Un cuoco provetto per Marinette

di Moglyo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scomessa ***
Capitolo 2: *** La prima lezione ***
Capitolo 3: *** Quella sera ***
Capitolo 4: *** Lo sbaglio di Chat noir ***
Capitolo 5: *** La vittoria di... ***



Capitolo 1
*** La scomessa ***


Risultati immagini per marinette e adrien bacio

Qualche tempo prima degli eventi narrati:


“Allora gattino, cosa ci fai anche sta sera qui? Chiese Mari, stufa ma felice, di averlo intorno.

“Niente mi annoiavo e sono venuto a trovarti.” Sorrise malizioso lui, già curiosando la stanza.

“Chat, sai io sarei impegnata sta sera.”  Sembrava una scusa, ma stava effettivamente lavorando a un progetto di gruppo e doveva finire la sua parte entro sera.

“Brrr” la pancia di Chat brontolo, prima che potesse dire qualcosa.

Marinette scoppiò a ridere tenendosi la pancia, si stese sul letto. 

Chat si girò, dandogli la schiena, con le braccia conserte e un broncio in viso e le guance gonfie.

La mora lo guardò, ancora sul letto, le spalle erano ampie e possenti, la schiena muscolosa. Si alzo verso di lui ridacchiando sotto i baffi, gli girò in torno e gli schiaccio le guance perdendosi nei suoi smeraldi. Quella sera erano di un verde chiaro, luminoso, intrigante, seducente.

Dal canto suo il micetto, si perse nel cielo infinito di quei zaffiri; erano chiari, limpidi come il mare cristallino.

Appoggio le mani sui fianchi di lei stringendola a sé. I loro visi si avvicinarono, le labbra si chiamavano, sempre più vicine si sfiorarono. Chiusero gli occhi, lui la stringeva sempre più, lei gli appoggio le braccia sul collo. Le labbra si sfiorarono ancora accarezzandosi. Stavano per baciarsi. 

“Brrr” la pancia di Chat brontolo ancora rovinando l'atmosfera magica.

Marinette scoppiò a ridere mentre lui malediceva la sua pancia. 

“Kitty hai fame?” rise allontanandolo da lei con un dito sul naso.

“Si” sbuffo, 

“Sta sera non ho cenato” mugugno.

“Come mai?” chiese un po' preoccupata.

“Non c'era nessuno a casa.” Spiegò velocemente andando a sdraiarsi sul letto con le orecchie basse.

“Cosa vuoi da mangiare?” Sorrise dolcemente.

“Che?!” sorpreso da quella frase.

“Avanti, dimmi cosa vuoi che te lo preparo” insiste lei.

“No principessa, non voglio disturbare”

“Niente no , vieni giù in cucina con me dai.” S’incammino verso le scale.

Andarono giù, Mari gli preparo una minestra per scaldarlo, quella sera faceva freddo.

La minestra era un composta da tagliatelle in brodo di cappone, rondelle di porro, fagiolini e scaglie di grana. 

Chat mangiò di gusto, non era la minestra di un ristorante a cinque stelle, ma si sentiva che la sua Lady ci aveva messo il cuore.

“Allora è buona?” Chiese curiosa.

‘Si dolcezza, mi sto leccando i baffi” rise avvicinandosi a lei baciandole la guancia.

Mari arrossi.

“Ora vado, non voglio approfittare ancora della tua gentilezza”.

“La prossima volta ti preparerò io qualcosa di squisito.” Disse ridendo.

“A si?” 

“Si” affermo lui.

“Così buono da farti innamorare di me” guardandola negli occhi, accarezzandole la guancia con fare malizioso e dolce.

“Non ti montare la testa, Kitty” prendendolo per un orecchio del costume.

“Scommettiamo?” sempre con quel sorriso stuzzicante.

“E cosa?” disse titubante.

“Un bacio my lady” era serio ma si tratteneva dal ridere per la reazione della mora.

“Se vinco io ti rubo un bacio” specifico.

Mari arrossi vistosamente, ricordando dove si erano interrotti poco prima.

“E-e s-se invece vinco i-io…” balbettava, era così rossa che gli mancavano solo i fumini dalle orecchie.

“Se vinci tu” fece eco Chat.

“Ci penserò” cercando di non dare a vedere l'imbarazzo.

“Ora vai che si fa tardi” cercando di cambiare discorso.

“Come desidera.” Dandole un bacio sulla mano e poi uno sulla guancia.

Marinette torno al progetto e Chat a casa felice di quella scommessa ma ora dove imparava a cucinare.





 
Storia quasi finita che pubblicherò in questi giorni. Questi eventi sono spensierati e molto prima di quelli oscuri di "la Malédiction". Spero vi piaccia.

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Capitolo 2
*** La prima lezione ***


Appena tornato si trasformo e diede del Camembert a Plagg.

Inizio subito a spulciare gli annunci internet:
  • Cerco lavoro,
  • Compra vendita,
  • Corso di cucina,
  • Cerco casa,
  • Vendo casa,
Torno su il corso di cucina e lo apri:

“Corso di cucina aperto a tutti dai dilettanti ai già navigati per partecipare recarsi alle cucine del “Collège Françoise Dupontcon il volantino qui presente.” Creato e gestito da Marlena Césaire con il sindaco Bourgeois.

Trovato lo gestisce la signora Césaire è la mamma di Alya, perfetto domani andrò a parlarle e con quei pensieri si addormento.

La mattina seguente, arrivato a scuola, cerco l’amica senza farsi notare troppo.

“Ciao Alya”

“Ciao Adrien”

“Ho saputo che tua mamma organizza un corso di cucina sai quando inizierà?” chiese leggermente curioso.

All'annuncio c'era scritto solo aperto a tutti dai dilettanti agli esperti e che lo faceva lì a scuola.

“Si, lo inizia sta sera nelle cucine, perché?” gli occhi gli brillavano in cerca di notizia succulente.

Il biondo cerco di inventò una scusa.

“Sai è…..è per il lavoro, devo partecipare a un programma di cucina e non volevo fare figuracce” sorrise cercando di sembrare convincente.

“E bravo Adrien, sai alle ragazze piace l'uomo che sa cucinare” rise salutando la mora appena arrivata.

In quel momento arrivo Marinette, sempre in ritardo e iniziarono le lezioni.

Adrien adesso aveva la vittoria in pugno, se lo sentiva.

La giornata passo leggera, per Adrien che non vedeva l’ora di vincere il bacio. Entrò nelle cucine, c'erano Alya e sua madre nella postazione principale, invece ai tavoli laterali due tre persone erano divise; a lui capito l’ultimo tavolo in fondo. Il corso stava per iniziare quando dalla porta entro una ragazza con il fiatone.

“Scusate il ritardo” ancora con la voce ansimante.

“Nessun problema, il corso non è ancora iniziato” disse la signora Césaire.

“Brava Mari” esulto la figlia.

La mora aveva le braccia sulle ginocchia, distrutta dalla corsa, stava alzando gli occhi quando incrocio dei familiari smeraldi.

“Ciao Marinette” gli allungo la mano il biondo.

“Ci-ciao a-a-Adrien” balbetto lei, perdendo la mano offerta da lui.

Erano allo stesso tavolo, vicini e avrebbero dovuto lavorare insieme. Marinette stava per svenire dalla felicità.

Era da poco iniziato il corso, la signora Césaire stava spiegando cosa avrebbero imparato nelle varie lezioni.

“Come mai sei qui Mari?” chiese leggermente curiosa, ma conoscendo già la probabile risposta.

La mora rispose senza neanche pensarci tanto era presa dalla spiegazione.

“È colpa di una scommessa fatta con uno stupido gatto” disse lei ancora assorta nell’ascolto.

Lui la guardo un attimo storto, ma con un sorriso malizioso alla Chat sotto i baffi.

“N-no ec-co, non è come s-sembra, cioè…” stava balbettando cose a caso, per giustificare la frase detta.

“Tranquilla, non devi mica giustificarti” gli sorrise dolcemente.

Era un sorriso familiare per lei; gli provocò una strana sensazione, un déjà-vu.

La prima lezione era incentrata sulle basi, come cucinare i vari tipi di pasta, ecc.

Marinette, imbranata com'era, rischio di scottarsi un dito con l’acqua bollente.

Nel mentre che la pasta cuoceva, prepararono un semplice ragù di pesce spada.

La signora Césaire passo a ogni tavolo, per vedere i risultati oltre alla cottura si guardava l’impiantamento. Anche se non pretendeva la perfezione, voleva insegnare anche la bellezza dei piatti, come si suol dire anche l'occhio vuole la sua parte.

In quel frangente Mari era imbattibile, avendo senso estetico per la moda e aiutando a decorare in pasticceria era avvantaggiata.

Adrien invece era più bravo nel cuocere i vari componenti del piatto. Erano una coppia equilibrata , sembravano quasi telepatici a volte. In fondo combattere akuma li avvantaggiava anche nell’affiatamento.

Finita la presentazione si potevano assaggiare i vari piatti; ogni tavolo aveva fatto un piatto diverso pur avendo gli stessi ingredienti.

Dopo essersi abbuffati per bene Adrien e Marinette si lanciarono.

La mora sperava di non essere in ritardo per l’arrivo di Chat, che intanto l'aspettava sul balcone fingendo di annoiarsi.




 

Bene adesso il micetto la prenderà in giro di sicuro. P.s. la story principale è in fase di scrittura.

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Capitolo 3
*** Quella sera ***


Adrien appena uscito dal corso si trasformi in Chat e sali sul balcone, della sua amata facendo finta di essere lì da molto.

Marinette rincaso, saluto i suoi e sali.

Fece appena in tempo a cambiarsi, voleva stare comoda e sapeva che fra poco sarebbe crollata dalla sonno. Che il micio, annoiato, busso alla finestra.

“Buona sera Chat, sai mi sa che vincerò io la scommessa.” Lo saluto con un sorriso soddisfatto.

“Ah sì, è cosa ti fa essere così sicura?” Chiese lui.

“È un se-gre-to.” Rise.

“Ah sì” fece malizioso lui, avvicinandosi sempre più.

Lei indietreggio fino al muro, stregata da quei occhi verdi.

Mari si trovava con le spalle al muro, Chat le sfiorò i capelli, iniziando ad accarezzarle la guancia. Mari era un pezzo di legno, tanto era rigida.

Aveva la pelle d'oca ogni volta che lui la sfiorava; ma quella sera era ancora più evidente, soprattutto perché si era messa un pigiama estivo, contro il freddo della sera.

Lui l'abbraccio, sussurrandole parole dolci come il miele; la mora si sciolse come un gelato al sole; sempre con un rossore in viso iniziò a giocare con i capelli di lui.

Chat la prese in braccio, le gambe di lei intorno alla vita di lui le braccia strette al collo, il biondo la teneva ben stretta a se, mentre a Marinette scappo un “iih” di sorpresa.

Inizio a baciarla il collo solleticandolo.

Lei rise, una risata imbarazzata e sommessa che solo lui poteva sentire.

Solo loro due da soli nella notte. Chat parti dalla base del collo e arrivo all'angolo delle labbra fermandosi. Voleva baciarla, coccolarla, proteggerla solo lui, solo il suo cavaliere.

Le loro labbra si cercavano era evidente. Si guardarono negli occhi per scrutare, carpire il pensiero, le intenzioni della controparte. Mari era stanca, si vedeva ma non voleva lasciare Chat, anche lei voleva baciarlo, ma poi pensava ad Adrien era divisa fra loro due, fra il modello impossibile da raggiungere perfetto in tutto come un angelo e il gatto nero malizioso attraente tentatore come il diavolo che la faceva sempre cadere in tentazione.

Le due facce della stessa medaglia che lei conosceva bene.

Lui sapeva bene quello che provava per entrambe le sue personalità, per questo voleva che lei decidesse una delle due; prima di rivelargli la sua identità.

Il biondo la bacio sulla fronte, incamminandosi per portarla a letto. Stava tremando dal freddo ma non voleva lasciarlo, testarda com’era, non voleva che quella magia, che si era creata, si rompesse.

La mora appoggio la testa sul petto di lui e abbracciandolo; adesso toccava a lei. Iniziò a baciargli il collo piano piano.

Chat si fermò sorpreso da quell’atteggiamento. Lei gli sorrise dolcemente con molto imbarazzo. Il cuore del micio stava per esplodere.

Mari continuo fino ad arrivare alle labbra sfiorandole erano ormai arrivati al letto sedendosi lo bacio sul naso.

Lui la guardo addormentarsi per poi andare a casa cotto da tutte quell’emozioni forti.





 
Inizia la parte Fluff. L'autrice stessa perde litri di sangue nello scrivere questi capitoli. 

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Capitolo 4
*** Lo sbaglio di Chat noir ***


Adrien si esercitava tutti i giorni, senza farsi scoprire da suo padre o Nathalié mentre Marinette si esercitava con la sua famiglia o usando Chat come cavia; che non dandolo a vedere apprezzava le attenzioni della mora. Sempre più dolce e sincera dei suoi sentimenti per il micio.

Lui invece cercava di farle capire che erano la stessa persona, con lusinghe su Chat noir che facevano ridere mora.

Era passato un mese ed erano arrivati all'ultima lezione. I dolci ne prepararono di tutti i colori, super buonissimi. Chi una cheesecake, chi un tortino ripieno, chi un muffin erano tutti bellissimi da vedere.

Marinette scelse di fare dei macaron, tipici della Francia, erano di quattro colori diversi e con altrettanti gusti diversi.

La sera dopo si sarebbe svolta la sfida.

Ad Adrien dispiaceva la fine del corso, ora che si erano avvicinati, che erano in sintonia e che la mora non balbettava quasi più. Gli sarebbe mancato tutto questo.

Quella sera Chat non si presentò, troppo preso dalle prove del suo piatto. Quando si accorse dell'ora tarda corse a casa della sua Lady. Il cuore gli batteva in gola; sapeva di essere in ritardo completo e sperava di trovarla sveglia, arrabbiata, ma sveglia, sapeva anche come farsi perdonare. 

Di certo non si aspettava quella scena.

Marinette era seduta sullo sdraio in terrazza, come al solito vestita leggera per una sera fredda come quella. Aveva gli occhi gonfi e rossi, le guance rigate da lacrime ancora fresche e il sonno agitato. Tremava come una foglia anche nel sonno.

A Chat si spezzò il cuore, lo aveva aspetto per tutto quel tempo; senza muoversi, sopportando anche il freddo per lui.

Le si avvicinò con cautela, non voleva svegliata, le diede un bacio sulla fronte. 

“Scusa, mia principessa il tuo è uno stupido cavaliere.” Disse a voce rocca, rotta dal nodo in gola che si era creato a quella vista.

“Chat” mugugnava nel sonno lei.

La strinse in abbraccio delicato. 

Mari si svegliò, era mattina, ancora un po' assonnata si trovò tra le braccia di lui. Erano nel suo letto. Lui l'aveva portata nel suo letto, l'aveva coccolata riportando la nel mondo dei sogni; poi si era addormentato con lei.

Era stupendo, i capelli biondi leggermente mossi e morbidi, la pelle chiara, gli occhi ornati dalla maschera nera, le labbra carnose e le guance rosee leggermente umide. 

Quando la porto a letto, lei si strinse a lui, come a cercare qualcosa, gli si strinse il cuore al micetto. Doveva proteggerla e invece l'aveva fatta soffrire. Le lacrime gli erano scese senza che potesse fermarle. Si sentiva stupido e inutile.

Anche il sonno fu tormentato.

Lei lo guardava persa nei suoi lineamenti, mentre lui la stringeva se come se la cercasse anche se era lì.

Marinette si accorse che aveva il sonno agitato, il respiro irregolare e mormorava qualcosa nel sonno.

“Scusa mari, scusa."
 
Lei rimase di stucco a quelle parole. Le scese una lacrima che scivolo sul volto di lui unendosi alla sua finendo sul cuscino.

“Chat” sussurrò.

“Umm” fece ancora nel mondo dei sogni.

“Micetto” sussurro ancora delicatamente .

“Si” ora più sveglio.

“È ora di alzarsi” sorridendo.

Lui aprì gli occhi incontrando quelli di lei, scatto all'indietro sbattendo contro un muro.
 
“Ahi” mentre si massaggiava la parte dolente della testa.

“Attento zuccone” Mari rideva.

Lui la guardò estasiato. Era bellissima, ma lui non sapeva come giustificare quella situazione. Glielo si leggeva in faccia.

“Tranquillo è colpa mia, se non mi avessi portato a letto mi sarei presa un accidente.” Disse tranquilla.

Chat arrossi.

“È meglio che vai ora, di sicuro saranno tutti preoccupati e poi sta sera c'è  la nostra scommessa ricordi.” Voleva che rimanesse lì con lei ma quelle erano le parole che gli uscirono controvoglia.

Lui annuì le bacio la guancia, facendola arrossire e poi la mano salutandola a sta sera. 
L'appuntamento era per le nove.




 
evviva le scene moe.

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Capitolo 5
*** La vittoria di... ***


La signora Césaire stava aspettando Marinette nelle cucine ansiosa di vedere i due piatti.

La mora arrivo prima con il suo una zuppa di vongole. I tagliolini li aveva impastati a mano. Si presentava molto bene, servita in una scodella nera e marrone, le vongole aperte adagiate su un letto di tagliolini con un brodo rossiccio.

Mentre Chat aveva preparato un soufflé al formaggio e porcini. Un piatto complesso soprattutto la cottura, il soufflé doveva rimanere gonfio e quello del micio era perfetto.

La signora Césaire assaggio entrambi, i ragazzi erano tesi e aspettavano il responso con trepidazione.

“Marinette ottimo lavoro.” Disse dopo un tempo, che sembrava infinito.

Mari esulto.

“Grazie signora Césaire grazie mille.” Cercando di trattenere la gioia della vittoria.

Chat dopo aver sentito la valutazione, andò sul terrazzo di Marinette.

“Chat ti aspettavo giù” disse un po'  indispettita e sorpresa.

“Congratulazioni Princess” disse lui con tono mogio ma cercando di sorridendo.

“Ehi, che ha il mio randagio preferito?” Chiese preoccupata, dal suo comportamento.

“Niente” leggermente seccato.

“Allora, hai deciso il tuo premio, cosa vuoi che faccia” Chat aveva le orecchie basse e la voce malinconica.

“Baciami!” era seria.

“Eh?!” lui fece una faccia sorpresa.

“Hai capito bene vieni qui e baciami, mon cherry” si era avvicinata a lui.

Chat la prese dolcemente tra le sue braccia, appoggiando le mani ai suoi fianchi. Lei imbarazzata lo fissava negli occhi mentre la sua mano gli accarezzare i capelli.

“Sicura di voler questo?” Lui era titubante.

La mora non rispose a voce. Le sue labbra sfioravano quelle del biondo. Lui ricambio. Le labbra di Mari sapevano di “zucchero filato” invece quelle di Chat di “cioccolato fondente amaro.”

Adrien voleva fermarsi ma il suo corpo non ne voleva sapere. Le mani andavano sempre più giù fino a toccare il sedere di lei prendendola in braccio. Le palpava i glutei in modo delicato ma intenso. Dal canto suo Marinette aveva le mani nei capelli del biondo giocando con le orecchie del costume e i capelli. Il bacio da delicato e semplice era diventato passionale e prepotente. Le loro lingue danzavano un valzer romantico e i loro corpi un tango passionale. 

Sembrava che bramassero questo momento da una eternità. 

Si staccarono leggermente gli occhi fissi in quelli del partner.

“Marinette ti amo ora e per sempre.”

“Anch’io Chat.”

Speravano di rimanere sempre insieme ma il destino li avrebbe divisi eternamente.

Piccole confidenze

Adrien aveva fatto saltare in aria due microonde e tre forni nel fare il soufflé solo a casa sua. Al corso invece erano riusciti a bruciare quattro pentole d’acqua bollente, tre impasti nel lievitato, si erano bruciati almeno dieci volte soprattutto le dita con l’acqua calda. Niente di grave ma la signora Césaire era preoccupata che facessero esplodere la cucina prima della fine del corso.




 
Allora una one-shot leggermente capitolata. Zucchero filato e cioccolato fondente sono metafore. Alla prossima.

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