Ai mane no jutsu

di Hagumi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Primo giorno ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Secondo giorno ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Terzo giorno (prima parte) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

L’unico suono che spezzava il silenzio innaturale della grande biblioteca di Konoha, come sempre deserta, era il ticchettare furioso della penna di Ino sul tavolo di legno. Sakura, sedutale di fronte, la guardava di tanto in tanto alzando lo sguardo dal tomo che stava consultando, cercando di intimarle di starsi ferma. Ma Ino era troppo eccitata da ciò che stavano per fare, e nessuno avrebbe potuto biasimarla.

Sakura sospirò “Ti stai un po’ ferma con quella dannata penna?” sbottò guardando l’amica con malcelato nervosismo. Anzi, diciamo pure che non c’era stato nessun tentativo di celarlo.

Scusa…”farfugliò la seconda, appoggiando la penna sul ripiano liscio e guardandola di rimando. “Trovato niente?” osò chiedere, speranzosa. Il cenno negativo della testa di Sakura però spense il suo entusiasmo. Ancora niente.

*

“Sono un po’ inquieto” confidò Shikamaru agli altri, seduti tutti in fila sul parapetto del ponte sul fiume appena fuori da Konoha. E i ragazzi erano divisi chi alla sua destra, chi alla sua sinistra, ognuno con una canna da pesca in mano, ma tutti poterono udire distintamente la sua “confessione”. Al sentire quelle parole, si illuminarono.

“Cosa? Pensi che stia arrivando un nuovo nemico?” le loro voci suonavano fiduciose. Per quanto fosse triste ammetterlo, la vita era diventata così noiosa dopo la morte di Uchiha Madara e il ritorno di Sasuke che, come nei migliori lieto fine, non rimaneva più niente da fare se non oziare tutto il giorno. L’armonia regnava incontrastata, le nazioni erano alleate ed in pace tra loro, niente guerre, niente demoni, niente ninja potentissimi e, soprattutto, niente mondo da salvare… il nulla assoluto. Gli uccellini cinguettavano felici da parecchi mesi ormai, e quel continuo cantare aveva fatto si che, durante gli allenamenti, molti di loro avessero iniziato a prendersela con i maledetti uccellacci. Così, per cambiare un po’. Le missioni ormai si susseguivano rare e si erano ritrovati a litigare per chi dovesse scortare il cane della signora Nishimoto dall’estetista. Insomma, neanche nelle tragedie greche i protagonisti erano disperati come i nostri.

Shikamaru però sembrò rincuorarli con quell’uscita inaspettata. Il ragazzo teneva la canna da pesca con una mano, mentre l’altra era portata al mento, per massaggiarlo con fare assorto.

“No, niente nuovo nemico. Piuttosto, Sakura e Ino sono rinchiuse da questa mattina in biblioteca…” asserì lui, preoccupato.

“E quindi?” la domanda di Kiba, seduto al suo fianco, sorse spontanea. Tutti assentirono. E quindi?

Il Nara era rassegnato ormai all’ottusità dei propri compagni. “E quindi stanno architettando qualcosa. Non si ritrovavano insieme per studiare da prima di conoscere Sasuke e litigare per lui!” quest’ultimo, tirato in causa, rabbrividì appena. Odiava essere al centro di una diatriba tra donne.

Lee si voltò e li guardò ansioso. “Ieri pomeriggio Tenten ha smesso di allenarsi in anticipo, dicendo che aveva un appuntamento con Hinata e le altre. Io neanche sapevo si sopportassero, invero.” confidò angosciato.

In effetti, tutti sapevano che tra le quattro non è che scorresse chissà quale buon sangue. Ino e Sakura si contendevano Sasuke da secoli, e Tenten detestava Hinata di riflesso, semplicemente perché lei detestava chiunque avesse fatto soffrire Neji.

Dopo un’attenta analisi della situazione, tutti rabbrividirono. Il silenzio scese di nuovo sul gruppetto e furono tutti d’accordo con Shikamaru: le donne stavano architettando qualcosa.

*

“L’ho trovato!” disse improvvisamente Sakura, svegliando Ino che si era accasciata sul tavolo per sonnecchiare un po’. La bionda si svegliò con un sussulto e, meravigliata, si alzò ed aggirò il tavolo per avvicinarsi all’amica.

“Fa vedere…” disse sedendosi accanto alla ragazza dai capelli rosa, tirando appena il librone polveroso verso di lei e scorrendo la pagina indicata da Sakura. Nel farlo, comunque, si portò una manina a tappare il naso, disgustata. “Questo coso puzza di muffa.” Farfugliò con una smorfietta dipinta in volto.

“Questo COSO, come lo chiami tu, è un manufatto antico ed è normale che abbia quest’odore. Non perdere tempo e leggi!” rispose perentorie, allungando un dito e mostrandole il nome di quella cosa che cercavano e che finalmente avevano trovato.

Ai mane no Jutsu – Tecnica di simulazione dell’amore

“Oddio, è lei davvero! Allora la maestra Tsunade non ci prendeva in giro, quando ce ne ha parlato.” Ino era meravigliata.

Questa tecnica, estremamente complessa, permette a chi la utilizza di apparire agli occhi di una persona come l’amore della sua vita per un’intera settimana.

Ino quasi si soffocò con la saliva.

“PER UN'INTERA SETTIMANA!” non riuscì a trattenere quel grido di giubilo.

Scosse la testa, per riacquistare un po’ di contegno.

“D’accordo, d’accordo. Riflettiamo attentamente. Per un ‘intera settimana…  vuol dire… che ha durata di circa centosettanta ore. In quei sette giorni ci si gioca tutto, è così?” chiese titubante all’amica.

Sakura annuì.

“Ti spiego, ho già letto tutto, è molto semplice. Bisogna disegnare sul terreno questo simbolo” ed indicò il sigillo raffigurato sulle pagine del libro “Entrare all’interno dei suoi confini con in mano una ciocca di capelli della persona che vuoi venga… mmm… ‘incantata’, diciamo così” anche se il termine migliore sarebbe stato ‘maledetta’ “bagnata con una goccia del proprio sangue. Fatto questo bisogna rilasciare il chakra impastato tra le mani, tenendole unite e schiacciando la ciocca tra di esse. L’incanto durerà centosessantotto ore e, ovviamente, oltre a poter passare tutto il giorno con quella persona, bisognerà giocare tutte le nostre carte di seduzione in modo che, anche allo scoccare della centosessantanovesima ora, quella persona possa rimanere interessata a noi. Tutto chiaro?”

Ino pendeva dalle sue labbra. Non sembrava neanche troppo complessa. Chissà come mai il libro la definiva così?

Fece spallucce: non le importava affatto. Semplice o complicata, loro l’avrebbero portata a termine e finalmente i loro amati sarebbero stati tutti per loro.

Uscirono dalla biblioteca, per andare alla ricerca delle altre due complici. Ovviamente nessuna della due aveva pensato al piccolo problema che Sasuke era uno solo, e loro erano in due.

Continua…

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Stava camminando avanti e indietro sulla stessa scia da almeno un’ora, il pavimento a breve si sarebbe consumato, e lei ancora non era riuscita a giungere ad una conclusione. Non c’erano soluzioni per quella situazione: Sasuke era uno, e sperare che si sdoppiasse improvvisamente per una durata maggiore del bushin no jutsu era una scemenza.

Sakura aveva espressamente detto che, dato che la tecnica l’aveva trovata lei, toccava a lei utilizzarla su di lui, però Ino non lo trovava affatto giusto. Anche lei era innamorata di Sasuke dai tempi dell’accademia, e Sakura non avrebbe dovuto avanzare certi diritti su di lui, non era proprietà privata.

Però erano tornate ad essere amiche da così poco, che proprio non se la sentiva di litigare ancora una volta con lei per questa storia. Sospirò e, iniziando a sentire la stanchezza nelle gambe, si sedette a terra, sul pavimento della propria camera.

Comunque la madre, gridandole qualcosa dal piano inferiore, spezzò il flusso dei suoi pensieri “Ino! E’ arrivata Tenten, sta salendo da te!”. Dopo pochi istanti sentì i passi della ragazza fuori dalla propria porta, che si aprì rivelando la sua figura longilinea.

“Buongiorno Ino-chan! Ho una sorpresa per te.”

Ino la guardò incuriosita, mentre l’amica si sfilava la giacca bianca e l’appoggiava su una sedia, prima di andarle vicino a sederle di fronte.

“Una sorpresa?” chiese la bionda, sospettosa.

Tenten rise, annuendo con il capo castano. “La soluzione a tutti i tuoi problemi. Giuro!” disse portando la mancina sul cuoricino, strizzandole un occhietto.

Lo sguardo di Ino si illuminò, ma non disse nulla. La brunetta poté esporle tranquillamente il piano, senza interruzioni.

“Allora, voglio essere sincera. Sakura è una cara amica, ma Lee lo è di più. Per me è come un fratello e sono stufa di vederlo soffrire per questo amore non ricambiato. La mia idea è che potresti lasciarle fare il jutsu con i capelli di Sasuke tranquillamente, ma nello stesso momento noi faremo… un contro-jutsu, chiamiamolo così. Lasceremo che Sakura si innamori di Lee, e anche se Sasuke sarà innamorato di lei, lei non potrà stare alle sue avances, perché in quei momenti lei penserà solo a Lee. Nello stesso momento ancora dei primi due jutsu, tu farai il tuo su Sasuke, che sarà si confuso tra voi due, ma dato che Sakura amerà un altro, dovrà scegliere per forza te. Capito?” sorrise trionfale, certa di aver avuto un colpo di genio.

Ino ansimò appena, guardandola stralunata. “Ma sei pazza?” chiese infine, scettica. “Non sappiamo cosa potrebbe succedere nel cervello di Sasuke, se utilizzassimo l’Ai mane su di lui in contemporanea.”

Tenten scrollò le spalle. “E cosa vuoi che possa succede? Di certo non morirà, mal che vada per una delle due potrebbe non funzionare, ed avresti un cinquanta per cento di possibilità che si innamori di te. Sempre meglio che non averne affatto, per non litigare con Sakura.”

La bionda la scrutò impensierita. “Però ci si dovrebbe procurare un campione di sangue di Sakura in modo che, mentre lei sarà altrove a fare il suo jutsu su Sasuke, al contempo noi faremo quello di lei per Lee…”

Tenten annuì. “Lascia fare a me per quello, non c’è problema. Sai come sono brava ad utilizzare gli oggetti da lontano, userò quelle piccole siringhe e… lei probabilmente crederà di essere stata punta da una zanzara!”

Ino aggrottò la fronte, indecisa. No, decisamente non era sicura che la cosa potesse funzionare. Eppure…

Beh, Tenten aveva ragione. Tanto valeva provare, alla fin fine non sarebbe morto nessuno. Non rimaneva altro da fare che procurarsi i capelli e la componente ematica, definire le tempistiche e procedere.

*

Sakura Haruno  era appoggiata con le mani alla staccionata lignea che circondava una villetta, e si nascondeva dietro il suo angolo, lanciando veloci sbirciatine di tanto in tanto dall’altra parte dell’angolo per poi tornare a nascondersi, ansiosa. Ok, era dietro casa di Sasuke, ma proprio non se la sentiva di presentarsi da lui e tirargli un capello. Non perché si vergognasse di tirargli un capello, sia chiaro, per quello bastava una scusa qualsiasi inventata al momento. No, il problema era Ino e la fine di una possibile rapporto civile appena iniziato. Si grattugiò una guancia con le punte delle dita, in attesa di un’idea brillante, ma questa tardava ad arrivare, lasciando solo un fastidioso ronzio all’interno della testa che era praticamente vuota. Se in quel momento qualcuno le avesse fatto un elettroencefalogramma, avrebbe riscontrato una semplice linea completamente piatta.

“Ok. Ora vado!” decise infine e sbucò dal vicolo.

“Sakura-san?” chiese una vocina alle sue spalle, che la fece sobbalzare e tornare al suo nascondiglio con la coda tra le gambe. Il cuore a mille e la fronte imperlata di sudore, si voltò lentamente verso la fonte della voce.

“Hi… Hinata. Qual buon vento… ohohohoh…” rise in modo beota, cercando di trovare una scusa veloce che potesse giustificare la sua presenza dietro casa Uchiha.

Hinata sorrise. “Non ti preoccupare, Sakura-san. Non ho intenzione di dire ad Ino-san che ti sei mossa senza dirci nulla.”

Ovviamente le parole di Hinata non erano minimamente accusatore, la moretta era troppo buona ed ingenua per fare una cosa simile. Eppure Sakura si sentì un verme, di quelli viscidi che si meritano di stare solo sotto terra e non vedere mai la luce del sole.

“D’accordo, lo ammetto. Stavo per agire. Lo so che non è giusto nei confronti di Ino, però…” abbassò lo sguardo sui propri piedi. Però cosa? Non c’era nessun però. Era una traditrice e basta.

Hinata scosse il capo. “Stai tranquilla, davvero. Io non credo che tu stessi facendo una cosa sbagliata. I guerra e in amore tutto è concesso, si dice così, no?” le fece un strizzatina d’occhio e Sakura sorrise, trasportata dal suo ottimismo.

“E poi…” continuò la mora, incuriosendola “… tecnicamente ci sarebbe una cosa riguardante Ino-san di cui vorrei metterti a conoscenza.” disse in un pigolio timido, sperando di star facendo la cosa giusta.

“Riguardo Ino? Qualcosa che non so?” Sakura era davvero sorpresa. Cosa poteva averle tenuto nascosto la sua migliore amica?

Hinata deglutì, alzando le manine ad altezza del viso e facendo toccare tra di loro le punte degli indici, incerta. “Vedi… il fatto è che… ero dietro un albero… stavo… ehm diciamo che stavo riposando… e all’improvviso sento le voci di Naruto-kun e Shikamaru-san…”

Ovviamente, non stava affatto riposando! Ma non poteva certo dire “Stavo spiando Naruto-kun”, no?

“Continua…” disse Sakura, incitandola a proseguire il racconto, dato che l’amica si era fermata e l’aveva guardata titubante.

“… ecco… in pratica… Naruto-kun stava chiedendo a Nara quando avrebbe avuto intenzione di farsi avanti con Ino.”

Sakura rimase a bocca aperta.

“Eh, si. A quanto pare Shikamaru-san ha una cotta per Ino-san dai tempi dell’accademia… però credo che lo sappiano solo Choji-san e Naruto-kun, che sono i suoi migliori amici. Anzi, anche con Naruto-kun continuava a dirgli di farsi gli affari suoi e non dire eresie, e che Ino-san era solo una grande donna-seccatura… si, donna-seccatura, mi pare l’avesse definita così…” Sakura ridacchiò appena “E niente… sai come cerca di fare l’indifferente con tutto, ormai lo conosciamo da tanto. Però Naruto-kun insisteva. E’ questo che mi ha dato da pensare. Quando Naruto-kun pensava che Shikamaru-san e Temari-san stessero insieme, Shikamaru-san dovette ripetergli che si sbagliava solo in un paio di occasioni, e Naruto-kun si arrese. Ma con Ino-san non è così, perché successivamente li ho beccati più volte a parlare di questo e Naruto-kun continuava ad insistere, nonostante le continue risposte negative di Shikamaru-san”

La ragazza dai capelli rosa sorvolò sul perché Hinata li incontrasse sempre per caso, non era il caso di indagare oltre, tanto lo avevano capito tutti che seguiva sempre Naruto di nascosto. Invece la questione di Shikamaru ed Ino la incuriosì davvero tanto.

“E così al nostro caro Nara piace Ino, eh?” disse con un sorriso furbetto che lentamente le affiorò sulle labbra. Ridacchiò appena, con un che di malefico. “Molto bene. Vuol dire che potrei fare qualcosa… insomma… povero Shikamaru, mi fa così tanta pena…”

Eh già. Davvero tanta pena.

Continua…

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Celiane4ever – Eeehhhh… ci sei andata quasi vicina alla soluzione, mi sa ;)

Grazie a tutti per le letture *_* Sono state davvero tante, in così poco tempo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Sasuke Uchiha stava facendo la spesa, ebbene si. Uscì dall’ennesimo negozio con un sacchetto pieno di frutta tenuto con un braccio, mentre un’altra busta con gli altri viveri pendeva dalla mano destra. Camminava guardandosi attorno pensieroso, come rinvigorito. Konoha gli era mancata più del previsto, e più del dovuto. Era stato per troppo tempo dalla parte sbagliata, eppure tutti l’avevano perdonato e l’avevano accolto come se fosse stato solo a fare un lungo viaggetto all’estero. Insomma, era tornato a casa, e non c’era più nulla che potesse perturbare la sua salute mentale.

Almeno per ora.

*

“Ok, sono pronta.” disse Sakura, con un voce non troppo sicura, sistemando appena la fascia della foglia che portava sul capo rosa, prima di chiudere gli occhi e compiere un passo in avanti, entrando nel cerchio tracciato sul terreno del boschetto appena fuori dal villaggio.

Hinata era con lei, e si apprestava a fare la stessa identica cosa in un cerchio tracciato accanto a quello dell’amica.

Entrambe stringevano tra le mani un capello, biondo per Hinata e nero per Sakura. Inoltre, nell’astuccio che portava in vita, la ragazza dai capelli rosa deteneva un altro capello, racchiuso in una boccetta per evitare di perderlo. Era il capello di Shikamaru Nara, che aveva conquistato non senza difficoltà.

Sospirarono insieme, riaprirono gli occhi e i guardarono per un istante, incerte. Si sorrisero, come per infondersi coraggio a vicenda, non pochi dubbi le avevano tormentate nel periodo da quando avevano deciso di fare quella follia. Hinata era stata quella più assillata dal tarlo del dubbio, tra le due. Continuava a dire che non poteva fare questo a Naruto, che voleva essere amata senza dover utilizzare certi giochetti. Tuttavia era stata convinta da una minaccia di Sakura, che le aveva detto chiaro e tondo di sbrigarsi a conquistarlo, perché lei personalmente non voleva rimanere zitella, e se le cose con Sasuke non fossero andate in porto avrebbe potuto iniziare ad accettare le avances di Naruto. Ovviamente, era tutta una bugia preparata ad hoc, solo per convincere la mora, che ci era cascata in pieno e si era fatta coraggio. Non poteva farsi soffiare Naruto in quel modo, non dopo tanti anni che lo aveva osservato e amato in silenzio.

Così, giunse il momento di procedere.

Trassero un lungo e profondo respiro, prima di guardare con decisione dinnanzi a sé ed esclamare con voce sicura “AI MANE NO JUTSU!”, tenendo le mani congiunte ad altezza del cuore e premendo fermamente il capello tra i palmi, mischiato ad una goccia del proprio sangue.

Un forte vento si alzò d’improvviso e le circondò, mentre il chakra fluiva con forza fuori dalle porte del chakra e compivano la maledizione, perché per quanto cercassero di chiamarla con nomi graziosi, rimaneva una maledizione, sempre e comunque.

La folata terminò qualche istante dopo, abbandonandole ed allontanandosi, lasciandole stremate e confuse. Non percepivano alcun cambiamento in se stesse, e non riuscivano a capire se il jutsu avesse funzionato o meno.

Ad ogni modo, Sakura si riposò qualche minuto, prima di procedere con il jutsu seguente, quello per l’amica. O forse per se stessa.

Nello stesso istante, in un altro angolo della città, Naruto Uzumaki fu avvolto dalla stessa brezza che soffiò qualcosa nelle sue orecchie, sussurrandogli parole comprensibili solo a lui. E immediatamente fu preso dall’incontenibile voglia di dichiarare il proprio, immenso amore alla bellissima Hinata Hyuga.

Per Sasuke Uchiha e Shikamaru Nara, invece, non vi fu alcun cambiamento.

Cosa era andato storto nei jutsu di Sakura?

*

“Allora Tenten, com’è andata?” chiese una Ino più che mai esausta, accasciandosi sul terreno e rimanendo all’interno del cerchio tracciato al suolo per un po’. Quel jutsu aveva consumato tutte le sue forze, e l’aveva ridotta ad uno straccio inservibile.

Tenten, dal canto suo, non era messa molto meglio. Anche lei si era lasciata cadere per terra ed era più che mai affannata.

“Non so. Non ho avvertito alcun cambiamento… e tu?” chiese, guardando l’amica che nel frattempo stava gettando via i capelli utilizzati, sia quello di Sasuke,bagnato col proprio sangue, che quello di Sakura, imbrattato del sangue di Rock Lee.

Ino fece spallucce. “Non so. Dovremmo percepire qualcosa?” chiese di rimando, sdraiandosi supina ed iniziando ad osservare le nuvole, stancamente, appoggiando la testa sulle braccia incrociate dietro di essa. In quel momento si sentiva un po’ come Shikamaru, un perenne apatico a cui piaceva osservare le nuvole tutto il giorno.

“Sono esausta. Credo che andrò a casa a farmi una doccia fredda, mi sento a pezzi.” disse la brunetta, facendosi leva sulle manine appoggiate al suolo per cercare di rialzarsi, ma sentiva i muscoli tutti indolenziti. “Accidenti, questa roba mi ha succhiato via dieci anni di vita…” borbottò, portandosi in piedi a fatica.

Ino si trovò perfettamente d’accordo. Non pensava che si sarebbe sentita così sfasciata dopo, poi lei ne aveva fatti addirittura due e correva il rischio di non poter approfittare della settimana propizia perché sentiva le forze pian pano abbandonarla. “Ino? Ehi… Ino…” la voce di Tenten che la chiamava l’abbandonò quasi subito e cadde in un sonno profondo e senza sogni. Fu così che si addormentò, cullata dal vento e dalle canto delle cicale.

*

Naruto stava passeggiando per le vie del villaggio, uno strano sorriso stampato in volto ed una grossa giunchiglia, bianca e profumatissima, stretta tra le mani. Una giunchiglia?

Sorridendo in modo piuttosto beota, Ino si affacciò dalla porta del negozio di fiori dei genitori e guardò Naruto di spalle allontanarsi. Lei sapeva perfettamente per chi fosse quel fiore. Oohh, se lo sapeva!

Hinata era seduta su un muretto, le manine incrociate poste in grembo e lo sguardo basso, quasi sconsolato.

“Non ha funzionato…” borbottò piano, sospirando con un lamento impercettibile. Fu solo quando nel suo campo visivo entrò un bellissimo fiore che rialzò la testa e guardo il ragazzo di fronte a lei, stralunata.

“Un fiore, per un fiore.” disse lui, sorridendole con dolcezza ed alzando l’altra mano per accarezzarle il bel viso, normalmente dal colorito bianchissimo e ora invece rosso come il fuoco.

Na… Na… Naruto-kun…” disse in un soffio lei, sentendo le proprie guance andare a fuoco fin dietro alle orecchie. Era incredula. Non pensava che avrebbe funzionato davvero, anzi non ci aveva mai creduto fino in fondo. Sorrise appena, prima di perdere i sensi per lo shock e cadere all’indietro, giù dal muretto.

Non batté la testa a terra perché Naruto, con i suoi riflessi veloci, saltò l’ostacolo e si portò dietro di le, accogliendola nel proprio abbraccio. L’ultima cosa che sentì prima di perdere definitivamente i sensi era quel profumo delizioso che la pelle abbronzata del biondo emanava e che le inebriava i polmoni.

*

“Buongiorno, Sakura!” disse con un sorriso Ino, guardando l’amica dai capelli rosa entrare, con un sorriso altrettanto radioso stampato in volto.

“Ehi Ino. Ho visto Hinata e Naruto per la strada, mentre venivo qui. Lei era svenuta e lui la teneva tra le braccia.” Il tono di voce era assolutamente deliziato. “Pare che per lei abbia funzionato. Sono davvero felice, era tanto che sognava questo giorno,vero?”

Ino annuì, sospirando. Già. Ma cosa ne era invece del suo, di sogno? Perché Sasuke non era ancora entrato da quella porta e… Il flusso dei suoi pensieri si bloccò quando il campanello della porta trillò allegramente, annunciando l’entrata di un cliente.

“Benvenuto!” disse Ino guardando speranzosa verso l’uscio, attirando l’attenzione di Sakura. Quest’ultima era certa che Ino non avesse fatto il jutsu, quella mattina, perché così le aveva promesso. E allora cos’era quell’ansia che l’attorniava? Che le avesse mentito?

Comunque il sogno di Ino si infranse quasi subito. Non era Sasuke. Era solo quella lagna ambulante di Shikamaru.

Ah… sei tu.” borbottò imbronciata.

Shikamaru guardò perplesso le due ragazze. “Tsk… scusami se non mi chiamo Sasuke Uchiha…” rispose questo, con un sorriso strano. Ino non se ne accorse, ma Sakura lo avrebbe classificato facilmente nella categoria “amarezza”. Sorrise, chiedendosi se il suo jutsu avesse fatto effetto. In questo caso, a breve avrebbe assistito probabilmente ad una scena da panico, la dichiarazione del Nara in diretta. Uau! Peccato non avere i pop-corn con sé.

“Beh, cosa c’è Shika?” chiese la bionda, sospirando. Non c’era motivo di trattare male Shikamaru, dopotutto non le aveva fatto niente.

“Niente, in realtà cercavo lei.” disse alzando la mancina a mezz’aria ed indicando Sakura con l’indice.

Sakuta sbatacchiò le palpebre un paio di volte, incredule. Oh-ho… non è che aveva sbagliato a mischiare capelli e sangue? Dopotutto erano entrambi neri e… Scosse la testa, cercando di calmarsi ed assumere un’aria naturale. Figurarsi se Shikamaru Nara potesse innamorarsi di lei. Questa era follia pura!

Ehm… Ah… certo Nara, dimmi tutto.”

“Ti va di venire a fare un giro?” chiese lui guardando altrove, toccandosi la nuca con una mano con fare impacciato.

Ino sgranò gli occhi, mentre Sakura avrebbe solo voluto sotterrarsi da sola. Che razza di errore madornale! E questo significava che…?

“Buongiorno!” la voce di Sasuke colse tutti di sorpresa, Shikamaru aveva lasciato la porta aperta e di conseguenza il campanellino non aveva avvisato del suo ingresso.

I tre presenti si voltarono a guardarlo all’unisono, facendolo arretrare di un paio di passi, preoccupato.

“Ehm. Cosa c’è?” chiese ai tre, guardandoli uno per uno. Lo sguardo però si soffermò di più sulla bella bionda dietro il bancone. “Ehi Yamanaka, cercavo proprio te!”

La mascella di Sakura ebbe uno spasmo incontrollato, mentre allargava gli occhi come due palle da tennis e gardava Ino verde d’invidia.

Le lacrime pizzicavano, minacciando di scendere a breve se non se ne fosse andata di lì. “Si… Si, Nara, andiamo a farci un giro...” disse con voce spezzata, prendendolo sotto braccio e strattonandolo appena per portarlo via. Per fuggire da quella situazione assurda.

Aveva gettato Sasuke Uchiha tra le braccia dell’amica e si sentiva una povera cretina. Ovviamente era ignara che anche l’amica avesse praticato il jutsu su Sasuke e non le venne il minimo dubbio su quello. Almeno per il momento.

Continua…

Ringrazio Fziooosa (spero di aver placato la tua curiosità ;P) e Celiane4ever per i commenti! 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Primo giorno ***


Capitolo 3

PRIMO GIORNO

Il silenzio cadde nel negozio degli Yamanaka dopo che Sakura e Shikamaru si furono allontanati. Erano circa le sedici del pomeriggio, Ino aveva dormito tutta la mattina fino ad ora di pranzo a causa della stanchezza provocatale dalla tecnica, e già il fatto che questa l’avesse spossata così tanto avrebbe dovuto farle capire chiaramente che aveva funzionato. Non c’è dispendio di energie e di chakra, quando una maledizione non funziona. Si portò una mano sotto il mento per chiudere la bocca spalancata da quando il ragazzo le aveva detto quelle poche e semplici parole.

Yamanaka, cercavo proprio te!”

Scettica, lo guardava come avrebbe guardato un asino volante.

Ehm… prego?” chiese di nuovo, convinta di aver sentito male. Probabilmente aveva detto che cercava suo padre o qualcosa del genere, e la sua fantasia aveva lavorato freneticamente per farle intendere altro.

Lui fece un piccolo sorriso, lo sguardo sottile e furbo la studiava attentamente. Sembrava quasi la stesse mangiando con gli occhi, famelico.

“Ho detto che ti stavo cercando, no?” rise, avvicinandosi al bancone ed appoggiando le mani sulla sua superficie in modo da protendersi verso di lei. Si fermò a pochi centimetri dal suo volto, guardandola in un modo che per Ino faceva presagire già cose sconce, anche se non muoveva un muscolo.

Ah… aah…” lei arretrò appena, cercando di allontanarsi da quel viso, agitata. Come doveva comportarsi, ora? Non se lo aspettava minimamente. Com’era possibile che il jutsu su Sasuke aveva funzionato così bene per lei e neanche un po’ per Sakura? “Ah, cercavi me, quindi.”

“E’ quello che ho detto” incalzò lui, alzando una mano per portarla sul suo viso. Le accarezzò una guancia, prima di fermare la mano ed infilarle le dita tra i lunghi capelli biondi. “Sabato prossimo c’è la festa di ferragosto, giù al fiume. Ci vieni con me?”

Lei deglutì, cercando di ostentare sicurezza, ma le gambe non erano della stessa opinione e continuavano a tremare imperterrite sotto la lunga gonna lilla.

Sabato… prossimo… fra… sette giorni, dunque?” chiese piano, cercando di reggere il suo sguardo profondo col proprio, riuscendo a malapena nell’intento.

Lui annuì. “Si. Fra sette giorni esatti. Allora, ti va?” chiese ancora, continuando a passarle le dita tra i lunghi capelli biondi, lasciati stranamente sciolti a ricadere sulle spalle.

Ino non sapeva che rispondere. Ma cosa avrebbe dovuto rispondere, poi? Perché tanti problemi?

“Si.” disse infine, con un pigolio impercettibile.

Sasuke sorrise, avvicinando il volto al suo e portandolo ad un lato della sua testa, per sussurrargli piano qualcosa all’orecchio.

“Allora sarò lusingato di avere la ragazza più bella del villaggio come compagna, quella sera.” mormorò piano, con una voce tremendamente suadente, che mandò in tilt i pochi neuroni che le rimanevano.

S-s-ssi… certo…” si maledì da sola per non essere riuscita a dire nient’altro. D’altronde non c’era molto da dire. L’oggetto dei suoi desideri le aveva chiesto un appuntamento, e le sussurrava cose all’orecchio in modo così provocante che, se non fosse stata immobilizzata dall’imbarazzo, l’avrebbe preso e sbattuto contro il muro per fargli delle cose che persino il solo pensarle la faceva arrossire.

*

Tenten era gettata su una panchina, completamente distrutta. Sakura, che era in compagnia di Shikamaru con cui non parlava da quando erano usciti dal negozio, probabilmente perché nessuno dei due sapeva cosa dire, la intravide da lontano.

Shikamaru, andiamo da Tenten…” disse con un sospiro “Sta piangendo” probabilmente perché anche per lei il jutsu non aveva funzionato, ma questo ovviamente non poteva dirlo al ragazzo.

“Le è successo qualcosa?” chiede lui, guardando la ragazza bruna scossa dai singhiozzi, un po’ impietosito.

Sakura non rispose. Abbassò lo sguardo sui propri piedi, vergognandosi a morte. “Non saprei…” disse solo dopo qualche istante, prima che raggiungessero la ragazza.

Tenten, che ti succede?” chiese la rosa, sedendosi sulla panca ed allungando una mano per accarezzare la testa dell’amica. Quest’ultima però non disse nulla, aveva solo voglia di piangere e sfogarsi, anche fino a stare male.

Shikamaru e Sakura si guardarono un attimo, e lei gli fece un piccolo sorriso, chiedendogli silenziosamente di lasciarle sole.

Il moro annuì senza riserve, era giusto che se una sua amica stava così male, rimanessero da sole per parlare. Mani in tasca, si sporse appena piegandosi in avanti e diede un lieve bacio su una guancia di Sakura, che rimase interdetta, ma non disse nulla.

A più tardi… gliel’aveva sussurrato all’orecchio prima di allontanarsi ed andare via, ma non era proprio certa di aver sentito bene.

Appoggiò la schiena alla spalliera, esausta come se avesse lavorato tutto il giorno. Quel breve arco di tempo passato con Shikamaru l’aveva mentalmente massacrata.

“Dai, è andato via. Vuoi parlarne?”

Tenten rallentò appena i singhiozzi e si alzò a sedere, quindi guardò l’amica con gli occhioni castani incredibilmente arrossati.

“Ho incontrato Neji.” disse piano, quasi cautamente, per paura che anche pronunciare il suo nome le avrebbe fatto un male inaudito al cuore.

Sakura annuì, incitandola a proseguire, ma senza interromperla.

“Si stava allenando. Mi sono avvicinata e gli ho sorriso. Lui mi ha guardata un attimo confuso, poi ha proseguito con gli esercizi. Ho pensato che, vabè, magari anche con tanto di Ai Mane potessero essere molto timidi, così quando si è fermato per asciugarsi il sudore gli sono andata vicino con l’asciugamano per tamponargli il viso… e lui… lui…” non riuscì a proseguire che un’altra ondata di lacrime le annebbiò la vista. Si tuffò di nuovo con la faccia in giù, nascondendola nel grembo dell’amica, che le accarezzò di nuovo la testa.

“Su, tranquilla. Qualcosa non ha funzionato, purtroppo, lo so bene. Sasuke in questo momento è con Ino a fare chissà che cosa e non mi ha degnata del minimo sguardo…” sospirò, cercando di comunicarle almeno il detto ‘mal comune, mezzo gaudio’.

Tenten si alzò a sedere nuovamente, guardandola mortificata ed asciugandosi gli occhietti.

“Credo sia stata colpa nostra, Sakura. Io e Ino… ecco… abbiamo fatto qualcosina in più del dovuto… e così…

Sakura strabuzzò gli occhi. Cosa stava cercando di dirle?

*

“NON POSSO CREDERE CHE TU ABBIA FATTO Ciò, INO!” le urla di Sakura si espansero per tutta la stanza.

Le quattro si erano riunite nel pomeriggio inoltrato a casa della rosa, le aveva convocate d’urgenza dopo il racconto di Tenten per fare una strigliata indimenticabile alla povera Ino, che seduta sul tatami se la prese tutta, sentendosi un verme e con gli occhi pieni di lacrime.

Mi… mi dispiace… I-io… non pensavo che facendo accavallare alcuni jutsu, questi non avrebbero funzionato a dovere e…” scosse la testa, disperata. Non sapeva che giustificazione trovare.

“A me non interessa, questo. Ma avevi promesso che non avresti fatto nulla su Sasuke. E invece eccoti qui, invitata alla festa di sabato sera. Non è affatto giusto!”

Tutto sommato, però, la colpa non era completamente di Sakura. Dopotutto era stata lei ad invertire le boccette di sangue e bagnare i capelli in modo sbagliato.

Sbuffò, sedendosi anche lei sul tatami, di fronte ad Ino, mentre Hinata e Tenten erano sul letto. La prima, l’unica che non aveva avuto problemi probabilmente in tutta quella storia, stava ancora cercando di consolare la povera rifiutata Tenten.

“D’accordo. Senti, non voglio litigare. Dopotutto, sono stata punita per aver cercato anche io di imbrogliarti.” spiegò, decisa a chiedere scusa e non voler più avere segreti. Erano amiche, si erano ferite a vicenda, e questo bastava.

Le raccontò del racconto di Hinata riguardo Shikamaru e dell’idea conseguente che aveva avuto. Dell’inversione dei capelli e di conseguenza del macello totale che aveva combinato con i jutsu.

Sospirarono tutte e quattro. Che razza di cretine erano state. Ormai non restava che far passare quella settimana e sperare che tutto tornasse a posto.

Vabbè, vi offro qualcosa. Volete un po’ di tè?” chiese cercando di stendere un velo pietoso, ma l’espressione di Ino la lasciò interdetta. La ragazza non aveva detto “a” da quando aveva finito il suo racconto, e le guance erano tremendamente arrossate.

Shi… ka…” si riscosse, meravigliata e guardò Sakura “Eh? Cosa? Ah si, certo… un caffè ci voleva proprio!”

E chi aveva parlato di caffè?

“Sicura di stare bene?” chiese Hinata, osservando la tinta purpurea sulla pelle candida del viso di Ino. Lei quel rossore lo conosceva anche troppo bene.

“Eh? Si… sto benone, figurati.” Sdrammatizzò con un sorriso, quindi perse lo sguardo fuori dalla finestra della camera di Sakura, pensierosa.

*

Naruto stava camminando affianco alla lunghissima staccionata che circondava l’enorme complesso di ville degli Hyuuga. Fece un lungo fischio sommesso, sentendosi un po’ inferiore. Sapeva che gli Hyuuga fossero una famiglia altolocata, ma non immaginava fino a quel punto.

Mani in tasca e un bel sorriso stampato in volto, raggiunge il grosso portone d’entrata, quello principale.

Bussò, tirando la cordicella della campana in entrata, scampanellando un paio di volte.

Il portone si aprì poco dopo e Hinata sbucò fuori solo con la testolina.

“Ah, sei puntualissimo!” disse con un sorriso, aprendo definitivamente il portone ed uscendo fuori, per poi richiuderlo alle proprie spalle. Si era posizionata  dietro l’ingresso in modo che non appena fosse arrivato, avrebbe potuto portarlo subito via di lì. Non sapeva come il padre avrebbe reagito alla notizia che aveva un appuntamento con Naruto Uzumaki, così la cosa più saggia da fare fu semplicemente omettere quell’informazione e dire che si sarebbe vista con le amiche.

Naruto le porse un mazzo di rose rosse e lei lo fissò balbettando qualcosa di indecifrabile.

“Ehi, non devi dire nulla, sai? Accettali e basta.” Ridacchiò, osservandola poi con occhio un po’ più critico che alla prima occhiata. Indossava un semplice vestitino azzurro di cotone, un maglioncino di filo bianco con le maniche appena tirate in su verso i gomiti e un paio di sandali bianchi. I capelli erano raccolti in uno chignon sbarazzino, spettinato ad hoc in modo da lasciar sfuggire via qualche ciocca ribelle. Ovviamente della pettinatura se ne era occupata Ino. Un filo di trucco leggero le illuminava appena il volto, rendendola assolutamente splendida ai suoi occhi innamorati.

“Sei incantevole…” si lasciò sfuggire, scuotendosi poi dal torpore che la visione aveva provocato ai suoi sensi.

Lei arrossì immediatamente e con una violenza inaudita, incassando il complimento inaspettato con una risatina imbarazzata.

“Questa é… la prima volta che esco con un ragazzo e… non sapevo cosa mettere…” confidò in modo ingenuo, e lui la trovò semplicemente adorabile.

Aaahh non ti preoccupare. Saresti bellissima anche con uno straccetto addosso.” Rispose lui per rincuorarla, porgendole poi il braccio. “Andiamo, madamigella?”

Lei sorrise. “Non aspetto altro, mio signore!” si fecero un piccolo e scherzoso inchino, prima di allontanarsi da villa Hyuuga ridendo insieme.

Hinata si chiedeva se alla fine della settimana tutto ciò non sarebbe scoppiato in una bolla d’acqua e il solo pensiero le faceva stringere il cuore.

*

Ino e Sakura erano uscite da poco da casa di Hinata, dove l’avevano aiutata a prepararsi per la serata.

“Mi dispiace un sacco che il jutsu di Tenten non sia andato a buon fine.” disse la prima, rattristata.

“Anche a me. Però al contempo sono troppo felice per Hinata, erano anni che aspettava questa sera e se l’è proprio meritata.”

Ino annuì, trovandosi d’accordo con l’amica.

“Mi dispiace per la faccenda di Lee” aggiunge la bionda, camminando senza guardare avanti, ma tenendo lo sguardo basso sulla punta dei propri piedi.

Sakura fece spallucce. “Non importa. Io ho fatto la stessa cosa con Shikamaru. La differenza è che il tuo jutsu probabilmente non ha avuto intoppi, e se ora vedessi Lee me ne innamorerei perdutamente” ridacchiò, sperando di riuscire ad evitarlo per l’intera settimana. “… invece con Shikamaru. Non so proprio come fare, cavolo. Spero che alla fine della settimana non si perpetuino i sintomi del mio errore. Lui era innamorato di te da così tanto tempo…” era seriamente dispiaciuta.

Ino si lasciò sfuggire uno strano guaito, indecisa su cosa dire.

“Quando incontrerò Sasuke gli dirò che non posso uscire con lui. Spero si arrenda presto. Insomma, non me la sento davvero di farti questo…” alzò lo sguardo verso l’amica e le porse la mano. “Pace fatta, allora?” chiese candidamente.

Sakura ricambiò il sorriso “E sia! Io cercherò, a malincuore, di trattare maluccio Shikamaru e farlo arrendere… insomma, poveretto…

Ino ridacchiò, ma dentro di sé qualcosa di stava smuovendo.

Passarono davanti ad un vicolo, e non si accorsero che appoggiato ad un muro, proprio all’angolo, c’era Shikamaru Nara, che si accese una sigaretta sorridendo tra sé.

Ah, le donne.

Continua…

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Grazie mille a chi ha commentato ^.^/ In questo caso ancora Celiane4ever, che ormai è la mia lettrice fedele della storia (eheh!) e kry333 (Se prima non riuscivi ad immaginarlo, spero di averti incuriosita ancora di più col finale di questo ;P ). Gentilissime <3

Beh, in genere non faccio questo genere di richieste, però mi farebbe piacere se qualcuno mi lasciasse qualche commentino in più ç_ç E’ un po’ deprimente vedere centinaia di letture per ogni capitolo, ma due commenti per ognuno!

Beh al prossimo capitolo comunque °ç° La pubblicazione dovrebbe essere prevista per domani sera.

Saluti!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Secondo giorno ***


Capitolo 4

SECONDO GIORNO

Le cuffie le passavano continuamente musica, le aveva indossate di proposito, perché le melodie interrompevano di tanto in tanto i pensieri, attirando la sua attenzione e impedendole quindi di escogitare immani sciocchezze di cui avrebbe potuto in seguito pentirsi. Era già davanti alla grande fontana a forma di foglia che costituiva il centro della piazza principale di Konoha, nonché punto di ritrovo ormai per tutte le giovani coppie che si davano appuntamento per un’uscita. Seduta sul bordo di questa, aveva le gambe accavallate, il gomito del braccio mancino appoggiato sul ginocchio e la testa abbandonata con fare pensieroso sul palmo della mano, mentre la destra era abbandonata liberamente nell’acqua, leggermente più arretrata rispetto al corpo, e si muoveva in piccoli movimenti circolari che creavano delle increspature diverse da quelle create dallo scorrere dell’acqua dalla punta della foglia alla grande vasca.

Sospirò, gettando un’occhiata all’orologio che osservava la piazza dall’alto della facciata della torre su cui era stato applicato, poco tempo addietro anche questo. Era arrivata fin troppo in anticipo, l’appuntamento era per circa un’ora dopo. Ma non era riuscita ad intrattenersi in casa un minuto di più.

Indossava un paio di semplici shorts di jeans, una canotta lilla con la stampa di un bel fiore bianco e delle scarpe sportive. I capelli erano raccolti nella solita coda alta. Faceva piuttosto caldo, l’afa era quasi asfissiante e l’umidità alle stelle. Non aveva avuto il coraggio di scegliere qualcosa di più sofisticato da indossare, un po’ per la temperatura, e un po’ perché tanto avrebbe dovuto chiudere con Sasuke non appena fosse arrivato.

Dall’altra parte della fontana c’era Sakura, seduta anche lei sul bordo di questa e in compagnia di Shikamaru.

“Perché dobbiamo rimanere qui a guardare Ino?” chiese annoiato, prima di lasciarsi andare ad un grosso sbadiglio, spalancando le fauci in modo poco raffinato e senza neanche coprire il forno con una mano.

Sakura lo guardò sconsolata. “Ehm. E’ che ci siamo promesse una cosa e… abbiamo deciso di controllarci a vicenda.”

Shikamaru la guardò accigliato, ma scrollò le spalle e decise di farsi gli affari propri. Si sedette accanto a lei ed alzò una mano verso i suoi capelli. Sakura arrossì appena, arretrando dal gesto inaspettato.

“Non è niente!” disse lui, allontanando la mano dalle ciocche rosa e mostrandole una fogliolina “Si era solo impigliata. Non volevo spaventarti.” le sorrise.

“Ah.” Non sapeva che dire “Era solo una foglia… “ rise nervosamente, abbassando lo sguardo ed alzando una mano, portando dietro l’orecchio la ciocca di capelli che lui le aveva sfiorato. Si sentiva stranita, ma pensò che era normale sentirsi lusingate dalle avances di un bel ragazzo, che questo potesse piacere o meno era un altro paio di maniche.

Si voltò di nuovo verso Ino, giusto in tempo per vedere dall’altra parte della piccola cascatella d’acqua Sasuke giungere verso l’amica.

Il moro si sporse verso la bionda, incurvando appena la schiena e le sorrise, provocando in lei il solito tremolio, lo stesso del giorno prima. Stai calma Ino, maledizione. E’ solo Sasuke. Si, appunto, è solo Sasuke.

“Buongiorno, dolcezza!” disse con un sorriso l’Uchiha, porgendo una mano verso di lei “Andiamo?”

Lei osservò la mano qualche istante, era quasi tentata di prenderla, ma dovette infilarla sotto le cosce, ancora accavallate, per resistere. Scosse la testa, chiudendo appena gli occhi. Si sfilò le chiuse e spense il lettore, guardandolo.

Sasuke, devo parlarti.”

Lui la guardò con un’espressione enigmatica. Chissà cosa gli stava passando per la testa, lei non riusciva proprio a capirlo.

“Dimmi tutto” disse con dolcezza, sedendosi al suo fianco.

“Si tratta di Sakura.”

“Sakura?” chiese sorpreso “Le è successo qualcosa?”

Lei scosse nuvamente il capo. “No. No.” alzò le manine a mezz’aria e le agitò appena, negando la sua domanda “No, davvero, sta bene. Solo che… sai bene cosa prova per te. E… io e lei siamo amiche. Non me la sento di tradirla così, non sarebbe giusto.”

Sasuke per un attimo non disse nulla. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e le labbra sulle mani congiunte ad altezza del viso, mentre il cervello lavorava freneticamente. Così non c’era sfizio, però.

Sorrise appena, e si voltò verso di lei.

“Sakura potrebbe dire lo stesso. Siete amiche e lei vorrebbe solo la tua felicità. Sei felice con me, Ino?” chiese passionale, alzando una mano per portarla sotto il mento della giovane, in modo che lo guardasse negli occhi. “Io con te sono estremamente felice.”

Ino arrossì in zona orecchie. “Oh… ecco… io non è che non… non è che non sia felice… ma… ma…” cercò di abbassare il viso, ma lui le strinse un po’ di più il mento tra le dita e glielo tenne alzato, avvicinando il proprio ad una distanza che definire pericolosa era un eufemismo. I loro nasi si sfioravano e Ino poteva sentire il suo respiro infrangersi sulle proprie labbra. Immediatamente qualche connessione nel suo cervello saltò e smise di pensare, e quando lui si avvicinò per baciarla lei non si sottrasse.

Dalla sua posizione, Sakura poté vedere distintamente le loro labbra unirsi per qualche istante, in un bacio casto, ma pur sempre un bacio.

Sospirò. Andava bene così. Dopotutto anche Ino era innamorata di Sasuke dai tempi dell’accademia.

E allora perché? Perché faceva così fottutamente male al cuore?

Alzò le mani istintivamente per coprirsi il volto e nascondere le lacrime che avevano già attraversato le guance, senza che neanche se ne accorgesse.

Shikamaru sospirò e si sedette al suo fianco, posandole una mano sulla testa.

Non dissero nulla, rimasero così per un po’, mentre la mente di Ino iniziava ad essere divorata dai sensi di colpa.

*

Tenten era in biblioteca. Si, proprio la stessa dove avevano trovato il libro con la formula. Era andata lì per consultarlo ancora una volta e cercare di capire in cosa il suo jutsu non avesse funzionato. Eppure era sicura di aver fatto tutto per bene, per questo non riusciva a farsene una ragione.

Sfogliava le pagine che odoravano di muffa con estrema attenzione. Erano cinque quelle dedicate all’Ai mane no jutsu, e lei era già da due ore che stava lì a spulciarle, tuttavia non era venuta a capo di niente.

Sconsolata, si accasciò sul tavolo spostando appena il libro un po’ più in là ed appoggiando la testolina sulle braccia incrociate. Il viso era girato di lato e gli occhioni lucidi puntati sul cielo che riusciva a vedere dalla finestra lì affianco. Che tristezza, ci aveva sperato così tanto! Quanto invidiava Hinata, con lei aveva funzionato così bene.

Senza rendersene conto, dopo aver versato qualche lacrima, prese sonno.

Si risvegliò dopo una mezz’oretta, completamente intorpidita. A svegliarla era stato il semplice e flebile suono di qualche pagina sfogliata proprio lì accanto.

Un odore molto forte di muffa le raggiunse il nasino come quando era lei a sfogliare il libro, così si alzò di scatto e si lasciò sfuggire un suono di sorpresa dalle labbra rosate.

Neji! Co… cosa stai…?” lo sguardo cadde sul libro che il ragazzo, seduto di fronte a lei, aveva tra le mani e stava leggendo con estremo interesse.

Gli occhi chiarissimi del giovane si mossero per andare ad incontrare quelli di lei. Rimase immobile, e come sempre lei si sentì come nuda davanti a quello sguardo di ghiaccio, imperscrutabile, ma che sembrava potesse vedere tutto, scavarle fin nel profondo dell’anima e dei suoi più reconditi pensieri.

Quello… è…” cercò una scusa, ma non riuscì a trovarne una plausibile. Anziché continuare, decise che era meglio stare zitta, prima di fare qualche guaio e peggiorare la brutta situazione in cui si era cacciata. Non avrebbe dovuto addormentarsi lasciando il libro aperto proprio sulle pagine dell’Ai Mane.

Neji sospirò. Chiuse il libro con un tonfo sonoro e anche abbastanza polveroso, quindi lo mollò sul tavolo.

“Non riesco a trovare nessuna tecnica interessante… sono tutte cose da donne” borbottò in un misto tra lo sprezzante e l’indifferente.

Una goccia di sudore imperlò il volto di Tenten, e non fu per il caldo. “Ehm. Cosa leggevi di bello?”

Lui fece spallucce. “Quello che stavi leggendo tu, no? Una robaccia sul come acconciarsi i capelli senza l’ausilio delle mani, ma solo impastando il chakra” la sua espressione era puro disgusto.

Ma Tenten non si sentì mortificata. Le scappò una risatina di sollievo.

“Accidenti, mi hai scoperta. Cercavo proprio qualcosa che mi aiutasse a sistemare i capelli in qualcosa che non fossero questi odango. Sembro proprio una bambina così, vero?” ed era anche un’immensa bugiarda, ma questo e altro per non essere mal giudicata da lui.

Neji la osservò un’attimo, prima di fare un piccolo sorriso, uno di quelli rari ed infinitamente belli.

“A me piacciono i tuoi odango.” Disse infine, e il cuore di Tenten perse un battito. Per quanto fosse strano come complimento, era il primo che le faceva. Giurò su dio che non avrebbe mai cambiato pettinatura in vita sua.

*

I due sdolcinati della situazione, ossia Naruto ed Hinata, erano andati assieme al fiume. La serata precedente era stata un successo, e la cosa migliore era che avevano passato momenti indimenticabili senza dover approfondire la conoscenza in altri modi. Era tutto idilliaco e perfetto, un rapporto platonico in cui entrambi avvertivano il bisogno di toccarsi e sfiorarsi, ma non era una necessità irrinunciabile. Stavano bene anche semplicemente camminando mano nella mano e chiacchierando del più e del meno. Naruto continua a riempirla di complimenti ed Hinata arrossiva, ma sarebbe un eufemismo ridurre tutto a questa descrizione limitata del loro rapporto. Era come se stessero insieme da sempre. Hinata in cuor suo sapeva perfettamente che alla fine dei sette giorni, si sarebbe dovuta svegliare da questo sogno. Ma dato che per ora c’era dentro, tanto valeva approfittarne e costruire qualche bel ricordo, per quando sarebbero venuti i giorni di tristezza in cui Naruto non sarebbe più stato lì ad abbracciarla. Abbracciarla come stava facendo in quel momento, ad esempio.

Erano seduti sull’erbetta umida, in riva al fiume. Naruto era appoggiato con la schiena ad un tronco d’albero e tra le gambe divaricate accoglieva il sottile corpicino di Hinata, stringendola a sé.

“Che tranquillità lontano dal villaggio, vero?” disse il biondo, mentre le accarezzava delicatamente la nuca color ebano e si inebriava del profumo di shampoo e di pulito che questi emanavano.

Hinata era tutta rossa, imbarazzata da tutto l’affetto che le stava donando, infatti era un po’ rigida tra le sue braccia, ma lui non ci fece troppo caso. Voleva semplicemente stringerla, ormai era innamorato perso. “S-si… si sta veramente bene…” farfugliò in un pigolio imbarazzato.

Naruto chiuse gli occhi, in un’espressioncina felina “nnnghhh…

“Cos’hai? Non ti senti bene?” chiese allarmata, voltandosi verso di lui in apprensione.

No… no. È che… è che… non resistoooo… sei troppo carina!” e così dicendo la strinse ancora di più, iniziando a sfregare una guancia su quella di Hinata, sembrava quasi le stesse facendo le fusa.

Hinata, se possibile, arrossì ancora di più, prima di scoppiare in una risatina. “Anche tu sei molto carino, Naruto-kun!” disse infine, gettandogli le braccia al collo e stringendosi a lui a sua volta, in un particolare slancio di coraggio.

Beh, almeno tra di loro, per ora, problemi non ce n’erano.

*

Shikamaru, con le mani infilate in tasca ed una sigaretta spenta tra le labbra, entrò nel negozio degli Yamanaka. Individuò subito al bancone la bella ragazza bionda, appena tornata dal suo appuntamento con Sasuke.

“Ehi, Shikamaru!” disse lei con un sorriso raggiante, mentre sistemava alcuni colorati e profumatissimi fiori di campo per una composizione che sarebbero venuti a ritirare a breve.

“Ohi.” rispose semplicemente lui, avvicinandosi al bancone ed appoggiando i gomiti su di esso, guardando la composizione incuriosito.

“Fiordaliso e gelsomini. I tuoi fiori di campo preferiti” disse lui, vago.

Lei sorrise “Ormai mi conosci come le tue tasche.”

“Siamo in squadra insieme da sei anni, è anche normale.”

Lei annuì, mentre tirava fuori dalla composizione un gelsomino e lo portò tra i capelli del ragazzo, sistemandoglielo sull’elastico che gli teneva tirati i capelli all’indietro.

Ihih. Così sei più carino” disse divertita. Lui fece un’espressione scocciata. “Sei la solita seccatrice” borbottò, mentre lei ancora ridacchiava.

“Ma dai, lo so che ti piacciono i fiori.” disse con l’aria di chi la sapeva lunga, sul suo conto.

“Non quanto a te piace Sasuke, suppongo.” ribatté il moro cogliendola in fallo.

“Ah. Ci hai visti, suppongo io invece” si era un po’ scurita in volto.

“Beh, sai com’è, quando ci si bacia in mezzo alla piazza principale è facile essere notati.”

Lei sbuffò, riprendendo il fiorellino dal capo dell’amico e reinserendolo nel mazzo.

“Sakura piangeva, lo sai?” ovviamente era una domanda retorica, era ovvio lo sapesse, erano a pochi metri di distanza separati solo da una fontana.

Ino rimase in silenzio, abbassando lo sguardo su un fiordaliso che teneva tra le mani.

“Non è giusto che mi rinfacci queste cose.”

“Non è giusto neanche come ti sei comportata nei confronti della tua amica.”

“Lo amo anche io. Perché devo essere io la cattiva? Perché dovrebbe averlo lei?”

Shikamaru fece una strana smorfia, quasi delusione.

“Non essere presuntuosa, non lo ami quanto Sakura”

La mano si Ino partì ancora prima che lei stessa potesse rendersene conto, ma Shikamaru fu più veloce e le bloccò il polso semplicemente alzando il gomito ed alzando una delle due braccia che teneva appoggiate al bancone

Lei rimase ferma un istante, guardandolo dritto negli occhi.

Co… cosa… cosa ne vuoi sapere, tu di me?” chiese ferita nell’orgoglio.

Il ragazzo le lasciò andare il polso e si alzò dal bancone, tornando dritto.

“L’hai detto tu prima, no? Ti conosco come le mie tasche…

“MA NON CONOSCI IL MIO CUORE!” lo zittì lei, alzando la voce, mentre gli occhi erano ormai lucidi e lasciavano scendere rivoli di lacrime salate continui, che bagnavano le guance irritando appena la sua pelle di porcellana.

“Forse hai ragione. Un tempo credevo di conoscere anche quello. Probabilmente mi sarò sbagliato, ma io ero davvero convinto che la tua fosse solo una cotta da ragazzina. Cosa ne sai tu di Sasuke, in fondo, per amarlo?”

Quella domanda le sconvolse ogni sicurezza su cui fino ad ora si era basata la sua vita.

Continua…

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Pubblicato in anticipo rispetto a quanto annunciato, per fare un regalino alla cara Celiane4ever. Spero che così morirai un po’ meno di curiosità!=3

Ringrazio molto anche Faziooosa, davidino89, Berlinguer e cyri! Grazie mille per il supporto morale J

Il prossimo capitolo è quasi pronto, per cui aspettatevi un aggiornamento rapido anche stavolta =P

Bacini!

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Terzo giorno (prima parte) ***


Capitolo 5

TERZO GIORNO (prima parte)

Sakura era in ospedale per il suo praticantato. Indossava il camice bianco con appuntato sul petto il cartellino di riconoscimento, e camminava per i corridoi impettita, ostentando una sicurezza che in realtà non aveva. Aveva ricevuto una chiamata da una collega tirocinante che era stata assegnata al pronto soccorso, la quale le aveva riferito che un suo amico era stato ricoverato per tre costole fratturate. La rosa non aveva neanche aspettato di sapere chi fosse per chiudere e precipitarsi al pian terreno dell’ospedale, dove trovò niente di meno che Lee, disteso su un lettino con un sorriso allegro e per niente dilaniato dal dolore che delle costole rotte dovrebbero provocare.

Sakurachan!” disse allegramente, mentre il cuore della ragazza perse un battito nel trovarselo di fronte.

Si portò immediatamente le mani sugli occhi, terrorizzata. Non voleva innamorarsi di lui, maledizione!

Lee… co… come stai?” che razza di domanda idiota, ma non le uscì nulla di più intelligente.

“Sto benone, mi hanno quasi messo a posto, sai?” sorrise, prima di guardarla con fare interrogativo. “Sakura… perché ti copri gli occhi?” chiese mogio, abbassando lo sguardo “Sono così brutto?”

Lei allontanò prontamente le mani dal volto e le agitò a mezz’aria, frettolosamente.

Noooo, ma ti pare? Avevo qualcosa negli occhi e… e…?” non terminò la frase, perché dopotutto si rese conto che evitare Lee era una scemenza. Il jutsu su di lei, a quanto pareva, non aveva funzionato.

Che fosse immune all’Ai mane? Non poté fare a meno di chiedersi se potesse esistere un’evenienza del genere. Allora anche Neji era immune come lei? Che strani fenomeni…

*

Tenten era distesa sul letto della propria camera, e fissava il soffitto come se in quell’istante fosse la cosa più interessante del mondo. Quella mattina si era svegliata piuttosto presto, ma non aveva avuto il coraggio di alzarsi dal letto ed andare agli allenamenti, così era semplicemente rimasta a poltrire fino all’ora di pranzo, quando la porta della stanza si aprì e sull’uscio apparve la figura bionda di Ino. La bionda sbirciò nel buio della camera con occhio critico, quindi si avvicinò alla finestra con fare deciso e tirò su la persiana con un unico gesto risoluto.

Eeeehiii che fai?” chiese la castana, ficcando la testa sotto il cuscino per ripararsi dalla luce accecante che penetrò attraverso le tende e si abbatté su di lei senza indugi.

“Alzati pigrona, dobbiamo fare una cosa. E poi che vuoi fare? Ammuffire a letto per il resto della tua vita?” chiese ridendo, avvicinandosi al letto e tirandole via il lenzuolo di dosso e scoprendola in modo brusco.

Nooo…” piagnucolando appena, si rannicchiò su se stessa, rimanendo con la testa bruna nascosta sotto il guanciale.

Ino sospirò, appoggiando le mani sui fianchi con fare severo, prima di sorridere appena ed andare verso la porta, per richiuderla. Tornò dunque accanto all’amica e si sedette sul ciglio del letto, allungando una mano ed appoggiandogliela sulla schiena, carezzandola appena.

Tenten, capisco che non trovare niente in biblioteca, ieri, ti abbia buttato giù. Ma non è questo il momento di  crogiolarsi nell’autocommiserazione, sai?”

La voce della castana giunse da sotto il cuscino, un po’ camuffata “Perché…? Che succede oggi?” era quasi incuriosita. Quasi.

Ohhh signorina, non puoi averlo scordato!  Oggi è Martedì. Maaaarteddììì” scandì con fare divertito, dandole ora leggeri colpetti sui reni per convincerla ad alzarsi.

Martedì? Che diamine succedeva Martedì? Lei proprio non riusciva a ricordarsene, era completamente persa nei sogni utopici della sua possibile relazione con Neji.

Martedì… Marte--…” trattenne il respiro, quando un’immagine le balenò dinnanzi agli occhi. Cacciò via il cuscino con i pugnetti e si alzò a sedere di botto. “OGGI è IL COMPLEANNO DI HINATA!”

Ino sorrise lievemente, soddisfatta. “Esatto.”

La piccola Hyuuga compiva diciott’anni, e tutta l’immensa famiglia era in fermento per i preparativi della festa che ci sarebbe stata quella sera, per celebrare la maggiore età dell’erede del capofamiglia.

E loro, non per nulla, dovevano proprio trovare un bel vestito adatto all’occasione.

*

“Ti sta da schifo.” sbottò Sakura con un sorriso beffardo, umiliando Ino che, appena uscita dallo spogliatoio, indossava un qualcosa di indefinito che la faceva somigliare ad un uovo di pasqua.

Ino la guardò con aria colpevole, d’altronde si rese conto che gli occhi di Sakura erano arrossati e gonfi, e spesso, mentre la rosa era distratta, la beccava ad asciugarsi una guancia furtivamente, sperando che nessuno la vedesse.

La bionda abbassò lo sguardo, intristita, mentre le parole di Shikamaru del giorno precedente ancora rimbombavano nella sua testa. Dopotutto il vestito le stava veramente male e non c’era bisogno di rispondere a tono a Sakura per il modo duro in cui gliel’aveva fatto notare. Quel modo, si disse, se lo meritava tutto. Anzi, si sarebbe meritata anche un paio di schiaffi, già che c’erano.

Tenten dal canto suo uscì dallo spogliatoio con un tubino di raso blu con una decorazione floreale rosa su un lato del vestito, che le stava d’incanto e ne risaltava le forme. Aveva un generoso spacco sulla coscia sinistra, e quando camminava lasciava davvero poco lavoro all’immaginazione di chi la guardava, mentre il collo era alla cinese. Ovviamente una scollatura profonda sul seno a forma di cuore intagliata nel vestito, faceva compagnia allo spacco sulla coscia. Audace, si dissero Ino e Sakura guardandola con fare d’apprezzamento, ma non volgare.

“Ottima scelta davvero!”disse la bionda, mentre la rosa sorrideva di scherno.

“Si, indubbiamente meglio di quel coso che hai tu addosso, Ino.”

Tenten ridacchiò appena, mentre le gote erano arrossate nell’esaminarsi allo specchio. Ok, altro che jutsu, era quella l’arma vincente per conquistare il cuore di Neji. Dopotutto, Sakura aveva formulato quella teoria dell’immunità, quindi non c’era più motivo di disperarsi per il fallimento dell’Ai mane. Se non poteva funzionare, c’era poco da disperarsi, e a quel punto l’unica cosa era cambiare strategia.

Argghhh… me lo tolgo, ma finiscila!” rispose comunque la bionda, rintanandosi nello stanzino per cambiarsi.

La bruna anche tornò nello spogliatoio, ormai decisa per l’acquisto, mentre Sakura tornò a sedersi sul pouf rosso e a sfogliare un giornale senza molto interesse, le belle gambe accavallate senza quasi rendersene conto.

Sospirò, alzando una mano per rassettarsi i capelli rosa. Il vestito lo aveva già, niente di impegnato, non aveva voglia di comprare qualcosa di nuovo, era lì solo per consigliare le altre due, o comunque per non rintanarsi in ospedale come suo solito.

Cercò di concentrarsi sulla lettura per far si che il tempo passasse, ma la mente irrimediabilmente si perdeva nel ricordare la scena a cui aveva assistito alla fontana, il pomeriggio precedente, mentre era in compagnia di Shikamaru.

Chiuse il giornale in modo brusco con uno scatto d’ira e lo lanciò sul tavolino, senza neanche centrarlo. Questo ricadde ai piedi di qualcuno che indossava i tipici sandali neri da chunin.

Lo sguardo passò in rassegna la figura dal basso, prima di posarsi sul suo volto.

“Oh. Kiba!” disse sorpresa.

Yo, Sakura.” disse semplicemente il bruno, con un sorriso, mentre Akamaru lo attendeva accovacciato fuori l’uscita del negozio, in cui era vietato  l’ingresso agli animali.

“Che ci fai qui?”

“Niente. Passavo davanti alla vetrina e ti ho visto sola soletta. Non sei con le altre a prepararti per la cerimonia di stasera?”

Lei fece spallucce, ricambiando appena il suo sorriso, contagiata.

“Sono con le altre, infatti. Sono mezze nude nello stanzino ora, se ti interessa…” ridacchiò lei, sapendo quando fosse maniaco l’amico.

Anche lui rise, avvicinandosi al pouf dov’era seduta ed inginocchiandosi per stare alla sua stessa altezza, con lo sguardo.

“Che t’è successo, Sakuretta bella? Hai due occhiaie da paura, sei orrenda!”

Se Sakura ne avesse avuto la forza, nonché l’umore giusto, lo avrebbe immediatamente cartellato a sangue. Tuttavia, non era proprio in vena.

“Grazie, eh”

“Non mi hai risposto”

“Ma ti fai gli affari tuoi?”

Lui sogghignò ancora. “In genere vedo questo sguardo in una donna solo in due occasioni: quando ha avuto una brutta delusione d’amore” e dal lampo che attraversò lo sguardo di Sakura capì di avere ragione “… e quando si rompe un’unghia!”

Stavolta un pugno in testa non se lo risparmiò, se lo era meritato fino in fondo.

“Non siamo così frivole.”

Ahio…cidenti a te, non puoi mica dare pugni alla gente con la forza erculea che ti trovi, razza di donna mutante!” bofonchiò portandosi le mani sulla testa dolorante.

Lei stava per scagliargli qualcos’altro, ma le nacque un sorriso spontaneo sul volto che non poté ignorare.

“Vai a fare un giro, Inuzuka dei miei stivali, vai!” agitò una mano a mezz’aria, per fargli cenno di lasciarla sola.

Lui sospirò, guardandola serio, per quanto potesse sembrare strano.

“Dai, pensi davvero che me ne andrei lasciando una bella donzella in difficoltà?” chiese facendole l’occhiolino, e il complimento la fece lievemente arrossire in zona orecchie.

“Non sono in difficoltà”

“Ah, però non lo neghi di essere bella eh?” la prese ancora in giro, e lei sorrise nuovamente, di cuore. “Dai. Scegliamo un bel vestito.”

Cooome? Assolutamente no, ce l’ho già”

“Ma cammina, figurati se hai un vestito adatto a stasera, te ne stai sempre rintanata in una puzzolente biblioteca. A proposito, a furia di leggere libri ammuffiti, i tuoi polmoni saranno messi peggio di quelli di Nara

Risero assieme, attirando l’attenzione di Ino e Tenten, le quali sbucarono entrambe con solo la testa dalla tendina dello spogliatoio.

Si guardarono stupefatte, chiedendosi se quel Kiba non fosse stato giudicato troppo duramente, in passato. Forse sotto la maschera da don giovanni incallito c’era qualcosa di più, dopotutto.

*

Ino e Tenten uscirono dal negozio con i loro vestiti ordinatamente piegati nei sacchetti col marchio del negozio, e lasciarono Sakura alle cure di Kiba che, in fondo, si era rivelato un personal stylist più che qualificato. Semplicemente, era stato con così tante ragazze ed aveva sfilato loro così tanti vestiti, che ormai sapeva bene cosa potesse calzare a pennello ad ogni femmina del pianeta.

“Avremmo fatto bene a lasciarla con Kiba?” si chiese Tenten, pensierosa.

“Tranquilla. Hinata è stata in gruppo con lui per anni ed è ancora piccola, casta e pura. Probabilmente non travia le donne, se queste non vogliono essere traviate.” disse Ino, prima di rallentare il passo davanti al negozio di scarpe.

“Io mi fermo qui.”

Tenten annuì “Mi spiace non poterti aiutare, ma ho appuntamento con la parrucchiera fra dieci minuti.”

“Ti pare. Ci vediamo stasera”

Si separarono con un sorriso, la bionda entrò nel negozio, mentre la bruna si allontanò frettolosamente.

“Salve. Come possiamo aiutarla?” la commessa che le si era parata davanti le diede attenzioni con fare gentile.

Oh… io… magari mi guardo prima un po’ in giro.”

“Casomai mi chiami” rispose la ragazza, allontanandosi.

Ino si avvicinò alla vetrina interna al negozio, con un sospiro. Quelle scarpe erano meravigliose, avere un assortimento di tutte quelle nel proprio armadio l’avrebbe resa davvero una donna felice.

Sorrise amaramente, appoggiando la fronte sul vetro freddo per trovare un po’ di refrigerio da quel calore insopportabile, mentre pensava che si, le scarpe erano belle, ma non potevano donarle la serenità.

“Stai bagnando di sudore tutta la vetrina, Yamanaka” ed eccola lì, la voce che più odiava in assoluto dal giorno precedente si era fatta viva, puntualmente, per pungerla quando non era più in compagnia.

“Che vai trovando, Shikamaru? Sono impegnata, non ho tempo da dedicarti…” rispose acida, ma allontanandosi dalla vetrina notò che l’aveva inumidita davvero. “Accidenti!” borbottò, tirando fuori un fazzolettino color lavanda dalla tasca degli shorts neri e passandolo sul vetro, peggiorando solo la situazione, creando un alone terribile.

“Sei un danno” incalzò lui, guardandola di profilo, appoggiato con una spalla alla vetrina e con le braccia incrociate al petto, sigaretta spenta tra le labbra.

“E tu sei una seccatura” rispose riponendo il fazzoletto in tasca ed allontanandosi con fare circospetto, sperando nessuno l’avesse vista.

“Quella è la mia battuta” protestò lui.

“Ammazzati” rispose semplicemente lei, roteando gli occhi esasperata.

Afferrò un paio di sandali a caso, che in effetti non c’entravano assolutamente niente col vestito comprato, e si avvicinò ad un divanetto, per sedersi e provarli.

Lui la seguì, imperterrito.

“Posso sapere che vuoi?” chiese quindi la biondina, sedendosi ed incurvandosi in avanti per sfilare le scarpe da ninja.

“Niente. Passavo di qui casualmente”

“Tu passi casualmente un po’ troppo spesso, Shikamaru! Vai da Sakura, è nel negozio d’abbigliamento qui di fianco, maledizione!” si stava innervosendo e dimostrazione ne era il fatto che non riuscisse a sfilare quello stramaledettissimo coso dal piede. Lanciò un lamento innervosito, mentre il ragazzo si inginocchiava di fronte a lei e con un semplice movimento fluido delle mani gli sfilò la calzatura senza troppi problemi.

La reazione di Ino fu immediata, arrossendo visibilmente e iniziando a sentirsi confusa.

“Che stai facendo, baka?” eruppe meravigliata, ma senza fare nulla per allontanarlo.

“Ti aiuto, non vedi?” chiese lui, alzando lo sguardo ed allungando una mano verso di lei, per farsi passare i sandali che doveva misurare. Con l’altra mano le teneva ancora il piede, ed Ino non poté fare a meno di notare che avesse delle mani così grandi che il suo piede, di taglia trentacinque e perciò tranquillamente definibile piedino di fata, scompariva quasi tra di esse. Arrossì ancora di più, stavolta con violenza, mentre gli lanciava uno dei due sandali con modi spicci.

Shikamaru lo afferrò al volo e glielo infilò al piedino che ancora teneva tra le mani, con dei gesti estremamente delicati, per essere lui.

Ino lo fece fare, in silenzio, lo sguardo rapito dai movimenti del moro e dalle linee del suo corpo. Dalle mani, infatti, salì ad osservare le braccia, con quel filo di muscoli che bastava per renderle forti, ma non esageratamente pompate. Il giusto, insomma. Poi salì sul contorno delle sue spalle ampie, sul collo pallido su cui si rifletteva l’ombra del codino nero, per posarsi definitivamente sul suo volto, sulla sua fronte alta e spaziosa che denotava estrema intelligenza, sulle sue sopracciglia corrucciate per l’attimo di concentrazione, e sulle labbra. Quelle labbra così…

Cazzo’ pensò rozzamente, sconcertata ‘Sto osservando Shikamaru Nara. Sto pensando che è diventato proprio un uomo. Cazzo. Mi sono frullata il cervello!’

Allontanò le sue mani con un gesto veloce del piede, quasi un calcio, se così poteva essere definita la zampata che diede sul suo petto, a livello sternale, per farlo scostare e cadere all’indietro.

“Ehi, che ti prende?” chiese stupito, senza perdere l’equilibrio, ma allontanandosi appena da lei, togliendo la sigaretta dalle labbra e portandosela nel taschino dello smanicato verde.

“Cosa prende a te, piuttosto!” sbottò lei irritata, alzandosi in piedi ed avvicinandosi allo specchio per vedere come le stesse quel sandalo. Le calzava alla perfezione, le stava un incanto e, osservandolo meglio, sotto il vestito sarebbe stato divino. O forse era solo una sua impressione? Probabilmente lo vedeva perfetto solo perché, a conti fatti, gliel’aveva infilato lui e… No, no, ma cosa andava a pensare!

‘Complimenti, Ino. Il cervello ringrazia!’ pensò adirata, stavolta più con se stessa che con il bel Nara, che intanto era tornato in piedi e la osservava di spalle, pensieroso.

“Scusa per ieri, Ino” disse improvvisamente, sorprendendola di nuovo.

La biondina rimase immobile, raggelata da quelle parole.

Scusarsi? E di cosa?

‘Non ti scusare, stupido… avevi una ragione del diavolo’ ma fu solo in grado di pensarlo, non le uscì neanche un suono dalle belle labbra rosse.

Fece spallucce, voltandosi verso di lui e facendo finta di nulla.

“Fa niente. Dopotutto, Sasuke verrà con me alla festa stasera. Importa solo questo.”

Non disse più nulla, e anche lui non ne ebbe il coraggio. Pensava di averle dato una lezione, seppur troppo dura, ma a quanto pareva non aveva capito davvero niente. Testona. Stupida e testona.

Mendokuse, Ino…” sbottò acidamente, avviandosi all’uscita. Non c’era nient’altro da dire.

Continua…

 

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Sono proprio di fretta, ho terminato questo capitolo ieri sera e lo pubblico ora, prima di uscire per andare all’uni. Vorrei fare un saluto veloce a tutti voi che avete letto e soffermarmi sui recensori.

GENTILISSIMI (L)

Nello specifico

Ringrazio faziooosa  che continua a seguirmi fedelmente con entusiasmo.

Ringrazio celiane4ever i cui commenti pieni di dubbi mi spingono ad essere estremamente sadica e misteriosa XP (risposta alla domandina: lo saprai a tempo debito U.U)

Ringrazio Amrlide che spero di aver accontentato con un aggiornamento abbastanza celere u.u

Ringrazio Rinoagirl89 il cui sospetto mi fa sospettare di non essere un granché ad intrecciare le trame XD O magari si ;)

Infine ultima, ma non ultima, ringrazio Kry333, che ha gli stessi dubbi delle altre e a cui io rispondo riguardo Neji “Potresti aver capito, oppure no” XD

Ancora grazie e continuate a seguirmi, se vi va J

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