Prologo
L’unico suono che spezzava il silenzio innaturale della
grande biblioteca di Konoha, come sempre deserta, era
il ticchettare furioso della penna di Ino sul tavolo
di legno. Sakura, sedutale di fronte, la guardava di tanto in tanto alzando lo
sguardo dal tomo che stava consultando, cercando di intimarle di starsi ferma.
Ma Ino era troppo eccitata da ciò che stavano per
fare, e nessuno avrebbe potuto biasimarla.
Sakura sospirò “Ti stai un po’ ferma con quella dannata
penna?” sbottò guardando l’amica con malcelato nervosismo. Anzi, diciamo pure
che non c’era stato nessun tentativo di celarlo.
“Scusa…”farfugliò la seconda,
appoggiando la penna sul ripiano liscio e guardandola di rimando. “Trovato
niente?” osò chiedere, speranzosa. Il cenno negativo della testa di Sakura però
spense il suo entusiasmo. Ancora niente.
*
“Sono un po’ inquieto” confidò Shikamaru
agli altri, seduti tutti in fila sul parapetto del ponte sul fiume appena fuori
da Konoha. E i ragazzi erano divisi chi alla sua
destra, chi alla sua sinistra, ognuno con una canna da pesca in mano, ma tutti
poterono udire distintamente la sua “confessione”. Al sentire quelle parole, si
illuminarono.
“Cosa? Pensi che stia arrivando un nuovo nemico?” le loro
voci suonavano fiduciose. Per quanto fosse triste ammetterlo, la vita era
diventata così noiosa dopo la morte di Uchiha Madara e il ritorno di Sasuke
che, come nei migliori lieto fine, non rimaneva più niente da fare se non
oziare tutto il giorno. L’armonia regnava incontrastata, le nazioni erano alleate
ed in pace tra loro, niente guerre, niente demoni, niente ninja potentissimi e,
soprattutto, niente mondo da salvare… il nulla
assoluto. Gli uccellini cinguettavano felici da parecchi mesi ormai, e quel
continuo cantare aveva fatto si che, durante gli allenamenti, molti di loro
avessero iniziato a prendersela con i maledetti uccellacci.
Così, per cambiare un po’. Le missioni ormai si susseguivano rare e si erano
ritrovati a litigare per chi dovesse scortare il cane della signora Nishimoto dall’estetista. Insomma, neanche nelle tragedie
greche i protagonisti erano disperati come i nostri.
Shikamaru però
sembrò rincuorarli con quell’uscita inaspettata. Il ragazzo teneva la canna da
pesca con una mano, mentre l’altra era portata al mento, per massaggiarlo con
fare assorto.
“No, niente nuovo nemico. Piuttosto, Sakura e Ino sono rinchiuse da questa mattina in biblioteca…”
asserì lui, preoccupato.
“E quindi?” la domanda di Kiba,
seduto al suo fianco, sorse spontanea. Tutti assentirono. E quindi?
Il Nara era rassegnato ormai
all’ottusità dei propri compagni. “E quindi stanno architettando qualcosa. Non
si ritrovavano insieme per studiare da prima di conoscere Sasuke
e litigare per lui!” quest’ultimo, tirato in causa, rabbrividì appena. Odiava
essere al centro di una diatriba tra donne.
Lee si voltò e li guardò ansioso. “Ieri pomeriggio Tenten ha smesso di allenarsi in anticipo, dicendo che
aveva un appuntamento con Hinata e le altre. Io neanche
sapevo si sopportassero, invero.” confidò angosciato.
In effetti, tutti sapevano che tra le quattro non è che
scorresse chissà quale buon sangue. Ino e Sakura si
contendevano Sasuke da secoli, e Tenten
detestava Hinata di riflesso, semplicemente perché
lei detestava chiunque avesse fatto soffrire Neji.
Dopo un’attenta analisi della situazione, tutti
rabbrividirono. Il silenzio scese di nuovo sul gruppetto e furono tutti d’accordo
con Shikamaru: le donne stavano architettando
qualcosa.
*
“L’ho trovato!” disse improvvisamente Sakura, svegliando Ino che si era accasciata sul tavolo per sonnecchiare un po’.
La bionda si svegliò con un sussulto e, meravigliata, si alzò ed aggirò il
tavolo per avvicinarsi all’amica.
“Fa vedere…” disse sedendosi
accanto alla ragazza dai capelli rosa, tirando appena il librone polveroso
verso di lei e scorrendo la pagina indicata da Sakura. Nel farlo, comunque, si
portò una manina a tappare il naso, disgustata. “Questo coso puzza di muffa.” Farfugliò
con una smorfietta dipinta in volto.
“Questo COSO, come lo chiami tu, è un manufatto antico ed è
normale che abbia quest’odore. Non perdere tempo e leggi!” rispose perentorie,
allungando un dito e mostrandole il nome di quella cosa che cercavano e che
finalmente avevano trovato.
Ai mane
no Jutsu – Tecnica di simulazione dell’amore
“Oddio, è lei davvero! Allora la maestra Tsunade non ci prendeva in giro, quando ce ne ha parlato.” Ino era meravigliata.
Questa
tecnica, estremamente complessa, permette a chi la utilizza di apparire agli
occhi di una persona come l’amore della sua vita per un’intera settimana.
Ino quasi si soffocò con
la saliva.
“PER UN'INTERA SETTIMANA!” non riuscì a trattenere quel grido
di giubilo.
Scosse la testa, per riacquistare un po’ di contegno.
“D’accordo, d’accordo. Riflettiamo attentamente. Per un ‘intera
settimana… vuol dire… che ha
durata di circa centosettanta ore. In quei sette giorni ci si gioca tutto, è così?”
chiese titubante all’amica.
Sakura annuì.
“Ti spiego, ho già letto tutto, è molto semplice. Bisogna
disegnare sul terreno questo simbolo” ed indicò il sigillo raffigurato sulle
pagine del libro “Entrare all’interno dei suoi confini con in mano una ciocca
di capelli della persona che vuoi venga… mmm… ‘incantata’, diciamo così” anche se il termine
migliore sarebbe stato ‘maledetta’ “bagnata con una goccia del proprio sangue.
Fatto questo bisogna rilasciare il chakra impastato
tra le mani, tenendole unite e schiacciando la ciocca tra di esse. L’incanto
durerà centosessantotto ore e, ovviamente, oltre a poter passare tutto il
giorno con quella persona, bisognerà giocare tutte le nostre carte di seduzione
in modo che, anche allo scoccare della centosessantanovesima ora, quella
persona possa rimanere interessata a noi. Tutto chiaro?”
Ino pendeva dalle sue
labbra. Non sembrava neanche troppo complessa. Chissà come mai il libro la
definiva così?
Fece spallucce: non le importava affatto. Semplice o
complicata, loro l’avrebbero portata a termine e finalmente i loro amati
sarebbero stati tutti per loro.
Uscirono dalla biblioteca, per andare alla ricerca delle
altre due complici. Ovviamente nessuna della due aveva pensato al piccolo
problema che Sasuke era uno solo, e loro erano in
due.
Continua…