Ricatto d'Amore

di bookswhisper
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una normale giornata ***
Capitolo 2: *** Quattro Giorni ***
Capitolo 3: *** Tutta colpa dell'815 ***
Capitolo 4: *** Sitka ***
Capitolo 5: *** Casa Jones ***
Capitolo 6: *** Primo Bacio ***
Capitolo 7: *** Vincere e Perdere ***
Capitolo 8: *** Un po' di Noi ***
Capitolo 9: *** Stupido Cane ***



Capitolo 1
*** Una normale giornata ***


~Una Normale Giornata

Da: Robin
A : Killian
Oggetto: Ritardo
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Di nuovo in ritardo, qual è la scusa oggi?

***

Da: Killian
A: Robin
Oggetto: Sul filo di lana
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Non sono in ritadro, sono arrivato un attimo prima che arrivasse lei.
Quindi, in teoria, sono addirittura in anticipo.

***

Da: Robin
A: Killian
Oggetto: Re: Sul filo di lana
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Sì, certo. Allora? Perché l'ennesimo 'filo di lana'? Non è che hai conosciuto qualche ragazza e...? ;)

***

Da: Killian
A: Robin
Oggetto: Faccine e rimasugli
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Cos'è quella faccina? Quanti anni hai? Quattordici? E comunque non ho fatto proprio un bel niente ieri,ero solo stanco e mi sono addormentato vedendo di nuovo il finale della terza stagione di Merlin.
Nono si può dire lo stesso di te, cos'è quel coso che hai sul collo? Oh, sarà mica un succhiotto? Un  succhiotto appartenente alla nostra cara segretaria Regina?

***

Da: Robin
A: Killian
Oggetto: AIUTO
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KILLIAN! Ti prego, se Emma mi vede in questo stato mi uccide, anzi, di peggio... mi mette in un altro ufficio, SENZA REGINA.

***

Da: Killian
A: Robin
Oggetto: Ricatto
Potrei avere, forse, una suddetta sciarpa. Ma forse più tardi farà freddo, potrebbe servirvi...

***

Da: Robin
A: Killian
Oggetto: Essere ignobile
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Killian Percival Jones, ti supplico in ginocchio, mi serve!

***

Da: Killian
A: Robin
Ogetto: Pietà
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E va bene, prendila. Lo faccio solo perché ci andrei di mezzo anch'io non avendolo riferito. Ma sappi che mi aspetta la colazione per un mese.

***

Da: Robin
A: Killian
Oggetto: Salvatore
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Grazie! Oh, grazie dal profondo del cuore, sarò più che felice di pagarti la colazione!

***

Da: Killian
A: Tutti
Oggetto: Battaglione attivo
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Eccola.

***

La porta si aprì di scatto un attimo dopo che lo studio divenne una tomba silenziosa.
Ne seguì il solito rumore duro di scarpe col tacco appartenenti ad una persona che sa dove deve andare.

***

Da: Killian
A: Tutti
Oggetto: Vestiti
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Tacchi. Resta in ufficio.

***

"Jones. Seguimi" disse la donna appena entrata senza degnare nessuno di uno sguardo.

"Sì, certo" rispose velocemente Killian alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso il suo Capitano.

"Ti sei occupato della riunione delle 15:30?" chiese Emma.

"Rimandata alle 17:40, come aveva chiesto" rispose impeccabile Killian.

"I contratti dei novellini e dei nostri?"

"Approvati e rinnovati."

"Il caso De Vil?"

"Aspettiamo la conferma del giudice."

"Il mio caffé?"

"Già sulla scrivania."

"Perfetto, puoi andare." disse  quasi sbattendogli la porta del suo ufficio in faccia.

Killian tornò a sedersi alla scrivania e ricominciò a mandare email.

***
Da: Killian
A: Tutti
Oggetto: 10 minuti
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Abbiamo dieci minuti a partire da adesso per sistemare, pepararci e pregare.
Poi siamo rovinati.

***

Emma si sedette alla scrivania e prese il caffé che le aveva portato Killian. Accese il computer e collegò la webcam.

"Emma! Ciao, tesoro!" disse sua madre dal computer.

"Ciao, mamma."

"Come vanno le cos nella grande New York?"

"Un po' triste, un po' grigia, piena di idioti e criminali. Ma, ehy, che vuoi farci? Occuparmene è il mio lavoro."

"Già... Emma, senti, io e tuo padre pensavamo che sono già tre anni che stai da sola a New York e non hai ancora un fidanzato."

Emma guardò un attimo il computer confusa, poi chiese: "E quindi?"

"Quindi pensavamo che se tornassi a casa per un po' potremmo presentarti qualcuno.
Ti ricordi di Neal Cassidy? Il tuo ragazzo quando eri una ragazzina. Potrebbe ancora funzionare, certo, ci vorrebbe un po' per superare l'imbarazzo, ma-"

"Ma io ce l'ho già un ragazzo!" disse Emma cencando di pensare a qualcuno, un nome sarebbe bastato. Non aveva certo intenzione di tornare a casa dei suoi genitori solo per incontrare dei tizi squallidi, fra cui Neal...

"Ce l'hai! E chi è?" chiese Mary Margaret sprizzando felicità da tutti i pori.

"Eh, ecco, si chiama... cioè-"

"Ho delle pratiche da far firmare" disse Killianentrando nell'ufficio e dirigendosi alla scrivania.

"Lui!" disse Emma prendendo Killian per una manica e trascinandolo di fronte al computer.

"Lui chi?" chiese Killian spiazzato.

"Tu, tesoro. Dai, Killian, saluta mia madre" gli disse Emma a denti stretti.

"Uhm... ehm, salve signora" disse Killian più confuso di prima.

"Ma quale signora! Dammi del tu! Chiamami pure Mary Margaret. Oh, che bello. Siete adorabili, Killian sei un amore. A quando il matrimonio?"

"Ehm... il più presto possibile. Sì, ci si sposa il più presto possibile" disse Emma abbracciando Killian.

"Chi si sposa?" chiese Killian come in uno stato di trance.

"Noi due, sciocco" disse Emma ridendo.

"Perfetto! Allora ci sentiamo più tardi, vado a prenotare due biglietti aerei. Sono così felice!" disse Mary Margaret spegnendo la webcam.

Dopo un minuto di silenzio Killian disse: "Non credo di aver capito."

"Semplice, tu mi segui a Storybrooke, facciamo finta di essere fidanzati, ci sposiamo e subito dopo divorziamo" disse Emma come se fosse la cosa più normale del mondo.

"E perché dovrei accettare?"

"Potrei lincenziarti."

"Mh, ottimo motivo. Ma ho le miecondizioni, si tratta pur sempre di un matrimonio."

"Che cosa vuoi?"

"Una promozione e un trasferimento."

"Credevo ti piacesse stare qui."

"Sì, beh, i colleghi sono super, più o meno tutti. Ma New York non fa proprio per me. Credo sia ora di tornare vicino casa."

"Non posso metterti davati a tutti quelli che hanno fatto domanda di trasferimento."

"Peccato, a quanto pare un matrimonio salterà..."

"No, no, no, no, no,. Va ben, avrai il tuo dannatissimo trasferimento."

"Perfetto, allora vado a fare le valige, Emma."

"Capitano Swan" lo corresse Emma.

"Sarebbe inappropriato dare del lei alla mia futura moglie, non ti pare?" disse Killian uscendo sorrridente dall'ufficio.

"Nell'800  andava benissimo dare del lei!" gli gridò dietro Emma. Non che a Killian importasse molto, la sua vita stava per avere una svolta finalmente.

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Capitolo 2
*** Quattro Giorni ***


~Quattro Giorni

Da: Robin
A: Killian
Oggetto: Cadere in basso
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Amico, sul serio? Lei? :'')

***

Da: Killian
A: Robin
Oggetto: Yep
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Sì, lei. E BASTA CON STE FACCINE, sei così imbarazzante...

***

Da: Robin
A: Killian
Oggetto: Serio?
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Wow, che ti è successo? Per tre anni ti sei lamentato di quanto fosee indisponente, insofferente, menefreghista e adesso la sposi??

***

Da: Killian
A: Robin
Oggetto: Cambiamenti
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Le cose cambiano. Dopotutto lei non è la prima ad innamorarsi dell'assistente barra segretario, vero Robin?

***

Da: Robin
A: Killian
Oggetto: OH OH OH
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Ehy, quella con Regina è una storia più che seria.

***

"Killian. Nel mio ufficio, immediatamente." disse Emma imporvvisamente.

"Se la signora insiste."

Una volta che Killlian fu entrato nell'ufficio, Emma chiuse la porta.
"Allora, mia madre ha prenotato un aereo, partiamo fra quattro giorni. Mio padre ti sottoporrà ad un attento terzo grado, queste sono alcune delle domande che potrebbe farci" disse Emma passandogli un fascicoletto con le domande in questino.

"Potrebbe farci? A tutti e due?"

"Beh, certo. Secondo lui dobbiamo sapere tutto l'uno dell'altro. Basterà una domanda sbagliata e saremo rovinati."

"Allora, la buona notizia è che io so tutto di te, la cattiva è che tu hai solo quattro giorni per imparare tutto di me" disse Killian sfogliando il fascicolo.

"Mpf, vuoi farmi credere di sapere tutte quelle su di ne?"

"Certo. Inquietante, vero?"

"Mh, un po'; proviamo: come prendo la cioccolata?"

"Troppo semplice, con la panna e la cannella. Una più difficile?""

"Sono allergica a qualcosa?"

"No, ma provi un particolare e straziante disgusto verso le fragole e verso l'intera gamma delle emozioni umane."

"Oh, ah ah ah, divertente, sei un vero spasso, quasi quanto sono brava a cucire a maglia."

"Tu non cuci, tantomeno a maglia, visto che quasi tutti i tipi di lana ti fanno starnutire."

"Ah, sapevi anche questa... Va bene, allora, ho qualche cicatrice e roba simile?"

"Sono più che certo che hai un tatuaggio, probabilmente un tribale... o un'ideogramma giapponese. E se fosse filo spinato?"

"Tu che ne sai?"

"Mi fai andare a comprarti il Tampax e credi non presti attenzione alle tue prenotazioni dal dermatologo?"

"Oh, è affascinante vedere come sei davvero. Comunque non ti dirò dov'è."

"E se tuo padre me lo chiedesse?"

"Non sa del tatuaggio, andiamo avanti. Da chi abiteremo, da te o da me?"

"Ovviamente da te, perché mi consideri un fallito che vive in un monolocale."

"Ugh... quanto ti odio."

"Di solito le coppie non si dicono questo,ma è un inizio. Comunque, non mi hai fatto la proposta."

"Quale proposta?"

"Di matrimonio. La pretendo."

"Va bene. Ehm, vuoi sposarmi?"

"No. Andiamo, puoi fare di meglio, e poi non ci sono testimoni."

"D'accordo." disse Emma aprendo la porta emettendosi in ginocchi al centro dell'ufficio comune di fronte a tutti.
"Killian..."

"Sì, Emma?"

"Dolce, tenero, Killian..."

"Sono tutt'orecchi, Emma."

"Amore della mia vita, luce dei miei occhi, vuoi sposarmi?"

"Mhh... Okay, non ho apprezzato il sarcasmo, ma ti sposerò."

"Bene."

"Ci vediamo fra quattro giorni in aereoporto; mi prendo dei giori liberi, non è un problema vero?"

"No, tesoro, fai pure..." disse Emma mentre tentava di prendere la mano sinistra di Killian per rialzarsi, invece lui la ritirò e se ne andò facendola cadere.

"Maledetto... proprio lui mi doveva capitare..."

"Signorina Swan? Vuole una mano?" chiese Regina affrettandosi a raggiungerla.

"Grazie, Regina, ma me la cavo benissimo da sola" rispose Emma alzandosi tenedosi ad una scrivania.

"Beh, è stata sola per tre anni, era ora che capisse che Killian faceva al caso suo."

"Sì, certo, Killian... Regina, ieri ti sei vista con Robin fuori dal lavoro?"

"Io? Con Robin? Assolutamente no! Non mi piace nemmeno."

"Regina... hai la camicia di Robin al contrario."

***

Appena entrato in casa, Killian si gettò sul letto.
Perché aveva accettato? Si sarebbe rovinato la vita per sempre, un matrimonio non è una cosa che cancella.
Ci voleva una birra gelida, doveva solo ricordarsi che fra un po' se ne sarebbe andato da New York. Non riusciva più a sopportare quella città, era straziante, sempre la solita gente maleducata, il solito ritmo monotono e spento.
Killian non sentiva più quella magia che da ragazzo lo spingeva in quella grande città, ma dopotutto non aveva più niente del suo comportamento da ragazzo.
Forse Emma non era la cosa peggiore che gli fosse capitata.

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Capitolo 3
*** Tutta colpa dell'815 ***


~Tutta colpa dell'815

"Allora, il nostro volo è il numero 815. So che non sei abituato a viaggiare in prima classe, ma non dare in escandescenze" disse Emma caricando il bagaglio sul trasportino dell'aereoporto.

"Volo 815? Come... quello di LOST?"

"Sì, 815, e- aspetta, guardavi LOST? Ma chi cavolo sei?"

"Sì, guardavo LOST, e per tua informazione l'aereo che è precipitato era il numero 815. Aspetta, non è che nel tuo patto col diavolo avete parlato dei numeri 4-8-15-16-23-42?"

"Ma perché a me?"

***

"Si avvertono i gentili passeggeri che il volo 8125 sta per decollare. Vi preghiamo di sedervi e allacciare le cinture; le hosess e gli stuart saranno a vostra disposizione durante tutto il viaggio."

***

Passarono due lunghe ore, durante le quali né Emma né Kilian parlarono.
Alla fine fu Killian a parlare per primo.

"Allora, my Love, perché non provi a risponderealle domande su di me?"

"Oh, ahah, divertente. Lo so che è solo un altro modo per prendermi in giro; quindi. se proprio vuoi che io risponda a delle domande, chiedimi quando divorzieremo."

"Potrei anche chiederti perché la mente è governata da Disgusto."

"Da Disgust-la smetti di fare riferimenti a telefilm e cartoni?"

"Mpf, ignorante..."

"Ehy!"

***

"Okay, eccoci" disse Emma mentre l'aereo percorreva la pista d'atterraggio.
Mentre guardava dal finestrino, Killian gnotò una donna che saltava su e giù e un uomo che tenteva di tenerla ferma nello sapazio riservato alle attese.

"Swan, quelli sono i tuoi genitori?" chiese Killian con un sorrisetto.

Emma guardò dal finestrino e chiuse gli occhi esasperata.

"Oh, mio Dio..." fu l'unica cosa che disse.

***

"Emma!" gridò tutta felice sua madre.

"Sono così felice di vederti!"

"Si, mamma. Anch'io..."

"Emma..." disse piano suo padre, quasi temedno di pronunciare il suo nome.

"Papà" disse Emma mentre sorrideva felice abbracciandolo.

"Emma! Suvvia, presentaci il tuo ragazzo."

"Ehm, certo. Mamma, papà, lui è Killian; Killian, loro sono i miei genitori. Mary Maragaret e David."

"Puoi chiamarmi anche Snow, se vuoi... o mamma!"

"Uhm, eh, non credo che sia il caso Signor-Mary."

"Oh, sì, certo. Credo di aver corso un po' troppo. Comunque, dammi del tu, e a anche a David ovviamente."

"Certo..." confermò David.

"Forse era solo un'impressione di Killian, ma sentiva che David non era entusiasta quanto la moglie.

"Allora, qualcuno sa dirmi dov'è l'albergo?" chiese Killian.

"Ecco, in realtà noi abbiamo pensato ad una cosa" disse Mary Margaret prendendo sottobraccio David.

"Oh, poveri noi..." sussurrò Emma.

"Abbiamo fatto delle ricerche su di te, Killian, e siamo riusciti a contattare tuo zio, e pensate un po'! Ci ha pagato il viaggio per andare a casa tua Killian, così festeggeremo anche il compleanno di tua nonna!"

Emma sbiancò e Killian si sentì sprofondare llentamente nella disperazione più totale.

"Aw, vero, il compleanno di tua nonna, amore."

"Già..." disseKillian per poi avvicinarsi e sussurrare qualcosa ad Emma.
"Te l'avevo detto che il volo 815 portava sfortuna. Vedi? LOST non sbaglia."

"E quanti anni fa?" chiese David ad Emma.

"Novantasette" rispose invece Killian.
"Sì, novantasette anni portati perfettamente."

"Però tuo zio non ci ha detto dove abitate. Ha detto che avrebbe prenotato tutto lui e che ci avresti pensato tu a portarci" disse Mary Margaret.

"Giusto, dove abita la 'nonna'?" chiese David sempre rivolto ad Emma.

"Ehm, loro abitano... Ah, ma perché palro io? Dopotutto è la tua famiglia" disse Emma con una risata nervosa.

Dopo una breve pausa per riprendersi dallo shock, Killian rispose: "Sitka."

"Sitka" confermò Emma non avendo la più pallida ida di dove si trovasse.

"Alaska" terminò Killian.

"Ala-ahh- sì, Alaska. Andremo tutti in Alaska."

***

"I tuoi genitori non potevano farsi gli affari loro?" chiese Killian ad Emma in privato.

"E tuo zio non poteva evitare di invitarci a casa vostra? Che per giunta si trova in Alaska, IN ALASKA CAZZO."

"Che colpa ne ho io? Tu mi hai messo in questa situazione, quindi non dare la colpa a me o a mio zio Artù."

"Artù? Che diavolo di nome è? Già Killian era strano, ma Artù!"

"Artù è l'abbreviazione di Arthur, cose di famiglia. Lascia perdere."

"Va bene, ma perché la tua famiglia è in Alaska?"

"Perché forse vive lì? Genio."

"Secondo te cosa dobbiamo fare adesso? La cosa sta diventando seria."

"Ma va, prima di tutto organizziamo subito un'uscita tipo appuntamento per rendere felice i tuoi, poi continueremo la recita."

"Perché vuoi ancora recitare? Potresti mandarmi tutto a monte..."

"Ti ricordo che guadagno anch'io."

"Ah, già... torni a casa. Beh, sarà bello non averti più tre i piedi."

"Oh, ma per favore! Sono il miglior assistente che tu abbia mai avuto e che potrai mai avere, e poi sono l'unico a cui non hai fatto venire un esaurimento nervoso..."

"Tu mi farai venire un esaurimento nervoso"

"E tuo padre a me, sai credo proprio di non piacergli."

"Probabile, ma almeno non hai a che fare con la marina o la politica, in quel caso non ti avrebbe mai accettato."

"Sai, è consolante sentirsi dire queste cose."

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Capitolo 4
*** Sitka ***


~Sitka

"Quindi... Alaska per davvero, eh?" disse Emma prendendo uno dei due caffé che la barista le stava porgendo.
Alla fine erano andati in un bar per il loro "appuntamento", visto che il caffé da quelle parti era buono e il cibo dell'aereoporto... beh, era il cibo dell'aereoporto, quindi non era cibo.

"Sì, credevo l'avessimo chiarito ormai, dillo che non te l'aspettavi comunque" rispose Killian prendendo l'altro caffé.

"Proprio no... non mi hai mai dato motivo di credere che tu vivessi lì."

"Oh, sai, non ho avuto molte vacanze negli ultimi tre anni."

"Il tuo sarcasmo riesce sempre a rendderti insopportabile."

"Grazie."

"Non era un complimento..."

"Lo so."

***

"Allora, decidiamo i posti in aereo" disse Mary Margaret, "Io vorrei conoscere un po' meglio Killian!"

"Mamma..." iniziò Killian.

"No, tua madre ha ragione, però vorrei essere io a stare accanto a Killian" disse David.

"Ma papà-"

"Problemi forse?" chiese David.

"No, certo che no."

***

"Allora, Killian, da quanto tempo tu ed Emma state insieme?" chiese David.

"Un anno... e sei mesi."

"Mh, mi dispiace che Emma non vi abbia detto nulla. Ma mi pare di aver capito che neanche tu abbia detto nulla alla mia famiglia, sbaglio?"

"Oh, sai David, io non parlo molto con la mia famiglia."

"Mi dispiace, non lo sapevo."

"Figurati,  per quello che vale."

Il viaggio continuò con David e Killian che 'giocavano' a domande e risposte mentre Emma li osservava dal suo sedile turbata

***

"Stiamo arrivando a Juneau" disse Killian rivolto ad Emma e Mary Margaret.

"Jeneau? Non andavamo a Sitka?" chiese Mary Margaret.

"Infatti. Ma per arrivarci dobbiamo prendere un aereo più... uhm, leggermente scomodo."

"Nel senso?" chiese Emma.

"In quel senso" rispose Killian indicando fuori dal finestrino.

Emma si girò a guardare e vide un piccolo aereo per all'incirca quaranta persone.

"Stai scherzando? Quello non si può neanche definire aereo!"

"Beh, o quello o vai a piedi, che vogliamo fare?"

***

"Lo vedi? Mica era tanto male il viaggio."

"Esci subito da questo trabiccolo o ti ci spingo fuori a calci..."

Dopo che i bagagli furono presi e tutti furono scesi dall'aereo, si diressero nella zona attese con solo tre donne ad aspettare.

"Killian! Killian!" lo chiamò una di queste con i capelli castani e delle extension rosse.

"Ruby, cugina-amica-compagna, ciao! Come stai?"

"Bene, bene, non sono io ad aver fatto il topo di città per tre anni!"

"Il 'topo di città', come lo chiami tu, ha risolto casi più interessanti di 'Smarrita una civetta'."

"Era un allocco, pretendo rispetto! Piuttosto, non ti stai scordando di presentarci qualcuno?"

"Certamente. Ruby, Elsa, nonna, loro sono Emma e i suoi genitori, Mary Margaret e David."

"Okay, okay, fate largo, prima le persone importanti, senza offesa ragazze. Io sono Nonna Granny, la nonna di questi tre esseri, tu sei Emma! Come preferisci essere chiamata, Emma o la Signora di Satana? Abbiamo sentito entrambi le versioni e-"

"Okay, basta così, nonna" intervenne la ragazza bionda.
"Io sono Elsa e ora sarebbe meglio andare a casa. Venite."

***

"Scusate e ci dividiamo in due macchine, ma siamo un po' troppi" si scusò Elsa.

"Oh, ma certo, non c'è problema" disse Mary Margaret.

"Allora, David, Mary Margaret, venite con me e Graham?" chiese Ruby.

"Ma certo... Chi è Graham?"

"Il suo ragazzo!" disse Killian ad alta voce.

"Ma smettila! Si tratta dello sceriffo, lavoriamo insieme ed è il mio migliore amico."

"Sisi, dicono tutti così" disse Killian riuscendo a far ridere tutti.

***

Durante il tregitto Emma vide molti negozi diversi, nessuno simile all'altro se non per il nome dei proprietari: Jones.
Pasticceria Jones, libreria Jones, ristorante Jones, ecc...
Addirittura una scuola media portava questo nome.

Emma lanciò un'occhiata al borsone di Killian e notò che in un angolo vi era scritto: K. Jones.

"Pss, Killian" lo chiamò Emma sussurrando.
"Killian... Killian!"
Non riuscendo a sentirla, Killian rimase a guardare dall'altra parte, così Emma gli lanciò contro la sua bosa.

"Ahi! Che c'è?! Che problemi hai?"

"Tesoro, non mi avevi detto degli affari di famiglia."

"Probabilmente per modestia, cara" intervenne Granny.

"Siamo arrivati" disse invece Elsa.

"Ma... siamo al porto. Credevo andassimo in albergo" disse Emma.

"Assolutamente no! Chi è della famiglia non dorme in albergo" le rispose Granny.

"Va bene. Ma perché siamo al porto?"

"Diciamo che per arrivare a casa dobbiamo prendere una barca" disse Killian scendendo dall'auto e prendendo le valigie.

Dopo che tutti furono scesi dall'auto, scesero la scaletta per arrivare alle barche.

"Killian, aiuta Emma con la sua valigia" disse Elsa.

"Oh, io vorrei tanto, ma a lei piace fare tutto da sola, sapete, è una femminista."

"Ah, strano... con quelle scarpe."

***

"Su, scendi" disse Killian mentre scendeva la scala.

"Non posso" rispose Emma.

"Perché non puoi?"

"Lo sai che non so nuotare."

"Ergo: Abemus Barcam. Dai, scendi, non ti preoccupare, c'è la mia mano pronta a prenderti."

Emma si fece forza e passò la sua borsa a Killian, che la prese e gettò sulla barca, senza troppa gentilezza.
Poi scese molto lentamente le scale, con difficoltà a causa dei tacchi.

"Killian? Sei dietro di me, vero?"

"Sì, ci sono io. Non ti preoccupare, scendi, scendi, okay... qui c'è la mia mano."

"Sì, la sento. Levala dal mio fondoschiena... subito."

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Capitolo 5
*** Casa Jones ***


~Casa

Passò un quarto d'ora ed Emma dovette ammettere che Killian sapeva il fatto suo per quanto riguardava la navigazione, non si aspettava proprio che sapesse anche navigare.
Elsa era molto simpatica, Emma era quasi sicura che fosse incinta, la pancia si vedeva a poco ma era chiaro cosa fosse. Le raccontò un po' della famiglia Jones e del fatto che ognuno di loro avesse la scelta del proprio futuro.

"Aspetta, quindi voi non seguite le tradizioni o cose simili?"

"No, ognuno di noi può scegliere cosa fare. Per esempio: Ruby adora gli animali e la natura quindi fa la guardia caccia, Killian ama navigare e risolvere misteri e lo fa, Granny ha sempre avuto una strana passione per i bed&breakfast e ne dirige tutt'ora uno."

"E tu cosa fai?"

"Io pattino sul ghiaccio a livello professionale e sono un'istruttrice. Ma, scusa se te lo chiedo, tu sei il capo di Killian a lavoro? Cioè, sei il suo superiore?"

"Sì, ma non per questo sono riuscita a fargli abbassare la cresta."

"Figurati, sarei sorpresa se ci fossi riuscita."

"Se avete finito di prendermi in giro, saremmo arrivati" disse Killian girando la barca.
Appena  la barca virò, Emma vide la casa dei Jones, che più che una casa era una villa.

"Quella è casa vostra? Ma chi diavolo siete?"

***

"Perché non mi hai mai detto di essere ricco?" chiese Emma attraversando il molo che conduceva alla villa.

"Errore, io non sono ricco, la mia famiglia è ricca."

"Classica frase da ragazzo ricco..."

***

Appena Elsa aprì la porta di casa l'unica cosa che Emma sentì fu un enorme "Sorpresa!" che le regalò un mezzo infarto.
C'erano un sacco di persone che Emma non conosceva tranne i suoi genitori ovviamente, e temeva che fosse tutta la famiglia di Killian, perché se lo fosse stata facevano davvero figli come conigli.

"Elsa? Che avete fatto?" chiese Killian shockato.

"Una piccola festa di bentornato/benvenuti/fidanzameno per te e la famiglia di Emma!" disse una donna con i capelli lunghi ondulati e castani.
"Killian!" disse poi sorridendo e allargando le braccia per stringere Killian.

"Ah, la mia zia preferita..."

"Tu sei Emma, ho già avuto il piacere di conoscere i tuoi genitori. Io sono Ginevra, la zia di Killian."

"Piacere mio; che bella casa..."

"Grazie tesoro, per noi la casa è un luogo sacro."

Descrizione perfetta di ciò che Emma non definiva casa. Per lei era solo un posto in cui dormire e mangiare, non serviva ad altro.

"Allora, la famiglia è ansiosa di conoscere te e i tuoi genitori, Emma, se hai fame ci sono i camerieri o il buffet" disse Ruby.

"Ah, le mie donne!" disse Killian prendendo sottobraccio Elsa e Ginevra che a loro volta presero sottobraccio Ruby e Granny.

Emma si ritrovò da sola. Non poteva certo andare dai suoi genitori, erano imbarazzanti ed erano anche piuttosto presi a parlare con un uomo. Doveva essere cordiale, quindi niente cellulare e asocialità.
Di conseguenza andò nel salone dove Killian stava parlando con alcune persone.

'Oh, wow, allora ha degli amici che lo tollerano' pensò Emma avvicinandosi.

"Quindi hai avuto il piacere conoscere miss De Vil, eh? Dimmi che l'avete sbattuta in gattile!" disse un uomo con un foulard al collo..

"Pff, ce l'avevi davvero tanto con lei, vero Jeff?" lo prese in giro Killian.

"Certo che sì, era un'assassina rapitrice di cani, e poi tentava di sabotarmi ad ogni sfilata... e non chiamarmi Jeff."

"Jeff ha ragione, Killian, non chiamare Jeff con il nomignolo di 'Jeff'. Oh, scusa, Jeffy" disse Ruby.

"Taci, Redhead" disse lui fancedole spegnere il sorriso.

"Non chiamarmi Redhead" disse Ruby scandendo ogni singola parola.

"Oh, ciao Emma. Viene, unisciti a me, Jeff e Redhead" disse Killian psanso il bicchiere che aveva in mano sul tavolino accanto a lui.
Ruby e Jefferson lo guadarono in cagnesco per poi dire insieme:
"Zitto, Killy."

"Ugh, ogni volta che dite quel nome è un colpo al cuore" disse lui portandosi la mano destra al cuore.
Emma notò che Killian non aveva mai usato la la mano sinistra da quando stavano insieme, anzi da quando lo conosceva... ma forse era solo una sua impressione.

"Killy, eh? Non pensavo che qualcuno ti chiamasse così... cioè, a parte me, amore" aggiuse pensando fosse meglio per far credere in un vero rapporto.

"Killian, tuo zio vuole parlarti" disse Ginevra apparendo sulla soglia della porta della stanza accanto.

Ginevra era tremendamente seria, e anche Ruby e Jefferson avevano smesso di stuzzicarsi.

"Arrivo subito. Emma, tu parla con Jeff, sono sicuro che pprezzerà i tuoi giacchetti di pelle."

"Giacche di pelle? Vieni, vieni, e già che ci siamo: ti piacciano i cappelli?"

***

"Artù?" lo chiamò Killian chiudendo la porta.

"Una volta mi chiamavi zio..." disse Artù seduto su una poltrona.

"Una volta, le cose cambiano... e non sempre in meglio."

"Vedo. Vorrei parlarti... di Emma."

"Di che dovremmo parlare?"

"Lasciala."

***

"Quindi sei uno stilista?" chiese Emma a Jefferson.

"Sì, e ora che Cruella se n'è andata posso essere uno dei migliori."

"Continua a sognare, signorina..." disse Ruby bevendo dello champagne dal suo bicchiere.

"Signora. Se mi devi insultare almeno fallo bene, ricordati del mio matrimonio."

"Oh, sei sposato?" domandò Emma.

"Lo ero, lei è morta un bel po' di tempo fa..."

"Ah, mi dispiace, non ne avevo idea..."

"Non ti preoccupare, e poi ho una figlia che mi ricorda che non sono solo."

"E la famiglia non conta più niente? Grazie, Jeffy, grazie" disse Ruby.

"Mpf, zitta Licantropa. Comunque è quella fuori in giardino, sta giocando con il cane" disse Jefferson indicando fuori dalla finestra.

Emma guardò dove le era stato indicato e vide un'adorabile bambina con dei lunghi capelli che giocava con un volpino.

"E' adorabile... il cane un po' meno."

"Non ti piacciono i cani?" chiese Jefferson.

"Non mi fanno impazzire, meglio un bel gatto per me."

"Se non ti piacciono i cani perché parli con Jeff?" domandò seria Ruby.

"Oh, ma come sei simpatica" rispose Jefferson per poi rimettersi a battibbeccare con lei.

Emma si distrasse sentendo la voce di Killian. Aveva sempre avuto un udito fine e spesso sentiva cose che gli altri non sentivano.

***

"Come scusa?"

"Killian, non so perché tu ti sia fidanzato adesso dopo tutto questo tempo e ora ti vuoi addirittura sposare senza dire niente a nessuno. Perché lo fai?"

"Quello che faccio sono affari miei."

"E del tuo tutore. Hai odiato quella donna per anni e mi è giunta voce che state insieme per fini personali. Lo sai che nella nostra dìfamiglia l'amore è una fra le cose più importanti... insieme alla famiglia."

"Te l'ha detto Sidney Glass, vero? E' un giornalista che non è riuscito ad ottenere un'intervista con Emma e con una cliente, aveva tutti i motivi per mentire, usa il cdervello ogni tanto, è tuo amico."

"Killian, possiamo sistemare tutto, smettila di comportarti così, credi che il passato sia colpa mia? Credi che abbia desiderato quello che è accaduto?"

"Non ho mai detto questo questo. Senti, la situazione è questa: io ed Emma siamo due persone che non si sarebbero dovute innamorare, ma è successo e non volevamo che a lavoro lo sapessero perché temevamo potessero pensare male e questo è tutto. Ci vediamo alla festa" disse Killian per poi uscire e sbattere la porta.

***

"Ah, sì? Io almeno ho un minimo di cervello per capire che in Alaska non si gira in pantaloncini corti!" disse Jefferson a Ruby mentre continuavano a stuzzicarsi.

"Killian" li interruppe Emma chiamandolo.
"Tutto bene?"

"Sì, nessun problema."

"Allora Killian, perché non ci racconti come hai chiesto ad Emma di sposarti?" chiese il suo amico Will smettendo di parlare con una ragazza bionda.

"Non credo che sia una storia interessante. Torna a parlare con Anastasia."

"Nono, anch'io. In realtà, credo che tutti vogliano sentire questa storia, a maggior ragione ora che ci sono i genitori de Emma e tuoi zii. Così magari Will prende nota su come chiederlo a me..." intervenne Anastasia.

"Cosa?!" chiese Will.

"Certo. Sapete una cosa? Questa storia adora raccontarla Emma. Vai, tesoro, racconta."

"Eh? Sì, certo. Racconto io."
Prima di mettersi al centro della stanza per raccontare, Emma sussurrrò a Killian: "Sei peggio di Sawyer..."

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Capitolo 6
*** Primo Bacio ***


~Primo Bacio

"Allora... da dove cominciare?" disse nervosa Emma, ritrovatasi ad improvvisare il giorno nel quale Killian chiese di sposarla.
"Beh, avevo appena finito un'insopportabile giornata di lavoro, stavo andando a casa quando, aprendo il cassetto della mia scrivania, trovai una scatolina con sopra la frase "Il mio unico, vero Amore è qui".  La scatolina era di legno di ciliegio scuro come piace a me, ed aveva il profumo di cannella, che è il mio profumo preferito, così ero convinta che fosse per me.
Allora aprì la scatola e ne usciro mille piccoli cuoricinicon dentro l'iimmagine di un cigno, erano fatti a mano.
Ero sconvolta, l'aveva fatto per me? Mi sentivo la persona più felice del mondo, allora guardai se ci fosse qualcosa sotto i cuori, e c'era un-"

"Bel niente!" disse Killlian.

"Ma come? Andiamo, ma ti pare modo? Razza di pecora..." gridò Granny.

"Già..." disse Emma, "Così guardai meglio, e vi trovai la ricevuta di un biglietto aereo... di sola andata per Juneau. A quel punto pensai che Killian avesse un'amante, visto che non aveva chiesto giorni di permesso e non mi aveva detto niente. Certo, è stato uno shock, ma decisi di andare lo stesso in aereoporto per scoprire la verità e lì... lì c'era Killian, in ginocchio, con delle rose rosse, come quella del nostro primo appuntamento, con le lacrime agli occhi mi chiese-"

"Emma, vuoi sposarmi e lei ha detto di sì, fine storia" intervenne Killian.

"Aw, ora va meglio, che dolce il mio nipotino..." disse orgogliosa Granny.

"Ci vuole un bacio!" disse Graham abbracciando Ruby.

"Non credo sia il caso..." cercò di dire Killian.

"Oh, andiamo" Baciala, baciala, baciala..." disse Granny incitando tutti gli altri a dire lo stesso.

"Va bene, va bene, facciamolo..." disse Emma a Killian.

"E va bene, ecco" disse Killian dandole un veloce e leggero bacio sulle labbra.

"Oh, ma va, un bacio vero!" disse Mary Margaret, David non sembrava dello stesso parere.

"Okay..." disse Killia.
Il suo viso e quello di Emma si avvicinarono fino a sfiorarsi il naso, poi presero coraggio e fecero cambaciare le loro labbra per quella che sembrava un'eternità. Una piacevole eternità...

"Ecco, ci voleva tanto? Che dolci!" disse Ginevra stringendosi a Mary Margaret, non si capiva quale delle due fosse più eccitata.

***

Una volta che la festa terminò e gli inviatati se ne furono andati, Ginevra, Artù e Granny accompagnarono gli ospiti nelle loro stanze.
Mary Margaret e David avrebbero dormito in una camera accanto a quella di Ginevra e Artù, mentre Emma aveva una camera alla fine del corridoio con vista sul mare.
Sarebbe stato carino farci un bagno se non fosse stato il mare gelido dell'Alaska, dopottutto Emma aveva sempre amato il mare.

"Emma, tu starai qua" disse Ginevra.

" Grazie, è una bellissima camera... Dove dorme Killian?" chiese Emma guardandosi intorno.

"Tesoro, vuoi davvero farci credere che non l'avete fatto? Io sarò pure vecchia, ma non sono stupida..." disse Granny.

"Oh, certo, naturale..."

"Nell'armadio ci sono gli asciugamani e le copert, mentre di qua c'è il bagno. E se la notte sentite 'freddo' potete usare questa coperta qui, ha poteri speciali..." disse Granny porgendo ad Emma la coperta in questione.

"Davvero? Che poteri ha?"

"Noi la chiamiamo: la porta-cicogne."

"Okay, grazie, buonanotte!" disse velocemnete Emma in imbarazzo.

***

"Non stai guardando, vero?" chiese Emma dal bagno.

"No. Esci, è un pigiama, non è la fine del mondo" disse Killian esasperato.

"Okay..." disse Emma, poi uscì dal bagno e camminò velocemente verso il letto mettendosi sotto le coperte.

"Ti sei portata davvero quel pigiama per dormire in Alsaka?"" chiese Killian, facendo riferimento al pigima più che estivo di Emma.
"Menomale che la casa ha i riscaldamenti..."

"Avevi detto che non stavi guardando, hai mentito, schifo!" disse Emma lanciandogli contro uno dei cuscini del letto.

"Mentivo anche quando dicevo che il tuo pranzo era biologico, principessa. Grazie del cuscino comunque, passamene un altro e la porta-cicogne" rispose Killian sistemando una coperta sul tappeto per terra.

"Vuoi dormire sul pavimento? Seriamente? E poi perché la porta-cicogne? Non vorrei dirtelo,ma per fare un figlio serve anche una donna."

"Ma va? Perché, prefersci dormire insieme?"

"Sì, forse è meglio se dormi per terra. Non starai scomodo?"

"Credimi, ho sopportato di peggio."

"Tipo?"

"Tipo sentire te gridare tutta la notte come un'assatanata in ufficio, mentre cercavo di dormire sui tavoli della sala bar, e credimi, quelli sì che sono scomodi."

""Non è mia se considero il lavoro una priorità, sei tu quello che-"

"Buonanotte, Emma."

"Buonanotte..." disse Emma capendo che Killian non aveva voglia di dicutere.

Emma capì anche che dormire in Alaska non era facile.
Punto uno perché si ritrovava con una persona odiosa nella stessa stanza a dormire.
Punto due perché  uella persona dormiva a solo un mentro di distanza da lei.
Punto tre perché c'era quella dannatissima luce tutto il giorno.
Ma perché in Alaska doveva esserci sempre luce?!

"Beh, non credo che riuscirò a dormire con questa luc-" senza che Emma riuscisse a finire la frase, Killian prese un telecomando e schicciò un pulsante che fece abbassare tutte le serrende alle finestre.

"Ah. Grazie..."

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Capitolo 7
*** Vincere e Perdere ***


~Vincere e Perdere

Emma si svegliò alle 07:00 a causa della stramaledetta suoneria del telefono sperando di essere ancora a casa sua.

-Mh, chi è?- chiese rispondendo al cellulare.

-L'unico con il permesso di chiamarti a quest'ora; August.-

-Oh, cielo, August, sono così felice di sentirti. Salvami, non posso farcela, la mia famiglia e quella di Killian stanno pensando di unirsi per sempre, mia madre e sua zia sembrano la stessa persona, sua nonna assomiglia ad una maniaca, ha un botto di cugini e-

"SWAN, diamine! Parla a bassa voce o cambia stanza. Non voglio sentire le tue lamentele anche mentre faccio la doccia!" gridò Killian dal bagno.

"Colpa tua che ti sei svegliato così presto! Vado in giardino!"

"Divertiti e vedi di restarci!"

***

-Ti dicevo: ha una famiglia che sembra non finire mai, ma da dove li ha tirati fuori tutti questi cugini?! E come se non bastasse hanno un cane...-

-Ti piace proprio la famiglia di Killian, eh? Dai, ci sarà qualcuno che ti sta almeno un po' simpatico.-

-Beh, sì, tre dei suoi cugini, una credo che sia incinta, l'altra è fidanzata e l'ultimo ha una figlia.-

-Wow, hai ragione, si danno davvero da fare...-

-Comunque, non credo che tu mi abbia chiamata per questo.-

-No, infatti. Sappiamo dov'è Gold ma è armato e crediamo abbia dei complici con lui...-

-Uhm, fate quello che è necessario, se dovesse succedere qualcosa fate fuoco senza scrupoli.-

-Sì, Emma. Buona fortuna.-

-Anche a te...-

***

"Emma, vieni con noi? Stiamo andando a fare colazione in città, tutte le persone importanti della casa! E Killian" disse Elsa vedendola rientrare in casa.

"Avete sterminato tutti i ragazzi?"

"Nah, magari, solo che gli piace molto dormire; Killian è l'unico che si alza presto."

"Allora andranno d'amore e d'accordo con i miei genitori... Comunque sì, vengo anch'io."

"Fantastico!"

***

"Vedrai, Ingrid fa il gelato migliore della città! Forse solo Elsa arriva al suo livello" disse Ruby ad Emma mentre Elsa e Ginevra ordinavano per tutte.

"Elsa fa molte cose, non credevo cucinasse anche" rispose Emma sinceramente colpita.

"Sì, è una persona meravigliosa, sono stata felicissima quando si è unita alla famiglia."

"Aspetta, lei non è davvero vostra cugina?" chiese Emma confusa.

"No, per noi è una cugina acquisita, con Killian hanno un rapporto stupendo, si intendono subito. A volte li hanno creduti fidanzati, non te l'ha detto?"

Killian con Elsa? Nah, non era possibile. Però... stava a casa loro senza essere davvero imparentata, aveva un bel rapporto con Killian... ed era incinta, cavolo!

'Ma a me cosa importa? Dopotutto è la sua vita, può fare quello che vuole. E poi mica siamo fidanzati per davvero, appena divorziamo è liberissimo di stare con tutte le donne che vuole e sparire dalla mia vita. Tanto sono sicura che non faticherà a trovarsene una, lui e quel suo stupido modo di fare, la sua ironia, il suo sopracciglio e i ciuffetti di capelli che gli si formano sulla fronte quando è sudato...' pensava e ripensava Emma per tutta la colazione.

***

"Mi sembra che la colazione sia andata bene, piaci a tutte le ragazze della famiglia..." disse Killian ad Emma una volta tornati a casa.

"Sì, hai ragione" disse Emma indifferente.

"Oh, ci risiamo, conosco quel tono, che ho fatto adesso?" chiese Killian esasperato.

"Niente... quindi Elsa non è tua cugina."

"No."

"Ed è incinta..."

"Dio, ho capito dove vuoi andare a parare. Lasciami dire solo che-"

"Non mi devi dire proprio niente, puoi fare quello che vuoi, ma potevi almeno avvertirm-"

"E' mia cognata" disse Killian interrompendola.

"Come?" chiese Emma dopo un attimo di silenzio.

"Lei... è mia cognata."

"Tu... come fai ad avere una cognata se non hai un fratello?"

"Ce l'ho, ma non è qui."

"Mh, quindi solo cognata?"

"Ovvio."

"Ah."

***

"Credevi davvero che Elsa ed io avessimo una storia?" chiese Killian sussurrando ad Emma verso la fine del pranzo.

"Che vuoi che ti dica? E' una bellissima ragazza" rispose Emma sperando che Killian non notasse il suo imbarazzo in quel momento.

"Lo so benissimo, ma... ugh."

"Quindi, dov'è tuo fratello?" chiese Emma cercando di cambiare argomento.

"Non c'è, ti basti sapere questo."

La loro conversazione venne interrotta dallo squillo del cellulare di Emma.

"Scusatemi, è una chiamata di lavoro, un caso urgente."

"Figurati cara, vai" disse Ginevra stringendo la mano del marito.

***

-Pronto? August?-

-No, capitano, sono Robin.-

-Robin, perché mi stai chiamando e, soprattutto, perché con il telefono di August?-

-Abbiamo portato a termine il caso Gold.-

-Arriva al punto.-

-Beh, Gold è morto, e con lui... August. Capitano Swan? E' ancora lì? Mi ha sentito?-

-Ho sentito Robin, grazie per aver chiamato.-

-Si sente bene?-

-Sì, sto bene. Ascoltami: prendi il posto di August, chiudi l'agenzia per un giorno, organizza una veglia, andate tutti al suo funerale e sii tu a dare la notizia al padre. Intesi?-

-Sì, chiaro. Capitano... mi dispiace.-

-Anche a me... stai vicino a Regina, so che hai una storia con lei.-
Dopodiché, Emma chiuse la telfonata e osservò lo schermo del cellulare in modo quasi apatico.

"Fottiti!" gridò lanciando il telefono nel laghetto del giardino.

In quel momento Killian uscì per vedere cosa stesse succedendo.

"Emma? Che che c'è? Che è successo? Emma, no... no, vieni qui, vieni" le disse Killian abbracciandola.

"August è morto..." disse piano Emma sperando di riuscere a smettere di piangere.
"Era il mio migliore amico..."

"Lo so, lo so... so come ti senti."

"Non è vero, tu non sai cosa significhi perdere una delle persone alle quale tenevi di più al mondo. Io non sono abituata a perdere."

"Esattamente, tu sei abituata a vincere, ma non sei un vero capo finché non perdi... Io ho perso, ma non ho ancora vinto, tu vuoi vincere?"

"Sì..."

Killian la strinse più forte a sé e le diede un bacio sulla fronte.
"You had a bad day.
You're taking one down.
You sing a sad song just to turn it around."

"You say you don't know.
You tell me don't lie.
You work at a smile and you go for a ride" si unì piano Emma.

"Emma, non vorrei che fraintendessi, ma sei davvero bella."

Emma sorrise a quella affermazione, nessuno le aveva mai detto di essere bella, almeno non in quel modo.

"Penso che ti serva un nuovo telefono, sarà difficile utilizzare quello che avevi prima se stanno giocando i cigni nel lao.
Domani andremo in città a prenderne uno nuovo con la stessa sim, va bene?"

"Va bene... Killian?"

"Dimmi."

"Tu hai perso?"

"Sì, ma questa è un'altra storia, torniamo dentro."

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Capitolo 8
*** Un po' di Noi ***


~~Un po’ di Noi

"Killian, ti sarei molto grata se dimenticassimo quello che è successo oggi" disse Emma mentre si preparava per la notte.

"Sei sicura?"

"Sì, non credere che cambi qualcosa tra di noi."

"Ma certo, non sia mai che qualcuno ti veda come una persona dolce. E' un bene che conosca molto di te, almeno riusciremo a salvare le apparenze per un po'. Buonanotte." le rispose irritato sistemandosi sul tappeto.

Dopo un momento di riflessione Emma disse: "Una piuma."

"Come, scusa?"

"Il mio tatuaggio, è una piuma, si trova sulla spalla destra, l'ho fatto dopo che il mio ragazzo mi ha lasciata, per ricordarmi che non ho bisogno di nessuno.
Mh, i miei libri preferiti sono 'Il Principe della Nebbia' e 'Bianca come il Latte, Rossa come il Sangue', li rileggo ogni Natale.
Il primo concerto al quale sono andata è stato quello dei Chumbawamba... e non vado a letto con un uomo da quasi due anni.
Ci sono sicuramente un sacco di altre cose da dire, ma al momento non mi viene in mente altro..."

“Davvero non fai sesso da due anni?”

“È l’unica cosa che hai sentito? Come fai a smontare i momenti più dolci, è una capacità invidiabile.”

"Chi sono i Chumba... chamba...?"

"I Chuambawamba? Sono quelli che cantavano 'I get knocked down' nel '97."

"Mh, non li conosco."

"Aspetta, faceva così:
I get knocked down, but I get up again, you never going to keep me down."

"Scherzavo, li conosco, ero fissato con quella canzone, volevo solo sentirtela cantare...
He drinks a whisky drink" continuò Killian.

"He drinks a vodka drink."

"He drinks a lager drink."

"He drinks a cinder drinks, he sing the songs that remind him of the good times, he sing the songs that remid him of the better times."

"Eddai, mi hai dato la parte della ragazza! Secondo te io come ci arrivo?"

"Sarebbe carino vederti cantare come una ragazzina. Okay, io ti ho un po' di me, ora io voglio sapere di te."

"Di me? Non c'è molto da sapere... almeno niente di interessante. Sono un nerd che quando ha del tempo libero tenta di recuperare serie TV, adoro i comicics, le fiere nerd e i comic con... ho una strana fissa per i gadget imbarazzanti, soprattutto di Doctor Who.
È così ti ho riassunto la mia vita.”

“Tutto qui? Nient’altro? Nah, non ti credo. Avanti, cosa facevi prima di venire a lavorare all’agenzia?”

“Niente di che... marina.”

“Ah, certo, solo la marina, niente di che. Cosa facevi?”

“Facevo il tenente, va bene?” chiese evidentemente innervosito dall’insistenza di Emma.

“Carica piuttosto alta... quindi sei andato in missione, sorprendente; dove?”

“Iraq, sono stato in Iraq per quattro anni.”

“E perché hai mollato?”

“Perché ho perso troppe persone.”

“La guerra è così...”

“Cazzo, Swan, lo so come funziona la guerra, ci sono stato, sono io ad aver perso compagni, amici e parenti!”

“Scusa... non volevo...” disse Emma dopo sgradevoli minuti di tensione.

“Mio fratello era in marina con me, il mio capitano, vorrei dirti in quale battaglione, ma poi dovrei ucciderti... comunque, eravamo stati trasferiti in una base più vicina ai villaggi centrali, per avere un controllo migliore.
In uno di quei villaggi c’era questa donna, Milah, con la quale c’era molta sintonia... Alla fine ci innamorammo, ma un giorno gli aerei cominciarono a bombardare il suo villaggio e quando arrivammo mi prcipitai verso la sua casa, ma mio fratello non me lo permise, ed entrò lui al mio posto a cercarla. Appena entrò la casa saltò in aria... non era rimasto praticamente niente di loro...
Scusa, non riesco a prendere sonno” disse infine alzandosi e lasciando la stanza, lasciando Emma.

***

Erano passate tre ore da quando Killian se n’era andato, ormai erano le 02:00 così Emma decise di andare a cercarlo.
Scendere le scale di legno senza fare rumore era assai difficile, ma con un po’ di pazienza le superò e si diresse verso il salotto, ma si fermò quando vide che nella stanza c’era Elsa e non Killian.
Stava... parlando da sola? No, non da sola, con il bambino.

“... ed era coraggioso, molto coraggioso. Ehy, che c’è? Hai il singhiozzo? Sai che anche papà aveva sempre il singhiozzo?”

“Allora proviamo a trattanere il fiato, me l’ha insegnato papà, copia lo zio” disse Killian entrando nel salotto dal lato della cucina mentre si avvicinava alla poltrona dov’era Elsa.
“Prendi un bel respiro e trattieni il fiato, così” continuò imitando il movimento che aveva descritto. “Lo fa anche la mamma; uno, due e tre.”

Tutti e due trattennero il fiato per circa trenta secondi e quando ricominciarono a respirare il bambino non aveva più il singhiozzo.

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Capitolo 9
*** Stupido Cane ***


Stupido cane.
 

Erano le 07:00 quando qualcuno bussò alla porta della camera di Emma e Killian svegliandoli.
“Possiamo entrare? Siete presentabili?” chiese Ginevra dall’altra parte della porta.

“Probabilmente no...” si intromise Granny.

“Sì, sì, solo un momento” rispose Emma in preda all’ansia.
“Killian, devono entrare, vieni qui, veloce” gli disse tirandogli un cuscino in faccia.

“Sì, li sento...” le rispose lui calmo prendendo il cuscino e le coperte portendandole sul letto.
Nel frattempo Emma si spostò dal centro del letto al lato destro togliendosi le cespette mattutine e stirandosi un po’ la pelle del volto.

“No, la porta-cicogne no!” gli disse Emma lanciando la coperta su una poltrona.

“Ti sei stirata la pelle?” le chiese Killian sistemandosi a letto.

“No, che domande... che cacchio fai?!”

“È così che in genere si mettono i maschi la mattina” le spiegò in modo ironico Killian.

“E perché? Ahh...” si rispose da sola vedendo l’espressione sul volto di Killian.

“Stiamo entrando!” disse Mary Margaret aprendo la porta e facendo entrare tutta la combriccola composta dai genitori di Emma, gli zii di Killian, Elsa, Ruby e Granny.

“Ehy, ciao” disse Emma con la risata più finta che Killian avesse mai sentito.

“Stavamo pensando, se vi sposaste subito? Qui?” chiese Ruby.

“Come? Ma no, cioé, c’è il compleanno della nonna, non vogliamo rubarle la scena” tentò di dire Emma.

“Sciocchezze, ho festeggiato novantasei compleanni, ora voglio vedere il matrimonio del mio nipotino. Lo farete?” chiese Granny con aria innocente.

“Eh, beh, in realtà...” borbottarono insieme Killian ed Emma.

“Prima che la vostra povera nonna muoia di infarto?” continuò Granny.

“Okay! Va bene, non pensiamo agli infarti, ci sposiamo, d’accordo” disse velocemente Emma.

“Perfetto! Andiamo ad organizzare le cose allora!” disse allegramente Mary Margaret facendo uscire tutti dalla stanza.

Dopo cinque minuti di imbarazzante silenzio, Killian si alzò dal letto.
“Beh, io credo che andrò a fare colazione.”

“Io mi faccio una doccia. Ci vediamo dopo...”

***

Dopo che Emma terminò la doccia, si trovò di fronte ad uno dei dilemmi peggiori della vita: dove diavolo era l’accappatoio?
Dov’era, dov’era, dov’era?
Nell’armadio. Fuori dal bagno. Nella camera da letto. Era ovvio.

‘Va bene, Swan. Basterà uscire rapidamente, prendere l’asciugamano e tornare velocemente in bagno.’

Il piano era semplice, ma appena Emma aprì la porta si ritrovò davanti un piccolo, peloso, fastidioso volpino.

“E tu che ci fai qua? Levati, devo passare”, ma il cane non si spostò di una virgola, anzi le ‘salto addosso’ iniziando ad abbaiare.

“Oh, mio Dio! Sta giù, non ti avvicinare, sottospecie di topo pellicciato. Va bene, vediamo se ti piace il fono” disse prendendo il fono e puntandolo contro al cane, che per tutta risposta si accucciò per terra sul tappetino davanti alla porta godendosi il calduccio.
“Ah, ti piace. Okay, e allora tu stai in bagno” borbottò prendendo il tappetino dove stava seduto il volpino e trascinandolo in bagno.

Appena Emma si girò, andò a sbattere contro qualcosa chiamato Killian e trascinandolo per terra finendolgli addosso.

“Oh, mio Dio, ma sei nuda!”

“Anche tu! Perché?!”

“Stavo andando a farmi la doccia, sono venti minuti che non sento più l’acqua scorrere, credevo fossi a fare colazione!”

“Ti prego, dimmi che quello è il tuo ginocchio...”

“Come fa ad essere il mio ginocchio? Okay, ho un’idea, io chiudo gli occhi e tu corri velocemente a letto e ti copri con le coperte.”

“Vado.”
Dopo una rapida corsa verso il letto, cercò di tirarsi le coperte addosso, ma il nervosismo del momento le fece tirare metà del letto oltre le lenzuola mentre Killian si rifugiava in bagno.

“Perché sei nuda? Esiste una cosa chiamata accappatoio!”

“Io- è colpa del tuo cane! Mi ha assalita e mi ero dimenticata l’asciugamano e-“

“Cosa c’entra Spugna?!” chiese Killian  facendo  uscire il cane dal bagno.

“È selvaggio! Guardalo!” rispose Emma indicando Spugna che stava uscendo dalla porta.

“Oh, certo, hai notato anche tu il dente assassino della bestia?!” chiese ironicamente chiundendo il bagno a chiave.

***

Dopo essersi calmata e vestita, Emma uscì nel giardino per una passeggiata, ma quando vide una bicicletta non potè fare a meno di farci un giro.
Decise di spingersi oltre i giardino e si diresse verso il bosco, ma non essendo abituata al terreno scosceso e non battuto perse il controllo della bici che iniziò a prendere velocità.

Dopo un paio di preghiere ed imprecazioni, Emma riuscì a far fermare la bici. Appena prese il fiato necessario per non morire, sentì qualcuno cantare nel bosco, così si diresse incuriosità nella direzione da dove sentiva la musica.

“Vieni qua, Emma di New York” disse la voce.

“Oh, mio Dio, questa mi ammazza...”

“Sono nonna Granny, non mi riconosci? Vieni, e ringrazia cantando con me l’universo per la tua unione con Killian.”

“Ma io non conosco nessun canto per l’universo.”

“Lo devi inventare, usa le vocali, eh, oh.”

“Oh, eh... per cosa ringrazio? Per il vento, per il vento, e la valle, e la valle, per i maschi con le palle. Tremate stronzette...” canticchiò sottovoce Emma.

“Più forte!” la incitò Granny.

“Per il vento, per il vento per il vento, e la valle, e la valle, per i maschi con le palle, per le vacche nelle stalle. Grazie madre terra, per gli spermatozoi. Per il vento e valle, per i maschi con le palle. Tremate stronzette. Nonna! Saltiamo al ritornello. Muovi il culo più giù, così, così. Dacci dentro di più, così, così. È da pazzi lo so, così, così. Sculetta un po’ così, così. Sbattiti dai, così, così. Come solo tu sai, così, così. E stop! E scuotiti. E stop! E scuotiti-“

“Che stai facendo?” chiese Killian da dietro.

“Scuoti- ehm, io ringraziavo l’universo...”

“Certo... vuoi ringraziarlo venendo con me a ritirare il tuo nuovo cellulare in città?”

“Oh, sì, ti prego. Aspetta! Nonna, a te va bene se vado con lui?”

“Certo! Tu hai lo spirito giusto, Emma! Killian, tienitela stretta.”

***

Per la canzone cercate su youtube ‘Ricatto d’Amore, canzone nel bosco’.

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