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Autore: Miss V Blackmore    06/02/2008    5 recensioni
La vita è il viaggio, non è la destinazione, non ci sono solo errori ma anche occasioni da cogliere al volo. Quando sei in tour non è tutto sempre facile. Centinaia di persone entrano nella tua vita, alcune lasciano il segno, altre le dimentichi pensando già al tour successivo. La vita di una Band non è mai semplice, tra amicizia, amore e follia. Due ragazze italiane alle prese con un sogno diventato realtà. Gli Avenged Sevenfold da ogni punto di vista, le loro storie, i loro sbagli, il loro fantastico mondo. L’incredibile impresa di poter sfiorar eil cielo con un dito, dimenticandosi di essere chiusi in una gabbia imposta da noi stessi. Non è mai troppo tardi per respirare, per sperimentare cose nuove, e tornare a vivere. Non è mai troppo tardi per niente. Bisogna solo aspettare un nuovo giorno…
[Scritta a 4 mani da me, e Dreamy_Vale. Fino al Capitolo 25]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scritto da: Vale

Come on, here’s your chance
Don’t let it slip right through your hands
Are you ready for the ride of your life?
Your dreams are riding on the wind
Just reach out and pull them in and
Get ready for the ride of your life
The ride of your life

John Gregory – Ride of your life

[8 aprile 2007 - Los Angeles]
Era una giornata calda, anzi, mite, ma May stava morendo di freddo, nascosta sotto le coperte, la testa che le pulsava affondata nel cuscino: aprile, pieno aprile e lei era a letto con l’influenza! Erano in America da poco più di un mese, vivevano sempre nel solito appartamentino, quel bilocale dove l’acqua calda andava un giorno sì e dodici no, quello dove il riscaldamento, d’inverno, non avrebbe di certo funzionato.
Nonostante tutto però erano felici come non lo erano mai state, erano in America, a Los Angeles per la precisione, avevano trovato entrambe lavoro in un piccolo locale sulla spiaggia che permetteva loro di mantenersi e Niky aveva anche iniziato a seguire un corso d’inglese che sarebbe finito proprio quella settimana. Le cose andavano bene, avevano conosciuto tantissima gente e si erano ambientate alla perfezione nella vita dell’Orange County, tra una festa e una serata di lavoro sentivano di aver fatto la scelta giusta a prendere quell’aereo.
May era annebbiata da qualche linea di febbre e dal raffreddore, e sentì a malapena la voce di Niky che le diceva che stava uscendo per andare al lavoro, lei si era fatta sostituire; borbottò qualcosa e si girò dall’altra parte sperandosi di rimettersi a dormire.

Non sapeva che ore fossero, di certo troppo tardi, o troppo presto a seconda dei punti di vista, aveva sonno e la sua mente era ancora ottenebrata dalla luce che era stata accesa all’improvviso nella sua camera, senza darle nemmeno il tempo di riprendere conoscenza.
-Dio ti maledica Niky… Sei più fastidiosa della peste.- sbottò la ragazza sentendo la sua amica che parlava ad una velocità esagerata lanciandosi sul suo letto con in mano dei volantini.
Non riusciva a capire molto, se non che sembrava che la febbre le fosse passata perchè non sentiva più la testa scoppiarle per il calore ma solo per la raffica di parole che la sua migliore amica le stava sparando nell’orecchio.
-TIME OUT!- esclamò May ad alta voce riuscendo finalmente a zittirla un attimo –Ti sei drogata? Anfetamine? Ecstasy? Hai preso qualcosa?- le chiese seria stropicciandosi gli occhi.
-No! Meglio!- rispose la sua amica passandole uno dei foglietti che teneva in mano, con un sorriso indescrivibile.
May si scostò i capelli dalla fronte e iniziò a leggere.

Music Madness Tour
03 maggio -15 novembre 2007

Cercasi ragazzi/e possibilmente giovani e appassionati di musica per lavorare nel backstage di un tour che partirà da Los Angeles il 03 maggio 2007 spostandosi in giro per Stati Uniti e Canada fino a terminare a New York il 15 novembre 2007.
Si richiedono inoltre membri della security e del settore contabile.
Presentarsi Martedì 17 aprile alle ore 10.00 al 105 di W Olympic Blvd con valido documento di identità.

Curricculum non richiesto.

-Wow…- commentò May senza staccare gli occhi dal volantino –Wow!- ripetè di nuovo con un sorriso –Avranno bisogno di un casino di gente, possiamo provare!- continuò rivolta all’amica.
-Esatto! Dobbiamo provare… Anche perchè non ti ho ancora detto una cosa…- sorrise la moretta passandole un secondo voltantino.

Music Madness Tour
03 maggio -15 novembre 2007

Main permormances for all the tour
Avenged Sevenfold & Lostprophets

With special appearance by
My Chemical Romance, Lacuna Coil, Three Days Grace, The Used, Evanescence, Linkin Park, Muse, 30 Seconds to Mars, Good Charlotte, HIM and many more

-OK… Mi prendi per il culo giusto?- chiese la bionda fissando Niky incredula, su quel volantino c’erano esattamente tutti i nomi dei gruppi che lei aveva sul suo lettore mp3 a partire dai due che avrebbero capeggiato tutto il tour, gli Avenged Sevenfold e i Lostprophets.
Si fermò per un attimo a fissare quel foglietto di carta, doveva per forza essere uno scherzo, perchè cose come quelle succedono solo nelle fan-fiction, al massimo in qualche film… Certo nella sua testa erano successe una decina di volte ma quella era la realtà e quindi non era possibile che proprio quei due gruppi facessero un tour insieme, e che lei avesse anche la benché minima possibilità di pensare di far parte dello staff.
-Ti giuro che non ti prendo per il culo! Lo giuro sui capelli di Ian!- esclamò la sua amica ricevendo un’occhiataccia da May, questa fissazione di Niky per i Lostprophets non avrebbe portato a niente di buono… O forse sì visto che aveva portato quel volantino tra le sue mani.
-Martedì 17 aprile….- Ripetè May ancora una volta.
-Andiamo vero? Cioè non possiamo non provarci!- esclamò la moretta prendendole la mano.
-Ovvio che andiamo! È da andare solo per i nomi di questo cazzo di volantino e poi ci giriamo spesate e pagate gli Stati Uniti! Scusa se è poco!- rispose la bionda.
-Ok dobbiamo farci prendere dobbiamo farci prendere assolutamente!- disse Niky iniziando a saltare sul letto.
-Appunto dobbiamo farci prendere e per farci prendere tu non devi sembrare un’invasata che potrebbe senza troppi problemi spiare Ian Watkins con tanto di visore notturno! Devi controllarti o non ci prendono neanche morte!- le spiegò May e Niky si fermò guardandola tutta seria.
-Ian? Ian chi? Mai sentito nominare!- le disse mettendo su la sua faccia più convincente, quella con cui sembrava davvero una che non aveva mai sentito parlare di Avenged Sevenfold o Lostprophets.
-Vedo che miglioriamo!- la prese in giro lei ridendo.
-Sono un tipo molto normale se voglio!- si difese Niky saltando in piedi.
-Ok, adesso devo seriamente dormire, ma domani ne riparliamo!- le disse ributtandosi a letto.
-Certo che ne riparliamo! Ho intenzione di parlarne per il resto della mia vita!- rispose Niky mandandole un bacio tutta felice ed uscendo dalla sua stanza dopo aver chiuso la luce.
Non doveva illudersi, c’era già Niky a farlo e ci mancava solo che lo facesse anche lei, ci sarebbero state mille persone a quella sottospecie di colloquio, di certo individui più grossi e scafati di loro, che a fare il lavoro dei facchini, come probabilmente le avrebbero messe a fare, avevano un’attitudine più spiccata.
Non potevano spacciarsi per aspiranti membri della security visto la loro stazza, e di certo non poteva farsi prendere nel settore contabile, visto che lei è l’economia viaggiavano da anni su due binari paralleli e anzi lei cercava di starsene a debita distanza.
In Italia aveva studiato legge e gli unici esami di economia che aveva fatto erano stati una vera difficoltà, ma magari Niky sarebbe stata più adatta, due anni di economia li aveva fatti, magari qualcosa di contabilità se lo ricordava.
Chiuse gli occhi ma non aveva più tanto sonno e così si allungò per prendere il suo lettore mp3 facendo partire una canzone che andava molto d’accordo con quel momento, ed infatti pochi secondi dopo i Three Days Grace iniziarono a cantare nei suoi auricolari.

Even if I say
It’ll be alright
Still I hear you say
You want to end your life
Now and again we try
To just stay alive
Maybe we’ll turn it all around
‘Cause it’s not too late
It’s never too late

*

[17 aprile 2007 - Colloquio]
105 di W Olympic Blvd: erano dieci meno un quarto, Niky e May su trovavano in coda, insieme ad altre decine di ragazzi per il famoso colloquio, IL colloquio, quello che, se tutto fosse andato bene, avrebbe permesso loro di stare in giro per l’America, spesate, per quasi sei mesi, come staff di un enorme tour a cui avrebbero partecipato, tra l’altro, alcune delle loro band preferite.
May continuava a ripetersi che non le avrebbero mai prese.
Niky continuava a ripetersi che le avrebbero prese sicuramente.
Si bilanciavano, anche in quello, se una sperava in qualcosa di apparentemente impossibile l’altra doveva ricoprire il ruolo delle cinica pessimista convinta che le cose non sarebbero andate nel verso giusto,e viceversa.
Era una cosa strana, per molti forse quasi impensabile che due persone potessero essere a tratti tanto diverse e allo stesso tempo tanto uguali da vivere una vita che sembrava una ma divisa in due, la realista e la sognatrice, poteva sembrare, ma chi le conosceva bene le inquadrava come la sognatrice con la testa fra le nuvole e la sognatrice completamente persa nel suo mondo.
Sì, erano entrambe due sognatrici, due che avevano comprato un biglietto di sola andata per l’America preoccupandosi di prenotare solo i primi quattro giorni di albergo, senza poi pensare a quello che sarebbe successo dopo, convinte che da qualche parte sarebbero arrivate, che avrebbero trovato quel loro sogno a stelle e strisce.
Le avevano chiamate ingenue in tanti, ma al momento erano loro ad essere in vantaggio, erano loro a essere in coda per ottenere quello che sembrava essere il lavoro perfetto, mentre tutti gli altri che le avevano prese in giro erano a un oceano di distanza, in Italia a condurre la loro monotona vita.
Mancavano cinque e persone e poi sarebbe stato il turno di May, poi quello di Niky, i colloqui avvenivano individualmente e la moretta aveva insistito perchè May andasse per prima, una volta uscita non voleva rimanere da sola ad aspettare e, in questo modo l’amica sarebbe stata già fuori pronta a farla sfogare.
Passarono venti minuti, poi, quello che avevano soprannominato ‘l’uomo dei colloqui’ uscì dalla stanza chiamando Marianna Falsetti e May entrò nel ufficio dove erano stati già tanti ragazzi prima di lei.
-Allora, intanto piacere io sono Jack!- si presentò l’uomo, aveva un sorriso rassicurante, due profondi occhi scuri una chioma di capelli castani e ribelli che ricadevano sulla fronte, la barba incolta e una espressione di chi sa come godersi la vita: in ogni momento.
-Marianna, o meglio May, piacere- rispose la ragazza stringendogli la mano.
-May…- sorrise lui guardando le fotocopie del documento di identità che la ragazza aveva preparato e gli altri documenti che erano richiesti; -Italiana!- esclamò sorpreso.
-Sì, arrivata da poco!- sorrise, era nervosa, non aveva idea di cosa avrebbero potuto chiederle ad un simile colloquio, e sapeva che avrebbe dovuto improvvisare.
-Perchè vuoi lavorare in questo tour?- chiese Jack senza mezzi termini, era la domanda che aveva fatto a tutti, in quel genere di lavoro chiunque sarebbe andato bene, la discriminante era senza dubbio la motivazione, uno privo di amore per la musica o che decideva di provare ad ottenere il posto solo per i soldi non era adatto a stare on the road per sei mesi, a contatto con persone mai viste, con musicisti che magari non sempre sarebbero stati carini e disponibili, ci voleva una motivazione, qualcosa.
-Mi sta prendendo in giro? Ma ha visto i nomi dei gruppi che suoneranno? Già quella mi sembra una motivazione più che sufficiente per volerci lavorare!- rise la ragazza contagiando anche il suo interlocutore, non era male come prima motivazione, l’aveva già sentita nel corso della giornata ma era venuta fuori bene. –E poi sono appena arrivata e viaggiare per l’America on the road in questo modo è una cosa che ho sempre sperato di fare, da quella volta che ho girato tutta la Francia in tenda, certo ok gli Stati Uniti sono un po’ più grandi ma appunto per questo è un’esperienza da provare, no? E poi non ho problemi a relazionarmi con la gente, non conosco nessuno qui in America e direi che vivere sei mesi con un gruppo di facce nuove è il miglior modo per farmi degli amici.- spiegò la ragazza fermandosi un attimo –Ma a essere proprio sincera sincera sincera le band che suonano sono decisamente la motivazione principale…!- rise e ancora una volta Jack trovò degna di nota la sincerità della ragazza, non aveva detto niente di originale, o di particolarmente incisivo, ma il modo in cui l’aveva detto era stato accattivante, o forse ipnotico visto che non aveva smesso un secondo di gesticolare, forse a causa del nervosismo.
-Ok, direi che questo è sufficiente…- disse Jack appuntandosi un paio di cose.
-Tutto qui?- chiese May esterrefatta.
-Cosa pensavi che ti chiedessi scusa?- ribattè l’uomo, tutti gli altri se n’erano andati nervosi e imbarazzati alzandosi subito e ringraziando cortesemente.
-Non ne ho idea!- rispose lei –Boh, gruppo sanguigno, codice fiscale, non saprei qualcosa di più!- sorrise alzandosi e porgendogli la mano –Grazie!-.
-In settimana contatteremo i fortunati vincitori!- spiegò Jack e May si fermò un attimo.
-Senta, non voglio sembrare eccessiva…- disse sospirando -…La Nana che sta per entrare è con me, non è che se lo segna? Del tipo che ci fate fare la stessa fine gentilmente?- continuò mentre l’uomo davanti a lei scoppiava a ridere di gusto.
Non gli era ancora capitato di trovare qualcuno che chiedeva di associare il proprio destino ad un’altra persona, né nel bene né nel male.
-Ok, vi prendo o vi lascio!- commentò scrivendo sul foglio di May la cosa.
-Ecco magari veda di prenderci!- scherzò la ragazza alzando nuovamente la mano in segno di saluto e uscendo.
Niky guardò l’amica che le sorrise –Vai e colpisci Nana, basta che lo stordisci con i tuoi fiumi di parole e siamo dentro!- scherzò la biondina facendole l’occhiolino, mentre Jack chiamava Nicoletta Bianchi facendola accomodare.
-Voci di corridoio mi dicono che sei amica di quella di prima…- disse l’uomo dopo essersi presentato.
-Anima gemella!- statuì Niky senza neanche pensarci, era una precisazione che faceva sempre e che le venne del tutto naturale, si morse la lingua mentre il suo interlocutore sorrideva divertito.
-Italiana anche tu, i documenti sono a posto, dimmi un po’ Niky… Posso chiamarti Niky?- si fermò e la moretta annuì – Perchè vuoi lavorare in questo tour?- chiese anche a lei, come da copione.
-Mi sta prendendo in giro? Ma ha visto i nomi dei gruppi che suoneranno? Già quella mi sembra una motivazione più che sufficiente per volerci lavorare!- esclamò lei ricalcando le stesse identiche parole che aveva pronunciato May pochi minuti prima e Jack si mise a ridere, perchè si vedeva chiaramente che la cosa non era voluta, o preparata, ma che la frase era uscita dalla bocca della ragazza con una spontaneità disarmante.
Niky lo guardò dubbiosa, non sapeva se l’averlo fatto ridere fosse un segno positivo, o negativo.
- È una bella risposta! Mi ha colpito la prima volta e anche la seconda…- commentò l’uomo – Altro da aggiungere?- chiese.
-Sì!- rispose lei troppo velocemente senza nemmeno pensarci e poi si fermò a riflettere – Girare l’America a bordo di un tourbus? In mezzo a cantanti, chitarristi e amanti della musica pazzi probabilmente tanto quanto me? Ho vent’anni è ovvio che questa è la motivazione principale! Se ne avessi qualcuno di più magari le direi che voglio fare esperienza ma a essere sincera devo ammettere che il mio primo pensiero è buttarmi a pieno in questa avventura e basta poi quello che verrà verrà e mi creda non perchè io non abbia prospettive, giuro che da qualche parte le ho… Solo che… Wow un tour di sei mesi? Cioè si metta nei miei panni, torni a essere ventenne e con questo non voglio dire che lei sia vecchio perchè mi creda non lo è e se lo è non lo dimostra assolutamente, ma comunque quello che volevo dire e che se si ricorda i suoi venti anni sono sicuro che capirà perfettamente perchè voglio essere presa!- statuì la ragazzina tutto d’un fiato travolgendo l’uomo che stava davanti a lei che la fissava ammirato.
- Ho iniziato a girare per tour e concerti che avevo appena compiuto vent’anni in effetti…- commentò con un sorriso e poi si alzò porgendole la mano –Bella risposta Nana!- disse usando l’espressione usata dalla biondina nel colloquio precedente.
Niky si alzò stringendogli la mano –Senta…- iniziò a dire.
-Tu sei con quella di prima, ti farò fare la sua stessa fine, un prendere o lasciare per entrambe e sarebbe meglio se io vi prendessi!- la interruppe Jack guardandola e Niky lo fissò a bocca aperta annuendo e poi sorridendo.
-Grazie…- riuscì solo a dire vagamente imbarazzata prima di uscire dalla stanza.

*

[19 Aprile 2007 - Los Angeles]
- Auguriiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!- urlò Niky saltando sul letto di May di peso, erano solo le nove, la moretta era sveglia da due ore e si era costretta ad aspettare almeno un po’, perchè se avesse svegliato l’amica alle sette del mattino, compleanno o non compleanno l’avrebbe comunque uccisa.
-Nanaaaaaaaa!- rise la ragazza rigirandosi e abbracciando l’amica.
-Il tuo compleanno, il nostro primo compleanno americano!- continuò Niky tutta esaltata distendendosi accanto all’amica. Erano felici, indubbiamente felici, vivevano in bilocale dove l’acqua calda funzionava a giorni alterni, dove i muri erano così fini da farti sentire le zanzare che ronzavano nell’appartamento a fianco, dove per aprire la porta dovevi girare la chiave di tre quarti, dare un calcio al cardine e girare la l’ultimo quarto, ma erano felici da morire.
Perchè avevano un lavoro tutto loro, perchè si mantenevano, perchè avevano fatto un colloquio per un tour per cui probabilmente non le avrebbero richiamate, ma intanto ci avevano provato e forse quello bastava, perchè oggi era il ventiquattresimo compleanno di May e l’avrebbero festeggiato a dovere.
-Abbiamo un piano vero?- rise la biondina.
-Certo!- rispose Niky mettendosi a sedere di scatto; -Tra un po’ andiamo a fare la spesa, poi alle 11 abbiamo il turno al bar e stacchiamo alle 17, torniamo a casa festeggiamo io e te e alle 21 andiamo alla festa con Diane e gli altri!- spiego la moretta tutta contenta di avere una scaletta dettagliata per tutta la giornata.
-Ok, mi pare perfetto!- commentò la ragazza alzandosi dal letto, -Vado a farmi una doccia, oggi l’acqua calda forse va e poi usciamo!- rise stiracchiandosi. Si sentiva proprio rilassata, era una bella giornata, c’era il sole, dalla finestra entrava l’aria fresca del mare, anche se il loro stabile non era propriamente sulla spiaggia, May era di buon umore, così, forse senza un perchè, forse solo perchè si era svegliata bene.
Dopo una doccia veloce si vestì tornando da Niky che era pronta per uscire e lasciarono l’appartamento poco dopo: arrivarono giù nell'atrioe subito Dave le salutò abbracciando la biondina e facendole gli auguri, ci sarebbe stato anche lui alla festa quella sera ovviamente, non poteva mancare, lui era il loro tuttologo, quello che rispondeva a ogni domanda sull’America, rispondeva anche quando non sapeva cosa dire, il più delle volte inventandosi le cose.
La spesa di quel giorno fu ancora più inutile del solito, se normalmente cercavano di comprare almeno una cosa sana ogni cinque concentrati ipercalorici quella mattina diedero invece fondo ai loro sogni, o incubi, più reconditi: budini, gelatine, ghiaccioli, patatine, pollo fritto, panna spray, glassa al cioccolato, sei tipi diversi di Pringles, pizza surgelata, salse piccanti, cibo messicano, dodici bottiglie di birra, una di Martini bianco per May, una di Vodka al cocco per Niky, sei sacchetti di pop-corn, tre scatole di Twinkies, nove di biscotti al cioccolato.
Quella sì che era una spesa con S maiuscola, una di quelle che si fanno solo nei giorni speciali, per speciali festeggiamenti, ed era l’occasione giusta: il compleanno di May, ricorrenza a cui teneva quasi più Niky che la biondina stessa.
Arrivarono a casa depositando tutto in cucina e alle undici in punto, con una puntualità che stupì loro stesse, erano al chiosco con i pattini ai piedi pronte a servire ai tavoli; fortunatamente non fu un una mattinata troppo dura, c’era gente mala situazione non era caotica, e così tra persone che passavano a fare gli auguri a May, hamburger e birre giganti arrivarono le cinque e con le cinque la fine del loro turno di lavoro.
Stavano tornando a casa giocando con una pallina rimbalzina trovata in un sacchetto di patatine quando il cellulare di Niky iniziò a squillare e la ragazza aprì in tutta fretta la borsa per trovarlo prima di perdere la chiamata.
-Pronto?- disse rispondendo quasi all’ultimo.
-Nicoletta Bianchi?- chiese una voce dall’altro capo.
-Sì…- rispose lei stranita guardando May e scrollando le spalle.
-Sono Jack Malloy del Music Madness Tour…-
Niky morì.
In quel preciso momento, alle 17.21 del 19 aprile 2007 Nicoletta Bianchi sentì chiaramente il suo cuore fermarsi con un botto fragoroso.
-Jack… Cioè Signor Malloy… Cioè Jack…- biascicò la moretta mentre May a sentire quel nome fece rimbalzare un po’ troppo la pallina con cui stava continuando a giocare lanciandola in testa a un tizio in bicicletta…
-Jack, facciamo Jack… Ti chiamo per il colloquio, per dirti che, se sei ancora interessata sei dentro!- disse l’uomo con calma mentre Niky sgranava gli occhi.
-Interessata io? Sììììì!!! Ovvio!- urlò la ragazza andando praticamente a sbattere contro una panchina.
rise – Ok, allora ci vediamo il 3 maggio al Los Angeles National Auditorium alle 10, puntuali!-
-Puntualissime! Lo giuro!- esclamò Niky salutando poi Jack e riattaccando.
Non fece quasi neanche a tempo a mettersi ad urlare come avrebbe voluto che la suoneria del telefono di May la bloccò sul nascere e la biondina rispose di scatto.
- Te la aspettavi eh?- risuonò divertita la voce di Jack Malloy dall’altra parte.
- Cazzo ci speravo!- rise –Senza il cazzo…- si corresse poi facendo ridere l’uomo.
- O vi prendevo o vi lasciavo, vi ho prese tutte e due!- continuò l’uomo.
-Oh ha fatto benissimo glielo giuro, siamo due geni, saremo straordinarie, intrepide meravigliose!- esclamò la biondina lasciandosi andare ad una escalation di aggettivi.
-Non ne ho dubbi! 3 Maggio, Los Angeles National Auditorium, ore 10, See you there!- esclamò Jack riattaccando senza darle il tempo di rispondere.
Erano ferme immobili in mezzo a una delle piste ciclabili che correvano lungo la spiaggia, tutte e due con il telefono in mano, tutte e due con le gambe che quasi tremavano, dopo oltre un mese di avventura americana era arrivata.
La svolta.
Quella che avevano aspettato per anni; anche in Italia, e che non c’era mai stata; la botta di fortuna sempre sperata e mai avuta.
Non che si illudessero che la loro vita sarebbe cambiata radicalmente, di certo nessuna delle due lo pensava realmente, ma in quel momento, in quel preciso istante lo pensavano eccome: pensavano che sarebbero potute diventare attrici, modelle, cantanti, astronaute, padrone del mondo con un semplice schiocco di dita. E poco importava se in realtà sarebbero diventate solo facchine in un tour troppo grande per loro, in quel momento era come se avessero rimpicciolito il mondo, facendolo diventare della misura di quella pallina rimbalzina gialla e verde con cui stavano giocando, e l’avessero messo nelle loro mani dicendo: fatene quello che volete.
Gli occhi verde scuro di una mora e quelli verde chiaro di una bionda, si fissarono per una manciata di secondi prima di iniziare a urlare.
Urlare come due matte, saltando e abbracciandosi scontrandosi con ciclisti e pattinatori che passavano loro vicino: Niky, neanche a dirlo, aveva le lacrime agli occhi, May sentiva qualcosa dentro di tanto grande che aveva paura che stesse per esplodere.
Urlarono.
Urlarono per almeno due minuti senza mai smettere con la gente che le guardava e borbottava, le famiglie che le fissavano pensando che fossero ubriache e loro che si rivolgevano a tutti gridando ‘Ci hanno preso, ci hanno preso, ci hanno preso’.
Senza neanche pensarci May prese l’amica per il braccio iniziando a correre verso casa, trascinandola con se, scapicollandosi in ingresso davanti al bancone di Dave a cui si appoggiarono senza fiato.
-Ci hanno prese!- esclamò May mentre il ragazzo le guardava stupito.
-Ci hanno prese al tour!!!!!!!!!!!!!!!!!- urlò Niky saltandogli in braccio mentre lui si metteva a ridere facendo ad entrambe le congratulazioni, poteva affermare senza troppi problemi di non aver mai visto nessuno tanto felice in tutta la sua vita.
L’interno condominio era uscito sui balconi o sui pianerottoli attirato dalla confusione, quasi convinto che ci fosse una festa in corso e invece tutto era dovuto a due nane, alte si e no un metro e una mela, con due polmoni da baritoni che stavano salendo le scale cantando ‘Afterlife’ degli Avenged Sevenfold a squarciagola battendo il tempo con le mani sulla ringhiera.
Entrarono in casa e si lanciarono sul divano letto, quello dove dormiva Niky guardando il soffitto e iniziando a ridere senza un motivo, a ridere così tanto che dopo pochi secondi avevano entrambe le lacrime agli occhi e i muscoli dell’addome doloranti; May si alzò prendendo dal frigo due bottiglie, il Martini e la vodka al cocco tornando poi sul letto e passando la seconda all’amica.
-Al tuo compleanno!- esclamò la moretta quasi senza voce.
-Al Music Madness Tour!- rispose la bionda.
-A un viaggio di sei mesi in giro per l’America.- ribattè l’altra.
-A noi due Nana, perchè cazzo regnamo!- concluse facendo battere la bottiglia contro quella della complice iniziando poi a bere.

Erano le 23 precise di un giovedì sera, no, non un giovedì sera, il giovedì sera, il giovedì compleanno di May, quel giovedì in cui erano state assunte per il lavoro più bello del mondo, un giovedì sera che vedeva Niky e May distese su un lettino attorno alla piscina di casa di Diane ubriache ma decisamente allegre, abbracciate mentre si scambiavano commenti su ogni essere vivente presente a quella festa, ma non normali commenti: ogni volta una delle due indicava un ospite l’altra doveva pensare a una canzone che gli si adattasse e cantare a squarciagola il ritornello.
Se avessero avuto un cappello posato a terra, probabilmente, qualcuno avrebbe anche lanciato loro delle monetine.
C’erano vari esponenti della Los Angeles che contava, amici di Diane, rampolli imbalsamati che guardavano le due ragazze come se fossero aliene, l’altra metà delle persone, invece, quando passava vicino a loro sentendole cantare, si univa al coro: quando, dopo aver visto un tipo con dei capelli biondi e cotonati May aveva intonato ‘The Final Countdown’ degli Europe, l’intera piscina l’aveva seguita ripetendo tre volte il ritornello, quando Niky aveva urlato ‘Like a Virgin’ di Madonna dopo aver intravisto una che, senza un motivo, indossava un abito da sposa, tutta la terrazza sopra di loro aveva tenuto il ritmo senza problemi.
Non c’erano molti dubbi sul fatto che fossero più uniche che rare, sul fatto che fossero due opposti e che forse per questo si fossero attratte, non c’erano dubbi sul fatto che potevano risultare fastidiose, a volte insopportabili, né c’erano dubbi sul fatto che erano divertenti, tremendamente comiche nel novanta per cento dei casi.
Eppure di dubbi su chi fossero quelle due la gente ne aveva tanti, ma li avevano gli altri, quella sera nessuna delle due aveva dubbi su chi fossero, perchè quella sera erano una cosa solo: quelle che regnavano.

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Sito aggiornato *06/06/212*: [Link]

Angolo delle Scrittrici! *_*

Vale:
crazy4frankiero: Grazie per essere stata la prima a lasciare un commento! Sono felice ti piaccia! E speriamo che May e Niky continuino ad appassionarti
SweetSin: Grazie dei complimenti! Fanno davvero piacere anche perchè al progetto ci tengo tanto quanto Ju quindi grazie mille!

Judy:
crazy4frankiero: Grazie mille per i complimenti, spro vivamente di rivederti anche nei prossimi capitoli!
SweetSin: Amoruzzola! Non sai che bello leggere le tue righe... E spero che continuerai a seguirci, sò che con me stai attendendo due benedette date, e ti giuro che arriveranno, se non in Italia in Europa sicuro! Intanto ti lascio un mega-abbraccio e un bacione... Ti adoro tessora!

   
 
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