Dirty Plan

di _Sakura e Ino_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** # Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** # Prologo ***


Sì, so che ho altre fic…e mi scuso se non le aggiorno tutte in tempi brevissimi.
Ma questa ballonzolava nella mia testa già da un po’ e non potevo non scriverla.
E’ uscita dagli angoli più malati della mia mente, un mix dei pensieri che ho io nella mia testa, che danno vita a queste storie xD
Anche questa sarà una fic farcita con amore, tristezza, comicità e colpi di scena a mai finire.
Non voglio dirvi se ci sarà un happy ending tra i miei dolci sposini, ma chi legge le mie storie ormai ha capito per chi io faccia il tifo.
Detto questo, spero che non mi uccidiate e che, pazienti come sempre, leggiate questa storia, con la speranza di ricevere un vostro parere, che per me è SACRO.
Detto questo, buona lettura.
P.S.: A breve aggiornerò anche le altre.
Bacioni




INTRODUZIONE



Sakura Haruno aveva sempre organizzato la sua vita in modo quasi maniacale, sin dai tempi del liceo.
Si era laureata in Medicina con il massimo dei voti, rendendo fieri ed orgogliosi i genitori. Aveva trovato un lavoro redditizio come dottoressa all’ospedale di Konoha ed aveva tantissimi amici che le volevano bene.
L’unica pecca della sua vita era stato l’amore.
Cupido, infatti, sembrava prenderla costantemente per il culo, rendendole la situazione sentimentale impossibile. Era come se si trovasse sulle montagne russe: prima la lunga salita, lenta ed estenuante, che porta alla vetta e, poi, in un colpo solo, la discesa veloce e disastrosa.
E così, d’altronde, era stata la sua relazione con il famoso quanto bello Sasuke Uchiha.
Si era conosciuti all’Università, quando lei, ancora ventenne, non aveva del tutto capito cosa significasse uscire con il rampollo più piccolo della famiglia Uchiha. Era stata una relazione bella ma tormentata dato il carattere arrogante e superiore del ragazzo, ma Sakura, testarda ed innamorata, era riuscita a aprirsi un varco nel cuore di Sasuke, il quale, due anni prima, le aveva chiesto di sposarlo.
Sembravano una di quelle favole a lieto fine, dove il principe azzurro (in questo caso più nero che azzurro), in sella al suo cavallo bianco, salvava la bellissima principessa dal castello in cui era relegata e la sposava, terminando con un “e vissero tutti felici e contenti”.
La favola di Sakura, però, non stava finendo con un “felici e contenti”.
Oh, no.
Perché, giusto una settimana prima, rovistando nei suoi pantaloni, aveva trovato 3 ricevute di un albergo di Tokyo. 3 fottutissime ricevute.
Decisa a scoprire la verità, aveva chiamato il numero che aveva trovato nella ricevuta, parlando con la receptionist e chiedendole, in modo molto cortese degno della sua collera rimasta assopita per anni, con chi cazzo era suo marito quelle tre sere. La signorina, alquanto intimorita dalla sua ira, le aveva risposto che sì, il signor Uchiha era stato lì in compagnia di una ragazza ma, a causa della legge sulla privacy, non poteva rivelarle né il nome né nessun altro dato.
Sakura aveva messo giù, tentando di calmare i suoi istinti omicidi ed aveva aspettato l’arrivo di Sasuke con pazienza, pregando tutti Kami che stava sbagliando, che non c’era nessuna donna e che lui le avrebbe sicuramente dato una spiegazione a tutto quel trambusto.
A quelle ricevute.
E ai suoi comportamenti freddi.
A tutto, insomma.



Sentì la porta di casa aprirsi e Sakura si fiondò in salotto, trovandosi Sasuke proprio lì, a due passi.
Era così bello, con quei lunghi capelli corvini che gli incorniciavano il viso diafano, reso ancora più tenebroso da quei fari neri, scuri, magnetici. Quegli occhi erano sempre stati un mistero per lei. Un pozzo da cui non sarebbe più risalita, lo sapeva.
Lui la baciò con trasporto, facendo aderire i loro corpi. Con un braccio le circondò la vita e la spinse lentamente verso il divano.
Voleva fare l’amore con lei, lo sentiva.
Ma poteva più chiamarlo amore, quello?
Utilizzò tutta la forza che aveva per staccarsi da quel fisico marmoreo e caldo che chiedeva di più, dalle sue mani che già si erano posate sui fianchi e dalle labbra sottili che le stavano sfiorando il collo…
“Sasuke… – deglutì, incerta - dobbiamo parlare”.
Lui si scostò, irritato da quell’interruzione fastidiosa.
“Avrei preferito fare altro ma va bene, parliamo Sakura” calcò bene l’ultima parola, facendole intendere il suo disappunto.
E Sakura sospirò, tirando fuori le ricevute e posandole malamente sul tavolo :-“Ho trovato queste nei tuoi pantaloni. Sono ricevute di un albergo, ma penso che tu già lo sappia. Ho chiamato la receptionist e la signorina e mi ha detto che non eri da solo. Hai prenotato una stanza di lusso e con te c’era una ragazza . – vide la sua espressione tramutarsi leggermente – Chi era, Sasuke?”.
Il silenzio era calato tra di loro e Sakura sentiva le lacrime pungerle il viso.
Perché non parlava?
Perché non diceva che era una delle ragazze di suo fratello?
Non capiva.
Lui aprì la bocca e quelle tre parole le gelarono il sangue nelle vene.
“Mi dispiace, Sakura” mormorò, appoggiandosi al tavolo e, per la prima volta da quando stavano insieme, lui aveva abbassato lo sguardo.
E quello, per la ragazza, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
La prima cosa che scaraventò a terra fu un vaso che si trovava a qualche centimetro da lei.
Vide Sasuke sussultare, senza scomporsi più di tanto. Guardava i cocci del vaso a terra come se fossero tutto frutto della sua immaginazione.
“Mi dispiace? E’ davvero tutto quello che sai dire?! Un misero mi dispiace?!” urlò Sakura, con quanto fiato aveva in gola. Voleva dirgli tante di quelle cose e poi spaccargli la faccia. Quel bel faccino che si ritrovava, ora corrugato in una smorfia di irritazione, glielo avrebbe tanto voluto spiaccicare contro la prima parete della stanza.
“Che vuoi detto, Sakura? Scusa? Servirebbero in questo momento? Lo vedo dai tuoi occhi che mi odi. E…non volevo lo scoprissi così” la frase finì in un sussurro, gli occhi sempre inchiodati sulle sue pozze smeraldine, ormai annacquate.
La rosa scosse la testa, sentendo le lunghe ciocche appiccicarsi al viso :- “Perchè?” una sola domanda, posta con un filo di voce.
Sasuke si avvicinò lentamente, stando attento a non calpestare il vaso ormai andato in frantumi.
“Il fatto che io sia uno stronzo non è una giustificazione a ciò che ho fatto”.
Le sfiorò le spalle e lei lo spinse via, con forza, le lacrime che, imperterrite, continuavano a scenderle lungo le gote rosee.
“NON TOCCARMI! E NON AVVICINARTI A ME!”.
“Poco fa la pensavi diversamente” sibilò, acido, facendo alcuni passi indietro, come per voler aumentare la distanza che già li separava.
“Perché non ero ancora a conoscenza di quanto tu fossi bastardo, Sasuke Uchiha! Pensavo mi amassi! Pensavo che dopo 3 anni passati assieme avessi finalmente messo la testa sulle spalle. Ma mi sbagliavo...tu non cambierai mai. Sei solo uno stramaledettissimo arrogante, uno stronzo senza cuore. Mi hai chiesto di sposarti solo per far sì che tuo padre non ti continuasse a dire che come figlio non vali un cazzo. E, se con lui ci puoi anche essere riuscito, con me no. Quindi sono io a dirti che come marito, non vali davvero un cazzo” sputò quelle ultime parole come se fossero veleno, per fargli davvero male.
E Sakura la vide.
Vide la tristezza impossessarsi di quelle pozze scure per secondi che sembravano interminabili, prima che il suo volto diventasse una maschera indecifrabile, a parte per la vena del collo che pulsava imperterrita, indicando il palese nervosismo del piccolo Uchiha.
Senza aspettare una sua risposta, Sakura prese la borsa, incurante delle lacrime che le offuscavano la vista e delle gambe troppo deboli per fare più di una decina di passi. Fece appello ad ogni muscolo del suo corpo affinché, in quel momento, funzionassero.
Si avviò alla porta d’ingresso, sentendo la presenza del marito dietro di sé. Ma non voleva guardarlo. Non voleva tornare indietro. E sapeva che, se le avesse dato anche solo una stupida e misera giustificazione, sarebbe tornata tra le sue braccia. Perché lei lo amava, più della sua stessa vita.
Perché lui era il principe azzurro che l’aveva salvata.
Perché era diventato il caos nella sua monotona vita.
Perché avrebbe potuto elencare mille altri motivi ancora, ma il più importante rimane sempre il suo amore incondizionato per lui.
Ma Sasuke non aveva più aperto bocca, chiuso in un ostinato silenzio. Non l’aveva fermata. Non l’aveva abbracciata. Le aveva detto solo “Mi dispiace, Sakura”. E per lei quelle 3 parole non erano sufficienti.
Aprì la porta, sostando per un attimo sulla soglia.
Era l’ultima possibilità che stava lasciando al marito.
Sospirò, sentendosi una stupida, ancora una volta.
“Ho sempre creduto che tu potessi essere la svolta giusta nella mia vita. Il mio unico amore. E l’ho pensato per ogni singolo istante passato con te, dalla prima volta che ti ho visto. Ora capisco che mi sbagliavo. A te non è mai importato nulla dei sentimenti degli altri. Solo di te stesso. Egoista anche nelle relazioni. Mi auguro solo che tu, un giorno, possa passare quello che hanno passato gli altri per causa tua. Forse così potrai capire quanto tu sia stupido, Sasuke…” mormorò, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Corse fino alla macchina, cercando le chiavi nella borsa.
Non appena salì in macchina, versò tutte le sue lacrime. E continuò a farlo finché non arrivò sotto casa di Ino.
Quando si calmò, uscì dall’abitacolo, stringendosi nelle spalle a causa del freddo, osservando le foglie arancioni che si adagiavano lentamente sull’asfalto, creando un forte contrasto.
Tirò su col naso, suonando il campanello.
Doveva ricominciare da capo, ora.




“Fronte Spaziosa…mi spieghi cosa diavolo pensi di fare?” chiese con voce preoccupata Ino Yamanaka, la sua migliore amica, mettendosi davanti a lei, pronta a placcarla come un degno giocatore di rugby.
“Voglio semplicemente parlare con lui. Non mi sembra un reato”.
“Tu hai qualcosa in mente. Stai cercando di nascondere il tuo sguardo da psicopatica ma con me non ci riesci cara la mia Sakura” le disse, appoggiando le mani sui fianchi e guardandola in cagnesco.
La diretta interessata storse il naso. Sapeva benissimo che Ino voleva solo il suo bene, ma in quel momento le stava rovinando i piani. E nessuno doveva intralciarla.
“Ma non stavi andando a comprare la Tv nuova con Kiba tu?” le chiese, come per farla capire che si doveva levare immediatamente di torno.
“Sì, ma poi ho trovato questo… - mormorò, tirando fuori dalla tasca della sua giacca viola scuro un bigliettino accartocciato – e ho capito che stavi architettando qualcosa. E, Sakura…non potevo lasciarti andare da sola. Non sei molto in te ultimamente”.
Le stava dicendo che era matta?
Che era mentalmente instabile?
“Senti Ino voglio solo fare due chiacchiere con lui. Ora spostati”.
“Vengo con te, Fronte Spaziosa. Sei la mia migliore amica. Qualunque cosa tu voglia fare, non lo farai da sola. So che stai per commettere qualche cazzata. E so che stai soffrendo come un cane. E, visto che non mi ascolti mai, almeno fammi venire con te. Se devi combinare qualche guaio, meglio farlo insieme. Come quando eravamo piccole” le disse, appoggiandole una mano sulla sua, sorridendole angelicamente.
E Sakura pianse, come da una settimana a quella parte, sentendo l’amica abbracciarla forte.
“Resterai sempre con me Ino-pig? Qualsiasi cazzata combinerò?” le domandò, aggrappandosi alla sua giacca come se fosse il suo unico appiglio.
“Cercherò di fartene fare il meno possibile. Ma sì, sarò sempre con te, Fronte Spaziosa” le sussurrò all’orecchio, carezzandole i lunghi capelli rosa.
Sakura annuì, sentendo le lacrime bagnarle il vestito.
Si spostò, asciugandosi gli occhi e tirando fuori uno dei suoi finti sorrisi, sperando di essere convincente.
“Allora andiamo”.
Ino la prese per un braccio, sfoggiando tutta la sua bellezza.
“Cara la mia Sakura…quel sex simbol di tuo cognato ci aspetta” e le fece l’occhiolino.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Itachi Uchiha era l’esatto contrario di suo fratello Sasuke.
Il primo era di una bellezza matura, da vero uomo, con lunghi capelli corvini legati in una coda bassa, la bocca carnosa sempre incurvata in un sorriso gentile ed educato, il fisico asciutto ma non troppo muscoloso e due pozze scure dolci ed intelligenti. Era il classico ragazzo che qualsiasi donna avrebbe presentato ai genitori.
Il secondo, invece, era etichettato come il classico “bello e dannato”, il demone dagli occhi e capelli neri come la notte, col sorriso malizioso ed accattivante di chi vorrebbe portarti a letto e basta, senza pensare a fidanzamenti ufficiali o cene in famiglia.
Insomma, era l’uno l’opposto dell’altro.
Ed era per questo motivo che Itachi non riusciva a credere che Sasuke si era sposato.
Prima di lui che, alla veneranda età di 30 anni, non aveva ancora trovato la compagna della sua vita, anche se , in cuor suo, desiderava veramente avere una famiglia.
Sospirò profondamente, prima che la porta del suo ufficio si aprisse con tale forza che la pianta posta accanto all’ingresso rischiò di rompersi in mille pezzi.
Sobbalzò, prima di incontrare due pozze smeraldine adirate e tristi, seguite da quelle maliziose ed accattivanti di Ino Yamanaka.
“Sakura…che piacere vederti” mormorò, alzandosi ed andando incontro a sua cognata, pregando seriamente che le sue mani chiuse a pugno non incontrassero il suo viso.
“Itachi… - calcò il suo nome, tentando di essere meno aggressiva possibile – mi dispiace piombare nel tuo ufficio in questo modo, ma ho bisogno di parlarti”
“Avevo intuito…” disse, sorridendole dolcemente.
La rosa si diede mentalmente della stupida.
Perché diavolo non aveva sposato lui, tra i due?
Ah, già. L’amore che provava per Sasuke.
Che desolazione.
“Non so se sai cos’è successo, ma io e tuo fratello ci siamo lasciati”.
L’espressione sorpresa le fece capire che no, non era al corrente.
Tipico.
Quell’imbecille di suo marito non avrebbe mai ammesso di aver sbagliato.
Troppo orgoglioso, il signorino.
“Cos’è successo?”.
“Si è scopato un’altra. E deve ringraziare il cielo che io non sappia chi diamine sia questa! Perché sarebbe già all’ospedale con un trauma cranico e le gambe spezzate!” ringhiò, riducendo gli occhioni verdi a due fessure di puro odio.
“Sei sicura, Sakura? - vide l’espressione della rosa assomigliare sempre di più a quella di un pitbull – Cioè, non voglio assolutamente difendere mio fratello ma, so che lui ti ama molto e…”.
“Smettiamola con le cazzate, Itachi. Se mi avesse davvero amato io non sarei qui a discutere con te su quanto tuo fratello sia idiota!” sibilò, acida, mentre Ino tentava di massaggiarle le spalle tese.
Sembrava un incontro di wrestling, quello.
Da un lato, Sakura Haruno, agguerrita ragazza di 25 anni, pronta a distruggere suo marito.
E, dall’altra, Itachi Uchiha, paciere e mediatore di una situazione che non sapeva come giostrare.
E sapeva che, se non avesse agito immediatamente e con astuzia, avrebbe perso l’incontro.
Senza alcun dubbio.
“Sakura, ascoltami. So che mio fratello, prima d’incontrarti, è stato un donnaiolo di prima categoria. Mi ricordo quante donne ha portato a casa e ha quante ha spezzato il cuore, senza interessarsi minimamente dei loro sentimenti. So com’è fatto e lo conosco meglio di chiunque altro. Ed è per questo motivo che ti assicuro che lui ti ama. Magari non riesce a dimostrartelo giorno dopo giorno, ma lui tiene a te. – Si avvicinò a lei quel tanto che bastava per vedere i suoi occhi farsi lucidi – Sasuke è uno stronzo, ma sono certo che tu sia l’amore della sua vita, Sakura”.
Non fece in tempo a terminare la frase che la ragazza lo abbracciò di slancio, piangendo come una fontana.
“Perché sei così schifosamente bravo a far capitolare le persone?” domandò, tra un singhiozzo e l’altro.
Il moro sorrise, notando l’espressione preoccupata della sua migliore amica, e le cinse la vita, cercando di calmarla.
“Perché so quanto tu abbia combattuto per tenerlo con te. E non voglio che tutti i vostri sforzi vengano rovinati per una cosa del genere”.
E fu proprio in quel momento che gli venne un lampo di genio.
Aveva trovato l’idea perfetta.
“Ho un piano” le sussurrò all’orecchio, facendola drizzare subito.
“Cioè?” gli chiese, un barlume di speranza nelle iridi acquamarina.
E Itachi seppe che il suo progetto avrebbe scatenato le ire del piccolo Uchiha. E lui voleva proprio questo: fargli capire quanto Sakura era importante nella sua vita.
I rischi, però, erano parecchi.
“Vieni a stare da me”.
Sia Sakura che Ino strabuzzarono gli occhi, incredule.
“Co-Cosa?!”.
Il ragazzo la strinse più forte, trasmettendole fiducia:-“ Per far funzionare il mio piano, ho bisogno che vieni a vivere da me, Sakura”.



* * *


“Non ci posso credere, gli hai detto sì!” sbraitò Ino non appena attraversarono la strada.
“Smettila di urlare Ino. So benissimo cosa ho detto senza che tu mi rompa i timpani!”.
“Ma ti è dato di volta il cervello?! Vuoi farlo incazzare sul serio! – gesticolò, mimando la faccia collerica tipica di Sasuke – Non finirà bene, Sakura. Prevedo parecchi guai”.
“Ma smettila, scrofa. Che potrebbe mai succedere? Non si metterebbe mai contro suo fratello. E’ la sua unica ancora di salvezza dai tempi delle medie. Gli vuole troppo bene”.
Ino si fermò, appoggiando le mani sui fianchi sinuosi e guardandola di sottecchi, un lieve sorriso malizioso che le incurvava le labbra piene e rosee :-“ Non è che la cosa piace anche a te? Insomma, se dovesse andare male con Sasuke, potresti sempre stare con quel gran figo di Itachi e…”.
“Ino-pig vedi di tacere. Non dire stupidaggini e non insinuare niente del genere. Sto solo ascoltando il suo piano”.
“Immaginati a vivere in quella casa. Solo tu e lui. Magari un giorno te lo ritrovi seduto sul divano in mutande, con quel suo bel fisico sexy e quegli occhioni dolci da cucciolo che ti guardano…”.
“Aah… - sbottò Sakura, esasperata – sei una rottura Ino. Non accadrà MAI!”.
Lei alzò le spalle con noncuranza, facendo finta di crederle.
In fondo, sperava anche lei che il piano di Itachi funzionasse.
Diede un’ultima occhiata alla sua migliore amica, ora più tranquilla.
“Comunque se dovessi aprire la porta del bagno e trovartelo nudo di fronte a te, prima di andartene fai una foto. Fallo per me, Fronte Spaziosa”.
“INOOO!!!”.
Sì, era davvero esasperata.



* * *


Sasuke bevve un sorso di caffè, osservando il suo migliore amico sporcarsi persino la punta del naso con la schiuma del cappuccino.
Non riusciva a capacitarsi di come quell’energumeno fosse diventato il suo migliore amico.
Era un mistero che ancora non riusciva a spiegarsi.
“Quindi tu e Sakura-chan divorzierete?” chiese lui, la schiuma che formava una gocciolina sulla punta del naso, ancora sporco.
“Dobe, pulisciti quella faccia. Non sai neanche bere un cappuccino come gli essere umani”.
“Non cambiare argomento, teme”.
“Tsk…non lo so, Naruto” mormorò, passandosi una mano tra i capelli corvini e sbuffando sonoramente.
Sakura se n’era andata da una settimana e tutti continuavano a chiedergli le stesse domande.
Quindi vi siete lasciati?
Si può sapere per quale motivo?
Non vi amate più?
C’è un’altra?
Ecco, questa era la domanda ricorrente.
C’è un'altra?
Perché nessuno di loro chiedeva se c’era un altro?
Davano tutti per scontato quanto fosse difficile stare con uno come lui?
“Visto che la colpa è tua, dovresti andarle a chiedere immediatamente scusa”.
“Non servirebbe e lo sai benissimo. Conosci meglio di me Sakura e sai quanto diventa acida…”.
“Ha le sue buone ragioni, ne sono sicuro. Anzi, se mi spiegassi il motivo per cui lei se n’è andata di casa, potrei anche provare ad aiutarti”.
“Nessuno può aiutarmi” disse, consapevole solo in quel momento del danno che aveva fatto.
“Non voglio vedere i miei migliori amici stare male. Sono sicuro che le cose possono sistemarsi e…”.
Ma non riuscì a terminare la frase che Sasuke si alzò di scatto, facendo cadere il residuo di caffè sul tavolo davanti a lui, i pugni stretti ed il respiro corto.
“Non si può sistemare più nulla. E’ finita, Naruto”.
Il biondo rimase per un attimo in silenzio ad osservare il suo amico.
Non l’aveva mai visto in quel modo.
Sapeva benissimo che la colpa era sua.
Sapeva che si sentiva una merda, in fondo. Ma non l’avrebbe mai ammesso, lui.
Era troppo orgoglioso, troppo fermo nelle sue idee.
Troppo testardo, per poter dire “sì, ho sbagliato”.
E, in quel modo, Naruto non sapeva che pesci prendere.
Non sapeva come aiutarlo.
Avrebbe giocato la sua ultima carta, appresa solamente qualche ora prima dalle parole della sua fidanzata Hinata, sperando che il pesce abboccasse.
“Quindi non ti interessa sapere dov’è andata ad abitare Sakura, giusto teme?”.
Vide passare un lampo di curiosità in quei pozzi neri.
“Mpfh…sarà con Ino e Kiba. Ne sono certo” sibilò, acido, immaginando già gli insulti gratuiti lanciati dalla Yamanaka dopo aver saputo tutta la storia.
“Mi dispiace avvisarti, Sas’ke, che Sakura-chan ha deciso di non andare a disturbare i due piccioncini” mormorò, notando l’espressione dell’Uchiha mutare impercettibilmente.
Voleva sapere dove fosse, non c’erano dubbi.
“Dove si trova?” domandò, cercando di mantenere la calma, anche se, dentro di sé, sentiva che c’era qualcosa che non quadrava.
“Sei sicuro di volerlo sap…”.
“Dove cazzo è?!”.
Naruto sfoderò uno dei suoi sorrisi più luminosi, sapendo già che si sarebbe beccato un bel pugno in faccia:-“ E’ andato a vivere da tuo fratello, teme”.
Sì, il pesce aveva abboccato.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ciao a tutti.
E’ almeno un anno che non aggiorno più una mia fic a causa del lavoro e dei continui impegni. Purtroppo so che non è una giustificazione e so che chi legge le mie fic non mi perdonerà tanto facilmente, ma spero che possiate scusarmi.
Ho riletto tutte le mie storie e mi sono sentita veramente male quando ho notato che neanche una di esse era finita.
Quindi, ho deciso di tirarmi su le maniche e, nei momenti liberi che il lavoro mi concede, proverò ad aggiornarle tutte e continuarle, per tutte le persone che hanno letto i miei capitoli fino ad ora.
Chiedo ancora scusa e spero che questo nuovo capitolo possa essere uno stimolo per farvi seguire ancora le mie storie.
Con affetto.
_Sakura e Ino_






Ok.
Forse aveva capito male.
Forse Naruto non aveva realmente detto che sua moglie stava andando ad abitare assieme a suo fratello.
Sicuramente la sua mente gli aveva giocato un brutto scherzo.
Inarcò un sopracciglio, la vena sul collo che iniziava a pulsare.
“Come hai detto, dobe? Credo di non aver sentito bene”.
Il biondino si alzò, ridacchiando.
Aveva intuito, dal modo in cui lo guardava, con fare da psicopatico, che era abbastanza nervoso.
“Hai capito benissimo Sas’ke. Sakura è andata ad abitare da tuo fratello”.
Continuò a sghignazzare, prima che il piccolo degli Uchiha lo prese per la zazzera bionda e sbatté con poca delicatezza la testa sul tavolino del bar, a pochi centimetri dalla tazza del cappuccino.
“Aia teme, mi fai male! Ma perché te la prendi sempre con me quando sei nervoso? Mica è colpa mia! Aia!” gridò, piagnucolando come un bambino.
“Perché non c’è un cazzo da ridere! – la vena del collo stava per esplodere dal nervoso – Posso sapere per quale diavolo di motivo mia moglie è andata a vivere a casa di mio fratello?! E perché sono sempre l’ultimo a sapere le cose?!” sbraitò, continuando a tenere il migliore amico con la testa appiccicata al tavolino.
“Ex moglie, Sas’…AHIA!” urlò più forte, mentre il moro spingeva sempre di più la mano.
“E’ ancora mia moglie, Naruto. E’ ancora mia moglie…” finì la frase in un soffio, mentre lasciava andare l’amico e si avviava a rapidi passi verso la moto, le chiavi già in mano e le dita che ticchettavano nervose tra di loro.
“E ora dove vai?” gli chiese il biondino, toccandosi la testa, ancora dolorante.
Lui lo guardò da sotto il casco, il motore che rombava impazzito sotto il suo corpo possente.
“Da quell’imbecille di mio fratello”.





“Quanto pensi di rimanere da Itachi?” chiese Ino, appoggiando la tazzina di caffè sul ripiano della cucina e fissando la sua migliore amica preparare la valigia con fare quasi maniacale.
Sembrava troppo tranquilla e questo la turbava.
Sapeva che, in realtà, dentro stava soffrendo parecchio per la separazione con Sasuke.
In fondo, Sakura era innamorata di lui da sempre.
Era sempre stato il suo principe azzurro. L’unico ragazzo che avrebbe potuto sposare nella sua vita.
E ce l’aveva fatta.
Era riuscita a coronare il suo sogno.
Sogno che, nell’ultima settimana, si era infranto.
Mille minuscoli pezzi.
Difficili, quasi impossibili da rimettere apposto.
“Non saprei, maialino. Devo prima capire ciò che ha in mente di fare. Poi deciderò. In fondo, sono stata io a chiedergli aiuto” mormorò, piegando una felpa e posandola sul fondo della valigia. “Questa storia non finirà bene, Sakura” sussurrò, più a se stessa che all’amica.
La rosa fece un sorrisino malizioso, guardandola con furbizia :-“Se non vuoi che vada, basta dirlo. Non penso che Kiba sia contento di vedermi gironzolare qui ancora per molto”.
“Sakura…non sto scherzando. Non finirà bene questa storia, me lo sento”.
“Suvvia Ino smettila con questi istinti protettivi da mamma orsa. Itachi sa quello che fa ed è l’unica persona che può aiutarmi. So che Sasuke è un grandissimo bastardo ma lo amo ancora. Penserai che io sia una stupida, o una bambina, ma lui è l’uomo della mia vita. E farò di tutto per cercare di sistemare le cose”.
Il modo in cui Sakura disse quelle parole, fece commuovere Ino.
Aveva una forza d’animo, una testardaggine ed un coraggio che a lei, spavalda e arrogante, mancavano. Aveva quella voglia di andare fino in fondo, di superare qualsiasi ostacolo si fosse messo tra lei e suo marito.
Era questo, il vero amore che aveva letto nei libri o visto nei film.
Era questo ciò che desiderava anche lei.
D’istinto l’abbracciò, sentendo Sakura aggrapparsi alle sue spalle con urgenza, le piccole lacrime che bagnavano il cotone del suo maglioncino.
“Andrà tutto bene, maialino” le mormorò contro la spalla, la voce lievemente rotta dal pianto silenzioso.
La ragazza annuì, stringendola di più a sé, sentendosi veramente come mamma Orsa.
L’avrebbe protetta da ogni cattiveria. Da ogni pericolo.
Era la sua migliore amica, in fondo.
“Sì, Fronte Spaziosa. Andrà tutto bene”.





* * *



Itachi sapeva che il suo piano era qualcosa di insensato.
Quasi assurdo, se si fermava qualche minuto a pensare.
L’idea gli era venuta così, di slancio, e non se l’era fatta sfuggire. Non aveva pensato a nessuna conseguenza.
Il fatto di far vivere Sakura sotto il suo stesso tetto era l’unico modo per tenerla lontana dai guai, per cercare di farla riappacificare con Sasuke e per comprendere il motivo, ancora non del tutto chiaro, della loro separazione.
Non riusciva a capacitarsi del fatto che il suo caro fratellino avesse messo a repentaglio il matrimonio con Sakura solo per una semplice scopata.
Non poteva essere così stupido.
D’altro canto, il fatto che la moglie fosse andata via di casa senza neanche tornare indietro, la diceva lunga su quanto potesse essere difficile sopportare tutto ciò.
Insomma, lui voleva aiutare entrambi, ma dovevano essere sotto il suo controllo. E l’unico modo, a parer suo, era questo.
Si passò una mano tra i lunghi capelli scuri, prima di sentire la porta d’ingresso scattare con forza, sbattendo alla parete più vicina.
Poteva essere solo una persona.
“Dove cazzo sei, Itachi?”.
Ed era alquanto incazzata, per non averlo neanche chiamato nii-san.
Sì, decisamente incazzata.
Non fece in tempo a rispondere che si ritrovò Sasuke a pochi centimetri dal suo volto, gli occhi ridotti a due fessura e la faccia trasformata in una maschera di rabbia pura e disprezzo.
Non l’aveva mai visto così.
“Cosa diavolo hai in mente di fare, eh?! Fai venire Sakura a vivere qui?! Cosa cazzo ti sei fumato prima di prendere anche solo in considerazione questa grandissima idea?!” sibilò, acido, ad un soffio da lui.
Adirato.
“Non capisco quale sia il tuo problema, otuoto. Fino a prova contraria Sakura è mia cognata e non ha un posto dove stare”.
“Il mio problema è proprio il posto dove andrà a stare! Ino è la sua migliore amica e deve stare da lei. Non qui! Non sotto il tuo stesso tetto”.
Itachi sorrise lievemente, capendo dove il fratello volesse andare a parare.
Non tollerava il fatto che sua moglie rimanesse da sola con lui. Sasuke era l’unico ad aver avuto quel privilegio e tale voleva restare.
“Continuo a non comprendere. Ti da fastidio che venga a stare da me? Che magari possa capire che ha scelto il fratello sbagliato, tanti anni fa?”.
Sapeva che quella frase lo avrebbe colpito ancor più di un pugno in piena faccia.
E, data la sua espressione, totalmente schifata, aveva ragione.
Si allontanò, avviandosi all’ingresso, i pugni stretti e le nocche quasi bianche :-“ Non ti prendo a pugni solo perché sei mio fratello. Sai che c’è? Fottiti. Anzi, fottetevi. Tu e quella stronza di mia moglie, se così ancora si può definire. Non me ne frega un cazzo se verrà a vivere qua. Si vede che porterò la tipa che mi sono scopato in hotel quelle sere a vivere con me. Nella NOSTRA casa, contento? Ti concedo anche l’onore di dirlo a Sakura. Ma fai in fretta, prima che lo venga a sapere da qualcun altro” e, senza aspettare una risposta, si chiuse la porta alle spalle.
Itachi si lasciò cadere sul divano, ripensando agli occhi furbi di suo fratello, pochi secondi prima.
La guerra era iniziata.
Chissà se ne sarebbero usciti tutti integri.

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