Frammenti

di LackadaisicalEnnui
(/viewuser.php?uid=941006)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Streghe ***
Capitolo 2: *** Fate ***
Capitolo 3: *** Fanciulla Cigno ***
Capitolo 4: *** Demone dal dito di ferro ***
Capitolo 5: *** Gremory ***



Capitolo 1
*** Streghe ***


Ossessivo ripetersi di sgocciolii mortali

che dono rechi alle Moire?

Forse la carezza di amante – strappata brutale -

o il sospiro di madre

o il ricordo da fanciullo nella culla

Niente ti è richiesto;

ciocche ramate, sorrisi furtivi, note dimenticate: sono contenitori di te

- noi ce li abbiamo -

disgrazia, disgrazia!

Perduti li hai; e nella ricerca sfuggi gli artigli, le mani malate crudeli, i rapaci vogliosi dai mille occhi:

mai dimenticare

ciò che davvero accade; ma la caccia è spietata

e lunga estenuante riposati, fanciullo, riposati, vecchio

canuto rincorri le nostre mani, mentre prendiamo il Nome.

Risata acuta, ti volti sorpreso?, cosciente?

 

Sei nostro.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Fate ***


Strillano, piccoline e col corpo così sottile e poco armonioso e aspro e aguzzo,

ti tagliano con ali di ferro, lame veloci sulla pelle,

sangue che si confonde sui quei corpicini, su quei volti distorti.

Veloce, veloce – un occhio almeno vuoi conservarlo – e prendi il sacchetto di ferro;

ignare, continuano lo stillicidio con estrema perizia, tagliando tendini e vene,

alcune – le senti, le senti – s'immolano disperate,

conficcando le loro ali sulla tua schiena, mani troppo impegnate altrove.

Tiri fuori la polvere ed è immediato allarme – acuti di rabbia e paura perforanti -

ma la butti intorno a te, odiata, odiata materia.

E crollano tutte.

 

Finisci ciò che dovevi, in fretta, all'interno del tempio sopito.

Confondendo sangue e allucinazione, sorpassi pezzi di te

- ti hanno davvero ferito così tanto? -

e non ti curi di calpestare le loro case e i cadaveri dei loro figli,

oramai, già morti.

E finisci, finisci la tua gloriosa impresa, ricordata nei libri di storia futura,

e ai bambini verrai narrato come colui che sconfisse le fate cattive,

che volevano proteggere le loro case, alleate del Male, dannate, dannate!

Tu non ti sei fermato, pensi, mentre contempli l'eccidio,

tu le hai sconfitte!

Crudeli creature.

Sei rosso, di un sangue che è tuo e loro e mentre cammini non senti niente

- incredibile cosa può fare un po' di ferro, Tom, racconterai alla locanda. -

e poi, su un sentiero di foglie, fate e volontà morte;

E poi crolli tu.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Fanciulla Cigno ***


Dov'è la mia veste di piume?

Eccola, verginetta mia, mio dolce incanto.

Gentilissimo signore, che buon cuore, che buon cuore

(prima piuma)

me la dia, o mio buon signore.

No, mio tesoro prezioso, mia pura fanciulla. La veste mi è necessaria

- indispensabilità terrena e volgare, forse, ma con capricci si diletta il mio animo -

e non posso cederla a te.

Mio principe, mio adorato signore, quella veste sono le ali mie,

cammuffate, a guisa d'abito umano.

Se ne sono privata, non potrò seguire le mie sorelle a Sud

nè potrò vivere a Nord, col sangue ghiacciato dal freddo.

(seconda piuma)

Oh, ma mia deliziosa vergine, sempre le tue vene saranno calde, il tuo respiro vibrante;

non è crudeltà, la mia: evito solo che possa allontanarti da me.

Amatissimo, carissimo, la supplico; non vedete le lacrime sulle mie guance?

Forse che siete insensibile alle mie suppliche?

Vi domando di poter partire con le mie sorelle.

Rifiuti dunque la mia offerta generosa, la mia premurosa proposta?

Voglio credere che la tua sia ritrosia di donna non fatta; ti perdono, tesoro mio.

Le mie ali rubate!, quale tremendo delitto! Perché mi fate soffrire così?

(terza piuma)

Puoi seguirmi nel mio castello, delicato bocciolo.

Ti rilasserai e capirai quanto in realtà ti amo, mio scrigno adorato.

Ti ricoprirò di broccati, rivestirò di gioielli, e mia Regina sarai.

E le mie ali?

Le avrai, non temere. Un uomo non è creatura ingannevole, come voi Ninfe, o come le Fate.

Un uomo non mente mai.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Demone dal dito di ferro ***


Primo giorno.

Marila e il suo sposo nuovamente insieme,

cerimonia felice, sorrisi e Sole e canti gioiosi.

Secondo giorno.

Marila è febbricitante – l'eccitazione, si mormora, di un arrivo tanto atteso -

e la curiamo con fumi ed erbe fuori dalla tenda e preghiere,

dipingo sulla pelle calda segni di riposo e tranquillità,

aria pesante di ombre, sempre troppo grandi, deformità di percezione.

Terzo giorno.

Marila dorme, e noi cantiamo per la sua anima,

l'accompagniamo nel suo sonno.

Quarto giorno.

Marila è salva,

il marito piange lacrime che non odorano affatto,

e all'olfatto mio nulla sfugge.

Turbamento nell'inquieta mia anima:

dire o non dire?, sospettosa me.

Aspetto la sera, ma allora è svanito,

oh, la mia mente sciocca, il mio tremendo errore!

Marila è disperata, occhi infossati, guance scavate, pare morta che parla.

Tanto oramai, nulla si può fare.

Quinto giorno.

Marila si erode da dentro, vermi che la divorano,

capelli di stoppa cadono a ciocche.

Comprensione comune,

buco nel petto che nemmeno sente.

Sesto giorno.

Marila è morta,

ululati di dolore dalla sua tenda stanotte.

Settimo giorno.

Marila è morta,

preghiamo per lei, cantiamo del suo destino.

Viviamo, noi, e continuiamo a cantare.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Gremory ***


Sorride fra veli porpurei, la donna sul suo cammello,

e la fisso, alterazione dell'equilibrio.

Si avvicina a me, incatenato da uno sguardo

innaturale e vuoto, opachezza bugiarda,

incanto nella sua risata crudele, fascino nei suoi denti aguzzi.

E mi canta di ingenui assassinati e vergini sacrificate, del sangue su mani divine,

e la sua voce è miele mentre mi guarda,

mi narra di marinai affogati e mogli bruciate,

riversando vuoto dentro di me; e non mi scanso, non mi volto.

Desideri folli esilaranti allucinati nella mia mente:

strappami il cuore, e banchettaci coi tuoi demoni, mia regina,

usa i miei occhi per crearti una spia fedele e sincera,

miscela il mio sangue e l'ambrosia, e raccontami ancora, raccontami

un'ultima storia.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3484804