Cap.1 La prima neve
I
miei demoni mi supplicano di aprire la bocca.
Fiocchi
di neve cadevano fuori dalla costruzione, sfilando candidi davanti ai
vetri dell'edificio abbandonato.
Lì
dove cumuli di neve si ammassavano sul terreno fangoso, la terra
sobbalzava e si venivano a creare delle frane.
Mukuro
avanzò con passo cadenzato allontanandosi dal suo divanetto
rosso ricoperto di polvere, scostò un drappo che scendeva
dal soffitto e raggiunse una delle finestre.
Il
vetro era gelato e appannato.
Un
codino lungo due dita ondeggiava alla fine dei capelli di Mokuro.
Si
sentì un fiato pesante risuonare nella stanza, insieme a
degli ansiti. Ken avanzò, inspirando ripetutamente. Teneva
la schiena curva e gli occhi assottigliati, avevano un taglio aguzzo.
"Mio
signore Mukuro-sama" ringhiò con tono feroce.
Mukuro
voltò lentamente il capo socchiudendo gli occhi con un
sorriso sottile, strinse la presa sulla tenda lacera guardando il
giovane.
"Cosa
c'è, Ken?" chiese.
Ken
giocherellò con una delle forcine che gli tenevano ferme le
ciocche di capelli biondi.
"Perché
siete qui, solo?" domandò. I suoi denti candidi brillavano
nella penombra.
Mukuro
allargò il sorriso e si poggiò contro il lato
della finestra, la pulì con una mano coperta da un guanto di
velluto e osservò alcuni fiocchi di neve scivolare sulla
terrazza; il vento gelido entrava attraverso gli spifferi della
finestra facendo oscillare la sua chioma viola.
"Sawada
Tsunayoshi ha invitato tutti a festeggiare la prima neve dell'anno. Ho
lasciato che Chrome andasse da lui, ma naturalmente non ho motivo di
prendere parte ad una cosa tanto infantile".
Ken
si passò la lingua sulla punta di un canino.
"E
voi come volete passare questo giorno?" gli domandò con voce
rauca.
Mukuro
sogghignò, alzò lo sguardo verso il cielo
biancastro e l'occhio rosso brillò circondato dalle fiamme
della nebbia.
"Sarebbe
un peccato non sfruttare l'occasione per uno scontro di piacere con
Hibari Kyoya" ammise.
Ken
si sedette accanto a lui e passò l'unghia aguzza sopra il
vetro e, utilizzando il vetro appannato, disegno una stella sghemba.
"Andrete
da lui?" domandò.
Mukuro
abbassò il capo verso l'altro, passò l'indice sul
disegno di Ken e la stella si staccò dal vetro,
ruotò su se stessa spargendo polvere ai loro piedi e
schizzò verso il soffitto, esplodendo in uno scintillio di
luce bianca che illuminò a giorno la stanza.
"Forse.
O forse farò assaggiare a Sawada Tsunayoshi un po' del
potere delle vie infernali. È passato troppo tempo da quando
ho cercato di possederlo".
Ken
sorrise guardando la stella e si grattò il naso
lì dove aveva la cicatrice.
"Non
è mio compito giudicare, ma prediligo questa scelta. I
vostri demoni parlano attraverso la vostra bocca se rimanete solo" gli
disse, addolcendo il tono.
La
luce della stella si spense, Mukuro sollevò il palmo a coppa
e ne raccolse la polvere. La strofinò sul guanto nero,
sorrise sottile rizzando la schiena.
"Oh,
i miei demoni mi supplicano di parlare. Ed è proprio
ciò che potrei dire a Sawada Tsunayoshi che temo".
Ken
alzò lo sguardo verso di lui.
"Volete
che venga con voi?" propose.
Mukuro
si allontanò qualche passo, mosse la mano in aria facendo
comparire nel palmo il proprio lungo tridente, voltò il capo
e socchiuse gli occhi.
"Per
impedirmi di parlare?" domandò.
Ken
si rialzò in piedi.
"Per
darvi motivo di usare le vostre parole per offendere me, invece che
svelare i vostri demoni" ribatté.
Mukuro
passò il tridente da una mano all'altra, si tolse una ciocca
di capelli portandola dietro l'orecchio e avanzò verso il
proprio divano.
"Oh?
Vuoi lasciare Chikusa indietro?" domandò.
Strinse
la presa sull'arma, scosse il capo.
"Fufufufu,
è fin troppo che ignoro le suppliche dei miei demoni. Forse
è ora di uscire e macchiare la candida neve con l'incubo".