HUMAN NATURE

di sole51
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Quando chiusero la porta della cella non gridai. Nemmeno piansi o supplicai.

Mi limitai a sedermi su una specie di lettino e poi restai immobile. In silenzio.

Non che non avessi paura, eccome se ne avevo..ma era come se avessi sempre saputo che sarebbe finita così e ora che stava accadendo sentivo il nodo che avevo allo stomaco che si scioglieva.

Niente terrorizza di più della paura stessa.

Non sapere dove e quando..o come..ma sapere che accadrà.

L’unica cosa che avevo sempre saputo in effetti era il perché.

Il perché era facile, lo era sempre stato.

Avevo quattro anni quando avevo capito che ero diversa.

Otto quando mi avevano detto che ero molto malata.

Quattordici quando, da malata ero diventata un abominio.

Il salto di categoria aveva coinciso con l’outing dei vampiri.

Il mondo era impazzito e io ero diventata un mostro.

Tutto ciò che era diverso faceva paura.

Era sbagliato.

Da correggere o eliminare.

Dato che sfortunatamente la mia malattia non poteva essere curata..adesso stavo per essere eliminata.

Sfortunatamente..era proprio così che mi aveva detto Ann, la responsabile dell’istituto in cui ero cresciuta, quando mi aveva affidato alle cure del reverendo Newlin, capo della Compagnia del Sole, una simpatica chiesa che professava l’appartenenza dei mostri a Satana e che si proponeva in nome di Dio di eliminarli tutti. Me compresa.

Oh, sapevano che ero umana..ma corrotta, irrimediabilmente corrotta, nello spirito e nel corpo.

Mi avevano detto che uccidermi era l’unica speranza che mi rimaneva per salvare la mia anima.

Per essere onesti, era da quando mi avevano declassata a subumana che nutrivo sinceri dubbi nei confronti di tutto ciò che riguardava la religione..ma mi astenni dal dirlo.

Ultimamente l’unica cosa in cui credevo e in cui mi dava conforto credere era la natura.

No, non la natura, ma la Natura.

Il mondo. In tutte le sue forme e con tutte le sue creature.

Credevo in una forza creatrice che non era né buona né cattiva, ma che semplicemente ERA.

Credevo nelle cellule, nel DNA..nell’evoluzione..nel cerchio della vita..secondo cui tutti siamo prede e predatori.

Avevo sempre trovato tutto ciò che riguardava le scienze molto interessante..ma, negli ultimi due anni, avevo iniziato a trovarlo rassicurante.

Così, nonostante tutto quello che pensavano di me, io sapevo di non essere un mostro o un abominio..ero solo malata, avevo la LES: Lupus Eritematoso Sistemico.

Un nome simpatico per una malattia che non lo era affatto, specie nel mio caso, in cui  si presentava in una forma insolitamente acuta.

In parole povere si trattava di una malattia autoimmune che veniva acuita dall’esposizione al sole.

La pelle si copriva di eritemi, il più peculiare dei quali era sul viso e ricordava una macchia tipica sul muso dei lupi, da cui l’originale nome Lupus..anche se ormai era conosciuta come Sindrome del Vampiro..e in effetti era diventata una manifestazione della corruzione dell’anima più che una malattia.

La cosa più buffa era che i veri vampiri prosperavano allegramente grazie a un nutrito gruppi di vampiro fili che li veneravano e li adoravano come esseri superiori.

E io invece stavo per essere uccisa..vabbè che la fortuna non era mai stata la mia compagna di vita..ma così era un po’ esagerato, no?

Il rumore di un’altra porta che si chiudeva mi strappò ai miei pensieri.

Una donna e un uomo erano stati messi nella cella accanto alla mia.

Ma la loro politica sul silenzio era decisamente diversa.

Prima avevano urlato contro chi li aveva rinchiusi, poi l’uno verso l’altra e adesso l’uomo si stava  esibendo in un assolo decisamente irritante.

Soffriva di claustrofobia e sembrava intenzionato a farlo sapere a tutti.

Quando non ce la feci più mi avvicinai alle sbarre e gli chiesi di smetterla.

-C’è qualcuno?-chiese la donna.-Dove sei?

-Nella cella accanto.

-Siamo venuti a prendere Godric.-mi annunciò felice la donna.

-Beh, mi fa piacere per lui.

Evidentemente il mio sarcasmo non le aveva fatto piacere perché le altre domande furono più sospettose.

-Chi sei ? Perché sei qui?

-Mi chiamo Phoebe. Mi hanno chiusa qui.

L’uomo intanto continuava a gridare finchè lei non gli urlò contro con un tono piuttosto autoritario. Poi ritornò a rivolgersi a me.

-Perché non ci chiedi chi siamo?-era sempre più sospettosa.

-Cosa cambierebbe saperlo? Domani sarà comunque finita.

-Che vuoi dire?

-Mi uccidono domattina.

-Perché?-chiese ancora, ma stavolta  on c’era sospetto nella sua voce, piuttosto sorpresa.-Sembri così giovane..quanti anni hai?

-Sedici. –potei quasi vedere lo sgomento che si dipingeva sul suo viso.

-S-sedici? Ma perché?

Scrollai le spalle anche se lei non poteva vedermi.-Ho la LES.

-La cosa?

Fu l’uomo con lei a rispondere per me. –La Sindrome di Vlad. Non sai cos’è? Ma dove vivi Sookie?

-Vuol dire che sei una vampiro fila? –non so se fu quello che disse o come lo disse ma non riuscii a trattenermi dal ridere e fu bello.

Era tanto che non ridevo così. Quasi fino alle lacrime.

Lei, Sookie, mi lasciò sfogare e aspettò che mi fossi calmata prima di continuare a fare domande.

-Mi sembra di capire di no.

-In realtà non lo so..non ho mai visto un vampiro dal vero..-chissà magari facevano bene a uccidermi, forse ero davvero corrotta.

-Ma allora cosa sei?

-La domanda giusta è “cosa” hai.-la corressi automaticamente. –E’ una malattia. Il mio corpo non sopporta il sole.

-Ti scotti?-scoppia di nuovo a ridere.

-Quello ed altro.-dissi sempre ridacchiando.

-Ma se sei malata perché..?

-Mi uccidono?

-Sì.

-Perché viviamo in un mondo pazzo Sookie.-ammisi tristemente.

-Sei sicura di avere 16 anni?

-Avrei dovuto compierne 17 in ottobre.

-Non parlare così. Ti tireremo fuori vedrai.-disse di nuovo carica di entusiasmo.

-Non per contraddirti..ma siete in gabbia proprio come me..e non credo che il vostro amico sia messo meglio.

Non mi rispose ma in compenso il suo amico ricominciò a gridare. E a pieni polmoni.

-Fatemi uscire!!!!!!!!

Lei cercò di calmarlo ma fu inutile.

Sembrava impazzito. Lo sentivo scuotere le sbarre, come se la sua voce non fosse un fastidio sufficiente.

Passammo così il resto del pomeriggio.

Smise di gridare solo una volta e allora potei sentire che li gli diceva che era tutto vero, che ero sincera.

Avrei voluto chiedere come faceva ad esserne sicura, ma poi le urla ricominciarono, se possibile più forti di prima, e persino pensare diventò difficile.

Sembrava che la mia sincerità lo avesse sconvolto più di tutto il resto.

Non accadde più nulla di rilevante finchè non venne sera e tre cose accaddero in rapida successione.

Per prima cosa l’uomo impazzì del tutto e la situazione precipitò quando la donna lo accusò di essere un traditore.

Poi, il reverendo Newlin entrò con una specie di gorilla dallo sguardo folle.

E infine, dopo una breve predica se ne andò e ci lasciò con quel tipo.

Da quel momento in poi i fatti si fanno confusi.

Le voci si sovrappongono.

Si sentivano solo grida.

Per certo so che l’uomo prigioniero venne zittito e che l’altro voleva fare molto male a Sookie.

Voleva violentarla. Voleva farle tanto tanto male..e la cosa più orribile era che questo pensiero sembrava farlo felice.

E io non riuscivo a far altro che pensare”No, questo no! Non lasciare che lo faccia! Non lasciare che lo faccia anche a me!”.

Probabilmente svenni o forse fu lo choc, comunque tutto divenne nero e quando riaprii gli occhi non ero più in cella.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Furono le voci a svegliarmi probabilmente

Furono le voci a svegliarmi probabilmente.

Una su tutte, quella purtroppo nota del reverendo.

Stava facendo uno dei suoi bei discorsi sulla missione che Dio aveva dato agli uomini e bla bla bla.

Provai a muovermi ma qualcosa mi bloccava sia le mani che i piedi.

Ero a pancia in giù legata mani e piedi..a qualcosa di duro..che si stava muovendo.

Aprii gli occhi dimenticando la cautela. Ero troppo curiosa.

La prima cosa che vidi fu un braccio, uno che di certo non era mio, anche quello legato.

Girai piano la testa e allora vidi anche la spalla e poi la guancia finchè non mi ritrovai occhi negli occhi con un uomo.

Probabilmente voleva dirmi qualcosa, ma nell’attimo in cui aprì la bocca l’unica cosa di cui fui consapevole furono i suoi denti..le sue zanne.

Mi avevano legata ad un vampiro.

Ero legata ad un vampiro. Ad un vampiro VERO.

-Sta tranquilla Phoebe, non ti farà del male.

Riconobbi la voce. Era di Sookie.Mi voltai per cercarla.

Era a qualche metro da me. Bionda e minuta, mi sorrise.

Tentai di farlo anche io, ma poi vidi che due uomini la tenevano per i polsi e che ce n’erano altri, armati, tutti intorno.

-Oh, ti sei svegliata finalmente. –di nuovo mi trovai a guardare il viso del reverendo Newlin. –Sarebbe stato un peccato che ti perdessi la cerimonia.

Non mi ci volle molto a capire di cosa parlasse.

Eravamo nella cappella. Molto gentilmente mi avevano fatto vedere il luogo in cui mi avrebbero uccisa, prima di rinchiudermi..e in quel momento capii anche come mi avrebbero uccisa.

La cappella era tutta di vetro e una volta giorno sarebbe stata esposta completamente al sole.

-No.-biascicai mentre il ricordo dell’ultima volta che ero stata al sole mi riempiva le mente di terrore.

Ero solo una bambina,avevo circa quattro anni, e volevo andare fuori a giocare con gli altri bambini.

Sapevo che non potevo, che me lo avevano severamente proibito..ma avevo quattro anni e fuori c’erano dei bambini che correvano e ridevano.

La fine della mia avventura era ancora visibile sulle braccia e  sul viso, sebbene crescendo si erano ridotte quasi a nulla.

Ma i ricordi no, quelli erano vividi prorpio come allora.

-NO, il sole no!!!

-Oh, sì, cara, il sole sì.

-No..non potete farlo..non potete..

-Sarà proprio il sole..la più grandiosa opera di Dio a uccidere i figli del demonio. –stava urlando, ma non a noi, parlava al suo pubblico che annuiva estasiato.

Ma poi tornò a parlare con me. –Non temere, non sarà terribile come pensi..il vampiro brucerà prima che il sole ti bruci la pelle..sarà quasi indolore..dopotutto sei umana anche se corrotta.

Mi voltai di nuovo a guardare il vampiro. Lui non sembrava spaventato, solo rassegnato.

-Non puoi slegarti? –mi indicò le catene che lo bloccavano e che gli avevano scavato la carne. –Sono d’argento.-mi disse.

-Allora è proprio finita?

Non annuì, ma io me ne convinsi lo stesso.

Oddio, stavo per morire.

Bruciata assieme a un vampiro che nemmeno conoscevo.

Di nuovo il brusio aumentò tanto da distogliermi dalla mia autocommiserazione.

Qualcuno era entrato, ma non riuscivo a vederlo.

Stava dicendo di lasciar andare Sookie.

-E’ Bill. - disse il vampiro sotto di me.

Da come lo dissi pensava che fosse una cosa buona. Mi fidai.

Mentre il reverendo puntava quella che doveva essere una pistola su Sookie, dalla parte opposta del salone qualcuno sparò a lui.

Urlò e lasciò cadere l’arma e un secondo dopo Sookie era tra le braccia di uomo con i capelli neri, che doveva essere Bill..o meglio il vampiro Bill, a giudicare dalle zanne.

Altre grida e un nuovo sparo e poi il reverendo era a terra a contorcersi.

-Adesso vi libero.

Era Sookie, era su di noi e ci slegava.

Mi fece alzare e poi liberò anche il vampiro che si gettò sul reverendo prendendolo per il collo.

Sookie invece mi passò un braccio sulle spalle e mi spinse verso l’altro vampiro.

-Eric non ucciderlo.-disse al vampiro biondo a cui ero stata legata e che era davvero alto.

Ma lui non sembrava affatto d’accordo con lei.

Di nuovo poi la situazione precipitò lasciandomi ancora più spersa di prima.

Sookie mi schiacciò tra lei e il vampiro Bill mentre lui ci tirava indietro.

Con la coda dell’occhio vidi che ne erano entrati altri di vampiri,davanti a tutti ce n’era uno vestito da cowboy che aveva appena ordinato di sterminare tutti i presenti.

Ebbi giusto il tempo di chiedermi se avesse incluso anche me che mi ritrovai sballottata nel tumulto generala.

Qualcuno o qualcosa mi colpì la testa e per la seconda volta persi conoscenza.

Tutto quello che ricordavo era questo e più o meno in quest’ordine.

Caos. Buio. Silenzio…un soffitto bianco.

Stavolta per prima cosa aprii gli occhi..o meglio ci provai.

La luce mi sembrò troppo intensa e mi costrinse a richiuderli.

Che non si trattava del sole ero certa..non sentivo dolore per cui si trattava di una luce artificiale.

Una mano mi trattenne dall’alzarmi. –Sta giù, hai preso un brutto colpo in testa..il dottore dice che hai avuto una commozione cerebrale..ma niente di grave.

Riaprii gli occhi con più cautela. –Sookie..-dissi riconoscendo la mia infermiera.

Mi sorrise.-Sì, sono io…e sai chi sei tu?

Annuii e quel piccolo movimento mi fece così male che dovetti richiudere gli occhi.

-Con calma.

-Dove siamo?-chiesi cercando di muovermi il meno possibile.

-A casa di Godric.

-..allora vuol dire che ce l’hai fatta..a salvarlo dico..

-Scoppiò a ridere mentre avvicinava una cannuccia alla mia bocca. –Sì..anche se con un po’ di aiuto.

Presi un sorso e per poco non glielo sputai in faccia.-Ma che cos’è?

-Ti farà stare meglio, bevine ancora un po’.-provai a dare un altro sorso ma era davvero disgustoso. Vischioso..e tiepido, con un forte odore di ferro.

Sgranai gli occhi mentre realizzai cosa fosse e quando vidi il bicchiere e il liquido rosso al suo interno scattai a sedere. –E’ sangue!!-gridai portandomi la mani alla bocca.

Lei non sembrava sconvolta quanto me però. Anzi mi guardava soddisfatta.

-Che c’è?

-Vedi, già stai meglio.

Effettivamente non sentivo più dolore alla testa..nè altrove..e muovermi  non era più un supplizio.-E’ vero, ma come..? Il sangue? –chiesi con fare cospiratorio –Vuol dire che adesso sono un vampiro?

Scoppiò a ridere di nuovo mentre posava il bicchiere.-No, Phoebe, non lo sei..ma quello era sangue di vampiro, che si dà il caso sia miracoloso per noi umani.

-Guarisce? –annuì.

-Guarisce e molto di più, ma l’importante ora è che stai bene. Te la senti di alzarti?

Lo feci senza problemi. –Sto bene.

-Meno male.

Diedi una rapida occhiata alla stanza.

Era tutta in toni chiari, con un grande letto pieno di cuscini.-Che bella stanza..è la tua?

-No, io non vivo qui. Sono della Louisiana, Bon Temps.

-Louisiana?E cosa ci fai in Texas? –proprio non capivo cosa potesse spingere qualcuno in una città come Dallas. –Io non vedo l’ora di poter scappare via da qui.

-La compagnia del Sole è dappertutto, non solo qui.

-Sì, ma il reverendo Newlin no..e poi qui la gente è..cattiva.

Le raccontai per sommi capi come mi avevano immolata per il bene comune, senza il minimo rimpianto o pentimento per quello che avevo potuto vedere.

-Oh mio Dio, e dire che sei solo una ragazzina.

Normalmente me la sarei presa per un commento del genere ma in quella circostanza sorvolai. Non voleva sminuirmi, era solo stupita di come avessero potuto mandare al macello in quel modo una ragazza di 16 anni.

-Sono un abominio. –buttai lì.

Di nuovo lo stupore sul suo viso mi fece sorridere.-No, tranquilla, non lo penso davvero.

-Bene perché non lo sei. –Certo detto da una che frequentava i vampiri non era proprio incoraggiante, ma in fondo non ero io quella che sosteneva che eravamo tutti il prodotto della selezione naturale? Perché mai i vampiri avrebbero dovuto essere esclusi?

-Quindi adesso sono al sicuro?-dissi ricordandomi delle cose importanti.

-Ma certo!!

Ne sembrava sicura, anche se eravamo in una casa piena di vampiri per quanto ne sapevo, ma dato che mi aveva salvato la vita le credetti.

-A proposito non ti ho ancora ringraziato per avermi salvata.

-Non c’è di che.-accettò la mano che le porgevo e la strinse fra le sue. –Coraggio, ora c’è qualcun altro che vuole conoscerti e che dovresti ringraziare.

Immaginai si rifrisse ai vampiri che avevo visto nella cappella, comunque non feci domande e la seguii.

-Non aver paura, nessuno vuole farti del male.

Di nuovo sembrava sicura delle sue parole, ma tanto ormai avevo deciso di fidarmi di lei, quindi comunque non mi stavo ponendo troppe domande.

-Di solito ne fai molte invece?-la guardai incuriosita. –Sono una telepate. –disse con un certo orgoglio.

-Sì, ne sono fiera adesso.-restai a guardarla a bocca aperta finchè non arrivammo in un ampio salone.

E doveva esserlo davvero ampio visto l’impressionante numero di persone che lo occupavano. Chissà quanti di loro erano vampiri?

-Quasi tutti.-rispose prontamente Sookie.

Meno male che reagivo bene alle novità, pensai avanzando dietro di lei.

Si fermò accanto al vampiro con i capelli scuri e a un ragazzo biondo.

-Vedo che ti ricordi di Bill.- lui mi fece un cenno con la testa,mentre il biondo mi diede la mano.-Io sono Jason, il fratello di Sookie. –mi disse tutto un sorriso.

Anche se un po’ titubante gli risposi.

Mi sentivo un po’ frastornata, ma uno sguardo ad una sorridente Sookie mi disse che tutto andava bene, così mi rilassai.

Non appena ebbi il coraggio di allontanare lo sguardo dal suo e sbirciare intorno, mi accorsi che tutti stavano guardando proprio me.

Arrossii e abbassai subito lo sguardo.

-Oh, non è proprio adorabile.-disse qualcuno alle mie spalle?

-Da mangiarsela tutta.-continuò qualcun altro facendo ridere tutti.

-Non ti preoccupare Phoebe sei al sicuro.-nessuno ti farà nulla in questa casa.

Alzai la testa per vedere chi aveva parlato, soprattutto perché sembrava che avesse zittito tutti gli altri.

Mi trovai davanti l’enorme vampiro biondo a cui mi avevano legata per ucciderci.

-Oh ciao!-esclamai sinceramente contenta di vedere che stava bene.

Sookie si fece avanti e ci presentò.-Phoebe lui è Eric..e lui..-disse indicando un ragazzo che doveva avere più o meno la mia età- ..è Godric.

-Ciao.-dissi incerta se dargli o meno la mano.

Mi tolse lui dall’imbarazzo dandomi la sua. La strinsi con un sorriso.-E’ fredda…sei un vampiro! –esclamai non sapendo bene cosa pensare al riguardo.

-Sono Godric. Benvenuta nel mio nido.

-Nido? –dissi ridacchiando.

-E’ così che chiamiamo la nostra casa.-mi spiegò gentilmente.

Era pallido anche più di me, e io non avevo MAI visto qualcuno più pallido di me.

Naturalmente lo dissi ad alta voce e subito mi coprii la bocca con la mano.

-Scusa..tendo a dire quello che mi viene in mente senza pensare..credo di non essere molto abituata ad avere tanta gente intorno.-ammisi poi continuando a farlo.-Appunto.

Ma lui non sembrava essersela presa.

Mi indicò un divano e mi fece cenno di sedermi.

Magicamente la folla di vampiri si aprì al nostro passaggio.

Mi sedetti sentendomi di nuovo un po’ a disagio.

Adesso mi sentivo ancora più piccola, mentre tutti mi guardavano dall’alto.

-Sookie ci ha raccontato quello che ti è successo. Della tua ..condizione.

-La LES dici? –annuì.

-Ti dispiace parlarne? –scrollai le spalle.-E’ da molto che ne sei affetta?

-E’ genetica.-dissi.

In realtà mi faceva piacere parlarne, almeno era qualcosa che conoscevo, era..rassicurante, specie in una situazione così nuova per me.

-Anche i tuoi genitori ?

-Non lo so, ma non credo.-vedendo che aspettava che mi spiegassi continuai –Mi hanno abbandonata quando me l’hanno diagnosticata.

-Quello che non capisco è perché Newlin voleva ucciderti. Non sei l’unica ad averla.

-Beh..immagino che sia perché la mia forma è molto acuta..insolitamente acuta secondo il medico che mi ha visitata..e poi perché Ann, la direttrice del mio istituto fa parte della sua chiesa.

-Oh.

-Già.-ripresi un po’ di coraggio e diedi un’altra occhiata in giro. Mi guardavano ancora, ma per lo più erano sguardi incuriositi non minacciosi.

-La tua casa..ehm, nido..è molto bella.

-Grazie.-disse compito.

-Ma è davvero tua? –mi scappò di nuovo, ma almeno ebbi la decenza di arrossire. –Ops, scusa… è che non avevo mai pensato che un ragazzo potesse avere una casa sua..si può?..o forse è perché sei un vampiro?

Bene, proprio a ruota libera. –Scusa..è che quando sono in imbarazzo parlo a vanvera..e poi..

-Non sei abituata a un pubblico così vasto. –finì per me. Sorrideva.

Dato che il  vampiro biondo si era seduto sul bracciolo dietro Godric lo salutai di nuovo con la mano. –Ehi.

Mi fissava come si fa con una bestiola curiosa.-Ehm..è bello essere ancora vivi..cioè non morti..-riecco che iniziavano i vaneggiamenti.

Stavolta sorridevano tutti. Probabilmente pensavano che fossi una specie di minirata mentale.

-No, tranquilla, nessuno lo pensa..-di nuovo il mio angelo/telepata personale mi venne in soccorso.

-Io lo penserei al posto vostro.-poi i corressi subito -..Oh, ma non lo sono. Giuro!Ho i voti più alti della mia classe.

Altro che sorridere, la maggior parte se la rideva della grossa adesso.

-Ma è vero.-borbottai offesa.

-Ci credo ci credo..ma come fai ad andare a scuola?

-Webcam.-risposi cercando di ricompormi.

-Ma allora..?

-Quando dormo dici?-sembravano davvero incuriositi, e visto che mi avevano salvato la vita decisi di accontentarli.

-Dormo il pomeriggio. Dopo scuola fino al tramonto. E poi faccio i compiti la notte.

-E dove dormi?-mi chiese uno dei vampiri che ancora non conoscevo.

-Oh, nella mia stanza. Ho i vetri dipinti, il sole non entra.

-Vernice?-dissero più vampiri insieme.

-Sì.So che ci sono finestre antisole..da quando siete usciti allo scoperto voi..ma non credo che l’istituto potesse permetterseli.

-E la notte?

-Apro le finestre ..oppure studio nella sala comune..tanto gli altri dormono.

Sookie mise una mano sulla mia. –Ma come fai per le altre cose?

-la guardai senza capire.

-Sai, studio a parte.

-Oh, so cucinare da me.

-No, voglio dire..gli amici.

Non riuscii ad evitare di scoppiarle a ridere in faccia, ma quando capii che non scherzava tornai seria.-Oh, dicevi per davvero.

-Sookie..sono una liceale con la Sindrome del Vampiro, credi davvero che qualcuno voglia essermi amico?

-E le ragazze che vivono con te?

Comincia a guardarla io come se fosse pazza. –Dico sul serio Sookie, forse non ricordi bene come è stare al liceo.

Mi guardò con comprensione. –Oh, lo so, credimi..telepate ricordi?

-Ma almeno tu puoi uscire di giorno.L’ultima volta che sono uscita al sole avevo quattro anni e questo è il ricordo di quel giorno. –dissi mostrandole i segni sulle braccia.

-E’ stato il sole?

Annuii.-Per fortuna mi hanno soccorsa..ma c’erano già le prime piaghe..adesso non si vedono più tanto, ma erano davvero orribili.

-Ora capisco perché la chiamano Sindrome del vampiro..-disse con un filo di voce.

-Già..anche se io ne ho visto meno di tutti loro di sole..sì, insomma, almeno da vivi hanno potuto starci..io mai…mai, senza danni, almeno.

-Immagino di sì.

-E non c’è cura?-mi chiese di nuovo Godric.

-Per le ferite sì..almeno per quelle non molto gravi..ma come ti ho detto è genetica.

-Povera cara, deve essere stata dura per te.

-Confido nel fatto che il peggio sia passato. Tra un anno e mezzo sarò maggiorenne e allora potrò uscire la sera.-stranamente questo li fece ridere di nuovo.

-Che ho detto di strano?

-Niente.Hai ragione. –mi rassicurò Sookie. –Ma prima di pensare alle uscite serali c’è altro a cui dovresti pensare.

-Tipo cosa?

-Tipo dove andrai a stare per questo anno e mezzo?

-Che vuoi dire?

-Beh..non credo sia davvero il caso che torni in quell’istituto..ma finchè sei minorenne non puoi stare da sola.

-Oddio è vero…non c’ho pensato..credevo che sarei morta.-dissi in mia difesa. –E adesso?

Dopo avermi fissata per un po’ Sookie scambiò una breve occhiata con Bill e una con suo fratello, poi tornò a guardare me e mi strinse un po’ più forte la mano. –Che ne dici della Louisiana?

-La Louisiana?..Vuoi dire a casa tua?- scrollò le spalle.

-Ho una casa molto grande e vivo da sola. Che ne dici?

-Io..non..so...

-Non mi sembra che tu abbia altre alternative.

-E’ molto gentile da parte tua Sookie ma..

-Avresti una camera tutta per te. –continuò lei.

-Io ho esigenze un po’ particolari.

-Oh, se è per quello, il mio fidanzato è un vampiro.-disse indicando Bill.

Mi girai a guardarlo e per la prima volta mi sorrise anche lui. –Ecco perché il reverendo voleva anche te allora..

-Puoi dirlo forte. Aveva in mente ben più di un falò.

-Mi ha detto che era per il mio bene..per salvare la mia anima e consacrarla a Dio..e dire che io sono agnostica.-di nuovo scatenai un’ondata di ilarità, in tutti tranne che in Sookie.

-Non credi in Dio?-era molto seria.

-Definisci Dio. –lo ero anche io.

-Dio.. si definisce da sé.

-Beh..io ho un approccio più razionale alle cose, Sookie. Io credo nell’evoluzione e l’unica forza creatrice che riconosco è quella della natura.

-Ma la natura è una manifestazione di Dio.

Mi sa che questa cosa sarebbe diventata un ostacolo non da poco alla nostra convivenza.

-Vuoi cercare anche tu di salvare la mia anima?-la provocai.

Indietreggiò come se l’avessi schiaffeggiata.

-Scusami..non avrei dovuto.-dissi.

-Non scusarti. –mi voltai verso la voce. Eric. - Non vedo proprio perché dovresti scusarti per le tue idee.

-Oh beh..io mi stavo scusando per averla offesa..ma, grazie per averlo detto.

Sookie continuava a fissarmi, sembrava ipnotizzata, poi capii, stava frugando la mia mente.

Scattò come se mi avesse sentita, e probabilmente era proprio così.

Dato che era stata scoperta affrontò la cosa apertamente.

-Ma davvero credi questo?

-Cosa esattamente?

-Il circolo della vita..prede e predatori..non è un po’ troppo “Re Leone”?

-Sì, ci credo.

-Anche i vampiri rientrano in questo credo? –disse di nuovo Eric, piuttosto caustico stavolta.

-Sì. Non seguo la teoria antropocentrica.

-Cioè?-stavolta fu Godric a parlare, sporgendomi un po’ verso di me.

Accidenti, sembrava davvero che fossero tutti interessati a quello che stavo dicendo.

Non mi era mai capitato prima. Era bello.Molto bello.

Mi ricordai che Sookie poteva sentirmi ma quando la guardai fece finta di niente.

Forse non aveva ascoltato ma comunque non disse nulla, a scanso di equivoci la ringrazia per quello.

E poi tornai al mio pubblico che aspettava impaziente di ascoltare le mie insolite considerazioni sulla natura, umana e non.

 

 

 

 

 

 

 

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