IF (/viewuser.php?uid=47402) Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prologo *** Capitolo 2: *** A Hogwarts *** Capitolo 3: *** Scuse, confessioni e recupero felini *** Capitolo 4: *** Casa Dursley *** Capitolo 5: *** Ospite inattesa *** Capitolo 6: *** Via vai *** Capitolo 7: *** Vita dai Dursley *** Capitolo 8: *** L'ospite *** Capitolo 9: *** Convivenza forzata *** Capitolo 10: *** Buonanotte *** Capitolo 11: *** Shopping *** Capitolo 12: *** Vigilia *** Capitolo 13: *** Natale *** Capitolo 14: *** Fine della vacanza *** Capitolo 15: *** Incontri ravvicinati del primo tipo *** Capitolo 16: *** Felpato graffiato *** Capitolo 17: *** Due scapoli e un bebè *** Capitolo 18: *** I nodi vengono al pettine... Quasi tutti *** Capitolo 19: *** Donne e motori *** Capitolo 20: *** Questioni di famiglia *** Capitolo 21: *** Guinnes e dentifricio *** Capitolo 22: *** Cane, gatta, topo *** Capitolo 23: *** Qualche splendido giorno *** Capitolo 1
Capitolo 2
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Capitolo 3
*** Scuse, confessioni e recupero felini ***
Cara Ms Montana grazie
per la nuova recensione, spero che gradirai la maggiore presenza di Lunastorta di questo capitolo, ciao. Bic Grazie anche alle nuove persone che hanno inserito
la storia tra i preferiti o tra quelle seguite N.d.A. Ho scopiazzato
il nome del gatto dei Potter da una storia di Ladyhawke,
che mi ha gentilmente concesso il permesso di sfruttare il copyright Scuse, confessioni e
recupero felini. Cominciava ad
albeggiare. - Ora devo andare -
disse Sirius più a se stesso che all'anziano preside - devo andare a chiedere
perdono ad un amico per aver sospettato di lui e a salutare James e Lily. -
aggiunse con una strana vibrazione nella voce. Silente distolse un attimo lo
sguardo mentre il giovane Animagus passava nervosamente il dorso della mano
sull'occhio destro per cacciare quella che non avrebbe mai ammesso essere una
lacrima. Silente gli strinse
la mano ed un attimo dopo il mago era sparito per far posto ad un enorme cane
nero che sgusciò fuori dalla scuola mentre gli studenti ancora dormivano. Sirius sperava che in
forma animale il dolore sarebbe stato più sopportabile, ma quello che sentiva,
era la sua anima in fiamme ed ogni pezzetto che bruciava lasciava un vuoto
incolmabile dentro. Si precipitò lungo il
parco, costeggiò la foresta proibita, scese fino a Hogsmade e poi più giù
ancora, a perdifiato lungo i binari che portavano da Londra a Hogwarts. Corse fino a quando
non sentì che la gola bruciava ed i polmoni stavano per scoppiare. Rallentò
l'andatura mentre riacquistava forma umana ed allora si rese conto che il
dolore era più forte di quanto avesse pensato: cadde a terra e pianse, urlò,
imprecò e gridando giurò vendetta per James, per Lily, ma soprattutto per
Harry. Quando ormai aveva
sfogato la rabbia ed in lui non erano rimaste altro che sofferenza e tristezza
si Smaterializzò. Remus aprì la porta
appena sentì il familiare crack della Materializzazione. Da quando aveva saputo
la notizia non aveva fatto altro che cercarlo, ma gli era risultato impossibile
trovarlo. Quello che gli si parò dinnanzi e che gli rovinò addosso in uno stato
spaventoso era lo spettro del suo amico d'infanzia. Remus lo respinse ed
estrasse la bacchetta: - Dammi un buon motivo per non farlo. - disse al vecchio
amico ringhiando come faceva solo nelle notti di luna piena. Sirius si tirò in
piedi: - Credi davvero che avrei mai potuto tradire James? Sarei morto
piuttosto. Ho convinto James a designare Peter Custode Segreto. - Peter? Peter Minus
era il Custode Segreto? Perché hai scelto lui? - Perdonami Lunastorta. -... - Silente aveva
capito che qualcuno dell' Ordine stava passando informazioni a Voldemort, ma io
non ho sospettato di Peter. Remus comprese: -
Pensavi che fossi io la spia? Per la prima volta
nella sua vita Sirius provò vergogna, aveva sempre affrontato la vita a testa
alta ed aveva sempre pensato che non si sarebbe mai pentito delle sue scelte,
fossero esse giuste o sbagliate. In effetti non era mai tornato sui suoi passi,
nemmeno quando il non farlo aveva prodotto sofferenze negli altri. Solo ora si rendeva
conto che le sue scelte avevano sempre avuto conseguenze per coloro che gli
stavano intorno e, questa volta, il fidarsi del compagno sbagliato ed il
dubitare dell'integrità di un amico vero, avevano causato la morte di colui che
aveva imparato a considerare un fratello. Con la testa bassa
annuì, non riusciva nemmeno a guardare Remus negli occhi. Pensava che gli
avrebbe sbattuto la porta in faccia, invece gli mise una mano sulla spalla e lo
fece entrare nel suo umile appartamento:- Da quando ho saputo cosa è successo a
Godric's Hollow ho
immaginato che tu fossi la spia, quindi, come vedi, siamo pari. Sirius si considerava
ben lontano dall'essere alla pari con Remus: aveva dubitato di lui per mesi,
non per poche ore; ma ciò che gli faceva più male era di averne messo in dubbio
la sincerità morale perché, come Creatura Oscura, per lui sarebbe stato più
facile "cadere in tentazione". - Non mi sono
rivelato migliore del resto della mia famiglia dopo tutto: ha dubitato di te
perché sei un Lupo Mannaro. - Sirius, io avrei
agito nello stesso modo, chi mai avrebbe potuto sospettare di Peter? - Però io... - Sirius basta, non
aggiungere altro, hai bisogno di una doccia e di un caffè. L'Animagus si diresse
verso il bagno sperando che l'acqua lavasse via un po' di quel dolore che gli
attanagliava l'anima; tuttavia, quando uscì dal bagno, con i capelli che ancora
grondavano acqua sulla camicia lisa che Remus gli aveva prestato, sentiva solo
un gran vuoto dentro. - Il piccolo Harry? - Per il momento
starà dai suoi zii. Remus annuì ed
aggiunse: - Dobbiamo andare a Godric's Hollow, recuperare tutto ciò che era caro a James e Lily e
conservarlo per Harry. Poi ci sarà il funerale. Tacque un istante poi
aggiunse: - Cosa pensi di fare in merito a Minus? - Stanerò quel lurido
ratto di fogna fosse l'ultima cosa che faccio, Silente mi ha detto di portarlo
da lui vivo, ma non ha specificato le condizioni. - Sarà meglio che
venga con te a cercarlo, altrimenti mi sa che ai Dissennatori
rimarrà ben poco. Sirius fece una
smorfia che doveva sembrare un sorriso ma che uscì simile ad un ringhio e
cominciò a sorseggiare il caffè bollente. I giovani maghi
si Materializzarono a Godric's Hollow; il luogo pullulava di Auror, la Skeeter
si aggirava lì intorno come un avvoltoio su una carogna, cercando
disperatamente di cogliere brandelli di conversazione. Un paio di Indicibili
stavano osservando attentamente la scena mentre gli Auror facevano tutti i
rilevamenti del caso, tra loro Sirius vide una vecchia conoscenza: - Frank! Il giovane Auror si
voltò ed accolse i nuovi venuti con un mesto sorriso. - Ciao ragazzi. - Quando sarà
possibile recuperare i beni di James e Lily? - Presto, abbiamo
quasi finito con i rilievi e tra poco ce ne andremo, non so quanto potrete
recuperare, la casa è semi distrutta. Sirius annuì, era
arrivato sul posto molto prima di quanto lo stesso Paciock
sospettasse. Remus intervenne:
- Alice come ha preso la notizia? - Male, è
inconsolabile, continua a dire che poteva toccare a noi, vorrebbe chiedere al
Ministero la custodia di Harry, ma non credo che sia una buona idea, ho una
brutta sensazione. Remus e Sirius ci
impiegarono buona parte della giornata a recuperare i pochi oggetti che si
erano salvati dal disastro: lo specchietto di James, conservato in un cassetto,
la sciarpa Grifondoro di Lily, un vecchio Boccino autografato dal Cercatore
della Nazionale e poi tutte le fotografie integre che riuscirono a recuperare. Sirius salì nella
stanza di Harry per vedere se qualcuno dei suoi giocattoli si era salvato, ma
nessuno dei pupazzi animati, né dei giochi avevano retto all'onda d'urto del
rimbalzo della Maledizione Senza Perdono, si voltò per uscire quando il suo
sguardo fu attirato in un angolo: nascosta dietro la porta scardinata, la
piccola scopa giocattolo, che gli aveva regalato per il suo primo compleanno,
giaceva un po' malconcia, ma ancora perfettamente funzionante. Sirius sorrise e
mormorò: - Sarà un segno del destino... - Sirius? L'Animagus scese le
scale facendo attenzione ai gradini divelti. - Che c'è Remus? - Dov'è finito il
gatto? Sirius osservò
l'amico con aria interrogativa. - Snitch?
Micio? Dove sei? Remus e Sirius
impiegarono una buona mezz'ora a cercare il gatto e lo trovarono rannicchiato
in un anfratto del muro, nascosto dietro al divano rovesciato che miagolava
piano. Lo presero in braccio
con tutte le precauzioni perché sembrava piuttosto malconcio, ma si resero
conto che tutto sommato non doveva aver riportato ferite irreparabili: giusto
la coda un po' spelacchiata e le vibrisse bruciacchiate. - Bene, ora che lo
abbiamo trovato dove lo portiamo? - In effetti per
scovare un topo un gatto ci farebbe comodo, ma non credo che viaggerebbe
volentieri con noi, ricordi cosa succedeva quando mi trasformavo in sua
presenza? Remus annuì con un
sorriso. - Forse ho trovato. -
Aggiunse Sirius e raccontò brevemente a Remus chi fosse la signora Figg. Sirius recuperò ciò
che avevano sottratto dalle macerie della casa e si Smaterializzò con il gatto
in un cesto. Quando si
Materializzò nel vicolo adiacente a Private Drive si rese conto di quanto
simili e conformiste fossero tutte quelle villette a schiera. E si domandò come
avrebbe potuto riconoscere quella giusta. Non aveva percorso
nemmeno trenta metri quando sulla destra vide qualcosa che attirava la sua
attenzione: una decina di gatti di ogni forma e dimensione si stava avvicinando
ad una casa ed un'anziana signora li stava pigramente redarguendo per la loro
ingordigia. "Credo di averla
trovata" pensò Sirius tra sé mentre si avvicinava alla casa. Lo
so ragazze, l'idea di Sirius grondante acqua con sguardo perso e camicia
vagamente sbottonata non è stata resa pienamente, vedrò di rifarmi al più
presto. |
Capitolo 4
*** Casa Dursley ***
MsMontana: ti ringrazio per l’apprezzamento, mi fa piacere che
approvi il fatto che il povero Stich abbia trovato un
luogo sereno dove passare il resto della sua vita. Per ciò che riguarda la Skeeter non è nemmeno il caso di parlare ulteriormente di
lei, lasciamo che cuocia nel suo brodo…XD. Quanto a Remus lo vedremo sempre più
spesso: lui e Sirius avranno presto una missione da compiere… alessiabass: grazie per la
recensione, il micio avrà un piccolo ruolo più avanti e spero che ti faccia
sorridere. Un ulteriore grazie a coloro che hanno inserito la storia tra quelle preferite o tra quelle seguite. Ed ecco ora il povero
Sirius alle prese con i Dursley _____________________________________________________________________________________________________ Casa
Dursley Un
distinto gentiluomo camminava a passo deciso lungo Privet
Drive immerso nei propri pensieri. Aveva
l'apparenza di un nobiluomo di altri tempi e non avrebbe sfigurato ad un ballo
di gala, anche se il cappotto, il completo dal taglio elegante e la cravatta
neri sarebbero stati trovati un po' troppo funerei ed in effetti il giovane
proveniva proprio da un funerale: quello del suo migliore amico. Preso
da cupi pensieri Sirius non si rese nemmeno conto di avere finalmente raggiunto
il numero quattro. Poche
ore prima aveva conosciuto la signora Figg che l'aveva accolto come un nipote,
nel vero senso della parola: - Da ora per te io sono la zia Arabella, per
chiunque ti incontri in questa strada. A proposito, quando pensi di andare a
parlare con i Dursley? -
Veramente volevo andarci ora. -
In questo stato? -
Quale stato? -
Barba di ieri, vestiti consumati e capelli incolti come un cespuglio di rosa
canina. Sirius
sorrise per il paragone, ma poi si osservò con l'occhio critico che avrebbero
usato i Dursley e, suo malgrado, dovette dare ragione a sua madre quando gli
diceva: - Coloro che appaiono sobri ed eleganti saranno sempre accolti con
favore dalle persone sciatte ed ignoranti. La
signora Figg, o meglio zia Arabella, pareva pensarla nello stesso identico
modo. Sirius
si congedò da lei dopo averle consegnato il povero Snitch
e, prima di recarsi a Godric's Hollows
per partecipare al funerale di James, passò da casa cercando il più elegante
degli abiti che possedeva e sistemandosi a dovere, non tanto per l'incontro che
avrebbe avuto da lì a poco con gli zii di Harry, quanto per offrire un degno
ultimo saluto a James e Lily. Quando
squillò il campanello a casa Dursley, Vernon certamente non immaginava che quel
distinto gentiluomo, che aveva chiesto di parlare con lui e sua moglie, gli
avrebbe causato non pochi grattacapi. -
Buonasera, mi chiamo Sirius Black e sono il padrino di vostro nipote Harry. Petunia
e Vernon crollarono contemporaneamente seduti sul divano, poi Vernon, ripresosi
dallo sbigottimento, fece per parlare, ma il suo tentativo fu bloccato sul
nascere. -
Per la sicurezza di Harry e per la vostra il Professor Silente, signora Dursley
immagino sappia a chi mi riferisco, ritiene che sia più opportuno che il
bambino viva con voi fino a quando arriverà agli undici anni, cioè fino a
quando non avrà l'età per frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts. Sirius
tacque. -
E di grazia, perché dovremmo occuparci del bambino se il suo tutore è lei? -
Sfortunatamente il mio lavoro non mi consente di essere a casa per il tempo
necessario per occuparmi di un bambino come si deve e credo che crescerebbe
meglio in una famiglia vera. -
Così lascia a noi la patata bollente. - Sibilò Petunia. A
Sirius scappò un ringhio basso: stava rapidamente perdendo la pazienza. -
Non preoccupatevi, passerò il più spesso possibile ad accertarmi che Harry stia
bene e se al bambino dovesse accadere qualcosa o se venissi casualmente a
sapere che Harry non viene trattato nel migliore dei modi, pregate solo di
trovarvi il più lontano possibile dall'Inghilterra in quel momento, perché la
mia vendetta può essere estremamente dolorosa. I
coniugi Dursley deglutirono a vuoto perché quella minaccia, nemmeno troppo
velata che avevano appena subito, li rendeva, se possibile, ancora meno
propensi ad occuparsi del bambino. Sirius
però estrasse da sotto al mantello un oggetto che posò sul tavolino di fronte
al divano su cui erano seduti i coniugi: si trattava di un rotolino di
banconote che, visto attentamente, rappresentava una piccola fortuna. -
Non conosco il denaro Babbano, spero che questi siano sufficienti almeno fino
alla mia prossima visita, in caso aveste necessità potete contattarmi tramite
la signora Figg, è mia zia. Petunia
emise un verso che stava a metà strada tra un singulto ed un grido di aiuto. -
Ora se non vi dispiace vorrei stare un po' con Harry. Petunia
fece accomodare controvoglia Sirius in cucina dove il bambino si trovava
rinchiuso in un box. A fargli compagnia solo dei vecchi giornali di cui il
piccolo continuava a toccare le immagini chiedendosi perché non si muovessero. Quando
Sirius vide il piccolo così rinchiuso fu colto da feroci istinti omicidi che
riuscì a mascherare trincerandoli dietro una smorfia ed una domanda: - Perché
l'avete rinchiuso? Petunia,
osservando Vernon che contava avidamente il denaro, si costrinse ad un sorriso
stiracchiato: - Una cucina può essere un posto pericoloso per un bambino, l'ho
posato qui quando siamo venuti ad aprire la porta d'ingresso. Sirius
era alquanto dubbioso, ma non avendo prove contrarie, non ribatté. Notò
tuttavia che il bambino indossava ancora la stessa tutina che portava la notte
precedente e nel box si trovava la coperta in cui Hagrid l'aveva avvolto quando
l'aveva portato via dalla casa distrutta. -
Harry? Il
bambino osservò il padrino con gli occhi dilatati per lo stupore e gli sorrise
sollevando le mani per farsi prendere in braccio. Sirius
lo prese in braccio stringendolo forte, ma quando vide che si stava sfregando
gli occhi domandò: - Posso metterlo a nanna? Mi indichereste la sua stanza? Petunia
e Vernon si fissarono con sguardo interrogativo. Avevano pensato di lasciare il
bambino nel box in cucina, non aveva bisogno d'altro, ma si resero conto che
l'uomo che si trovavano di fronte avrebbe potuto prendere male una tale ipotesi
e così Petunia cominciò: - Vede Signor Black, la situazione ci ha un po'
spiazzati, abbiamo una stanza in più che viene usata come magazzino, ma non
abbiamo fatto in tempo a prepararla, domani la sistemerò subito. Sirius
osservò la donna con sguardo glaciale ed una smorfia che doveva sembrare un
sorriso di circostanza, ma che fu in grado di infondere nei parenti di Harry un
terrore ancora più profondo di quanto già non fosse: - Non si preoccupi, mi
occupo io di sistemarla, non ci metterò molto. Petunia
accompagnò a malincuore il mago al piano superiore e lo fece accomodare in una
stanzetta ingombra di giocattoli rotti in cui su un lato si trovava un vecchio
letto e sull'altro un armadio con le ante un po' scardinate. Sirius fece Evanescere
tutti i balocchi che ritenne irreparabili, Trasfigurò il vecchio letto in un
lettino con le sbarre il più possibile somigliante a quello che Harry aveva a Godric's Hollows. Sistemò il
piccolo nel lettino e poi procedette a riorganizzare la stanza in modo che
fosse il più simile possibile a quella a cui il bambino era abituato. Con
svariati Reparo, sotto gli occhi sempre più stanchi
di Harry, sistemò i giocattoli che aveva ritenuto più adeguati a Harry, infine
trasfigurò una vecchia lampada in un Planetario in miniatura e spense la luce. Sul
soffitto si proiettarono immediatamente le costellazioni che, girando intorno
alla Stella Polare, accompagnarono Harry nel mondo dei sogni, con il loro lento
movimento. Prima di andarsene Sirius gli scompigliò ancora una volta i capelli
e chiuse silenziosamente la porta. Petunia
e Vernon, intanto stavano discutendo degli sviluppi della situazione. Avevano
deciso di fornire al marmocchio un tetto ed un paio di pasti al giorno, d'altra
parte Petunia era troppo presa dal suo Didino per
occuparsi di un nanerottolo urlante. Ora
però le cose si erano notevolmente complicate: se c'era qualcuno che si
preoccupava del bambino non era sufficiente salvare le apparenze, ma era
necessario effettivamente crescere il bambino come se fosse un figlio, cosa che
Petunia non era assolutamente disposta a fare. Vernon
però convinse Petunia che, poiché Sirius pareva essere più che benestante,
conveniva tenerselo buono e cercare di "spennare il pollo" poco alla
volta. Così decisero che avrebbero utilizzato una parte dei soldi di Sirius per
trovare una babysitter che si occupasse del piccolo Potter mentre Petunia
poteva utilizzare il resto del denaro come meglio credeva. Quando
sentirono Sirius scendere le scale Vernon Dursley, vincendo la sua stessa
natura totalmente ostile verso il mondo in cui sua cognata aveva scelto di
vivere, offrì a Sirius uno scotch e lo fece accomodare in salotto. -
Signor Black, Petunia ed io ci siamo resi conto oggi che occuparsi di due
bambini così piccoli per una donna sola è un impegno troppo gravoso e, poiché
io sono al lavoro dal mattino alla sera, è indispensabile trovare una persona
adatta ad aiutare Petunia nelle incombenze quotidiane che riguardano Harry.
Sirius
annuì, aveva già capito che il signor Dursley stava per chiedergli altro
denaro, conosceva il genere di persone: parassiti che si attaccavano agli altri
come sanguisughe. -
Suppongo che desideriate che sia io a pagare questa persona. -
Esattamente, dopo tutto è lei il tutore del bambino. -
D'accordo, però se la persona che sceglierete non sarà di mio gradimento mi
riserverò la possibilità di licenziarla. I
Dursley annuirono. Sirius
si alzò ben felice di poter lasciare quel luogo asettico e privo di calore,
ripensandoci la casa dei suoi genitori non era poi così malvagia. Il saluto che
riservò ai due coniugi li lasciò più preoccupati che fiduciosi: - Buonanotte,
avrete mie notizie al più presto. Prima
di andarsene diede un biglietto a Petunia: - In caso un giorno decidesse di
riappacificarsi con la memoria di Lily. Petunia
voltò il biglietto, c'era scritto un indirizzo e sotto, a chiare lettere,
"Godric's Hollows Cemetery". __________________________________________________________________________ La giornata del povero Sirius Black non è ancora finita... |
Capitolo 5
*** Ospite inattesa ***
Gestione recensioni MsMontana:
Sirius sta facendo del suo meglio per garantire una vita decente a Harry, per
fortuna non sarà l’unico, la sua giornata finirà con la conoscenza di un nuovo
personaggio, ma non aggiungo altro. Grazie per la recensione TITTIVALECHAN91: Sirius non è proprio un tipo carino e coccoloso,
comunque di sicuro si comporterà come un buon amico , suppongo che non sarà mai
in grado di dire di no ad una richiesta di Harry… alessiabass: grazie per i complimenti, che vuoi che ti dica, non
sarebbe stato un AU, ma sarebbe stato ai confini della realtà se i Dursley
fossero stati buoni e gentili Ringraziamenti
vari: a chi ha aggiunto la storia tra quelle seguite o prefrite. Note di inizio
capitolo: Allora, fa la
sua comparsa un nuovo personaggio. Ho aumentato il
Rating perchè d'ora in avanti potrei dover utilizzare
un linguaggio un pelino più forte (si sa che Sirius non è proprio la finezza
fatta persona soprattutto se il soggetto di cui parla è Minus) Spero che sia
di vostro gradimento. _______________________________________________________________________________________ Ospite
inattesa Un grosso cane nero
percorreva a passo lento una strada della periferia di Londra. Un osservatore
attento l'avrebbe potuto definire pensieroso se quello fosse stato un aggettivo
adeguato per un cane. Si fermò a poche
decine di metri da un vecchio palazzo per osservare qualcosa che si trovava sui
gradini d'ingresso. Felpato lasciò il
posto a Sirius Black che si diresse con fare circospetto verso il palazzo. Avvicinandosi si rese
conto che il fagotto altri non era che una ragazza addormentata, a dire il vero
gli sembrava poco più che una bambina avvolta com'era dentro un cappotto di
almeno due misure più grande, eppure quel cappotto aveva qualcosa di familiare. Osservandola con più
attenzione il giovane mago si rese conto che il suo volto era ancora rigato di
lacrime e non gli fu difficile immaginare che si fosse addormentata sui gradini
nell'attesa che arrivasse la persona che cercava. Certo non poteva
lasciarla lì da sola, l'avrebbe fatta entrare e poi si sarebbe occupato di lei
il portiere dello stabile. La riscosse dapprima
con delicatezza, poi con più decisione, la giovane aprì gli occhi, focalizzò
l'attenzione sul volto dello sconosciuto che le stava di fronte e sorrise: - Tu
devi essere Sirius. Il mago si tirò
indietro e le chiese sulla difensiva: - Come sai il mio nome? Nel frattempo stava
facendo mente locale per capire se la fanciulla fosse una delle sue avventure
mordi e fuggi anche se proprio non era il suo tipo. - Scusa, tu non mi
conosci, mi chiamo Nora Turner ed ho bisogno di aiuto: sto cercando Peter
Minus. A sentire il nome del
ratto maledetto Sirius digrignò i denti come se fosse ancora un cane. Poi
rispose con un ringhio basso: - Allora siamo in due, ma perché sei venuta qui?
Chi diavolo ti ha detto dove abito? La ragazza, stupita
da quell'aggressione verbale, si ritrasse un poco e si strinse ancora di più
nel cappotto. Vedendo quel gesto, finalmente Sirius capì dove aveva già visto
quell'indumento. L'anno precedente erano andati a trascorrere il Natale dai
Potter: tutti i Malandrini insieme per il primo Natale di Harry, Codaliscia era arrivato in ritardo sfoggiando quel bel
cappotto nuovo e dicendo che era un regalo della madre. Sembrava passato un
secolo e non era nemmeno un anno. Si riscosse quando
sentì la voce della ragazza, poco più che un pigolio: - E' stato Peter a dirmi
di venire qui, è tutto nella lettera che mi è arrivata stamattina. - Disse
porgendogli un foglio stropicciato e macchiato di lacrime in più punti. Vedendo
il foglio che le tremava tra le mani, Sirius si rese conto che la sua
furia gli aveva impedito di vedere che la ragazza aveva freddo ed che i suoi
occhi erano gonfi, vuoi per il sonno, vuoi per il pianto. Il mago aprì la
porta di casa e condusse la ragazza nel suo alloggio. L'appartamento era
arredato con gusto sobrio, ma antiquato. Si accedeva direttamente in un
soggiorno in cui campeggiavano due enormi divani in pelle nera posizionati uno
di fronte all'altro a lato del camino. Tra i divani un
tappeto persiano era sormontato da un tavolino di vetro. Nora si sedette
compostamente sul divano e Sirius, dopo aver acceso il camino con un rapido
movimento della bacchetta, ebbe modo di osservarla meglio. Senza il cappotto
addosso sembrava un pulcino bagnato: era molto magra, con profonde occhiaie e
l'aria un po' malaticcia, non doveva avere più di diciotto anni anche se ne
dimostrava a malapena quindici. Ciò che lo colpì, però, furono gli occhi:
sarebbero sembrati insignificanti: erano chiari, ma non avevano una
tonalità di verde particolare come quelli di Lily. Eppure le illuminavano il
viso rendendola quasi bella. - Vado a prepararti
una tazza di the caldo, sembri mezza congelata, poi mi parlerai di quella
lettera. Sirius si allontanò
per pochi minuti, ma quando tornò con la tazza fumante Nora si era già
addormentata. Non ebbe cuore di svegliarla nuovamente, Appellò una coperta e gliela
sistemò addosso, poi si recò nella sua stanza, anche lui era esausto e
sicuramente quella lettera avrebbe potuto aspettare fino all'indomani. Eppure non riusciva a
prendere sonno, tornò in salotto e prese il foglio che era scivolato per terra. Caro
amore mio,
non so come trovare le parole per spiegarti. Ho fatto una cosa orribile, mi
sono macchiato di un delitto imperdonabile, ma ho la certezza che ora nessuno
potrà farvi del male. Per
qualunque cosa tu abbia bisogno fai riferimento a Sirius Black, ti ho palato di
lui, ricordi? L'indirizzo è nel biglietto che c'è insieme alla lettera,
imparalo a memoria e poi brucialo. So che ti aiuterà nonostante quello che ho
fatto. Ora
viene la parte difficile: non devi più pensare a me, non devi cercarmi, considerami
morto, non parlargli di me e cerca di rifarti una vita. Addio.
Ti ho amata, ti amo e ti amerò. Tuo
per sempre Peter. P.S.
Ricordati la promessa, ti prego, è importante. Sirius non capiva,
aveva le idee ancora più confuse, si trascinò a letto dove fu scombussolato per
tutta la notte da incubi strani che il mattino però non ricordava. Si svegliò di
soprassalto a causa di un gran trambusto proveniente dall'altra stanza, si precipitò
in salotto giusto in tempo per vedere svanire la ragazza che aveva dormito sul
suo divano dietro la porta del bagno. Bussò cautamente:-
Hai bisogno di qualcosa? Il rumore proveniente
dall'interno non lasciava adito a dubbi: decisamente la ragazza aveva problemi
di stomaco. Sirius, da buon
padrone di casa, si recò quindi in cucina a preparare un bel the forte. Quando
si trovò di fronte Nora pensò che Lunastorta dopo il
plenilunio aveva un aspetto migliore. La ragazza sorrise debolmente: - Scusami,
le nausee mattutine, mi stanno uccidendo. La tazza di the che
il mago teneva in mano si infranse sul pavimento. Nora allarmata si
chinò per aiutarlo a raccogliere i cocci sussurrando: - Mi dispiace, non volevo
spaventarti. - Lascia stare e
siediti. - Rispose Sirius in tono brusco. Ora finalmente capiva
chi era la terza persona a cui Peter si riferiva nella lettera, ma ciò
complicava ed anche di parecchio il suo compito. Si sedette di fronte
alla ragazza e disse: - Raccontami tutto. Nora sospirò: - Ho incontrato Peter
un anno e mezzo fa per caso, stava cercando di prendere un giornale dal
distributore invano e l'ho aiutato, per ringraziarmi mi ha offerto un caffè. Abbiamo chiacchierato
un po' era un ragazzo tranquillo, ma allegro, mi sono trovata subito a mio agio
con lui e così quando me lo ha chiesto gli ho lasciato il mio numero di
telefono. Abbiamo iniziato a
vederci e così un po' per scherzo un po' per gioco ci siamo innamorati. Sirius emise un
ringhio basso: - Ma cosa vuoi saperne tu di amore, sei poco più di una bambina. Nora si risentì
parecchio per quell'affermazione: - Che c'è ti dà più fastidio che Peter avesse
una ragazza o che fosse riuscito a non farvelo sapere? E comunque per la
cronaca tra me e Peter ci sono solo due anni di differenza. Sirius si morse un
labbro rendendosi conto di aver nuovamente aggredito la ragazza che in realtà
non aveva fatto nulla a parte l'essere stata così sciocca da innamorarsi di un
traditore bastardo. - Scusami, è che
sembri molto più giovane. Nora sorrise:- Sì, lo
so, me lo dicono tutti. Comunque riprendiamo, dove eravamo rimasti? Ah, sì,
otto mesi fa Peter mi raccontò tutto del vostro mondo: all'inizio pensai che mi
stesse prendendo in giro, ma poi mi mostrò la bacchetta e mi fece vedere come
poteva far volare le cose o farle sparire e così mi convinsi. Ad essere sincera
mi fa ancora un certo effetto vedere qualcuno che usa la magia. Sirius sorrise un
momento poi tornando serio la incitò: - Vai avanti. - Poco più di quattro
mesi fa Peter ha cominciato ad essere strano, cercava di non farmelo notare, ma
si vedeva che era preoccupato e spaventato spariva per settimane e poi tornava
all'improvviso fermandosi a casa mia un paio di giorni, ma poi, senza
preavviso, partiva di nuovo. Quando ci vedevamo
non ci preoccupavamo d'altro che di stare insieme e così non ci è voluto molto
che io restassi incinta. Quando gliel'ho detto
il mese scorso mi è sembrato entusiasta, ma poi si è fatto serio e mi ha detto:
"Non preoccuparti amore mio, mi occuperò io di voi, farò qualunque cosa per
proteggervi". L'ultima affermazione
fece trasalire Sirius ora cominciava a capire, ma non poteva accettarlo,
sarebbe stato più facile pensare ad un tradimento, ad un voltafaccia senza
motivazioni se non la smania di potere, così Peter ritornava ad una dimensione
umana contro cui i propositi di vendetta di Sirius andavano a scontrarsi. La ragazza scoppiò in
lacrime: - Sirius ti prego, aiutami a trovarlo, non voglio che nostro figlio
cresca senza sapere se suo padre se n'è andato perché non lo voleva o perché
non voleva più me. Sirius le appoggiò
una mano sulla spalla: - Dalla lettera che ti ha scritto non mi sembra in
dubbio quanto forti fossero i suoi sentimenti. - Ma allora perché? - In questo momento è
una cosa di cui non ti posso parlare, ma sappi che lo saprai, appena possibile
lo saprai. - Hai detto che tu lo
stai cercando, voglio venire con te, voglio che mi dica in faccia se tra noi è
tutto finito. - Riprese la giovane mormorando tra le lacrime. Sirius non sapeva che
fare, ma certo non aveva intenzione di procedere con la derattizzazione con la
fidanzata del topo in giro. Le si avvicinò
dandole dei colpetti sulla schiena: non era abituato a consolare le ragazze,
quello era sempre stato il compito di Remus e di Peter, ma lei gli si strinse
addosso singhiozzando disperatamente. Fu quella la scena
che si parò di fronte agli occhi di Remus che, con la sua proverbiale abilità
nell'azzeccare i tempi, era comparso via camino proprio pochi istanti prima e
si era diretto in cucina non appena aveva sentito le voci. - Sirius? Il mago alzò gli
occhi verso l'amico che lo guardava interrogativo: era alquanto improbabile che
quella fosse l'ultima fiamma del suo canide amico, non era proprio il suo tipo
ed allora si sedette in attesa di spiegazioni. ______________________________________________________________________________________ Sono una
buonista, per me era troppo difficile immaginare un Minus traditore senza
giusta causa. Nel prossimo
capitolo incontreremo un altro nuovo personaggio. Un bacio e
fatemi sapere se il capitolo è stato di vostro gradimento. ciao bic |
Capitolo 6
*** Via vai ***
Gestione recensioni: TITTIVALECHAN91: per come la spiega zia Jo Minus
era un topo fatto e finito, ma qui siamo in un universo alternativo per cui ho
deciso che il mio Peter poteva essere diverso, diciamo più simile ad un criceto
che non ad un ratto di fogna, spero che la cosa non ti crei troppi problemi e
che tu continui a segure il racconto. monipotty:
felice che ti
sia piaciuta la piega che ha preso il racconto Nora è una brava persona, forse
un po’ troppo ingenua, ma molto dolce, comunque non preoccuparti, farà solo
delle piccole comparsate ogni tanto, non è lei l’altro personaggio originale
importante della storia. Quanto a Sirius c’è Remus che è la voce della sua
coscienza, quindi non preoccuparti. MsMontana:
Il mio Peter è
diverso da quello della Rowling, a volte siamo costretti a fare scelte atroci,
è successo a molti dei personaggi della saga partendo da Silente per arrivare a
Piton, in questa particolare storia (che è pur sempre un’AU)lui è solo una
di queste persone che hanno fatto una scelta crudele costretti dalle circostanze. Grazie a coloro che
hanno inserito la storia tra quelle preferite o tra quelle seguite. ____________________________________________________________________________________________________________________________ Via vai Nora sollevò la testa
e, con gli occhi rossi, si aprì nel primo vero sorriso: - Tu devi essere Remus
Lupin! Peter mi ha raccontato tutto di te. Remus impallidì. Cosa
diavolo andava farneticando quella ragazzina? E cosa c'entrava Peter con
lei? Notando lo sguardo
vacuo del giovane, Nora riprese: - Sì, Peter diceva che tu eri uno degli alunni
più bravi della vostra scuola e che se non ci fossi stato tu difficilmente
sarebbe riuscito a diplomarsi, anzi, quando ho saputo del bambino ero convinta
che lo avrebbe voluto chiamare Remus, invece mi ha fatto promettere di
chiamarlo James. A Sirius e Remus morì
ogni risposta sulle labbra. Il Licantropo ebbe a malapena la forza di
balbettare: - Qua - quale bambino? Nora si passò
dolcemente una mano sulla pancia, poi rivolgendosi nuovamente a Sirius riprese:
- Hai detto che stai per andare a cercare Peter, voglio venire con te. - No. - rispose
Remus prima che Sirius potesse ribattere alcunché. - Non puoi venire con noi,
potrebbe essere pericoloso. - Ma ... - cercò di
replicare la ragazza. - Per noi sarà più
semplice muoverci sapendoti al sicuro, non sappiamo per quanto tempo dovremo
stare via né dove dormiremo o cosa mangeremo, non è assolutamente la situazione
adatta per una ragazza nelle tue condizioni. - E' perché non sono
una strega? - Per Merlino! Sei
incinta! Pensa a tuo figlio invece che a quel figlio di una buona donna di
Minus! - Sbottò Sirius con il suo tatto da elefante. - Ti ricordo che stai
parlando di suo padre, non so perché ce l'hai tanto con lui, ma a questo punto
spero proprio che non lo trovi. - Ribatté acida Nora. - Tu non hai idea...-
Remus con un
incantesimo non verbale aveva ridotto Sirius al silenzio. - Ciò che Sirius sta
cercando di spiegarti è che abbiamo bisogno di trovare Peter da soli perché
abbiamo da discutere con lui di argomenti molto seri. Quando lo troveremo gli
faremo sapere che sei preoccupata per lui e se possibile te lo faremo
incontrare. Di più non posso prometterti. Nora annuì: - Capisco
e immagino che non ci sia modo di farvi cambiare idea. - Osservò ancora
speranzosa i due giovani che aveva di fronte poi continuò: - Tenetemi
aggiornata, questo è il mio indirizzo e vienimi a trovare se ti è possibile. -
Disse rivolta solamente a Remus. Dopo averli salutati uscì dallo stabile per
non farvi più ritorno. - Sirius che facciamo
ora? - Per me i piani non
sono cambiati, il verme ha tradito James condannandoli a morte e pagherà con la
sua vita. - Non sono d'accordo,
quando lo troveremo dovremo condurlo di fronte al Wizengamot. - Tu sei pazzo, non
ci penso nemmeno, e con questo considera chiusa la discussione! Sirius era fuori di
sé, non cambiava nulla il motivo per cui Peter aveva tradito i suoi amici.
James era morto e Minus doveva pagare. Remus osservò
attentamente Sirius le cui pupille si stavano rapidamente dilatando e lo prese
per un braccio: - Non provarci neanche, guai a te se scegli la via del cane per
evitare la discussione, giuro che se ti trasformi ti metto il guinzaglio e ti
porto a fare pipì nel parco così non puoi trasformarti in mezzo ai bambini. Sirius gli ringhiò
contro, ma cedette. - Ascoltami, se per
vendetta tu ucciderai Peter non sarai migliore di lui. Nora e suo figlio hanno
diritto a delle spiegazioni e deve essere lui a fornirgliele. Se lo ucciderai
come potrai ancora guardare Harry negli occhi sapendo che da qualche parte c'è
un bambino solo quanto lui per colpa tua? Sirius stava per
contraddirlo, ma ormai sapeva che Remus aveva vinto. Il Licantropo aggiunse: -
Lo cercheremo, lo troveremo e lo porteremo da Silente. Da lì in avanti se ne
occuperà lui. - Cominciamo a
stanare il ratto, poi si vedrà. - Rispose Sirius per concludere la discussione.
- Però prima devo risolvere un problema con Silente. ******* Nell'esatto momento
in cui Nora chiudeva la porta dell'appartamento di Sirius Black a Londra, in un
monolocale al secondo piano dello stabile che ospitava il negozio di Madama McClan una ragazza si stava godendo la sua giornata di
riposo del tutto ignara della visita improvvisa che avrebbe ricevuto di lì a
pochi minuti. Un quarto d'ora dopo,
un gufo bussò con insistenza alla finestra e, con grande stupore, la fanciulla,
al secolo Mirzam Korat,
scoprì che si trattava di un gufo della scuola. La pergamena legata
alla zampetta del gufo recitava: "Gentile
Signorina Korat, Mirzam
(come sai preferisco chiamare i miei ex- allievi) ricordando le tue innate
capacità di accadimento che è uno dei motivi per cui a suo tempo fosti nominata
Prefetto di Tassorosso, avrei un lavoro da proporti, sempre che madama McClan possa fare a meno di te, sarò lì tra una mezzora
circa" Mirzam, che odiava il suo
nome ed era conosciuta al mondo come Mira, osservò con occhio critico stanza e
abbigliamento. Fece sparire,
nell'armadio, con un solo colpo di bacchetta, tutti i vestiti sparsi in giro
per la casa, cercò di darsi un'aggiustata a capelli e vestiti e si voltò appena
in tempo per vedere Albus Silente, il Preside della più Prestigiosa scuola di
Magia e Stregoneria dell'ex impero britannico, uscire dal camino del suo
piccolo alloggio. - Buongiorno
Professore, a cosa devo il piacere di questa visita? - Ho bisogno di
trovare una persona esperta nella cura dei bambini e mi sembra che tu abbia una
certa esperienza. Mira sorrise, dire
che aveva una certa esperienza era un eufemismo, proveniva da una famiglia
Babbana e, ogni volta che il suo patrigno, che lavorava su di un mercantile,
ripartiva dall'East End c'era un nuovo fratello in arrivo. Prima che lei
partisse per Hogwarts erano arrivati a quota sette, tra maschietti e femminucce
e lei aveva badato più o meno a tutti. - Sì, ho una certa
esperienza, tra l'altro come stanno Michael e Mary? - Direi che se la
cavano egregiamente, pare che siano particolarmente dotati per gli Incantesimi
Rallegranti. - Marion, invece? - E' molto studiosa,
direi che non ha preso da te... - Ho ottenuto un MAGO
Oltre Ogni Previsione, nel senso che sono andata veramente al di là di ogni più
rosea previsione riuscendo a raggiungere il MAGO. Silente sorrise: -
Matt sta bene, si sta abituando anche se per lui è più difficile, sai che
essere un nato Babbano a Serpeverde non è mai semplice. - Non si preoccupi,
se la caverà egregiamente, una volta capito come funziona. - Ho visto che il
prossimo anno tocca a Margaret. - Eh, sì, la piccola Maggie non vede l'ora; ma ora che abbiamo parlato della
metà della famiglia che sta ad Hogwarts, potrebbe spiegarmi il reale motivo
della sua visita? - Dritta al sodo,
come sempre, hai letto dalla Gazzetta del Profeta di ciò che è accaduto alla
famiglia Potter? Mira annuì abbassando
il capo, ricordava James Potter era un paio di anni avanti a lei ed era un
ottimo giocatore di Quidditch. Silente riprese: -
Come sai il piccolo Harry è rimasto orfano, ciò che non si dice nell'articolo è
che è stato affidato ai suoi zii Babbani che hanno deciso di assumere una
baby-sitter. - Ma sono matti? Se
effettuasse magia involontaria di fronte ad un Babbano che non faccia parte
della sua famiglia potrebbe mettere a repentaglio la sua vita e non solo. - Lo so, ed è qui che
entri in gioco tu, dovrai presentarti come ragazza alla pari, con la tua
conoscenza del mondo Babbano non avrai difficoltà a farti accogliere dai
Dursley. Ho qualche contatto nella via dove abitano gli zii di Harry, lì
troverai una persona affabile che ti presenterà agli altri vicini come sua
nipote. Non dovresti avere problemi. Mira ci rifletté su
un momento. Non amava particolarmente il lavoro da Madama McClan,
non aveva quello che la signora definiva il "tocco", quindi non le
dispiaceva più di tanto lasciare quel lavoro. - Va bene, accetto. - Mirzam,
ti chiedo solo una cosa, mentre vivi a Privet Drive
dovrai essere molto cauta con quelle che ad Hogwarts noi insegnanti chiamiamo
attività extracurricolari. Mira guardò
basita il Preside, che, per tutta risposta fece levitare di fronte a lei un
paio di boxer che erano finiti misteriosamente sotto il divano. La ragazza assunse
una tonalità violacea per la vergogna. - Credo che i Dursley
siano dei tipi dalle vedute un tanti nello ristrette. - Aggiunse sorridendo (o
forse sogghignando?) Mira annuì e presero
accordi per il suo nuovo lavoro. |
Capitolo 7
*** Vita dai Dursley ***
Gestione
recensioni: monypotter:
Silente ne sa una più di Merlino e conosce i suoi ex alunni molto meglio di
quanto loro stessi credano. Tranquilla,
Remus è la coscienza di Sirius, quindi alla fine sarà lui ad avere la meglio. Grazie
a chi ha inserito la storia tra i preferiti o tra quelle seguite _______________________________________________________________ Nota d’autore: Lo so, vi ho fatto attendere un po', è che tra una cosa e
l'altra questo capitolo di collegamento proprio non usciva, ma finalmente
eccoci qui, per cui senza indugio vi lascio procedere nella lettura. _______________________________________________________________ Vita
dai Dursley La
giovane raccolse i suoi beni sparsi per la casa e li stipò in uno zaino in meno
di due ore, gettò uno sguardo in giro per la stanza: ci aveva vissuto solo
pochi mesi, eppure era stato un pezzo importante della sua vita lì aveva
finalmente incominciato ad essere sé stessa. "Al
diavolo i sentimentalismi" si disse chiudendosi la porta alle spalle. Raggiunse
il negozio di Madama McClan ed inventò la classica
scusa della mamma malata che tanto l'aveva aiutata con il vecchio Lumacorno quando era a scuola. Si
Materializzò in un vicolo il cui indirizzo le era stato dato da Silente,
intorno a lei si estendeva un'interminabile distesa di villette unifamiliari
tutte corredate di garage e giardinetto antistante con l'erba millimetricamente tagliata. Mira
rabbrividì, certi umani sapevano inquietarla più dei peggiori Serpeverde. Si
diresse verso la fine della strada, poco prima che sfociasse nel giardino
pubblico su cui una giostra girevole, uno scivolo e due altalene nuove di
zecca, sembravano mostrare che l'amministrazione pubblica spendeva bene il
denaro dei contribuenti anche in quel periodo di crisi. Si
voltò verso l'edificio meno curato che si trovava in quella strada e si rese
conto che rispetto alle case del quartiere in cui aveva trascorso la sua
infanzia quella sarebbe sembrata una villa da mille e una notte. Suonò
il campanello e sulla porta si affacciò un donna dall'età indefinibile, avrebbe
potuto avere dai quaranta ai sessant'anni, insieme a lei un gatto dal
pelo rossiccio si affacciò per annusare l'intrusa. -
Tu devi essere la signorina Korat. Silente mi ha
detto che saresti arrivata in giornata. Hai fatto presto, ma come tempi
potremmo starci. Le
disse porgendole il giornale. -
È di stamattina. Mira
lesse l'annuncio circondato a penna: "Cercasi giovane con esperienza nella cura dei
bambini per impiego a tempo pieno. Presentarsi all'indirizzo: Privet Drive n°4. Si richiede piena disponibilità, orari
flessibili, non sono previsti giorni liberi." -
E credono che con un annuncio simile si presenterà qualcuno? La
donna sorrise: - Almeno ti fai subito un'idea della gente per cui ti troverai a
lavorare. A proposito, io sono Arabella, di sopra c'è una stanza pronta per te,
sono contenta di avere qualcuno con cui condividere la casa, mi sentivo
parecchio sola. Quindi conoscendo le intenzioni dei Dursley mi sono premunita
di mettere anche io un annuncio. Mira
osservò la pagina seguente del giornale: "Offresi stanza ammobiliata con bagno a signorina tranquilla
e di sani principi telefonare ore pasti... " -
Ovviamente tu mi hai chiamato stamattina e ci siamo già messe d'accordo, i
Dursley non devono sapere che ci conosciamo già. Il padrino di Harry ha avuto
la malaugurata idea di presentarsi ai Dursley come mio nipote, per cui per
mantenere la tua copertura loro devono essere certi che tu non mi abbia mai
vista né conosciuta prima. Mira
apparve basita, ma non fece commenti di sorta. Arabella
si perse in pettegolezzi vari per qualche minuto, infine la congedò. La
ragazza si diresse con passo svelto verso il numero quattro, quando suonò venne
ad aprirle la porta una donna sull'orlo di una crisi di nervi. Dal
piano superiore proveniva un lamento continuo e dall'altra stanza strilli acuti
si alternavano ad urla laceranti. -
Mi chiamo Mirzam Korat, ho
letto l'annuncio. Petunia
osservò la nuova venuta con uno sguardo di sollievo ben differente da quello
acuto, penetrante ed infastidito che le avrebbe rivolto in qualsiasi altra
occasione. -
La accompagno al piano di sopra, quel piccolo demonio non ha smesso un attimo
di piangere da stamattina. E pensare che lo ho anche cambiato e gli ho dato un
biberon di latte, è proprio un ingrato, come lo era sua madre. Mira
si morse la lingua, se voleva mantenere quel lavoro avrebbe fatto meglio a fare
buon viso a cattivo gioco. La
stanza in cui entrò era sgradevole, le pareti di un verde oliva decisamente
squallido, lo scarso mobilio vecchio e fatiscente. ********** Passarono
diverse settimane, le giornate si facevano via, via più corte e le temperature
si abbassavano sempre di più. Una mattina, quando aprì la finestra per
arieggiare la propria stanza, Mira non si stupì nel vedere una leggera
spolverata di neve. Nei
negozi e nei centri commerciali le zucche di Halloween erano state sostituite
dalle decorazioni natalizie. A
casa Dursley, Petunia stava elencando su un foglio i vari regali da acquistare
per il suo Didino, nel frattempo Mira stava ultimando
la sistemazione della stanza di Harry. E
sì, c'erano voluti quasi due mesi, ma finalmente aveva reso quell'antro un
posto piacevole in cui trascorrere il tempo. Per
non urtare i sentimenti di Petunia e degli altri Dursley aveva accuratamente
evitato di utilizzare decorazioni che non fossero del tutto innocue. Le pareti
della stanza erano bianche: ci aveva impiegato quattro giorni a scrostare quel
verde marcio, poi, vista la sua predilezione per i felini, aveva dipinto un bel
gatto Silvestro posizionato con sguardo concupiscente sotto la gabbietta di
Titti. Proprio di fronte al lettino di Harry. Aveva
anche rinnovato il mobilio, per quanto le era possibile: in un centro
commerciale aveva trovato un magazzino svedese in cui si vendevano mobili da
montare. Colta da improvviso ardore costruttivo, aveva acquistato un
lettino, a cui avrebbe potuto togliere le sbarre non appena Harry fosse stato
un pochino più grande, un armadio guardaroba ed un fasciatoio. Ci
aveva impiegato circa tre settimane ad ultimare la costruzione della stanza che
tuttavia sembrava decisamente più solida di quanto avesse potuto immaginare. Ringraziando
il cielo Harry era un bambino splendido e, quando il cielo plumbeo incombeva ed
il sesto senso di Mira le sconsigliava di avventurarsi in qualche passeggiata,
la osservava lavorare alacremente per buona parte della giornata. Mira aveva
notato che più a lungo riusciva a tenere Harry lontano dalle grinfie di
Petunia, ma soprattutto di Dudley, meglio era. I Dursley non solo non
nascondevano il proprio disprezzo per il bambino, ma ogni volta che era
possibile lo palesavano apertamente. Capitava assai di rado che Vernon e
Petunia Dursley accennassero alla sua presenza e non si azzardavano mai a
chiamare Mira, pertanto la ragazza fu alquanto stupita quel pomeriggio, quando,
di punto in bianco, Vernon Dursley sbraitò:- Signorina Korat!
Scenda! Il
modo autoritario che utilizzava nei suoi confronti non poteva che farle
venire il nervoso, ma aveva imparato a frenare la lingua quando si trovava di
fronte al Signor Dursley per evitare la minaccia di un licenziamento. Ancora
ricordava l'unico diverbio che avevano avuto. Era successo il suo secondo giorno di lavoro. Aveva
appena messo a letto Harry ed era scesa di sotto per comunicare ai signori
Dursley che il bambino dormiva tranquillamente e per domandare loro se fosse
possibile apportare delle migliorie alla stanza del piccolo. Vernon Dursley l'aveva osservata con sguardo
sprezzante: - Abbiamo dato a quel bambino un letto, un tetto e cibo in
abbondanza. Ha addirittura una persona che si occupa di lui a tempo pieno. Non
vedo cosa gli dovremmo ancora. Mira esasperata da quell'atteggiamento rispose: - Se
per voi occuparvi di un piccolo che ha perso tutto l'amore della sua famiglia è
un sacrificio così grande perché avete accettato di accoglierlo? -
Bada a come parli, ragazzina! Non ci metto
niente a licenziarti in tronco. Mira normalmente riusciva a controllare i suoi poteri
magici senza difficoltà, ma in quel caso fece uno sforzo immane per non
prendere la bacchetta e trasformare quell'essere spregevole in un rospo rugoso. - Signor Dursley - disse poi controllando la voce il
più possibile Vernon tuttavia si rese conto che in quegli occhi ardeva un fuoco
che avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro; rabbrividì pensando a
cosa avrebbe potuto fare una persona con tale sguardo a qualcuno che le metteva
i bastoni fra le ruote. - Ho lasciato il mio lavoro di sarta per potermi
dedicare alla cura dei bambini, lavorare con Harry mi è parsa una possibilità
esaltante, benché ritengo impossibile che ci sia qualcun altro a parte me
disposto a farsi vessare come voi state facendo per uno stipendio da fame,
eppure non ho avuto scrupoli ad accettare quando ho visto che a quel bambino
serviva solo un po' d'affetto, perché voi non siete in grado di darglielo,
troppo presi dal vostro Dudley. - Non si permetta di dire cose simili del mio Didino, non osi paragonarlo a quel, quel... - Petunia era
sbottata, ma aveva dovuto mordersi la lingua, mica poteva raccontare a quella
ragazza cos'erano sua sorella e suo cognato, sarebbe fuggita a gambe levate,
avrebbe forse segnalato la cosa alle autorità, sarebbero stati internati in
manicomio, e poi cosa ne sarebbe stato di Dudley? Vernon osservava Petunia con preoccupazione. Poi Mira
intervenne: - Ho capito che a voi non interessa minimamente ciò che capita a
vostro nipote, né dove vive, per cui se mi occupassi io di sistemare la sua
stanza per voi non sarebbe un problema, vero? Vernon sbuffò, alzò le spalle e disse: - Come usa il
suo denaro sono solo affari suoi, io non ho intenzione di spendere un solo
centesimo per quel bambino. Da
quel giorno erano passate diverse settimane, lei era riuscita ad ottenere ciò
che desiderava anche se aveva dovuto spendere metà dei suoi risparmi
e Vernon si era reso conto che Mira era una persona da non sottovalutare.
Avevano fatto in modo di non incontrarsi e di salutarsi con una cortesia
forzata nei rari momenti di vita comune. Petunia,
invece si era resa conto del fatto che Mira fosse totalmente indispensabile,
per cui la trattava con freddezza, ma mai sgarbatamente. Aveva avuto il terrore
che il padrino di Harry venisse a sapere che avevano affidato il bambino ad una
sconosciuta totale; per cui aveva fatto in modo di conoscere il più possibile
della sua vita: in pratica le aveva fatto un terzo grado degno del migliore
controspionaggio CIA a cui Mira si era sottoposta con riluttanza, ma senza
mentire; diciamo che aveva omesso la parte relativa ai suoi studi, la presenza
di tre o quattro fratelli, aveva giustificato come meglio poteva il suo strambo
nome ed infine aveva spiegato perché viveva con la signora Figg che, da quando
era stata denominata da Sirius come propria parente, era considerata da Petunia
alla stregua della più vile feccia. Ritornando
al presente, comunque, Mira sobbalzò quando si sentì chiamare dal piano di
sotto. -
Signorina Korat, volevo comunicarle che durante le
feste lei sarà in servizio, noi partiremo per andare a trovare mia sorella Marge in campagna, Harry non è stato invitato, pertanto se
ne occuperà lei. So che vive con la Signora Figg, credo che non avrà problemi
ad ospitare anche il bambino. Mira
rimase a bocca aperta quel tronfio pallone gonfiato non solo non le permetteva
di prendersi una meritata vacanza, ma sbatteva pure fuori casa il piccolo
Harry. In
un attimo, però le passò per la mente l'idea di passare le vacanze da Arabella,
potersi comportare tutto il giorno come una normale strega (cosa che non le era
permessa nemmeno a casa dei suoi genitori) andare a fare shopping per il Natale
portando Harry in giro con il passeggino nuovo. Ovviamente non sarebbe potuta
andare a passeggio per il mondo magico con il piccolo perché chiunque avrebbe
potuto facilmente riconoscerlo, ma il fatto di essere priva di orari le
trasmetteva una certa euforia. Ciò
nonostante accettò di malavoglia: aveva seriamente sperato di poter tornare a
casa almeno il giorno di Natale per festeggiare con la sua famiglia. -
Noi partiremo il 23 e saremo di ritorno il 2 di gennaio. - riprese Vernon
ignorando l'afflizione della ragazza. Mentre
tornava verso casa di Arabella la ragazza pensò ai suoi precedenti programmi
per la notte della Vigilia, non avrebbe di certo desiderato stare a casa a fare
la calza con Arabella, aveva progettato di andare a Diagon Alley e fare un po'
di vita sociale, magari ci sarebbe anche scappata una notte brava con qualche
ex compagno di scuola non ancora accasato. La sua ultima breve e fugace
relazione risaliva ormai a due mesi prima e fino a prova contraria non aveva
ancora vent'anni, mica poteva rinchiudersi in clausura con Arabella aspettando
che un bell'uomo bussasse alla sua porta. Mira
entrò a casa della Signora Figg come un ciclone: - Vernon Dursley è un XXXXX,
XXXXXX, XXXXX, XXXXX ! -
Mira! Non usare questo linguaggio o ti lavo la bocca con il sapone! - Arabella
Figg in quanto ad imprecazioni non aveva mezze misure, non voleva che si
alzasse la voce sotto il suo tetto e, da quando Mira era andata ad abitare in
casa sua, aveva dovuto rinunciare a buona parte della sua tranquillità. Quella
ragazza era un tornado in miniatura, aveva un carattere impossibile, Arabella
si chiedeva come avesse fatto a conservare il lavoro così a lungo. -
Calmati e spiegami per favore. - Mira riassunse in quattro parole la
faccenda compresa la mancata possibilità di passare una notte brava. -
Mira, calmati, nessuno ti impedisce di uscire, vai, divertiti, mi occupo io di
Harry. Ti chiedo solo di non fare troppo tardi e di non portare nessun ragazzo
in casa. Mira
sospirò, e quando mai aveva portato un ragazzo in casa? Ogni volta che era
uscita era rientrata prima del previsto terrorizzata dalla possibilità che
Harry potesse avere un incubo. Durante
la settimana seguente Mira si era occupata di sistemare tutto ciò di cui Harry
avrebbe potuto aver bisogno nella sua stanza e così il 23 dicembre, vedendo il
cielo sereno uscì di casa per una passeggiata, avvertì i signori Dursley che
non avrebbe tardato, ma quando tornò trovò la porta sprangata e vide che
l'automobile non era più nel vialetto. Sorrise
tra sé, con un "Alohomora"
aprì l'uscio, recuperò gli ultimi abiti di Harry e poi richiuse la porta pronta
a trascorrere le vacanze di Natale lontana dalla sua famiglia per la prima
volta. _______________________________________________________________ Spero che sia di vostro gradimento baci a tutti |
Capitolo 8
*** L'ospite ***
Gestione recensioni: MsMontana: La risposta alla tua domanda è Sì, Sirius la incontrerà e… leggi questo capitolo per vedere cosa succede… Lucy, grazie per la recensione e per aver letto la storia fino a questo punto, sperando che anche il resto sia di tuo gradimento aspetto nuovi commenti. Grazie a: - Agnese_san - ale146 - Azzalea - Cassandra - cesarina89 - DANINO - elipotterina94_n6 - I love sasunaru - ilenia23 - kia88oc - Lilian Malfoy - monipotty - MsMontana - Pia_mi_idola_XS - Stabuck - themina - TITTIVALECHAN91 - valevigi1995 per aver inserito la storia nei preferiti e a: - alessiabass - bellezza88
- domaris72
- elepaddy85
- Fate91
- Helyanwe - Hermy4ever
- Lady
Patfood - lily D G
- Luciana
Menditegui - Lunastortalupin - MissBlack____
- Mizar - owly [Contatta] - rosy90
- steg94
- TITTIVALECHAN91 - Wicked_Truth [Contatta] per aver inserito la storia tra
quelle seguite __________________________________________________________________________ L’ospite Il
primo impatto di Harry con la casa di Arabella fu positivo. Mira gli mostrò
tutte le suppellettili a forma di gatto: dalle teiere ai soprammobili e poi
passò a presentarle i vari membri della famiglia felina della signora Figg. Pallino,
Puffete, Minù, Mitzi... finché arrivò all'ultimo acquisto per cui aveva
una predilezione, ma che non le aveva mai dato la soddisfazione di due fusa. Non
appena Harry vide Snitch si fece posare per terra da
Mira ed agguantò la coda del gatto che, ben lungi dal graffiarlo si voltò, gli
leccò la manina e cominciò a fare le fusa raggomitolandosi accanto al bambino
ormai seduto. Mira
ed Arabella osservarono la scena basite e poi sorrisero; Arabella aggiunse: - E
poi dicono che sono i cani quelli fedeli ed intelligenti. Harry
si adattò in maniera straordinariamente semplice alla nuova situazione, non
fece minimamente caso alle stranezze di Mira e si addormentò più tranquillo che
mai con Snitch sdraiato sotto al lettino. Erano
ormai le dieci passate (praticamente notte fonda per i canoni di Arabella) la
signora stava sonnecchiando davanti al televisore che trasmetteva un vecchio
film natalizio in bianco e nero, mentre Mira leggeva un appassionante romanzo
giallo. Improvvisamente sentirono un furioso picchiare di pugni sulla porta. Arabella
si alzò di scatto, ma Mira, già pronta, guardò fuori dalla finestra. Un enorme
veicolo che pareva molto simile ad una motocicletta, ma di dimensioni
decisamente eccessive, sostava di traverso nel vialetto ed un losco figuro
continuava e percuotere la porta a suon di pugni. -
Arabella, mi sa che se fosse uno di noi sarebbe già entrato evitando di fare
tanto chiasso col rischio di essere scoperto. Apro io, se è un malintenzionato
avrà pane per i suoi denti. - Disse sfilandosi la bacchetta dallo chignon
e lasciando ricadere i capelli sulla schiena. Il
losco figuro che le apparve di fronte quando aprì la porta indossava un
giaccone di pelle nera, Mira non poteva scommetterci, ma le sembrava
straordinariamente simile a pelle di Spinato; portava i capelli lunghi e
sembrava non avesse visto l'ombra di un rasoio da almeno un paio di giorni. -
Desidera? - domandò Mira con l'aria di una persona decisamente scocciata per
essere stata disturbata durante un'attività estremamente interessante. -
Dov'è Arabella? - la voce dell'uomo era arrochita ed impastata, probabilmente
doveva essere piuttosto stanco e, a giudicare dal suo aspetto erano parecchi
giorni che non dormiva decentemente. -
Arabella? Qui alla porta c'è un signore che chiede di te, lo faccio entrare? Domandò
Mira chiudendo la porta in faccia al visitatore. -
Un uomo? Fosse la volta buona! Aspetta che arrivo!- Rispose la donna più
anziana dal soggiorno. Quando
Arabella aprì la porta sorrise allo sconosciuto: - Che piacere, entra accomodati! -
Arabella, dov'è?, Dove hanno portato Harry? Mira
cominciò a capire, Arabella le aveva accennato qualcosa in merito al padrino di
Harry che lei aveva bollato subito come un disgraziato per aver lasciato il
bambino nelle mani dei Dursley. -
Non preoccuparti, il bambino è di sopra e dorme beatamente, ora vuoi
accomodarti e mangiare qualcosa? Il
giovane annuì ed entrò. Mira
vedendolo muoversi ebbe l'impressione di un de ja vù, ma lo scacciò rapidamente immaginando che nemmeno nei
suoi incubi più atroci proprio quella persona poteva apparire un paio di giorni
prima di Natale alla porta di casa sua. Eppure...
Osservò
più attentamente l'individuo che le stava di fronte e si disse che nessun
essere umano sano di mente avrebbe chiesto a Quella
persona di essere padrino del proprio primogenito. I
suoi dubbi furono del tutto fugati nel momento in cui Arabella le presentò il
nuovo venuto: - Mira, ti presento Sirius Black, il padrino di Harry. La
ragazza emise un flebile : - Ma porc...- e poi si diresse
decisa verso l'altra stanza. Quel
nome le aveva fatto tornare in mente gli ultimi tre anni a Hogwarts passati a
consolare ora questa ora quella delle sue compagne di Casa, con il cuore
infranto e l'orgoglio a pezzi a causa di quel cane bas... -
Mira, per favore, potresti mettere una pizza in forno per il nostro ospite? La
ragazza, borobottando come una pentola di fagioli, si
diresse verso la cucina; estrasse dalla ghiacciaia una pizza precotta e cercò
nell'armadietto dei medicinali se fortuitamente Arabella avesse qualche emetico
o qualche purgante, purtroppo non trovò nulla di simile e si rassegnò all'idea
che l'esimio Black avrebbe trascorso una notte fin troppo tranquilla. Mira
aveva la straordinaria capacità di esasperare alla follia coloro che non sopportava,
ma allo stesso tempo riusciva a comprendere, accudire e consolare
straordinariamente le persone in difficoltà e così fin dal primo anno le era
toccato in sorte l'incarico di "spalla su cui piangere". Il
problema era che invariabilmente l'oggetto dei desideri più o meno proibito
delle sue compagne di Casa era tal Sirius Black, Grifondoro di nobile lignaggio
e noto cascamorto. Nessuna delle Tassorosso pareva immune al suo fascino e
così, spesso e volentieri, le toccava ascoltare i sogni di conquista delle
altre e finiva poi con il consolare il loro cuore infranto dopo un periodo che
variava dai tre giorni alla settimana a seconda di quanto tempo impiegavano a
cedergli quanto egli desiderava. L'aveva
odiato con tutto il cuore nei cinque anni di Hogwarts che avevano frequentato
contemporaneamente, ma aveva raggiunto l'apoteosi quando lei frequentava il
quinto e lui il settimo: la sua migliore amica tale Eleanor
Rigby aveva finalmente raggiunto il suo personale
sogno proibito: essere scortata ad una festa di Lumacorno
proprio da Sirius Black (dopo tanti anni Mira ancora si chiedeva come avesse
fatto). Fatto
sta che la ragazza era riuscita a mettersi con lui e farsi piantare tutto nel
giro di ventiquattr'ore, era un record senza
precedenti anche per Black. Eleanor si ritrovò in un tale stato di prostrazione che
raggiunse un GUFO così deludente da rischiare di dover abbandonare gli studi.
Un compagno del settimo anno riuscì a consolarla per la delusione, ma dopo
l'estate la ragazza non tornò comunque a Hogwarts. Si
sposò all'inizio di settembre e finì a fare la casalinga dando a quel compagno
di Casa, che aveva ottenuto un piccolo impiego al Ministero, un bel maschietto
nel marzo dell'anno seguente. Mira sapeva che Eleanor
ora era felice ed in attesa del suo secondogenito, ma continuava a pensare che
se non fosse stato per Black probabilmente la sua vita sarebbe stata molto
diversa e magari in quel momento sarebbero state tutte e due in giro per
l'Europa come avevano progettato nei primi cinque anni di studi. Si
scrollò di dosso quei cupi pensieri, si affacciò sulla soglia della cucina
dicendo secca: - Black, la cena. Sirius
si diresse verso la voce piuttosto arcigna che lo chiamava e sentì un odore
particolare che arrivava dal tavolo quasi completamente spoglio che si trovava
di fronte: un bicchiere d'acqua, un piatto con dentro una cosa rotonda e
fumante e due posate di plastica. -
Mira, non è questo il modo di trattare gli ospiti! La
ragazza osservò Arabella con uno di quegli sguardi omicidi che di tanto in
tanto sfoderava quando era di luna storta: - Fosse stato per me, era ancora
fuori a bussare adesso. Sirius
non comprendeva tutto quell'astio da parte di quel piccolo ammasso di ossa che
si trovava di fronte, mentre masticava duecento volte ogni boccone di quella
sostanza gommosa che si trovava nel piatto, cercò di analizzare la ragazza:
aveva i capelli lunghissimi, le arrivavano alla vita, lisci e di un colore
indefinibile che variava dal nero al trasparente man mano che si avvicinavano
alle punte. Il
corpo non gli pareva un granché anche se in quel maglione enorme e con i
pantaloni della tuta non si capiva molto. Era seduta con scarsa compostezza
sopra uno dei mobili della vecchia cucina di Arabella: le gambe penzoloni e le
braccia incrociate sul petto, solo in quel momento Sirius notò che la ragazza
stringeva nel pugno una bacchetta, caspita, i suoi sensi dovevano essersi
notevolmente affievoliti se non se n'era accorto prima, o forse non aveva
fiutato il pericolo; nel giro di qualche ora si sarebbe reso conto che quello
era un grosso anzi, un grossissimo errore. Mira
si accorse di essere osservata e piantò il suo sguardo in quello grigio del
giovane uomo che le stava davanti. Sirius
rimase colpito da quegli occhi: enormi, spalancati, rotondi e di un colore
verde intenso. Il suo sguardo profondo, assolutamente penetrante e magnetico da
lasciarti senza fiato. Quello era un colpo basso: una persona così
insignificante non poteva avere uno sguardo simile, la cosa non
piacque per nulla a Sirius che cominciò a sospettare che quella bimba fosse una
cosa tutt'altro che piccola e da nulla come aveva valutato da una prima
affrettata analisi. -
Vuoi una fotografia oppure hai bisogno di radiografarmi ancora per molto? La
voce arcigna lo scosse dai suoi pensieri: - Scusa? -
Sbrigati a mangiare, vorrei tornare al mio libro. -
E tornatene al tuo libro, nessuno ti ha chiesto di assistermi mentre mangio,
non ho bisogno di Elfi Domestici. Arabella
sospirò le si prospettavano delle vacanze natalizie molto movimentate __________________________________________________________________________ Amate ancora
Mira? Baci bic |
Capitolo 9
*** Convivenza forzata ***
Gestione Recensioni: TITTIVALECHAN91: non
è tutto oro quel che luccica, per il momento non aggiungo altro… Grazie per la recensione Note d’autore Bene, ora che tra Mira e Sirius il ghiaccio
è rotto vediamo come procede la convivenza ____________________________________________________________________ Convivenza
forzata Quando
Sirius si fu riempito lo stomaco, Arabella disse con tono conciliante: -
Sirius, caro, cosa ne dici di farti un bel bagno caldo? Ti vedo stanco ed
affaticato. -
Magari, sono almeno dieci giorni che non trovo un posto decente in cui
comportarmi da essere umano. - In effetti aveva trascorso sotto forma di
Felpato gli ultimi tempi. Senza contare che la luna aveva appena iniziato a
calare e quel giorno aveva dovuto trascinare Remus, ridotto a straccio per
pavimenti, nel suo piccolo appartamento. L'aveva mollato sul divano in stato
semi comatoso e poi era schizzato sulla moto. -
Non penso che per uno come te faccia grande differenza, Signor "sono
troppo occupato con la mia vita per preoccuparmi del mio figlioccio". Sbottò
Mira velenosamente. -
Non so chi sei, non so cosa vuoi e non credo che tu ne sappia abbastanza della
mi avita per giudicare. - rispose Sirius la cui pazienza, come già risaputo,
aveva un labilissimo limite. -
Io so solo quello che vedo: un dongiovanni che non è in grado di fare l'unica
cosa che gli è richiesta e cioè occuparsi del suo figlioccio e ne delega la
custodia ai peggiori Babbani che conosca. -
Cosa diavolo ne sai tu di Harry? -
Si dà il caso che la persona che si occupa di lui sia la sottoscritta, ti
faccio una domanda, qual è il colore che gli dona di più? Sirius
rimase interdetto, cosa ne sapeva lui? L'ultima volta che l'aveva visto
indossava un pigiamino azzurro quindi ipotizzò: -
L'azzurro? -
Sbagliato, il colore che gli dona di più è il verde. -
Qual è il suo animale preferito? -
Il cane. -
Sbagliato, i cani lo terrorizzano, ama i gatti, Snitch
in particolare. -
Con cosa gli piace giocare? -
Con la scopa? -
Ma sei scemo? Pensi che potrei lasciarlo gironzolare impunemente su una scopa
nel giardino dei Dursley? Verrei messa alla porta nel giro di un secondo! Dici
a me che non so niente della tua vita, ma tu cosa sai della vita di Harry? Sirius
rimase in silenzio. La ragazzina non aveva tutti i torti, era stato un padrino
piuttosto assente, ma aveva le sue buone ragioni. Certo non le avrebbe spiegato
delle sette settimane passate a dare la caccia ad un topo per tutta la campagna
inglese, lui e Remus erano partiti dalla Cornovaglia, avevano immaginato che
Minus avrebbe tentato di mettersi in contatto con Nora, prima o poi.
Avevano setacciato tutte le case di maghi dell'Inghilterra meridionale
senza risultati. -
Arabella, puoi indicarmi il bagno per favore? Accetto molto volentieri
l'offerta che mi hai fatto prima. - Si rivolse alla signora più anziana con
fare affabile ignorando completamente la ragazza che si era piantata di fronte
a lui. La
padrona di casa scortò il giovane al piano di sopra, poi tornò in cucina dove
Mira stava riordinando con uno stile tutt'altro che tranquillo: posate,
bicchieri e piatti volavano per la cucina come se ci fosse un Poltergeist
impazzito in giro per casa. -
Mira, potresti cercare nel tuo armadio un paio di pantaloni della tuta da
prestare a Sirius? Credo che attaccando una lavatrice ora i suoi vestiti dovrebbero
essere pronti per domani pomeriggio. -
Ma...- Mira tentò di ribattere, ma Arabella rispose: - Silente gli ha affidato
una missione segreta e rischiosa, è stanco ed abbattuto e vuole solo
trascorrere il Natale con Harry, lascialo in pace e cerca di essere un po'
conciliante, se vuoi sai essere una ragazza così paziente e comprensiva. -
Arabella, sono paziente e comprensiva con le persone che se lo meritano e ti
assicuro che Black non merita nessuna pietà. -
Vedila così, potrai andare a trascorrere il Natale a casa con la tua
famiglia... -
Non se ne parla nemmeno, non lascio Harry con quell'essere infame, sarebbe in
grado di corrompere la sua sanità mentale nel giro di dieci minuti. Ma a cosa
pensavano i genitori di quel povero bambino quando hanno chiesto a
Black di essere suo padrino? -
Mira, smettila di comportarti come una bambina a cui hanno appena sottratto il
giocattolo preferito e, almeno per una volta, comportati da persona matura.
Sirius ha perso il suo migliore amico, credo che lui e James Potter fossero
quasi fratelli. Ora sta facendo del suo meglio per portare a termine la
missione che gli ha affidato Silente e contemporaneamente per occuparsi del
piccolo, non mi sembra una persona così malvagia, cosa ne dici? - rispose
Arabella con un tono stranamente serio ed anche un po' severo. -
Va bene, allargherò un paio dei miei pantaloni della tuta, ma questo è quanto,
non sarò né carina né cortese, con lui ho un conto in sospeso e non gli renderò
sicuramente la vita facile. Arabella
sorrise, un primo passo l'aveva fatto, magari la convivenza civile era ancora
lontana, ma per lo meno, Mira sembrava disposta a collaborare almeno un po'. La
strega salì al piano di sopra e vide la luce accesa nella stanza di fronte alla
sua, quella degli ospiti per intenderci, notò la porta del bagno aperta e non
fece caso al fatto che anche lì la luce fosse accesa. "Bene,
è stata una doccia veloce, a quanto pare" pensò entrando in bagno per
lavarsi i denti. Non
fece in tempo ad accorgersi dell'errore che vide l'esimio signor Black in tutto
il suo adamitico splendore che sgusciava grondante fuori dalla vasca. Gli
lanciò un asciugamano voltandosi dall'altro lato. Sirius ringhiò: - Non ti
hanno insegnato a bussare? -
E a te non ha non insegnato a chiudere la porta del bagno? Rispose
Mira sfacciatamente voltandosi di scatto. -
Sei diventata rossa, cos'è ho sconvolto i tuoi occhietti innocenti? Mira
scoppiò in una sonora risata: - Sono rossa perché qui dentro si fa la sauna, fa
un caldo da scoppiare, e poi i miei occhi, per quanto innocenti potessero
essere, non sarebbero certo stati sconvolti da una così misera visione.
Vedendoti ora nudo come un verme mi chiedo cosa ci trovassero tante sciacquette
in te quando eravamo a scuola. Folgorato
da tanta sfrontatezza Sirius cercò di ribattere: - Perché vuoi farmi credere di
aver visto di meglio? - Replicò con la migliore aria da seduttore che riusciva
a sfoggiare in quella circostanza. -
Senza ombra di dubbio. - rispose secca Mira. Sirius
rimase immobile: colpito, affondato, nessun superstite. La ragazza si lavò
tranquillamente i denti, gli passò un paio di pantaloni della tuta color rosa
ciclamino che detestava e che aveva sistemato a dovere allungandoli ed
allargandoli di venti centimetri. Sirius ci navigava dentro ma non fece commenti.
La ragazzina aveva esagerato, ma l'avrebbe pagata cara, doveva solo capire come
fare, un simile affronto era un'onta da lavare nel sangue anche se non
desiderava finire ad Azkaban per colpa di una simile nullità. Mentre
si infilava sotto le coperte, il mago cominciò a meditare sulle diverse
possibilità di vendetta, ma un tarlo si era installato nella sua mente
malandrina, possibile che la sua virilità potesse essere messa in dubbio da una
ragazzina? Nel
frattempo Mira stava ripensando a Sirius, in effetti non aveva mentito quando
gli aveva detto di aver visto di meglio, in realtà si riferiva ad una sola
persona: il suo migliore amico, nonché primo amore, nonché miglior
esperienza romantica della sua vita: Howard Brackett 185
centimetri di muscoli, capelli biondi ed occhi azzurro cielo, Babbano di
nascita e straordinario amante della musica jazz e del buon vino; l'uomo ideale
se non fosse per un piccolo inconveniente accaduto una sera di primavera del
loro ultimo anno. Intrufolandosi nel suo letto per fargli una sorpresa, l'aveva
trovato già occupato dal suo compagno di camera. In effetti il fatto che
condividesse con lei gli apprezzamenti sui giocatori di Quidditch, che avesse
una spiccata preferenza per My Fair Lady e che avesse acquistato i biglietti per
un concerto dei Village People a Londra, avrebbero
dovuto farle venire qualche dubbio, ma si sa, l'amore è cieco e così si trovò
in una ben strana posizione. Avevano
discusso, avevano litigato, lui aveva pianto e lei l'aveva consolato con le
seguenti parole: - Se non altro posso dire che io non ho proprio colpe, diciamo
che mi manca qualcosa che probabilmente per te è fondamentale. - Erano
così scoppiati in una sonora risata e Mira aveva deciso da quel momento di
lasciarsi crescere i capelli che prima teneva cortissimi. Erano
giunti alla conclusione che la loro amicizia sarebbe rimasta immutata e che ci
sarebbero sempre stati l'uno per l'altra. Howard
viveva a Londra: aveva un locale a Diagon Alley, ottimo vino ed ottima musica.
Prima che Mira si trasferisse a Little Winghing si
vedevano spesso e tra un bicchiere di vino ed un giro di ballo capitava che si
ritrovassero a passeggiare per la Londra Babbana aspettando che l'alba
spuntasse su Hide Park. A volte scompariva per
qualche settimana, si sentivano via gufo e lui raccontava di aver finalmente
trovato l'uomo della sua vita, ma invariabilmente finiva sempre con il
comparire con la coda tra le gambe e le orecchie basse alla sua porta perché
era stato barbaramente piantato. Mira
decise che sarebbe andata a trovarlo la notte della Vigilia, aveva voglia di
fare due chiacchiere con un buon amico e di sentirsi raccontare la sua ultima
infinita storia d'amore che sarebbe durata tutt'al più un paio di mesi. ____________________________________________________________________ La citazione di
oggi è cinefila, chi non lo indovinasse ed è interessato può andare al seguente
sito... http://it.movies.yahoo.com/i/in-out/index-368528.html |
Capitolo 10
*** Buonanotte ***
Gestione recensioni dirkfelpy89: grazie per la recensione e per i complimenti,
Mira e Sirius sono una miscela esplosiva posizionata accanto ad un caminetto…
Quanto e se succederà qualcosa dipende molto da loro. Alla prossima. TITTIVALECHAN91: in effetti la scena della doccia sarebbe
stata da sbav se Mira non avesse fatto commenti
acidi, comunque sappi che prima o poi il nostro buon Black si laverà di nuovo… JoeyPotter90: volevo dare a Minus una motivazione migliore
della sete di potere. Per quanto riguarda Mira dopo aver passato tre anni a
consolare persone dal cuore spezzato dall’esimio signor Black mi sembra davvero
il minimo essere un po’ acida e poi Sirius è uno spocchioso figlio di papà, si
merita un po’ di maltrattamenti per scendere al livello dei comuni mortali. In uno
dei prossimi capitoli il proverbio che hai appena citato sarà utilizzato da una
comparsa. Grazie per la recensione elys: Mira è un personaggio affascinante, ha la
lingua biforcuta, ma se vuole sa essere dolce come un profiterol,
ad esempio con Harry è sempre tenerissima, ovviamente Sirius non è Harry e deve
rendersi conto che esistono anche persone in grado di non cadere ai suoi piedi.
Grazie per la recensione. Nota
d’autore Scopriremo come
trascorre le sue nottate Mira e quali erano le aspettative di Sirius per
l'antivigilia di Natale ___________________________________________________________________ BUONANOTTE -MAMMA! L'urlo
lacerante e disperato squarciò il silenzio della notte. Sirius balzò in piedi
e, a causa della lunghezza dei pantaloni che indossava, capitombolò a faccia in
giù sulla moquette della stanza. Così,
quando entrò in camera di Mira con il cuore in gola, era ancora troppo
distratto dal dolore al naso e non fece in tempo a ripararsi dal "Petrificus Totalus"
che la ragazza gli aveva scagliato contro. Era stato solo un sussurro,
mescolato alle parole della ninnananna che stava cantando al piccolo Harry per
farlo calmare. Sirius questa volta era caduto lateralmente sul tappeto e si
trovava vis a vis con il buon vecchio Snitch. Il
gatto cominciò a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli. Sentì
che il pianto del piccolo si calmava lentamente fino a trasformarsi in un
insieme di piccoli singhiozzi e poi in un quieto respirare. Mira
lo pose nuovamente nel lettino poi si voltò verso Sirius: - Se stai zitto ti
libero dall'incantesimo. "Relascio" -
Ma sei impaz... - Sirius non fece in tempo a finire
la frase che fu colpito da un "Silencio". Lo
sospinse verso il salotto dove recuperò la sua giacca ed Appellò quella dell'uomo, poi
uscì all'esterno. Liberò
Sirius dall'incantesimo:- Bene, ora sfogati pure. - Disse poi con voce stanca. Qualcosa
nel suo atteggiamento impedì a Sirius di cominciare ad urlare. Contro ogni
logica vederla così: i capelli legati in due trecce arruffate, il pigiamone di
flanella azzurro che compariva sotto la giacca e delle occhiaie paurose messe
in risalto dalla luce della luna; gli suscitarono un istinto protettivo che lo
colpì come una pugnalata al cuore, ma come era possibile che quell'esserino minuscolo risvegliasse in lui contemporaneamente i
più bassi istinti omicidi ed i più disarmanti slanci protettivi? Perciò
parlò pacatamente: - Perché mi hai impedito di entrare? Avrei potuto aiutarti a
calmarlo, senza contare che sei stonata come una campana, deve essersi
riaddormentato per disperazione sperando che così avresti smesso di cantare. Mira
emise uno sbuffo e tirò fuori dalla tasca della giacca un pacchetto di
sigarette, ne offrì una a Sirius, ma il mago declinò: odiava il fumo e l'odore
gli dava la nausea. La
ragazza si accese la sigaretta e poi si voltò verso il mago. Sirius notò lo
sguardo spento che poco o nulla aveva a che fare con la ragazza combattiva che
aveva conosciuto poche ore prima. Il suo slancio protettivo ricominciò a farsi
sentire: probabilmente se fosse stato Felpato in quel momento si sarebbe messo
a scodinzolare. Ricacciò indietro quel pensiero raccapricciante ed attese che
la ragazza parlasse. Mira
tirò un'altra boccata e cominciò: - Harry sogna ogni notte l'attacco, si
sveglia terrorizzato ed urlante, cosa credi che sarebbe successo se si fosse
presentato in camera sua uno sconosciuto a bacchetta spianata? -
Io non sono uno sconosciuto! -
Di notte, al buio, in preda al terrore, non credo che sarebbe stato in grado di
riconoscerti, forse non ci riuscirà nemmeno di giorno; renditi conto che è un
bambino di nemmeno diciotto mesi che ha subito un trauma allucinante, passando
dall'amore della mamma e del papà a due adulti che a malapena lo guardano.
Considererei un successo anche solo il fatto che domani mattina si lasci
avvicinare da te. -
Perché non rientriamo? -
Perché ho bisogno di una sigaretta, non fumo abitualmente, ma devo distendere i
nervi e questo mi aiuta, solo che i gatti detestano l'odore. - Rispose
accennando a ciò che teneva in mano. -
Trovo questo vizio davvero disgustoso, l'odore del fumo rimane attaccato
addosso alle persone per ore, mi auguro che non ti avvicini al bambino puzzando
come una pozione andata a male. -
Tranquillo, prima di tornare in camera mi faccio una doccia dato che qualcuno
aveva monopolizzato il bagno, prima. -
Cosa significa che ogni notte Harry sogna l'attacco, tu come lo sai? -
Lo so perché ogni notte lo sento urlare e mi Materializzo nella sua stanza per
consolarlo. -
Ma che udito hai? - Sirius appariva realmente allibito. -
Imbecille, uso delle radiotrasmittenti magicamente potenziate. - ringhiò Mira a
voce bassa. -
Cosa usi? -
Niente che tu possa capire se non hai studiato un po' di Babbanologia è uno strumento che
serve per far sentire la voce di una persona anche a molta distanza. - Aggiunse
Mira con l'aria di chi non ne può veramente più. -
Allora mi sa che dovrò darti un aumento per tanta solerzia, fino a prova
contraria sono il tuo datore di lavoro, no? - rispose sardonico Black. -
Mi è sufficiente che tu mi restituisca i fondi perduti nella ristrutturazione
della cameretta di Harry. -
Ristrutturazione? Cos'aveva che non andava? -
Pareti verde marcio, mobili vecchi e cadenti di colori impossibili, un letto,
che dire antiquato è fargli un complimento, con un materasso pietoso su
cui non avrebbe potuto dormire nemmeno un cane. Sirius
restò un po' interdetto, in quella notte di qualche mese prima aveva fatto del
suo meglio per rendere vivibile la stanza, ma ovviamente non si intendeva di
camere di bambini. Quella che aveva quando abitava a Grimmauld
Place con i suoi consanguinei era una stanza lugubre,
tutto ciò che ricordava era buio, austerità e silenzio, quindi poteva
tranquillamente aver fatto qualche pasticcio. -
L'unica cosa che si salva è un piccolo planetario in miniatura, Harry si
addormenta solo con quello. Sirius
tirò un sospiro di sollievo, almeno non aveva sbagliato proprio tutto. -
Senti Black, tu non mi piaci, ma se dobbiamo convivere sotto lo stesso tetto
sarà meglio che ci comportiamo civilmente. Tu non darmi fastidio ed io farò del
mio meglio per sopportarti. - Aggiunse Mira spegnendo la sigaretta sotto il
bordo del gradino ed incenerendo il mozzicone con la bacchetta. -
Si può sapere cosa ti ho fatto? - Ringhiò Black. -
Non è qualcosa che hai fatto a me, è più che altro il fatto che sei un
narcisista sciupa femmine che non ha altro interesse che correre dietro alla prima
sottana che gli si para davanti, manco fossi un cane in calore. - Sirius la
fulminò con lo sguardo, stava per farle una piazzata, ma la ragazza lo prevenne
e, sfoderando un ghigno degno di un Serpeverde che sta per affatturarti
aggiunse: - Tra l'altro è meglio rientrare, le labbra blu non ti donano
e, per quanto una tua dipartita non farebbe altro che rendere questo mondo un
posto migliore, da quel che ho capito tu al momento sei l'unica garanzia che
Harry ha per avere una vita discreta. Sirius
senza parole seguì Mira in casa. La
ragazza però si voltò poco prima di entrare nel bagno: - Sai Black, il rosa
ciclamino ti dona...- e scoppiò a ridere sommessamente chiudendo la porta. Sirius
rimase con un palmo di naso e decise che quella piccola pazza avrebbe dovuto
subire la peggior vendetta che gli anni di genetica Serpeverde dei Black
avrebbe potuto concepire. Certo
la risata malandrina che aveva sfoderato appena un attimo prima era
discretamente accattivante. Ma cosa andava a pensare dopo che quella strega gli
aveva fatto passare la peggiore serata della sua vita in assoluto? Tutto
si era aspettato da quell'antivigilia di Natale: aveva pensato di spaventare a
morte i Dursley, fare un paio di moine a Harry e poi Materializzarsi a Diagon
Alley alla ricerca di una compagnia femminile per trascorrere una serata, ma
soprattutto una nottata piacevole. Certo
l'ultima cosa che avrebbe potuto pensare era di trovarsi incastrato con un
tornado petulante formato mignon, una vecchia signora un po' matta in una casa
piena di gatti. Soprattutto mai avrebbe immaginato di trovarsi un giorno con
indosso una cosa simile, aveva tentato di dare una sistemata ai pantaloni che
gli erano stati gentilmente prestati, ma pareva avessero un incantesimo di
colorazione permanente, tutto ciò che era riuscito a sistemare era la taglia,
così buttandosi sul letto, con le mani dietro alla testa cominciò a meditare la
sua vendetta. ____________________________________________________________________ Spero che sia
stato di vostro gradimento ciao bic |
Capitolo 11
*** Shopping ***
Gestione recensioni TITTIVALECHAN91: La strana coppia… riusciranno i
nostri amici a trascorrere una giornata senza uccidersi nei modi più atroci che
ti passano per l’anticamera del cervello? _____________________________________________________________________________________________________ Shopping -
Svegliati, infame! Mira aveva
impietosamente spalancato le ante della finestra della stanza degli ospiti,
momentaneamente occupata dall’esimio signor Black, nel gelo del mattino: dopo
la nevicata della sera precedente le temperature si erano ulteriormente
abbassate e ragnatele di brina decoravano i vetri e le strade. - Ma porc… - Taci, o
potresti pentirtene, Arabella detesta le volgarità, potrebbe aizzarti contro
orde di gatti inferociti, nel qual caso, io resterei seduta in poltrona con
bibita e popcorn a godermi lo smembramento. -
Fuori da questa stanza, Megera! Sirius Black,
che già di suo non era propriamente uno zuccherino, se veniva svegliato
all’improvviso poteva trasformarsi in una abominevole belva, solo che non aveva
fatto i conti con il tornado mignon. - Fa come ti
pare, ma ti avverto che Harry ed io oggi andremo a fare shopping, per cui se
vuoi trascorrere un po’ di tempo con il tuo figlioccio è meglio che ti sbrighi. Aggiunse Mira
sbattendo la porta. Sirius,
sussurrando epiteti che in questa sede non sarebbe opportuno ripetere, si alzò
rendendosi conto di non avere a portata di mano i propri indumenti, né
tantomeno di poter andare a spasso per la città con quegli orrendi cosi rosa
che ancora indossava come pigiama. Si affacciò
quindi alla porta ed intercettò la ragazza che usciva dal bagno con una cesta
piena di vestiti tra i quali intravide anche i suoi: - Piccola ladra,
restituiscimi i miei vestiti. - Sono ancora
bagnati, non credo che tu voglia prenderti un raffreddore, altrimenti farai
cadere le fanciulle ai tuoi piedi per pietà più che per fascino. - Allora cosa
dovrei mettermi? - Ti ho
procurato degli abiti Babbani, a proposito, posso chiederti una cosa? –
Aggiunse poi guardandolo dalla testa ai piedi. Sirius sbuffò
accennando un gesto d’assenso. (Pessimo errore). Mira,
sogghignando malignamente aggiunse: - Problemi idraulici, bacchetta in tasca o
sei solo molto felice di vedermi? In
quella Sirius abbassò lo sguardo verso il punto su cui si era concentrata
l’attenzione di Mira e tentò di sgusciare dal momento imbarazzante con una
battuta: - Che c’è piccola pervertita, vuoi un assaggio? - Fossi matta!
- Rispose la ragazza ridendo. – Non sarò un’altra tacca sulla tua
bacchetta. Comunque i tuoi vestiti sono in salotto. Per quanto l’idea di farti
girare per la città in tuta ciclamino mi provocherebbe una gioia senza pari, ho
dovuto assecondare i desideri di Arabella che ha deciso di comportarsi da zia
premurosa. Sirius
scese al piano di sotto e si trovò con indosso un tendone da circo, pantaloni
enormi ed un maglione a scacchi che non avrebbe fatto indossare nemmeno a
Piton. - Io in giro
conciato così non ci vengo, sono ridicolo! - Smettila di
comportarti come un bambino e vieni qui che ti sistemo. – rispose Mira con la
bacchetta in mano. Sirius la guardò con sospetto: - Non contarci, non ti
permetto di avvicinarti con una bacchetta in mano: sei pericolosa. Arabella
intervenne dalla cucina: - Ha lavorato da madama McClan.
Dalle un po’ di fiducia, e poi Harry scalpita. Mira, senza
nemmeno attendere il permesso, tagliò, allungò e strinse nei punti giusti ed in
cinque minuti Sirius si ritrovò calzato e vestito da perfetto Babbano. La
strega osservò il lavoro ed aggiunse: - Con gli omaggi del signor Vernon
Dursley. - Cosa? Tu mi
hai fatto indossare della roba che ha portato quel lurido Babbano? - Senti
orgoglio Purosangue dei miei stivali, questo passava il convento. Arrangiati,
altrimenti c’è sempre la tuta rosa. Detto
ciò andò in cucina e recuperò Harry, poi lo portò di fronte a Sirius. Il
bambino guardò lo sconosciuto con timore e si strinse forte a Mira. La ragazza
sospirò e, mordendosi la lingua per non dire tutto ciò che pensava, cominciò: -
Harry, saluta questo signore, si chiama Sirius, è un nostro amico ed è qui per
stare un po’ con te, forza, digli ciao. Harry osservò
Sirius da sotto in su, fece un piccolo gesto di saluto con la mano e poi si
raggomitolò di nuovo in braccio a Mira. La quale lo strinse forte confortandolo
con parole dolci, sorrisi e carezze. Sirius rimase
interdetto, non era certo l’accoglienza che si aspettava, fin da piccolissimo
Harry era sempre stato un bimbo estremamente socievole, decise che si
sarebbe fermato con lui fin dopo Natale, almeno fino al primo dell’anno, doveva
riconquistare la fiducia del bambino e qualcosa gli diceva che non sarebbe
stato molto semplice. - Andiamo prima
che Arabella ci sbatta fuori a calci. - Usciamo da davanti?
Non sarebbe il caso di Smaterializzarci dall’uscita sul retro? -
Smaterializzarci? E perché? - Scusa, ma non
hai detto che andiamo a fare spese? - Mica crederai
che mi azzardi a portare Harry a Diagon Alley, oggi si fa shopping alla vecchia
maniera Babbana, senza nessun tipo di magia, senza contare che Harry non ci è
abituato. - Perché non
possiamo portare Harry a Diagon Alley? Mira sbuffò: -
Ma non ci arrivi? Quanti Mangiamorte pensi che ci siano in circolazione? Quanto
pensi che ci metterebbero a rapire Harry? No, mi dispiace, non intendo far
saltare la sua copertura, nessuno deve sapere che Harry Potter è facilmente
raggiungibile. Sirius rimase
stupito, certo che la ragazzina se voleva lo faceva funzionare bene quel suo
cervellino perverso. Rimasero in
silenzio per un tempo che parve interminabile, poi Mira ruppe il ghiaccio: -
Allora, signor Black, qual è il tuo scopo nella vita visto che hai scaricato i
tuoi doveri di tutore sui Babbani peggiori che io abbia mai avuto occasione di conoscere? -
Ancora con questa storia? Silente ci ha affidato una missione di cui non ho la
minima intenzione di discutere con te. - Ci? La cosa
si fa interessante, e dimmi quel “Ci” è forse una bella bionda, burrosa al
punto giusto e che risponde sempre di sì? – Mira aveva sfoderato un’aria da
comare che invece di farlo infuriare lo fece sorridere, abbinare poi quella
descrizione al suo reale compagno di avventure lo fece letteralmente rotolare a
terra dal ridere. -
Ti giuro che nessuno ha mai descritto il mio amico con questi termini. -
Il "mio amico"? Black, non credevo che avessi cambiato sponda e
dimmi, da quando? Quanti cuori infranti di fanciulle hanno accolto la novità? Sirius sbuffò,
sapeva che la ragazzina stava scherzando, ma quel fare saccente lo faceva
decisamente innervosire. - Sei proprio
una Tassorosso pettegola, con “il mio amico”, intendevo dire la persona con cui
sto eseguendo gli ordini di Silente. - Oh, capisco, ora
si dice “eseguire gli ordini di Silente”, comunque sappi che se ti stanchi del
“tuo amico” conosco almeno un paio di maschietti pronti a darti tutto il loro
affetto e la loro comprensione. Ora Sirius
cominciava seriamente ad arrabbiarsi, già la ragazzina aveva messo in dubbio le
sue abilità amatorie, era eccessivo che scherzasse anche sulla sua virilità. - Guarda che
non ho cambiato sponda e sono pronto a dimostrartelo in qualunque momento. - Coda di
paglia? -
Fatti furba ochetta dei miei stivali. - Sai, se non
ti sentissi punto sul vivo non reagiresti tanto male, ho una certa esperienza
con i cuori spezzati, allora, vuoi dirmi come si chiama il “tuo amico”? - Piccola
petulante, si chiama Remus Lupin, ma non credo che tu lo conosca. Mira rimase a
bocca aperta, poi improvvisamente le balenò in mente un fugace ricordo del suo
primo incontro con Lupin: erano sull’espresso per Hogwarts e lui si era
comportato da perfetto gentiluomo cedendole il posto. Ah, il suo quarto anno,
nelle prime settimane di scuola si erano incrociati spesso ed aveva notato che
il ragazzo era un vero topo da biblioteca, aveva indagato e scoperto che era
anche piuttosto bravo. Così, visto che lei non era una cima, con la faccia di
bronzo che la contraddistingueva, un giorno lo aveva preso da parte e gli aveva
richiesto un paio di ripetizioni, da cosa nasce cosa e... Sorrise: -
Conosco molto bene Remus, ha reso indimenticabile il mio primo bacio. Sirius la
squadrò dall’alto in basso, decisamente Remus non aveva buon gusto. -
Vuoi dirmi che tu sei uscita con Remus? Mira scoppiò in
una sonora risata: - Ma pensavi davvero che lui non battesse chiodo?
Semplicemente era abbastanza intelligente da non sbandierarlo ai quattro venti,
mica come te. - E come mai è
finita? - Non mi fidavo
abbastanza di lui o forse era il contrario, era come se ci fosse qualcosa che
non voleva dirmi, così un giorno l’ho messo alle strette. Da allora ho capito
che non sempre gli ultimatum sono una cosa buona. Perché a volte ottieni il contrario
di quello in cui speri. - Ma dimmi,
com’era Remus come fidanzatino? - Ma che sei
interessato? Allora hai davvero cambiato sponda? - Scema, è che
non l’ho mai immaginato in quel ruolo. – Sirius pareva seriamente
incuriosito. - Più che altro
mi aiutava a studiare, in quel primo semestre del quarto hanno sono riuscita ad
ottenere l’unico Eccezionale della mia carriera scolastica. Lo ricordo ancora,
si trattava di Trasfigurazione, la McGranitt mi fece ripetere la magia quattro
volte per essere certa che non ci fosse lo zampino di nessuno. - E quindi
Remus è stato il tuo primo amore, ah, ah, ah. - No, hai
frainteso, Remus non è mai stato il mio primo amore, posso garantirti che dopo
di lui ho avuto di meglio. -
Ah, sì? Meglio di Lupin? Più premuroso, dolce e sensibile del caro vecchio Lunastorta? - Lunastorta? Che strano soprannome, sì, comunque ho avuto il
massimo che una donna possa chiedere. - Poi lui si è
reso conto della persona con cui si era messo ed è fuggito a gambe levate. Mira lo fulminò
con lo sguardo, touché. Sirius ce
l’aveva fatta, l’aveva fatta crollare nella sua rete. Così continuò: - Vediamo
un po’, com’è andata? Scommetto che ti ha lasciata lui. Mira si riprese
in fretta, capì che non doveva assolutamente permettere a Black di conoscere
tutta la storia altrimenti l’avrebbe perseguitata a vita. Così liquidò la
faccenda con un: - Ci siamo resi conto di desiderare cose diverse ed abbiamo
deciso che era molto meglio rimanere amici, anzi un giorno o l’altro potrei anche
presentartelo. Sirius, che
aveva sperato di farla capitolare in lacrime ingoiò il rospo, se fosse stato
quel tipo a lasciarla avrebbe potuto girare un po’ il coltello nella piaga, ma
se erano ancora amici non aveva nessun potere. - Siamo
arrivati. Sirius si trovò di
fronte ad una grande costruzione in cui entrava e da cui usciva continuamente
una massa informe di gente. - Cos’è quel
carnaio? -
Signor Black, un po’ di Babbanologia non ti avrebbe fatto male, nella tua vita
scolastica. Comunque quello si chiama grande magazzino e dentro troveremo il
regalo adatto a Harry. Sirius si
lasciò trascinare dentro e rimase come inebetito. - Non staccarti
da me. - Disse Mira prendendogli la mano e posandola sul passeggino per
poi coprirla con la sua. Fu una fortuna,
perché, appena si rese conto della presenza delle luci intermittenti, Sirius si
lanciò in quella direzione con lo stesso stupore che provava Harry. Mira si divertì
un mondo a vederli comportarsi nello stesso modo: rapiti dal trenino elettrico;
stupiti da un cane a molla scodinzolante che Sirius volle a tutti i costi
acquistare per Harry (anche perché assomigliava straordinariamente a Felpato);
atterriti di fronte ad un’ambulanza che videro sfrecciare a tutto gas appena
fuori dal grande magazzino. - Allora
- disse Mira con le borse piene di pacchi, pacchetti e pacchettini che
avrebbe spedito in serata ai suoi numerosi fratelli – tu non fai regali a
nessuno a parte Harry? Sirius ghignò:
- Credo che il regalo più gradito per mia madre sarebbe un certificato di morte
con il mio nome sopra. - Oh, mi
dispiace. – Mira aveva uno splendido rapporto con i suoi familiari, anche se
non apprezzava il fatto che sua madre sfornasse figli in continuazione. Non si
vedevano spesso, ma quando erano insieme era una festa. Proprio non capiva come
si potessero tagliare i ponti definitivamente con la propria famiglia. - E di che
dovresti dispiacerti, non vedo mia madre da cinque anni e non ne sento per
niente la mancanza. - Non dirmi che
non hai neanche una ragazza a cui fare un regalo. - Ragazzina,
pensi seriamente che se avessi una ragazza ora sari qui a fare spese con te? - Magari un
ragazzo? – Aggiunse lei scoppiando a ridere. - Se vogliamo metterla
così in effetti potrei fare un regalo a Remus. – Meglio tardi che mai, Sirius
aveva capito che se la ragazzina trovava un punto su cui fare appiglio era
meglio aggirare l’ostacolo. - E Remus sia,
allora, so anche dove andare. Non
ci volle molto, raggiunsero un vicolo, su lato destro gli stretti portici
permettevano ai passanti di ripararsi dalle raffiche di vento. Mira si diresse
con passo sicuro. Incastonata tra un pub ed un negozio di bigiotteria, una
piccola libreria faceva bella mostra di sé; ai lati della porta in legno, due
vetrinette mostravano le ultime novità letterarie, ma ciò che colpì Sirius fu
l’insegna: “Libreria la Fenice” sopra la scritta si librava la creatura alata
in una serigrafia straordinariamente particolareggiata. - Ma… -
Non sapevi che esistono Babbani che amano quello che definiscono il “regno
della fantasia” quanto il loro? Ho conosciuto ragazze che avevano la stanza
tappezzata di immagini di unicorni, altre che si divertivano a disegnare fate e
persino qualche scultore in grado di rappresentare perfettamente uno gnomo dei
boschi. Ovviamente tutti Babbani, sai dovresti uscire dagli stereotipi dei
Babbani che non capiscono nulla. – Lo redarguì Mira entrando. - Ciao Monique, disturbo? - Mira, che
piacere! Affatto, ma fammi un po’ vedere, quest’ometto cresce a vista d’occhio.
E lui è il papà? - Piantala Monique, ti ho detto mille volte che Harry non è mio
figlio, quanto a lui augurati che non si riproduca. Sirius
intervenne rivolgendosi direttamente alla proprietaria della libreria con aria
da seduttore: - Signorina, non la ascolti, a volte è più facile denigrare che
riconoscere il vero valore. Monique osservò Sirius, riconosceva i tipi come lui,
cascamorti di professione, a chilometri di distanza : - “Chi disprezza compra”,
diceva sempre mia nonna. - Monique, piantala. Stiamo cercando un libro, direi un
classico possibilmente una bella edizione tradizionale. - Fammi
pensare, per classico intendi narrativa o drammaturgia? - Andrei sulla narrativa,
tu che ne pensi Black? Sirius si era
voltato verso Harry che stava cercando di arraffare un libro cartonato poco
distante. - Non saprei,
Remus legge qualunque cosa, penso che andrebbe bene anche un libro di Pozioni. Mira lo
incenerì, Monique scoppiò a ridere: - Un libro di
pozioni, carina questa. Cosa ne pensi dei Canterbury Tales,
invece? Più tradizionale di quello... - Direi che è
perfetto. - Scusa, cosa
sarebbe? - Tranquillo,
sono sicura che Remus apprezzerà. Sulla via del
ritorno rimasero per lo più silenziosi fino a quando Sirius domandò a
bruciapelo: - Scusa, ma che razza di nome è Mira? La
giovane si voltò con un sopracciglio sollevato: - Scusa? - Ma sì, perché
ti chiami Mira? È strano, non è un nome tanto normale. - Tu sei un
perfetto imbecille, a parte che neanche Sirius è un nome tanto normale e poi io
non mi chiamo Mira, mi faccio chiamare Mira perché il mio nome mi crea un certo
fastidio ha un significato che mi ricorda pessimi momenti pasati
a scuola. -
Davvero? E come ti chiami di grazia? -
Nome completo? Sirius annuì
pregustando una possibilità di vendetta. -
Mi chiamo Mirzam Korat. - Mirzam? Come la stella? - Sì, e allora?
Anche tu hai il nome di una stella, no? - La mia è una tradizione
di famiglia, tu che scusa hai? - Mia madre si
era data all’Astronomia mentre era incinta. Mi è ancora andata bene, pensa se
si fosse dedicata alla floricoltura e avessi dovuto portarmi dietro
tutta la vita il nome Mimosa. - Ma perché
proprio Mimosa? - Perché
tradizione della mia famiglia è dare a tutti i figli nomi che iniziano per M. - Tutti? Perché
quanti siete? La ragazza
rimase spiazzata e cominciò a contare sulle dita: - Con me siamo nove, a meno
che mia madre mi faccia qualche altra sorpresa. - Ma che sono i
tuoi, conigli? Lo
scatto della bacchetta di Mira fu fulmineo: nessuno poteva fare commenti sulla
prolificità dei suoi, a parte lei. - Se vuoi
provare l’immensa gioia di cantare come soprano in un coro di voci bianche continua. Sirius che
aveva notato la bacchetta di Mira pericolosamente puntata verso la parte più
preziosa e più delicata del suo corpo, si astenne dal fare ulteriori commenti e
si stramaledì per non aver previsto lo scatto della ragazza: semplicemente non
riteneva che potesse offendersi così tanto per una battuta innocente. Rimasero in
silenzio per tutto il resto del percorso e raggiunsero la casa di Arabella
in tempo per la cena. __________________________________________________________________________ N.d.A. Ebbene sì, Mira e Remus, non ve li aspettavate,
vero? E pensate cosa succederà quando si incontreranno nuovamente… Quanto allo shopping Sirius imbambolato davanti alle
lucine mi fa impazzire. La libreria “La Fenice” e la sua proprietaria Monique sono citazioni autobiografiche, purtroppo la mia “Fenice”
ha chiuso i battenti, spero che possa prima o poi rinascere dalle sue ceneri. Attendo commenti Ciao bic |