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Autore: Miss V Blackmore    02/02/2008    5 recensioni
La vita è il viaggio, non è la destinazione, non ci sono solo errori ma anche occasioni da cogliere al volo. Quando sei in tour non è tutto sempre facile. Centinaia di persone entrano nella tua vita, alcune lasciano il segno, altre le dimentichi pensando già al tour successivo. La vita di una Band non è mai semplice, tra amicizia, amore e follia. Due ragazze italiane alle prese con un sogno diventato realtà. Gli Avenged Sevenfold da ogni punto di vista, le loro storie, i loro sbagli, il loro fantastico mondo. L’incredibile impresa di poter sfiorar eil cielo con un dito, dimenticandosi di essere chiusi in una gabbia imposta da noi stessi. Non è mai troppo tardi per respirare, per sperimentare cose nuove, e tornare a vivere. Non è mai troppo tardi per niente. Bisogna solo aspettare un nuovo giorno…
[Scritta a 4 mani da me, e Dreamy_Vale. Fino al Capitolo 25]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Benvenuti!
Ci sentiamo in dovere di precisare parecchie cose prima che qualcuno possa iniziarne la lettura, quindi andiamo con ordine.
Questa fanfic nasce da mille sogni e mille deliri, dalla passione per un gruppo: gli Avenged Sevenfold, e credetemi li ritroverete spesso, anzi sempre nelle pagine che leggerete.
E qui necessita la prima precisazione: ovviamente noi non conosciamo questo gruppo e tutto quello che abbiamo scritto e scriveremo su di loro è frutto della nostra immaginazione, di come li vediamo, di come crediamo che siano, niente ha attinenza con la realtà, neanche la cronologia degli eventi.
La nostra storia si disloca nel corso dell’estate 2007 e dell’anno successivo, il 2008, e poi a seguire, sappiamo che gli A7X non erano in tour nel perdiodo in cui noi scriviamo del Music Madness Tour, sappiamo che erano in realtà in studio di registrazione, ma ripetiamo ancora una volta, la nostra è una storia inventata e ci siamo prese delle licenze poetiche che pensavamo potessero essere adatte.
Ovviamente non conosciamo le dinamiche dei grandi tour, come Warped Tour o altri, quindi anche lì abbiamo dato spazio alla fantasia, non siate troppo fiscali, abbiamo semplicemente seguito la nostra ispirazione sicure che qualche piccolo errore tecnico non avrebbe compromesso il risultato finale, e speriamo sia così anche per voi.
Una doverosa precisazione è necessaria per le nostre protagoniste, Niky e May, loro sono tutte nostre, personaggi inventati nati dalla nostra fantasia e quindi sì, ci appartengono al 100%; soltanto i volti delle attrici che abbiamo scelto per impensonarle non sono nostri ma di Taryn Manning, per May, e Ashlee Simpson, per Niky, ovviamente non conosciamo queste due attrici, e le abbiamo scelte solo perchè rispecchiavano la nostra visione delle due protagoniste.
Niente di tutto quello che troverete in queste pagine è stato scritto per offendere in nessun modo i componenti delle band, anzi, è stato scritto proprio perchè adoriamo quei ragazzi, e per questo abbiamo deciso di inventare tutti i personaggi attorno a loro, familiari, ragazze, amici e parenti sono tutti personaggi inventati, nessuno di loro coincide con quelli reali; è stata una scelta dettata dalla comodità per noi di creare le figure come le volevamo e anche per rispetto della privacy dei ragazzi delle band.
Questo è quanto, ora, se non vi siete annoiati a morte potete iniziare a leggere la nostra ultima pazzia, speriamo che vi piaccia e aspettiamo fiduciose i vostri commenti sul nostro lavoro, siamo dispostissime ad accettare critiche e suggerimenti va vi avvertiamo, insulti o critiche gratuite e ben poco costruttive saranno candidamente ignorati, se qualcuno ha qualcosa da ridire e ha voglia di spiegarci il perchè siamo qui apposta per migliorarci grazie ai commenti che speriamo ci lascerete!

Buona Lettura
Vale & Judy

I capitoli vengono scritti alternativamente da me e da Vale. A inizio capitolo verrà segnalato chi lo ha scritto.
In questo fantastico sito, torverete tutte le informaizioni sulla fic, sui personaggi, e verrà aggiornato man mano che nuove situazioni verranno a crearsi nella Fic.
I primi 3/4 capitoli sono puramente introduttivi, abbiamo voluto fare le cose per bene e graduali, quindi non disperate se non incontrate subito i nostri amatissimi Avenged Sevenfold.

Dedico l'intera Fic a mia Moglie Valentina, ovvero la mia co-autrice, perchè questo è il nostro sogno realizzato, il nostro viaggio "Anticipato". Perchè senza di lei a quest'ora sarei impazzita o finita anche peggio. Perchè c'è e ci sarà sempre. Perchè lei è la "Mia May" personale.

Noi due squinternate volevamo ringraziare pubblicamente Lys. La somma Papessa che ci ha permesso di conoscere questo gruppo fantastico.
Un particolare grazie anche a Fra e Sissi.

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Scritto da: Judy

You touched my heart you touched my soul.
You changed my life and all my goals.
And love is blind and that I knew when,
My heart was blinded by you.
I’ve kissed your lips and held your head.
Shared your dreams and shared your bed.
I know you well, I know your smell.
I’ve been addicted to you.

Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.
James Blunt – Goodbye My Lover

[02 Marzo 2007]
Caldo, afoso e snervante, quello che ti toglie il respiro e la voglia di fare qualsiasi cosa, gli alberi in lontananza apparivano sfocati, come se una fornace stesse urlando e manifestando tutta la sua potenza, neanche i grilli si sentivano più. I grandi occhiali da sole di May riflettevano il viso sconsolato di Niky, lei aveva dimenticato i suoi fedelissimi Armani nella stanza d’albergo.
- Non ne posso più – commentò agitata la moretta, mangiandosi nervosamente l’unghia dell’indice, i suoi occhi vispi e sempre attenti osservavano le persone che veloci e indaffarate attraversavano il grande aereoporto di Fiumicino.
- Ha detto che passava alle 17.00 – sospirò l’altra, appoggiandosi al muro, accavallando le gambe all’altezza delle caviglie, i lunghi capelli biondi facevano da cornice a un volto angelico e due profondi occhi verdi.
- Sono le 17.05 – sbuffò inviperita l’amica, calciando lontano una lattina ormai logora e irriconoscibile di Coca-Cola. Il rumore metallico si diffuse per l’enorme portico di Fiumicino. Sentiva il cuore che batteva all’impazzata; nella sua borsa Guess, erano custoditi i due biglietti per Los Angeles. Li aveva tenuti lei, con la consapevolezza di aver racchiuso il proprio sogno in un semplice pezzo di carta stampata.
- Niky sei più acida di uno yogurt andato a male, se continui cosi muori d’infarto prima di passare in Hotel a prendere le valige. – May nonostante il nervosismo, appariva tranquilla e rilassata. Infondo era lei la più grande di tre anni, si sentiva addosso la responsabilità di fare da guida.
L’indomani mattina sarebbero partire per Los Angeles: la città degli angeli, la punta di Diamante della costa ovest.
- Ecco Luca – soffiò esasperata la moretta, dirigendosi velocemente alla Clio Blu davanti a lei. Senza neanche salutare si sedette sul sedile davanti, mise i piedi puntati sul cruscotto e abbracciò le gambe con entrambe le braccia.
- Ciao Lu’ – lo salutò gentilmente May, sistemandosi comoda sul sedile posteriore.
- Allora, ragazze, biglietti alla mano? – chiese ridendo e accendendo la radio, ingranò la prima e partì. Usciti dal solito traffico di Fiumicino, si diressero verso la Tangenziale per poi raggiungere la zona di Roma Termini, dove alloggiavano le ragazze.
- Oh si, tutto a posto, non abbiamo avuto complicazioni, stanotte alle due abbiamo il Check-In, c’è l’imbarco alle 04.37 – rispose May sistemandosi sul naso i suoi amati occhiali da sole.
- Allora partite – commentò il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli. Se avesse scommesso con il fratello della propria ragazza, avrebbe perso di sicuro. – Un po’ vi invidio ragazze – aggiunse poco prima che il rumore della radio coprisse la sua voce. I profondi occhi verdi di Niky, dalle sfumature cerulee, osservano il paesaggio sfrecciare davanti al finestrino della macchina. Era sicura che non avrebbe più rivisto quello spettacolo decadente della città eterna, quella periferia minimamente simile a quella dei telefilm, se lo sentiva nel profondo del cuore che nella sua amata Italia, non vi avrebbe più rimesso piede. Non in tempi brevi. Ma forse questa sensazione era semplicemente dettata dalla voglia di cambiamento, di una nuova vita.
- Passiamo all’Hotel e dopo passiamo a prendere gli altri – le informò Luca, tornando poi a cullarsi in quelle note amate con Niky. Always All Ways, la loro canzone.
- Andiamo alla Coccinella? – mormorò May osservando la campagna romana svanire per lasciare posto ai grandi e austeri palazzi che incorniciavano il paesaggio della tangenziale.
- Si, abbiamo prenotato li per le otto e mezzo – celiò Luca divertito, osservando con la coda dell’occhio Nicoletta mentre guardava i due biglietti. Non riusciva ad essere arrabbiato con lei, infondo era il sogno di una vita che si realizzava. Lui l’avrebbe aspettata, nel silenzio dell’indifferenza, perchè non voleva essere la persona che le avrebbe impedito di realizzare il proprio destino.
- Chi c’è a cena? – intervenne lei, rimettendo i biglietti in borsa.
- Michele, Giulia, Valeria e Simone – elencò, parcheggiando in seconda fila davanti all’albergo. – Voi fate con calma. Sono ancora le sei, ci vediamo qui alle sette e tre quarti, ok? Tanto per raggiungere i castelli romani ci mettiamo venti minuti. – May era già uscita dalla macchina, mentre Niky incurante dell’automobilista strombazzante dietro loro, diede un lieve bacio sulle labbra al suo ragazzo e scese senza dire niente.

- Non ti farà male allontanarti da lui? – le domandò l’amica, non appena oltrepassarono la porta a vetri dell’Hotel ‘Necropolis’. la ragazza non rispose subito, ci riflettè attentamente.
- Un po’, ma torneremo, no? Non potremmo mica stare in America una vita! – risposta pacata e diplomatica, che fece insospettire May. Niky poteva essere definita in ogni modo, ma gli aggettivi ‘calma’ e ‘diplomatica’ proprio non le si addicevano, neanche per errore.
- Sarà… – annuì accondiscendente la bionda, sistemandosi i capelli con una mossa della mano apparentemente naturale. Arrivarono nella stanza in pochi secondi, entrambe nervose e tese, sapevano che era l’inizio di un’avventura incredibilmente bella. Per lo meno cosi si auguravano.
La mora si accese una sigaretta aprendo la finestra. La sua valigia era pressoché pronta, doveva mettere dentro il beauty e il pigiama, il suo cuore non smetteva di tamburellare nel petto, neanche avesse corso due chilometri in quattro minuti.
- Appena arriviamo in America, voglio vedere subito l’oceano – disse buttando la cenere dentro il posacenere dell’albergo. Già immaginava l’odore di salsedine, il vento, e la confusione delle spiagge Californiane, proprio come nei film, gente in bici, in skate, sui pattini, costumi colorati ovunque, come un grande caleidoscopio sempre in movimento.
- Prima badiamo ad arrivarci in America! – celiò divertita l'altra, lanciando all’amica un pacchetto di gomme e un mascara, entrambi caddero a terra, senza rompersi od aprirsi. Niky era talmente assorta nei suoi pensieri, che non si accorse di niente, neanche che May si era avvicinata a lei. – Mi ascolti? – Le urlò giocosamente davanti al volto, facendola sobbalzare dallo spavento.

*

- Questo è un arrivederci, vero ragazze? – chiese Giulia quasi con le lacrime agli occhi.
- Vediamola cosi: dipende dall’America se ci darà la Greencard – disse Niky tirando fuori le valige dall’auto. Oh, lei sempre cosi dolce e spensierata era da una settimana il ritratto dell’acidità. Non sapeva dire se fosse il nervosismo per le tredici ore di volo, oppure semplicemente la stanchezza di quelle giornate frenetiche.
- Si beh, è un arrivederci – intervenne May ormai abituata a quegli sbalzi d’umore dell’amica.
- Niky ti aspetto prima del Check-In – aggiunse subito dopo, allontanandosi con Simone, Valeria e Giulia. La mora non capì il gesto, fino a quando davanti ai suoi occhi non comparì Luca.
Si ritrovò a cercare vie di fuga, ma forse glie lo doveva… Forse.
Luca era il primo ragazzo di Niky, e anche l’unico, Luca era stata la benedizione per quella ragazzina che credeva ancora nei sogni e nel principe azzurro.
- Allora? – chiese lui passando le mani intorno alla vita della ragazza.
- Allora… - rispose lei abbassando lo sguardo, tutta la grinta stava scemando via. Stava per tornare la ragazzina che non riiusciva neanche a dire “Arrivederci” al proprio ragazzo. Fino a quel momento la partenza era sempre stata lontana, un traguardo sempre più distante da lei. Ma in quel momento tutto il peso della situazione la schiacciò.
- Hey, sono solo tre mesi, ok? Anche se fossero sei o un anno, piccola io ti aspetto! – le sussurrò chinandosi in avanti per poi baciarla. Quando sentì le lacrime di lei scivolare lungo il viso sorrise. – Tu che piangi? Dove è finita la cinica che oggi pomeriggio mi ha eccitato come non mai? – chiese all’orecchio della ragazza, beccandosi un cazzotto sulla spalla in risposta.
- Perché sei venuto? Perché non sei rimasto a Treviso? – chiese lei asciugandosi le lacrime con la maglia nera che indossava.
- E darti la soddisfazione di non farti sentire un vermiciattolo prima di imbarcarti? – domandò lui ridendo.
- Stronzo! – sibilò lei ricambiando quella risata.
- Amore, ascoltami… Io ti aspetto, ci sentiamo ok? Ogni giorno, via mail, via sms, ci chiamiamo… Voglio che però tu ti diverta e ti goda questa vacanza… - Luca avrebbe voluto chiederle di rimanere, di non andarsene, perché dopo sette anni di fidanzamento non era pronto a lasciarla andare. Ma sapeva che se lo avesse fatto, Niky avrebbe rinunciato alla più grande occasione della sua vita: quella di essere felice.
- Si ma cavolo! Parto! – disse la moretta liberandosi da quell’abbraccio che le bruciava come carboni ardenti.
- Si e tornerai anche… Altrimenti ti vengo a prendere, e non scherzo! – se non avesse avuto un lavoro fisso in uno studio legale di Treviso, se non avesse avuto una sua vita più che radicata in quella cittadina del nord Italia, sarebbe partito anche lui. Entrambi sapevano che inevitabilmente le cose sarebbero cambiate.
Si vedevano come minimo quattro volte a settimana, per non parlare delle vacanze, delle gite in moto e di tutto il resto, di come Niky durante le vacanze si trasferiva a casa sua, a come lui la passava a prendere in facoltà la sera a come studiavano gli esami di diritto insieme, finendo sempre per fare l’amore ovunque.
- Hai un’università da finire, la tua vocazione per l’economia non la puoi ignorare – aggiunse Luca, ogni pretesto era quello giusto per rimarcare l’unica cosa che premeva ai due: tornare insieme.
- Ho anche un bellissimo ragazzo rompiscatole da tenere d’occhio! – aggiunse serafica la moretta.
- Esatto! Mi devi tenere d’occhio… Ma io ti aspetto. – e con un ultimo bacio si salutarono, lui aveva promesso di non entrare in Aeroporto, se lo avesse fatto sicuramente Niky non sarebbe più partita, ne lui glie lo avesse permesso.
Un ultimo sguardo e la piccola sagoma della ragazza sparì dietro le vetrate di Fiumicino.

*

[03 Marzo - Los Angeles]
-Bisogna andare a destra!- statuì Niky incrociando le braccia al petto e puntando i piedi sull’asfalto del marciapiede mentre May continuava imperterrita a camminare, verso sinistra.
- Lo sai che ho smesso di ascoltare le tue indicazioni geografiche quando due anni fa non sei riuscita a ritrovare la strada per casa tua… - le rispose l’amica ad alta voce senza la minima intenzione di fermarsi.
Stavano vagando ormai da parecchie ore, cercando una casa, un appartamento, un monolocale, un buco qualunque dove andare ad abitare, ma le cose si stavano dimostrando molto più ardue del previsto: Los Angeles non era una delle loro piccole città italiane non era un posto dove potevi pretendere di visitare un paio di posti in un paio di ore, solo per gli spostamenti bisognava mettere in conto di prendere decine di autobus.
- Non puoi lasciarmi qui…! - si lamentò Nicky sbattendo i piedi a terra.
- Chi mi ama mi segua….- le fece eco May sempre con il naso incollato alla piantina che stava studiando così attentamente. La ragazza mora sbuffò sonoramente buttando le mani al cielo e si mise a correre per raggiungere l’amica.
- Non ti amo sia ben chiaro, ma sono costretta a seguirti! - statuì mentre May reprimeva a stento un sorriso divertito. - Hey May aspetta! – disse Niky all’improvviso, fermandosi davanti un insegna ben precisa.
- Che c’è ora? – chiese leggermente esasperata.
- L’oceano… Da quella parte - disse lei con gli occhi stile gatto degli stivali in Shrek.
- Ok, te lo devo, ma solo perché mi hai assillata con l’Oceano – e cosi presero una strada secondaria, i negozi pieni di cose mai viste, le pizzerie e i bar enormi, con gente di ogni tipo. Camminarono a lungo nella direzione della spiaggia, le valige e lo zaino non aiutavano per niente la situazione, ma erano in America, ogni singolo sforzo valeva l’enorme emozione che provarono arrivando lungo l’oceano.
- Hey May! – urlò Niky pur avendola a qualche passo di distanza.
- Niky siamo in america non nell’ospedale psichiatrico più grande del mondo, smetti di urlare come una pazza e indicare ogni cosa! – disse la biondina scuotendo la testa, era cambiata in sole dodici ore di volo, in Italia Niky era accigliata e sarcastica, e in quel momento era… diversa. Solare, sorridente, emozionata allegra…
- Si beh guarda! Il Luxor! – disse indicandole un residence. – Quello! Noi abiteremo li! – aggiunse tirandole la maglia per la felicità. Non era lussuoso, non era come gli alberghi intorno a quella palazzina. Non era lungo il mare, ma a metà della strada che conduceva all’oceano, e una scritta arancione lampeggiava a intermittenza. “Locali Disponibili”.
- Prima andiamo a sentire quanto vogliono, e poi decideremo se sarà li dove abiteremo. – disse May cercando l’ennesima volta di non far esaltare troppo Niky. Erano state in molti luoghi, ma o non erano disponibili locali, o erano troppo cari o addirittura l’affitto era annuale.
- Ok – annuì lei. – Ma me lo sento, è quello giusto! –
- Niky, hai detto cosi anche le ultime cinque volte… - rise divertita May incamminandosi verso quell’insegna.
L’aria di salsedine le faceva sentire bene, perché era aria Americana quella, c’era molta gente in spiaggia, e le strade erano sempre affollate, i Pick-Up ne facevano da padroni. Come non si poteva stare bene in un posto del genere?
Arrivarono al Luxor, e come sempre prima d’entrare si strinsero la mano a vicenda.
- Buona sera ragazze, posso esservi d’aiuto? – chiese un ragazzo di colore, con i dread di quindici centimetri circa, sparati verso ogni direzione.
- Si, Ciao! – disse May, lei parlava Niky osservava semplicemente, il suo inglese non era poi così perfetto, non come quello dell’amica. – Volevamo se avevate un appartamento, un bilocale, un monolocale, una cantina, una cuccia spaziosa per cane… Un qualcosa d’affittare – chiese facendo ridere il ragazzo, che annuì sorridente.
- Non siete americane vero? – chiese prendendo delle chiavi da una teca di vetro e legno.
- No Italiane! – rispose May sorridente.
- Piacere io sono Dave! – disse il ragazzo porgendo la mano prima a May e poi a Niky.
- Noi siamo May e Niky –
- Allora, ragazze ho un bilocale arredato al terzo piano, e per la vostra felicità c’è l’ascensore! – disse sorridente, avviandosi verso il corridoio.
- Oh – disse Niky sorridente. – Bene! –
- Allora parli! – esclamò il ragazzo premendo il bottone del terzo piano.
- Si un po’ – annui Niky.
- Eccovi l’appartamento. Bilocale per la correttezza –aprì la porta e quello che videro le ragazze non fu un bilocale arredato alla bene e meglio, ma videro la suite reale al Buckingham Palace compresa di fontana e pista da bowling.
- L’affitto è mensile? E soprattutto quanto viene? – chiese May notando Niky con la coda dell’occhio che aveva l’espressione di chi ha trovato un tesoro alla fine di un arcobaleno.
- L’affitto può essere mensile, ma anche settimanale come vi è più comodo, qui si richiede solo l’anticipo di un mese; niente caparra o altro – spiegò Dave tranquillamente.
- Ok, dove è la fregatura? – chiese subito la biondina con cipiglio serio.
- Non c’è fregatura, non è lussuoso, qualche problema con l’acqua e questo è il risultato –
- Quanto viene? – ribatté immediatamente lei.
- Settantacinque dollari a settimana, trecento al mese, più una cifra forfetaria di cinquanta dollari per bollette varia, non intestiamo i conti personali, perché spesso qui la gente si ferma per poco più di un mese. Non c’è possibilità di collegarsi a internet, ma Los Angeles ormai è per il 90% una città Wi-Fi… - spiegò recitando quel copione che ormai sapeva a memoria.
- Affare fatto! – rispose Niky senza esitazioni, non c’era da esitare fin’ora quella era stata la proposta migliore che avevano vagliato, e non dovevano avere dubbi, si prendeva, con i loro risparmi avrebbero potuto tranquillamente tirare avanti in quel posto per 3 mesi senza lavorare.
- Benissimo! Benvenute al Luxor ragazze! – sorrise lui. – Ora sistematevi e riposatevi, stasera pensiamo ai documenti, va bene? –
- Va benissimo, grazie Dave! – disse May chiudendo la porta.
Uno. Due. Tre.
- Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! – Un urlo di gioia avvolse tutto il terzo piano, tanto che Dave sorrise scendendo le scale. In quella palazzina, per la precisione all’interno 3D due ragazze stavano vivendo il proprio sogno, abbracciate ed esauste per il lungo viaggio.
- Allora, che ore sono? – chiese May staccandosi dalla moretta.
- Sono le 18.34 – rispose leggendo l’orologio.
- Perfetto, io direi che avvertiamo casa ci diamo una rinfrescata e andiamo a fare spesa, prendiamo sia da mangiare che la roba per dare una bella pulita! – e come sempre May era il ritratto dell’efficienza, ruolo che si era auto-imposta prima di partire. Infondo erano lontane da casa, in un continente completamente sconosciuto, e non potevano vivere alla giornata…
- Ok capo! – rispose Niky annuendo e cominciando a frugare nella sua borsa per riuscire a trovare il cellulare.
- Chiama con la carta telefonica – disse May porgendogli una schedina argentata. – Devi alzare la cornetta, comporre il codice #3964# aspettare che ti dia la linea, comporre il codice della carta telefonica, e in fine quando senti squillare quello di casa –
- Altro? Devo per caso anche fare un balletto propiziatorio? – chiese lei inarcando il sopracciglio, amava le cose meno complicate e più dirette.
- Non meriti neanche una risposta – sentenziò l’amica scuotendo la testa. – Sbrigati, io vado a darmi una rinfrescata, che fa caldissimo qui! –

- Dave sai dirci un supermercato aperto in zona? – chiesero le due ragazze decisamente più rilassate e sorridenti.
- Si certo, uscite e andate verso sinistra, la seconda traversa a destra e trovare un “Seven-Eleven” che è sempre aperto – spiegò lentamente, per evitare che perdessero dei passaggi o altro, le due ringraziarono, sorrisero e si diressero al supermercato. La spesa fu eccessiva, entrambe ne erano consapevoli, ma non si imposero limiti, almeno per la prima sera, avevano visto cosi tanti prodotti che ricordavano loro telefilm e film visti miliardi di volte. Presero tutto l’occorrente per pulire casa, e anche molto cibo che sicuramente sarebbe finito presto, essendo due ottime forchette a tavola.
- Ragazze! – esclamò Stupito Dave vedendole rientrare con una marea di sacchetti in cartone.
- Aiuto! – chiese Niky sommersa dalla spesa. – Maledetta America con i suoi sacchetti di carta, ma non esistono le buste? – Aggiunse in Italiano, lingua molto più congeniale per le imprecazioni. Immediata e incomprensibile a chi le stava davanti.
- Io te l’avevo detto che era troppa spesa, e ci conveniva fare due viaggi! – la rimproverò bonariamente May con un inglese perfetto.
- Uff – Sbuffò la moretta entrando nell’ascensore con più facilità, Dave gentilmente aveva preso tre cartoni della spesa, e aveva iniziato a salire le scale a piedi. Che ragazzo volenteroso, pensarono entrambe le ragazze che non avevano la benché minima voglia di spostarsi ancora sulle loro gambe.
- Prendimi in braccio… - sospirò Niky una volta che le porte dell’ascensore si erano aperte.
- Ma prendimi in braccio te. Sono stanca quanto te, se non di più… - rispose svogliatamente la biondina senza muovere un passo.
- Che dici, Dave ci porterà in braccio? – il suo inglese migliorava di frase in frase, almeno cosi la pensava Niky che tentava di destreggiarsi con quella lingua tanto amata ma mai imparata. Ma forse era solo la suggestione dettata dalla stanchezza.
- Ma anche no! – fu la serafica risposta del ragazzo di colore, che afferrò le buste a May, che riconoscente gli sorrise.
- Mi stavi più SPASTICO prima! – gli urlò dietro Niky decidendosi ad uscire da quel cubicolo.
- Simpatico Niky, non spastico – attaccò a ridere May prendendo la seconda busta tra le mani della ragazza.
- È uguale, rende bene l’idea! – borbottò la moretta entrando nell’appartamento, e posando la busta vicino alle altre.
- Ci vediamo ragazze! – Dave salutò e richiuse la porta alle sue spalle.
- Gerardo benedica l’I-pod e tutti gli ammennicoli vari! – esclamò Niky tirando fuori dalla valigia, le casse dell’I-pod, attaccò la presa muro, e accese l’amato lettore mp3.
- Che compilation hai messo? – chiese May cominciando a pulire l’armadio con un prodotto disinfettante.
- Dreaming USA – rispose la mora, cominciando a pulire il bagno.
Intanto come sottofondo musicale era partita “Numb – Linkin Park”, le ragazze passarono circa due ore a pulire l’appartamento e a sistemare le loro cose, non parlarono non ne avevano bisogno, bastava l’immenso oceano fuori della finestra a esprimere tutte le loro emozioni. In perfetta sintonia ognuna di loro sapeva quello che andava fatto…

*

[15 Marzo 2007]
Il tempo sembrava volare, la ricerca del lavoro era stata più semplice del previsto, Dave si era rivelato non solo una amministratore gentile e sempre disponibile, ma anche un ottimo consigliere. Grazie a un amico di un amico, era riuscito a trovare un posto di lavoro a entrambe le ragazze nello stesso bar-ristorante. Era un chiosco di discrete dimensioni dal colore rosso, ampio spazio all’aperto con tavolini e panche. Infondo era richiesta bella presenza e spigliatezza due requisiti che Niky e May possedevano indubbiamente.
- Peter! – la voce alterata di May fece tremare il ragazzo, che con il suo solito sorriso melenso ed ebete si voltò verso la biondina.
- Ora vado! – proferì ricoprendo quella semplice frase di glassa e zucchero.
Peter Coehn era, purtroppo per le due ragazze, il loro aiutante, nuovo anche lui del posto si era appena trasferito da Harford. Aveva deciso di frequentare il Los Angeles Art Institute, e anche se aveva una borsa di studio che comprendeva tutto, aveva optato per un lavoretto semplice che gli avrebbe permesso di togliersi qualsiasi sfizio e soprattutto l’ammirare le ragazze in costume praticamente durante tutto il turno di lavoro.
Peter ci aveva già provato con May almeno un miliardo di volte in dieci giorni che si conoscevano, e non contento dei continui rifiuti aveva deciso di incamerare anche quelli di Niky. E a quanto sembrava alle due italiane, anche i continui rifiuti di ogni ragazza che aveva la sfortuna di rivolgergli parola. Di gente strana ne avevano conosciuta in quei giorni, avevano già i primi clienti fissi e anche le prime amicizie, tutte rigorosamente Americane… Diane Fox, ad esempio divenne ben presto il punto di riferimento delle due ragazze, nata e cresciuta nell’elite di orange Country amava la break dance e il rap, conobbe Niky e May a una festa dove si erano imbucate all’ultimo grazie a Dave.
- Niky c’è da servire il tavolo sette! – una voce da dietro le cucine destò la brunetta che era assorta in una delle sue solite macchinazioni mentali.
- Volo! – rispose più prontamente del previsto.
- Vedi di non volare a terra! – Diane le fece eco da dietro le spalle.
- Diane! – esclamò facendo un passo verso la nuova amica, per poi farne un altro in direzione opposta. – Devo servire il sette! Mettiti seduta ti raggiungo subito! – urlò sparendo tra la folla.
Niky non si capacitava di come potesse già essere piena di gente la spiaggia a metà marzo, certo il clima in California era decisamente alto, si sfioravano già i venti gradi in piena primavera, figurarsi in estate quanto doveva essere caldo.
- Eccomi! – fu May ad arrivare per prima al tavolo occupato da Diane e i suoi amici. – Ciao ragazzi! – sorrise amabilmente a tutta la tavolata, sfilando il palmare che usava per fare le ordinazioni. Ennesima postilla a favore della grande America, anche un’attività di modeste dimensioni, come il “Crazy Beach”, vantava di una sofisticata apparecchiatura per le ordinazioni.
- Mi hai rubato il cliente! – esclamò Niky comparendo alle spalle dell’amica.
- Che ci vuoi fare, i tuoi riflessi sono decisamente lenti.– le rispose giocosamente May.
- Si, ok qui c’è gente che ha fame! – le interrupe James.
- James! – esclamarono le due ragazze insieme a Diane, facendo scoppiare a ridere tutti gli altri.
- Ok, tu May pensa qui, io vado a servire quello con il chiodo in pelle! – annuì Niky schizzando via su quei pattini a rotelle che tanto amava.
- Ricapitolando: quattro coche medie, due aranciate con ghiaccio separato, due caffè e otto hamburger doppi con formaggio e salsa piccante! – ripeté May l’ordine ad alta voce, per evitare errori data la confusione che si era creata nel gruppo d’amici.
- Si perfetto – annuì James soddisfatto.
- Siamo passati anche per dirvi che Venerdi sera c’è un falò a Sud Huntington – disse Diane prima che gli sfuggisse il pensiero dalla mente.
- Domani sera? Noi stacchiamo alle nove, che facciamo il pomeriggio! –
- Perfetto, alle nove e mezzo vi passo a prendere io, che ho palestra – rispose prontamente Hilary un’amabile rossa sempre sorridente.
- Ok, lo dico anche a Niky, ma non credo che ci siano problemi -

From: FlagonGirl@hotmail.it
To: Strazio@hotmail.it
Subject: Yay!
Date: 03 – 19 - 2007 - 11:56:44 AM

Amore!
Scusa se ti rispondo solo ora, ma qui la vita non è frenetica, di più! Il lavoro che abbiamo trovato è bellissimo sai? Non ho fatto più cadere niente dal terzo giorno! Sono o non sono un genio? Si lo sono! Mi manchi un casino, sempre più, beccarti al telefono è sempre difficile, ma dovevi proprio prenderti carico di quel processo? Comunque abbiamo conosciuto un casino di persone sai? La gente qui in America è folle, ma lo è nel vero senso della parola, già dal secondo giorno che ti conoscono ti reputano un grande amico!
Però ho una notizia da darti… Fin’ora rimai tu il più bello! Non c’è storia amore, proprio! Devi startene tranquillo, perché belli e perfetti come te non ne ho trovati.
Domani andiamo in un centro di benessere, dove lavora una ragazza che è cliente fissa del chiosco, ci fa lo sconto del 50%!
Ma sai che qui in America hanno la confezione da un chilo di M&M’s? Ma miseriaccia ladra è quasi introvabile va a ruba! Stiamo cercando di corrompere un magazziniere, per farcele tenere da parte almeno cinque confezioni!
Te come va? Ho saputo che sei uscito un paio di volte con Francesco, come sta? Lorenzo? L’ho sentito l’altro giorno al telefono e mi è sembrato stanco…
Salutami tutti amore! Scappo a lavorare, purtroppo la mia pausa è finita!
Ti amo. Niky

*

- E allora è questo qua… - disse Niky fissando un barattolo appena aperto davanti a loro.
- A quanto pare è proprio questo – convenne May portandosi le mani unite davanti alle labbra, dopo aver posato i gomiti sulle ginocchia. Stavano entrambe sedute a terra, davanti al tavolino che avevano nel salotto/cucina/sala da pranzo; contemplavano quel barattolo da almeno dieci minuti.
- Che delusione… - sbuffò la moretta che si dipinse in volto un broncio da bambina rattristata.
- Ma veramente! – esclamò May richiudendo l’oggetto della delusione.
- Prima il Mashmellow… Poi il burro d’arachidi! – scattò in piedi Niky guardando fuori dalla finestra.
- Non c’è più religione! – aggiunse ridendo May mettendo in dispensa il barattolo, sicura che lì sarebbe rimasto fino alla fine dei giorni.
- Ma certo che il telefilm ingannano proprio! – borbottò la moretta mettendosi a sedere sul divano e accendendo la tv.
- Eh che vita eh! – esclamò May ridendo raggiungendo l’amica.
- Però c’è da dire che gli Hot Dog battono qualunque cosa… - Aggiunse Niky sorniona.
- Si ma tu sei sezna fondo! Te ne sei mangiata sei prima.. No dico sei! E conditi pure con le salse! –
- Devo crescere io! – si difese l’altra ragazza spingendo lateralmente la biondina.
- Ma magari se crescessi in altezza, invece che in larghezza… - soffiò serafica May guardando Niky con la coda dell’occhio per vedere eventuali reazioni da parte dell’amica.
- Chi è l’altro giorno che si voleva mettere i miei jeans della Denny Rose, e non le entravano? – celiò sibillina con un sorrisetto quasi arrogante.
- Si bella mia, ma se continui così saranno storia passata anche per te quei jeans! – rispose May seria per poi scoppiare a ridere insieme all’amica.
- Siamo una bella coppia sai? – commentò Niky accendendo la Tv, sarebbe iniziato da lì a pochi minuti Disperate Housewives, programma che le due non avrebbero perso per niente al mondo.
- La migliore Nana! La migliore! – si stiracchiò May mettendosi comoda sul divano.

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L'Angolo delle Scrittrici!
[Anzi per questo capitolo "el se mio"]

Chi mi conosce sà quanto io ami sprolocquiare, e lo faccio anche al primo capitolo! Ah! Poveri voi! Perchè vorrei dedicare un abbraccio alle mie L&L alle persone che mi hanno fatto sentire sempre a casa, e a volte anche una perfetta padrona di casa... Perchè tutte dalla prima all'ultima mi appoggiano sempre. Ivana, a te dedico in particol modo un moretto tutto pepe, perchè sono fiera di averti attaccato questa passione... A Denny, Macrì, Serena, Claudia, Laura, Cecilia, Hermy, Ema, Emy, Ilaria, Jenny, Dany, Charlie, Korde, Sara... Tutte voi che mai leggerete questa dedica, perchè per la prima volta pubblico qualcosa di non Pottereiano, Grazie. Ragazze.

   
 
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