La Fortuna di Ismet

di Herit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La leggenda di Ismet ***
Capitolo 2: *** Prologo: Un tea tra amici ***
Capitolo 3: *** 1 Luglio, Chaael ***
Capitolo 4: *** 2 Luglio, La fiera di Chaael pt.1 ***
Capitolo 5: *** 2 Luglio, La fiera di Chaael pt.2 ***



Capitolo 1
*** La leggenda di Ismet ***


-L'esilio di Ismet-


Agli albori del Tempo, quando la Grande Orsa ancora camminava fra le sue creature,
le creature mortali offrivano sacrifici ad Ismet perché egli svelasse loro il futuro.
Un giorno la Madre convocò suo figlio e gli chiese di svelarle il Suo futuro.
Ismet allora disse:Weylyn, il figlio del lupo, porterà la rovina della Madre e di tutte le cose.
Non sarà né maschio né femmina.
Non avrà un'anima propria, perché in sua madre non ne albergherà alcuna.
Esilierà Quillan e i suoi figli al di là delle nuvole, condannando i mortali a vivere liberi dal timore degli dei”.


La Madre inorridì a quelle parole, suo figlio, il suo stesso figlio, l'avrebbe tradita.
Con il cuore colmo di rabbia punì il più ribelle fra le sue creazioni.
Privò Ismet di un corpo e dei suoi fedeli, gli tolse la voce e lo incatenò negli incubi
mettendo a guardia della sua porta i più valorosi fra i seguaci della Madre.
Infine impose ai suoi figli di dimenticarne il volto e ripudiarne le lusinghe,
e di essere pronti ad impedire la venuta di Weylin a qualunque costo.


-Insegnamenti base della religione-

- Quillan ha creato la Natura che è perfezione, volerla cambiare è un abominio.
- Il compito dei fedeli è impedire la venuta del figlio del lupo e la vittoria di Ismet.
- La razza umana è una razza maledetta.

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Capitolo 2
*** Prologo: Un tea tra amici ***


La Fortuna di Ismet
Campagna d&d 5e ideata da Xiwan 
Trascrizione Herit


Le grandi imprese nascono a piccoli passi. 
Come un albero secolare germoglia da un singolo seme, la storia snoda da prima le proprie radici nel terreno fertile del passato, per poi sbocciare in migliaia di direzioni verso il cielo. Verso il Futuro.
Noi siamo il frutto di quel che è stato seminato da chi è venuto prima di noi. 
E se questo mio scritto è arrivato nelle tue mani, non averne timore. Sarà un amico. 
Sarà per te carezza, abbraccio. Il calore di quelle fiamme che noi abbiamo visto spegnersi. 
Sarà disagio, paura. Il buio di profondità che brillano della luce della conoscenza. 
Ma ti starà vicino. 
Com'è stato vicino a me. Te lo prometto. 

Non guardare allo scorrere del tempo. Ho scoperto che è relativo. 
Che per alcuni cinquecento anni non sono che pochi istanti. Mentre per altri non sono altro che un sospiro ed una speranza. 
Che ci sono segreti in questo mondo. 
Finestre in cui il passato ed il presente si toccano. Devi solo avere il coraggio di guardare oltre il vetro ed ammirare il panorama. Con rispetto, anche se il tuo desiderio di conoscere è grande. Anche se la tua fame di vendetta è insaziabile. Anche se... ogni tua certezza crollerà davanti al peso della verità. 

Non guardare allo scorrere del tempo. 
Siediti, avanti. 
Preparati del tea, sono certa che avrà il sapore della perfezione. Di ciò che ami di più. Ci sono anche dei biscotti, prendine pure uno. Accomodati e sii mio ospite, perché sarà un viaggio lungo ed avrai bisogno di energie. 

Bene, ora possiamo cominciare. 

 

E.





Nell'epoca chiamata “Primo Regno” una terribile minaccia ormai dimenticata, gettò la sua ombra sui Picchi del Cielo. Per sconfiggerla una Goliath prescelta vestì le pelli dell'Orsa e riunì i clan della sua gente sotto un'unica bandiera: quella di Quillan, la Grande Orsa, riportando la pace e salvando il mondo dalla distruzione. Ciò che ottenne il Primo Paladino di Quillan, a noi noto come Qunall, furono la pace ed un popolo finalmente unito sotto l'effige della Grande Madre creatrice del Tutto. Un popolo prospero, che alla morte della loro Imperatrice, venne guidato con fierezza dai suoi successori. Tanto che durante il “Terzo Regno” aveva ormai allungato la propria mano verso le Isole Iridee, dimora secolare del popolo degli Elfi. 
Devi sapere, caro amico, che gli Elfi sono un popolo all'apparenza spocchioso. Ma come potrebbe essere diversamente, quando vivi la tua vita in isolamento, sicuro che tra le calde comodità della tua dimora nulla potrebbe toccarti? 

Memori delle imprese compiute dall'impero di Qunall, i nove re degli Elfi siglarono una pace con i Goliath sottomettendosi in cambio di una parvenza di libertà. Nacque così lo Stato Libero d'Irea con alla guida la dinastia Wysamys, capeggiata da un Re fantoccio in quanto il potere era ora nelle mani dei generali Goliath che soffocavano qualunque tentativo di rivolta nel sangue. 
I Goliath sono creature caparbie, le conosco bene, e con il benestare della Grande Madre del Tutto, la loro forza pareva inarrestabile. Tanto che nel corso dei due secoli successivi le terre che ancora non si erano piegate al loro controllo si potevano contare sulle dita di una mano. 

Le Giungle di Humaba, site al limitare Est dell'impero, divennero un'alcova di ribelli, fuggitivi e criminali. Si elevarono a simbolo della libertà a qualunque costo. Lì le genti si riunivano e combattevano l'avanzata dell'impero lasciando da parte i propri dissapori a favore di una lotta comune. Una guerra sanguinosa che trovava il suo contraltare sui campi in prossimità del fiume Dwayne, così ribattezzato in onore di uno dei luogotenenti dell'Impero che aveva “liberato” quelle zone dalla presenza degli Orchi annettendo così alle terre dei Goliath anche la penisola del Quantanal.
Molti considerano gli Orchi come bestie stupide e prive di senno. Posso confidarti che sì, gli Orchi possono essere assennati. Ma anche appassionati. Divertenti. Caparbi. Capaci di onorare anche il più infimo degli avversari. Di rispettare anche la più infima delle creature. 

Nell'Ottantesimo anno del Quinto Regno le uniche terre lasciate intoccate dalla mano dei Goliath erano dunque le Giungle di Humaba e Le Terre selvagge di Epora. Entrambe ancora coinvolte in una strenua guerra contro l'avanzata dell'Impero. 
Ed è in quell'estate che comincia la nostra storia. 
Nella città di Chaael, prima colonia dell'Impero nelle Terre Selvagge.
Nei pressi del Fiume Dwayne. 

 

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Capitolo 3
*** 1 Luglio, Chaael ***


1 Luglio dell'Ottantesimo anno, quarto Regno


Le città sono belle proprio perché non si sa mai cosa possa avvenire.
Siamo arrivate giusto oggi con Liah a Chaael dopo una solitaria attraversata delle montagne e delle selve che tratteggiano la costa. Come luogo non è poi così insolito: vista una cittadina, le hai viste tutte. Ma questa è una colonia che dà sul mare. E ciò significa molti scambi. Tanta gente. E tante occasioni per trovare qualche affare interessante. Piccoli lavori, piccole truffe. E magari un po' di compagnia per qualche giorno o qualche notte. Ma quello interessa più a Shieliah che a me. 
E cosa c'è di meglio di una locanda per cercare compagnia? Abbiamo deciso di fermarci nella prima bettola che ci è capitata a tiro, quella più vicina alle mura cittadine. 
“Da Bianca”, anche se con tutto questo legno l'interno è piuttosto marrone. 
Abbiamo preso posto accanto alle finestre, un po' per scrupolo ed un po' perché da qui si può godere di una interessante vista sulla strada e sul portone che dà sul mare. A dirla tutta mi sarei aspettata più avventori, considerando l'avvenimento che coinvolgerà la città nei prossimi giorni. Invece i presenti in locanda sono pochi. Primo tra tutti un orco – biondo – che si sta scolando una pinta di birra dietro l'altra. E' strano: certo, gli orchi non sono rinomati per la loro intelligenza. Ma questo non è stato evidentemente preso in grazia dagli Dei. 
Guardo la mia compagna di viaggio. Si prospetta il solito banale pomeriggio di quiete prima che l'ennesima sventura ricada su di noi. Non ho ancora capito chi sia delle due a calamitare la malasorte. Se sia lei. Io. O se sia una combinazione delle nostre sfortune unite. 
Forse nessuna delle precedenti? 
La bettola comincia ad animarsi poco a poco e nell'arco di nemmeno un'ora siamo fuori ad osservare un carretto che si è fermato proprio davanti alla porta d'ingresso. Durante la mia vita ho visto tanti ciarlatani e truffato diverse persone a mia volta. Forse è per questo che ho la sensazione che siamo stati coinvolti in un raggiro quando Gradaigh mi piazza in mano una bambola di porcellana con due inquietanti occhi vitrei. E' carina, però. Mi piacerebbe tenerla per me. Il mago paventa di aver dimenticato qualcosa in una fattoria fuori città e ci incarica di andarla a prendere. A me. A Liah. Ed al colorito gruppo di disgraziati che abbiamo raccolto in locanda: l'orco biondo, due tiefling e due mezzelfi. 
Sì, mentre ci trovavamo in locanda l'ennesimo pazzo si è avvicinato a Liah proponendosi di farle un panino. Salvo poi uscire dalla cucina con l'aria di chi ha visto un orso intento a cucinare. E, beh, non posso dargli torto: nella cambusa c'era effettivamente un orso ai fornelli. 
A quanto pare non sono solo i druidi a saperlo fare! Trasformarsi in animali, intendo. 
Gradaigh, il proprietario del carretto che si è fermato davanti alla locanda, sembra avere qualcosa anche per la mezzelfa, perché vedo che le si avvicina parlandole in maniera estremamente confidenziale. Così come per la tiefling: a lei disegna qualcosa sul palmo della mano. 
Sospetto. E tutto. Troppo. Sospetto.
Ma non abbastanza da resistere alla curiosità che suscita in noi questo incontro e che ci spinge all'ingresso di questa strana cascina fatiscente. Ayra, la mezzelfa dall'aria svampita che ci ha condotti fino alla catapecchia, dice di sentire della magia provenire dalla zona adiacente la casa. Io e Liah decidiamo di seguirla per scrupolo e scopriamo che ha ragione. Non facciamo nemmeno a tempo ad iniziare ad esplorare i dintorni che una pianta l'aggredisce! Nulla di eclatante, qualche tentacolo biricchino che cerca di approfondire la sua conoscenza. Liah però non perde tempo e gli dà il ben servito. E come lei l'orco che ne fa letteralmente volare un'altra. 
(Non ho nemmeno pensato di raccoglierne un campione per me!)
Poppy, Goldenhorn, Lucien e Grunt, invece, ci raggiungono giusto in tempo per cominciare la discesa nei meandri di una strana botola protetta da quelle insolite piante carnivore. Hanno esplorato l'interno della fattoria, a detta loro, senza trovare nulla di interessante. Ho sempre amato le foreste, cercando di evitare il più possibile di scendere nei meandri della terra, eppure è proprio lì che finiamo. In una grotta ben nascosta sotto il terreno, con un ponte traballante che ci aspetta (mi aspetta!) ed un glifo inciso sul terreno che sta... piangendo? Non ho mai sentito parlare di cerchi magici con dei sentimenti. Ma so che i bambini ne hanno. E quella che sentiamo piangere è proprio la voce di un bambino! 
In prossimità del circolo invece Poppy, la tiefling dalla pelle rosa che si stupisce per ogni cosa le accade attorno, si accorge di avere degli strani simboli disegnati sul palmo della mano (prima non c'erano, a detta sua) e, l'appoggiata sul bordo del glifo, facendo apparire l'ombra di una bambina. Appunto. Adorabile, non fosse che il suo volto è identico a quello bambola che ho con me. Un incubo per molti, ma sicuramente più accettabile di quelli che faccio io normalmente. A rendere questo brutto sogno ancora più concreto, la mia bambola si mangia la bambina. O meglio, l'ombra della bambina che si è dissolta trasformandosi in una palla di luce. La divora a bocconi, come se fosse del pane appena sfornato.
Dopo questo macabro spettacolo... 
 
Ho deciso che la infilerò nel letto di qualcuno una di queste notti. 
Io la trovo adorabile, ma a quanto pare non tutti la pensano come me. 
Devo renderle un po' di giustizia! 


E invece... la bambola non l'infilerò da nessuna parte. Ma forse è meglio così. 
Non ho ben compreso cosa sia accaduto mentre eravamo sotto terra, ma è avvenuto sicuramente qualcosa di strano. Tralasciando il cerchio che scompare appena la bambola finisce il suo banchetto e la cicatrice emersa sulla mano di Poppy (dettaglio trascurabile!), camminando lungo il budello che ci riporta in superficie... non lo so. L'oscurità mi pare densa, palpabile. Non ho mai avuto problemi a vedere di notte, anche nelle tenebre più profonde. Eppure in quel frangente mi sembra di stare attraversando il nulla. E sono certa di non essere l'unica ad avere questa sensazione. Soprattutto dopo che ci accoglie il tramonto una volta emersi dal pozzo. 
Come fa ad essere già il tramonto? Non lo so. Non ho il senso dello scorrere del tempo così spiccato, ma sono certa che non abbiamo trascorso mezza giornata sotto terra. Qualcosa deve essere successo! Mi piacerebbe indagare maggiormente la cosa: magari dopo i festeggiamenti tornerò qui a farci un giro. Vorrei anche annotare la forma del glifo che abbiamo visto nella grotta e del disegno che Poppy ha sulla mano. 
Vorrei indagare più a fondo, ma sono certa che Baal mi mostrerà la via, quando verrà il momento. 
Visto che non tutti i membri del gruppo sembrano interessati a scoprire che diamone è successo (vero Grunt?) decidiamo di tornare verso la città. E' inutile stare tanto a tergiversare. 
Fuori dalle mura cittadine troviamo l'avamposto di quella che sarà la fiera che rallegrerà la capitale domani. Carri, tende, chiasso. Una città all'esterno della città stessa, con tagliagole vestiti da giostrai, e topi di fogna a gestire banchi di dolci. 
Come lo so? Caro diario, ormai dovresti conoscermi, ero una di loro. 
In questo tripudio di colori, esistenze e razze, intercettiamo subito il carretto di Gradaigh. E posso affermare con certezza che diventa più inquietante ad ogni incontro. Da un lato sento che non devo fidarmi di lui. Dall'altro le 50 monete che ci ha dato come compenso per il lavoro (monete d'oro! Un sacchetto ciascuno!) faranno comodo all'eremo, una volta che gliele avrò fatte avere. 
Mi chiedo come stiano, ormai sono quasi due anni che manco da casa.
E qui, caro Diario, ecco come mi sono dovuta separare dalla mia bambola. Se n'è andata. Letteralmente. Una volta che l'ho mostrata allo stregone, questa ha drizzato le gambe al suo “Tu, tornatene sullo scaffale” si è fisicamente incamminata ed arrampicata all'interno della sua carrozza. 
Comincio a pensare che se l'avessi portata con me ci avrebbe ucciso tutti nel sonno! 
Gradaigh si mostra sibillino come durane il nostro primo incontro. Evade le domande. Non cede alle provocazioni (nemmeno a quelle di Goldenhorn che, devo dire non è un brutto vedere. Rein lo apprezzerebbe!). Raggira e rigira ogni nostra supposizione, ipotesi, ogni nostro quesito. Voglio osservarlo meglio, più da vicino. Potrebbe essere utile ricordare le sue sembianze per il futuro.
Ed è con più domande di prima che torniamo alla locanda. Non mi piacciono le sorprese, Diario. 
Per niente. 
Ma ho la sensazione che questo nuovo viaggio ce ne riserverà tantissime. 
Che Baal ci abbia in gloria.
E.






Seguono alcuni appunti: 
- Goldenhorn: ex pirata, gli piace andare per mare. Ammutinamento. Più aperto di una cozza. Cerca una ciurma.
- Lucien: ha palesi problemi con le donne. Forse qualche complesso con il cibo. Non ho visto tatuaggi sul suo corpo – per quel che mi è stato dato di vedere – sono preoccupata. 
- Grunt: se lo tenevano in gabbia c'era sicuramente un motivo. Il suo basso quoziente intellettivo mi pare una ragione più che valida. 

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Capitolo 4
*** 2 Luglio, La fiera di Chaael pt.1 ***


Non amo le sorprese.
E sentir dire: “ho parlato con il mio Dio. Dice che non è il caso che conosciamo il significato di quel cerchio. E che serve per mantenere in vita i morti” di prima mattina, è decisamente una pessima sorpresa. Un pessimo modo per cominciare la giornata. Ed un pessimo presagio. 
E pensare che ci siamo svegliate di buon ora al suono festante della musica! Per un istante ho pensato che la giornata sarebbe stata idilliaca. Liah avrebbe trovato una donna con cui passare la notte. Io mi sarei rintanata in qualche angolo della locanda a bere – o forse no, avrei cercato compagnia anche io. O meglio, Rein l'avrebbe cercata. E tutti saremmo stati piuttosto felici. 
Un attimo di felicità in questa vita sempre in movimento. 
Invece, quando scendiamo per la colazione, troviamo Ayra che fissa il vuoto con la stessa espressione di chi ha visto un fantasma. A quanto pare il suo Dio le ha concesso udienza durante la notte e quanto riporto qui è il sunto di quanto le ha rivelato. Ammesso che le abbia detto anche altro (cosa che, resti tra noi, dubito fortemente). Non trovo di per sé strano il voler riportare in vita i morti, specie se sono persone a noi care. La sofferenza ci rende stupidi almeno quanto l'amore. Ma mi chiedo cosa se ne faccia quel mago umano di un tale potere. Dovrebbe essere dato solo agli Dei decidere quando e come prendere la nostra anima. Costringere qualcuno su questo piano significherebbe andare contro al Loro volere. E minare l'equilibrio stesso di questo mondo. Tuttavia, non riesco a condannare del tutto un atto esecrabile quale il voler riportare indietro qualcuno. 
So che dovrei... 
So che dovrei, ma la musica della festa è così coinvolgente che in un battito d'occhio siamo nella strada principale, già dimentichi di questi cupi pensieri. Alle porte della fiera veniamo accolti da un giullare che ci lascia la locandina dell'evento (*la locandina è ordinatamente riposta tra le pagine*). Lotta. Danze. Giochi. Ho voglia di giocare – e magari vincere! – un po'. E' da tempo che non mi diverto come si deve, ne sento davvero il bisogno ed a quanto pare non sono l'unica. 

Il nostro gruppo si divide proprio davanti alla statua di Dweyne, il conquistatore, colui che ha unificato tutte queste terre. Quando Grunt sente parlare di “Spaccaossa” la sua enorme figura scompare tra la folla, in lontananza, ad una velocità che non ci si aspetterebbe. E Lucien gli va dietro. (Ho la sensazione che dovrò curare qualche ferita più tardi). 
Liah, Ayra e Poppy si allontanano alla fantomatica ricerca di balli di gruppo ed informazioni sul nostro mago psicopatico di fiducia. Sicuro come la luce del sole che Liah tornerà a casa con una donna e poi mi racconterà della sua ennesima avventura. Potrei scriverci un libro sulle sue conquiste amorose e ci farei una fortuna! “Cinquanta sfumature di Goliath”. Oppure “Scuola di seduzione da Liah”. Sono certa che andrebbe a ruba!
Goldenhorn ed io, invece, ci dirigiamo verso i giochi. Credo di aver trovato pane per i miei denti: anche lui sembra piuttosto interessato a truffe e raggiri, ed il danaro sonante è sicuramente un argomento in comune. Sebbene ciò che ci muove sia chiaramente differente. 
Le fiere sono di certo il luogo migliore dove trovare informazioni e genti di tutti i generi. Ma i peggiori avventori sono quelli che gestiscono i banchi dei giochi. Truffare un bambino ed il suo ignaro genitore è facile. Facilissimo. Ed è una cosa che non ho mai amato. Anche quando mi dilettavo in piccole truffe a mia volta non ho mai toccato chi aveva meno di me. I ricchi hanno tanto da dare, la gente comune no. Per questo non sopporto quel genere di gentaglia. Ed eccone qui uno uscito dal peggior tombino di Chaael. Un tiefling che deruba dei bambini! Ho già detto quanto io sia devota all'equilibrio? Bene, perché ho tutta l'intenzione di riportarlo anche qui. Prendere le sembianze di Poppy non mi è difficile. Ci ho passato assieme abbastanza tempo da aver raccolto buona parte della sua immagine, e tanto mi basta per portare a compimento il mio piano. Non prendo però in considerazione il fatto che io... non conosco la lingua dei tiefling. E quando mi rivolgo al giostraio la mia copertura decade miseramente. 
Goldenhorn si rivela un aiuto più che valido in questo frangente di panico. Se ci fosse stato un altro qualunque degli altri membri del gruppo sono certa sarebbe andato tutto in malora! Ma gli Dei operano in modi misteriosi. So benissimo di avere un certo fascino dalla mia. Ed ho visto diverse volte Liah all'opera. Ma non credo di aver mai visto qualcuno cadere in quel modo a delle lusinghe. Poco male. Certo, le quattro monete d'oro che il tiefling ha offerto come spintarella al giostraio hanno sicuramente giocato a suo favore, ma tanto di cappello al nostro amico pirata. Gold si porta via il proprietario del banco ed io ne ho approfittato per ripagarlo con la sua stessa moneta: una cassa di legno ben chiusa e qualche pupazzo di pezza sono un ottimo compenso per la fatica (e la figuraccia!). Ho dato alcuni dei pupazzetti ai bambini truffati e riprese le fattezze di Theris mi sono diretta all'arena. 

Più mi avvicino all'arena e più ho la sensazione che Grunt abbia dato spettacolo ed ad avvalorare questa mia ipotesi c'è un tizio enorme, un goliath sembra, steso sulla barella dei cerusici. 
Sai, caro diario, per qualche istante ho anche pensato di curarlo, ma poi ho riflettuto: se l'è cercata. Quindi ho deciso di lasciare ai medici il compito di rimetterlo in sesto, dedicandomi piuttosto all'apertura del mio – spero – prezioso scrigno. 
Se c'è una cosa che ho scoperto quest'oggi è che Lucien se ne intende di serrature almeno quanto io me ne intendo di erbe. E che a quanto pare ha un senso della giustizia particolare, ma sicuramente più spiccato del mio. D'altronde tutti abbiamo visto come funziona la giustizia nell'impero e possiamo concordare con il fatto che non sia poi tanto giusta. Fatto sta che il mezzelfo riesce ad aprire la cassetta come si apre la porta della propria abitazione, ed io riesco ad arraffare qualche manciata di monete di rame (saranno sempre meglio di niente per il circolo. Tutte assieme sono l'equivalente di tre monete d'argento!) e soprattutto un sacchettino di cuoio con delle erbe all'interno  - quelle di cui ti ho accennato poco fa. Sono certa che potranno tornarmi utili!
Il resto del gruppo ci raggiunge mentre stiamo finendo di contare le monete: le ragazze hanno l'aria felice di chi ha speso soldi in frivolezze (le frivolezze fanno bene al cuore, una volta ogni tanto!), mentre Goldenhorn ha la faccia del gatto che ha appena finito di giocare con il topo. E poi se l'è mangiato. E posso immaginare come! 
(*Cancellatura: da oggi lo chiamerò Horny*) 
(Nota bene: l'ho anche preso da parte chiedendogli di non spifferare in giro cosa sono, prima mi sono comportata in modo avventato).
Ciò che accade dopo è la naturale conseguenza del ritrovarsi nel mezzo di una banda di sbandati che non sa ancora bene cosa fare della propria esistenza. Letteralmente. 
E' sorprendente, caro Diario, come gente che vive il mondo in maniera tanto diversa venga radunata dal fato nello stesso luogo. E come questo mantenga il mondo in un precario equilibrio. 
Poppy è partita dalla sua casa natale senza uno scopo preciso e senza una meta. 
Ayra è partita dall'orfanotrofio in cui è cresciuta e nel quale si prendeva cura dei bambini perché così le è stato detto di fare dal suo Dio. 
Horn chiaramente mente sul perché non abbia una ciurma (in realtà un membro l'ha 'equipaggiato' giusto oggi). Ho anche seri dubbi che sia davvero il capitano di una qualsivoglia nave.
Grunt è cresciuto come una bestia, addestrato come macchina da guerra, in gabbia. 
E Lucien... Lucien davanti alla statua di Dweyne ha la faccia di chi sta affrontando i fantasmi del proprio passato. E devono essere fantasmi piuttosto ingombranti! 
Ciò che accomuna ognuno di noi tuttavia è una chiara avversione nei confronti dell'Impero. E l'impietoso spettacolo cui assistiamo in piazza lascia un sottofondo amaro nelle nostre menti. Non mi serve avere alcun potere particolare per capire che l'atmosfera cambia quando sentiamo il suono dei tamburi. L'esercito imperiale ci sfila davanti, portando tra tamburieri in parata e passo di marcia, una schiera di orchi. Alti, imponenti, e fieri nelle loro teste tenute ritte come se in realtà non avessero subito alcuna sconfitta. Ammetto, caro diario, di aver sentito un certo fremito lungo la spina dorsale. Molti inneggiano a Dweyne come colui che ha unito i due mondi. Un sacro conquistatore che dovrebbe aver portato pace. Ma a quale costo? Le vite di quegli orchi. Le vite degli umani. Dei Goliath, della mia stessa stirpe... 
Dove finisce il desiderio di pace, quello di lottare per essa, e dove inizia il semplice desiderio di conquista per il proprio autocompiacimento? Per portare morte, massacro e distruzione? 
Quegli orchi alti, imponenti e fieri nei loro tatuaggi rossi così simili a scarnificazioni (non riesco a riconoscere a quali divinità appartengano, ma qualcuno tra la folla mormora che “dicono di chiamarsi figli di Shara”), verranno usati come monito nei confronti degli altri appartenenti alla loro razza. Probabilmente li useranno come bestie per intrattenersi e poi, quando non saranno più di alcuna utilità, i loro corpi verranno esposti sul campo di battaglia. Impalati senza alcuna dignità. 
E per cosa? 
Per aver difeso le loro terre, la loro libertà. 
Lo sentiamo tutti il peso di quella visione, di quella consapevolezza, e mi rendo conto che tutti noi – tranne Liah – serbiamo la nostra parte di rancore nei confronti dei “conquistatori” di questo mondo. 

Il nostro gruppo si scioglie verso l'ora di pranzo. Lo stomaco di Grunt si fa sentire irrompendo tra le nostre chiacchiere e supposizioni. A quanto pare ha vinto un pasto gratis da condividere con noi, quindi perché non andare? Un pasto gratuito ci risolleverà sicuramente il morale! 
Peccato che il luogo in cui avremmo dovuto consumare detto pasto, “Il Gabbiano Dorato”, si presenta come una bettola a zero stelle. Niente di più ovvio. Ma ormai il danno è fatto! 
Bravi Lucien ed Ayra che sono tornati da Bianca, almeno non moriranno di fame! 
Ci accorgiamo subito che qualcosa non va in quel pisciatoio privo di finestre sulla facciata e con un nano alla porta, pronto a buttar fuori chiunque non si presenti come ospite gradito. Non che occorra essere particolarmente ferrati in materia di bettole per comprendere che qualcosa non va, ma quando dal nulla donne in abiti succinti e con l'aria di chi vorrebbe stare dentro una tomba piuttosto che a servire dei tavoli cominciano a portare diversi boccali per ciascuno di noi, la truffa diviene piuttosto evidente. Senza parlare della cameriera che ci sconsiglia di mangiare la carne. 
Chi negherebbe ad un orco affamato della carne?! 
Poppy e Liah appaiono piuttosto prese dalla situazione, mentre io ho la netta sensazione che faremmo meglio a tenerci strette le saccocce con le monete d'oro, qualunque prezioso e pure i mutandoni. 
Devo ammettere però che l'idea di Liah di usare Grunt come diversivo non è male. Se non altro perché ci concede una delle scene più spassose cui avremmo potuto assistere. Non ho bene inteso da cosa sia scaturito quel piano, ma sia lei che Poppy iniziano ad additare un povero elfo ubriaco come un temibile avversario per il nostro orco. Ti assicuro Diario, che anche se a Grunt girasse bene, gli  basterebbe dargli un colpo sulla schiena per fargli sputare cuore, fegato e polmoni in una volta sola. 
Fortunatamente l'unica cosa in cui si prodiga il nostro amico orco è una sequela di parole non meglio comprensibili, un fragoroso scoppio di risate durante il quale l'elfo cerca di capire che “rivincita” non ha lo stesso significato di “vincere di nuovo qualcosa” ed in fine lo sfasciamento di una sedia ad opera di un suo fortuito “inciampo” sulla zampa posteriore di questa. 
Però, beh, il suo diversivo in realtà distrae più noi, che i proprietari della locanda e le cameriere. Tanto che quando torniamo a prestare attenzione al pian terreno, beh: il tiefling che Horn ha sedotto ed io derubato, si presenta alla porta con un diavolo per capello (si più dire per una creatura infernale?) armato di alabarda e sguardo tagliente. Ahi. 
Non so con quale fortuna Goldenhorn esce indenne da questo nuovo incontro. Ma accade. E non solo, il tiefling si addormenta a peso morto sulla sua stessa alabarda dopo averla conficcata ad un soffio dal Horn. Ho la sensazione che il nostro amico capitano conosca qualche trucchetto interessante! 
Veniamo a scoprire solo dopo, una volta che ci riuniamo con Lucien e con Ayra, che è stato proprio il mezzelfo ad informare il tiefling della posizione del bucaniere. A quanto pare Horn deve aver fatto qualche grosso torto a Lucien per farlo arrabbiare tanto. E sinceramente? Non voglio sapere quale! 

Vorrei dirti, caro Diario, che la nostra giornata è finita così. 
Che siamo andati a vedere bancarelle e che ci siamo scolati fiumi di alcol. 
Non al “Gabbiano dorato”. Lì è meglio che non ci metta più piede visto che ho incendiato alcuni dei boccali di birra che ci hanno così gentilmente offerto. 
E ti giuro, se quella è birra, io sono uno dei Goliath primigeni! 
E invece... invece no! 
Niente bevute. Niente follie. Niente leccornie da mangiare. 
Solo l'ennesimo guaio in cui – per una volta – non sono stata io a cacciarci. 


Il pensiero che quella birra non sia veramente birra tormenta così tanto Liah e Poppy che decidono di indagare sulla questione. Ed Ayra le appoggia. Ma peggio ancora, la mia “amica” (mi deve una pinta di birra!) mi fa quasi scoprire!
Lo sai, caro Diario, che io sono per il non truffare i più poveri, ma andare in una taverna e pensare di non essere ingannati in qualche modo (30 monete una camera!) è proprio da ingenuotti di campagna!
Di nuovo preda degli eventi mi dileguo. Mi occorre del tempo, non tanto per cambiare il mio aspetto, quanto per raccattare degli abiti adatti in giro. Sguscio per vari vicoli, prima di trovare della biancheria appesa ad asciugare. Abiti da donna un poco più grandi rispetto alla mia taglia, perfetti per interpretare Erika. Mia madre. 
Quando ritorno al mio gruppo, loro sono sul retro del locale, incastrati alla fine di un vicolo stretto come un budello, tutti uniti a confabulare e decidere una strategia. Devo ammettere che vedere Poppy e Gold assumere sembianze diverse (una quelle della cameriera morta dentro della locanda, e l'altro quelle di Lucien) dalle loro, un po' come posso fare io, mi rincuora (lo so, sono ripetitiva). Elaboriamo di tutta fretta una strategia: i due Lucien entreranno da una casa che dà proprio sul pergolato del secondo della locanda. Io, Poppy ed Ayra andremo ad indagare all'interno del capanno. Liah distrarrà la cameriera. E Grunt ci avvertirà in caso di pericolo. 
Non ti nego, caro diario, di aver avuto una brutta sensazione a riguardo sin da principio, ma era l'unica cosa che avremmo potuto fargli fare. Meglio essere sicuri che meni le mani al momento opportuno, che farci cogliere impreparati da una possibile aggressione, no? 

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Capitolo 5
*** 2 Luglio, La fiera di Chaael pt.2 ***


Non capisco – o meglio preferisco preservare la mia sanità mentale e non comprendere – il rapporto che si è instaurato tra Lucien e Goldenhorn, ma ho la sensazione che prima o poi il nostro amico scassinatore finirà per ammazzare il tiefling. Fatto sta che dopo un iniziale battibecco simile a quello che potrebbe esserci tra due amanti identici (inquietante!) e di vecchia data, finalmente si dileguano all'interno della casa che dà proprio sulla taverna. Non ci vuole molto. Una manciata di minuti dopo li vediamo emergere dal lucernario sul tetto dell'abitazione. Quello è il segnale per Liah di andare: sono certa che non avrà problemi a distrarre la cameriera. O a sedurla. O a pagarla. Il danaro può tutto a questo mondo, in fondo. 
Ed è il segnale anche per noi per iniziare a muoverci. Ho sempre con me della carne secca: non si sa mai cosa possa succedere! Ed ho imparato vivendo nella foresta che carne, ghiande e frutta secca, possono diventare un'ottima merce di scambio nei momenti di bisogno. E questa è l'occasione giusta per mettere in uso questi insegnamenti. Mi avvicino al cane acquattato lì per fare la guardia e gli lascio della carne, proseguendo poi assieme alle altre verso il capanno. Una volta dentro scopriamo ciò che già avevamo intuito: la birra che ci hanno tanto gentilmente offerto viene dogata. O meglio avvelenata con dei funghi che portano ad una grave paralisi corporea. Forti della nostra scoperta, e con la sensazione che forse la carne che ci hanno sconsigliato di mangiare non sia esattamente carne animale, decidiamo che è il momento di darcela a gambe. E soprattutto di riportare le nostre scoperte agli altri. Se non che in quel preciso istante sentiamo Grunt sbraitare andando verso la locanda a braccetto con il Goliath che ha quasi ucciso e lo gnomo che faceva da banditore alla lotta nell'arena. 
Di male in peggio. Ma c'è da dire che a modo suo ci ha avvertite! 
Abbiamo poco tempo per escogitare un piano. E devo anche augurarmi che questo vada per il verso giusto. Il cane mi è di nuovo di aiuto. Se prima pensavamo di andare a controllare le cucine e i magazzini della taverna, la creatura ci consiglia di andare ai piani superiori. E così fanno Poppy ed Ayra, agevolate dalle loro capacità di mimetismo. Io come Erika non posso fare molto, quindi decido di attendere dentro il capanno per un po'. Vorrei potermi vantare di aver appreso la pazienza dagli elfi, caro Diario, ma c'è una differenza sostanziale tra loro e me. Loro sono eterni. Io no. Riprese le mie reali sembianze comincio ad arrampicarmi su per il muro. La magia mi è amica: l'unica di cui riesco a fidarmi. Salgo come un ragno fino alla finestra della soffitta e ciò che trovo davanti è uno spettacolo piuttosto... sconvolgente? Una enorme stanza imbrattata di sangue, con orde di topi pronte ad aggredire chiunque vi metta piede ed una creatura seduta ad una scrivania intenta a scrivere. Con... una freccia conficcata nella spalla..? 
E dal balzo che gli vedo fare dopo aver scoccato il dardo, credo proprio sia stato uno dei due Lucien – forse quello originale – ad attaccare per primo. Quello che però mi lascia più perplessa è la gigantesca fragola che si scaglia sopra ad una delle adunate di pantegane presenti nella stanza. 
Sai, Diario? Non credo proprio che quello sia uno studio dentistico come cerca di farci credere la donna seduta alla scrivania. Donna che si strappa una freccia di dosso senza fare il minimo rumore o battere ciglio. E soprattutto... senza perdere nemmeno una goccia di sangue. 
Quale folle strapperebbe i denti alla gente per sostituirli con denti di oro? L'oro costa. Tanto. Perché qualcuno dovrebbe svenderlo così? 

Caro diario, hai mai sentito il detto 'non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire'? Bene, la nostra amica dentista si presenta proprio così: sorda a qualunque tipo di provocazione, ma anche a qualunque tipo di ragionamento. 
Ammetto di continuare a non comprendere cosa se ne faccia davvero dei denti che a detta sua scambia con altri d'oro, ma a questo punto non è nemmeno di mio interesse scoprirlo. Mi chiedo se domandando alla persona giusta, ci saprebbe dire cosa ne è stato del proprietario di quel dente..? 


Ora ti spiego. 
Trovandoci tutti concordi sul fatto che continuare a lottare con un possibile cadavere ambulante, topo mutante trasformato, o viceversa, umano capace di comprendere la lingua dei topi (come me del resto), decido di usare una delle mie risorse preferite. Se sai parlare con gli animali, questi possono regalarti enormi soddisfazioni. Decido dunque di tentare l'approccio anche con una delle orde di topi che popolano la soffitta e questa risponde positivamente, creando un unico grande topo composto da pantegane. Provo a chiedere loro cosa accade in quella cantina. Che tipo di carne viene data loro da mangiare. Dubito che tutto il sangue presente in quel luogo derivi da una sola persona. Ed il numero di sorci lì presente potrebbe tranquillamente spolpare tutto il nostro gruppo senza uscirne davvero sazio! 
Tuttavia, quel che ne ricavo è che la storia della nostra presunta dentista è vera: in quel posto cavano i denti alla gente, ma non per usarli come moneta di scambio come ha cercato di darci ad intendere lei, quanto perché i topi li collezionano. 
Ed a conferma uno di quei topini mi regala un incisivo (ancora sporco di carne – e spero sia quella di un pasto!) che ora giace all'interno della mia scarsella. Cercherò di capire cosa succede qui veramente, ma in altro modo. Se e quando lo riterrò opportuno. 
Gli altri si ritirano, ed io con loro. Scendo nel cortile interno, vado a ringraziare il cane per la sua veglia, e quindi sbircio dallo spioncino della porta che dà accesso alla locanda. Poco prima c'è stato un tonfo simile a quello di un grosso sacco che è rotolato giù dalle scale. E non sbaglio di molto: Grunt giace a terra privo di sensi e Liah e Lucien si contendono la parte più grossa del lavoro. 
E... potrei non intendere il torso dell'orco. 
E mentre loro escono dalla porta principale della locanda io li seguo dall'alto dei tetti. Amo osservare le città dall'alto: sembrano tanti formicai brulicanti di vita. Sono una sprovveduta, però. Perché non mi viene in mente di controllare se Gradaigh sia ancora al suo posto, lo do per scontato. 
Che errore sciocco! 
L'involto che Poppy porta con sé, però, attira la mia attenzione. Quando lo apre, posso chiaramente vedere all'interno un abito. E' spinta da questa curiosità che li raggiungo a terra, accodandomi a loro. E' un gillet da bambino in pelle di cinghiale. Conosco bene la loro pelliccia e la consistenza di quel tipo di pellame, quindi non faccio fatica a riconoscerlo. E poi... ha qualcosa di familiare. Molto familiare. Lo ricordo nei miei sogni. Nelle notti di luna piena. Taccio però. 
Meglio tacere le sensazioni, che dar loro voce a volte. 
Poi si creano false aspettative. 

Ciò che avviene una volta giunti alla locanda è un'escalation di disastri: Ayra ci comunica di volersi fare un bagno mentre noi consumiamo il primo pasto decente della giornata. Non comprendiamo bene cosa accada mentre noi mangiamo. Le urla di Grunt che nel mentre si è ripreso (ed ha quanto pare non ha ben chiaro che le latrine sono sempre esterne ai locali), fanno da prologo ad un grosso buco nel pavimento. E di nuovo urla. Se prima l'Orco è rimasto chiuso fuori dal bagno, a quanto pare ora è l'opposto e lui non riesce ad uscire, restando chiuso dentro. Sentiamo il rumore della porta del bagno che viene scardinata malamente. E l'attimo dopo Bianca, la grizly, si sta già incamminando su per le scale. 
Ayra intanto ha l'espressione di un gatto che ha incastrato il topo. Ho idea che faccia parte anche lei del progetto per la demolizione del piano superiore della locanda. Il ruggito di Bianca ci fa trasalire tutti, intanto. Ed onde evitare le furie di un orso imbestialito e soprattutto di essere cacciati dall'unica locanda che ci ha accolti tutti, decido di riaggiustare quanto meno il pavimento. 
Tralascio di raccontarti le molestie di Goldenhorn nei confronti di Lucien mentre questi sta cercando di fare il bagno. Sono dell'idea che il mezzelfo abbia bisogno di distendere i nervi, ed un po' di ginnastica da camera non gli farebbe male, ma del resto parliamo di un 'Senza Dio'. Starei anche io sulle spine, se avessi un cartello con su scritto 'Ismet, prendimi, sono la tua cena!' in bella vista agganciato al collo. 

Negli anni all'eremo ho conosciuto diversi Senza Dio. Per lo più Umani e Mezzelfi che erano cresciuti nel terrore, come schiavi. Privati della fiducia nei confronti del prossimo, del mondo e degli stessi Dei. E presso il nostro circolo hanno ritrovato la fede, votandosi per lo più a Baal. 
Come puoi, in fondo, non credere in Lui quando Lo puoi scorgere a distanza, godendo dell'abbondanza e della pienezza dei raccolti che ti concede? 


Ad un certo punto Liah decide di ritirarsi: tra le due è sempre la prima a coricarci, anche quando viaggiamo assieme. Si concede sempre dei lunghi riposi prima che inizi la vera veglia notturna, lasciando a me il piacere del riposo nelle ore più buie. Poppy ed io intanto interroghiamo lo Gnomo marito di Bianca, riguardo al gillet trovato quel pomeriggio e soprattutto riguardo il biglietto che lo accompagna e che cita un certo 'Eterno Viaggiatore'. Trattandosi di religione umana legata al plenilunio il nostro Anfitrione non pare molto ferrato. Al contrario sembra sia andato piuttosto avanti con alcol ed erba pipa. Quindi una volta rientrato Grunt il nostro gruppo si divide: Ayra, Poppy ed io andremo verso la chiesa della città a fare un po' di indagini; Goldenhorn, Grunt e Lucien, invece, andranno in cerca di Gradaigh per fare un po' di chiarezza a riguardo. Del resto a tutti è sembrato piuttosto ferrato riguardo a magia e misticismo, quindi perché non interpellarlo? Inoltre è appena metà pomeriggio: finite le nostre indagini avremo anche il tempo per cenare ed assistere allo spettacolo delle 'luci danzanti'. Ci diamo appuntamento al porto e ci dividiamo. 

Non ci mettiamo molto a raggiungere la cattedrale della cittadina. Le strade si spopolano mano a mano che il sole continua a calare: la gente si dilegua per concedersi un buon pasto o per tornare alla propria dimora e quindi le strade divengono meno popolose. C'è una cosa che non ho mai compreso dei culti ecclesiastici: come si può raggiungere la comunione con gli Dei in quelle tombe di pietra? 
Il prete al quale ci rivolgiamo, poi, sembra avvalorare la mia ipotesi sulle tombe. Parla come farebbe un morto, rivelandoci di sapere ben poco riguardo ai culti umani. Come c'era da aspettarsi, del resto. 
Ci spiega che “Eterno Viaggiatore” non è altro che uno degli epiteti di Borg. Colui che tradì il volere di Quillan rendendo gli umani una razza abominevole. Maledetta. 
Le leggende vogliono che l'Eterno Viaggiatore si muova tra le città, là dove si trovano le comunità di umani. E che viaggi di casa in casa nelle notti di luna piena chiedendo un pasto e qualche chiacchiera in cambio di doni per i bambini. 

- Dicono che le leggende sono tramandate per fornirci insegnamento. 
Si dice che in ogni leggenda c'è un fondo di verità. -


Ed io conosco la verità, palpabile e concreta dietro a quella leggenda. E' scritta proprio qui, Caro Diario. Tra le tue prime pagine. E mi stringe la gola ora come allora al ricordo. Di nuovo preferisco tacere. Questa volta non per non creare aspettative, ma perché ci sono cose che vanno scoperte poco a poco. Indagate come indagheremmo noi stessi. Perché parlare di un Dio che non mi appartiene, ma che mi ha graziato della sua presenza nonostante non sia umana, è un miracolo che concerne solo me. Lasciamo la cattedrale che la sera sta già scendendo, decise a riportare quel giacchetto di pelle al suo legittimo proprietario. Ma a quanto pare la madre del legittimo proprietario lavora al “Gabbiano dorato” e Poppy ed Ayra sono fin troppo riconoscibili. Decido di provare io, assumendo nuovamente le sembianze di Erika. E quando il nano scorbutico alla porta non sembra voler cedere alle mie spiegazioni ed alle mie lusinghe, beh, decido di fargli provare in prima persona cosa significhi fare da appendi abiti, piazzandogli il gillet addosso per dileguarmi poi alla chetichella. 
Raggiunte nuovamente le ragazze, decidiamo che torneremo più tardi a sorvegliare la zona per vedere se Borg deciderà di mostrarsi davvero o meno. 

Ci ricongiungiamo con il resto del gruppo (Lucien al solito è furioso con Horn) quando il sole ormai è calato, così da assistere assieme allo spettacolo delle “luci danzanti” di cui ci ha parlato il nostro padrone di casa. Anche perché a quanto pare i nostri amici non hanno avuto fortuna nella ricerca, ed anzi, da quel poco che ho capito hanno vagato a vuoto per ore. Un po' di svago potrà farci solo bene, e devo ammettere che lo spettacolo vale tutta la pubblicità che è stata fatta. 
Quell'insieme di magia che riempie l'aria stuzzica le emozioni, facendoci tornare un po' tutti bambini per una buona mezz'ora. Mi dispiace solo che Liah se lo sia perso. 
Glielo racconterò domattina come prima cosa appena sveglie! 


E. 






Ci sono degli appunti scritti in calce, appuntati in piccolo: 
- Imparare la lingua dei Tiefling
- Scoprire a quale divinità appartengano i tatuaggi degli orchi.









Non so se si usi ancora rispondere alle recensioni durante i capitoli, ma... 
@Paiton: Il diario di Echatis - mio personaggio e voce narrante in questo caso - viene aggiornato ad ogni sessione. Quindi sì, so dove voglio andare a parare almeno fino alla metà della campagna che abbiamo già giocato. Ma no, non so come andrà a finire in quanto la campagna stessa è ancora in corso e conoscendo la master ci aspettano ancora tanti colpi di scena. Per la minuzia... è solo perché il mio personaggio si fa mille paranoie, e quindi gli piace appuntare tutto al meglio, così da poterci ragionare nel corso degli eventi. 



 

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