Hold me down di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 La prima neve ***
Capitolo 2: *** Cap.2 L'aiuto di un figlio ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Parole meccaniche ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Tsunayoshi si triplica ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Fiamme da leccare ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Un Santo con l'anima divisa in tre ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Trascinato in ginocchio ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Come un diavolo ***
Capitolo 9: *** Cap.9 Annegando in se stessi ***
Capitolo 10: *** Cap.10 I turbamenti del Decimo ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Egoisti... o no ***
Capitolo 12: *** Cap.12 Il coraggio dell'impotente ***
Capitolo 13: *** Cap.13 A corto di tempo ***
Capitolo 14: *** Cap.14 Non voglio essere zittito! ***
Capitolo 15: *** Cap.15 Da dietro la porta ***
Capitolo 16: *** Cap.16 Anima riunita ***
Capitolo 1 *** Cap.1 La prima neve ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.1 La prima neve
I
miei demoni mi supplicano di aprire la bocca.
Fiocchi
di neve cadevano fuori dalla costruzione, sfilando candidi davanti ai
vetri dell'edificio abbandonato.
Lì
dove cumuli di neve si ammassavano sul terreno fangoso, la terra
sobbalzava e si venivano a creare delle frane.
Mukuro
avanzò con passo cadenzato allontanandosi dal suo divanetto
rosso ricoperto di polvere, scostò un drappo che scendeva
dal soffitto e raggiunse una delle finestre.
Il
vetro era gelato e appannato.
Un
codino lungo due dita ondeggiava alla fine dei capelli di Mokuro.
Si
sentì un fiato pesante risuonare nella stanza, insieme a
degli ansiti. Ken avanzò, inspirando ripetutamente. Teneva
la schiena curva e gli occhi assottigliati, avevano un taglio aguzzo.
"Mio
signore Mukuro-sama" ringhiò con tono feroce.
Mukuro
voltò lentamente il capo socchiudendo gli occhi con un
sorriso sottile, strinse la presa sulla tenda lacera guardando il
giovane.
Ken
giocherellò con una delle forcine che gli tenevano ferme le
ciocche di capelli biondi.
"Perché
siete qui, solo?" domandò. I suoi denti candidi brillavano
nella penombra.
Mukuro
allargò il sorriso e si poggiò contro il lato
della finestra, la pulì con una mano coperta da un guanto di
velluto e osservò alcuni fiocchi di neve scivolare sulla
terrazza; il vento gelido entrava attraverso gli spifferi della
finestra facendo oscillare la sua chioma viola.
"Sawada
Tsunayoshi ha invitato tutti a festeggiare la prima neve dell'anno. Ho
lasciato che Chrome andasse da lui, ma naturalmente non ho motivo di
prendere parte ad una cosa tanto infantile".
Ken
si passò la lingua sulla punta di un canino.
"E
voi come volete passare questo giorno?" gli domandò con voce
rauca.
Mukuro
sogghignò, alzò lo sguardo verso il cielo
biancastro e l'occhio rosso brillò circondato dalle fiamme
della nebbia.
"Sarebbe
un peccato non sfruttare l'occasione per uno scontro di piacere con
Hibari Kyoya" ammise.
Ken
si sedette accanto a lui e passò l'unghia aguzza sopra il
vetro e, utilizzando il vetro appannato, disegno una stella sghemba.
"Andrete
da lui?" domandò.
Mukuro
abbassò il capo verso l'altro, passò l'indice sul
disegno di Ken e la stella si staccò dal vetro,
ruotò su se stessa spargendo polvere ai loro piedi e
schizzò verso il soffitto, esplodendo in uno scintillio di
luce bianca che illuminò a giorno la stanza.
"Forse.
O forse farò assaggiare a Sawada Tsunayoshi un po' del
potere delle vie infernali. È passato troppo tempo da quando
ho cercato di possederlo".
Ken
sorrise guardando la stella e si grattò il naso
lì dove aveva la cicatrice.
"Non
è mio compito giudicare, ma prediligo questa scelta. I
vostri demoni parlano attraverso la vostra bocca se rimanete solo" gli
disse, addolcendo il tono.
La
luce della stella si spense, Mukuro sollevò il palmo a coppa
e ne raccolse la polvere. La strofinò sul guanto nero,
sorrise sottile rizzando la schiena.
"Oh,
i miei demoni mi supplicano di parlare. Ed è proprio
ciò che potrei dire a Sawada Tsunayoshi che temo".
Ken
alzò lo sguardo verso di lui.
"Volete
che venga con voi?" propose.
Mukuro
si allontanò qualche passo, mosse la mano in aria facendo
comparire nel palmo il proprio lungo tridente, voltò il capo
e socchiuse gli occhi.
"Per
impedirmi di parlare?" domandò.
"Per
darvi motivo di usare le vostre parole per offendere me, invece che
svelare i vostri demoni" ribatté.
Mukuro
passò il tridente da una mano all'altra, si tolse una ciocca
di capelli portandola dietro l'orecchio e avanzò verso il
proprio divano.
"Oh?
Vuoi lasciare Chikusa indietro?" domandò.
Strinse
la presa sull'arma, scosse il capo.
"Fufufufu,
è fin troppo che ignoro le suppliche dei miei demoni. Forse
è ora di uscire e macchiare la candida neve con l'incubo".
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Cap.2 L'aiuto di un figlio ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2 L'aiuto di un figlio
"Stai
scherzando?" domandò con voce stridula Tsuyoshi. Reborn
strinse con entrambe le mani la pergamena di carta lunga tre volte il
proprio corpo.
"No.
Il 'sindaco' di Namimori è stato molto chiaro su i tuoi
lavori di oggi. La città deve essere pronta per il festival
della neve" spiegò. Lasciò la presa sulla
pergamena con una mano e la utilizzò per abbassarsi di
più il cappello a falde larghe che gli copriva il viso.
Tsuyoshi si massaggiò il collo.
"E
sì che avevo preparato il catering in anticipo proprio per
essere libero oggi" gemette. Indietreggiò, aprì
la porta scorrevole del proprio negozio e si sporse con il capo.
"Takeshi,
figliolo, non potrò accompagnarti al festival. Vai con i
tuoi amici?" domandò.
Takeshi
sollevò il capo, aprì la bocca, vide Reborn alle
spalle del padre e sorrise ampiamente chiudendo gli occhi.
"Neanche
per sogno! Se lavori, ti aiuterò! Non ho intenzione di
passare il festival senza di te!" esclamò, gioviale.
Reborn
strinse le labbra con una smorfia, fece qualche passo avanti e
sollevò il capo.
"Sono
sicuro che Tsuna abbia altri programmi, per i suoi guardiani" disse.
Tsuyoshi
si strinse la cintura che gli teneva fermo il kimono.
"Beh,
magari in due riusciamo a finire in tempo!". Sperò.
Takeshi
si mise in piedi e si passò la mano tra i capelli.
"Se
glielo spiego, Tsuna non avrà niente da ridire! Anzi,
probabilmente finiremo per farlo tutti insieme" fece.
Reborn
sospirò, scosse il capo e carezzò il capo di
Leon, sogghignò socchiudendo gli occhi.
"Non
c'è altra scelta che rendere l'organizzazione del festival
un buon addestramento" cedette.
Tsuyoshi
indicò Reborn con l'indice.
"Guai
a te. Oggi i ragazzi si dovranno divertire. Chiaro?!" ordinò.
Reborn
mutò Leon in una pistola, ne carezzò il grilletto
e ghignò.
"Prometto
che sarà divertente".
Takeshi
rise, afferrò da terra la sacca con la mazza da baseball, si
toccò la collana del Vongola Gear e socchiuse gli occhi.
"Abbiamo
bisogno di un po' di movimento, con questo freddo!".
"Ho
bisogno dei ragazzi per fare tutti quei lavoretti. Perciò
Taki, vai a recuperare tutti i tuoi amichetti" disse Tsuyoshi. Diede
una pacca sulla spalla del figlio.
Takeshi
annuì, sorrise e avanzò verso l'uscita.
"Conta
su di noi, vecchio!" esclamò.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Cap.3 Parole meccaniche ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.3 Parole meccaniche
Meccanicamente
fanno uscire le parole.
Mukuro
fece scorrere la mano sul tridente, avanzò a passo lento con
il capo reclinato in avanti e gli occhi bicolore socchiusi.
"I
Vongola dispongono di un'intera organizzazione di illusionisti che
potrebbe far apparire questo luogo al meglio. Farlo davvero, e per un
singolo giorno, è l'ennesimo inutile sfoggio di potere della
Mafia" dichiarò.
Gokudera
incollò tra loro la serie di fiocchi di neve di plastica.
"Io
trovo inutile decorare anche luoghi semideserti di Namimori" si
lamentò.
"I
miei addobbi sono così estremi che persino Lussuria li
troverebbe adeguati!" strepitò Ryohei. Si
arrampicò su una scala fino a una finestra e appese un
pellicciotto bianco.
Tsuna
ridacchiò, si chino di fianco ad uno scatolone ripieno di
decorazioni. Le guardò, ne tirò fuori due
osservandole attorcigliate tra loro e sospirò mettendosi a
districarle con le dita.
"Hibari-san
ci morderebbe a morte, se non decorassimo tutta la città".
Takeshi
ridacchiò, si passò ripetutamente il braccio
sulla fronte sudata e sorrise.
"Piuttosto,
grazie per l'aiuto!".
Mukuro
mosse il tridente a semicerchio, una patina di neve apparve lungo la
carreggiata e sul viale.
"Reale
o illusorio, nemmeno Hibari Kyoya troverà di che protestare"
disse.
Gokudera
unì i fiocchi di neve di plastica, già uniti con
la colla, con il fil di ferro.
Ken
si affiancò a Mukuro.
"Non
vi dispiacerebbe se protestasse" disse.
Tsuna
mugugnò, si mise in piedi e passò le decorazioni
districate a Takeshi. Takeshi camminò lateralmente
appendendole lungo la recinzione di un giardino e voltò il
capo.
"Chrome
sta aiutando le ragazze ed i bambini?" domandò.
Mukuro
annuì, sorrise dolcemente socchiudendo gli occhi.
"Invece
mi sorprende che Hibari Kyoya non sia qui. Sta forse controllando il
lavoro di qualcun altro?".
Tsuna
si chinò a districare altre decorazioni, storse il labbro.
"Sarebbe
strano, lui controlla le persone che portano più caos, e di
solito siamo noi" disse.
Ryohei
si sporse dalla scala e indicò davanti a sé.
"E
laggiù con il padre di Takeshi!" gridò. La sua
voce risuonò tutt'intorno.
Takeshi
corse sotto la scala, la tenne ferma con entrambe le mani e
alzò il capo.
"Rischi
di cadere, senpai!" esclamò.
Tsuna
raggiunse Hayato, osservò i fiocchi di neve di plastica e
sorrise.
"Sei
proprio bravo con queste cose, Gokudera-kun" disse.
Mukuro
fece scorrere le dita sulle decorazioni delle staccionate, si
avvicinò al gruppo e piegò il capo di lato.
"E
cosa spinge il padre di un mafioso a fare lavori tanto umili?"
domandò.
Gokudera
arrossì ed incassò il capo tra le spalle.
"G-grazie
Decimo" sussurrò.
Ken
ringhiò e camminò intorno a Takeshi.
"Rispondi
a Mukuro-sama" lo incalzò.
Takeshi
voltò il capo, batté le palpebre sporgendo le
labbra e scrollò le spalle.
"Uh?
Quello della mafia è solo un GDR. Mio padre fa quei lavori
per arrotondare".
Tsuna
sollevò il capo, si grattò la guancia arrossata e
deglutì.
"C-certo
che è parecchio lavoro, da solo ci avrebbe impiegato tutto
il giorno".
Ryohei
scese dalla scala e raggiunse gli altri.
"Non
se la passano bene a livelli di soldi. Il padre ogni tanto lavora anche
per il mio" spiegò.
<
Volevo impedire a Mukuro-sama di domandare cose che richiamassero le
ombre delle nostre vite, ma non sono in grado >
pensò Ken.
Tsuna
si alzò in piedi, si tirò verso il basso il bordo
del cappello che indossava coprendosi la punta delle orecchie arrossate.
"Quindi
tuo padre lo fa spesso?" chiese.
Takeshi
annuì, incrociò le braccia dietro la testa e
scrollò le spalle sorridendo.
"Ha
sistemato lui le cose a scuola per la battaglia degli anelli contro i
Varia, per questo sapeva che combattevo" spiegò.
Mukuro
socchiuse gli occhi, sorrise sottile e si portò la mano al
fianco.
"Oh?
Parli senza pensare, Yamamoto Takeshi, o stai davvero dicendo che tuo
padre collabora attivamente con la Mafia?".
"Ohy,
ragazzi, se lì avete finito, andiamo!" gridò
Tsuyoshi.
Strofinò
le mani tra loro e ci soffiò sopra. Alzò una mano
e la dimenò.
Tsuna
guardò i fiocchi di neve che Gokudera aveva unito tra loro,
si morse il labbro.
"Attacchiamo
una cosa e arriviamo!" strillò di rimando.
Takeshi
sorrise maggiormente, si avvicinò a Tsuna ed Hayato e
guardò verso Mukuro socchiudendo gli occhi.
"Io
parlo sempre senza pensare! E tu, invece?" domandò.
Mukuro
sogghignò, piegò il capo di lato passando il
tridente da una mano all'altra con un movimento fluido.
"Oh,
le parole mi escono di bocca meccanicamente, ma solo quando devo ferire
qualcuno".
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Cap.4 Tsunayoshi si triplica ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.4
Tsunayoshi si triplica
Mi
combattono, vigorosi e arrabbiati balzano sulla preda
Reborn
saltò sul sedile rialzato, trasformò Leon in un
microfono e lo strinse nella mano sogghignando.
"L'organizzazione
del festival della neve è stata un successo!".
Tsuna
sorrise dilatando gli occhi, Takeshi incrociò le braccia
dietro la testa con espressione soddisfatta, Chrome arrossì
stringendo il piccolo tridente con l'occhio dilatato. Reborn
accentuò il sogghigno, fece un passo avanti sulla sedia
rialzata davanti ai ragazzi e girò la falda del cappello.
"Quindi
ora possiamo dare inizio all'addestramento invernale di ImbranaTsuna!".
Tsuyoshi
sospirò rumorosamente e scosse il capo.
"Taki,
ragazzo mio, vuoi che ti aspetti a casa?" domandò al figlio.
Takeshi
abbassò le braccia, sporse le labbra e guardò
verso Tsuna.
"Ti
da fastidio?" chiese.
Tsuna
si indicò, guardò a destra verso Gokudera, si
voltò a sinistra vedendo Ryohei e tornò a
guardare Takeshi.
"Eh?
No, a me no di certo!".
Reborn
trasformò Leon in un fischietto facendogli emettere un lungo
suono acuto, Chrome sobbalzò nascondendosi alle spalle di
Mukuro, che strinse con forza il tridente guardando fisso le spalle
degli altri guardiani. Reborn annuì, abbassò il
fischietto che tornò un microfono.
"Con
l'arrivo dell'inverno, è giunto il momento di accettare le
parti più dure e difficili di noi. Quindi con la
collaborazione di Giannini e suo padre, il Nono Boss dei Vongola mi ha
spedito un regalo speciale che permetterà a Tsuna di
affrontare nuove difficoltà".
Gokudera
corrugò la fronte e assottigliò gli occhi.
"Le
parti più dure di noi?" domandò a bassa voce. Ken
si nascose dietro Mukuro, si premette le mani sulle orecchie e
ringhiò.
Kyoya
si scostò dal muro dietro tutto il gruppo, avanzò
a braccia incrociate e socchiuse gli occhi.
"Non
tollererò che qualcosa turbi lo svolgersi del festival
natalizio".
Reborn
saltò sullo schienale della sedia, trasformò Leon
in un bazooka grande quanto lui e sogghignò.
"Non
preoccuparti. Sarà un evento di breve durata, non avrai
problemi con la scuola" promise.
Tsuna
sgranò gli occhi, sentì il suono del grilletto e
chiuse gli occhi sollevando le mani davanti al viso. Takeshi
afferrò di scatto Hayato, lo trascinò dietro
Tsuyoshi e si accucciò alle spalle del padre sentendo Tsuna
cadere in terra con un tonfo. Mukuro socchiuse gli occhi osservando il
fumo arancio avvolgere il corpo di Tsuna, infiammò l'occhio
con il sei demoniaco e strinse le labbra.
"E'
sempre la persona di cui si fida di più a sparargli"
commentò.
Ken
infilò i denti da orso e si acquattò a terra,
ringhiando.
"Sawada!
Come stai?!" sbraitò Ryohei, correndo intorno a Tsuna.
Kyoya
tirò fuori i tonfa da sotto la giacca da prefetto
stringendoli tra le mani, Takeshi sporse la testa da dietro la schiena
del padre stringendo il manico della borsa con la sacca da baseball.
Il
fumo cominciò a diradarsi mostrando tre sagome, ci fu un
forte strillo acuto e il fumo si diradò del tutto.
Tsuna
aveva gli occhi sgranati e le mani ai capelli osservando un altro
sé in Will Dying Mode in ginocchio che si guardava attorno
con gli occhi arancio socchiusi. Il terzo, in Hyper Will Dying Mode,
era in piedi con i capelli lunghi avvolti dalla luce della fiamma del
cielo, che brillava sulla sua fronte ondeggiando lentamente.
"Cosa
diamine succede?!" esclamò Tsuna.
Gokudera
si guardò intorno, sgranò gli occhi e
deglutì.
"Boss?"
domandò a quest'ultimo.
Ryohei
sbatté le palpebre.
"Questo
sì che è estremo" sussurrò.
Haru
e Kyoyo si avvicinarono, una stringeva I-pin e l'altra Lambo.
Lo
Tsuna in Hyper Will Dying Mode si voltò verso Hayato facendo
frusciare i lunghi ciuffi castani, la fiamma lasciò una scia
di luce.
Lo
Tsuna in Will Dying Mode si chinò su quello normale, lo
aiutò ad alzarsi e strinse le labbra sospirando piano.
"Reborn
ha suddiviso la nostra personalità".
Ken
avvicinò le labbra all'orecchio di Mukuro.
"E
portassi Chrome da Chikusa?" chiese con voce inudibile.
Mukuro
si umettó le labbra sottili, Chrome uscì da
dietro di lui e avanzò stringendo il piccolo tridente.
"Non
scapperò da Bosshu" sussurrò.
Takeshi
uscì da dietro suo padre, sporse le labbra battendo gli
occhi.
"Sono
proprio tre" disse.
Ryohei
si avvicinò a Kyoya.
"Reborn
se n'è andato, non ci aiuterà a separarlo"
brontolò.
"Che
ne dite se venite a casa con me e lì ne discutiamo con
calma?" propose Tsuyoshi. Chiuse gli occhi e sorrise.
Tsuna
si portò le mani ai capelli guardandosi intorno con gli
occhi sgranati.
"Non
ci capisco niente! Dov'è andato Reborn?!".
Lo
Tsuna dai capelli lunghi fece scorrere lo sguardo sui guardiani.
"La
situazione vi fa rabbia?" chiese.
Lo
Tsuna in Will Dying strinse le labbra e fece qualche passo avanti.
"Accettiamo
la sua ospitalità, signor Yamamoto. Ci serve un posto dove
radunare le idee".
"Vigorosi
e arrabbiati, i vostri demoni sono diventati reali solo per balzare
sulla preda" disse Ken a Mukuro, sfoderando gli artigli.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Cap.5 Fiamme da leccare ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5
Fiamme da leccare
Mi
infiammano, leccando via le fiamme che hanno provocato.
Tsuyoshi
ravvivò il fuoco dando le spalle a un divanetto in cui erano
accomodati i tre Tsuna.
"Testa
a Prato, non è difficile. Uno é il boss, uno
é Sawada e quello é Decimo" spiegò.
"Aspetta.
Se ho capito, Sawada piccolo è quello con i guanti di lana.
Quello con i guanti normali é Sawada grandicello. E il
fighetto che piace a mia sorella é quello con i guanti con
la patacca del cielo. Estremo" ricapitolò.
"Tu
hai capito?" chiese Lambo, affiancandosi al piede di Takeshi.
Takeshi
sporse le labbra mettendosi di fronte al divanetto.
Indicò lo Tsuna dai capelli lunghi, che stava semisteso sul
sedile con le caviglie incrociate.
"Capelli
lunghi è il Boss di Gokudera e quello che piace a Kyoko".
Indicò
lo Tsuna in Will Dying Mode, sedeva con le gambe accavallate e le mani
sulle ginocchia, con un sorriso melanconico.
"Quello
è Tsuna quando prende a calci la gente".
Indicò
il terzo Tsuna, che stringeva tra loro le mani coperte dai guanti
bianchi con sguardo basso.
"Sembrano
gemelli" sussurrò Haru.
Kyoko
strinse al petto I-Pin tenendo le labbra leggermente schiuse.
"Ti
ha fatto male, Tsuna-kun?".
Tsuna
alzò di scatto il capo, ondeggiò le mani davanti
al volto e negò ripetutamente.
"No,
no, sto bene. Stavo solo guardando l'anello del Cielo. Per qualche
motivo, è diviso solo in due" disse.
Kyoya
camminava avanti e indietro alle spalle del gruppetto, stringendo i
tonfa. Si fermò, li guardò socchiudendo gli occhi
blu.
"Il
te più forte ha il simbolo dei Vongola sui guanti" disse.
Lo
Tsuna dai capelli lunghi sorrise sottile accarezzando con il pollice
gli X-Gloves, passando il dito sulla parte blu. Sawada
inarcò un sopracciglio.
"Sarebbe
lui il più forte?" domandò.
Mukuro
ondeggiò il tridente in mano, sogghignò guardando
tutti e tre.
"Fufufufu,
tre Sawada Tsunayoshi, tutti così diversi. È come
gettare benzina sul fuoco".
Ken
si sedette alle spalle di Chrome.
"Se
ti fa paura perdente, puoi piagnucolare" ringhiò.
Chrome
deglutì, si accucciò vicino a lui stringendo
contro il petto il tridente, sfiorò con le dita l'orecchino
del Vongola Gear facendolo oscillare e guardò la schiena di
Mukuro. Mukuro si leccò le labbra e Tsuna emise un trillo
incassando il capo tra le spalle. Takeshi ridacchiò,
incrociò le braccia dietro la testa.
"Ehi,
Gokudera? Dovremmo dirlo a Squalo e gli altri?" chiese.
Lo
Tsuna dai capelli lunghi schiocco la lingua sul palato.
"Fidarsi
dei Varia è ...".
Sawada
sorrise ticchettandosi sul ginocchio.
"...
una splendida idea". S'intromise. Lo Tsuna dai capelli lunghi strinse i
denti.
Tsuna
sospirò, mugugnò rannicchiandosi su se stesso e
deglutì.
"Non
ho ancora capito cosa dovrebbero rappresentare quei due" si
lamentò.
Tsuyoshi
si avvicinò ai tre giovani e gli offrì un vassoio
con sopra degli hosomaki.
"Uno
è il tuo cuore più profondo, l'altro
ciò che sei solitamente e il terzo è
ciò che ti rende un mafioso" ipotizzò.
Tsuna
arrossì, ne prese uno, gli sfuggì dalle dita e
cercò di prenderlo ripetutamente; scivolò dal
divanetto e cadde in terra, l'hosomaki gli rotolò sul naso
finendo in terra. Tsuna sospirò sconsolato, Sawada strinse
le labbra e si chinò a tirarlo su.
"La
ringrazio, signor Yamamoto" disse.
Mise
Tsuna seduto, prese due hosomaki e ne mise uno in mano a Tsuna,
socchiudendo gli occhi arancioni.
"Penso
possa essere corretto, anche se sono certo uno di noi sia di troppo".
Aggiunse.
Takeshi
si passò la mano tra i capelli, si mise davanti ad Hayato e
gli passò il palmo davanti gli occhi.
"Gokudera?
Ci stai ascoltando?".
Mukuro
ridacchiò di gola, si avvicinò poggiandosi di
fianco al divanetto.
"Sembra
che qualcuno stia bruciando nel dubbio di quale Sawada Tsunayoshi
assecondare" cantilenò.
Ryohei
si voltò verso Kyoya.
"E
tu come vivi questa situazione? Anche io ardo nella confusione e
nell'odio verso l'inattività!" sbraitò.
Gokudera
strinse le labbra e guardò Sawada in viso.
"Se
tu mi permettessi di aiutare il Decimo, sarei più che lieto
di fare qualcosa. Ora scusami, devo chiedere al Boss se ha bisogno del
mio aiuto" ringhiò.
Takeshi
indietreggiò sollevando le mani stringendo i denti.
"Woah,
vacci piano!" esclamò.
Kyoya
strinse le labbra passando lo sguardo sui tre Tsuna, sospirò
lentamente accentuando la presa sulle armi.
"Due
su tre rappresentano sicuramente una minaccia per la quiete di
Namimori, per tanto dovrò rimanere qui e assicurarmi di
morderli a morte se porteranno scompiglio".
Tsuna
deglutì, si sporse verso Gokudera e arrossì
completamente.
"Ahem,
G-Gokudera-kun? P-Potresti a-aiutarmi con gli hosomaki? Non ho
intenzione di farlo fare a quei due tipo spaventosi"
balbettò.
Sawada
inarcò un sopracciglio e strinse le labbra, lo Tsuna dai
capelli lunghi roteò gli occhi incrociando le caviglie.
"Stiamo
sprecando tempo. Abbiamo il numero privato del nonno, possiamo
telefonare direttamente a lui per sapere cosa fare"
dichiarò, duro.
Mukuro
piegò il capo di lato, sogghignò e avvolse il
tridente con le fiamme della nebbia.
"Fufufu,
e mettere fine a questo fuoco che ci divora tutti? Non sarebbe
divertente, Sawada Tsunayoshi".
Gokudera
porse con le bacchette un hosomaki a Tsuna.
"Se
quelle fiamme vi avvolgessero, Mukuro-sama, le spegnerei con la lingua"
disse Ken a Mukuro.
Tsuna
avvampò violentemente, si sporse e mise in bocca l'hosomaki,
lo ingoiò e deglutì alzando il capo.
"S-sarebbero
causate da me, queste fiamme?" domandò.
Takeshi
si morse il labbro, guardò gli altri due Tsuna e
mugugnò intrecciando le mani dietro la testa.
"Beh,
anche se fossi stato tu, abbiamo tutti qualcuno pronto a leccarle via!"
esclamò.
Mukuro
sogghignò, si affiancò a Ken e gli
passò la mano coperta dal guanto nero tra i capelli biondi.
"Chissà
se basterà a spegnerle, però".
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Cap.6 Un Santo con l'anima divisa in tre ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.6 Un Santo con l'anima divisa in tre
Ho venduto la mia anima in tre
pezzi,
E
mi ha detto che ero un Santo
Tsuyoshi
porse un bicchiere di aranciata da Xanxus.
"Non
c'era bisogno che ci ospitassi tutti per questa notte, ma sono felice
tu lo abbia fatto. La situazione mi sembra complicata, ragazzino" disse.
Xanxus
prese il bicchiere con uno strattone, grugnì socchiudendo le
iridi rosse e accavallò le gambe.
"Avere
l'anima divisa in tre pezzi è un fottuto problema, perfino
per la feccia" disse, duro.
Tsuyoshi
udì dei tonfi e si voltò.
"Ti
conviene andare a controllare i ragazzi" disse gentilmente.
Indietreggiò
di un paio di passi.
Xanxus
svuotò il bicchiere con un lungo sorso, si alzò
di scatto e lo tirò contro la parete con un tonfo.
"Quel
che combina la feccia non è affar mio" ringhiò.
Avanzò
a passo di marcia verso il luogo da cui venivano i rumori e si sporse a
guardare.
Gokudera
aiutò Tsuna a rimettersi in piedi e gli sorrise.
"Pulisco
io dal succo di frutta versato" lo rassicurò.
Si
raddrizzò, guardò con gli occhi socchiusi Sawada.
"Potresti
accompagnare il Decimo a letto? Sarete entrambi stanchi". Propose.
Si
girò versò l'ultimo dei tre.
"E
così mi potrei occupare di voi" sussurrò con voce
calda.
Nelle
sue iridi si rifletteva la scia che lasciava la fiamma arancione sul
capo del suo Boss.
Tsuna
avvampò tenendosi il bordo della giacca bagnata dal succo,
strinse le labbra puntando i piedialla a terra.
"Non
dire cose del genere a quel tipo!" strillò, acuto.
Takeshi
incrociò le braccia dietro la testa camminando in tondo per
la stanza, sporse le labbra.
"Non
ho ancora capito perché ha comportamenti così
diversi" disse.
Kyoya
guardò Xanxus sulla porta, strinse le labbra facendo
scivolare le mani sotto la giacca da prefetto.
"Io
vorrei sapere dove sono gli abitanti di questa savana" disse.
Xanxus
grugnì appoggiandosi allo stipite della porta,
incrociò le braccia.
"In
effetti. Dove avete nascosto i cadaveri di quelle fecce di Squalo e
Lussuria?".
Sawada
strinse le labbra e sospirò appena accostandosi a Hayato,
sollevò lo sguardo socchiudendo le iridi arancio.
"Credo
ci stiamo procurando l'occorrente per la notte" fece.
Mukuro
girava attorno al gruppo stringendo il tridente, socchiuse gli occhi
bicolore sogghignando.
"Sia
mai. Neanche quando la sua parte peggiore vaga autonoma cede ai propri
demoni" disse.
"Ryohei
si sta allenando con Lussuria, Ken è da Fran, Belphegor e
Chrome dovrebbero essere andati in giardino, Haru e Kyoko stanno
tenendo i bambini lontani da Levi che è in cucina, ma Squalo
non lo so" spiegò.
Xanxus
roteò gli occhi, strinse le braccia al petto chinando lo
sguardo.
"Non
ho chiesto dove fosse tutta l'inutile feccia che avete portato" disse,
gelido.
Takeshi
raggiunse una porta, mise la mano a coppa attorno alla bocca.
"Ma
Xanxus! Non puoi dire che il cibo di Squalo è disgustoso!"
urlò, facendo rimbombare la frase nei corridoi.
Tsuna
si tappò le orecchie mugugnando, Sawada ridacchiò
scuotendo il capo. Il terzo Tsuna schioccò la lingua
passandosi le dita tra le lunghe ciocche castane.
"È
troppo confusionario" sancì.
Gokudera
lo raggiunse e gli porse il braccio.
"Volete
che vi accompagni in un'altra stanza, Boss?" gli chiese.
"Voooooooooooiiiiiiiiiiih!"
risuonò la voce di Squalo da fuori.
Tsuna
strinse le labbra sfregando i denti con sguardo basso, Sawada raggiunse
Hayato e gli prese il braccio.
"Credo
che Tsuna abbia bisogno di te più di lui".
Il
terzo Tsuna assottigliò lo sguardo e la fiamma sul suo capo
vibrò, schioccò la lingua. Takeshi
rientrò in stanza, sorrise incrociando le braccia.
"Sono
tre, ma Gokudera sembra proprio preferire il Boss!" esclamò.
Kyoya
scrollò le spalle, strinse un tonfa portandosi alle spalle
di Hayato e Tsuna, espirò piano.
"Se
gli erbivori non vogliono essere mangiati devono stare attenti,
Yamamoto Takeshi".
Xanxus
girò il capo verso la voce di Squalo.
"Feccia.
Se non viene subito lo ammazzo" sibilò.
Le
iridi di Gokudera divennero liquide.
La
porta si aprì di colpo e Squalo entrò mulinando
la lama con il moncherino.
"Il
mio cibo è perfetto, BakaBoss!" sbraitò.
Tsuna
raggiunse Hayato, gli prese la mano e si mise sulle punte avvicinando
le labbra all'orecchio del giovane.
"Anche
a me fanno entrambi paura, non preoccuparti" sussurrò.
Takeshi
sporse le labbra guardando i tre Tsuna, batté le palpebre.
"Quindi
Boss potrebbe mangiarci e gli altri due no?" chiese.
Xanxus
grugnì, indicò con un cenno della mano i ragazzi
e strinse gli occhi.
"Dovevi
controllare la feccia non distruggesse casa" disse, atomo.
Mukuro
sogghignò tenendo il tridente in orizzontale, socchiuse gli
occhi brillanti di una leggera fiamma della nebbia.
"Fufufufu.
Sawada Tsunayoshi ha venduto l'anima in tre, eppure è ancora
il migliore tra noi".
Tsuna
avvampò, accentuò la stretta sulla mano di Hayato.
"Questa
situazione è difficile. Non è giusto aggredirci a
vicenda".
Squalo
digrignò i denti ed incassò il capo tra le spalle.
"Quel
'santo' non lo voglio nella mia dimora proprio in questo periodo
dell'anno" sibilò.
Gokudera
avvampò e sorrise a Tsuna.
Tsuna
impallidì, tremò leggermente incassando il capo
tra le spalle.
"Sarei
io?" chiese, a tono basso.
Takeshi
strinse le labbra, si affiancò a Squalo e sorrise.
"Non
sono Santi! Uno è Tsuna, uno vuole mangiare Gokudera e il
terzo parla a stento".
Kyoya
annuì, assottigliò gli occhi che brillarono di
riflessi viola.
"Quello
che vuole divorare Gokudera Hayato e quello forte sono entrambi poco
umani". Aggiunse.
Mukuro
si tolse una ciocca di capelli viola da davanti al volto.
"Fufufufu,
un Santo con l'anima divisa in tre. Neanche usando tutto il mio potere
avrei potuto creare un incubo del genere".
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Cap.7 Trascinato in ginocchio ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.7 Trascinato in ginocchio
Mi
ha trascinato su entrambe le ginocchia.
Una
cortina di nebbia indaco invase la stanza da letto dei tre Tsuna.
Mukuro prese forma stringendo il tridente, guardò lo Tsuna
normale steso su un futon in terra, tremava leggermente e
starnutì. Mukuro sorrise sottile.
<
Così sensibile alla nebbia > pensò.
Una
fiammata lo sfiorò, Mukuro ruotò il tridente
circondandolo di fiamme della nebbia. Sawada assottigliò le
iridi arancio, abbassò la mano e sorrise appena.
"Scusa.
Ho reagito d'istinto".
Il
terzo Tsuna comparve alle spalle di Mukuro, lo sbatté in
ginocchio e gli strinse i capelli sogghignando appena.
"Io
ti aspettavo" sibilò.
Tsuna
mugugnò, aprì un occhio e urlò con
forza scattando seduto.
La
porta sbatté un paio di volte e comparve Mammon.
"Non
dovresti gettare in terra i guardiani a cui il bambinetto trillante
è tanto legato, non in questa casa" disse.
Appoggiò le mani sul cappello vaporoso.
Sawada
balzò in piedi di fianco a Tsuna, Tsuna strinse le coperte e
vi nascose metà del viso con gli occhi sgranati. Il terzo
Tsuna tirò su con strattone il capo di Mukuro, tenendolo
premuto in terra di peso.
"Mi
stava attaccando" disse.
Tsuna
lasciò di scatto la coperta e deglutì con le
spalle tese.
"Questo
non è vero!" strillò.
Una
serie di vipere strisciarono su Mukuro e lo avvolsero completamente.
Scomparvero in un lampo violetto.
"Non
mi pagano abbastanza per ascoltare le tue menzogne" disse Mammon.
Tsuna
sgranò gli occhi e si mise in piedi con i pugni stretti.
Sawada
gli poggiò la mano sulla spalla, negò con il capo.
"L'ha
solo portato al sicuro, respira" lo rassicurò.
Il
terzo Tsuna si voltò lentamente verso Mammon,
assottigliò lo sguardo e mise le mani a conca, le punte
delle sue dita scintillarono d'arancio.
"Mi
hai dato del bugiardo?" chiese.
Mammon
strinse con entrambe le manine il mantello che indossava.
"Sono
convinta che l'arte della menzogna sia un pregio necessario per un
mafioso, ma in questa casa le leggi sono sottosopra" spiegò.
Il
giovane avanzò lasciando una scia di luce alle proprie
spalle, Tsuna si frappose tra lui e Mammon con le braccia aperte.
Il
giovane sogghignò inarcando un sopracciglio, socchiuse gli
occhi arancio scuro e guardò il sé normale.
"Non
sai combattere, senza di me".
Sawada
tossicchiò, avanzò a passo lento con un sorriso
gentile.
"Trascinare
Mukuro in ginocchio è già abbastanza grave. Non
vorrai anche svegliare Xanxus, o i miei Guardiani".
Tsuna
si frappose tra lui e Mammon*
Mammon
saltellò all'indietro e balzò sul davanzale della
finestra.
"Se
lo svegli, mi toccherà chiedergli un aumento e questo lo
infastidirà". Fece loro sapere.
Tsuna
si portò le mani ai capelli e saltellò sul posto
con gli occhi sgranati.
"Xanxus
ci ucciderà, se lo distribuiamo!" strillò,
istericamente.
Il
Boss si mise una lunga ciocca dietro l'orecchio, strofinò il
dito sulla pietra azzurra degli X-Gloves con il simbolo dei Vongola e
strinse gli occhi.
Sawada
si sedette sul letto, accavallò le gambe e congiunse le mani
in grembo, la fiamma arancio sul suo capo ondeggiava piano.
"I
Varia sono alleati, così come Mukuro. Non gli darai
ulteriore disturbo" decretò.
Mammon
aprì la finestra e balzò all'esterno. Un serpente
sulla sua testa girava su se stesso come un'aureola.
Tsuna
si voltò verso di lei, deglutì e raggiunse il
davanzale.
"Ehi,
aspetta! Dove hai mandato Mukuro?" chiese, con tono alto.
Sawada
sospirò piano, il Boss scosse il capo e si
accostò alla porta.
"Se
vuoi essere ascoltato, devi trascinare in ginocchio Xanxus, e chiunque
ti ignori" disse.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Cap.8 Come un diavolo ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.8 Come un diavolo
Ma
è il diavolo che sta provando a
Mettermi
giù, mettermi giù.
Mukuro
si mise seduto, intrecciò le mani tra loro e strinse le
labbra socchiudendo gli occhi bicolore.
"Ho
visitato Sawada Tsunayoshi, 'sta notte" disse.
Guardò
verso Ken, gli fece cenno di raggiungerlo.
"Se
di giorno è un Santo insensibile, lontano e senza colpe;
nella notte perfino lui è vittima dei demoni".
Ken
si avvicinò alla panchina di marmo su cui era accomodato
Mukuro, passando sotto uno dei portici ricoperti d'edera del gazebo.
Mukuro
allargò le gambe e si chinò in avanti con la
schiena, sollevò il capo e sorrise sottile.
"Dimmi,
Ken. Quale dei tre Sawada Tsunayoshi il tuo fiuto reputa più
pericoloso?" domandò.
Ken
si sedette accanto a un traliccio.
"Sono
pericolosi tutti e tre per motivi diversi" ringhiò.
Mukuro
mosse la mano in tondo, sorrise lo guardò.
"Il
peggiore di loro, colui la cui potenza è all'apice,
è ricolmo di tracotanza e sete di potere.
Ed
è colui che chiamano Boss". Iniziò a dire Ken.
Si
tolse una forcina dai capelli, aprendola e chiudendola.
Mukuro
sogghignò, accavallò le gambe e
dondolò il piede annuendo.
"Fufufufu, di certo
hai ben descritto la Mafia di cui è principe" disse.
"Quello
che chiamano Sawada ha il potere maggiore solo apparentemente, ma in
realtà cela solo dei lati di carattere che da soli divengono
pericolosi come frane dalle pietre aguzze" ringhiò Ken.
Utilizzò la forcina per trafiggere una foglia.
Mukuro
sollevò il capo verso il cielo, socchiuse gli occhi
intrecciando le mani tra loro.
"È
quello che più mi intriga. Cosa nasconde Sawada Tsunayoshi,
che questo scherzo ha portato alla luce? Cosa lo rende così
sicuro di sé, anche se l'altro è più
forte?" domandò.
Sorrise
mellifluo, l'occhio rosso brillò.
"Fufufu,
così intrigante, non trovi?".
Abbassò
il capo, aggrottò la fronte inarcando le sopracciglia.
"E
dove si cela il pericolo, nel ingenuo Sawada Tsunayoshi?" chiese.
Ken
si sporse verso di lui e gli offrì la foglia.
"La
sua debolezza e la sua ingenuità gli impediscono di salvare
la sua famiglia e sarà lui a dannarla, probabilmente"
rispose.
Mukuro
prese la foglia in mano, la ruotò tra pollice ed indice e
ghignò.
"Questo
non lo rende pericoloso, Ken. Non quando il mio scopo è
distruggere le Famiglie come i Vongola". Lo riprese.
Guardò
la foglia, la lasciò e la osservò cadere
lentamente in terra spinta dal vento.
"La
pericolosità del più ingenuo sta nell'essere il
diavolo. Offre un mondo migliore, e forse ci crede, ma quando accetti
il patto e gli vendi l'anima scoprì che non poteva dartelo".
Si
alzò, strinse le labbra e fece apparire il tridente tra le
mani, lo ondeggiò.
"Sawada,
invece, è sì pericoloso per il suo essere un
represso senza blocchi; ma soprattutto perché mette in luce
una cosa che nessuno vuole vedere".
Ken
vide la foglia prendere fuoco.
"In
ogni caso, se vi metteranno di nuovo in ginocchio, li
sbranerò" giurò.
Mukuro
rise di gola, si voltò verso Ken e passò il
tridente nell'altra mano; vi fece scorrere il palmo poggiando
l'estremità in terra e sogghignò.
"Proprio
quello che non vedi, come gli altri. Se la pericolosità nel
Boss Sawada Tsunayoshi sta nella sua crudeltà e
superiorità, ciò che rende Sawada ben
più letale è la consapevolezza. Il Boss ha
provato a mettermi giù, ha fatto sfoggio inutile di potere e
forza. Sawada, d'altro canto, non ne ha avuto bisogno;
perché sa la mia natura".
Mosse
la mano in aria, la cortina di fumo che si alzava dalla foglia prese la
forma di una fiamma di fumo e si dissolse.
"D'altronde,
ciò che rende pericoloso l'ingenuo Sawada Tsunayoshi
è che accorre in difesa altrui, e la sua gentilezza ti
trattiene in ginocchio".
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Cap.9 Annegando in se stessi ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.9
Annegando in se stessi
Gettarmi
a fondo e guardarmi annegare.
Tsuna
sospirò sonoramente, guardò la maglia sulle
proprie gambe e socchiuse gli occhi castani liquidi.
"Gokudera-kun
mi ha portato una maglietta pulita, ma ho paura che rovinerò
anche questa".
Alzò
lo sguardo verso il comodino con un bicchiere semivuoto di succo e un
piatto con delle fette biscottate, si umettò le labbra.
"Yamamoto
ha portato a tutti la colazione fatta da suo padre in camera per farsi
perdonare di aver detto cose strane, ma rischio di rovesciarla in
terra".
Lo
Tsuna dai capelli lunghi morse una fetta biscottata, sollevò
lo sguardo dal proprio grembo e sbuffò.
"Ti
lamenterai a lungo?" chiese.
Sawada
sospirò, si passò le mani sul vestiti lisciandoli
e si scostò dallo specchio, sorrise gentile.
"Hayato-kun
non si offenderà, se vuoi che ti imbocchi anche questa
volta" assicurò.
Tsuna
avvampò, si tolse la maglia umida e indossò
quella nuova; ne arrotolò il bordo tra le dita e si morse il
labbro.
"Lo
so, ma mi sento in colpa a far fare tutto a lui" mormorò.
Sawada
si mise seduto di fianco a Tsuna, mise la mano su quella dell'altro e
accentuò il sorriso.
"Non
devi vergognarti. Quando si è separati si hanno
più difficoltà".
Il
terzo Tsuna voltò lo sguardo, finì la fetta
biscottata e schioccò la lingua.
"Anche
quando si è imbranati".
Tsuna
abbassò il capo con gli occhi lucidi, deglutì e
fece scorrere lo sguardo sul pavimento.
"Mi
chiedo a cosa servo io" mormorò.
Lo
Tsuna dai capelli lunghi si mise seduto, oscillò le mani
facendo cadere briciole sul materasso.
"Questa
è la prima frase giusta che ti sento pronunciare"
decretò.
Sawada
lo fulminò con lo sguardo, strinse la mano di Tsuna e si
chinò verso di lui.
"Hai
difeso Hayato-kun e Mukuro. Inoltre è grazie a te che
Kyoya-san ha fatto capire a Takeshi-kun che stava sbagliando. Senza
contare che Xanxus non ci ha sparato solo per te" disse.
Tsuna
negò con il capo, tirò su con il naso e
deglutì pesantemente sentendo la gola secca.
"Squalo
ha detto che non vuole uno come me in casa" mormorò.
Lo
Tsuna dai capelli lunghi scrollò le spalle e
intrecciò le caviglie congiungendo le mani in grembo.
"Se
ti causano problemi, imponi la tua autorità" disse, a tono.
Sawada
batté le palpebre una volta, strinse le labbra ed
espirò. Tsuna s'irrigidì, sgranò gli
occhi rilassando lentamente i muscoli.
"M-ma
fare una cosa del genere è anche peggio!" esclamò.
Sawada
incrociò le braccia, ticchettò con le dita sul
ginocchio piegando il capo di lato.
"Senza
di te ci saremo solo noi due. Non sarebbe un bene per chi ci circonda"
disse.
Lo
Tsuna dai capelli lunghi si mise di fianco, poggiò il capo
sul palmo e aggrottò la fronte.
"Saresti
più forte. Smetteresti di annegare in dubbi e insicurezze".
Tsuna
si passò le mani tra i capelli guardando la porta, con gli
occhi lucidi.
<
Chissà se loro hanno bisogno di me. Mi sembra di trascinarli
affondo con la mia insicurezza, è così ingiusto
> pensò.
Sawada
gli ticchettò sulla mano, lo guardò negli occhi
addolcendo lo sguardo.
"Se
hai dubbi, chiedi a loro" mormorò.
Lo
Tsuna dai capelli lunghi sogghignò piegando il capo di lato,
la fiamma arancio sul suo capo ondeggiò.
"Se
sbagliano risposta, non ti meritano e puoi lasciarti annegare"
invogliò.
Tsuna
rabbrividì, Sawada roteò gli occhi con un sospiro
e lo strinse con forza.
"Sapranno
cosa dirti" assicurò.
Tsuna
annuì, si alzò, deglutì e raggiunse la
porta. Abbassò la maniglia e uscì. Lo Tsuna dai
capelli lunghi voltò il capo, sorrise sottile.
"Non
gli hai detto che se sbagliano sarai tu in prima persona a guardare
tutti annegare" disse.
Sawada
ricambiò il sorriso, si alzò e si tolse una
ciocca di capelli dal volto.
"Spingere
le persone a fondo è un il tuo lavoro" disse.
Seguì
Tsuna fuori, quello dai capelli lunghi sospirò, si mise in
piedi e seguì gli altri due.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Cap.10 I turbamenti del Decimo ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.10 I turbamenti del Decimo
Mettermi
a tappeto, mettermi a tappeto,
Dicendo
che ne voglio di più, questo è ciò per
cui vivo.
Gokudera
era seduto sul davanzale della finestra, intento a fumare una sigaretta.
Udì
dei passetti e si voltò. La luce della lampada era tenue e
si rifletteva sul vetro appannato.
"Decimo,
qualcosa vi turba?" domandò. Gettò a terra la
sigaretta e la spense sotto la punta della scarpa.
"E'
per via dell'anello diviso a metà? V'innervosisce?" chiese,
Tsuna
avvampò, si strofinò il pollice dell'anello
diviso sentendone i bordi seghettati contro la stoffa dei
guanti,avanzò accostandosi alla finestra.
Sollevò
il capo, sorrise appena e storse il labbro.
"Volevo
chiederti una cosa, ma non voglio che pensi male, ecco".
Gokudera
balzò in piedi e gli si avvicinò.
"Si
accomodi Decimo e non abbia timore, può dirmi tutto" lo
rassicurò.
Tsuna
raggiunse il davanzale, ci si poggiò e alzò lo
sguardo al cielo socchiudendo gli occhi castani.
"Sono
rimasto un po' con quei due. I due me, intendo".
Incrociò
le braccia sul davanzale e si alzò sulle punte dondolando
avanti e indietro con lo sguardo fisso fuori.
"Quel
capellone ha cercato di prendersela con Mukuro, quindi non mi piace
troppo, e Hibari-san dice che non piace molto neanche a te"
continuò.
Si
morse il labbro e prese un respiro profondo chiudendo gli occhi.
"Però
è forte, e deciso. Per quel che riguarda l'altro, Sawada o
come volete chiamarlo, riesce perfino ad essere gentile"
proseguì.
Aprì
lentamente gli occhi fissando il cielo con le iridi brillanti di
riflessi più chiari.
"Mi
chiedo a cosa servo. Perché, tra quei due tizi forti e
spaventosi oltre che sicuri di sé ed in grado di ottenere
tutto, ci sia anche io".
Gokudera
raggiunse la porta e la chiuse.
"Decimo,
tra voi tre, le mie preferenze vanno a voi". Si voltò e
piegò di lato il capo.
"Non
notate i vostri pregi" gemette.
Tsuna
voltò il capo, si girò del tutto e
intrecciò le mani dietro la schiena ondeggiando sulla punta
dei piedi.
"Non
capisco cos'ho di speciale, senza il sangue freddo di quel tizio che
chiami Boss e senza la forza di Sawada" ammise.
Gokudera
s'inginocchiò ai suoi piedi.
"La
vostra gentilezza" sussurrò.
Gli
prese la mano nella propria.
"E
la vostra capacità di rimanere accanto ai vostri amici".
Aggiunse.
Tsuna
arrossì e chinò il capo guardando gli occhi verde
oliva dell'altro, si umettò le labbra.
"E
quei due non ne sono capaci?" chiese.
Ondeggiò
sul posto e distolse lo sguardo.
<
Mi sembra quasi di star pretendendo più di quanto dovrei, a
fare questi discorsi > pensò.
Gokudera
gli baciò la punta delle dita.
"Uno
di loro non ha amici e l'altro è pronto alla ferocia,
confondendo protezione con aggressività" ribatté.
Tsuna
si morse il labbro e tornò a guardare l'altro, le braccia
gli tremavano appena e spostava il peso da un piede all'altro.
"Sto
esagerando, vero?" chiese.
Sospirò,
strinse la mano di Hayato e fece leva per tirarlo su.
Barcollò all'indietro, dimenò il braccio
mantenendo l'equilibrio e batté la schiena contro il muro.
Gemette piano, mugugnò socchiudendo gli occhi.
"Sembro
sempre dire che ne voglio di più".
Gokudera
lo trasse a sé e lo abbracciò, avvicinandogli le
labbra all'orecchio.
"Ho
giurato di mostrarvi che siete un guerriero e lo farò, anche
a costo di mettervi contro il resto di voi" promise.
Tsuna
sgranò gli occhi e avvolse le braccia attorno al collo
dell'altro, gli poggiò il capo al petto chiudendo gli occhi.
"Non
credo riuscirei a battere quei due. Hanno combattuto tutte le mie
battaglie" mormorò.
Rilassò
leggermente le spalle e mugugnò.
"Anche
se credo di essere più gentile o più protettivo
di loro, non so se posso metterli al tappeto" mormorò.
Gokudera
gli diede un bacio sulla fronte.
"Non
fatevi mettere al tappeto. Non potete passare la vostra vita nella loro
ombra" disse roco.
Tsuna
sollevò lo sguardo, assottigliò le labbra e
aggrottò la fronte.
"Non
posso neanche fingere di poterli battere, sarebbe chiedere troppo"
protestò.
Ticchettò
in terra con la punta della scarpa da ginnastica.
"O...
o pensi sia possibile ... che io la spunti?" balbettò.
Gokudera
lo lasciò andare e sorrise, arrossendo.
"La
spuntereste. Non esiste solo la forza bruta per vincere" lo
rassicurò.
Tsuna
fece un passo indietro e sorrise con le guance rosse.
"Forse...
forse dovremmo chiedere proprio a Mukuro. Se c'è
qualcuno che sa come cavarsela con mafiosi più forti di te
senza fare a pugni è lui" disse.
Abbassò
il capo chiudendo gli occhi.
<
Ora che ho detto così penserà sicuramente che lui
non va bene! Mi spingo sempre troppo oltre! > si
rimproverò.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Cap.11 Egoisti... o no ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.11 Egoisti... o no
Egoista,
prendo ciò che voglio e lo chiamo mio.
Mukuro
fece scorrere le dita sullo schienale del divano, udì un
fruscio e si voltò di scatto illuminando l'occhio rosso con
l'uno demoniaco. Xanxus avanzò, schioccò la
lingua e si buttò pesantemente sul divano, stese le gambe
incrociando le caviglie sul bracciolo.
"È
il mio divano" disse secco.
Mukuro
sogghignò, si poggiò contro il bracciolo e
ondeggiò la mano guantata di nero.
"Oh,
voi mafiosi siete così possessivi" protestò.
Tsuna
fece capolino dalla porta, sbiancò e tornò dietro
l'uscio.
"Hiiiii!
Anche se è una mia idea, non posso affrontare sia Mukuro che
Xanxus" mormorò.
Gokudera
gli appoggiò una mano sulla spalla.
"Non
credo li temiate davvero fino a questo punto" ribatté.
Tsuna
si portò le mani ai capelli con gli occhi sgranati.
"Anche
se dici così, quei due vicini sono troppo spaventosi!".
Takeshi
voltò l'angolo dal lato opposto rispetto al loro,
proseguì ed entrò nella stanza.
"Yo,
Xanxus! Hai visto Squalo?".
Tsuna
dilatò gli occhi e si irrigidì.
<
È entrato senza pensarci due volte! >.
Gokudera
fletté le gambe e piegò in avanti la schiena.
"Pensate
vi farebbero del male?" gli chiese a bassa voce.
Tsuna
lo guardò, batté le palpebre.
"Eh?
No, certo che no" disse.
Ridacchiò,
rizzò la schiena e mugugnò grattandosi una
guancia.
"Non
volevo essere il primo ad entrare" ammise.
Takeshi
si voltò a guardarli, li indicò a Xanxus e sporse
le labbra.
"Sai
che sono lì da mezz'ora, vero?".
Xanxus
socchiuse gli occhi rossi, grugnì sonoramente.
"La
feccia prepara il pranzo. E puoi dire ai due marmocchi che se li volevo
morti, non erano vivi".
Mukuro
fece apparire il tridente, lo oscillò obliquamente.
"Un
bel omicidio nella notte in stile mafioso!".
Gokudera
entrò nella stanza e si mise le mani sulla cintura.
"Non
è un po' presto per il pranzo?" chiese, entrando nella
stanza.
Tsuna
lo seguì con il capo incassato tra le spalle,
alzò la testa guardando Xanxus. Xanxus scrollò le
spalle, sporse le labbra con espressione imbronciata.
"Voleva
cucinare con la feccia del padre di Takeshi. Inoltre, Squalo prepara
sempre roba che impiega anni a cuocere".
Takeshi
incrociò le braccia dietro la testa, sorrise.
"Squalo
fa cucina d'alta classe, con materie prime provenienti solo dai paesi
giusti, e solo fatto a mano; o Xanxus non mangia" spiegò.
Xanxus
grugnì, Tsuna sgranò gli occhi spalancando la
bocca e Mukuro rise di gola, piegando il capo.
"Fufufufu,
così
deliziosamente egoisti. Scommetto che anche voi ci cercavate per
questioni personali".
Gokudera
si affiancò a Tsuna.
"Sono
qui solo per il Decimo" ribatté.
Takeshi
indietreggiò, si mise dietro Hayato e Tsuna sporgendo il
capo in avanti.
"È
successo qualcosa?" domandò.
Tsuna
si morse il labbro, negò, annuì, negò
nuovamente e prese un respiro profondo.
"Io...
penso spesso di non valere la pena. Vedere quei due tizi parte di
me, mi ha fatto chiedere a cosa servo" disse.
Tenne
il capo alto con il corpo teso, deglutì.
"Però
Gokudera-kun... lui, e i miei amici, credono io sia importante. E io
voglio ... voglio riuscire a non farmi schiacciare da quei due".
Xanxus
inarcò un sopracciglio, arricciò il labbro
aggrottando la fronte.
"Ho
sentito spazzatura che voleva essere all'altezza del loro lato
più forte, e dei loro uomini. Non sapevo di gente che
pensasse di non farsi schiacciare dalla forza" disse, gelido.
Gokudera
incrociò le braccia al petto e indicò con la
testa Mukuro.
"La
forza come famiglia non ci manca" gli ricordò.
Mukuro
si sedette sul bracciolo vicino al volto di Xanxus, strinse le mani in
grembo.
"Fufufufufu.
Il Cielo dei Varia vuole dire che i mafiosi sono egoisti. Abbandonano
le debolezze e lasciano il collare della famiglia al loro lato
più forte, ma peggiore, solo per chiamare 'mio'
ciò che vogliono mio".
Takeshi
batté le palpebre, sporse le labbra e poggiò il
mento sulla spalla di Gokudera sollevando lo sguardo.
"Perché
è egoista voler essere forti?" chiese.
"Perché
la loro forza li corrompe e li porta a schiacciare i loro sottoposti"
spiegò secco.
Xanxus
grugnì, schioccò la lingua e si
puntellò con i gomiti.
"Vi
siete dimostrati uniti, feccia, ed è questo che i Vongola
fanno nelle difficoltà. Non mi sembra però tutti
sappiate per cosa volete combattere questa volta".
Tsuna
tremò appena, deglutì e socchiuse gli occhi
puntando i piedi a terra.
"Non
me ne importa nulla di essere egoista, debole o imbranato! Quello che
so è che non voglio sentirmi da meno di persone che fanno
del male alla mia famiglia".
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Cap.12 Il coraggio dell'impotente ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.12 Il coraggio dell'impotente
Sono impotente, aggrappato ad un
po' di spina dorsale.
Tsuyoshi
afferrò il coltello che gli lanciava Squalo e lo
utilizzò per staccare la pelle, la spina dorsale e la testa
alla carpa che aveva sul tavolo davanti.
"Certo
che ne sa parecchio sulla cucina italiana per uno che cucina
giapponese" disse Squalo. Mise una teglia colma di crostini dentro il
forno.
"Di
cucina francese ne so molto di meno. In Francia ho avuto poco tempo per
scoprire come funziona" rispose il padre di Yamamoto.
Kyoya
aderì con le spalle al muro tenendo le braccia incrociate, i
bordi della giacca da prefetto ondeggiava leggermente. Teneva gli occhi
puntati sui due con espressione tesa.
Squalo
indossò dei guanti di lattice sulla mano e sulla protesi.
Iniziò a pulire delle seppie.
"Lei
ha proprio girato il mondo. Voi!" borbottò.
Sia
Squalo che Tsuyoshi si voltarono verso la porta, udendo dei passi.
"Te
l'avevo detto che erano qui" fece Sawada.
Avanzò,
teneva il capo voltato verso le proprie spalle con un sorriso sottile.
Entrò in cucina, lo Tsuna dai capelli lunghi
schioccò la lingua restando sulla porta.
"E
io ti ho detto che non mi fido a lasciare Tsuna con Mukuro e Xanxus"
ribatté.
Tsuyoshi
aumentò la stretta sul coltello.
Squalo
guardò la spada appoggiata al muro accanto a sé e
si voltò a fissare Kyoya.
Kyoya
voltò lentamente il capo verso i due, fece scivolare le mani
sui tonfa.
"Non
accetterò un accumulo di tanti sobbillatori"
sibilò.
Lo
Tsuna dai capelli lunghi piegò il capo di lato facendo
oscillare la fiamma sulla sua fronte, sorrise sottile.
"E
cosa intendi fare, in proposito?" chiese.
Sawada
fece un passo avanti alzando le mani con gli occhi arancio socchiusi.
"Intende
che non vogliamo causare fastidi. Takeshi-kun cercava Squalo, ma visto
che sono stati trattenuti da Xanxus ho pensato di controllare io dove
fosse" spiegò, pacato.
Tsuyoshi
allungò la lama del coltello verso i due e
assottigliò gli occhi.
"Non
credete che il ragazzino sia l'unico che vuole l'ordine. Questa
è una cucina e al suo interno comando io" ordinò
secco.
Squalo
ghignò mostrando i denti candidi.
"Non
credo che mi cerchiate solo per Takeshi. Sputate il rospo, brutte copie
del 'puccino'" ordinò.
Lo
Tsuna dai capelli lunghi guardò Sawada, accentuò
il sorriso deformandolo in un sogghigno mellifluo.
"Non
ti considerano molto meglio di me. Non riuscirai a farti accettare" lo
derise.
Sawada
emise un basso sospiro, restava a metà tra l'altro
sé ed i due spadaccini.
"Al
contrario di Tsuna, posso sopportare delle critiche".
Kyoya
strinse le labbra, si scostò dal muro e fece un passo avanti
con i tonfa stretti.
"Siete
entrambi predatori. Resta da capire se volete mangiare il gruppo di
erbivori che devo tutelare" dichiarò.
Squalo
raggiunse Sawada e gli camminò intorno, socchiudendo gli
occhi.
"Cosa
ne pensi del mio Boss?" lo interrogò.
Tsuyoshi
iniziò a preparare del sashimi.
Sawada
batté le palpebre, seguì i movimenti di Squalo
con lo sguardo senza muoversi.
"Penso
che Xanxus sia un ottimo punto di riferimento per me. Se c'è
una persona che vorrei diventare, anche se meno irritabile,
è lui" rispose.
Lo
Tsuna dai capelli lunghi guardò Tsuyoshi, roteò
gli occhi e si poggiò allo stipite della porta.
"Lo
dici per assecondarlo" fece.
Kyoya
schioccò la lingua, ticchettando con le dita sui tonfa.
"Non
ha l'odore di chi mente" stabilì.
Squalo
ghignò e si piegò in avanti, guardando Sawada
negli occhi.
"Se
sei parte di Tsuna, cosa pensi di fare con la sua impotenza che tanto
lo fa frignare? Voooi" domandò.
Sawada
inarcò un sopracciglio, sorrise sollevando il capo.
"Tsuna
si sta aggrappando al pizzico di coraggio che gli danno i suoi amici.
Vorrei aiutarlo".
Lo
Tsuna dai capelli lunghi negò con le labbra arricciate e la
fronte aggrottata.
"È
impotente. Quelli come lui vanno schiacciati, o devono diventare forti".
Kyoya
negò, sollevando uno dei tonfa con gli occhi socchiusi.
"State
sottovalutando la sua spina dorsale" disse atono.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Cap.13 A corto di tempo ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.13
A corto di tempo
Mi
mettono fretta, dicendo che sono a corto di tempo.
Tsuna
sospirò stancamente gettandosi sul letto, si
portò le mani dietro la testa e sporse le labbra.
"Pensavo
che Xanxus non volesse avere nulla a che vedere con questa storia".
Takeshi
si sedette in terra a gambe incrociate, sorrise sollevando la testa e
si poggiò con la schiena al letto.
"Beh,
lui vuole che i Vongola siano uniti nelle difficoltà, no?"
chiese.
Gokudera
si passò la mano tra i capelli, scompigliando un paio di
ciocche grigie.
"Per
i loro canoni, sia lui che Mukuro sembravano comprensivi" rispose.
Tsuna
si puntellò sui gomiti, sporse la testa verso i due con un
sorriso dubbioso.
"Non
capisco se mi preoccupa o rassicura" ammise.
"Dovrebbe
preoccuparti!" esclamò la voce di Reborn.
Takeshi
si alzò di scatto e Tsuna balzò seduto. Il
cassetto del comodino si aprì e Reborn accavallò
le gambe su una poltroncina.
Gokudera
aderì contro la porta con la schiena, infilando una mano
sotto la maglietta.
"Ohy,
Reborn. Non dovresti preoccuparti, erano troppo occupati a
fare
doppi sensi o dormire per essere pericolosi come sempre" lo
rassicurò.
Tsuna
si mise a gattoni, abbassò il capo verso l'Arcobaleno e
sgranò gli occhi.
"Reborn!
Dov'eri finito?" chiese.
Reborn
si sollevò la falda del cappello, socchiuse gli occhi e
schioccò la lingua.
"Sei
in ritardo, ImbranaTsuna. A quest'ora dovresti gia aver accettato il
tuo lato mafioso".
Takeshi
ridacchiò, socchiuse gli occhi e intrecciò le
braccia dietro la testa.
"Tsuna
ancora non va d'accordo con i suoi difetti!".
Gokudera
sfiorò un candelotto di dinamite.
"Ritardo?
Si stanno già per fondere nuovamente?" domandò.
Reborn
annuì, sogghignò accarezzando Leon sulla sua mano.
"Sei
il solito imbranato, ImbranaTsuna. Stai sprecando la preziosa
opportunità del Nono" disse.
Tsuna
si mise in ginocchio e strinse le coperte con gli occhi dilatati.
"Eh?
Ma non è colpa mia! Io non volevo neanche essere diviso!".
Reborn
trasformò Leon in un martello e lo oscillò su e
giù ripetutamente.
"Senza
contare che stai sprecando il poco tempo che ti rimane con i Varia".
Gokudera
si staccò dalla parete e allargò le braccia.
"Sono
tutti e tre diversi, non è così facile"
ribatté.
Takeshi
annuì ripetutamente affiancandosi a Hayato con le braccia
tese e le labbra strette.
"E
poi Xanxus e gli altri vogliono aiutare Tsuna!" esclamò.
Tsuna
alzò il capo, sorrise ad entrambi i ragazzi arrossendo e
deglutì.
"Inoltre
non sono certo di volerli accettare entrambi" ammise.
Reborn
scattò, fece per colpire Tsuna sul capo e Tsuna si
tirò indietro di scatto con un trillo. Reborn
atterrò sul letto con un verso stizzito, Takeshi
sgranò gli occhi.
<
È la prima volta che Tsuna si difende dal moccioso >
pensò.
Gokudera
si conficcò i denti nel labbro.
"Reborn,
sono convinto che se manca così poco, il Decimo
andrà a vedere in cosa possono trovarsi" rispose.
Tsuna
guardò verso Hayato con gli occhi liquidi, batté
le palpebre e deglutì.
Annuì
rizzandosi, strinse le mani tra loro.
"Se
sono a corto di tempo, risolverò" disse.
Takeshi
guardò i due ragazzi, batté le palpebre e
mugugnò.
<
Non capisco, ma meglio assecondarli. Me lo farò spiegare poi
> si disse.
Sorrise
chiudendo gli occhi.
"Abbiamo
fretta! Meglio non perdere tempo!" esclamò allegro.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Cap.14 Non voglio essere zittito! ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.14 Non voglio essere zittito!
Mi
zittiscono, camminando oltre una fragile linea.
"Decimo,
non dimenticate che Reborn è un mafioso, Se pensa di non
essere abbastanza rude come Tutor, diventerà più
aggressivo" gli ricordò Gokudera. Si guardò alle
spalle, osservando il corridoio deserto.
Takeshi
strinse le braccia dietro la testa spostando il peso da un piede
all'altro.
"Per
questo gli avete detto sì?" chiese.
Tsuna
deglutì, annuì ed inspirò
profondamente.
"Parlerò
con Sawada. Non voglio avere nulla a che fare con il mio lato mafioso o
quel che è, ma devo almeno provare con l'altro" disse.
Gokudera
si voltò e camminò all'indietro.
"Penso
che abbia molto da offrirvi, Decimo" convenne.
Takeshi
lo raggiunse, sollevò una mano e sorrise.
"Noi
teniamo d'occhio l'altro, così starete tranquilli!"
esclamò.
Tsuna
chiuse gli occhi, si morse il labbro e annuì deciso.
Gokudera
si voltò verso Yamamoto e gli sorrise.
"Anche
io e il maniaco del baseball, fidatevi" lo rassicurò.
Takeshi
annuì facendo il segno dell'ok con le dita. Tsuna si
girò, avanzò ed entrò in una stanza.
Sawada sedeva con le gambe accavallate, aveva in mano un pezzo di
sashimi ed un libro sulle gambe. Tsuna deglutì,
tossicchiò e Sawada alzò il capo. Sorrise
dolcemente, poggiò il libro sul tavolinetto.
"Tsuna.
Takeshi-kun e Hayato-kun hanno deciso di non accomlagnarti?".
Tsuna
deglutì, si sedette di fianco a lui e strinse i pugni
poggiandoli sulle gambe.
"Prometti
che mi farai parlare? Ho paura che se mi zittisci, non
riuscirò a finire" disse.
Sawada
batté le palpebre, poggiò il pezzo di sashimi su
un piattino con del sushi e annuì.
Tsuna
prese un respiro profondo, tenendo il capo rivolto al pavimento.
"Io
non sono bravo ad arrabbiarmi, o difendermi. Credo sia per questo che
esisti. Ho sempre lasciato che tutti mi trattassero come preferiscono,
e quando persone che mi ignoravano hanno cominciato a stimarmi ho fatto
finta andasse bene".
Sawada
assottigliò le labbra, chinò il capo facendo
oscillare la fiamma arancio scuro sul suo capo e annuì.
Tsuna
deglutì sentendo una patina di sudore freddo pungergli il
collo e i pugni stretti spasmodicamente.
"Capisco
che tu sia un Vongola. Loro sono... no, noi siamo possessivi,
aggressivi, vendicativi, territoriali. Xanxus e Mukuro mi hanno fatto
capire chiaramente questo".
Sawada
allungò la mano, la poggiò su quella di Tsuna e
gli massaggiò il palmo con un sorriso gentile.
Tsuna
sollevò lentamente la testa, sorrise timidamente e
arrossì.
"Sono
stanco di essere zittito. Mio padre, Reborn, il Nono ... mi mettono a
tacere ed io non riesco a ribattere. Ho paura cosa succederà
se continuo così" ammise.
Sawada
strinse le labbra e rizzò le spalle, sollevò lo
sguardo socchiudendo le iridi arancio liquido.
"O
io esploderò, o diventerai un mafioso come l'altro" disse.
Tsuna
tremò, deglutì abbassando il capo e
osservò le proprie nocche bianche per la stretta dei pugni.
Sawada guardò il soffitto con le iridi liquide e le spalle
tese.
"Non
c'è molto da fare. Io sono un represso. Se non accetti che
anche tu puoi essere frustrato, arrabbiato, offeso, possessivo,
aggressivo ... Non ne usciremo".
Tsuna
sollevò il capo di scatto e rilassò le mani
rizzando le spalle.
"Ma
anche fosse così ... Non voglio farmi zittire neanche da te,
o dall'altro!" esclamò.
Sawada
abbassò il capo, aggrottò la fronte. Tsuna
strinse le labbra e scosse la testa.
"So
che si tratta di una linea sottile, ma non voglio né
esplodere, né diventare un mafioso! Voglio solo ... essere
abbastanza forte da farcela".
Sawada
assottigliò lo sguardo e annuì, guardò
Tsuna negli occhi e avvicinò il capo all'altro.
"Se
cammini oltre quella fragile linea, non si torna indietro. Non
sarà facile, e non sarà immediato, ma
sarà irreversibile".
Tsuna
deglutì le iridi castane gli brillarono e strinse i pugni.
"Anche
se dici così, non voglio continuare a lasciarli fare".
Sawada
gli strinse la mano, sorrise dolcemente.
"Allora
non ci faremo più zittire" dichiarò.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Cap.15 Da dietro la porta ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.15 Da dietro la porta
"Nascosto
dietro la porta, senza emettere suono" .
Mukuro
osservava i due nascosto dietro la porta socchiusa.
Strinse
le labbra osservandoli stringersi le mani e sorrise sottile.
<
Sembra che perfino Sawada Tsunayoshi cominci a rendersi conto dei
pericoli della mafia > pensò.
Aderì
all'uscio, socchiuse gli occhi bicolore e quello rosso
brillò del due demoniaco.
<
Forse non avrà bisogno del nostro aiuto, per la sua anima
> si disse.
Indietreggiò
lentamente, continuando a fissare la porta con l'occhio rosso
circondato da fiamme della nebbia.
<
Dovrò dare ragione a Ken. Ho osservato i miei demoni
prendere forma e ora sono nascosto in silenzio, attendendo mi
distruggano come i Vindice e gli Estraneo non hanno saputo fare
> si disse.
Strinse
con forza un pugno, il tridente gli apparve in mano e lui
accentuò la presa prendendo un respiro profondo.
<
È questo che temo di più? Un ragazzo gentile che
ha la volontà di distruggere i miei incubi? > si
chiese.
Indietreggiò
ancora, le gambe gli tremavano leggermente.
<
I miei demoni mi legano e mi proteggono. Sto forse temendo di avere
speranza? >.
Chiuse
gli occhi e diede le spalle alla porta, sollevò lo sguardo,
sentiva l'occhio rosso pulsare e il numero inciso su di esso cambiava
freneticamente.
<
Quale incubo può eguagliare una realtà
spaventosa? > si chiese.
Avanzò
nel corridoio a passo svelto, sudava leggermente e le ciocche viola
aderivano alla pelle tesa e sudata.
<
Neanche tutte le torture che ho subito mi hanno mai fermato
dall'emettere suono. Chi è Sawada Tsunayoshi per rendermi
muto? > si chiese.
Entrò
in una stanza, si guardò freneticamente intorno stringendo
spasmodicamente il tridente.
Ken
gli si avvicinò, tenendo il capo incassato tra le spalle.
"Torniamo
a casa, Mukuro-sama?" gli domandò.
Mukuro
espirò, gli passò di fianco e andò a
sedersi con la schiena curva.
"Chikusa
ci starà cercando" disse.
Chiuse
gli occhi abbassando la testa, intrecciò le mani tra loro
scegliendo.
<
Palesare così il mio interesse. Oh, piccolo cielo, con quali
demoni mi hai contagiato? >.
Ken
chiuse la porta e digrignò i denti.
"Potrebbe
diventare petulante, avete ragione" gli rispose.
Mukuro
guardò fisso il proprio tridente, sospirò e lo
poggiò di fianco a sé sollevando il capo.
"Sto
cedendo ai peggiori demoni che vi sono, Ken" mormorò.
Si
tolse una ciocca viola da davanti il volto sudato.
"Nascosto
dietro una porta, ho osservato in silenzio la vita, i demoni e gli
incubi di chi mi circondava. Ora vedo qualcuno tentare di accettarli,
senza divenirne schiavo"
Sospirò,
alzò il volto con gli occhi sgranati; quello rosso brillava
e pulsava cambiando numero freneticamente.
"Voglio
uscire allo scoperto, Ken. Cosa ne dici?" domandò.
Ken
lo raggiunse e lo abbracciò.
"Fate
ciò che desiderate" lo rassicurò.
Mukuro
abbassò il capo poggiandolo al petto di Ken, chiuse gli
occhi sentendoli bruciare e rilassò lentamente le spalle.
"Non
è la mia specialità restare senza emettere suono.
Quindi parlerò, quando uscirò da dietro la porta".
Alzò
lo sguardo, sorrise sottile.
"Tu
e Chikusa assicuratevi di essere lì ad ascoltare".
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Cap.16 Anima riunita ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.16
Anima riunita
Gokudera
nascose un orologio da polso in tasca. Era ritto dietro Takeshi e
sentiva NeoPrimo sbuffare.
"Boss,
qualcosa non le aggrada?" domandò, affiancandosi a Yamamoto.
Lo
Tsuna dai capelli lunghi fece vagare lo sguardo attorno,
ticchettò con le dita in aria arricciando il naso.
"Mukuro
ha avvolto tutti in un manto di nebbia, non trovo più Tsuna
e quell'altro".
Takeshi
incrociò le braccia dietro la testa sporgendo le labbra.
"Vuol
dire che Mukuro ha deciso di trattenere tutti lontano da te!".
Gokudera
gli si mise davanti con il capo chino.
"E'
come un bambino alla strega degli altri guardiani. Vi addolora
così tanto rimanere lontano dai loro piagnistei?"
domandò.
NeoPrimo
fece un gesto secco con la mano spostando Hayato, avanzò di
un passo e guardò Takeshi socchiudendo le iridi arancio.
"Stai
sfidando troppe persone, di questi tempi, Takeshi".
Takeshi
abbassò il capo per guardarlo, lanciò un'occhiata
ad Hayato e strinse le labbra. Si mise in ginocchio, baciò
il palmo del giovane e socchiuse le iridi liquide.
"Hanno
timore tu possa tirarli a terra, Boss. Noi siamo venuti per quello"
disse.
NeoPrimo
annuì rizzando la schiena e fece un passo indietro, Takeshi
si alzò e raggiunse Hayato. Si piegò
avvicinandosi all'orecchio di Gokudera, sorrise.
"Un
giorno mi spiegherai perché facciamo così"
sussurrò.
Gokudera
abbassò il capo incassandolo tra le spalle e si
coprì il viso nascondendo il movimento roteatorio degli
occhi.
"Con
tirarci a terra, penso intenda, inginocchiarsi al vostro cospetto, mio
Boss" disse con tono mellifluo.
NeoPrimo
li fissò, assottigliò le labbra ed emise un lungo
sospiro dando le spalle ad entrambi con un movimento elegante.
"Non
mi interessa. Voglio essere condotto da Tsuna, ovunque Mukuro lo abbia
nascosto".
La
fiamma sul suo capo ondeggiava lasciando scie di luce aranciata
intorno, si stava facendo man mano più lieve.
Gokudera
gli indicò la porta e gli sorrise.
"Volete
che vi accompagni a cercalo?" domandò.
NeoPrimo
avanzò verso la porta a spalle dritte e mento alzato,
Takeshi incrociò le braccia dietro la testa e storse il
labbro.
"Spero
che quei due abbiano raggiunto un accordo" disse.
Si
affiancò a Hayato e seguì il Boss nei corridoi.
Gokudera
accelerò e si mise a spostare una serie di mobili e
aprì una porta.
"Vogliamo
controllare siano qui dentro?" domandò.
<
Tsuna era andato nella direzione opposta > rifletté.
NeoPrimo
guardò la porta, scosse il capo facendo ondeggiare la chioma
lunga e strinse gli occhi.
"Non
sento la nebbia di Mukuro, in questa direzione" disse.
Takeshi
si fermò stringendo con una mano il manico della sacca con
la mazza da baseball, mugugnò spostando il peso da un piede
all'altro.
"Forse
è tornato a farsi gli affari suoi e ha smesso di
nasconderli".
"Probabilmente
ha deciso di usarla per celare se stesso con Ken" spiegò
Gokudera, adagiandosi con la spalla alla parete accanto alla porta.
La
fiamma sulla fronte di NeoPrimo vacillò, si spense e si
riaccese irregolare con un fruscio. Il ragazzo si tolse una ciocca dal
volto e si allontanò dalla porta proseguendo per il
corridoio. Takeshi si morse il labbro, strinse con forza il manico
della borsa.
<
Manca poco. E sembra che non si possa ingannare l'intuito Vongola,
proprio come mi aveva detto Squalo >.
Gokudera
si mise alle spalle di NeoPrimo, seguendolo.
"Mi
sapete dire perché Reborn ha deciso adesso di separarvi?"
chiese.
NeoPrimo
mosse la mano in aria arricciando il naso, faceva scattare lo sguardo a
destra e sinistra avanzando a passo sicuro.
"Arriva
sempre il momento in cui un allievo mette in discussione il tutor; ma
Reborn voleva Tsuna lo facesse nel modo giusto".
Takeshi
ridacchiò muovendo il capo a destra e sinistra, sorrise
chiudendo gli occhi.
"E
io che credevo volesse solo tenerci al nostro posto!".
Gokudera
su avvicinò a Takeshi e gli diede un colpo sul capo.
"Non
credo che il Boss voglia sentire offese verso il suo Tutor"
brontolò.
Takeshi
incassò la testa tra le spalle e si massaggiò la
testa mugugnando. Batté le palpebre e indicò con
il mento i piedi di NeoPrimo avvolti da una nebbiolina.
Gokudera
deglutì e si portò nuovamente davanti a NeoPrimo.
"Dico
bene? Ci tenete al vostro Tutor?" gli chiese.
NeoPrimo
sogghignò piegando il capo verso l'alto, guardò
Hayato.
"Non
puoi continuare a trattenermi. Il tempo è agli sgoccioli".
Gokudera
batté le palpebre e si indicò.
"Volevo
solo rimanere al suo fianco per compensare l'irriverenza di Takeshi,
mio signore" rispose.
La
nebbia che avvolgeva le gambe di NeoPrimo iniziò a salire,
gli avvolse la vita ed alcune ciocche di capelli castani. Takeshi
raggiunse Hayato, osservò la nebbia avvolgere totalmente
NeoPrimo. La fiamma del cielo brillò al centro della nebbia,
oscillò, si accartocciò su se stessa e
svanì.
"È
scaduto il tempo?" bisbigliò Gokudera a Yamamoto.
Takeshi
batté ripetutamente le palpebre fissando il punto dove prima
era NeoPrimo, sgranò gli occhi e afferrò la mano
di Gokudera.
"Dobbiamo
andare dai due Tsuna!".
Gli
strinse la mano e si mise a correre, tenendo il capo voltato verso di
lui.
"Lo
avremo trattenuto abbastanza?".
Gokudera
gli corse dietro.
"E'
scomparso anche lui dopo la sua fiamma!" gridò.
Takeshi
rallentò affiancandosi all'altro, sorrise ampiamente
chiudendo gli occhi.
"Questa
sì che è fortuna!" disse.
Rallentò
la corsa vedendo Mukuro nel corridoio di fronte ad una porta aperta, si
fermò osservando Tsuna uscire.
"Decimo,
com'è andata con Sawada?" domandò Hayato.
Tsuna
si voltò verso di loro, sorrise con le guance affossate.
"Ci
siamo riuniti prima che accadesse il tempo, poi è arrivato
Mukuro".
Takeshi
incrociò le braccia dietro la testa, abbassò il
capo guardandolo.
"Il
Boss ci è scomparso davanti".
Gokudera
sorrise, le labbra gli divennero di un rosa più scuro.
"Un'anima divisa in tre pezzi che si è riunita solo con il
meglio di sé" disse.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3602873
|