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di bic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** A Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Scuse, confessioni e recupero felini ***
Capitolo 4: *** Casa Dursley ***
Capitolo 5: *** Ospite inattesa ***
Capitolo 6: *** Via vai ***
Capitolo 7: *** Vita dai Dursley ***
Capitolo 8: *** L'ospite ***
Capitolo 9: *** Convivenza forzata ***
Capitolo 10: *** Buonanotte ***
Capitolo 11: *** Shopping ***
Capitolo 12: *** Vigilia ***
Capitolo 13: *** Natale ***
Capitolo 14: *** Fine della vacanza ***
Capitolo 15: *** Incontri ravvicinati del primo tipo ***
Capitolo 16: *** Felpato graffiato ***
Capitolo 17: *** Due scapoli e un bebè ***
Capitolo 18: *** I nodi vengono al pettine... Quasi tutti ***
Capitolo 19: *** Donne e motori ***
Capitolo 20: *** Questioni di famiglia ***
Capitolo 21: *** Guinnes e dentifricio ***
Capitolo 22: *** Cane, gatta, topo ***
Capitolo 23: *** Qualche splendido giorno ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Un uomo gigantesco si aggirava tra le macerie della casa distrutta. Quando percepì distintamente il pianto del bambino, si affrettò in quella direzione. Riversa sul pavimento a pochi metri da lui una giovane donna giaceva priva di vita, gli occhi verdi aperti guardavano vacui il cielo sopra di lei. Hagrid prese in braccio il piccolo che piangeva disperato e vide la brutta ferita sulla fronte. La tamponò con un fazzoletto grande quanto una tovaglia. Il piccolo continuava a piangere e Hagrid sentendo il rombo di un motore si strinse il bambino al petto ed afferrò il suo ombrello rosa.

Un giovane uomo scese di corsa dalla moto, non aveva fatto nemmeno in tempo a mettere il cavalletto, l'aveva lasciata cadere a terra ed era corso all'interno di ciò che fino a pochi momenti prima era la casa del suo migliore amico.

- James! James! James!

Cominciò ad urlare, finché intravide una bacchetta di mogano, la sua bacchetta corse verso di lui anche se in cuor suo sapeva che non c'era speranza. Voldemort li aveva trovati ed ora James era morto, Lily era morta e Harry era rimasto orfano.

Spostò i pezzi di mattoni ed intonaco e, con un colpo di bacchetta, liberò il corpo dalla trave che lo aveva quasi seppellito.

I capelli disordinati come sempre, gli occhiali storti sul naso con una lente incrinata, gli occhi aperti in un'espressione di stupore: lo stupore che coglie un ragazzo di ventun'anni che muore tentando di salvare la sua famiglia.

Sirius strinse il corpo inerte dell'amico piangendo: - James, James, James...- sembrava una litania.

Hagrid raggiunse il giovane tenendo il piccolo che ancora piangeva. Sirius fu scosso dalla voce del bambino.

- Harry, dammi Harry, sono il suo padrino, mi occuperò io di lui.

- Ho l'ordine di portarlo a Silente.

Harry sentendo una voce conosciuta si era voltato ed aveva allungato le manine. Sirius lo prese in braccio: - Tranquillo piccolo, ci sono io.

- Sirius, devo portare via Harry prima che il posto si riempia di Babbani.

- Prendi la mia moto, a me non serve più.

Hagrid lo osservò con apprensione: - Non fare sciocchezze Sirius, vieni con me da Silente.

- No, ho un'altra cosa da fare.

Gli occhi di Sirius brillavano di una luce maligna che Hagrid non gli aveva mai visto e capì che per evitare che combinasse guai doveva riuscire a portarlo via di lì.

- Senti Sirius, sarei più tranquillo se tenessi Harry durante il viaggio, non mi fido molto di tenerlo in braccio e guidare con una mano sola. Senza contare che con te si è tranquillizzato.

Sirius stava ancora coccolando il suo figlioccio: l'ultima traccia vivente del suo amico e di Lily, lo guardò negli occhi rossi per il pianto e con un incantesimo richiuse la ferita che già aveva smesso di sanguinare.

- D'accordo Hagrid, verrò con te.

Poco distante sentirono il rumore inconfondibile delle sirene dei mezzi di soccorso Babbani.

Sirius salì a cavalcioni della moto stringendo il piccolo Harry ed Hagrid mise in moto prendendo il volo.

Il piccolo si addormentò mentre volavano su Bristol, nella testa di Sirius vorticavano migliaia di pensieri, immagini, ricordi. Mente la mente vagava le lacrime continuavano a scendere sulle sue guance senza che nemmeno se ne accorgesse.

Raggiunsero Little Winghing a notte inoltrata.

Due persone all'apparenza vestite in maniera piuttosto bislacca erano ferme davanti al numero 4 di Private Drive.

- Hagrid, finalm...

Le parole sulla bocca del preside si bloccarono per lo stupore quando vide scendere dalla moto Sirius Black insieme ad Hagrid.

- Black, cosa ci fai tu qui?

La professoressa McGranitt appariva alquanto stupita se non proprio shockata.

- Sono il padrino di Harry ed il suo tutore, è mio compito occuparmi di lui.

- Sirius, ho delle ottime ragioni per affidare Harry alla sorella di Lily. Credo che qui potrà crescere in un ambiente in cui non sarà sottoposto in continuazione alle chiacchiere sul fatto che è sopravvissuto ad una Maledizione Senza Perdono o sul fatto che è per merito suo che ci siamo liberati di Voldemort.

Sirius non sapeva cosa dire, continuava a stringere in braccio il bambino: - E' tutto ciò che mi resta di James! - disse quasi in un sussurro.

La professoressa McGranitt gli mise una mano sulla spalla:- Sirius, non è un addio, solo un arrivederci.

Il giovane porse il bambino all'anziano mago che lo depose di fronte alla porta di casa Dursley.

- In bocca al Gargoyle piccolo. - Sussurrò il padrino al bambino.

- Sirius, ho bisogno di alcuni chiarimenti, ti prego di seguirmi ad Hogwarts. - Aggiunse Silente poco prima di Smaterializzarsi. Il giovane lo seguì.

 

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Capitolo 2
*** A Hogwarts ***


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Grazie a MS Montana per la recensione

Grazie anche a

 1 - Cassandra [Contatta]
2 - DANINO
[Contatta]
3 - MsMontana
[Contatta]
4 - valevigi1995
[Contatta]

Per aver inserito la storia nei preferiti

Ed infine a

1 - Fate91 [Contatta]
2 - I love sasunaru
[Contatta]
3 - lily D G
[Contatta]

 

Per aver inserito la storia tra quelle seguite

Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento

 

A Hogwarts

L'ufficio del Preside non era cambiato affatto rispetto all'ultima volta che vi era stato quattro anni prima: non si sentiva il benché minimo rumore a parte il lieve russare proveniente dai ritratti degli ex presidi.

- Professore, perché sono qui?

- Ho le mie buone ragioni. - rispose secco Silente utilizzando un tono che non gli aveva mai sentito.

Sirius fissò l'anziano mago dritto negli occhi e la domanda che gli fu rivolta lo colpì come una coltellata: - Sei innocente Sirius Black?

Quello sguardo cristallino non era mai stato tanto severo, nemmeno quando per una bravata aveva fatto rischiare la pelle a quell'idiota di Mocciosus.

E così gli rispose nell'unico modo in cui avrebbe risposto un Black: - Lei tradirebbe mai suo fratello?

Silente tacque per alcuni istanti, poi riprese: - Black, tutte le prove sono contro di te, te ne rendi conto?

La professoressa McGranitt, che si trovava in un angolo, ebbe un sussulto, ma né Silente né Sirius lo notarono.

- Di cosa mi accusa, di aver convinto James a scegliere Peter come Custode Segreto? Bene, allora sì, sono colpevole: ero convinto che una personcina insignificante come lui sarebbe passata molto più inosservata del rampollo reietto di un'antica casata il cui stesso fratello è un Mangiamorte. Comunque Preside, stia tranquillo, quel lurido ratto me la pagherà. Solo che non potrò mai riscattare l'errore commesso fidandomi della persona sbagliata.

Aggiunse infine il giovane prendendosi la testa tra le mani.

Silente gli appoggiò una mano sulla spalla e parlò con un tono dolce, quasi condiscendente: - Capisco il tuo dolore e capisco che tu ti senta in colpa, anche io, nella mia vita, ho fatto scelte sbagliate ed ho commesso errori irreparabili, ma so che vivere per la rabbia e la vendetta non porta da nessuna parte.

Sirius sollevò la testa e fissò di nuovo lo sguardo in quei limpidi occhi.

- Gradisci una tazza di the?

Il giovane osservò stupito il Preside per il repentino cambio di argomento: - Veramente preferirei un whisky e magari anche delle spiegazioni: perché Harry si trova a Little Whinging invece che qui con noi?

- Ho il dubbio che Voldemort non se ne sia andato per sempre ed il nostro compito è quello di tenere Harry al sicuro.

- Crede davvero che io non sarei in grado di proteggere Harry? Darei la mia vita per lui.

- Ecco un buon motivo per non affidarlo a te, Harry ha bisogno di un padrino che lo aiuti a crescere, non che si faccia uccidere facendo qualche sciocchezza.

Comunque ritengo di aver fatto la scelta più appropriata affidando Harry ai suoi zii. Stammi bene a sentire perché ciò che sto per dirti è estremamente importante: nei piani di Voldemort non rientrava la morte di Lily.

- Cosa? Ma perché?

- Questo non posso dirtelo, ti basti sapere che Voldemort voleva Lily viva, credo però che per salvare Harry Lily abbia sacrificato la propria vita, fornendogli con l'amore insito in quel gesto estremo una protezione che nessuna magia che non fosse così permeata d'amore avrebbe mai potuto offrirgli.

Pertanto, è mia opinione che, fino a quando Harry potrà chiamare casa il luogo dove vive una persona nelle cui vene scorre il sangue di Lily, egli sarà al sicuro.

Sirius rimase pensieroso per alcuni istanti poi annuì.

- Ora Sirius devo chiederti una cosa importante: trova Peter Minus e portalo da me vivo.

- Questo non posso garantirglielo, professore, appena avrò tra le mani quello schifoso ratto di fogna, non credo che sarò in grado di controllarmi.

- Ecco perché credo sia opportuno che Lupin venga con te. - rispose Silente con leggerezza.

Sirius rimase in silenzio pensieroso, troppo pensieroso rispetto alla sua natura così impulsiva ed intraprendente. Era indeciso, doveva rivelare al capo dell'Ordine della Fenice il segreto dei Malandrini?

- Professore, c'è una confessione che devo farle.

Albus Silente annuì e rimase in attesa.

- Io, James e Minus siamo Animagi.

Si sentì un rumore alle loro spalle: la McGranitt, che era rimasta in disparte fino a quel momento, era improvvisamente crollata sedendosi su una poltrona con un tonfo.

Silente inarcò le sopracciglia tanto che sparirono sotto il cappello da mago.

- Scusa, puoi ripetere per favore?

- Quando scoprimmo il "Piccolo Problema Peloso" di Remus, decidemmo che se non potevamo stargli accanto durante le sue trasformazioni in forma umana l'avremmo fatto come animali.

A questo punto intervenne la McGranitt esasperata: - Ora capisco i vostri soprannomi, e signor Black di grazia, in quale animale ti trasformi?

Nemmeno un battito di ciglia ed apparve di fronte agli occhi dei due maghi più anziani un enorme cane nero che si acquattò sul tappeto.

- Davvero notevole, Signor Black. e cosa mi può dire degli altri?

Sirius spiegò che James si trasformava in cervo, mentre Peter diventava un topo per passare attraverso i rami del platano picchiatore e premere quel nodo che fermava l'albero.

- Il fatto che Minus sia un Animagus complica notevolmente le cose, comunque credo a maggior ragione che utilizzando questa sua abilità si rifugerà presso una famiglia di maghi, se non altro per tenere sotto controllo la situazione.

Sirius annuì.

Poi aggiunse: - Prima di partire voglio parlare con i Dursley.

- Credi che sia una buona idea?

- Penso che non accoglieranno favorevolmente Harry a meno che non vengano convinti a farlo, con le buone o con le cattive.

Silente osservò il cipiglio deciso del giovane Animagus: - Quindi cosa intendi fare?

- Prima di tutto offrirò loro un mantenimento per Harry, poi li convincerò con le buone a trattarlo come un membro della famiglia, in caso non mi vogliano ascoltare, li minaccerò di tremende ritorsioni, inoltre tornerò a trovare Harry ogni volta che mi sarà possibile.

- Cosa ti fa credere che non saranno corretti nei suoi confronti?

- Preside, lei ha idea di quante lacrime abbia pianto Lily quando sua sorella non solo rifiutò di presentarsi al suo matrimonio, ma le ingiunse di stare alla larga da casa sua e dalla sua famiglia?

- Petunia invidiava profondamente Lily, eppure sono convinto che nel profondo la amasse.

- Non dico che sia impossibile, ma a volte è più facile odiare le scelte che fanno i propri fratelli per evitare di sentirsi feriti dal loro comportamento.

Silente annuì, comprendeva perfettamente il contrasto interiore in cui era invischiato Sirius.

- D'accordo Sirius, parla con i Dursley e chiarisci loro qual è il tuo ruolo e qual è il loro. Quando vorrai recarti a Little Whinging credo che potresti farti passare per il devoto nipote di una mia vecchia amica: si tratta di una Maganò a cui domandai di trasferirsi a Private Drive quando seppi della nascita di Harry. Se Voldemort avesse voluto colpire le persone care ai Potter per stanarli, immaginavo che avrebbe cominciato con i parenti Babbani di Lily, cos' Arabella Figg si trasferì lì per tenermi aggiornato su ogni movimento strano intorno a casa Dursley.

Solo una cosa, poiché Arabella è una persona molto gentile con una straordinaria propensione per i gatti, ti pregherei quindi di non trasformarti quando soggiorni da lei.

Il giovane mago sorrise.

 

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Capitolo 3
*** Scuse, confessioni e recupero felini ***


Cara Ms Montana grazie per la nuova recensione, spero che gradirai la maggiore presenza di Lunastorta di questo capitolo, ciao. Bic

Grazie anche alle nuove persone che hanno inserito la storia tra i preferiti o tra quelle seguite

N.d.A. Ho scopiazzato il nome del gatto dei Potter da una storia di Ladyhawke, che mi ha gentilmente concesso il permesso di sfruttare il copyright

 

Scuse, confessioni e recupero felini.

Cominciava ad albeggiare.

- Ora devo andare - disse Sirius più a se stesso che all'anziano preside - devo andare a chiedere perdono ad un amico per aver sospettato di lui e a salutare James e Lily. - aggiunse con una strana vibrazione nella voce. Silente distolse un attimo lo sguardo mentre il giovane Animagus passava nervosamente il dorso della mano sull'occhio destro per cacciare quella che non avrebbe mai ammesso essere una lacrima.

Silente gli strinse la mano ed un attimo dopo il mago era sparito per far posto ad un enorme cane nero che sgusciò fuori dalla scuola mentre gli studenti ancora dormivano.

Sirius sperava che in forma animale il dolore sarebbe stato più sopportabile, ma quello che sentiva, era la sua anima in fiamme ed ogni pezzetto che bruciava lasciava un vuoto incolmabile dentro.

Si precipitò lungo il parco, costeggiò la foresta proibita, scese fino a Hogsmade e poi più giù ancora, a perdifiato lungo i binari che portavano da Londra a Hogwarts.

Corse fino a quando non sentì che la gola bruciava ed i polmoni stavano per scoppiare. Rallentò l'andatura mentre riacquistava forma umana ed allora si rese conto che il dolore era più forte di quanto avesse pensato: cadde a terra e pianse, urlò, imprecò e gridando giurò vendetta per James, per Lily, ma soprattutto per Harry.

Quando ormai aveva sfogato la rabbia ed in lui non erano rimaste altro che sofferenza e tristezza si Smaterializzò.

Remus aprì la porta appena sentì il familiare crack della Materializzazione. Da quando aveva saputo la notizia non aveva fatto altro che cercarlo, ma gli era risultato impossibile trovarlo. Quello che gli si parò dinnanzi e che gli rovinò addosso in uno stato spaventoso era lo spettro del suo amico d'infanzia. Remus lo respinse ed estrasse la bacchetta: - Dammi un buon motivo per non farlo. - disse al vecchio amico ringhiando come faceva solo nelle notti di luna piena.

Sirius si tirò in piedi: - Credi davvero che avrei mai potuto tradire James? Sarei morto piuttosto. Ho convinto James a designare Peter Custode Segreto.

- Peter? Peter Minus era il Custode Segreto? Perché hai scelto lui?

- Perdonami Lunastorta.

-...

- Silente aveva capito che qualcuno dell' Ordine stava passando informazioni a Voldemort, ma io non ho sospettato di Peter.

Remus comprese: - Pensavi che fossi io la spia?

Per la prima volta nella sua vita Sirius provò vergogna, aveva sempre affrontato la vita a testa alta ed aveva sempre pensato che non si sarebbe mai pentito delle sue scelte, fossero esse giuste o sbagliate. In effetti non era mai tornato sui suoi passi, nemmeno quando il non farlo aveva prodotto sofferenze negli altri.

Solo ora si rendeva conto che le sue scelte avevano sempre avuto conseguenze per coloro che gli stavano intorno e, questa volta, il fidarsi del compagno sbagliato ed il dubitare dell'integrità di un amico vero, avevano causato la morte di colui che aveva imparato a considerare un fratello.

Con la testa bassa annuì, non riusciva nemmeno a guardare Remus negli occhi. Pensava che gli avrebbe sbattuto la porta in faccia, invece gli mise una mano sulla spalla e lo fece entrare nel suo umile appartamento:- Da quando ho saputo cosa è successo a Godric's Hollow ho immaginato che tu fossi la spia, quindi, come vedi, siamo pari.

Sirius si considerava ben lontano dall'essere alla pari con Remus: aveva dubitato di lui per mesi, non per poche ore; ma ciò che gli faceva più male era di averne messo in dubbio la sincerità morale perché, come Creatura Oscura, per lui sarebbe stato più facile "cadere in tentazione".

- Non mi sono rivelato migliore del resto della mia famiglia dopo tutto: ha dubitato di te perché sei un Lupo Mannaro.

- Sirius, io avrei agito nello stesso modo, chi mai avrebbe potuto sospettare di Peter?

- Però io...

- Sirius basta, non aggiungere altro, hai bisogno di una doccia e di un caffè.

L'Animagus si diresse verso il bagno sperando che l'acqua lavasse via un po' di quel dolore che gli attanagliava l'anima; tuttavia, quando uscì dal bagno, con i capelli che ancora grondavano acqua sulla camicia lisa che Remus gli aveva prestato, sentiva solo un gran vuoto dentro.

- Il piccolo Harry?

- Per il momento starà dai suoi zii.

Remus annuì ed aggiunse: - Dobbiamo andare a Godric's Hollow, recuperare tutto ciò che era caro a James e Lily e conservarlo per Harry. Poi ci sarà il funerale.

Tacque un istante poi aggiunse: - Cosa pensi di fare in merito a Minus?

- Stanerò quel lurido ratto di fogna fosse l'ultima cosa che faccio, Silente mi ha detto di portarlo da lui vivo, ma non ha specificato le condizioni.

- Sarà meglio che venga con te a cercarlo, altrimenti mi sa che ai Dissennatori rimarrà ben poco.

Sirius fece una smorfia che doveva sembrare un sorriso ma che uscì simile ad un ringhio e cominciò a sorseggiare il caffè bollente.

I giovani maghi si Materializzarono a Godric's Hollow; il luogo pullulava di Auror, la Skeeter si aggirava lì intorno come un avvoltoio su una carogna, cercando disperatamente di cogliere brandelli di conversazione.

Un paio di Indicibili stavano osservando attentamente la scena mentre gli Auror facevano tutti i rilevamenti del caso, tra loro Sirius vide una vecchia conoscenza: - Frank!

Il giovane Auror si voltò ed accolse i nuovi venuti con un mesto sorriso.

- Ciao ragazzi.

- Quando sarà possibile recuperare i beni di James e Lily?

- Presto, abbiamo quasi finito con i rilievi e tra poco ce ne andremo, non so quanto potrete recuperare, la casa è semi distrutta.

Sirius annuì, era arrivato sul posto molto prima di quanto lo stesso Paciock sospettasse.

Remus  intervenne: - Alice come ha preso la notizia?

- Male, è inconsolabile, continua a dire che poteva toccare a noi, vorrebbe chiedere al Ministero la custodia di Harry, ma non credo che sia una buona idea, ho una brutta sensazione.

Remus e Sirius ci impiegarono buona parte della giornata a recuperare i pochi oggetti che si erano salvati dal disastro: lo specchietto di James, conservato in un cassetto, la sciarpa Grifondoro di Lily, un vecchio Boccino autografato dal Cercatore della Nazionale e poi tutte le fotografie integre che riuscirono a recuperare.

Sirius salì nella stanza di Harry per vedere se qualcuno dei suoi giocattoli si era salvato, ma nessuno dei pupazzi animati, né dei giochi avevano retto all'onda d'urto del rimbalzo della Maledizione Senza Perdono, si voltò per uscire quando il suo sguardo fu attirato in un angolo: nascosta dietro la porta scardinata, la piccola scopa giocattolo, che gli aveva regalato per il suo primo compleanno, giaceva un po' malconcia, ma ancora perfettamente funzionante.

Sirius sorrise e mormorò: - Sarà un segno del destino...

- Sirius?

L'Animagus scese le scale facendo attenzione ai gradini divelti.

- Che c'è Remus?

- Dov'è finito il gatto?

Sirius osservò l'amico con aria interrogativa.

- Snitch? Micio? Dove sei?

Remus e Sirius impiegarono una buona mezz'ora a cercare il gatto e lo trovarono rannicchiato in un anfratto del muro, nascosto dietro al divano rovesciato che miagolava piano.

Lo presero in braccio con tutte le precauzioni perché sembrava piuttosto malconcio, ma si resero conto che tutto sommato non doveva aver riportato ferite irreparabili: giusto la coda un po' spelacchiata e le vibrisse bruciacchiate.

- Bene, ora che lo abbiamo trovato dove lo portiamo?

- In effetti per scovare un topo un gatto ci farebbe comodo, ma non credo che viaggerebbe volentieri con noi, ricordi cosa succedeva quando mi trasformavo in sua presenza?

Remus annuì con un sorriso.

- Forse ho trovato. - Aggiunse Sirius e raccontò brevemente a Remus chi fosse la signora Figg.

Sirius recuperò ciò che avevano sottratto dalle macerie della casa e si Smaterializzò con il gatto in un cesto.

Quando si Materializzò nel vicolo adiacente a Private Drive si rese conto di quanto simili e conformiste fossero tutte quelle villette a schiera. E si domandò come avrebbe potuto riconoscere quella giusta.

Non aveva percorso nemmeno trenta metri quando sulla destra vide qualcosa che attirava la sua attenzione: una decina di gatti di ogni forma e dimensione si stava avvicinando ad una casa ed un'anziana signora li stava pigramente redarguendo per la loro ingordigia.

"Credo di averla trovata" pensò Sirius tra sé mentre si avvicinava alla casa.

 

Lo so ragazze, l'idea di Sirius grondante acqua con sguardo perso e camicia vagamente sbottonata non è stata resa pienamente, vedrò di rifarmi al più presto.

 

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Capitolo 4
*** Casa Dursley ***


 

MsMontana: ti ringrazio per l’apprezzamento, mi fa piacere che approvi il fatto che il povero Stich abbia trovato un luogo sereno dove passare il resto della sua vita. Per ciò che riguarda la Skeeter non è nemmeno il caso di parlare ulteriormente di lei, lasciamo che cuocia nel suo brodo…XD. Quanto a Remus lo vedremo sempre più spesso: lui e Sirius avranno presto una missione da compiere…

alessiabass: grazie per la recensione, il micio avrà un piccolo ruolo più avanti e spero che ti faccia sorridere.

Un ulteriore grazie a coloro che hanno inserito la storia tra quelle preferite o tra quelle seguite.

 

Ed ecco ora il povero Sirius alle prese con i Dursley

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Casa Dursley

Un distinto gentiluomo camminava a passo deciso lungo Privet Drive immerso nei propri pensieri.

Aveva l'apparenza di un nobiluomo di altri tempi e non avrebbe sfigurato ad un ballo di gala, anche se il cappotto, il completo dal taglio elegante e la cravatta neri sarebbero stati trovati un po' troppo funerei ed in effetti il giovane proveniva proprio da un funerale: quello del suo migliore amico.

Preso da cupi pensieri Sirius non si rese nemmeno conto di avere finalmente raggiunto il numero quattro.

Poche ore prima aveva conosciuto la signora Figg che l'aveva accolto come un nipote, nel vero senso della parola: - Da ora per te io sono la zia Arabella, per chiunque ti incontri in questa strada. A proposito, quando pensi di andare a parlare con i Dursley?

- Veramente volevo andarci ora.

- In questo stato?

- Quale stato?

- Barba di ieri, vestiti consumati e capelli incolti come un cespuglio di rosa canina.

Sirius sorrise per il paragone, ma poi si osservò con l'occhio critico che avrebbero usato i Dursley e, suo malgrado, dovette dare ragione a sua madre quando gli diceva: - Coloro che appaiono sobri ed eleganti saranno sempre accolti con favore dalle persone sciatte ed ignoranti.

La signora Figg, o meglio zia Arabella, pareva pensarla nello stesso identico modo.

Sirius si congedò da lei dopo averle consegnato il povero Snitch e, prima di recarsi a Godric's Hollows per partecipare al funerale di James, passò da casa cercando il più elegante degli abiti che possedeva e sistemandosi a dovere, non tanto per l'incontro che avrebbe avuto da lì a poco con gli zii di Harry, quanto per offrire un degno ultimo saluto a James e Lily.

Quando squillò il campanello a casa Dursley, Vernon certamente non immaginava che quel distinto gentiluomo, che aveva chiesto di parlare con lui e sua moglie, gli avrebbe causato non pochi grattacapi.

- Buonasera, mi chiamo Sirius Black e sono il padrino di vostro nipote Harry.

Petunia e Vernon crollarono contemporaneamente seduti sul divano, poi Vernon, ripresosi dallo sbigottimento, fece per parlare, ma il suo tentativo fu bloccato sul nascere.

- Per la sicurezza di Harry e per la vostra il Professor Silente, signora Dursley immagino sappia a chi mi riferisco, ritiene che sia più opportuno che il bambino viva con voi fino a quando arriverà agli undici anni, cioè fino a quando non avrà l'età per frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Sirius tacque.

- E di grazia, perché dovremmo occuparci del bambino se il suo tutore è lei?

- Sfortunatamente il mio lavoro non mi consente di essere a casa per il tempo necessario per occuparmi di un bambino come si deve e credo che crescerebbe meglio in una famiglia vera.

- Così lascia a noi la patata bollente. - Sibilò Petunia.

A Sirius scappò un ringhio basso: stava rapidamente perdendo la pazienza.

- Non preoccupatevi, passerò il più spesso possibile ad accertarmi che Harry stia bene e se al bambino dovesse accadere qualcosa o se venissi casualmente a sapere che Harry non viene trattato nel migliore dei modi, pregate solo di trovarvi il più lontano possibile dall'Inghilterra in quel momento, perché la mia vendetta può essere estremamente dolorosa.

I coniugi Dursley deglutirono a vuoto perché quella minaccia, nemmeno troppo velata che avevano appena subito, li rendeva, se possibile, ancora meno propensi ad occuparsi del bambino.

Sirius però estrasse da sotto al mantello un oggetto che posò sul tavolino di fronte al divano su cui erano seduti i coniugi: si trattava di un rotolino di banconote che, visto attentamente, rappresentava una piccola fortuna.

- Non conosco il denaro Babbano, spero che questi siano sufficienti almeno fino alla mia prossima visita, in caso aveste necessità potete contattarmi tramite la signora Figg, è mia zia.

Petunia emise un verso che stava a metà strada tra un singulto ed un grido di aiuto.

- Ora se non vi dispiace vorrei stare un po' con Harry.

Petunia fece accomodare controvoglia Sirius in cucina dove il bambino si trovava rinchiuso in un box. A fargli compagnia solo dei vecchi giornali di cui il piccolo continuava a toccare le immagini chiedendosi perché non si muovessero.

Quando Sirius vide il piccolo così rinchiuso fu colto da feroci istinti omicidi che riuscì a mascherare trincerandoli dietro una smorfia ed una domanda: - Perché l'avete rinchiuso?

Petunia, osservando Vernon che contava avidamente il denaro, si costrinse ad un sorriso stiracchiato: - Una cucina può essere un posto pericoloso per un bambino, l'ho posato qui quando siamo venuti ad aprire la porta d'ingresso.

Sirius era alquanto dubbioso, ma non avendo prove contrarie, non ribatté. Notò tuttavia che il bambino indossava ancora la stessa tutina che portava la notte precedente e nel box si trovava la coperta in cui Hagrid l'aveva avvolto quando l'aveva portato via dalla casa distrutta.

- Harry?

Il bambino osservò il padrino con gli occhi dilatati per lo stupore e gli sorrise sollevando le mani per farsi prendere in braccio.

Sirius lo prese in braccio stringendolo forte, ma quando vide che si stava sfregando gli occhi domandò: - Posso metterlo a nanna? Mi indichereste la sua stanza?

Petunia e Vernon si fissarono con sguardo interrogativo. Avevano pensato di lasciare il bambino nel box in cucina, non aveva bisogno d'altro, ma si resero conto che l'uomo che si trovavano di fronte avrebbe potuto prendere male una tale ipotesi e così Petunia cominciò: - Vede Signor Black, la situazione ci ha un po' spiazzati, abbiamo una stanza in più che viene usata come magazzino, ma non abbiamo fatto in tempo a prepararla, domani la sistemerò subito.

Sirius osservò la donna con sguardo glaciale ed una smorfia che doveva sembrare un sorriso di circostanza, ma che fu in grado di infondere nei parenti di Harry un terrore ancora più profondo di quanto già non fosse: - Non si preoccupi, mi occupo io di sistemarla, non ci metterò molto.

Petunia accompagnò a malincuore il mago al piano superiore e lo fece accomodare in una stanzetta ingombra di giocattoli rotti in cui su un lato si trovava un vecchio letto e sull'altro un armadio con le ante un po' scardinate. Sirius fece Evanescere tutti i balocchi che ritenne irreparabili, Trasfigurò il vecchio letto in un lettino con le sbarre il più possibile somigliante a quello che Harry aveva a Godric's Hollows. Sistemò il piccolo nel lettino e poi procedette a riorganizzare la stanza in modo che fosse il più simile possibile a quella a cui il bambino era abituato.

Con svariati Reparo, sotto gli occhi sempre più stanchi di Harry, sistemò i giocattoli che aveva ritenuto più adeguati a Harry, infine trasfigurò una vecchia lampada in un Planetario in miniatura e spense la luce.

Sul soffitto si proiettarono immediatamente le costellazioni che, girando intorno alla Stella Polare, accompagnarono Harry nel mondo dei sogni, con il loro lento movimento. Prima di andarsene Sirius gli scompigliò ancora una volta i capelli e chiuse silenziosamente la porta.

Petunia e Vernon, intanto stavano discutendo degli sviluppi della situazione. Avevano deciso di fornire al marmocchio un tetto ed un paio di pasti al giorno, d'altra parte Petunia era troppo presa dal suo Didino per occuparsi di un nanerottolo urlante.

Ora però le cose si erano notevolmente complicate: se c'era qualcuno che si preoccupava del bambino non era sufficiente salvare le apparenze, ma era necessario effettivamente crescere il bambino come se fosse un figlio, cosa che Petunia non era assolutamente disposta a fare.

Vernon però convinse Petunia che, poiché Sirius pareva essere più che benestante, conveniva tenerselo buono e cercare di "spennare il pollo" poco alla volta. Così decisero che avrebbero utilizzato una parte dei soldi di Sirius per trovare una babysitter che si occupasse del piccolo Potter mentre Petunia poteva utilizzare il resto del denaro come meglio credeva.

Quando sentirono Sirius scendere le scale Vernon Dursley, vincendo la sua stessa natura totalmente ostile verso il mondo in cui sua cognata aveva scelto di vivere, offrì a Sirius uno scotch e lo fece accomodare in salotto.

- Signor Black, Petunia ed io ci siamo resi conto oggi che occuparsi di due bambini così piccoli per una donna sola è un impegno troppo gravoso e, poiché io sono al lavoro dal mattino alla sera, è indispensabile trovare una persona adatta ad aiutare Petunia nelle incombenze quotidiane che riguardano Harry.    

Sirius annuì, aveva già capito che il signor Dursley stava per chiedergli altro denaro, conosceva il genere di persone: parassiti che si attaccavano agli altri come sanguisughe.

- Suppongo che desideriate che sia io a pagare questa persona.

- Esattamente, dopo tutto è lei il tutore del bambino.

- D'accordo, però se la persona che sceglierete non sarà di mio gradimento mi riserverò la possibilità di licenziarla.

I Dursley annuirono.

Sirius si alzò ben felice di poter lasciare quel luogo asettico e privo di calore, ripensandoci la casa dei suoi genitori non era poi così malvagia. Il saluto che riservò ai due coniugi li lasciò più preoccupati che fiduciosi: - Buonanotte, avrete mie notizie al più presto.

Prima di andarsene diede un biglietto a Petunia: - In caso un giorno decidesse di riappacificarsi con la memoria di Lily.

Petunia voltò il biglietto, c'era scritto un indirizzo e sotto, a chiare lettere, "Godric's Hollows Cemetery".

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La giornata del povero Sirius Black non è ancora finita... 

 

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Capitolo 5
*** Ospite inattesa ***


Gestione recensioni

MsMontana: Sirius sta facendo del suo meglio per garantire una vita decente a Harry, per fortuna non sarà l’unico, la sua giornata finirà con la conoscenza di un nuovo personaggio, ma non aggiungo altro. Grazie per la recensione

TITTIVALECHAN91: Sirius non è proprio un tipo carino e coccoloso, comunque di sicuro si comporterà come un buon amico , suppongo che non sarà mai in grado di dire di no ad una richiesta di Harry…

alessiabass: grazie per i complimenti, che vuoi che ti dica, non sarebbe stato un AU, ma sarebbe stato ai confini della realtà se i Dursley fossero stati buoni e gentili

Ringraziamenti vari: a chi ha aggiunto la storia tra quelle seguite o prefrite.

 

Note di inizio capitolo:

Allora, fa la sua comparsa un nuovo personaggio.

Ho aumentato il Rating perchè d'ora in avanti potrei dover utilizzare un linguaggio un pelino più forte (si sa che Sirius non è proprio la finezza fatta persona soprattutto se il soggetto di cui parla è Minus)

Spero che sia di vostro gradimento.

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Ospite inattesa

 

Un grosso cane nero percorreva a passo lento una strada della periferia di Londra. Un osservatore attento l'avrebbe potuto definire pensieroso se quello fosse stato un aggettivo adeguato per un cane.

Si fermò a poche decine di metri da un vecchio palazzo per osservare qualcosa che si trovava sui gradini d'ingresso.

Felpato lasciò il posto a Sirius Black che si diresse con fare circospetto verso il palazzo.

Avvicinandosi si rese conto che il fagotto altri non era che una ragazza addormentata, a dire il vero gli sembrava poco più che una bambina avvolta com'era dentro un cappotto di almeno due misure più grande, eppure quel cappotto aveva qualcosa di familiare.

Osservandola con più attenzione il giovane mago si rese conto che il suo volto era ancora rigato di lacrime e non gli fu difficile immaginare che si fosse addormentata sui gradini nell'attesa che arrivasse la persona che cercava.

Certo non poteva lasciarla lì da sola, l'avrebbe fatta entrare e poi si sarebbe occupato di lei il portiere dello stabile.

La riscosse dapprima con delicatezza, poi con più decisione, la giovane aprì gli occhi, focalizzò l'attenzione sul volto dello sconosciuto che le stava di fronte e sorrise: - Tu devi essere Sirius.

Il mago si tirò indietro e le chiese sulla difensiva: - Come sai il mio nome?

Nel frattempo stava facendo mente locale per capire se la fanciulla fosse una delle sue avventure mordi e fuggi anche se proprio non era il suo tipo.

- Scusa, tu non mi conosci, mi chiamo Nora Turner ed ho bisogno di aiuto: sto cercando Peter Minus.

A sentire il nome del ratto maledetto Sirius digrignò i denti come se fosse ancora un cane. Poi rispose con un ringhio basso: - Allora siamo in due, ma perché sei venuta qui? Chi diavolo ti ha detto dove abito?

La ragazza, stupita da quell'aggressione verbale, si ritrasse un poco e si strinse ancora di più nel cappotto. Vedendo quel gesto, finalmente Sirius capì dove aveva già visto quell'indumento. L'anno precedente erano andati a trascorrere il Natale dai Potter: tutti i Malandrini insieme per il primo Natale di Harry, Codaliscia era arrivato in ritardo sfoggiando quel bel cappotto nuovo e dicendo che era un regalo della madre. Sembrava passato un secolo e non era nemmeno un anno.

Si riscosse quando sentì la voce della ragazza, poco più che un pigolio: - E' stato Peter a dirmi di venire qui, è tutto nella lettera che mi è arrivata stamattina. - Disse porgendogli un foglio stropicciato e macchiato di lacrime in più punti. Vedendo il foglio che le tremava tra le mani, Sirius si rese conto che la sua furia gli aveva impedito di vedere che la ragazza aveva freddo ed che i suoi occhi  erano gonfi, vuoi per il sonno, vuoi per il pianto.

Il mago aprì la porta di casa e condusse la ragazza nel suo alloggio. L'appartamento era arredato con gusto sobrio, ma antiquato. Si accedeva direttamente in un soggiorno in cui campeggiavano due enormi divani in pelle nera posizionati uno di fronte all'altro a lato del camino.

Tra i divani un tappeto persiano era sormontato da un tavolino di vetro.

Nora si sedette compostamente sul divano e Sirius, dopo aver acceso il camino con un rapido movimento della bacchetta, ebbe modo di osservarla meglio.

Senza il cappotto addosso sembrava un pulcino bagnato: era molto magra, con profonde occhiaie e l'aria un po' malaticcia, non doveva avere più di diciotto anni anche se ne dimostrava a malapena quindici. Ciò che lo colpì, però, furono gli occhi: sarebbero sembrati insignificanti: erano chiari, ma non avevano una tonalità di verde particolare come quelli di Lily. Eppure le illuminavano il viso rendendola quasi bella.

- Vado a prepararti una tazza di the caldo, sembri mezza congelata, poi mi parlerai di quella lettera.

Sirius si allontanò per pochi minuti, ma quando tornò con la tazza fumante Nora si era già addormentata. Non ebbe cuore di svegliarla nuovamente, Appellò una coperta e gliela sistemò addosso, poi si recò nella sua stanza, anche lui era esausto e sicuramente quella lettera avrebbe potuto aspettare fino all'indomani.

Eppure non riusciva a prendere sonno, tornò in salotto e prese il foglio che era scivolato per terra.

 

Caro amore mio,

                        non so come trovare le parole per spiegarti. Ho fatto una cosa orribile, mi sono macchiato di un delitto imperdonabile, ma ho la certezza che ora nessuno potrà farvi del male.

Per qualunque cosa tu abbia bisogno fai riferimento a Sirius Black, ti ho palato di lui, ricordi? L'indirizzo è nel biglietto che c'è insieme alla lettera, imparalo a memoria e poi brucialo. So che ti aiuterà nonostante quello che ho fatto.

Ora viene la parte difficile: non devi più pensare a me, non devi cercarmi, considerami morto, non parlargli di me e cerca di rifarti una vita.

Addio. Ti ho amata, ti amo e ti amerò.

Tuo per sempre Peter.

P.S. Ricordati la promessa, ti prego, è importante.

Sirius non capiva, aveva le idee ancora più confuse, si trascinò a letto dove fu scombussolato per tutta la notte da incubi strani che il mattino però non ricordava.

Si svegliò di soprassalto a causa di un gran trambusto proveniente dall'altra stanza, si precipitò in salotto giusto in tempo per vedere svanire la ragazza che aveva dormito sul suo divano dietro la porta del bagno.

Bussò cautamente:- Hai bisogno di qualcosa?

Il rumore proveniente dall'interno non lasciava adito a dubbi: decisamente la ragazza aveva problemi di stomaco.

Sirius, da buon padrone di casa, si recò quindi in cucina a preparare un bel the forte. Quando si trovò di fronte Nora pensò che Lunastorta dopo il plenilunio aveva un aspetto migliore. La ragazza sorrise debolmente: - Scusami, le nausee mattutine, mi stanno uccidendo.

La tazza di the che il mago teneva in mano si infranse sul pavimento.

Nora allarmata si chinò per aiutarlo a raccogliere i cocci sussurrando: - Mi dispiace, non volevo spaventarti.

- Lascia stare e siediti. - Rispose Sirius in tono brusco.

Ora finalmente capiva chi era la terza persona a cui Peter si riferiva nella lettera, ma ciò complicava ed anche di parecchio il suo compito.

Si sedette di fronte alla ragazza e disse: - Raccontami tutto.

Nora sospirò:

- Ho incontrato Peter un anno e mezzo fa per caso, stava cercando di prendere un giornale dal distributore invano e l'ho aiutato, per ringraziarmi mi ha offerto un caffè.

Abbiamo chiacchierato un po' era un ragazzo tranquillo, ma allegro, mi sono trovata subito a mio agio con lui e così quando me lo ha chiesto gli ho lasciato il mio numero di telefono.

Abbiamo iniziato a vederci e così un po' per scherzo un po' per gioco ci siamo innamorati.

Sirius emise un ringhio basso: - Ma cosa vuoi saperne tu di amore, sei poco più di una bambina.

Nora si risentì parecchio per quell'affermazione: - Che c'è ti dà più fastidio che Peter avesse una ragazza o che fosse riuscito a non farvelo sapere? E comunque per la cronaca tra me e Peter ci sono solo due anni di differenza.

Sirius si morse un labbro rendendosi conto di aver nuovamente aggredito la ragazza che in realtà non aveva fatto nulla a parte l'essere stata così sciocca da innamorarsi di un traditore bastardo.

- Scusami, è che sembri molto più giovane.

Nora sorrise:- Sì, lo so, me lo dicono tutti. Comunque riprendiamo, dove eravamo rimasti? Ah, sì, otto mesi fa Peter mi raccontò tutto del vostro mondo: all'inizio pensai che mi stesse prendendo in giro, ma poi mi mostrò la bacchetta e mi fece vedere come poteva far volare le cose o farle sparire e così mi convinsi. Ad essere sincera mi fa ancora un certo effetto vedere qualcuno che usa la magia.

Sirius sorrise un momento poi tornando serio la incitò: - Vai avanti.

- Poco più di quattro mesi fa Peter ha cominciato ad essere strano, cercava di non farmelo notare, ma si vedeva che era preoccupato e spaventato spariva per settimane e poi tornava all'improvviso fermandosi a casa mia un paio di giorni, ma poi, senza preavviso, partiva di nuovo.

Quando ci vedevamo non ci preoccupavamo d'altro che di stare insieme e così non ci è voluto molto che io restassi incinta.

Quando gliel'ho detto il mese scorso mi è sembrato entusiasta, ma poi si è fatto serio e mi ha detto: "Non preoccuparti amore mio, mi occuperò io di voi, farò qualunque cosa per proteggervi".

L'ultima affermazione fece trasalire Sirius ora cominciava a capire, ma non poteva accettarlo, sarebbe stato più facile pensare ad un tradimento, ad un voltafaccia senza motivazioni se non la smania di potere, così Peter ritornava ad una dimensione umana contro cui i propositi di vendetta di Sirius andavano a scontrarsi.

La ragazza scoppiò in lacrime: - Sirius ti prego, aiutami a trovarlo, non voglio che nostro figlio cresca senza sapere se suo padre se n'è andato perché non lo voleva o perché non voleva più me.

Sirius le appoggiò una mano sulla spalla: - Dalla lettera che ti ha scritto non mi sembra in dubbio quanto forti fossero i suoi sentimenti.

- Ma allora perché?

- In questo momento è una cosa di cui non ti posso parlare, ma sappi che lo saprai, appena possibile lo saprai.

- Hai detto che tu lo stai cercando, voglio venire con te, voglio che mi dica in faccia se tra noi è tutto finito. - Riprese la giovane mormorando tra le lacrime.

Sirius non sapeva che fare, ma certo non aveva intenzione di procedere con la derattizzazione con la fidanzata del topo in giro.

Le si avvicinò dandole dei colpetti sulla schiena: non era abituato a consolare le ragazze, quello era sempre stato il compito di Remus e di Peter, ma lei gli si strinse addosso singhiozzando disperatamente.

Fu quella la scena che si parò di fronte agli occhi di Remus che, con la sua proverbiale abilità nell'azzeccare i tempi, era comparso via camino proprio pochi istanti prima e si era diretto in cucina non appena aveva sentito le voci.

- Sirius?

Il mago alzò gli occhi verso l'amico che lo guardava interrogativo: era alquanto improbabile che quella fosse l'ultima fiamma del suo canide amico, non era proprio il suo tipo ed allora si sedette in attesa di spiegazioni.

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Sono una buonista, per me era troppo difficile immaginare un Minus traditore senza giusta causa.

Nel prossimo capitolo incontreremo un altro nuovo personaggio.

Un bacio e fatemi sapere se il capitolo è stato di vostro gradimento.

ciao

bic

 

 

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Capitolo 6
*** Via vai ***


Gestione recensioni:

TITTIVALECHAN91: per come la spiega zia Jo Minus era un topo fatto e finito, ma qui siamo in un universo alternativo per cui ho deciso che il mio Peter poteva essere diverso, diciamo più simile ad un criceto che non ad un ratto di fogna, spero che la cosa non ti crei troppi problemi e che tu continui a segure il racconto.

monipotty: felice che ti sia piaciuta la piega che ha preso il racconto Nora è una brava persona, forse un po’ troppo ingenua, ma molto dolce, comunque non preoccuparti, farà solo delle piccole comparsate ogni tanto, non è lei l’altro personaggio originale importante della storia. Quanto a Sirius c’è Remus che è la voce della sua coscienza, quindi non preoccuparti.

MsMontana: Il mio Peter è diverso da quello della Rowling, a volte siamo costretti a fare scelte atroci, è successo a molti dei personaggi della saga partendo da Silente per arrivare a Piton, in questa particolare storia (che è pur sempre un’AU)lui è solo una di queste persone che hanno fatto una scelta crudele costretti dalle circostanze.

Grazie a coloro che hanno inserito la storia tra quelle preferite o tra quelle seguite.

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Via vai

 

Nora sollevò la testa e, con gli occhi rossi, si aprì nel primo vero sorriso: - Tu devi essere Remus Lupin! Peter mi ha raccontato tutto di te.

Remus impallidì. Cosa diavolo andava farneticando quella ragazzina? E cosa c'entrava Peter con lei?

Notando lo sguardo vacuo del giovane, Nora riprese: - Sì, Peter diceva che tu eri uno degli alunni più bravi della vostra scuola e che se non ci fossi stato tu difficilmente sarebbe riuscito a diplomarsi, anzi, quando ho saputo del bambino ero convinta che lo avrebbe voluto chiamare Remus, invece mi ha fatto promettere di chiamarlo James.

A Sirius e Remus morì ogni risposta sulle labbra. Il Licantropo ebbe a malapena la forza di balbettare: - Qua - quale bambino?

Nora si passò dolcemente una mano sulla pancia, poi rivolgendosi nuovamente a Sirius riprese: - Hai detto che stai per andare a cercare Peter, voglio venire con te.

- No. -  rispose Remus prima che Sirius potesse ribattere alcunché. - Non puoi venire con noi, potrebbe essere pericoloso.

- Ma ... - cercò di replicare la ragazza.

- Per noi sarà più semplice muoverci sapendoti al sicuro, non sappiamo per quanto tempo dovremo stare via né dove dormiremo o cosa mangeremo, non è assolutamente la situazione adatta per una ragazza nelle tue condizioni.

- E' perché non sono una strega?

- Per Merlino! Sei incinta! Pensa a tuo figlio invece che a quel figlio di una buona donna di Minus! - Sbottò Sirius con il suo tatto da elefante.

- Ti ricordo che stai parlando di suo padre, non so perché ce l'hai tanto con lui, ma a questo punto spero proprio che non lo trovi. - Ribatté acida Nora.

- Tu non hai idea...-

Remus con un incantesimo non verbale aveva ridotto Sirius al silenzio.

- Ciò che Sirius sta cercando di spiegarti è che abbiamo bisogno di trovare Peter da soli perché abbiamo da discutere con lui di argomenti molto seri. Quando lo troveremo gli faremo sapere che sei preoccupata per lui e se possibile te lo faremo incontrare. Di più non posso prometterti.

Nora annuì: - Capisco e immagino che non ci sia modo di farvi cambiare idea. - Osservò ancora speranzosa i due giovani che aveva di fronte poi continuò: - Tenetemi aggiornata, questo è il mio indirizzo e vienimi a trovare se ti è possibile. - Disse rivolta solamente a Remus. Dopo averli salutati uscì dallo stabile per non farvi più ritorno.

- Sirius che facciamo ora?

- Per me i piani non sono cambiati, il verme ha tradito James condannandoli a morte e pagherà con la sua vita.

- Non sono d'accordo, quando lo troveremo dovremo condurlo di fronte al Wizengamot.

- Tu sei pazzo, non ci penso nemmeno, e con questo considera chiusa la discussione!

Sirius era fuori di sé, non cambiava nulla il motivo per cui Peter aveva tradito i suoi amici. James era morto e Minus doveva pagare.

Remus osservò attentamente Sirius le cui pupille si stavano rapidamente dilatando e lo prese per un braccio: - Non provarci neanche, guai a te se scegli la via del cane per evitare la discussione, giuro che se ti trasformi ti metto il guinzaglio e ti porto a fare pipì nel parco così non puoi trasformarti in mezzo ai bambini.

Sirius gli ringhiò contro, ma cedette.

- Ascoltami, se per vendetta tu ucciderai Peter non sarai migliore di lui. Nora e suo figlio hanno diritto a delle spiegazioni e deve essere lui a fornirgliele. Se lo ucciderai come potrai ancora guardare Harry negli occhi sapendo che da qualche parte c'è un bambino solo quanto lui per colpa tua?

Sirius stava per contraddirlo, ma ormai sapeva che Remus aveva vinto. Il Licantropo aggiunse: - Lo cercheremo, lo troveremo e lo porteremo da Silente. Da lì in avanti se ne occuperà lui.

- Cominciamo a stanare il ratto, poi si vedrà. - Rispose Sirius per concludere la discussione. - Però prima devo risolvere un problema con Silente.

 

*******

Nell'esatto momento in cui Nora chiudeva la porta dell'appartamento di Sirius Black a Londra, in un monolocale al secondo piano dello stabile che ospitava il negozio di Madama McClan una ragazza si stava godendo la sua giornata di riposo del tutto ignara della visita improvvisa che avrebbe ricevuto di lì a pochi minuti.

Un quarto d'ora dopo, un gufo bussò con insistenza alla finestra e, con grande stupore, la fanciulla, al secolo Mirzam Korat, scoprì che si trattava di un gufo della scuola.

La pergamena legata alla zampetta del gufo recitava: "Gentile Signorina Korat, Mirzam (come sai preferisco chiamare i miei ex- allievi) ricordando le tue innate capacità di accadimento che è uno dei motivi per cui a suo tempo fosti nominata Prefetto di Tassorosso, avrei un lavoro da proporti, sempre che madama McClan possa fare a meno di te, sarò lì tra una mezzora circa"

Mirzam, che odiava il suo nome ed era conosciuta al mondo come Mira, osservò con occhio critico stanza e abbigliamento.

Fece sparire, nell'armadio, con un solo colpo di bacchetta, tutti i vestiti sparsi in giro per la casa, cercò di darsi un'aggiustata a capelli e vestiti e si voltò appena in tempo per vedere Albus Silente, il Preside della più Prestigiosa scuola di Magia e Stregoneria dell'ex impero britannico, uscire dal camino del suo piccolo alloggio.

- Buongiorno Professore, a cosa devo il piacere di questa visita?

- Ho bisogno di trovare una persona esperta nella cura dei bambini e mi sembra che tu abbia una certa esperienza.

Mira sorrise, dire che aveva una certa esperienza era un eufemismo, proveniva da una famiglia Babbana e, ogni volta che il suo patrigno, che lavorava su di un mercantile, ripartiva dall'East End c'era un nuovo fratello in arrivo.

Prima che lei partisse per Hogwarts erano arrivati a quota sette, tra maschietti e femminucce e lei aveva badato più o meno a tutti.

- Sì, ho una certa esperienza, tra l'altro come stanno Michael e Mary?

- Direi che se la cavano egregiamente, pare che siano particolarmente dotati per gli Incantesimi Rallegranti.

- Marion, invece?

- E' molto studiosa, direi che non ha preso da te...

- Ho ottenuto un MAGO Oltre Ogni Previsione, nel senso che sono andata veramente al di là di ogni più rosea previsione riuscendo a raggiungere il MAGO.

Silente sorrise: - Matt sta bene, si sta abituando anche se per lui è più difficile, sai che essere un nato Babbano a Serpeverde non è mai semplice.

- Non si preoccupi, se la caverà egregiamente, una volta capito come funziona.

- Ho visto che il prossimo anno tocca a Margaret.

- Eh, sì, la piccola Maggie non vede l'ora; ma ora che abbiamo parlato della metà della famiglia che sta ad Hogwarts, potrebbe spiegarmi il reale motivo della sua visita?

- Dritta al sodo, come sempre, hai letto dalla Gazzetta del Profeta di ciò che è accaduto alla famiglia Potter?

Mira annuì abbassando il capo, ricordava James Potter era un paio di anni avanti a lei ed era un ottimo giocatore di Quidditch.

Silente riprese: - Come sai il piccolo Harry è rimasto orfano, ciò che non si dice nell'articolo è che è stato affidato ai suoi zii Babbani che hanno deciso di assumere una baby-sitter.

- Ma sono matti? Se effettuasse magia involontaria di fronte ad un Babbano che non faccia parte della sua famiglia potrebbe mettere a repentaglio la sua vita e non solo.

- Lo so, ed è qui che entri in gioco tu, dovrai presentarti come ragazza alla pari, con la tua conoscenza del mondo Babbano non avrai difficoltà a farti accogliere dai Dursley. Ho qualche contatto nella via dove abitano gli zii di Harry, lì troverai una persona affabile che ti presenterà agli altri vicini come sua nipote. Non dovresti avere problemi.

Mira ci rifletté su un momento. Non amava particolarmente il lavoro da Madama McClan, non aveva quello che la signora definiva il "tocco", quindi non le dispiaceva più di tanto lasciare quel lavoro.

- Va bene, accetto.

- Mirzam, ti chiedo solo una cosa, mentre vivi a Privet Drive dovrai essere molto cauta con quelle che ad Hogwarts noi insegnanti chiamiamo attività extracurricolari.

 Mira guardò basita il Preside, che, per tutta risposta fece levitare di fronte a lei un paio di boxer che erano finiti misteriosamente sotto il divano.

La ragazza assunse una tonalità violacea per la vergogna.

- Credo che i Dursley siano dei tipi dalle vedute un tanti nello ristrette. - Aggiunse sorridendo (o forse sogghignando?)

Mira annuì e presero accordi per il suo nuovo lavoro.

 

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Capitolo 7
*** Vita dai Dursley ***


Gestione recensioni:

monypotter: Silente ne sa una più di Merlino e conosce i suoi ex alunni molto meglio di quanto loro stessi credano.

Tranquilla, Remus è la coscienza di Sirius, quindi alla fine sarà lui ad avere la meglio.

Grazie a chi ha inserito la storia tra i preferiti o tra quelle seguite

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Nota d’autore:

Lo so, vi ho fatto attendere un po', è che tra una cosa e l'altra questo capitolo di collegamento proprio non usciva, ma finalmente eccoci qui, per cui senza indugio vi lascio procedere nella lettura.

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Vita dai Dursley

La giovane raccolse i suoi beni sparsi per la casa e li stipò in uno zaino in meno di due ore, gettò uno sguardo in giro per la stanza: ci aveva vissuto solo pochi mesi, eppure era stato un pezzo importante della sua vita lì aveva finalmente incominciato ad essere sé stessa.

"Al diavolo i sentimentalismi" si disse chiudendosi la porta alle spalle.

Raggiunse il negozio di Madama McClan ed inventò la classica scusa della mamma malata che tanto l'aveva aiutata con il vecchio Lumacorno quando era a scuola.

Si Materializzò in un vicolo il cui indirizzo le era stato dato da Silente, intorno a lei si estendeva un'interminabile distesa di villette unifamiliari tutte corredate di garage e giardinetto antistante con l'erba millimetricamente tagliata.

Mira rabbrividì, certi umani sapevano inquietarla più dei peggiori Serpeverde.

Si diresse verso la fine della strada, poco prima che sfociasse nel giardino pubblico su cui una giostra girevole, uno scivolo e due altalene nuove di zecca, sembravano mostrare che l'amministrazione pubblica spendeva bene il denaro dei contribuenti anche in quel periodo di crisi.

Si voltò verso l'edificio meno curato che si trovava in quella strada e si rese conto che rispetto alle case del quartiere in cui aveva trascorso la sua infanzia quella sarebbe sembrata una villa da mille e una notte.

Suonò il campanello e sulla porta si affacciò un donna dall'età indefinibile, avrebbe potuto avere dai quaranta ai sessant'anni, insieme a lei  un gatto dal pelo rossiccio si affacciò per annusare l'intrusa.

- Tu devi essere la signorina Korat. Silente mi ha detto che saresti arrivata in giornata. Hai fatto presto, ma come tempi potremmo starci.

Le disse porgendole il giornale.

- È di stamattina.

Mira lesse l'annuncio circondato a penna:

"Cercasi giovane con esperienza nella cura dei bambini per impiego a tempo pieno. Presentarsi all'indirizzo: Privet Drive n°4. Si richiede piena disponibilità, orari flessibili, non sono previsti giorni liberi."

- E credono che con un annuncio simile si presenterà qualcuno?

La donna sorrise: - Almeno ti fai subito un'idea della gente per cui ti troverai a lavorare. A proposito, io sono Arabella, di sopra c'è una stanza pronta per te, sono contenta di avere qualcuno con cui condividere la casa, mi sentivo parecchio sola. Quindi conoscendo le intenzioni dei Dursley mi sono premunita di mettere anche io un annuncio.

Mira osservò la pagina seguente del giornale: "Offresi stanza ammobiliata con bagno a  signorina tranquilla e di sani principi telefonare ore pasti... "

- Ovviamente tu mi hai chiamato stamattina e ci siamo già messe d'accordo, i Dursley non devono sapere che ci conosciamo già. Il padrino di Harry ha avuto la malaugurata idea di presentarsi ai Dursley come mio nipote, per cui per mantenere la tua copertura loro devono essere certi che tu non mi abbia mai vista né conosciuta prima.

Mira apparve basita, ma non fece commenti di sorta.

Arabella si perse in pettegolezzi vari per qualche minuto, infine la congedò.

La ragazza si diresse con passo svelto verso il numero quattro, quando suonò venne ad aprirle la porta una donna sull'orlo di una crisi di nervi.

Dal piano superiore proveniva un lamento continuo e dall'altra stanza strilli acuti si alternavano ad urla laceranti.

- Mi chiamo Mirzam Korat, ho letto l'annuncio.

Petunia osservò la nuova venuta con uno sguardo di sollievo ben differente da quello acuto, penetrante ed infastidito che le avrebbe rivolto in qualsiasi altra occasione.

- La accompagno al piano di sopra, quel piccolo demonio non ha smesso un attimo di piangere da stamattina. E pensare che lo ho anche cambiato e gli ho dato un biberon di latte, è proprio un ingrato, come lo era sua madre.

Mira si morse la lingua, se voleva mantenere quel lavoro avrebbe fatto meglio a fare buon viso a cattivo gioco.

La stanza in cui entrò era sgradevole, le pareti di un verde oliva decisamente squallido, lo scarso mobilio vecchio e fatiscente.

**********

Passarono diverse settimane, le giornate si facevano via, via più corte e le temperature si abbassavano sempre di più. Una mattina, quando aprì la finestra per arieggiare la propria stanza, Mira non si stupì nel vedere una leggera spolverata di neve.

Nei negozi e nei centri commerciali le zucche di Halloween erano state sostituite dalle decorazioni natalizie.

A casa Dursley, Petunia stava elencando su un foglio i vari regali da acquistare per il suo Didino, nel frattempo Mira stava ultimando la sistemazione della stanza di Harry.

E sì, c'erano voluti quasi due mesi, ma finalmente aveva reso quell'antro un posto piacevole in cui trascorrere il tempo.

Per non urtare i sentimenti di Petunia e degli altri Dursley aveva accuratamente evitato di utilizzare decorazioni che non fossero del tutto innocue. Le pareti della stanza erano bianche: ci aveva impiegato quattro giorni a scrostare quel verde marcio, poi, vista la sua predilezione per i felini, aveva dipinto un bel gatto Silvestro posizionato con sguardo concupiscente sotto la gabbietta di Titti. Proprio di fronte al lettino di Harry.

Aveva anche rinnovato il mobilio, per quanto le era possibile: in un centro commerciale aveva trovato un magazzino svedese in cui si vendevano mobili da montare. Colta da improvviso ardore costruttivo, aveva acquistato un lettino, a cui avrebbe potuto togliere le sbarre non appena Harry fosse stato un pochino più grande, un armadio guardaroba ed un fasciatoio.

Ci aveva impiegato circa tre settimane ad ultimare la costruzione della stanza che tuttavia sembrava decisamente più solida di quanto avesse potuto immaginare.

Ringraziando il cielo Harry era un bambino splendido e, quando il cielo plumbeo incombeva ed il sesto senso di Mira le sconsigliava di avventurarsi in qualche passeggiata, la osservava lavorare alacremente per buona parte della giornata. Mira aveva notato che più a lungo riusciva a tenere Harry lontano dalle grinfie di Petunia, ma soprattutto di Dudley, meglio era. I Dursley non solo non nascondevano il proprio disprezzo per il bambino, ma ogni volta che era possibile lo palesavano apertamente. Capitava assai di rado che Vernon e Petunia Dursley accennassero alla sua presenza e non si azzardavano mai a chiamare Mira, pertanto la ragazza fu alquanto stupita quel pomeriggio, quando, di punto in bianco, Vernon Dursley sbraitò:- Signorina Korat! Scenda!

Il modo autoritario che utilizzava nei suoi confronti non poteva che farle venire il nervoso, ma aveva imparato a frenare la lingua quando si trovava di fronte al Signor Dursley per evitare la minaccia di un licenziamento.

Ancora ricordava l'unico diverbio che avevano avuto.

Era successo il suo secondo giorno di lavoro. Aveva appena messo a letto Harry ed era scesa di sotto per comunicare ai signori Dursley che il bambino dormiva tranquillamente e per domandare loro se fosse possibile apportare delle migliorie alla stanza del piccolo.

Vernon Dursley l'aveva osservata con sguardo sprezzante: - Abbiamo dato a quel bambino un letto, un tetto e cibo in abbondanza. Ha addirittura una persona che si occupa di lui a tempo pieno. Non vedo cosa gli dovremmo ancora.

Mira esasperata da quell'atteggiamento rispose: - Se per voi occuparvi di un piccolo che ha perso tutto l'amore della sua famiglia è un sacrificio così grande perché avete accettato di accoglierlo?

- Bada a come parli, ragazzina! Non ci metto niente a licenziarti in tronco.

Mira normalmente riusciva a controllare i suoi poteri magici senza difficoltà, ma in quel caso fece uno sforzo immane per non prendere la bacchetta e trasformare quell'essere spregevole in un rospo rugoso.

- Signor Dursley - disse poi controllando la voce il più possibile Vernon tuttavia si rese conto che in quegli occhi ardeva un fuoco che avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro; rabbrividì pensando a cosa avrebbe potuto fare una persona con tale sguardo a qualcuno che le metteva i bastoni fra le ruote.

- Ho lasciato il mio lavoro di sarta per potermi dedicare alla cura dei bambini, lavorare con Harry mi è parsa una possibilità esaltante, benché ritengo impossibile che ci sia qualcun altro a parte me disposto a farsi vessare come voi state facendo per uno stipendio da fame, eppure non ho avuto scrupoli ad accettare quando ho visto che a quel bambino serviva solo un po' d'affetto, perché voi non siete in grado di darglielo, troppo presi dal vostro Dudley.

- Non si permetta di dire cose simili del mio Didino, non osi paragonarlo a quel, quel... - Petunia era sbottata, ma aveva dovuto mordersi la lingua, mica poteva raccontare a quella ragazza cos'erano sua sorella e suo cognato, sarebbe fuggita a gambe levate, avrebbe forse segnalato la cosa alle autorità, sarebbero stati internati in manicomio, e poi cosa ne sarebbe stato di Dudley?

Vernon osservava Petunia con preoccupazione. Poi Mira intervenne: - Ho capito che a voi non interessa minimamente ciò che capita a vostro nipote, né dove vive, per cui se mi occupassi io di sistemare la sua stanza per voi non sarebbe un problema, vero?

Vernon sbuffò, alzò le spalle e disse: - Come usa il suo denaro sono solo affari suoi, io non ho intenzione di spendere un solo centesimo per quel bambino.

Da quel giorno erano passate diverse settimane, lei era riuscita ad ottenere ciò che desiderava anche se aveva dovuto spendere metà dei suoi risparmi e Vernon si era reso conto che Mira era una persona da non sottovalutare. Avevano fatto in modo di non incontrarsi e di salutarsi con una cortesia forzata nei rari momenti di vita comune.

Petunia, invece si era resa conto del fatto che Mira fosse totalmente indispensabile, per cui la trattava con freddezza, ma mai sgarbatamente. Aveva avuto il terrore che il padrino di Harry venisse a sapere che avevano affidato il bambino ad una sconosciuta totale; per cui aveva fatto in modo di conoscere il più possibile della sua vita: in pratica le aveva fatto un terzo grado degno del migliore controspionaggio CIA a cui Mira si era sottoposta con riluttanza, ma senza mentire; diciamo che aveva omesso la parte relativa ai suoi studi, la presenza di tre o quattro fratelli, aveva giustificato come meglio poteva il suo strambo nome ed infine aveva spiegato perché viveva con la signora Figg che, da quando era stata denominata da Sirius come propria parente, era considerata da Petunia alla stregua della più vile feccia.

Ritornando al presente, comunque, Mira sobbalzò quando si sentì chiamare dal piano di sotto.

- Signorina Korat, volevo comunicarle che durante le feste lei sarà in servizio, noi partiremo per andare a trovare mia sorella Marge in campagna, Harry non è stato invitato, pertanto se ne occuperà lei. So che vive con la Signora Figg, credo che non avrà problemi ad ospitare anche il bambino.

Mira rimase a bocca aperta quel tronfio pallone gonfiato non solo non le permetteva di prendersi una meritata vacanza, ma sbatteva pure fuori casa il piccolo Harry.

In un attimo, però le passò per la mente l'idea di passare le vacanze da Arabella, potersi comportare tutto il giorno come una normale strega (cosa che non le era permessa nemmeno a casa dei suoi genitori) andare a fare shopping per il Natale portando Harry in giro con il passeggino nuovo. Ovviamente non sarebbe potuta andare a passeggio per il mondo magico con il piccolo perché chiunque avrebbe potuto facilmente riconoscerlo, ma il fatto di essere priva di orari le trasmetteva una certa euforia.

Ciò nonostante accettò di malavoglia: aveva seriamente sperato di poter tornare a casa almeno il giorno di Natale per festeggiare con la sua famiglia.

- Noi partiremo il 23 e saremo di ritorno il 2 di gennaio. - riprese Vernon ignorando l'afflizione della ragazza.

Mentre tornava verso casa di Arabella la ragazza pensò ai suoi precedenti programmi per la notte della Vigilia, non avrebbe di certo desiderato stare a casa a fare la calza con Arabella, aveva progettato di andare a Diagon Alley e fare un po' di vita sociale, magari ci sarebbe anche scappata una notte brava con qualche ex compagno di scuola non ancora accasato. La sua ultima breve e fugace relazione risaliva ormai a due mesi prima e fino a prova contraria non aveva ancora vent'anni, mica poteva rinchiudersi in clausura con Arabella aspettando che un bell'uomo bussasse alla sua porta.

Mira entrò a casa della Signora Figg come un ciclone: - Vernon Dursley è un XXXXX, XXXXXX, XXXXX, XXXXX !

- Mira! Non usare questo linguaggio o ti lavo la bocca con il sapone! - Arabella Figg in quanto ad imprecazioni non aveva mezze misure, non voleva che si alzasse la voce sotto il suo tetto e, da quando Mira era andata ad abitare in casa sua, aveva dovuto rinunciare a buona parte della sua tranquillità.

Quella ragazza era un tornado in miniatura, aveva un carattere impossibile, Arabella si chiedeva come avesse fatto a conservare il lavoro così a lungo.

- Calmati e spiegami per favore. -  Mira riassunse in quattro parole la faccenda compresa la mancata possibilità di passare una notte brava.

- Mira, calmati, nessuno ti impedisce di uscire, vai, divertiti, mi occupo io di Harry. Ti chiedo solo di non fare troppo tardi e di non portare nessun ragazzo in casa.

Mira sospirò, e quando mai aveva portato un ragazzo in casa? Ogni volta che era uscita era rientrata prima del previsto terrorizzata dalla possibilità che Harry potesse avere un incubo. 

Durante la settimana seguente Mira si era occupata di sistemare tutto ciò di cui Harry avrebbe potuto aver bisogno nella sua stanza e così il 23 dicembre, vedendo il cielo sereno uscì di casa per una passeggiata, avvertì i signori Dursley che non avrebbe tardato, ma quando tornò trovò la porta sprangata e vide che l'automobile non era più nel vialetto.

Sorrise tra sé, con un "Alohomora" aprì l'uscio, recuperò gli ultimi abiti di Harry e poi richiuse la porta pronta a trascorrere le vacanze di Natale lontana dalla sua famiglia per la prima volta.

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Spero che sia di vostro gradimento

baci a tutti

 

 

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Capitolo 8
*** L'ospite ***


Gestione recensioni:

MsMontana: La risposta alla tua domanda è Sì, Sirius la incontrerà e… leggi questo capitolo per vedere cosa succede…

Lucy, grazie per la recensione e per aver letto la storia fino a questo punto, sperando che anche il resto sia di tuo gradimento aspetto nuovi commenti.

Grazie a: - Agnese_san - ale146 - Azzalea - Cassandra  - cesarina89 - DANINO - elipotterina94_n6  - I love sasunaru - ilenia23  - kia88oc - Lilian Malfoy  - monipotty  - MsMontana  - Pia_mi_idola_XS  - Stabuck  - themina  - TITTIVALECHAN91   - valevigi1995 per aver inserito la storia nei preferiti e a:

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L’ospite

Il primo impatto di Harry con la casa di Arabella fu positivo. Mira gli mostrò tutte le suppellettili a forma di gatto: dalle teiere ai soprammobili e poi passò a presentarle i vari membri della famiglia felina della signora Figg.

Pallino, Puffete, Minù, Mitzi... finché arrivò all'ultimo acquisto per cui aveva una predilezione, ma che non le aveva mai dato la soddisfazione di due fusa.

Non appena Harry vide Snitch si fece posare per terra da Mira ed agguantò la coda del gatto che, ben lungi dal graffiarlo si voltò, gli leccò la manina e cominciò a fare le fusa raggomitolandosi accanto al bambino ormai seduto.

Mira ed Arabella osservarono la scena basite e poi sorrisero; Arabella aggiunse: - E poi dicono che sono i cani quelli fedeli ed intelligenti.

Harry si adattò in maniera straordinariamente semplice alla nuova situazione, non fece minimamente caso alle stranezze di Mira e si addormentò più tranquillo che mai con Snitch sdraiato sotto al lettino.

Erano ormai le dieci passate (praticamente notte fonda per i canoni di Arabella) la signora stava sonnecchiando davanti al televisore che trasmetteva un vecchio film natalizio in bianco e nero, mentre Mira leggeva un appassionante romanzo giallo. Improvvisamente sentirono un furioso picchiare di pugni sulla porta.

Arabella si alzò di scatto, ma Mira, già pronta, guardò fuori dalla finestra. Un enorme veicolo che pareva molto simile ad una motocicletta, ma di dimensioni decisamente eccessive, sostava di traverso nel vialetto ed un losco figuro continuava e percuotere la porta a suon di pugni.

- Arabella, mi sa che se fosse uno di noi sarebbe già entrato evitando di fare tanto chiasso col rischio di essere scoperto. Apro io, se è un malintenzionato avrà pane per i suoi denti. - Disse sfilandosi la bacchetta dallo chignon e lasciando ricadere i capelli sulla schiena.

Il losco figuro che le apparve di fronte quando aprì la porta indossava un giaccone di pelle nera, Mira non poteva scommetterci, ma le sembrava straordinariamente simile a pelle di Spinato; portava i capelli lunghi e sembrava non avesse visto l'ombra di un rasoio da almeno un paio di giorni.

- Desidera? - domandò Mira con l'aria di una persona decisamente scocciata per essere stata disturbata durante un'attività estremamente interessante.

- Dov'è Arabella? - la voce dell'uomo era arrochita ed impastata, probabilmente doveva essere piuttosto stanco e, a giudicare dal suo aspetto erano parecchi giorni che non dormiva decentemente.

- Arabella? Qui alla porta c'è un signore che chiede di te, lo faccio entrare?

Domandò Mira chiudendo la porta in faccia al visitatore.

- Un uomo? Fosse la volta buona! Aspetta che arrivo!- Rispose la donna più anziana dal soggiorno.

Quando Arabella aprì la porta sorrise allo sconosciuto: - Che piacere, entra accomodati!

- Arabella, dov'è?, Dove hanno portato Harry?

Mira cominciò a capire, Arabella le aveva accennato qualcosa in merito al padrino di Harry che lei aveva bollato subito come un disgraziato per aver lasciato il bambino nelle mani dei Dursley.

- Non preoccuparti, il bambino è di sopra e dorme beatamente, ora vuoi accomodarti e mangiare qualcosa?

Il giovane annuì ed entrò.

Mira vedendolo muoversi ebbe l'impressione di un de ja , ma lo scacciò rapidamente immaginando che nemmeno nei suoi incubi più atroci proprio quella persona poteva apparire un paio di giorni prima di Natale alla porta di casa sua.

Eppure...

Osservò più attentamente l'individuo che le stava di fronte e si disse che nessun essere umano sano di mente avrebbe chiesto a Quella persona di essere padrino del proprio primogenito.

I suoi dubbi furono del tutto fugati nel momento in cui Arabella le presentò il nuovo venuto: - Mira, ti presento Sirius Black, il padrino di Harry.

La ragazza emise un flebile : - Ma porc...- e poi si diresse decisa verso l'altra stanza.

Quel nome le aveva fatto tornare in mente gli ultimi tre anni a Hogwarts passati a consolare ora questa ora quella delle sue compagne di Casa, con il cuore infranto e l'orgoglio a pezzi a causa di quel cane bas...

- Mira, per favore, potresti mettere una pizza in forno per il nostro ospite?

La ragazza, borobottando come una pentola di fagioli, si diresse verso la cucina; estrasse dalla ghiacciaia una pizza precotta e cercò nell'armadietto dei medicinali se fortuitamente Arabella avesse qualche emetico o qualche purgante, purtroppo non trovò nulla di simile e si rassegnò all'idea che l'esimio Black avrebbe trascorso una notte fin troppo tranquilla.

Mira aveva la straordinaria capacità di esasperare alla follia coloro che non sopportava, ma allo stesso tempo riusciva a comprendere, accudire e consolare straordinariamente le persone in difficoltà e così fin dal primo anno le era toccato in sorte l'incarico di "spalla su cui piangere".

Il problema era che invariabilmente l'oggetto dei desideri più o meno proibito delle sue compagne di Casa era tal Sirius Black, Grifondoro di nobile lignaggio e noto cascamorto. Nessuna delle Tassorosso pareva immune al suo fascino e così, spesso e volentieri, le toccava ascoltare i sogni di conquista delle altre e finiva poi con il consolare il loro cuore infranto dopo un periodo che variava dai tre giorni alla settimana a seconda di quanto tempo impiegavano a cedergli quanto egli desiderava.

L'aveva odiato con tutto il cuore nei cinque anni di Hogwarts che avevano frequentato contemporaneamente, ma aveva raggiunto l'apoteosi quando lei frequentava il quinto e lui il settimo: la sua migliore amica tale Eleanor Rigby aveva finalmente raggiunto il suo personale sogno proibito: essere scortata ad una festa di Lumacorno proprio da Sirius Black (dopo tanti anni Mira ancora si chiedeva come avesse fatto).

Fatto sta che la ragazza era riuscita a mettersi con lui e farsi piantare tutto nel giro di ventiquattr'ore, era un record senza precedenti anche per Black.

Eleanor si ritrovò in un tale stato di prostrazione che raggiunse un GUFO così deludente da rischiare di dover abbandonare gli studi. Un compagno del settimo anno riuscì a consolarla per la delusione, ma dopo l'estate la ragazza non tornò comunque a Hogwarts.

Si sposò all'inizio di settembre e finì a fare la casalinga dando a quel compagno di Casa, che aveva ottenuto un piccolo impiego al Ministero, un bel maschietto nel marzo dell'anno seguente. Mira sapeva che Eleanor ora era felice ed in attesa del suo secondogenito, ma continuava a pensare che se non fosse stato per Black probabilmente la sua vita sarebbe stata molto diversa e magari in quel momento sarebbero state tutte e due in giro per l'Europa come avevano progettato nei primi cinque anni di studi.

Si scrollò di dosso quei cupi pensieri, si affacciò sulla soglia della cucina dicendo secca: - Black, la cena. 

Sirius si diresse verso la voce piuttosto arcigna che lo chiamava e sentì un odore particolare che arrivava dal tavolo quasi completamente spoglio che si trovava di fronte: un bicchiere d'acqua, un piatto con dentro una cosa rotonda e fumante e due posate di plastica.

- Mira, non è questo il modo di trattare gli ospiti!

La ragazza osservò Arabella con uno di quegli sguardi omicidi che di tanto in tanto sfoderava quando era di luna storta: - Fosse stato per me, era ancora fuori a bussare adesso.

Sirius non comprendeva tutto quell'astio da parte di quel piccolo ammasso di ossa che si trovava di fronte, mentre masticava duecento volte ogni boccone di quella sostanza gommosa che si trovava nel piatto, cercò di analizzare la ragazza: aveva i capelli lunghissimi, le arrivavano alla vita, lisci e di un colore indefinibile che variava dal nero al trasparente man mano che si avvicinavano alle punte.

Il corpo non gli pareva un granché anche se in quel maglione enorme e con i pantaloni della tuta non si capiva molto. Era seduta con scarsa compostezza sopra uno dei mobili della vecchia cucina di Arabella: le gambe penzoloni e le braccia incrociate sul petto, solo in quel momento Sirius notò che la ragazza stringeva nel pugno una bacchetta, caspita, i suoi sensi dovevano essersi notevolmente affievoliti se non se n'era accorto prima, o forse non aveva fiutato il pericolo; nel giro di qualche ora si sarebbe reso conto che quello era un grosso anzi, un grossissimo errore.

Mira si accorse di essere osservata e piantò il suo sguardo in quello grigio del giovane uomo che le stava davanti.

Sirius rimase colpito da quegli occhi: enormi, spalancati, rotondi e di un colore verde intenso. Il suo sguardo profondo, assolutamente penetrante e magnetico da lasciarti senza fiato. Quello era un colpo basso: una persona così insignificante non poteva avere uno sguardo simile, la cosa non piacque per nulla a Sirius che cominciò a sospettare che quella bimba fosse una cosa tutt'altro che piccola e da nulla come aveva valutato da una prima affrettata analisi.

- Vuoi una fotografia oppure hai bisogno di radiografarmi ancora per molto?

La voce arcigna lo scosse dai suoi pensieri: - Scusa?

- Sbrigati a mangiare, vorrei tornare al mio libro.

- E tornatene al tuo libro, nessuno ti ha chiesto di assistermi mentre mangio, non ho bisogno di Elfi Domestici.

Arabella sospirò le si prospettavano delle vacanze natalizie molto movimentate

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Amate ancora Mira?

 

Baci

bic

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Capitolo 9
*** Convivenza forzata ***


Gestione Recensioni:

TITTIVALECHAN91: non è tutto oro quel che luccica, per il momento non aggiungo altro…

Grazie per la recensione

 

Note d’autore

Bene, ora che tra Mira e Sirius il ghiaccio è rotto vediamo come procede la convivenza

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Convivenza forzata

Quando Sirius si fu riempito lo stomaco, Arabella disse con tono conciliante: - Sirius, caro, cosa ne dici di farti un bel bagno caldo? Ti vedo stanco ed affaticato.

- Magari, sono almeno dieci giorni che non trovo un posto decente in cui comportarmi da essere umano. - In effetti aveva trascorso sotto forma di Felpato gli ultimi tempi. Senza contare che la luna aveva appena iniziato a calare e quel giorno aveva dovuto trascinare Remus, ridotto a straccio per pavimenti, nel suo piccolo appartamento. L'aveva mollato sul divano in stato semi comatoso e poi era schizzato sulla moto.

- Non penso che per uno come te faccia grande differenza, Signor "sono troppo occupato con la mia vita per preoccuparmi del mio figlioccio".

Sbottò Mira velenosamente.

- Non so chi sei, non so cosa vuoi e non credo che tu ne sappia abbastanza della mi avita per giudicare. - rispose Sirius la cui pazienza, come già risaputo, aveva un labilissimo limite.

- Io so solo quello che vedo: un dongiovanni che non è in grado di fare l'unica cosa che gli è richiesta e cioè occuparsi del suo figlioccio e ne delega la custodia ai peggiori Babbani che conosca.

- Cosa diavolo ne sai tu di Harry?

- Si dà il caso che la persona che si occupa di lui sia la sottoscritta, ti faccio una domanda, qual è il colore che gli dona di più?

Sirius rimase interdetto, cosa ne sapeva lui? L'ultima volta che l'aveva visto indossava un pigiamino azzurro quindi ipotizzò: - L'azzurro?

- Sbagliato, il colore che gli dona di più è il verde.

- Qual è il suo animale preferito?

- Il cane.

- Sbagliato, i cani lo terrorizzano, ama i gatti, Snitch in particolare.

- Con cosa gli piace giocare?

- Con la scopa?

- Ma sei scemo? Pensi che potrei lasciarlo gironzolare impunemente su una scopa nel giardino dei Dursley? Verrei messa alla porta nel giro di un secondo! Dici a me che non so niente della tua vita, ma tu cosa sai della vita di Harry?

Sirius rimase in silenzio. La ragazzina non aveva tutti i torti, era stato un padrino piuttosto assente, ma aveva le sue buone ragioni. Certo non le avrebbe spiegato delle sette settimane passate a dare la caccia ad un topo per tutta la campagna inglese, lui e Remus erano partiti dalla Cornovaglia, avevano immaginato che Minus avrebbe tentato di mettersi in contatto con Nora, prima o poi. Avevano setacciato tutte le case di maghi dell'Inghilterra meridionale senza risultati.

- Arabella, puoi indicarmi il bagno per favore? Accetto molto volentieri l'offerta che mi hai fatto prima. - Si rivolse alla signora più anziana con fare affabile ignorando completamente la ragazza che si era piantata di fronte a lui.

La padrona di casa scortò il giovane al piano di sopra, poi tornò in cucina dove Mira stava riordinando con uno stile tutt'altro che tranquillo: posate, bicchieri e piatti volavano per la cucina come se ci fosse un Poltergeist impazzito in giro per casa.

- Mira, potresti cercare nel tuo armadio un paio di pantaloni della tuta da prestare a Sirius? Credo che attaccando una lavatrice ora i suoi vestiti dovrebbero essere pronti per domani pomeriggio.

- Ma...- Mira tentò di ribattere, ma Arabella rispose: - Silente gli ha affidato una missione segreta e rischiosa, è stanco ed abbattuto e vuole solo trascorrere il Natale con Harry, lascialo in pace e cerca di essere un po' conciliante, se vuoi sai essere una ragazza così paziente e comprensiva.

- Arabella, sono paziente e comprensiva con le persone che se lo meritano e ti assicuro che Black non merita nessuna pietà.

- Vedila così, potrai andare a trascorrere il Natale a casa con la tua famiglia...

- Non se ne parla nemmeno, non lascio Harry con quell'essere infame, sarebbe in grado di corrompere la sua sanità mentale nel giro di dieci minuti. Ma a cosa pensavano i genitori di quel povero bambino quando hanno chiesto a Black di essere suo padrino?

- Mira, smettila di comportarti come una bambina a cui hanno appena sottratto il giocattolo preferito e, almeno per una volta, comportati da persona matura. Sirius ha perso il suo migliore amico, credo che lui e James Potter fossero quasi fratelli. Ora sta facendo del suo meglio per portare a termine la missione che gli ha affidato Silente e contemporaneamente per occuparsi del piccolo, non mi sembra una persona così malvagia, cosa ne dici? - rispose Arabella con un tono stranamente serio ed anche un po' severo.

- Va bene, allargherò un paio dei miei pantaloni della tuta, ma questo è quanto, non sarò né carina né cortese, con lui ho un conto in sospeso e non gli renderò sicuramente la vita facile.

Arabella sorrise, un primo passo l'aveva fatto, magari la convivenza civile era ancora lontana, ma per lo meno, Mira sembrava disposta a collaborare almeno un po'.

La strega salì al piano di sopra e vide la luce accesa nella stanza di fronte alla sua, quella degli ospiti per intenderci, notò la porta del bagno aperta e non fece caso al fatto che anche lì la luce fosse accesa.

"Bene, è stata una doccia veloce, a quanto pare" pensò entrando in bagno per lavarsi i denti.

Non fece in tempo ad accorgersi dell'errore che vide l'esimio signor Black in tutto il suo adamitico splendore che sgusciava grondante fuori dalla vasca.

Gli lanciò un asciugamano voltandosi dall'altro lato. Sirius ringhiò: - Non ti hanno insegnato a bussare?

- E a te non ha non insegnato a chiudere la porta del bagno?

Rispose Mira sfacciatamente voltandosi di scatto.

- Sei diventata rossa, cos'è ho sconvolto i tuoi occhietti innocenti?

Mira scoppiò in una sonora risata: - Sono rossa perché qui dentro si fa la sauna, fa un caldo da scoppiare, e poi i miei occhi, per quanto innocenti potessero essere, non sarebbero certo stati sconvolti da una così misera visione. Vedendoti ora nudo come un verme mi chiedo cosa ci trovassero tante sciacquette in te quando eravamo a scuola.

Folgorato da tanta sfrontatezza Sirius cercò di ribattere: - Perché vuoi farmi credere di aver visto di meglio? - Replicò con la migliore aria da seduttore che riusciva a sfoggiare in quella circostanza.

- Senza ombra di dubbio. - rispose secca Mira.

Sirius rimase immobile: colpito, affondato, nessun superstite. La ragazza si lavò tranquillamente i denti, gli passò un paio di pantaloni della tuta color rosa ciclamino che detestava e che aveva sistemato a dovere allungandoli ed allargandoli di venti centimetri. Sirius ci navigava dentro ma non fece commenti. La ragazzina aveva esagerato, ma l'avrebbe pagata cara, doveva solo capire come fare, un simile affronto era un'onta da lavare nel sangue anche se non desiderava finire ad Azkaban per colpa di una simile nullità.

Mentre si infilava sotto le coperte, il mago cominciò a meditare sulle diverse possibilità di vendetta, ma un tarlo si era installato nella sua mente malandrina, possibile che la sua virilità potesse essere messa in dubbio da una ragazzina?

Nel frattempo Mira stava ripensando a Sirius, in effetti non aveva mentito quando gli aveva detto di aver visto di meglio, in realtà si riferiva ad una sola persona: il suo migliore amico, nonché primo amore, nonché miglior esperienza romantica della sua vita: Howard Brackett 185 centimetri di muscoli, capelli biondi ed occhi azzurro cielo, Babbano di nascita e straordinario amante della musica jazz e del buon vino; l'uomo ideale se non fosse per un piccolo inconveniente accaduto una sera di primavera del loro ultimo anno. Intrufolandosi nel suo letto per fargli una sorpresa, l'aveva trovato già occupato dal suo compagno di camera. In effetti il fatto che condividesse con lei gli apprezzamenti sui giocatori di Quidditch, che avesse una spiccata preferenza per My Fair Lady e che avesse acquistato i biglietti per un concerto dei Village People a Londra, avrebbero dovuto farle venire qualche dubbio, ma si sa, l'amore è cieco e così si trovò in una ben strana posizione.

Avevano discusso, avevano litigato, lui aveva pianto e lei l'aveva consolato con le seguenti parole: - Se non altro posso dire che io non ho proprio colpe, diciamo che mi manca qualcosa che probabilmente per te è fondamentale. -  Erano così scoppiati in una sonora risata e Mira aveva deciso da quel momento di lasciarsi crescere i capelli che prima teneva cortissimi.

Erano giunti alla conclusione che la loro amicizia sarebbe rimasta immutata e che ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra.

Howard viveva a Londra: aveva un locale a Diagon Alley, ottimo vino ed ottima musica. Prima che Mira si trasferisse a Little Winghing si vedevano spesso e tra un bicchiere di vino ed un giro di ballo capitava che si ritrovassero a passeggiare per la Londra Babbana aspettando che l'alba spuntasse su Hide Park. A volte scompariva per qualche settimana, si sentivano via gufo e lui raccontava di aver finalmente trovato l'uomo della sua vita, ma invariabilmente finiva sempre con il comparire con la coda tra le gambe e le orecchie basse alla sua porta perché era stato barbaramente piantato.

Mira decise che sarebbe andata a trovarlo la notte della Vigilia, aveva voglia di fare due chiacchiere con un buon amico e di sentirsi raccontare la sua ultima infinita storia d'amore che sarebbe durata tutt'al più un paio di mesi.

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La citazione di oggi è cinefila, chi non lo indovinasse ed è interessato può andare al seguente sito...

http://it.movies.yahoo.com/i/in-out/index-368528.html

 

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Capitolo 10
*** Buonanotte ***


Gestione recensioni

dirkfelpy89: grazie per la recensione e per i complimenti, Mira e Sirius sono una miscela esplosiva posizionata accanto ad un caminetto… Quanto e se succederà qualcosa dipende molto da loro. Alla prossima.

TITTIVALECHAN91: in effetti la scena della doccia sarebbe stata da sbav se Mira non avesse fatto commenti acidi, comunque sappi che prima o poi il nostro buon Black si laverà di nuovo…

JoeyPotter90: volevo dare a Minus una motivazione migliore della sete di potere. Per quanto riguarda Mira dopo aver passato tre anni a consolare persone dal cuore spezzato dall’esimio signor Black mi sembra davvero il minimo essere un po’ acida e poi Sirius è uno spocchioso figlio di papà, si merita un po’ di maltrattamenti per scendere al livello dei comuni mortali. In uno dei prossimi capitoli il proverbio che hai appena citato sarà utilizzato da una comparsa. Grazie per la recensione

elys: Mira è un personaggio affascinante, ha la lingua biforcuta, ma se vuole sa essere dolce come un profiterol, ad esempio con Harry è sempre tenerissima, ovviamente Sirius non è Harry e deve rendersi conto che esistono anche persone in grado di non cadere ai suoi piedi. Grazie per la recensione.

Nota d’autore

Scopriremo come trascorre le sue nottate Mira e quali erano le aspettative di Sirius per l'antivigilia di Natale

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BUONANOTTE

-MAMMA!

L'urlo lacerante e disperato squarciò il silenzio della notte. Sirius balzò in piedi e, a causa della lunghezza dei pantaloni che indossava, capitombolò a faccia in giù sulla moquette della stanza.

Così, quando entrò in camera di Mira con il cuore in gola, era ancora troppo distratto dal dolore al naso e non fece in tempo a ripararsi dal "Petrificus Totalus" che la ragazza gli aveva scagliato contro. Era stato solo un sussurro, mescolato alle parole della ninnananna che stava cantando al piccolo Harry per farlo calmare. Sirius questa volta era caduto lateralmente sul tappeto e si trovava vis a vis con il buon vecchio Snitch. Il gatto cominciò a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli.

Sentì che il pianto del piccolo si calmava lentamente fino a trasformarsi in un insieme di piccoli singhiozzi e poi in un quieto respirare.

Mira lo pose nuovamente nel lettino poi si voltò verso Sirius: - Se stai zitto ti libero dall'incantesimo.

"Relascio"

- Ma sei impaz... - Sirius non fece in tempo a finire la frase che fu colpito da un "Silencio".

Lo sospinse verso il salotto dove recuperò la sua giacca ed Appellò quella dell'uomo, poi uscì all'esterno.

Liberò Sirius dall'incantesimo:- Bene, ora sfogati pure. - Disse poi con voce stanca.

Qualcosa nel suo atteggiamento impedì a Sirius di cominciare ad urlare. Contro ogni logica vederla così: i capelli legati in due trecce arruffate, il pigiamone di flanella azzurro che compariva sotto la giacca e delle occhiaie paurose messe in risalto dalla luce della luna; gli suscitarono un istinto protettivo che lo colpì come una pugnalata al cuore, ma come era possibile che quell'esserino minuscolo risvegliasse in lui contemporaneamente i più bassi istinti omicidi ed i più disarmanti slanci protettivi?

Perciò parlò pacatamente: - Perché mi hai impedito di entrare? Avrei potuto aiutarti a calmarlo, senza contare che sei stonata come una campana, deve essersi riaddormentato per disperazione sperando che così avresti smesso di cantare.

Mira emise uno sbuffo e tirò fuori dalla tasca della giacca un pacchetto di sigarette, ne offrì una a Sirius, ma il mago declinò: odiava il fumo e l'odore gli dava la nausea.

La ragazza si accese la sigaretta e poi si voltò verso il mago. Sirius notò lo sguardo spento che poco o nulla aveva a che fare con la ragazza combattiva che aveva conosciuto poche ore prima. Il suo slancio protettivo ricominciò a farsi sentire: probabilmente se fosse stato Felpato in quel momento si sarebbe messo a scodinzolare. Ricacciò indietro quel pensiero raccapricciante ed attese che la ragazza parlasse.

Mira tirò un'altra boccata e cominciò: - Harry sogna ogni notte l'attacco, si sveglia terrorizzato ed urlante, cosa credi che sarebbe successo se si fosse presentato in camera sua uno sconosciuto a bacchetta spianata?

- Io non sono uno sconosciuto!

- Di notte, al buio, in preda al terrore, non credo che sarebbe stato in grado di riconoscerti, forse non ci riuscirà nemmeno di giorno; renditi conto che è un bambino di nemmeno diciotto mesi che ha subito un trauma allucinante, passando dall'amore della mamma e del papà a due adulti che a malapena lo guardano. Considererei un successo anche solo il fatto che domani mattina si lasci avvicinare da te.

- Perché non rientriamo?

- Perché ho bisogno di una sigaretta, non fumo abitualmente, ma devo distendere i nervi e questo mi aiuta, solo che i gatti detestano l'odore. - Rispose accennando a ciò che teneva in mano.

- Trovo questo vizio davvero disgustoso, l'odore del fumo rimane attaccato addosso alle persone per ore, mi auguro che non ti avvicini al bambino puzzando come una pozione andata a male. 

- Tranquillo, prima di tornare in camera mi faccio una doccia dato che qualcuno aveva monopolizzato il bagno, prima.

- Cosa significa che ogni notte Harry sogna l'attacco, tu come lo sai?

- Lo so perché ogni notte lo sento urlare e mi Materializzo nella sua stanza per consolarlo.

- Ma che udito hai? - Sirius appariva realmente allibito.  

- Imbecille, uso delle radiotrasmittenti magicamente potenziate. - ringhiò Mira a voce bassa.

- Cosa usi?

- Niente che tu possa capire se non hai studiato un po' di Babbanologia è uno strumento che serve per far sentire la voce di una persona anche a molta distanza. - Aggiunse Mira con l'aria di chi non ne può veramente più.

- Allora mi sa che dovrò darti un aumento per tanta solerzia, fino a prova contraria sono il tuo datore di lavoro, no? - rispose sardonico Black.

- Mi è sufficiente che tu mi restituisca i fondi perduti nella ristrutturazione della cameretta di Harry.

- Ristrutturazione? Cos'aveva che non andava?

- Pareti verde marcio, mobili vecchi e cadenti di colori impossibili, un letto, che dire antiquato è fargli un complimento,  con un materasso pietoso su cui non avrebbe potuto dormire nemmeno un cane.

Sirius restò un po' interdetto, in quella notte di qualche mese prima aveva fatto del suo meglio per rendere vivibile la stanza, ma ovviamente non si intendeva di camere di bambini. Quella che aveva quando abitava a Grimmauld Place con i suoi consanguinei era una stanza lugubre, tutto ciò che ricordava era buio, austerità e silenzio, quindi poteva tranquillamente aver fatto qualche pasticcio.

- L'unica cosa che si salva è un piccolo planetario in miniatura, Harry si addormenta solo con quello.

Sirius tirò un sospiro di sollievo, almeno non aveva sbagliato proprio tutto.

- Senti Black, tu non mi piaci, ma se dobbiamo convivere sotto lo stesso tetto sarà meglio che ci comportiamo civilmente. Tu non darmi fastidio ed io farò del mio meglio per sopportarti. - Aggiunse Mira spegnendo la sigaretta sotto il bordo del gradino ed incenerendo il mozzicone con la bacchetta.

- Si può sapere cosa ti ho fatto? - Ringhiò Black.

- Non è qualcosa che hai fatto a me, è più che altro il fatto che sei un narcisista sciupa femmine che non ha altro interesse che correre dietro alla prima sottana che gli si para davanti, manco fossi un cane in calore. - Sirius la fulminò con lo sguardo, stava per farle una piazzata, ma la ragazza lo prevenne e, sfoderando un ghigno degno di un Serpeverde che sta per affatturarti aggiunse: -  Tra l'altro è meglio rientrare, le labbra blu non ti donano e, per quanto una tua dipartita non farebbe altro che rendere questo mondo un posto migliore, da quel che ho capito tu al momento sei l'unica garanzia che Harry ha per avere una vita discreta.

Sirius senza parole seguì Mira in casa.

La ragazza però si voltò poco prima di entrare nel bagno: - Sai Black, il rosa ciclamino ti dona...- e scoppiò a ridere sommessamente chiudendo la porta.

Sirius rimase con un palmo di naso e decise che quella piccola pazza avrebbe dovuto subire la peggior vendetta che gli anni di genetica Serpeverde dei Black avrebbe potuto concepire.

Certo la risata malandrina che aveva sfoderato appena un attimo prima era discretamente accattivante. Ma cosa andava a pensare dopo che quella strega gli aveva fatto passare la peggiore serata della sua vita in assoluto?

Tutto si era aspettato da quell'antivigilia di Natale: aveva pensato di spaventare a morte i Dursley, fare un paio di moine a Harry e poi Materializzarsi a Diagon Alley alla ricerca di una compagnia femminile per trascorrere una serata, ma soprattutto una nottata piacevole.

Certo l'ultima cosa che avrebbe potuto pensare era di trovarsi incastrato con un tornado petulante formato mignon, una vecchia signora un po' matta in una casa piena di gatti. Soprattutto mai avrebbe immaginato di trovarsi un giorno con indosso una cosa simile, aveva tentato di dare una sistemata ai pantaloni che gli erano stati gentilmente prestati, ma pareva avessero un incantesimo di colorazione permanente, tutto ciò che era riuscito a sistemare era la taglia, così buttandosi sul letto, con le mani dietro alla testa cominciò a meditare la sua vendetta.

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Spero che sia stato di vostro gradimento

ciao

bic

 

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Capitolo 11
*** Shopping ***


Gestione recensioni

TITTIVALECHAN91: La strana coppia… riusciranno i nostri amici a trascorrere una giornata senza uccidersi nei modi più atroci che ti passano per l’anticamera del cervello?

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Shopping

- Svegliati, infame!

 Mira aveva impietosamente spalancato le ante della finestra della stanza degli ospiti, momentaneamente occupata dall’esimio signor Black, nel gelo del mattino: dopo la nevicata della sera precedente le temperature si erano ulteriormente abbassate e ragnatele di brina decoravano i vetri e le strade.

 - Ma porc

 - Taci, o potresti pentirtene, Arabella detesta le volgarità, potrebbe aizzarti contro orde di gatti inferociti, nel qual caso, io resterei seduta in poltrona con bibita e popcorn a godermi lo smembramento.

- Fuori da questa stanza, Megera!

 Sirius Black, che già di suo non era propriamente uno zuccherino, se veniva svegliato all’improvviso poteva trasformarsi in una abominevole belva, solo che non aveva fatto i conti con il tornado mignon.

 - Fa come ti pare, ma ti avverto che Harry ed io oggi andremo a fare shopping, per cui se vuoi trascorrere un po’ di tempo con il tuo figlioccio è meglio che ti sbrighi.

 Aggiunse Mira sbattendo la porta.

 Sirius, sussurrando epiteti che in questa sede non sarebbe opportuno ripetere, si alzò rendendosi conto di non avere a portata di mano i propri indumenti, né tantomeno di poter andare a spasso per la città con quegli orrendi cosi rosa che ancora indossava come pigiama.

 Si affacciò quindi alla porta ed intercettò la ragazza che usciva dal bagno con una cesta piena di vestiti tra i quali intravide anche i suoi: - Piccola ladra, restituiscimi i miei vestiti.

 - Sono ancora bagnati, non credo che tu voglia prenderti un raffreddore, altrimenti farai cadere le fanciulle ai tuoi piedi per pietà più che per fascino.

 - Allora cosa dovrei mettermi?

 - Ti ho procurato degli abiti Babbani, a proposito, posso chiederti una cosa? – Aggiunse poi guardandolo dalla testa ai piedi.

 Sirius sbuffò accennando un gesto d’assenso. (Pessimo errore).

 Mira, sogghignando malignamente aggiunse: - Problemi idraulici, bacchetta in tasca o sei solo molto felice di vedermi?

In quella Sirius abbassò lo sguardo verso il punto su cui si era concentrata l’attenzione di Mira e tentò di sgusciare dal momento imbarazzante con una battuta: - Che c’è piccola pervertita, vuoi un assaggio?

 - Fossi matta! -  Rispose la ragazza ridendo. – Non sarò un’altra tacca sulla tua bacchetta. Comunque i tuoi vestiti sono in salotto. Per quanto l’idea di farti girare per la città in tuta ciclamino mi provocherebbe una gioia senza pari, ho dovuto assecondare i desideri di Arabella che ha deciso di comportarsi da zia premurosa.

Sirius scese al piano di sotto e si trovò con indosso un tendone da circo, pantaloni enormi ed un maglione a scacchi che non avrebbe fatto indossare nemmeno a Piton.

 - Io in giro conciato così non ci vengo, sono ridicolo!

 - Smettila di comportarti come un bambino e vieni qui che ti sistemo. – rispose Mira con la bacchetta in mano. Sirius la guardò con sospetto: - Non contarci, non ti permetto di avvicinarti con una bacchetta in mano: sei pericolosa.

 Arabella intervenne dalla cucina: - Ha lavorato da madama McClan. Dalle un po’ di fiducia, e poi Harry scalpita.

 Mira, senza nemmeno attendere il permesso, tagliò, allungò e strinse nei punti giusti ed in cinque minuti Sirius si ritrovò calzato e vestito da perfetto Babbano.

La strega osservò il lavoro ed aggiunse: - Con gli omaggi del signor Vernon Dursley.

 - Cosa? Tu mi hai fatto indossare della roba che ha portato quel lurido Babbano?

 - Senti orgoglio Purosangue dei miei stivali, questo passava il convento. Arrangiati, altrimenti c’è sempre la tuta rosa.

Detto ciò andò in cucina e recuperò Harry, poi lo portò di fronte a Sirius.

Il bambino guardò lo sconosciuto con timore e si strinse forte a Mira. La ragazza sospirò e, mordendosi la lingua per non dire tutto ciò che pensava, cominciò: - Harry, saluta questo signore, si chiama Sirius, è un nostro amico ed è qui per stare un po’ con te, forza, digli ciao.

 Harry osservò Sirius da sotto in su, fece un piccolo gesto di saluto con la mano e poi si raggomitolò di nuovo in braccio a Mira. La quale lo strinse forte confortandolo con parole dolci, sorrisi e carezze.

 Sirius rimase interdetto, non era certo l’accoglienza che si aspettava, fin da piccolissimo Harry era sempre stato un bimbo estremamente socievole, decise che si sarebbe fermato con lui fin dopo Natale, almeno fino al primo dell’anno, doveva riconquistare la fiducia del bambino e qualcosa gli diceva che non sarebbe stato molto semplice.

 - Andiamo prima che Arabella ci sbatta fuori a calci.

 - Usciamo da davanti? Non sarebbe il caso di Smaterializzarci dall’uscita sul retro?

 - Smaterializzarci? E perché?

 - Scusa, ma non hai detto che andiamo a fare spese?

 - Mica crederai che mi azzardi a portare Harry a Diagon Alley, oggi si fa shopping alla vecchia maniera Babbana, senza nessun tipo di magia, senza contare che Harry non ci è abituato.

 - Perché non possiamo portare Harry a Diagon Alley?

 Mira sbuffò: - Ma non ci arrivi? Quanti Mangiamorte pensi che ci siano in circolazione? Quanto pensi che ci metterebbero a rapire Harry? No, mi dispiace, non intendo far saltare la sua copertura, nessuno deve sapere che Harry Potter è facilmente raggiungibile.

 Sirius rimase stupito, certo che la ragazzina se voleva lo faceva funzionare bene quel suo cervellino perverso.

 Rimasero in silenzio per un tempo che parve interminabile, poi Mira ruppe il ghiaccio: - Allora, signor Black, qual è il tuo scopo nella vita visto che hai scaricato i tuoi doveri di tutore sui Babbani peggiori che io abbia mai avuto occasione di conoscere?

- Ancora con questa storia? Silente ci ha affidato una missione di cui non ho la minima intenzione di discutere con te.

 - Ci? La cosa si fa interessante, e dimmi quel “Ci” è forse una bella bionda, burrosa al punto giusto e che risponde sempre di sì? – Mira aveva sfoderato un’aria da comare che invece di farlo infuriare lo fece sorridere, abbinare poi quella descrizione al suo reale compagno di avventure lo fece letteralmente rotolare a terra dal ridere.

- Ti giuro che nessuno ha mai descritto il mio amico con questi termini.

- Il "mio amico"? Black, non credevo che avessi cambiato sponda e dimmi, da quando? Quanti cuori infranti di fanciulle hanno accolto la novità?

 Sirius sbuffò, sapeva che la ragazzina stava scherzando, ma quel fare saccente  lo faceva decisamente innervosire.

 - Sei proprio una Tassorosso pettegola, con “il mio amico”, intendevo dire la persona con cui sto eseguendo gli ordini di Silente.

 - Oh, capisco, ora si dice “eseguire gli ordini di Silente”, comunque sappi che se ti stanchi del “tuo amico” conosco almeno un paio di maschietti pronti a darti tutto il loro affetto e la loro comprensione.    

 Ora Sirius cominciava seriamente ad arrabbiarsi, già la ragazzina aveva messo in dubbio le sue abilità amatorie, era eccessivo che scherzasse anche sulla sua virilità.

 - Guarda che non ho cambiato sponda e sono pronto a dimostrartelo in qualunque momento.

 - Coda di paglia?

- Fatti furba ochetta dei miei stivali.

 - Sai, se non ti sentissi punto sul vivo non reagiresti tanto male, ho una certa esperienza con i cuori spezzati, allora, vuoi dirmi come si chiama il “tuo amico”?

 - Piccola petulante, si chiama Remus Lupin, ma non credo che tu lo conosca.

 Mira rimase a bocca aperta, poi improvvisamente le balenò in mente un fugace ricordo del suo primo incontro con Lupin: erano sull’espresso per Hogwarts e lui si era comportato da perfetto gentiluomo cedendole il posto. Ah, il suo quarto anno, nelle prime settimane di scuola si erano incrociati spesso ed aveva notato che il ragazzo era un vero topo da biblioteca, aveva indagato e scoperto che era anche piuttosto bravo. Così, visto che lei non era una cima, con la faccia di bronzo che la contraddistingueva, un giorno lo aveva preso da parte e gli aveva richiesto un paio di ripetizioni, da cosa nasce cosa e...

 Sorrise: - Conosco molto bene Remus, ha reso indimenticabile il mio primo bacio.

 Sirius la squadrò dall’alto in basso, decisamente Remus non aveva buon gusto.

- Vuoi dirmi che tu sei uscita con Remus?

 Mira scoppiò in una sonora risata: - Ma pensavi davvero che lui non battesse chiodo? Semplicemente era abbastanza intelligente da non sbandierarlo ai quattro venti, mica come te.

 - E come mai è finita?

 - Non mi fidavo abbastanza di lui o forse era il contrario, era come se ci fosse qualcosa che non voleva dirmi, così un giorno l’ho messo alle strette. Da allora ho capito che non sempre gli ultimatum sono una cosa buona. Perché a volte ottieni il contrario di quello in cui speri.

 - Ma dimmi, com’era Remus come fidanzatino?

 - Ma che sei interessato? Allora hai davvero cambiato sponda?

 - Scema, è che non l’ho mai immaginato in quel ruolo. – Sirius pareva seriamente incuriosito.

 - Più che altro mi aiutava a studiare, in quel primo semestre del quarto hanno sono riuscita ad ottenere l’unico Eccezionale della mia carriera scolastica. Lo ricordo ancora, si trattava di Trasfigurazione, la McGranitt mi fece ripetere la magia quattro volte per essere certa che non ci fosse lo zampino di nessuno.

 - E quindi Remus è stato il tuo primo amore, ah, ah, ah.

 - No, hai frainteso, Remus non è mai stato il mio primo amore, posso garantirti che dopo di lui ho avuto di meglio.

- Ah, sì? Meglio di Lupin? Più premuroso, dolce e sensibile del caro vecchio Lunastorta?

 - Lunastorta? Che strano soprannome, sì, comunque ho avuto il massimo che una donna possa chiedere.

 - Poi lui si è reso conto della persona con cui si era messo ed è fuggito a gambe levate.

 Mira lo fulminò con lo sguardo, touché.

 Sirius ce l’aveva fatta, l’aveva fatta crollare nella sua rete. Così continuò: - Vediamo un po’, com’è andata? Scommetto che ti ha lasciata lui.

 Mira si riprese in fretta, capì che non doveva assolutamente permettere a Black di conoscere tutta la storia altrimenti l’avrebbe perseguitata a vita. Così liquidò la faccenda con un: - Ci siamo resi conto di desiderare cose diverse ed abbiamo deciso che era molto meglio rimanere amici, anzi un giorno o l’altro potrei anche presentartelo.

 Sirius, che aveva sperato di farla capitolare in lacrime ingoiò il rospo, se fosse stato quel tipo a lasciarla avrebbe potuto girare un po’ il coltello nella piaga, ma se erano ancora amici non aveva nessun potere.

 - Siamo arrivati.

 

Sirius si trovò di fronte ad una grande costruzione in cui entrava e da cui usciva continuamente una massa informe di gente.

 - Cos’è quel carnaio?

- Signor Black, un po’ di Babbanologia non ti avrebbe fatto male, nella tua vita scolastica. Comunque quello si chiama grande magazzino e dentro troveremo il regalo adatto a Harry.

 Sirius si lasciò trascinare dentro e rimase come inebetito.

 - Non staccarti da me. -  Disse Mira prendendogli la mano e posandola sul passeggino per poi coprirla con la sua.

 Fu una fortuna, perché, appena si rese conto della presenza delle luci intermittenti, Sirius si lanciò in quella direzione con lo stesso stupore che provava Harry.

 Mira si divertì un mondo a vederli comportarsi nello stesso modo: rapiti dal trenino elettrico; stupiti da un cane a molla scodinzolante che Sirius volle a tutti i costi acquistare per Harry (anche perché assomigliava straordinariamente a Felpato); atterriti di fronte ad un’ambulanza che videro sfrecciare a tutto gas appena fuori dal grande magazzino.

 - Allora -  disse Mira con le borse piene di pacchi, pacchetti e pacchettini che avrebbe spedito in serata ai suoi numerosi fratelli – tu non fai regali a nessuno a parte Harry?

 Sirius ghignò: - Credo che il regalo più gradito per mia madre sarebbe un certificato di morte con il mio nome sopra.

 - Oh, mi dispiace. – Mira aveva uno splendido rapporto con i suoi familiari, anche se non apprezzava il fatto che sua madre sfornasse figli in continuazione. Non si vedevano spesso, ma quando erano insieme era una festa. Proprio non capiva come si potessero tagliare i ponti definitivamente con la propria famiglia.

 - E di che dovresti dispiacerti, non vedo mia madre da cinque anni e non ne sento per niente la mancanza.

 - Non dirmi che non hai neanche una ragazza a cui fare un regalo.

 - Ragazzina, pensi seriamente che se avessi una ragazza ora sari qui a fare spese con te?

 - Magari un ragazzo? – Aggiunse lei scoppiando a ridere.

 - Se vogliamo metterla così in effetti potrei fare un regalo a Remus. – Meglio tardi che mai, Sirius aveva capito che se la ragazzina trovava un punto su cui fare appiglio era meglio aggirare l’ostacolo.

 - E Remus sia, allora, so anche dove andare.

Non ci volle molto, raggiunsero un vicolo, su lato destro gli stretti portici permettevano ai passanti di ripararsi dalle raffiche di vento.

 Mira si diresse con passo sicuro. Incastonata tra un pub ed un negozio di bigiotteria, una piccola libreria faceva bella mostra di sé; ai lati della porta in legno, due vetrinette mostravano le ultime novità letterarie, ma ciò che colpì Sirius fu l’insegna: “Libreria la Fenice” sopra la scritta si librava la creatura alata in una serigrafia straordinariamente particolareggiata.

 - Ma…

- Non sapevi che esistono Babbani che amano quello che definiscono il “regno della fantasia” quanto il loro? Ho conosciuto ragazze che avevano la stanza tappezzata di immagini di unicorni, altre che si divertivano a disegnare fate e persino qualche scultore in grado di rappresentare perfettamente uno gnomo dei boschi. Ovviamente tutti Babbani, sai dovresti uscire dagli stereotipi dei Babbani che non capiscono nulla. – Lo redarguì Mira entrando.

 - Ciao Monique, disturbo?

 - Mira, che piacere! Affatto, ma fammi un po’ vedere, quest’ometto cresce a vista d’occhio. E lui è il papà?

 - Piantala Monique, ti ho detto mille volte che Harry non è mio figlio, quanto a lui augurati che non si riproduca.

 Sirius intervenne rivolgendosi direttamente alla proprietaria della libreria con aria da seduttore: - Signorina, non la ascolti, a volte è più facile denigrare che riconoscere il vero valore.

 Monique osservò Sirius, riconosceva i tipi come lui, cascamorti di professione, a chilometri di distanza : - “Chi disprezza compra”, diceva sempre mia nonna.

 - Monique, piantala. Stiamo cercando un libro, direi un classico possibilmente una bella edizione tradizionale.

 - Fammi pensare, per classico intendi narrativa o drammaturgia?

 - Andrei sulla narrativa, tu che ne pensi Black?

 Sirius si era voltato verso Harry che stava cercando di arraffare un libro cartonato poco distante.

 - Non saprei, Remus legge qualunque cosa, penso che andrebbe bene anche un libro di Pozioni.

 Mira lo incenerì, Monique scoppiò a ridere: - Un libro di pozioni, carina questa. Cosa ne pensi dei Canterbury Tales, invece? Più tradizionale di quello...    

 - Direi che è perfetto.

 - Scusa, cosa sarebbe?

 - Tranquillo, sono sicura che Remus apprezzerà.

 Sulla via del ritorno rimasero per lo più silenziosi fino a quando Sirius domandò a bruciapelo: - Scusa, ma che razza di nome è Mira?

La giovane si voltò con un sopracciglio sollevato: - Scusa?

 - Ma sì, perché ti chiami Mira? È strano, non è un nome tanto normale.

 - Tu sei un perfetto imbecille, a parte che neanche Sirius è un nome tanto normale e poi io non mi chiamo Mira, mi faccio chiamare Mira perché il mio nome mi crea un certo fastidio ha un significato che mi ricorda pessimi momenti pasati a scuola.

- Davvero? E come ti chiami di grazia?

- Nome completo?

 Sirius annuì pregustando una possibilità di vendetta.

- Mi chiamo Mirzam Korat.

 - Mirzam? Come la stella?

 - Sì, e allora? Anche tu hai il nome di una stella, no?

 - La mia è una tradizione di famiglia, tu che scusa hai?

 - Mia madre si era data all’Astronomia mentre era incinta. Mi è ancora andata bene, pensa se si fosse dedicata alla floricoltura e avessi dovuto portarmi dietro tutta la vita il nome Mimosa.

 - Ma perché proprio Mimosa?

 - Perché tradizione della mia famiglia è dare a tutti i figli nomi che iniziano per M.

 - Tutti? Perché quanti siete?

 La ragazza rimase spiazzata e cominciò a contare sulle dita: - Con me siamo nove, a meno che mia madre mi faccia qualche altra sorpresa.

 - Ma che sono i tuoi, conigli?

Lo scatto della bacchetta di Mira fu fulmineo: nessuno poteva fare commenti sulla prolificità dei suoi, a parte lei.

 - Se vuoi provare l’immensa gioia di cantare come soprano in un coro di voci bianche continua.

 Sirius che aveva notato la bacchetta di Mira pericolosamente puntata verso la parte più preziosa e più delicata del suo corpo, si astenne dal fare ulteriori commenti e si stramaledì per non aver previsto lo scatto della ragazza: semplicemente non riteneva che potesse offendersi così tanto per una battuta innocente.

 Rimasero in silenzio per tutto il resto del percorso e raggiunsero la casa di Arabella in tempo per la cena.

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N.d.A.

Ebbene sì, Mira e Remus, non ve li aspettavate, vero? E pensate cosa succederà quando si incontreranno nuovamente…

Quanto allo shopping Sirius imbambolato davanti alle lucine mi fa impazzire.

La libreria “La Fenice” e la sua proprietaria Monique sono citazioni autobiografiche, purtroppo la mia “Fenice” ha chiuso i battenti, spero che possa prima o poi rinascere dalle sue ceneri.

Attendo commenti

Ciao

bic

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Capitolo 12
*** Vigilia ***


Gestione recensioni:

Pia_mi_idola_XS: Mira è davvero tremenda se vuole, se invece la vuoi carina e coccolosa mi sa che ti conviene aspettare di vederla con Remus, quanto ad un’eventuale Remus/Sirius è il tormentone di Mira, si diverte un sacco a prendere Sirius per i fondelli millantando eventuali interessi per il nostro beneamato lupetto.

Grazie per la recensione, spero apprezzerai anche il prossimo capitolo.

TITTIVALECHAN91: Sirius inebetito davanti alle lucine colorate è spettacolare, quanto al chi disprezza compra… si vedrà, ricordiamo ci sempre che in mezzo c’è anche il nostro amico Lunastorta!

Grazie per la recensione

Ciao

bic

DumbledoreFan: Innanzitutto voglio ringraziarti perché la tua recensione è molto accurata e dettagliata. Devo però rassicurarti sul fatto che Mira è una vera Tassorosso: non è ambiziosa, non è particolarmente intelligente e soprattutto non è coraggiosa, ma sa essere un’ottima amica come potrai vedere in questo capitolo. È una persona del tutto normale con un passato un po’ difficile alle spalle: il suo padre naturale ha piantato in asso la madre senza farsi troppi problemi e così lei è stata messa in guardia contro i tipi alla Sirius (quelli che usano le ragazze e poi le piantano, tanto per capirci). Nel nostro caro Felpato lei vede l’immagine del bastardo che ha messo nei guai sua madre e poi si è defilato senza farsi problemi o almeno così lo vedeva quando andava a Hogwarts e, come sai, i pregiudizi sono duri a morire. In realtà Mira è una ragazza molto dolce, solo che per lei è più facile arrabbiarsi con Sirius che comprenderlo. Comunque non si comporterà mai male con lui di fronte a Harry perché non vuole rovinare il loro rapporto. Comunque nei prossimi capitoli vedrai che può diventare dolce come un biscotto o aspra come un limone a seconda delle persone e dei momenti.

Ti ringrazio ancora per la recensione, spero che continuerai a leggere questa storia

A presto

bic

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Vigilia

Arabella aveva dato il meglio di sé, la cena era stata ottima e Harry aveva mangiato come un lupo, ora si stava stiracchiando, per cui Mira colse la palla al balzo e decise che era l’ora del bagnetto.

- Posso aiutarti?

- Parli sul serio? – Mira stava osservando Sirius come un alunno del primo anno che vede la McGranitt trasformarsi in un gatto.

Il giovane annuì: - Ho visto Lily fare il bagnetto a Harry innumerevoli volte, James deve anche avergli fatto un mucchio di foto, peccato che siano andate quasi tutte perdute.

- Perché non cerchi di recuperarne qualcuna ? Credo che sarebbe bello per lui riuscire a ricordare il viso dei propri genitori anche se solo per averli visti in fotografia. – Rispose la ragazza mentre cominciava a salire le scale per portare Harry in bagno.

Mira riempì la vasca e cominciò a svestire il bambino mentre Sirius stava in disparte a guardare: - Guarda che puoi anche darmi una mano, visto che sei qui. Prendi questi e mettili nel cesto dei panni sporchi. – Disse prendendo il bambino in braccio e posandolo delicatamente nella vasca. Harry cominciò a spruzzare ovunque ma Mira lo rimproverò: - Smetti subito di schizzare o ti faccio uscire.

Il bambino la guardò irritato e disse: - NO! – lanciando una papera di gomma gialla poco più avanti.

Sirius emise un singulto sommesso molto simile ad una risata. – Black, puoi avvicinarti una attimo?

Sirius sorridendo si avvicinò alla vasca e prese in piena faccia gli schizzi di Harry.

- Quando una persona rimprovera un bambino, gli adulti che sono intorno devono concordare, non ridere, altrimenti il bambino si sente autorizzato a ripetere l’azione all’infinito.- Aggiunse Mira con fare saccente.

- Davvero? Lvicorpus! Relascio!

I due incantesimi furono così rapidi ed in successione che Mira nemmeno se ne accorse, finché non si trovò con il sedere a mollo mentre Harry levitava poco più in là.

 - Questa me la paghi.

Harry nel frattempo stava battendo le mani tutto felice per l’inaspettato spettacolo.

Mira scoppiò a ridere vedendo l’allegria del piccolo e decise che in fondo un po’ se l’era anche meritato, non era stata molto cortese con Black, anche se questo era decisamente troppo. Avrebbe pensato a come vendicarsi, ma si sa, la vendetta è un piatto che va assaporato freddo e lei non aveva nessunissima fretta.

La ragazza sgusciò fuori dalla vasca, finì di lavare Harry e poi con la scusa di doversi asciugare lo affidò al padrino “vediamo come se la cava…”.

Ovviamente Sirius non sapeva dove mettere le mani e così invece di vestire il piccolo cominciò a fare qualche magia per intrattenerlo. Il bambino rideva e batteva le mani, per un attimo gli parve di essere tornato indietro di qualche mese e stava per chiamare James quando si ricordò che il suo amico non sarebbe mai entrato da quella porta ridendo con una macchina fotografica in mano.

Lasciò la bacchetta sul letto e si prese la testa tra le mani. Fu così che, quando Mira entrò nella stanza, trovò Harry nudo che saltellava sul suo letto con la bacchetta di Sirius in mano che mandava scintille ed il giovane mago in lacrime.

La ragazza rivestì il bimbo e lo mise nel lettino. Si rese conto che non era quello il momento di inveire contro qual pazzo che aveva lasciato la bacchetta a portata di mano di un bambino, accese il piccolo planetario, salutò Harry con un bacio e trascinò via Sirius dalla camera mentre spegneva la luce.

Lo sospinse nella stanza degli ospiti: - Sfogati e poi parlane con me, tenersi le cose dentro fa male. Ho consolato sofferenze di tutti i tipi, dalla perdita di un fidanzato a quella di un genitore. La guerra è stata dura per tutti, lo sai?

Sirius non si era nemmeno reso conto che vicino a lui si trovava quel piccolo tornado, piangere non rientrava nelle cose che avrebbe permesso a quella piccola intrigante di vedere di lui.

- Sto bene. – disse con voce rotta.

- Si e io mi chiamo Elisabetta seconda e abito a Bukingam Palace. – Rispose Mira piccata.

- Non ho intenzione di parlare con te dei fatti miei.

- So che tu e Potter eravate molto legati, si vedeva già quando eravamo a scuola, voi quattro eravate sempre insieme, Remus parlava di voi come di un tutt’uno, posso solo immaginare cosa tu stia provando, credo che se uno dei miei fratelli dovesse morire non sarei in grado di darmi pace.

Sirius la guardò intensamente e si rese conto che lei partecipava del suo dolore sinceramente. Una piccola lacrima aveva fatto capolino in uno degli occhi verdi ed ora stava lentamente scivolando sulla guancia, lei la scacciò con l’indice e riprese: - Cosa ne dici se ti porto a bere un buon bicchiere di vino e a sentire un po’ di musica? Credo che Harry dormirà sereno stanotte e poi c’è Arabella, se ci fosse qualche problema e faremo in modo di non fare tardi.

- Affare fatto, ma se provi ad avvelenarmi ti sopprimo tra atroci sofferenze.

- Ammesso che tu riesca a farlo preparati a vederti circondato da orde di Dissennatori, non credo che Azkaban sia un posto piacevole per trascorrere la propria esistenza, ma se questi sono i tuoi piani, bhé accomodati…

La dolcezza era sparita per far posto alla solita sfacciataggine.

Mira tornò in camera sua a cambiarsi e comparve pochi minuti dopo con indosso un lungo abito di velluto nero che sicuramente le donava più dei soliti maglioni e pantaloni sdruciti, sopra indossava un mantello pesante.

Sirius era tornato al suo classico abbigliamento. Nel corridoio si studiarono per qualche secondo. Sirius si rese conto che la ragazza non era così insignificante, se si vestiva da donna, il trucco sugli occhi faceva risaltare lo sguardo penetrante ed il rossetto metteva in evidenza il labbro inferiore piuttosto carnoso che le faceva assumere un’aria imbronciata.

Certamente non era bella con il viso infantile, ed il naso dritto, ma non si poteva dire che fosse brutta, dovette ricredersi sui gusti di Remus, non erano poi così pessimi.

Mira dal canto suo si rese perfettamente conto del motivo per cui tante delle sue ex compagne di Casa erano capitolate ai piedi di Black: quell’aria da bello, maledetto ed impossibile era davvero qualcosa a cui resistere risultava piuttosto difficile.

Poi se lo immaginò con lo sguardo perso e la bocca semiaperta mentre osservava le luci intermittenti e decise che avrebbe fatto di quell’immagine un talismano imperituro per evitare di farsi trascinare in situazioni compromettenti con quello che fino a prova contraria risultava ancora essere il suo datore di lavoro.

- Allora, dove tieni la bacchetta quando hai i capelli sciolti?

- Avrei una tasca interna nel mantello, ma se ti offri volontario potrei trovarle una sistemazione migliore.

- Quanto sei volgare. – rispose Sirius con un’aria disgustata.

- Guarda che hai fatto tutto da solo, io non ho detto nulla di male, comunque se vuoi …- disse Mira sfoderando la bacchetta. Questa volta però la mano di Sirius fu più rapida, si era reso conto che con quel tornado in miniatura doveva restare sempre all’erta.

- Non pensarci neanche bambina.

- Ragazzi, non fate troppo tardi, le strade non sono ancora sicure. – Li interruppe Arabella.

- Tranquilla, non tarderemo.

Si Materializzarono in una Diagon Alley piena di vita come non la vedevano da anni. Mira senza rendersi particolarmente conto di quello che faceva prese Sirius per mano e lo trascinò verso il pub del suo amico Howard.

Quando entrarono furono accolti da un’allegra voce baritonale: - Mira, che piacere, quanto tempo!

Un bel ragazzo alto e biondo aveva preso la piccola Mira fra le braccia scoccandole un sonoro bacio sulle labbra.

- E chi mi hai portato stasera? Niente meno che Sirius Black, cos’è ti sei ricreduta nei suoi confronti?

-  Fossi matta, è che me lo sono ritrovato tra i piedi e sai che non lascerei solo nemmeno un cane la Vigilia di Natale.

- Sempre la solita altruista, vero?

Il mago biondo si rivolse poi a Sirius che appariva relativamente scocciato primo perché la ragazza che era con lui e che lo aveva trascinato per mano per mezza Diagon Alley non si era fatta il minimo scrupolo nel lasciarsi avvinghiare da quel tipo, secondo perché aveva fatto la figura del fesso incapace di trovare qualcuno con cui festeggiare la Vigilia di Natale, terzo perché sembrava che Mira non fosse poi quell’amazzone castrante e distruttrice di uomini che si era immaginato.

- Sirius Black, giusto? Cosa ne dici, la nostra Mira è eccezionale, vero? Vi trovo un tavolo così poi possiamo fare due chiacchiere.

- Non so cosa tu trovi di eccezionale in quel mucchietto d’ossa, ma se la credi davvero così speciale perché non te la sposi?

Mira sapeva che se fossero giunti in argomento Howard avrebbe raccontato a Sirius storie decisamente imbarazzanti su di lei, così deviò in corner.

- Non mi sposa semplicemente perché si è reso conto che mi manca qualcosa che per lui è fondamentale, giusto? – aggiunse poi rivolta a Howard che scoppiò a ridere: - In effetti si può dire che il motivo è esattamente quello, anche se tu resterai sempre la mia ragazza ideale, lo sai, vero?

Scoppiarono a ridere entrambi e di nuovo Sirius provò la fastidiosa sensazione di essere messo da parte.

Tutto sommato la serata passò tranquillamente, ascoltare Howard che raccontava aneddoti su Mira era divertente per tutti, Sirius si rese infatti conto che la ragazza aveva uno straordinario senso dell’umorismo, così tra un bicchiere di scura ed uno di Porto finirono anche sulla pista a ballare, il mago si sorprese nel constatare che la ragazza anche come ballerina non era malaccio.

- È ora di andare, Arabella altrimenti si preoccuperà parecchio.

Quando si alzarono in piedi per lasciare il locale si resero conto di non essere poi così sicuri sulle proprie gambe e si appoggiarono l’un l’altra per riuscire a Smaterializzarsi.

- Dove cavolo ci troviamo?-  Domandò Sirius con la voce impastata.

- Siamo nel parco giochi, ci porto spesso Harry quando il tempo è buono.

Mira salì in piedi su di un’altalena e cominciò a dondolarsi poi disse a Sirius: - Se ora mi lasciassi andare e ti finissi addosso?

- Provaci! – Rispose l’altro in tono di sfida.

Mira non se lo fece ripetere e, con un balzo perfetto atterrò sul povero Black che, malfermo sulle gambe rovinò a terra.

Sirius le spostò una ciocca dietro l’orecchio.

- Che intendi fare, vuoi baciarmi?

Gli occhi di Mira erano davvero straordinari.

- E se anche fosse? – Sussurrò con fare sensuale Sirius.

- Pensi davvero che sia così ubriaca da permetterti di farlo?

E dicendo questo fece per alzarsi piantandogli un gomito nello sterno per sollevarsi.

- Ma sei impazzita? – Riuscì a rantolare Sirius riprendendo fiato.

- Sbrigati che tra poco comincia a nevicare!

E, saltellando come una ragazzina, corse verso la casa di Arabella. Pochi istanti dopo i primi fiocchi cominciarono a vorticare intorno ad un Sirius sempre più basito.

 

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Capitolo 13
*** Natale ***


 

Grazie infinite a tutti per le vostre recensioni:

elys: Remus entrerà in azione oggi stesso, leggi questo capitolo e fammi sapere…

TITTIVALECHAN91: Sirius non ammetterà mai di essere geloso, più che altro si sente infastidito dal fatto che sono più le persone con cui Mira va d’accordo che quelle a cui riserva un trattamento negativo (solo lui) quanto a Rem, vedremo come se la cava con Mira in questo capitolo.

 dirkfelpy89: Per il momento tra Sirius e Mira non c’è molto a parte un sano disprezzo, comunque come penserà un caro amico “Se son rose fioriranno, se son rovi si rovineranno”…

DumbledoreFan: Sono riuscita a farti commuovere? Addirittura? Non posso che sentirmi lusingata, sul serio, quanto a Mira bhè, diciamo che lei non può fare a meno di consolare chi si trova in situazioni penose, è più forte di lei. Quanto all’alcool, sebbene non sia il mezzo migliore per annegare i dispiaceri, a volte funziona. Sapevo che la Mira che appariva nei primi capitoli non corrisponde alla mira reale, ma, quando scrissi questa ff, ci misi parecchio a creare questi capitoli, mi impigliavo sempre su idee difficili da mettere in riga. Ormai la storia è conclusa, anche per questo riesco a pubblicare con una certa frequenza, per cui l’evoluzione di Mira si è completata, spero che sarai così gentile da continuare a seguire la storia fino alla fine, mi fa davvero piacere leggere le tue recensioni.

Quanto al resto, sì, la scena del bagnetto mi sembrava divertente (e stai pur tranquilla che lo spirito Serpeverde di Mira salterà fuori e farà pagare l’onta subita da Sirius nel peggiore dei modi possibili.). Quanto al piccolo Harry, probabilmente con Mira, Remus e Sirius accanto, crescerà meglio che senza di loro, oppure verrà ricoverato nel reparto psichiatrico del San Mungo prima di raggiungere gli 11 anni d’età.

Ciao

Bic

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Natale

- Buongiorno!

Urlò una Mira straordinariamente di buon umore entrando nella camera degli ospiti con Harry in braccio.

Sicuramente in quel modo non avrebbe rischiato il linciaggio.

Sirius aprì un occhio mentre un mal di testa feroce si faceva strada, ma quanto Merlino aveva bevuto la sera prima? E soprattutto come accidenti faceva quella ragazzina a risultare così allegra e pimpante di prima mattina? Gli sembrava che la sera prima fosse ubriaca almeno quanto lui.

- Harry, dì Buon Natale, forza. – Riprese Mira con fare disinvolto posando Harry sul letto di Sirius.

Il giovane mago si trovò così faccia a faccia con Harry senza sapere bene cosa fare o cosa dire.

- oh – ae. – Disse il piccolo concentrandosi molto.

- Ma sei bravissimo! – Rispose Sirius con un sorriso sincero dimenticandosi del mal di testa e di quant’altro.

- Allora, Sirius… - riprese Mira sibilando il suo nome come se fosse un’imprecazione – vuoi degnarci della tua presenza per l’apertura dei regali?

Proprio non capiva l’atteggiamento di quella strega, a volte dolce come il miele, l’aveva vista con Harry, con Arabella, con i gatti e perfino con quel suo vecchio compagno di Casa, a volte isterica come un’arpia, di solito quando parlava, discuteva, si riferiva a lui. Decise che quel giorno le avrebbe chiesto i dovuti chiarimenti.

Si vestì e scese di sotto dove un albero di Natale del tutto addobbato era circondato da diversi regali. In quella moltitudine la maggior parte erano pensieri che i fratelli di Mira le avevano spedito per posta Babbana o via gufo.

Mira fece in modo che Sirius desse il suo pacchetto al piccolo Harry per primo, continuarono a spacchettare doni e a mangiare leccornie (quelle che aveva mandato la madre di Mira) finché non rimasero che due pacchetti sotto l’albero. Su entrambi campeggiava il nome di Sirius Black. Il giovane mago riconobbe su uno la scrittura minuta di Lupin; quello squattrinato gli aveva pure fatto un regalo, lo aprì e dentro vi trovò un album di foto, raccoglievano tutti i loro ricordi dell’ultimo anno, sul biglietto: “Lily ed io ci avevamo lavorato per regalarlo a James, ma credo che ora sia giusto che lo tenga tu, potrai regalarlo a Harry quando sarà grande abbastanza per apprezzarlo, non mi offenderò, tranquillo.”

Sirius fece una strana smorfia a metà tra un sorriso ed un ghigno. Poi recuperò l’altro pacchetto. Non c’era mittente e cominciò a scartarlo con sospetto. All’interno un modellino di moto del tutto identico a quella che era parcheggiata da ormai due giorni nel vialetto. Rimase stupito. Aveva visto un modellino molto simile quando era andato in quel luogo infame in cui avevano comprato i regali per Harry e si era soffermato ad osservarlo per alcuni momenti. Prima che il tornado in miniatura lo trascinasse via.

Sirius osservò con sguardo interrogativo Mira. Che arrossendo rispose: - Non costruirti tanti castelli in aria, il regalo è da parte di Harry e Arabella: erano dispiaciuti che non ricevessi nulla.

Arabella alzò gli occhi al cielo, certo che quella ragazza era veramente testarda.

Finito il pranzo Sirius esclamò: - Oggi porto Harry da Remus, mi dispiace che passi il Natale da solo e credo che gli farebbe piacere stare con il piccolo.

Mira annuì: - D’accordo, a che ora partiamo?

- No, non hai capito, io porto Harry a trovare Remus, tu non sei invitata.

- Spiacente, dove va Harry Lì ci sono io. – Rispose Mira soffiando come un gatto arrabbiato.

- Nemmeno per idea, voglio stare un po’ solo con lui.

- Allora devo seriamente preoccuparmi, eppure ero convinta che non fossi il tipo di Remus.

- Se Remus ha avuto il pessimo gusto di uscire con te sta pur certa che passare all’altra sponda non potrebbe che essere un miglioramento. Io e Harry andiamo a casa mia oggi e tu non puoi impedirmelo.

- Scordatelo disgraziato, rischi di traviarmelo nel giro di un pomeriggio, guarda che sto cercando di farlo diventare un essere umano normale, se interferisci rischi di distruggere il lavoro di questo mese e mezzo.

Arabella si intromise perché si rese conto che quei due stavano per dare il via ad una scenata infernale e, anche se Harry si era ormai addormentato, non era il caso di svegliarlo con urla e strepiti.

- Credo che Mira intenda dire che il bambino è ancora molto fragile e non è il caso di allontanarlo dall’unica persona con cui ha stabilito un legame solido, potrebbe sentirsi abbandonato e i suoi incubi potrebbero peggiorare, d’altra parte credo che Sirius desideri ringraziare il suo amico per il gentile pensiero che ha avuto per lui e per il piccolo Harry.

Entrambi annuirono.

- Bene, allora siamo d’accordo, Mira verrà con te dal tuo amico e poi tornerete tutti e quattro a cena da me, cosa ne pensate? Mi raccomando, non fate tardi.

I due rimasero interdetti. Arabella aveva rigirato al frittata in modo che nessuno dei due potesse dire qualcosa in contrario.

Non appena Harry si fu svegliato i due ragazzi si Smaterializzarono piombando nella casa di Sirius giusto per l’ora del the.

- Sirius, ti aspettavo prim

- Ciao Rem.

- Merlino, non posso crederci Mira! Mira Korat, ma che diavolo ci fai qui?

Mira appoggiò Harry a terra e strinse la mano che Remus le porgeva.

Remus si inginocchiò all’altezza di Harry e gli porse la mano. Harry lo studiò seriamente poi si aprì in un timido sorriso per poi rifugiarsi subito in braccio a Mira. Sirius sbuffò, ma possibile che Harry si fosse spaventato solo incontrando lui la prima volta?

- Quindi è vero che vi conoscete. – Cominciò Sirius con un ghigno beffardo.

- Ma quanto tempo è passato?

- L’ultima volta che ci siamo visti è stato il giorno in cui ti sei diplomato. - Rispose Mira arrossendo.

- Già. – Aggiunse Remus assumendo una tinta simile.

- Sbaglio o mi state nascondendo qualcosa?

- Fatti furbo infame. – Rispose Mira velenosa in direzione di Sirius.

- Scusa Sirius, visto che sei il padrone di casa perché non prepari un bel the?

L’Animagus sbuffò: - Mica sono il tuo Elfo Domestico, senza contare che sono due giorni che sei qui, quindi ritengo tu sappia dove si trovano bricco e the.

- Hai ragione amico, ma non mi permetterei mai di toglierti il piacere di comportarti da perfetto padrone di casa. – Remus sfoderò un sorriso malandrino che sembrò riportare Mira ad un giorno di tanti anni prima.

Quell’ultimatum è stato l’errore più grande della mia vita.” Pensò la ragazza.   

Mentre Sirius preparava il the Mira raccontò a Remus le ultime novità circa la sua vita e circa il modo in cui era stata assunta.

- Silente ha fatto un’ottima scelta.

- Ho dei seri dubbi sul fatto che questa piccola arpia abbia le doti adeguate per crescere Harry, ma visto che non c’è nulla di meglio. – Berciò Sirius rientrando dalla cucina con Bricco fumante e tazze spaiate.

- Sirius, non ti permettere di parlare male di me davanti a Harry. Quando siamo solo noi due puoi dirmi quello che ti pare, ma non ti azzardare a mancarmi di nuovo di rispetto di fronte al bambino.

Lo sguardo di fuoco che Mira gli aveva riservato l’aveva stupito.

- Sirius, Mira ha ragione, è la persona che trascorre con Harry più tempo, maltrattandola di fronte a lui rischi di perdere l’affetto del bambino.

- Remus, ma sei impazzito a darle ragione?

- No, semplicemente perché lei ha ragione.

- Allora visto che siete così intimi fatti spiegare perché mi tratta a pesci in faccia in continuazione. Io vado a farmi una doccia.

Mira cercò lo sguardo di Remus: - Lo sai che non mi è mai piaciuto il suo atteggiamento nei confronti delle ragazze, credo di avertelo detto almeno mille volte all’epoca, poi le cose si sono complicate quando ha illuso la mia amica Elle…

- Eleanor?

Mira annuì e Remus stupito riprese: - Sirius è uscito con Eleanor Rigby? Allora è proprio vero quello che diceva James.

- Cioè?

- Che era in grado di saltare addosso a qualunque essere senziente di sesso femminile che incontrava.

- Rem, non esagerare, è vero che Elle ed io sembravamo un 10 quando eravamo insieme, però aveva un gran bel viso!

Remus sorrise.

E cosa è successo alla tua amica?

 - È uscita con Sirius una sera, gli ha concesso il concedibile e lui l’ha piantata.

- Copione ricorrente ed ovvio – Puntualizzò Remus.

- Solo che lei ha cannato in pieno i G.U.F.O. Ed era la migliore del nostro anno. Per farsi consolare ha pensato bene di buttarsi tra le braccia del primo fesso che ha incontrato ed ha sfornato un marmocchio nemmeno un anno dopo.

- Capito, ma perché dai la colpa a Sirius?

- Perché è come un cane, si farebbe anche le gambe dei tavoli.

Remus quasi si strozzò con il the, Mira era davvero perspicace, l’aveva dimenticato.

- Forse allora sarebbero le ragazze a non doversi fidare di un tipo come lui. – Rispose quando smise di tossire.

Mira scoppiò a ridere: - Ma come, un tipo intelligente come te non ha mai sentito parlare della “Sindrome della Crocerossina”?

Remus la osservò con sguardo interrogativo.

- Non sai che dai 13 ai 60 la maggior parte delle donne single ritiene di essere in grado di cambiare l’amato e renderlo una persona migliore o semplicemente un uomo fedele?

- Ah, non ne avevo idea, e tu sei immune?

- Ho provato una sola volta ad applicare il principio dell’ “Io ti cambierò”  e lui mi ha lasciato.

- Non sa cosa ha perso. – Rispose Remus conciliante.

- Hai ragione, non sai cosa ti sei perso. – Rise Mira facendo arrossire il Licantropo fino alla radice dei capelli.

Anche Remus sorrise poi, colto da un raptus Malandrino disse: - Potremmo sempre riprovare…

Mira lo guardò da sotto in su sollevando le sopracciglia.

- Potremmo.

Remus le diede un bacio sulle labbra che la ragazza provò a ricambiare,  però c’era qualcosa di sbagliato.

Si staccarono quasi subito: - Credo che sia passata troppa acqua sotto i ponti, dopotutto. – Mira fu la prima ad interrompere quell’attimo di silenzio imbarazzante che si era creato.

- Penso che tu abbia ragione.

- Allora, piccioncini, avete finito di fare sconcezze davanti agli occhi innocenti del bambino?

Il tono di Sirius sembrava più frustrato che sarcastico.

Mira si voltò in direzione di Harry che era girato di spalle e stava giocando tranquillo sul tappeto con il suo cane a molla.

- Cosa c’è Felpato, sei geloso? – Scherzò Remus sogghignando.

Sirius sbuffò: - E di che?

Mira scoppiò a ridere: - Remus, davvero non lo sai? Sirius è segretamente innamorato di te!

I due seduti sul divano scoppiarono a ridere ed anche l’Animagus non poté fare a meno di esplodere nella sua classica risata simile ad un latrato, tanto sapeva che provare a contraddire la piccola arpia era fatica sprecata.

- Torniamo alle cose serie. – Riprese Remus non appena si furono calmati. – Sono passato a trovare Nora ieri.

Sirius si rabbuiò Nora voleva dire portare il discorso su Codaliscia.

- Mira, avrei bisogno che tu incontrassi questa ragazza, è sola, è incinta e crede di bastare a sé stessa.

Lo sguardo omicida di Mira saettò istantaneamente verso Sirius.

- Ti posso garantire che lui non ha nulla a che fare con questa ragazza. – Aggiunse Remus.

- Se scopro chi è il bastardo che l’ha piantata dopo aver saputo che aspettava un bambino lo scortico vivo. – Disse Mira infervorata.

- Scusa Mira, avevo dimenticato. – Remus rivolse uno sguardo preoccupato alla ragazza.

Mira si rivolse a Sirius che osservava lo scambio di battute con fare interrogativo: - Mio padre ha piantato mia madre quando ha saputo che mi aspettava, infatti io porto il cognome di mia madre e ne sono fiera.

Sirius la guardò dritto negli occhi: - Tranquilla, ci occuperemo noi del ratto di fogna che ha piantato Nora.

Mira annuì, le sembrava che Sirius avesse detto quelle parole per consolarla di qualcosa che nemmeno riusciva a capire, ma che l’aveva fatta soffrire parecchio in passato e gliene fu grata anche se non si azzardò ad esprimere quel sentimento ad alta voce. 

In realtà come ben sappiamo i pensieri di Sirius erano altri, comunque soprassediamo.

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Piaciuto l’incontro tra Mira e Remus? Fatemi sapere

Ciao

bic

 

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Capitolo 14
*** Fine della vacanza ***


Gestione recensioni:

Gre_Leddy: Se detesti Mira sei sulla stessa lunghezza d’onda di Sirius e questo non può che essere un complimento, tranquilla, continuerò a pubblicare, spero di riuscire a mantenere una certa puntualità.

elys: Credo che Rem e Mira abbiano le idee ben precise su quello che desiderano, ma non sono proprio sicura che siano le stesse cose.

dirkfelpy89: Sebbene sappia perfettamente cosa succederà ai nostri amici mi guardo bene dal raccontarlo: ti rovinerei la sorpresa… Per cui non ti resta che continuare a seguire la storia

TITTIVALECHAN91: ebbene sì, la donna riccio (castagna dentro, ma pungente fuori) non se la sentiva di lasciare il nostro povero canide irsuto a bocca asciutta e poi ha una predilezione per le motociclette, ma questo lo scopriremo più avanti…

Grazie a tutti per le recensioni

Ciao

Bic

N.d.A. Questo è un capitolo di transizione

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Fine della vacanza

I giovani giunsero a casa di Arabella in tempo per la cena e la donna fu sinceramente grata della presenza di Remus che stemperava bonariamente ogni tentativo di discussione messo in atto dai due amici.

 Dopo cena Sirius si offrì di mettere a nanna Harry con l’aiuto di Remus, Mira stava per dire qualcosa ma Arabella accusò un’improvvisa cefalea che la costrinse a ritirarsi in camera sua lasciando a Mira la cucina da riordinare, così, suo malgrado, fu costretta a permettere ai giovani Maghi campo libero nella sua stanza visto che Harry stava letteralmente crollando dal sonno.

 - Hey, Rem. – Cominciò Sirius quando furono al piano di sopra. – Com’è che tu e la piccola arpia pomiciavate allegramente oggi pomeriggio?

 - Piantala Sirius, non è che io non abbia mai avuto una vita affettiva anche se non la pubblicizzavo quanto te o James.

 - Per lo meno le hai detto che ripartiamo? Magari la poverina si figurava già con un anello al dito …

 Sogghignò Sirius.

 - Sirius, se per te è così fondamentale saperlo tra me e Mira non c’è assolutamente nulla, diciamo che abbiamo voluto provare a vedere se la cosa avrebbe ancora potuto funzionare, tutto qui. Ma com’è che sei così curioso?

 - Semplicemente l’idea di vederti fidanzato mi fa scompisciare come non mai. – Ribatté Sirius sganasciandosi.

 - Comunque a quanto ne so è libera, potresti anche provarci.

 - Per trovarmi evirato nel giro di dieci minuti? No grazie, tengo troppo ai gioielli di famiglia per rischiare. Senza contare che per qualche strano motivo mi odia dal profondo del cuore, non che la cosa mi dispiaccia particolarmente, però comincia a darmi un certo fastidio, ecco.

 Remus sollevò un sopracciglio, povero Sirius, ancora non aveva compreso il motivo di qual fastidio, Ah, l’ingenuità del suo vecchio compagno di Casa a volte era francamente disarmante.

 - Quella ragazza ha passato sette anni a consolare le vittime del tuo straordinario charme, è stata nominata prefetto di Tassorosso anche per questo, credo.

 - Appunto, allora aveva già avuto la sua ricompensa, cosa vuole ancora da me?

 - Penso che una morte lenta e dolorosa potrebbe darle una qual certa soddisfazione.

 Sirius osservò il Licantropo con sguardo corrucciato.

 - Tranquillo Black, non ho nessunissima intenzione di sopprimerti, la tua presenza in questo mondo resterà una dolorosa necessità fino a quando Harry non sarà abbastanza grande, ammesso che tu per l’epoca sia ancora vivo, cosa di cui sinceramente dubito molto.

 Mira appoggiata allo stipite della porta aveva osservato i goffi tentativi dei due ex Grifondoro di mettere a nanna il bambino che sembrava aver perso tutta la stanchezza e saltellava nel lettino come un grillo, mentre ascoltava con il sorriso sulle labbra il discorso dei due.

 - Lo sai che non è buona educazione ascoltare i discorsi altrui?

 - E tu lo sai che non è buona educazione parlare alle spalle degli altri? Scendete di sotto che se rimanete qui Harry passerà sveglio l’intera nottata.

 I ragazzi si trattennero ancora qualche minuto dopo che Mira ebbe messo il bambino a dormire e poi se ne andarono: dovevano valutare come continuare le ricerche di Minus, Remus voleva offrire a Nora la possibilità di incontrarlo almeno un’ultima volta, poi ci avrebbe pensato Silente, ma a Sirius non rivelò le proprie intenzioni.

********

 Le vacanze natalizie trascorsero così tra passeggiate e chiacchiere che i due Malandrini condividevano con Mira e Harry. La presenza di Remus permetteva alla Strega e all’Animagus di mantenere un tenore di conversazione pacifica anche se qualche volta il “piccola arpia” e l’ “infame” saltavano fuori nei loro discorsi.

 - Allora che si fa l’ultimo dell’anno?

 Era stato Remus a fare la proposta.

 - Non so, cosa ne dite di mangiare cena da me? – domandò Sirius che stava costruendo un castello di carte che il piccolo Harry continuava a distruggere ridendo come un matto.

 - Cosa ne dite di invitare anche Nora? Sarebbe un buon modo di presentarle Mira, no?

 Sirius alzò le spalle: - Purché non si arrivi a parlare del ratto schifoso.

 La serata trascorse tranquillamente, Nora sembrava allegra e non fece nemmeno un accenno a Peter. Mira non ci mise molto a legare con lei, sebbene la Babbana fosse una persona molto tranquilla, Mira riuscì a coinvolgerla e, benché fossero soltanto loro cinque (Harry compreso), la festa fu comunque un successo.

 Remus accompagnò Nora a casa mentre Mira e Sirius finivano di riordinare la casa.

 - Perché non lasci qui Harry?

 - Perché se domani mattina si sveglia in un posto nuovo e senza che ci sia io rischia di spaventarsi a morte.

 - Allora restate qui tutti e due, il letto che c’è di là è abbastanza grande per voi.

 Mira sorrise, se voleva Black sapeva essere davvero galante.

 - E tu e Remus?

 - Remus ha una stanza in un residence non lontano da qui, sono anni che gli dico di venire a vivere insieme a me, ma non c’è verso di fargli cambiare idea.

 - Magari ha paura di essere insidiato da te nottetempo. – Sghignazzò Mira. – Spero che il divano del salotto sia comodo, Buonanotte! – aggiunse chiudendo la porta.

 Sirius come sempre rimase senza parole.

 Era molto presto quando i due adulti si svegliarono a causa del picchiare furioso di un gufo alla finestra. L’Animagus si stiracchiò alzandosi dal divano, mentre la strega uscì dalla camera di Sirius con i capelli arruffati e gli occhi pieni di sonno.

 Sirius aprì ed agguantò il messaggio del volatile.

 “Sirius, Ho bisogno di parlarti urgentemente, contatta Remus, sarò da te in pochi minuti.

Albus Silente.”

 Sirius infilò la testa nel camino e chiamò Remus a pieni polmoni.

 Mira cercò di ricomporsi  il più possibile, preparò un the forte e si accucciò sul divano, non voleva svegliare Harry così presto, lei e Sirius aspettarono che Remus li raggiungesse e poi rimasero tutti e tre silenziosamente in attesa. Meno di un quarto d’ora dopo il Preside di Hogwarts fece la sua comparsa nel camino, aveva il viso stanco e sembrava assai vecchio, più di quanto Mira riuscisse a ricordare.

 Gli offrirono una tazza di the, il vecchio mago si sedette e cominciò: - C’è stato un attacco di Mangiamorte questa notte. I Paciock stavano tornando da una festa, per fortuna il piccolo Neville non era con loro, sono stati torturati con la Maledizione Cruciatus. In questo momento i Guaritori del San Mungo stanno facendo del loro meglio per far loro riprendere conoscenza, al momento sono in uno stato di coma, nessuno sa dire se e quando si riprenderanno.

Mira era sconvolta, aveva passato anni a preoccuparsi degli attacchi dei Mangiamorte, aveva creduto che tutto fosse finito, eppure c’erano ancora dei seguaci di Colui che non deve essere nominato a piede libero.     

Dopo aver bevuto un sorso di the Silente riprese: - Mira, oggi più che mai è importante che Harry mantenga un basso profilo: mai in giro per il mondo magico, attenta a chi incontri per strada quando sei tra i Babbani e mi raccomando non parlare di lui con nessuno all’infuori di Remus, Sirius o Arabella.

 - Non è mia abitudine chiacchierare dei fatti miei o altrui, da questo punto di vista sono una Tassorosso anomala, lo sa. – Rispose la ragazza seriamente.

 - Quanto a voi ho bisogno che abbandoniate momentaneamente le vostre ricerche. – Sirius emise un basso ringhio. Silente riprese: - Non conosco nessuno con un fiuto migliore del vostro. – Remus sorrise. – Pare che nel drappello che ha attaccato i Paciock ci fossero i Lestrange, sicuramente i fratelli, non ho notizie della moglie di Rodolphus.

 - Mia cugina Bellatrix? È probabile che fosse anche lei della partita. Ma perché hanno attaccato due Purosangue? Non è nello stile dei Mangiamorte.

 - Non lo sappiamo, ecco perché abbiamo bisogno di maggiori informazioni, muovetevi con accortezza, cercate le loro conoscenze e trovateli. Mi rivolgo a voi perché il Dipartimento Auror è sotto shock, hanno perso due dei loro e brancolano nel buio.

Mira sentì qualcuno muoversi nell’altra stanza ed accorse immediatamente da Harry. Il bambino sorrise vedendola e lei lo portò in salotto. Silente si era alzato e stava salutando Remus e Sirius. Si voltò verso il piccolo: - Ciao Harry, come sei cresciuto, ma lo sai che stai diventando proprio un bell’ometto?

Il piccolo si sporse verso l’anziano mago e gli agguantò la barba. Silente rise, una risata cristallina che i tre giovani maghi non avevano mai sentito e poi fece apparire un palloncino argentato che il bimbo prese velocemente lasciando andare la barba.

- Arrivederci ragazzi, mi raccomando, conto su di voi.

 Mira si congedò presto insieme a Harry ed i due giovani maghi partirono per la loro missione.

*******

 - Padrona, c’è qui vostra sorella che chiede di voi!

 L’Elfo Domestico si spostò lateralmente per non essere calpestato dalla donna che stava entrando nella stanza.

 - Cissi devi aiutarmi.

 - Bella, cosa è successo?

 - Volevamo sapere dove fosse l’Oscuro Signore, c’erano alcuni dei nostri che dicevano che gli Auror fossero a conoscenza del luogo in cui si trova ed abbiamo attaccato due di loro.

 - Ma siete impazziti? - Narcissa si era portata una mano alle labbra ed era improvvisamente impallidita.

 Bellatrix guardò duramente la sorella: - Per trovare il mio Signore farei qualunque cosa ed anche tu dovresti essere disposta a fare altrettanto.

 Lucius era stato avvertito dall’Elfo ed aveva raggiunto il salotto privato ella moglie con passo svelto.

- Bellatrix a cosa dobbiamo il privilegio di averti qui?

 Narcissa intervenne: - Ha bisogno di aiuto, hanno attaccato due Auror.

 Lucius non tradì emozioni: - Dov’è tuo marito, Bella?

 - Abbiamo deciso di dividerci lui e Rabastan sono fuggiti insieme.

 - E tu ha pensato bene di rispolverare i cari vecchi legami fraterni come ha fatto il tuo maritino, vero?

 Bellatrix lo guardò altezzosamente: - Non sono qui per discutere la cosa con te.

- Già, ma tanto sarò io a risolverla.

 - Non capisco di cosa tu stia parlando.

 Lucius la osservò con aria di sfida: - Ti tirerò fuori da questo pasticcio perché se non lo facessi perderei la stima di mia moglie, ma esigo che tu obbedisca alla lettera ai miei ordini. Trascorrerai qualche tempo nella casa di campagna, lì nessuno ti conosce e ti farai passare per tua sorella Andromeda bisognosa di aria buona per problemi di salute; la somiglianza tra voi due è tale che nessuno che vi abbia visto da bambine possa notare la differenza. A questo proposito cerca di non destare sospetti quindi non andartene troppo in giro. Narcissa verrà a trovarti quando le sarà possibile. Troveremo qualcuno che ti somiglia, con la Polisucco la faremo passare per te, come sai Nocturn Alley è piena di megere disperate e pronte a tutto pur di avere un bel faccino. Dopo di che condurrò personalmente questa persona ad Azkaban comportandomi da onesto cittadino, in questo modo fugherò i sospetti che qualcuno ha osato porre sulla mia persona e risolveremo anche il tuo problema.

Narcissa guardò il marito con un misto di ammirazione e riconoscenza e lui le indirizzò un sorriso di cortesia.

 - Ho alternative? – Domandò Bellatrix scettica, il piano di Lucius era veramente ben congeniato, probabilmente era una scappatoia a cui aveva pensato per sé in caso ve ne fosse stata la necessità.

 - Certo cara cognata, puoi sempre decidere di consegnarti spontaneamente agli Auror e farti spedire in galera con un biglietto di sola andata.

 Lucius porse la destra a Bellatrix che la strinse. Narcissa tirò un sospiro di sollievo.  

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N.d.A. 2_ Mi ci è voluto un po' per riuscire a scrivere questo capitolo e non sono comunque completamente soddisfatta, portate pazienza, il prossimo sarà decisamente meglio.

 

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Capitolo 15
*** Incontri ravvicinati del primo tipo ***


Gestione recensioni:

elys: il problema non è tanto la paura di sbagliare, quanto il timore di non rendere accuratamente i personaggi in tutta la loro complessità, senza scadere nel patetico o peggio ancora nell’OOC, comunque grazie per il supporto morale.

TITTIVALECHAN91: purtroppo per il momento non ci sono altri accenni ai Malfoy, ma sto seriamente pensando di creare un piccolo spin off in cui Bellatrix diventa floricultrice e comincia a vendere rose ai negozi di fiori Babbani costruendosi la fama di dolce donzella amante della natura, per la cronaca dovrebbe farsi chiamare Flora (è solo un piccolo delirio). Sirius è sempre Sirius e Nora oramai sa qual è il suo punto di vista su Peter comunque avrà modo di chiacchierare con Mira in altre sedi.

dirkfelpy89: Spiacente, ma le parti relative alla caccia non sono proprio il mio forte, e Bellatrix, Ahinoi, resterà impunita a coltivare rose alla vecchia maniera Babbana, diciamo solo che scaricherà un sacco di concime, questa è l’unica cosa che ci fa andare avanti pensando che un po’ di giustizia in fondo c’è.

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Mira si spazzolava furiosamente i capelli, quel pomposo pallone gonfiato come si permetteva?

 Prese nuovamente in mano il biglietto che le era giunto via gufo, l’aveva letto, stropicciato, gettato a terra e poi riletto almeno tre volte: “Sono tornato devo vedere Harry. Domani al parco alle 14. Sirius Black ”. 

Quel disgraziato si era volatilizzato senza dare uno straccio di notizia sul fatto che fosse vivo o meno per più di tre mesi ed ora pretendeva che lei eseguisse i suoi ordini? Si sbagliava di grosso.

Prese la bacchetta, si infilò il mantello e si Smaterializzò.

Sirius sentì bussare alla porta e si diresse stancamente verso l’ingresso, con una mano stava ancora asciugandosi pigramente i capelli dopo la doccia e con l’altra schiuse l’uscio; si trovò di fronte il tornado in miniatura con la bacchetta spianata, mollò la maniglia e le agguantò il braccio, fu in quel momento che si guardarono.

Mira stramaledisse sé stessa per non riuscire a ricordare l’espressione buffa che aveva l'infame davanti alle lucine colorate di Natale: di fronte a lei l’esimio signor Black con camicia sbottonata, capelli umidi che gli ricadevano sulla fronte ed uno sguardo che avrebbe fatto crollare pure una come la McGranitt (e non è detto che non l’avesse fatto). Dal canto suo Sirius non riuscì a capire come avesse fatto a valutare come insignificante una persona come Mira: tutto quello che non aveva in bellezza ce l’aveva in carattere, questo era certo.

 Ci volle una frazione di secondo perché l’altra mano mollasse l’asciugamano e si posasse sulla nuca della ragazza proprio sotto la cascata di capelli e perché contemporaneamente lei lo ghermisse per il bavero della camicia. Quello che avvenne fu uno scontro, più che un incontro di labbra e sicuramente non fu un bacio né romantico né casto, ma tanto bastò e, come si dice, ciò che non poté la fame poté il digiuno: i due si ritrovarono, non si sa come, a rotolare avvinghiati tra le lenzuola.

Mira si svegliò di colpo. Ma che razza di sogni, doveva smetterla di mangiare curry a cena! Si diede un secondo per aprire gli occhi e, in quel secondo, registrò alcune anomalie: primo non aveva i capelli legati, secondo non aveva il pigiama, terzo non era sola.

 Spalancò gli occhi e mise a fuoco la stanza. “Per Merlino, Morgana e tutte le sacerdotesse di Avalon. Non era un sogno!”

 Sgusciò fuori dal letto più silenziosamente possibile e gettò uno sguardo all’inquilino rimasto; doveva ammetterlo era davvero carino quando dormiva: non affascinante, non seducente, proprio carino, con la bocca socchiusa che accennava ad un sorriso sornione, veniva quasi voglia di accarezzargli la testa manco fosse stato un cucciolo.

Mira si riscosse quando si accorse che la sua mano si stava lanciando in quella direzione.

 Si voltò e cercò di recuperare tutti i suoi vestiti anche se si rese conto che sicuramente mancava qualcosa. Sapeva che scappare alla chetichella era un’azione da codarda, non era la prima volta che metteva in atto quella strategia, ma riteneva che la situazione che si sarebbe venuta a creare nel momento in cui Black si fosse svegliato sarebbe stata piuttosto imbarazzante.

 Il giorno dopo non avrebbe fatto cenno a quanto accaduto ed avrebbe lasciato cadere l’argomento in caso lui l’avesse tirato fuori; comunque lo riteneva sufficientemente intelligente da evitare di parlare del fattaccio in presenza di Harry.

Si addormentò con un briciolo d’ansia, ma anche con una certa soddisfazione.

 

*****

- Sirius? Qual è il problema?

- Non ho nulla!

Remus stava osservando l’amico con sguardo clinico: c’era qualcosa di strano nel suo atteggiamento sembrava quasi deluso.

 - Non capisco, abbiamo portato a termine la missione di Silente o almeno una delle due, i Lestrange sono rinchiusi, so che questo non restituirà a Frank e Alice una vita normale, ma  era tutto quello che potevamo fare.

- Remus, non stavo assolutamente pensando a questo anche se trovo piuttosto sospetto ciò che ci ha raccontato Silente l’altra sera.

 Remus ci pensò: - Pensi che tua cugina non sarebbe in grado di lanciare una Cruciatus così potente?

 - Chi, Bellatrix? – Sirius scoppiò a ridere, una risata senza allegria. – Quella donna sarebbe in grado di uccidere chiunque si frapponga tra se stessa e i suoi sogni di gloria. Più che altro mi stupisce l’atteggiamento di Malfoy, mi sembra strano che si sia schierato contro la moglie denunciando la sua stessa cognata.

 - Nemmeno Silente sembrava molto convinto delle sue dichiarazioni da bravo cittadino, certo che se quello che mi dici è vero non vorrei avere una donna del genere in casa insieme ad un bambino piccolo.

 Sirius annuì: - Dovrei parlarne con Andromeda, magari lei saprebbe dirmi qualcosa di più.

 Rimasero in silenzio per qualche minuto poi Sirius riprese: - Hai più avuto notizie di Nora?

 Remus scosse la testa: - Non le ho scritto perché tanto eravamo concentrati su un’altra caccia, mi chiedo se Mira l’abbia incontrata…- si voltò notando un certo nervosismo nel suo vecchio amico.

- A proposito di Mira, non avevi detto che volevi andare a trovare Harry oggi pomeriggio?

Sirius si era incupito,ma annuì: - Sì, ci vediamo al parco alle 14.

 - Sirius, le 14 sono adesso, sarà meglio che venga anche io, senza contare che le vostre scaramucce mi mettono sempre di buon umore.

 Sirius lo fulminò.

  “14.10. Quel disgraziato non riesce ad essere puntuale nemmeno quando è lui a definire ora e luogo di un appuntamento.”

 Persa in questi pensieri Mira spingeva pigramente l’altalena su cui si trovava Harry che ridacchiava felice. Era il primo giorno sereno dopo tanti uggiosi in cui erano stati costretti a rimanere in casa ed il tepore del sole di marzo le metteva un po’ di allegria.

Sentì qualcuno che si schiariva la voce alle sue spalle e si voltò: - Remus, che bello, sono felice di vederti! – Disse abbracciandolo stretto, poi rivolse a Sirius un ghigno,non sopportava i ritardatari: - Finalmente hai deciso di farti vivo Black, magari dovresti farmi sapere se sei vivo o morto ogni tanto, non credi? Almeno così potrei smetterla di raccontare a Harry che il suo padrino è lontano, ma tornerà presto senza sapere se gli sto dicendo una bugia o la verità.

Sirius rimase senza parole per la freddezza con cui Mira gli si era rivolta, non gli era mai successo prima, pensare che la sera precedente il suo atteggiamento gli aveva fatto presagire un benvenuto molto più cordiale.

- Cos’è il gatto ti ha mangiato la lingua?

 Quella ragazzina era veramente irritante:- Smettila nana malefica, non ho certo avuto tempo di scrivere.

 - Già, ma io il tempo di venire qui quando me lo ordini lo devo trovare, vero? – la voce di Mira stava raggiungendo livelli di acutezza allarmanti. - Bene, adesso Harry l’hai visto, come vedi sta bene e noi possiamo andarcene.

 Sirius la trattenne per un braccio ed una sorta di scossa elettrica percorse i due. Mira si spostò dietro a Remus per evitare di cascare di nuovo nello stesso errore commesso la sera precedente: era andata ad un passo dal saltargli addosso con intenzioni tutt'altro che bellicose. 

- Perché non ci sediamo su quella panchina e conversiamo come adulti razionali?

Remus si era involontariamente trovato in mezzo e, come al solito, aveva deciso di fare da paciere.

 Mira recuperò Harry dall’altalena e lo depose a terra dove il piccolo cominciò a fare alcune montagnole di sassolini. Sirius si accucciò vicino al bambino ed iniziò a tracciare delle linee per terra con l’aiuto di un bastoncino mentre Mira e Remus li controllavano dalla panchina.

Ad un tratto Harry si alzò e portò un sassolino variopinto a Sirius e gli disse: - Ace!

Sirius guardò stranito Mira che gli rispose: - Ti sta regalando quel sassolino e vuole che tu lo ringrazi.

Sirius si voltò verso il piccolo, tese la mano e rispose con un sorriso: - Grazie piccolo. – Quindi prese la bacchetta e mutò un sasso rossiccio in una perfetta imitazione di Snitch: - Eccoti piccolo! – Harry incantato prese in mano la statuina.

 - Come si dice Harry?  - domandò Mira

Harry la guardò interrogativo.

- Si dice grazie Sirius.

- Ace Ciu. – Sirius agguantò il piccolo Harry e lo lanciò in aria: - Ma sei bravissimo, hai detto il mio nome! Sei un genio!

 Harry rideva felice.

- Black, metti giù il bambino che altrimenti poi si eccita troppo. – riprese Mira sorridendo rivolta al giovane uomo.

 Straordinariamente Sirius obbedì senza fiatare.

- Questa accondiscendenza è sospetta, ragazzi, è successo qualcosa che dovrei sapere? – buttò lì Remus sorridendo certo di aver fatto una battuta.

- Piantala Remus.

 - Fatti gli affari tuoi Lunastorta.

 Remus guardò i due amici con un po’ di stupore: - Questa sintonia è una conferma, cosa è successo?

 Mira sospirò e decise di prendere il toro per le corna:- Nulla che due adulti in salute e consenzienti non farebbero. Ed ora scusa, Remus, ma credo ci siano cose più importanti di cui parlare.

I due rimasero a bocca aperta, certo che Mira non usava giri di parole quando doveva arrivare al punto.

 Dopo aver ottenuto l’attenzione dei due maghi riprese a parlare.

 - Quando mi avete detto di tenere d’occhio Nora per voi l’ho fatto; ho scoperto che il vostro amico l’ha lasciata per cause di forza maggiore di cui voi non vi eravate degnati di parlarmi, quindi prima che vi racconti nel dettaglio tutte le mie scoperte ed elucubrazioni mentali ora mi dovete un paio di spiegazioni.

 Sirius ringhiò, ma Remus si rese conto che era meglio raccontare qualcosa di più a Mira prima che cadesse in conclusioni errate.

- Peter Minus, il ragazzo di Nora, era uno dei nostri amici; era il Custode Segreto dei Potter, ma li ha traditi dicendo a Voldemort – Mira ebbe un sussulto -  dove risiedevano. Dal giorno in cui James e Lily sono morti non abbiamo sue notizie.

- Ma perché avrebbe fatto una cosa simile? Perché tradire i propri amici? – Mira era sconvolta.

- Noi crediamo che Voldemort avesse preso di mira Nora e che abbia convinto Peter a collaborare minacciandolo di farla uccidere.

- Ora dicci quello che sai. – Ringhiò Sirius.

 - Black piantala di digrignare i denti in quel modo perché sembri un cane rabbioso e spaventi Harry. – Gli sibilò contro, poi rivolgendosi a Remus continuò: - Quello che posso dirvi è che in un modo o nell’altro il vostro amico…

- Non è più nostro amico. – L’aggredì Sirius.

  - Lasciami finire, dicevo il ragazzo di Nora non è lontano: a San Valentino lei mi ha detto di aver trovato una rosa rientrando a casa dal lavoro e mi ha detto di essere sicura che fosse lui.

Secondo me continuerà a stare nei dintorni finché non sarà nato il bambino.

 - Quindi tu dici che dovremmo cercarlo a Londra? Ma potrebbe nascondersi ovunque. – Rispose Remus.

- Credo che sia molto più semplice di quanto pensiate: se voi amaste una persona e sapete che aspetta un figlio da voi, quale sarebbe l’unica cosa che desiderereste?

- Vedere il bambino. – Risposero entrambi all’unisono ripensando allo sguardo adorante di James di fronte al piccolo Harry tra le braccia di Lily.

- Nora partorirà verso la fine di aprile al St. Mary Hospital, scommetto che il giorno del parto ci sarà qualcuno che si aggirerà davanti alla nursery per vedere il piccolo James Remus Turner. Non vi resta che aspettarlo lì davanti.

 - Mira sei davvero diabolica. – riprese Remus con un sorriso ammirato.

 - No, è solo che uso la testa.

 Sirius era stato in silenzio per tutto il tempo: - Perché Turner?

- Scusa?

 - Perché ha deciso di chiamarlo Turner e non Minus?

 - Perché anche se ci spera non crede che il suo ragazzo riconoscerà il bambino, quindi James Remus Turner. Forse è meglio così per lui, considerato cosa ha fatto suo padre, sarebbe un cognome piuttosto ingombrante e, quando si saprà cosa è successo, non credo che il bambino sarebbe molto felice di portare quel nome.

- Il bambino non saprà mai cosa ha fatto suo padre: non è colpa sua se quel ratto di fogna è un bastardo.

 - Hai ragione, molto meglio fare di quell'innocente un piccolo bastardo convinto che l’unico motivo per cui suo padre se n’è andato è la sua presenza in questo mondo.

 Remus posò una mano sul braccio di Mira: - Mira, non sei tu quel bambino.

 - Voi non avete idea di cosa voglia dire essere guardati dagli altri come dei reietti, essere presi in giro dai propri compagni di scuola, essere biasimati dai propri familiari per essere stati la causa del disonore della propria madre. – gli occhi di Mira luccicavano di lacrime.

 - Tu non sai niente di noi. – Rispose pacatamente Remus.

 - Già, dimenticavo che tu sei l’uomo dei segreti. - Rispose Mira tagliente passandosi una mano sulla guancia per cancellare quella lacrima maledetta che nonostante i suoi sforzi era scesa.

 - Io non ho segreti. – le sbatté in faccia Sirius – Quando sono stato smistato a Grifondoro tutta la mia famiglia mi ha voltato le spalle, non dirmi che non so cosa siano quegli sguardi perché li conosco bene: li ho sperimentati sulla mia pelle dal primo all’ultimo e non erano sguardi di estranei, erano quelli dei miei genitori, di mio fratello, di quelle persone che, almeno in linea teorica, dovrebbero comportarsi in maniera decente con te almeno finché non sei in grado di stare in piedi con le tue gambe.

 La conversazione morì lì. Si salutarono con fredda cortesia. Quel giorno avevano tutti molte cose su cui riflettere. Mira portò Harry a fare il riposino pomeridiano e sentì i due maghi Smaterializzarsi alle sue spalle.

  *****

 - Felpato cos’hai? Non ti vedevo così pensieroso da anni.

 I due maghi erano tornati a casa di Sirius che ora se ne stava seduto imbronciato sul divano.

 La risposta fu un misto tra un ringhio e un grugnito.

 - Devo forse dedurre che il fatto che Mira non ti sia caduta tra le braccia oggi ti abbia disturbato?

Sirius lo fulminò. Poi rispose: - Non mi era mai successo.

 - Cosa? Che una ragazza non crollasse ai tuoi piedi?

 - Non è quello, una tipa come lei non crolla, è che stanotte se n’è andata via di soppiatto come se avesse avuto paura che mi svegliassi. Me ne sono accorto solo stamattina.

 Remus scoppiò a ridere.

 - Mi spieghi cosa diavolo hai da ridere adesso?

 - Sirius tu ti senti ferito nell’orgoglio perché sei stato sedotto e abbandonato? Ti ha utilizzato come uomo oggetto e tu ci sei rimasto male, vero?

 Sirius sbuffò poi si chiuse in un ostinato mutismo. Il suo pessimo umore non cambiò nemmeno quando Remus uscì.

 Il buon Lunastorta, comunque, decise di non lasciare il suo amico in ambasce; scrisse così due righe su un biglietto: “Cara Mira, il nostro amico Sirius si sente un po’ una scarpa vecchia per come l’hai usato e gettato, credo che ti sia presa la tua piccola rivincita, ora prova a tirarlo un po’ su di morale, altrimenti mi tocca consolarlo fino al compleanno di Harry. Un bacio Remus.” E poi si augurò che il buon cuore di Mira facesse il resto.  

 *****

- Cosa ci fai qui? – La voce di Sirius tradiva un certo stupore.

- Sono venuta ad offrirti un segno di pace, vieni con me giù a Diagon Alley, ti offro qualcosa da bere, d’accordo? – Mira si guardava la punta delle scarpe, aveva raccolto tutto il suo orgoglio e l'aveva buttato nel cestino, per arrivare fino a quella porta.

Sirius recuperò la sua giacca e i due si Smaterializzarono insieme.

Di fronte ad un boccale di birra Mira cominciò: - Vorrei sapere se hai intenzione di prenderti le tue responsabilità per quello che è successo ieri sera.

Il giovane mago la guardò allibito e, per prendere tempo, bevve un lungo sorso di scura.

- Intendo dire, - continuò Mira con aria grave – che sappiamo tutti e due cosa succede quando due giovani in salute e disposti si trastullano come abbiamo fatto noi la notte scorsa, Nora ne è la prova lampante, non trovi?

Fortunatamente Sirius aveva già trangugiato il sorso di birra, perché cominciò a boccheggiare come un pesce rosso finito fuori dalla boccia. Le sue guance raggiunsero tonalità variabili dal rosso, al viola, al blu fino a virare ad un preoccupante color cadavere.

Al che Mira scoppiò in una risata sguaiata che fece girare più di un capo; Sirius non riusciva a capire. Quando la ragazza si calmò, ancora con le lacrime agli occhi, disse: - Sirius te lo giuro, la tua faccia era impagabile, credo di aver avuto la mia vendetta per tutte le lacrime che hai fatto versare alle mie compagne di Casa, ma soprattutto per avermi fatto finire nella vasca mentre Harry faceva il bagno. Direi decisamente che siamo pari.

 - Tu, piccola arpia! Mi hai fatto prendere un infarto! – Sirius non sapeva se tirare un sospiro di sollievo o se Cruciare quell’ammasso di ossa per gli anni di vita che gli aveva fatto perdere.

 - Credi veramente che sia una sprovveduta? Con tutta la marmaglia di fratelli che ho pensi che non sappia evitare una gravidanza?

Sirius preferì non approfondire ulteriormente l’argomento, si limitò a portare la conversazione sulla vita di Harry, su cosa gli piaceva, su cosa faceva ogni giorno. Mira decise che si era presa fin troppo gioco di lui e decise di assecondarlo. Quando la ragazza parlava di quel bambino gli occhi le brillavano: sembrava una mamma orgogliosa dei progressi del proprio piccolo. L’Animagus si rese conto che non doveva fare nessuno sforzo per ascoltare con attenzione ciò di cui Mira parlava perché assorbiva ogni informazione con avidità. Quando uscirono dal pub Mira si diresse verso un vicolo.

 - Aspetta, vuoi venire a casa mia? – A Sirius erano uscite di bocca quelle parole prima ancora che potesse rifletterci sopra.

 - Non stasera, non che ciò che è successo ieri sera sia stato brutto, anzi, ma credo che fosse dettato più dalla necessità che da altro. Forse ci sarà un giorno in cui ne avremo bisogno di nuovo tutti e due e non vedo perché una simile esperienza piacevole non si possa ripetere.

 Sirius la osservò: in tutta la sua carriera di Dongiovanni non gli era mai capitato di incontrare una ragazza simile, di solito le altre volevano fiori, cioccolatini, dichiarazioni di eterno amore e cose simili; lei invece era diversa, non che la cosa gli creasse problemi, solo che lo spiazzava un po’.

 - Ti ho lasciato senza parole? – Mira sorrise arricciando il naso con una smorfia buffa e birichina.

 - E’ che tu non sei normale… – Sirius lasciò un attimo il discorso in sospeso – Non offenderti, non volevo dire proprio così.

 - Nessuna offesa, sono ben lieta di essere una persona fuori dagli schemi. La cosa ti disturba?  

 Sirius alzò le spalle e poi riprese: - E adesso come dovremmo salutarci?

 - Credo che una stretta di mano, – disse acchiappando la mano del mago tra le sue e stringendola con decisione - sia più che sufficiente, e non prenderti il disturbo di accompagnarmi a casa, conosco la strada. Buonanotte! – Non aveva ancora finito di salutarlo che già si era Smaterializzata.

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So che questo capitolo appare piuttosto slegato rispetto al precedente, ma non avevo particolarmente voglia di soffermarmi sugli inseguimenti ed i sotterfugi di Remus e Sirius per catturare i Lestrange. Spero di non avervi deluso troppo e di avervi strappato almeno un sorriso da qualche parte.

A presto bic

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Capitolo 16
*** Felpato graffiato ***


TITTIVALECHAN91: grazie per il commento.

dirkfelpy89: la situazione tra quei due testoni non può che continuare a complicarsi, quanto alla caccia ci sarà comunque la scena di una cattura più avanti, bisogna solo aspettare per vedere quando…

le_montagnine: sono lusingata per il fatto che tu abbia letto e riletto questa storia, il fatto di commentare solo dopo aver letto un po’ di capitoli mi sembra molto saggio, almeno così hai un’idea più precisa dell’evolversi della storia e dei personaggi. Sono stata troppo buona con Peter, ma non volevo che passasse così tanto per vigliacco, è sempre una questione di scelta. Per quanto riguarda la nottataccia tra Mira e Sirius, mi astengo dai commenti o i due chiamati in causa potrebbero affatturarmi malamente. Harry farà di peggio che tirare il naso o i capelli a Sirius anche se purtroppo Mira non sarà presente per godersi lo spettacolo.

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Felpato graffiato

La signorina Korat passava sempre più tempo a passeggio con il bambino, la cosa lungi dal disturbarla le rendeva la vita decisamente meno complicata, certo avrebbe proprio voluto sapere dove andava. Presa dalla curiosità, decise quindi di trascorrere quel lunedì al parco con il piccolo Dudley, dato che era spuntato un pallido sole.

Petunia sistemò il suo adorato Didino nel passeggino e si diresse verso il parco giochi.

Mira era seduta su una panchina ed osservava il piccolo Harry che si divertiva a far correre  un’automobilina giocattolo sull’erba. Sapeva che nel giro di pochi minuti Black e Remus sarebbero arrivati, non passava giorno senza che si incontrassero al parco a meno che piovesse a dirotto. Mira stava addirittura cominciando  a convincersi che forse avrebbe potuto affidare il piccolo a quei due scavezzacollo per andare a trovare sua madre.

Stava appunto riflettendo su questa possibilità, quando vide arrivare Petunia con Dudley. Questa non ci voleva: non aveva mai menzionato con la donna il fatto che conoscesse il padrino di Harry, sarebbe stato quindi piuttosto problematico spiegare come mai permetteva a due estranei di avvicinarsi al bambino.

Poiché mancava ancora un po’ di tempo all’arrivo dei due maghi, decise di giocare d’anticipo ed invitò la signora Dursley a sedersi accanto a lei: - Buongiorno signora Dursley, buongiorno Dudley.

Petunia fece scendere Dudley dal passeggino e subito il piccolo si lanciò a prendere l’automobilina di Harry. Quando se la vide sfilare di mano Harry rimase spiazzato e si voltò verso Mira per avere delle spiegazioni, la ragazza, senza fare una piega, estrasse dalla sua capiente borsa un’altra automobilina e la porse a Harry che subito disse: - Ace Mia.

- Prego piccolo.

Durante questo scambio di battute Petunia non aveva detto nulla, si aspettava che la babysitter del nipote chiedesse indietro a Dudley l’automobilina, invece non aveva fatto commenti di sorta, semplicemente aveva evitato di contrariare il suo piccolo.

Si stupì non poco quando sentì la voce squillante della ragazza che la interpellava.

- Signora Dursley, c’è una cosa di cui non le ho ancora parlato e me ne rammarico, ma ho avuto molte cose per la testa e mi è sfuggito di mente, durante le vacanze di Natale il padrino di Harry si è recato a casa della signora Figg per vedere il bambino.

Petunia sbiancò all’istante, come aveva fatto a non pensare che magari quell’uomo si sarebbe presentato per Natale?

Cercando di dissimulare la tensione rispose: - La cosa dovrebbe crearmi qualche problema?

- Suppongo di no, volevo solo farle sapere che successivamente ci sono stati ulteriori incontri e che mi ha chiesto espressamente di portarlo al parco nei giorni di sole in modo da poter trascorrere qualche ora con lui, spero che la cosa non le crei problemi, dovrebbe essere qui a minuti.

Petunia strinse le labbra: - Ha fatto bene ad avvertirmi, non provo alcuna simpatia per quella persona e preferisco non incontrarla se ne ho la possibilità, ma mi dica, quell’uomo si è comportato in maniera bizzarra?

- Non direi, a parte il fatto che, nelle occasioni in cui ha visto il bambino, era sempre con un suo amico.

Petunia ebbe un brivido, quell’uomo non solo era come sua sorella e il marito che quella squinternata si era scelta, ma chissà cosa faceva con quel suo amico.

Mira, intuendo i pensieri di Petunia, se la rise sotto i baffi; fu esattamente in quel momento che vide da lontano due figure che si avvicinavano: inconfondibili come sempre Black con la sua andatura fiera e baldanzosa e Remus, accanto a lui, con la solita aria dimessa. Non disse niente a Petunia perché voleva proprio vedere come interagivano quei due.

Quando li vide avvicinarsi abbastanza da sentire il suo saluto disse: - Buongiorno signor Black, buongiorno signor Lupin.

I due si sorpresero per quell’atteggiamento così formale, poi si resero conto di chi ci fosse seduta accanto alla ragazza e si impietrirono all’istante.

Sirius, con la sua solita faccia di bronzo, fu il primo a rompere il silenzio: - Signorina, buon pomeriggio e buon pomeriggio anche a lei signora Dursley, non ho  avuto il piacere di incontrarla di recente. Immaginavo che mi avreste contattato per presentarmi la persona che si occupa di Harry, ma a quanto pare mi sbagliavo; tuttavia ho avuto occasione di conoscerla e la ritengo adeguata al compito, mi auguro, in futuro di essere aggiornato tempestivamente sulle decisioni che riguardano il bambino.

Petunia strinse le labbra e fece un breve cenno di assenso, poi prese in braccio Dudley e, spingendo il passeggino, si allontanò senza salutare.

Appena la donna se ne fu andata i tre giovani maghi scoppiarono a ridere: - Avete visto che faccia? – Disse Sirius.

-  Solo perché non hai avuto modo di osservarla quando le ho detto che tu e Remus siete sempre insieme, le sono venuti i brividi. – Rispose Mira sempre ridendo.

- Ma cos’è il tuo sport preferito farmi passare per…

- E’ che la tua espressione quando faccio commenti simili è spettacolare. E quindi io sarei adeguata al compito? - Aggiunse poi sollevando un sopracciglio - Devo prenderlo come un complimento?

Remus confermò con una risata leggera. Mira si voltò verso di lui ed il suo sorriso si spense di colpo: - Remus, hai di nuovo i tuoi vecchi problemi di salute? Sei pallido, pensavo che li avessi risolti, è parecchio che non ti vedo così.

Il giovane mago sorrise mestamente: - Non preoccuparti Mira, dopodomani starò sicuramente meglio, mi capita a volte.

- La cosa non mi aiuta a stare più tranquilla, lo sai, il giorno che mi spiegherai…

- Ehi bambina, non sono affari tuoi. – la voce di Sirius aveva interrotto a metà il discorso di Mira.

- Nessuno ti ha chiamato in causa. Se vuole discutere credo che Remus sia abbastanza adulto per farlo.

- Mira smetti di preoccuparti, mi passerà, lo so.  – le parole di Remus suonarono come definitive e la ragazza non si azzardò a controbattere.

Anche se le giornate si erano allungate la notte scendeva ancora abbastanza presto, così Mira decise che era ora di rientrare, ma prima domandò: - Sentite, non è che domenica per caso siete liberi? -  Sirius corrugò la fronte. – Era solo un’idea, è che volevo fare un salto a trovare mia madre e visto che ormai Harry si è abituato a voi magari potevate tenerlo una mezza giornata; sapete che se avete bisogno potete contattarmi in qualunque momento.

Sirius fece un sorriso a cinquantaquattro denti e, prima ancora che Remus potesse dire qualcosa rispose: - Contaci, dove ci troviamo? Me lo porti tu?

- Sapevo che saresti stato entusiasta, ma ve lo affido solo se c’è anche Remus, pensi di riprenderti per domenica?

Il giovane mago rispose con un cenno d’assenso, mentre Sirius si rabbuiava: - Ma come, fino a prova contraria il padrino di Harry sono io!

 - Vero, ma non mi sembra che tu abbia mai dimostrato di essere un adulto affidabile, prendere o lasciare, se vuoi tenere Harry devi avere la supervisione di Remus.

La strega già sapeva di aver vinto, salutò i maghi con un cenno della mano e tornò verso il numero quattro di Privet Drive.

 - Pensavo che tu e Mira aveste risolto. – Cominciò Remus ridendo sotto i baffi.

- Mi prendi in giro Lunastorta? Quell’arpia non è in grado di ragionare.

- Scommetto che tu le hai proposto di passare un’altra notte da te e lei ha rifiutato.

Colpito e affondato, Sirius guardò Remus in cagnesco (nel vero senso del termine).

- Guarda che le piaci, solo che non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura. – Remus sapeva leggere discretamente bene le persone: - Non sarebbe venuta a letto con te se non le interessassi, credo però che abbia subito troppe delusioni e piuttosto che impegolarsi in una storia seria preferisca i mordi e fuggi; ti ricorda qualcuno?

- Piantala Remus, non ho bisogno di essere consolato. Cambiando discorso, cosa ne dici di andare in giro per la New Forest stanotte?

- Per me va bene, ma sei sicuro di essere in grado di controllarmi?

- Ma figurati se non ci riesco, e poi siamo a marzo non può esserci nessuno in giro, di notte in un bosco, non preoccuparti.

******

Le prime luci dell’alba filtravano attraverso le imposte chiuse dell’appartamento di Sirius Black. Due uomini si erano trascinati fino alla porta ed erano entrati praticamente a carponi; un osservatore distratto li avrebbe definiti ubriachi fradici, ma il sangue che colava dalle profonde ferite di uno dei due indicava inequivocabilmente che c’era stata una lotta.

Remus non riusciva a reggersi in piedi, era sempre così dopo una notte di luna piena e, in quelle condizioni, non era certo in grado di aiutare Sirius.

Il suo cervello faticava a connettere, sperava di non aver morso l’amico, ma da quello che poteva vedere i segni che il compagno portava sul corpo erano solo graffi, molto profondi, certo, ma non c’erano morsi, la ferita che lo preoccupava di più, tuttavia, era sopra la spalla sinistra: lì si era conficcata una pietra nel momento in cui l’aveva spinto da un lato mentre lo trascinava.

- Sirius, non sono in grado di aiutarti in questo momento, ecco perché è meglio che io me ne stia rinchiuso quando c’è la luna piena.

- Piantala Rem. – Lo sforzo nell’articolare le parole era notevole: doveva avere anche un paio di costole incrinate, pensò Sirius.

- Sirius, ce la fai ad alzarti? Materializzati da Mira e chiedile di aiutarti, io non riesco a muovermi, con quel morso mi hai messo KO.

Senza sapere bene come, Sirius riuscì a Materializzarsi nel cortile posteriore della casa della signora Figg, con un ultimo sforzo si trasformò in Felpato e, prima di perdere i sensi, lanciò un acuto guaito.

Mira si svegliò di colpo, aveva percepito il rumore di una Materializzazione seguita da un guaito.

La ragazza si buttò un vecchio maglione sulle spalle e scese al piano di sotto aprendo la porta sul retro.

Di fronte a sé trovò un grosso cane nero, sembrava piuttosto malmesso, respirava affannosamente ed il pelo era coperto di sangue e fango, chiunque l’avesse ridotto in quel modo era un vero animale, pensò la ragazza.

Cercò di sollevarlo, ma era troppo pesante, allora, attenta che nessuno la vedesse, recuperò la bacchetta dalla tasca del maglione e fece levitare l’animale fino al piano di sopra.

Fortunatamente nessuno dei gatti fece una piega.

Mira si rese conto che, per sistemare le ferite, era necessario dare una pulita alla povera bestia: lo depositò con cautela nella vasca da bagno e fece scorrere dell’acqua tiepida.

Il cane sentendo l’acqua che gli scorreva sul corpo riprese i sensi, stava per muoversi quando una mano delicata gli accarezzò il muso e la testa: -   Calmati, non ti farò del male, devo solo lavarti per poterti medicare, d’accordo?

La bestia sembrava stremata, diede una piccola leccata alla mano di Mira e poi chiuse gli occhi.

La ragazza lavò il pelo del cane incrostato di sangue e fango fino a renderlo lucente, quindi passò ad analizzare le ferite, aveva diversi graffi sul muso e sulle zampe, ma, sebbene fossero profondi, sarebbero guariti da soli, ciò che la preoccupata era una ferita sulla spalla sinistra, doveva essere stato colpito o aver battuto contro un sasso affilato perché la lacerazione era larga e profonda. Mira recuperò il disinfettante dall’armadietto dei medicinali e cominciò a lavare le ferite, il cane sussultava ad ogni tocco, ma non si mosse.

Infine, la ragazza si dedicò al taglio che riuscì a richiudere con la magia dopo vari tentativi.

- Eccoti, sei come nuovo, ora ti porto in camera mia a riposare.

Il cane si ritrovò di nuovo a levitare a mezz’aria finché non venne deposto a terra vicino al letto di Mira; come se nulla fosse, la bestia vi salì sopra e si tirò con la bocca le coperte fino al muso.

Mira era rimasta allibita: - Quando ho detto che dovevi riposare non intendevo propriamente invitarti nel mio letto, sembri il Lupo di Cappuccetto Rosso. -  disse avvicinandosi : - Ma che orecchie lunghe che hai, e che occhi grandi…

Mira rimase a fissare gli occhi del cane e fu percorsa da uno strano brivido, conosceva una persona che aveva un paio di occhi identici a quelli, ma che stupidaggini andava a pensare? Non era proprio possibile.

Osservò la sveglia e vide che erano quasi le otto, tra poco Harry si sarebbe svegliato ed era già in ritardo per preparare la colazione, mentre si vestiva sentì un uggiolio soddisfatto provenire dal letto: - Beato te che te ne stai lì al calduccio. -  Disse chinandosi sul cane con indosso solo la biancheria intima e dandogli un buffetto sul muso. Scrisse poi un breve biglietto per Arabella e chiuse la porta della propria stanza a chiave.

La giornata trascorse tranquilla, portò Harry a passeggio e, fermandosi davanti ad un negozio di articoli per animali, acquistò un guinzaglio e un bel collare di cuoio. Il commerciante le domandò che tipo di cane avesse e lei disse che era un meticcio nero di grossa taglia, ma non aveva idea di come si chiamasse: - Cosa ne pensa di Black? Se è nero è un nome adeguato.

Mira trattenne una risata e decise che sì, forse quello sarebbe stato proprio il nome adatto, chissà cosa ne avrebbe pensato l’altro Black nel momento in cui l’avesse saputo.

Quella sera Harry si addormentò prima del solito e così Mira poté rientrare a casa di Arabella in tempo per preparare qualcosa per il suo ospite.

- Ciao Arabella, il cane ti ha dato problemi? – domandò Mira entrando.

- No, credo che abbia dormito nella tua stanza tutto il giorno perché non l’ho sentito.

- Bene, vado a vedere come sta poi lo porto a fare una passeggiata. Sai se abbiamo della carne? Credo che abbia bisogno di mangiare qualcosa di sostanzioso.

- Comprane un po’ mentre lo porti a passeggio.

Mira si diresse nella sua stanza, aprì la porta e si avvicinò al letto. Se non l’avesse creduto impossibile avrebbe detto che quel cane stava facendo un bel sogno perché sembrava avesse un mezzo sorriso, la bocca un po’ aperta… Un altro flash le ricordò quella notte di qualche settimana prima in cui era fuggita di soppiatto. Si diede della stupida e questa volta non fermò il proprio istinto: d’altronde quello era solo un cane, no?

Gli accarezzò la testa finché non lo sentì uggiolare felice e non gli vide aprire un occhio: - Ben svegliato dormiglione, adesso andiamo a fare una passeggiata prima che succeda qualche incidente nel mio letto.

Il cane si alzò di scatto e poi guaì per il dolore.

- Attento! Non devi fare movimenti bruschi o la ferita potrebbe riaprirsi! A proposito, ti ho comprato una cosa per la passeggiata disse estraendo da un sacchetto un collare ed un guinzaglio. Il cane ringhiò: - Guarda che con me non si scherza, o ti metti il collare e il guinzaglio oppure resti chiuso in questa stanza finché non sei guarito. Il cane emise una sorta di sbuffo e piegò il capo.

Mira legò il collare e aggiunse: - Sulla targhetta c’è scritto Black, ti piace come nome? Mi sembra che si adatti ad un cane come te.

Il cane sobbalzò e la giovane rise: - Lo prendo per un sì allora, Black.

Scese le scale tenendo il cane zoppicante al guinzaglio, ma diversamente da quanto aveva immaginato, nessuno dei gatti cominciò a soffiare o a sollevare il groppone. In realtà, come tutti i felini che si rispettino, si voltarono infischiandosene allegramente dei fatti altrui.

Mira si diresse in un negozio poco distante ed acquistò dei bocconcini di vitello, ne comprò un bel po’, così ci sarebbe stato cibo a sufficienza anche per Black.

La ragazza permise al cane di trascorrere la notte in camera sua, ma stavolta fu lei ad occupare il letto, tuttavia, al mattino, si ritrovò con il muso di Black sul cuscino, probabilmente, mentre dormiva il cane era andato ad accucciarsi sul lato del letto che lei non occupava. La strega sospirò, gli accarezzò la testa prima di alzarsi e poi scese al piano di sotto.

Quella sera ebbe una gradita visita, mentre leggeva seduta accanto al camino, con il muso di Black appoggiato sulle gambe, sentì bussare alla porta: - Forza Black, andiamo a vedere chi è.

Il cane si avvicinò alla porta scodinzolando, ma si bloccò quando vide apparire un Remus decisamente poco in forma.

- Remus, cosa diamine hai fatto? Sembri finito sotto una schiacciasassi!

- Non preoccuparti Mira, ora sto meglio, vedo che ti sei presa cura del mio amico.

- Questo cane è tuo?

- Non proprio, diciamo che è un randagio, - si sentì un basso ringhio – con cui mi trovo a condividere ogni tanto qualche parte della mia vita.

- Amico, cos’hai qua? – domandò il mago prendendo in mano la targhetta legata al collare.

- Spero che non ti dispiaccia, l’ho chiamato Black, lo so che visto che è nero è un po’ scontato, ma quando ho pensato alla faccia dell’altro Black quando scoprirà che ho dato il suo nome ad un cane…

- Potrebbe stupirti, non credo che la cosa gli dispiacerebbe molto.

- Pensi di portarlo con te?

- Credo di sì, ora sto meglio e posso occuparmene io. Quando l'ho visto l'altro giorno non ero abbastanza in forma.

- Allora era tuo il  rumore di Smaterializzazione che ho sentito l’altro giorno. Però potevi avvertirmi, mi sono spaventata parecchio e lui era messo maluccio, controllagli la ferita sulla spalla ogni tanto, non dovrebbe fare infezione perché l’ho disinfettata bene, ma non si sa mai.

- Grazie Mira, sei un’amica e sono certa che anche lui ti ringrazierebbe molto se potesse.

- Non preoccuparti, l’ha già fatto.

Si accucciò per dare un ultimo abbraccio al cane e percepì nuovamente quella strana sensazione di de ja . Il cane, dal canto suo, le diede una leccata sulla bocca e il cuore della ragazza, non seppe dire perché, perse un battito, poi si riscosse e disse: - Piantala Black, così fa schifo.

Remus, che se la rideva alla grande per tutti i sottintesi nei gesti degli amici, salutò Mira con un abbraccio ed uscì con il guinzaglio in mano.

Mira, dal canto suo, si svegliò nel mezzo della notte: madida di sudore per colpa di un sogno assurdo in cui lei abbracciava il cane e d’improvviso si ritrovava a baciare l’altro Black.

Decisamente doveva bandire dalla sua dieta anche la paprica e il peperoncino.

 

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Capitolo 17
*** Due scapoli e un bebè ***


 

 

Gestione recensioni:

le_montagnine: Sirius è un disgraziato, ma avrà pane per i suoi denti, quanto al vedere come si comportano i nostri amici con Harry eccoti accontentata…

TITTIVALECHAN91: Sirius ringrazia e dice che se per caso una sera sei libera sarebbe lieto di portarti a cena fuori.

Vampires Tranny: ah, Sirius ebete, che spettacolo, Sirius umidiccio invece è Yum, da mangiare. In realtà il paragone tra Mira è un gatto è riferito al suo cognome il Korat è infatti un gatto molto carino con il pelo raso grigio blu e gli occhi verdi, credo che se cerchi su Wikipedia sicuramente troverai spiegazioni migliori. Snitch è come tutti gli altri gatti, osserva Mira, Sirius e tutta l’allegra compagnia con il cipiglio tipico di coloro che se ne sbattono altamente della vita degli altri, in fin dei conti sono felini, no?

Ti ringrazio davvero per la recensione dettagliata ed accurata, spero che tu possa apprezzare anche i prossimi capitoli

Ciao

 

Grazie per le recensioni, per le letture e per chi ha inserito la storia tra quelle preferite o seguite.

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Due scapoli e un bebè

 

- Meno male che non doveva esserci nessuno! – Remus era furioso.  Lanciò il giornale in faccia a Sirius.

 - Me lo spieghi cosa ci faceva un mucchio di ragazzini Babbani accampati nella foresta di notte? –Domandò l’Animagus.

 - Si chiamano Scout e hanno detto di aver visto un lupo nella foresta e di essere stati slavati da un grosso cane randagio nero che lo ha morsicato e trascinato via.

 - Vedi? Tutto è bene quel che finisce bene!

- Tutto bene un corno! Avrei potuto ucciderli, avrei potuto uccidere anche te.

 - Ma non è successo, ora rilassati e lasciami riposare.

 Remus sfoggiò uno dei peggiori sguardi truci che riuscì a tirare fuori dal suo misero repertorio: - Perché, Mira non ti ha lasciato dormire stanotte?

 Sirius sbuffò, si girò dall’altro lato del divano e cominciò a ronfare in maniera palesemente falsa.

 - Ho capito, me ne vado, se hai bisogno chiamami.

Nei tre giorni seguenti Remus e Sirius non si parlarono, il Licantropo era furioso per il pericolo corso dall’amico, mentre Sirius nemmeno si rendeva conto della cosa. La domenica, però Remus arrivò a casa di Sirius subito dopo pranzo: - Guarda che sono ancora arrabbiato, ma so quanto ci tieni a trascorrere il pomeriggio con Harry e sappiamo entrambi che Mira a te da solo non lo lascerebbe.

Sirius emise un basso brontolio, ma non fece commenti.

 Poco dopo sentirono bussare.

A Harry la casa del padrino era ormai divenuta familiare, quindi non ci mise molto a sentirsi a proprio agio.

 - Ragazzi, mi raccomando, qui c’è la sua merenda, l’ho cambiato prima di uscire e il pannolino dovrebbe resistere almeno fino a quando arrivo, comunque ce ne sono altri due nella borsa.

 

I due maghi si lanciarono uno sguardo terrorizzato.

- Siete sicuri di farcela?

- Vuoi piantarla di preoccuparti? Sembri una di quelle madri apprensive che non vogliono lasciare i loro figli a nessuno.

 - Black, bada a come parli perché potrei sempre cambiare idea.

L’Animagus sbuffò e Mira riprese: - Mi raccomando, se uscite mettetegli un cerotto sulla cicatrice, il berretto in testa e non andate a spasso per Diagon Alley, state in posti frequentati solo da Babbani, confondetevi tra di loro e se intravedete qualcuno che conoscete fate dietro front immediatamente, siamo intesi?

Paradossalmente questa volta fu Remus a rispondere: - Mira, non siamo ragazzini, tranquilla, ci pensiamo noi, adesso va’ e rilassati, ok?

La ragazza annuì, scoccò un bacio al piccolo Harry ed uscì.

 Quando il bambino vide chiudere la porta il labbro inferiore cominciò a spingersi pericolosamente verso l’esterno e due grossi lacrimoni iniziarono a scendere.

Sirius lo prese in braccio e cercò di distrarlo con la magia, ma non riuscì a sortire alcun effetto, allora lo passò a Remus, si trasformò in Felpato e se lo fece mettere sopra a cavalcioni.

Harry, sorpreso da questa novità, cominciò a ridere felice tirando il pelo del povero Felpato, finché il cane si acquattò esausto trasformandosi nuovamente in bipede.

Remus agguantò Harry, lo depose sul passeggino, gli mise il cerotto, gli infilò giacchetta e berretto non senza difficoltà e disse: - Forza, usciamo, magari così si distrae senza ucciderti.

Sirius li seguì senza fiatare: la ferita alla spalla gli doleva, ma non l’avrebbe mai ammesso di fronte a Remus.

 Hyde Park era pieno di famiglie che passeggiavano godendosi la giornata festiva, Sirius e Remus decisero di percorrere uno dei sentieri all’interno del parco e cominciarono a gironzolare tranquillamente spingendo il passeggino.

 Ad un tratto Sirius ruppe il silenzio: - L’hai notato?

- Sì, ci stanno guardando tutti, secondo te abbiamo fatto qualcosa di sbagliato?

 I due si sedettero su una panchina e lasciarono scendere Harry, gli tirarono fuori le automobiline e lui cominciò a giocare tranquillo.

I due iniziarono poi a studiare le persone intorno a loro: si trattava prevalentemente di famiglie, non riuscivano proprio a capire perché loro tre attirassero tanta attenzione, sguardi indiscreti e commenti. Analizzarono i propri vestiti, ma non avevano nulla di particolare essendo pantaloni e maglioni scuri così, distratti da questi pensieri abbassarono la guardia: - Sirius! Cosa ci fai qui?

Il giovane mago registrò la voce e gli sfuggì una mala parola tra i denti: - Ciao Andromeda, potrei farti la stessa domanda.

La cugina passeggiava a braccetto del marito mentre una bambina di circa nove anni, vestita completamente di rosa shocking, trotterellava loro davanti.

 Andromeda abbracciò Sirius e poi rivolse un cordiale saluto a Remus: - Buongiorno, io sono Andromeda Tonks, lui è mio marito Ted e lei è la nostra piccola Ninfadora.

 La bambina alzò sui due giovani maghi un’espressione corrucciata e, mentre i capelli le diventavano rossi per la rabbia, disse: - Chiamatemi Tonks.

 - Dora, - la redarguì la madre – controllati, qui siamo in mezzo ai Babbani.

I capelli della bambina tornarono ad un castano ramato molto comune.

 - Allora Sirius, qualcuna ti ha incastrato? – Domandò Andromeda ghignando ed indicando il bambino che si trovava seduto ai piedi della panchina.

 

- No, è figlio di una cugina di Remus che aveva un funerale e non sapeva a chi affidarlo.

 Remus guardò stranito Sirius, ma da dove tirava fuori certe idee?

Nel frattempo la bambina aveva cominciato a giocare con il piccolo Harry passandogli una palla che aveva trovato nella borsa.

 Ad un tratto Remus si sentì tirare i pantaloni: - Mi scusi signore, ma come mai il bambino ha un cerotto?

 - E’ caduto e si è fatto male. – Rispose Remus sorridendo.  Anche a lui le frottole venivano bene…

 - Gli hai messo tu il cerotto? – La bambina era passata tranquillamente dal lei al tu.

 Il giovane mago annuì

- Allora sei proprio un Guaritore bravo come la mia mamma.

 Remus sorrise, quella piccina era davvero simpatica.    

 - Andromeda, sarei venuto a trovarti uno di questi giorni, volevo sapere se sai qualcosa di quello che è successo.

 - Ti riferisci al fatto che mio cognato abbia consegnato Bella ai Dissennatori?

 Sirius annuì.

 - Ti dico solo una cosa Sirius, Cissi ama molto Bella e mi sembra strano che non si sia ribellata all’azione di Lucius. Potrei sbagliarmi, ma le possibilità sono due: o Bella si è rivolta a Cissi per aiuto e lei piuttosto di tenerla in casa con un bambino piccolo ha preferito consegnarla al Ministero, oppure hanno trovato una soluzione alternativa. Stai comunque sicuro che, dovunque sia Bellatrix ora, non può nuocere a nessuno: la sua bacchetta è stata confiscata dal Ministero, quindi non credo abbia la possibilità di usare la magia, senza contare che non può accedere ai suoi risparmi alla Gringott. Credo che per il momento non dobbiamo preoccuparci di lei.

 Sirius annuì: - Quindi anche tu sei convinta che Lucius non abbia consegnato Bellatrix.

 - Non ne sono certa, ma lo ritengo un po’ sospetto.

 Sirius decise di cambiare argomento: - Dromeda, ascolta, sai dirmi perché la gente ci guarda come se avessimo due teste?

La strega scoppiò in una sonora risata: - Due uomini che spingono un passeggino sono una vista piuttosto insolita in un parco Babbano e credo che sarebbero insoliti anche per i Maghi. Sai, la maggior parte della gente quando vede qualcosa di insolito trae delle conclusioni e di solito sono le conclusioni sbagliate.

Sirius sollevò un sopracciglio: - Quindi ci guardano straniti perché pensano…

 Ted scoppiò in una fragorosa risata: - A dire il vero l’avevo pensato anche io.

 - Non è molto lusinghiero. – Rispose Sirius memore delle battute di Mira. Pensando a lei gli saltò in mente un’altra idea: - Per caso qualcuno di voi ha idea di chi sia Cappuccetto Rosso?

La bambina saltò in piedi: - Io, io, è la mia storia preferita!  Papà me la racconta sempre.

 - Sì, solo che ho dovuto fare delle modifiche alla storia tradizionale perché la nostra bambina ha delle idee molto particolari.

 Andromeda sorrise: - Il sangue dei Black non mente, è proprio una testona.

 Sirius quindi si rivolse alla cuginetta: - Allora, piccolina mi racconti chi è questa Cappuccetto Rosso?

 Dora cominciò a raccontare: - Cappuccetto Rosso è una bella bambina con i capelli che cambiano colore, la nonna le ha regalato una mantellina rossa così i Babbani non vedono che i suoi capelli cambiano, un giorno va a trovare la nonna malata nel bosco e incontra un lupo… - Remus sussultò impercettibilmente. – Il lupo le dice che è molto carina e le chiede dove sta andando, lei risponde che va dalla nonna a portarle la torta. Il lupo le dice di fare una gara, il lupo arriva primo e chiede alla nonna di poter sposare Cappuccetto Rosso, la nonna dice che va bene, quando arriva Cappuccetto Rosso guarda bene il lupo e gli dice: - Che orecchie lunghe che hai, che occhi grandi che hai e che braccia forti, allora il lupo la abbraccia stretta e vivono sempre felici e contenti.

Sirius era un po’ stupito: - Mi sembra un po’ strana come storia.

Ted rispose con una risata: - Nell’originale il lupo si mangiava la nonna e la bambina e veniva ucciso da un cacciatore, ma la prima volta che Dora l’ha sentita è scoppiata in lacrime perché il cacciatore era stato cattivo, così l’abbiamo modificata.

 Remus era ancora più allibito, quella bimba era veramente un portento, se già aveva un carattere simile a quell’età certo non invidiava il pover’uomo che un giorno se la sarebbe presa in moglie.

 - Ora dobbiamo andare. Grazie per la chiacchierata, a presto! – Disse Sirius alzandosi e posando Harry nel passeggino.

Remus si alzò e tese la mano alla bambina: - Allora arrivederci Tonks.

La bambina si aprì in un bel sorriso e rispose: - Arrivederci signore.

Quando i due giovani maghi se ne furono andati Ninfadora si rivolse a sua madre: - Mamma, sai che ho trovato il mio principe azzurro? Quando sono grande lo sposo.

Andromeda accarezzò il capo della figlia: - Si dice: quando sarò grande lo sposerò.

Poi prese per mano il marito e continuarono la loro passeggiata.

 

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Capitolo 18
*** I nodi vengono al pettine... Quasi tutti ***


 

Gestione recensioni:

dirkfelpy89: nessun problema, ti capisco, anche io ho un miliardo di impegni e sì, Rem e Sirius impegnati a guardare Harry sono uno spettacolo davvero esilarante.

le_montagnine: Dora non solo ha le idee chiare, ma trasformerà la sua fiaba preferita in realtà (in effetti credo che sia sintomatico il fatto che invece di sognare un principe azzurro sogni un lupo mannaro…). Harry ringraziando non combinerà più niente a quei due, però Mira incombe.

TITTIVALECHAN91: Non è che la gente pensa male di lui, è che ne pensa anche peggio, cosa vuoi sarà l’aria da bello, dannato, impossibile e anche un pelino stronzo, comunque aspetta di finire di leggere questo capitolo: il canide troverà pane per i suoi denti

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Mira piombò a casa di Sirius pochi minuti dopo che i due maghi vi avevano fatto ritorno: - Allora, com’è andata?

- Bene, Remus si è trovato una fidanzata.

- Sirius, sei sempre il solito deficiente.

- Davvero? Raccontatemi tutto!

- Abbiamo incontrato mia cugina e sua figlia sembra avere una cotta per Remus.

 Il volto di Mira da sorridente ed allegro passò istantaneamente a quel cipiglio furioso che Sirius conosceva molto bene: - Ma siete impazziti?  Vi avevo detto esplicitamente che non dovevate fermarvi a parlare con nessuno che conoscete. Non ricordate cosa ha detto Silente?

Mira aveva preso in braccio Harry e lo stringeva a sé.

- Se qualcuno venisse a sapere che tu sei legato al bambino potrebbe trovare il modo di fargli del male, sei veramente un disgraziato, ma come fai a non usare mai quel po’ di cervello che ti è stato donato alla nascita?

- Mira calmati. – Remus si era intromesso prima che Sirius, la cui vena sulla fronte pulsava in maniera preoccupante, peggiorasse ulteriormente la situazione. – Abbiamo mentito, abbiamo detto che il bambino era figlio di una mia cugina che era andata ad un funerale.

- E se l’è bevuta?

- Abbiamo discusso di faccende più importanti.– Rispose Sirius digrignando i denti.

Mira guardò l’ora: - Devo riportare Harry a casa, ma poi torno così mi raccontate nel dettaglio cosa è successo: mia madre voleva che mi fermassi a cena da loro, ma ho rifiutato, quindi mi ha dato qualcosa da portare via, per cui lo lascio qui.  – Disse tirando fuori da una sporta una quantità di piatti che occupò quasi tutto il tavolo della cucina.

Quindi prese il bambino e lo riportò a casa.

 

Al suo ritorno i due maghi avevano apparecchiato la tavola ed aperto una bottiglia di buon vino: - Se questo è per imbonirmi proprio non mi conoscete, non basterà farmi ubriacare per dimenticare la vostra sventatezza.

Mentre gustavano i manicaretti che aveva cucinato la mamma di Mira, la ragazza li pungolò per sapere nel dettaglio cosa era avvenuto nel pomeriggio e fu abbastanza soddisfatta dai racconti dei ragazzi.

Ad un tratto però Remus saltò su con una domanda che, per motivi diversi, gelò il sangue sia a Sirius che a Mira: - Scusa, ma cos’è quella storia di Cappuccetto Rosso?

Sirius masticò ciò che aveva appena messo in bocca per circa dieci volte, lo deglutì con calma e poi rispose: - Quando abbiamo comprato il regalo di natale per te Harry cercava di rosicchiare un libro con quel titolo, allora ho pensato che fosse qualcosa di Babbano.

Mira cercò di ricordare quel giorno, ma non le venne n mente il libro che il bambino aveva in mano per cui non approfondì l’argomento.

Dopo il dolce Remus si alzò da tavola e disse: - Scusate, ma sono piuttosto stanco, sai Mira, sono ancora convalescente ed è stata una giornata abbastanza faticosa, è un problema se vado a casa senza darvi una mano?

- Stai tranquillo Rem, mia mamma oggi mi ha viziata come una bambina quindi io sono riposatissima, tu va a casa, tanto ci penso io a dare una mano al disgraziato qui.

Sirius mugugnò una protesta, poi si diresse verso la cucina.

In realtà l’idea di Remus era quella di lasciar loro un po’ di intimità, dato che il suo credo era se son rose fioriranno, non aveva fatto i conti con la possibilità che fossero rovi e non rose.

Mira si avviò verso la cucina facendo levitare i piatti verso il lavabo, con un gratta e netta ben assestato una spugna cominciò ad insaponare le stoviglie.

Sirius si voltò verso di lei: - Il bicchiere della staffa?

- Perché no?

Si diressero in salotto e sprofondarono sul divano mentre una bottiglia di liquore Appellata da Sirius li raggiungeva insieme a due bicchieri.

Quel liquore era portentoso, dolce, ma senza essere nauseante, con un colore ed un profumo straordinari: - E’ buonissimo.

- Sì, è uno dei miei preferiti. - Le sussurrò nell’orecchio.

Mira si voltò e si trovò il viso di Black a meno di un centimetro di distanza dal suo, mandò in malora tutte le remore e decise di godersi il resto della nottata nel più piacevole dei modi; tuttavia, un momento dopo, sentì un rumore strano un misto tra un mugolio ed un ringhio e si accorse che mentre cercava di sfilare la camicia di Black le sue dita avevano incontrato qualcosa, si sollevò qual tanto che bastava per scrollarsi il mago di dosso e vide che sulla spalla aveva una fasciatura decisamente mal fatta.

- Cosa ti sei fatto?

- Sono caduto dalle scale, ma non mi sembra molto importante. - Le disse facendole scorrere un dito dal collo fino a sotto il mento perché le sue labbra fossero a portata di bacio.

- No, aspetta, fammi controllare, non sono una Guaritrice, ma forse… - Senza nemmeno attendere il permesso gli sfilò completamente la camicia e tolse la fasciatura, fu esattamente in quell’istante che si rese conto di aver già visto quella ferita, nel medesimo punto, solo che era sulla spalla di un cane, non di un uomo.

Le tornarono in mente i discorsi di quella sera, gli accenni a Cappuccetto Rosso, il nome con cui lo chiamava Remus, si alzò puntandogli un dito contro perché non aveva idea di dove fosse la sua bacchetta: - Tu sei Black!

- E’ il mio cognome, mi chiami sempre così.

- Brutto bastardo che non sei altro, tu sei un cane, ti sei fatto curare da me, hai addirittura dormito nel  mio letto!

Per tutta risposta il posto di Sirius sul divano fu preso da Felpato.

- Sei davvero un mentecatto e un bugiardo - Disse Mira mentre cercava di recuperare i suoi abiti, gli occhi le pungevano, ma non voleva che lui la vedesse piangere per un motivo così futile. Si sentiva tradita, da lui e da Remus, li considerava amici ed invece si erano rivelati due infami, tutti e due.

- Aspetta, ascolta… - Disse Sirius che aveva recuperato le sue sembianze.

- Non voglio ascoltare niente, tu e Remus siete veramente due stronzi, chissà quante risate vi siete fatti alle mie spalle, ecco perché quando è venuto a prenderti a casa di Arabella ridacchiava come un matto, ma dimmi qual è il suo ruolo in questa storia?

- Questo non posso dirtelo, è vero sono un Animagus e lo era anche James;  anche Peter Minus è un Animagus, ecco perché è così difficile trovarlo.

Mira era rimasta a bocca aperta. Poi si riprese, recuperò la giacca e si sbatté la porta alle spalle.

Si Materializzò a casa di Remus decisa a dare una lavata di capo anche a lui. Lo aggredì non appena aprì la porta: - Vi siete divertiti tu e il tuo amico a prendermi per i fondelli?

Remus non riusciva a capire: - Mira, qual è il problema?

 - Black è un cane e tu cosa sei, un gatto?

Remus sospirò, il momento era arrivato, erano anni che cercava di evitarlo, ma, conoscendo Mira, non gli avrebbe più rivolto la parola se non le avesse spiegato.

- Mi piacerebbe trasformarmi in un gatto, ma purtroppo la mia trasformazione non è così semplice ed indolore e soprattutto non è volontaria.

Mira lo osservò con sguardo interrogativo.

- Mira, cercherei di non essere brutale, ma la verità è che non è possibile. Io sono un Lupo Mannaro, mi trasformo ad ogni luna piena, i miei amici, quando lo scoprirono, invece di allontanarsi da me  studiarono per diventare Animagi, come sai i Lupi Mannari non sono pericolosi per gli animali, così, durante le notti di luna piena, mi accompagnavano nella foresta. Gli anni della scuola sono stati i migliori della mia vita.

Mira ascoltava in silenzio: - Era questo il segreto di cui non volevi parlarmi?

Remus annuì: - Dovevo proteggerti, conoscendoti per com’eri all’epoca avresti pensato di potermi ammansire e saresti venuta a cercarmi durante la luna piena. Oppure ti avrei fatto fuggire inorridita, volevo almeno che restassimo amici, puoi farmene una colpa?

La giovane annuì. Si sentiva svuotata: il giovane che le stava di fronte si stropicciava le mani, non poteva credere che potesse diventare un mostro, lui, così gentile, così buono. D’altra parte i sentimenti di Sirius erano davvero nobili: chi avrebbe deciso di intraprendere la Trasfigurazione Avanzata per alleviare le sofferenze di un amico? Lei non l’avrebbe fatto.

Rimase ancora un attimo in silenzio.

- Ti spavento?

- Ma Remus, sei scemo? Il fatto che tu ogni tanto ululi alla luna non cambia il fatto che normalmente sei una persona splendida.

Remus rise: - Scusa, avrei dovuto dirtelo prima, così almeno tu e Sirius non avreste litigato.

- Già… - rimase un momento in silenzio poi continuò: - ora sarà meglio che vada.

- Torni da Sirius? – La voce di Remus era preoccupata.

- No, sono troppo arrabbiata e non solo con lui, non dovevate mentirmi, pensavo che fossimo amici, mi fidavo di voi, ma voi non vi siete fidati di me, mi avete ferita.

- Mi spiace, ma era inevitabile.

 - Capisco, buonanotte Rem, mi farò viva presto e stai tranquillo per il rognoso, non patisce.

Durante la settimana seguente non si videro, né parlarono, poi un giorno, guardando con Harry le foto scattate a Natale, sentì la vocina del bambino che chiedeva: - Ciu? Emu?

Mira lo guardò: - Lo so, mancano anche a me quei due disgraziati, va bene, domani andiamo a trovarli.

Harry sorrise e Mira gli passò una mano in mezzo ai riccioli sospirando, quella zazzera incolta non sarebbe mai stata domata da un pettine.

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N.d.A.

Capitolo breve, ma denso, fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando

Ciao!

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Capitolo 19
*** Donne e motori ***


Gestione recensioni:

le_montagnine: perché finisci sempre sul più bello? (citato dalla tua recensione) perché se no non ci sarebbe gusto, devo ben lasciarti un po’ sospesa sul filo, altrimenti magari poi ti annoi e non mi segui più… Sirius non si fidava abbastanza di Mira e Remus temeva di essere rifiutato, hanno agito così per proteggere sé stessi, puoi forse dar loro torto? Se li ha capiti Mira…Quanto alla seconda parte della rec. direi che il pensiero di Arabella presente in questo nuovo capitolo sarà abbastanza esplicito sul mio punto di vista.

dirkfelpy89:

Harry è tenerello, e poi sta diventando un vero ometto, lieta che il capitolo sia stato di tuo gradimento, quanto al fatto che Sirius e Remus non avessero parlato con Mira del piccolo problema peloso mi sembra abbastanza normale ed anche Mira se ne è resa conto, ecco perché non le ci è voluto molto per farsi passare l’arrabbiatura.

Ili91: carissima, le recensioni fanno sempre piacere, ma capisco che il tempo è limitato e che non si possono fare i miracoli, per cui tranquilla, anche se non riesci a recensire più di tanto. Riesco a postare velocemente perché la FF è già conclusa e quindi mi basta copiare i capitoli e pubblicarli.

 

Grazie per le recensioni ed ora senza indugio vediamo cosa c’entrano…

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Donne e Motori…

Mira quel giorno era insolitamente allegra, il tempo pazzerello di marzo aveva lasciato spazio all’aria frizzante di aprile, il cielo era di un bell’azzurro brillante con qualche nuvola bianca, le osservò mentre spingeva il passeggino di Harry per l’isolata via di Londra, sembravano ammassi di panna montata o zucchero filato, le sarebbe piaciuto tuffarcisi dentro.

 Non ci mise molto per arrivare a destinazione, suonò, ma non rispose nessuno, decise perciò di rivolgersi alla portinaia: - Mi scusi, il Signor Black è in casa?

 - L’ho visto scendere in cortile, sicuramente sarà affaccendato con quel trabiccolo. -  Disse la donna di mezza età corrugando leggermente la fronte.

 - Posso raggiungerlo?

 - Certo signora, deve seguire il corridoio e poi voltare al fondo sulla destra, lì si apre una vetrata che conduce nel cortile interno.

 - La ringrazio infinitamente.- Disse Mira sfoderando un bel sorriso.

 - Si figuri, mi fa piacere se il Signor Black frequenta qualcuno è sempre così taciturno e solitario, pensare che mi sembra un così bravo ragazzo.

 La ragazza annuì pensando che quel cascamorto riusciva ad affascinare pure le tardone e meditò su qualche buona battuta da propinargli. Percorse il tragitto indicato dalla donna.

 Quando entrò in cortile rimase a bocca aperta, non si era accorta del gioiellino che Black possedeva quando era stato parcheggiato nel cortile di Arabella, ma ora, lucida e brillante splendeva una favolosa Harley Davidson.

 - Ciao rognoso, com’è che un gioiellino del genere si trova tra le tue mani?

 Sirius si girò di scatto e corse a salutare Harry lasciandogli enormi impronte di grasso sulla giacchetta mentre lo sollevava per salutarlo.

 Senza nemmeno guardarla si rivolse a Mira: - Cosa vuoi saperne tu di moto?

 La ragazza sbuffò: - Quella è una Electra Glide è un milledue a quattro marce.

 Sirius si voltò ad osservare la ragazzina con la bocca aperta in un’espressione del tutto simile a quella di un pesce lesso.

 La ragazza scoppiò a ridere: - Sono uscita un paio di mesi con un meccanico Babbano appassionato di moto, ne aveva una uguale, ma a lui mancava il grifone serigrafato sul serbatoio, lo trovo un pelino pacchiano, sai?

 - Solo perché non sai apprezzare l’arte.

 Mira sollevò gli occhi al cielo: - Harry ha chiesto di te ed ho ceduto, ma non credere che sia finita qui, tu e Rem dovete ancora farvi perdonare, comunque grazie a quello che so ora la varietà di epiteti che posso utilizzare per chiamarti si è notevolmente ampliata, non vedo l’ora di usarli tutti.

 Sirius la guardò con odio, poi si rivolse al bambino: - Allora, Harry, andiamo a comprare un bel gelato?

 Al bambino si dilatarono le pupille e si disegnò sul suo visino uno splendido sorriso.

 Mentre Sirius si cambiava, Mira ne approfittò per pulire la giacchetta di Harry che da bianca, aveva assunto una straordinaria fantasia dalmata, i tre si recarono infine a comprare il gelato.

 La gente che li vedeva passare per strada sorrideva e Sirius si rese immediatamente conto della differenza di atteggiamento degli estranei rispetto alla settimana precedente. Gli uscì un piccolo mugolio.

 - Cosa c’è animale, hai paura di incontrare qualche tua ex fiamma e di fare la figura del buon padre di famiglia?

 Sirius scoppiò a ridere: - Come se esistesse qualcuno di così stupido da pensare che io e te siamo sposati.

 Mira gli soffiò contro, ma non rispose. Avrebbe avuto la sua occasione di fargli fare la figura del cioccolataio, ne era certa, ed allora sarebbe stata lei a ridere.

 Si fermarono in una gelateria Babbana e toccò a Mira offrire il gelato per tutti, quando vide Sirius estrarre un galeone dalla tasca.

 Mentre gustavano il dolce e Harry si impiastricciava la faccia, la giovane fornì notizie di Nora.    

 - Andrà in ospedale il 24, lo faranno nascere il 25.

 - Cosa vuol dire lo faranno nascere?

 Mira alzò gli occhi al cielo, ma quel deficiente lo sapeva come nascevano i bambini? No, evidentemente no.

 - Il bambino non si è girato, di conseguenza le faranno un taglio cesareo.

 - …

 - Tu sai che cos’è, vero?

 - …

 La strega lo guardò come se fosse un bambino delle elementari particolarmente ottuso a cui si deve spiegare un problema per la dodicesima volta, poi riprese: - Nel mondo Babbano i parti avvengono in due modi: naturalmente oppure tramite taglio cesareo, il che significa che a Nora faranno un taglio sulla pancia e tireranno fuori il bimbo da lì.

 La smorfia disgustata ed al contempo terrorizzata che si dipinse sul volto di Sirius era molto eloquente.

 - Non sarebbe più semplice farlo girare e permettere alla natura di fare il suo corso?

 Mira lo guardò come se fosse un Vermicolo poi rispose: - E di grazia come credi che sia possibile fare una cosa simile senza magia? Stai tranquillo, Nora non sentirà nulla, sarà addormentata.

 Sirius emise un suono non ben definito poi riprese: - Quindi sarà opportuno che il 25 ci appostiamo davanti all’ospedale.

 - C’è un problema.

 - Quale?

 - Il 25 ci sarà la luna piena. Quindi Remus non ci potrà essere.

 - Merda, questa non ci voleva.

 - Comunque ci ho pensato, potrebbe esserci un’alternativa.

 - Davvero? E quale?

 - Io, idiota.

 Sirius la scrutò attentamente: - Parli sul serio?

 La strega annuì con decisione.

 - C’è la possibilità di dover fare cose che non vorresti nemmeno vedere.

 - Farò in modo che non capiti. Cambiando discorso, mi è venuto in mente come potresti ringraziarmi per averti curato e per averti trattato come non avresti meritato quando eri ferito; tra l’altro te l’ha mai detto nessuno che sei meglio come cane che come essere umano? Mai pensato ad una trasformazione permanente?

 Sirius la guardò con un sorriso mesto e Mira capì immediatamente di aver fatto un passo falso. – James, James me lo diceva spesso.

 Mira cambiò rapidamente argomento: - Comunque dicevo che per ringraziare sarebbe il caso che tu mi invitassi a cena e magari che mi facessi fare anche un bel giro sulla tua Harley.

 Sirius fece un sorrisetto sornione e rispose: - Quando vuoi bimba, non si dica che io non sono un cavaliere.

 Mira odiava quel particolare sorriso perché la disarmava e le faceva venire in mente cose che è meglio censurare.

 - Bene, ci vediamo stasera, allora, passa a prendermi alle otto, non preoccuparti per il ristorante, ci penso io. Detto ciò si alzò e si avviò con Harry verso casa.

*****

Poco prima delle otto si udì il rombo di una moto all’imbocco di Privet Drive.

 - Come sei carina, Mira, dove te ne vai tutta in ghingheri?

 Mira arrossì, Arabella se voleva sapeva essere davvero poco opportuna.

 - Non mi sembra che un paio di jeans ed una giacca di pelle siano particolarmente eleganti. E sono la tenuta adatta per un bel giro in moto.

 Arabella ridacchiò: - Devo aspettarti?

 - No, potrei anche fare mattina.

 - Conosco il fortunato?

 - Arabella, non è come pensi, ho solo voglia di divertirmi un po’.

 La donna sorrise, poi, mentre Mira usciva, sbirciò dalla tendina per analizzare il nuovo venuto: Mira non si era mai fatta venire a prendere a casa da nessuno in quei sei mesi, quando vide l’uomo appoggiato alla moto non poté trattenere una risata pensando “Ragazza mia, sei caduta nella rete con tutte le scarpe e ancora non lo sai”

 Non appena furono in aperta campagna, Sirius fece impennare la moto che cominciò a volare, Mira non si era mai sentita tanto esaltata, l’adrenalina era al massimo, conosceva solo una sensazione migliore di quella che stava provando in quel momento.

 Atterrarono in un vicolo isolato e continuarono come se la moto fosse un normale veicolo Babbano.

 Cenarono nel locale scelto da Mira e poi la ragazza domandò a bruciapelo: - Non è che per caso hai ancora qualche goccia di quel liquore che ho assaggiato quella sera?

 Sirius sogghignò e raggiunsero il suo appartamento molto velocemente: la moto schizzava nel traffico come solo un veicolo magico sarebbe in grado di fare.

*****

Mira guardò l’orologio sul comodino: le quattro, avrebbe preferito non doversi alzare, ma non aveva alternative, qualche ora di sonno era indispensabile se non voleva crollare nel lettino di Harry. Guardò l’uomo addormentato e decise che era meglio non svegliarlo. Prese una piuma ed un pezzo di pergamena:

 Dato che l’altra volta ti sei offeso visto che non ti avevo salutato…

 Ciao!

 Poi recuperò uno dei sassi che le aveva regalato Harry, ne teneva sempre un paio nella borsa per Trasfigurarli in automobiline in caso di necessità, tuttavia, invece che in automobilina, lo Trasfigurò in un piccolo gatto.

 Lasciò biglietto e gattino sul cuscino e si Smaterializzò.

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N.d.A

Volevo comunicarvi che questa storia partecipa alla sfida Estate negli Universi Alternativi

Qui c’è il bando

http://blog.acciofanfiction.com/2009/06/20/sfida-estate-negli-universi-alternativi-bando/

all’interno del sito troverete altre storie partecipanti a questa sfida, vi consiglio di leggerle perché ritengo alcune di esse davvero meritevoli.

A presto

bic

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Capitolo 20
*** Questioni di famiglia ***


Gestione recensioni:

Ili91: per il tuo consiglio sulla punteggiatura: hai perfettamente ragione, dovrei anche imparare ad usare il “;” purtroppo ho una sorta di trauma da punto e virgola, ormai chi mi conosce lo sa, grazie comunque del consiglio, proverò a lavorarci ancora.

Nora non avrebbe MAI potuto essere il tipo di Sirius, avrei tutt’al più potuto farla accoppiare con Remus, comunque ormai Rem ha trovato la sua piccola cappuccetto rosso e la ragazzina no se lo farà di certo sfuggire!

Il tuo commento circa l’allegra famiglia che passeggia spensierata è decisamente prematuro e conviene che i due non ti sentano; non credo arriverebbero al Crucio, ma sicuramente un Levicorpus non te lo toglierebbe nessuno…

dirkfelpy89: mira innamorata? Non dirlo troppo forte, potrebbe sentirti e non apprezzare l’affermazione. Grazie per l’in bocca al Lupin…XD

le_montagnine: Mira sarà anche cotta, ma non se ne rende minimamente conto, il che non la rende proprio un fulmine di guerra, vero?Sirius si accorgerà prima o poi di essere cotto perso ed in un modo che nemmeno ti aspetti… però non voglio spoilerare… Mira si è proposta come sostituta di Remus solo perché temeva che Sirius facesse danni in un ospedale Babbano, non credo che ci fossero secondi fini… o forse sì?

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QUESTIONI DI FAMIGLIA

Remus raggiunse la casa di Sirius molto presto quella mattina e lo trovò che canticchiava mentre faceva sfrigolare il bacon in padella: - Sei di buon umore Felpato?

- Bacon? – Il giovane licantropo annuì - Remus, non ti ha mai detto nessuno che forse sarebbe opportuno annunciarsi prima di piombare a casa di qualcuno?

- E perché? Avrei potuto disturbare qualcosa? Mi sembra strano, di solito non porti ragazze a casa. – Sirius non si rese minimamente conto che, mentre parlava, il suo vecchio amico ululante ridacchiava come un imbecille.

Remus si sedette a tavola Appellando due tazze e due piatti, solo in quel momento si accorse della statuina a forma di gatto che si trovava appoggiata sul tavolo: - E questa?

- Non è niente. - Rispose l’altro prendendogliela di mano ed infilandosela nella tasca dei jeans.

Remus sogghignò e buttò lì una frase sibillina: - Sai, tempo fa conoscevo una ragazzina che usava quel simbolo come firma: un gattino con la coda che forma una piccola “M”.

- Davvero?

- Oh, sì, ma io non ho mai ricevuto una firma in tre dimensioni, solo qualche biglietto.

- Lunastorta piantala di girarci intorno, Mira ha gradito la performance precedente ed ha deciso di fare il bis. – Rispose Sirius con un’espressione decisamente Malandrina.

- A quanto vedo dal tuo collo anche tu hai gradito abbastanza. – Rispose l’amico trasformando le risatine sommesse in una sguaiata risata.

Sirius si slanciò verso il bagno ed osservò il segno, o meglio la serie di piccoli segni sul collo, si ricordava di aver lasciato qualche ricordino a Mira, ma non si era reso conto che anche lei aveva fatto altrettanto, senza contare che il suo non era minimamente occultabile.

Remus si stava rotolando dalle risate, non era mai successo che Sirius abbassasse così tanto la guardia da permettere ad una ragazza di lasciargli un simile marchio per il suo vecchio amico di scorribande doveva bruciare peggio di un Marchio Nero: - Mi sa che ti conviene indossare una dolcevita se non vuoi fare una pessima figura con Silente, mi ha detto di avvertirti che ha bisogno di parlarti.

- Scusa, ma cosa aspettavi a dirmelo?

- Mi ha detto che non era urgente, ma che aveva bisogno di parlarti per questioni relative alla tua famiglia.

Sirius sbuffò: - Non c’è nulla che riguardi la famiglia Black che possa essere per me di un qualche interesse. E poi perché ha mandato un gufo a te invece di chiamare me direttamente?

Remus scoppiò nuovamente a ridere: - Pare che abbia provato a contattarti ieri sera, ma il gufo è ritornato a Scuola alquanto scocciato perché nessuno l’ha fatto entrare. A quanto pare tu e Mira eravate davvero molto presi.

Sirius mandò poco gentilmente Remus a quel paese e poi si Smaterializzò diretto a Hogsmade.

Passò indisturbato da Mielandia ed arrivò in poco tempo alla statua della Strega Orba. Si recò all’ufficio del Preside, ma si rese conto di non conoscere la parola d’ordine, così decise di cercare la McGranitt, invece, mentre vagava per i corridoi, fece un incontro molto meno gradito.

- Black, che diavolo ci fai qui?

- Potrei farti la stessa domanda Mocciosus.

- Io qui ci lavoro, ho sostituito Lumacorno a partire dal secondo semestre.

Sirius rimase un momento interdetto, possibile che Silente avesse dato a Piton la possibilità di stare accanto a degli innocenti?

- Silente deve essere impazzito.

- Non mi interessa quello che pensi.- Rispose guardandolo con un misto di disgusto e superiorità.

- Facile fare il furbo ora che non c’è più James a rimetterti a posto, chissà quanto te la sei goduta quando hai saputo che era morto, o forse eri troppo dispiaciuto che il tuo capo fosse sparito? Cosa hai detto a Silente per convincerlo a farti assumere? – Sirius aveva cominciato a sputare veleno, non poteva evitarlo quando si trovava davanti Mocciosus.

- Vattene Black, prima che ti trasformi in un mucchietto informe di cenere. – Rispose sibilando Piton con la bacchetta in pugno.

- Mi minacci Mocciosus? Non è un atteggiamento degno di un professore di Hogwarts. – Lo schernì Sirius con un ghigno beffardo sguainando a sua volta la bacchetta.

- Black, Piton, per l’amor del cielo, cosa diavolo pensate di fare, questa è una scuola! Severus, credo che i tuoi alunni ti stiano aspettando, quanto a te Black, Silente si stava domandando dove fossi finito, ti prego di seguirmi.

La McGranitt era arrivata appena in tempo: un gruppetto di studenti si era fermato ad assistere alla scaramuccia tra il nuovo professore di Pozioni e l’estraneo. Già era raro che a Hogwarts ci fossero altri adulti a parte i professori. Ancora più raro era vedere gli estranei azzardarsi a litigare con i professori.

Sirius seguì la McGranitt senza fare commenti.

- Cioccorana – Disse la professoressa di Trasfigurazione di fronte al gargoyle che faceva la guardia all’ufficio del Preside.

- Preside, Black è arrivato. Quanto a te  - aggiunse la strega voltandosi verso l’ex allievo disse: - mi hai già creato problemi a sufficienza quando eri uno studente, vedi di non azzardarti mai più a mancare di rispetto ad un insegnante di questa scuola perché è come se insultassi tutti noi, sono stata chiara Black?

Il giovane sbuffò, alzò gli occhi al cielo, ma alla fine annuì. La McGranitt soddisfatta uscì dall’ufficio.

- Immagino che tu abbia incontrato il Professor Piton.

- Le sembra prudente che uno come Piton faccia l’insegnante?

- Non ti ho convocato per discutere delle mie scelte in merito, Sirius.

Il giovane capì, dal tono usato al professore, che la scelta operata nell’assunzione del nuovo professore di Pozioni prescindeva completamente dalla discussione che avrebbero intrapreso e, suo malgrado, non fece ulteriori commenti.

- Come sai,- riprese il Preside - sono membro del Wizengamot, volevo informarti che il nome di tuo fratello è stato fatto più volte, nessuno è in grado di trovarlo, credo che sia giunto il momento che tu vada a cercarlo.

- E secondo lei da dove dovrei partire?

- Forse potresti provare a parlare con tua madre.

- Preside, con tutto il rispetto, non vedo mia madre da cinque anni e non credo che mi farà entrare nella sua preziosa dimora. Non sono nemmeno andato al funerale di mio padre, per loro non sono più un Black dal giorno in cui me ne sono andato.

- Se ci fosse un altro modo non te lo chiederei Sirius. – Silente aveva un’aria grave.

- D’accordo, ma non so quanto riuscirò a saperne.

- Mi basta che tu tenti.

Sirius annuì.

- Grazie.

Il giovane fece spallucce e si congedò senza salutare.

**************

Grimmould Place numero 12, non pensava che ci avrebbe mai più messo piede. Picchiò tre volte con il batacchio e sentì i passi strascicati del vecchio Elfo Domestico.

Quando si trovò di fronte il figlio della padrona le pupille di Kreacher si dilatarono: - Padron Sirius, è tornato.

- Non sono qui per restare. – Rispose il mago in tono sprezzante.

Kreacher fece un piccolo inchino e si spostò di lato per permettere al padrone di entrare.

- Kreacher! Chi è? – La voce gracchiante dell’anziana strega raggiunse Sirius come uno schiaffo riportandogli alla mente tutte le occhiate gelide, le smorfie disgustate e l’assenza di affetto da parte di quella donna; fece un cenno a Kreacher affinché facesse silenzio e si avviò verso il salotto.

- Madre.

La donna si voltò di scatto: - Re…

- Spiacente, sono l’altro figlio, quello biasimato, non il preferito, pare che mio fratello si sia immischiato con persone poco raccomandabili, ne sapevate niente madre?

- Non permetterti Sirius, non hai nessun diritto di dire certe cose sul conto di tuo fratello.

Sirius perse le staffe: - Ma cosa credevate, con tutte quelle idiozie sul sangue puro, sulla supremazia dei Maghi nei confronti dei Babbani, dopo aver fatto di me un reietto per il semplice fatto di aver compiuto una scelta diversa facendomi Smistare a Grifondoro, cosa credevate che avrebbe fatto Regolus? Vi ha accontentata, si è unito alla causa dei Purosangue, peccato solo che è diventato un fuorilegge, se sapete dov’è farete meglio a dirmelo. È stato citato in diversi processi contro i Mangiamorte.

La donna sentendo quella parola rabbrividì Sirius la guardò con odio: - Ipocrita, vi faceva comodo che i Mangiamorte facessero piazza pulita dei Mezzosangue, ma da quando è sparito Voldemort – e nuovamente la donna rabbrividì – Vi siete resa conto che forse la parte giusta era un’altra. Complimenti per il tempismo.

- Non so dove sia Regolus, l’ultima volta che l’ho visto non stava bene, ha farfugliato qualcosa su una missione e poi è sparito con l’Elfo.

Sirius si voltò verso Kreacher.

- Kreacher, vieni nella mia stanza, devo farti delle domande e ti ordino di dire la verità.

L’Elfo seguì il mago che dissigillò la porta della sua stanza.

- Siediti. – Disse indicando una sedia, l’uomo si accomodò sul letto, ma prima di poter cominciare ad interrogarlo  vide che l’Elfo gli porgeva una busta.

La aprì e riconobbe la scrittura di Regolus.

Caro Sirius,

se stai leggendo questa lettera io sono morto. Avevi ragione su tutto ed io avevo torto. Ho riconosciuto una pecca nei piani del Signore Oscuro, lui che vuole la supremazia dei Purosangue è un Mezzosangue, lo sapevi?

Ha fatto uccidere maghi Purosangue solo perché non accettavano di piegarsi al suo volere. Ho visto cose fratello, che ti farebbero accapponare la pelle. Il Signore Oscuro non accetta dimissioni, per cui l’unico modo che ho per sfuggirgli è morire, non credere che ne sia felice; ma, se tutto va secondo i miei piani, almeno avrò reso un servizio a te ed ai tuoi compagni: so che fai parte dell’Ordine della Fenice. Il Signore Oscuro sta cercando qualcuno da infiltrare o qualcuno che abbia un punto debole, anche questo mi spinge a compiere la mia missione al più presto.

Sta attento a chiunque e non fidarti di nessuno, nemmeno degli amici più cari. Egli è capace di distruggere anche i più profondi legami di amicizia, parentela ed amore, l’ho visto succedere a nostra cugina Bellatrix, lei amava suo marito, ma è bastato che Egli le dimostrasse apprezzamento e lei non si è più curata di Rodolphus.

Torniamo a noi, l’Oscuro Signore mi ha chiesto di “prestargli” Kreacher. Ho il dubbio che il nostro Elfo gli serva per porre un oggetto importante al sicuro. Ho maturato la convinzione che l’Oscuro Signore abbia creato un Horcrux (si tratta di un oggetto che racchiude una parte dell’anima di una persona).

Ho ordinato a Kreacher di tornare appena il Signore Oscuro si fosse allontanato dal luogo.

In questo momento lo sto aspettando. Qualunque cosa sia l’importante oggetto lo affiderò all’Elfo. Chiediglielo e lui  te lo consegnerà.

Addio Sirius.

Regolus A. Black

 

Sirius sollevò stupito gli occhi dalla lettera : - Kreacher, potresti raccontarmi cosa è successo quando mio fratello è …

Non riuscì a finire la frase.

Kreacher cominciò a raccontare di come aveva seguito il Signore Oscuro, di come egli l’avesse condotto con una barca in un luogo buio, raccontò degli Inferi, della Pozione tremenda che era stato obbligato a bere, del medaglione e di come fosse riuscito a Smaterializzarsi ormai privo di forze.

Raccontò di come padron Regolus si fosse occupato di lui e di come l’avesse, in un secondo tempo, condotto sull’isolotto, di come si fosse sacrificato e gli avesse consegnato medaglione e lettera prima di essere trascinato via dagli Inferi.

Sirius accennò un breve segno con il capo, non aveva più parole, la gola era secca, con un groppo che non riusciva a sciogliere.

Rimase a fissare il foglio che aveva in mano per diversi minuti finché le parole cominciarono ad appannarsi e a confondersi.

Suo fratello era morto, il suo fratellino, quello che avrebbe dovuto proteggere, quello a cui aveva voltato le spalle quando a undici anni invece di seguire il suo esempio aveva preferito non deludere i genitori.

Ma cosa ne sa un ragazzino di come gira il mondo?

Aveva considerato un tradimento quello di essersi schierato dalla parte della famiglia invece che dalla sua.

Da bambini erano stati molto uniti anche se poi quando combinavano qualche marachella chi finiva nei guai era sempre lui. L’aveva sempre messo in conto, d’altra parte era il maggiore.

Recuperò le lettere che aveva ricevuto il primo anno in cui era a Hogwarts, le aveva tenute neanche lui sapeva perché.

Le rilesse: dalle prime traspariva l’ansia di sapere del fratellino, il tono cambiava man mano e Sirius si rese conto solo in quel momento delle pressioni che sicuramente suo fratello aveva subito. Troppo eccitato per l’esperienza del primo anno a Hogwarts non se n’era accorto subito, gli ci era voluto un mese, poi aveva sperato che suo fratello sarebbe cambiato una volta lasciata la vecchia casa.

Ricordava l’agitazione durante lo Smistamento e la delusione quando anche suo fratello era finito a Serpeverde. Si era sentito tradito e l’aveva allontanato senza pensare che era solo un bambino che voleva compiacere i genitori.

Si sentiva colpevole, se fosse stato più presente, se non fosse stato così egoista, forse il suo fratellino sarebbe stato ancora vivo.

Appoggiò il pollice e l’indice della mano destra alla radice del naso. Si sfregò un momento gli occhi e poi trasse un profondo sospiro: - Kreacher, ho bisogno che tu mi dia il medaglione.

L’Elfo consegnò al giovane padrone l’oggetto. Sirius gli appoggiò una mano sulla spalla: - Occupati di mia madre. Addio Kreacher. – Disse scendendo le scale e dirigendosi verso la porta d’ingresso.

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Capitolo iniziato con il sorriso sulle labbra e finito con qualcosa che mi macerava.

Credo di averlo rimaneggiato almeno 20 volte.

Spero sia di vostro gradimento, fatemi sapere anche se riscontrate delle incongruenze

Ciao

bic

 

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Capitolo 21
*** Guinnes e dentifricio ***


Gestione recensioni

Ili91: Sono davvero lieta che la storia ti piaccia così tanto da rileggerla, in effetti questo capitolo era un po’ triste, questo in origine doveva essere inserito insieme al precedente, solo che poi rimaneva troppo lungo perciò l’ho spezzato, spero comunque che apprezzerai. Grazie per la recensione

 

le_montagnine: 1 grazie perché continui a recensire inesorabilmente quasi tutti i capitoli, è un vero piacere ed un onore. 2 dell’horcrux non sa proprio cosa farsene, quindi farà l’unica cosa sensata, quanto alla supposizione seguente leggi e vedrai…

 

Vampires Tranny: debby, innanzitutto grazie per la recensione: è sempre piacevole scoprire di suscitare emozioni negli altri e ricevere complimenti per la caratterizzazione corretta dei personaggi è ancora meglio.

Che dire, anche io adoro Mira, l’ho costruita apposta perché combaciasse con Sirius come un pezzo di puzzle, anche se per un certo periodo mi ha sfiorato l’idea di accoppiarla con il buon vecchio Lunastorta. Attendo nuove recensioni per i capitoli restanti che saranno tre.

 

Grazie a chi legge… senza indugio andiamo a vedere di cosa ha bisogno Sirius in questo momento: forse un po’ di sostegno morale?

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Guinnes e dentifricio

Il cielo era ormai scuro, decise di tornare a casa, sarebbe andato da Silente il giorno seguente, aveva bisogno di qualcuno con cui condividere un buon bicchiere di scura, che non facesse domande e, nel caso, lo aiutasse a superare la nottata; Remus non era certo la persona adatta.          

Mira si vide comparire Black di fronte verso le nove. Anche se appariva pronto per una serata mondana, c’era qualcosa che non andava.

- Ti offro una birra. – Disse senza nemmeno salutare.

 Mira recuperò la giacca, salutò Arabella ed uscì.

 - Cosa c’è?

 - Mio fratello.

 - …

Sirius si schiarì la voce sperando che non gli tremasse: - Mio fratello è morto.

Mira spalancò gli occhi, ma non fece altre domande, si rese conto che Sirius aveva bisogno di elaborare il lutto, non sapeva se una sbornia fosse una scelta sensata, ma non commentò.

Si recarono in un Pub Babbano abbastanza vicino alla casa di Sirius. Ordinò un paio di Guinness ed aspettò.

Sirius sorseggiò la sua in silenzio, ne ordinò un’altra. Mira attendeva: - Com’è che non sei petulante come al solito?

- Com’è che sei venuto a cercare me invece di andare da Rem?

- Perché non c’è divertimento ad ubriacarsi con Lunastorta, gli prende sempre la sbornia triste e finisce a compatirsi maledicendo la sua malasorte, dicendo che non potrà mai avere una vita normale e cose simili, stasera non mi va di sentire le paranoie degli altri. – Scolò l’ultimo sorso e ne ordinò un’altra.

- Vuoi parlarmene?

- Era un Mangiamorte. Se ne è andato compiendo un gesto eroico contro Tu Sai Chi ed io non sono mai stato in grado di dirgli che gli volevo bene, era il mio fratellino e non sono riuscito a proteggerlo. – Disse prendendosi la testa tra le mani.  

Mira gli fece abbassare le braccia cercando i suoi occhi con un'espressione seria sul viso. 

- Non puoi sempre sentirti colpevole Sirius Black, sono spiacente di dirti che il mondo non gira intorno a te, le persone compiono delle scelte: che esse siano giuste o sbagliate, queste dipendono in minima parte dagli altri. Tuo fratello ha fatto una scelta che si è rivelata errata, l’ha capito ed ha cercato di porvi rimedio. Non ha nessun senso che tu ti colpevolizzi.

Sirius fissò gli occhi di Mira, lo sguardo della ragazza era serio e deciso. 

- Vieni, ti accompagno a casa, prima che crolli sul tavolo. – Gli disse porgendogli la mano.

Sirius si buttò sul letto, Mira stava per andarsene quando sentì un guaito. Si voltò e trovò il cane nero con il muso tra le zampe che mugolava. 

- Sei un idiota Black, non è che non mi accorgo se piangi solo perché sei un cane.

Si sedette sul letto con la schiena appoggiata alla spalliera, Black le appoggiò la testa sulle gambe e lei cominciò ad accarezzarlo.

Si svegliò che già iniziava ad albeggiare, il muso del cane a pochi centimetri dal suo naso. 

Gli passò la mano tra le orecchie grattandogliele e sentì un uggiolio soddisfatto, un attimo dopo si trovava ad un centimetro dal naso di Sirius Black, con la mano affondata tra i suoi capelli.

- Stai meglio?

Il mago aprì gli occhi, annuì, poi con un gesto repentino la avvicinò a sé e colmò la distanza tra i loro visi: un bacio lungo, lento.

Mira sciolse l’abbraccio poco dopo:- Io devo andare, e tu devi decisamente lavarti i denti, se hai bisogno di qualcosa: il dentifricio, lo spazzolino, una pozione Frescamenta... passa da me stasera.

Lo guardò con un'espressione sbarazzina e lui sollevò gli occhi al cielo, non aveva intenzione di ribattere: avrebbe voluto dire dargliela vinta.

Sirius si stiracchiò e sbadigliò chiudendo gli occhi, quando li riaprì la ragazza si era già Smaterializzata. 

 

 *******

Mira si era recata con Harry al supermercato e, all’uscita, si era trovata di fronte un vecchio amico: - Ciao Rem, cosa ci fai qua in giro?

- Hai notizie di Sirius?

Il giovane mago appariva piuttosto preoccupato.

- So che doveva vedere Silente o almeno questo è quello che ha bofonchiato stamattina mentre uscivo.

-  Hai passato tutta la notte da lui? – Remus sembrava più sconvolto per questo fatto che per la nuova visita di Sirius al Preside. 

-Diciamo che ieri sera aveva bisogno di sostegno morale. 

- Ma perché non ha chiamato me?

La ragazza decise che, per come si stavano mettendo le cose era decisamente meglio mentire spudoratamente. Perciò lo guardò con un’occhiata allusiva e rispose: - Per certe cose è meglio una presenza femminile.

Quindi distrattamente si spostò una ciocca di capelli che in quei giorni portava sciolti e Remus notò il chiaro segno di un succhiotto, per cui non fece ulteriori commenti. 

- Conosci per caso il motivo per cui si è recato di nuovo a Hogwarts?

- No, credo che dovesse semplicemente parlare con Silente.

 

 ******

 

Sirius era seduto di fronte al Preside di Hogwarts.

- Professore, sono passato solo per comunicarle le notizie che ho ottenuto e per consegnarle un oggetto che ritengo estremamente pericoloso, non solo per il semplice fatto che Voldemort si è premurato di occultarlo e di proteggerlo con una schiera di Inferi, ma anche perché pare contenga un pezzetto della sua anima.

Lo sguardo di Silente si fece ancora più concentrato.

- Sirius, hai tutta la mia attenzione.

 - Innanzitutto può comunicare al Wizengamot che Regolus Arcturus Black non è più un pericolo per la comunità magica perché è morto. In caso abbiate bisogno di ulteriori particolari potete fare riferimento all’Elfo Domestico della famiglia Black. Quanto all’oggetto cui accennavo prima si tratta di questo medaglione. – Disse Sirius porgendolo al Preside.

Silente osservò il medaglione, lo soppesò, tentò di aprirlo e poi si rivolse al giovane mago.

- Sirius, sai di cosa si tratta?

- E’ un medaglione di dubbio gusto con su inciso un serpente. – Rispose asciutto.

- Tu conosci la storia dei fondatori di Hogwarts immagino, sai che nei secoli si sono smarriti tutti i cimeli appartenuti ai fondatori; l’unico che, a tutt’oggi, è presente all’interno della scuola è la spada di Godric Grifondoro. Ebbene, ti comunico che tu hai appena ritrovato uno di questi cimeli: si tratta del medaglione di Serpeverde, non credo che sia difficile capire perché Voldemort abbia deciso di utilizzare questo oggetto. Prima di diventare Lord Voldemort era un giovane Serpeverde molto ambizioso ed amava collezionare pezzi unici per cui non mi stupisce che abbia protetto questo medaglione così accuratamente.

- Lo tenga pure, lo studi, ci faccia quello che vuole, mio fratello è morto pur di consegnarlo all’Ordine e, visto che il capo dell’Ordine è lei, le spetta di diritto.

- Mi dispiace per Regolus. Non era un cattivo ragazzo, ha solo compiuto delle scelte sbagliate.

- Se io non fossi stato così egocentrico avrei potuto fermarlo.

L’anziano mago appoggiò una mano sulla spalla di Sirius. – Credimi quando ti dico che nessuno può capirti meglio di me.

Sirius si voltò e gli parve di vedere una lacrima luccicare dietro gli occhiali a mezzaluna del Preside.

Il mago si congedò ed uscì dalla scuola come Felpato, non aveva voglia di fare altri pessimi incontri. Si recò da Remus convinto che Mira l’avesse già aggiornato. E si stupì quando si rese conto del contrario.

- Ancora non l’hai capito che è una Tassorosso anomala?

- Scusa se non te ne ho parlato ieri sera. Avevo bisogno di…

- Non scendere nei particolari, posso immaginare che avessi bisogno di distrarti e Mira mi ha già fatto capire che la distrazione si è protratta abbastanza a lungo.

Sirius rimase basito. A lui non sembrava che fosse successo niente, cercò di ricordare, ma era certo che Mira quella mattina fosse vestita esattamente come la sera prima. E che proprio non si fosse tolta i vestiti, anche perché gli sembrava di aver dormito come Felpato.

- Hai finito di sognare ad occhi aperti?

Sirius si riscosse: - Sì, senti, Mira mi ha detto che Nora partorirà il 25.

- C’è la luna piena. – Rispose Remus a mezza voce.

- Lo so, Mira si è offerta di sostituirti.

Remus lo guardò sbalordito: - E hai deciso di ascoltarla?

- Forse la sua presenza mi impedirà di ridurre quel ratto schifoso ad un ammasso informe di cenere. Domani sera vieni a casa mia così vediamo di studiare un piano per la cattura.

Remus annuì. Quindi avvertì anche Mira tramite gufo.

 

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Capitolo 22
*** Cane, gatta, topo ***


Gestione recensioni

dirkfelpy89: Se la curiosità ti sta rodendo non preoccuparti, il piccolo di Nora arriverà prestissimo…

le_montagnine: Sirius e Mira sono due persone estremamente intelligenti, ma anche estremamente lente per certe cose, comunque presto o tardi se ne renderanno conto, tranquilla.

Ili91: Tranquilla, Nora se ne farà una ragione e poi chissà, forse riuscirà a anche a trovare un bravo ragazzo, prima o poi….

Vampires Tranny: Sirius uggiolante è una delle immagini a me più care, ma è ancora più tenero quando si fa accarezzare la testa da Mira.

Remus mi sembra decisamente il tipo da sbornia triste anche se in questo momento mi preoccuperei parecchio se cominciasse a farneticare sulla piccola Tonks, direi che data l’età sarebbe più probabile farneticasse sulla mamma di Tonks.

Credo che nella Casa di Tassorosso siano più le persone eccentriche che quelle normali, comunque Mira è stata sicuramente l’antesignana delle strampalate.

 

Grazie per i commenti e scusate se non ho aggiornato prima per cui, bando alle ciance e cominciamo….

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Cane, gatta, topo

I tre trascorsero diverse ore valutando tutte le ipotesi, verso l’una avevano il cervello che scoppiava e almeno due metri di pergamena con l’elenco di tutte le azioni possibili.

Remus si congedò salutando Mira con un bacio sulla guancia e stringendo la mano di Sirius.

- Vuoi fermarti qui?

La ragazza scosse il capo: - Non farti strane idee, irsuto canide. – Rispose sorridendo, quindi aggiunse: – Accompagnami a casa da buon cavaliere, invece.

Si Materializzarono nel parco giochi di Little Winghing e Sirius domandò: - Come mai hai fatto credere a Remus che l’altra sera avessimo …?

- Avrebbe potuto offendersi sapendo che avevi scelto la mia compagnia invece della sua per una sana sbornia, se non gli avessi fatto credere che oltre alla bevuta c’era stato anche altro ci sarebbe rimasto male. Non volevo che Rem si sentisse ferito e soprattutto non volevo che ci fossero incomprensioni tra di voi per una cavolata del genere. Comunque mi sconvolge il fatto che tu sia venuto da me.

- Tranquilla, se James fosse stato vivo ci sarebbe stato lui al tuo posto. – Rispose Sirius sarcastico.

Mira lo guardò con sufficienza e poi gli rispose con un sibilo: - Mi auguro che tu non facessi con James quello che fai con me.

Quindi si voltò e si diresse a passo spedito verso la casa di Arabella.

L’unico pensiero che comparve nella mente di Sirius fu “Ma cosa diavolo ho detto per farla arrabbiare, e soprattutto con quella risposta dovrei essere io a sentirmi insultato”.

L’Animagus si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e si allontanò continuando a pensare allo strano atteggiamento della ragazza.

*******

Mira era passata a trovare Nora per salutarla prima che entrasse in sala operatoria.

- Mi farebbe piacere che ci fosse anche Remus. – Disse la ragazza mentre si preparava spiritualmente per affrontare l’intervento.

Nella stanza insieme a lei c’erano sua madre ed un paio di amiche. Mira fu lieta che la futura nonna fosse lì per sostenere sua figlia in una situazione così complessa e si augurò che non la lasciasse sola nemmeno dopo.

- Lo so, poverino, è a casa con una brutta influenza, ha detto di salutarti e ti augura in bocca al lupo. – Mira sorrise tra se per il doppio senso di quella frase. Poi proseguì: - Ti aspetto qui e non preoccuparti, sono certa che andrà tutto bene.

Nora tentò di fare un sorriso, ma le uscì solo una smorfia stiracchiata.

Sirius entrò nel reparto solo quando fu certo che la ragazza fosse già stata portata via e si sedette accanto a Mira ad aspettare.

Meno di un’ora dopo videro una nuova culla comparire dietro il vetro del nido, sull’etichetta riportante il nome era scritto: James Remus Turner.

Appena possibile Mira andò a salutare Nora che le mostrò con orgoglio il bambino e le domandò se pensava che Remus avrebbe accettato di fargli da padrino. Mira le sorrise: - Secondo me ne sarebbe davvero felice. – Rispose allegra.

Quando lasciò la stanza di Nora, lei e Sirius utilizzarono un incantesimo di Disillusione e si apprestarono a trascorrere la nottata a vegliare in attesa che il ratto facesse la sua apparizione. Facevano turni di due ore ciascuno. Erano le quattro del mattino quando Mira si accorse di qualcosa di strano. Doveva esserci qualcun altro oltre a loro, non sapeva come spiegarlo, tirò una gomitata a Sirius che, con un incantesimo non verbale, eliminò l’incantesimo di Disillusione di Minus.

Sirius gli bloccò una mano e Mira gli sottrasse la bacchetta, quindi si rivelarono.

Peter guardò l’amico con tristezza, ma anche con una strana sorta di sollievo. Poi disse: - Hai visto come è carino mio figlio? – Una lacrima gli scivolò dall’angolo dell’occhio, ma non aggiunse altro.

- Andiamo. – Rispose Sirius duro.

Si Materializzarono davanti alla Testa di Porco poi proseguirono a piedi verso il castello.

L’alba si rifletteva sulla superficie liscia del Lago Nero, Mira per un momento si sentì di nuovo a casa.

Entrarono senza difficoltà nell’ufficio del Preside ed attesero. Da lì Peter non avrebbe mai potuto Smaterializzarsi per cui Sirius e Mira si rilassarono un attimo; la ragazza era esausta e si sedette su una delle poltrone disseminate per l’ufficio. Chiuse un momento gli occhi e Sirius, sempre con la bacchetta puntata verso il collo di Minus, le appoggiò una mano sulla spalla: - Ottimo lavoro, nemmeno Remus avrebbe fatto di meglio.

A Peter non sfuggì l’atteggiamento del vecchio compagno di scuola, era raro vedere Sirius così concentrato su una persona  che non fosse sé stesso. 

La ragazza gli rispose con un sorriso stanco.

Colse lo sguardo del vecchio compagno di Casa e capì che quella ragazzina era qualcosa di più della classica avventura.

Silente li raggiunse in pochi minuti.

- Peter, sono pronto ad ascoltare le tue spiegazioni.

Il giovane mago cominciò con voce tremante:- Quando ho saputo che Lily aspettava Harry domandai a James cosa avrebbe fatto per loro, lui mi rispose: << Per loro morirei e sarei disposto a sacrificare ogni cosa.>> All’epoca la cosa mi colpì, ma non capii la reale portata di quell’affermazione. Quando Nora mi ha detto di essere incinta ho compreso cosa voleva dire ed ho capito che anche io avrei fatto la stessa cosa. Dovevo salvarli, Voi Sapete Chi non mi ha dato alcuna scelta. O la famiglia di James o la mia. Ho scelto la mia.

- James avrebbe trovato un’alternativa, non ti avrebbe mai tradito. – Gridò Sirius adirato.

- È possibile, non lo sapremo mai, io non ho trovato altre alternative. – Rispose Peter cominciando a tremare, con uno strano timbro nella voce, non osava guardare l’amico dritto negli occhi. Mira trattenne Sirius bloccandogli il braccio che impugnava la bacchetta prima che combinasse qualche sciocchezza.

- Lasciami ragazzina. – Le ringhiò contro, ma Mira, per nulla intimorita, mantenne la presa. Allora si rivolse nuovamente a Peter: - Avresti potuto parlarne con me o Remus, ti avremmo aiutato.

- No, non avreste potuto aiutarmi…, non avreste capito…, non potevate…. – Cercò di spiegare farfugliando.- Poi, recuperando un po' di coraggio disse: - Cosa faresti tu se minacciassero lei?

Sirius lo fulminò con lo sguardo e rispose: - Non avrei tradito un amico.

Mira taceva, il confronto tra quei due animi tormentati la distruggeva: poteva arrivare a comprendere le ragioni di Peter, eppure sapeva che Sirius aveva ragione.

- Peter, in questa vicenda tu non sei l’unico colpevole, numerose persone hanno agito spinte da motivazioni differenti ed hanno commesso errori irreparabili. La concatenazione di tali eventi ha portato la morte di James e Lily, ora ti chiedo cosa sei disposto a fare per espiare la tua colpa?

- Non Azkaban. Per pietà! – Squittì Peter terrorizzato.

Fu esattamente in quel momento che Mira capì cosa aveva spinto Peter: paura, una fottutissima paura che l’aveva accecato al punto da non permettergli di capire che, se l’avesse chiesto, avrebbe trovato tutto l’aiuto di cui aveva bisogno. In un lampo le passò di fronte agli occhi il proprio Smistamento, quando poco prima che il Cappello Parlante le calasse sugli occhi aveva visto quattro ragazzi che facevano una cagnara folle al tavolo dei Grifondoro.

Come aveva potuto una persona così paurosa finire con i coraggiosi? Mira osservò il ratto tremante e, senza nemmeno accorgersi del suo gesto fece apparire una gabbietta, Peter non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto che la ragazzina si era alzata in piedi e gli puntava la bacchetta contro che si ritrovò Trasfigurato in un topo. Mira lo acchiappò mentre era ancora stordito e lo chiuse nella gabbietta.

Silente e Sirius la guardarono stupefatti: - In questo modo è incosciente, non è in grado di assumere la sua forma umana a meno che sia un mago o una strega a Trasfigurarlo nuovamente.

È rinchiuso in gabbia e non può nuocere a nessuno, però potrà vivere con la sua famiglia, credo proprio che il piccolo James Remus avrà un compagno di giochi appena sarà abbastanza grande da tenerlo in mano senza ucciderlo.

Fu esattamente in quel momento che Sirius si rese conto di amare quella ragazza.

 *******

Cara Nora,

ho visto il bambino, è splendido e ringraziando il cielo ha preso tutto dalla mamma.

Ho lasciato l’Inghilterra forse per sempre, ti chiedo di occuparti del mio piccolo amico (si chiama Codaliscia) come se si trattasse di me.

Con immutato affetto.

Peter.    

 

Il biglietto si trovava su di una gabbietta che Nora trovò il primo giorno di maggio davanti a casa sua, all’interno un topino sonnecchiava avvolto in un calzino di lana.

La ragazza portò immediatamente la gabbietta in cucina ed accarezzò il topino attraverso le sbarre, poi prese il biglietto e lo appese nella bacheca accanto alle altre lettere ed alle poche foto di Peter.

Il piccolo James cominciò a lamentarsi e si diresse in camera. Mentre il topo cominciava a fare un po’ di esercizio sulla ruota.

 - Se l’è bevuta. – Disse Remus incredulo.

Mira scoppiò a ridere: - Avrei potuto diventare un’ottima falsaria se non avessi fatto la babysitter.  Rispose guardando Harry che le faceva le smorfie dalle braccia di Sirius.

Poi riprese: - Ora che non avete più nessuno a cui dare la caccia la vostra vita diventerà di una noia mortale.

Remus stava per dire qualcosa, ma poi ci ripensò, quella era una cosa che doveva gestire Sirius.       

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N.d.A.

Spero che lo svolgimento dei fatti non sia stato troppo rapido, lo so che vi ho fatto sospirare parecchio questo capitolo, mi auguro che sia di vostro gradimento, ora non rimane che la conclusione.

Ciao

bic

 

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Capitolo 23
*** Qualche splendido giorno ***


Gestione recensioni

Ili91: grazie per la recensione, anche a me dispiace un po’ che la storia sia finita, ma non disperare…

dirkfelpy89: mi dispiace che l’aggiornamento non sia stato molto rapido, purtroppo ho avuto dei problemi con la connessione, ma mi faccio perdonare subito…

le_montagnine: scusa per l’attesa, non indugio oltre e ti lascio leggere la storia. Un bacio!

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N.D.A

Lo so, normalmente le note d’autore si mettono al fondo del capitolo, ma questa andava assolutamente inserita prima, non odiatemi…

Eccoci al dunque, il topo è stato catturato, giustizia è stata fatta.

E poi? E poi credo proprio che ci vorrà un If_2 il Ritorno (non vi libererete tanto facilmente di me). Ho lasciato troppe porte aperte per esempio: come se la cava Bellatrix? Oppure come diventerà il piccolo James Remus? ma soprattutto...

Se vi dico tutto adesso che gusto c'è?

Per quanto riguarda questo ultimo capitolo è nato parecchio tempo fa quando ancora non avevo idea di cosa sarebbe successo in mezzo, per questo spero non sia troppo slegato dal resto o meglio da come si sono evoluti i personaggi.

Un giorno sentendo la canzone "In qualche splendido giorno" dei Modena City Ramblers hanno cominciato a frullarmi in testa immagini che si adattavano alla perfezione con questa FF e con questa conclusione, per cui ho deciso di introdurre la canzone. Se avete voglia ascoltatela mentre leggete, perchè merita davvero. Il link è qui sotto

http://www.youtube.com/watch?v=0jo0_WTaobw

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In qualche splendido giorno

 

Il faro tagliava la notte, un filo d'acqua bagnava la strada.
Camminavano insieme in direzione del ponte. Da un portone una tromba suonava.
Lei guardava in basso le scarpe, tra cicche spente, giornali e lattine.
Lui fischiava un vecchio blues
e pensava ad una cosa qualunque da dire.

 

Era raro che loro due, si ritrovassero a passeggiare tranquillamente in una notte d’estate.

Stavano rientrando da Diagon Alley, Howard li aveva viziati con uno dei migliori vini che aveva. Avevano lasciato passare il tempo in chiacchiere inutili e, quando era stato il momento di andarsene, l’uomo si era reso conto che di tutto avevano parlato tranne che di ciò che gli premeva. Sirius non sapeva come cominciare, a volte Mira riusciva ancora a farlo sentire totalmente fuori posto, eppure era importante ciò che aveva da dirle. La ragazza gli camminava di fianco saltellando come un Elfo nel vecchio vicolo della Londra Babbana, sembrava quasi che danzasse, aveva un modo di muoversi particolare: come un gatto che cammina sopra un cornicione, attento, ma elegante.

- Mira, io devo parlarti.

- Abbiamo parlato tutta la sera, se non sbaglio. – Rispose lei con una smorfia sbarazzina.

- Questa è una cosa importante.

- L’avevo immaginato, sapevo che non saresti rimasto, anche se per te Harry è la cosa più importante al mondo. Sai, nella letteratura Greca si parla di un eroe che dopo dieci anni di combattimenti ed altri dieci di esilio riesce finalmente a ritornare a casa, per trascorrere il resto della sua vita in pace e serenità. Sai lui cosa fa dopo qualche tempo? Riprende il mare, perché quella è la sua casa, tu sei come lui Sirius.

Mira aveva gli occhi lucidi mentre finiva di parlare, ma guardava ostinatamente di fronte a sé.

- Non ti starai mica commuovendo, vero? Mirzam Korat, la ragazza dura come un pezzo di marmo, si sta squagliando in lacrime perché il favoloso Sirius Black sta per andarsene?

In realtà Sirius non avrebbe voluto essere così sarcastico, le parole che gli frullavano in mente erano altre:


Ma non piangere per me, non piangere per me.
Perché presto o tardi sai sarò di nuovo qui intorno.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Ci troveremo ancora sai, in qualche splendido giorno.

 

Lei gli soffiò contro come una gatta arrabbiata, mentre cercava di trattenere quelle cavolo di lacrime che erano lì per sfuggirle dagli occhi.

Sirius la trattenne per le spalle: - Mira, tornerò, non vado mica via per sempre.

Lei gli lanciò un’occhiata stizzita: - Se tornerai intero non è detto che comunque io sia rimasta qui ad aspettarti.

Sperava di farlo arrabbiare in quel modo, sapeva che non poteva neanche estrarre la bacchetta per minacciarla come avrebbe voluto perché c’era gente intorno a loro.


Una vecchia indiana vestita di giallo li osservava seduta a un balcone.
Lei sorrise appena e gettò una moneta al mendicante dal cappello marrone.
Lui marcava i passi come Jimmy Dean, masticando una frase d'addio.
"Ogni cosa è già fatta, ogni cosa è già detta,
quando vedi che il racconto è finito."

 

- Mi stai lasciando Mira?

La domanda di Sirius la colpì come una coltellata al petto, ma che diavolo farneticava?

- Perché quando mai siamo stati insieme?

Sirius sussultò: - Pensavo che per te fosse qualcosa di più di qualche incontro occasionale e di un paio di bicchieri ogni tanto.

Un sussurro: - E per te cos’era? -  Ormai Mira non cercava neanche più di trattenerle, le lacrime avevano cominciato a scorrere da sole.


Ma non piangere per me, non piangere per me.
Perché presto o tardi sai sarò di nuovo qui intorno.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Ci troveremo ancora sai, in qualche splendido giorno.

 

Avrebbe voluto prenderle il viso fra le mani e cancellare quelle lacrime, avrebbe voluto tornare indietro e dire a Silente che poteva andare a cercarseli lui quegli oggetti maledetti, i cimeli dei fondatori perduti da secoli. Avrebbe voluto, ma sapeva che non l’avrebbe fatto, sapeva di dover fare la sua parte, come aveva fatto suo fratello, quel fratello di cui ora era così fiero.

La guardò dritto negli occhi: - Mira, hai ragione, probabilmente io sono come quell’antico eroe, non posso fermarmi, devo cercare qualcosa di nuovo, devo rischiare per sentirmi vivo e soprattutto per dare a Harry la possibilità di vivere in pace, senza essere braccato continuamente da Voldemort o dai Mangiamorte.

Lei annuì, poi sbuffò e rispose: - Non è solo un passatempo il fatto di vederci, ma puoi pure scordartelo che adesso ti dica languidamente che ti amo, perché tanto non lo farei mai.

Sirius sorrise con quel sorriso sbilenco che le faceva venir voglia di avvinghiarglisi addosso e non mollarlo più.

- Piantala, bastardo, che tanto non ti salto addosso in mezzo alla strada.


Il marciapiede era grigio e deserto, nella notte un lampione brillava.
Lui la strinse forte al suo fianco, mentre lontano un cane abbaiava.
"Era tutto scritto da sempre sai. Era racchiuso nel mazzo di carte.
Che la donna rossa si incontra col fante,
ma alla fine il giro riparte."

 

- Mira, ti prometto che tornerò. – Il tono di Sirius era grave, un’espressione seria aveva rubato il posto al sorriso malandrino.

- Mi stai chiedendo di aspettarti?

L’uomo annuì: - Preferisco passare tutta la vita a litigare con te piuttosto che avere tutte le donne del mondo.

Mira, con un groppo alla gola riuscì a formulare la domanda a stento: - P-perché?

- Perché ti amo sciocca testona, e so che anche tu ami me anche se non lo ammetteresti nemmeno sotto tortura.

Mira strinse le labbra, cavoli, aveva ragione, ecco perché faceva così male sapere che sarebbe partito per una missione con tante incognite, molto probabilmente anche pericolosa, ecco perché temeva che non tornasse: non per Harry, ma per sé stessa, la consapevolezza della cosa la colpì in pieno. Quindi lei era Penelope?

Si erano fermati nei pressi del ponte, aveva preso il suo viso tra le mani e l’aveva baciato con tutta la consapevolezza che quello avrebbe anche potuto essere l’ultimo. Lui si era stupito, non capitava spesso che Mira si lasciasse andare a simili gesti di affetto. L’aveva sollevata, era così leggera, l’aveva appoggiata sulla balaustra perché fosse più comoda, per quel bacio si erano presi tutto il tempo.


Ma non piangere per me, non piangere per me.
Perché presto o tardi sai sarò di nuovo qui intorno.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Ci troveremo ancora sai, in qualche splendido giorno.

Lei gli disse: - Che il viaggio sia buono.

Lui rispose soltanto: - Lo sarà.

 

Un attimo dopo si era Smaterializzato, lei si cancellò le  lacrime con una manata, doveva tornare a casa, da Harry.

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Note finali

Se siete arrivati a leggere fino qui avete avuto una bella resistenza ed ora vi tocca sorbirvi anche tutti i ringraziamenti.

Grazie a chi ha letto, a chi ha recensito, a chi ha deciso di votare questa storia su Acciofanfiction, a chi ha amato i miei personaggi ed anche a chi li ha odiati aiutandomi a ridimensionarli un pochino.

Grazie a tutti perché sapere che ciò che si scrive suscita emozioni non ha prezzo… per tutto il resto c’è mastercard

 

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