Il ritorno

di Gringoire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte prima ***
Capitolo 2: *** Parte seconda ***



Capitolo 1
*** Parte prima ***


Il ritorno

Revisione della puntata di Buffy “il ritorno” stagione 6, vista dal punto di Spike.

Era già da parecchio tempo che nella stanza era caduto un silenzio irreale.
Down continuava a spostare lo sguardo da me a Buffy.
Io non sentivo più nulla, era come se fossi morto ancora una volta.
Il mio cuore si era fermato.
Che cosa cretina da dire, dopotutto il mio cuore era fermo da secoli, ma quando l’avevo vista viva, vegeta e bella come sempre in piedi sulle scale, non avevo capito più nulla.
Erano passati ben 148 giorni dalla sua morte, anche se quel giorno non contava, dopotutto era viva davanti a me, quindi 147.
Erano 147 giorni che stavo cercando di abituarmi all’idea che Buffy fosse morta, anche se tutte le sere sognavo (cosa che non mi credevo capace di fare) di salvarla e nei miei sogni ridevo con lei, ogni mattina la storia era la stessa. Mi addormentavo conscio che anche quella notte l’avrei sognata e che mi sarei svegliato piangendo.
Tutte le volte che mi svegliavo la realtà mi colpiva come uno schiaffo, ero tentato di stendermi e dormire fino alla fine dei miei giorni, ma mi costringevo ad andare avanti. Dopotutto le avevo promesso di proteggere sua sorella, e lo avrei fatto anche se mi fosse costata la vita.
Era l’unica ragione per cui mi trascinavo ancora fuori dalla mia cripta e mi recavo da quegli imbecilli che Buffy insisteva a chiamare amici.
Quando avevo oltrepassato la soglia di casa Summers ero profondamente adirato con Dawn, il mio compito era proteggerla e lei mi era scappata da sotto al naso, avevo intenzione di darle una bella strigliata, ma quando avevo sentito altri passi alle sue spalle e avevo sentito le sue parole era svanito tutto quanto.
“Spike…guarda…” aveva detto Dawn.
Avevo alzato lo sguardo profondamente scocciato e l’avevo vista.
“Si, l’ho vista anche prima. Bene, è già a posto…” le avevo detto. Credevo fosse quello stupido robot che aveva inventato Willow.
Minuti eterni erano passati.
I suoi occhi nei miei.
Mi ero accorto che non era un robot, ma la Buffy vera.
La Buffy che amavo, la mia Buffy era tornata.
Per una volta quello che leggevo nel suo sguardo non era disprezzo.
Ero incredulo. Immaginai che il mio sguardo non trasudasse più la rabbia che mi aveva provocato Dawn, ma stava sicuramente trasmettendo amore, passione per quella donna che avevo davanti e che per troppo tempo avevo saputo morta.
“Spike, tutto bene?” mi aveva chiesto Dawn, preoccupata dal fatto che non spiccicassi parola da più o meno dieci minuti, da quando era apparsa lei.
“Come…che cosa hai fatto?” sussurrai.
“Io? Niente.” Sentii che mi rispondeva Dawn, ma non avevo dato importanza alle sue parole, mi ero soffermato su qualcos’altro.
“Le mani…” cercai di trovare una risposta al sangue sulle nocche di Buffy, ma Dawn ancora una volta mi anticipò.
“La stavo per medicare, non so cos’abbia fatto.”
“Io si…” era stato un attimo, avevo collegato tutto quanto.
“Ha scavato per uscire dalla tomba. Non è vero?” chiesi a Buffy. Però era da qualche secondo che la vedevo indifesa, spaventata. Cominciai a pensare che quella non fosse veramente lei, ma mi faceva meno male credere che il suo fosse solo un cambiamento provvisorio.
Percepii tutto il suo dolore quando mi rispose.
“Si,ho…scavato per uscire.”
Cercai di rassicurarla con lo sguardo.
“L’ho fatto anch’io.”
Non riconoscevo più la mia voce, non ero io quello che parlava, era il mio dolore.
Rimasi incantato a fissarla qualche secondo, dopodiché mi riscossi leggermente.
“Ti…ti cureremo noi. Vieni.” La chiamai.
Lei scese dalle scale e mi seguì in soggiorno. Avevo paura di toccarla.
“Vai a prendere del disinfettante e delle bende.” Ordinai a Dawn. Dovevo curarla, volevo curarla.
Non sentii neanche la risposta di Dawn, ero troppo concentrato su Buffy.
La stavo studiando, c’era qualcosa di diverso in lei. Ancora una volta cercai di convincermi che non era vero, era solo rimasta traumatizzata dall’esperienza che aveva vissuto.
Si sedette sul divano.
Io mi sedetti proprio di fronte a lei, non volevo lasciarla neanche un secondo.
Le presi le mani e le osservai attentamente, aveva le nocche che sanguinavano copiosamente.
Capivo perfettamente ciò che provava.
Rialzai gli occhi e la scoprii a fissarmi.
Mi mancò il fiato per la profondità di quello sguardo.
“Quanto tempo sono mancata?” mi chiese, sostenendo il mio sguardo.
Non ebbi altra scelta se non quella di dirle la verità, quella verità che mi faceva un male cane solo a pensarci.
Ancora non riuscivo a respirare.
Non che ne avessi davvero bisogno, ma dovevo prendere fiato per parlarle.
Così feci.
“Ieri erano 147 giorni…oggi 148…però oggi non conta, vero?” le dissi, cercando di sorridere e di rassicurarla. Sentivo le lacrime appannarmi gli occhi, ma non avrei mai pianto di fronte a lei.
Dopotutto io ero il duro.
Io ero l’uomo che non soccombeva di fronte a nulla, il bastardo.
Ma non le avevo ancora raccontato tutto.
Riabbassai lo sguardo e ripresi a fissarle le mani, non riuscivo a sostenere i suoi occhi quando sapevo che avrebbero visto lacrime nei miei.
Però capii che non mi importava niente, non volevo abbandonare così il contatto visivo tra di noi, visto che mi potevo permettere solo quello.
“Quanto è passato per te…lì dov’eri?” piegai leggermente la testa sulla spalla sinistra, volevo leggerle nello sguardo, che ora lei aveva abbassato, pensierosa.
“Di più…” sussurrò tristemente.
“Si?” le chiesi.
Dawn fece irruzione nella stanza in quel momento e devo ammettere che mi arrecò anche parecchio fastidio, dovevo parlare con Buffy, volevo parlare con lei.
Da solo.
Pochi secondi dopo l’interruzione di Dawn, piombarono in casa anche i suoi stupidi amichetti, interrompendo l’idillio che speravo si fosse creato tra me e Buffy.
Cominciarono a farle domande a raffica.
Cominciai a sentirmi di troppo.
Però forse era meglio che fossero arrivati tutti quanti, avrei potuto ritirarmi in pace.
A pensare e a dare finalmente sfogo a quel pianto che sentivo crescere dentro di me e che non sarei riuscito a trattenere ancora a lungo.
Mi alzai silenziosamente, senza farmi notare da nessuno e altrettanto silenziosamente uscii da quella casa, diventata ora troppo affollata per i miei gusti.
Con immenso dolore vidi con la coda dell’occhio che Buffy non mi aveva rivolto neanche uno sguardo quando mi ero alzato ed ero uscito.
E quella fu la cosa che mi fece più male di tutte.
Appena uscii dalla porta mi rifugiai dietro un albero e piansi tutte le lacrime che possedevo.
Il pensiero che quella non fosse Buffy mi colpì come un pugno in pieno stomaco, mi afflosciai a terra, incapace di sostenere il peso che mi piombò sulle spalle.
Ero ormai convinto che quella che avevano fatto tornare in vita non fosse più la Buffy che conoscevo, la Buffy di cui ero così disperatamente innamorato.
Peccato però che nell’aspetto fosse tale e quale a prima.
Piansi.
Piansi di gioia per il ritorno dall’oltretomba della donna che amavo.
Piansi di dolore per il fatto che lei non fosse più la stessa.
Piansi di desiderio, perché anche se lei non mi voleva e mi vedeva come un mostro, io la desideravo ardentemente e non potevo averla.
Piansi ricordando il suo sguardo sofferente quando mi aveva parlato del suo tentativo di uscire dalla tomba.
E infine piansi per tutto quello che io avevo passato e per tutto quello che lei aveva passato.
Avevo recuperato secoli e secoli di sfoghi mai avvenuti e di lacrime mai versate.

 

Spazio commenti:
E’ una fan fiction che ho scritto di getto quando, due giorni fa, mi sono riguardata la sesta serie in dvd di Buffy.
Questa puntata mi ha colpita e ho scritto immediatamente una fan fiction che parla dei sentimenti di Spike.
Ho provato a pensare a come mai ad un certo punto della puntata (quando Xander e Anya escono da casa di Buffy, che vi è appena tornata dopo che l’hanno fatta resuscitare) si vede Spike nascosto dietro un albero lì fuori e si può notare che sta piangendo, quindi il mio cervellino bacato ha partorito questa storia, che sarebbe stata una one-shot, ma era venuta troppo lunga, quindi l’ho divisa in due parti. Il seguito arriverà appena possibile.
Lo pubblicherò anche se vedrò che la storia non avrà successo, perché sono veramente soddisfatta di come l’ho scritta e mi piace veramente molto. Vi prego di leggere e recensire questa roba pazzesca che mi sono inventata e che non credo sia molto diversa dalla realtà del telefilm.
Come saprà chi segue le mie storie (si, mi sto facendo pubblicità XD XD) devo fare la classica domanda:
Lasciate un commentino? XD XD XD XD
Un bacio. Alla prossima.

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Capitolo 2
*** Parte seconda ***


Quasi un’ora dopo sentii Xander e Anya uscire dalla casa e avviarsi su per il vialetto.
Quelle che piangevo ora non erano più lacrime, quelle le avevo esaurite circa venti minuti prima.
Ormai piangevo solamente acqua.
Mi bruciavano gli occhi.
Cercai di rialzarmi, ero ancora steso a terra da prima e mi feci forza.
Cercai di non far rumore e passare inosservato come sempre, ma non riuscì tutto perfettamente.
Un sonoro crack si sparse nell’aria.
Colpa dei legnetti secchi ai miei piedi.
Dovevo per sbaglio aver fatto pressione su quelli mentre mi rialzavo e mi appoggiavo al tronco robusto dell’albero.
Maledii il mondo e sperai che quelle due teste vuote degli amici di Buffy fossero troppo impegnati a discutere per udire quel rumore.
“Cos’era quel rumore? Spike?”
Come non detto.
Non potevo neanche restarmene in pace per qualche ora.
Non avevo idea di come avessero fatto a vedermi.
Dopotutto ero girato di schiena, con la testa appoggiata all’albero. Mi mimetizzavo perfettamente.
Mi sollevai dal tronco, su cui mi ero afflosciato, cercando di rimanere in piedi e non cadere.
Ci mancavano giusto quei rompiscatole a rovinarmi la serata.
Mi asciugai velocemente il viso, cercando di nascondere il recente pianto.
Ci mancava solo che quell’imbecille di Xander si mettesse a sfottere.
Sentii che si avvicinava.
“Che ci fai qua fuori?” mi chiese.
Ovviamente prima non aveva notato che ero con Buffy.
Ma poi, soprattutto, che cazzo gliene fregava se stavo lì fuori appoggiato ad un albero? Pensavo ci fosse libero arbitrio in questo paese.
“Spero che non ricomincerai a ossessionarla, ora che è ritornata.”
Sapevamo entrambi a chi si riferiva.
Prima che potessi rendermene conto gli ero saltato addosso e l’avevo sbattuto contro l’albero, schiena contro tronco.
Non avrei mai permesso che Xander si prendesse gioco di me, soprattutto quella sera che ero così stanco e vulnerabile a qualunque stato d’animo.
“Non me lo avete detto.” Gli ringhiai contro.
Una furia cieca si stava accompagnando al dolore provato poco prima.
Lo avrei volentieri ucciso.
“L’avete riportata indietro senza dirmi niente.” Gli dissi alzando leggermente il tono di voce.
Mi sarebbe piaciuto urlargli contro fino a farlo morire di paura, ma immaginavo che Buffy fosse andata a dormire e non volevo disturbarla dopo tutto quello che aveva passato quel giorno.
“L’hai saputo adesso…” mi disse Xander talmente tanto piano che feci fatica a sentirlo.
A quanto pare lo stavo spaventando abbastanza.
“Ho lavorato insieme a voi per tutta l’estate.” Gli soffiai contro.
“Se non te l’abbiamo detto…è perché…non abbiamo voluto, va bene?”
Balbettava.
Buon segno per me, brutto segno per lui.
Gli potevo leggere la paura negli occhi.
Aveva capito che quella sera non ero in me.
Neanche io capivo chi ero quella sera.
Sapevo solo che l’improvvisa ricomparsa di Buffy mi aveva stravolto completamente.
Cercai di indirizzargli un ghigno malefico e pauroso, ma quello che ne venne fuori fu solo un mezzo sorriso appena accennato.
“Senti…” gli risposi.
Sentivo le lacrime pungermi nuovamente gli occhi.
“…io ho capito perché. Forse voi no, ma io ho capito. Willow sapeva che c’era la possibilità che tornasse cambiata. Tanto cambiata da…” continuai, mentre una lacrima incontrollata mi solcava la guancia destra.
Mi feci coraggio per finire la frase.
Presi fiato.
“…da dovervi liberare di quello che era tornato. Ma io non lo avrei permesso. In qualunque modo fosse tornata non lo avrei permesso…per questo motivo Willow non me l’ha detto.”
Vidi dallo sguardo di Xander che forse cominciava a comprendere i miei sentimenti verso Buffy.
Forse era riuscito a capire quanto mi devastasse quell’amore che provavo per la Cacciatrice.
Dopotutto anche lui era innamorato.
Mi sorpresi a pensare che forse lui capiva veramente cosa provavo.
“Ma di che cosa stai parlando? Willow non lo farebbe comunque.”
Forse mi sbagliavo.
Cercai di fare l’espressione stupita che mi riusciva meglio.
“Oh…ma davvero?” gli chiesi sarcasticamente.
Avevo la bocca che formava una o perfetta.
Ero un grande attore dopotutto.
“Senti…non me la racconti…”
Vedevo dal suo sguardo che aveva capito.
Eccome se aveva capito.
“…vorresti dire che non sei felice?”
Sospirai.
Un’altra lacrima solitaria mi scese lungo la guancia, già bagnata dalla precedente.
Guardai altrove.
Cercavo di nascondere il mio dolore.
No, molto probabilmente mi ero sbagliato, quella che avevo letto prima nel suo sguardo non era comprensione, altrimenti non mi avrebbe fatto questa domanda.
Io non ero felice che Buffy fosse tornata.
Io ero assolutamente euforico che lei fosse tornata, dopo che l’avevo vista morta nulla poteva rendermi più felice che in quell’istante.
Guardavo lontano, non volevo farmi scoprire da quell’idiota di Xander.
“Guardami negli occhi.” Mi ordinò.
Per Dio, Xander. Lasciarmi in pace a soffrire no? Prendere quell’oca della tua ragazza e andartene per lasciarmi qui ad agonizzare tranquillamente, no? Per favore, ti supplico, vattene prima che lo faccia io.
Se io me ne andassi ora ne potrei morire.
Ti prego, vattene e lasciami in pace.
A quanto pare le mie richieste non sono state ascoltate perché sei ancora qui a rompere.
Alzo gli occhi.
“E dimmi che quando hai visto Buffy viva non è stato il momento più felice di tutta la tua esistenza.”
Abbasso gli occhi ad osservare il terreno.
Deglutisco più volte, sto cercando di disperdere le lacrime che mi salgono agli occhi, in mezzo alla rabbia.
Certo che è stato il momento più felice della mia esistenza.
Domande inutili.
Ormai anche un idiota come Xander ha capito che io senza Buffy non vivo, se così si può dire di uno che è morto un paio di secoli fa.
Combatto contro me stesso per non piangere.
Dio, se esisti, ti prego, fai andare via Xander.
Non so per quanto ancora riuscirò a resistere.
Ok, penso proprio che andrò a rifugiarmi nella mia cripta e visto che fino ad ora ho pianto il mio dolore, credo che dopo comincerò a piangere l’anima, anche se purtroppo non ce l’ho.
Rialzo gli occhi e vedo quelli di Xander spalancarsi dalla meraviglia.
E’ riuscito a cogliere l’ennesima lacrima sfuggita al mio controllo, questa non sono riuscita a nasconderla.
Non mi interessa, voglio andarmene.
Gli lancio uno sguardo che dovrebbe incenerirlo, ma ormai non riesco più a fare nulla.
E’ un paio d’ore che riesco solo a piangere.
Che pappamolla sono diventato. 
Tutto per colpa della Cacciatrice.
Cerco di darmi un contegno mentre gli volto le spalle e mi allontano, credo che resterò nella mia cripta per un paio di giorni, non credo che riuscirò a riprendermi prima di almeno 48 ore dalla ricomparsa di Buffy.
Il suo ritorno mi ha restituito il cuore e l’anima. Se mai in passato li ho avuti, erano scomparsi con lei, con la sua morte, e finalmente tornano al loro padrone.

 

Spazio commenti:
E qui termina la mia fan fiction.
Come ho già detto la adoro e mi è dispiaciuto che non abbia avuto il successo che speravo, ma per me rimarrà sempre una fan fiction stupenda. XD XD
Ora passo a rispondere alla recensione di quei due angeli che hanno recensito:

Selhin: Intanto grazie mille per aver recensito. Come ho già detto sei proprio un angelo. Finalmente ho trovato un’altra persona che si è appena guardata di nuovo Buffy e che quindi ha la memoria fresca riguardo agli avvenimenti!!!! XD XD
Io tutte le volte che vedo quello puntata vengo assalita da una tristezza infinita, perché io Spike l’ho sempre trovato un personaggio caratterialmente molto forte e non credevo potesse abbattersi in quel modo, ma quando ho visto la puntata e ho notato che in un punto si vede chiaramente che si asciuga gli occhi (per non parlare di quando parla con Xander, che si vedono addirittura ancora le scie che hanno lasciato le lacrime e che brillano sulle guance) ho capito che Spike è un personaggio assolutamente fantastico (lo pensavo già, ma sono dettagli XD XD). Sono contenta che pensi che lo abbia interpretato bene. Come ho scritto è una fan fiction scritta di getto proprio mentre guardavo la puntata, quindi ho sentito che i suoi sentimenti erano quelli, li ho solo trasposti su carta, o meglio, su Word XD XD XD XD. Grazie per tutti i complimenti. Spero recensirai anche questo secondo capitolo e scusa per la risposta chilometrica XD. Grazie ancora.

lady lilithcullen: Grazie dei complimenti. Spero leggerai questa risposta alla recensione, anche se non l’ho pubblicata immediatamente. Grazie mille di cuore. E se posso aggiungerei: “Almeno qualcuno che fa la collezione in edicola esiste ancora, io l’ho mollata alla seconda uscita della prima serie poi ho comprato il cofanetto a parte di ogni stagione… hai tutta la mia ammirazione!!”. Ok, un bacio e grazie ancora.

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