[Edit del 19/11/11].

Blatereggiando.

Ebbene, questa raccolta è arrivata alla ventordicesima terza modifica. Credo. Le drabble sono rimaste tali e quali in realtà, ho solamente modificato la disposizione del testo e ritoccato qualche parolina qua e là in maniera impercettibile. Così è molto più figo. Credo.

Btw, se siete qui per la prima volta... beh, benvenuti! Ho iniziato questa raccolta ben due anni fa, quando ero ancora una pulzella tenera ed innocente (?) assolutamente convinta di poter scrivere non 100, bensì 1000 capitoli su quello che era il mio più grande OTP di un tempo. Ecco il perché del “Thousand” nel titolo. Ovviamente scrivere 1000 capitoli è un’impresa oltremodo impossibile, ecco perché ho preferito fermarmi ai consuetudinari 100. Grazie a questa raccolta ho conosciuto tante persone fantastiche, e nonostante tutto, nonostante l’amore per la ZoSan e per One Piece stesso sia scemato pian piano, non posso negare che questo è senza dubbio il lavoro a cui sono più affezionata.

Insomma, questo è quanto. La raccolta è dedicata a tutti coloro che amano la Zoro/Sanji, ovviamente. Grazie, grazie davvero a tutti coloro che hanno commentato – e commenteranno.

Rileggendo le prime drabble mi viene la pelle d’oca, comunque.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Nami sarebbe morta soffocata con un mandarino molto tempo fa.

Thousand Musses ~ ZoSan

01.  » Hateful.

Erano tre le cose che Zoro odiava con tutto se stesso.

Primo: le sigarette.

« Idiota! Mi stai buttando tutto il tuo lurido fumo addosso! ».

« Oh. Me ne rammarico immensamente ».

Secondo: un certo colore.

« Prendimi ancora per il culo, testa gialla, e giuro che ti ammazzo ».

« Oh. sto tremando di paura ».

Terzo: una determinata parola.

« Marimo, passami il sale ».

« Chiamami ancora una volta marimo e giuro che ti faccio a pezzi ».

« Oh. Ok… marimo ».

E c’era una persona che accludeva tutte e tre le cose.

Ma quel soggetto, beh… era un’eccezione.

« Ti amo, stupido sopracciglio arricciato ».

« Ti amo anch’io, spadaccino da strapazzo ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Robin e Franky si sarebbero già sposati da almeno quindici (?) saghe.

Thousand Musses ~ ZoSan

02.  » Poetical.

« Ehi, cuocastro! Ascoltami! ».

Zoro era sempre stato eccessivamente restio nei riguardi dell’amore o simili. Questo perché aveva ben altri progetti, lui. Doveva, innanzitutto, diventare lo spadaccino più forte del mondo, e poi (forse) si sarebbe dedicato ai romanticismi.

Eppure, da qualche tempo, si sentiva in dovere di manifestare più esplicitamente i propri sentimenti a quell’idiota di un cuoco. A modo suo ovviamente, perché era di Zoro Roronoa che si stava parlando.

« Che vuoi, marimo? ».

« Ti ho scritto una poesia! Ascolta attentamente, perché non perderò mai più tempo in queste baggianate! ».

“Le rose sono rosse

Le viole sono blu

E nei miei pensieri

Ci sei solo tu!”

« … ».

« Allora?! ».

« Zoro, per favore, limitati a fare lo spadaccino ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, avrei fatto Crocodile ancora più figo di quanto già è.

Thousand Musses ~ ZoSan

03.  » Warrior.

Zoro perseverava nel suo addestramento.

Le ombre del recente passato non erano più fissate nella sua mente, ma lentamente si erano dissolte, lasciando spazio ad un solo, unico obiettivo: allenarsi, allenarsi fino allo stremo, perché solo così avrebbe sconfitto Mihawk.

Non aveva alcuna intenzione di rinunciare, ma anzi, palesava assiduamente la sua incrollabile volontà nel riprendere l’uso delle sue katane, quelle stesse katane che dopo quel combattimento erano rimaste intrise di un sangue incancellabile, intrise di sconfitta.

Lui perseverava, nonostante tutto. Perché era un guerriero.

« Diventerò lo spadaccino migliore del mondo », si ripeteva.
Era quella silenziosa promessa che lo spingeva a continuare.

L’aveva giurato anche allo stupido cuoco, in fondo.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Nami sarebbe morta soffocata mangiando mandarino molto tempo fa.

Thousand Musses ~ ZoSan

04.  » Jealousness.

« Sei geloso? ».

Bastardo, non chiedermelo con quel sorrisetto.

« Geloso? Io? Ma figuriamoci ».

Io non sono geloso. Non so nemmeno cosa sia, la gelosia. Non mi lascio abbindolare da questi stupidi sentimenti. Essere gelosi significa avere poca sicurezza di se stessi.

Quella rabbia che mi pervade il corpo e quell’astio improvviso che provo quando qualcuno ti si avvicina… non significa nulla. NULLA.

IO NON SONO GELOSO.

« E allora potresti smetterla di afferrarmi per un braccio e baciarmi a tradimento mentre sto parlando con Nami-swan, carissimo marimo decerebrato? ».

…

Ok. Va bene.

Magari sono geloso.

MA SOLO UN PO’.

Blatereggiando.

Capitolo scritto dal punto di vista di Sanji. Solitamente preferisco sempre fare il narratore onniscente (OHOHOHOH), ma per qualche oscuro motivo quando ho scritto questa flash mi è girato così. Non penso lo farò molto spesso, comunque.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, avrei abolito la ZoNami dal fandom. Credetemi.

Thousand Musses ~ ZoSan

05.  » Flush.

Dorme. Come al suo solito.

Vedo il suo petto abbassarsi e alzarsi lentamente, la luce del sole che si riflette sulla sua fuorviante pelle bronzea, lucida di sudore.

Una leggera folata di vento gli accarezza impalpabile il corpo. È un tocco lieve, ma riesco a vedere il brivido che rapido lo attraversa.

Mi avvicino felpato, tanto quanto basta per percepire il suo respiro sulle mie labbra.

Lentamente gli accarezzo un tempia con la punta del naso, inebriandomi del suo odore. Mi piace.

Non è né dolce né forte. È solamente suo. E questo mi basta.

« Mh…? ».

D’improvviso apre gli occhi, e io balzo di scatto all’indietro.

Mi fissa interrogativo, per poi arcuare le labbra in un sorrisetto sghembo.

« Che stavi facendo, testa gialla? ».

Taccio per qualche istante, interdetto, prima di prendere la parola.

« Niente », alzo le spalle, inalo una boccata di fumo, « Constatavo più da vicino quanto fosse ridicolo il colore dei tuoi capelli, marimo ».

Blatereggiando.

Questo capitolo è da considerarsi associato ad Hateful. Ha la stessa struttura e, fondamentalmente, pure lo stesso senso, ma è di Sanji che si parla stavolta.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, dopo il suo emozionante viaggetto nella terra degli okama Sanji avrebbe fatto un arrapantissimo strip-tease davanti a Zoro. Seriamente.

Thousand Musses ~ ZoSan

01.  » Cherish.

Erano tre le cose che Sanji amava pazzamente.

Primo: le belle ragazze, o, per entrare più nello specifico, le sue nakama.

« Nami-saaaaaan! Robin-chaaaaaaan! Siete stupendeeeeeee~♥! ».

« PIANTALA, IMBECILLE! ».

Secondo: cucinare.

« Allora Zoro, che te ne pare? ».

« Fa schifo ».

« CHE COSA?! ».

Terzo: le sigarette.

« Smettila di fumare, cuocastro senza cervello! ».

« Pensa a dormire ».

« Vuoi che ti affetti?! ».

E c’era un marimo di sua conoscenza a cui non interessava nulla di tutto questo. Né fumare, né cucinare, né andare a caccia di belle ragazze.

Ma nonostante ciò, Sanji lo amava pazzamente lo stesso.

« Marimo-chaaaaaaan~♥! Ti amo alla follia! ».

« ... Sei ubriaco, imbecille ».

Blatereggiando.

Avevo detto che non avrei più scritto in prima persona? Ecco, le ultime parole famose. Anche questo capitolo è dal punto di vista diretto di Sanji. Ciò che è scritto in corsivo sono i suoi pensieri, ovviamente. Capirete leggendo quanto IDIOTICO questo capitolo sia. LOL.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Ace sicuramente non sarebbe sottoterra. Probabilmente al sui posto ci sarebbe Nami.

Thousand Musses ~ ZoSan

07.  » Mistake.

Cos’è questo? Un diario?

“Ti conosco ormai da anni, ho vissuto con te momenti indimenticabili”.

Perbacco. Il marimo sa scrivere.

“Inizialmente ho dubitato di te e delle tue strabilianti capacità, sono stato irrispettoso nei tuoi confronti. Per questo ti chiedo scusa”.

Oh.

“Insieme abbiamo condiviso tutto: gioia, dolore, sconfitta e vittoria... anche i miei più grandi segreti, che non ho avuto il coraggio di confidare a nessuno”.

Oh...

“Anche solo la consapevolezza di averti al mio fianco mi ha fatto stare bene... sfiorarti, poterti toccare… è stato fantastico”.

Lo è stato anche per me, stupido…

“E quindi... grazie. Ti ho amato. Sapessi quanto”.

Romanticismo marimesco. Adorabile.

“Per questo ti dico…”.

S-si?

“Ti voglio un sacco di bene, Yubashiri! ♥”.

…

Imbecille.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, di certo dopo due anni non avrei trasformato Zoro in un Kakashi. Ha senso quello che ho appena detto?

Thousand Musses ~ ZoSan

08.  » Opposites.

« Marimo imbecille! ».

« Cuocastro incapace! ».

Zoro e Sanji.

Tutti, nella ciurma, sostenevano che equivalessero alla notoria figura “cane e gatto”.

« Cerchi rogne?! ».

« Tsk, non aspettavo altro! ».

Quando ne coglievano l’occasione, quei due erano lì a pestarsi tra imprecazioni, calci e fendenti. E tutto ciò avveniva davanti agli sguardi impassibili dei loro nakama, abituati a quella consuetudinaria quanto noiosa scena.

« Oh, si picchiano ».

« Che novità ».

Zoro e Sanji.

L’amabile cuoco e il burbero spadaccino.

Erano incompatibili  in tutto.

Esattamente agli antipodi.

« Sei… una stupida testa gialla… lo sai? ».

« Nh… e tu una stupida testa verde ».

La cosa buffa è che gli opposti, in fondo, si sono sempre attratti.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, le donne presenti avrebbero tutte le tette un po’ più piccole.

Thousand Musses ~ ZoSan

09.  » Kitcheners.

Sanji aveva constatato con orrore che Brook equivaleva ad un piccolo Rufy in miniatura: mangiava poco meno del suo capitano, ma con la stessa scioccante voracità. Così, con un altro assatanato di cibo nella ciurma, il biondo si era reso conto di non riuscire più a tenere testa ai bisogni alimentari dei suoi nakama come un tempo.

Non da solo, almeno.

« Ti do una mano ».

« … »

« Che hai? »

« No. Tu no ».

« Cosa vorresti dire con quel “tu no”?! ».

Zoro, come aiuto cuoco, si era rivelato un totale incapace.

« IDIOTA! COSA STAI FACENDO?! ».

« CHE DIAVOLO VUOI?! STO METTENDO IL SALE! ».

« QUELLO E’ ZUCCHERO, DEFICIENTE! ».

« Oh ».

E Sanji, come cuoco, era sottoposto a troppe distrazioni negli ultimi tempi.

« Cuoco… molla quelle padelle ».

« Asp-aspetta… sto cucinando... ».

« Proprio per questo ti ho detto di mollarle. Imbecille… ».

« A-ah… ».

« Uh? Cos’è… questa puzza…? ».

« Aah—ARGH! SI È BRUCIATO TUTTO! MALEDETTO MARIMO IDIOTA! ».

Ultimamente i Mugiwara preferivano rimanere a digiuno.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, farei in modo che Nami si facesse estremamente male ad ogni nuova, entusiasmante (?) avventura. Cadere giù da un burrone, tipo. O essere picchiata a sangue. O beccarsi due mandarini sbucciati dritti in faccia. O qualche altra cosa particolarmente violenta.

Thousand Musses ~ ZoSan

10.  » Addictions.

Le sigarette?

Un gran bel vizio, senza dubbio.

Poter percepire quel gusto aspro e pungente sulla lingua, assaporarne l’odore pieno ed inebriante, sentire il fumo riempirgli leggero la bocca… era una sensazione semplicemente stupenda. Della salute, fondamentalmente, se ne infischiava. Godeva finché poteva.

E Zoro?

Un gran bel vizio, senza dubbio.

Poter assaporare le labbra dello spadaccino, dal sapore ferroso, incredibilmente dolciastro e irresistibile, gustare ogni centimetro di quella sua pelle bronzea e così salata, ascoltare la sua voce roca e sensuale... era una sensazione semplicemente stupenda. E più che alla salute, ciò che faceva con quella testa verde gli danneggiava il didietro.

Ma se ne infischiava. Godeva finché poteva. Come per ogni vizio.

Sanji, fondamentalmente, era convinto che la sua peggiore debolezza fossero le sigarette, ma evidentemente si sbagliava.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, avrei fatto in modo che venisse prodotto un film cross-over con Dragon Ball. Così avrei avuto Zoro/Sanji e pure Goku/Vegeta. FNSJFBSJDKNFSJDFBJSDNFCJDSKFNSDFNSDJFNDSJKFNSF—MALEDETTI, PERCHÉ NON L’AVETE ANCORA FATTO.

Thousand Musses ~ ZoSan

11.  » Trophy.

Entrò in cucina a passo felpato, scorgendo il cuoco poco lontano, di spalle, intento a macchinare col suo pentolame.

Ghignò, Zoro.

Era stato definito un “marimo imbecille”,  quindi doveva dare dimostrazione di esserlo, no?

Sapeva quali sarebbero state le conseguenze – almeno quattro costole incrinate e lo stomaco spappolato - ma cosa gliene importava?

Lui ambiva al premio, al resto ci avrebbe pensato dopo.

Avanzò veloce verso i fornelli, finché con un rapido movimento del braccio abbrancò Sanji per la vita, tirandolo celermente a sé.

Il biondino non fece neanche in tempo ad incamerare la sorpresa che le labbra affamate di Zoro si posarono sulle sue, cominciando ad assaporane ogni centimetro con voracità, in modo ugualmente dolce e incredibilmente sensuale.

Fu solo dopo qualche minuto, quando l’ossigeno divenne un inevitabile bisogno, che lo spadaccino si staccò soddisfatto dal nakama, pronto a subire la sua punizione.

« Te l’ho mai detto che sei un imbecille? », si sentì domandare, gelidamente.

Zoro ghignò, prima di afferrare nuovamente Sanji per portarselo contro il petto e baciarlo poi ancora, più castamente.

« Oh, sì », replicò sornione lui, con un ghigno sbieco in volto, « Me lo ripeti in continuazione… principessin— ».

Un poderoso calcione lo colpì a tradimento, scaraventandolo fuori dalla cucina.

« E ALLORA TE LO RIPETO, RAZZA DI IMBECILLE! ».

Zoro ridacchiò, steso totalmente inerme sul lettino dell’infermeria, quattro costole incrinate e lo stomaco spappolato.

Ne era valsa la pena.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, avrei introdotto un personaggio complementare a Brook che al posto di voler vedere le mutandine delle ragazze avrebbe voluto vedere i boxer dei bei maschioni. E ci sarebbe riuscito, pure.

Thousand Musses ~ ZoSan

12.  » Game.

Un gioco. Un passatempo. Una sfida. La loro relazione era solo questo per Zoro. Doveva esserlo.

Era una specie di scommessa, una gara di resistenza,  per vedere chi dei due si sarebbe stancato prima a letto.

Con un’altra persona non si sarebbe mai spinto a un giochetto di così bassa lega, chiaro, ma se parlava di un confronto con quell’idiota, la storia cambiava.

Il loro uno stupido gioco dove i sentimenti non erano inclusi, ecco tutto.

Quella notte se l’era ripetuto per l’ennesima volta.

Zoro posò lo sguardo sull’esile corpo addormentato accanto a sé, la sua attenzione si concentrò su quelle labbra dischiuse e il desiderio di assaporarle anche solo per un istante lo pervase. Sentì un fremito, qualcosa pizzicare alla sinistra del petto. Arrossì un poco, distogliendo lo sguardo.

Merda, pensò.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, tutti indosserebbero il fantastico pelliccione di Doflamingo.  

Thousand Musses ~ ZoSan

13.  » Jerk.

« Ma sei idiota?! Da destra verso sinistra, ti ho detto! ».

« Ed io cosa starei facendo, secondo te?! ».

« Stai mescolando da sinistra a destra, imbecille! ».

Sanji sbuffò, roteando esasperato gli occhi.

Afferrò con un rapido scatto la mano di Zoro, impugnante malamente il mestolo di legno, e cominciò a guidarla con abilità e precisione, facendole creare dei movimenti circolari nel denso impasto color nocciola.

« Da destra a sinistra. Non da sinistra a destra. Mi hai capito, mentecatto? ».

Dicendo ciò lasciò aderire inconsciamente il proprio petto contro la possente schiena dello spadaccino, abbandonando stancamente la propria testa nell’incavo della spalla.

Zoro si limitò ad annuire, condiscendente, godendo tacitamente di quel caldo ed inconsapevole tocco sul suo corpo.

Era disposto a fare anche la figura del più completo imbecille pur di stare un solo, effimero istante in più accanto a quel damerino da strapazzo.

Accidenti a lui.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Shuraiya farebbe parte dei Mugiwara. E SAREBBE L’UNICO, MERAVIGLIOSO, FANTASTICO PROTAGONISTA. Io amo quel ragazzo, davvero. Voglio sposarlo.

Thousand Musses ~ ZoSan

14.  » Look.

Osceno.

Il look di Zoro era semplicemente osceno, e Sanji ne era ogni giorno più convinto.

Quella pezza di stoffa verde sulla pancia lo faceva sembrare un vecchio.

Cos’è, doveva nascondere la ciccia che non aveva, accidenti?!

Per non parlare della maglia. Il biondo se la ricordava, la prima volta che gliel’aveva vista addosso, al Baratie.

Era bianca, candida, perfettamente aderente al corpo.

Ora era ridotta ad uno straccio giallastro e slabbrato, assolutamente antiestetico.

Lui tentava ogni tanto di introdurre il discorso, ma la risposta di quello scemo di uno spadaccino era sempre la stessa.

« Zoro, santo cielo, perché diavolo ti ostini a vestirti in questa maniera assurda? ».

« Assurda?! Non osare venirmi a dare lezioni di moda, camicetta a fiori! ».

E così non poteva far altro che abbandonarsi ad uno sconsolato suono gutturale, scuotendo il capo con condiscendenza.

Pazienza, pensava.

Il marimo era eccitante anche con quegli obbrobri addosso, suo malgrado.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Rufy e Nami diventerebbero giustamente Re e Regina dei pirati. Anche se Nami mi sta sulle balle, la RuNami rulla. Yo.

Thousand Musses ~ ZoSan

15.  » Distraction.

Sanji sbuffò, tamponando con un piccolo batuffolo di cotone intriso di disinfettante lo spaventoso taglio che attraversava trasversalmente il braccio di Zoro.

« Dio, che idiota », scosse la testa sconsolato, « La tua stupidità rasenta i confini dell’universo ».

Lo spadaccino non rispose, ma si limitò a sussultare per il bruciore dovuto al contatto con il liquido antisettico, grugnendo sommessamente.

 « Si può sapere come hai fatto a ferirti mentre ti esercitavi con le katane? ».

A quella domanda il vicecapitano si irrigidì, deglutendo nervosamente.

Voltò la testa nella direzione opposta a quella del nakama, e portò lo sguardo corrucciato ad un punto indefinito sulla parete.

« Ma che ne so! » sbottò, consapevole di avere le guance in fiamme, «Mi sono distratto e basta. Fatti gli affaracci tuoi ».

 Di certo non avrebbe confessato al cuoco che era colpa del suo bel didietro se ora se ne stava lì con un braccio tagliuzzato.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Usopp ora non sembrerebbe Bob Marley col naso di Pinocchio.

Thousand Musses ~ ZoSan

16.  » Godship.

Zoro non credeva in alcuna divinità, assolutamente, tuttavia a causa di una certa testa gialla le sue convinzioni erano divenute via via sempre meno sostenute.

Perché quel cuoco non poteva essere semplicemente un essere umano, non con un corpo così perfetto, con quelle labbra così morbide e dolci e con quella sua voce sensuale ed eccitante che lo mandava costantemente in estasi.

Il cuoco era—

« Marimo! Pezzo di deficiente! Muoviti e porta le borse! ».

« Che diavolo stai facendo?! Cazzo, ma sai solo dormire?! ».

« Zoro, giuro che se mi sfondi il didietro come ieri sera ti prendo a calci il culo finché non ti sanguina! ».

...

Una maledizione. Già.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Chopper non farebbe parte della ciurma. SAREBBE A CASA MIA A FARSI STRITOLARE AMOREVOLMENTE.

Thousand Musses ~ ZoSan

17.  » Choices.

Stava immobile, affacciato al parapetto, soffiando leggere nuvole di fumo cinereo dalla bocca e osservando tacito lo sciabordio dell’oceano sulle cui acque salmastre si riflettevano le languide luci delle stelle. Era in quei momenti di insolita quiete notturna che Sanji si ritrovava a pensare.

“Abbiamo bisogno di un cuoco! Unisciti alla nostra ciurma!”.

Che avesse fatto veramente la scelta giusta?  Non sarebbe dovuto partire, forse?

“Dannato, stupidissimo cuoco! Tu… maledizione…  Mi… mi piaci, va bene?! Ecco, l’ho detto! E non dire niente, assolutamente niente, altrimenti giuro che ti affetto!”.

Sorrise.

Non aveva mai fatto scelta migliore.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Duval farebbe parte dei Mugiwara e sarebbe in grado di sconfiggere tutti i nemici col suo occhiolino disturbante.

Thousand Musses ~ ZoSan

18.  » Wink.

Zoro aggrottò la fronte, titubante.

« Gioco della bottiglia? », domandò, inarcando un sopracciglio con un che di schifato.

Se aveva sempre pensato che il cuoco fosse un imbecille totale, ora ne aveva la conferma assoluta.

Sanji sbuffò, scoccandogli un’occhiata impietosita. « Non dirmi che non lo conosci? ». Povero, piccolo ingenuo marimo, era già tanto che egli conoscesse il significato della parola “pomiciare”, in fondo.

« So benissimo cos’è! », sulla fronte aggrottata dello spadaccino iniziò a pulsare una sottile vena ballerina, « Quello che non capisco è come diavolo hai intenzione di giocare, visto che siamo soltanto noi due! ».

Sanji si limitò a piegare le labbra in un sorrisone ammiccante.

« Oh, beh… ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, NAMI NON SAREBBE COSÍ GNOCCA. Diciamo che avrebbe lo stesso sex appeal di Kokoro.

Thousand Musses ~ ZoSan

19.  » Waiting.

Camminava a testa china, troppo stanco voltarsi a guardare il cielo.

Meta? Neanche a parlarne. Vagava, semplicemente, per le vie deserte di quella sconosciuta città.

Le katane bagnate del sangue nemico rimbalzavano sulla sua gamba provocando un sottile suono metallico, mentre i vestiti, intrisi di sudore, premevano sul petto ancora palpitante. La sua mente era vaga, dispersa, concentrata su un unico, solo soggetto.

« … Marimo ».

Zoro alzò la testa.

Lo vide poco distante, quel soggetto, le spalle contro un muro. Il cuoco era ferito ed ansimava, ma le sue labbra erano distese in un rilassato sorriso.

« Ti stavo aspettando ».

Lo aspettava.

Non aspettava Nami.

Aspettava lui.

Solo lui.

« Stupido cuoco », mormorò.

E lo raggiunse.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, LA FLASHFIC QUA SOTTO SAREBBE TRATTA DA UN FATTO REALMENTE AVVENUTO IN ONE PIECE. Dannato Odacchi, voglio il Frobin.

Thousand Musses ~ ZoSan

2O.  » Parents.

« Pa…pà! ».

Il pargoletto protese le mani paffute verso Franky, e la sua risata innocente e bambinesca si promulgò solare lungo tutta la Sunny come un dolce e allegra melodia.

Il cyborg scoppiò in un pianto di disperata commozione, mentre di fianco a lui Nico Robin si limitò a sorridere serafica, iniziando a frizionare la delicata nuca del figlio con fare materno.

La ciurma li attorniava briosa, esultando ed agitandosi. Le loro risate euforiche si potevano udire fin dall’altra parte dell’oceano, probabilmente.

Sanji assisteva alla scena in silenzio, inalando di tanto in tanto una cancerogena boccata di fumo, ben lontano dalla marmaglia festante.

Osservò il bimbo da lontano, premurosamente stretto nel caldo abbraccio dei suoi genitori, ed incurvò le labbra in un debole sorriso.

« Che diavolo ci fai qui? ».

Si girò, incrociando lo sguardo austero e soppesante dello spadaccino. Mormorò fiaccamente un “ehi, marimo” con un debole sorriso, stringendosi nelle spalle e voltandosi nuovamente. Fu questione di pochi istanti, però, prima che le possenti braccia del nakama abbrancassero dolcemente la sua esile vita.

« Non mi hai risposto », borbottò Zoro al suo orecchio, « Si può sapere perché non vieni a festeggiare? ».

Sanji scordò di rilassare le labbra. Rimasero così, arcuate in un sorriso che di gioioso non aveva nulla, impegnate solamente a stringere l’amata bionda, e piegò il capo all’indietro, poggiandolo sulla possente spalla del compagno.

« Zoro... Se potessimo avere un figlio, come credi sarebbe? ».

Lo spadaccino rimase interdetto qualche istante, e lanciò una celere occhiata al volto del compagno.

Amareggiata, malinconica… difficile definire la sua espressione in quel momento.

Rimase in silenzio per qualche istante, poi sorrise.

« Come sarebbe, dici? Sarebbe uno stupido marimo privo di senso dell’orientamento come me… ».

Un lieve morso sul collo.

« E uno stupido damerino dongiovanni come te. Anche se molto sexy ».

Poi una vampata.

« Idiota ».

« Senti chi parla ».

« Saresti un padre terribile. Sei troppo pervertito ».

« Però sono un grande spadaccino ».

« Come coglione te la cavi alla grande ».

« Sai, anche tu come madre te la caveresti parecchio male. Sei troppo volgare ».

Sanji tentò di replicare, ma labbra bollenti di Zoro andarono a posarsi sulle sue strappandogli un solo, semplice mugolio.

E rimasero così, per interminabili secondi, uniti l’uno con l’altro, in un dolce bacio al sapore di sakè e nicotina.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, farei comunella con Sanji per andare a sterminare tutti gli schifosissimi insetti di questo pianeta.  

Thousand Musses ~ ZoSan

21.  » Bugs.

« Oi, Zoro ».

Un brulichio alla chioma smeraldo e un soffio fastidioso dentro l’orecchio.

Lo spadaccino si destò malamente dal suo placido e tanto agognato sonno, andando a individuare con lo sguardo ancora annebbiato un’esile figura dinanzi a sé.

Era notte fonda, e il buio aleggiava per la stanza, ma non gli fu difficile realizzare di chi si trattasse. Anche perché solo una persona, ultimamente, aveva l’abietta abitudine di svegliarlo con premurosi grattini in testa – che mutavano in tutt’altro che delicate raschiate nell’arco di due secondi.

« Cosa vuoi, cuoc— ».

Non fece nemmeno in tempo a pronunciare per intero la frase che Sanji gli piombò addosso, accoccolandosi tra il suo petto aitante e il leggero lenzuolo color panna.

« C’è un orrido, mostruoso, ripugnante scarafaggio che gira per la stanza ».

Zoro sospirò, massaggiandosi esasperato un tempia con la mano.

Si prospettava l’ennesima notte insonne passata su uno striminzito divanetto, abbrancati da quel damerino che nel sonno si dimenava come una piovra e che, inaspettatamente, sbavava come un San Bernardo.

Tutto per degli insetti. Dannati, insulsi, schifosi insetti.

« Oi, Zoro ».

« Che c’è adesso? »

Nell’arco di pochi istanti lo spadaccino sentì il capo del biondo premere nell’incavo del collo, e le esili dita si strisero convulsamente alla stoffa della sua maglia bianca.

« Se lo uccidi avrai una ricompensa ».

Improvvisamente si rese conto di amarli follemente, gli insetti.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, avrei lasciato che Absalom si sposasse Nami e se la tenesse assieme all’allegra combriccola di zombie. PER SEMPRE.

Thousand Musses ~ ZoSan

22.  » Tears.

In diciannove anni di vita, le volte in cui Sanji si abbandonò alle lacrime si sarebbero potute contare sulle dita di una mano.

Piangere voleva dire essere deboli. Significava sputare sulla propria virilità, rinunciare al proprio orgoglio e mostrarsi impotenti dinanzi agli altri.

Lui, sin dalla tenera età, era stato educato a trattenere ogni singhiozzo, per quanto pungente e bruciante esso potesse essere. Non poteva permettersi di piangere. Non poteva ostentare alcuna debolezza.

« Ti prego... ».

Eppure quel giorno disconobbe tutto, a Thriller Bark.

Sanji pianse. Pianse per l’unica persona verso la quale non avrebbe mai creduto di poterlo fare.

Probabilmente Zeff lo avrebbe preso a calci fino a ridurlo ad un misero grumo di sangue, per un tale, umiliante gesto, ma la fitta lancinante che attanagliava il suo cuore alla vista di quel corpo inerme così maledettamente fragile e debole non era paragonabile ad alcun dolore fisico.

E in quel momento, a Sanji del suo orgoglio non gliene importava nulla.

« Svegliati, bastardo ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Franky non sarebbe diventato un orrido armadio pelato. INSOMMA ODACCHI, QUEL CIUFFO ALLA ELVIS ERA LA COSA PIÚ MERAVIGLIOSA DEL MONDO, MALEDETTO!

Thousand Musses ~ ZoSan

23.  » Attitude.

« Oi, ciurma! Qual è la vostra donna ideale? ».

Dopo aver ansiosamente atteso il congedo delle ragazze dal salone da pranzo, Rufy se ne era uscito con quella domanda oltremodo assurda, e la ciurma lo aveva pure assecondato entusiasta.

Lo spadaccino era rimasto in silenzio, ascoltando di malavoglia le stralunate opinioni dei compagni, con dipinta in volto un’eloquente espressione schifata.

Quando era giunto il suo turno aveva scrollato tracotante le spalle, limitandosi a specificare un unico, piccolo dettaglio, prima di alzarsi e uscire dalla stanza.

« A me non interessano le donne ».

Sapeva, in cuor suo, che ora quello stupido cuoco stava sorridendo.

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Se OP mi appartenesse, al posto di una sigaretta darei a Sanji un lecca-lecca. FUMARE FA MALE, GENTE.

Thousand Musses ~ ZoSan

24.  » Death.

La vita termina con la morte.

È una sorte comune, immutabile, e per quanto si tenti disperatamente di ribellarsi ad essa si viene ugualmente sconfitti, senza alcuna possibilità di vittoria.

Si ha paura della morte, ne si ha un timore represso, che prorompe nella propria mente nel momento in cui si ha la terribile consapevolezza di essere giunti al suo cospetto.

Solo pochi soggetti non la temono. Pochi, dannati incoscienti.

Zoro era un dannato incosciente, e Sanji lo odiava per questo.

Lo odiava, perché quello stupido spadaccino si divertiva con la morte troppo spesso, per i suoi gusti.

E ogni qualvolta egli riusciva sopravvivere a quel gioco letale solo per un soffio, la rabbia del biondo si colmava di una tacca in più.

Sanji odiava quel marimo con tutto se stesso.

E quando sarebbe stato lui a morire, di crepacuore, il suo fantasma gliel’avrebbe fatta pagare cara, a quel dannato incosciente.

Blatereggiando.

Boh. Ok. Non so bene COME questa idea m sia venuta. Ma mi ispirava, quindi boh. BBBBOH. Zeff mi sta simpatico, credo sarebbe un suocero davvero... ehm, adorabile? No, ok. No. I suoceri non sono mai adorabili. Men che meno quelli con le trecce bionde al posto dei baffi con evidenti difficoltà ad essere carini e coccolosi col prossimo.

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Se OP mi appartenesse, Zeff avrebbe dei baffi meno inguardabili.

Thousand Musses ~ ZoSan

25.  » Intercourses.

« Vecchio, questo è Zoro…  Zoro, questo è Zeff ».

Sanji era sempre stato della convinzione che il rapporto tra suocero e marito descritto come “conflittuale” fosse in realtà solo un subdolo luogo comune diffusosi tra gente sciocca e sempliciotta. Una relazione, se ben instaurata, poteva nascere in qualsiasi frangente. Bastava buona volontà da ambo le parti. Lui e lo spadaccino ne erano la palese dimostrazione, in fondo, di come un rapporto di sola rivalità e competizione era in grado di mutare… in qualcos’altro.

« Moccioso… sapevo che non eri normale, ma non avrei mai creduto che giungessi a tanto ».

Doveva aspettarselo che sarebbe incappato in ben altri problemi, lui.
In fondo era comprensibile il fatto che il vecchiaccio rimanesse interdetto e avesse qualcosa da ridire nel vederlo tornare al Baratie… assieme ad un uomo. Ma Sanji aveva già ben congetturato un sapiente discorso da esporre. Niente e nessuno lo avrebbe ostacolato.

Nemmeno Zeff.

« Senti vecchio, io ho fatto questa scelta e non ho— ».

« Con tutti i bei giovani in giro per la Grand Line, proprio con un marimo dovevi metterti? Idiota! ».

« COS— ».

« Ed è pure brutto! Ha la faccia da totano fritto! ».

« COME OSI?! Vuoi che ti affetto, vecchiaccio?! Proprio tu parli, con quegli affari assurdi al posto dei baffi! ».

« MOCCIOSO INSOLENTE! Non prenderti tutte queste confidenze, hai capito?! ».

« E tu non chiamarmi marimo! ».

« Dammi del “lei”, testa verde! ».

« Ma non ci penso neanche, vecchio rimbambito!».

« Come mi hai chiamato, piccolo mostriciattolo verde?! ».

Da quel giorno, Sanji fu propenso a scusarsi con tutti coloro che aveva definito sciocchi sempliciotti.

Ma esistito luogo comune più veritiero di quello.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, quelli a vestire in maniera succinta sarebbero Zoro o Sanji, non Nami e Robin. Anzi, Zoro e Sanji non si vestirebbero proprio. ROAR.

Thousand Musses ~ ZoSan

26.  » Morning.

Ogni tanto capitava che Zoro si svegliasse presto la mattina, e per qualche oscura ragione si dirigeva subito verso la cucina; preparava due caffè neri alla meno peggio e poi ritornava in cabina, dove una certa testa gialla lo attendeva beatamente assopita nel suo letto.

« Oi, stupido cuoco, svegliati », sbuffava, come se ciò che stesse facendo gli fosse stato rigorosamente imposto, « Guarda che ti rovescio il caffè addosso ».

Ed allora Sanji schiudeva lentamente gli occhi, scoprendosi dalle ancora umide lenzuola, e si puntellava sui gomiti, sbadigliando. Poi rimaneva a guardare lo spadaccino dinanzi a sé con faccia inebetita, bava alla bocca e occhi semichiusi dal sonno.

« ‘Gionno, marimo-chwaaaan... ».

Il leggero e dolce bacio sulle labbra che conseguiva era per Zoro il miglior buongiorno possibile.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Sanji non farebbe facce così terribilmente SPASTICHE quando svolazza intorno ad esseri di sesso femminile. Non so voi, ma a me fa paura.

Thousand Musses ~ ZoSan

27.  » Absence.

Tutta la ciurma aveva notato quel microscopico dettaglio. O meglio, aveva notato la mancanza di quel microscopico dettaglio.

Fu Nami a fare da portavoce. In fondo era stata lei, attraverso molteplici occhiate soppesanti e curiose, la prima a notare la cosa.

« Zoro? », disse, « Senti, ma tu non ne avevi tre, di orecchini? ».

Lo spadaccino strabuzzò gli occhi e, senza pensarci, fiondò la mano sul lobo sinistro. Trasalì febbrilmente quando al tocco percepì solo due ciondoli. « Ti sbagli! Io ne ho sempre avuti solo due! Vai da Chopper e fatti curare! », e dicendo – balbettando – ciò, pensò bene di eclissarsi il più rapidamente possibile.

Qualche giorno dopo, durante il rifacimento dei letti, venne trovato un pendente familiare nascosto tra le lenzuola.

Quelle di Sanji, per la cronaca.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Kuina non sarebbe morta ed ora sarebbe una donzella alquanto figa. GRANTITO.

Thousand Musses ~ ZoSan

28.  » Childhood.

Si sedette su ciglio della strada, in silenzio, e rimase così, ad osservare vitreo la gente che a fiotti scorreva davanti ai suoi occhi spenti.

Vide un gruppetto di bambini briosi giocare spensierati con delle spade di legno, e d’istinto deviò lo sguardo alla cinta, lì dove giaceva la sua katana, quella stessa katana che era appartenuta a Kuina.

Un tempo probabilmente sarebbe corso verso quei ragazzini e li avrebbe sfidati stoicamente a duello.

Un tempo.

« Ciao, come ti chiami? ».

Zoro alzò languidamente lo sguardo, incrociando quello brioso del biondino che gli era spuntato improvvisamente accanto.

« Zoro » grugnì seccato.

« Piacere, Zoro, io sono Sanji », il suo sorriso si spense dopo qualche attimo di esitazione, « Ehi, Non hai nessuno con cui giocare? ».

« Non mi interessa ».

« Sai, secondo me è perché hai i capelli strani ».

S’imbronciò, gonfiando le guance. « Io non ho i capelli strani! ».

« Oh, si, invece! », il biondino cominciò a ridere di gusto, indicandogli il capo, « Sembri un marimo! ».

« Cos’è un marimo? ».

« Un’alga verde ».

« Oh ».

I due bambini si osservarono per qualche istante, perdendosi l’uno nello sguardo dell’altro. A Zoro parve di specchiarsi in una limpida pozza d’acqua.

« Beh, io abito qui vicino », disse Sanji, spezzando il silenzio, « Ci possiamo beccare in giro, così posso prendere ancora un po’ in giro i tuoi capelli ».

« Anche il tuo sopracciglio non scherza, sai? ».

« Oi, vuoi fare a botte? ».

　

Se qualcuno gli avesse detto che quel moccioso impertinente qualche anno più tardi si sarebbe infilato nel suo letto – tra le sue braccia, sulle sue labbra - Zoro non ci avrebbe mai creduto.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Rufy avrebbe degli occhi un tantino più espressivi. Con quelli che si ritrova sembra uno scemo. Non che non lo sia, comunque.

Thousand Musses ~ ZoSan

29.  » Eyes.

Gli occhi di Zoro erano torvi, impenetrabili.

Bui come la più profonda notte priva di stelle, occhi ottenebrati, incapaci di lasciar trasparire alcuna emozione. I nemici definivano il suo sguardo cinico e spietato, inquietante come quello di un demonio; gli amici lo consideravano come una semplice manifestazione di placida indifferenza. Erano occhi vitrei, spenti, all’apparenza capaci d’osservare le cose unicamente in un vacuo esame.

Sanji non capiva per quale motivo la gente li definisse in tal modo. Lui vedeva chiaramente quello sguardo; ogni sera, indugiare sul suo corpo, in ogni suo più piccolo dettaglio. Ed era dolce, non malvagio. Non era indifferente, era avvinto come pochi. E quando osservava quelle iridi nere giurava di veder racchiuso in esse l’intero universo.

Sanji amava quello sguardo.

Per quanto scuro esso fosse.

 Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, dopo il suo emozionante viaggetto nella terra degli okama Sanji avrebbe fatto un arrapantissimo strip-tease davanti a Zoro. Seriamente.

Thousand Musses ~ ZoSan

3O.  » Present.

« Oi, cuoco! ».

Zoro si avvicina strascicando languidamente  i piedi a terra; ogni passo viene sfacciatamente accompagnato da un forzato sbadiglio, ogni sbadiglio è seguito da un sommesso borbottio incomprensibile. Le spade picchiettano nell’elsa riposta lungo la gamba, provocando un leggero, piacevole tintinnio.

« L’ho trovato per terra! Non farti strane idee, capito?! ».

Tende con un una plateale smorfia di sofferenza una piccola scatolina rossa, e rimane immobile, a fissare un punto vago dinanzi a sé.

« … ».

Il riflesso alla specchio ricambia lo sguardo, interdetto, e la smorfia sofferente si tramuta presto in una smorfia raccapricciata.

« Ma che diavolo sto facendo?! ».

Scuote la testa ed esce paonazzo dal bagno, imprecando sonoramente.

Stupido cuoco.

E stupido anello.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Barbanera ed Akainu starebbero agonizzando atrocemente da qualche parte sotto immani torture. Assieme a Nami, ovviamente.

Thousand Musses ~ ZoSan

31.  » Exception.

Le porzioni dovevano essere l’una perfettamente uguale all’altra.

Non dovevano differire in alcun dettaglio, nemmeno il più infinitesimale: identica quantità, identico aspetto, identiche ubicazioni del cibo, identico gusto sublime.

Tutto rigorosamente uguale per ogni bocca. La legge è uguale per tutti.  

Nessuna preferenza, nemmeno se implorata in ginocchio

Questo era ciò che Sanji aveva sempre sbandierato ai quattro venti, rappresentandolo come un suo austero credo personale. Una piccola legge intangibile conosciuta e mestamente accettata dall’intera ciurma.

Eppure Zoro non riusciva a spiegarsi per quale recondito motivo la sua quotidiana fetta di torta celava uno squisito cuoricino di marzapane ogni volta.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Zoro sarebbe più idiota di quanto già è. Lo è? Adoro i personaggi stupidi.

Thousand Musses ~ ZoSan

32.  » Suddens.

Le dita scorsero languidamente lungo la ruvida stoffa celeste, con una lentezza estenuante. Accarezzarono la pelle al di sotto della camicia con una serie movimenti circolari, andando poi a proseguire pigramente verso il basso.

Un mugolio impercettibile abbandonò le labbra schiuse nel momento in cui la bocca del compagno iniziò a percorrere lasciva l’incavo del collo, suggendone e marchiandone la diafana pelle.

« Zoro... ». Sanji socchiuse gli occhi, accecato da un invisibile velo di piacere, mentre ogni blando tocco da parte dello spadaccino infondeva in lui un eccitante senso di calore. « Nh... », Un mugolio, l’ennesimo.

E poi il silenzio.

Un imbarazzante, disarmante silenzio spezzato d’improvviso dalla voce rabbiosa dello spadaccino.

« M-merda! ».

Sanji sospirò. I bottoni della camicia avrebbe dovuto sbottonarseli da solo.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Doflamingo e Crocodile sarebbero sicuramente intenti a copulare da qualche parte in ogni saga. Che dire, sono sexy.

Thousand Musses ~ ZoSan

33.  » Closeness.

I fiocchi di neve turbinavano impazziti e il gelo penetrava brutale nelle ossa.

Il pirata si strinse sofferente nella villosa coperta di lana, arricciando appena il naso leggermente arrossato; accomodò il viso tra le ginocchia ripiegate contro il petto, in un vano tentativo di scaldarsi, e sospirò languidamente.

« Fa freddo ». Un soffio di caldo vapore si disperse celere nell’aria. Il tono era tremulo, sofferente. Sanji si accoccolò quanto gli era possibile tra le spalle, tremando appena. « Marimo, davvero, mi sto congelando ».

Il compagno di fianco a lui sbuffò sonoramente, passandosi stancamente una mano vagamente violacea lungo i verdi capelli increspati.

« E allora tornatene sottocoperta! », sbottò in un roco borbottio seccato, esasperato, « La vedetta devo farla io, non tu, idiota ».
Sanji lo fissò in silenzio per qualche istante, indignato; poi gonfiò puerilmente le guance e deviò lo sguardo verso il candido orizzonte.

« No », borbottò, arrossendo appena, « Io voglio stare qui ».

Lo spadaccino rimase interdetto, colto alla sprovvista da quel viso imbronciato e arrossato, irrigidito dal gelo.

« E va bene » ridacchiò, beffardo, « Vorrà dire che ti scalderò io, cuoco rompiscatole ». E posò un caldo bacio sulle sue labbra.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, sicuramente comunicherei alla Mediaset che il sangue è sempre stato rosso, non marrone.

Thousand Musses ~ ZoSan

01.  » Domain.

« Ehi bel biondino, cerchi compagnia? ».

L’ennesimo sospirò abbandonò languido le rosee labbra socchiuse, appena inumidite d’alcool.

Avrebbe dovuto immaginarselo, Sanji, di non riuscire a passare inosservato in una locanda del genere. Per lo meno non con quella camicia rosa semi-sbottonata e quei pantaloni neri a vita bassa.

La cosa tuttavia non gli era passata nemmeno per l’anticamera del cervello al momento giusto, ed ora, come per punizione divina, era costretto a sorbirsi uno dopo l’altro i penosi tentativi di abbordaggio di quell’ammasso di ubriaconi pervertiti.

Fece per aprire bocca, ma una figura possente si stagliò d’improvviso tra lui e il porco di turno, interrompendolo repentinamente.

« Sparisci o ti sminuzzo con queste spade ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Kuma non avrebbe fatto quello che ha fatto all’Arcipelago Sabaody. O almeno, lo avrebbe fatto solo a Nami.

Thousand Musses ~ ZoSan

35.  » Hush.

Un silenzio innaturale aleggia per la radura. Palpabile, raccapricciante, colmato solo dal sibilo tagliente del vento.

Rimango a fissare il vuoto.

Quel vuoto in cui tu stavi agonizzante fino a qualche dannato istante fa, e su cui ora giacciono solo gli sguardi attoniti ed impotenti della ciurma.

Quel fottuto Kuma ti ha sfiorato e sei sparito nel nulla. Come una bolla di sapone che scoppia.

Sento un dolore lancinante assalirmi il petto, brutale e spietato come un demonio.

Un viso coperto di polvere, di lacrime che ne seguono inesorabili i lineamenti, bruciando come fiamme d’inferno.

Sei sparito, sotto i miei occhi.

Non ho potuto fare nulla.

Non sono riuscito a fare nulla.

Scusa, marimo.

*pof*

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Sanji sarebbe rimasto un travestito. Davvero, sapete che figo? Sanjiko. Sarebbe stat—*viene calciorotata via dal diretto interessato*

Thousand Musses ~ ZoSan

36.  » Picaroon.

Era un pirata.

Un pericoloso ricercato con una taglia da capogiro sulla testa.

Un uomo stoico, freddo e calcolatore dinanzi ai nemici più disparati.

Un giovane bellicoso e virile, amante della nicotina, del buon cibo e delle belle donne.

Un ragazzo che aveva imparato sin dalla tenera età a vivere lottando. A sopravvivere combattendo, sempre e comunque.

Feccia, come direbbero alcuni. Un duro, come direbbero altri.

« Dai, marimo! Apri la bocca! ».

« MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO?! NON MI FACCIO IMBOCCARE! ».

« Su, fai ahhhh~ ».

« GIAMMAI! ».

Zoro non sarebbe mai stato dello stesso parere.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Ace sarebbe vivo e vegeto. Vegetissimo. FANCULO, ODACCHI.

Thousand Musses ~ ZoSan

37.  » Clouds.

Stavano sdraiati sul ponte della nave ad osservare silenziosi il cielo plumbeo, increspato di nuvole.

L’erba soffice inumidiva le loro schiene, la sottile brezza marina accarezzava i loro volti come un dolce tocco materno, e le nuvole sopra di loro s’inseguivano lente, sospinte dal vento. Nubi bianche, soffici; nubi cineree, sottili.  Sanji le guardava e sorrideva.

« Guarda quella, marimo », l’indice puntato al cielo e la paglia fumante tra le labbra, « Un cuore di panna montata. Per le mie dolci sirene ».

« Idiota ».

« Non credi siano stupende? ».

« Di che parli? ».

« Di Nami-san e Robin-chan, ovviamente! ».

« Idiota. Di nuovo ».

E mentre Sanji, ridendo, osservava il cielo, Zoro, sospirando, osservava lui.

Dio, che gliene fregava delle nuvole.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Rufy avrebbe una figlia di nome Carne. Monkey D. Carne. Fantastico.

Thousand Musses ~ ZoSan

38.  » Smoking.

La paglia iniziava a scorrere languidamente tra le dita. Si piegava appena, accarezzava delicata i polpastrelli, e s’inarcava di nuovo, come un fragile fuscello. Il pollice andava a picchiettare leggero l’estremità del filtro, e piccoli minuzzoli di cenere scendevano dolcemente a terra, come bruscoli di neve sporca. Solo allora quelle stesse dita affusolate adagiavano la paglia sulla bocca schiusa, flessa in un’espressione serena, rilassata; godente, per quei pochi istanti, di quell’acre gusto a lui tanto piacevole.

Le labbra rosee suggevano delicate, silenziose, e si schiudevano si nuovo per liberare una sottile nube di fumo cinereo; poi, nuovamente, la bionda tornava tra le dita, accompagnata da un movimento lento, elegante... ammaliante.

Probabilmente Zoro era l’unico ad interpretare il fumare di Sanji in questo modo.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Nami avrebbe mangiato un frutto del diavolo e cadrebbe costantemente in acqua. E nessuno ovviamente andrebbe a salvarla.

Thousand Musses ~ ZoSan

39.  » Taste

Sulle sue labbra giaceva un sapore composito, aspro, un gusto avvezzo di sakè lavorato che pareva non voler smuoversi mai.

Un sapore logoro, amaro, come le infinite notti trascorse a bere, come i pensieri indirizzati a lui, a quell’inesorabile rapporto che li legava l’un l’altro per intangibile volere d’un destino sempre stato così maledettamente avverso. Un gusto alterato da rabbia mutata in acerbo veleno, da deplorevoli illusioni conseguenti a quella sua unica, dannata debolezza, quella sua unica parte del corpo così dannatamente vulnerabile che pulsava incessantemente nel suo petto.

Quando si risvegliò, quell’alba, in quella gelida stanza marmorea di Thriller Bark, Zoro avvertì deposto sulle sue labbra un gusto diverso.

Dolciastro, pungente.

Nicotina, forse.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, le donne non esisterebbero. O meglio, ci sarebbe solo quella gran figa di Robin. OH, NICO ROBIN, SEI FANTASTICA.

Thousand Musses ~ ZoSan

4O.  » Skating.

Era imbarazzante – sconcertante – vedere il modo in cui quel branco di deficienti si dilettava tranquillamente coi pattini su ghiaccio, mentre lui, da perfetto idiota, si ritrovava ad agitare istericamente braccia e gambe  nel disperato tentativo di mantenersi in un penoso stato d’equilibrio precario, cadendo rovinosamente  faccia a terra ogni volta e scatenando irrimediabilmente l’ilarità di tutti i presenti.

« Fai pena, marimo! », ridacchiò Sanji, svolazzando seraficamente lungo l’intero perimetro della pista ghiacciata come se fosse la cosa più semplice al mondo. Zoro ringhiò un qualche insulto non ben definito al suo indirizzo prima di perdere nuovamente il controllo delle gambe e piombare rovinosamente a terra con l’ennesimo tonfo. « Ma quanto idiota sei? » sghignazzò il cuoco, avvicinandosi, « Dai, ti do una ma— ».

« Non ho bisogno di nulla! », ringhiò Zoro, rimettendosi miracolosamente in piedi ed allontanandosi.

Questione di qualche istante, ovviamente, e fu nuovamente  lungo disteso per terra.

« ... Cuoco ». Le guance imporporate per il freddo – o per l’imbarazzo, forse – e le labbra premute rabbiosamente contro il ghiaccio, « Dammi... dammi una mano... Anche solo per dieci secondi... ».

« Dieci secondi », ripeté il biondo, sorridendo, « Mi sembra un lasso di tempo ragionevole, marimo ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, dopo il suo emozionante viaggetto nella terra degli okama Sanji avrebbe fatto un arrapantissimo strip-tease davanti a Zoro. Seriamente. Lo so che è la terza volta che lo dico, ma ci tenevo veramente, io.

Thousand Musses ~ ZoSan

41.  » Search.

Zoro gettò una fugace occhiata attorno a sé, smarrendosi per qualche istante nella cromatica fiumana di gente che lo circondava.

S’udivano solo ciarle confuse, urla euforiche, lamenti di bambini e richiami di mercanti; nulla giungeva chiaro e distinto alle sue orecchie, in quel bordello.

Scosse il capo, sbuffando. « Quell’idiota del cuoco si è perso di nuovo! », borbottò, incrociando le braccia al petto, « Oh beh, io di certo non lo vado a cercare. Non sono mica la sua balia! ».

E quando Sanji, a fine giornata, lo rintracciava intento a chiedere disperatamente informazioni ad un attonito passante, non poteva impedire ad un ghigno soddisfatto di increspare le sue labbra.

« Cosa? Non mi sono perso io, è quel babbeo che si è perso! Faccia da idiota, ciuffo biondo e un ridicolo sopracciglio arricciato! P-possibile che nessuno l’abbia visto, accidenti?! ».

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Se OP mi appartenesse, dopo il suo emozionante viaggetto nella terra degli okama Sanji avrebbe fatto un arrapantissimo strip-tease davanti a Zoro. Seriamente.

... Eh? L’ho detto ancora?

Thousand Musses ~ ZoSan

42.  » Reunion.

Sapeva che Rufy, prima o poi, sarebbe andato a recuperare i suoi nakama, uno ad uno.

Sapeva che sarebbero tornati a navigare sulle stesse acque, sani e salvi, nuovamente insieme, reduci da quell’insopportabile separazione che aveva attanagliato insostenibilmente il petto di ognuno. Lo sapeva, lo aveva sempre saputo in fondo, dal momento in cui aveva ripreso conoscenza in quel logoro letto estraneo.

« ZOROOO! ».

E quel giorno ne aveva avuto la certezza assoluta, quando aveva udito la voce del suo capitano invocare il suo nome, quando aveva intravisto un vascello dilaniare la torbida nebbia del cimitero e farsi strada lungo di essa.

« YATTA! Abbiamo ritrovato anche Zoro! ».

« Stai bene Zoro?! Sei ferito? ».

« WAAHH! Uomo-katana, m-meno male che sei vivo! ».

«Ben tornato, spadaccino.»

« Zoro, grazie al cielo! ».

E nonostante la sua gioia rimaneva celata da un’inflessibile maschera di compostezza, dal petto si dissolveva il peso opprimente di ciò che, in quel periodo di distacco, aveva sempre tentato indefessamente di rinnegare.

... Apprensione?

Solo quando, inaspettatamente, si era ritrovato stretto in un amplesso a dir poco soffocante, con una massa informe di capelli biondi premuta contro il petto, quella stessa maschera si era inevitabilmente sbriciolata.

« Marimo-chwannnnnnn! ».

Al fatto che ad abbracciarlo – strozzarlo, forse – fosse il cuoco, il cuoco vestito da donna, ci avrebbe pensato in seguito.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Usopp e Perona sarebbero una coppia. USOPERO POWAH. Li amo. E Kaya... beh, che muoia.

Thousand Musses ~ ZoSan

43.  » Shield.

La ferita allo stomaco pulsa e brucia in maniera insopportabile. Spruzzi scarlatti zampillano instancabili dallo squarcio, Sanji tampona e disinfetta con padronanza – ormai quella dell’infermiere è diventata la sua nuova occupazione -, sbuffando e scuotendo la testa, fasciando e sbuffando ancora.

Zoro ringhia e borbotta; si divincola, tenta più volte di andarsene, ma l’altro lo tiene inchiodato alla sedia e non può far altro che rimanere ad imprecare.

« Non avevo bisogno del tuo aiuto, marimo deficiente. Me la sarei cavata benissimo da solo ».

« Non l’ho fatto per te, idiota! Avevo voglia di menar le mani e basta ».

« Beh, potevi andare ad affettare qualcun altro ».

Un attimo di esitazione.

« Io affetto chi mi pare e piace, e se non la pianti tu sarai il prossimo, cuocastro dei miei stivali! ».

Incredibile la faccia tosta con cui si ritrovava continuamente a minacciare il suo compagno, quando era il primo a essere disposto a farsi squarciare lo stomaco pur di preservare la sua incolumità.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, i cattivi sarebbero sicuramente più belli. Andiamo, sono tutti bruttoni. A parte Crocodile, ma Crocodile non è nemmeno poi così cattivo.

... Cioè, diciamo che è alternativamente cattivo, ecco. Uh.

Thousand Musses ~ ZoSan

44.  » Birthday.

« Oi ».

Zoro alza scettico il capo, le braccia incrociate dietro la nuca e la schiena poggiata contro la balaustra. Sanji gli sta di fronte, le mani infilate in tasca e la cicca fumante tra le labbra schiuse. « Oggi è il tuo compleanno ».

« Grazie per la delucidazione ».

« Non vuoi il regalo? ».

Lo spadaccino sgrana leggermente gli occhi, poi abbassa nuovamente le palpebre e sbadiglia. « Non mi pare di avertelo chiesto ».

Brutto buzzurro microcefalo.

« Lo prendo come un sì .»

« Prendilo come ti par— ».

Un contatto leggero, morbido, e la frase rimane sigillata tra due labbra calde, perdendosi in un sapore dolce, sordido di nicotina. Zoro se ne rende conto solo quando Sanji è già distante. « ... Sarebbe questo il regalo? », domanda, inarcando un sopracciglio.

L’altro si stringe nelle spalle, voltando la testa.

« Mh ».

« Bella schifezza ».

Sanji sgrana gli occhi, avvampa, si alza con uno scatto rabbioso e fa per avviarsi nuovamente verso la cucina.

« Oi, cuoco! ». Quell’idiota lo chiama senza scomporsi. È semplicemente insopportabile.

« Cosa vuoi?! ».

« Solo per informazione... quando compi gli anni? ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Nami non picchierebbe selvaggiamente nessuno della ciurma. Sarebbe la ciurma che picchierebbe selvaggiamente lei.

Thousand Musses ~ ZoSan

45.  » Bitterness.

« Zoro? ».

Lui non si voltò neppure.

Lei perseverò ugualmente.

« Sanji mi ha baciato. Prima, in cucina ».

Lo sentì esitare qualche istante, prima di parlare. Sguardo spento, voce roca. Occhi stanchi, quelli dello spadaccino.

« Ti ha baciato », ripeté.

« Sì ».

Sorrise amaramente. « Bene ».

« Zoro... ». La sentì avvicinarsi a passi lenti, fin quando l’esile mano non toccò leggera le sue spalle. « Puoi baciarmi, se vuoi. Così sentirai ancora il suo sapore ».

Lui si voltò lentamente, scuro in viso.

« Puzzi di mandarino, Nami », disse. Poi s’allontanò.

S’allontanò verso un cuoco che ormai non lo attendeva più.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Barbabianca non sarebbe morto in maniera così grottesca. Davvero, che senso. Sono impressionabile, io.

Thousand Musses ~ ZoSan

46.  » Bathroom.

Per quanto valoroso e zelante un individuo potesse essere, prima o poi la necessità d’espletare le proprie funzioni vitali in bagno si sarebbe manifestata sempre e comunque.

« Oi! Chi c’è in bagno? ».

La maniglia squassò d’improvviso e Zoro, intento a soddisfare i propri impellenti bisogni intestinali seduto sul water, strabuzzò gli occhi.

« Non azzardarti ad entrare! ».

Un attimo di silenzio attonito, seguito da uno sghignazzo divertito.

« Toh, ma guarda un po’ chi c’è! Hai bisogno di pulirti il culetto, marimo-kun? Forse è meglio che ti venga a dare una mano ».

« Non osar— ».

Sanji ghignò, assestò alla porta un calcio ben piazzato e fece irruzione nella stanza, venendo accolto da uno Zoro in mutande alquanto contrariato.

« Ops! Dovevo bussare? ».

« TI AMMAZZO! ».

Nemmeno si rese conto del sottile velo d’eccitazione che germinava inconsapevolmente alla vista dello spadaccino senza pantaloni, andando a sormontare l’acre piacere maligno che quella puerile provocazione concedeva.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, a quest’ora mi appresterei a fare un nuovo capitolo del manga piuttosto che studiare goniometria.

Thousand Musses ~ ZoSan

47.  » Nuisance.

Quella mosca lo stava tormentando da giorni.

La udiva ronzargli nell’orecchio quando s’assopiva, la sentiva zampettargli sulla pelle, la vedeva svolazzargli in faccia e posarglisi tranquillamente sul naso. E il fatto che quel naso fosse il SUO naso, il naso di Roronoa Zoro, faceva di quell’insetto uno degli esseri più scriteriati sulla faccia della terra.

Bzzzzz.

« Sparisci! ».

Quante volte aveva urlato a quello che pareva solo vento, quante volte s’era ritrovato gli sguardi perplessi dei compagni addosso. Ma quella dannata mosca perseverava.

«Ho detto di darci un taglio!»Ed era fastidiosa, assillante, insopportabile... Come quello stupido cuoco svolazzante.

Forse era per questo che ancora non l’aveva spiaccicata da qualche parte.

Blatereggiando.

Sono in un ritardo pauroso, ma… BUON NATALE A TUTTI!

Lo so, sono un essere immondo, ma purtroppo per varie cause ispirazione zoccola, coff* non ho potuto aggiornare puntuale per Natale. Scusatemi tutti quanti, e ancora un felicissimo Natale, Santo Stefano, Capodanno, Pasqua, San Valentino e compagnia bella. Grazie mille a tutti per aver... diciamo pure resistito, fino a questo punto.

Pervy Merry Christmas!

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Sanji non avrebbe quelle orride sopracciglia a @. Piuttosto gli avrei fatto le sopracciglia a triad. La traid dei 30 Seconds to Mars, intendo.

Thousand Musses ~ ZoSan

48.  » Trap.

Uno scintillio sottile e leggero baluginò d’improvviso alla luce soffusa della candela, e una figura vagamente familiare gli si parò dinanzi con fare imperioso.

Sanji sentì qualcosa stringergli in modo convulso le braccia, un respiro caldo lambirgli lieve il collo, e a repentino seguito lo stipite della porta divenne un tutt’uno con la sua schiena – non con una sua certa nota di disappunto.

Vide Zoro avventarsi contro le sue labbra con un impaccio assurdo, ringhiando qualcosa d’indefinito dopo aver mancato ad un primo tentativo l’entrata alla sua bocca – cretino -, e lui non poté far altro che strabuzzare gli occhi e mugolare di disappunto alla realizzazione che quella cosa spaventosa a cui stava inconsciamente partecipando altro non era che un bacio - per modo di dire, dato che il marimo gli stava letteralmente masticando il labbro come un chewingum.

Quando si staccarono, lo sguardo oltremodo scioccato di Sanji iniziò a schizzare da una parte all’altra della stanza con fare isterico, fino a arrestarsi fortuitamente sopra la sua testa, dove la figura di un rametto sfavillante troneggiava sinistramente nella penombra.

« V-vischio... », affannarono le sue labbra, ancora schiuse e rosseggianti.

Ma lo spadaccino parve non comprendere.

« Vischio? E che roba sarebbe? ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Mihawk avrebbe giocato a tris sul petto di Zoro. Almeno il marimo avrebbe una cicatrice molto più figa, adesso.

Thousand Musses ~ ZoSan

49.  » Promise.

Il vento che spirava era freddo e penetrante, proprio come la greve sensazione che in quell’istante gli stava attanagliando mordace il petto.

Sanji sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato – e s’era anche già austeramente prefissato di non interferirvi in alcun modo - tuttavia mai avrebbe immaginato che vedere quell’idiota volgersi verso l’imponente figura di Drakul Mihawk una seconda volta potesse risultare così dannoso per la sua salute.

« Oi, marimo! ». Non riuscì a trattenere un’imprecazione contro le sue labbra per essere state così’ altamente bastarde da muoversi senza il suo consenso.

Vide lo spadaccino voltarsi, ignorando teatralmente quel nomignolo – che tanto ormai era il suo secondo nome.

« Cosa? ».

E Sanji rispose, urlando, affinché tutti potessero sentirlo. « Sappi che se muori... ti prenderò a calci in culo fino ad ammazzarti! ».

Zoro rimase spiazzato per qualche istante. Poi ghignò. « Allora cercherò di sopravvivere, biondo! ».

E Sanji era certo che avrebbe mantenuto il suo impegno.

Blatereggiando.

*arriva ansimando*

Ok, ci ho messo parecchio ad aggiornare ma C’HO LA SCUSA! Ohohoh.

Per celebrare la raggiunta dei 50 capitoli, ho deciso di fare questa sottospecie di suicidio cerebrale, ovvero, 21 drabble/flashfic che iniziano ciascuna con una lettera dell’alfabeto italiano. [Edit 25/11/10 In realtà sono 20 perché mi sono dimenticata la lettera L, LOOOOOOL. Cazzo rido].

Dato che per me questi 50 capitoli sono un piccolo traguardo, ho deciso di usare questo piccolo spazio per ringraziare sentitamente tutti coloro che fino ad ora mi hanno seguito.

Un grazie enorme, quindi, a tutti coloro che hanno commentato, e un grazie anche a chi ha solo letto eclissandosi senza lasciar traccia. No, non va, dovete commentare, ingrati.

Grazie per i preferiti, i seguiti, e i ricordati. Grazie a tutti, davvero, spero che per i prossimi 50 capitoli *qualcuno le scaglia una padella addosso con un urlo raccapricciato* continuerete ad accompagnarmi in questa raccolta. Grazie a tutti, ancora. Thank you <3

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, la Merry non sarebbe finita dov’è finita in fondo al mar. Avrebbe incontrato la Sunny e avrebbero avuto tanti figli (?).

Thousand Musses ~ ZoSan

5O.  » Special Chapter.

Aveva sempre avuto una determinata concezione di sensualità, lui: corpo procace, forme tonde e sode, capelli morbidi e fluenti, pelli lisce e vellutate da far impazzire al più blando tocco; Sanji aveva sempre considerato la sua donna ideale una fanciulla con tali e sole caratteristiche, perfetta e delicata in ogni movenza, dalla voce armoniosa e flautata, in grado d’accendere i più serbati istinti con un’unica, languida occhiata seducente.

E allora guardava Nami, e guardava Robin, e vedeva giacente nei loro corpi mozzafiato ogni singola peculiarità a cui lui tanto agnognava con perseveranza quasi maniacale.

Poi lo sguardo cadeva accidentalmente su quell’insulto alla vista verde ramarro semidisteso sul ponte, arenato come un’alga sullo scoglio, e tutte le indefesse concezioni di sensualità sfumavano come leggeri bruscoli di polvere al vento; come il fumo cinereo della sua piccola paglia asprigna che cadeva inevitabilmente a terra, all’improvviso incrocio di sguardi imbarazzati che conseguiva.

Benchè saper cucinare fosse tutto fuorchè una priorità personale, Zoro aveva imparato ad apprezzare particolarmente quelle piccole lezioni quotidiane d’arte culinaria a cui il cuoco l’aveva obbligato per mesi e mesi, sotto meschine minacce a cui gli era stato impossibile opporsi - la confisca delle scorte di sakè per un anno intero, per esempio.

“Il cibo non và mai sprecato” gli era stato detto, e così lui aveva ripetuto seraficamente ad un attonito cuoco, dopo aver tolto dalle sue labbra alcuni chicchi di riso con la punta della lingua.

Correre verso un sogno la cui realizzazione giaceva nell’incertezza poteva risultare stupido, perché  forse ciò verso cui si andava incontro altro non era che un’utopica ambizione priva di qualsiasi possibilità di realizzazione, a cui si concedevano solo vane energie.

Ma Zoro continuava instancabilmente a farlo, senza perder tempo a domandarsi se quello che stesse facendo fosse razionale o meno.

Poi le rapide gambe del cuoco si affiancavano alle sue, e lo spadaccino non poteva voler altro che correre ancora più veloce.

« Davvero?! ».

Sanji annuì con rigide calate di capo, mentre gli sguardi attoniti di capitano e cecchino continuavano a soppesare in modo a dir poco morboso il suo corpo, chiazzato di strani segni rossi.

« Ho sviluppato un’insanabile – e marcò bene l’ultima parola con un ringhio rabbioso – allergia alle alghe verdi. E questo è il risultato ».

« Oddio! È contagiosa? ».

« No. Ce l’hanno solo i cuochi biondi ».

« Ah, ok, allora sono tranquillo ».

E mentre i compagni uscivano dalla cucina parlottando, Sanji sospirava, ripetendosi mentalmente d’inventarsi una scusa meno idiota per il prossimo interrogatorio.

Perché a distinguere un succhiotto da un segno allergico Chopper non ci avrebbe messo molto.

Era sempre stato decisamente irritante vedere il cuoco prodigare ad ogni essere femminile quelle assurde moine, e la cosa risultava ora ancor più seccante e innervosente nella consapevolezza che quei gesti e quegli sproloqui venivano intenzionalmente compiuti nel solo ed esclusivo intento di farlo scoppiare.

« Nami-Saaaaan! Robin-chaaaaan! Luci dei miei occhi, uniche mie ragioni di vita, gli altri esseri in confronto a voi sono tutti degli insulti alla vista— ».

« Piantala imbecille! Mi stai disturbando! ».

I rimbrotti furiosi che conseguivano a quelle sceneggiate in realtà erano il personalissimo modo di Zoro per mascherare la pungente gelosia che si faceva largo nel suo petto, gli insulti che traboccavano dalle sue labbra non erano che sottili messaggi subliminali che invitavano caldamente il biondo a darci un taglio con quei vagheggiamenti.

Ma Sanji li ignorava platealmente, proseguendo sornione nelle sue contemplazioni; perché solo quando il marimo avrebbe urlato ai quattro venti un tonante “Sono geloso! Piantala di fare il cretino!” allora, magari, gli avrebbe dato retta.

Forse non aveva capito bene.

Forse aveva bevuto troppo, e il bruciante sapore dell’alcool, oltre a raschiargli la gola, gli stava anche raschiando il cervello causandogli degli allucinanti abbagli.

« Cosa hai detto, cuoco? ».

Lo guardò strascicando le parole, riuscendo ugualmente a far traboccare da esse la tipica ostilità che le contraddistingueva; quel biondo da strapazzo aveva osato ripeterlo non una, ma tre volte, e ciò dava conferma allo spadaccino che l’instabilità mentale causa alcool non era ancora stata raggiunta.

« Come? Non hai capito? Ho detto che ce l’hai piccolo, signor marimo ».

Ovviamente non ci volle molto perché Sanji potesse appurare l’inattendibilità della propria affermazione.

Guardare i loro litigi, le loro offese, il loro picchiarsi a sangue e il tentare reciprocamente di gettare l’altro fuori bordo era divenuto oramai un’azione quotidiana da cui l’intera ciurma di Cappello di Paglia non poteva esimersi in alcun modo. Zoro e Sanji erano fatti così, erano geneticamente destinati a comportarsi sempre e solo come un marito e una moglie in crisi post-matrimoniale.

Ciò che forse coloro che li giudicavano in tale modo non sapevano, era che la figura di marito e moglie che li caratterizzava non era presente unicamente a livello metaforico.

Perlomeno, i piccoli gioielli aurei che i due nascondevano nelle tasche dei pantaloni all’insaputa di tutti, davano quest’impressione.

« Hai... hai la benchè minima idea di cosa sia questa? ».

Sanji puntò un indice in avanti con uno sguardo oltremodo raccapricciato.

« È... è una torta! », Zoro additò il piatto con fare vilipeso, brandendo poi pericolosamente il mestolo sporco di crema verso la figura del cuoco ed aggiungendo ulteriori chiazze appiccicose al pavimento ormai maculato della cucina, « Che diavolo vuoi che sia, cretino?! ».

« Non certo una torta! Questo è un insulto anche per una merda di gabbiano! ».

« Co—COME OSI?! ».

Il biondo sbuffò esasperato, puntellando una gamba contro il petto del compagno affinchè quell’idiota non gli si scagliasse contro a spade già spiegate. « Intendo dire che manca qualcosa, cuoco incapace che non sei altro! ».

« Sono uno spadaccino! ».

« Anche no ».

Ignorò bellamente la caterva d’insulti che conseguirono, inforcandosi il grembiule e inzaccherandosi la punta il dito con della crema avanzata. Tracciò poi una spirale e una linea dalle fattezze vagamente simili ad una cicatrice, attorniando il tutto con un cuore melenso.

« Adesso è perfetta ».

« No, davvero. Sei un imbecille ».

« Ti amo anche io marimo ».

E buon anniversario.

« I feel so much better now that you’re gone forever… ».

Sanji sussurrava piano, intonava una canzone di cui non ricordava nemmeno la provenienza; era come se fosse sempre rimasta lì, ad albergare nel suo cuore, nell’attesa d’essere pronunciata dalle sue labbra.

Guardava le katane abbandonate in un angolo della stanza, katane che ora non possedevano più un padrone e che mai più sarebbero state impugnate, e cantava flebilmente, perché ne sentiva il bisogno.

Poi lacrime salate scendevano inesorabilmente dai suoi occhi spenti, e l’ultima strofa veniva inghiottita da un singulto malcelato per troppo, troppo tempo.

*Da “Gone Forever” dei Three Days Grace.

Mentire era una delle cose che forse gli riusciva meglio.

Mentire, nascondersi, celarsi agli occhi dei compagni al di sotto di strati e strati di maschere e finizioni. Non che Sanji godesse o provasse un qualche perverso piacere nel comportarsi in questa maniera assolutamente ipocrita, semplicemente era il suo modo di fare, di proteggersi e racchiudere in sé i suoi stati d’animo, affinché nessuno potesse far realmente luce su di essi.

E per quanto risultassero incredibilmente realistiche agli occhi dei suoi compagni, era fin troppo consapevole che ci sarebbe sempre stato un soggetto a cui quelle apparenze non sarebbero che rimaste tali: solo fitte mura di carta, da squarciare, da fendere con le proprie spade, al fine di raggiungere il debole fulcro racchiuso al loro interno.

Sanji odiava Zoro anche per questo.

Non era un tipo particolarmente loquace, né gl’interessava essere o risultare socievole agli occhi degli altri.

Lui era Roronoa Zoro, in fondo.

E la sua notoria figura di burbero spadaccino scontroso e scorbutico era divenuta ormai un luogo comune posto sulle bocche di tutti.

A lui non piaceva parlare, le questioni riteneva molto più opportuno risolverle con un secco colpo d’affilata spada.

Si chiedeva, però, se fosse bastato aprire il petto del cuoco con un taglio superficiale per poter far sì che il suo cuore non cadesse nelle mani di qualche donna.

« Ora la pianti ».

« Ma che sto facendo? », domandò Sanji candidamente, pulendosi la bocca sporca con il tovagliolo.

« Fai... », Zoro esitò, sospirando pesantemente, « Fai quelle cose, davanti a me ».

«Cose? Quali cose? », il biondo aggrottò le sopracciglia, « Sto mangiando una banana come farebbero tutti i comuni mortali, cretino ».

« I comuni mortali non mangiano banane in quel modo, imbecille – e non chiamarmi cretino ».

« Ah, no? E allora illustrami tu come si mangia, Mister Banana! ».

« Con piacere! E non osare chiamarmi Mister Banana, cuoco pervertito! Tu e questi dannati doppi sensi idioti... ».

« Ma quali doppi sensi?! Sei scemo? E non mangiare la banana in quel modo, depravato! ».

« Come osi darmi del depravato?! Vuoi che ti affetto? ».

E mentre Zoro e Sanji altercavano animatamente circa il modo di mangiare civilmente una banana, Nami e Usopp, appostati dietro la porta, si domandavano sconsolatamente se l’imbecillità di quei due avrebbe mai raggiunto un limite.

« Preparati il pranzo da solo, non sono il tuo cameriere, idiota! ».

« Ci sono degli avanzi in frigo, mangiati quelli e non mi seccare ».

« Ti ho messo da parte del cibo. È andato a male, ma è sempre meglio di niente, no? ».

« A te piacciono gli onigiri, giusto? Ce ne uno che mi è appena caduto per terra. Puoi mangiarlo ».

« Ti ho preparato il pranzo al sacco. Può darsi che ci sia del cianuro, ma non tu farci caso, marimo-kun ».

Si vedeva che il cuoco ci teneva alla sua salute.

Quando erano giunti in quella bettola dimenticata da dio Zoro aveva sentito fin da subito un vago sentore di guai. Non che fosse strano, ormai era un olezzo che aleggiava costantemente attorno a sé e ai suoi compagni, ma c’era da dire che quella volta l’odore era... particolarmente pungente. E decisamente fastidioso, sì.

E non era dovuto solo all’alcool che defluiva a fiumi dalle brocche, o dalle cicche e i sigari fumanti dei tizi maleodoranti spaparanzati sugli sgabelli; quando la voce roca e sbronza di un grassone giunse alle sue orecchie, ne aveva avuto l’assoluta conferma.

« Massì... Cappello di Paglia... Hai visto le due femmine...? E poi c’è anche quel bel biondino, lo vedi...? Quello seduto lì in fondo con la camicia aperta...  Se lo sbatteranno ogni notte, con l’aria da sgualdrina che si ritrova... ».

Zoro s’alzò seraficamente dalla propria sedia, verso il tavolo dell’uomo.

Lo raggiunse a passi lenti, controllati, prima di pararglisi freddamente dinanzi con altrettanta fermezza.

« Ehi, che vuoi? », gracchiò quello, « Non vedi che— ».

Un sibilo metallico, una spada che si levava a fendere l’aria, e un urlo terrorizzato che prorompeva d’improvviso a squarciare il vociare sommesso.

Ovviamente i guai non erano per Roronoa Zoro.

Ricordava che, quand’era ancora un moccioso, aveva fatto una piccola gita con Kuina e Koshiro-sensei lungo il Mare Orientale.

Erano giunti fino ad una locanda galleggiante sull’acqua, una bettola maleodorante di salsedine e ricoperta d’alghe, ma nonostante le apparenze, la sbobba ch’era stata servita loro era risultata veramente di ottimo sapore.

« Allora, è buona? ».
Era stato un bimbetto biondo a servirlo, un bambino pressappoco della sua età con un grembiulino bianco impiastricciato di sugo; lui l’aveva guardato imbronciato, aveva ingoiato l’ultima cucchiaiata di zuppa con un’espressione indispettita e aveva poi alzato tracotante le spalle con un ghigno perfido dipinto sulle labbra.

« No, fa schifo! »

Non rammentava molto di quell’episodio, ma la rissa ch’era conseguita a quelle parole era stata impossibile da smuovere dai suoi ricordi.

«A llora marimo, non è delizioso? ».

« No cuoco, fa schifo ».

Anche perché era una scena che, per volere forse d’un destino particolarmente bastardo, si ripeteva costantemente.

Sanji stava blaterando da un’abbondante mezz’ora, ormai.

Straparlava di donne, di Nami-“san”, di Robin-“chan”, di amori non corrisposti, di donne ancora, di quanto si sentisse incompreso dal gentil sesso e stronzate varie.

Aveva trovato in Zoro un ottimo confidente; un po’ per l’alcool che probabilmente annebbiava la sua testa verde, un po’ per la consapevolezza che quelle parole di sfogo entravano da un suo orecchio ed uscivano placidamente dall’altro pochi secondi dopo, e s’era ritrovato sul ponte deserto della nave in compagnia dello spadaccino, alla luce delle stelle, a scaricare quella che lui aveva sempre definito la sua “immane frustrazione”.

E allora parlava, parlava e parlava, e la testa del marimo ciondolava ritmicamente a destra e a sinistra, scandendo ogni sua parola.

Sanji continuava a farneticare di donne, di amori non corrisposti, del vitale bisogno di un calore di cui il suo povero cuoricino a pezzi era privo, nella convinzione che il compagno non lo stesse minimamente a sentire.

Ma Zoro, il cui sguardo era celato dalle palpebre abbassate, lo stava ad ascoltare, sempre.

E si chiedeva se il cuoco sarebbe mai stato disposto ad ascoltare la sua, di frustrazione; la frustrazione che colmava inevitabilmente il suo petto, all’udire quei discorsi.

Tutto, prima o poi, giunge al termine.

Ogni cosa ha una sua conclusione, una conclusione decretata da un fato immutabile, una conclusione che non si può evitare in alcun modo.

La loro giovinezza, la loro avventura, la loro vita: un giorno, tutto avrebbe avuto fine. Ma loro non se ne curavano.
Perché al termine della loro esistenza, seppur all’inferno, sarebbero rimasti comunque insieme.

E se qualche dio si fosse opposto a tale decisione, l’avrebbero preso a calci e affettato colpi di katana, in un modo o nell’altro.

Perché erano Zoro e Sanji, erano pirati - erano amanti? -, e l’essere convenzionali non era mai rientrato nelle loro specialità.

« Una volta, una soltanto », sospirò piano Sanji, mentre il bacino di Zoro iniziava a premere contro il suo. Entrambi i polsi sottili inchiodati alla parete, legati dalla cravatta particolarmente stretta, e le mani ambrate che iniziavano a vagare sul suo petto scoperto con un’improbabile dolcezza; lo spadaccino sfiorò appena la gota lievemente arrossata del cuoco con la punta del naso, prima di stampare il proprio ghigno sornione sulle sue labbra schiuse.

« Scordatelo, principessina », ridacchiò piano, soffiando sensualmente nell’orecchio del compagno; Sanji rabbrividì appena a quel contatto, iniziando ad affannare impercettibilmente.

« Una... una volta soltanto... », mugolò, divincolandosi in modo estremamente poco convinto dalla presa dell’altro.

Il tono eccitato che aveva iniziato ad avvertirsi nelle sue parole non potè che spingere Zoro a riprendere quel caldo ed umido contatto, al quale il biondo s’abbandonò dopo pochi istanti d’esitazione: congiunse le labbra con quelle del vicecapitano, abbandonandosi ad un turbinio di emozioni che non aveva nemmeno voglia di perder tempo a classificare.

Sanji sentì solo il calore montare inesorabile, un calore che rimase a permeare nel suo corpo anche dopo essersi separato dallo spadaccino, evidente in modo tale sulle sue guance da non poter nemmeno essere celato dalle ombre della sera.

« Avanti, cuoco », Zoro ghignò tronfio, quando lo sguardo si posò sul suo volto irrorato, « Uomo sopra e donna sotto, così dev’essere. E... », s’interruppe un attimo, prima d’iniziare a punecchiargli le gote con fare sornione, « ... tu non starai MAI sopra il sottoscritto ».

« Muori », ringhiò sommessamente Sanji, scostandogli rapidamente la mano dal viso e fumando d’imbarazzo.

« Un’adorabile mogliettina, davvero », ridacchiò Zoro, prima di zompagli una seconda volta addosso.

Vedere un’espressione diversa dal solito broncio che albergava sul volto di Zoro era una cosa più unica che rara, tanto che a bordo della nave l’avvistamento di un qualsiasi minimo mutamento nella sua brutta faccia era oramai considerato un evento leggendario.

Sanji, tuttavia, poteva vantarsi d’aver scorto - sebbene un’unica volta - un sorriso leggero, increspato su delle labbra stranamente distese dello spadaccino.

Era stato quando, una mattina, s’era risvegliato accanto a quell’idiota, con un suo braccio possente a cingergli il fianco e il suo brutto muso immerso nei capelli biondi.

Aveva notato quel sorriso altamente ebete impresso sulle labbra, e non aveva potuto fare a meno di pensare a quanto quello scemo, in fondo, s’accontentasse di poco.

Zoro Roronoa era un tipo a cui l’amore, i sentimenti e altre svenevolezze simili – quelle che largiva costantemente il cuoco idiota a destra e a manca, per intenderci – altro non parevano che futili sciocchezze.

Perché innamorarsi gli risultava decisamente stupido, stupido perché portava ad essere deboli, portava alla distrazione dagli obbiettivi prefissi, conduceva l’uomo sull’orlo dello stato più deplorevole, e lui non sarebbe mai caduto in quel limbo di stupidi smancerosi, fino a quando, perlomeno, non fosse diventato uno sfrenato masochista.

Era un tacito accordo che avevano fatto, lui, la sua mente e il suo cuore, organo che ad altro non sarebbe dovuto servire che pompare il sangue nelle vene.

« Ma... ma cosa diavolo ti sei fatto allo stomaco? ».

« Proprio niente, cuoco! È solo un taglietto ».

«Sì, un taglietto, e Rufy è vegetariano! Và da Chopper e fatti ricucire quella ferita prima di crepare dissanguato, idiota! ».

« Non mi chiamare idiota, idiota! E io vado dove mi pare e piace! ».

« Sì, ma non nella mia cucina! Stai insozzando di sangue dappertutto! ».

« Non mi seccare! Se voglio starmene in cucina, rimango in cucina tutto il tempo che voglio! ».                  

« ... Dì, Zoro, è masochismo, il tuo?»

Forse.

« NO! ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Kalifa avrebbe mazziato Nami di botte. Poi l’avrebbe usata come saponetta per pulire il pavimento.

Thousand Musses ~ ZoSan

51.  » Togheter.

Fissò vitreo davanti a sé, mentre la figura dello spadaccino iniziava ad avanzare con tronfia lentezza lungo la battigia.

« Dove sta andando quel demente? ».

Il suo tono era atono, spento, ma le dita contratte in pugno, nascoste nelle tasche, gli stavano lentamente perforando i palmi.

« A morire, penso », rispose semplicemente il carpentiere, stringendosi nelle spalle.

« Imbecille ».

Aspirò languidamente una boccata di fumo, prima di scavalcare felino la balaustra e atterrare sull’arida sabbia.

« Dove stai andando, torciglio? », lo chiamò il compagno, dall’alto della Sunny.

Sorrise. « Due contro cento è più ragionevole, non credi? ».

Forse, ad essere imbecilli, erano in due.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Sanji andrebbe in giro con camicie sbottonate più spesso.

Thousand Musses ~ ZoSan

52.  » Stink.

Odore di carne, di polvere da sparo, di cola e di tè inglese; aroma pungente di mandarino, di libri invecchiati nel tempo, di medicinali dal dubbio sapore.

Erano tante le fragranze che aleggiavano tra le lignee pareti di quella nave, caotiche e discordanti, come le cacofoniche urla dei loro proprietari.

« Cuoco, dannazione, puzzi! ».

Zoro portava appresso un astruso aroma salato, un frammisto di sakè, sangue e sudore.

Un fetore selvaggio, che gli conferiva un’immagine ancor più da troglodita di quanto egli già non fosse – e che a Sanji faceva decisamente ribrezzo.

« Mai quanto te, scorfano verde! ».

E il biondo, dal canto suo, aveva un odore pungente e terribilmente dissonante, un odore in cui l’asprezza della nicotina si contrapponeva malamente alla dolcezza ributtante della sua melensa colonia – e che a Zoro, naturalmente, faceva venire il voltastomaco.

« Lavati! ».

« Ma lavati tu, idiota! ».

Poi vi erano i giorni in cui il cuoco sapeva stranamente di spadaccino, e lo spadaccino sapeva stranamente di cuoco.

Ed erano i medesimi ed unici giorni in cui, per qualche astruso motivo, l’uno non si ritrovava a sbandierare il suo immenso ed abnorme disgusto circa l’olezzo dell’altro.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Zoro sorriderebbe più spesso. In modo malvagio, s’intende. È un gran figo quando ghigneggia (?).

Thousand Musses ~ ZoSan

53.  » Annoying.

Stava fermo lì, seduto al tavolo della cucina, senza un motivo preciso.

Il viso annoiato poggiato sul palmo della mano, le labbra serrate ed umide d’alcool, gli occhi scuri, vitrei e spenti, ad osservare qualcosa senza realmente vederla.

« Zoro, mi stai irritando ».

« Bene », rispose lui semplicemente, abbassando le palpebre.

E Sanji ringhiò qualche cosa di non ben definito, stringendo i pugni nascosti nelle tasche e tentando invano d’incenerire lo spadaccino con lo sguardo.

« Perché diavolo devi stare qui? ».

« Perché ne ho voglia », sospirò, « Fa finta che io non ci sia, cuoco ».

Sanji lo fissò allibito qualche istante, masticando nervosamente il filtro consunto della sigaretta, prima di voltarsi nuovamente verso il piano cottura con uno scatto rabbioso.

« Facile a dirsi », mormorò a fior di labbra, riprendendo ad agitare una padella in cui il cibo non c’era più da un pezzo.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, probabilmente tutta la ciurma avrebbe avuto dei sogni più realizzabili. Che so, tipo “Voglio incontrare Jared Leto!”, oppure “Voglio diventare la moglie di Jared Leto!”, oppure, “Voglio vedermi un concerto dei 30 Seconds to Mars direttamente in braccio a Jared Leto!”.

... No, un attimo, questi sono i miei sogni.

Thousand Musses ~ ZoSan

54.  » Belief.

Lo vedeva spesso, alle luci vermiglie del tramonto, osservare languidamente l’orizzonte con sguardo vitreo perso nelle infinite increspature delle onde, nella consapevolezza –falsa – di non essere scorto da nessuno. Vedeva il fumo cinereo disperdersi nell’aria, vedeva il mozzicone della sigaretta consumarsi lentamente, vedeva la stoffa della solita, orrenda camicia venire impregnata dagli schizzi dell’acqua salmastra. Lo vedeva – provava l’irrefrenabile voglia di buttarlo in acqua – e gli si avvicinava a passo pesante, calamitato da qualche astrusa forza magnetica a cui s’era arreso ormai da tempo.

« Lo troverai, cuoco. L’All Blue, intendo ».

E il biondo lo guardava sempre con un leggero stupore, colto alla sprovvista, sorpreso da quell’affermazione così sfacciatamente sicura, prima di gettare la paglia in mare con un languido movimento e voltarsi beffardo nella sua direzione.

« Ovviamente, marimo. Lo spadaccino più forte del mondo dovrà pur mangiare qualcosa degno del suo livello, no? ».

E sorridevano, beffardi, in appoggio ad una fiducia reciproca che nessuno dei due avrebbe mai ammesso, nonostante tutto.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenes—JARED LETO PERCHÉ NON MI VUOI. Scusate, sono in piena crisi ormonale.

Thousand Musses ~ ZoSan

55.  » Discovery.

« Saaaaanji! Saaaaaaanji! ».

Rufy trotta per la nave come un marmocchio eccitato, baluginando entusiasmo dagli occhioni color pece e strillando come un pazzo.

Và sul ponte, scende sottocoperta, torna sul ponte di nuovo e s’arrampica quindi sull’albero maestro, travolgendo tutto ciò che ha la sventura di capitargli davanti – Nami compresa, che tenta invano d’ammazzarlo con un Clima-Tact.

Sta cercando il cuoco di bordo, e lo fa disperatamente, perché il suo stomaco ha l’assoluto bisogno di una dozzina di bistecche giganti.

« Saaaaaaanji! Uffa dove sei?! ».

Rufy lo chiama sempre più forte, sempre più arrabbiato, ma Sanji non risponde.

E allora lui lo cerca in cucina, lo cerca in bagno, lo cerca nell’Acquarium soppesando ogni pertugio e ogni singolo nascondiglio.

Niente.

E il suo stomaco borbotta sempre più forte.

« Sanjiiiii! Ho fam— ».

Solo quando la porta della cabina dei rilevamenti si spalanca, rivelando un cuoco e uno spadaccino seraficamente addormentati a terra l’uno contro l’altro, avvolti nella stessa coperta, la fame del capitano svanisce tutt’un tratto.

L’unica cosa da fare, ora, è mostrare ad Usopp quest’incredibile scoperta.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, i frutti del mare sarebbero tutte banane. Così.

Thousand Musses ~ ZoSan

56.  » Banana.

« Zoro è come una banana acerba, verde e acido ».

Il capitano ciondolò sulla sedia mantenendo un’espressione particolarmente assorta, ignorando bellamente il rabbioso “che diavolo stai blaterando, babbeo?!” che conseguì alle sue parole.

« Le banane verdi non piacciono a nessuno, perché sono amare e si appiccicano alla bocca », tono oncentrato, ponderato; il capitano non pareva così loquace da tempi immemori – e non che a Zoro la cosa dispiacesse, comunque.

« Non so se te ne rendi conto Rufy, ma mi stai paragonando ad una banana ».  

« Le banane acerbe dopo qualche giorno maturano », lui si mise un dito nel naso in tutta risposta, « E diventano un po’ verdi e un po’ gialle ». Un minuto di silenzio assorto. « Le banane vergialle sono le migliori, perché sono un po’ amare e un po’ dolci ».

Zoro lo guardò traverso. Molto traverso. Confuso, basito, e anche un po’ schifato.

« Rufy, non esistono banane vergialle », disse.

« Allora giallerdi » rispose il capitano, con ovvietà.

« Né vergialle né giallerdi, idiota. Le banane o sono gialle, o sono verdi ».

Rufy lo guardò corrugando le sopracciglia. « Le banane vergialle esistono, invece. E sono le più buone perché sono un po’ gialle e un po’ verdi », e ciò dicendo s’alzò con un balzo dalla sedia, saltellando verso la porta. « Certo che non capisci proprio niente, Zoro! ».

E mentre lo spadaccino rimase a strabuzzare gli occhi totalmente allibito, il cuoco, dal suo angolo cottura in fondo alla cucina, si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Zoro e Sanji si affibbierebbero offese più creative. Insomma, dopo un po’ “idiota”, “cuocastro” e “marimo” stancano.

Thousand Musses ~ ZoSan

57.  » Toast.

« Oi, sakè? ».

Zoro fissò perplesso la figura davanti a sé per qualche istante, prima di riabbassare le palpebre e rimettersi a dormire come se nulla fosse.

« STO PARLANDO CON TE, BRUTTO IDIOTA! », fu la risposta che giunse dopo qualche sconcertato secondo, accompagnata da un brutale calcio nello stinco che fece bestemmiare lo spadaccino in una dozzina di lingue diverse.

« CHE DIAVOLO VUOI, CUOCO PSICOTICO?! », parve più un gemito straziato che un urlo furioso, tanto che Sanji non riuscì a trattenere uno sghignazzo sguaiato.

« Ma mi sembra evidente, no? Offrirti da bere! ».

Zoro rimase sconcertato, fissando sconvolto il sorriso imbecille impresso sul volto dell’altro. Qualcosa non andava, e no, il suo inconfutabile istinto di spadaccino non sbagliava mai.

« Cosa c’è in quella bottiglia? », chiese, assottigliando lo sguardo.

« Nulla che possa nuocere alla tua salute ».

Qualcosa gli diceva di credere esattamente il contrario.

« Cuoco. Se mi intossichi ti ammazzo ».

« Se dopo mi sfonderai il culo, marimo, io ammazzerò te ».

« Uh? ».

« Oh, niente. Cin-cin~ ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Zoro e Sanji andrebbero davvero a fare shopping insieme. Dire che vederli sarebbe esilarante è un eufemismo.

Thousand Musses ~ ZoSan

58.  » Truth.

Sanji osservò nuovamente la sua altera figura allo specchio, dipingendo un sorriso compiaciuto sulle labbra sottili. Giacca gessata, camicia candida, pantaloni ben aderenti – e sguardo dannatamente sexy, ovviamente. Neanche a dubitarne.

« Allora? », chiese, stracolmo di boria, gonfiando il petto come un tacchino, « Come mi sta? ».

La figura semi accasciata contro la parete del camerino, ricurva in avanti con un che d’inquietante, si mosse impercettibilmente, grugnendo di disappunto.

« Ti sta da schifo come tutto ciò che indossi, cretino. Ora, ti prego, andiamo via da questo inferno ». Il tono era impercettibilmente più acuto del normale, un occhio esperto vi avrebbe scorto una sottilissima nota di disperazione.

Guarda caso, l’occhio del cuoco era un occhio particolarmente esperto. « Ammettilo che sto da dio », sibilò Sanji.

« Piuttosto crepo », ringhiò Zoro.

« Bene, vorrà dire che finché non troverò qualche cosa di tuo gradimento, sior spadaccino, rimarremo qui. Anche per l’intero pomeriggio, se sarà necessario.

Ho tutto il tempo del mondo ». E ciò dicendo il biondo caracollò leggiadramente nel camerino, ignorando placidamente la sconcertante molteplicità di insulti indecenti che conseguì alle sue parole.

Zoro mugolò esasperato e scivolò a terra, arpionandosi la zazzera verde con le mani sotto lo sguardo allibito della commessa.

Forse gli sarebbe convenuto ammettere l’evidenza.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Kuina apparirebbe ogni tanto davanti a Zoro. E gli mollerebbe un cazzotto in testa.

Thousand Musses ~ ZoSan

59.  » Objecton.

Palpebre pesanti e muscoli intorpiditi, contratti lungo il corpo irrigidito.

La voce del prete gli giunge vitrea e languida alle orecchie, il vociare concitato della gente attorno non è che uno sciamare fastidioso d’insetti.

Il cuoco sorride fiero, tracotante, dall’alto di quello schifosamente bianco altare; la donna al fianco, cinta attorno al suo braccio, fa altrettanto con innocenza.

Lui osserva, in silenzio; gelida maschera di pietra.

Guarda i suoi compagni. Li vede sorridere.

Vorrebbe prenderli a pugni, tutti loro, per essere così felici.

La rabbia la avvolge strettamente, lo soffoca, come la morsa di una serpe.

Vuole solo andarsene.

Mandare tutti all’inferno.

« Se qualcuno è contrario a questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre ».

Non serve lo sguardo biasimante di Kuina per farlo agire.

Zoro alza la mano senza nemmeno rendersene conto.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, nessuno avrebbe mosso un muscolo per salvare Nami in Strong World. L’intero film sarebbe stato dedicato a festeggiamenti sfrenati.

Thousand Musses ~ ZoSan

6O.  » Apologize.

L’aveva aspettato per tutto il pomeriggio, in cucina.

Aveva atteso che quel ramarro verde varcasse la porta della stanza e s’inginocchiasse ai suoi piedi, implorando perdono per essere nato così schifosamente buzzurro e facendosi prendere a calci in culo senza protestare – perché aveva osato dire dire che l’arrosto era inspido, aveva osato criticare la sua ineccepibile cucina, aveva osato lasciare il suo pranzo nel piatto, e ora DOVEVA chiedere scusa.

Quando si rese conto che era ormai calata la sera – e che il marimo mai sarebbe venuto –, Sanji fece per alzarsi, colmo di rabbia.

Brutto stronzo.

L’avrebbe picchiato a morte.

Si sorprese non poco quando, spalancando la porta, si ritrovò il suo muso a pochi centimetri dal naso:

« Oi cuoco, ho fame. È avanzato l’arrosto? ».

Brutto idiota.

L’avrebbe preso a calci.

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, oltre alla ZoNami avrei abolito anche la RuRobin. ANDIAMO ROBIN, NON FARE LA PEDOFILA.

Thousand Musses ~ ZoSan

61.  » Reward.

Ogni volta che combattevano una battaglia, gli occhi color brace di uno andavano ad incrociare quelli cerulei dell’altro, in una sorta di tacita sfida, a cui entrambi sapevano di dover di partecipare.

E allora Sanji si scagliava verso il gruppo di marines di turno, affondava le dita scarne nel terreno e iniziava a calciare, e Zoro sguainava le spade, la sua figura scompariva tra la polvere, e scattava fulmineo verso il nemico.

Ghigni impressi sui volti d’entrambi, volti umettati di sudore – a volte sangue –, e uno, due, cento corpi sbalzati in aria.

Poi lo scontro si concludeva. E ai vittoriosi veniva data la giusta ricompensa.

« Toh, ho fatto cento e due. A quanto pare stanotte stai sotto, marimo-kun ».

« Merda ».

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, Perona non sarebbe finita in tanta malora per colpa di quell’immondo di Kuma. Avrebbe perseguitato Usopp come una perfetta stalker ed insieme avrebbero avuto taaaanti figli. In qualche modo.

Thousand Musses ~ ZoSan

62.  » Pastime.

Uno sghignazzo dirompe dalle labbra contorte in un’espressione malamente seriosa, e la voce – stranamente distorta – risuona nella stanza ancora una volta.

« Svegliati o ti prendo a calci, testa d’alga marcia! ».

L’altro, supino a terra, si muove impercettibilmente, ciondolando il capo e ostentando una faccia estremamente idiota.

« Ma come, è già mattina? Oh accidenti! E sopracciglio a ricciolo, non chiamarmi testa d’alga perché ti affetto, eh! ».

« Hai osato chiamarmi sopracciglio a ricciolo?! Adesso ti picchio, stupido marimo! Blah blah blah! ».

E via a ridere, come pazzi, a rotolarsi per terra, a sghignazzare fino alle lacrime.

È così divertente, il loro passatempo; così creativo che nemmeno lui, il capitano, si capacita di come gli sia potuta venire in mente un’idea simile – perché l’idea è sua, ovviamente, sua e della sua mente geniale.

« Adesso baciamoci appassionatamente, testa d’alga! ».

« ... Eh?».

E mentre fugge disperatamente per i corridoi della Sunny, il prode capitano Usopp si domanda se quella di giocare con Rufy alle imitazioni sia stata davvero una brillante idea.

Blatereggiando.

Parapappappapà. Happy Birthday raccolta del cacchio Thousand Musses!

E con questo, questa raccolta compie un anno e 3 giorni. Yatta! Ovviamente, ciò non sarebbe stato possibile grazie ai vostri commenti, quindi grazie, grazie a tutti coloro che hanno commentato, anche solo una volta. Siamo al capitolo 63, mi sa che ne avremo ancora per un bel po’, anche se, a dirla tutta, spero di riuscire a concludere la raccolta entro la fine del 2010. Ora che è praticamente finita la scuola, oltretutto, mi sento leggera e libera come un usignolo... °ç° ... Spero di riuscire ad aggiornare con più frequenza, casini familiari permettendo. Questa volta la tematica principale è costituita dai sette colori dell’arcobaleno. Spero che il capitolo vi piaccia, nonostante ci siano... uh... tredici drabble in meno rispetto allo Special Chapter precedente.

Grazie per i preferiti, i seguiti e i ricordati attuali, e un grazie doppio alle meravigliose commentatrici dei capitoli scorsi. *abbraccione soffocante virtuale* Vi saluto qui che è mezzanotte e ho un sonno bestiale e...  orsù, diciamo buon compleanno ai due patati lasciando una recensione! *sorriso falso ed iporcita*

Disclaimerchemidimenticosempre » One Piece © Eiichiro Oda.

Se OP mi appartenesse, le doujinshi di Yamato sarebbero sicuramente manga ufficiali. YAMATO TI AMO.

Thousand Musses ~ ZoSan

63.  » Special Chapter (2).

1.

Le grida euforiche s’innalzano dal ponte, schizzi vermigli d’alcool spruzzano verso il cielo, limpido e splendente come lo specchio d’acqua sopra cui la nave scivola piano.

Abbozza un sorriso, Sanji, accarezzando languidamente l’orlo del suo boccale.

Vede lo spadaccino ridacchiare, protendere sfrontato le mani verso il cielo, a sfidare, ancora una volta, chi lassù vi dimora – e vorrebbe dargli dell’idiota, vorrebbe prenderlo a calci in culo, vorrebbe buttarlo in mare e lasciarlo annegare, perché solo un cretino potrebbe deridere la morte dopo esserne scampato per puro miracolo per la millesima volta.

Sbuffa, chiudendo gli occhi.

Poi ode quell’odiosa voce imprecare, e non può fare a meno di riaprirli, con estremo disappunto. Il marimo si è rovesciato il vino addosso.

Osserva silenzioso la macchia espandersi sulla maglia, imprimendo di rosso la stoffa bianca.

Pare sangue, quella macchia.

« Dov’è quel tipo?! Che... che diavolo è successo qui?! ».

« Nul.. lah... N-non è suc... cesso... null... ah... ».

Nemmeno si rende conto d’aver iniziato a tremare.

2.

« Merda! », ringhia Zoro, sbattendo la porta.

I denti digrignano come quelli di una bestia, una mano preme convulsamente contro l’occhio lacrimante; a tale vista, la risata beffarda che scivola dalle sottili labbra della ragazza è d’obbligo: « Mi pare di constatare che la cosa sia andata particolarmente bene, mh? ».

L’occhiata d’odio che lo spadaccino le scaglia non la scalfisce minimamente; Nami ridacchia ancora e poggia la mano schiusa sul viso, a mo’ d’appoggio, « Sembra che Sanji-kun abbia gradito particolarmente la tua iniziativa, Zoro », e inveisce, ancora, perchè non può fare a meno di trovare la cosa terribilmente divertente.

Lo spadaccino bagna un cencio e se lo spiattella malamente in volto, rinfrescandosi l’occhio.

« Chiudi il becco, strega », sibila, uscendo dalla cucina con la stessa malagrazia con cui è entrato.

E sentendo l’occhio bruciare, si ripromette di non tentare mai più di baciare il cuoco senza il suo consenso.

Non sotto quei cazzo di mandarini che schizzano succo a tradimento, perlomeno.

3.

La mano scivola lungo il suo volto, accarezzando i lineamenti con un’impacciataggine inaspettata.

« Che stai facendo, idiota? », mormora il cuoco – la voce austera distorta da un impercettibile tono di compiacenza –, e la risposta che giunge alle sue orecchie è solo un freddo, flemmatico silenzio. I polpastrelli dello spadaccino sono ruvidi, rigidi, sfregiati dall’ambizione; gli sfiorano le labbra, le guance diafane, cospargendo il suo corpo di sottili, impercettibili, insopportabili brividi.

Godono entrambi di quel tocco, seppur in silenzio.

Zoro allunga le dita a scostare il ciuffo biondo, adagiato a coprire l’occhio ceruleo, ma la mano scarna dell’altro lo blocca prima che possa riuscire nel suo intento.

« Non ci provare, Zoro ».

« Perché no? ».

« Perché no ».

E pensa un po’ di odiarli quei ciuffi paglierini, lo spadaccino.

4.

I tacchetti delle scarpe schioccano e crepitano a terra, amplificando il suono dei passi che si susseguono rapidi lungo la ciottolata via della cittadina.

« Tsk, quell’idiota! ». Il marimo si è perso, come suo solito.

Cosa che tuttavia Sanji non comprende è perché mai sia lui a volerlo andare a recuperare – o forse lo sa, ma l’orgoglio è una brutta bestia, in fondo.

Volta il capo a destra, poi a sinistra, e ansima, e la cicca intanto scivola a terra, mossa dalla calda brezza marina che soffia.

Sgrana gli occhi quando, tra tante teste, ne scorge una d’un istinguibile colore, poco distante.

Gonfia il petto, prende fiato, fa per urlare; ma l’uomo si volta, rivelando un volto maturo che lui, dannazione!, non ha mai visto.