

"Può andare più veloce per favore?"
"Mi dispiace signor Payne ma la zona è interamente bloccata, dev'esserci stato un brutto incidente."

Liam si sporge dal finestrino, il traffico è completamente paralizzato.
Alcuni automobilisti esasperati suonano istericamente il clacson.
Le sirene in lontananza gli mettono i brividi.

Liam lascia dei soldi sul sedile e scende dall'auto. E poi corre.
Corre a perdifiato tra le auto accalcate.
Corre verso la telefona esasperata del suo amico. Di suo fratello.
Del suo compagno di avventura. 
Corre anche quando non ha più fiato nei polmoni.
Corre finché non raggiunge il grande ospedale in fondo alla Tooley street.

Si precipita al bancone informazioni all'ingresso.

"Sto, sto cercando Niall, Niall Horan."


Riesce a malapena a terminare la frase, il fiato corto, i polmoni che gli scoppiano nel petto.

Un medico con il camice blu si avvicina e gli poggia delicatamente una mano sulla spalla.

"Venga con me signor Payne, l'accompagno dai suoi amici."

Liam lo segue mentre cerca di riprendere fiato, gli occhi arrossati.
Salgono sull'ascensore fino al 3 piano.
Liam vorrebbe chiedere che cosa sta succedendo, vorrebbe fare mille domande a quell'uomo nascosto dentro al suo camice lungo fino ai piedi ma non esce niente dalla sua bocca. Il suo cervello sembra non riuscire a stare al passo con gli eventi.

"Nella stanza sulla destra dopo l'atrio troverà i suoi amici."
"Grazie." la voce roca.

"LIAM." si precipita verso di lui.
"Zay..." 

Lo stringe forte, quasi come volesse farlo entrare dentro di se. 


"Che cosa hai fatto alla mano?" chiede mentre esamina la mano ammaccata di Zayn. Gli da un bacio leggero, come si fa con i bambini quando si fanno male.

Così passa il dolore.

"Non è niente, vieni." stringe la mano in quella di Liam. 

Le dita intrecciate in una presa salda, come a non volersi staccare mai.

Niall e Harry sono sdraiati a terra a pancia in giù.
Si guardano negli occhi, in silenzio. 
Le mani intrecciate all'altezza del loro volti.
Liam e Harry si sdraiano accanto a loro, vicini.
Liam fissa le luci al neon sul soffitto troppo bianco. 

Dovreste spiegarmi che cosa è successo. Mi sono catapultato qui e nessuno si è ancora degnato di darmi una spiegazione. Non ho dormito e sono stanco.

Perché nessuno parla? che cosa diavolo è successo?

"Dove è Lou?" 

È quello che esce invece dalla sua bocca, quasi un sussurro.



"Louis." Harry ripete il suo nome, piano, quasi un soffio. 
Una lacrima scende lungo il suo volto.
La prima lacrima da quando la sua esistenza è stata stravolta.
La prima lacrima da quando quella macchina nera l'ha investito all'improvviso davanti ai suoi occhi. Un istante interminabile. 
Un colpo assordante, straziante. Il vuoto nello stomaco.
E poi quelle urla, come un eco lontano, attutito dal trambusto londinese.

Ho gridato.
Ho gridato con tutto il fiato che avevo in corpo.
Ma lui non mi sentiva, non mi poteva sentire.
I suoi occhi del color del mare mi chiedevano aiuto. 
Mi imploravano di non andare.
Le sue labbra sottili si muovevano appena in una richiesta silenziosa.
Ti amo.
Gli ho detto ti amo mentre la vita gli scappava dalle mani.
L'ho supplicato di non lasciarmi. 
Ti prego non lasciarmi.
Ti prego io ti amo.
Sei la metà che si adatta perfettamente alla mia, sei la goccia senza la quale il mio mare non esisterebbe.
Sei l'amore della mia vita, sei la mia vita. 
Non posso sopravvivere senza la mia vita, non posso respirare se tu non sei con me, non posso fare un passo se dietro le mie orme non ci sono le tue. 
L'alba e il tramonto.
Non posso vivere un altro minuto se tu non resti qui con me. 
Ti amo amore mio.
Non lasciarmi perché senza di te io non esisto. 


"Una macchina. Nera. Lo ha travolto. Andava come un pazzo."


I meravigliosi occhi verdi annebbiati. 
La voce spezzata, appena accennata. 
Quasi come se dirlo ad voce lo rendesse reale.
Il cuore sembra non sentirlo neanche più.
Nessun battito.
Nessuna emozione.
Nessuna sensazione.
Harry non esiste senza di lui. 
Il suo sorriso non potrà mai più esplodere sul suo volto perfetto.

"Come un angelo." sussurra ancora una volta, gli occhi chiusi, la mano abbandonata in quella di Niall, inerme. 

Zayn stringe forte quella di Liam ancora nella sua mano e con l'altra stringe la spalla sinistra di Niall, mentre Liam accarezza piano il braccio destro di Harry.


Un cerchio imperfetto, incompleto.
L'uno vicino all'altro, Come se il contatto fisico potesse rafforzare quel legame già indissolubile. 
Rimangono così distesi a lungo sul freddo pavimento di una stanza d'ospedale, in silenzio. 
Solo i loro respiri, quasi in sincrono, riempiono quel silenzio assordante.

L'attesa è straziante. 
Harry non può esistere se Louis non esiste. 
Due facce di una stessa medaglia.
L'azzurro e il verde fusi insieme.
L'alba ed il tramonto.
Il giorno e la notte. 
Il bianco e il nero.
Harry e Louis.

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Capitolo 4
*** Afair Love ***


 
Things were all good yesterday
And then the devil took your memory
And if you fell to your death today
I hope that heaven is your resting place
I heard the doctors put your chest in pain
But then that could have been the medicine
There you are lying in the bed again
Either way I'll cry with the rest of them

My father told me, son
It's not his fault he doesn't know your face
You're not the only one.

Twitter, Facebook, Tumblr, Instagram. 

Tutto tace. 

Harry sta dormendo sulla piccola sedia al bordo del letto di Louis.
La mano destra stretta nella sinistra di lui, la testa abbandonata sul lettino. 
Indossa gli stessi abiti di quella notte, gli stessi jeans scuri e la felpa troppo grande, il cappello di lana e gli stivaletti neri.
Perfetto nel suo dolore.
Come se il tempo si fosse bloccato, sospeso, la sabbia di una clessidra che rimane sospesa nel vuoto, non cade e non può essere capovolta per tornare indietro, allora rimane esattamente dov'è, sospesa a mezz'aria. Bloccata.

"Harry caro, dovresti andare a casa adesso." la madre di Louis gli accarezza la fronte svegliandolo delicatamente. 
"Johanna!" Harry è felice di vederla.

Si alza in piedi ma non lascia la sua mano. 
Si abbracciano forte, per un lunghissimo minuto Harry si lascia avvolgere da quelle braccia materne, sincere.
Per un breve istante si sente al sicuro.

"Dovresti andare a casa tesoro, sei qui da tre giorni, fatti una doccia, mangia qualcosa."

Gli accarezza piano una guancia.

"Non ho fame."

Harry stringe un po' di più la mano in quella di Louis.
Non me ne vado amore mio, non preoccuparti.
Si siede sul bordo del lettino, con lo sguardo perso scruta il volto addormentato di Louis. 
Le labbra sottili in una linea dritta, le palpebre abbassate, le sopracciglia appena contratte, come stesse facendo un sogno impegnativo.
Indugia appena sulla linea del suo collo, con gli occhi che bruciano per la stanchezza, scende lungo il suo corpo sottile, il braccio destro ingessato, l'addome avvolto in una fascia contenitiva per i punti.
Ogni singola cellula del suo corpo si contorce a quella vista.
Può sentire il suo dolore sotto la sua pelle, i lividi di Louis sono i suoi, le sue ossa rotte sono le sue, il suo respiro debole è il suo. 
Lo sente scorrere nel suo sangue, nelle sue vene, in ogni suo atomo.
Louis è in ogni parte di Harry.
Louis è Harry.

"Non lo lascio solo Jo."


Pov Harry



Sono passati cinque giorni.

I giorni più lunghi della mia vita.
Quando ci sono i dottori dentro per le medicazioni mi fanno uscire.
Dicono che il coma è diverso per ognuno di noi, ma che sicuramente non sta soffrendo. 
Dicono che è come se dormisse, prigioniero di un sonno senza risveglio.
Dicono che probabilmente non sente niente di quello che accade intorno a lui, ma non ci credo.
Gli parlo spesso, gli leggo i messaggi delle fans che ogni giorno scrivono parole d'incoraggiamento, come una grande famiglia.
Il nostro fandom è meraviglioso, mi danno la forza che ho perso da quella notte.

"A proposito di quella notte Harry, aiutami a ricomporre i pezzi. Stavate andando a prendere l'aereo per Las Vegas giusto?" 

L'agente della polizia seduto accanto a lui lo guarda con aria comprensiva, le mani paffutelle stringono il blocchetto degli appunti.

"Si."
"Eravate solo voi due o c'erano anche gli altri ragazzi?"

Il bip continuo del monitor accanto al letto di Louis risuona incessantemente nella sua testa.
Lo sente da giorni, continuamente.
C'è un piccolo pulsante in basso per togliere il volume ma non l'ha mai utilizzato.
Il silenzio sarebbe troppo pesante da sostenere, non resterebbe niente a scandire il ritmo dei suoi pensieri.


BIP

"Dovremmo dirlo agli altri."
"Si dovremmo." Harry sorride beato.

Con le dita lunghe compone il messaggio.

- 8:00 a.m Luton, gate 17. Non vogliamo più aspettare-

Lo invia al gruppo e poggia il telefono sul comodino accanto al grande letto matrimoniale.

"Ci siamo." gli occhi verdi brillano di una luce accecante, il sorriso furbetto all'angolo della bocca. 
"Ci siamo." Louis si stende a pancia in su e sospira forte, si sente leggero, sulla via per la libertà.

BIP 

Sono sulla strada appena fuori il portone d'ingresso, per mano.
L'alba fa capolino lentamente dietro la collina, macchine e moto scorrono nel traffico mattutino di Londra. 
Qualcuno si è appena svegliato e sta andando a lavoro, qualcun'altro ancora in preda ai fiumi dell'alcool torna a casa dopo una notte sregolata. 
Qualcuno da l'alto di una terrazza osserva quel caos, troppo lontano per poter scorgere due ragazzi che si tengono la mano. 
Troppo lontano per poter rendersi conto che una macchina nera sta correndo nel traffico una folle corsa senza meta. Troppo lontano per poter vedere quei due ragazzi lasciarsi la mano per un istante, lo stesso istante in cui la corsa folle della macchina nera finisce in tragedia.
Troppo lontano per poter gridare a quel ragazzo dagli occhi blu di fermarsi, di rimanere un passo indietro, di aspettare un altro istante, di riprendere quella mano che un paio di grandi occhi verdi gli stanno tendendo.
Troppo lontano per sentire il frastuono.
Troppo lontano.
La sua birra adesso è calda. 


BIP

NO.NO.NO.NO.
TI PREGO TI PREGO NO.
L'asfalto è freddo sotto le sue ginocchia, le mani tra i capelli di Louis.
Il volto rigato dalle lacrime specchiato nell'oceano azzurro che sono gli occhi di Louis.
TI AMO. 
TI AMO.
TI AMO.


BIP


"Harry? Mi stai ascoltando?" Paoul, l'agente, gli poggia una mano sulla spalla sinistra per riportarlo alla realtà, nel corridoio deserto di un ospedale che ormai è la sua casa. 

Harry torna bruscamente alla realtà, le lacrime gli cadono lungo le guance, giù lungo il collo, ma non si preoccupa di asciugarle.

"Si, noi, noi eravamo da soli." sussurra piano mentre fissa la porta chiusa della camera di Louis.
"Mi dispiace Harry, ma sono domande che sono costretto a farti, è passata una settimana e abbiamo bisogno dei dettagli per portare avanti l'indagine, te la senti di andare avanti?"
"Vorrei solo poter entrare in quella stanza." Harry ha gli occhi incollati alla maniglia, in attesa di verserla abbassarsi , la schiena curva contro il muro freddo, le mani nella grande tasca frontale della felpa. Le dita intrecciate, immobile.


"Puoi descrivermi quello che ti ricordi della macchina?" Paoul insiste, il tono di voce delicato, comprensivo.
"Una macchina nera, l'ho già detto mille volte. È sfrecciata via nel traffico, non so altro. Posso andare adesso?"

Harry scatta in piedi, nervoso.
Non ne può più di tutte quelle domande, gli sembrano una terribile perdita di tempo.
Là fuori qualcuno gli ha distrutto la vita e l'unica cosa che sa è che ha una macchina nera.
Harry non sa cosa sia l'odio.
Non l'ha mai provato per nessuno, non ha mai desiderato la sofferenza per qualcun'altro.
Non ha mai augurato niente di male a qualcuno.
Mai.
Neppure adesso, adesso che la metà della sua anima è intrappolata in un sonno senza fine riesce ad odiare. 
È amore quello che prova, amore all'ennesima potenza, amore senza senza limiti, senza regole, senza giudizi.

Amore puro.
Un amore non convenzionale.
Un amore che non ha niente di meno di quello tra un uomo e una donna.
Un amore che nasce dentro di lui, in fondo alla stomaco e si disperde in ogni parte del suo corpo.
Un amore travolgente.
Un amore nato al primo sguardo e destinato a durare in eterno.

Paoul è in piedi accanto ad Harry, una mano sulla sua spalla, nell'altra il blocco degli appunti.

"Sai anche io ho perso una persona cara, so che ti sembra impossibile in questo momento, ma arriverà un giorno in cui starai di nuovo bene, il tempo guarisce le ferite, più o meno"
"Mi dispiace per la sua perdita signore, se vuole scusarmi il mio ragazzo mi sta aspettando."


I giorni cominciano a confondersi tra loro.
Il dolore al petto è costante, quasi non lo sente più.
Strano come il la sofferenza psicologica si trasformi in dolore fisico.




Niall guarda la città dall'alto, i gomiti puntati sul bordo del muro in pietra che delimita il perimetro del tetto dell'ospedale. 

Oggi Londra regala finalmente una giornata di sole, il cielo è limpido, solo qualche nuvola in balia del vento leggero. 
La loro vita si è fermata un mese fa, eppure la città ai suoi piedi continua a vivere, persone continuano a litigare per un parcheggio, per il posto a sedere nella metropolitana, per chi dovrebbe essere il primo della fila. 
Spendono i loro soldi per comprare oggetti che non utilizzeranno ed infine rivenderanno alla metà del prezzo su ebay.
Comprano pizze formato maxi e Coca-Cola da due litri da mangiare mentre guardano un film stupido sullo schermo piatto ultimo modello. 
Ridono, le persone ridono. 

"Dovremmo ridere." Niall lascia scappare quel pensiero dalle sue labbra.
"E per quale motivo?"

Zayn è sdraiato a pancia in giù mentre disegna su un foglio A4 a penna, la lingua sul labbro superiore per la concentrazione.

"Perché le persone ridono." a Niall pare così ovvio.
"Le persone ridono per stare meglio, ridono perché ridere non costa niente, perché ridere è liberatorio. Dovremmo ridere anche noi."

Niall si volta a guardare i suoi compagni.
Liam e Harry sono in un angolo, schiena contro schiena, gli occhi chiusi, le facce serie, persi ognuno nei propri pensieri.

"Come pensi che sia possibile ridere Ni?" chiede Zayn.

Harry non riderà mai finché Louis non si sveglierà, Liam non spiccica parola da un mese ormai, continua a dire che è colpa sua, che non avrebbe dovuto far tardi quella notte, anche se gli altri continuano a ripetergli che questo non ha alcun senso.
Niall torna a guardare la città, alla ricerca di un ricordo, uno di quelli speciali, di quelli che rimangano impressi nella memoria, di quelli impossibili da dimenticare. Di quei ricordi che mentre li vivi le labbra sono tirate in un sorriso a 42 denti e gli addominali ti fanno male per lo sforzo. Uno di quei momenti che ti tolgono il fiato e gli occhi lacrimano e non riesci a smettere di ridere. 
E poi affiora, di getto nella sua mente. Eccolo lì quel ricordo speciale, da occhi lucidi e denti scoperti. E Niall lo vede, lo vive ancora una volta, come se accadesse adesso per la prima volta, come se fosse adesso in quella stanza d'hotel, cinque amici spiensierati ed euforici, cinque ragazzi semplici, gioiosi. E Niall ride, ride di gusto, ride mentre guarda Londra e non al vede, ride senza riuscire a smettere, ride di una risata folle, contagiosa. Ride e insieme a lui Zayn, la penna ancora tra le mani, guarda il suo amico e non può far altro che imitarlo e lasciarsi andare. Liam ed Harry ancora ad occhi chiusi si lasciano coinvolgere da quelle risate a bocca larga, si uniscono a quel coro meraviglioso.

Ridono tutti insieme.
Ridono come non facevano da tanto, troppo tempo.
Ridono per Louis, ridono con Louis.
Ridono a lungo, le lacrime agli occhi, una mano sullo stomaco per il dolore allo stomaco.
Ridono e sono insieme in quella stanza d'hotel.


L'infermiera è sulla porta che da sul terrazzo, sorride, travolta da quell'ondata di euforia contagiosa, travolta da quei quattro fratelli uniti nel dolore.


"Ragazzi, dovreste venire tutti con me. C'è qualcuno che vi sta aspettando."

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Capitolo 5
*** Lou and I ***


We don’t wanna be like them
We can make it till the end
Nothing can come between you and I
Not even the Gods above can separate the two of us
No nothing can come between you and I
 

 

La porta della stanza di Louis è socchiusa, Harry riesce a intravedere il lungo cappotto beige di sua madre, riesce a sentire la voci delle sue sorelline.Tutta la sua famiglia è li, intorno al suo letto, che parla piano, sottovoce. Un brivido percorre tutto il suo corpo, dalla punta dei capelli alle dita dei piedi, strofina le mani sudate alla tuta mentre dondola da un piede all'altro. Sono tutti in riga, fuori da quella porta, in un attesa straziante, che pare durare una vita intera.

 

 "Ciao ragazzi." la madre di Louis sorride debolmente, negli occhi del color del mare splende un bagliore di speranza.

 Ha gli occhi di Louis.
 
"Sta dormendo, è molto stanco. Ma prima di crollare ha chiesto di te tesoro."
 
Johannah sfiora leggera la guancia di Harry.
 
La stanza è illuminata dalla luce del sole che splende alto nel cielo, muovere un passo sembra la più dura delle imprese, quel lettino al centro della stanza sembra una meta irraggiungibile. Le mani mi tremano e sulla faccia sento nascere uno di quei mezzi rossisi isterici di quando sono in difficoltà.
 
POV Harry

 Credo di avere paura, Louis.
 Paura di quello che posso trovare nel tuo sguardo del color del mare.
 Per un mese intero questa stanza è stata la mia casa, quella poltrona vuota accanto al tuo letto il mio rifugio. 
 Un passo.
 Per un mese intero ho pregato di vedere i tuoi occhi aprirsi. 
 Un altro.
 Ho pregato di sentire la tua risata ancora una volta. 
 Un altro ancora.
 Ho fissato le tue mani così a lungo da credere di averle viste muoversi almeno un paio di volte.
 Come un angelo.
 Un passo ancora.
 Mi sono svegliato di notte, credendo di averti sentito sussurrare il mio nome. 
 Le mani sul bordo freddo del letto.
 Ho supplicato un dio che forse non esiste di poter perdermi ancora una volta nella vastità dei tuoi occhi.
 Come un angelo.
 Le palpebre pesanti calate come un sipario sullo spettacolo che sono i tuoi occhi, il respiro leggero, lento.
 Mi sono seduto nel mio angolino, sulla parte sinistra del letto, la tua mano tra le mie. L'ho baciata piano, sfiorandola appena per non svegliarti.
 Sei così bello angelo mio.
 Ho sfiorato le tue labbra con le mie, il tuo naso, le tua fronte, le tue palpebre. Ho inspirato il tuo profumo a fondo fino a riempire i polmoni e poi l'ho fatto ancora, ancora, ancora.
 La tua mano tra le mie sembra così piccola, così fragile.
 Ti amo angelo mio.
 

 

Harry è sdraiato sul letto, le dita intrecciate in quelle di Louis. Sta dormendo beato, il respiro in sincrono con quello di Louis. Si sente a casa lì accanto al suo angelo.
Louis apre appena gli occhi, la luce nella stanza si è affievolita, tinta del colore del tramonto.
 
Harry.
 
 
Harry che dorme, dorme di un sonno pesante, come un bambino che crolla sfinito tra le braccia della mamma dopo aver trascorso ore a giocare al parco.
Louis libera piano la mano da quelle di Harry, e rimane così per un pò, immobile per non svegliarlo ed assaporare ancora  quell'immagine meravigliosa. Lo ama, lo ama disperatamente. Lo ama dal primo istante in cui l'ha visto.
Alza piano una mano cercando di non far rumore, ma gli occhi di Harry si schiudono lentamente, e la magia accade ancora una volta. Cielo e terra che si incontrano in una danza gioisa, acqua e fuoco che si fondono in un unico elemento, un pezzo del puzzle che torna al suo posto, un incastro perfetto.
 

"Oops."        

 

 "Hi!"

 

 

 

"Harry Edward Styles ti sei preso tutto lo spazio sul letto come sempre." Louis gli sorride felice, gli occhi più azzurri che mai.

Harry rimane impassibile, immobile, gli occhi persi nell'infinto dei suoi, senza fiato.
Inspira tutta l'aria che può fino a riempire i polmoni, ed insieme all'aria inspira il profumo della sua pelle, dei suoi capelli, del suo respiro.
E vorrebbe tenere tutto per se, per sempre, ma deve buttare fuori tutta quell'aria e tutto il suo profumo, e quando lo fa esce molto, molto di più.  Esce fuori la paura di averlo perso per sempre, le notti insonni accanto al suo letto, le parole sussurrate al suo orecchio, le lacrime represse per giorni, l'asfalto freddo sotto le sue ginocchia, le luci sfuocate delle macchine, le urla, il sangue, le sue palpebre pesanti calare sul quel mare senza confini, sul suo mare. 
Louis cattura quelle lacrime liberatorie, porta il dito alle labbra e ne assaggia il sapore mentre gli sorride di tutto l'amore del mondo.
 

"Hai lasciato la mia mano," 

 Harry non lascia per un istante i suoi occhi, non adesso che li ha ritrovati.
 
"Lo so, mi dispiace."
 Louis abbassa appena lo sguardo, ma non abbastanza da spezzare quel collegamento speciale che aleggia tra loro, da Louis a Harry, da Harry a Louis.
 
"Non farlo mai più, non lasciare mai più la mia mano."
 "Mai più."
 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Welcome back home ***


"Zayn ma che caaaz-" Niall non fa in tempo a finire la frase che Zayn in bilico sulla sedia con un piede sospeso per aria cade a terra travolto da una cascata di palloncini colorati.
"Bravo, molto bravo davvero." Niall lo prende in giro seduto sul tavolo della cucina di casa di Harry e Louis. 
"Sta zitto biondo." lo schernisce Zayn mentre cerca di districarsi da quella massa di palloncini.

Alla parete del salotto un telo:

'WELCOME BACK HOME'

Ed sta litigando con lo stereo di Harry da dieci minuti buoni.

"Non capisco perché si ostina a tenere questa vecchia carretta." farfuglia mentre continua a premere play e la canzone va avanti veloce. 
"Questa vecchia carretta è mia, lascia fare a me." Niall scansa il rosso con un colpo di fianchi mentre balla sulle note velocizzate della canzone. Da un colpo secco sullo sterio e quello riprende a funzionare alla perfezione.

"Dai così carretta mia bella!" Niall strizza l'occhio a Ed mentre finisce con un sonoro sorso il drink e Ed scuote la testa e ride.



Harry rufola nelle tasche mentre cerca le chiavi del loro appartamento. 


"Sono qui da qualche parte, lo so." 

Louis è seduto sul primo gradino fuori dal portone, i gomiti sulle ginocchia, la sigaretta tra i denti e un mezzo rossiso sul volto mentre si scompiglia i capelli con una mano. Non può fare a meno si sorridere mentre guarda il suo fidanzanto rufolare ovunque per cercare le chiavi, mentre come un mantra continua a ripetere "sono io da qualche parte te lo giuro".
È bello da far paura, i ricci soffici che cadono delicati sulla fronte, un mezzo sorriso sulle labbra carnose a mo di scuse. 

"Ok, le ho perse. No. Non dire niente." 

Bello da far paura.

Louis gli lancia le chiavi al volo con il più bello dei sorrisi stampato sul volto magro. 

"Tu, piccolo stronz-" 

Louis lo interrompe con un sonoro bacio sulle labbra, di quelli a schiocco, forti, che ti costringono a retrocedere di qualche passo tanto sono potenti.

"Ancora non capisco come faresti senza di me." dice Louis mente sorride sulle labbra di Harry, la schiena contro il grande portone di legno.
"Beh, per fortuna non dovremmo scoprirlo mai." Harry si lascia scappare un sospiro di sollievo mentre fa scattare la serratura.

L'appartamento è silenzioso, le luci spente.

"Che effetto fa tornare a casa?" gli chiede Harry mentre poggia il borsone di Louis a terra, un braccio attorno alle sue spalle.
"Credo che il concetto di casa sia sopravvalutato. La mia casa ha dei bellissimi occhi verdi per esempio." 

Louis accende la luce dell'atrio e viene letteralmente travolto da un Niall ubriachissimo e barcollante. 

"Bentornato a casa biscottinooooo!" e salta, salta e non lo molla, mentre Harry si mette tra Louis e Niall come un scudo, gli occhi seri in quelli del biondo smorzati dal sorriso leggero sulle labbra rosse.

"Piano terremoto, il biscottino qui non si è ancora ripreso del tutto." dice Harry in tono protettivo, le braccia avvolte intorno alla vita di Louis dietro di lui. 

Louis da quella posizione ha la visuale quasi totalmente oscurata dalle spalle larghe di Harry, ma riesce a scorgere il luccichio degli occhi nocciola che lo osservano dall'angolo in fondo al salotto, dietro di lui le grande lettere cubitali disegnate con la bomboletta. 

"WELCOME BACK HOME"

Louis si libera della presa protettiva di Harry con un leggero bacio sul mento.

"Credo di poter sopravvivere senza incidenti per stasera." lo prende in giro Louis, il cielo negli occhi.

Zayn sorride, sorride di uno di quei sorrisi che ti scaldano il cuore, uno di quelli che ti travolge e non puoi fare a meno di sorridere anche tu.

"Zay." Louis lo stringe forte, e gli sembra di non farlo da troppo tempo.
"Non ti azzardare mai più a farmi una cosa del genere Tomlinson. Mai più." 
"Credo che Harry non me lo permetterebbe mai."

Dice, e sa quanto quelle parole siano vere, Harry non glie lo permetterebbe mai, e Louis ringrazia il cielo e chiunque ci sia lassù, nascosto tra le nuovole, ringrazia perché è felice, felice che quel dio greco abbia scelto lui tra sei miliardi di persone, felice di essere lì adesso, nell'appartamento che hanno comprato insieme un giorno piovoso di tre anni fà, felice di essere inciampato tra i piedi grandi di quel magnifico uomo che sembra avere occhi solo per lui. 
Con un bel sorriso stampato sulle labbra scioglie il loro abbraccio e si volta ad osservare Harry, poggiato al frigorifero mentre parla fitto con Ed e non stacca per un istante gli occhi da Louis, quasi avesse paura di vederlo scomparire da un momento all'altro. 

"Biscottinoooooooo!" Niall raggiunge Zayn e Louis, mentre cerca di tenere in equilibrio una bottiglia di birra sulla testa e ne porge altre due ai ragazzi.

"Voglio fare un brindisi a te biscottino." farfuglia Niall prende la bottiglia che tiene sulla testa e l'allunga verso un Louis che lo guarda divertito, la costante presenza dello sguardo serio di Harry puntato su di lui. 

Niall si schiarisce la voce con fare teatrale e salta sulla poltrona al centro della stanza.


"BRINDIAMO AL BELLLLLLLLISSIMO PANGOCCIOLO QUI DAVANTI A M- HEY BISCOTTO TORNA IMMEDIAMENTE QUI!"

Ordina Niall mentre vede Louis sgattaiolare tra gli amici di una vita per rifugiarsi tra le braccia lunghe di Harry, che ride di gusto insieme a tutti gli altri difronte a quell'esilarante Niall decisamente troppo ubriaco. 

"Continua Niall." qualcuno lo incita dalla folla, seguito da un coro di -Niall for president e -biondo uno di noi.

Niall si schiarisce ancora una volta la gola mentre cerca di mantenere l'equilibrio aggrappandosi alla spalla di un esasperato Zayn, in piedi sotto di lui. 

"Ehm ehm, prova prova, uno due tre prova." sbiascica contro la birra-microfono che stringe nelle le mani,tra le risate sguaiate degli altri.

"LOUIS TOMLINSON, detto Tommo, siamo tuti moto Happy che tu sia totato tonato tornato" continua Niall ammiccando ad un Zayn sinceramente dispiaciuto per il drastico crollo della reputazione dell'amico, la sua risata unita al coro delle altre. 

Louis applaude le mani divertito, ha letteralmente le lacrime agli occhi ed è felice, perfettamente a suo agio tra le braccia di Harry in piedi dietro di lui che ride spensierato come non faceva da un mese. Da quella notte. 

HAI LASCIATO LA MIA MANO. 

Niall recupera un briciolo di lucidità nascosto da qualche parte tra l'enorme quantità di alcool che ha in corpo e si fa serio, gli occhi azzurri in quelli più azzurri di Louis, stringe un pò di più la spalla di Zayn che poggia la sua mano su quella dell'amico. 

"Siamo felici che tu sia di nuovo a casa Lou. Lo siamo davvero. Ci sei mancato e - e ti prego di non farci mai più uno scherzo come questo. Tu non puoi andare in coma quando vuoi come se fosse la cosa più normale del mondo. Non puoi permetterti di dormire per un mese intero fregandotene di chi ti vuole bene signor Tomlinson detto Tommo. Non puoi fare come ti pare perché tu sei la mia, la nostra famiglia e le famiglie non si dovrebbero mai spezzare. Quindi quando Harry ti dice di prendere la sua mano tu prendi la sua cazzo di mano! Perché noi siamo gli One direction e tu non puoi permetterti di mollarci per farti un sonnellino."

Niall non si preoccupa di asciugare le lacrime che gli cadono lungo le guance mentre grida, nè di apparire ridicolo di fronte alla folla di amici che lo fissa ammutolita. Scende dalla poltrona e molla la bottiglia a Zayn che abbassa lo sguardo, contemplando le sue scarpe nere. Niall sbatte la porta e esce di casa. 

"A Tommo," qualcuno dice, alzando il bicchiere. 

"A Tommo rispondono in coro."

Il biondo sta seduto su uno dei gradini fuori casa dei suoi amici, la testa tra le mani, mentre cerca di calmarsi e di non vomitare, quando viene accecato dai fari abbaglianti di una ducati nera di grossa cilindrata.

Liam poggia il casco sulla sella e si specchia un istante nello specchietto sottile per sistemarsi il ciuffo troppo lungo.

"Niall?" dice come se fosse una domanda.

Niall rimane con la testa bassa ed alza solo una mano in segno di saluto, evitando spudoratamente di guardarlo negli occhi.
Liam si inginocchia di fronte all'amico, è preoccupato, si rende conto immediatamente che qualcosa non va.

"Tutto bene Ni? Stai cercando di smaltire la sbronza eh?" Liam poggia entrambi le mani sulle ginocchia del biondo per tenersi in equilibrio sulle punte dei piedi.
"Sei in ritardo." Niall continua a tenere la testa abbassata, gli occhi arrossati dal pianto.
"Lo so, mi dispiace io, io avevo una cosa da fare." si giustifica Liam cercando di tagliare corto.
"Una cosa da fare." Niall imita il tono di Liam, alza appena lo sguardo cercando i suoi occhi.

"Dimmi Li e con chi la dovevi fare questa cosa eh? Perché sai anche noi avevamo delle -cose da fare- oggi ma tu non c'eri, e sai cosa? Abbiamo provato a chiamarti, oh si c'abbiamo provato un migliaio di volte mentre Zayn se ne stava seduto sul divano a gonfiare degli stupidi palloncini colorati con gli occhi lucidi perché si è innamorato di un bastardo." Niall glielo sputa letteralmente in faccia, le guance rosse, in fiamme.

Liam si alza in piedi, gli occhi che cercano quelli azzurri del suo amico, quello che riusciva a far ridere tutti anche quando ridere faceva male al cuore. 
Ma Liam non li trova quegli occhi, non li trova perché quegli occhi adesso non ci sono, non per Liam. 

"Sei in ritardo, infatti puoi anche andartene." sentenzia infine Niall barcollando un pò mentre si alza e lancia il giacchetto di pelle sulla spalla sinistra come fosse un fagotto troppo pesante da portare, mentre alza una mano per fermare il taxi che sta passando davanti a loro in quel momento.


Liam rimane impietrito a fissare l'amico chiudere il giacchetto nella portiera con una manica che struscia per terra e scoppiare in lacrime mentre da le indicazione al tassista.

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Capitolo 7
*** Someone Like You ***


La fregatura, quando compri una moto, è che nonostante continui a ripetere a tutti che sarai prudente, menti. 
Menti, perché la moto diventa parte di te, ti asseconda, e le marce si cambiano con naturalezza mentre il contachilometri pericolosamente sale, e tu stai nascosto dentro quel casco nero con la visiera oscurata e il giacchetto di pelle, e ti senti invincibile, su quella moto.
E corri. Corri per scappare da qualcosa o forse per inseguirne un'altra, ma la cosa importante è farlo velocemente, mentre i pensieri ti esplodono nella testa e le lacrime sono taglienti come lame. 
Corri tra le file di macchine accalcalte, tra il coro fuori tempo dei clacson, e forse più semplicemente stai scappando. Ma scappare si sa, non serve a niente, mai. 
Liam spenge la moto e si sfila il casco, rimane così, in sella alla sua Ducati, le punte dei piedi a terra per sostenerne il peso, il casco tra le mani, le guance umide schiaffeggiate dal vento freddo della notte. 
Rimane così, immobile, le labbra socchiuse, il respiro profondo, un brivido lungo la schiena, sotto la pelle, gli occhi fissi sul grande cancello elegante di ferro battuto. 

"Sono io, apri." Risponde Liam alla voce metallica che esce dal citofono.
"Sono le quattro di notte, che cosa ci fai qui?" Risponde ancora la voce. Quella voce. La sua voce.
"Ho bisogno di capire."

Il grande cancello automatico si apre lentamente, mentre le luci nel vialetto si accendono. 

"Ciao." è tutto quello che riesce a dire di fronte alla sua estenuante bellezza. 
"Credevo fossi andato alla festa per Louis." risponde, mentre si sistema una ciocca dei lunghi capelli dietro l'orecchio.
"Sono andato ma, sono arrivato tardi, era già tutto finito, lo vedrò domani" spiega Liam, evitando di menzionare l'incontro con Niall e le sue parole taglienti.


SI È INNAMORATO DI UN BASTARDO. 




"Pensi che io sia un bastardo Giuls?" Le chiede Liam mentre la osserva guardare dritto davanti a se, le gambe tra le ginocchia, si dondola piano. È così piccola in confronto a lui. 

Sono seduti sulle scale d'ingresso della grande villa appena fuori Londra, illuminati dolcemente dal bagliore della luna quasi piena. 

"No Li, non penso che tu sia un bastardo, penso piuttosto che tu sia troppo buono. Non vuoi ferire i sentimenti di nessuno ma così distruggi te stesso, ogni giorno vedo un pezzetto di Liam sgretolarsi, del mio Liam." aggiunge con un filo di voce, gli occhi chiari in quelli tristi di lui, che non può far altro che rifugiarsi nel suo abbraccio delicato.
Tra loro è sempre stato semplice. 
Nonostante ormai siano diventati adulti e Liam sia diventato il doppio di lei, sembra farsi piccolo piccolo tra le sue braccia sottili.




Ha conosciuto Giuls una sera di 9 anni fa al locale dei suoi genitori, a Londra. 

Liam passava le giornate a studiare per l'audione in quel periodo, con le cuffie alle orecchie ed un quadernino per gli appunti sul tavolo nell'angolo, in disparte. 
Quello è sempre stato il suo tavolo preferito, in una posizione perfetta per vedere ogni parte del bar ed osservare i clienti confondersi tra loro, e giocare al suo gioco preferito. 
Riusciva a passare ore a fantasticare sulla vita di un uomo qualunque seduto sullo sgabello al bancone del bar, immaginando dettagli di una vita spregiudicata di un seriale killer che sorseggia lentamente il suo cappuccino prima di commettere il prossimo omicidio. 
E poi un giorno è entrata lei. Era al suo tavolo preferito con le cuffie e la matita tra i denti e lei aveva un cappello di lana bianco e i capelli nascosti dentro.

"Salve vorrei una cioccolata calda, con la panna sopra per favore." aveva chiesto alla madre di Liam che armeggiava con la macchina del caffè.
"Certo cara, siediti pure te la porto al tavolo." le aveva risposto dolcemente.

Liam l'aveva osservata dirigersi verso un piccolo tavolo tondo al centro del locale, le guance arrossate dal freddo invernale di Londra. 
Ma con lei il suo gioco non funzionava, non era una principessa scappata dal regno di un padre troppo severo ne una figlia ribelle con una storia di droga alle spalle, era soltanto una ragazza infreddolita con il capello bianco ed i capelli raccolti dentro, e lui doveva conoscerla, subito. 

"Gliela porto io questa." Liam è in piedi difronte al bancone e indica la cioccolata calda fumante ricoperta da uno strato abbondante di panna. 
"Ecco la sua cioccolata signorina." le dice poggiando la tazza sul tavolo, mentre lei distratta sta cercando qualcosa nella grande borsa colorata, quasi ci scompare dentro.
"Hai perso qualcosa?" la incalza Liam con il sorriso curioso sul volto giovane. 
"È lei che scappa di continuo." risponde lei da dentro la borsa, un ciuffo ribelle scappato fuori dal cappello.
"Lei?" Liam è curioso, quella ragazza e il suo ciuffo ribelle le piacciono subito. 
"Sì lei, la mia agenda, sparisce sempre e poi riappare dopo qualche giorno." spiega lei sorridendo a quel ragazzo con i capelli troppo lunghi ed il nasino perfetto. 
"Beh, allora dovresti smettere di cercarla, magari adesso non vuole essere trovata." le sorride Liam, seduto di fronte a lei mentre con lo sguardo le indica la cioccolata. 
"Dovresti berla prima che si raffreddi."

Ha un bellissimo sorriso Giuls, una fila di denti bianchissimi e le labbra carnose, le sopracciglia dritte incorniciano dei grandi occhi verdi. 

"Wow! È la migliore cioccolata che abbia mai assaggiato questa!" sentenzia lei con il naso sporco di panna.

E Liam ride, mentre la guarda tentare di catturarla con la punta della lingua, gli occhi incrociati per lo sforzo.


"Tu non sei di Londra vero?" Le chiede Liam curioso, le gambe distese sotto al tavolo e la schiena rilassata contro la grande poltrona. 
"Mi sono trasferita qui da qualche settimana, i miei si sono separati e mia madre ha pensato che cambiare città l'avrebbe fatta sentire meglio." spiega lei tranquilla mentre con il cucchiaio raccoglie le ultime gocce di cioccolata dal fondo della tazza. 
"E funziona?" 
"L'ultima volta ha funzionato per un paio di mesi, e quella prima per solo qualche settimana, quindi no, direi che non funziona, scappare non serve a niente." 
"Quindi non sai quanto ti fermerai a Londra."

 Liam si sente stranamente a disagio, come avesse appena ricevuto una brutta notizia.


"Non lo so, magari un mese, magari per sempre."

Qualche settimana dopo la madre di Giuls, Alice, conobbe un uomo londinese di buona famiglia e decise di restare. Per sempre, questa volta.

Liam e Giuls passavano molto tempo insieme, i pomeriggi al bar e la sera a casa di Liam guardano serie tv, finché lei non si addormentava sulla sua spalla e lui rimaneva fermo per non svegliarla.

Sono cresciuti insieme, giorno dopo giorno, condividendo sogni e delusioni. 
Come quando Liam non venne preso all'audizione di XFactor e lei bocciò il suo primo esame in biologia. 

"Andrà meglio la meglio la prossima volta." le aveva detto Liam mentre lei scriveva sulla sua agenda, la testa sulla sua coscia. 
"Sì lo so." buttò lì lei senza crederci neanche un pò. 
"Dico sul serio Giu, sei un piccolo genio incompreso, ma per tua fortuna io lo so." aveva scherzato lui, la mano destra affondata nei suoi capelli morbidi mentre con l'altra cercava l'ultima puntata da vedere di Lost con il telecomando masticato dal cane di lei. 
"Forse ho sbagliato tutto Li." Giuls si era fatta piu seria, l'agenda aperta abbandona sul verde piatto.
"Giuls hai solo bocciato un esame, capita a tutti, io non smetterò di cantare solo perché sono stato rispedito a casa"
"Non parlo della biologia." gli occhi chiusi, il modo migliore per evitare di incontrare il suo sguardo. 

Liam si abbassa piano e le lascia un bacio delicato sul naso.

"Cosa c'è che non va?" le bisbiglia tra i capelli, prende l'agenda e la lascia cadere a terra e la tira su di peso mettendola a sedere sulle sue gambe, mentre lei continua a tenere gli occhi serrati, la fronte aggrottata in una stana smorfia. 
"Non voglio più essere tua amica Li." dice tutto d'un fiato, una lacrima le sfugge incontrollata e rilassa un pò le sopracciglia che tornano dritte, perfette.

Liam le poggia entrambe le mani sulle spalle e la scuote piano, per farle aprire gli occhioni verdi. La fissa deciso negli occhi, aspettando che la sua migliore amica torni in se, le sistema il ciuffo dietro l'orecchio. 

"Ho sbagliato tutto con te Li, e adesso non posso più essere tua amica. Non posso più esserlo perché so che ti piace dormire con la maglietta degli AC/DC e se è a lavare dormi senza piuttosto, perché so che dormi dalla parte desta del letto, che ti piace il latte freddo scremato con i cereali al cioccolato senza zucchero, che ogni volta fai un sacco di storie perché hai paura dei cucchiai ma il latte ti piace di più. Che quando inizi un libro sbirci sempre l'ultima riga dell'ultima pagina. Che ti piastri i capelli e ti guardi due ore allo specchio ogni mattina, che quando ti accarezzano il collo chiudi gli occhi e schiudi un pò le labbra, so che quando scrivi le tue canzoni ti mordi il labbro dal lato destro tanto forte da lasciarti il segno per giorni.
E poi ho scritto il tuo nome, accanto al mio, dentro un cuore, nella mia agenda." Aggiunge infine con la voce bassa, gli occhi aggrappati a quelli dell'amico che le ha rubato il cuore, senza che lei se ne accorgesse, fino ad oggi almeno.

Liam rimane in silenzio per qualche minuto, con la sua migliore amica in lacrime sulle sue ginocchia, e stavolta non perché sua madre le ha probito di andare al concerto che voleva vedere da anni o per la biologia. 

Piange perché Giuls adesso è una donna, una donna che si è innamorata per la prima volta, di lui. 
Apre la bocca e la richiude più volte, mentre cerca di metabolizzare la notizia, la voce nascosta da qualche parte infondo allo stomaco. 

"Non dire niente Li, è giusto così, non è colpa di nessuno." gli accarezza una guancia e gli lascia un bacio sulle labbra, un bacio per dirgli addio. 


Non si sono visti per settimane, nonostante Liam passasse intere giornate attaccato al telefono ad ascoltare la sua voce registrata nella segreteria. 

Non sapeva bene cosa le avrebbe detto, ma lei gli mancava come l'aria, era la sua amica da così tanto tempo che neanche sapeva quanto, era la sua certezza, il suo porto sicuro. 

"Giuls per favore rispondi al telefono so che ci sei."
"Giuls sono sempre io, Liam, per favore rispondi."
"Giuls ti prego mi manchi."

Non si sono visti per settimane, non si sono parlati per quasi due anni. La sua seconda audizione era ormai vicinissima e lei gli mancava, nonostante si fosse abituato alla sua assenza. 
Perché si sa, alle cose ci si abitua, anche se fa male.

"Ciao stupido." Giuls sorride dietro una tazza di cioccolata calda con doppia panna sopra. 

Liam spalanca la bocca per un tempo indefinito, in un espressione parecchio stupida in effetti.

"G-Giuls." balbetta poi.
"Liam." dice lei in un sorriso che sa di estate.

"Tu, che cosa ci fai qui? Ti ho chiamata un milione di volte, avevo bisogno di te, avevo bisogno di parlarti e avevo bisogno di abbracciarti e adesso ho bisogno di darti un cazzotto nello stomaco e dovresti essere grata di essere una donna perché è l'unica cosa che mi frena." 
"Anche per me è un piacere rivederti, paura per l'audizione eh? Mi sembri un tantino isterico." scherza lei mentre si mette comoda sulla poltrona del tavolo tondo, al centro del bar. 
"Mi sembrava di ricordare che il tuo tavolo preferito fosse quello laggiù nell'angolo" 
"Si beh, ho cambiato.. Aiutami con questa roba." dice mentre il nodo che ha nello stomaco da settimane si dissolve e le porge il quaderno dove sta appuntando dei suggerimenti per l'audizione. 
"Mi dispiace essere scappata Li, scusa. Avevo bisogno di tempo per capire, per trovare il modo di esserti amica di nuovo."
"Immagino tu ci sia riuscita piccolo genio."
"Più o meno, ho imparato a convivere con l'amore che provo per te, un giorno svanirà da se, forse..."








"Perché sei arrivato tardi alla festa di Louis?" Gli chiede lei mentre gli accarezza un braccio.

"Ero da Sophia." confessa lui a voce bassa, perso in quell'abbraccio che lo fa sentire a casa.
"Capisco. E Zayn si è arrabbiato? No, Zayn non lo sa." Giuls si risponde da sola.
"Di cosa hai paura Li?"
"Ho paura di deluderlo, ho paura di non essere all'altezza Giu. Questa soria della Modest! mi distrugge, e poi c'è Sophia, che non c'entra nulla ed è una brava ragazza davvero, lei mi ama e non si merita che io la tradisca e poi, poi c'è Zay. "

Giuls si alza di scatto e gli tende una delle sue manine da bambina.

 "Vieni, voglio farti vedere una cosa."


Liam Stringe forte la sua mano e la segue giù per le scale, nel retro della grande villa del compagno della Alice. 
Sono sdraiati sul prato curato, l'erba umida per la guazza, le teste vicine. 
Le stelle sembrano incredibilmente vicine, la luna piena fa da regina.

"Wow!" 
"A volte devi solo guardare le cose da un'altra prospettiva Lì." 
"Mi sono innamorato di un uomo, mi sono innamorato di un mio amico e non so come gestirla questa.. cosa. Non riesco a guardarmi allo specchio e accettare il fatto che sono Gay, sono gay Giuls, sono un mezzo uomo, faccio sesso con una donna e mi piace e poi all'improvviso vedo la sua faccia, i suoi occhi nocciola, i suoi capelli neri. Vorrei solo guardarmi allo specchio e sentirmi -giusto-."

Giuls si accoccola tra le sue braccia, la mano in quella di lui.

"Conosci Zayn da anni ormai, conosci il suo corpo, il suo modo di sorridere.. Sei felice quando sei con lui Liam? Hai voglia di ridere? Hai voglia di chiudere gli occhi e ascoltarlo respirare? Di guardarlo mentre dorme e cercare di indovinare cosa sta sognando? Perché se è così, ed io lo so che lo è, non sei gay, sei soltanto un uomo che ama un altro uomo, le etichette lasciamole agli altri, non scappare dall'amore solo perché si presenta in una forma che non comprendi, vivilo, devi viverlo, fallo per me, per la nostra amicizia, fallo per Sophia, se è vero che le vuoi bene rendila libera di proseguire per la sua strada, di trovare qualcuno che possa amarla con tutto se stesso, tutti ci meritiamo di essere amati completamente, senza dubbi o esistazioni, senza forse e senza ma. 
Fallo per Zayn, ma soprattutto Liam, fallo per te. Non perdere l'amore, fidati di me"

Liam ascolta la sua più cara amica mentre gli parla con il cuore in mano, sa che le sue parole sono sincere e sa che lei è stata capace di lasciare libero lui, invece di ostinarsi ad amarlo. 
Si fida di lei. 

"Mi fido di te." sussurra mentre la stringe un pò di più contro al suo petto.
"Grazie Giuls, grazie di esserci sempre stata, non lasciarmi mai, ti prego."
"Mai. Adesso sali sulla tua moto infernale e va da Zayn."
"TI VOGLIO BENE GIUL!!" grida Liam con il casco sulla fronte prima di sfrecciare via in una corsa contro il sole. 
"Ti amo stupido Liam." sussurra piano lei contro il cancello chiuso, il rombo della Ducati già lontano. 

Liam è in piedi di fronte alla porta di casa di Zayn, il casco in mano, le parole di Giuls che gli rimbombano nella testa, e non si decide a suonare quel campanello.

"Cristo Liam Payne suona quel dannato campanello." si incita Liam, cercando di farsi coraggio da solo. 
"Magari non c'è." e quasi ci spera.
"Beh ti è andata male, direi che ci sono."

Zayn è seduto sul muretto dietro di lui, il fumo della sigaretta gli incornicia il volto, le labbra in una linea sottile.

"Oh." Liam si volta per guardarlo meglio occhi.
"Oh." ripete Zayn, i gomiti sulle ginocchia, i piedi penzoloni.
"Sei qui da molto?" 
"Giusto in tempo per sentirti litigare con il mio citofono." Zayn salta giù dal muretto e apre il portone d'ingresso.
"Sei venuto qui per salire o preferisci continuare a fissarti i piedi?" Chiede serio Zayn tenendo il portone aperto per lasciarlo passare. 
"Per salire, sono venuto qui per parlarti." dice Liam con un filo di voce. 
"Ok." 
"Ok."

Zayn è seduto sul grande divano di pelle, lo sguardo fisso su Liam in piedi al centro della stanza, il casco ancora tra le mani. 

"Sono gay." dice, la voce più sicura adesso.
"Ah si?" Lo prende in giro Zayn, la testa curva all'indietro, lo sguardo al soffitto.
"Sono stato da Giuls, avevo bisogno delle sue parole, avevo bisogno di capire." continua Liam, più coraggioso adesso, poggia il casco a terra e si inginocchia difronte a Zayn, gli prende le mani.

"Guardami per favore." lo implora.

Zayn fissa i suoi occhi in quelli di Liam, un brivido gli scorre lungo tutto il corpo.

"Sono pronto adesso, sono pronto e sono tuo, voglio esserlo e voglio che tu sia mio. Voglio poterti guardare dormire e non sentirmi sbagliato. E non voglio farti soffrire, non voglio essere la causa delle tua sofferenza. Voglio renderti felice Zay, voglio farlo davvero. Posso renderti felice Zay?" Gli occhi di Liam sono lucidi, sinceri, innamorati. 

"E tutte queste cose glie le hai dette a Sophia?" Zayn toglie le mani dalle sue. 
"Domani."
"Dormi sul divano stanotte."
"Ok."
"Ok."
"Mi piace Giuls." 
"Piace anche a me, è speciale."

Zayn si alza in piedi e tira su Liam, lo stringe forte a sè ed è felice, e non vorrebbe lasciarlo andare mai più.

"Grazie di avermi aspettato." Liam sussurra tra i suoi capelli.


"Fa in un modo che ne sia valsa la pena, solo questo." sussurra a sua volta Zayn, il petto contro quello più forte di Liam, le braccia muscolose intorno al suo collo.

Gli da un bacio forte, profondo, di quelli che ti tolgono il fiato e le mascelle ti fanno male, di quelli con gli occhi chiusi e nessun pensiero nella testa. 
Uno dei loro baci.

"Buona notte."

"Buona notte Zay."

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Capitolo 8
*** Under The Rain ***


HAI LASCIATO LA MIA MANO. 

Harry è sul terrazzo del loro appartamento, fuma una sigaretta, delle profonde occhiaie nere sotto gli occhi malinconici,lo sguardo perso nel vuoto, l'immagine di Louis privo di sensi si ripresenta ogni volta che chiude gli occhi. 
L'appartamento è silenzioso, Louis dorme sereno sul divano dove si è addormentato qualche ora prima, mentre ascoltava Harry leggere i messaggi di auguri per la sua guarigione da parte delle fans. 
Sembra così tranquillo, al sicuro in qualche sogno felice, le mani unite come in preghiera sotto la guancia e le labbra socchiuse.
Harry schicchera via con forza la sigaretta e si riavvia i lunghi capelli ricci, il respiro profondo, carico di preoccupazione.
Nonostante il suo amore sia li, difronte a lui sul loro divano non riesce a fare a meno di sentirlo tremendamente lontano, come se Louis da quel lungo sonno, non fosse mai davvero tornato. 
Harry si siede a terra vicino al divano,le gambe lunghe incrociate, accarezza piano i capelli morbidi di Louis, la fronte rilassata, il naso, le guance, il collo sottile, mentre mentalmente continua a ripersi di stare calmo, non andrà da nessuna parte, nessuna macchina nera gli porterà via il suo angelo, e quella sensazione di vuoto al centro del petto si allevia appena.

"Non lasciare mai più la mia mano." sussurra piano contro i capelli di Louis, addormentato tra le sue braccia mentre lo porta in camera. 


Quella mattina Londra sembra affogare sotto la pioggia torrenziale che dura ormai da ore, Niall e Liam sono seduti in un piccolo bar del centro, non si vedono dalla notte della festa.

Niall sta mangiando di gusto una bomba alla crema ed ha lo zucchero praticamente ovunque mentre ascolta Liam raccontare di come le parole di Giuls gli abbiano dato la forza di prendere in mano la situazione. 

"È in gamba quella ragazza." biascica lui a bocca piena mostrando la bomba atomica che sembra essergli esplosa in bocca.
"Aaah ti prego biondo chiudi quella bocca mentre parli con me." si lamenta Liam.
"Sei ufficialmente gay da un paio di giorni e già fai la checca Payne?" Lo sfotte Niall pulendo si la bocca con il sorso della mano e Liam per tutta gli risposta gli da un cazzottone sul braccio destro prendendolo in pieno sul nervo.
"Checca hai detto?" Lo sfida con un sorrisino sghembo che avrebbe fatto dubitare la propria sessualità perfino al tavolino.
"Dormi ancora sul divano mister muscolo?" Lo sfotte il biondo, mentre addenta la seconda bomba, al cioccolato questa volta.
"Si, ma dovresti chiedere a Zayn se dorme ancora nel letto" scherza Liam, indicando con un cenno della testa Zayn che sta entrando nel locale completamente fradicio, i capelli nascosti nel cappello e i vestiti appiccicati addosso. 

Ed è sexy da morire mentre sorride alla cameriera e si stringe nelle spalle, come per scusarsi, ma quella pare non preoccuparsi della pozza d'acqua che si allarga ai suoi piedi, sembra piuttosto impegnata ad osservare il modo in cui la maglietta bagnata gli fascia il petto muscoloso

"Ehi Malik, finiscila di importunare la signorina e portami una crostata alla marmellata." gli grida il biondo da in fondo al locale strizzandogli l'occhio. 
"Ma che problemi hai?" Chiede Liam perplesso, dopo averlo visto trangugiare la metà delle paste esposte in vetrina.
"Carenza d'affetto, sono un uomo solo, ho bisogno di coccole, e quella crostata che il tuo ragazzo figo mi sta portando sono le mie coccole." sorride il biondo con un espressione da cucciolo.
"Credevo che con Melissa andasse tutto bene" chiede Zayn porgendogli la crostata e sedendosi accanto a Liam, che gli sorride sereno.
"Sì lo credevo anche io finché -non posso stare con uno che mezzo mondo vorrebbe portarsi a letto, non sono mai tranquilla con te-. " le fa il verso Niall, la marmella sul mento.
"Non ha tutti i torti biondo, non è facile stare con qualcuno che mezzo mondo vorrebbe portarsi a letto, io ne so qualcosa." risponde Zayn mentre stringe la coscia di Liam sotto il tavolo. 
"Beh l'altra metà vuole farsi il tuo ragazzo quindi direi che state apposto!! Praticamente tra uomini e donne avete il mondo intero ai vostri piedi!" sentenzia il biondo, massaggiandosi lo stomaco.
"Credo di aver esagerato con le coccole stamattina, gli altri due piccioncini che fine hanno fatto?"
"Stanno arrivando, mi ha scritto Lou poco fa" dice Zayn, mentre lascia scorrere un pò più su la mano sulla coscia di Liam, che alza impercettibilmente il bacino, premendo contro la sua mano. 

Un'ora dopo la pioggia continua a cadere senza tregua e Louis è seduto in braccio a Harry, vicino al biondo. Sembra un secolo che non sono tutti insieme intorno ad un tavolino, spensierati, come cinque ragazzi di vent'anni qualunque. 
Rimangono nel bar a lungo, smette di piovere e rincomincia mentre il sole fa capolino tra le nuvole e illumina i loro volti rilassati. Sono cresciuti tanto dal giorno del loro primo incontro, sono bellissimi ed intelligenti, davvero troppe meravigliose paia d'occhi per un tavolino solo. 
Forse c'è un perché per tutto, o forse no, magari è solo una questione di coincidenze, di decisioni prese o rimandate, di passioni in comune e talenti condivisi, forse qualcuno da lassù sapeva che quei cinque ragazzi avrebbero fatto la storia, insieme.
E forse quel qualcuno che lo sapeva sta sorridendo adesso, mentre li osserva correre tra le strade di Londra sotto la pioggia, i vestiti fradici ed i sorrisi umidi, gli occhi che brillano e le loro voci intonate unite ancora una volta, come in una delle migliori magie. 
Due di quei cinque ragazzi si stringono la mano, una presa salda, forte, una presa che non può essere sciolta, mai.
Due di quei cinque ragazzi sono il mare e la terra, le loro mani unite l'orizzonte, perché è esattamente lì che i loro mondo si incontrano. 

Harry e Louis.


Una ragazza con un cappello bianco sta passeggiando sotto la pioggia nascosta dietro un grande ombrello nero, una piccola agenda stratta tra le mani, una ragazza che quelle voci le conosce, e non può far altro che sorride allo spettacolo che si ritrova davanti, in un giorno qualunque, in una strada di Londra qualunque, ed il miglior live degli One direction a cui avrebbe potuto desiderare di assistere. 

Più tardi quella sera, l'acqua tiepida della doccia scorre sulla pelle morbida di Louis, gli occhi chiusi mentre si insapona i capelli.

"Ti sento." 

Harry è in piedi dietro di lui, la schiena contro le mattonelle umide, i profondi occhi verdi percorrono tutto il corpo di Louis, i muscoli delle spalle pronunciati mentre si strofina i lunghi capelli lisci.

"Non ho detto niente." risponde Harry colto di sorpresa, tanto era immerso nelle sue fantasie.
"Sento i tuoi occhi sulla mia schiena." afferma Louis convinto, il sorriso furbetto mentre si china lentamente per insaponarsi le gambe.
"Stai giocando con il fuoco Tomlinson." la voce di Harry si è fatta più bassa, il respiro accelerato, fa un passo avanti sfiorando il corpo bagnato di Louis.
"Era il piano b, fare il pompiere, sai..spegnere incendi.. Il fuoco mi ha sempre affascinato." fa un passo indietro, scontrandosi con Harry. Rimangono fermi l'uno contro il corpo dell'altro, i respiri in sincrono, eccitati, gli occhi chiusi, le labbra di Harry sul collo di Louis, le mani di Louis sulle cosce di Harry in piedi dietro di lui.

Harry lo spinge avanti, contro il vetro appannato della doccia, stende le braccia lunghe per fare leva sul vetro con le mani vicino alla faccia di Loius, e con una lentezza estenuante si fa spazio dentro di lui, un centimetro alla volta, si ferma, e ancora si spinge più a fondo per fermarsi di nuovo, padrone, metre ride sul collo di Louis, gli occhi in fiamme, spinge ancora, ancora, ancora, e non c'è spazio per la dolcezza adesso, non c'è spazio per le carezze ed i ti amo, adesso Harry è in fiamme, e Louis geme e non può spegnere il suo incendio.

Ancora.Ancora.Ancora.



Una densa cappa di fumo avvolge tutta la stanza, Harry è sdraiato sul letto completamente nudo, da una lunga boccata alla canna d'erba che Ed gli ha lasciato la sera della festa mentre si arriccia una ciocca di capelli e osserva Louis camminare avanti indietro per la stanza mentre ordina la cena, o almeno ci prova.


"No, niente funghi! Si, una quattro stagioni." alza gli occhi arrossati dall'erba al cielo "So che nella quattro stagioni ci sono i funghi ma io la vorrei senza." guarda Harry che dal letto gli sta allungano la canna, il sorriso stampato sulla faccia "Una margherita."

Louis aspira e assapora il sapore dell'erba sulla lingua, mentre cerca di restare serio "333 Sussex Street." dice mentre Harry muove le braccia nella cappa di fumo cercando di attirare la sua attenzione e con la bocca mima -bufala- "bufala?" chiede Louis a Harry, il telefono sempre all'orecchio.
"No non dico a lei." dice ancora Louis cercando di rimanere serio nonostante si senta gonfio come un pallone ed Harry non sia affatto d'aiuto con quell'espressione ebete sulla faccia.
"Quindi la vuoi con la bufala la margherita?" chiede ancora Louis a Harry che se la ride di gusto sdraiato sul letto e fa di sì con il capo.
"Sì mi scusi, allora una con la bufala."
"Sì,cosa? Oh no no! Anche le patatine sì! Grazie, Louis Tomlinson. Come? Ma certo che sono davvero io!" Louis mette in vivavoce e si butta sul letto accanto a Harry, le lacrime agli occhi per la risata silenziosa, tutta l'erba che hanno fumato l'ha reso euforico.


"Quindi io sto parlando con Louis Tomlinson in persona?" chiede la ragazza mentre le voce le si alza di un'ottava.
"Direi di sì."
"O mio dio! E le pizze sono per lei e...?" chiede la ragazza al di là della cornetta in piena crisi esistenziale, incapace di trattenersi.

Harry ha gli occhi rossi e ride ed è avvolto in una nuvola di fumo

"Me e Harry."


Silenzio. 

"Oddio Harry, è svenuta?" chiede Louis allarmato, gli occhi cerchiati di rosso mentre la ragazza si riprende dallo shock e tra un gridolino e l'altro conclude l'ordinazione, e aggiunge tutto d'un fiato quella domanda che la perseguita da sempre.

"Quindi Larry Stylinson è reale?"


Harry e Louis si guardano intensamente, nessuno glielo aveva mai chiesto così apertamente, con la speranza nella voce. Quella ragazza, decisero, si meritava la verità. 

"Larry Stylinson è reale, sì."

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Capitolo 9
*** I'm So Sorry ***



Quella mattina la pioggia picchia prepotente alla finestra, le lunghe tende blu raccolte ai lati con dei lacci azzurri, Zayn distende le gambe in cerca di sollievo, rotolandosi dalla parte immacolata del letto matrimoniale, scivolando delicatamente tra le lenzuola di seta azzurre.
Rimane tra il sonno e la veglia ancora per qualche minuto, limitandosi a respirare dolcemente, giù fin nel basso ventre, lasciando i pensieri concretizzarsi, liberi.

Sono passati quasi sei anni da quando la sua vita l'ha letteralmente travolto, come le montagne russe in un parco giochi, te ne stai seduto al tuo posto, bloccato senza poterti muovere, e gli occhi ti lacrimano tanto vai veloce e vorresti urlare ma la voce non esce, e allora puoi fare la tua scelta, avere paura e rimanere aggrappato con le unghie conficcate nel seggiolino oppure alzare le mani al cielo, con le braccia distese ed il sorriso sulle labbra. 
Ed era stata quella la sua scelta, mani alzate e gran sorriso in sella alla montagna russa senza fine che era diventata la sua vita. 
Una delle sue più gradi soddisfazioni, oltre quella di aver realizzato il suo sogno di cantare ovviamente, era stata quella di poter far qualcosa per la sua famiglia, di poter in qualche modo ripagarli per tutti i sacrifici che i suoi genitori avevano sempre fatto per lui, era esattamente questo che lo rendeva speciale, il suo cuore grande. 

Zayn venne riportato alla realtà dallo squillo prolungato del citofono e si costrinse ad alzarsi dal letto,
anche se sarebbe volentieri rimasto a fantasticare ancora un po' si trascina avvolto nel lenzuolo fino alla porta d'ingresso. 
Apre il citofono senza chiedere niente, sicuramente Liam ha dimenticato le chiavi, non era di certo una novità. 
Lascia la porta socchiusa e si trascina in cucina trascinando dietro di se il lenzuolo come fosse il velo di un abito da sposa, sorride compiaciuto a quel pensiero. 
Rufola nel ripiano sopra il lavello per cercare i cereali quando sente la porta aprirsi. 

"Dovresti legarti le chiavi al collo." dice mentre afferra la scatola di cereali e si volta verso il bancone della grande cucina con un bel sorriso assonato sul volto per Liam.

Sorriso che svanisce immediatamente dal suo volto alla vista di Sophia, in piedi difronte a lui, gli occhi nascosti dietro una paio di grandi occhiali da sole scuri come il vestito elegante che le arriva alle caviglie, tra le braccia stringe un borsone nero.

"Ciao Zayn." saluta sicura di se, i lunghi capelli le cadono morbidi sulle spalle.

Zayn sbatte le palpebre più volte, come per assicurarsi di non avere le allucinazioni, la scatola di cereali accartocciata nella mano destra, tanto la sta stringendo forte, con la sinistra tiene il lenzuolo all'altezza della vita, il petto nudo percorso da un brivido che gli lascia la pelle d'oca ed una spiacevole sensazione di gelo allo stomaco. 
Non dice niente mentre osserva Sofia tirarsi gli occhiali sulla testa per guardarlo dritto negli occhi, un sorriso nervoso sulle labbra carnose. 

"Spero di non averti svegliato." si scusa mentre poggia il borsone sul bancone della cucina.
"Sono venuta per portare questo." continua.

Zayn sposta lo sguardo da lei al borsone infinite volte, le labbra dischiuse, un respiro profondo.
Dicisamente troppo per una persona che si è svegliata da solo cinque minuti.

"Puoi smetterla di torturare quei cereali adesso." scherza lei indicando con un cenno del capo la scatola accartocciata. 
"Dammi un minuto." è tutto quello che riesce a dire Zayn, la gola secca, mentre si precipita in camera da letto, tenendo il lenzuolo decisamente troppo ingombrante adesso con entrambe le mani. 

Chiude piano la porta e getta con tutta la sua forza il lenzuolo a terra.
Sofia in casa sua, casa di Liam per la precisione, ma comunque casa sua. 
Cammina avanti e indietro per la stanza mentre cerca di mantenersi lucido e ritrovare la calma.
Sofia in casa nostra. 
Prende una maglia nera e un paio di jeans dalla sedia nell'angolo e si pianta davanti allo specchio, gli occhi accessi, come spie luminose, le labbra serrate in una linea dritta.
Adesso vai di la e fai l'uomo.
Prende un altro lungo respiro e torna in cucina dove Sophia lo sta aspettando seduta su un sgabello, le gambe accavallate in modo sensuale, mentre gioca con gli occhiali che tiene fra le mani.

Zayn la raggiunge e le volta le spalle mentre accende la macchinetta del caffè.

"Ne vuoi uno?" Le chiede cercando di essere gentile, la voce sorprendente calma. 

"Si, ti ringrazio Zayn." 

A Zayn non piace neanche un po' il suono del suo nome sulla voce di lei. Forse non gli piace più neanche il suo nome adesso. 

"Prego." dice voltandosi a guardarla, la schiena contro il frigo, una distanza esagerata per due persone che stanno avendo una conversazione di prima mattina in cucina.
"Allora che cosa ci sarebbe lì dentro?" Chiede Zayn indicando il borsone con un cenno del capo.

"Beh, ecco io ho pensato di portare la roba che Liam aveva lasciato a casa mia, ho provato a chiedergli di venirsela a prendere ma non mi risponde ne alle chiamate ne ai messaggi, mi evita da quando... Insomma, non mi andava di tenerla in casa, vedere i suoi vestiti nel mio armadio non è d'aiuto." dice, la voce triste. 

Zayn non sa cosa dire, vorrebbe dare fuoco a quel borsone con tutto quello che c'è dentro. 
Rimane in silenzio qualche secondo, salvato dal bip della macchina per il caffè.

"Quanto zucchero?" chiede Zayn sempre senza guardarla, lo stomaco sottosopra.

"Niente zucchero, grazie, io..."
"...lo prendi amaro, certo."

Come Liam, ovvio. Stesse abitudini del cazzo. 
Zayn le porge la tazzina stando bene attento a non sfiorare la sua mano e si siede sullo sgabello di fronte a Sophia.

Sopha soffia sulla tazzina, lo sguardo malinconico, deve essere strano fare la parte dell'ospite nella casa dove aveva vissuto, anche se per poco. 

"Mi dispiace essere piombata qui senza preavviso, so che probabilmente mi odi e sono l'ultima persona che vorresti vedere." 
"Non ti odio. Ed immagino sia lo stesso anche per te, che sono l'ultima persona che vuoi verdere intendo." Dice Zayn, mentre gira il caffè più del necessario. 

Sophia accena un sorriso "Sarei un ipocrita se dicessi il contrario, non sei la mia persona preferita, ma neanche io ti odio. 
Tu non hai colpe, Liam ha fatto la sua scelta da solo, ed ha scelto te. Non posso avercela con te per questo."
"Immagino di no. Vorrei che fosse stato più semplice, per tutti." aggiunge Zayn, sincero.
"L'amore non è mai semplice." Dice Sophia, e sembra dirlo più a se stessa che a Zayn.

Sopha finisce il suo caffè e poggia la tazzina sul bancone.

"Grazie per il caffè, e scusami ancora per l'intrusione in casa... in casa vostra." dice mente si avvia alla porta, e sembra fare tutta la fatica del mondo per pronunciare quelle parole, mentre una lacrima sfugge al suo controllo.


Sophia tende una mano curata a Zayn per salutarlo, gli occhi lucidi carichi di pianto.
E Zayn non prende la sua mano, l'abbraccia forte invece, strofinando una mano sulla sua schiena lunga, come per consolarla. 
Zayn non sa perché lo fa, ma sente che è la cosa giusta, sente che quella ragazza tra le sue braccia non ha colpe, non è altro che l'altra versione di Zayn, un cuore innamorato che è stato cullato da un uomo meraviglioso e poi spezzato con la facilità con cui si strappa un foglio di carta. 
Zayn non può avercela con lei, non più.
Si staccano piano da quell'abbraccio sincero, entrambi gli occhi lucidi.

"Grazie Zayn, sei un bravo ragazzo."
"Liam non vuole che tu soffra, ne sono sicuro." le dice guardandola negli occhi.
"Vorrei poter decidere di smettere di farlo." sospira piano lei, lancia un ultimo sguardo a quella casa che non le appartiene più e chiude piano la
porta alle sue spalle. 

Zayn rimane con la schiena contro la porta e lentamente si lascia scivolare a terra, sfinito, come avesse corso una maratona. 
Gli pulsano le tempie, allontana un po' il collo della maglietta con la mano cercando aria. 
Ha abbracciato Sophia, l'ha fatto davvero. 
Guarda il borsone sul piano della cucina come si guarda un nemico in guerra. 
Le cose di Liam nel suo armadio. 
Zayn si alza aiutandosi con le mani e si avvicina al borsone fissandolo, quasi intimorito da quell'oggetto inanimato. 
Si lascia sfuggire un lungo sospiro ed apre piano le cerniera.
Magliette, pantaloni, camicie, ogni indumento è stato lavato e stirato, perfettamente impilati gli uni sugli altri.
Zayn tira fuori tutto, con cura, attento a non spiegarli, quasi come maneggiasse una bomba a mano pronta ad esplodere. 
Riposta tra le pieghe di un maglione di lana scuro trova una foto.
Liam e Sophia che si abbracciano, i sorrisi felici e gli sguardi complici, imprigionati per sempre in quella foto, tra le sue mani.

Succede tutto in un secondo, Zayn scaraventa a terra la foto con tutta la sua forza e quella va letteralmente in frantumi schizzando vetri dappertutto, il tonfo non udibile, sorpassato dal grido di Zayn, un grido di dolore e liberazione, accompagnato da calde lacrime che gli rigano il volto e spariscono nella barba incolta. 

Cerca di tornare lucido mentre scoppia in una fragorosa risata e si asciuga le lacrime con la maglietta, scoprendo il ventre piatto. 
Si lascia cadere sulle ginocchia e raccoglie i vetri con le mani nude senza preoccuparsi di tagliarsi, la foto abbandonata vicino al divano. 

"Zayn?" Liam rimane qualche secondo sulla porta con le chiavi in mano prima di realizzare cosa sta accadendo, vede il borsone vuoto, i vestiti impilati, Zayn in ginocchio che ride e piange e raccatta i vetri da terra. 

Zayn. 

Liam si inginocchia accanto a lui e gli blocca le mani.

"Zayn smettila."


Zayn non lo guarda, continua a ridere e piangere e scuotere la testa, le mani in una danza frenetica sul pavimento.

Liam ci prova ancora, più forte questa volta, gli stringe forte i polsi e lo costringe ad incrociare le braccia al petto, affonda la faccia nei suoi capelli, mentre lo immobilizza tra le sue braccia forti. 
Zayn rimane rigido in quell'abbraccio potente, non si oppone nè si abbandona, rimane teso, le lacrime silenziose inarrestabili, i denti scoperti in un ghigno. 

"Liam lasciami andare." soffia. 
"No."
"Sì." alza la voce Zayn.
"Ti ho detto di no." insiste Liam.
"Ok, la smetto." dice Zayn, rilassando leggermente le spalle.

Liam molla la presa e un secondo dopo si ritrova a terra, colpito da una raffica di cazzotti al petto, sulle spalle, allo stomaco, sono colpi forti, violenti, che fanno male.
Zayn non si ferma neanche quando lo colpisce al naso e le sue mani si macchiano del sangue dell'uomo che ama.
Liam non si para più, stende le braccia sulle mattonelle fredde e chiude gli occhi, arreso alla furia di Zayn.
Sente il sapore del ferro sulla lingua, il naso gli brucia e il petto gli fa male, il fiato corto.
Rimane così, arreso, e aspetta, aspetta che Zayn si liberi di quel peso che lo schiaccia da tanto, troppo tempo, aspetta e continua a tenere gli occhi serrati.
Zayn non sa per quanto tempo continua quella lotta a senso unico, non gli importa che il suo avversario sia indifeso, non gli importa che il suo avversario sia l'uomo che ama, non gli importa neanche del sangue che gli macchia le nocche di entrambe le mani, gli importa solo delle due facce felici che continua a vedere nella sua testa, Liam e Sophia. Sophia e Liam. Sofia tra le sue braccia. Sophia come Zayn.
Dopo un tempo indefinito Zayn si alza da terra e rimane in piedi a fissare Liam disteso a terra, distrutto. 
Quell'immagine si sostituisce a quella di lui e Sofia stretti in un abbraccio, riportandolo bruscamente alla realtà.
Zayn indietreggia, il terrore negli occhi mentre guarda le mani sporche di sangue, il volto di Liam ammaccato.
Liam si alza da terra, si asciuga il sangue con il dorso della mano tremante.
Cammina verso il divano e si china a raccogliere la foto che ha scatenato l'ira di Zayn.
La guarda per un istante, con l'altra mano prende l'accendino dalla tasca posteriore dei jeans e le dà fuoco.
Guarda la foto surriscaldarsi e l'immagine scomparire tra le fiamme, distruggendo quell'abbraccio per sempre.

"Vattene." dice, mentre tiene la foto per un angolo con due dita.

Zayn rimane immobile, le braccia distese lungo il corpo, impietrito.
Sente ogni parte del suo corpo andare in frantumi, ogni cellula ribellarsi a quelle parole. 

"Zayn Malik vai via da casa mia." insiste Liam, il tono della voce più alto, lo sguardo perso nelle fiamme.

Zayn indietreggia continuando a fissarlo, incapace di pronunciare parole, incapace di fare qualunque cosa.
Chiude piano la porta alle sue spalle, scosso da un tremito che gli percorre tutto il corpo, le labbra socchiuse, le mani sporche di sangue.
Liam rimane a guardare la foto bruciare finché, semplicemente, non esiste più.
Prende la pila di vestiti con entrambe le braccia e struscia i piedi fino nel bagno, dove getta tutto nella lavatrice, avviando il lavaggio.
Apre l'acqua della doccia e si abbandona sotto il getto dell'acqua fredda, la mente sgombra da ogni pensiero, il dolore al naso sembra essere scomparso.
Si insapona e lascia che il getto delicato dell'acqua porti via tutta la schiuma profumata.
Indossa una tuta, la visiera del cappellino abbassata a coprire il volto.

"Harry ho bisogno di un passaggio al pronto soccorso, puoi venire a prendermi?" chiede esausto, il telefono in vivavoce poggiato sul letto disfatto.

Harry dall'altra parte della cornetta non fa domande, il tono desolato di Liam è sufficiente a rendersi conto che qualcosa non va, che il suo amico ha bisogno di lui.
Da un bacio sulla fronte a Louis che sta leggendo un libro seduto accanto a lui sul divano, e con le labbra mima -Liam-.
Louis fa cenno di si con il capo, gli da un leggero bacio sulle labbra.

"Sto arrivando."

Harry arriva poco dopo sotto casa di Liam che lo aspetta seduto sullo scalino fuori dal portone, i gomiti puntati sulle ginocchia, lo sguardo perso.
Si alza lentamente quando riconosce la la macchina di Harry che si allunga per aprire la portiera del passeggero.
Liam chiude piano la portiera e si volta a guardare Harry che gli solleva la visiera del cappellino e osserva il volto tumefatto.

"È stato Zayn?" Chiede, incredulo.

Liam fa di sì con il capo, gli occhi lucidi, lo sguardo assente.
Harry gli accarezza piano una guancia prima di azionare la freccia ed immettersi nel traffico.
Viaggiano in silenzio fino al pronto soccorso, una mano di Harry sulla coscia di Liam, come se il contatto potesse alleviare il suo dolore.

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Capitolo 10
*** It's Time ***


Qualche giorno dopo il naso di Liam sta meglio, il suo cuore invece, sembra avere qualche problema a riprendere a funzionare normalmente, una sensazione costante di vuoto nel petto.
Non sente Zayn dalla mattina del disastro.

"Liam dovresti mangiare qualcosa." insiste per la millesima volta Niall, sinceramente preoccupato per l'amico.

Harry sta appallottolato sul divano del salotto di Liam, avvolto in una coperta di pile. 

Liam è sdraiato accanto Harry, lo sguardo fisso sulla tv, il naso fasciato.
Niall è arrampicato sul bancone della cucina, le gambe incrociate, ai piedi dei terribili calzini di lana verdi con i pallini antiscivolo sotto, i capelli arruffati e gli occhi stanchi, ha un aspetto orribile. 

"Mi metti ansia arrampicato lassù come un gufo Ni." gli dice Giuls mentre armeggia con il forno, dei grandi guanti da cucina che gli arrivano fino ai gomiti, quasi scompare dentro uno dei pigiami troppo grandi di Liam.

Si è praticamente trasferita da lui per qualche giorno, troppo preoccupata per lasciarlo da solo.

"Ti amo." dice con un sorriso enorme Niall.
"Ok, dimmi che droga usi, ne voglio un po' anche io." lo prende in giro Giuls allegra, scompigliandogli i capelli. 

Niall abbassa la testa sporgendosi verso di lei.


"Tu fai le torte. E io ti voglio sposare." sbadiglia Niall mentre lei gli gratta la testa e ride. 


Da quando casa di Liam è diventato il loro accampamento Niall e Giuls si sono avvicinati tanto, forse perché nei momenti di difficoltà le persone tendono a farsi forza l'un con l'altra, a diventare più dolci, più affettuose, forse semplicemente perché, Giuls fa la torte e Niall soffre di dipendenza da zuccheri.
Giuls sforna la torta al cioccolato che ha preparato quel pomeriggio e ne taglia quattro grandi fette, che sistema con cura sui piatti neri del servizio che la sorella di Liam gli ha regalato. 

"Dammi una mano con queste." dice, portando due fette di torta a Harry e Liam e indicando le altre due sul piano della cucina.

Niall le sorride e si alza per prendere le altre due.

Mangiano la torta in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. 

"Grazie Giuls, è davvero buonissima." dice Harry e addenta un altro boccone delle torta ancora calda.
"Sono contenta che ti piaccia, la ricetta è della madre di Liam." dice, osservano il suo amico che continua a fare scena muta mentre mangia piano la sua parte di torta. 

Giuls e Niall sono seduti sulla stessa poltrona, lei sta accucciata tra le gambe di lui che le frega un pezzetto di torta dopo aver finito la sua.
Lei le da un colpetto sulla mano "Hey, Niall Horan molla la mia torta." dice fingendosi indispettita.
Lui le da un bacio in testa e la stringe un po' di più sotto lo sguardo paterno di Harry, che sospira e si alza per riporre il piatto nel lavello.

-Biondo è in overdose da torta al cioccolato e Liam oggi sembra stare peggio di ieri, ed io ti penso- invia il messaggio a Louis e apre il frigo in cerca di qualcosa di fresco da bere.


-Zayn sta meglio, vedere la sua famiglia è stata una buona idea, avevi ragione tu, come sempre. Manchi anche tu- 

Louis digita il messaggio e ripone il telefono nella tasca frontale della felpa grigia, il cappuccio tirato sulla testa, i rayban scuri gli coprono gli occhi azzurri. 

Zayn passeggia al suo fianco, vestito completamente di nero, le converse di una vita ai piedi, le mani nelle tasche del giacchetto di pelle, solo gli occhi scuri e profondi rimangono scoperti tra il cappello e la sciarpa alta fin sopra al naso. 
Sono in uno dei posti preferiti di Zayn, il parco dove è cresciuto con pochi amici e le ginocchia sbucciate.

"Era Harry?" chiede Zayn, sorridendogli.

"Si, era Harry." risponde Louis, assaporando il suono del nome della persona che più ama al mondo sulle sue labbra.
"Come sta Liam?" Una nota di preoccupazione nella voce di Zayn.
"Non sta bene Zay, ma andrà meglio alla fine. Ci sono i ragazzi e Giuls con lui, non è solo." 
"Vorrei che non fosse arrivato a casa, vorrei aver avuto il tempo di riprendermi, di raccogliere i vetri e farmi una doccia. Credimi Lou, se solo potessi tornerei indietro nel tempo per cambiare le cose."
"Ti credo, so che non avresti mai voluto colpirlo, e lo sanno anche gli altri, Liam compreso. Ma Zayn, cerca di essere onesto con te stesso, tu l'hai colpito perché dentro di te quella rabbia covava da tempo, l'hai tenuta repressa troppo a lungo e alla fine è esplosa, e questo non deve succedere Zay, avresti dovuto parlarne prima di arrivare a tanto.So che lo ami e che vorresti solo vivere la tua vita con lui, ma so anche che il mio amico, il mio Zayn non è una persona violenta, e se questa relazione ti porta a tanto allora forse non è giusta per te. L'amore dovrebbe rendere felici, non il contrario.
Con questo non dico che tra me ed Harry non ci siano mai stati problemi, tra Eleonor e la modest e il carattere esuberante di Harry anche noi abbiamo avuto momenti di difficoltà, abbiamo gridato e a volte non ci siamo parlati per giorni, ma mai e poi mai saremmo arrivati a tanto, la sola idea ti ferirlo fisicamente mi devasta perché il suo dolore è il mio dolore, sarebbe come colpire me stesso.
L'amore non è mai semplice Zay, tanto meno l'amore gay, ma puoi fidarti quando ti dico che amarlo dovrebbe farti venir voglia di rinunciare all'ultimo boccone del tuo piatto preferito, non di spaccargli la faccia.
Questa storia con Liam ti sta cambiando , e lo sta facendo in peggio Zay, non lasciare che succeda, perdona e vai avanti, altrimenti lascia perdere."

Louis osserva Zayn ragionare sulle sue parole in silenzio mentre continua a camminare lentamente.

Zayn sa che Louis ha ragione, sa che la sua storia con Liam è giunta ad un bivio e che deve prendere la sua decisione, eppure gli sembra impossibile.

"Quando immagino la mia vita insieme a Liam, penso che sarà meravigliosa, ma quando penso a lui e Sophia mi sento soffocare." pensa Zayn a voce alta, redendo l'amico partecipe dei suoi pensieri.
"Con Sophia è finita adesso, te l'ha detto anche lei, che cos'è che non ti convince?" chiede Louis incrociando le braccia sul petto, le mani piccole nascoste nelle maniche della felpa troppo grande di Harry.

"Non è Sophia che mi preoccupa, è il fatto che Sophia è una donna. È l'instabilità di Liam che non mi convince, ecco cos'è.
Un giorno si dichiara gay e ne è convinto e il giorno dopo guarda con occhi seducenti la cameriera del bar.
Non credo che lui sappia quello che vuole, non credo che abbia capito quello che vuole davvero.
A volte penso che sia colpa mia, ho insistito tanto per conquistarlo, ho lottato e gli ho regalato delle rose, gli ho regalato delle rose difronte ad una platea immensa, Lou ti rendi conto? e lui, forse lui si è sentito costretto, costretto a cambiare se stesso ed i suoi gusti sessuali per colpa mia, perché io non sono stato abbastanza intelligente da rendermi conto che non avrei dovuto essere così insistente, che avrei dovuto lasciarlo libero di scegliere, lasciargli il tempo per capire.."

Zayn si è fermato senza accorgersene in mezzo al sentiero, lo sguardo profondo fuso in quello di Louis che gli sorride annuendo. 


"Credo che tu abbia ragione, prova a farlo adesso Zay, non è troppo tardi, lasciagli i suoi spazi ed il tempo necessario, e quando tornerà da te, cosa di cui sono assolutamente certo, sarà per restare." afferma deciso Louis, gli occhi quasi trasparenti alla luce del sole. 
"Grazie Lou." Zayn lo abbraccia forte per un lungo minuto e gli da un bacio sulla fronte. 
"Sai che stavano mangiando della torta al cioccolato?" cambia discorso Louis all'improvviso mentre lo prende a braccetto e ripendono a camminare lungo il sentiero.

Da quando Liam è diventato una specie di vegetale e Zayn è partito per andare a trovare i suoi con Louis, Harry non fa che pensare a Louis, ed è contento che la casa di Liam sia diventata il loro quartier generale perché il suo letto sembra tremendamente spazioso senza Louis.
È la prima volta che si separano dall'incidente e, nonostante sappia che Louis è al sicuro a casa dei genitori di Zayn, non riesce a tenere a bada la vocina preoccupata nella sua testa. Fortunatamente è un periodo tranquillo per loro, il prossimo tour mondiale sarà tra più di sei mesi ed hanno il tempo di rilassarsi e mangiare torte al cioccolato mentre fuori piove, vocine nella testa comprese.
Verso sera Harry prepara la cena e Liam finalmente inizia a spiccicare qualche parola mentre Giuls gli medica la fasciatura alla spalla e Niall suona la chitarra.
L'atmosfera nella grande cucina di Liam è piacevole, come in una di quelle famiglie nei film americani, tutti in pigiama e le faccie rilassate.

Niall si perde negli occhi verdi di Giuls mentre suona la chitarra, il sorriso sereno sul volto, "Sei bellissima..." le sussurra piano, mentre lei arrossisce un po' e si sistema il ciuffo ribelle dietro l'orecchio. 

"Dovremmo fare l'avero di Natale domani." dice Liam all'improvviso, Harry quasi sobbalza spaventato di sentire la sua voce alle sue spalle, concentrato sulle omelette che sta preparando. 
"Ragazzi cancellate gli impegni per domani, zombie qui vuole fare l'albero domani." comunica Harry agli altri, il sorriso contagioso e le fossette bene in vista.
"Ma manca più di un mese al Natale..." brontola il biondo irlandese senza smettere di suonare, fulminato all'istante da due gradi paia di occhi verdi. 
"..ma a noi che ce ne frega!" aggiunge cercando di rimediare, delle scuse silenziose negli occhi azzurri. 
"Albero sia allora!" saltella allegra Giuls battendo le mani in un eccesso di euforia, Niall ride di gusto e Harry scuote la testa con il sorriso stampato sul volto servendo le omelette in tavola "se io e Lou non fossimo la coppia migliore al mondo, potreste esserlo voi, siete perfetti insieme, un vero disastro!" scherza Harry tranquillo.

Liam per la prima volta da giorni finisce tutta la sua cena e si stiracchia sulla sedia con lo stomaco pieno.

"Non ho ancora capito se sei un cantante con una dote in cucina o un cuoco con una bella voce." scherza Liam, alzandosi e massaggiando le spalle di Harry seduto al suo posto che fa una smorfia e alza tira la testa all'indietro per guardare negli occhi Liam in piedi dietro di lui "Dovrei prenderlo come un complimento Payne?" Gli fa l'occhiolino Harry.

Più tardi Niall e Giuls sono accoccolati sulla poltrona guardando un film mentre Harry parla al telefono con Louis e Liam dorme sul divano, un braccio che pende penzoloni e una mano sullo stomaco pieno.

"Non vedo l'ora che torni" dice piano Harry per non svegliare Liam che dorme accanto a lui.
"Ancora due giorni tesoro." promette Louis, sdraiato sul letto nella cameretta di Zayn.
"Ti amo, saluta Zayn e stai attento" Harry aggiunge quell'ultima parola che suona quasi come una supplica.
"Non preoccuparti, sono al sicuro in casa di Zayn, non mi succederà niente." lo rassicura Louis. 

Harry gli manca da morire.


"Harry mi manchi da morire." 

"Anche tu, non dire quella parola però."
"Quale parola?"
"Morire."
"..Harry.. Io non morirò, non adesso almeno, non finché non saremo vecchi e con tanti nipoti tra i piedi nella nostra vecchia casa." dice Louis, e ci crede davvero.

"Las Vegas ci aspetta." dice Harry, alludendo alla promessa che si sono fatti un secolo fa nell'intimità della loro camera dopo aver fatto l'amore.
"Lo so. Non vedo l'ora." sorride Louis contro il telefono.

Rimangono in silenzio ascoltandosi respirare, e per un istante i chilometri che li separano spariscono.


"Buona notte amore mio." dicono insieme.

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Capitolo 11
*** Pushing Me Away ***


Why I never walked away 
Why I played myself this way 
Now I see your testing me pushes me away 

I've tried like you 
To do everything you wanted too 
This is the last time 
I'll take the blame for the sake of being with you


Quella mattina Louis si sveglia fin troppo presto per i suoi standard, lo stomaco che brontola per la fame.

 "Harry vieni qui e porta i tuoi meravigliosi pancakes." farfuglia ancora con la bocca impastata di sonno e gli occhi chiusi, il cuscino a terra accanto al letto, un braccio penzoloni.

"Ehi almeno assaggiali prima di snobbarli per i pancakes di Harry." si lamenta Zayn sorridendo mentre spinge con la schiena la porta socchiusa della camera, un vassoio carico di pasticcini e due cappuccini fumanti. 

Poggia il vassoio sul comodino accanto al letto di Louis e si incammina verso la finestra con un sorrisino malefico stampato sul volto.

"NONONONO, ti prego un'altro minuto!"

Piagnucola Louis comprendosi gli occhi con un braccio mentre con l'altro si sporge per raccogliere da terra il cuscino caduto durante la notte che gli scaraventa addosso con tutta la sua forza quando la stanza si riempie della luce del giorno accecandolo.


"Ouch!" si lascia sfuggire Zayn strofinandosi la nuca dove il cuscino l'ha colpito in pieno "Bella mira mezza sega, ti ho portato la colazione." indica il vassoio sul comodino lanciando piano il cuscino sul letto "Cerca di non strozzartici." aggiunge sarcastico.

Louis seduto a gambe incrociate sul letto ne ha già trangugiati un paio alla velocità della luce e gli sorride a bocca piena, i denti sporchi di cioccolato, quel che rimane del pasticcino in bella vista.

"Mi fai vomitare Tomlinson." dice Zayn mentre beve il suo cappuccino seduto sulla sedia con le rotelle, i piedi poggiati sulla scrivania, già vestito di tutto punto. 

Louis cerca di darsi un contegno per non far sparire l'intera scatola di pasticcini e beve il cappuccino raccogliendo tutta la schiuma con il cucchiaio, gli occhi azzurri ormai abituati alla luce che vagano sul corpo di Zayn, per soffermarsi infine sul suo volto, le sopracciglia leggermente contratte e un mezzo sorriso al lato della bocca.

"Guarda che non sono l'unico che raccoglie la schiuma con il cucchiaio." dice Louis interrompendo il flusso dei suoi pensieri.

"Secondo te come si può avere paura di un cucchiaio?" chiede Zayn continuando ad osservare l'oggetto inanimato tra le mani dell'amico.
"Non lo so, io ho il terrore dei relitti." Louis si stringe nelle spalle. 
"Beh sono misteriosi, inquietanti, anche molto belli... Ma un cucchiaio... È solo un cucchiaio!" 
"Magari ha avuto un trauma... magari da piccolo se ne è ingoiato uno per sbaglio." scherza Louis, mentre si stiracchia alzandosi dal letto.
"Chi, Liam?" abbassa lo sguardo quando pronuncia il suo nome.
"Certo, Liam, chi se no? Probabilmente è l'unica persona sul pianeta ad avere questa assurda fobia." grida Louis dal bagno mentre apre l'acqua della doccia e getta il pigiama a terra.
"Perché ovviamente è a lui che stavi pensando no?" dice affacciandosi dalla porta del bagno con un mezzo sorriso sulle labbra sottili. 
"Vuoi inghiottire un cucchiaio anche tu Lou?" gli risponde acido Zayn mentre rolla una canna, la schiena contro la testata del letto di Louis e le gambe distese. 

Luois e Zayn stanno passeggiando sul pontile nel piccolo lago poco lontano dalla città, in mezzo alla campagna, gli occhi arrossati mentre si passano la seconda canna d'erba che ha preparato Zayn prima di uscire. 

"Non penso sia una buona idea fumare di prima mattina." basciaca Louis, le labbra secche.

"Secondo te ci sono le balene nei laghi?" la curiosità palpabile nella voce di Zayn.
"Ecco, appunto."

Louis alza gli occhi al cielo e aspira una lunga boccata, lo sguardo fisso sull'acqua sotto di loro, pensandoci su.


"Secondo me sì, una balena piccola magari." dice ripassando la canna a Zayn.


Continuano a camminare in silenzio fantasticando sulla piccola balena nel lago finché non arrivano in fondo al pontile e si siedono, le gambe penzoloni ed i piedi che quasi sfiorano l'acqua.

Il sole alto nel cielo dì mezzogiorno scalda i loro volti pallidi, e rimangono così per un tempo che pare infinito, godendosi quel tepore invernale.

"Tra poco è Natale." esordisce all'improvviso Zayn facendo sobbalzare Louis al suo fianco.

"Manca ancora un mese."
"Un mese è poco." 
"Io ho dormito un mese intero ci pensi?"
"Hai sognato?"
"Non credo, ma quando mi sono svegliato mi pareva d'aver dormito solo pochi minuti."
"Non ti ricordi niente del prima?" 
"No... solo che stavo andando con Harry da qualche parte, ma non ricordo dove."

Louis prende la canna che Zayn gli sta passando, gli occhi nocciola cerchiati di rosso.


"Oh."

"Oh che cosa?" 
"Niente."
"Parla Malik."
"Davvero non te lo ricordi?"
"Ieri al telefono Harry ha detto -Las Vegas ci aspetta.. Quindi immagino sia lì che stessimo andando, per... sposarci."

Conclude Louis, lo sguardo perso nel vuoto.


"Harry sa che non te lo ricordi?"

Zayn si stende sul pontile, sputa il fumo denso fuori dalle labbra facendo dei piccoli cerchi.


"No. Non è importante, voglio farlo. Solo vorrei ricordarmi il momento per poterlo custodire per sempre nel mio cuore, è così che dovrebbe essere no?" chiede Louis stendendosi anche lui sulla schiena, le braccia dietro la testa.

"Sì, immagino di sì"
"Già..."
"Lou?"
"Che?"
"Secondo te le balene ci vanno in letargo?"

Louis scoppia a ridere e il fumo che stava aspirando gli vado traverso facendolo tossire con le lacrime agli occhi ed il sorriso ebete stampato sulla faccia, Zayn gli da due pacche sulle spalle per aiutarlo, il sorriso tirato sul volto e le gambe troppo pesanti. 

Louis si riprende e spegne la canna ormai finita sull'asse di legno del pontile, si alza e tende una mano a Zayn che lo guarda con ammirazione per essere riuscito a mettersi in piedi con tanta agilità. 

"Ho di nuovo fame." dice Louis come per spiegare quella sua improvvisa reattività.

"Anche io, andiamo al ristorante di mio zio."
"Forse tuo zio non dovrebbe vederti in queste condizioni Zay." Louis allude alla sua faccia.
"Perché non hai visto la tua amico, ci servono solo due paia di occhiali."
"Bene."
"Bene!"
"Andiamo."
"Sì."

E rimangono impalati l'uno di fronte all'altro in fondo a quel pontile fissandosi negli occhi semichiusi.


"C'è un'ottima rosticceria vicino casa potremmo prendere lì qualcosa e mangiare sul divano."

"Mi sembra perfetto." conferma Louis, tendendo il braccio a Zayn che incastra il suo in quello dell'amico e procedono lentamente lungo il pontile come fossero sospesi su una fune a duemila metri di altezza.
"Ciao Svetlana." grida Zayn verso il lago quando sono ormai scesi dal pontile, Louis schizza di un metro spaventato dal grido improvviso "ma che cazzo dici?"
"Salutavo la balena del lago." spiega candidamente Zayn, come fosse una cosa normale.
"La balena del lago si chiama Svetlana?"
"Si, è russa." dice convinto Zayn mentre riprende a camminare trascinandosi dietro Louis ancora agganciato al suo braccio. 
"Dovresti smetterla di farti le canne amico."

Poco più tardi sono collassati sul grande divano nel salotto della casa che Zayn ha regalato alla sua famiglia mangiando schifezze e guardando una puntata di Grey's anatomy su Sky. 
"Oddio dottor bollore!" squittisce Louis in preda ad una scarica di ormoni mentre addenta un pezzo di pizza con più foga del necessario, Zayn lo guarda con un sopracciglio alzato "Frena i bollenti spiriti Louisa." lo prende in giro e cambia canale mettendo il notiziario e quasi strozza quando si trova davanti le immagini di Liam e Harry che escono dal pronto soccorso, ed un filmato in cui si vede chiaramente il naso fasciato di Liam nonostante la visiera nel cappello sia calata sul suo volto.

"Molto meglio di dottor bollore... Aaaaaah Styles, Styles... Ma come faiiiiii?" farfuglia Louis ancora stordito dal fumo addendando un altro pezzo di pizza.


-Probabilmente a colpire Liam Payne è stato il suo collega e amico Zayn Malik dopo aver scoperto la tresca tra la sua futura promessa sposa e lo stesso Payne- 

"STRONZATE!" grida Zayn contro la giornalista spegnendo la tv. 

Com'era possibile che riuscissero a montare su certe storie? 

Meglio questo comunque che la verità, che tra l'altro era molto più improbabile della storiella inventata dai giornalisti.

"Zay ma non prendertela sai benissimo come funziona, lo fanno sempre. Io sto con El da una vita e Harry ogni tre giorni ha una tipa diversa... Dopo un po' semplicemente ci fai l'abitudine, è anche divertente a volte" sorride ammiccante, poggiando gli avanzi di pizza sul tavolo di fronte al divano e sdraiandosi completamente, rilassato.
"Sì, sì hai ragione. Sarebbe stato peggio se avessero detto che gli ho spaccato la faccia perché non è abbastanza gay per stare con me." farfuglia Zayn sdraiandosi anche lui dal lato opposto del divano, lo sguardo rivolto al soffitto.

Louis compone il numero di Harry sul cellulare e attende impaziente di sentire la sua voce dall'altra parte della linea. 

"Ma ciao amore!" Gli risponde quasi subito Harry.
"Ti ho appena visto in tv" dice malizioso Louis.
"Ah si?
"Si..."
"Louis tutto ok? Mi sembri strano." si insospettisce Harry, allarmato dal tono vago di Louis.
"Tutto ok sì. Sono sul divano di Zayn, ma vorrei che ci fossi tu qui adesso... Per fare... Cose." 
"Tranquillo fa pure come se io non ci fossi." dice acido Zayn, il pensiero ancora rivolto al notiziario.
"Hai fumato Lou?
"Un pochino."
"Non uscire di casa."
"E dove dovrei andare?"
"Non lo so ma tu non muoverti da quel divano finché non torni in te o giuro che ti vengo a prendere."
"Questo non è un buon modo per convincermi a starmene chiuso in casa, perché vorrei davvero che tu mi venissi...uhm...a prendere." 

Louis si morde un labbro sotto lo sguardo sbigottito di Zayn.

"Metti in vivavoce." ordina Harry.

Louis preme il tasto del vivavoce e tiene il telefono in alto in modo che anche Zayn possa sentire bene.

"Malik, basta canne per oggi. Se succede qualcosa a Louis, Payne non sarà l'unico con il naso rotto." dice minaccioso Harry.
"Comandi." risponde Zayn portando una mano alla fronte e mimando il gesto militare facendo ridere Louis.
"Sei sexy quando fai il tono minaccioso Styles." lo stuzzica Louis.
"Dormici su ok? Ci sentiamo più tardi" dice secco e Louis per un istante si intristisce sentendo il tono serio di Harry.
"Sei un relitto lo sai?" Chiede Louis all'improvviso
"Un relitto. Certo. Malik ma che erba vendono dalle tue parti?"
"No davvero." insiste Louis "Perché i relitti sono misteriosi, inquietanti e anche molto belli, come te."
"Sono inquietante?"
"A volte. Buona notte relitto"

Attacca il telefono con un sorriso ebete e gli occhi già chiusi, crollando all'istante in un sonno profondo seguito da Zayn che sbava allegramente sul cuscino del divano. 



"Ragazzi è ora di cena." la madre di Zayn li chiama dalla cucina per la quarta volta sperando di riuscire a svegliarli questa volta, ma nè Louis nè Zayn sembrano dare segni di vita.
Dormono di un sonno pesante, Louis sdraiato sull'isola del divano con la testa al posto dei piedi, il cellulare sul petto e le braccia incrociate, Zayn dall'altra parte del divano con la testa sul cuscino umido della sua bava, una gamba piegata in una strana angolazione.

"Cheseeeeeee..." la sorellina di Zayn scatta una foto con il cellulare del fratello.

"Che cosa stai facendo?" dice lui con solo un occhio aperto e un filo di bava che gli penzola dalla bocca, e Walyhia ride e scatta ancora.
"Sto lavorando fratellino, con queste adesso posso ricattarti e fare un mucchio di soldi." lo prende in giro lei con un tono di superiorità e un sorrisetto sghembo che assomiglia tanto a quello di Zayn.


"Non fare la stronza."

"Zayn che modi sono di parlare a tua sorella?" interviene sua madre con lo stesso sorriso stampato sul volto .
"Volete venire a cena con noi stasera? Andiamo al ristorante di zio."

Louis e Zayn si scambiano uno sguardo veloce, ricordando la discussione della mattina.


"Certo, dacci il tempo di farci una doccia, riprenderci un attimo." dice Zayn allungando una mano a Louis che sembra aver fatto la fossa su quel divano.

"Ok, magari ci avviamo per un aperitivo e vi aspettiamo lì." 
"Ok! A tra poco." dice Zayn inseguendo Louis che sta correndo al piano di sopra per fiondarsi per primo nella doccia.


Il ristorante era un posticino intimo ed elegante, appesa alla parete dietro il bancone del bar un ingrandimento di Zayn e gli altri ragazzi durante una delle loro prime esibizioni. Louis si sentì improvvisamente adulto, un brivido gli percorse tutta la schiena e rimase a fissare il suo riflesso insieme quello di Zayn dello specchio accanto alla foto. 

"Sembra una vita." sussurra quando incrocia lo sguardo di Zayn nello specchio.


Zayn fa cenno di sì con il capo, mentre prende la sua mano e la stringe forte.


La cena prosegue piacevolmente, tra chiacchiere leggere, e alla fine del servizio lo zio aggiunge una sedia e si unisce al loro tavolo.

"Allora Zay, come mai questa visita improvvisa?" chiede di punto in bianco, guardando Zayn dritto negli occhi, identici a quelli del nipote.

"Io, noi, avevamo qualche giorno libero e ho pensato di portare Louis con me, per rilassarci un po'." dice mentre distoglie lo sguardo e cerca quello azzurro e confortevole di Louis che viene in suo soccorso
"Si è vero, avevamo bisogno di una pausa." conferma Louis sbattendo le ciglia lunghe sugli occhioni azzurri. 
"Uhm." commenta lo zio, "Tu come stai Louis? Mi dispiace per quello che hai passato." aggiune poi rivolto a Louis.
"Sto bene signore, grazie, Zayn e tutti gli altri sono stati perfetti, non so davvero come avrei fatto senza di loro." dice sincero Louis, sorridendo a Zayn, mentre sua madre cerca di ricacciare indietro le lacrime con scarso successo.
"È così bello vedervi ragazzi, siete sempre così lontani, così a lungo." singhiozza nascosta dietro il tovagliolo mentre il fratello fa l'occhiolino e mima "Donne" con le labbra e si alza per salutare altri clienti che stanno andando via dal locale.
"Mamma per favore non piangere." supplica Zayn mentre la stringe forte a se. 
"Lo so è che mi manchi."
"Anche tu mi manchi mamma."

Louis si alza dal tavolo per lasciare un po' di privacy a Zayn e la sua famiglia, e raggiunge la grande terrazza in legno che da sul mare dove accende una sigaretta, lo sguardo perso verso l'orizzonte , verso Harry. Compone il numero che conosce a memoria e aspetta di sentire la sua voce, impaziente.


"Loui-" non fa in tempo a finire di pronunciare il suo nome che viene interrotto dal flusso di pensieri ad alta voce di Louis, in piedi sulla terrazza di legno di un ristorante lontano.

"Mi manchi terribilmente eppure non ti vedo da solo cinque giorni. Sembra incredibile quanto può scorrere velocemente il tempo alcune volte e altre sembrare non passare mai. Con Zayn sto bene, è il mio migliore amico, e giornate come queste scorrono velocemente in realtà, ma ogni chilometro che mi separa da te sembra un piccolo mattoncino sul mio petto, non fa male, ma mi schiaccia un po', come a far sentire la costante sensazione della tua assenza.
Un promemoria, per non dimenticarti mai.
Non mi piace dire che senza di te non sarò mai felice, perché lo sono stato prima che tu entrassi nella mia vita, e spero che lo sarò ancora se un giorno mi abbandonerai, quello che provo è diverso, è vita, da quando ci sei tu io mi sento vivo, mi sento respirare, mi sento camminare, mi sento ridere, io mi sento vivo, la felicità va e viene, ma la vita che mi hai donato, quella non se ne andrà mai più, quella vivrà per sempre dentro di me, tu non mi rendi felice, tu fai molto molto di più, tu mi rendi vivo. "

Louis lo dice tutto d'un fiato, gli occhi umidi mentre guarda le onde infrangersi sulla riva, dello stesso colore dei suoi occhi.
Harry si è seduto a terra nel salotto del loro appartemento, gli occhi di una sfumatura di grigio intenso, le labbra socchiuse mentre ascolta la confessione di Louis in silenzio.

Louis riprende fiato con un gran sospiro.

"Ci sono alcune cose che non ricordo, e vorrei poterle ricordare invece, so che sono nella mia testa da qualche parte ma non riesco a trovarle.

Non riesco a ricordare il giorno in cui mi hai chiesto di sposarti e sto male, perchè dev'essere stato meraviglioso e vorrei tanto poter ricordare.
Vorrei dire di sì ancora una volta e non dimenticarlo mai. 
Possiamo farlo Harry? Possiamo fare un passo indietro e rivivere quel momento ancora una volta? Puoi fare questo per me?"

Louis rimane in attesa della risposta di Harry con il fiato sospeso, tutto d'un tratto non gli pare più così scontato che Harry dica di si.

E se ci avesse ripensato? Se questa fosse l'occasione per non ripetere la stessa folle richiesta?

"Harry ci sei?" 


Dopo un istante che pare interminabile la voce roca di Harry gli giunge dall'altra parte del paese.

"Sei tornato a casa da più di un mese, Perché hai aspettato tanto? Perché non mi hai detto subito che c'era qualcosa che non ricordavi? Io, per tutto questo tempo credevo che il tuo si fosse una certezza e tu non ricordi neanche di averlo detto Lou?"

Harry è arrabbiato, confuso. 

Cammina avanti e indietro per il loro salito con una mano tra i ricci mentre con l'altra tiene il telefono all'orecchio.

"Non capisco perché non me ne hai parlato tutte le volte che ti ho chiesto se c'era qualcosa che non andava, e l'altra sera quando ti ho detto di Las Vegas tu mi ha risposto 'non vedo l'ora' Louis. 

E non sapevi neanche di che cazzo stessi parlando?" grida Harry contro il telefono, contro Louis.

"Harry aspetta non capisci, io non volevo ferirti, volevo ricordare, non ero sicuro di quello che era successo fino ad oggi, quando ho parlato con Zayn ed ho capito..."
"Ti serviva Zayn per capire."
"Harry non fare il ridicolo adesso, mi dispiace, non volevo farti incazzare ok? Non è colpa mia se un fottuto bastardo mi ha rubato il momento più bello della mia vita dalla testa, non posso farci niente!" grida a sua volta Louis dentro al telefono.

"Avresti dovuto dirmelo subito, credevo ci dicessimo tutto, credevo che se ti fossi dimenticato del nostro matrimonio avresti avuto la decenza di dirmelo senza far passare un fottutissimo mese." risponde a tono Harry.

"VAFFANCULO." grida Louis a squarciagola e attaccandogli il telefono in faccia, attirando l'interesse dei tavoli rimasti, compreso quello della famiglia di Zayn ovviamente, che lo raggiunge all'istante con aria interrogativa, guardandolo riprende fiato, le guance arrossate per la rabbia, gli occhi azzurri ridotti a due fessure.

"Che succede Lou?"
"Styles, succede che odio Harry Styles." dice Louis fuori di se dalla rabbia, la delusione che percorre ogni cellula del suo corpo.
"Gli ho detto che non ricordavo del matrimonio."
"Oh. Non l'ha presa bene eh?"


"TU CHE DICI? HO VOGLIA DI PRENDERLO A CALCI." continua ad urlare non curante delle molteplici paia di occhi che lo stanno fissando.

Zayn lo prende per un braccio e lo strascina fuori dal ristorante accennando delle scuse a sua madre. 

Passeggiano verso un pub li vicino dove ordinano delle tequile. Molte tequile. Troppe tequile.
Fin quando la mente si annebbia ed il tono della voce arrabbiata di Louis attenua un po'.

"Ti fa ancora male la mano?" chiede Zayn esaminandogli la mano con cui ha preso a cazzotti un innocuo cartello stradale.

"No, la tequila è un ottimo antidolorifico." 

Dice porgendogli l'ennesimo shot.


"Brindiamo." dice alzando il suo e tenendolo sospeso difronte al volto, gli occhi lucidi per l'alcool.
"A cosa vuoi brindare?" chiede Zayn avvicinando il suo bicchiere a quello dell'amico.
"A te, e a me, alla nostra amicizia, che è tutto quello che mi resta." la voce carica di emozioni contrastanti.

Sbattono con più forza del necessario rovesciando un po' di tequila sul bancone, completamente ubriachi.
Zayn prende Louis per entrambi le mani e intreccia le dita alle sue spingendolo a ritroso verso la pista da ballo piena di giovani ubriachi e felici.
Ballano senza sosta per un tempo che sembra infinito, ridendo come dei matti, le menti libere dai pensieri, come due ragazzi qualunque in un bar.
Le mani di Zayn sui fianchi di Louis, le mani di Louis sulle spalle di Zayn, noncuranti di niente, in balia della tequila che gli annebbia il cervello, ragionare sembra impossibile con quella musica assordante nelle orecchie.
I loro corpi sempre più vicini in una danza sensuale, i fianchi vicini, le mani di Louis sul petto di forte di Zayn.
E Zayn ride, ride e mette le sue mani su quelle di Louis guidandole più in basso, fin sopra l'ombelico e poi più giù, fino alla cintura dei pantaloni neri attillati. 
La musica è alta e coinvolgente e Louis si morde il labbro inferiore osservano le loro mani sovrapposte, li, sull'orlo della cintura.
Zayn tira indietro la testa lasciandosi andare ad una risata contagiosa, gli occhi chiusi, il sapore della tequila sulla lingua.
Spinge il bacino avanti e indietro ondeggiano in modo dannatamente sexy, le mani esperte di Louis ancora aggrappate alla sua cintura, fanno scattare una tacca, creando una fessura tra il ventre di Zayn e i pantaloni. E Louis ride e lascia che una barista gli rovesci direttamente in bocca una dose esagerata di tequila e lo stesso fa Zayn.
E Louis lo prende per mano e lo chiama Harry, e Zayn ride e lo segue nel bagno.
Louis lo sbatte forte contro la parete ricoperta di scritte e la musica si sente fin li, e gli scoppiano i timpani, e la lingua di Zayn sa di tequila, e le mani di Zayn sono forti mentre sganciano i suoi pantaloni. E qualcuno batte forte alla porta e ridono. Il muro è freddo contro la fronte di Louis in contrasto al corpo bollente di Zayn dietro di lui. E qualcuno bussa forte alla porta e la musica è assordante e il fiato di Zayn sul collo di Louis sa di tequila e Louis tiene gli occhi chiusi e sospira.

HAI LASCIATO LA MIA MANO.

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Capitolo 12
*** Lego House ***


"APRI QUESTA CAZZO DI PORTA" 
 
 
Le grida ed i cazzotti contro la porta del bagno sono attutiti dalla musica troppo alta.
Zayn all'improvviso si blocca, rendendosi conto di quello che sta succedendo, le mani sui fianchi di Louis, la faccia affondata nei suoi capelli.
Rimane immobile, stordito dall'alcool, incapace di dire qualsiasi cosa mentre qualcuno da fuori continua a sbattare pugni contro la porta.
Louis rimane impietrito, il respiro affannato, i palmi delle mani contro la parete fredda.
La musica continua a rimbombare nelle loro teste e la tequila sembra non voler lasciarli ragionare ma qualcosa è cambiato.
Qualcosa nello stomaco di Louis si sta ritorgendo e rapidamente si fa strada a ritroso lungo il suo stomaco fin nella sua bocca ed il sapore acido dell'alcool gli brucia la gola e si lascia cadere a gattoni sul wc scosso da una serie di conati di vomito.
 Zayn cerca di aiutarlo tenendogli i capelli sulla fronte cercando di non fare la stessa fine dell'amico.
 
"Lou respira."
 "Ti sembra facile." e un altro conato di vomito lo piega in due.
 
Ancora colpi alla porta.
 
"VAI IN UN ALTRO BAGNO COGLIONE." gli grida Zayn esasperato, la voglia improvvisa di spaccare la faccia al tizio che continua a battere pugni alla porta.
 
Cerca di rimanere dritto sulle gambe mentre aiuta Louis ad alzarsi da terra, la maglietta sporca di vomito e gli occhi umidi per lo sforzo.
Zayn apre la porta con tutta la sua forza sperando di colpire lo stronzo che continua a battere pugni e gridare.
 
"HAI FINITO DI ROMPERE IL CAZZO COGLIONE?" grida Zayn cercando di mettere a fuoco lo sconosciuto davanti a lui mentre Louis barcolla sulle gambe aggrappato alla sua maglietta, la testa che gli scoppia.
 
Zayn viene colpito in piena faccia da un cazzotto che gli annebbia ancora di più la vista, il sangue caldo gli cola da sopracciglio spaccato mentre vola dentro il bagno sbattendo la testa al pavimento e Louis cade con lui.
Zayn cerca di rialzarsi ma Louis è più veloce, si lancia letteralmente addosso al tizio colpendo ogni centimetro del suo corpo che riesce a intravedere.
E Louis scarica su di lui tutta la sua rabbia, e colpisce e pensa a Harry, colpisce e pensa a quella fottuta macchina nera che non riesce a ricordare, colpisce forte e si sente meglio, e colpisce ancora, anche quando lo sconosciuto cade a terra e cerca di pararsi la faccia con le mani sotto quella furia, ma Louis non vuole smettere, non ora che il peso che ha sullo stomaco si sta alleviando, pervaso da un piacere perverso.
 
"LOUIS COSÌ L'AMMAZZI!" grida Zayn prendendo l'amico per le spalle e sollevandolo da terra, quello sorprendentemente si arrende alla sua presa e si lascia trascinare fuori dal bagno nella sala sovraffollata della discoteca.
 
Zayn spinge Louis contro il muro appena fuori la porta.
 
"Rimani fermo qui." gli ordina e rientra nel bagno degli uomini.
 
Il tizio si sta tirando su aiutandosi con le mani e alza lo sguardo cattivo su Zayn quando lo vede entrare.
 Zayn si avvicina e lo guarda dall'alto in basso, gli occhi scuri non sembrano appartenergli adesso, privi della loro solita luce amorevole.
 
"CHE CAZZO HAI DA GUARDARE FROCIO?" gli grida in faccia il tizio che è riuscito a rimettersi in piedi, tenendosi in equilibrio con una mano puntata contro la parete.
 
Zayn non gli risponde, continua a fissarlo, le labbra serrate, il sangue che cola dal sopracciglio alla guancia.
 
"GUARDA BENE LA MIA FACCIA COGLIONE, GUARDALA BENE E RICORDATI CHE È GRAZIE A QUESTA FACCIA SE STANOTTE ESCI VIVO DA QUESTO BAGNO." sibila Zayn velenoso, gli occhi in fiamme.
 
Volta le spalle al tizio e si catapulta fuori dal bagno prendendo Louis per un braccio, accerchiato da una folla di ragazzine urlanti in crisi da testosterone Tomlison, e trascinandolo fuori dal locale spintonando chiunque ostacoli il loro passaggio.
 
"Fottuto bastardo figlio di puttana." sibila mentre cammina a passo svelto verso la macchina parcheggiata fuori il ristorante, trascinandosi dietro un Louis barcollante.
 
 
 
 
 
Zayn guida piano fino sotto casa , lo sguardo fisso sulla strada cerando di rimanere concentrato sulla guida, Louis al suo fianco sta raggomitolato sul sedile, i piedi puntati sul cruscotto, i gomiti sulle ginocchia e la testa tra le mani. 
 Parcheggiano all'interno del giardino della villa di Zayn e rimangono in macchina, in silenzio, il fischio assordante per la musica troppo alta nelle orecchie, l'odore misto di vomito, tequila, sangue e senso di colpa aleggia come un inquietante presenza tra loro.
 
 
 "Mi dispiace." sussurra Louis spezzando il silenzio, la testa ancora tra le mani.
 
 Zayn distende il sedile cercando di riprendersi, gli occhi chiusi.
 
"Ti dispiace per che cosa?"
"Mi dispiace che tu ti sia preso un cazzotto in faccia da quello stronzo omofobo del cazzo." biascica Louis continuando a tenere la testa fra le mani, troppo pensante per tenerla su da sola.
"Direi che c'hai pensato tu a fargliela pagare." commenta Zayn strizzando le soppracciglia per la fitta alla testa.
"Cazzo mi esplode la testa."
"Sì anche a me."
"Dovremmo andare su prima di collassare in macchina." suggerisce saggiamente Louis aprendo gli occhi e cercando la maniglia della portiera con la mano destra, mentre con l'altra si riavvia i capelli indecenti cercando di darsi una dignità, invano. 
 Andiamo Zayn, alza quel culo." insiste ancora facendo scattare la maniglia per finire barcollante fuori dalla macchina e raggiungere Zayn dall'altro lato che si alza piano lasciando il sedile disteso aggrappandosi alla mano che Louis gli tende per vomitare tutto quando sulle vans bianche ai piedi di Louis.
 "Grazie amico." commenta in tono piatto Louis tirandolo su e mettendogli un braccio intorno alla vita, barcollano così abbracciati fino alla camera di Zayn.
 
 
 
Louis si scola mezza bottiglia d'acqua sul suo comodino e si butta vestito sul letto, la maglia e le scarpe sporche di vomito, mentre Zayn corre in bagno a finire il lavoro iniziato in giardino e tornare gattoni in camera e arrampicarsi sull'altro lettino.
 Il buio è rilassante ma le orecchie continuano a fischiare e la stanza sembra non voler smettere di girare.
 
 "Non è successo niente."
 "Cosa?" farfuglia Zayn aggrappandosi al lenzuolo per le sensazioni di vertigini.
 "Tra noi, in quel bagno, non è successo niente."
 "Non abbiamo scopato se è questo che intendi." lo rassicura Zayn.
 "Bene. Non che tu non mi piaccia ma è decisamente una buona notizia. Non so se avrei avuto il coraggio di guardarmi allo specchio domani."
 "Già. Basta tequila per un po' eh Tomlinson?" 
 "Non dire tequila."
 "Non dirlo a Harry. Di quella cosa nel bagno, qualunque cosa fosse." sussurra Zayn crollando in un sonno profondo, distrutto.
 
 
 Louis rimane sveglio ancora pochi minuti, gli brucia la gola e si sente sfinito, le ultime parole di Harry gli rimbombano nella testa mentre la stanza gira e vorrebbe solo dimenticare, ma questa volta non può, nessuna macchina nera si porterà via il ricordo del loro litigio, nè la paura di averlo perso per sempre questa volta.
 
 Harry, Niall, Liam e Giuls sono tutti e quattro stesi a terra nel salotto di Liam, osservano l'albero dal basso verso l'alto, le lucine intermittenti gli illuminano i loro volti di azzurro e rosso. 
 
"Acqua."
"Mare."
"Oceano."
"Bottiglia."
"Bottiglia??" Giuls volta la testa verso Niall sdraiato al suo fianco.
"Che c'entra la bottiglia con l'oceano?" 
"Non lo so?" risponde Niall come se fosse una domanda.
"Ma è possibile che tu non abbia ancora capito come funziona? Devi scegliere una cosa che sia coerente con le altre!"
 
Dice lei dandogli un colpetto sulla fronte e infilandogli per sbaglio un dito nell'occhio.
 Niall porta d'istinto le mani alla faccia rotolandosi su stesso e lamentandosi in modo esagerato.
 
"Aaaaaahhhiaaaa." 
 
Lei ride di gusto abbracciandolo e riempiendoli la faccia di bacetti.
 
"Scusa, scusa, scusa..." ripete ridendo.
 
 
Liam sembra stare molto meglio adesso, i lividi sono scomparsi e il naso è quasi sistemato, un'altro paio di giorni e potrà togliere la fasciatura. 
 Anche il suo umore a fatto passi da gigante negli ultimi giorni, e l'abero di Natale sembra avergli particolarmente migliorato l'umore.
 
"Pensavo saresti rimasto a casa tua stanotte." si rivolge a Harry sdraiato accanto a lui sul pavimento vicino al camino acceso.
"Ho cambiato idea, non mi andava di restare in quella casa da solo." risponde Harry in tono piatto senza distogliere lo sguardo dalle lucette natalizie.
"Uhm, domani tornano. Dovresti essere felice di vedere Louis, ma non mi pare tu stia saltando di gioia." insiste Liam ora che sono rimasti soli, Niall e Giuls sono spariti in camera tra un risolino e l'altro.
 
 
 
"A proposito di questo, non è che ti dispiace se rimango da te qualche altro giorno?" chiede Harry quasi in un sussurro.
 
Non gli era mai piaciuto mostrarsi debole davanti agli altri, non che non lo fosse, ma preferiva esserlo da solo, nella sua stanza, senza nessuno a compatirlo. 
 
"Certo" risponde Liam.

Nessuna domanda, sarebbe stato Harry a spiegarsi se gli andava, Liam lo conosceva bene e non voleva fargli pressioni, come Harry non ne aveva fatte a lui. 
 
 "Grazie Lì." lo ringraziò posandogli un bacio sulla guancia e tornando immediatamente a fissare l'albero, gli occhi di mille sfumature sotto le luci intermittenti.
 
Rimangono a lungo sdraiati a terra, vicini e silenziosi, ognuno il sostegno dell'altro, ognuno perso nei suoi pensieri.
Quel pomeriggio Giuls e Niall avevano portato delle scatole di decorazioni natalizie dalle loro casa e Harry l'albero che tenevano in soffitta a casa sua e di Louis. 
Per questo si trovava a casa, quando Louis l'aveva chiamato.
Quando Tomlinson gli aveva confessato di non ricordare della loro promessa, del momento in cui avevano deciso di dichiararsi amore eterno e renderlo finalmente ufficiale. 
Stava seduto sul pavimento del loro appartamento silenzioso e non riusciva a pensare a niente, se non che al fatto che li avesse mentito. 
 
'Non vedo l'ora.' gli aveva detto. 
 
E non sapeva di cosa. Ed era un bugiardo. Sapeva benissimo che non era colpa sua se l'aveva dimenticato, che probabilmente era stato troppo duro con lui e che di certo Louis non se lo meritava dopo quello che aveva passato, ma anche Harry era stato male vedendolo inerme in quel letto per 30 fottuti giorni. 740 ore. 44540 fottutissimo minuti senza respirare, spezzato a metà, pregando di potersi specchiare ancora una volta nei suoi meravigliosi occhi di ghiaccio e lui gli aveva mentito come se fosse la cosa più semplice del mondo, e per quando volesse perdonarlo e scusarsi per essere stato troppo aggressivo non poteva far altro che avercela con lui. 
 
"Mi manca." Liam fu il primo ad interrompere il silenzio, parlando per la prima volta di Zayn da quando erano andati al pronto soccorso quella notte.
"Manca anche a me." confesso Harry, risvegliato dai suoi pensieri.
"Ma non posso vederlo, non domani almeno, ho bisogno di tempo."
"Per?"
 
'Possiamo farlo Harry? Possiamo fare un passo indietro e rivivere quel momento ancora una volta? Puoi fare questo per me?'
 "Per cercare di capire se posso fare quello che mi ha chiesto."  
"Dev'essere una richiesta piuttosto impegnativa se ti mette così sotto pressione."
"Lo è in effetti. Mi ha chiesto di chiedergli di sposarlo."
"Ma che dici Harry! Questo è già successo!" esclama Liam confuso.
"Già. Eppure lui non sembra ricordarselo, a quanto pare dopo il coma ha dimenticato quello che è successo poco prima l'incidente."
"Oh. Mi dispiace Harry, immagino che queste sono cose che vorremo non poter dimenticare mai. Anche per lui dev'essere triste non credi?"
"Non lo so Liam. Lui ha fatto finta di niente per tutto questo tempo, non sai quante volte gli ho accennato a quella promessa e lui ha sempre fatto finta di sapere di cosa stessi parlando, fino a oggi, che a quanto pare ha avuto l'illuminazione e si è reso conto che forse era il caso di farmelo sapere."
"Non dev'essere stato semplice neanche per lui far finta di niente, chissà quanto si è odiato per non riuscire a ricordare, si sarà sentito in colpa, per questo non voleva dirtelo. Louis non ti mentirebbe mai, dimmi la verità Harry, quale è il vero problema?" chiede Liam guardandolo negli occhi adesso.
"La verità è che non lo so. Sono arrabbiato perché mi ha mentito e non me lo aspettavo, sono arrabbiato perché mi sento deluso. Credevo che tra noi non ci fossero segreti. Mi sale il sangue al cervello quando penso a tutte le volte che mi ha guardato dritto negli occhi fingendo di sapere di cosa stessi parlando.
E poi sono arrabbiato perché quel ricordo doveva essere nostro per sempre ed invece è solo mio.
Lui non ricorderà mai il momento in cui gli ho detto 'sposami', non ricorderà mai la sensazione di panico che ci ha accolti per un istante e quella di immensa gioia un attimo dopo. Non è mai stato il nostro ricordo e si è degnato di dirmelo solo adesso. E poi ho paura, ho paura perché non pensavo di doverlo fare un'altra volta, non pensavo di avere la possibilità di ripensarci e valutare la cosa ancora una volta, credevo fosse una domanda che si fa una volta nella vita, alle persone normali succede così. Ma non a me, e adesso ho paura perché non so se posso farlo ancora, non so se posso fare quello che mi ha chiesto." si ascolta dire Harry, come se quelle parole provenissero da un'altra persona, incapace di controllarsi, calde lacrime gli rigano le guance cadendo sul pavimento attratte verso il basso dalla forza di gravità.
 
Liam rimane per un po' in silenzio, contemplando il volto stanco dell'amico, rispettando la sua sofferenza, la sua mano stretta in quella di Harry.
Payne non fa ulteriori domande al suo amico, si alza da terra e gli tende una mano che Harry prende senza esitazioni e insieme si buttano sul divano, mettendo un film che non avrebbero guardato, la testa ai lati opposti del divano, solo la luce della tv e dell'albero ad illuminare la stanza, il fuoco ormai spento.
 
"Buonanotte Harry."
"Buonanotte Liam."
 "Harry?"
"Si?"
"Non devi farlo per forza, di chiederglielo ancora una volta intendo. Aspetta, prenditi il tuo tempo per perdonare ma poi torna da lui. Voi siete nati per amarvi, anche se macchine nere vi rubano i ricordi. Potete sempre costruirne di più belli, sempre."
"Ti voglio bene Liam." dice Harry sincero, asciugando una lacrima silenziosa.
 "Lo so. Te ne voglio anche io." 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** They don't know about us ***


Il viaggio di ritorno fu piuttosto silenzioso, la strada scorreva veloce mentre la musica indondava l'abitacolo, Londra sempre più vicina, e con lei tutto quello che avrebbero dovuto affrontare.

Louis non aveva più sentito Harry dalla sera prima, quando gli aveva attaccato il telefono in faccia con un sonoro vaffanculo. 
Non era la prima volta che litigavano certo, ma questa volta Louis era davvero preoccupato.
La reazione di Harry lo aveva ferito molto, come poteva non capire che non era colpa sua se non riusciva a ricordare e come questo lo ferisse? 

"Sai Zayn..." Louis interrompe il silenzio continuando a guardare fuori dal finestrino "Dal momento stesso in cui mi sono risvegliato, ho avuto la sensazione di aver dimenticato qualcosa, qualcosa di importante, così ho provato a ricordare, ogni giorno ed ogni notte, mi sono concentrato ed ho ripercorso mentalmente gli eventi, ma mi sfugge, mi sfugge sempre. Dopo un po' che ci provo mi viene il mal di testa e devo smettere, è frustrante, è come se avessi passato la mia vita a costruire un puzzle e quando arrivo alla fine, scopro che mi manca un pezzo, quello più importante, e senza quel pezzo non sarà mai completo, e non ne faranno mai uno uguale.
Ed è questo che io ho chiesto a Harry, gli ho chiesto di fare un doppione di quel pezzo per completare il puzzle ma non può farlo, non farà un doppione, lui ha il pezzo originale, chi scambierebbe mai un originale per un doppione?"

Louis continua a osservare gli alberi rincorrersi mentre la macchina scivola veloce sotto la guida di Zayn, che sfiora appena il volante con la mano destra mentre con la sinistra cerca le sigarette nel cassettino tra i due sedili e lo porge a Louis-

 "Me ne accendi una per favore?" 


Louis accende la sigaretta per Zayn ed una per lui, aspirandone il fumo pensieroso.


"Penso che dovresti farne uno nuovo." afferma sotto lo sguardo interrogativo di Louis.
"Di puzzle intendo, dovresti farne uno nuovo." dice continuando a fissare la strada.

"Non posso farne uno nuovo Zay, sono anni che io e Harry costruiamo questo puzzle insieme, non posso semplicemente gettarlo via." afferma convinto Louis.
"Certe cose non si aggiustano Lou, ci penso da giorni, me e Liam, tu ed Harry, forse non funzioniamo, forse ci siamo uniti tanto perché passiamo talmente tanto tempo insieme che non provare sentimenti gli uni per gli altri sarebbe impossibile. Forse certe cose succedono perché devono succedere, forse dovevi dimenticare, forse il destino ti sta dando un altra occasione, la possibilità di cambiare le cose." dice mentre spegne la sigaretta nel posacenere.
"Forse dovrei davvero sposare Perrie." aggiunge.

Luois si volta a guardare l'amico, gli occhi scruri e profondi nascosti dietro gli occhiali da sole neri, le labbra serrate.
Gli poggia una mano sulla coscia e glie la stringe forte.
 
"Non puoi farlo. Non puoi arrenderti Zay. Forse con Liam non sarà perfetto, forse sarà difficile e ti farà star male, e forse un giorno ti rassegnerai, ma non puoi sposare una donna che non ami solo perché è più semplice. Io non te lo permetterò mai Zayn Malik, dovrai passare sul mio cadavere." dice serio, dandogli un cazzotto sulla spalla.


Zayn accenna un sorriso, il peso sullo stomaco che si era alleviato in quei giorni a casa dei suoi sembrava tornare man mano che Londra si avvicinava.
Sosprira forte tentando di scacciare quella sensazione opprimente.

"Credo che Harry non sostituirà mai l'originale con un doppione, e non voglio rinunciare a tutto il puzzle per un solo pezzo mancante. Sono bloccato, non ho altre alternative, non so cosa fare." dice Louis tornado a pensare ad Harry, lo sguardo un'alta volta perso fuori dal finestrino. 



Circa un'ora dopo Zayn lascia Louis sotto casa, tornare a Londra era sempre bello, nonostante tutto.
Louis sale scale con il borsone sulla spalla, i capelli scompigliati e la felpa larga legata in vita. L'appartamento è buio e silenzioso.

"Harry?" chiama a voce alta incamminandosi verso la camera ed accendendo la luce.
"Harry tesoro sei in casa?" chiama ancora, trovando la camera da letto vuota, completamente in ordine. Strano.

Una sensazione di panico si impossessa di Louis all'istante. Harry non c'è. Istintivamente corre ad aprire l'armadio terrorizzato, le sue cose sono ancora li.
Un sospiro di sollievo nasce spontaneo mentre si lascia cadere sul letto disteso, le braccia larghe, si sfila le scarpe con i piedi e rimane disteso a fissare il soffitto blu.
Lo hanno dipinto insieme quel soffitto, come tutta la casa del resto. I colori li hanno scelti insieme, blu per la camera, azzurro per il bagno, verde e giallo per la cucina ed il salotto. 
È in questa stanza che Harry gli ha chiesto di sposarlo, Louis ne è certo. 
Porta le mani alla testa mentre cerca di ricordare, gli occhi chiusi e le sopracciglia aggrottate per lo sforzo.

"Dai Louis ricordatelo cazzo." sussurra nel silenzio, ma nella sua mente non appare niente. 

"Dai, dai, dai." supplica mentre calde lacrime gli rigano il volto bagnando le lenzuola pulite, il volto contratto in un ghigno mentre si concentra ancora una volta, ed ancora una volta, non succede niente. 

Vuoto assoluto.


"PERCHÈ, PERCHÈ, PERCHÈ?" grida squarciando il silenzio e sbattendo i pugni sul letto, una rabbia improvvisa gli pervade tutto il corpo.
Grida e prende a cazzotti il cuscino e piange e supplica un dio sconosciuto di restituirgli il suo ricordo prezioso.

Va avanti così per ore, gridando e piangendo, liberandosi di tutta la sofferenza che gli logora lo stomaco e gli scoppia la testa.


"Perché a me? Perché a noi? Perché, perché, perché?" continua a ripetere come un mantra quella domanda che rimarrà sempre senza risposta, finché non crolla sfinito, il volto affondato in una delle maglie di Harry, una di quelle che racchiudono ancora il suo profumo.



Harry non vede Louis da due settimane.

Quando ha bisogno di prendere qualcosa casa chiede sempre a Zayn di far in modo che non si incontrino, e lo stesso ha preso a fare Louis.
Nonostante si dica il tempo sistema le cose questa teoria sembra non funzionare con loro.
Louis sempre più spesso si sveglia in piena notte, il respiro affannoso, cercando di scacciare l'incubo appena fatto, mentre cercava di rincorrere Harry ma non lo raggiungeva, mai.

"Harry dovresti richiamarlo." esordisce una sera Liam mentre stanno cenando. 

È tornato in forma ed ha ripreso ad andare in palestra, cercando di non pensare a Zayn per quanto gli sia possibile, deciso a non cedere alla sua mancanza. 


"Non rincominciare per favore, non lo chiamerò."
"Non ha senso quello che stai facendo."
"Faccio lo stessa cosa che fai tu Mister Muscolo." lo punzecchia Harry arrotolando gli spaghetti al pomodoro che ha cucinato poco prima.
"Ti sbagli. Luois non è fidanzato, a differenza di Zayn che pare debba sposarsi domani."
"Domani?" Harry quasi si strozza.
"Non domani domani, ma presto."
"Non la sposerà mai, lo sai tu e lo so io, non è stata una sua decisione, vedrai che sfumerà tutto nel nulla." 
"Vedremo." taglia corto Liam.


Harry sta girovagando nel grande centro commerciale nel centro di Londra, il cappuccio calato sul volto, gli occhiali scuri e la sciarpa a coprire e la bocca, ben deciso a non farsi riconoscere da nessuno.
Essere Harry Styles non era sempre una cosa semplice, soprattutto quando l'unica cosa che vorresti è stare da solo tra la gente.
Le persone spesso sembrano non capire che un'artista non è soltanto la proiezione mediatica di ciò che vedono in tv, ma ha anche una vita normale, come ogni altro essere umano, e come tale talvolta necessita di poter vivere la sua vita come ognuno di loro, senza essere assalito costantemente da una folla di ragazzine urlanti. 
Ed oggi era uno di quei giorni per Harry, uno di quei giorni da sciarpa, occhiali e cappuccio a nascondere i suoi inconfondibili ricci. 

Spinge il grande carrello del super mercato girovagando tra i reparti, senza cercare niente in particolare. L'aveva sempre trovato rilassante, percorrere le corsie e non pensare a niente, distraendosi tra profumi e biscotti al cioccolato. Ogni tanto butta qualcosa nel carrello per non sembrare completamente folle, finché non si ritrova nella corsia dei bambini.
Natale è alle porte, e giochi di ogni tipo sono accalcati gli uni sugli altri, e ad Harry si scalda il cuore. Adora i bambini, adora le loro manine piccole ed i piedini, i sorrisi sdentati e i nasini a patata.
-I bambini siano come degli angeli- pensa -ad un bambino non importa che io sia Harry Styles, ad un bambino non importa niente dei soldi e della fama, un bambino vuole solo amarti, quando poi si diventa adulti tutto cambia, subentrano le aspettative, i desideri impuri, il denaro, il sesso.. 
Eppure c'è un adulto che ha conservato quella purezza ed Harry lo conosce bene, un adulto che è rimasto bambino, come un angelo a cui non importa che sia Harry Styles 'La star' , ma lo ama esattamente per quello che è. Un angelo dagli occhi di ghiaccio che lo ama immensamente, dal preciso istante in cui l'aveva visto.
Un angelo che non poteva lasciar volare via, non poteva farlo, perché quell'angelo viveva dentro di lui, nelle sue vene, nel suo sange, in ogni suo atomo, e più in superficie, nei tatuaggi sulla sua pelle, per sempre.

Harry abbandona il carrello nella corsia di elettronica e si precipita fuori dal centro commerciale, una nuova sensazioni di speranza gli scalda il cuore mentre viene travolto dalla folla carica di pacchetti regalo. Cammina lungo tutta la via assaporando l'atmosfera natalizia e raggiunge Liam e Niall in un bar completamente in legno, in una traversa della via principale, un po' nascosto.

"Ciao ragazzi." saluta mentre prende posto accanto a Niall e gli ruba una ciambella al cioccolato dal piatto.
"Ciao anche te..." sbuffa Niall guardando con occhi supplichevoli la ciambella tra le mani di Harry, che gli sorride e ne prende un altro generoso morso. 
"Puoi toglierti il passamontagna qui Harry, Jake sta in fondo alla via a controllare." spiega Liam addentando la sua focaccia ripiena al prosciutto e formaggio.
"È buona?" chiede Harry liberandosi degli occhiali e della sciarpa.
"Sì. Ed è mia." il sorriso sghembo compare sul suo volto rilassato.

Harry ne ordina una anche per lui alla cameriera che fatica a non sciogliersi nonostante ormai sia abituata alla loro presenza nel bar.

"Pare che la notizia della mia rottura con Sophia si ufficiale." Liam informa Harry a bocca piena "Su Twitter è scoppiato il finimondo, soprattutto perché pare che mi abbia lasciato lei perché io sono stato con Perrie e per questo Zayn mi ha picchiato..." 
"Però che storia convincente, quasi ci credo anche io." scherza Harry, sorridendo alla cameriera che gli ha portato la sua focaccia.
"E tu Niall? Nessuna foto scandalosa di te e Josh in atteggiamenti ambigui?" scherza Harry.
"No, siamo molto discreti." sta al gioco il biondo per poi di farsi serio "A Giuls non piace stare sotto i riflettori, lei preferisce una vita semplice... L'ho invitata alla sera di beneficenza per la vigilia ma non credo che verrà." la delusione nella voce. 


Il telefono di Liam interrompe la loro conversazione.

"Dimmi Jake." dice mentre mette in vivavoce.

"Ragazzi dobbiamo andare, oggi Louis ha l'uscita con Eleanor e stanno arrivando da queste parti, meglio non essere tutti nello stesso posto."
"Ok Jake arriviamo." Liam chiude la conversazione ed alza lo sguardo su Harry che all'improvviso ha perso l'appetito.
"Tutto ok amico?" gli chiede poggiandogli una sulla spalla.
"Sì certo, andiamo." taglia corto Harry lasciando dei soldi sul tavolo, mentre Niall con aria disinvolta prende la focaccia che Harry ha lasciato nel piatto. 

Jake li sta aspettando fuori dal locale, e subito li fa salire su una macchina scura mentre qualche ragazza lì intorno grida "Harry Styles!" scatenando l'inferno.

"Dovrei sentirmi offeso." lo stuzzica Niall seduto vicino a Harry e Liam sui sedili posteriori facendoli ridere entrambi. 

La macchina scorre piano tra la folla che lentamente sembra non volerli lasciar passare, ed in quel momento Harry lo vede. Il suo angelo, mano nella mano con El.
Istintivamente poggia una mano sul vetro e bussa forte cercando di attirare la sua attenzione, ma Louis non può sentirlo, eppure è così vicino. Continua a battere forte i pugni contro il vetro fuori di se.

"Harry che cosa stai facendo?"

Liam gli blocca il braccio con la mano e guarda Niall preoccupato che viene in suo soccorso.

 "Harry lascia stare, ormai ci siamo abituati tutti." prova a calmarlo il biondo.


Ma Harry non li sente e si cerca di liberarsi della stretta di Liam. 

"Harry ti prego calmati." 


Jake si rende conto che qualcosa non va e impreca contro la folla che non li lascia passare. 

"Dannazione ragazzi tenetelo fermo."


"NO! Non capite devo scendere da quest'auto adesso." dice Harry perdendo la pazienza e continuando a sbattare il pugno sul vetro scuro.

Le due settimane senza vederlo sembrano gravare improvvisamente sul suo petto, togliendogli il respiro.


"LOUIS!" grida a piena voce, la mano inizia a fargli male ma continua a sbattere forte contro il vetro.

"LOUISSSSS!" grida e Louis si volta, non può sentire la sua voce eppure lo sente. Sente la sua presenza e la sua disperazione. Sente che Harry è li, da qualche parte.

Louis si guarda in torno mentre Jake nell'auto scuote la testa incredulo di ritrovarsi in quella situazione assurda e Niall si fa piccolo piccolo in fondo all'auto, quasi volesse scomparire.

"Harry non può sentirti." gli sussurra piano Liam cercando di calmarlo inutilmente mentre Harry continua a gridare il suo nome e Jake suona il clacson sperando di riuscire a crearsi un varco bella folla.

"LOUISSSSS." 
"Harry?" 
"Cosa?" chiede Eleanor a Louis continuando a tenergli la mano mentre delle ragazzine esagitate gli scattano delle foto.
"C'è Harry."
"Come? Dove?" chiede lei quasi spaventata, cercando di mantenere il sorriso. 
"Non lo so, ma so che è qui." dice continuando a guardasi in torno e lasciando la sua mano. 
"Girati, girati stupido sono qui." sussurra, il volto schiacciato contro il vetro mentre cerca di aprire la portiera chiusa con la sicura.

Jake riesce finalmente a farsi spazio e Liam abbraccia forte Harry, che rimane rigido sul sedile, fissando la luce rossa del semaforo e i numeri del contro alla rovescia per il verde. 


20 19 18 17 16 15 


Gli occhi gli bruciano e gli sudano le mani, Liam al suo fianco è ammutolito mentre Niall osserva i flash delle macchine fotografiche che circondano Louis e Eleanor.


14 13 12 11 10


-Posso farlo, posso fare quello che mi ha chiesto. Posso farlo perché tutto questo deve finire- pensa Harry, passandosi una mano tra i ricci.
Niall lentamente porta una mano sulla maglia e la tira verso di se disinserendo la sicura.

9 8 7 6 5 4 


CLIC.

Il suono dello sblocco della sicura sembra rimbombare in quel silenzio innaturale. 


"Fallo." sussurra piano Niall.


E spalanca la portiera lasciando uscire Harry che improvvisamente si ritrova catapultato tra la folla.



3 2 1


"HARRY STYLES!" gridano mille voci e questa volta Harry non ha bisogno di maschere mentre Jake scende dall'auto bloccando il traffico ed intimandogli di tornare 'Immediatamente in macchina', Niall rimane seduto al suo posto, la testa poggiata sul dedile e gli occhi chiusi, mente Liam continua a scuotere il capo ripentendo "Succederà un disastro.".

"Rilassati Liam." dice Niall continuando a tenere gli occhi chiusi.

Harry sorride alla folla e cammina lentamente verso i flash delle macchinette fotografiche che accerchiano Louis e Eleanor. Si avvicina sempre di più, il cuore che gli scoppia nel petto, il sorriso più bello di sempre sul volto mentre assapora la sensazione di libertà che pervade tutto il suo corpo. La folla sembra ammutolirsi all'istante aprendo un varco per lasciarlo passare, così che Harry si ritrova esattamente di fronte a Louis ed Eleanor. Il silenzio innaturale li avvolge, come fossero dentro una bolla insonorizzata. Harry Styles, Louis Tomlison ed Eleanor Calder si osservano nel centro di Londra, ognuno perfettamente immobile, come tre statue perfette. Harry non dice niente mentre il verde dei suoi occhi si perde nell'azzurro di quelli di Louis, lasciando che la magia accada ancora una volta. Lasciando che centinaia di spettatori vi assistano per la prima volta.
Louis fa un passo verso di lui perso nella profondità di quei meravigliosi occhi verdi, mentre il suo cuore perde un battito e le gambe sembrano di piombo.

Non può essere reale.

Non può essere reale.
Non può essere reale.


Harry gli tende una mano, le fossette profonde, i denti bianchi scoperti in un sorriso mozzafiato.

"Posso farlo." sussurra continuando a fissare Louis dritto negli occhi, fregandosene dei gridolini tra la folla e di chi fa 'shhhhh', fregandosene della voce di Jake che continua a gridare disperato, fregandosene di Eleanor e di qualsiasi altra persona sulla faccia della terra.
La mano di Louis si incastra perfettamente nella sua, le dita intrecciate in una presa salda ed un boato si alza dalla folla mentre i flash riprendo a scattare impazziti.

"Portami a casa." sussurra Louis tra i ricci di Harry, che accarezza i suoi capelli lisci mentre rivolge uno sguardo ad Eleanor, sconvolta.

'È finita' le mima Harry con le labbra.

Poi si volta, la mano in quella di Louis, mentre si insamminano verso la loro nuova avventura insieme, liberi di amarsi ovunque.


"Non sto sognando vero Haz?"
"Non stai sognando." lo rassicura Harry, dandogli una bacio sulla fronte mentre si lasciano la folla alle spalle.

Di certo Londra questa notte avrà qualcosa di cui parlare.

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Capitolo 14
*** I feel you ***


"Ciao Louis, che piacere rivederti" un caloroso sorriso si estende fino agli occhi nocciola e luminosi di Julia, che si scosta dalla porta per far entrare Louis nel piccolo ed accogliente salotto.

"Anche per me è un piacere rivederti J" dice Louis sincero, lasciandole un delicato bacio sulla guancia.

"Siedi pure, finisco di fare delle cose e sono tutta tua" gli fa l'occhiolino.

Louis sorride divertito e sprofonda sulla poltrona di stoffa accanto al divano della stessa tonalità di azzurro pastello.
Quella è sempre stata la sua poltrona preferita, fin da quando era bambino, quando sua madre sommersa dagli impegni lo lasciava lì insieme alle sue sorelle.
Louis pensa che forse è per questo che non l'ha mai gettata quella vecchia poltrona.

Louis osserva Julia muoversi sinuosamente nella stanza, il corpo longilineo avvolto in una tuta nera, i capelli lunghi raccolti in una coda alta. 
Gli era sempre piaciuto osservarla fare le sua cose, sembrava sempre sapere cosa fosse meglio fare e come farlo, e lo faceva sempre con una calma ed una naturalezza che Louis amava. 
Era da molto tempo che non andava a trovarla, forse era passato un anno, non riusciva a ricordare bene il periodo, la sua vita era diventata talmente travolgente che non riusciva a stare al passo con gli eventi. 

"Allora piccola peste a cosa devo questo onore? Non ti vedo da quasi due anni!" Julia gli scompiglia i capelli con una mano e si siede sul divano di fronte a Louis.

"Due anni? Wow. Non me ne sono neanche reso conto" dice Louis sinceramente sorpreso. Possibile che fossero passati due anni senza che lui se ne rendesse conto? Che si fosse svegliato 730 mattine e fosse andato a letto altrettante volte senza che la sua mente ne avesse la piena consapevolezza? 
La maggior parte di quelle notti si era addormentato tra le braccia di Harry per svegliarsi invece con Harry tra sue, di questo ne era certo, finché l'incidente non aveva sconvolto le loro vite. 
Quelle trenta notti non sapeva dove avesse dormito il suo Harry, forse solo nel loro letto o sulla poltrona scomoda accanto al suo letto d'ospedale. 
Louis non lo sa e non riesce ad immaginare cosa abbia potuto provare Harry in quei giorni e quelle notti angoscianti, non sa come sia riuscito a non perdere il controllo, perché di certo Louis, lui si, l'avrebbe perso. 

Julia osserva Louis perso nei suoi pensieri, senza interromperlo, studia il modo in cui passa una mano tra i capelli come a voler scacciare un brutto pensiero, le labbra serrate in una strana angolazione, gli occhi di cristallo in un luogo lontano. 

"Sono davvero felice che tu sia qui Lou, ma so che non è un caso, tu non chiedi mai aiuto se non ne hai davvero bisogno" dice Julia intromettendosi delicatamente nel flusso dei suoi pensieri. 

Louis poggia gli occhi in quelli di Julia, la donna che gli ha fatto da madre quando sua madre non c'era, la donna in cui Louis ripone tutta la sua fiducia.
Si bea del suo sguardo Louis, rifugiandosi in quegli occhi caldi e scuri che sanno di casa, e finalmente può lasciarsi andare, finalmente può piangere e gridare senza preoccuparsi di far gravare sugli altri la sua sofferenza, senza sentirsi sbagliato. 
Perché Louis questo con Harry non è mai riuscito a farlo e forse non lo avrebbe fatto mai. 
Era più grande, piu forte, più determinato, lo era da sempre, da quando quel ragazzino ancora minorenne con i riccioli morbidi e gli occhi adoranti era entrato nella sua vita sconvolgendola.
Louis si era sempre sentito in dovere di proteggere quel piccolo ragazzino meraviglioso che gli aveva rubato il cuore, l'anima, la pelle. Aveva il compito di amarlo e proteggerlo, e per nulla al mondo l'avrebbe rinnegato, neanche quando il ragazzino divenne un uomo più alto di lui, con le spalle larghe ed il sorriso furbetto, con uno stile tutto suo e i capelli sempre lunghi sugli occhi, gli stessi occhi che l'avevano stregato e che non avrebbe mai voluto deludere.

"Tesoro.." Julia stringe forte Louis tra le sue braccia, cullandolo piano.

"Mi sento perso J" riesce a dire Louis tra un singhiozzo e l'altro, senza allontanare il volto dall'incavo del collo di lei.


"Cosa c'è che non va Lou, che cosa è successo?" Chiede premurosa, passando una mano tra i capelli lisci di Louis che cerca di riprendere fiato e lentamente si allontana da lei, prendendole entrambe le mani e sedendosi a gambe incrociate sul divano, in modo che possano guardarsi dritto negli occhi.

"Tutto non va, tutto" dice alzando un po' la voce e ricomponendosi subito dopo, non vuole prendersela con Julia, che rimane in silenzio paziente, aspettando che Louis abbatta quell'ultima barriera e si liberi del peso che lo opprime da mesi, o forse più.

"Non lo amo più" 

"Non ami più Harry?" Chiede Julia incredula sgranando gli occhi.


"stravolge la mia vita senza che io abbia il potere di dire o fare niente.
È entrato nella mia vita come un fulmine ed è stato meraviglioso, mi sono perso nei suoi incredibili occhi cangianti e non sono mai più riuscito a ritrovarmi, ho deciso di andare a vivere con lui, di trascorrerci ogni mio singolo giorno, di andare contro il mondo intero per lui, e lui cosa ha fatto per me? 
Non mi parla per settimane, non risponde alle mie chiamate ne ai messaggi, mi evita e quando sono in giro con El lui pensa bene di fare la sua bella apparizione, recita la parte del perfetto principe azzurro difronte a mezza Londra facendomi morire e mi porta via con se, ed io lo seguo, ovviamente lo seguo, come sempre. Ma in tutto questo io non ho avuto voce in capitolo, non ho potuto far nulla, non ho potuto dirgli che è un bastardo perché mi ha fatto soffrire per settimane ignorandomi come se non fossi mai esistito. Io sono Louis Tomlinson cristo santo, io ho un cervello ed un cuore e voglio avere la possibilità di arrabbiarmi e dire quello che penso ma lui non me lo permette, mai" confessa Louis, un macigno sul petto. 


Julia lo osserva amorevole, sotto i suoi occhi un Louis cresciuto troppo in fretta, un uomo di successo, un uomo innamorato di un amore condannato.

"Lou, tesoro, sei così stanco.
Non posso immaginare cosa voglia dire sopportare il peso che tu e gli altri vi siete ritrovati sulle spalle, siete così giovani, dovete ancora fare tanti errori, imparare tante cose.
Credo che Harry ne abbia commessi alcuni, come tu del resto tesoro.
Se ti ha evitato tanto a lungo sono certa che c'è un valido motivo, Harry non è uno stupido, quindi cerca di spiegarmi bene che cosa è successo Lou" dice lasciando le sue mani e poggiando la schiena al bracciolo del divano, gli occhi materni fissi in quelli di gelido ghiaccio. 

"Mi ha chiesto di sposarlo, e dopo l'incidente me lo sono dimenticato, ero terrorizzato così ho finto di ricordarlo finché non ho più potuto e glie l'ho confessato chiedendogli di chiedermelo ancora una volta perché volevo poter conservare quel ricordo per sempre con me, è da quel momento che mi ha evitato. 
Quando sono rientrato a casa dopo il weekend da Zayn lui non c'era, e non è tornato per settimane. Settimane. 
Si era trasferito da Liam e passava da casa solo quando era certo di non trovarmi" spiega Louis passandosi le mani tra i capelli e mordendosi il labbro senza rendersene conto. 

"Diceva di non potermi perdonare per avergli mentito" aggiunge, la voce più bassa.


Julia gli sorride sincera, calde lacrime gli inondano i grandi occhi nocciola, incapace di contenere l'emozione.

"Ti ha chiesto di sposarlo.. Tesoro è una notizia meravigliosa. 
Capisco che fosse arrabbiato, voleva che quel momento fosse vostro per sempre e qualcuno glie l'ha strappato via, ha creduto di averti perso per sempre, e quando ti ha ritrovato ha tenuto repressa la sua rabbia per starti vicino e supportarti, e quando ha scoperto che l'amore della sua vita gli ha mentito tutto il suo mondo dev'essere crollato, tutta quella rabbia dev'essere uscita fuori.
Non dico che l'abbia fatto nel modo giusto, ma tesoro esiste davvero il modo giusto di arrabbiarsi? So che non è colpa tua, so che tu sei la vittima in tutta quella brutta storia, ma quello che conta è che Harry vuole sposarti, e non penso che questo sia cambiato, soprattuto adesso che ha deciso di fregarsene di tutto quello che vi ha sempre costretti a rimane nascosti" 


"E allora perché da quel giorno ha ripreso a evitarmi?" Sbuffa Louis inconsolabile.

"È tornato a casa vostra?" 

"Si.. Con il corpo si.. ma non è il mio Harry, lo percepisco, è come se la nostra connessione si fosse spezzata e nonostante io cerchi di tenerla insieme con tutte le mie forze continua a sfuggirmi dalle mani" 


"Dagli ancora un po' di tempo tesoro, non mollare, continua a stargli vicino, a prenderti cura di lui. 
È un momento difficile per lui, l'attenzione del mondo intero è rivolta a voi adesso, ed Harry sa che è stato lui ha scatenare tutto questo, è normale che sia spaventato, e sono certa che lo sei anche tu"

"Ho paura Julia, ho paura di perderlo e non credo che riuscirei ad affrontarlo, non credo di avere la forza, non posso e non voglio immaginare la mia vita senza di lui, mi sembra un incubo dal quale non riesco a svegliarmi.
Io senza Harry non sono niente"

Julia abbraccia ancora una volta un Louis tremante tra le sue braccia, cullandolo piano e raccogliendo una lacrima con l'indice della mano curata.
Rimangono così a lungo, mentre Louis piange tutte le sue lacrime privo di difese fino a crollare in un sonno profondo distrutto dalla stanchezza.

Julia si alza lentamente senza svegliarlo e lo copre con una coperta scura, lasciandogli un delicato bacio sulla fronte, come quando era bambino. 
Come altre mille volte un piccolo Louis disperato per l'assenza della madre troppo impegnata era crollato con gli occhi rossi di pianto.

--------------

Harry è disteso sul letto matrimoniale della loro camera da letto completamente vestito, la maglia larga con lo scollo a v a scoprire le rondini, il telefono in vivavoce poggiato sul ventre piatto si alza e si abbassa seguendo i suoi respiri profondi, sullo schermo illuminato il sorriso gioiso di Louis.


"Ciao Harry sono Julia"


"Ciao Julia, dovevo immaginare che sarebbe venuto da te"


"sta dormendo adesso, devo svegliarlo?"


"No, non preoccuparti. Ciao Julia.."


"Harry aspetta!"


Harry non chiude la conversazione ma rimane in silenzio, lo sguardo fisso sul soffitto, avvolto dal buio della stanza. 


"Mi ha spiegato tutto quanto, so che ti ha mentito Harry, e so quanto odi che ti vengono dette delle bugie, soprattuto se a farlo è la persona di cui più ti fidi al mondo, ha sbagliato ma l'ha fatto perché non voleva farti soffrire, non voleva deluderti e si sentiva in colpa per aver dimenticato, ma tu sai benissimo che non è colpa sua, sai benissimo quello che ha passato e come me non puoi immaginare cosa si provi a stare in bilico tra la vita e la morte tanto a lungo. 
Quindi signorino, è il momento che tu prenda una decisione, o stai con Louis o lo lasci andare, e mi pare che tu questa decisione l'abbia già presa due giorni fa in pieno centro di Londra" Conclude Julia mentre la sua voce calma e confortevole risuona nella camera da letto di Harry fin nella sua testa. 


"Non potrei mai vivere senza di lui" dice di getto Harry più a se stesso che a Julia, chiude la conversazione e si alza dal letto.

Rufola nell'armadio che ha in comune con Louis e prende la prima felpa che gli capita tra le mani e se la infila, nasconde i ricci ancora bagnati per la doccia dentro un cappello blu di Louis e prende una sua felpa bianca da portare con lui. 
Si precipita nel salotto e raccoglie le chiavi dal tavolo e sbatte la porta d'ingresso alla sue spalle.

Poco dopo le strade umide per la poggia scorrono veloci sotto le ruote della BMW di Harry, che guida con gli occhi grigi puntati di fronte a lui, mentre i tergicristalli si inseguono senza toccarsi mai in una danza frenetica sotto la pioggia violenta. 
La mano sinistra di Harry stringe forte il cambio mentre scala in quarta e il semaforo diventa rosso, cento km/h sono troppi, troppi per riuscire a frenare in tempo, troppi per riuscire a frenare in tempo sotto la pioggia che picchia contro il vetro, troppi per riuscire a pensare.
Scala in terza e preme forte il freno mentre la macchina perde il controllo e fa un giro completo su se stessa, i meravigliosi occhi di Harry serrati in una smorfia per lo sforzo di riprendere il controllo della macchina, i denti serrati in una morsa, i fari della jeep che si avvicinano mentre nella sua testa si forma un unico pensiero. 

LOUIS.

---------


"HARRY" grida Louis svegliandosi di soprassalto, impiega qualche secondo per rendersi conto di dove si trova, la coperta scura scivolata a terra.

"Louis tesoro che succede?" Julia si precipita nella stanza preoccupata.

Louis è in piedi completamente sveglio, cammina avanti e indietro con le mani tra i capelli "Harry Harry Harry" continua a ripetere in loop. 

"Louis per favore calmati e spiegami che cosa è successo" insiste Julia preoccupata dalla maschera di terrore che è il volto di Louis. 

"Ho fatto un sogno, c'era Harry, e stava guidando come un matto, e una jeep gli stava andando addosso, e pioveva, e lui era terrorizzato, e poi mi sono svegliato, e sta piovendo Julia sta piovendo!" Grida Louis esasperato guardando fuori dalla finestra nel buio della notte, la pioggia picchia forte contro il vetro.

"Louis era solo un incubo, Harry sta bene, è a casa, c'ho parlato poco fa, aveva provato a chiamarti ma stavi dormendo e non ti ho svegliato" spiega Julia cercando di tranquillizzarlo.

Louis rimane per un momento come sospeso nell'incertezza, ma come sempre, ascolta il suo istinto.

"Non era un sogno, lo so. Dammi il telefono" dice mentre tende una mano tremante verso di lei che le porge il telefono.

Controlla il registro delle ultime chiamate, sono passati 27 minuti dalla telefonata, 27 minuti sono abbastanza per prendere la macchina ed immettersi nel traffico di Londra. 
27 minuti sono abbastanza per fare un sacco di cose.
Preme il tasto di verde e lo squillo della chiamata esplode nelle sue orecchie, uno due tre quattro cinque squilli, e nessuna riposta.
Attacca e riprova mentre continua a camminare avanti e indietro passandosi la mano destra tra i capelli arruffati.
Ancora la segreteria. 
Attacca e riprova.
Attacca e riprova.

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"CHE CAZZO FAI COGLIONE" un tizio alto il doppio di Harry e largo il triplo si precipita fuori dalla jeep urlando a squarcia gola mentre si precipita verso la BMW nera di Harry in mezzo alla corsia. 

L'uomo smette immediatamente di gridare contro Harry quando si ritrova di fronte l'idolo di sua figlia con la testa abbandonata sul volante ed un rivolo di sangue che gli scende dalla fronte fino a sparire dentro la felpa, le nocche delle mani bianche tanto sono strette al
volante.

"Ehi" l'uomo batte con foga il pugno al finestrino di Harry "Ehi ragazzo mi senti?" 

Le mani di Harry allentano leggermente la presa mentre lui mormora un "si",tirandosi indietro sul sedile, la schiena distesa.
Porta una mano alla testa che gli scoppia tastandosi il sopracciglio spaccato e "merda" si lascia sfuggire, mentre sposta gli occhi sull'uomo in piedi fuori dalla sua macchina.

"Stai bene figliolo?" Chiede l'uomo preoccupato, mentre gli tende una mano che Harry stringe dopo aver abbassato il finestrino. 

"Sto bene" dice Harry, la voce più roca del solito "devo spostare la macchina da qui" dice mentre gira la chiave nel cruscotto e mette in moto la macchina.
Inserisce la retro e si rimette dritto sulla corsia, procedendo lentamente, una mano sulla fronte a tamponare il sangue che cola copiosamente dal taglio sul sopracciglio. 


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"Louis dove pensi di andare? Sta diluviando fuori" grida Julia a Louis che sta armeggiando con le chiavi della porta d'ingresso per uscire fuori.

"Devo andare da Harry" dice catapultandosi nella pioggia, gli occhi di sghiaccio sbarrati, i capelli ed i vestiti già completamente zuppi.
Cammina a passo svelto lungo il vialetto, lasciando Julia incredula ad osservarlo sulla porta.
Senza neanche rendersene conto si ritrova a correre mentre la pioggia gli colpisce il volto con forza ed i vestiti si fanno pensanti, impregnati d'acqua, le grida disperate attutite dal rumore dei suoi passi e della pioggia, il nome di Harry portato via dal vento.


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Harry parcheggia la BMW infondo al lungo viale, c'è stato poche volte, non è sicuro di ricordare bene la strada e spera di non sbagliarsi. 
La testa gli scoppia mentre la pioggia gli lava via il sangue dal volto e il cuore gli batte all'impazzata nel petto mentre i passi veloci sembrano non bastare ed inizia a correre contro la pioggia violenta, contro tutti i dubbi e le incertezze, contro tutto quello che ha pensato nelle ultime settimane. 
Corre e chiama Louis a gran voce, e non sa perché lo fa, non sa perché stia correndo come un pazzo sotto la pioggia gridando il suo nome, quando sa benissimo che Louis sta dormendo sereno a casa di Julia, eppure grida il suo nome e lo sente vicino, grida il suo nome e sente Louis gridare il suo. 
La botta alla testa deve avergli fatto parecchio male perché la voce di Louis sembra farsi più forte sotto il ticchettio della pioggia, ma non si ferma Harry, non si ferma e continua a correre verso quella voce che lo guida da così tanto tempo ormai che neanche ricorda quanto. 
I ricci schiacciati contro la fronte e le labbra umide socchiuse, il fiato corto mentre i polmoni gli scoppiano nel petto e la gola gli brucia per il troppo gridare.

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"Harryyyyyy" grida Louis continuando a correre, mentre gli pare di sentire la
voce di Harry provenire dall'oscurità tutt'intorno a lui. 
Continua a correre finché non si scontra a tutta forza contro qualcuno più alto di lui, qualcuno completamente zuppo e con un cappellino in testa, il suo cappellino.
Qualcuno che poggia le mani sulle sue spalle.
Qualcuno con gli occhi di diamanti ed un fottutissimo sorriso sul volto. 
Qualcuno di nome Harry Styles.

"Mi dispiace Lou mi dispiace mi dispiace mi dispiace" continua a ripetere Harry mentre gli lascia delicati baci bagnati su tutto il volto, tra i capelli, sulle mani.

"Harry" sussurra piano Louis, incapace di pronunciare altro se non il suo nome.

"Ti amo, ti amo da sempre e ti amerò per sempre e non posso scappare da questo, ti amo e non voglio lasciarti andare mai più" dice Harry con il sorriso sulle labbra, le lacrime mescolate alla pioggia sul suo volto. 

"Harry" 


"Lou" 

"Sta diluviando, sei tutto bagnato, e hai fatto un incidente"


"C-cosa? No io non ho fatto nessun incidente.. Più o meno" dice Harry sorpreso. 


"L'ho sognato, lo so" dice Louis spingendo la sua testa contro il petto di Harry, le mani aggrappate ai suoi fianchi. 


"Mi dispiace, andavo troppo veloce.. volevo raggiungerti in fretta, e ho perso il controllo e-"


Louis lo zittisce premendo le sue labbra su quelle di Harry, le sue mani ora sono affondate nei suoi ricci bagnati, sotto al cappello "non sono arrabbiato Harry, sono felice, sono felice perché ti ho sentito, io ti ho sentito, ho sentito che avevi bisogno di me. La nostra connessione non si è spezzata!" Dice Louis seguendo un filo logico tutto suo, il sorriso sul volto a dimostrare quanto tutto questo lo renda felice.

"Di qualunque cosa tu stia parlando Tomlinson, non si spezzerà mai, te lo premetto" dice Harry contro le sue labbra, gli occhi persi in quelli del suo angelo prima di chiuderli e gustarsi quel bacio che sa di sale e pioggia e attesa.
E Louis quasi dimentica di respirare mentre la sua lingua vogliosa si perde nella bocca di Harry che l'accoglie con la sua. 
Sono una cosa sola, sotto la pioggia uniti in quel bacio che dice ogni cosa, un bacio di quelli che ti riportano a casa, di quelli con gli occhi chiusi e le mandibole che ti fanno male, di quelli che ti fanno perdere la cognizione del tempo e neanche la pioggia ed il vento tagliente riescono a fermare.
È così che Harry e Louis si ritrovano ancora una volta, petto contro petto e le dita intrecciate, tanto strette da far male,
le labbra arrossate, molestate da quel bacio che sa di sesso.
Mentre Harry sente l'erezione di Louis crescere contro la sua gamba lo stringe più forte a se facendogli sentire che anche lui lo vuole, adesso.

"Andiamo a casa amore mio" dice Harry interrompendo il bacio ma senza staccare le labbra dalle sue. 

"Promettimi che non lascerai la mia mano Haz" sussurra Louis contro le sue labbra, gli occhi che cercano quelli di Harry.


"Questo è quello che io ho chiesto a te Lou" sorride sulla sua bocca, mordendogli il labbro.


"Sei stato tu a lasciare la mia mano questa volta Harry, prometti di non farlo mai più" insiste Louis serio.


"Te lo prometto. Non lascerò mai più la tua mano" promette solenne Harry, capendo quando per Louis sia importante, ed affonda di nuovo la sua lingua nella bocca di Louis, come se cercasse ossigeno in quel bacio, tracciando con le mani ogni centimetro di quel corpo bagnato dalla pioggia, le mani di Harry sui fianchi di Louis spingono per attirarlo forte a se, mentre quelle di Louis fanno esattamente lo stesso, nello stesso momento. 
Petto contro petto,labbra contro labbra, erezione contro erezione, la loro eccitazione esplode ancora una volta, e non possono far altro che cedervi mentre con le mani cercano di alleviare quell'eccitazione prorompente e farsi piacere a vicenda, i gemiti attuti dalla pioggia, i movimenti circolari in sincrono nascosti dal buio della notte, finché insieme raggiungono l'orgasmo, i respiri affannati e due magnifici sorrisi a specchiarsi in quelle due meravigliose paia d'occhi, le risate emozionate risuonano in un coro perfetto, sotto la pioggia autunnale di Londra. 

"Mi sei mancato"
"Lo so. Ti amo"
"Lo so. Anche io"

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Capitolo 15
*** Wait for me to come home ***


Il sole splende alto nel cielo limpido di Londra, il temporale della notte scorsa sembra non esserci mai stato, solo i vestiti ancora fradici sul pavimento del piccolo bagno di casa di Harry e Louis lo rendono reale.
 
 
Harry dorme di un sonno profondo, la testa abbandonata sul petto di Louis si abbassa e si alza assecondando i suoi respiri profondi, il braccio destro di Louis avvolge le spalle larghe di Harry, la mano penzoloni, con le dita piccole sfiora la rondine incisa sulla pelle candida di Harry.
 
La luce calda del mattino illumina i loro corpi vulnerabili, come avvolti in una bolla, estranei al mondo che vive fuori da quella stanza.
 
Le lenzuola chiare fasciano la vita di Louis ed il ventre piatto di Harry che tiene la mano sinistra stretta in quella di Louis, non l'ha mai lasciata, per tutta la notte, e non la lascerà mai più, per tutta la vita, perché Harry glie l'ha promesso, e quando Harry fa una promessa la mantiene, a costo della vita.
 
 
 
Qualche ora più tardi gli occhi cangianti di Harry incontrano quelli trasparenti di Louis in un buongiorno silenzioso, Louis passa una mano tra i ricci morbidi di Harry e gli sorride beato e quel sorriso si allarga ancora di più quando le labbra umide di Harry si poggiano delicate sulle sue e "buongiorno" sussurra piano e profuma di sonno e di sesso.
 
 
 
Louis porta le loro mani intrecciate all'altezza dei loro volti e bacia il dorso della mano più grande di Harry, premendo le labbra e facendole schioccare, la risata spontanea di Harry è pura melodia per le sue orecchie.
 
 
 
"Buongiorno Haz" sussurra a sua volta Louis.
 
 
 
 
 
Rimangono abbracciati nel grande letto a lungo, in quel silenzio perfetto, nel loro  silenzio perfetto, interrotto dal Mac di Harry quando inizia a squillare e la faccia sorridente di Niall appare sullo schermo.
 
 
 
"Nialler, rispondi tu" dice Harry passando il Mac a Louis mentre sbadiglia.
 
 
 
Louis accetta la conversazione e poggia il Mac sulle ginocchia in mondo che la telecamera inquadri sia lui che Harry.
 
 
 
"Ciao biondo!" Salutano in coro, la testa di Harry contro quella di Louis.
 
 
 
"Ciao rag- oh! Siete nudi?" Niall si avvicina istintivamente verso la schermata del pc come per controllare di aver visto bene.
 
 
 
"No" risponde Louis e "si" risponde Harry e Niall ride di gusto.
 
 
 
"Quando pensi di tornare a Londra biondo?" Chiede Louis cambiando discorso, mentre con una mano percorre la schiena nuda di Harry provocandogli un brivido. 
 
 
 
"GIULS QUANDO TORNIAMO A LONDRAAAA?" Grida improvvisamente Niall facendo sobbalzare Louis e scatenando la risata isterica di Harry che si porta una mano alla fronte scuotendo il capo.
 
 
 
"Lunedì Niall, me l'hai già chiesto tre volte" la voce di Giuls arriva lontana fin nella camera di Harry e Louis.
 
 
 
"Lunedì" ripete Niall grattandosi la testa tranquillo.
 
 
 
"Abbiamo sentito" 
 
 
 
"Cosa fate ancora a letto alle tre del pomeriggio?" 
 
 
 
 
 
"Niente ci siamo appena svegliati" risponde Louis e "del gran sesso" risponde Harry con il sorrisetto malizioso guardando Louis, le voci sovrapposte ancora una volta.
 
 
 
"Vedo che vi trovate d'accordo oggi" li prende in giro Niall lasciando che Giuls si sieda sulle sue gambe per salutare i ragazzi.
 
 
 
"Ciao Giuls, che te ne pare dell'Irlanda?"  Chiede Louis curioso mentre arricciola con l'indice un ciuffo di Harry.
 
 
 
"È davvero meravigliosa, due settimane sono volate!" Risponde lei entusiasta saltellando sulle gambe di Niall provocando una risata spropositata a Harry che non si è lasciato sfuggire la faccia di un Niall eccitato da quel saltellare improvviso. 
 
 
 
"Giuls credo che dovresti smetterla di saltellare se non vuoi uccidere il tuo fidanzato" dice Harry allegro facendo l'occhiolino a Niall al di là dello schermo.
 
Giuls la smette immediatamente di saltellare voltandosi con aria accusatoria verso Niall che alza le braccia in segno di resa "non ho detto nulla giuro, continua pure a saltellare tesoro" dice con un sorriso sghembo sexy sul volto.
 
 
 
"Ehi biondo sei nei guai! Ci vediamo lunedì sera per la partita di Louis"  saluta Harry abbassando lo schermo del Mac e voltandosi per poggiarlo di nuovo sul comodino, lasciando che il lenzuolo gli scivoli lungo il corpo longilineo lasciandolo completamente scoperto sotto gli occhi trasparenti di Louis che si assottigliano un po' percorrendo il suo corpo magro, ed agisce d'istinto, riempiendo con il suo corpo la distanza che lo separa da Harry ed avvolgendolo con le braccia da dietro, lasciandogli un bacio delicato sul collo che lo fa rabbrividire.
 
 
 
"Ehi!" Esclama Harry colto di sorpresa senza però liberarsi da quella presa forte.
 
 
 
"Ehi.." Sussurra Louis contro il collo di Harry, l'erezione contro la sua schiena.
 
 
 
"Che cosa stai facendo Tomlinson?" Chiede Harry fingendo ingenuità.
 
 
 
"Niente" risponde Louis continuando a lasciargli delicati baci sul collo e sulle spalle, "stavo solo pensando..." Sussurra mentre con la mano avvolge l'erezione di Harry e muove lentamente la mano prima verso l'altro e poi verso il basso, lentamente, molto lentamente "che dovremmo preparaci per andare a cena da Zayn" conclude in un soffio nell'orecchio di Harry leccandogli il lobo e mordendoglielo delicatamente.
 
 
 
Harry sposta istintivamente il bacino indietro, premendo contro l'erezione di Louis che adesso è posizionata esattamente contro l'entrata di Harry. 
 
 
 
"Credo proprio che dovremmo andare" risponde Harry sotto voce facendo dei piccoli movimenti circolari con il bacino e spingendo verso Louis contemporaneamente, eccitato.
 
 
 
"Si dovremmo andare" dice ancora Louis svitando con la mano libera il tappo del lubrificante rimasto abbandonato tra le lenzuola dalla notte prima.
 
Ne lascia cadere una piccola quantità tra le dita per spalmarlo poi sull'entrata di Harry che sussulta appena per il contatto freddo, mentre allunga il braccio destro verso Louis aggrappandosi alla sua schiena con la mano e attirandolo verso di se.
 
Louis gli da un morso sull'avambraccio gonfio per lo sforzo e nello stesso momento spinge tutta la sua erezione dentro Harry che inarca la schiena  e si irrigidisce per rilassarsi subito dopo lasciandosi sfuggire un gemito contro il cuscino che stringe tra i denti, mentre Louis continua a spingere con forza e a mordere ogni parte del corpo di Harry si trovi davanti ai suoi occhi lucidi, mentre con la mano sinistra stretta sull'erezione di Harry aumenta la velocità, così che il piacere di Harry sia il suo, fusi in un'unica entità, i gemiti di Louis nell'orecchio di Harry che perde completamente il controllo e con un colpo di reni spinge contro di Louis facendolo sdraiare e ritrovandosi sopra, di spalle.
 
Louis poggia le mani sulle spalle di Harry e le lascia scivolare giù fin sui fianchi dove si aggrappa con una presa disperata, le unghie affondare nella sua pelle candida, ed asseconda con le mani i movimenti lenti di Harry sopra di lui, sempre più lenti, sempre più lenti, fino a diventare appena accennati, quasi impercettibili, strazianti.
 
E Louis stringe di più i fianchi di Harry muovendoli avanti e indietro, in una richiesta silenziosa, disperata, ma Harry non lo asseconda, continua a godere di quel gioco perverso, mentre Louis si contorce sotto il suo peso.
 
 
 
"Qualcosa non va Tomlinson?" Chiede divertito, poggiando le sue mani su quelle di Louis e premendo forte, poggia i piedi ai fianchi di Louis sollevandosi senza lasciare uscire l'erezione e muovendosi lentamente su e giù per tutta la sua lunghezza provocando in Louis l'esatta reazione che desiderava.
 
Louis inarca la schiena e abbandona la testa all'indietro e le braccia lungo il corpo, completamente devoto a quel dio grego che sempre più velocemente si alza e si abbassa sopra di lui, finché un gemito più forte degli altri non sfugge dalle labbra di Louis e un brivido percorre tutto il suo corpo svuotandosi completamente dentro Harry che soddisfatto si distende con la schiena sul ventre di Louis che immediatamente lo stringe forte a se e con entrambe le mani avvolge la sua erezione e le muove su e giù stringendo forte, Louis gli blocca le gambe in una presa salda premendo con ginocchia sulle sue cosce e Harry incatenato per metà affonda le mani nei capelli di Louis e geme forte, prigioniero in quella morsa dalla quale non si sarebbe liberato mai, bagnando le mani di Louis che non libera Harry e ridendo sensuale contro i suoi capelli porta una mano all'altezza delle labbra di Harry poggiando delicatamente un dito bagnato sulle sue labbra, ed Harry sta al gioco e succhia il suo nettare dal dito di Louis, voltandosi poi a baciarlo, lasciando il suo sapore disperdersi nella bocca di Louis, in una bacio lento, petto contro schiena, il nervo del collo tirato per lo sforzo, mentre sente l'erezione di Louis tornare a pulsare vogliosa.
 
 
 
"Niente da fare Tomlison, dobbiamo proprio andare adesso" dice Harry malizioso contro le sue labbra.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Il salotto di Zayn è illuminato dalla luce soffusa della lampada rossa accanto alla grande tv al plasma rigorosamente spenta. 
 
Dei cartoni di pizza giaciono abbandonati sul pavimento del salotto mentre Harry, Louis, Zayn, Josh e Liam sono tutti seduti al tavolo intorno al monopoli.
 
 
 
Zayn e Liam sono seduti ai lati opposti della tavola, stando bene attenti a non guardarsi, neanche quando "merda sono capitato sui viola! Chi devo pagare?" Si lamenta Zayn contando i pochi soldi che gli sono rimasti.
 
 
 
"Devi pagare me" risponde Liam fissando le sue caselle che sembrano diventate improvvisamente interessanti "Sono 80000 M"
 
 
 
"Non ce l'ho, ho perso" dice in tono piatto Zayn, sotto lo sguardo divertito di Harry che sembra dover scoppiare a ridere da un momento all'altro, le guance arrossate dal vino rosso bevuto durante la cena.
 
 
 
"Posso farti un prestito" dice Louis fulminando Harry che con il dorso della mano si asciuga le lacrime che gli inondando gli occhi e cadono lungo le guance color porpora, le labbra tese in un sorriso accentuato dall'alcool, mentre alza le spalle a mo' di scuse.
 
 
 
"No Lou figurati, io so accettare una sconfitta" dice tagliente Zayn rimettendo le sue caselle al centro del tavolo per poi alzarsi e andare a prendere una birra nel frigo.
 
 
 
"Ehi bro passane una anche a me" dice Josh prendendo al volo la bottiglia che Zayn gli tira.
 
 
 
 
 
"Quindi Harry tocca a te" dice Liam passandogli i dadi e sorridendo contagiato dal sorriso ebete ancora stampato sulla sua faccia.
 
 
 
"Ho fatto sette, alloooora, uuuuuno dueeee treee" conta muovendo l'aeroplanino sulle caselle.
 
 
 
"Sei sulla compagnia telefonica Haz" taglia corto Louis "era di Zayn" al che Harry sbotta a ridere senza un apparente motivo sotto lo sguardo sbigottito di Louis che scuote il capo, mentre Liam e Josh ridono anche loro, e Zayn lancia il tappo della bottiglia in testa a Harry che continua a ridere come un matto.
 
 
 
"Quindi non devo pagare nessuno?" Dice continuando a ridere come se fosse la cosa più divertente del mondo. 
 
 
 
"Dovresti pagare il dentista dopo che ti avrò spaccato tutti i denti" dice Louis con un sorrisetto sghembo tirando a sua volta i dadi.
 
 
 
Continuano a giocare  Liam Harry e Louis, scolandosi altre due bottiglie di vino e rubando soldi dalla cassa, in una partita senza fine.
 
 
 
 
 
Josh e Zayn nel frattempo si sono spostati in giardino in compagnia dell'ennesime due birre e della seconda canna d'erba.
 
 
 
Josh è sdraiato sulla schiena mentre Zayn parla al telefono cecando di mantenere un tono serio.
 
 
 
"Certo, può venire a vederla quando vuole" dice passando la canna a Josh, "domani mattina?" Chiede passandosi una mano tra i capelli pensando già che non avrebbe mai sentito la sveglia dopo tutte quelle birre "nel pomeriggio sarebbe perfetto! Benissimo." Conclude la telefonata e rimette il telefono in tasca, poggiandosi con i gomiti sulle piastrelle fredde, avvolto in una grande felpa nera.
 
 
 
"Che cosa devi far vedere Zay?" chiede Josh curioso trofinandosi gli occhi arrossati con le mani e lasciando cadere la cenere sulla felpa "cazzo".
 
 
 
"Devo vendere una cosa, se tutto va bene domani finalmente me ne libero" spiega Zayn, mentre una fitta al petto lo trafigge quando la risata di Liam riecheggia nella notte dal piano di sopra.
 
 
 
"Cosa devi vendere?" Chiede ancora Josh che non si è accorto della reazione appena accennata di Zayn. 
 
 
 
"La macchina di mio zio, ne ha presa una nuova quindi..." Lascia cadere così il discorso, evitando di dare troppe spiegazioni. 
 
 
 
"Ah. Posso vederla? Anche io sto cercando una macchina, magari te la prendo io!" si esalta Josh sollevandosi da terra e passando la canna a Zayn.
 
 
 
"Certo! Dopo l'incontro di domani posso fartela vedere se con il tipo non concludo niente" dice Zayn alzandosi e tenendo una mano a Josh per aiutarlo ad alzarsi "vieni torniamo su".
 
 
Al piano di sopra la partita è finita con un Harry vittorioso e fin troppo ubriaco intento a prendere in giro Louis che alzando gli occhi al cielo sta rimettendo a posto le caselline. 
 
Zayn cerca Liam con lo sguardo ma non lo trova.
 
"Se n'è andato" dice Louis cogliendo lo sguardo di Zayn che semplicente alza le spalle e "bene" dice soltanto.
 
 
"Ragazzi io vi abbandono" saluta Josh avvolgendosi la sciarpa intorno al collo e salutando Zayn con una pacca sulla spalla.
 
"Josh puoi darci un passaggio a casa per favore?" Chiede Louis indicando con un cenno del capo Harry completamente ubriaco intento a mettersi quanti più soldi possibili del Monopoli nel portafoglio. 
 
"Certo vi accompagno io" ride Josh aprendo la porta d'ingresso.
 
Luois raccoglie i cartoni della pizza da terra e li impila sul tavolo mentre Harry saluta Zayn prendendogli la faccia tra le mani e schioccandogli un bacio a stampo sulle labbra "sai di birra" aggiunge schifato, sotto lo sguardo assassino di Louis che abbraccia a sua volta Zayn e raggiunge Harry che si aggrappa alla maniglia della porta facendo l'occhiolino a Josh.
 
"Harry falla finita" dice in tono severo prendendolo sotto braccio e trascinandolo giù per le scale fino all'auto di Josh dove si addormenta contro il suo petto all'istante.
 
 
 
 
Zayn rimane qualche minuto a fissare la porta chiusa, l'ennesima birra tra le mani, mentre sente il vuoto che ha trattenuto per tutta la sera esplodere nello stomaco ed espandersi in tutto suo corpo.
La consapevolezza di tutto ciò che ha perso lo schiaccia come un macigno troppo pesante da poter solo pensare di sostenere ed i ricordi prepotenti si fanno spazio nella sua mente, senza che lui abbia la forza di scacciarli, ed ancora una volta la figura di Liam prende forma nella sua testa e cristo, sembra così reale. 
 
"Fanculo" impreca a voce alta andando a poggiare la birra sul tavolo, dove si siede sullo sgabello e si prende la testa tra le mani senza opporsi, semplicemente aspettando che il momento passi. 
Perché alla fine, passa sempre. 
 
Rimane così Zayn, piegato sul tavolo della sua cucina silenziosa, il cappuccio della felpa nera tirato sulla testa come a voler nascondersi da qualcuno, le mani strette sulla stoffa della felpa all'attaccatura del cappuccio.
 
Liam in smoking bianco.
Liam sulla sua moto.
Liam sul palco che canta il suo assolo mentre lo guarda negli occhi.
Liam che ride.
Liam che piange commosso.
Liam in Africa.
In Giappone.
In America.
In Inghilterra.
In Spagna.
In Italia.
Liam sotto la doccia.
Liam che canta sotto la doccia.
Liam all'ospedale.
Liam che gli bacia la mano dove si è fatto male.
Liam che arrossisce quando gli porge la prima rosa rossa.
Liam, sempre Liam.
Liam che se ne è andato.
Il posto vuoto di Liam.
 
Sospira forte Zayn, scosso da un tremito, mentre ricaccia dentro le lacrime che questa volta no, non cadranno, perché Zayn l'ha promesso a se stesso che non si sarebbe più spezzato. Mai più.
 
Dopo un tempo indefinito si alza in piedi e svuota l'ultima birra d'un fiato, andando a fare l'unica cosa che in quel
momento potrebbe farlo sentire meglio.
 
Scende al piano di sotto, le mani nelle tasca frontale della felpa e prende la piccola chiave nascosta sotto il porta incenso sul mobiletto accanto alla porta, ma la chiave non c'è.
Può averla dimenticata aperta la sera prima dopo aver disegnato tutta la notte, forse.
Apre la porta della sua stanza dei graffiti con cautela, quasi si aspettasse di trovare dentro un intruso ma ovviamente la stanza è deserta, come sempre.
 
La piccola stanza è completamente vuota, al centro del pavimento ci sono delle bombolette di ogni colore e dei fogli di carta.
Le pareti sono quasi tutte riempite dai suoi disegni, ma Zayn riesce sempre a trovare un nuovo spazio da riempire.
 
Prende una delle bombolette rosse e si avvicina ad una parete dove inizia a dipingere, gli occhi nocciola di una profondità sconcertante fissi difronte a se,  la mano schizza veloce da destra a sinistra mentre i petali di una rossa rossa cominciano a prendere forma riempiendo il bianco della parte. 
Lo spray colora in maniera omogenea ogni petalo, che a vederlo, sembra la cosa più semplice del mondo, e davvero, no, non lo è.
Nonostante la semi oscurità che avvolge la stanza Zayn sembra vedere perfettamente, mentre la rosa adesso è sfumata di viola ed è tremendamente bella.
 
Zayn rimane a contemplarla, la bomboletta gli cade di mano con un tonfo che pare assordante in quel silenzio.
Un paio di mani sono poggiate sulle sue spalle, forti e delicate allo stesso tempo, si stringono un po' sulla felpa, per poi allentare la presa.
 
"Sapevo di non aver dimenticato la chiave" dice Zayn, la voce ridotta ad un sussurro, lo sguardo fisso davanti a se sulla grande rosa che spicca tra gli altri disegni.
 
"Quella è per me?" Chiede Liam serio, senza togliere le mani dalle spalle di Zayn.
 
 
Zayn non risponde, abbassa il capo e si stringe nelle spalle, confuso. 
 
"Cosa ci fai ancora qui? Credevo te ne fossi andato" 
 
 
"Lo credevo anche io. Ma sono ancora qui" dice Liam, e forse no, non stanno parlando della stessa cosa.
 
 
 
"Louis ha detto che te ne eri andato" insiste Zayn, mantenendo il capo basso, riesce a intravedere le scarpe rosse di Liam.
 
 
"Tomlinson dice un sacco di cose" Zayn percepisce il sorriso nella voce di Liam.
 
Liam toglie le mani dalle spalle di Zayn e gli passa avanti senza guardarlo avvicinandosi alla rosa e toccandola con un dito per controllare che sia già asciutta, poggia poi entrambe le mani contro la parete, dando le spalle a Zayn, i muscoli delle braccia in evidenza sotto la maglia bianca, sotto lo sguardo vigile di Zayn.
 
 
"È bellissima" dice sincero Liam riferendosi alla rosa che lo sovrasta e Zayn fa un passo verso di lui.
 
 
"Non è niente di speciale" 
Zayn si stringe nelle spalle, lasciando poi cadere le braccia inermi lungo i fianchi.
 
 
 
"Io credo che lo sia. Speciale. Credo che lo sia. Perché l'hai fatta tu. Per me."
 
 Dice Liam, e sembra fare tutta la fatica del mondo per pronunciare quelle parole senza poi scappare via a gambe levate, senza scappare da quell'uomo in piedi di fronte a lui, con quegli occhi scuri che riescono a leggerlo dentro come nessun altro è in grado di fare, come nessun altro sarà mai in grado di fare. 
 
 
Zayn rimane in silenzio a fissare la schiena di Liam, non sapendo cosa dire né cosa fare, la paura che una sola parola sbagliata e Liam scomparirà da quella stanza così come è apparso.
 
 
 
 
Sembrano passare anni prima che Liam lentamente si volta e poggia la schiena contro la parete, le braccia incrociate sul petto, gli occhi scuri ora incatenati a quelli più scuri di Zayn.
Fuoco contro fuoco.
 
 
 
Zayn muove ancora qualche passo verso di Liam, che rimane immobile senza mai distogliere gli occhi dai suoi, e quando alla fine Zayn si ritrova in piedi di fronte a lui lascia le braccia cadere lungo i fianchi, e Zayn poggia la testa contro il suo petto forte, ed un brivido li percorre entrambi a quel contatto.
Liam affonda le mani tra i capelli neri come la notte di Zayn, e si stente a casa. 
 
 
 
 
"Perché sei qui Liam?" 
 
 
 
 
"Per lo stesso motivo per cui mi regali una rosa ogni volta che ne senti il bisogno"
 
 
 
 
Zayn spinge di più la testa contro il petto di Liam, per rifugiarsi poi nel l'incavo del suo collo, i loro corpi più vicini adesso, petto contro petto.
Liam avvolge la schiena di Zayn con una braccio mentre l'altro continua a tenerlo intorno al suo collo, la mano sempre tra i suoi capelli.
Liam respira a fondo il suo profumo.
 
 
 
"Mi mancava il tuo profumo"
 
 
 
Zayn sorride contro il suo collo, le labbra sfiorano la sua pelle morbida.
 
 
 
"Mi mancavano le tua mani" 
 
 
 
 
Zayn scioglie per primo quell'abbraccio, intrecciando le dita in quelle di Liam e incamminandosi fuori dalla stanza buia, lasciando la porta aperta.
 
 
"Non chiudi a chiave?"
 
"Non credo che chiuderò più a chiave quella porta" Zayn fa spallucce e sorride.
Finalmente sorride, e Liam non può far altro che sorridergli a sua volta.
 
 
Salgono in silenzio le scale fino al piano di sopra, fino nella camera di Zayn, dove si stendono sulle lenzuola nere, sempre senza parlare, come se una sola parola sbagliata potesse distruggere quel momento perfetto.
Quel momento che Zayn sognava da mesi, quel momento che Liam desiderava da altrettanto tempo.
 
Sono sdraiati entrambi su un fianco, le mani intrecciate tra i loro petti, la fronte di Zayn contro quella di Liam.
Espira Liam, inspira Zayn, come se respirassero la stessa aria, i nasi che si sfiorando, le labbra pericolosamente vicine, senza che nessuno dei due si muova di un solo centimetro verso l'altro, finché le palpebre non si fanno pesanti, ed entrambi cadono in un sogno senza sogni, mano nella mano. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** I won't mind ***


Quando Liam si sveglia la sua mano è ancora intrecciata in quella di Zayn che respira profondamente, lontano da quella stanza, imprigionato in un qualche sogno che a Liam non è concesso conoscere.
Libera delicatamente la sua mano da quella di Zayn e gli lascia un leggero bacio sulle labbra dischiuse prima di alzarsi dal letto attento a non far rumore.
 
Sta albeggiando quando Liam chiude la porta alle sue spalle e monta in sella alla Ducati nera, solo gli occhi nocciola sono scoperti, dietro la visiera aperta del casco integrale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando Zayn si sveglia il sole inonda prepotente la stanza, è ancora vestito, la mano destra abbandonata al centro del letto, la  stringe in un pugno, come per afferrare qualcosa che gli è sfuggito.
 
Sospira forte quando si alza dal letto e si toglie i vestiti sgualciti prima di infilarsi sotto la doccia.
 
La grande vetrata opaca si appanna quasi subito per il calore dell'acqua bollente che scorre lungo i muscoli del collo, delle spalle, del petto.
 
Rimane a lungo con le mani puntate contro la parete umida, lasciando i pensieri concretizzarsi, liberi.
 
 
 
La serata scorsa non è andata esattamente come si aspettava.
 
Lui è Liam si erano ignorati per tutta la sera, voltando lo sguardo altrove ogni volta che i loro occhi si incontravano per sbaglio, e poi le mano di Liam sulle spalle, nelle stanza dei graffiti.
 
Liam era rimasto, era rimasto per lui, eppure se ne era andato nel cuore della notte, Zayn non capisce, analizzare i comportamenti di Liam lo faceva uscire di testa tutte le volte, un momento era in paradiso e l'attimo dopo era all'inferno, e non poteva fare nulla per cambiare le cose, quando Liam si avvicinava troppo la sua razionalità scompariva automaticamente, ogni santa volta.
 
Doveva trovare un modo per capovolgere la situazione, non poteva più essere succube dei suoi comportamenti, e di quello che questi gli provocavano.
 
 
 
 
 
Più tardi Zayn sta aspettando l'uomo che deve vedere l'auto di suo zio, l'ha messa in vendita già da qualche mese e finalmente è arrivato il momento di liberarsene.
 
L'uomo arriva poco più tardi, salutando cortese con la mano Zayn che sta seduto sul dondolo sotto il portico.
 
 
 
"Salve signor Malik, che piacere incontrarla, io sono Mark" si presenta l'uomo.
 
 
 
"La prego mi chiami Zayn, piacere mio" sorride caloroso Zayn, cercando di allentare la tensione palpabile nella voce dell'uomo.
 
 
 
"Mi segua pure, la macchina è nel garage" Zayn gli fa strada, lo sguardo di Mark puntato sulle sue spalle lo fa sentire a disagio.
 
 
 
 
 
Zayn scosta il telo polveroso scoprendo la BMW nera opaca, non è un modello nuovissimo ma l'uomo sembra subito entusiasta, dopo aver fatto un veloce giro intorno all'auto controllandone la carrozzeria ed un'occhiata distratta all'interno annuncia con un gran sorriso "perfetta, la prendo". 
 
Zayn non sa bene se essere soddisfatto  dell'affare, quell'uomo ha qualcosa di strano, ma la voglia di liberarsi di quell'auto una volta per tutte ha il sopravvento e mettendo a tacere la vocina sospettosa nella testa gli stringe forte una mano.
 
Dopo aver formato i vari fogli per legalizzare la vendita Zayn gli consegna le chiavi, ed il peso che sente sul petto da mesi si allenta un po' mentre osserva  Mark svoltare in fondo al vialetto a bordo della sua nuova BMW nera.
 
 
 
 
 
 
 
Più tardi Zayn decide di andare a mangiare qualcosa fuori, cucinare non fa proprio per lui, e soprattutto non ne ha voglia.
 
Prende lo skate e con il cappuccio tirato sulla testa e le cuffie nelle orecchie si dirige verso Hard Rock per farsi un panino ed una coca.
 
 
 
Il cielo di Londra si sta rapidamente annuvolando sopra la sua testa, tuoni lontani rimbombano allarmando i passanti che corrono al riparo dalla pioggia che comincia a cadere all'improvviso, tutti tranne Zayn, che con una falcata spinge lo skate ancora una volta e scivola veloce sull'asfalto bagnato, le mani nelle tasche dei pantaloni neri strappati sulle ginocchia. 
 
Raggiunge l'Hard Rock e sposta il peso sul lato sinistro della tavola fermandosi e afferrandola al volo con la mano destra, mentre con la sinistra abbassa di più il cappuccio sul volto ed entra nel locale affollato, nessuno sembra riconoscerlo mentre attraversa la sala affollata e prende posto al piccolo tavolo nascosto dietro la grande chitarra argentata.
 
Ordina un panino e una coca togliendo una sola cuffia dall'orecchio che rimette appena la cameriera si allontana, isolandosi dal resto del mondo, la mente che ancora una volta torna a Liam, erano mesi che non dormivano insieme, mesi che non si rivolgevano la parola, mesi che i suoi occhi non si perdevano in quelli di Liam come la notte scorsa nella stanza dei graffiti.
Addenta il panino che la cameriera gli ha servito con un sorriso timido, mentre con lo sguardo perso nel vuoto ricorda la sua mano in quella di Liam al centro tra i loro volti ed ancora una volta si chiede perché sia scappato nel cuore della notte, anche se forse sarebbe più giusto chiedersi perché sia restato dopo mesi di silenzio.
Zayn non sa darsi una risposta, con Liam era sempre stato semplice, prima di Sophia, prima di Perrie. 
Scuote la testa a quel pensiero, ormai sa che Sophia non è più un ostacolo tra loro, per quanto riguarda Perrie la situazione è complicata, la storia del matrimonio lo sta lentamente distruggendo, i sorrisi tirati in risposta alle solite domande che gli vengono fatte dai giornalisti e i "grazie mille, siamo molto felici" detti con la voce spenta sono ormai all'ordine del giorno, e vorrebbe solo scappare, prendere le sue cose e non tornare mai più.
Finisce il suo pranzo in silenzio quando la sua attenzione viene attirata dai flash impazziti dei cellulari intenti a catturare l'ingresso delle Little Mix nell'hard Rock Café.
"Cristo" impreca Zayn lasciando i soldi sul tavolo e calandosi di nuovo il cappuccio fin sotto gli occhi prima di uscire dalla porta sul retro senza farsi notare, o almeno così crede.
 
 
 
 
 
 
 
"Ultima chiamata per il volo 174 diretto a Bradford" 
La voce metallica risuona dall'altoparlante, stringe nel pugno il biglietto e si incammina verso l'ingresso per la prima classe mostrando il documento alla hostess che sgrana gli occhi non appena lo riconosce, di solito quando una star internazionale prende un volo vengono sempre informate al riguardo, quindi quella doveva essere una situazione ben diversa, forse il ragazzo non voleva si sapesse di quel viaggio, decisione bizzarra prendere un normalissimo volo di linea e non un jet privato.
L'hostess strappa il biglietto e lo lascia passare augurandogli buon viaggio, lui le sorride, grato che non si sia lasciata scappare un gridolino eccitato come succede la maggior parte delle volte.
Con il borsone sulla spalla ed il giacchetto di pelle allacciato fin sopra il mento si incammina verso l'ingresso del'aereo dove prende posto vicino al finestrino, i The Script a tutto volume nell cuffiette con lo stemma di Batman.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 17
*** Mind The Gap ***


Nel West Yorkshire quella sera la temperatura è di qualche grado sotto lo zero, il suo respiro si solidifica non appena si disperde dalle labbra dischiuse aleggiado nell'aria gelida.
Strofina le mani congelate portandole poi alla bocca formando una conca dove soffia dentro il respiro caldo, cercando di provare un po' di sollievo, rimpiangendo di non aver indossato il piumino invece del suo inseparabile giacchetto di pelle nero, che si, fa molto bad-boy, ma non a Bradford.
 
Si incammina verso la Bradford Forster Square per prendere il treno che lo porterà a destinazione, invece di prendere un taxi, ancora una volta un mezzo pubblico è sicuramente più scomodo, ancora una volta una scelta bizzarra per una star del suo calibro, ma confondersi e scomparire tra la folla gli sembra ancora una volta il modo migliore per non dare nell'occhio, nessuno si aspetterebbe di vederlo li, no di certo.
 
Cerca una cabina vuota dopo aver comprato il biglietto alla macchinetta automatica sulla banchina semideserta, chiude gli occhi e inspira profondamente quando il capotreno fischia per l'ultima volta nel rigido silenzio invernale.
 
Nonostante sia abituato a viaggiare attraverso più fusorari differenti quella gli sembra la mezz'ora più lunga della sua vita. 
 
Aveva preparato un discorso, aveva scelto con cura le parole, le pause, il momento migliore in cui sorridere alla fine nel discorso che avrebbe fatto, ma sembrava essersi dimenticato completamente tutto, la mente era terribilmente vuota, incapace di formulare una frase di senso compiuto.
 
 
 
"Bradford City" annuncia la voce metallica, ed un crampo allo stomaco quasi lo costringe a piegarsi su se stesso, mentre si mette il borsone in spalla e guardandosi intorno scende le scalette cigolanti del treno.
 
La stazione è piccola, ci sono quattro banchine, ognuna delimitata da una vistosa striscia gialla e la scritta
 
 "Mind The Gap".
 
Attenti al vuoto.
 
Un sorriso amaro si disegna sulle labbra increspate dal vento gelido che gli scalfisce il volto, le guance arrossate, il respiro congelato a mezz'aria all'altezza del naso, e quel vuoto al quale dovrebbe stare attento nel quale ha deciso invece di saltare a capofitto. 
 
 
 
Bussa forte alla porta d'ingresso in legno massiccio, il cuore in gola, incapace di mettere più di due parole in fila una dietro l'altra, e nessuna risposta.
 
Forse avrebbe dovuto avvisare del suo arrivo, forse se ne erano andati per qualche giorno e improvvisamente si sentì la persona più stupida del mondo, bussa ancora una volta prima di voltare le spalle alla porta chiusa e guardarsi intorno mentre fiocchi di neve candida cominciano a scendere giù dal cielo ormai buio, illuminati dalla luce fioca degli alti lampioni. 
 
 
 
 
 
"Ciao!" Safaa lo guarda dall'alto in basso con un'espressione incuriosita sul volto, imballata in un pigiama di pile rosa decisamente troppo grande per i suo corpicino, rimane a fissarlo ancora qualche secondo mentre lui alza una mano intorpidita in segno di saluto sorridendole, per poi correre dentro gridando "MAMMAAAAAAA" sbattendogli la porta in faccia, la mano ancora sollevata a mezz'aria. 
 
Poco dopo Triscia compare sulla porta, gli stessi occhi delle figlia che le sta aggrappata ad una gamba.
 
 
 
"Ciao tesoro, vieni dentro che si congela qui fuori" lo invita ad entrare spostandosi dall'ingresso per poi avvolgerlo in un caloroso abbraccio, "che cosa ci fai qui? Non sapevamo del tuo arrivo" chiede curiosa prendendogli il borsone dalla spalla per poggiarlo sulla sedia nella piccola cucina in legno scuro.
 
"Mi dispiace non aver avvisato, io-io l'ho deciso all'improvviso" ammette sconsolato e in un istante gli occhi si riempiono di lacrime bollenti che cerca subito di trattenere strofinando entrambe le mani sugli occhi nocciola, una delle quattro frecce tatuate sull'avambraccio viene scoperta in quel movimento.
 
"Mi dispiace essere piombato qui all'improvviso Triscia, non so neanche perché non venuto fin qui, ma sentivo di aver bisogno di risposte, risposte che forse neanche tu puoi darmi, ma devo tentare" spiega mentre con il dorso della mano continua ad asciugare le lacrime che sembrano inarrestabili, tanto a lungo sono state trattenute.
 
"Togliti quel giacchetto bagnato tesoro, vado a prenderti una felpa di Zayn e torno subito" dice prendendo Safaa in braccio prima di sparire in cima alle scale lasciando Liam a guardarsi intorno nella casa ordinata dove non era mai stato prima, la casa in cui un piccolo Zayn aveva trascorso i suoi primi anni di vita, e dove per la prima volta aveva incantato tutti con la sua meravigliosa voce. 
 
Triscia riappare in cima alle scale interrompendo i suoi pensieri, porgendogli una felpa nera con lo stemma di Batman, ovvio.
 
Un debole sorriso illumina appena il volto stanco di Liam prima di sparire dentro la felpa che si infila in una sola mossa.
 
Ha ancora il suo profumo, perde un battito, ed ancora una volta il sorriso.
 
"Allora di che cosa volevi parlarmi caro? Immagino sia una cosa importante se ti ha spinto a venire fino a Bradford" chiede premurosa Triscia mettendo a scaldare l'acqua per il the.
 
"Si lo è, molto importante in effetti. Avevo preparato un discorso ma adesso non ricordo più niente" confessa in tono colpevole Liam grattandosi la testa con una mano, in piedi poggiato contro il tavolo in legno della cucina.
 
"Beh meglio così tesoro, non hai bisogno di preparati un discorso con me, non sei sul palco ad uno dei concerti, dimmi semplicente cosa ti passa per la testa" sorride lei continuando ad armeggiare con le tazze, e Liam pensa che deve essere bello crescere con una mamma come Triscia.
 
"Ecco.." Comincia Liam titubante, tirandosi le maniche più giù fino a coprire metà delle mani, "io.. sono qui per parlarti di Zayn.." Continua torturandosi una mano, "di Zayn.. e me" aggiunge in fine, soddisfatto di non essere svenuto per lo sforzo, gli occhi fuori dalle orbite gli danno un'aria particolarmente folle in quel momento. 
 
"Tesoro per favore rilassati" lo prende in giro Triscia girando lei il the di Liam e porgendogli la tazzina già zuccherata, convinta che il confronto con il cucchiaio potrebbe dargli il colpo di grazia in quel momento.
 
"Grazie" dice paonazzo in volto.
 
Triscia si siede sulla sedia accanto alla sua, rimane ad osservarlo amorevole mentre Liam sorseggia il suo thè lanciando un'occhiata minacciosa al cucchiaio abbandonato sul piano della cucina.
 
"Non morde Liam" scherza Triscia alzandosi per riporlo nel lavello in modo da sottrarlo alla vista di Liam per poi tornarsi a sedere e prendergli una mano.
 
"Sei qui per chiedermi qualcosa hai detto, e per parlarmi di te e Zayn" ricapitola lei con la voce calma, il sorriso sulle labbra. 
 
"Si, sono qui perché so che hai conosciuto Perrie, che avete passato del tempo insieme, in Francia, e che, forse diventerai suocera, di lei, di Perrie" blatera Liam in un discorso poco articolato, storgendo il naso ogni volta che pronuncia quel nome. 
 
"Bene, il discorso è piuttosto complicato tesoro, a noi mamme non è concesso sapere tutto quello che gira intorno a voi, nonostante siate i nostri figli, il management che vi segue e piuttosto rigoroso, e questo lo sai bene.
 
Detto questo, ovviamente tali regole possono essere infrante da voi stessi, e Zayn non è mai stato bravo a rispettare le regole, specialmente quelle che non condivide. 
 
Perrie è una ragazza giovane, come voi, sulla cresta dell'onda, è molto bella, le piace stare al centro dell'attenzione e come sai questo non va di pari passo con quello che invece è Zayn, seppur assurdo data la sua notorietà nel mondo.
 
È egocentrica e spesso può apparire superficiale ma non è una cattiva persona Liam, e Zayn questo l'ha capito, non si sono scelti, sono stati messi insieme da terzi ma piano piano hanno imparato a conoscersi.. a volersi bene.. ma no, non la ama se è questo che vuoi sapere, non la ama e probabilmente non lo farà mai.
 
La storia del matrimonio non è un'idea di Zayn, nè di Perrie, ma funziona per quello che serve, e non so quanto la porteranno avanti, non so se alla fine accadrà davvero" Triscia fa una pausa, dando a Liam il tempo di metabolizzare il senso di quelle parole, la tazza di the stretta tra le mani, lo sguardo perso tra le increspature dorate del thè al limone. 
 
Inspira sonoramente senza distogliere lo sguardo dalla tazza, come stesse cercando chissà quale risposta, che ovviamente non trova.
 
"Mi piacerebbe che Zayn sposasse qualcuno che ama davvero, qualcuno che lo capisca, che lo renda completo, che lo faccia sorridere con gli occhi" sussurra Liam, alzando finalmente lo sguardo per incontrare gli occhi scuri di Triscia. Gli occhi di Zayn, e Liam perde un battito.
 
Triscia toglie delicatamente la tazza di tè ormai fredda dalle mani di Liam e si alza in piedi invitandolo a fare lo stesso, avvolge un braccio intorno alla sua vita ed insieme si incamminano su per le scale in silenzio, fino ad arrivare di fronte alla porta della camera di Zayn,  un aquilone disegnato a penna è appeso alla porta socchiusa, la luce rossastra filtra dalla fessura tra il muro e la porta.
 
Triscia apre la porta senza sciogliere l'abbraccio, ed insieme varcano la soglia entrando nella piccola stanza dalle pareti scure, un letto singolo al centro tra due comodini, una scrivania attaccata alla parete sinistra.
 
"Puoi dormire qui per questa notte, cerca di riposare tesoro" gli dice premurosa, andando a prendere una coperta nell'armadio da aggiungere al piumone già sistemato sul letto.
 
Liam l'aiuta a sistemare la coperta prima di sedersi sul letto, Triscia si inginocchia di fronte a lui prendendogli le mani nelle sue.
 
"So che non sei venuto fin qui per sentirti dire qualcosa che già sapevi, hai detto di volermi parlare di te e Zayn e credo che dovresti farlo, non far si che questo viaggio sia stato inutile".
 
Liam rimane a fissare le loro mani intrecciate mentre cerca le parole per esprimere il senso di vuoto che lo opprime.
 
"Zayn non ti ha detto niente di.. noi?" chiede alla fine Liam tutto d'un fiato.
 
Triscia assottiglia appena gli occhi concentrata, attenta ad usare le parole giuste.
 
"Zayn non parla molto dei suoi sentimenti, ma sono sua madre, ed una madre sa sempre tutto, soprattutto quando un figlio soffre per amore" .
 
Soffre per amore.
 
"Io non voglio che Zayn soffra per me" si lascia sfuggire Liam sincero, quando quelle parole rimbombano nella sua testa. 
 
"Non far si che accada allora tesoro, so che non sarà semplice, ma l'amore non è mai semplice, e se sei venuto fin qui sono sicura che i tuoi sentimenti sono reali, come quelli di Zaynie.
 
Ascolta quella vocina che grida nella tua testa, ascolta il tuo cuore, il tuo istinto, e se tutti ti portano a Zayn allora hai già le risposte che cerchi tesoro. 
 
Io vi sosterrò sempre, se è questo che volevi sapere da me, Perrie non mi dispiace, ma se devo diventare suocera così giovane preferirei esserlo della persona che riesce a far sorridere mio figlio anche nella giornata più buia, e quella persona sei tu, lo sappiamo entrambi. 
 
Tu sei la sua persona"
 
conclude lei dandogli un delicato bacio sulla fronte e lasciando le sue mani per avviarsi verso la porta.
 
"Triscia?" 
 
"Si?"
 
"Grazie"
 
"Grazie a te Liam"
 
"Di cosa?"
 
"Di essere esattamente come sei"
 
Triscia chiude piano la porta alle sue spalle lasciando Liam da solo nella cameretta di Zayn.
 
Alza le coperte e si raggomitola su se stesso avvolto dal tepore confortevole e subito crolla in un sonno profondo, il cuscino di Zayn stretto tra sue braccia racchiude ancora una traccia del suo profumo. E Liam perde un battito, ma non il sorriso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La mattina dopo Liam viene svegliato da Safaa che saltella eccitata sul letto del fratello "svegliaaaa svegliaaaa svegliaaaa" cantilena con la vocina squillante.
 
Liam si strofina gli occhi con la mano destra mentre con la sinistra porta il dito indice a premere contro le labbra "sssh" fa a Safaa che da brava allieva di Zayn non ci sta a prendere ordini e alza ancora di più la voce senza mettere di saltellare, Liam si solleva a sedere facendola cadere piano sul letto "muahahhahahah" esagera Liam, imitando la risata cattiva dei cartoni animati e facendole il solletico sul pancino mentre lei ride e si dimena "aiutoooo Waliyhaaaa" grida Safaa chiamando in soccorso la sorella maggiore che subito compare sulla porta con un gran sorriso stampato sulla faccia.
 
"Liam!!" Esclama allegra entrando nella stanza e andandosi a sedere sul letto per abbracciarlo forte.
 
"Che bello vederti!" Dice lei tra le sue braccia forti.
 
"Che bello vedere te! Quanto sei alzata dall'ultima volta che ti ho vista? Sembra passato un secolo!" La saluta allegro Liam sciogliendo l'abbraccio e prendendo invece tra le braccia Safaa che si è intrufolata tra loro.
 
"Credo di essere alzata di qualche centimetro si! E tu invece hai messo su dei bei muscoli!" Scherza lei toccandogli il braccio massiccio stretto intorno alla sorellina più piccola.
 
"Signorine Malik non importunare questo povero ragazzo per favore" Triscia entra nella stanza con aria allegra, "è bello che ci sia qualcuno in questa stanza, è sempre così silenziosa.." Aggiunge poi, una nota di malinconia nella voce.
 
Liam si alza dal letto prendendo in braccio Safaa e scendendo al piano inferiore con il resto della famiglia, la colazione già preparata sul tavolo, si siedono intorno al piccolo tavolo e Safaa non lascia per un secondo Liam rimanendo seduta sulle sue gambe e mangiando a quattro ganasce un muffin ai mirtilli, sporcandosi il nasino che Liam  le pulisce con una mano grande ridendo di gusto, evidentemente di buon umore.
 
"allora Liam quanto ti fermi ancora?" Chiede la più grande facendogli l'occhiolino e beccandosi uno schiaffetto dalla madre.
 
"Riparto questo pomeriggio" sorride Liam, addentando il suo muffin al cioccolato.
 
"Di già?" Chiede Waliyha senza provare a nascondere la delusione.
 
"Si.. devo rientrare a Londra per.. sistemare delle cose" taglia corto Liam senza riuscire a trovare una giustificazione migliore.
 
Finita le colazione le ragazze salgono al piano di sopra a preparai per la scuola e Liam rimane solo con Triscia che gli sorride allegra "dormito bene tesoro?"
 
"Si, molto, la camera di Zayn è rilassante" dice addentando il muffin ancora una volta, "è squisito" commenta con la bocca piena.
 
"Grazie! Sono contenta di vederti sorridente, sei più bello quando ridi!" Dice lei facendolo arrossire, quando il telefono di lei sul tavolo inizia a squillare e la faccia sorridente di Zayn compare sullo schermo illuminato, entrambi fissano il telefono e Triscia lo prende e preme il tasto verde mentre Liam trattiene il respiro come se Zayn potesse percepire la sua presenza.
 
"Ciao amore, come stai?" Chiede lei gioiosa di sentire la voce di suo figlio.
 
"Si, posso parlare.. Si sono sola.." e Liam le mima un grazie sincero con le labbra carnose.
 
"Le Little mix?" Chiede e Liam non riesce a trattenere la smorfia che comprare sulla sua faccia facendo sorridere Triscia.
 
"Barcellona? Ma Zayn dovresti riposarti adesso che hai qualche giorno libero.. Non credo sia una buona idea andare a Barcellona.." Dice rimanendo poi in attesa ad ascoltare mentre Liam tende le orecchie cercando di sentire e Triscia mette in vivavoce lasciando risuonare la voce di Zayn nella stanza.
 
E Liam perde un battito.
 
 
 
"..me l'ha chiesto lei questa volta, non il manager, dice che le farebbe piacere se io la accompagnassi" la voce di Zayn sembra combattuta.
 
"Cosa vorresti che ti dicessi tesoro? Se ti fa piacere accompagnala vai, altrimenti rimani a Londra e prenditi del tempo per te"
 
Silenzio.
 
"Zaynie?"
 
Silenzio.
 
"Non lo so mamma, sarei rimasto a Londra ma non vedo un motivo per farlo, non ho nessun motivo per restare" 
 
"I ragazzi non sono in città?" 
 
"Niall è ancora in Irlanda con Giuls, tornano lunedì prossimo, Harry e Louis passano le giornate come una coppia di ottantenni frustrati e.. basta"
 
"e Liam?"
 
Silenzio. 
 
"Non lo so e non mi interessa mamma, è sparito nel nulla come al suo solito"
 
"Potresti provare a chiamarlo.."
 
"No" 
 
NO.
 
Liam appoggia il resto del muffin nel piatto, gli è passata la fame.
 
"Sei arrabbiato con lui tesoro?"
 
"Secondo te? Si è presentato a casa mia, abbiamo dormito insieme e quando mi sono svegliato era sparito nel nulla" 
 
"E tu hai provato a chiedergli spiegazioni?"
 
"Non ci sono spiegazioni per i suoi comportamenti, fa sempre così, comincio a pensare che si diverta a farmi del male"
 
Triscia sorride compiaciuta a Liam e scuote il capo come a dire che suo figlio non pensa davvero quello che dice.
 
"Prenditi ancora qualche giorno per pensare se accompagnare o no Perrie, deve essere un piacere non un ripiego tesoro, capisco la campagna pubblicitaria ma non puoi continuare a fingere di voler sposare una donna che non ami" Triscia lancia la bomba è rimane in attesa.
 
"Forse lo farò sai mamma? Se non posso avere quello che voglio allora tanto vale che faccio qualcosa di utile per qualcuno"
 
"STRONZATE" sbotta Liam senza riuscire a trattenersi per poi portare immediatamente le mani alla bocca.
 
"Cosa?" Chiede Zayn rendendosi conto che qualcosa non va.
 
"Niente tesoro, è la tv. Aspetta fino a domani, dormici su questa sera e domani a mente lucida decidi se partire o no, va bene?" 
 
"Perrie parte questa sera, quindi devo decidere adesso" 
 
"Va bene, allora pensaci bene, ne va della tua salute Zaynie, non puoi sempre fare le cose per rendere felici gli altri, dovresti pensare un po' a te"
 
"So che hai ragione mamma, ma non voglio rimanere qua a piangermi addosso aspettando una persona che se ne frega di dove sia e con chi"
 
"Stiamo parlando di nuovo di Liam?"
 
"Si"
 
"Credo che tu sia troppo arrabbiato adesso per poter prendere una decisione razionale, fidati di tua madre una buona volta, rimani a Londra ancora un giorno, poi se vorrai raggiungere Perrie a Barcellona potrai farlo."
 
Zayn sbuffa contro la cornetta "si, forse hai ragione, adesso devo lasciarti, ti voglio bene mamma"
 
"Ti voglio bene tesoro"
 
Triscia chiude la conversazione e si rivolge a Liam che tiene la testa tra le mani.
 
"Va a Londra Liam, parla con Zayn e digli quello che provi una volta per tutte, sei venuto qui per avere delle conferme e credo che tu adesso le abbia, io sono con te, la nostra famiglia ti adora, so che per i tuoi non sarà facile accettarlo ma ci riusciranno quando si accorgeranno che è quello che ti rende davvero felice" Liam rimane sorpreso dal quell'ultima affermazione.
 
"Come fai a sapere della mia famiglia?"
 
"Te l'ho spiegato ieri, sono una madre.. e le madri sanno sempre tutto.
 
Sei venuto qui e stavi per vomitare quando dovevi parlarmi di te e Zayn, quindi la cosa ti mette chiaramente a disagio, e per questo immagino che tu non ne abbia mai parlato con una qualche persona che non siano i ragazzi.
 
Non preoccuparti di quello che pensano gli altri, la tua famiglia compresa, metti prima in chiaro le cose con Zayn, tutto il resto poi l'affronterete insieme."
 
Insieme.
 
 
 
 
 
Più tardi Liam saluta Waliyha mentre Safaa non molla la sua gamba.
 
"Resta resta restaaaa"
 
Liam la solleva con un braccio solo tenendola sollevata, i volti alla stessa altezza, le da un bacio sul nasino.
 
"Ti prometto che torno a trovarti presto piccola peste"
 
"Con tato?"
 
Liam non può deludere quella piccola creatura tra le sue braccia così fa quella promessa, a lei, a se stesso e a Zayn.
 
"Torniamo presto, insieme. Te lo prometto" e il sorriso gioioso si allarga ancora una volta sul suo volto fino a raggiungere gli occhi ambrati.
 
 
 
Triscia accompagna Liam alla stazione e si abbracciano a lungo.
 
"Grazie di tutto Triscia, grazie davvero"
 
"Non ringraziarmi tesoro, è stato bello vederti, torna presto a trovarci, e portami mio figlio per favore" 
 
"Lo farò, sempre che non abbia preso un aereo per la Spagna"
 
"Non credo, era solo arrabbiato, Zayn non sopporta le Little Mix!" Scherza lei baciandolo sulle guance e allontanandosi lov saluta con la mano mentre il treno arriva e Liam si ritrova ancora una volta ad osservare la grande scritta sotto la striscia gialla.
 
MIND THE GAP.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Don't leave ***


Niall e Giuls passeggiano mano nella mano lungo la Oxford Street, sono atterrati qualche ora fa a Londra dopo la vacanza in Iralanda e nonostante Niall volesse dormire Giuls l'ha trascinato fuori di forza per una passeggiata serale.
Il loro rapporto è maturato molto negli ultimi mesi, da quando vivevano tutti insieme a casa di Liam non si erano più separati, ed il biondo sembrava aver il potere di far si che il sorriso non sparisse mai dal volto di Giuls.
 
Per tutte le due settimane trascorse con la famiglia Horan Giuls si era sempre sentita a casa, conquistando immediatamente le attenzioni del piccolo Theo che con i suoi immensi occhioni azzurri la guardava curioso mentre  giocava con il ciuffo ribelle di lei e la chiamava tata, e Giuls rideva perché quel bambino le scaldava il cuore con le sue manine minuscole tra i suoi capelli.
 
Greg che spesso era impeganto lasciava volentieri Theo a 'tata Giuls' e zio Niall e tutti e tre insieme passavano il tempo a giocare a memory di fronte al fuoco del grande camino nel salotto con una tazza di cioccolata calda fumante e panna, finché Theo non crollava sfinito con le braccia piccole avvolte intorno al collo di Giuls.
 
Quello era il momento della giornata che Niall preferiva, quando scioglieva con cura la presa delle manine di Theo e dopo averlo preso in braccio lo portava al piano di sopra, nella sua cameretta, Giuls dietro di loro spegneva tutte le luci lasciando solo il grande albero ad illuminare il salotto e parte della scalinata di legno, poggiando le mani sulla schiena di Niall salivano insieme nel buio in silenzio per non svegliarlo. 
 
E poi accadde, in un giorno di sole, quasi come una magia.
 
Giuls stava provando l'abito che avrebbe dovuto indossare alla cerimonia per la vigilia di Natale, in evidente stato di crisi psicofisica continuando a ripetere "non me la sento" "questo mi sta male" "non sono il tipo di persona che può stare davanti ai riflettori" "Oddio amore guarda sembro una principessa" "nonononono" "mi devi un favore per questo signor Niall James Horan" , il tutto sotto lo sguardo divertito del Biondo che appollaiato sulla poltrona del camerino mangiava delle poco salutari patatine alla salsa barbecue, diffondendone l'odore in tutto il negozio.
 
"Tu! Finiscila di appestare tutto il negozio con quella robaccia" l'aveva sgridato Giuls avvolta in un incantevole abito da sera nero lungo fino ai piedi, calzati in un paio di tacchi in tinta con il vestito. 
 
"Sei meravigliosa" aveva biasciato in risposta Niall trangugiando l'ultima manciata di patatine senza staccarle gli occhi di dosso.
 
"Ruffiano" lo disse lei dandogli le spalle per specchiarsi nello specchio, dove un Niall piuttosto interessato al suo fondoschiena le stava scattando una foto rigorosamente senza flash.
 
"Guarda che ti vedo dallo specchio genio" 
 
Niall imposta la foto come salvachermo e le fa una pernacchia.
 
"Molto maturo si" ride lei osservando la sua figura slanciata nello specchio, forse per una sera avrebbe potuto essere anche lei una principessa, per una volta nella vita sarebbe stata al centro dell'attenzione senza sentirsi in imbarazzo, ma solo se al suo fianco ci fosse stato Niall, perché era grazie a lui se era tornata a ridere di gusto, a svegliarsi la mattina e non vedere l'ora di iniziare una nuova giornata, ad addormentarsi la sera senza la paura di svegliarsi nella notte dopo un brutto sogno.
 
Quel biondo irlandese riflesso in quello specchio in piedi dietro di lei con le mani sui suoi fianchi era il sole, il suo sole. 
 
"Davvero ti piace questo vestito?"
 
"Mi piaci tu, con questo vestito"
 
"Scemo"
 
Niall le prende una mano facendole fare una piroetta, la gonna lunga si allarga sospesa a mezz'aria e si riabbassa quando Giuls finisce tra le sue braccia e Niall preme le sue labbra contro quelle morbide di lei in un bacio delicato.
 
"Sei bellissima, e questo vestito è perfetto amore"
 
Giuls affonda il volto nell'incavo del collo del biondo e inspira forte il suo profumo, gli occhi chiusi, cercando di imprimere nel sua mente quel momento per non dimenticarlo mai.
 
"Tu mi rendi felice stupido biondo ossigenato" lo prende in giro, e Niall ride di gusto inclinando la testa all'indietro.
 
"Ti amo" dice, e solo quando sente la sua stessa voce pronunciare quelle parole si rende conto di averlo detto davvero, di provarlo davvero, come mai prima d'ora.
 
"Ti amo anche io" sussurra piano Giuls contro le sue labbra, baciandolo con tutta se stessa, con tutto l'amore che prova per quel ragazzo senza il quale, pensa, non potrebbe vivere mai più.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Ti va un gelato?" chiede Giuls indicando con la mano libera la grande gelateria artigianale.
 
"No.." le risponde Niall pensieroso, una sfumatura di blu intenso negli occhi azzurri.
 
"No??" chiede lei sorpresa, convinta che Niall non avesse capito la domanda, sarebbe stata la prima volta che il biondo rinunciava a qualcosa da mangiare, di dolce per di più.
 
"No.. Non ho fame"
 
"Ok, cosa c'è che non va tesoro?" chiede lei gentile prendendo anche l'altra mano del biondo e guardandolo seria negli occhi.
 
"Niente.. È solo che non ho fame.."
 
"Tu hai sempre fame"
 
"Mi vuoi sposare?"
 
Niall non sorride mentre l'espressione sul suo volto illuminato dalle decorazioni natalizie sopra le loro teste si fa sempre più seria, gli occhi fissi in quelli grandi e verdi di Giuls.
 
Il tempo sembra fermarsi in quell'istante, mentre quelle tre semplici parole risuonano nella testa di Giuls come la più dolce delle melodie, e le sue labbra si allargano ancora una volta in un sorriso mentre Niall le sistema un ciuffo ribelle dietro l'orecchio, in attesa.
 
Oxford street è una delle vie principali del centro di Londra, sempre molto trafficata, specialmente a quell'ora della sera, specialmente nel periodo di natale, eppure quei due ragazzi innamorati sembrano non rendersene conto, avvolti  nella loro bolla, rapiti ognuno dagli occhi dell'altro.
 
Niall non distoglie lo sguardo nemmeno per un istante, ed il più bello dei suoi sorrisi illumina il suo volto quando una lacrima solitaria percorre la guancia arrossata dal freddo di Giuls, e la raccoglie con un dito portandola alla bocca per assaggiarne il sapore.
 
"Sa di sale" afferma, gli occhi a sua volta lucidi per l'emozione, quando Giuls avvolge entrambe le braccia attorno al suo collo e con un piccolo salto avvolge le gambe intorno alla vita di Niall che prontamente la sorregge con entrambe le mani e la stringe forte a se.
 
"È una tattica per distrarmi ed evitare di rispondermi furbetta?" Le chiede ridendo e stringendola forte a sè, una mano dietro la sua testa per sistemarle il cappellino di Lana che le sta per cadere.
 
"Si che voglio sposarti stupido matto d'un irlandese" ride lei sospesa a mezz'aria tra le sue braccia, e si sente leggera come una piuma.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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"La smetti di seguirmi sto lavorando" sbuffa Giuls mentre attesta le salse di pomodoro nello scaffale del supermercato dove lavora e Liam come una ombra non le si scolla di dosso.
 
"Devo parlarti e non posso aspettare, prenditi una pausa" insiste.
 
"Non posso prendermi una pausa adesso Lì, datti pace"
 
"Daidaidai" insiste ancora dandole un pizzicotto sul fianco.
 
Giuls si volta a guardarlo con un sopracciglio inarcato, e difronte al broncio dell'amico alza le mani in segno di resa.
 
"Dieci minuti" dice avviandosi verso l'uscita e prendendo due sigarette dalla tasca dei jeans porgendone una a Liam.
 
"Parla" dice aspirando di gusto.
 
"Sono stato a casa di Zayn, ho parlato con sua madre, lei sa tutto ed è dalla nostra parte, non come i miei, ma questo già lo sai, e qui entri in gioco te, dovrai aiutarmi a parlargliene, loro ti adorano e tu sei più brava con le parole, quindi dopo che avrò parlato con Zayn andremo a cena da i miei, io e te, e sganceremo la bomba, così sarò finalmente libero di stare con lui, una volta per tutte" 
 
"Wow, e quando arriva il momento in cui ci sbarazziamo del cadavere di Perrie?"
 
"Quella parte del piano non è ancora ben definita" scherza Liam con un mezzo sorriso sul volto.
 
Giuls osserva il suo migliore amico e sa che per lui farebbe qualsiasi cosa se solo glie lo chiedesse.
 
"Va bene per la cena, ma non domani, ho un impegno"
 
"Che impegno?"
 
"Sono a cena con mia madre, suo marito e Niall"
 
"Anche tu utilizzi le cene per dare notizie bomba?"
 
Giuls arrossisce vistosamente e questo a Liam non sfugge, la conosce troppo bene.
 
"Oddio divento zio!!!!" quasi urla saltellando sul posto come un idiota.
 
"No deficente"
 
"Oh..e cosa allora?"
 
"Ci sposiamo" 
 
"Voi.. Co-cosa?"
 
"Niall mi ha chiesto di sposarlo ieri sera"
 
"E tu hai detto di si?" Chiede con un tono di voce misto tra l'incredulo e lo stupito.
 
"No ho detto di no, per questo andiamo a dirlo a mia madre.. Certo che ho detto di si Payne!" lo prende in giro lei dandogli uno schiaffetto sulla testa.
 
Liam ci mette qualche secondo per realizzare..
 
"L'ho sempre detto io che Nialler stava un pezzo avanti!" Conclude infine in tono allegro. "Cazzo Giuls ti sposi!! Ti sposi con Niall!!" Ripete come per renderlo reale abbracciandola forte e strofinando il pugno sulla sua testa arruffandole i capelli. 
 
"Ehi vacci piano mister muscolo" dice lei tirandogli un cazzotto su un fianco per liberarsi da quella presa.
 
"Quindi quando Niall me lo dirà dovrò fare la faccia sorpresa?"
 
"Sarebbe carino si! Sono sicura che ci tiene ad essere lui a dirvelo.. I tuoi dieci minuti sono finiti adesso, aggiorniamoci per la cena dai tuoi"
 
"Grazie caccola!"
 
"Ma Zayn in tutto questo che ruolo ha? Mi ha detto Louis che sarebbe partito per Barcellona stasera"
 
A Liam si congela il sangue nelle vene, Zayn avrebbe raggiunto Perrie in Spagna, e questo poteva voler dire soltanto una cosa. 
 
Zayn stava scegliendo la strada più semplice, quella che lo avrebbe allontanato per sempre da Liam.
 
"Sai a che ora parte il suo volo?"
 
"No.. Mi dispiace"
 
Da un bacio sulla fronte a Giuls e scappa via infilandosi il casco e saltando in sella alla Ducati, diretto all'heathrow.
 
Raggiunge l'aeroporto in pochi minuti districandosi tra il traffico londinese, e subito chiama Louis al telefono.
 
"Pronto?" 
 
"Harry mi passi Louis?"
 
"Bene, e tu come stai Liam?"
 
"Per favore è importante"
 
"Louis non c'è, è uscito per accompagnare Zayn al patibol..ehm all'aeroporto"
 
"L'heathrow?"
 
"Si"
 
Liam attacca il telefono in faccia a Harry che rimane a fissare lo schermo del telefono di Louis scuotendo il capo.
 
"Grazie a dio si è svegliato" mugugna tornando a preparare la cena romantica che aveva in programma per Louis quella sera.
 
 
 
Liam scorge la macchina di Louis uscire dal parcheggio dell'aeroporto che non lo vede nonostante si sbracci come un folle per attirare la sua attenzione.
 
Si fionda verso l'ingresso dell'aeroporto e poco dopo viene travolto da una folla di turisti intenti a trascinare valigie pensati quasi quanto il peso nel petto di Liam, e poi lo vede, il cappuccio tirato sulla testa ed una borsa a tracolla nera,mentre consegna il biglietto alla hostess.
 
Liam cerca di farsi spazio tra la folla che non lo lascia passare e "ZAYN!!" grida cercando di attirare la sua attenzione, invano.
 
"Permesso, mi scusi" chiede educato mentre scivola tra i corpi e le valigie ammucchiati nella fila infinita.
 
"ZAYN" grida ancora mentre sta per varcare la soglia e finalmente lo sente.
 
Zayn si volta verso Liam in piedi poco distante da lui mentre una signora gli urla addosso quanto sia maleducato.
 
Rimangono in mobile a fissarsi negli occhi e Liam fa di no con la testa e "non partire" mima con le labbra carnose.
 
"Deve salire sull'aereo, non può restare qui" dice la hostess a Zayn impalato difronte all'ingresso.
 
Alza una mano a mezz'aria e saluta Liam che muove un passo nella sua direzione, il peso sul petto lo schiaccia e vorrebbe stringere quella mano che lo saluta e lenta torna a prendere il suo posto nella tasca dei pantaloni neri di Zayn, che gli volta le spalle e lentente sale a prendere un aereo che lo porterà lontano, lontano da Liam. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Louis rientra a casa poco dopo, una musica leggera invade tutta la casa ed un profumo delizioso lo avvolge non appena varca la soglia, Harry è ai fornelli, indossa una tuta bianca e fa saltare con una mano il contenuto della padella mentre si muove sensuale a ritmo di musica, e Louis non può non godersi quello spettacolo.
 
Entra senza far rumore, raggiungendolo in cucina e poggiando le mani piccole sui suoi fianchi.
 
"Come fai ad essere sempre così sexy Harold.." sussurra contro il suo collo, alzandosi sulle punte.
 
"È una dote di natura tesoro" scherza lui  spingendolo indietro con il bacino.
 
"Lasciami lavorare Tomlinson, questa cena te la ricorderai per tutta la vita" 
A quelle parole un'improvvisa ondata di gelo percorre entrambi, l'azzurro acceso di Louis si fa più cupo, e con sforzo evidente sorride debolmente a Harry che poggia spegne il fuoco e poggia la padella senza più preoccuparsene.
"Vieni qui" dice allargando le braccia per accoglierlo contro il suo petto, dove Louis si abbandona ascoltando il battito del suo cuore, una mano grande di Harry tra i suoi capelli lisci.
"Nessuno ci ruberà più i nostri ricordi tesoro, te lo prometto".
La maglia bianca di Harry si bagna al contatto con le lacrime calde di Louis che cadono incontrollate.
"Certe cose capitano e basta Haz.. E se ti succedesse qualcosa? Io non voglio perderti."
"Non mi perderai" Sussurra tra i suoi capelli.
Lo stomaco di Louis brontola sonoramente facendo ridere Harry.
"Hai fame, bevi un bicchiere di vino e rilassati, ti aspetta una cena con i fiocchi" dice Harry riconquistando un po' del buon umore perduto, porge un il bicchiere a Louis e prende il suo guardandolo negli occhi.
"Ai ricordi che dobbiamo ancora creare" dice facendo sbattere piano il suo bicchiere con quello di Louis, ed un grande sorriso si estende sul suo volto, "a noi".
 
 
Un piatto di spaghetti allo scoglio ed una bottiglia di vino più tardi Harry tira fuori il Twister con le guance arrossate ed i riccioli legati in un codino.
"Ti sfido signor Tomlinson" dice ridendo mentre stende il gioco sul pavimento e guarda malizioso Louis che si morde un labbro e "perderai" dice sicuro di sè togliendosi le scarpe con i piedi e perdendo appena l'equilibrio, facendo ridere Harry.
 
 
"Mano destra sul rosso" legge Louis e Harry esegue.
"Piede sinistro sul giallo" legge Harry e Louis esegue a sua volta. 
"Mano sinistra sul verde" e Harry poggia la mano sul cerchietto verde passando il braccio attorno alla vita di Louis.
"Mano destra sul blu" legge Harry ridendo mentre Louis si allunga per bere un altro sorso di vino dal bicchiere poggiato sul pavimento prima perdere la possibilità di muovere la mano destra poggiandola vicino alla coscia sinistra di Harry.
"Ehi che cos'è questo?" Chiede Louis alludendo all'erezione di Harry che preme contro il suo gomito.
"Questo cosa?" 
"Questo" insiste Louis sfiorandolo senza togliere la mano dal cerchietto blu, deciso a non perdere.
Harry sposta la mano sinistra sul verde finendo sopra di Louis e schioccandogli un bacio sui capelli, "com'è che alla fine sto sempre io dietro?" Lo prende in giro strusciandosi sul suo fondoschiena.
Louis sposa il piede sinistro sul verde piegando la gamba e premendo di più contro l'erezione di Harry.
"Così sei sleale" si lamenta il riccio spostando il piede destro sul blu, da quella posizione riesce a sovrastare Louis che ride divertito e ubriaco.
"Mano sinistra sul pacco di Haz" legge Louis portando all'improvviso una mano sul membro di Harry che per la sorpresa perde l'equilibrio e cade di lato trascinado Louis con se sul pavimento.
"Non vale Tomlinson, sei sleale" ride contro le sue labbra, facendosi spazio con la singua nella sua bocca che subito viene accolta da quella di Louis.
Il sapore di vino rosso è eccitante ed il vino a reso la temperatura dei loro corpi terribilmente calda, ed i baci di Harry sul collo di Louis non sono d'aiuto, proprio no.
"Vuoi la rivincita?" Chiede Louis infilando una mano nei suoi boxer.
"Si.. Ma me la prenderò in un altro modo  la mia rivincita" lo sfida Harry infilando a sua volta una mano nei boxer di Louis, che letteralmente gli strappa la maglietta di dosso e lo stesso fa Harry, entrambi affamati l'uno dell'altro, pronti ad amarsi ancora una volta, distesi sul pavimento del loro appartamento.
"Ti voglio Haz" sussurra Louis contro il suo petto nudo alzando il bacino contro quello di Harry.
"Sono tutto tuo Loueh, devi solo prendermi" dice malizioso Harry mordendosi un labbro e alzandosi di scatto lasciando Louis sul pavimento mentre corre verso il bagno e si fionda sotto la doccia dove viene raggiunto da un Louis completamente ubriaco, le guance rosse e le labbra nere per il vino.
"Sei sexy" Harry lo guarda dall'alto in basso, i riccioli bagnati caduti lungo la fronte.
"Lo so" dice Louis entrando nella doccia   per affondare ancora una volta la lingua vogliosa nella bocca di Harry.
"Ti amo amore mio" sussura Harry stringendolo forte a sè.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 19
*** Una cosa más ***


L'aereo è appena atterrato a Barcellona quando il telefono di Zayn squilla. 
Liam.
 
Zayn osserva lo schermo illuminarsi ripetutamente ogni volta che la chiamata finisce e ne inizia una nuova.
 
Imposta il silenzioso e rimette il telefono in tasca, mentre sale sulla X6 nera con i vetri oscurati che lo sta aspettando. 
 
"Ciao John" Zayn saluta l'autista, con il quale ha parlato al telefono stringendogli la mano, il telefono nella tasca continua a vibrare.
 
"Mercel hotel?" Chiede John alludendo all'hotel dove alloggiano le Little Mix.
 
"No, alloggerò da un amico a Puerta del Sol" spiega Zayn, e Jhon annuendo con il capo si immette nel traffico.
 
Zayn si distende sul sedile posteriore chiudendo gli occhi, infastidito dal telefono che continua a vibrare.
 
Dio quanto è insistente. 
 
"Liam non ho voglia di parlare"
 
"Zayn?" La voce di Perrie giunge chiara dal telefono che tiene all'orecchio con la spalla, le mani intrecciate sul grembo.
 
"Perrie, scusa credevo fosse.."
 
"Liam"
 
"Dove sei?" Cambia discorso Zayn.
 
"Siamo in hotel adesso e più tardi andremo al Mirabe, ci raggiungi li? 
 
"Va bene, ci vediamo più tardi" taglia corto Liam chiudendo la conversazione.
 
Poco dopo raggiungono Puerta del Sol dove Zayn scende e saluta Jhon con una vigorosa stretta di mano.
 
"Grazie amico" 
 
"Divertiti a Barcellona" 
 
Zayn chiude piano la portiera e si incammina lungo la via diretto verso l'appartamento del suo amico d'infanzia Miguel.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Niall e Giuls sono fuori casa della madre di Giuls, il biondo letteralmente aggrappato alla sua mano.
 
"Dai amore non fare il frignone adesso"
 
"Aspetta solo un altro minuto ti prego" la supplica tirandola per la manica del giacchetto.
 
"Siamo qui fuori da dieci minuti, ci sono due gradi e mi sto ibernando"
 
Niall fa il broncio granando gli occhioni azzurri e inclinando appena la testa di lato.
 
"Non funziona biondino, muovi quel culetto a paperotta e andiamo"
 
"Paperotta??" Chiede divertito seguendola all'interno della grande casa  addobbata per le feste natalizie.
 
"Mamma siamo arrivati" li annuncia Giuls attaccando il giacchetto all'attaccapanni dietro la porta.
 
"Hai intenzione di darmi anche il tuo o vuoi tenerlo e tentare la fuga ancora una volta?" lo prende in giro Giuls abbassandogli la lampo del piumino e dandogli un bacio leggero sulle labbra.
 
"Ben arrivati piccioncini!" saluta la madre di Giuls interrompendo quel momento di tenerezza, un gran sorriso sul volto.
 
"Ciao mamma!" Giuls l'abbraccia forte tornando subito dopo a prendere la mano di Niall, che sembra stia per vomitare.
 
"Ciao Niall, che bello vederti!" Lo saluta Mary allegra ed il biondo le sorride contagiato dalla sua euforia.
 
"Mia madre adora il Natale" fa spallucce  Giuls mentre la seguono nel salotto dove una grande tavola apparecchiata straborda di una quantità indefinita di pietanze, e Niall si sente improvvisamente meglio.
 
"Sedetevi pure ragazzi, Giorge ci raggiungerà tra poco".
 
I ragazzi prendono posto vicini al lato sinistro della tavolo mentre Mary si siede di fronte a Niall dal lato opposto.
 
"Che bello avervi tutte e due qui" comincia lei, "devo ringraziarti Niall da quando ci sei tu Giuls sembra aver ritrovato la voglia di vivere" dice lei con spensieratezza facendola arrossire violentemente, Niall stringe più forte la sua mano sotto al tavolo.
 
"Mamma per favore.." si lamenta, certe volte sua madre dovrebbe imparare a tenere la bocca chiusa.
 
George li raggiunge poco dopo, imballato in un grembiule da cucina ed una teglia d'arrosto fumante tra le mani avvolte in un paio di grandi guanti.
 
"Ta dannn!" esclama soddisfatto adagiando il vassoio al centro della tavola, e conquistando all'istante tutta la stima del biondo. 
 
La cena prosegue serenamente, Niall è completamente a suo agio adesso, con Giuls appollaiata sulle sue gambe e le barzellette di George che sembrano estremamente divertenti dopo i vari assaggi di grappe fatte in casa.
 
"Allora tesoro mi avevi detto che dovevi dirmi una cosa importante ieri al telefono, di cosa si tratta?" chiede Mary distrubuendo le tazzine del caffè sulla tavola, Niall completamente dimentico di star parlando con la sua futura suocera quasi schizza dalla sedia facendo sobbalzare Giuls che per tutta risposta gli da un pizzicotto sul braccio che tiene poggiato sulla gamba di lei.
 
"Ahia"
 
"Ragazzi è tutto ok?"
 
"Si" rispondono in coro come due bambini all'asilo di fronte alla maestra, l'aria colpevole come fossero stati beccati a rubare le merenda dalla cartella del compagno di classe.
 
Giuls si schiarisce la gola prima di iniziare a parlare "abbiamodecisodisposarci" dice senza respirare ad una velocità supersonica e Niall scoppia a ridere difronte allo sguardo sbigottito di Mary e George.
 
"Tesoro prendi fiato e dicci questa cosa che fa tanto ridere il tuo ragazzo"
 
"Fidanzato" la corregge Niall abbracciando più stretta Giuls che incastra le manine piccole nelle sue.
 
Mary sembra non capire quando George si alza in piedi e fa il giro della tavola per abbracciare entrambi, il sorriso contagioso stampato sulla faccia.
 
"O mio dio Giuls che notizia meravigliosa!" cantilena euforico come una cheerleader ai playoff strizzandola tra le braccia forti per poi passare a Niall  e "gran bel colpo figliolo" gli dice dandogli die vigorose pacche sulle spalle, ed è in quel momento che Mary realizza che fidanzato, significa futuro sposo, e che la futura moglie sarà sua figlia, la sua bambina, e scoppia in lacrime.
 
"Mamma per favore non piangere" la supplica Giuls abbracciandola forte, inutilmente.
 
"La mia bambina si sposa" continua a ripetere tra il riso è il pianto, mentre tende un braccio e cattura in quell'abbraccio anche Niall stringendolo forte.
 
"È una notizia meravigliosa ragazzi, sono così felice, così emozionata, così.."
 
"Mamma ti prego calmati" la interrompe Giuls sciogliendo l'abbraccio, ed è felice, felice come non lo è mai stata nella vita, o forse come è stata soltanto una volta, quando un piccolo Liam le aveva servito una tazza di cioccolata calda con doppia panna.
 
 
 
 
 
 
 
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Miguel ha dei lunghi capelli scuri acconciati in dreed piccolissimi raccolti in una coda con una fascia arancione, un ampio sorriso sulle labbra carnose e la pelle scura. 
 
"Ciao fratello!" Saluta Zayn battendogli il bugno e dandogli due pacche sulla spalla sinistra, felice di rivedere il suo amico di una vita.
 
"Ciao grande!" Lo saluta altrettanto allegro Zayn.
 
"Vieni andiamo su, avrai bisogno di una doccia immagino.."
 
"..e di una canna delle tue" conclude Zayn facendolo ridere.
 
L'appartamento di Miguel è piccolo, arredato completamente in stile etnico, al centro del piccolo soggiorno un'amaca dei colori della Jamaica, vicino un piccolo tavolino di legno con su una bonga in vetro decorato di verde.
 
"questo è il paradiso amico" esclama Zayn mollando il borsone sul parquet e lasciandosi cadere di peso sull'amaca.
 
"Che programmi hai per la serata?" chiede Miguel stappando con l'accendino due bottiglie di birra e porgendone una a Zayn mentre This is love di Bon Marley risuona dalle casse in tutto l'appartamento.
 
"Devo fare un salto al Mirabe per incontrare Perrie" spiega Zayn sorseggiando la birra, già avvolto dalla cappa di fumo che aleggia nella stanza.
 
"Mirabe, cazzo amico stai messo peggio di quanto pensassi" lo sfotte Miguel passandogli la canna d'erba.
 
"Non parlarmene per favore" dice mentre aspira e sputa il fumo in piccoli cerchi perfetti.
 
"Quanto ti fermi?" 
 
"Non lo so, il tempo necessario"
 
"Il tempo necessario per..?" Miguel lascia la frase in sospeso allungandosi per prendere la canna che Zayn gli sta passando mentre dondola sull'amaca. 
 
"Dimenticare" 
 
"Uhm. Capisco.. Beh puoi fermarti tutto il tempo che vuoi amico. Mi casa ed tu casa!"
 
"Grazie, sei un'amico"
 
"Sono 1000 euro a notte" lo prende in giro Miguel, le borse sotto gli occhi che già cominciano a prendere forma, e Zayn scoppia a ridere. 
 
 
 
 
 
Più tardi uno Zayn completamente ubriaco canta a squarcia gola One Love sul sedile del passeggero della macchina di Miguel, che scuote il capo e ride allegro, felice di essere di nuovo in compagnia del suo amico. 
 
"Siamo arrivati bello" dice quando si fermano di fronte ad un locale chic nel centro di Barcellona.
 
"Come sto?" chiede Zayn cercando di mantenere un'espressione perlomeno presentabile.
 
"Stai male amico, molto male"
 
"Fottiti" risponde secco mentre barcollando per le troppe birre scende dall'auto sbattendo la portiera.
 
 
 
Il locale che si estende su due piani è affollato ed una musica lounge risuona tra le pareti decisamente troppo bianche, e Zayn ha la nausea.
 
Trovare le Little Mix non fu difficile, accerchiate da una folla di fotografi impazziti, pronti a scannarsi per ottenere la copertina di un giornale. 
 
Zayn si dirige al bancone dove ordina una birra, l'ennesima, e l'unica cosa che pensa è che vorrebbe le sue cuffiette in questo momento.
 
Il barista lo riconosce all'istante, servendogli la birra come si trovasse di fronte al papa.
 
"Grazie amico" lo ringrazia Zayn lasciandogli una generosa mancia in cambio suo silenzio, non voleva che una folla di fotografi inbufaliti lo immortalasse in quelle condizioni, anche se sapeva che era una cosa impossibile, prima o poi qualcuno l'avrebbe visto e "ZAYN TESORO!" la voce acuta di Perrie lo raggiunge come una pugnalata tra la folla, scatenando un'ondata di flash nella sua direzione e 'nonononono' pensa mentre Perrie si aggrappa al suo collo baciandolo difronte a tutti.
 
"che bello vederti!" le sorride gioiosa, un grande anello al dito della mano sinistra in bella vista.
 
"Bell'anello è nuovo?" scherza Zayn con aria scontrosa.
 
"Shhhhh!" Fa lei senza smettere di sorridere e ammiccandogli. 
 
"Perché non vieni a salutare le ragazze?"
 
"Preferirei di no, non mi sento molto bene" dice voltando le spalle ai fotografi mentre alza gli occhi al cielo.
 
"Che cos'hai Zayn?"
 
"Niente"
 
"Lo sai che non è niente"
 
"Ti ho detto niente, non insistete"
 
"Si tratta di Liam?"
 
"No"
 
"Si invece"
 
"No Perrie non c'entra Liam"
 
"Cazzate"
 
"Vuoi davvero parlarne qui?" alza la voce Zayn, e Perrie lo prende per mano trascinandolo fuori dal locale.
 
"Credevo fossi venuto qui perchè ti faceva piacere vedermi, dopo la vacanza in Francia con i tuoi, dopo che abbiamo fatto l'amor.."
 
"Per favore falla finita" la interrompe Zayn, rabbrividendo a quel pensiero.
 
Perrie rimane in silenzio, nessuna lacrima solca il suo volto, orgogliosa fino all'ultimo cerca di non mostrare quanto sia ferita.
 
"Che cosa è cambiato dall'ultima volta Zay? Siamo stati bene.. io.. sono stata bene.. con te"
 
Zayn non riesce a guardarla negli occhi, e vorrebbe soltanto andarsene via da solo, lontano da tutta quella gente.
 
"Mi dispiace" dice, continuando a guardare un punto indefinito difronte a se, "non volevo ferirti, sono nervoso, non sarei dovuto venire qui stasera"
 
Perrie si avvicina cercando il suo abbraccio, la testa poggiata sul suo petto, Zayn passa una mano tra i suoi capelli e le da un bacio leggero sulla fronte.
 
"Torna dentro e divertiti, noi ci vediamo domani, ve bene?" le chiede guardandola negli occhi, lei annuisce seria con il capo e "va bene" dice soltanto, senza riuscire a nascondere la delusione, prima di raggiungere le altre nel locale.
 
 
 
Zayn si allontana passeggiando con le mani in tasca, vestito completamente di nero, i pantaloni strappati sulle ginocchia nonostante il freddo, il giacchetto di pelle aperto sul dolcevita attillato.
 
Compra una birra da un venditore ambulante e si accende una sigaretta, quando il cellulare nella tasca dei pantaloni inizia a vibrare.
 
"Tommo" 
 
"Pare che #Zarryinbarcelona sia già tendenza mondiale"
 
"Ah si?" chiede annoiato aspirando una lunga boccata dalla Malboro che tiene tra il pollice e l'indice.
 
"Dove sei?" chiede Louis mettendo in vivavoce per far sentire anche a Harry la conversazione che legge sdraiato con la testa sulle sue gambe.
 
"Non lo so, sto passeggiando. Ciao Harry" aggiunge poi quando sente l'eco della sua voce accorgendosi del vivavoce.
 
"Ciao" saluta Harry continuando a leggere, tenendo una pagina sollevata con l'indice lungo.
 
"Stai passeggiando da solo?" si informa  Louis.
 
"Si.. non ho voglia di vedere nessuno, penso che mi fermerò qui qualche giorno"
 
"Stai bene Zay?" 
 
"No"
 
"Posso fare qualcosa?"
 
"No"
 
Posso prendere un aereo ed essere da te domani"
 
"No Lou non servirebbe a niente, voglio stare solo e cercare di rimettere insieme i pezzi"
 
"So che è venuto all'aeroporto"
 
"Si.."
 
"E?"
 
"E niente. Arriva sempre troppo tardi"
 
Harry scuote il capo e chiude il libro alzandosi per prendere il succo d'ananas nel frigo, mentre Louis lo segue con lo sguardo.
 
"Prenditi il tempo che ti serve Zay, ma se stai scappando sai benissimo che non serve a niente, i tuoi sentimenti ti seguiranno ovunque, non importa quanto andrai lontano"
 
"Non ho voglia di parlarne adesso, non ho neanche voglia di pensarci, vorrei solo che mi lasciasse in pace"
 
Louis rimane in silenzio, sa che non ha finito di parlare, così aspetta paziente togliendo il vivavoce, e dopo qualche istante di silenzio il respiro spezzato dai singhiozzi di Zayn lo fa rabbrividire nonostante i km che li separano, e a Louis si spezza il cuore.
 
Sentirlo piangere e non poterlo abbracciare lo distrugge, sono anni che Zayn vive in balia delle azioni di Liam, incapace di reagire, di liberarsi da quell'amore che lo divora.
 
Continua a camminare Zayn mentre piange senza preoccuparsi di asciugarsi le lacrime, il telefono stretto nella mano destra, dall'altra parte Louis in silenzio ascolta i singhiozzi del suo migliore amico, prende un respiro profondo prima di cantare quasi in un sussurro "Loving can hurt, Loving che hurt sometimes but is the only thing that I know, when it gets hard, you know it can get hard sometimes, it's the only thing that make us feel alive".
 
Zayn sorride debolmente al suono melodioso della voce di Louis e "ti voglio bene Lou" dice sincero prima di chiudere la conversazione e salire su taxi per diretto a Puerta del Sol.
 
 
 
 
 
 
 
La mattina seguente Zayn si sveglia nel primo pomeriggio, Jamin risuona nel piccola appartamento, Miguel deve essere a casa.
 
Si è addormentato vestito la sera prima, le scarpe ancora ai piedi, il cellulare scarico nella tasca dei pantaloni.
 
"Miguel sei in casa?" chiede dirigendosi in cucina mentre strofina i capelli con le mani.
 
"Buenos dìas!!" lo saluta allegro Miguel, intento a preparare un piatto di paella ai frutti di mare.
 
"Buongiorno a te! Vado a farmi una doccia e ti raggiungo" dice tornando verso la camera e "che profumino!" aggiunge scomparendo nella stanza, 
 
mette il telefono in carica prima di infilarsi sotto la doccia, ci sono dieci chiamate perse di Perrie ed un messaggio, di Liam.
 
Compone il numero di Perrie che risponde quasi subito.
 
"Zayn finalmente, mi stavo preoccupando!"
 
"Ho dormito più del previsto, mi dispiace, mi faccio una doccia e ti raggiungo all'hotel"
 
"Va bene, a dopo"
 
"A dopo" .
 
Zayn chiude la conversazione e fissa il nome di Liam sullo schermo senza aprire il messaggio, che invece cancella.
 
 
 
 
 
Il Mercel Hotel si erge nel centro di Barcellona, frequentato per lo più da personaggi dello spettacolo, e Zayn lo odia.
 
Questo è uno di quei momenti in cui si chiede come uno come lui possa essersi ritrovato ad essere uno dei personaggi pubblici più ricercato, il suo carattere riservato rende tutto tremendamente complicato, avrebbe voluto diventare invisibile certe volte, camminare tra la gente senza il timore costante di sentir gridare il suo nome, e come sempre si sente un ingrato, sa bene quanto sia fortunato, quante persone vorrebbero essere al suo posto e non si lamenterebbero di certo, e si sente sbagliato. E solo.
 
Si avvicina al bancone elegante dove un concierge che parla inglese con un forte accento spagnolo gli indica la camera di Perrie.
 
Bussa piano alla porta e una parte di lui quasi spera che nessuno venga ad aprire, invece una splendida Perrie vestita con una tuta blu che mette in risalto le sue forme morbide lo saluta sorridente.
 
"Vieni entra" dice scostandosi dall'ingresso per farlo entrare.
 
"Che stai facendo?"
 
"Niente stavo mettendo lo smalto mentre ti aspettavo"
 
"Ah.." Commenta solo Zayn sedendosi accanto a lei sul grande divano al centro della suite, l'anello poggiato sul tavolo di vetro attira la sua attenzione, lo prende tra le mani osservandolo attentamente.
 
"È un bell'anello, ti piace?" le chiede rigirandolo tra le dita.
 
"È molto bello, per quello che vale.." fa spallucce lei.
 
"Non vorresti che a regalarti un'anello fossi stato davvero io? Magari in ginocchio, guardandoti negli occhi, dicendoti parole romantiche.." le chiede guardandola negli occhi mentre stringe il cerchietto d'oro bianco nel pugno. 
 
"Si Zay, l'avrei voluto.. Avrei voluto tante cose, tante cose che tu non potrai mai darmi.."
 
Zayn si poggia con la schiena contro lo schienale del divano, sprofondando nella stoffa morbida.
 
"Perché hai fatto l'amore con me Zayn? Nessuno ci vede quando siamo solo io te, non dovevi recitare la parte del fidanzato perfetto, non capisco" 
 
"Volevo provarci, volevo capire se poteva funzionare, volevo emozionarmi e perdermi con te. Lo volevo davvero, smettere di fingere ed imparare ad amarti" dice Zayn tenendo gli occhi chiusi.
 
Perrie si avvicina a Zayn prendendogli la mano stretta a pugno dove stringe l'anello che poggia sul tavolo prima di sedersi sulle sue gambe e dargli un bacio delicato sulle labbra, Zayn continua a tenere gli occhi chiusi, portando le mani dietro la schiena di Perrie che torna a premere con le sue labbra contro quelle di Zayn sotto di lei, facendosi spazio con la lingua nella sua bocca, oscillando sensuale con il bacino.
 
Zayn risponde al bacio, con una mano le sgancia il reggiseno, mentre lei gli libera il bottone dei jeans mordendogli un labbro, e Zayn vede Liam e "Non posso" dice all'improvviso scostando le sue labbra da quelle di lei.
 
"Non posso farlo, non ci riesco" dice ancora riagganciando il bottone dei pantaloni mentre lei torna a sedersi accanto a lui sul divano senza capire cosa stia succedendo.
 
"Cosa c'è che non va Zayn.. per favore dimmelo" lo implora mentre lui raccatta le sue cose e si avvicina alla porta.
 
"Avrei davvero voluto innamorarmi di te, tu sei meravigliosa e sono sicuro che qualunque uomo sarebbe felice di essere qui con te, ma non io. 
 
Tu meriti qualcuno che ti ami, qualcuno che ti dedichi tutto se stesso, tutto il suo cuore, ed io non sono quella persona, non posso darti il mio cuore, perché qualcun altro se l'è preso molto tempo fa, ed io non riesco più a riprendermelo.
 
C'ho provato in tutti i modi, sarebbe tutto più semplice con te, ma non posso farlo, non posso fingere d'amarti" dice Zayn con la mano sulla maniglia della porta, sinceramente dispiaciuto, perché avrebbe voluto davvero riprendersi il suo cuore, ricomporne i pezzi ed andare avanti con quella ragazza che qualcuno aveva scelto per lui, ma che infondo no, non era per niente male. 
 
Chiude piano la porta alle sue spalle, lasciando Perrie in piedi nella stanza vuota, incapace di reagire a quelle parole, consapevole che Zayn ha appena messo un punto alla loro 'cosa', qualunque essa fosse. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
------
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La pattuglia della polizia sta facendo l'ultimo giro nella zona industriale vicino all'aeroporto, deserta a quell'ora della notte, quando uno dei due agenti nota una grande auto nera abbandonata al bordo strada, si avvicinano all'auto per controllare che sia tutto apposto ma non c'è nessuno al posto di guida.
 
Le portiere sono aperte, un vago sentore di alcol aleggia nell'abitacolo dell'auto, apparentemente abbandonata.
 
"Corrisponde alla descrizione?" 
 
"Si, il primo numero della targa corrisponde"
 
"Chiama il comandante, forse questa volta è quella giusta".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 20
*** What if... ***


I remember going back to the place we use to lay
but I Keep losing track and now the days they all turn black
and our dreams all start to fade
but there is no turning back
 
 
 
 
 
 
 
Quella notte gli agenti della scientifica della polizia di Londra della Wood street sono impegnati ad analizzare le impronte digitali ritrovate all'interno dell'auto nera localizzata qualche ora fa vicino all'aeroporto.
Il comandante Taylor passeggia nervoso avanti e indietro lungo il corridoio mentre compone il numero con le dita tozze sul cellulare e attende impaziente una risposta che invece non arriva.
 
È notte fonda, probabilmente il ragazzo sta dormendo, avrebbe lasiato un messaggio in segreteria.
 
Preme ancora una volta il tasto verde, e dopo il consueto bip della segreteria si schiarisce sonoramente la gola e "Ciao Figliolo, sono il comandante Taylor, due agenti questa notte hanno ritrovato una macchina che corrisponde perfettamente alla tua descrizione, la stiamo analizzando al momento, riproverò a chiamarti più tardi." 
 
Paul preme il tasto rosso mentre viene raggiunto da un'agente della scientifica imballato in una tuta bianca e dei guanti sottili alle mani.
 
"Comandante abbiamo analizzato le impronte digitali"
 
"Bene, ottimo lavoro ragazzi, il nome?"
 
"Credo che dovremmo parlarne in privato.." un'espressione poco confortevole si forma sul volto dell'agente.
 
"Mi segua" dice soltanto Paul incamminandosi verso il suo ufficio in fondo al corridoio.
 
Paul prende posto sulla poltrona di pelle nera dietro la scrivania facendo segno all'agente di accomodarsi.
 
"Allora Kevin, di cosa si tratta?"
 
Kevin dispone le carte sulla scrivania, ci sono foto della BMW nera vecchio modello, della targa, dei pneumatici e delle tracce ritrovate sulla strada la notte dell'incidente, infine la scheda anagrafica del possessore delle impronte digitali.
 
Kevin la spinge verso Paul che rimane a guardarla senza capire.
 
"Questo non è possibile, il ragazzo era in ospedale la notte dell'incidente, non avrebbe avuto il tempo di far sparire la macchina e raggiungere gli altri" dice scuotendo il capo mentre osserva la foto incredulo.
 
"La targa risulta intestata ad un certo Jawaad Malik, che a quanto pare è lo zio del ragazzo, aveva lui la macchina in quel periodo"
 
Paul rimane in silenzio cercando di ricomporre gli eventi mentalmente.
 
"L'incidente è avvenuto intorno alle cinque del mattino, Liam Payne è stato l'ultimo a raggiungerli, mentre Niall Horan e Zayn Malik erano già all'ospedale, Harry Styles era con Louis al momento dell'incidente ed è stato lui ad avvisare i compagni, quando Niall lo ha chiamato circa un'ora dopo" ragiona a voce alta.
 
"Se alla guida dell'auto ci fosse stato Zayn Malik avrebbe avuto un'ora di tempo per riportare la macchina a casa e presentarsi in ospedale, mi segui?"
 
"Si comandante, la seguo. La casa di Zayn Malik non dista molto dall'ospedale, prendendo la metropolitana avrebbe potuto farcela anche con soli quaranta minuti dal momento dell'incidente" spiega l'agente.
 
"Ho bisogno di parlare con i ragazzi, tutti quanti, nessuna eccezione" 
 
"Certo, vado a comunicare alla squadra che possono andarsene a riposare, hanno lavorato tutta la notte"
 
"Grazie Kevin, e mi raccomando, massima discrezione, la notizia non deve trapelare, non abbiamo a che fare
 
con cinque ragazzi qualsiasi".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Louis dorme beato con la testa poggiata sul petto di Harry che lo avvolge con un braccio intorno alle spalle, quando viene svegliato dal costante vibrare del telefono sul comodino.
 
Con un occhio ancora chiuso si sporge oltre il petto di Harry tendendo la mano per raggiungere il telefono.
 
Cinque chiamate perse dall'agente Taylor, rimane qualche secondo a fissare lo schermo intontito dal sonno, ascoltando il messaggio in segreteria.
 
 
 
'Hanno ritrovato una macchina che corrisponde perfettamente alla descrizione' 
 
 
 
 
 
Quelle parole risuonano nella sua testa per un tempo che pare infinito finchè una mano grande non si intrufola tra i suoi capelli scompigliati.
 
"Che cosa stai facendo Loueh?" Chiede Harry strizzando gli occhi nel buio, il volto impietrito di Louis illuminato dallo schermo del cellulare che stringe nella mano destra.
 
Harry si solleva avvicinando il suo volto a quello di Louis che pare pietrificato in un'espressione indecifrabile.
 
"Loueh?" Harry cerca di richiamare la sua attenzione.
 
"La macchina..hanno trovato la macchina" Harry non capisce finché non vede il nome di Taylor lampeggiare ancora una volta sul telefono che Louis stringe nella mano, senza rispondere.
 
Harry lo prende e subito risponde, improvvisamente sveglio. 
 
"Agente Taylor" saluta cordiale.
 
"Ciao Harry, non so se hai-"
 
"Si abbiamo sentito il messaggio" taglia corto Harry impaziente.
 
"Bene. Ho bisogno che tu e gli altri ragazzi vi presentiate alle centrale domani mattina, ci sono delle novità"
 
"Possiamo venire adesso se necessario"
 
"No figliolo, meglio affrontare le cose con calma alla luce del sole, puoi avvisare tu gli altri?"
 
"Si certo, manca Zayn però, si trova a Barcellona e non so quando rientrerà"
 
"Barcellona?"
 
"Si.."
 
"Non importa venite tu e gli altri tre, contatterò io stesso Malik"
 
"A domani".
 
Harry chiude la conversazione ed il cuore gli scoppia nel petto, aspettava quella telefonata da così tanto che incominciava a credere che non sarebbe più arrivata.
 
Abbraccia forte Louis che non ha ancora aperto bocca, lo sguardo perso nel vuoto, sconvolto.
 
Non aveva mai creduto che quel momento sarebbe arrivato, non aveva mai immaginato di poter dare un volto alla persona che l'aveva quasi ucciso, che gli aveva portato via il ricordo più importante, che aveva distrutto il giorno in cui avrebbe dovuto sposare l'uomo che ama, lo stesso uomo che lo sta stringendo forte a sè adesso, cullandolo dolcemente.
 
Aveva accettato l'idea di non poterlo scoprire mai, dando semplicemente la colpa al destino.
 
"Non so se voglio saperlo Haz.. non so se voglio dare un volto alla persona che mi ha rovinato la vita.." sussura contro il suo petto.
 
Harry accarezza piano i suoi capelli premendo le labbra contro la sua fronte, senza allentare l'abbraccio.
 
"Dobbiamo saperlo tesoro, io voglio saperlo, voglio guardarlo negli occhi, voglio poter prendermela con qualcuno per quello che ci hanno fatto" 
 
"Io non voglio odiare nessuno.."
 
Harry lo culla piano, stendendosi e portando Louis con sè, ancora avvolto tra le sue braccia.
 
"Non dovrai odiarlo, e non lo farò neanche io va bene?" 
 
Louis si aggrappa con le mani piccole alla maglia leggera di Harry scosso da un brivido. Ha paura.
 
"Volevo solo dimenticare e andare avanti, non me la sento di affrontare questa situazione, non ce la faccio"
 
"Ci sono io con te, ce la faremo insieme" lo incoraggia Harry stringendolo di più tra le sue braccia,
 
Louis rimane in silenzio con gli occhi chiusi, la mano adagiata sul ventre piatto di Harry che si alza e si abbassa lentamente, cerca di calmarsi adeguando il proprio respiro al suo.
 
Da quella posizione, con la testa sul petto di Harry, riesce a sentire chiaramente il battito del suo cuore che sembra rimbombare nel silenzio, sospira forte cercando di scacciare quella sensazione spiacevole che lo opprime, ed Harry lo stringe ancora più forte a sè,  giocherellando con i suoi capelli finché non percepisce il suo respiro farsi più pesante, di nuovo addormentato.
 
Harry rimane immobile per non svegliare Louis e continua a stringerlo tra le braccia, senza mai cadere nel sonno, completamente vigile.
 
L'immagine di una macchina nera che sfreccia a tutta velocità e colpisce in pieno Louis con un tonfo assordante per poi sfrecciare via continua a riproporsi nella sua mente, provocandogli una fitta dolorosa allo stomaco, e d'istinto affonda il volto tra i capelli di Louis inspirando il suo profumo, come per accertarsi che sia li, tra le sue braccia.
 
Sa che ha promesso ha Louis che non avrebbe odiato, e non vuole farlo, ma il desiderio di sfogare tutta la sua rabbia contro qualcuno lo fa sentire bene, provocandogli una scarica d'adrenalina. 
 
Avrebbe potuto finalmente liberarsi del peso che l'ha oppresso per mesi, di tutte le notti passate accanto al letto di Louis incosciente, pregando di vedere i suoi occhi aprirsi. 
 
 
 
 
 
 
 
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Quando Louis si sveglia ancora tra le braccia di Harry si sporge per controllare l'ora dall'orologio sul comodino, sono le 8 del mattino, ed Harry non ha più chiuso occhio. 
 
"Buongiorno tesoro" dice sollevandosi e puntando i gomiti sul letto per guardarlo negli occhi.
 
"Buongiorno Loueh"
 
"Non hai più dormito?"
 
"Un pochino, ho sentito Niall e Liam, ci troviamo fuori dalla centrale tra un'ora, va bene?"
 
Louis fa cenno di sì con il capo, e no, pensa, avrebbe voluto fosse stato solo un brutto sogno. 
 
 
 
Niall e Liam stanno aspettando fuori dalla centrale discutendo entrambi con aria preoccupata, ipotizzando su quale potesse essere l'argomento di quella convocazione.
 
"Sono passati così tanti mesi che credevo non avrebbero mai scoperto nulla" dice Niall sbadigliando, poggiato al muro con la schiena, una gamba piegata dietro, le mani nelle tasche strette degli skinny.
 
Liam cammina avanti e indietro senza tregua, una sensazione di negatività che non riesce a scrollarsi di dosso.
 
"Zayn dovrebbe essere qui" dice soltanto senza rispondere alla domanda di Niall, quando vengono raggiunti dagli altri, un braccio di Harry attorno alle spalle di Louis che stringe la sua mano. 
 
"Ciao ragazzi" saluta Louis accennando un sorriso.
 
"Andiamo dentro, l'agente Taylor ci sta aspettando" dice Harry, entrando con Louis nella struttura seguito da un Niall assonnanto ed un sempre più agitato Liam. 
 
L'ufficio del comandante è piccolo e poco illuminato, una sola sedia è posizionata di fronte alla scrivania.
 
"Buongiorno ragazzi, avrò bisogno di parlare con ognuno di voi singolarmente, tranne Harry e Louis che possono entrare insieme" spiega invitando ad entrare i due ragazzi per primi. 
 
Harry lascia che sia Louis ad accomodarsi sull'unica sedia e rimane in piedi poggiando le mani sulle sue spalle,  lo sguardo fisso sul Paul che prende posto sulla sua poltrona.
 
"Grazie per essere qui ragazzi, quello che devo dirvi è piuttosto complicato, ma cercherò di essere il più chiaro possibile" dice, per poi schiarirsi la gola ed aprire la cartellina poggiata sulla scrivania.
 
"La macchina che abbiamo trovato, come già vi ho accennato al telefono, corrisponde alla descrizione, le prime lettere che Harry ha confermato di ricordare sono le stesse, la targa per intero è EA170KL" spiega mostrando ai ragazzi la foto della targa, "Inoltre i pneumatici corrispondono alle tracce trovate sul luogo dell'incidente, quindi possiamo stabilire con certezza che la macchina è la stessa" conclude, osservando le reazioni dei ragazzi.
 
Harry carezza dolcemente la guancia di Louis, aggrappato alla sedia con entrambe le mani, teso come la corda di un violino.
 
"La parte complicata arriva adesso" riprende a parlare Paul serio.
 
"In seguito ad una prima indagine di routine siamo risaliti all'intestatario della targa, un certo Jawaad Malik" dice, e fa una pausa, lasciando ai ragazzi il tempo di metabolizzare l'informazione.
 
"Malik?" Chiede Louis convinto di non aver capito.
 
"Esattamente, lo zio di Zayn Malik" 
 
"Zayn?" Chiede questa volta Harry senza capire.
 
"All'interno dell'auto abbiamo rilevato delle impronte digitali, che corrispondo a quelle di Zayn, ed abbiamo scoperto che l'auto ce l'aveva proprio Zayn in quei giorni, doveva venderla per conto di suo zio" spiega Paul, di fronte a lui Harry e Louis continuano a scuotere la testa contemporaneamente ed entrambi portano una mano alla fronte per scostare un ciuffo ribelle.
 
"Sappiamo che Zayn doveva vendere la macchina di suo zio, l'ha tenuta per mesi finché non l'ha venduta ad un tizio, un certo Mike mi pare, la settimana scorsa" spiega Louis, come se questo sistemasse ogni cosa.
 
"Bene, e avevate mai visto la macchina in questione?" 
 
"No.. mai. Ma questo cosa c'entra?" chiede ancora Louis, Harry in piedi dietro di lui tiene le braccia incrociate sul petto, mentre elabora le informazioni ricevute negli ultimi minuti.
 
Zayn deve vendere la macchina di suo zio, la tiene in vendita per mesi e quando Josh si offre per comprarla Zayn trova una scusa per rifiutare, il giorno dopo se ne libera vendendola ad un tizio qualunque che, come lui stesso l'ha descritto, pare poco affidabile. 
 
Poco dopo parte per Barcellona senza un apparente motivo e la notte stessa viene ritrovata l'auto abbandonata vicino all'aeroporto.
 
Continua a ripetere mentalmente tutti i passaggi, ed un'idea comincia a farsi spazio nella sua mente.
 
"Sta cercando di dirci che c'era Zayn alla guida dell'auto quella notte? È come è possibile che sia arrivato in ospedale solo poco dopo Niall?" Chiede Harry all'improvviso, la voce roca per essere stato in silenzio a lungo. 
 
"Non sto affermando niente del genere ragazzi, sto soltanto esaminando i fatti. Come vi ho già detto la squadra della sentifica ha esaminato le impronte digitali all'interno dell'auto, ed appartengono a Malik. Detto questo vi ripeto che nessuno verrà incolpato finché non analizzeremo l'intero quadro generale, ma dobbiamo necessariamente parlare con Malik, ed il fatto che abbia lasciato il paese il giorno prima in cui è stata ritrovata l'auto non può che destare sospetti, inoltre la busta di erba nascosta nel cruscotto è un'aggravante. È necessario che il ragazzo ritorni nel Regno Unito al più presto." Conclude Paul con un tono che non ammette repliche. 
 
 
 
 
 
Harry e Louis rimangono in silenzio per qualche minuto, cecando di elaborare tutte le informazioni ricevute, mentre Paul li lascia soli nella stanza. 
 
"STRONZATE!" sbotta Louis non appena Paul chiude la porta alle sue spalle.
 
"Sono tutte delle grandissime stronzate, te l'avevo detto che non era una buona idea venire qui oggi Harry, te l'avevo detto cazzo!" dice facendo cadere la sedia quando si alza di scatto per iniziare a camminare avanti e indietro nella stanza.
 
"È ridicolo! Zayn! Zayn che quasi mi uccide e poi magicamente comparire in ospedale! Sono stronzate Harry! Vogliono dare la colpa a qualcuno perché non riescono a trovare una soluzione e se la prendono con il primo che gli capita sotto tiro!" dice voltandosi a guardare Harry quando non sente un suo commento di assenso.
 
"Perché non dici niente?" chiede trafiggendolo con una delle sue occhiate glaciali, le labbra serrate in una linea rigida, facendolo rabbrividire.
 
Harry abbassa il capo incapace di sostenere quello sguardo infuriato, fissandosi le punte degli stivaletti.
 
"DI QUALCOSA HARRY!" grida Louis piazzandoglisi davanti, ma Harry non da cenni di voler spiccicare parola.
 
"Bene, bravo. Stattene qui muto in un angolo mentre accusano il MIO MIGLIORE AMICO DI AVERMI QUASI UCCISO!" grida con tutto il fiato che ha in gola, battendo i pugni sul petto grande di Harry che incassa i colpi senza reagire.
 
"DI QUALCOSA HARRY DI CHE NON È VERO DILLO!" Continua a gridare tutto d'un fiato senza smettere di colpirlo, e Harry racchiude quelle mani piccole strette a pugno nelle sue, bloccandole sul suo petto, all'altezza del cuore.
 
"LASCIAMI ANDARE! HARRY LASCIAMIIII!" grida ancora, la voce incrinata dal pianto che cerca di reprimere, ma Harry non lascia le sue mani, cercando il suo sguardo. 
 
"Non posso dirti quello che vuoi sentirti dire, aspettiamo di parlare con Zayn, sono sicuro che c'é una spiegazione a tutto questo" dice Harry calmo, fissandolo dritto negli occhi.
 
Louis strattona forte le mani cogliendo di sorpresa Harry e riuscendo a liberarsi dalla sua stretta, a passo svelto raggiunge la porta che apre con foga.
 
"NON C'È NIENTE DA CAPIRE HARRY! NIENTE!" grida ancora una volta sbattendo con tutta la sua forza la porta dell'ufficio e ritrovandosi di fronte le facce confuse di Niall e Liam. 
 
"COSA AVETE DA GUARDATE VOI DUE!" gli sputa in faccia Louis spingendo via Niall con entrambe le mani, facendolo retrocedere di qualche passo, per poi sparire fuori dalla centrale di polizia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 21
*** Liam James Payne ***


Nome?
Liam James Payne.
Nato il?
29/08/1993.
Nato a?
Walverhapton, West Midlands.
Professione?
 
Cantante.
 
 
 
Liam risponde alle domande basilari dell'agente seduto difronte a lui come un'automa, un'ombra scura rabbuia gli occhi nocciola incorniciati da un paio di folte sopracciglia corrucciate, piccole linee si formano sulla fronte aggrottata, mentre continua a mordersi l'interno del labbro inferiore.
 
L'evidente stato di ansia non sfugge al comandante Taylor in piedi dietro la scrivania, mentre l'agente completa la scheda anagrafica ed esce dalla stanza lasciandoli soli. 
 
"Sei nervoso ragazzo?" chiede il comandante mettendosi comodo sulla sua poltrona.
 
"Sono preoccupato" risponde secco Liam, osservando la cravatta nera di Paul.
 
"Sei preoccupato per Zayn?"
 
"Sono preoccupato per Louis"
 
"Louis?"
 
"Si, per lui non dev'essere facile tornare a parlare di quello che è accaduto quella  notte, lui e Harry hanno faticato molto per riuscire a superare la...la cosa.. e adesso questa notizia l'ha mandato fuori di testa, Zayn è il suo migliore amico, suo fratello.."
 
"Capisco, ma era necessario informarlo, dovrà trovare la forza di affrontare anche questo. E tu? Non sei preoccupato per Zayn invece?"
 
"Si, ma non per questa accusa assurda, sono sicuro che non è quello che sembra. Zayn era in ospedale quando sono arrivato, era lì con Niall, ed era distrutto, forse più di tutti noi"
 
"A volte il senso di colpa ci distrugge"
 
"Senso di colpa?" Liam sbotta in una risata senza calore quando coglie il senso di quell'affermazione.
 
"Zayn non è il tipo di persona che commette un errore e poi scappa, Zayn sa assumersi le proprie risponsabilità. Se anche fosse stato lui alla guida dell'auto si sarebbe fermato per prestare soccorso, ne sono certo." afferma Liam sicuro di sè, con un tono che non ammette repliche.
 
"Anche se fosse stato sotto effetto di stupefacenti? Abbiamo ritrovato dell'erba all'interno dell'auto"
 
Liam scuote il capo rimanendo in silenzio, non può controbattere, sa che quello è un tasto dolente.
 
"Non è un mistero che Zayn fumi qualche spinello ogni tanto, come la maggior parte dei ragazzi della sua età" dice soltanto.
 
"Ma Zayn non è come la maggior parte dei ragazzi della sua età figliolo, è un personaggio pubblico, le sue azioni si ripercuotono su quelle di migliaia di giovani adolescenti che lo prendono come esempio, inoltre dopo il video che è stato diffuso in rete, non può permettersi di farsi beccare ancora una volta, specialmente alla guida, specialmente dopo aver travolto un passante, il fatto che questo fosse proprio il suo migliore amico è una coincidenza, è possibile che non l'abbia neanche riconosciuto al momento dell'impatto, ma di certo se ne è reso conto dopo, quando ha saputo che Tomlison era in co-"
 
"So cosa sta cercando di fare" lo interrompe bruscamente Liam, rifiutandosi di ascoltare oltre.
 
"Mi pareva di aver capito che non avrebbe incolpato nessuno finché non avesse avuto la certezza assoluta, eppure lo sta facendo"
 
"Sto solo cercando di analizzare i fatti, dimmi piuttosto, a che ore hai ricevuto la telefonata di Niall?"
 
Liam cerca di sbollire la rabbia che sente crescere all'altezza dello stomaco,  sopira forte prima di riprendere a parlare.
 
"Erano circa le sei e venti del mattino, ero sotto la doccia quando Niall mi ha chiamato, ero.. in ritardo come al solito.. " dice, ed ancora una volta non può non pensare che forse, se fosse arrivato in tempo, sarebbe andata diversamente.
 
Forse avrebbe visto quella macchina in tempo, avrebbe potuto allungare un braccio e fermare Louis prima che facesse quel passo di troppo.
 
Un brivido percorre tutto il suo corpo, fa ancora un altro grande respiro prima di riprendere a parlare.
 
"Niall mi ha detto di essere in ospedale, non ricordo se mi abbia confermato la presenza di Zayn, ma so che era già li, io sono stato l'ultimo ad arrivare, circa venti minuti dopo la telefonata.
 
Presi un taxi, ma quando arrivammo all'altezza della Sussex Street la strada era bloccata a causa dell'incidente, così sono sceso ed ho preseguito a piedi, ho corso per qualche isolato fino ad arrivare all'ospedale dove un medico mi ha accompagnato dagli altri, e Zayn era lì".
 
Paul annota su un foglio le informazioni più importanti mentre ascolta il racconto di Liam, che continua a parlare con lo guardo perso nel vuoto, come se invece che nell'ufficio della polizia fosse di nuovo in quella stanza d'ospedale.
 
"Quando sono arrivato Harry era distrutto, aveva le pupille dilatate.. non avevo mai visto i suoi occhi così scuri.. era bianco in volto e se ne stava sdraiato a terra, in silenzio.
 
Niall era sdraiato accanto a lui sul pavimento, si tenevano per mano fissandosi negli occhi, ma non credo che Harry lo vedesse davvero. 
 
Sembrava... morto. Il suo corpo era lì, in quella stanza.. ma lui non c'era.
 
Harry non c'era.
 
Ed è stato così per un mese, un mese di silenzio, un mese senza vivere.
 
Ho dovuto imboccarlo una volta.." dice portando le mani alla faccia per asciugare le lacrime che cominciano a cadere scomparendo nella barba incolta.
 
"..se ne stava rannicchiato a terra in un angolo, con lo sguardo fisso sul corpo immobile di Louis.. teneva le braccia strette intorno alle ginocchia dondolandosi avanti e indietro, mentre il bip del macchinario continuava a risuonare nella stanza, così ho pensato di metterlo silenzioso, ma appena mi sono avvicinato al letto ha gridato di non  toccarlo" continua a raccontare, con la mente di nuovo in quella stanza d'ospedale.
 
"Mi sono seduto accanto a lui, ma era completamente assente, come se non esistessi.
 
Continuava a dondolarsi e mugolava qualcosa, una canzone credo, non riuscivo a capire quale fosse, ma metteva i brividi.
 
Non mangiava ne faceva una doccia da giorni, aveva le labbra secche.. gli occhi sgranati e spenti.. un involucro.. pieno di niente. 
 
Sono rimasto seduto accanto a lui in silenzio, senza toccarlo, sembrava così fragile, come se potesse spezzarsi da un momento all'altro, non so da quante ore non dormisse, ma sapevo che aveva bisogno di nutrirsi, così sono uscito dalla stanza in silenzio e ho cercato un infermiera, ho preso dell'acqua e del cibo e sono tornato nella stanza.
 
Harry non ha fatto una piega, non so se si rendesse davvero conto della mia presenza.. 
 
Sono tornato a sedermi accanto a lui e ho versato l'acqua in un bicchiere sperando di attirare la sua attenzione..
 
 
 
-----
 
5 mesi prima      
 
                           London Bridge Hospital
 
 
 
 
 
"Harry" sussura piano Liam, gli occhi nocciola si soffermano sul volto scavato dell'amico rannicchiato su se stesso, le gambe lunghe strette in un abbraccio forte, mentre continua a dondolare avanti e indietro.
 
"Harry" ripete ancora, sfiorandogli una mano, senza ottenere nessun cenno,
 
Harry sembra non rendersi conto della presenza di Liam nella stanza, completamente assorto, lo sguardo fisso sul corpo incosciente di Louis mentre continua a mugolare una melodia straziante. 
 
Liam ha la nausea, qualche goccia d'acqua cade dal bicchiere che trema nella sua mano sospesa a mezz'aria.
 
Gli accarezza piano il volto pallido, riuscendo ad incontrare il suo sguardo, e nella profondità dei suoi occhi Liam si sente sprofondare.
 
Avvicina con cautela il bicchiere alle labbra serrate di Harry, che smette di dondolare, dischiudendole appena, e vi lascia scivolare una piccola piccola quantità di acqua fresca.
 
Ripete quell'operazione un paio di volte, senza mai interrompere quel contatto visivo che è riuscito a stabilire.
 
Quando per la terza volta avvicina il bicchiere alle sue labbra Harry scuote il capo, riprendendo a dondolarsi, di nuovo assente.
 
Liam si poggia con la schiena contro la parete fredda, al fianco di Harry.
 
Scarta la merendina che ha preso al distributore automatico e ne stacca un piccolo pezzo con le mani prima di poggiare una mano su quelle di Harry per attirare di nuovo la sua attenzione.
 
Harry si volta piano verso di lui, il volto inespressivo, fa cenno di no con il capo e torna a fissare il corpo di Louis.
 
"Devi mangiare qualcosa, non mangi da giorni" dice Liam serio, se parlasse con un muro avrebbe lo stesso risultato. 
 
"Per favore Harry, solo un pezzetto" insiste porgendogli la merendina che tiene in mano, ma Harry continua a dondolarsi avanti e indietro ignorandolo.
 
"Ti prego Haz, non puoi continuare in questo modo, solo un morso e ti lascio in pace" insiste con tono dolce, inginocchiandosi di fronte a Harry per stabilire di nuovo il contatto visivo.
 
"Harry tesoro, guardami" dice prendendo il volto tra le mani, "sono Liam, sono qui per te, devi mangiare qualcosa o non sarai di nessun aiuto qui e Louis ha bisogno che tu sia in forze, puoi farlo?" 
 
Harry rimane in silenzio ma smette di dondolare, e Liam capisce di aver di nuovo conquistato la sua attenzione, avvicina il pezzo della merendina alla sua bocca sorridendo debolmente, ed Harry ancora una volta dischiude le labbra lasciando che Liam lo imbocchi.
 
"Bravissimo Haz" lo incoraggia Liam, la voce ferma nonostante vorrebbe scoppiare in lacrime.
 
Harry mastica piano, fissando Liam dritto negli occhi nocciola, nessuna espressione si forma sul volto pallido.
 
Liam stacca un altro pezzo dalla merendina, "ancora un altro pezzetto, va bene?" chiede avvicinando di nuovo la mano alle sue labbra ma Harry fa cenno di no con il capo.
 
"Solo un altro pezzo, puoi farlo Harry? Puoi farlo per Louis?" 
 
A Liam pare di scorgere un bagliore negli occhi spenti di Harry quando pronuncia quel nome, e speranzoso avvicina ancora una volta la merendina e Harry si lascia di nuovo imboccare.
 
"Sei bravissimo Haz, sono sicuro che Louis è orgoglioso di te in questo momento" dice, e ci crede davvero.
 
Harry deglutisce rumorosamente e lascia che Liam gli rovesci dell'acqua fresca tra le labbra leggermente più rosee.
 
Liam lo stringe forte a se avvolgendo le braccia forti intorno alla sua vita, sollevandolo da terra per accompagnarlo a sedersi sulla poltrona reclinabile vicino al letto di Louis; prende la coperta che Johannah ha portato la sera prima e copre Harry raggomitolato su se stesso, i riccioli annodati raccolti in un codino.
 
Gli lascia un delicato bacio sulla fronte prima uscire dalla stanza chiudendo piano la porta alla sue spalle lasciando finalmente che le lacrime silenziose trattenute fino ad adesso righino il suo volto stanco.
 
 
 
 
 
 
 
Stazione polizia centrale            
 
                                                      Oggi
 
 
 
 
 
Liam rimane in silenzio dopo aver concluso il suo racconto, le mani abbandonate lungo i fianchi.
 
"Mi dispiace per quello che avete passato, Tomlinson è fortunato ad avere amici come voi" dice Paul serio.
 
"Già. E Zayn è una di quelle persone che rende Louis fortunato. Non può essere la causa di tutta questa sofferenza, non può."
 
"Mi piacerebbe dirti che hai ragione figliolo, ma i fatti parlano chiaro, ed io sono un uomo di legge, e devo attenermi ad essi"
 
Liam annuisce lentamente, guardando per la prima volta Paul negli occhi da quando è entrato.
 
"Parli con Zayn allora, risolva il caso e ci lasci in pace" dice duro alzandosi ed allungando una mano verso Paul che la stringe con forza.
 
"Puoi dire a Niall di entrare per favore?"
 
"Si" dice avviandosi verso la porta.
 
"ragazzo!" Paul richiama la sua attenzione prima che sparisca fuori dall'ufficio, "perché tu lo sappia, i vostri telefono sono sotto controllo e  la tua deposizione è oggetto d'indagine, faresti meglio non parlarne con Malik" dice, e Liam chiude la porta senza degnarlo di uno sguardo.
 
Seduti nella piccola sala d'attesa Niall e Harry stanno parlando a bassa voce, interrompendosi quando vedono arrivare Liam.
 
"Cazzo amico è passata più di un'ora" esordisce Niall con aria interrogativa.
 
"Ti sta aspettando" dice soltanto Liam, prendendo posto accanto a Harry, esausto.
 
Niall si alza e con la mano destra fa il segno della pace prima di scomparire nell'ufficio del comandante.
 
Liam, rimasto solo con Harry, lo abbraccia forte, quasi soffocandolo, cogliendolo di sorpresa.
 
"Ehi ehi calma.." Harry ricambia l'abbraccio strofinando una mano grande sulla sua schiena.
 
"Non è stato Zayn"
 
"Lo spero con tutto il mio cuore"
 
"Ce la faremo Haz, supereremo anche questa..insieme" 
 
"Insieme" ripete Harry senza sciogliere l'abbraccio. 
 
"Dov'è Louis?" 
 
"Non lo so, ma se lo conosco bene potrebbe aver preso un aereo per Barcellona."
 
 
 
 

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Capitolo 22
*** Niall James Horan ***


Nome? 
Niall James Horan.
Nato il?
13/09/1993.
Nato a?
Mullingar, Irlanda.
Professione?
Cantante.
 
 
 
Niall tiene una gamba accavallata sull'altra e le mani intrecciate abbandonate sul cavallo dei pantaloni stretti, completamente a suo agio mentre osserva l'agente completare la scheda ed uscire dalla stanza.
 
"Allora Niall, raccontami della telefonata di Harry la notte dell'incidente"
 
"Ero da poco arrivato all'aeroporto quando Harry mi ha telefonato.. erano circa le sei del mattino..credevo volesse scusarsi del ritardo, invece mi ha detto di correre all'ospedale ed avvisare gli altri, era sconvolto, continuava a ripetere il nome di Louis, era difficile sentire bene, c'era un gran casino, sirene per lo più. Sono tornato alla macchina ed ho guidato fino al Bridge Hospital mentre provavo a chiamare gli altri.
 
Liam non rispondeva, così ho contattato Zayn.. gli ho detto di raggiungermi all'ospedale, accennando alla telefonata, non volevo dire cose di cui non ero certo, Harry non era stato molto chiaro.
 
Appena sono arrivato un medico mi ha detto dove raggiungere Harry che però non c'era, era entrato in sala operatoria.
 
Poco dopo mi ha raggiunto Zayn e-"
 
"Quanto dopo?" Chiede il Paul interrompendolo.
 
"dieci minuti mi pare"
 
"Quindi erano le sei e venti?"
 
"Si, credo di si"
 
"Bene, quindi Zayn ti ha raggiunto dopo dieci minuti, più o meno lo stesso tempo che tu hai impiegato dall'aeroporto all'ospedale, doveva essere piuttosto vicino, ti ha detto dove si trovava quando l'hai chiamato?"
 
"Stava andando all'aeroporto, era nella metropolitana"
 
Paul annota qualcosa sul suo blocco e torna a fissare Niall.
 
"Bene, quindi possiamo dire che alle sei e dieci circa Zayn si trovava nella metropolitana qualche fermata prima dell'ospedale, ed in dieci minuti scarsi ti ha raggiunto, quindi un'ora e dieci dopo l'incidente"
 
"Si" afferma Niall convinto.
 
"Quindi avrebbe avuto tutto il tempo necessario per portare la macchina a casa e raggiungerti"
 
"Si.. Cosa? No aspetti! sta dicendo che Zayn avrebbe messo sotto Louis per poi raggiungermi in ospedale come se niente fosse?" Niall scoppia a ridere di gusto passandosi una mano tra i capelli sotto lo sguardo sconcertato del comandante.
 
"Questo è ridicolo!" dice, mentre l'ampio sorriso piano piano svanisce quando realizzata la serietà dell'accusa.
 
"Non può pensare una cosa del genere"
 
"Sa che le impronte digitali ritrovate all'interno dell'auto corrispondono a quelle del suo collega?"
 
"Del mio amico"
 
"Amico.. collega.. come preferisci, la sostanza non cambia"
 
Niall si fa serio, mentre con gli occhi azzurri quadra il faccione tondo di Paul.
 
"Zayn ha venduto quell'auto, è normale che ci siano le sue impronte dentro, ma non è più sua adesso"
 
"E credi che questo basti a difenderlo? Malik ha venduto quell'auto solo una settimana fa, al momento dell'incidente apparteneva ancora lui, tra l'altro questo presunto acquirente, che nessuno ha mai visto, non risulta da nessuna parte. 
 
Abbiamo controllato, questo Mike Bradshow non esiste, quindi o ha usato un nome falso o Zayn Malik non ha mai venduto quell'auto"
 
"Questo è assurdo! Zayn ha venduto quell'auto, perchè avrebbe dovuto mentire per poi abbandonarla in strada dove l'avreste di certo trovata? Non ha alcun senso"
 
"Non lo ha in effetti, a meno che non volesse che noi la trovassimo, magari si sentiva in colpa e non sapeva come ammettere la verità, e subito dopo ha abbandonato il paese.."
 
"Non capisco il suo ragionamento, non ha alcun senso, sono sicuro che Zayn saprà chiarire l'intera faccenda"
 
"Peccato che il suo -amico- abbia il telefono staccato da ieri, magari non vuole essere trovato, tu sai dove alloggia?"
 
"No.. non ha detto nulla.."
 
"Come immaginavo"
 
Niall sbuffa strofinandosi ancora una volta i capelli arruffati.
 
"Non è stato Zayn, ne sono sicuro.. Avrà  il telefono scarico, o forse non vuole parlare con nessuno, non sarebbe la prima volta, si farà vivo e chiarirà quest'impiccio"
 
"Impiccio.." ripete Paul sarcastico.
 
"Ha altre domande che deve farmi?" Chiede Niall scontroso, quel l'interrogatorio l'ha reso nervoso.
 
"No, per adesso va bene così, puoi andare" lo congeda il comandante alzandosi in piedi ed aprendogli la porta per lasciarlo uscire.
 
"Grazie"
 
"Non lasciare il paese se puoi, e non spegnere il telefono"
 
"Cos'è sono indagato anche io adesso?"
 
"Fa come ti ho detto Horan, qui le domande le faccio io." conclude scontroso facendogli cenno di uscire.
 
Niall raggiunge Liam e Harry nella sala d'aspetto rosso in volto per la rabbia.
 
"Andiamo" dice agli altri due senza fermarsi e subito lo seguono fuori dalla centrale.
 
Niall sale in auto e sbatte forte la portiera, Liam prende posto accanto a lui sul sedile del passeggero ed Harry si accomoda dietro stendendo le gambe lunghe sui sedili.
 
"Allora com'è andata?" Chiede a entrambi e "una merda" rispondono all'unisono.
 
"Uhm! Vedo che vi trovate d'accordo!" commenta Harry ridendo sotto i baffi, Niall arrabbiato lo aveva sempre divertito un sacco, forse perché non accadeva quasi mai, e gli sembrava surreale.
 
"Quel tipo non lo sopporto! Ha cercato per tutto il tempo di farmi dire qualcosa che non pensavo, imbolandomi con le sue teorie su Zayn e la sua fuga in Spagna" sbotta facendo retromarcia ed immettendosi nel traffico.
 
"Anche a me ha detto qualcosa di simile.. pensano che Zayn sia colpevole"
 
"Dobbiamo chiamarlo" 
 
"No, abbiamo i telefoni sotto controllo, meglio lasciar perdere"
 
"Bastardi" sibila Niall fermandosi per far passare un'ansiana signora che arranca sulle strisce.
 
"ANDIAMO NONNA!" sbotta Niall facendo scoppiare a ridere entrambi.
 
Girano in macchina senza una meta precisa per circa un'ora raccontando ognuno del proprio interrogatorio, solo Liam evita accuratamente di raccontare di aver parlato di lui e Harry in ospedale.
 
"Dov'è Louis?" chiede ad un certo punto Niall abbassando i The Script   alla radio.
 
"Non lo so.." Harry continua a guardare fuori dal finestrino l'afalto scorrere veloce.
 
"Hai provato a chiamarlo?" 
 
"No, non mi risponderebbe, è troppo arrabbiato perché non ho difeso Zayn"
 
"Pensi che sia colpevole?"
 
"Non lo so Niall.. non so cosa pensare, credo che dovremmo aspettare e vedere che succede"
 
"Si, dovremmo.. ma non riesco a credere che Zayn sia capace di una cosa del genere, non è possibile.
 
Sono stato io ad avvisarlo, lui non ne sapeva niente, me ne sarei accorto se mi avesse mentito.."
 
"Ne sei sicuro?" chiede Harry poggiando lo sguardo su Niall che continua a guidare senza meta.
 
"Ci scommetterei la mia stessa vita"
 
"Spero tanto che tu abbia ragione"
 
"Lo spero anche io.." dice quasi in un sussurro, "tu che ne pensi?" aggiunge poi voltandosi verso Liam che con gli occhi chiusi e i piedi puntati sul cruscotto non ha ancora aperto bocca.
 
"Liam?" Niall cerca di attirare la sua attenzione ancora una volta, invano, Liam continua a tenere gli occhi chiusi, il cappuccio della felpa tirato fim sopra la fronte, si sporge appena per alzare di nuovo il volume della musica.
 
"Come vuoi amico.." si rassegna Niall, tornando a concentrarsi sulla guida diretto a casa di Harry, dove arrivano poco dopo.
 
"Grazie Ni! Ci sentiamo più tardi, se avete notizie di Louis fatemi sapere" dice aprendo la portiera.
 
"Aspetta Harry.. c'è una cosa di cui avrei voluto parlarvi già da qualche giorno, avrei voluto ci fossero anche Louis e Zayn ma dato la situazione non posso più aspettare"
 
"Sei incinta?" Scherza Harry ridendo della propria battuta, e facendo sorridere anche Liam.
 
"No deficente!" Scuote il capo Niall, "mi sposo!"
 
"Cooooooosaaaaaaaaa?" squittisce Harry euforico.
 
"Si, le ho chiesto di sposarmi e lei ha detto di si!"
 
"O mio dio Nialler è una notizia fantastica!" quasi grida per l'emozione gettandosi sul biondo per stringerlo forte a se.
 
Liam si unisce a quell'abbraccio, fingendo di non sapere nulla come Giuls gli aveva fatto promettere.
 
"Congratulazioni Ni! Sono davvero felice per te!"
 
Niall quasi soffoca stritolato da quelle due paia di braccia muscolose.
 
"Sarebbe carino arrivare vivo al matrimonio!" dice allegro, ma il grande sorriso sul volto sparisce lentamente.
 
"Avremmo voluto sposarci prima di riniziare il tour.. ma con questa situazione non penso che sarà possibile, spero che Giuls capirà"
 
"Lo farà di certo, non preoccuparti" lo rassicura Liam. 
 
"Vorrei ci fossero anche Zayn e Louis in questo momento" confessa Niall, una nota di malinconia nella voce.
 
"Vedrai che tutto si risolverà per il meglio, adesso parcheggia e andiamo su da me a festeggiare la bella novità va va bene?" 
 
"Va bene" accetta Niall ritrovando un po del buon umore mentre accosta meglio la macchina al marciapiede.
 
 
 
 
 
Un paio d'ore e qualche birra più tardi Niall sta suonando la chitarra accompagnando gli acuti di Liam, entrambi con le gote arrossate, mentre Harry, con i ricci morbidi intrecciati in piccole treccine sta seduto a terra con le gambe lunghe incrociate, la schiena dritta e gli occhi chiusi tentando di meditare, quando il suo telefono squilla facendolo sobbalzare.
 
"Pronto?" risponde continuando a tenere gli occhi chiusi, un mezzo sorriso stampato sul volto.
 
"Louis!" esclama aprendo gli occhi, attirando l'attenzione degli altri due che smettono di suonare e cantare all'istante.
 
"Sono a casa.. Tu dove sei?" chiede Harry, preoccupato dal tono serio di Louis.
 
"E come pensi di trovarlo? Non sai neanche dove alloggia, potrebbe essere ovunque" 
 
Louis in fila all'aeroporto giocherella con il biglietto che tiene tra le mani, l'auricolare all'orecchio. 
 
"Lo troverò, non preoccuparti" 
 
"Hai provato a chiamarlo?" 
 
"Si, ha il telefono staccato"
 
"Sarei venuto con te se tu me l'avessi chiesto.." 
 
"Devo farlo da solo, ho bisogno di parlarci e capire che cosa sta succedendo"
 
"Come vuoi" Harry non riesce a nascondere la delusione nella voce.
 
"Mi dispiace Haz, tornerò presto"
 
"Sai che non mi piace che te ne vai in giro per il mondo da solo, con tutte le disgrazie che succedono ogni giorno, dovrebbe esserci qualcuno con te pronto a proteggerti.. dovrei esserci io"
 
"Non mi succederà niente"
 
"Non puoi saperlo"
 
"Smettila di fare il pessimista Styles. Ti prometto che non accadrà niente di male, tornerò prima che tu senta la mia mancanza, va bene?" lo rassicura procedendo lungo la fila che lentamente si imbarca sul volo.
 
"Questo non è possibile, mi manchi già. Non mi hai neanche salutato" 
 
Louis non riesce a sopportare il tono triste nella voce di Harry, sa che ha ragione, avrebbe dovuto salutarlo, e magari chiedergli di accompagnarlo, ma è troppo arrabbiato per averlo vicino e non vuole scaricare la sua rabbia sulla persona che ama, ha bisogno di stare da solo e raggiungere Zayn prima possibile.
 
"Lo so, hai ragione.. mi dispiace, ma per favore tesoro cerca di capire, e non essere triste, sto andando a prendere Zayn"
 
"Riportalo a casa" dice soltanto Harry, chiudendo la conversazione, un terribile presentimento che non riesce a scacciare pervade tutto il suo corpo.
 
"Sta andando da Zayn?" chiede Liam stappando un'altra birra prima di passarla a Harry.
 
"Si.."
 
"Posso rimanere qui con te se vuoi, finché non torna"
 
"Sarebbe bello"
 
"Bene, il divano è mio!" dice rivolgendosi a Niall prima che possa aprire bocca.
 
"Io ho un grande letto matrimoniale ed una fantastica quasi moglie che mi aspetta a casa Payne.. puoi farci la fossa su quel divano!" lo prende in giro Niall scatenando la risata di Harry, accentuata ancora di più dal labbro inferiore di Liam che sporge in un broncio adorabile. 
 
Harry si sta letteralmente rotolando a terra indicandolo con un dito e "sembri un panda" sbotta coinvolgendo nella risata anche Niall.
 
 
 
Qualche ora più tardi quando Niall torna a casa da Giuls incontra il fattorino della consegna a domicilio per le pizze che Liam e Harry hanno ordinato.
 
Niall completamente ubriaco lo ferma esordendo con "per caso non è che potrebbe farmi un favore?"
 
"Certo!! Che devo fare?" Esclama il fattorino cosi esaltato dal fatto che Niall gli abbia rivolto parola che si butterebbe dal tetto se solo glie lo chiedesse.
 
"Potresti dire -le pizze per il panda- invece che per Liam per favore?" 
 
"Per il panda? Oh. Ok.. Va-va bene" risponde quello senza capire, e riprende a salire l'ultima rampa di scale.
 
Niall rimane ad aspettare senza mai smettere di ridere quando sente la porta dell'appartamento di Harry aprirsi, Liam sulla soglia sorride gentile al fattorino che da bravo complice esordisce con "ciao, ecco.. queste sono le pizze per il panda" 
 
Il sorriso di Liam improvvisamente sparisce e la risata sguaiata di Harry arriva fin in fondo alle scale dove Niall continua a ridere di gusto.
 
"Grazie" dice soltanto Liam, troppo ubriaco per trovare qualcosa di più costruito da dire, lanciando il sacchetto di nuggets a tutta forza contro Harry che si rotola con le lacrime agli occhi.
 
Mangiano le pizze sul divano continuando a bere birra finché Harry non trova per caso un documentario sui panda cresciuti in cattività e quasi si strozza, mentre Liam lo osserva con un sopracciglio alzato.
 
"Non sembro un panda"
 
"Si invece, oddio ti prego posso farti un occhio nero con la matita di Louis?"
 
"Louis ha una matita?"
 
"Si.. ma che c'entra! Dai dai dai ti prego"
 
"No"
 
"Daiiii"
 
"No"
 
"Io ho lasciato che tu mi riempissi la testa di treccine oggi pomeriggio"
 
"No"
 
"Ti prego, io sono triste" 
 
"Che palle! Fammi questo dannato occhio nero stupido hipster del cazzo!" sbotta Liam trangugiando un pezzo esageratamente grande di pizza.
 
"Grazie!" batte le mani Harry saltellando verso il bagno come un bambino a cui è appena stato detto che potrà mangiare tutta la torta.
 
 
 
Un'ora più tardi circa sono entrambi addormentati, Liam ha un occhio ed il naso nero, la mano con la quale si è grattato nel sonno completamente sporca, la testa poggiata contro quella di Harry piena di treccine legate ognuna con un elastico di colore diverso.
 
I cartoni delle pizze e le birre sono abbandonate sul pavimento insieme all'ipad dove ancora illuminato c'è il selfie di panda Liam e Hipster Harry pubblicato su Istagram, risultato delle troppe birre bevute, per la goia di milioni di fans letteralmente impazzite. 

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Capitolo 23
*** I will save you always ***


Barcellona è un vero spettacolo completante addobbata per le feste natalizie, milioni di lucette intermittenti illuminano la Ramblas ed un paio di occhi azzurri intenti ad osservare il maestoso albero posto al centro della via principale.
Louis è arrivato in Spagna da qualche ora, e dopo aver preso una camera in un Hotel poco lontano ha deciso di godersi una passeggiata in solotudine, il volto nascosto dalla grande sciarpa scura abbinata al cappellino di lana.
 
Sa bene che trovare Zayn non sarà un'impresa semplice in quella grande città, così ha deciso che trovare le Little Mix sarebbe stata la mossa migliore, per questo si sta dirigendo verso il grande palco allestito per lo show di quella sera, passando inosservato tra la folla che lentamente prende posto.
 
Le ragazze sono tutte nel backstage per gli ultimi ritocchi al trucco quando Louis si ritrova davanti al bodyguard che blocca l'entrata.
 
"Buonasera amico dovrei parlare con Perrie" dice, solo gli occhi si intravedono tra la sciarpa ed il cappellino.
 
"Non sei l'unico che vorrebbe parlare con Perrie ragazzo, ma questo non è possibile, faresti meglio ad andartene"
 
"È questione di un minuto" insiste Louis facendo un passo avanti.
 
Il bodyguard poggia una delle grandi mani sul petto di Louis bloccandolo.
 
"Cosa non ti è chiaro della frase faresti meglio ad andartene?" chiede quello scontroso senza togliere la mano dal petto di Louis che alza entrambe le sopracciglia, un sorriso beffardo si allarga all'angolo della bocca.
 
"Cosa non ti è chiaro della frase devo parlare con Perrie ORA" dice alzando appena il tono della voce, innervosito.
 
Il bodyguard fa segno ad un altro agente della sicurezza di raggiungerlo, continuando a tenere fermo Louis con la mano.
 
"Il ragazzo qui insiste per parlare con Perrie, puoi spiegargli tu con le buone maniere che deve sparire prima che gli faccio male?" dice all'altro che con le mani poggiate sui fianchi osserva Louis con aria interrogativa, un sopracciglio alzato.
 
"Quale sarebbe il motivo per cui devi assolutamente parlare con Perrie?"
 
"Zayn" risponde secco.
 
"Perché tu conosci Zayn Malik figliolo? non farci perdere tempo per favore, stiamo lavorando qui"
 
Louis abbassa la sciarpa che gli copre il volto senza smettere di sorridere, un'aria di superiorità stampata sul volto che avrebbe fatto rabbrividire perfino la regina d'Inghilerra.
 
"Puoi togliere la tua mano dal mio petto adesso KingKong?" 
 
"T-Tomlison" balbetta quello diventando rosso in volto, "mi dispiace ragazzo, entra, Perrie è nel camerino numero tre" dice abbassando lo sguardo intimorito.
 
Louis raggiunge il camerino di Perrie con aria spavalda bussando vigorosamente alla porta che quasi immediatamente la ragazza apre abbagliandolo con il luccichio del vestito  ricoperto di strass. 
 
"Ciao Perrie" la saluta Louis serio.
 
"Oh. Ciao Louis, che ci fai qui?"
 
"Cerco Zayn"
 
"Non so dove sia mi dispiace" dice lei stringendosi nelle spalle.
 
"Non è venuto da te?"
 
"Si.. per dirmi che non poteva più stare insieme a me.." 
 
"Grande!" 
 
"Come?"
 
"Niente niente" dice, realizzando di aver appena pensato ad alta voce.
 
"Mi dispiace.. Sai dove posso trovarlo?"
 
"No"
 
"No?" insiste Louis, non sa perché ma di quella ragazza non si è mai fidato.
 
"No non ne ho idea, prova a chiedere all'autista che l'ha preso all'aeroporto, magari sa dirti qualcosa.." dice scarabocchiando un numero di telefono su un postit con la matita per le labbra.
 
"Si chiama John" aggiunge poi porgendogli il postit e sbattendogli la porta in faccia.
 
"Bell'anello!!!" dice Louis contro la porta chiusa prima di dirigersi verso l'uscita facendo l'occhiolino a KingKong appostato all'entrata.
 
Compone il numero dell'autista ed attende impaziente di sentire la sua voce mentre si incammina verso la stazione dei taxi in fondo alla strada.
 
"Pronto?"
 
"Ciao Jhon, sono Louis Tomlinson"
 
"Salve Louis, come posso aiutarti?"
 
"Avrei bisogno di sapere dove hai portato Zayn Malik quando è arrivato a Barcellona"
 
"Non credo volesse essere trovato.." risponde titubante, ricordando il modo in cui Zayn avesse evitato di raggiungere le Little Mix.
 
"Sono sicuro che vorrebbe essere trovato da me, è una questione importante." dice Louis con un tono che non ammette repliche.
 
"Ha detto che avrebbe alloggiato da un'amico a Puerta del Sol, ma non conosco l'indirizzo preciso, mi dispiace"
 
"Grazie Jhon".
 
Louis prende un taxi e da le indicazioni osservando le macchine scorrere nel traffico dal finestrino posteriore, di nuovo nascosto dietro la sciarpa scura. 
 
-sono arrivato qualche ora fa, sto andando a cercare Zayn- 
 
scrive il messaggio e lo invia a Harry, subito dopo digita 
 
-Ti amo-
 
 ed invia di nuovo.
 
Pochi instanti dopo lo schermo dell'iPhone si illumina, 
 
-ti amo anche io, torna presto- 
 
legge, ed il suo cuore si scalda un pò in quel freddo invernale che avvolge tutta la città.
 
 
 
Puerta del Sol è un quartiere residenziale poco lontano dal centro, composto per lo più da grandi palazzi colorati e pub, anche quelli illuminati dalle luci natalizie.
 
Louis cammina costeggiando i locali lungo il largo marciapiede, il naso e le guance arrossati dal vento freddo.
 
Decide di fermarsi in un Reggae Bar, pensando che Zayn si sarebbe di certo trovato bene in un posto del genere, e soprattutto aveva bisogno di stare al caldo.
 
Il bar è piccolo ed accogliente, ci sono tavoli e panche in legno ricoperte da grandi cuscini, su ogni tavolo un narghilè, le pareti dipinte con i colori della Jamaica; Louis ordina un thè caldo alla menta ed un joint di erba, che il ragazzo rasta al bancone gli prepara ad una velocità imbarazzante. 
 
"Non sei del posto vero?" chiede quello con un forte accento spagnolo, sorridendogli allegro.
 
"No, vengo dall'Inghilterra" dice, aggiungendo lo zucchero di canna al thè fumante ed abbozzando un sorriso di cortesia.
 
"Inglese!! Sono stato a Londra l'anno scorso, è una bellissima città, tu vivi li?"
 
Chiede curioso poggiando un accendino ed un posacenere accanto alla canna.
 
"Si vivo a Londra con il mio ragazzo" dice liberandosi della sciarpa e del cappello, finalmente al caldo.
 
"E sei venuto in vacanza da solo?"
 
"Si, beh.. non è proprio una vacanza, sono qui per vedere un amico" spiega Louis accendendo la canna ed aspirando a fondo.
 
"Amico" dice il ragazzo dai dread lunghi fin sopra il sedere, alzando un sopracciglio in modo sarcastico.
 
"È davvero un amico, solo che non so dove si trova, ha il telefono spento e l'unica cosa che so è che alloggia da qualche parte qui a Puerta del Sol" 
 
"Un bel casino amico, come si chiama il ragazzo? Magari è passato di qua" 
 
"Si chiama Zayn"
 
"Zayn.. no, non ricordo nessuno con questo nome mi spiace.." si scusa sorridendo ancora una volta ed allontanandosi per servire un altro cliente.
 
Louis aspira un'altra generosa boccata, osservando la tazza di thè come se potesse trovarci dentro Zayn, quando un ragazzo con i dread legati in un codino pende posto sullo sgabello accanto al suo.
 
"Ciao! Io sono Miguel" si presenta porgendogli la mano che Louis stringe vigorosamente e "Louis" risponde, le occhiaie già visibili ed i capelli troppo lunghi che quasi gli coprono gli occhi. 
 
"Ho sentito che stai cercando Zayn" dice gentile, lasciando la mano di Louis che gli porge la canna, quel ragazo gli sta simpatico.
 
"Hai sentito bene, non dirmi che lo conosci!!" dice, la speranza ben udibile nella sua voce.
 
"Credo che ci sia un solo Zayn Malik a Puerta del Sol in questi giorni.. e vive a casa mia!" dice fiero di sè,  come se fosse orgoglioso di aver aiutato Louis a trovarlo, che continua a guardarlo con gli occhi sbarrati convinto di non aver capito bene, non può essere così fortunato.
 
"Zayn vive a casa tua?" ripete per assicurarsi di non esserselo immaginato.
 
"Si, se vuoi puoi venire, lui non c'è adesso ma tornerà per cena"
 
"Penso di essermi appena innamorato di te Miguel!" dice Louis saltando giù dallo sgabello e passandogli la canna ancora una volta.
 
Escono insieme dal bar e dopo una breve passeggiata raggiungono l'appartamento di Miguel. 
 
"Fa come se fossi a casa tua, io esco a prendere qualcosa per la cena al supermarket qui vicino e torno a subito" dice, chiudendo piano la porta alle sue spalle.
 
Louis rimane per un momento in piedi in mezzo al piccolo salotto in stile etnico, non rispecchia a pieno i suoi gusti ma è molto accogliente, e non può non pensare che per Zayn sia una specie di paradiso.
 
Spegne la canna ormai finita nel grande posacenere sul tavolino accanto all'amaca prima di entrare nella stanza di Miguel dove con ogni probabilità dorme anche Zayn.
 
Due materassi singoli sono sistemati a terra su un grande tappeto che ricopre tutta la stanza, le pareti sono dipinte a mano con disegni pacifisti colorati con della vernice rossa e verde, vicino ad uno dei due letti il borsone nero di Zayn. 
 
Louis si avvicina e si siede sul materasso trascinando il borsone tra le gambe ed aprendolo per cercare il telefono che quasi subito trova in una delle tasche laterali, spento.
 
Dopo averlo attaccato al caricabatterie lo accende e subito arrivano i messaggi delle chiamate ricevute, ce ne sono molte sue e del comandante Taylor ed un messaggio da un numero sconosciuto.
 
"Ho cercato informazioni riguardo la cosa che mi hai chiesto, puoi trovarla al Tass Joies".
 
Louis non ha idea di cosa sia il Tass Joies, rilegge il messaggio un paio di volte per cercare di capire, ma non arriva a nessuna conclusione.
 
Che cosa stava cercando Zayn?
 
Quella domanda gli risuona nella mente mentre aspetta Miguel dondolandosi sull'amaca nel salotto.
 
Il ragazzo rientra poco dopo con una grande busta della spesa sotto braccio ed una cassa di birra nell'altra, Louis subito si alza per aiutarlo a sistemare tutto sul piccolo tavolo in legno. 
 
"Zayn non è ancora rientrato?"
 
"No, non ancora.. Ho acceso il suo telefono però, era scarico"
 
"Si.. lo tiene spento praticamente da quando è arrivato, diceva di non voler sentire nessuno, sarà una bella sorpresa per lui trovarti qui"
 
"Immagino di si" dice Louis pensieroso mentre ripone una busta di latte nel frigo.
 
"Sai che cosa sia la Tass Joies?" chiede all'improvviso fingendosi disinvolto.
 
"Si certo! È la gioielleria più famosa di tutta Barcellona" 
 
"Gioielleria.." ripete pensieroso, non avrebbe mai pensato che quello che cercava Zayn fosse una gioielleria, cosa avrebbe dovuto comprare?
 
"Perché ti interessa? devi compare un anello al tuo ragazzo?" chiede curioso Miguel, prendendosi la confidenza che Louis di solito stentava a dare alle persone che conosceva da appena un'ora. 
 
"No, niente del genere.." risponde continuando a pensare a Zayn, stava forse andando lì per prendere un anello?
 
Un anello per Liam? Da quando era arrivato a Barcellona aveva scoperto che Zayn ha lasciato Perrie, che abita da Miguel e che ha chiesto informazioni per una Gioielleria, quindi qualunque cosa cercasse sicuramente non è per Perrie.
 
Louis torna nella camera e spegne di nuovo il telefono, se non voleva essere contattato era giusto che rispettasse i suoi desideri. 
 
 
 
Miguel sta preparando la cena mentre ascolta una canzone che probabilmente non conosce, inventando tutte le parole, i dread raccolti in una coda alta ed un sorriso contagioso stampato sul volto, Louis pensa che sia molto bello con quella camicia di Jeans che gli fascia le spalle muscolose, ma cerca di distrarsi immediatamente da quel pensiero, quando un paio di occhioni verdi compaiono nella sua mente come un avvertimento, scuote la testa "non fare il geloso" dice.
 
"Come?" chiede Miguel voltandosi a guardalo.
 
"Niente.. a che ore rientra di solito Zayn?" chiede sedendosi su una sedia e stappando una birra con l'accendino.
 
"Dovrebbe essere già qui a quest'ora, di solito non fa mai tardi".
 
 
 
Louis e Miguel cenano insieme chiacchierando piacevolmente, di Zayn ancora nessuna traccia.
 
Rigovernano insieme la cucina prima che Miguel si ritiri per dormire.
 
"Puoi dormire nel letto di Zayn se vuoi"
 
"Grazie" dice soltanto Louis, mentre uno strano presentimento continua a tormentarlo.
 
Non può essere che Zayn sappia che lui è li, non può essere che eviti di rientrare per non incontralo, come non può essere che sia con Perrie, non avrebbe alcun senso.
 
Continua a rimuginare su Zayn mentre finisce la seconda birra dondolandosi sull'amaca, per poi alzarsi di scatto, prendere la giacca ed uscire chiudendo piano la porta alle sue spalle, non sa bene dove andare, ma qualcosa in lui continuava a farlo sentire nervoso, non poteva starsene li a far niente quando il suo migliore amico era da qualche parte da solo in una città che non conosce nel cuore della notte.
 
 
 
Louis cammina velocemente sotto la pioggia che cade forte, il vento gli scalfisce le guance esposte tra la sciarpa ed il cappello, senza sapere bene dove andare.
 
Cerca riparo sotto l'ingresso della metropolitana, dove il suono di un violino proveniente dalla banchina in fondo al lungo corridoio attira la sua attenzione.
 
La banchina é deserta, eppure Louis continua e sentire quella meravigliosa melodia, sovrastata improvvisamente dallo sferragliare della metropolitana con la scritta lampeggiante -fuori servizio-, ad indicare che non si sarebbe fermata, la voce metallica all'alto parlante ricorda di non avvicinarsi alla linea gialla.
 
Louis rimane a guardarla sfrecciare quando la sua attenzione viene attirata da un ragazzo vestito di nero che correre veloce verso il limite della banchina pronto a saltare in direzione della metropolitana, agisce d'istinto gridando a gran voce, cercando di fermare il gesto folle di quel ragazzo, e per un istante i loro occhi si incontrano, azzurro e ambrato, entrambi lucidi, entrambi sconvolti.
 
Louis corre disperatamente mentre le lacrime cominciano a cadere dai suoi occhi, per la prima volta nella sua vita è terrorizzato, il cuore gli scoppia nel petto ed i fari del treno lo abbagliano, mentre il ragazzo si appresta a saltare, ormai oltre la linea.
 
 
 
"ZAYN!" Grida ancora. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 24
*** Brothers. ***


Lo sferragliare della metropolitana gradualmente si affievolisce quando scompare nel buio proseguendo la sua corsa.
Zayn giace inerme a terra privo di sensi, Louis in ginocchio al suo fianco con la mano tremante cerca di tamponare il rivolo di sangue che cola dalla sua testa lungo il volto, fino a macchiare di un intenso rosso acceso la maglia bianca sotto il giacchetto di pelle, strappato sulla manica destra, dove Louis si è aggrappato con tutta la sua forza per trattenerlo sulla banchina evitandogli di saltare.
 
 
 
Sta accarezzando piano la sua guancia quando sente dei passi affrettarsi nella loro direzione, una voce sempre più vicina, voce che gli sta facendo delle domane adesso, ma non riesce a rispondere, vorrebbe, ma ogni volta che apre la bocca la voce gli muore in gola, incapace di staccare gli occhi da quelli dell'amico disteso sul freddo suolo della metropolitana di Puerta Del Sol nel cuore della notte. 
 
"Que pasò?" chiede la ragazza inginocchiandosi accanto a Louis.
 
"Hablas español?" chiede ancora, e 
 
"No" sussura scuotendo il capo senza distogliere gli occhi dal corpo di Zayn, incapace di reagire, paralizzato, le orecchie gli fischiano, rendendogli difficile comprendere quello che la ragazza gli sta dicendo.
 
"Soy doctor" dice avvicinando il volto a quello di Zayn e premendo due dita sul suo collo per accertarsi che respiri ancora.
 
"Està vivo!" esclama, ed un sorriso compare sul suo volto pulito, delle piccole rughette si formano agli angoli dei suoi occhi scuri.
 
"È vivo?" chiede allora Louis, le mani poggiate sulle ginocchia che premono sul freddo pavimento della banchina. 
 
La ragazza si allontana appena passeggiando avanti e indietro lungo la linea gialla, mettendo con cautela un piede avanti all'altro come fosse in bilico  su una fune sospesa, parlando con i paramedici che di lì a poco li avrebbero raggiunti.
 
 
 
Louis non riesce a dormire, poggiato al muro vicino al letto d'ospedale dove Zayn sembra dormire sereno, una fasciatura gli circonda la testa schiacciandogli i lunghi capelli mori sulla fronte.
 
Un' infermiera dagli occhi verdi controlla meticolosamente il drenaggio attaccato al suo braccio, aggiungendo con una siringa un liquido trasparente alla flebo.
 
"C'è qualcuno che vorresti chiamare ragazzo?" chiede gentile a Louis, bianco in volto, le iridi cerchiate di rosso, l'azzurro scintillante dei suoi occhi sembra essere scomparso.
 
"Si, ho provato ma non ha risposto, riproverò più tardi" dice in tono piatto, quasi robotico, per poi aggiungere "avrei bisogno di andare in bagno"
 
"Certo caro, in fondo al corridoio a sinistra" 
 
"Grazie"
 
Louis esce dalla stanza, lo sguardo fisso sui suoi piedi mentre cammina lungo il corridoio fin nel bagno, dove un conato di vomito lo costringe a piegarsi a terra, liberandosi di tutta l'ansia accumulata lungo nelle ultime ore.
 
Le sue guance si bagnano ancora una volta di calde lacrime, mentre con le mani piccole si aggrappa alla maniglia della porta per sollevarsi in piedi e barcollare fino al lavandino dove si sciacqua la faccia cercando di riprendersi, ma quando incontra i suoi stessi occhi nello specchio di fronte a lui non può che rendersi conto che da certe cose non si sarebbe ripreso mai.
 
Prova a chiudere gli occhi, ma ogni volta che lo fa, lo sguardo disperato di suo fratello che salta in direzione di un treno che sfreccia a tutta velocità lo colpisce come una pugnalata, e deve aprirli ancora una volta, ed ancora una volta affrontare il suo stesso sguardo, l'immagine di se stesso in piedi di fronte a lui, con lo sguardo spento ed i capelli scompigliati troppo lunghi, la barba incolta, le labbra fini tese in una linea dritta, incurvata appena verso il basso agli angoli della bocca.
 
Louis si guarda e non si riconosce.
 
 
 
 
Quand'è che sei diventato questa persona Louis?
 
Quand'è che hai smesso di ridere davvero?
 
Quand'è che hai iniziato a fingere di essere felice? 
 
Quand'è che hai smesso di essere quello che realmente sei? 
 
Ma soprattutto Louis, per chi l'hai fatto? 
 
 
 
 
Con la mano destra si sfiora una guancia mentre con l'altra continua ad aggrapparsi al lavandino, come se potesse cadere se solo tentasse di reggersi sulle sue gambe.
 
Se tutte quelle domande glie le avesse poste qualcun'altro probabilmente Louis non avrebbe saputo rispondere, ma ha se stesso non poteva mentire, non più.
 
Sa bene da quando è cambiato.
 
La notte che Harry camminava poco dietro di lui, quano il sole sorgeva lento dietro le colline, illuminando Londra ed i loro sorrisi felici, pronti a promettersi amore eterno, pronti a prendersi per mano per non lasciarsi mai più.
 
Quella stessa notte in cui una macchina nera con al volante un uomo vestito di scuro sbandava appena mentre Louis poggiava un piede oltre il marciapiede, guardandolo negli occhi prima dell'impatto, prima che i fari l'abbagliassessero ed ogni singola cellula del suo corpo esplodesse provocandogli un dolore atroce, sbalzato via con forza per schiantarsi a terra ed essere raccolto all'istante dalle mani grandi di Harry, prima di perdere coscienza.
 
Ma adesso Louis ricorda, ricorda quegli occhi oltre il vetro appannato dell'auto.
 
Un paio di occhi verdi stretti a fessura che, anche se per un solo breve istante, adesso riesce a ricordare. 
Un paio di occhi verdi, che non potevano essere quelli di Zayn, di suo fratello, ma questo Louis l'aveva sempre saputo, perché a quell'assurda accusa non c'aveva mai creduto, nemmeno per un istante, e adesso che finalmente aveva la possibilità di gridarlo in faccia a chiunque l'avesse giudicato un assassino, adesso che avrebbe potuto difenderlo e lottare per lui, prioprio adesso, Zayn sta nella stanza oltre quel corridoio, provo di sensi, stanco di lottare.
Zayn si era arreso, e questo Louis non l'avrebbe permesso mai, perchè è così che si fa tra fratelli, se si cade, si cade insieme. 
 
Un altro conato di vomito improvviso scuote tutto il suo corpo ed è costretto a sorreggersi anche con l'altra mano al lavandino, riuscendo a trattenersi dal rigettare, lo stomaco completamente vuoto da ore ormai.
 
Non sa come sia possibile, eppure i ricordi sembrano fluire nella sua mente senza fatica, come se l'incidente di Zayn avesse risvegliato quella parte della sua mente che da mesi si rifiutava di collaborare.
 
Aveva aperto un cassetto, quel cassetto dove era racchiuso il ricordo più importante in assoluto.
 
 
 
 
 
7 mesi prima.
 
 

Adesso il mondo fuori non esiste più, come quel giorno di tanti anni fa, in quel bagno, solo i loro respiri eccitati riempiono il silenzio della notte quasi finita.

Un intreccio di anime e corpi, di sensazioni, di parole non dette e segreti mai svelati. 

Due paia d'occhi che parlano senza bisogno di parole, due paia di mani forti che si cercano per trovarsi, sempre.

Harry si abbandona completamente. È semplicemente se stesso, nessuna maschera, nessun pregiudizio, nessuno pronto a giudicarlo.

Non ci sono parole giuste o sbagliate.

Il loro mondo è perfetto esattamente così come è.  

Ha ancora il fiatone quando le parole scappano fuori dalla sua bocca come un fiume in piena, quasi gli sembra siano state pronunciate da un altro. Rimane immobile, sorpreso da se stesso, lo sguardo perso negli occhi azzurri della persona che ama più al mondo.                                     "Sposami" gli occhi lucidi, attenti, emozionati, si spostano dalla sua bocca, al suo naso, ai suoi capelli scompigliati dal sesso, conosce tutti i dettagli così bene che saprebbe descrivere ogni singolo centimentro di quel corpo.

Sorride appena quando percepisce la paura negli occhi di lui.                     Tiene le braccia distese sulla testata del letto, la schiena dritta, la testa leggermente reclinata indietro, è perfetto. Louis si avvicina senza mai, nemmeno per un istante, distogliere gli occhi da suoi, gli sfiora il naso con il suo.

"Avevo paura che questo momento non sarebbe mai arrivato".

 

 

 
Oggi.
 
"Harry" sussura piano Louis, il suo riflesso nello specchio sorride appena, sembra aver ripreso colorito, ed improvvisamente si sente euforico, eccitato.
Non può credere che il ricordo che ha cercato per giorni e giorni fino allo sfinimento sia riaffiorato all'improvviso, quando ormai aveva perso le speranze.
Lacrime di gioia solcano il suo volto, e finalemente può rispondere a quell'ultima domanda.
"L'ho fatto per te, Harry."
 
 
 
 
L'infermiera controlla delicatamente la fasciatura alla testa di Zayn, quando a quel contatto apre appena gli occhi, sbattendo più volte le palpebre per abituarsi alla luce che avvolge la stanza d'ospedale.
"Ben tornato ragazzo" sorride l'infermiera, poggiando una mano sulla sua spalla, nell'altra tiene una lucetta che punta sul suo volto.
"Riesci a seguire la luce con gli occhi?"
chiede spostando la lucetta da destra a sinistra, e Zayn assottigliando appena gli occhi muove gli occhi seguendo il fascio di luce.
"Molto bene Zayn, sai perché sei qui?"
Zayn fa cenno di sì con il capo, in silenzio.
"Bene, adesso torna a riposare, tuo fratello tornerà tra poco"
Zayn non capisce subito il senso di quella frase, -io non ho fratelli- pensa, voltandosi verso la sedia vuota al suo fianco, dove la giacca di Louis è riposta con cura insieme al cappello e la sciarpa.
Louis.
Sorride appena chiudendo gli occhi, di nuovo stanco, ma con la consapevolezza di non essere solo, non più.
 
L'infermiera prende il telefono di Louis che comincia a vibrare prima di uscire dalla stanza.
"ma che fine hai fatto?" 
"Salve, sono Emma, l'infermiera che segue il caso del suo amico, al momento non può parlare, i sedativi sono molto forti ed ha bisogno di riposare, posso riferirgli qualcosa quando si sveglierà?"
Harry nel suo appartamento si sente mancare il fiato, cadendo sulle ginocchia, incapace di proferire parola.
"Pronto mi sente?"
"Si" sussura con un filo di voce, aggrappato con entrambe le mani al telefono.
"Come le ho detto al momento non può parlare, ha avuto un grave incidente nella metropolitana che gli ha causato delle lesioni al cranio dopo aver rischiato di essere travolto dal treno, adesso è stabile ma dovrà restare qui finché non avremmo escluso il rischio di un'emorragia celebrale"
 
Emorragia celebrale.
No. Non ancora una volta.
Harry scoppia in un pianto disperato, incapace di realizzare, non può credere che qualcuno gli stia dicendo quelle cose, non riguardo Louis, non ancora una volta.
 
"Puoi dirmi il tuo nome ragazzo?" chiede l'infermiera, ma Harry preme il tasto rosso per chiudere la conversazione, accasciato a terra con le mani tra i cappelli, scosso dai singhiozzi che non riesce a trattenere.
Liam lo raggiunge, allarmato dalle sue grida disperate, e con forza lo solleva da terra stringendolo forte a sè.
Harry affonda la testa nel suo petto senza smettere di piangere, il suo lamento disperato trafigge Liam, ed il suo cuore si spezza ancora una volta quando Harry trema tra le sue braccia.
"Non avrei dovuto lasciarlo partire da solo! Non avrei dovuto permetterglielo!" grida contro il suo petto, e Liam non capisce, o forse non vuole capire.
"Harry, respira, che cosa è successo?"
"Louis, è in ospedale, ha avuto un incidente, per colpa mia" riesce a dire tra i singhiozzi aggrappandosi alla felpa di Liam, che non riesce a dire niente, stringendolo ancora più forte contro il suo petto.
"Avevo promesso che non avrei più lasciato la sua mano. Io non voglio più vivere così Liam, non voglio più vivere" dice, il volto affondato nella felpa di Liam, che delicatamente accarezza i suoi capelli.
"Sistemeremo tutto Haz, ci penso io"
"Promettilo!" piagnucola Harry, come un bambino disperato, aggrappandosi a quella promessa come fosse la sua unica speranza.
"Te lo prometto, ci penserò io a te Haz"
 
 
 
 
 
L'infermiera rimane per qualche istante a fissare il telefono che stringe tra le mani quando Louis la raggiunge dopo essere uscito dal bagno.
"Come sta?" 
"Si è svegliato, non ha parlato ma sembra lucido, dice di ricordare tutto, ma dovremmo fare altri accertamenti nei prossimi giorni"
"Certo, capisco. Quello è il mio telefono?" chiede poi vedendo il telefono che stringe tra le mani.
"È tuo? Credevo fosse di Zayn! Ha chiamato un ragazzo poco fa, ma credo cercare te, devo aver fatto un disastro mi dispiace" si scusa porgendo il telefono a Louis che subito controlla le chiamate ricevute.
Harold.
"Cazzo!" esclama e subito preme il tasto verde ed attende impaziente di sentire la sua voce.
 
"Pronto?"
"Liam!"
"Louis?"
"Sono io, l'infermiera si è confusa e-"
"Aspetta metto in viva voce, Harry è qui con me".
Harry lo guarda con aria interrogativa, gli occhi gonfi di lacrime, il corpo ancora scosso dai tremiti.
"Harry tesoro sono io, sto bene"
A quelle parole Harry scoppia di nuovo in lacrime, sotto lo sguardo amorevole di Liam che sorride con fare paterno.
"Lou, stai, stai bene?" balbetta avvicinandosi al telefono, come se potesse sentirlo un po' più vicino.
"Si Haz sto bene, l'infermiera si è confusa, credeva che il mio telefono fosse quello di.." dice interrompendosi all'improvviso, non aveva pensato a come dirlo a Liam, non ne aveva avuto il tempo.
"Di?" lo incalza Harry.
"Zayn" 
È Liam a completare la frase, perchè quella sensazione che sentiva da giorni doveva avere una ragione, ce l'aveva sempre. 
"Si" conferma Louis.
"Ma sta bene, lui.. lui è forte. Lo riporto a casa presto, te lo prometto Liam."
"Non fare promesse che non puoi mantenere"
"Possiamo raggiungervi entro domani mattina, va bene?" chiede Harry.
"No amore, meglio di no. Ci sono delle.. delle cose che di cui devo parlare con Zayn quando starà meglio, e dobbiamo essere soli, lo capisci vero Haz?"
"Si, lo capisco."
"Haz?"
"Ti ho detto che lo capisco, davvero. Voglio solo abbracciarti"
"Anche io amore"
"Ti amo"
"Ti amo anche io, vi chiamo appena ci sono novità.. e.. Liam?"
"Si"
"Io mantengo le promesse".
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 25
*** The lost memory ***


Dopo qualche giorno, e qualche altro meticoloso controllo alla testa Zayn venne dimesso, per la gioia comune di tutti i ragazzi, specialmente Liam che da quando aveva ricevuto la notizia non faceva che passare le giornate incollato al telefono, aveva sequestrato perfino quello di Harry.
"Tu sei troppo distratto, potresti non sentirlo".
 
Ed era andato avanti così per giorni, sobbalzando ogni volta che uno dei loro telefoni squillava, anche se molto spesso era Niall che voleva avere notizie.
 
"Perchè non passi da qui o chiami direttamente Lou?" aveva sbottato un giorno contro il biondo, schizzando per l'ennesima volta allo squillo del telefono.
 
Niall doveva aver pensato che fosse decisamente il caso di raggiungere i ragazzi a casa di Harry, il tono di Liam gli pareva ogni giorno più esasperato.
 
E fu esattamente così che trovo Liam, esasperato.
 
Camminava avanti e indietro per la stanza fissando lo schermo di entrambi i telefoni che teneva in mano, lanciando ogni tanto qualche occhiata al biondo che alzava il suo telefono mostrandoglielo come a dire "si, controllo anche il mio".
 
 
 
"Liam per favore siediti, ci farai il solco sul pavimento se continui a fare avanti e indietro" lo supplica Harry. 
 
"Per favore lasciami fare" farfuglia alzando il telefono verso l'alto per conquistare un'altra tacca di segnale.
 
"Mi mette un sacco di ansia" Niall lo osserva seduto accanto a Harry sul divano.
 
"Si, anche a me. Sono giorni che va avanti in questo modo"
 
"Ma Zayn sta bene no?"
 
"Si, dovrebbero dimetterlo oggi"
 
"E pensi che una volta ricevuta la chiamata per lo meno la smetterà di camminare nel tuo salotto?"
 
"Non lo so, però potrei approfittarne per lavare il pavimento e mettergli degli stracci sotto le scarpe per farglielo asciugare"
 
"Ti prego, fallo!" 
 
 
 
Un'ora più tardi, Liam, che ne frattempo aveva preso a camminare nel corridoio per permettere a Harry di strusciare, sta di nuovo camminando per tutto il salotto con degli stracci legati alle timberlad, sotto lo sguardo soddisfatto di Niall e Harry, che spinti dalla necessità di fare qualcosa di utile, stanno pulendo ogni angolino della cucina nera lucida che aveva scelto Louis qualche anno prima.
 
Poco dopo il telefono di Harry finalemente squilla.
 
"Dove siete?" risponde  Liam dimenticandosi di respirare.
 
"Ciao Liam, Zayn sta firmando i fogli per le dimissioni, torniamo a casa al più presto"
 
"Stasera?"
 
"No, e neanche domani Liam, i medici hanno sconsigliato di salire su un aereo così presto, per via della pressione e della ferita alla testa, aspetteremo qualche giorno"
 
"Quanti giorni?" 
 
"Il tempo necessario, tutto bene Liam?"
 
"No, cioè si, si tutto bene" dice, riprendendo a camminare.
 
"So che sei preoccupato, ma il peggio è passato, vuoi che te lo passi?" chiede Louis vedendo Zayn venirgli incontro.
 
"Liam ci sei?"
 
"Si, ci sono, Harry vuole parlarti" dice porgendo il telefono a Harry che in piedi sul bancone della cucina sta pulendo il lampadario. 
 
"Ciao amore" risponde, il sorriso si forma sul suo volto in modo imbarazzante, Niall alza gli occhi al cielo e rivolto a Liam "ti prego dimmi che io non sono così quando chiama Giuls" .
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Louis avvolge il braccio intorno alla vita di Zayn mentre camminano verso la macchina nera che li aspetta fuori dall'ospedale, lascia che sia prima Zayn ad entrare aprendogli la portiera, sistemando la borsa con tutte le sue cose che aveva preso a casa di Miguel sotto il sedile dell'autista prima di prendere posto accanto a lui.
 
Louis da le indicazioni all'autista prima di rilassarsi sul sedile e prendere la mano di Zayn tra le sue, che punta gli occhi ambrati nei suoi, alla ricerca di un luogo sicuro. 
 
"Come hai fatto a trovarmi?"
 
"Non lo so, ero preoccupato perché non rientravi così avevo deciso di uscire a cercarti, ma non avevo la più pallida idea di dove farlo"
 
"E per caso sei finito alla stazione di Puerta del Sol quando il servizio della metropolitana era già chiuso"
 
"Si.. è stato strano in effetti.. Pioveva e mi sono riparato all'ingresso, quando ho sentito il suono di un violino ed ero curioso di vedere chi suonasse così bene.. ma non c'era nessuno, apparte te  ovviamente"
 
"Un violino?"
 
"Si"
 
A Zayn si allargano un po' le narici, le sopracciglia leggermente sollevate. 
 
"Conosco quell'espressione, non ti sto mentendo, ho sentito davvero un violino, e poi dovresti essere felice anche nel caso in cui me lo sia solo sognato perché se non fosse stato per quello non saremmo qui a parlarne adesso"
 
"Dovrei? Essere felice indendo"
 
"Che cosa può esserci di tanto terribile da farti pensare che sia meglio morire?"
 
"Essere già morto, solo che nessuno attorno a te se ne accorge perché sei diventato troppo bravo a fingere" dice, distogliendo lo sguardo da quello di Louis per osservare le file di cipressi scorrere veloci, senza però scostare la mano, ancora intrappolata in quelle di Louis che gioca con le sue dita.
 
"Non devi fingere con me"
 
"Si che devo, non mi vorresti se sapessi quello che penso realmente"
 
"Mettimi alla prova allora"
 
Zayn continua a fissare fuori dal finestrino considerando quella richiesta, e questa volta forse si, si sarebbe liberato davvero.
 
"Non mi piace la mia vita, prima l'amavo, ero felice di svegliarmi al mattino per affrontare una nuova avventura, e poi tutto è cambiato senza che potessi far niente per evitarlo, finché non mi sono ritrovato spettatore della mia stessa vita.
 
Hanno iniziato con le cose più banali.. come vestirci, che dieta seguire, che esercizi fare, per poi arrivare a decidere con chi avremmo dovuto parlare, con chi ci era conoscesso farci vedere in giro, chi sposare e addirittura chi amare!
 
È un'assurdità.
 
Volevo fare il cantante, volevo essere libero di esprimere i miei sentimenti, ma sta succedendo esattamente l'opposto. 
 
Giorno dopo giorno mi sono ritrovato a fare e dire cose che non peso, mi hanno quasi convinto che sposare una donna solo per pubblicità fosse una cosa giusta, te ne rendi conto?
 
Io capisco che per te è diverso, tu hai Harry, ed Harry a te, siete una squadra e finché sarete insieme nessuno potrà farvi del male, e Niall, lui viene lasciato in pace, almeno per adesso, ha realizzato il suo sogno ed è felice, per quando riguarda Liam invece.. non credo che capirò mai cosa gli passi per la testa, e questo è un altro dei motivi per cui la mia vita mi fa schifo.
 
Mi sono innamorato di un uomo, cosa che già mi mette in difficoltà, e tanto per complicare le cose ho trovato il più insicuro del mondo.
 
Ogni volta che decide che vuole passare del tempo con me non ho mai la forza di allontanarlo, ma lui trova sempre la forza di sparire nel nulla all'improvviso, specialmente quando dormo, pare sia il suo momento preferito per dileguarsi."
 
Per tutto il tempo Zayn ha continuato a parlare guadando fuori dal finestrino, senza mai voltarsi verso Louis che ancora non ha lasciato la sua mano, disegnando dei piccoli cerchietti sul palmo, ascoltandolo attento, in silenzio. 
 
"Parlami della faccenda dell'incidente" 
 
Louis ci mette qualche secondo per realizzare.
 
"Come lo sai?"
 
"Liam mi ha inviato un file audio di una parte del suo interrogatorio, non so come abbia fatto a non farsi beccare ma c'è riuscito"
 
"Beh nessuno di noi c'ha creduto nemmeno per un istante"
 
"Davvero?" Zayn torna a guardarlo negli occhi questa volta.
 
"Davvero. Non avevamo idea di come dimostrare il contrario, per questo sono venuto qui da te, ma adesso è tutto diverso"
 
"Cosa c'é di diverso?"
 
"Adesso ricordo. Ricordo tutto quanto, ricordo di aver visto la macchina avvicinarsi sempre di più, ed al volante non c'eri tu, c'era un uomo di mezza età con gli occhi verdi"
 
Zayn stringe a pugno la mano dove Louis sta continuando a fare piccoli cerchietti racchiudendo la manina nella sua, mentre calde lacrime riempiono gli occhi lucidi di entrambi.
 
"Parlami del Tass Joies, cosa stai cercando?" chiede Louis strofinando gli occhi con la manica della felpa spezzando il silenzio.
 
"Vedo che non sono l'unico ad essere informato" abbozza un sorriso Zayn.
 
"Dopo aver ascoltato l'audio che Liam mi ha inviato, ho pensato che la polizia avrebbe indagato sul tizio a cui avevo venduto la macchina, così ho fatto lo stesso, e non sono stato troppo sorpreso di scoprire che non esiste nessun Michael Brawshow.
 
Ricordo bene il giorno in cui si è presentato a casa mia, ricordo la sensazione spiacevole che ho provato ed il modo frettoloso in cui ha voluto concludere l'affare, ma mai avrei immaginato che sarebbe successa una cosa del genere.
 
Al momento dell'icidedente la macchina era al sicuro nel mio garage, quindi è chiaro che la macchina non è la stessa, com'è possibile risulti compatibile con quella dell'incidente allora? 
 
L'unica cosa che mi viene in mente è che quell'uomo abbia conservato la targa ed i pneumatici dell'altra macchina per poi montarli sulla mia prima di abbandonarla vicino all'aeroporto"
 
"Ma la targa risultava intestata a tuo zio, è questo che non capisco, se le avesse invertite allora non sarebbe dovuta risultare intestata a qualcun'altro?"
 
"Si, a meno che non abbia fatto in modo che anche l'altra targa venisse intestata a nome di mio zio"
 
"Mi sembra impossibile che tutto questo stia succedendo a noi"
 
"Anche a me"
 
"Ma ancora non capisco cosa c'entra la Tass Joies" insiste Louis, cercando di fare il punto della situazione.
 
"Qualche giorno fa stavo passeggiando per le vie del centro, ed ho visto un uomo che mi ha ricordato Bradshow, così l'ho seguito, per assicurarmi che fosse lui, ed ho scoperto che lavora in quel posto, o forse ne è il titolare, non lo so"
 
"Andiamoci"
 
"È quello che ho fatto, ma quando sono arrivato non ho avuto il coraggio di affrontarlo, credo di aver avuto paura, non so di cosa sia capace quell'uomo e non voglio scoprirlo, non capisco come possa avercela così a morte con me"
 
"Sei stato saggio"
 
"Sono stato un codardo"
 
"No, non è vero, hai evitato di metterti nei guai, lo comunicheremo alla polizia e ci penseranno loro, si sistemerà tutto".
 
Zayn lascia che un sorriso illumini il suo volto stanco, poggiando poi la testa sulla spalla di Louis.
 
Andrà tutto bene, Zayn ci spera davvero, mentre in silenzio aspettano di arrivare a Puerta del Sol.
 
 
 
 
 
Un paio di giorni più tardi Miguel stringe forte Zayn con l'augurio di rivederlo presto, prima di lasciare entrambi all'aeroporto per prendere il volo verso Londra.
 
"È stato un piacere conoscerti Louis"
 
"Anche per me, vieni a trovarci quando vuoi, io e Harry saremmo felici di ospitarti" dice, ed un sorrisino compare sul suo volto al pensiero dell'espressione di Harry alla vista di Miguel sulla soglia di casa, forse non sarebbe stato esattamente felice.
 
 
 
Al loro rientro Harry, Niall e Giuls li stanno aspettando all'aeroporto, è poco dopo raggiungono casa di Zayn.
 
"Sei sicuro di non voler state da noi per qualche sera?" Insiste Harry ancora una volta.
 
"Sono sicuro, sto bene"
 
"Stai bene"
 
"Si, sto bene"
 
"Come vuoi, passiamo da te domani mattina allora" dice Harry, con un tono che non ammette repliche. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"O mio dio!" esclama Louis non appena varca la soglia del loro appartamento completamente lustro.
 
"Cosa c'è?" chiede Harry allarmato fiondandosi in casa allarmato.
 
"Che cosa è successo qui dentro?"
 
"Abbiamo dato una pulita"
 
"Abbiamo?"
 
"Io e Niall.. e Liam, più o meno"
 
"Niall?"
 
"Avevamo bisogno di fare qualcosa"
 
"Penso che partirò più spesso se questi sono i risultati"
 
"Non credo proprio Tomlison, i viaggi senza di me sono finiti"
 
"Addirittura?"
 
"Si" dice Harry contro il suo collo, avvolgendo le sue braccia intorno ai fianchi di Louis ed intrecciando le mani sul suo ventre.
 
"Ti sono mancato?" chiede Louis, il tono della voce più basso adesso.
 
"Mi sei mancato"
 
"Quanto?" chiede ancora, voltando la testa per lasciargli un bacio sul mento.
 
"Così tanto che non puoi immaginarlo"
 
"Credo di poterlo fare invece"
 
"No non puoi"
 
"Perché allora non mi fai vedere quanto ti sono mancato?" dice malizioso, lasciandogli dei baci delicati sul collo.
 
"Tomlinson..." sussurra Harry rabbrividendo a quel contatto, l'erezione  ben visibile stretta nei jeans che Louis agilmente libera con una sola mano intrufolandola tra di loro, prendendo a massaggiare la sua lunghezza, continuando a dargli le spalle, mentre Harry scioglie l'abbraccio scendono con la mano fino al bottone dei suoi jeans che slaccia con facilità, e come Louis, afferra con forza la sua erezione stringendola nella mano grande.
 
"Stayls.." Louis sobbalza, eccitato da quella stretta forte, muovendo qualche passo indietro e facendo indietreggiare Harry a sua volta, fino a scontrarsi contro il marmo freddo del bancone della cucina.
 
"Qui?" chiede Harry facendolo voltare e spingendolo forte contro il marmo, per poi riprendere a baciarlo sul collo, sulla fronte, e dopo avergli sfilato la felpa e la maglietta insieme, sul petto, e salire di nuovo al volto, evitando accuratamente di non baciarlo sulle labbra, sfiorandole soltanto, mentre il suo respiro eccitato accompagna quello di Louis che cerca di sfilargli i pantaloni.
 
"Giù le mani"
 
"Perché?" chiede Louis deluso, come un bambino al quale è stato vietato il suo giocattolo preferito"
 
"Mi hai chiesto di farti vedere quanto mi sei mancato, quindi adesso guarda" sussura contro le sue labbra, chinandosi  e lasciando scivolare i jeans di Louis atterra insieme ai boxer, ora comptamente nudo.
 
"Sei fantastico" dice, allontanandosi e osservando il suo ragazzo in tutto il suo splendore.
 
Harry indietreggia ancora di qualche passo, beandosi di quella visione, gli occhi vagano sul corpo di Louis, soffermandosi più volte sulla sue erezione.
 
"Haz che cosa stai facendo?" 
 
"Shhhh" fa Harry premendo con un dito sulle labbra, per poi iniziare lentamente a sbottonarsi la camicia, un bottone alla volta, sotto lo sguardo vigile di Louis che si morde forte il labbro inferiore.
 
Harry lascia cadere a terra la camicia dopo aver sganciato l'ultimo bottone, voltandosi poi di spalle e piegandosi in avanti poggiando le mani sul divano, e saltellando lascia che i jeans scivolino lungo le sua gambe lunghe.
 
Louis eccitato da quel movimento porta una mano alla sua erezione, incapace di trattenersi, ma Harry lo ammonisce non appena se ne accorge.
 
"Vietato toccarsi Tomlinson"
 
"Non credo di poter resistere ancora"
 
"Ed io che avevo appena iniziato" scherza Harry muovendo qualche passo verso di lui, con ancora in boxer addosso, per poi premere prepotentemente le sue labbra contro quelle di Louis cercando con la sua lingua quella dell'altro, come un assetato cerca acqua nel deserto, e Louis è l'acqua, e risponde al bacio, assecondando la sua lingua con la propria, mordendogli forte le labbra carnose, affamato.
Porta le mani tra i capelli lunghi di Harry avviciando ancora di più i loro volti, complici in quel bacio disperato, dicendosi tutte le parole che a loro non servono, che non sono mai servite.
E Louis lo sente, sente quanto ad Harry sia mancato, quanto la distanza tra loro sia lacerante per lui, e Louis lo ama, lo ama da impazzire. 
"Ti amo da impazzire"
"Io sono pazzo di te"
Louis interrompe quel bacio a malincuore, prendendolo per mano e dirigendosi verso la camera da letto.
"Siedi sul letto per favore" ordina dolcemente, sorridendo per rassicurare Harry quando la sua espressione si fa preoccupata.
"Poggia la schiena alla testata" ordina ancora ed Harry esegue.
"Adesso metti le mani dietro le stessa ed inclina la leggermente".
Harry fa esattamente quello che Louis gli chiede, continuando a non capire.
A che gioco sta giocando?
"Perfetto" sorride soddisfatto, gli occhi azzurri brillano per l'emozione.
Prende posto ai piedi del letto incrociando le gambe, i capelli scompigliati, le guance arrossate.
Esattamente com'è stato.
 
"Adesso dillo Harry" 
 
Ed Harry finalmente capisce che cosa sta facendo Louis, ricreando esattamente quel momento, il loro momento.
"Davvero?" chiede, mentre una lacrima percorre la sua guancia arrossata fino a disperdersi nella barba appena accennata.
"Davvero" ripete Louis serio.
 
 
 
 
"Sposami" sussura Harry, e Louis per la seconda volta si avvicina a Harry, e "credevo che questo momento non sarebbe più arrivato" sussura a sua volta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Clair: 
Ciao a tutte! Come sapete non è mia abitudine lasciare un commento alla fine dei capitoli, ma oggi non posso proprio evitare di farlo, non dopo quello che è successo ieri.
I miei ultimi due capitoli, I alway save you e Brother, raccontano di una delle amicizie che più mi hanno emozionato nella vita, ed anche questo nuovo capitolo ne è un elogio, e dopo quello che è successo ieri tra Louis e Zayn mi sono trovata in difficoltà.
Tanto che ho pensato che forse non l'avrei finito.
Ma mi sono fatta forza ed ho pensato che, se davvero la loro amicizia dovesse finire, nella mia fantasia non accadrà mai, e così eccoci qui!
Colgo l'occasione per ringraziarvi tutte quante, specialmente chi dal primo capitolo condivide con me quest'avventura!
Grazie grazie grazie. <3
 
 
 

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Capitolo 26
*** I figured it out ***


Era rientrato a Londra da soltanto due giorni e già si sentiva mancare l'aria.
L'interrogatorio con il comandante Taylor l'aveva sfinito ed il mal di testa era tornato a tormentarlo da quella mattina.
Grazie alla testimonianza di Louis, era stato scagionato da tutte le accuse, con il divieto di lasciare il paese finché non avessero concluso l'intera faccenda.
Aveva deciso che se ne sarebbe stato lì a poltrire tutto il giorno, disteso sul divano, al buio.
Niall la sera prima era passato a trovarlo per dargli la notizia del suo futuro matrimonio, e Zayn ancora non poteva crederci.
Nialler si sarebbe sposato alla fine del mese, mentre lui non sapeva neanche cosa avrebbe mangiato per cena; Probabilemte niente, pensa, distendendo le gambe per granchirsi un po'.
 
Non aveva avuto il coraggio di dire a Niall la verità sul suo incidente, era un periodo felice per lui, e non voleva turbarlo con i suoi problemi.
 
 
 
 
 
 
 
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Louis ed Harry si erano da poco svegliati, ancora stretti nello stesso abbraccio in cui si erano addormentati solo poche ore prima, al sorgere del sole.
 
Louis aveva raccontato ad Harry la verità sull'incidente di Zayn, perché tra loro non ci sarebbero stati segreti, mai più.
 
 
 
"Quindi vuoi dirmi che l'hai visto correre verso il treno e sei riuscito ad afferarlo prima che saltasse?"
 
"Si, come ti ho già detto mille volte" 
 
"Cazzo"
 
"Cazzo, si. Non voglio immaginare cosa sarebbe successo se non ci fossi stato io... non riesco neanche a pensarci"
 
"Non devi farlo. Tu c'eri, e gli hai salvato la vita, se un eroe Loueh"
 
"Sono solo capitato nel posto giusto al momento giusto"
 
"Io non credo, penso invece che tu sia speciale, sei un angelo, il mio angelo" dice, passando una mano tra i suoi capelli lisci.
 
"Dovremmo dirlo a Liam" afferma Louis, stringendosi un po' di più in quell'abbraccio.
 
"Non pensi che debba essere Zayn a farlo se vorrà?"
 
"Non glielo dirà mai"
 
"Allora forse dovremmo mantenere il segreto"
 
"Se avessi tentato il suicidio e Zayn lo sapesse non vorresti che te lo dicesse?"
 
"Si, certo che vorrei saperlo, perché saprei starti vicino, ed amarti con tutto me stesso. Ma Liam sarà in grado di fare lo stesso?"
 
"Non lo so, ho smesso di cercare di capirlo, ma una cosa la so, Zayn ama Liam, ed in questo momento ha bisogno di avere accanto la persona che ama, dobbiamo almeno provarci"
 
"Te l'ho detto che sei speciale" sussura Harry tra i suoi capelli, lasciandogli poi un delicato bacio sulla spalla nuda prima di alzarsi dal letto.
 
"Dove vai?"
 
"A chiamare Liam".
 
 
 
Un'ora più tardi e parecchie chiamate senza risposta dopo, Harry getta il telefono sul divano rasseganto.
 
"Basta,mi arrendo"
 
"Ancora niente?"
 
"No, non risponde"
 
"Come al solito, chissà dove ha disperso il telefono questa volt-"
 
Louis viene interrotto dallo squillo del citofono.
 
"Chi è?"
 
"Babbo natale"
 
"Sali idiota".
 
Niall varca la soglia con un gran sorriso stampato sulle labbra.
 
"Ciao famiglia felice!"
 
"Ciao biondo" lo saluta Harry coprendosi con il lenzuolo, ancora nudo.
 
"Oh, ho interrotto qualcosa?"
 
"Si" e "No" rispondono in coro, entrambi con il sorriso sbilenco stampato sulla faccia.
 
"Non hai interrotto niente Ni" lo rassicura Louis divertito dalla sua espressione confusa.
 
"Bene, non ho molto tempo, devo passare a prende Giuls a lavoro, quindi farò in fretta" dice, prendendo una scatolina di velluto dalla tasca ed inginocchiandosi di fronte a Louis, sotto lo sguardo divertito di Harry.
 
"Niall che cazzo fai?"
 
"Louis William Tomlison" recita Niall con aria solenne, "Vuoi tu, in quanto mio testimone, conservare le fedi nunziali fino al giorno del mio matrimonio?" 
 
"Matrimonio? O mio dio Niall certo!" squittisce, per poi farsi serio e recitare la sua parte prendendo la scatoletta che Niall gli porge e recitando
 
"Lo voglio".
 
"Ok adesso sono geloso" interviene Harry, alzandosi per andare a stappare una bottiglia di spumante, mentre Niall e Louis saltellano tra abbracci e gridolini.
 
"Sono geloso ho detto" ripete Harry alzando un po' il tono per sovrastarli.
 
"Abbiamo capito Daddy"
 
"Daddy?" chiede Niall senza capire il senso di quell'affermazione che fa tanto ridere Harry. 
 
"Tu sei il mio Daddy William" dice, mordendosi un labbro con fare provocante.
 
"Ok non voglio saperlo" commenta Niall sollevando il suo calice e facendolo tintinnare contro quello dei suoi amici.
 
"A Niall e Giuls".
 
 
 
 
 
 
 
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Zayn dorme sul divano da almeno due ore quando qualcuno bussa forte alla sua porta.
 
"Entra mamma è aperto" farfuglia, tirando più su la coperta fino a scomparirci dentro, sua madre avrebbe di certo acceso la luce, e lui voleva restare al buio, ancora intontito dal sonnifero, troppo stanco per sostenere una qualsiasi conversazione, e quasi subito crolla di nuovo in un sonno artificiale. 
 
Quando riapre gli occhi un vassoio è sistemato sul tavolo di fronte al divano, diffondendo un profumo squisito in tutto il salotto.
 
La piccola luce sopra i fornelli nella cucina è accesa ed il suo borsone da viaggio abbandonato davanti alla porta d'ingresso è sparito. 
 
Si strofina forte gli occhi, abituandosi alla luce tenue che illumina la cucina e parte del solotto, il mal di testa sembra essere finalmente scomparso e a giudicare dal brontolio del suo stomaco deve anche avere una gran fame.
 
Sul vassoio è sistemato un piatto stracolmo di pasta al pesto, uno dei suoi piatti italiani preferiti, uno di quei piatti che sua madre non gli aveva mai preparato prima d'ora.
 
Si solleva e seduto a gambe incrociate sul divano mangia lentamente tutto, senza lasciarne neanche un boccone, è davvero squisita, pensa, mentre porta il piatto in cucina lasciandolo nel lavello, dove sarebbe rimasto almeno fino al giorno seguente.
 
Con lo stomaco pieno, anche la vista, che fino a poco fa era annebbiata, sembra essere migliorata.
 
Si granchisce gambe e braccia mentre cammina verso la camera, dove tutto il contenuto del suo borsone è perfettamente piegato e stirato, pronto per essere riposto nell'armadio.
 
Zayn non può non pensare quanto sua madre sia speciale, sentendosi in colpa per non esser riuscito neanche a  parlarle, troppo intontito dai farmaci. 
 
Compone il numero per chiamarla e dopo un solo squillo la sua voce gli scalda il cuore.
 
"Ciao tesoro, ti sei svegliato?"
 
"Si mamma, grazie mille, non so come farei senza di te"
 
"Tesoro mi dispiace non arrabbiarti"
 
"Arrabbiarmi?"
 
"Quel grazie sa tanto di presa in giro, ho provato a chiamarti ma non avevo segnale, il treno ha avuto un guasto e siamo rimasti bloccati per ore in una galleria, adesso siamo ripartiti, sarò da te in un paio d'ore".
 
 
 
 
 
"Zayn?"
 
"Si mamma, ci sono. Ti aspetto a casa, a dopo."
 
Il bisogno di nicotina pulsa all'altezza del suo stomaco, con gesti meccanici porta le mani alle tasche, cercando il pacchetto di sigarette.
 
"Merda" impreca, quando realizza di averle dimenticate nell'auto di Harry il giorno prima.
 
Tiene sempre un pacchetto di scorta nella stanza dei graffiti, nell'unico mobiletto nero sistemato nel centro della stanza per lasciare libere le pareti dipinte.
 
Scende le scale lentamente, cercando di realizzare quello che sua madre gli ha appena detto.
 
Il pacchetto di Malboro e l'accendino sono al loro solito posto, e seduto sul mobiletto al centro della stanza, con i gomiti piantati sulle ginocchia, aspira una profonda boccata di fumo, lasciando lo sguardo vagare sui disegni.
 
Sua madre non era mai arrivata a casa, eppure Zayn aveva sentito bussare alla porta, nonostante fosse costretto in un sonno artificiale, aveva sentito dei passi dirigersi verso il divano, ed un paio di mani delicate rimboccargli la coperta.
 
Qualcuno aveva lavato, asciugato e stirato tutte le sue cose, questo doveva aver richiesto almeno due ore ti tempo, possibile che non si fosse accorto di niente? 
 
E poi la pasta al pesto. 
 
Zayn ricorda bene quando è stata la prima volta che l'ha mangiata; era in tour con i ragazzi, durante una delle tappe italiane, avevano pranzato in un ristorante casereccio, di quelli alla mano dove  tutti sorridono. 
 
Louis lo aveva preso in giro per quella scelta, ordinando invece degli spaghetti allo scoglio per lui ed Harry, che a detta sua erano molto più 'da ristorante', mentre Liam e Niall avevano optato per una tagliata di proporzioni stratosferiche, scommettendo su chi sarebbe riuscito a finirla tutta, patatine comprese, e stranamente vinse Liam, ma solo grazie ad Harry che senza farsi vedere da Louis mangiava le patatine dal suo piatto.
 
Di certo quella non era un comportamento 'da ristorante'.
 
 
 
"Harry vuoi smetterla?" lo rimbecca Louis dandogli un colpetto sulla mano unta dove stringe l'ennesima patatina.
 
"Ma lo sto facendo per aiutare Liam" si giustifica con la bocca piena.
 
"Harry per l'amor di dio sembri un bambino di cinque anni" lo rimprovera ancora, ma i suoi occhi rimangono amorevoli.
 
"Ok la smetto, ma se Liam perde la scommessa la colpa sarà tua" dice, incrociando le braccia al petto.
 
"Bravo, ci dividiamo un dolce?" 
 
"No"
 
"Harry"
 
"Va bene, al cioccolato però"
 
Louis scoppia a ridere scostandogli un ciuffo ribelle dal volto imbronciato.
 
 
 
---
 
Zayn accende la seconda sigaretta con il mozzicone di quella prima, la mente di nuovo in quel ristorante lontano, quando tutto era perfetto.
 
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"Posso assaggiare la tua pasta?" chiede Liam, lo stomaco gli scoppia ma quel profumo è davvero troppo invitante.
 
Zayn cattura qualche trofia con la forchetta e l'avvicina al volto di Liam imboccandolo.
 
"Sono davvero ottime! Dovremmo chiedere la ricetta"
 
"E riuscirai a farle buone come queste?"
 
"Io no, ma ricordati che abbiamo uno chef nella band" dice, indicando Harry, alle prese con un tortino al cioccolato, con un cenno del capo.
 
 
 
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Zayn si strofina forte gli occhi prima di distendersi sul pavimento freddo, osservando la parete alla sua sinistra da una altra prospettiva.
 
La rosa che aveva disegnato per Liam spicca sugli altri disegni, il gambo lungo e pieno di spine si confonde con l'immagine di un sole nero. 
 
Una scritta tra i due disegni attira la sua attenzione, troppo piccola per poterla leggere da quella distanza; un istante dopo sta osservando le lettere d'inchiostro nero comporrere la frase che legge in un sussurro, sfiorandola con il dito.
 
 
 
I figured it out. 
 
 
 
 
 
 
 
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Liam indossa la sua maglietta portafortuna, quella bianca con il simbolo della pace.
 
La sua mano è stretta in quella di Giuls, in piedi al suo fianco.
 
Sono appena stati a cena dai genitori di Liam, cena che rimandavano ormai da troppo tempo.
 
Suo padre non aveva reagito troppo bene alla notizia che il suo unico figlio maschio non avrebbe portato avanti la dinastia della famiglia Payne.
 
Il bicchiere di vino rosso si era distrutto in mille pezzi quando con tutta la sua forza l'aveva sbattuto sul tavolino, macchiando di porpora la tovaglia elegante, sotto lo sguardo terrorizzato del resto della famiglia.
 
La mano di Giuls si era stretta di più sulla coscia di Liam quando il silenzio era calato nella stanza, prima di essere squarciato ancora una volta dalle grida di suo padre.
 
 
 
 
 
"Non ti manca niente! Sei giovane, in salute, ricco e famoso, puoi avere tutte le donne che vuoi! Che cosa c'è di sbagliato in te? Ti abbiamo dato una buona educazione e adesso vieni a dirmi che sei diventato frocio?" sbraita, il volto smostrato dalla rabbia e dal vino.
 
 
 
"Papà per favore no-" 
 
"Tu sta zitta Ruth! Non hai capito quello che ha appena detto tuo fratello? Un mezzo uomo, ecco cosa sei!"
 
 
 
Liam in quel momento crede di svenire.
 
La testa e lo stomaco gli fanno male, come trafitto da mille aghi contemporaneamente.
 
Cerca conforto negli occhi di sua madre, che abbassa lo sguardo quando quelli nocciola si posano nei suoi. 
 
Ancora una volta cala il silenzio prima che suo padre riprenda a sbraitare contro Liam e "la sua banda di amichetti froci".
 
Ed è in quel momento che Giuls, incapace di sopportare oltre si alza in piedi trascinando Liam con se, fino alla porta d'ingresso, dove prende entrambi i loro giacchetti all'attaccapanni, senza lasciare la sua mano.
 
 
 
 
 
"Ti va di fare un giro in macchina?"
 
Liam fa cenno di sì con li capo, incapace di pronunciare anche la più semplice delle parole.
 
Si lascia guidare da Giuls che in silenzio si dirige verso la sua macchina, aprendogli la portiera e richiudendola piano, dopo avergli agganciano la cintura, come si fa con i bambini.
 
"Mi dispiace tanto" dice, dopo aver preso posto al volante, le grida di suo padre che rimbombano nelle orecchie.
 
Quando Liam rimane in silenzio, accende l'auto e si immette nel traffico, senza una meta precisa, pronta a girovagare anche tutta la notte, pur di non lasciarlo solo. 
 
"Sapevo che sarebbe stato difficile, ma ha veramente esagerato. So che per te l'opinione di tuo padre è importante ma non deve esserlo, non questa volta.
 
Io gli voglio bene, potrebbe essere mio zio e gli devo tantissimo, ma questo non significa che possa permettersi di trattarti così.
 
Non glie lo permetterò, e le tue sorelle sono d'accordo con me, ne sono certa.
 
Vedrai che riusciranno a farlo ragionare.
 
Sei suo figlio, dovrà accettarlo, dovrà farsene una ragione.
 
Questo non è il capriccio di un bambino, si tratta dei tuoi sentimenti, della tua essenza. 
 
Tu sei speciale, e sei libero di amare chi vuoi, non importa che aspetto abbia, non importa che sia uomo o donna, l'unica cosa che conta è che tu sia felice".
 
Giuls continua a parlare per un tempo che pare infinito, girovagando per le strade di Londra, finché gli occhi non le bruciano e la stanchezza comincia a farsi sentire.
 
Liam, chiuso nel suo silenzio, continua a guadare fuori dal finestrino, il cuore distrutto dalla stesso uomo che gli ha donato la vita, quell'uomo che avrebbe dovuto proteggerlo sempre, e che invece l'aveva abbandonato, incapace di vedere oltre l'apparenza, incapace di rendersi conto che non si sceglie chi amare, succede e basta, non ci è concesso scegliere.
 
 
 
Giuls poco dopo parcheggia sotto casa di Liam, ed invia un messaggio Niall, avvisandolo che non sarebbe rientrata per rimanere con lui, troppo sconvolto per lasciarlo da solo. 
 
 
 
"Vai a casa, non preoccuparti"
 
"Allora ce l'hai ancora la voce"
 
"Davvero Giuls, va da Niall"
 
"Non se ne parla neanche, non ti lascio da solo"
 
"Sto bene"
 
"Lo so"
 
"Allora perché non te ne vai?"
 
"Perché hai bisogno di me"
 
"Non ho bisogno di te"
 
"Va bene" dice, prendendogli le chiavi di mano per aprire la porta.
 
 
 
Liam si getta completamente vestito sul letto, le parole di suo padre non vogliono lasciarlo in pace, impresse nella sua mente, indelebili.
 
Giuls quasi scompare dentro una delle sue felpe preferite di Liam, che ha preso dal suo armadio.
 
Si rannicchia al suo fianco, poggiando la testa sul suo petto, quando lui avvolge il suo braccio dietro le sue spalle, accarezzandole i capelli.
 
Giuls intrufola la mano piccola in quella sinistra di Liam, intrecciando le dita con le sue.
 
Rimangono così in sielnzio per un po', come da piccoli, quando Giuls litigava con sua madre e passava la notte a casa di Liam, nel suo posto sicuro.
 
 
 
"Grazie di essere rimasta"
 
"Grazie a te, di avermi permesso di restare"
 
"Puoi restare tutto il tempo che vuoi"
 
Un nodo le stringe la gola, perché nel suo cuore sa, che non potrà mai restare tutto il tempo che vorrebbe, lo sa da anni ormai.
 
Liam la stinge più forte a sè, lasciandole un delicato bacio sul naso.
 
"Hai il naso freddo"
 
"Sai che novità"
 
"Pensi che mio padre cambierà idea prima o poi?"
 
"Spero di si, ma quello che conta è che tu sia riuscito a esprimere i tuoi sentimenti, il resto si sistemerà con il tempo"
 
"È solo grazie a te se ci sono riuscito"
 
"Allora mi devi un favore"
 
"Tutti i favori che vuoi"
 
"Mi farai guidare la tua moto"
 
"La mia moto? Tu sei matta"
 
"Ehi! Hai detto tutto quello che voglio"
 
"Va bene, ma non da sola, io starò dietro"
 
"Andata"
 
"So già che me ne pentirò" scherza Liam dandole un buffetto leggero sulla fronte facendola ridere.
 
"Mi mancava"
 
"Che cosa?"
 
"Noi"
 
"Mancava anche a me stupido Payne"
 
"Stupido a chi?" chiede facendole il solletico sullo stomaco, che sa bene essere il suo punto debole.
 
"Ti prego, ti prego smettila, mi faccio la pipì addosso" dice senza riuscire a smettere di ridere a crepapelle, in preda alle convulsioni, e Liam sa che non scherza, quando ride troppo Giuls fa la pipì, e lui l'ha imparato a sua spese.
 
"La smetto solo perché non ho voglia di cambiare le lenzuola, pisciona!"
 
Lei gli da un pugno sul petto che non sente neanche, osservandola con un sopracciglio alzato.
 
"Sul serio?"
 
"Fanculo!" dice, voltandosi dall'altra parte, in modo che Liam possa abbracciarla da dietro.
 
Rimangono così, stretti l'uno all'altra aspettando di addormentarsi, i respiri pesanti.
 
"Dormi?"
 
"Non ancora"
 
"Vuoi farmi da testimone?"
 
"Sarebbe un onore per me" sussura tra i suoi capelli.
 
"Grazie Li"
 
"Grazie a te di avermelo chiesto"
 
"No. Intendo... grazie per tutto, grazie di esistere, di essere parte della mia vita. 
 
Grazie di tenermi stretta a te. Grazie di non avermi abbandonato"
 
"Non accadrà mai, non pensarci neanche"
 
"Sei forte Liam, lo sei sempre stato. Non pensare neanche per un momento di essere sbagliato perché tu sei la persona più bella che io abbia mai incontrato"
 
"Giuls..."
 
"Shhh. Dormi adesso"
 
"Ti voglio bene piccola"
 
"Ti voglio bene anch'io"
 
O forse di più, come sempre, per sempre. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 27
*** Love is Never ever simple ***


"Non ci credo"
"Bastardo"
"Figlio di puttana"
"Dovevamo dirglielo"
"Dire cosa?"
"Che avevamo fatto a pugni con quel deficente"
"Non potevamo sapere che sarebbe venuto fuori"
"Ma le bugie vengono sempre fuori Zay.. in un modo o nell'altro"
"Liam non ci crederà mai"
 
"Ma non è successo niente tra noi"
 
"Ci siamo baciati, questo basta"
 
"Harry mi ammazzerà, anzi peggio, non mi guarderà più in faccia"
 
"Dobbiamo dirglielo del bacio?"
 
"No"
 
"Sicuro?"
 
"Non lo so"
 
"Hai appena detto che le bugie vengono sempre fuori"
 
"Lo so"
 
"Allora?"
 
"Allora che?"
 
"Che cosa dobbiamo fare?"
 
"Fammi pensare".
 
 
 
Louis e Zayn sono seduti su un muretto fuori dalla discoteca. 
 
Zayn continua a tamponarsi la ferita maledicendo quel ragazzo che gli ha rovinato la serata, o peggio, la vita.
 
 
 
"Ma poi che cazzo ci fa quel coglione a Las Vegas?" sbotta, cercando il pacchetto di Malboro nelle tasche della giacca elegante.
 
"Ma che cazzo ne so"
 
"Il Karma"
 
"Cosa?"
 
"Il Karma, fai del male e ricevi del male, fai del bene e ricevi del bene"
 
"Potevi pensarci prima al Karma" lo rimbecca Louis accendendo la sigaretta e passando l'accendino a Zayn seduto al suo fianco. 
 
"Prima di cosa?"
 
"Prima di baciarmi in quel fottuto bagno"
 
"Non mi pare di averti puntato una pistola alle testa"
 
"Lo so"
 
"Porca troia"
 
"Si".
 
 
 
Rimangono ancora una volta in silenzio, fumando le loro sigarette e cercando di realizzare quanto successo nell'ultima ora.
 
 
 
"Dobbiamo tornare al Cesar e dire tutta la verità" afferma Louis deciso.
 
"Va bene"
 
"Capiranno"
 
"Certo" 
 
"Mi stai prendendo per il culo?"
 
"No figurati, sono convinto che Liam dopo averci messo mille anni a decidersi di stare con me mi perdonerà non appena confesserò di aver quasi scopato il mio migliore amico in un bagno"
 
"No è?"
 
"No"
 
"Neanche Harry mi perdonerebbe"
 
"Certo che lo farebbe"
 
"Smettila di sfottere"
 
"Dico sul serio, Harry ti perdonerebbe qualunque cosa... è me che non perdonerebbe"
 
"Che cazzo di situazione di merda"
 
"Si".
 
 
 
Ancora una volta il silenzio cala tra loro, finché le sigarette sono ormai finite e il cielo lentamente schiarisce alle prime luci dell'alba. 
 
 
 
"Dobbiamo rientrare Zay"
 
"Ma se invece scappiamo via?"
 
"Tipo dove?"
 
"Tipo lontano. Tipo su Giove"
 
"Liam arriverebbe fino lì per prenderti a calci nel culo, per non parlare di Harry, quello sarebbe capace di trovarmi ovunque"
 
"Cazzo"
 
"Si".
 
 
 
Il silenzio cala ancora tra loro, entrambi si rendono conto di essere ridicoli, e disperati.
 
 
 
"Andiamo"
 
"Si"
 
 
 
Louis si alza e tende una mano a Zayn che l'afferra sollevandosi. 
 
Si abbracciano forte, cercando ognuno conforto nell'altro.
 
 
 
"Ti va se evitiamo di menzionare il bacio?"
 
"Credo sia la cosa migliore"
 
"Giuralo"
 
"Non ti fidi?"
 
"Si. Ma Harry ti guarderà dritto meglio occhi e tu dovrai mettergli, penso di poterlo fare?"
 
"Se servirà a non perderlo posso farlo"
 
"Allora giuralo"
 
"Lo giuro"
 
"Bene"
 
"E tu?"
 
"Io cosa?"
 
"Tu ci riuscirai?"
 
"Non permetterò ad uno stupido errore di portarmi via Liam. Ce la faccio"
 
"Giura"
 
"Giuro"
 
"Giuralo su di me" 
 
"Ma quanti anni hai Lou?"
 
"Dai fallo. Mi serve una buona ragione per mentire ad Harry"
 
"E se lo giuro su di te che cambia?"
 
"Voglio sapere che la nostra amicizia non finirà, comunque vada. Anche se non dovessero perdonarci, anche se Harry dovesse lasciarmi. Voglio sapere che tu ci sarai"
 
"Io ci sarò, te lo giuro sulla nostra amicizia"
 
"Grazie".
 
 
 
L'abbraccio che segue quelle promesse rende entrambi un pò più forti, più positivi. 
 
Forse sarebbe andata bene, forse sarebbero stati perdonati. 
 
Per Louis sapere che Zayn ci sarebbe sempre stato è davvero importante.
 
Da quando si sono conosciuti la loro amicizia è cresciuta giorno dopo giorno, un pezzetto alla volta.
 
Inizialmente Zayn era diffidente nei confronti dei ragazzi, il suo carattere riservato spesso lo faceva apparire distaccato, ma Louis aveva capito subito che in realtà quel ragazzo serio e silenzioso era speciale, una pietra preziosa.
 
Così il loro rapporto era diventato ogni giorno più forte, più saldo.
 
Talmente potente da non permettere a niente e nessuno di scalfirlo. 
 
Zayn e Louis non si sarebbero separati mai, se l'erano promesso cinque anni fa, ed ancora una volta, quella stessa notte. 
 
Quando ogni certezza era pericolosamente compromessa ma perfino il rischio di perdere le persone che più amano al mondo sembra meno spaventoso stretti l'uno tra le braccia dell'altro. 
 
 
 
"Questo non è esattamente il modo giusto per farsi perdonare" 
 
 
 
Josh accosta con la lamborghini al bordo strada, il gomito poggiato sul finestrino abbassato.
 
Louis e Zayn sciolgono il loro abbraccio per avvicinarsi all'auto. 
 
 
 
"O. MIO. DIO." Louis fa il giro dell'auto nera lucida accarezzandone la carrozzeria con un dito.
 
Quella è in assoluto la macchina dei suoi sogni.
 
 
 
"Questa è una Huràcan cristo santo Josh!" 
 
Louis estasiato conclude l'ennesimo giro intorno all'auto ammirandone l'eleganza.
 
"Già" commenta spavaldo Josh, premendo il bottone in acciaio vicino al cambio per aprire le portiere che silenziose scorrono verso l'alto.
 
 
 
"Cazzo! Non è neanche in vendita ancora.."
 
 
 
"Pensi di salire o vuoi farti una sega prima?"
 
 
 
Il rombo del motore è pura melodia per le orecchie di Louis che in preda agli ormoni tocchiccia tutto quello che gli capita sotto mano, mentre Zayn strizzato sui microscopici sedili posteriori non fa che pensare a Liam.
 
 
 
"Dove l'hai presa?" 
 
 
 
"Non ha importanza, adesso l'unica cosa che conta è portarvi al Cesar"
 
 
 
"Gli altri sono tutti li?" Zayn si sporge aggrappandosi al sedile di Louis quando l'auto sfreccia in avanti facendolo sobbalzare.
 
 
 
"Si Zay.."
 
 
 
"Ma?"
 
 
 
"Ma niente. Non farmi troppe domande va bene?".
 
 
 
Josh continua a guidare veloce fino a raggiungere l'hotel, dove il parcheggiatore con un piccolo inchino li accoglie, prendendo le chiavi e salendo al posto di guida per riporre l'auto nel parcheggio sotterraneo. 
 
 
 
Nella suite la situazione è apparentemente calma.
 
Niall dorme a bocca aperta sul divano, ancora vestito di tutto punto, innumerevoli cravatte appese al collo.
 
Stan appoggiato al bancone della cucina sta dormendo profondamente, una pizza da asporto ormai fredda spiaccicata sulla fronte, dopo essercisi addormentato sopra.
 
Di Harry e Liam nessuna traccia.
 
 
 
"Dove sono gli altri?" chiede allora Zayn, e Josh gli indica la camera che condivide con Liam.
 
 
 
"Si è chiuso li dentro appena siamo arrivati"
 
 
 
Zayn titubante si dirige verso la camera da letto dove solo poche ore prima avevano fatto l'amore.
 
Bussa piano alla porta, per poi provare ad aprirla quando non riceve nessuna risposta, ma è costretto a sedersi sulla moquette rossa, quando quella non si apre.
 
Liam dall'altro lato si avvicina alla porta, sedendosi a terra, la schiena contro la porta. 
 
"Liam mi senti?" Zayn bussa ancora una volta.
 
"Si" 
 
Rimane sorpreso di sentire la sua voce, non se l'aspettava. 
 
"Mi apri?"
 
"No"
 
"Liam non è successo niente tra me e Lou"
 
"Non continuare a mentirmi"
 
"Non ti sto mentendo" 
 
"Non sono arrabbiato perché ti sei baciato con Louis" 
 
Zayn rimane in silenzio dall'altro lato della porta, il cuore gli scoppia nel petto 
 
"Perché sei arrabbiato allora?" riesce a chiedere con un filo di voce.
 
"Sono arrabbiato perché con te c'è sempre qualcosa che non va. Anche quando sembra che vada tutto bene succede qualcosa che mi spezza il cuore.
 
Ed io non so quante volte un cuore si possa spezzare, non so quante volte si possa trovare la forza di rialzarsi in piedi e riattaccare i pezzi. 
 
Io ti amo, ma questo amore mi distrugge".
 
Zayn sente il cuore scoppiargli nel petto, lo stomaco gli fa male e gli occhi gli bruciano mentre quelle parole lo colpiscono con la forza di mille pugnalate. 
 
"Ti amo anche io. Non vorrei mai farti del male, non vorrei mai che tu soffrissi a causa mia, eppure succede sempre, alla fine".
 
Liam avvolge le gambe con le braccia, poggiando la testa contro il legno scuro della porta che li separa. 
 
"Vorrei che tutto fosse semplice, ma l'amore non è mai semplice, almeno non il nostro.
 
Sono stato settimane a pensarti, ho affrontato la mia famiglia per te, per essere libero di amarti. Ho incassato i colpi in silenzio quando mi hai picchiato per una foto con Sophia. Ho fatto tutto quello che era in mio potere per renderti un uomo felice.
 
Ho costruito una stanza dei graffiti in casa mia per te. 
 
Ho messo in discussione la mia intera vita e non ti ho mai chiesto niente in cambio. Niente.
 
Volevo solo che tu fossi sincero.
 
Avresti dovuto dirmelo, avrei capito.
 
Eri triste e Louis per te è importante.
 
Avete fatto confusione.
 
Non sono un idiota, so che certe cose possono succedere, so che alcool e sofferenza rendono deboli.. e stupidi.
 
Non sono arrabbiato neanche con Louis, ma tu sei l'amore della mia vita. 
 
Tu avresti dovuto proteggermi, avresti dovuto dirmi la verità, chiedermi scusa, prenderti cura di me.
 
È così che fanno le persone che si amano. 
 
È così che ho fatto io con te.
 
So che c'ho messo tanto tempo, forse troppo, ma ti ho sempre amato e tu lo sai. 
 
Non mi merito le tue bugie. 
 
Non mi merito le tue labbra su quelle di qualcun'altro.
 
Ti amo e ti desidero, ma quello che mi dai non è abbastanza. 
 
Tu non sei abbastanza."
 
 
 
Lacrime silenziose rigano il volto di Zayn, entrambe le mani poggiate contro il legno freddo.
 
Vorrebbe riuscire a dire qualcosa, una qualsiasi cosa, ma niente esce dalla sua bocca, nessuna parola riuscirebbe ad esprimere il dolore che lo lacera in quel momento.
 
Solo un treno, che sfreccia a tutta velocità in una banchina deserta, solo un paio di occhi azzurri spaventati e delle mani piccole che lo afferrano un attimo prima dell'impatto occupano la sua mente.
 
 
 
Avresti dovuto lasciarmi morire Louis. 
 
 
 
È questo tutto quello che riesce a pensare.
 
Il dolore è talmente forte che l'aria sembra non essere abbastanza.
 
Sente la presenza di Liam oltre quella porta che li separa, quella porta che rappresenta tutto quello che non è stato in grado di fare, tutte le scelte sbagliate, i gesti non pensati, le parole non dette.
 
 
 
"Ti amerò per sempre Liam" sussura.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 28
*** STAY ***


"Devi premere il pedale della frizione per cambiare la marcia, così la distruggi!"
"Ho capito, fammi riprovare!"
 
Giuls sfiora appena l'asfato con il piede sinistro, mentre Liam seduto dietro di lei sorregge la moto con entrambi i piedi ben piantati a terra.
 
Le aveva promesso che avrebbe guidato la sua moto, ma i risultati da dieci minuti a quella parte erano piuttosto scarsi.
 
"Che ne dici se facciamo una pausa?" chiede Giuls poggiando entrambi i piedi sulle pedaline lasciando che sia Liam a sorreggere tutto il peso. 
 
"Mi fanno male le braccia!" si lamenta massaggiandosi gli avambracci.
 
"Ora capisco perché sei così muscoloso, altro che palestra!" lo prende in giro.
 
"Dai monta dietro, ti porto a casa da Niall, sarà in pensiero"
 
Giuls si sistema sulla parte posteriore della sella e stringe forte le braccia intorno al torace di Liam, che come stesse spostando una piuma, spinge la moto indietro e pochi istanti dopo stanno già sfrecciando lungo Elisabeth Street. 
 
 
 
 
 
Niall è alle prese con il tosaerba quando parcheggiano la Ducati appena fuori dal giardinetto curato.
 
Quel giorno il sole splende alto nel cielo e sembra averne approfittato per prendere un pò di colore, lasciando che i raggi del sole colpiscano la pelle candida del suo torso nudo. 
 
Con il dorso della mano destra si asciuga la fronte imperlata dal sudore, con la musica alta nelle cuffiette non si accorge del rombo della Ducati che si ferma difronte alla villetta.
 
 
 
"Non posso credere che quell'uomo voglia sposare me" dice Giuls, gli occhioni verdi sprizzano gioia mentre si sistema dietro l'orecchio il solito ciuffo ribelle, lasciando scivolare lo sguardo sulle spalle muscolose del suo futuro marito.
 
"Già.. nemmeno io" sospira Liam, prendendola in giro.
 
"Giù le mani Payne, il super figo biondo che fa sembrare sexy anche un tosaerba è mio" lo sfotte, dandogli un colpo con il fianco e dirigendosi verso Niall che non si accorge della loro presenza, intento a cantare No Control.
 
Giuls si volta per guardare Liam che cammina dietro di lei divertito, e ricambia il suo sguardo interrogativo con un'alzata di spalle.
 
"Parlane con Tomlinson!"
 
 
 
"I'm all yours a got no con- oh"
 
Giuls poggia le mani piccole sugli occhi di Niall che sobbalza a quel contatto inaspettato lasciando la nota a metà.
 
Molla il tosaerba e porta entrambe le mani dietro ad avvolgere i fianchi di Giuls che gli sfila le cuffiette.
 
"Mi sei mancata"
 
"Davvero?" chiede, lasciando scivolare le mani sulle sue spalle.
 
"Davvero" conferma lui voltandosi e stringendola forte a se prima di darle un bacio sulle labbra.
 
"Puzzo" 
 
"È vero, ma puzzi di buono, e di mio"
 
scherza lei alzandosi sulle punte per lasciargli un altro bacio sulle labbra.
 
 
 
Solo quando Giuls lo prende per mano tracinandolo verso Liam si accorge della sua presenza.
 
"Ciao bro, come stai?" lo saluta allegro battendogli il pugno.
 
"Ho rischiato la vita un paio di volte da stamattina ma bene!"
 
"E dai falla finita!" si intromette Giuls, senza mai lasciare la mano di Niall.
 
"Che cosa hai combinato piccola peste?"
 
"Niente, ho solo provato a guidare la moto di Liam"
 
"Con pessimi risultati direi"
 
Giuls gli fa una linguaccia e cerca rifugio negli occhi blu di Niall al suo fianco.
 
"Scommetto che sei stata bravissima" dice scompigliandole i capelli sotto lo sguardo esterrefatto di Liam. 
 
"Ti fermi per pranzo Li? accendiamo il barbecue in giardino con questa bella giornata!" 
 
"No ragazzi grazie, io devo.. fare delle cose"
 
"Cosa?"
 
"Delle cose"
 
"Rimani, è deciso"
 
Liam sbuffa sconfitto, seguendo i due all'interno della villetta.
 
 
 
 
 
Più tardi Niall e Liam sono alle prese con la brace mentre Giuls apparecchia il tavolo di legno sotto al gazebo.
 
"Amore fai spazio per favore!" Niall si avvicina con con un vassoio carico di carne, i capelli ancora bagnati dopo la doccia. 
 
"Hai messo un piatto in più piccolo genio" Liam indica il quarto piatto dall'altro lato del tavolo.
 
"Non è in più"
 
"Cosa vuol dire no-"
 
"Ciao ragazzi!" 
 
 
 
Liam si alza di scatto in piedi quando Zayn si avvicina al tavolo con una cassa di birre tra le braccia, la canottiera nera lascia scoperte le braccia coperte dai tatuaggi, le pagliuzze d'orate negli occhi ambrati sono ben visibili alla luce del sole. 
 
Appena si rende conto di essersi alzato in piedi torna a sedersi, cercando di ricomporsi.
 
Zayn rimane in piedi di fronte al tavolo con le birre tra le braccia, senza muovere un passo, lo sguardo fisso in quello di Liam.
 
"Ciao"
 
"Ciao Zay"
 
"Come stai?" chiedono insieme, le voci sovrapposte, e "bene" rispondono insieme, sorridendo e abbassando lo sguardo in una sincronia perfetta.
 
"Potrei star qui a guardarvi tutto il giorno ma credo che mangerò se non vi dispiace" commenta Niall servendosi una generosa quantità di carne, e riempiendo poi anche il piatto di Giuls.
 
"Amore direi che è abbastanza" lo interrompe lei bloccandogli la mano prima che possa aggiungere un'altra salsiccia.
 
"Quello che non ti va lo mangio io" dice con un gran sorriso, addentando un pezzo di rosticciana.
 
 
 
Liam sembra aver perso l'appetito a differenza di Zayn che seduto difronte si riempie il piatto per la seconda volta.
 
"Qualcuno vuole il caffè?" Giuls si alza in piedi lanciando un occhiata a Niall che non la nota, intento ad addentare un pezzo di pollo e "si, grazie amore" dice a bocca piena.
 
"Ti aiuto" Liam si alza per accompagnarla in cucina.
 
"Rimani seduto tu! Sei un ospite.. Niall alza quel culo e vieni ad aiutarmi" 
 
Niall pianta gli occhioni blu in quelli di Giuls, come se l'avesse appena sgridato. 
 
"Non guardarmi così"
 
"Ma non ho finito di mangiare ancora"
 
Giuls accena a Liam e Zayn indicandoli con la testa, sperando che Niall capisca quello che ha in mente.
 
"Oh. Va bene ti aiuto" dice, prendendo il piatto prima di seguirla in cucina. 
 
"Sei un testone" 
 
"Tu sei diabolica"
 
"Dovranno parlarsi per forza adesso"
 
"Dici? Liam ha fatto scena muta per tutto il tempo"
 
 
 
 
 
Zayn si stiracchia sulla sedia massaggiandosi lo stomaco pieno mentre Liam continua a fissare il tosaerba abbandonanto nel prato.
 
Rimangono in silenzio a lungo, Liam continua a fare di tutto per non guardarlo mentre Zayn non smette di fissarlo, lasciando vagare i suoi occhi sul suo corpo, per soffermarsi poi sul suo volto.
 
"È solo un tosaerba, cosa ti aspetti che faccia?" dice all'improvviso, attirando l'attenzione di Liam che finalmente si volta a guardarlo.
 
"Cosa?"
 
"Continui a fissare quel tosaerba come se ti aspettassi che scoppiasse da un momento all'altro"
 
"Potrebbe"
 
"I tosaerba non scoppiano"
 
"Magari questo si" insiste Liam, gli occhi in quelli di Zayn.
 
"Come stai?"
 
"Sto meglio"
 
"Mi dispiace per l'incidente"
 
"Davvero?"
 
"Certo che mi dispiace, non mi credi?"
 
"Non mi hai mai chiamato"
 
"Lo so"
 
"Perchè?"
 
"Non mi avresti risposto"
 
"Non puoi saperlo"
 
"Mi sembrava piuttosto chiaro, visto che quando sono venuto all'aeroporto per chiederti di non partire te ne sei andato lo stesso"
 
"Dovevo partire, dovevo allontanarmi da te"
 
"Perchè?"
 
"Perché tu mi fai male"
 
Lo dice con leggerezza, fissandolo negli occhi, un sorriso amaro compare sul suo volto.
 
"Mi dispiace essermene andato nel cuore della notte, mi dispiace davvero"
 
"Perché te ne sei andato allora?"
 
"Perché avevo paura, tu dormivi così bene, eri così bello da togliere il fiato. La tua mano era stretta nella mia, ed io avrei voluto restare così per sempre. È in quel momento che me ne sono andato, il per sempre mi fa paura, e quando ti guardo io penso al per sempre, a me e te, per sempre" Liam abbassa lo sguardo sulle sue mani prima di tornare a perdersi negli occhi ambrati di Zayn.
 
"Ho lasciato Perrie"
 
"Tu hai fatto cosa?"
 
"L'ho lasciata, non posso fingere ancora, non ci riesco, io non sono bravo come Louis in queste cose"
 
"Sai che questo comporterà delle conseguenze disastrose vero?"
 
"Lo so"
 
"Sono felice che tu l'abbia fatto"
 
"Ti va ancora quel caffè?"
 
"No"
 
"Andiamo" dice allora Liam alzandosi e facendo il giro del tavolo per avvicinarsi a Zayn poggiando le mani sulle sue spalle, facendolo rabbrividire.
 
"Dove andiamo?"
 
"Lo vedrai"
 
 
 
Liam accende la moto inclinandola appena per aiutare Zayn a salire dietro di lui.
 
"Tieniti forte"
 
Zayn avvolge le braccia intorno al suo torace, intrecciando le dita sul suo stomaco.
 
Liam abbassa la visiera del casco integrale ed insieme sfrecciano lontano dalla città.
 
 
 
Liam parcheggia ai piedi della collina, lasciando il casco poggiato sulla sella, lo stesso fa Zayn.
 
In silenzio si incamminano per il sentiero sterrato, guardando entrambi dritto davanti a sè.
 
Le loro mani si sfiorano mentre camminano vicini, come attratti da una calamita, e l'ennesima volta che il dorso della sua mano sfiora quello di Zayn intreccia le dita nelle sue. 
 
Continuano a camminare per mano, la tensione sembra essere calata leggermente, quando finalmente raggiungano la cima.
 
"Liam, è meraviglioso"
 
"Si, lo è" annuisce, ammirando Zayn che invece osserva lo spettacolo che gli si para davanti.
 
Da lì tutta Londra è ai loro piedi, silenziosa, troppo in alto per poter essere raggiunti dal trambusto della metropoli. 
 
Liam si siede sull'erba alta e quasi ci scompare dentro, mentre Zayn rimane in piedi dandogli le spalle, estasiato da tanta bellezza.
 
"Ho parlato con la mia famiglia, ho detto la verità, adesso sono libero"
 
"Ho cercato di uccidermi" .
 
 
 
 
 
Liam osserva Zayn di spalle di fronte a lui, lo stomaco gli fa male.
 
Si alza in piedi e sembra fare tutta la fatica del mondo per raggiungerlo.
 
Mille parole rimbombano nella sua testa, avrebbe così tante cose da dire, ma niente gli sembra più appropriato del bacio che con delicatezza posa sulle sue labbra. 
 
Le sfiora piano con le sue, in un bacio casto, un bacio senza secondi fini, un bacio che non pretende niente in cambio.
 
Zayn continua a tenere gli occhi chiusi, portando le mani al volto di Liam che gli sfiora il naso con il suo, mentre con le mani avvolge la sua vita.
 
"Sono sempre stato tuo"
 
"Te ne andrai, te ne vai sempre alla fine, ed io non reggerò ancora una volta"
 
"Tu non lasciarmi andare via"
 
Questa volta è Zayn a poggiare le labbra  su quelle di Liam, lasciando scivolare piano la lingua nella sua bocca, incontrando quella dell'altro, che muove un passo verso di lui, facendo in modo che i loro corpi aderiscano perfettamente.
 
"Morire non è la soluzione ai problemi"
 
"Non voglio vivere senza di te"
 
"Non dovrai farlo. Mai più"
 
Liam si allonta prendendo la sua mano e trascinandolo con sè al limite della collina.
 
Quando distende il braccio indicando il ponte la linea dura dei suoi muscoli si gonfia appena.
 
"Lo vedi il Tower Bridge?"
 
Zayn distoglie a fatica lo sguardo dal suo avambraccio per seguire la linea immaginaria fino a individuare quello che Liam sta indicando.
 
"Si"
 
"La sera che sono venuto da te all'aeroporto per chiederti di restare, sono andato lì, dopo. Mi sono seduto sul cornicione ed ho guardato l'acqua scura sotto di me. Ho pensato di saltare. Chiudere gli occhi e semplicemente smettere di esistere" confessa, sedendosi sull'erba, seguito da Zayn che prende posto dietro di lui, lasciando che Liam possa distendesi poggiando la testa contro il suo petto. 
 
"Poi ho pensato a quando per la prima mi ha regalato una rosa sul palco, all'emozione indescrivibile che ho provato. 
 
È stato uno dei momenti più belli della mia vita, e lo è stato solo grazie a te Zaynie.. Così ho semplicemente deciso che di quei momenti ne voglio altri, non mi bastano i ricordi, non mi bastano le ore il sala prova ed i concerti, non mi basta restare a guardarti senza poterti toccare e forse non mi basterà neanche una vita intera, ma se è il massimo che posso avere allora lo voglio, voglio tutto il tempo che posso avere, insieme a te"
 
Calde lacrime rigano il volto di Zayn, confondendosi con il sorriso che compare sul suo volto, beandosi di quelle parole.
 
"Se Louis non mi avesse salvato non avresti potuto avere tutto quello che chiedi, io ero pronto Liam, ero pronto a morire. Mi sentivo imprigionato in una bugia, ero stanco di dover recitare la parte che qualcun altro ha deciso per me"
 
"Noi non siamo una bugia, io non sono una bugia, ne le mie parole"
 
"Lo so, ma troppe volte mi hai abbandonato, come posso fidarmi di te adesso?"
 
Liam si solleva, voltandosi per riuscire a guardarlo negli occhi.
 
I loro respiri si confondono quando avvicina il volto al suo, premendo la sua fronte contro quella di Zayn e lasciando che le loro labbra si sfiorino. 
 
Le mani gli tremano appena quando le avvicina al suo petto, sfilandogli lentamente la maglia nera.
 
Lo stesso fa Zayn, liberandolo della maglietta per poi lasciare scivolare le mani fino al bottone dei jeans che libera delicatamente, imitato da Liam che compie gli stessi movimenti, le loro labbra ancora si sfiorano, senza mai congiungersi in quel bacio che entrambi desiderano. 
 
Quel bacio che gli farebbe perdere il controllo, ed entrambi ne sono consapevoli. 
 
Zayn si solleva appena premendo con le mani contro il petto di Liam e spingendolo sull'erba, finendo dritto sopra di lui, gli occhi ambrati fissi in quelli nocciola, le loro labbra ancora una volta pericolosamente vicine.
 
Zayn lascia scivolare la mano sul suo stomaco fino al bordo dei jeans, trascinandoli verso il basso insieme ai boxer neri, poi fa lo stesso con i suoi, liberando entrambi di quegli indumenti che sembrano essere diventati troppo pesanti, ed è in quel momento che Liam incapace di trattenersi affonda la sua lingua nella bocca di Zayn in un bacio disperato.
 
Prendono entrambi a massaggiare l'erezione dell'altro, lentamente, troppo eccitati per poter aumentare la velocità senza raggiungere l'orgasmo.
 
Liam si abbandona completamente, distendendo la testa all'indietro e lasciando che un gemito scappi dalle sue labbra umide. 
 
Poggia le mani forti sulle spalle di Zayn, facendo in modo che posa distendersi sull'erba, agganciando le gambe alla sua vita.
 
Liam si avvicina delicato alla sua entrata, inserendo un dito, e poi un'altro, con una lentezza che a Zayn fa perdere la testa, ed incapace di resistere, con il bacino spinge verso la sua mano.
 
Quando Liam capisce che è pronto spinge piano la sua erezione dentro di lui,  mentre con la mano percorre tutta la lunghezza di Zayn che tiene gli occhi ancora chiusi, il sorriso sereno sul volto contratto dal piacere. 
 
Continua a spingere piano, entrando e uscendo senza mai interrompere il ritmo lento, mentre Zayn solleva il bacino assecondando le sue spinte, finché non raggiunge l'orgasmo mentre geme di piacere, gli occhi in quelli di Zayn che sotto di lui gli sorride felice.
 
Liam rimane dentro di lui mentre si distende al suo fianco, riprendendo a masturbalo, più veloce questa volta, ed la sua erezione torna subito turgida mentre riprende a spingere, più forte questa volta.
 
Zayn raggiunge l'orgasmo poco dopo, stringendo forte un ciuffo dell'erba alta che li nasconde agli occhi del mondo, assuefatto dal piacere che pervade tutto il suo corpo; Liam che contemporaneamente lo masturba e spine forte è più di quanto possa sopportare, e di nuovo anche Liam si abbandona al piacere, raggiungendo ancora una volta l'orgasmo. 
 
I loro corpi sudati aderiscono perfettamente, Liam da dietro lo avvolge con entrambe le braccia, le mani strette nelle sue.
 
"Da quanto tempo?"
 
"Troppo"
 
"Mi sei mancato"
 
"Mi sei mancato anche tu Zayne".
 
 
 
Più tardi sono di nuovo in sella alla Ducati nera, sfrecciando tra le auto imbottigliate nel traffico dell'ora di punta.
 
Liam parcheggia sotto casa sua, tendendo la mano a Zayn che la prende senza esitazioni, felice come non lo era da tanto, troppo tempo.
 
"Non ti ho neanche ringraziato per la registrazione dell'interrogatorio che mi hai inviato"
 
"Davvero? a me sembra che tu mi abbia ringraziato e come!"
 
Zayn gli da un cazzotto sulla spalla, seguendolo all'interno della casa dove non entra da mesi, dal giorno in cui Liam l'aveva cacciato.
 
"L'ultima volta che sei stato qui dentro mi ha spaccato la faccia" dice, come se l'avesse letto nel pensiero.
 
"Lo so, scusa?" alza appena le spalle, dicendolo come stesse facendo una domanda. 
 
Liam gli fa il dito medio mentre si dirige verso la camera da letto, seguito da Zayn.
 
"Ci sono delle cose che hai lasciato qui, quindi puoi usare quelle per domani, poi dovremmo passare da casa tua a prendere il resto" dice tranquillo, controllando all'interno dell'armadio, sotto lo sguardo interrogativo di Zayn, che sorride beffardo.
 
"Mi stai per caso chiedendo di tornare a vivere qui?"
 
"No figurati, solo di dormire qui tutte le notti per il resto della tua vita, puoi anche fermarti per cena qualche volta se ti va" scherza Liam, chiudendo l'armadio e avvicinandosi Zayn per strappargli un bacio veloce.
 
"Non pensi che dovremmo fare le cose con calma?"
 
"No"
 
"Ma forse sarbe megl-" comincia a dire ma Liam lo interrompe premendo di nuovo le sue labbra contro quelle di Zayn.
 
"Abbiamo già sprecato troppo tempo, rimani qui con me, ti prego"
 
"Non lo so Li, lascia che ci pensi su"
 
Liam sbuffa e lo prende per mano trascinandolo per il corridoio fino al piano inferiore, fermandosi davanti ad una porta chiusa. 
 
"Apri" ordina, serio.
 
Zayn poggia la mano sull maniglia aprendo la porta e ritrovandosi davanti una stanza enorme, completamente vuota.
 
I muri sono bianchi e pannelli di cartongesso sono sistemati in mezzo alla stanza, al centro un mobiletto nero con sopra una quantità spropositata di bombolette colorate.
 
Zayn entra nella stanza, gli occhi che brillano alla vista di tanta bellezza, non riesce a crederci.
 
Apre la bocca e la richiude, incapace di parlare, facendo ridere Liam che lo raggiunge stringendolo forte a se.
 
"Pensavo che avessi bisogno di una stanza dei graffiti per quando ti farò arrabbiare" dice, senza smettere di sorridere. 
 
"Liam.. è bellissima, io.. non so cosa dire"
 
"Non dire niente allora, il sorriso sul tuo
 
volto è abbastanza" dice baciandolo ancora.
 
"Spero non ti dispiaccia, ma ho provato a fare uno schizzo qualche sera fa... possiamo ripitturarlo di bianco però" dice, portando Zayn di fronte ad uno dei pannelli di cartongesso dove spicca la scritta con la bomboletta rossa.
 
 
 
 
 
UNA VITA SENZA TE NON VALE LA PENA DI ESSERE VISSUTA.
 
 
 
 
 
"Se mi lasci un'altra volta ti ammazzo"
 
"Non succederà mai, io ti amo Zayn Malik, ti amo più della mia stessa vita"
 
"Resto"
 
"Grazie"
 
"Solo per la stanza dei graffiti"
 
"Lo so, lo so" sussura, cercando le labbra di Liam con le sue, di nuovo desideroso di sentire il suo sapore sulla lingua.
 
 
 
"Liam?"
 
"Che c'è?" chiede, senza smettere di baciargli il collo, infilando le mani sotto la sua maglietta, sfiorandogli il petto liscio. 
 
"Liam fermati ti prego" insiste, bloccandogli le mani.
 
Liam traccia con la lingua una scia umida sul suo collo, troppo eccitato per prestargli attenzione.
 
"Liam" ripete ancora Zayn in un sospiro, rischiando di perdere il controllo quando gli morde il lobo dell'orecchio.
 
Aveva dimenticato quanto Liam fosse in grando di renderlo vulnerabile.
 
"Dimmi" dice, continuando a mordere il suo orecchio e parte del suo collo.
 
"Ti amo" sussura allora Zayn, aggrappandosi con le mani alla sua maglietta.
 
"Dillo ancora"
 
"Ti amo"
 
"Ancora"
 
"Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Clair: Ciao! Non vi ho mai detto che se volete potete seguire la storia su Wattpad, dove troverete anche altre due FF che sto scrivendo per un progetto "a quattro mani" con una mia amica.
Ci sono anche su EFP, sotto il profilo Criscias, che abbiamo creato insieme:
 
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=829178
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 29
*** Little white lies ***


"Harry ti vuoi muovere!" 
"Arrivo!"
"Lo hai già detto un'ora fa"
"Ti ho detto che arrivo, dammi un minuto!"
"Sei allucinante Harry davvero!"
"Che palle Lou!"
"Che palle tu!"
"Senti se non vuoi aspettare allora vattene, ti raggiungo dopo"
"Bene"

 
"Bene"
 
Louis sbatte forte la porta, ed Harry si fionda nel corridoio, il petto nudo e la maglietta in mano.
 
Non può credere che Louis se ne sia davvero andato senza aspettarlo.
 
Mentre si infila la maglietta va ad aprire la porta per controllare che lo stia aspettando fuori, ma non c'è.
 
"Che stronzo" sbotta, voltandosi per tornare in camera scontrandosi con Louis in piedi dietro di lui.
 
"Quindi sarei uno stronzo?" chiede, le braccia incrociate sul petto.
 
"Amore!" esclama Harry, facendo comparire due profonde fossette.
 
"Quelle fossette non ti salveranno questa volta Styles. Muovi quel culo e andiamo"
 
"Va bene" obbedisce Harry, infilandosi il giacchetto che Louis gli sta porgendo e controllando nelle tasche di avere tutto quello che gli serve.
 
"Ho dimenticato il tel-" inizia, fermandosi quando Louis gli porge l'iPhone.
 
"Grazie"
 
"Dai scemo andiamo" lo spinge Louis fuori dalla porta e poi giù per le scale.
 
"Hai spento la luce?" chiede Harry continuando a scendere le scale.
 
"Si"
 
"E l'acqua?"
 
"Si"
 
"Le finestre le hai chiuse tutte?"
 
"Si Harry, non dobbiamo stare via un mese!"
 
"Il gas?"
 
 
 
Harry si volta a guardare Louis sullo scalino dietro di lui quando non sente nessuna risposta.
 
 
 
"Che c'è?"
 
"Forse il gas non l'ho chiuso"
 
"Ecco lo sapevo"
 
"Vai a controllare dai"
 
"No vai tu"
 
"Che palle" sbuffa Harry tornando su, per riscendere pochi minuti dopo, trattenendo a stento il sorriso che vuole scoppiare sul suo volto come ogni volta che ha qualcosa da nascondere.
 
"Cosa hai fatto?"
 
"Niente"
 
"Stai ridendo"
 
"Non ho fatto niente" 
 
"Harry"
 
"Louis?"
 
"Ti sei cambiato le scarpe!"
 
"Sei tu che mi hai fatto tornare su!"
 
"Sei incredibile!"
 
"E tu mi ami alla follia!"
 
"Uhm" mugugna, raggiungendo l'androne e aprendo il portone di legno.
 
"Uhm cosa?" insiste Harry, poggiando una mano grande su quella di Louis e facendolo voltare.
 
Quando incontra i suoi occhi il solito brivido li percorre entrambi, come la prima volta.
 
Come ogni volta.
 
Louis si scontra con la schiena contro il portone quando Harry fa un passo verso di lui, sollevandogli il mento con la mano e sfiorando le labbra sottili con le sue.
 
Louis si alza appena sulle punte, sospirando forte.
 
"Sei l'amore della mia vita Loueh" sussura, prima di premere le labbra sulle sue togliendogli il fiato. 
 
 
 
 
 
Più tardi sono seduti nel fuoristrada nero fuori casa di Liam, la mano di Louis in quella di Harry, sulla sua coscia. 
 
Zayn li saluta allegro sistemando il borsone nel portabagagli insieme a quello degli altri due.
 
"Ciao ragazzi!" saluta Liam prendendo posto sul sedile posteriore seguito da Zayn che avvolge il braccio intorno alle sue spalle.
 
"Ciao, scusate il ritardo, Louis è sempre il solito" si scusa Harry, scoppiando a ridere quando la mascella di Louis quasi tocca terra tanto è sconvolto.
 
 
 
Raggiungono casa di Niall con la musica a tutto volume ed una bottiglia di spumante quasi finito che bevono a turno. 
 
Niall li sta aspettando seduto nella veranda della villetta dove abita con Giuls, che seduta di fronte a lui tra le sue gambe, accarezza la sua coscia.
 
Niall intreccia con cura i suoi capelli lunghi in una treccia, la punta della lingua a toccare il labbro superiore tanto è concentrato. 
 
"È un pò storta" si scusa, dopo averla legata in fondo con un elastico.
 
"Grazie amore, adesso vai ti stanno aspettando!"
 
"Non è giusto, dovresti venire anche tu!"
 
"Ma non sarebbe giusto tesoro!"
 
"Ma loro sono tutti a coppie!"
 
"Ma ci saranno anche gli altri!"
 
"Mi mancherai" dice, accarezzandole il volto delicato.
 
"Anche tu".
 
Niall la stringe forte a se, rubandole un bacio profondo, cercando la lingua con la sua, mentre affonda le mani tra i suoi capelli scompigliandole la treccia.
 
"Oleeeeeeee Niallerrrrrr" grida Louis sporgendosi dal finestrino e guadagnandosi un dito medio alzato da parte di Niall che non smette di baciarla.
 
"Ti chiamo quando arriviamo" dice infine, separandosi a malincuore.
 
"Divertiti amore!" e "ciao ragazzi!" aggiunge, salutandoli con la mano. 
 
 
 
 
 
Niall prende posto accanto a Liam che subito gli passa la bottiglia di spumante.
 
"La tua festa inizia da qui fratello!".
 
 
 
 
 
 
 
Il volo sul jet privato per Las Vegas sembrò durare troppo poco, di certo non abbastanza per finire tutte le bottiglie che i ragazzi si erano premurati di portare con loro.
 
Josh stava giusto dando il via all'ennesimo coro quando il comandante ordinò di allacciarsi le cinture in vista del l'imminente atterraggio.
 
 
 
L'hotel che i ragazzi avevano scelto per l'occasione dell'addio al celibato di Niall era il Cesar Palace. 
 
Un'imponente struttura lussuosissima.
 
Liam batte due forti pacche sulla spalla dei Niall, che a bocca aperta osserva incredulo tanta meraviglia.
 
"Wow ragazzi, è fantastico!"
 
"Lo è!" conferma Louis passandogli un braccio intorno alla vita, le guance arrossate dall'alcool.
 
Zayn sta parlando con la receptionist al bancone che più che parlare sembra stia cinguettando, l'aria intorno a lei pare vorticare tanto sbatte forte le ciglia, in un tentativo disperato di seduzione.
 
"Quante camere avete prenotato ragazzi?"
 
"Una soltanto, abbiamo la suite imperiale" 
 
La ragazza ancora una volta sorride maliziosa, mordendosi un labbro.
 
Josh accanto a Zayn scuote il capo e "ma davvero fai quest'effetto alle donne Malik?" chiede in un sussurro, o almeno
 
cosi crede, perché Liam poco lontano si avvicina con un gran sorriso sulla faccia e "fa quest'effetto anche agli uomini" risponde, cingendo la vita di Zayn e mordendogli il collo, facendo arrossire la  ragazza.
 
Zayn spinge appena il bacino indietro premendo contro la sua erezione.
 
"Controllati Payne" lo sfotte, prendendo le chiavi che la ragazza dimidamente gli porge.
 
 
 
La suite reale si estende su tutto l'ultimo piano,  l'intero soggiorno si affaccia con una vetrata sulla città alluminata.
 
 
 
"Las Vegas ragazzi!" esclama Stan godendosi quella vista mozzafiato. 
 
 
 
Liam getta il borsone contenente le cose sue e di Zayn in una delle camere matrimoniali, iniziando poi a ballare sensuale sulle note di Albatrozz a tutto
 
volume.
 
-Josh deve aver trovato lo stereo- pensa.
 
 
 
"Sei illegale" commenta Zayn, poggiato con la spalla contro lo stipite della porta, le braccia intrecciate sul petto.
 
Liam sorride malizioso portando la lingua tra i denti, mentre con un dito gli fa cenno di avvicinarsi.
 
Zayn scuote la testa ridendo.
 
"Io non ballo"
 
Ma Liam continua a ballare divertito ed è dannatamente sexy, tanto che Zayn non può far altro che arrendersi a quella richiesta, avvicinandosi ed accennando qualche movimento scordinato.
 
Liam lo attira forte a se, petto contro petto, infilando le mani sotto la sua maglietta scura e lasciandole scivolare sulla schiena la graffia piano con le unghie, l'erezione ben visibile sotto il tessuto leggero della tuta. 
 
Liam indietreggia facendo retrocedere anche Zayn fino alla porta che hanno lasciato aperta.
 
"Ehi bro cos-"
 
Louis che si è appena affacciato nella stanza, vine interrotto da Zayn, che con un calcio fa colpisce la porta alle sue spalle, sbattendogliela in faccia, al momento troppo distratto per rendersi conto della sua presenza. 
 
 
 
Louis torna nel grande salotto elegante senza riuscire a togliersi l'espressione allibita dalla faccia. 
 
Quel sopracciglio alzato non accenna ad abbassarsi.
 
"Ragazzi Sassy Queen è tra noi!" esclama Stan alle prese con i cocktail, attirando l'attenzione di tutti che subito si voltano verso Louis. 
 
"Oh-oh" commenta Niall, bloccandosi con le mani sospese mezz'aria, la canna d'erba pronta per essere chiusa.
 
Louis sopira forte sgranchendosi il collo, il sopracciglio ancora ad un'altezza allarmante.
 
Harry dal canto suo abbozza un sorrisetto sghembo, conosce bene quell'espressione, è una di quelle che ama di più.
 
"Che cosa è successo Lou?" chiede Josh, tornando a sorseggiare il suo Long Island.
 
"Harry vieni con me per favore" dice, ingnorando la domanda.
 
Il sorrisetto sul volto di Harry scompare all'istante. 
 
"Io non ho fatto niente" si giustifica.
 
"Ti ho detto vieni" ripete, voltando le spalle agli altri e dirigendosi nella sua camera seguito da Harry che, con un'alzata di spalle come ha dire -scusate- lascia a metà il cocktail che stava preparando.
 
 
 
Louis lo trascina per una mano fin nella loro camera adiacente a quella di Liam e Zayn, che a giudicare dai colpi continui contro la parete si stanno divertendo parecchio.
 
Con un cenno del capo indica la parete alla sua sinistra, da dove provengono i colpi, poi si toglie la maglietta con un solo movimento. 
 
"Mi hanno sbattuto la porta in faccia" dice, come se bastasse a chiarire il suo comportamento alquanto strano. 
 
"Quindi?" chiede allora Harry senza capire, una buffa espressione si forma sul suo volto all'ennesimo tonfo della spalliera del letto contro la parete nell'altra camera.
 
"Quindi adesso gli facciamo vedere chi è che comanda" continua a farneticare.
 
"Non è che hai bevuto un tantino troppo tesoro?" chiede Harry, osservandolo saltellare su una gamba sola mentre si toglie i pantaloni; in fin dei conti la situazione lo sta eccitando non poco.
 
"Harry vuoi scopare o no?" sbotta allora Louis, spingendo il letto in modo che poggi la spalleria contro la parete che combacia con l'altra stanza. 
 
I muscoli delle braccia e della gambe si tendono per lo sforzo, ed Harry non ha alcun dubbio. 
 
Si affaccia alla porta del corridoio e "JOSH ALZA IL VOLUME!" grida mentre 
 
si sfila il pantaloni e la maglietta per poi afferrare Louis per i fianchi e spingerlo sul letto.
 
"No tesoro, lascia fare a me"
 
"Ma.." cerca di protestare Harry.
 
"È una questione tra me e Payne"
 
"Allora la prossima volta tocca a me" dice, lasciando che Louis prenda posto dietro di lui.
 
"Tutte le volte che vuoi"
 
"Davvero?"
 
"NO. sta zitto adesso" ordina, stringendo i suoi fianchi con le mani e abituandolo alla sua presenza dentro di lui, per poi afferrare i suoi capelli lunghi e sbatterlo forte contro la spalleria del letto, alternando i colpi a delicati baci sul collo.
 
 
 
 
 
"Niall alle prese con i cocktail che Harry ha lasciato a metà tende l'orecchio in direzione del corridoio. 
 
Con la musica alta quei tonfi sono poco udibili, ma non sfuggono al biondo che allarga le narici in una smorfia di ammirazione, mentre annuisce con il capo.
 
 
 
"Niall?" Stan, poggiato alla porta scorrevole che sta sulla grande terrazza lo osserva incuriosito.
 
"Che?"
 
"Non si pesta la menta"
 
"Oh. Vabbè, questo lo diamo a Zayn, tanto beve tutto" commenta, osservando soddisfatto la quantità esagerata di mojito disposti sul bancone della cucina. 
 
"Chi è che beve tutto?" Zayn si scompiglia forte i capelli lunghi mentre entra nel soggiorno seguito da un sorridente Liam, entrambi con le guance arrossate dal sesso. 
 
"Tu" sussura Liam dandogli una pacca sul culo ed afferrando uno dei mojito.
 
"Deficente".
 
"Chi è che ha pestato la menta?" chiede dopo aver dato una lunga sorsata.
 
"Harry" mente Niall, bevendo di gusto  il suo.
 
"Harry cosa?" chiede allora Harry entrando nel soggiorno, i riccioli scompigliati e le labbra gonfie e rosse.
 
"Niente, bevi" taglia corto Niall porgendogli uno dei drink.
 
"Grazie avevo una sete!" 
 
"Potevi dirmelo che avevi ancora sete!" esclama Louis facendo a sua volta il suo ingresso nella stanza e provocando una risata asmatica a Josh che seduto sul divano con la sua canna personale ha assistito a tutto il teatrino.
 
Adora quella banda di matti gay!.
 
 
 
 
 
Parecchi mojito più tardi Niall, Josh, Stan, Harry, Liam, Louis e Zayn sono tutti completamente ubriachi, strizzati nei loro smoking eleganti, seduti al tavolo da poker dell'immenso Casino del Bellagio.
 
 
 
"Ti giuro che ci riesco a contare le carte, perché non ti fidi nanerottolo!" sussura Harry al suo orecchio, cercando per la millesima volta di convincerlo.
 
"Perché anche se tu ne fossi capace sarebbe illegale"
 
"Ma non mi scoprirebbero mai"
 
"Harry ti ho detto di no"
 
"Che palle!"
 
"Non fare il bambino"
 
"E tu non fare il papà allora" dice, mettendo il broncio. 
 
 
 
Un'ora più tardi uno dei giganti adetti alla sicurezza li ha gentilmente cacciati fuori dal locale, nonostante Harry abbia continuato a ripere,
 
"Ti giuro non stavo contando le carte".
 
 
 
"Sei proprio un deficente" 
 
"Ehi biondo non stavo contando"
 
"Io glie l'avevo detto di smetterla"
 
"Io stavo vicendo!" si intromette allora Zayn, che passeggia al fianco di Liam. 
 
La mano stretta nella sua. 
 
 
 
"Direi che è giunto il momento di andare a ballare" dice Stan allegro, sorseggiando una bottiglia di ottimo Champagne che lo staff del Bellagio gli ha offerto, come trattamento speciale.
 
 
 
Louis compone il numero del bodyguard che li ha accompagnati in America, e pochi minuti dopo stanno sfrecciando nel traffico a bordo della sfarzosissima Limousine che hanno noleggiato per l'occasione.
 
"Wow ragazzi è meravigliosa" Niall estasiato continua a guardarsi intorno, gli occhi che brillano come diamanti, le guance arrossate dall'alcool ed un sorriso mozzafiato sul volto.
 
 
 
Una fila interminabile attende paziente di fare il proprio ingresso al Mirage, quando la Limousine si accosta al bordo strada ed i sette ragazzi scendono dall'auto completamente ubriachi e bellissimo nei loro abiti eleganti. 
 
 
 
Un ragazzo in cima alla fila li indica con il dito, dando una gomitata all'amico in piedi accanto a lui. 
 
L'ira sul suo volto è palese, ma non viene notata dai ragazzi che spensierati fanno il loro ingresso passando dal lato vip, come One Direction.
 
 
 
Il locale è incantevole, uno dei più belli dove siano mai stati, e di posti meravigliosi negli ultimi cinque anni, ne hanno visti a centinaia. 
 
Stan continua a guardarsi intorno estasiato.
 
"Essere tuo amico è sicuramente la cosa più bella che mi sia capitata nella vita amico" esclama felice, scompigliando i capelli di Louis stretto tra le braccia di Harry. 
 
I fiumi di alcool e la musica ad altissimo volume sono un accoppiata vincente in quella notte di baldoria, ben presto la cravatta di Harry finisce arrotolata sulla sua fronte a mo di bandana, mentre quella di Liam e tutte le altre sono appese al collo di Niall che ubriaco come mai prima balla sul cubo per la gioia comune. 
 
Zayn è al bancone del bar quando un cazzotto lo colpisce in pieno sul collo, facendogli sbattere la testa contro il bancone ed un istante dopo Liam colpisce il ragazzo in pieno petto, facendolo cadere a terra, scatenando l'ira dell'amico che reagisce colpendolo in volto.
 
Louis e Stan che hanno visto Liam scomparire tra la folla si mettono in mezzo alla rissa, mentre Harry trattiene Zayn che, con il sangue che gli cola copiosamente dal naso cerca di colpire uno dei ragazzi.
 
Il volume della musica è assordante, e Niall e Josh continuano a ballare in modo provocatorio sul cubo ignari di tutto.
 
 
 
"CHE CAZZO FAI DEFICENTE!" grida Louis scuotendo il ragazzo che ha colpito Liam al volto, lo stesso che ha colpito Zayn, lo stesso che ha colpito lui, parecchi mesi prima. 
 
Lo riconosce quado i loro sguardi si incontrano, carichi d'odio, come la prima volta.
 
"TU E IL TUO AMICO FROCIO DOVETE SPARIRE DALLA FACCIA DELLA TERRA!" grida a sua volta l'altro, sputandogli in faccia tutta la sua rabbia. 
 
"CE L'HAI CON ME?" grida allora di rimando Harry, mollando Zayn ed avvicinandosi a Louis per difenderlo, e non poteva commettere errore più grande, perché Zayn non appena sente la stretta di Harry venire meno si fionda addosso al ragazzo, colpendolo con tutta la sua forza, riuscendo a evitare di essere bloccato da Liam. 
 
Cadono entrambi a terra mentre la folla si allarga, fissandoli. 
 
Solo quando la musica si spegne, ed i bodyguards accorrono per placare la situazione le parole del ragazzo moro esplodono chiaramente nel silenzio improvviso.
 
 
 
"VOI SIETE I DUE FROCI CHE STAVATE SCOPANDO NEL BAGNO A BRADFORD!" grida, asciugandosi il sangue dal naso.
 
"E TU!" aggiunge indicando Zayn, "TU MI HAI SPACCATO LA FACCIA PER DIFENDERE LA TUA FIDANZATINA QUI!" ed il suo sguardo si sposta su Louis. 
 
 
 
Le mani di Harry poggiate sulle spalle di Louis mollano la presa di riflesso a quelle parole che lo colpiscono dritto al cuore. 
 
Con lo sguardo cerca quello di Liam che  in piedi poco lontano, lascia vagare il suo sguardo da Zayn a Louis al ragazzo che continua ad urlare mentre viene trascinato fuori dal locale. 
 
 
 
 
 
"Louis che cosa sta dicendo?"
 
"Niente Harry sono solo stronzate"
 
"Ah si?"
 
"Si"
 
Harry si allontana di un passo, poggiando il suo sguardo su Zayn. 
 
"Tu che hai da dire al riguardo?"
 
"Niente" sbotta, passandosi una pano tra i capelli scompigliati e cercando lo sguardo di Liam che invece sta squadrando Louis.
 
 
 
"Qualcuno vuole spiegarmi che cosa cazzo sta succedendo?" 
 
Josh si avvicina strascinando Niall con se, il sorriso gioioso scompare dal suo volto quando percepisce l'aria di tensione che aleggia tra i suoi amici. 
 
 
 
La musica riprende a pompare ad alto volume accompagnata dalle luci stroboscopiche che illuminano i loro volti tesi. 
 
 
 
"Liam non è vero te lo giuro!" si giustifica Zayn cercando l'appoggio di Louis che conferma disperato.
 
"È la verità, non è successo niente tra noi, quello è un pazzo!"
 
"Non è vero che l'avete picchiato o che avete scopato in bagno?"
 
"Non è vero che abbiamo scopato"
 
"E perché lo avete picchiato?" 
 
"Perché ci ha offeso, e continuava a bussare alla porta, ed ero incazzato perché avevo litigato con Harry, e Zayn mi ha difeso" spiega Louis, cercando Harry alle sue spalle con lo sguardo.
 
 
 
"Quindi è vero che eravate in un fottutissimo bagno insieme"
 
"Si ma che c'entra!"
 
"Ed eravate ubriachi, ed incazzati con me ed Harry"
 
"Si Liam!"
 
"Non ti credo Tomlinson"
 
 
 
Louis apre la bocca e la richiude, incapace di controbattere. 
 
La tesa gli scoppia e vorrebbe solo piangere.
 
 
 
"Harry tu mi credi non è vero?" 
 
 
 
Ma Harry non c'è. 
 
 
 
"HARRY!" grida allora Louis cercandolo tra la folla, e poi lo vede, scomparire fuori dall'uscita d'emergenza del locale per non essere intercettato da nessun curioso. 
 
 
 
"Liam ti prego ti stiamo dicendo la verità" lo supplica Zayn, con le lacrime agli occhi.
 
 
 
Liam non risponde, scuotendo il capo con le lacrime agli occhi, prima di seguire Harry verso l'uscita.
 
Niall si avvicina a Zayn e Louis, entrambi sconvolti, incapaci di dire una qualsiasi parola. 
 
 
 
"Torniamo in hotel ragazzi, la serata finisce qui" Josh aiuta Niall a camminare seguito da Stan che abbraccia Louis in lacrime.
 
Dietro di loro Zayn, il cuore ancora una volta in frantumi, l'espressione delusa sul volto di Liam impressa nella mente. 
 
 
 
 
 
 
 
-------
 
 
 

 

Non è successo niente"

 

 

 

"Cosa?" farfuglia Zayn aggrappandosi al lenzuolo per le sensazioni di vertigini.

 

"Tra noi, in quel bagno, non è successo niente"

 

 

"Non abbiamo scopato se è questo che intendi" lo rassicura Zayn.

 

"Bene. Non che tu non mi piaccia ma è decisamente una buona notizia. Non so se avrei avuto il coraggio di guardarmi allo specchio domani"

 

"Già. Basta tequila per un po' eh Tomlinson" 

"Non dire tequila"

"Non dirlo a Harry. Di quella cosa nel bagno, qualunque cosa fosse" sussurra Zayn crollando in un sonno profondo, distrutto.

 

 

- Capitolo 12 LEGO HOUSE. 

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Capitolo 30
*** OVER ***


Louis entra nella camera che condivide con Harry in silenzio, quando un sonoro schiaffone lo colpisce in pieno sulla faccia e subito dopo uno "scusa" appena accennato risuona nel buio.
 
 
"Harry mi dispiace io n-" comincia Louis massaggiandosi la guancia che gli brucia, ma viene interrotto da Harry quasi subito.
 
 
 
"Siediti e stai zitto" ordina, prendendo a camminare avanti e indietro per la stanza.
 
Louis seduto al bordo del letto lo segue con lo sguardo mentre con le gambe lunghe e le mani nelle tasche percorre la stanza fino alla finestra e poi ancora fino alla porta, che chiude a chiave una delle tante volte che se la trova di fronte. 
 
 
 
"Ho pensato di lasciarti" dice poi all'improvviso.
 
 
 
"Anzi ti ho proprio lasciato, per almeno un paio d'ore, è bene che tu lo sappia"
 
"Oh"
 
"Stai zitto"
 
"Ma Haz io no-" 
 
"Quale parte di stai zitto non ti è chiara?" chiede, fermandosi e fulminandolo con i suoi penetranti occhi verdi, più scuri adesso, come ogni volta, quando il suo umore cambia anche il colore delle sue iridi pare mutare. 
 
 
 
"Dopo averti lasciato, ho baciato un tizio a caso per la strada"
 
 
 
"HAI FATTO COSA?" grida per poi portarsi le mani alla bocca e "Si sto zitto" aggiunge, fissandolo scontroso, mentre la sua vena da "Sassy Queen" come lo chiama Stan, comincia a farsi spazio, ed è terribilmente difficile da tenere a bada. 
 
Deve fare appello a tutta la sua calma interiore per riuscire a rimanere in silenzio, seduto sul letto come un bambino in punizione. 
 
 
 
"Abbassa quel sopracciglio" lo canzona Harry, coprendo la distanza che li separa con due soli grandi passi e chinandosi per far in modo che la sua faccia si trovi alla stessa alzezza di Louis, ancora nascosta dietro la mano piccola, lasciando scoperti solo gli occhi. 
 
Il respiro fresco di Harry sfiora la sua pelle, il dorso della sua mano.
 
Louis si chiede come faccia a profumare di menta anche a quell'ora della mattina,  dopo una nottata passata tra sigarette e drink, e lo stomaco gli brontola rumorosamente al pensiero di quell'alito fresco e quelle labbra di fragola su quelle di un qualsiasi altro essere vivente su quella terra che non sia lui, ed il suo sopracciglio ancora sale.
 
Harry continua a fissarlo serio, senza togliere i suoi occhi da quelli azzurri di Louis e con l'indice preme sull'arco arcuato del sopracciglio, roteandocu sopra il polpastrello, in una sorta di assaggio rilassante, per poi spingerlo verso il basso nella sua posizione naturale, mentre Louis invece che rilassarsi vorrebbe spaccare tutto.
 
Allora sbuffa contro il palmo della sua mano e "rilassati" sussura Harry, ed un sorriso sghembo e strafottente compare sul sul volto. 
 
Non può vederlo ma le narici di Louis si allargano nascoste dietro la mano che continua a tenere sul volto.
 
Chiude gli occhi e sospira forte cercando di restire alla voglia di dargli una testata e far sparire quella fossetta che ama fa impazzire.
 
Harry lo fissa ancora per un tempo che pare infinto, per poi dargli le spalle e riprendere a camminare.
 
 
 
"Dopo aver baciato lo sconosciuto sono tornato fin qui a piedi e-"
 
 
 
"Con la lingua?" sbotta Louis incapace di trattenersi, togliendo la mano dal volto e salendo in piedi sul letto, come se salire più in alto potesse aiutarlo a vedere le cose da un punto di vista diverso.
 
Harry lo guarda sorpreso da quel gesto insensato è divertito sorride ancora una volta senza smettere di camminare, le mani intrecciate dietro la schiena.
 
 
 
"Con la lingua si" conferma tranquillo.
 
"Ma porca puttana Harry ma che cazz-"
 
 
 
Harry alza una mano per interromperlo, e Louis ancora una volta si zittisce. 
 
Sa di essere dalla parte del torto ma la reazione di Harry a quella situazione era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato.
 
Avrebbe preferito che si fosse arrabbiato, che gli avesse urlato addosso il suo risentimento, invece continua a sorride e camminare come se stessero parlando del tempo e non di baci dati a sconosciuti.
 
Baci con la lingua. 
 
 
 
Louis sbuffa ancora una volta e gli da le spalle, voltandosi ad osservare la parete azzurra.
 
 
 
"Stavo dicendo" riprende Harry, "Che dopo aver baciato lo sconosciuto sono venuto fin qui a piedi, ed ho scoperto che certi negozi non chiudono mai, neanche la notte, figo no?" 
 
 
 
Louis non ci può credere che stia davvero parlando di negozi. 
 
Dev'essere impazzito.
 
 
 
"Allora ho deciso di entrare a dare un'occhiata, da uomo single, si intente, volevo comprare una cosa per me, volevo farmi un regalo"
 
 
 
Louis torna a guardarlo, alla parola single il suo stomaco si contorce ancora una volta.
 
 
 
"Così mentre vagavo nel centro commerciale sono entrato in una gioielleria, avresti dovuto vederla, era meravigliosa" 
 
 
 
"Uhm" commenta Louis, continuando ad osservarlo camminare per la stanza, senza capire dove voglia andare a parare.
 
 
 
"Alla fine ho trovato quello che cercavo, solo che non potevo prenderne uno soltanto, perché sai li vendono a coppie. 
 
E non avendo più un ragazzo, visto che sono single..." dice, marcando le ultime due frasi senza smettere di sorridere "ho pensato che forse non avrei dovuto comprarli, perché in fin dei conti io un fidanzato non lo voglio più" conclude, fermandosi davanti a Louis che nel frattempo è sceso dal letto e continua a passarsi una mano tra i capelli, mentre il terrore si impadronisce di lui.
 
Harry gli sta dicendo che non vuole più un fidanzato, non vuole più lui.
 
La vista sembra calare pericosamente quando si sente svenire, e per poco non cade, aggrappandosi alla spalliera del letto. 
 
Harry lo sorregge aiutandolo a sedersi sul letto, il suo sguardo adesso è serio, del suo sorriso nessuna traccia, le fossette sono sparite.
 
 
 
"Harry.."
 
"Lou.."
 
"Io ti amo, ti prego, ti supplico, non lasciarmi"
 
"Non voglio più che tu sia il mio ragazzo Loueh, mi dispiace" dice serio, gli occhi verdi in quelli azzurri di Louis, che incapace di controllarsi crolla in un pianto disperato, senza preoccuparsi di asciugare quelle lacrime che senza pudore inondano il suo volto.
 
Respira a fatica, mentre Harry inchinato di fronte a lui raccoglie una di quelle lacrime amare con l'indice, portandolo poi alle labbra per assaggiarne il sapore. 
 
 
 
"Cerca di dormire un po' adesso Loueh, domani ne riparliamo va bene?"
 
 
 
Louis non riesce a rispondere scosso dai singhiozzi, gli manca l'aria e gli fa male tutto. 
 
La gola li brucia e le lacrime continuano a cadere inarrestabili.
 
 
 
"Loueh per favore calmati"
 
 
 
"Ti prego Haz non lasciarmi" riesce a dire, scosso dell'ennesimo singhiozzo.
 
"Non posso vivere senza di te, non ci riesco. Non volevo ferirti te lo giuro, farò tutto quello che vuoi, qualunque cosa ma ti scongiuro resta con me".
 
 
 
Harry affonda una mano tra i suoi capelli lisci, accarezzandoli piano, lasciandoli scorrere tra le dita.
 
Non dice niente mentre Louis continua a piangere, gli occhi azzurri arrosati dal pianto, spaventati. 
 
 
 
"Non piangere"
 
 
 
"La mia vita non ha senso se tu non ne fai parte. Tu sei il mio universo Harold, sei la mia unica ragione di vita, se il mio intero mondo. Se mi lasci io non esito" confessa tra le lacrime, poggiando la testa contro il petto ampio di Harry che si è seduto accanto a lui sul letto, avvolgendolo con un braccio. 
 
Louis continua a piangere e ad Harry fa male il petto, all'altezza del cuore. 
 
Si chiede come sia possibile che un muscolo possa far male per una sofferenza mentale, gli pare davvero strano, e non gli piace per niente.
 
 
 
"Shhhhh" sussura, cullando Louis tra le sue braccia, finché il pianto non cessa e si addormenta sfinito tra le sue braccia.
 
 
 
 
 
 
 
-------
 
 
 
 
 
"Josh!" 
 
Harry sussura il suo nome nel buio, e quando non risponde poggia una mano sulla sua spalla scuotendolo.
 
"Josh svegliati!" 
 
"Cazzo Styles mi vuoi far prendere un infarto?" si lamenta, puntando i gomiti sul letto.
 
"Lou sta dormendo. La macchina è nel parcheggio?"
 
"Si"
 
"Bene" dice, sorseggiando il caffè che si è appena preparato.
 
"Ma non hai dormito?"
 
"Non ci riesco"
 
"Dovresti riposare"
 
"Riposerò dopo. Le chiavi?" 
 
"Chiedile alla reception"
 
"Ok, grazie Josh, ti devo un favore"
 
"Figurati amico"
 
 
 
Harry si alza e fa per uscire dalla camera, indossa un elegante abito da cerimonia.
 
 
 
"Ehi Harry"
 
"Si?"
 
"Auguri, di cuore"
 
"Grazie".
 
 
 
Poco dopo Harry scende nella hole dell'hotel, un paio di rayban scuri nascondo gli occhi stanchi.
 
Prende le chiavi della Lamborghini e in men che non si dica sta sfrecciando tra le vie affollate di Las Vegas. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 31
*** Where do broken hearts go? ***


Quando Louis si sveglia il sole splende alto nel cielo.
L'incubo che ha fatto gli pare terribilmente vero.
Harry l'aveva lasciato, e nonostante le sue suppliche disperate la sua decisione era stata irremovile. 
Si strofina forte gli occhi cercando di scacciare quei pensieri, allungando una mano verso Harry che dorme al suo fianco, ma la sua parte del letto è intatta. Harry non c'è, ed improvvisamente si rende conto che il suo incubo tutto era tranne che un brutto sogno.
Harry l'aveva lasciato davvero.
La storia d'amore tra Louis Tomlson ed Harry Styles era finita ed insieme a quella la sua vita. 
Una fitta allo stomaco lo costringe a rannicchiarsi su se stesso, incapace di trattenere le lacrime che ancora una volta solcano il suo volto. 
Il solo pensiero di alzarsi dal letto ed affrontare una giornata senza Harry era quanto di più terribile potesse immaginare, figuriamoci una vita intera. 
Avrebbe fatto qualunque cosa pur di riconquistare il suo cuore, avrebbe combattuto fino allo sfinimento pur di riprendersi il suo posto al fianco dell'unico uomo che avrebbe mai amato. 

"Lou sei sveglio?" 
Un Niall con i capelli bagnati dalla doccia appena fatta e delle profonde occhiaie si avvicina premuroso a un Louis che del suo amico di sempre ha soltanto l'aspetto esteriore. 
Perché del Louis che ha sempre conosciuto non è rimasta nessuna traccia. 
"Se n'è andato via.."
"Lo so, ma tornerà"
"Non tornerà"
"Harry torna sempre"
"No Niall, non questa volta. Mi ha lasciato per sempre" 

Niall lo stringe forte a se, accoccolandosi al suo fianco nel letto. 
Lascia scivolare un braccio sotto il cuscino e affonda il volto tra i suoi capelli, avvolgendolo da sopra le coperte. 
"Smettila di piangere Lou, ti prego"
"È tutto quello che riesco a fare"

Niall gli lascia un delicato sulla testa, stringendolo ancora un po' a se, prima di sparire di nuovo fuori dalla stanza e raggiungere gli altri nel salone. 

"Non vedo l'ora che sia tutto finito" dice, addentando un cornetto caldo della colazione in camera.
"Ne vale pena" Josh alza le spalle, sistemandosi il nodo alla cravatta nello specchio.
"Ma Lou è distrutto, non uscirà mai da quella stanza"
"Harry si prenderà un cazzotto in faccia da me quando questa storia sarà finita" commenta Stan facendo il suo ingresso nel salotto, i capelli sistemati con il gel ed uno smoking nero che gli calza a pennello.
"Qualcuno dovrebbe svegliare Zayn, è tutta la notte che dorme sulla moquette, ed è tardissimo, deve preparasi" dice Niall trangugiando il secondo cornetto. 
"Ma quado Liam è uscito non se n'è accorto?"
"No, è stato attento a non svegliarlo"
"Uhm. Queste relazioni gay sono davvero stressanti" commenta Stan, versandosi del succo all'arancia. 

-----

Louis nella sua stanza osserva la sua immagine riflessa allo specchio. 
Gli occhi sono cerchiati di rosso, contornati da profonde occhiaie. 
L'alito puzza di fumo ed i capelli sono appocicosi, come i vestiti che indossa dalla sera prima. 
Deve assolutamente farsi una doccia, e magari affogarci dentro. 

"Lou?" 
Zayn si affaccia alla porta del bagno, il segno della moquette sulla guancia a testimoniare la nottata passata a dormire fuori da quella che era la sua stanza.
La loro stanza. 
"Zay.." 
"Devi farti la doccia adesso va bene?" chiede gentile entrando nel bagno ed aprendo l'acqua della doccia, assicurandosi che raggiunga la temperatura giusta. 
Louis non muove un passo, osservandolo dallo specchio, lo sguardo spento. 
Zayn in silenzio lo raggiunge ed incontra il suo sguardo attraverso il riflesso del vetro. 
Lentamente lo libera di tutti gli indumenti, sfiorando la sua pelle liscia con le mani fredde, facendolo rabbrividire. 
Poggia le mani sulle sue spalle e lo accompagna fin nella doccia, dove entra vestito. 
Louis non dice una parola, le labbra appena dischiuse, mentre l'acqua tiepida accarezza la sua pelle. 
Zayn versa una generosa quantità di shampo nella mano sinistra e delicatamente gli insapona i capelli, e Louis semplicemente lo lascia fare, incapace di trattenere l'ennesima ondata di lacrime che si confondono con l'acqua della doccia. 
Quando si ritiene soddisfatto del lavoro fatto Zayn chiude l'acqua, maledicendo mentalmente Harry per aver ridotto il suo migliore amico all'ombra di se stesso. 
Prende un asciugamano con ricamate una L ed una P eleganti e tampona l'intera superficie del suo corpo, annodandoglielo poi in vita e strofinandogli i capelli con un panno più piccolo. 
Con un pettine districa i piccoli nodi che si sono formati, per poi prendere il phon per asciugarli, quando realizza di essere completamente zuppo e vestito.
"Rimani seduto qui Lou, devo togliermi questi vestiti di dosso prima" dice, prima di sparire oltre la soglia della porta, lasciando Louis acciambellato sullo sgabello nel bagno, che accena appena un si con il capo.

Zayn entra nella sua stanza ed apre l'armadio dove Liam solo poco ore prima aveva riposto le loro cose.
Le magliette con le magliette, i Jeans con i jeans, mentre le ripiano in basso le scarpe. 
Tutto insieme, come fossero abiti di un'unica persona.
A Zayn si stringe lo stomaco mentre scosta la maglia bianca con il segno della pace, quella che gli aveva regalato un giorno qualunque di due anni prima.
Indossa una tuta ed una maglia leggera, poi torna nel bagno dove Louis sta vomitando, piegato sul wc. 
"Ehi Lou, sono qui" dice, scostandogli i capelli dalla fronte e accarezzandogli la schiena nuda.
"Ci sono io qui con te" ripete, poggiando la fronte contro la sua scapola. 
Lo aiuta a sollevarsi, mentre "Se n'è andato" si dispera Louis, la voce ridotta ad un sussurro.
Zayn lo aiuta a sedersi ancora una volta, prendendo ad asciugargli i capelli lisci, lasciando che cadano morbidi sulla fronte.
Mentre si prende cura del suo migliore amico lo osserva dallo specchio; i suoi occhi sono vuoti, l'azzurro splendente sembra esser stato completamente oscurato dal nero profondo degli abissi, incorniciati da un paio di sopracciglia aggrottate, le labbra sono dischiuse, leggermente incurvate verso il basso. 
Tutto quello che vede riflesso in quello specchio è una maschera di dolore, e per la prima volta in via sua Zayn vorrebbe che Harry Styles non fosse mai esistito. 

Quando i capelli sono asciutti accompagna Louis nella camera da letto, dove uno smoking nero ed una camicia bianca sono appesi in una gruccia elegante sull'anta dell'armadio.
"Devi indossare questo, ti va?"
"No Zay non mi va per niente di infilarmi quell'abito da pinguino"
"Già, lo so. I boxer li tieni qui?" chiede aprendo uno dei cassetti del comodino.
"Quello sotto"
"Neri vanno bene?"
"Che differenza fa?"
"Nessuna in effetti" 
Zayn prende un paio di boxer neri di Calvin Klain e si avvicina a Louis porgendoglieli.
"Metti questi e poi indossa quell'abito, per favore" 
"Va bene"
"Grazie" dice, baciandolo sulla fronte.

Ancora una volta sparisce nella sua stanza, dove fa una doccia veloce e si sistema i capelli in un codino, dando una spuntata alla parte inferiore con con il rasoio di Liam. 
Infine, indossa il suo abito da cerimonia, rigorosamente nero, per poi raggiungere gli altri nel salotto.

"Louis?" chiedono gli altri, vestiti di tutto punto, intenti a fare un aperitivo a base di Spritz e noccioline. 
"Si sta vestendo" li rassicura, prendendo a sua volta uno spritz dal carrello del servizio in camera.
Sorseggiano i loro drink in silenzio, aspettando Louis, finché 
"Solo io ho voglia di spaccare la faccia a Harry?" esordisce Stan.
"No amico, vorrei farlo anche io" conferma Zayn.
"Anch'io" si aggiunge Niall, gli occhi nascosti dagli occhiali nonostante siano ancora al chiuso.
"Ne vale la pena" ripete ancora Josh, quella frase ormai l'ha ripetuta talmente tante volte nelle ultime ore che pare aver perso di significato.
"È un'idea del cazzo" sbotta Zayn.
"È un idea di Harry, che ti aspettavi" lo spalleggia Stan.
"Ragazzi fatela finita, andrà tutto bene" 
li rassicura ancora una volta Josh, sperando in cuor suo di non sbagliarsi. 
"Liam è già li?" chiede Zayn, arrossendo appena.
"Si, ha raggiunto Harry stamattina presto"
"Ok".

Louis, o meglio la sua ombra, lo raggiunge nel salotto, ed è incredibilmente bello in quell'abito che gli calza a pennello.
La camicia bianca sotto la giacca nera è aperta sul petto, lasciando intravedere la scritta incisa sul suo petto, quella che più di tutte lo rappresenta.

IT IS WHAT IT IS. 

È quello che è. Sono quello che sono, niente può e deve costringerci ad essere qualcosa di diverso da quello che realmente siamo, dalle emozioni che realmente proviamo. 
Per quanto a lungo possiamo indossare una maschera per confonderci tra la folla?
Louis l'ha fatto per così tanto tempo che quasi aveva dimenticato quale fosse il suo vero io. 
Finché non si era scontrato con un ragazzetto riccio nel bagno di uno studio televisivo.
Dal momento in cui quegli occhi cangianti e quelle fossette l'avevano stregato Louis aveva deciso di gettare via quella maschera che sempre più spesso dimenticava di togliere, perfino quando la sera, rimaneva da solo nella sua stanza. 
Quelle labbra di fragola e quella voce profonda gli avevano dato una nuova speranza.
Era quello che era, e non avrebbe più permesso a nessuno di plasmare la sua vera identità.
È quello che è, e Louis aveva imparato ad andarne fiero, grazie a quelle gambe lunghe e quei passi scordinati.
Adesso quelle parole incise sulla pelle liscia sembrano bruciare, cariche di tutto il valore che racchiudono. 

Louis osserva i suoi amici, vestiti nei loro abiti eleganti, i sorrisi deboli sui loro volti preoccupati.

"Sto bene" mente, nonostante sa che nessuna delle persone di fronte a lui gli avrebbe creduto, neanche se avesse accompagnato le parole con un sorriso. 

"Sei pronto ad andare?"
"No, ma non mi pare di avere scelta. Posso almeno sapere dove?"
"Dobbiamo presenziare ad un evento di beneficenza al Bellagio" spiega Niall, aprendo la porta della suite e facendo uscire tutti prima di rientrare velocemente nel salotto, prendere quello che aveva dimenticato e raggiungere di nuovo gli altri. 

"Hai preso tutto?" gli chiede Josh rallentando il passo per farsi raggiungere da Niall.
"Si ce l'ho"
"Bene, non vedo l'ora di vedere la sua faccia"
"Ci ammazzerà tutti" commenta Niall prima di salire sulla Limousine per ultimo facendo scattare la sicura della portiera.

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Capitolo 32
*** You for Me ***


Quando la limousine accosta difronte al Bellagio un tappeto rosso è pronto ad accoglierli, insieme ad una mandria di fotografi.
I flash continui delle macchine fotografiche li seguono finché non fanno il loro ingresso nel lussuosissimo hotel.
Un palco è sistemato al centro dell'immensa sala adibita a quel tipo di eventi, tutt'intorno sono stati sistemati dei tavoli con posti assegnati. 
Louis cerca di mantenere un espressione neutra, sorridendo ai flash ed agli invitati che si avvicinano per complimentarsi o semplicemente scambiare due chiacchiere, ma tutto ciò che vorrebbe in questo momento è starsene da solo, nella sua camera a Londra, con una tazza di Thè nero ed un pacco di biscotti. 
Il loro tavolo tondo è uno dei più vicini al palco, la targhetta con scritto One Direction + 2 è posizionata al centro.

"Quindi io sarei un più uno?" chiede Josh, sedendosi accanto a Niall.
"Si amico, esattamente come me" lo sfotte di rimando Stan sedendosi tra Niall e Louis, e dopo ancora prende posto Zayn, così che rimangano due sedie vuote tra lui e Josh.
Poco dopo Liam lo raggiunge, prendendo posto accanto a Josh, lasciando che quel posto rimasto vuoto sia un ulteriore dimostrazione di distacco tra lui e Zayn. 
Dopo qualche minuto le luci si affievoliscono, e Nick Grimshaw viene illuminato dal fascio di luce che lo segue mentre raggiunge il microfono al centro del palco.

"Buona sera a tutti, grazie per essere venuti" saluta gli inviatati, che seduti e silenziosi, nei loro abiti eleganti, lo accolgono con un caloroso applauso.

"Come sapete siamo qui questa sera per l'evento di beneficenza in onore della nostra amata Emma Watson, creatrice di He for She" dice, applaudendo insieme alla folla quando Emma si alza dal suo posto, e con passo elegante raggiunge Nick sul palco, pronta a fare il suo discorso.
Louis ammira il suo splendido vestito, ma è troppo distratto per prestare attenzione alle sue parole.
Lascia vagare lo sguardo tra gli invitati, nella speranza di scorgere i capelli ricci di Harry, ma di lui nessuna traccia.
Quando Emma passa ai ringraziamenti a Louis pare di scorgere sua madre dietro il tendaggio che separa le quinte dalla sala, ma questo ovviamente non è possibile.
Se sua madre fosse stata invitata ad un evento di beneficenza a Las Vegas di certo lo saprebbe. 
Torna a concentrarsi sul pizzo semitrasparente del vestito di Emma cercando di prestare attenzione almeno agli ultimi ringraziamenti, e quasi si sente svenire, quando con un immenso sorriso le sente pronunciare quel nome.

"E per ultimo, ma non in ordine di importanza, vorrei ringraziare uno dei più grandi sostenitori di He for She, e mio carissimo amico Harry Styles" dice, conquistando ancora una volta l'applauso di tutti i presenti, tutti tranne uno, quando Harry fa il suo ingresso sul palco. 
Zayn allunga una mano verso Louis, poggiandogliela sul mento e sollevandola verso l'altro, in modo da fargli chiudere la bocca spalancata.
"Brutto figlio di.." impreca Louis, fermandosi appena prima di insultare Anne, che tanto adora. 
Con gli occhi di ghiaccio ridotti ad fessura lo osserva abbracciare Emma per poi prendere posto difronte al microfono.
Indossa un abito elegante nero, sotto la giacca una camicia bianca. 
I capelli sono tirati indietro, cadendo morbidi sulle sue spalle.
Quando sorride agli ospiti due fossette compaiono sul suo volto.
È bello da togliere il fiato.

"Grazie Emma" dice, e la sua voce roca invade tutta la sala ed il cuore di Louis, provocandogli un'immediata sensazione di nausea.

"Scusate ragazzi devo andare al bagno" dice mentre fa per alzarsi, ma sia Niall che Zayn lo afferrano per le braccia, costringendolo a rimanere seduto.

"Ehi ma che cazzo fate" sibila, tornando a sedersi.
Ed nel tavolo accanto si volta a guardarlo, per poi tornare a puntare lo sguardo su Harry. Un sorriso indecifrabile compare sul suo volto.

"Grazie a tutti per continuare a sostenere la campagna di Emma a favore dei diritti delle donne, sono davvero felice di farne parte e sono molto orgoglioso di annunciare, signori e signore, che questa notte abbiamo raggiunto la modica cifra di 8 milioni di dollari!" annuncia, ed ancora una volta gli applausi non si fanno aspettare.

Louis approfitta del fatto che gli amici abbiamo le mani impegnate per alzarsi in fretta dal tavolo e percorrere velocemente la sala, sperando di passare inosservato.

"Detto questo, vorrei rubare un minuto del vostro tempo per parlarvi di una cosa che per me è molto importante" comincia, conquistando l'attenzione di tutti i presenti.
Niall si volta sorridente verso Louis e quasi gli viene un infarto quando vede il suo posto vuoto.
"Merda!" esclama, cercandolo
con lo sguardo, finché non lo individua, in piedi in fondo alla sala.
Si era fermato lì, incuriosito da quell'affermazione, beandosi di tanta bellezza.
Quel magnifico uomo era stato suo, suo soltanto.
Mentre adesso non era altro che il suo compagno di band, il suo ex, il suo tutto andato in frantumi.
Era la parte di se stesso che non avrebbe mai più avuto indietro. 
Osserva le sue mani grandi stringere il microfono mentre le sue ultime parole gli tornano alla mentre, colpendolo con la forza di mille pugnalate.

"Non voglio che tu sia il mio fidanzato, non ti voglio più"

Istintivamente porta una mano all'altezza del cuore, come se servisse ad alleviare quel dolore indescrivibile.
Cerca di distogliere l'attenzione dalla sensazione di claustrofobia che sta crescendo nel suo petto tornando a concentrarsi sul discorso di Harry, che nel frattempo ha continuato a parlare.


"Come tutti sapete, essere omosessuale per me non è mai stato un problema, ma non è sempre così che vanno le cose, anzi purtroppo, molto spesso, questo non accade quasi mai. 
Sono molti i casi in cui una persona attratta da qualcuno del suo stesso sesso si ritrova costretta a dover mentire, a fingere di essere qualcuno che non è, per non apparire sbagliato, non conforme a quelle che sono le regole imposte dalle società e dalla chiesa.
Altrettanto spesso sono le famiglie stesse a non accettare la cosa, apostrofandoci come malati, considerandoci sbagliati, un disonore.
Trovo che tutto questo sia incredibilmente ingiusto, contro ogni principio morale che sia sano.
L'amore è amore, non esiste amore giusto o sbagliato, non esistono regole per il cuore.
E vorrei ringraziare mia madre e mio padre, per avermi accettato, per avermi sempre amato nonostante tutto, a prescindere da quale fossero i miei gusti sessuali, ed è prima di tutto grazie a loro, se sono qui adesso, senza vergogna ne timori di mostrarmi esattamente per la persona che sono.
Sono Gay, mi piacciono gli uomini ed amo le donne, credo che debbano essere rispettate ed onorate, e vorrei che ognuno di voi qui presente, guardasse dentro se stesso, senza giudicarsi, senza sentirsi giusto o sbagliato, trovando la forza di mostrarsi esattamente per quello che realmente è.
Non esistono persone giuste o sbagliate, non esiste un modo corretto di essere, ognuno è speciale e meraviglioso, e soprattutto ognuno è libero di amare la persona che ha conquistato il suo cuore, uomo o donna che sia. 
Per questo, vorrei annunciare che, dopo averne parlato a lungo con Emma, siamo giunti ad un accordo, ed insieme, abbiamo deciso di integrare ad He for She, una nuova campagna, con il nome "You for me", che racchiude ogni tipo di genere sessuale, senza differenza alcuna".
Harry conclude il suo discorso travolto dagli applausi degli invitati, che commossi battono forte le mani.
Liam si alza in piedi, applaudendo con foga, gli occhi lucidi e un grazie silenzioso diretto ad Harry, che ricambia con un "non c'è di che" altrettanto silenzioso. 
Zayn osserva Liam tornare a sedersi, ed i loro sguardi si incontrano, come le loro mani che con tutta la naturalezza del mondo si uniscono in una stretta salda e delicata sotto il tavolo.
È allora che Zayn, reso coraggioso dalle parole di quel fratello in piedi sul palco, porta le loro mani intrecciate oltre la tovaglia, sopra la tavola, ben visibili a chiunque.
Quel gesto non sfugge a Niall che emozionato sorride felice; felice di vedere i suoi compagni di vita liberi e coraggiosi. 
Louis in fondo alla stanza applaude sincero, fino alla fine, lo sguardo catturato da quello di Harry, che fissandolo, torna a parlare. 

"Prima di lasciarvi in pace e farvi godere del meraviglioso buffet, vorrei infine ringraziare il mio personale "You for me" , quella persona che mi ha reso libero e che allo stesso tempo si è lasciato liberare da me, e dall'immenso amore che provo nei suoi confronti" dice, ed un sorriso sincero e sghembo compare sul suo volto.
"Il mio grazie va a te, Louis William Tomlinson, per avermi insegnato ad amare con l'anima, e per avermi amato allo stesso modo, dal primo istante in cui i nostri occhi si sono incontrati. 
So che il tuo amore vacillerà, dopo questa mia folle richiesta di fronte a tutte queste splendide persone, ma credo sia il modo giusto di farlo, su un palco, davanti ad un microfono, due elementi che rappresento le nostre vite, e con esse il nostro amore"
Louis si sente svenire, ed è solo grazie agli occhi di Harry puntati nei suoi che riesce a non crollare, movendo qualche passo nella sua direzione, seguito da centiniaia di paia d'occhi. 
"Come ti ho detto ieri, non voglio più che tu sia il mio fidanzato..." dice, scendendo dal palco in maniera fin troppo elegante per i suoi standard e camminando incontro a Louis che fa per parlare quando Harry alza una mano per fermarlo "...ma, quello che intendevo dire, è che non voglio che tu sia il mio fidanzato perché vorrei, con tutto il mio cuore, che tu accettassi di diventare mio marito" conclude, mentre una lacrima gli riga il volto, scoparendo nel sorriso emozionato.
Louis rimane in silenzio, spaventato. 
Terrore, è tutto quello che prova, la sensazione di tutti quegli sguardi puntati su di lui lo fa sentire terribilmente a disagio.
Non è di certo la prima volta che si trova di fronte ad un pubblico, ma adesso è diverso. 
Questa è una cosa privata, una cosa intima, è una cosa che-
"Loueh" sussura Harry, lontano dal microfono, che tiene nella mano sinistra, 
mentre con l'altra accarezza piano la sua guancia, sollevandogli il mento e catturando il suo sguardo.
"Guardami, dimenticati di tutto, siamo solo io e te, solo noi" sussura, perso nell'azzurro di quegli occhi che sono la sua casa.
"Harold, io, io non-" farfuglia, sotto lo sguardo intimorito di Niall, Zayn, Liam, Josh e Stan.
"Merda merda merda" sussura Niall.
"Cazzo ragazzi lo sapevo che era un'idea di merda" aggiunge Stan assecondato da Josh "Questa volta Styles non ne uscirà vivo"
"Com'è il suo sopracciglio? Non vedo bene da qui?" chiede Liam, sporgendosi oltre la chioma bionda di Niall.
"State zitti" sbotta Zayn, alzandosi in piedi ed avvicinandosi al tavolo di Ed, dal quale riesce ad avere una visuale migliore, ed intercettare lo sguardo di Louis, che spaventato si aggrappa ai suoi occhi ambrati.
"Va tutto bene" mima, annuendo piano con il capo, un sorriso leggero sulle labbra carnose.
Louis sembra riprendersi appena, spostando lo sguardo dagli occhi scuri a quelli verdi e intensi di Harry, che aspetta speranzoso, e nonostante stia accadendo tutto molto velocemente gli pare che il tempo si sia bloccato.
"Loueh.. vuoi rispondermi per favore?" chiede con tono gentile, una nota appena accennata di insicurezza nella voce.
"Harrie, tu, sei completamente matto" sussurra a sua volta.
"Lo so"
"Mi hai spezzato il cuore, credevo di averti perso per sempre"
"Lo so, mi dispiace, ma tu ti eri addormentato ieri e io ormai avevo organizzato tutto, e dovevo essere qui stamattina presto e-"
"Organizzato tutto cosa?" lo interrompe Louis.
"Sarei felice di mostrartelo.."
"Bene andiamo allora, voglio vedere" afferma convinto, finalmente dimentico di tutte le persone che continuano a fissarli, silenziosi ed in attesa.
"Ehm Loueh, dovresti dire si prima" 
"Ah, certo, oh" farfuglia, voltandosi verso gli altri, ed abbozzando un sorriso.
Con un rapido gesto prende il microfono dalla mano di Harry, mentre con l'altra afferra la sua, in un incastro perfetto.
"Spero vogliate perdonarmi, a dispetto di quello che può sembrare sono un ragazzo molto riservato, al contrario di Harry" dice, accompagnato le parole con un'espressione buffa che fa ridere tutti, ed a Zayn, di nuovo seduto al suo posto, si scalda il cuore.
"Solo ieri sera credevo di essere stato lasciato quindi sono sorpreso quanto voi dalla follia di questo meraviglioso uomo la mio fianco" continua, stringendo di più la sua mano.
"E sono felice, di dire che si, Harry, voglio sposarti, perché la mia anima si rispecchia nella tua, e come hai detto tu poco prima, non importa cosa è giusto e cosa è sbagliato secondo il resto del mondo quando si incontra il proprio contrappunto in un paio d'occhi cangianti.
Tu mi rendi coraggioso, Harry. Sei la mia forza, ed io voglio essere la tua, per sempre."
Quando Louis finisce il suo discorso una lacrima scompare in una delle fossette profonde che non hanno mai abbandonato il suo volto, accompagnando il suo sorriso gioiso.
Insieme ad Harry, Zayn e Stan continuando ad asciugarsi le lacrime con un tovagliolo elegante di stoffa, mentre Niall, sprezzante delle buone maniere, si soffia rumorosamente il naso affogando nei proprio singhiozzi.
Quando Harry poggia le sue labbra su quelle di Louis in un bacio delicato tutti gli invitati applaudono commossi.
Louis stringe forte la pelle della sua coscia senza farsi vedere da nessuno, e no, non sta sognando, sta accadendo davvero. 
Harry Styles ha reso possibile tutto quello, proponendogli di sposarlo come in uno dei migliori film d'amore, difronte ad un pubblico che applaude commosso, brindando al loro grande e coraggioso amore. 
E Louis è felice che ci siano anche i suoi fratelli, ma non può sopportare di vivere quel momento senza la sua famiglia.
Sua madre, Mark, le sue sorelle, i suoi nonni, tutte quelle persone dovrebbero essere presenti.
"Harry" sussura piano, mentre la folla si dirige verso il buffet.
"Dimmi amore"
"Non posso sposarti"
"Cosa?"
"Nel senso, non adesso, non qui, non in questo modo"
"Cosa c'è che non va?"
"Vorrei che ci fosse la mia famiglia, non voglio sposarmi senza di loro"
"Oh"
"Già, oh"
"Potrei aver dimenticato questo piccolo dettaglio, ma sai era davvero complicato trasferire tutta la tua e la mia famiglia qui a Las Vegas"
"Si, immagino di si" una nota di delusione nella sua voce.
"Ti va di venire un momento con me? c'è una cosa che vorrei farti vedere" chiede, tendendogli una mano che Louis stringe forte.
"Verrei ovunque con te Harry... solo, non lasciare la mia mano".

------------ 

"Ciao ragazzi, solo una domanda" chiede il giornalista, avvicinando il cellulare al gruppo che confabula allegro, vicino al buffet.

"Cosa ne pensate del fatto che i vostri colleghi siano diventati paladini dei diritti degli omosessuali, rendendo ufficiale il loro legame con le loro nozze imminenti?"

Niall alza un sopracciglio così tanto che pare Louis in modalità Sassy, facendo ridere Zayn, che semplicemente ignora la domanda, come Stan e Josh, molto più interessati a continuare la loro conversazione sui crostini al salmone.

"Siamo una famiglia, e come tutte le famiglie non possiamo che essere onorati di condividere questo momento con i nostri fratelli, per quando riguarda "You for Me" credo che proporrò ad Harry di diventarne socio stasera stessa, in quanto Gay ed innamorato, penso di esserne in pieno diritto, e date le possibilità economiche, in dovere. 
Se posso fare la differenza in questo mondo di ottusi, non perderò l'occasione."
Liam conclude la sua risposta, senza lasciare la mano di Zayn in piedi al suo fianco. 

"Gay e innamorato?"
"È quello che ho detto"
"È quello che hai detto, ad un giornalista"
"Lo griderei al mondo intero se potessi, ma questo mi sembra un metodo altrettanto efficiente". 
Sorride sereno, prima di premere le sue labbra su quelle di Zayn che non avrebbe potuto essere più felice, mentre il suo cuore batte all'impazzata.
"Ti amo anche io"
"Come potesti non farlo! Sono adorabile!"

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Capitolo 33
*** And I marry You Harry ***


NOZZE PER DUE MEMBRI DEGLI ONE DIRCTION, HARRY STYLES E LOUIS TOMLINSON.


PROPOSTA DI MATRIMONIO DI HARRY STYLES A LOUIS TOMLINSON DURANTE L'EVENTO DI BRNEFICENZA HE FOR SHE DI EMMA WATSON.


LOUIS TOMLINSON DICE NO ALLA PROSTA DI MATRIMONIO DI HARRY STYLES.


Niall continua a leggere i titoli degli articoli che sembrano moltiplicarsi ogni secondo che passa, scoppiando a ridere sull'ultimo.

"Ma la gente fa sul serio?" sbotta, attirando l'attenzione degli altri, seduti al tavolo, intenti ad assaggiare quanto più possibile dal buffet.

"Che dicono?" chiede Zayn asciugandosi la bocca con il tovagliolo e sistemandosi meglio sulle gambe di Liam. 
"Che Lou ha risposto di no, ma la cosa bella sono i commenti sotto il post. 
Louis non sposerà mai Harry perché ama El" cita, facendo scoppiare a ridere tutti.
"E che cazzo è El?" chiede Stan, versandosi un altro bicchiere di vino.
"ELEONONONO" fa allora Josh.
"Aaaaaaaaah, la moretta carina! Pensate che all'inizio c'ho anche provato un paio di volte ma mi ha sempre rifiutato!"
"Ora sta con quel Max coso, non mi ricordo il nome" 
"Si ma il problema è che ancora ci credono! Vorrei scriverlo io! Almeno dovranno crederci per forza che quei due non si sono mai nemmeno sfiorati" fa Niall, poggiando il telefono sul tavolo.
"Ma lascia stare Ni! Tanto non cambierebbe nulla, direbbero che qualcuno ti ha hakerato il profilo!" dice Liam, intrufolando una mano sotto la camicia di Zayn, ed prendendo a fargli i grattini.
Un istante dopo ottiene la reazione che desiderava.

"Vado un momento in bagno ragazzi".
Zayn si alza e sperando che il rigonfiamento all'altezza del cavallo passi inosservato si incammina veloce verso il bagno. 
"Vado un momento anche io" dice allora Liam, seguendolo.
"Fate una cosa veloce, tra poco dobbiamo raggiungere gli altri!" gli grida Josh, facendogli l'occhiolino, ed attirando l'attenzione degli ospiti nei tavoli accanto.
"Spero non troppo veloce amico!!" grida in rimando Liam, le guance arrossate dal vino e dall'eccitazione che cresce al pensiero di Zayn ad aspettarlo nel bagno. 
Finiva sempre così in situazioni come quelle; nonostante i loro abiti eleganti e le buone maniere, alla fine emergeva sempre la loro vera natura, quella di ragazzi giovani e spensierati, ragazzi che si dimenticavano che gridare durante una cena di beneficenza quando tutti stanno educatamente mangiando in silenzio, non è esattamente il massimo dell'eleganza.


"Ti va di venire un momento con me? c'è una cosa che vorrei farti vedere" chiede, tendendogli una mano che Louis stringe forte.
"Verrei ovunque con te Harry... solo, non lasciare la mia mano".


Louis stringe forte la mano di Harry, che lo trascina lontano dalla folla, salutando velocemente qualcuno degli ospiti che si congratula con loro per le nozze imminenti.
Lasciatasi alle spalle la sala affollata del Bellagio, Harry lo strascina per un lungo corridoio, fino a ritrovarsi di fronte ad un'elegante doppia porta bianca.
Prende un grande respiro poggiando la mano sulla maniglia in ottone, prima di voltarsi a guardare Louis, che gli sorride debolmente, indicandogli di aprire la porta con un cenno del capo. 
Con uno scatto deciso Harry abbassa la maniglia ed apre piano la porta, lasciando passare Louis per primo e chiudendola poi alle sue spalle.
La stanza è una suite elegante, un divanetto ed un tavolo di cristallo sono sistemati al centro. 
Delle pareti color pesca in tinta con il grande tappeto, fanno da cornice all'arredamento elegante, il tutto accompagnato dalle note leggere dei The Script.
Louis si guarda intorno per qualche minuto, prima di tornare a posare lo sguardo su Harry che sorride felice, muovendo qualche passo nella sua direzione fino a poggiare le mani sulle sue spalle. 
"Vieni" dice, spingendolo delicatamente verso il divano e facendolo accomodare, per poi prendere posto al suo fianco. 
Con movimenti eleganti versa dell'ottimo champagne nei due calici in cristallo sistemati sul tavolino di fronte al divano.
Un ampio sorriso raggiunge i suoi occhi lucidi, quando porge il calice a Louis, che nell'abito elegante che Zayn ha preparato per lui quella mattina, sorride felice a sua volta. 
"Brindo a te, Louis Tomlinson, ai tuoi occhi del color del mare che mi hanno rapito il cuore, alla linea sottile delle tue labbra che amo quando si posano sulle mie. Brindo alle tue mani piccole ed al tuo culo da favola" dice, facendolo ridere ed arrossire, "Brindo al nostro primo incontro, di cinque anni fa, brindo ad ogni singolo minuto trascorso da quell'istante, brindo al tuo cuore generoso, alle tue facce buffe, al tuo sorriso che riesce sempre a farmi ritrovare la strada di casa, brindo a noi ed al nostro amore, perché perfino nel buio della notte, io ti troverei, sempre".
Con un movimento delicato lascia che il suo calice tintinni contro quello di Louis, che emozionato incrocia il braccio a quello dell'amore della sua vita, bevendo insieme, i volti vicini. 
"Ti amo Harry, ti ho sempre amato, dal primo istante in cui ti ho visto" dice, carezzandogli delicatamente una guancia umida, e una fossetta profonda compare a quel tocco, quando un sorriso sghembo si allarga sul suo volto, e prontamente Louis vi ci infila un dito, ridendo felice.
Finiti i loro calici, e dopo il quarto brindisi a quel punto un tantino insensato - "brindo alla scimmia del singolo di Steal my girl" "ma se ti ha mangiato tutto il ciuffo" "non me l'ha mangiato, l'ha solo ciucciato!" - Louis sta comodamente adagiato tra le braccia di Harry, le gambe stese sull'elegante divano. 
"Penso proprio che potrei stare così per sempre" sospira, giocherellando con l'inseparabile anello con gli orsetti di Harry.
"Io credo invece di dover proprio adare adesso" dice, tra i suoi capelli.
"Cosa? E perchè?" una nota di panico nella sua voce, quasi gli avessero appena detto che la fine del mondo era ormai vicina. 
"Calma pulce, torno subito va bene?"
"No, resta"
"No"
"Si invece!" insiste, adesso guardandolo con aria seducente, mentre gli passa il pollice sul labbro inferiore, montando a cavalcioni sulle sue cosce.
"Tomlinson stai buono.." cerca di difendersi, l'erezione già visibile dietro il tessuto fine dei pantaloni.
"L'amichetto li sotto sembra contento.." sussurra, premendo la fronte contro quella di Harry e prendendo ad ondeggiare lentamente sopra di lui.
"Lou ti prego, non adesso.."
"Shhhh" sussura, continuando quel movimento lento, e lasciando una scia di baci dalla sua fronte giù lungo il collo, dove si sofferma, succhiando forte.
Harry si lascia scappare un gemito quando Louis succhia forte la sua pelle per marchiarlo.
"Lou ti supplico"
Le mani di Louis sono tra i suoi capelli adesso, che tira piano, ottenendo un altro gemito che scappa dalle labbra di Harry, che eccitato alza il bacino in avanti in cerca di una frizione piacevole, portando le sua mani sui fianchi di Louis, che continua a mordicchiare il suo orecchio e soffriate piano sul suo collo, senza mai smettere di ondeggiare.
Harry stringe la presa sui suoi fianchi, toccando con le dita la pelle morbida sotto la camicia, ed con movimenti decisi fa in modo che Louis aumenti il ritmo di quel lento indeggiare che lo sta uccidendo.
"Hey Styles, che succede?" Sussura nel suo orecchio, stringendogli un capezzolo attraverso il tessuto leggero della camicia, "Mi pareva di aver capito che non fosse il momento" continua a sussurrare, stringendo più forte il capezzolo ormai turgido, conquistando un nuovo gemito e un colpo di bacino di Harry sotto di lui.
"Oh Lou.." ansima, l'eccitazione ormai alle stelle.
"Si Harold?" soffia Louis, premendo le labbra contro le sue, senza mai smettere di ondeggiare, mentre sbottona uno ad uno di bottoni d'orati della camicia, lasciando che le sue dita sfiorino le due rondini, la farfalla, la linea leggera di peli che dall'ombelico scompagliono al limite dei boxer neri che fasciano l'erezione prorompente.
Harry geme ancora, affondando le unghie nella pelle delicata e chiedendo di più, incapace di reagire ai morsi che Louis continua a lasciargli sul collo e sui capezzoli.
"Ti prego"
"Cosa?"
"Ti prego fa l'amore con me adesso"
"No Harold"
"PERCHÈ?" quasi grida, quando Louis stringe forte la sua erezione e contemporaneamente tira appena i suoi capelli e succhia forte il suo capezzolo.
"Perché non possiamo adesso.. ricordi?" sussura contro il suo petto, mentre i suoi baci seguono il percorso tracciato prima dalla sua mano, lascianto una leggera scia umida di saliva, fino a toccare con le ginocchia sulla moquette e prendere l'intera erezione in bocca, provocando una serie di gemiti decisamente troppo rumorosi, ma non glie ne importava niente.
In quel momento voleva solo il piacere del suo futuro marito, e se l'intero Bellaggio avesse sentito, beh, tanto meglio. 
"Lou..io...sto..venendo" ansima Harry, la testa reclinata in dietro sul divano ed una mano tra i capelli di Louis, assecondando l'alzarsi e l'abbassarsi veloce della sua testa, mentre con una mano si aiuta nel movimento, finché Harry viene nella sua bocca, gemendo forte e stringendo di più i suoi capelli.
Louis sonoramente manda giù il suo seme, e senza pulirsi le labbra umide raggiunge le labbra di Harry, baciandolo a fondo, affamato. 
Due paia di mani eccitate liberando Louis dai pantaloni e lo stesso fanno con Harry, compiendo entrambi quei gesti che ormai conoscono a memoria. 
"Girati Harold" sussura nella sua bocca, facendo in modo che poggi le mani contro la spalliera del divano, per poi posizionarsi dietro di lui, e dopo aver inumidito le dita con la sua stessa saliva, poggiarle delicatamente sulla sua entrata, ed ottenendo l'ennesimo gemito e "ti prego.." l'ennesima supplica.
"Cosa vuoi Harold?" chiede gemedo e lasciando scivolare il secondo dito.
"Ti voglio, ora" ansima, inarcando ancora di più la schiena.
Louis preme piano la sua erezione turgida contro la sua apertura, e con un gemito di piacere, reclina la testa in dietro e spinge piano, fino in fondo, colpendo il punto esatto che fa impazzire Harry, e che ormai conosce fin troppo bene.
Le sue spinte sono forti, decise, ed Harry non può fare a meno di gemere e tapparsi la bocca con una mano nel tentativo di non attirare l'attenzione dell'intero Hotel quando Louis lo sculaccia forte, gemendo e spingendo forte, fino a raggiungere l'orgasmo, disperdendo il suo seme dentro Harry, che con gli occhi chiusi, lascia che l'ennesimo gemito esca in un soffio dalle sue labbra gonfie e rosse. 


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"Porca puttana" esclama Josh, seduto sulla moquette beige con la schiena contro il muro, assecondato da cenni di assenso da parte di Stan e Liam, con stampata in faccia un'espressione di puro orgoglio.
"Hanno finito?" chiede Niall, continuando a tenere le mani sulle orecchie, quando Zayn si alza in piedi, movendo qualche passo verso la doppia porta bianca.
"Si biondo hanno finito" 
"Bene" afferma soddisfatto, togliendo le mani dalle orecchie e alzandosi a sua volta da terra.
"Credo dovremmo bussare prima che ricomincino" si affretta a suggerire Liam, bussando forte.


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"Chi è?" chiede sorpreso Louis riagganciando si la cintura.
"Sto cazzo Louis!" esclama Harry, ridendo soddisfatto quando la bocca di Louis si spalanca per la sorpresa.
"Chiudi quella bocca, mi fai venire strane idee"
"E tu non farmi mai più sto cazzo" 
"Questo non posso promettertelo" ride, mentre sistema il colletto della camicia e apre la porta, le guance ancora arrossate.
Si sposta di lato lasciandoli passare, guadagnandosi gli sguardi 'so cosa hai fatto' di tutti, finché Liam non gli da due pacche sulle spalle e "quindi Louis tops è?" lo sfotte.
"Solo questa volta" si appresta a dire Harry seguendolo.
"Se se" lo liquida con un gesto della
mano, raggiungendo Louis o più precisamente la bottiglia di Champagne al suo fianco. 
"Io non mi siederei li Biondo" dice, versando un bicchiere e porgendolo a Zayn, "nemmeno li" aggiunge, quando Niall si sposta dall'altro lato del divano, ed infine esasperato semplicente si alza in piedi borbottando qualcosa come "maledetti froci", facendo ridere tutti.

"Dobbiamo andare Haz" Liam poggia una mano sulla sua spalla, stringendola piano.
"Si, andiamo" annuisce, prendendo un sospiro a pieni polmoni, senza smettere di osservare Louis ridere felice con i suoi amici, brindando ancora una volta.
In silenzio lasciano la stanza, senza che Louis se ne accorga, non subito almeno.

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"Come ti senti?"
"Malissimo Lì" 
"Ci siamo eh, aspettavi questo momento da così tanto tempo"
"Mi sembra di aspettarlo da sempre"
"Sei bellissimo, ed io sono felice di essere qui con te"


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"Mamma!" 
"Loueh tesoro!"
"Che ci fai qui?"
"Potevo forse non essere presente?"


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"Harrie tesoro sei magnifico"
"Mamma.."
"Non piangere, io starò qui vicino a te, per tutto il tempo"

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"Zay"
"Lou"
"Grazie"
"Grazie a te"
"Per cosa?"
"Per avermi salvato la vita"
"Sempre"


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"Ci siamo, Lou dovrebbe entrare a momenti, Harry sta impazzendo"
"Nì amore stai piangendo"
"Io? Cosa?"
Giuls seduta al suo fianco in un meraviglioso abito blu notte raccoglie una lacrima.


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"Ci siamo tesoro"
Johannah stringe più forte il braccio attorno a quello di Louis, in piedi dietro la porta a vetri. 

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"Liam?"
"Haz"
"Sei il miglior testimone che potessi desiderare"

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"Ti aspetto dentro"
"Va bene"
"Ehi.." Zayn poggia entrambi le mani sulle spalle di Louis, aggrappato al braccio di sua madre.
"Respira fratello, devi solo camminare fino a raggiungerlo ok?"
"Ok"


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"Wow"
I suoi occhi verdi sembrano brillare della luce delle migliaia di stelle che brillano alte nel cielo scuro della notte appena nata. 


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"Lui è.... davvero lì per... per me?"
I suoi occhi sembrano splendere dell'azzurro dell'oceano, quando percorrono estasiati la sua figura, racchiusa in quell'abito elegante, in piedi, di fronte all'altare.


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La prima volta che ho visto Louis Tomlinson ho pensato che il suo profumo fosse il migliore che avessi mai sentito.
Aveva una maglia bianca ed un cappellino rosso.
Continuava a sistemarsi il ciuffo con le mani piccole e sorrideva nervoso. 
Era il concerto dei The Script, non sapevo chi fosse, non sapevo che l'avrei incontrato in un bagno qualche anno più tardi, non sapevo che l'avrei amato più di ogni altra cosa al mondo, non sapevo che parte della mia anima fosse racchiusa nel suo cuore, da sempre.
Non so se esiste un destino, ma quell'uomo che adesso sta camminando verso di me, quegli occhi lucidi e quel sorriso che si avvicinano ad ogni passo, sono tutto quello che ho sempre desiderato.
Noi siamo il per sempre, io e te, Loueh, siamo l'infinito.


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La prima volta che ho visto Harry Styles stava in fila con un suo amico al cancello della sezione C, per il concerto dei The Script.
Lui non mi ha visto, ma in quel momento mi sono innamorato dei suoi ricci che sembravano così morbidi.. quasi impossibile desistere dal toccarli.
Quando ci siamo scontrati in quel bagno un'infinità di tempo dopo, mi sono perso nelle sfumature di verde dei suoi occhi.
L'ho amato da sempre, ancora prima di sentire la sua voce, il mio cuore era nella sue mani.
La mia intera essenza risiede nell'uomo in piedi di fronte a me.
Vorrei raggiungere la distanza che ci separa correndo, sotto gli occhi esterrefatti di tutte le persone fantastiche che mi sorridono sincere.
Non so se esiste un destino, ma la mia anima si rispecchia nella sua, e mai, potrei desiderare dono più grande.
Tu sei la mia gioia, Harry Styles.

"Sei meraviglioso angelo" sussura, prendendo la sua mano, quando Johannah gli affida suo figlio.

"Sei completamente matto Harold, e ti amo, ti amo da morire" sussura a sua volta, prendono posto al suo fianco, in piedi di fronte all'altare.

"Non lascierai mai più la mia mano adesso"
"È sempre stata stretta nella tua, divevi solo accorgertene".

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Capitolo 34
*** Yours sincerely ***


Quando le labbra di Louis si posano su quelle di Harry un applauso scoppia in quello che sembra un boato.
Tutte quelle mani che battono all'unisono riempiono l'aria insieme alle lacrime di gioia e le risate spezzate dal pianto. 
Johannah ed Anne si stringono forte, in un abbraccio amorevole, carezzando l'una la schiena dell'altra.
"Ce l'hanno fatta, i nostri bambini ce l'hanno fatta!".

Niall stringe forte la mano di Giuls mentre raggiunge Liam che passa il foglio sul quale ha appena firmato in vece di testimone di Harry a Zayn, che firma per Louis. 

Le fossette sul volto di Harry sembrano non voler sparire neanche per un istante, appese a quel sorriso che illumina gli occhi lucidi.

"Ti amo amore mio, ti amo da morire"
"Non dire quella parola Harold!"
"Ma è vero, io morirei per te"

Louis si ferma a guardare attentamente il volto gioioso di Harry, che lo osserva senza smettere di sorridere, incapace di provare altro sentimento se non felicità.
È meraviglioso. 
Forse più bello di tutte le altre volte, più bello della prima volta che l'ha visto, più bello di quando sul palco durante Little Things canta "I'm in love with Lou" sorridendogli, più bello di quando al mattino nasconde il volto nel cuscino, più bello di quando si scotta le labbra per assaggiare il sugo che sta cucinando per la cena, più bello di quando appena uscito dalla doccia si strofina forte i ricci con l'asciugamano bagnando tutto quanto, più bello di quando già dopo il primo bicchiere di vino le sue guance diventano di porpora e il sorriso si fa strada sul suo volto.
Più bello di tutte le prime volte che Louis possa ricordare.
Oggi Harry è più bello, perchè non è più lo stesso Harry quello in piedi difronte a lui che gli sorride, quello non è più Harry Edward Styles. 

Quel bellissimo uomo stretto in un abito da favola, dai ricci perfetti e gli occhi che ti fanno dimenticare perché sei entrato nel bagno di uno studio televisivo, tutto quello, da ormai cinque minuti è Harry Edward Styles Tomlinson.

"Va bene allora, ma solo per oggi" gli concede Louis.
"Ti amo anche io, ti amo da impazzire".

Il giardino sulla parte esterna del Bellaggio, dove Harry ha scelto di organizzare il matrimonio sembra un sogno. 
Dei tavoli rotondi coperti da eleganti tovaglie bianche sono disposti sull'erba curata, le fiamme di tre candele al centro di ognuno traballano leggere nella brezza di quella calda sera primaverile. 
Il buffet è sistemato tutt'intorno, ed un palco elegante, completamente bianco, con delle tende semistrasparenti a renderlo magico, è posizionato difronte ai tavoli, in modo che tutti riescano a vederlo. 
Nonostante il sole sia ormai tramontanto, portandosi via le loro promesse, per costudirle per sempre, l'intero cortile è illuminato da milioni di lucette.
Ogni albero, pianta, perfino il cielo sopra le loro teste, è cosparso da un'infinità di puntini dorati che illuminano dolcemente gli abiti incantevoli di tutti gli ospiti. 

"Harrie..." sussura, senza fiato. 

"Non ti piace? Ho esagerato vero? Lo sapev-" 
Louis lo interrompe premendo le labbra umide delle sue stesse lacrime sulle sue, senza mai aprire gli occhi, dimenticandosi del mondo intero, libero.
Libero ed innamorato del suo primo e unico amore, perdutamente perso in Harry, ed in tutte le sue piccole cose. 

"È tutto perfetto Harry, tu lo sei, ed io non potrò mai trovare le parole giuste per esprimere quello che provo in questo momento, ma so che a noi non servono tutte quelle parole, so che tu mi senti, semplicemente".

Lo sussurra piano, sulle sue labbra, sollevandosi appena sulle punte dei piedi calzati nella scarpe eleganti, mentre affonda le mani piccole tra i suoi capelli morbidi, giocando con uno di quei riccioli che con il tempo stanno scomparendo, ma non cambierà mai, mai smetterà di essere il suo Curly boy.

"No Loueh, a noi non servono tutte quelle parole. Io ti sento, anche quando sei distante, io ti sento. Io ti sentirò sempre.
Non importa quanto tu ti allontani, quella parte di te che vive in me non scomparirà mai. 
E con questo, intendo che sarai con me per sempre Loueh, per tutta la vita"

"Per tutta la vita".

johanma ed Anne li raggiungono, stringendoli entrambi in un abbraccio a quattro, il loro primo abbraccio di famiglia. 

"Benvenuto nella famiglia Tomlinson Harry, non che tu non ci fossi già, ma adesso finalmente lo sei davvero"

"Grazie Jay, non potrei essere più onorato"

Johannah accarezza delicatamente una sua guancia, passando poi a coccolare Louis, travolta da una nuova ondata di lacrime.

"Se continui a piangere non rimarrà più niente di te mamma!" esclama Louis, ed il sopracciglio si alza pericolosamente facendo scoppiare a ridere Harry.
Dio quanto lo ama. 
A volte si chiede se Louis si renda davvero conto di quando lo ammiri.
Ogni più piccola parte di lui sembra gridare il suo nome.
Louis gli scorre nelle vene, e questo, non cambierà mai. 


---------


Più tardi Louis ed Harry hanno preso posto al loro tavolo, difronte a loro sono seduti invece Liam, Zayn, Niall, Giuls, Lotti, Stan, Oli e Josh. 
Harry non riesce a smettere di sorridere osservandoli mangiare tranquilli ed un po' ubriachi.
Uniti per loro, come una famiglia.

"DISCORSO, DISCORSO, DISCORSO, DISCORSO!" 

"Harrie ce l'hanno con te" dice Louis, porgendogli il microfono, mentre gli ospiti continuano a richiedere la loro attenzione in una unica voce. 

Harry prende il microfono che Louis gli porge e si alza in piedi, sotto lo sguardo incantato di Louis.
Si abituerà mai a tanta perfezione?

"Eeeeehm"

"I'm Harry Styles.... I'm from Holmes Chapel eeeeeeehm" fa Niall, facendo ridere tutti, e Liam quasi si strozza, mentre Zayn gli da due forti pacche sulla schiena.

"Grazie Nialler" 
Nonostante Harry ormai sia abituato ad essere preso in giro dal suo stronzetto amico biondo fa sempre un po' fatica non fare il permaloso, specialmente quando Louis ride di gusto battendo le mani.

"Per prima cosa, grazie a tutti quanti per aver mantenuto il segreto, siete stati fantastici!" 
"Bravissimi si" fa Louis con aria stizzita ma sempre con il sorriso.
Certo la sorpresa gli è piaciuta eccome, ma l'idea di essere l'unico a non sapere cosa stesse accadendo non gli piace per niente.
Insomma, la sua fama da Sassy Queen non è di certo casuale. 

"Aspetto questo giorno da cinque anni, centotrenta giorni, quarantatré minuti, e non so quanti secondi, ma credo sia abbastanza per rendere l'idea di tutto il tempo in cui ho sperato che questo momento arrivasse.
Ed eccoci qui." 
Il sorriso torna ancora una volta a decorare il suo volto, la sua attenzione adesso è tutta per Louis, che, seduto al suo fianco, lo osserva emozionato. 

"La prima volta che ho chiesto a Louis di sposarlo, è stata molto tempo fa. 
Lui non lo sa, perché stava dormendo, accoccolato sul mio petto, perso in un sonno profondo.
Avevamo appena finito di girare il singolo di Gotta be you, ed eravamo stanchissimi. 
Così quando ho sentito il suo respiro farsi pesante, l'ho sussurrato tra i suoi cappelli, piano, preoccupato che potesse sentirmi. 
Louis vuoi sposarmi?
E lui ha grugnito così forte che mi ha fatto sobbalzare, così l'ho preso come un si!" dice, e tutti quanti scoppiano a ridere, sul serio.
Ed Harry quasi non ci crede, insomma nessuno ride mai alle sue battute. 

"Non me l'avevi mai detto!!!" 

"Ognuno ha i suoi piccoli segreti!" gli sorride Harry, chinandosi per dargli un bacio sul naso e scatenando un applauso generale. 

"Comunque, la seconda volta che glie l'ho chiesto era sveglio, e quando stavamo per andare a sposarci, qualcuno stava per portarmelo via, qualcuno stava per portarmi via la vita, ma Loueh non ha mollato, ed è rimasto con me, solo che l'aveva dimenticato!" dice, mettendo il broncio. 
Lo racconta con leggerezza, facendo ancora una volta ridere tutti.
Tutti tranne Niall, Liam e Zayn, che uniscono le loro mani in una stretta salda, forte.
I loro sguardi posati su Harry e Louis, che fanno lo stesso.

"Se non fosse per quei tre ragazzi seduti di fronte a me, oggi, probabilemte non saremmo qui. 
Perché io e Loueh abbiamo avuto paura, abbiamo rischiato di arrenderci, e quando abbiamo dubitato del nostro amore, sono stati quei tre matti a crederci anche per noi.
Loro hanno tenuto insieme i pezzi, ci hanno ascoltati, ci hanno amati e sostenuti anche quando eravamo noiosi ed insopportabili, non se ne sono mai andati. 
Quindi il mio più grande ringraziamento va a voi ragazzi, Liam, Niall e Zayn, grazie per non aver mai smesso di credere in noi. Siete la nostra forza"

"Grazie" aggiunge Louis, soffermando il suo sguardo in quegli occhi ambrati che appartengono a suo fratello. 
Zayn.

"Possiamo quindi dire che, dato che non c'è due senza tre, la terza volta è stata quella buona! Forse perché ho organizzato un matrimonio a sorpresa dieci minuti dopo la richiesta, ma almeno avevo una buona possibilità di riuscire a sposarlo davvero!" 

Louis ride di gusto insieme agli altri, e non c'è melodia più bella delle loro risate unite a quelle di tutte le persone a loro più care. 

Un'infinità di brindisi più tardi e con gli stomaci pieni di squisitezze, sono tutti in pista, ballando come matti, mentre Liam si sbrizzarisce al mixer, in pieno stile Dj Payno. 

"Sei mio marito" 
"Si, sono tuo marito"
"Marito"
"Marito"
"Mi piace la parola marito!"
"Marito, marito, marito, marit-"
Harry preme ancora una volta le labbra carnose sulle quelle di Louis, sorridendo nella sua bocca e mordicchiandogli maliziosamente un labbro. 
Louis affonda una mano tra i suoi capelli e lo attira forte a se, baciandolo come se non potesse farne a meno.
Come si cerca l'aria quando si trattiene troppo al lungo il respiro.

"Ero in apenea, finché non sei arrivato tu a farmi respirare. Tu sei aria Harold, sei il mio ossigeno, sei ciò che mi mantiene in vita".


------------


"Non vuoi vedere il tuo regalo prima?" 
"No Harry, voglio entrare in quella camera adesso!".
Le sue mani frugano affamate sotto la camicia di Harry, che vorrebbe disperatamente cedere alla tentazione.
"Ma Loueh davvero dovresti vederlo prima, il sesso può aspettare"
"Cosa hai detto?" Louis si fa immediatamente serio.
"L'amore, lo sai, sesso o amore, siamo sempre io e te non cambia n-"
"Non quello scimmietta! L'altra cosa"
"Cosa?"
"Può aspettare" ripete Louis, prendendo massaggiare l'erezione di Harry attraverso la stoffa dei pantaloni.
"Io-non-aspetto-mai" scandisce, sganciando un bottone ad ogni parola, ed Harry si lascia sfuggire un gemito. 
Ma come poteva resistere a Louis Tomlinson?

"Louis ti prego, fidati di me va bene?"
Louis senza neanche rispondere intrufola la mano nei suoi boxer, facendolo sussultare. 
"NO" alza allora la voce Harry, allontanandolo e riagganciandosi i pantaloni. 
"Adesso tu stai buono e vieni con tuo marito a vedere questa cosa, che tu lo voglia o no" 
"Oh. Va bene"
"Davvero?"
"Si, la parola marito funziona, credo".

Harry trascina soddisfatto Louis fin nel seminterrato dell'hotel, dove si trova l'immenso parcheggio.

"Guarda che se hai intenzione di uccidermi e far sparire il corpo ti scopriranno riccioli d'oro, il marito innamorato non basterà come alibi" 
"Non voglio ucciderti cretino".

Louis gli da un cazzotto sul braccio che Harry finge di non sentire neanche. 

"Lo so che ti ho fatto male"
"Non sento niente"
Louis gli fa una pernacchia sputacchiandolo tutto.
"Oh, molto maturo, molto moooolto maturo"
Un altro cazzotto.
"Ti ho detto che non sento niente" mente ancora, massaggiandosi però l'avambraccio sotto lo sguardo divertito di Louis.
"Allora cosa devi farmi vedere? Perché l'amico qui non ce la fa più ad aspettare, ed io neanche quindi vedi di darti una mossa Har-"
"Marito!" Harry lo interrompe e Louis si ammutolisce all'istante, un sorrisino ebete subito compare sul suo volto. 
"Wow, ti ho trovato l'interruttore Tomlinson!" 
"Non funzionerà sempre, dai adesso fammi vedere questa cosa e andiamo"
"Sei pronto?"
"Sono nato pronto" 

Una paio di fari lampeggiano nel lato opposto del parcheggio, abbagliando entrambi, e Little Things riprende a risuonare nel seminterrato.
Le loro voci registrate si uniscono a quelle reali.

"Harrie"
"Si?"
"HARRIE"
"SI!"
"NO"
"SI INVECE"
"OOO MIO DIOOO HARRIE O MIO DIOOOOO HARRIE O MIO DIO SEI MATTO SEI MATTO DA LEGARE TU-"
"Marito?"

"NON FUNZIONA!!!" strilla prima di saltargli letteralmente addosso e baciare ogni millimetro del suo volto.
Quando tocca di nuovo con i piedi per terra trascina Harry dietro di lui fino a raggiungere la Lamborghini, dalla quale risuona la loro canzone. 

"Questa è una Lamborghini Harry"
"Lo è infetti si"
"Ed è..."
"Tua, si"
"O mio dio"
"Già"
"DIO"
"Si, ok. Non so cosa ci trovi di speciale, ma tipo, le portiere piacciono tanto anche a me! Insomma dai si alzano all'insù! È figo no?"
Louis continua a scuotere la testa e fa un giro completo intorno alla macchina, quando la sua attenzione viene attirata da una piccola scritta adesiva, attaccata al vetro posteriore. 

"Tu, wow, sei completamente folle"
"Ti amo"
"Ti amo anche io"

Always in my heart @Louis_Tomlinson . Yours sincerely, Harry Tomlinson 


"Vuoi farci un giro?"
"E me lo chiedi!!!"
"Mi sembrava di aver capito che tu e il tuo amico aveste una certa fretta"
"Beh io, posso... si, posso aspettare"

Ed ancora una volta Harry ride di gusto, baciandolo tra i capelli e consegnandogli le chiavi della sua nuova macchina.

"Me la farai mai guidare un giorno?"
"No".


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Stanno sfrecciando tra le strade di Las Vegas quando Louis, senza distogliere lo sguardo dalla strada, poggia una mano su quella di Harry abbandonata sulla sua coscia. 

"Anche io ho un regalo per te amore"
"Un regalo? e perché?"
"Perchè ti amo così tanto da voler creare il mio mondo insieme a te"
Harry accarezza la sua mano, sfiorando la sua fede in oro bianco. 
"E dov'è questo regalo?" 
"Beh, io, non lo so di preciso, credo che dovremmo... sceglierlo insieme"
"Oh. Non è una cosa da scartare quindi"
"No Harrie, direi di no"
"Uhm"
"Vuoi un indizio?"
"Si" dice allegro, mettendosi più comodo sul sedile, rivolto verso Louis.
Sono entrambi sconvolti, con i capelli scompigliati e gli occhi stanchi ma felici, incredibilmente felici. 
"Ok, allora... vediamo..." dice, mentre tamburella con le dita sul ginocchio di Harry.
"Ok, ci sono, non parlerà, ed avrà un paio di occhi, spero, ed un naso"
"UN CUCCIOLO!" esclama Harry saltellando sul sedile, e l'ennesimo ciuffo scappa dal codino.
"Più o meno, non rimarrà un cucciolo per sempre però Harrie"
"Beh no, crescerà lo so, ma che razza è?"
"Non parlerei proprio di razza..." dice, ed un sorriso sghembo compare sul suo volto, sotto lo sguardo confuso di Harry.
"Perché non parleresti di razza?"
"Perchè razza è... offensivo" spiega, accostando al limitare del pontile, per potersi dedicare completamente a Harry.
"Non capisco Loueh, offensivo per chi?"
"Per il cucciolo"
"Ma si dice così, si chiamano razze, ne sono sicuro, no?" sorride incerto, cercando conferma nello sguardo amorevole di Louis che scuote il capo sorridendo.
"Ti amo Harrie, sei così piccolo, sei un piccolo bambino... e non ti direi mai che sei di razza bianca, per esempio".


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"Una notte mentre dormivi ti ho chiesto se volessi diventare papà, e tu hai grugnito, così l'ho preso come un si".

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Capitolo 35
*** Every single promise ***


Da quando Harry e Louis si sono sposati, il loro rapporto non è cambiato poi molto in realtà, se non per le due splendide fedi che portano appese al collo, legate ad una catenina gemella. 

Il viaggio di nozze era ormai un lontano ricordo, spiagge caraibiche e noci di cocco al calar del sole comprese.
Molto più reale era invece l'imminente concerto, al quale mancavano ormai solo poche ore. 

La prima tappa li rendeva sempre un pò nervosi, ma l'emozione di tornare a solcare quel palco dove tutto era iniziato aveva la meglio, sempre. 
Erano partiti in cinque e così avrebbero terminato.

La decisione non era stata semplice, ne avevano discusso per la prima volta una sera di luglio, qualche giorno dopo il matrimonio di Niall, quando avevano deciso di passare qualche giorno nella casa in campagna degli zii di Louis, attorno ad un fuoco improvvisato, in compagnia solo di loro stessi e della chitarra di Niall, alla quale tutti erano affezionati. 

La villetta si trovava nella campagna appena fuori Londra, isolata dal resto del mondo, tutta per loro.
Non era la prima volta che passavano del tempo li, tutti insieme, ma era la prima volta che Harry e Louis ci andavano da sposati, così Harry ebbe l'occasione per umiliare Louis l'ennesima volta.

"Harry ti prego falla finita"
"Ma che ti costa dai, salta su"
"Ti ho detto di no, me l'hai fatto fare già un milione di volte"
"Ci vuole meno di un minuto, per favore"

Stanno discutendo difronte alla porta d'ingresso, quando Zayn carico della sua valigia e quella di Liam sbotta esasperato. 

"Vi date una mossa?"
"No se Louis non mi lascia fare"
"Ti ho detto di no"
"Si può sapere che cosa devi fare Louis? Perché Liam si è portato dietro tutta la casa e questo zaino pesa una tonnellata"
"Harry vuole prendere Louis in braccio e varcare la soglia insieme, sai come si fa da sposati" si intromette Liam, che li ha raggiunti, seguito da Niall che distrattamente da un morso al panino e "Io l'ho fatto con Giuls, è romantico" biascica con la bocca piena.
Certe cose non cambiano.

"Bene Biondo, e quante volte l'hai fatto? Perché scommetto che non ripetete la scenetta ogni volta che dovete entrare da qualche parte" dice Louis spazientito, fulminando Zayn che trattiene a stento una fragorosa risata. 

"Non ridere Zayn Malik" ordina, scandendo bene le parole.
Per poi voltarsi esasperato verso Harry ed appendere le braccia al suo collo.

"Sappi che è l'ultima volta" dice, dandosi la spinta in modo che Harry possa prenderlo in braccio e varcare la soglia con aria soddisfatta, per lasciarlo poi appena messo piede nel salotto accogliente.

"Contento?" sbuffa.
"Si" sorride Harry, poggiando le labbra sulle sue, e il nervoso di Louis magicamente scompare, come sempre. 
Una volta riposti tutti i bagagli il sole è ormai tramontato, e Zayn si prepara ad accendere il fuoco, accompagnato dal suono della chitarra di Niall che canticchia spensierato.

"Dio quanto amo tutto questo" Louis lo dice in un sospiro, stendendosi sul sacco a pelo e poggiando la schiena sulle cosce di Harry, che poggiato al grande tronco dietro di loro osserva le stelle tranquillo.

"Ami che cosa di preciso?" chiede Zayn, che come Harry osserva le stelle, completamente disteso sulla grande coperta che Liam ha sistemato poco prima.

"Tutto quanto. Noi! Niall che suona la chitarra, Liam che canta la cover di qualsiasi canzone tu riesca anche solo a pensare, Harry che, che è semplicente tutta la mia vita, e tu Zay, tu che sei così stanco eppure sei sempre qui"
"Sono stanco come tutti voi, credo sia normale, tra poco inizieremo con le nuove tappe e ne avremo ancora per parecchi mesi.."
"Già. Ma per te è diverso Zay, io lo so"
"Louis non mi va di parlarne adesso"
"Io credo invece che dovremmo farlo, adesso che siamo solo noi cinque, senza telecamere ne giornalisti pronti ad ascoltarci e giudicarci, credo che dovremmo essere sinceri"

Liam rimane in silenzio, accarezzando dolcemente il braccio di Zayn disteso al suo fianco. 
Contempla il suo profilo illuminato a tratti dal bagliore del fuoco, mentre Zayn osserva pensieroso l'infinità di stelle sopra la loro testa. 

"Io non voglio mollare ragazzi, questa band è tutto per me, è tutto quello che ho sempre desiderato eppure mi rendo conto che qualcosa non funziona. 
Quindi Zayn per favore, fa come dice Lou, dicci cosa c'è che non va" interviene Niall, senza smettere di suonare, accompagnando i loro pensieri rumorosi.

"Ho pensato di mollare, è questa la verità.
Credo che non finirò il tour, farò qualche tappa forse ma non ne sono sicuro, io, io non sono più felice"
La mano di Liam si arresta in un punto indefinito sul suo braccio quando il senso di quelle parole prende forma.
Ma certo, il suo ragazzo soffriva da mesi e lui neanche se n'era accorto, credendo di essere lui l'unico responsabile della sua sofferenza. 
Come poteva essere stato così stupido?


"Che cosa c'è che non va zayne?"chiede allora, accarezzando la sua guancia ruvida per la barba appena accennata, cercando di ottenere la sua attenzione.
Un debole sorriso compare sul suo volto quando quegli occhi ambrati che disperatamente ama si posano nei suoi, facendolo rabbrividire appena.
Si sarebbe mai abituato a tanto calore?

"Il fatto è che sono stanco, io volevo cantare, volevo essere libero di esprimermi ed emozionarmi, volevo essere me stesso, ed invece siamo finiti in una trappola mediatica, costretti a dire e fare cose ed a nascondere la nostra vera natura, i nostri sentimenti più puri. Io non so come facciate voi altri, o meglio, come abbiate fatto fino ad adesso, visto che ormai voi due ragazzi vi siete sposati e quindi potete vivervi alla luce del sole, ma quanto avete dovuto soffrire? Quanto avete pagato per poter cantare? Qual'è il prezzo per la realizzazione del vostro  sogno? 
Perchè io non credo che ci sia un prezzo, non credo che la mia libertà abbia un valore quantificabile!
E non voglio sputare nel piatto dove ho mangiato, non voglio essere ingrato perché so quanto ci è stato dato, e ne sono riconoscente, ma adesso non riesco più.
Sono cinque anni che qualcuno mi dice cosa devo o non devo dire, mi hanno quasi convinto a sposare una donna che non amo, e lo stesso hanno fatto con Louis, ed anche con te Liam. 
Sento come un magnino che mi schiaccia sul petto, ogni volta che salgo su quel palco sento la mia vita sfuggirmi dalle mani, quando dovrebbe essere il contrario, perché è così che è per ognuno di voi no? 
Quando salite su quel palco vi sentite invincibili, forti, fieri, ed appagati. 
Siete felici, io riesco a vederlo.
Ma voi riuscite a vedere me?" chiede esausto, voltandosi poi verso Liam.

"Ogni volta che ti ho regalato una rosa sul palco, era per dirti quanto ti amassi, quanto ti amo e quanto ti amerò sempre Liam, era per costruire un ricordo, un immagine indelebile, solo nostra.
Perché sapevo che avrei mollato, lo sapevo.
E so anche che questo vi farà arrabbiare, per questo non avevo il coraggio di dirvelo".

Silenzio.


Silenzio.


Silenzio.


"Mi si spezza il cuore, ma capisco quello che provi, in parte.
Io non rinuncerei mai a tutto questo, non potrei mai neanche immaginare una vita senza solcare quel palco insieme ai miei fratelli, ma mi rendo conto che tu ne sia capace, invece.
Mi chiedo quando ce ne avresti parlato, se Louis non avesse, per l'ennesima volta, capito quello che ti passa per la testa" dice Harry, cercando di contenere la rabbia. 

Zayn non poteva andarsene.
Zayn non se ne sarebbe andato mai.
Se l'erano promesso, Zayn stesso glie l'aveva promesso.

"Harry ti prego non arrabbiarti, io vorrei davvero che le cose fossero diverse, vorrei aver la forza per sopportare ancora"
"Allora resta!"
"Non posso"
"Si che puoi, è solo che non vuoi, e sei troppo codardo per ammetterlo!"
"Non è così Harry. Sai sai che non è così. La mia natura è più forte dei compromessi, la mia necessità di essere libero è ingestibile, io sento il bisogno di mollare, è l'unico modo che ho per sopravvivere"
"Ma non è giusto! Non siamo una famiglia e tu non puoi semplicemente dicidere di andartene come se nulla fosse! Tu non puoi far-"
"Harry piantala" si intromette Louis, ed Harry torna a fissare le stelle, arrabbiato con l'universo intero. 
"Ti capiamo Zay, ma possiamo trovare un modo per farti sentire meglio senza bisogno che tu ci lasci?" chiede allora Niall, sull'orlo delle lacrime. 
"No Nì, non esiste una soluzione".
"Ma tu e Liam ormai siete usciti allo scoperto, potete stare insieme, i manager non possono fare poi molto no?"
"Niall non essere ingenuo, sai che sono capaci di qualunque cosa. Non vedi cosa hanno fatto con Lou? Adesso per il mondo diventerà padre, è come credi che stia Harry? Certo li vedi ridere, li vedi attraversare le porte l'uno in braccio all'alto, vedi le loro fedi luccicare appese al loro collo, ma credi che siano davvero felici? O sbaglio?
Cosa mi dici Harry?"
"Ti dico che hai ragione Zayn, che ti capisco e che anche io ho pensato di mollare ma mai, mai lo farei davvero.
Perchè se sono quello che sono lo devo a voi, e non smetterò di sperare in un futuro dove potrò stringere la mano di mio marito sul palco e fargli gli auguri per il nostro anniversario.
Io posso aspettare, mi posso accontentare" dice, stringendo forte la mano di Louis nella sua.
"Il contratto finirá Zay, e non dovremmo più subire, non sarai più costretto a fare quelle pubblicità che non sopporti e quelle interviste ridicole, verrà il momento, ne sono certo.
Fino ad allora, puoi andare, sei libero se è quello che vuoi, e non voglio mentirti, io sono arrabbiato con te, perché non sei abbastanza forte da sopportare, perché non mi ami abbastanza da lottare e restare, ma capisco, io ti capisco e sarò sempre al tuo fianco.
Anche se tu hai scelto di non essere più al mio, anche se non potrò più voltarmi verso di te sul palco, condividendo tutta quella magia.
Ma ti amo, sei mio fratello e sono con te, qualunque scelta farai, io sarò con te, e ci saranno anche gli altri, vero ragazzi?" li richiama Louis.

"No"
"Harry!"
"No io non ci sarò, almeno non per stasera!" sbotta, e senza aggiungere altro si alza allontanandosi verso la riva del fiume, in cerca di qualcosa, qualunque cosa riesca a distrarlo da quelle lacrime che non vogliono smetterla di cadere dai suoi occhi, qualcosa in grado di alleviare quel penso che sembra trascinarlo a fondo, sempre più in basso.


"Harry"
"Vattene via"
"Harry ti prego, non essere arrabbiato"
"Non sono arrabbiato, sono deluso"
"Mi dispiace"
"Dispiace anche a me"
"Ti prometto che quando le cose saranno diverse, quando saremo liberi di essere noi stessi, quando sarò libero di scrivere almeno un fottutissimo testo che non venga immancabilmente bocciato per qualche assurda ragione, quel giorno io tornerò da voi, torneró da te Harry.
Io questo te lo prometto"
"E se quel giorno non dovesse arrivare mai?"
"Arriverà, ne sono certo.
Arriverà perchè anche Lou lo vuole, ed anche Liam, riusciranno a cambiare le cose, fidati di loro".

Zayn lo avvolge da dietro, abbracciandolo forte ed ispirando il suo profumo, cullandolo piano tra le sue braccia, ed Harry semplicemente si lascia cullare, travolto dai singhiozzi, incapace di controllare quel pianto disperato che raggiunge perfino Louis, stesso accanto a Niall e Liam sulla coperta, sotto il cielo stellato. 
E non può che rabbrividire al suono della voce spezzata dal pianto di Harry, non esiste cosa al mondo che lo potrebbe far soffrire di più, neanche il suo stesso dolore.
La sofferenza di Harry è il motivo per cui non ha mai mollato, perché una sola lacrima di Harry equivale a mille pugnalate nel suo stesso petto.
Louis non avrebbe mollato mai, per Harry.
Louis avrebbe fatto qualunque cosa, se solo suo marito glie lo avesse chiesto. 

"Mi mancherai Zay" sussura Harry aggrappato al suo collo, contro il suo petto. 
"Mi mancherai anche tu piccolino"
"Ti aspetterò Zay, perché me l'hai promesso che tornerai"
"Torneró".


Quando Harry torna a stendersi vicino a Louis i suoi occhi sono ancora arrossati dal pianto, ma i brividi sono scomparsi.
Si accoccola sul petto di Louis, che subito lo stringe forte a se, intrufolando una mano tra i suoi capelli.
"I ricci stanno scomparendo" sussura, giocando distrattamente con una ciocca dei suoi capelli. 
"e non ti piaccio più adesso?" piagnucola Harry, strofinando il naso contro l'incavo del suo collo.
"Mi piaceresti anche senza capelli Harold, anche con i capelli rasati e verdi"
"Questo non succederà mai"
"Si, è più una di quelle cose che farebbe Zayn" scherza Louis, baciandogli la fronte e stingendolo ancora una volta a se, per poi distendere un braccio fino a toccare la spalla di Niall, che girato sulla schiena, tiene la testa tra le mani, muto.
"Ehi Nì, a cosa pensi?" 
"A niente,  e tutto. Non lo so, non capisco e sto male"
"Uhm, sono un bel po di cose"
"Riesco a capire quello che dice Zayn, ma non capisco cosa ci sia di così terribile, insomma se una paio di pubblicità stupide e qualche intervista sono il prezzo da pagare per realizzare il mio sogno allora che cosa c'è di così sbagliato?"
"Lo so Niall, ma Zay è diverso, è come mettere una tigre in gabbia, puoi addomesticarla, puoi anche riuscire ad insegnargli qualche numero da baraccone, ma non potrai mai reprimere la sua vera natura. Una tigre ha bisogno di correre, e deve farlo da sola. 
Non è un animale che ama stare in branco, né al centro dell'attenzione, e Zayn è esattamente quella tigre".


Liam vicino al fuoco continua a tirare legnetti per poi rimanere ad osservarli bruciare, lo sguardo perso nel vuoto. 
Zayn al suo fianco tiene la testa sulla sua spalla, in silenzio. 

"Ti amo Zayn, e lo accetto, ma non lasciare anche me, per favore"
"È la soluzione più semplice Liam, ne abbiamo già parlato"
"Ma ho cambiato idea, non voglio stare senza di te, non adesso che ti ho trovato"
"Non riusciresti a gestire tutto, scoppierà un casino e tu sarai preso di mira, e se ci vedranno insieme allora non ti faranno fare più vita, è questo che  vuoi?"
"Io so cosa non voglio, e non voglio vivere la mia vita lontano da te, qualunque sia il prezzo da pagare".
Zayn si intrufola sotto il suo braccio quando lo alza per lanciare l'ennesimo legnetto nel fuoco.

"Promettimi solo che non ti dimenticherai mai di me"

"Zayn ti supplico falla finita. Adesso andiamo a dormire e domani ne riparleremo. 
Puoi mollarci come band, puoi tornare a casa dai tuoi e starci quanto vuoi, ma non puoi lasciare me, non lo puoi fare".


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Delle ragazze stanno sedute in cerchio, dall'ipad che tengono tra loro parte Spaces.

"Questa canzone l'hanno sicuramente scritta per Zayn"
"Ma se Zayn se n'è andato via dopo?"
"Perché credi che non ne abbiano parlato prima? L'avranno scritta tutti insieme"
"Se ne sarà andato perché Liam l'ha lasciato"
Per favore Liam non l'ha lasciato! Adesso Zayn sarà a casa loro con il loro cane nel loro letto!"
"Si come no, sogna!"
"Senti Alice falla finita con questi discorsi! Liam e Zayn si amano, e Louis, Harry e Niall sono i suoi fratelli, questo non cambierà mai!"

"Mai" sussura Niall, che attraversa il backstage, passando vicino a quelle ragazze che all'improvviso ammutoliscono, quando le luci calano e la tensione inizia a farsi palpabile.

Il concerto sta per iniziare. 


"Ci siete ragazzi?" chiede Harry, posizionandosi sulla sua postazione, con il numero uno.
Lo stesso fa Niall, al numero due.
Louis, il tre, e infine Liam, al quarto posto. 

Quattro segna posti, solo quattro.

"Andiamo lì dentro e spacchiamo tutto ragazzi, per Zayn!" li incoraggia Louis, ponendo una mano aperta sospesa a mezz'aria.
"Per Zayn" Niall poggia la sua mano su quella di Louis, imitato da Harry che "Per Zayn" dice a sua volta, e tutti e tre fissano Liam, che pare stia per avere un attacco di panico. 
"Non lo vedo dal giorno del falò in campagna. Lui, lui è sparito nel nulla, non risponde e non chiama, non escono foto, e tutte le sue cose sono ancora a casa mia ed io non faccio che pregare che torni da me".
Liam si libera di quel peso mentre una sola lacrima sfugge al suo controllo, poi prende un grande sopiro e "per te amore mio" dice, unendo la sua mano a quelle dei suoi fratelli. 

La musica sembra scoppiare all'improvviso, e le loro postazioni cominciano a salire, fino a portarli sul palco, ritrovandosi ancora una volta di fronte a quello che sarebbe sempre stato il più bello spettacolo ai loro occhi.
Milioni di voci unite in coro, milioni di mani alzate al cielo, milioni di Louis, di Harry, di Niall e di Liam gridati contro il cielo in quella notte magica. 
Milioni di luci, milioni di anime unite in un'intento comune. 
Ed una, una sola rosa rossa, al centro del palco. 

Zayn era lì, da qualche parte. 

Ed ancora una volta la magia doveva cominciare, ancora una volta quei cinque ragazzi avrebbero dato spettacolo e avrebbero gioito nel farlo, perché forse qualcuno non l'avrebbe visto, ma Zayn era presente, in ogni loro gesto, in ogni nota alta, tra le righe di ogni testo,negli spazi tra loro e soprattutto, nei loro cuori.
Perché questo non sarebbe cambiato mai, perché l'aveva promesso.
Sarebbe tornato.
Sarebbe tornato a casa, al momento giusto. 





"This isn't the last of One Direction" Zayn Malik








CLAIR:

Infinitamente GRAZIE. 
Per avermi accompagnato in questo percorso, per aver condiviso con me tutti quei momenti che sono racchiusi in questa storia, che iniziai per gioco, a gennaio, e mi ha accompagnato fino ad oggi, regalandomi tantissime emozioni.
Grazie a tutte voi che l'avete letta e grazie a chi forse, la leggerà.

GRAZIE GRAZIE GRAZIE. 

Clair. 

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