Almost Easy

di Lady Numb
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Girl I know ***
Capitolo 2: *** Capitolo Primo-Second Heartbeat ***
Capitolo 3: *** Capitolo Secondo-Desecreate through revengeance ***
Capitolo 4: *** Capitolo Terzo-Remenissions ***
Capitolo 5: *** Chapters 4,5,6,7,8,9 and Epilogue ***



Capitolo 1
*** Prologo-Girl I know ***


*Almost Easy*

 

DISCLAIMER:

 

Mi pare inutile ricordare che tutto quello che leggerete in questo capitolo e nei prossimi è frutto della mia fantasia, io non conosco gli Avenged Sevenfold (dico, secondo voi sarei qui se conoscessi gli A7X?! XD) ed è assai improbabile che le caratteristiche che ho attribuito a ciascuno di loro corrispondano alla realtà...Katelyn invece è un personaggio di mia invenzione, in parte riflesso della mia personalità, in parte riflesso delle personalità di persone che conosco.

 

 

 

Prologo:

Girl I know

 

Katelyn Sanders non aveva mai avuto sogni di gloria.

Certo, come tutte le bambine per qualche mese aveva desiderato essere un’attrice, una modella, una principessa, ma quelli erano solo i sogni di una bambina, Katie aveva capito presto quello che voleva davvero e lo aveva scoperto a dieci anni, quando le era stata affidata l’organizzazione della recita scolastica di fine anno.

Katelyn Sanders voleva diventare un’organizzatrice di eventi.

La prima persona cui lo aveva confidato era stata il suo adorato fratello maggiore, che nonostante non perdesse occasione per prenderla un po’ in giro per quel suo sogno così particolare l’aveva sempre sostenuta, anzi, spesso aveva anche fatto capire in maniera non propriamente diplomatica a chiunque altro si permettesse di prendersi gioco di lei che non era il caso di continuare. Comunque, lei non si era mai fatta scoraggiare e il risultato era che sedici anni dopo lavorava in un’importante agenzia che si occupava esattamente dell’organizzazione di eventi a Toronto.

Arrivare a quel punto le era costato molto in termini di sacrifici: il più grande era stato con certezza quello di dover lasciare, un anno e mezzo prima, la sua adorata California e con essa i suoi amici e soprattutto il suo adorato fratellone, però quello era il suo sogno, non tutti sono così fortunati da riuscire a fare quello che desiderano nella propria vita e lei si sentiva assolutamente realizzata, nonostante la malinconia che ogni tanto faceva capolino nella sua testa.

I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Ellen, la sua assistente, che dall’interfono le comunicava che c’era una chiamata per lei sulla linea due.

Katie pregò che non si trattasse ancora una volta della signora Devinson, prima di sollevare il ricevitore: Georgina Clarke Devinson era una delle più ricche signore di Toronto e aveva scelto l’agenzia in cui lavorava Katie per organizzare uno dei suoi party di beneficienza. I suoi capi erano elettrizzati, avere come cliente Mrs Devinson era per un’agenzia come la loro un onore, ma per i gusti di Katie la signora cambiava un po’ troppo spesso idea riguardo al colore dei segnaposto, delle decorazioni e di qualsiasi altro dettaglio, cosa che la stava facendo letteralmente impazzire.

‘Pronto?’ rispose lei, esitante.

‘Ehy, principessa!’.

Katie tirò un sospiro di sollievo e un sorriso fece la sua comparsa sul volto della ragazza: non era affatto la maledetta signora Devinson.

‘Matt! Come stai fratellone?’

‘Non c’è male... anzi, a dire il vero abbiamo ancora una sola tappa prima di due settimane di relax... indovina un po’ dove abbiamo intenzione di passarle?’.

Katelyn fece un balzo sulla sedia: no, sarebbe stato troppo bello...

‘Risposta esatta principessa, Toronto!’ continuò Matt, ignorando il fatto che lei in realtà non aveva detto proprio nulla ‘E allora, pensi di riuscire a prendere due settimane di ferie da passare col tuo fratello preferito e la comitiva dei pazzi?’

‘Quando arrivate?’

‘Fra cinque giorni esatti’.

Katie ci pensò un attimo: il party si sarebbe svolto di lì a due giorni, dopo di che poteva permettersi un po’ di vacanza, e anzi, se le meritava proprio, considerato quanto aveva lavorato in quegli ultimi tempi.

‘Direi che si può fare...’

‘Fantastico! Mi manchi Katie, non vedo l’ora di vederti.. e i quattro idioti qui mi dicono che anche loro non vedono l’ora’ disse Matt, non esattamente al settimo cielo e a Katie venne da ridere pensando che probabilmente li stava fulminando con lo sguardo uno ad uno.

‘Anche voi mi mancate...allora a...’ Katie contò rapidamente i giorni ‘A sabato!’

‘A sabato principessa!’

‘A sabato meraviglia!’ sentì urlare in sottofondo a Zacky, subito prima di sentire un lamento soffocato da parte dello stesso.

‘Matt...trattalo bene, lo sai che è il mio migliore amico..’ Katie ammonì il fratello, divertita.

‘Si è accidentalmente trovato con il piede sotto il mio, che colpa ne ho io se non sta attento a dove mette i piedi?’ ribatté Matt, angelico ‘Baci, a presto’

‘Baci Shads!’ rispose lei, riattaccando.

Katie tornò al suo lavoro, sorridendo: per le prossime due settimane, il buonumore era assicurato

 

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Salve a tutti!

Faccio progressi, prima sparisco per un anno, poi mi metto a pubblicare a tutto spiano...

Comunque, questa è la prima volta che mi cimento con gli A7X, quindi abbiate pietà della mia anima...

So che il prologo è veramente un po’ cortino, ma d’altronde c’è un motivo se si chiama prologo, no?

Avviso sin da ora che gli aggiornamenti non saranno particolarmente rapidi, a differenza di quello che faccio di solito la storia non è già scritta e nel frattempo devo anche fare un milione di cose per l’università...non vogliatemene, please...

Che altro dire...leggere cosa ne pensate mi piacerebbe...anche se non vi piace, basta che siano critiche civili e non insulti gratuiti...

Besos, a presto!

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Primo-Second Heartbeat ***


xxx

Capitolo Primo:

Second Heartbeat

 

Second heartbeat

 

Cinque giorni dopo…

 

28 Marzo 2009

 

Erano le tre del pomeriggio e Katie stava finendo di prepararsi, perché alle cinque ‘l’aereo che aveva il grande onore di trasportare gli Avenged Sevenfold’, come aveva detto Zacky, sarebbe atterrato e lei non voleva certo perdersi ‘l’evento’, come lo aveva definito Jimmy.

Mentre cercava le chiavi della macchina suonarono alla porta e Katelyn corse ad aprire, pregando che non fosse qualcuno dell’agenzia: certo, tecnicamente lei era in ferie e le avevano assicurato che non c’erano problemi, ma non si poteva mai sapere.

Guardò dallo spioncino della porta per controllare chi avesse suonato e nel giro di pochi secondi aveva aperto e si era buttata fra le braccia di suo fratello.

‘Avevi detto alle cinque!’ finse di rimproverarlo lei.

‘Beh...sorpresa principessa!’ le rispose Matt, stringendola a sé: cielo, se gli era mancata la sua sorellina.

‘Sì, dunque, ci saremmo anche noi...’.

Katie alzò lo sguardo e incontrò un paio di occhi verdi che la fissavano sorridenti.

‘Zacky!’ urlò lei, lasciando Matt e saltando in braccio al suo migliore amico.

‘Ehy sgorbietto!’ la salutò lui, scompigliandole i capelli e cercando al tempo stesso di non farla cadere.

‘Non sono uno sgorbio!’ protestò lei, dandogli un colpetto sulla spalla.

‘Ehy, Vee, la lasci salutare anche a noi?’.

La schiena di Katie fu percorsa da un brivido: era inutile, nonostante fossero amici da anni non riusciva a non pensare a quanto incredibilmente bello e sexy fosse Brian, ogni volta che lo vedeva.

 ‘Non ci penso nemmeno Syn, lei è mia!’ rispose Zacky, facendogli una linguaccia prima di correre in casa, sempre tenendo in braccio Katelyn, che rideva vedendo suo fratello correre dietro al chitarrista urlando ‘Metti giù mia sorella!’ con fare minaccioso.

Zack atterrò sul divano con Katelyn, che riuscì ad alzarsi appena prima che suo fratello piombasse accanto al chitarrista e cominciasse a torturarlo.

‘Katelyn, mia adorata!’ la salutò Jimmy, abbracciandola.

‘Jim, la vuoi smettere di diventare alto?’ si lamentò lei, che per potergli dare un bacio sulla guancia doveva quasi mettersi in punta di piedi ‘Johnny!’ disse poi, vedendo il bassista e abbracciando anche lui.

‘Ehy, Brian, mi tieni il broncio?’ chiese poi la ragazza al chitarrista, che si era seduto di fianco a Matt e la guardava apparentemente risentito.

‘Mi hai lasciato per ultimo...’ rispose lui, piagnucoloso.

‘Te lo hanno mai detto che gli ultimi saranno i primi, Gates?’ ribatté lei, andando a sedersi in braccio a lui e scoccandogli ben due baci sulle guance.

‘Ecco, così va decisamente meglio’ disse lui soddisfatto, sorridendole.

‘Bene, adesso ridammi mia sorella, grazie’ intervenne Matt, spostando la ragazza sulle sue gambe, nonostante le proteste di Brian.

‘Allora, come va Katie?’ chiese Zacky alla ragazza, sistemandosi meglio sul divano, ora che Matt aveva deciso di lasciarlo in pace.

‘Non c’è male... anche se in realtà qui fa un po’ troppo freddo per i miei gusti’ rispose lei, accoccolandosi ancora di più fra le braccia del fratello e appoggiando la testa sulla sua spalla ‘E voi piuttosto, grandi rockstars?’ chiese lei, togliendo nel frattempo gli occhiali da sole a Matt, ignorandone le lamentele.

‘Noi...noi spacchiamo il mondo!’ le rispose Brian.

La ragazza si voltò verso di lui, alzando un sopracciglio.

‘Brian, è proprio la modestia la prima qualità che ho notato in te quando ci siamo conosciuti, sai?’

‘Beh, ma ha ragione principessa...noi spacchiamo il mondo!’ ripeté Matt, allora Katie scosse la testa: era inutile cercare di convincerli del contrario... e poi era vero, loro spaccavano.

‘Parlando di cose serie...voi quattro avete trovato un posto decente dove stare?’ chiese Katie: mentre Matt sarebbe rimasto da lei per quelle due settimane, sfortunatamente il suo appartamento non era abbastanza grande per ospitare tutti, soprattutto considerando il flagello che quei cinque insieme potevano diventare, quindi avevano deciso che Brian, Zacky, Jimmy e Johnny sarebbero rimasti in albergo.

‘Tesoro, sono Synyster Gates, le porte degli hotel si spalancano davanti a me’

‘Io ripeto, è proprio la modestia che adoro di te...’ gli disse lei, dandogli un colpetto sul braccio a cui lui cercò di rispondere, rinunciando però praticamente subito quando vide lo sguardo minaccioso di Matt: toccategli tutto, ma non la sua principessa.

‘Parlami tu di cose importanti, piuttosto: qualche essere maschile all’orizzonte che io debba conoscere?’ le domandò Matt.

Katie alzò gli occhi al cielo, esasperata: lei adorava il fatto che Matt fosse pronto a proteggerla da tutto e da tutti, ma non era esattamente facile per i ragazzi con cui usciva capire che lui scherzava e basta...in fondo suo fratello aveva una presenza piuttosto inquietante.

‘Ok, calma, respira...sto vedendo uno’ disse velocemente.

Matt non se lo aspettava e rimase per un attimo senza parole e lei ne approfittò per far scorrere lo sguardo sugli altri: Jimmy, Johnny e Zacky stavano fissando il volto del cantante e cercavano disperatamente di non scoppiare a ridere.

In realtà anche Brian stava facendo lo stesso, ma per un attimo Katie ebbe un’impressione diversa, per un attimo gli sembrò ancora più spiazzato di quanto non fosse Matt.

Scacciò quel pensiero alla svelta, era solo una sua fantasia: era cosciente di aver avuto una cotta terribile per il chitarrista qualche anno prima e spesso le era capitato di vedere cose che non c’erano. Inoltre, come aveva avuto modo di ricordare poco prima, nonostante ora fossero ottimi amici, lei non era ancora del tutto insensibile al suo fascino.

D’altronde, aveva la certezza che nessuna ragazza lo fosse, chi era lei per fare eccezione?

‘Chi è costui?’ chiese Matt, suonando vagamente minaccioso.

‘Già, chi è questo vil marrano?’ gli fece eco Zacky, ridacchiando e beccandosi per tutta risposta un calcio negli stinchi da parte del cantante.

‘Si chiama Christian, l’ho conosciuto ad una conferenza di cui curavo l’organizzazione, fa il responsabile marketing e ha ventisette anni...c’è altro che vuoi sapere?’ chiese, sorridendo angelica al fratello.

‘Da quanto?’

‘Un paio di settimane...e non ti agitare, siamo nella fase del bacio della buonanotte’.

Matt cercò di non darlo a vedere, ma era molto sollevato: sapeva benissimo che Katie aveva ventisei anni, era adulta e aveva tutto il diritto ad avere una storia con qualcuno, ma lui non poteva proprio fare a meno di continuare a vederla come la sua sorellina, specie ora che ce l’aveva davanti, per il resto del tempo valeva il motto ‘occhio non vede, cuore non duole’.

‘Ok, e quando ce lo fai conoscere?’ chiese Zacky.

‘Mmh...mai e poi mai?’ propose lei.

‘Suvvia tesoro, vogliamo solo assicurarci che sia un tipo a posto e che sia degno di te...’ aggiunse Brian, sorridendo maleficamente: Katie aveva la vaga sensazione che il chitarrista la stesse prendendo in giro.

‘Mi duole dover fomentare il suo già spropositato ego, ma ha ragione’ si intromise Matt, riferendosi al chitarrista ‘Comunque, Brian, gradirei che la smettessi di chiamare mia sorella “tesoro”...’  continuò, spegnendo il sorrisetto trionfante sul volto del ragazzo, che alzò gli occhi al cielo.

‘Ok, fratellone’ cedette lui, riluttante.

‘Ok, senti, facciamo che ci penso?’ disse Katie ‘Niente di personale, ma prima di farlo scappare a gambe levate vorrei provare a farla funzionare...’

‘E perché dovrebbe scappare a gambe levate?’ chiese incuriosito Jimmy.

‘Ragazzi...io vi adoro e lo sapete...ma come dire... incutete un certo timore...’ spiegò lei, mentre i cinque la fissavano, oltraggiati.

Matt però sembrava riflettere sulla cosa e si lasciò sfuggire un sorriso.

‘Buono a sapersi...buono a sapersi...’

‘Oh, basta! Allora, che si fa stasera?’ chiese Katelyn, cambiando discorso.

‘Cosa ci proponi tes...ehm...Katie?’ chiese Brian, bloccandosi appena in tempo: scherzare andava bene, ma era abbastanza certo che Matt gliel’avrebbe fatta pagare se avesse continuato a provocarlo.

Katie ridacchiò, lei voleva veramente bene a Brian, ma vederlo completamente in pugno a Matt era uno spettacolo che non aveva prezzo.

‘Allora... ci sarebbe un nuovo pub in periferia...posto tranquillo, non dovreste essere assaliti da molte fans urlanti...e la birra è una favola’

‘Io ci sto!’ urlò Johnny, saltando in piedi.

‘Anch’io!’ convenne Zacky.

‘Dove c’è birra c’è Gates’ disse Brian, i cui occhi si erano illuminati alla parola ‘birra’.

‘Se lo dice la mia sorellina, mi fido’

‘Jimmy?’ chiese Katie, rivolgendosi al batterista.

‘Ti sembrano domande da fare? Pub, birra...sono dei vostri baby!’

‘Ok, allora facciamo per...a che ora avete la cena voi in hotel?’

‘Mmh..sette e mezzo, possibile?’ disse Zack, guardando gli altri in cerca di una conferma.

‘Confermo’ intervenne Brian.

‘Allora nove qui?’ propose Katie.

‘Ci saremo sgorbietto!’ le disse Zack, dandole un buffetto sulla guancia.

‘Bene ragazzi, ora levate le tende che io e la mia adorata sorellina dobbiamo fare una lunga conversazione sugli affari nostri!’ disse Matt, facendo cenno agli altri di levarsi di torno.

‘Matt, è per questo che sono segretamente innamorato di te... sei così dolce!’ disse ironico Brian, tentando di scoccare un bacio sulla guancia al cantante, che però si ritrasse, inorridito.

‘Va beh, vorrà dire che ripiegherò sulla sorella...’ disse lui, deviando la traiettoria e dando un bacio sulla guancia di Katie.

‘Gates, sloggia!’ disse Matt, mentre il chitarrista si alzava, ridendo.

Katie andò ad accompagnare alla porta i quattro ragazzi, poi tornò in casa e andò a sedersi di nuovo sul divano vicino a Matt.

‘Ok, tutto Shadows, ma proprio tutto!’ disse lei, sapendo che il fratello avrebbe capito a cosa si riferiva.

Matt infatti iniziò a raccontarle tutto di quel tour, adorava ascoltare tutte le idiozie che quei cinque combinavano quando erano in giro per l’America, ma ancora di più adorava la luce negli occhi del fratello quando gliene parlava: Matt sì che aveva avuto sogni di gloria nella vita, dall’istante in cui aveva fondato la band non aveva desiderato altro che diventare famoso come musicista e ci era riuscito.

Quella era la fondamentale differenza fra loro due: i sogni di Matt erano straordinari, quelli di Katie più semplicemente ordinari.

Ripensandoci, lei era la principessa di M. Shadows: cosa poteva esserci di più straordinario?

 

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Era quasi mezzanotte e ormai i ragazzi erano leggermente brilli.

Le uniche eccezioni erano Katie e Johnny, cui era toccato l’ingrato compito di autisti, ma a dirla tutta un paio di birre se le erano fatte anche loro.

In quel momento erano tutti al tavolo tranne Brian, che senza la sua sigaretta oraria andava in astinenza e Katie pensò che anche lei aveva bisogno di un po’ d’aria.

‘Ragazzi, esco un secondo a fare una telefonata’ disse, ignorando lo sguardo inquisitore di Matt e dirigendosi a passo deciso verso la porta sul retro.

Vide subito Brian appoggiato al muro del locale e andò a mettersi di fianco a lui.

‘Me la offri una sigaretta, Gates?’ chiese lei.

Brian la osservò a metà fra il perplesso e il divertito, porgendole il pacchetto.

‘Me la togli una curiosità?’ le chiese lui, mentre le offriva anche l’accendino.

‘Dimmi’ rispose lei, accendendosi la sigaretta.

‘Matt lo sa che hai ricominciato a fumare?’

‘Ti svelerò un segreto Brian...’ disse lei, facendo una pausa per gustarsi la sensazione della nicotina ‘In realtà non ho mai smesso...ma questo Matt non lo sa...e nemmeno Zacky, se è per quello... quei due si sono coalizzati su questa storia...concepibile da parte di Matt, ma mi fa un po’ ridere il fatto che Zacky insista per farmi smettere...’

‘Già...’ convenne Brian ‘Sarebbe un po’ come se io adesso ti dicessi che faresti meglio a smettere’.

Katie girò la testa quel tanto che bastava per osservare il ragazzo: era appoggiato con la schiena al muro e stava facendo proprio in quel momento un tiro dalla sua sigaretta con un’espressione beata in volto.

‘Precisamente... solo che sfortunatamente loro sono convinti che io gli abbia dato retta, quindi ho dovuto far sparire ogni traccia di sigarette da casa mia’ rispose infine lei.

‘Quindi sono l’unico depositario di questo tuo segreto?’ chiese poi lui.

‘Mettiamola pure così, sì’.

Brian le mise un braccio intorno alle spalle e avvicinò la bocca al suo orecchio.

‘E cosa mi dai in cambio del mio silenzio?’ le sussurrò lui.

Katie si impose di mantenere un respiro regolare: aveva una teoria, ossia che Brian si fosse reso conto, ai tempi, che lei aveva una cotta per lui e ora si divertisse a provocarla, nonostante le fosse passata.

‘Beh...’ iniziò lei, cercando di mantenere l’autocontrollo ‘Per esempio, potrei continuare a mantenere io il silenzio riguardo a quella volta in piscina...’ rispose Katie, mentre un sorriso vittorioso si faceva largo sul suo volto.

‘Questo è molto sleale...’ disse Brian, tornando ad appoggiare la testa contro il muro, ma sempre cingendo le spalle della ragazza col braccio ‘E poi ti sei già vendicata allora, mi pare di ricordare...’.

Katie si mise a ridere: quando lei aveva diciotto anni e Brian venti, c’era stata quella volta in piscina in cui il ragazzo si era nascosto nello spogliatoio a fianco di quello di Katie e aveva cercato di spiarla dall’alto. Tuttavia, non solo Katie lo aveva beccato praticamente all’istante, ma più tardi, in piscina, era riuscita a coglierlo di sorpresa e gli aveva tenuto la testa sott’acqua per dieci secondi buoni.

‘E mi sono vendicata alla grande...’ concesse lei ‘Ma sono certa che Matt avrebbe ancora qualcosa da dire al riguardo...’

‘Ok, ok, hai vinto tesoro, tengo la bocca chiusa...’

‘Questo si chiama ragionare, Gates... ehy!’ protestò lei, dal momento che lui le aveva appena preso la sigaretta dalle labbra e l’aveva messa fra le sue.

Un istante dopo la porta sul retro si aprì e Katie capì il gesto del ragazzo: suo fratello era appena uscito sul retro e stava guardando molto, ma molto male il braccio del chitarrista.

‘E dai Matt, mica la mangio!’ disse lui esasperato, capendo al volo.

‘Mmh...’ mormorò Matt, poco convinto ‘Fatta la telefonata?’ chiese poi alla sorella.

‘Sì...’ disse lei, ignorando il fatto che Brian stava ridacchiando, mascherando il tutto con un paio di colpi di tosse ‘Stavo approfittando della brillante conversazione del tuo chitarrista...’.

Matt la squadrò per qualche istante, perplesso.

‘Santo cielo Katie, non pensavo che bastassero un paio di birre per farti ubriacare...’ disse infine il cantante.

Katie scoppiò a ridere, mentre Brian per tutta risposta alzò il dito medio in direzione di Matt, che gli rispose allo stesso modo.

‘Parlando di birra comunque, io torno dentro, tappa nicotina fatta, ora alcool!’ disse infine Brian,dirigendosi verso l’ingresso insieme a Katie, seguito a distanza ravvicinata da Matt, che nonostante tutto continuava a guardare il braccio del chitarrista sulle spalle di sua sorella con molta disapprovazione.

 

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Salve a tutti!

Eccomi col primo capitolo... avrei anche aggiornato un po' prima, ma EFP  non me lo permetteva... cominciamo ad introdurre qualche dettaglio importante per la comprensione della storia...

Un ringraziamento a chi ha recensito, in particolare:

  • ·         whatsername_ (perchè sono andata a recensire la tua storia ed era sparita?)
  • ·         Bell_Lua
  • ·         jessromance

 

Spero di ricevere qualche parere anche su questo primo capitolo...

Baci!

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Capitolo 3
*** Capitolo Secondo-Desecreate through revengeance ***


2

 Capitolo secondo:

Desecreate through revengeance

 

29 Marzo 2009

 

Quando Katie si svegliò, la mattina successiva, cercò di stiracchiarsi, era la prima cosa che faceva appena sveglia, ma si accorse che qualcosa la bloccava.

Sorrise, vedendo il braccio di suo fratello: la notte prima, quando erano tornati dal pub, lei era andata in camera di Matt per augurargli la buonanotte ed avevano finito per parlare per ore, finché non erano crollati entrambi.

‘Mmh...’ mugugnò Matt, aprendo gli occhi.

‘Ben svegliato fratellone!’ disse lei, dandogli un bacio sulla guancia.

‘Testa...dolore...’ rispose lui, nascondendo la testa sotto il cuscino: aveva sempre pensato che fosse fondamentalmente ingiusto che una cosa gradevole come una birra desse una conseguenza tanto sgradevole come un gran mal di testa.

Tante birre in realtà, ma quello era un dettaglio.

‘Vedi cosa succede a fare il cattivo ragazzo?’ lo prese in giro lei, alzandosi in piedi alla ricerca delle sue ciabatte.

‘Io ti dico solo una cosa...’ rispose lui, sempre tenendo la testa sotto il cuscino ‘Ventun’anni’.

Katie prese una delle sue ciabatte, che nel frattempo erano riapparse, e la lanciò contro Matt, ridendo: ok, non aveva tutti i torti in effetti.

Ricordava perfettamente la festa per i suoi ventuno anni, o almeno, la ricordava fino all’una di notte circa, dopo di che sapeva di essersi risvegliata a casa, in camera di Matt e con un mal di testa da guinness dei primati.

La causa era stata, ovviamente, l’alcool: quella sera, infatti, aveva deciso che voleva scatenarsi, ventuno anni si compivano solo una volta e aveva decisamente esagerato, soprattutto col rum, che infatti non aveva più voluto vedere nemmeno in fotografia da allora.

Certo, tutto quell’alcool non aveva avuto solo effetti negativi: prima di uscire completamente di testa, infatti, era arrivata ad essere abbastanza disinibita da flirtare spudoratamente con Brian, che essendo ubriaco quanto lei era stato al gioco, decisamente, e dal momento che in quegli anni aveva quella famosa cotta incredibile per il chitarrista, quell’episodio aveva contribuito a fare della sua festa di compleanno una delle migliori serate dell’anno.

Era certa che Brian il giorno seguente nemmeno se lo ricordasse, a conti fatti i ragazzi ne erano usciti molto più devastati di lei, ma quello che contava era che se lo ricordasse lei, seppur non nei dettagli.

‘Era il mio ventunesimo compleanno, avevo il sacrosanto diritto di darmi alla pazza gioia... e comunque, ora sono una bravissima ragazza’.

Matt tolse la testa da sotto il cuscino e la guardò scettico.

‘Mi duole ricordarti che quando ti sono venuto a trovare l’ultima volta ho dovuto portarti in camera tua in braccio... ed è stato due mesi fa...’.

Katie arrossì: il suo adorato fratellone non era sempre così adorabile, in fondo.

Per tutta risposta, la ragazza gli lanciò anche l’altra ciabatta, centrandolo in pieno in testa e ricevendo in cambio un urlo di dolore da parte del cantante, che tornò ad affondare il volto nel cuscino.

 

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Più tardi quella mattina, Matt e Katie andarono in hotel dai ragazzi, avevano infatti pensato di uscire tutti insieme a pranzo.

Quando arrivarono nella hall, videro immediatamente Jimmy e Zacky e Katie andò a sedersi di fianco all’amico, che le passò un braccio intorno alle spalle e le diede un bacio sulla guancia.

‘Ehy, ragazzi!’ li salutò Matt, sedendosi sul divanetto di fronte al loro.

‘Ciao!’ lo salutarono in coro i due.

‘Zacky, con quelle due occhiaie sei un bijou...’ commentò Katie, ricevendo un’occhiata assassina dal chitarrista.

‘Ma quanto sei simpatica, sgorbietto...’

‘Lasciala perdere Vee, stamattina è particolarmente spiritosa...Johnny e Gates?’ si informò il cantante.

‘Johnny...eccolo là!’ rispose Jimmy, indicando il bassista, che usciva dall’ascensore in quel momento ‘Gates...beh, Gates probabilmente è in fin di vita‘ concluse il batterista, mentre Zacky ridacchiava.

‘Cioè?’ chiese Katie, curiosa.

‘Ieri sera era talmente ubriaco che probabilmente in questo momento sta lasciando anche l’anima nel water’ rispose Zacky, continuando a ridere delle disgrazie dell’amico ‘Santo cielo, nemmeno si ricordava il mio nome ieri sera!’

‘Probabilmente non si ricorda nemmeno perché non è in California...’ commentò Matt, ridendo a sua volta.

‘E se gli facessimo uno scherzetto?’ propose Katie, mentre Matt la osservava.

‘Conosco quello sguardo sorellina... e ti giuro che mi dispiace per Gates, qualunque cosa tu abbia in mente...’.

 

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Brian si trascinò a fatica verso la porta, poiché qualcuno aveva bussato: cielo, se stava male.

Aprì la porta e fu sorpreso di trovarsi davanti Katie.

‘Ehy, Katie, che c’è?’ chiese lui, cercando di assumere un’aria quanto meno normale.

‘E mi chiedi anche che c’è?’ rispose lei e solo in quel momento Brian notò che sembrava arrabbiata.

‘Katie?’chiese lui, perplesso.

‘Non ti ricordi niente? Non ci credo, cazzo, non ci credo...ma non pensare di cavartela così Brian, non sono una delle groupies che puoi sbatterti e scaricare la mattina successiva!’ urlò lei, mentre il ragazzo sbiancava.

Oh cazzo.

Oh cazzo.

No, non poteva essersi fatto Katie.

Era escluso.

Per la miseria, se lo sarebbe ricordato se si fosse fatto Katie.

Anche se al momento non ricordava nemmeno come fosse arrivato in camera, quindi non era poi così improbabile.

Oh cazzo.

Matt lo avrebbe ucciso.

‘Ecco Gates, parliamo un po’ di questa cosa’.

Il cantante apparve alle spalle della sorella, come evocato dai pensieri di Brian, il quale, vedendo la faccia scura dell’amico, pensò seriamente che fosse arrivato il suo momento.

‘Io...oh...Katie, ma che cavolo...’.

In quel momento Brian sentì un rantolo soffocato provenire dal corridoio e subito dopo vide Matt tirare un calcio a qualcosa o, più probabilmente, a qualcuno.

Il rantolo cessò per qualche minuto, poi riprese più forte, finché divenne inequivocabilmente una risata.

‘Cazzo Zacky, non si può fare uno scherzo con te!’ si lamentò Katie, dando a sua volta una pedata al suo migliore amico, che si lasciò cadere a terra, tenendosi la pancia dalle risate.

Dopo un istante, Brian sentì anche Johnny e Jimmy scoppiare a ridere e anche Matt ormai si era unito alle risate, seguito da Katie.

‘Stronzi...’ disse Brian, indeciso se odiarli e basta oppure odiarli e fargli anche del male.

‘Non ti è piaciuto lo scherzetto, Gates?’ chiese Matt,continuando a ridere.

‘Ho perso dieci anni di vita, cazzo!’ rispose il chitarrista, andando a sedersi sul letto e cercando di calmarsi: per un attimo aveva davvero temuto di aver fatto una cazzata.

‘E dai Brian...’ disse Katie, andando a sedersi vicino a lui ‘Non sarai mica arrabbiato?’

‘Solo col genio malato che ha avuto questa bella idea...’ disse Brian, sicuro che fosse stata tutta un’idea di quell’idiota di Zack.

‘E se ti dicessi che sono io la fautrice di questo geniale scherzo?’.

Brian la fissò sconvolto: allora era sorella di Matt per qualche motivo.

‘Beh... in quel caso non posso vendicarmi come vorrei...’ rispose Brian, pensando che non sarebbe stato carino prendere a pugni Katie ‘Ma sta pur certa che non appena la testa avrà finito di pulsare come un martello pneumatico un modo per vendicarmi lo trovo...’

‘Tremo di paura, Brian...’ gli sussurrò lei, alzandosi per tornare da Matt e dagli altri.

‘Pensi di scendere a pranzo, Gates?’ gli chiese il cantante.

Brian si voltò verso Matt: pranzo...mangiare...cibo...

‘Credo...credo di non sentirmi bene...’ disse Brian, prima di correre di nuovo in bagno: il suo stomaco non aveva minimamente gradito il pensiero di mangiare.

Mentre lasciava quel che restava della sua anima nel water, pensò che quei cinque l’avrebbero pagata cara per il fatto che, in quel momento, ridevano della sua disgrazia come degli idioti.

 

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‘Katie, ti prego, sposami’.

Matt si girò di scatto, fulminando con lo sguardo Johnny, mentre Katie scoppiava a ridere.

‘Per così poco?’ chiese lei, divertita.

‘Così poco? Katie... questa è in assoluto la torta migliore del pianeta terra...’ ribatté il bassista.

‘In effetti, sgorbietto, ha ragione...’ convenne Zacky, arrivato alla terza fetta... o forse alla quarta, aveva perso il conto.

‘Beh, grazie ragazzi... devo dire che me la cavo in effetti...’ commentò lei, soddisfatta di se stessa.

‘Seriamente Katie, quando hai imparato a cucinare così?’ chiese Matt.

‘Ehy, Shads, potrei offendermi! Dovresti saperlo che sono sempre stata una cuoca provetta!’ ribatté lei indignata.

‘Katie, vogliamo parlare della cena del Ringraziamento di tre anni fa?’.

I cinque scoppiarono a ridere, mentre Katie li guardava malissimo: ok, quell’anno c’era stato un piccolo incidente, ma a tutti prima o poi capitava di confondere il sale con lo zucchero.

‘Almeno lui...’ disse lei, indicando Brian ‘Ha fatto il gentiluomo e ne ha mangiato un po’...’ ribatté piccata.

‘E infatti è stato male fino alla mattina dopo...’ rivelò Zacky, mentre Katie lo guardava, sconvolta.

‘Non me lo hai mai detto Brian!’

‘Come hai detto, sono un gentiluomo, Katie...’ rispose lui, sorridendo ‘Ehy, ti dispiace se approfitto un secondo del bagno?’

‘Prego, sai dov’è, giusto?’

‘L’Alzheimer mi ha lasciato questa informazione, tesoro...’ disse lui, eclissandosi prima che Matt si accorgesse che aveva di nuovo chiamato la ragazza ‘tesoro’.

‘Comunque, se hai così paura della mia cucina, nessuno ti obbliga a mangiarne, Matt...’ disse lei, allungando le mani verso il piatto con la torta che il ragazzo teneva in mano.

Matt  lo allontanò da lei, stringendolo a sé.

‘Lascia stare la mia piccolina!’ disse lui, facendo ridere gli altri.

Katie scosse la testa, poi si sporse verso il fratello e gli rubò gli occhiali.

‘Ehy, i miei occhiali!’ protestò lui, guardandola male mentre lei li indossava.

‘Senza offesa Shads, ma stanno meglio a lei’ disse Brian, tornando nella stanza e sedendosi di nuovo sul divano, vicino a Zack.

‘Spiritoso, Gates...’ commentò il cantante.

‘Ehy, Katie, quasi me ne scordo di nuovo! Ti ho portato un pensierino...’ disse Zack, porgendole un sacchetto.

‘Grazie Zacky! Cos’è...’ chiese lei, mentre apriva il sacchetto ‘Oddio Zacky, grazie!’ disse lei, alzandosi in piedi e saltando in braccio a Zack, evitando per un pelo di colpire Brian in faccia col braccio ‘Bellissima, mi piace!’ commentò poi, riferendosi alla maglietta della Vengeance University che il suo amico le aveva regalato: lui sapeva benissimo che lei adorava la sua linea di vestiti.

‘E sappi che è un’anteprima esclusiva, solo perché sei tu!’ le disse Zack, scompigliandole i capelli.

‘Vado a provarla!’ disse lei, correndo su per le scale per andare a cambiarsi in camera sua.

Brian stava per dire qualcosa, probabilmente una battuta fuori luogo sul fatto che la ragazza era in camera a cambiarsi, ma Matt, conoscendo l’amico, glielo impedì lanciandogli un cuscino in faccia.

‘AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!’.

I cinque sobbalzarono sentendo Katie urlare dal piano di sopra e Matt si fiondò su per le scale, seguito dagli altri.

‘Katie, che... CAZZO, CAZZO, CAZZO!’ urlò a sua volta Matt, facendo un balzo indietro e ritrovandosi accanto alla sorella, sulla porta della stanza.

Zack arrivò alle spalle dei due, terrorizzati, e scosse la testa, ridendo.

‘Che cazzo ridi Zacky? Che schifo!’ disse Katie, indicando il suo letto, dove campeggiavano due enormi ragni neri.

‘Sono finti, Katie...’ disse Zack.

‘Ma fanno schifo!’ fece eco alla sorella Matt.

Ecco un’altra cosa che i fratelli Sanders avevano in comune: odiavano a morte i ragni.

‘Qualcuno li tolga dal mio letto!! E tu che accidenti hai da ridere, Gates?’ chiese lei, voltandosi verso il chitarrista, che stava ridacchiando, appoggiato al muro del corridoio.

‘Te lo avevo detto stamattina, che mi sarei vendicato...’ rispose lui, lanciandole un’occhiata divertita, senza scomporsi minimamente: ok, in realtà prima non era affatto andato in bagno.

Sia Matt, sia Katie lo fissarono per un istante in assoluto silenzio, poi la ragazza fece un passo verso di lui.

‘Corri, Gates...cazzo, corri Gates!’ disse lei, prima di lanciarsi verso di lui.

Brian non se lo fece certo ripetere due volte, si staccò dal muro e cominciò a correre giù dalle scale, seguito a ruota da Katie, mentre gli altri quattro li seguivano a distanza, curiosi di vedere come sarebbe finito l’inseguimento.

‘Preso!’ urlò Katie, saltando addosso a Brian, che era rimasto bloccato dietro al divano.

‘E adesso preparati a morire...’ disse la ragazza, sedendosi sopra la sua schiena e cominciando a prenderla a sberle.

‘Katie, Katie, mi fai male, cazzo!’

‘Secondo te ti sto picchiando per farti bene, Gates?!’ ribatté lei, dandogli un colpo in testa e facendogli picchiare la faccia sul tappeto.

‘Ahia! Cazzo, infami, aiutatemi!’ disse il ragazzo, rivolto agli amici.

‘Impiccati Gates’ rispose Matt, ma d’altronde non poteva aspettarsi solidarietà dal cantante, in fondo lo scherzetto aveva coinvolto anche lui.

‘Fossi matto, lo sgorbietto picchia duro!’ disse Zack, mentre Johnny e Jimmy annuivano al suo fianco.

‘Traditori...oh, adesso basta Katie!!’ urlò Brian, scrollandosi di dosso Katie e bloccandola contro il retro del divano, prendendole le mani prima che potesse ricominciare a colpirlo e bloccandole le gambe con le sue.

‘Ehy, giù le mani dalla mia sorellina!’ protestò Matt, dirigendosi verso i due.

‘Solo quando la tua sorellina terrà giù le mani dal sottoscritto!’ ribatté Brian, senza spostarsi di una virgola ‘E dai, siamo pari Katie? Spavento a me, spavento a te...’ aggiunse poi, rivolto alla ragazza.

‘Mmh...’ ci rifletté un attimo Katie ‘Ok...ok, hai ragione Gates... adesso però liberami, grazie’.

Brian lasciò andare la ragazza, indietreggiando immediatamente: non che non si fidasse di Katie, ma era meglio essere sicuri, dopo tutto era sempre la sorella di Matt, quindi imprevedibile.

‘Cos’è, non ti fidi di me, Brian?’ chiese Katie, osservandolo divertita.

‘Mai’ rispose lui sorridendole, alzandosi in piedi e andando a sedersi sul divano a fianco a Zack, che nel frattempo si era riaccomodato al suo posto, e dandogli una botta in testa.

‘Ehy, questa perché?’ chiese Zack, massaggiandosi la testa e osservando l’amico oltraggiato.

‘Per avermi lasciato nelle mani di quella pazza’ disse tranquillamente lui, mentre Katie gli faceva una linguaccia.

‘E perché solo io?’ protestò Zack.

‘Perché Jimmy è troppo alto per me e conosco i miei limiti...e al piccoletto Christ ci penso più tardi’ rispose Brian, mentre Johnny alzava il dito medio in risposta.

‘Gates, lascia stare il mio Zacky o ricomincio...’ lo minacciò Katie, andando a mettersi in braccio a Zacky e abbracciandolo, mentre lui faceva una linguaccia a Brian.

‘Comunque, sgorbietto, io voglio vedere come ti sta la maglietta...sei la mia modella preferita, lo sai!’ disse Zack.

‘Hai tolto quei cosi osceni dal mio letto?’ chiese lei.

‘Sì...non so perché, ma Matt non li ha voluti coccolare...erano teneri in fondo...’ disse Zack, ridendo, beccandosi un cuscino in faccia da parte del cantante non appena Katie si fu alzata per andare in camera a provare la maglietta.

 

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Ciao a tutti!

Meglio tardi che mai, ecco il secondo capitolo!

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Un ringraziamento particolare a jessromance (Non credo che Matt spezzerà il braccio a Brian… primo, perché io non glielo permetterei, secondo, perché direi che il braccio di Brian gli serve….XD).

Baci!

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Capitolo 4
*** Capitolo Terzo-Remenissions ***


Capitolo terzo:

Remenissions

 

30 Marzo 2009

 

‘Ehy, bella, ti va una birra?’.

Katie si voltò verso la persona che aveva parlato e si trovò davanti ad un ragazzo decisamente troppo audace per i suoi gusti.

‘No, grazie’ rispose semplicemente lei.

‘E dai, non fare la timida...’ disse lui, appoggiandole una mano sulla spalla.

‘Ti ha detto di no, sei sordo?’

‘Ehy, scusa amico... non avevo capito che stava con qualcuno... ciao ciao bella...’ disse il tipo, rinunciando alla svelta: forse Zack non era quello dei cinque Avenged Sevenfold che incuteva più timore, ma era abbastanza per scoraggiare un ragazzo come quello.

‘Ti lascio da sola cinque minuti e ti si buttano addosso come api sul miele, eh sgorbietto?’scherzò lui, sedendosi dall’altra parte del tavolo rispetto a Katie.

‘Che ci vuoi fare...’ rispose lei, bevendo un sorso della sua Coca, niente alcool per lei quella sera.

Lei e Zacky erano usciti da soli, a Katie mancavano le serate passate a chiacchierare col suo migliore amico e quindi aveva approfittato del fatto che suo fratello fosse troppo stanco quella sera per uscire da sola col chitarrista.

‘E quindi sgorbietto...’ iniziò Zacky, bevendo un sorso di birra ‘Come va la vita qua a Toronto?’

‘La vita a Toronto va bene, anche se non ha niente a che vedere con la California...’

‘Cioè?’

‘Beh...è molto più tranquilla qui, non c’è nessuno con cui folleggiare tutta la notte...’

‘Non ci siamo noi, insomma...’ concluse Zacky sorridendo.

‘Già... cioè, ho degli amici qui... però non è la stessa cosa...’

‘Mi immagino...tutta gente seriosa, che lavora e che al massimo si beve un cocktail dopo aver finito il turno...’

‘Non proprio così noiosi...’ rise Katie.

‘Oh, se non c’è un pub, fiumi di birra e noi cinque, non può essere divertente!’ concluse il ragazzo, serio ‘Parlando di cose veramente serie... com’è la storia con questo Christian?’.

Ok, ammetteva che quella conversazione gli era stata commissionata da Matt, ma questo Katie non doveva necessariamente saperlo...e comunque, anche lui era curioso di saperne di più, era il suo sgorbietto, in fondo.

‘Come vuoi che sia, Vee...stiamo uscendo, ora come ora non c’è nulla di definito...’

‘Però ti piace?’

‘Certo, altrimenti non ci uscirei insieme’

‘Sgorbietto, hai capito quello che intendo...’

‘Beh... non lo so, lui è... è stato tenero dal primo momento con me...ai convegni mi capita spesso questo o quell’altro che ci prova con me, è un cliché provarci con l’organizzatrice...ma lui è stato...diverso...’

‘Spiega, sono tutto orecchie!’ la spronò lui, incuriosito.

‘Beh... si è presentato al congresso e abbiamo chiacchierato un po’...ho capito di interessargli, ma non è stato diretto come lo sono stati molti altri... la mattina dopo mi sono trovata un mazzo di rose enorme in ufficio, era suo, mi ringraziava per la chiacchierata...’

‘E ti invitava ad uscire’ concluse Zack, come se fosse la cosa più logica del mondo.

‘E qui ti sbagli...’ lo contraddisse Katie, sorridendo e ricevendo in cambio un’occhiata sorpresa ‘Mi ha solo ringraziato...e devo ammettere che la cosa mi ha spiazzato, voglio dire, se tutti quelli con cui ho chiacchierato mi mandassero un mazzo di fiori, avrei l’ufficio sommerso... comunque, dopo qualche ora mi arriva una telefonata, era Christian, mi ha chiesto se avevo ricevuto i fiori, l’ho ringraziato...’

‘E stavolta ti ha chiesto di uscire, vero?’

‘Sì, quella volta sì...’ concluse lei.

‘E questo è stato due settimane fa?’

‘Precisamente...’ rispose lei, non potendo trattenere un sorriso.

‘Quindi deduco che la cotta per Brian sia definitivamente passata’.

Katie sobbalzò sulla sedia: e Zack come diavolo lo sapeva?

‘Andiamo sgorbietto, ti conosco da quando eri una bimbetta, forse sei riuscita a nasconderlo a Matt, anche se non ci conterei troppo, ma di sicuro non al tuo amicone...’

‘Ero una ragazzina Vee... e non sarò ipocrita, Brian era e resta un gran bel ragazzo...ma sì, direi che mi è proprio passata’ rispose lei, tralasciando il dettaglio che ogni tanto qualche pensierino ce lo faceva ancora: era un essere umano in fondo, era perfettamente normale.

‘Una ragazzina di ventun’anni...che flirtava in maniera scandalosa con Brian alla propria festa di compleanno...’ puntualizzò Zack, ridendo alla faccia sconvolta di Katie.

‘Ed io che credevo che nessuno se ne ricordasse...’ disse infine lei, sorridendo.

‘Matt no di sicuro, sicuramente nemmeno Brian, ma sfortunatamente per il tuo piccolo segreto, a quell’ora non ero ancora completamente fuori...’ commentò lui ‘Ma stai tranquilla, sai che puoi contare sul mio silenzio, sgorbietto’

‘Sembrerà strano, ma sì, lo so...’ convenne lei, sapeva benissimo che se c’era una persona di cui poteva fidarsi ciecamente, quella era Zacky e la dimostrazione era il fatto che nessun’altro aveva mai saputo della sua cotta per Brian ‘Me la togli una curiosità?’

‘Certo’

‘Io in realtà ricordo solo vagamente di aver flirtato con Brian... che ho combinato esattamente?’.

Zack scoppiò a ridere: incredibile, probabilmente quella era stata l’unica occasione in cui Katie aveva avuto il fegato di farsi avanti con Brian e non se ne ricordava.

‘Cosa ti ricordi, sgorbietto?’ chiese lui: quella conversazione prometteva di essere incredibilmente divertente...ed era per cose di questo tipo che Katie gli sarebbe mancata da morire, una volta tornato in California.

‘Beh... sono andata da lui...e probabilmente l’ho provocato un pochino...e mi ricordo che ce l’avevo incredibilmente vicino...ma è tutto abbastanza confuso’.

Zack si fermò a riflettere per un istante: era il caso di dirle tutto quello che ricordava?

‘Ok sgorbietto...’ iniziò lui, optando per la pura e semplice verità ‘Dire che lo hai provocato ‘un pochino’ mi sembra riduttivo...’

‘Comincio ad avere paura...’

‘Tu pensa che lui non ricorda assolutamente nulla...’ le disse Zack, prima di riprendere, con un sorrisetto divertito sulle labbra ‘Katie, tu sei andata da Brian, ti sei seduta in braccio a lui e gli hai stampato un bacio a tanto così dalla bocca’ disse lui, indicando con le dita una distanza molto, molto ridotta.

‘Ti prego, dimmi che scherzi...’ lo implorò lei, arrossendo.

‘Se reagisci così è meglio che non continui...’ osservò lui.

‘Perché, posso aver fatto di peggio?’

‘Potresti...’.

Katie lasciò cadere la testa fra le mani, sconvolta: fantastico, davvero fantastico.

‘Continua Vee’ disse infine, sapendo che se ne sarebbe pentita.

‘Ok...’ disse lui, incrociando le braccia dietro la testa e appoggiandosi allo schienale della sedia ‘Allora...la cosa mi ha interessato subito...era un po’ che avevo notato che avevi una cotta spropositata per Gates... ma visto che eri chiaramente brilla e lui stava messo peggio di te, ho pensato di darvi un occhio per controllare che non faceste cazzate...’

‘Taglia Zacky’

‘E va bene...avete parlato per un po’, ridevate ogni tanto, alla fine lo hai baciato... o lui ha baciato te, non saprei dire chi dei due ha iniziato, sinceramente...’.

Katie alzò la testa e fissò Zack, sconvolta: questa proprio non se l’aspettava, questa l’aveva completamente rimossa.

Idiota, come aveva potuto rimuovere una cosa del genere?

‘Prima che tu me lo chieda: sì, ne sono sicuro... e nel caso ti venisse in mente di chiedermelo, sì, ho le mie buone ragioni per pensare che quella cosa che hai avuto sul collo per qualche giorno fosse opera sua’.

Perfetto, ora Katie non avrebbe mai più avuto il coraggio di guardare in faccia Brian.

‘Tanto per lui non è mai successo, stai tranquilla...’ le disse Zack, leggendole nel pensiero.

‘Adesso capisco perché si dice che qualunque cosa tu abbia fatto da ubriaco, non è mai successa...e che sarebbe meglio se continuasse ad essere così...’

‘Tu me lo hai chiesto...’ le fece notare Zack, che stava facendo uno sforzo immane per non scoppiare a ridere: Katie era totalmente sotto shock e la cosa lo divertiva più del dovuto.

‘Lo so Vee...e smettila di gongolare o finisco quello che Gates avrebbe voluto fare ieri sera’ disse lei, riferendosi al fatto che la sera prima lo aveva salvato dalla vendetta di Brian.

‘Ok, ok...’ rispose lui, cercando di celare il suo divertimento.

‘Dimmi almeno che mi sono fermata lì, ti prego...’

‘Sì, tranquilla...come ti ho detto, non avrei permesso che faceste cazzate, e quella sarebbe stata una di quelle colossali...senza contare che Matt lo avrebbe fatto fuori a mani nude’

‘Già...’ rise lei.

‘Tutto ok?’

‘Sì...mi avrebbe fatto più piacere saperlo allora, ma è una piccola soddisfazione a posteriori’

‘Comunque, potrei anche offendermi, ora che ci penso...’

‘Eh?’ chiese Katie, confusa.

‘Insomma...hai detto che Brian è un gran bel ragazzo...ed io?’.

Katie sorrise scuotendo la testa, poi si alzò e andò a sedersi il braccio a Zacky.

‘Vee, sai di essere indiscutibilmente il mio preferito...dopo Matt, ovviamente’

‘E chi pretende di soppiantare il fratellone?’ rispose lui, dandole un bacio sulla guancia.

‘Cambiamo argomento ora, per favore...’ disse lei, tornando a sedersi al suo posto ‘Come va con Gena?’.

Zack si lasciò scappare un sorriso: quello era decisamente uno dei suoi argomenti di conversazione preferiti... e aveva un paio di pensieri al riguardo che aveva bisogno di condividere con qualcuno, e non poteva pensare a nessuno di migliore del suo sgorbietto.

 

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1° Aprile 2009

 

‘Matt, mi vuoi levare questa benda dagli occhi?’ chiese Katie, impaziente: dopo pranzo lei e il fratello erano stati raggiunti a casa della ragazza dal resto della band, poi Matt le aveva detto che avevano una sorpresa per lei, l’aveva bendata, l’avevano caricata in macchina ed erano partiti verso l’ignoto.

‘Ma quanto sei impaziente, Katie!’ la prese in giro Brian, ricevendo in cambio un pizzicotto sul braccio da parte della ragazza: era bendata, ma il ragazzo era di fianco a lei, ci voleva poco a trovare il suo braccio.

‘Manca poco sgorbietto, dai, resisti!’ le disse Zack.

‘Ok, eccoci!’ annunciò Matt, allora Brian aiutò Katie a scendere dalla macchina.

‘E allora?’ tornò a chiedere Katie.

‘E un secondo, Katie!’ disse Brian, prima di toglierle la benda.

‘Il luna park! Mi avete portato al luna park!’ urlò Katie felice, abbracciando il primo che le capitò a tiro, cioè Brian.

‘Ehy, così mi soffochi!’ si lamentò il chitarrista, sorridendo: bastava davvero poco per far felice quel tesoro.

‘Ci terrei a specificare che l’idea è stata mia...’ intervenne Jimmy.

‘Ti adoro spilungone!!’ disse Katie, lasciando Brian per saltare in  braccio al batterista.

‘E noi chi siamo?’ protestò Johnny.

‘Oh, vi adoro tutti, anche te piccoletto!’ disse lei, facendo ridere gli altri, mentre il bassista la fissava contrariato.

‘Entriamo, entriamo!’ disse poi la ragazza, tirando il fratello per un braccio.

‘Da dove si comincia?’ domandò Zack, guardandosi intorno estasiato: in fondo c’era un motivo se era il migliore amico di Katie, lui adorava il luna park.

‘Io propongo le montagne russe’ disse Katie.

‘Ci sto sgorbietto!’

‘A qualcuno interessa se noi ci stiamo?’ chiese Brian ai due.

Zack e Katie si fissarono per un istante, poi si voltarono verso il chitarrista.

‘No!’ urlarono in coro, facendogli la linguaccia e dirigendosi verso la coda, mentre Brian li fissava oltraggiato e gli altri tre ridevano.

‘Non osate mai più fare una linguaccia a Synyster Gates!’ disse Brian, arrivando in coda alle spalle di Zack e Katie e dando una sberla in testa a lui e un pizzicotto sul braccio a lei.

‘Ehy!’ protestò Katie ‘Matt, Brian mi mette le mani addosso!’

‘Gates!’ lo ammonì Matt, pensando che fare la parte del fratello maggiore a volte lo divertiva un mondo.

Brian alzò le mani in segno di resa, ma poi si chinò verso Katie.

‘Non ci sarà sempre il fratellone in giro...’ gli sussurrò lui, cercando di non ridere.

‘Forse...ma ti ricordo che in ogni caso sei tu quello che prima o poi finisce a dormire nel tourbus con lui...’ ribatté Katie e Brian si trovò costretto ad ammettere che aveva ragione: accidenti a lei.

 

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‘Mamma mia, che brutta idea andare sulle montagne russe dopo mangiato...’ si lamentò Matt, sedendosi su una panchina all’uscita della giostra.

‘Matt, sto iniziando a preoccuparmi...sei verde...’ disse Katie, sedendosi di fianco al fratello, mentre Brian e Jimmy fissavano la scena cercando di restare seri: in realtà trovavano molto divertente il nuovo colorito del cantante.

 ‘Tranquilla...mi passa...devo solo restare su questa panchina ancora per un bel po’...’ la rassicurò Matt ‘Voi non perdete tempo, dai!’ li incitò poi.

‘Sicuro Matt? Se vuoi resto qui...’ propose Katie, ma lui scosse la testa.

‘Non se ne parla principessa, tu adori il luna park, vai e divertiti... e voi quattro...’ aggiunse poi, guardandoli uno ad uno ‘Vedete di non fare gli idioti con mia sorella mentre non ci sono...’ li minacciò Matt.

‘Shads, non lo faremmo mai...’ disse Brian, circondando la vita della ragazza con un braccio, mentre per tutta risposta il cantante lo invitava a farsi un giro a quel paese ‘Allora, tesoro, che ne dici del tunnel horror?’ chiese poi alla ragazza, consapevole del fatto che Matt aveva sentito benissimo come aveva chiamato Katie.

‘Sei pazzo Gates? Ci sono i ragni che pendono dal soffitto!’

‘Katie, hai ventisei anni, è il momento di affrontare questa paura, su! E poi ci sono io, suvvia, non ti fidi di me?’

‘Neanche un po’, Brian’ rispose lei, sorridendo.

‘Ok, questa me la sono meritata...comunque, dai!!’ insistette lui.

‘Ha ragione sgorbietto...e poi il tunnel dell’orrore è uno spettacolo!’ intervenne Zack.

‘Dai Katie!’ si unì al coro Jimmy.

‘Oh, e va bene, va bene!’ cedette lei, per la gioia di Brian, che la trascinò verso il tunnel, prima che avesse il tempo di cambiare idea.

 

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Katie era appena entrata nel tunnel horror e già se ne era pentita.

Il fatto di essere nello stesso vagoncino con Brian poi non aiutava affatto, lui sembrava calmo e beato, come se stessero facendo un giretto tranquillo per la città.

Certo, probabilmente non sarebbe stato di maggior conforto aver vicino Zack, Johnny o Jimmy, considerando che li sentiva scherzare come dei bambini dal vagoncino dietro.

‘Katie?’.

La ragazza sobbalzò sul sedile: accidenti a Gates.

‘Ehy, rilassati...guarda che sono tutti di plastica...’ disse lui, facendo riferimento agli effetti speciali.

‘Ma molto realistici!’ protestò lei, trattenendo un gridolino spaventato alla vista di uno scheletro che spuntava all’improvviso dal nulla: santo cielo, ma lei era davvero la sorella di M. Shadows, cantante degli Avenged Sevenfold? Quelli che avevano un teschio con ali da pipistrello come simbolo?

‘Se non fosse per i ragni, giurerei che ti abbiano adottata...’ commentò Brian, come se le avesse letto nel pensiero.

‘Non sei spirito… AAAAAH!’ urlò lei, saltando in braccio a Brian per lo spavento, facendo fare al ragazzo uno sforzo incredibile per non volare giù dal vagoncino con lei.

Dal soffitto era appena stato calato un enorme ragno, che era rimasto sospeso proprio di fianco a Katie, facendola spaventare a morte.

‘Cazzo, Katie!’ si lamentò Brian.

‘Oddio, oddio, ti odio Brian Haner, perché mi hai convinto, come cazzo hai fatto a convincermi?!’ si lamentò lei.

‘Innanzitutto smettila di cercare di strangolarmi...’ iniziò lui, spostando le braccia della ragazza dal suo collo ‘Secondo, so essere molto persuasivo quando voglio...’ finì lui, non riuscendo a nascondere un sorrisetto divertito: quando ci si metteva, era proprio malefico.

‘Oddio, ce ne sono ancora!’ urlò Katie, appoggiando il volto sulla spalla del ragazzo per non vedere.

‘Tuo fratello in questo momento potrebbe avere da ridire, sai?’ scherzò Brian.

‘Taci Gates, taci!’ gli intimò lei, senza muoversi di un millimetro.

Dopo quella che a Katie parve un’eternità, finalmente il tunnel terminò.

Brian vide Matt all’uscita e notò che lo stava guardando molto male, ma d’altronde se lo aspettava: Katie gli era praticamente addosso e non c’era stato verso di convincerla a spostarsi di lì da quando aveva visto quel ragno finto.

‘Non c’entro niente!’ urlò il chitarrista, prima che l’amico potesse dire qualsiasi cosa.

‘E invece è tutta colpa sua!’ disse Katie, alzando finalmente il viso dalla spalla di Brian e voltandosi verso il fratello ‘Lui mi ha convinto ad entrare! E c’era questo ragno enorme...’ spiegò, mentre scendeva dal vagoncino, seguita dal chitarrista che stava a fatica trattenendo una risata: ripensandoci, era stata una scena impagabile.

Matt si voltò verso Brian, curioso: sapeva che non era carino, ma aveva la sensazione che quella fosse una storia divertente.

Brian ci pensò un attimo, ma alla fine decise che lui, in fondo, non era quel gran gentiluomo.

Non sempre, almeno.

‘Avresti dovuto vederla Matt... questo enorme ragno è saltato giù dal soffitto e lei è letteralmente saltata sul sedile!’ spiegò il chitarrista e Matt non poté evitare di lasciarsi scappare un sorrisetto divertito.

‘Uffa, perché quando succedono queste cose divertenti io non le vedo mai?’ si lamentò Zack, che aveva sentito tutto e ora ridacchiava.

‘Uff...traditori che non siete altro...’ si lamentò Katie, allontanandosi da sola, seguita dal fratello e dal resto della band, che ridevano ormai senza ritegno.

 

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Più tardi quel pomeriggio, dopo aver girato pressoché tutte le attrazioni del luna park e dopo che Katie ebbe rincorso Brian e Zack per più o meno tutta l’estensione dello stesso, in quanto colpevoli di averle sporcato i capelli con dello zucchero filato, i sei decisero che era giunta l’ora di cena e si recarono in una pizzeria poco distante, che Katie aveva garantito essere la migliore in assoluto.

‘E te la ricordi quella che si è lanciata addosso a Matt?’ stava dicendo Jimmy, facendo sì che Katie si voltasse verso di lui, molto curiosa.

‘Racconta, Jimmy...’ disse la ragazza, mentre Matt faceva, inutilmente, segno al batterista di tacere.

‘Oh, è stata incredibile...eravamo a questo meet & greet e le cose sono cominciate normalmente...siamo entrati, quattro urletti e poi autografi, foto, due chiacchiere eccetera eccetera...ad un certo punto Matt nota questa ragazza che se ne sta tranquilla in un angolo ed essendo un cavaliere, decide di andare a far conversazione...’ spiegò, iniziando già a ridacchiare, così come Johnny e Brian ‘Insomma, non facciamo in tempo a rendercene conto che questa gli si è spalmata addosso...due uomini della sicurezza per levargliela di dosso...’ finì Jimmy, che a quel punto non riusciva quasi più a parlare dal ridere.

‘Oddio amico...questa me l’ero scordata...’ disse Zacky, ridendo a sua volta.

‘Avresti dovuto vedere che faccia ha fatto, Katie!’ commentò Brian, che rideva appoggiato alla schiena di Johnny, quasi piegato sotto il tavolo dalle risate.

‘Non me l’hai mai raccontata questa...’ disse Katie, rivolgendosi al fratello, cercando invano di non ridergli in faccia.

‘E chissà perché, eh...’ rispose lui, guardandosi intorno: un branco di dementi, ecco cos’erano.

‘Katie?’.

La ragazza si voltò e un attimo dopo sorrise.

‘Chris! Anche tu qui?’ chiese lei, alzandosi e salutando con due baci sulle guance il nuovo arrivato, ignorando volutamente lo sguardo assassino di suo fratello e quello inquisitore degli altri quattro.

‘Cena di lavoro...una noia mortale...’ commentò lui, facendo una smorfia.

‘Beh, visto che sei qui, ti presento mio fratello e i pazzi furiosi dei suoi compagni di band!’ disse lei, ricevendo quattro occhiatacce sul “pazzi furiosi” ‘Allora, lui è Matt, mio fratello...loro sono Zacky, Brian, Johnny e Jimmy!’ spiegò lei, indicandoli uno per uno ‘E lui, ragazzi, è Christian!’

‘Piacere’ disse Matt, porgendo la mano al ragazzo, che gliela strinse esitante: come Katie aveva previsto, suo fratello incuteva sempre timore.

‘Il famoso Christian!’ disse Zacky, stringendogli a sua volta la mano e beccandosi uno sguardo inceneritore da Katie.

Il ragazzo salutò tutti quanti, poi si scusò, dicendo che doveva tornare al suo tavolo e dopo aver salutato Katie se ne andò.

La ragazza tornò a sedersi di fianco a Matt e si mise a fissarlo.

‘Che c’è?’ le chiese infine il fratello.

‘Allora?’

‘Mmh...’

‘Matt!’

‘Ok, ok...sembrerebbe... a posto...’ ammise infine il cantante: era geloso di Katie, ma era anche razionale e quel Christian gli aveva fatto una buona impressione.

‘Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto!’ esclamò Katie, abbracciandolo.

‘In effetti...’ iniziò Zack, ma fu immediatamente fulminato da Matt ‘Ok, ok, non dico niente...’ disse, decidendo di lasciar perdere.

‘E dillo Zack che piace anche a te!’ lo incoraggiò Katie.

‘Poi Shads mi uccide, ci tengo alla vita’ protestò l’altro, facendo ridere Katie.

‘Lo prenderò per un sì...’ disse lei all’amico, poi si voltò verso Brian ‘E allora? Degno di me o no?’ aggiunse, facendo riferimento alla conversazione di qualche sera prima.

‘Mmh...a prima vista potrebbe sembrare...ma un saggio disse di dar tempo al tempo...’ rispose Brian, serio.

‘Tutto pur di non darmi soddisfazione, vero?’

‘Assolutamente, Katie’ rispose il chitarrista, accennando un sorriso.

‘Ora, non che questa non fosse una cosa seria, ma tornando a cose ancora più serie...’ intervenne Jimmy ‘Dal momento che il tuo fratellone sembra fare molte omissioni, te l’ha raccontata quella volta che ha bevuto trenta shots di vodka?’ chiese il batterista, mentre Matt gli lanciava uno sguardo shockato.

‘Matt!’ urlò Katie, voltandosi verso il fratello ‘Non puoi omettere certe cose! Racconta Jimmy...’ disse poi, tornando a rivolgere la sua attenzione al batterista, mentre Matt lo minacciava di morte a gesti da dietro la sorella.

 

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Katie fissava il soffitto della sua stanza, chiedendosi cosa ci fosse che non andava in lei.

Quella sera, dopo che Christian se ne era andato, non era stato un caso che lei si fosse rivolta proprio a Brian e c’era rimasta quasi male quando non aveva visto nessuna reazione strana da parte sua.

Ora si stava domandando il perché: lei era certa che la cotta per Brian le fosse passata, come aveva detto a Zack lo considerava ancora attraente, senza contare che ogni tanto era capace di darle un piccolo brivido lungo la schiena, ma tutto lì, era storia antica ormai.

Forse la risposta stava nel fatto che per Katie quella era una storia antica ma irrisolta, in fondo non aveva mai saputo se lui provasse qualcosa per lei oppure se l’avesse semplicemente vista sempre come la sorellina di Matt.

A Katie non piacevano le storie irrisolte.

Probabilmente era per quel motivo che il primo giorno le era parso di vedere un’espressione strana sul volto di Brian quando aveva nominato Christian, forse era per quello che si sarebbe aspettata una reazione diversa da lui.

Ma che cosa si aspettava, poi? Che fosse seccato dalla presenza di Christian? Che non gli rivolgesse la parola? Che le dicesse che non gli piaceva?

Non lo sapeva nemmeno lei, l’unica cosa che sapeva era che si sentiva una stupida ad essere sveglia alle due di notte a pensare ad una cosa del genere.

Seccata con se stessa, si girò a pancia in sotto e si impose di chiudere gli occhi, svuotare la mente e fare ciò per cui la notte era fatta, ossia dormire.

 

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2 Aprile 2009

 

Zack stava aspettando Katie nella hall dell’hotel, il giorno prima avevano deciso di andare a fare un giro in centro, così Katie lo avrebbe aiutato a scegliere il regalo per Gena...e soprattutto l’anello per Gena.

Alla fine si era deciso: lui amava alla follia quella ragazza, non c’era nessun motivo per cui avrebbe dovuto rimandare, quindi non appena rientrato ad Huntington l’avrebbe portata nel suo ristorante preferito e le avrebbe chiesto di sposarlo.

Lo aveva confessato solo a Katie fino a quel momento e la ragazza era letteralmente impazzita di gioia, lei aveva sempre adorato Gena, anche se in realtà c’era da chiedersi se esistesse qualcuno che quello sgorbietto non adorasse.

Katelyn Sanders era indubbiamente la persona più dolce che Zack conoscesse.

Quella era stata la prima cosa che aveva colpito il ragazzo quando Matt gliel’aveva presentata, oltre al fatto che sembrava un pulcino impaurito: una ragazzina di tredici anni che pareva spaventata da qualunque cosa la circondasse.

Gli aveva subito suscitato un’enorme tenerezza e anche un pizzico di curiosità, Zack era sempre stato così, più una persona se ne stava sulle sue, più lui cercava di entrare nel suo mondo.

Con Katie era stato più facile del previsto, dopo gli inizi in cui era stata incredibilmente timida, lui e la ragazza avevano cominciato a legare, fino a diventare pressoché inseparabili.

Ricordava come se fosse il giorno precedente la prima lunga chiacchierata che lui e Katie avevano fatto, la prima di una lunga serie non ancora conclusa, per fortuna: erano ad una festa sulla spiaggia e c’era questo ragazzo che ci stava provando con Katie in maniera un po’ troppo insistente, ma stranamente Matt non era nei paraggi, per cui Zack si era avvicinato e lo aveva invitato a levare le tende, non molto gentilmente in realtà, erano volati un paio di pugni, ma d’altronde il tipo continuava a fare lo sbruffone e lui proprio non lo sopportava.

Zack l’aveva accompagnata lontano dalla folla, la ragazza era spaventata sia per quello che era successo, sia per l’occhio di Zack, che sicuramente la mattina successiva sarebbe stato circondato da una poco piacevole aureola nera.

Lui l’aveva tranquillizzata, ne aveva fatte di peggio in fondo, e da lì non si erano più fermati, erano andati avanti a parlare, ridere e scherzare per quasi un’ora, finché Matt non era venuto a cercare la sorella.

Quello era stato l’inizio della loro amicizia, una di quelle a cui Zack teneva di più al mondo.

‘Vee! Terra chiama Vengeance!’.

Zack alzò lo sguardo e vide Katie davanti a sé, che lo fissava divertita.

‘Scusa, ero sovrappensiero...’

‘Non ci starai mica ripensando?’ chiese lei, suonando vagamente minacciosa ‘Perché un’altra come Gena non la trovi...anzi, non  ne trovi proprio un’altra!’ concluse lei, ricevendo una linguaccia dal chitarrista.

‘No che non ci ripenso, fossi matto! Allora, andiamo sgorbietto?’

‘Andiamo! Che la missione anello abbia ufficialmente inizio!’ decretò la ragazza, prendendo a braccetto Zack e dirigendosi con lui verso l’uscita dell’hotel.

 

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‘Posso farti una domanda, Zacky?’.

Il ragazzo si voltò verso Katie, curioso: i due stavano tornando dopo un pomeriggio di shopping, la missione anello, una volta felicemente portata a termine, si era trasformata in una missione per svaligiare qualsiasi negozio di Toronto gli capitasse a tiro e si erano divertiti un mondo, ma quella domanda Katie gliel’aveva fatta usando un tono stranamente serio.

‘Dimmi sgorbietto’

‘Tornando sul discorso dell’altra sera...quello della mia cotta per Brian... tu credi che lui abbia mai ricambiato ai tempi?’.

A Zack venne da ridere: in effetti gli era parso strano che qualche sera prima Katie non gli avesse posto quella domanda.

‘Stavo giusto chiedendomi quando me lo avresti chiesto...’ rispose lui ‘Beh... volendo dire la verità, non so darti una risposta certa...’

‘Cioè?’ chiese lei.

‘Brian è fottutamente furbo... se non vuole far capire qualcosa, semplicemente ci riesce... diventa criptico, è insopportabile, dopo un po’ cedi per esasperazione e lasci perdere...’

‘Tu cosa pensi?’

‘Io penso di sì, per un po’ mi è sembrato di sì... ma lui non si è mai lasciato scappare niente... è una frustata al mio ego, caspita, di solito sono bravo a carpire i segreti della gente...’

‘Povero l’ego del mio Vee...’ scherzò lei, prendendolo a braccetto, per quello che le permetteva la marea di borse che portava.

‘Spiritosa...comunque, posso sapere perché me lo hai chiesto proprio ora?’

‘Non mi piace avere conti aperti col passato...ci pensavo l’altra sera e mi dava fastidio che questa questione fosse irrisolta...’

‘Sicura?’

‘Certo, che altro motivo dovrei avere?’ chiese lei.

‘Non si sa mai...’ disse lui, ridendo, anche se in realtà non stava scherzando: quella domanda era strana, specie considerando che non aveva ancora deciso se poteva fidarsi quando Katie diceva che la cotta per Brian le era passata.

E poi lui aveva sempre pensato che sarebbero stati una gran bella coppia.

‘Scemo!’ disse lei, scompigliandoli i capelli ‘Eccoci! Finalmente...’ disse Katie, vedendo che erano arrivati nel parcheggio dell’hotel: le sue braccia stavano iniziando a risentire del peso delle borse.

‘Ti do una mano a mettere la roba in macchina?’ chiese Zack.

‘Grazie, volentieri!’ rispose lei ‘Ah, Zacky?’

‘Cosa?’

‘Sai che sono davvero tanto, tanto contenta che tu ti sia deciso con Gena?’.

Il ragazzo si limitò a sorridere, si sentiva vagamente idiota per questo, ma non poteva fare a meno di essere felice come un bambino quando ci pensava.

‘Lo sono anch’io, fidati...’

‘Non è che mi dai una mano a convincere Matt a decidersi con Val? Io voglio un nipotino, per la miseria!’.

Zack scoppiò a ridere, mentre Katie lo osservava confusa: lei non stava scherzando, proprio per niente.

‘Vedrò che si può fare... ma penso che non avrà bisogno che glielo dica io...’

‘Dici che ce la fa?’

‘Penso di sì...’ rispose lui, ridendo di nuovo quando Katie si mise a saltellare di gioia.

‘Bada sgorbietto, non so nulla di certo...’ aggiunse lui ‘Ma ultimamente mi ha dato da pensare...certe frasi che ha detto...e a dirla tutta è merito suo se ho cominciato a pensarci anch’io...con Gena, non con Val, ovviamente’

‘La precisazione era inutile, Vee...beh, tutto in macchina, torno a casina dal promesso sposo...’

‘Sgorbietto, io non ti ho detto nulla, ok?’

‘Certo Zacky, lo sai che se voglio so essere una tomba...’

‘Ok, mi fido sgorbietto...’

‘E fai bene! Beh, io vado, ci vediamo!’ disse lei, salutandolo con un bacio sulla guancia prima di salire in macchina e partire alla volta di casa propria.

 

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Salve a tutti!

Capitolo particolarmente lungo per i miei canoni, ma proprio non poteva essere diviso...

Che altro dire... grazie delle recensioni e spero che me ne vorrete lasciare anche per questo chap!

Grazie in particolare a:

·         Hollerbaby (continuo, continuo...XD)

·         LA Dreamer (Se sei così curiosa di vedere cosa combinano, l’unico modo è continuare a leggere! XD)

·         Jessromance (Jimmy te lo puoi prendere, non preoccuparti… concordo, Matt non deve essere propriamente piacevole se arrabbiato…XD)

Bye bye folks!

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Capitolo 5
*** Chapters 4,5,6,7,8,9 and Epilogue ***


Capitolo quarto:

Crossroads

 

3 Aprile 2009

 

‘Sai una cosa Katie? Credo che dovresti davvero smettere di fumare’.

Katie si voltò verso Brian, alzando un sopracciglio.

‘Da che pulpito vien la predica, Haner...a cosa devo tutto questo interesse verso i miei polmoni?’ chiese lei, continuando a fumare la propria sigaretta.

‘Al fatto che sono qui da sei giorni e mi hai già fatto fuori un pacchetto di sigarette’ rispose lui, lasciandosi cadere su una delle sedie che si trovavano nel giardino sul retro della casa di Katie.

La ragazza si fece scappare una risatina, Brian non aveva tutti i torti.

‘Che ci posso fare? Sei l’unico che non andrebbe a spifferare tutto a Zacky o a mio fratello...e non posso rischiare che Matt trovi qualche pacchetto nascosto in casa, ricomincerebbe con la sua filippica sulle malattie polmonari...’

‘Almeno stai attenta, se Matt si sposta di un metro ti vede dalla finestra...’ disse Brian.

Katie si voltò verso la finestra e dovette constatare che il ragazzo aveva ragione, allora si spostò in modo da essere fuori dalla portata degli sguardi di Matt e Zack, che però erano talmente impegnati in una sfida all’ultimo sangue a Formula Uno con Jimmy e Johnny che probabilmente non avevano nemmeno notato la sua assenza.

‘Non sono abituata a dovermi nascondere...uno dei vantaggi di non vivere vicino al fratellone’

‘E quali sono gli altri vantaggi?’ chiese incuriosito Brian.

‘Beh...ho un lavoro che mi piace...’ iniziò lei ‘Poi...beh, in realtà non ce ne sono moltissimi, di vantaggi...’

‘Christian non è un vantaggio?’ domandò il ragazzo.

‘Sì...beh, sì, immagino che lo sia...’ rispose, chiedendosi perché non le fosse venuto in mente subito: certo che era un vantaggio, era la persona con cui usciva.

‘L’importante è esserne convinta...’ scherzò Brian, fissando la nuvoletta di fumo che aveva appena prodotto con la sua sigaretta.

‘Ma sì che ne sono convinta, Brian... è solo che...beh, non è esattamente un vantaggio lui...’

‘No?’ incalzò il ragazzo, e Katie si ritrovò a pensare che non le andava molto l’idea di avere una conversazione su Christian proprio con Brian, ma non riusciva a capire il perché.

‘No...lui è qualcosa che mi è capitato qui...sarebbe un vantaggio se ci fosse stato prima...ma è arrivato e... beh, lo definirei piuttosto uno sviluppo positivo della situazione’

‘Farò finta di averci capito qualcosa, Katie’ ridacchiò Brian, ricevendo per tutta risposta il suo stesso accendino in testa ‘Ehy, evita di farmi fuori anche l’accendino, bastano le sigarette!’ si lamentò lui, lanciandole addosso un pacchetto vuoto.

‘Non sono io che sono complicata Gates, sei tu che non ci arrivi!’ ribatté Katie, buttando il mozzicone della sigaretta nell’erba.

‘Katie...’ iniziò Brian, estremamente calmo ‘Mai offendere Synyster Gates!’ esclamò lui, scattando in piedi prima che Katie avesse tempo di reagire, afferrandola per un braccio e cominciando a farle il solletico.

‘Brian, smettila, smettila! Oddio, muoio!’ urlò Katie, cercando di divincolarsi dalla presa del ragazzo, inutilmente: era decisamente più forte di lei.

‘Chiedimi scusa e forse ci penso’ disse lui.

‘Non ci penso nemmeno...no, no, sul fianco no!’ si lamentò lei, piegandosi  fino a ritrovarsi seduta a terra.

‘Ultima opportunità!’ disse lui, sedendosi anch’egli a terra e continuando a fare il solletico alla ragazza.

‘Ok, ok, scusa grande Gates!’ cedette lei, più che altro perché stavano per scoppiarle i polmoni dalle risate.

‘L’ironia non mi piace, ma accetterò comunque le tue scuse...’ disse lui, smettendo di torturarla.

Katie si accorse il quel momento di essere seduta fra le gambe del ragazzo e di usarlo come poltrona vivente.

Il pensiero che la cosa non le dispiaceva affatto le attraversò rapidamente la testa, ma lo scacciò, doveva smetterla di pensare come un’adolescente.

‘Lo sai che se tuo fratello esce adesso mi uccide sul posto?’ scherzò Brian, che però non mostrò alcuna intenzione di salvare la propria vita spostando se stesso o Katie.

‘Sciocchezze, tu gli servi Gates...e comunque sei molto più comodo della sedia’

‘Lo prenderò per un complimento...’ rispose lui, sorridendo.

‘Posso chiederti una cosa?’ domandò lei.

‘Spara’

‘Non ti arrabbi?’

‘Non mi arrabbio tesoro, prometto solennemente’ rispose lui.

‘Da quando sei qui nessuno ha nominato Sharon...’.

Katie non vedeva bene il volto del ragazzo da dove si trovava, ma vide chiaramente la sua espressione farsi improvvisamente seria e si pentì di avergli fatto quella domanda.

D’altronde Brian e Sharon erano insieme da quasi cinque mesi ed era piuttosto strano che nessuno, nemmeno Zack, l’avesse nominata almeno una volta.

‘Mi pare di capire che Shads non ti abbia raccontato nulla’ rispose dopo qualche istante lui, serio.

‘Raccontato cosa?’ chiese sinceramente curiosa lei.

‘Come posso dirla senza essere volgare...in effetti non posso, quindi perdonami l’estrema finezza...’ disse lui, ironico ‘Io e Zack l’abbiamo beccata che si faceva sbattere da un non meglio identificato tizio sul retro di un locale circa tre settimane fa...’

‘Cazzo...’

‘Sì, è stato più o meno quello che ho detto io...oltre ad una serie di irripetibili insulti alla sua persona che risparmierò alle tue orecchie innocenti...’ commentò lui, toccandole le orecchie mentre lo diceva ‘Ed io coglione che ero pure tornato per farle una sorpresa...’

‘Mi dispiace Brian’

‘Lascia perdere, evidentemente non era la ragazza giusta per me... che poi, come cazzo facevo a stare con una che odia i Metallica non lo so proprio...’ tentò di scherzarci su lui e Katie decise di dargli corda, odiava vedere lui o uno degli altri giù di morale.

‘Infatti Gates, questa storia avrebbe dovuto darti da pensare da subito...’ commentò lei, allungando la mano fino alla tasca della giacca di Brian e tirandone fuori un pacchetto di sigarette nuovo.

‘Ehy, ma la vuoi smettere di scroccarmi le sigarette?’ protestò lui, cercando inutilmente di riprendersi il pacchetto.

‘Oh, piantala di lagnarti!’ disse lei, mettendogli in bocca una sigaretta per farlo stare zitto e ottenendo come risultato quello di far scoppiare a ridere entrambi.

 

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4 Aprile 2009

 

‘Non mi avevi detto di Brian e Sharon’.

Matt alzò lo sguardo sulla sorella, che si stava pettinando di fronte allo specchio dell’armadio.

‘Sicura Katie?’

‘Guarda che non sono io quella che ieri sera non ricordava più nemmeno quanto fa due più due...’ ribatté lei, ridacchiando.

‘No, infatti, quello era Jimmy’ scherzò Matt, ridendo a sua volta: la sera prima, dopo la sfida a Formula Uno, la situazione era degenerata, specie quando Johnny e Brian avevano trovato della vodka e del gin nella credenza di Katie.

Il risultato era che Matt aveva dormito in camera della sorella, Brian, Jimmy e Johnny nella camera degli ospiti, dove normalmente stava il cantante, e Zack sul divano in salotto.

‘Vero...’ convenne lei.

‘Seriamente comunque, credevo di avertelo accennato’ riprese Matt ‘Perché?’

‘Ho semplicemente fatto la gaffe della mia vita ieri sera...’

‘Oddio, non glielo avrai mica chiesto?’ chiese Matt: in quel periodo era decisamente meglio non nominare Sharon in presenza di Brian, l’argomento trasformava il chitarrista in un serpente velenoso.

‘Senti, siete qua da una settimana e nessuno l’aveva nominata, ero curiosa, mi è venuto in mente, ce l’avevo lì e gliel’ho chiesto!’

‘E come ti sembrava dopo?’

‘Serio...però tutto sommato ci scherzava su’ rispose Katie, ripensando alla conversazione con Brian della sera precedente.

‘Fa progressi, fino alla settimana scorsa diventava odioso...e a dirla tutta, per quanto noi siamo dotati umana comprensione stavamo seriamente per ucciderlo...’.

Katie scoppiò a ridere: non era difficile credere a suo fratello, se Brian voleva diventare odioso, semplicemente ci riusciva alla perfezione.

‘Facciamo che mi racconti quanto è stato odioso davanti a un caffè? Ho bisogno della mia dose mattutina...’ disse lei, dirigendosi verso la porta.

‘Aggiungici i cookies e ci sto!’ rispose Matt, seguendo la sorella fuori dalla stanza.

 

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‘Giorno’ disse una voce gutturale.

‘Oh mio Dio, Gates, sono le nove e mezza, che accidenti ci fai già in piedi? Stai bene?’ chiese Matt, sinceramente stupito: non era normale vedere Brian sveglio così presto, non dopo che aveva fatto fuori una bottiglia di vodka la sera prima.

‘Prova tu a dormire nello stesso letto con Johnny, accidenti, scalcia come un disperato!’ si lamentò lui, lasciandosi cadere sulla sedia di fianco a Katie.

‘Povero Brian!’ scherzò Katie, scompigliandoli i capelli.

‘Lascia stare i miei capelli’

‘No’ rispose lei, usando anche l’altra mano.

‘Katie...lascia stare i miei capelli...’ ripeté Brian, mentre Matt osservava la scena divertito: Katie amava giocare con il fuoco, già aveva rischiato grosso nominando Sharon al chitarrista, ma almeno quello non era stato intenzionale, ora stava toccando i preziosissimi capelli di Gates, per lo più quando si era appena svegliato, sapendo invece benissimo che era una cosa che faceva andare Brian su tutte le furie.

‘Altrimenti?’ chiese Katie con aria di sfida.

‘Altrimenti questo’ rispose Brian, prendendola per i polsi e bloccandole le braccia sul tavolo con la mano sinistra, mentre con la destra prendeva una tazza e il caffè.

‘Libera immediatamente le mie mani, Haner!’

‘Scordatelo Sanders, sei un po’ troppo iperattiva di prima mattina, per i miei gusti’ rispose tranquillamente lui, bevendo il suo caffè e apparentemente non disturbato dai tentativi di Katie di divincolarsi dalla sua presa.

‘Matt!’ esclamò Katie, guardando speranzosa suo fratello.

‘Principessa, tu hai giocato col fuoco...’ rispose lui, ridacchiando e ricevendo in cambio uno sguardo omicida dalla sorella.

‘Ed io ti ospito pure, ingrato che non sei altro...Brian, lasciami!’ Katie provò di nuovo ad implorare il chitarrista, che però scosse la testa, allungando il braccio libero per rubare i cookies a Matt.

‘Due casinisti, ecco che siete voi due!’ disse Zack, entrando in cucina e appoggiando una mano sulla spalla sinistra di Katie e l’altra sulla spalla destra di Brian ‘C’è gente che cercava di dormire, in salotto’

‘Se è per quello anche a me piacerebbe dormire, ma Christ probabilmente sta sognando di essere un cavallo, quindi consolati Vee...’ rispose Brian, facendo ridere l’amico.

‘E Jimmy?’ chiese Zack.

‘Lo spilungone lo abbiamo buttato per terra ieri sera... è già stato traumatico dormire con Johnny, almeno Jimmy me lo sono risparmiato’

‘E già... ehy, ma che state combinando voi due?’ chiese Zack, notando in quel momento la mano di Brian che teneva i polsi di Katie.

‘La signorina si divertiva un mondo a toccare i capelli del sottoscritto...’ spiegò Brian.

‘Che sono sacri...’ ridacchiò Zack.

‘Giusto Vee...e poi ho un gran mal di testa, quindi...’

‘Non me ne parlare...’ rispose Zack.

‘Mi unisco al club’ intervenne Matt.

‘Io no...’ disse Katie, angelica.

‘Per forza, avrai bevuto due bicchieri al massimo!’ esclamò suo fratello.

‘Io so quando dire basta...sai com’è, si chiama maturità intellettuale...’

‘Al diavolo la maturità intellettuale, divertiti ogni tanto, cervellona!’ ribatté Brian.

‘Esatto! Dovresti ubriacarti più spesso sgorbietto...fai cose divertenti quando ti ubriachi...’ commentò Zack, ridacchiando.

‘Brian?’ disse la ragazza, rivolgendosi al chitarrista.

‘Sì?’

‘Useresti la tua mano libera per dare una sberla al signorino Vengeance da parte mia?’

‘Ma con piacere’ rispose lui, che colpì Zack in testa prima che l’altro avesse tempo di spostarsi.

‘Cazzo, la testa Gates!’ si lamentò Zack, andando a sedersi di fianco a Matt.

‘Posso sapere perché l’ho picchiato?’ chiese Brian a Katie, ignorando gli insulti che l’amico gli stava lanciando.

‘Lui lo sa...vero,  Vee?’ rispose Katie, voltandosi verso l’amico.

‘Sì...malefica...’

‘Lo so, grazie Vengeance... Brian, che caspita, vuoi mollare la presa?’

‘Non ci penso nemmeno, sei pericolosa tesoro...’

‘Giuro che faccio la brava!’

‘Matt, dici che mi posso fidare?’ chiese Brian al cantante.

‘Mmh...’ iniziò Matt, mentre sua sorella lo guardava molto, molto male ‘Potresti anche fidarti, sì...’

‘Se lo dici tu...’ disse Brian poco convinto, lasciandola andare.

Non appena fu libera, Katie ricominciò a tormentare i capelli di Brian, facendo ridere sia Zack che Matt.

‘Ok, razza di demonio che non sei altro, te la sei cercata!’ esclamò Brian, rovesciando il caffè che era rimasto nella caffettiera sui capelli di Katie, lasciando la ragazza a bocca aperta: Synyster Gates non era l’unico in quella stanza per cui i capelli erano sacri.

 ‘Porca miseria Gates, sei morto, sei un fottuto morto che cammina!’ urlò lei, lanciando la sedia all’indietro e cominciando a rincorrere Brian, che nel frattempo aveva già iniziato a fuggire verso il salotto.

 

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‘Mi sto annoiando’ esclamò Brian, rompendo il silenzio che da un po’ regnava nel salotto di Katie.

Gli altri alzarono gli occhi su di lui: erano le tre di pomeriggio, Katie era appoggiata al fratello e leggeva un libro, mentre i cinque ragazzi cercavano di riprendersi dal mal di testa del dopo sbronza.

‘E quindi?’ chiese Johnny.

‘Sono Synyster Gates e mi sto annoiando...così ti è più chiara?’

‘No’

‘Cazzo Johnny, facciamo qualcosa!’ disse Brian.

‘E beh, se il grande Gates si annoia apriti cielo...’ intervenne Katie.

‘Puoi giurarci Sanders’ rispose il chitarrista ‘Proposte?’

‘In effetti anch’io mi annoio un po’...’ disse Katie.

‘Che vuoi fare sgorbietto?’ chiese Zack.

‘Ehy! Perché con lei reagite e con me no?’ protestò Brian.

‘Perché lei è molto più carina di te...’ rispose Matt.

‘Giusto!’ disse Katie, dando un bacio sulla guancia al fratello.

‘Comunque, che facciamo?’ chiese di nuovo Brian.

‘E che ne so...in questa città non c’è nulla da fare...’ si lamentò Jimmy.

‘Ehy!’ protestò Katie.

‘Senti Katie, non c’è una spiaggia, non c’è il mare, fa un freddo incredibile...che noia!’ ribatté il batterista.

‘In effetti sgorbietto...’

‘Oh, basta offendere la mia Toronto!’

‘E allora provaci che ci sbagliamo...’ la provocò Brian.

‘D’accordo...ricomponetevi ragazzi...vi porto in un posto spettacolare...’ disse Katie, ricevendo quattro occhiate curiose.

 

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‘Sgorbietto, cazzo, questa è stata l’idea del secolo!’ disse Zacky, abbassandosi prima che Matt lo centrasse in pieno con la sua pistola laser.

‘Io ho solo idee geniali, Zacky!’ rispose la ragazza, sobbalzando quando si accorse di essere stata colpita da Brian, che stava sogghignando vittorioso.

Katie aveva portato i ragazzi in una nuova sala giochi che vantava anche un enorme magazzino dove era possibile sfidarsi a squadre con le pistole laser e tutti erano stati costretti ad ammettere che, anche se non c’erano spiagge e faceva freddo, a Toronto si poteva trovare qualcosa da fare.

‘Haner, corri!’ urlò Katie, rincorrendo il chitarrista finché non riuscì a colpirlo.

‘Pari!’ urlò lei, correndo a nascondersi dietro Jimmy e Zacky, i suoi due compagni di squadra.

‘Quanto tempo abbiamo ancora?’ chiese Johnny.

‘Circa dieci minuti’ rispose Brian, guardando minaccioso Katie: lui vinceva, sempre, e non aveva intenzione di fare eccezione per lei.

‘E a quanto stiamo?’ chiese Jimmy.

‘Dodici pari’ rispose Zack.

‘Ecco, vediamo di sbloccare la situazione!’ disse Brian, correndo dietro a Zack e Jimmy e beccando Katie prima che avesse tempo di rendersene conto.

‘Questo è sleale! Jimmy, Zacky, addosso!’ urlò Katie, e i tre si avventarono insieme su Brian, riuscendo a segnare cinque punti prima che il ragazzo riuscisse a tornare dalla sua squadra, minacciando vendetta.

 

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Capitolo Quinto:

Unbound (The Wild Ride)

 

5 Aprile 2009

 

‘Quindi fammi capire...stasera tutti a festeggiare il fatto che sei fregato, Vee?’ chiese Brian, ricevendo in cambio una sberla poco amichevole sulla schiena dal diretto interessato: Zack aveva confessato agli altri la sua intenzione di chiedere a Gena di sposarlo ed erano stati tutti felici della notizia, anche se ora Brian non perdeva occasione per prenderlo in giro.

‘Piantala, idiota...’ gli intimò Zack, ridendo ‘Comunque, sì, in sostanza sì...’

‘Ok, quindi recuperiamo mia sorella e poi?’ chiese Matt.

‘E che vuoi che ne sappia io, è lei quella esperta della città, ci guiderà da qualche parte!’ rispose Zack.

‘Bene...’ commentò Matt, aprendo la porta della casa di Katie.

Non appena entrarono in casa, la prima cosa che i cinque sentirono fu “A little piece of heaven” a tutto volume provenire dal piano superiore.

Matt fece segno agli altri di non fare rumore e di seguirlo, se conosceva sua sorella si sarebbero trovati davanti ad una scena divertente.

Salirono le scale, Matt si diresse verso la porta della camera di Katie, l’aprì quel che bastava per vedere all’interno e si lasciò scappare una risatina: esattamente come pensava, quella era una scena esilarante.

Fece cenno agli altri quattro di avvicinarsi e Brian dovette spostarsi di qualche metro buono per non farsi sentire dalla ragazza mentre rideva, ma tornò subito dagli altri, non voleva perdersi un secondo di quello spettacolo.

Katie era in piedi sul suo letto, cantando a squarciagola, usando la spazzola come microfono: classica scena da film, insomma.

Zack e Jimmy stavano letteralmente morendo sul posto dalle risate, Matt cercava di trattenersi, ma era prossimo al crollo, Johnny era in un angolo del corridoio a ridere come un pazzo e Brian stava appoggiato a Matt, guardando la scena e cercando di ricacciare indietro le risate.

Zack si avvicinò ai due, dando ancora un’occhiata a Katie, poi fece cenno a Matt di farlo passare avanti e aprì del tutto la porta.

‘Ma tu guarda un po’, ha gli originali e si accontenta dello stereo’.

Katie si voltò di scatto verso la porta e in un secondo diventò color pomodoro.

‘Maledetti infami, da quanto siete lì?’

‘Abbastanza sgorbietto...’ rispose Zack, sentendo le risate tornare, seguito a ruota dagli altri quattro.

‘Via, via! E tu, traditore di un fratello!’ urlò lei, lanciando la spazzola verso Matt, che però fu abbastanza veloce da abbassarsi, facendo sì che l’oggetto colpisse in pieno Brian.

‘Ahia! Cazzo, Katie!’ si lamentò il chitarrista, massaggiandosi la fronte.

‘Così impari a ridere di me, Gates!’

‘Certo, perché gli altri quattro cretini applaudivano, invece...’ ribatté ironico lui.

‘Tu non ti preoccupare che agli altri quattro ci penso io... e se domani non avrete più un cantante perché sarà accidentalmente soffocato nel sonno, prendetevela solo con voi stessi!’ rispose lei, lanciando un’occhiata minacciosa a Matt, che per tutta risposta scoppiò a ridere ancora più forte.

‘E dai sgorbietto, ti sei offesa?’ chiese Zack, andando a sedersi di fianco alla ragazza, che gli dette immediatamente le spalle.

‘No, figurati Zachary... è la mia massima aspirazione essere presa per i fondelli da mio fratello e da quei quattro idioti dei suoi amici...’ rispose lei.

‘E dai principessa...’ intervenne Matt.

‘Alla larga da me, Matthew...’ ribatté lei, alzandosi e dirigendosi verso il bagno: se solo quei cinque avessero avuto idea di quanto si stava divertendo a fare l’offesa.

Zack lanciò un’occhiata a Matt, che alzò le spalle: non avrebbe proprio saputo dire se Katie fosse veramente offesa o se stesse solo facendo finta.

‘Ehy, Katie, ma non ti sarai offesa sul serio?’ chiese Brian, lasciandola passare: era abbastanza sicuro che Katie stesse fingendo, ma non ne aveva la certezza assoluta, quindi meglio non mettersi in mezzo al suo cammino.

‘Secondo te, Elwin?’ chiese lei, rendendosi conto troppo tardi di aver esagerato: Brian detestava che si usasse il suo secondo nome.

Come volevasi dimostrare, due secondi dopo le si parò davanti e Katie capì di non avere via di fuga.

‘Benissimo Sanders... questa te la sei cercata!’ disse lui, prima di afferrarla e partire col solletico: sempre la solita tattica, alquanto banale forse, ma decisamente efficace.

‘Brian, smettila immediatamente! Aiuto!’ urlò lei, cercando inutilmente di divincolarsi.

‘Non ci penso nemmeno, ci pensavi prima!’ ribatté lui, bloccandola contro il muro e continuando imperterrito.

‘Matt, per l’amor del cielo!’ urlò di nuovo Katie, cercando di liberare le gambe, che Brian aveva abilmente bloccato con le proprie.

‘Shads, avvicinati e ce n’è anche per te!’ disse Brian, voltandosi verso il cantante e distraendosi quanto bastava perché Katie riuscisse a liberare una gamba e a dargli un colpo sul ginocchio.

‘Cazzo, Katie, cazzo! Il ginocchio mi serve, per la miseria!’ urlò Brian, lasciandola andare e tenendosi il ginocchio: caspita, se picchiava duro.

‘E questo è il secondo round...se sei così folle da volere il terzo, quando vuoi Gates...’ disse semplicemente Katie, alzandosi in piedi e sistemandosi la maglietta, mentre Matt e gli altri scoppiavano a ridere, inceneriti ad uno ad uno dal povero Brian ‘Beh? Che volevate?’ chiese poi Katie.

‘Volevamo che tu ci portassi in qualche posto carino per festeggiare il prossimo fidanzamento di quest’individuo’ disse Matt, indicando Zack.

‘Oh! Glielo hai detto allora!’ esclamò Katie, sorridendo.

‘Tu lo sapevi?’ le chiese il fratello, sorpreso.

‘Certo che lo sapevo! Sono stata la prima a saperlo! Giusto, Zacky?’ chiese conferma lei, saltando in braccio all’amico.

‘Giustissimo, sgorbietto’

‘Sono oltraggiato, Vee...’ commentò Matt.

‘E dai Shads, lo sai che lei è la mia consulente personale...’

‘Oh, basta fare il bambino Matt! Piuttosto, pensiamo alle cose serie... so dove portarvi! Datemi cinque minuti, mi cambio e sono da voi!’ disse Katie, lasciando Zack e dirigendosi verso la sua stanza, mentre i cinque andavano ad aspettarla in salotto.

 

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‘E questo posto dove lo tenevi nascosto, sgorbietto?’

‘Non lo tenevo nascosto Zack, è semplicemente nuovo!’ rispose la ragazza, mentre finiva la sua birra.

‘Anche questo? Ma cosa c’è stato, una fioritura di pub a Toronto?’ chiese Matt.

‘Guarda che è una città molto viva!’ disse la ragazza.

‘Certo, certo...’ commentò Jimmy, beccandosi un calcio sotto il tavolo da Katie.

‘Ehy Gates, quella cameriera ti sta consumando con gli occhi da mezz’ora...’ disse Johnny, indicando con un cenno del capo una delle cameriere all’amico.

‘Confermo, fra un po’ ti salta addosso’ intervenne Matt.

‘Ehy, sono io il futuro fidanzato, dovrei essere io a divertirmi!’ protestò Zack.

‘Che ci vuoi fare Vee... sono  Synyster Gates, io attraggo per definizione!’ disse Brian, lanciando un’occhiata alla cameriera in questione: non male, a dirla tutta.

‘Evviva la modestia!’ commentò ironicamente Katie, chiedendosi perché avesse così tanta voglia di uscire da quel locale che fino a pochi minuti prima la stava entusiasmando.

‘Tesoro, è la verità!’ ribatté lui.

‘Certo... credici...’.

In quel momento un’altra cameriera si avvicinò al tavolo e lasciò un vassoio, non prima di aver lanciato un’occhiata molto significativa a Matt.

‘Ehy, fratellone, devo chiamare Val?’ chiese Katie ridendo, una volta che la ragazza si fu allontanata.

‘Era lei che guardava, mica io!’ si difese Matt, mentre gli altri ridevano.

‘Sì, sì...comunque... e questi che sono?’ chiese Katie, indicando i bicchierini di vodka sul vassoio.

‘Mi sembra abbastanza evidente sgorbietto...vodka!’ rispose Zack.

‘Quello lo avevo capito, genio... intendo dire... mi vuoi morta, Zacky? Ce ne saranno almeno sei a testa...’

‘Sette’ la corresse lui.

‘Appunto...mi vuoi morta? Sai benissimo che comincio a strisciare al quarto...’ continuò la ragazza.

‘Forse è proprio quello il nostro obiettivo...’ la prese in giro Brian.

‘Infatti sgorbietto... te l’ho già accennato che fai cose divertenti da ubriaca, no?’

‘Brian?’ disse Katie, rivolgendosi al chitarrista.

‘Con piacere’ rispose lui, dando una pacca in testa a Zack.

‘Cazzo! Ma la smettete voi due?!’ si lamentò lui.

‘Tu smettila di prendermi in giro, io la smetto, Zacky tesoro caro!’ rispose Katie, facendo ridere gli altri.

‘Comunque, Katie, un po’ di vodka non ha mai ucciso nessuno!’ disse Matt, ricevendo uno sguardo strano dalla sorella.

‘Come vuoi fratellone... ma sappi che se domani mattina mi trovi nel letto con uno di questi quattro potrai incolpare solo te stesso...’ disse lei calmissima, facendo andare di traverso la birra a Matt e scoppiare a ridere per l’ennesima volta gli altri.

‘E dai sgorbietto... giuro che vigilo personalmente sulle tue azioni!’

‘Perché tu speri veramente di uscire sobrio da sette shots di vodka, fidanzatino?’ lo prese in giro Brian.

‘Più di te sicuramente, Gates’ ribatté Zack.

‘Comunque, è escluso!’ sentenziò Katie.

‘Dai!!’ esclamarono in coro Zack, Jimmy, Johnny e Brian, mentre Matt non era più così convinto, sapeva che la sorella stava scherzando, ma era meglio non rischiare.

‘No!’

‘Katie, se non lo fai cambio idea...’ la minacciò Zack.

‘E io vado dritto a dirlo a Gena, così poi la senti...’ gli diede manforte Brian.

‘Esatto!’ concordò Zack ‘E considerando che mi sta lanciando messaggi subliminali da mesi, saranno dolori...’

‘Non lo faresti mai...’ disse Katie, incerta, fissando il suo migliore amico.

‘Vuoi mettermi alla prova, Katelyn Sanders?’ rispose lui.

‘Oh, e va bene, va bene, facciamola finita!’ disse lei, prendendo uno dei bicchierini e buttando giù la vodka in un colpo, ricevendo in cambio gli applausi dei ragazzi.

‘Così ti voglio Katie!’ urlò Zack, soddisfatto.

‘Io so che me ne pentirò...’ disse lei, mentre anche gli altri partivano all’attacco della vodka.

 

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6 Aprile 2009

 

Quando aprì gli occhi, Katie se ne pentì immediatamente e li richiuse.

Maledisse mentalmente Zack e le sue idee idiote, aveva un mal di testa da guinness dei primati.

Aveva bisogno di un’aspirina e ne aveva bisogno alla svelta.

Scese dal letto e reggendosi al muro si diresse verso il corridoio, cercando nel frattempo di ricordare come diavolo fosse arrivata in camera sua: ricordava di essere al pub e di aver dato retta a quel pazzo del suo migliore amico, aveva bevuto sette shots di vodka, poi il vuoto totale.

Arrivò al piano di sotto e quando entrò in cucina per cercare l’aspirina le venne da ridere: seduto al tavolo c’era Brian, che si teneva la testa fra le mani e aveva lo sguardo fisso sul tavolo.

‘Brian, se continui ad essere così mattiniero dopo una sbornia comincerò a preoccuparmi’ disse lei, attirando l’attenzione del ragazzo.

‘Se per te alzarsi alle due del pomeriggio è essere mattinieri, tesoro...’ disse lui e solo in quel momento Katie guardò l’orologio, constatando che in effetti il ragazzo aveva ragione.

‘Oh caspita, non me ne ero accorta...aspirina?’ chiese poi, sventolando la scatoletta davanti alla faccia di Brian.

‘Non dirlo a Matt, ma potrei sposarti per dell’aspirina in questo momento’ rispose lui.

‘Bastava un sì, Gates...’ disse lei, ridendo e pentendosene subito, ridere non aiutava il mal di testa.

‘Toglimi una curiosità Brian...’ riprese a parlare lei, sedendosi e porgendo un’aspirina e un bicchiere d’acqua al ragazzo ‘Tu ti ricordi cos’è successo ieri sera?’

‘Io ho ricordi più o meno chiari fino al secondo giro di vodka...come sia finito qui però non lo so...’ rispose lui, ricevendo in cambio un’occhiata allibita da parte di Katie.

‘Secondo giro?’ chiese lei, sconvolta.

‘Già...’ rispose Brian, ridacchiando ‘E a proposito, Vee ha ragione...sei divertente quando sei ubriaca’

‘Oddio... che ho fatto?’

‘Niente di compromettente... diciamo che eri molto espansiva...e ad un certo punto hai cercato di picchiare una cameriera, dicevi che la odiavi...’ spiegò lui ‘Ma probabilmente è stato perché ti ha guardata male quando ti sei seduta in braccio a me, era quella che mi ha fissato per tutta sera...’.

Katie fissava il ragazzo sconvolta, pensando che non avrebbe mai, mai più toccato un goccio d’alcool in vita sua.

‘E perché ero seduta in braccio a te?’

‘Come ti dicevo, eri molto espansiva...l’unico che hai risparmiato è stato Matt’

‘Oddio, mai più alcool, lo giuro...’ disse lei, mentre Brian rideva.

‘Per così poco?’

‘Per me è fin troppo, Gates...ma dove hai dormito, scusa?’

‘In realtà mi sono svegliato sul tappeto del salotto... suppongo sia tutta colpa di Zack, visto che sta beatamente dormendo sul divano...Matt, Jimmy e Johnny invece non so dove siano’

‘Spero nella camera di Matt, perché da me non c’era nessuno...’

‘Visto che la vodka non ti ha fatta finire a letto con nessuno di noi?’ le fece notare Brian, sorridendo.

‘Evidentemente il mio cervello continua a funzionare correttamente anche da ubriaco’ rispose lei, mentre Brian le faceva il verso, facendola ridere.

‘Comunque, mi sto ancora chiedendo cosa abbiate preso a fare le stanze in albergo...dormite qui fissi, ormai...’ fece notare la ragazza.

‘Solo per darti l’illusione che non ti saremmo stati in mezzo ai piedi, tesoro’ rispose Brian.

‘Già...Senti, ma dici che li dobbiamo svegliare?’ chiese poi la ragazza.

‘In realtà io pensavo di buttare Zack giù dal divano e tornare a dormire...la mia testa non è pronta per svegliarsi...’

‘Se prometti di fare il bravo ti ospito in camera mia’ propose lei.

‘Katie, l’alcool ti fa più bene di quanto tu non creda...’ commentò Brian, ridendo.

‘Cretino!’

‘Grazie tesoro... comunque, giuro che sarò un angioletto...potrei uccidere per un materasso’

‘Bene, mi sposeresti per un’aspirina, uccideresti per un materasso... sono la tua donna, Gates!’ commentò lei, uscendo dalla cucina seguita da Brian.

 

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‘Vengeance! Tu e le tue idee del cazzo!’

‘Cazzo urli Shads...’ si lamentò Brian, rubando il cuscino a Katie e mettendoselo sopra la testa, ignorando il mugugno di protesta della ragazza.

‘Gates, che cazzo ci fai nello stesso letto di mia sorella?!’ tuonò il cantante e solo in quel momento Brian si ricordò dove si trovava.

‘Fermo lì Shads, non è come sembra, sono innocente!’ disse lui, mettendosi a sedere sul letto.

‘Ah sì?’ ribatté l’altro.

‘Matt, rilassati...’ disse Katie, mettendosi a sedere di malavoglia, avrebbe dormito volentieri ancora un po’ ‘Zack lo ha buttato sul tappeto ed io gli ho offerto un posto decente dove dormire, tutto qui... ieri sera chiunque mi abbia portato qui mi ha lasciata da sola’

‘Vorrei ben vedere, ti ci ho portato io’ rispose Matt, rilassandosi.

‘Quindi tu ti ricordi cos’è successo ieri sera?’ chiese Katie, facendo scoppiare a ridere Matt.

‘Devo dedurre che tu sei nel buio totale?’ le chiese il fratello.

‘Nemmeno si ricorda il secondo giro, Shads’ intervenne Brian.

‘Matt, che cazzo hai da url... oh oh oh!’ esclamò Zack, comparendo alle spalle di Matt e vedendo Brian e Katie nel letto della ragazza.

‘No, Zacky, non è quello che sembra’ disse Katie, bloccando sul nascere qualunque cosa stesse pensando l’amico.

‘In realtà è colpa tua, Vee’ aggiunse Brian.

‘Cioè?’ chiese Matt.

‘Quel cretino mi ha sbattuto sul tappeto, si è fregato la coperta e russava come un trattore...’

‘Io non russo!’ protestò Zack.

‘Oh, fidati, russi eccome, Vee... comunque, alle due mi sono svegliato, stavo congelando e mi facevi peggiorare il mal di testa russando... e non fare quella faccia Vee, se non ci credi la prossima volta ti registro! Comunque...a quel punto sono andato in cucina, è arrivata questa meravigliosa creatura’ disse, indicando Katie ‘Che non solo mi ha offerto un’aspirina, ma un posto decente dove riposare la mia testa... e questo è quanto’ concluse Brian.

‘Ma che ore sono?’ chiese Katie.

‘Le sei’ rispose Matt.

‘E voi vi sareste appena svegliati?’ chiese la ragazza.

‘A dire il vero Johnny dorme ancora come un angelo...’ le rispose il fratello ‘E Jimmy era sveglio, ma non escludo che si sia riaddormentato...’

‘Ed io sono stato svegliato dall’urlo soave di tuo fratello’ intervenne Zack.

‘Idem’ disse Brian.

‘Comunque, mi racconti che è successo, fratellone?’ li interruppe Katie ‘Brian mi ha detto del secondo giro, della mia violenza verso la cameriera e di quanto fossi espansiva... altro che devo sapere?’

‘Beh, dopo il terzo giro non eri più molto espansiva in realtà... eri più uno straccio...’ disse Matt, mentre Zack, Brian e Katie lo fissavano sconvolti.

‘Terzo giro?’ chiesero in coro Zack e Katie.

‘Lo hai ordinato tu, Vee...’ gli fece notare Matt.

‘E tu eri ancora abbastanza lucido da ricordarlo oggi?’ chiese stupita Katie.

‘Cazzo Shads, tu sei fatto di vodka! Non è umanamente possibile!’ sbottò Brian.

‘Ho un mal di testa epico, quindi no, non sono fatto di vodka... ma reggo bene, quello sì’ concesse Matt.

‘Perché non sono come lui?’ si lamentò Katie, riprendendosi il cuscino e tornando a sdraiarsi: la testa andava decisamente meglio, ma non si sentiva ancora in forma per il resto.

‘Perché sei decisamente più carina di lui sgorbietto, quindi inevitabilmente più vulnerabile alle insidie dell’alcool!’ rispose Zack, facendola ridere.

‘Tutto ok?’ le chiese Brian, vedendo che nonostante stesse ridendo non accennava ad alzare la testa dal cuscino.

‘Sì... più o meno... non sono in forma, ma sono viva, mi sembra già qualcosa...’

‘Su, riprenditi principessa, è quasi ora di uscire di nuovo!’

‘Io spero che tu stia scherzando, Matt...’ rispose Katie.

‘Nemmeno per sogno tesoro, su!’ disse Brian, prendendola in braccio mettendola giù solo davanti a Matt, ricevendo un’occhiata omicida dalla ragazza.

‘Bene Gates... sono stata buona con te... ma è arrivata l’ora del terzo round!’ esclamò, prima di ricominciare a rincorrere il ragazzo.

 

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‘Devo iniziare a preoccuparmi, principessa?’.

Katie, che era appena rientrata nel pub dopo essere stata fuori a scroccare come al solito una sigaretta a Brian, si voltò verso il fratello, confusa.

‘Cioè?’

‘Sparisci spesso quando sparisce Brian, stamattina ti ho trovata nello stesso letto con Brian... devo cominciare a pensare di uccidere il mio chitarrista e trovarmene un altro?’ spiegò lui, sorridendo.

‘Cretino...’ lo prese in giro lei: era troppo sperare che Matt non notasse che quando Brian usciva spariva anche lei, d’altronde Gates era l’unico con cui poteva fumare in pace senza sentirsi fare delle paternali infinite ‘Che tu ci creda o no, da solo Brian parla anche di cose intelligenti e a me piace parlare con lui, tutto qui...’

‘Stento a crederci, ma se lo dici tu...’ rispose lui.

‘Grazie della fiducia, Shads...’ disse Brian, comparendo alle spalle del cantante e andando a rimettersi al suo posto, vicino alla sedia dove fino a una decina di minuti prima sedeva Jimmy ‘E gli altri dove sono finiti?’ chiese.

‘Zack ha visto il tavolo da biliardo nell’altra sala... Jimmy lo ha sfidato... Johnny fa l’arbitro’ spiegò Matt.

‘Quindi non li rivedremo più per il resto della serata, giusto?’ chiese Katie.

‘Esatto...ehy, niente alcool, Katie?’ domandò Brian, ridacchiando e indicando la Coca della ragazza.

‘Simpatico...no, per stasera passo... e dovreste passare anche voi...’ disse lei, indicando le birre dei due ‘Tutto questo alcool non può farvi bene...’

‘Il mio fegato ha alzato bandiera bianca secoli fa, ormai’ disse Matt.

‘Il mio ha emigrato quando avevo diciassette anni, quindi non vedo dove stia il problema’ intervenne Brian, mentre Katie scuoteva la testa: incorreggibili, quei due erano incorreggibili.

‘Un giorno o l’altro ve ne pentirete... ehy, Chris!’ disse Katie, vedendo il ragazzo entrare nel locale e alzandosi per andare a salutarlo.

‘Shads, non credo riuscirai a polverizzarlo con lo sguardo’ commentò Brian, portando la sua attenzione sull’amico e sulla propria birra, evitando di voltarsi verso Katie e Christian, per qualche motivo la scena lo disturbava più del dovuto.

‘Non voglio polverizzarlo’ rispose Matt.

‘Non sei credibile, amico’ ribatté Brian.

‘Caspita... è pur sempre la mia sorellina, ok?’

‘Che, vorrei ricordarti, ha ventisei anni...’

‘Forse per il resto del mondo, per me ne ha sempre quattordici, chiaro?’ ribatté il cantante, lasciandosi scappare un sorrisetto divertito.

‘Credimi, non si direbbe che abbia quattordici anni...’ commentò Brian, divertito: no, decisamente Katie non aveva le sembianze di una quattordicenne.

‘Farò finta di non aver sentito, Gates’

‘Ti sto solo dicendo quello che probabilmente pensano tutti in questo posto... e non guardarmi male, cazzo, guarda che sarà anche tua sorella, ma ciò non toglie che io ci veda benissimo, Shads!’ disse Brian, pensando nel frattempo che era meglio che tenesse la bocca chiusa: forse Katie aveva ragione quando diceva che alla fine si sarebbe pentito di tutto l’alcool che stava bevendo.

‘Ehy, che avete voi due?’ chiese Katie, tornando a sedersi di fianco al fratello.

‘Niente, Gates diceva le sue solite cazzate’ spiegò Matt, ricevendo in cambio la visione del terzo dito di Brian.

‘Tutto normale, quindi...’ commentò lei, ricevendo in cambio un’occhiata oltraggiata da parte del chitarrista ‘E dai, scherzo Brian...’ aggiunse lei,.

‘Voi Sanders ce l’avete tutti con me...’ si lamentò lui, facendo l’offeso.

Katie non poté fare a meno di pensare che quando faceva così, Brian era davvero tenero.

Ok, era decisamente ora di tornare ad essere una ventiseienne, i pensieri da quattordicenne erano da rimuovere.

‘Certo, ti torturiamo e ci proviamo gusto... comunque...fratellino adorato?’ disse Katie, voltandosi verso Matt.

‘Conosco gli occhioni da cucciolo... che vuoi?’ chiese lui.

‘Ecco... ti darebbe tanto fastidio se io domani sera ti dessi buca per uscire con Chris? Dopodomani parte per un viaggio di lavoro, sta via una settimana...’

‘Come se non gli avessi già detto di sì...’ scherzò Matt, sorridendo.

‘Oh, ma sai benissimo che basta una tua parola ed io disdico, fratellone!’

‘Ma no, goditi la serata...io vedrò di arrangiarmi con questo tipo e gli altri...’

‘Grazie per il ‘tipo’, Matt, molto lusinghiero...’ commentò Brian, improvvisamente molto concentrato sulla sua birra.

‘Beh, ma ora che facciamo? Io non voglio passare la serata al tavolo ad ubriacarmi di Coca!’ disse Katie, cambiando discorso.

‘E se andassimo a sabotargli la partita?’ propose Brian, con un sorrisetto malefico in volto.

‘Così poi ci rincorrono per tutta Toronto con le stecche da biliardo...’ osservò Katie, mentre suo fratello a fianco a lei annuiva.

Per tutta risposta, Brian alzò un sopracciglio ‘Appunto’

‘Sei un fottuto genio, Gates!’ esclamò lei, alzandosi in piedi seguita da Brian, mentre Matt li osservava perplesso.

 

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Capitolo Sesto:

A little piece of heaven

 

 

7 Aprile 2009

 

‘Matt, hai visto in giro le mie chiavi?’ chiese Katie, entrando in cucina trafelata: le maledette chiavi erano sparite e Chris sarebbe passato a prenderla entro dieci minuti al massimo.

‘Sono vicino al telef... oh, oh, oh, dove accidenti pensi di andare vestita così tu?’ chiese Matt, voltandosi e vedendo la sorella.

‘Beh? Che c’è che non va?’ chiese lei, guardandosi confusa: indossava uno dei suoi vestiti preferiti, verde chiaro, appena sopra il ginocchio e non eccessivamente scollato.

‘Quel vestito non va...’

‘Oh, smettila Matt! Come dovrei vestirmi, dolcevita e jeans?’

‘Perché, cos’hai contro i dolcevita?’ chiese lui, ricevendo in cambio una borsettata sul braccio ‘E poi geli con quello!’ protestò lui, portandosi fuori tiro.

‘Ovviamente mi metto un cappotto, genio’ disse lei, andando a prendere le chiavi ‘Sicuro che non ti dispiace, Matt?’ chiese poi lei: le spiaceva non passare la serata con Matt o con gli altri, li vedeva talmente poco da quando si era trasferita.

‘Tranquilla principessa, è solo una serata! Vai e divertiti... con moderazione...’ si affrettò a precisare Matt ‘Io e gli altri partiremo alla scoperta dei meandri più nascosti di questa città... e domani Jimmy ti saprà dire se vale la pena di viverci...’

‘Tanto non gli andrà mai bene... lui è californiano, non ce n’è...’

‘In realtà credo solo che tu manchi a tutti quanti, molto più semplicemente’ disse Matt.

‘Siete adorabili...’ rispose lei, abbracciandolo: anche loro gli mancavano e non voleva pensare che sarebbero ripartiti fra pochi giorni ‘Ecco, questo è Chris!’ disse lei, sentendo il suo cellulare squillare.

‘Buona serata principessa!’

‘Anche a te...e fate i bravi!’

‘Anche tu!’ le urlò di rimando lui, prima che la ragazza uscisse di casa.

‘Ciao!’ Katie salutò il ragazzo, salendo in macchina e dandogli un bacio a fior di labbra.

‘Ciao a te!’ rispose lui, mettendo in moto.

‘Dove andiamo?’ chiese curiosa lei.

‘Ti porto in un posticino carino, me lo hanno fatto conoscere dei clienti, si mangia divinamente’

‘Ogni tanto il lavoro serve a qualcosa allora!’ scherzò lei, allacciandosi la cintura e facendo ridere Christian.

 

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‘Gates! Sei stato inghiottito dalla camera?’ urlò Zack, bussando per l’ennesima volta alla porta dell’amico, mentre Matt, Johnny e Jimmy lo osservavano divertiti: erano già partite le scommesse su come Brian lo avrebbe ucciso non appena avesse aperto.

‘Vengeance, cazzo, vuoi buttare giù la porta?!’ urlò Brian, spalancando la porta.

‘Tu non rispondevi...’ rispose tranquillamente  l’altro ‘Ehy, che hai? Sembra che ti sia passato sopra un camion...’

‘Ho un fottuto mal di testa, quindi qualunque cosa tu voglia da me dilla alla svelta, hai dieci secondi prima che io ti stacchi la testa a colpi di machete’ rispose Brian, mentre Jimmy, Matt e Johnny si guardavano delusi: nessuno di loro aveva ipotizzato quella fine per Zack.

‘E dove lo trovi un machete in una camera d’albergo?’ chiese curioso l’altro.

‘Tu non preoccuparti che Synyster Gates trova sempre quello che gli serve... quindi?’

‘Avevamo pianificato una serata di follia, ricordi? Niente soave fanciulla stasera, cena a base di McDonald’s e poi delirio alcoolico!’

‘Per quanto la prospettiva sia invitante, Vengeance, credo proprio che la mia testa non sia d’accordo...’

‘Stai dicendo che ci abbandoni?’ chiese stupito Matt: non era da Gates.

‘C’è sempre una prima volta, Shads... seriamente, sto avendo dei problemi a stare qui a parlare con voi, mi prendo un’aspirina e spero di riprendermi alla svelta... vi affido l’arduo compito di bere la mia porzione di cocktail’

‘Sarà fatto!’ rispose Johnny, facendo ridere il chitarrista.

‘Beh, buona serata!’ disse Brian, richiudendo la porta e tornando a tuffarsi sul letto, mentre gli altri quattro si avviarono chiassosamente verso l’ascensore.

 

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Katie e Christian uscirono dal ristorante letteralmente piegati in due dalle risate: all’entrata c’era una fontana in cui un tizio era appena caduto dopo che la sua ragazza, litigando, lo aveva spinto con un po’ troppa veemenza, scatenando l’ilarità dei due.

‘Oddio, è stato fantastico!’ disse Katie, sorreggendosi al braccio del ragazzo.

‘Incredibile...hai visto che faccia ha fatto il tipo?’

‘E lei? Che scena, impagabile... perché non l’ho ripresa col telefono, accidenti!’

‘Perché ti avrebbero scambiata per una pazza?’ azzardò lui.

‘E chi vuoi che se ne importi... beh, che si fa adesso?’ chiese Katie.

‘Mmh... e se bevessimo qualcosa da me?’ propose Christian, tornando serio.

Katie ci pensò un attimo e si rese conto che in realtà non le andava affatto, non sapeva spiegarsi esattamente il perché, ma proprio non ne aveva voglia.

‘In realtà avevo voglia di andare da qualche parte a divertirci...’ rispose lei.

‘E dai, poi non ci vediamo per una settimana, stiamo tranquilli io e te, no?’ insistette lui.

‘Chris, davvero, non ne ho voglia...’

‘E dai Katie...’ continuò ad insistere lui e Katie cominciò ad essere davvero seccata.

‘Chris, ho detto di no, se andiamo da qualche parte bene, altrimenti puoi anche portarmi a casa mia, ok?’ ribatté seccamente lei.

‘Sai Katie...’ iniziò Christian, poi improvvisamente la prese per un braccio e la trascinò in una stradina laterale, sbattendola contro il muro ‘Tu e i tuoi tempi da quattordicenne mi avete stancato’ disse lui, sfilandole il cappotto mentre lei cercava di liberarsi dalla sua presa, le stava facendo male al polso, ma soprattutto le stava facendo paura.

‘Lasciami andare!’ urlò lei.

‘Nemmeno per sogno, Katie...adesso io e te ci divertiamo un po’...’ disse lui, cercando di abbassarle le spalline del vestito e strappandone una a causa del continuo divincolarsi della ragazza ‘E cerca di stare ferma’ disse seccamente lui, facendola sbattere di nuovo contro il muro ‘Così peggiori solo le cose...’.

Katie si guardò attorno, terrorizzata: possibile che su quella maledetta strada non passasse nessuno?

Mentre cercava di liberarsi dalla presa del ragazzo, pensò a quello che avrebbe potuto fare, accidenti, cosa avrebbe dovuto fare?

Sentì le gambe del ragazzo spostarsi dalle sue e capì che non avrebbe avuto una seconda chance.

Cercando di metterci più forza possibile, gli assestò una ginocchiata nelle parti basse e fortunatamente il suo tentativo andò a buon fine, Christian lasciò la presa quel tanto che bastava per permetterle di scappare.

Cominciò a correre senza voltarsi indietro, nemmeno per controllare se lui la stesse inseguendo, corse finchè non le mancò il fiato e quando fu costretta a fermarsi si accorse di essere finita in una via piuttosto affollata e soprattutto dove non c’era alcuna traccia di Christian.

Si appoggiò ad una parete, ignorando gli sguardi curiosi dei passanti, cercando di capire dove si trovasse.

Riconobbe un ristorante e immediatamente si rese conto che l’hotel dei ragazzi era poco distante, per cui decise di andare là, casa sua era troppo distante e al momento la sola idea di salire su un taxi con qualcuno che non conosceva la terrorizzava a morte.

 

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Katie entrò nell’hotel, ignorando le occhiate delle persone nella hall: sapeva di non essere un bello spettacolo e non gliene importava nulla, l’unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento era parlare con qualcuno ed escludendo Matt, dal momento che con lui voleva essere un po’ più calma, il secondo nominativo sull’elenco era Zacky.

Prese l’ascensore fino al terzo piano e una volta davanti alla stanza dell’amico bussò alla porta, ma dall’altra parte non veniva nessun cenno di vita.

Improvvisamente si ricordò che Matt le aveva detto che, poiché lei era impegnata con Christian, lui e i ragazzi sarebbero andati ad esplorare ‘i meandri più nascosti di questa città’: logico quindi che Zack non fosse in camera.

Sospirando, si sedette per terra davanti alla stanza dell’amico: non voleva tornare a casa, non da sola... e comunque non voleva nemmeno restare da sola, però non aveva la più pallida idea di dove andare. Avrebbe potuto aspettare che i ragazzi tornassero, ma questo poteva accadere a qualsiasi ora, probabilmente non prima delle tre.

Guardò l’orologio: le undici.

Fantastico, pensò sconsolata, dando un colpo alla porta di Zack.

‘Guardi che non...’.

Brian non finì la frase e fissò sconvolto Katie: la ragazza era rannicchiata davanti alla porta di Zacky, una spallina del suo vestito era strappata e perfino un cieco avrebbe capito che aveva pianto fino a pochi istanti prima.

‘Katie, santo cielo, che succede?’ chiese preoccupato, chinandosi a fianco a lei e passandole un braccio intorno alle spalle.

‘Io...è...è successo...’ cominciò lei, senza però riuscire a finire la frase: era talmente sollevata dalla presenza di Brian che le stava tornando voglia di piangere ‘Possiamo...parlarne dentro?’ riuscì a dire, facendo cenno alla stanza: il corridoio non le sembrava esattamente il luogo migliore per quella conversazione.

‘Certo’ rispose lui, alzandosi in piedi e porgendole la mano per aiutarla a fare altrettanto.

Una volta nella stanza, Katie si sedette sul letto del ragazzo, rannicchiandosi con la schiena contro la testiera e abbracciandosi le ginocchia con le braccia, mentre Brian si sedette di fianco a lei.

‘Com’è che non sei con gli altri?’ chiese lei, cui quel pensiero aveva appena attraversato la mente.

‘Prima di cena avevo un gran mal di testa e ho lasciato per stasera... che è successo a te, Katie?’ chiese di nuovo lui, registrando mentalmente che la ragazza aveva anche un livido sul polso.

Katie fece un enorme sospiro, poi cominciò a raccontargli tutto quello che era successo quella sera, da quando era uscita a cena con Christian fino al momento in cui era scappata da quel maledetto vicolo.

Brian, che l’aveva tenuta abbracciata per tutto il tempo, l’ascoltava senza dire nulla, in realtà aveva una gran voglia di uscire da quella stanza, andare a cercare quel bastardo e fargli la festa.

‘Katie, calmati ora...è finita, ti giuro che non ti sfiora più nemmeno con un dito, ok?’ cercò di rassicurarla lui.

Katie annuì, in quel momento si sentiva al sicuro, si sentiva sempre al sicuro quando stava con uno di quei cinque pazzi scatenati.

‘Vuoi che chiami Matt?’ le chiese Brian.

‘No! No... non voglio dirglielo al telefono, come minimo partirebbe alla ricerca di Christian con Zack e gli altri...’.

Che era esattamente ciò in cui Brian confidava, ma questo evitò di dirglielo.

‘No...domani mattina gliene parlo... posso restare qui? Non mi va di restare da sola a casa...’

‘Stai scherzando? Tu non ti muovi di qui’ le disse lui, sorridendole.

Katie lo ringraziò, appoggiandogli la testa sulla spalla.

‘Senti un po’ Gates... non è che hai qualcosa di forte?’ chiese dopo qualche istante lei.

‘Forte quanto?’

‘Vodka?’ suggerì lei.

‘La vodka non manca mai in camera di Synyster Gates’ disse lui, scompigliandole i capelli prima di alzarsi per andare al frigobar.

Tornò dopo qualche istante con un paio di bicchieri e ne porse uno a Katie.

‘Ma tu non avevi il mal di testa?’ chiese lei, riuscendo ad abbozzare un sorriso.

‘Ho detto prima di cena’ rispose lui, facendo tintinnare il suo bicchiere con quello della ragazza.

Katie mandò giù un sorso di vodka e si sentì subito meglio: alla faccia di chi diceva che l’alcool faceva solo male.

‘Meglio?’ chiese lui.

‘Decisamente...’ rispose sincera lei, ritornando ad appoggiare la testa sulla sua spalla.

‘Lo sai che anche se aspetti domani Matt non gliela farà passare liscia, vero?’

‘Credo di poterlo controllare...’

‘Sì...in effetti sei l’unica che può farlo...’ commentò Brian, abbracciandola di nuovo.

Katie cominciava a sentire la paura sciogliersi trasformandosi in una stanchezza incredibile, motivo per cui si accoccolò fra le braccia di Brian, chiudendo gli occhi: non voleva più pensare a Christian, non voleva più pensare a quella terribile serata, voleva solo crogiolarsi in quella meravigliosa sensazione che ora era al sicuro, che nulla le poteva più succedere finché restava fra le braccia del chitarrista.

 

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Katie fu svegliata da un forte tonfo proveniente dall’altra parte della parete.

Guardò l’ora e vide che erano le tre di notte: probabilmente Zack era tornato in camera.

Vide che anche Brian si era addormentato ed era stato bruscamente risvegliato dal chitarrista e lo sentì chiaramente mormorare ‘Fottiti, Vee’ prima di accorgersi che era sveglia.

‘Mr Delicatezza Ubriaca ha svegliato anche te?’ le chiese, sorridendo.

‘Mmh mmh...’ annuì lei, allungando le braccia per stiracchiarsi e accorgendosi solo in quel momento di essere praticamente addosso a Brian ‘Cioè...ti ho bloccato sul posto’ disse lei, sentendosi in colpa.

‘Non c’è problema...eri talmente pacifica che non ho voluto rischiare di svegliarti...e poi un po’ di sano sonno dopo le ultime nottate di follia non può farmi male...’

‘Questo è vero in effetti...’ ammise lei, divertita ‘Vorrà dire che resterò qui, stavo dormendo proprio bene a dirla tutta’

‘Basta che tu non lo dica a Matt...’ rispose lui.

‘Paura, eh?’

‘Tesoro...’ iniziò lui, passandole un braccio intorno alla vita ‘Io voglio bene a tuo fratello e sono abbastanza sicuro che lui ne voglia a me...ma quando si tratta di te diventa un angelo vendicatore...e nessuno vuole essere l’oggetto delle attenzioni del tuo fratellone quando è in questa modalità...’.

‘Anche questo è vero...’ concesse lei.

‘Ehy, che c’è?’ le chiese lui, vedendo che si era improvvisamente rabbuiata.

‘Niente...’

‘Katie...’

‘Mi sono solo...solo ricordata perché sono qui...adesso passa...’.

Brian la strinse a sé istintivamente: a Katie era sempre piaciuto fare la persona forte, più forte di quanto non fosse in realtà.

‘Ehy, non ti fidi di Synyster Gates? Se ti ho detto che non ti sfiora, non ti sfiora, ok?’.

Katie annuì, senza staccarsi dall’abbraccio del ragazzo, ci stava troppo bene.

Quando finalmente si decise ad alzare lo sguardo si trovò a fissare Brian negli occhi, che la osservava a sua volta sorridendole, ma evidentemente preoccupato.

Non avrebbe saputo dire cosa le fosse scattato in mente, probabilmente i suoi neuroni erano andati in cortocircuito, perché altrimenti non si spiegava come avesse potuto fare una cosa così stupida.

Perché qualche istante dopo si ritrovò a baciare Brian.

Si staccò da lui praticamente subito, imbarazzata: santo cielo, ma che le era preso?

Non osava alzare lo sguardo, non osava incontrare gli occhi di Brian: idiota, idiota che non sei altro Katie.

Il ragazzo dal canto suo era letteralmente senza parole.

Non se lo sarebbe mai aspettato, non da Katie, non in quel particolare momento... ma ci aveva sperato, eccome se ci aveva sperato, sarebbe stato incredibilmente ipocrita negarlo.

E non si trattava solo di quella sera, no, era molto di più, erano anni, da quando aveva conosciuto Katie, da quando era solo un ragazzino di diciotto anni cui era stata presentata la sorella del cantante della sua nuova band.

Brian Haner aveva una cotta per Katelyn Sanders dalla prima volta che l’aveva vista.

In realtà non se ne era reso conto subito, gli ci era voluto un po’ di tempo per capire perché ogni volta che Katie era in zona aveva una strana sensazione alla bocca dello stomaco, ma ogni dubbio si era dissipato la prima volta che l’aveva vista in costume: molto materialista indubbiamente, ma aveva diciotto anni, non si poteva pretendere molto di più.

Katelyn però era la sorella di Matt, che da subito si era dimostrato incredibilmente amichevole con lui e c’era quel maledetto codice non scritto per cui farti la sorella del tuo amico era sbagliato, a meno che non avessi intenzione di iniziare una relazione seria, e in tutta sincerità al tempo Brian non era affatto pronto per qualcosa di simile.

E poi... beh, poi erano passati gli anni, Matt era diventato indubbiamente il suo migliore amico e lui non aveva più avuto il coraggio di rischiare di rovinare l’amicizia con lui, e nemmeno quella che nel frattempo si era creata con Katie: vigliaccheria, forse, ma non se la sentiva di affrontare una situazione così complicata.

Era vero che per qualche tempo aveva avuto il ragionevole dubbio che lei ricambiasse i suoi sentimenti, ma non poteva esserne sicuro, anzi, probabilmente erano tutte fantasie sue, che cercava disperatamente di vedere quello che non c’era.

Certo, c’era stata quella volta, alla festa dei ventuno anni di Katie, era già abbastanza ubriaco quando lei gli si era seduta in braccio e aveva cominciato a flirtare con lui, ma non così tanto da cancellare dalla sua mente la sensazione che aveva provato baciandola... ma d’altronde lei era già molto più ubriaca di lui, quindi non contava, probabilmente era semplicemente capitato nel posto giusto al momento, dal suo punto di vista, giusto, e comunque era chiaro che Katie nemmeno se ne ricordava.

Dieci anni... dieci anni che fingeva di essere amico dell’unica ragazza per cui avrebbe veramente messo volentieri la testa a posto, ora che era arrivato a quasi ventotto anni.

‘Brian...io...’.

I pensieri del ragazzo furono interrotti da Katie, che nel frattempo aveva alzato la testa, ma non osava incontrare il suo sguardo, evidentemente imbarazzata.

Brian ci pensò per un istante: sapeva che Matt lo avrebbe ucciso, sapeva che era sbagliato, che quattro giorni dopo lui sarebbe tornato ad Huntington mentre lei sarebbe rimasta a Toronto, ma decise che, tutto considerato, al momento non gliene importava nulla.

Katelyn stava per dire ancora qualcosa, ma lui glielo impedì, baciandola di nuovo, questa volta attirandola a sé, impedendole di staccarsi come aveva fatto prima.

La ragazza era ancora più sorpresa: mai, nemmeno nei suoi sogni più folli, avrebbe potuto immaginare una cosa del genere, e non era tanto il fatto che fosse stato Brian a baciare lei questa volta, no, quello che mai avrebbe potuto pensare era che fosse possibile sentirsi così bene da credere di essere in paradiso.

Eppure era esattamente così che si sentiva, dal momento preciso in cui le labbra di Brian si erano posate sulle sue.

I pensieri del ragazzo erano più o meno simili, con l’unica differenza che aveva ancora una piccola, piccolissima voce nel retro della sua mente che gli diceva che avrebbe dovuto lasciar perdere, che era sbagliato, che Matt questa non gliel’avrebbe perdonata.

Tutti piccoli, minuscoli dubbi che svanirono nell’istante stesso in cui sentì la mano della ragazza sulla sua schiena, sotto la maglietta.

In quel preciso momento mandò mentalmente al diavolo Shads: spiacente amico, davvero spiacente.

Senza staccare le labbra da quelle di lei, la fece sdraiare sul letto, non potendo trattenere un gemito sentendo le mani di Katie risalire lungo la sua schiena, trascinandosi dietro la maglietta.

Il ragazzo si separò da lei giusto il tempo di togliersela e lanciarla da qualche parte nella stanza, poi tornò a baciarla, scendendo dalle sue labbra verso il collo, mentre con una mano risaliva lungo le sue gambe fin sotto il vestito, lasciandosi scappare un sorriso sentendole sfuggire un gemito di piacere.

Katie si morse il labbro inferiore, cercando di non alzare troppo la voce: per quanto Zack potesse essere ubriaco, era certa che avrebbe potuto sentirla benissimo.

Ma non era per niente facile, non con le labbra di Brian che stavano percorrendo ogni centimetro della sua pelle partendo dal collo e scendendo sempre più in basso... e ogni volta che lui posava un bacio sulla sua pelle aveva la sensazione di andare a fuoco, la stava letteralmente facendo impazzire con quei baci, più di quanto non lo stesse già facendo la mano che vagava sotto il suo vestito, trascinandolo lentamente verso l’alto.

Dopo pochi secondi, il vestito di Katie andò a fare compagnia alla maglietta di Brian, seguito dai pantaloni del ragazzo.

Fu in quel preciso momento, quando sentì la pelle del ragazzo entrare in contatto con la propria, che Katie capì che tutto quello che aveva provato fino a pochi istanti prima non poteva essere il paradiso, perché quello era il paradiso, senza alcun dubbio.

Brian risalì fino al viso di Katie, cercando le sue labbra e intrappolandole in un bacio quasi selvaggio, mentre con una mano armeggiava con l’apertura del reggiseno, riuscendo infine ad aprirla e mandando l’indumento a raggiungere gli altri sul pavimento della stanza.

Il ragazzo avrebbe voluto prolungare quel momento all’infinito, ma il poco autocontrollo che gli era rimasto andò a farsi benedire quando sentì la mani di Katie giocherellare con l’orlo dei suoi boxer: ok, al diavolo l’autocontrollo, e pochi istanti dopo gli ultimi indumenti rimasti erano al loro degno posto, sul pavimento.

Tornò a cercare le labbra di Katie, sentendo le unghie della ragazza graffiargli le spalle, ma non gliene importava assolutamente nulla, non sentiva alcun dolore, l’unica sensazione che provava in quel momento era pura estasi.

Lo stesso poteva dirsi per Katie, che soffocò a fatica un urlo, appoggiando il volto nell’incavo del collo di Brian: per la terza volta quella sera si trovò a pensare che il paradiso non era quello che aveva provato fino a poco prima, il paradiso era quello, quel preciso istante di pura, assoluta beatitudine.

 

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8 Aprile 2009

 

Katie fu risvegliata da un fastidioso raggio di sole negli occhi.

Si girò dall’altra parte, piuttosto seccata, e si trovò davanti Brian che dormiva beatamente.

In quel momento si ricordò tutto quanto era successo quella notte e prima che potesse controllarlo, un enorme sorriso le apparve in volto: era stato semplicemente fantastico, non c’erano altre parole per descriverlo.

Cominciò a seguire con le dita il contorno di uno dei tatuaggi del ragazzo: sapeva che lo avrebbe svegliato e un po’ le spiaceva, ma aveva troppa voglia di baciarlo in quel momento.

Qualche istante dopo vide Brian strizzare gli occhi e aprirli subito dopo.

Quando il suo sguardo incontrò quello di Katie le sorrise e realizzò il suo desiderio, posando le labbra sulle sue.

‘Buongiorno’ disse lui, cingendole la vita col braccio e avvicinandola a sé.

‘Buongiorno a te, Gates’ rispose lei, appoggiandogli la testa sul petto.

‘Dormito bene?’ chiese lui, tracciando distrattamente dei cerchi con le dita sul fianco di Katie.

‘Dovrebbe essere una battuta?’ chiese lei, alzando la testa quanto bastava per incontrare lo sguardo di Brian.

‘Qualcosa di simile, sì...’ rispose lui divertito.

Lei sorrise a sua volta: non che il fatto di aver fatto altro le dispiacesse.

‘Hai una vaga idea di che ore siano?’ chiese dopo qualche istante di silenzio Katie.

‘Mmh... sono le...’ iniziò lui, allungando il braccio verso il comodino per recuperare il suo orologio ‘Le nove e mezza’ concluse.

‘Ok...ti dispiace se approfitto della tua doccia?’

‘Devo prenderlo come un invito?’ chiese lui, sorridendole maliziosamente.

‘Non che la cosa mi dispiacerebbe...’ rispose lei, portando il suo viso di fronte a quello di Brian ‘Però...’ iniziò, sfiorandogli appena le labbra con le sue ‘Però si dà il caso che fra non molto mio fratello risorgerà dal mondo dei beati dormienti...e si chiederà dove sono...e puoi scommettere che il primo posto dove mi cercherà sarà qui in hotel...ora, tu vuoi davvero che ci trovi sotto la doccia?’.

Brian ci pensò un attimo: visualizzò l’immagine di Matt che lo beccava sotto la doccia con la sua adorata sorellina, in atteggiamenti inequivocabili.

L’immagine successiva era la sua testa che rotolava per la stanza.

Per quanto gli piacesse la parte degli “atteggiamenti inequivocabili”, non era pronto per morire.

‘Bastava dire di no, non c’era bisogno di ricorrere alle minacce...’ rispose lui, ridacchiando e catturando le labbra della ragazza prima che avesse tempo di replicare.

‘Ti conosco Gates, con te ci vogliono argomenti decisi...’ replicò lei, una volta che riuscì a convincere il suo cervello a dare il comando di staccare le labbra da quelle del ragazzo, poi, a malincuore, si alzò in piedi, prese una felpa di Brian appoggiata su una sedia e se la mise ‘A dopo...’ disse lei, entrando in bagno e mandandogli un bacio con la mano.

‘Non mi muovo di qui’ rispose lui.

Non appena Katie si fu richiusa la porta del bagno alle spalle, Brian si lasciò cadere con la testa sul cuscino.

Aveva bisogno di mettere un po’ di ordine nella sua testa.

Quella notte era stata... fantastica? Travolgente? Incredibile?

Una somma dei tre, probabilmente.

Stentava ancora a credere che fosse successo, dieci anni, dieci anni che, per quanto si sforzasse di essere solo amico di Katie, sperava che succedesse esattamente quello che era successo quella notte.

E ora?

Innanzitutto, c’erano ottime probabilità che Matt non la prendesse bene: non lo avrebbe mai ucciso nel senso letterale del termine, ma conosceva la sindrome del fratello maggiore, quindi avrebbe dovuto trovare un modo per far accettare la cosa all’amico, possibilmente un modo che gli evitasse di essere anche solo sfiorato dalle delicate manine di Shads.

C’era un altro piccolo dettaglio, di lì a pochi giorni lui sarebbe tornato in California: decisamente lui e Katie avevano scelto il momento sbagliato per capire che si volevano, disperatamente, a vicenda.

Ma poi, ci voleva davvero pensare?

No, non in quel momento, l’unica cosa che voleva fare ora era chiudere gli occhi e rivivere le sensazioni della notte prima, senza preoccuparsi di nulla di quello che sarebbe successo dopo, solo lui e quell’estasi incredibile.

 

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Capitolo Settimo:

Unholy confessions

 

Brian chiuse la porta della sua stanza e si diresse verso l’ascensore, sentendo ancora il sapore delle labbra di Katie sulle proprie: la ragazza se ne era appena andata e lui aveva deciso che tanto valeva scendere a fare colazione.

Sapeva che avrebbe dovuto iniziare a preoccuparsi, era alquanto improbabile che Katie mentisse a suo fratello, anzi, era praticamente impossibile, ma per quanto cercasse di convincersene, proprio non ci riusciva, era su un altro pianeta, un piccolo paradiso dove poteva chiudere fuori il resto del mondo.

E comunque, Shads avrebbe avuto sicuramente più motivi per fare del male a Christian prima che a lui.

‘Ehy, Gates!’.

Brian si voltò e vide Zacky dirigersi verso l’ascensore.

‘Vee...’ lo salutò Brian ‘Qualcuno ieri sera era parecchio ubriaco, vero?’ chiese poi ridacchiando, schiacciando il tasto del piano terra.

‘Un po’, lo ammetto...’ rispose Zack, poi improvvisamente sul suo volto si dipinse un sorriso furbo che lasciò Brian perplesso ‘Tu piuttosto...sbaglio o hai trovato qualcuno con cui divertirti ieri sera?’.

Brian rimase di sasso: come diavolo faceva a saperlo Zack?

‘Andiamo Gates, ero ubriaco, ma ci sento ancora perfettamente... chi è, una fan che è capitata nello stesso hotel?’.

Il chitarrista tirò un sospiro di sollievo: per lo meno l’altro non aveva idea di chi fosse la ragazza.

‘Ehm...’ cominciò  Brian, mentre uscivano dall’ascensore, che nel frattempo era arrivato a destinazione.

‘Caspita, devo essere più ubriaco di quanto credessi, ragazzi...’ disse Jimmy, facendo un cenno di saluto ai due.

Brian ringraziò mentalmente la sua buona sorte, almeno non avrebbe dovuto inventarsi una scusa con Zack.

‘E perché?’ chiese Brian.

‘Ero convinto di aver visto Katie uscire dall’hotel cinque minuti fa...ma è assurdo, no?’ rispose il batterista, dirigendosi verso la sala da pranzo.

Merda.

Merda, merda, merda.

Brian si voltò istintivamente verso Zack, pregando che il chitarrista fosse ancora abbastanza annebbiato dai fumi dell’alcool per fare i dovuti collegamenti.

Sfortunatamente, dopo un attimo di indifferenza, sul volto di Zack cominciò ad apparire un’espressione pensierosa e un secondo dopo si voltò verso Brian, sconvolto.

‘Tu...’ iniziò, boccheggiando ‘Tu...’

‘Vee, ascolta...’

‘Oh... oh cazzo...oh cazzo...’ continuò l’altro, che faticava anche solo a formulare il pensiero di quello che probabilmente era successo.

‘Zack, per l’amor del cielo...’

‘Un cazzo! Oh Dio... cazzo Gates...tu... tu non sei stato a letto con Katie, vero?’

‘Ssh!’ lo zittì Brian, trascinandolo verso l’uscita: aveva bisogno di una sigaretta e ne aveva bisogno subito.

‘Oh porca... Brian, ma ti sei bevuto il cervello?’ chiese Zack, abbassando la voce, ancora sconvolto.

‘No che non mi sono bevuto il cervello, idiota!’

‘E allora che accidenti ti è saltato in mente? È Katie, la sorella di Shads... che ti ucciderà non appena lo saprà... oh mio Dio...’

‘Credi che non lo sappia?’ rispose Brian, frustrato: ecco perché non voleva parlarne a Zack, gli avrebbe inevitabilmente fatto affrontare tutti quei problemi che lui non voleva affrontare, non ancora.

‘Brian...’ iniziò Zack, cambiando improvvisamente tono ‘Brian, dimmi la verità... è stata una botta e via, oppure c’è qualcos’altro?’

‘Io...no, non è stata una botta e via, però... cazzo, non lo so Vee’ rispose Brian, buttando via il mozzicone della sigaretta e accendendosene immediatamente un’altra: era escluso che affrontasse quella conversazione senza il supporto della nicotina.

‘C’è qualcosa che mi devi dire? Qualche premessa che mi sono perso?’ chiese Zack, anche se in realtà un dubbio stava cominciando a farsi strada nella sua testa.

‘Intendi qualcosa del tipo “Katie mi piace da una fottuta vita”? In quel caso sì, c’è qualcosa che ti sei perso’.

Zack rimase in silenzio per qualche istante, pensando a qualcosa, facendo salire il nervosismo dell’altro alle stelle.

‘Vee?’

‘Perché non lo hai mai detto prima?’ chiese infine Zack, davvero perplesso: certo, lui in realtà sospettava che Brian avesse una cotta per Katie, ma credeva davvero che gli fosse passata, gli unici dubbi che gli restavano erano su Katie, non certo sul chitarrista.

Evidentemente non aveva capito un bel niente.

‘Io... cazzo Zack, è la sorella di Matt... e poi...che ne so, non ho mai avuto il coraggio di dirglielo, ecco’.

L’altro osservò Brian, scettico: conoscendolo, era difficile pensare a Synyster Gates che mancava di coraggio con una ragazza.

‘Lo so Zack, lo so... ma lei è...è Katie...’ aggiunse lui, indovinando i pensieri dell’amico.

‘Già... e ora che pensi di fare? Voglio dire... fra quattro giorni noi torniamo ad Huntington, a questo ci hai pensato?’

‘Sì...ci ho pensato, lo giuro...ma accidenti, mi ha baciato, non ho capito più un cazzo, erano dieci anni che lo aspettavo... ’

‘Direi che hai le attenuanti del caso...’ commentò Zack, lasciandosi scappare un sorriso divertito: l’hai capita Katie.

‘Senti, ne parleremo io e lei, adesso non so proprio cosa risponderti... non ne ho davvero idea’ finì Brian, buttando a terra il secondo mozzicone di sigaretta.

‘Toglimi una curiosità Brian: come ci è finita in camera tua Katie?’.

Brian ci pensò un attimo: se avesse raccontato a Zack di Christian, c’erano buone probabilità che il ragazzo andasse da Matt per organizzare una spedizione punitiva.

Al diavolo, era proprio quello che sperava, e lui li avrebbe seguiti fedelmente.

Appoggiò la schiena al muro dell’ingresso e iniziò a raccontare tutto a Zack.

 

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Katie fece scattare la serratura ed entrò in casa sua.

Aveva appena richiuso la porta quando vide Matt scattare in piedi dal divano, apparentemente arrabbiato, cosa che non la sorprese, dal momento che non lo aveva nemmeno avvisato che avrebbe passato la notte fuori.

La rabbia sul volto del cantante tuttavia svanì non appena vide la sorella: in pochi secondi registrò una serie di informazioni apparentemente discordanti, ossia che Katie era sull’orlo delle lacrime, che indossava una felpa di Brian e che aveva un livido sul polso.

‘Principessa, che succede?’ le chiese, avvicinandosi a lei.

Katie rimase un attimo in silenzio, con lo sguardo rivolto al pavimento.

Quando alzò lo sguardo, a Matt si strinse il cuore: sua sorella stava piangendo.

‘Un casino Matt...è un casino...’ rispose lei,  lasciandosi abbracciare dal fratello.

Matt la fece sedere sul divano, mentre Katie lentamente si calmava.

La ragazza si tolse la felpa e il ragazzo vide che una spallina del vestito della ragazza era strappata.

Ok, ora voleva solo capire che accidenti c’entrasse Brian in tutta quella storia.

‘Katie, che è successo?’ le chiese dolcemente, cercando di nascondere la preoccupazione nella sua voce.

‘Ieri sera... sono uscita con Christian...siamo usciti a cena...’.

Matt annuì: fin lì, tutto come doveva essere.

‘Quando siamo usciti, mi ha invitato ad andare da lui... ma non me la sentivo... ho detto di no...’.

Matt annuì di nuovo: la cosa gli piaceva, ma a quel punto tutte le sue teorie riguardo a cosa fosse successo cominciavano a vacillare.

E poi continuava ad esserci l’elemento intruso Brian.

‘Lui insisteva...e alla fine mi sono arrabbiata e gli ho ribadito che non mi andava... stavamo camminando e lui...lui improvvisamente mi ha preso per un braccio...mi ha trascinato in una stradina laterale e ha cercato di...di...’.

Matt non la lasciò finire, la avvolse di nuovo in un abbraccio mentre lei scoppiava in singhiozzi, mormorandole che andava tutto bene, mentre nella sua testa lampeggiava il promemoria “Uccidere il bastardo”.

Quando Katie si fu di nuovo calmata, Matt le chiese cosa fosse successo dopo, non del tutto certo di volerlo sapere.

‘Sono riuscita a dargli una ginocchiata...’ spiegò lei, mentre Matt cercava di nascondere un sorriso soddisfatto ‘Poi sono scappata... e mi sono ricordata che l’albergo dei ragazzi era in zona... volevo parlare con Zack, ma poi mi sono ricordata che eravate usciti...però Brian mi ha sentito bussare alla porta di Zacky e ha visto che stavo piangendo, allora gli ho spiegato tutto e gli ho chiesto se potevo restare lì...non volevo restare qui da sola...’

‘E perché non mi hai chiamato?’ chiese Matt.

‘Non volevo dirtelo per telefono...avevo paura che facessi qualche cazzata...’.

Matt non disse nulla: sapeva che Katie aveva ragione, sicuramente avrebbe fatto qualche cazzata.

Anche se, al momento, partire alla ricerca di Christian per fargli molto, molto male gli sembrava un’opera di bene.

‘Ed è a questo punto che ho fatto un casino’ riprese lei, abbassando lo sguardo.

‘Credo di non capire, Katie...’ disse lui, ma poi un pensiero gli attraversò la mente: Brian...camera di Brian... e ora felpa di Brian...

Oh cielo.

Guardò sua sorella, che appariva imbarazzata.

‘Tu... Brian... voi due...’ iniziò lui, sperando ardentemente in un ‘No Matt, che accidenti vai a pensare?’.

Invece Katie annuì.

Matt ora non sapeva davvero cosa dire.

Rimase qualche istante in silenzio, riflettendo sulla cosa, mentre la sorella lo osservava preoccupata.

‘Matt?’ chiese infine lei.

‘Mmh?’

‘Tutto ok?’

‘Sì... credo di sì...’

‘Mi prometti una cosa?’ chiese lei.

‘Non garantisco nulla’ rispose lui.

‘Non uccidere Brian’

‘Ok...penso di poterlo fare...devo solo ignorare quella cosa che hai sul collo e che probabilmente è opera sua, ma posso farlo...’.

Katie prese lo specchietto dalla sua borsa e si controllò il collo: sì, decisamente era opera di Brian, pensò, trattenendo una risatina solo per non provocare suo fratello, evidentemente Brian doveva averlo come vizio.

‘C’è una cosa che non ho ancora capito però’ disse Matt ‘Cosa intendi quando dici che hai fatto un casino?’.

Katie tornò immediatamente seria.

Ci aveva pensato per tutto il viaggio in autobus, quando si era trovata lontana da Brian e quindi col cervello abbastanza lucido per considerare obiettivamente quello che era successo, ed era giunta alla conclusione che aveva fatto un errore colossale.

‘Fra quattro giorni voi tornate in California, ed io resterò qui... e fra il mio lavoro e il vostro chissà quanto passerà prima che ci rivediamo...e cosa dovrei fare nel frattempo? Aspettare che Brian abbia il tempo di tornare qui, oppure pretendere che mi aspetti lui? Non credo proprio...’.

Matt non sapeva se essere più spaventato dal fatto che non era per nulla d’accordo con sua sorella oppure dal fatto che stava sinceramente preoccupandosi per come Brian avrebbe preso una notizia del genere.

Decisamente stava perdendo qualche rotella.

O forse, molto più semplicemente, stava cedendo a quelli che erano i fatti: si era accorto subito che Brian aveva un debole per sua sorella, così come si era accorto che per un certo periodo anche sua sorella aveva un debole per il chitarrista, ma ai tempi aveva evitato di interferire perché, in fondo, la situazione gli andava bene così com’era.

Certo, era convinto che fosse passata ad entrambi, ma era abbastanza evidente che su quel punto si era sbagliato, conosceva Katie abbastanza bene da sapere che nemmeno nelle condizioni in cui si trovava la sera prima avrebbe usato qualcuno come scacciapensieri e sperava di conoscere Brian abbastanza bene da poter affermare che, prima di usare proprio sua sorella per divertirsi, ci avrebbe pensato molte, moltissime volte.

‘Cosa pensi di fare?’ le chiese infine lui.

‘Non lo so...immagino parlare con lui...anche se la prospettiva non mi piace affatto...’ rispose Katie, avvicinandosi al fratello e appoggiandogli la testa sulla spalla.

Matt capì che non aveva più voglia di parlarne, che era già abbastanza confusa senza bisogno che lui si mettesse a rigirare il dito nella piaga, per cui fece l’unica cosa utile che avrebbe potuto fare in quel momento: si comportò da bravo fratello maggiore e abbracciò la sua sorellina, senza aggiungere nulla, senza emettere alcun giudizio, semplicemente per ricordarle che lui per lei c’era, sempre e comunque.

 

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Brian stava seriamente valutando l’ipotesi di scappare da quella stanza.

Non che non apprezzasse il fatto che Zack fosse preoccupato per lui, ma nell’ultima ora aveva bussato almeno una decina di volte per sapere se andava tutto bene ed ora stava iniziando a diventare snervante.

Si alzò per l’ennesima volta, pensando a come spiegare all’amico che voleva essere lasciato in pace senza suonare come un ingrato.

Aprì la porta e di nuovo desiderò ardentemente fuggire dalla camera.

‘Posso?’ chiese Matt, entrando senza in realtà aspettare la risposta dell’altro.

Il cantante andò a sedersi su una sedia, mentre Brian tornò a sedersi sul letto, dove stava fino a pochi istanti prima, tenendo la testa abbassata e osservando furtivamente Matt: gli sembrava decisamente troppo calmo.

‘Brian’ esordì Matt, facendo sobbalzare il chitarrista ‘Ti considero abbastanza intelligente da non aver pensato di farti mia sorella giusto per passare il tempo...sbaglio?’

‘Direi di no’ rispose Brian: santo cielo, certo che era abbastanza intelligente, ci teneva alla vita.

‘Ti rendi conto che fra quattro giorni torniamo in California, vero?’.

Brian annuì, cercando di trattenere una smorfia seccata: per caso c’era qualcun’altro che voleva ricordarglielo quella mattina?

‘C’è qualcosa che mi sfugge, a questo punto’ disse dopo una breve pausa Matt, e a Brian venne seriamente da ridere.

Qualcosa che gli sfuggiva?

Benvenuto nel club, Shads.

‘Matt...sarò molto franco...’ iniziò Brian, chiedendosi se fosse una buona idea dire quello che stava pensando proprio al fratello di Katie ‘Ci ho pensato, davvero...ma, e scusami tanto, so che parliamo di tua sorella, però... che caspita, sono un essere umano, sono fatto di carne...chiaro il concetto?’ concluse Brian, spostandosi impercettibilmente lontano dal cantante: credeva che Matt potesse capire, ma meglio non rischiare.

‘Spiegati meglio, Gates’ rispose Matt, scoccandogli un’occhiataccia: pessima mossa Brian, davvero pessima.

‘Ok...’ riprese Brian, facendo un altro piccolo spostamento indietro ‘Ok, Matt... situazione ipotetica: tu non stai con Val, ma lei ti piace...fin qui ci siamo?’

‘Mmh mmh...’ annuì il cantante.

‘Ora, diciamo che una sera Val così, senza preavviso, decide di baciarti...tu che fai?’.

Matt non rispose subito: maledizione, Gates aveva fottutamente ragione.

‘Ciò non toglie che fra quattro giorni torniamo in California’ disse infine il cantante, decisamente a corto di argomenti.

Brian alzò gli occhi al cielo: ‘Scusa se dopo dieci anni mi è partito il neurone nel giorno sbagliato’, avrebbe voluto rispondere.

‘Dieci anni?’ chiese Matt, sorpreso.

Brian sobbalzò: oh cazzo, lo aveva detto ad alta voce?

‘Ehm...già...’ fu costretto ad ammettere.

Ok, questo Matt proprio non lo aveva calcolato: un conto era pensare che Brian avesse avuto delle mire su Katie per qualche tempo, un altro era scoprire che il suo amico quelle mire le aveva avute per ben dieci anni.

E che nonostante tutto aveva tenuto le mani a posto.

Brian stava iniziando a risultargli pericolosamente simpatico in quel momento.

‘Ed esattamente...’ cominciò Matt, ma fu interrotto da Brian, che aveva capito dove l’amico voleva arrivare.

‘Perché era tua sorella... perché non è carino farsi la sorella del tuo migliore amico se non sei certo di avere intenzioni serie... perché non avevo il coraggio di dirglielo... perché non volevo rovinare l’amicizia con te e con lei’ elencò il ragazzo: ormai sapeva a memoria le ragioni per cui se ne era stato zitto e buono negli ultimi dieci anni.

Ok, decisamente Matt stava iniziando a trovare Brian molto più simpatico del dovuto in quel frangente.

‘C’è una cosa che hai detto...’ disse Matt, riflettendo un istante ‘Se non sei certo di avere intenzioni serie... quindi devo dedurre che ora ne avresti?’.

Ecco l’ultima domanda che Brian voleva sentirsi fare da Matt.

‘Io... sì, credo...cioè, sì, sì’ si affrettò ad aggiungere il chitarrista, vedendo la faccia scura dell’amico sul ‘credo’: doveva ricordarsi di studiare attentamente quello che diceva e come lo diceva, in fondo era sempre in una pessima posizione rispetto a Matt, nonostante avesse l’impressione che il cantante stesse cominciando a prenderlo in simpatia.

‘Shads, in realtà stamattina non ho ancora avuto molto tempo per pensare, ok? Prima Zack che mi tormenta più o meno ogni dieci minuti, poi sei arrivato tu...’

‘Che c’entra Vee?’ chiese Matt.

‘Ehm...’ esitò Brian: dire che Zack aveva sentito tutto la sera prima forse non era una grande idea, ma che altro poteva fare? ‘Diciamo che ieri...’

‘Ok, ok, non voglio saperlo Gates’ lo interruppe il cantante: credeva proprio di esserci arrivato da solo.

Ci fu un attimo di silenzio in cui Brian scrutò attentamente Matt.

‘Shads?’ chiese infine il chitarrista.

‘Che c’è Gates?’

‘Tu hai una gran voglia di picchiarmi, vero?’ chiese Brian, non riuscendo a trattenere un sorrisetto divertito.

Matt si lasciò scappare anch’egli un sorrisetto: maledetta carogna di un Gates.

‘Ci puoi giurare... ma ho promesso a Katie che non lo avrei fatto, quindi sono con le mani legate...’ ammise il cantante, alzandosi in piedi ‘Beh, adesso vado...e se posso darti un consiglio, parla con Katie... forse con il suo cervello più quel poco che c’è del tuo a qualcosa si arriva’

‘Ok...’ disse Brian, alzandosi in piedi a sua volta per accompagnare l’amico alla porta.

Grosso errore, come ebbe modo di constatare dopo pochi secondi: infatti Matt ne approfittò per dargli una sonora sberla sulla schiena che per poco non gli fece letteralmente uscire i polmoni dalla cassa toracica, mentre il cantante se la rideva.

‘Questa era solo una pacca amichevole e d’incoraggiamento, sia chiaro’ precisò il cantante, senza però riuscire a levarsi un sorriso soddisfatto dal volto: va bene le promesse a Katie, ma un minimo di vendetta si doveva concedere a chiunque.

Brian giudicò che era abbastanza al sicuro da potersi permettere di alzare il dito medio al cantante, che gli rispose allo stesso modo prima di lasciare la stanza.

Bene, pensò il ragazzo: problema Shads risolto.

Ora doveva solo parlare con Katie.

Ok, forse in fondo preferiva avere ancora a che fare con Shads.

 

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Katie era seduta in camera sua da quando era tornata quella mattina, cercando di trovare una soluzione a quella situazione.

O meglio, una soluzione ce l’aveva già, quello che cercava era un modo per aggirarla ed evitare così di far soffrire se stessa e Brian con lei.

Sfortunatamente il suo cervello non sembrava collaborare, o più semplicemente quella soluzione non esisteva.

Sentì suonare il campanello e scese per aprire, sperando che non fosse Brian: non era ancora pronta per avere una conversazione seria che avrebbe dovuto inevitabilmente esserci.

Santo cielo, com’era possibile che la notte migliore della sua vita si stesse trasformando in un incubo?

Guardò dallo spioncino e vide che si trattava di Zack: grazie al cielo, proprio la persona con cui aveva bisogno di parlare, con tutto il rispetto per Matt.

‘Ehy, Zacky’ lo salutò lei aprendo la porta per farlo entrare.

‘Ehy, sgorbietto...’ rispose il ragazzo, scompigliandole i capelli ‘Ho pensato che avessi voglia di fare due chiacchiere...sbaglio?’

‘E tu come...’ iniziò a chiedere lei, escludendo che Brian gli avesse parlato della notte prima di sua spontanea volontà, ma poi si interrupe, realizzando come Zack lo sapesse ‘Oh cavolo...questa è imbarazzante...’

‘Se può consolarti, ne ho sentite di peggiori... e comunque ero davvero troppo ubriaco...diciamo che con Brian ho tirato ad indovinare ed ha funzionato...è talmente facile prenderlo per i fondelli...’ rispose lui, buttandola sul ridere.

Katie ridacchiò: la realtà era che Brian sembrava furbo, ma effettivamente ingannarlo era molto più facile di quanto non si pensasse.

‘Quindi, sgorbietto... qualunque cosa ti voglia dirmi, io sono qui!’ riprese Zack, sedendosi sul divano, seguito da Katie.

‘Ok...è un casino Zacky...’.

Il ragazzo la osservò per un attimo, confuso: non era esattamente quello che si aspettava.

‘Cioè?’ chiese infine.

‘Zack...parliamoci chiaro... fra quattro giorni voi tornate in California...io resto qui...e adesso guardami e dimmi che tu credi nelle relazioni a distanza’.

Zack non sapeva cosa replicare: lo aveva preso in contropiede, lei sapeva benissimo che lui non ci credeva.

‘Katie... ok, sai benissimo cosa penso al riguardo, normalmente ti darei ragione, però...’

‘Però cosa Zacky? Il fatto che si tratti di Brian non cambia le cose... anzi, direi che le peggiora e basta...’

‘Katie, sinceramente: se non ci fosse questo problema, come la metteresti?’

‘Io...Zacky, non c’entra nulla...’

‘Io dico di sì...allora?’ continuò lui: aveva centrato il punto e lo sapeva benissimo.

‘...Ora lo capisci perché ho combinato un casino?’ rispose Katie, consapevole di essere per l’ennesima volta sull’orlo delle lacrime.

Ok, pensò Zack, forse aveva esagerato e ora si sentiva un mostro.

‘Ehy, sgorbietto...’ le disse lui, abbracciandola ‘Scusa, non volevo...’

‘No...’ lo interruppe lei ‘No Zack, tu hai fottutamente ragione, cazzo...Santo cielo, non sono andata a letto con Brian solo per divertirmi, certo che se non ci fosse il problema della distanza le cose sarebbero diverse, eccome se sarebbero diverse...ma cosa devo fare, cosa? Fingere che si possa fare quando so benissimo che non è vero? Passare mesi senza vederci e poi potersi concedere una settimana al massimo? Non è così che funziona una storia, non può funzionare...’ disse lei, continuando a piangere fra le braccia dell’amico.

Zack non poté fare a meno di darle ragione: era assurdo pensare che le cose potessero andare bene quando Brian si trovava in California e lei a Toronto, insomma, come gruppo avevano dei problemi a mandare avanti delle relazioni girando continuamente per l’America e il mondo, per quel che lo riguardava se non avesse potuto stare con Gena almeno quando era a casa dubitava che fra loro avrebbe mai potuto funzionare.

‘Katie...cosa pensi di fare ora?’ le chiese dopo un po’ il chitarrista.

‘Io...credo che dovrò dirglielo...e sperare che capisca...’.

Zack annuì, ma in realtà non ci sperava, dalla conversazione che aveva avuto con Brian quella mattina gli sembrava altamente improbabile che il ragazzo la prendesse bene.

‘Cambiando discorso Katie...Cosa pensi di fare con Christian? Voglio dire, sai meglio di me che quello che ha fatto non è qualcosa a cui si possa passar sopra...’ le chiese poi Zack, sentendo di nuovo un moto di rabbia al solo pensiero di quello che quel bastardo aveva fatto a Katie: quando Brian glielo aveva raccontato quella mattina, aveva avuto la fortissima tentazione di andarlo a cercare, ma non tanto per dire, voleva farlo sul serio.

Fortunatamente Brian lo aveva fatto ragionare, anche se Zack era sicuro che lui volesse esattamente la stessa cosa.

‘Ho già parlato con un amico che lavora alla polizia...’ rispose Katie ‘Mi ha detto che se ne occuperà lui... e che mi contatterà solo quando sarà strettamente necessario, sinceramente non voglio più pensarci...’ aggiunse lei.

‘Bene, sono d’accordo con te’ disse lui, dandole un bacio sulla guancia ‘Ti porto fuori a pranzo?’ propose poi Zack.

‘Mmh...sarebbe stupido rifiutare un invito da Zacky Vengeance...’

‘Infatti, non mi chiamo Vengeance per nulla... e si da il caso che la vendetta per aver rifiutato un invito sia la più crudele...’

‘Ossia?’ chiese lei, incuriosita.

‘Solletico!’ urlò lui, lanciandosi addosso alla ragazza, che però riuscì ad alzarsi appena in tempo e corse a chiudersi in camera sua, mentre il ragazzo la inseguiva.

 

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Non ce l’aveva fatta.

Ci aveva provato, era salita sull’autobus ed era arrivata fino all’hotel, ma non era scesa.

Non riusciva nemmeno a parlare al telefono con Brian, aveva evitato tutte le chiamate che le aveva fatto in quelle ventiquattro ore, come poteva affrontarlo di persona?

Alla fine aveva optato per la soluzione più vigliacca e più atipica che le fosse venuta in mente: gli aveva scritto una lettera, una lunga lettera in cui gli spiegava tutto quello che pensava, tutte quelle cose che era riuscita a dire sia a Matt, sia a Zack, ma non a lui, non di persona.

Il pomeriggio prima era andata all’hotel e l’aveva lasciata nella hall, chiedendo alla ragazza alla reception di consegnarla solo in tarda serata: altra mossa estremamente codarda, ma dubitava che Brian sarebbe venuto a chiederle spiegazioni a quell’ora, e lei nel frattempo sperava di inventarsi qualcosa di decente per affrontarlo.

Perché era assolutamente certa che Brian avrebbe preteso delle spiegazioni.

Guardò l’orologio sulla parete della cucina: le dieci e mezza.

Lei si era appena svegliata e Matt non era in casa, aveva bussato alla porta della sua stanza ma non le era arrivata nessuna risposta, quasi certamente era andato in hotel dai ragazzi: era l’unico a sapere quello che aveva fatto e quindi era probabile che avesse pensato di non farsi trovare in mezzo ai piedi se Brian fosse arrivato.

Si preparò un caffè e si sedette al tavolo, cominciando a berlo: come se non fosse già nervosa abbastanza.

Sentì la portiera di un auto sbattere sulla via e sobbalzò: ecco, forse era arrivato il momento di fare la persona adulta e affrontare i propri errori.

 

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Capitolo Ottavo:

Lost

 

9 Aprile 2009

 

Brian era nervoso.

Erano passate poco più di ventiquattro ore da quella notte e Katie lo stava palesemente ignorando.

Anzi, la parola giusta era ‘evitando’: Katie lo stava evitando e lui non capiva il perché.

Alla prima chiamata senza risposta aveva pensato ad un caso, tutti non sentiamo il cellulare una volta o l’altra.

Alla seconda chiamata senza risposta aveva pensato che il cellulare può essere nella borsa e quindi non lo si sente per due volte.

Alla terza chiamata senza risposta aveva deciso di chiamarla a casa.

Anche qui aveva seguito lo stesso ragionamento: chiamata alle due del pomeriggio, potrebbe essere in giro; chiamata alle sei del pomeriggio, potrebbe essere fuori a cena con Matt; chiamata alle nove di sera, mi sta evitando.

Il fatto che Katie avesse l’identificatore del chiamante sul telefono di casa non faceva che avvalorare la sua ipotesi.

Guardò l’orologio: le dieci di mattina e lui aveva dormito sì e no due ore, il che, considerando che la sera prima era tornato alquanto ubriaco, di certo non era un bene e la sua povera testa stava reclamando furiosamente.

Si alzò con l’intenzione di andare in bagno e mettere la suddetta testa sotto un getto di acqua gelata: di solito funzionava, valeva la pena di tentare.

Stava per entrare bagno quando vide una busta bianca sporgere sotto la porta della stanza.

Probabilmente era già lì la sera prima, ma, appunto, allora era abbastanza su di giri...ok, era completamente ubriaco.

Incuriosito, si abbassò e la prese, poi andò a risedersi sul letto per leggerla.

Un quarto d’ora dopo stava cercando i suoi vestiti e venti minuti dopo uscì dalla sua stanza sbattendo violentemente la porta.

Questo svegliò Zack nella stanza di fianco, che corse a vedere cosa stesse succedendo.

‘Brian?’ chiese, ancora mezzo addormentato, vedendo l’amico avanzare a passo di marcia verso l’ascensore ‘Ma che accidenti...’.

Il chitarrista per tutta risposta si fermò, si diresse verso Zack, che fece un passo indietro quando lo vide avanzare minaccioso, e gli mise in mano la lettera, poi senza dire una parola andò all’ascensore, salì e scomparve dietro le porte.

Zack osservò l’ascensore confuso, poi portò la sua attenzione su ciò che Brian gli aveva messo in mano.

Tirò fuori un foglio dalla busta e cominciò a leggere, ma non ci fu bisogno di arrivare fino alla fine: una volta che ebbe capito che l’aveva scritta Katie, non gli serviva certo continuare per sapere di cosa parlasse la lettera.

Come aveva previsto, Brian non l’aveva presa bene, proprio per nulla.

 

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Katie fece un salto sulla sedia quando sentì suonare il campanello: lo sapeva, lo sapeva eppure sperava ancora di poterlo evitare.

Andò ad aprire e, come previsto, si trovò davanti Brian.

Quello che non aveva del tutto previsto però era che fosse così arrabbiato.

‘Vuoi spiegarmi che diamine significa?’ chiese lui, entrando in casa senza nemmeno aspettare che lei gli dicesse di farlo.

‘Quello che ho detto’ rispose lei: banale, ma non sapeva che altro dire.

‘A parte che ‘detto’ non mi sembra il termine esatto, scusa, ma c’è qualcosa che non mi torna...perché l’altra mattina avevo avuto l’impressione che la pensassi diversamente’

‘Brian, accidenti, che devo dirti? Hai ragione, ma poi ci ho pensato e ho capito che era stata un’enorme cazzata, ok?’.

Il ragazzo restò a fissarla senza parlare: cazzo, quella frase faceva veramente male.

‘Ascolta...’ riprese lei, cercando di usare un tono più tranquillo ‘Dopodomani ritorni in California... ed io resto qui... non avrebbe senso...io non voglio una storia così...per cui è meglio mettere le cose in chiaro da subito’

‘Katie...’

‘No, Brian, lascia perdere...’ lo interruppe lei ‘Quello che è successo... è stato un errore, non doveva succedere è so che è soprattutto colpa mia...ero sconvolta per quello che era successo e mi sono lasciata un po’ troppo andare...tutto qui’ continuò, senza però riuscire a guardare in faccia Brian, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.

Si aspettava che il ragazzo se ne andasse, santo cielo, era riuscita a ferire se stessa con quelle parole, poteva solo immaginare quanto male avessero fatto a lui.

Invece dopo qualche istante sentì la mano di Brian sollevarle il mento e si ritrovò a fissare il ragazzo negli occhi.

‘Adesso ripetilo...’ le disse lui ‘Ma per favore abbi almeno il coraggio di guardarmi in faccia’.

‘Brian... cazzo, perché devi rendere tutto più difficile?’ rispose lei, allontanandosi da lui prima che le venisse in mente di mandare al diavolo tutte le sue ragioni e baciarlo.

Che poi era esattamente l’unica cosa che avrebbe davvero voluto fare.

‘Non sono io che sto rendendo le cose difficili, sei tu che le stai semplificando troppo’ ribatté lui.

‘Io semplifico troppo? Accidenti, guarda le cose per quello che sono! Io resto qui, tu torni in California a fare la rockstar, circondato da fottutissime groupies... io non ce la faccio nemmeno ad immaginare di passare le giornate preoccupandomi del fatto che tu possa decidere di consolarti della mia assenza con qualcun’altra, cazzo! E prima di dire qualunque cosa, voglio ricordarti che non sei stato esattamente un santo fino all’altro ieri...’

‘Beh, grazie della fiducia, cazzo! Ok, non sono un santo, ma per l’amor del cielo Katie, vuoi concedermi il beneficio del dubbio?’

‘Ma è questo il punto! Io posso concederti il beneficio del dubbio se abiti a venti minuti da casa mia, non se sei a migliaia di chilometri! Cazzo Brian, non è difficile! E poi dove ci porterebbe una storia del genere? Io non voglio passare la vita intrappolata in una storia senza futuro, senza prospettive!’.

Brian non sapeva cosa rispondere, perché su quel punto Katie aveva maledettamente ragione: poteva veramente sforzarsi e restarle fedele, poteva davvero fare tutto quello che era in suo potere per tornare a Toronto il più possibile...ma finché vivevano a migliaia di chilometri di distanza, di prospettive concrete non ne esistevano.

‘Vai via Brian...’ disse lei, tenendo sempre lo sguardo basso per evitare di vedere l’espressione sul volto del ragazzo ‘Per favore...vai via’.

Ci fu qualche attimo di silenzio, poi Katie sentì la porta di ingresso sbattere e Brian non c’era più.

Raggiunse il divano, raggomitolandosi in un angolo e sobbalzò quando, qualche istante dopo, sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla.

Si voltò e si trovò davanti Matt: evidentemente non era uscito come lei credeva e sicuramente aveva sentito tutto.

‘Sono stata...orribile...’ gli disse lei, mentre le lacrime cominciavano a scorrerle sul volto, nonostante stesse facendo di tutto per trattenerle.

‘Ehy...vedrai che gli passerà...’ disse Matt, abbracciandola: in realtà non ne era così convinto, sapeva che normalmente Brian impiegava poco più di mezz’ora per buttare una ragazza nel dimenticatoio, ma aveva parlato con Zack il giorno prima e aveva l’impressione che questa volta la situazione fosse leggermente più complicata.

Questo però Katie non aveva bisogno di saperlo.

‘Tu non hai visto come mi ha guardato Matt... mi odia, mi odia...e anche se è la cosa migliore, non riesco a... a sopportarlo...’

‘Katie, sono certo che non ti odia... te l’ho detto, vedrai che gli passa...’

‘Però ora è andato tutto a puttane... non tornerà più come prima...’.

Matt non poté negarlo, perché sapeva che era così: sicuramente Brian avrebbe in qualche modo superato la cosa, sicuramente lo avrebbe fatto anche Katie, ma di sicuro le cose fra loro due non potevano tornare come erano prima di quella notte.

 

I know it’s hurting you,

But it’s killing me

(Avenged Sevenfold, Unholy Confessions)

 

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Zack bussò alla porta di Brian più o meno per la ventesima volta quel pomeriggio.

Da quando era tornato da casa di Katie, Gates si era chiuso là dentro e ignorava qualsiasi tentativo di contattarlo, aveva spento il cellulare, il telefono della stanza era staccato e fingeva di non sentire chiunque bussasse.

Aveva deciso che se non gli avesse aperto nemmeno stavolta, sarebbe andato alla reception e si sarebbe inventato una scusa per farsi aprire.

Probabilmente Brian lo avrebbe odiato per questo, ma erano passate quasi cinque ore e Zack conosceva abbastanza bene l’amico da temere che avesse fatto fuori l’intero contenuto del frigobar, quindi l’idea di saperlo da solo, depresso e ubriaco in una camera al terzo piano di un hotel non lo faceva stare esattamente tranquillo.

Inoltre, aveva parlato con Matt, che senza scendere troppo nei dettagli gli aveva fatto capire cos’era successo con Katie, per cui non era il solo ad essere preoccupato.

In realtà, tutti e quattro erano piuttosto in ansia.

Dopo un minuto buono non aveva ancora ricevuto risposta, per cui bussò un’altra volta.

‘Brian, guarda che lo so che sei lì dentro, cazzo...ora, o apri questa fottutissima porta, oppure giuro che vado alla reception e li convinco ad entrare con la forza... e sai benissimo che lo farò!’ lo minacciò Zack.

Dalla camera non giunse nessun segno di vita, ma dopo qualche minuto il ragazzo sentì scattare la serratura, la porta si aprì e si trovò davanti al Brian più depresso che gli fosse mai capitato di vedere.

Peggio di quello che pensava, decisamente.

Tuttavia, contrariamente a quello che aveva previsto, il ragazzo sembrava perfettamente sobrio, ma non era sicuro che questo potesse essere considerato un buon segno.

‘Entra’ gli disse Brian, dirigendosi di nuovo verso il letto, dove aveva passato più o meno tutto il pomeriggio.

‘Come va?’ chiese Zack: sapeva che era una domanda stupida, ma bisognava pure iniziarla in qualche modo quella conversazione.

Brian alzò un sopracciglio, osservando l’amico.

‘Secondo te?’ gli chiese infine.

‘Ok, lasciamo perdere...’ concesse Zack ‘Posso almeno chiederti che hai combinato qui dentro tutto il pomeriggio? Eravamo tutti preoccupati, accidenti a te...’

‘In realtà nulla... ho preso in considerazione il frigobar, ma non sarebbe servito a nulla, quindi ho semplicemente cercato di spegnere il cervello per qualche ora...e dai Zack, cosa pensavi, che avrei fatto qualche cazzata?’.

Sì, avrebbe voluto rispondere l’altro, ma si limitò a scrollare le spalle.

‘Ora che pensi di fare?’ chiese Zack, pensando che quella domanda era abbastanza ricorrente da due giorni a quella parte.

‘Torno a casa’ disse Brian ‘Stasera’ aggiunse poi.

‘Cosa?’ chiese l’altro, sorpreso.

‘Ho già chiamato l’aeroporto, sono riusciti ad anticiparmi il volo, quindi levo le tende’

‘Sei sicuro?’

‘Sì...mi dispiace, ma non ce la faccio a restare qui...non mi rende le cose più facili...santo cielo, dovrei odiarla per tutto quello che mi ha detto...ma proprio non ci riesco... quindi l’unico modo per evitare di farmi del male è allontanarmi da qui il prima possibile’.

Zack annuì: il ragionamento dell’amico non faceva una piega.

‘Ok... però promettimi solennemente che non farai cazzate una volta in California’

‘Va bene mamma...’ ribatté Brian, riuscendo persino a fare un sorriso divertito.

‘Cretino...’

‘Sul serio Zack... non dico che sarò l’immagine della felicità, ma non ho alcuna intenzione di fare idiozie, ok?’

‘Ok, mi fido Gates...’ rispose l’altro ‘Pensi di dirlo agli altri o di sparire senza dire nulla?’

‘Ammetto che sarebbe molto spettacolare...ma credo che glielo dirò di persona... dove sono?’

‘Credo siano tutti giù a chiedersi se ti ho trovato impiccato in camera...’

‘Molto simpatico Vengeance...’ scherzò Brian, dirigendosi verso la porta, seguito dall’amico.

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Quando Matt tornò a casa di Katie, più tardi quella sera, sentì un delizioso profumino di cibo nell’aria.

‘Sorellina, tu mi stai viziando...e non sarà per niente facile tornare alla vita normale...’ le disse lui, entrando in cucina e sedendosi al tavolo.

‘Sciocchezze, Val cucina benissimo e lo sai’ ribatté lei.

‘Sì, ok... però non dirglielo, ma tu sei meglio’

‘Vedrò di mantenere il segreto...’ rispose Katie, poi si fece seria ‘Senti...come... come sta?’ riuscì a chiedere a Matt.

Il ragazzo ci pensò un attimo, ma concluse che era inutile mentirle, lo avrebbe scoperto comunque.

‘È tornato in California’disse infine il ragazzo e vide chiaramente Katie cambiare espressione, anche se lei cercava di non darlo a vedere.

‘Ah...ok’

‘Katie, era l’unico modo che aveva per non starci peggio...ed è meglio per entrambi, visto come stanno le cose...’

‘Lo so...lo so, però...non lo so in realtà...è strano, ecco tutto’ rispose lei.

‘Stai bene?’

‘Sì...adesso devo solo dimenticarmi di questa storia e continuare come al solito... non dovrebbe essere difficile, in fondo ho un lavoro che mi tiene la testa abbastanza impegnata...’ disse lei, pur essendo la prima a non crederci.

‘Già...’ convenne lui, credendoci meno di lei ‘Beh...questa cena?’ chiese poi, cambiando discorso: era stufo di vedere sua sorella triste, se quello che voleva era dimenticare Brian, beh, era davvero spiacente per il suo amico, ma avrebbe fatto di tutto per aiutarla.

‘Matthew Charles Sanders, ti ricordo che in questo momento non sei M. Shadows, servito e riverito cantante degli Avenged Sevenfold, quindi prepara la tavola e forse, dico forse, avrai la tua razione di cibo’ disse lei, ridendo.

‘Agli ordini capo!’ disse lui, mettendosi sull’attenti, spostandosi prima che Katie lo colpisse con uno strofinaccio.

 

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Capitolo Nono:

The art of subconscious illusion

 

Due mesi dopo...

 

9 Giugno 2009

 

Katelyn entrò in casa, lasciò la borsa sul divano e corse in camera sua: quel giorno non aveva smesso di piovere un istante, lei era stata costretta a passare otto ore in giro per Toronto insieme alla signora Devinson, che aveva chiesto di nuovo aiuto all’agenzia per organizzare un party, per scegliere i maledetti fiori con cui addobbare la sala.

Risultato: aveva la sensazione che l’acqua le fosse penetrata fino nelle ossa.

Tremando come una foglia, tolse i vestiti bagnati e si infilò una tuta, poi prese dall’armadio una delle felpe della Vengeance University, che Zacky le forniva regolarmente, e la mise sopra la maglia della tuta, dopo di che si buttò sul letto e si infilò sotto il piumone.

Fu solo allora che se ne accorse.

La felpa che aveva preso non era una di quelle di Zacky.

Guardò il logo che si trovava in basso sulla destra: SG.

Era la felpa che Brian le aveva dato quella mattina, per nascondere la spallina strappata del suo vestito.

Sapeva che avrebbe dovuto toglierla immediatamente, non era quello che le serviva, ma non lo fece: nonostante fossero passati due mesi, le pareva di sentire ancora il profumo del ragazzo su quella felpa e le tornarono in mente tutte quelle sensazioni che cercava di chiudere nel retro della sua mente.

Le labbra di Brian sulle proprie, il contatto fra la sua pelle e quella del ragazzo, le sue mani, i suoi occhi, ogni cosa, ogni maledetto dettaglio tornò a proiettarsi nella sua testa come su uno schermo, nitido come se fosse appena successo.

Complimenti Katie, sei proprio brava a farti del male.

Due mesi passati nel tentativo di dimenticare quello che era successo con Brian, cercando di ignorare la tentazione di chiamarlo, aveva persino cancellato il numero del ragazzo dalla rubrica, anche se in realtà era inutile, visto che lo conosceva a memoria.

Due mesi di autocontrollo che stavano per essere mandati in fumo da una felpa dimenticata nell’armadio.

Sentì una lacrima scenderle sulla guancia e se l’asciugò con la manica della felpa.

La verità era che Brian le mancava da morire, ogni singolo giorno, per quanto fosse impegnata, si ritrovava a chiedersi se non avesse fatto un colossale errore, anche se la risposta la sapeva: aveva fatto la cosa giusta, vivevano a migliaia di chilometri di distanza, non avrebbe mai potuto funzionare.

Allora perché ogni tanto aveva la tentazione di prenotare il primo volo disponibile per la California?

Perché non riusciva nemmeno a guardare un altro ragazzo senza che le venisse in mente Brian?

Perché non faceva altro che sognare quella maledetta, bellissima notte?

Perché si sentiva impazzire al solo pensiero che mentre lei stava da sola a tormentarsi con tutte quelle domande magari lui stava con un’altra?

Troppe domande.

Sua madre diceva sempre che, quando c’erano così tante domande, qualcosa era sbagliato.

Nascose la testa sotto il cuscino, inspirando ancora una volta il profumo della felpa, nonostante sapesse ancora prima di farlo che sarebbe stata una pessima idea: voleva solo trovare un modo di dimenticare Brian, avrebbe venduto l’anima al diavolo per poter dimenticare il suo volto, i suoi occhi e la sensazione di essere fra le sue braccia, ma sapeva benissimo che, per quanto ci provasse, non ci sarebbe riuscita.

 

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Una settimana dopo...

 

16 Giugno 2009

 

Matt stava letteralmente strisciando dalla cucina al divano.

Era stata una giornata a dir poco massacrante, se fosse andata avanti così, la preparazione di quel nuovo album lo avrebbe ucciso.

Aprì la birra che aveva preso dal frigo e ne bevve un sorso, pensando che era la cosa migliore della giornata.

Imprecò sentendo squillare il suo cellulare, lo aveva dimenticato in cucina, accidenti a lui.

Andò a prenderlo e tornò verso il divano, lanciandovisi sopra, poi rispose.

‘Hey, Matt!’

‘Principessa! Come va?’

‘Bene...abbastanza bene...tu?’

‘Sono al limite...questo nuovo album farà meglio ad essere un successo incredibile, perché mi sta letteralmente prosciugando delle mie forze vitali...’

‘Sono certa che lo sarà, fratellone... senti... posso farti una domanda?’

‘Quello che vuoi, principessa’

‘Quanto credi che mi voglia bene Val?’.

Matt fissò per un istante il telefono, confuso: eh?

‘Scusa Katie?’

‘Ho detto: quanto credi che mi voglia bene Val?’

‘No, ho capito, intendevo...perché?’

‘Vuoi rispondermi?’ insistette lei.

‘Beh...Val ti adora, lo sai Katie...’ rispose lui, sempre più perplesso.

‘E credi che continuerebbe a volermi bene se io ti chiedessi di ospitarmi per qualche tempo e quindi vi togliessi un po’ di privacy?’.

Ok, a questo punto Matt era veramente confuso.

‘Un po’ quanto?’

‘Finché non trovo un appartamento con un affitto che non sia un furto, direi...il che potrebbe succedere molto presto, oppure no...’

‘Katie... sto cominciando ad essere parecchio confuso...’

‘Mi sono licenziata...’ iniziò Katie ‘Ho... ho deciso di tornare ad Huntington...io...’

‘Brian?’ chiese Matt.

‘Già...oddio, soprattutto Brian... che probabilmente ora mi odia, ma comunque... non lo so, è come se improvvisamente mi fossi resa conto che mi mancava troppo la mia vita ad Huntington...non ce la facevo più, ecco’

‘Katie... tu adoravi il tuo lavoro...’

‘Hai ragione, ma non mi bastava più Matt...quel lavoro stava diventando tutta la mia vita, ed io non voglio diventare una di quelle persone per cui esiste solo il lavoro... voglio essere felice e per farlo ho bisogno del mio fratellone e dei miei amici... e se ci sarà anche Brian, ben venga, in ogni caso sarò molto più felice in California che a Toronto, da sola’.

Matt era più che sorpreso: questa proprio non  se la sarebbe mai aspettata... ma era al settimo cielo all’idea di riavere sua sorella a pochi minuti di strada.

‘Ok principessa, se è quello che vuoi, hai tutto il mio supporto...quando parti?’

‘Veramente sono fuori dal tuo cancello...’ disse lei.

Matt riattaccò, si alzò in piedi e aprì la porta di ingresso.

Dall’altra parte del cancello c’era la sua sorellina che gli sorrideva, salutandolo con la mano.

Andò ad aprirle e l’abbracciò, non potendo fare a meno di notare che indossava una felpa di Brian.

‘Da quando in qua sei diventata una fan delle improvvisate?’ chiese lui, mentre le dava una mano a portare dentro i bagagli.

‘Mi sono sempre piaciute le sorprese, Shads...’

‘Beh, questa è una signora sorpresa, lasciatelo dire...sei proprio sicura?’

‘Sì... ci ho pensato bene, e ho concluso che era l’unica cosa logica da fare...e poi stavo cominciando ad averne abbastanza della pioggia...’ aggiunse lei, ridendo e facendo ridere anche Matt.

‘Bene... adesso immagino che vorrai andare a fare visita ad un certo chitarrista...’ disse il ragazzo.

Katie non poté fare a meno di arrossire: in realtà avrebbe voluto correre a far visita a un certo chitarrista.

‘Muoviti, dai...tanto ne avremo di tempo per chiacchierare... dubito che troverai un affitto onesto entro poco...’ scherzò lui ‘E poi mi manca il Gates idiota...quindi per favore, riportalo indietro... io e Zacky non abbiamo più nessuno con cui divertirci e stiamo iniziando a soffrire di depressione’ aggiunse poi, dandole un buffetto sulla guancia.

‘Ok... ti adoro Matty!’ disse lei, abbracciandolo.

‘Ti adoro anch’io principessa... ma non chiamarmi mai più Matty...’ disse lui, facendola ridere.

‘Ci penserò...’ scherzò lei, prima di uscire di casa: Brian non abitava molto lontano e una bella passeggiata l’avrebbe aiutata a scaricare un po’ di nervosismo.

 

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Brian benedisse chiunque avesse inventato la birra.

Dopo una giornata come quella, non c’era nulla di meglio di una bella birra ghiacciata.

Certo, non che lavorare come uno schiavo gli dispiacesse in quel periodo, almeno evitava certi pensieri riguardo ad una certa sorella di un certo cantante.

E poi arrivava la sua amica birra che gli annebbiava il cervello quel che bastava per continuare a non pensarci.

O comunque, per non pensarci troppo, perché dire che non pensava a Katie sarebbe stato ipocrita.

Mandò giù un altro sorso di birra, lasciandosi cadere sul divano.

Ok, in realtà pensava a Katie molto più spesso di quanto non desse a vedere, ma cercava di dissimulare per evitare le domande di Zack.

Nei giorni appena dopo il suo rientro in California aveva cercato di autoconvincersi che lui poteva dimenticare Katie, accidenti, era stata una notte, cosa ci voleva?

Non appena gli altri erano tornati, avevano ripreso ad uscire tutti insieme la sera e Brian si era detto che avrebbe trovato qualche altra ragazza con cui divertirsi un po’ e scacciare il pensiero di Katie.

Peccato che, dopo due mesi, di ragazze da casa sua ne fossero passate poche, e si trattava di Gena, Leana e Valary, quindi, in definitiva, non si era divertito con nessuna, e questo non perché gli fossero mancate le occasioni, ma piuttosto perché non aveva voluto coglierle.

Patetico, davvero patetico: Katie gli aveva praticamente dato del playboy senza sentimenti e lui continuava a volere solo lei.

Più che patetico, la parola giusta era ‘idiota’.

Sentì suonare il campanello e per un attimo fu tentato di ignorarlo: alzarsi dal divano era l’ultima cosa che le sue gambe desideravano fare in quel momento, ma se si fosse trattato di Zack poi avrebbe dovuto fornire delle spiegazioni e la prospettiva era poco invitante, quindi si alzò e si diresse verso la porta.

Ecco, questa proprio non se l’aspettava.

‘Katie?’ chiese lui, incredulo.

‘Già...’ rispose lei, tenendo lo sguardo basso.

Ok, questa proprio non la stava capendo.

‘Cos’è, sei venuta a controllare di persona il mio giro di groupies?’ commentò lui, più acido di quanto avrebbe voluto: ognuno aveva i propri meccanismi di difesa d’altronde, il suo era quello di diventare incredibilmente sgradevole.

Katie sorrise, alzando per un istante lo sguardo sul ragazzo.

‘Questa me la sono meritata...’ disse lei ‘Comunque, no... in realtà sono qui per chiederti scusa’.

‘...Eh?’ chiese il ragazzo, sempre più stupito.

‘Non che io abbia cambiato idea sulle relazioni a distanza...quello che ho detto lo pensavo davvero... però avrei potuto evitare...sì, beh, di dirlo come l’ho detto, ecco’.

Brian annuì quasi meccanicamente: non riusciva a formulare nemmeno una parola coerente, lei si stava scusando ed era esattamente l’ultima cosa che si sarebbe aspettato.

Ora restava solo da capire perché fosse venuta di persona quando avrebbe potuto tranquillamente sollevare la cornetta e chiamarlo al telefono.

‘Ci sarebbe un’altra cosa...’ riprese lei, quasi gli avesse letto nel pensiero.

‘Sarebbe?’ chiese lui, ancora sulla difensiva: meglio non rischiare un’altra scottatura.

‘Ecco...’ iniziò esitando lei: ora non le sembrava più una grande idea, ma doveva andare fino in fondo ‘Tanto prima o poi lo sapresti...diciamo che... mi sono licenziata e sono tornata a stare qui’

‘...Cosa?’

‘Sì, beh...adesso sto da Matt, quindi ho pensato di dirtelo prima che lo scoprissi da qualcun’altro...’.

Di nuovo il chitarrista annuì, sentendosi un completo idiota, ma proprio non gli riusciva di fare altro.

‘Beh...tutto qui...scusa se ti ho disturbato...ci... ci si vede...’ disse infine lei, facendogli un cenno di saluto e voltandosi per andarsene.

‘E no Katie, non te ne vai così, fossi pazzo’ pensò Brian.

Andò dietro alla ragazza, la prese per un braccio, facendola sobbalzare per lo spavento, non lo aveva sentito arrivare, poi senza dire nulla la riportò verso la casa.

La fece entrare e una volta richiusa la porta fece l’unica cosa che in quel momento gli pareva logica: la bloccò contro l’ingresso e la baciò.

La ragazza non si fece pregare: aveva veramente temuto di averlo definitivamente perso quando aveva visto che la stava lasciando andare via e ora si sentiva talmente sollevata che avrebbe potuto galleggiare in aria.

Brian la sentì ricambiare il bacio e circondargli il collo con le braccia e non ci capì più nulla.

La portò verso il divano, facendola sdraiare e mettendosi sopra di lei.

Katie si morse il labbro, sentendo il sapore di nicotina e birra lasciato dalle labbra del ragazzo e sussultò sentendo la mano di Brian sotto la felpa mentre lui le baciava il collo.

Improvvisamente però il ragazzo si fermò e, lasciando la mano dove si trovava, portò il viso all’altezza di quello della ragazza e la fissò.

‘Quindi...’ iniziò lui ‘Fammi capire...tu ti sei licenziata...sei tornata in California...così, di punto in bianco’.

Katie annuì, chiedendosi dove volesse arrivare.

‘E di grazia...perché?’ chiese lui.

Katie non poté trattenere un sorriso divertito: Matt aveva proprio ragione, Gates era una gran carogna.

‘Vuoi proprio sentirtelo dire, vero?’ chiese lei.

‘Oh, sì...’ rispose lui,sorridendo maleficamente.

‘E se io non volessi farlo?’ lo provocò lei.

‘In questo caso...’ ribatté lui, spostando la mano da sotto la felpa di Katie, con grande disappunto della ragazza ‘Spiacente, niente gratifica al mio ego, niente da me’ terminò lui, sfoggiando un sorrisetto insopportabilmente vittorioso... e molto ipocrita, volendo essere completamente sinceri.

‘Mmh...ok, come ti pare’ replicò lei, fingendo che non gliene importasse nulla.

Per tutta risposta, Brian abbassò il volto e sfiorò le labbra di Katie con le proprie, poi scese lungo la guancia della ragazza, fino ad arrivare con la bocca sul suo orecchio.

‘Sai Katie...’ disse lui, mentre lei tratteneva un gemito sentendo la bocca del ragazzo baciarle il lobo ‘Non sei molto credibile finché tieni le mani nelle tasche posteriori dei miei pantaloni...’.

Katie spostò immediatamente le mani, imbarazzata: quando ci si metteva, Brian sapeva diventare incredibilmente odioso.

Senza contare che stava per farla impazzire, ma probabilmente era proprio quello che voleva.

‘Brian Elwin Haner Junior... in questo momento sei la creatura più odiosa sulla faccia della terra’ disse lei.

‘Quindi?’ continuò lui, ignorandola.

Katie scosse la testa: sapeva che alla fine avrebbe ceduto, se non altro per esasperazione, ma voleva giocare ancora un po’.

‘Ok, se la metti così...’ disse lui, facendo per alzarsi: beccati questa, Sanders.

‘E va bene, e va bene!’ disse lei, afferrandolo per la maglietta e riportandolo dov’era un istante prima, cercando di ignorare il sorrisetto vittorioso sul volto del ragazzo ‘Perché mi mancavi, ok? Sono tornata perché mi mancavi, contento adesso?’

‘Decisamente...’ disse lui ‘A proposito, bella felpa’ commentò, mentre faceva scendere la zip.

‘Sì... me la sono trovata nell’armadio, sai...’ disse lei, sorridendo: se solo Brian avesse saputo che era grazie a quella felpa che aveva deciso di tornare in California, forse non l’avrebbe lanciata così poco delicatamente sul pavimento, ma decise che quella storia gliel’avrebbe raccontata più tardi.

Ora l’unica cosa che le interessava erano le labbra del ragazzo sulle sue, il resto poteva aspettare.

 

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Katie fu svegliata da un suono soffocato, qualcosa di simile ad un cellulare, che però smise dopo pochi istanti.

Aprì un occhio e vide che effettivamente si trattava del cellulare di Brian e sentì il ragazzo che cercava di parlare sotto voce, ma lei era abbastanza vicina e sentiva tutto.

‘Vee, ascolta non è il momento... cazzo, ti ho detto di no!’.

Alla ragazza venne da ridere: evidentemente Matt aveva diffuso la notizia del suo ritorno.

Brian si accorse che era sveglia e alzò gli occhi al cielo, indicando il telefono.

Lei gli fece segno di passarlo a lei e lui eseguì, curioso di vedere cos’avesse in mente.

‘Cazzo Gates, è una domanda semplice: sì o no?’

‘Sì o no cosa?’ chiese Katie, trattenendo a stento una risata.

‘Oh mer... cioè, ciao Katie, come va? Che bello che sei tornata sgorbietto!’

‘Non hai risposto alla mia domanda: sì o no cosa, Zacky?’

‘Io...ehm...oh, scusa, Gena mi sta chiamando, devo scappare, ci vediamo!’ disse il ragazzo, chiudendo rapidamente la chiamata.

Katie scoppiò a ridere e passò il telefono a Brian, che lo rimise sul comodino, poi si chinò su di lei e la baciò.

‘Ciao’ sussurrò lui, abbracciandola.

‘Ciao’ rispose lei, ben felice di stare fra le sue braccia.

‘Come lo hai liquidato, per curiosità?’ chiese, riferendosi a Zack.

‘A dire il vero mi ha liquidato lui... sì o no cosa, Gates?’

‘Non ne ho la più pallida idea’ rispose lui, angelico.

‘Bugiardo...’ disse lei, prima di baciarlo di nuovo: cielo, era peggio di una droga.

‘La tua mancanza di fiducia potrebbe anche offendermi...’ osservò lui, facendole scorrere la mano sulla schiena.

‘Vuoi forse negare che tu sai benissimo di cosa stesse parlando Vee?’ chiese lei.

Il ragazzo fece per rispondere, ma fu interrotto dallo squillo del cellulare di Katie.

‘Salvato dal cellulare...’ gli disse lei, prima di rispondere ‘Matt?’

‘Niente dettagli, solo sì o no: sei da Brian?’

‘Sì’ rispose lei, ridacchiando.

‘Tutto ok?’

‘Sì...’ disse di nuovo lei, non potendo trattenere una certa enfasi sulla risposta.

‘Ecco, del tono enfatico facevo volentieri a meno...ok, giusto per sapere se eri ancora viva...a dopo!’

‘A dopo!’ replicò lei, riattaccando.

‘Matt?’ chiese lui.

‘Già... in effetti avrei anche potuto fargli una chiamata ieri...’ disse lei, facendo per alzarsi.

‘Ehy, ehy, dove credi di andare?’ protestò lui, prendendola per i fianchi e portandola di nuovo vicino a sé.

‘Vediamo...in bagno?’

‘Nemmeno per sogno...l’ultima volta che ti ho lasciata andare in bagno poi ho dovuto aspettare due mesi per rivederti...’ si lamentò lui e Katie si voltò a guardarlo divertita.

‘Brian... ho mollato il mio lavoro e sono tornata in California col primo volo utile... vivo a casa di mio fratello perché non ho nemmeno cercato un posto dove stare e sono anche senza lavoro... e l’ho fatto perché mi mancavi...secondo te ho intenzione di sparire di nuovo?’ chiese lei.

‘Meglio non rischiare’ insistette lui, dandole un bacio sulla fronte.

‘Gates, sei passato dall’essere la creatura più odiosa del mondo alla più tenera’ disse lei, cercando per l’ennesima volta le sue labbra ‘Adesso però, ti prego, lasciami andare un secondo in bagno, ok?’

‘Uff...e va bene...’ concesse lui, lasciandola andare.

‘Brian...dove sono i miei vestiti?’ chiese lei, guardandosi intorno.

‘Credo che siano rimasti in salotto...’ rispose lui.

‘In questo caso vedrò di arrangiarmi’ disse lei, prendendo una felpa che stava appoggiata sul mobile di fronte al letto.

‘Ehy, la smetti di fregare le mie felpe?’ protestò lui, ridendo.

‘Non credo proprio...sai che se le rivendo su E-Bay me le pagano una fortuna?’ scherzò lei, mentre lui scuoteva la testa: Katie era sempre la solita.

Ed era esattamente per quel motivo che aveva tutte le intenzioni di non farsela più scappare.

 

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Epilogo:

Until the end...

 

7 Luglio 2009

 

‘Katie...non vorrei metterti fretta, ma siamo in ritardo...e non è carino essere in ritardo alla propria festa di compleanno...’ urlò Brian a Katie, che era al piano di sopra a cambiarsi.

‘Cinque minuti, ho quasi finito!’.

Il ragazzo sospirò e si lasciò cadere sul divano: era mezz’ora che diceva che avrebbe finito in cinque minuti, quella storia avrebbe potuto andare avanti all’infinito.

Accese la televisione, tanto valeva mettersi l’anima in pace e trovare un modo per passare il tempo.

Trovò uno speciale sui Metallica su MTV e proprio mentre James Hetfield era intento a spiegare come era nata l’attuale formazione del gruppo, Brian sentì chiudersi la porta delle scale, allora spense la tv e alzò gli occhi verso dove avrebbe dovuto trovarsi Katie.

Oh mio Dio.

La sua mente registrò solo pochi dettagli, ma più che sufficienti per mandargli il cervello in tilt: vestito, gambe, scollatura, attillato.

‘Brian?’ chiese lei, vedendolo letteralmente boccheggiare e trattenendo a stento un sorriso soddisfatto: aveva fatto bingo.

‘Eh? Cosa? Sì...’ disse lui, rendendosi conto che quello che aveva appena detto non aveva alcun senso e sollevando il cappello dagli occhi per concedersi una visuale migliore.

‘Beh, che ne dici?’ disse lei, riferendosi al vestito e facendo un giro su se stessa.

‘Dico...’ iniziò lui, prendendola per un braccio e facendola sedere sulle sue gambe ‘Dico...wow!’

‘Sono contenta che ti piaccia... ho fatto girare a Zacky tutti i negozi della città, a fine giornata mi odiava, credo...’

‘Che c’entra Vee?’ chiese lui, incuriosito.

‘Avevo bisogno di un parere maschile per scegliere il vestito giusto...escludendo te che sei il festeggiato e mio fratello per ovvi motivi, mi restava solo Vee in quanto più affine a te...’

‘Cioè... tu mi stai dicendo che Vee ti ha visto con questo addosso?’ chiese Brian.

‘Ovviamente’

‘Ti rendi conto che dovrò cavargli gli occhi per questo?’.

Katie si mise a ridere, dandogli un bacio sulla guancia.

‘Sai che ti adoro quando fai il geloso?’ gli sussurrò, appoggiando la testa sulla sua spalla.

‘E sfortunatamente per me, con te è un lavoro a tempo pieno...’ disse lui, che non era esattamente contento dei commenti che giravano su di lei fra i membri della crew, anche se in realtà sapeva che il più delle volte erano fatti appositamente per divertirsi un po’ alle sue spalle.

E comunque c’era Matt che lo aiutava a metterli a tacere alla svelta.

‘Quindi ti piace il vestito?’ chiese conferma lei.

‘Se mi piace? Mi piace talmente tanto che  te lo toglierei...’ disse lui, mentre un sorrisetto malizioso appariva sul suo volto ‘Ma solo per evitare che si rovini, sia chiaro...’ aggiunse poi, facendo sorridere Katie.

‘Certo... solo per quello...’ commentò ironicamente lei.

‘Insomma, è o non è uno dei miei regali di compleanno? Io ci tengo all’integrità dei miei regali...’ disse lui, risalendo con una mano dal ginocchio lungo la gamba di Katie.

‘Ma non eravamo in ritardo?’ chiese lei, dandogli un bacio sul collo.

‘Minuto più, minuto meno, che vuoi che sia ormai...’ rispose lui, alzandole il viso per baciarla, mentre lei gli circondava il collo con le braccia.

‘No, cazzo, no, questa non volevo vederla!’.

Katie e Brian interruppero quello che stavano facendo e quando si voltarono verso l’ingresso fecero appena in tempo a vedere Matt che scompariva in cucina, coprendosi gli occhi come se avesse appena visto il diavolo in persona.

La ragazza scoppiò a ridere e anche Brian non poté trattenere una risatina.

‘Così impari ad entrare in casa mia senza suonare, fratellone!’ gli urlò lei, alzandosi in piedi e sistemandosi il vestito: da quando aveva dato le chiavi del suo nuovo appartamento a Matt, il ragazzo aveva il vizio di fare delle improvvisate e Katie aveva il sospetto che il fatto che uscisse con Brian fosse strettamente legato alla cosa.

‘Ma che ci fate qui voi?’ chiese Brian, rivoltò agli altri tre, seccato: in fondo lo avevano interrotto proprio sul più bello.

‘Sai com’è, ci sentivamo abbandonati dal festeggiato e siamo venuti a vedere che fine avessi fatto...’ spiegò Jimmy.

‘Anche se in realtà un’idea ce l’avevamo...’ commentò Zack, ridacchiando.

‘Chiudi il fottuto becco Vee!’ gli urlò Matt dalla cucina.

‘A proposito Vengeance...’ iniziò Brian, avanzando verso l’amico e guardandolo talmente male che il chitarrista fece un passo indietro ‘Ho saputo che hai fatto da consulente per l’acquisto del mio vestito di compleanno...’ continuò Brian.

‘Sì... ma me lo ha chiesto lei!’ si difese lui, spaventato sia da Brian, sia da Matt, che in quel momento era rientrato in salotto e, dopo aver visto bene il vestito della sorella, lo stava incenerendo con lo sguardo.

‘Ed è l’unico motivo per cui ti posso perdonare...ma stasera vedi di tenere gli occhi a posto, chiaro?’ disse Brian, cercando di non scoppiare a ridere davanti alla faccia dell’amico: era letteralmente terrorizzato.

‘Certo Gates...e comunque c’è  Gena, i miei occhi avranno altro da fare...senza offesa, Katie’ aggiunse, rivolto all’amica.

‘Nessun problema Vengeance’ rispose lei, ridendo.

‘Beh, vogliamo andare o no a festeggiare il mio compleanno?’ disse Brian, dando una pacca sulle spalle a Zack.

‘Andiamo!’ rispose l’altro, dandogli un pugno sul braccio in risposta.

I ragazzi uscirono e si diressero verso le proprie auto, mentre Brian rimase indietro ad aspettare che Katie chiudesse la porta.

‘Comunque...’ disse lui, cingendole la vita col braccio mentre si dirigevano verso la macchina del ragazzo ‘Io e quel vestito abbiamo un conto in sospeso’ sentenziò Brian, aprendole la portiera del passeggero.

‘Vorrà dire che dopo la festa riprenderete il discorso...’ rispose lei, dandogli un bacio prima di salire in macchina.

‘Assolutamente’ acconsentì lui, chiudendole la portiera e dirigendosi al lato del guidatore.

‘Ah, Brian?’ disse lei, bloccandolo prima che potesse mettere in moto.

‘Cosa?’ chiese lui, voltandosi verso di lei.

‘Buon compleanno’ rispose Katie, prima di baciarlo.

Il ragazzo sorrise, mentre rispondeva al bacio: ecco perché adorava Katie.

Entrambi sobbalzarono sentendo un clacson suonare dietro di loro e, voltandosi, videro la macchina di Matt ferma dietro la loro come un’ombra.

Katie scoppiò a ridere, tornando a sistemarsi sul sedile del passeggero, mentre Brian mise in moto, facendo cenno con la mano all’amico che aveva capito l’antifona e alzando gli occhi al cielo: ora aveva due conti in sospeso con Katie, e aveva tutte le intenzioni di regolarli al più presto.

In fondo era o non era il suo compleanno?

 

The end

 

Ciao a tutti!

Questa storia era stata completata un mesetto fa circa, motivo per cui ho deciso di portare a termine la pubblicazione, nonostante gli eventi recenti che, credo, tutti conosciate alla perfezione.

The Rev ci ha lasciato... troppo presto e troppo improvvisamente... ed al momento tutte le idee che già avevo in testa per altre storie suonano sbagliate, quindi non credo vedranno la luce tanto presto, se mai la vedranno.

 

Goodbye Rev… I hope in Afterlife you’ll find A Little Piece Of Heaven

 

Gone, but never forgotten

 

Grazie a tutti quelli che hanno recensito, hollerbaby, LAdreamer, jessromance e Magical_Illusion.

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