previously
on hooked on a feeling: james e sirius sono in infermeria (“Regulus
Black è successo”, sputa allora, stanco di dover
avercela con tutti. “Stavamo accompagnando i Grifondoro del
primo anno e abbiamo sentito una discussione sulle questioni
di… sangue”
A quella parola, Lily si irrigidisce per qualche breve attimo [...]
“James ha tentato di intervenire ma è stato
attaccato—e alle spalle, per
giunta. Non sappiamo quale sia stato l’incantesimo, ma lui sta male.
E Regulus è il responsabile. Puoi immaginare
perché Sirius sia in infermeria…”), al
che lily e remus hanno collaborato per ""aiutarli"", preprarando una
pozione per alleviare il dolore!
2.
So unaware of it
Il
rumore creato dalla sovrapposizione fra
pergamena e piuma si unisce alla quiete della mente di Dorcas, la
mattina
seguente. È questo il suo momento preferito della giornata
– quando le sue
coinquiline dormono ancora, eccezion fatta per Lily, la Sala Grande
è già
sveglia e gli elfi domestici hanno già sfornato le loro
delizie mattutine. Una
delle sue migliori amiche, comunque, mastica così
violentemente da distrarla –
la piuma appena bagnata di inchiostro si ferma a mezz’aria,
distante dal resto
del disegno che urla perché venga completato. Alza piano lo
sguardo,
caricandolo di esasperazione perché è davvero
tanto presto e lei vorrebbe soltanto finire quello schizzo su dei cacti, non dover sopportare anche il
rumore della bocca di Lily.
Quella,
se possibile, senza che se ne renda conto,
dà origine ad un frastuono - ammesso che dei cereali possano
crearne uno, però
– e, ancora mezza assonnata, incontra gli occhi di Dorcas, la
bocca piena e la
labbra lievemente corrugate perché non capisce.
“Uh,
cosa?”
Dorcas
Meadowes scuote il capo, finendo per
sorridere appena e ri-focalizzare la propria attenzione su di un cactus.
“No” –
questa volta è sicura che Lily abbia in bocca anche del
latte – “Cosa c’è?”
Prende
un respiro profondo. “Ti ricordi quando più
o meno due anni fa avemmo quella grande discussione sui difetti di
tutti?”
La
rossa alza le spalle, i capelli che si muovono
in sincrono. “No… Sarà
perché non ho difetti”
“O
memoria” la schernisce Dorcas, l’espressione
poi crucciata.
“Sto
scherzando, Dork” – deglutisce ed il tono di
voce della caposcuola torna ad essere quello di sempre, non ovattato
né
modificato dal cibo che ingurgita per una buona metà della
sua giornata –
“Certo che ricordo. Una delle più grandi
discussioni che abbiamo avuto nei
nostri sette anni ad Hogwarts”
“Bene—tutte
che, all’improvviso, non facevamo che
sottolineare in modo poco discreto tutti i difetti degli studenti di
Hogwarts…”
“…finendo
per citarne anche di nostri” annuisce,
“Non penso di aver mai visto Mary così
infuriata”
“Beh,
Mary ed il suo guardaroba sono ancora oggi
motivo di mia grande irritazione”
“L’hai
accusata
di essere una spocchiosa viziata!”
Dorcas
storce il naso, prima di afferrare una mela
verde e morderla. “Di certo non è un pregio”
“Sono
sicura che questo sia dovuto all’invidia per
la sua scorta di Whiskey Incendiario. E” alza i sopraccigli
in modo spaventoso.
Lily che enfatizza è spaventosa. Incute terrore.
“…al fatto che, al terzo anno,
Diggory abbia deciso di uscire con lei piuttosto che con te”
“Davvero?
Sai che me ne ero del tutto dimenticata?
Caspita”
Lily
alza gli occhi al cielo, esalando un sospiro
stanco. “Sei davvero mostruosa” E si riversa sulla
sua tazza colma fino ai
bordi di cereali.
Dorcas,
allora, si ricorda del motivo di quella
conversazione e le strappa il cucchiaio dalle mani: “Tra le
tue tantissime
imperfezioni” – esclama alzando di poco il tono di
voce – “c’era grave
mancanza di attenzione nei confronti
dei desideri delle tue amiche”
“E’
un nome troppo lungo—te lo sei inventata
adesso!”
“Comunque
sia, Sherlock, mastichi in modo
mostruoso. Sta’ un po’ calma” sorride in
modo sarcastico. “Per
piacere”
Basta
quello per metterla a tacere ed in men che
non si dica si concentrano entrambe su due delle loro
attività preferite.
Almeno fino a che un organismo umano non decide di interagire con loro.
Inutile
dire che Dorcas impreca sottovoce maledendo dato organismo umano.
“Buongiorno”
Le
labbra di Lily assumono una piega più gentile
ed i suoi occhi si addolciscono per un po’, il che significa
che è sincera.
Genuina. Vera. Dorcas odia la facilità con cui questo si
riesca a scorgere in
Lily. “Ehi” risponde allora la rossa, seguita dalle
labbra di Dorcas che si
stirano in una linea meno aggressiva del solito.
Remus
Lupin si fa bastare tutto quello, accomodandosi
accanto a Dorcas, quasi di fronte a Lily, ma mantenendo una debita
distanza da
entrambe le sue coetanee Grifondoro.
“Come
stanno Black e Potter?”
Lui
scrolla le spalle, cercando di non ostentare
preoccupazione – cosa che invece fa – e mantenendo
un tono di voce atono – cosa
che gli riesce bene ma non sortisce alcun effetto, tenuto conto che a)
si può
considerare l’anima gemella dei restanti tre malandrini e b)
è davvero una
brava persona ed è impensabile ritenere che non sia
minimamente preoccupato per
due dei suoi tre grandi amici – dice ad entrambe:
“Relativamente bene. Almeno
James, dato che Sirius è stato tenuto a dormire in
infermeria non perché fosse
gravemente ferito ma per evitare che si alzasse e finisse Regulus una
volta per
tutte”
“Peccato”
esclama allora Dorcas, anche lei
sorprendendosi per quell’improvvisa presa di parola
“Sarebbe stato a dir poco favorevole
per Grifondoro se Serpeverde
si fosse liberato del suo noioso cercatore”
“E’
quello che ha detto Peter” ride Remus,
muovendo poco il capo. “Conto di andare a trovarli dopo
colazione, ecco perché
sono incredibilmente in anticipo rispetto al resto della popolazione di
Hogwarts”
“Fantastico”
– Lily fulmina Dorcas, senza neanche
sapere cosa voglia dire questa volta –
“Perché io stavo per andar via, ma Lily
deve ancora finire di mangiare e—pensavo, potreste andare
assieme! Sono sicura che Lily sia in
pensiero per il
suo collega”
“Oh,
non intendevo – non ho alcun problema ad
andar da solo e non voglio darvi problemi—”
“Insisto”
questa volta è Lily a parlare e Dorcas
si infuria senza darlo a vedere, perché il suo sguardo
rispecchia la sua
espressione e, ancora per una volta, Lily non mente. Ripensandoci,
avrebbero
dovuto affibbiarle come difetto la volubilità. O la troppa
sincerità. Bontà,
persino—piuttosto che il masticare rumorosamente ed altri
difetti.
“Magnifico”
Dorcas
va via dimenticandosi dei
suoi schizzi con i cactus.
“Non
penso di avertelo detto,” prorompe Remus dopo
che Dorcas sparisce dalla loro visuale, appoggiando senza discrezione
lo
sguardo sui suoi disegni. “Ma grazie per aver preparato
quella pozione. So che
ti ho aiutata e che te l’ha chiesto Lumacorno, ma…
grazie”
Lily
Evans regge per poche frazioni di secondo gli
occhi chiari di Remus, spaventosamente grati, per poi ritornare a
concentrarsi
sulla tanto amata colazione, un fantasma di sorriso ad illuminarle le
labbra
sottili.
Accetta
di buon grado quella tacita risposta,
accantonando poi la discussione con l’afferrare di due fette
di pane tostato.
Il
brusio della Sala Grande si fa via via più
rumoroso e allegro, innescando un movimento scoordinato che parte dallo
stomaco
di Lily e si dirama nel suo corpo, andando a sfiorare ogni suo angolo.
Nostalgia, semplicemente. L’ultimo primo giorno di lezioni.
Quando
Lily sta per terminare la sua colazione –
enorme colazione, fatta non solo di latte e cereali, ma anche di muffin
ai
mirtilli e biscotti al cioccolato -
una
chioma bionda e disordinata fa capolino al loro tavolo. Il sorriso
è
istantaneo, davvero.
“Ti
prego, genio di incantesimi, insegnami come
mettere a freno questi cosi”
E’ così
che Marlene si presenta, indicando la massa amorfa color del sole che
definisce
comunemente accapigliatura.
“Ti
insegnerò ogni cosa a tempo debito, Marley”
–
le risponde dolcemente, al che quella sbuffa e la affianca –
“Non posso
permettermi di rivelarti adesso ogni mio segreto”
“Stupida
caposcuola” ribatte divertita, un attimo
prima di riempire il suo piatto di uova. Quando muove in capo alla
ricerca di
qualcosa con cui accompagnarle – salsicce, decide poco dopo.
Salsicce –
incontra il viso conosciuto di Remus, ed allora sorride raggiante e
sbatte le
ciglia.
“Lupin!
Sai per caso quando James ha intenzione di
fissare le prove per la squadra di Quidditch?”
“Temo
di no”, scuote il capo, “Ma io e Lily dopo
colazione andiamo a trovarlo. Posso chiederglielo”
Se
possibile, Marlene diventa ancora più luminosa,
il sorriso che quasi raggiunge le orecchie.
“Grazie,
grazie!
Voglio provare ad entrare nella squadra—è come se
questo fosse il mio anno,
capisci?” poi si blocca, fermando per un po’ anche
il suo sorriso. “Hai detto
che vai con lei? Lei come Lily, Evans Lily, Caposcuola?”
L’interessata
corruga fronte e sopracciglia.
“Perché ti stupisce?”
Marlene
trova improvvisamente molto interessanti
le sue uova. E salsicce. “Affatto. Pensavo solo di aver
capito male”
Ma
ha comunque un sorrisetto sornione sulle
labbra, la maledetta. Lily, comunque, è ancora troppo stanca
per poter eseguire
il terzo grado. Quindi, quando la Grifondoro del settimo anno non
replica né indaga
ulteriormente, si alza da tavola in sincrono con Remus, salutando
Marley con la
stessa, identica espressione corrucciata.
Camminano
in silenzio osservando come, poco a
poco, i corridoi si riempiano ed il silenzio prima placido e
confortevole
adesso si stia gradualmente approssimando alla confusione tipica di
questa fase
della giornata.
È
davvero strano pensare che Lily stia davvero
accompagnando Remus in infermeria—soprattutto se si tiene
conto che lì dentro
ci sono Sirius Black e James Potter. Non che abbia una qualche fobia
nei loro
confronti o un profondo e viscerale odio in grado di frammentare le
mura del
castello, no. Semplicemente, dopo un intero anno in cui il loro
rapporto si è
disgregato – rapporto mal costruito, rapporto che ha fatto
affidamento per anni
su impalcature traballanti e parole sbagliate, attimi fuggiti, nervi a
fior di
pelle - raggiungendo
il punto di non
ritorno, è incredibilmente spaventoso dover ricostruire
tutto. Non hanno più
undici anni, hanno un trascorso che non possono ignorare ed il
rimuginare del
sesto anno, i cambiamenti del sesto anno, le percezioni del sesto anno
hanno
contribuito a rendere tutto facilmente irritabile, infiammabile.
Tregua
collaborativa,
aveva pensato Lily dopo aver ricevuto la lettera di Remus nella quale
diceva
che James Potter sarebbe stato il suo collega durante il loro ultimo
anno.
Tregua collaborativa. Ce la può fare.
Remus
spinge la porta con una delicatezza che lei
crede di non aver mai visto in tutta la sua vita, ma la spinta
è abbastanza forte
perché i loro visi possano far capolino nella stanza ampia
ed illuminata.
Madama
Chips volta in un attimo lo sguardo verso i
due Grifondoro appena arrivati ed esala un sospiro stanco. A pensarci
bene,
Madama Chips esala soltanto ed unicamente sospiri stanchi.
Tuttavia,
a dispetto di ogni aspettativa, almeno
quelle di Remus, non è il Caposcuola quello sveglio fra i
due suoi amici.
Nonostante Sirius sia difficilmente una persona prettamente mattutina,
i suoi
occhi grigi rimbalzano dalla figura femminile di Lily alla propria, il
tutto
accompagnato dal piegarsi all’insù degli angoli
delle labbra.
“Il
mio migliore amico” – esclama con quella
faccia da schiaffi di sempre – “E la nostra
splendida Caposcuola!”
“Sei
sotto l’effetto di qualche pozione?” domanda
pacato Remus, andandosi a sedere sul bordo del letto di Sirius. Lily
incrocia
le braccia sotto il seno e rimane a qualche metro di distanza dai due
letti con
Sirius e James, pur osservando Black e Lupin interagire.
“Moony,”
dice con tono cantilenante “Certo
che sto ancora trascorrendo i
magnifici postumi della pozione tranquillante”
“Sarebbero
scomparsi se lei avesse dormito un po’
di più, questa notte”
“Ma
Poppy” – il suo sorriso è smagliante
– “Volevo
assicurarmi che James qui presente fosse sano e salvo”
“Vi
ho controllati per tutta la notte”
“Ma comunque…”
Madama
Chips scuote con veemenza il capo e si
allontana borbottando qualcosa di indecifrabile dai quattro.
“Hai
tentato di allontanarti dall’infermeria”
Non
è una domanda, ma una pura e semplice affermazione
pronunciata con il tono risolutorio di chi è appena giunto
ad una chiara
conclusione.
Due
dei quattro svegli malandrini le sorridono—ha
ragione. Sirius inclina il capo di lato
e Remus passa una mano sul volto; il primo attira tutta la sua
attenzione, però.
“Non avresti potuto comunque concludere nulla—i
professori hanno fatto delle
ronde per controllare che non ci fosse nessuno in giro ad iniziare una
discussione”
“Modo
gentile per dire duello, alla babbana o
meno” precisa Remus.
Lily
alza le spalle. “Che tu ci creda o meno”
inizia Sirius, passandosi una mano fra i lunghi capelli neri. Remus non
può
fare a meno di notare che James ha contagiato tutti con quella stupida
abitudine. “E’ esattamente per quello che sono
tornato a letto”
“Nessun
professore è stato di guardia
all’infermeria, dal momento che Madama Chips vi ha
controllati per tutta la
notte”
Con
nonchalance, “Mi piace pensare di essere un
sensitivo, alle volte” replica il maggiore dei Black,
ottenendo una risata
strozzata da parte di Remus John Lupin.
È
la seconda volta nel giro di due ore che le
persone con cui Lily interagisce le nascondono qualcosa ma, daccapo per
la
seconda volta, lei decide di non indagare. Questa volta
perché James ha appena
schiuso le palpebre.
Due
iridi particolarmente nocciola e lucenti
vengono osservate dagli occhi indiscreti di Remus e Lily. Sirius, si
rendono
conto, si è alzato per chiamare Madama Chips.
“Troppa
luce” mugugna il caposcuola, storcendo il
naso e andando a poggiare una mano sullo stomaco.
Un’altra
risata strozzata da parte di Remus.
Se
non lo conoscesse, Lily
direbbe che è quasi grato,
sollevato
perché stanno entrambi bene. Piega appena gli angoli delle
labbra verso l’alto
e segue, con lo sguardo, il profilo di un James inerme sul proprio
letto:
fronte, naso, labbra strette a mo’ di smorfia e mento,
mascella, porzione di
collo lasciata scoperta dalla maglia che indossa. Tutto niveo, tutto
placido,
tutto così simmetricamente armonico al silenzio della sala,
ma in forte
contrasto con il dolore fisico di due dei presenti, con i silenziosi e
schivi
rapporti interpersonali.
Remus
si alza e si dispone
disordinatamente di fronte ad un’ampia finestra, finendo per
essere una tenda a
forma di prefetto. Quel poco d’ombra creata si schianta sul
volto del
caposcuola, adesso più incline ad aprire gli occhi senza
un’espressione di
terrore mista a dolore sul suo bel faccino, come gli è
solito ricordare Sirius
nei momenti più gioviali.
“Grazie”
sibila, prima di portare una mano
nella massa amorfe dei suoi capelli scuri, come se quel gesto potesse
tranquillizzarlo e cancellare un po’ di disagio che ribolle
nel suo organismo.
Ci
impiega qualche attimo in più
di quanto Lily abbia mentalmente scommesso per rendersi conto della sua
presenza, e allora si raschia la gola con poca disinvoltura e fa
aderire il
capo sul cuscino deforme.
“Remus”
esclama con la sua
distinta voce roca, “Che ore sono?”
Moony
si guarda in giro
disperato, una mano a stringergli l’altro polso, come alla
ricerca di un
orologio. Al contrario di ogni aspettativa, è Lily a
rispondere, pacata e quasi
timida – non è timida,
si dice. E’
solo che ha questa vaga impressione che la sua presenza, lì,
sia indesiderata –
con quel suo “Quasi le nove”
“Splendido”
Alza
il proprio busto e si mette
a sedere, scomposto, sulle lenzuola aggrinzite. A quel gesto, Lily si
ritrae
impercettibilmente e irrigidisce le spalle, tentando di tutelare con
disperazione quella distanza di sicurezza fra il suo corpo e quello
della gente
attorno a lei.
“Non
ci pensi nemmeno” – esclama
Madama Chips, il tono acuto e le ciglia corrugate –
“Devo sottoporla a dei
controlli”
“Ciao,
amico”
“Signor
Black, lei è libero di
andare con la sola condizione di essere tenuto sotto controllo
da… Signorina
Evans, permette? Preferirei che fosse lei ad accertarsi che non
commetta nulla
di sbagliato”
Annuisce
appena tenendo lo
sguardo puntato su Sirius che scuote la testa, divertito. Per lui
è sempre
tutto così divertente e Lily lo invidia, certi giorni. Si
comporta come se
fosse invincibile, come se nulla potesse ferirlo.
Lily
si ammutolisce e segue con
discrezione ogni movimento del suo coetaneo, lento, calcolato, un
insieme di
azioni che lo portano a muoversi prima di lei verso la sala Grande. Non
è
difficile immaginare che voglia mangiare. Merlino, Lily si chiede se
l’ansia e
la rabbia di ieri non gli abbiano fatto smettere di ingurgitare il
delizioso
cibo del banchetto serale per aiutare i suoi amici – forse
Sirius Black è troppo
reale, troppo leale per i suoi
gusti. Pensandoci, Lily è certa che Dorcas
sarebbe corsa a darle una mano con una mela fra le dita affusolate e
incallite
per la piuma che regge sempre. In fondo, realizza con un mezzo sorriso
a
incurvarle le labbra sottili, non la biasimerebbe.
Tenta
con un paio di falcate di
mettersi al suo passo e Sirius se ne deve accorgere: rallenta e volta
il capo
nella sua direzione, attento a captare ogni minimo movimento facciale
della
Caposcuola.
È
frustrante, pensa Lily.
Frustrante perché con gli occhi grigi e pieni di fumo
finisce per scrutarla,
analizzarla, persino metaforicamente sezionarla. Ma mai, mai
riuscirebbe a sentirsi solo osservata da Sirius Black.
“Ho
fame” – fa lui, il tono di
voce quasi implorante che dimostra la sua voglia di tornare alla
normalità –
“Vuoi scortarmi?”
Si
trattiene dal roteare gli occhi
al cielo. “Me l’ha chiesto Madama Chips o sbaglio?
E sono anche Caposcuola, è
un mio dovere”
“Anche
James ha il dovere di
scortarmi?”
Quasi
gli rifila una gomitata.
“Assicurare la pace ad Hogwarts. Mediare. Risolvere i
problemi. Aiutare chi ha
bisogno—mi riferisco a questo genere di cose”
Sbuffa
divertito e scuote
impercettibilmente il capo, muovendo la massa di capelli scuri tanto
quanto il
suo cognome.
Non
c’è nulla di divertente,
davvero. Con i conoscenti – a volte non sa se dispiacersi o
meno per questa etichetta
– Lily non sa che essere
ferma, diligente, giusta. Non ha tanta confidenza con lui, dunque non
riesce a
mostrargli quella parte di sé stessa che sì,
eccome lo farebbe ridere.
Ma
questo non pare essere un
problema: Lily arriva alla conclusione che sta ridendo per una propria
battuta
mentale, per uno scherzo che solo lui può capire. Sirius
Black non riesce, difatti, nemmeno
a nascondere una delle
sue risate-latrati.
Per
un attimo Lily vorrebbe
ridere con lui. Per un piccolo, minuscolo attimo.
Ma
non lo fa e si ritrovano a
camminare uno di fianco all’altro, i corridoi che passo dopo
passo si riempiono
di visi che si girano a guardarli con un sopracciglio alzato, forse
curiosi o
sbalorditi.
Se
Sirius e Lily fossero in una
situazione diversa, se fossero – suona davvero tanto strano
pensarlo – amici, forse
scommetterebbero sui futuri
pettegolezzi di Hogwarts. O se qualche studente andrà a
sbattere il viso contro
un muro per l’incredulità. Ossia, cose da poco.
Dopo
che varcano la soglia della
Sala Grande, sembra che il tempo scorra fluidamente fra le
conversazioni tra
Peter e Sirius, Mary ed Emma che sono scese a colazione, la McGranitt
che
consegna loro gli orari e Tara Watkins che ne prende più di
uno. Tre.
Non
che abbia qualcosa contro di
lei—è una sua coinquilina nonché una
delle migliori persone che Lily abbia
avuto il piacere di conoscere, nonostante il carattere…
volubile? Strano?
Nonostante il talento indiscusso per il Quidditch? A volte sembra
appartenere
ad un mondo a sé stante, a volte un’aura
indefinibile la circonda, come se lei
fosse a conoscenza di qualcosa che non puoi capire
all’istante, qualcosa non
immanente al proprio sguardo e mente. Lily detesta profondamente quando
qualcuno la fa sentire così, ignara di ogni cosa.
Mary
la saluta malandrina quando
si avvia con alcuni Tassorosso verso Divinazione, ed è in
quel momento che
capisce il motivo di quel suo comportamento: ha due ore di pozioni.
Doppia
tornata. Il primo giorno di lezione ad Hogwarts. Il suo ultimo primo
giorno di
scuola. Lumacorno le farà venir la nausea.
Piccola,
subdola bastarda, Mary
MacDonald.
“Perché
quella faccia, Evans?”
La
voce di Sirius alterata dalla
crostata che sta buttando giù senza ritegno le arriva alle
orecchie.
“L’avresti
anche tu se avessi due
ore di pozioni con Lumacorno”
Aggrotta
la fronte, prima di
iniziare canzonatorio: “Ma io ho
due
ore di pozioni con Lumacorno”
“Merlino”
borbotta Lily,
coprendosi gli occhi con il foglio stropicciato.
“Non
mi dispiacciono le lusinghe
del caro vecchio Horace” – ridacchia prima di
inforcare un altro pezzo di
crostata – “Non mi dispiace non
poter
essere invitato al LumaClub. Non mi dispiace far un po’ di
baccano con James”
“Odio
il LumaClub—è un circolo
disperato e volutamente ipocrita! E razzista! Non si parla della
guerra, non si
accetta chiunque ami Pozioni ma solo i pupilli arroganti
e indecenti
di—”
Sirius
scoppia a ridere senza
ritegno.
Per
la terza volta da quando si è
alzata dal letto, Lily non può avere una risposta e, come
tanto odia, rimane
nel detestabile ignoto dal momento che nessuno si degna di chiarire i
propri
strani comportamenti.
(“Ora
capisco…” Sirius dice prima
di scoppiare daccapo in una risata rumorosa e dopo aver dato piccole
pacche
sulle spalle della rossa. Lo detesta, furiosamente)
Mentre
si avviano verso i
sotterranei, Sirius, le mani dietro il busto ed i capelli spettinati,
inizia a
fischiettare una canzone. E’ babbana, decisamente babbana,
che suona tanto come
una dei Beatles che Tianna Cox in Evans canticchia mentre prepara i
suoi cibi
preferiti. E’ spontaneo il suo “…you
know I love you: I’ll always be true”,
tanto silenzioso quanto roco, data la voce bassa e non completamente
intonata
che Lily ha sempre avuto.
Sirius
aggrotta le sopracciglia
assumendo un’espressione non più di tanto
gioviale, pertanto il suo
fischiettare si fa via via più scostante e silenzioso quando
si volta verso la
Caposcuola.
“Non
pensavo conoscessi Love me do”
Lei
si lascia scappare una risata
involontaria – è pur sempre in compagnia di Sirius
Black, grazie tante – che
soffoca socchiudendo le labbra e coprendosi il volto, ponendo una
ciocca di
capelli dietro l’orecchio destro.
“Disse
il purosangue ad una
sanguesporco”
Arriccia
le labbra, i lineamenti
più duri e severi. “Nata-babbana. E comunque
incolpo Remus—anche se è convinto
che i Rolling Stones abbiano un je ne sais quoi che manca ai
Beatles”
“Non
c’è alcuna differenza fra
nata-babbana e sanguesporco, Black. Una parola vale l’altra.
Fra l’altro,” alza
i sopraccigli, confusa, “Non pensavo che Remus potesse tifare
per la
concorrenza! Il maledetto… I
Beatles
sono l’apice del talento e successo che un gruppo musicale
potrà mai
raggiungere”
Sirius
giocherella con la
bacchetta, un mezzo sorriso sulle labbra. “Sei
tutt’un’altra cosa, Evans”
“Prego?
Cosa vorrebbe dire?”
Ignora
Lily che si ferma a metà
strada, procedendo in avanti infilando le mani in tasca. Scrolla le
spalle
larghe e accenna ad un sorriso, infinitamente diverso da quelli che le
ha
rivolto da quella mattina. “Siamo arrivati”
“Buongiorno
signor Black” – il
tono esaltato di Lumacorno la fa già innervosire –
“Oh! Signorina Evans! E’ un
piacere rivederla: non potrei essere più orgoglioso del
fatto che lei sia
Caposcuola. Silente dimostra ancora una volta di essere capace di fare
scelte
più che giuste. Gran uomo, sì” annuisce
a sé stesso, convinto, prima di
sorridere a Lily e rivolgerle la solita domanda che le pone ad ogni
ritorno ad
Hogwarts. “Ha trascorso un’ottima estate?”
“Certamente”,
con Petunia che non
le parla, la fastidiosa comparsa di Vernon, l’ennesima estate
senza l’amico che
Severus è stato, le poche, lunghe lettere che ha scambiato
con Mary, Emma e
Dorcas, “Splendida come le altre precedenti, Professore. Lo
stesso vale per
lei, non è così?”
Ridacchia,
agitando una mano
bonariamente per poi annuire, scuotere la testa e compiacersi della
gentilezza
della sua alunna preferita. Sirius ha preso posto a fianco di Peter, in
fondo
all’aula, entrambi che già scambiano chiacchiere.
Un velo di dispiacere le
colora il viso; paradossalmente, e soprattutto senza che riesca a
spiegarlo, ha
creduto che Sirius le riservasse un posto, ma. Non vuole davvero che
lei lo
tenga d’occhio. Soprattutto, non la preferisce ad uno dei
suoi migliori amici.
Si
accomoda di fronte ad un
tavolo, perdendo cognizione del tempo mentre Lumacorno dispone degli
ingredienti sulla sua cattedra, in perfetto ordine e silenzio,
interrotto dal
suo salutare energicamente o meno i suoi alunni. Lo vede mentre
temporeggia con
quelli che, oramai lo sa, prenderanno parte al Luma Club senza che
abbiano voce
in capitolo. In men che non si dica, la classe è quasi tutta
piena.
Un
Remus trafelato fa capolino,
il respiro a tratti che designa il correre rapidamente verso la classe.
Senza
realizzarlo, Lily alza il capo nella sua direzione, corrugando la
fronte quando
nota che è da solo. È convinta che James Potter
abbia intenzione di frequentare
questa classe, quindi la sua assenza si spiega con la sua presenza in
infermeria o… in qualche altra parte del castello. Per un
istante, capisce che
non può biasimarlo. Se avesse potuto, se le circostanze
fossero state altre,
lei per prima avrebbe saltato questa lezione.
“Buongiorno”
Remus
replica con un flebile “a
lei, professore”, vagando con lo sguardo nella classe e
focalizzandosi su
quello che sembra essere l’unico posto libero rimasto. Prima
fila, di fianco a
Severus Piton. Lily ha sempre notato il rapporto notevolmente incrinato
e
scontroso dei due, ma solo da un po’ di tempo a questa parte
sembra essersi
tramutato in un qualcosa di più complesso ed infinitamente
negativo, al che la
Grifondoro che è in lei – l’amica che
è in lei, la buona ragione che l’ha
sempre caratterizzata – quando Lumacorno puntualizza che
“Signor Lupin, vuole
prendere posto?” indicando Piton, una volta che è
rimasto immobile di fronte
all’ingresso per pochi ma buoni minuti, lei schiarisce la
gola e “Professore,
anche questo posto è libero. Remus?” lo invita.
Un
sorriso sincero e sollevato – forse
il secondo della sua travagliata mattinata – illumina il
volto già segnato
dalla stanchezza di Remus, e Lily non può che ricambiare a
sua volta.
“Ti
sono debitore”
“Potter
è fuggito dal tuo
controllo?”
Schiude
le labbra, per poi
passarsi lentamente una mano fra i capelli. “E’ ancora convalescente. Tuttavia il
concetto di nullafacenza è del
tutto ignoto a James: l’ho costretto a rimanere in
infermeria. Ma” e adesso
persino i suoi occhi si illuminano “La tua pozione continua a
fare miracoli”
“La
nostra pozione, Lupin”
-
L’aria
autunnale del primo
pomeriggio penetra nei polmoni di Dorcas, la calda sciarpa Grifondoro
avvolta
attorno al collo slanciato e niveo, i capelli spenti sulle clavicole,
una piuma
incastrata fra due ciocche più bionde delle altre. Il pranzo
è da poco
terminato ed ha incrociato Lumacorno almeno due volte, volte nelle
quali le ha
chiesto dove fosse Lily, repentinamente fuggita dopo la fine della
lezione,
apparentemente presa dall’inseguimento di Sirius Black, un
sorriso malandrino
sulle labbra mentre percorreva il corridoio dai sotterranei a
Trasfigurazione
con ampie falcate.
“Sai
chi ti cercava?”
La
vede con i capelli rossi
spettinati, persino in condizioni peggiori di quelli di Marlene, gli
occhi un
po’ sgranati per la comparsa inaspettata di Dorcas al suo
fianco e le guance
appena rosse, come il naso.
“Ti
prego, dimmi non-”
“Sì,
il tuo caro, vecchio
Lumacorno. Vuole sapere se giovedì prossimo sei disponibile
ad un’uscita con i
pozionisti del suo cuore”
“Ti prego” – replica,
la voce petulante ed il mento in su – “Vieni
con me. Mary ed Emma sono occupate con quel fastidioso club dei
duellanti quasi
tutte le sere, Tara si troverebbe davvero
a suo agio in quel Luma club di maniaci e Godric solo sa
quanto sia
imbarazzante andarci da soli, o faticoso trovare qualche persona
amichevole con
così poco preavviso… Sai che sei la migliore
disegnatrice di cactus che
Hogwarts abbia mai avuto, no?”
“Fottiti,
Evans. Mi avevi quasi
convinto ma la tua ultima considerazione mi ha fatto cambiare
idea”
Lily
ride appena, consegnandole i
disegni che aveva dimenticato quella mattina a colazione. Dorcas li
ritira,
osservandoli con attenzione.
“E
poi, davvero?, invitare una
ragazza? Cosa siamo, persone del ventiduesimo secolo?”
Quasi
grugnisce Lily, mentre si
incamminano verso la sala comune di Grifondoro.
“Dovrò andarci da sola. E
fingermi malata dopo mezz’ora. Ti incolperò di
fronte al caro, vecchio
Lumacorno”
“Ed
io pensavo che avessi stretto
amicizia con i Malandrini”
Scuote
il capo, lasciando che
alcune ciocche particolarmente rosse le si fiondino di fronte agli
occhi vispi
e verdi. “Sirius mi ha letteralmente detto di non voler
essere tenuto d’occhio.
‘Dirò a Poppy che lo hai fatto se lo farai anche
tu’. Per non parlare del fatto
che sia stato bandito due anni fa dal Luma Club dopo aver fatto
ubriacare metà
dei presenti e aver quasi baciato la figlia del Ministro della Magia.
Remus
accetterebbe, ma lo farebbe per pietà e non voglio la
compassione di nessuno—mi
sembra che sia esagerato invitare Peter mentre Potter… beh,
perché dovrei
invitare Potter?”
“Perché
siete colleghi, belli e
Lumacorno apprezzerebbe a tal punto da offrirvi un posto di lavoro
anche
adesso”
Lily
tace per un paio di secondi,
sospirando rumorosamente, prima di recitare la parola
d’ordine alla signora
grassa. Ad un tratto scuote il capo con veemenza, “Tu pensi
che io sia bella,
ed allora certo che ti invito,
Dorcas”
“Dannazione,
Evans” – Dorcas si
trattiene dal ridere mentre la spinge su per le scale –
“Neanche per venti
galeoni l’ora”
“Ne
sei certa? Potrei pagarti in
biscotti di mamma Evans—potrei invitarti durante le vacanze
di Natale a vedere
Star Wars con me!”
Mary
corruga le sopracciglia
quando la vede gesticolare animosamente e lega i lunghi capelli in una
coda di
cavallo alta. “Fatemi indovinare,” dice,
assottigliando gli occhi lasciando che
il suo volto assuma la solita, patetica espressione di indovina mancata
che fa
innervosire Emmeline, “State discutendo”
“Che
perspicacia” ride Emmeline,
del tutto immersa nella stesura di quello che sembra essere il primo
compito
assegnato. Senza dubbio, è Cura delle Creature Magiche. Mary
scrolla le spalle.
“Lo
faresti anche tu se Prefetto
Perfetto ti avesse invitata al Luma Club”
“Pensavo
aveste finito di
chiamarmi così!” – quasi urla la
Caposcuola – “Sapete cosa? Inviterò una
persona che mi piace.” Fa una breve pausa, seguita dallo
sguardo di Lily
improvvisamente illuminato, il che rispecchia un’idea
sicuramente balzatele in
mente negli ultimi istanti. “Una persona forte”
aggiunge, allentando la
cravatta che ha al collo. Emma la guarda con il volto inclinato, il
principio
di una frase sulle labbra sottili mai pronunciata, dal momento che, in
men che
non si dica, Lily ha abbandonato la stanza. Mary scoppia a ridere,
sprofondando
nel suo letto.
Allora
Emmeline, l’apparente
docile e dolce ragazza che non è mai stata, da brava
Grifondoro qual è, curva
le labbra e distoglie lo sguardo dai suoi compiti. Indica con il mento
Dorcas e
le sussurra: “Scommettiamo?”
-
C’era
il semplice e vincolante
fattore che nessuno di loro aveva mai considerato fino a quel momento a
fermarli. Di fatto, essere colti di sorpresa piuttosto che cogliere gli
altri
grazie ad i loro strepitosi scherzi, ai loro ingegnosi piani messi in
atto con
maniacale cura non rientrava negli schemi dei malandrini. Non poter
reagire –
alla maniera babbana, come aveva suggerito e tentato in un primo
momento Sirius
– e alla loro solita maniera – come aveva proposto
dopo Sirius, prima di
vedersi rifiutare un’altra delle sue idee – era una
mossa in contropiede, tutti
e quattro realmente impotenti di fronte agli avvenimenti della sera
precedente.
Agire era, come già analizzato da Peter, una mossa scontata
e banale, dettata
dalla semplice voglia di farla pagare ai Serpeverde loro coetanei,
qualcosa che
avrebbe regalato loro ore di predica e punizioni gratuite,
semplicemente
immotivate.
Avrebbero
dovuto trovare un altro
modo, motivo per cui James aveva insistito tutto il pomeriggio nel
convincere
Madama Chips che sì, stava bene, no, non mi fa male nulla, sono
d’accordo nel dire che la pozione di Evans e Remus fa miracoli.
Dopo una
ramanzina di quindici minuti dell’infermiera, dopo un
catartico respiro esalato
dalla McGranitt, dopo l’appunto su di una pergamena dei
compiti e cose che
avrebbe dovuto ricordare per le lezioni successive, dopo persino aver
incontrato un frustrato Lumacorno, più che felice nel poter
parlare con un suo
carissimo alunno, dopo l’invito per il giovedì
successivo al Luma Club, era
arrivato in sala comune.
Aveva
sorriso, allentato la
cravatta e sbottonato le prime asole della camicia, per metà
fuori dai
pantaloni. Si era guardato attorno, rincuorato dal focolare che la
torre dei
Grifondoro era sempre stato per lui ed aveva colpito Sirius sulla nuca,
facendo
cadere la bacchetta dai lunghi capelli neri di quello, in risposta
all’ “Amico,
sei così fottutamente
sentimentalista” di Black.
“Pensi
che dovrei ringraziare
Evans?” fa James, la voce roca e ovattata dal cuscino del suo
letto. “Per la
pozione, dico”
Sirius
risponde con una delle sue
risate-latrato, breve, oscurata dalla voce di Remus che risponde:
“Sì—essere in
termini civili con lei sarebbe la cosa giusta. Siete Caposcuola,
dopotutto”
Peter
apre una cioccorana,
ingurgitandola per poi subito inserirsi nella conversazione di James e
Remus.
“L’anno scorso le cose fra voi non sono peggiorate,
ma—sono d’accordo con
Remus. Siete Caposcuola, dovrebbero solo migliorare”
Sirius
soffoca un grugnito,
scuote il capo, “Prongs solo sa quanto vorrebbe migliorare il
loro rapporto.
Arrivare a chiamarsi per nome ed avere una conversazione lunga
più di due
minuti sarebbe meglio di una vittoria a Quidditch”
“Non
penso aspiri solo a quello”
continua Peter, divertito.
“No,
hai ragione” il paradossalmente
meno bastardo dei Black sorride “Dedicare le labbra a scopi più puri e utili di una
chiacchierata
sarebbe meglio di un orgasmo. O,” – scoppia a
ridere- “Un vero e proprio
orgasmo”
“Vaffanculo,
Sirius. Se sapessi
che Remus non mi ferirebbe se mi alzassi a picchiarti, rovinerei con
piacere il
tuo bel faccino”
“Almeno
ammetti che ho un bel
faccino. Sicuramente migliore del tuo”
Remus
si avvicina alla finestra e
attende qualche istante prima di aprirla e respirare l’aria
gelida di Hogwarts
a pieni polmoni. L’ambiente circostante il castello si fa via
via più buio e si
rende conto che i contorni della Foresta Proibita, della Guferia in
lontananza,
così come il campo da Quidditch e la casa di Hagrid si fanno
più offuscati e
l’unico rumore che giunge alle sue orecchie è il
silenzio dei suoi compagni di
stanza; ruota il collo e osserva di sottecchi Peter a lavoro con i suoi
bagagli,
Sirius ancora immobile sul proprio baldacchino e James che fissa il suo
migliore amico, l’espressione che ha da quando sono tornati
sul viso.
“Ahia,
cazzo”
“Nessuno
mi ha proibito di buttarti
qualcosa addosso”
Non
è esattamente quello che lui
definirebbe il miglior bentornato ad Hogawarts che abbiano mai vissuto,
inoltre
realizza mentalmente che i suoi migliori amici – certe volte
si chiede come
abbiano fatto a combaciare dei pezzi di puzzle così
assurdamente diversi fra
loro – gli sono quasi debitori per quello che sta per fare. Quasi perché, dopotutto,
anche lui è un
malandrino, sotto la façade da prefetto ligio al dovere.
“James”
esordisce un minuto dopo,
raschiando la gola e non riuscendo a nascondere del tutto il sorrisetto
dalle
labbra. “Prendi il mantello
dell’invisibilità, dobbiamo andare in un
posto”
Sette
minuti dopo, uno degli
angoli più appartati della Torre di Astronomia è
invaso da quattro ragazzi del
settimo anno i cui volti sono quasi del tutto nascosti dal fumo delle
loro
siraghette- (“Sigarette, Sirius, si chiamano
sigarette”)
Con
un impeto particolarmente
precipitoso James aspira, socchiudendo appena gli occhi. Non
è esattamente da
loro fumare né farlo di nascosto come quindicenni
babbani—è semplicemente un
vizio che hanno di tanto in tanto, nato per via di Remus,
l’unico mezzosangue
fra i quattro, ed una nata babbana che durante il quinto anno ad
Hogwarts ha
insegnato loro come fare ad accenderle, tenerle fra le dita ed
aspirare,
essendo il mago dagli occhi verdi praticamente inutile per adempiere
quel
compito, completamente inesperto.
A
detta di Sirius, non c’è mai
stata persona che abbia amato con tanta prepotenza da allora, ma i suoi
amici
sono sicuri che quelle parole siano state dettate
dall’euforia del momento.
Lo
stesso, adesso, getta la testa
all’indietro facendo sì che sfiori il muro spesso
della sua scuola e rilascia
il fumo verso l’alto, fumo che ha l’aspetto di
melliflui cerchi grigi.
A
quel gesto, gli occhi di Peter
si illuminano per l’ammirazione e James ride quando gli
chiede “Come hai
fatto?”
Sirius
Black alza le spalle.
“L’ho visto fare a Remus anni fa”
Remus
osserva il suo profilo semi
illuminato dalla luce della luna alta nel cielo, gli occhi grigi che
scintillano
ed un angolo delle labbra sottili appena curvato verso
l’altro. Scuote il capo,
allunga le gambe sul pavimento e poi fa ritornare il suo sguardo sui
suoi
amici, la sigaretta che ormai si esaurisce fra le sue dita dinoccolate.
“Sono
una persona piena di
sorprese”
James
ride di gusto, il fumo che
pian piano si libera dalle labbra carnose.
bonjourrr!
chiedo venia per il ritardo, ma ho avuto e
continuo ad avere un sacco di problemi e preoccupazioni che rallentano
la stesura delle fanfiction che sto scrivendo/diminuiscono il tempo e
la voglia che ho nell'aggiornarle, per quanto ci tenga... dato che non
so se domani potrò aggiornare, rilascio oggi il capitolo per
il compleanno di lily evans, regalo anticipato ahah
vi lascio con 6k parole ed un paio di
fatti: la storia è ancora agli albori e per questo nulla di
importante accade ancora, ma ho intenzione di entrare nella vicenda al
più presto, perchè nella mia mente ci sono
frasi/momenti/scene successive che voglio scrivere da taaanto tempo :)
in più, vi lascio anche i prestavolto di dorcas, emmeline,
marlene e mary, che trovate di sotto in ordine alfabetico (ossia in
questo ordine lmao). dato che dovrei iniziare a studiare biologia, non
posso dilungarmi più di tanto, ma vi chiedo a) se il nuovo
banner vi piaccia!! il primo mi aveva stancata, a dire il vero, per
questo mi sono impegnata e tadaan! photoshop+jily hanno contribuito a
rendere il capitolo esteticamente più carino ahah b)
chi credete porterà lily al lumaclub? :) i'm curious as
hell!! e puntualizzo che c) star wars iv all'epoca era uscito, se non
ricordo male intorno al maggio del '77! pertanto, essendo il capitolo
ambientato nel settembre '77, lily lo conosce e lo ha visto :)
mi manca scrivere di Tardis, pertanto
forse lo vedrete nel prossimo capitolo ahahh assieme a qualche reale
interazione jily perchè io sono jily trash fino alla morte
penso che mi lascerò distrarre
dalla 3x02 di the 100, dal momento che i miei bellarke si rivedono
quindi :))))))))
grazie a tutti per il supporto, spero che
questo capitolo vi piaccia!! sicuramente ho dimenticato 100000 cose da
dire, ma non ci posso far nulla!
un bacio e a presto
twitter -
ask -
l'altra mia jily
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