Sometime di Monster_ (/viewuser.php?uid=72680)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bullone ***
Capitolo 2: *** Indifferenza ***
Capitolo 3: *** Non è destino... ***
Capitolo 4: *** Parteza?!? ***
Capitolo 5: *** Amami per sempre ***
Capitolo 1 *** Bullone ***
Sometime...
"Perchè?" La vocina flebile,
risuonò per il grande parco ora deserto.
Le lacrime si
fermarono, finalmente. Dopo minuti di pianto ininterrotto, cessarono.
Le gote leggermente
rosee, le pizzicavano.
"Perchè
è la cosa migliore da fare." La solita risposta, alla solita
domanda.
Un sorriso triste
le si dipinse in volto.
"Per chi sarebbe
giusto, Edward?" Rare volte usava chiamarlo con il suo nome completo. I
casi potevano essere due: la rabbia, o la delusione.
Il biondino si
decise a continuare il discorso. "Per tutti. Ma non peggiorare di
più la situazione Win..."
-Rimane di spalle,
il codardo. -pensò la bambina, imbronciata.
Non si voltava per
guardarla negli occhi.
Dalla sua
postazione, la piccola Winry, vedeva solamente le spalle dell'amico
d’infanzia scosse da piccoli fremiti. Non capiva se per colpa
del freddo
o stesse piangendo.
No. Non era possibile, il grande Edward Elric non piange mai.
La piccola biondina si fece avanti. "Va bene Ed. Come vuoi tu." Lo
lasciò vincere, come sempre, infondo erano solo bambini.
Per una piccola
sgridata Edward non sarebbe di certo morto. Anche se la zia Trisha,
pensò la bambina, a volte faceva davvero paura.
Scosse un poco la
testolina bionda, facendo ricadere i capelli a ricoprire la spalla
destra.
Un fruscio. Ed,
finalmente si era girato verso di lei.
Il bambino
stringeva i pugni e i denti. Aveva paura di mettere anche un sol piede
a casa.
A cosa sarebbe
andato incontro? La rabbia gli ofuscò la vista per un
secondo. Tutta colpa di Al.
Lui lo aveva
avvertito di non giocare con le pozzanghere, il fratellino non lo aveva
ascoltato.
Morale della storia
era tornato a casa piangente, completamente fradicio, dando la colpa a
Ed. Sospirò.
Il suo sguardo
dorato si posò sulla bambina al suo fianco.
Tra le ciglia erano
ancora intrappolate alcune lacrime. Il visino era leggermente
imbronciato e si contorceva le manine.
Sorrise. Winry, si era subito opposta, appena saputo che Edward si
sarebbe preso la colpa. Ma alla fine, lui l'aveva avuta vinta.
Timidamente
allungò la mano verso quella della bambina, per ricevere un
pò di coraggio.
La biondina
sorrise, mentre stringeva tra la sua quella di Ed.
Piano, piano i due
si incamminarono verso casa. Edward ora, era pronto per affrontare la
mamma.
Ergo: Chiedere
scusa in ginocchio. Ma non l'avrebbe mai ammesso con Win accanto.
Il calore e il
coraggio che gli infondeva quella piccola mano tra la sua era immenso.
Non riusciva a capire nemmeno lui da dove arrivava.
Sorrise,
involontariamente, e sereno, guardando la bambina al suo fianco e
sentendosi in pace con se stesso.
Certe volte, si
chiedeva se la sua amica di infanzia fosse un angelo,
perchè,
si ripeteva Ed, la faccia ce l’aveva…
____________________________
"Che strazio..." Il maggiore degli Elric sospirò
pesantemente, mentre, con la mano libera cercava a tastoni il bullone.
Sbuffò,
accovacciandosi per terra. "Ci rinuncio!" Urlò di rimando.
Una testolina
bionda spuntò fuori. "Allora, l'hai trovato?" Chiese, con
aria minacciosa.
Il sedicenne
scattò a sedere. "No W-Win." Rispose, rigido come un mattone.
La ragazza lo
fulminò. "Edwad Elric, se per sta sera non trovi il bullone
che mi serve per rimontarti il braccio, puoi tornare a Central anche
senza
arto destro!" Chiarì, facendo mostra di ben due chiavi
inglesi in mano.
Il ragazzo
cominciò a sudare freddo. "O-Ok." Rispose.
Lei di rimando
annuì, tornando poi alla ricerca del 'bullone scomparso'.
Edward si
rilassò visibilmente. E pensare che da piccolo definiva
quella strega un angelo...
Aveva seriamente
qualche problema. Ok, era vero, Win c'era sempre stata per loro, anche
se non con dei modi proprio 'aggraziati'.
Ma era li. Li
aspettava e pregava per loro. Anche se, lui compreso, non la trattava
molto bene, con quel suo carattere burbero che si ritrovava.
Quando erano
bambini era tutto più semplice...
“Fratellone!
Trovato il bullone?” Chiese, la voce metallica di Al, appena
entrato dal giardino.
Edward
sbuffò sonoramente, accasciandosi sul divano. “No.
Nessuna traccia. Winry mi ha minacciato di lasciarmi senza braccio, se
non trovo il bullone. Non capisco perché non possa
mettermene uno di ricambio.” Si lamentò.
“Perché
Win è fatta così. Se non è tutto in
ordine, va fuori di testa. Se parliamo di auto-mail poi...”
Finì sghignazzando Alphonse.
Edward lo
imitò subito, pensando al caratteraccio cinico che possedeva
la sua meccanica.
“Hey.
Deduco che il bullone è stato ritrovato, visto che parlate
tanto.” La persona dei pensieri di Ed e Al, si
materializzò dinnanzi a loro.
Edward rise
nervoso. “N-No Win, niente bullone.”
La ragazza lo
fulminò con uno sguardo infuriato, poi, mentre alzava la sua
fidata chiave inglese, per farle fare una visita alla fronte di Ed,
vide un qualcosa luccicare sotto il piede dell’alchimista.
“Ed, alza il piede destro.” Ordinò
risoluta.
Edward la
guardò confuso. “Prego?” Chiese.
La ragazza,
abbassò l’arnese, poggiando una mano sulla spalla
sinistra del ragazzo e tirandolo indietro.
Ora il bullone era
allo scoperto. “Eccoti, brutto infame!”
Commentò il ragazzo, fissando il pezzo mancante del suo
braccio.
La meccanica lo
raccolse sbuffando. “E vi reputate
‘bravi’ alchimisti? Non riuscite nemmeno a trovare
un bullone, per giunta, sotto il piede.” Stuzzicò
Win.
Edward, si
voltò, era abbastanza stanco, non aveva assolutamente voglia
di litigare.
“Vado a
riposare.” Affermò. “Domani mattina
partiamo per Central, se non ti pesa, avrei fretta di riavere il mio
braccio.” Disse scherzando, per poi salire le scale, senza
voltarsi.
Al
salutò Winry, raggiungendolo.
La ragazza, era
rimasta ferma, a capo chino. Non aveva mantenuto la promessa, come
sempre, sarebbe partito prima del giorno prestabilito. Una settimana da
passare con lei e Pinako? Ma che scherziamo!
Sospirò,
sapeva che era la cosa giusta. Doveva mantenere almeno una promessa, Al
lo meritava. Doveva riavere al più presto il suo corpo, in
fondo, lei era semplicemente la meccanica.
Piano, si diresse al bancone da lavoro e prese gli
attrezzi.
_______________________________________________________
Storia assolutamente senza pretese. Soltanto, che mi ero proprio
stancata di vedere solo yaoi, non che ne sono contro certo, ma io sono
una EdxWinry per la vita, quindi...
Questa storia è interamente dedicata alla mia amica Astrid.
Che conosco da poco, ma ha già un posto grandissimo nel mio
cuore.
Bhe spero che il primo capitolo vi abbia incuriosito.
Vi ringrazio in anticipo, Un grazie moltp grande va anche a chi ha
commentato la mia shot.
Grazie di cuore!
Un bacio a tutti ^^
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Capitolo 2 *** Indifferenza ***
Sometime
“Sei
sempre delicato, fratellone.” Puntualizzò
Alphonse, appena chiusa la porta della camera sua e di suo fratello.
“Cosa
intendi?” Chiese guardingo il maggiore. Sapendo benissimo a
cosa si riferisse l’armatura di fronte a lui.
“Lo
sai benissimo. Perché devi essere sempre sgarbato con lei?
Le avevi promesso che saremmo rimasti una settimana.” Disse.
“Lo
so. Ma il bullone è stato trovato, poi non mi piace rimanere
fermo in un posto, quando non sono costretto.”
Mentì spudoratamente il più grande.
“Sei
proprio complicato.” Sbuffò Al.
Il
silenzio calò nella stanza come un macigno, Al guardava Ed,
mentre Edward trovava interessanti le crepe del soffitto.
Un
leggero bussare alla porta li fece sobbalzare. Winry, aprì
l’uscio il più piano possibile, entrando nella
stanza con un sorrisone felice, cercando di celare la tristezza.
“Ed,
scusa il disturbo, ma ho messo insieme tutti i pezzi per rimontarti il
braccio, dove sono quelli rimanenti?” Chiese garbata.
Edward
la fissò stupito, Winry non era solita parlare con una tale
compostezza.
“Emh...
Lì, sul comò.” Indicò. La
vide focalizzare il punto, per poi annuire, entrare nella stanza,
dirigersi al comò e prendere i pezzi mancanti.
Tornata
alla porta, la ragazza si girò sorridendo,
pronunciò un “Grazie”, per poi uscire,
richiudendosi l’uscio dietro di se.
“Ok;
chi era quella e che cosa ne ha fatto della vera Win?” Chiese
Edward al fratello minore, che ora lo osservava con aria seccata.
“Non
capisci proprio, eh?” Chiese Al, sbuffando esasperato.
Edward
si grattò la nuca con un dito. “Cosa dovrei
capire?”
Al non
rispose, l’ottusità di suo fratello faceva davvero
paura, così uscì.
Edward,
rimasto solo, si sdraiò sul letto. Certo che lo capiva, eccome se lo capiva.
Il suo
fratellino pensava davvero che non ci fosse arrivato? Pensava davvero
che non capiva i sentimenti di Winry?
Sapeva
che la ragazza, ormai, provasse qualcosa per lui, che andava oltre il
semplice essere amici, anche se non capiva esattamente cosa.
Sbuffò,
girandosi su un fianco. E lui?
Cosa
provava lui? Mistero, questa domanda era complicata, difficile.
Anche
per il grande Alchimista D’Acciaio!
Certo,
Voleva bene a Winry, ma che tipo di bene? Fraterno? Poteva comparare il
bene che voleva ad Al, per quello che voleva a Win? No, due cose
completamente differenti.
Amicizia?
No. Aveva capito ormai da tempo, che non era semplice amicizia. Anche
perché, quando la vedeva sorridere o piangere, il cuore gli
scoppiava nel petto, in entrambi i casi.
No, decisamente, non era
semplice amicizia. Cosa, allora?
Era
anche per questo che aveva deciso di partire tre giorni prima, si stava
confondendo. Più che altro stava confondendo e illudendo lei.
Illuderla?
Come? Fingendo di riuscire a vivere una vita normale? No, suo fratello
aveva la priorità!
Non
poteva permettersi errori, doveva capire cosa provava, ma allo stesso
tempo lasciarla stare e dimenticare.
“Ed,
è pronta la cena!” Sentì la voce di Al,
farsi strada.
Senza
voglia, si alzò dal letto, dirigendosi in bagno per lavarsi
le mani.
Chiusa
la porta del bagno, si diresse in cucina. Appena messo piede nella
stanza, intravide Winry parlare con Al, ridere.
Con
lui, la ragazza non rideva. Almeno non così, aveva le
lacrime agli occhi per le tante risa.
Lui non
riusciva a farla ridere, ma piangere. Solo Dio, se esisteva, sapeva
quante volte, avevo visto il viso della sua amica di infanzia rigato
dalle lacrime.
Il
ragazzo si schiarì la voce.
I due
sobbalzarono; Winry smise subito di ridere, e con un rapido
“Scusami Al.” Si alzò dal divano per
andare ad aiutare la nonna.
Al
invece, restò a guardarla allontanarsi, per poi rivolgersi
al fratello. “Fratellone, tutto bene?”
“Se.”
Rispose Edward, mettendosi seduto stancamente su una sedia, mentre
Winry serviva i piatti.
La
vedeva muoversi con velocità, sorridendo ad Al, ogni qual
volta gli poggiasse qualcosa vicino.
Con lui
era una storia diversa, quando gli si avvicinava il suo sguardo
cambiava direzione, per non incrociare gli occhi del ragazzo.
Il
gioco di deviazione andò avanti per tutta la cena.
“Bene,
vado a lavare i piatti.” Mormorò la ragazza,
appena finito di mangiare.
Si
alzò da tavola, facendo segno alla nonna di rimanere seduta
e riposarsi.
Portando
via piatti, bicchieri e quant’altro la ragazza
sfiorò una mano di Ed; mentre lui sobbalzava, lei
restò impassibile, continuando come se niente fosse.
La sera
scese presto, mentre Al era fuori in giardino con la nonna, Edward si
riposava sul divano. Winry faceva avanti e indietro, con attrezzi vari,
per il braccio del ragazzo.
Appena
finito, avvisò Ed di mettersi seduto. Il suo tono era
freddo, ma allo stesso tempo normale.
Il
rumore che produceva il cacciavite sul suo arto meccanico gli piaceva,
unica cosa che rompeva quello strano silenzio imbarazzante creatosi fra
i due.
“Perché
mi eviti?” Chiese il ragazzo, di punto in bianco, guardando
altrove.
“Non
so di cosa parli.” Rispose pacata lei, non alzando lo sguardo.
Edward
fece una smorfia. “Oh, andiamo! Mi stai evitando, non mi
guardi nemmeno!”
“Stai
sbagliando. Adesso per favore non ti muovere, devo stringere
l’ultimo bullone.” Dichiarò, alzandosi
in piedi e stringendo.
Il
ragazzo sbuffò sonoramente, per poi chiudere gli occhi.
Sentiva
le mani di lei armeggiare con il suo arto in acciaio, pensava che
sarebbe stato molto più piacevole se avesse potuto sentirla.
Se magari, avesse lavorato sull’arto sinistro.
“Devo
allacciare i nervi.” Informò la ragazza. Per un
secondo il suo tono sembrò tornato quello normale,
perennemente preoccupato. Il suo tono da... Da Winry, insomma. Ma si
sbagliava.
Lui
strinse i denti, mentre la ragazza girò la levetta.
Diamine
se faceva male! Chiuse gli occhi, non sentì Winry recitare
la solita frase: “Ora
riposati, non ti muovere.” No, non
sentiva proprio la ragazza.
Quando
girò il volto si accorse, infatti, che Winry era sparita
dalla sua visuale.
Sbuffò.
La ragazza doveva avercela proprio a morte con lui... e pensare, che la
mattina seguente, sarebbe partito.
***
Winry
si agitava nel letto, non riusciva a chiudere occhio.
Sarebbe
partito, di nuovo. Quell’idiota sarebbe partito, tre giorni
in anticipo, perché non poteva sforzarsi di rimanere?
Si
alzò di scatto sbuffando. “Idiota.”
Mormorò senza enfasi.
Piano
poggiò un piede sul freddo pavimento, il contatto la fece
sobbalzare, intravedendo la sua camicia da notte la raggiunse,
indossandola.
Tirò
indietro i lunghi capelli biondi, sciolti. Posò un mano
sulla maniglia in ottone e gentilmente la tirò a se.
Scese
piano le scale, entrando in cucina.
Appena
scesa l’ultimo scalino, vide qualcosa luccicare;
Immediatamente, riconobbe l’auto-mail di Edward.
_________________________________________________
Eccomi
qui con il secondo capitolo di questa storia. Vi avviso sarà
corta, ma spero vi piacerà ugualmente.
Jeannina
Live 4ever: Grazie mille,
sei stata la prima a commentare, non so come ringraziarti!^^ Adoro
Edward, Winry e Al da bambini e nel capitolo seguente ne
farò un accenno, spero lo seguirai! Spero anche
che questo capitolo sia stato di tuo gradimento; se continuerai a
commentarmi ne sarò ben felice^_^ Grazie e ciao.
ladybird0490:
Eyly!!!!!!!!!! ciao more, che bello sentirti! Davvero la storia ti
piace? sono contentissima e spero che il secondo capitolo non
sarà da meno! Grazie per aver commentato, ci sentiamo!
ciauuuu^^
In
oltre un Grazie davvero enorme va a chi ha messo la storia tra le seguite e le
preferite, GRAZIE MILLE!
Al
prossimo capitolo, ciao un bacio^^
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Capitolo 3 *** Non è destino... ***
Sometime
La ragazza si avvicinò piano a quel tenue luccichio,
pregando in fondo al cuore di sbagliarsi. Aveva voglia di vedere
Edward? Non lo sapeva.
“Winry?” La voce del ragazzo, roca e interrogativa,
la fece sobbalzare.
La bionda si girò subito verso la sua direzione; Lo vide
seduto ad una sedia del tavolo, un grosso libro aperto e la mano in
auto-mail a penzoloni.
“E-Ed. Ciao.” Sorrise. Sciocca! Si diede subito
della stupida; aveva fatto tanto per mantenere la sua aria impassibile
il giorno prima, ed ora…
Il ragazzo ricambiò il sorriso, soffermandosi un attimo
sull’ ‘abbigliamento’ notturno di Winry.
Quello doveva essere il suo pigiama. Una corta camicia da notte bianca,
perfettamente aderente al suo corpo. L’Alchimista
deglutì involontariamente, distogliendo lo sguardo dalla
figura slanciata della ragazza.
“C-Cosa ci fai qui?” Riuscì a
balbettare, dopo un attimo di smarrimento.
“La stessa cosa che ci fai tu. Ammazzo il tempo,
perché non riesco a dormire.” Chiarì la
bionda, dirigendosi verso il frigo, aprendolo e versando un
po’ di latte in una tazza.
Edward fece una smorfia; In tutti questi anni non era riuscito a capire
come potesse piacere alla gente quel liquido biancastro.
“Non guardarmi così –
cominciò la ragazza, posando la tazza sul tavolo e
accomodandosi vicino a lui - sei tu l’anormale che non beve
latte.”
“Tks.” Grugnì l’Alchimista
contrariato, sfogliando l’enorme libro rilegato in pelle.
Winry gli si avvicinò, senza tuttavia riuscire a vedere cosa
leggesse il ragazzo. “Studi ancora Alchimia?”
Chiese.
Edward sorrise, spostandosi di poco, per far entrare il contenuto del
libro nella visuale della ragazza. “Non mi pare sia
Alchimia.” Rise.
Winry si sporse. Un sorriso spontaneo le si dipinse sulle labbra rosee.
“No, decisamente non è Alchimia.”
Confermò, prendendo il libro e mettendolo centrale.
Sulla pagina destra, vi erano delle foto. Non delle foto qualunque,
delle foto che ritraevano tre bambini.
Una, attrasse Winry più delle altre: Una bambina bionda
sorrideva felice, cingendo per il collo due bambini. Uno basso alla sua
destra, con l’espressione esasperata, e uno più
alto, alla sua sinistra che sorrideva, anche’esso, divertito.
“Chi mai saranno questi tre marmocchi?” Chiese
Edward di punto in bianco imitando una voce estranea, facendo sorridere
la ragazza.
“Erano bei tempi.” Si limitò a dire
questa. Gli occhi color dello zaffiro vagavano per le pagine
dell’ album, guardando le foto con nostalgia.
La sua aria triste, colpì profondamente Edward. Vedeva come
Winry guardava quelle foto. Tutto sembrava oltre che felice.
Poi, un’ immagine sgualcita attirò la sua
attenzione.
“Ricordi questa foto?” Chiese il ragazzo, staccando
l’immagine dal riquadro e porgendola alla ragazza.
“Oh, ma certo! Quel giorno deve essere stato il
più terribile della tua vita!” Rise lei.
La foto rappresentava due bambini, con arie tristi. La biondina,
guardava l’amico affianco a lei con gli occhioni luccicanti;
Sintomo di un pianto recente.
Il bambino, più basso di lei, con gli occhi color
dell’oro, aveva un espressione contrariata e rassegnata allo
stesso tempo.
I due si tenevano per mano mentre, il sole, tramontava dietro di loro.
“Quel giorno, se non ricordo male, Al cadde nelle
pozzanghere.” Cominciò Winry, posando la foto e
mettendosi seduta sul divano.
Edward sbuffò. “Esattamente. Anche dopo i continui
avvertimenti che gli avevo, praticamente, gridato.”
L’alchimista sentì la ragazza ridere. Era
così contento che l’ostilità dimostrata
il giorno prima, fosse svanita.
“Ricordo che tornò a casa della zia Trisha
fradicio e piangente. Urlando che la colpa era stata tua.”
Annuì la ragazza, mentre la memoria si stava sforzando di
tornare.
“Già. Io decisi di prendermi la colpa e
tu…” Cominciò il ragazzo, mentendosi
seduto accanto alla bionda sul divano.
“E io da brava bambina, quale sono, [E qui si
meritò un occhiataccia da parte dell’Alchimista.]
ho cercato di difenderti. Opponendomi.” Ridacchiò.
“Ma non ci sei riuscita!” Precisò lui
trionfante. La sua solita aria da spavaldo non tardò a farsi
sentire.
La ragazza abbassò lo sguardo. “Ma non ci sono
riuscita... Non ci riesco mai.” Sussurrò,
più a se stessa, che al ragazzo.
Edward guardò Winry stralunato, ma quando lei si
girò per incontrare il suo sguardo, lui abbassò
gli occhi dorati, facendo spuntare un debole sorriso malinconico sulle
labbra di lei.
Un imbarazzante silenzio calò fra i due.
“Sai... -cominciò l’Alchimista, non
conscio di quello che diceva- Quando eravamo piccoli, molte volte, e
anche quella volta, mi capitava spesso di pensare che tu ...
assomigliassi ad un angelo. Lo penso ancora...”
CRACK.
Ecco. Nel momento esatto in cui aveva voltato lo sguardo, rielaborando
ciò che aveva detto, incontrando gli occhi umidi di lei, lo
sentì perfettamente.
Qualcosa si era spezzato; quel confine tra loro che stabiliva fino a
che punto dovevano spingersi. Quel confine che gli comunicava sempre,
la solita frase: “Siete solo amici.” Quel
confine... Non esisteva più.
Winry lo fissava stranita, come se le cose appena uscite dalla bocca di
Edward fossero state dette in arabo.
Lui ricambiava lo sguardo, non capendo ancora bene, quello che aveva
appena pronunciato.
“I-Io...” Cercò di balbettare la
ragazza, girando lo sguardo, rossa in viso.
Edward sorrise a tale imbarazzo, che gli procurò uno
sfarfallio allo stomaco.
Winry sospirò, pentendosi di quello che stava per dire; Ma
non voleva essere illusa. “Senti Edward, è tardi.
Domani devi partire. Forse è meglio andare a
dormire.”
Il ragazzo la guardò a lungo, cercando di decifrare il suo
sguardo, poi capì che si trattava di una supplica. Lei non
voleva oltrepassare il confine, anche se ormai il muro era stato
buttato giù. Aveva paura.
“Forse hai ragione.” Si limitò a dire,
alzandosi in piedi, stiracchiandosi gli arti delle braccia.
Winry aveva voglia di piangere, possibile che un essere umano possa
essere così stupido da dire, nel momento più
bello, “Scusa ma è tardi e ho sonno?”.
Bhè, lei lo era stata.
La ragazza vide Edward alzarsi e porgerle la mano in acciaio per farle
fare altrettanto. Decise che poteva farlo; Poteva concedersi di
prendergli la mano.
Piano, allungò il braccio verso quello
dell’alchimista, che le afferrò la mano con
gentilezza. Si rattristò però: Non poteva sentire
il calore della piccola mano di Winry sulla sua. Nel pensare
ciò non badò alla forza che metteva
nell’aiutarla ad alzarsi, così esagerò.
In un momento si ritrovò la ragazza con la faccia in fiamme
poggiata sul suo petto, lui- se ne accorse in seguito- era appoggiato
al tavolo con la mano in carne, mentre quella in auto-mail teneva
ancora quella piccola di Winry, che praticamente, era attaccata a lui.
Il volto dell’Alchimista avvampò a dismisura.
Ritrovandosi in una posizione tanto strana con una ragazza bellissima
addosso, mezza svestita... I suoi pensieri non erano dei più
casti.
Sentiva il corpo della sua ‘amica’ completamente
schiacciato sul suo, una sensazione di calore che lo faceva andare in
estasi.
“S-Scusa.” Pigolò piano lei, alzando il
volto, ritrovandolo a due centimetri da quello del ragazzo.
Edward deglutì nel guardarla. I capelli biondi le
incorniciavano il viso, gli occhioni azzurri erano spalancati e
leggermente lucidi, la pelle pallida risplendeva con la fioca luce
della luna che entrava dalla finestra, e quel rossore sulle guance la
rendeva tenera.
Senza pensarci, il ragazzo si chinò su di lei, socchiudendo
gli occhi; Winry fece per allontanarsi, ma la presa ferrea di lui sulla
sua mano non la fece muovere.
Così accettò l’idea di stare per
baciare il suo migliore amico, il ragazzo da lei segretamente amato da
anni.
Chiuse gli occhi, mandò al diavolo tutto e tutti. Si
avvicinò anche lei, ad uno scocco di ciglia di distanza, un
abbaiare, li fece separare di scatto.
I ragazzi guardarono increduli Den, il cane della ragazza, che li
fissava scodinzolando contento.
Edward era praticamente del colore si un pomodoro maturo, Winry gli
faceva concorrenza.
La ragazza si avvicinò al cane, accarezzandolo. Non sapeva
cosa dire, come dimenticare. Stava per baciarlo!
“Emh… forse è meglio andare a
letto.” Sussurrò il giovane, dietro di lei.
Winry annuì, ancora di spalle, cominciando a salire la
scalinata. Domani sarebbe partito. E se si fosse sentito in colpa...
solo un problema, cera una frase che non riusciva a togliersi dalla
testa. Doveva dirla, anche solo sussurrarla.
“Forse... – cominciò rimanendo di
spalle, sentendolo sussultare- Non
è destino.” Sussurrò.
“Come?” Chiese sbalordito il ragazzo.
“Niente, buona notte.” La ragazza si
congedò, entrando in camera sua.
Edward rimase lì, immobile sull’ultimo gradino
della rampa. L’aveva sentita, eccome.
Ma non voleva crederci. Perché aveva detto così?
Lo sapeva, adesso era sicuro di essere innamorato della sua amica di
infanzia. E lui voleva
fosse Destino. Doveva esserlo. E lo sarebbe stato...
_________________________________________________________________
Salve! Eccomi con un
nuovo capitolo! Spero tanto sia di vostro gradimento!!
ladybird0490: Eyly, ma lo sai no, che nano Eddolo prima
che capisce le cose... Si insomma , ce ne vuole... però alla
fine ci arriva, ci vuole solo taaaanta pazienza! Povera Winry O_o
Spero che ti piaccia questo capitolo, TVTTTB baciXXimi!*_*
Jeannina Live 4ever:
Hola! Lo so, Winry sembrava crudele, ma è anche giusto che
Edward soffra un pò per come tratta sempre la ragazza! Anche
se mi dispiaceeee ç____ç
Spero tanto che il capitolo ti sia piaciuto, ciauuu **
yaya_sana:
Ma chi si vedeeeee!!!!!! La mia beniamina!!!! Ciau, sono contentissima
che tu abbia recensito una mia storia, grande onore per me **! Amo le
tue storie, specie quella con Kimbli!!! ** Scrivi benissimo!!!
Comunque, ti ringrazio mooooltissimo per i complimenti, spero tanto che
il capitolo ti piaccia, un salutone, ciauuuu *____*
RainbowDiamond:Amore
mio *_______* Ma certo che la storia è per te, oddende che
bello che mi hai commentata, GRAZIE! Spero tantissimo che questo
capitolo ti piaccia, ti voglio un casino di bene **
App, domani svaligiamo il tabbaccaio, Vivaaaa! E pestiamo Mirko e
Andrea U_U Ti adoro, ciao more ^_^
(E stiamo alla larga da Ugly O_o xD)
Ancora Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite e le preferite, Grazie
mille!
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Capitolo 4 *** Parteza?!? ***
Sometime
Per quanto si sforzasse, la ragazza non riuscì a chiudere
occhio quella notte.
Ripensava a
quel bacio mai dato e ricevuto, al viso del ragazzo così
vicino, alle sensazioni che aveva provato...
Niente.
Spiegatemi voi come si fa a dormire con questi pensieri in testa?.
“Partirà.”
Gli ripeteva una vocina nella sua testa. “Partirà, e
tu rimarrai di nuovo sola.”
Winry si
girò di fianco, sprofondando la faccia nel cuscino, cercando
si non darle ascolto; ma si sa, la verità fa male.
“Bene,
grazie di tutto zietta.” La voce di Ed gli arrivò
al cuore come una lama. Stava andando, partendo. Chissà
quando e come l’avrebbe rivisto.
Si
alzò di scatto dal letto, correndo al balconcino, scostando
le tende ed uscendo, affacciandosi.
“Tornate
a trovarci.” Sorrise la vecchietta.
La grande
armatura si piegò un poco in avanti. “Contaci
zia.”
“Tornare?
– cominciò Edward, con tono beffardo- Si, per
farmi riparare l’auto-mail.” L’anziana lo
guardò di traverso.
“Non
si smentisce mai!” Pronunciò la ragazza,
imbronciata.
Quando poi,
tornò a guardare alla direzione dei ragazzi, si accorse di
essere fissata.
Edward aveva
alzato, involontariamente, lo sguardo al balconcino di Winry, sapendo
che lei sarebbe rimasta al letto.
Con sua
grande sorpresa invece, la ragazza era lì e lo fissava.
In un
secondo, fu come se Pinako ed Alphonse se ne fossero andati, ora
c’erano solo loro, sembrava tutto così semplice.
Non esisteva
più il tempo, la partenza, il quasi bacio di ieri notte.
Esisteva
solo lo zaffiro nell’ambra. Gli occhi che si erano trovati e
non volevano saperne di lasciarsi.
Ma
come tutte le cose belle prima o poi finiscono... anche se vorresti
avere una seconda possibilità...per rimediare...
“Fratellone?”
La voce interrogativa di Al che lo chiamava, spezzò
l’atmosfera.
“Cosa?”
Rispose in tono seccato.
L’armatura
assunse un aria severa, Ed cominciò a sudare. Che Al avesse
capito?
“A
che ora parte il treno per Central?” Chiese invece, in tono
duro.
Edward
sembrò rifletterci. “Alle 6.30,
perché?”
“Fratellone...
Ho detto per Central! Non da Central a Resembool!”
Spiegò.
Edward
rispose sicuro, come senza pensarci. “Alle 6.00...
ops!” Era sbiancato.
“E
ora, che ore sono?” Chiese l’armatura.
“Le
6.15” Sorrise mesto lui.
“Sei
sempre il solito fratellone, non posso mai fare affidamento su di
te!” Gli rimbeccò Al.
“Hey,
hey! Mica l’ho fatta apposta! Che ne sapevo io!”
Ribattè l’Alchimista punto nell’orgoglio.
“Sembra
che tra di noi, il più piccolo sia tu!” Si
lamentò Alphonse; ma poi fece un passo indietro non appena
vide la vena sulla fronte del fratello pulsare pericolosamente.
“A
CHI HAI DATO DEL MICRONANO CHE NON SI VEDE NEMMENO CON LA LENTE ULTRA
MEGA POTENZIATA? A CHI?” Sbraitò, cominciando a
rincorrere il povero Al.
...E
a volte...qualcuno ti concede un'altra chance...
A quella
scena, una ragazza su un balcone, non poté fare a meno di
ridere di cuore.
Alla fin
fine, la zia li invitò a pranzo, così che
avrebbero preso il treno del tardo pomeriggio.
“Buongiorno.”
Esclamò la meccanica, scendendo le scale, sorridendo.
“Buongiorno
Winry.” Salutò Al, con l’espressione di
chi è riuscito a raggiungere il suo scopo.
“Giorno.”
Biascicò l’Alchimista, guardandola di sfuggita e
tornando a leggere un libro.
Pinako si
fece avanti asciugandosi le mani sullo straccio. “Edward,
Winry; dovreste andarmi a fare la spesa.”
I due si
girarono sconvolti, sudando freddo.
“L-La
spesa?” Balbettò la ragazza.
La
vecchietta annuì. “Si. Sai non ho praticamente
niente da farvi mangiare.”
In quel
mentre il ragazzo si alzò, praticamente di scatto.
“Ma non ti preoccupare, ci accontentiamo di poco.”
Sorrise nervoso.
Winry
annuiva con aria grave.
Pinako
sospirò. “Andate a farmi la spesa. ORA!”
Praticamente, li buttò fuori casa.
**
I due non si
guardavano, ognuno pensava a come evitare l’altro.
Camminavano
uno di fianco all’altra, guardando le varie bancarelle, ogni
qual volta le loro mani si sfioravano, i due le ritiravano sobbalzando.
Si sentivano
due sciocchi.
“Signorina
Winry!” Una voce infantile, li fece balzare.
La ragazza
bionda si girò, appena vide chi fosse sorrise.
“Testu. Che bello vederti.”
Testu; un
bambino di dieci-undici anni, gamba destra in auto-mail.
Il bambino
sorrise a Winry che ricambiò.
“Allora,
come va la gamba, l’auto-mail è troppo
pesante?” chiese.
“Benissimo,
non mi da fastidio per niente. La prossima volta torno da
te!” Rispose solenne, per poi sentire il richiamo della mamma
e salutare. “Ciao Winry, ci vediamo.”
“Certamente,
e non farti male!” Lo salutò a sua volta la
ragazza.
Quando si
girò, due occhi ambra la fissavano son un sorriso dolce
sulle labbra.
“Cosa?”
Chiese lei arrossendo e abbassando lo sguardo.
“Niente.”
Rispose lui, sorridendo e guardandola di sottecchi.
La mattinata
passò tranquilla, finito di fare la spesa, i due si
avviarono verso casa.
Winry aveva
un tarlo fisso, una piccola domanda da porgergli, ma forse, avrebbe
rovinato tutto. Anche perché... piccola; Definiamola
più , Grande e complicata.
Ma la paura
di non essere compresa la fece restare zitta. Per tutto il tragitto a
capo chino.
Sul ponte
che univa due rive, dove loro giocavano da bambini, lui si
fermò all’improvviso, facendo fermare e voltare
lei.
“Tutto
bene?” chiese la biondina.
Lui scosse
la testa in segno di diniego. “Cosa succede?” Gli
chiese la meccanica avvicinandosi.
“Succede
che così non va bene... non va proprio bene.”
Sospirò lui.
Winry lo
guardò con aria accigliata. “Cosa non va bene,
Ed?”
Le guance
dell’alchimista si imporporarono, mentre una mano
andò a grattare la nuca. “Ecco, quello che hai
detto tu.”
“Cosa
ho detto io?” chiese ancora più spaesata.
“La
frase di ieri sera.” Era intenzionato a capire. Intenzionato
a farle capire quello che provava, gli era stata data una seconda
possibilità. Non l’avrebbe sprecata!
“Oh.
Allora avevi sentito.” Sorrise malinconica lei, sedendosi su
il bordo della ringhiera del ponte.
“Forte
e chiaro.” Rispose, sedendosi anche lui.
“Cosa
intendevi?” Le chiese, girandosi per guardarla.
“Quello
che ho detto, forse non è destino.” Disse,
abbassano lo sguardo e facendo spallucce.
Quel
comportamento faceva saltare i nervi al povero ragazzo li di fianco a
lei. Decise di metterla in difficoltà.
“Non
sarebbe destino, per cosa?” Sulla faccia
dell’Alchimista si aprì un sorrisetto di scherno.
Vide Winry agitarsi, cercando di trovare le parole.
“S-Si,
per quello che stava per accadere.” Borbottò la
bionda.
“Cosa
stava per accadere?” Si sentì chiedere.
“Hai
capito no? Ti ricordi!” Si agitò, distogliendo lo
sguardo.
“Affatto.”
Concluse lui.
In quel
momento la ragazza gonfiò le guance in un espressione
infantile.
“Pensa
quanto te ne importa, se nemmeno lo ricordi!” Tutta
infuriata, lasciò le buste a terra e si diresse a casa.
Edward
scoppiò a ridere raggiungendola, prendendo anche le sue
buste. “Dai Win, guarda che scherzavo!”
“Certo,
certo. TKS!” La bionda aumentò il passo.
Il ragazzo
la prese per un polso. “La smetti?” Le chiese.
“NO!”
Urlò lei, riuscendo a sfuggire dalla sua presa.
“Dio,
Winry, quanto sei complicata!” Sbuffò quello,
rincorrendola.
“Senti
chi parla!”
“Io
non sono complicato!”
“Eccome!”
“Non
è vero!”
“Credici
Edward!”
Nemmeno se
ne accorsero, che i due si stavano urlando contro naso a naso.
Il primo a
rendersene conto fu l’Alchimista, che, neanche a dirlo,
diventò porpora e si allontanò di scatto.
Lei lo
guardò accigliata, mentre un accenno di rossore sulle guance
faceva capolinea.
“Forza,
andiamo a casa.” Le disse imbronciato lui, affiancandola e
prendendole una mano.
Winry ora
sorrideva, strinse la mano del biondo e lo affiancò.
**
Edward aveva
finito la sua lettura da poco, guardò il grande orologio
della sua stanza che segnava le tre.
Tra quattro
ore sarebbe partito. Sospirò. In casa non c’era il
minimo rumore.
Al e la zia
erano fuori in giardino, a godersi il venticello caldo ed ammirare il
panorama.
Winry era in
camera sua, dalla fine del pranzo.
Erano
tornati a casa mano nella mano, rossi per l’imbarazzo,
nemmeno stessero facendo poi chissà cosa.
L’alchimista
si alzò dal divano stiracchiandosi gli arti, decidendo di
andare di sopra da lei per... per?! In quel momento non trovava una
scusa credibile, gli sarebbe venuta più tardi.
Salì
le scale con calma, pensando ad ogni parola che voleva dirle, che desiderava lei
ascoltasse. Ma quando bussò e nessuno rispose,
capì che non tutto sarebbe andato come desiderato.
___________________________________________________________________________
Hola *_*
Eccomi tornata con un nuovo capitolo. Spero tanto vi sia piaciuto!! (Ma
finisci sempre a cavolo NdEd =.=)
Zitto tu! Io amo finire a cavolo e poi sono io che scrivo! U_U (Nessuno
da più retta a noi, poveri protagonisti T_T NdEd)
Passiamo alla mia passione, rispondere alle rece ** :
Kami: La mia
sensei! La mia luce mi ha commentata (me salta come un canguro xD) Che
bello, sono contentissima che la storia ti piaccia Silvy! Lo sai che il
tuo parere per me è importantissimo U_U
Aspetto di sapere se questo capitolo ti è piaciuto, TADB
Baci!!!
RaibowDiamond:
Ciao amore, come ti sembra il cappy? *_* Alluuuura, Ugly, purtroppo
è ancora viva! DHO!
Bisogna farla fuori insieme a Mirko[Tutta colpa sua x oggi grr], domani
porta la benzina xDDD Te amo, more! Bacionissimiiii!!!!!!!
Jeannina Live 4ever: Sai,
stavo pensando anche io di castrare il came O_o xDD No, scherzo, povero
Den! Sono contenta che tu continui a seguire la storia, scommetto che
ti deve costare fatica, sei una RoyxEd, mi dispiace! Ma per questo te
ne sono ancora più grata! Salutoni.
ladybird0490:
Eylyyyyyyy *_____* Visto, Eddolo ci è arrivato *coro
alleluja* Non mi chiedere come ha fatto... non l'ho ancora capito
è_è (E meno male che scriveva lei -.- ndEd)
Comunque, spero che il capitolo ti piaccia, Ti voglio benissimo x
sempre, baci **
yaya_sana:
Scusa, ti ho lasciata per ultimo perchè la tua
sarà una risposta un pò lunghetta ^^"
In anzi tutto, quando hai detto che avresti aggiornato in settimana, ti
giuro che mi sono messa a saltare per casa, mamma mi ha vista, non
voglio sapere cosa ha pensato, coooomunque; Tu davvero sei bravissima a
scrive, adoro anche l'altra tua storia di FMA [Il mio posto]! Le amo
tutte *_*
Miracolo vero? Edward ci è arrivato da solo, e io non gli ho
dato nemmeno un indizio, giuro xDDD
Spero tanto che il capitolo ti sia piaciuto, l'ho fatto un
pò scherzoso, si deve ridere a volte e spero di essere
riuscita a strappare dei sorrisi. Comunque, ti ringrazio ancora per la
rece *_* Un salutone enorme, ciauuuuu ^_^
Ancora Grazie a chi ha messo la storia tra i preferiti e le seguite! GRAZIE!
Alla prossima!
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Capitolo 5 *** Amami per sempre ***
Sometime
Salì
le scale con calma, pensando ad ogni parola che voleva dirle, che
desiderava lei ascoltasse. Ma quando bussò e nessuno
rispose, capì che
non tutto sarebbe andato come desiderato.
Il
ragazzo trattenne il fiato mentre poggiava la mano sulla maniglia della
camera di Winry. Mentalmente stava già componendo il numero
dell’ufficio di Mustang, pronto per avvisare della scomparsa
dell’amica
di infanzia, e far preparare una squadra di ricerca.
Aprì
la porta di scatto, con tutta la forza in corpo, facendo irruzione.
Un sorriso
ebete gli si dipinse in faccia, vedendo Winry dormire profondamente,
sdraiata sul suo letto.
Sospirò
di sollievo. Ora l’idea che la ragazza fosse stata rapita
dagli alieni,
Homunculus o cose varie, poteva lasciare la sua mente.
Piano, a
passo felpato, si diresse verso il letto della ragazza.
Winry
dormiva tranquilla, serena. Sul volto un sorriso leggero, beato.
Edward
sorrise. La sua amica d’infanzia non
era bella. No, oltre che bellissima era speciale. E lui lo sapeva da
tanto, ma aveva sempre rifiutato l’idea di pensare a Winry,
come un
qualcosa di diverso da una semplice amica.
L’unico
pensiero fisso nella mente di Ed, era sempre stato – E lo
è tutt’ora- Al.
Non poteva
permettersi di sbagliare, o di affezionarsi, o... come in questo caso,
di innamorarsi. Di Winry, per giunta!
L’
Alchimista sospirò pesantemente, sedendosi piano sul lato
del letto.
Guardò
la ragazza dormire, il suono del suo respiro lo tranquillizzava;
Levò
la mano sinistra a sfiorargli lievemente la guancia. Era morbida e
calda.
Continuò
ad accarezzarla per un tempo infinito, grato a qualunque Dio, -Anche se
lui stesso, non credeva nella sua esistenza. – che quella
ragazza
meravigliosa dormisse, e che suo fratello e la zia non fossero in casa.
Sentì
Winry muoversi, così di scatto levò la mano.
“E-Ed...”
Il maggiore degli Elric cominciò a sudare. Ecco, si era
svegliata, e
adesso? Già sentiva la sua fronte dolere per le chiavi
inglesi.
Si
girò furtivo verso la ragazza, ma la vide ad occhi chiusi.
Edward si impensierì.
Che si fosse
immaginato il richiamo di Winry.
Sospirò,
meglio così. Il suo sguardo cadde
sull’abbigliamento della ragazza.
Bhè, tutti conosciamo Edward Elric; Dire che
avvampò alla vista delle
gambe scoperte di Winry, è dire niente.
Diciamo
piuttosto, che faceva concorrenza alla giacca rossa che amava tanto.
Di
scatto guardò altrove, sperando che il rossore fosse
svanito. Vide che
la ragazza tremava impercettibilmente, così prese una
coperta e la
coprì.
L’
Alchimista guardò la piccola sveglia posta sul
comò della ragazza. Le
tre e mezza; tra poche ore sarebbe partito. Chissà quando
avrebbe
rivisto il suo angelo, o meglio: L’Arpia con le chiavi
inglesi. Una
piccola risata gli scappò dalle labbra.
Ma si fermò quasi subito per paura di svegliare la bionda.
Un
raggio di sole entrò piano dalla finestra, posandosi sul
viso candido
di Winry. La ragazza aprì gli occhi, mettendo a fuoco la
sagoma di Ed.
L'
Alchimista si girò di scatto, non sentendo più il
respiro regolare, ma sentendolo accelerato.
“Oh,
sei sveglia.” Bisbigliò. Winry annuì,
vedendo la coperta adagiata sul
suo corpo, un sorriso leggero le si dipinse in viso.
“Grazie.”
Edward
voltò lo sguardo, arrossendo. “Stavi prendendo
freddo.” Borbottò.
Winry si
addolcì. “Che ore sono, Ed?” chiese,
ricordando l’ora in cui i fratelli sarebbero dovuti partire.
Di nuovo.
“Quasi
le quattro. – sospirò, guardandola.- Mancano tre
ore.” Vide la ragazza chinare il capo e annuire.
“Parte, parte, parte,
parte.”
La voce nella testa di Winry non cessava un attimo di torturarla. Lo
sapeva, dannazione! Sapeva che sarebbe partito. Sapeva che avrebbe
rischiato la vita, di nuovo. Ancora, senza fermarsi.
Voleva
averlo accanto, ancora un poco, giusto per sentirlo vicino.
Con il viso
in fiamme, si spostò di lato, mentre Edward assumeva una
faccia stralunata.
Con la
piccola mano, Winry, gli fece segno di sdraiarsi accanto a lei.
L’Alchimista
non sapeva che fare. Era diventato color cremisi, mentre, non
rendendosene conto, annuì.
Piano,
cercando di non fare rumore, si coricò vicino a lei, mentre
la ragazza cercava di mantenere le distanze.
Edward
sbuffò, girandosi e dando la schiena alla ragazza. Gli
incontri ravvicinati non erano il suo meglio.
“Cosa
c’è Ed?” Gli chiese gentilmente la
ragazza, notando il suo disappunto.
“Niente.”
Solita risposta.
Winry
sprofondò la faccia nel cuscino. “Non
c’è mai niente con te.”
Borbottò.
Sentì
un movimento forte, un fruscio. “Che stai dicendo?”
Si sentì chiedere con rabbia.
“Nulla,
nulla.” Voltò lo sguardo dall’altra
parte.
Uno strano
silenzio calò tra i due.
Winry prese
il coraggio a due mani, era stufa di aspettarlo sempre, anche nel
parlare.
Vedeva
Edward distante, come sempre. Triste.
“Sai
Ed – Cominciò la meccanica, ottenendo
l’attenzione del ragazzo- Quando
mi hai chiamata, dicendomi che saresti venuto per una settimana, per la
manutenzione, mi sono sentita così felice.” Disse
la ragazza,
mettendosi seduta, imitata subito dall’Alchimista.
“Winry...”
Cercò di dire lui, ma lei lo bloccò continuando.
“Ma
poi, non ho avuto nemmeno il tempo di abbracciarti, metaforicamente
parlando, che tu già vai via...
Non
ho avuto il tempo di dirti ciao, di chiederti come te la passi, se stai
bene moralmente, spiritualmente. Tu non mi dai mai il tempo di fare
niente.
Ma
è sempre stato così vero Ed? Non hai mai potuto
stare troppo con noi.
Con me.” La voce le si spezzò. Edward aveva
abbassato lo sguardo,
sapeva che le parole della ragazza erano piene di verità, ma
non tutta.
No, neanche lontamente, tutta la verità.
“I-Io,
lo capisco. So che Al viene prima di tutto, e deve essere
così. Ma Ed,
certe volte, potresti anche sorride, o piangere, o sfogarti. No, tu
devi essere quello duro, che si tiene tutto dentro.”
L’Alchimista
stringeva i pugni, sentendo le lacrime di Winry.
“E
sai qual è la cosa che detesto di più di
te?” Chiese con voce flebile, tra l’arrabbiato e
l’angosciato.
Edward
sospirò, pronto ad una bella sfuriata.
“Che
costringi anche gli altri a non piangere.
Quando
mi vedi piangere, sei subito pronto a consolarmi, con una frase stupida
o con quel tuo mezzo sorriso stampato in faccia. Non hai mai pensato
che tante volte, io abbia bisogno di piangere? E non di qualcuno che mi
consoli, ma di qualcuno che mi stia vicino?” Edward era
profondamente
scosso dalle parole della ragazza.
“...
E anche tu, avresti bisogno di qualcuno che ti ascolti, invece che di
qualcuno che ti freni dal piangere. Di qualcuno che non si aspetti
nulla da te, tranne che tu sia umano.” Finì la
frase con un sussulto,
mentre calde stille luminose le scivolarono dalle gote. Ma
contrariamente a quello che aveva appena detto, si girò dal
lato
opposto a quello dell’Alchimista. Voleva far sfogare lui, e
aveva
finito col piangere lei, stupida!
Edward
guardava la piccole spalle di Winry scosse dai singhiozzi,
ripensò alle
parole di lei. Vere, dette con semplicità e coraggio.
Sorrise
piano. “E ora perché piangi?” Chiese
sussurrando.
“Va
al diavolo!” Fu la risposta pronta di lei.
Ma
Winry non si sarebbe mai aspettata che il “Grande Alchimista
di stato”
La prendesse per le spalle, delicatamente, e le facesse appoggiare il
viso al suo petto, circondandola poi, con tutti e due gli arti.
“Ho
chiesto perché piangi, non che devi smettere.” Le
sussurrò all’orecchio lui.
E
allora lei pianse. Per lui, pregando per la sua anima; per Al, che il
suo corpo l’attendeva. Per i suoi genitori, morti ormai da
anni. Per il
giorno in cui tutto
cominciò, anche l'amore per quello strano e burbero ragazzo.
Per tutto. Pianse per tutto,
stringendo
convulsamente la camicia dell’ Alchimista, aggrappata a lui,
sia con il corpo, che con lo spirito.
Edward la
fece sfogare senza dire niente, la strinse a se, cercando di
trasmetterle tutto il coraggio che possedeva.
Quando
la ragazza, finalmente, smise di piangere, restò in quella
posizione,
non accennando minimamente a muoversi. Dal petto dell’ amico
arrivava
un calore mai sentito o provato prima.
Socchiuse
gli occhi quando sentì la mano in carne di lui carezzarle i
capelli.
“Mi
dispiace.” Bisbigliò lei, la voce rauca reduce del
pianto.
“Per
cosa?” Chiese Ed, non smettendo di stringerla a se.
“Ti
ho rovinato la camicia.” Sorrise la ragazza. Alzando lo
sguardo.
“Scema.”
Si limitò a dire lui dolcemente, guardando nella direzione
della ragazza.
Naso a naso.
Questa situazione ricordò qualcosa ad entrambi.
Piano, lui
cominciò ad avvicinarsi, mentre lei faceva lo stesso.
A un
centimetro dalle labbra della ragazza, Edward sussurrò.
“Den è fuori, vero?”
Winry
sorrise, annuendo.
Ed
annullò completamente le distanze tra di loro, sfiorando le
labbra della ragazza, circondandole il collo con un braccio.
Winry
chiuse gli occhi, una sensazione di infinita dolcezza la invase,
alzò
piano il braccio destro, portandolo ad accarezzare la treccia
dell’Alchimista.
Quel bacio
voleva dire tante cose, troppe. Edward non voleva saperne di staccarzi,
alzarsi, per un secondo, nemmeno di partire.
Winry si
stringeva a lui come se fosse la sua ancora di salvezza.
Il bacio
finì solamente quando i due, furono costretti a prendere
aria, restando abbracciati, senza smettere di guardarsi.
La
ragazza aveva le gote, leggermente rosse, mentre l’Alchimista
sorrideva
all’imbarazzo di lei, per non sentirsi a disagio per il
proprio.
“L’ho
detto che piangere, alcune volte, è una cosa
buona.” Sorrise lei, nel dire quella frase tanto vera.
Edward
scoppiò a ridere, dandole ragione. Senza il pianto di Winry,
non ci
sarebbe stato nessun bacio. Ora mancava sola una cosa da fare.
Ed
prese fiato, diventando rosso al solo pensiero per le piccole parole
che doveva dirle. “Winry... io ti...” Ma si
fermò. Dio quanto odiava il
proprio imbarazzo!.
“Ti
amo? lo so. Ti amo anche io.” Lo spiazzò lei,
dicendolo. Le sorrise,
piegandosi di nuovo a darle un casto bacio a fior di labbra.
“Si. L’unica cosa, di cui sono pienamente certo. Ti
amo.”
Winry
non poté fare a meno di ringraziare la sbadataggine di Ed
quella
mattina, sennò non ci sarebbe stata nessuna dichiarazione.
Sapeva che
doveva partire. Ma non si sarebbe più sentita così
sola, ora un pezzo del suo cuore era con lei. E ci sarebbe stato sempre.
**
Il resto del
pomeriggio passò velocemente, tra altri baci, scherzi e
preparativi; arrivò il momento della partenza.
Winry era
ancora sdraiata sul letto, mentre osservava Ed mettere le ultime cose
nella solita valigia.
“Sicuro
che non vuoi che ti accompagni?” Chiese la ragazza.
Lui
finì di fare i bagagli, poi si girò verso Winry.
“No Win, rimani qui e
riposa, anzi, perché non dormi?” Le chiese
gentilmente sedendosi vicino
a lei.
“Non
ho sonno.” Rispose lei, scocciata.
Sentì
l’Alchimista ridere. “Va bene, va bene. Allora,
riposa gli occhi.”
La ragazza
gli afferrò la mano in auto-mail. “Ed... Ho
paura.”
“Di
cosa?” Le chiese gentilmente, scostandole una ciocca di
capelli.
“Che
non tornerai, Ed. Che morirai da qualche parte, e che mi consegnino una
maledetta lettera, facendomi le condoglianze. Che mi lascerai sola.
”
Gli rispose lei.
“Non
accadrà. Non accadrà, perché adesso ho
qualcuno da cui tornare. Perché adesso ho qualcuno che
amerò per sempre.”
Le rispose.
Winry
arrossì leggermente. “Per sempre?”
Chiese poi.
“Bhè,
finché non incontrerò qualcuna che non mi tira
chiavi inglesi in testa ogni qualvolta torno a casa.” Rise.
Winry lo
guardò con una luce assassina, sfoderando la sua amica
inglese.
“Winry,
scherzavo!!!!.” La fermò l’Alchimista,
mettendosi le mani a riparare il volto.
“Ti
conviene.” Annuì lei, riposando
l’arnese. Aspettando ancora la risposta di lui.
“Certo
che sarà per sempre, scema.” Confermò,
poi il ragazzo, ricevendo un sorriso radioso.
“Ora
però, riposati.” Le disse dolcemente. Winry
annuì, mettendosi sotto le coperte, che profumavano di lui.
Edward le
posò un leggero bacio sulla fronte, per poi prendere la
valigia e salutarla.
“Ti amo.” Bisbigliò.
La ragazza
non rispose, si era assopita. Edward uscì, chiudendo piano
la porta.
Winry
lo avrebbe aspettato, perché lui sarebbe tornato.
Perché era con lui
che voleva dividere la sua vita. Perché era di lui che era
innamorata.
L’avrebbe
aspettato, guardando l’orizzonte ogni giorno dal balconcino
di quella piccola stanza, avrebbe pregato per lui.
Lo avrebbe
aspettato; perché lui, sarebbe tornato. Per lei, e per
sempre.
The End
__________________________________________________________________________________
Eccomi con l'ultimo capitolo, non ci credo è finita
ç_ç
Mi mancherà moltissimo questa ficcy, anche se è
stata breve. (A me no U.UNdEd) (St zitto Ndme)
Mi ci ero affezionata, lo devo ammettere! Questa fic è stata
interamente dedicata alla mia teshora: Astrid. Spero che
questa storiella ti sia piaciuta. TVTTTB
Devo
fare, prima di rispondere alle rece, un altra cosa. Un grazie
particolare va a yaya_sana,
che mi ha dedicato un capitolo della sua
stupenda fic. GRAZIE MILLE!
Bene ed ora *______* :
Jeannina Live 4ever:
Grazie davvero per aver seguito la storia fin dall'inizio, non so cosa
dire. Spero tanto che il finale ti sia piaciuto! Un salutone, grazie
ancora^_^ ps: Visto alla fine ce l'hanno fatta a dirsi 'Ti amo' xD
araya:
Grazie mille, sono contenta ti sia piaciuta e spero ti piaccia anche il
finale, un salutone ^^
ladybird0490:
Eylyyyyyy, visto la storia è finita
ç_ç Spero tanto che il finale ti
abbia appassionato come gli altri cappy. Ti voglio un mondo di bene!
ciau e grazie mille per l'appoggio! **
kami:
Ma che ti metto in imbarazzo, è tutto merito tuo se adesso
scrivo
'decentemente' xD Spero tanto che il finale ti sia piaciuto. Si, ha
perso il treno, proprio una cosa da Ed U_U (HEY ndEd)
RainbowDiamond:
Teshoooora, purtroppo la storia è finita, ma spero tanto che
ti sia piaciuta! Ho un fatto un capitolo pieno di melassa xDD
Spero tanto di riuscire a venire lunedì, ed io ce l'ha
farò *___________* TADB amore, ti adoro , baciXXImi!
yaya_sana:
Si *_________* Le campane le sento anche io xDDDD
Volevo
ringraziarti di nuovo per avermi dedecato un capitolo della tua storia
Grazie mille! Bellissimo, stupendo! (Ecco che ricomincia =.= ndEd) E
non
solo, grazie anche per aver recensito i cappy ^^
Spero che anche quest' ultimo ti sia piaciuto! Un bacione grosso, e
GRAZIE ancora!!
E adesso un grazie speciale a chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite, quindi
Grazie a :
Preferite:
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