La Lupa e il Cerbero di Colpani392 (/viewuser.php?uid=1014063)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione e prologo ***
Capitolo 2: *** secccatura ***
Capitolo 3: *** corso d'arte ***
Capitolo 4: *** lupi e dodgeball ***
Capitolo 5: *** Amore e lupi mannari ***
Capitolo 6: *** insegnare ad un insegnante ***
Capitolo 7: *** pericolo nei boschi ***
Capitolo 8: *** la storia gira ***
Capitolo 9: *** Ritorno a Scuola ***
Capitolo 10: *** Vicepreside e Amicizie ***
Capitolo 11: *** Rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Pettegolezzi tra ragazze ***
Capitolo 13: *** una "normale" giornata di scuola ***
Capitolo 14: *** Mates e Demoni ***
Capitolo 15: *** Sospetti ***
Capitolo 16: *** Senza Sentimenti ***
Capitolo 17: *** Lupi mannari? ***
Capitolo 18: *** Battuta di caccia ***
Capitolo 19: *** che ci aspetta ora? ***
Capitolo 20: *** Ballo????? ***
Capitolo 21: *** Ballare coi tacchi ***
Capitolo 22: *** è finita? ***
Capitolo 23: *** WereWolves Vs Rock Country's CIA ***
Capitolo 24: *** Finale ***
Capitolo 1 *** introduzione e prologo ***
La
Lupa e il Cerbero
Questo
è una
piccola presentazione potete anche non leggerla.
Salve
a tutti sono Colpani392, sono venuto a conoscenza
dell’esistenza del mondo
delle FanFictions solo da un anno all’incirca e me ne sono
appassionato,
nonostante io abbia letto già oltre le 100 fanfiction,
questa è la prima in
assoluto che provo a scrivere. Vorrei aggiungere che io e la grammatica
apparteniamo a due universi differenti, quindi ci tengo particolarmente
se mi
fate nota errori grammaticali che mi sono perso, voglio anche
aggiungere che la
mia percezione di tempo fa schifo e anche se non specificato, tra un
capitolo e
l’altro può essere passato parecchio tempo o che
me lo sono mangiato, in altre
parole, che magari io ho indicato un certo arco temporale di una
determinata
dimensione, ma poi ci si ritrova molto più in la, quindi
già vi chiedo scusa e
vi chiedo anche di ignorare la questione “tempo”
della mia storia e
immaginatela come preferite. A fine Fiction, troverete
l’elenco dei personaggi
e i cast di presta-volto che ho scelto, per chi non lo sapesse, i
presta-volto
sono gli attori che interpretano i personaggi.
Per
chi interessasse,
questa Fan Fiction è presente anche su Wattpad.
Ovviamente
non sono proprietario della serie da cui prenderò
ispirazione nelle mie
fanfiction e dei loro personaggi, naturalmente al loro interno ci
saranno
personaggi inventati da me medesimo. Voglio specificare se anche
è stato
scritto Pov Tizio ci sono delle parti in terza persona ovvero dal punto
di
vista di nessuno.
Le
parti
semplicemente in corsivo sono i pensieri
Dialoghi che sono posti tra
una coppia di tre
asterischi (***), indica che quel dialogo è stato fatto o
ascoltato tramite
l’udito soprannaturale dei lupi.
Introduzione
Questa
introduzione servirà solo come slancio per la vera storia
cosi da non
raccontare tutto fin dal primo momento.
Dopo
aver lasciato Beacon Hills, Cora è andata a Rock Country
nello Utah, una
piccola cittadina immersa nella natura e circondata dalle montagne.
Qui
Cora s’iscrive di malavoglia, su insistenza del fratello, al
piccolo college
della città, la Jinslar High School. Dove ovviamente cerca
di passare
inosservata, cosa che non le riesce molto, dato che come in ogni
college, c’è
la solita ragazza popolare che si crede al centro
dell’universo, che quando
vede che tutti i ragazzi pendenti di norma dalle sue labbra cominciare
a
interessarsi alla bellissima e misteriosa nuova arrivata,
cercherà di rendere
la vita di quest’ultima un inferno.
Le
cose cominceranno a cambiare quando in città
arriverà anche un altro nuovo
arrivato, che con il suo atteggiamento solare, amichevole e forse
troppo
invadente, farà colpo su tutta la scuola e su due ragazze in
particolare. Porterà
con sé molti segreti, alcuni molto strani e pericolosi,
riguardante il mondo
del sovrannaturale, altri che si possono definire “nella
norma” ma che per la
vita di un ragazzo adolescente che vive da solo, non proprio il massimo.
Prologo
Pov
Cora:
Driin
Driin Drii…Sbam!
La
sveglia viene scaraventata sul pavimento da una manata.
Che
palle i
lunedì, servono solo a ricordarmi che inizia una nuova
noiosissima settimana in
questo buco anche se splendido di città.
Mi
alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno per lavarmi, nel mentre
guardo la mia
immagine riflessa nello specchio.
Cavolo,
come
ho fatto io Cora Hale a ridurmi a vivere in un monolocale, in una
cittadina
sperduta tra le montagne, mantenuta da mio fratello maggiore con il
fondo
fiduciario di
famiglia?…………….
Ah, già, grazie Kate Argent, grazie tante.
Mi
spoglia e mi dirigo sotto la doccia.
Eccomi
qui, diciassette
anni, licantropa di nobili origini, con i capelli castani tendenti al
rossiccio
che mi arrivano appena sotto le scapole e sono una via dimezzo tra il
liscio e
il disordinato, occhi color nocciola che all’occorrenza
diventano di un giallo
brillante, alta sul metro e settantacinque, seno abbastanza pronunciato
che
insieme al mio fondoschiena attira l’attenzione dei giovani
esseri umani in
preda agli ormoni. Potrei essere una delle ragazze più
popolari della scuola, se
non fosse che preferisco stare lontana dalle persone di cui non mi fido
e per
di più la storia di ciò che è successo
alla mia famiglia è arrivata fin qui e
anche se non m’importa, sono subito stata guardata di
traverso da tutti i
ragazzi della città e trattata con riguardo invece da tutti
gli adulti con un
reddito nella media o al di sotto solo perché questa mia
storia suscita pietà.
Per
di più
sono anche il bersaglio preferito per la regina/gallina/oca/ornitorinco
con le
extension bionde della scuola Carla, anche se dovrei dire la vice
regina,
giacché l’effettiva regina della scuola
è sua sorella maggiore Clarisse, ma
neanche lei mi rende le cose facili. Proprio una bella
vita…..
Finisco
di lavarmi, faccio colazione, mi cambio, faccio lo zaino e appena mi
accingo a
uscire da casa per dirigermi a scuola, noto che sono dieci minuti in
ritardo
per l’autobus.
Forza
Cora,
di nuova a scuola a piedi, Evviva la pigrizia!
Prendo
lo zaino, esco, chiudo a chiave la porta e comincio a dirigermi verso
scuola.
25
minuti
dopo:
Cl(clarisse):
Ehi Hale, hai perso ancora l’autobus? Sai, abbiamo sentito
molto la tua
mancanza.
La
ignoro.
Cl:
Cos’è
ti sei mangiata la sveglia ieri sera o eri cosi così stanca
che il suono della
sveglia non era abbastanza forte attraverso il coperchio della tua
bara.
AHAHAHAHAHA!
Ride
con una risata stridula e fastidiosa che supera di molti decibel quella
dei
suoi “amici” che ridono solo perché lei
ha detto qualcosa che dovrebbe essere
divertente.
È
da quando
sono arrivata che mi paragonano a un vampiro e solo perché
non esco mai e se lo
faccio, ho sempre un cappuccio in testa.
Alzo
gli occhi al cielo e procedo verso l’entrata, facendo finta
di non accorgermi
di tutti i ragazzi, compresi gli amici di Clarisse, che mi fissano le
curve o
di tutti i commenti, che un normale essere umano non dovrebbero
sentire, che
riguardano il mio essere cosi sexy da parte dei ragazzi o
l’essere così
schifosamente attraente per essere un asociale, dalle ragazze che
commentano sia
per invidia che per ammirazione, o addirittura per apprezzamento.
E
poi
mi sbuca da davanti qualcuno e io troppo occupata a soprannaturalmente
origliare
le conversazioni altrui, ci vado a sbattere contro.
C(Cora):
Oh, mi scusi professor Riddick, non l’avevo proprio
notata…
PR(prof.
Riddick): Tranquilla Cora, è lunedì per tutti,
figurati che stamattina ho
cercato per mezzora di aprire un’auto che non era la mia, il
bello che era
rossa mentre la mia è blu, me ne sono accorta quando una
vecchietta ha
cominciato a prendermi a borsettate in testa, ma che ci possiamo fare,
è
lunedì!
Il
Professor Riddick è il mio insegnate preferito, anche se non
lo do a vedere,
visto che tratto tutti con indifferenza, lui è
caratterialmente l’unione
perfetta tra Scott e Lydia, è in grado di tirarti su di
morale anche nelle
situazioni peggiori e non si arrende davanti a niente, proprio come
Scott. Figurarsi
che il giorno dopo che sono arrivata in questa scuola, quindi il giorno
dopo
averlo conosciuto, dato che è stato lui ad accogliermi, mi
ha detto chiaro e
tondo che ora la sua nuova ragione di vita è farmi fare un
sorriso sincero e ancora
adesso a cinque mesi di distanza, non accenna ad arrendersi. Ma se ne
hai
bisogno, diventa saggio, intelligente e calcolatore come Lydia e ti da
di quei
consigli che ti salvano letteralmente la vita e per questo che
è anche il
consulente scolastico. Detesto però la sua
materia….Letteratura…..insomma
perché fare filosofia nel corso di chimica.
C:
interessante Prof, ora mi scusi ma devo andare in classe, ho
l’ora di
matematica
E
oggi c’è
pure il compito MALEDIZIONE!
PR:
Cora Hale! Alla fine ti farò sorridere questa è
una promessa…..
Driin
Driin Driin
PR:
e
ora fila in classe, E ANCHE TUTTI VOI! OHP OHP! MUOVERSI GIOVANOTTI!
SGAMBETTARE!
Quello
è
tutto matto, ma forza, ora c’è il compito! Forza e
coraggio Cora hai affrontato
dei licantropi Alpha e sei sopravvissuta convivendo con Peter Hale
soprannominato satana con lo scollo a V, cosa sarà mai un
compito sulla forma trigonometrica
dei numeri complessi con seno, coseno e…e….
Meglio i lupi mannari Alpha e
mister scollo a V.
Mi
siedo al mio banco in seconda fila contro
il muro sul lato destro della classe guardando la lavagna, i nostri
banchi sono
molti grandi difatti in uno ci stanno due ragazzi, ma purtroppo con il
mio
arrivano la classe ha avuto un numero dispari di studenti e io mi sono
ritrovata da sola, la prof di quell’ora, che mi aveva
iniziata alla classe,
voleva affiancarmi qualcuno per farmi ambientare ma io ho rifiutato,
dato che
dalla direzione del suo sguardo voleva affiancarmi Carla, la sorella
minore e
super snob di Clarisse, non che sua ombra e braccio destro, anche se
credo che
non esiterebbe a rubare il trono di regina alla sorella maggiore con
modi
abbastanza stronzi e complottistici.
Pov
Generale
Entra
la Professoressa Finnegan che è la
copia precisa dalla professoressa McGranith di Harry Potter, persino
l’atteggiamento e la voce sono identici.
PF(professoressa
Finneghan): allora ragazzi oggi
c’è il compito, ma prima vorrei presentarvi un
nuovo arrivato……
Entra
un ragazzo sul metro e novanta,
corporatura robusta e abbastanza scolpita, occhi azzurri non
particolarmente accesi
quasi grigio-azzurri, capelli castano chiaro quasi biondo, indossa una
camicia
arancio chiaro quasi trasparente, con al posto dei bottoni la cerniera
tenuta
aperta abbastanza da mostrare il petto depilato, degli shorts di tuta
grigi con
dei buchi fatti a mo’ di strappo, delle scarpe da ginnastica
nere della Nike e
al collo una collana delle dimensioni di una monetina da 2 centesimi raffigurante due pesci con
al centro un
piccolo cristallo bianco, rappresentante il suo simbolo zodiacale.
PF:
…..lui è Jacob Blaze, si è appena
trasferito qui dall’Italia, allora Jacob vuoi darci una tua
introduzione su di
te.
J(Jacob):
Certamente professoressa, come
avete ben capito mi chiamo Jacob, vengo dal nord Italia e mi sono
trasferito da
solo in questa piccola città perché non
sopportavo più lo stress che mi
mettevamo addosso i miei genitori, naturalmente con il loro consenso,
ho 18
anni e per chi se lo stesse chiedendo, no, non sono ripetente ho
chiesto al
preside di farmi iniziare dall’anno precedente al mio
perché il programma di
studio e il metodo di insegnamento americano differiscono molto da
quello
italiano. A differenza da quello che vi possa far pensare il mio
aspetto, non
sono il solito ragazzo tutto sport e fitness, beh anche, ma nella mi
vecchia scuola
rientravo tra i 5 con la media generale più alta, per il
momento questo è
tutto, non voglio togliere altro tempo alla lezione, spero che andremo
d’accordo,
grazie del tempo prof e dove mi posso
sedere?
La
prof che era rimasta imbambolata con la
faccia tipo: come fa questo ragazzo a parlare cosi tanto senza neanche
riprendere fiato?!
PF:
Oh…Oh
certamente, bel discorso di presentazione,..
J:
grazie me lo sono preparato durante il
viaggio in aereo e l'ho imparato a memori mentre viaggiavo
dall’aeroporto a
qui.
Scatena
la risata collettiva della classe,
tranne quella di Cora ovviamente e dell’insegnate, sfoderando
un sorriso
fantastico che poi trasforma in quello più idiota che di
così idioti Cora non
ne aveva mai visti.
PF:
Certo, Certo puoi sedersi vicino alla
signorina Hale anche lei è qui da poco, spero vi aiutiate a
vicenda.
Pov
Cora
Appena
è
entrato in classe ho capito subito che era un licantropo, ma il suo
odore era
strano, non capivo se fosse un omega, un beta, o addirittura un Alpha,
oltre tutto
non odora solo di lupo mannaro, più che altro sembra la
perfetta unione di
odore di licantropo e qualcosa che non conosco e questo che non mi
piace…..
J:
ciao da come avrai capito, mi chiamo Jacob
tu sei…..
C:
Cora….Cora Hale
J:
piacere di conoscerti……….
***
J:sono
contento che tra tutti gli studenti
sono finito proprio accanto all’unico essere sovrannaturale
che sono riuscito
finora a percepire in tutto Rock Country, eh lupetta?
***
Mi
accorgo subito che l'ha detto ha un volume
tale che solo un essere con udito sovrannaturale avrebbe sentito anche
a soli
20 cm di distanza.
Lo
guardo storto, con la faccia irritata, ma
lui risponde con un sorriso che mi provoca un arrossamento istantaneo
della
faccia, che poi cambia con un ghigno di sfida e mi fa capire che non mi
avrebbe
lasciato in pacio facilmente.
Angolo
autore:
Allora
cari possibili lettori questa era
l’introduzione/prologo della mia prima fanfiction.
Come
si sarà ben capito la protagonista della
storia sono Cora Hale personaggio di Teen Wolf che mi ha colpito e
Jacob Blaze
(anche se in modo minore) che è un personaggio di mia
invenzione.
Spero
commentiate in tanti,
Grazie
di tutto.
Colpani
392
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Capitolo 2 *** secccatura ***
CAPITOLO 2:
Seccatura.
Pov Cora
Il ragazzo nuovo
fin ora non ha
fiatato, in compenso continua a fissarmi e a studiarmi, abbiamo
già incrociato
lo sguardo parecchie volte e ogni volto, lui sorrideva di scherno.
***
C: smettila di
fissarmi, mi irriti e
deconcentri.
J: scusami
lupetta, ma sei così bella e
determinata, che non posso evitare di
pensarti e guardarti.
Parliamo a un
volume tale che solo un
essere con super udito potrebbe sentirci.
J: guarda che ho
notato che mi lanci
delle occhiate anche tu, probabilmente ti chiedi cosa sono, dato che il
mio
odore è simile a quello di un licantropo ma diverso allo
stesso tempo,
tranquilla finita l’ora potremmo parlare.
C: come ti pare.
***
Finita
l’ora esco con calma dalla
classe, adesso ho un’ora buca prima di letteratura, speravo
di poterla passare
in santa pace, ma Jacob mi si avvicina subito, io cerco di ignorarlo
con pochi
risultati.
J: so che molto
probabilmente ti ho
dato l’idea di uno che si da tante arie, ma permettimi di
farmi conoscere,
infondo la forza del lupo è nel branco, anche se sono solo
di due elementi.
C:parla.
Il mio tono
è chiaramente seccato, ma
purtroppo devo dagli ragione….
J: per prima
cosa, sono sia un lupo
mannaro che un cerbero.
Cerbero?
J: è
stata la trasformazione in lupo a
risvegliare la mia parte di cerbero. Sappi che sia i miei poteri da
lupo che di
cerbero si sono amplificati a vicende, secondo un emissario che ho
conosciuto
potrei essere uno dei licantropi più potenti al mondo.
C: Ma in che
senso i tuoi “poteri” si
sono amplificati?
J: è
lunga da spiegare, forse un'altra
volta.
C: ok, adesso ho
un’ora buca, tu?
Non so
perché, ma ora che ciò parlato
sento di potermi fidare di lui, sento come se lo conoscessi da sempre.
J:
anch’io, tu in che corso sei?
C: chimica.
J:
anch’io, potremmo studiare insieme
se ti va.
C: come ti
pare…..
Cerco comunque
di apparire la più
distaccata possibile, anche se non sembra un ragazzo sgradevole, voglio
comunque tenere le distanze.
Ca(Carla Chase):
Ehi Jacob!
Qualcuno urla da
dietro di noi, io
riconosco subito la voce e già i nervi mi vengono a fior di
pelle.
Ca:
Perché sprechi tempo con un’asociale
come la Hale? perché non vieni con me? Ti faccio conoscere i
miei amici.
La ragazza fa
cenno con la testa a un
gruppo di ragazzi che ride in lontananza, sono per lo più
cheerleader e
giocatori di football.
J: no grazie, da
quel che ho potuto
constatare in questa breve conversazione con voi fanciulle, ho capito
che
starei meglio con Cora che con un branco di ragazzi arroganti e
presuntuosi
come te e i tuoi amici.
Non ci credo che
l’ha detto!
Non ho mai visto
Carla così arrabbiata,
il suo viso ha assunto almeno 10 varianti di rosso diverse, prima di
arrivare
al viola. Io sto per scoppiare a ridere ma cerco di trattenermi.
Ca: fai come
vuoi, ma se sei suo amico
resterai sempre solo.
J: meglio solo
che mal accompagnato.
Lei gira i
tacchi e se ne va con il
fuoco che le esce dalle orecchie.
C: ah…
Mi scappa una
risata che cerco subito di
soffocarla con una mano.
J:
perché ti sei fermata? Scommetto
che sei bellissima quando sorridi.
Arrossisco e
faccio uno dei più bei
sorrisi che sono riuscito a fare dopo la morte della mia famiglia.
J: appunto sei
bellissima…..allora?
Che mi dici se ti accompagno al tuo armadietto?
Dice porgendomi
il braccio perché io
mi metta braccetto con lui, io allungo il braccio pronta per afferrare
il suo.
C: certo!
Ma…
C:
cioè, come vuoi…
Dico cercando di
passare da un “certo”
pieno di entusiasmo a un ”come vuoi” freddo e
indifferente, mettendo entrambe
le mani nella tasche della felpa.
J: allora
andiamo, lupetta senza
sentimenti.
Mi fa
l’occhiolino e ci incamminiamo.
C: non chiamarmi
così, mi
fa’ innervosire.
Dopo scuola:
Pov Cora
J: Allora Cora
che ne dici si ti
accompagno a casa?
C: No.
J: Ehi che hai,
quando abbiamo parlato
durante l’ora buca non eri così scontrosa.
C: Sono nervosa,
affari miei.
J:
Non prendermi per un maniaco, ma ti ho tenuta d’occhio
durante le ultime 4 ore
di scuola e…. non hai preso brutti voti, anzi! Non sei stata
richiamata, quei
tipi che ho capito ti stanno sulle scatole non ti hanno rivolto la
parola e non
ti è arrivato nessun messaggio o chiamata. Quindi, o ti sono
venute le tue cose…
Gli
lancio un occhiata assassina e lo vedo rabbrividire.
J:
o hai pensato qualcosa di poco piacevole!
C:
Ho pensato una cosa che mi ha fatto innervosire.
Lui
mi guarda dolce e abbassa il viso all’altezza del mio.
J:
ti va di parlarmene?
O certo, ora ti
devo fare un monologo
su come mi sento bene e al sicuro quando mi guardi o mi stai vicino,
per di più
queste sono cose che non ho mai provato neanche con mio fratello o i
miei
genitori.
C:
NO!
Lui
ritorna subito dritto e fa un passo indietro dopo che gli ho
praticamente
ringhiato in faccia.
10 minuti dopo:
C:
La smetti di seguirmi!!!!
Sono
abbastanza seccata, è da quando siamo usciti da scuola che
non me lo scollo e
dopo la nostra “chiacchierata” un paio di metri
dietro di me seguendomi
costantemente.
J:
Una curiosità, tu dove abiti?
C:
Via Woods 23, perché abiti lì vicino?
J:
non esattamente….. abito anch’io allo stesso
indirizzo 4° piano, interno 3C.
C:
Cosa? Stai nel piano sopra al mio???
Dico
con aria abbastanza irritata, mentre lui continua a guardare avanti con
un
sorrisetto da ebete stampato in faccia.
J:
Sì e comunque ieri eri proprio carina con quel giubbetto
smanicato mimetico
sopra il top giallo.
Dice
all’improvviso guardandomi negli occhi con un dolcissimo
sorriso.
Che sorriso e
poi quegli occhi rosso
fuoco…. Mi ci potrei perdere…….OH! oh
oh oh, Nooo no no no no no No! Che cavolo
vado a pensare! Io non ho mai fatto pensieri del genere, non
è da me! Un attimo….occhi
rosso fuoco?????
Appena
ritorno in me guardo i suoi occhi, sono di una rosso fuoco o meglio
arancione
tendente al rosso brillante, sembra che qualcuno abbia acceso un
falò bello
luminoso al loro interno.
C:
Ma sei matto, fa’ tornare subito normale quegli occhi, idiota!
J:
tra tutto quello che ho detto, hai notato solo i miei occhi?
Chiede
con un sorriso di chi ha appena appena smascherato qualcuno.
Io
distolgo lo sguardo e guardo avanti.
Però……
aspetta….. Che ha detto del mio
Top???
C:
Come sai com’ero vestita ieri ???
Chiedo
fermandomi e voltandomi di scatto indietro con l’aria di chi
potrebbe ucciderti
a momenti.
J:
semplice, ieri pomeriggio durante una pausa mentre sistemavo il mio
appartamento,
mi sono affacciato alla finestra e ho sentito odore di licantropo,
è per questo
che ti ho guardata cosi attentamente, scusa se ti ha dato fastidio.
Cavolo
sembra davvero mortificato, come fa una persona che sembra essere il
tipico
casanova super sicuro di se, a passare per l’appunto da
un’espressione sicura e
maliziosa ad una timida e impacciata.
C:
Non fa niente, capisco, anch’io avrei avuto la tua stessa
reazione, anche se
non te l’avrei detta con un tono cosi malizioso.
J:
scusa, mi sono fatto prendere dal momento…..
C:
comunque, cosi ci fai qui a Rock Country?
J:
Come ho detto oggi in classe, cerco la mia indipendenza.
C:
Ok.
Restiamo
in silenzio per i restanti 5 minuti di tragitto.
C:
Ok, ci vediamo.
Dico
entrando nel mio appartamento
J:
ciao.
Ok, ora che sono
sola, devo chiamare
Derek e farmi spiegare cosa mi prende, di sicuro ne sa più
di me.
Tuu
Tuu Tuu
Tuu Tack.
C:
Pronto Derek, sono Cora.
D*:
Ehi sorellina, allora? Come va nello Utah?
C:
oggi sono successo due cose strane.
Gli
racconto tutto, tralasciando i miei pensieri su Jacob, ma non le
sensazione che
provo quando sono con lui.
D*:
ok, per il super lupo cerbero sono abbastanza sconvolto….
Dice
con voce calma.
D*:…..per
quanto riguarda le tue sensazioni….
Usa
il tono di uno che sta per scoppiare a ridere, cosa che fa.
D:
Ahahahahahahahahah Cora sei proprio nei guai Ahahahahahahahah.
C:
che cavolo hai da ridere??
Dico
con un tono piuttosto arrabbiato.
D:
vedi Cora…
Dice
cercando di tornare serio….. cosa che non gli riesce un gran
che….
D*:
c’è una cosa davvero rara che può
succedere a un lupo, per alcuni è la cosa più
bella del mondo, per altri, tipo te, può essere una totale
catastrofe.
C:
Ok, ho cambiato idea non voglio saperlo.
D*:
Dai Cora, dal mio punto di vista non potevo sperare di meglio per mia
sorella minore.
C:…….
D*:
senti Cora, io l’ho già visto accadere, non puoi
essere più fortunata e ti
sconsiglio di rinnegarlo potresti soffrirne pesantemente.
C:
soffrire? Per Jacob? Quel ragazzo secondo me è meglio
perderlo che trovarlo.
D*:
chi ha parlato di Jacob?
C:
………stronzo.
D*:
comunque devi sapere che lui è il tuo
com……
Non
lo faccio finire, non lo voglio sapere cosa Jacob è per me,
metto il telefono
in tasca e mi affaccio alla finestra sbuffando.
C:
uffff….
???:
ehi lupetta
C:
che cavolo?............ Jacob!!! Ora mi spii anche???
È
affacciato a una finestra sopra l’appartamento accanto al mio.
J:
scusa ma sai le parole di tuo fratello erano interessanti.
Dice
con un sorriso furbetto prima di rientrare in casa.
HA SENTITO
TUTTO????
Toc
Toc
Sento
bussare alla mia porta e apro.
J:
ciao lupetta.
Lo
afferro per il colletto della felpa e lo tiro in casa, sbattendolo
contro il
muro e sollevandolo.
POV
Jacob
Cavolo, forse ho
esagerato, però
perché è cosi arrabbiata? Ho sentito sole
l’ultima frase del fratello.
C:
quella era una conversazione privata, COME.TI.SEI.PERMESSO.DI. ORGLIARE?
Dice
ringhiandomi e sbattendomi contro il muro a ogni singola parola che
scandisce.
Cavolo quegli
occhi gialli, sono una
delle cose più belle che abbia mai visto, insomma, mi sono
già o almeno credo,
innamorato di un paio di ragazze, eppure per lei sento un sentimento
che è di
gran lunga superiore, che va sorpassare quelli provati in precedenze.
Lei poi è
rossa come un pomodoro, forse le piaccio e ho una speranza, insomma non
saprei,
forse è solo arrabbiata.
J:
calmati Cora, ho sentito solo l’ultima parte dopo che tuo
fratello ha fatto il
mio nome e tu l’hai chiamato stronzo.
Cora
sembra rilassarsi e molla la presa.
Pov
Cora
Oddio meno male,
se avesse sentito
tutto chissà con quali film mentali sarebbe venuto qui, come
minimo ha perso la
verginità a 14 anni.
C:
Meglio, comunque che ci fai qui?
J:
volevo parlarti.
C:
e allora parla.
Gli
ringhio a due centimetri dal naso con le zanne sfoderate.
J:
Ok….. è un po’ imbarazzante, non so se
è una cosa comune per noi
lupi……è solo
che da quando ti ho vista scendere da quell’autobus ieri, non
riesco a non
pensare a te e provare sentimenti strani.
Che???????? Ma
si è reso conto che si
è appena dichiarato????
Non
so cosa mi prende, non so’ in balia di quale istinto io sia
finita, sta di
fatto che dopo aver elaborato quello che mia ha detto, gli salto al
collo e lo
bacio.
Lui
non risponde subito al bacio, però quando comincia a
ricambiare in me c’è un
esplosione di sentimenti che non ho mai provato prima, però
c’è qualcosa di
strano, è teso, ed odora di ansia.
Sembra quasi che
questo sia il suo
primo
bacio………..aspetta………….
BACIO???????
Lo
spingo via e lo guardo negli occhi, capiscono che è almeno
100 volte più
confuso di me. Decido di chiare subito.
C:
senti non so che mi è preso, non so perché ti ho
baciato, ma non farti strane
idee.
J:ah…ehm..o…o..ook
certo, ora devo andare che mi dovrebbe arrivare la pizza, a domani.
C:
ok, a domani.
Sta
per uscire quando dice.
J:
per quanto valga, sono felice di aver dato a te il mio primo bacio e
spero che
possiamo almeno essere amici.
Esce
e chiude la porta.
Il…..suo…..primo…..BACIO?????
Ho preso
ad un ragazzo che conosco sì e no da 7 ore il suo primo
bacio??? Come fa’ uno
che sembra una calamita per ragazze a non aver mai baciato???? Anche se
però
devo ammettere che lo sentito molto in ansia e insicuro durante il
bacio…..cavolo le sensazioni che ho provato non me le ha mai
fatte provare
nessun altro dei ragazzi che abbia mai
baciato………cavoli sembra quasi che io
mi
sia…..
Pov
Jacob
“per
quanto valga, sono felice di aver
dato a te il mio primo bacio, e spero che possiamo almeno essere
amici”. Ma che
cavolo ho detto? Come cavolo ho fatto a pensare che una frase del
genere
avrebbe avuto senso in quel momento e mi sono praticamente friendzonato
da solo.
Non so se è possibile, ma credo che imitando in parte il
comportamento e il
carattere di quella Testa d’Ananas di mio fratello,
sto’ raggiungendo il suo
stesso quoziente intellettivo, ovvero lo stesso di un ananas per
l’appunto.
Mi
siedo e dopo una decina di minuti arriva la mia pizza integrale con
verdure
grigliate, una delle mie preferite.
Mi
siedo, mangio e penso.
Ma che cavolo ho
combinato????????
FINE
CAPITOLO
|
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Capitolo 3 *** corso d'arte ***
Capitolo 3:
Corso
D’arte
Pov Cora
Dopo quello che
è successo ieri voglio
evitare il più possibile Jacob e sarà dura visto
che abbiamo gli stessi corsi,
probabilmente non lo vedrò solo alla prima ora dato che
c’è il corso
facoltativo per i crediti extra di disegno, che io faccio solo per
hobby.
Ok, sono
riuscito ad evitarlo per tutto il
tragitto fino a scuola e all’aula di arte, posso
rilass….. No…….. no…..
noooo….
non può essere, non può fare anche lui il corso
di disegno! È l’unica ora dove
posso esprimere me stessa, ok che è interessato a me, anche
se forse non lo
aveva ancora capito prima di ieri, ma cavolo questo è
stalking.
Prima che possa
aggiunger qualcosa mi
dice.
J: Ehi Cora non
pensavo ti piacesse
disegnare.
C: non sono
affari tuoi e poi sei tu
l’ultimo che pensavo di ritrovarmi in questo corso.
J: Forse, ma io
disegno da quando
andavo all’asilo e volevo frequentare il liceo artistico, ma
i miei genitori, o
per meglio dire mia madre, mi hanno categoricamente proibito di farlo o
anche
solo di seguire dei corsi.
Cavoli,
l’ha detto con uno sguardo così triste
e malinconico che ora mi sento in colpa per avergli dato mentalmente
dello stalker.
Entra il Prof
Riddick, che oltre a
insegnare filosofia ha una laurea in disegno.
PR: allora
ragazzi poiché oggi abbiamo
un nuovo alunno nel nostro corso, che per informazione è il
primo anno che si
tiene, ognuno di voi è libero di disegnare ciò
che vuole, le uniche regole
sono: andate sul sicuro, usate lo stile che sapete vi riesce meglio e
il
soggetto che sapete poter disegnare meglio, finite entro 15 minuti al
termine
dell’ora, ovvero in 30 minuti.
Tutti iniziano a
disegnare, come ha
stabilito uso lo stile che preferisco e che mi è
più rapido, quello a
carboncino, voglio riportare il disegno di un albero che ho fatto ha
matita sul
quaderno di matematica, perché mi annoiavo durante il
ripasso della settimana
scorsa.
Passano 30
minuti:
PR: ok, ragazzi
vedo che avete tutti
finito, che ne dite di mostrare il vostro disegno alla classe, Jacob
che ne
dice di cominciare tu, e come è solito in questa classe devi
anche spiegare il
disegno, come lo hai fatto, il perché l’hai fatto
in quel modo e cosa
rappresenta per te.
J: ok professore.
Si alza con un
foglio da disegno bello
grande, è del tipo A3 liscio e sottile, ma non appena lo
mostra…..
Buon Dio! Come
ha fatto un disegno del genere
in 30 minuti?
J: allora per
farlo, ho usato la
matita, o meglio più matite a seconda di cosa dovevo
disegnare o che sfumatura
dovevo fare. Come vede il disegno rappresenta una lupa in posa fiera,
che
guarda dritto verso chi ammira il disegno da davanti. La lupa
è all’interno di
una fitta e scura foresta, non l’ho colorato non per mancanza
di tempo ma
perché io sono una schiappa a colorare e avrei solo rovinato
il disegno.
PR: è
un disegno fantastico Jacob,
davvero, potrei provare ad interpretarlo?
J: faccia pure.
PR: credo di
capire che non è la lupa
il soggetto principale del disegno.
A quel punto si
alza un brusio dagli
ultimi banchi. Il prof lancia un'occhiataccia e continua.
J: esattamente
prof, bensì il
messaggio che il disegno in se vuole lanciare.
PR: che viene
per l’appunto mandato
attraverso gli occhi della lupa, che sono anche l’unica parte
colorata del
disegno, e credo di capire cosa tu voglia comunicare con questo
disegno, però
lascerò provare i tuoi compagni,
vediamo…….. Nicolas prova tu.
Nicolas o Nick
Mikaelson era uno dei
migliori giocatori della nostra squadra di football, nonché
uno dei più
arroganti e con la media più bassa della scuola, fa questo
corso solo perché obbligato
dal padre uno dei più ricchi e stimati intenditori
d’arte al mondo.
NM (Nick
Mikaelson): non saprei, anche
la più fiera delle lupe se guardata negli occhi dimostra di
essere una cagna
vogliosa.
Dice con tono da
idiota scatenando la
risata degli altri idioti della classe.
PR: Signor
Mikaelson. dopo quest’osservazione
alla fine della lezione l’accompagnerò dal preside
NM: Pse e
chissenefrega.
Al quel punto
alzo la mano.
PR: Cora vuoi
provare?
C: sì
prof.
PR: bene
comincia.
C: credo che
Jacob con questo disegno
voglia far capire come anche una creatura selvaggia e a volte feroce
possa
avere uno sguardo che spiega e dice più di
mille parole, lo sguardo di quella lupa è
disegnato così bene che sembra
dire “ sarò solo una femmina e sarò
pure giovane ma sono pronta a combattere
con tutte le mie forze pur di dimostrare quanto valgo”.
Termino la mia
spiegazione con un
dolce sorriso rivolto a Jacob che lui ricambia.
PR:
Cora… tu……tu hai…..tu hai
sorriso
per la prima volta in 6 mesi, hai fatto un sorriso sincero, grazie a
questo
disegno, e bravissima è esattamente quello che ho pensato io
appena ho visto il
disegno.
C: grazie prof.
Sorrido ancora
imbarazzata
PR:
l’hai fatto di nuovo, ahahahahah.
Il prof
è in estasi.
J: questo
è tutto matto.
PR: complimenti
Jacob sei riuscito in
qualcosa che mi sembrava impossibile, ti meriti un 10 per questo e
anche perché
non ho mai visto un disegno così espressivo in tutta la mia
carriera di
insegnante e studente d’arte.
Rispedisce Jacob
al posto, che sfoggia
un dolcissimo sorriso imbarazzato, mentre una buona parte della classe
lo
guarda con rabbia, una media parte con invidia e la minima con
ammirazione.
PR:
bene e ora tocca a…
Driin driin
driin
PR:
nessuno…. buon proseguimento
ragazzi e ora forza Mikaelson dal preside.
Mi avvicino a
Jacob che era appena
uscito in corridoio.
C: bel disegno.
J: oltre a
quello che hai detto non
hai noto qualcosa negli occhi della lupa?
C: che sono
uguali a quelli di un
licantropo?
Dico ad alta
voce inconscia che
qualcun altro sta ascoltando.
J: non di un
semplice licantropo, dopo
ieri pomeriggio i tuoi occhi da lupa mi sono rimasti così
impressi nella mente
per quanto sono belli che credo di avergli disegnati alla perfezione.
C: Grazie.
Dico quasi
sottovoce abbassando lo
sguardo imbarazzata con un altro sorriso stampato in faccia.
Ma che cavolo mi
prende oggi, non sorrido così
da 6 o 7 anni……..cavoli ancora
l’impulso di baciarlo, ma devo trattenermi, beh
almeno qui a scuola, a casa…..no Cora, che cavoli stai a
pensà?
Scuota la testa
nel tentativo di
togliermi quei pensieri dalla testa.
J: Cora tutto
bene?
C:
sì, sì tranquillo.
Non credo di
averlo convinto.
C: forza ora
abbiamo matematica.
Dico tutta
allegra per sviare il
discorso
J:
no….io odio la matematica.
Gli
dò un bacio sulla guancia e
aggiungo…
C: se parti cosi
non ti piacerà mai.
Lui mi guarda
con lo sguardo di chi ha
appena visto un fantasma, io capisco cosa gli prende, mi metto una mano
sulle
labbra mi giro e procedo spedito verso l’aula di matematica.
Ma che cavolo ho
combinato, beh almeno non era
sulle labbra, ma cavolo tra la sua faccia e quella degli altri non sono
riuscita a non scappare, merda!!!!!
Pov ???
Ma di che cavolo
stavano parlando la Hale e
quello sfacciato nuovo? licantropi? Occhi da lupa? Bellissimi? Primo,
Cora Hale
ha degli occhi senz’anima non bellissimi. Secondo, cosa
cavolo intendevano con
licantropi e occhi da lupa?? Qui qualcosa non torna e che cavolo era
quel bacio
sulla guancia, anzi quasi sulla bocca dato che poco ci mancava, quel
ragazzo
seppur sfacciato e maleducato è già stato eletto
più carino della scuola e
anche se sono la seconda nella scala gerarchica della scuola deve
essere mio,
non m’interessa se si è già tirato
contro tutta la squadra di football dopo
aver rispinto la proposta di entrare in squadra. Non me lo
farò soffiare da
quella cagna di Cora Hale!!!!!!!
Dopo scuola
appartamento di Cora
Pov Cora
Sono sul divano
con lo stereo acceso
per essere sicura che Jacob non mi riprovi ad origliare. Nel mentre
parlo al
telefono con mio fratello, mi sta aggiornando su quello che sta
succedendo a
Beacon Hills, da quel che ho capito dopo che è stato rapito
da una rediviva
Kate Argent, riportato giovane e in seguito rinvecchiato, Scott ha
trasformato
il suo primo beta, Allison la cacciatrice che ci ha aiutati contro gli
alfa è
morta uccisa da una creatura giapponese controllato da Stiles che era
posseduto
da uno spirito sempre giapponese che si chiamava
Noji…nojisu….nojizu……beh
nojizu-qualcosa o simile non so.
Ci sono
degli assassini professionisti e non
che danno la caccia su commissione a tutte le creature soprannaturali
di Beacon
Hills e dintorni, da quel che ho capito c’è una
lista con su nome e valore dei
bersagli, che gli omicidi vengono commissionati con i soldi rubati a
Peter la
settimana scorsa. E con questo punto di vista, sono felice di essermene
andata
da Beacon Hills.
Derek non ha
accennato al discorso
della nostra ultima telefonata.
Poi sento Derek
borbottare e litigare
con qualcuno per poi sentire un'altra voce al telefono.
St (Stiles): Ehi
Cora è da un po’ che
non ci si sente, come stai? Ti sei ripresa?
C: ciao Stiles
è un piacere sentirti e
si sto bene, piuttosto tu come stai? So che sei stato posseduto.
St:
sì dal nogitsune, ma comunque sì
sto bene, allora quando torni a trovarci? Sourwolf non ci ha
più detto niente
dopo che te ne sei andata.
C: Sourwolf? Mai
soprannome fu più
adatto per mio fratello, comunque dopo quello che ho saputo.
tornerò a Beacon
Hills solo quando avrò istinti suicidi.
St: non sai come
ti capisco, qui siamo
in piena guerra contro uno che neanche sappiano chi sia, anche se
pensiamo che
centri con la nonna di Lydia.
C: a proposito
di Lydia digli che mi
dispiace per Allison, anche se non conoscevano bene nessuna delle due,
so che
erano ottime amiche.
St: Grazie Cora,
mi sembra ancora
incredibile che tu sia la sorella biologica di Derek Hale, insomma lui
è…….
D: Ok ora
basta…..Stiles ridammi il
telefono……..
St: no
aspett…..
Sento suoni di
lotti e un ringhio
seguito da un borbottio di Derek che sembra un “Cora ora devo
andare” che mi fa
capire che mio fratello si è ripreso il telefono e la
conversazione è finita.
Mi sdraio sul
divano e penso ancora a
quello che provo per Jacob e mi addormento poco dopo con la sua
immagine
stampata in mente.
FINE CAPITOLO
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Capitolo 4 *** lupi e dodgeball ***
Capitolo 4:
lupi e dodgeball
Pov Cora
Stamattina sono
andata a scuola con
Jacob, dopo che ci siamo incontrati “per caso”
all’ingresso della palazzina.
Mentre andavamo
a scuola, Jacob mi ha
parlato un po’ di se e di com’era la sua vita prima
della trasformazione, la
vita di una ragazzo diciasettenne sovrappeso, timido, con solo un paio
di
amici, solitario e che l’unica relazione che ha avuto con una
ragazza è stata
quella di migliore amica con la sua vicina di casa e compagna di classe
alle
scuole elementari, che poi però si è conclusa
alle medie quando sono stati
messi in classi diverse e lui si è trasferito. Mi ha anche
detto di aver
compiuto 18 anni il mese scorso, l’8 marzo. Io i 18 anni li
compirò il 28
luglio di quest’anno, anch’io sono di un anno
indietro con la scuola per via di
tutti gli spostamenti fatti in questi ultimi 6 anni. L’unica
cosa che ha
evitato di dirmi, è come hanno reagito i suoi genitori alla
trasformazione, so
solo che l’hanno scoperto e che la reazione non è
stata delle migliori.
Di me non gli ho
raccontato molto,
solo che della mia famiglia siamo rimasti solo io, mio fratello, mio
zio e la
mia ritrovata cugina.
Le prime ore di
scuola passano in
fretta, 2 ore di biologia, 2 di letteratura, ma quando arrivano le
ultime 2 ore
di ginnastica, mi viene da sospirare pesantemente.
C:
uffffa…..
J: che hai Cora?
C: adesso
c’è ginnastica….
J: e non ti
piace fare movimento, per
quel poco che sono stato nel tuo appartamento, mi è sembrato
di vedere molti
attrezzi da palestra.
C: non
è l’attività in
se….è il coach.
J:
cos’ha il coach che non va?
C: hai mai visto
la serie TV Scrubs?
J: sì
perché?
C: hai presente
il Dottor Cox.
J:
Si….
Risponde con
aria preoccupata e
confusa.
C: è
identico a lui e non solo di
aspetto, ma anche il comportamento, i gesti, il modo di parlare, la
voce e addirittura
i soprannomi, in pratica sembra che l’abbiano preso dalla
serie TV, l’abbiano
trasformato in un insegnante di ginnastica e allenatore di football,
con la
fissazione per il dodgeball e per di più al suo stesso
cognome si chiama Jeff
Cox.
J: Dodgeball?
C:
sì, da voi in Italia dovrebbe
essere chiamato Battle ball o Poison ball (palla battaglia e palla avvelenata)
con l’unica differenza è che qui si usano
più palloni e non c’è la prigione, i
giocatori tornano in campo in ordine cronologico ogni volta che una
della
squadra avversaria viene eliminato.
J:
sì, so cos’è il dodgeball, ho visto
il film, chiedevo perché dici che è fissato con
il dodgeball.
C:
perché una settimana sì e una no,
giochiamo a dodgeball, tutte le due ore.
J: ok, mi piace
il dodgeball, non ci
sono problemi.
C: dopo oggi,
non ti piacerà più.
Lui mi guarda
con sguardo dubbioso
prima di entrare negli spogliatoi dei ragazzi mentre io quello delle
ragazze.
Ca: ehi Hale, da
quando riesci a
spiccicare più di due parole con qualcuno che non sia un
Professore.
La ignoro.
Ca: comunque
ieri ho letto che da
ormai sei mesi durante la notte si sentano provenire degli strani
ululati che
sembrano di lupi, soprattutto durante la luna piena.
A quel punto
comincio a guardarla
negli occhi e chiedo sulla difensiva.
C: E io che
centro scusa?
Ca: niente, solo
che questi strani
ululati sono iniziati esattamente durante la notte di luna piena tre
giorni dopo
il tuo arrivo.
C: e allora?
Ca: niente,
niente, comunque ci
vediamo in campo……occhi da lupa.
A quel punto
alzo lo sguardo, dato che
mi ero abbassata ad allacciarmi le scarpe.
C: come mi hai
chiamata?
Ca: in nessun
modo, te lo sarai
immaginato.
Sfodera un
sorriso di chi ti ha appena
colto con le mani nel sacco, e capisco che quel “occhi da
lupa” non avrei
dovuto sentirlo se avessi avuto un udito normale, così la
guardo storto.
Ok, quello era
il nomignolo con qui mi aveva
chiamato Jacob ieri dopo la lezione d’arte, ma anche se
l’avesse sentito, non è
così intelligente da arrivare a sospettare che io sia una
specie di ragazza
lupo, anche se però una volta ho origliato una conversazione
che ha avuto con
il preside, dove le diceva che doveva avere un comportamento
più maturo nei
rispetti di suoi compagni vista la sua ottima media, possibile che lei
oltre a
essere un’oca giuliva, sia anche intelligente,
perché in quel caso sarebbe un
problema.
Mi dirigo in
campo e qui il prof
comincia a parlare alla classe.
CC (Coach Cox):
allora ragazzi, con
l’arrivo di Blaze, a proposito benvenuto preparati a subire
lunghe e atroci
sofferenze nelle mie ore.
Dice il suo
benvenuto con voce calma e
premurosa, che abbinata alle parole dette è inquietante.
CC: siamo
diventati una classe con un
numero pari di alunni, ovvero 24, quindi non si estrarrà
più chi salterà la
partita di dodgeball e aggiungo…..
Si china in
avanti poggiando le mani
appena sopra le ginocchia, ci guarda con un sorriso inquietante e
sadico, per
poi aggiungere con una voce di chi ha in mente di ucciderti nei modi
più malati
che esistano..
CC:…
per il vostro divertimento. Ora
le squadre, vedo che oggi Grizzerli e Mitchel sono assenti, allora
squadra A:
Hale, Jefferson, Smith, Santiago, Carreth, Sahim, DueMonti, Spinnegan,
Simus,
Derin e Blaze.
Squadra B:
Chase, Mikaelson,
Underwood, McHogan, O’Briaen, Alabed, Jackson, Desiraio,
Lockrood, Masredi,
Lakisdi, Rocktrue.
NM: grande, noi
in squadra abbiamo solo
tre ragazze: Chase, Desiraio e Alabed, loro addirittura 6: Hale, Smith,
Derin,
DueMonti, Santiago e Simus, abbiamo la vittoria in pugno.
Pov Jacob
Questo Coach
è un pazzo sadico e tu Mikaelson,
voglio proprio vederla questa tua vittoria.
Guardo Cora,
anche lei deve aver sentito
le parole di Mikaelson quindi le faccio un ghigno e lei capisce le mie
intenzioni.
C: non provare a
usare i tuoi poteri
da lupo.
J: ok,
userò quelli da cerbero.
Lei mi risponde
con un’occhiataccia,
ma prima che possa controbattere il Coach fischia ed io parto a
prendere uno
dei palloni disposti sulla linea di centro campo.
Ovviamente sono
uno dei primi ad
arrivare, prendo due palloni e li tiro in contemporanea facendo nel
frattempo
uno scatto indietro, eliminando in una volta sola Underwood e Masredi.
CC: questo si
che è giocare, grande
inizio Blaze.
Dopo
quest’affermazione Nick (Mikaelson)
mi guarda abbastanza arrabbiato e mi tira la palla in piena faccia, io
la
schivo, la raccolgo e la rilancio eliminando Alabed, poi vedo Carla
Chase
avvicinarsi a Nick e sussurragli qualcosa che non faccio tempo a
sentire, ma a
quanto pare Cora sì e tira fuori un espressione che
può solo portare guai. Poi
vedo che tutti i giocatori della squadra avversaria si accaniscono su
Cora
finche lei non prende al volo una pallonata di Carla diretta alla sua
faccia
eliminandola dal gioco, Carla sbuffa e in un impeto di rabbia prende
una palla
e la tira, colpendo in piena faccia Cora e facendola sanguinare, per
poi uscirsene
con un ghigno divertito, che dura poco poiché il Coach la
manda negli
spogliatoi.
Anche Cora va
negli spogliatoi per
pulirsi il naso e la maglia dal sangue, cosi ascolto la loro
conversazione che
ne segue.
Cs: Ehi Hale,
cosa c’è? Ti ho rotto
quel bel nasino? Tranquilla di sicuro peggio di cosi non puoi
diventare, forse
assomiglierai di più a un lupo con il naso rotto.
A quel punto
Cora alza la testa dal
lavandino, si gira e guarda con uno sguardo che capisco essere
così
intimidatorio da far arrivare l’odore della paura di Carla
fin in mezzo al
campo, a quel punto l’odore di Cora assume una fragranza
più da licantropo,
capisco che si sta per trasformare, cosi corro negli spogliatoi e trovo
Cora
che tiene per il collo Carla premuta contro il muro ad almeno 20 cm da
terra.
Afferro Cora e
la trascino fuori dalla
palestra dicendo al Coach che Cora non si sente molto bene.
Siamo per i
corridoi e la sto
accompagnando al bagno delle ragazze per tranquillizzarsi, noto che nel
mentre
il suo battito cardiaco sta’ aumentando e gli occhi hanno
cominciato a brillare
e proprio quando stiamo per entrare in bagno.
PR: ehi ragazzi,
che succede? Cora
stai bene?
Cora tiene lo
sguardo basso,
respirando velocemente e rumorosamente.
J: sì
prof, non si preoccupi, solo un
attacco di panico, la stavo accompagnando in bagno per tranquillizzarsi.
PR: tu nel bagno
delle ragazze non
entri, lascia l’accompagno io.
J: no prof
davvero faccio io.
PR: ho detto che
non se ne parla,
forza lascia Cora a me.
Proprio in quel
momento Cora geme dal
dolore e guarda il prof dritto negli occhi con i suoi occhi gialli, nel
mentre
gli artigli stanno uscendo.
Il prof si
allontana spaventato e
confuso
PR: cosa le sta
succidendo?
J: dopo glielo
spiego ora controlli
che nessuno entri.
A fatica
trasporto Cora in bagno il
prof ci segue e si appoggia alla porta.
J: Cora calma,
calma, respira, hai un
mantra o una formula che ti aiuti a mantenere il controllo?
Cora annuisce
mentre il prof ci guarda
spaesato.
J: forza allora
e ricorda il dolore ci
rende umani.
Lo sguardo del
prof diviene ancor più
confuso.
C:
A…alf….alfa…beta…omega…alfa,
beta,
omega….
Lei continua a
ripeterlo e contemporaneamente
stringe i pugni con gli artigli ancora fuori facendosi sanguinare le
mani.
PR: che gli
succede? Che sta dicendo?
Ora
il tono del Prof Riddick è una via dimezzo tra
l’arrabbiato e il preoccupato.
A
quel punto non so che succede, ma Cora si ferma e comincia ad alzarsi
in piedi.
J:
Cora, stai bene? Cora?
Lei
non risponde ma alza lo sguardo, si è trasformata.
PR:
ma che diavolo….
Cora
fa un ringhio fortissimo e si lancia contro il professore,
anch’io mi trasformo
e riesco ad atterrarla, lei continua a combattere ma io non so dove la
trovo,
ma con una voce profonda e minacciosa.
J:
Cora! ....... Ora Basta, Stai…Calma.
A
quel punto si calma e torna umana portandosi le ginocchia al volto.
C:
non mi era mai successo, non avevo mai perso il controllo, mai, non so
cosa mi
sia preso.
Le
lacrime le scendono copiose mentre lei continua a singhiozzare.
PR:
che cos’è? Anzi, che cosa siete?
Il
prof Riddick è molto agitato e continua a fare aventi e
indietro per la stanza.
J:
si calmi Prof, non c’è più pericolo, ma
non deve dire a nessuna quello che ha
visto, chiaro?
PR: non dovrei dirlo a nessuno? E cosa dovrei
fare……fare finta di niente, come
se non sia mai successo e dimmi se non ci fossi stato tu quante persone
avrebbe
ucciso prima di calmarsi.
J:
beh, io c’ero e questo non è normale per chi
è cosi dalla nascita, non so cosa
sia successo negli spogliatoi delle ragazze ma sono più che
sicuro che non
fosse sufficiente perché Cora perdesse il controllo.
PR:
dalla nascita? Cosa siete?
J:
beh ecco noi siamo……
C:
licantropi………..o lupi mannari.
Dice
Cora con il suo tono deciso e apparentemente indifferente, mentre si
rialza
tenendosi al mio avambraccio.
PR:
cosa?
Cora
gli annuisce con la testa stancamente, ha gli occhi rossi e gonfi ed
è pallida
come un lenzuola.
PR:
e perché Jacob dice che non è normale che tu
abbia perso il controllo?
C:
io sono stata addestra fin da piccola a mantenerlo e di sicuro quello
che mi ha
detto Carla negli spogliatoi al massimo mi avrebbe dovuto provocare
un’occhiataccia
nei sui confronti, non di certo la trasformazione.
PR:
bene………… ora credo sia il
caso che andiate a casa entrambi e poi domani…….
Toc
toc
Ca:
Hale, Jacob, siete li dentro? Il Coach Cox mi ha mandato a cercarvi.
Il
prof Riddick apre la porta.
PR:
Signorina Chase dica al Coach che ho mandato Cora a casa e Jacob
l’accompagnata.
Ca:
a casa? Per una pallonata in faccia? Dovrebbe andare dal preside non a
casa! stava
quasi per strangolarmi.
Pov
Cora
Il
prof si gira e mi guarda spaesato, io distolgo lo sguardo, poi noto
Carla
spruzzarsi un profumo.
Se
l’era spruzzato anche appena entra negli
spogliatoi delle ragazze e subito dopo io ho cominciato a perde il
controllo…….un momento, questo odore….
Guardo
Jacob e lui mi guarda con una faccia un po’ scandalizzata, e
capisco che ha
riconosciuto uno degli elementi del profumo.
Strozzalupo.
C:
ehi Chase, che profumo è?
PR:
Cora non mi sembra il momen….
Ca:
l’ho fatto io, giusto ieri sera, contiene le fragranze della
vaniglia e della
fragola ma è composto principalmente da aconito napello
conosciuto anche come
strozzalupo.
Dice
l’ultima parola con un ghigno sulla faccia e il prof si
rigira verso di me
guardandomi confuso ma con uno sguardo interrogatorio, io annuisco.
PR:
ok, forza Chase torna in palestra e comunica al Coach ciò
che ti ho detto.
Ca:
ma….
PR:
Ora!
Il
prof usa un tono che non ammette repliche quindi l’oca gira i
tacchi e se ne va.
PR:
lei sa?
C:
no, non penso, è altamente improbabile, credo sia solo una
coincidenza.
Sia
il prof che Jacob mi guardano dubbiosi.
PR:
ora forza, andiamo in segreteria vi firmo un permesso e andate a casa.
J:
ok e prof per la questione…
PR.
Ne parliamo domani, so che avete la terza ora libera, venite nel mio
ufficio.
C:
ok.
Dopo
aver ricevuto i permessi Jacob mi accompagna a casa
dove…….
Fine
capitolo
|
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Capitolo 5 *** Amore e lupi mannari ***
Capitolo
5:
Amore e lupi mannari
Pov Cora
Dopo aver
ricevuto i permessi, Jacob mi
accompagna a casa dove…….
J: non
è solo una coincidenza, vero?
C: non lo so.
J: tu stai bene?
C:
sì, sto bene. Per quanto riguarda
Carla non saprei, credo che dopo la lezione di arte ci
abbia…… ascoltati.
J: a parte
qualche vago riferimento,
non abbiamo detto più di tanto.
C: a no? Io ho
affermato che sembravano
gli occhi di un licantropo e tu mi hai fatto i complimenti per i miei
occhi da
lupo, poi il giorno dopo lei mi chiama con il soprannome “occhi da
lupa” per l’appunto, fa continui
riferimenti ai lupi e indossa un profumo all’aconito.
J: allora visto
che non sono
coincidenze.
C:
già, comunque grazie per avermi
fermato in bagno.
J: oltre al
fatto che non voglio spargimenti
di sangue, non avrei permesso che tu commettessi qualcosa di cosi
logorante per
l’anima….. e poi i tuoi occhi mi piacciono cosi.
Dice
sistemandomi una ciocca dietro
l’orecchio, facendo si che incroci il suo sguardo.
Non ci penso due
volte e lo bacio, non
come l’altra volta che non sapevo cosa stavo facendo, ma
perché questa volta, voglio
farlo, non so esattamente il perché, ma voglio farlo.
Ora risponde
subito al bacio e seppur
ancora molto insicuro su cosa fare, è molto più
deciso e passionale.
Mi stacco da lui
per mancanza di fiato.
J: credo di
essermi innamorato di te.
C: lo credo
anch’io.
Ricominciamo a
baciarci e lui si muove
di più con le mani, quella destra è posata sul
mio fianco, mentre quella
sinistra sulla mia guancia.
Io invece gli ho
messo le braccia
intorno al collo.
Passano due
minuti buoni prima che ci
stacchiamo a riprendere fiato, sorridiamo entrambi con le fronti
appoggiate e
le labbra che si sfiorano in qualche bacio.
C: non credevo
che mi sarei mai
innamorata di uno che conosco da soli due giorni e mezzo.
J:
perché io? Ora capisco che tutte le
ragazze di cui mi pensavo innamorato non erano neanche al livello di
una cotta.
Continuiamo ad
abbracciarci e
lasciarci baci a fior di labbra.
C: sai, non
credo sia umano arrivare a
una tale intimità dopo soli due giorni.
J: infatti noi
non siamo umani.
Ci stendiamo sul
divano, io sono sopra
di lui e continuiamo a baciarci, questa volta in modo ancor
più passionale, poi
lui chiede accesso alla mia bocca con la lingua, io li do subito
accesso dando
il via a bacio così passionale e pieno di sentimenti che
dubito, sarei mai in
grado di provare una cosa simile baciando qualcun altro.
Proseguo
togliendogli la felpa e la
maglietta, avevo immaginato che aveva un fisico scolpito, ma questo
torace
sembra di marmo, ma al contempo morbido e comodo come la seta.
Pov Jacob
Di sicuro oggi
quando mi sono svegliato,
non pensavo di arrivare a questo punto con Cora.
Ora io sono a
torso nudo e sto
sfilando la maglietta a lei, dopo qualche minuto tutti i nostri
vistiti, intimo
compreso, sono sparsi intorno al divano dell’appartamento di
Cora.
J: sei sicura,
ti avverto è la mia
prima volta e non saprei cosa fare.
C: tranquillo,
anche per me è la prima
volta e dico di iniziare con te che ti metti questo.
Mi porge un
preservativo
Da dove
l’ha tirato fuori un preservativo?
Siamo su un divano, nudi, di sicuro stamattina non si è
svegliate pensando che
oggi avrebbe perso la verginità e non la comprato mentre
tornavamo a casa, l’avrei
vista.
C: questo me lo
sono ritrovato nella
tasca interna di una felpa che ho trovato in valigia stamattina, in sei
mesi
che sono qui non l’avevo ancora usata, dall’odore
sembrava essere di Stiles un
mio amico, anche se non capisco come ci si finita nella mia valigia.
J: e
perché l’hai tenuto?
C: non lo so,
istinto.
Dice Cora con
gli occhi pieni di
malizia.
J: il tuo
istinto è magnifico.
Concludo quella
frase con un bacio e
dopo dieci minuti di tentativi, m’infilo il preservativo.
Sono
patetico!!!!!!!!!!
E mi preparo a
prendere il dono più
grande che una ragazza possa fare a un ragazzo, secondo solo al suo
cuore.
Una volta
concluso il tutto, mi
accascio accanto a lei, che si appoggia al mio petto utilizzandolo come
un
cuscino.
C: andiamo a
fare la doccia?….insieme
ovviamente.
J: certo, ma
solo la doccia perché
sono esausto, anche se sono un essere sovrannaturale, sono stanco
psicologicamente.
Ridacchia un
po’ e risponde
C: certo,
anch’io non reggerei un
altro round, anche per un lupo mannaro fare cinque round del genere di
fila,
sarebbe estenuante.
Ci facciamo la
doccia, che consiste
solo in carezze e baci.
J: allora, che
ore sono? Siamo stati
nella doccia un’eternità.
C:
vediamo……sono le 15.23, cavoli non
avevo mai fatto una doccia di un’ora e mazza.
J: nemmeno io e
sono felice che la
prima volta sia stata con te, in tutti i sensi.
C: anche per me,
in tutti i sensi.
Ridacchia un
po’ sorridendo
dolcemente.
C: che ne dici
di fare insieme la
ricerca di filosofia?
J: andata, che ne dici se andiamo nel mio appartamento, ho una
scrivania
apposta per due persone.
C:
perché per due persone?
J: quando
lavoro, mi piace avere molto
spazio.
Lei sorride
dolcemente e mi da un
lieve bacio a stampo.
C: va bene,
andiamo.
Detto questo, mi
precede fuori
dall’appartamento.
Pov Cora
Arriviamo nel
suo appartamento e ci
sistemiamo sulla scrivania, che è enorme, altro che due, qui
ce ne starebbero
anche quattro persone, è a forma di mezza luna, ed
è posta nell’angolo infondo a
sinistra della stanza, ai piedi del letto, anch’esso enorme,
su di essa c’è uno
schermo piatto, che dai cavi capisco essere collegato al computer
più grande
che abbia mai visto.
J: ti piace?
C:
sì….
Rispondo
fissando il computer delle
dimensioni di un carrello della spesa.
J: se ti stai
domandando del perché
delle dimensioni del computer, sappi che me lo sono fatto costruire da
due miei
amici, è l’unione di sei diversi tipi di computer,
ognuno dei quali, è il top
di gamma nella specifica tecnica per cui gli ho scelti, io ho dovuto
solo
comprarli e i miei due amici, che studiano elettronica, gli hanno
uniti, il
bello è che i miei due amici sono complementari, Tonno
è un genio nella teoria
e decente nella pratica, Bremb è un genio della pratica e
decente nella teoria,
insieme sarebbero in grado di costruire la macchina del tempo, se non
fossero
troppo presi uno dai manga e l’altro dalle ragazze.
C: amici molto
interessanti, allora
cominciamo?
J:
sì, aspetta, ti prendo la mia sedia
di riserva.
C: sedia di
riserva?
J: quella sedia
che vedi li, è una
sedia professionale da gaming da 2300 $, che se vuoi puoi usare tu,
quella di
riserva è una sedia su ruote da 30 $ che ho comprato
all’Ikea.
C: ok.
Alla fine si
è usato solo una sedia….
Dopo
all’incirca due ore abbiamo
finito, anche se tra coccole e baci ci abbiamo messo il doppio del
tempo che ci
sarebbe voluto normalmente.
J: allora io
vado a cucinare un po’ di
pasta, ti farò assaggiare, o almeno ci proverò,
gli spaghetti italiani,
preparati da un italiano purosangue al 100%.
C: al 100%?
Scusa ma sia il tuo nome
che il tuo cognome mi dico il contrario.
J:
giacché alla fine lo scoprirai
comunque…………non sono i miei
veri nome e cognome, li ho cambiati appena prima di
venire in America, era un modo per lasciarmi il passato alle spalle,
certo non
mi vergogno o non rinnegherò le mie origini, sono fiero di
essere un
bergamasco, ehm cioè italiano, ma dovevo dare un taglio al
passato.
C: capisco, non
voglio obbligarti a
raccontarmi della tua vita pre-soprannaturale, anche se ci
spero……ma che cos’è
un bergamasco?
J: bergamasco
è un appellativo che si
da a chi è nato in una certa città o nel mio caso
provincia, io non sono nato a
Bergamo da qui deriva l’aggettivo, ma in una città
in provincia di Bergamo, che
tecnicamente è come per voi lo stato, tipo lo stato di New
York, anche se non
ti so dire bene le differenze.
C: mi stupisce
anche il fatto che sai
cucinare.
J: o vedrai
lupetta, farò esplodere il
tuo palato di piacere.
40 minuti dopo
J: che
cavolo….
Sento esclamare
dalla cucina mentre io
sono in salotto a rovistare tre i libri di Jacob.
C: che succede?
J: succede che i
vostri pomodori in
scatola e l’unica carne trita fresca che ho trovato in
città dall’unico
macellaio presente ovvero quella di bisonte, non si abbinano, anche se
buono,
questo ragù non è neanche minimamente comparabile
con il ragù fatto con la
carne di manzo che facevo in Italia.
C: finche
è commestibile mi sta bene.
Dico mentre mi
siedo al tavolo e lui
mi serve un piatto colmo di spaghetti che assaggio subito.
C: dai, non sono
male.
J: è
educazione aspettare che tutti
siano seduti e pronti prima di cominciare a mangiare.
C: scusa, ci ho
perso l’abitudine.
J: tranquilla,
non lo facevo io con la
mia famiglia, non sei di certo obbligata a farlo tu con me.
C: allora
perché me lo hai fatto
notare?
J: non lo so, mi
piace rinfacciare le
cose alla gente, è più forte di me.
C: lo
terrò a mente, anche se detesto
gli ipocriti.
J: sarei un
ipocrita se ti obbligassi
o ti facessi sentire obbligata a seguire un consiglio o una norma che
neanche
io seguo, ma siccome non lo faccio, non sono un ipocrita.
Ci penso un
po’ e annuisco.
C: giusto.
Finito la
cena……
J: cavolo, sono
pieno.
C:
anch’io, ma perché hai cucinato
così tanta roba? Abbiamo fatto fuori tre piatti belli
grondanti di spaghetti a
testa.
J: uno lo faccio
sempre, due oggi non
abbiamo pranzato perciò ho pensato fossi affamata, tre siamo
lupi e dai pochi
che ho conosciuto abbiamo uno stomaco grande il doppio degli umani.
C: 1 dieta, 2
grande pensata, 3 fai il
triplo.
J: ci guardiamo
un film?
C: ok, che ne
dici di……….
Guardo tre i DVD
impilati su uno
scaffale.
C: Scary Movie 5?
J: ci sto, ma ti
dispiace se metto i
sottotitoli italiani?
C: no problem.
Dico prendendo
il DVD e accendendo il
blu-ray.
C: comunque ti
tratti bene.
J: in che senso?
C: per comprare
sei computer top di
gamma, schermo al plasma, sedia professionale da 2300 $ e un
appartamento
grande il doppio del mio, devi avere un bel patrimonio.
J: non
è cosi…
Io mi volto
verso di lui e alzo un sopracciglio.
C: e allora come
fai, sei una specie
di Arsenio Lupin mannaro?
J: no,
cioè ho molti soldi ma non
derivano dai miei genitori, sai il mio mega computer, ha un congegno
che
amplifica le prestazioni del processore quasi dell’75% e
questo congegno è
stato inventato dai miei due amici.
C: che centra?
J: centra
perché loro hanno solo
rifinito il progetto e assemblato il prototipo, tutto è
partito da un mio
progetto fatto per un compito, prima di cambiare indirizzo di studio
con
chimica anch’io studiavo elettronica e poi dopo che
l’hanno esposto a una fiera
della scienza, un’azienda ci ha contattati e questa era
la………tamburi…….
Fa il gesto dei
tamburi con le mani
J:………la
Samsung, ha acquistato il
nostro progetto per uno sproloquio, i miei amici hanno deciso che anche
se io
facevo chimica da un anno e non li avevo aiutati un gran che nella
rifinitura e
assemblaggio del prototipo, il merito era mio e quindi dei sette
milioni che ci
hanno offerto, i miei amici si sono presi 2,250 milioni a testa, mentre
io 2,5
milioni. E sì una cosa del genere avrebbe dovuto fare
notizia, ma noi in
accordi con la Samsung non abbiamo fatto trapelare la notizia, per di
più i
miei amici avranno una borsa di studio a patto che a termine di essi,
entrino a
far parte del team ricerca e sviluppo della Samsung.
C:
cioè tu sei milionario e vivi in
affitto in questo buco di città?
J: sì, perché io volevo la pace, volevo un posto
isolato, dove nessuno della
mia vecchia vita mi avrebbe cercato, solo i mei 4 più cari
amici sanno dove
sono e mi scrivono o io gli scrivo solo per faccende davvero importanti
o
particolarmente divertenti.
C: ah, in che
senso divertenti?
J: del senso che
io avevo lasciato i
250 000 mila Euro in più che avevo rispetto ai miei amici ai
miei genitori e il
mio terzo amico ovvero mio cugino di secondo grado da parte di madre,
che non
ha partecipato al progetto e vive ancora nella mia vecchia
città, mi ha fatto
sapere che mia madre, che a differenze di tutto il resto della mia
famiglia,
non ha accettato la mia partenza e ha deciso che avrebbe usato i soldi
rimasti
dopo la costruzione della casa dei loro sogni per cercarmi e dopo
avermi
trovato costringermi a tornare a casa e punirmi.
C: e non hai
paura che ti trovi?
J: certo che mi
troverà, a parte il
cambio di nome e del numero di cellulare, non ho cercato di nascondere
le mie
tracce, uso ancora la mia vecchia e-mail e i miei vecchi profili, ma
per il
progetto che hanno in mente ci vorrà un anno per completare
la casa e dato il
sistema giudiziario e democratico italiano, almeno altri due anni per
scoprire
il mio nuovo nome e se rimarranno ancora dei soldi, altri due o tre
anni per
scoprire dove sono, quindi all’incirca ho ancora poco meno di
quattro anni prima
che la mia famiglia mi trovi e mio papà con qui mi sento
mensilmente, mi ha
detto che oltre al aver accettato la mia condizione, sta cercando di
convincere
mia madre a smettere di cercarmi dato che è maggiormente per
colpa sua se me ne
sono andato.
C: ok, anche se
hai fatto aumentare la
mia voglia di conoscere la tua storia.
Jacob distoglie
lo sguardo e punto il
telecomando verso la tv.
J: guardiamo il
film.
Preme Play e fa
partire il film.
C’è
lo guardiamo tutto e credo che si
sia dimenticato che sento il suo cuore, perché per tutto il
film ha fatto finta
di non avere paura, ma se il suo cuore avesse battuto un pochino
più forte,
sarebbe esploso.
Dopo il film mi
ha invitato a dormire
con lui, assicurandomi di non avere doppi fini, accetto e ci
accoccoliamo nel
suo letto, io sono messa di lato e lui che mi abbraccia da dietro,
immergendo
il viso tra i miei capelli e attorcigliando le sue gambe con le mie, il
suo
braccio sinistro mi stringe delicatamente il ventre, mentre quello
destro è
sotto la mia testa.
Dopo qualche
minuto ci addormentiamo e
credo di poter parlare per entrambi, dicendo che è stata la
miglior dormita
della mia vita.
Fine Capitolo.
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Capitolo 6 *** insegnare ad un insegnante ***
Capitolo
6:
Spiegare
ad un insegnante
Pov Cora
Driin Driin
Driin
Mi giro, cerco
di raggiungere la
sveglia ma davanti a me, invece del limite del letto, trovo solo due
occhi
grigio-azzurri che mi fissano dolcemente.
C: puoi spegnere
la sveglia?
Gli dico a Jacob
con gli occhi
semi-chiusi e la voce impastata dal sonno mentre gli sorrido dolcemente.
Mi sorride, si
gira, la spegne e si
rigira tornando a fissarmi.
J: lo sai che
sei bellissima quando
dormi lupetta? Sembri così indifesa.
C:
già, però poi mi spuntano zanne e
artigli.
J: questa
è solo un’altra delle tue
qualità.
Dice dolcemente,
guardandomi negli
occhi, per poi baciarmi appasionatamente.
C: che dici,
facciamo colazione al bar
della scuola?
J:
sì, Non ciò voglia di preparare la
colazione stamattina.
Ci alziamo e
mentre lui comincia a
cambiarsi, io vado nel mio appartamento per cambiarmi a mia volta.
Dopo 40 minuti,
necessari per lavare i
denti, stirarmi i capelli, darmi una sciacquato al viso e cambiarmi,
esco dal
mio appartamento e mi ritrovo Jacob mezzo addormentato seduto per terra
contro
il muro da parte alla mia porta.
C: sveglia, se
no, non facciamo
colazione.
J: sei tu che ci
hai messo 40 minuti.
C:
perché tu quanto ci hai messo?
J: 20 minuti,
denti , faccia e vestiti.
C: a me sono i
capelli che mi fregano.
J: i tuoi
capelli sono bellissimi,
profumati, morbidi e setosi.
C: merito dei
tuoi 20 minuti di attesa.
J: allora
sarò felice di aspettarli di
nuovo.
Dopo i soliti 25
minuti di camminata,
arriviamo alla caffetteria della scuola, è pieno di studenti
e ovviamente ci
sono anche Carla e Clarisse.
Jacob le guarda
male e poi mi chiede:
J: Cora tu hai
qualcosa in contrario
con la manifestazione di affetto in pubblico?
C: se sono da
parte di miei parenti no.
J: se sono da
parte dal tuo forse
ragazzo?
C:
no……
A quel punto lo
prendo per il coletto
e lo tiro verso di me dandogli un bacio contenuto ma passionale. Quando
ci stacchiamo,
mi rendo conto di avere gli sguardi curiosi, più due
furenti, di tutta la
caffetteria puntati addosso.
C: ma dal mio
più che sicuro ragazzo,
sì.
Lui mi sorride e
mio sposta la sedia
del tavolino per farmi accomodare.
Pov Carla
Cos’era
quello? Come ha potuto Cora Hale
baciare davanti a tutti il prossimo ragazzo sulla mia lista!!!!????
Sono furibonda e
dallo sguardo
accigliato delle miei servette e di mia sorella credo che si noti.
Cl: Carlita non
sarai mica gelosa?
Ca: gelosa no,
arrabbiata sì, anche se
Jacob non m’interessa sotto quel punto di vista, era sulla
lista delle mie
prossime conquiste per sport.
Cl: e come ci
è finito?
Cs: gli
interessava più la Hale che
me, e questo non lo accetto.
Cl: scusami
sorellina ma la Hale,
anche se mi duole ammetterlo, è una delle ragazze
più belle delle scuola e
anche più di te, l’unico motivo per cui non ti ha
superato in popolarità è il
suo carattere.
La guardo
sbalordita e furente.
Cl: ma se
proprio vuoi, ti aiuterò a
strapparli quel bel bocconcino di
Blaze………..a patto che dopo lo
condividi con
me.
Nessuno lo
sapeva, ma molte volte io e
mia sorella approfittando del fatto che ci piaceva farlo al buio e che
di
corporatura eravamo molti simili, seppur avendo due anni di differenza,
ci
scambiavamo i ragazzi senza che loro se ne accorgessero.
Ca: ci sto, ma
non chiamarmi più
Carlita. E poi devi sapere una cosa alquanto strana sulla
Hale………………
Pov Cora
Non ci credo,
Non. Ci. Credo! Quelle due
voglio soffiarmi Jacob? Se lo possono sognare, non solo
perché credo di amarlo,
il che è strano dopo 3 giorni che ci conosciamo, ma anche
perché non mi sono
mai sentita così in sintonia con qualcuno e poi
cos’è questa storia del
condividere, fortuna che lui non ha sentito perché
è andato a prendere le
ordinazioni…………oh eccolo
che torna.
J: allora, latte
macchiato con
cornetto al cioccolato per la mia bellissima lupa e un cappuccino con
extra
zucchero e cornetto alla crema per il lupo infernale più
affascinante del mondo.
C: devi
aggiungere modesto.
Mi da un bacio a
stampo e si siede.
J: certamente
lupetta.
C: lupa mi sta
bene, lupetta ti farà
rimettere le corde vocali.
J: va bene.
Con questa frase
cominciamo a mangiare,
lanciandoci anche qualche sguardo e gesto d’affetto.
Passano le prime
due ora, avevamo il
corso facoltativo d’arte con il prof Riddick e si vedeva
lontano un miglio che
era nervoso, non ci ha rivolto la parola, però continuava a
guardare verso di
noi come per tenerci d’occhio.
Driin Driin Driin
PR: allora
ragazzi, per martedì voglio
un’imitazione in carboncino di un quadro di Picasso a vostra
scelta.
Comincio a
prendere le mie cose e vedo
il Prof avvicinarsi a me e Jacob.
PR: Jacob, Cora
forza nel mi ufficio.
Dai restanti
membri della classe si
alza un UHHHHHH
C: certo prof.
Gli faccio un
sorriso e lo segue con
Jacob subito dietro.
Una volta
entrati nel suo ufficio lui
si chiude la porta alle spalle.
PR: allora
ragazzi, parlate!
Severo e dritto
al punto, faremo
meglio a non contraddirlo.
PR: anzi parlo
prima io………ieri ho
scoperto e visto sotto i miei occhi….. un lupo mannaro, che
tra l’altro è anche
una mia studentessa, ti ho visto perdere il controllo e cercare di
sbranarmi,
per poi scoprire che anche l’altro ragazzo nuovo è
lupo….
J: io preferisco
licantropo, noi non
siamo tutti mostri.
PR:
bene…..licantropo……. e quello che
mi chiedo, come è possibile che con tutto la tecnologia che
abbiamo, il genere
umano non sappia che esistiate?
C:
parlerò io per entrambi dato che
Jacob è stato trasformato solo da un anno. Per
prima cosa, sappia che ci sono esseri
umani che sanno di noi, alcuni sono amici, altri sono famigliari, ma la
maggior
parte sono cacciatori….
PR:
cacciatori?........ Cacciatori………..
di licantropi?
C: esattamente e
sono parecchi, molti
di loro hanno un codice che dice “noi cacciamo ciò
che ci caccia” per questo
non ci siamo ancora estinti. Anche se al giorno d’oggi, molti
di loro lo
infrangono, accecati dall’odio, dalla follia o soprattutto
dalla paura.
PR: e
perché questi cacciatori, senza
codice, semplicemente non catturano alcuni di voi e non li mostrano in
pubblico
scatenando una pazza caccia al lupo?
C:
perché per prima cosa si
scatenerebbe il panico, gli esseri umani se gli si sbatte in faccia una
verità
come questa, si fanno guidare dalla paura e una madre o padre di
famiglia
ucciderebbe a sangue freddo un ragazzo solo perché
soprannaturale, anche se
questo non ha mai fatto male a nessuno e mai ne fare se non provocato,
solo
perché convinto di proteggere la sua famiglia. Deve sapere
che negli ultimi
anni nella cittadina da qui provengo sono avvenuti moltissimi
“ cataclismi soprannaturali”
e dopo lo sterminio della mia famiglia e di alcuni esseri umani
normalissimi
che erano con loro da parte di una cacciatrice folle, un gruppo di
ragazzi di 16/17
anni con poteri e abilità soprannaturali si sta occupando
con successo di
queste calamità e proteggendo i cittadini, due di loro sono
già morti e molti
hanno rischiato seriamente di farlo, ma seppur sapendo che se venissero
scoperti sarebbero braccati e uccisi, loro proteggono le persone che
potrebbero
essere un giorno i loro carnefici, il loro capobranco un lupo mannara
alfa che
ha raggiunto questo stadio con la pura forza di volontà, non
ha mai ucciso
nessuno, neppure un suo nemico, se sono morti è stato per
mano di altri e per
semplice casualità di eventi. Noi non siamo pericolosi se
lasciati in pace,
anzi molti di noi userebbero il loro dono per proteggere la loro
città e
chiunque ci abiti.
Il prof
è ancora in piedi con le
braccia incrociate che ci guarda serio.
PR: naturalmente
non c’è modo di
dimostrarlo.
C: se lei vuole,
posso fare una chiamata,
farla parlare con lo sceriffo di questa città che
è un essere umano e sa tutto
su di noi, non ha parenti soprannaturali, anche se continua a considera
il
migliore amico di suo figlio, che è il licantropo alfa di
cui le parlavo, il
figlio che ha sempre voluto.
PR: molto bene,
cercherò di fidarmi,
anche se credo che mi dovrete raccontare più dettagli
tecnici se volete che in
caso di bisogno, vi aiuti.
C: certamente,
iniziamo con la gerarchia
dei lupi, iniziamo dall’Alfa il capobranco, ci sono tre tipi
di alfa, l’alfa normale
che ha conquistato il suo titolo uccidendo un altro alfa e quindi
prendendogli
il potere, l’alfa ereditario ovvero il lupo primogenito che
eredità i poteri da
un genitore Alfa dopo la sua morte senza che gli venga sottratto il
potere e il vero
Alfa un lupo che raggiunge lo stato di
capobranco con la pura forza di volontà senza uccidere,
l’unico che può prendere
il potere a un vero alfa è un beta creato da lui che ha
fatto un determinato preparamento.
Un lupo mannaro alfa è caratterizzato da degli occhi rossi
brillanti, da un
incremento della forza maggiore rispetto a quella di un lupo mannaro e
da un
ruggito capace di far retrocedere la maggior parte degli esseri
soprannaturali…
PR: aspetta, ci
sono altri esseri
soprann……
C: ci arrivo, la
cosa più importante
di un alfa è che è l’unico in grado di
trasformare con il suo morso un normale
umano in licantropo.
C’è
poi il beta, un lupo mannaro che è
nato lupo o ci è stato trasformato, per essere un beta devi
far parte del
branco di un alfa.
L’omega,
il lupo solitario, sono
abbastanza rari dato che un lupo non sopravvive a lungo da solo.
Ora veniamo ai
fattori comuni a tutti
i lupi, per prima cosa la forza fisica, la trasformazione non ti da una
forza pari
al tuo grado gerarchico che è uguale a tutti i lupi di quel
grado, solo
l’incremento della forza è uguale. Per dirlo in
parole povere, un omega ha la
forza che aveva da umano solo raddoppiata, un beta triplicata e un alfa
quadruplicata, quindi se io dovessi avere un valore da attribuire alla
mia
forza da 1 a 10 da umana sarebbe 4, da omega 8, da beta 12, da alfa 16,
invece
Jacob potremmo dire che da umano a una forza 8, da omega 16, da beta 24
e da
alfa 32, se più forte fisicamente, un omega può
essere più forte di un alfa,
anche se l’alfa è in grado di sviluppare oltre al
fisico il suo potere che
invece di quadruplicare la sua forza, la quintupla o anche di
più, lo stesso
ragionamento si applica a udito, olfatto, fattore di guarigione e vista
quando
si usano gli occhi da lupo. Comunque si può intendere la
natura di lupo non alfa,
perché esso ha sempre gli occhi rossi, con appunto il colore
degli occhi, un
normale lupo ha gli occhi gialli, un lupo che ha ucciso un innocente li
ha di
un azzurro ghiaccio. Non bisogna però portare pregiudizio,
magari un lupo dagli
occhi azzurri ha ucciso un cacciatore per autodifesa, oppure non
l’ha fatto
intenzionalmente, oppure come mio fratello, l’ha fatto per
evitare che una
persona amata smetta di soffrire.
PR: in che senso
smetta di soffrire.
C: deve sapere
che il morso di un Alfa
se non ti trasforma ti uccide, a meno che tu non sia immune o un altro
tipo di
essere soprannaturale, ma se il tuo corpo rigetta il morso, prima che
tu muoia
devi passare una lunga e lenta agonia.
PR:
cavolo………….senti Jacob non
perché
non mi fidi, ma tu non hai parlato per tutto il tempo, hai solo annuito
e
quindi vorrei vedere il colore dei tuoi occhi.
C: non funziona
così con lui.
PR: cos?
Perché con lui….
J:
perché non sono solo un
lupo………..quando sono stato trasformato
il morso ha risvegliato un potere
dormiente in me, il potere del cerbero o…..
PR: segugio
infernale.
J: esattamente,
ma non sono un ibrido
fra le due, sono al 100% un lupo e al 100% un cerbero, la mia natura da
lupo ha
incrementato quella da cerbero e viceversa, ho tutti i poteri e le
facoltà di
un lupo e tutte quelle di un cerbero amplificate, come ha detto prima
Cora il
lupo omega raddoppia la mia forza insieme ai miei sensi e il mio potere
da
cerbero, a me invece parte subito col quadrupicarli, se fossi un beta
li
moltiplicherebbe per 6 immagino, mentre se fossi un alfa li
moltiplicherebbe
per 8, io sono già molto forte, se dovessi prendere il grado
alfa potrei
diventare uno degli esseri sovrannaturali più potenti al
mondo, dato che al
momento non si conosce un modo certo per uccidere un cerbero.
Driin Driin
Driin
PR: ok, credo
doppiate andare.
C: senta prof,
io ho un libro in
formato digitale appartenuto alla mia famiglia con tutte le creature
soprannaturali alla nostra famiglia conosciute, se vuole glielo posso
mandare
via mail?
PR: certo,
Grazie Cora, credo sarà una
lettura interessante.
J: bene,
arrivederci allora.
PR: arrivederci
ragazzi
C: arrivederci.
FINE
CAPITOLO
|
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Capitolo 7 *** pericolo nei boschi ***
Capitolo 7:
Pericolo nei
boschi
Pov
Cora
Dopo
la chiacchierata con il prof Riddick, Jacob ed io ci dirigiamo verso il
laboratorio di chimica analisi, dove ovviamente ci troviamo anche Carla
Chase.
Dopo quello che ho sentito in caffetteria stamattina sono
più nervosa che mai,
e guarda caso l’unico bancone da laboratorio libero per due
persone è proprio
quello dietro di lei, che è in prima fila accanto a Delaila
Desiraio una delle
galline/minions di Carla.
Entra
il professor Massimiliano Magniti, un uomo abbastanza anziano ma al
contempo
arzillo, severo ma al contempo simpatico e disponibile quando vuole.
Noto
subito che Jacob s’innervosisce e il suo cuore sta per
esplodere, in effetti,
il prof Magniti si è trasferito qui da una scuola italiana
all’inizio dell’anno,
forse lo conosce.
PM:
allora ragazzi mi hanno comunicato che abbiamo un nuovo studente che
arriva
dall’Italia, è bello sapere di avere un altro
connazionale in questa piccola
città, allora perché non vieni cui e non mi fai
una breve presentazione di
quello che hai fatto fin ora.
Jacob
si alza e timorosamente con la testa basta si avvicina al prof, a cui
pian
piano svanisce il sorriso.
J:
salve prof, è un piacere rivederla.
PM:
non ci credo Colpani, sei davvero tu? Che ci fai qua? E
perché sei registrato
con un altro nome?
J:
per prima cosa prof non mi chiami con il mio vero nome e cognome, ormai
l’ho
cambiato legalmente e sono qui perché ho avuto gravi
divergenze con la mia
famiglia e me ne sono voluto andare.
PM:
beh, in questo caso giacché gli argomenti di
quest’anno li abbiamo svolti insieme
e li svolgeremo allo stesso modo, puoi tornare a sederti e per favore
almeno
alla vetreria di questo laboratorio……. Donagli
clemenza.
Jacob
si risiede accanto a me nervoso.
C:
vetreria?
J:
quando era ancora un mio professore, io avevo il vizio di rompere
qualcosa a
ogni lezione e intendo davvero ogni lezione, la maggior parte delle
volte anche
più di un oggetto. Non intenzionalmente ovvio….
C:
capito.
PR:
ok, per prima cosa sarò io a formare i gruppi, visto che non
voglio che vi
mettiate a chiacchierare durante laboratorio.
Primo
bancone: Colp…Blaze e Chase, dall’altro lato
Spinnegan e Santiago.
Secondo
bancone: Grizzerli e Simus, dall’altro lato Hale e Desiraio.
Terzo
bancone…………………………..
No no no vicino
alla Desiraio no, ma
soprattutto Chase non deve neanche pensare di toccare Jacob o la sbrano
davanti
a tutta la classe.
Mi
siedo al posto indicato e seppur a quattro metri e mezzo di distanza,
con tutti
i prodotti chimici nella stanza, sento l’inconfondibile odore
di ormoni che
emana la Chase, il bello è che non sono del tutto naturali,
quando le sono
passata accanto, mi sono subito accorta che portava un profumo
realizzato
apposta per amplificare l’intensità di odore che
emana il corpo, è lo stesso
che usano gli allevatori sul bestiame per invogliare gli animali
all’accoppiamento, solo che a questo è stato
aggiunta la fragranza di vaniglia.
Cavolo, come
pretende di non essere
chiamata vacca se poi lei stessa si tratta come tale?
Pov
Jacob
Ma
perché cacchio mi sento così
sessualmente attratto dalla Chase, insomma, si è carina, ma
non è il mio tipo,
l’unica cosa che mia attrae in lei è la 4°
di seno, per tutto il resto Cora è
un milione di volte meglio, ma che cavolo, però il suo odore
mi eccita un
casino, l’unica altra volta che ho sentito lo stesso odore
è stato quando io
Cora eravamo all’inizio dell’amplesso di ieri.
PR:
bene ragazzi, oggi una cosa semplice,
dovrete………..
Due ore dopo
Driin
Driin Driin
FINALMENTE! Non
ce la facevo più! L’odore
della Chase mi stava facendo perdere il controllo.
Appena
il prof è distratto scatto verso Cora che si stava
avvicinando e le do un bacio
passionale.
C:
non preoccuparti, la Chase è una stronza.
J:
cosa?
Ma di cosa
parlava, forse se ne era
accorta, ma come sapeva che era colpa della Chase?
C:
sì, insomma, cercare di attrarre ragazzi con un profumo che
amplifica l’effetto
degli ormoni, patetico.
J:
era per quello che io…
C:
sì.
J:
quindi lei vuole…
C:
sì.
J:
ma perché lei…
C:
farmi un dispetto probabilmente.
J:
stronza, beh, almeno non era all’aconito.
C:
dopo l’esperienza della palestra dubito che ci
riproverà, dall’espressione che
ha fatto alla vista del mio viso alla parola
“strozzalupo”, nel bagno delle
ragazze, si capiva che aveva intuito che era quello che mi faceva stare
male e
mi ha fatto perdere il controllo.
J:
aspetta, ma cosa ti ha detto negli spogliatoi?
C:
anche se non direttamente, mi ha accusato di essere io il lupo che
ulula la
notte, ululati che tra l’altro sono iniziati esattamente la
prima luna piena
dopo il mio arrivo e con cui io non centro assolutamente niente, ti
posso
assicurare che quegli ululati sono di normalissimi lupi, anche se
sembrano
piuttosto grandi.
J:
ok, credi che dovremmo fare attenzione a lei?
C:
sì….
Gli
metto un braccio intorno alle spalle e insieme ci dirigiamo a lezione
d’inglese,
dove avremo supplenza dato che il prof d’inglese e vice
preside è scomparso.
Finite
le lezioni e dopo aver pranzato nella caffetteria della scuola con due
abbondati piatti di pasta al pesto a testa, abbiamo deciso di fare un
giro in
città.
Pov
Cora
C:
ok, io dico di iniziare dalla piazza centrale.
Andiamo
in centro città, la piazza principale è un enorme
spiazzo circolare con una
fontana bella grande al centro rappresentante un minatore. Gli edifici
che
danno sulla piazza sono: il comune, che si riconosce subito grazie alle
immense
bandiere appese sopra l’entrata, alla destra di questo
separata dalla strada, l’unica
banca della città, alla sinistra del municipio,
l’unica macelleria della città
con un piccolo vicolo che li divide, dall’altro lato della
piazza adiacente
alla banca, un negozio dove vendono di tutto, dopo la strada adiacente
a esso l’ufficio
postale e tra le poste e la macelleria viene separate da esse da due
strade una
palazzina abitata piuttosto grande. Dopo che Jacob si è
comprato 4 bombole di
gas metano per la sua cucina, fortunatamente eravamo passati da casa a
lasciare
gli zaini di scuola, così lui poté prendere un
altro zaino sufficientemente
grande per le bombole, mi dice con una voce indifferente.
J:
carino, ma senti, te lo devo dire, a me annoiano i giri in
città, andiamo nel
bosco?
Mi
fa l’ultima domanda con un sorriso e un’espressione
che mi ricorda un bimbo di
5 anni che fa gli occhi da cucciolo alla mamma, io gli risponderei di
sì subito
dato che siamo più pericolosi noi di orsi, puma e lupi, ma
mi accorgo subito di
alcune vecchiette vicino a noi, che dopo la domanda di Jacob, ci
guardano storto.
C:
Jacob, tu sei nuovo in città e devi sapere che il bosco non
è visto di buon
occhio qui e ultimamente più del solito.
J:
oh, perché?
C:
da quel che so, ci sono stati strani avvistamenti di demoni nei boschi
e coloro
che vi entrano disarmati la maggior parte delle volte non tornano o
ritornano
traumatizzati e deliranti, anche molti cacciatori esperti che vanno a
caccia in
queste zone, da quel che so non fanno ritorno. Perfino dalle spedizioni
di
ricerca mandate per cercare le persone scomparse nei boschi, scompare
la gente.
Poi
sentendomi osservata, li indico con la testa le vecchiette dietro di
noi che
bisbigliano, convinte che noi non le possiamo sentire, cosi entrambi
cominciamo
a origliare.
***
???1:
avete sentito quel ragazzino? Vuole andare nel bosco.
???3:
che lo faccia,
è il solito ragazzino
spavaldo di città, se entra nel bosco muore
o rimane traumatizzato a vita, in ogni
caso un problema in meno.
???2:
io non saprei ragazze, c’è qualcosa di strano in
quel ragazzo lo sento e anche
la ragazza, come se non fossero umani, hanno una strana aura.
???3:
bah se lo dici tu, hai sempre avuto attitudine a trovare cose strane,
ti
ricordo che sei tu che 30 anni fa, hai rivenuto la maggior parte dei
cadaveri
nei boschi, comunque andiamo o facciamo tardi, del ragazzino non ci
deve
importare nulla.
***
Pov
Cora
J:
cavoli che caratteraccio, poi da quello che ha detto credo che una di
loro sia
una banshee e forse non ne è neanche consapevole.
C:
non dirlo a me, quando sono arrivata ne ho sempre avuto una delle tre
attaccata
dietro, quando le ho affrontate sbucandogli alle spalle, mentre loro mi
seguivano tutte e tre insieme, mi hanno detto che non li piacevo e che
non gli
ispiravo fiducia, che per quanto ne sapevano loro, io potevo essere un
pericoloso criminale che si nasconde dalla polizia
………….. E comunque
sì, anch’io
l'ho notata nei primi mesi che ero qui, non so come si siano
risvegliate le sue
abilita, anche se non credo sia una banshee particolarmente potente.
J:
ok, comunque sono proprio matte.
C:
e non è tutto, quella più stronza, che ha detto
che non gli importava se morivi
o no, è la nonna di Carla e Clarisse Chase.
J:
cavoli, cattivo sangue non
mente………………andiamo
nel bosco?
Mi
chiede con un tono cha va tra l’infantile e il curioso, con
la medesima
espressione di prima, solo che questa volta a messo pure il broncio e
fa segno
di lacrimina con le dita.
Io
sbuffo e annuisco divertita.
Dopo una ventina
di minuti di
camminati arriviamo ai limiti del bosco e cominciamo ad addentrarci.
J:
Allora Cora, prima mi hai parlato di ululati nei boschi, li ho sentiti
anch’io
da quando sono qui, ma non ci ho trovato nulla di strano.
C:
sì….beh…. sono iniziati da quando sono
arrivata, alla prima luna piena, durante
ogni notte di luna piena si sentono degli ululati provenire dal bosco,
ci sono
stati degli strani avvistamenti nei boschi, dicono di enormi lupi con
gli occhi
più neri della notte che risaltano nel buio più
buio, il bello è che alcuni di
questi avvistamenti sono stati fatti anche in pieno giorno, finora non
è stato
attaccato nessuno, anche se sono scomparse già sei persone e
la residenza di
ognuna confinava col bosco, una tra queste è il nostro vice
preside e
professore d’inglese, il prof Brindelli, ma lo sceriffo come
molta gente in
città è diventato comunque paranoico e dice che
non vuole che si ripeta ciò che
è successo trenta anni fa quando lui era ancora un
quindicenne spensierato e
pensa di mettere un coprifuoco e il divieto di accesso e avvicinamento
al bosco.
J:
cos’è successo trent’anni fa?
C:
la gente spariva nei boschi e c’erano sempre strani
avvistamenti di demoni lupo
nella foresta, anche se pochi sopravvivevano per raccontarlo. Da quel
che so’,
il tutto è durato per tre anni e che sono stati rinvenuti
313 cadaveri, anche
se gli scomparsi erano all’incirca 432, per una cittadina che
al tempo aveva 2000
abitanti, è stato un brutto colpo, poi il tutto è
terminato da un giorno
all’altro dopo il ritrovamento di un uomo impiccato nel
bosco, niente di meno
che Nicolas Chase al tempo marito di Linda Chase la signora scorbutica
della
piazza, quindi nonno delle due galline reginette della scuola.
J:
cacchiarola, bel mistero.
C:
già, dopo quegli eventi molti se ne andarono e la
città si spopolò, questo
gravò molto sull’economia, se dopo qualche anno
non sarebbero cominciati ad
arrivare nuovi cittadini, ora la città
non……..
Non
finisco di parlare, ho sentito qualcosa, anche Jacob si mette in
ascolto…………..
Un
rumore di passi veloci in avvicinamento mi mettono in guardia, mi volto
verso
Jacob e noto che anche lui è in posizione, sembra pronto al
combattimento.
Cerco di concentrarmi sul rumore, sento molti passi, tutti intorno a
noi, però
non sento nessun battito cardiaco eccetto quello di Jacob.
J:
siamo circondati, ma a parte dei passi non sento nessun battito
cardiaco.
C:
già, anche l’odore che è
nell’aria è strano.
L’odore
che si sente sembra una via di mezzo dell’odore di qualcosa
di morto e di
estremamente malvagio.
J:
non riesco capire cosa sono, anche se dall’odore sembrano
lupi….ma morti……non
so come spiegarlo.
C:
come fai a dire che sono lupi, io sento solo odore di morte.
Parliamo
a bassa voce anche se sappiamo che ormai siamo circondati e chiunque o
qualunque cosa sia, non ha buone intenzioni.
J:
grazie alla mia parte di cerbero ho un olfatto più
sviluppato del tuo.
Non
faccio tempo a rispondere che qualcosa sbuca fuori da dietro una
roccia……
È
un lupo enorme, riesco a scansarmi e mi metto a fissarlo, alle sue
spalle noto
che Jacob è completamente avvolto dalle fiamme e davanti a
lui ci sono due lupi
che sembrano stare per attaccarlo, vedo che uno dei due lupi parte
all’attacco
e anche Jacob corre contro di lui trasformandosi in un enorme lupo di
all’incirca 1 metro con il manto nero, afferra il lupo che lo
aveva caricato
alla gola e lo sbatte contro un albero per poi ingaggiare un
combattimento
contro il secondo lupo. Sono così ammaliata dal
combattimento del lupo
infernale che non mi accorgo che il lupo che avevo scansato mi si
avventa
contro. Mi ferisce all’addome con gli artigli e mi azzanna la
spalla, ma prime
che posso staccarmela, viene sbalzato via dal lupo nero, che
l’aveva caricato e
noto che ora il suo manto andava letteralmente a fuoco, Jacob comincia
a combattere
con lui, però è molto più dura di
quello che sembrava, difatti osservando
meglio i due lupi ormai carbonizzati stesi a qualche metro da me, noto
che
quello che mi aveva attaccato e ora combatte con Jacob, è
molto più grande dei
due e non molto più piccolo di Jacob-Lupo, difatti riesce ad
atterrare Jacob e
a salirli sopra, l’unico motivo per cui non ha ancora preso
Jacob per la gola è
che lui lo tiene distante con le zampe anteriori. Però poi
il fuoco che avvolge
Jacob s’intensifica e da esso scaturisce
un’esplosione che avvolge i due lupi e
scaglia me a qualche metro di distanza, colpisce anche lo zaino
contenete le
bombole di gas metano che esplodono.
Una
volta che il fumo si è diradato, mi alzo a fatica in piedi,
noto che le mie
ferite non guariscono alla velocità con cui lo farebbero
normalmente con il
processo di guarigione.
Riesco
comunque a raggiungere Jacob che è tornato umano, noto che
anche lui è
ricoperto di ferite e sta faticando a rialzarsi, accanto a lui lo
scheletro
enorme e carbonizzato del lupo, tutto intorno a noi è
carbonizzato e tutti gli
alberi nel raggio di 6/7 metri sono stati abbattuti e carbonizzati.
C:
sta…attento…..sei ferito……e
non accenni a guarire.
J:
dovresti preoccuparmi io per te, a me hanno sparato alla testa con un
proiettile all’aconito e sono guaito dopo quattro ore.
Lo
guardo stupefatta e lui inclina la testa come per dire
“sì, è così incredibile
da non crederci".
A
quel punto sentiamo qualcuno avvicinarsi e vediamo arrivare lo sceriffo
Smith
con alcuni agenti.
SS
(sceriffo Smith): ragazzi ma che è successo? State bene?
Chiede
allarmato e preoccupato, per certi versi mi ricorda lo sceriffo
Stilinski di
Beacon Hills per i suoi modi di fare.
J:
non molto bene sceriffo, dei lupi ci hanno attaccato, ho cercato di
tenerli
lontani con la fiamma ossidrica che uso per le saldature a casa ma uno
di
quelli stronzi ma la strappata dalle mani e con essa lo zaino dove
erano
contenute altre tre bombole di gas metano che avevo appena comprato, la
fiamma
è finita sopra lo zaino che per fortuna è esploso
uccidendo tre lupi e mettendo
in fuga gli altri.
Lui
ci guarda incerto. Si osserva un po’ intorno per poi annuire.
SS:
ok ragazzo, ma non ti sforzare è un miracolo che siate vivi,
viste le vostre
ferite, ora è meglio che vi portiamo alla strada e vi
chiamiamo un’ambulanza.
Pov
Jacob
Il
suo tono era molto calmo e rassicurante, deve aver notato che seppur le
ferite
siano molto estese non sono molto profonde, cosi i due agenti, uno
sulla
quarantina abbastanza massiccio e un ragazzo che deve essere una
matricola, ci
prendono in braccio a mo’ di sposa, io dal primo e Cora dal
secondo, cominciano
a trasportarci verso la strada che noto non essere molto distante.
AR
(agente Rockstone): siete stati molto fortunati che passavamo qua
vicino quando
sono esplose le bombole.
J:
come sta Cora?
Chiedo
con tono abbastanza debole dato la fine dell’effetto
dell’adrenalina e della
cospicua perdita di sangue.
AR:
sta bene ragazzo, il mio collega si sta prendendo cura di lei.
J:
se prova solo a pensare di provarci con la mia ragazza lo sbrano.
AR:
molto spesso non ha neanche bisogno di provarci che le ragazze gli
saltano
addosso da loro.
A
quel punto qualcosa mi scatta dentro e sento che le mie ferite
cominciano a
guarire e le forze tornare in me.
Bene, vedo che
il mio corpo a già
ricominciato a produrre sangue a un ritmo sovrannaturale e a guarire
rapidamente le mie ferite, ora devo solo fare a pezzi quella matricola
da
strapazzo.
J:
senta agente…..
AR:
Rockstone…..John Rockstone.
J:
ah come quello del mondo perduto.
Ci assomiglia
anche….
AR:
sì, mi paragonano tutti al personaggio di quella vecchia
serie Tv.
J:
sì, comunque mi sento meglio mi può mettere
giù, voglio vedere Cora.
AR:
in effetti, sembra che tu stia meglio ma non voglio rischiare.
Comincio
a divincolarmi.
AR:
senti ragazzo, ti metto giù ma tu non ti sforzare.
Mi
mette a terre ed io ovviamente scatto in aventi verso Cora e
l’agente che l’ha
in braccio.
AR:
ehi ragazzo, ti ho detto di non sforzarti.
Nel
frattempo io ero già arrivato da parte a Cora e
all’agente/galletto antipatico
che la trasportava.
J:
amico ti consiglio di non allungare le mani sulla mia ragazza se non
vuoi che
te le stacchi a morsi.
Lo
minaccio con uno sguardo assassino con cui lui risponde con un sorriso
beffardo.
AL
(agente Livarro): beh dovresti dirlo alla tua ragazza, di solito sono
loro che
cominciano.
A
quel punto sto per strappargli Cora dalle braccia e poi prenderlo a
pugni, ma
lo sceriffo interviene.
SS:
calmati tu, sei ancora ferito e Livarro piantale di fare il coglione,
quella
ragazza è ancora minorenne.
AL:
eddai sceriffo nessuna ragazza si è mai lamentata delle mie
attenzioni.
Dice
con uno sguardo tra il pervertito e il divertito. A quel punto non ci
vedo più
dalla rabbia, gli prendo Cora ancora svenuta dalle braccia e la passo
all’agente Rockstone, il tutto in neanche mezzo secondo, poi
prendo Livarro per
il collo lo sollevo e lo sbatto contro un albero.
SS:
ehi ehi, calma!
Lo
sceriffo si avvicina rapidamente a me.
J:
ascoltami bene galletto da strapazzo, vedi di non provare neanche a
pensare o
guardare la mia ragazza in certi modi, o giuro che ti faccio fare la
fine dei
lupi che ho sbranato prima, capito?
Lui
mi guarda terrorizzato e lo sceriffo cerca inutilmente di allentare la
mia
presa in torno al suo collo.
Sento
che più mi arrabbio più le mie ferite guariscono
rapidamente, ma quando sento
che potrei perdere il controllo, lo lascio e mi allontano.
SS:
ragazzo tutto bene? Non dovresti sforzarti in questo modo.
AL:
sceriffo…….mi ha quasi strangolato e lei non gli
dice niente.
SS:
ascoltami bene Livarro, non sai quante volte sarei stato io a volerti
prendere
per il collo per il tuo atteggiamento, ti voglio ricordare quello che
ti ho
detto quando ti hanno fatto diplomare alla scuola di polizia del
dipartimento:
“sei diventato un poliziotto solo perché sei il
nipote del sindaco”, sai bene
che lui mi ha dato carta bianca per rimetterti in riga, quindi attento
a ciò
che fai o ti relego a vita ai lavori d’ufficio.
A
quel punto il galletto, con una faccia di chi vorrebbe ribattere, ma sa
che non
ha carte per farlo, si allontana e sale su una delle volanti,
giacché oramai
eravamo alla strada.
AR:
ehi ragazzo tutto bene?
J:
sì sì, ne ho passate di peggiori.
SS:
sicuro? Sei conciato parecchio male e quello che hai fatto non
è proprio il
massim….
S’interrompe
dopo avermi scostato un lembo della felpa e notando che una delle
ferite
causate dagli artigli prima enorme, ora è ridotta a una
serie di taglietti
paralleli di 5 cm poco profondi.
SS:
ma che cavolo.
Mi
ricopro in fretta la ferita.
J:
sono uno che guarisce in fretta.
SS:
sì, ma questo è esagerato.
Mi
guarda esterrefatto.
J:
piuttosto come sta Cora?
AR:
è ancora priva di sensi, ha perso molto sangue.
SS:
ecco l’ambulanza.
Dopo
che i paramedici hanno medicato Cora ed essersi assicurati che le mie
ferite
non erano particolarmente gravi, con grande stupore collettivo dato che
i segni
di artigli e denti sulla mia felpa e la quantità di sangue
su di essa faceva
pensare a chissà quale ferita, ci caricano tutti e due
più l’agente Rockstone
sull’ambulanza per portarci in ospedale per accertamenti.
FINE
CAPITOLO
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Capitolo 8 *** la storia gira ***
Capitolo 8
La storia gira
Pov Jacob
Siamo sull’ambulanza da una decina di minuti, e il paramedico ha detto che ci vorranno sì e no 40 minuti per raggiungere l’ospedale.
Noto che le ferite di Cora cominciano a guarire più velocemente del normale, io lo giustifico subito dicendo che il sangue che le ho passato, essendo entrambi A positivo, appena caricati sull’ambulanza deve aver influito sulla guarigione delle ferite. Anche se il paramedico mi guarda perplesso alla fine si arrende e lascia perdere, dopo un paio di minuti Cora si sveglia.
C: ehi dove siamo? Cos’è successo? Dove sono i lupi?
Chiede preoccupata mettendosi a sedere
P(paramedico): siamo in ambulanza signorina, e farebbe meglio stare giù ha perso molto sangue.
Cora mi guarda perplessa
J: dopo l’esplosione sono arrivati subito lo sceriffo più due agenti che passavano lì vicino, ci hanno soccorsi e chiamato l’ambulanza
Cora si ristende cominciando a guardarmi con uno sguardo indecifrabile, non capisco se è arrabbiata o preoccupata, insomma credo che sappia che con il test del DNA non si può vedere la nostra parte di lupo e che il nostro DNA risulti completamente umano. Ma poi mi parla guardandomi dolcemente
C: grazie per averi salvata
J: non c’è di che, visto che se non era per la mia insistenza, oggi non saresti entrata nel bosco.
Dico chinandomi su di lei e dandogli un bacio a stampo
AR: siete stati molto fortunati ad avere con voi quelle bombole di gas che esplodendo vi hanno salvato dai lupi, a proposito a che ti serva la fiamma ossidrica
J: io uso la saldatrice un po’ per tutto, la maggior parte delle volte per creare opere d’arte moderna che poi rivendo, mentre le bombole erano per la cucina a gas.
AR: ok
C: non ricordo di aver visto sculture nel tuo appartamento.
J: essendo molte molto ingombranti, non le ho portate con me, e non ho ancora avuto l’occasione di crearne di nuove.
Con lo sguardo cerco di far capire a Cora che ha dovuto raccontare una balla per giustificare l’esplosione, dato che non potevo dire che ero stato io investendole con una fiammata che il mio stesso corpo aveva rilasciato, così mi sono inventato la storia della fiamma ossidrica e delle sculture.
AR: ah strano hobby per un ragazzo
J: già
I restanti 25 minuti li passiamo in silenzio, con io che tengo la mano a Cora mentre ci guardiamo negli occhi come se cercassimo di comunicare attraverso essi.
L’unico problema è che una volta arrivati in ospedale sia le mie ferite che quelle di Cora erano guarite quasi completamente, cosa che ha lasciato perplessi medici e infermiere, dato che il paramedico che era con noi sull’ambulanza a scattato delle foto col telefono della graduale e rapida guarigione di Cora, e dopo svariati esami, e l’ennesimo rifiuto da parte mia di mandare il mio sangue ad un centro di analisi specializzato, e l’aver fatto promettere al medico, ai due paramedici e alle due infermiere con la scusa della privacy medico-paziente, di non rivelare a nessuno la mia capacità di guarigione accelerata, ci dimetto. Anche se dopo scortati sulla volante dello sceriffo, con a seguito la volante di Rockstone e Livarro, arriviamo in centrale dove dobbiamo rilasciare una dichiarazione su ciò che è accaduto nella foreste, facciamo promettere anche a loro, meno che Livarro che non se ne era accorto, di non dire nulla sulla nostra rapida guarigione, anche se con loro non ci voglio stratagemmi e non veniamo neanche accusati di essere degli egoisti come invece avevano fatto i medici. Una volta che l’agente Rockstone ci ha dato un passaggio a casa, andiamo direttamente nel mio appartamento, dove ignorando che sono le 17:23, ci sdraiamo accoccolati sul mio letto e ci addormentiamo subito dopo.
Pov Cora
Mi sto svegliando e sono ancora esausta, non so per quanto abbiamo dormito, ma dato quello che ci è successo oggi, più su piano psicologico che fisico, non mi stupirei se avessimo dormito per 3 giorni di fila, ma guardo l’orologio-svegli digitale sul comò dietro di me e noto che sono le 20:47 dello stesso giorno, mi rigiro e noto che Jacob è ancora addormentato. Mi avvicino a lui e lo bacio dolcemente, notando poi che non risponde al bacio, mi sposto sopra di lui spalmandomi gli completamente addosso, il tutto senza smettere di baciarlo, e a quel punto anche lui si svegli e finalmente ricambia il bacio, trasmettendomi tutto il suo amore verso di me, che noto con piacere essere aumentato.
J: che ne dici di cenare, ora come ora mi mangerei un bisonte intero.
C: affare fatto ma io non ho voglia di cucinare.
J: tranquilla faccio io, ho comprato tre enormi braciole di bisonte il primo giorno che sono arrivato, ci vorrà un po’ ma ne varrà la pena.
C: io adoro le braciole di qualsiasi animali, a meno che non siano di un canide, un felino o un essere umano.
J: vale anche per me, giuro che staccherei la testa a tutti coloro che cucinano o solo mangiano cani e gatti.
C: già…
A quel punto ci alziamo, ci infiliamo un minimo di vestiti, dato che eravamo solo con la biancheria e ci dirigiamo in cucina, e mentre io apparecchio la tavola, Jacob mette a scongelare la carne sul lavandino, poi sentiamo il campanello.
J: salve sceriffo cosa ci fa qui?
SS: sono venuto a vedere come stavate, e a dirvi alcune novità.
Io non ero andata ad aprire, ero rimasta in cucina, ma avevo comunque sentito tutto.
C: salve sceriffo resta a cena, abbiamo giusto una braciola in più.
SS: no grazie Cora ho già mangiato e la mia signora mi ucciderebbe se mangiassi ancora, sono qui solo per comunicarvi alcune cose.
J: ok si sieda pure
Una volta che tutti e tre eravamo seduti al tavolo lo sceriffo cominciò a parlare
SS: voglio dirvi che anche omettendo sulla velocità della vostra guarigione, una delle infermiere, che vi hanno assistito, ha venduto la storia al giornale della città, che naturalmente sono venuti a chiedere una copia del nostro rapporto, che purtroppo dato che questo è un semplice attacco di animale e non un caso con indagine in corso, sono stato costretto a consegnarli con le vostre dichiarazione incluse, e anche se l’articolo uscirà domani pomeriggio, questa cittadina è composta da soli 2317 abitanti e di sicuro il 90% di questi è già venuto a conoscenza di una versione distorta della storia…………..
C:fantastico………….passo 6 mesi cercando di non farmi notare, e poi finisco sui giornali
SS: veramente Cora anche se si sa che i ragazzi vittima degli attacchi siete tu e Jacob il giornale non farà nomi e non pubblicherà vostre foto
J: non è molto confortante
SS: volevo anche dire che ho già parlato con la scuola, dicendo che nonostante siate già stati dimessi dall’ospedale non andrete a scuola per minimo 2 settimane, cosi da riprendervi, naturalmente i professori incaricheranno qualcuno di portarvi gli appunti, e cercheranno di non fissare test per queste due settimane
C: ok grazie delle novità, e di essersi preso la briga di comunicarcele di persona.
SS: non c’è problema, anche se ora che me lo ricordo tu Jacob sei maggiorenne mentre Cora è ancora minorenne, Cora il tuo tutore sa che vi frequentate.
Jacob fa una faccia esilarante, credo che ci abbia appena pensato, tecnicamente essendo io minorenne, quando abbiamo fatto l’amore lui mi avrebbe secondo le norme giuridiche stuprata, e potrebbe essere denunciato per pedofilia e abuso su minore, se sbiancasse ancora un po’ diventerebbe trasparente.
C: non si preoccupi sceriffo, tengo mio fratello maggiore non che mio tutore costantemente informato, sa che esco con Jacob e sa che è maggiorenne, e dato che lui si fida cecamente di me mi ha dato carta bianca.
SS: bene allora chiarito anche questo è il caso che io vado.............arrivederci ragazzi
Dice uscendo dall’appartamento.
Arriva il giorno dopo e sia io che Jacob dopo la notte “insonne” passata ci svegliamo che è già mezzogiorno. Mangiamo degli hamburger che erano nel mio appartamento e poi ci accoccoliamo sul divano, lui sporto in avanti che gioca a un videogioco sportivo, io che appoggiata a lui messaggio con mio fratello per aggiornarlo sull’incidente, lui mi aveva raccontato che se ne era andato da Beacon Hills e della sua nuova capacità come nostra madre di trasformarsi per intero in un lupo.
Chissà se anch’io possiedo quest’abilità e posso usufruirne
Bah….tutto a suo tempo.
Una volta finito di massaggiare con Derek, mi metto a leggere un libro che ho trovato nell’appartamento di Jacob, un libro della Signora in Giallo e da quel che vedo deve essere un fan perché ne ha uno scaffale pieno, a tratti mi è stato difficile leggerlo poiché era l’edizione italiana, ma con l’aiuto di Jacob che aveva già da un po’ smesso di giocare con i videogiochi, riuscì tranquillamente a tradurre le parti poco chiare, lui nel mentre sonnecchiava con la testa appoggiata sul mio grembo, facendosi (parole sue) cullare dalla mia voce, poiché su sua richiesta leggevo in italiano ad alta voce. Senza che neanche ce ne rendessimo conto, arrivarono le 17 del pomeriggio ora, a cui di solito usciva per l’appunto l’edizione pomeridiana del giornale, il RockTimes.
Che fantasia che hanno in questa città per i nomi, non c’è qualcosa di pubblico, neanche pub o ristoranti, che non contengono la parola Rock, ok che sia ora che in passato la città basa la sua economia sulle miniere di quarzo e carbone nella zona, però adesso si esagera.
A un certo punto entrambi sobbalziamo al suono del campanello, a qui vado io ad aprire dato che Jacob era ruzzolato sul pavimento e aveva cominciato a imprecare.
Una volta sulla porta trovai l’ultima persona che avrei immaginato potesse portarmi i compiti.
Carla Chase una volta che i suoi occhi s’incrociarono con i miei perse quel sorriso che immagino avesse avuto mentre veniva qui, pensando di essere sola con Jacob.
Ca: Hale che ci fai qui?
J: veramente dovrei essere io a fare questa domanda a te dato che ti sei presentata alla porta di casa mia
Ca: ciao Jacob
Dice con voce piena di entusiasmo.
Ca: ero venuto a portarvi i compiti, ho suonato prima a te Hale ma dato che non rispondeva nessuno, ho fatto passare i compiti sotto la porta con un foglio con tutte le specifiche date dai prof.
C: beh….grazie
Ca: e di cosa? Mi sono offerta volontaria io per portarveli
A quel punto si io che Jacob ci guardiamo con incredulità
C: tu ti saresti offerte volontaria?
Ca: certamente, dopo quello che Jacob mi ha detto la prima volta che ci siamo parlati, ho deciso di dimostrarti che non sono la persona che pensa.
Dice in modo dolce e innocente fissando Jacob con aria da “innamorata persa”, peccato che noi ascoltando il suo battito cardiaco abbiamo capito che stava mentendo
J: sai che alle persone aumenta il battito cardiaco quando mentono, e il tuo cuora va così veloce che……ouh
Gli tiro una gomitata nel costato, come cavolo gli salta in mente di dire una cosa del genere, come pensa di giustificare che sentiva il suo battito.
Ca: il mio…..battito cardiaco?
Chiede Carla sorpresa e confusa
C: si insomma era per dire che si vede che menti e sei venuta qui solo per provare a portarti a letto Jacob.
Mi guarda con la bocca spalancata e lo sguardo assassino, mentre io continuo a fissarla con le sopracciglia alzate e un’espressione che dice “ e ora che rispondi?”
Ca: eccoti i compiti Jacob, per le specifiche guarda il foglio che ho lasciato alla Hale
Dice con tono impassibile e sguardo fermo
Ca: comunque ancora non capisco che ci faccia nel tuo appartamento, soprattutto con addosso solo degli shorts di cotone e una canottiere militare smanicata.
J: beh devi sapere che dopo una “dormita” intensa con il proprio ragazzo, non si può pretendere di essere vestita come una top model.
A quel punto credevo che Carla sarebbe esplosa, la sua bocca formava un O perfetta, e la sua era una perfetta espressione di indignazione, anche se non avevamo fatto sesso quel giorno Carla non lo sapeva, e Jacob ne ha approfittato.
Ca: se siete abbastanza in forma per scopare, perché non venite a scuola?
C: ordini del dottore
Ca: arrivederci
Dice con il suo tono da offesa, girando sui tacchi 12, e cominciando a sculettare in quella che è super mini gonna aderente
J: non è che hai anche tu una gonna come quella?
Gli tiro un’altra gomitata, per poi ridere e rientrare nell’appartamento.
J: era un no?
C: forse
Fine capitolo |
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Capitolo 9 *** Ritorno a Scuola ***
Capitolo 9:
Rientro a scuola
Pov Cora
Era passata una settimana e noi dopo aver parlato con lo sceriffo avevamo deciso, anche se era venerdì, di riprendere scuola.
Però ovviamente appena varcammo il cancello della scuola, avevamo gli occhi di tutti puntati contro, ma prima che potessimo ascoltare i commenti.
Cl: ehi Blaze, Hale, vedo che vi siete ripresi.
C: già, felice di rivederci?
Cl: tu ovviamente no, mentre tu Jacob, sei un piacere per gli occhi di qualsiasi ragazza.
C: Tzs
J: Beh......Grazie.
Cl: senti perché non molli questa sfigata della Hale e non ti diverti con qualcuno un po’ più………affascinante.
Dice con un tono malizioso e provocante, ma prima che potessi intervenire Jacob parlò o meglio urlò.
J: primo tu sei solo una finta bionda e non m’interessa neanche guardarti, secondo non sto con Cora solo perché è bella ma anche perché adoro la sua compagnia, quindi vedi di girare alla larga.
Io lo guardo esterrefatta.
Da quando Jacob è così aggressivo? Per il poco che siamo stati a scuola, l’ho sempre visto rispondere un po’ a modo, ma mai con una simile aggressività.
Cl: finta bionda?
Chiede quasi urlando la ragazza
J: certo, l’odore di tinta per capelli che emani si sente lontano un milio e poi le tue sopracciglia sono nere come il carbone.
Clarisse osservavano Jacob confuso, ed io ero a mia volta confusa.
Perché Clarisse lo guarda così? ……….no ma perché non sta mai zitto?
Cl: e tu come fai a sentire l’odore della mia tintura per capelli? Nonostante siamo all’aperto ed io ho addosso un profumo abbastanza forte?
Chiede confusa ma con uno strano sorrisetto sulle labbra.
J: beh…….ecco…….io
PR: ragazzi, che cosa sta succedendo qui?
Grazie al cielo
Cl: niente prof me ne stavo andando.
Se ne va.
PR: OK, e voi ragazzi state bene adesso?
C: si prof, grazie
Il prof ci sorride e si allontana, e a quel punto sia io che Jacob ci prendiamo la libertà di origliare i pettegolezzi su di noi.
***
Studente1(T1): ho sentito che erano a scopare nella foresta e che sono stati attaccati da dei lupi, ma facendo esplodere delle bombole di gas hanno fatto fuori il branco intero.
T2: ma che, sono solo stupidate, mia zia era una delle infermiere che li ha medicati in ospedale e non solo non avevano ferite gravi, se non qualche taglietto, ma a quanto pare l’animale che gli ha attaccati era solo uno e per di più era un cane.
Altro gruppo di ragazzi
Ts1 (studentessa): no, non è come dice il giornale, mio padre è uno dei ginecologi dell’ospedale, ha detto che quella sera c’è stato un aborto e poi quando gli ho mostrato una foto di Cora, ha detto che assomiglia molto alla ragazza che ha visto.
Ts2: no, non era lei, quella notte mio nonno era stato ricoverato per la sua ulcera e mi ha detto che a un certo punto ha visto due ragazzi, di cui una ragazza su una barella, che venivano scortiti in ospedale, ed entrambi avevano i vistiti a brandelli e pieni di sangue, ma non mostravano feriti gravi, quando li è passato accanto ha sentito chiaramente che chiamavano la ragazza “signorina Hale”.
Ts3: beh e allora io ho sentito che……….
***
Ok ora basta, Jacob continua a origliare ma io non c’è la faccio più. Dopo all’incirca 10 minuti, sbuffo e vedo Jacob finalmente girarsi e guardarmi.
J: allora vuoi le cattive notizie o le cattivissime?
C: cattivissime.
J: allora la storia più quotata è che non c’è stato nessun attacco, ma era una copertura per coprire un tuo presunto aborto.
Io lo guardo perplessa.
Ok, ho sentito da dove arrivava quella storia, ma sul serio qualcuno ci ha creduto?
J: la peggiore è che qualcuno ha messo in giro la voce, che in verità noi siamo dei lupi mannari e abbiamo attaccato degli escursionisti, che dopo aver sbranato i loro corpi si sono azzannati tra di loro, e l’unico motivo per qui non siamo stati arrestati, era per evitare il panico dell’avere due lupi mannari in città. Naturalmente quest’ultima è presa sul ridare da tutti, ma vorrei sapere chi se l’è inventata.
Io mi giro seguendo la scia di odore che aveva lasciato Clarisse, guardo nella sua direzione e vedo che ci sta fissando mentre parla con sua sorella Carla, che ci fissa a sua volta.
C: eccoti la risposta.
Anche Jacob seguendo il mio sguardo comincia a fissarle.
J: sentiamo che dicono.
***
Ca: tintura per capelli?
Cl: già, avevi ragione in loro c’è qualcosa di strano, cioè, è impossibile che possa sentire l’odore della mia tinta e di sicuro non si può capire osservando di che colore ho le ciglia, ok sono nere, ma conosco delle ragazze bionde naturali con le ciglia nere. Qui c’è sotto qualcosa.
***
Tiro una gomitata a Jacob
C: dovresti tenere la bocca chiusa o almeno limitarti a dire lo stretto indispensabile.
J: scusa, non ho saputo trattenermi.
Ridacchia con un sorriso ebete.
C: torniamo ad ascoltare.
***
Cl: lupi mannari? Fai sul serio Carla?
Ca: lo so che sembra ridicolo, ma insomma, dopo la conversazione che ho sentito una settimana fa’, il fatto che la Hale è stata male con il mio profumo allo strozzalupo, e le loro facce quando ho detto che per l’appunto c’era strozzalupo nel profumo mi hanno fatto seriamente pensare a questa possibilità.
Cl: detta così sembrano davvero più di una coincidenza, ma se vuoi fare qualcosa che coinvolga la parola "mannaro" o "sovrannaturale" scordati il mio aiuto.
Ca: immaginavo, comunque un'altra prova, ci stanno guardando, e dalle loro facce sembra che ci ascoltino.
***
Entrambe si girano a guardarci.
Sia io che Jacob continuiamo a fissarle a testa alta, come per sfidarle. Sento Jacob che mi stringe la mano, a quel punto lo guardo notandogli uno strano luccichio negli occhi, capisco che sta perdendo il controllo.
C: Jacob? Ma che hai? Calmati!
Non mi calcola neanche, continua a fissare quelle due e il suo sguardo è sempre più inferocito, finche poi il disastro, i suoi occhi…
***
Ca: dimmi che l’hai visto anche tu.
Cl: si sorellina, i suoi occhi hanno brillato, sembrava quasi che avesse….
Ca: il fuoco, aveva il fuoco negli occhi.
Dice Carla con indifferenza e freddezza che incutono timore anche alla sorella che si gira guardandola sorpresa, non capendo perché non è sconvolta anche lei.
***
Tiro subito la sua testa verso di me e appena i nostri sguardi s’incrociano, i suoi occhi smetto di brillare.
C: ma che cavolo hai?
Lui come ha riprendersi da una trans, scuote la testa e mi guarda confuso.
J: io….io…. non ne ho idea, non riuscivo a pensare, non riuscivo a pensare ad altro se non…. se non a….
C: se non a cosa, Jacob?
J: al momento in cui i miei scoprirono della mia trasformazione.
Lo guardo sconvolta, e vedo nei sui occhi la tristezza, la rabbia, la malinconia, e tutto questo alimenta le fiamme nei suoi occhi……
Aspetta fiamme?!?!?
C: Jacob piantala con quegli occhi!
Lui chiude gli occhi per qualche secondo, e quando li riapre, brillano ancora.
J: Cora non ci riesco, non riesco a smettere…… ahe…….. Cora mi sto trasformando.
Dice girandosi e appoggiando la fronte agli armadietti.
C: cosa? Ma non c’è strozzalupo nell’aria, non può essere che solo il ricordo…
J: in fatti non lo è…..perché lo strozzalupo c’è, ma non è nell’aria.
C: cosa? Io non sento nient…… perché lo sento solo ora? Ed è anche piuttosto forte e proviene……… Dal tuo viso?
J: perché è camuffato, in un profumo, di nuovo, se ricordi finché non ti sei concentrata su quel profumo non sentivi lo strozzalupo nel bagno delle ragazze la settimana scorsa.
C: vuoi dire che….
Mi volto e guardo verso le sorelle Chase, e proprio in quel momento Jacob si accascia sulla mia spalla respirando a fatica, e vedo Carla lanciare un sorriso di soddisfazione.
C: ma perché io non ne risento.
J: perché me l’hanno spruzzato direttamente addosso, e in una concentrazione tale che solo a contatto con la pelle fa effetto.
C: ma quando?
J: prima mentre ascoltavo il discorso di…..
Vedo che non riesce a respirare.
C: calmo Jacob, forza ti accompagno in bagno a lavarti.
Ci avviamo verso i bagni.
J: quando una delle minions di Carla c’è passata a lato………. mi ha spruzzato “accidentalmente” il suo profu….u…m… profumo……in faccia, per questo gli occhi si sono accesi.
In quel momento lo lascio entrare nel bagno dei ragazzi e io mi appoggio al muro a lato della porta.
Ca: Hey Hale, cos’ha il tuo ragazzo? Sta male? Sapevo che l’aconito facesse male solo ai canidi.
C: chiudi il becco Chase.
Ca: non mi fai paura Hale.
Si spruzza del profumo, profumo all’aconito, decisamente più concentrato dell’ultima volta, sento subito il suo effetto, mi sento indebolita, poco, ma comunque più indifesa del dovuto, il mio battito cardiaco aumenta e sento di star perdendo il controllo.
Ca: faresti bene a controllarti Hale, non vorrai aggredirmi davanti all’intera scuola.
La guardo male, tenendo la testa bassa, mentre con una mano mi appoggio al muro.
C: tu non ha idea di cosa stai facendo.
Ca: e cosa vorresti farmi, hai visto cosa ti fa lo strozzalupo, e se solo il profumo vi fa questo effetto, m’immagino la bomboletta che ho nella borsa che contiene aconito liquido puro al 100%.
A quel punto si avvicina il prof Riddick.
PR: che succede qui?
C: stroz…strozzalupo.
Il prof guarda severo Carla
PR: signorina Chase si allontani.
Ca: come? Lei sa?
PR: si allontani.
A quel punto Carla lo guarda male, gira i tacchi e si allontana.
PR: non sapeva niente eh? Dov’è Jacob?
C: in bagno sta peggio di me.
PR: cavolo, tu ce la fai?
C: sì, sto già meglio.
È vero difatti mi sono rimessa dritta sulla schiena.
PR: bene vado a controllare Jacob.
In quel momento la porta si apre ed esce Jacob, abbastanza esausto.
J: tutto bene prof, ma dovremmo parlare con Carla, se continuiamo così, finirà male.
PR: concordo, ho letto il libro, lo strozzalupo normale v’indebolisce, ma se non iniettato nel vostro corpo in dose massiccia non è letale.
Driin Driin Driin
Ci dirigiamo in classe, le prime due ore sono di chimica industriale, con il professor Manzo, io non lo sapevo ma la parola “manzo” in italiano significa carne di mucca (fate conto che loro parlano sempre in inglese), è un prof nella norma, le sue verifiche non sono troppo difficili e non da quasi mai compiti, il problema è che quado spiega o parla è una cantilena soporifera, aggiungiamo che lui per i primi 20/30 minuti di lezione parla dei fatti suoi riguardanti altre classi, tipo la gita della 5°, come la sta organizzando, cosa faranno e cavolate varie, insomma una noia mortale, e poiché in questa settimana di “convalescenza” ho avuto modo di conoscere meglio Jacob, so che come minimo si addormenterà dopo 30 minuti di lezione.
1 e 50 ora dopo
Per l’appunto, neanche 20 minuti dopo l’inizio della lezione Jacob è crollato come un sasso, il bello è che ieri sera ci siamo anche andati piano per riiniziare la scuola al meglio.
PM: allora ragazzi, visto che manca poco alla fine della scuola, e che abbiamo finito in anticipo il programma, pensavo che per gli alunni, che non hanno la sufficienza, se lo desiderano, organizzerò delle verifiche scritte o se preferite delle interrogazione, sugli argomenti del primo quadrimestre.
A quel punto abbassa lo sguardo e mentre legge qualcosa sul suo tablet aggiunge.
PM: Ah, per lei Blaze, saranno obbligatorie, 3 verifiche aggiuntive, sugli ultimi 3 argomenti svolti prima del suo arrivo, glieli comunicherò alla prossima settimana, ha capito?
Non sentendo risposte alza lo sguardo, si deve sporger per vedere oltre Mike McHogan, che è l’unico ragazzo che in altezza e tono muscolare supera Jacob.
PM: Blaze!
J: sì prof?
Scatta dritto come se niente fosse, scatenando un ridolino collettivo, anch’io me la rido sotto i baffi.
PM: mi può ripetere ciò che le ho appena detto?
J: No, non posso mi spiace.
Il bello l’ha detto in un modo così sincero, che il prof non potrebbe dire neanche tra un milione di anni che lo stesse prendendo in giro.
Deve essere abituato.
PD: forse nella sua precedente scuola glielo permettevano, ma qui non può dormire in classe.
J: è la stessa cosa che mi hanno detto il primo anno nella mia vecchia scuola, ma dopo 5 note ed essere arrivato a fine quadrimestre con tutti 8 e 9 in pagella, con un solo 6 faticato in matematica, si sono arresi a lasciarmi dormire.
PD: allora non ti disturberà sapere che questa tue verifiche saranno una collettiva, la settimana prossima, vero?
Jacob lo guarda come per dire “ ma davvero pensi che mi spaventi con una minaccia del genere?”
J: non se vuole, me la può fare subito, o interrogarmi, non ho problemi.
PD: mi ascolti…
Driin Driin Driin
J: un'altra volta.
Prende e se ne va dalla classe, a testa alta, mentre il prof ribolle dalla rabbia.
Da quando sono qui, non ho mai visto il prof Manzo arrabbiato, neanche dopo che ha beccato Simus e UnderWood che lo facevano nel bagno della scuola, dopo essere uscita dalla classe durante una sua lezione con la scusa del bagno.
Una volta che siamo tutti usciti in corridoio gli altoparlanti si accendono.
Atlp (altoparlante della scuola): comunicazione a tutti gli studenti…
Era la voce della preside Mongomeri.
Atlp: è richiesta la presenza immediata di tutti gli alunni nell’auditorio della scuola…….ripeto….è richiesta………….
Jacob ed io non ci facciamo troppe domande e ci dirigiamo con calma verso l’auditorio.
Siamo tra i primi ad arrivare e ci sediamo in seconda fila circa nella parte destra della stanza, l’auditorio è più che sufficiente per ospitare tutti gli alunni della scuola. Arrivano altri ragazzi ma ovviamente lasciano un posto vuoto tra me e loro, mentre un paio di ragazze litigano per stare vicino a Jacob, anche se poi sono anticipate da un ragazzo del club di botanica della scuola a cui Jacob sussurra un “grazie” e lui li fa un cenno con la testa come per dire “non c’è di che”.
Noto che sul palco è stato posto un microfono, e intorno a esso sul fondo del palco ci sono svariate sedie a qui i professori stanno man mano prendendo posto e con loro c’è anche lo sceriffo.
PrM (preside Mongomeri): allora ragazzi, vi ho fatti venire qua poiché oggi lo sceriffo Smith è qui per parlarvi dell’attacco avvenuto nei boschi una settimana fa’.
Si alza un mormorio, e sentiamo tutti gli occhi puntati su di noi.
PrM: ma prima vorrei ricordarvi che 4 mesi fa, c’è stata la scomparsa della vicepreside Brindelli e con mio grande dispiacere vorrei comunicarvi che il suo cadavere è stato ritrovato stamani e sembra essere stato un attacco di animale, quindi anche se senza il migliori dei discorsi introduttivi vorrei presentarvi il nuovo vice preside il Professor Jonathan………
Un uomo di mezza età comincia a salire sul palco…
C: no, non è possibile, non può essere lui.
J: come? Tu lo conosci?
C. si.
PrM:………… Deucalion
Fine capitolo
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Capitolo 10 *** Vicepreside e Amicizie ***
Capitolo 10:
Vicepreside
Pov generale
J: chi è?
C: sai il capobranco di quel gruppo di alfa di qui ti ho parlato?
J: non dirmi che…
C: esattamente
In quel momento il “prof” Deucalion guarda proprio nella direzione di Cora e le fa un sorriso, una via di mezzo tra il triste e il dolce, prima di porsi difronte al microfono.
PD (Prof Deucalion): allora ragazzi è un vero piacere conoscere tutti voi, mi dispiace che il mio arrivo qui sia avvenuto in circostanze così tristi, sarei dovuto arrivare all’inizio dell’anno prossimo quando la professoressa Brindelli sarebbe stata trasferita. Come la vostra bellissima preside vi ha già comunicato, io sono il professor Jonathan Deucalion, spero che andremo d’accordo. Ora lascio la parola di nuovo a lei preside.
La preside un po’ arrossata gli fa un cenno di ringraziamento e si avvicina al microfono.
PrM: Grazie Vicepreside, bene ragazzi dopo questa notizia lascio la parola allo sceriffo Smith.
C:Che diavolo ci fa Deucalion qui? Avevo saputo da Derek che voleva redimersi, ma il vicepreside in una scuola? Nella mia scuola per giunta. Anche se il suo odore è un po’ diverso dall’ultima volta, mette meno paura e incute più rispetto che terrore, non può essere un caso.
Lo sceriffo si appresta a parlare
SS: allora ragazzi come ben saprete, una settimana fa’, due ragazzi della vostra scuola sono stati attaccati da dei lupi nel bosco, so già di tutte le storie e versioni che girano su questo evento, quindi ci tengo ad aggiungere che ciò che è stato riportato sul giornale è più che veritiero e chi ancora non ci crede, lo invito a richiedere il rapporto sull’incidente alla centrale. Andando avanti, dell’incidente si dice che tutti i lupi siano stati uccisi……. Beh non è così.
J: in effetti, era vero dopo l’esplosione mentre i poliziotti ci soccorrevano, mi sono sentito osservato e ho percepito altri lupi che ci osservavano, ovviamente allo sceriffo ho solo detto di averli visti.
SS: quindi per l’incolumità di tutti i cittadini, è stato stabilito un coprifuoco.
E già qui si alzano mormorii di disappunto
SS: calma ragazzi, è per il vostro bene, e poi qui non è che ci sia molto da fare dopo le 21.30 di sera ora a qui è stato stabilito il coprifuoco.
Tutti si zittirono
SS: oltre a questo è stato messo il divieto assoluto di avvicinarsi al bosco, anche nelle zone più lontane dalla zona dell’incidente. Tra una settimana circa dovrebbe arrivare il permesso di caccia speciale per i lupi nel raggio di 10 km dai confini della città, anche se si cercherà principalmente di catturarli e trasferirli e non di abbatterli, finche la questione non sarà dichiarata risolta degli agenti armati, che ci sono stati mandati in supporto, controlleranno i confini del bosco e delle scuole. Se qualcuno sa o vede qualcosa lo riferisca immediatamente alla polizia o ad un insegnante, oppure chiami il numero verde che è stato creato appositamente per questa circostanza. Grazie per la vostra attenzione.
Pov Cora
Terminato l’incontro, Jacob ed io cominciamo a dirigerci verso la classe d’inglese di qui faremo solo mezz’ora, ma qualcuno mi blocca.
PD: Cora…
C: che ci fai qui?
Chiedo arrabbiata e sulla difensiva.
PD: senti Cora, non c’è bisogno che ti arrabbi non sono qui per dare ancora fastidio.
C: fastidio è dire poco Deucalion.
PD: senti Cora è un caso se sono finito a insegnare nella tua nuova scuola, ma davvero non sono qui per causare problemi, ma solo per insegnare.
C: e da quando sei un insegnante?
PD: devi sapere che prima che impazzissi, e formassi il mio branco di alfa, nella mia città io ero uno degli insegnanti più rinomati, insegnavo nel liceo linguistico della mia città, ed ero anche il consulente scolastico, è così che sceglievo le nuove reclute per il mio branco, due ragazzi maschio e femmina, ogni 3 anni. Ora che sono tornato lucido e non ho più nessun branco ho deciso di tornare ad insegnare, ho scelto questa scuola proprio perché volevo isolarmi un po’ dalla civiltà. Ti prego Cora non ti sto mentendo e anche se è dura, perdonami.
C: vedremo Deucalion.
J: comunque io sono Jacob, il ragazzo di Cora e non so se dire che è un piacere conoscerla.
PD: se ami davvero Cora, non lo è, però è un mio piacere, non capita tutti i giorni di incontrare una creatura che è sia cerbero sia lupo.
J: come sa cosa sono?
PD: esperienza ragazzo.
J: ha incontrato altri come me? Altri lupi infernali?
PD: no, non ho mai incontrato altri “lupi infernali”, ma ho incontrato molti ibridi, i cerberi non sono gli unici esseri soprannaturali dormienti, sono gli unici che lo sono sempre con le banshee, ma ogni essere può essere dormiente, può essere per un incantesimo, una pozione, a volte per la maggior parte dei casi quando uno dei genitori, di solito la madre, è umano e quando questi “dormienti” subiscono la trasformazione, a meno che non siano banshee, che sia in coyote, lupo o altro diventano degli ibridi, naturalmente non sempre funzione, il 90% delle volte il futuro ibrido muore durante la trasformazione, ed è quello che è successo a te.
J: come?
PD: la trasformazione in cerbero si ha quando si muore, il morso presumo che ti abbia ucciso, ma non perché l’hai rigettato ma perché è stato letale.
J: effettivamente, mi ha strappato la gola con un morso, pensava fossi un cacciatore, visto che stava scappando da loro quando mi ha incrociato.
C: quindi saresti resuscitato?
PD: esattamente.
J: forteeeeeeeeeee.
PD: forza ragazzi ora però andate in classe
Tutti e tre ci dirigiamo in aula che scopriamo essere la stessa.
L’essere che ha cercato di uccidere me, mio fratello e i miei amici ora è il mio insegnante, fantastico.
Mezz’ora dopo:
Pov Jacob
Non abbiamo fatto lezione, il professor Deucalion, che ha detto che preferisce essere chiamato prof Jonathan, ci ha parlato un po’ di se, non insegnava da 6 anni per motivi personali, non aveva attualmente una vita privata e che visto che manca poco più di un mese alla fine della scuola e noi non abbiamo un insegnante fisso da 4 mesi, dovremo andare a tavolette e fare molti esami, che a detta sua saranno molto facili per evitare di stressarci ulteriormente.
Appena suona la campanella, Cora scatta subito fuori dalla classe, e vedo il prof Deucalion fare una faccia dispiaciuta.
So cosa ha fatto, più o meno Cora me l’ha accennato, ma secondo me vuole davvero redimersi.
Appena esco, mi dirigo verso Cora che è appoggiata al suo armadietto che messaggia al cellulare, presumo con suo fratello Derek, sono quasi davanti a lei quando qualcuno mi mette una mano sulla spalla, mi giro e mi trovo davanti 2 ragazzi e 3 ragazze, uno è il ragazzo che era seduto in parte a me nell’auditorio e le due ragazze brune erano le due che litigavano per sedersi vicino a me.
L: piacere mi chiamo Lucas Milton sono della 5°CT-c e sono il presidente del club di botanica della scuola, tu sei Jacob Blaze della 3°CT-c chimica, giusto?
È un ragazzo semplice, non troppo palestrato, ma neanche smilzo, ha i capelli mori e gli occhi verdi, è poco più basso di me, indossa una pola rossa, dei pantaloni di Jeans, delle scarpe da ginnastica rosse e ha una borsa a tracolla di pelle.
J: sì, sono io, piacere di conoscerti.
L: anche per me è un piacere, ti presento i miei amici e altri membri del club di botanica, Thomas Grizzerli che credo tu già conosca.
È un ragazzo smilzo, bassino, con i capelli ricci color pece, veste con una camicia a maniche lunghe azzurra e sopra un gilè scozzese, dei Jeans neri, e i mocassini?
Chi a 16 anni indossa i mocassini?
J: si è in classe con me.
L: bene, mentre lei è Emily Highmore, la mia ragazze anche lei del 5°anno e in classe con me.
Indica la ragazza dai capelli rossi accanto a se. È molto carina, sul metro e settanta, seno abbastanza pronunciato e fondoschiena nella norma, indossa una camicetta rosa a maniche corte, una minigonna di jeans, e sotto delle calze arancioni semi trasparenti che gli mettono in risalto le gambe, indossa anche degli stivali neri scamosciati che arrivano a metà polpaccio, con un tacco abbastanza alto. Il suo viso seppur roseo sembra fatto di porcellana, ha un trucco leggero, e attraverso le lenti degli occhiali da vista con montatura rosso fuoco s’intravedo dei bellissimi occhi marroni come quelli di Cora, ma molto meno espressivi.
J: piacere.
Gli stringo la mano
E: piacere mio.
Mi sorride dolcemente.
L: lei invece è Melissa Reaser della 2°CT-c.
Carina, bruna, media altezza, trucco abbondante ma non esagerato, vestita come una giocatrice di tennis, difatti ha una sacca con racchetta sulla spalla.
J: ciao, immagino che giochi a tennis
MR: già, è la mia passione
Mi sorride dolcemente arrossendo vistosamente.
Cavolo deve avere una cotta per me, spero che non mi faccia il filo con Cora nei paraggi.
L: mentre lei è Ann Curtis, della 4°CT-c.
Carina anche lei, sul metro e settantacinque, bruna un po’ più scura di Melissa, maglietta gialla a maniche lunghe con l’orlo che arriva sopra l’ombelico, dove c’è un piercing, pantaloni super aderenti di jeans e un paio di stivali plastica o simile, neri a specchio, che arrivano poco più su della metà del polpaccio con un tacco alto.
J: piacere.
AC: piacere di conoscerti, sei proprio un bel bocconcino sai?
C: sì, ma appartiene già a qualcuno.
Cora era arrivata alle mie spalle senza che nessuno se ne accorgesse, e ora sta guardando Ann con uno sguardo assassino.
AC: tranquilla carina, era solo un’osservazione, io il ragazzo già ce l’ho.
Le due si avvicinano pericolosamente a testa alta continuando a fissarsi negli occhi con l’intendo di uccidersi a vicenda, così mi posiziono tra di loro e con una voce calma dico
J: calme ragazze, si stava solo scherzando.
Appena le due si allontanano vedo che gli altri ragazzi guardavo Cora in modo strano.
L: tu sei Cora Hale giusto?
C: si sono io, problemi?
È piuttosto sgarbata.
L: no, no, niente comunque noi stavamo andando, ciao Jacob.
Fanno per andarsene ma li fermo.
J: aspetta Lucas.
L: sì?
J: non è che puoi spiegarmi come funzione il vostro club, io m’interesso di botanica e mi piacerebbe iscrivermi.
Lui mi guarda incerto, poi sposta lo sguardo su Cora e poi sui suoi compagni dietro di lui che gli annuiscono, anche se sembrano un po’ intimoriti, tranne Ann.
L: certo, visto che ora abbiamo tutti un ora libera, che ne dice se ti facessimo fare un giro per la serra che sta sul tetto, è quella la sede del club.
J: certo volentieri, può venire anche Cora?
C: non c’è bisogno, ti aspetta nell’aula di religione.
L: no, non fa niente puoi venire anche tu.
Ci dirigiamo al piano di sopra e appena aperta la porta che dovrebbe dare sul tetto, ci ritroviamo invece in un enorme struttura di vetro divisa in 4 stanze, subito alla nostra sinistra c’è una porta in vetro con sui scritto sopra “piante locali”, all’interno noto molti fiori e arbusti di bacche tipiche di questa zona, subito adiacente ad essa una stanza con su scritto “piante acquatiche”, l’interno della stanza è colmo di acquari dove sono riposte ordinatamente molte alghe e alcuni pesci, noto anche che subito all’interno di quella stanza sulla destra, ci sono appesi al muro dei grembiuli, dei guanti e degli stivali, tutti di gomma verde scuro.
Alla nostra destra invece c’è una porta con la targhetta “piante tropicali”, all’interno vedo che ci sono moltissimi fiori colorati, ma anche piante carnivore, tutte dall’aria esotica e particolari.
L’ultima stanza infondo a destra è segnata con una targhetta con scritto “piante desertiche”, all’interno noto molte fioriere piene di sabbia, dove sono coltivati moltissimi tipi di cactus e piante grasse.
Noto anche che sia all’interno sia all’esterno delle stanze sono posizionati, degli schermi tochscreen indicanti: temperatura interna e esterna della stanza, e poi vedo una serie di opzioni che servono per far si che la stanza gestista autonomamente irrigazione, luce e umidità.
J: cavolo questo posto è bellissimo.
C: vero, non pensavo che nella scuola ci fosse un posto del genere qui a scuola.
In quel momento io stavo guardano dentro la stanza deserto, mentre Cora in quella delle alghe.
L: grazie, tutto questo è stato progettato dai membri del club di quando io ero solo un primino, e l’hanno anche finanziata loro la ristrutturazione con una raccolta fondi, se no qui sarebbe tutto ancora in plastiche e ci si curerebbe solo delle piante locali.
J: forte, ma cosa fa di preciso il club?
L: di per se coltiviamo le piante più rare che riusciamo ad ottenere, alcune le forniamo alla professoressa Watson per le sue lezioni di biologia, altre le diamo al club di giardinaggio, che si occupa di trapiantare e curare le piante di tutta la città. Tutti gli anni partecipiamo a più concorsi di botanica, che consistono in studi e ricerche su determinati tipi di piante e i loro possibili impieghi o alla creazioni di nuovi prodotti per le piante, e in collaborazione con il club di giardinaggio, a concorsi per le piante più belle e il club meglio tenuto. Anche se non sembra il club nostro e quello di giardinaggio sono un unico club, loro non usufruiscono di questo posto, che è più un laboratorio che una serra, difatti loro usufruiscono della serra sul retro della scuola, noi semplicemente gli forniamo nuovi tipi di fertilizzanti e antiparassitari che creiamo e testiamo qui in laboratorio.
J: cavolo è fantastico, posso iscrivermi ora o devo aspettare l’anno prossimo?
L: no, puoi iscriverti anche ora, però ti avverto che devi tenere una media sopra all’8 nelle lezioni di biologia, e devi avere il consenso di idoneità della professoressa Watson che è il prof coordinatore del nostro club.
J: ok nessun problema. Appena finite le lezioni, vado a parlare con la prof.
L: bene, allora poiché non si può seguire più di una sezione in contemporanea dovrai scegliere un settore della serra e in quello rimarrai per sempre, a meno che tu non voglia cambiare, ma serve un buon motivo per farlo.
J: non c’è problema, so già cosa scegliere, le piante grasse sono le mie preferite fin da piccolo.
L: bene allora lavorerai con Emily
Lei mi fa un sorriso dolce, mentre Lucas non sembra molto felice della mia scelte, come non lo è neanche Cora.
J: voi altri che settori avete?
L: io sono in quello “piante locali”.
TG: io in quello alghe.
MR: io con Ann sono nelle piante tropicali e mi occupo delle piante più belle.
Dice con un sorriso di beffe rivolto ad Ann.
AC: io come ben hai capito sono anch’io nelle piante tropicali, e mi occupo delle piante grasse e magiainsetti.
J: ok
L: bene manca mezz’ora alla campanella, Emily andiamo in biblioteca?
E: si certo.
J: Cora andiamo anche noi?
C: va bene
Dopo essere tornati al terzo piano, ci separiamo dagli altri e insieme a Lucas ed Emily ci dirigiamo in biblioteca.
L: allora Jacob da dove vieni di preciso?
J: io vengo dall’Italia, più precisamente da una cittadina del Nord Italia, il cui nome preferisco non rivelare.
E: e perché?
J: non voglio che si sappia il mio passato.
Loro mi guardano un po’ perplessi, per poi annuire.
Poi Emily con una voce un po’ intimorita chieda a Cora
E: mentre tu Cora da dove vieni?
Cora la guarda sorpresa
C: vengo da Beacom Hills California.
L: aspetta, tu fai parte di quella famiglia che è stata decimata da un incendio doloso?
Cora abbassa la testa, capisco che non vuole essere ricollegata a quella vicenda.
C: si siamo rimasti io, mio fratello maggiore, e mio zio che ora è rinchiuso in manicomio.
Dice cercando di rimanere indifferente, ma nella sua voce si sente tristezza e malinconia.
E: scusalo, forse non ti piace essere riconosciuta per quello che ti è successo.
Cora alzo lo sguardo sorpresa.
Pov Cora
Cavolo è la prima che ci arriva subito e sembra pure dispiaciuta.
Alzo la testa e le sorrido dolcemente
C: non fa niente .
L: ma perché tuo zio è in manicomio?
Chiede Lucas in modo abbastanza maleducato e fuori luogo, facendomi abbassare di nuovo la teste. Poi però si becca una gomitata e un’occhiataccia da Emily e uno sguardo incazzato da Jacob.
L: che c’è?
E: delicatezza zero? Eh?
C: non fa niente, comunque l’hanno rinchiuso, perché dopo aver ucciso mia sorella maggiore, anche lei sopravvissuta all’incendio, e facendola franca fingendosi ancora nello stato di coma provocato dall’incendio, ha cercato di uccidere mio fratello e altre persone.
E: cavolo mi dispiace tanto, quindi ti rimane solo tuo fratello?
C: tecnicamente no, questo mio zio a quanto pare da giovane, ha avuto a sua insaputa una figlia, che ora ha la mia età, lei al contrario suo non è una pazza sociopatica assassina, anche se è un po’ sgarbata e aggressiva, è una brava ragazza, abbiamo scoperto della sua esistenza solo un annetto fa’, quando abbiamo trovato il suo certificato di nascita e adozione nella cassaforte di famiglia.
E: beh questa è una cosa positiva, posso chiederti perché te ne sei andata?
C: semplicemente, io sono stata “dispersa” per 6 anni della mia vita, dopo l’incendio io e mio fratello Derek essendo ancora minorenni siamo finiti in un orfanotrofio, io venni adottata quasi subito, seppur sia io che mio fratello abbiamo opposto molta resistenza per non essere separati, poi scappai di casa dopo due anni che fui affidata a questa famiglia adottiva, tornai di nascosto all’orfanotrofio per cercare Derek, ma lui essendo nel frattempo diventato maggiorenne se ne era andato, provai a tornare a Beacom Hills ma di lui non c’era traccia, cosi vagai per il paese per un po’, però quando un giorno i servizi sociali si presentarono al rifugio per senza tetti dove stavo in quella città, scappai in sud America dove restai per i restanti 3 anni della mia vita, prima di ritornare nuovamente a Beacom Hills dopo aver avuto la notizia che mio fratello era tornato lì, ma ormai ero troppo abituata alla mia indipendenza, che decisi di andarmene con l’appoggio di mio fratello, con l’accordo però che prima di ricominciare a vagare per il paese avrei terminato la scuola.
L: porca puttana, ci potrebbero fare un film sulla tua vita.
Io abbasso di nuovo lo sguardo e mi avvio da sola intimando a Jacob con un cenno di non seguirmi, verso un'altra ala della biblioteca.
Appena credo di essermi abbastanza allontanata, comincio a guardarmi attorno, e noto di essere nella sezione, libri sul soprannaturale.
Ovviamente
Do un’occhiata in giro, poi noto un libro sui licantropi, lo apro e capisco che è la storia, secondo il libro reale, di una delle più importanti famiglie di licantropi al mondo, si fa cenno al nome della famiglia dei personaggi ma ai loro nomi sì, dopo aver letto parti qua e la capisco che è la storia della famiglia Hale, torno a inizio libro e leggo che è un libro auto pubblicato, guardo l’autore e noto che è stato scritto da una certa Sixela Elah, che letto al contrario è Alexis Hale, mia nonna, mia nonna ha scritto un libro sulla nostra famiglia di licantropi.
Comincio a pensare di prendere in prestito il libro, e non mi accorgo che qualcuno mi arriva alle spalle.
E: ehi Cora
C: cavolo Emily mi hai spaventato.
E: scusa, e chiamai Emi.
C: fa niente, Emi.
Le faccio un sorriso, che lei contraccambia con uno che se non sapessi che è fidanzata, direi quasi “innamorato”.
E: lo sai, non sei come ti descrivono.
C: e come mi descrivono?
E: fredda, antipatica, asociale, aggressiva, rabbiosa…
C: ok hai reso l’idea.
Dico ridendo, cavolo delle cose così brutte ma che dette in quel modo suonano divertenti.
E: che libro è?
Cavolo, non posso farglielo leggere nella parte finale si parla dell’incendio e ci sono i nomi miei e di mio fratello e l’anno in qui siamo nati, difatti mia nonna, che al tempo era in una casa di riposo creduta morta da tutto il mondo tranne che da pochi, era morte un anno dopo l’incendio, se lo legge ci metterà poco a fare due più due.
C: non lo, m’incuriosiva la copertina e ho cominciato a sfogliarlo, niente di interessante!
Dico sulla difensiva abbastanza nervosa
E: ok, comunque mi dispiace per il tono di Lucas, a volto è abbastanza insensibile.
C: fa niente, ci sono abituata.
E: comunque che ne dici se dopo scuola ci facciamo un pomeriggio tra ragazze, ho molte amiche ma non mi va di uscire con loro, sono troppo superficiali.
C: non so, io non ho più avuto amiche dal quando ho perso la mia famiglia, non sarei molto di compagnia.
E: sciocchezze, troviamoci in piazza centrale alle 15, va bene?
C: ok
Dico con un po’ di titubanza.
Non sarebbe male farsi un’amica finalmente, poi Emi non sembra male, mi ricorda mia sorella Laura.
Driin Driin Driin
J: ehi Cora finalmente ti ho trovata, mi ero dimenticato di dirti che io non faccio religione, e che resterò qui in biblioteca.
Probabilmente era appostato da qualche parte, pronto a intervenire nel caso perdessi le staffe, mi piace che si preoccupi, ma stasera è meglio se gli parlo.
E: forte anch’io ho un'altra ora buca, che ne dice se resto qui con te?
Jacob mi guarda, preoccupato ed io gli annuisco divertita, sono felice che abbia capito che io sono abbastanza gelosa, ma Emi mi ispira fiducia, quando si rivolge a Jacob, capisco dal suo odore, dal battito, dalla voce, dal modo in qui lo guarda, che con lui vuole instaurare un semplice rapporto di amicizia.
J: certo per me va bene, allora io intanto vado nel reparto dei gialli, a dopo Cora.
Mi da un bacio abbastanza passionale ma senza lingua, dopotutto siamo in compagnia.
C: a dopo Jacob, ciao anche a te Emi.
E senza nessun preavviso la ragazza mi da un veloce abbraccio, e sento uno strano odore di ansia, che svanisce appena si stacca.
E: a dopo Cora
Io la guardo stralunata, poi sorrido e me ne vado, sotto lo sguardo perplesso di Jacob, gli avevo spiegato che non mi piaceva avere un contatto fisico troppo intimo con chi non conoscevo bene, ma quella ragazza mi ispirava fiducia.
Pov Emily
Cavolo ma perché ero così in ansia quando l’ho abbracciata.
Noto che Jacob è ancora da parte a me a fissare il vuoto ancora incredulo, chissà perché.
E: terra chiama Jake.
J: cosa? Come mi hai chiamato?
E: ti eri imbambolato, e Jake è un soprannome, non ti dispiace se ti chiamo così no?
J: no certo che no, ma Cora a volte è un po’…..gelosa.
LH: ah non ti preoccupare, al massimo posso cominciare a pensare a te come al mio fratellino.
J: ehi ho solo un anno in meno di te, e sono tre volte te.
LH: sì, ma ho notato che a volte ti comporti come un bimbo, prima nella serra sembravi un bambino in un negozio di giocattoli, e poi fa delle espressioni così adorabili che mi viene voglia di coccolarti.
J: meglio se non lo dici a Cora, se non vuoi finire sbranata.
E: ma che hai capito scemo, dai vai dai tuoi gialli io resto un attimo qui.
J: ok
Se ne va, io voglio veder quel libro che aveva in mano Cora, era troppo presa per non essere qualcosa d’interessante. Lo prendo e comincio a sfogliarlo, ed è molto interessante, scritto bene, e molto accurato, la terzultima parte del libro è vissuta in prima persona dall’autore, che leggo si chiami Sixela Elah, che nome strano, ed infatti è uno pseudonimo, il nome vero dell’autrice non è conosciuto neanche dalla casa editoriale.
Anche se è un libro enorme, credo sarà una lettura interessante, la storia di una nobile famiglia di licantropi. Non ho curiosato nella parte intitolata “la generazione sopravvissuta” perché non voglio rovinarmi l finale..
Ora è meglio se raggiungo Jake, se non mi da per dispersa.
FINE CAPITOLO. |
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Capitolo 11 *** Rivelazioni ***
Capitolo 11;
Rivelazioni
Pov Cora
A differenza di come mi aspettassi il pomeriggio con Emi non era andato male, anzi, mi sono divertita. Abbiamo passato tutto il pomeriggio nel centro commerciale che sta ai limiti della città, nel reparto vestiti, e ci siamo migliorate il guardaroba a vicende. Lei è stata molto comprensiva, vedendo che non ero abituata a certe situazioni. Mi chiese aiuto sulla scelta dei vestiti, sul momento io restai sorpresa ma poi lei mi spiego che voleva cambiare look, senza distaccarsi troppo dal suo, ma cercando di avere un aspetto che intimasse più rispetto, una via dimezzo tra il mio e il suo, solo tendente di più al suo.
Dopo un’ora e mezza, mi feci coraggio e anch’io le chiesi aiuto, ma non solo per il guardaroba di tutti i giorni, ma anche per qualcosa di elegante, tipo un abito da sera. Lei fu molto paziente e accetto la mia ferrea decisione “niente gonne o cose di colore rosa o fucsia”, però mi rimangiai tutto quando mi ritrovai davanti ad un bellissimo vestito color verde smeraldo molto semplice, smanicato, con la gonna che arrivava appena sopra il ginocchio, subito lo presi e lo abbinai a una giacchetta di pelle nera a maniche lunghe. Li presi entrambi e sotto lo sguardo perplesso di Emi entrai in camerino. Appena ne uscii lei mi guardò perplessa, dicendomi che come minimo Jacob avrebbe sbavato.
Però il bello venne quando dovemmo scegliere l’abito da sera, passammo a setaccio almeno venti vestiti, ma nessuno mi soddisfaceva, però poi lo vidi, un bellissimo vestito rosso fuoco, con la gonna lunga e setosa che arrivava alle caviglie, e con una spaccatura al centro che arrivava appena sopra la metà della coscia, la parte superiore invece erano due fasce di tessuto non tese, ma lasciate morbide che partendo dai miei fianchi andavano a incrociarsi all’altezza dell’ombelico, passavano sul seno, poi sulle spalle, e finivano per unirsi dietro al mio collo.
Emi rimase esterrefatta, disse che o Jacob sveniva, o mi saltava addosso e dal qui amplesso come minimo avrei avuto 6 gemelli, o mi chiedeva di sposarlo seduta stante. Io risi a queste sue affermazioni, ma tralasciando l’ipotesi dei gemelli, non sapevo quale delle due era più probabile.
Non ho un’ipotesi personale sulla sua reazione a quando mi vedrà con quel vestito.
Ora sono davanti alla porta del mio appartamento e sto cercano le chiavi nella borsa, quando sento due possenti, ma allo stesso tempo rassicuranti, braccia avvolgermi la vita, e delle labbra che mi lasciano un caldo bacio sulla guancia destra, facendomi letteralmente sentire tutto l’amore che il loro possessore provava per me.
Io girandomi lentamente e gli poso un bacio leggero sulle labbra dimostrando di ricambiare fino all’ultima goccia, e anche di più.
J: ehi, lupetta, com’è andata l’uscita?
C: molto meglio di quanto mi aspettassi, mi sono divertita un mondo, cosa che non facevo da anni ormai.
J: ah quindi io non ti faccio divertire?
Fa il finto offeso
C: tu fai molto di più e lo fai infinitamente meglio.
Dico baciandolo questa volta con passione mettendoci anche la lingua. Una volta che ci siamo staccati, prendo la chiave che mi sono accorta avere in tasca, e tenendolo per mano camminando all’indietro, fissandoci l’un l’altra negli occhi, entriamo nel mio appartamento, dove cominciamo ad amarci con la consapevolezza, che domani mattina ci saremmo svegliati l’una nelle braccia dell’altro. Ovvero quello che ora è il mio posto preferito.
Nel frattempo in un appartamento del centro
Pov Emi
Cavolo questo libro è interessantissimo, oggi in biblioteca ne ho divorato metà in un’ora, e adesso sono finalmente arrivata agli ultimi due capitoli. Però prima di leggerli mi faccio un riassunto mentale, poiché questi capitoli si preannunciano diversi dagli altri.
Allora vediamo un po’, storia che inizia con una giovane donna sta per raccontare la storia della propria famiglia di licantropi alla figlia di 8 anni. La donna si chiama Alexis, non si fa riferimento neanche a un cognome in tutto il libro, se non riferimenti a come in certi periodi della storia le persone conoscenti il “segreto” tremassero al solo pronunciare esso e non per il terrore ma per il rispetto che quel cognome intimava.
Mentre la figlia di 8 anni a cui racconta la storia si chiama Thalia.
La donna parte a raccontare dal medioevo seppur sapendo che la famiglia è molto più antica, ma purtroppo le ultime informazioni che si hanno arrivano fino a li, parla di come la sua famiglia abbia acquisito potere tramite il rispetto e la forza di volontà. Il terzultimo capitolo l’anziana donna lo racconta in prima persona, ed esso si conclude con la nascita di Thalia.
Leggo in fretta ma attentamente il penultimo capitolo e quando arrivo a metà mi sale un groppo alla gola.
E: no, non è possibile.
Quel nome………. In quel capitolo avevo letto molti nomi e sia essi che il legame che univa le persone che li portavano mi suonava famigliare, ma poi……. Quel nome. Ora capisco perché era così nervosa.
Rileggo e rileggo la stessa frase “quando mi figlia Thalia ebbe tra le braccia la sua terzogenita, la guardò con uno sguardo dolce e con il suo tono deciso, da alfa qual era, esclamò un nome, che non era il nome che era stato scelto per la bimba quando mesi prima si scoprì il sesso, e come giustificazione guardando tutti i presenti a testa alta mantenendo il tono deciso e fiero disse: appena l’ho visto ho capito, questa bambina, mia figlia, non può avere nome diverso da questo………. Benvenuta la mondo, principessa dei lupi, Cora”.
Non ci credo! Non ci credo, tra tutti i nomi che poteva scegliere proprio quello. Allora ricapitoliamo, la mia Cora ha una sorella maggiore di 6 anni di nome Laura, e anche questa Cora l’ha, la mia ha un fratello di 3 anni più grande di nome Derek, e anche questa l’ha, la mia Cora ha uno zio, che a detta dei giornali, dovrebbe avere 11 anni più di Cora, e anche quello c’è.
Prendo il computer, cerco “famiglia Hale Beacom Hills”, mi appare un link del sito del municipio che mi mostra un albero genealogico.
E: allora vediamo…….Cora Hale……..madre Thalia Hale……..Nonna materna Alexis Hale……..
Chiudo il portatile, prendo il libro e balzo alle ultime pagine, si parla di un incendio dove secondo la polizia erano sopravvissuti solo Laura, Derek e Peter che però era in coma. Poi leggo la pagina seguente, e a quanto pare Alexis aveva fatto indagare, e tra i cadaveri all’obitorio ne mancava uno, più precisamente quello di una delle tre bambine di 11 anni, quindi presupponendo che anche la sua terza nipote fosse viva scrisse una lettera.
“Cari nipoti, e figlio mio, ora siete soli, a me non resta molto da vivere, per quanto vorrei tenervi vicino a me in questo periodo a voi difficile, vi porterei solo altro dolore. Laura prenditi cura di tuo fratello Derek e tua sorella Cora, tu hai ereditato il potere di tua madre quando è morta, si una grande alfa come lo furono i tuoi antenati un tempo. Peter figlio mio, non farti condizionare dalla rabbia e dall’odio, prenditi cura dei tuoi nipoti quando ti risveglierai, e tu mia piccola principessa dei lupi, io so, io sento che tu sei ancora viva, e sei forte, il tuo spirito sia umano che lupo vuole vivere, tu vuoi vivere, con la tua forza di volontà tu devi vivere, insieme a tua sorella e tuo fratello, con la guida di vostro zio, riportate il nome Hale al suo antico splendore, e aggiungete un nuovo e vostro capitolo a questo libro, e un altro per coloro che vi succederanno, perché ciò che è accaduto alla nostra famiglia non deve spezzarvi, vi deve unire, riformate un nuovo branco, siate una famiglia e vivete felici in pace con voi stessi.
Alexis Hale, madre, nonna, che vi vuole bene più della sua stessa vita”.
Porca puttana, domani dovrò parlare con Cora, però ci conosciamo solo da poco, e se quello che è scritto nel libro è vero, e pensando che le voci che girano debbano essere fondate su qualcosa, non mi svelerebbe mai un segreto del genere, devo metterla nelle condizioni di non poter negare, ma allo stesso tempo di non farla sentire minacciata.
Appartamento di Cora
Pov Cora
Alzo il viso petto di Jacob e lo guardo negli occhi.
C: ehi Jacob, possiamo parlare un attimo.
J: certamente, che succede?
Si mette seduto e appoggia la schiena al poggiaschiena del letto.
C: oggi in biblioteca, quando Emi mi ha raggiunta, tu mi hai controllato?
Lui mi guarda, dispiaciuto.
J: scusa Cora è che ti ho visto agitata, so che non gli avresti fatto del male o perso il controllo, volevo evitare una qualche tu sfuriata nei sui confronti, insomma da come ti parlava, sembrava già tenerci molto a te.
C: sì, lo so, è solo che non voglio essere controllata a vista, non mi serve il babysitter, lo so che tu mi ami e che vuoi solo il mio bene, anch’io ti amo, per questa non mi sono arrabbiata.
J: Cora hai detto che mi ami.
Lo guardo e gli faccio un sorriso dolce, e ridacchiando un po’ dico:
C: di tutto ciò che ho detto, hai sentito solo quello.
J: certo che no, e d’ora in poi cercherò di fidarmi, ma quella è la parte che più mi ha colpito, quello è stato l’unico “ti amo” che mi sia mai stato rivolto che ho sentito essere detto da tutto il tuo cuore, e che non ha trafitto il mio come succede normalmente, no, ho sentito i nostri cuori legarsi con un legame……indissolubile. Anch’io ti amo Cora Hale ricordalo sempre.
Appena finisce di parlare, lo bacio, non con un bacio carico di amore, voglioso e sessuale, come quelli che ci siamo scambiati nell’ultima ora e mezza, ma un bacio contenente così tanto amore reciproco, da portare i nostri occhi a brillare. Però ad un certo punto, quando entrambi apriamo gli occhi, Jacob si stacca da me repentinamente, per poi cominciare a riavvicinarsi i guardando in modo curioso i miei occhi.
C: ma che fai?
Dico divertita dal suo atteggiamento
J: i tuoi occhi, per un attimo sono diventati rossi, come quelli di un alfa.
Io rido divertita.
C: avrai visto male, conosco un solo vero alfa, e io ho a malapena la metà della sua forza di volontà.
J: sicura? eppure a me è parso…
C: sicura Jacob, non sono un alfa.
Dico continuando a ridere.
J: dato che ti piace tanto ridere che ne dice se ti faccio il solletico.
Mi salta addosso e comincia a farmi il solletico ovunque, mentre io rosso come un peperone piango dal ridere.
E dopo una mezzora tra scherzi, coccole e baci, ci addormentiamo senza neanche aver cenato, e dopo aver visto il modo in cui Jacob ha mangiato quel pollo intero ieri sera solo perché aveva saltato la merenda pomeridiana, merenda che tra parentesi basta per venti persone, domani mattina dopo aver ripulito la mia dispensa e la sua, ripulirà anche quello della caffetteria.
Il mattino seguente
Pov Cora
Sia io che Jacob ci siamo svegliati da una mezzora, ora lui è andato nel suo appartamento a cambiarsi. Io intanto sto facendo una doccia.
Anche se manca un’ora e mezza alla scuola, meglio andare la subito, dobbiamo fare ancora i compiti di matematica.
Esco dalla doccia, mi metto l’accappatoio, e comincio a sistemarmi i capelli ancora umidi.
Ora è il momento di vestirsi, voglio mettere il vestito verde abbinato alla giacca, che ho comprato ieri con Emi.
Al vestito e alla giacca abbino anche un paio di All Stars bianche, e il ciondolo con inciso il triskele, quello che Derek mi ha regalato alla mia partenza da Beacom Hills, era quello di mia madre, che miracolosamente era sopravvissuto all’incendio, si vede che è abbastanza vecchio, è di legno, e ovviamente ha qualche bruciatura, sul retro sono incise le iniziali T.H. La corda invece è nuova, è fatta in cuoio, la fatta a mano Derek per me.
Ora completamente pronta, e con un’aria diversa dal solito, più femminile, ma comunque intimidatrici, esco di casa, e mi ritrovo davanti una scena da cartone animato.
Jacob che mi fissa, con la bocca talmente aperta, che il mento, attraversa il pavimento, e arriva fino al piano terre. Io ridacchio un po’.
C: allora ti piace questo mio nuovo look?
J: sei assolutamente fantastica.
C: allora andiamo che dobbiamo ancora fare matematica.
J: veramente io l’ho fatta tutta mentre aspettavo, ci ha messo più del solito.
Dice con tono di rimprovero, che provoca in me un occhiataccia nei suoi confronti.
J: però l’attesa in più è valsa infinitamente di più del solito.
Mi torna il sorriso e con lui al seguito ci dirigiamo al piano terra, ma quando io sto per uscire dall’ingresso principale.
J: aspetta, stamattina finalmente mi è arrivato l’ordine che avevo fatto un po’ di tempo fa’, la mia nuova auto.
Io lo guardo divertita.
C: ma c’è l’hai la patente?
J: ovvio che c’è l’ho, l’ho fatta a Washington, primi di venire, dovevo solo mostrare la mai patente italiana, e farmene fare un americana.
C: bene allora vediamo quest’auto.
Lui fa un ghigno, e si avvia verso il piano interrato, dove ci sono anche i garage. Prende un telecomando, lo punta verso la grata, che lentamente comincia ad aprirsi, e pian piano la mia bocca assume la forma di un O perfetta.
J: Chevrolet Camaro ZL1 del 2013, verde smeraldo mtalizzato con rifiniture nero opaco, con motore V8 a benzina, con carrozzeria, pneumatici e vetri antiproiettile, portata a 4 ruote motrici, cambio automatico, sospensioni da corsa, fari allo xeno, vetri laterali oscurati, verniciatura antigraffio, è stata il mio sogno fin da bambino, mi è costata un occhio ma ne è valsa la pena.
Apre la macchina ed entrambi saliamo, gli interni sono in ecopelle nera, con le rifiniture verdi, impianto stereo super avanzato, navigatore con touch screen integrato.
C: non sono mai salito su un’auto così bella!
J: grazie amore.
Io faccio uno sguardo tra il divertito e il malizioso.
C: chiamami più spesso così
Lui sorride e mette in moto. Il rombo del motore risuona per tutto il garage e lo si può paragonare al livello del ruggito di un alfa.
In un attimo raggiungiamo il parcheggio della scuola, con tutti gli occhi puntati addosso, prima scende Jacob, e noto subito che tutte le ragazze lo guardano come a volerselo mangiare, però lui fa il giro dell’auto e mi apre la portiera, nel momento in qui scendo lo sguardo di tutte le ragazze cambia da uno da predatrici, ad una da assassine, prima di voltarsi e ignorarci, al contrario lo sguardo di invidia dei ragazzi, si trasforma in una specie di macchina a raggi x, e tutti cominciano a farmi la radiografia. Jacob finge di non farci caso, ma appena mi mette il braccio in torno alla vita, cominciando a camminare verso la caffetteria, capisco che si sta trattenendo dall’uccidere tutti i maschi presenti.
Siamo da 5 minuti seduti in caffetteria e con l’aiuto di Jacob sto facendo i compiti di matematica, quando sento qualcuno chiamarmi.
E: Cora; Jacob che ci fate già qui?
C: ciao Emi, io sto finendo matematica, ma siediti se vuoi.
E: certo.
Appena si siede, sento da lei uno strano odore d’ansia, però lei non sembra ansiosa. Sarà solo una mia impressione.
J: ehi Emi perché sei in ansia?
E ti pareva, mai una volta che se ne sta mai zitto.
Mi do una manata alla fronte, Emi non lo nota ma Jacob mi guarda come ha voler dire “ che ho fatto?”
E: non sono in ansia.
Afferma con sicurezza
J: a me sembra di si,
Ma vuoi stare zitto coglione, non ti tiro un calcio solo perché il tavolo è trasparente e Emi mi vedrebbe.
Continuo a guardarlo male, cercando di non farmi notare da Emi.
E: allora che materia avete oggi?
J: 2 ore di matematica, una di inglese, 2 di laboratorio di organica, e un’ora di chimica analisi teorica.
E: beh a parte mate non mi sembra così brutta la giornata.
J: no, non direi.
Ad un certo punto vediamo Lucas avvicinarsi. Sta per dare un bacio sulla guancia a Emi, però si ferma a metà strada e comincia a farmi la radiografia.
Ovviamente Emi li tira un sonoro schiaffo, si alza e se ne va. Jacob invece sembra che stia per prendere fuoco da un momento all’altro e attaccare Lucas, ma lui dopo un attimo di imbambolamento, corre dietro a Emi.
C: non dovevo metter questo vestito.
J: non è colpa tua, un ragazzo per quanto sia bella la ragazza che ha difronte deve avere occhi solo per la propria ragazza, se la ama davvero, però siamo esseri umani ed è ovvio che ha noi ragazzi in piena crisi ormonale ci caschi l’occhio, ma il modo in cui la fatto lui era troppo pervertito e menefreghista nei confronti di Emi, lei ha fatto benissimo a rifilarli quello schiaffo.
E: cavolo Jacob finalmente un ragazzo con un po’ di cervello.
Dice Emi mentre si risiede al nostro tavolo.
C: mi dispiace Emi.
E: e di che? È colpa di quel coglione del mio ex ragazzo.
C: ex? L’hai lasciato per colpa mia?
E: cosa? No, Cora non l’ho fatto solo perché ti fissato come se avesse la vista a raggi x, quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
C: sicura?
E: sicurissima, a comunque……
Prende qualcosa dalla borsa alla cui vista sbianco.
E:…….non è vero che questo libro non è interessante, soprattutto il penultimo capitolo.
J: perché cos’ha di speciale?
Lei apre il libro al punto dove c’era il segnalibro e indica a Jacob una frase sottolineata in matita.
La leggiamo insieme, lui mi guarda confuso, e io vorrei sprofondare sotto terra.
E: non mi avevi detto che la tua famiglia aveva una storia così interessante.
Lei mi guarda con un sorriso stampato in volto. Jacob comincia a leggere qua e la in libro, poi mi guarda e deglutisce.
J: o ma andiamo Emi, non crederai che sia una storia vera, insomma qualche idiota, sentendo dello sterminio della famiglia Hale, ci ha scritto su una storia.
E: ho fatto delle ricerche, e a quanto pare tu Cora fino a 2 anni fa eri considerata da tutta l’America morta nell’incendio, fino a quando tu e tuo fratello non vi siete presentati in tribunale, dove ti hanno, legalmente parlando, resuscitata.
C: senti tutto quello che è scritto in quel libro è tutto falso. E il fatto che mia nonna ci avesse azzeccato sul fatto che ero viva non vuol dire che era un essere sovrannaturale.
E: quindi confermi che l’ha scritto tua nonna!
Dice con tono calmo e rilassato, appoggiata con la schiena alla sedia, mentre mastica una biro, con un ghigno in faccia.
C: io….. beh….sì, il libro l’ha scritto mia nonna, e io l’avevo già letto, non volevo che si indagasse su di me per scoprire cosa feci nel periodo in cui tutti mi consideravano morta, ma non sono un licantropo, questa caratteristica è stata aggiunta da mia nonna solo per rendere il libro più interessante, sapeva che io avevo la passione dei licantropi e così sperava che attraverso esso riuscisse a farmi ricevere la sua lettera.
E: guarda che non credevo che tu fossi un licantropo, ho subito pensato che fosse un dettaglio aggiunto solo per rendere la storia più interessante.
C: oh….bene….scusa.
E: e di che, comunque non sarebbe male.
C: cosa?
E: se tu fossi un lupo, aiutarti mantenere il segreto, i pericoli portati dal soprannaturale, le avventure.
C: dubito che se fossi un lupo, sarebbe tutto come si vede nei film in TV.
E: ovvio……….cavolo Cora me la raccogli.
Le era caduta la matita che aveva in tasca, io mi chino per prenderla. Intravedo, vicino a me Jacob annusare qualcosa.
J: Cora no.
Appena tocco la penna mi ustiono.
Strozzalupo, perché diavolo la matita è ricoperta di strozzalupo.
C: ahrght…
Guardo negli occhi Emi che mi guarda perplessa.
Jacob mi afferra per il polso e mi trascina fuori.
FINE CAPITOLO |
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Capitolo 12 *** Pettegolezzi tra ragazze ***
Capitolo 12:
Pettegolezzi tra
ragazze.
Pov Jacob
Dopo quello
che è successo in caffetteria, ho portato Cora in bagno, non
pensavo che una
come Emily potesse rappresentare un pericolo sul piano "licantropi".
Cora entra
in bagno e sento che comincia a sciacquarsi la mano.
Dopo qualche
minuto vedo Emily avvicinarsi con i nostri zaini e una faccia
dispiaciuta.
E: mi
dispiace.
Dice
porgendomi lo zaino. Io la guardo diffidente e poi prendo gli zaini.
J:
senti…..
E: aspetta
Jacob prima fammi dire cuna cosa.
C: sentiamo
allora.
Cora esce
dal bagno e lo sguardo assassino che lancia fa sussultare Emi che
indietreggia.
Pov Generale
E: io non
volevo farvi arrabbiare.
C: allora
perché l’hai fatto?
E: volevo
solo verificare se era vero, c’erano troppo dettagli, troppi
particolari in
quella storia per essere falsa.
C: bene e
ora perché non corri dal primo giornalista o poliziotto per
dare l’allarme.
E:
perché
dovrei farlo, da quel che ho letto non siete mostri, anzi…
J: non
hai….
Paura di noi?
E: certo che
no, se avreste voluto, sarei già morta.
C: non
sembri minimamente scossa, hai appena scoperto che due tuoi compagni
sono
licantropi e non dai di matto?
E: questo
perché uno dei miei più grandi segreti
è che io ho sempre creduto nel
soprannaturale, insomma mia zia lanciava grida che buttavano
giù le porte.
C: tua zia
era una banshee?
E: da quello
che so’ presumo di sì, ma è morto
durante una vacanza in California quando andò
a trovare il fidanzato, dal poco che so’ lui dopo che lei li
confesso il suo
segreto la fece ricoverare in una clinica, Echen House mi sembra.
C: Eichen
House? Poveretta, in quel posto fanno cose orribili agli esseri
sovrannaturali.
E: lo so,
non ci hanno neanche restituito il corpo.
J: immagino
che ora dovremmo fidarci di te.
E: mi sa
proprio di sì.
Esclama la
ragazza con aria divertita.
E: ci sono
altri in città che conoscono il segreto? O addirittura altri
come voi?
C: che
conoscono il nostro segreto ci sono altre due persone, tra cui una che
ci è ostile.
E: ostile?
C:
sì,
ostile, ci odia e vuole rivelare a tutti cosa siamo e ci è
già andata vicino più
di una volta.
E: e chi
sono?
C: quello
che ci odia è Carla Chase, immagino sai chi è?
E:
sì, lo so
purtroppo, quando abbiamo fatto il progetto in concomitanza con gli
altri
indirizzi, sua sorella era nel mio gruppo.
J: mentre
l’altro è il prof Riddick, l’ha scoperto
durante uno dei tentativi della Chase
di colpire Cora.
E: il prof?
Davvero? Beh avete beccato proprio quello giusto, lui aiuterebbe
chiunque.
J:
già, ma
cercheremo di non coinvolgerlo troppo, come faremo con te.
E: cosa? No,
io voglio aiutarvi se ci sono problemi.
C: No.
È
troppo pericoloso, le ultime volte che abbiamo avuto problemi non
è finita bene
e come sai dal bosco ne siamo usciti malconci.
E: So badare
a me stessa e non avete risposto all’altra mia domanda, ci
sono altre creature
soprannaturali a Rock Country?
PD:
sì,
signorina Highmore, ci sono.
Interviene
Deucalion, arrivando alle spalle dei ragazzi, facendoli sobbalzare per
poi far
brillare i suoi occhi da alfa.
E: lei
è…..
un licantropo?
PD:
esattamente e non un semplice licantropo.
E: in che
senso?
C: è
un
alfa, una tra i più potenti.
E: intendi
un capobranco? Forte! E voi fate parte del suo branco?
J: oddio no,
io non sto ai comandi di nessuno.
Jacob
è quasi
disgustato dall’ipotesi di Emi, la quale invece ne rimane
abbastanza confusa.
PD: Cora, so
che non l’hai fatto apposta, ma evita di divulgare in giro il
nostro segreto,
già troppi umani lo sanno.
C: certo,
non c’è bisogno che me lo dica lei.
Cora rimane
piuttosto stizzita dal consiglio di Deucalion e se ne spedita
chissà dove.
J: allora se
oggi pomeriggio vieni nel mio appartamento, ti spiegheremo meglio.
PD:
sì, ma
ora filate entrambi a lezione.
Tutti e tre
si dirigono alla rispettiva aula, dove Jacob ritrova una Cora
abbastanza offesa
che borbotta qualcosa sull’essere sempre tratta come una
novellina.
La mattinata
trascorre tranquilla e il pomeriggio Cora e Jacob hanno raccontato le
generalità sui lupi a Emily, più quello che Carla
gli ha fatto passare di
recente e un riassunto su Deucalion, tralasciando i metodi e le
motivazioni di
ciò che ha fatto.
18:43
Appartamento Jacob
E: cavolo,
non pensavo ci fossero tutte queste regole e indicazioni per gli esseri
sovrannaturali.
C:
già,
l’essere una creatura sovrannaturale o semplicemente essere a
conoscenza del
suddetto mondo, ha i suoi benefici ma oltre hai problemi che
già ha una persona
normale, devi aggiungere quelli portati dal proteggere il segreto.
E: in
effetti…..
J: allora
che ne dite di mangiare?
C: tu non
pensi proprio ad altro vero? Oggi in caffetteria sei riuscito a
mangiarti 3
cornetti alla crema in 5 minuti.
E: quando?
Da quel che ho capito io sono arrivata in caffetteria 5 o 10 minuti
dopo di
voi, come ha fatto a mangiare 3 cornetti?
C: e lo
chiedi a me.
J: posso
fare anche di meglio se mi impegno.
C/E: io non
voglio assistere.
Mentre Jacob
è ai fornelli, Cora ed Emi parlano sul divano.
Pov Cora
C: allora
Emi, non mi hai ancora detto perché hai lasciato Lucas
stamattina, visto che
non è stato del tutto colpa mia, se non ti dispiace, vorrei
saperlo.
E:
tranquilla Cora non c’è problema e poi non
è assolutamente colpa tua, è lui che
non si sa dare un minimo di contegno.
C:
ok…..
E:
bene…….vedi quando stavo con lui,
all’inizio era dolce, simpatico, romantico,
uscivamo spesso a cena fuori e ci alternavamo con il pagare e mi
trattava da
sua pari com’è giusto che sia al giorno
d’oggi. Ci baciavo spesso o comunque ci
scambiavamo un minimo di effusioni, anche se in pubblico, un bacetto o
una
carezza me la dava. Ci siamo conosciuti al club di botanica,
quell’anno eravamo
gli unici novellini, anche se eravamo in sezioni diverse della serra
stavamo
molto insieme e ci aiutavamo a vicenda. Tutto è cambiato
l’anno scorso, quando io
e lui eravamo i membri più anziani del club, non
c’erano alunni di quinta e
quindi noi eravamo anche i più grandi di età.
Cosi quando è arrivato il momento
di eleggere il capo club, che era colui che verificava che tutto nel
laboratorio era in ordine, che possedeva la chiave d’accesso
a tutte le serre,
che parlava con l’insegnante supervisore del club e che
proponeva le
competizioni cui partecipare. I candidati ideali eravamo solo io e
Lucas ed io
li cedetti il posto, poiché lui lo desiderava molto e a me
non interessava. Poi
però le cose sono precipitate, lui ha cominciato a essere
molto più meccanico,
è rimasto il solito ragazzo solare e amichevole di sempre,
ma nelle relazioni
interpersonali si comporta come se non avesse emozioni, non nel senso
che è
cattivo, ma che parla senza pensare a cosa le sue parole possano
suscitare alla
persona a cui sta parlando. Per me è stato peggio, sapevo
che non avremmo più
avuto molto tempo per uscire insieme, neanche prima ne avevamo molto,
ma
comunque nessuno ci impediva di essere affettuosi fra noi, che fossimo
in
laboratorio, in aula, o nella serra, 5 minuti ce li prendevamo. Invece
da
quando è capo club, ovvero da 2 anni ormai, con me si
comporta come se fossimo
solo colleghi di lavoro, lui il mio capo e io una subordinata tra
mille, sia al
club che alle lezioni normali o se ci troviamo per caso in giro fuori
da scuola.
Le volte che usciamo insieme è per vedere un film al cinema
o sul divano a casa
e solo durante i weekend, se siamo al cinema è
già tanto se mi bacia sulle
labbra a stampo quando ci salutiamo, se siamo a casa si spinge un
po’ oltre ma
le sue mani non vanno mai sotto alle spalle, insomma sembra quasi che
lo fa’
tanto perché non ha niente da fare. Io non lo sopportavo
più, avevo già provato
a lasciarlo a giugno scorso, però lui mi ha fatto mille
promesso, su come tutto
sarebbe ritornato come prima. Per un po’ lo è
stato, ma dopo l’inizio della
scuola, è tornato a essere freddo e distaccato peggio di
prima. Il bello è che
era comunque geloso, l’unica cosa che provava nei miei
confronti era gelosia.
C: cavoli
che storia, ci potresti scrivere un libro.
Lei mi
guarda in modo accigliato.
C:
scherzavo.
E: comunque
che mi dici di te e di Jake?
C: Jake?
Da quando
è così in confidenza con il
MIO ragazzo?
E:
sì, era
il nome del cagnolino di mio nonno, era un bastardino, un tenerone,
ogni volta
che lo vedevo mi veniva voglia di coccolarlo, il bello era che non
aveva un
aspetto da cucciolone, era l’incrocio tra un alano e un
pastore tedesco, però
faceva di quelle espressioni tenerissime, ed adorava le coccole. Jacob
me lo
ricorda un po’, scommetto che sotto l’aspetto da
duro tutto d’un pezzo, c’è un
bimbo che dorme ancora con il peluche la notte, mi piacerebbe che fosse
il mio
fratellino minore cosicché io abbia una scusa per poterlo
coccolare ogni volta
che voglio.
Ok questa
è tutta matta, ma almeno
non devo essere gelosa.
C: Ok, ma lo
sai che abbiamo entrambi solo un anno in meno di te e che se andassi in
giro
con lui, sembrerebbe lui il fratello maggiore, vero?
E: senti chi
parla, ti faccio notare che gli arrivi appena sotto la spalla, a prima
vista
direi che avete minimi 3 anni di differenza, e solo perché
tu hai le forme
delle giuste dimensioni. A lui così
com’è gli darei sui 21, 22 anni, se tu non
fossi così formosa, te ne darei sì e no 14.
C: 1 non mi
interessa, 2 ho solo una terza, 3 non sono io troppo bassa,
è lui che troppo
alto.
Insomma ho 17
anni, tra poco 18, sono
alta 1.65 m ed ho una terza di reggiseno. Lui ha 18 anni compiuti da
poco, è
alto 1.90 m, porta magliette, felpe e giubbotti, taglia 2XL e li stanno
aderenti, per indossare qualcosa di largo per stare comodo, deve
mettersi la 3XL.
E:
già. Ma
da quanto state insieme? Insomma dal livello di intimità che
avete, direi
almeno 3 mesi.
C: veramente
stiamo insieme da 10 giorni.
Le fa una
faccia sconvolta.
E: COME
DIECI GIORNI?
C:
sì, beh,
nemmeno noi sappiamo il perché, da quel che ha detto mio
fratello è una cosa
legata al nostro essere licantropi, ma non ho voluto farmi dire di
più.
E:
perché?
C: non lo
so, preferisco non essere influenzata e godermela il più
allungo possibile.
E: ok, ma vi
siete già spiniti un minimo oltre il bacio?
Chiede
curiosa, io divento un peperone, e lei alla mia reazione pare rimanere
confusa.
C:
veramente…… abbiamo già dovuto far
ricorso ad un……ad un…..
E: a un cosa?
C:……..un……perservativo.
L’ultima
parola
la dico quasi sussurrando e con lo sguardo dritto sul pavimento, con i
capelli
che impediscono a chi mi è di fianco di vedermi in faccia.
Lei
però
capisce comunque e sbianca.
E:
voi….v-voi…voi
due….avete già…fatto…
C: al
secondo bacio, che poi è stato il primo vero bacio che ci
siamo dati e a quel
bacio, è susseguita rapida una dichiarazione
d’amore reciproca.
E:…………………………………………………..........
La bocca di
Emi forma un’O perfetta e la mascella se potesse si
staccherebbe.
J: RAGAZZE
È
PRONTO!
C: meglio
che andiamo a mangiare.
Mi alzo in
fretta facendo finta di nulla e mi dirigo verso la cucina, dopo aver
superato
il divano, vedo che Emi è ancora nella stessa posizione a
fissare il vuoto con
la bocca spalancata. Quindi torno verso di lei e l’afferro
per il braccio.
C: Forza
Emi, andiamo.
E la
trascino in cucina a mangiare.
Una volta
seduti, in cucina Emi riprende a parlare con tono malizioso.
J: e
così
Jacob, ho saputo che ti dai da fare.
Lui per poco
non soffoca con il risotto.
J: Cora?
Perché
gliel’hai detto?
C: scusa
è
che lei mi aveva raccontato praticamente tutto della sua storia con
Lucas che
non me la sono sentita di mentire.
E: e
comunque, com’è che tu avevi già un
preservativo a portata di mano.
Dice
ammiccando in direzione di Jacob.
J: veramente
non era mio.
Guarda a
testa bassa nella mia direzione.
C:
sì, beh l’ho
trovato nella felpa di un ragazzo che conosco, anche se non so
perché è finita
nella mia valigia.
E: allora
devo presumere che questo ragazzo sia un casanova se va in giro
preparato.
Io scoppio a
ridere.
C: no, ti
assicuro che Stiles non è quel genere di ragazzo, da quel
che so, quando me ne
sono andata era ancora vergine e la ragazza di cui era innamorato lo
aveva
friendzinato.
E: friendzone?
Poverino, ma che razza di nome è Stiles?
C: mio fratello
dice che è un soprannome della sua famiglia che lui si
è dato da solo, dato che
nessuno, a parte sua madre, è in grado di pronunciare il suo
vero nome.
E: Ah
però,
quindi è amico di tuo fratello. Hanno la stessa
età?
C: no, lui
seppur un umano fa parte del branco che mio fratello aiutava prima di
andarsene
da Beacon Hills, ha la nostra stessa età, a occhio sembra
che lui e mio
fratello si detestano profondamente e anche se entrambi non lo
ammetterebbero
mai, si considerano amici.
E: sì
e
questo Stiles com’è? È carino?
C: aspetta,
ho una foto.
Gli mostro
una foto di Stiles, che gli avevo scattato per metterla come foto
profilo del
contatto nella rubrica.
E: UH
carino. Non ne hai una di tuo fratello.
Gli mostro
una foto di Derek che gli avevo fatto di nascosto mentre si allenava
con una
canottiera, che per colpa mia era diventata da bianca a rosa.
E: oddio!
gli salterei addosso, seduta stante.
C: sarebbe
inutile.
E:
perché? È
gay? In effetti con quella canottiera.
C: no, no,
lui non è gay, semplicemente è burbero, freddo, e
indifferente, solo una
ragazza è riuscita a fagli battere il cuore e avevano
entrambi quindici anni al
tempo e di recente ha avuto una storia con una mercenaria del mondo
sovrannaturale,
ma nulla di serio, le piaceva, ma lui stesso ha detto che non ne era
innamorato.
E: tentar
non nuoce.
C: come
vuoi.
Suona il
campanello. Io annuso l’aria e sento un odore abbastanza
familiare.
C: cavolo,
parli del diavolo spuntano le corna, dopo che gli ho detto di Deucalion
mi
aveva detto che avrebbe verificato di persona le sue intenzioni, ma non
pensavo
si precipitasse qui.
J: di chi
parli amore?
C: di mio
fratello.
Detto questo
a Jacob, cade il cucchiaio nel piatto, mi guarda terrorizzato a morte
mentre
sbianca a tal punto di diventare trasparente.
E: ah
interessante.
Dice Emi con
sguardo di chi ha intenzioni poco caste.
E: mi ci
vorrebbe proprio una distrazione.
Suonano di
nuovo e dato che Jacob è praticamente pietrificato, mi alzo
e vado ad aprire la
porta.
C: Derek,
ciao è un piacer averti qua fratellone.
Dico
dolcemente abbracciandolo.
D: anche per
me è bello rivederti sorellina.
FINE
CAPITOLO.
|
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Capitolo 13 *** una "normale" giornata di scuola ***
Capitolo 14:
Normale giornata
di scuola
Pov Cora
Io e Jacob
stamattina ci siamo svegliati presto, abbiamo fatto colazione e siamo
andati a
scuola.
Arriviamo
che mancano 15 minuti all’inizio delle lezioni, vediamo Emi
che parla con il
club di botanica e c’è anche la professoressa
Watson, ma manca Lucas.
Ci
avviciniamo.
PW (prof
Watson): e invece tu Emi, sai dov’è Lucas? Doveva
essere qui 45 minuti fa ma
non si è visto.
E: mi
dispiace, ma io e Lucas ci siamo lasciati sabato e dopo non lo
più visto.
PW: mi
dispiace…. Davvero non sai…
J: ciao
ragazzi, professoressa….
E: Jake,
Cora ciao.
Accenno un
sorriso a Emi.
Lei ci
saluta con un abbraccio, Melissa e Thomas fanno un timido cenno con la
mano,
mentre Ann cerca di darmi un pretesto per ucciderla.
AC: Ciao bel
bocconcino, mi sono appena lasciata con il mio ragazzo, mi daresti un
po’ di
conforto.
Comincia a
strusciarsi letteralmente contro Jacob, ed io perdo il controllo.
L’afferro per
il collo e la sbatto contro il muro sollevandola da terra di qualche
centimetro.
C: prova
ancora ad avvicinarti al mio ragazzo in quel modo e ti uccido.
Cerco di
trattenermi dal far brillare gli occhi.
PW: signori
Hale le consiglio di mollare la presa se non vuole essere espulsa.
E: Cora
lasciala ti prego.
Ignoro
entrambe e stringo di più, ormai sono sul punto di perdere
il controllo.
J: Cora!
Rinsavisco e
mollo la presa.
C: scusate.
Dico mentre
mi allontano, dopo aver girato l’angolo del corridoio mi
appoggio al muro e
comincio ad ascoltare.
***
E: cavolo
Ann quella ti ammazza.
AC: me ne
sono accorta.
J:
professoressa Cora ha sbagliato, ma ha problemi con la rabbia e non
riesce a
controllarsi, per questo è sempre da sola, la prego non la
faccia espellere.
PW:
tranquillo Jacob, il preside ci aveva avvisato dei problemi di Cora
quando ha
iniziato a studiare qui.
E/J:
davvero?
PW:
sì, il
fratello di Cora aveva parlato con il preside per questo problema.
AC: si
però
un conto sono degli attacchi di rabbia, un altro è che i
suoi occhi si
iniettino di sangue.
PW: Oh
andiamo Ann, sei molto più robusta di Cora, non esagerare.
AC:
sarà
anche una nanerottola, ma le assicura che aveva una forza spaventosa, e
poi non
era tanto per dire, per un attimo i suoi occhi sono davvero diventati
rossi.
***
Vedo Jacob
ed Emi scambiarsi uno sguardo preoccupato, e dopo Jacob guardare nelle
mia
direzione.
Naturalmente
sapeva che li stavo
ascoltando, ma non capisco questa storia degli occhi rossi, io non sono
un
alfa!
***
PW: in ogni
caso, tranquillo Jacob non prenderò provvedimenti verso Cora.
J: grazie
Prof.
PW: di
niente……. Ah, ho saputo da Emi che ti interessava
entrare nel club di botanica
giusto?
J: si
esatto.
PW: so che
Lucas ti ha detto che potevi entrare anche ora nel club e confermo, ma
purtroppo non potendoti sottoporre ai test che di norma bisogna
superare per
entrare nel club farai solo da assistente ad Emi, visto che la vorerai
con lei,
non potrai usare di tua iniziativa il laboratorio od entrare nella
serra senza
il permesso di Emi.
J: certo
capisco benissimo.
PW:
perfetto, mercoledì ti farò fare un breve test
scritto sugli argomenti di
botanica che abbiamo fatto fino ad ora, dato che per il resto della
classe sarà
ripasso avendo già terminato il programma.
J: cavolo
anche lei l’ha già finito? In Italia non
c’è mai stata materia o scuola, dove
la mia classe abbia finito un programma entro la fine
dell’anno.
PW: allora
per lei sarà una novità, ora dovrei andare,
arrivederci ragazzi.
Tutti:
arrivederci.
***
Torno verso
di loro, e subito vedo Melissa e Thomas fare un passo indietro
spaventati,
anche Ann ha paura, ma non lo mostro.
C: Curtis
con me non serve che fai la dura, percepisco lontano un miglio che ti
intimorisco.
Lei fa uno
sguardo perplesso, apre la bocca per dibattere, ma subito dopo la
richiude per
poi abbassare lo sguardo.
TG: io
dovrei andare.
MR:
anch’io.
I due si
dileguano, ma prima che uno di noi tre rimasti possa aprire bocca
arrivano due
presenze poco desiderate.
Ca: guarda
chi abbiamo qui.
C: Chase,
Desiraio, direi che è un piacere vedervi, ma mentirei.
Ca: oh
tranquilla Hale, per noi è lo stesso.
E: che volete?
Emi è
più alta delle due e si rivolge a loro guardandole
dall’alto verso il basso.
Ca:
Highmore….. da quando sei amica di questa…
Guarda Jacob
dritto negli occhi e sorride.
Ca: lupetta.
Emi sussulta ed
a Carla sparisce il sorriso, e spunta fuori
un ghigno malefico.
Ca: Delaila,
aspettami in classe.
La ragazza se ne
va, cosi rimane solo la Chase davanti a noi,
però tira fuori una bomboletta di profumo e comincia a
spuzzarselo addosso.
Ca: vedo che non
sono l’unica a sapere questo presunto
segreto.
AC: che segreto?
Cavolo mi ero
dimenticata che era ancora qui.
Ca: oh
tranquilla, come spero lo facciano tutti, lo scoprirai
presto.
Continua a
spruzzarsi il profumo in gran quantità addosso.
E: Ann ti
dispiacerebbe andare, devo parlare con Carla di
questioni private.
AC: ok
Si allontana
confusa. E non appena gira l’angolo, Emi torna a
guardare Carla con uno sguardo che avrebbe spaventato un grizzly.
E: ascoltami
bene Chase, non so che intenzioni hai, ma lascia
in pace Cora e Jacob.
Ca: se le mie
supposizioni sono giusto e da come hanno
reagito alle mie provocazioni, ne sono sicuro al 99%, loro sono dei
mostri e io
non li voglio nella mia città.
E: bene, ma
prima di giudicare leggi questo.
Emi li porge il
libro sulla famiglia Hale.
C: aspetta Emi
non voglio che Chase sappia tutte quelle cose
sulla mia famiglia.
E: scusa Cora,
ma credo che debba leggerlo, se io non
l’avessi letto avrei reagito allo stesso modo.
C: come vuoi, ma
ti consiglio di non parlarne in giro, non ho
mai ucciso nessuno o ferito gravemente un essere umano innocente, non
far si
che tu sia la prima.
Driin Driin Driin
Ci scambiamo una
bruttissima occhiata, lei prende il libro e
gira i tacchi.
E: bene ora
tutti a lezione.
Dice Emi
rigirandosi verso di noi come se non fosse successo
nulla.
Prima ora
matematica.
J: che pizza,
che barba, che pizza, che barba, che pizzaaaa.
C: la vuoi
piantare.
J: No.
C: ehmmmm
Dico prima di
appoggiare la testa al banco.
PF: Signorina
Hale lo so che è solo un ripasso ma non ha il
permesso di dormire.
La classe
scoppia a ridere.
PF: silenzio.
Quando la prof
si rigira per riprendere la spiegazione.
C: questa me la
paghi.
J: scusa.
Risponde ridendo
sotto i baffi.
C: stasera dormi
sul divano.
Gli sparisce il
ghigno dalla faccia.
J: non puoi
semplicemente andare nel tuo appartamento, lo sai
che sul mio divano è terribile per dormirci.
C: infatti.
J: noooooo.
E anche lui
appoggia la fronte al banco con un tonfo che fa
girare la prof.
PF: signor Blaze.
Jacob sbuffa
sonoramente prima di rimettersi dritto e
riprendere l’esercizio.
Terza ora libera.
Pov Jacob
J: Cora davvero
stanotte dormo sul divano.
Cora che sta
ripassando qualcosa sul libro di filosofia e non
alza nemmeno lo sguardo per rispondere.
C: No.
J: ma sei
arrabbiata con me?
C: No.
J:
perché ripassi? La verifica è la settimana
prossima.
C:
perché prima quando abbiamo incrociato il professor
Riddick il suo odore mi ha fatto pensare a..
AC: Ciao ragazzi.
J: Ciao Ann.
Solo al sentire
la voce di Ann Cora alza lo sguardo, chiudi
di botto il libro che rinfila nella sacca a tracolla, incrocia le
braccia e
comincia a guardare Ann con uno sguardo omicida.
AC: non mi fai
paura Hale.
C: la vena sul
collo, messa in evidenza dal fatto che sei
tesa, che batte alla velocita del tuo cuore dice il contrario.
Subito
Ann si mette
una mano sul lato del collo.
J:
dall’altro lato.
E subito sposta
la mano.
C: non serve a
niente, il tuo cuore batte così forte che lo
sento da qui.
A quel punto Ann
arrossisce.
Perché
è arrossita?
Dovrebbe sbiancare al massimo, non
imbarazzarsi……….aspetta il suo
odore………. O
cacchio, altro che ragazzo….
Spalanco gli
occhi, Ann lo nota e questa volta sbianca,
sposto lo sguardo da lei a Cora un paio di volte.
C: smettila di
guardare il mio ragazzo.
J: Cora dai non
serve che fai così.
C: se questa ti
fissa o anche solo pensa a te in una certa
maniera, eccome se serve.
***
J: Cora senti il
suo odore
***
Vedo Cora che fa
un profondo respiro, per poi sbiancare e
cominciare a guardare Ann con la bocca che per poco non tocca il
pavimento.
C: tu sei?
Annuisce
continuando a guardare il pavimento.
C: da quando.
Lei si morde un
labbro e inclina leggermente di lato la
testa.
C: o
cavolo….io.
Si gira verso di
me e mi guarda davvero dispiaciuta per Ann.
AC: non
c’è bisogno che tu dica niente, lo capito fin da
subito che non avevo possibilità.
C: veramente
prima dell’arrivo di Jacob avresti potuta
averla.
J: aspetta tu
sei.
C: bisessuale?
Sì.
Involontariamente
mi appare un sorriso da pervertito in
faccia.
C: pensalo di
nuovo e ti castro. Sono stata chiara?
Io annuisco
spaventato.
C: senti Ann mi
dispiace, possiamo sempre essere amiche, che
ne dici?
Cora li porge la
mano.
AC: ma certo.
Le due si
sorrido a vicenda.
J: e un problema
è risolto.
AC: mi
consideravi un problema.
Chiede Ann
abbastanza offesa.
J:
beh…ecco…
C:
sì, avrai notato che non ci vado leggera con chi ci prova
con Jacob.
AC:
sì, aveva ragione Jacob.
J: io ho sempre
ragione.
C/AC: ma quando
mai un ragazzo ha ragione in più del 5% dei
casi.
Le due si
sorrido e si danno il cinque.
J: preferivo
prima.
E: ragazze ho
visto bene o sono finita in un universo
parallelo?
J: no le due
hanno risolto quando abbiamo capito che
Ann…amsmms.
Pov Cora
Ann con uno
scatto repentino gli tappa la bocca.
E: cosa?
Ann si ricompone
e toglie le mani Jacob.
AC: niente,
niente….
J: andiamo Ann,
ti puoi fidare di Emi, sa che io e Cora siamo
licantropi e non la detto a nessuno, dubito che si farà
problemi con te.
Ann strabuzza
gli occhi alle parole di Jacob.
E: non ci credo.
Emi appoggia la
fronte agli armadietti con un sonoro tonfo. E
mentre Ann cerca di comprendere le parole di Jacob e io cerco di fargli
capire
ciò che ha detto.
J: che ho detto?
C: Jacob
riflettici…attentamente.
J: oh andiamo ho
solo detto a Ann che si può dire a Emi che è
lesbica….
A quelle parole
Emi smette di dare testate agli armadietti.
E: ma tutto il
club di botanica lo sa.
AC: è?
Chiede Ann quasi
sottovoce non essendo ancora del tutto in
contatto con la realtà.
E: si nota
lontano un miglio.
C:
sì, comunque Jacob cos’altro hai detto?
J: gli ho detto
che non deve preoccuparsi perché Emi sa che
noi siamo….Oh.
Fa un sorriso da
bimbo innocente e mi guarda.
J: Ops.
AC: è
uno scherzo vero? Sì, insomma i licantropi non esistono
quindi deve essere per forza uno scherzo.
J: no, non
è uno scherzo e te lo possiamo dimostrare, non
qui, ma possiamo andare dove non ci possono vedere.
AC: se questo
non è uno scherzo chi mi garantisce che non mi
ucciderete.
E: il fatto che
io sono umana, gli ho scoperti da sola e sono
ancora viva.
J: esatto e poi
io e Cora non abbiamo mai ucciso nessun
essere umano, o almeno io nessuno di innocente.
Lei lo guarda
con la bocca aperte come per dire “cosa?”
C: senti Jacob
tu con le parole fai più danni che altro
quindi lascia a fare a me ed Emi.
J: va bene me ne
vado.
Si allontana.
J: ma il film
stasera lo scelgo io.
Bambinone.
C: Emi nelle
serre ci sono telecamere.
E: sì
perché?
C: e dove non
c’è ne sono?
E: in biblioteca
e ora di sicuro non ci sarà nessuno.
Andiamo in
biblioteca, nella sezione Soprannaturale che è
quella più isolata e meno frequentata.
E: Ann ora
ascoltami bene, ora Cora ti mostrerà gradualmente
una cosa, tu non devi urlare o cercare di scappare, intesi?
Lei annuisce
continuando a fissarmi.
E: ok Cora
comincia.
C: Bene Ann ora
guardami negli occhi.
Appena vedo che
Ann mi sta fissando io gli faccio brillare,
la fa un balzo indietro evidentemente shockata.
AC: Come, Come
hai fatto?
C: tutti i
licantropi possono farlo, appena raggiunto un
sufficiente autocontrollo.
E: bene passa
agli artigli.
AC: Cosa?
Non gli do il
tempo di formulare altro che faccio fuoriuscire
gli artigli.
Non me li
ricordavo
cosi grandi e robusti.
AC: oddio.
Comincia ad
indietreggiare, però Emi le appoggia le mani
sulle spalle da dietro per tranquillizzarla.
E: tranquilla
non ti farà niente.
Li faccio
rientrare.
C: ti basta? O
mi vuoi vedermi completamente trasformata?
AC: vorrei
vederti trasformata.
Io abbasso la
tesata, Emi aumenta la presa alle spalle di
Ann, nemmeno lei mi ha mai visto trasformarmi.
E quando la
rialzo, sono trasformata, zanne, artigli e viso
con tratti animaleschi.
Entrambe sono
visibilmente shockate.
AC: oddio allora
esistono veramente.
Io torno normale.
C:
sì, esistiamo veramente.
AC: quando lo
sei diventata.
C: sono
così dalla nascita, mia madre era licantropa, mio
padre umano, tutta la mia famiglia da parte di madre è
licantropa da
generazioni.
AC: anche Jacob.
C: no, lui
è stato trasformato un anno fa’. Ma lui non
è un
semplice lupo, è un ibrido.
AC: ibrido? Tipo
The Originals?
C: no, i vampiri
sono istinti da un secolo ormai. lui prima
della trasformazione era un cerbero o segugio infernale.
Però non lo sapeva, il
gene del cerbero è dormiente all’interno degli
esseri umani, magari la tua
famiglia possiede il gene del cerbero da generazione ma non lo sa,
perché per
innescare la trasformazione devi morire, e non in modo naturale o per
malattia,
però in lui il gene si è attivato quando
è stato morso e trasformato in
licantropo cosicché le trasformazioni avvenissero in
contemporanea.
AC: e in cosa
è diverso da te?
C: ha il
controllo del fuoco, tipo la torcia umana dei
fantastici 4 solo con meno controllo e non può volare,
è molto più forte di un
normale lupo, ha i sensi più sviluppati e può
trasformarsi in un vero e proprio
lupo, ma di un metro e mezzo.
Driin Driin Driin
E: ora andiamo a
lezione, oggi pomeriggio ti spiegheremo
meglio.
AC: ok.
Quinta ora
Filosofia.
J: hai parlato
con Ann?
C:
sì, oggi pomeriggio andremo a casa di Emi per i dettagli.
J: ok.
Il prof entra in
classe con il suo solito sorriso stampato in
faccia.
PR: buongiorno
ragazzi.
Classe:
Buongiorno prof.
PR:
sì, per me sarà sicuramente un buon giorno dato
che
interrogo a sorpresa.
Classe: noooooo.
J: e che piffero.
C: che
c’è? Non hai studiato?
J:
sì, ho studiato, però non voglio essere
interrogato alla
lavagna come ho visto che fa di solito.
Sentendoci
parlare il prof ci guarda, fa un ghigno e dice.
PR: Jacob, Cora
visto che avete tanta voglia di parlare che
ne dite di un’interrogazione di coppia.
J: ma
perché non sto mai zitto.
Dice Jacob
mentre si alza.
C: me lo chiedo
sempre anch’io.
Arriviamo alla
cattedra.
PR: bene
ragazzi, oggi niente interrogazione teorica, ma
parafrasi di testo in latino.
Jacob per poco
non sviene, mentre io non mi faccio troppi
problemi.
PR: bene, Jacob
tu leggi una strofa, poi Cora la traduce, e
il contrario per la strofa successiva. E per fare onore alle origini di
Jacob,
useremo una novella del Decameron, vediamo……
Scorre la lista
sul suo tablet.
PR: a ecco,
Andreuccio da Perugia. Jacob inizia a leggere.
FINE CAPITOLO
|
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Capitolo 14 *** Mates e Demoni ***
Capitolo 13:
Mates e Demoni
Pov Cora
Suonano di
nuovo e dato che Jacob è praticamente pietrificato, mi alzo
e vado ad aprire la
porta.
C: Derek,
ciao, è un piacere averti qua fratellone.
Dico
dolcemente abbracciandolo.
D: anche per
me è bello rivederti sorellina.
C: Sorellina?
Da quando sei così smielato?
D: da quanto
ho deciso di passare un po’ di tempo con mia sorella minore.
Cominciamo a
camminare verso la cucina.
C: Quanto ti
fermi?
D: tre
giorni.
Arriviamo in
cucina.
C: allora
Derek, lei è la mia amica Emily, ha appena scoperto il
nostro segreto e le
stavamo spiegando un po’ di noi.
A Derek
sparisce il sorriso.
D: ci si
può
fidare?
E: stai
tranquillo, anche se conosco Cora e Jacob da poco, non avete nulla da
temere.
D: lo spero.
Comunque io sono Derek il fratello maggiore di Cora.
E: lo so,
Cora mi stava giusto parlando di te quando sei arrivato.
D: a
davvero?
Si gira e mi
guarda divertito.
C:
sì……beh……lui
invece è Jacob Blaze te ne avevo già parlato.
Jacob, che
nel frattempo si era alzato e aveva ripreso un’espressione
normale, si avvicina
a mio fratello e li porge la mano.
J: è
un
piacere conoscerti Derek.
D: anche per
me è un piacere…..conoscere il primo ragazzo di
Cora.
A quel
punto, mentre io comincio a faticare a controllare il battito cardiaco
a Jacob
il cuore parte al galoppo.
D:
tranquillo ragazzo, son ben cosciente del legame che unisce te e mia
sorella,
non mi sorprenderebbe se entro un mese finiste a letto insieme. E in
questo
caso ti avviso, non voglio ancora diventare zio.
Dopo quelle
parole, sia il mio cuore, che quello di Jacob perdono un battito. Il
ghigno
sulla faccia di mio fratello scompare ed Emi trattiene una risata.
D: Sto per
diventare zio?
C: No no no
no no no, non stai per diventare zio, ma…….
D:
capisco……. Dovevo calcolare che siete due
adolescenti in preda agli ormoni, ma
ti avviso ragazzo, fai soffrire mia sorella e ti uccido.
J: certo,
certo…..capisco.
C:
bene……noi
stavamo cenando……Derek, ti unisci a noi.
J: sì
perché
no? C’è il risotto con la salsiccia.
D: risotto?
J:
sì.
Ricetta italiana.
Ci sediamo
tutti a tavola, Jacob serve un piatto di riso a mio fratello.
D: vedo che
mia sorella ti fa lavorare.
J: cosa?
Assolutamente no, siete ospiti in casa mia, è ovvio che sia
io a servire i
piatti.
D: ah bene,
te ne sei trovato davvero uno a modo Cora.
Io
arrossisco.
Derek inizia
a mangiare.
D: cavolo
è
buono, chi ha cucinato?
J: io.
D:
gentiluomo e cuoco, non potevo aspettarmi niente di meglio per il mate
di mia
sorella.
Sia a me che
a Jacob va di traverso il cibo.
MATES?????
Pensavo fossero solo una
favoletta raccontata ai bambini. Non pensavo esistessero davvero.
POV Generale
E: Mate?
D:
sì, Mate,
per voi umani sono le anime gemelle, ma per noi lupo è una
cosa molto più
profonda. Per un lupo il proprio Mate è letteralmente
più importante di ogni
singola cosa. Se un lupo dovette decidere chi sacrificare tra il suo
mate o la
propria madre, alla quale vuole molto bene, sceglierebbe senza
esitazione il
proprio mate.
E: cacchio.
D: e non
è
finita qui. Un lupo può essere il più stronzo,
egoista, bastardo, traditore di
sempre, ma mai e poi mai potrebbe pensare di tradire il proprio mate,
certe
volte il legame è così profondo che tra i due
lupi, dopo la cerimonia di
legame, si forma una via di comunicazione mentale.
E: cerimonia
di legame?
D:
sì, è una
cosa che può essere fatta solo tra due mate che sono
già molto legati e può
essere eseguita solo da un vero alfa. Sai cos’è?
Vero?
E: sì.
D: beh il
rituale funziona così, i tre lupi devono essere rinchiusi in
un cerchio di
frassino, i due mate non devono avere segreti tra di loro e devono aver
consumato il primo rapporto. Il rituale in se è abbastanza
pericoloso, il vero
alfa deve conficcare gli artigli dell’indice, del medio e del
pollice
all’altezza del cuore dei due mates, se il legame
è sufficientemente forte gli
artigli dell’alfa, si allungheranno fino a trafiggere
contemporaneamente i due
cuori, dopo di che le anime dei mates cominceranno a legarsi, alla fine
del
rituale se tutto è andato per il meglio, i due lupi
otterranno dei doni di
coppia speciali.
E: che
genere di doni?
D: il primo,
quello comune a chiunque svolga il rituale, è che quando i
due lupi combatto
fianco a fianco, la loro forza fisica singola diviene pari alla somma
delle
loro singole forze, il secondo è il legame telepatico, i due
lupi possono comunicare
tra di loro con il pensiero e oltre a questo, se l’altro
è consenziente, si avranno
accesso a tutti i ricordi e pensieri ancora vividi nella mente del
compagno. Il
terzo dono, quello che ottengono una coppia di lupi su 1000,
è che quando uno
dei due Mates è un alfa, è in grado di evolvere
il proprio compagno anch’esso
al grado di alfa, insieme a questo, se uno dei due lupi ha
abilità speciali,
come per Jacob è il controllo del fuoco e la
capacità di trasformarsi in un
vero e proprio lupo, saranno trasmesse anche alla compagna.
E: cavolo ma
è fortissimo.
D: ci sono
anche dei lati negativi.
E:
oh….
D: dopo aver
fatto il rituale, ai due mates non è legata solo
l’anima, ma anche la forza
vitale, se uno dei due muore, muore anche l’altro, se uno dei
due finisce in
coma, ci finisce anche l’altro, questo non vale per ferite o
svenimenti, ma per
una qualche strana ragione vale per il parto, difatti se la compagna di
un mate
che ha subito il legame partorisce, entrambi provano lo stesso dolore,
ma
purtroppo per il maschio sarà molto più
insopportabile, poiché noi, in certe
occasioni, abbiamo una soglia del dolore mooooolto più bassa.
E: allora
tra 5 o 6 anni ci sarà da ridere vero Jacob.
Sia Derek sia
Emi guardano Jacob, che è immobile, bianco latte, e il mento
che tocca il
tavolo.
E: Jake? Ci
sei?
Nessuna
reazione.
D: mi sa che
dove essere più delicato prima di parlare dei mates.
Dice Derek
mentre sventola la mano davanti agli occhi della sorella, che
è nelle medesime
condizioni del compagno.
Il giorno dopo
Pov Jacob
Mi sveglio,
sono nel mio letto con Cora che dorme accanto a me. La sera prima
quando Cora
ha chiesto se poteva dormire con me suo fratello non ha fatto problemi,
ci ha
solo ricordato che ha un udito molto affinato.
Mi alzo
cercando di non svegliare Cora, mi dirigo in cucina e mi preparo il
caffè.
40 minuti
dopo arriva Cora.
C:
Buongiorno.
J: buongiorno
dormigliona.
Cora si
avvicina e mi abbraccia da dietro, appoggiando la guancia alla mia
schiena.
C: che fai?
J: mentre
sorseggio il mio bel caffè, cerco qualche informazione su
quei lupi nella copia
del bestiario che mi ha lasciato Francesco.
C: Chi?
J:
l’emissario dell’alfa che mi ha trasformato.
C:
Ah….trovato niente?
J: purtroppo
sì e non mi piace ciò che leggo.
Prima che
Cora possa parlare, suona il campanello.
C: vado io.
Cora apre la
porta e fa accomodare suo fratello, che però non era solo.
J: Prof che
ci fa’ qui?
D:
l’ho incontrato
mentre facevo jogging e l’ho invitato a colazione
giacché comunque dovevamo
parlare.
J:
sì,
certo, il caffè è pronto, accomodatevi.
PD: Grazie,
Jacob.
J:
di…. Sbadiglio…..
niente.
PD: dormito
poco?
Derek lo
guarda male.
Cora sbuffa.
J:
sì, dopo
quello che ci ha raccontato Derek ieri sera, non riuscivo a chiudere
occhio.
C:
già,
concordo.
Dice Cora
sbadigliando.
D: che
c’è
Jacob? Ti preoccupa avere una storia seria?
J: no,
è
solo che sapevo che i mates fossero una favola per bambini.
C:
già.
PD: allora
non mi sono sbagliato. Avevo sentito qualcosa di strano tra voi, ma
mates?
Davvero non me lo aspettavo.
D: comunque
non siamo qui per parlare di questo.
C: e di cosa
allora? Vuoi vedere se puoi fidarti di Deucalion?
D: no,
abbiamo già parlato mentre venivamo qui.
PD: siamo
venuti a sapere che una settimana e mezzo fa’ siete stati
attaccati.
J:
sì, da
qualcosa di sovrannaturale. Forse ho capito di cosa si tratta, ma spero
di
sbagliarmi.
C:
cos’hai
trovato?
J: non dice
molto, solo che il nome del rituale per crearli si chiama “Daemones
animam servi”. C’è scritto che le crea
ma non dice come, solo che l’unico modo
per ucciderli è uccidere chi li ha creati.
C:
allora non è il nostro caso, tu hai ucciso
quei lupi.
J:
sì, ma con il fuoco del cerbero. Vedi il
fuoco del cerbero è in grado di distruggere qualsiasi
entità o energia
sovrannaturale.
C:
ma com’è che funziona la loro creazione?
J:
nel libro non lo dice.
PD:
lo so io, ed è un rituale davvero oscuro e
brutale per chi lo pratica. E il problema maggiore è che
chiunque può metterlo
in pratica.
D:
in cosa consiste?
PD:
per prima cosa, bisogna scegliere un
animale alfa che guiderà gli altri che saranno creati che
devono essere tutti
della stessa specie, possono essere qualunque tipo di animale. Per
creare
questo “alfa” bisogna uccidere l’animale
che si vuole che lo diventi, cavargli
il cuore…….. e poi la parte più
straziante, chi esegue il rituale deve spezzare
la propria anima in due e legare una della due metà al corpo
morto
dell’animale, poi sacrificare un essere umano non
sovrannaturale per trasferire
l’energia vitale di quest’ultimo
nell’animale. Il rituale è lo stesso per gli
altri animali, però la parte di anima che in quel caso
l’evocare deve
strapparsi è un centesimo di quella che possiede in quel
momento, più demoni
creerà più la sua anima sarà spezzata
e più l’anima che gli rimane si riduce
più i suoi sentimenti, le sue emozioni, la sua
pietà si affievoliranno, dopo un
po’ diverrà malvagio, tutto ciò che
vorrà, sarà la distruzione, la morte, la
sofferenza di tutto ciò che lo circonda. L’anima
che caratterizza ogni essere
umano non ci permette solo di provare emozioni e sentimenti, ma ci
protegge
anche dall’oscurità che è presente in
ognuno di noi, l’anima prende la propria
forza in parte da ciò che di positivo circonda il suo
proprietario, ma per la
maggior parte la prende dalla forza di volontà di chi la
possiede, che si usa
pur di non diventare “malvagio”.
C:
Cavolo, ma perché qualcuno che vive qui
dovrebbe fare una cosa del genere?
J:
non saprei Cora, forse non ne conosce le
conseguenze, forse non sa cosa comporta spezzare l’anima,
oppure non gli
interessa.
D:
qualunque siano le sue motivazioni deve
essere fermato, perché dopo Rock Country prenderà
di mira tutto ciò che li
capita a tiro.
C:
cavolo Derek, da quando ti atteggi a
salvatore del mondo.
D:
sono stato influenzato da un vero alfa con
un senso di responsabilità troppo grande.
PD:
capisco che vuoi dire. Comunque io concordo
con Derek e dico di iniziare dal luogo dove vi hanno attaccato.
C:
non so quanto può essere utile, Jacob ha
incenerito tutto nel raggio di 10 metri, solo io ne sono uscita quasi
illesa.
D:
tentar non nuoce.
Facciamo
una breve colazione e dopo ci avviamo
per il bosco.
40
minuti dopo, luogo dell’attacco.
PD:
cavolo, quando dicevate
incenerito, non pensavo a questo.
Davanti
a noi si
estendeva una mini radura perfettamente circolare, il terreno era
completamente
carbonizzato, perfino degli alberi una volta presenti in
quell’area non c’era
più una minima traccia, erano rimaste solo le grandi rocce
da cui i lupi erano
balzati per attaccarci.
D:
Davvero hanno
creduto che è stata l’esplosione di quattro
bombole di gas ha fare questo
disastro?
C:
dubito che
potessero trovare un’altra spiegazione logica.
J:
i corpi dei lupi
non ci sono più, erano rimaste le ossa del più
grande e le carcasse incenerite
dei due più piccoli, ma deve averle prese lo sceriffo.
Cavolo,
noterà di sicuro che c’è qualcosa di
strano, due di
quei lupi, anche se continuavano a combattere, avevano il collo
spezzato e
qualunque veterinario può assicurare che
un’esplosione non può spezzare un
collo in quel modo. E poi quei lupi erano belli grossi, troppo per
essere dei
lupi normali.
D:
è un problema?
J:
quelli non erano
dei lupi normali, erano troppo grandi, se fanno esaminare i resti da
uno che ne
capisce capiranno che c’è qualcosa di strano.
PD:
concordo, hanno
già richiesto un permesso speciale al governo per spostare
tutti i lupi della
zona e abbattere quelli più feroci, ma se danno la caccia a
questi demoni,
finiranno tutti sbranati.
C:
dobbiamo capire
chi è che genera questi lupi e fermarlo.
J:
l’unico problema,
da quel che sappiamo è che l’unico modo per
fermarlo è ucciderlo.
Non so voi, ma io non uccido esseri
umani.
C:
vero, dovremmo
trovare un altro modo, forse se riuscissimo a farlo incastrare per
l’omicidio
dell’ex vicepreside e farlo arrestare, non potrebbe
più creare altri demoni.
D:
e come la mettiamo
con quelli già creati, ho controllato i giornali, sono
scomparse ben 8 persone,
quindi a creato ben 8 lupi, se contiamo i 3 uccisi da Jacob, ci sono
ben 5 lupi
ancora in liberta.
PD:
aspetta Derek, mi
sa che abbiamo la possibilità di ridurne il numero proprio
ora.
POV
Cora
Seguo
lo sguardo di
Deucalion e vedo un lupo, un enorme lupo grigio, sarà alto
sì e no un metro e
mezzo, ha gli occhi neri e ai suoi lati ci sono altri quattro lupi,
più
piccoli, tutti che non superano il metro di altezza.
D:
quello grosso deve
essere l’alfa.
A
quelle parole il
lupo più grande si gira e corre via seguito da altri due
lupi.
PD:
pensa davvero che
bastino quei due per batterci.
C:
mi dispiace dirlo
ma sì, potrebbero bastare.
J:
Cora tu stai
indietro, questi non li fermi neanche se li spezzi il collo, solo io
posso
batterli.
C:
no, neanche per
idea.
PD:
Jacob ha ragione
Cora.
C:
Ma!
D:
tranquilla non
combatterà da solo.
A
quel punto mio
fratello si trasforma in un bellissimo lupo nero dagli occhi azzurro
ghiaccio.
Anche Jacob si trasforma in un lupo nero dagli occhi infuocati.
Deucalion ci ha
spiegato che quando ha preso la strada della redenzione ha perso la
capacità di
trasformarsi nel demone lupo, quindi la sua trasformazione è quella di un
normale licantropo, anche se
mantiene ancora il suo status di alfa.
C:
non rimarrò in
disparte.
Dico
trasformandomi a
mia volta. Ma Jacob si gira e mi ringhia, come per dirmi di non
attaccare.
Ma
pensa che sia solo una debole fanciulla indifesa??? Sono
un cavolo di lupo mannaro CAZZO!
Decido
comunque di
restare indietro.
I
due lupi partono
alla carica, Jacob si infiamma e parte anche lui, seguito da Derek e
Deucalion.
Un
balzo e Jacob si
trova sopra uno dei due lupi, sta per sprigionare il suo potere, ma
l’altro
lupo riesce a districarsi e da quel momento parte una lotta senza
esclusione di
colpi.
Poco
lontano mio
fratello cerca, insieme a Deucalion, di abbattere o almeno ferire il
secondo
lupo. La differenza di forza si nota parecchio, mio fratello
decisamente più
piccolo del lupo con cui sta combattendo, mentre Deucalion riesce si
è no a
mettere a segno qualche colpo prima di venir sbalzato via dal demone
lupo.
Ah
ah e pensare che
prima era lui il demone lupo.
Sento
un esplosione e
vedo il corpo del primo lupo venire sbalzato via da una fiammata di
Jacob,
quando si schianta noto che è totalmente incenerito. Jacob corre verso il
secondo lupo che in quel
momento è tenuto bloccato da Deucalion per le mascelle,
mentre mio fratello è a
terra dietro di lui che cerca di riprendersi. Un balzo, Jacob afferra
il lupo
da dietro il collo e si posiziona sopra di lui, costringendo l'altro a
sdraiarsi, le
fiamme di Jacob si intensificano
e quando tornano alla normalità del lupo bloccato sotto di
lui resta solo una
carcassa abbrustolito.
C:
state tutti bene?
PD:
Sì, non al
massimo, ma sì.
Derek
torna umano e
Jacob li da la sua felpa.
D:
ok, ora rimangono
solo 3 lupi, ma non sapendo chi è l'evocatore, niente li
vieta di crearne
altri.
J:
giusto. Ora io
direi di tornare a casa ho bisogno di una doccia.
C:
concordo.
Dico
sentendo il suo
odore.
J:
Ehi! Io intendevo
per rilassarmi!
Fa
l'offeso.
C:
beh... ora la
farai anche per l'odore.
Comincio
ad avviarmi
verso casa.
POV
Jacob
J:
è sempre stata
così?
Chiedo
a Derek.
D:
sì, ha sempre
avuto l'olfatto molto sensibile.
J:
dimmi che non è
anche fissata con l'ordine.
Derek
ridacchia e
risponde.
D:
no, per fortuna
no.
J:
bene perché io e
l'ordine apparteniamo a universi differenti.
Derek
scoppia a
ridere mentre cominciamo a dirigerci fuori dal bosco.
21.00
di sera
appartamento di Jacob.
Pov
Generale
Cora
ed Emi hanno
passato tutto la domenica pomeriggio a far fare il tour turistico della
piccola
città a Jacob e Derek, dato che nessuno dei due aveva ancora
avuto il tempo di
farlo.
Ora
Cora e Jacob sono
accoccolati a letto.
C:
sai, quando sto
tra le tue braccia mi sento a casa, protetta, felice e non vorrei
essere da
nessun altra parte..
Jacob
sorride e le
lascia un dolce bacio tra i capelli, suscitando un dolce sorriso di
Cora.
J:
ed io quando ti ho
tra le braccia, sento si aver il tesoro più prezioso al
mondo, che nessuno,
neanche la morte o il destino, mi può strappare,
perché anche se non abbiamo
fatto quel rituale di cui parlava ieri Derek, io mi sento legato a te
nell'anima, nel cuore e nella vita.
Cora
si gira e lo
bacia dolcemente sulle labbra.
Ed
entrambi fanno
brillare gli occhi. Solo che ancora una volta Jacob rimane di sasso.
J:
ok questa volta ne
sono sicuro, i tuoi occhi per un attimo sono passati dal giallo al
rosso.
C:
Edda piantala, io
non sono un alfa e benché meno un vero alfa.
J:
dovresti parlarne
con tuo fratello o Deucalion, perché io non me lo sono
immaginato.
C:
va bene mamma.
J:
ah la metti così?
Dice
Jacob prima di
posizionarsi sopra Cora e cominciare a baciarla appassionatamente, per
poi fare
quello che Derek li aveva espressamente chiesto di non fare con lui nel
palazzo.
Anche
se Derek se lo aspettava
dato che oggi ha sgamato Jacob comprare dei preservativi di nascosto,
senza che
lui lo notasse, non ha avuto per niente una serata piacevole.
Fine
Capitolo
|
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Capitolo 15 *** Sospetti ***
Capitolo 15
Sospetti
Pov Cora
Era
passata una
settimana da quando mio fratello era ripartito, le persone continuano a
sparire, in questa settimane ne sono sparite due. Jacob ed io, con
l’aiuto di
Emi e Ann, abbiamo fatto ricerche su questi rapimenti, tutti sono
avvenuti
nello stesso modo, la gente si avvicinava troppo al bosco o a zone
isolate e
spariva. La Chase mi ha restituito il libro il giorno dopo, senza dire
niente,
da quel giorno sia lei che sua sorella non m’hanno
più rivolto la parola. Io e
Jacob conviviamo da cinque giorni, il mio appartamento è
stato affittato a Jessica
Mitchel una nostra compagna di classe.
Mercoledì,
quinta ora,
spogliatoi.
Mi sto
cambiando, oggi è stata una giornata tranquilla, la verifica
di filosofia è
andata abbastanza bene, ed oggi c’è la solita
partita di dodgeball.
Scendiamo
tutti in campo.
CC: allora
ragazzi oggi nei corridoi ho assistito ad una scena molto interessante,
quindi
oggi le squadre le fate voi, o meglio a turno i due capitani che
sceglierò. Che
saranno….rullo di tamburi……Chase
e…………Hale.
Batte le
mani e ci fa mettere ai suoi lati.
CC: ok Chase
inizia tu.
Ca: Jacob.
Già
non parlavano più
con me, ma non perdevano occasione di provarci con Jacob.
CC: proprio
come speravo.
Tutta la
classe si gira a guardarlo.
CC: non
ditemi che stamattina prima della prima ora sono stato
l’unico che ha assistito
al tentato omicidio della qui presente Carla Chase da parte
dell’altra qui
presente Cora Hale perché la prima ci ha visibilmente
provato con il ragazzo
della seconda.
Tutta la
classe scoppia a ridere tranne noi tre interessati.
CC: e ora
forza finite le squadre.
Le squadre
alla fine sono:
Squadra
Chase: Chase, Blaze, Mikaelson, Desiraio, Underwood, Jefferson, Sahim,
DueMonti, Derin, Lockrood, lakisfi.
Squadra
Hale: Hale, McHogan, Simus, Carreth, Spinnegan, O’Brien,
Masredi, Santiago,
Mitchel, Alabed, Smith, Grizzerli.
La partita
inizia e subito entrambe le squadre vengono decimate, restiamo tre
della mia
squadra (io, McHogan e Carreth) e quattro della loro (Chase, Blaze,
Mikaelson,
Lockrood).
Suona la
campanella che indica la fine della prima ora di ginnastica.
CC: ok 10
minuti di pausa.
MH(McHogan):
ehi Hale, ok che c’è l’hai su con la
Chase ma prova a eliminare qualcun altro.
C: lo so.
Ct
(Carreth): sì, ma come lo eliminiamo Blaze? È
troppo veloce.
MH: bisogna
prende al volo uno dei suoi tiri.
Ct: ancora
troppo veloce.
MH: per noi
sì, ma per lei…….
Cominciano
entrambi a guardarmi.
C: va bene,
tanto non mi potrebbe dire niente.
Ct: ancora
non mi spiego come avete fatto a non essere mai messi in squadre
diverse fino
ad adesso.
MH: in
effetti non c’è stata squadra che vi aveva come
membri che abbia perso.
C: e io che
ci posso fare.
CC:OK IN
CAMPO!
Subito Mike
(McHogan) elimina Duncan (Lockrood) e Carreth viene eliminato da Jacob,
io
prendo al volo una palla di Nick (Mikaelson) eliminandolo da gioco.
CC: due
contro due interessante.
Il prof ci
osserva con sguardo sadico.
Mike tira a
Chase che schiva, Jacob raccoglie palla e tira a Mike, io riesco a
prenderla al
volo eliminandolo.
Mentre Jacob
mi passa di lato.
C: scusa.
Lui, come
risposta mi fa un dolce sorriso mi bacia la fronte e aggiunge.
J:
distruggila.
McHogan tira,
Chase schiva, prende un altro dei palloni ancora in capo e tira, io uso
un
pallone come “scudo” e subito
rilancio……..
Forse troppo
forte.
Ora Carla
è
atterra con il naso sanguinante.
MH: cavolo
che botta.
C:
s…scu…scusa Chase non volevo.
Sta
balbettando perché non mi sembrava di aver tirato
particolarmente forte.
Mi avvicino
e subito ogni senso di colpa sparisce quando sento che quello che le
sta
colando è sangue finto.
Io la guardo
male e lei senza che nessuno la noti mi sorride.
NM: cavolo
Hale che eri una stronza si sapeva ma arrivare a tanto.
Io lo
ignoro, cosa che non fa Jacob, che prende Nick per la maglietta lo
solleva e
gli parla con un tono che impaurirebbe anche un leone.
J: ascoltami
bene testa di ca***, Cora non è una stronza, Carla lo
è, vuoi una prova,
controlla quel sangue è finto.
Subito il
prof se ne porta un po’ alla bocca lo assaggia.
Classe:
Bleah!
CC: zitti
voi, e tu Chase spero ti divertirai a restare tutto il pomeriggio oggi,
perché
non solo pulirai il tuo sangue finto, ma tutta la palestra, spogliatoi
e
sottoscala del deposito, posto dove so che la maggior parte delle
ragazze, che
è diventata ragazza-madre, è rimasta incinta.
L’espressione
della Chase è impagabile.
CC: e tu
Jacob, hai il mio permesso per mettere in riga Mikaelson ma non
renderlo
inutilizzabile per la partita di sabato, ci serve il vice-capitano, con
McHogan
espulso siamo nei casini. E ora forza ringraziate la vostra amica
Carla, poiché
per tutta la prossima ora si farà corsa, e ora, fuori a
percorrere il perimetro
della scuola, e Santiago non provarci più con i poliziotti
che controllano il
perimetro del bosco.
Ore
16.30 appartamento
di Jacob e Cora.
Pov Generale.
E: allora
ragazzi abbiamo controllato tutto ciò che c’era da
controllare restando nei limiti di legge e non abbiamo trovato niente.
AC:
c’è lo
dovevamo aspettare, a parte il metodo con cui sono creati i demoni non
sappiamo
altro. Non abbiamo punti di partenza da cui cominciare per identificare
l’evocatore.
C: una cosa
su di lui la sappiamo, avendo già creato 10 lupi, dovrebbe
aver perso la
maggior parte delle sue emozioni.
J:
sì, però
noi non conosciamo tutti gli abitanti della città, magari il
cambiamento non si
nota più di tanto perché già da prima
era un sociopatico senza emozioni.
E: Jake ha
ragione, anche con questo dettaglio non ci sarebbe modo di
identificarlo con
certezza.
J: e di
sicuro non possiamo accusare gente a caso.
AC: sentite
ragazzi, l’avete appena detto, adesso non abbiamo modo di
arrivare ad alcun
che, perché non usciamo a farci un giro.
C: Ann ha
ragione, non servirà a niente restare qui a girare a vuoto.
Tutti
annuiscono.
Più
tardi
piazza centrale.
J: ma come
cavolo fai?
C: nemmeno
io sarei capace di fare una cosa del genere in così poco
tempo.
AC: ci
dovrete fare l’abitudine.
E: ehi, non
è colpa mia se adoro il kebab.
J: te ne sei
mangiati 5, extra grandi, con extra carne, in 30 minuti.
Conosco
poche persone che potrebbero fare una cosa del genere e sono tutti
licantropi.
E: io adoro
il kebab, quando lo mangio il mio stomaco si ingrandisce di 10 volte,
come la
mia fame, facci l’abitudine.
J: cavolo se
dovessi essere trasformata per i kebabbari sarebbe il paradiso.
C: un'altra
cosa, noi siamo lupi, il nostro metabolismo è più
veloce, e il nostro fisico
rimane in forma indifferentemente da ciò che mangiamo, ma tu
tutto quello che
mangi dove lo metti?
E: Jogging
tutte le mattine, palestra 2 volte a settimane e in laboratorio non
sto’ ferma
un attimo.
J: confermo
a volte mi fa girare la testa.
AC:
sì e una
volta lei era più agitata del solito perché
mancava Lucas e lei è stata nominata
supervisore d’emergenza, tu cercavi di seguirla con lo
sguardo mentre lei ti
parlava a raffica, a un certo punto ti si sono accartocciate le gambe e
sei
caduto come un salame.
C:
Aahahahahahah.
J:
divertente….. ma a proposito di Lucas non è lui
quello che sta entrando nel
bosco la in fondo.
Emi guarda
nella direzione indicata da Jacob, e riconosce Lucas.
E: ma
è
impazzito? Sa che è vietato e pericoloso.
Nell’ultima battuta di caccia sono
morti tre cacciatori.
C: dobbiamo
fermarlo.
Tutti
annuiscono e si dirigono nel punto dove hanno visto Lucas addentrarsi
nel
bosco.
C: ok voi due
restate qui io e Jacob entriamo.
AC/E: cosa?
Scordatevelo.
J: non fate
storie, in quel bosco ci sono 5 lupi demoniaci a cui solo io posso
tenere testa
e uccidere, neanche Cora sarebbe in grado di proteggersi se
l’attaccassero in
due o più
Detto questo
io e Jacob partiamo rapidi verso il bosco seguendo l’odore di
Lucas.
L’abbiamo
quasi raggiunto quando.
J: lo senti
questo odore?
C: ok
cavolo.
SR: chi
è
la? Venite fuori è proibito entrare nei boschi.
J: Cavolo
è
l’agente Rockstone! Che si fa?
SS:
Rockstone che succede?
C: merda.
Siamo
nascosti dietro dei cespugli a pochi metri dai due agenti.
AR: ho
sentito delle voci sembravano due ragazzi devono essere imboscati qua
attorno.
SS: RAGAZZI!
È PERICOLO GIRARE NEI BOSCHI! USCITE FUORI!
Grida lo
sceriffo in po’ tutto attorno a se.
J: ok Cora
io comincio a correre verso dove porta l’odore di Lucas, mi
farò seguire per un
po’ poi appena avrò trovato Lucas mi
trasformerò senza farmi notare, sono
vestito più o meno come lui, gli agenti penseranno che il
ragazzo che
inseguivano era Lucas e lo porteranno fuori dal bosco, nel mentre tu
esci di
corsa dal bosco. Capito?
C:
sì, ma ti
fermi mai quando parli? Potresti diventare un campione di apnea.
J:
divertente.
Lui guarda
oltre il cespuglio.
J:
aspetta……………..
adesso.
Pov Jacob
Corro via da
dietro il cespuglio facendo il più rumore possibile, appena
mi vedono i due
agenti cominciano a rincorrermi.
Io non vado
troppo veloce per evitare di seminarli, ma neanche troppo piano prima
che la
troppa vicinanza li permetta di riconoscermi. A un certo punto vedo
Lucas in
lontananza quindi svolto dietro una grande roccia e mi trasformo.
Metto lo
sprint e corro via. Da lontano vedo i due poliziotti disorientati
vicino la
roccia dove avevo svoltato.
Poi vedo lo
sceriffo indicare in alto su di un albero e l’agente
Rockstone allungarsi a
prendere qualcosa.
J: che
cavolo ci fa una telecamera nel mezzo del bosco?
Poi vedo
Rockstone che indica qualcosa e subito noto che è Lucas. I
due agenti li
corrono in contro e lo afferrano per il cappotto prima che possa
scappare.
Sono ormai
fuori dal bosco e sto entrando nella piazza centrale.
Vedo subito
Cora, Emi e Ann sedute sul bordo della fontana.
Gli vado in
contro.
J: abbiamo
un problema ginormico.
AC: che
è
successo?
J: non solo
per quale sfiga divina ma c’era una telecamera nel bosco che
riprendeva proprio
il punto dove mi sono trasformato, gli sbirri l’hanno trovata
e se la sono
portata in centrale.
C: Cosa?
E: pensi che
si possa capire che fossi te?
J: non lo so,
ma dalle riprese capiranno che non era Lucas quello che si aggirava nel
bosco,
e che la seconda persona non è umana.
Tutte hanno
lo sguardo terrorizzato, cosi decidiamo di comune accordo di tornare
ognuno a
casa propria.
Appartamento di
Jacob e Cora 20.43
Pov Cora
J: Credi che
debba sbarazzarmi del giubbotto?
C: credo di
no, è un comunissimo giubbotto blu scuro, senza nessun segno
particolare, c’è
ne saranno a migliaia in città.
J: comunque
meglio farlo scomparire dalla circolazione per un po’.
Toc toc
Tutte e due
dirigiamo la nostra attenzione verso la porta.
J: riconosco
l’odore, è Rockstone.
C:
sì, ma
non sembra nervoso e poi è da solo.
J: credi che
da quel video mi possano riconoscere.
Toc toc
C: senti tu
vai in camera e resta in ascolto, io gli dirò che stai
studiando e non vuoi
essere disturbato
Toc toc
Jacob
annuisce e va in camera da letto portandosi il giubbotto con se e
appena chiude
la porta della camera da letto io apro all’agente Rockstone.
C: agente
Rockstone.
Gli sorrido
allegramente.
AR: ciao
Cora. Posso entrare?
C:
certamente e mi scusi se non ho aperto subito ero in camera da letto.
AR: non fa
niente. C’è Jacob?
C:
sì, è in
camera a studiare, ha scoperto che se anche sta ripetendo
l’anno non si ricorda
una mazza di storia. Può riferire a me se non è
urgente.
L’uomo
si
guarda attorno, fino a focalizzare la sua attenzione sul disegno della
lupa che
Jacob aveva fatto alla sua prima lezione del corso d’arte.
AR: Bello.
Chi l’ha fatto?
C: Jacob.
AR: mi
ricorda qualcuno.
Io
deglutisco.
C: lo pensa
anche lei? È la prima cosa che mi è venuta in
mente quando l’ho visto.
AR:
sì…. Beh
comunque hai detto che posso anche parlare con te, non voglio
disturbare Jacob.
C:
certamente.
AR: bene.
Sapresti dire dov’era Jacob oggi pomeriggio verso le 16.50?
C: si era in
giro con me, Ann e Emi.
AR: e non si
è allontanato.
C: no, ci ha
fatto da fattorino per tutto il pomeriggio, se avesse provato ad
andarsene lo
avrei fatto dormire sul divano.
AR: ok.
l’agente
Rockstone comincia a ridacchiare divertito.
C: ma
perché? È successo qualcosa?
Torna serio
e mi guarda negli occhi indeciso su cosa rispondere.
AR:
c’è
stato l’avvistamento di un ragazzo nel bosco, è
stato filmato da una telecamera
piazzata da un cacciatore, era un ragazzo sul metro e ottantacinque,
messo bene
fisicamente.
C:
sì, in
effetti potrebbe essere Jacob.
AR:
sì, ma
devo controllare altri 17 ragazzi, Jacob è il quarto oggi.
Quindi vado, buona serata
Cora e salutami Jacob.
C: certo e
buona serata anche a lei.
Lui fa un
cenno con la mano e io chiudo la porta.
Jacob torna in
salotto e mi guarda sollevato.
J: per
fortuna!
C: un corno
Jacob! Se hai ragione e quella telecamera ti ripreso mentre ti
trasformavi, non
solo sanno che c’è qualcuno in grado di
trasformarsi in lupo ma tu sei nella
lista dei sospettati. Forse anche tra i maggiori.
J: e
perché
tra i maggiori?
C: La
guarigione Jacob! Loro sanno che guarisce in fretta, troppo in fretta.
Se
scoprissero, te controllerebbero anche me.
J: io non
voglio andarmene, dobbiamo cancellare quel filmato!
C: ti rendi
conto che ne avranno già fatte un trilione di copie, e
probabilmente l’hanno
anche salvato in un cloud esterno. Se riescono a dimostrare che quel
video è
reale, non solo renderebbero nota al mondo la nostra esistenza. Ma
saremmo
braccati e trucidati, chissà di quante morti i lupi saranno
incolpati senza
motivo.
J: lo so
Cora, lo so. Faremmo la fine degli ebrei nei campi di concentramento,
se non
peggio, potremmo finire in dei laboratori, dove non oso immaginare cosa
ci
farebbero. Dobbiamo fare in modo che non divulghino
l’informazione.
Io annuisco
con mille pensieri nella testa, e nessuno di questi è
positivo.
Camera di Emi
Pov Generale
AC:
perché
mi hai chiesto di venire a casa tua? Ci siamo viste oggi pomeriggio?
Lei sembra
pensarci poi camminando a braccia conserte e fissando il vuoto risponde.
E: tu non ti
senti inutile?
AC: per la
faccenda di Lucas?
E:
più che
altro per la faccenda della telecamera, lo sai cosa succederebbe
se…..
Pibip
AC: chi
è?
E: è
Cora,
scrive che dal filmato non si riconosce Jacob, ma stanno facendo il
giro di
tutta la città.
AC: meglio
no?
E: no, hanno
comunque un vero filmato che mostra un essere emano trasformarsi in un
lupo
gigante! Se la notizia si spargesse ci sarebbe il panico. E secondo te
chi
divulgherebbe informazioni su come scovare e uccidere i lupi?
AC: quelli
come la Chase, sei lei dicesse tutto quello che sa sarebbe un disastro!
Entrambe
sembrano molto preoccupate finche la mamma di Emi non entra in stanza.
MaE(Mamma
Emi): Emi c’è pronta la…. Ciao, tu sei
Ann giusto? Del club di botanica?
AC:
sì
signora, sono qui proprio per quello.
MaE: che ne
dici di fermarti a cena?
AC: non
vorrei arrecare disturbo.
MaE: ma che
disturbo! Mio marito è ancora fuori città, e io
ho cucinato come sempre per un
esercito. Con Emi in casa meglio eccedere. E poi non le farebbe male
mangiare
di meno.
E: Mamma!
MaE:
ahahahahah
La signora
Highmore esce dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.
E: allora
andiamo a mangiare?
AC: ok
Entrambe
escono dalla stanza e si dirigono in cucina.
Centrale di
polizia, ufficio dello
sceriffo
SS: quindi
è
autentico? Ciò….quello ripreso nel
video….
Te(tecnico):
si sceriffo, abbiamo tra le mani la prima vera prova
dell’esistenza dei lupi
mannari. Il video è in formato rom, cioè
immodificabile.
SS: ok
Jimmi, puoi andare, ma non farne parola con nessuno.
Il ragazzo
esce dalla porta.
AR:
Sceriffo, se questo è vero allora quello che sta uccidendo
nel bosco è lui?
SS: non lo
so Rockstone, insomma aveva mille modi per ucciderci, eppure non
l’ha fatto.
Eravamo delle prede perfette, sappiamo che uccide a caso e non in lassi
di
tempo precisi.
AR: forse
sta percorrendo una vendetta, e alcune delle morti fin ora avvenute
sono per
sviarci.
SS: allora
l’omicidio di due agenti nel bosco avrebbe cambiato qualcosa?
No…..no, no
questo non è una vendetta, se è lui
l’artefice di queste morti allora deve
esserci un motivo se ci ha risparmiato.
Angolo autore
Lo so che
questa storia non è molto seguita quindi non
sarà notato, ma essendo ricominciata la scuola
e questo era l’ultimo
capitolo che avevo, ho deciso cambiare il tempo di pubblicazione,
dovrei
riuscire a farne uscire uno ogni 2 settimane, sono al quarto anno di
superiori
e i prof hanno già iniziato a tartassarci.
Spero che
fin ora la storia vi sia piaciuta e spero che continuiate a seguirla.
Colpani392
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Capitolo 16 *** Senza Sentimenti ***
Capitolo
16;
Senza
Sentimente
POV Cora
È
sabato, fin ora la polizia non ha parlato del video
ritrovato nella foresta, forse davvero non si vede niente.
Siamo a
metà dell’ora di inglese, io ho appena finito il
test
che c’era oggi, una normale comprensione di testo, Jacob ha
finito 10 minuti
fa’ e si sta facendo un pisolino.
Deucalion passa
da parte al suo banco e con i fogli
arrotolati che ha in mano lo colpisce dietro la nuca.
PD: signor
Blaze, se ha già finito il test si può accomodare
fuori.
Jacob sbuffa,
raccoglie le sue cose e se ne va.
Io alzo la mano
così il prof si avvicina e io gli consegno il
test.
Gli
dà un rapido sguardo.
PD:
può andare anche lei signorina Hale.
Anch’io
come Jacob prendo le mie cose ed esco.
Appena fuori
dalla classe seguo la scia odore che Jake si è
lasciato dietro fino ad arrivare alla sezione soprannaturale della
biblioteca, dove
lo trovo che si sta facendo un pisolino seduto sul pavimento con la
schiena
appoggiata agli scaffali.
C: Jake sveglia.
Lui apre gli
occhi con malavoglia.
J: cosa?
C: dobbiamo parlare.
J: di?
C: di Babbo
Natele! Secondo te di cosa dovremmo parlare?
J: di me che
dovrei smettere di stare alzato fino a tardi a guardare
serie tv?
C: e non solo……
J: intendi il
video?
C: esattamente.
Non è ancora stato diffuso e dalla centrale
non sono trapelate informazioni a riguardo.
J: forse davvero
non ha ripreso niente come dice Emi.
Lui si mette
più comodo, richiude gli occhi e cerca di
riprendere il suo pisolino.
C: non lo so, il
mio istinto mi dice che dovremmo preoccuparci.
Un rumore, un
odore. Entrambi volgiamo la nostra attenzione
alla persona appena entrata in biblioteca.
J: cosa ci fa
qui quel gallo da strapazzo dell’agente Livarro
e con la Chase poi.
Io non rispondo
e mi dirigo verso il luogo da qui provengono
i rumori, con già un’idea di quello che sta
succedendo.
E di fatti non
mi sbaglio.
C: eh ehm
I due, prima
troppo occupati a palparsi a vicenda, si volta a
guardarmi.
Cl: Hale! Che ci
fai qui?
C: io mi stavo
scegliendo un libro da leggere.
AL: ragazza non
devi dire niente di quello che hai visto e
sentito.
J: e
perché dovremmo?
Jacob si mette
dietro di me mostrandosi ai due che non
l’avevano notato.
AL: ma voi siete
i due ragazzi che sono stati attaccati tempo
fa’.
J: e tu
l’agente che ci voleva provare con la mia ragazza
mentre lei era ferita e svenuta tra le sue braccia.
Cl: cosa volete
per non dire niente.
C: tu non hai
niente che ci interessi Chase.
J: e nemmeno tu
Livarro.
Noi ci giriamo e
facciamo per andarcene quando Livarro afferra
Jacob per la spalla e lo fa girare verso di se.
AL: ascoltami
ragazzino se tu..
Non fa tempo a
terminare la frase che Jacob lo prende per il
colletto della divisa e lo solleva.
J: ascoltami
bene deficiente, l’ultima volta non ti ho ucciso
perché lo sceriffo e l’agente Rockstone mi hanno
fermato, ora non ti uccido
perché non voglio essere espulso, però la
prossima volta che mi metti le mani
addosso in malo modo o fai altro che mi possa far innervosire, sappi
che non ci
sarà niente che potrà impedirmi di squartarti con
i miei artigli, hai capito?
Lui annuisce
terrorizzato così Jacob lo molla e insieme ci
dirigiamo verso il club di botanica, dove Emi ha detto a Jacob di
raggiungerla.
Serra
Pov Jacob
J: ciao ragazzi!
Tutti: ciao Jacob!
A Lucas scompare
subito il sorriso quando vede Cora dietro di
me.
L: scusa Cora ma
non puoi restare qui mentre lavoriamo.
E: e da quando?
Cora è sembra entrata nella serra mentre
lavoravamo da quando Jacob è nel club.
Lucas neanche
guarda Emi, continua a fissare Cora quasi con
odio.
C: non fa niente
Emi, andrò in biblioteca.
Cora esce dalla
stanza, però Lucas non cambia espressione e
con un tono che non gli ho mai sentito, comincia a impartire ordini.
L: Reaser,
Curtis voi dovete finire quella ricerca
sull’utilità di incrociare la Dionea a scatto con
piante più robuste e
adattabili.
Le due ragazze
guardano un po’ incerte Lucas confuse dal suo
tono di voce freddo e severo.
L: muovetevi!
Le due ragazza
quasi correndo entrano nella loro sezione di
serra.
L: Grizzerli tu
muoviti con quel nuovo fertilizzante a base
d’alghe.
Thomas
già abbastanza intimorito entra nella sua sezione.
L: Highmore tu
puoi interrompere la coltivazione del cactus
ho annullato la nostra iscrizione al concorso.
E: cosa?
Perché hai annullato l’iscrizione? Ne hai parlato
almeno
con il club di giardinaggio? Quel concorso era in coppia con loro.
L: No, abbiamo
troppo da fare per sprecare energie su uno
stupido concorso di bellezza per piante!
E: ma ti è dato di volta il cervello? Quelle erano le finali
che avrebbero
permesso al club di giardinaggio di accedere alle nazionali, noi
eravamo i
favoriti, eravamo d’accordo che a loro andava il trofeo e
l’attestato, mentre
noi prendevamo l’80% del premio in denaro, che erano 8000
dollari, quei soldi
ci servivano per ampliare la serra.
L: con te ad
aiutare Reaser e Curtis avremmo più possibilità
di vincere, il mio progetto sui funghi ha la vittoria scontata, quello
di
Grizzerli è tra i favoriti, se riusciamo a vincere con tutti
e tre i progetti ci
portiamo a casa 15000 dollari.
Neanche ci
guarda in faccia mentre continua a scrivere
qualcosa su una cartellina.
E: ma
è praticamente impossibile Lucas! Lo sai bene che anche
se il migliore, i giudici non assegneranno mai la vittoria a un
progetto se
questo vuol dire fari vincere tutte e tre le categorie del concorso ad
un'unica
scuola, è già tanto se ne vinci due.
L: ma con i
nostri progetti non potranno non farlo, non
troverebbero mai una giustificazione sufficiente per non premiarci.
E: tu stai
fantasticando Lucas, a loro non servono giustificazione,
se non ti proclamano vincitore non puoi farci niente. Anche arrivando
tra i
primi tre nel concorso di giardinaggio avremmo vinto 5000 di dollari, e
se voi
avesse vinto con due progetti sarebbero stati altri 10000 e la somma
vinta
sarebbe stata la stessa. Invece tu non solo decidi di scommettere su un
qualcosa di irrealizzabile, ma penalizzi anche il club di giardinaggio
che
dovrà occuparsi del cactus senza l’ausilio
dell’ambiente adatto fornito dalla
nostra serra e delle mie conoscenze.
L: no, non
è così, quando ho detto che ho ritirato
l’iscrizione
intendevo quella di tutto il club di giardinaggio, attualmente loro si
sono
ritirati dalla gara, ci riproveranno l’anno prossimo.
Lucas, sempre
senza guardare Emi in faccia, parla come se
quello che avesse fatto fosse la cosa più normale e innocua
del mondo.
E: che cosa hai
fatto?
L: ho telefonato
agli organizzatori del concorso, mi sono
finto il direttore del club di giardinaggio e ho annullato
l’iscrizione del
club. Ora le iscrizioni sono chiuse, quindi anche volendo non si
può più fare
niente.
Emi è
una furia, si avvicina a Lucas e gli tira uno schiaffo
che gli fa girare la testa dall’altra parte, poi esce dalla
serra.
Io mi guardo un
attimo attorno, gli altri ci guardavano
perplessi, erano tutti usciti dalla loro parte di serra e avevano
sentito
tutto. Io dopo aver guardato tutti negli occhi lasciando per ultimo
Lucas al
quale lancio uno sguardo omicida, seguo Emi fuori dalla serra.
Aula di
Biologia
PW: Cosa ha
fatto Lucas?
E: Glielo ripeto
Prof, fingendosi del club di giardinaggio,
ha annullato la loro iscrizione al concorso.
PW: non ci credo
che abbia fatto una cosa del genere.
La professoressa
si appoggia allo schienale della poltrona e
ci fissa perplessa.
PW: sicuri che
non scherza? Per una cosa del genere il minimo
è l’espulsione.
E: lo so
benissimo Prof, ma è quello che ha fatto.
PW:
avviserò il preside e chiamerò il comitato del
concorso
per vedere se si può fare qualcosa.
In quel momento
Ann entra timidamente in aula, la porta era
aperta quindi doveva essere fuori ad ascoltare.
AC: mi spiace
Prof ma ho già chiamato io ed ho informato il
comitato della situazione, dicono che non si può fare
più niente, che sono
dispiaciuti e che ci farebbero anche partecipare, ma purtroppo
dovrebbero
riorganizzare molte cose da capo e essendo il concorso tra tre giorni,
non né
hanno il tempo.
PW: ok, adesso
ho lezione, poi andrò dal preside e parlerò
con il club di giardinaggio. Mi spiace ragazzi.
La campanella
sua, alcuni ragazzi di seconda cominciano ad
entrare in aula.
Noi appena
usciti ci troviamo Lucas davanti.
L: ragazzi che
ci facevate dalla Watson?
E: secondo te?
Mica avremmo tenuto segreto quello che hai
fatto?
L: e cosa avrei
fatto di così grave?
Tutti e tre lo
guardiamo sbigottiti.
J: prima in
serra ci hai detto con non scialans che ti sei
finto del club di giardinaggio e gli hai ritirati dal concorso. Questa
azione è
da espulsione Lucas!
L: fermi tutti! Io sono appena arrivato, ero in ritardo
perché ieri mi hanno
rubato il motorino e non ho fatto nulla del genere.
Emi mi guarda
interrogativa e Ann fa lo stesso. io metto in
allerta i miei sensi.
J: davvero tu
non hai fatto nulla di quello che ti abbiamo
appena detto?
L: ma siete
matti? Come ha detto Emi una cosa del genere è da
espulsione e poi le telecamere esterne possono dimostrare che sono
appena
arrivato a piedi.
Ogni sua
funzione vitale è regolare.
Io guardo
esterrefatto le due ragazze dietro di me e scuoto
la testa per dare una risposta negativa.
AC: ci sono le
telecamere anche nella serra. Vedremo se stai
dicendo la verità.
Ufficio
della sicurezza
AS(agente
sicurezza): ecco a lei signora preside, le riprese
della serra.
Siamo io, Emi,
Lucas, la Preside Mongomeri e la Professoressa
Watson.
Sullo schermo si
vede Lucas nella serra e si sente
perfettamente la sua confessione.
L: io non ho mai
detto né fatto nulla del genere, mandi le
registrazione esterne, io quando è stato registrato quel
video non ero ancora
arrivato.
L’agente
fa partire la registrazione.
Si vede
chiaramente Lucas che arriva dal parcheggio
esattamente 8 minuti dopo che è stato ripreso nella serra.
E: questo
è impossibile, secondo il video della serra, Lucas
è uscito da essa solo dopo 20 minuti, Thomas e Melissa lo
confermano.
L: ma quelle
registrazioni dimostrano che non ero io.
PW: signora
preside che si fa?
PrM: non saprei
signorina Watson, per il momento non
prenderemo provvedimenti, ma Lucas tu sei sospeso temporaneamente dal
club di
botanica.
L: cosa?
PrM: mi spiace
Lucas, ma finche non risolveremo questa cosa,
non ti sarà più concesso di accedere alla serra,
quindi per favore restituisci
tutte le chiavi elettroniche.
Lui, un
po’ titubante, restituisce le chiavi alla Professore
Watson.
PW: Emi sarai tu
la nuova responsabile, fatti consegnare da
Lucas tutto quello che riguarda il club.
E: certo Prof.
Usciamo tutti
dall’ufficio della sicurezza, io e Ann ci
dirigiamo ognuno nella sua classe, la Preside torna al suo ufficio, la
Prof
alla sua aula e Emi con Lucas al laboratorio.
Non appena entro
nell’aula di analisi. Alla prof dico solo
che sono stato trattenuto dalla preside. Mi dirigo verso al posto
accanto a
Cora, ma vedo che accanto a lei è già seduto Mark
Jefferson, si vede lontano un
miglio che ci sta provando. Mi guardo attorno e vedo che
l’unico posto libero è
accanto a McHogan.
La lezione
continua tranquilla, McHogan non mi ha nemmeno
guardato in faccia, non che mi interessi. Non ho seguito un H di quello
che ha
spiegato la prof, troppo occupato a trattenere gli istinti omicidi nei
confronti di Mark.
Suona la
campanella, vedo Cora alzarsi e fare per venire
verso di me però Jefferson le si para davanti.
***
MJ(Mark
Jefferson): allora che ne dice?
C: te
l’ho ripetuto da tutta l’ora, non voglio uscire con
te.
MJ: chi non
vorrebbe uscire con me?
C: ti ricordo
che ho già il ragazzo.
Lui le sorride
ammiccante.
MJ: io non sono
un tipo geloso.
C: e io non sono
poligama.
MJ: che centra
la geometria?
Cora alza gli
occhi al cielo.
C: vuol dire che
non voglio avere più partner, idiota!
Lui ancora una
volta le sorride.
MJ: sei sexy
quando ti arrabbi.
Lui cerca di
accarezzarle una guancia
***
Ora basta
J: ti consiglio
di non farlo.
Lui ha la mano
ha mezzo centimetro dal volto di Cora.
MJ:
perché se no che mi fai?
Lui si volta per
guardarmi, ma quando i sui occhi vedono il
mio petto, alzo lo sguardo e si vede dalla luna che ora è
intimorito.
J: sparisci.
Lui, anche se,
se la sta facendo visibilmente nei pantaloni,
decide di controbattere.
MJ: tu non mi
dai ordini. Tornate a fare pubblicità per
attrezzi da palestra e lascia che mi procuri la mia prossima botta e
via.
Corridoio
Pov Generale.
Lo sceriffo
Smith, insieme a Rockstone e Livarro, si sta
dirigendo verso l’aula di analisi della professoressa Samuels
per parlare con
Jacob Blaze.
Quando i tre si
ritrovano a un paio di metri della suddetta
aula,
da essa viene
scaraventato fuori un ragazzo, con la giacca
dei giocatori di football della scuola, i jeans e un occhio nero, il
ragazzo
scivola sul pavimento fino a schiantarsi contro gli armadietti. I tre
agenti
accorrono in suo soccorso, ma prima che riescano ad avvicinarsi, la
persona che
erano venuti a cercare esce, visibilmente arrabbiata, dalla stessa aula
da cui
il ragazzo era stato scaraventato fuori. Dietro di lui c’era
Cora che lo
pregava di fermarsi prima che lo veda qualche professore e lo espella.
SS: che sta
succedendo qui?
Lo sceriffo si
frappone tra i due ragazzi, anche se Jacob
aveva rinunciato a proseguire il pestaggio di Mark.
J: ha parlato
troppo e a sproposito.
Jacob era ancora
arrabbiato, lo sceriffo glielo legge negli
occhi.
SS: Jacob
calmati.
Il ragazzo fa un
respiro profondo e dopo che il suo sguardo
non dice più “omicidio” lo sceriffo fa
quello per cui era venuto.
SS: Jacob
possiamo parlarti un attimo in privato?
Lui guarda gli
agenti incerto, poi osserva la ragazza al suo
fianco.
J: ok, ma Cora
viene con me.
SS: bene, dove
possiamo parlare senza essere disturbati?
Da un corridoi
sbucano fuori Ann e Emi, che vista la scena
che gli si presenta davanti si bloccano sul posto in silenzio.
J: a questa la
biblioteca è vuota.
Jacob e lo
sceriffo si fissano seri negli occhi, come due
pistoleri in duello del Far West, circondati dal silenzio
più totale.
Emi notando che
Cora la guardava preoccupata le mima un “che
succede”, Cora le mima un “biblioteca”.
SS: e sia,
fateci strada.
Emi sentendo le
parole dello sceriffo e vedendo Jacob ruotare
su se stesso, prende per mano Ann che le lancia una sguardo confuso, ma
prima
che possa parlare, Emi la trascina verso la biblioteca.
Biblioteca
Lo sceriffo e i
due agenti sono seduti da un lato del tavolo
della sezione soprannaturale della biblioteca, Jacob e Cora sono
dall’altro.
J: allora
perché volte parlare con me?
SS: per una cosa
che hai detto stamani all’agente Livarro.
Jacob lo guarda
confuso e poi forse capendo a cosa si
riferisse lo sceriffo, cambia il suo sguardo da confuso a sorpreso.
J: per quello?
Ero e sono ancora arrabbiato con Livarro per
averci provato con Cora mentre era ferita e svenuta, poi oggi in
biblioteca mi
afferra bruscamente per una spalla con il chiaro intento di minacciarmi
per non
farmi dire che l’ho beccato un attimo prima che lui e la
Chase maggiore lo
facessero in biblioteca.
Lo sceriffo e
l’agente Rockstone lanciano un’occhiataccia a
Livarro che è seduto tra i due.
SS: non tanto
per la minaccia in se, ma per le parole che hai
usato per minacciarlo.
Jacob
è ancora più confuso, Cora uguale.
SS: secondo
Livarro queste sono state le tue parole esatte.
Lo sceriffo
prende un foglietto di carta dal taschino della
giacca.
SS:
“ascoltami bene deficiente, l’ultima volta non ti
ho
ucciso perché lo sceriffo e l’agente Rockstone mi
hanno fermato, ora non ti
uccido perché non voglio essere espulso, però la
prossima volta che mi metti le
mani addosso in malo modo, o fai altro che mi possa far innervosire,
sappi che
non ci sarà niente che potrà impedirmi di
squartarti con i miei artigli”
Lo sceriffo
rimarca la parola “artigli”.
All’apparenza
dei tre agenti Cora e Jacob sono rimasti per
tutto il tempo impassibili. Ma così non fanno due figure
nascoste dietro ad uno
scaffale alle spalle dei poliziotti.
AR:
Cos’è stato?
L’agente
Rockstone sentendo una specie di sussulto provenire
da dietro di lui, si alza e corre a vedere dietro lo scaffale.
AR: che state
facendo voi due?
Il tono acuto di
Rockstone arrivano fino alle orecchie dei
due agenti rimasti al tavolo che si voltano vedendo arrivare
l’agente che quasi
trascina Emi e Ann per il polso.
AR: queste due
stavano origliando da dietro lo scaffale.
AC/E: Non
è vero!
Rockstone le guarda alzando il sopracciglio.
E: forse un
po’.
AC: ma eravamo
preoccupate per i nostri amici.
SS: vi devo
chiedere di uscire, quello di qui dobbiamo
parlare con Jacob è strettamente confidenziale. Anche te
Cora dovresti uscire.
J: no invece.
Lo sceriffo
sposta il suo sguardo su Jacob.
J: se riguarda
me, possono rimanere, tutte e tre.
SS: non siamo
sicuri che riguardi te.
J: in questo
caso non rimarrò per ascoltarla se non
rimarranno anche loro.
SS: va bene, ma
nulla di quello che vedrete ora dovrà essere
svelato a nessuno. Questo vale anche per te Livarro che non
né sei ancora a
conoscenza.
Ann e Emi
prendono posto accanto a Jacob e Cora, l’agente
Rockstone si risiede al posto di prima.
Lo sceriffo nel
mentre ha tirato fuori dalla sua borsa a tracolla
un portatile, cerca un file video che mette a schermo intero per poi
girare lo
schermo per far si che tutte le sette persone presenti lo vedano.
Lo sceriffo
preme play, si vede il bosco, a un certo punto
arriva un ragazzo incappucciato che fa un salto mettendosi le mani
davanti e
trasformarsi in un lupo. Lo sceriffo preme pausa.
SS: allora
ragazzi, questo video è una copia di un video in
formato rom che contiene le medesime immagini e a meno che non sbagli i
video
in formato rom non si possono modificare. Quindi probabilmente
è il primo video
attendibile che mostra un lupo mannaro.
Lo sceriffo
scandisce bene le parole “lupo” e
“mannaro” e
contemporaneamente sposto lo sguardo dallo schermo ai ragazzi seduti di
fronte
a lui. Questa volta neanche Cora e Jacob sono riusciti a minare
impassibili,
tutti e quattro sono visibilmente preoccupati.
SS: allora? Che
ne pensate?
FINE
CAPITOLO
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Capitolo 17 *** Lupi mannari? ***
Capitolo 17:
Lupi Mannari?
Pov
Generale
I quattro
ragazzi scoppiano in una risata collettiva.
AC: lupi
mannari? Ma fa sul serio sceriffo?
Lo sceriffo
guarda scettico i ragazzi.
SS: un attimo prima, sembravano preoccupati a
morte, ora, ridono come se avessero inalato del gas esilarante.
SS: ragazzi
smettetela per favore, è una cosa seria.
I ragazzi
cercano di trattenere le risate.
C: sceriffo
lei crede davvero che ci beviamo questa storia.
Lo sceriffo
si sporge in avanti e fissa Cora dritta negli occhi, lei vedendo lo
sguardo
dello sceriffo “torna” seria.
SS: non sto
scherzando.
AR: lo so
che sembra incredibile ragazzi ma è la verità, in
questo filmato è stato
ripreso quello che noi presumiamo essere un lupo mannaro.
I quattro
ragazzi fissano i due agenti più anziani con apparente
incredulità.
J: ma
perché
c’è l’avete mostrato?
SS: per la
tua minaccia a Livarro, un ragazzo normale per minacciare qualcuno
avrebbe
usato parole come “ti ammazzerò” o
“ti squarterò” ma e al massimo
menzionerebbe
un coltello o un’arma da taglio, non degli artigli,
soprattutto se sembra
intendere artigli di cui è lui stesso dotato.
C: voi
pensate che il mio ragazzo sia un lupo mannaro? Se fosse un lupo
mannaro dubito
che la sua pizza preferita sia quella integrale con verdure grigliate.
Cora
ridacchia mentre fa quest’affermazione.
Lo sceriffo
guarda ancora incerto i quattro ragazzi.
SS: signorina,
lei non ha ancora detto niente.
Dice
rivolgendosi ad Emi.
E: cosa
dovrei dire?
SS: le ho
appena mostrato il video di un presunto licantropo e lei non ha domande
o
constatazioni?
E: veramente
sceriffo, io ho sempre creduto nel soprannaturale, fin da piccola,
licantropi,
vampiri, fantasmi, stregoneria, io ci credo e quel video è
soltanto una
conferma delle mie idee.
Rockstone la
fissa incredula come Livarro, mentre lo sceriffo comincia a guardarci
uno per
uno con sguardo serio.
SS: molto
bene, forza signori, qui non abbiamo più nulla da fare.
Detto questo
l’uomo si alza, seguito dai suoi due agenti un po’
titubanti.
POV Cora.
Non
so’ perché, ma mi sa che non era
tanto convinto.
C: ragazzi
qui c’è qualcosa di strano.
J: dopo
tutta quell’insistenza, si è arreso
così facilmente? non mi convince.
AC: dite che
hanno messo telecamere o microfoni per sentire eventuali conversazioni
che
sarebbero potute avvenire dopo l’interrogatorio.
E: dubito
che si possa definire interrogatorio, ma non credo, loro non sapevano
dove
Jacob avrebbe scelto di tenere la loro conversazione.
AC:
già.
C: in ogni
caso dovremmo stare in allerta, soprattutto tu Jacob, niente
trasformazione
finche non si sono calmate le acque.
J: nessun
problema.
Jacob ha le
braccia incrociate al petto, le gambe leggermente divaricate, questa
postura e
la maglietta a
mezza manica bianca super
attillata, mettono in risalto il suo fisico, facendolo apparire
più stoico e
muscoloso.
C: Emi, Ann,
voi due dovete tenete d’occhio Lucas.
Emi è
ancora
seduta sulla sedia e fissa Cora come se le quello che sta dicendo
quest’ultima
sia sacro e vitale. Mentre Ann è appoggiata con la schiena
ad uno scaffale che
guarda Cora seria e senza lasciar trasparire emozioni.
Cora in
questo momento è al centro del triangolo formato dalle sue
due amiche e del suo
compagno. Se qualcuno, a conoscenza del segreto dei lupi, vedesse la
scena senza
conoscere i ragazzi, Cora apparirebbe a quest’ultimo come una
grande e fiera
Leader o Alpha, degna di ogni rispetto e onorificenza.
Pov Cora
AC:
perché?
C: il
comportamento che ha avuto nella serra, corrispondeva con quello che
dovrebbe
avere colui che ha creato i demoni.
E: Cosa? Non
penserai che Lucas sia in grado di fare una cosa del genere?
J: pensaci
Emi, hai detto che Lucas è diventato più freddo e
distaccato da un anno e mezzo
circa, le sparizioni sono cominciate sei mesi fa’, se Lucas
avesse trovato il
rituale per la creazione dei demoni,
probabilmente avrebbe dovuto tradurlo dal latino, qui non
insegnano
latino quindi ci deve aver messo un bel po’ e come hai detto
tu, essendo molto
occupato, ci avrebbe messo ancora di più, pensando che
avesse tradotto un libro
delle ombre o un bestiario contenete l’incantesimo, ci
avrebbe messo mesi e
altri ancora per imparare il rituale. Con quest’ipotesi
l’arco temporale
ritorna e Lucas schizza in cima alla lista dei sospettati.
Emi è
visibilmente irritata per le parole di Jacob. Io e Ann siamo davanti ai
due
litiganti, sedute su due sedie, i due si fissano negli occhi con rabbia
e mi
sembra quasi di star a guardare un film, prenderei più che
volentieri dei
popcorn.
E: queste
sono solo congetture, non puoi accusare Lucas senza avere prove.
Emi si alza
in piedi e punta il dito contro il lupo.
J: si
è
sdoppiato, quali altre prove ti servono per dimostrarti che fa uso di
stregoneria?
E: per
quello c’è di sicuro una spiegazione logica che
ancora non ho trovato.
J: posso
sapere perché ti ostini a difendere il tuo ex ragazzo?
Emi abbassa
lo sguardo, visibilmente amareggiata, Jacob se ne rende conto, subito
cerca di
rimediare ma Emi corre via trattenendo le lacrime.
Il ragazzo
si volta verso di noi ragazze, che siamo alle sue spalle, visibilmente
confuso.
J: avevo
capito che la rottura con Lucas non l’avesse toccata.
Ann si alza
in piedi dalla sedia dove si era seduta, si mette le mani nelle tasche
della
giacca di pelle e fa un sorriso malinconico.
AC: si vede
che non la conoscete, Emi è stata innamorata di Lucas fin
dall’asilo, io non ero
in classe con loro, ma Emi è la mai vicina di casa e da
piccole spesso giocavo
assieme, lei mi raccontava tutto e continua a farlo. Emi è
ancora innamorata di
Lucas e lasciandolo, sperava che tornasse quello di un tempo, ma non
è stato
così, anzi, è peggiorato.
Jacob mi
guarda visibilmente dispiaciuto e amareggiato.
AC: vado a
parlarle.
Ann si
allontana nella stessa direzione di Emi.
J:
perché
quello che esce dalla mia bocca fa sempre più danni di una
bomba nucleare?
C:
perché tu
parli e poi pensi, anzi parli, pensi al cibo, alla tv, ai videogiochi,
alle
ragazze, ai libri e poi quando è ora di andare a dormire o
sei sotto la doccia,
pensi a quello che hai detto e fatto durante la giornata.
Lui mi
guarda e io gli sorrido dolcemente, lui ricambia.
J: non
potrei essere più d’accordo.
Aula di inglese
ore 17.34
Pov Generale
PD: in
contemporanea su due telecamere?
C:
esattamente.
Cora e Jacob
sono andati da Deucalion per chiedergli cosa ne pensa dello
“sdoppiamento di
Lucas”.
PD: dal quel
cha sappiamo, noi abbiamo a che fare con qualcuno che compie
incantesimi tramite
le anime. Vedete il credo che le macchine fotografiche e le telecamere
rubino
l’anima non è del tutto infondato. Difatti
telecamere e fotocamere sono gli unici
mezzi non soprannaturali in grado di “vedere”
l’anima presente in un corpo.
J: in che
senso?
PD: per
possedere un altro corpo bisogna insinuare in essa una parte della
propria
anima, una parte abbastanza forte da sovrastare quella già
presente nel corpo.
Sapete tutte quelle foto che si trovano su internet che mostrano strane
figure
che sembrano fantasmi e cose così?
I due
ragazzi annuiscono.
PD: beh
vedete, in passato gli stregoni più malvagi avevano
l’usanza di inserire una
parte della propria anima in un oggetto.
J: tipo gli
Horcrux di Harry Potter?
PD:
sì, una
cosa del genere.
I due
ragazzi, sorpresi del fatto che il Prof sapesse cosa fosse un Horcrux,
sono
rimasti a bocca aperta.
PD: mi piace
leggere e Harry Potter sembrava interessante. Comunque, questa pratica
differisce perché funziona solo una volta. Lo stregone
inserisce la propria
anima nell’oggetto, se poi questo stregone muore, i suoi
seguaci possono
mettere il frammento dell’anima contenuto
nell’oggetto in un altro corpo, di
solito un bambino perché la sua forza di volontà
è più debole, lo stregone ne
prende il possesso e “rinasce”. Il punto
è che se uno di questi oggetti o di
queste persone viene fotografato o ripreso, nella foto si
vedrà un’ombra o
addirittura l’immagine semitrasparente
dell’originale possessore dell’anima. Ma
essendo i nostri lupi morti, privi di una seconda anima e essendo stati
viventi
quindi sono predisposti a possedere un’anima,
l’immagina che sarà ripresa dalla
telecamera sarà interamente della persona a cui appartiene
la parte di anima al
loro interno e non sarà quella di un lupo demoniaco.
I ragazzi
sono abbastanza preoccupati per queste informazioni, Lucas è
quasi sicuramente
lo stregone, ma il problema che in quel momento attanagliava i due
Mates era la
loro ormai migliore amica, avevano capito che Emi avrebbe protetto
Lucas anche
difronte all’evidenza.
Pov Cora
Stiamo
tornando a casa, Jacob ed io non abbiamo più accennato
all’argomento Lucas da
quando abbiamo lasciato l’aula di Deucalion.
J: dovremmo
dirlo ad Emi?
Io non
rispondo, mi stringo di più al suo braccio e appoggio la
testa alla sua spalla.
Ancora una volta nessuno dei due proferisce più parola,
continuiamo la nostra
passeggiata di ritorno a casa abbracciati. Jacob mi tiene la mano e la
massaggia con il pollice come per tranquillizzarmi, arriviamo al
condominio,
saliamo le scale ed entriamo nell’appartamento, non
so’ cosa ci fosse preso,
insomma sembrava che avessimo ricevuto chissà quale cattiva
notizia.
Nessuno di
noi due ha voglia di cucinare, così restiamo in giro ancora
un po’ fino a ora
di cena. Ceniamo alla pizzeria Pizza the Pizza e finiamo di mangiare
verso le
otto e mezza.
Quando
torniamo all’appartamento, Jacob poggia tutto il contenuto
delle tasche della
sua felpa sul solito mobiletto, io faccio la stessa cosa per poi
seguirlo in
camera.
In camera
Jacob si toglie la felpa restando in canottiera, si gira verso di me e
mi sfila
la giacca di pelle per poi appoggiarla sulla sedia della scrivania.
Mi si
avvicina e mi abbraccia delicatamente, io appoggio il viso al suo
petto,
ascolto per qualche minuto il battito del suo cuore, per la prima
volta, senza
il mio udito da lupo. Alzo lo sguardo, incrocio i miei occhi con i
suoi, lui si
abbassa lentamente verso di me fino a lasciarmi un delicato bacio sulle
labbra,
il bacio diventa sempre più passionale, le sue mani mi
accarezzano la schiena e
i capelli. Ci distendiamo sul letto, pian piano ci sfiliamo tutti gli
indumenti
di dosso, ma i nostri gesti rimangono sempre calmi e gentili, non siamo
in
preda alla foga e all’appetito sessuale come ci è
già capitato. In pochi
attimi, ci ritroviamo a fare l’amore, l’uno nelle
braccia dell’altro.
Mattina
Mi sveglio
rilassata, sento tutto il mio corpo cosparso da un calore piacevole e
protettivo. Sono stretta tra le possenti ma delicate braccia di Jacob,
con la
testa appoggiata al suo petto. Non mi interessa l’ora, oggi
posso fare
benissimo a meno di andare a scuola.
Chiudo gli
occhi per cercare di riprendere sonno.
Ma ieri sera!
Noi, non abbiamo usato
il….il….
I metto
seduta sul letto completamente traumatizzata.
Jacob, che
nel frattempo si era svegliato per il modo brusco con cui mi sono
liberata dal
suo abbraccio.
C: ieri,
noi…..noi….non…..
J: non cosa,
Cora?
C: non abbiamo usato il preservativo.
Il silenzio,
il silenzio più totale, nella mia testa si combattono la
terza, la quarta e la
quinta guerra mondiale tutte contemporaneamente.
Jacob
è
completamente immobile, non è sbiancato, non ha la bocca
aperta, è semplicemente
immobile con un’espressione assonata e seccata.
Gli sventolo
un paio di volte la mano davanti agli occhi, non reagisce.
Credo che se il
suo cervello fosse un
computer, in questo momento sulla schermo si starebbero aprendo mille
mila
pagine “error 404: Not Found”.
Ormai Jacob
è andato, guardo la sveglia, le 8.37 del mattino.
Oggi mi sa che
si salta scuola.
Prendo il mio
telefono, è ancora in silenzioso, ci sono 4
messaggi di Ann:
“
ragazzi ma
state ancora dormendo?”
“guardate
che è appena suonata, non vorrete fare ritardo”
“neanche
Emi
e Lucas sono venuti e questo mi suona sospetto”
“MA CI
SIETE?????”
Prendo il
telefono e le rispondo:
“Ann
non ti
preoccupare, la sveglia non ha suonato perché il telefono di
Jacob era scarico
e sul mio era disattivata, passerò io da Emi a vedere come
sta, Jacob credo
sarà inutile finche non mi accerterò di una
situazione alquanto scomoda, se ci
serve il tuo aiuto o ho voglia di un po’ di tempo tra ragazze
ti scrivo”
Invio il
messaggio e poggio il telefono sul comodino, Jacob è ancora
immobile, mi alzo e
vado in cucina per fare colazione, quando suonano al campanello.
C: agente
Rockstone, che ci fa qui?
AR: scusa il
disturbo Cora, ma la vostra preside vedendo la vostra assenza ci ha
contattato,
è stata una richiesta dello sceriffo che ha fatto alla
vostra preside ieri.
Io lo guardo
incredula.
C: metterci
sotto sorveglianza! Sul serio?
AR: calmati
Cora, era solo una precauzione, ma dov’è Jacob?
Abbasso lo
sguardo.
Che gli
rispondo, che è paralizzato,
che sta ancora dormendo, ma che potrei mai rispondere in una situazione
del
genere……
C: è
crusshato.
Crusshato?
È un termine che si usa
con i computer e i cellulari quando si impallano o si spengono
improvvisamente.
AR: come
crusshato?
C: mi segua.
L’agente
mi
segue in camera da letto dove Jacob è ancora immobile.
L’agente gli sventola la
mano un paio di volte davanti agli occhi, ma Jacob resta immobile.
AR: me che
gli è successo?
Che gli dico?
Che potrei essere
rimasta incinta? Che ci siamo dimenticati le protezioni? Cavolo sarebbe
tropo
imbarazzante!!!!!!!!
C:
stamattina appena svegliati ci siamo resi
conto………. Che ieri
sera………….
l’abbiamo
fatto………… senza protezioni.
Dico un
po’
titubante e l’agente mi guarda sorpreso.
AR: Ah.
L’agente
è
visibilmente sorpreso, mi guarda un attimo e poi sposta lo sguardo su
Jacob,
poi ancora su di me con fare interrogativo.
C: oggi
farò
il test. Comunque oltre per controllare che non avessimo lasciato la
città, è
venuto per qualcos’altro?
Dico con
tono irritato.
AR: no Cora,
ora è meglio che tolga il disturbo.
L’agente
Rockstone lascia l’appartamento, io mi dirigo in cucina e
comincio a preparare
la colazione. Dopo una ventina di minuti arriva anche Jacob.
C: ehi.
Dico
dolcemente richiamando la sua attenzione.
C: stai
meglio adesso? Insomma non siamo sicuri che sia incinta, non mi ricordo
molto
della scorsa notte quindi può essere che ci stiamo
preoccupando per niente.
Lui mi
guarda titubante e visibilmente preoccupato.
J:
già, non
ma lo perdonerei mai se ti facessi una cosa del genere adesso. Insomma,
mi
prenderei le mie responsabilità e tutto il resto, ma siamo
ancora troppo
giovani per una cosa del genere.
Io mi
avvicino a lui guardandolo dolcemente, per poi abbracciarlo.
C:
tranquillo Jacob, qualunque cosa accadrà,
l’affronteremo insieme.
Lui annuisce
e mi lascia un bacio tra i capelli.
Ristiamo
ancora un po’ abbracciati. Dopo di che ci sediamo in cucina
dove mangiamo al
nostra colazione.
J: dove hai
imparato a cucinare così?
C: quando
ero ancora piccola, mi piaceva aiutare mia mamma a cucinare, lei diceva
che ero
la principessa dei fornelli.
Sorrido al
ricordo di me e mia mamma che cucinavamo insieme, io dovevo stare sopra
uno
sgabello perché non arrivavo ai ripiani della cucina.
J: tua madre
sembra fantastica.
Adesso il
sorriso sul mio volto ha del malinconico.
C: lo era e
mi manca tanto.
Abbasso lo
sguardo, sento le lacrime fremere per uscire al ricordo di mia madre.
J: ehi.
Io alzo lo
sguardo e incrocio i miei occhi con quelli di Jacob, lui accende i suoi
e io
rispondo facendo la medesima cosa. Mi prende le mani.
J: ora ci
sono io con te, c’è tuo fratello che anche se
lontano ti ha dimostrato che ti
raggiungerebbe in capo al mondo se serve. Ann e Emi, anche se le
conosciamo da
poco, hanno dimostrato di meritare fiducia. E scommetto che ci sono
molte altre
persone che sarebbero pronte a starti accanto nei momenti difficili,
non sei
solo Cora, ricordalo sempre.
Mi scappano
un po’ di lacrime dagli occhi, le parole di Jacob mi hanno
totalmente sciolto.
C: sai, non
pensavo che potessi elaborare delle parole così dolci.
J: grazie.
Lui sorride
compiaciuto, ma poi, dopo che il suo cervello ha finito di elaborare le
mie
parole, fa un espressione corrucciata.
J:
aspetta…
Io scoppio a
ridere per il tempo che ci ha messo a capire che la mia era una presa
in giro e
non un complimento.
Ore 14.11 centro
commerciale
Pov Cora
Io e Jacob
stiamo facendo un po’ di spesa, prima quando siamo passati
davanti al reparto
giocattoli, lo sguardo di Jacob mi ha praticamente pregato di andarci.
Quanto mai
gliel’ho permesso, ci
siamo rimasti venti minuti buoni e ha speso quasi 80 $ per delle
figurine.
C: Ah prendi
quello.
Jacob prende
il detergente che gli ho indicato.
C: ok
abbiamo quasi tutto, ci manca solo…..
Scorro la
lista delle cose da comprare, che è bella lunga.
C: ah ecco,
dobbiamo comprare...
???:
RAGAZZI!!!
Noi saltiamo
per lo spavento, ci giriamo e troviamo difronte a noi Ann tutta
pimpante per
non si sa quale ragione.
C: ciao Ann
che succede di bello?
AC: guardate
che ho appena comprato.
Ci mostra un
cofanetto porta DVD.
J: sono dei
film.
AC: no,
è il
cofanetto contente tutti gli episodi della serie tv Friends, io adoro
quella
serie, è la mia preferita in assoluto e finalmente
potrò rivedermela ogni volte
che vorrò.
C: buon per
te.
AC: allora
avete novità?
Io e Jacob
abbassiamo lo sguardo.
AC: ehi,
ragazzi tutto bene?
C: Ann, ieri
abbiamo parlato con Deucalion e ora le possibilità che Lucas
sia colui che ha
creato i demoni lupo salgono al 90%.
La ragazza
ci guarda preoccupata, noi le spieghiamo tutto e lei non proferisce
parole
finche non abbiamo finito.
AC: Emi non
la prenderà bene.
J: lo
sappiamo, ho già provato a chiamarla per chiederle di
parlare ma non ha mai
risposto.
AC: Emi
è
una testa calda.
Restiamo un
attimo in silenzio.
C: Ann mi
puoi accompagnare un attimo in un posto?
AC: va bene
dove si va?
Io la guardo
titubante.
C: ecco
beh…… te lo dico dopo adesso seguimi. Jacob tu
vai a cercare l’ultima cosa
della lista…. L’asciuga capelli me ne serve uno
nuovo.
J:
Ok….
Jacob si
volte e si dirige nel reparto elettrodomestici.
AC: mi dice
dove dobbiamo andare?
Io osservo
Jacob e appena è abbastanza lontano rispondo ad Ann.
C: in
farmacia…
Lei corruga
la fronte.
AC: che ti
serve da una farmacia?
C: dei
test…. Di gravidanza…
AC: CHE????
16:23
appartamento di Emi.
Pov
Generale.
E: che ci
fai qui?
La ragazza
è
visibilmente sorpresa dalla persona che si è presentata alla
sua porta.
AC: sono
venuta per parlarti.
E: di cosa?
di Lucas?
Ora
l’espressione della ragazza è visibilmente
irritata, così come il suo tono.
AC: no,
delle parole di Jacob.
E: quindi
Lucas.
AC: no,
Lucas era l’argomento. Quello che intendo dire è
che Cora e Jacob non ti
conoscono ancora bene, se per me che ti conosco da una vita era ovvio
che tu
eri ancora innamorata di Lucas, per lo non lo era, loro non ti
conoscono.
E: sì
e
allora?
AC: è
inutile che tieni il broncio, oggi ho parlato con Cora, mi ha detto che
Jacob
ha provato a chiamarti per scusarsi e tu non hai risposto.
E: ha
accusato Lucas di essere un omicida!
Ann abbassa la testa, dopo quello che ha saputo da Cora, anche lei
è convinta
che Lucas sia lo stregone.
AC: senti
Emi, oggi ho parlato con Cora, hanno nuove informazioni.
Emi guarda
Ann speranzosa che Lucas possa essere scagionato.
AC: e Lucas
sembra più colpevole di prima.
E: e cosa ti
avrebbe detto?
Emi ha
incrociato le braccia sotto il seno e sembra parecchio arrabbiata.
AC: forse
è
meglio che te lo fai spiegare da Lucas.
E:
perché
dovrei parlare con quelli che vogliono uccidere Lucas?
Ann sussulta
e comincia ad agitare le mani davanti a Emi e intanto cerca di
trattenere le
risate.
AC: uccidere
Lucas? È per questo che sei arrabbiata?
E: che
c’è
da ridere???!?!??!??
AC: loro non
vogliono uccidere Lucas!
E: ma hanno
detto che è l’unico modo per..
AC: senti
Emi, loro saranno anche lupi mannari, ma mi hanno detto chiaro e tondo
che non
uccideranno mai nessuno, se non che strettamente necessario e in questo
caso
non lo è.
E: quindi
non vogliono ucciderlo?
AC:
no…… ora
sei più calma?
La rossa
annuisce.
E: andiamo
voglio parlare con loro.
Ann ma un
sorriso malizioso.
AC:
sì, ma prima devi sapere una cosa….
Ann si
avvicina ad Emi e le sussurra qualcosa all’orecchio.
Emi spalanca
gli occhi.
E:
EHHHHHHHH?
Ann annuisce
trattenendo le risate.
E: devo
subito parlare con Cora.
FINE CAPITOLO
|
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Capitolo 18 *** Battuta di caccia ***
Capitolo 18;
Battuta di
caccia.
Pov Cora
Sono
comodamente seduta sul divano che ascolto un audiolibro.
Jacob sta
sistemando, in un grosso e vecchio album, le figurine che ha comprato
oggi al
super mercato.
A un certo
punto, lo vede che alza la testa con un’espressione sorpresa
e confusa.
Io mi tolgo
le cuffie.
C: che
c’è?
Toc toc toc
toc toc toc toc toc
Sembra che
un mitragliatore stia sparando alla porta.
Vedo Jacob
annusare l’aria.
J: sono Emi
e Ann.
Lui si alza
e si dirige in fretta verso la porta.
J: Emi
finalmente, ti devo…
E:
sì, sì,
sei perdonato.
Emi non
guarda neanche in faccia Jacob, ma con passo deciso si dirige verso di
me, per
poi inchiodarsi e puntarmi il dito contro.
E: tu, io,
Ann bagno, ORA!.
Ma che sta
farneticando?
C: cosa?
Non faccio
tempo a formulare la domanda che Emi mi prende per un braccio e mi
trascina
verso il bagno con Ann al seguito.
E: Jacob
azzardati ad ascoltare e ti castro, INTESI!
Lui fa un
sorriso a trentadue denti.
J: io esco.
Prende una
felpa e esce in fretta di casa.
E:
l’hai già
fatto?
Non stara
parlando…
E: Ann mi ha
detto tutto.
Io guardo la
mora con disapprovazione e lei distoglie lo sguardo.
E: ALLORA?
Abbasso lo
sguardo.
C: no, non
ne ho avuto il coraggio.
La rossa mi
sorride dolce e mi abbraccia.
E:
tranquilla, qualunque cosa succeda, ti aiuteremo noi e Jacob non
è il tipo che
scappa di fronte a questo genere di cose.
AC:
probabilmente ne sarebbe anche contento.
Io sorrido
ad entrambe e mi dirigo in camera, frugo nel cassetto della biancheria
e prendo
i tre test.
C: ne ho
presi tre come mi ha consigliato di fare la farmacista, li devo fare a
intervalli di circa mezz’ora.
E: allora
iniziamo!
Io annuisco
e mi dirigo verso il bagno.
E: ti
aspettiamo in salotto.
2 ore dopo.
Abbiamo
tutti e tre i test davanti, sono capovolti cosi che non si veda il
risultato.
Non ne abbiamo ancora guardato nessuno.
E: ok, al
tre ne voltiamo uno a testa.
Io e Ann
annuiamo.
E:
uno….due….TRE.
Tutte e tre
giriamo i miei test contemporaneamente e alla vista dei tre risultati
tutti
uguali mi manca la terra sotto i piedi.
Emi mi fissa
con uno sguardo indecifrabile e Ann con un sorriso contento.
Dovrei esserne
contenta o no?
Mi siedo
lentamente sul divano con la stessa domanda che mi frulla in testa.
Ad un certo
punto entra Jacob, sentendo l’odore dei test di gravidanza si
dirige verso il
lavabo su cui sono appoggiati.
J:
Cora….
Questi sono.
C: test di
gravidanza.
Lui alzo lo
sguardo dai test e mi fissa indecifrabile.
J: sono
tutti e tre…..
Io gli
faccio un sorriso dolce, ma con le lacrime agli occhi.
C:………..
negativi.
Lui vedendo
le mie condizioni e osservando Emi e Ann non sapere cosa fare, fa
l’unica cosa
di cui ho bisogno in questo momento…….. mi
abbraccia, facendomi sentire
protetta e al sicuro.
C: io non
so, Jacob, io non so….
J: cosa?
Lui mi parla
con un tono molto dolce, mentre mi fa’ passare la mano tra i
capelli.
C: non so se
essere felice o triste.
Emi a Ann se
ne vanno lasciando me e Jacob accoccolati sul divano. Io gli sono in
braccio
con la testa nascosta nel suo petto, lui mi cinge la vita con un
braccio e con
l’altra mi accarezza dolcemente la testa.
J:
tranquilla Cora, non è successo niente.
C:
Jacob….
Finche non ho visto il risultato dei test di gravidanza non avevo
ancora
realizzato cos’era successo e quando l'ho fatto, quando ho
capito che se la
risposta di quei test fosse stata differente avremmo avuto un bambino,
mi è
crollato il mondo addosso. Io non sono pronta per diventare
madre….
Lui fa per
dire qualcosa, probabilmente dirmi che non succederà, non
ora ma forse in futuro
dopo la scuola.
C: fammi
finire. Io non sono pronta per diventare madre, ma ora mi sento male,
non posso
dire cosa si provi realmente, ma a me sembra di averlo perso, a me
sembra come
se fossi stata incinta e di aver perso il bambino.
Comincio a
respirare pesantemente e velocemente, ma nonostante questo mi manca
l’aria, la
testa mi gira e strani flash mi appaiono nella mente.
Ad un certo
punto sento una pressione alla base del collo e vedo tutto farsi nero.
Pov Jacob
A Cora stava
venendo un attacco di panico, non respirava più e cominciava
ad avere le
convulsioni, così ho fatto l’unica cosa che mi
sembrava sensata, ho fatto
pressione alla base del collo come mi era stato insegnato da Francesco,
l’emissario che mi aveva aiutato, facendo perdere i sensi a
Cora.
Ora sto
chiamando un’ambulanza, non mi preoccupa che le possano fare
gli esami del
sangue, anche se è un lupo mannaro, il nostro DNA alle
analisi umane appare
completamente normale.
Dopo una
ventina di minuti sono con Cora sull’ambulanza e sto
spiegando al paramedico
che Cora stava avendo un attacco di panico e io le ho fatto perdere i
sensi.
Pm(paramedico):
quello che hai fatto è stato molto rischioso.
J: lo so
signore, ma non mi era mai successo, ho fatto la prima cosa che mi
è venuta in
mente che avesse un senso.
Pm:
sì,
anche se dal punto di vista della situazione hai fatto una cosa giusta
perché
hai fermato l’attacco di panico, non avendo esperienza con
certe pratiche ha
rischiato di peggiorare la situazione della ragazza.
Io annuisco
e abbasso lo sguardo, prendo la mano di Cora tra le mie e comincio a
massaggiarla.
Siamo al
pronto soccorso, non c’è molta gente, Cora dorme
ancora, si è svegliata solo 5
minuti, dove le è stato spiegato cos’era successo
e dove si trovava per poi
essere sedata perché i medici voglio tenerla qui per una
notte.
Io sono alla
macchinetta del caffè, sono le 20:30 e ho appena
“cenato” al bar dell’ospedale.
***
???: cavolo
per colpa di quell’idiota ci perderemo la battuta di caccia.
???2:
già,
se quello stupido non si fosse messo in testa di salire sul tetto senza
protezioni, ora non saremmo qui in ospedale.
???:
l’assicurazione ha detto che non pagherà i danni,
quindi spero che il conto
dell’ospedale sia molto salato perché noi ci
stiamo perdendo la battuta di
caccia organizzata dallo sceriffo.
***
Sento una
strana conversazione così mi avvicino per saperne di
più.
J: scusate
ma di che battuta di caccia state parlando?
I due tipi
si voltano verso di me, sono palesemente dei cacciatori però
non sembrano
scontrosi.
???: della
battuta di caccia che ha organizzato lo sceriffo.
???2:
esatto, lo sceriffo ha reclutato la maggior parte dei cacciatori della
città
per dare la caccia ai lupi che stanno facendo sparire le persone in
città.
J: pensavo
non si sapesse cosa avesse aggredito quelle persone.
???: a
quanto pare sono stati dei lupi e proprio in questo momento lo sceriffo
è fuori
a dargli la caccia.
???2:
già,
ha scelto proprio questa notte perché
c’è la luna piena e i predatori sono
più
attivi.
Un fulmine
mi attraversa la mente.
La luna piena,
ecco perché Cora era
così emotiva, le è venuto l’attacco di
panico perché non riusciva a
controllarsi.
J: grazie.
I due mi
annuiscono e io me ne vado con disinvoltura, non appena giro
l’angolo però
corro verso la camera di Cora.
Non appena
arrivo vedo che dorme ancora, secondo il monitor il suo battito
cardiaco è
normale. Dalla finestra si vede benissimo la luna e la luce di
quest’ultima
inquadra perfettamente il viso di Cora facendola apparire ancora
più bella.
Le accarezzo
il viso, e lei sorride dolcemente nel sonno.
Poi un forte
ululato proviene dalla finestra, io mi affaccio e vedo il bosco essendo
l’ospedale è ai confini della città Si
sento degli spari e con il mio udito
sento anche urla di dolore.
Decido di
uscire dalla finestra, nonostante stessimo al terzo piano, atterro
sulle gambe
senza troppi problemi, comincio a correre verso il bosco e non appena
vengo
inghiottito dagli alberi mi trasformo in lupo e corro a più
non posso nel luogo
da cui provengono gli spari e le urla.
Pov generale
Nel
frattempo, pochi minuti dopo che Jacob è uscito dalla
finestra, il monitor che
controlla il battito di Cora mostra che il cuore di Cora batte sempre
più
velocemente.
Pov Jacob
Corro a
più
non posso, mentre correvo ho capito che tutti quei suoni arrivavano da
dietro
la montagna e che quello che sentivo dall’ospedale era solo
un eco.
Ormai manca
poco e man mano che mi avvicino sento l’odore di sangue farsi
sempre più forte.
Comincio a correre sempre più forte, sono quasi arrivato
quando sento tre
battiti cardiaci, uno è molto debole, il proprietario non
arriverà all’alba, il
secondo batte all’impazzata, e l’ultimo
è lento, quasi come se chi lo possiede
è calmo e rilassato, sono certo che i tre battiti cardiaci
sono di tre esseri
umani.
Ad un certo
punto arrivo ad un piccolo spiazzo dove….
Camera di Emi
ore 18:47
AC:
uffa mi annoio.
Ann è
sdraiata a testa in giù sul letto di Emi. La rossa
è seduta a gambe incrociate
accanto a lei però sul pavimento, poggiato sulle gambe tiene
il suo computer portatile
e sta scorrendo le pagine di Netflix.
E: allora
deciditi su cosa guardare a me va bene tutto meno che un horror.
AC: allora
scegli tu, ma tutto meno che una commedia romantica delle tue.
E: mi sa che
facciamo prima a guardare per la centesima volta Twilight Breaking Dawn
dato
che è l’unico film che piace ad entrambe.
AC: no, l'ho
già rivisto ieri sera.
Emi spalanca
gli occhi come avesse un’illuminazione. Si alza di scatto e
prende un libro
dalla biblioteca mostrandolo ad Ann.
AC:
Divergent? Si ci
hanno fatto una saga se
non sbaglio.
E:
sì, so
che il film è diverso del libro ma merita comunque, noi
litighiamo sempre
perché tu vuoi un film con molta azione e io con una grande
storia romantica.
Finora l’unico film o meglio gli unici due film che ci hanno
messo d’accordo
sono quelli di Twilight Breaking Dawn, ma fidati, questo film
è il perfetto
connubio tra i nostri requisiti.
AC: e allora
che aspetti cercalo.
Emi si volta
verso il computer con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e
comincia
a digitare.
E: Con Lucas
non ho mai avuto occasione di vederlo perché come sai lui
detesta i film tratti
da libri che gli piacciono, ma ora che non stiamo più
insieme sono liberissima
di vederlo.
AC:
sì, sì,
ma ora fallo partire.
Le due
ragazze cominciano a vedere il film, poi verso le 19:30 la madre di Emi
le
chiama entrambe per la cena, questa termina verso le 20:00,
così le due tornano
in camera, pronte per finire di vedere il film che le aveva prese
parecchio.
AC:
dai….
Solo uno piccolo, un piccolo, piccolo spoiler, voglio sapere se Tris
gliela
farà pagare a quel brutto….
E:
linguaggio! E comunque no, niente spoiler e poi nel film le cose
possono essere
andate diversamente dal libro.
Ann sbuffa
sonoramente ma allo stesso tempo arriva un messaggio ad Emi.
E: è
Jacob.
AC: A
sì?
Che dice?
Ann si
appoggia il mento alla spalla dell’amica e sbircia sul
cellulare.
E: oh mio
Dio.
Emi è
decisamente allarmata e Ann, che non era riuscita a sbirciare il
messaggio,
comincia a preoccuparsi.
AC: che
succede?
E: Cora
stava avendo un attacco di panico, Jacob gli ha fatto perderei i sensi
e ora
sono in ambulanza.
AC: dobbiamo
andare subito all’ospedale.
E:
sì. Ma a
piedi ci metteremmo un’eternità.
AC: puoi
usare l’auto di tua madre.
Emi
arrossisce e abbassa lo sguardo.
E: ieri me
l’hanno sequestrata.
AC:
perché?
E: ho
parcheggiato nel parcheggio dei disabili.
Ann guarda
l’amica allibita, Emi non aveva mai fatto nulla contro la
legge.
E: ero di
fretta, mi ero dimentica di fare la spesa e mia madre sarebbe tornata a
momenti,
ho parcheggio nel primo buco disponibile, non mi sono accorta che fosse
per
disabili.
AC: ok, un
po’ di attività fisica non ha mai fatto male a
nessuno.
E: e la tua
moto?
AC: ho
ancora 17 anni e non è omologata per due, quindi si va a
piedi.
Ospedale 20:52
Emi è
appoggiata al muro esterno dell’ospedale in procinto ad avere
un infarto.
AC: su Emi
non fare la pigrona e muoviti.
E: Pigrona?
Gli ultimi 20 minuti gli abbiamo fatti in salita!
AC: che
sforzo sovraumano che hai dovuto fare!
Ann prende
in giro Emi da 15 minuti buoni, poiché lei è
fresca come una rosa mentre Emi è
spompata.
Le due, dopo
che Emi ha riacquistato la sensibilità alle gambe, si
dirigono alla reception.
AC: salve,
in che camere è Cora Hale.
L’infermiera,
una donna sulla cinquantina sembrerebbe molto gentile.
In(infermiera):
lei è?
E: siamo due
sue amiche, Emily Highmore a Ann Curtis.
In: mi
spiace ma l’orario delle visite è finito.
AC: la prego
solo cinque minuti.
In: per me
non ci sarebbero problemi visto che stasera l’ospedale
è praticamente vuoto, ma
da quello che leggo cui la vostra amica è stata sedata
quindi sarebbe inutile.
Noi due
annuiamo, salutiamo cordialmente e ci dirigiamo verso
l’uscita.
AC. Uffa
siamo venute fin cui per niente.
E: manda un
messaggio a Jacob e chiedigli a che piano è la stanza di
Cora, magari riusciamo
ad entrare dalla finestra.
Ann prende
il telefono e scrive a Jacob, il messaggio viene inviato ma non
ricevuto.
AC. Che
strano, mi da messaggio inviato ma non ricevuto.
E. forse ha
il telefono spento.
AC. Allora
sarà meglio tornare a casa.
Stanza di Cora
Pov
Generale.
La macchina
che controllava il battito cardiaco ormai andava
all’impazzata ma per qualche
motivo non emetteva nessun suono di allerta.
Ad un certo
punto, quando dalla finestra si sentì un fortissimo ululato,
Cora scatta seduta
sul letto ululando a sua volta e quando riapre gli occhi questi sono di
un
rosso brillante, il rosso di un Alpha…..
Piazzale
dell’ospedale.
AC. Forza
Emi ora è tutta in disces…
Uuuhuhuhuhuuu
Un
fortissimo ululato riecheggia nell’aria, tutte le poche
persone presenti lo
sentono e tutti si voltano a guardare verso il bosco.
Uuuuhuhuhuuuhuu
Un altro
ululato, questa volta più vicino, sembrava quasi provenisse
dall’ospedale.
Le due
ragazze si guardarono negli occhi.
E/AC: CORA!
Ritornarono
di corsa dentro e vedendo che alla reception non c’era
più nessuno, Ann
scavalca in bancone e comincia a smanettare con il computer.
AC: trovata,
stanza 18C terzo piano.
Le due
ragazze corrono verso la stanza, miracolosamente senza trovare nessun
dipendente dell’ospedale.
Entrano in
stanza contemporaneamente e a momenti non buttano giù la
porta.
E: Oh no.
AC:
Dov’è
finita?
La stanza
era vuota e la finestra spalancata. Emi si avvicina ad essa e guarda
fuori,
controlla con lo sguardo tutto il perimetro del bosco, ma non vede
niente. Così
si appoggia con i gomiti al davanzale e comincia a fissare la luna.
Ann si
avvicina e si mette nella stessa posizione dell’amica.
AC: e ora
che si fa?
E:
aspettiamo.
Bosco
Pov Jacob
…. 6
lupi
circondano gli agenti Rockstone e Livarro, entrambi accasciati a
terra.. Il
primo ha solo una ferita lieve ad una gamba mentre l’altro
è svenuto tra le sue
braccia, ricoperto di ferita molto gravi che molto probabilmente gli
saranno
fatali.
È uno
stronzo, ma non se lo merita.
Cerco di non
farmi vedere restando nascosto tra i cespugli, mentre giro attorno alla
radura vedo resti
umani sparpagliati un
po’ ovunque e sangue che tinge di rosso gran parte del suolo.
I lupi sono
ancora immobili, tra di essi riconosco l’alpha che si sta
avvicinando ai due
agenti con fare minaccioso.
???:
aspetta.
Una voce
roca ma giovane ordina al lupo demoniaco di fermarsi e lui, come fosse
un
automa, obbedisce agli ordini. Dopo un attimo di confusione scorgo
un’ombra
uscire da dietro gli alberi.
Lucas…
AR: io ti
conosco….. sei Lucas Milton.
Lucas gli
sorride in maniera inquietante.
AR: sei tu
che hai ucciso tutte quelle persone? Sei tu il licantropo del video.
Lucas
sorride ancora, questa volta divertito.
L: no, io
non sono un licantropo e neanche questi lupi lo sono, ma il lupo di cui
stai
parlando ci sta osservando in questo momento.
Guarda nella
mia direzione, facendo incrociare i nostri sguardi.
Io decido di
uscire lentamente allo scoperto, non entro nel cerchio che i lupi
formano
attorno ai due agenti e a Lucas, ma ci cammino lentamente intorno.
L: Vedo che
sei da solo. La tua compagna non si sa controllare durante la luna
piena,
eppure pensavo fosse un licantropo dalla nascita.
Per quanto
possa fare l’espressione di un lupo, io rimango esterrefatto.
Come sa di Cora?
E come fa ha sapere
chi sono?
L: secondo
te non ho fatto le mie ricerche?
Ora legge anche
nel pensiero?
L: so bene
chi sono i due bei lupacchiotti che da un po’ stanno
ficcanasando nei miei
“affari”.
AR: aspetta,
lui non sta con te?
L: come
potrei essere alleato con la specie che 30 anni fa’ compi il
massacro.
Io ero
ancora più sorpreso.
Come sarebbe a
dire che erano stati i
licantropi?
AR: sono
stati dei lupi mannari a compiere il massacro di trent’anni
fa?
Lucas abbassa lo
sguardo e comincia a parlare con fare
ironico.
L: ecco
vedete, 30 anni fa Nicolas Chase fu morso da un lupo di un branco di
passaggio,
lui non volle lasciare la sua città per il branco,
così si ritrovò a dover
imparare tutto sul suo nuovo stato da solo. Ovviamente non ci
riuscì e da li
inizio il massacro, solo mio nonno Richard Milton, discendente di uno
dei più
antichi stregoni riuscì a fermarlo. Utilizzo lo stesso libro
delle ombre che
ora utilizzo io, uccise il licantropo, ma quando cercò di
far arrestare coloro
che erano a conoscenza del segreto del lupo, lui fu brutalmente
assassinato e
lo sceriffo di allora, ovvero la mia prima vittima, lo fece passare per
un
incidente di caccia.
Ho trovato
il diario di mio nonno con tutte le annotazioni di ciò che
succedeva e ciò che
scoprì allora, c’erano anche le spiegazioni su
come usare il libro delle ombre.
Così decisi di utilizzare il libro per vendicare mio nonno,
uccidendo i
complici da lui indicati, creai il mio branco di lupi con
l’intenzione di
sterminare tutti i lupi mannari o altre creature soprannaturali che si
sarebbero avvicinate a Rock Country.
Lucas stava
vaneggiando, seppur il suo discorso abbia un filo logico, nei suoi
occhi si
vedono la follia e la furia omicida.
AR: e gli
uomini che hai ucciso stanotte? Loro di sicuro non centravano niente
con quello
successo trent’anni fa’, alcuni non erano ancora
nati o non vivevano ancora
cui, ho visto che i tuoi mostri sono pressoché invincibili.
Quindi perché
questo bagno di sangue?
L: beh,
semplicemente….perché mi andava.
Il ghigno
sulla sua faccia era pieno di follia e desiderio di uccidere.
AR: questa
è
una follia, se vuoi vendicare le persone uccise trent'anni fa
perché massacrare
delle persone innocenti?
L: io ho
detto di voler vendicare mio nonno, non mi interessa minimamente delle
persone
uccise trent'anni fa. Quindi ora che spiegazione sono fatte.
Lucas volta
lo sguardo prima a destra, poi a sinistra osservando i sui lupi con un
sorriso
divertito sul volto.
L:
Uccideteli!
I lupi
cominciano tutti ad avvicinarsi a me e ai due agenti, ringhiano
minacciosi e i
loro occhi completamente neri, rendono il loro aspetto ancor
più demoniaco e
terrificante.
Sono pronto
a combattere, il mio manto prende fuoco e mi avvicino ai due agenti.
La tensione
è a mille anche Lucas è teso.
Poi un
ringhio, che sovrasta tutti gli altri. I demoni-lupo al sentirlo
cominciano a
indietreggiare abbassando le orecchie continuando a ringhiare,
però guardando
qualcosa alle nostre spalle.
Io volto il
capo e vedo nel fitto del bosco due occhi rossi, di un rosso acceso e
brillante
che ti penetra l'anima. Ma mentre i lupi e gli agenti sembravano
terrorizzati
da essi, io ne ero rassicurato.
Subito ne
capii il perché, quegli occhi anche se ora di colore
diverso, sono impressi a
fuoco nella mia mente.
CORA!
FINE
CAPITOLO
|
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Capitolo 19 *** che ci aspetta ora? ***
Capitolo 19:
Pov Jacob
CORA!
Sì,
non ci sono dubbi quelli sono gli
occhi di Cora, avevo ragione, non me l’ero immaginato, anche
se non ne era
consapevole, Cora è un Alpha.
I due occhi
rossi cominciano a muoversi, avvicinandosi a noi. Però, man
mano che si avvicina
però le mie certezze si affievoliscono.
Questo non
è l’odore di Cora! O
meglio, è il suo ma diverso, decisamente diverso, il potere
che avverto è
enorme, probabilmente pari o anche superiore al mio.
Poi lo vedo,
o meglio, LA vedo, una bellissima lupa dal manto color rosso vino con
una
postura fiera, decisa ed elegante esce allo scoperto dalla boscaglia e
con il
suo solo sguardo fa indietreggiare i demoni-lupo, ma poi noto una cosa,
i suoi
occhi, per quanto possano essere lucenti, non li sta facendo brillare.
Lei si
avvina me e una volta che mi è di fronte, sento la sua voce
nella mia testa.
C: ????? ?????
come compagno di Cora,
ti nomino primo membro del suo branco e comandante in seconda, so che
saprei
prenderti cura di lei.
J: che hai
detto???................ Come
sai il mio vero nome??? E come fai a parlarmi in testa???
Lei non
risponde, fa brillare i suoi occhi, brillano così
intensamente che potrebbero
essere paragonati ai fari abbaglianti di un’auto. Nonostante
il bagliore
intendo però, non distolgo lo sguardo e vengo irradiato di
un potere enorme,
sento tutti i miei sensi, le mie abilità e le mie
caratteristiche fisica
amplificarsi.
Sono un Beta, il
beta di Cora.
L: Ora basta
piccioncini!!
Lucas
interrompe il discorso tra me e “Cora”. Noto solo
ora che quando mi ha parlato,
si è riferita a Cora come se non fosse lei.
J: non sei Cora,
vero?
???: Esatto, al
momento ho preso
possesso del suo corpo perché lei non è ancora in
grado di gestire a pieno il
suo vero potere, lei non sarebbe stata in grado di renderti suo beta e
quindi
renderti sufficientemente potente da proteggerla finche sarà
necessario.
J: ma allora chi
sei?
???:Io sono una
sua madre….. Thalia Hale.
J: Cosa?
L: ho detto
basta! Uccideteli!
Anche se con
un po’ di esitazione, i sei lupi si avventano su di noi, io
mi posiziono subito
davanti a Rockstone e Livarro e notando però una cosa, sono
più grande, se
prima raggiungevo il metro e mezzo, ora sarò un lupo di
almeno un metro e
ottanta.
Rinfiammo il
mio manto e noto subito che anche il mio potere di fuoco si
è intensificato.
Voglio provare
una cosa.
Cerco di
dirigere le mie fiamme contro i tre lupi che avevo davanti, di solito
questo
trucco mi riesce solo quando solo in forma umana, invece ora funziona
anche in
forma di lupo, difatti le fiamme che circondano il mio corpo vengono
come
proiettate verso i demoni-lupo difronte a me, che rimangono seduta
stante
carbonizzati.
Io estinguo
le mie fiamme e mi giro ad aiutare Cora/Thalia, ma noto subito che ha
ucciso
due dei tre lupi, solo l’alpha è ancora in piedi.
J: come hai
fatto? Finora solo il mio
fuoco era riuscito a ucciderli.
Th: tu non hai
idea di quanto il
potere di una Regina Alpha possa essere grande.
J: Alpha che?
L: come
avete fatto? Non potete aver ucciso 5 dei miei lupi come se niente
fosse, un
mese fa, siete usciti vivi a malapena dallo scontro con tre lupi nel
bosco. Lui
questo non me l’aveva detto.
Lui?
Lucas non fa
a tempo a rispondere, il lupo Alpha cade a terra, con gli occhi che
sono
tornate normali.
J: ma cosa?
Th:
L’unico modo per uccidere questi
demoni senza il tuo fuoco o il potere di Cora, è uccidere
chi gli a creati.
Io sposto lo
sguardo su Lucas, noto che la sua pelle comincia a diventare bianca,
poi
azzurrina e infine le appendici (dita, naso, orecchie….)
cominciano a diventare
nere.
J: ma sta
andando in ipotermia.
Alla fine il
corpo del povero Lucas cede e cade a terra, mostrando che dietro di
esse si
ergeva una figura incappucciata, con la mano spalancata propensa in
avanti.
???: che
razza di idiota, li avevo detto di non esitare, di ucciderti subito,
non appena
saresti uscito allo scoperto. A quanto pare dovrò fare tutto
da solo.
Da dietro la
figura misteriosa cominciarono a comparire tantissimi lupi, tantissimi
lupi-demone.
???: ma non
stasera.
Il tipo
pronuncia una serie di parole in una strana lingua, diversa anche dal
latino,
comincia a comparire una strana nebbia che si infittisce sempre di
più, io mi
ci lancio dentro a capofitto ma niente da fare, la figura misteriosa e
l’esercito di lupi-demone erano scomparsi.
Io ritorno
alla mia forma umana mentre la nebbia cominciava a diradarsi.
J:
MALEDIZIONE!
Quando la
nebbia si diradò completamente notai che anche Cora/Thalia
era tornata in forma
umana.
Io mi
avvicino a lei, ha lo sguardo confuso e subito dopo aver incrociato il
mio
sguardo sviene, io mi muovo il più velocemente possibile e
riesco a prenderla
prima che cada a terra.
J: Cora!
Cora riesci a sentirmi?
Noto che si
è addormentata, il suo petto si alza e abbassa regolarmente
e sul suo viso c’è
un’espressione rilassata.
AR: FORZA
RAGAZZO RESISTI.
Mi ero
completamente dimenticato di Rockstone e Livarro.
Mi avvicino
a loro in fretta con Cora tra le braccia. L’agente Rockstone
preme sulla ferita
del suo partner. Io ascolto il suo cuore.
Non
c’è più
niente che si possa fare.
J: agente.
L’uomo
che
non si era accorto che mi ero avvicinato mi punta la pistola contro.
J: si calmi,
non voglio farle del male.
AR: allora
è
vero, voi due siete……
J:
sì, è
così, ma come le ho dimostrato prima difendendola, non sono
un mostro e neanche
Cora lo è. Né io né lei ci siamo mai
macchiati di sangue di innocenti, gli
unici umani che abbiamo attaccato avevano attaccato per primi, abbiamo
sempre
agito solo per autodifesa e non abbiamo mai ucciso nessuno.
AR.
Perché
dovrei fidarmi?
J: se vuole
salvare la sua città, non ha altra scelta.
Lui abbassa
lo sguardo titubante e rimette la pistola nella fondina.
AR: ma ora come
lo spiego questo ai cittadini?
J: ci
inventeremo qualcosa.
Vedo che
seppure lieve, la ferita alla gamba di Rockstone non gli consente di
alzarsi.
J: aspetti,
chiamo qualcuno che potrebbe aiutarci.
Prendo il
telefono e chiamo Emi.
J: pronto
Emi.
E*: JACOB!
STAI BENE? CORA È SCAPPA ED IO NON…
J:
tranquilla Emi, è con me, sta bene e senti ti posso chiedere
un favore?
E*:
sì
certo, cosa ti serve?
J: hai
ancora la copia di chiavi del mio appartamento?
E*:
sì.
J: bene,
entra prendi le chiavi che hanno attaccato un portachiavi a forma di
teschio
color rosso fuoco metallizzato, poi prendi le chiavi di riserva del
garage, le
tengo nel cassetto del mobiletto che c’è
all’entrata, poi vai nel mio garage,
il numero 17, prendi il fuoristrada color militare e poi segui le
coordinata
che ti manderò adesso.
E*: il tuo
garage non era il 15?
J: non ci
stavano due auto e tre moto.
E*: che????
J: senti
vieni cui il prima possibile.
E*: ma che
succede???
J: un
disastro Emi, comunque quando arriverai in prossimità del
bosco, tieniti vicino
un sacchetto per il vomito, non sarà un bello spettacolo.
E*: in che
senso non sarà un bello spett….
Chiudo la
chiamata, mi abbasso e mi siedo accanto a Cora, che provvedo subito a
prendere
tra le mie braccia.
AR:
c’è la
farà?
J: che possa
arrivare fino cui non ho dubbi, ma che non rimanga traumatizzata da
ciò che
vedrà nel bosco, non lo posso assicurare.
Lui rimane
in silenzio abbassa lo sguardo e poi lo rialza per guardare verso le
cime delle
montagne.
J: ci sono
altri sopravvissuti?
AR: del mio
gruppo non credo.
J: gruppo?
AR: io e lo
sceriffo ci siamo divisi in due gruppi, loro avrebbero aggirato la
montagna da
destra, noi da sinistra. Forse loro non sono stati attaccati.
J: speriamo.
Passiamo una
decina di minuti nel totale silenzio.
J: non hai
nessuna domanda.
AR: in
verità, una ce l'avrei.
J: spara.
AR:
ucciderete qualcuno di innocente?
J: finche
sarò in me mai e nemmeno Cora.
AR: e gli
altri come voi.
J: alcuni la
pensano come me o addirittura peggio, Cora mi ha raccontato di un suo
amico che
si rifiuta di uccidere anche i suoi più spietati nemici,
anche chi ha ucciso
membri della sua famiglia o dei suoi amici. Ma altri, non si fanno
scrupoli,
uccidono sia umani che altri della loro specie senza farsi troppi
problemi,
alcuni licantropi sono tra questi, ma non sono loro i peggiori, al
mondo d’oggi
la specie più diffusa che si può dire
più pericolosa per gli uomini sono gli
wendigo.
AR: wendigo?
J: muta
forma cannibali, si nutrono esclusivamente di carne umana, la minor
parte di
questi si nutre di umani già morti o che sono condannati a
morte certa, ma la
maggior parte preferiscono il brivido della caccia, preferiscono
mangiare carne
fresca, ho ucciso wendigo che si cibavano finche la loro preda era in
vita,
smettevano non appena moriva, anche se avevano mangiato solo un braccio
o meno,
lasciavo lì il corpo e cercavano qualcun altro. Sono esseri
ripugnanti e molto
pericolosi.
AR: oddio, ma
hai detto che sono i peggiori, no?
J: al
momento per gli umani sì. Ci sono creature molto
più pericolose ma che degli
umani, di solito, non gli importa più di tanto.
AR: ok, ma
in che senso “al momento”?
J:
vampiri….
AR: vampiri?
J:
sì, al
momento sono considerati estinti ma una volta esistevano. Loro non
erano come
li descrivono nei film, loro non succhiano il sangue per nutrirsene, lo
usano
come canale per nutrirsi d’altro. La forza vitale. Un vampiro
anche se non
vorrebbe, non ha scelta, se vuole sopravvivere deve uccidere qualcuno
risucchiando da esso fino all’ultima goccia di energia
vitale. Non può
prenderne solo una parte perché per un vampiro, o la prendi
tutta o non ti
servita a niente.
AR: cavolo,
ma hai detto che sono estinti.
J: so che
è
così, ma so anche che con esseri come i vampiri non si
può sapere. Ci sarà
sicuramente qualche vampiro nascosto da qualche parte, sono immortali,
l’unico
modo per ucciderli è con la luce del sole, con la
decapitazione o con il rogo.
Ce ne saranno ancora in circolazione, ne sono quasi certo.
40 minuti dopo
Si vedono
delle luci arrivare dal fitto della boscaglia.
AR: forse
è
lei.
Le luci
aumento.
J: no, devo
essere quelli del gruppo dello sceriffo.
Alcuni
uomini escono dalla boscaglia, sono traumatizzati, alcuni stanno
vomitando e
altri molto probabilmente l’hanno già fatto. Ad un
certo punto uno di loro ci
vede.
Ca(cacciatore):
SCERIFFO PRESTO, CI SONO DEI SOPRAVVISUTI.
Alcuni
uomini si avvicinano a noi per assicurarsi delle nostre condizioni.
Ca1: state
bene?
AR: potrebbe
andare meglio.
Due uomini
aiutano l’agente Rockstone ad alzarsi.
Io prendo in
braccio Cora che ancora dorme, poi vedo lo sceriffo avvicinarsi a noi.
SS: ragazzi
ma che ci fate qui? State bene?
J:
sì, non
si preoccupi sceriffo le spiegheremo tutto in centrale.
Ca: ma che
è
successo qui?
SS: niente
domande per adesso, vi porteremo in ospedale per medicare la ferita di
Rockstone e far controllare voi due.
Si sente il
rombo di un motore dal punto opposto da cui è arrivato il
gruppo dello
sceriffo. Poi due fari appaiono da dietro gli alberi e il mio
fuoristrada, una
Jeep Wrangel Tuning color verde militare.
J: ecco Emi,
speriamo stia bene.
Pian piano si
avvina a noi. Quando Emi scende è visibilmente provata,
probabilmente ha visto
cos’è successo nel bosco.
Lo sceriffo
si avvicina a lei con cautela e le poggia una mano sulla spalla.
Anch’io mi
avvicino a lei preoccupato e mortificato.
J: mi
dispiace di averti chiesto di guidare fin cui e vedere quello scempio
ma….
Faccio cenno
a Cora e Rockstone.
E: fa niente
Jacob, forza vi porto in ospedale. Ma chi è stato.
E sposto lo
sguardo verso il corpo di Lucas, per fortuna è abbastanza
lontano, se Emi lo
vedesse chissà come reagirebbe.
E: non dire
che è stata….
Lei fa cenno
con la testa a Cora.
J: NO.
Lei annuisce
e sposta lo sguardo sulla Jeep.
Metto Cora
sui sedili posteriori e le allaccio la cintura, Emi si siede accanto a
lei e
Rockstone si sistema al posto vicino al guidatore che ovviamente sono
io.
Guido fino
all’ospedale dove ci sono già dei medici con le
barelle pronte.
Caricano
Rockstone e Cora e li portano a controllare, fanno un veloce checkup
anche a me
e Emi per poi farci accomodare in sala d’aspetto.
Dopo due ore
ci raggiunge anche lo sceriffo Smith.
SS: ragazzi
come state?
J: bene
grazie.
Noto solo
ora che Emi si è addormentata sulla mia spalla.
SS:
Rockstone e Cora?
J: Rockstone
adesso si sta riposando nella sua camera, Cora non si sa, sta ancora
dormendo,
fisicamente dicono che sta bene e forse è stato il trauma
per quello che ha
visto.
SS: non
è il
caso che torniate a casa a dormire?
J: io voglio
restare, nel caso Cora si svegli, i genitori di Emi non sono in
città e non me
la sento di lasciarla solo, Ann di sicuro sta dormendo e non mi va di
svegliarla.
SS: capisco,
comunque volevo dirti che domani, che Cora si svegli o no, tu e
Rockstone
dovrete spiegarmi dettagliatamente cos’è successo
nel bosco.
J: va bene,
però deve avere una mente aperta.
Detto questo
lo sceriffo se ne va. Io resto sveglio ancora un po’ per poi
addormentarmi a
mia volta.
Jacob
svegliati…..
Jacob….
C: JACOB!!
Dallo
spavento faccio un salto e cado dalla sedia, anche Emi che era
appoggiata a me
cadde per lo spavento.
J: Cora mi
hai fatto prendere un colpo, ma che ore sono?
Mi rialzo
lentamente, Cora mi guarda furiosa.
C: le 8.40
di mattina. Dimmi che stavate facendo tu ed Emi?
Io faccio
una faccia confusa non capendo a cosa si riferisse, poi mi ricordo in
che
posizione io e Emi ci siamo addormentati.
J: CORA NON
È COME SEMBRA!! IERI SERA IO E EMI ERAVAMO STANCHI E CI
SIAMO ADDORMENTATI
E….E….
Cora scoppia
a ridere divertita dalla mia crisi di nervi.
E: che avete
da urlare voi due??
Emi sembra
ancora mezza addormentata.
E: Cora? Sei
sveglia finalmente! Come stai?
C: sto bene
grazie Emi. Che ne dite, andiamo casa?
J: ti hanno
già dimesso?
C:
sì,
giusto adesso.
J: dimmi
Cora, tu ti ricordi cos’è successo stanotte?
Le fa una
faccia stranita.
C:
sì, ho
fatto uno strano sogno su mia madre che mi parlava di una regina dei
lupi o
qualcosa del genere.
Lei
ridacchia pensando di star dicendo un mucchio di assurdità.
J: non
è
stato un sogno.
Lei mi
guarda sorpresa.
J: forse
è
meglio che ti racconto a casa.
1 ora e mazza
dopo, appartamento di
Cora e Jacob
Pov Cora
Non riesco
ancora credere a ciò che mi ha detto Jacob.
Io, un Alpha?
Non ci credo.
Eppure devo
crederci, la prova ce l’ho davanti agli occhi, riflesse nello
specchio, l’immagine
dei miei occhi che brillano di un rosso intenso.
Torna in
salotto dove, sul divano, Emi sta sorseggiando un caffè e
Jacob gioca ai suoi
soliti videogiochi.
C: almeno
ora hai cambiato genere.
Lui si volta
verso di me.
J:
sì, è un
videogioco fantasy, di norma non mi piacciono molto, ma questo
è ispirato ad un
anime che mi piace molto e a differenza dei soliti giochi che prendono
ispirazione da serie tv, film o altro, cui puoi crearti il tuo avatar e
vivere
la tua avventura.
C: intendi
quell’anime sugli spadaccini intrappolati in un mondo
virtuale di cui hai fatto
una maratona qualche sera fa’, com’è che
si chiamava….. non so che online?
J: si
chiamava….
Come se si
fosse appena ricordato qualcosa di vitale importanza, scatta in piedi e
comincia a infilarsi le scarpe.
C: e ora che
hai?
J: lo
sceriffo ieri sera, mi ha chiesto di passare subito in centrale e io
come mio
solito me ne sono completamente dimenticato.
C:
uff…..
Già,
non so che problemi abbia la sua
memoria, ma a volte sembra quasi che abbia l’Alzheimer.
Prendo la
mia giacca e insieme ad Emi esco dall’appartamento.
Arriviamo in
centrale verso le 9:30, chiediamo all’agente presente alla
reception dov’è l’ufficio
dello sceriffo.
AR: ragazzi.
L’agente
Rockstone è dietro di noi, su una sedia a rotelle in abiti
civili.
C: agente,
salve.
J/E: salve.
C: sta
meglio ora? Jacob mi ha raccontato cos’è successo
l’altra notte.
Lui mi
guarda confuso
J: non
ricorda niente dell’altra notte.
Lui annuisce.
AR: andiamo
lo sceriffo ci sta aspettando.
Noi le
seguiamo in mezzo alle varie scrivanie, vediamo le facce buoi e
malinconiche
dei pochi agenti rimasti. L’altra notte, anche una buona
parte di agenti aveva
preso parte alla battuta di caccia.
SS: salve
ragazzi.
Io sposto la
mia attenzione sullo sceriffo che ci scruta dalla soglia del suo
ufficio.
C/J/E: salve
sceriffo.
SS: entrate.
Noi tutti
entriamo, io ed Emi ci accomodiamo sulle due sedie davanti alla
scrivania, l’agente
Rockstone si affianca ad Emi con la sua sedia a rotelle e Jacob
è in piedi
vicino a me.
SS: Emi
forse è meglio che esci.
E:
perché?
AR: ho detto
tutto allo sceriffo, tutto quello che mi hai detto Jacob.
E/C: come
sarebbe tutto?
Io ed Emi
guardiamo
Jacob, io furiosa ed Emi anche.
AR: aspetta
lei sa….
Emi guarda
Jacob che gli annuisce.
E: che
questi due hanno zanne e artigli? Certo.
Emi guarda i
due agenti come se quello che ha detto fosse la cosa più
normale di questo
mondo.
SS: allora
credo che puoi restare anche tu.
J: ma se
l’agente
Rockstone sa meglio di me cosa è successo ieri notte.
SS: ma tu
sai meglio di noi cos’erano quei mostri.
Lui sbuffa e
si gratta la nuca, indeciso se parlare o meno.
C: mi
dispiace sceriffo, è già tanto che Jacob vi abbia
detto del nostro, ma questo
non ve lo possiamo dire, sappiate solo che non dovete per nessuna
ragione
entrare nel bosco o provare ad affrontare e cacciare quei lupi.
SS:
sì,
comunque uno di voi due dovrebbe venire con me in obitorio, anche se la
sua
famiglia ha già confermato, mi serve qualcuno presente
quella sera che confermi
l’identità di Lucas Milton.
E: che
centra Lucas?
In effetti
non lo so nemmeno io, Jacob non ha mai fatto il suo nome.
C: è
vero
che centra?
Lo sceriffo
mi guarda confuso.
AR: la
ragazza non ricorda nulla di quella notte.
Lo sceriffo
annuisce.
SS: Jacob,
perché
non gli hai detto…
Jacob spalanca
gli occhi e cerca di far cenno allo sceriffo di tacere ma lui lo ignora
continuando a guardare me negli occhi.
SS:…..
che
era Lucas Milton che controllava quei lupi ed è responsabile
del massacro di
questa notte?
Io mi giro a
guardare Jacob confusa.
Perché
non me l’ha detto?
Lui intuendo
la mia domanda sposata lo sguardo alla mia destre, io mi volto e vedo
che il
viso di Emi è rigato da delle lacrime.
J:
perché non
volevo che Emi lo venisse a sapere così.
Lui lancia
un occhiata assassina allo sceriffo.
E: scusate.
Emi esce in
lacrime dall’ufficio.
SS: ho detto
qualcosa di sbagliato?
Lo sceriffo
fa la domanda come se non si rendesse conto di ciò che ha
detto, anche
Rockstone aggrotta le sopracciglia.
C: Lucas era
l’ex ragazzo di Emi, anche se era stata lei a lasciarlo, era
ancora innamorata
di lui, noi avevano sospettato di Lucas qualche tempo fa e quando lo
abbiamo
detto a Emi è andata su tutto le furie.
Ormai sono
in piedi e sto fissando con uno sguardo omicida lo sceriffo di fronte a
me, con
entrambe le mani appoggiate alla scrivania.
SS: io come
poteva saperlo?
Anche lui
comincia ad alzare il tono di voce.
C: in ogni
caso, lei sapeva benissimo che lui frequentava la nostra scuola, e di
sicuro
non si dà una notizia del genere così
tranquillamente.
SS: ascolti
signorina, sono morte molte persone, quindi al momento evitare di
spezzare il
cuore ad una ragazza perché la sua cottarella è
risultato essere un serial
killer ora morto è l’ultimo dei miei pensieri.
Io divento
una furia i miei occhi diventano rossi, Jacob mi afferra la mano che io
stavo alzando
per colpire lo sceriffo. Rockstone aveva messo mano alla fondina e
Smith mi
guardava inespressivo.
C: le giuro
che se Emi fa qualche pazzia la riterrò direttamente
responsabile.
Detto questo
ancora con gli occhi rossi esco furibonda dall’ufficio
seguita a ruota da
Jacob.
Fine Capitolo
|
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Capitolo 20 *** Ballo????? ***
Capitolo 20;
BALLO?!?!?!?
Pov Cora
Appena esco
dalla centrale vedo Emi in lacrime, appoggiata
all’auto di Jacob.
Io mi avvicino
velocemente e l’abbraccio.
E:
perché? Perché proprio lui?
C: tranquilla
Emi, ora devi solo pensare a stare tranquilla.
Lei si stacca
bruscamente e mi da le spalle.
E: come posso
stare tranquilla in un momento del genere?
La sua voce
è rotta dal pianto.
J: non lo devi
essere.
Jacob mi arriva
da dietro e dal suo sguardo capisco cha sa
quello che fa.
J: adesso
andiamo a casa, lì ti sfogherai, butterai fuori
tutta la tua rabbia tutta la tua tristezza tutto ciò che ti
tieni dentro..........
Va bene?
Lei annuisce
cercando di trattenere le lacrime.
Saliamo in
macchina e dopo qualche minuti Emi smette di
piangere.
Forse si
è
calmata.
***
J: È
solo la quieta prima della tempesta.
***
Io mi volto
verso Jacob ma lui continua a guardare fisso di
fronte a se.
Appena arrivati
a casa di Emi lei entra nell’appartamento con
calma.
Forse Jacob
si sbagliava.
Emi inizia a
tremare appoggiandosi alla parete e scoppia in
un pianto fragoroso, accasciandosi a terra.
Io corro subito
ad abbracciarla, lei si avvinghia a me mentre
continua a piangere, urlare il nome di Lucas e a chiedere
perché.
Va avanti per
quasi un’ora prima di addormentarsi stremata tra
le mie braccia. Jacob la sistema sul divano, intanto io prendo una
coperta e
gliela adagio delicatamente sopra, lei si rannicchia e flette le labbra
in un
dolce sorriso quasi impercettibile. Noi ci sediamo dall’altro
lato del divano non
volendo lasciare Emi da sola. Io me ne sto bella rannicchiata tra le
braccia di
Jacob che si legge un libro che ha trovato tra gli scaffali del salotto
di Emi.
Dopo una
quarantina di minuti qualcuno bussa alla porta, io
essendo praticamente sopra Jacob, sono l’unica in grado di
alzarsi.
AN: ehi Emi
perché oggi….
Io le tappo la
bocca con le mani.
C: Emi sta
dormendo, ha avuto un brutto shock oggi, adesso ti
raccontiamo tutto ma tu devi stare calma.
io e Jacob
usciamo dall’appartamento cosi da non rischiare di
disturbare Emi. Raccontiamo tutti i dettagli a Ann, del massacro, della
storia
di Lucas, delle sue motivazioni e di come è morto.
Lei rimane
turbata da tutte le notizie che riceve.
AC: adesso dorme
giusto?
Noi due annuiamo.
AC: voi andate a
casa, ci penso io ad Emi.
J: ok, ah puoi
dire ad Emi che ho preso questo in prestito.
Jacob le mostra
il libro che in mano.
AC: ah
“il segno della croce” di Glenn Cooper,
l’ho letto, è
carino.
C: allora noi
andiamo. Ciao.
J: ciao.
AC: ciao ragazzi.
Pov Ann
Entro
nell’appartamento e Emi dorme ancora sul divano, io
cerco di sedermi dal lato opposto cercando di non svegliarla, ma con
pochi
risultati.
E: chi
è?
Emi è
ancora in uno stato di dormi-veglia cosi decido di
provare a farla riaddormentare.
AC: sono Ann
tranquilla, torna a dormire.
Le accarezzo una
guancia, lei ha ancora gli occhi semi-chiusi
e deve essere parecchio intontito perché viene verso di me.
AC: Emi che fai.
Io non me la
sento di fermarla così lei riesce a stendersi
sopra di me e accoccolarsi sul mio petto, io mi ero tolta la felpa e
addosso
avevo solo una sottile maglietta a maniche lunghe, non avendo neppure
il
reggiseno lei era praticamente a contatto quasi diretto con il mio
seno, con la
bocca pericolosamente vicina ad un capezzolo. Io ovviamente sono
più rossa di un
peperone. Anche se Emi è come una sorella per me, quella
posizione è abbastanza
imbarazzante.
E: ti
amo…….Lucas
Crack, ecco il
mio cuore si spezza.
Ma che
andavi a pensare Ann, lei non cercava il conforto della sua migliore
amica ma
di quel deficiente del suo ex ragazzo.
Lo so che dare
del deficiente ad un morto (anche se serial
killer) non è bello, ma a me Lucas non è mai
piaciuto.
Lei si alza
lentamente da me, io pensando che mi debba dire
qualcosa mi alzo a mia volta sui gomiti. Ma Emi fa l’unica
cosa che mai mi
sarei aspettata, ma da un leggerissimo bacio a stampo sulle labbra, per
poi
risistemarsi sul mio petto.
E: ti amo da
sempre AaahhNhNNnh
Il mio cervello
crussha.
Error 404
not found. È la mia immaginazione o in quel mezzo sbadiglio
ha detto Ann???
Lei si accoccola
ancor più strettamente al mio petto
facendomi arrossire più di prima. Io decido di ignorare quel
mezzo sbadiglio e
comincio ad accarezzarle lentamente i capelli.
Addormentandomi
a mia volta qualche minuto dopo.
Appartamento
di Jacob e Cora
Pov Cora
Siamo arrivati
da una mezzora, è mezzogiorno e un quarto.
Stiamo mangiando dei panini al prosciutto fatti su al momento.
Toc Toc Toc Toc
J: chi
sarà mai a quest’ora?
Dice Jacob
mentre si alza e va ad aprire la porta. Io
continuo il mio pasto.
J: preside
Mongomeri! Buongiorno…..
Jacob, come me,
è abbastanza sorpreso di trovarsela davanti.
PrM: Buongiorno
Jacob, posso entrare?
J:
ehm….certo si accomodi.
Non appena entra
e fa qualche passo in salotto, gira la testa
verso lo spazio cucina, che essendo parte del salotto è
completamente visibile.
PrM: Cora? Bene
devo parlare anche con te.
C:
ok…..
Io le annuisco
un po’ incerta.
J: si accomodi.
Dice Jacob
indicando la sedia davanti a me mentre lui prende
posto al mio fianco.
Lei annuisce con
la testa e si accomoda sulla sedia.
PrM: allora
ragazzi, sono cui perché ho ricevuto una chiamata
dallo sceriffo Smith un ora fa.
Perché
lo
sceriffo ha chiamato la preside??? Non gli avrà perlato di
noi???
C: che cosa le
ha detto?
Il mio tono
è abbastanza tremolante e noto subito Jacob
mettersi sull’attenti.
PrM: mi ha detto
che mentre eravate in giro per il bosco,
contravvenendo al coprifuoco, vi siete imbattuti nei corpi di alcuni
cacciatori
rimasti uccisi la notte scorsa nel bosco.
Il suo tono non
sembrava voler nascondere il fatto che
sapesse del massacro e che quelli non erano corpi ma poco
più di resti di
esseri umani, non
lo sapeva proprio.
J: mi scusi, ma
cosa le ha detto esattamente lo sceriffo su
quello successo la notte scorsa?
PrM: beh che
eravate in giro nel bosco e vi siete imbattuti
in dei cacciatori che erano stati uccisi da dei lupi.
C: è
vero, eravamo fuori a passeggiare per il bosco. Ma non
erano alcuni cacciatori, lei sapeva che per quella notte lo sceriffo
aveva
organizzato una battuta di caccia?
PrM:
sì, mio marito ha partecipato ad essa, è tuttora
fuori
con metà del gruppo per seguire le tracce dei lupi.
J: non
è così.
PrM: come?
La preside
è piuttosto confusa.
C: le possiamo
assicurare che tutti i sopravvissuti a quella
notte sono tornati tutti a casa.
PrM:
sopravvissuti?
Lei ride
leggermente non capendo a cosa ci stiamo riferendo.
J: non ci siamo
imbattuti in alcuni cacciatori, ma in uno dei
due gruppi in cui si era divisa la battuta di caccia la scorsa notte.
Lo sguardo della
preside comincia a farsi più serio e
preoccupati.
C: a parte
l’agente Rockstone, erano tutti morti.
J: fatti a pezzi
dai lupi.
Lei ci guarda
con la bocca e gli occhi spalancati.
PrM:
scu..scusatemi….devo andare.
Lei lentamente
si alza e Jacob l’accompagna alla porta.
J: arrivederci
preside.
C: non siamo
stati un po’ insensibili?....e stronzi?
J: meritava di
sapere la verità, non permetterò allo sceriffo
di insabbiare tutto.
Appartamento
di Emi 13:27
Pov Emi
Mi sveglio
lentamente, la testa mi fa un male cane e mi
sembra di avere i postumi di una sbronza. Cerco di sollevarmi ma
qualcosa mi
blocca. Noto subito di essere sul divano di casa mia, che sembra
più rialzato
di quanto mi ricordavo. Guardo il mio fianco per capire cosa mi
blocchi, ma
quando noto che è un braccio, un braccio femminile, e quello
che uso come
cuscino invece è il seno della ragazza, sbianco per qualche
secondo per poi
lanciare un urlo.
E: ahhhhhhhhhh
Scatto in piedi
il più velocemente possibile, tendando di
coprirmi con la coperta che mi copriva mentre dormivo.
AC: ma che hai
da urlare Emi?
Guardo con la
bocca aperta la ragazza che mi parla con una voce
impastata dal sonno e gli occhi ridotti a due fessure.
E:
perché?? Perché stavamo dormendo
assieme…… no, noi non
abbiamo fatto…..fatto….
Lei spalanca gli
occhi capendo cosa volevo dire.
AC: o buon dio
no. Ma che ti salta in mente???? Avevo dato il
cambio a Cora e Jacob per starti accanto per lo shock che avevi subito,
ma tu
ti sei svegliata e mi ti sei sdraiata addosso.
Arrossisco come
un peperone, reazione che anche Ann condivide
ma che prova a non dare a vedere.
E: ma di che
shock stai parlando?
Lei abbassa lo
sguardo e quando lo rialza vedo il suo sguardo
pieno di malinconia.
AC: quello per
la morte di Lucas….
Un lampo, un
lampo mi illumina il cervello e tutte le
immagini e le informazioni della notte e della mattinata recente mi
vengono
proiettate in mente.
Io sbianco e
lentamente mi siedo vicino ad Ann, comincio a
piangere, mi accascio sulla spalla di Emi, lei prende ad accarezzarmi i
capelli.
AC: shhhshhhh va
tutto bene, va tutto bene.
E:
Lu..Lucas….
AC: non devi
pensarci più, anche se è ancora presto, devi
andare avanti, sei il nuovo leader del club di botanica,
quest’anno hai la
maturità, devi continuare ad essere una delle migliori della
scuola e questo
fine settimana, ovvero tra tre giorni, ci sarà il ballo di
fine anno da te
organizzato.
Un nuovo lampo
nel cervello.
IL
BALLO!!!!!
E:
oddio…
Mi alzo
lentamente dal divano con gli occhi spalancati.
AC: che succede?
E: il ballo, da
quando ho scoperto che Cora e Jacob sono
lupi, me ne sono completamente dimenticata.
AC: Vuoi dire
che tra tre giorni ci sarà un ballo organizzato
a metà?
E: manca ancora
la musica, le decorazioni, la selezione dei
professori che faranno da chaperon.
AC: beh se manca
solo questo non ci saranno troppi problemi….
E: no, non
capisci…. Le decorazioni le avevo trovate, ma
dovevano essere ordinate con due settimane di anticipo dal ballo. Per
la musica
possiamo chiedere alla banda della scuola, avevo già
cominciato a mettermici
d’accordo e per i prof ne servono minimi otto.
AC: tranquilla
Emi, si sistemerà tutto.
AC: almeno
non pensa più a Lucas.
E: hai detto
qualcosa??
Lei aggrotta la
fronte e nega con la testa.
E: ok, andiamo
da Cora e Jacob, ci servirà una mano.
Appartamento
di Jacob e Cora
Pov Generale
I due inquilini
dell’appartamento stavano
“tranquillamente”
amoreggiando sul divano del salotto, quando qualcuno
cominciò a bussare
selvaggiamente.
Cora per lo
spavento si tira su di scatto e Jacob che in quel
momento era sopra di lei, viene “amorevolmente”
spinto dalla ragazza giù dal
divano, cadendo con tonfo secco.
Cora si avvia
spedita verso la porta.
J: Cora ferma.
Lei si gira di
scatto spaventata.
C: Cosa?
Lui con la testa
ammicca verso di lei, che abbassa lo sguardo
notando di essere senza maglietta, con una spallina del reggiseno
abbassata e
spostando lo sguardo verso lo specchio, completamente spettinata.
C: apri tu.
Disse prima di
rinchiudersi in camera da letto.
Il bussare alla
porta continuava imperterrito, Jacob si alza,
si infila una maglietta, si da’ una sistemata ai capelli e
apre la porta.
Emi entra a
passo spedito nell’appartamento.
E: Jacob mi
serve il tuo aiuto per allestire la sala da ballo,
le decorazioni utilizzeremo quelle per l’anniversario dei 10
anni della scuola
dell’anno scorso. Io mi organizzerò con la banda
della scuola per la musica,
Ann tu contatta i professori della lista che ti ho dato prima e Cora
tu…. Cora?
Emi si guardava
intorno alla ricerca della ragazza lupo.
C:
Emi…
Cora Esce dalla
camera con un’espressione che preannuncia un
disastro.
C: di che Ballo
stai parlando?
E: di quello di
fine scuola che si terrà tra tre giorni.
Dovreste aiutarmi ad organizzarlo.
C: dovresti
aiutarmi tu ad organizzarmi, io non sono mai
stata ad un ballo liceale, non ho il vestito, non ho le scarpe, non
saprei da
dove cominciare per truccarmi.
E: frena, il
vestito ce l’hai, ricordi.
Cora arrossisce
ricordando che quel vestito scopre
leggermente troppo per i suoi gusti.
E: per le scarpe
so già quali devi prendere, per il trucco ti
aiuterà Melissa, è una maga per il make-up, e se
non sai ballare non
preoccuparti, non è strettamente necessario.
C: io credo
invece che lo sia.
E: comunque,
seguitemi, Jacob prendi la Camaro, ci serve
un’auto veloce ma capiente, e portaci a scuola.
Emi con passo
deciso si avvia fuori dall’appartamento, invece
i tre rimasti all’interno guardavano a bocca aperta verso il
punto dove la
ragazza dai capelli rosso fuoco era sparita.
E: MUOVETEVI!
Emi urlava dal
fondo delle scale.
Dopo quindici
minuti, aver obbligato Jacob a farla guidare e
venti infrazioni del codice stradale, Emi parcheggiava nel parcheggio
della
scuola.
E: Bene, ho
chiamato gli altri membri del comitato del ballo,
gli ho informati della situazione e mi hanno detto che cibarie,
sicurezza e
palestra sono pronte.
Emi entro in
palestra con passo spedito con al seguito i tre
amici, davanti a lei si stagliavano quattro persone: Jessica Mitchel
compagna
di classe di Jacob e Cora, Rihanna Marker 5°A elettronica,
Samuel Stevenson 3°B
informatica e Roger Ruserir compagno di classe di Emi.
E: ok ragazzi,
lo so che siamo in ritardo ed è colpa mia,
così ho chiesto degli aiuti, Roger e Rihanna, voi vi farete
aiutare da Jacob
nell’allestimento delle decorazioni.
I tre ragazzi si
diressero seduta stante verso il magazzino.
E: Samuel, tu
chiamerai i professori nella lista che ho dato
ad Ann per chiedergli se sono disponibili a fare da chaperon, me ne
servono
minimo otto. Ann per te c’è un cambio di
programma, mi serve il tuo aiuto per convincere
la banda della scuola e ho bisogno che tu sia il più
seducente possibile.
Ann
spalancò gli occhi.
AC: No, lui no,
non lo sedurrò mai per avere il suo
contributo.
E: Ann non
abbiamo altra scelta, non c’è tempo per chiamare
un'altra band, James è il capo della sezione rock della
banda della scuola e
sua sorella Alicia di quella di musica da sala.
AC: ascoltami
bene, James Diamond è un imbecille arrogante
che mi spoglia con gli occhi ogni volta che mi vede, non perde
occasione per
chiedermi di uscire, anche se è ben chiaro che le sue
intenzione sono altre.
E:
sì, ma lui ci serve e anche sua sorella, lei stravede per
lui e quindi se abbiamo lui abbiamo anche lei.
Ann emette una
specie di ringhio che Emi prende con un
assenso.
E: Jessica, tu
l’estate scorsa hai fatto da assistente alla
tua insegnante nelle lezioni di ballo che tiene, giusto?
JM:
sì, perché?
E: dato che hai
svolto già tutti i tuoi incarichi, deve
insegnare a Cora a ballare.
C: Cosa?
JM: Cosa?
Le due ragazze,
non si stavano antipatiche, ma neanche
simpatiche. Cora non sopportava la natura di secchiona di Jessica,
abbinata
alla sua naturale avvenenza, al carattere gentile e altruista, abbinato
alla
socialità che la ragazza aveva nei confronti degli altri,
vedeva troppa
perfezione in quella ragazza e non lo sopportava.
Jessica invece
ignorava Cora da quando la ragazza l’aveva
respinta malamente quando all’arrivo di
quest’ultima in città, lei aveva
cercato di fare amicizia.
C: avevi detto
che non era necessario ballare.
E:
sì, beh ho mentito, Jessica è stata incoronata
miglior
ballerina per gli ultimi tre balli di fine anno, ovvero in tutti quelli
a cui
finora ha partecipato, insegna anche alle più piccole danza
quindi per te sarà
un’ottima insegnante.
Cora volse lo
sguardo verso la castana a due metri da lei che
la guardava a sua volta.
JM: per me va
bene, sempre se stia bene anche a Cora.
C: va bene anche
per me.
E: perfetto, ma
prima, Jessica ti ho inviato la foto delle scarpe
che Cora deve acquistare per il suo vestito. Jacob!
Il ragazzo in
piedi su una scala che appendeva degli
striscioni volse lo sguardo alla ragazza che lo aveva interpellato.
J: cosa?
E: tu hai la
carta di credito?
J:
Sì…..
E: Cora conosce
il codice?
Il ragazzo
annuisce.
E: quanto hai su?
J: 800 $?
E: dalla a Cora.
Il ragazzo anche
se un po’ titubante scese dalle scale e
consegno la carta alla fidanzata.
E: perfetto, ANN
CON ME, TUTTI VOI A FARE CIÒ CHE HO DETTO!
MUOVERSI!
Fine Capitolo.
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Capitolo 21 *** Ballare coi tacchi ***
Capitolo 21:
Ballare coi
tacchi?
Pov Emi
Io e Ann ci
dirigiamo a passo spedito verso i laboratori di
musica, dobbiamo trovare James Diamond leader della rock band della
scuola.
Guardo verso Ann
che poco prima si era fermata in bagno per
darsi una sistemata.
Lui è
stato il primo a scoprire che Ann fosse lesbica in
seconda media, io e molti amici di Ann lo sapevano già
allora ma aspettavamo
che fosse Ann a fare coming out. Per una strana ragione James dopo che
ha
scoperto dell’omosessualità di Ann, cercava sempre
di provocarla, di sedurla e flirtava
continuamente con lei, all’inizio Ann non ci fece troppo
caso, ma quando lui
cominciò a farsi sempre più insistente lei lo ha
affrontato, lui a quel punto
si è dichiarato innamorato e lei ha cominciato a girarli
alla larga.
AC: Emi lo sai
che quasi sicuramente mi chiederà come minimo
un ballo, quindi tu per quello che sto per fare mi pagherai minimo un
mese di
palestra.
E: cosa? ma sono
120$!!!
Lei inchioda e
si posiziona davanti a me con un sorriso sornione.
AC: allora
preferisce cercare un'altra band?
Io sbuffo.
Ma non era
lei che non voleva avere a che fare con Diamond?
E: va
bene….
Agito le mani in
segno di resa.
Ann si gira fa
qualche passo per poi fermarsi di fronte ad
una porta antincendio.
AC: prima tu.
Io prendo un
respiro profondo e poi entro nella sala.
Come al solito
è in disordine, ci
sono fogli, lattine vuote e
pacchetti
di patatine sparsi qua e la. Il primo che nota la nostra entrata
è James che
subito salta giù dallo sgabello su cui era seduto ad
accordare una chitarra.
James ci viene
incontro.
E: ciao James,
ti volevo parlare di…..
Lui mi ignora
totalmente, mi passa di lato e si dirige con un
sorriso ebete verso Ann.
AC: fermo li.
Lui inchioda a
qualche passo da Ann.
AC: senti James,
siete disponibile a suonare al ballo di fine
anno questo sabato sera?
JD (James
Diamond): per me non c’è problema, ma devo prima
parlare con Emi è lei che organizza il ballo
quest’anno, no?
E: James, sono
dietro di te.
Sono abbastanza
seccata, non mi ha ignorata, non mi ha
proprio vista, come fa uno pieno di se come Diamond, che si fa una
ragazza
diversa ogni fine settimana, a sembrare un cagnolino quando Ann
è nel suo campo
visivo.
JD: OH! Emi non
ti avevo vista.
Io lo guardo
storto.
E: Allora?
Potete suonare al ballo?
Lui guarda gli
altri membri della band che gli fanno tutti un
gesto di assenso.
JD: ok, ci
stiamo.
E: bene, non
è che puoi chiederlo anche a tua sorella? Adesso
lei non c’è e non abbiamo tempo per contattarla.
JD: certo non
c’è problema.
Noi annuiamo e
ci avviamo verso l’uscita.
JD: ASPETTATE!
Era troppo
bello per essere vero.
JD: non
penserete mica che lo farò gratis.
AC: che cosa
vuoi in cambio?
Ann praticamente
li ringhia contro, se non avessi visto da
vicino un lupo mannaro arrabbiato, penserei che lei lo sia.
JD: che tu sia
la mia accompagnatrice al ballo.
AC: al massimo
ti concedo un ballo.
JD: ti porto io
alla festa, un ballo e ti riporto a casa.
AC: porti me e
Emi, un ballo e torno per i fatti miei.
JD: porto solo
te, un ballo e torni da sola.
AC: andata.
Ann si volta e
si dirige a passo spedito fuori dalla stanza.
Io mi volto di
nuovo verso James che guarda sognante il punto
da cui Ann è uscita.
E: beh, allora
ciao.
Lui neanche mi
calcola, così io mi avvio un po’ irritata
verso la palestra.
Pov Cora
Io e Jessica
abbiamo litigato con ben quattro ragazze per
quel paio di scarpe, un paio di sandali color argento con il tacco 12 e
il
“reticolato” che arrivava fino a metà
polpaccio, mi sono o meglio sono costati
a Jacob ben 320 $, insomma su quella carta aveva circa 800 dollari non
credo
sarà quello il problema, forse il fatto che la differenza di
altezza tra di noi
non sarà più di 25 cm, ma di 13 cm.
Torniamo in
palestra dopo aver lasciato a casa di Emi, dove
mi sarei preparata la sera del ballo, le mie scarpe nuove e aver preso
su
richiesta tramite massaggio di Emi un paio delle sue scarpe con tacco.
Non appena
mettiamo piede in palestra lo spettacolo che ci
troviamo di fronte fa accapponare la pelle, Jacob tiene Samuel
Stevenson per il
collo sollevandolo da terra, nello sguardo di Jacob si vedono la rabbia
e la
furia omicida, per fortuna non sta facendo brillare gli occhi. Mentre
gli altri
sono immobili a fissare la scena, Ann e Emi cercano di convincere Jacob
a lasciare
la presa, io subito corro verso di lui.
C: JACOB! Basta!
Lascialo andare!
Lui come
ripresosi da un’ipnosi lascia la presa attorno al
collo del ragazzo che cade a terra ansimante. Io mi avvicino a lui come
una
furia.
C: MA CHE CAVOLO
TI È PRESO? AVRESTI POTUTO UCCIDERLO! PERCHÈ
DIAVOLO LO STAVI STRANG…olando….
Fiuto un odore
familiare, dolce ma intenso, sa di vaniglia,
fragola e ……strozzalupo.
Volto lo sguardo
dal luogo di provenienza dell’odore…….
Carla Chase si
distingue nel suo completino da cheerleader e
il trucco esagerato.
C: ancora
tu….
Ringhio
sottovoce, lei lo nota, il sorriso che fino ad un
attimo fa aveva stampato sul volto sparisce e comincia ad
indietreggiare.
Io faccio
brillare gli occhi del mio nuovo colore, dando le
spalle al resto delle persone presenti solo lei lo nota, che ancor
più
spaventata cerca di scappare, ma la porta che da’
sull’esterno è chiusa a
chiave.
Emi, china ad
aiutare Samuel, alza lo sguardo e mi vede chi
mi dirigo a passo spedito verso la Chase.
E: CORA!
Io mi giro verso
di lei, anche se gli occhi non brillano, nel
mio sguardo si vede tutta la ferocia che in quel momento mi
attraversava, il
mio sguardo trasudo odio e furia omicida sufficienti a far sussultare
tutti
quelli che incrociano il mio sguardo.
Tutti eccetto
Emi, Ann, Jacob e Samuel (ma solo perché
costretto a terra) fanno un passo indietro intimoriti.
E: Non ne vale
la pena Cora, lasciala andare, gliela faremo
pagare in un altro momento.
Io mi volto
verso la Chase.
C: Sparisci!
Lei sussulta e
si dirigi
passo svelto fuori dalla palestra.
E: Roger aiuta
Samuel ad andare in infermeria.
C: si
può sapere che è successo?
Io mi avvicino a
Emi che nel frattempo aveva posato una mano
sulla spalla di Jacob, che fissava il pavimento.
E: non ne sono
certa, cinque minuto dopo che ero tornata, la
Chase è entrata in palestra sostenendo di voler
supervisionare gli ultimi
preparativi del ballo.
AC: ma invece si
è messa a fare la civetta con Jacob, credo
che oltre al profumo di strozzalupo avesse addosso anche quello agli
ormoni di
cui mi avevi parlato.
E: ad un certo
punto non ho capito che ha detto, ma credo che
ti abbia screditato o presa in giro, Samuel ovviamente essendo un
coglione, le
ha dato ragione aggiungendo però la frase “oltre
ad avere stile è anche un
troietta, come minimo ha perso la verginità a otto
anni”.
C: COSA? Adesso
lo ammazzo io! E ammazzo anche la Chase.
Faccio un passo
in avanti verso l’uscita, con la reale
intenzione di uccidere Samuel Stevenson e Carla Chase
Tutti nella
palestra fanno un passo indietro, o meglio un
salto. Se prima parevo essermi calmata, adesso probabilmente avrei
ucciso
chiunque non mi avesse dato ragione.
AC: Beh,
comunque a quel punto Jacob è scattato, non ha detto
niente, prima lo ha preso a pugni, poi, poco prima che arrivassi tu, lo
ha
sollevato per il collo.
Io mi massaggio
le tempie.
Questa non
ci voleva proprio.
C:
Ok… Jacob torna a casa e fatti una dormita.
Lui annuisce, si
avvicina a me e ci scambiamo un bacio.
J: a stasera
allora.
Esce dalla
palestra a passo veloce senza incrociare lo
sguardo con nessuno dei presenti.
Emi si volta e
guarda tutti quelli rimasti in palestra con un
sorriso forzato.
E: allora
ragazza, cerchiamo di ignorare quest’incidente e
continuiamo i preparativi, ogni torni al compito che lì era
stato assegnato, io
prenderò il posto di Samuel e Ann quello di Jacob, Cora tu
metti le scarpe che
ti ho detto di prendere e fatti insegnare da Jessi a ballare.
Appartamento
di Emi
Pov Generale
C: non lo
rifarò mai più!
Esclama Cora
mentre sa fa ricadere sul divano dell’amica.
E: Andiamo Cora,
non sarà stato così terribile.
Cora le lancia
un’occhiataccia e Emi le risponde con un
sorriso divertito.
AC: Cora ha
ragione, mi ricordo il ballo a cui mi hai
trascinato in prima. Non metterò mai più scarpe
col tacco in tutta la mia vita.
Emi la guarda
accusatoria.
E: Ora che
indossi scusa?
Ann abbassa lo
sguardo sugli stivaletti scamosciati con tacco
che indossa.
AC: questi sono
comodi e non sono rigidi e torturatori come
le scarpe che mi avevi fatto indossare a quel ballo.
Emi si avvicina
ad Ann sul piede di guerra.
E: si beh!
C: non
è questo il problema!
Le due
litiganti, che erano arrivate ad un palmo l’una
dall’altra, si voltano sulla ragazza stramaccata sul divano.
C: quei sandali
non sono scomodi e non mi fanno male, il
problema è che io non ho mai indossato nulla del genere.
Qualche scarpa con la
zeppa l’ho messa e anche qualche stivaletto con tacco, ma
nulla di così di
classe e soprattutto niente che ti l’impressione di camminare
su una corda a
venti metri di altezza senza rete.
E: scusami ma
voi licantropi non dovreste avere i riflessi
super sviluppati, ciò dovrebbe impedirti di cadere.
C:
sì, e ho già dato fondo a tutti i miei fattori
soprannaturali per evitarmi i tre quarti dei capitomboli che ho fatto
oggi.
E: sai che
tragedia, non ti ferma un’esplosione e dei lupi
demoniaci, ma bastano un paio di scarpe eleganti per metterti fuori
gioco?
C: ascoltami
bene Emi!
AC: Ehi ragazze…
C/E: CHE
C’È ?
AC: che fine ha
fatto Jacob?
Le due ragazze
cominciano a guardarsi intorno.
Grrrr ZZZzzz Grrrr
ZZZzzz GRRRRrrrr ZZZZZzzzz
Le tre ragazze
si voltano tutte tre contemporaneamente verso
una poltrona che è posta in un angolino della stanza.
Jacob dorme
beatamente, rannicchiato come un bimbo sulla
poltrona mentre abbraccia un cuscino come se fosse un peluche per la
notte.
E: mi sa che
dormirete cui stanotte, dubito che riusciremmo a
portarlo fino alla macchina senza svegliarlo.
C: oh no, fidati
anche se lo trascinassimo per i piedi giù
per le scale, non si sveglierebbe.
AC: ma chi ne ha
voglia giusto?
E: Allora
è deciso, stasera pigiama parti a casa mia.
C: va bene, ma
almeno aiutatemi a mettere Jacob sul divano.
E: non avrete
intenzione di farlo sul mio divano.
C: certo che no,
ma di certo non lo lascio dormire su una
poltrona se no domani si lamenterà tutto il giorno del mal
di schiena.
E: va bene, ma
è meglio se ci pensiate voi, io a malapena
sollevo me stessa alla sbarra in palestra figurarsi Jacob.
AC: ohh
andiamo…. Sarà pure pesante, quanto
peserà…. 90 Kg?
Ma tu ne dovrai sollevare solo le gambe, al massimo saranno 30 Kg.
E: io peso 55
Kg, non sollevo me stessa, come pensai che
riesca a sollevare Jacob?
Ann è
esasperata, comincia a gesticolare.
AC: va bene,
facciamo noi, a volte sei davvero…. Cocciuta.
E: e tu
snervante.
AC: noiosa.
E: maschiaccio!
Cora cominciava a preoccuparsi, le due ragazze stavano sempre di
più alzando i
toni e si avvicinavano troppo pericolosamente.
AC: Secchiona!
E: Sfaticata!
AC: Racch…
C: BASTA!
Le due ragazze
che erano (di nuovo) una a un palmo dall’altra
si voltarono verso la ragazza-lupo ormai esasperata.
C: Se non la
piantate di litigare per ogni singola cosa,
giuro che prendo del nastro adesivo a vi scoccio la bocca.
Le due ragazze
alzano le sopracciglia come se non la
prendessero sul serio, incrociando simultaneamente le braccia sotto il
seno.
AC: ma per
favore.
E: sei alta un
metro e un tappo, pensi di farci paura?
Cora odiava
essere presa in giro per qualcosa, ma se quel
qualcosa era la sua altezza, buon dio aiutaci tu.
Jacob alla frase
di Emi spalanco gli occhi, lui avrà pure il
sonno pesante, ma se ci mette il suo istinto di sopravvivenza, non
può neanche
pensare di continuare a dormire. Lui sapeva bene cosa succede se si
prende in
giro Cora per la sua altezza, lo aveva sperimentato sulla sua pelle e
letteralmente, i segni degli artigli sì sulla faccia li sono
rimasti per tutta
la giornata.
La ragazza dai
capelli nero-bordeaux impianto i suoi occhi in
quelli della rossa, basto che la prima li facesse brillare per poco
più di un
secondo per far svenire Emi tra le braccia di Ann.
AC: EMI!!! Cora
che le hai fatto.
Nel frattempo
che anche Jacob si chinava a controllare le
condizioni di Emi, Cora scosse la testa come appena uscita da un o
stato di
trans. Al quel punto si porto una mano alla bocca e cominciò
ad indietreggiare
lentamente, quando si ritrovo appoggiata al muro, le lacrime cominciano
leggermente a uscire, si stacca rapidamente dal muro e corre fuori
dall’appartamento.
C:
Cos’era
quel potere? Cos’era quella sensazione di onnipotenza chi mi
ha pervasa? L’ho
uccisa, ho sentito il suo cuore fermarsi, l’ho uccisa
soltanto guardandola
negli occhi. Devo riflettere….. dove allontanarmi il
più possibile…
AC: Emi! Emi
svegliati forza!
Jacob chiuse gli
occhi.
J: il cuore non
batte!
AC: Cosa?
Jacob senza
troppi complimenti comincio a fargli il massaggio
cardiaco. Passarono 13 secondi nei quali Jacob gli ha fatto 3 volte la
respirazione bocca a bocca, prima che Emi riprendesse conoscenza. Ann
si lancia
sull’amica abbracciandola.
AC: ho avuto
così paura, quando Jacob mi ha detto che il tuo
cuore si era fermato mi sono spaventata a morte.
Emi si
rannicchia tra le braccia di Ann.
E:
Cos’è successo?
Ann e Jacob si
scambiano uno sguardo non sapendo cosa
rispondere.
J: non ne siamo
sicura, Cora ti guardato dritto negli occhi e
quando li ha fatti brillare, tu sei…. Morta.
Emi lo guarda
con occhi e bocca spalancati.
E: Cosa?
AC: se Jacob non
ti avesse fatto il massaggio cardiaco
probabilmente ora non saresti qui.
Emi
però cominciò a guardarsi intorno.
E:
dov’è Cora?
Jacob abbassa lo
sguardo.
J: è
corsa via poco dopo che sei collassata.
E: beh che state
facendo cui? Andate a cercarla.
Jacob annuisce
deciso e esce veloce dall’appartamento.
E: anche tu!
AC: cosa? Io non
ti lascio sola.
E: ora sto bene,
Cora sicuramente no! Penserà di avermi
ucciso e si sentirà sicuramente in colpa, ora hai
più bisogno lei di me.
Ann annuisce ed
esce dall’appartamento.
Ann corre fuori
dall’appartamento ma non vede né Cora
né
Jacob.
AC: Maledizione!
AR: Ann!
Ann si gira
riconoscendo la voce dell’Agente Rockstone.
AC: Agente
Rockstone che ci fa in giro? Non era a riposo?
AR:
sì, ma il mio frigo non si riempie mica da solo.
Ann annuisce
nervosa mentre continua a guardarsi in torno.
AR: stai
cercando Cora e Jacob?
AC:
sì, li ha visti!?
AR: Ho visto
Cora precipitarsi nel bosco, e poco fa ho visto
Jacob correre nella medesima direzione, che succede?
AC: glielo
spiego strada facendo ora mi deve portare dove ha
visto Cora entrare nel bosco.
AR: ve bene,
sali.
L’agente
Rockstone apre il furgone alle sue spalle e ci sale
con Ann.
Bosco
Cora continuava
a correre.
C:
Com’è
possibile? Come posso uccidere qualcuno soltanto con lo sguardo? Come
posso
aver ucciso Emi?
Questo pensiero
continuava a girarle ininterrottamente in
testa, e allo stesso modo le lacrime continuavano a cadere.
???:
sai ragazzina non
si dovrebbe girare tutti soli nel bosco.
Cora si fermo di
botto sentendo quella voce e dei flash della
notte del massacro cominciarono ad apparigli in testa.
Cora non vedendo
o in altro modo percepire il suo
interlocutore, comincio a guardarsi intorno con foga.
C: tu sei quello
che ha ucciso Lucas vero?
???: non doveva
morire, gli avevo detto di uccidere subito
Jacob e non lasciarli il tempo di pianificare una contromossa. Anche
senza il
tuo aiuto, Jacob era perfettamente in grado di battere o lupi di Lucas,
forse i
due Rockstone non sarebbe sopravvissuto, ma di sicuro ce
l’avrebbe fatta, ma
lui si è montato la testa, dopo che compiuto quel massacro
nel bosco, si sentiva
onnipotente.
In
un attimo Cora si
ritrovò accerchiata da almeno quindici lupi-demone.
C: tu non hai
idea di con chi hai a che fare.
Cora fece
brillare i suoi occhi da alpha.
???: devo
ammettere che la tua trasformazione totalmente
casuale ad alpha mi ha lasciato perplesso, hai scombinato non poco i
miei
piani.
C:
perché non ti fai vedere così scombino un
po’ anche te….
???: come
preferisci….
Questa volta la
voce proveniva da un punto ben preciso,
l’aveva anche riconosciuta. Il responsabile di tutte le morti
violente avvenute
di recente a Rock Country si stava lentamente facendo avanti.
Cora intanto
ribolliva per la rabbia scoprendo di aver avuto
il responsabile sotto il naso per tutto questo tempo.
C:
Sceriffo….
Fine Capitolo
|
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Capitolo 22 *** è finita? ***
Capitolo
22:
È
finita?
Bosco
Cora
ringhiava imperterrita contro lo sceriffo che con un ghigno in faccia
si faceva
forte dietro il suo esercito di lupi.
C:
tu…..
quante persone hai ucciso per avere un simile esercito?
SS: non
saprei… quante persone sono morte 30 anni fa?
C: non puoi
essere stato tu…
Lo sceriffo
rise dell’affermazione di Cora e comincia a camminare intorno
a lei guardando
le fronde degli alberi.
SS: è
vero,
lo sceriffo era solo un povero ragazzino di 15 anni quando tutto questo
è
accaduto……
Pov Cora
Si è
riferito a se stesso in terza
persona, non dirmi che….
C: tu non
sei veramente lo sceriffo. Giusto?
Lui ghigna
divertito e compiaciuto della mia deduzione.
SS:
sì,
esatto. Ho preso il possesso del corpo dello sceriffo circa 4 anni fa
quando
lui diventò sceriffo. Trovò casualmente nel bosco
il mio amuleto, dove io
trasferii parte della mia anima tempi addietro, prima di essere ucciso
da
quelli stolti che cercavano di fermarmi.
C: Richard
Milton, presumo…. Il nonno di Lucas…. Hai ucciso
il tuo stesso nipote.
Lui guarda
verso l’alto mentre cammina una gamba davanti
all’altra e annuisce con la
testa.
RM (Richard
Milton): Sì, si può dire così.
C: non
è
stato un licantropo a commettere il massacro di trent’anni
fa, vero? Sei stato
tu.
RM:
Sì.
Ridacchia
con sorriso sadico in volto mentre mi si piazza a meno di tre metri
davanti.
RM: quello
stupido lupo, Nicolas Chase, la pecora bianca della sua famiglia. Lui
era la
persona più onesta e altruista che conoscessi, nonostante la
sua famiglia sia
una di quelle più malvage e infide d’America, lui
era “buono”, sposò Linda
Chase una delle ragazze più egoiste e spocchiose della
città solo perché non
aveva altra scelta, lui era innamorato di un'altra, voleva fuggire con
lei,
questa era anche riuscita a convincere il suo alfa a renderlo come loro.
C: quindi
non era stato trasformato accidentalmente e non ha dato le spalle al
branco.
RM: No, per
evitare problemi con la famiglia, lui si sposò ugualmente
con Linda, il piano
era che una volta sposata Linda avrebbe dovuto fingere la sua morte e
scappare
con Amelie, la bella lupa francese di cui era innamorato. Io ero il suo
migliore amico e ovviamente mi aveva raccontato tutto. Non aveva tenuto
conto
di un dettaglio però… anch’io ero
innamorato di Amelie, anch’io volevo stare
con lei, anch’io le dichiarai il mio amore ancor prima di
Nicolas ma lei scelse
lui. Così feci ciò che di sicuro nessuno dei due
si aspettava, usai la magia
della mia famiglia, sono stato istruito fin da giovane a praticarla e
nessuno
neanche Nicolas ne era al corrente. Uccisi Amelie davanti ai suoi occhi
e agli
occhi di tutto il suo branco e loro, compreso Nicolas, cercarono di
uccidermi,
ma ero troppo potente e sterminai il branco, lasciai vivo solo Nicolas.
Mai
errore fu stato più grande, quando cominciai a mietere
vittime per creare il
mio esercito quel cane rognoso fece di tutto per mettermi i bastoni tra
le
ruote, sappiamo tutti come andò a finire, ma lui aveva detto
come fermarmi al
sindaco che al tempo era suo zio che insieme con altri
riuscì a uccidermi. Ma
prima che la mia fine o meglio la fine del mio precedente corpo,
riuscì a fare
due cose, prima immettere quel poco che restava della mia anima
nell’amuleto di
famiglia che porto sempre al collo e poi ordinare al mio esercito di
lupi di nascondersi
e attendere, anche se quel corpo era morto, parte della mia anima
viveva ancora
e con essa i miei lupi.
C: hai detto
che Nicolas non amava Linda, allora come che anno avuto una figlia, la
madre di
Clarissa e Carla?
RM: a quei
tempi la gente di qui aveva ancora la mente ristretta e c’era
l’obbligo di
consumare il primo rapporto per figliare la notte subito dopo il
matrimonio e
lo stesso valse per me, io mi sposai solo qualche giorno dopo Nicolas.
C:
Fm….
RM: ma ora,
bando alle ciance, lo sai che anche se sei più potente di
tutto il mio
esercito, me compreso, non sai come usare quel potere che hai dentro e
quindi
sei condannata a morte certa, vero?
C: se fossi
da sola….
Allo
sceriffo/Richard spari il sorriso dal volto quando capì che
il mio intento era di
farli perdere tempo per permettere a Jacob di trovarmi.
Neanche
detto che tre lupi sono scagliati via da un’enorme
esplosione, dalla quale con
un balzo fa il suo ingresso a effetto Jacob-Lupo.
C: serviva
per forza fare un’entrata così Hollywoodiana?
Il lupo mi
guarda come per dire “certo, è ovvio”.
RM: bene,
bene, bene…
Immagino che
tu abbia sentito tutto e che aspettassi solo il momento giusto per
entrare
inscena.
Per quanto
sia possibile, il lupo al mio fianco ghigna soddisfatto.
RM: ma non
servirà a niente, sarete anche più potenti, ma
come ve la caverete con un
esercito di 100 lupi?
C:
semplice…
uccidendo te.
Jacob al mio
fianco torna normale.
J: il
rituale per il trasferimento dell’anima per la seconda volta
si può fare solo
in determinate condizioni, la prima è che la parte della tua
anima presente nel
corpo ospite si ampiamente sufficiente a mantenere il controllo anche
se
dimezzata, non m’immagino di quanto fosse ridotta la tua
anima quando hai fatto
l’incantesimo la prima volta, ma immagino che l’hai
ricomposta sacrificando un
centinaio dei lupi che avevi creato, vero?
RM: molto
arguto, ma anche se lo avete capito, non vi servirà a niente.
Lui fa un
cenno con la mano e tutti i lupi ci si avventano contro, Jacob si
trasforma e
non ha troppi problemi a tenere a bada i lupi. Io, al contrario, seppur
cosciente dei miei poteri, non riesco a trasformarmi, so che posso
farlo, ma al
momento non so come. Noto con piacere che sono molto più
forte e anche con
molta difficoltà riesco a tenere a bada i lupi.
La battaglia
infuria, due contro cento, non era esattamente leale. Credo che tra
Jacob ed io
avessimo già ucciso una dozzina di lupi, però io
mi sentivo già le forze
mancare quanto basta perché un lupo mi butti a terra e mi
azzanni un braccio,
io chiusi gli occhi per il dolore ed è lì che
accadde.
???: Cora,
alzati!
C: chi parla?
???: Cora tu
puoi batterli, devi solo
cercare dentro di te!
C: chi sei?
???: lo sai.
Riapri gli
occhi di scatto.
C: mamma!
Sentendomi un
enorme potere scorrermi dentro, feci brillare i
miei occhi, il lupo sopra di me molla la presa, io mi alzo in piedi e
con
ancora gli occhi “accesi” sprigionai tutto il mio
potere, lancia un ruggito, un
ruggito così forte che credo l’abbiano sentito
fini in città.
Molti dei
lupi-demone vicino a me guairono e cominciarono a
“fumare”
fino a dissolversi completamente.
Nel giro di
qualche secondo, almeno metà dell’esercito di
Richard era stato ridotto letteralmente in fumo.
Jacob confuso
guarda nella mia direzione, anche se in forma
di lupo vedo che mi sorride soddisfatto e orgoglioso.
J: sei
bellissima…
Aspetta,
è in forma di
lupo come ho fatto a capirlo e perché sembrava nella mia
testa?
J: Cosa? Mi hai
sentito?
C:
sì, com’è possibile?
J: forse
perché sei in
forma di lupo.
Io abbassai lo
sguardo per ammirare il mio corpo, è vero,
sono una lupa, il mio manto è dello stesso colore dei miei
capelli solo più
sfumato verso il rosso.
A quel punto
rialzai lo sguardo e vedo l’espressione sbigottita dello
sceriffo.
SS:
andiamocene!
Lui e il
demone alfa cominciarono a correre verso l’uscita dal bosco.
Io guardai
verso Jacob e lui, mi annuisce prima di prendere fuoco e lanciarsi
verso i restanti
lupi demone che si stanno avventando su di noi!
Io invece
parto all’inseguimento, pensavo di raggiungerlo subito
essendo solo un umano,
invece era sparito.
Maledizione!
A un certo
punto, mi viene una specie di visione, dove vedo lo sceriffo alla
strada che
passa per il bosco qui vicino e non era solo.
Pov Esterno
Lo sceriffo
Smith o meglio, Richard Milton teneva la sua pistola puntata alla testa
di Ann,
mentre l’agente Rockstone puntava la sua verso il suo ormai
ex-capo.
L’Alfa
era
bloccato sotto il fuoristrada dall’agente. Rockstone e Ann si
sono visti
sbucare l’alfa davanti come se venissi dal nulla, Rockstone
ovviamente non
riuscì a frenare e lo prese in pieno, l’auto
rimase bloccata sopra l’animale,
che nonostante fosse ancora “vivo” non poteva fare
molto per liberarsi, con un’auto
di quasi due tonnellate addosso, con schiena e zampe spezzate.
Quando i due
scesero dall’auto, tutto accade molto in fretta, Ann fu
afferrata da dietro e
quando Rockstone si volto estraendo la sua pistola da civile (una
Smith&Wesson-500
Perfonmance center) si ritrovò a puntarla contro quello che
fino a quel momento
riteneva una delle persone più fidate che conosceva.
AR:
Sceriffo, che sta facendo?
Lo sceriffo
non rispose, si limita a un ghigno divertito.
AC: è
lei
vero, è lei quello che ha creato i lupi demone.
SS:
perspicace la ragazzina, peccato che deve morire.
Rockstone
vede qualcosa di grande e nero balzare fuori dal bosco alle spalle
dello
sceriffo, vede quindi un enorme lupo color rosso sangue con gli occhi
rossi
ringhiare furioso verso lo sceriffo.
AC: Cora.
Quella di Ann
è più una supplica di aiuto che un affermazione,
difatti ha gli occhi lucidi.
AR: per te
è
finita Matthew!
SS: ne sei
così sicuro John? Io credo che la nostra lupetta non mi
farà niente finche avrò
la sua amica come ostaggio.
Un altro
fruscio e dal bosco salta fuori Jacob in forma umana, ha tutti i
vestiti a
brandelli, è pieno di ferite più o meno gravi ed
è ricoperto di fuliggine.
J:
Perché
non ti volti e non ci guardi in faccia se proprio ci devi minacciare?
SS:
Così che
la tua fidanzatina mi uccida con lo sguardo. Come ha fatto con la
vostra amica?
Rockstone
aggrotta
la fronte.
J: Emi
adesso sta bene e quello è stato un incidente.
C: ma se tu
morissi ora per mano mia… non sarebbe un incidente.
Cora era
tornata alla forma umana e si era porta a pochi centimetri dalle spalle
dello
sceriffo.
SS: ho
aspettato trent’anni rinchiuso in uno stupidissimo amuleto
per finire ciò che
avevo cominciato, non mi farò fermare da un branco di
adolescenti rognosi.
Rockstone
è
ancora più confuso.
AR: di che
stai parlando?
C: lui non
è
il vero sceriffo, il vero sceriffo è andato perso quattro
anni fa quando questo
parassita prese possesso del suo corpo.
AR: che sei?
L’uomo a quella domanda rise soddisfatto.
SS: tu eri
solo un ragazzino al tempo Rockstone, ma dovresti ricordarti di me,
c’eri anche
tu al Rock Caffè quando litigai pesantemente con Nicolas
Chase.
Rockstone
spalanca gli occhi, avendo capito che si trovava davanti.
AR:
Sì, mi
ricordo bene quel giorno, avevo solo quindici anni ma lo ricordo bene,
tu e
Nicolas litigaste pesantemente e arrivaste perfino alle mani finche il
barista
e alcuni ragazzi non vi buttarono fuori. Com’è
possibile? Come fai a essere
Richard Milton.
SS: credo
che questo te lo dovrei far raccontare dai tuoi amici, io e la
signorina ora
vorremmo andarcene.
A quelle
parole, Ann morse la mano dello sceriffo che mollo la presa, lei corse
verso
Cora, la quale subito cercò di farla mettere dietro di lei,
ma il susseguirsi
rapido di due colpi di pistola la fece tornare a guardare verso lo
sceriffo.
Quest’ultimo
aveva una macchia di sangue all’altezza del petto.
SS: almeno
porterò uno di voi con me…
Detto
questo, l’uomo cade a terra ormai privo di vita.
Cora
è
confusa dalle sue ultima parole, almeno finché non sente Ann
accasciarsi contro
di lei con una ferita all’addome.
AR:
maledizione!
Cora fa
sdraiare l’amica sull’asfalto mentre le tiene la
mano con le lacrime agli
occhi.
AR: il
proiettile l’ha trapassata, dalla posizione deve aver colpito
il fegato….
Rockstone
dice queste parole come se ormai non ci fosse più
speranza….
J: dobbiamo
portarla subito all’ospedale.
AR: non
servirebbe, dovrebbe fare un trapianto e comunque non arriverebbe in
tempo
all’ospedale.
Ad un certo
punto si sente un’auto avvicinarsi, la Camaro di Jacob sbuca
fuori da dietro la
curva e quando si ferma, la portiera si apre ed Emi esce di corsa,
precipitandosi
su Ann.
E: no, no,
no Ann, ti prego no.
Ann allunga
la mano verso il viso di Emi e le accarezza la guancia.
AC: mi
dispiace…
Ann chiude
gli occhi, Cora e Jacob sentono il suo cuore battere sempre
più debolmente.
E:
trasformala!
Cora alza lo
sguardo e incontra il viso furioso di Emi.
C: Cosa?
E: Cora sei
un alfa trasformala, così magari si salverà.
Rockstone
che si era allontanato ritorna velocemente sui suoi passi.
AR: puoi
farlo?
C:
io…non lo
so… non l'ho mai fatto prima e non lo mai visto
fare….. non so che effetti
potrebbe avere, io non sono un normale alfa…. Potrebbe anche
ucciderla…
E: ti prego!
È la mia migliore amica.
Emi è
in
lacrime mentre continua ad accarezzare il viso di Ann.
J: Cora se
devi farlo, fallo in fretta.
Cora guardo
un attimo negli occhi i suoi due amici, poi prese con fretta il braccio
di Ann
e ci affondo i denti, fece brillare i suoi occhi e tutti distolsero lo
sguardo
accecati. Cora cerco di pensare di trasformare Ann, non sapeva se
bastava un
morso o se ci doveva essere anche la volontà
dell’alfa per trasformare
qualcuno. Ad un certo punto a Cora venne un flash, il ricordo di quando
sua
madre rese Jacob suo beta.
C: Ann Curtis io
ti trasformo in
licantropo e ti accetto nel mio branco come mio beta.
A quel punto
sentendo il cuore di Ann smettere di battere lascio la presa.
C:
Emi…
La ragazza
alzo lo sguardo e fisso Cora dritta negli occhi….
C: mi
dispiace….
Emi scoppio
a piangere e si accasciò su Ann.
E: Noooo!
Cora si alzo
e fece per avvicinarsi a Jacob che aveva abbassato la testa.
Poi un
battito.
Cora si
volto e Jacob alzo la testa.
Un altro, i
due licantropi si avvicinarono lentamente in tempo per vedere la ferita
di Ann
rimarginarsi completamente.
Un altro
battito, il petto di Ann comincio ad alzarsi e abbassarsi velocemente.
C: Emi
allontanati.
Cora afferra
l’amica e la tira indietro, proprio nel momento in cui Ann
spalanca gli occhi
che brillano di un giallo intenso, non brillano come quelli di Cora ma
di
sicuro brillano di più di quelli di un lupo normale. Ann
scatta seduta e lancia
un ruggito fortissimo al cielo, trasformandosi completamente e
mostrando quindi
zanne e artigli. Subito dopo aver ruggito Ann ricade a terra svenuta.
L’agente
Rockstone, che era caduto a terra spaventato dal ruggito di Ann, si
avvicina lentamente
per controllare il polso della ragazza.
AR: è
viva!
Emi lancia un
urlo di gioia si alza e corre ad abbracciare Cora, la quale se non
avesse avuto
i super riflessi, sarebbe cascata per terra.
Da lontano
si sentono delle sirene avvicinarsi e i tre ragazzi si voltano verso
Rockstone.
AR: ho
dovuto.
Jacob
annuisce insieme a Cora ed Emi.
AR: Cora
è
sicuro se Ann fa dei controlli in ospedale? Per stare più
sicuri?
C:
sì, non
dovrebbero esserci problemi…
La mattina del
giorno dopo
Pov Ann
Ho un mal di
testa tremendo e sento un nauseante odore di medicinali.
Comincia a
rigirarmi nel letto, quando sento un fastidio al braccio destro e
qualcosa che
trattiene il braccio sinistro. Apro gli occhi e non riconosco al
stanza, cerco
di mettere a fuoco e noto di essere in ospedale, guardo il mio braccio
destro e
noto che una flebo nel braccio ma quando guarda il braccio sinistro,
vede un
ammasso di capelli rossi appoggiati alla sua spalla e la mano della
proprietari
che stringe saldamente la mia. Poi noto seduti in fondo alla stanza
Jacob e
Cora, la seconda in braccio al primo, entrambi dormono serenamente
abbracciati.
AC:
Emi….
La ragazza
non si muove.
AC:
Emi….
Svegliati…
Ancora
niente.
AC: EMI!
La ragazza
dai capelli rossi spaventata alza la testa di scatto inchiodando i suoi
occhi
marroni in quelli verdi nell’amica, entrambe le ragazze
perdono un battito e
restano a fissarsi finche non vengono distratte dalla voce di Jacob.
J: Ann
finalmente ti sei svegliata.
Jacob si
abbassa verso di lei a gli da un leggero abbraccio. Anche Cora
l’abbraccia, ma
la sua espressione a qualcosa di strano.
AC: Cora che
hai?
Anche se
inconsciamente, Emi comincia a massaggiare con il pollice il dorso
della mano
di Ann per tranquillizzarla.
C: vedi Ann,
per salvarti ho fatto una cosa….
Ann ci
riflette un attimo, poi un ricordo li torna alla mente e delle parole
gli
risuonano in testa.
Ann Curtis io ti
trasformo in
licantropo e ti accetto nel mio branco come mio beta.
AC: mi
hai….
Trasformata.
Cora
annuisce come dispiaciuto.
Però
Ann fa
un sorriso smagliante, guarda prima Emi e poi Jacob.
AC: Forte!
Cora alza lo
sguardo e appena incontra il sorriso da ebete di Ann scoppia a ridere
trascinando con se tutti i ragazzi.
FINE
CAPITOLO
|
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Capitolo 23 *** WereWolves Vs Rock Country's CIA ***
Capitolo
23:
Werewolves
Vs
Rock Country’s CIA
Pov Jacob
Rimbalzo ovunque
per la città accompagnato da Ann, il ballo
sarà domani ed io non avevo pensato a un tubo secco, non
avevo abiti eleganti,
non sapevo ballare e tecnicamente non avevo neanche chiesto a Cora di
venire
con me, l’avevo dato per scontato. Quando però
l’ho detto a Emi, lei mi ha
rifilato uno scappellotto e ha obbligato Ann, che è stata
dimessa ieri sera, a
trascinarmi per tutta la città per farmi organizzare al
meglio la serata.
Ormai era
pomeriggio inoltrato e mancava solo una cosa…
J: OK, manca
solo l’abito…
Ann mi guarda
incerta.
AC: dove lo
troviamo?
J: sei tu che
sei cresciuta qui, non io.
Lei sbuffa
seccata.
AC:
sì, ma non so dove si possa comprare un abito da uomo di
quel genere.
J: al centro
commerciale?
Assottiglio lo
sguardo dicendo una cosa che a me pare ovvio.
AC:
Sì può essere, ma sarebbe un rischio, non solo
non
potrebbe esserci la taglia, ma potremmo spenderci al massimo quaranta
minuti
perché il negozio di vestiti chiude alle 18.30.
J: ma il centro
chiude alle 21.00.
AC: il centro
sì, ma il negozio no.
J: che due
cavoli…..
Ann alza la
testa di scatto e mi è quasi parso di vederle una
lampadina apparirle sulla testa e accendersi.
AC: forse so chi
potrebbe prestarti un abito del genere.
Seguimi.
Ann comincia a
correre come una pazza lungo le vie del
centro, da quando era un lupo non stava un attimo ferma, Emi ci ha
detto che
ieri sera dopo che Ann è stata dimessa,
quest’ultima l’ha trascinata nel bosco
per provare a trasformarsi e dopo averlo fatto, Emi è stata
costretta a
inseguire Ann per tutto il bosco mentre questa correva, saltava e
faceva pezzi
tutto ciò che le capitava. Alla fine sono tornate a casa che
erano le 4 di
notte e si sono prese un mega cazziatone dalle famiglie, Emi per
l’ora, Ann
anche perché sembrava che si fosse rotolata in una
pozzanghera di fango e
foglie.
J: Ann non
correre così veloce, stai attirando l’attenzione.
Parlai a bassa
voce, ma lei mi ha sentito comunque infatti
comincia a rallentare. Ci mettiamo circa 5 minuti ad arrivare al posto
a cui
aveva pensato Emi, è un vecchio edificio del centro a due
vie dalla piazza
centrale, credo che ospiti all’incirca quattro appartamenti,
ogni balconcino è
decorato con dell’edera che ricopriva le ringhiere e a tratti
risaliva anche i
muri, è interamente in mattoni, non è verniciato,
ma comunque molto bello e ben
curato.
Vedo Ann che
cerca tra i campanelli finche non suona il primo
sulla destra.
???: Chi
è?
Riconosco subito
la voce dell’agente Rockstone.
Perché
Ann
mi ha portato da lui? Anche se conosce il nostro segreto e ci ha
aiutati, non
lo conosciamo così tanto da presentarci a casa sua.
AC: salve agente
Rockstone sono Ann Curtis, sono qui con
Jacob e avremmo bisogno di un favore.
AR: OK?
Un’ora
dopo mi ritrovo nel piccolo salotto dell’agente
Rockstone, mi sto specchiando per osservarmi con l’elegante
abito che l’agente
aveva preso dall’armadio. All’inizio era rimasto un
po’ sorpreso della nostra
visita e ancor di più della richiesta che Ann li ha fatto
senza troppi
preamboli. Dopo che IO gli ho spiegato la situazione, lui si
è fatto una risata
e mi ha mostrato un elegante completo composto da una giacca color
sabbia, una
camicia di lino bianca, un pantalone anch’esso di lino ma
nero, una cintura di
eco-pelle sempre nera, il tutto abbinato alle scarpe nere lucide che
avevo già.
J: non so ancora
come ringraziarla agente.
AR: Chiamami
John quando non sono in divisa.
J: va bene.
Ann era seduta
sul divano, anche se seduta non era
esattamente il termine giusto, non so che le aveva preso, ma da quando
era
stata trasformata sembra essere stracolma di energie, infatti sul quel
divano
sembra quasi una molla impazzita. Cora stamattina ha chiamato Derek,
che gli ha
assicurato che a volte può succedere, soprattutto se si
è trasformati in punto
di morte per via di tutta l’adrenalina rilasciata.
AR: sai, questo
era il completo che indossai io al mio ballo
di diploma, è stato circa 25 anni fa, io ero uno dei
giocatori della squadra di
football, non ero uno dei migliori ma avevo sempre il posto di titolare
assicurato. Quella serata è stata una delle migliori della
mia vita.
J: chi ci
portò al ballo?
AC: io lo so! Io
lo so!
Ann se prima
stava rimbalzando come una molla, ora sembrava
un canguro a cui andava a fuoco il fondoschiena.
AR: lo
immaginavo Ann.
AC: ci
andò con mia madre. Quest’anno io non ci vado,
dato che
l’anno scorso ho avuto una brutta esperienza, ma mia madre
non lo accetta e in
queste settimane non so quante volte mi ha parlato del suo ballo di
diploma, ma
soprattutto di quanto era contente del suo cavaliere.
Ann lancia uno
sguardo di malizia all’agente Rockstone e lui
risponde con un ghigno.
AC: quando mi ha
detto che si trattava di lei, io non ci
credevo.
AR:
già, ma tutto fini quando lei continuò
l’attività di
famiglia ed io intrapresi la carriera di militare, ci lasciammo quando
partii.
L’agente
Rockstone sembrava perso nei ricordi mentre Ann mi
aiutava a sfilarmi il vestito senza far danni, anche se era molto
grande, mi
stava leggermente stretto.
Venti minuti
dopo, io e Ann stiamo passeggiando per le strade
del centro, è da quando siamo usciti da casa
dell’agente Rockstone che qualcuno
ci segue, sento l’odore ma non lo riconosco.
Maledizione!
Chiunque sia non ci molla! Vorrei proprio sapere chi ci sta seguendo.
A un certo
punto, sento qualcuno di poco gradito avvicinarsi
alle nostre spalle.
NM: guarda chi
c’è qui! Blaze, hai fatto una nuova conquista?
Non credo che la Hale ne sarebbe felice.
Nick Mikaelson e
i suoi amici con le loro giacche da football
e l’atteggiamento da duri ci sono arrivati alle spalle e ora
ridono come dei deficienti.
AC:
Mikaelson….. vedo che stasera hai proprio voglia di
tornartene a casa con un occhio nero.
Ann sembra
più inquieta di me, lei non si sa ancora
controllare e non vorrei che li attaccasse.
NM: guardo un
po’ chi c’è qui, so che
quest’anno non vai al
ballo, cos’è? Quello dell’anno scorso
non ti è piaciuto?
Capisco che la
brutta esperienza che ha avuto Ann l’anno
precedente al ballo di fine anno deve aver a che fare con Nick
Mikaelson.
J: senti Nick
non stiamo cercando rogne quindi vedi di girare
a largo.
Lui scoppia a
ridere.
NM: avete
sentito ragazzi? Non cerca rogne. La rogna te la
sei cercata quando hai rifiuta di entrare nella squadra di football e
quando
hai tratto male la mia ragazza.
J: e chi sarebbe
la tua ragazza?
NM: Carla Chase.
Quella
vipera! Anche senza la sua presenza riesce comunque a farmi avere
problemi.
J: ma per
favore! Quella si sbatte mezza scuola mentre sta
con te e tu la difendi pure? Sei proprio uno
sfigato…andiamocene Ann.
Metto una mano
sulla schiena di Ann e la spingo nella
direzione opposta a quella dei quattro ragazzi.
NM: dove pensi
di andare è?
Nick mi afferra
per la spalla e mi fa voltare cercando di
colpirmi con un pugno, io ovviamente lo evito, ma lui continua ad
attaccarmi mentre
i suoi amici mi circondano.
Maledizione,
dovevano venire a rompere quando c’era anche Ann
naturalmente, non hanno idea
in che cosa si stanno cacciando.
J: Ann, stai
indietro.
NM: Oh, ti
preoccupi per la tua ragazza?
Mentre Nick
continua a camminarmi attorno pensando di essere
in situazione di vantaggio grazie alla superiorità numerica,
noto che la via
non è più tanto deserta, tre persone sono
nascoste dietro l’angolo e ci stanno
spiando.
J: Mikaelson,
questa è una faccenda tra me e te, quindi
perché non la pianti di farti forte dei tuoi amici e non mi
affronti da solo? O
sei troppo codardo?
A Nick sparisce
il sorrisino che aveva stampato in faccia e
al suo posto c’è un’espressione
decisamente incazzata.
J: Ann non
intervenire.
NM: come se
servisse a qualcosa.
Nick si avventa
su di me ed io evito tutti i suoi colpi,
continuiamo cosi per cinque minuti buoni.
NM: E poi sarei
io il codardo?
A quella
provocazione capisco che Nick sta perendo le staffe
ed è il momento per contrattaccare. Con una serie di rapidi
colpi dati con i
palmi delle mani alle spalle e al petto di Nick, lui finisce per cadere
e
atterrare di sedere.
NM: Brutto
stronzo!
Nick si alza di
scatto ed estrae un coltello a molla. Sento
le tre persone che ci spiano sussultare e così facendo anche
Ann le nota e
subito si dirige rapidamente verso di loro.
Io evito tutti i
fendenti che Nick fa con il coltello finché
non gli blocco il braccio con cui in pugna l’arma e glielo
torco, facendogli
cadere la lama, lo faccio mettere di schiena rispetto a me e gli pianto
forte calcio
nel fondoschiena così che lui cada in avanti di faccia.
Nick
è atterra con un labbro spaccato che gronda sangue.
NM: che fate
lì impalati, massacratelo!
In un attimo i
tre energumeni mi si avventano contro, io
blocco i pugni di uno mentre gli altri due mi prendono a pugni fianchi
e schiena.
Io non accuso i colpi, a malapena li sento, con quattro mosse i tre
sono
atterra tutti doloranti.
NM:
incapaci….
Nick
è dietro di me ed ha ripreso il coltello, cerca di
pugnalarmi alle spalle, ma io ovviamente evito l’affondo,
afferro Nick per un
braccio e glielo torco lussandogli la spalla. Lo lascio e lui si
accascia per
terra dolorante. Io suoi amici si avvicinano intimoriti, afferrano
Mikaelson
rapidamente e se la svignano.
AC: Ehi Jacob!
Guarda chi ci stava spiando!
Ann mi richiama
e quando mi volto, la noto che viene verso di
me strattonando tre vecchiette, tutte sui sessant’anni.
LC (Linda
Chase): maledetta ragazzina lasciaci andare.
AC: No! Prima mi
diteci perché ci stavate spiando.
GS (Giorgi
Stewart): Noi non vi stavamo spiando!
La voce di
questa mi ha spaccato e timpani, è squillante e
fastidiosa, sia io che Ann ci portiamo le dita alle orecchie,
infastiditi.
J: ah
sì? Allora perché ci stavate guardando da dietro
l’angolino della via?
LC: e che
dovevamo fare? Venire a fare a botte con voi?
AC: oppure
chiamare la polizia?
Le tre si
guardano un po’ tra loro, finché la Chase Senior
non fa un passo avanti, con testa alta e sguardo di
superiorità.
LC: noi non vi
dobbiamo niente….. e ora se volete scusarci,
si sta facendo ora di cena.
J:
Beh…. Comprendo il perché voi non siate
intervenute per la
rissa….
Una delle tre,
quella che non aveva ancora parlato, rallenta
il passo e mi guarda con la coda dell’occhio.
J: Ma dovete
ancora dirmi perché ci stavate spiando da quando
siamo usciti da casa dell’agente Rockstone.
Dette quelle
parole, le due, che avevano distaccato già di un
paio di metri la prima signora che si era fermata, inchiodano sul posto
e si
volta verso di me con uno sguardo truce. Anche la prima che si era
fermata, ora
è completamente voltata verso di me.
Quella
lì,
ha qualcosa di strano nello sguardo, sembra una via di mezzo tra il
compiaciuto
e il sadico.
SB (Sarah
Bennett): Ve l’avevo detto no? Che se ne era
accorto.
Le due lanciano
un’occhiataccia all’amica prima di tornare su
di me.
AC: Ci seguivano
già da prima? Io non me ne sono accorta!
J:
Imparerai…..
Le due
più distanti vengono con passo deciso verso di noi, io
lancio un’occhiata minacciosa a entrambe, la signora che non
conosco rallenta e
si affianca all’amica, mentre nonna Chase si avvicina a me
sempre più
furibondo, quando è a meno di un metro, rallenta il passo e
comincia a fissarmi
negli occhi con una rabbia e una furia che non avevo mai visto. Quando
mi è ad
un passo dal naso, comincia a parlare con tono minaccioso.
LC: Ascoltami
bene ragazzino, non m’importa chi tu sia ma
sappi che!
Ca: NONNA!
Sia io che la
Chase Senior ci voltiamo dal punto da cui
proveniva la voce, a metà di una via sulla mia sinistra vedo
Carla Chase che ci
fissa. Stranamente è da sola, si avvicina con passo deciso
ma proprio quando è
poco meno di cinque metri da noi, inchioda sul colpo e guarda qualcosa
alle mie
spalle, è visibilmente spaventate.
Io annuso
l’aria ma non sento niente, sento però, una strana
forza che m’invade il corpo, mi rende più sicuro e
più forte. Al quel punto mi
volto e trova Cora Hale, in tutta la sua magnifica espressione
arrabbiata che
fissa la Chase minore.
J: Cora? Che ci
fai qui?
Lei stacco lo
sguardo da Carla e lo sposta su di me, ma la
sua espressione resta arrabbiata.
C: Ann doveva
essere a casa di Emi quaranta minuti fa,
sapevamo che era con te ma dato la sua “condizione”
ci siamo preoccupate.
Guardo alle
spalle di Cora e vedo qualche metro da noi una
Ann rossa come un peperone che si deve essere presa una bella
strigliata dalla Emi
incazzata nera che le sta accanto e le stritola il braccio in una morsa
di
ferro.
J: Scusa Cora,
ho incontrato….. “problemi” lungo la
strada.
Mi volto e
guardo una a una le tre vecchiette che in quel
momento erano alle mie spalle.
LC: Problemi?
Noi saremmo problemi? Voi siete i problemi qui!
Voi due che con questa città, con i suoi cittadini non avete
niente a che fare,
da quando siete arrivati voi ci sono stati problemi su problemi, prima
gli
omicidi, poi l’esplosione nel bosco, poi il massacro alla
battuta di caccia e
infine la morte al quanto sospetta dello sceriffo.
C: Si
può sapere perché ce l’avete tanto con
noi?
SB:
perché tutto si sta ripetendo…. Esattamente come
trent’anni fa’.
Sia io che Cora
guardiamo la donna interrogativi.
J: di che parla?
SB: Vedi
ragazzo, il massacro di trent’anni fa cominciò con
una ragazza, una ragazza che veniva da fuori, doveva restare qui giusto
il
tempo di finire la scuola, proprio come te.
Punta lo sguardo
su Cora che sembra essere stata messa alle
corde con quella rivelazione.
SB: sai noto
solo ora che vi assomigliate anche….
C: Che cosa
successe esattamente trent’anni fa? Lei lo sa,
vero? Sa esattamente cos’è successo, anche quella
parte di storia che avrebbero
dovuto sapere solo persone che ora sono morte.
La donna fa un
sorriso dolce, mentre le altre due la guardano
quasi sconvolte.
LC:
cos’è che sai esattamente? Cosa non ci hai mai
detto in
questi anni?
La donna si
rivolta verso di noi e ci fa un sorriso
compiaciuto.
SB: mi dispiace
molto per tua madre Cora, Thalia era una
grande donna.
A quel punto
tutte le persone in quel vicolo sono più confuse
che mai, soprattutto chi non era informato del soprannaturale.
C:
lei…. Conosceva mia madre?
SB: mi
aiutò molto a comprendere ciò che sono.
LC: Ma. Di. Che.
Cosa. State. PARLANDO?
Tutti la
ignorano e quindi la donna anziana di qui ancora non
sapevo in nome, comincia a raccontare cosa accade trent’anni
fa.
SB: tutto
cominciò con l’arrivo di Amelie
François e il
branco di suo padre in città, a quei tempi non eravamo
così diffidenti verso
gli estranei e la città gli accolse a braccia aperte, due
persone in
particolare….
J:
Nicolas Chase e Richard
Milton…
SB: esatto,
nonostante quei due avevano già promesso alle
loro famiglie di sposare le donne con cui le loro famiglie gli avevano
combinato le nozze, i due si mostrarono entrambi molto interessati alla
ragazza. Nicolas e Richard erano molto amici e anche se io avevo tre
anni in
meno di loro li conoscevo bene. Non appena capirono di essere entrambi
innamorati della stessa ragazza la presero come una sfida, restando
comunque
amici, continuavano imperterriti a sedurre la ragazza, Richard in modo
molto
più avventato ed esplicativo di Nicolas. Tutto cambio quando
Amelie si dichiarò
a Nicolas, naturalmente Richard s’infuriò e
litigò con Nicolas, poi la situazione
precipito e Richard, ricorrendo alla sua dote di famiglia, uccise
Amelie….
Lì,
tutti quelli che non ne erano a conoscenza prima si
ammutolirono.
GS: Cosa? Mi
stai dicendo che mio marito, uccise quella
puttanella francese? Sei forse impazzita? Hai ritrovato tu il corpo ed
era
stato fatto a pezzi dai lupi, lo confermò anche
l’autopsia!
Sarah guardo
verso di noi come per chiederci di intervenire,
ma fu Emi a prendere la parola.
E: signora
Stewart, mia nonna mi racconto che si pensava che
il responsabile di quegli omicidi non era umano e neanche animale, lei
dovrebbe
sapere a cosa mi riferisco….
LC: i
demoni-lupo? O per l’amor del cielo ancora con questa
storia? Erano solo storie che s’inventarono alcuni ragazzi
per fare notizia e
finire in TV.
Anche gli omicidi
di adesso hanno riscontrato la presenza di questi
“demoni” e guarda caso siete
proprio voi due i testimoni.
SB: non erano
storielle Linda, io non ve l’ho mai detto ma
anch’io li vidi al tempo, o almeno, vidi la creazione di uno
di essi…
La Chase senior
scoppia in una risata sarcastica.
LC: Cosa? E chi
li avrebbe creati scusa?
SB: prima ho
accennato a delle abilità di famiglia in
possesso di Richard, ricordi?
La Chase senior
fa qualche passo indietro.
SB: Giorgi,
Richard era tuo marito, hai ripreso il tuo
cognome dopo la sua morte e hai sempre rinnegato qualcuno vostra
relazione, ma
tu passavi con lui più tempo di tutti nel periodo digli
omicidi.
GS: era sempre
distante, ogni giorno che passava era sempre
più freddo, anche quando facevamo l’amore, lui era
sempre freddo e distaccato,
passava molto tempo nel suo studio a leggere, non so cosa, una volta
mentre li
portavo il caffè, ho provato a sbirciare, però
non riuscì a leggere perché il
libro era scritto con strane rune, io ero appassionata di lingue
antiche a
scuola e posso affermare che era Gaelico Antico. La cosa
m’incuriosi molto ma
quando gli feci delle domande lui s’infurio molto e arrivo a
schiaffeggiarmi,
fu il giorno prima dell’aumento di omicidi, da tre a
settimana passammo a uno
al giorno…..
La donna era in
lacrime. La Chase senior fece qualche passo
verso la donna che era di fronte a noi con sguardo duro.
LC: Sarah, tu
l’hai sempre saputo e non hai mai detto niente?
La donna, che
ora so chiamarsi Sarah, scoppia in un pianto
isterico e liberatorio.
SB: che avrei
potuto dire eh? Che Richard usava la magia nera
della sua famiglia per creare demoni e che per ogni persone uccisa
corrispondeva un demone? Che l’unico che poteva qualcosa era
Nicolas perché era
l’unico con la capacità di farlo?
LC: che centra
Nicolas con questo?
Linda era
furiosa, ringhiò l’ultima frase tra i denti e con
gli occhi lucidi.
SB: lui dato
quello che era diventato per stare con Amelie
era l’unico che poteva fermare Richard.
LC: CHE
COS’ERA?
SB: LUPI!
Nicolas, Amelie, tutto la gente di Amelie era lupi,
lupi mannari.
La Chase senior
scoppio di nuovo a ridere.
LC: mi stai
prendendo in giro Bennett? Lupi mannari? Fai sul
serio?
Linda continuava
a ridere, Giorgi era impassibile, mentre
Sarah aveva la testa bassa e le scendevano ancora le lacrime.
Ca:
Nonna…. È vero….
LC: Cosa tesoro?
Non ti ho sentito.
Ca: è
vero…. Dei lupi mannari….dei Licantropi.
Scandisce bene
l’ultima parola, mentre guarda intensamente e
con ribrezzo me e Cora.
LC: Che cosa?
Ora la Chase
senior è incredula davanti alle parole della
nipote.
LC: stai
scherzando? Mi stai prendendo in giro!
La donna
comincia a guardarsi intorno divertita.
Ca: No, Nonna e
te lo posso dimostrare.
Dalla borsa
estrae una bomboletta spray.
Pov Cora
Quando Carla
estrasse quella bomboletta, mi ricordai di quado
mi accenno che ne aveva una contenente strozzalupo puro.
C: Strozzalupo
attenti!
Io, Jacob e Ann
facciamo uno scatto per mettere distanza
dalla Chase.
Lei sorrise
compiaciuta mentre sua nonna ci guardava
sconcerta.
Ca: Che
c’è Hale? Pensavi che le minacce della Highmore e
quella storiella strappalacrime sulla tua famiglie mi avrebbe fatto
desistere
sul non far sapere al mondo cosa siete davvero? Ovvero dei mostri
assassini?
E: Questo
è troppo Carla!
In quel momento
Emi si avvicino a lei per strapparle di mano
la bomboletta, ma la Chase si difese spruzzandone il contenuto in
faccia a Emi
che ora tossisce, Ann vorrebbe avvicinarsi per aiutarla ma non
può farlo per
via della strozzalupo. La frustrazione per Emi e la debolezza data
dallo
strozzalupo fanno imbestialire Ann che si avventa sulla Chase junior.
Gli occhi di Ann
brillano di un giallo intenso mentre si
avvicina furiosa a Carla già pronta con la bomboletta. Io
m’interpongo tra le
due e blocco senza troppe difficolta Ann, la mia evoluzione in Alfa mi
ha reso
molto forte e immobilizzare Ann a terra dopo una breve colluttazione
non è
troppo difficile.
Ciò
nonostante è la Chase che si avvicina e ci spruzza con la
bomboletta. Per istinto io volto lo sguardo verso di lei e faccio
brillare i
miei occhi, la loro luce rossa illumina tutta la via e lo strozzalupo
viene
deviato come se ci fosse un campo di forza invisibile davanti a me.
La Chase
ammutolisce, io con ancora gli occhi rossi di un
normale alfa mi avvicino a lei minacciosa, un solo pensiero e una sola
intenzione albergano nella mai mente, guidata dall’istinto di
proteggere il mio
branco sono sempre più vicina alla ragazza che ormai
paralizzata dalla paura ha
fatto cadere la bomboletta.
J: Cora!
Io mio volto
verso di lui e non appena incrocio il suo
sguardo per me è come riprendermi da un trans, ricorda cosa
volevo fare e lo
voglio ancora fare, ma ora che non sono più in preda
all’istinto che ha un alfa
di proteggere il branco, so che sarebbe la scelta peggiore,
così retrocedo.
Mi avvicino a
Jacob a mi faccio avvolgere dalle sue braccia,
appoggio la fronte sul mio petto e per qualche secondo mi faccio
cullare dal
battito del suo cuore e dalla sensazione di sicurezza che mi da la sua
vicinanza.
Apro gli occhi
che sono tornati normali, mi volto e parlo
alle quattro persone che ho difronte tenendo la testa alta e il tono
deciso e
minaccioso.
C: Se una sola
di voi fa parola di ciò che è successo qui
stasera, tutte voi ne pagherete le conseguenze.
Detto questo, mi
volto e mi avvio verso casa con Jacob, Emi e
Ann subito al seguito, ignorando completamente le reazioni e le
espressione di
quello che al momento è il maggior pericolo per i licantropi
qui a Rock
Country.
FINE CAPITOLO.
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Capitolo 24 *** Finale ***
Capitolo 24:
Pov Cora
Io, Jacob,
Emi e Ann siamo tornati all’appartamento mio e di Jacob.
C: Cazzo!
Cazzo! CAZZO!
Sono
inferocita, ora ci sono altre tre persone che conoscono il nostro
segreto. Sono
un alfa adesso e tutto quello cui devo pensare, è proteggere
il mio branco.
C: Cazzo!
Tiro un
calcio al divano.
E:
Cora….
C: Che stavi
facendo?! Jacob mi dici che cosa ti passava per la teste mentre sfidavi
quella
donna!
Tiro un
calcio a una sedia facendola cadere.
AC: Cora non
è colpa sua…..
C: non fate
a scarica barile, ho visto che tu te ne stavi in un angolo a osservare.
Certo,
le tue intenzioni erano rese chiare come il sole dalla tua espressione
omicida,
ma tu non hai aperto bocca.
AC: se non
ci fosse stato Jacob, la bocca l’avrei aperta ma dicerto non
per parlare, ma
per azzannare e sventrare!
C:
sì, forse
sotto questo punto di vista è stato un bene, ma ora abbiamo
tre persone
spaventate, che conoscono il nostro segreto e ci odiavano
già prima, t’immagini
cosa succederebbe se andassero alla polizia!
J: Beh, in
quel caso l’agente Rockstone…
C: non
potrebbe fare niente, forse lui è uno degli agenti
più rinomati e con più
esperienza del distretto, ma al momento le decisioni le prende il vice
sceriffo
Mitchel, che si di al caso non conosce il nostro segreto e che non ci penserebbe due volte ad
arrestarci.
J: o a
mettere quelle tre in manicomio.
C: O CERTO!
Ora non ci preoccupiamo più che la gente scopra il nostro
segreto perché se
provassero a divulgarlo, sarebbero rinchiuse in una casa di cure!
Dovremmo
farlo saperlo a tutto il mondo! Così tutti possono fare come
Ann e andarsene in
giro a sfoggiare le loro abilità sovrumane!
AC: EHI! Che
centro io adesso?
Ann, che si
era a sua volta seduta sul divano, si alza di scatto pronta a un
confronto con
me. Io faccio brillare i miei occhi e le intimo di tornare seduta, lei
esegue
subito il mio “ordine” intimorita dal mio tono e
dal mio sguardo.
Sposto di
nuovo il mio sguardo su Jacob, vedo che anche a lui non piace questa
situazione, ma capisco anche che non mi vuole dar ragione.
E: OK! ORA
BASTA VOI DUE! Jacob hai esagerato, accettalo! Cora, hai ragione a
preoccuparti, ma non per questo ti devi sfogare su di noi.
C: come
sarebbe a dire, sfogarsi su di voi?
E: guarda
Ann…
Io abbasso
lo sguardo, Ann fissa il vuoto con uno sguardo terrorizzato.
Oddio, non
pensavo che un ordine dato
da un alfa facesse questo effetto….
Faccio un
lieve cenno a Jacob, cercando di farli capire che per me non
c’era più niente
da dire e che era perdonato.
Lui ricambia
facendomi un cenno con la testa verso Ann.
Io mi siedo
accanto a lei, le poggio una mano sulla spalla e Ann gira con uno
scatto la
testa verso di me.
C:
Ann…
tranquilla, non sono arrabbiata con te.
Emi si siede
accanto a lei dall’altro lato circondandole le spalle con un
braccio, Ann
sembra rilassarsi e appoggia la testa nell’incavo del collo
della rossa.
AC:
Cora… se
con quegli occhi riesci ad avere questo effetto quando sei solo
irritata, credo
che quando sei arrabbiata, potresti uccidere qualcuno con lo sguardo.
Emi fa una
leggera risata.
E: veramente
la già fatto…
Tutti noi
scoppiamo a ridere.
AC: Scusa,
me ne ero completamente dimenticata….. Scusa.
E:
l’avevo
capito!
22:30
Pov Esterno
Cora e Jacob
sono accoccolati nel loro letto, sono nudi dato che hanno finito da
circa una
mezzora di fare l’amore. Jacob è a pancia in sue,
tiene la mano sinistra sulla
pancia intrecciata con quella di Cora, che dorme appoggiata al petto
del
ragazzo mentre quest’ultimo le cinge la vita con il braccio
destro.
C: Jacob?
J: sì?
C: tu
l’avresti
immaginato?
J: Cosa? Di
ritrovarmi legato a qualcuno per l’eternità?
C: anche,
insomma, scappo da una città perché gli eventi
sovrannaturali che infestano
quel posto sono troppo pericolosi e mi ritrovo in una città,
dove il livello di
pericolo è uguale, ma dove sono schierata in prima linea.
J:
sì, in
effetti, sembra che sia destino di voi Hale riportare
l’ordine nel
sovrannaturale, dopo aver sentito cosa mi hai raccontato, da quando tuo
fratello è tornato a Beacon Hills, è diventato un
paladino della giustizia.
Jacob
ridacchia della sua affermazione e Cora sorride divertita.
C: sai, mi
sono appena accorta di una cosa…
J: Cosa?
Jacob
incuriosito dal tono della ragazza volge il capo verso di lei che lo
guarda a
sua volta, entrambi facendo brillare gli occhi per potersi vedere bene.
C: ti
ricordi il giorno che mi hai riportato a casa per quello che era
successo negli
spogliatoi, il giorno del nostro secondo bacio.
J: intendi
quando l’abbiamo fatto sul divano e l’abbiamo quasi
distrutto.
Cora usa la
mano che prima intrecciava con quel di Jacob per dare a
quest’ultimo un colpo
sul petto, ma ridacchiando allo stesso tempo.
C:
stupido….
J: beh, cosa
mi devi dire riguardo quel giorno?
C: cosa ci
siamo detti dopo il primo bacio che ci siamo dati in casa?
J: “Ti
amo”
?
Cora a quel
punto abbassa lo sguardo.
C: appunto,
non l’abbiamo detto…. Entrambi abbiamo detto:
credo di amarti.
J:
Cora…..
Mi stai lasciando.
Lei volge
rapidamente il capo verso il compagno.
C: Cosa? No,
no, no, no, semplicemente…… ti amo e lo
farò per sempre.
Le parole di
Cora fanno breccia nell’animo del lupo infernale, che
inizialmente non
risponde. Quando Cora abbassa la testa sconfortata, lui però
le prende il mento
tra due dita, le fa alzare il viso e la bacia dolcemente.
J: Cora,
anch’io ti amo e lo farò per sempre.
Dopo
l’affermazione decisa del ragazzo, questa volta è
la lupa che si avventa sulle
labbra del compagno, facendolo nuovamente distendere e salendo su di
lui con il
busto.
Continuano a
baciarsi e nel mentre Jacob parla tra un bacio e l’altro.
J:
Beh….
Cora…. Se la…. Vogliamo…..
Mettere…. Così….
La ragazza
si stacca completamente per sentire cos’ha da dire il
ragazzo. Il ragazzo si
tira su e si mette seduto con gli occhi alla stessa altezza di quelli
di Cora.
J:
tecnicamente non ti ho mai chiesto una cosa…
C: Cosa?
J: Cora
Hale, principessa dei lupi, Regina Alfa, Alfa del branco di Rock
Country…
Cora ride al
sentire gli appellativi dategli da Jacob, almeno finche lui non prende
entrambe
le mani della ragazza tra le sue.
J: Vuoi
essere ufficialmente la mia ragazza?
A quel punto
Cora rimane basita, la bocca semi aperta e gli occhi spalancanti.
C: Ora che ci
penso, Jacob non mi ha
mai chiesto di essere la sua ragazza e non ne abbiamo mai
parlato…
C:
sì,
voglio essere la tua ragazza.
Cora dopo
essersi ripresasi, risponde decisa per poi fiondarsi sulle labbra del
ragazzo
facendolo sdraiare nuovamente sotto di lei.
7.45
Scuola Atrio
E: ragazzi,
ma che vi è successo?
Jacob e Cora
erano due zombie, avevano due occhiaie da far paura e si reggevano a
malapena
in piedi, il primo si reggeva agli armadietti, la seconda si reggeva al
primo,
Ann ed Emi erano in piedi di fronte ai due.
J: ieri
sera..... Ci siamo stancati parecchio.
E: che avete
fatto per conciarvi così? Avete affrontato Godzilla?
C: Ann,
senti il nostro odore...
Cora neanche
apre gli occhi e la sua voce fa trapelare tutta la stanchezza della
ragazza.
Ann chiude
gli occhi e inspira profondamente.
AC: i vostri
odori, non lì distinguo, sono perfettamente identici...
C: e quando
gli odori di due persone cominciano ad assomigliarsi?
Ann ci pensa
un attimo, quando però, capisce quello che intende Cora,
spalanca occhi e
bocca.
AC: mio dio,
ma il letto è ancora intatto?
Anche Emi,
sentendo le parole dell'amica, spalanca gli occhi capendo a che tipo di
attività si sono dedicati i suoi amici la notte scorsa.
J: la gamba
sinistra del letto ha ceduto la terza volta, quindi le altre tre volta
lo
abbiamo fatto sul pavimento, dove ci siamo svegliati stamattina
Le due
ragazze avevano occhi e bocca spalancati.
DRIIN
DRIIN DRINN
J:
Materia?
C:
Matematica...
Jacob a
sentire nominare una delle materie che più non sopporta in
assoluto, fa un
grugnito di disgusto e sempre con Cora attaccata al braccio, si dirige
in
classe. Dove entrambi i ragazzi dormono profondamente fino alla fine
della
seconda ora.
PR:
ragazzi...
Il Prof
Riddick passando davanti alla classe vuota, ha visto i due ragazzi
dormire sui
banchi e ora cerca di svegliarli.
PR: ragazzi!
Il Prof
scuote la spalla a Jacob che mugola contrariato.
MR: Giorno
professore.
Melissa Reaser entra allegramente
nell'aula.
PR: ciao
Melissa.
MR: ma che
succede?
PR: non lo
so, gli ho trovati così...
MR: sono nel
club di botanica con Jacob, una volta è capitato che si
addormentasse, Emi li
ha sussurrato qualcosa all'orecchio e lui è balzato
sull'attenti.
PR: E cosa
gli ha detto?
La ragazza
si abbassa all'altezza dell'orecchio del ragazzo.
MR: Mark ci
sta provando di nuovo con Cora.
Il ragazzo
scatta in piedi seduta stante e si guarda attorno più volte
con fare
minaccioso.
PR: Cavolo,
non credevo funzionasse!
J: prof, che
succede?
PR: ti eri
addormentato.
Jacob si
passe le mani sul viso.
J: Che ore
sono?
MR: le 10 e
13.
Lui si
toglie le mani dal volto e quando vede la sua compagna di club, la
saluta con
un sorriso.
J: Ciao
Melissa…
La ragazza
arrossisce prima di sussurrare un “ciao”.
J: Cora,
svegliati.
Jacob scuote
leggermente la spalla della ragazza che lentamente comincia a
svegliarsi.
C: ma
che…..
mi sono addormentata?
PR: tutte e
due vi siete addormentati. E ora fuori di qui, devo organizzare la mia
prossima
lezione.
I due
ragazzi prendono le loro cose e si avviano alla biblioteca.
J:
allora…. Che
cosa prendiamo oggi?
C: potresti
prendere un libro per studiare, per una volta…
J: Come se
fosse possibile!
Il ragazzo
si fa una breve risata mentre Cora sbuffa e si allontana da Jacob per
andare
nella sezione Horror, sezione da cui Jacob si tiene sempre alla larga.
Non aveva
visto che c’era anche un'altra persona, almeno
finché entrambe non hanno
afferrato il medesimo libro.
JM: Oh,
scusa.
Jessica
Mitchel ritrae la mano intimorita dalla ragazza che ha di fronte.
C: Scusami
tu… volevi questo.
Cora le
porge il libro che entrambe avevano afferrato.
JM:
sì, ma
non fa niente ho visto il film.
C: prendilo
pure, io l’ho già letto….
JM: ok,
grazie…
Jessica
è
visibilmente a disagio per la presenza di Cora, anche se
quest’ultima è più
bassa di lei di almeno 5 cm, la mette molto in soggezione.
C: senti
Jessica…. Non ti ho mai ringraziato per le lezioni o meglio,
lezione, di ballo
che mi hai dato…. Quindi, grazie.
JM:
figurati, a me piace insegnare a ballare, comunque sarei io che dovrei
ringraziarti, sei venuta subito da me quando hai deciso di lasciare il
tuo
vecchio appartamento.
C:
sì, mi
ricordo che il giorno prima ti avevo sentito dire che volevi lasciare
casa dei
tuoi genitori ma non volevi andare stare da tua sorella.
JM:
sì, beh,
da quando i miei hanno divorziato, la situazione in casa era tesa, mio
padre
essendo disoccupato stava ancora da noi e mia madre non lo sopportava
più, poi
non volevo arrecare disturbo a mia sorella che lavora tutto il giorno,
quindi….
C:
tranquilla, credo di comprendere le situazioni famigliari complicate,
tra me e
mio zio non scorre buon sangue, anche mio fratello non lo sopporta.
JM:
già, beh
grazie per il libro.
C:
figurati….
La ragazza
bionda si allontana e dopo aver registrato il libro prese alla
reception della
biblioteca, esce da essa.
C: sarebbe
un’ottima beta…
Pov Jacob
Ma
perché a Cora piacciono tanto gli
horror? Ma soprattutto, cosa ci trova di bello la gente nel provare
paura?
Sono come
mio solito nella sezione della narrativa romantica moderna, ho
già letto
parecchio di questi libri, ormai non so più cosa prendere.
Decido quindi di
andare nella sezione sovrannaturale, anche se ne dubito, credo che ci
possa
essere un bel libro incentrato su una bella storia d’amore.
Ma proprio
mentre sto svoltando l’angolo per entrare nella sezione, noto
che in essa è
seduto per terra un ragazzo, ha le cuffie nelle orecchie e posso
sentirne la
musica anche senza il mio super udito, questa, come il suo look,
è dello stile
metallaro/gotico.
Faccio finta
di niente e li passo davanti, comincio a passare in rassegna gli
scaffali, ma
sento lo sguardo fisso del ragazzo su di me e la cosa mi fa innervosire.
J: Hai
intenzione di parlare, o vuoi continuare a fissarmi.
Sono sicuro
che mi può sentire, dato che non sento più la
musica anche con il mio udito da
lupo.
MT(Mason
Terinno): non ti sto fissando.
J:
sì, come
no…
MT: senti,
stai cercando qualcosa di particolare? Conosco tutti i libri di questa
sezione…
J:
così che
me ne vada prima? No, grazie, preferisco fare da solo.
MT:
Cos’è?
Hai già letto tutto nella sezione romanzi rosa.
Io continuo
a rimanere impassibile e a guardare i libri senza mai guardare lui,
però so che
ora è in piedi con una posa di sfida.
J: veramente
sì…
MT: nessuna
reazione…. Interessante.
La mia
sicurezza comincia a vacillare.
J: cosa
è
interessante?
MT: vedi, io sono uno dei più promettenti studenti
d’informatica della scuola e
ho svolto ricerche su tutti quelli che frequentano questa
scuola…
J: cavolo,
è
un grosso lavoro.
MT:
sì, ma per
uno come me è un gioco da ragazzi…
Da come parla,
deve aver svolta
ricerche anche su di me…
J: mi stavi
aspettando vero….
MT: arguto,
immagino che tu sappia anche il perché….
J:
perché
nonostante la tua bravura, non sei riuscito a trovare niente su di me
prima del
mio arrivo qui.
MT:
già, non
sono neanche riuscito a risalire al tuo vero nome…
J: ho degli
amici che sono bravi con il computer.
MT: tu
sì,
ma la tua ragazza no!
E lì
tutte
le mie sicurezze crollano, mi volgo subito verso il ragazzo, il mio
sguardo non
è di certo dolce e coccoloso, ma lui ne rimane impassibile.
Lo squadro
dalla testa ai piedi, è un ragazzo smilzo, alto sul metro e
ottanta, capelli
neri medio lunghi, eyeliner nero, carnagione bianca, anelli e collane
gotici,
anfibi e smalto nero.
J: chi sei?
MT: mi
chiamo Mason Terinno….
J: cosa
vuoi?
Quasi
ringhio l’ultima frase ed è l’unico
momento in cui lo vedo vacillare.
MT: solo la
verità…
Io sto per
ribattere, ma suona la campanella, lui indica la indica, per poi
ghignare e
andarsene.
Anch’io
mi
dirigo spedico all’uscita della biblioteca a pochi passi da
lui.
A un certo
punto mi si affianca Cora che nota subito che sono nervoso.
C: che hai?
Sembri nervoso?
J: quel
ragazzo….
Gli faccio
cenno con la testa al ragazzo di fronte a noi, che in quel momento
varcava
l’uscita della biblioteca.
J:….
Ha
fatto ricerche su di noi, su di me non ha trovato niente
perché dei miei amici
avevano ben protetto i miei vecchi dati, ma a quanto pare ha trovato
qualcosa
su di te.
Cora non si
scompone troppo e continua a guardare dritto davanti a se.
C: che cosa
vuole?
Il suo tono
è serio, calmo e minaccioso allo stesso tempo.
J: ha detto
che vuole “la verità”.
C: pensi che
sospetti che siamo esseri sovrannaturali?
J: non
credo, ma sa che nascondiamo qualcosa e vuole sapere cosa?
Cora
annuisce e insieme entriamo nell’aula di filosofia, che oggi
per una ragione a
noi ignota, è la classe dove di solito si tengono le lezioni
di matematica.
Pov Esterno
I due
ragazzi entrano nell’aula che al momento conta solo sette
allievi su 24.
J/C:
Buongiorno!
PR:
’Giorno
ragazzi.
Dopo una decina
di minuti arrivano tutti e il prof finisce l’appello.
PR:
allora….
Assenti sono solo: Chase, Desiraio, DueMonti e Derin, giusto?
Classe:
sì,
prof!
PR:
chissà
perché?
Il tono del
prof è palesemente ironico, sapeva perfettamente che le
quattro Cheerleaders
erano rimaste a casa per prepararsi al ballo di quella sera.
C: beh,
almeno nessuna starnazzerà tutta l’ora come al
solito.
Tutta la
classe scoppia in una leggere risata, perfino il prof.
PR: Bene,
ora prima di cominciare la lezione devo fare alcuni annunci, inizio
ricordando
a tutti che per oggi, questa è l’ultima ora di
scuola visto che stasera ci sarà
il ballo di fine anno e oggi è anche l’ultimo
giorno di scuola. Secondo, come
ogni anno, è severamente proibito anche per gli alunni
maggiorenni portare o
consumare alcolici, lo stesso vale ovviamente anche per le sostanze
stupefacenti e se si nota una di queste infrazioni, sarà
vostro compito farlo
notare a uno degli insegnante presenti al ballo che saranno: io, il
vicepreside
Deucalion, il coach Cox, la professoressa Samuels, il professor
Merrick, il
professor Manzo, la professoressa Mirreal e il professor Lucas. Voglio
anche
ricordare, anche se le persone maggiormente interessate non sono
presenti, che
non sarà permesso l’ingresso al ballo a ragazze o
ragazzi che indosseranno
vestiti troppo succinti o provocanti.
La classe
scoppia di nuovo a ridere.
Ore 19:23
appartamento di Emi
E: Forza
Melissa, quanto ci metti!
MR: mica
è
colpa mia, lo sai che quanto sono difficili i capelli di Annabeth!
AC: non chiamarmi con quel nome sfigato!
MR: tu
però
sta ferma!
Nella camera
di Emi c’era il caos più totale, Emi che mentre
aspettava il suo turno per farsi
acconciare i capelli da Melissa, si sistemava il trucco, Ann che era
già
pronta, si stava per l’appunto facendo sistemare i capelli da
Melissa, questa
invece, non aveva ancora avuto il tempo di fare nulla troppo occupata a
evitare
che Ann facesse un disastro con trucco e capelli. Cora invece aveva
preferito
chiudersi nel bagno della madre di Emi, che aspettava pazientemente in
cucina
le ragazze, per sistemarsi da sola; aveva deciso di lisciarsi i capelli
e
spruzzare una specie di lacca che le aveva prestato Melissa che avrebbe
dovuto
rendere i capelli più lucenti, aveva già infilato
il vestito.
Pov Cora
Spero che a
Jacob piaccia, questo
vestito è fantastico, ma di solito vanno abbinati a una
corporatura più slanciata,
ho paura che la mia latezza rovini tutto…
Passo a
infilarmi le scarpe, fatico un po’ perché non mi
ero mai messa delle scarpe del
genere, al negozio Jessica mi aveva dato una mano, ma ora ci ho messo
il doppio
del tempo.
Esco dal
bagno, a passo lento e incerto mi avvio verso la camera di Emi, non
sento urla
che provengono dalla stanza e questo inquieta. Ma quando apro la porta,
la
situazione che mi trova davanti non era proprio quella che mi
aspettavo, Ann e
Emi sono a 2 cm di distanza, i loro occhi prima inchiodati gli uni
negli altri,
ora sono su di me.
C: ma che
cavolo stavate facendo?!?
Le due
ragazze come risvegliate da un trans diventano rosse come peperoni e si
allontanano.
Rimangono in silenzio entrambe fissando il pavimento.
MR: Oh My
God!
Sento Melissa
alle mie spalle che si avvicina velocemente, mi sorpassa e si ferma
davanti a
me. Anche lei ora è pronta fatta eccezione per le scarpe.
MR: mio dio
Cora, sei bellissima!
Io dimentico
la strana situazione in cui ho trovato Ann e Emi e arrossisco.
C: sul
serio?
MR:
assolutamente, aggiungo anche che dovresti indossare tacchi alti
più spesso,
questi centimetri di altezza in più fanno miracoli!
Non so se
considerarlo un insulto o
un complimento.
Melissa si
volta e guarda l’orologio, o cavolo, 10 alle 20, abbiamo
giusto il tempo degli
ultimi ritocchi prima che arrivino i ragazzi!
C: ma tu con
chi ci vai?
Melissa
è su
un piede solo mentre cerca di infilarsi le scarpe, anche Emi si sta
infilando
le sue.
MR: Ci vado
con Duncan LockRood, se non sbaglio, è un tuo compagno.
C:
sì, so
chi è.
Dieci minuti
dopo sentiamo il campanello dell’appartamento di Emi suonare,
sento la madre di
Emi che da il benvenuto ai ragazzi e gli fa i complimenti per i
vestiti.
E: fortunate
voi che avete un cavaliere!
AC: Emi ti
ricordo che anche se James mi porta al ballo, ti ricordo che ci sei
pure tu e
li concederò solo un ballo, quindi per la maggior parte
della serata, sarò anch’io
senza cavaliere.
E: giusto.
Tutte noi
cominciamo ad avviarci verso il salotto dove ci aspettano i ragazzi.
Pov Esterno
La prima ad
arrivare in salone è Melissa, sfoggia un bellissimo abito
celeste senza
spalline, con gonna al ginocchio, abbinato a delle semplici scarpe con
tacco 10
sempre celesti, mentre i capelli sono stati fatti a boccoli e lasciati
liveri.
Poi arriva Ann
che sfoggia un falso sorriso, lei invece indossa un semplice abito
color viola
scuro, anche il suo con gonna che arriva fino al ginocchio e abbinato a
delle
semplici scarpe nere con tacco, i suoi capelli sono leggermente mossi e
anche i
suoi lasciati liberi. Al suo ingresso subito James si precipita verso
di lei e
le infila il tipico bracciale con fiore al polso, come poco prima aveva
fatto
Duncan con Melissa.
È il
turno
di Emi, lei indossa un bellissimo vestito verde scuro con scollo a
cuore, gonna
lunga e anche se non si vedono, delle scarpe con tacco nere simili a
quelle di
Ann e i capelli acconciati in uno chignon
Quando entra
Cora, tutti si zittiscono, perfino Duncan e James che prima non avevano
occhi
che per la loro dama ora la fassano. Jacob ha una paralisi e non
accenna a
muoversi, almeno finche Emi non li rifila un pizzicotto. Il ragazzo si
avvicina
lentamente a Cora la quale, lo fissa negli occhi.
J: sei
bellissima..
Jacob
praticamente sussurra con il viso a un palmo da quello di Cora.
C: anche
tu…
Jacob le
prende la mano sinistra, le fa il baciamano e le infila il bracciale
con il
fiore al polso.
A quel punto
tutti escono dall’appartamento e una volta in strada ognuno
alla propria auto,
Emi sarebbe stata accompagnata dalla madre, Ann per la sua
felicità sarebbe
andata sulla Mercedes di James con lui, Melissa con Duncan sulla
modestissima
Mini Cooper blu del ragazzo e Cora naturalmente sarebbe andata con
Jacob con la
Camaro del ragazzo.
La serata alla
festa trascorre tranquilla, l’unico momento
d’inquietudine è stato quando Cora
e Jacob sono entrati nella palestra e tutti i presenti si sono fermati
e hanno
cominciato a fissarli, più Cora che Jacob, ma comunque erano
entrambi in
imbarazzo. Tra balli lenti e da discoteca arriva il momento clou della
serata,
la nomina della regina del re del ballo.
Emi sale sul
palco, dove James e la sua band si stanno esibendo, scambia due parole
con
ragazzo il quale le lascia il microfono senza troppi problemi e ordina
alla
band di fermarsi.
E: un attimo
di attenzione per favore….
Emi aspetta
qualche minuto che tutti si siano concentrati su di lei per continuare
a
parlare.
E: grazie,
è
arrivato il momento di annunciare il re e la reginetta del
ballo…
Parte un
forte applauso mentre Emi comincia ad aprire la busta tra le sue mani.
E: il re del
ballo è…… Blake Livarro!
Un forte
applauso scaturisce dai ragazzi mentre Blake sale sul palco
accompagnato dal
suono della batteria.
E: e la
regina del ballo è……
Qui al
contrario che con l’annuncio di Blake dove tutti avevano
fatto “Oooooo” c’era
il silenzio più totale, da quando l’anno
precedente Carla Chase aveva soffiato
il titolo alla sorella maggiore, c’è stata molta
tensione a scuola per la
possibile nuova regina.
E:….
Clarissa Chase.
Mentre la
Clarissa esultava dalla gioia e correva sul palco per farsi incoronare,
a Carla
usciva il fumo dalle orecchie, anche se non era arrabbiata con la
sorella per
averle soffiato il titolo, era comunque incazzata per non essere stata
incoronata reginetta anche quell’anno.
Appena i due
sovrani si sono alzati dal trono dove erano stati incornati, parte la
musica di
un lento suonato dalla sorella si James e dalla sua band.
In sala
calano le luci fatta eccezione per l’occhio di bue che
illumina il centro della
sala dove danzano il re e la regina e intorno a loro stando fuori dalla
luce
dell’occhio di bue, tuttala scuola.
Tutti
ballano, tranne Ann che aveva già concesso il ballo a James
e Emi che non aveva
un cavaliere.
E:
Uff….
AC: ti
annoi?
E: no,
è
bellissimo stare a bordo pista senza cavaliere mentre tutti ballano
l’ultimo
ballo della serata al mio ultimo anno di scuola.
Ann ci pensa
un po’ su, avendo colto il sarcasmo dell’amica, si
guarda intorno alla ricerca
di una soluzione.
AC:
uff…. Senti
Emi…
La rossa si
volta verso l’amica guardandola annoiata.
AC: per
ballare ti serve per forza un cavaliere…. O va bene anche la
tua migliore
amica?
Ann con un
dolce sorriso pone la mano ad Emi chiedendole di ballare.
E: direi che
può andare bene.
Emi afferra
la mano dell’amica e insieme si dirigono ridendo sulla pista
da ballo dove cominciano
a ballare inchiodando gli occhi l’una in quelli
dell’altra.
Poco
più in
là, Cora e Jacob ridacchiano avendo assistito alla scena.
J: secondo
me, finiranno per mettersi insieme.
C: dopo
quello che ho visto stasera, credo che potrebbero darsi il primo bacio
anche
stasera.
J: che hai
visto?
C: beh,
diciamo che se fossi entrata in camera
di Emi un secondo più tardi, credo che le avrei beccate a
limonare.
J: ah però!
Jacob
comincia a ridacchiare continuando a guardare le due amiche ballare.
Cora a
quel punto si da una leggera spinta e fa combaciare le due labbra con
quelle
del ragazzo. Jacob risponde al bacio con delicatezza e amore, senza
lussuria o
desiderio di altro genere, se non quello di amare la sua ragazza, le
appoggia
una mano su un fianco e la attira a se facendo aderire i loro corpi,
Cora a
quel gesto mette le braccia intorno al collo del ragazzo e continua a
baciarlo.
I due continuano a ondeggiare sulla pista da ballo senza rendersi conto
che ora
l’occhio di bue che prima era puntati sul re e sulla regina
del ballo, ora era
puntato su di loro, facendo si che tutta la scuola veda tutto
l’amore presente in
quel bacio e facendone così i testimoni dell’amore
tre i due ragazzi che a loro
insaputa, avevano salvato la loro città.
Angolo Autore
Ciao tutti,
questo è l’ultimo
capitolo di Teen Wolf: WerwCerberus e anche se la mia storia non
è stata né
molto seguita né molto recensita, ci tenevo a ringraziare
tutti quelli che
hanno letto per intero la mia fanfiction.
Quindi grazie a
tutti e alla prossima
storia da Colpani392.
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