Supplenze 2

di SSJD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Vendetta ***
Capitolo 2: *** La Paura ***
Capitolo 3: *** Il Terrore ***
Capitolo 4: *** Speciale 8 Marzo ***
Capitolo 5: *** Incubi e Deliri ***
Capitolo 6: *** La Follia ***
Capitolo 7: *** La Rabbia ***
Capitolo 8: *** 8 Marzo: lo Snervalmento ***
Capitolo 9: *** La Frutta ***
Capitolo 10: *** Il Dolcetto ***
Capitolo 11: *** Il Dolcetto, 2 ***



Capitolo 1
*** La Vendetta ***



LA VENDETTA





“…mhmm…mhmm… Aaahhhh…
“Cosa succede, Trunks? Perché non entri in casa?” mi chiede la voce di Goten che, come ovattata, giunge al mio orecchio dal giardino che, buio e desolato, si estende alle mie spalle.
“SSSSSHHHH” gli intimo voltandomi e tendendo il dito indice all’inverosimile, davanti alle mie labbra.
“… AAAAHHH… sìììì… sìììì… Trunks… AAAAHHH… ancora… ancora!!!
Gemiti, urla e il mio nome evocato in ansimi fin troppo palesi per non essere catalogati sotto la dicitura plateale orgasmo imminente provengono dalla mia camera da letto.
Peccato che quel Trunks, incitato in quel modo e invitato a continuare in qualsiasi cosa stia inappropriatamente facendo, non sia io.
Certo me lo dovevo aspettare. Con un piano come quello elaborato da Goten non c’era di certo da stare tranquilli.
Qualsiasi cosa poteva andare storto. Qualsiasi.
Mai più avrei pensato fino a questo punto.
Mi sta proprio bene.
Che idiota che sono…come ho potuto lasciare Pan a casa con il me stesso più grande sperando che lui riuscisse a gestire la situazione?
“Trunks… hey, Trunks! Dai, fammi entrare! Devo fare pipì!” mi distrae dai miei pensieri Goten che,  come un bambino, si sta tenendo le mani sul pisello come per voler bloccare l’imminente fuoriuscita dello scarto della ventina di Red Bull che si è ingurgitato durante la partita.
“SSSSHHH! Fai silenzio, dannazione!” gli dico voltando lo sguardo appena sopra la spalla e fulminandolo con due occhi dallo sguardo severo.
“Ma perché? Che succede?” mi chiede sempre parlando a bassa voce e facendosi largo tra lo stipite della porta e il mio corpo che mi sembra non rispondere più ai miei comandi.
“…AAAAHHHH… Oddio… Trunks!...
“Hihihihi… Pan è davvero idiota… ha creduto che Mirai Trunks fossi davvero tu… hihihi…” sogghigna non appena sente le suppliche di piacere provenienti dalla camera, confermandomi che le mie orecchie, purtroppo, non si trovano in un orribile incubo.
Gli tiro un cazzotto in pieno stomaco. Così, giusto per ricordargli che la sua sensibilità è paragonabile a quella di un animale che si lecca i baffi soddisfatto dopo aver ingurgitato, per intero, la madre di una sfortunata cucciolata, davanti agli occhi supplichevoli dei piccoli.
“AHIO!” cerca di gridare lui soffocando il suo disappunto sul palmo della mia mano, preventivamente messa a tappargli quella fogna di bocca che si ritrova.
“…OOOHHH… Sìììììì… Sìììììì… Sìììì…
“Vuoi fare silenzio?” gli intimo premendogli ancora di più la mano sulla faccia, che ora sta assumendo un simpatico colore violaceo.
Muove su e giù la testa, facendomi intendere che sì, non oserà più aprire bocca, se non interrogato.
“Mi vuoi dire che ti è preso? Mi hai fatto male, sai?” mi informa non appena riesce a riprendere fiato, dimostrandomi che la sua accondiscendenza di pochi istanti prima fosse solo una scusa per riuscire a tornare a respirare normalmente.
“Hai dato a mia moglie dell’idiota, come ti permetti?” gli dico minaccioso.
“Se vuoi dò anche a te del cornuto, così siete pari….hihihi…AAAAHHH…
Altra gomitata.
Stronzo. Così impari.
No, io imparo. Imparo a non ascoltare mai più uno che a scuola aveva la media del 4.33 e ne andava orgoglioso. Soprattutto dei centesimi.
“…O mio dio, Truuuuunks!... Ti ho mai detto che hai delle dita superlative? AAAHHH…
Sento di nuovo il mio nome, pronunciato in quel modo… inconfondibile.
“Che piano hai in mente, Trunks?” mi chiede il beota dopo essersi in parte ripreso.
“Dimmelo tu, genio dei piani ben congegnati, che piano potrei avere in mente. Mia moglie sta facendo l’amore con…con…con…
“Te?” mi dice finendo correttamente una frase che non avrei mai voluto che terminasse in quel modo.
“Come?” chiedo confuso.
“Il mio piano ha funzionato così bene che ora TU, stai facendo l’amore con TUA moglie. Ѐ geniale, non ti sembra?” mi dice con un sorriso ebete.
“No, è una catastrofe, idiota!” gli dico fulminandolo con lo sguardo più cupo del mio repertorio.
“Ma dai! Non prenderla così, andiamo a vedere cosa fanno, piuttosto!”
“COSA??? Ma ti sei completamente rimbecillito? Secondo te dovrei spiare cosa sta facendo Pan con qualcuno che non sono io?” gli domando sperando che abbia capito che la domanda è retorica.
“Sei tuuuuu” ribadisce facendomi innervosire ancora di più.
“NOOO! Scusa, eh! Non voglio scoprire che magari con quello le piace ancora di più che con me. Non sono pronto” confesso iniziando ad avvertire un senso di nausea che mi pervade il corpo.
“Ma devi. Metti che stiano sperimentando qualche particolare posizione. Cosa farai quando Pan ti dirà di farla di nuovo?” mi chiede con fare professionale, come se lui ne sapesse qualcosa.
“COSA??? No, ti prego… vai tu… io non ce la faccio… davvero, Goten… credo che potrei morire di dolore se li vedessi assieme” gli chiedo quasi supplicandolo mentre cerca di trascinarmi davanti alla porta della camera da letto, tirandomi per un braccio.
“Ok, guardo io, sono proprio curioso di vedere cosa combina con te mia nipote…hihihihi” mi dice piegandosi in avanti e, chiudendo l’occhio destro, avvicinandosi con l’iride nera al foro chiaviforme della porta, per poter spiare l’interno della camera, come un guardone d’altri tempi.
“Allora? Che fanno?” chiedo temendo come non mai la risposta.
“SSSSHHH…” mi sussurra alzando una mano come per farmi cenno di aspettare.
Dopo un tempo che definirei ‘infinito’, lo vedo sollevarsi, chiudersi il mento tra pollice e indice in una posa pensante che non è da lui (il pensante, non la posa) e storcere più volte la bocca e il naso.
“AAAAHHHH… Sìììì… proprio lì, Trunks! Non smettere!...
“Allora, Goten!? Cosa fanno?” insisto al limite dell’angoscia.
Fissa i suoi occhi ebano nei miei di cristallo e mi dice:
“Temo che Pan abbia capito, Trunks e anche che noi siamo qui. Però possiamo sfruttare la cosa a nostro favore. Ora noi sappiamo che loro sanno, ma non sanno che noi sappiamo che loro sanno. Oppure sanno che noi sappiamo che loro sanno e hanno in mente un piano ancora più contorto di quest’ultima frase che ho detto” mi dice seriamente mettendomi una mano sulla spalla.
“Ma cosa diavolo stai dicendo?” gli chiedo stranito.
“Non lo so, ma frasi di questo tipo fanno sempre scena”
“Goten!!! Cosa stanno facendo?” gli domando per l’ennesima volta.
“Trunks le sta massaggiando i piedi. Nemmeno la mia massaggiatrice cinese sa fare un lavoretto come quello, ma credo che i simpatici cenni di approvazione di mia nipote, siano, per così dire, studiati ad arte perché TU li possa udire e equivocare. Ѐ per questo che credo che sappiano che siamo qui. Mi dispiace, fratello. Ci hanno scoperti… Dannazione… non capisco perché il mio piano non abbia funzionato…” conclude scuotendo la testa.
“Forse perché faceva schifo?” gli chiedo assecondando il desiderio dello scrittore, nonché delle varie recensioni al precedente racconto, di farglielo notare.
“AH-AH… simpatico? Peccato che non ti sia venuta un’idea migliore… genialoide!” mi dice con tono ironico.
“Merda. Cosa facciamo?” chiedo non sapendo più che pesci pigliare.
“Aspettami qui” mi dice sparendo, un istante dopo, dietro la porta del bagno presente nel corridoio.




“Rieccomi” mi dice uscendo e tirandosi su la patta dei pantaloni.
“Ma che hai fatto?”
“Pipì, altrimenti poi, nelle recensioni, chiedono se me la sono fatta addosso, alla fine… comunque… ho un piano”
“Un altro?” chiedo alzando un sopracciglio perplesso.
“Seguimi nel discorso”
“Ok, spara”
“Pan sa che il Trunks in camera con lei non sei tu, giusto?”
“Giusto” dico quasi entusiasta che il mio amico abbia trovato una soluzione.
“Altrimenti, correggimi se sbaglio, a quest’ora questi urletti che si sentono non sarebbero dovuti solo ad un massaggio ai piedi, giusto?” prosegue sulla stessa scia di entusiasmo.
“Giusto… mhm… no, un momento. Pan fa sempre così. Se le massaggi i piedi, la schiena… se le ciucci le dita delle mani… o le infili le dit…
“TRUUUUNKS! Hey! Metti a cuccia il pistolino! Ѐ di mia nipote che stai parlando! Non voglio sapere cos’altro fate, ok?” mi interrompe Goten visibilmente imbarazzato.
“Ma se poco fa hai detto che eri curioso di vedere cosa combinava a letto con me?” gli chiedo aspettandomi una risposta che, ovviamente, non arriverà.
“Ho detto cosìììì?” mi domanda con il suo solito fare perso in un universo parallelo.
“Goten, hai pure guardato nel buco della serratura!” insisto.
“Oh…eheh…già…Comunque, non mi interrompere che altrimenti perdo il filo del discorso e lo fai perdere anche ai lettori”
“Oh, sì, scusa, anzi, scusate (lettori)…dicevamo?” affermo abbassando lo sguardo.
“Mhmm…” mugugna sostenendo di nuovo il mento con pollice e indice.
“Mhmm.m.m… cosa?” chiedo avendo perso io stesso il filo del discorso (che invece l’autore ha perfettamente in testa…crediamoci).
“Se è come dici tu…allora potrebbe essere che, per il momento, stiano facendo ancora i preliminari, giusto?” mi chiede gettandomi di nuovo nello sconforto.
“I preliminari per cosa?” chiedo stordito (nel senso di rincoglionito, non dell’effetto che può avere, per esempio, un mal di testa).
“Sveglia, Trunks! Per fare altro, no? Quanto durano i vostri preliminari, di solito?” mi sento chiedere.
“Ma… non lo so… ma che domande… trenta… quaranta… minuti... A volte un’oretta circa… non lo so… perché me lo domandi?” chiedo sentendo le gote che avvampano in un rosso da cui solo l’oscurità della casa può proteggermi.
Lo vedo guardare l’ora sull’orologio che porta al polso per poi alzare lo sguardo e aprire un sorriso maliziosissimo, per dirmi:
“Allora: se Pan ha scoperto che quello là dentro non sei tu e ha inscenato questa farsa per punirti della tua scappatella al calcetto, allora stai tranquillo, non faranno niente, nemmeno fra cent’anni. Se invece non si è accorta della differenza, allora abbiamo comunque tempo, viste le tempistiche che ti ci vogliono di solito per fartelo andare su”
“Hey! Ma come ti permetti? Comunque, continua, cos’hai in mente?”
“Abbiamo giusto una mezz’oretta per scendere al baretto e farci una birretta con la squadra. Che ne dici?” conclude spiazzandomi completamente.
Mi faccio pensieroso.
Non riesco a vederla positivamente come lui.
Se Pan ha capito, sono nei guai.
Se Pan non ha capito, sono nei guai comunque.
Capisco di essere già nei guai quando l’idea della birretta inizia a farsi prepotentemente largo tra i miei pensieri già abbastanza confusi.
Contrariamente a quanto affermato da Goten, io non credo affatto che Pan sia stupida. Penso invece che abbia messo insieme questa sceneggiata solo per punirmi per cui…




…tanto vale che mi goda fino in fondo la serata e anneghi le mie ansie in una deliziosa, fresca, bolliciosa, bionda oro doppio malto.
Continuo a riflettere sul da farsi e nemmeno mi accorgo che i gemiti si sono completamente assopiti.
“Allora?” mi domanda Goten con fare di chi ha fretta.
Ad un tratto, decido di fare l’ultima cosa che avrei mai pensato di fare in vita mia. Mi chino in avanti e, come poco prima aveva fatto Goten, abbasso la palpebra dell’occhio sinistro dilatando così la pupilla di quello destro per poter osservare meglio, attraverso il buco della serratura, cosa stia NON accadendo nella mia camera da letto.
Quando il mio iride color ghiaccio entra nel cono di luce proiettato dalla piccola fessura, la palpebra è costretta ad abbassarsi un paio di volte, per adeguarsi al nuovo chiarore. Quando finalmente riesco ad inquadrare l’immagine che mi si para davanti dall’altra parte però, rimbalzo all’indietro, inciampando sui miei stessi piedi e cadendo rovinosamente a terra col sedere. Sul mio volto, si dipinge una smorfia di terrore.
“Che c’è?” mi chiede Goten preoccupato.
“P-p-p-p-p-p-Pan” balbetto senza respiro mentre sento il mio cuore che si sta per fermare.
“PAAAN? Ma dov…
La porta della camera si apre davanti a noi e lo sguardo truce di Pan ne fuoriesce, anticipandola, fulminandoci.
“Panny! Che piacere!” tenta di salutarla Goten. Non c’è niente da fare. Ha la faccia come il culo, quel ragazzo.
“Goten, la senti la mia aura?” gli domanda senza nemmeno rivolgergli uno sguardo.
“Ehm…” tenta di replicare.
“Ecco, sparisci” conclude.
“Ok. Ehm…Trunks…ci sentiamo, bello…” mi informa prima di prendere la sua sacca e sparire chiudendosi l’uscio alle spalle.
“Pa-Panny…p-posso sp-spieg…
“No. Usciamo. Andiamo a festeggiare l’arrivo di Trunks. Ѐ venuto per stare in compagnia e divertirsi un po’ e voi due stronzi lo avete messo in questa situazione? Begli amici che siete. In più credevate pure che non mi accorgessi della differenza?” mi aggredisce assumendo la tipica posa con le mani sui fianchi che avrebbe adottato sua nonna.
“S-scusa…” riesco solo a dire deglutendo il niente.
“No, niente scuse. Ora tu e la tua copia mi portate fuori. Ho voglia di divertirmi. Per farvi perdonare, mi dovete portare a ballare e bere e ballare e ancora bere e poi, ciò che succede, succede. Chiaro?”
Sgrano gli occhi e sospiro:
“C-chiaro…”
 
 

CONTINUA...



 
 
NA: Il proseguo della serata di ‘sti tre lo trovate qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3274736&i=1
Il rating rosso che vieta la lettura ai minorenni, la dice lunga su come si sia conclusa…
Per chi l’avesse già letta quando l’ho pubblicata, avviso che ho apportato qualche modifica qua e là per far risultare che, quella Pan, fosse già sposata…
 
 
 

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Capitolo 2
*** La Paura ***


NA: La nottata a rating rosso di ‘sti tre, si concludeva solo il mattino seguente con Pan che, svegliandosi in uno stato di confusione totale, sente i due che litigano per chi deve farsi la doccia per primo. Così, per uscire dallo stato di torpore, decide che, anche lei, ha bisogno di infilarsi sotto il getto di acqua calda…
 
 

LA PAURA





 
 
Esco dalla doccia più lunga, calda, accogliente e, allo stesso tempo, eccitante della mia vita.
Essere coccolata da quei due, non ha prezzo…
Ѐ incredibile la sintonia tra di noi: come mi accarezzano e come sanno farmi godere delle loro attenzioni quasi ‘sincronizzate’. 
Li adoro.
So che questa cosa dovrà finire, prima o poi.
Non credo vada bene per la salute mentale di nessuno di noi.
Per me e sicuramente anche per loro due che, per dimostrarmi che i miei pensieri sono corretti, si sono di nuovo messi a litigare sotto la doccia…per lo shampoo, questa volta.
Esco dal bagno con un asciugamano legato sopra un seno che mi sembra stranamente più prosperoso del solito. Mi arrotolo un altro telo sopra la testa, racchiudendo i miei lunghi capelli corvini.
Odio quando cadono bagnati sulle spalle.
Cerco per tutta la camera la mia borsetta in cui tengo le mie pillole. Quando la trovo, buttata senza alcuna grazia su una sedia, la prendo e ravano al suo interno per cercare la confezione. Non mi ricordavo di avere tante cose inutili in ‘sta borsetta…Quando finalmente trovo il blister, lo estraggo. Faccio per snocciolare la pillola sotto la piccola scritta MER e…
Sgrano gli occhi, spalanco la bocca in un’espressione di… TERRORE…
Non è possibile…
Con uno scatto mi avvicino alla porta del bagno tenendo il mano il blister delle pastigliette che non riesce a stare fermo…Ah, no, un minuto, è la mia mano che sta tremando all’impazzata…
“Ehm… r-ragazzi…?”
“Sì Pan? Che c’è? Ci manchi, perché non torni qui con noi?” mi dice uno dei due, non so quale e non mi interessa, in questo momento.
Mi sta venendo la nausea.
“NO! S-scusate… C-che g-giorno sarebbe oggi?” chiedo cercando di far arrivare aria ai polmoni, ma boccheggiando come un pesce fuori dall’acqua.
“Boh! Ma che ti frega? Torna qui, dai!!”
“NOOO! Che diavolo di giorno è?” insisto.
“Ma sarà il ventuno, il ventidue, che differenza fa?”
“Ma non il numero! Il giorno della settimana! Che giorno della settimana è oggi?” chiedo con tono quasi disperato.
“Credo… ehm… dovrebbe essere mercoledì!” mi dice la voce che ipotizzo essere quella di mio marito, ma non ne sono affatto sicura, visto che è, come tutto il resto, identica a quella dell’altro.
Inchino la testa verso il basso e guardo il blister delle pillole nella mia mano tremante. Il tremore e gli occhi patinati da un velo di inspiegabili lacrime mi confondono ancora di più la vista.
Strizzo gli occhi un paio di volte, come per cercare di mettere a fuoco ciò che non vorrei fosse vero.
Quando finalmente riesco a valutare con maggiore precisione ciò che tengo stretto in mano, sento le gambe cedere sotto il peso di quelle che ora mi sembrano due tette enormi. Mi accascio a terra come un sacco di patate, continuando a fissare quel dannato blister di pasticchette che mi guardano come se fossero le uova tremolanti di qualche schifido animaletto.
Lì.
Ognuna nella sua semisferica custodia plastica.
Tutte, in fila ordinatamente, fanno da contorno, o meglio, da cornice al nome scritto in caratteri antichi del medicinale. Ognuna di loro si muove allegra nello spazio ridotto che le è stato riservato sotto le lettere del giorno della settimana in cui DEVONO essere ingurgitate.
Le guardo.
Le osservo con attenzione e scuoto la testa.
Chiudo gli occhi e mi domando, per la centesima volta da quando ho preso in mano questo maledetto blister:
‘Cosa cazzo(*) ci fanno le pillole di LUN e MAR ancora a qui? Perché non sono a drogare il mio corpo e a proteggermi da un’eventuale gra…
“PAAAN? TUTTO BENE?” mi chiede uno chiunque dei portatori sani di sperma da dentro il bagno.
‘No, cazzo(*), non va tutto bene’ penso…
“Ehm… ragazzi… sicuri che oggi sia mercoledì?” chiedo con un tono che credo abbia fatto trasparire tutto il mio disagio.
Silenzio…
Sento l’acqua della doccia smettere improvvisamente di scendere.
Sento il fruscio di asciugamani: allegramente catturano le gocce d’acqua che tristi devono abbandonare i bellissimi corpi che solo poco prima percorrevano felici.
Sento la porta del bagno aprirsi e vedo la chioma lavanda di mio marito fare capolino dal bordo, seguita dai due diamanti acquamarina che fanno da iridi a due occhi dolcissimi.
Mi fa sciogliere.
Ogni volta che mi guarda con quegli occhi, sento le farfalline nello stomaco che svolazzano felici…chiaro segno che l’effetto del fumo di ieri sera non sia ancora passato…oppure sono dannatamente innamorata di lui…
Comunque…
Un attimo dopo, lo vedo comparire accovacciato davanti a me, per potermi guardare fisso negli occhi. I miei sono affondati in quel cristallo purissimo che adoro, ma so che anche suo fratello (?) maggiore mi sta osservando, probabilmente con lo stesso sguardo incuriosito di mio marito.
“Principessa, cosa succede? Non stai bene?”
Non riesco a rispondere. Un nodo mi stringe la gola e gli occhi mi si riempiono ancora di lacrime, anche se non so spiegarmi il motivo.
Non faccio altro che mostrar loro il blister contenente le due pillole clandestine.
“Merda” esclama Trunks del futuro sbattendosi una mano in faccia.
“Cazzo (*)” lo segue a ruota mio marito sgranando gli occhi dalla sorpresa.
“Hihiihii” sento ridere Goten nella mia testa e stramaledico l’autore per il suo cinismo.
“Mi dispiace, non so come sia stato possibile. Non mi è mai capitato di scordarmi…” riesco a dire abbassando lo sguardo e singhiozzando quasi.
Perché mi sento tanto Goten in questo momento?
‘Ah! Già! Forse perché Bra mi ha detto che ha messo dei post-it sullo specchio del bagno per ricordargli di lavare i denti la sera, prima di andare a dormire…Che idiota…
No, accidenti! Io sono idiota! Dimenticarsi di lavare i denti alla sera non è così grave come non prendere la pillola per due giorni!
DUE GIORNI!!!
Ma come ho fatto?’ continuo a rimuginare mentre sento mio marito tornare in posizione eretta e dialogare brevemente con la sua copia. Istintivamente alzo gli occhi per capire dal loro sguardo quale sia il loro stato d’animo.
Contro ogni mia aspettativa, li vedo entrambi sereni e sorridenti e sento la copia di mio marito finire sottovoce di dire:
“Beh, penso sia la cosa più giusta da fare…”
“Fare cosa?” chiedo quasi preoccupata.
Trunks si riaccovaccia di fronte a me e mi accarezza la guancia con il dorso delle dita della mano per poi sussurrarmi:
“Trunks non vuole partire senza sapere se diventerà papà o no”
“Eh?” chiedo smarrita.
“Certo! Come puoi pensare che io possa tornare nel futuro senza che tu abbia fatto un test?” mi chiede il diretto interessato come se fosse la cosa più normale del mondo.
Alzo gli occhi al cielo.
Non so se tirare qualche accidenti all’autore o semplicemente uccidere mio zio per aver contribuito a farmi ritrovare in questa situazione.
Penso che, in qualche modo, gliela debba far pagare a quello stronzo.
Ho già in mente un piano.
Tanto per cominciare mando lui in farmacia a comprare il test.
Lo conosco molto meglio di quanto lui conosca me e so che la cosa gli darà molto, ma molto fastidio…
Mi alzo senza dire una parola.
Mio marito fa lo stesso, affiancandosi di nuovo alla sua perfetta copia del futuro.
Accidenti quanto sono sexy.
Sono così dannatamente belli che gli ormoni hanno già ricominciato a perdere il controllo, offuscando i miei pensieri in un modo indecoroso.
Faccio un sospiro, cercando di ritrovare un contegno e mi avvicino.
Li guardo entrambi facendogli un leggero sorriso che sa molto di gratitudine e do una carezza a entrambi sulle guance.
Poi, senza aggiungere altro allo sguardo complice che ho rivolto loro, mi butto sul letto per afferrare il telefono che si trova sul mio comodino.
Compongo il numero di Bra che, dopo qualche squillo, risponde allegra:
“Ciao Panny! Come stai?”
“Ciao Bra…Tutto bene…quasi…sì, insomma…C’è Goten? O l’hai buttato fuori casa dopo quello che ha combinato ieri sera?” chiedo mettendo il vivavoce per far sentire anche i due Trunks.
“Perché? Cos’ha combinato ieri sera?” mi chiede l’azzurrina perplessa.
“Ma come, scusa! Sai che è andato a giocare a calcetto?” chiedo contrariata.
“Certo! Con Trunks! Non capisco…Qual è il problema?” mi chiede sempre più confusa.
“Bra… PASSAMI.GOTEN…” affermo scandendo nervosamente le parole e chiudendo gli occhi.
“Mhmm…sei strana, Pan… Te lo passo… GOTEEEEEN! C’è tua nipoteeeee!” urla la mia amica.
Nell’attesa che l’idiota arrivi al telefono, mi premo la fronte tra le dita e cerco di respirare profondamente per controllare l’istinto omicida che, in questo momento, ho nei confronti di mio zio.
“Heylaaaa! Buongiorno!” esclama allegro “Dormito bene? Ci hai dato dentro di brutto con l’alcol ieri sera, o sbaglio?”
“E tu come lo sai?”
“Come lo so? Ma Panny! Non ti ricordi che eravamo tutti assieme in quel locale…Trunks ha chiamato Bra per chiederle se voleva venire a festeggiare il suo ritorno! Non ti ricordi?” spiega con un tono che non mi piace affatto.
Mi volto e fulmino Mirai Trunks con lo sguardo.
Lui fa spallucce e apre le braccia dicendo sottovoce:
“Ѐ mia sorella… volevo chiacchierare un po’ con lei…”
‘Ok, ci sta’ penso. Arriccio un po’ il naso facendogli capire che ha ragione, non me la posso prendere per questo.
Volto di nuovo la testa verso il telefono che giace sul letto e continuo:
“Goten, ascoltami bene. So che la tua testa non è in grado di comprendere da subito le domande che ti sto per fare. Per questo parlerò molto lentamente e scandendo bene ogni singola parola, ok?”
“Domande? Ah, guarda, se vuoi sapere chi ha portato i funghi che ti sei fumata ieri sera, devi chiedere alla signora Brief…Quella donna è una continua sorpresa…Sai il film ‘L’erba di Grace’? U.g.u.a.l.e!!! Le cose migliori arrivano sempre da chi meno te lo asp…
“GOTEEEEN!!! Non mi interessa sapere di funghi, erbe, piante, conifere o alghe magiche! Ho cose ben più gravi a cui pensare ora!” lo interrompo con rabbia al limite di quella che credo possa essere la mia prima trasformazione in ssj3.
“Gravi? Cos’è? Non sai più quale dei due Trunks è tuo marito? Beh, quello con la fede, no?” mi dice facendomi voltare e beccando in pieno il maggiore restituire l’anello al minore, facendomi spalancare la bocca.
Immagino che anche la fede al dito fosse un accorgimento del fantastico piano di Goten, per non far scoprire lo scambio dei due Trunks.
Scuoto la testa. Tra tutti e tre non so proprio chi salvare.
“Goten, prima di tutto. Mi spieghi perché tu hai detto a Bra che andavi a giocare a calcetto e invece per Trunks hai messo in piedi quello schifo di piano? Pensavi che mi sarei opposta alla vostra uscita sportiva? Che motivo c’era di trovare un ‘supplente’? Oltretutto sperando che non me ne accorgessi” chiedo davvero confusa.
“Beh, semplice. Io non ho un Mirai Goten da mandare come sostituto… Certo avrei potuto mandare Gohan, visto che un po' ci assomigliamo, ma lui gioca in porta, per cui non era disponibile. Capisci?” mi spiega con voce fin troppo pacata, come se mi stesse trattando da troglodita.
“Ma tu hai la fissa delle sostituzioni, eh! Pensi che Bra non se ne sarebbe accorta?” gli chiedo retoricamente, senza aspettarmi una risposta che, invece, ritiene opportuno fornirmi:
“Lo sospettavo… per questo le ho dovuto dire che andavo a giocare a calcetto… Effettivamente in porta non avrei saputo chi altro mettere. Crillin è troppo basso e gioca ala destra. Tensing è al centrocampo, Yamko gioca ala sinistra e C17 in attacco… Ma lui lo teniamo solo perché fa molto spogliatoio… Anche se alla fine nessuno vuole fare mai la doccia con lui… chissà perché…” mi spiega come se la cosa possa in qualche modo interessarmi.
“GOTEEEEN! Non me ne frega niente! Oltretutto di una squadra che ha te come allenatore! Mi chiedo come possiate anche solo riuscire a ritrovarvi all’ora e nel posto giusto dove giocare. Comunque. Ti chiamo perché devi fare la prima delle tante cose che mi devi, per espiare la tua pena. Muovi le chiappe e vieni qui. Per strada fermati alla pasticceria e prendi dei croissant freschi e poi, fermati alla farmacia e compra un test di gravidanza” gli dico tutto d’un fiato.
“Come si scrive ‘croassan’?” mi chiede con fare ebete, ma con pronuncia francese perfetta, manco fosse Maria Antonietta.
“CHE? Come sarebbe a dire, come si scrive?”
“Come faccio a comprarli, altrimenti? Se non scrivo ciò che devo comprare, poi non mi ricordo e finisce che sbaglio. Allora? Come si scrive? Quanti ne devo comprare?” ribadisce quasi scocciato.
“C.R.O.I.S.S.A.N.T… Prendine… boh… Una ventina? Ma hai capito cos’altro devi comprare…in farmacia?” chiedo titubante.
‘Ho detto veramente una ventina? Ecco, lo sapevo…sono già incinta…Ah, no! Fermi tutti! Siamo sayan…sicuro che ci stanno 20 croissant…Accidenti, potevo chiedergliene di più…che stupida…’
“Certo. Un test di gravidanza. Ma per chi?” mi chiede distraendomi dai miei stupidi pensieri mangerecci.
Odio quando fa così.
Non riesco a capire se mi sta pigliando per il culo o sia davvero così idiota.
Sento i due Trunks scoppiare a ridere come due scemi.
Come non capirli.
“Per chi, Goten? Secondo te? Per la mia gatta?” chiedo con tono EVIDENTEMENTE retorico.
“Hai una gatta? Da quando?”
“NOOOO! Goten! Non ho una gatta! Serve a me, il test, idiota!”
“Ah! Ok, dillo subito, no! Quale preferisci che ti compri? Quello con risultato che appare dopo il conto alla rovescia te lo sconsiglio…è da sadici…Preferisci quello che, oltre a dirti se sei incinta, ti dice anche da quando oppure quello con precisione superiore al 99%? Io ti consiglio quello progettato per essere facile da utilizzare… tra parentesi, il mio preferito… non devi nemmeno leggere le istruzioni e a me esce sempre negativo…” afferma convinto, facendo venire le lacrime sia a me che ai due ipotetici papà alle mie spalle.
“Che c’è da ridere?” chiede perplesso.
“Niente… solo… mi sembri davvero esperto…come mai sei così informato?” chiedo cercando di ritrovare un certo contegno e cominciando a pensare che, il fatto di mandarlo in farmacia, non sia proprio una vera e propria punizione: sembra ci sia abituato…
“Mah, sai… Bra si dimentica un giorno sì e uno no di prendere la pillola… Oramai ho l’abbonamento in farmacia a comprare test…
… Goteeeen! Chiedi a Pan se ha lei la mia borsetta! Ieri sera temo che ce le siamo scambiate!...”            
La voce di Bra proveniente da un punto imprecisato mi fa sgranare gli occhi e spalancare la bocca all’inverosimile.
Afferro il telefono e mi metto a sedere sul letto osservando il due Trunks che non sanno se ridere, piangere o cosa…
Salto giù con un balzo e vado a recuperare la borsetta ancora stravaccata sulla sedia.
La osservo attentamente.
La osservo e ripenso alle parole di Goten quando, il Natale scorso, regalò a me e a Bra la stessa, identica borsetta: “Così non litigate per chi delle due ce l’ha più bella” manco fossimo bimbe dell’asilo.
“PAAAAN? Ci sei? Hai tu la borsetta di Bra?” mi chiede richiamandomi alla realtà.
“Sì… sì… ce l’ho io… Passo fra poco… anzi… fra un po’… a portargliela…” dico fissando i due Trunks con un sorriso maliziosissimo.
“Ma come? Non devo più venire con i 20 croissant e il test?” mi domanda stupito.
“Ok… Vieni fra un’ora… anzi… facciamo un paio… Porta i croissant e la mia borsetta. Il test portalo a Bra… credo ne abbia più bisogno di me…” dico inclinando la testa di lato per ricevere il primo di quella che spero sarà la lunga scia di baci, che mio marito ha iniziato a lasciarmi sul collo, posizionandosi alle mie spalle.
“Come vuoi… Ah! E… Pan!” mi richiama prima che possa riattaccare il telefono.
“Mhmm mmhm?” mugugno cercando di mantenere un controllo quasi impossibile da gestire, viste le attenzioni che il Trunks maggiore sta dedicando al mio seno, dopo avermi levato l’asciugamano inutile che lo ricopriva.
“I croissant li volete lisci, alla crema o alla marmellata?”
“Fai tu” gli rispondo prima di chiudere la telefonata.
Sia mai che, con le manie di precisione e la perversione di ‘sto cavolo di autore, mi debba ritrovare a spiegargli per filo e per segno quanti croissant alla crema, lisci e alla marmellata, debba comprare, quando tutto ciò che vorrei ora è solo buttarmi in un proseguo a rating rosso con ‘sti due.
 
 

CONTINUA...





 
 
(*) NA: correggere con ‘Accipicchiolina’ se Cazzo, in una rating giallo, non si può dire…

 

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Capitolo 3
*** Il Terrore ***



IL TERRORE








DRIIIIIIIN DRIIIIIINNN
“Allora? Mi aprite o no? I croissant si freddano!”
“Arrivo, arrivo!” dice la voce squillante di Trunks al di là della porta che, subito dopo, apre con un sorrisone, invitandomi ad entrare.
“Abbello! Non arrivavi più! C’è Pan?” chiedo cercando di allungare il collo verso una zona imprecisata della casa, non percependo minimamente la sua aura.
“Sì, vieni, è di là con suo marito” mi informa quello che, da subito, ho riconosciuto essere il Mirai.
Sgrano gli occhi e stringo i denti in un’espressione che fa trasparire tutto il mio sconcerto:
“C-come è di là con suo marito...Mamamamamama...
“Heylà, Goten! Che bello! Hai portato davvero venti croissant? Dai, vieni che ce li dividiamo!” mi interrompe la voce di colui che, da anni, considero mio fratello.
“T-Truuunks? Ma che diavolo ci fai qui?” chiedo con un tono davvero sconcertato.
“Goten? É casa mia, ricordi? Mia e di Pan, cosa non ti torna?” mi domanda il lilla con un tono che non mi piace affatto. Quando fa così mi sembra che mi stia trattando da deficiente.
E io sono deficiente.
A tratti.
Tipo quando mi dimentico di lavare i denti la sera, a meno che legga il post-it a forma di cuoricino che Bra ha amorevolmente appiccicato allo specchio del bagno...che dolce...😍
Ma sulle cose serie, sono irremovibile.
E questa lo è.
Non seria.
Di più.
Serissima.
Più seria della OS precedente.
Ok, la pianto, sennò sembro deficiente davvero.
“Trunks! Oggi È MERCOLEDÌÌÌÌ!” lo informo con lo sguardo terrorizzato.
“Già, lo sappiamo, Goten...Mi fa piacere che anche tu ne sia a conoscenza... L’unica che non ha ancora fatto mente locale su questa cosa, credo sia Bra... Ooooh, ma vedrai che lo capirà bene anche lei, quando le riporterai la borsetta... hihihhi” sogghigna in un modo che continua a non piacermi.
“Perchè?” chiedo stranito.
“Temo si sia dimenticata per ben tre giorni di prendere la pillola...Stai per diventare papà?” mi chiede come se fossi un cretino che non conosce certi trucchetti e, soprattutto, i suoi polli...
“No, credo... spero... beh, quando torno faccio un test...tanto sono abituato...” dico sbuffando.
“Goten, non so come dirtelo...ma il test lo dovrebbe fare Bra...non tu” mi spiega Mirai Trunks con un tono di voce che sembra studiato apposta per cercare di non offendermi...anche se non vedo perché dovrei.
“Lo so, ma a lei ci pensa Vegeta. Come sente le auree sayan lui, non le sente nessuno...” spiego.
“E perché lo fai allora?” mi chiede Trunks alzando un sopracciglio perplesso.
“Come perché? Per solidarietà, no?” chiedo non capendo quale sia il loro stupore.
“Certo. Dai vieni, che ci mangiamo le brioscine...Abbiamo una fame!”
“Ma quali Brioscine?” chiedo smarrito.
“I croissant, Goten! Non sei venuto a portare i croissant e a prendere la borsetta di Bra, oltre che a riportare la mia?” mi chiede Pan sbucata da non so dove.
‘Cavolicchio, che faccia sconvolta! Devo dire alla Sig.ra Brief di cambiare la terra alle piantine... così è davvero troppo acida... Ti fumi uno spinello e guarda come ti riduci...’ penso tra me e me leggermente scosso per non aver portato roba di prima qualità, ieri sera. Che stupido...ma già si sapeva, no?
“Buongiorno Pan! Dormito bene?” chiedo con un sorriso che fa trasparire tutta la mia falsità.
“No... o... sì... Boh... non mi ricordo se ho dormito un po’ sì... credo... Che dite ragazzi?” chiede ai due Trunks facendo loro uno strano occhiolino stranamente enigmatico. Strano... l’occhiolino.
Ma cosa ne possono sapere loro se lei ha dormito o meno? Mah... ‘Sti Brief sono davvero davvero strani... come l’occhiolino... E poi sono io quello scemo...
“A me sembra di no...” confesso sperando che non mi tiri una ciabatta.
“Dici? Sono messa così male? Sarà l’allenamento di ieri con Vegeta...” mi dice facendomi riconnettere i neuroni e permettendo al mio cervello di ritornare finalmente al motivo per cui è stata scritta questa ennesima stronzata.
“AAAAAAHHHHHH! Ecco!! L’allenamento!” esclamo ridipingendomi in viso lo stesso sguardo terrorizzato che avevo circa una ventina di righe più su.
“Sei ironico?” mi chiede Pan con una faccia perplessa.
“Ma quale ironico, PAN?!  Qui è una tragedia, una tragedia!” esclamo agitando le braccia al cielo.
“Ma cosa stai dicendo, Goten?” mi chiede Trunks venendomi incontro per farmi calmare.
“TRUNKS! Oggi è mercoledì! Sono le 11 passate! Ti rendi conto? Mercoledì, mercoledì!” insisto sconvolto.
“Goten, vedi di calmarti e pian...O.MIO.DIO...
Sospende la frase Trunks smettendo di scuotermi immediatamente le spalle e voltando lo sguardo terrorizzato verso Pan che, a ruota, sgrana gli occhi guardando...me. Basta che non mi dia la colpa anche per questo!
“Che succede ragazzi?” chiede Mirai Trunks sorpreso del cambio repentino di umore ed espressioni.
“Oggi è mercoledì, Trunks!” lo informa per l’ennesima volta la sua copia correndo in camera.
“Eeee...quindi?” insiste il maggiore sempre piú perplesso.
“Dov’è la tuta, Pan?” grida Trunks dalla camera da letto.
“Nell’arm... nooooo... l’ho lavata!!!” lo informa Pan in panico totale.
“Come l’hai lavata?! E ora?” chiede l’altro disperato.
“Ragazzi?! Mi dite cosa succede?” chiede di nuovo il Mirai.
Certo che questo ragazzo, oh! Perspicacia e tempismo: zero! Non capisce che il momento è drammatico?
“Goten? Vuoi illuminarmi tu?” mi interroga.
Ed eccolo... Il lampo di genio che mi attraversa la mente come un fulmine giunto ad illuminare una tenebrosa notte autunnale. Mi volto e lo osservo riducendo gli occhi a due fessure sottilissime.
“Che c’è?” mi domanda ritraendosi un pochino.
“Tu sei proprio uguale a Trunks, sai?”
“E?” mi domanda ritraendosi ancora di più...Che abbia capito cos’ho in mente? Strano...
“Non è che per caso hai una tuta...e una battle suit...qui con te, vero?” gli chiedo mantenendo lo stesso sguardo enigmatico.
“Ehm... sì... quindi?” mi domanda. Niente, non ci arriva proprio...
“Ma sì!!! Trunks può prendere la sua tuta per andare all’allenamento!” esclama Pan felice battendo le manine e saltando sul posto come una bimba, facendomi sbattere una mano in faccia dallo sconcerto (e, ci scommetto le palle, facendo innervosire io so chi…).
Certo che anche lei, eh! A stare con Trunks si è proprio rimbambita!
“Ma no, Pan! Ci va lui, all’allenamento, no?” esclamo indicando il Mirai.
“Scusate, ma di quale allenamento state parlando?” mi chiede lui che ancora non ci ha capito un tubo.
“OH, Trunks! Sveglia eh! L’allenamento con Vegeta! Era l’unica condizione che tutti dovevamo accettare perché io potessi sposare Bra e Trunks potesse sposare Pan (*)! La tabella è molto chiara:
Lunedì, ore 10.00: Bra
Martedì, ore 17.00: Pan
Mercoledì, ore 9.00: Tu, cioé, Trunks.
Giovedì, ore 16.00: io e Venerdì, ore 8.00: Gohan. Sabato mattina poi viene Videl, ma l’orario cambia a seconda della torta che deve preparare da portare a tuo padre. Se qualcuno non si presenta, deve mandare un sostituto... altrimenti...
Interrompo la frase, riempiendomi di nuovo gli occhi di terrore.
“Altrimenti?” chiede il Trunks del futuro iniziando a preoccuparsi.
“Beh... la senti l’aura di tuo padre? Ecco... questo è ‘altrimenti’” conclude Pan sconvolta, credo più per il fatto che io mi ricordi di tutti gli allenamenti, che per essersi dimenticata che oggi è mercoledì.
Comincio a pensare che prende la pillola solo per ricordarsi di che giorno sia…Vabbè…ognuno ha le sue buone motivazioni…
Vedo il lilla concentrarsi per qualche secondo, per poi guardare prima me, poi Pan e infine il suo gemello, tornato da poco in cucina, con aria sconvolta.
“E di grazia...perché ci dovrei andare io? Se è così incazzato non credi che si arrabbierà ancora di più, quando non vedrà arrivare il suo vero figlio, ma un supplente, senza che nessuno l’abbia avvisato?”
“Ma no, figurati! Vegeta è in là con l’età...se ha fatto fatica Pan a riconoscerti, figurati se lui noterà la differenza...Non sa nemmeno che tu sei qui!” spiego convinto.
"Goten! Ma come puoi mandare lui al posto mio? Ti è già stato detto che il tuo piano faceva schifo, già la prima volta. Ora lo riproponi con la sola variante dell’ipotesi, alquanto improbabile, che mio padre sia miope? Ma ti sei bevuto il cervello?” mi domanda Trunks lasciandomi perplesso.
“E sentiamo, genio! Cosa proponi?” chiedo stizzito.
Dopo qualche attimo di assoluto silenzio, è Pan che spara la sua assurda idea:
“Credo che vostro padre si calmerà solo se avrà modo di divertirsi. Penso che l’unica soluzione sia che andiate entrambi. Sarà uno spasso, per lui!”
“Geniale! Per me va bene, tu che ne pensi, Trunks?” chiede il giovane alla sua fotocopia.
“Sì, buona id...
“Ma quale buona idea! Ma siete impazziti per caso? Come fate ad andare tutti e due? Vi siete scordati due piccoli particolari?” chiedo alzando gli occhi al cielo per quanto siano tonti.
“Cosa? A noi sembra una buona idea. In fondo a tutti e due va di passare un po’ di tempo con papà!” mi spiega Trunks (scegliete voi quale, è del tutto indifferente) facendo spallucce.
Non ci posso credere. Ma sono davvero cosí scemi o mi stanno prendendo in giro?
Alzo di nuovo gli occhi al cielo e scuoto la testa. Faccio un sospiro e spiego:
"Primo: Se questa storia si chiama 'supplenze' mi spiegate che senso ha che andiate entrambi? Non penserete mica che possa fare io da sostituto a voi stando qui, con Pan, a giustificare lo squallido rating giallo dato a questa raccolta, no? Diamine, é sempre mia nipote e, anche se é una gnocca pazzesca, non posso... insomma... mi capite... no? Senza contare che, mai e poi mai, potrei tradire Bra, giusto?" spiego sinceramente denotando un leggerissimo, ma giusto un tantino, aumento dell'aura di Trunks. Cosa avró detto di male 'sta volta...lo sa dio...
Meglio che mi affretti a cambiare discorso. Mi schiarisco la voce e concludo:
"E poi, comunque, non dovete scordare la cosa piú importante... Ehm... come fate ad andare tutti e due se avete un'unica tuta? Credo che la cosa migliore da fare sia che vada tu, Trunks"
"Quale?" mi chiede Pan perplessa.
"Ma come quale? Quello che vince a carta, sasso e forbice, no?" preciso chiedendomi, ancora una volta, come sia possibile che non capiscano cose cosí elementari e scontate (che invece ai lettori sono chiarissime, vero?).
"Goten, bloccati. Ma le fai così le sostituzioni al calcetto? Vanno tutti e due. Nella GR c'é un armadio pieno, di tute. Ok?" mi dice Pan lasciandomi comunque non completamente convinto.
"Ok, fate come volete. Io torno da Bra. Le riporto la sua borsa. Ciao. AH! E, per la cronaca, non posso farle così le sostituzioni al calcetto. Mica sono tutti fortunati come Trunks, ad avere una copia da sbattere in campo quando lui è infortunato. Ci si vede…" dico infilando la porta sconsolato.
Perché le mie idee non sono mai buone, non lo capisco proprio.
Volo a casa e, appena entrato, Bra mi salta addosso sbaciucchiandomi e spogliandomi. In pochi secondi mi ritrovo spaparanzato sul divano, con il suo corpicino sopra al mio, nudo e infreddolito dalle sue mani gelide (eh sí, anche Bra ha mani e piedi ghiacciati) che lentamente lo accarezzano.
"Perché hai il broncio, Goten?" mi domanda sensualmente sussurrandomelo nell'orecchio che ha appena finito di percorrere per intero con la sua lingua.
Non rispondo.
Non posso dirle che invidio Trunks per ció che ha.
Nemmeno si rende conto della sua fortuna, accidenti.
Ha sempre avuto piú di me e oggi, beh, non ci vuole un genio per capire che, oggi, ha raggiunto l'apice.
Bra mi richiama alla realtá, accarezzandomi cosí delicatamente il petto e baciandomi cosí dolcemente sulle labbra che é difficile nascondere la mia evidente... ehm... (non so cosa si scrive in una rating gialla... ma credo abbiate capito, no?).
Mi rilasso e me la godo.
In fondo in fondo, chi se ne frega che Trunks abbia mangiato l'unica brioche, pardon, l'unico croissant, con la marmellata alla cigliegia?
Mentre slinguazzo con la mia bellissima mogliettina e facciamo cose che non possono essere descritte qui (dannato autore), sento l'aura di Vegeta, giá potentissima, aumentare vertiginosamente.
L'avevo detto, io, che si sarebbe arrabbiato...non gli hanno portato nemmeno un croissant...
O era un altro motivo?
Che strano... solo ora mi sembra di ricordare che dovevo dire qualcosa a Trunks...
Ma… cos’era?
Accidenti… non mi viene proprio in mente…
Mah... vedremo la prossima os... per ora ho di meglio da fare...😉
 
 



CONTINUA...





 
 
 
 
NA: Ringrazio Mymanga per avermi 'suggerito' di incastrare questa raccolta con la mia (e a quanto pare, vostra) amatissima TRUNKSXPAN. Per questo Goten parla delle condizioni prematrimoniali imposte da Vegeta che, se volete, trovate qui:
(*) = http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3086137
Sempre nella stessa storia, Vegeta (ma anche Gohan, a dire il vero) riusciva a sentire la presenza dell’aura sayan di un eventuale embrione, anche se appena concepito. Per questo Goten dice che a Bra non serve il test.
Ok, la pianto.
Alla prox!
SSJD

 

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Capitolo 4
*** Speciale 8 Marzo ***





SPECIALE 8 MARZO





“Trunks! Trunks, muovetevi, avanti!” sento chiamarci insistentemente dal giardino di casa mia.
“Che vuoi? Siamo… ehm… impegnati” gli rispondo affacciandomi alla finestra che dà sul prato davanti casa e beccandomi una folata di aria gelida che investe la pelle del mio torace.
“Ma cosa fai ancora nudo? Non ti ricordi che giorno è oggi? Dobbiamo andare, presto!” mi informa Goten quasi in preda al panico.
“Andareee... Dove... esattamente?”  chiedo smarrito.
Odio quando fa così.
Quando arriva nel bel mezzo di un’ammucchiata a dir poco Epocale con la mia principessa e l’altro me che, a quanto pare, ha deciso di trattenersi ancora per un po’, rendendo me, Pan, Goten, Vegeta (beh, lui veramente è contento che si trattenga ulteriormente solo perché così ha due Bulma a sua disposizione), Bra e sicuramente le migliaia di Fan che io e lui abbiamo, infinitamente felici.
“Dobbiamo andare! Vestiti! Tu e quell’altro... tu, chiunque voi siate. MU.O.VI.TI!” insiste scandendo l’ultima parola come se non l’avessi capita. Ma non sono mica scemo, eh! Ho capito che devo mollare le bellissime e lunghissime e sensualissime...
*sto sbavando tipo Homer Simpson davanti alle ciambelle glassate*
…gambe di Pan che, fino a pochi istanti fa, avvinghiavano il mio bacino al suo, per andare non so dove con Goten a soddisfare non so quale delle sue sicuramente strampalate idee.
“Arrivo, arrivo…piantala di gridare però, ok?” lo informo rientrando in casa per andare ad avvisare mio fratello maggiore che deve mollare all’istante le labbra di Pan e assecondare l’idiota starnazzante.
"Truuuunks... Hey... vieni, dobbiamo andare" lo interrompo mentre con la lingua è sceso a fare il solletico a Pan, in un punto che non posso dire perché il rating é giallo...😌
"Dofe...?" mi domanda malamente senza smettere di torturare Pan.
"Giá, dove?" chiede lei alzando la testa dal cuscino e fulminandomi con lo sguardo, per il fatto che mi sia giá mezzo vestito.
"Ad assecondare una delle idee di tuo zio... Ma... la pianti, Trunks!?" lo redarguisco severamente.
Detesto quando fa cosí.
Le regole di questa relazione a tre gliele ho spiegate chiaramente:
1) niente marmellata di fragole a letto (siamo allergici... entrambi...)
2) niente incontri senza di me.
3) niente richieste che Pan non gradisca.
4) niente yaoi…(su questo siamo entrambi decisamente d’accordo)
5) se arriva Goten... bisogna assecondarlo... immediatamente.
Possibile che tutte le volte si dimentichi del quinto punto? Incredibile, davvero…
"Arrivo, arrivo...Ma si puó sapere dove dobbiamo andare?" chiede scocciatissimo interrompendo il suo piacevolissimo divertimento, nonché quello di Pan.
"Ma non lo so... Dice che oggi é un giorno speciale, che ci siamo dimenticati... che dobbiamo assolutamente andare con lui... Cosa vuoi che ti dica? Sai com'é, no?" dico allacciandomi le scarpe per poi chiedere a Pan:
"Tu ne sai qualcosa?"
"Ma sí, oggi é l'8 marzo...
...
*Sopracciglio alzato in sguardo trucidamente basito*
....
La Festa della Donna!" specifica qualche istante dopo aver notato le nostre facce perplesse.
"Aha! La Festa della Donna! Auguri, Pan! Ma...che c'entra Goten in tutto questo?" domanda il mio socio ancora dubbioso.
"Giusto! Auguri amore mio! Perdonami se mi sono scordato..." dico mestamente... Sono proprio un cretino. Scommetto che Goten non se l'é scordato perché si é scritto il post-it...
"Ma sí, non fa niente... dopo quello che mi avete fatto stamattina, non avete nulla da farvi perdonare... Ma temo che a Goten non basti questa giustificazione... Credo voglia portarvi a comprare dei fiori..." spiega mia moglie con un sorriso stentato.
Ah... Festa della Donna o no... quando torno altro che fiori le regalo...
"Ok... sono pronto... andiamo a vedere cos'ha Goten..." mi distrae il mio socio che, nel contempo, si é preparato.
 
"Heylá, Goten! Scusaci, ci siamo scordati che oggi era la Festa della Donna! Menomale che ci sei tu (?) a ricordarcela!" dico andandogli incontro e mettendogli un braccio intorno alle spalle, per ringraziarlo.
In tutta risposta, lui si schiva e si allontana di qualche passo da noi, per poi voltarsi e squadrarci con due occhi severissimi.
Percepiamo anche l'aumento della sua aura e, di conseguenza, sui nostri volti si dipinge un'espressione a dir poco esterrefatta.
"Non mi toccare... Non osate avvicinarvi, chiaro?" ci dice severamente.
"Eh? Ma si puó sapere cosa ti prende?" chiede mio fratello sempre piú perplesso.
"Giá, che hai? Cosa ti abbiamo fatto?" domando quasi preoccupato.
"Oh, piantatela eh! Tutti e due!" ci aggredisce lui arrabbiatissimo.
"Ma di fare cosa? Ci vuoi spiegare?" chiedo tentando di venire a capo del nuovo dilemma che, sicuramente, sta occupando gli unici due neuroni funzionanti nella mente di Goten.
"Ho capito, sapete? Ho capito qual è il vostro piano. Vegeta me lo ha detto, mi ha spiegato tutto...
"Detto cosa?" chiedo quasi sotto shock.
Mio padre che fa comunella con Goten ha un non so che d'inquietante...
"Certo, a voi conviene fare i finti tonti, vero? Ah, ma io non mi faccio fregare! Conosco il motivo per cui 'fingete' di esservi scordati che oggi dovevamo andare a comprare le mimose...cosa credete? Che io sia uno sprovveduto? No, cari... anzi, niente 'cari', infami e subdoli e mesch...
"Goten! Bloccati, stai iniziando ad utilizzare termini fuori dalla tua portata. Si puó sapere cosa diavolo ti ha detto nostro padre?" chiedo iniziando a irritarmi pure io.
"L'anno scorso (*) mio padre lo convinse ad andare a comprare i fiori da portare a Bulma. Lui era reticente e chiese perché bisognava festeggiare le donne e non gli uomini e mio padre gli spiegó che, se non ci fossero loro, le donne dico, questo fandom sarebbe pieno di yaoi...
"Beh? Vieni al punto Goten, non riusciamo a seguirti, davvero!" dico temendo come non mai il risultato delle sue elucubrazioni mentali.
"Eh, indovina un po'!? Sai dall'anno scorso quante yaoi rosse sono state scritte su lui e mio padre?" mi chiede severamente.
Sbatto le palpebre un paio di volte prima di balbettare un timido:
"Mah... non lo so...
"ZERO! ZERO, TRUNKS! NEMMENO UNA! Nessuno le ha più scritte, sai perché?" mi grida in faccia lui con un tono che non mi piace affatto.
"Ho quasi paura a saperlo..." confesso piú a me stesso che a lui, visto il tono bassissimo della mia voce.
"Perché lui ha comprato i fiori per la Festa della Donna a Bulma e mio padre a mia madre!" spiega furioso.
Guardo mio fratello maggiore che ha, nel contempo, aperto in volto un sorriso divertito come non mai e, sottovoce, gli domando:
"Mi sfugge qualcosa? Perché ridi?"
"Eheh... non l'hai capito?" mi chiede trasformando il sorriso da divertito a malizioso.
"Ehm... no... Cosa dovrei cap...
Un lampo.
Temo di aver compreso e inizio seriamente a pensare che Goten la debba smettere di frequentare la signora Brief e le sue piantine.
Mi volto verso Goten con uno sguardo quasi supplicante. Deglutisco aria un paio di volte e balbetto:
"G-goten...
"Goten un corno! 6 yaoi, Trunks! 6, di cui 5 rosse, per di piú...inutile dirti chi, tutte le volte, ci ha rimesso il c...
"GOTEN!" lo interrompo bruscamente prima che la sua mente si perda in strane congetture sugli autori/autrici delle suddette yaoi.
"No, non mi interrompere, sai? Io sono stufo. Non ne voglio piú sapere, di qualsiasi colore siano: Verdi, gialle, arancio, rosso, fucsia e pervinca! Basta!" conclude irritatissimo.
"Oh, Goten! Vedi di darti una calmata, sai? Primo, non é di certo colpa mia e secondo, cosa speri? Che comprando dei fiori per Bra eviterai...tutto questo?" chiedo infervorandomi a mia volta.
"Sí, ne sono convinto e il fatto che tu non lo sia mi fa credere ancora di piú che tu l'abbia fatto apposta, a scordarti. Tanto a te che t'importa, giusto? Tu sei quello che si diverte nelle Yaoi...Enno, bello. Adesso é finita... Oltretutto ora siete pure in due...Mi spiace deludervi, ma io ci tengo alle mie chiappe, per cui... Io vado a comprare le mimose per Bra, perché sono molto felice che lei ci sia. Voi fate come volete, ma sbagliate se pensate di essere esenti dall'essere ancora protagonisti di yaoi, sapete... c'é sempre C17... in giro... E so di per certo che proprio il giorno di S. Valentino (**) è stato mollato... Quindi decidetevi, venite a prendere i fiori o no?" domanda con un'espressione severissima dipinta in volto.
In effetti, il ricordo dell'ultimo S. Lorenzo (***) passato con C17 mi fa venire i brividi e l'idea che la cosa possa ripetersi mi fa quasi paura. Mi volto verso il mio compare che, a differenza mia, con il 'suo' C17 non ha avuto la mia stessa esperienza terrificante (o quasi) e gli dico:
"Scusa, fratello, ma devo andare... Ti consiglio di venire anche tu... prevenire é meglio che curare..."
"Sí, vengo... non si sa mai..." mi dice sinceramente.
"Ok, veniamo con te, Goten. Peró calmati, dai! Questa raccolta non é yaoi..."
"Giá, ma viste le tue minacce dell'ultima volta e l'idiozia dell'autore... Io non mi fido, ok?" risponde lui rilassandosi completamente e mostrandoci un leggero sorriso.
Ci avviamo tutti e tre verso il negozio di fiori. Stiamo in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. Il mio personale credo sia lo stesso di quello di mio fratello: "Ma a Pan, dei fiori, fregherá qualcosa o preferiva tenerci entrambi sotto il piumone? Mah... alle lettrici l'ardua sentenza..."
L'autore una mezza idea ce l'ha, ma nel dubbio, faccio gli auguri a tutte e vi saluto... Esco a comprare un pensierino: Che dite? Petalose rose o effervescenti mimose?
 
 



CONTINUA...




 
(*) = http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3050860&i=1
 
(**) = http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3384641&i=1
 
(***) = http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3220970&i=1
 
 
 

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Capitolo 5
*** Incubi e Deliri ***





INCUBI E DELIRI








“Trunks! Tutto bene? Dimmi!”
“Pan…è meglio che tu venga qui…Credo che tu sia l’unica che possa calmarlo…”
“Ma chi?”
“Mio padre, no? Vieni in fretta e passa a chiamare tuo zio…’sta volta l’ha combinata davvero grossa…”
Click.
“Trunks? Truuunks?”
Niente, nessuna risposta.
‘Ma cosa diavolo…’ penso infilandomi velocemente la tuta e volando fuori dalla finestra in direzione Capsule C.
‘Cosa avrà combinato ‘sta volta? Si è pure ricordato dell’allenamento di Trunks…’ mi chiedo avvicinandomi alla mia tappa intermedia e percependo sempre di più quella che mi sembra essere un’aura immensa.
Atterro poco dopo nel giardino della casetta in cui Goten starà sicuramente…ecco, appunto…
Bra è ssj…mi tocca aspettare…
Attendo circa cinque minuti e poi suono il campanello. Mi viene ad aprire proprio lui, Goten, che mi apre la porta con un allegro sorrisone e…COSA?? Ѐ completamente nudo!
“Panny!! Tutto bene? Qual buon vento?” mi domanda allegro.
“Goten! Per amor del cielo, copriti! Ma possibile che tu non abbia il minimo pudore? Se fossi venuta con qualcuno?” gli domando portando le mani davanti agli occhi e alla faccia, più per coprire l’acceso rossore che dev’essere comparso sulle mie gote, che la vista di ciò che una nipote non dovrebbe mai vedere di suo zio.
In tutta risposta lo sento sbuffare e, dopo qualche secondo, sentenziare:
“Ok, ok! Mi sono coperto. Allora? Cosa volevi?”
Torno ad osservarlo e scoppio a ridere.
Mai vista una vestaglia da camera più brutta di quella che si è sforzato di indossare.
Rosa, con piumaggio ornamentale dei bordi e delle maniche di un terribile colore lilla leopardato.
“Ma dove l’hai presa quella?” domando non riuscendo a trattenere le lacrime.
“Me l’ha regalata C17. Perché?” risponde facendo spallucce.
“No, niente…Comunque…devi venire con me. Sento aria di tempesta” dico seriamente.
“Ma quale tempesta, Pan? Ci sarà una temperatura al suolo di 28°C… Hihihihi… non c’è nemmeno una nuvola in cielo! Hai mangiato per caso la torta fatta dalla signora Brief?” mi interrompe.
“Cosa? Ma quale torta? Nooo! Mi ha chiamato Trunks e…
“Quale?” mi interrompe.
“Qualeee?” chiedo smarrita, non avendo capito il senso della domanda.
“Sì, quale dei due ti ha chiamato?” spiega.
“Ma…non lo so…Cosa importa?” domando irritata.
“Non lo so. Se non lo sai tu…per me è indifferente…Sei tu che devi prendere quello giusto per andarci a letto…Nel dubbio non vorrai mica farteli tutti e due, no? Altrimenti pretendo di essere messo anch’io in una Threesome a rating rosso” scherza. Povero cucciolo. Non sa che la cosa è già successa, mentre a lui è toccata una misera OS in cui sognava solamente di farsi Bulma…
Comunque. Mi ripiglio dallo sconforto di dover applicare la maggior parte delle nozioni che sto studiando per l’esame di psicologia infantile e continuo:
“Goten, mettiti la tuta. Trunks… uno dei due… mi ha chiamato dalla CC e mi ha detto di andare là immediatamente”
“E perché? Io stavo scopicchiando…” dice sconsolato.
“Scopicchiando?” chiedo interdetta.
“Sì… insomma… sai… facendo… cose… con Bra…” spiega imbarazzato.
“So cosa vuol dire, idiota! Mi chiedevo solo quando tu fossi diventato così rozzo. Muoviti che la situazione credo sia grave. La senti l’aura di Vegeta?” insisto.
In tutta risposta lo vedo sporgere un orecchio fuori dalla porta, come se per ‘sentire’ avesse bisogno di una maggiore esposizione del padiglione uditivo.
“Mhmm. Già…sembra davvero arrabbiato…L’avevo detto io che mandare tutti e due i Trunks non gli avrebbe fatto piacere…Adesso sarà confuso… poverino… Come non capirlo?” dice scuotendo la testa e inarcando le sopracciglia in uno sguardo di compassione.
“Ma quale confuso, Goten!! Mi ha detto Trunks che è colpa tua! Sei tu che hai combinato qualcosa di grosso! Dai sbrigati, che dobbiamo andare!” insisto innervosita.
“Mia? Ma come? Cosa c’entro io?” mi chiede afflitto.
“Non lo so. So solo che dobbiamo andare. Muoviti! Più aspetta e peggio è! Non senti?”
“Ma certo che sento, sai!? Non ho mica ancora bisogno dell’apparecchio uditivo! Aspettami che finisco una cosa con Bra, mi infilo la tuta e arrivo” mi dice chiudendomi la porta in faccia e facendomi perdere totalmente le staffe.
Come sarebbe a dire: ‘finisco una cosa con Bra?’. Ma non l’ha capito che dobbiamo andare in fretta? Adesso mi sen…
“Ok, andiamo” mi dice uscendo di casa con la tuta fresca di bucato, appena indossata.
Mentre voliamo lo osservo attentamente e, solo per soddisfare la mia curiosità e giusto quella del centinaio di lettori gli domando:
“Goten, sai, prima ho temuto che dovessi finire con Bra ciò che ho probabilmente interrotto…Mi dispiace…”
“E di cosa? Quando sei arrivata avevo già finito. Certo il secondo round è durato un po’ poco, ma d’altra parte…avevo bisogno anche un po’ di tempo per indossare la tuta…” mi spiega con indifferenza, come se fosse normale avere un rapporto completo in 15 secondi.
Mah…
Scuoto la testa e faccio rientrare le palle degli occhi sgranati nelle loro orbite. Giusto in tempo per atterrare, poco dopo, nel giardino della CC.
Immediatamente ci vengono incontro mio marito e la sua perfetta copia dicendoci di azzerare l’aura e di nasconderci con loro dietro la GR.
Eseguiamo il loro ordine e ci accovacciamo, come quattro scagnozzi che stanno elaborando un piano, sull’erba nel posto che i due ci hanno indicato.
“Cosa succede, Trunks?” chiedo a voce bassissima.
“Eh… succede… succede che tuo zio è un cretino! Ecco cosa succede!” mi spiega il mio compagno sempre sottovoce, dando uno scappellotto dietro la nuca di Goten.
“AHIO! Ma perché? Cos’ho fatto?” domanda il malmenato alzando un po’ troppo la voce.
“SSSHHHHH!!! Goten! Parla piano!” interviene l’altro Trunks mettendosi un dito sulla bocca, per rendere la sua richiesta di abbassare i toni più esplicativa.
“Cos’hai fatto, Goten? Possibile che non te lo ricordi?” gli chiede di nuovo Trunks innervosito.
“Noo! Cos’ho fatto?” domanda ancora mio zio.
“Dannazione, Goten! Chi hai incontrato ieri?” insiste mio marito.
“Ehm… lui… che era appena arrivato con la navicella… dal futuro…” spiega indicando il Mirai.
“E di grazia, con chi era lui, quando l’hai visto arrivare ieri?” prosegue con l’interrogatorio il mio Trunks.
“Chi è questa grazia?” chiede Goten smarrito.
“Ma no, Goten! Ѐ un modo di dire…” intervengo per cercare di non far innervosire Trunks ancora di più.
“Aaaah! Capisco… lui era… era… beh… era con sua madre…” aggiunge mio zio timidamente.
“Cosa? Tua madre è qui?” chiedo con un tono di voce misto tra felice e stupito.
“Sì, è venuta con me… per gli stessi miei motivi… Sai, nel nostro tempo non c’è molto da divertirsi… Voleva rivedere i suoi vecchi amici e anche… insomma puoi immaginare, mio padre…” mi spiega il Trunks venuto dal futuro, rattristandosi un pochino.
“Ma dai! Beh, hai fatto bene a farla venire! Si starà divertendo anche lei, no?” chiedo ingenuamente.
“Si stava…divertendo anche lei… per la precisione…” aggiunge abbassando lo sguardo.
“Stava?” chiedo non comprendendo l’uso del passato.
“Sì… Avrebbe continuato volentieri se qualcuno, di cui non faccio nomi, ci avesse avvisato, come doveva, che oggi l’allenamento non si sarebbe tenuto…” conclude mio marito calcando nervosamente il tono sulle parole ‘qualcuno’ e ‘faccio nomi’ e indicando su di esse Goten.
“Ah, non date la colpa a me! Se cambiate i turni degli allenamenti non è certo colpa mia , no!” si giustifica mio zio facendo spallucce.
“Non abbiamo cambiato i turni, Goten! Ieri, quando sono arrivato, tu hai detto a mia madre che le avresti fatto fare un giro per la CC. Poi avete incontrato mio padre e lì, dillo tu cosa è successo! Perché ancora io non riesco a capacitarmi di come stamattina, Trunks e io siamo venuti a disturbare la Threesome a luci rosse che mio padre stava vivendo con le nostre due madri assieme!” spiega il Mirai visibilmente contrariato.
“Hihihi…una Threesome? Che figata! Con le due Bulma? Hai capito Vegeta? Ti stimo, fratello!” afferma mio zio facendo perdere la pazienza a tutti.
“GOTEN!” esclamo nella speranza di ricevere una qualsiasi spiegazione.
“Sì, sì… ora ti spiego… Ieri abbiamo fatto un giro, è vero. Poi abbiamo incontrato Vegeta. Tua madre, nel vederlo, è svenuta ed è caduta tra le mie braccia. Il che ha risvegliato il mio amichetto in un modo che non dovrei nemmeno osare dire… visto che state aumentando la vostra aura così… finisce che Vegeta ci scopre…
Si interrompe scostandosi leggermente dai due Trunks che lo stanno davvero fulminando con due occhi severissimi, per poi proseguire:
“Ad ogni modo… Lui mi ha chiesto che diamine stesse succedendo e cosa ci facessi in giro con sua moglie e soprattutto perché mi stavo eccitando tenendola in braccio e blablalba blablalba… uff… una serie infinita di domande, tutte assieme…
“GOTEN!” lo richiamiamo ancora ad una realtà che sembra continuamente sfuggire dal suo improbabile controllo.
“Sì, beh…comunque… lì ho pensato che fosse miope e che, se aveva scambiato la Bulma del futuro per sua moglie, avrebbe scambiato anche voi due… Ѐ per quello che stamane, avevo suggerito di scambiarvi…non mi avete ascoltato… Ad ogni modo… L’ha presa e se l’è portata in camera. Poco dopo, mentre ero nella serra con Bunny, è arrivata tua madre e mi ha detto una cosa stranissima…” si interrompe indicando mio marito, per far capire che la madre era, ‘sta volta, la sua e mettendosi a pensare in una posa che, come sempre, non è da lui.
“Cosa?” chiedo incuriosita.
“Mi ha detto: - Goten, avvisa Trunks: domattina niente allenamenti, non ci siamo per nessuno… Ѐ chiaro?- poi mi ha fatto un occhiolino strano, ma proprio strano, più strano anche di quello che hai fatto tu stamattina a loro due… anzi, ora che ci penso…era abbastanza stranamente simile…
“GOTEN! Non continuare a perderti, altrimenti non si capisce più nulla! E sentiamo, cosa ti è sfuggito del: ‘avvisa Trunks: domattina niente allenamenti, non ci siamo per nessuno’? Perché non ce lo hai detto?”
“Beh, prima di tutto non sapevo quale dei due dovevo avvisare, di Trunks, intendo e poi non avevo con me i post-it e non potevo prendere l’appunto per ricordarmelo, ma poi… anche se l’avessi avuti, cosa potevo scrivere? ‘Bulma non c’è per nessuno’? Già, così poi mi avreste chiesto: - Ma se non c’è per nessuno, come ha fatto a lasciarti questo avviso? -. Avreste pensato che ve lo dicevo per farvi saltare l’allenamento con Vegeta, no? Guardate che io rifletto sulle cose, mica come voi, eh!” dice alzando pure gli occhi al cielo, come per farci capire che gli stupidi siamo noi.
Non ho parole…
Credo che il mio ‘non avere parole’ si rifletta tutto nell’espressione da pesce lesso che mi deve essere comparsa in viso: bocca spalancata e occhi sgranati.
La bocca si spalanca ancora di più e gli occhi escono totalmente dalle loro orbite quando, alle mie spalle, sento la voce giustamente incazzatissima e famigliarissima di Vegeta che tuona:
“Cosa diavolo state combinando?”
Tutti ci voltiamo verso la sua statuaria figura e, facendo un risolino imbarazzato, gli dico:
“Buongiorno, Vegeta…stavamo… ehm… in effetti stavamo per levare il disturbo… Goten ci ha appena informati che per oggi… ehm… niente allenamento, giusto?”
“Un’ora fa, era niente allenamento, ma ora siete qui tutti e quattro ed è scattata l’ora del divertimento per Vegeta…” risponde lui spantegandosi in volto un sorriso sadico.
“Ma come? Non ti sei divertito già abbastanza con le due Bulma? Guarda che questa non è una yaoi e, comunque, io non ho la minima intenzione di concedermi ancora a Trunks, ce ne sono già abbastanza scritte su di noi e indovina un po’: chi fa sempre la parte peggiore? E no, caro mio. Anche se l’idea di accoppiarmi con Bulma me la sogno anche la notte, non credo di poter correre il rischio di dovermi guardare le spalle da ben tre principi dei sayan…” afferma mio zio facendo crescere l’aura di tutti in modo esponenziale.
“Hai finito? Nemmeno tuo padre arrivava a livelli di demenza così elevati, sai? Avanti, tutti nella gravity room. E guai se voi due fate la fusione. Chiaro?” ci intima Vegeta con un tono che non da spazio a repliche, se non a quella di Goten che, come al solito, sentendosi in dovere di sparare qualche altra idiozia, conclude:
“Ma se mi alleno oggi, poi si sballano tutti i turni…Domani devo venire, per esempio?”
“Preoccupati di arrivare a stasera e reggerti ancora sulle tue gambe…Poi domani ne riparliamo… Cosa stai facendo?” chiede Vegeta facendo una faccia perplessissima.
“Aspetta… do.ma.ni ne ri.par.lia.mo… Ok. L’ho scritto sul post-it… Così non me lo dimentico… Hey, ma… un momento… stasera c’è la partita di calcetto… se non mi reggo sulle gambe come faccio a giocare?” dice rimettendosi in tasca il blocchetto con i famosi bigliettini gialli e una delle matitine che l’ultima volta ha rubato a Ikea.
“Ѐ semplice, manda Gohan, senza occhiali e con l’opportuno taglio di capelli, siete praticamente uguali” sentenzia Vegeta prima di entrare nella GR e prepararsi a far pagare a tutti l’interruzione della sua mattinata godereccia.
“Giàààà! Ѐ vero! Anche io ho chi mi può sostituire!! Forza, ragazzi! Andiamo a farci spaccare qualche osso!” esclama felice senza notare gli sguardi truci di noi altri.
Ci alziamo rassegnati e, prima di entrare nella GR, sento mio marito che si avvicina a mio zio e gli sussurra all’orecchio:
“Guardati le spalle, Son. Sia mai che l’autore decida di introdurla, la dicitura yaoi…”
Poi gli fa un occhiolino.
Uno strano occhiolino.
Ma proprio strano strano strano…




 



CONTINUA...




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Capitolo 6
*** La Follia ***





LA FOLLIA








“Hey, cosa ci fai qui fuori?”
“Stai… stavate… facendo… beh, insomma, non volevo disturbare”
“Ma piantala, da quando ti fai problemi?”
“Il fatto è che sono un po’… nervoso, scusami”
Lo guardo per qualche istante mentre se ne sta lì, seduto per terra fuori dalla porta di casa mia, con i gomiti appoggiati alle ginocchia ripiegate vicino al petto e penso che deve essere successo qualcosa, per essere cosí giù.
Mi siedo a fianco a lui, nella sua stessa identica posizione e, dopo aver appoggiato la testa al muro dietro di me, la volto leggermente di lato, per poterlo guardare e gli domando:
“È successo qualcosa? È stato Goten, non è vero?”
Inclina le labbra in una smorfia affermativa, accentuata da un leggero movimento della testa.
“Lo sapevo… è un cretino… cos’ha combinato questa volta?”
“Beh… ecco… il fatto è che… sai… C17…
“Nooo… non mi dire! Scusa, mi sono scordato di dirti che lui è uno dei migliori attaccanti che abbiamo in squadra… sai, nel nostro tempo gli androidi non sono come quelli del tuo passato…” spiego dispiaciuto.
“No, voglio dire, sì, lo so… me lo ha spiegato Crillin. Anche CJ è molto bravo, anche lui ha giocato stasera”
“Sì, lo so… quindi? Qual è il problema? Che CJ e suo padre sono uguali, come noi? Eh eh… Goten è invidioso anche di loro due, sai?” gli dico cercando di farlo tornare a sorridere.
“Ecco, appunto… non gliene bastavano due?” mi chiede con tono innervosito.
“In che senso? Scusa, non capisco”
“Nel senso che… sai cos’ha fatto quel cretino di Goten?” mi domanda voltandosi verso di me e guardandomi seriamente.
“Ho quasi timore a chiedertelo…” confesso incuriosito.
“Alla fine del primo tempo, CJ aveva già sostituito suo padre, ma poco prima del fischio dell’arbitro, un avversario gli ha fatto un fallaccio che gli ha quasi distrutto la caviglia…
“AHIO… povero CJ… mi spiace” lo interrompo sentendo male per lui.
“Sì, anche a me è dispiaciuto, anche per il fatto che il genialoide allenatore della squadra non avesse più sostituzioni da effettuare” mi spiega sempre più incazzato.
“Quindi? Avete dovuto giocare con uno in meno?”
“Ma neanche per sogno! Abbiamo provato a dirlo a Goten, ma lui ha detto che aveva una soluzione: ‘Torno subito’, ci ha detto ed è sparito per tornare dopo una decina di minuti indovina un po’ accompagnato da chi?” mi chiede come se io potessi saperlo.
“Non ne ho idea… C18 travestita?” chiedo sforzando un sorriso per la pessima battuta.
“No, molto peggio! Il deficiente ha rubato la MIA macchina del tempo, è andato nel MIO passato per andare a recuperare il C17 che nel MIO mondo stava per uccidere suo fratello!”
“Il C17 del tuo tempo ha un fratello?” chiedo stupito della novità.
Alza gli occhi al cielo e specifica:
“Gohan! Goten è andato a prendere C17 nel passato, prima che uccidesse Gohan! Capito?”
“Aaaaah! Ma, un momento… COSA? Ma è pazzo?” chiedo dopo essermi reso conto della gravità della situazione.
“Già, credo di sì. Quando me lo sono visto comparire davanti, ho preso Goten in disparte e gli ho chiesto da dove sbucasse quel C17. Mi ha raccontato lui stesso dove l’aveva recuperato.
‘Ma sei pazzo? Quello mi odia!’ gli ho detto.
‘Ma no, tranquillo!’ mi ha risposto candido.
‘Ma come hai potuto portare qui un individuo cosí pericoloso?’ ho insistito.
‘Ma quale pericoloso, Trunks!? Persino Pan mestruata o Bra con la manicure fresca sono più forti di quel C17, dai! Di cosa ti preoccupi? Vieni, sarà uno spasso, vedrai!’ ha concluso prima di prendere C17 e buttarlo in campo senza spiegargli le regole del gioco e nemmeno quali fossero i suoi avversari” mi spiega.
“E quindi? Cosa è successo?” chiedo non stando più nella pelle dalla curiosità.
“Dopo nemmeno due minuti dall’inizio del secondo tempo, è scoppiata una zuffa terribile tra me e C17 a cui si sono aggiunti tutti gli altri, compreso il C17 del tuo tempo e CJ. Quando gli avversari hanno visto che c’erano tre giocatori uguali, si sono ‘leggermente’ adirati e si sono buttati anche loro nella mischia. L’arbitro è finito all’ospedale e…
“Dende è finito all’ospedale?” chiedo stupito: ho sempre creduto che i namecciani si curassero da soli… in qualche modo.
“Già… buffo eh?”
“E poi? Com'è finita? Dove sono tutti?” chiedo incuriosito non poco.
“Beh, la partita è stata sospesa. Goten si è arrabbiato con me e C17 perché stavamo vincendo e invece ora perderemo a tavolino… Ha preso e se n’è andato con l’altro C17 e CJ a bere qualcosa…” mi spiega afflitto.
“Cosa? Vuoi dire che ora il tuo C17 è in giro libero a fare chissà quale danno? Nessuno l’ha riportato nel suo passato?” domando preoccupato.
“Non può tornare nel nostro passato: la macchina del tempo è scarica, ci vuole qualche giorno per recuperare il combustibile sufficiente per compiere un viaggio di andata e ritorno. Al momento ci pensa nostro padre a tenerlo a bada… lo usa per i suoi allenamenti come uno qualsiasi dei robot che tua madre gli fornisce da usare nella GR…”
“Ah” dico sospirando.
La situazione mi sembra incredibile. Da Goten mi sarei aspettato tutto, tranne che si mettesse a viaggiare nel tempo e recuperare qualche nemico per portarlo qui, nel nostro tempo, in cui finalmente stiamo vivendo in pace.
Elaboro velocemente un piano d’azione per rimediare all’idiozia incontrollata del mio migliore amico.
Devo assolutamente andare alla Capsule e lavorare giorno e notte per far sì che le batterie della macchina del tempo si ricarichino il prima possibile.
Devo controllare che mio padre non uccida C17 prima che possa tornare nel suo tempo: sia mai che salti fuori qualche casino temporale che metta in pericolo la vita di qualcuno.
Prima di tutto questo, devo trovare Goten e cercare capire se è rimasto qualche barlume di speranza per i pochi neuroni che sembrano essere presenti  nel suo cervello.
Ma prima ancora…
“Paaan!” chiamo ad alta voce.
In pochi secondi appare allegra mia moglie, con in mano due birre fresche che ci porge con un sorriso stupendo.
“Ho pensato che aveste sete! Hey, che avete?” ci chiede dopo aver osservato dall’alto al basso i nostri musi lunghi.
“Pan, devo scappare, ti lascio con Trunks…” le dico alzandomi.
Mi avvicino al suo orecchio per sussurrarle:
“Ha il morale un po’ a terra...”
“Mhmm, più che altro mi sembra lievemente contrariato… dimmi che non è stato Goten, ti prego…” mi chiede sconsolata.
“Ehm…
“Ok, lascia perdere… ci penso io a fargli tornare il buon umore…” mi dice con un sorrisetto allegro.
“Hey! Che intenzioni hai?” domando mettendo un finto broncio.
“Eddai! Non ti preoccupare! Lo sai che facciamo i bravi! Vai tranquillo!” mi dice facendomi l’occhiolino.
Faccio per entrare a vestirmi, dopo averle restituito la birra che ho appena sorseggiato e mi metto ad osservarli di nascosto, curioso di scoprire il significato dell’occhiolino di Pan. Lo so, lo so… non si fa… ma loro due mi incuriosiscono troppo assieme… che ci posso fare?
Dopo aver bevuto un lungo sorso della bevanda, Pan si avvicina a Trunks e gli porge la mano per invitarlo ad alzarsi.
“Vieni? Il divano è molto più comodo, sai?” gli dice con un sorriso.
“Ho voglia di starmene un po’ qui fuori, ti spiace?” le risponde cortesemente.
“Beh, c’è un altrettanto comodo dondolo a soli… aspetta… uno, due, tre, quatt… tre passi e mezzo da qui… non è un grande sforzo arrivarci…” insiste.
Trunks non dice niente e le afferra la mano prima di alzarsi e andarsi a sedere con lei sul dondolo.
Bevono qualche sorso di birra guardando il cielo stellato, poi è Pan a rompere il silenzio per nulla imbarazzante tra di loro:
“Hai fame?”
“No… per niente” risponde sorseggiando ancora un po’ di birra.
“Ne vuoi un’altra?” insiste.
“No, sto bene cosí, grazie”
“Ti vanno un po’ di coccole?” gli chiede a bruciapelo facendo saltare un battito al mio cuore.
Lui si gira dalla sua parte e allunga un braccio per permetterle di appoggiare la testa al suo petto.
Un altro sorso di birra per entrambi, poi lui le lascia un bacio sulla fronte.
Pan alza il viso e, un attimo dopo, lo bacia sulle labbra, sfiorandole appena per alcuni secondi che mi sembrano interminabili.
‘Va tutto bene, va tutto bene… non fanno nulla di male’ ripeto a me stesso all’infinito cercando di calmare la mia aura per non farmi sgamare nella mia scomoda posizione di ‘spione’.
Quando finalmente si staccano, vedo Pan incurvare le sopracciglia in uno sguardo serio:
“Trunks, calmati, se la tua aura cresce ancora un po’, finisci per scoppiare…”
“Lo so… ma non ci riesco… sai di cosa avrei bisogno in questo momento?” le domanda.
“Di un bagno caldo circondato da candele profumate e di un massaggio rilassante a seguito?” chiede lei facendomi morire d’invidia: a me non lo prepara mai e se lo fa è solo per infilarcisi dentro con me… per poi sfrattarmi del tutto e chiedermi pure di portarle qualcosa da bere…
Vedo la mia copia avvicinarsi all’orecchio di mia moglie e sussurrarle qualcosa che, ovvio, non riesco a sentire. Lei si ritrae e lo guarda seria prima di balbettare un incerto:
“Io… e… te?”
“Mhmm-mhmm” risponde semplicemente lui non distogliendo il suo sguardo di ghiaccio da quello di lei.
Vedo Pan che inizia a torturare la bottiglia che stringe nelle mani, come se volesse strozzarla.
La proposta di lui, qualsiasi essa sia, la sta mettendo a disagio.
La vedo abbassare lo sguardo, come per cercare una risposta tra le travi in legno del pavimento del porticato.
“Non ti va?” insiste il mio gemello.
Senza rialzare lo sguardo lei mugugna un incerto:
“Sì… no… è che… non l’ho mai fatto… da sola… con te…”
“E la cosa ti spaventa?” le chiede.
“Beh… credo di non essere all’altezza e poi… se devo essere sincera… sentendo la tua aura in questo momento… beh, sì, un po’ mi spaventa…” confessa infine.
Sto per intervenire, non mi piace vedere Pan cosí a disagio, per non dire in difficoltà, ma appena muovo un passo, sento Trunks supplicarla quasi:
“Pan, ti prego, fidati di me. Appena sei stanca me lo dici e smettiamo, ok? Ma se mi concedi anche solo dieci minuti, te ne sarò infinitamente grato…”
“Ok, vado a prepararmi… torno subito” gli risponde con un tono che conosco perfettamente da: ‘non ne sono del tutto convinta, quindi, se mi faccio male, poi me la paghi’.
“Grazie” conclude semplicemente lui con un sorriso.
La vedo alzarsi per entrare in casa e scappo a vestirmi. In un secondo sono pronto e la incrocio sulla porta della camera da letto.
“Hey, che fate?” chiedo fingendo indifferenza.
“Hai visto la tuta di Trunks?” mi domanda ancora con lo stesso tono incerto di poco prima.
“La… la tuta?” chiedo frastornato.
“Sì, per allenarsi… con me, per la precisione” mi informa.
“Allenarsi? In che senso?” chiedo come un ebete.
“Truuuunks? Ma ce la fai? In che senso allenarsi? Quanti sensi ci sono?” mi domanda sarcastica.
“Intendi allenarti nella GR?” chiedo interdetto.
“No, a letto con le pappucce e la coperta termica! Ma certo che vogliamo allenarci nella GR! Sai dov'è la tuta o no?” insiste.
“Ne-nell’armadio c’è la mia, può prendere quella… a me non serve…” rispondo imbambolato.
Mi passa davanti e la va a recuperare senza aggiungere altro. Si spoglia e si mette a cercare la sua che, ovviamente, è dove non dovrebbe essere: in un mio cassetto… mah…
Mentre la indossa, mi domanda:
“Si può sapere che diavolo ha combinato quel cretino di mio zio per far incazzare uno come Trunks?”
Faccio un sospiro ed eludo la risposta con un semplice:
“Spero di porre rimedio. Vado a cercare Goten, ciao e…Panny…
Intuendo il mio stato d’animo leggermente ‘ansioso’ nel doverla lasciare sola con la mia copia, mi si avvicina e, prima che possa dire qualcosa di assolutamente inappropriato, mi chiude la bocca con le sue labbra.
Infila la sua lingua a cercare e avvinghiare la mia mentre, con le mani, mi circonda il viso, come se non volesse farmi scappare.
Quando ci stacchiamo non c’è altro da dire.
Mi fido di lei e dell’altro me.
Non ho dubbi al riguardo.
Passo dalla veranda e saluto Trunks:
“Hey… vacci piano, ok?”
“Lo dici a me? Assicurati che lei sia clemente con me…” mi risponde con un sorriso davvero tranquillizzante.
Quando sto per alzarmi in volo, mi piomba addosso proprio lui: il demente, che prontamente mi fa ruzzolare a terra.
Me lo ritrovo addosso e lo scanso prima che la sua mente possa elaborare una qualsiasi battuta yaoi e rialzandomi gli dico:
“Toh, parli del diavolo e spunta la coda”
“Diavolo, diavolo, diavolo, dia…
“Ma cosa stai dicendo?” gli chiedo sconcertato.
“Hai detto che se parli del diavolo ti rispunta la coda... io la rivorrei vol…
“Goten, piantala!” lo interrompo bruscamente. In una scala da uno a dieci sulle capacità di Goten di far perdere la pazienza a qualcuno, lui ha un dodici pieno.
Sospiro e continuo:
“Cosa… cosa fai qui? Ti stavo venendo a cercare, sai?”
“Seguo un corso di chiaroveggenza on-line in svedese” afferma convinto.
“E da quando parli svedese?” chiedo perdendo completamente il lume di ciò che, in realtà, avevo in mente.
“Da mai, infatti seguo un corso anche di quello” spiega con una naturalezza spiazzante.
“Impari lo svedese per seguire un corso di telepatia?”
“Più chiaroveggenza, in realtà” mi corregge.
“Trunks, piantala, non farti inglobare nella sua follia mentale…” mi redarguisce sottovoce il mio gemello che, nel contempo, si è avvicinato, riportandomi alla realtà.
“Ah, sì, scusa… Goten, noi dobbiamo parlare” dico severamente.
“Non vorrei contraddirti, ma non lo stiamo già facendo?” mi chiede stupito.
“Seriamente. Dobbiamo parlare seriamente” preciso facendo alzare un sopracciglio perplesso persino all’autore…
“Io sono sempre serio”
Sopracciglio alzato mio e dell’altro me.
“Ok, a tratti”
Occhi sgranati che lo fissano basiti.
“Ok, ok, quasi mai, ma ora sono serio… sul serio…seriamente…
“Hai finito?” chiedo scocciato.
In tutta risposta si schiarisce la voce e dice:
“Trunks e Trunks sono venuto ad informarvi che, per cause di forza maggiore, sono costretto a espellervi entrambi dalla squadra. Mi dispiace dirvelo, ma come si è comportato il Mirai stasera mi ha fatto capire che il mio ruolo di allenatore mi impone di adottare una certa disciplina. Non siete adatti al gioco di squadra, soprattutto tu, che sei pure più grande…
‘TSK… sapessi che gioco di squadra abbiamo messo in piedi qui con tua nipote…’ penso prima di riconnettere il cervello e chiedere innervosito:
“Cosa? Ci butti fuori? E chi dovrebbe prendere il nostro posto, secondo te?”
“Ub… ci ho già pensato… un solo extracomunitario in campo è regolamentare e lui ha anche la pettinatura adatta per essere un grande campione... e poi… sicuramente lui non si sarebbe comportato così male con C17…
“Male? Questa è proprio bella! Mi si è avvicinato e mi ha detto che al termine di quella pagliacciata mi avrebbe ucciso e appena mi sono voltato disinteressandomi delle sue minacce, mi ha dato un primo assaggio di cosa mi aspettava colpendomi con un Ki Blast… Allora? Chi si è comportato male? Eh, Goten?” chiede la mia copia al limite del controllo.
In un attimo lo vediamo trasformarsi in ssj e sentiamo la sua aura crescere a dismisura.
“Che… che ti prende? Mi sembra chiaro che tu abbia sbagliato a portarlo in quest’epoca, no? È inutile che te la prendi con noi!” affermo convinto delle ragioni mie e della mia copia.
“Devo andare” dice alzandosi in volo.
“E dove?” chiede Trunks.
“A rispedire quel farabutto da dove è venuto a calci nel culo! Così impara!”
“No aspetta, non puoi portare via il giochino a nostro padre, non senti come si sta divertendo? E poi… tutto sommato io ho perdonato C17, credo si sia sentito… spaesato… anche il suo alter ego del presente era contro di lui…” confessa il mio omonimo con un sorriso rassicurante.
“Tu sì, ma io no: non può chiamare il calcetto ‘una pagliacciata’… ma come si permette? Lo zomberò così tanto che se ne ricorderà per un bel po’ di tempo!”
“Zomberò? Ma come parli? Ѐ svedese?” chiedo interdetto.
“Lo picchierò sonoramente! Ma sarai ignorante! Si vede che è tanto che non giochi più ai video games… Chissà come lo passate il tempo qui, voi tre… Che noia!” dice scuotendo la testa.
Si alza in volo e sparisce.
Scuoto la testa basito.
Diventa ogni giorno più difficile da sopportare.








 



CONTINUA...




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Capitolo 7
*** La Rabbia ***





LA RABBIA






“Trunks, per favore...”
Me lo sussurra nell’orecchio e abbassando lo sguardo. Ha le guance accese di un rosso vivace, evidentemente non dovuto all’allenamento che stiamo portando avanti, ormai, da una buona mezz’ora.
Abbasso lo sguardo su di lei e mi stacco leggermente dal suo corpo che, con molta fatica, ero finalmente riuscito a bloccare contro la parete della camera gravitazionale.
“Cosa?” le domando cercando di catturare il suo sguardo.
Mi mette le mani sul petto e applica una leggera pressione, facendomi scostare ancora di qualche centimetro.
Arretro di un passo e la interrogo con lo sguardo, per capire quale sia il problema. Non mi sembra di aver fatto nulla di male, veramente…
“Io non... non... per favore... è difficile, per me” mugugna guardando ovunque tranne che me.
“Ma no, dai! Mi sembra che tu ti stia difendendo benissimo!” esclamo fraintendendo completamente il significato delle sue parole.
“Non voglio più farlo…Non mi va più…” mormora a bassa voce e riuscendo finalmente a guardarmi negli occhi.
Mi incupisco e mi affretto a domandarle:
“Cosa? Perché? Ci stiamo solo allenando… ho fatto qualcosa di sbagliato?”
Abbassa di nuovo il viso e si asciuga il sudore dalla fronte sulla manica della tuta.
“No, ma... Ah, lascia perdere...
Sbofonchia.
“No, cosa? Dimmi, sono tutto orecchi!” esclamo curioso.
Sospira e, prendendomi le mani tra le sue, mi dice tutto d’un fiato:
“Io proprio non ce la faccio. Tu mi scombussoli. Capisci che per me è difficile vederti come un fratello, quando siamo io e te da soli? Non posso. La mia mente, il mio corpo, sono completamente...fulminati. Io so come sei… quando facciamo l’amore. Ti rendi conto da solo che ora essere qui, ad allenarmi con te... corpo contro corpo... Beh, non mi aiuta a non pensare di mettermi a fare… altro... Capisci?”
“Non ho fatto niente per provocarti” affermo un po’ triste.
“Già… Lo so...” sospira.
“Ma forse non è difficile capire che avrei voglia di baciarti” ammetto più a me stesso che a lei.
“Anche io” commenta facendomi intuire che il mio pensiero sull’incredibile voglia di baciarla si sia concretizzato in parole sfuggite al mio controllo e fuoriuscite involontariamente dalla mia bocca.
Tanto vale…
“Pensi che sia una cattiva idea se lo facciamo?” chiedo timidamente.
“Non lo so, mi si attorciglia lo stomaco solo a pensarci... lo desidero così tanto”
So che non è una buona idea…
So che è una pessima, pessima idea…
So che sto per fare una cazzata…
So che mi sto cacciando in un qualche guaio spaziotemporale…
Ma so anche che questa mia vocina interiore dovrebbe farsi un qualche corso di benemeriti cazzi suoi, anche in svedese, non importa.
La metto a tacere perché di fronte alle labbra color ciliegia di Pan, la mia coscienza potrebbe anche chiamare tutti i rinforzi filosofico-social-morali che vuole: tanto li ignorerei comunque.
Mi avvicino a lei e le circondo il viso con le mani. Le accarezzo le guance arrossate con i pollici per poi avvicinare il mio viso al suo e le mie labbra alle sue di burro, ora socchiuse.
“Trunks... non... non permettermi di fare qualcosa che mi possa allontanare da mio marito, ti prego”
“Sssshhh, non lo farei mai” le sussurro prima di annullare la distanza tra le nostre labbra e baciarla.
Sento le sue mani appoggiarsi sui miei fianchi e percorrere la mia schiena in un abbraccio delicato che mi fa venire i brividi. Le nostre lingue si accarezzano per interminabili minuti di assoluto e unico piacere.
Sento la sua aura crescere esponenzialmente e ciò mi rende estremamente felice, perché significa che si fida di me e si è completamente rilassata. Sa bene che questo bacio è tutto ciò che possiamo concederci e che io stesso non le permetterei mai di andare oltre.
Quando ci stacchiamo la guardo negli occhi e denoto con stupore che ora sono dello stesso colore dei miei.
“Capita... quando provo un’emozione particolarmente forte...” afferma allegra.
Dopo un primo momento di totale sconcerto, alzo un angolo della bocca, donandole un sorriso malizioso e commento soddisfatto:
“Posso continuare, se la cosa ti fa così piacere”
“Mhmm... non preferisci sfruttare la trasformazione in ssj per un allenamento un po’ più decente di quello che ti ho propinato finora?”
Tiro qualche maledizione all’autore per il rating squallido che ha appioppato a questa raccolta, impedendomi così di sfruttare la trasformazione in ssj di Pan per sperimentare qualche posizione extrasensoriale del kamasutra, per poi dipingermi in faccia un sorriso allegro e dire:
“Speravo me lo chiedessi...”
“Forte, avanti allora, continuiamo!” dice entusiasta, posizionandosi in una inequivocabile posa d’attacco.
Non passano nemmeno due minuti che, con uno sgambetto dispettoso mi riesce ad atterrare, per poi mettersi a cavalcioni sopra di me, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo truce.
“Beh?” domando.
“Beh, lo dico io... Cosa aspetti a trasformarti anche tu?” mi chiede quasi scocciata.
“Beh... beh... ehm... beh... ecco...
“Se dici un altro ‘beh’ ti disintegro” mi minaccia.
“Io non lo so fare… come voi... ecco...” confesso abbassando lo sguardo imbarazzato.
“Come noi... come? In che senso?” mi domanda incuriosita.
“Io non mi trasformo quando ne ho voglia” spiego.
Si incupisce e diventa pensierosa. Si mette a grattarsi la testa, storcendo il naso, come se stesse pensando a quanto ha appena appreso.
“Io mi trasformo quando sono molto emozionata…come prima…ma non solo” conclude liberando il mio corpo dal suo peso e rimettendosi in piedi.
Mi porge la mano e mi invita a rialzarmi.
Quando le sono di fronte, fissa i suoi occhi cristallini nei miei e continua:
“Quando sei diventato la prima volta ssj?”
“I cyborg hanno... ucciso tuo padre... nel mio futuro. Lui era il mio maestro, il mio migliore amico... un fratello. È stata la rabbbia, a farmi diventare ssj... Anche per te è stato così?” domando curioso di sapere quale fosse il motivo che avesse irritato una ragazza dolce come Pan, tanto da farla trasformare in super sayan... Potrei scommettere che c’entri suo zio...
“No... io mi sono trasformata la prima volta che ho fatto l’amore con Trunks... mio marito, intendo... ovviamente... Come ti ho detto, ora succede, quando sono particolarmente emozionata o quando l’avversario ‘lo richiede’... diciamo così” mi spiega abbassando lo sguardo.
“Oh, interessante...sarà rimasto colpito Trunks, quella volta... Quando ti alleni con lui, si trasforma?” chiedo per capire se è la mia controparte del presente a richiedere la trasformazione di Pan.
“No, lui no, non lo fa mai... È tuo padre... voglio dire... Vegeta. Con lui mi devo allenare da ssj, altrimenti si innervosisce e... sai com’è... no?”
“E come... come ti trasformi con lui? Voglio dire... qual è la scin...” mi blocco improvvisamente e sgranò gli occhi al pensiero di come sia possibile che mio padre riesca a far diventare Pan una ssj a suo piacimento.
Non sentendomi più parlare, alza lo sguardo e sul volto le appare un’espressione alquanto perplessa, non appena vede la mia completamente sconvolta.
“No! No! Ma cosa pensi, Trunks? Vegeta non lo farebbe mai! Figurati che la prima volta che sono andata ad allenarmi da lui, dopo la mia prima trasformazione, mi ha detto, cito testualmente: - Sognati che ti abbracci o smancerie varie. Vedi trasformarti e alla svelta, anche, prima che ti disintegri -. Poi è diventato ssj e mi ha attaccata. Ho dovuto assecondare la sua cordiale richiesta... per... necessità, diciamo così. Capisci?” mi spiega con un sorriso sereno.
Mi impensierisco. Anche io vorrei non dover ricorrere alla rabbia e all’odio per trasformarmi. Ma come posso fare? Allenandomi ora con Pan difficile trovare qualcosa che mi faccia anche solo innervosire, mi fa stare così be…
 
DRIIIIN DRIIIIIIN
 
“Perdonami, sarà mio marito” mi distrae dai miei pensieri Pan, andando a recuperare il cellulare nella sua sacca, che giace tranquilla in un angolo della GR.
“Figurati! Chiedigli se è tutto ok!” le rispondo allegro.
In tutta risposta lei prende il telefono e mette subito dopo in viva voce.
“Pan! Tutto ok?”
“Sì, certo! Tu? Novità?” domanda pimpante.
“Ehm... beh... beh...
“Trunks? Tu e il tuo gemello vi siete messi d’accordo? Sembra di essere alla Saga della Pecora…”
“No, ecco... sei... sei ssj... sai, la sento la tua aurea...
“...Anch’io, anch’io...(si intromette la voce di Goten in sottofondo…canterellando come un cretino)
“Sì... ehm... sei in vivavoce?” chiede Pan leggermente imbarazzata e guardandomi di traverso.
“No, tranquilla. È successo qualcosa?” domanda il mio alterego con tono decisamente preoccupato.
“No... ehm...
“Pan?”
“Trunks, ci siamo baciati. Niente di più. Scusami, non avrei dovuto” intervengo per togliere Pan dall’imbarazzo della risposta.
“Ah, tutto qui? Ok... nessun problema, allora. Giusto, Pan?” domanda.
“No, ma... un problemino ci sarebbe, veramente...” afferma le lasciandomi leggermente perplesso.
Mi sembrava che fosse tutto a posto, cosa mi è sfuggito?
“Devo tornare?” domanda suo marito con tono leggermente ansioso.
“No, no, non è necessario... è che... sì, insomma, volevo allenarmi con Trunks trasformato in ssj e mi ha detto che a lui non viene semplice come...a te...dice che si deve arrabbiare parecchio, per farlo... capisci?”
“Mhmm... capisco... aspetta, ho un’idea.
Click. (Viva voce).
“Goten? Vieni un secondo, per favore?” sentiamo chiamare ad alta voce lo zio di Pan che, in pochi secondi arriva allegro:
“Or dunque? Chi anela la mia presenza?” domanda con voce fin troppo impostata.
“Anela? Ma come parli?” chiede Pan guardandomi con aria quasi disgustata.
“Mi sono iscritto ad un corso di teatro. Il mese prossimo diamo l’Otello…cerco di imparare a parlare con un linguaggio più forbito…Quindi? In cosa posso asservirvi?” risponde con fare da maggiordomo della casa reale inglese.
“Goten, sii gentile, spiega a Trunks del futuro cosa hai deciso di fare con la squadra...” lo invita ad illuminarci il mio fratello minore.
“Ah! Sì, C17 ed io...
“Quale?” chiede Pan anticipando la stessa domanda che avrei voluto fare io.
“C17... ehm... non lo so... sono uguali... difficile distinguerli, sapete? Comunque, la cosa non ha alcunché di importanza poiché, dopo accurata riflessione e aver riunito lo spogliatoio, abbiamo deciso che entrambi giocheranno titolari. Quindi voi due Trunks siete out...” conclude in modo spiccio e per nulla Shakespeariano.
“Cosa? Ma, perdonami, Goten... Non avevi detto che dovevi zombarlo di botte perché aveva definito il calcetto una pagliacciata? Com’è che ora siete diventati amici per la pelle?” domando esterrefatto dal repentino cambiamento di opinione.
“Vegeta l’ha redarguito al riguardo... ehehe. Sembra uno scioglilingua, redarguito al riguardo... Già, già e poi, tutto sommato, se uno ha talento gli si perdona anche qualche ragazzata, no? La squadra concorda sul fatto che entrambi i C17 siano degli ottimi elementi e poi senza te e Trunks… questo qui a fianco a me… sicuro che C17 del tuo futuro si sentirà a suo agio… senza voi due che gli date fastidio…” afferma soddisfatto.
“Mi stai dicendo che non hai intenzione di riportarlo nel passato, esattamente nel punto temporale in cui l’hai preso?” domando sentendo la rabbia iniziare a farmi prudere le mani.
“Beh, no! Almeno fino a fine campionato! Poi ci sono i playoff e poi ridiscuteremo l’ingaggio per la prossima stagione. Si è convinto a rimanere quando ha sentito che in squadra c’è anche Gohan... aveva un sorrisetto sadico... Poraccio, non sa che mio fratello del mio tempo non è forte esattamente come quello del tuo... anche perché ha un braccio in p...
“GOTEEEEEEEEN!” urlo interrompendo il suo delirio.
Sento le vene pulsarmi sulle tempie e il sangue ribollirmi in tutto il corpo.
La rabbia attraversa ogni fibra del mio essere, quando rivedo nei miei occhi l’immagine del sorriso sadico di C17 nel momento in cui era riuscito ad eliminare la persona che amavo di più al mondo, dopo mia madre.
“Trunks, calmati” sento dire da Pan pochi secondi prima che i miei capelli si tingano del suo stesso identico colore.
“Tutto bene?” sento chiedere dall’altra parte del telefono da Goten.
“Sì, Goten, ora tutto bene. Grazie per la tua spiegazione...” sento dire da Trunks, che poi conclude:
“Ora potete allenarvi come ‘anelavate’. Tranquilli, per il resto arrivo fra una mezz’oretta. Qui ho finito…”
Click.
Guardo Pan con due occhi di ghiaccio mentre ripone il telefono nella sacca.
“Finalmente…Ora basta fare il bravo ragazzo…Zombiamo?” mi domanda maliziosa dopo avermi rivolto uno sguardo truce.
“Oh, sì… abbiamo mezz’ora, no?”









CONTINUA...







 

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Capitolo 8
*** 8 Marzo: lo Snervalmento ***


8 MARZO: LO SNERVAMENTO
 
 
 
 
 
Ore di estenuante allenamento e ancora sembra non averne abbastanza.
Ma c’è qualcosa di strano stasera.
Non sono mai riuscita a mantenere la trasformazione in ssj così a lungo e lui…
Beh, lui è lui…
Sprizza potenza, tecnica, perfezione e…ormoni da tutti i pori.
‘Uououo! Bloccati Pan! Hai pensato veramente alla parola ormoni? Grave erro…
SBANG!
Finisco spiaccicata contro la parete della GR e, prima di accasciarmi a terra dandomi dell’idiota per essermi distratta, mi trovo incastrata tra la stessa parete e il corpo (#@*€#@*---(*&%€!)* di lui.
“Peccato, stavi andando così bene, ragazzina” mi sfotte con un ghigno malefico dipinto in volto.
Mi manca l’aria.
Rettifico: L’aria c’è, ma è satura di odore di sudore, sangue, ormoni…
Ma…ancora? Continua a guardarlo negli occhi, continua a guardarlo negli occhi, cont…E no, cazz…! Perché nemmeno gli occhi ubbidiscono al mio comando? Perché si sono spostati sulle sue labbra? Mhmm…sembrano chiamarmi…
“Non stai pensando ciò che io penso tu stia pensando, vero ragazzina?” interrompe il mio unico (sí, crediamoci) pensiero di assaporare le sue labbra e di mordicchiarle per ore.
Finalmente il mio sguardo si riporta a luoghi meno pericolosi: i suoi occhi color acquamarina e, imbarazzata, domando:
“Stavo solo pensando…ma stasera…c’è qualcosa di particolare nell’aria?”
“Luna piena…ma sei stata brava a riuscire a concentrarti e a farmi rimanere impegnato nel combattimento per tutto questo tempo. Mi aspettavo cedessi… praticamente subito…”
Torna al suo stato normale, invitandomi a fare lo stesso e mi osserva ancora per qualche secondo con due occhi d’ebano profondi come la notte che circonda il piccolo mondo sayan che è diventata la GR.
Mi inumidisco le labbra solo per scollarle l’una dall’altra e mi accorgo, con evidente disappunto, che ho la bocca così secca, che il risultato è quello di spalmare una sorta di burro di cacao su tutta la superficie. La punta della lingua mi si riempie di sale dovuto al sudore che traspira da ogni mio poro e ancora gli occhi mi tradiscono facendo scivolare lo sguardo sulle labbra di lui, che sembrano invece la sensualità fatta carne.
“Non mi provocare, ragazzina, so quanto sia difficile gestire il proprio autocontrollo, ma questo non è né il luogo, né il racconto, né il rating giusto per fare ciò che hai in mente…” mi sussurra sensualmente nell’orecchio facendomi venire i brividi.
Dannato autore’ penso alzando gli occhi al cielo.
“Meglio che vada a farmi una doccia” gli dico cercando di scostarmi da lui. La vicinanza non fa bene alla mia salute mentale e di sicuro nemmeno alla sua.
Ops…mi sa che ho detto qualcosa di sbagliato…
Percepisco un cambiamento estremamente negativo della sua aurea.
Lo sento ispirare profondamente e lo vedo chiudere gli occhi per un istante, come per affievolire una sorta di sofferenza interiore o semplicemente per cercare di sopportare il rating giallo e tenere sotto controllo il basso ventre (*ma guarda che termini mi devo inventare per ‘sto squallore di rating che ho dato a ‘sta raccolta*)…
“Vegeta? Tutto bene? Vuoi farla prima tu la doccia? Io aspetto, non ti preoccup…
“Pan, piantala…vuoi chiudere quella tua boccuccia per un dannato secondo?” mi interrompe bruscamente.
Si allontana da me e lo vedo darmi le spalle che ora si alzano e si abbassano ad un ritmo estenuante.
 
Ora.
Avete mai avuto la sensazione orribile di stare per vomitare anche l’anima? E vi concentrate e fate di tutto per evitarlo? Respirate profondamente e iniziate a sudare freddo, il cuore batte ad un ritmo innaturale e la pressione sanguigna fa il buono e il cattivo tempo, con sbalzi che nemmeno un manometro rotto riuscirebbe a segnare come corretti.
Ecco.
È esattamente così che si sta sentendo Vegeta in questo momento.
Qualsiasi cosa che dico potrebbe farlo esplodere.
Se lo tocco, ancora peggio.
E come una persona sull’orlo dell’esplosione della gastroenterite che ha in corpo ha bisogno d’aria, anche il principe necessita di un rimedio immediato.
Corro al telefono, posto sulla parete vicino alla porta d’ingresso della GR e compongo il numero che sono sicura salverà entrambi dal più grosso errore della nostra vita.
Dopo un paio di squilli, sento mugugnare un ansimante:
“Sí, sí, sííííí!”
All’improvviso sento l’aria mancare pure a me.
Chiudo gli occhi, per cercare di ritrovare la concentrazione.
Stramaledico l’autore, la Luna piena, i due Trunks che mi hanno salutato nel pomeriggio facendomi un occhiolino dannatamente intrigante, la zumba, i tostapane, le seghe, con tutti i loro significati occulti e anche il dannato termosifone della GR e sospirando ordino:
“B-Bra…P-passami Goten…è questione di vita o di morte…”
“Pan! Certo! Aspetta un secondo che finisce anche lu….
“Eccomi! Che c’è?” mi chiede allegro mio zio.
Inserisco il vivavoce, in modo che anche Vegeta possa sentire e gli dico:
“Zio Goten…parlami, dimmi qualsiasi cosa ti passi per la mente, ti prego!”
“Mhmm…Difficile, sai? Quando ho appena finito di avere rapporti sessuali completi con Bra (e cazz…se è fuori rating questa frase ve la tenete così com’è perché sono stufo), è difficile pensare a qualcosa di diverso delle sue morbide tett…
“GOTEEEEN! Sei in vivavoce e qui con me c’è Vegeta! Cerca di sforzarti una volta tanto!” lo informo sentendo l’aura del principe accartocciarsi ancora di più in qualcosa di indefinito.
“AH. Beh…in tal caso…vediamo…”
Qualche secondo dopo si mette a canticchiare allegro:
“Dieci scimmiette saltavano sul let…(**)
Nooooo, no, no, no, noooooo!’ penso prima di interromperlo  gridando un sofferente:
“Zio Goten, nooooo! Potresti trovarne una alternativa che non parli di scimmiette che fanno una qualsiasi cosa sopra ad un letto?”
Si interrompe all’istante e, dopo breve  riflessione, ricomincia:
“Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela e visto che la cosa era interessante andò a chiamare un altro elefante.
Due elefanti si dondolavano sopra il filo di una ra…(***)
“Pan, questa va avanti all’infinito… e visto che lo cosa … Mi spieghi che succede? …un altro elefante” è la voce di Bra a interrompere quella che sembra essere la situazione più assurda dell’intera raccolta.
Butto un’occhiata a Vegeta per capire se il mio piano stia funzionando o meno e mi accorgo con gioia che sta già molto meglio. Sembra essersi calmato, per lo meno, anche se la respirazione è ancora forzata.
“Bra, poi ti spiego, lascia che Goten continui, per favore…” la supplico quasi.
“Come vuoi, ma poi voglio sapere tutto, ok?”
“Sí, ok, ok…a quanti elefanti siamo?” chiedo inebetita.
“Quattro elefanti si dondolavano sopra il filo…
 
Solo al quindicesimo elefante, sento la mano di Vegeta posarsi sulla mia, per invitarmi a riattaccare il ricevitore.
Mi volto e gli sorrido. Ora sì che sta molto meglio. Alza un angolo della bocca in un sorriso di gratitudine, mentre noto nei suoi occhi la voglia di ricominciare.
“Zio Goten, grazie. Abbiamo risolto. Buona serata!” dico prima di abbassare il ricevitore mentre ancora quello canticchia del diciassettesimo elefante.
“Certo che tuo zio è un portento, strano modo per distrarmi da pensieri troppo poco casti su di te sotto la doccia...TSK…tradito dal mio stesso autocontrollo, che vergogna…” confessa con fare ironico.
“Colpa mia e delle mie ‘distrazioni’…” mormoro solo abbassando lo sguardo e arrossendo vistosamente.
“Hey? Tutto bene?” mi domanda incuriosito.
“Vegeta…io…ho una terribile voglia di…
Mi avvicino e lo guardo maliziosamente dal basso verso l’alto. Avvicino la mia mano alla sua, che pende morbida lungo il suo fianco. Gli accarezzo le dita nodose sotto i guanti sporchi di sangue e combattimento.
Mi lascia fare, credo abbia capito le mie intenzioni.
Arrivata al polso, un nanosecondo prima che lo possa afferrare saldamente per coglierlo di sorpresa e lanciarlo, facendolo schiantare contro una qualsiasi parete, apre un sorriso sadico in volto e mi sussurra:
“Anche io ho voglia di suonartele…ma nel tuo caso…non so se è più maschilista farlo o non farlo…”
“Nel senso che se me le dai fai la parte del macho, ma se non me le dai mi tratti da femminuccia?” chiedo per capire se ho interpretato correttamente il suo pensiero.
“Esattamente” conclude sorridendo.
“In tal caso…lascia che sia io a decidere, principe dei sayan…Inizia a pensare come difenderti da questo…
Prima che possa reagire in qualche modo, mi trasformo in ssj, lo scaravento a terra facendo pressione sul polso stretto nella mia mano e lo colpisco con una Kamehameha potentissima.
Reagisce proteggendosi con una barriera energetica per poi balzare in piedi e iniziare un combattimento corpo a corpo cattivo, aggressivo ed estremamente eccitante.
Più di mezz’ora dopo, ci accasciamo al suolo, entrambi stremati.
Rimaniamo in silenzio, cercando di riprenderci un po’ di respiro, che ora sembra mancare.
“Pan, visto che oggi è la festa della donna, ti lascio fare la doccia per prima” mi dice poco dopo.
“Accidenti, che regalone…” mormoro sarcastica.
“Se vuoi vengo con te…” aggiunge con fare ironico.
“Vegeta…devo richiamare Goten?” chiedo alzandomi sui gomiti a fatica per poterlo guardare negli occhi.
“Credo che odierò gli elefanti per tutta la vita…” mormora.
“Scommetto che se lo richiamiamo sta ancora a canticchiarla, quella dannata canzoncina. Quando entra in testa è difficile farsela passare…” affermo convinta.
“Ne saranno contente le lettrici…” dice malizioso.
“Penso che sarebbero più contente se tu venissi a farti la doccia con me, ma con tutt’altro rating…” commento allegra.
“Lo so, ma l’8 marzo si regalano le mimose ‘gialline’, non le rose rosse, o sbaglio?”
“Sarà” dico alzandomi.
“Vado a farmi la doccia e poi vado a casa. Spero i due Trunks non seguano le tradizioni…”
 
Mezz’ora dopo entro finalmente in casa.
Trovo i due ragazzi a massacrarsi con un videogioco.
Gli faccio un sorriso allegro, quando mi rivolgono entrambi gli auguri per la festa della donna.
Faccio loro un occhiolino e vado in camera da letto.
Che dolci…l’hanno ricoperta completamente di petali di rose…rosse...
Ora ci capiamo.
Niente più elefanti,
D’ora in avanti…
 
 
 
 
 
 
 
 
(*) Rating non appropriato per la descrizione dettagliata del fisico di Vegeta, per ciò che ha in mente Pan…
 
(**)  https://www.youtube.com/watch?v=5rRZTneRht8
 
(***)  https://www.youtube.com/watch?v=HXFnrsspw78

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Capitolo 9
*** La Frutta ***


LA FRUTTA


 
"Hey, ciao! Che fai? Studi?" chiedo a Pan entrando in camera da letto. Lei, sdraiata a pancia in giú, sostiene la testa su quello che sembra un libro pesantissimo.
"Mhm mhm" mi risponde non degnandomi nemmeno di uno sguardo.
"Cosa studi di bello?" chiedo interessato.
"Psicologia infantile" mi risponde senza staccare gli occhi dal tomo "Devo anche scrivere una tesina..." aggiunge sconsolata.
"Hihihihi... su Goten?" chiedo per farla sorridere.
A quel punto alza lo sguardo e mi squadra severamente.
"Pensavo fossi a sistemare la macchina del tempo, come mai sei tutto sudato? Stai impuzzolentendo tutta la camera… " afferma rimettendosi a leggere.
"Mamma mia... ti ha punto la tarantola? Ho pensato di sfogarmi un po’ con Goten… Avevo una voglia di menarlo che tu non hai idea…" mi giustifico.
"Oh! Sì che ce l’ho… Dai, vai a farti una doccia, che è meglio…” afferma tenendo lo sguardo fisso sul suo dannato libro.
“Mi stai cacciando via?” le chiedo sconsolato.
“No. É che fra una settimana ho l'esame. La tesina non é ancora pronta e, cosa ancora piú grave, tu e quell'altro continuate a distrarmi. Farei meglio ad andare a studiare a casa di CJ..." afferma mettendosi a sedere e fissando due severissimi occhi sayan nei miei di cristallo.
"Sí, te lo dico io come lo passeresti il tempo, a casa di CJ... ti conosco, sai? E poi basta dirlo. Se vuoi essere lasciata in pace, Trunks e io troveremo qualche passatempo alternativo... Tipo che possiamo andare noi... a casa di CJ" affermo sorridente, spogliandomi della tuta.
"AH.AH. Davvero simpatico. Anche lui deve studiare, cosa credi?" mi dice con un tono di voce piú adatto a Goten, che a me.
"E cosa? Psicologia dei videogames? Scommetto che in quella prenderebbe un voto altissimo..." affermo ironico sedendomi sul letto davanti a lei.
"Trunks. Lasciami studiare. Vatti a fare la doccia, che fra un po' rientra quell'altro e addio..." mi supplica quasi.
“Ah! A proposito? Che fine ha fatto?” chiedo prima di avviarmi verso la porta del bagno.
“Ha detto che doveva parlare con una persona… Tornerà presto...” mi dice prendendo una matita e attorcigliandola nei capelli formando un improvvisato chignon dietro la nuca.
La osservo attentamente.
Il modo che ha nello scoprire il collo in quel modo così... indifferente, la rende molto, ma molto eccitante.
Sospiro e, prima che l'istinto di saltarle addosso si impossessi del mio disgustoso corpo post allenamento, mi giro per un'ultima volta e le dico:
"Non ho speranze che tu venga a fare la docc... Hey, ma... un momento... cos'é quello?" chiedo dopo aver notato una strana bottiglietta dal tappo rosso sul comodino di Pan.
Inizia a picchiettate la matita con una velocitá assurda sulla pagina del libro che, solo ora, capisco sta solo facendo finta di leggere e vedo il suo viso accendersi in un rosso fuoco.
"Paaaan? Cos'é?" insisto prendendo in mano la boccetta per leggere l'etichetta.
Sgrano gli occhi, non appena leggo a cosa serve il liquido in essa contenuto.
Il ticchettio a mille all’ora della matita, credo sia un esplicito riferimento alla velocitá che deve avere il battito del cuore di Pan, in questo momento. Anzi, ne sono quasi certo, visto che anche il mio si é messo a correre all'impazzata.
"Che significa, Pan?" le chiedo guardandola seriamente.
Finalmente si decide a voltarsi e a guardarmi negli occhi, cosa che non posso fare altro che apprezzare, prima di tirare un sospiro e dire velenosamente:
"Beh? Te lo devo anche spiegare? Mi sembra chiaro, no?"
Mi incupisco.
Anzi, no.
Mi incazzo proprio.
Mi avvicino di nuovo al letto e, facendo leva sulle braccia tese con le mani appoggiate al materasso, a pochi cm da lei, avvicino il mio volto al suo, facendola ritrarre. La squadro severamente, riducendo lo sguardo a due fessure e le chiedo:
"Dunque?"
La sua espressione cambia da imbarazzata/preoccupata a cupa e incazzosa, tanto che sento la sua aura crescere ai limiti della trasformazione in ssj. Mi fulmina con gli occhi e mi chiede:
"Dunque, cosa?"
"Pan, non farmi incazzare, sai? A cosa cazzo ti serve questo liquido? Avevamo deciso niente sesso di quel tipo, o sbaglio?" le chiedo incrementando la mia aura al suo stesso livello.
"Vedi di darti una calmata, Trunks. Il tuo tono non mi piace, sai? Non vedi che é nuovo? Volevo usarlo... con te. Volevo che fossi tu... io non...
Si interrompe abbassando lo sguardo e diventando improvvisamente triste.
"Tu non?" chiedo azzerando praticamente la mia aura per farle capire che mi dispiace di averla aggredita in quel modo, inutilmente.
"La sera che ci siamo ubriacati... ho detto che volevo che lo facesse l'altro Trunks. Ti ricordi?" mi chiede rialzando gli occhi in uno sguardo cupo.
"Sí. É per questo che mi sono arrabbiato... Non ti fidi più di me?" chiedo mestamente.
"Ma sí! Certo che mi fido di te! Ma eravamo ubriachi, lui aveva la tua fede... e... e... e anche se mi sembrava strano, al momento, che aveste età così differenti... non lo so... io...
"Hai scambiato me per lui, giusto?" le chiedo avendo finalmente compreso l'inghippo.
"Sí. Credo... La realtá é che, quando é successo, quella sera, l'ho fatto solo perché sapevo che c'eri tu... a proteggermi. Sapevo che non mi sarebbe mai potuto succedere niente di male, perché tu eri lí. Il fatto che poi l'altro Trunks sia la tua perfetta copia, in tutto e per tutto... beh... non ha fatto altro che raddoppiare la mia fiducia. Non avete mai voluto provare, a fare QUEL tipo di sesso... Ma ora sono io che lo sto chiedendo. A te..."
Le sue parole mi hanno sciolto.
La amo in un modo indescrivibile.
Sollevo una mano e le accarezzo delicatamente una guancia, prima di depositarle un casto bacio sulla bocca.
Quando mi stacco, fisso i miei occhi di ghiaccio nei suoi e le sussurro:
"Vado a farmi la doccia... Poi facciamo l'amore, come vuoi tu. Ok?"
Si inumidisce le labbra, mordendosi leggermente quello superiore e mi risponde semplicemente:
"Ok"
Esco dalla doccia, pochi minuti dopo. Mi asciugo velocemente e torno in camera.
Mi appoggio allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto nudo e mi metto ad osservarla.
É di nuovo distesa sul letto, nella stessa posizione in cui era quando sono rientrato. Accidenti quanto é bella. I pantaloni elasticizzati le fasciano le due gambe perfette che tiene ripiegate verso l'alto, facendo ciondolare i piccoli piedini nudi all'aria. Seguo il profilo dei leggins fino alla vita, passando per la collinetta formata da quei due glutei sodi che le donano un fondoschiena da urlo.
Se penso a cosa mi ha chiesto di fare... ecco... lo sapevo... il mio amichetto si é giá risvegliato...
Solo lo stacco di colore tra i leggins e l'orribile maglietta bianca che indossa, mi fa riprendere un attimo di controllo…
...hey, ma... un momento... quella è mia! Beh... tanto non la terrà addosso ancora per molto...
Certo che le sta proprio larga, anche sul collo... Quel sensualissimo collo niveo messo in evidenza dal fatto che i capelli siano sollevati in quell'assurdo chignon, fatto con la matita... mi fa venire una voglia...
Basta!
É il momento di agire.
"Pan..." la chiamo dolcemente.
Lei si volta su un fianco, appoggiando la testa sul braccio teso in avanti sul letto.
Si toglie la matita dai capelli che immediatamente le cadono liberi sulle spalle e la mette come segnalibro nel tomo che viene chiuso in modo rassegnato. Lo prendo e lo sposto, abbandonandolo sul comodino. Poi mi volto e salgo a gattoni sul letto avvicinandomi a lei, senza mai distogliere lo sguardo dal suo. Continuo a muovermi, spostandomi sopra di lei che, sapendo di farmi letteralmente impazzire, si é nel contempo rigirata a pancia in giú, tenendo sollevata la schiena facendo appoggio sui gomiti.
Inclina la testa in avanti, mostrandomi la base della nuca, sulla quale deposito un casto bacio, prima di spostarmi piú in basso e cominciare a baciarle la pelle che ricopre la linea definita della colonna vertebrale. Salendo, le levo a mano a mano la maglietta, facendogliela sfilare delicatamente dalla testa e facendomi comparire un sorriso compiaciuto nello scoprire che, sotto, non indossa altro.
Salgo fino a sfiorarle il lobo dell'orecchio che lecco delicatamente facendole venire i brividi.
Tengo una mano appoggiata come sostegno al materasso, mentre infilo l'altra tra le sue gambe, che accarezzo dal basso verso l’alto con molta, troppa calma.
"Mhmmm..." mugugna in segno di approvazione.
Sorrido soddisfatto.
Sposto il peso all'indietro e mi siedo sulle sue gambe per pochi secondi: giusto il tempo che mi serve per levarle gli inutili pantaloni e gli slip che ancora indossa e lanciarli sul cumulo di abbigliamento strappato nelle OS precedenti.
Osservo per qualche istante il suo bellissimo corpo, accarezzando la sua pelle che, in tutta risposta, si arriccia nel punto appena abbandonato dalle mie dita, in un simpatico brivido di piacere.
Le accarezzo le gambe, i glutei, la schiena... vorrei solo che si rilassasse il piú possibile, prima della nuova esperienza che vuole vivere... assieme a me.
Mi sdraio sopra di lei e, una volta raggiunto il suo orecchio esposto ai miei baci, ultimi di una scia infinita lasciata sulla schiena, le sussurro:
"Piccola, apri le gambe...
Non replica e le divarica leggermente, permettendomi di farmi spazio e farla mia, con tutta la delicatezza che ho sempre usato, nei suoi confronti.
Mi accoglie con un sospiro e incrocia le dita delle mani con le mie, in un gesto di assoluta unione dei nostri corpi e delle nostre anime.
Dopo un tempo indecifrabile di movimenti lentissimi e di sospiri appena udibili, mi avvicino di nuovo al suo orecchio e le chiedo:
"Lo vuoi fare, Pan?"
"Sí" mi risponde soltanto facendomi un impercettibile sorriso.
"Ok, purché mi prometti che, se cambi idea, tu me lo dica..." specifico sperando che sia chiaro che non posso fare niente che non sia lei a desiderare.
"D'accordo..." mi sussurra.
Abbandono il suo corpo e mi sporgo alla mia sinistra per recuperare la magica bottiglietta che sembra aspettare con ansia, appoggiata sul comodino.
La apro e subito un odore fruttato, lontano anni luce da quello sensuale di Pan, si diffonde nell'aria. Il rumore dell'apertura del tappo e l'odore del liquido con cui mi bagno le dita, sortiscono l'effetto opposto a quello che speravo Pan mostrasse. Sento i suoi muscoli tendersi come corde e il suo respiro farsi piú veloce.
"Pan?"
"Mhmm?" mi risponde mostrandosi falsamente tranquilla.
"Tutto ok?" chiedo con voce il piú possibile rilassante.
"Mhmm... sí... ma... T-Trunks?"
"Sí, cosa?" domando facendo cadere alcune gocce di gel sulla sua pelle.
Le gocce, forse un po' fredde, le provocano un brivido e un’ulteriore tensione muscolare.
"Rilassati" le dico sensualmente.
Ripongo la bottiglietta sul comodino, ma, non appena le mie dita la sfiorano, Pan si irrigidisce completamente e, tentando di voltarsi urla un disperato NO.
Mi blocco all’istante, non appena la sento respirare a fatica e cerco di tranquillizzarla con un sussurrato:
“SSSSHHH… Ok… Ok, Pan, calmati… Va tutto bene. Ok?”
In tutta risposta la vedo mettersi a singhiozzare e quasi disperata lamentarsi:
“Sono una brutta moglie!!! UAAAAAA! Non lo voglio fare questo! Non perché non mi fidi di te, ma perché non mi piace… nella mia testa, non mi va! Non lo posso fare!”
Cerco di cancellarmi dal volto il più velocemente possibile lo sguardo allibito che credo di avere in questo momento: una sorta di pesce lesso cucinato male.
Sospiro e le sorrido teneramente.
Ѐ assolutamente adorabile.
Penso rapidamente a cosa fare per farla smettere immediatamente di frignare inutilmente e mi allungo di nuovo per recuperare la boccetta.
“Trunks, no, per favore… Sul serio… non me la sento proprio…” mi mugugna con tono supplichevole.
Non la cago di striscio e mi metto a leggere ad alta voce le istruzioni che riporta l’etichetta della boccetta:
“…Adatto a massaggi su tutto il corpo… Con il suo profumo fruttato rilassa i sensi… Le sue essenze ammorbidiscono la pelle… Se mi dici che non ti va nemmeno questo, sul serio penso che sia successo qualcosa di grave…”
Vedo il suo volto rasserenarsi e un leggero sorriso rendere quelle labbra talmente accoglienti, che decido di depositarci un bacio all’istante.
“Voltati, Pan” le ordino aprendo di nuovo la boccetta e gocciolandone parte del contenuto sulla schiena.
L’aria si satura di nuovo di un odore davvero intrigante…
(*NA: Ma che intrigante… Fa CAGARE. Se si arriva alla saturazione dell’aria, fa mancare il respiro e dà anche un senso di nausea ributtante… Però questi sono sayan… lasciamoli fare…*)
Inizio a massaggiare i muscoli contratti della schiena di Pan che, a poco a poco, si rilassano a contatto delle mie dita.
Sospira.
Sospiro…
“Molto meglio questo, non trovi?” le sussurro appena.
“Trovo…” mi sussurra a sua volta.
“Lo fai anche a me dopo?” le domando sottovoce.
“Mhm mhm”
Termino dopo un tempo indefinito un lavoro eccellente, visto che Pan, senza nemmeno essersene resa conto, si è trasformata pure in ssj…
Perfetto, così il massaggio alle mie gambe irrigidite dall’allenamento sarà ancora più rilass…
 
“…Ma che cazzo! GOTEN! Va bene tutto, ma questo no!”
Ѐ la voce del mio gemello che mi distrae dal pensiero delle piccole dita di Pan che si muovono delicate sui miei quadricipiti.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo pesantemente.
“Goten?” mi chiede Pan leggermente stupita.
“Temo di sì. Vestiti, dai, andiamo a vedere cos’è successo…” le dico invitandola ad alzarsi.
 
Mentre ci vestiamo li sentiamo discutere di nuovo:
“…Non sai che è pericoloso rompere così la fusione? Potrei avere un trauma…” afferma un Goten particolarmente scioccato.
“Trauma? Ma te lo faccio avere io un trauma, ma sul serio però! Ma cosa ti dice il cervello? Siamo assieme, nello stesso corpo… la stessa mente… e tu cosa ti metti a pensare? A cosa farai stasera con Bra? MIA SORELLA, CAZZO! Ma possibile che non riesci a controllarti nemmeno cinque minuti?”
“Tutti fanno sesso con la propria moglie, Trunks… Cosa c’è di male?”
“Tipo che è mia sorella? E tipo che non stavi pensando di farci propriamente l’amore in modo… normale?”
“TSK… normale… Cos’è normale e cosa no?”
“Che stavi pensando al suo cu… fondo schiena!”
Silenzio…
Inquietante…
Silenzio…
“E?” prosegue la voce di Goten evidentemente perplesso.
E… porca miseria, se stavi pensando al fondoschiena di mia sorella, perché cazzo l’hai fatto vedere anche a me? Come pensi che mi possa sentire?”
“Ah, ma sei tardo, Trunks! Se è la fusione è la fusione di tutto, capisci? Ti va già bene che non siamo in una yaoi… altrimenti vedresti a che cu… fondo schiena stavo pensando…”
Sento l’aura di Trunks crescere e, al limite della sua trasformazione in ssj, Pan e io usciamo dalla camera.
“Ciao, Trunks! Pan… tutto bene… lì dietro?” ci investe il saluto di Goten il quale mi fa pure l’occhiolino.
Alzo un sopracciglio perplesso e sento Pan esplodere:
“Non credo siano cose che ti riguardino… zio Goten…”
“Come no? Siamo tutti una grande famiglia, no? E poi ora so che se finisco il liquidino magico posso sempre venire da voi a prenderlo… Bra è stanca di usare l’olio d’oliva, dice che se nel mentre mi trasformo in ssj poi si sente odore di olio bruciato e non l’aggrada… E sì che abbiamo provato anche con l’extravergine… Senti invece qui che profumino di fragola…” spiega.
Guardo la mia copia stringere i pugni e sento la sua aura crescere a dismisura:
“Trunks, è tutto ok. Mia… nostra sorella è un po’ pazza, sai… Credo che quest’idea sia stata sua e che nessuno l’abbia forzata a farlo, non lo avrebbe mai permesso… Soprattutto con l’idea che nostro padre venga a saperlo…” gli dico per tentare di calmarlo.
“Ma chi, Vegeta? A casa sua c’è sempre odore di menta… o banana… Guardate che anche lui con le due Bulma si sta divertendo parecchio… Fidatevi… Ma vedo, cioè, sento, che anche voi profumate di nuove esperienze, o sbaglio? Manchi solo tu, Trunks… Cavoli, se ‘sta raccolta fosse yaoi ci sarebbe il C17 del tuo tempo… In fondo non è così male…
“GOTEEEEEN! Vattene!” esplodo non riuscendo più a sopportarlo.
Mi guarda perplesso per qualche secondo e poi alza il dito indice, come per chiedere il permesso di parlare.
Alzo gli occhi al cielo e chiedo scazzato:
“Cosa?”
“Posso avere un succo di rabarbaro? Ho la gola secca”
“No, vattene!” ribadisco.
“Ok… vado. Ciao, Trunks. Ѐ stato un piacere insegnarti la fusione. Buona serata… Ciao…” afferma voltando le spalle a tutti e andandosene senza aggiungere altro.
“Ti sei fatto insegnare la fusione da Goten, perché?” chiedo non appena rimaniamo soli.
“Ho un piano… ve lo spiego più tardi. Ora vado a farmi una doccia…” dice liberando i capelli dall’elastico che li raccoglieva e massacrandolo fra le dita per qualche secondo.
Passa a fianco a Pan e si ferma ad osservarla per qualche secondo. Le dona una carezza delicatissima sulla guancia e si dipinge in volto uno sguardo serissimo.
In tutta risposta lei alza un angolo della bocca in un sorriso maliziosissimo e, senza voltarsi, mi domanda:
“Trunks… Tu ti ricordi come si fa la fusione, vero?”
Sorrido.
Ovvio che sì, se la ricorda Goten… difficile che io la possa scordare…
Guardo mio fratello negli occhi per sapere se gli va.
“Peccato duri solo mezz’ora” mormora tornando ad essere di nuovo sorridente.

 



CONTINUA...


 
NA: Chiedo scusa per l'eventuale sforamento di rating. Le frasi in violetto sono ovviamente di Mirai Trunks, quelle in nero di Goten.
Alla prox!
SSJD






 

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Capitolo 10
*** Il Dolcetto ***


NA: Tornato dalle ferie... Felici?
Avviso fin da ora che, come nel capitolo precedente, anche in questo ci sarà molto poco Goten e molta carie nei denti. Per cui è consigliato l'uso di un buon spazzolino e di un buon dentifricio al termine della lettura.
Donne avvisate, carie evitate...
Buona lettura e grazie fin da ora a chi passa, legge, manda a cagare l'autore solo mentalmente, ma soprattutto a chi lascia un commento in cui mi dice come continuare 'sta storia...
Ve ne sarei infinitamente grato...
Alla prox!
SSJD

 

IL DOLCETTO





“Sei pronto?” mi domanda con lo stesso sorrisetto malizioso, che ha Pan in questo momento, dipinto in volto.
“Sì, credo…” balbetto sottovoce.
“Vuoi un piccolo ripasso?” mi chiede in modo totalmente sarcastico.
“No, è solo… una strana sensazione… Timore, forse…” mormoro.
Eh sì, altro che timore, me la sto facendo sotto dalla paura. Con Goten è stato facile nascondere tutte le simpatiche cosette che faccio qui con Pan, ma non credo sarà altrettanto facile celare a Trunks i miei sentimenti.
“Timore? Hai fatto la fusione con Goten senza problemi e te li fai con me che sono praticamente… te? Sei riuscito addirittura a nascondergli tutto il rating rosso di cui l’autore non vuole parlare riguardo alla nostra convivenza! Vuol dire che sei bravissimo! Dai avanti, niente paura, fidati di me, ok?” mi esorta lui cercando di farmi coraggio.
“Ok, preferisci stare a sinistra o a destra?” prendo tempo.
“Stai tergiversando?”
“Un po’…” confesso.
“Piantala e mettiti in posizione. Pronto?”
“Sì”
“FU-SIO-NEEEEE!” esclamiamo sincronizzando perfettamente i movimenti, nella ridicola danza, più da squadra Ginew che da sayan, che ci porta a fonderci in un unico essere.
“WOW! Che figata” esclama Pan che sembra sprizzare gioia da tutti i pori.
Cerco di rimettermi in sesto e, in pochi secondi, capisco che, qui dentro, con il me stesso più giovane, è come essere a casa. Sono completamente rilassato e sto davvero bene. Ancora di più ora che vedo Pan avvicinarsi a me/noi con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.
Allunga il braccio con l’evidente intenzione di accarezzare il petto del guerriero che racchiude me e il mio alter ego più giovane, ma prima che possa assaporare il piacere del contatto con le sue dita, vedo il mio braccio sinistro alzarsi, contro ogni mio volere e bloccarle il polso in modo fermo e deciso.
“Dacci un paio di minuti, ok, principessa?” dice la mia voce che viene dal mio stesso corpo, ma non dalla mia mente.
Vedo il visino di Pan rattristarsi e la sento  mugugnare con un filo di voce:
“Oh, sì, certo, perdonatemi… Vado a bere qualcosa di fresco. Vi porto qualcosa?” ci domanda con tono decisamente più allegro.
“No, lasciaci soli per qualche minuto, per favore…” afferma di nuovo la mia voce senza che io lo abbia nemmeno pensato.
Pan non aggiunge altro e con un sorriso stentato si allontana verso la cucina.
La seguo con lo sguardo fino a quando sparisce completamente dalla mia vista.
Ora mi sento un po’ perso e uno strano senso di oppressione mi attanaglia la mente.
‘Trunks’ mi richiama mentalmente la mia giovane copia.
‘Che c’è? Ho sbagliato qualcosa?’ domando leggermente frastornato.
‘No. Solo… Tu l’ami… Lo sento’
Il suo pensiero giunge alla mia mente come secco, freddo, una stilettata nel cuore. Inutile che cerchi di nasconderlo. Sospiro e confesso:
‘Non credo di poterti mentire…’
‘Cazzo, Trunks! E me lo dici così?’
‘Posso gestire la cosa’
‘E come? Pensi di disinnamorarti di lei così, da un giorno con l’altro? L’amore ti devasta dentro, Trunks! Non puoi controllarlo, come dici tu! Non è così facile!’
‘Mia madre lo ha fatto e comunque… non posso permettermi di amarla, è solo una cotta, passerà… e poi ho in mente un pia…
‘Non funzionerà. Se il tuo piano non ancora realizzato andasse a buon fine, tu ora non saresti qui, o sbaglio? Sei stato a parlare con Gohan oggi pomeriggio, vero? So che vuoi salvarlo nel tuo passato, in modo che possa concepire una Pan del tuo tempo, ma qualcosa non ha funzionato. Sono troppe le variabili, lo capisci da te, non sei stupido… non sei Goten, andiamo!’ mi interrompe sbattendomi in faccia la triste e dura verità.
‘Lo so… Troverò un’altra soluzione per… tornare nel mio tempo… Vedrai’
‘Certo, ammazzandoti di dolore. Senti. Tu sei me. Io non posso vederti soffrire per Pan. Ti ci ho messo anche io in questo casino e ora devo trovare una soluzione che vada bene per tutti. Dimmi solo una cosa: stai bene qui, in questo corpo spettacolare da SuperTrunks che ci siamo ritrovati ad avere? Qui, con me, stai bene?’
‘Ma che domande? Tu sei me, come posso non stare bene con me stesso? Sarei da psicoanalisi se fosse così. I tuoi ricordi sono… bellissimi!’
‘Fammi vedere i tuoi, Trunks’ afferma serissimo.
‘Non credo sia il caso, fratello’ gli rispondo pensando al solo terribile ricordo che ho della morte di Gohan, nonché della mia, a causa di Cell.
‘O me li fai vedere, o non ti permetto di fare l’amore con Pan mai più e dico all’autore di spostarti in una Yaoi rossa con C17 del tuo tempo’
‘Eh? No, così non vale! Ma perché li vuoi vedere? Sono… terribili…’ mi lamento mentre un brivido mi percorre la schiena al pensiero di C17 alle mie spalle a fare cose che i bambini che stanno seguendo questa vicenda non dovrebbero nemmeno leggere.
‘Fallo, Trunks.’ mi ordina di nuovo.
Libero la mia mente e lo sento ‘leggere’ la mia biografia conservata, mio malgrado, nella mia mente.
Pochi secondi e qualche sospiro dopo continua:
‘Ok… dammi un minuto…’
‘Te lo avevo detto…’
‘DAMMI.UN.MINUTO’ ripete scandendo duramente le parole.
Un minuto dopo…
‘Ora possiamo fare l’amore con Pan’ mi informa come se nulla fosse.
‘Sei sicuro?’
‘Sicurissimo. Fidati. Inutile dirti di trattarla come una principessa. Lo fai sempre’
 
Faccio l’amore per la prima volta con Pan in modo assolutamente completo: correlato da emozioni e sentimenti che ho sempre sentito di dover trattenere, a letto con lei. Non mi sono mai concesso di amarla in questo modo così… assurdo.
Ci trasformiamo entrambi in ssj e finiamo col provare un piacere assolutamente senza confini, per i nostri corpi e per le nostre menti.
Le dita delle mani incrociate, le nostre anime unite in un unico eterno abbraccio e il nostro amore senza tempo, età, pregiudizi. Tutto incredibilmente idilliaco.
Sento il mio cuore quasi… fondersi in un abbraccio fraterno con il giovane marito di Pan e stiamo dannatamente bene, come non lo sono mai stato, in tutta la mia vita.
Vorrei che non finisse mai.
Ma l’autore sì, altrimenti poi sfora il rating…
Mi addormento tenendo Pan fra le braccia. Così. Nudi e felici per ciò che ci siamo donati.
 
Sono le prime luci dell’alba che mi svegliano.
Sbatto le palpebre un paio di volte nel tentativo di spannare gli occhi che sembrano non voler rispondere al mio comando di messa a fuoco. Quando ci riesco fisso il soffitto per qualche istante e a poco a poco cerco di fare il punto della situazione.
Mi inumidisco le labbra: sanno di una parte di Pan che non si può dire a causa del rating…
Alzo il braccio sinistro e con le dita della mano faccio per stropicciarmi l’occhio ancora appannato, per tentare di ridargli una visuale decente. Mi accorgo troppo tardi che anche le dita profumano di Pan… stessa parte di prima, innominabile.
Perfetto, così ora anche il mio occhio saprà di quello…
Allontano la mano per vedere se finalmente riesco a metterla a fuoco e…
Ma che cazz…
Sgrano gli occhi e faccio per alzarmi, ma tutta la parte destra del mio corpo è bloccata da quello di Pan che sta dormendo sul mio petto.
Mugugna qualcosa e si rimette a dormire tranquillamente.
Beata lei.
Io comincio a sentirmi confuso.
In sequenza: dove cazzo è finito Trunks, perché cazzo Pan sta dormendo nuda su di me e non su suo marito e terzo, non meno importante… Perché cazzo ho di nuovo la fede di Trunks al dito?
Con la mente vado al ricordo di questa notte.
No, non è venuto Goten.
Ieri sera ho fatto la fusione con Trunks. Poi abbiamo fatto assieme la fusione con Pan… più e più volte…
Più e più volte…
Più e più…
Ma quante più e più volte si può fare l’amore con Pan, in mezz’ora?
Va bene che sono un sayan, ma anche io ho i miei limiti.
No, c’è qualcosa che non torna.
“Trunks?” chiamo a bassa voce sperando che mio fratello sia nascosto dietro il corpo di Pan e quindi alla mia vista.
‘Mhm mhm’ lo sento rispondere.
Tiro un sospiro di sollievo. Magari lui ha una spiegazione logica a tutta questa mia confusione.
“Cosa… Cos’è successo stanotte… esattamente?” domando sempre a bassa voce.
‘SSSSHHH… Non parlare, che se Pan si sveglia poi glielo dobbiamo spiegare e non so ancora come dirglielo’
Capisco che la voce non arriva da fuori alle mie orecchie, ma da dentro. Come se fosse già nella mia testa.
‘D-dove sei, Trunks?’ chiedo questa volta senza pronunciare alcun suono.
‘Dove vuoi che sia? Dov’ero ieri sera, no?’
‘COSA? Siamo nello stesso corpo? Ma non dovevamo disgiungerci dopo mezz’ora?’ chiedo quasi terrorizzato.
‘Hey… hey, no, calmati Trunks, ok? Non so cosa sia successo, ma devi stare calmo, altrimenti ci sale la pressione a tutti e due ed esplodiamo. Ora per favore, respiriamo assieme lentamente… bravo… così… Inspira… espira… insp…
‘Trunks, se sento ancora l’odore di Pan vado in defibrillazione ventricolare… Non so tu, ma io ho bisogno di una doccia…’ lo interrompo dopo che, fidandomi cecamente di lui, sono riuscito in parte a calmarmi.
‘Sì, hai ragione… doccia’
 
Scanso facilmente Pan dal mio corpo, dato che normalmente non si sveglierebbe nemmeno con una cannonata e mi infilo sotto la doccia.
Ok. Sono calmo.
Non potrei essere altrimenti, visto che Trunks, qui con me, non sembra essere per nulla preoccupato di questa cazzo di situazione.
‘Trunks, grazie. Stanotte è stato…
‘Bellissimo, lo so. Non mi devi ringraziare…’ mi interrompe.
Usciamo dalla doccia e con un asciugamano puliamo lo specchio appannato.
L’immagine del nuovo me riflessa ci lascia senza pensieri per infiniti minuti. Incliniamo la testa un pochino di lato e sembra che ognuno di noi stia come studiando la perfezione del nuovo corpo che ci troviamo ora a condividere.
Come per prenderne coscienza, con le mani ci circondiamo il viso, per poi farle scorrere sul petto, sugli addominali e poi più giù.
‘Mi scappa la pipì…’ il mio unico pensiero.
‘Questo sì che è un pensiero profondo, Trunks. Degno del miglior Goten di sempre…’ mi prende in giro.
Mentre la facciamo mi rendo conto che è tutto così… naturale, bello, pacifico, tutto pieno di colori…
Alla fine ci mettiamo un asciugamano in vita e, rivolgendo un ultimo sguardo allo specchio, come se ognuno di noi volesse parlare all’altro guardandolo negli occhi, mi dice:
‘Non voglio che tu te ne vada, Trunks…’
‘Il mondo Mirai ha bisogno di me.’ gli dico serio.
‘Non c’è niente e nessuno là che ti aspetti’ mi dice (*NA: e così confesso pubblicamente il mio NON interesse per Mai…*)
‘E mia madre? Come faccio con lei?’ insisto.
‘Una cosa per v…
“RAGAZZIIII? Dove siete? Mi mancate…”
Ecco appunto.
Il vocino di Pan arriva alle nostre orecchie a ricordarci quale siano le priorità del momento.
Respiriamo profondamente.
‘Ok, cosa le diciamo?’ chiedo andando di nuovo in panico.
‘Niente, ‘sta a vedere.’ mi risponde tranquillizzandomi… o quasi.
 
Torno in camera da letto.
La trovo seduta sul letto a sbadigliare e stiracchiarsi.
Sorrido, a volte è così innocente…
A volte…
Metto a tacere il desiderio assolutamente inappropriato che mi è appena passato per la mente di farla di nuovo mia, beccandomi un sincero: ‘Bravo, Trunks’ detto da mio fratello e le sorrido, mandando mentalmente a cagare l’autore.
Mi guarda.
Inclina la testa leggermente di lato.
Passa lo sguardo dai miei occhi al mio corpo, soffermandosi per molti più secondi rispetto al resto sulla mia mano sinistra.
Faccio roteare l’anello che porto sull'anulare un paio di volte usando il pollice, tipico gesto di chi si sta abituando alla presenza del nuovo accessorio da anulare e la vedo incurvare le sopracciglia in uno sguardo leggermente severo.
“Pan…” le dico.
Si morde il labbro e poi mi chiede:
“Non so come cazzo sia successo… Ma come pensate di risolvere la situazione, ora?”
“Non lo so” rispondo sinceramente. Ѐ vero che non lo so. Non so come rompere una fusione. Pensavo si rompesse da sé, altrimenti ci avrei pensato qualche secondo in più, prima di farla.
“Non lo sai? Parli al singolare? Con chi dei due esattamente sto parlando?” chiede con un tono che sa di innervosito.
“Trunks.” rispondo.
“Quale?”
“Tutti e due.”
“Vi siete messi d’accordo per prendermi in giro?”
“No. Siamo solo d’accordo sull’affermare che stai parlando con Trunks. Lo stesso che stanotte ha fatto l’amore con te.” ribadisco sinceramente.
“Ok. Dimostramelo.”
Sgrano gli occhi per poi alzarli verso le note sopra al capitolo per verificare se mi sono per caso perso l’improvviso e inaspettato cambio di rating da parte dell’autore.
Niente…
Lo odio.
La guardo di nuovo e chiedo chiarimenti:
“E come?”
“Quale canzone mi hai cantato la sera che abbiamo fatto la prima volta l’amore…”
“Bijoux” troppo facile.
“Chi è il mio migliore amico”
“CJ” ancora più facile.
“Qual è il tuo peggior ricordo”
“Quando ho visto morire tuo padre” le rispondo con un sussurro, trattenendo a stento le lacrime.
Sgrana gli occhi.
“O cazzo… Vi si sono fusi anche i cervelli… Mio marito avrebbe risposto che il suo peggior ricordo è quando ci siamo lasciati per un paio di ore… prima di stare assieme per sempre…” afferma atona abbassando lo sguardo per poi mettersi a fissare un punto qualsiasi del letto.
Faccio spallucce.
Così è.
La osservo.
Accidenti quanto è bella.
I lunghi capelli neri le ricadono sulle spalle coprendole i seni nudi, mentre parte del lenzuolo mi impedisce di ammirare le sue gambe da favola…
“Pan…” la richiamo per avere la sua attenzione.
Alza lo sguardo… indecifrabile e mi interroga con gli occhi.
“Cosa non ti va, Pan? Sono sempre io… So che è difficile capire cosa sia successo, non è chiaro nemmeno a me… Ma mi sono svegliato così stamattina e… sono… felice. Siamo, felici. Sai cosa ho provato questa notte. Le nostre auree si sono fuse tutte in una, sola, immensa aura. Ho sentito cosa provi per me… Io… ti amo, Pan.” le dico sinceramente.
Rimane in silenzio a guardarmi negli occhi per qualche interminabile minuto, come se stesse rimettendo insieme un puzzle di pochi pezzi, ma allo stesso tempo, complicatissimo per il tipo di disegno che deve rappresentare.
Dopo un tempo indefinito, si inumidisce le labbra e mi chiede:
“Non hai scordato niente di… noi?”
“No.” rispondo senza pensarci nemmeno un secondo. La realtà è che i miei ricordi si sono letteralmente fusi con quelli del mio fratello più giovane e si sono riorganizzati da soli dal più bello in assoluto al più brutto in assoluto, accettandosi gli uni con gli altri come nuova memoria di un unico Trunks.
“Ho bisogno di fare l’amore con te. Di nuovo, ma come se lo facessimo per la prima volta… Anzi… esattamente come lo abbiamo fatto la prima volta… Ne ho bisogno… davvero…” afferma con tono quasi di supplica.
Alzo un angolo della bocca in un sorriso malizioso, chissenefrega di come si sono riorganizzati i miei ricordi. È di quelli futuri che mi voglio occupare adesso…
Le sorriso e mi avvicino al suo viso per sussurrarglielo direttamente nell’orecchio:
“Vado a riempire la va…
 
“TRUUUUUUUNKS? PAAAAAAAAN? USCITE!”
È la voce chiara, distinta e palesemente incazzata di mio padre che ci ‘invita’ ad uscire.
(facce delle lettrici: O.o… Pensavate arrivasse Goten, eh? Fregate!)
 
 


 
CONTINUA…

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Capitolo 11
*** Il Dolcetto, 2 ***




IL DOLCETTO, 2



Usciamo all’istante.
Io con l’asciugamano legato in vita e Pan con il lenzuolo arrotolato attorno al corpo, in modo del tutto casuale.
“P-papà… B-buongiorno…” balbetto.
“Buongiorno, un paio di palle.” afferma facendoci intuire che, evidentemente, qualcosa non va.
“Dormito male?” chiede allora Pan, con fare cordialmente sarcastico.
“Fai la spiritosa? Mi sembra che ci siano un bel po’ di casini in ballo. Sarebbe il caso di parlarne. Non credete?” chiede con altrettanto sarcasmo.
“Papà, lo so. Ma davvero non è per mia volontà che la fusione non si sia sciol…
“TSK! Ma di quello non me ne può fregare di meno, anzi… La sento tutta la tua aura. Troppo potente per non apprezzare il divertimento che avrò mercoledì prossimo, durante l’allenamento… A giudicare dall’aspetto di oggi di Pan… credo che anche lei abbia goduto di questa inaspettata situazione. Vero dolcezza?” chiede buttandole un occhiolino un po’ troppo malizioso, che la fa arrossire all’istante, prima di continuare: “Ci sono ben altri problemi da risolvere. Goten.” conclude scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
“Cosa è successo ‘sta volta?” chiedo non potendo credere che ne abbia combinata ancora una delle sue.
“In sequenza: ha ripreso la macchina del tempo…
“Come ha ripreso la macchina del tempo? Ho messo una combinazione a sei cifre come password d’accensione!” lo interrompo beccandomi un’occhiataccia da mio padre che, come noto, non vuole essere mai interrotto.
“Se tu non fossi stato occupato a tenere nascosto a Goten cosa combini con Pan, forse non gli avresti permesso di leggere la combinazione nella tua mente, quando avete fatto la fusione… O sbaglio?” mi domanda incazzoso.
“AHHHH! Ora è chiaro! Ecco perché dopo la fusione ha preso i post-it dalla tasca e ci ha scarabocchiato velocemente sopra qualcosa, di nascosto…” esclamo facendo mente locale a come mi sia fatto letteralmente fregare da Goten.
“Esatto… Ha preso la navicella, ci ha caricato sopra C17 del tempo Mirai e l’ha riportato esattamente al ‘quando’ lo aveva preso: poco prima che uccidesse Gohan del tuo tempo” spiega.
“Cosa? Ma perché? Ecco perché ho ancora il ricordo della morte di Gohan… Ed ecco perché il mio piano di salvarlo non abbia funzionato…” mormoro più tra me e me, cioè tra entrambi i miei me, che per avere una conferma da mio padre.
“Ma non è tutto” continua “Ha aspettato che tu ti arrabbiassi, che riuscissi a scatenare il supersayan che era in te per combattere i cyborg e, poco prima dell’esplosione che avrebbe dilaniato il corpo di Gohan, facendolo sparire per sempre, lui l’ha preso ed è venuto via, con la macchina del tempo…(*)”
Vedo Pan sgranare gli occhi sempre di più.
Io stesso non posso credere al livello di imbecillità raggiunto da quello stupido sayan di terza classe (accidenti, sto iniziando a parlare come mio padre… Meglio piantarla che poi sennò vado in OOC).
Come se tutto questo non fosse già abbastanza, lo sentiamo continuare:
“È venuto a casa mia, ha preso il radar cercasfere, senza chiedere il permesso… Poi è sparito. Indovinate chi ho trovato stamane, nel giardino di casa mia?”
“Nooooo… Non mi dire che… che… che…
La voce incredula di Pan giunge alle mie orecchie come ovattata, mentre nella mia testa il pensiero di poter riabbracciare il mio Gohan passa come un fulmine impossibile da accettare razionalmente.
“Già. Ora riposa alla Capsule. Per questo non sentite la sua aura… a parte che eravate impegnati a fare altro…” risponde mio padre.
Mi sento svenire.
Pan si avvicina e, senza pensarci due volte, mi sostiene prima che io cada a terra.
Per farlo le cade il lenzuolo che la copriva già malamente, ma non le importa. Tiene gli occhi fissi nei miei, come per volermi dare coraggio, pochi istanti prima di sentire le braccia forti di mio padre sostenermi con maggior vigore e la sua voce sussurrare paternamente:
“Lascia, Pan. Vieni, entriamo in casa, così potrai vestirti.”
“Mi- mi dispiace…” mugugna lei, ora imbarazzata.
“Va tutto bene. Ora risolviamo tutto…” le dice accompagnandomi in casa.
 
Non so quanto tempo io sia rimasto svenuto.
Quando riapro gli occhi mi ritrovo sdraiato sul divano.
Di fronte a me, Pan sta discutendo con mio padre sul ‘da farsi’.
Ora indossa un vestitino a fiori leggero e allegro, come una fresca mattina domenicale.
Faccio per alzarmi, ma la testa mi duole in un modo indicibile.
Mio padre si avvicina, mi prende la mano con la sua guantata e mi dona parte della sua energia.
La sento attraversarmi il corpo come acqua purissima e rinfrescante che sgorga da una sorgente e riempie un primo rigagnolo, per poi diffondersi sempre più in rivoli più grossi.
Gli sorrido e lo ringrazio con tutto il cuore.
Si risiede a fianco a Pan e mi chiede:
“Ci sei?”
“Sì… credo di sì… Perdonatemi entrambi. La notizia del ritorno di Gohan mi ha emozionato in modo del tutto incontrollabile” dico afflitto.
“Beh, sarà meglio che ti doni altra energia, allora, se vuoi sentire il resto… figliolo…” mi dice con lo stesso fare paterno di prima.
“Perché? Cos’altro c’è da sapere?” chiedo con tono quasi supplichevole.
“Trunks… Goten è andato via… Ha lasciato un biglietto… a casa… Lo vuoi leggere?” mi chiede Pan con due occhi tristissimi.
“Andato… via? E dove? Con la macchina del tempo?” chiedo quasi impaurito all’idea che quell’idiota possa vagare indisturbato nel passato creando non so quali casini spazio temporali.
“No… tieni, leggi tu stesso…” mi dice con calma porgendomi un blocchetto composto da una decina di post-it.
Lo prendo con la mano tremolante e inizio a leggere:
 
‘Carissimi tutti.
Mi dispiace essere partito così, da un momento all’altro, ma è un vizio di famiglia.
Vado in viaggio di nozze con Bra, su Namec (**).
Ce lo meritiamo, visto che un vero viaggio di nozze non lo abbiamo mai potuto fare…
Abbiamo preso la GR/navicella della Capsule. Guida Bra, tranquilli…
Ho pensato che tanto, per gli allenamenti, potete usare la GR a casa di Pan e Trunks; non è così male, a parte le orribili tendine con cuori e orsetti che Pan ha messo agli oblò della camera… e lo zerbino all’ingresso con scritto Welcome to the Jungle…
Per il resto… Ho trovato un degno supplente come allenatore per il calcetto. Verrà Mirai Gohan, per i prossimi allenamenti, fino al mio ritorno. Lo farò resuscitare dal drago Polunga non appena arriverò su NeoNameck, fra qualche ora. Già che ci sono gli dico di restituirgli anche il braccio… Sia mai che un giorno voglia giocare in porta al posto del suo alter ego del presente…
Non credo avrà molto senso tattico del gioco, visto che si ostinerà a voler giocare a uomo, anziché a zona, come insiste nel voler fare il mio vero fratello… ma almeno è molto ligio al suo nuovo ruolo di allenatore.
I due Trunks possono tornare a turno in squadra, visto che ho riportato Mirai C17 nel suo tempo, esattamente al quando lo avevo preso: purtroppo non si è dimostrato all’altezza del gioco di squadra, come speravo…
Mirai Gohan mi sostituirà anche il giorno del mio allenamento con Vegeta, mentre Mirai Trunks sostituirà Bra.
Visto come sono previdente? Ho pensato proprio a tutto!
Che altro? Niente. Ci vediamo al mio ritorno…
Con affetto.
Goten e Bra.’
 
Mentre sfoglio i bigliettini durante la lettura, i miei occhi si offuscano più volte di lacrime che, copiose, iniziano a scendere solo alla lettura della quartultima riga: … mentre Mirai Trunks sostituirà Bra…
Un unico pensiero: ‘Come cazzo la sostituisco Bra da qui dentro?’
Guardo mio padre che mi osserva severamente.
“Sono… senza… parole” ammetto, mentre mi asciugo velocemente le lacrime.
“Anch’io” aggiunge Pan.
“Beh… Qualche suggerimento?” chiede mio padre quasi indifferente.
“No… Sono… sconcertato, al momento…” dico abbassando lo sguardo.
“Comunque una soluzione la dovete trovare. Qualcuno deve venire a sostituire Bra al suo allenamento… È per questo che sono venuto fino a qui, questa mattina. I patti erano chiari e vanno rispettati. Un allenamento al giorno garantito, o sbaglio?” dice come se l’unica cosa che l’abbia interessato in tutto questo cataclisma di eventi sia solo e unicamente il trovare un supplente a Bra.
“Ci vengo io…” afferma Pan convinta, saltando in piedi.
“Apprezzo lo sforzo, ma, senza offesa, vorrei qualcuno di più… eccitante… Ergo, ci viene lui. Così allena un po’ questo nuovo fantastico corpo che si ritrova ad avere del tutto inaspettatamente…” ordina mio padre.
“Ok” dico rassegnato, ma stranamente anche in parte felice di poter passare più tempo con lui.
Faccio un sospiro e proseguo:
“E… per il resto?”
“L’arrivo di Mirai Gohan non è un problema mio. Un sayan in più o in meno non mi fa differenza. Al più che la sostituzione porta all’indiscutibile vantaggio di avere il Son più intelligente della famiglia… al posto di Goten… Il mio problema ora è come gestire le due Bulma, ora che entrambe hanno un unico figlio. Fortunatamente sono due donne… Nessuno noterà la presenza di strani orecchini sferici… Vedrò se riesco a rintracciare qualche KaioShin disposto ad aiutarmi, magari in cambio di qualche foto di qualche bella ragazza…” conclude facendo l’occhiolino a Pan.
“VEGETAAAAA! Non pensavo mi avessi guardato, poco fa!” esclama mia moglie stizzita.
“Non l’ho fatto, ma non ci vuole molta fantasia ad intuire quanto tu sia bella, sei sempre una sayan, no?” risponde lui indifferente, alzandosi e andando verso l’uscio, con l’evidente intenzione di lasciarci.
“P-papà…” lo fermiamo entrambi.
Si volta e ci guarda negli occhi. Nelle sue iridi di un nero profondissimo leggiamo come una sorta di orgoglioso compiacimento. Alza un angolo della bocca in un leggero sorriso, per poi avvicinarsi al mio orecchio e sussurrarmi:
“Se questo corpo ti starà stretto, troveremo una soluzione… Goditelo, per il momento…”
Chiudo gli occhi, come per memorizzare ogni singola parola che mi ha detto.
“… E poi… Cominciava a infastidirmi l’idea di non esserci mai stato, nel tuo tempo…” conclude prima di allontanarsi da me, buttare un’ultima occhiata a Pan, seguita da un sensuale:
“Buona giornata… Principessa” e varcare l’uscio di casa per volare via, in direzione della Capsule.
 
“Pan…” sussurro appena rimaniamo soli.
“Trunks?” dice lei quasi imbambolata.
“Ho bisogno di vedere Gohan…” le mormoro sottovoce.
“Quale?” mi chiede con un sorriso che sa di premessa ad una copiosa risata.
La guardo alzando un sopracciglio perplesso…
Ah, no… mi sta prendendo in giro.
Per un attimo ho temuto che suo zio, andandosene, avesse lasciato tutta la sua demenza a lei.
Si avvicina e mi accarezza il petto nudo, facendomi venire i brividi.
La guardo negli occhi che fissano i miei, sostenendo il mio sguardo con fare malizioso.
“Che intenzioni hai?” le chiedo.
“Gohan sta riposando, ora… Abbiamo un sacco di tempo… e, guarda… Dietro di te c’è la tua poltrona preferita… Ricordi?” mi domanda come per mettermi di nuovo alla prova.
“Ops… che coincidenza…” mormoro stravaccandomici sopra.
La vedo farsi spazio in mezzo alle mie gambe e inginocchiarsi davanti a me.
 
Fantastico questo déjà-vu…
Al nuovo allenatore penseremo dopo…
 
 
CONTINUA (FORSE…)
 
 
 
(*): Lo so che MTrunks non si è trasformato subito in ssj, ma chissene, no?
(**): Come da finale di ‘Io e Bra’. Quando Goten e Bra tornano da Namec sono convinti che i Mirai siano partiti…
NA: Il CONTINUA (FORSE) dipende da voi… Io ne ho in mente di cose…
Per ora ringrazio chi ha letto, recensito e inserito la raccolta in una delle categorie.
Alla prox!
SSJD

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