An alternative way of loving you

di DreamyVale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amazing ***
Capitolo 2: *** Chocolate ***
Capitolo 3: *** What Makes You Different (Makes You Beautiful) ***
Capitolo 4: *** The closer I get to you ***
Capitolo 5: *** It must have been the mistletoe ***
Capitolo 6: *** Underneath Your Clothes ***



Capitolo 1
*** Amazing ***


Spin off della fanfic "Never too late" che sto scrivendo con la mia adorata Magical_Illusion... Cosa sarebbe successo se May e Brian non si fossero dichiarati in tour ma avessero continuato ad essere solo amici? Cosa sarebbe successo se Brian non avesse fatto il primo passo dopo il matrimonio di May ma avesse fatto solo l’amico aspettando una realizzazione da parte sua? Se May fosse andata a stare da lui e… Forse le cose sarebbero andate così…

“It's Amazing
With the blink of an eye you finally see the light
It's Amazing
When the moment arrives that you know you'll be alright
It's Amazing
And I'm sayin' a prayer for the desperate hearts tonight”

Aerosmith - Amazing

 

[Casa del Syn – 06 dicembre 2007]

May lanciò il telefono sulla poltrona più lontana, sistemandosi meglio all’indietro contro la testiera, sentendo la risatina di Syn alla sua sinistra.
-Cosa c’è?- chiese girandosi verso di lui cercando di sembrare minacciosa.
-Se non rispondi quello continua a cercarti...- rise lui.
-Chi te lo dice che è un quello?- indagò prendendo una M&M’s dalla ciotola che Syn teneva in mano.
-Intuito...- borbottò lui senza staccare gli occhi dalla televisione, stavano guardando ‘La Guerra dei Mondi’, il rifacimento di Steven Spielberg, May non rispose, mangiando un’altra nocciolina –E dai, quale altro principe azzurro devi trasformare in re per poi farlo tornare a rospo con un bell’annullamento della sua corona?- scherzò il ragazzo mentre lei si girò tirandogli un pugno sulla spalla, lanciandogli un’occhiata complice.
-Idiota...- borbottò, pescando ancora una volta una M&M’s dalla ciotola e concentrandosi sul film, così come Syn, su quella che sembrava essere una scena cruciale.
Quello che continuava a scriverle e a cercare di chiamarla era il bassista della band che erano andati a sentire suonare in un pub il giorno prima; Niky le aveva rotto le scatole tutta la sera chiedendole se era interessata a lui, visto che lui ci aveva provato senza mezzi termini in più occasioni.
Ma lei non era interessata a quel tizio, aveva gli occhi scuri marcati dall’eye-liner, come piacevano a lei, il trucco però era sbavato sui lati, non come quello di Syn che chissà come, era sempre perfetto, anche quando truccava lei la linea nera rimaneva magicamente intatta, quando invece se la faceva da sola colava sempre e non sapeva spiegarsi il perchè; le spalle non erano male, ci si era appoggiata un attimo ridendo per non so quale battuta, ma adesso accoccolata contro Brian stava molto meglio, questo senza dubbio, Brian era molto più comodo, e poi lei aveva sempre sostenuto che B avesse delle belle spalle; aveva cercato di farle un milione di battutine e ogni volta che lei aveva risposto lui si era spento senza sapere cosa dire, neanche una piccola discussione, né un minimo battibecco come quelli che piacevano a lei, tipo quello di prima sul fatto che indubbiamente le M&M’s blu sono le più buone, anche se il cretino al suo fianco sosteneva che fossero tutte uguali.
E poi quella maglietta con il teschio gli stava larga, era la stessa Brian si era messo quando erano andati a vedere Hitman al cinema, un film idiota tra l’altro, ma avevano giocato così tanto al videogioco che si erano ripromessi di andare assolutamente a vederlo, era stata una delusione...ma comunque il punto era la maglietta, insomma una maglietta come quella non può starti larga, altrimenti vuol dire che hai un fisico inutile, insomma prendendo per esempio Brian si vedeva che quella maglietta gli stava bene. E poi comunque il bassista aveva visto anche lui Hitman e aveva detto che era un bel film, ovviamente quel cretino non aveva mai giocato al videogioco o si sarebbe risparmiato una simile idiozia, tornati a casa lei e Syn ci avevano riso per mezzora, di come avesse sostenuto che ci fossero delle scene spettacolari e che il protagonista avesse recitato bene, l’aveva fatto solo per impressionarla e non c’era riuscito: pensava di impressionarla dicendo che il film di uno dei suoi videogiochi preferiti era bello, quando invece era uno schifo? Anche Brian aveva detto che era un idiota e indubbiamente aveva avuto ragione. Non che gli succedesse spesso ma la sera prima aveva avuto ragione.
E poi quel bassista, che se non si sbagliava doveva chiamarsi Theo detestava il tabasco, nessuno di intelligente può detestare il tabasco, quando aveva visto la dose che lei e Brian avevano messo sulla loro porzione di patatine aveva fatto un commento inutile, e poi aveva ordinato da mangiare un piatto di crocchette di pollo, lo sanno tutti che le crocchette di pollo sono da sfigati se mangiate da sole, devono per forza essere mangiate con la salsa piccante, l’avevano deciso quando erano in Kansas per il tour, e avevano servito loro le peggiori crocchette di pollo del mondo e lei e Brian le avevano annegate nella salsa per riuscire a mangiarle.
Quel bassista era un tizio inutile, uno che non aveva mai visto Alien e non sapeva cantare Walk dei Pantera al contrario, quel tizio non poteva piacerle!
Non c’erano altre considerazioni da fare, Theo non era il suo tipo, era troppo diverso da lei, troppo; ripensò mentalmente a tutti i difetti che gli aveva trovato e ad un tratto mentre Tom Cruise sullo schermo urlava il nome di sua figlia si fermò, con una M&M’s blu sulle labbra, e girò lo sguardo sulla persona seduta vicino a lei.
Era stata di sicuro una coincidenza, una cosa non voluta...di sicuro...
Si rese conto in una frazione di secondo che tutti gli aspetti negativi del bassista della sera precedente non erano negativi di per sé, erano negativi se confrontati a Brian.
Scosse la testa per un attimo, era normale fare paragoni con Syn, no? Certo che era normale! Insomma B era come se fosse la sua anima gemella! Anzi sarebbe stata la sua anima gemella se...
Se...
Se...
Se...
Ripeté mentalmente quel se una decina di volte. Sarebbe stata di sicuro la sua anima gemella se...
Ci pensò, ci penso per almeno un minuto e poi girò di nuovo lo sguardo verso Brian, in quel momento molto preso dagli alieni del film.
Brian era perfetto.
Fissò i contorni del suo viso, la mascella squadrata, i capelli che ricadevano sulla fronte abbronzata, gli occhi scuri e quelle sopracciglia che inarcava solo per farla innervosire, fece scendere lo sguardo alla bocca e poi sul resto del corpo prima di voltare di scatto la testa verso la televisione.
Sentì distintamente qualcosa fare clic.
Non c’era niente che non andasse in Brian. Non c’era nessun se.
Nessun se.
E se non c’era nessun se voleva dire che lui era la sua anima gemella.
Allungò la mano raggiungendo la ciotola delle caramelle senza nemmeno guardare e sentì quella di Synyster vicino alla sua, senza neanche pensarci e con uno scatto che non pensava di riuscire a fare May la scostò facendola finire a terra insieme a tutte le noccioline colorate.
-May!!!!!!!!!!- esclamò il ragazzo riportandola alla realtà e lei scosse la testa.
-Merda!- tuonò lei vedendo il casino che aveva fatto.
-Se gli alieni ti facevano così tanta paura avresti dovuto dirmelo mesi fa!- rise lui divertito.
-Non mi fanno paura deficiente! C’era qualcosa nella ciotola!- rispose senza sapere cosa dire.
-Sì un mostro...- rispose lui guardandola ironico.
-Ti ha mai detto nessuno che non fai ridere?- replicò lei portando le mani sui fianchi.
-Tu sei l’unica quindi presumo sia un problema tuo!- ribatté appoggiando la ciotola ormai vuota per terra e fregandosene per il momento delle M&M’s.
-Io con te non ho nessun problema!- statuì lei mordendosi poi la lingua, cosa diavolo stava dicendo?
-No infatti, li hai da sola i problemi tu...- rise lui beccandosi un pugno sulla spalla.
Brian aveva davvero delle gran spalle...
-Se solo tu fossi...- iniziò a dire e non riuscì a continuare.
-Se io fossi cosa?- la provocò lui.
-Qualcosa! Non potevi avere un se?!?!?!?- esclamò ad alta voce mentre lui la guardava confuso.
-Stai peggiorando, la demenza senile peggiora May!- rise mentre lei si sporgeva in avanti per tirargli un altro pugno, ma lui questa volta fu più veloce, passandole le braccia attorno alla vita e tirandola contro di lui.
-Stai ferma e guarda il film tafferuglio, che hai già fatto abbastanza casino...- disse minaccioso.
Lei iniziò a borbottare qualche insulto verso di lui che la teneva troppo stessa perfino per farla muovere, ma poi si arrese all’evidenza, appoggiandosi all’indietro contro di lui, dannazione se stava bene contro di lui...
In effetti di casini in una sera, nella sua testa e non, ne aveva fatti abbastanza.

***

May era sveglia da un po’, se ne stava in cucina con una tazza di caffè mentre Casper gironzolava per casa senza una meta, Brian dormiva ancora.
Brian.
Scosse la testa per un attimo sospirando, non aveva dormito molto bene, aveva continuato a pensare a tutti quei discorsi che si era fatta la sera prima, mentre guardavano il film, a quello sproloquio interno grazie al quale, o forse per colpa, aveva realizzato che...le piaceva Syn.
Aveva riflettuto parecchio a letto, quella notte e nel corso delle ore era giunta a una conclusione: a lei Brian era sempre piaciuto. Aveva capito che non era stato un caso il fatto che con lui fosse sempre stata così arrogante e sempre con la battuta pronta, che non era stato un caso il fatto che fossero diventati così uniti, certo lei era molto legata anche a Matt e Zacky, ma le cose erano diverse: B era quello che le piaceva abbracciare se era giù di morale, quello che non si faceva problemi a svegliare nel cuore della notte, probabilmente, dopo Niky, la prima persona che avrebbe chiamato in caso di bisogno, e che non gli avrebbe mai negato il suo aiuto.
Si era maledetta più di una volta per non essersene accorta prima, non riusciva a capire perchè tutto le era piovuto addosso come una doccia fredda la sera prima, ma la risposta, dopotutto, non era stata troppo difficile da trovare: lei aveva sempre negato.
Ogni volta che il suo subconscio le poneva il dubbio se Brian fosse o non fosse un semplice amico, lei lo ricacciava talmente a fondo da perderlo e non ritirarlo fuori per un bel po’ di tempo, e aveva fatto così da mesi ormai, se ne era resa conto perfettamente; perchè adesso riguardando tutti i momenti passati con lui riusciva perfettamente ad individuare tutto quello che aveva provato, anche quelle sensazioni a cui prima non aveva saputo dare un nome, e più di tutto aveva capito che lei, che non era mai stata in 24 anni in pace con se stessa, quando stava con Syn si sentiva bene.
Scosse la testa, di nuovo e tirò fuori il telefono: doveva parlare con Niky.
Compose il numero ma dall’altro capo rispose solo la segreteria telefonica, chissà dov’era, magari stava ancora dormendo; fece scorrere la rubrica fino al nome di Matt e lo selezionò decidendo di mandargli un messaggio, non erano neanche le nove e non era sicura che fosse sveglio o che volesse essere disturbato.

From: May – To: Matt
07/12/2007 – 08.47
Non è che magari sei sveglio?

From: Matt – To: May
07/12/2007 – 08.55
A dire il vero sì, Evi doveva uscire presto. Come va?

From: May – To: Matt
07/12/2007 – 08.58
Bene! Hai già fatto colazione? Hai voglia di vederci da Sturbucks?

From: Matt – To: May
07/12/2007 – 09.02
A quest’ora del mattino? Deve essere una cosa grave, eh? 09.30 da Starbucks.

From: May – To: Matt
07/12/2007 – 09.04
Grazie.

May saltò giù dallo sgabello salendo in camera per vestirsi, poi prese un foglietto e una penna per lasciare un messaggio a Brian.

“Io e Casper siamo a fare colazione con Matt, per tua sfortuna non siamo stati rapiti da nessun alieno o organizzazione governativa.
Ti porto le ciambelle!
May”

Appese la sua nota alla porta ed uscì mettendo il guinzaglio a Casper prima di chiudersi la felpa pesante tirandosi su il cappuccio; era presto e faceva fresco ma lo Starbucks a cui dovevano trovarsi era a cinque minuti da casa di B e una passeggiata avrebbe fatto bene sia a lei che al suo amico peloso.
Arrivarono nell’esatto momento in cui la macchina di Matt parcheggiò davanti alla caffetteria, Casper vedendo il ragazzo iniziò a scodinzolare e May sorridendo si avvicinò all’amico lasciandosi abbracciare.
-Ciao biondina!- la salutò abbassandosi poi per accarezzare il cane –Ciao palla di pelo, è un po’ che non ci si vede!- scherzò aprendo poi la porta per farli entrare nel locale.
Matt ordinò per entrambi, tornando poi al tavolo e sedendosi di fronte a lei.
-Grazie!- sorrise la ragazza prendendo la sua enorme tazza di cappuccino.
-Figurati!- rise lui iniziando a fissarla.
-Ok, non ti ho chiesto di uscire solo per un cappuccino!- si difese lei scuotendo la testa.
-Avevo intuito...- scherzò Matt dando un pezzetto di ciambella a Casper che apprezzò molto il gesto.
-Matt penso di essere nella merda!- statuì lei molto seria.
-Mi spaventi...- commentò lui, non era usuale vedere May con una espressione simile.
-Ce l’hai presente il bassista dell’altra sera? Quello che ci provava come un assatanato con me?- chiese la ragazza e Matt la fissò con una espressione confusa, annuendo subito dopo –Beh ieri sera stavo pensando e ripensando al perchè avessi deciso che non piaceva, al fatto che tu e Niky dite che sono troppo difficile di gusti ecc...il fatto è che sono giunta a una conclusione fottutamente sconvolgente...- spiegò la biondina iniziando a giocherellare con una bustina di zucchero.
-Non sarai mica lesbica?- sbotto lui ricevendo la bustina in piena fronte.
-Sto facendo un discorso serio!- si lamentò la ragazza e Matt alzò le mani facendole cenno di continuare –Dicevo...che pensavo e ripensavo al perchè non mi piacesse e praticamente...vedi...continuavo a fare un casino di paragoni...tra lui...insomma tra lui è...cazzo tra lui e Brian!- concluse alla fine alzando lo sguardo.
-Facevi paragoni tra lui e Brian?- ripetè Matt senza riuscire a nascondere un sorriso soddisfatto.
-E mi sono accorta che lo faccio sempre! Con tutti i ragazzi che provano ad avvicinarmisi!- May si fermò sospirando –Matt credo seriamente di essermi presa una cotta per Brian, anzi penso di avercela da un bel po’ e ho paura che non sia una di quelle cose del tipo ‘Hey sono una cotta e passerò presto’, ma una di quelle... ‘Sono qui e ci rimango’- confessò la ragazza alla fine scuotendo la testa, alzando lo sguardo negli occhi verdi del suo amico che aveva una espressione fin troppo compiaciuta.
-Questa sì che una rivelazione sconvolgente di prima mattina!- scherzò Matt.
-Lo è anche di sera, e anche la notte, te lo assicuro, quando tu pensi e pensi e capisci che sei una testa di cazzo perchè tutto è sempre stato davanti ai tuoi occhi per mesi e tu non te ne sei mai accorta!- commentò lei finendo il cappuccino.
-Quindi secondo te è da un po’ che ti piace Brian?- si informò il ragazzo ridendo.
-Che cazzo ne so Shad! Non è che ho messo una X sul calendario dicendo ‘Oggi B non è un mio amico ma me lo farei volentieri’! Per tua informazione non funziona così, deve essere stata una cosa graduale che cazzo ne so! So che pensandoci stanotte ho capito che la mia illuminazione di ieri sera beh non è nata propriamente dal nulla probabilmente era lì da un po’!- rispose May abbassando la mano e passandola sul pelo morbido e candido di Casper che in tutta risposta le appoggiò il muso sulla gamba.
-May...- iniziò a dire il ragazzo attirando di nuovo la sua attenzione -...hai deciso di parlarne con me perchè vuoi sapere qualcosa su Brian?- le chiese senza mezzi termini e lei si fermò a guardarlo.
-Sinceramente? Quando ti ho chiamato no, assolutamente. Volevo solo parlarne con qualcuno. Adesso? Non lo so...forse non mi farebbe schifo capire...- lasciò cadere la frase gesticolando senza sapere bene cosa dire –Non penso che tu sappia niente, Shad. Non vedo perchè dovresti, insomma dubito fortemente che B abbia mai parlato di me in veste di qualcosa di diverso da un’amica. Quindi no, non voglio sapere niente su di lui.- concluse alla fine, non del tutto sicura di quello che aveva detto.
-Non sei un’amica normale per lui.- statuì Matt catturando l’attenzione della ragazza –Sei la persona che sta facendo vivere in casa sua da quasi un mese, ok? Quella a cui lascia il suo telefono per scaricare le ragazze che gli rompono le palle, quella che non ha ucciso quando gli hai spostato tutti i mobili della casa...- continuò il cantante con tono serio –Brian è uno dei miei migliori amici, e non mi metterò in mezzo a questa storia tra voi due, perchè siete abbastanza grandi per vedervela tra voi; fammi solo un cazzo di piacere May...- aggiunse -...non pensare quella solita colossale stronzata che è ‘se ci provo rovino la nostra amicizia’, chiaro? Perchè è una colossale puttanata!- disse con il tono di chi non lascia spazio a contraddizioni.
-Lo so, non è mai stata una mia filosofia.- disse –Non starò qui senza fare niente, anche perchè...- sorrise passandosi una mano tra i capelli -...cazzo adesso che ci penso mi piace davvero un casino!- continuò facendolo ridere.
-Però ho bisogno di un piano, devo pensare a cosa fare, a come non rovinare tutto. È e rimane un amico e non voglio mandare tutto a puttane...- disse con sguardo deciso.
-Concordo. Pianifica quello che vuoi, ma non metterci altri sei mesi, ti prego!- la prese in giro.
-Ci proverò!- scherzò la ragazza prima di venire interrotta dal suono del suo cellulare, le era arrivato un messaggio

From: Brian – To: May
07/12/2007 – 10.22
Bionda non è che prendi anche il succo che è finito? E vorrei sottolineare che non l’ho finito io? Grazie.

May sorrise per una qualche inspiegabile ragione.
-Ok, adesso non è che fai così ogni volta che ti scrive, vero?- chiese Matt quasi allarmato ridendo e scuotendo la testa.
-Così come, idiota?- sbottò lei.
-Hai un sorriso ebete sulla faccia che te lo raccomando...- rispose lui.
-Non è vero!- si difese alzando la voce e Casper abbaiò.
-Lo dice anche lui!- aggiunse Matt indicando il cane e May lo guardò male alzandosi dalla sedia, mentre il suo amico faceva lo stesso.
Si fermò al bancone a prende qualche ciambella da portare a casa e poi uscirono dal locale.
-Posso contare sulla tua discrezione, vero?- chiese la biondina alzando lo sguardo verso l’amico.
-Certo!- sorrise lui scompigliandole i capelli con la mano.
-Grazie Shad, davvero!- aggiunse vagamente imbarazzata.
-Ci sentiamo dopo scricciolo!- rise lui alzando la mano per salutarla prima di montare in macchina; May attraversò la strada fermandosi un attimo al supermercato per poi incamminarsi verso casa con Casper che trotterellava al suo fianco senza bisogno del guinzaglio, tirò fuori il cellulare dalla tasca e iniziò a scrivere.

From: May – To: Niky
07/12/2007 – 10.49
Nana ti avevo chiamato prima...quando riesci ti dovrei parlare di una cosa colossale...

From: Niky – To: May
07/12/2007 - 10.52
Ci vediamo per pranzo? Adesso non riesco a chiamarti! Voglio una anticipazione sullo scoop cmq...

From: May – To: Niky
07/12/2007 – 10.53
Sono lesbica.

From: Niky – To: May
07/12/2007 - 10.54
Cretina

From: May – To: Niky
07/12/2007 – 11.02
Ho trovato l’uomo della mia vita, Nik!

From: Niky – To: May
07/12/2007 – 11.05
O cazzo! E chi è?

From: May – To: Niky
07/12/2007 – 11.06
Brian.

From: Niky – To: May
07/12/2007 – 11.07
Vengo da te: adesso.

***

From: Matt – To: Niky
07/12/2007 – 11.10
Ho appena bevuto un caffè con May, direi che ci siamo nana, si è resa conto di essere una testa di cazzo sul fattore Brian

From: Niky – To: Matt
07/12/2007 – 11.14
Lo so, sto andando da lei, era ora cazzo!

From: Matt – To: Niky
07/12/2007 – 11.17
Stiamo a vedere...

From: Niky – To: Matt
07/12/2007 – 11.20
Che Dio gliela mandi buona a quei due idioti, se entro fine anno non concludono li muro vivi!

From: Matt – To: Niky
07/12/2007 – 11.24
Se serve una mano sono qui!

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Capitolo 2
*** Chocolate ***


I've waited so long,
I thought the real thing was a fake,
 I thought it was a tool to break me down
you prove me wrong again
If love were liquid it would drown me in a placeless place refine me,
in a heart shape come around me and then melt me slowly down
if love were human it would know me in a lost space come and show me,
hold me and control me and then melt me slowly down, like chocolate

Kylie Minogue – Chocolate

 

[Casa del Syn – 08 Dicembre 2007]

-Guarda la mia cucina!- esclamò Brian scuotendo la testa, dopo dieci minuti di battaglia con cioccolata fusa e panna sembrava di essere su un vero e proprio campo di guerra.
Niky e Zacky erano schizzati al piano di sopra occupando entrambi i bagni della casa, lasciando Syn e May seduti sugli sgabelli attorno al bancone, senza potersi muovere, con il rischio di sporcare anche le altre stanze.
May iniziò a legarsi i capelli completamente impiastricciati di cioccolata –Anche tu B, versare quella cazzo di roba in testa a Zack!- rise saltando giù dallo sgabello per prendere due birre dal frigo, stappandole e passandogliene una.
-Hey, l’idiota mi aveva sporcato!- si difese lui, battendo la sua bottiglia con quella della ragazza come brindisi e bevendone un sorso –E poi se stata tu come al solito a iniziare tutto, adesso che ci penso sei sempre tu a iniziare tutto!- si corresse poi indicandola.
Lei gli fece semplicemente una smorfia allungandosi per prendere il mestolo con la cioccolata dalla ciotola poco distante –Posso ricominciare se vuoi!- gli disse minacciandolo con il cucchiaio.
-Peggio di così...- commentò lui guardando come era ridotto.
-Comunque questa roba è buona...- continuò lei rubando un po’ di cioccolata con un dito per mangiarla.
Brian deglutì un altro sorso di birra guardandola, aveva i capelli pieni di panna, uno striscio di cioccolata sotto il tatuaggio della stellina, sulla guancia sinistra, e la parte destra tutta sporca, per non parlare dei vestiti; anche lei lo stava fissando divertita, con uno sguardo strano, che ultimamente gli rivolgeva spesso.
May viveva a casa sua da oltre un mese, e Syn non aveva potuto fare a meno di notare come molte cose fossero cambiate in quel periodo: loro due erano sempre gli stessi, le dinamiche tra loro non erano cambiate, le discussioni, i battibecchi, ma c’era qualcosa che non era riuscito a mettere a fuoco, qualcosa a cui pensava in continuazione ma non riusciva a capire.
Non poteva capirlo perchè May aveva deciso di non farglielo ancora sapere, perchè lei era ancora indecisa sul da farsi, sul come comportarsi dopo la sua illuminante realizzazione, quella in cui aveva capito, dopo una serie di contorti ragionamenti, di aver sempre ignorato qualcosa di cui invece avrebbe dovuto rendersi conto fin da subito: Brian.
May dopo tutti quei mesi aveva finalmente capito che quel ragazzo che adesso le stava di fronte con una birra in mano, completamente sporco di cioccolata, reduce da una delle peggiori battaglie con il cibo della storia, non era solo il migliore amico che lei si era illusa che fosse, si era accorta che ogni essere umano di sesso maschile che incontrava sulla sua strada lo paragonava immediatamente a lui per decidere se le piaceva o no, e soprattutto aveva capito che nessuno poteva reggere il paragone.
Poteva fare tutti confronti che voleva, ma si era resa conto che alla fine Syn ne usciva sempre vincitore, sotto ogni aspetto; era stata una rivelazione abbastanza grande per lei, una rivelazione con cui stava ancora facendo i conti, cercando di capire come comportarsi, e, nel frattempo, aveva deciso di mantenersi neutrale, di continuare a comportarsi come May, la solita May che stava sempre intorno a B.
Ma si era accorta che involontariamente qualcosa era cambiato, che la sensazione quando si sedeva contro di lui sul divano non era più di semplice comodità e relax, ma che sentiva una piccola scarica elettrica partire dalla base del collo fino alla punta delle dita; si era accorta che quando Brian girava senza maglietta per la casa i suoi occhi lo seguivano quasi fosse magnetico, e non per prendere la mira e sparargli con la pistola sparacaramelle ma solo perchè non riusciva a farne a meno; si era accorta che quel suo inarcare il sopracciglio non era irritante ma terribilmente sexy; si era accorta che in ogni momento della giornata aveva voglia di stare con lui, anche se semplicemente per portare fuori Casper a fare una passeggiata.
May si era accorta di essersi presa una sbandata per quello che considerava il suo migliore amico, e doveva, prima di tutto, elaborare un piano di battaglia per decidere sul da farsi.
-Un giorno o l’altro il quantitativo di cioccolata che ingerisci ti sarà fatale!- commentò lui, caustico, con quel suo solito sorriso, bevendo poi un sorso di birra.
-Tu hai bisogno di più zuccheri nella tua dieta B!- statuì lei saltando giù dallo sgabello sempre con il mestolo in mano e mettendosi davanti a lui.
-Qualunque cosa ti stia passando per la testa: non farla...- commentò minaccioso guardandola negli occhi.
-Assaggia!- disse lei e lui scosse la testa –No!- rise.
–Assaggia rompipalle!- insistette prendendo un po’ di salsa al cioccolato con il dito e portandoglielo davanti alle labbra.
Brian rimase perplesso per un secondo, un solo secondo prima di aprire la bocca e obbedire alla biondina davanti a lui, senza staccare nemmeno per un attimo gli occhi dai suoi.
May rimase immobile, niente mosse avventate, si era detta, niente mosse avventate prima di aver elaborato un piano, ed ora si ritrovava lì, mentre faceva un delle mosse più avventate che una ragazza potesse fare con Synyster Gates seduto su uno sgabello davanti a lei, ricoperto di cioccolata, tra l’altro.
Lui la guardava trattenendo il dito tra le labbra molto più del dovuto, avrebbe voluto farle capire in qualche modo che avrebbe fatto volentieri a meno della cioccolata e si sarebbe preso lei, lei e basta.
Per l’ennesima volta si chiese cosa era cambiato: se questa scena fosse successa in tour, qualche mese prima lui probabilmente le avrebbe morso il dito per dispetto e lei gli avrebbe tirato il mestolo che teneva nella mano sinistra in testa, avrebbero iniziato a discutere, a litigare, poi probabilmente lui se la sarebbe caricata su una spalle e l’avrebbe lanciata in piscina, anche se era il 2 di dicembre.
E invece no, invece se ne stavano fermi lì, in mezzo alla cucina senza fare niente, semplicemente a fissarsi mentre il sapore di cioccolata si disperdeva nella sua bocca e l’indice di May continuava a premere sulle sue labbra.
-Zacky che palle!- la voce di Niky risuonò nell’atrio seguita dai passi suoi e dell’amico che scendevano le scale, May ritrasse la mano d’istinto allontanandosi da Synyster senza neanche pensarci e sedendosi sullo sgabello dietro di lei nell’esatto momento in cui gli altri due entravano dalla porta.
-Zacky ha finito il mio dentifricio!- statuì la moretta portandosi le mani ai fianchi, guardando male il secondo chitarrista degli Avenged che se ne stava andando in giro per la casa in infradito e braghette corte.
-Che palle che sei Niky!!!!- si lamentò lui e sia Syn che May si misero a ridere.
-Voi due mi spaventate ogni tanto...- borbottò Niky guardandoli.
-Noi due andiamo a farci una doccia!- statuì May alzandosi e incamminandosi fuori dalla cucina, quella frase non era uscita proprio come doveva, non è che volesse dire che andavano a farsi la doccia insieme...
Brian la seguì iniziando a salire le scale.
-Non mi toglierò mai questa cosa dai capelli!- sbottò lui fermandosi sulla soglia di camera sua.
-Tranquillo! Le fan ti ameranno lo stesso!- lo prese in giro facendogli una linguaccia ed entrando in bagno.

***

Ringraziamenti: Innanzitutto voglio ringraziare mia moglie, Magical_Illusion, per avermi dato l'idea di pubblicare queste scene che se no sarebbero andate perse... Ma come farei senza di te?
Un enorme ringraziamento anche a ms_reverie che non smette mai di seguirci e jessromance per i continui commenti!
Grazie anche a Alexiel Mihawk e federikaBis per aver aggiunto la storia tra i preferiti!

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Capitolo 3
*** What Makes You Different (Makes You Beautiful) ***


You don't run with the crowd
You go your own way
You don't play after dark
You light up my day
Got your own kind of style
That sets you apart
Baby, that's why you captured my heart

Backstreet Boys - What Makes You Different (Makes You Beautiful)

[Casa del Syn - 17 dicembre 2007]

Brian aprì la porta di casa ridendo, era da parecchio tempo che non stava così bene, aveva passato il pomeriggio con suo padre e suo fratello ed era una cosa che gli era mancata da morire.
Stavano rientrando in casa in quel momento, tutti e tre, erano le sei passate ed erano in giro dalla mattina e Syn li aveva invitati a passare a casa sua a bere una birra e magari cenare anche insieme.
-Brian ma hai rivoluzionato casa tua?- chiese Colin, il fratello guardando come era cambiata la disposizione dei mobili del soggiorno e Syn scosse la testa lanciando la giacca su una sedia.
-May ha avuto questa fissa, lascia stare, vi ho detto no, che offro ospitalità a un’amica? Beh sono uscito per una intervista la mattina, sono tornato la sera e lei aveva fatto questo devasto, Feng Shui o che cazzo ne so!- rispose il ragazzo andando in cucina.
-Sì ce l’hai detto che offri ospitalità a una ragazza e infatti volevo indagare sulla cosa fratellino...- lo prese in giro il maggiore seguendolo e prendendo una birra dal frigo.
-Hey niente stronzate, c’è stato casino in tour, non aveva ancora trovato una casa e non me la sentivo di lasciarla sotto un ponte!- si difese il ragazzo passando una birra anche a suo padre –Adesso hanno trovato qualcosa, lei e la sua migliore amica, entro fine anno dovrebbero trasferirsi...- spiegò sedendosi su uno degli sgabelli.
-Mi piace il divano da quella parte...- rise John, il padre sporgendosi per dare un’occhiata al soggiorno -...e anche la tv lì sta bene!- continuò prima di prende posto al tavolo con i figli.
-Evita di farlo presente a May quando arriva, non si è ancora cimentata sul resto della casa...- rise Synyster bevendo un sorso dalla sua bottiglia.
Rimasero lì a parlare per quasi un’ora, erano rare le occasioni in cui avevano del tempo libero da trascorrere tutti insieme, e, quando potevano, cercavano di sfruttarlo al massimo.
Erano quasi le sette quando i tre sentirono la porta d’ingresso aprirsi seguita da una voce –B quello della casa di fronte mi spia ancora con il visore notturno!- esclamò May facendo risuonare la frase per tutta la casa –E questa stupida palla di pelo non risponde al comando attacca e uccidi!- continuò mentre si toglieva il cappotto liberando Casper dal guinzaglio.
-Forse se tu non gli avessi infilato un pollo di gomma nella cassetta della posta non ti sospetterebbe di essere una terrorista!- arrivò pronta la risposta di Brian incurante del fatto che i suoi familiari ascoltavano divertiti la conversazione.
-Ma porca pigna B, chi cazzo può pensare che sia una terrorista per un fottuto pollo di gom...m...a- ribattè lei arrivando in cucina e fermandosi sulla soglia vedendo che non erano soli e realizzando che la sua ultima frase conteneva più parolacce che parole comuni –Che bella figura...- commentò guardando storto Brian che rideva divertito –La prossima volta ci infilo te nella cassetta del maniaco!- sbottò May senza resistere.
-Papà, Colin, lei è May!- disse Syn facendo le prime presentazioni.
-Conosciuta anche come la scaricatrice di porto!- scherzò la ragazza che si stava vergognando da morire per la figura appena fatta e che sperava di alleviare l’imbarazzo con qualche battuta, allungò la mano stringendo prima quella del padre, John, poi quella del fratello Colin.
-Quindi sei quella del Feng Shui...- commentò proprio quest’ultimo divertito e May sorrise.
-L’unica e sola, sfuggita alle ire del padrone di casa!- rispose posando le buste della spesa sul bancone e prendendosi poi una birra.
-Mi piace la disposizione...- intervenne John.
-Papà!- lo rimproverò Brian mentre May e Colin ridevano.
-Te l’avevo detto, te l’avevo detto!- iniziò a cantilenare la ragazza pizzicandogli un fianco tutta soddisfatta mentre lui borbottava la solita sequela di insulti.
-Casper deve mangiare!- disse per cambiare discorso alzandosi e riempiendo la ciotola del cane –Casper!- lo chiamò poi senza vederlo arrivare –Casper!- riprovò ma ancora niente.
-Casper cibo!- disse allora May e in meno di un secondo ecco la palla di pelo bianco fiondarsi sulla ciotola tutto contento mentre il suo padrone guardava con aria sconvolta prima lui poi la ragazza.
-Ok, questa cosa non mi va per niente bene!- commentò mentre il padre rideva divertito.
-Riconosce chi comanda!- lo prese in giro Colin.
-No, è solo che sa che se lo chiamo io poi si becca una dose di coccole maggiore!- scherzò May accarezzandogli il pelo velocemente prima di andare a lavarsi le mano al lavello.
-Quando tu vai via qui inizia l’anarchia!- aggiunse Brian guardando la coinquilina divertito.
-Ti lascio un manuale delle istruzioni, tranquillo!- disse lei facendogli una linguaccia prima di cambiare discorso –Vi fermate a cena? Ho trovato un posto che vende roba italiana, se vi fermate vi assicuro una cena autentica made in Italy!- continuò e Brian si stupì per un attimo della confidenza che riusciva ad avere con due persone appena conosciute.
Quando aveva presentato altre ragazze a suo padre, o suo fratello, queste erano sempre sulle loro, decisamente intimidite, lei no. Forse contava il fatto che May non era la sua ragazza e quindi il suo atteggiamento era del tutto diverso, ma Brian era convinto che fosse proprio qualcosa di intrinseco il lei, una naturalezza che a volte lo disarmava.
-Giusto! Brian ci aveva detto di avere un’ottima cuoca italiana!- scherzò il padre.
-Io non mi schiodo! Cosa cucini?- disse a sua volta Colin incuriosito alzandosi per sbirciare nei sacchetti della spesa.
-Pasta all’amatriciana- rispose May in italiano –Non dubitate, è una bomba!- rise poi.
-E bomba sia!- convenne il padre ammirato da quella ragazzina bionda che si rivolgeva a loro come se li conoscesse da una vita.
-Vuoi una mano?- chiese Brian girandosi verso di lei, mentre il fratello, non visto, lo fissava senza parole, l’ultima volta che aveva sentito chiedere da Brian a qualcuno se voleva una mano a cucinare era stato...no non l’aveva mai sentito!
-Perchè non prepari la tavola? Per sei?- rispose la ragazza ricevendo tre occhiate confuse May allungò la mano facendo di cenno di aspettare un attimo, dopo neanche cinque secondi sentirono la porta d’ingresso aprirsi.
-Jingle Bell, Batman gay, Robin scemo sei! La Batmobil schifo fa e Joker che si sta a fà!- due voci risuonarono per l’ingresso, due voci molto conosciute, Niky e Zacky.
-Hai dei poteri paranormali?- chiese Colin stupito e May scrollò le spalle –No, solo due amici prevedibili- rispose la ragazza serafica.
-Lo sappiamo che vi siamo mancati!- la voce di Zack risuonò nuovamente mentre il ragazzo compariva sulla soglia della cucina –John! Colin!- esclamò vedendo i due uomini che conosceva fin troppo bene andandoli a salutare con un abbraccio entrambi.
-Zack! Quanto tempo!- rise il padre di Brian vedendo l’amico di sempre del figlio.
-Veramente! Sono mesi!- convenne il ragazzo.
-Hey! Palla di pelo non mi assalito questa volta! - disse Niky che era rimasta un attimo di là facendo il suo ingresso nella stanza, ed immediatamente Casper si stacco dalla sua ciotola girandosi e correndo contro di lei per farle le feste, saltellando ovunque –Come non detto!- rise la ragazza notando solo ora i due estranei; -Buonasera!- salutò educatamente.
-Niky questi sono mio padre e mio fratello!- spiegò Brian –Papà, Colin, questa è Niky, l’amica di May!- concluse mentre i tre si stringevano la mano.
-Siamo arrivati a rompere!- scherzò la moretta cercando di fare conversazione.
-Ma va? Non lo fate mai ultimamente!- esclamarono May e Brian all’unisono fissandosi poi straniti.
-Non farlo mai più!- esclamò May minacciando Syn con un mestolo –Sono spaventose queste cose!- continuò mentre tutti si mettevano a ridere.
-Rallegriamo le vostre giornate, non potete negarlo!- commentò Zack prendendo una birra e sbirciando quello che stava preparando May –Cibo italiano, Nik te l’avevo detto che era un affare venire a cena qui!- scherzò divertito.
-Italiana anche tu?- chiese John a Niky che annuì.
-Sì! Siamo venute in America insieme!- rispose la ragazza sedendosi su uno sgabello.
-Tu non cucini?- chiese Colin con un sorriso.
-No!- esclamarono May, Syn e Zacky all’unisono mentre la moretta rivolgeva loro uno sguardo indispettito.
-Lei mangia!- puntualizzò il padrone di casa ridendo.
John guardò il figlio, era sempre contento  che gli presentasse i suoi amici, conosceva i ragazzi degli Avenged Sevenfold da anni, ed erano quasi parte della famiglia, e in questo momento era bello vedere Brian così a suo agio con quelle persone, sembrava decisamente felice.
Un cellulare squillò dall’ingresso.
-B è il mio, nella tasca della giacca lo prendi?- chiese May che  stava lavando i pomodori per mettere il sugo a cuocere; il ragazzo andò di là tornando pochi secondi dopo –E’ Jamie!-.
-Dì che lo richiamo, ok?- disse la ragazza impegnata a cucinare –E digli che non si offenda!- aggiunse ridendo mentre Brian rispondeva al telefono riattaccando poco dopo.
Il fratello lo guardava, non aveva mai visto Brian così con una persona, non sapeva identificare bene cosa ci fosse di particolare in quel comportamento, la confidenza ce l’aveva con moltissimi amici, ma con lei c’era qualcosa di diverso.
Conosceva fin troppo bene suo fratello minore, erano molto legati e non riuscì a reprimere un sorriso.
-Già...- commentò Zacky che era seduto vicino a lui, e Colin girò lo sguardo –So cosa stai pensando Cols, e ci stai azzeccando in pieno!- commentò bevendo un sorso di birra.
-Su tutta la linea!- intervenne Niky.
-Tutta tutta?- chiese il padre che aveva seguito anche lui dinamiche.
-Dalla A alla Z...- statuì Niky con un sorriso divertito.

Dopo  un’ora abbondante, parecchie bottiglie di birra finite e migliaia di domande e discorsi finalmente May scolò la pasta portando poi in tavola la teglia per tutti.
-Ah cibo, cibo, cibo!- commentò Niky affamata, mentre Brian passava i piatti a tutti.
-Senti, quando te ne vai di qui ti trasferisci a casa mia?- chiese Colin dopo aver mangiato le prime tre o quattro forchettate di pasta.
-Un Haner basta e avanza, senza offesa!- rispose la ragazza ai familiari di Syn –Ma se ogni tanto passate di qui vengo a cucinare, anche quando questo mi sfratta!- continuò.-
-Hey, sei tu che te ne vai, io non ti sfratto!- si lamentò Brian indicandola con una forchetta mentre si scambiavano un’occhiata divertita e Zacky si sporgeva verso Colin.
-Se vuoi abbiamo un tabellone delle scommesse...- disse Vengeance a voce bassissima –Puoi fare la tua puntata!- continuò mentre si mettevano entrambi a ridere.
-Hey, ma sapete chi ho visto l’altra sera al Viper Room? Janice!- esclamò Colin ricordandosi di quell’incontro di cui aveva assolutamente voluto parlare a suo fratello.
-Che figata il Viper Room… Ci dobbiamo andare una sera…- commentò May May.
-Ma ti ricordi quella volta che abbiamo provato a entrarci?- chiese Brian al fratello con un sorriso divertito.
-Sì...e tu questo idiota, Matt e Jimmy avevate 17 anni e siete stati presi a calci dai butta fuori!- rise Colin scuotendo la testa.
-...e visto che non siete riusciti ad entrare vi siete ubriacati come delle spugne...- intervenne il padre facendo vagare lo sguardo alternativamente da Zacky a Brian che lo guardavano esterrefatti.
-Ci hai...?- iniziò a dire il figlio mentre John scoppiava a ridere.
-Ragazzi la mattina dopo Jimmy era appallottolato nella cuccia del mio cane! Matt era nella vasca da bagno e voi due dormivate abbracciati a letto!- continuò l’uomo mentre May e Niky scoppiavano a ridere senza ritegno.
-Coccolosiiiiii!- disse la biondina fingendo uno sguardo sognante.
-Tafferuglio, ti ammazzo!- la minacciò Brian.
-Qui il coltello dalla parte del manico ce l’ha tuo padre! Chiudi il becco Gates!- lo zittì lei con un sorriso fin troppo soddisfatto –Prego continui!- disse poi rivolta a John che la guardava divertito.
-Vuoi altri particolari scottanti sulla loro adolescenza?- chiese l’uomo mangiando una forchettata di spaghetti.
May sorrise e si girò per prendere un blocchetto e una penna dalla credenza –Sono tutta orecchie!- commentò pronta a prendere appunti, ma Brian allungò la mano prendendo il quadernetto e lanciandolo all’indietro, nel lavello.
-Papà davvero, se racconti qualcosa a queste è pericoloso!- gli disse Syn che conosceva suo padre e sapeva cosa stava per arrivare.
-Brian tranquillo, non racconterò mica di quella volta che ti ho trovato a 14 anni in camera con quella bionda!- rispose l’uomo mentre May e Niky ridevano ancora una volta, e Syn nascondeva la faccia nelle mani scuotendo la testa sarebbe stata la sua fine.
-Sei fottuto amico!- scherzò Zacky.
-Nè di quella volta che ti ho casualmente beccato in macchina con la tua professoressa di lettere...- disse John questa volta riferendosi a Zack che lo fissò inorridito.
-Lei sta diventando il mio mito personale, lo sa?- esclamò May con le lacrime agli occhi –Mi adotta?- chiese poi mentre Brian le tirava un coppino a cui lei rispondeva iniziando una sorta di lotta senza fine.
-Piantatela voi due!- tuonò Niky facendoli smettere, vederli così era pazzesco, la ragazza lo considerava uno spreco di attività fisica, e di energie che avrebbero potuto impiegate in altro modo.
Brian e May si guardarono male tornando poi a riportare l’attenzione sul resto della tavolata.
-Ne hanno combinate tante, eh?- chiese poi Niky a John, interessata all’argomento.
-Beh sì, tipo dare fuoco al garage di casa dei genitori di Matt, perchè il Jack Daniels costava troppo e volevano creare il loro liquore...- continuò l’uomo.
-Se avessimo bevuto quella roba saremmo morti avvelenati!- commentò Zacky ridendo.
-Come minimo!- sorrise Brian appoggiandosi all’indietro contro lo schienale della sedia.
-Era esattamente prima che tu decidessi di farti biondo!- esclamò Colin senza neanche pensarci mentre il fratello lo guardava inorridito.
-No! No! No! Tu? Biondo? Noooooooooooooo- esclamò May in preda a una crisi di risate.
-Biondina...io...- iniziò a dire lui minaccioso lasciando poi cadere la frase.
-Per quella ragazza che usciva solo con i biondi...- statuì il padre mentre Brian arrossiva spostando lo sguardo e cercando di reprimere una risata.
La cena continuò con questo tenore per altre due ore abbondanti, particolari divertenti, o scottanti del passato degli Avenged, e le due ragazze che si divertivano come matte.
A mezzanotte John e Colin andarono, salutando tutti, con la promessa di May di cucinare per loro almeno un’altra volta; Zacky e Niky si fiondarono fuori dalla cucina per non dover mettere a posto, adducendo qualche scusa, e distentendosi in realtà sul divano a guardare la tv.
May invece stava sparecchiando e Brian era lì a darle un mano.
-Comunque sono forti, tutti e due!- rise la ragazza appoggiando i piatti nel secchiaio.
-Già, con tutto lo sputtanamento fatto!- borbottò lui sedendosi sul bancone con una bottiglia di birra, mentre la ragazza sistemava le cose in lavastoviglie.
Brian la guardava, ormai May si muoveva in quella casa come se fosse sua, sapeva dov’era ogni cosa, dalla cucina, agli asciugamani, conosceva tutto, il codice dell’allarme, il nascondiglio delle chiavi; non che la cosa gli sembrasse strana, ma quello che in quel momento non riusciva a non pensare è quanto quella biondina ci stesse bene in casa sua, nel ruolo di quella capace di mettere tutto a posto, di cucinare, nel ruolo di quella che vive con lui, che sta sempre con lui.
-Hey non lamentarti! È bello che tuo padre si ricordi tutte quelle cose!- rise lei –Ti posso chiedere una cosa, B?- aggiunse poi guardandolo mentre il ragazzo annuiva incuriosito –Che tu avessi un buon rapporto con tuo padre l’avevo capito ma… Tua madre? Cioè… Quanti anni avevi quando i tuoi hanno divorziato?- gli chiese appoggiando la bottiglietta ormai finita sul tavolo.
-Nove- rispose lui alzando la testa, -mio fratello quattordici...- aggiunse con la voce più bassa.
-Deve essere brutto vedere la famiglia spaccarsi a metà...- disse lei.
-Abbastanza, io e Colin credevamo fosse colpa nostra, perchè eravamo dei diavoli, due grandissimi rompiscatole, poi sono passati gli anni e abbiamo capito che non era così, e che anzi è stata una fortuna che si siano separati perchè si sarebbero uccisi!- rise scuotendo la testa –Vanno d’accordo ora, ci troviamo anche fuori tutti insieme, quello non è mai stato un problema, sono sempre stati civili tra di loro, ma...- scrollò le spalle lasciando cadere la frase.
May si mise a ridere e senza pensarci si avvicinò a lui, ancora seduto sul bancone della cucina abbracciandolo mentre lui le stringeva le braccia attorno alla vita –Povero piccolo B, a nove anni con i lacrimoni!- scherzò cercando di ignorare la sensazione del corpo del ragazzo contro il suo.
-Hey io non piangevo!- si difese lui divertito.
-Synyster Gates non piange mai!- statuì la ragazza con tono profetico staccandosi per guardarlo negli occhi lasciandogli le braccia sulle spalle –Ti voglio bene B...- disse semplicemente, con una naturalezza che spiazzò completamente il ragazzo, facendolo sorridere.
-Anche io tafferuglio!- rispose con un sorriso –Ma non dire agli altri che te l’ho detto, sono già stato sputtanato abbastanza per oggi!- aggiunse mentre si mettevano a ridere.
-Ho noleggiato Doom...- scherzò lei accorgendosi che nè le mani di Brian, nè le sue si erano mosse, ed erano ancora praticamente abbracciati e fin troppo vicini.
-Niky muore di paura se glielo facciamo vedere!- scherzò il ragazzo.
-Cosa aspettiamo allora? Tanto poi rompe a Zacky stanotte, mica a noi!- commentò la ragazza tirandolo per le braccia verso il soggiorno.

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Capitolo 4
*** The closer I get to you ***


“Over and over again
I tried to tell myself that we
Could never be more than friends
But all the while, inside , Iknew it was real
The way you make me feel”

Beyoncè  - The Closer I get to you

[Casa del Syn - 21 dicembre 2007]

May era  nella sua stanza, o meglio in una delle due stanze degli ospiti di casa Brian, quella che per quasi due mesi era stata camera sua e che ora era vuota perchè nel pomeriggio avevano portato tutto nel loro nuovo appartamento.
Quella sera era stata organizzata una festa pre-natalizia, per festeggiare tutti insieme prima che le ragazze partissero per l’Italia o che ognuno tornasse dalla propria famiglia, e le due erano tornate per l’ultima volta una a casa di Zacky e l’altra a casa di Brian per prepararsi e per dare l’ultimo saluto alle case dove avevano vissuto, prima di iniziare l’ennesimo capitolo di quella storia americana.
May si guardò allo specchio, vestita con quel costumino da Babbo Natale di cui si era innamorata a prima vista, lei e Niky avevano sempre sognato di festeggiare un Natale vestite così ma a casa, in Italia, nessuno le aveva mai assecondate, qui invece Vicky, Miranda e Evi si erano dichiarate subito entusiaste della cosa, e la decisione era stata presa.
Si infilò il berrettino in testa ed uscì dalla stanza, si era preparata a tempo di record, le mancava solo ultimare il trucco e le serviva l’eye-liner che Brian le aveva rubato e che di sicuro si trovava da qualche parte nel suo bagno; Syn era andato da Jeff, il vicino, gliel’aveva urlato più o meno una ventina di minuti prima, mentre lei stava per entrare in doccia, e quindi, senza neanche pensarci, attraversò il corridoio e aprì la porta del bagno di Syn.
Venne accolta da una ventata di vapore caldo e dalla visione di Brian che si legava un asciugamano attorno alla vita alzando lo sguardo sorpreso dalla sua entrata repentina.
May rimase ferma, con la mano sulla maniglia e la bocca quasi spalancata, lui non doveva esserci, dove essere da Jeff, e tanto meno avrebbe dovuto essere lì davanti a lei completamente bagnato, con i capelli umidi che gli aderivano al viso e un dannatissimo asciugamano blu agganciato decisamente troppo basso sui fianchi.
Si fissarono per una manciata di secondi e non di più.
-Bussare?- chiese Brian divertito mentre lei si sentiva arrossire come le era successo poche volte nella sua vita.
-Jeff!- rispose ricevendo un’occhiata confusa accompagnata da un sopracciglio inarcato –Tu..cioè...uscito...no?- balbettò cercando poi di schiarirsi le idee –Ma non eri da Jeff?- riuscì finalmente a chiedergli cercando in tutti i modi di staccargli gli occhi di dosso senza riuscirci.
Sembrava che quelle gocce d’acqua che gli scendevano dalle spalle la stessero volutamente prendendo in giro, May poteva quasi vederle ridere e chiamarla ‘Cretina’ visto che con gli occhi si stava mangiando il ragazzo davanti a lei che, per rendere ancora più difficili le cose, aveva allungato la mano a prendere un altro asciugamano e se lo stava ora passando distrattamente tra i capelli.
-Sì, ma sono anche tornato, solo che credevo fossi in doccia...- rispose lui mettendosi poi l’asciugamano sulle spalle e andando poi davanti allo specchio, dandole la schiena. Era un gesto abbastanza calcolato da parte di Synyster, se ne stava lì davanti a lei senza nient’altro che un telo di spugna attorno alla vita, e la gonna di May era troppo corta, e il vestito troppo scollato per poter prevedere una sua qualunque reazione che l’avrebbe messo di sicuro in una pessima situazione: era meglio darle le spalle.
Dal canto suo May aveva adesso il campo più libero di prima, lui non la vedeva e lei poteva tranquillamente fargli scivolare gli occhi addosso senza più alcuna remora: in quel momento si ricordava perfettamente perchè, quando ancora era in Italia, passava le serate a cercare foto degli Avenged Sevenfold in Internet, pensando che Synyster Gates era un gran figo, in quel momento si stava rendendo conto di quanto avesse sempre avuto ragione.
-Posso prendere l’eye-liner?- esclamò ad un certo punto cercando di riprendere il controllo di se stessa, doveva uscire da quella stanza prima possibile, prima che le sue gambe iniziassero a muoversi da sole portandola dietro di lui, prima che le sue mani si attaccassero modello calamita a quella schiena che stava fissando da troppi minuti troppo intensamente.
Brian aprì un cassetto del mobiletto alla sua destra tirandone fuori un tubetto nero.
-Vuoi che te lo metta io?- scherzò il ragazzo, era ormai un’abitudine consolidata che May andasse da lui a farsi mettere l’eye-liner perchè lui era decisamente più bravo.
Si maledisse anche solo per averglielo chiesto.
Magari lei avrebbe detto di sì, e si sarebbe avvicinata, troppo, e lui cosa avrebbe fatto si sarebbe messo davanti a lei vestito, o meglio svestito, a quel modo e l’avrebbe truccata?
-No!- si affrettò a rispondere May, quasi terrorizzata dall’idea del contatto fisico con Brian, in quel preciso momento –No grazie...faccio io...- continuò mentre Synyster le lanciava il flaconcino.
May borbottò ancora un grazie uscendo dal bagno e richiudendosi la porta alle spalle; vi si appoggiò contro e chiuse gli occhi, facendo un respiro, e poi un altro, e un altro ancora.
Avrebbe potuto rientrare, muoversi fino ad arrivare davanti a lui e togliergli quel dannato asciugamano dalla vita, ok, forse sarebbe stato un po’ brutale, ma di sicuro d’effetto e di sicuro non ci sarebbero stati dubbi su quello che voleva.
Aveva promesso a Matt di non fare il solito discorso di non volerci provare con Brian per paura di rovinare l’amicizia, e infatti non voleva farlo, ma dirlo era più semplice che farlo. Aveva solo bisogno di un piano, uno ben congeniato, e rientrare in quel bagno e spogliarlo senza mezzi termini non sembrava la soluzione giusta, non al suo cervello, certo al resto del suo corpo decisamente sì!
Brian se ne stava con le mani appoggiate al lavandino e si guardava allo specchio, come se volesse trovarci una risposta: quel bagno era stato uno spazio troppo ristretto per starci dentro entrambi soprattutto con lei che vestita con quel costumino rosso era assolutamente uno schianto, e lui che con quell’asciugamano addosso era decisamente troppo esposto.
Ma dove erano finiti i due ragazzi che dormivano nello stesso letto prendendosi a cuscinate? O che se ne stavano stesi sul divano uno contro l’altra senza alcun problema?
Dove era finita la loro intimità e la loro disinvoltura?
Se lo stavano chiedendo entrambi, divisi da una porta ma le domande che si stavano ponendo erano le stesse, e in quel momento entrambi giunsero a una conclusione, se non riuscivano quasi più nemmeno a stare nella stessa stanza senza mangiare l’altro con gli occhi qualcosa andava fatto.
Al più presto.

 

Ringrazio ancora ms_reverie e jessromance per i commenti. Ringrazio le persone che hanno aggiunto la storia tra i preferiti ma più di tutti ringrazio Magical_Illusion perchè diciamocelo senza di lei May e Syn neanche esisterebbero! :*

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Capitolo 5
*** It must have been the mistletoe ***


“It must have been the mistletoe
The lazy fire, the falling snow
The magic in the frosty air
That feeling everywhere
It must have been the pretty lights
That glistened in the silent night
It may be just the stars so bright
That shined above you
Our first Christmas
More than we'd be dreaming of”

Barbra Streisand - It must have been the mistletoe

[Huntighton Beach - 23 dicembre 2007]

Erano tutti lì, ad una vera e propria cena natalizia anticipata, era infatti il 20 di dicembre, il giorno dopo Niky e May sarebbero tornate per una decina di giorni in Italia e gli altri sarebbero rimasti per passare le feste con le proprie famiglie.
Si trovavano nel vecchio locale ancora chiuso di un amico, era ancora un po’ spoglio, ma le luci e i festoni natalizi riuscivano comunque a rallegrare l’atmosfera, resa perfetta da un enorme albero di natale posto dove sarebbe dovuto essere il palco per le esibizioni live dei gruppi.
-Ok, ok...vado a prendere altra birra giù in magazzino...- si lamentò May ridendo, alzandosi dalla tavola.
-Syn tu prendi gli altri due pandori dietro il bancone!- disse Niky al ragazzo che era appena rientrato dopo aver fatto una telefonata.
-Ok...- rispose avanzando verso il bancone, mentre May si allontanava dal tavolo per raggiungere la porticina delle scale che portavano al magazzino al piano di sotto.
-FERMI FERMI FERMI FERMI!- esclamò Zacky a un certo punto saltando in piedi, spaventando tutti i presenti e facendo pietrificare Brian e May che si trovavano uno accanto all’altro dopo essersi incrociati per raggiungere le loro destinazioni.
-Niky siamo dei geni!- continuò il ragazzo a bassa voce rivolto verso l’amica che ancora non aveva capito, ma che subito si rese conto a cosa stava alludendo Zacky: il vischio!
Nel pomeriggio infatti i due si erano adoperati per appendere al soffitto alcuni rametti di vischio in un paio di posizioni strategiche, per la precisione davanti all’albero di natale, nel guardaroba e...a sinistra del bancone, esattamente sopra le teste di due confusi Brian e May che sembravano non aver ancora capito cosa diavolo stava succedendo.
-E’ ubriaco!- statuì May facendo per muovere un passo.
-FERMAAAAA!- urlarono Niky e Zacky all’unisono indicandoli entrambi.
-Ma cosa cazzo avete?- sbottò Syn vagamente seccato.
-Siete sotto il vischio...- intervenne Evelyn la ragazza di Matt con un sorriso complice stampato in faccia.
Brian e May alzarono entrambi la testa contemporaneamente, notando il rametto che pendeva sopra di loro.
-Tanti auguri al vischio!- statuì May in procinto ancora una volta di muovere un altro passo, quello non faceva parte del piano, veramente lei il suo piano con Brian non l’aveva ancora elaborato, ma questi erano dettagli! Il fatto che non ci avesse ancora pensato non voleva dire che avrebbe potuto venirle in mente di inserire nel suo piano di battaglia un bacio sotto il vischio davanti a tutti.
-No!- esclamò in coro tutta la tavolata, ricevendo gli sguardi stralunati dei due interessati.
-Questi sono scemi...- borbottò Syn che sentiva crescere dentro una certa ansia, mentre i suoi pensieri mettevano a fuoco quelle che erano probabilmente le intenzioni di Zacky, Niky e probabilmente anche dell’altra metà dei presenti.
-Dovete baciarvi!- statuì Niky con le mani suoi fianchi.
-Chi?- chiesero fingendo di essere colti alla sprovvista Synyster a May, capendo che nessuno sembrava essere propenso a lasciar stare la cosa.
-Tua sorella...- borbottò il Rev scuotendo la testa –Voi due idioti siete sotto il vischio dovete baciarvi, porta una sfortuna cosmica non farlo!- spiego lanciando a Brian un’occhiata significativa, come a dire ‘ti abbiamo incastrato’.
-Ok ragazzi, meno stronzate, volete la birra, volete il dolce, noi andiamo a prenderlo!- disse Syn cercando di levarsi da quella situazione.
Sapeva cosa sarebbe successo.
Se fosse andato avanti, se avesse dato retta agli altri, se avesse baciato May sarebbe stata la sua fine.
Lei ci avrebbe messo poco a capire che non era un ‘bacio da vischio’ quello, e lui probabilmente non sarebbe più riuscito a cancellare quel momento dalla sua testa, con conseguenze che non sembravano portare a niente di buono. E’ vero ci stava pensando da tempo a come fare la sua prima mossa con May, ormai aveva deciso che doveva farla, ma quello non era il momento, nè il luogo adatto: per niente.
-Hey le tradizioni sono tradizioni!- esclamò Matt ridendo.
Ma da che parte stavano i suoi amici? Si chiese Synyster vedendo che tutti lo spingevano dove non dovevano.
Lasciò cadere per un attimo lo sguardo su May che ancora non aveva detto nulla: a pensarci bene, forse, non avevano tutti i torti.
Che senso aveva restare lì ad osservarla come aveva fatto nei mesi passati rodendosi il fegato senza fare nulla? E poi non aveva notato qualcosa in lei negli ultimi tempi? Quel qualcosa su cui si era tanto interrogato senza riuscire a metterlo a fuoco? Magari gli sarebbe andata bene...
Che senso aveva stare lì ad aspettare che qualcun altro si trovasse sotto il vischio con lei al posto suo?
Nessuno. Forse era questo che doveva capire, che era arrivato il momento di fare qualcosa.
May dal canto suo si sentiva decisamente a disagio, cosa che non le capitava tanto spesso nella sua vita; ormai lo sapeva, sapeva perfettamente di aver perso la testa per Brian, ne aveva la piena consapevolezza, e in quel momento l’idea di baciarlo le stava stringendo lo stomaco come mai le era successo. E non era tanto l’idea di essere davanti a tutti gli altri a innervosirla, tanto il fatto che di sicuro per lei quello non sarebbe stato un semplice bacio sotto il vischio, ma magari per Syn sì, e quella cosa sarebbe stata difficile da affrontare.
Aveva dormito abbracciata a lui, gli si sedeva in braccio solo per rompergli le scatole, gli rubava le magliette, aveva una enorme confidenza con lui, e ormai si era decisa, doveva fare qualcosa, non poteva continuare a fingersi sua amica e basta: ma allora perchè l’idea di dovergli dare un semplice bacio sotto il vischio le attanagliava lo stomaco? Non aveva forse preso atto del fatto che prima o poi avrebbe effettivamente dovuto baciarlo?
Aveva paura, paura che uno volta provata la sensazione di quel bacio non sarebbe più riuscita a farne a meno, aveva paura che lui non ricambiasse neanche un po’ tutto quello che lei pensava; è vero spesso le era sembrato che anche da parte di Brian ci fosse qualcosa, c’erano certi sguardi, certe cose che lui diceva o faceva con lei che le avevano fatto balenare l’idea che i sentimenti di B non fossero poi così diversi dai suoi, ma in quel momento non riusciva a vedere nulla con lucidità e tutti i dubbi che aveva stavano affiorando uno dopo l’altro.
Brian era speciale, lo era sotto ogni aspetto, ogni discussione che facevano era speciale, ogni chiacchierata, ogni scherzo, ogni film, ogni birra che avevano stappato insieme.
Fino a quella sera, davanti alla televisione May non si era mai fermata troppo a pensarci su, lui era sempre stato lì, così come lei era sempre stata lì per lui, sul tetto del tourbus, sul letto davanti alla tv; avevano trascorso ore e ore assieme ma ormai May aveva realizzato che tutto quello che c’era stato era cambiato, che la loro amicizia, nata davvero come una semplice amicizia, era cambiata, radicalmente, quantomeno per lei: ormai lo sapeva, ormai sapeva di averci perso la testa.
Poteva fingere, no? Poteva dargli un semplice bacio sulle labbra e finirla lì, senza tante storie. Il punto era che May sapeva cosa avrebbe sentito, e sapeva che le sarebbe piaciuto: il sapore delle amate Marlboro, il retro gusto di birra, l’odore forte del suo profumo che lei ogni tanto si divertiva a usare; e allo stesso modo Brian sapeva cosa avrebbe sentito, l’aroma di liquirizia del suo lucidalabbra, l’amaro delle sigarette appena fumate, i suoi capelli che sapevano di mela e cannella perchè usava sempre e solo quello shampoo che una volta gli aveva prestato.
Synyster così come la ragazza già sapeva a prescindere che la sensazione delle loro labbra insieme gli sarebbe piaciuta, e la biondina ne era altrettanto certa.
Brian le rivolse un’ultima occhiata e poi per qualche motivo sentì una piccola molla scattargli dentro: il vischio era una scusa, un’ottima scusa per fare qualcosa che non aveva il coraggio di fare...
-Ragazzi, sul serio...- iniziò a dire May prima di sentire la mano calda di Brian sul suo collo e un secondo dopo la bocca del ragazzo chiudersi sulla sua.
Rimase impietrita davanti a quell’iniziativa, il cervello colto dal più improbabile del blackout: la stava baciando.
Passarono quattro secondi, netti, lunghi, pesanti, ora avrebbero dovuto staccarsi, ma invece dopo quattro secondi esatti May iniziò a rispondere al bacio.
May si rese immediatamente conto di una cosa: quello non era un ‘bacio da vischio’.
I baci sotto il vischio sono casti e a fior di labbra.
Quel bacio era tutta un’altra storia.
May sentì nel bacio di Syn tutta la passione che aveva cercato di reprimere lei stessa in tutti quei giorni; no, non era un bacio da vischio, nessuno avrebbe messo tanta passione in un bacio di ordinanza, non così tanta come ce ne stava mettendo Brian.
La mano sul suo collo era un po’ troppo stretta, sembrava che bruciasse la pelle che stava sotto, le sue labbra erano morbide ma appena screpolate dal freddo, non se le era immaginate così...
May quella bocca nel suo nell’ultimo periodo se l’era immaginata anche troppe volte, e adesso che ce l’aveva contro alla sua si era resa conto che la realtà poteva essere miliardi di volte meglio di un pensiero.
Synyster dal canto suo si sentiva mancare l’aria, aveva sognato quella scena centinaia di volte al giorno negli ultimi sei mesi e adesso si sentiva del tutto impotente, sapeva che dopo essersi staccato da lei sarebbe stato quasi impossibile continuare a farne a meno.
Trentasei secondi.
Dopo trentasei secondi i due si staccarono mentre il resto della tavolata rideva e batteva le mani, divertita incintandoli come se fossero due gladiatori.
Brian e May rimasero immobili ancora per poco, fissandosi e May sentì distintamente il cuore accelerare i battiti, raddoppiarli o forse anche triplicarli.
Sorrise, la ragazza sorrise semplicemente, si sentiva stupida, ma per qualche motivo non riuscì a farne a meno,  e lui lasciò scivolare la mano contro la sua guancia abbozzando un sorriso a sua volta.
Syn sentì qualcosa di strano, di molto strano, erano fermi lì a guardarsi e non riusciva a muoversi, dopo tutto quel tempo c’era riuscito e l’unica cosa che riusciva a pensare era che lei stava sorridendo.
May scosse la testa, ricordandosi che non erano soli ma che una intera tavolata li stava fissando, probabilmente anche molto interessata alle dinamiche tra loro.
-La birra...- disse semplicemente May muovendo un passo indietro e girandosi per andare alla porticina del magazzino, scese le scale velocemente e poi si fermò appoggiando la schiena al muro: aveva il fiatone.
Si portò una mano alla bocca e rimase immobile a fissare il niente, cercando di reprimere, senza alcun successo, un enorme sorriso.
Si lasciò scivolare in giù sedendosi su una delle casse dei liquori, aveva il viso in fiamme e il battito che le rimbombava nelle orecchie.
Ok, si erano dati un bacio sotto il vischio: in vita sua ne aveva dati tanti, ma non aveva mai sentito il terreno cederle sotto ai piedi a quel modo. Dopo tutto il tempo che aveva passato a cercare di pianificare come fare la sua mossa con Brian tutto era successo così in fretta, nella maniera più inaspettata possibile, e nonostante tutto, nonostante il pubblico, e le circostanze, era stato tutto terribilmente naturale.
Erano finiti i tempi in cui aveva considerato Brian semplicemente il suo migliore amico,  dopo quel se che non era riuscita a trovare si era resa conto che non lo era, ma che forse era davvero la sua anima gemella...
Già proprio quella, ma non un’anima gemella come l’aveva interpretata per tanto tempo, cioè come poteva esserlo Niky, no, una di quelle anime gemelle che ti toglie il respiro, che ti ferma il cuore, o meglio nel suo caso che te lo fa impazzire. Sì, Brian  era decisamente quel tipo di anima gemella.
Brian era sempre stato quello da chiamare in qualunque situazione, quando le cose andavano bene e quando andavano male,  quello con cui parlare, quello con cui guardare film di alieni, quello con andare a caccia dei cd più strani.
Ci aveva pensato bene e si era resa conto di molte cose, prima fra tutte che  qualunque ricordo avesse di quei mesi americani coinvolgeva Brian...
Era quello, più di qualunque altra cosa, che le aveva fatto capire quanto le piacesse Syn, quanto stesse bene semplicemente in sua presenza, quanto le cose tra loro non fossero mai forzate ma sempre naturali, come se fossero stati amici da tutta una vita.
Sentì dei passi scendere lungo gli scalini, per fortuna erano troppo lenti e aggraziati per essere quelli di un uomo ed infatti dopo poco ecco sbucare Niky con un’espressione indecifrabile.
Si appoggiò allo stipite, guardando l’amica.
-Tutto...ok?- chiese schiarendosi la voce, un po’ le veniva da ridere a vedere May in quello stato.
-Sì. No. Cioè sì!- rispose poco convinta l’amica che poi girò lo sguardo –Te la posso fare una domanda, di preciso cosa è successo lì sopra?- chiese alla moretta, sperando di ottenere una risposta.
-Brian ti ha dato un bacio...- iniziò a dire Niky ma subito la bionda la interruppe.
-Precisiamo una cosa!- esclamò ad alta voce guardandola –Questo è un bacio Niky...- continuò prendendole il viso e stampandole un bacio sulla guancia -...quello è un cazzo di tentato omicidio!- specificò senza riuscire a togliersi quella espressione dal viso.
-Te lo giuro Nik, non era un bacio da ‘Hey siamo sotto il vischio e ti bacio’!- continuò scuotendo la testa –No, quello era tutta un’altra cosa...quello era un...un...- si fermò senza sapere come continuare gesticolando.
-...un ‘ho perso la testa per te da mesi ed è ora che tu te ne accorga’?- intervenne Niky ricevendo un’occhiata confusa da May.
-Cazzo sì!...- esclamò la bionda senza neanche pensarci e poi guardò confusa l’amica –Un attimo, lui non ha perso la testa per me da mesi, cioè io...non lui, vero?- aggiunse poi perplessa.
-No ma figurati, non ha mai lanciato sguardi assassini a Dave, nè ha mai mandato in bianco donne su donne per passare le serate con te, non è mai rimasto ore a fissarti senza che tu te ne accorgessi, e soprattutto non ha mai sofferto come un cane vedendoti con un altro...- aggiunse Niky sedendosi accanto all’amica di sempre.
Non l’aveva mai vista così. Mai con una espressione simile in tutta la sua vita, May, quella che sapeva sempre cosa fare, cosa dire, May, quella, sempre decisa e sicura adesso, invece, si sentiva completamente persa per un bacio sotto un rametto di vischio.
-Niky...?- disse la ragazza a un certo punto chiudendo gli occhi.
-Lo so...- rispose l’amica con un sorriso -...era anche ora che uno dei due si decidesse...- aggiunse prendendole la mano.
-E adesso cosa faccio?- chiese May spiazzata e quasi impaurita per la prima volta nella sua vita, cambiando nell’arco di un istante atteggiamento.
-Prendi la birra e torni di sopra con me, comportandoti come sempre- rispose la moretta.
-Semplice, no?- sospirò May alzandosi –Ti sei mica accorta di quanto gli sta bene quella maglietta?- sorrise all’amica che annuì divertita.
-Gli fa due spalle pazzesche!!- convenne prendendo anche lei una cassa di birra.
May trasse un lungo sospiro e iniziò a salire le scale...forse era per quello che con Dave non aveva mai funzionato.

Al piano di sopra Brian si era riseduto al tavolo, come se niente fosse, era bravo, dannatamente bravo a far finta di niente, aveva affinato la sua tecnica negli ultimi mesi, solo gli sguardi indagatori dei suoi compagni di band potevano capire che dentro gli stavano vorticando almeno un centinaio di idee e sensazioni diverse.
Dopo tutti quei mesi l’aveva baciata, e l’aveva fatto con una scusa davanti a tutti, ma almeno l’aveva fatto, ed era certo che finalmente May avesse capito quello che doveva capire, cioè che per lui non era mai stata una semplice amica; ed anzi era quasi sicuro di aver sentito qualcosa anche da parte della ragazza.
Non era certo, non poteva esserlo, ma lei aveva risposto, non aveva lasciato che il bacio fosse solo dalla sua parte, aveva risposto, eccome.
Si lasciò scappare un sorriso pensando a quella volta in cui l’aveva costretto a provare il suo lucidalabbra alla liquirizia, lo stesso sapore che adesso sentiva in bocca ma per ragioni totalmente diverse.
I passi di May e Niky annunciarono il loro avviso, avevano un cassa di birra ciascuna, Niky appoggiò la sua sul bancone, May camminò fino al tavolo, al posto accanto a lui che aveva occupato fino a poco prima.
Gli sorrise tirando fuori dalla tasca un cavatappi a forma di pipistrello.
-Era nascosto giù...- rise la ragazza con quella sua solita naturalezza passandoglielo insieme ad una bottiglia di birra.
-Il mio amato ritrovato della tecnica!- commento ironico Brian inarcando un sopracciglio e May notò forse realmente per la prima volta quanto fosse sexy su di lui quell’espressione.
-Meno storie Gates o te la faccio aprire con i denti visto che sei l’unico che ancora con una ciabatta non ci riesce!- gli fece eco la biondina, Zacky aveva insegnato a tutti a stappare le bottiglie con le infradito, Syn era l’unico a non esserci riuscito.
-Come se fosse un vanto stappare le bottiglie con le ciabatte...- borbottò Brian.
-Non lo è per te solo perchè tu non ci riesci, genio!- commentò mentre si guardavano con aria di sfida.
Tante cose sarebbero cambiate dopo quella sera, pensò Niky, ma tante altre sarebbero di certo rimaste sempre uguali...

Come sempre grazie a tutti voi miei adorati lettori e commentatori! Sono onorata di essere letta da voi! :)

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Capitolo 6
*** Underneath Your Clothes ***


“Underneath Your Clothes
There's an endless story
There's the man I chose
There's my territory
And all the things I deserve
For being such a good girl”

Shakira – Underneath your clothes

[Huntington Beach - 31 dicembre 2007]

Era nervosa, molto nervosa, troppo nervosa.
May si guardò un’ultima volta allo specchio sistemandosi i capelli, indossava il vestito che Brian le aveva lasciato sul letto prima che partisse per l’Italia, quello della Syn Gates Clothing, viola e nero, aveva un paio di calze pesanti e gli stivali alti fino al ginocchio, quelli con tacco d’argento.
Niky era già pronta e la stava aspettando ma lei non riusciva a staccarsi da quello specchio.
-Stai bene...- arrivò una voce da dietro di lei, con un’aria divertita, appoggiata allo stipite della porta c’era proprio la sua amica.
-Se stai per dirmi che sembrò un operaio da cantiere o qualcosa di simile risparmiatelo stasera, ok?- scherzò lei prendendo la borsa dalla sedia e  infilandosi il piumino, Niky aveva preso l’abitudine di sostituirsi a Zacky nel chiamarla suo fratello durante il loro ritorno in Italia, e ci aveva proprio preso gusto.
-Volevo dirti che sei quasi femminile!- rise lei alzando le mani in segno di resa.
-Quasi...- sorrise lei andandogli vicino e la ragazza sorrise.
-Se non ci prova stasera è davvero una testa di cazzo, May, sei uno splendore!- commentò Niky mentre andavano in soggiorno, dove Samuel, il fratello di Zacky, e un altro amico le stavano aspettando.
-Grazie...- rise lei.
-Hey, finalmente!- disse Samuel vedendoli e May gli fece semplicemente una linguaccia.
-Ma che meraviglia...!- commentò Alan guardandola e ridendo mentre uscivano dall’appartamento.
La festa di capodanno si teneva in una grande villa sulla spiaggia, era un party organizzato dal cugino di Matt e dai suoi amici, che lavoravano quasi tutti per la Warner Bros o per qualche giornale, ed avevano invitato anche la band come ospite d’onore.
Arrivarono a destinazione in venti minuti, tempo che sembrò a Samuel molto più lungo visto che i suoi tre compagni di viaggio avevano iniziato un gioco stupido, quello in cui uno pensa una cosa che vede in quel momento e gli altri devono indovinarlo e tra ‘confezione di mentine sotto il sedile’, ‘fenomenali capelli di Alan’ e ‘voglia di May di vedere, e non solo, Syn’ riuscirono finalmente ad arrivare.
La casa era enorme, sul davanti capeggiava un albero di Natale completamente illuminato ed anche i profili della villa lo erano completamente, sia Niky che May erano affascinate da questo abbinamento, il mare, la spiaggia e il Natale, in Italia era molto diverso, ma a Los Angeles il clima era relativamente mite anche in quella stagione, sempre invernale, ma meno di quello a cui erano abituate.
-Ma quanta gente c’è?- chiese Niky guardandosi intorno estasiata.
-Questa festa già mi piace!- commentò Alan lasciando cadere lo sguardo sulle ragazze del catering, tutte vestite in completini argentati che giravano tra la folla portando da bere.
-Comportarti bene piccoletto! Che non ho voglia di sentire lamentele!- lo rimbeccò May ridendo.
-Parlò quella che non ha alcun pensiero impuro stasera...- disse il ragazzo guardandola malizioso.
-Io può! Tu no!- rispose lei in italiano mentre Alan lo guardava confusa senza aver capito –Lascia stare!- rise lei mentre si addentravano sempre di più tra le persone.
-Ci sono Johnny e Miranda!- esclamò Niky alzandosi sulla punta dei piedi per salutare gli amici che la videro quasi subito.
Si avvicinarono al gruppo, c’erano già Zacky, Jimmy e Vicktorya, alcuni membri dei Lostprophets con le ragazze, ed anche...Brian! May l’aveva notato subito, occhio clinico, avrebbe detto qualcuno, ma il suo cappello e la bandana erano inconfondibili, e a dire il vero, per lei, quasi tutto era inconfondibile, persino la giacca di pelle che portava troppo spesso o quella particolare espressione, quel mezzo sorriso quando la vide arrivare insieme a Alan, dietro a Samuel e Niky.
-Ma buonasera!- rise il Rev che aveva ovviamente già in mano non una, ma due birre.
-Jimmy, che gentile, mi aspettavi, eh?- disse Alan mentre rubava una bottiglia dalle mani dell’amico.
-Alan, grazie, non avresti dovuto!- intervenne May prendendosi a sua volta la birra e bevendone un sorso ricevendo un’occhiata risentita dal ragazzo.
La conversazione venne interrotta dall’arrivo di Matt ed Evelyn, gli ultimi due che mancavano all’appello, e riprese parlando delle vacanze, del periodo in cui non si erano visti e di parecchie altre cose, alcuni concerti che i ragazzi avevano fatto, chi in Inghilterra chi in giro per gli Stati Uniti.
-C’è mio fratello in giro, ti saluta...- la voce di Syn riportò May alla realtà, si era persa a guardare una coppia di ballerine che stava dando spettacolo su uno dei piccoli palchi sparsi in giro per la sala.
-Mi ha mandato gli auguri di Natale!- rispose lei incrociando le braccia al petto con un sorriso, adesso che ce l’aveva davanti, dopo tutti i giorni passati in Italia in cui non aveva fatto altro che pensarlo, le sembrava tutto più difficile.
Il posto era pieno di gente, troppo pieno di gente, aveva provato ad allontanarsi un attimo ma era subito stata bloccata da questo o da quello che la volevano salutare, quando lui le aveva chiesto di uscire a fumare una sigaretta si erano uniti a loro gli Eighteen Vision al gran completo e la sua magra speranza di passare un po’ di tempo da soli era sfumata.
Adesso si trovavano fuori vicino al buffet, erano le undici passate e la gente intorno iniziava a essere decisamente brilla, in primis il Rev e Jamie, come al solito che ora erano uno abbracciato all’altro e stavano raccontando di quella volta in Canada che per scommessa si erano lanciati in mutande nelle acque ghiacciate di un lago ed erano usciti più o meno cianotici ma fieri della loro stupidità.
Il fotografo si fermò davanti alla strana coppia ridendo e facendo diversi scatti prima di girarsi per cercare la sua prossima vittima.
-Hey Syn, un sorriso per la stampa?- scherzò rivolto verso a Brian che annuì guardando May, le passò un braccio attorno alla vita e lei ridendo lo abbracciò mettendosi in punta dei piedi e stampandogli un bacio sulla guancia.
-Questa è stupenda ragazzi!- rise il ragazzo biondo guardando lo scatto sulla sua macchina digitale.
-La voglio!- statuì Brian indicandolo e lui annuì –Te la faccio avere prima possibile!- rispose voltandosi poi per continuare il suo lavoro.
Fu solo quando se ne fu andato che May si accorse di avere ancora le braccia attorno alla vita di Brian, mentre lui continuava a tenerla stretta, senza nessuna intenzione di lasciarla andare; la ragazza alzò lo sguardo, lui la stava fissando, Allungò la mano e gli prese il cappello calandoselo sulla testa.
-Ora sono Synyster Gates dalla testa ai piedi!- scherzò riferendosi al vestito che indossava.
Brian sorrise aprendo la bocca per dire qualcosa, prima di venire interrotto da Zacky che piombò con poca delicatezza in mezzo a loro.
-Manca un quarto d’ora a mezzanotteeeeeeeeeeeeeeeeeee! Siete pronti piccioncini?- rise, era completamente ubriaco, e senza neanche pensarci iniziò a trascinarli verso il tavolo prenotato per loro.
Erano quasi tutti là e May si sedette sul divanetto accanto a Vicky che stava raccontando del pranzo di Natale cucinato da Jimmy, che alla fine era venuto meno peggio del previsto.
Ad un certo punto si spensero quasi tutte le luci, ne rimasero accese solo alcune per creare l’atmosfera e dagli altoparlanti iniziò ad uscire la voce che faceva il consueto conto alla rovescia...

Dieci...

May rise ad una battuta di Jamie prima di alzare lo sguardo verso il tabellone luminoso in cui i secondi scattavano, uno alla volta.

...nove...

Brian alzò lo sguardo a sua volta verso il tabellone per poi riabbassarlo e spostarlo verso May che aveva ancora il naso per aria e sorrideva.

...otto...

May si girò incontrando gli occhi di Syn, non era andata proprio come aveva previsto, troppa gente in giro, troppe persone con cui parlare...

...sette...

Possibile che nessuno li avesse lasciati in pace quella sera? Brian si ritrovò a pensare che ci fosse una sorta di maledizione contro lui e May.

...sei...

Anno nuovo vita nuova. Dicevano in Italia, May sperava ardentemente che quel proverbio in parte valesse per lei, che in quel momento non riusciva a staccare gli occhi da Syn.

...cinque...

Evelyn che stava seduta in mezzo a loro si alzò, andando incontro a Matt e tra Brian e May rimase solo il cuscino rosso e sgualcito su cui la ragazza era seduta prima.

...quattro...

L’attenzione di May venne catturata da una fogliolina dietro di lei, nei vasi verde scuro avevano piantato del vischio, sorrise mentre un’idea si formava nella sua mente.

...tre...

Syn seguì lo sguardo di May, non era posato su nessuno in particolare, ma su qualcosa dietro il divanetto su cui stavano seduti, la vide allungarsi, ma era buio e non capì bene cosa stesse facendo.

...due...

Ne staccò un rametto, se la gente non voleva lasciarli in pace ci avrebbe pensato la tradizione, e poi il vischio le aveva portato fortuna già una volta.

...uno...

Brian voltò lo sguardo verso la folla che stava per scoppiare e sorrise vedendo tutta le gente pronta a festeggiare l’anno nuovo.

-AUGURIIIIII...!!!!!!!- un boato si levò nella sala, i tappi delle bottiglie che saltavano la gente che si abbracciava e saltava ovunque in preda all’euforia dell’anno nuovo.
Brian girò ancora una volta lo sguardo e vide May che aveva appena fatto gli auguri a Jamie, ed ora si stava voltando verso di lui: si sporse in avanti appoggiando la mano sinistra sul divanetto e alzando la destra sopra la propria testa, aveva in mano un rametto di vischio.
Brian sorrise, scivolando verso di lei e chiudendo la distanza fra loro riuscendo finalmente a portare a compimento quello a cui aveva pensato tutta la sera; chiuse le labbra su quelle della ragazza iniziando a baciarla, affondando la mano sinistra nei suoi capelli, tirandola contro di sé, ignorando il fatto che qualcuno dietro di lui era appena caduto rovinosamente.
Sentì la stessa sensazione di quella volta al pub, ma centinaia di volte più forte, questa volta non era dovuto al caso, alla fortuna, o a un piano architettato dagli altri, questa volta era dovuto a qualcosa che volevano entrambi, che volevano entrambi da morire...
Rimasero attaccati uno all’altra per molto tempo, May trovò impossibile trattenere un sorriso mentre Brian con il pollice le accarezzava la guancia, facendo diventare ancora più profondo il bacio tra di loro.
-Porca puttana ragazzi era anche ora che deste una mossa voi due!- esclamò Jimmy  mettendo una mano sulla spalla di ciascuno dei due da dietro e costringendoli praticamente a staccarsi mentre con la testa si insinuava tra di loro.
-Jimmy!- esclamò Niky vedendo la scena senza riuscire a smettere di ridere –Anche se tecnicamente adesso siamo del 2008 per questo ti meriti il titolo dell’uomo dell’anno 2007! Tu regni amico mio!- statuì la ragazza sedendosi dietro a May ed abbracciandola fortissimo.
-Auguriiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!- esclamò mentre l’amica rideva.
-Auguri!- rispose mentre si scambiavano uno sguardo significativo, che per molti non avrebbe voluto dire nulla, ma per loro voleva dire tutto.
Si alzarono tutti dai divanetti per prendere un bicchiere e brindare, intorno a loro il delirio, tutti ridevano, urlavano, c’era gente appesa ai lampadari o ovviamente parecchie persone erano finite in piscina completamente vestite.
Dopo mezzanotte spesso le feste di capodanno tendevano a scemare, certo non si poteva dire che stesse succedendo quella sera: Matt in questo momento stava ballando con Vicky sul tavolino, entrambi avevano addosso una parrucca, lui viola, lei azzurra, Jamie era disteso su uno dei divanetti sopra di lui due delle cameriere, una delle quali aveva chiaramente perso la parte sopra della divisa e non sembrava farci molto caso, Zacky e Niky avevano fatto partire un ridicolo trenino in giro la sala a cui si era accodata metà della gente, senza nemmeno rendersi conto di quello che stavano facendo.

Erano le quattro passate quando la gente iniziò ad andare via dalla villa, chi per tornare a casa, chi per spostarsi a qualche altra festa, chi per buttarsi semplicemente in mare.
May in quel momento stava parlando con Helena e Stu, dietro di lei Brian che le teneva un braccio attorno alla vita, le mani della ragazza sulle sue e le dita intrecciate tra loro.
-Ok, è arrivato il momento!- esclamò Zacky battendo le mani e interrompendo la conversazione.
-Zack...direi che...- iniziò a dire Syn ma subito venne interrotto da Jimmy.
-Non provarci neanche a disertare testa di cazzo, lo sai che non puoi, perchè andrebbe a scapito tuo...- esclamò il batterista -...e anche della nostra povera May a quanto pare!- continuò guardando la mano del suo amico ancorata a quella della biondina.
-Cosa mi sto perdendo?- chiese lei divertita facendo vagare lo sguardo sulle facce complici dei cinque Avenged Sevenfold.
-Abbiamo una tradizione!- esclamò Matt.
-Oddio anche quest’anno!- rise Evelyn scuotendo la testa.
-Non mi sembra che ti ne sia mai lamentata...- le rispose il ragazzo con fare malizioso e lei non poté fare a meno che annuire.
-Qualcuno mi illumina?- continuò May rivolta più che altro a Brian.
-Andiamo a fare Surf, nella spiaggetta dove andavamo da piccoli, andiamo ogni anno, noi cinque...- le spiegò Syn leggermente consolato.
-Già!- intervenne Zacky tutto soddisfatto –Perchè...- continuò prima che gli si aggiungessero i suoi compagni di band -...se non fai surf a capodanno fai cilecca tutto l’anno!- esclamarono all’unisono provocando una risata generale.
-Sul serio?- chiese May che non riusciva a non ridere.
-Certo che sì!- intervenne Johnny.
-Allora vai, che aspetti?- gli disse Miranda spintonandolo verso Matt, molto divertita.
-Allora le tradizioni non si possono rompere, ma magari potete darmi un passaggio a casa!- chiese May, sapeva che Niky sarebbe rimasta a dormire da Samuel, con il resto della compagnia del ragazzo, ma lei aveva voglia di tornare a casa sua.
-Ti accompagniamo noi!- esclamò Vicky scambiandosi un cenno di intesa con Miranda che annuì.
-Voi andate dalla parte opposta, ce la carichiamo noi prima di andare alla baia!- rispose Matt che aveva lanciato un’occhiata divertita a Brian.
-E’ bello sentirsi un pacco!- commentò May ridendo, -Comunque grazie!-.
Salutarono la gente ancora in possesso delle proprie facoltà mentali, e si diressero fuori verso il parcheggio, Evelyn, Miranda e Vicky andavano a casa insieme, abitavano abbastanza vicine.
Per fortuna Matt era venuto con il furgoncino, appunto perché sul retro avevano stipato tutta la roba da surf, e quindi non avevano alcun problema di spazio, nei due posti davanti si misero Zacky e il Rev, con Matt alla guida e dietro, Johnny, May e Brian.
Il tragitto fino a casa di May non fu lungo, se ne stava seduta con la schiena contro Brian, i piedi tirati su sul sedile, accarezzandogli il braccio con cui la teneva saldamente ancorata a lui, era tutto terribilmente strano e allo stesso tempo terribilmente piacevole.
-Ci siamo scricciolo!- esclamò Matt parcheggiando davanti al pub.
-Grazie ragazzi, ci si sente nei prossimi giorni!- rispose lei mentre Brian scendeva dalla macchina per permetterle di fare lo stesso; richiuse la portiera e fece il giro per dietro, fermandosi sul retro del furgone dove indicativamente gli altri non li avrebbero visti.
-Giuro che era una tradizione che non mi dispiaceva per niente prima di adesso!- rise Syn guardandola.
-Io sono a casa domani...oggi...- disse lei semplicemente -...figurati se Niky si fa vedere prima di dopodomani!- rise a sua volta prima di sporgersi ancora una volta per baciarlo, avvicinandosi a lui prima di venire interrotta da un coro di fischi e applausi da parte dei passeggeri dell’auto.
Jimmy sbucò con mezzo busto dal finestrino davanti guardandoli –Giuriamo tutti e quattro che te lo lasceremmo volentieri, perchè te lo meriteresti, lui no perchè è un idiota, ma tu sì! Ma credimi, lo stiamo facendo per te! Se questo non fa surf a capodanno e poi fa cilecca tutto l’anno sei fottuta amica mia...o forse l’esatto contrario...- blaterò il ragazzo ancora forse in preda agli ultimi fumi dell’alcol.
-Se è così non posso che lasciarvelo!- rispose May risoluta e divertita –A domani...- aggiunse poi a voce più bassa, rivolta verso Syn che sorrise prima di rientrare in macchina.
La ragazza si girò aprendo la porta di casa e poi iniziando a salire le scale, sorridendo forse un po’ troppo, pensando a come niente fosse normale nella sua vita da qualche mese a questa parte, surfate alle cinque del mattino, quel costante bisogno del vischio per fare andare le cose come voleva lei...
Si concesse una doccia veloce prima di buttarsi a letto. L’anno nuovo stava iniziando proprio bene...

***

May si rigirò nel letto sentendo dei rumori provenire dalla strada, c’era gente già sveglia, era il primo dell’anno e c’era gente già sveglia, ma nessuno aveva festeggiato ed era stanco morto dai bagordi della sera precedente? Aprì gli occhi guardando la sveglia, erano le tre di pomeriggio in effetti, non era tanto presto.
Niky era rimasta da Samuel, mentre i ragazzi degli A7X l’avevano accompagnata a casa alle cinque, prima di andare a fare la loro consueta surfata del primo dell’anno; sorrise pensando a Brian, l’avrebbe volentieri saltata lo sapeva, ma il Rev era stato chiaro ‘se non surfi a capodanno fai cilecca tutto l’anno’, e quindi se l’erano trascinato via senza voler sentire ragioni.
Scese dal letto stiracchiandosi ed andando diretta in bagno per una doccia, le serviva decisamente per svegliarsi; si prese il suo tempo, rimanendo lì sotto una ventina di minuti e vestendosi con calma dopo essere uscita, la solita tenuta da casa, fuseaux neri e la sua maglietta viola con i teschi, non ci aveva neanche pensato, aveva voglia di mettersi quella, e basta.
Scese in cucina e accese la tv per avere un po’ di compagnia, davano Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, prese una confezione di gelato e si sedette a tavola iniziando a mangiarla, presa dal film che le piaceva parecchio.
Sirius stava per scappare in sella a Fierobecco quando suono il campanello del citofono e May si alzò, buttando gli occhi al cielo e abbassando il volume della televisione.
-Chi è?- chiese sollevando il ricevitore.
-Brian.-
La sua voce risuonò quasi irreale, per qualche strana ragione May non aveva nemmeno immaginato che potesse essere lui, ed era strano, molto strano visto che l’aveva persino sognato.
-Sali...- disse riattaccando e guardandosi nello specchio alla sua destra.
Con uno scatto fulmineo lanciò il cucchiaino che teneva ancora in mano nel lavello e corse in bagno si cacciò lo spazzolino in bocca e contemporaneamente cercò di pettinarsi.
Quanto si sentiva stupida.
Tornò in ingresso nel momento esatto in cui Syn bussò alla porta, respirò, mordendosi il labbro ed aprì.
-Hey!- gli disse facendogli alzare lo sguardo.
-Hey!- sorrise lui, aveva una maglietta grigia dei Guns’ and Roses e un piumino nero, i soliti jeans strappati e slavati e la fidata cintura con le borchie, May si sentì tornata ai tempi del liceo in meno di un nanosecondo, quando ti trovi davanti il ragazzo per cui tutta la scuola sbava, quello che tu hai sempre guardato dalla finestra durante l’intervallo, e che per caso ti ritrovi davanti mentre siete in mensa, o magari davanti all’ufficio del preside.
Lo fece entrare richiudendo la porta alle sue spalle, mentre lui si toglieva la giacca appendendola al gancio sul muro.
Era imbarazzante, non c’era mai stato quel tipo di silenzio tra loro, quello che viene prima...di qualunque cosa stesse per venire.
-Vuoi una birra?- chiese May indicando con la testa la cucina, doveva interrompere quella situazione così strana.
-Sì, grazie...- rispose lui seguendola di là mentre lei apriva il frigo per prendere due bottiglie.
-Harry Potter...- commentò lui ridendo -...stavi guardando Harry Potter...- continuò mentre lei stappava la bottiglia e gliela passava.
-Attento a non soffocarti, idiota!- commentò prendendo il telecomando e spegnendo la televisione –Piuttosto che i Teletubbies mi sembrava una buona scelta!- continuò bevendo un sorso di birra: non aveva sete.
-Potevi guardarti un po’ di Disney Channel, Art Attack o cose simili, sarebbe stato utile...- continuò lui con il solito tono e May sorrise, alla fine era sempre il solito Brian e lei era sempre la stessa che di lì a poco gli avrebbe tirato un pugno.
-Bando alle ciance, come’è andato il surf?- chiese per cambiare discorso appoggiando la bottiglietta sul bancone vicino ai fornelli.
-Vuoi sapere se farò cilecca per il resto dell’anno?- rispose lui con voce seria, il tono molto più basso del solito e May sentì un brivido lungo la schiena nel momento in cui alzò gli occhi per incontrare quelli castani del ragazzo.
Non ci avevano messo molto ad arrivare al punto, anzi forse sì, forse ci avevano messo anche troppo, ci avevano messo quasi sei mesi e Brian aveva deciso che girarci ancora attorno non sarebbe servito a nulla, sapeva quello che voleva, e ormai sapeva che anche lei voleva la stessa cosa: perchè aspettare?
May ci pensò un solo secondo, Syn stava appoggiato all’indietro contro il bancone della cucina, i piedi in avanti a sfiorare la sedia accostata al tavolo, le sue gambe si mossero da sole arrivando fino davanti a lui, prendendogli la birra dalle mani e appoggiandola lì a fianco prima di prendergli il viso e incominciare a baciarlo.
Brian non esitò nemmeno un secondo a rispondere, fu una delle cose che gli venne più naturali in tutta la sua vita, le chiuse una mano sul collo, l’altra sui fianchi spingendola indietro con forza fino a farla collidere con il tavolo.
May con un calcio allontanò la sedia sedendosi sulla superficie dietro di lei, passandogli entrambe la braccia attorno al collo, serrando le gambe attorno alla sua vita mentre lui le prendeva i fianchi tirandola contro il suo corpo.
Non c’era niente di lento o di ponderato in quello che stava succedendo, ogni singolo gesto era istintivo, vissuto, portato all’estremo per tutto il tempo che avevano sprecato, c’era qualcosa di profondamente sensuale nel modo May faceva scorrere le labbra sul suo collo, mordendo la pelle, graffiandogli la schiena su cui stava facendo scorrere le mani.
Brian prese i lembi della maglietta della ragazza sollevandoli in un solo gesto deciso e scagliandola a terra prima di attaccare di nuovo la sua bocca strappandole un gemito ovattato che gli fece dimenticare completamente ogni cosa; May fece scivolare le mani ancora una volta lungo la schiena, spostandole poi in avanti fino a lambire la banda elastica dei boxer che spuntava dai pantaloni a vita bassa, tornando poi in su per sfilargli la maglietta.
In un attimo le braccia di Brian furono di nuovo attorno alla sua vita, sollevandola di peso mentre lei chiudeva la presa delle gambe attorno a lui.
Iniziarono a muoversi fuori dalla cucina, fino all’ingresso e poi lungo il corridoio che portava alle camere, May stacco la bocca per un attimo tracciando con la lingua il contorno delle labbra del ragazzo che, senza riuscire a controllarsi, la spinse contro il muro con un po’ troppa violenza baciandole il viso, il collo e scendendo mentre lei gli affondava le mani nei capelli.
Con un ultimo sprazzo di lucidità riuscirono a raggiungere la camera di May, la ragazza fece scivolare le gambe, fino a terra posandogli entrambe le mani sul petto e spingendolo all’indietro, contringendolo a sedersi sul letto; si abbassò slacciandogli la cintura, senza mai rompere lo sguardo che si era instaurato tra di loro, lo vide sorridere e buttare la testa all’indietro mentre gli sfilava i jeans mettendosi poi a sedere sopra di lui.
Gli prese il viso tra le mani, appoggiando i pollici sulla sua bocca, chiedendosi come aveva fatto a dormirgli accanto per tante notti, ad abbracciarlo, accarezzarlo, senza mai rendersi conto di quanto lo voleva; si lasciarono cadere all’indietro rotolando su un fianco finchè fu May a essere sotto di lui che iniziò a tracciare con le labbra i contorni delle spalle mentre le sfilava i pantaloni lasciandosi poi cadere di nuovo pesantemente sopra di lei.
Ricominciò a baciarla, quasi attaccandole il viso, con una foga che sembrava non racchiudere nemmeno un briciolo di dolcezza, ma che era invece l’esatta espressione di tutto quello che aveva represso per troppi mesi e troppe notti.
In pochi minuti la biancheria era finita a terra insieme al resto della loro roba, May stava seduta sopra di lui che le accarezzava la schiena senza staccarsi nemmeno per un secondo.
-Lasciami usare quel minimo di buonsenso che rimane, ok...?- le disse nell’orecchio con un filo di voce recuperata solo perchè non aveva scelta.
May sorrise scivolando al suo fianco mentre lui si tirava su, sedendosi sul bordo del letto e sporgendosi in avanti per prendere qualcosa dalla tasca dei suoi jeans; li ributtò a terra dopo aver tirato fuori una scatola di preservativi mentre May si sistemava dietro di lui passandogli le mani sul petto e abbracciandolo.
-Sbaglio o avevi le idee abbastanza chiare quando sei venuto qui?- rise la ragazza con la voce roca mordendogli il lobo dell’orecchio.
-A dire il vero avevo le idee chiare da parecchio tempo, biondina...- rispose lui girandosi facendola distendere di nuovo a letto e prendendo totalmente il controllo della situazione sistemandosi sopra di lei.
Nessuno dei due riuscì a soffocare un gemito decisamente troppo alto quando iniziarono a fare l’amore, con i corpi più vicini di quanto non lo fossero mai stati; la sera prima, a mezzanotte, quando l’aveva baciato May aveva pensato che l’anno nuovo non sarebbe potuto iniziare meglio, la posizione in cui si trovava in quel momento, però, la stava contraddicendo a pieno, migliorando ancora di più quel primo giorno del 2008.

-I Gremlins sono sottovalutati?- rise May perplessa e divertita guardando lo schermo della televisione.
Erano a letto, saranno state le otto o nove di sera, Brian stava disteso a pancia in giù, con la testa dalla parte sbagliata del letto, le mani sotto il mento e lei era distesa sopra di lui, su quella schiena che adorava così tanto. Stavano facendo zapping tra il deludente panorama della sera del primo dell’anno, ma più che altro stavano ridendo di ogni programma su cui capitavano.
-Seriamente Gates, un proposito per l’anno nuovo: pensare prima di parlare! È una cosa che fanno buona parte degli esseri umani e ancora nessuno è morto provandoci: ho fiducia in te ce la puoi fare!- lo apostrofò May mentre in tutta risposta Brian si divincolava facendola cadere da sopra di lui e intrappolandola tra il letto e il suo corpo.
-Quasi pensavo che sarebbe cambiato qualcosa tra di noi...- commentò avvicinando pericolosamente il viso a quello della ragazza e iniziando a baciarla mentre lei gli affondava le mani tra i capelli.
-Qualcosa è cambiato...- disse lei dopo poco staccandosi e ricevendo un’occhiata confusa dal ragazzo prima di schioccargli un altro bacio –Tipo che questo nuovo passatempo che abbiamo è già diventato uno dei miei tre preferiti scalzandone decisamente altri!- disse lei mentre tutti e due si mettevano a ridere.
-Tipo?- chiese incuriosito Brian.
-Beh, come dicevo al terzo posto ci sta decisamente questo...- iniziò a spiegargli May baciandolo di nuovo -...al secondo rimane il discutere con te, è troppo divertente Gates, non me lo toglie nessuno!- continuò divertita fingendosi poi pensierosa –Ma devo ammettere che il modo in cui abbiamo passato le ultime tre ore ha guadagnato la vetta di diritto...- aggiunse abbassando il tono di voce.
-Concordo!- rispose lui divertito –Tranne che sul secondo posto...- precisò attirando l’attenzione della ragazza, -Al secondo posto ci metterei quella cosa che hai fatto...- iniziò a dire prima che le mani di May gli coprissero la bocca trasformando il resto della frase in un confuso borbottio, mentre in realtà tutti e due ridevano.
-Beh comunque quello!- concluse Brian rimettendosi a pancia in giù rivolto verso il televisore.
May rimase per un attimo a fissare il soffitto prima di scoppiare a ridere da sola.
-Hey, che c’è?- si informò Syn divertito.
-Niente...- rispose lei tra una risata e l’altra girandosi su un fianco, ricevendo dal ragazzo un’occhiata poco convinta -...ok, va beh...ripensavo all’articolo...- ammise quasi subito.
-L’articolo?- chiese lui senza capire.
-L’intervista sulle facce orgasmiche...- spiegò lei senza smettere di ridere, contagiando anche lui.
-E cosa pensavi, riguardo a quell’articolo?- continuò Brian curioso di sentire perchè le fosse venuto in mente.
-Che le facce che fai a letto sono di gran lunga migliori di quelle che fai sul palco, Gates!- rispose seria, con una gran sincerità.
-Non sono male neanche le tue biondina...- la provocò mentre lei si distendeva di nuovo sopra di lui prendendo il telecomando per fare un altro po’ di zapping.

Ringrazio tutti per aver letto questo piccolo spin-off! Non è detto che non arrivino nuovi spezzoni che prometto di pubblicare, ma per ora questo piccolo scorcio nella diversa storia di May e Brian è finito! Grazie ancora a tutti voi che mi avete seguita

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