Episodio 37 Reprise

di Ananke_ildestino
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo I ***
Capitolo 2: *** capitolo II ***
Capitolo 3: *** capitolo III ***
Capitolo 4: *** capitolo IV ***
Capitolo 5: *** capitolo V ***
Capitolo 6: *** capitolo VI ***



Capitolo 1
*** capitolo I ***


Episodio 37 Reprise

Disclamers: i personaggi e le ambientazioni sono una creazione della mente geniale della sensei Hiromu Arakawa, io mi limito a distruggere XD Nello specifico per questa fic il merito va quasi del tutto allo Studio Bones e ai suoi sceneggiatori.
Note: Possibile seguito di Through the Night o Tango Apasionado. Scusate per la fantasia al potere nei titoli dei capitoli, ma l'idea iniziale prevedeva solo 3 capitoli, ma è andato tutto a monte grazie alla mia sempre verde vena logorroica.


Episodio 37 Reprise
I capitolo

Anche quel giorno in ufficio regnava il caos. Hawkeye non ci fece caso, era abituata a tutto; confusione, frenesia e colpi di scena erano all'ordine del giorno. Tra tutti i suoi colleghi non ce ne era uno che si potesse definire “normale”, ma, dopotutto, considerato l'uomo che avevano come comandante, tutto combaciava. Certe volte si era anche trovata a dubitare di se stessa: forse, se era finita in quella gabbia di matti, qualche rotella fuori posto l'aveva pure lei!
Oggi la principale occupazione dei suoi quattro compagni sembrava essere spiare il loro superiore. Come se ci fosse molto da spiare. Riza e gli altri lavoravano per Roy ormai da anni, a meno di grandi colpi di scena, tutto sarebbe andato come solito: lui avrebbe inventato mille scuse per evitare il lavoro e si sarebbe ridotto all'ultimo minuto per far tutto, sempre se lei non interveniva puntandogli la pistola alla tempia, ovviamente. Riza però aveva ben altri piani per la testa quel giorno, niente pistole e niente ramanzine.
La cosa che più delle altre le faceva dubitare della sua stessa sanità mentale era appunto il suo rapporto sentimentale con quell'uomo. Iniziato per caso e portato avanti da anni nel segreto o quasi, visto che in ufficio tutti sapevano. Innamorata del suo superiore, anzi del suo egocentrico, vanesio e ozioso colonnello. Doveva seriamente aver perso almeno parte del senno!
Quella mattina era stata occupata a seguire una pratica piuttosto scomoda e aveva passato tutto il tempo girovagando per uffici, non aveva avuto molto tempo per parlare con calma con Roy, pensava di sistemare tutto nel pomeriggio, ma quando lei era rientrata da un ulteriore pellegrinaggio in cerca di carte, l'uomo era uscito per un'ispezione. Quando finalmente, completato il suo lavoro, era tornata dal colonnello l'aveva trovato già in partenza.
-Colonnello, posso parlarle un attimo? Per questa sera..-
-Si per questa sera, ora ho un appuntamento con una ragazza, ci vediamo dopo a casa tua, ok?!- così dicendo le diede un bacio sfuggevole e si incamminò verso l'uscita. La ragazza rimase imbambolata in mezzo alla stanza. Non le aveva nemmeno dato il tempo di parlare! Da anni usavano il trucchetto degli appuntamenti: Roy accettava le proposte di alcune ragazze, usciva con loro una sera o due, senza nessun impegno, ma continuando a rafforzare la fama di sciupa femmine. No, il problema non era quello. Il fatto era che quella sera voleva essere lei ad uscire con Roy, per una volta. Aveva l'occasione e aveva la scusa, invece quell'uomo impossibile si era già organizzato per conto suo.
Rimase un attimo nell'ufficio vuoto pensando il da farsi. I due biglietti per lo spettacolo teatrale di quella sera sembravano pulsarle nella tasca della divisa. “There's Something About Yuko”, amava quella rappresentazione, l'aveva vista la prima volta ai tempi dell'accademia, e poi un'altra volta a East City. La compagnia che la portava in scena quella sera era stata elogiata da molti, e lei aveva faticato per trovare quei biglietti. Perché farli andare sprecati? E far andare sprecato anche l'abito che si era fatta mandare appositamente dalla zia di West City? La decisione fu presto presa.

Nel frattempo negli spogliatoi maschili continuava il battibecco tra Havoc e Breda, scoprire che il colonnello gli aveva fregato la ragazza da sotto il naso, e per di più solo per una messa in scena, lo mandava in ebollizione. Al diavolo quella sorveglianza! Non che avesse mai pensato di fare sul serio una cosa simile, si sarebbero divertiti quel giorno, e poi invece che consegnarlo agli affari interni l'avrebbero passato direttamente a Mustang. Ma non c'era stato nulla di divertente, anche se Breda e gli altri se la ridevano di gusto da tempo.
Grace, piccola Grace, come aveva potuto fargli questo, cosa aveva il colonnello più di lui?
Stavano ancora bisticciando sulla sua impossibilità di battere l'alchimista che sentirono aprire la porta.
-Sto bussando da un po', ma non rispondete.- Disse Riza sporgendosi appena dall'uscio -posso entrare?-
-certo Tenente.- rispose il biondo sottotenente. Tutti si erano azzittiti di colpo, Hawkeye che veniva a cercarli negli spogliatoi poteva solo significare guai.
Se ne stavano quasi sull'attenti aspettando una mossa della donna, lei di rimando li fissava senza capire perché tanta tensione. Raramente riusciva a cogliere l'effetto che la sua presenza aveva sugli altri e soprattutto il perchè.
-Sottotenente Havoc, le posso chiedere un favore?- cominciò
-Mi dica-
-Questa sera uscirebbe con me?-
Shock. Tutti e quattro i presenti avevano sgranato gli occhi e aperto la bocca. E lei continuava a starsene lì con fare tranquillo! Quella donna poteva riservare più sorprese di quante se ne potessero immaginare da un tipo marziale e impeccabile come Hawkeye.
Considerato il silenzio ancora più profondo che si era creato il tenente decise di continuare: -vede, ho due biglietti per lo spettacolo che si tiene stasera al teatro di piazza Nazionale, volevo andarci con Lei sa Chi, ma a quanto pare aveva già un impegno. Sa, There's Something About Yuko è la mia commedia preferita, tengo molto ad andarci, ma da sola è un po' triste, non trova?-
-S-si- rispose Jean che ancora stava riordinando le idee, ma nella sua mente si stava facendo strada una folle intuizione.
-Allora mi accompagna?-
-Ma certo tenente! Volentieri.- disse convinto, aveva immaginato un piano perfetto.
-Oh Bene, allora ci vediamo alle venti davanti al cancello principale della base, per lei va bene?- il tono della voce di Riza era leggermente cambiato, più rilassato, non era così sicura di riuscire a convincere Havoc a seguirla nei suoi piani.
Nel frattempo gli altri tre colleghi ancora guardavano la scena esterrefatti.
-Certo tenente, a tra poco allora.-
-Perfetto, arrivederci a tutti- un breve saluto militare e la donna scomparve al di là della porta.
Ancora un attimo di silenzio, poi scoppio nuovamente il putiferio.
-Hai detto si!!!-
-Uscirai con il tenente!?-
-Ma hai la minima idea di quel che stai facendo?-
-E da quando ti piace il teatro poi!-
-Secondo me questa cosa di Grace ti ha dato alla testa.-
-Non l'ha mai avuta apposto la testa, questo qui.-
-BASTA!!- li zittì il biondino. Quando fu ripristinata la calma proseguì con tono rilassato: -so perfettamente quello che faccio: vendetta, pura e semplice vendetta. Il colonnello è uscito con la mia donna..-
-... quasi, non era la tua donna..- si intromise Falman.
-Si va bene, quasi.- si corresse il tiratore mentre guardava in cagnesco il compagno. Quindi si schiarì la voce e ripartì: -Lui ha preso Grace, e io mi prenderò la sua donna. Così avrò la mia rivincita, almeno morale.-
-Cosa vorresti fare al tenente?- chiese dubbioso Breda
-Nulla ovviamente, andrò con lei a teatro e poi basta, mi accontento della questione di principio.-
-...anche perché se non ti accontenti rischi di finire impallinato.- concluse di nuovo l'altro sottotenente.
-Breda.. hai voglia di litigare...-
-Mmm..Sottotenente Havoc- si intromise Fuery – credo che i biglietti che ho visto sulla scrivania del Colonnello fossero proprio per quello spettacolo sa?-
-Meglio, così potrò godere a pieno della mia vittoria!-
Tra gli altri scese nuovamente il silenzio, che durò soli pochi secondi.
-Avremo cura della tua tomba.- gli disse Falman mentre gli appoggiava una mano sulla spalla.
-Le porterò i fiori ogni mese, lo giuro!- aggiunse Fuery.
-Ma perché credete che ne resterà qualcosa da tumulare? Per me volerà via nel vento..- Breda era sempre il meno gentile.
-Che cosa state dicendo poi! Ho detto che non la toccherò, sono un uomo d'onore..-
-.. e stupido.-
-Breda!!-
-Questa volta è vero, sei così sicuro di voler incontrare il Colonnello mentre esci con la sua donna?-
-Il colonnello è un uomo molto geloso.- aggiunse il giovane sergente maggiore annuendo energicamente.
-Si è vero, vi ricordate quante storie fece per quel ragazzino che portò il mazzo di fiori ad Hawkeye prima che partissimo per Central.- continuò il militare canuto.
-Eccome se me lo ricordo. Prima voleva bruciare lui e i fiori. Poi ha fatto un interrogatorio privato a tutti noi, Hawkeye compresa. E infine ancora voleva bruciare i fiori. Si era risentito soprattutto perché il tenente li aveva molto apprezzati.-
-Beh aveva detto che quei fiori in particolare le piacevano molto...-
-Erano Calle, Zantedeschia aethiopica, che nel linguaggio dei fiori significa “raffinatezza”, nasce nei climi..-
-Si Falman, non ci serve tutta la voce enciclopedica.- lo fermò con un gesto Breda, che stava fissando Havoc. Pian piano il sottotenente stava prendendo consapevolezza del rischio che correva.
-Effettivamente...- disse con un filo di voce. Fissava il vuoto davanti a sé, immaginando svariate scene, e in tutte lui aveva la peggio. Perché mai aveva accettato l'invito!
-Secondo me, sottotenente, non è così grave la situazione, basterà che eviti di incrociare il colonnello, e poi chieda al tenente di non dirgli nulla.- propose il maresciallo.
-Si ha ragione. Il tenente non le farebbe mai una cosa tanto cattiva!- Fuery vedeva Riza praticamente come una sorella maggiore, aveva per lei una fiducia completa.
-Falman, Fuery, vi adoro.- esclamò Jean mentre gli abbracciava entrambi.
-Mah.. sarà...- commentò distratto l'unico rimasto fuori da quel quadretto.

Riza si presentò all'appuntamento con un paio di minuti d'anticipo. Havoc era già lì, appoggiato alla colonna del cancello principale stava fumando la sua sigaretta fissando un punto imprecisato a terra.
-Sottotenente, sono in ritardo?- chiese lei quando gli arrivò vicino.
-Uh- mugugno girando la testa verso di lei -no, sono io che sono piuttosto in anticipo.-
L'uomo indossava un completo bianco e sotto la giacca portava una dolcevita grigia. Riza lo guardò incuriosita, non aveva mai visto il suo collega in abiti eleganti, in quel momento anche la sigaretta perennemente tra le labbra gli dava un tono più sofisticato. Sorrise.
-Lo sa che sta proprio bene vestito così?-
Il ragazzo divenne leggermente rosso e si raddrizzò del tutto.
-Ah grazie tenente, ma anche...- poi si fermò a guardarla più attentamente. Non aveva ancora notato la pettinatura ben più curata del solito: i lunghi capelli biondi raccolti in un complesso chignon sulla nuca, ad esclusione di due lunghe ciocche che le ricadevano ai lati del viso. Dell'abito che portava invece si intravedeva solo la lunga gonna bianca che finiva poco prima delle alte scarpe anch'esse candide. Il resto restava celato dal lungo cappotto e dal foulard blu che portava al collo.
Vedendo il volto incerto della donna e rendendosi conto d'aver lasciato la frase a metà, Havoc riprese:
-Ah, mi scusi, è che non l'avevo mai vista con una pettinatura simile. Mi ha un po' spiazzato.-
-Ci siamo scoperti a vicenda.- osservò lei, mentre dolcemente lo prendeva a braccetto e s'incamminava verso la via centrale della città.
-Sottotenente, sono anni che ci conosciamo, non pensa che per questa sera potrei chiamarla per nome e usare il “tu”. Mi sentirei più a mio agio.-
Havoc spalancò la bocca dalla sorpresa e la sigaretta ancora fumante cadde a terra. I profondi occhi castani della sua collega lo scrutavano tranquilli e sicuri come sempre. In fondo aveva ragione, si conoscevano da anni, e se ora passeggiavano a braccetto potevano anche permettersi di darsi del tu fuori dalla caserma.
-Certo, Riza- cercò di sembrare calmo e sereno. Lei ridacchiò a quel suo tentativo tanto pacchiano dopo la scena di poco prima. Roy aveva proprio ragione quando diceva che Havoc avrebbe dovuto imparare ancora molto prima di raggiungerlo. Roy... Non poteva dimenticarlo, era lui il suo bersaglio quella sera, e non l'avrebbe mancato.
Conversarono per un po', di quel che era accaduto in giornata, lui le spiegò del compito che gli era stato affidato, di come l'avesse usato per divertirsi un po' e di come poi era finito tutto in mille pezzi. Ovviamente aveva evitato di parlare di Grace e di come Mustang gli fosse stato preferito. Avevano parlato dei loro colleghi, del colonnello, della vita nell'esercito, di cose che già sapevano di loro e di cose che non si erano mai detti. Una normale chiacchierata tra amici e colleghi. E nel mezzo Jean trovò il modo di fare la fatidica domanda:
-Riza, come mai hai chiesto a me di uscire?-
-Oh beh, perché noi due ci conosciamo da prima di East City, lavoravamo insieme per Roy sin dall'inizio, non desterò certo molti sospetti se esco con un uomo che frequento da così tanto tempo.- semplificò lei, aggiungendo mentalmente “E Roy si fida di te al punto che esiterà ad ucciderti, spero...”.

Arrivarono al teatro di piazza Nazionale una decina di minuti prima dell'inizio dello spettacolo, quando entrarono Riza si recò immediatamente al guardaroba per lasciare cappotto e sciarpa. Gli spiegò che solitamente a teatro faceva molto caldo, per cui si era ben coperta per uscire e poter indossare sotto un abito più adatto alla sala.
Lui l'aspetto all'ingresso, torturandosi per il divieto di fumo nel locale. Quando pochi minuti dopo la ragazza si ripresentò di fronte a lui fu nuovamente colpito. L'abito lungo che indossava era completamente bianco, ad eccezione di un lungo ricamo argento che le correva dal seno sinistro sino all'orlo finale del vestito. Un piccolo collare di stoffa le circondava la gola e da qui partiva la stoffa che la copriva sul davanti, ma la schiena e le spalle erano completamente nude; inoltre un lungo spacco tagliava la bianca gonna.
-Che ne dici Jean, mi sta bene? Con abiti così belli ho sempre l'impressione di sembrare uno spaventapasseri.- Disse mentre si avvicinava con un'eleganza innata.
-Stai scherzando, sembri una dea.- rispose, senza rendersi effettivamente conto di ciò che diceva; lei rise e tutto ad un tratto il giovane si ricordò del pericolo: quella donna aveva un fidanzato, quel fidanzato era geloso, e, soprattutto, quel fidanzato poteva ucciderlo con uno schioccò di dita, letteralmente. Entrando in sala, perciò, cominciò a guardarsi attorno cercando il suo comandante.
-È stata restaurata di recente questa sala, vero?- disse per sembrare intento in altro.
-Beh non molto di recente, sono già passati cinque anni.-
-Ah. Io non vengo in questo teatro da almeno dieci penso.. forse di più.-
-Non è tipo da teatro vero?!- chiese, mentre si avvicinava ai posti loro assegnati.
-Già- sovra pensiero Havoc continuava a guardarsi attorno, sui loggioni soprattutto, se il colonnello fosse stato lassù il rischio di essere notato aumentava.
-Oh, ecco i nostri posti.- la voce di Riza lo richiamò alla realtà.


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Capitolo 2
*** capitolo II ***


Episodio 37 Reprise

Disclamers: i personaggi e le ambientazioni sono una creazione della mente geniale della sensei Hiromu Arakawa, io mi limito a distruggere XD Nello specifico per questa fic il merito va quasi del tutto allo Studio Bones e ai suoi sceneggiatori.
Note: Possibile seguito di Through the Night o Tango Apasionado. Scusate per la fantasia al potere nei titoli dei capitoli, ma l'idea iniziale prevedeva solo 3 capitoli, ma è andato tutto a monte grazie alla mia sempre verde vena logorroica.


Episodio 37 Reprise
II capitolo

Roy aveva cenato con Grace in un ristorante del centro, l'aveva ascoltata piuttosto annoiato parlare di cose che non lo interessavano, o che non trovava affatto di suo gusto, più di una volta si era trovato costretto ad un compiacente sorriso di circostanza, non sapendo bene di cosa si stesse parlando. Per lo meno aveva mangiato bene, come solito in quel locale. Chissà se averebbe mai potuto portare Riza in quel posto, sedere con lei di fronte, guardarla mentre con grazia portava le posate alla bocca, le sue dolci labbra... Per qualche secondo Mustang si perse nei suoi pensieri, inebriato anche solo dal pensiero della donna che amava; ma fu presto portato alla realtà dal cameriere che gli mostrava il conto della cena.
Grace non era una cattiva ragazza in fondo, era anche carina, nulla di speciale, ma certamente non brutta; tranquilla e gradevole come compagnia, non parlava troppo ne era troppo timida e taciturna. Ma per Mustang era decisamente troppo ordinaria! Prima di iniziare quel folle rapporto con Hawkeye non si sarebbe mai sognato di uscire con una brava ragazza come lei. Ma ora una donna così era l'ideale per nascondere la sua relazione, non avrebbe preteso nulla e non avrebbe insistito quando lui avrebbe rifiutato i suoi inviti. Certo che se avesse avuto dei gusti migliori sarebbe stato tutto più facile!
Dal ristorante a piazza Nazionale non c'era molta strada, arrivarono al teatro con un buon anticipo. Freddoloso come era Roy si strinse comunque nel cappotto nero dell'esercito durante quel breve tragitto.
La sua vita sociale, da quando era stato ritrasferito nella capitale era piuttosto povera, a parte i finti appuntamenti con le ragazze non aveva molti altri svaghi, un po' per l'enorme dose di lavoro, un po' perché i rari momenti di libertà cercava di passarli con Riza, in qualche modo. Per questo era difficile trovare spunti di conversazione e doveva sempre dipendere dalle sue accompagnatrici e cavarsela in qualche modo grazie alla sua enorme esperienza da don giovanni. Restava lo stesso faticoso fingere a quella maniera, anche se il suo tenente rideva ogni volta che sosteneva questa tesi, dicendo che in realtà stava solo assecondando la sua indole naturale. Se fosse stato qualcun altro a dire una cosa simile sarebbe morto all'istante, ma a quella donna poteva perdonare tutto, soprattutto se sorrideva.

Quando furono in sala si ritrovò a leggiucchiare un volantino di presentazione dell'opera che stava per andare in scena: “There's Something About Yuko”. La commedia preferita da Hawkeye, e se ne era accorto solo ora. Lui l'aveva vista solo una volta, molti anni prima, quando ancora era un ragazzino dell'accademia, non se la ricordava molto bene, avrebbe sfruttato quell'occasione per seguirla con attenzione.
Mentre ancora stava pensando alla prossima rappresentazione Grace cominciò a chiedergli dei fiori, dopotutto era una fiorista. Roy amava i fiori, non come li amavano le donne, ma gli piaceva averne sempre un vasetto in ufficio e in casa.
-Colonnello, che ne pensa delle calle? Io le trovo bellissime, sono così raffinate ed eleganti...-
-Le odio.- disse secco. Gli saliva la rabbia al solo ricordo di quel ragazzino di primo pelo che aveva avuto il coraggio di regalare quel mazzo di fiori alla sua donna, la SUA donna. Vero che non sapeva della loro relazione e che lei aveva negato di aver scambiato con lo sbarbatello poco più di alcune parole, ma non riusciva ad accettarlo, comunque.
-Ah- Grace rimase piuttosto colpita da tanto astio.-e.. come mai? Se posso permettermi, ovviamente..-
Roy stava velocemente riordinando le idee per dare una risposta soddisfacente, ma non fece a tempo ad aprir bocca.
-Oh, ecco i nostri posti.- la voce di Riza lo attraversò come una scossa elettrica. Riza? Lì? Doveva aver sentito male. Si girò di scatto e in piedi nella corsia centrale del teatro c'era veramente la sua sottoposta!
Rimase quasi a bocca aperta, aveva messo a fuoco solo il viso della donna che sembrava sorridere compiaciuta. E lo era realmente, anche la sorte la stava favorendo, nemmeno volendo avrebbe potuto trovare i biglietti esattamente accanto al colonnello. Roy sembrava particolarmente sorpreso, ma non era tipo da farsi prendere troppo alla sprovvista, e infatti si riprese quasi del tutto quando lei lo salutò.
-Buonasera Colonnello, che caso trovarsi proprio vicini.- Ma non si sarebbe certo accontentata di questo, e aggiunse. - Visto Jean, siamo seduti accanto al colonnello- così dicendo si girò verso il suo accompagnatore. Havoc si era girato di scatto nel sentire il saluto della donna, sperando inutilmente di aver sentito male. Nel vedere il suo superiore seduto proprio due posti più in là rispetto a dove si era fermata lei, impietrì. Cosa fare ora? Non sentì quasi quel che gli disse lei, stava pensando se lo avrebbe incenerito sul posto o avrebbe preferito cuocerlo a fuoco lento. Nel attimo in cui le parole del tenente furono colte dallo spaesato colonnello questi lo notò di colpo e si capiva perfettamente che se doveva scegliere avrebbe preferito farlo soffrire, molto e a lungo. Da quando, si domandò il povero sottotenente, l'alchimista riusciva a far uscire le fiamme pure dagli occhi?
Dentro di sé la soldatessa era ancora più felice, tutto stava andando come previsto, Roy sarebbe bruciato di gelosia per ore e ore, e lei avrebbe avuto così la sua vendetta.
Nel frattempo Grace seduta dall'altro lato non aveva capito molto, si sporse oltre Mustang e domandò: -Colonnello, vi conoscete?- Solo in quel momento vide Havoc che stava lentamente riprendendo colore -Sottotenente Havoc! Anche lei qui!-
Jean si ritrovò di colpo con un secondo problema, gestire Grace senza fare una pessima figura, o il suo superiore prima di ucciderlo avrebbe passato il tempo deridendolo.
-Grace, buonasera.- disse un po' tentennante, continuando a fissare il Flame Alchemist e pronto a far fronte ad un qualsiasi attacco.
Fu Riza a quel punto a girarsi verso il biondino.
-Jean, conosci la ragazza del colonnello?- disse con voce tranquilla ma penetrante, ogni parola pensata apposta per colpire l'uomo che l'aveva scavalcata nelle decisioni di coppia.
Incredibilmente la voce di Hawkeye e il suo volto tranquillizzarono finalmente il ragazzo, non del tutto certo, ma forse non sarebbe stato ucciso lì e forse aveva addirittura una via di fuga, se lei l'aiutava.
-Si, ci siamo visti qualche volta.-
-Ah si...- rispose la ragazza poi aggiunse arrossendo -ma io non sono la ragazza del colonnello...-
Riza avrebbe voluto, per una volta, poter rispondere con fierezza “ovviamente, visto che sono io”. Ma non era ancora il tempo, un giorno forse avrebbero potuto vivere la loro relazione a ciel sereno, chissà quando.
-Oh Grace, non vi ho presentate!- Roy era rientrato magicamente nella parte, anche lui condivideva gli stessi pensieri della sua donna, ma non era quello il momento di lasciarsi andare.
-Questa è Riza Hawkeye, il mio tenente, e quel...-si fermò per una frazione di secondo, che ad Havoc bastò per immaginare mille epiteti poco gentili nei suoi confronti. -...uomo, che già conosci, è il mio sottotenente.-
-Molto piacere- fece Riza con un lieve cenno del capo, a cui Grace rispose allo stesso modo anche se non con la stessa eleganza.
-Colonnello, possiamo accomodarci?- chiese educatamente l'ufficiale prima di infilarsi nella fila di poltroncine. Si sarebbe messa accanto a Mustang, almeno per evitare che maltrattasse il suo accompagnatore sin da subito.
Solo in quel momento l'alchimista mise a fuoco l'abbigliamento e l'acconciatura della donna. Rispose con un si poco deciso, mentre notava le due ciocche di capelli che le circondavano il viso e il candido vestito che lasciava nuda la schiena e le spalle. La gonna frusciò mentre si metteva a sedere, evidenziando il lungo spacco. Era stupenda! Non le aveva mai visto quel vestito, ma ora non avrebbe voluto vederla indossare altro.
Ritornò in fretta alla realtà, quando la fiorista accanto a lui gli tocco delicatamente un braccio. -Colonnello, crede che manchi ancora molto? Vorrei andare a sistemarmi un attimo.-
Doveva sentirsi un po' in soggezione rispetto a Riza, pensò l'uomo mentre estraeva l'orologio d'argento.
-Mancano ancora sette minuti, puoi andare se vuoi, generalmente ritardano sempre di due, tre minuti per attendere anche i più ritardatari.- le sorrise cercando di sembrare il più innocente e sincero possibile, in realtà gli faceva decisamente comodo che lei li lasciasse soli, anche solo per un momento.
Ringraziando, Grace si alzò e passò davanti ai due amanti in incognito, Havoc invece si alzò per lasciarla uscire, quindi si risedette con un tonfo.
L'alto graduato aspettò qualche secondo, tempo che la ragazza si allontanasse a sufficienza, poi a bassa voce ma con naturalezza chiese:
-Dunque, cosa è questa storia? Cosa ci fate qui?-
Jean si affondò ancor di più nella poltroncina, Riza invece sfoggiò un bel sorriso e rispose:
-Vede colonnello, questa commedia mi piace molto, avevo due biglietti per cui ho chiesto a Jean di accompagnarmi, e lui ha gentilmente accettato.-
Roy la guardò un po' torvo, non era quella la risposta che voleva, ovviamente, ma se decideva di non rispondere non c'era verso di farle cambiare idea, questo lo sapeva. Decise perciò di passare ad altro.
-Quel vestito ti dona veramente, lo sai?- il tono della voce era molto cambiato, più tenero. Lei quasi arrossì a quel banale complimento, fatta dalla persona che ami ogni osservazione sembra speciale. Sussurrò un grazie perdendo la sua ostenta imperturbabilità. Quando faceva così Roy impazziva per lei, l'istinto lo portò ad alzare appena una mano, per accarezzarle il viso. Si fermò appena in tempo, quando lei gli toccò impercettibilmente il ginocchio; erano in pubblico, c'erano persone ovunque, nessuno pareva guardare, ma poteva essere un attimo. Havoc nel frattempo guardava in alto, non voleva sapere nulla, anzi avrebbe preferito essere da un'altra parte, al sicuro da un uomo geloso e pericoloso come Mustang.
Grace fu un lampo, torno subito, prima ancora che i due riuscissero a trovare qualche altro spunto di conversazione meno compromettente. Si era sistemata un po' i capelli, forse c'era anche un filo di trucco in più. Per l'alchimista però nulla cambiava, era una ragazzina carina che cercava di competere con una donna che pareva splendere di luce propria.


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Capitolo 3
*** capitolo III ***


Episodio 37 Reprise

Disclamers: i personaggi e le ambientazioni sono una creazione della mente geniale della sensei Hiromu Arakawa, io mi limito a distruggere XD Nello specifico per questa fic il merito va quasi del tutto allo Studio Bones e ai suoi sceneggiatori.
Note: Possibile seguito di Through the Night o Tango Apasionado. Scusate per la fantasia al potere nei titoli dei capitoli, ma l'idea iniziale prevedeva solo 3 capitoli, ma è andato tutto a monte grazie alla mia sempre verde vena logorroica.


Episodio 37 Reprise
III capitolo

La commedia si divideva in quattro atti, dopo i primi due era prevista una lunga pausa. Riza seguì con piacere la prima parte dello spettacolo, la compagnia che lo metteva in scena era veramente preparata come dicevano i giornali e la critica. Inoltre le scenografie del teatro erano sempre stupende. A rendere la cosa ancora più piacevole c'era Roy.
Dopo il ritorno di Grace lo spettacolo era iniziato quasi subito, aveva solo potuto scambiare qualche frase di convenevoli con l'altra ragazza, con Roy nel mezzo che stava evidentemente pensando a come gestire entrambe le donne in contemporanea. Purtroppo l'effetto gelosia pareva quasi scomparso, per questo pensò bene di rincarare la dose. Non molto prima che finisse la prima parte di rappresentazione si appoggiò vistosamente alla sua sinistra, dove sedeva Havoc, lasciando che una ciocca dei suoi capelli dorati cadesse sulla spalla del commilitone, e le braccia si sfiorassero. Jean si irrigidì e la fissò nel buio, lei non distolse per un secondo lo sguardo dal palco. Il sottotenente si girò perciò a controllare il colonnello, anche lui concentrato sulla commedia. Forse era salvo, si rilassò, in fondo avere una così bella donna tanto vicina non era affatto male, anzi. La sua mano si mosse lievemente e involontariamente toccò il braccio della sua vicina. Gli bastò un secondo per notare quanto fosse morbida e liscia quella pelle. Lei non si mosse, non diede segno di provare fastidio per quel contatto. Havoc decise di non muoversi, a questo punto era giusto prendersi qualche soddisfazione, si disse. Ora però la voglia di accarezzarla cresceva, chissà che sapore aveva quella pelle... Si sforzò di concentrarsi sulla scena, evitando di guardare la ragazza, ma sentiva il richiamo del suo profumo in continuazione. Ad un certo punto sentì anche un'altra cosa: lo sguardo assassino del colonnello.
Roy era sì attento allo spettacolo, non voleva perdersi nulla della commedia preferita della sua amata, ma allo stesso tempo sentiva un irrefrenabile desiderio di toccarla. Allungò pian piano il braccio accanto a sé. Dall'altro lato Grace si era poggiata a lui sin dall'inizio. Quando non trovò la mano di Riza si voltò di scatto, e quello che vide gli fece salire il sangue al cervello. Non solo lei era spostata dall'altro lato, ma Havoc la stava pure toccando. Stava toccando la sua donna. Lo avrebbe ucciso, un modo l'avrebbe trovato, ma sarebbe morto. Lo fissò con uno sguardo infuocato per alcuni secondi, fino a che il sottoposto non si girò verso di lui. Jean dal canto suo quasi non saltò nella poltroncina. Stacco velocemente la mano dal braccio della collega e si spostò completamente dal lato opposto, sudando freddo. Roy continuava a guardarlo con uno sguardo carico di ostilità, ma sicuramente ora aveva qualche minuto di vita in più.
Riza fece finta di non notare nulla, ma quando l'altro uomo con uno scatto si allontanò da lei, sorrise. Era bastato così poco a farlo incendiare, quell'uomo avrebbe sofferto quella sera, almeno sino a che lei non avesse deciso che poteva bastare.

Nella prima pausa tra i due atti si concesse un secondo round.
-Jean, come ti pare?-
Lui era ancora terrorizzato, guardava in continuazione oltre, per controllare che il colonnello non si infilasse i guanti da un momento all'altro.
-Eh.. beh.. si.. carina.-
-Mi raccomando, è la mia preferita, seguila con attenzione.- e gli carezzò i capelli. Non vedeva Roy dietro, ma poteva immaginare. Il sottotenente minacciava di svenire dalla paura da un momento all'altro. Il colonnello invece stava per scoppiare come una bomba. Gli occhi gli stavano uscendo dalle orbite e continuava ad aprire e chiudere le mani dal nervosismo.
-Colonnello... colonnello...- chiamò Grace, cercando di farsi notare. Dovette poggiargli una mano sulla spalla per farlo riprendere.
-Si, Grace? Scusami.- fece un falsissimo sorriso di circostanza.
-Nulla, la vedevo un po' agitato.-
-Agitato? Qualche problema colonnello? - si intromise Riza. Mentre Jean a lato riprendeva fiato. Lei sorrideva. Roy notò quell'espressione e si morse il fegato. Gliela stava facendo pagare. Per cosa di preciso ancora non l'aveva capito. Ma sicuramente quella era una vendetta. E le stava riuscendo benissimo. Era già doloroso averla al fianco così bella come era quella sera e non poterla nemmeno sfiorare, vederla anche così vicina ad Havoc era come morire.
Era un uomo geloso, lo sapeva, era uno dei suoi difetti più grandi, uno dei pochi che avrebbe ammesso. Non molti lo sapevano, non aveva avuto molti motivi per essere geloso in passato, ma con Riza era diverso. Non era possessivo, o forse si. Ma lui non considerava la gelosia come egoismo. Piuttosto come una difesa, non voleva che Riza venisse “sporcata” da altri. Nemmeno da Havoc, ovviamente.
Mentre lui pensava a tutto ciò, le due donne erano già passate a parlar d'altro. Ascoltò cosa si stessero dicendo.
-Oh fa la fioraia? Che bel lavoro, deve essere divertente.-
-Eh si, abbastanza. È un lavoro tranquillo e poi si incontrano molte persone tutti i giorni. E, soprattutto ,si respira un buon profumo.-
-Sicuramente, eheh-
Convenevoli, niente di importante, e tornò a cercare il suo sottotenente con lo sguardo. Dal canto suo il biondino si era rintanato il più distante possibile da Riza, per quanto concedesse il posto, e guardava pensoso il resto della sala. Perché era finito in mezzo a quella guerra? Breda aveva ragione, era proprio stupido, avrebbe dovuto rifiutare sin dall'inizio, invece di crede di potersi vendicare sul colonnello. Altro che, la vendetta se la stava prendendo Hawkeye, e con lui nella parte della vittima sacrificale. Certo che questa volta il colonnello stava proprio incassando. Quella donna sembrava tanto devota e tanto composta che nessuno si sarebbe mai aspettato un comportamento così diabolico. Ed era solo il primo atto, chissà cos'altro aveva in mente. Dentro di sé Havoc cominciò a piangere pensando alla triste fine che lo aspettava prima del termine della serata. Mustang avrebbe perdonato tutto alla sua amata, ma si sarebbe sfogato il doppio su di lui.
Le luci si abbassarono e cominciò il secondo atto. Questa volta Riza rimase seduta più composta, ma non poggiò comunque il braccio vicino al suo superiore. Dopo un po' Jean, schiacciato verso il passaggio centrale del teatro, diede un'occhiata ai due. Lei sorrideva e seguiva con attenzione la sceneggiatura, lui invece la sbirciava in continuazione. Era evidentemente in ansia e aveva una voglia spasmodica anche solo di toccarla.
“Ma guarda”, pensò l'altro, “Roy Mustang, che tanto successo ha con le donne e che se ne vanta anche il doppio, ora soffre come un cane solo perchè non può sfiorarne una.”
-È ridicolo vedere come si riducono le persone per amore- disse un personaggio sul palco, e mentalmente il sottotenente dovette convenire, chissà se prima o poi anche lui sarebbe caduto in quella rete?

Roy era veramente in crisi. Sul palco un uomo si struggeva credendo erroneamente che la donna amata avesse un amante, e qualcosa in quell'uomo che inventava stratagemmi e faceva interrogatori per scoprire la verità, gli ricordava se stesso. Ma non riusciva comunque a concentrarsi, Riza accanto a lui stava seduta dritta e si godeva la sua commedia preferita. Lui non poteva fare a meno di lanciargli uno sguardo ogni due secondi. Era veramente bella, così coinvolta nell'opera. I suoi occhi esprimevano la felicità, la curiosità, il piacere e l'emozioni che provava ad ogni frase degli attori. Era raro vederla così, ma in quei momenti sembrava proprio una ragazzina, una ragazzina splendida. Voleva tanto poterle stringere almeno la mano...
Alla fine non resistette alla tentazione, pian piano allungò una mano verso la sua, mentre lei nemmeno s'accorgeva. Dall'altro lato Havoc lo guardava contrariato, non era il caso, a suo parere, di tentare una cosa simile. D'un tratto le luci si accesero. Lui rimase con la mano ferma a pochi centimetri da quella di lei, quasi a bocca aperta. Riza lo notò, lo guardò dritto negli occhi, con uno sguardo che diceva semplicemente “non dovevi farlo”. A quel punto ritirò velocemente il braccio. Non era proprio serata.
Grace accanto a lui si mosse e gli lasciò finalmente l'altro arto.
-Colonnello, se mi vuole scusare, penso che sfrutterò questa pausa lunga per andare a rinfrescarmi un attimo.- Roy si domandò se si fosse preparata quella frase così precisa da molto, e mugugnò un assenso.
A quel punto anche Riza si alzò.
-Penso che verrò con lei, se accetta la mia compagnia.-
Ovviamente la fiorista non ebbe nulla da ridire. Havoc invece avrebbe ne avrebbe avuto molto, se fosse stato consultato. Guardo la collega con occhi pieni di preoccupazione. Lei di rimando gli sorrise ma uscì comunque. Quando fu nella corsia centrale del teatro, dietro a Grace, si girò un istante e fissò intensamente Roy e mosse appena le labbra per dirgli:
-Non fare stupidaggini-.


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Capitolo 4
*** capitolo IV ***


Episodio 37 Reprise

Disclamers: i personaggi e le ambientazioni sono una creazione della mente geniale della sensei Hiromu Arakawa, io mi limito a distruggere XD Nello specifico per questa fic il merito va quasi del tutto allo Studio Bones e ai suoi sceneggiatori.
Note: Possibile seguito di Through the Night o Tango Apasionado. Scusate per la fantasia al potere nei titoli dei capitoli, ma l'idea iniziale prevedeva solo 3 capitoli, ma è andato tutto a monte grazie alla mia sempre verde vena logorroica.


Episodio 37 Reprise
IV capitolo

La pausa sarebbe durata bene quindici minuti, Havoc pensò che anche solo cinque ne sarebbero bastati al colonnello per ucciderlo. Senza Hawkeye nei pressi lui era come un agnellino portato all'altare. Si accasciò nella poltrona, pronto al peggio. Si dovette invece sorprendere, perché il suo superiore rimase fermo al suo posto a guardare il palco vuoto per un po'. Alla fine, con voce calma ma bassa lo chiamò:
-Havoc, vieni qui.- e gli indicò il posto di Hawkeye accanto a lui. Il sottotenente sentì un brivido corrergli per la schiena e già vedeva il suo sangue sporcare la poltroncina.
-Sottotenente Havoc, si muova!- aggiunse con più forza Mustang, quasi sibilando tra i denti.
Ormai rassegnato al suo destino Jean fece quel che gli veniva chiesto, in fondo era sempre il suo comandante e obbedire era un suo dovere.
Si sedette senza troppa eleganza, fissando avanti a sé. Tanto si immaginava già gli occhi rabbiosi dell'altro. In realtà Roy stava lottando con se stesso per restare calmo, ucciderlo non poteva, o Riza lo avrebbe ammazzato a sua volta. Urlare non era il caso, o l'avrebbe sentito tutto il teatro. E poi gli interessava sapere cosa doveva farsi perdonare dalla sua donna. Respirò profondamente e cominciò.
-Ora, tu, mi spiegherai perché ti trovi qui, e ti trovi qui con lei.- mise una certa enfasi nella parola “lei”, ma per il resto era riuscito a mantenere un tono di voce accettabile e nascondere un po' del rancore che provava.
Il biondino si girò sorpreso a fissarlo, era già pronto alla sfuriata comprensiva di insulti i più fantasiosi possibili. Invece l'alchimista ancora fissava diritto inanzi a sé, con le braccia incrociate e sembrava in tensione ma non agitato.
-Beh, ecco vede... di preciso non so spiegarglielo. È arrivata all'improvviso nel nostro spogliatoio..- a quel punto il Flame Alchemist si girò visibilmente accigliato.
-Ah... eravamo tutti vestiti, non si preoccupi...- si affrettò a rassicurare, poi continuò -E mi ha chiesto se potevo accompagnarla questa sera a teatro, perché aveva due biglietti e desiderava molto assistere a questa commedia. E poi... beh ho accettato...-
-Perché?- la voce era gelida.
-Beh... ecco...- Havoc sentiva la fine avvicinarsi. -ero un po' confuso, non mi aspettavo una proposta simile. Poi il tenente sembrava seriamente tenerci molto.-
Roy fece una smorfia e annuì, mentre dentro di sé il sottotenente esultava, forse era riuscito a salvarsi in extremis.
-Mmm...- il colonnello cominciò a pensare ad alta voce. -ma perché me la sta facendo pagare, esattamente? Cosa avrò fatto stavolta...-
Per un attimo Jean si concesse il lusso di guardarlo sorpreso a bocca aperta, poi senza pensare alle conseguenze: -Mi pare ovvio colonnello. Hawkeye voleva venire con lei, ma lei ha deciso senza consultarla di andare a vedere la sua commedia preferita con un'altra donna. Il tenente non è tipo d'accettare a cuor leggero di essere messa da parte.-
-Dice?- Mustang non aveva minimamente pensato a questo particolare.
-Sisi, è sicuramente così.- confermò tronfio il biondo ufficiale.
L'altro lo guardò per un secondo stupito, quindi si accigliò.
-Sottotenente, come si permette di parlarmi così, sono sempre il suo superiore, se lo ricordi.-
-Ah... si... mi scusi.- il poveretto tornò a sentire puzza di guai.
-E, soprattutto...- continuò il moro con un tono sempre più gelido. -lei l'ha toccata. Ha toccato la mia donna.- L'ultima frase la disse con una voce adattissima ad un boia.
-Ecco, non l'ho fatto apposta... lei si è appoggiata e...-
-Doveva scansarsi, subito.-
-Ma ero concentrato sullo spet..-
-Su cosa era concentrato? Forse sul braccio di Riza, non certo su altro!-
-Ma colonnello, le giuro che non ho pensato minimamente di farle..-
-Di farle cosa?-
Ormai Havoc stava recitando le sue ultime preghiere, l'illusione di averla scampata era del tutto svanita.
Proprio in quel momento però vide con la coda nell'occhio le due donne tornare, e pregò tutti i santi in paradiso che facessero in fretta, o il suo superiore lo avrebbe fatto a pezzi nonostante gli avvertimenti della sua amata.
Anche l'altro uomo si accorse delle due ragazze in arrivo, e la vista di Riza tanto elegante gli fece tornare il buon umore e il senno, doveva lasciare in pace Havoc per ora, o lei non solo l'avrebbe fatto morire di gelosia, ma l'avrebbe anche impallinato.
Tornarono entrambi a voltarsi, e l'alto graduato ringhiò tra i denti:
-Ne parliamo più tardi.-
Il biondino si lasciò andare a un sospiro di sollievo seppur momentaneo. Ma subito tornò in campana, e con lui il suo vicino. Sentirono una voce troppo familiare chiamare la loro collega.
-Tenente Hawkeye, è proprio lei?-
Mustang trattenne l'istinto di girarsi, artigliando la poltroncina e aspettò che Jean gli riferisse. E non poté che confermare, con un filo di voce: -Il Tenente Colonnello Archer...-

Riza era appena tornata dai bagni, aveva parlato un po' con Grace e aveva capito subito che Roy si doveva essere annoiato a morte quella sera. Era una ragazza buona e gentile, ma non certo una donna in grado di attirare l'attenzione del suo uomo, troppo ordinaria e con gusti troppo contrapposti. Quando la fioraia le aveva chiesto come mai il colonnello odiasse tanto le calle era quasi scoppiata a ridere. Era veramente un tipo impossibile, legarsela tanto al dito per un mazzo di fiori innocenti. Lei aveva eclissato dicendo di non conoscerne il motivo, e che probabilmente era una semplice questione di gusti. Ma aveva ancora voglia di ridere.
Arrivata in sala vide sin da subito i suoi due compagni di lavoro intenti in una chiacchierata non troppo amichevole. Doveva fare una ramanzina a Roy anche per questo. Stavano per arrivare ai loro posti quando fortunatamente i due litiganti si accorsero del loro arrivo, sarebbe stato difficile spiegare a Grace quella situazione, non era un fulmine, ma non era nemmeno così stupida.
Stava per tirare un respiro di sollievo, quando sentì una voce dietro di lei:
-Tenente Hawkeye, è proprio lei?-
Sgranò gli occhi al suono di quelle parole, si voltò di scatto, istintivamente. Quindi avuta la conferma visiva, alzò la mano per il saluto militare.
-Tenente Colonnello Archer.-
-Allora è proprio lei.- disse sardonico l'ufficiale, e poi la squadrò vistosamente, facendo passare lo sguardo dall'alto in basso e viceversa. Se Mustang l'avesse visto, lo avrebbe incenerito all'istante.
Riza se ne stette zitta ad attendere, infastidita ora non solo dalla presenza di quell'uomo tutt'altro che amato, ma anche dal comportamento poco elegante.
-Fa un certo effetto vederla in abiti così raffinati e femminili, ma le donano molto.-
Fece un sorriso, come sempre freddo.
-La ringrazio, signore.-
-Ed è anche piuttosto singolare trovarla in un teatro, è accompagnata? So che anche il suo colonnello è qui.- mise troppa enfasi sulla formula “suo colonnello”, il che fece rabbrividire la donna. Se la loro relazione fosse stata scoperta erano guai, ma se fosse stata scoperta da Archer i guai erano almeno tripli! Quell'uomo sembrava avere un'avversione genetica nei confronti del Flame Alchemist, avrebbe fatto qualunque cosa per distruggerlo. Ed era evidente che ora sospettava qualcosa.
Riza soppesò le parole: -Si, il colonnello è laggiù, proprio accanto a me. Per casualità i nostri posti erano affiancati. Ma non è lui il mio accompagnatore...-
-Ah, no?- l'interruppe il tenente colonnello con gli occhi che brillavano, evidentemente convinto di essere riuscito a scoprire un interessante falla nella carriera del suo antagonista.
A quel punto Havoc, che assieme a Mustang stava allungando le orecchie per seguire il discorso fingendo anche di ascoltare Grace, si alzò di scatto. Il colonnello stava per ucciderlo, ma era pure sempre il suo superiore e lo stimava, come stimava Riza. Aveva giurato assieme agli altri, all'insaputa dei due amanti, di proteggere la loro relazione a costo della carriera personale, se fosse servito.
Si avviò deciso nel passatoio in direzione della collega.
-Tenente.. oh, Tenente Colonnello.- Finse una certa sorpresa e si mise sull'attenti.
-Sottotenente...mmm...Havoc.- Gli uomini di Mustang erano tutti delle mezze tacche, l'unica che meritava di essere ricordata era appunto Hawkeye.
-Tenente Colonnello, è lui il mio accompagnatore, come le stavo dicendo.- Dentro di sé la donna aveva voglia di abbracciare il biondino, aveva salvato la vita sia a lei che a Roy.
-Capisco.- rispose semplicemente Archer ora decisamente meno esultante. -Bene, ora vi lascio al vostro spettacolo, vogliate scusarmi. Devo tornare alla base.-
-Ma come, non era qui anche lei a vedere la commedia?- Domandò il sottotenente sorpreso.
-No, sottotenente, ero solo venuto ad incontrare una persona durante questa pausa. Ho molto lavoro da svolgere, non posso permettermi svaghi di questo tipo.-
Acido come sempre, non sorprese nessuno dei due.
-Allora arrivederci tenente colonnello.- salutò militarmente lei seguita dal suo accompagnatore.
-Arrivederci signori, e... ancora complimenti tenente.- Quindi, senza nemmeno rispondere al gesto si girò e tornò verso l'uscita.
Consci che quell'uomo aveva occhi pure sulla nuca, continuarono la messa in scena. Havoc la prese delicatamente a braccetto e l'accompagnò sino ai loro posti. Nel sedersi entrambi si lasciarono andare ad un sospiro rilassato. Erano riusciti a evitare il disastro.
Roy che stava parlando con Grace, si concesse di voltarsi e sorridere ad entrambi. Fece anche un cenno d'assenso a Jean, che Riza gli tradusse sussurrandogli nell'orecchio:
-Grazie, infinitamente, anche da parte di Roy.-

Mancavano ancora alcuni minuti all'inizio del terzo atto. Roy era impegnato ad assecondare Grace, che si era fatta più sicura dopo aver parlato con Riza. Forse aveva pensato di aver capito qualcosa di più del suo accompagnatore. Gli altri due invece stavano zitti, entrambi pensavano ai pericoli scampati, l'uno quello della gelosia del suo superiore, e l'altra quello d'essere scoperta nella sua relazione segreta proprio dall'uomo meno adatto. Era stata veramente una fortuna che Jean fosse stato lì con loro, li aveva salvati in tutto per tutto. Aveva avuto un bel intuito e coraggio ad alzarsi per quella farsa davanti ad Archer. Se non ci fosse stato lui, se fosse venuta a teatro solo con Roy proprio come voleva fare, chissà cosa sarebbe successo. Si era illusa, in fondo, di poter passare una serata con il suo amato per una volta. Aveva egoisticamente sperato di poterlo fare, e come una bambina si era arrabbiata quando lui le aveva messo i bastoni tra le ruote; senza accorgersi che in realtà era Mustang ad avere ragione, si era intestardita e aveva pure preparato quella vendetta crudele. Forse avrebbe dovuto chiedere scusa a lui e anche ad Havoc. O forse solo al suo collega. Il colonnello aveva comunque preso una decisione da solo quando avrebbe dovuto essere presa in coppia.
Le luci si spensero. Aveva un atto di tempo per pensare se continuare a tormentare il suo fidanzato o meno. Ma forse era meglio seguire lo spettacolo.

Intanto Archer stava uscendo dal teatro. Poco prima di varcare la porta d'uscita si voltò e un sorriso si dipinse sul suo volto. “Divertente, il colonnello Mustang che si fa rubare una donna così bella come Hawkeye proprio sotto il naso. Da uno dei suoi sottoposti per altro. Veramente divertente.” E nella sera ormai fredda si diresse verso il quartier generale.


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Capitolo 5
*** capitolo V ***


Episodio 37 Reprise

Disclamers: i personaggi e le ambientazioni sono una creazione della mente geniale della sensei Hiromu Arakawa, io mi limito a distruggere XD Nello specifico per questa fic il merito va quasi del tutto allo Studio Bones e ai suoi sceneggiatori.
Note: Possibile seguito di Through the Night o Tango Apasionado. Scusate per la fantasia al potere nei titoli dei capitoli, ma l'idea iniziale prevedeva solo 3 capitoli, ma è andato tutto a monte grazie alla mia sempre verde vena logorroica.


Episodio 37 Reprise
V capitolo

Il terzo atto era l'apice della storia; il quarto sarebbe stato solo l'epilogo, il vero culmine era in questa parte, che coinvolse Riza al punto da farle scordare dei suoi dubbi. Anche Havoc, finalmente più sereno, riuscì finalmente a seguire la commedia e non poté evitare continui paragoni con il suo superiore. Dovevano esisterne altri di uomini gelosi come Mustang nel mondo, anche se stentava a crederlo.
Grace si sporse ancora una volta, appoggiandosi al braccio di Roy. Non sarebbe stata una cosa così fastidiosa, se almeno non l'avesse fatto ad ogni atto! Mustang era mentalmente stanco dopo tutto quello che era successo, non sapeva più cosa aspettarsi. Archer era stato l'ultima delle sorprese poco gradite, ma la peggiore restava Hawkeye accompagnata da Havoc. Doveva ancora decidere come farla pagare al suo sottoposto, nonostante l'avesse aiutato poco prima. Avrebbe potuto evitare di ucciderlo, ma in qualche modo avrebbe avuto la sua vendetta. Dopo alcuni minuti dalla ripresa dello spettacolo lanciò uno sguardo alla sua donna, voleva controllare che l'altro non stesse nuovamente mettendo le mani dove non doveva. Riza era serena e concentrata sul palco, anche Jean sembrava pensare alla recita, appoggiato in modo poco elegante al bracciolo esterno della sua poltroncina. Anche il colonnello allora si rilassò, tanto valeva seguire la commedia preferita della sua amata.

La terza parte durò un po' più delle precedenti, la pausa tra questa e il finale sarebbe perciò stata ancor più corta.
Quando le luci in sala si riaccesero Grace ancora stringeva il braccio di Roy. Riza si sistemò una ciocca dietro l'orecchio e in modo quasi meccanico chiese:
-Colonnello, può dirmi che ore sono per favore?-
Altrettanto naturalmente Mustang estrasse l'orologio d'argento e lesse l'ora. Lei non portava mai l'orologio quando erano assieme. Era stato il suo superiore a proibirglielo per una delle sue strane manie, visto che lui era costretto a portare il simbolo degli alchimisti, sarebbe stato l'addetto all'orario, così aveva deciso. Alla donna era sembrata una regola da bambini, ma in fondo quell'uomo aveva ben più di un atteggiamento fanciullesco. Evitare di portare l'orologio non le costava nulla. Aveva perciò preso l'abitudine di chiedere l'ora, a volte anche sul posto di lavoro, nemmeno si accorgeva che ad un occhio estraneo quella cosa avrebbe potuto destare sospetto, visto che normalmente in ufficio ne indossava uno.
-Quanto dura l'ultimo atto?- si intromise il sottotenente, ancora appoggiato sul gomito.
Riza lo guardò un po' accigliata: -Jean, siediti un po' composto per favore.- così dicendo gli prese il bavero della giacca e, mentre lui si sedeva più composto, gliela sistemò. Mustang prima si concesse un sorriso al richiamo, poi tramutato in una smorfia di mal contento. Erano troppo vicini, veramente troppo per i suoi gusti. Ma questa volta non era intenzione della ragazza farlo ingelosire, infatti non indugiò molto.
-Comunque non durerà più di mezz'ora.-
-Peccato...-
A quel punto Roy non resistette ad intromettersi: -Oh, non mi dire Havoc che ti sei appassionato?-
Hawkeye ancora non aveva deciso come comportarsi, perciò si fissava le mani fingendo di controllarsi le unghie. Jean storse la bocca. Quindi fu la volta di Grace, che rincarò la dose: -Sul serio è interessato sottotenente? Non la facevo tipo da teatro!-
A questo punto il biondino non si lasciò scappare l'occasione di replicare.
-Beh normalmente no, però le commedie sono divertenti. E questa in particolare mi ricorda molto da vicino una persona che frequento molto spesso.-
Riza dovette soffocare una risata, effettivamente il protagonista per i suoi comportamenti poteva essere la copia perfetta di Roy. A quest'ultimo però non piacque la stoccata, stava per replicare, ma Grace fu più lesta.
-Davvero?! Esistono uomini così gelosi? Deve essere una tortura averli come compagni!-
Mustang si girò contrariato, ancora gli teneva il braccio stretto eppure aveva problemi con gli uomini gelosi. Havoc nel frattempo stava tossendo per nascondere una risata sin troppo rivelatrice.
-Ma no, io credo che in fondo non sia così male avere un fidanzato geloso- nemmeno Riza capiva se era intervenuta perché provava pena per Roy o perché credeva realmente a quel che stava dicendo. -Alla fine la gelosia è solo un altro modo di dimostrare il proprio amore. Fino che si ha la forza di mantenere la propria libertà, può solo rendere più divertente un rapporto.-
-Lei crede? Un uomo così non rischia di divenire soffocante?-
-Per mia esperienza dipende da se stesse. Se non si subisce, ma si impara a gestire il proprio rapporto con equilibrio, si riesce anche ad evitare eccessi di gelosia, e magari anche ad usarla.- Disse questo guardando di sfuggita al colonnello che la stava fissando piuttosto stupido da quella apparente difesa. In quel momento si rese conto delle sue stesse parole, e lo sguardo diretto dell'uomo le fece abbassare la testa per l'imbarazzo, mentre lui sorrideva dolcemente.
Grace nemmeno s'accorse di tutto ciò e la incalzò nuovamente:
-Ha avuto un ragazzo così in passato?-
Jean tossì rumorosamente un'altra volta, e il tenente si girò a lanciargli un'occhiata ben poco amichevole, prima di rispondere all'altra ragazza; ma fu Roy ad intervenire.
-Suvvia Grace, non credo sia il caso di fare domande tanto personali, non trovi?- e le pose leggermente una mano sul braccio.
-Oh, si mi scusi, non volevo essere scortese.- Si affrettò ad aggiungere la fioraia mentre arrossiva.
-Ma no non si preoccupi.- aggiunse Riza, evitando però di rispondere.

Come previsto la pausa tra gli ultimi due atti fu la più breve. Le luci si spensero sul brusio degli spettatori. L'ultimo atto serviva a chiudere la storia, scoprendo tutte le carte in tavola, in modo che anche il gelosissimo protagonista capisse d'aver travisato tutto, riappacificandosi con l'amata.
Ormai alla fine, Riza aveva ritrovato una certa serenità, sentiva che con Roy era tutto a posto, e Jean sembravo molto più interessato alla commedia che ai suoi colleghi. Si era rilassata sulla sua poltroncina con le mani poggiate sulle ginocchia, quando non poté che soffocare una esclamazione e sussultare. Jean accanto a lei ovviamente se ne accorse e si voltò a vedere cosa avesse provocato una reazione tanto scomposta da parte di Hawkeye. Capì subito la causa di tutto ciò. Mustang stava abbracciando Grace con un braccio poggiato sulle spalle della ragazza, ma con l'altro stava carezzando la schiena nuda della sua amante segreta, facendo scorrere lentamente le dita lungo tutta la colonna vertebrale. Evidentemente sapeva perfettamente quel che stava facendo, il sorriso furbo che aveva stampato in volto ne era la prova inequivocabile. Riza invece era in bilico tra la rabbia e il piacere. Probabilmente quel tocco l'aveva anelato anche lei, ma sapeva perfettamente quanto alto fosse il rischio. Istintivamente si sporse un po' in avanti, staccando la schiena dallo schienale, e si girò verso il suo superiore con uno sguardo di fuoco, esattamente nel momento in cui lui si voltava. Un lampo sfrecciò dagli occhi della giovane, tanto bastò per far ritirare velocemente il braccio all'altro. Havoc aveva assistito a tutto e quando vide Hawkeye tornare a sedere composta, non riuscì a trattenere un sospirò profondo, che gli costò due sguardi taglienti da parte degli altri due militari.
Quello fu l'ultimo sussulto della serata in teatro. Mentre la storia si concludeva, e i due protagonisti sul palco si abbracciavano dichiarandosi a vicenda eterno amore, Riza trovò un finale anche al filo dei suoi pensieri, almeno per una parte. A Roy avrebbe pensato dopo, tanto era ormai evidente che non se lo sarebbe levato di torno molto facilmente quella notte. Ma Havoc era stato veramente gentile, non si era lamentato di essere stato usato per far ingelosire l'altro e anzi si era preoccupato più di una volta per loro, mettendosi pure a recitare di fronte ad Archer! Si sentiva molto impacciata ad ammettere che senza di lui sarebbe stato un disastro, e non sapeva nemmeno come scusarsi e ringraziarlo a dovere. Perciò si convinse che per quella sera, un ringraziamento vero e sentito sarebbe bastato, poi con Mustang avrebbe pensato a ripagarlo. Lentamente, mentre il sipario calava e gli applausi coprivano l'uscita sulla scena di tutti gli attori, allungò una mano sul ginocchio del biondino.
-Grazie, davvero, e... scusa- gli disse con un tono dimesso, che solo loro due potessero sentire.

Uscirono da teatro tutti e quattro assieme, chiacchierando a proposito della rappresentazione, quindi appena varcata l'uscita Roy fece un gesto ben chiaro ai suoi sottoposti, ma non al resto dei presenti: “aspettatemi qui”. Propose a Grace, mostrando la solita galanteria, di accompagnarla a casa, ma lei rifiutò, probabilmente spaventata dall'idea che i suoi genitori, con cui abitava, la vedessero con un militare.
Riza a Jean stavano seguendo il siparietto dall'angolo più laterale del porticato che fronteggiava l'edificio. Jean per nulla felice di dover attendere la furia del suo colonnello, avrebbe preferito che Riza spegnesse del tutto quella fiamma nella nottata prima di rivederlo faccia a faccia. Lei invece era tranquillissima, come aveva previsto non l'avrebbe lasciata andare sino al mattino dopo, sempre che andare al lavoro assieme fosse considerabile come una “liberazione”.
Appena Grace si fu allontanata nella folla che occupava la via che conduceva verso casa da piazza Nazionale, Roy si girò di scatto, e con apparente calma si avviò verso i due colleghi. Nell'istante stesso in cui il Flame Alchemist si fermò, Havoc esordì con un:
-Bene, allora io vado, ci vediamo domani.- E con un mano alzata in segno di saluto si girò, ma non fece nemmeno un passo, la mano di Mustang lo teneva per il colletto della giacca.
-E dove andresti, guarda che la caserma è da quella parte, e ci andiamo anche noi.-
Tono glaciale, non c'erano dubbi che stesse ancora covando rancore, nonostante tutto.
-Ehm.. ma non vado in caserma, e poi non vorrei disturbarvi.-
-Ora ti preoccupi del disturbo? Ma lasciamo stare, dove vai, se non in caserma, sono un tuo superiore, devi riferirmi i tuoi spostamenti.-
Riza sospirò, era esattamente come i bambini, testardo, possessivo e curioso.
-Roy,- lo riprese. -ti deve riferire quando è in servizio, ora siamo liberi, lascialo andare.-
Ma i due erano talmente concentrati tra loro che quasi non la sentirono, forse il sottotenente proprio non l'ascoltò del tutto perché rispose: -Vado da Breda, sicuramente tutti gli altri saranno là.-
-Da Breda?- l'uomo dai capelli neri mollò la presa e lo squadrò più attentamente. - E che si fa da Breda?-
-Beh sua zia era di Central e quando si è trasferito qui gli ha affittato la vecchia casa con una grande taverna, e così...-
-Va bene, veniamo anche noi.- disse deciso -facci strada.- lo spronò.
Jean non capiva nulla, solo che aveva ricevuto un ordine, e che lo avrebbe eseguito.
Riza invece sbottò: -Ma Roy! Lasciali in pace almeno la sera! E poi perché devi decidere tu?- L'ultima parte era quella che più la infastidiva, tutto quello che aveva fatto per vendicarsi e lui ancora continuava a prendere decisioni senza consultarla.
-Ma, Riza, non li mangio di certo, voglio solo vedere cosa fanno, e poi sarà meno innaturale tornare in caserma tutti assieme, anziché solo noi due. Conoscendo Archer non mi stupirei se avesse messo degli uomini pronti a spiare il nostro rientro.-
Era vero, lei dovette ammetterlo, ma sapeva perfettamente che il suo amato era un fulmine ad inventare scuse molto valide, e questo ne era un esempio.
A quel punto Jean, con l'animo dello sconfitto, si avviò.
-Da questa parte, in dieci minuti arriviamo.-


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Capitolo 6
*** capitolo VI ***


Episodio 37 Reprise

Disclamers: i personaggi e le ambientazioni sono una creazione della mente geniale della sensei Hiromu Arakawa, io mi limito a distruggere XD Nello specifico per questa fic il merito va quasi del tutto allo Studio Bones e ai suoi sceneggiatori.
Note: Possibile seguito di Through the Night o Tango Apasionado. Scusate per la fantasia al potere nei titoli dei capitoli, ma l'idea iniziale prevedeva solo 3 capitoli, ma è andato tutto a monte grazie alla mia sempre verde vena logorroica.


Episodio 37 Reprise
VI capitolo

Il tragitto dal teatro alla taverna di Breda non fu molto lungo, il che consentì a Roy di trattenersi, camminava a fianco di Riza ma non poteva ancora toccarla e lei sembrava ancora infuriata.
Per quel che riguardava lei non era arrabbiata, ma sicuramente contrariata, andare a disturbare gli altri ragazzi non rientrava nei suoi piani, e aveva già dato troppi pensieri ad Havoc per ammorbarlo ancora. E nonostante tutto il colonnello continuava a prendere decisioni per conto suo. Quella notte se ne sarebbe tornata nella sua stanza, da sola; chissà se almeno quello avrebbe avrebbe sortito qualche effetto.
Jean che guidava il gruppetto proseguiva ormai come un condannato a morte rassegnato al suo destino, quella giornata era nata storta e sarebbe finita anche peggio, doveva solo pregare di riuscire a vedere l'alba del giorno dopo.

Voltarono quasi subito da una delle vie principali attraverso un vicolino, poi ancora altre svolte, sino a giungere in una piccola piazzetta, che era più simile ad un incrocio un poco più largo. Qui il sottotenente si fermò.
-Eccoci.- disse senza entusiasmo.
Andò a bussare ad una piccola porta illuminata dall'unico lampione presente.
Dopo un attimo, in cui Roy riuscì comunque a squadrare in malo modo il suo sottoposto, qualcuno venne ad aprire. Breda in canotta si presentò alla porta, aprendo svogliato come solito.
-Oh, sei ancora vivo, da non crederci!- classico saluto degno del suo pari grado, che già si stava girando per tornare nella stanza dove attendevano gli altri.
-Ehm, Breda, non sono solo...- disse il biondino tra l'imbarazzo e la prudenza.
-Uh..- solo a quel punto si accorse di Mustang, non di Hawkeye, ma il colonnello era più che sufficiente.
-Ah, colonnello, buongior... cioè buonasera. Cosa...-
Mustang aveva nel frattempo già scansato la sua guida dalla soglia ed era entrato, senza troppi complimenti, e senza badare agli sbuffi della sua compagna. Si guardava attorno come ad ispezionare la casa per poi acquistarla. Liquidò l'altro sottoposto con un “buonasera” distratto e si incamminò per le scale che portavano ovviamente alla taverna.
Breda si concesse solo uno sguardo accigliato verso Havoc e poi lo seguì, cercando di dire qualcosa di sensato. Riza, prima di andar dietro all'alchimista, diede una pacca leggera sulla spalla del suo ex accompagnatore.
-Mi dispiace, è come un bambino a volte. La maggior parte delle volte.- e gli sorrise calorosamente, cosa che riuscì a tranquillizzare il povero Jean.
-Speriamo che almeno ora non abbia più intenzione di uccidermi.- rispose sereno lui, mentre dolcemente le porse un braccio dietro alla vita per farle strada.
-No, quello penso di no, almeno per ora.-
-Così non sei molto rincuorante.- si permise di ridere.

Nel frattempo Roy era arrivato nella famosa taverna. Non era grandissima, più o meno due volte il loro ufficio. Vi era però un grande camino dove risplendeva un bel fuoco acceso, un divano e un tavolo dove gli altri due suoi sottoposti erano seduti con le carte in mano.
-Breda, è il tuo turn...- Falman si fermò a metà frase, poi scattò in piedi, facendo muovere di conseguenza anche Fuery, che ci mise però un attimo a rendersi conto del perché.
-Riposo- nemmeno si degnò di salutare gli altri due, e continuò a ispezionare la stanza, notando le bottiglie di vino poggiate in un angolo buio, il grammofono, una poltrona per la lettura. Forse non era così piccola come gli era sembrato alla prima impressione, e non era nemmeno così male.
Intanto i due che erano ancora al tavolo fissarono Breda con espressione interrogata, il grasso sottotenente non poté far altro che alzare le spalle e indicare con il pollice dietro di se. Un istante dopo apparvero Riza e Jean, con i volti distesi e sereni. Ma le occhiate che accolsero il ragazzo lo misero ben poco a suo agio.
Automaticamente la giovane cercò il suo uomo, lo trovò davanti alle bottiglie che le fissava con attenzione. Dopo l'ennesimo sospiro capì che non se ne sarebbe andata in fretta da lì.
-Buonasera.- disse educatamente ai due che ancora cercavano di capire se “riposo” significasse stare in piedi accanto al tavolo o potevano tornare a sedersi.
-Sottotenente Breda, dove posso appoggiare il mio cappotto?-
-Ah, lì c'è un attaccapanni.- indicò il collega che stava scrutando, visibilmente in ansia, il superiore.
-Dai a me.- si propose Jean, mentre l'aiutava a svestirsi.
-Grazie.-

Nella stanza c'era un silenzio fastidioso, al di là degli stivali di Roy che sbattevano sul parquet della stanza. Ora era passato ad analizzare i dischi a disposizione, e pareva non curarsi affatto di avere cinque paia di occhi puntati dritti sulla sua schiena.
Hawkeye respirò profondamente, e decise di intervenire, quell'uomo non si rendeva conto di quel che stava facendo.
Con lunghi passi lo raggiunse, i suoi tacchi alti risuonarono sul legno, attirando gli sguardi dei suoi commilitoni. Avevano prestato troppa attenzione al loro colonnello per notare il vestito del tenente, ma ora, con lo spacco che si apriva mentre si muoveva, li lasciò senza fiato. Quella non era Riza Hawkeye, era un'altra donna che le somigliava molto, in ufficio non era mai stata così... così sexy!
Lei non ci fece caso, ancora una volta il suo obiettivo era Roy Mustang.
-Roy, per favore, puoi comportarti come si deve, non hai nemmeno salutato, e se non ti sei...- non riuscì a finire la ramanzina. Lui si voltò appena sentì pronunciare il suo nome, questa volta sapeva che era lei e che lo stava per chiamare, aveva sentito i suoi tacchi quando si era mossa. Allungò una mano a carezzarle il viso.
-Roy, ti sto parlando, puoi farmi il favore di ascoltarmi.-
-Ma io ti sto ascoltando.- le rispose con voce suadente, mentre si avvicinava e con l'altro braccio le circondava la vita.
-No che non mi stai ascoltando.- e cercò di liberarsi, seppur non con forza. In cambiò lui la strinse ancor di più a se, e la baciò con ardore. Bacio a cui Riza non riuscì a sottrarsi, ne, sotto sotto, voleva.
Quando lasciò le sue labbra, con un filo di voce le sussurrò: -Finalmente, pensavo di morire nell'attesa di questo momento.-
Il cuore della ragazza si infiammò di colpo, ma riuscì comunque a reagire.
-Si si, non ne ho dubbi,- questa volte mise un po' più di impegno e riuscì almeno ad allontanarsi di un passo. -Sei sempre il solito.-
-Perché, forse non ti vado bene così?- il passo era già stato colmato, e gli occhi blu profondo del colonnello erano a pochi centimetri dai suoi. Lasciandola senza parole, o meglio, senza una buona frase per ribattere; in fondo era vero, lui le andava proprio bene così com'era, arrogante, bambinesco, curioso, geloso e egoista. Ma era l'uomo che amava.
-Breda, questo posto è molto bello, ma potrebbe esserlo molto di più se tu avessi una camera matrimoniale.- Disse alzando la voce mentre guardava verso il sottotenente, e abbracciando ancora una volta la ragazza. Ma questa non approvò affatto il discorso.
Come un fulmine si scansò, e sollevando appena lo spacco, sfilò da sopra l'autoreggente una piccola pistola che puntò dritta sotto il mento del suo amante.
-Chi ha detto che voglio andare a letto con te?- Gli domandò mentre lui alzava le braccia in automatico.
-D-dove hai preso quella, anzi, cosa te ne facevi a teatro di quella?-
-Per sicurezza, non si sa mai, non mi piace essere disarmata.- “E poi a teatro c'eri tu, devo essere sempre pronta a difenderti, l'ho giurato”.
Il resto della compagnia prima aveva guardato la scena con sguardo languido e quasi annoiato, poi atterrita. Le occhiate di tutti dicevano solo una cosa: Hawkeye è una donna pericolosa, tremendamente pericolosa.
-Ora- continuò lei senza curarsi degli altri -ti comporterai come si conviene, li lascerai in pace, e, soprattutto, ti accontenterai di sedere sul divano.-
-Ok.- acconsenti mentre deglutiva, era convinto che non avrebbe mai sparato, ma la sicurezza non era mai troppa.
-Bene- e così dicendo ritirò la pistola e alzò lo spacco per riporla. In quell'attimo Mustang si accorse della presenza di altri uomini, e li fissò tutti con uno sguardo minaccioso, il messaggio era chiaro, non guardate la mia donna per più di due secondi o vi incenerisco.
Quando fu sicuro che il concetto fosse stato ben assimilato, tornò al solito sorriso menefreghista.
-Breda, posso mettere un po' di musica.-
-Certo signore.- rispose meccanicamente.
-Bene bene, vediamo...- si girò fregandosi le mani per controllare i dischi a disposizione.
-Roy, stai nuovamente facendo quello che vuoi.- lo rimproverò Riza, ben sapendo che era fondamentalmente inutile.
-Ma no, ho anche chiesto il permesso, come puoi dire una cosa simile.- Come facesse a sembrare tanto innocente e convinto di ciò che diceva restava un mistero anche per la sua ragazza.
-Oh, ecco questo va bene.- esclamò mentre prendeva un disco e lo sistemava sul grammofono. Quindi si girò verso gli uomini che, tutti e quattro vicino alla tavola, ancora la fissavano.
-Beh, non stavate giocando a carte voi, continuate continuate.- fece un gesto della mano come se parlasse a dei servi. -e soprattutto non fissatela.- sibilò.
Con un impeto tutt'altro che naturale tutti e quattro si sedettero e iniziarono da capo a distribuire le carte.
Roy canticchiando la canzone che aveva appena scelto prese la ragazza, ancora contrariata, alla vita e la spinse verso il divano. Lui si sedette senza troppi cerimoniali, e battendo con la mano accanto a se le fece segno di affiancarlo. Con molta più eleganza lei l'accontentò.
Nel frattempo Jean era andato a prendere del vino da bere, e si prese l'incombenza di offrirne anche ai due ospiti inattesi.
-Colonnello, gradisce?- disse mentre già ne versava un bicchiere per la bionda collega.
-Si grazie.- poi più a sottovoce aggiunse -non sperare di scamparla così.-
Non fu abbastanza leggero perché la donna non lo sentisse. Mentre il biondino rabbrividiva, il moro si beccò una terribile occhiataccia dall'amata.
-Roy, piantala, non ha fatto nulla di male.-
-Questo è tutto da vedere.-
-Vuoi vedere se la mia pistola è carica?- gli domandò senza però ricevere risposta se non una smorfia indignata.
Durò comunque pochi istanti, mentre i ragazzi cominciavano la nuova partita, anche Roy iniziò nuovamente il suo attacco ad Hawkeye. Le si avvicinò, la strinse tra le braccia, tento di baciarla, prima sulle labbra, poi, riuscendoci, sulle spalle e le braccia.
-Roy, piantala. Non vedi che i ragazzi sono in imbarazzo.- E lo era anche lei in realtà.
I quattro disperati cercavano invano di giocare senza pensare a quel che accadeva poco lontano da loro, ma era impossibile. Fuery era rosso più del vino che aveva nel bicchiere, e a Falman tremavano le carte che aveva in mano. Havoc non ricordava mai quando era il suo turno, e continuava a versare vino in bicchieri dove non era stato bevuto che un sorso. Solo Breda, giocava senza badare troppo alla coppia, ormai rassegnato al fatto che fossero lì, il resto non lo interessava affatto.
-In imbarazzo per cosa? Non hanno mai visto un uomo con la sua donna?-
Le stava prendendo l'istinto di tirargli uno schiaffone, ma lo sguardo a quanto pare fu sufficiente. L'uomo si rimise a sedere composto accanto a lei, fissando il soffitto, con le braccia incrociate dietro la testa.
Passo un po' di tempo, quello necessario anche per i ragazzi per tranquillizzarsi e abituarsi a quella situazione. Cominciarono a chiacchierare, e a badare al gioco. A quel punto Riza decise che la pausa poteva essere stata sufficiente. Lentamente si appoggiò al petto di Roy, Lui la guardò, quindi abbassò le braccia e le circondò la spalla, mentre con l'altra le stringeva le mani. Ora si che stava bene.
-Sei sempre il solito, non puoi avere un po' di pazienza e delicatezza nel fare le cose?- mormorò lei, mentre si avvicinava ancora un poco.
-Scusa.- un lieve sorriso accompagnò quella parola poco più che sussurrata.
-Va beh, ormai non fa nulla, tanto anche se mi vendico non cambia nulla.-
-Sono più testardo di te, evidentemente.-
-Molto. E sei anche impossibile, egoista, ficcanaso, importuno e irascibile.-
-Si.-
-E geloso.-
-Senza dubbio.-
-E ti amo tremendamente.-
-Anche io, Riza. Anche io.-
La strinse ancor di più, accarezzandole le spalle nude, mentre la baciava teneramente, abbracciati sul divano di Breda, mentre gli altri ridevano per una qualche battuta, o forse per una buffa casualità; i loro cuori, i loro pensieri, ancora una volta uniti tornavano a sperare in un futuro più semplice e felice, come in quel momento giunto inaspettato dopo una serata così complicata.


FINE          
Un grazie a tutti quelli che hanno letto questa fic, a tutti quelli che l'hanno commentata e lo faranno in futuro, e soprattutto grazie a Akaiko che l'ha sempre letta e corretta con me.

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