I have all these thoughts, and I’m pretty sure they all contradict each other

di Kokky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** mother’s word [Kyoya e Tamaki] ***
Capitolo 2: *** circle of lights [Mori e Honey] ***
Capitolo 3: *** to this point, from now on [Nekozawa e Renge] ***
Capitolo 4: *** without you [Tamaki e madre] ***
Capitolo 5: *** a cruel illusion [Corale] ***



Capitolo 1
*** mother’s word [Kyoya e Tamaki] ***


mother’s word

[Kyoya e Tamaki; 716 parole]

 

 

«Mamma Kyoya, mamma Kyoya!», urla Tamaki per la casa Ootori, correndo verso la stanza del suo migliore amico che, con una sottile vena pulsante sulla tempia, sta cercando di studiare “Aumenta il profitto della tua attività in poco tempo!” – libro utilissimo ed interessante.

Tamaki spalanca la porta della camera di Kyoya, con gli occhi pieni di lacrime, il viso arrossato e la bocca a forma di ‘o’. Sembra un pesce lesso.

«È... successa una cosa terribile», dice Tamaki con agitazione, sedendosi accanto all’amico e cercando di spiare il titolo della sua lettura, prontamente nascosto dall’altro con una mano.

«Mideviaiutare!», chioccia Tamaki, giungendo le mani sotto il mento e facendo una faccia disperata.

La vena di Kyoya si è ingrossata, lassù sulla tempia, e pulsa sempre più furiosamente. Infine, il Re del Male si toglie gli occhiali – inutile fastidio in un futuro corpo a corpo con Tamaki Suou – e chiede: «Cosa sarà mai questa tua terribile cosa? Elisabeth si è tagliata un’unghia o ferita una zampa? Hai perso le tue confezioni di ramen istantaneo? Oppure, che so...», sbotta Kyoya.

Solitamente è freddo, calcolatore e anche un ottimo (non ditelo mai in sua presenza, mi raccomando!) amico; ma in questo momento è infuriato per il Mamma Kyoya (lo scherzo è bello se dura poco) e per l’interruzione a una sua sacra lettura, di vitale importanza, oltretutto.

Però sa trattare bene la sua rabbia, così sbuffa calmandosi, si rimette gli occhiali e conclude: «Papà Tamaki, sai che non devi interrompermi di pomeriggio, mentre faccio Marketing. Eppure, stavolta ti do il permesso: su — e nella sua voce c’è qualcosa di zuccherino che chiunque troverebbe sbagliato e falso, ma non Tamaki — cos’è questa terribile cosa che ti opprime?»

Il suo amico biondo, che era rimasto piangente di fronte allo scatto di rabbia di prima, adesso annuisce restio e le sue guance diventano ancora più rosse. «Ecco... ecco... è che non capisco una cosa e questo è terribile!», sbotta Tamaki.

«Non è una novità, ma emh... troveremo un rimedio a tutto. Cosa non capisci?», continua leziosamente Kyoya.

«Beh, è un po’ imbarazzante, io... non riesco a comprendere. Cerco di convincermi, ma c’è qualcosa che stona, come un si bemolle di troppo... cioè, stavo dicendo!, qualcosa che stona sì, in tutta questa situazione. Mamma Kyoya, è difficile.», spiega (più o meno) Tamaki.

L’amico lo gela con un’occhiata.

«Cioè; io, è che... io ho baciato Haruhi.», si confessa finalmente Tamaki, arrossendo un altro po’ – manca poco e arriverà alla tonalità peperone maturo.

Se Kyoya stesse bevendo tè, ora la suddetta bevanda sarebbe per terra, spruzzata fuori dalla sua elegante e raffinata bocca. Per fortuna, tiene in mano solo il suo libro sui Profitti. «Che cosa?!», sbotta.

«Già!», dice Tamaki. «Sai, l’ho baciata così, di slancio, ma non capisco... è stato tutto per amore paterno, vero

«Ma se l’hai baciata! Un bacio sulla bocca non è amore paterno, Tamaki!», borbotta Kyoya, allucinato dalla stupidità dell’amico.

«No! Era un bacetto sulla fronte, cosa pensi, Mamma!», urla Tamaki, portandosi le mani sulle guance pomodoro e arretrando verso il muro.

«Oh... — sembra quasi deluso, Kyoya — beh, allora sì, può essere amore paterno. Ma a Mamma Kyoya non è mai venuto l’istinto di baciare la sua figliola Haruhi, sai? Perciò dovresti preoccuparti, Tam–», e si interrompe.

Tamaki, dopo aver sentito ‘può essere amore paterno’, è partito per la tangente, iniziando a ballare in uno strano modo, simile alla danza tradizionale dei plebei, quella che si fa in quel luogo pieno di rumore e odore di sudore.

Kyoya sbuffa, pazientemente. Il suo amico alle volte non lo ascolta, nemmeno quando l’Ootori sta per dire qualcosa di importante.

Perché, normalmente, un bacio del genere in Giappone (e Tamaki ha le usanze giapponesi nel sangue, per quanto riguarda il toccarsi fra uomo e donna) è già troppo, tra due ragazzi di liceo.

E se Tamaki è venuto per chiedere un suo parere, vuol dire che sospetta qualcosa... Beh, sarebbe l’ora di darsi una svegliata. Se solo Tamaki ascoltasse la parole della Mamma, capirebbe, perché si fida del suo migliore amico, in una maniera quasi infantile.

Kyoya osserva l’amico, saltellante per tutta la sua camera e pieno di gioia per aver finalmente compreso; sbuffa di nuovo, apre il suo libro sui Profitti e vi si immerge.

Non importa, sarà per un’altra volta.



















*ò*

Con il consenso sacro di Leti. Perciò posso postare, yah!

... E' tutta colpa del prompt (il suddetto titolo che deliziosamente mi ha fatto pensare a Kyoya xD) se ho scritto su di loro. Probabilmente, finirò tutto il set da cui ho preso il titolo... ohimè, sì (qua il set *_*! è il numero 5). Invece, il titolo super kawaii della raccolta è di 52flavours (here)!

E' qualcosa di profondamente stupido. La fic e la mia idea. Come farò mai a scrivere ancora su Host Club? Bah ç__ç
Ahhh! La fic è ambientata ipoteticamente subito dopo il volume 12 :)

Tornerò, probabilmente. Bye Bye. Thank you, Lettuce >w< 

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Capitolo 2
*** circle of lights [Mori e Honey] ***


circle of lights

[Mori e Honey; 126 parole]

 

 

Al di là di fittizi riflessi di luci, creati dalla superficialità giovanile che lui possedeva, Takashi poteva vedere l’ombra stendersi come un panno, avviluppando Mitsukuni in sentimenti che non credeva di avere.

C’erano idee ed emozioni che riusciva a nascondere, con il suo sorriso allegro – si vestiva da bambino, con il suo coniglietto in grembo e le torte caramellate –, ma che Takashi scorgeva nel suo profilo.

Nel cerchio di bagliori con cui Mitsukuni si proteggeva, Takashi conosceva il profumo di emozioni acute – di onde incontenibili, figlie marine ristrette in un vasetto di porcellana.

 

Dopotutto, però, quel sorriso da infante dipinto sul viso era vero. C’erano solo due facce speculari e Takashi poteva avvalere il diritto di possesso: sarebbe bastato tendere una mano, Mitsukuni l’avrebbe afferrata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

L’unica cosa che mi attira di Honey è la sua parte “oscura” e il suo affetto adorabile per il fratellino – ma non lo odio Honey, solo non mi interessa xD Poi, con Mori è semplicemente delizioso! Perché lo yaoi salta da ogni parte, anche qui +__+!

Comunque sia, non so: le luci mi hanno fatto pensare al buio, xD perché fanno risaltare l’ombra, loro; ho pensato ad Honey e a Mori che lo vede così bene. Ecco xD

Ringrazio: Smemo92, Elychan, Ellychan (esagerata!) e Kaho_chan (*abbraccia*). Grazie!!

 

A presto (?), Kò

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Capitolo 3
*** to this point, from now on [Nekozawa e Renge] ***


Tutto quello che è stato scritto da adesso in poi è colpa della nee-san Leti e della sua fic ispirosa! Quindi, viva i crack pairings, perché sì - davvero davvero davvero - sono il sale e il profumo e l'olezzo della vita!

(Spin off di When the darkness falls under your hair, there I’ll be)

 

 

 

to this point, from now on

[Nekozawa e Renge; 666 parole - non è un caso xD]

 

 

Nekozawa stava seduto su una poltrona: attorno a lui c’era il club di magia nera, accomodato con non curanza su un divanetto di raso nero. La luce era praticamente nulla, inesistente in quell’aula buia proprio come le passioni degli iscritti al club.

La ragazza delle maledizioni, Kanazuki, preparava un bel fantoccio per Honey – non si dava mai per vinta, con quelle stupide superstizioni, e così oltre a chiacchierare col ragazzo cercava un aiuto in più nei propri magici rituali. Gli altri membri del club parlavano fra di loro, sottovoce, degli ultimi acquisti: bamboline voodoo, una sfera di cristallo puro al cento per cento, una bambola di porcellana davvero insanguinata da un uomo morso da un vampiro... ottime frivolezze, insomma.

Nekozawa annuì piano: era una giornata perfetta, per il club di magia nera. Un po’ scialba un po’ appassionante, niente di ché, un’ordinaria quotidiana passione.

Tutto si stravolse quando un leggero bussare si insinuò nella stanza. Qualcuno alla porta, qualcuno alla porta!

«Sbrigatevi! Mettete in bella mostra le bamboline voodoo, sistemate il divano, posate quelle rose nere nel vaso, in bella mostra... dobbiamo conquistare nuovi adepti, miei prodi!», ordinò Nekozawa, sistemandosi la parrucca nera sulla testa e andando ad aprire la porta, con in mano il suo fedele gatto di pezza. «Sììì? Sei qui per noiii?».

Non si poté accorgere della voce stridula e spaventosa, ne era abituato, ma la ragazza al di là della porta fece un balzo indietro.

Non... non avrebbe voluto entrare, per niente. «Per il bene della fanzine! Per il bene delle fanghérl! Per il bene delle otaku!», borbottò fra sé e sé dandosi forza. Strinse il crocifisso che portava al petto e fece un sorriso di circostanza al ragazzo.

Nekozawa inclinò il capo a sinistra, sorridendo (o meglio, sogghignando).

Ma chi sarà mai, Renge!; si disse la ragazza. Nessuno batte il mio spirito, e lui è solo uno stupido amatore di magia nera!

«Sono qui per intervistarti.», disse lei, adocchiando la stanza totalmente nera del club, rischiarata un po’ dalle candele poste su candelabri d’argento – e anche esse erano scure, rosso sangue probabilmente. «Però... forse... sì, ho bisogno di un posto più appartato.»

O altresì: andiamocene da qui, che razza di posto è, nemmeno un po’ di luce e qualcosa che non sia spaventoso a portata di mano.

Nekozawa guardò incerto la ragazza, i suoi capelli chiari, il suo nasino alla francese, i suoi occhi puliti e limpidi rischiarati da una fiamma ardente di animo fanghérloso, la sue labbra strette in una morsa, i suoi appunti in una mano e la penna nell’altra... «Ma certo, ihih. Mi preparo subito, un secondo che recupero il mantello per proteggermi dalla luce, ihih.», rispose prontamente.

Renge annuì cercandosi di convincersi: sarebbe andato davvero bene? Indagare su di lui, così misterioso, poteva anche essere interessante però... aveva un ché di inquietante, invero. Un brivido sulla pelle.

Forse era un vero vampiro, chissà!

Nekozawa arrivò, affiancandola: indossava il suo mantello scuro, degli occhiali da sole e il gatto di pezza come scudo. «Dove vorresti andare?», chiese gentilmente.

Forza, forza. Da questo momento in poi, sarai superiore alle tue paure, Renge! Lui è uno stupido fantoccio e tu sei una primadonna; pensava.

Perfetto. «Oui... al lunapark, mi sembra ovvio. Mi serve un po’ di luce, dopo tutto questo.»

Nekozawa sembrò afflosciarsi un attimo, ma la seguì senza fiatare.

 

Col senno di poi, Renge si chiese se davvero andava tutto bene. Quello era un vampiro, un vampiro vero e proprio! No... no, si stava facendo coinvolgere... avrebbe dovuto avere sottomano il grande principe di Uki*Doki, maledizione!

Comunque, lui sembrava semplicemente spaventato all’idea delle migliaia di luci scintillanti del lunapark, mentre lei ne era affascinata.

Con movimenti stizzosi, aveva cercato di farlo uscire dalla sua tana buia (un cespuglio qualunque dietro una ruota abbacinante). Con parole imperiose, aveva provato a farlo ragionare.

E solo alla fine lui era uscito da lì, con la sua oscurità nelle mani che si era rivelata – davvero – ancora più affascinante dei bagliori falsi del lunapark.


















***

Boh!! *___* Che importa che importa, divertiamoci! XD (non è normale...). Coff, cmq voglio ringraziare chi ha recensito:

Elychan: Buahahah, grazie +__+ Anche a me piace il loro rapporto e il dark-Honey (me lo immagino con Kyoya... aiuto! XD). Grazie *_*

Kaho_chan: grazie mia nee-san, sempre gentilissima! Anche a me piace la parte delle onde, chissà, è suggestiva XD

fleacartasi: xDD Povero piccolo Honey (see) *_* Eheh, grazie mille ^^

Ellychan: Ehh già, Mori piace a tanti (compresa me) ma Honey... boh. E' un po' scialbo xD Grazie davvero *__*!

Torneròòò. Mancano solo due fic, ommini e donne! (ò_ò), perciò a presto. Kò

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Capitolo 4
*** without you [Tamaki e madre] ***


without you

[Tamaki e sua madre; 182 parole]

 

 

Per quanto Tamaki provi e riprovi a suonare il piccolo piano, usato fin da bambino, non riesce a sentire la musica. È un’entità esterna al suo corpo fluttuante nel bianco, un’onda dalle diverse frequenze che è difficilmente recepibile. Non percepisce le note toccare il suo cuore e avvolgerlo con sentimento.

Il vuoto più totale nel petto e nelle mani e nelle orecchie candide. Il vuoto della mente. La mancanza che ti toglie il fiato e il respiro e perfino la voglia di vivere.

Tamaki si fa forza, non è da lui rimanere fermo con pensieri troppo pesanti nella testa, eppure in quel momento non ce la fa. Magari dopo si alzerà e sorriderà come sempre, giocherà con Antoniette, andrà da Kyoya a chiacchierare stupidamente, dirà qualcosa al papà con affetto. Sorriderà alla nonna.

Ma adesso, adesso ha qualche minuto per sé, per il suo dolore e la sua mancanza che infesta l’aria, il corpo, la pancia; adesso ha quel luogo bianco e vuoto in cui piangere davvero, mentre il profumo e la voce di sua madre rimbombano nella mente come colpi laceranti.

















***

Dico solo che è ambientata subito dopo il trasferimento di Tamaki dalla Francia al Giappone. Credo che, da qualche aprte, anche lui abbia dei momenti così - rapidi, ma ci sono. Insomma, ha dimostrato una sua dignità (XD) e ha dei sentimenti u_ù (non è mica un essere strano), e alcune volte mi appare triste. Perciò, sometimes, potrebbe farsi prendere dallo sconforto. Più o meno per due minuti, ya ♥.
Ringrazio chi ha recensito con affetto: Kaho_chan (già, abbiamo proprio scritto una fic insieme non scrivendola insieme XDD Mitiche nee, u_ù xD Grazie garzie grazie, Lè) e Elly Chan (anche io sono come te, un'otaku strana XD Grazie mille *___*).
Arrivederci con l'ultima fic. Bum bum bum!

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Capitolo 5
*** a cruel illusion [Corale] ***


a cruel illusion

[Corale; 110 parole]

 

 

La crudele illusione era vederti: all’apparenza gentile, in realtà un po’ troppo distaccata – però sapevi afferrare l’anima di ognuno di noi con poco, con un semplice gesto o il tuo sguardo acuto. Noi sognavamo di farti felice; chi non sapeva come spiegare le proprie emozioni, chi non ne era nemmeno a conoscenza, chi si richiudeva dietro un registro contabile, noi.

Le giornate passavano rincorrendoti, e tu sfuggivi sicura, via da queste mani e da questi tocchi. Come il vento autunnale, che faceva volare via le foglie dal loro giaciglio comodo e smuoveva la natura.

 

La crudele illusione era vederti: tu che guardavi tutti, ma solamente lui con quegli occhi accesi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***

Amo fare scritti corali *ò* Seriamente! È già la seconda volta che sfrutto questo punto di vista, e beh, comunque ci stava, perché mica solo Tama è innamorato di Haruhi xD che poi lui, ovviamente, non è compreso nella corale, essendo il ‘lui’.

Ricordo perfettamente un capitolo di un bel po’ di volumi fa – credo fra il 6 e il 9 – dove Honey dice a Mori: il problema sono Kyo e Hika (tipo i loro sentimenti…); io ne sono rimasta schioccata, mi ero dimenticata di questa frase!, soprattutto perché è riferita anche a Kyoya, che non mostra quel tipo d’interesse per Haruhi, ma che di conseguenza ho citato nella drabble. Quella rilettura di tutti i volumi del manga è stata davvero illuminante – però ancora Kyoya non mostra niente di chè è_é

Ringrazio chi ha recensito: Elychan (sì, deve essere proprio così! Grazie *_*), Smemo92 (*ò* Grazie milleee! Siamo tutte d’accordo su Tama >w<), Kaho_chan (lo sai già che ti amo, quante volte vorrai farmelo ripetere? Grazie *^*) e fleacartasi (Eh già, povero Tama ._., alle volte mi fa un po’ pena… però poi spara le sue scemenze e torna quello che è: un idiota simpatico *_*! Grazie mille *w*).

 

E vado. È l’ora di dire fine. Mi mancherai Host Club >_< e tu, raccolta! E voi, lettori!

Grazie per avermi seguito. Kò

 

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