Guilt and memory

di alex di gemini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Raptus ***
Capitolo 2: *** una telefona di richiesta d'aiuto nella notte ***
Capitolo 3: *** L'abbraccio di un'amica ***



Capitolo 1
*** Raptus ***


Ritsuko Akagi sentì la rabbia scorrerle nelle vene come se fosse veleno, mentre, guardando il muro, diceva: “Sei solo una bambola, ecco ciò che penso di te… ma sono impressionata…sia il padre che il figlio sono avvinti attorno alle tue piccole dita

Rei Ayanami la guardò per un momento, poi, a sorpresa, rispose: “IO   io non sono una bambola”  poi proseguì quietamente “E’ vero che mi piace solo il comandante Ikari, ma non è lo stesso sentimento che lei prova per lui dottoressa Aka…”

 

Ritsuko esplose  e la furiosa espressione della sua faccia spaventò Rei.  Stringendo il laccio emostatico tra le mani Ritsuko caricò in avanti, avvolgendo la gomma attorno alla gola della ragazza e tirando senza pietà

 

Rei cercò di liberarsi tirando e intantò gorgogliò: “Hkn..”

 

Ritsuko fissò i denti stretti dela ragazza e provò soddisfazione nel vedere Rei soffocare, ma poi la furia l’abbandonò all’improvviso e lei lasciò la presa e permise alla ragazza di tornare a respirare

 

“Io…”  Ritsuko arretrò, dispiaciuta  “mi dispiace era solo uno scherzo”

 

Rei la guardò con gli occhi pieni sia d’innocenza che di saggezza e Ritsuko non trovò più scuse Aveva voluto, per un attimo, uccidere quella ragazza, semplicemente perché le aveva detto la pura verità  “E perché sono sorpresa del fatto che lei sappia tutto? – si chiese- io non sono certo stata molto discreta”

 

“MI spiace- ripetè Ritsuko – è che sono stata così occupata in questi giorni,  io..”  Rei la guardava, con una lacrima di dolore che le scendeva lungo la guancia  Con una grande, imprevedibile, gentilezza Ritsuko le disse: “NON dimenticare di badare a come parli, Rei”

 

“Si signora” rispose Rei quietamente

 

“Io sono l’unica che mantiene in vita il tuo corpo” Disse Ritsuko con una velata minaccia, considerando per la prima volta che quel lavoro avesse anche dei vantaggi”

 

Non appena Rei lasciò l’ambulatorio, la dottoressa si sedette, lasciando che la memoria si unisse a delle emozioni incomprensibili: “Perché l’hjo fatto? Come ho potuto perdere il controllo in questo modo? “  si chiedeva

 

SI alzò e tornò nel suo ufficio per sedersi alla scrivania, nell’oscurità “No, so esattamente perché”

 

LA gelosia è una bestia astuta, che attacca quando meno te lo aspetti Pur essendo insoddisfatta della sua relazione con Gendo, Ritsuko era comunque possessiva e provava gelosia verso chiunque avesse le sue attenzioni Il suo rapporto con Rei, ovviamente, era ancora più complicato di quanto non potesse sembrare

Per un verso Rei era, almeno in un certo senso, la figlia di Gendo  Lui badava a lei in maniera paterna, guidava la sua vita e tutelava i suoi interessi   Naturalmente solo Gendo, Fuyuzuki, Ritsuko e alcuni  tecnici sapevano che Rei era di fatto un clone di Yui Ikari, cresciuto in parte con il dna estratto dall’angelo controllato dalla Nerv, Lilith

Ritsuko si stava chiedendo: “Sono in competizione con una  per l’affetto del padre? O sto cercando di rubare il marito ad una moglie?”

“Dottoressa?”  Una voce la stava chiamando e, per Ritsuko, fu come se qualcuno avesse acceso la luce  Maya Ibuki era li, sulla porta. La giovane donna dai capelli bruni la stava guardando con sincera preoccupazione

“Mi chiedo che aspetto abbia” si disse la dottoressa alzandosi  “Mi spiace, ero immersa nei miei pensieri” disse mentre si aggiustava un po’ i vestiti

“Capisco” rispose Maya diplomaticamente  La magra giovane donna camminò in avanti insicura, tenendo la cartellina dei fogli come se fosse una protezione e domandò: “C’è qualcosa che io possa fare per lei?”

Ritsuko si sentì indispettita mentre rispose: “No, sto bene” e, dato che l’espressione di Maya no era molto convinta, aggiunse: “Solo alcuni problemi personali”

“Ah” rispose Maya chiaramente a disagio

“Aggiungere qualcun altro alla lista di chi sa che vado a letto con Gendo?” si chiese Ritsuko con amarezza, ma poi si limitò a chiedere, freddamente: “Hai bisogno di qualcosa?”

Maya impallidì visibilmente: “Dovevo solo consegnarle questi documenti”  Dopo averli passati si scusò e se ne andò, non certo tranquilla, lasciando Ritsuko di nuovo sola

“Non se lo meritava” pensò Ritsuko passandosi una mano stanca tra i capelli per ravvivarseli “Meglio che me ne vada da qui prima di fare altri danni”

Mentre lasciava la Nerv e se ne tornava a casa, provava uno strana sensazione come di non voler riposarsi, di voler fare ancora qualcosa, così, giunta in camera da letto, mise da parte il camice  e il vestito e passò in rassegna l’armadio, per trovare un bel vestito e scarpe alla moda. Un goccio di profumo, i capelli pettinati e si sentì pronta ad uscire, a sparire nella notte

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Capitolo 2
*** una telefona di richiesta d'aiuto nella notte ***


Più tardi quella sera, lo squillo di un telefono svegliò qualcuna che non dormiva profondamente….. Misato Katsuragi grugnì e, mezza addormentata cercò il telefono. Quando finalmente lo trovò, disse irritata: “Che c’è?”

Una voce rispose nervosamente “Maggiore? Qui è Shigeru Aoba”

“Ugh” rispose Misato alzandosi, con la croce di suo padre che le oscillava tra i seni “Un angelo ci attacca? Siamo in stato d’allerta?” domandò

 

“No, non è questo” rispose Shigeru

“Allora perché mi hai svegliato alle –Misato guardò la sveglia – all’una?!!!”

Shigeru sospirò: “Era lo stesso chiamare lei o Fuyuzuki ma, se avessi chiamato lui, lei sarebbe davvero finita nei guai”

“Lei chi?” domandò Misato mentre iniziava a vestirsi, senza nemmeno accorgersi della cicatrice sul suo petto

“E’ la dottoressa Akagi – Shigeru finalmente si spiegò – è in un bar qui in città e sono stra sicuro che è ubriaca marcia”

Misato si spaventò Sapeva infatti che, se Ritsuko si fosse lasciata sfuggire informazioni segrete mentre era ubriaca, avrebbe potuto finire con l’essere arrestata o addirittura giustiziata!!

Mentre continuava a vestirsi in fretta, domandò: “Così sei la e in che locale siete?”

“Siamo entrambi al Pink Flamingo – Aoba sembrava assai imbarazzato – nel quartiere di New Shinjuku Lo può raggiungere con..”

“Ci sono già stata – Misato finì di indossare una gonna e si mise la sua camicetta più pulita – puoi tenerla d’occhio finchè non arrivo?”

“Farò del mio meglio” promise Aoba

“Ok, arriverò quanto prima” disse Misato prima di riattaccare Uscì di corsa dalla stanza, fermandosi solo per lasciare un biglietto nel caso che Shinji o Asuka si fossero svegliati, poi si infilò le scarpe e usciì

“Ritsuko non è il tipo da fare certe cose –pensò   Misato mentre si fiondava in auto- mi chiedo cosa ci sia che no va”

Col suo tipico disinteresse per limiti di velocità e codice della strada, riuscì ad attraversare la città in pochi minuti, lasciando una lunga striscia di pneumatici innanzi al locale

Dentro la luce era debole e l’atmosfera fumosa, uomini e donne bevevano e parlavano con un’aria fatalista Chi viveva e lavorava a Neo Tokyo tre, infatti, doveva confrontarsi ogni giorno con la minaccia degli angeli e, in breve tempo, si trovarono tutti divisi tra due scuole di pensiero: alcuni divennero tenaci e pronti alla lotta, gli altri, al contrario, divennero depressi e pronti ad accettare il loro destino

Stasera- pensava Misato mentre si faceva strada tra gli avventori, sembra che siano tutti del  secondo tipo Una mano la prese per il braccio e lei si voltò solo per sospirare: “Sei tu Shigeru”

“Grazie per essere venuta- disse Shiugeru i cui capelli gli cadevano sulle spalle in maniera piuttosto scomposta Era molto divertente privo della sua uniforme, vestito in Jeans e  T-shirt

“Dov’è Ritsuko?” chiese  Misato sentendosi addosso gli occhi di tutti

“In quell’angolo li in fondo” Shigeru indicò col capo un angolo creato riservato, realizzato con piante e sedie “Si è già dovuta difendere da un artista del rimorchio”

Misato osservò l’ambiente e non potè fare a meno di notare: “E se fosse lei a voler essere rimorchiata?”

Shigeru la guardò negli occhi mentre rispose sconfortato: “Forse, ma con tutto quello che ha bevuto se ne pentirà certamente domattina”

Misato sospirò: “Si, hai ragione – gli diede una pacca sulla spalla – ci penso io ora e grazie per avermi chiamata”

Shigeru fece un piccolo sorriso: “Nessun problema”

L’odore di sigaretta e quello del vino erano mescolati nell’aria. Misato si avvicinò al tavolo mentre, allo stesso tempo, un altro tipo stava cercando di rimorchiare Ritsuko

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Capitolo 3
*** L'abbraccio di un'amica ***


E così anche questa FF si conclude, spero vi sia piaciuta

Scusa Aras se non ti ho risposto subito Sottiletta è il termine con cui,in un forum cui partecipo, chiamiamo i numeri in formato ridotto di eva, date appunto, le piccole dimensioni

“sai – le disse l’alto uomo dai capelli marroni, mentre le versava da bere – una bella ragazza come te non dovrebbe starsene da sola”

“Lei non è sola –disse Misato mentre lo prendeva per le spalle e si sedeva davanti a Ritsuko, in mezzo ai due – lei è con me”

Lui guardò di storto Misato, poi disse a Ritsuko: “Perché non mandi via la tua amica, ho un ottimo vino del 2000 in fresco con un’ottima cena, potremmo…”

“Vattene” sospirò Ritsuko mentre pigiava una sigaretta nel posacenere

Lui sorrise in maniera affascinante: “Non intenderai mica dire che…”

Misato gli pestò con forza il piede con il tacco del  suo stivaletto di cuoio “Non ti vuole e, prima che tu ci riprovi, sappi che ho un altro tacco e so dove metterlo in modo da farti molto male Hai capito?”

Non le disse una parola gentile mentre Misato alzò il tacco in modo da lasciarlo andare

“Niente male” disse Ritsuko con un sorriso da ubriaca mentre beveva dell’altro vino “ma che ci fai qua?”

Misato era tentata di strapparle di mano il bicchiere, ma guardando Ritsuko negli occhi capì che lei non lo avrebbe permesso, anche a costo di litigare “Qualcuno alla Nerv ti ha visto in difficoltà e ha pensato che avresti potuto aver bisogno di una mano per tornare a casa”

“Ah la Nerv, sospirò Ritsuko – è piena di gente che si preoccupa per gli altri”

“Non è da te fare così- disse Misato indicando i molti bicchieri vuoti sparsi sul tavolo- che sta succedendo?”

Ritsuko finì di bere posando il bicchiere sul tavolo con un rumore sordo

“Perché ci dovrebbe essere qualcosa che non va? – chiese guardando Misato negli occhi Forse dopo una dura giornata di lavoro in un posto in cui sto iniziando ad affondare, avevo bisogno di rilassarmi con un buon drink”

“Non stai affondando”- disse Misato con un tono più rassicurante possibile, anche se non credeva fino in fondo a ciò che stava dicendo. Le ultime settimane, infatti, le avevano permesso di capire sempre di più di quanto non si fidasse dei suoi superiori alla Nerv, di quanto non capisse i loro obiettivi e non sapesse cosa stesse realmente succedendo

“Allora forse – Ritsuko prese la bottiglia e si versò un altro bicchiere di vino – forse mi sono affondata da sola” Bevve con un forte senso di disperazione, cercando di affogare il dolore, quando gli occhi di Misato si incontrarono con i suoi, pieni di lacrime che non riusciva  aversare “Misato, non hai idea di ciò che ho fatto, di ciò che sono diventata”

Misato la guardò negli occhi, pensando all’amaro momento in cui aveva compreso che la sua amica le aveva mentito Poi ripensò ai tempi dell’università, alla loro amicizia durata tanti anni e la decisione fu facile

Si sporse in avanti e prese gentilmente il bicchiere dal polso di Ritsuko, poi le prese la mano e le disse dolcemente: “Permettimi di aiutarti”

Ritsuko guardò le loro mani unite, poi guardò Misato Pensando a ciò che aveva appena fatto a rei, mormorò: “E’ troppo tardi per me”

Misato strinse dolcemente le mani dell’amica tra le sue: “Se c’è qualcosa che ho imparato dalla vita è che non è mai troppo tardi”

Ritsuko annuì silenziosamente, un debole sorriso le apparve sulle labbra: “Grazie”

 

Ispèirata dalla lettura della diciottesima sottiletta e della FF Eva and Breaktherules

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