Freedom di arashinosora5927 (/viewuser.php?uid=821446)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Virginia Eleanor Campanella ***
Capitolo 2: *** New life ***
Capitolo 1 *** Virginia Eleanor Campanella ***
04/03/2015
Quella mattina era stata così diversa dalle altre, per la
prima volta non era stata svegliata dalle urla di sua madre
né da quelle di suo padre. Il risveglio dunque era stato
piacevole e sebbene fosse un po' inquieta si accingeva a prepararsi con
un sorriso sulla faccia. Si guardò allo specchio e
notò due vulcani pronti a eruttare. La vista le diede un
profondo fastidio sopratutto perché poche settimane prima
aveva speso un sacco di soldi per tentare di arrivare ai 18 anni con
una pelle decente, invece i risultati erano insoddisfacenti. Non ci
fece troppo caso, uscì dalla porta del bagno, si
infilò il giubotto e scese. Appena fuori dalla porta mise
subito le cuffiette nelle orecchie a tutto volume e avvolta da i suoi
pensieri e quella musica allegra che ripeteva "ti bramo e proprio come
un folle non c'è modo in cui io possa fermare il mio
desiderio, l'amore ha colpito" scendeva le scale.
Non si era mai ritenuta troppo bella fisicamente sebbene la
maggiorparte delle persone le ripeteva che non avesse motivo di
trovarsi brutta, ma non le importava troppo, anche se di recente aveva
cominciato a considerarsi un po' di più tale. Da quel "sono
decente" era arrivata ad affermare "sono carina". In effetti Virginia
non era male, aveva dei profondissimi occhi nocciola, degli splendidi e
ribelli capelli ricci e lunghi di un colore molto più scuro
degli occhi tanto che spesso si sentiva dire che fossero "neri", un
fisico invindiabile a detta di tutti. Snella, alta, slanciata, un
sedere perfetto, a detta dei ragazzi in discoteca che tentavano di
toccarglielo e del suo fidanzato. Di seno portava una seconda scarsa
che però la rendeva perfettamente proporzionata e il suo
punto forte erano le gambe, sottili al punto giusto, praticamente da
modella. Le spalle erano piccole come il resto del suo corpo.
Era mingherlina o almeno le avevano detto così, forse era
solo piccola nella sua struttura fisica.
Le braccia, la schiena e il petto erano un vero disastro, tutti
cosparsi di brufoli o meglio vulcani, la ragione in un problema
genetico.
Sebbene fosse molto bella non si valorizzava, era impacciata e aveva un
portamento sgraziato, accentuato dai piccoli piedi a papera numero 36,
che facevano a botte con la sua altezza di 1,68.
Ma non le importava, niente di tutto ciò contava per lei,
perché era concentrata sulla sola bellezza valida, quella
interiore e bella dentro lo era davvero. Forse era la creatura
più bella e pura che fosse mai esistita.
Camminava con passo veloce per le strade affollate di quella
città che tanto le dava la nausea ormai. Da brava
ritardataria cronica cominciò a correre con in mente mille
pensieri, sopratutto quella domanda " Come cazzo è possibile
che faccio sempre tardi?". Eppure erano le 8:47 e sebbene
l'appuntamento fosse per le 8:45, questa volta non si poteva dire che
avesse fatto tardi. Era una giornata diversa!
Si riunì con una delle sue migliori amiche e gli altri suoi
compagni di classe e tutti insieme andarono a teatro.
A Virginia piaceva molto parlare del più e del meno con i
suoi compagni di classe, perché sebbene non avessero
chissà quale rapporto si volevano comunque bene e sopratutto
la facevano ridere e divertire.
Giunti a teatro dopo alcune ramanzine insensate da parte della stupida
professoressa di italiano entrarono nel teatro e cominciarono a vedere
lo spettacolo. Sempre per colpa di quell'odiosa professoressa Dinosauro
capitò di posto vicino a un ragazzo di un altra scuola che
utilizzava un linguaggio scurrile e aveva dei modi di fare alquanto
fastidiosi, ma a lei la cosa non dispiaceva.
Il ragazzo era gentile con lei ed era piacevole scambiarsi ogni tanto
qualche opinione sulla pessima rappresentazione che stavano osservando.
Tra una risata e l'altra Virginia si soffermò a pensare a
come fossero cambiate le cose negli anni: un tempo un ragazzo come
quello vedendo Virginia l'avrebbe infastidita, presa in giro, insomma
l'avrebbe scocciata per tutto il tempo. Adesso invece era intenta a
conversare pacificamente con quell'individuo.
Era cambiata lei? Erano forse questi individui maturati? Probabilmente
entrambe.
A fine rappresentazione delusa, lasciò la sala e dopo aver
ascoltato alcuni discorsi stupidi da parte delle sue compagne di classe
stupide anche esse su tradimenti altrettanto stupidi lasciò
finalmente quel posto per tornare alla sua solita noiosa, triste casa.
Per lei tutti o quasi erano stupidi e urtare i suoi nervi era
un'impresa estremamente facile. Più volte si trovava a
chiedere "Ma che diamine ci faccio io qui?" o ad affermare con aria di
chi la sa lunga, come in effetti era, "STUPIDI ESSERI UMANI!", senza
contare che anche lei lo era.
Infatti non si sentiva tale, almeno non il modello dominante che c'era,
ma da nessuna parte trovava qualcuno che le facesse sentire davvero di
appartenere a quel mondo.
Giunta a casa lottò contro se stessa per non assalire
voracemente una tavoletta di cioccolata onde evitare che lo stomaco le
si contraesse come il giorno precedente. Divorò una pizza
assieme al padre stranamente disponibile e stanca della tormentata
notte precedente si addormentò avvolta dal caldo plaid rosa
e dalle fusa dei suoi gatti.
05/03/2015
Il risveglio non fu piacevole: da qualche giorno non si svegliava
più tranquilla come da qualche mese aveva ripreso a fare, ma
l'idea del fottuto compito di italiano su Pascoli non la faceva
rilassare un secondo.
Il compito di italiano era in assoluto quello che le dava
più ansia probabilmente perché l'italiano era la
sua lingua e non poteva permettersi di non essere brava in qualcosa che
sapeva dalla nascita. Poi ogni volta ricordava quel 4 1/2 avuto al
primo compito di italiano al liceo e il suo shock quando la
professoressa Salmone con fare irritante le aveva detto "Campanella non
sai scrivere!". Era stato un trauma per lei che voleva pubblicare
romanzi, che gestiva blog e scriveva fanfiction da anni ormai.
Erano passati anni, ma quel pensiero le dava sempre ansia nonostante i
7 e gli 8 che erano seguiti a quel compito.
Cominciò a studiare, ma dopo un ora tutto anche l'aria
sembrava più interessante delle poesie di Pascoli
soprattutto perché era arrivata alla concezione del "Nido"
che l'aveva portata a una profonda riflessione.
Perché diamine Pascoli si ostinava a voler ricreare
l'ambiente familiare ormai distrutto? Per lei che nella famiglia non
aveva mai trovato un rifugio né un appoggio, era
inconcepibile il desiderio di Pascoli, anche se ella stessa aveva
più volte bramato una famiglia serena dove si sentisse amata
e accolta, ma sopratutto capita e protetta. Continuava a chiedersi come
Pascoli non volesse invece rendersi indipendente e andare lontano da
tutto ciò che lo aveva addolorato.
Di recente aveva imparato a cavarsela completamente da sola e aveva
scoperto che non era poi così male, in se stessa aveva
trovato una grande alleata e finalmente aveva davvero cominciato ad
amarsi.
All'improvviso il suo cellulare squillò interrompendo
all'istante le sue riflessioni. Lesse subito il nome sullo screen del
suo cellulare, "Orazio", era il suo fidanzato che le aveva mandato
l'ennesimo messaggio in cui manifestava il suo sentirsi trascurato. "Tu
non mi pensi" aveva scritto e lei subito aveva realizzato quanto questo
fosse vero e falso allo stesso tempo. Non aveva la forza o la voglia di
chiamarlo di recente perché era troppo occupata con i suoi
pensieri, lo studio e i mille impegni, d'altro canto però
non c'era giorno che passasse senza che lei pensasse intensamente al
suo amatissimo Orazio.
Orazio era un ragazzo bellissimo, alto, con due zaffiri al posto degli
occhi, gli occhi in assoluto più belli che Virginia avesse
mai visto. Aveva i capelli marrone scuro quasi cenere, era possente
anche se un po' sovrappeso e aveva delle labbra morbidissime e
dolcissime, le uniche che avessero mai avuto l'onore di congiungersi
con quelle di Virginia.
Dopo qualche scusa sbrigativa tornò a tentare di studiare,
ma la sua testa continuò a impedirglielo fino a ora di cena.
Verso le 22:26 circa mise uno stop a tutta quella confusione di cui era
preda e decise di tornare a studiare Pascoli.
Quel compito doveva essere un 8!
Finalmente aveva finito di studiare, alle 23:17 caspita, nuovo record.
Era davvero stata una giornata diversa!
Chiamò il suo fidanzato e dopo una piacevole conversazione
era sul punto di abbandonarsi al sonno, quando le venne in mente un'
idea geniale: per capire cosa volesse veramente alla fine di ogni
giornata avrebbe scritto come avrebbe voluto che fossero andate le
cose. E così carta e penna alla mano era sul punto di
scrivere " Avrei voluto che..", ma si interruppe appena si rese conto
che tutto ciò che voleva era essere felice in un altro posto
e che non aveva idea di come fare quindi scrisse solo "PACE NON TROVO",
nessuna frase sembrava descrivere meglio la sua situazione
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Capitolo 2 *** New life ***
Era passato moltissimo tempo da quel giorno ed erano cambiate moltissime cose. Davanti a quello che sarebbe stato il suo nuovo appartamento realizzò poco prima di entrare che l'esame di maturità, il test di medicina e il trasferirsi in una nuova città erano progetti già divenuti realtà. Persa nei suoi pensieri esitava davanti a quello splendido cancello marrone che rappresentava la porta di accesso a quella che lei stessa definiva una nuova vita.
Diede uno sguardo alla sua valigia rossa, era la valigia più grande che avesse mai visto, neanche quella di Elena pesava tanto ed era così grande. Lesse finalmente il nome del citofono che aveva su un bigliettino e bussò. "Who are you?" le chiese la voce proveniente dal citofono. Senza perdere un secondo Virginia rispose con un fluentissimo inglese "I'm Virginia Eleanor Campanella, the new roommate". "Oooh, welcome, forth flour, the elevator is broken at the moment", rispose la voce dal citofono. Virginia non ebbe tempo di ringraziare che il citofono era già stato riattaccato e i suoi pensieri avevano ricominciato a fluire. Si era soffermata nuovamente sulla scelta di andare a vivere con altre persone e non da sola. Alla fine aveva pensato "non voglio altre rotture di scatole", d'altro canto però "non voglio nemmeno sentirmi così abbandonata a me stessa e poi mi annoierei completamente sola e finirei per vegetare meglio evitare", aveva ragionato molto e alla fine aveva optato per una casa con altre 4 persone, tutte ragazze, fortunamente, sennò avrebbe dovuto subirsi le lamentele infinite di Orazio.
Finalmente era arrivata alla porta del suo nuovo appartamento e dopo aver bussato fu travolta da quattro ragazze completamente diverse tra loro e con un fare educato e gentile, ma sopratutto si soffermò in un secondo sulla semplicità e genuinità che traspariva da quei volti. Ne fu rinquorata, si sentì subito tranquillizzata, ogni suoi dubbio riguardo quella scelta sparì e così l'affanno e il nervosismo per essere passata da un quinto piano senza ascensore a un quarto con l'ascensore non funzionante per il suo arrivo.
Tempo di entrare e si ritrovò tra schiamazzi vari all'interno di un appartamento moderno arredato con mobili di vario colore, molto piacevole alla vista. La fecero sedere su un divano ed eccole qui attorno a lei le sue nuove compagne di casa e le prime persone della sua nuova vita. Beth, Kelly, Nora ed Emily, tutti nomi che fecero impazzire Virginia per quanto erano belli. La prima a presentarsi fu Beth era alta e slanciata, occhi di un azzurro tendente al blu vivo e capelli quasi dorati. "Hey, Virginia, how are you? Nice to meet you!". Dopo che Beth ebbe proferito parola tutte cominciarono a presentarsi mostrando dei sorrisi dolcissimi e felici. Davvero Virginia si sentiva come su un altro pianeta e pian piano sentiva tutta la sua dolcezza e simpatia uscire come un fiume in piena. "Nice to meet you too girls, I'm very happy to be here you are so nice", disse mostrando un sorriso pieno di quelli che non vedeva da tempo sul suo viso. Nora, occhi smeraldo e capelli corvino, le disse subito "Let me show you your new home", Virginia annuì e seguì Nora che si era già incamminata. "So this is the living room, we like to spend time with our friends and have parties, or just watch films and study"- pochi passi più avanti era situata la cucina unita al salotto le disse con un gesto e poi continuò- "and this is the kitchen, we like to eat almost like everything because we come from different places and we'd love to eat some italian food cooked by you"- Nora si grattò la testa e poi continuò con uno sguardo imbarazzato- "Actually I'm not very good at cooking but Kelly is the best, so don't worry we will eat everyday something good". Virginia cominciò a pensare a come ella non sapesse cucinare poi molto e a come sarebbe stato difficile imparare a fare tante cose,ma era quello che voleva non che requisito necessario per imparare a vivere dal sola. Si fece mostrare le altre camere e constatò che era un appartamento solo apparentemente piccolo,in realtà nascondeva un enorme potenziale e moltissimo spazio. Giunsero finalmente in camera e Nora con un sorriso a trentasei denti l'abbracciò come se si conoscessero da sempre e le disse "Welcome sister!". Pochi secondi dopo si accorse che c'erano anche tutte le altre ragazze e che avevavo detto la stessa cosa. Si trovò stretta da un abbraccio e da delle parole che le scaldarono fortemente il cuore poi Nora continuò mostrandole un lettino affianco alla finestra "This is Beth's bed"- poi le indicò quello affianco- "This is Emily's"- poi quello affianco ancora con la parete completamente vuota- "And this is yours, sister!". Virginia sorrise e disse "Thanks Nora, but where do you sleep?". Nora le sorrise a sua volta e indicò un matrimoniale e poi esordì "I sleep there, with my Kelly". Virginia sorrise e si buttò sul morbidissimo materasso nascosto dalle coperte rosse e Beth le andò vicino e le disse sedendosi su un lato "We left this space for your own wall, and this for your clothes"-fece una pausa e poi le prese la mano sorridendo-"we all hope you to be happy here with us". Virginia sorrise nuovamente, illuminando l'intera camera con quel sorriso e poi disse "Thank you girls, you are really amazing". Le quattro ragazze sorrisero e Kelly tirandola per un braccio cominciò a urlare "STORY TIME, STORY TIME". Si misero tutte a cerchio, Virginia non aveva nemmeno realizzato come si era trovata in quella situazione, ma il volto sicuro di Emily era pronto a chiarirle le idee. Ridacchiando Emily comiciò a spiegarle " It's something particular we really like to do when someone else arrive. We like to introduce us, explaining why we decide to left our house and what we'd like to do here. The first is always Nora, then Beth,Kelly, me and you, as we arrived here". Virginia sorrise e disse "I'm too excited to know you, really it sounds great". Le quattro sorrisero e Nora cominciò "I'm Eleonora Le Chat, I come from Paris, I'm eighteen years old and I decided to come here to study surgery by my own and to leave my horribele city. I also decided to excape from my terrible realty, because when my ex-boyfriend Jacques broke-up with me, my world fell down and I decided to start a new life. So I came here in Dublin and found this apartament, first it was only me, but then Kelly arrived and everything seemed great. My step-sister Laura came to visit me last year and she said she had never seen me happy like that moment, so I decided to stay even if I was going to come back because I missed her too much". Virginia era affascinata dalla sua storia, ma non sapeva che gliene aspettavano di più incredibili. Beth si schiarì la voce e alzandosi all'impiedi cominciò "I'm Elizabeth Peacock, I come from New York and I'm eighteen years old too. My parents have a large company of makeup and I used to be a top-model. It was nice, but not what I wanted to do, I wanted to become the greatest doctor ever, but my parents and everyone else wanted me to be just the image of the company. So I stole some money from my parents and I went away finding this apartament on internet and talking to Nora. First I was afraid but when I met Nora finally everything seemed okay and then my parents had to accept this. Actually I'm very rich and many people decided to become friends of mine because of this, I knew and infact I had just few friends but I liked to make them believe they were really friends of mine. But they doesn't care and I like to have only few true friend. The first night here I cried all over the night and Nora became my bestfriend in less then five seconds. She supported me and held me tight and everything seemed perfectly fine". Kelly chiuse gli occhi,sosprirò e poi cominciò "I'm Kellence Apricoat, I come from a very little place in Scotland, I'm eighteen too, I was too fed-up on my society, too devote to hunt, fish and medieval things. I had a dream, I wanted to become a gynecologist, because my mom died because of a terrible gynecologistic problem and I want to save women before is too late. So I left Scotland thanks to my brother and I'm here. I met Beth and my Nora, we became friends and I was full of hope and happy". Emily sorrise appena e poi disse "I'm Evelin Milly Clock, I come from London, you all know how it is and I'm eighteen too. I won a competition and I started to study medicine here, I'd like to be a great nurse. I think nurse do more than a doctor. I was a bit worry to leave London but then I found these wonderful, girls and had no more doubts". Le quattro ragazze guardarono Virginia incuriosite e chiesero "So what about you Virginia?". Virginia si diede un leggero pizzico al petto come faceva sempre quando si sentiva nervosa e cominciò "I'm Virginia Eleanor Campanella, Eleonora is the same name of Eleonora, I come from Naples in Italy, I'm eighteen too, but today is my first day whereas you have been here for almost two years. Actually it's very difficult to me to explain why I got here. But I'll try to make you understand as much as possible. I was completely fed-up on everything, my parents, my friends, my world, almost everything. Once I was talking with Orazio, my boyfriend and he screamed to me "Your life is perfect why are you sad!" and became more than angry and I looked at him, I really wanted to slap his face but he was crying and so I couldn't. I took a long breath and I said to him that my life was anything but perfect and then I realized I really wanted to start a new life. This really surprised me because I never expeted to say those words and then I decided to talk with one of my bestfriends Elena, she said it was the best thing to do and I asked my parent to be allow to go to live in Dublin, they said it was okay and now I'm finally here. It was very difficult, I wanted to stay in a place I loved and also to disappear from my daily life. Actually only my parents, boyfriend and Elena know that I'm here. I wanted to give people my absence, I wanted to go away and leave all that shit and sufferce and make my soul don't think about all this anger inside me but have happy moments. Everything sounds great, and you girls are amazing really, but I'm really worried about my boyfriend. We have to take a distance-relationship and this is difficult, but I got no doubts and I really wanna stay here". Le quattro ragazze ascoltarono tutto ciò che Virginia disse sospiro dopo sospiro con un attenzione infinita. Virginia aveva gli occhi di chi ne aveva passate tante, aveva gli occhi di chi aveva sofferto moltissimo e lo sguardo di chi ha dato per dispersa la propria tranquillità. Le quattro ragazze a quella vista le saltarono addosso stringendola forte e le dissero in coro "Poor sister". Questa coralità la straniva, ma allo stesso tempo la rendeva molto felice, che belle persone che aveva trovato. Per la prima volta si sentiva davvero in un posto che poteva chiamare "CASA", quella era la sua casa, quelle erano le sue nuove amiche e conquiline ed era l'inizio di qualcosa di meraviglioso.
Ricambiò l'abbraccio e Beth stringendola forte le disse "Sister, whatever you need we are all here with you, count on us". Quanto aveva desiderato quelle parole, con quel sorriso con quel atteggiamento. Virginia si sciolse nel sorriso più dolce del mondo e sorrise dicendo "Thank you, same here". Le cinque ragazze si abbracciarono come se si conoscessero da sempre e dopo essersi preparate per la notte andarono a dormire.
Virginia guardò attentamente quella camera e le apparve ben chiaro che Nora e Kelly avevano una relazione e a guardarle avrebbe giurato che andava avanti da molto tempo. Inoltre notò come il loro angolo fosse ricoperto di loro foto, di libri, di poster, di cd, di quelli che sembravano copioni e altro. L'angolo di Beth invece era ricoperto di foto con quelle ragazze e non e una marea infinita di libri di tutti i tipi. Beth doveva davvero amare leggere. L'angolo di Emily era ricoperto da tutto, cantanti, attori, foto, ma soprattuto una miriade infinita di film di ogni genere, ciò rese felice Virginia. Il suo angolo era ancora vuoto, ma ben presto lo avrebbe riempito disordinatamente molto più delle altre di sicuro.
Nell'anticamera c'erano cinque computer portatili, ognuno con uno nome sopra, in bagno tre docce e cinque lavandini, tre letti singoli e un matrimoniale in camera e una marea di cose bellissime e di stanze. "Che figa!", esclamò ad alta voce svegliando Emily che aveva un sonno molto leggero. La ragazza con i capelli neri e gli occhi ambra la guardò perplessa e le chiese "What?". Virginia sorrise e rispose "Nothing at all, i was just thinking this apartament is very cool!". Emily sorrise e disse "Goodnight sis". Virginia ricambiò il soriso e disse quasi urlando "I'm home finally, goodnight". Mise la testa sul cuscino e si abbandonò a un sonno finalmente profondo e tranquillo. |
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