With The Beatles di Natalja_Aljona (/viewuser.php?uid=83321)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1) Good Morning Good Morning - Se il buongiorno si vede dal mattino... ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2) Nowhere Man ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3) Get Back ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4)Help! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5) Here Comes The sun ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6) While my guitar... ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7) Got To Get You into My Life ***
Capitolo 8: *** Epilogo) Something ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1) Good Morning Good Morning - Se il buongiorno si vede dal mattino... ***
With
The Beatles
Capitolo
1) Good Morning Good Morning
Se
il buongiorno si vede dal mattino...
Era
una fresca mattina d'estate, a Londra e a Casa Harrison fervevano
i preparativi per la colazione.
In
cima ad una rampa di scale, con ancora i bigodini in testa, Claire
Harrison si accingeva a dar da mangiare ai cosidetti “Fabolous
Four” di Casa Harrison.
-Fidooo!
Fuffiiii!- strepitò Claire con una smorfia.
-Nonna,
perchè ti ostini ancora a chiamarli così? Se non gli
dai il “via Beatlesiano non vengono!- la rimproverò Jane
uscendo dalla sua stanza con un sorriso raggiante.
Claire
sbuffò.
-Pfff
a te e al tuo stupido “via Beatlesiano, Jane!-
-Pfff
anche a te, nonna!- rise Jane infilando un LP nel giradischi sotto lo
sguardo terrorizzato di Claire.
Poco
dopo partì a tutto volume “Please Please Me” e,
cosa ancora più spettacolare, al primo “come on”
del ritornello, quattro gatti dotati di folte pellicce fulve, facendo
sfoggio delle loro belle code, sfilarono nella cucina, fino a
raggiungere la ciotola in cui, di malavoglia, Claire aveva versato
del latte.
-Visto
come li ho educati bene, I miei gattini?- disse Jane sorridendo
compiaciuta.
-Gattini?
Ma se sono delle belve!-
-Solo
perchè c'è la copertina di Abbey Road stampata sulla
ciotola!- rispose Jane con un sorriso eloquente.
-Bah!-
sbuffò Claire sbattendo la bottiglia del latte sul tavolo.
-Nonna!-
-A
me piacciono I gatti!- si difese Claire.
-Ma...gatti
a cui piacciono I Beatles...bah! Non si sono mai sentiti!-
Jane
sorrise.
Si
aspettava una simile osservazione.
Claire
la ripeteva ogni mattina.
-Li
ho educati io-
-Ed
è proprio questo che mi proccupa!-
Jane
alzò le spalle, annoiata.
-Sei
noiosa, nonna!-
-Trenta
secondi- la informò Claire indicando le scale.
-Ventinove-
-Ventotto-
-Ventisette-
-Oh!
Eccolo!-
-Odio
I Beatles!-
Jane
socchiuse gli occhi, ancorandosi più saldamente al tavolo
della cucina.
-L'hai
già detto-
-Lo
ripeto-
-Smettila-
-No-
-Adesso
basta! Sei il disonore della famiglia! Con il nome che hai...-
-Odio
il mio nome!-
-E
io odio te!-
-Fa
pure!-
-George!-
-Non
mi chiamare così!-
-E'
il tuo nome!-
-Jane,
George, smettetela!- intervenne Jade, la madre dei due ragazzi.
Come
da copione, infatti, ogni sacrosanta mattina, I battibecchi dei due
fratelli cominciavano alle prime luci dell'alba e finivano...oh, era
già tanto se finivano!
Ogni
giorno era la stessa storia.
I
loro genitori erano disperati.
Jane
adorava, venerava I Beatles in maniera assoluta, specialmente George
Harrison, non tanto perchè si chiamasse come lei, quello era
solo uno strano caso del destino, come ripeteva sempre a tutti.
Con
George era stato amore a prima vista.
Se
I Beatles cantavano Long Long Long, lei, dalla mattina alla sera,
davanti al poster dei Beatles, George, George, George.
Suo
fratello, invece, aveva sempre un diavolo per capello.
Lui
detestava I Beatles, detestava George e...detestava il suo nome.
Eh,
sì, si chiamava proprio George.
Come
se non bastasse, George Harrison.
Quando
si dice la sfortuna...
Inutile
dire che I due, dalla mattina alla sera, litigavano
ininterrottamente.
La
goccia che fece traboccare il vaso, però, fu l'arrivo di
quattro impertinenti felini, I cosidetti Fab Four di Casa Harrison,
che Jane aveva chiamato Hey Jude, Penny Lane, Eleonor Rigby e Lady
Madonna.
George
non aveva retto.
E
si era scatenato l'inferno.
Angolo
Autrice:
Ecco,
questa è la storiella che ho scritto durante la mia
mini-vacanza in Sicilia. Il secondo capitolo è già
pronto e in parte anche il terzo, si tratta solo di ricopiarli al
computer, quindi posterò quando volete voi...
L'idea
dei gatti mi è venuta una sera al ristorante, sempre a Messina
e pensavo di farlo anche con I miei gatti...se gli metto Please
Please Me ogni volta che mangiano prima o poi scatterà
“la scintilla”, no?
Beh,
fatemi sapere per la storia.
Martina
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Capitolo 2 *** Capitolo 2) Nowhere Man ***
Capitolo
2) Nowhere Man
Erano
le 16.00 e Jane, seduta sul suo letto, contemplava con aria sognante
il poster dei Beatles.
Poco
lontano, Hey Jude dormiva accoccolato sul vinile di “Help!”.
Tutto
sembrava tranquillo.
Appunto,
sembrava.
Nessuno poteva
immaginare che da un momento all'altro le cose sarebbero cambiate.
Nessuno, nemmeno
George, che per sfogarsi lanciava di tutto e di più addosso al
poster di George Harrison che Jane gli aveva regalato per il
compleanno.
-George Harrison,
George Harrison!-
Gridava George
alzando gli occhi al cielo.
-Sei peggio di una
piaga, sai? E smettila di sorridere come un ebete!-
“Ragiona,
George!” gli disse una vocina nella sua testa.
“E'
un poster. L'hanno fotografato così. Non può smettere
di sorridere!”
-In effetti...-
George tornò
a fissare il poster con aria sconsolata.
-Ma perchè,
perchè, George? Come mio omonimo non dovresti avere almeno un
minimo di pietà?-
George se ne stava
tutto il giorno rintanato in camera sua, in preda a quelle che i suoi
genitori chiamavano “crisi adolescenziali”, ma che in
realtà non erano che crisi di nervi causate dal giovane
chitarrista che dal poster gli lanciava certe frecciatine...
In certi momenti
della giornata avrebbe voluto sparire: non ne poteva più di
sentir parlare di George e dei Beatles dalla mattina alla sera!
In altri momenti,
invece, avrebbe voluto far sparire George, il Beatle che ormai si
sognava anche di notte-nei suoi incubi peggiori, sia chiaro-, da
tanto che Jane ne parlava.
Ad un certo punto
però George cominciò a sentire una strana
musica...prima più piano, poi sempre più forte.
-No, no, non ci
posso credere! Ma è una persecuzione!-
Eh sì, avete
capito bene...conoscete quel detto...parli del Diavolo e...beh, sì,
quella roba lì.
Insomma, detto o no,
il famoso Roftoop Concert dei Beatles...ve lo ricordate, no?
Beh, io no, non ero
ancora nata, comunque... era appena incominciato.
Anzi, erano
cominciate le prove, per la precisione.
Adesso George si
ritrovava con una nuova gatta da pelare, il tanto odiato chitarrista
che gli suonava sotto il naso e, molto probabilmente, anche una
sorella da sviare.
Sì, perchè
George non aveva nessuna intenzione di permettere a Jane di andare a
quel concerto, per poi dover subire i relativi commenti per tutta la
settimana.
E così, alle
16.30, a Casa Harrison cominciava la segretissima missione SFF,
alias: Sabotaggio Fab Four – Questo concerto non s'ha da fare!
Angolo autrice: Mi
dispiace, al momento non ho tempo di rispondere alle recensioni,
prometto che nel prossimo capitolo lo farò...spero comunque
che vi sia piaciuto.
A presto,
Martina
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3) Get Back ***
Capitolo
3) Get Back
16.35
I
minuti passavano, inesorabili.
Le
prove continuavano.
George
progettava un piano assolutamente infallibile(si fa per dire...) per
mandare a monte il concerto dei Beatles.
Jane...si
era appena svegliata.
16.36
-Da...da
dove arriva questa musica?-
Proprio
in quel momento George irruppe come una furia nella camera della
sorella.
-Jane!
Dormi! C'è l'Apocalisse-
Jane
si soffermò a guardare il fratello come se avesse visto un
fantasma per circa cinque secondi.
-Ma
che stai dicendo, George?-
-Il
terremoto! Il Diluvio Universale! L'eruzione vulcanica!-
-Ehm...fratellino?
Se permetti...dubito che ci siano vulcani attivi, qui a Liverpool!-
George
grugnì.
-Che
inutile precisazione...-
-Aspetta
un secondo...ma questo...You'd
better run for your life if you can, little girl,hide your head in
the sand, little girl, catch you with another man, that's the end,
little girl...-
George
alzò gli occhi al cielo, esasperato.
-I
Beatles!-
Troppo
tardi. Jane aveva riconosciuto la canzone che, proprio in quel
momento, i Beatles stavano provando: Run
for your life.
George
però non era deciso a mollare.
-Hai
le allucinazioni! Io non sento niente!-
-Comprati
un bell'Amplifon, fratellino...e poi...George!-
Jane
saltò d'impulso al collo del fratello.
-Ci
sono i Beatles! I
Beatles!
I Beatles in concerto!-
-Ma che
concerto...saranno cicale...proprio così, cicale! Cicale
canterine!-
-Ok, d'accordo. Che
cos'hai bevuto?-
-Chi, io? Tu mi
offendi, Jane! Io so benissimo come sono le cicale! Le ho studiate in
scienze. E quindi so perfettamente che...-
-Che le cicale, a
una certa ora del pomeriggio, si mettono a cantare I Beatles a tutto
spiano, eh?-
-Bah! Che pessimi
gusti! E dire che mi stavano pure simpatiche, le cicale!-
-George, dì
la verità...ti sei bevuto il cervello?-
George sospirò.
-Devo andare!-
-Dove?-
-A scuola!-
-Ehm...posso
ricordarti che ne sei appena uscito?-
-Ci ritorno!-
-Ma tu detesti la
scuola!-
-Ma detesto di più
i Beatles!-
E con quest'ultima
affermazione George corse via, chiudendosi la porta alle spalle.
Una chiave girò
nella toppa e...
-George! Mi hai
chiuso dentro!-
George sorrise,
serafico, anche se Jane non lo vide.
-Porta pazienza,
sorellina...ti farò uscire, prima o poi!-
-Ma che prima o poi!
Io voglio...io DEVO uscire! George! Ci sono i Beatles, la fuori!-
-E anche i miei
nervi che chiedono pietà!-
-George!-
Ma niente. Se n'era
già andato.
E
adesso...l'operazione SFF può cominciare!
George uscì
di casa di corsa, con della carta da lettere decorata in una mano e
un orologio in un altra...
Corse vicino al
palazzo su cui I Beatles stavano provando e...si appostò ad
origliare.
-Oh, no! Ma non è
possibile!-
-Che c'è,
George? Qualche problema?-
-Ho dimenticato gli
spartiti di Within and Without you...devo tornare a casa a
prenderli!-
-Oh...d'accordo-
-A dopo, ragazzi!-
-A dopo, George!-
Buono
a sapersi...pensò George
tra se e se...
Ha
dimenticato gli spartiti...ih, ih!
Un
vero e proprio idiota, come immaginavo.
Non
so proprio come faccia quella sciocca di mia sorella a corrergli
dietro...
Ma
in fondo è comprensibile...è solo una ragazzina.
George rise, tra se
e se.
Adesso
metterò quella cosuccia dove la devo mettere e...ciao ciao,
Harrison!
Angolo autrice:
Ciao! Come va?
Eccomi qua con un altro capitolo...pensate che ho già
cominciato a scrivere anche il seguito di questa storia...lo so, non
sono molto sana di mente...però in questo periodo mi frullano
varie idee in testa....dev'essere un periodo molto produttivo...xD
Prima di rispondere
alle recensioni mi sento in dovere di dirvi...ok, è una cosa
stupida, però...state tranquille, George non ha messo una
bomba a casa di George(dei Beatles)...la cosuccia la
scoprirete poi...
Ok, ora posso
rispondere alle recensioni:
Laban: Sì,
sono stata in Sicilia...a Messina...infatti mio papà è
siciliano, quindi in teoria sarei mezza siciliana anch'io...xD
Sono contenta che la
mia storia ti piaccia...
Zazar90: Oh, se per
questo neanch'io ho chiamato i miei gatti con nomi pertinenti ai
Beatles...quelli della storia sono gatti inventati...Io avevo tre
gatti(la gatta adesso è misteriosamente sparita...) e in un
periodo in cui adoravo Romeo e Giulietta li avevo chiamati
Giulietta(avevo anche Romeo, ma è morto...) Tebaldo Ciro e
Tappo(non chiedetemi cosa c'entra con Romeo e Giulietta...xD)
Comunque sì, fortunatissimo il tuo amico!
Grazie dei
complimenti, spero che anche questo capitolo ti piaccia.
Sono contenta che
Georgino ti affascini...anche se è un pochino cattivello...
Marty-Youchy: Grazie
anche a te...Sì, proprio così, fanno Harrison di
cognome...in effetti come idea è stupida...anche perchè
non fa che rafforzare l'odio di George per George(dei Beatles).
Comunque davvero con
i tuoi gatti funziona? Fantastico, allora proverò anch'io...e
non preoccuparti per i nomi, pensa a come si chiamano i miei...e la
cosa più preoccupante è che i nomi li ho scelti io! XD
Clafi: Grazie!! Si
sì, proprio cattivo! Eccoti accontentata anche se, ovviamente
non è finita qua...
The Tief_: Eh sì,
lo odia proprio tanto...grazie anche a te, ovviamente e adesso saprai
cosa combina...specialmente nel prossimo capitolo...
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Capitolo 4 *** Capitolo 4)Help! ***
Capitolo
4)Help!
George
scivolò di soppiatto in un vicolo, rasentando I muri per non
farsi vedere dal tanto odiato chitarrista, che, in tutta
tranquillità, stava andando a recuperare gli spartiti di
Within you without you.
Chissà
se sarà ancora così tranquillo, tra cinque minuti...
Pensava George
sogghignando.
Del canto suo, lo
sfortunato chitarrista non aveva capito niente.
Non aveva capito che
un impertinente ragazzino che non aveva ancora sviluppato il “Neurone
Beatles” stava per sabotare irrimediabilmente I suoi amati
spartiti...concerto annesso.
E, un concerto senza
spartiti si poteva anche fare-sì, più o meno...-ma un
concerto senza Beatles no.
O almeno non un
concerto dei Beatles.
Nel frattempo
George(dei Beatles) era arrivato davanti a casa e, con tutta la calma
del mondo, si apprestava ad aprire la porta.
-Oh, cielo, ragazzo,
sbrigati!- si lamentò George davanti all'esitazione del
Beatle.
-Che c'è,
aspetti l'Arcangelo Gabriele?- grugnì nuovamente George, che
cominciava a dare evidenti segni d'impazienza.
-Oh! Ho sbagliato
chiavi!- esclamò proprio in quel momento il chitarrista.
A George
cominciavano a prudere le mani.
“Ho
sbagliato chiavi”...ma come si fa a sbagliare chiavi?
Dopo qualche minuto
trascorso ad apprendere che la fortuna non girava dalla sua parte,
George decise il da farsi.
-Ok. Passiamo al
Piano B-
-Piano B?- Il Beatle
si voltò di scatto verso George, che cominciò ad
impallidire, quasi avesse ingoiato un tubetto di scolorina.
-E' il mio piano!-
si affrettò a giustificarsi George, correndo verso quelle che
sembravano scale...
Sembravano,
appunto.
Non ci avrebbe messo
la mano sul fuoco, ma qualche volta nella vita bisogna anche fidarsi,
no?
Dal pianerottolo si
sentì uno schianto, un tonfo e uno scricchiolio poco
rassicurante.
Poco dopo George(il
Beatle) si vide arrivare davanti una scarpa, che atterrò a
pochi passi dalla porta.
-Là sopra non
ci sono scale!- lo informò ridendo il chitarrista.
-NE HO PRESOATTO!-
grugnì George per tutta risposta.
Come stavamo
dicendo, solo qualche volta...
George l'aveva
imparato a sue spese.
-Piano B, Piano B,
Piano B- si ripeteva mentalmente George, mentre cercava di ricomporre
quella che una volta era stata una scarpa.
-Per ora mi servi
vivo- sibilò.
-E quindi...per
favore...vedi di non scherzare con il fuoco...-
-E chi scherza?- gli
rispose confuso il Beatle.
-Lo vedi quel
cartello? “QUI NON CI SONO SCALE. QUI NON CI SONO ASCENSORI.
QUI NON C'E' NIENTE! TORNATE INDIETRO!”-
-Eh?-
-LAVORI IN CORSO!-
gridò il chitarrista, esasperato.
Lo sguardo di George
ora andava dal suddetto cartello al chitarrista e viceversa.
-Mi stai prendendo
in giro?-
-Chi? Io?-
-Va beh, lasciamo
perdere! Ho un piano da portare avanti, Io!-
-Non ho ordinato
nessun piano-
-Mbè? Mica
pianifico su ordinazione, Io!-
Ci fu una pausa di
silenzio.
Un'altra.
Poi...solo il Piano
B.
-GEORGE HARRISON! Ma
cosa mi tocca fare....TI HO RICONOSCIUTO! SEI UNO DEI BEATLES! Ma
cosa mi tocca dire...SEI IL MIO IDOLO!
IL MIO MODELLO DI
VITA! Stasera vomiterò, ho già capito...-
Il povero
chitarrista credette che il ragazzo fosse in preda ad una crisi di
personalità, ma non ebbe nemmeno il tempo di aprir bocca, che
George gli era già saltato al collo-
-GEORGE HARRISON!
NON CI POSSO CREDERE! HO COSI' TANTO DA DIRTI! VIENI, ANDIAMO A CASA
MIA! MI DEVI AUTOGRAFARE TUTTI I LP, TUTTI I MIEI LIBRI, TUTTI I MIEI
QUADERNI,TUTTE LE MIE SCARPE E...FORZA, ANDIAMO!-
-Ehm...beh...io...veramente...il
concerto...- provò a giustificarsi George(il Beatle).
-No! Non andarci!
C'è in giro un virus pericoloso, pericolosissimo, mortale!-
Il Beatle sollevò
un sopracciglio con aria scettica.
-Cioè?-
-Il....Pirimpirimpichetto
XYZ!-
-Ehm...prego?-
-Dobbiamo fare una
disinfestazione, andiamo! Il Pirimpirimpichetto è ancora a
piede libero!-
***
Passavano I minuti.
Passavano le ore.
George non tornava.
Anzi, nessuno dei
due George era tornato.
Jane ormai ne era
certa.
Quelli che aveva
sentito prima erano I Beatles.
I Beatles erano lì
fuori, a pochi passi da lei e lei...non poteva uscire.
Poco dopo però
la ragazza incominciò a sentire un ticchettio sospetto.
Jane si voltò
verso la finestra.
-Una bomba?-
-Ma che bomba, Jane!
Siamo noi!- gridò una ragazza dalla carnagione chiara e I
lunghi capelli biondi raccolti in una treccia.
-Daisy? Jenny?
Madelaine? Cosa ci fate qui?-
-Come che ci
facciamo! Jane! Ci sono I Beatles!-
-E John- rispose
l'altra ragazza, quella che Daisy aveva chiamato Jenny.
-E Paul- precisò
Daisy con aria sognante.
Dal canto suo, la
piccola Madelaine, sorella minore di Jenny, aveva un debole per
Ringo.
-E George?-
-Ovviamente anche
George- sospirò Daisy.
-Dopo sei mesi che
ci fai una testa così con “il più grande(e il più
bello) chitarrista di tutti I tempi”!- sbottò Jenny,
esasperata.
Jane sorrise.
-Ce la fai ad
uscire?-
-Ovvio! Non avendo a
disposizione una porta...c'è pur sempre una comoda
finestra....-
-...forse non
proprio comodissima...-
-...ma basterà-
Cinque minuti dopo
Jane era fuori.
Il
vantaggio di abitare al piano terra.
-Se lo sapesse
George...-
-Sbrigati, Jane,
sbrigati! Non voglio perdermi neanche un secondo di concerto!- la
riprese Daisy.
-Quanto tempo
abbiamo?-
-Cinque minuti-
-Solo?-
-Basteranno?-
Ed ecco qui il 4°
capitolo! L'ho scritto, come il solito, a scuola, stamattina, durante
l'ora di geografia...al solito la prof. Mi è passata davanti,
mi ha guardato e mi ha lasciato fare...beh, tanto meglio!
Spero vi piaccia
anche questo capitolo...con entrambi I George stavo proprio andando
fuori di testa...mancano circa 3 capitoli alla fine...ma non
preoccupatevi(anzi, immagino che non vi siate preoccupate affatto...
xD) sto già scrivendo il seguito di questa storia...che sarà
decisamente più lungo...
Risposte alle
recensioni:
Laban: Felicissima
che ti sia piaciuto! Non so come mi sia venuta sta cosa delle cicale,
ma mi sembrava carina...sì, in effetti bisogna ammettere che
non è proprio la più bella canzone di George, però
è carina...a proposito, scusa la domanda che non c'entra
niente, qual'è la tua canzone preferita di George? A me
piacciono tutte ma adoro in particolare Something...
Beh, che dire, spero
che ti piaccia anche questo...la cosuccia ancora non è entrata
in scena, ma lo farà presto xD
Zazar90: Ma coma hai fatto? Hai indovinato, Georgino è pure simile al vero George!! Eh sì,
anche a me sta simpatico George(ma che idiota che sono...mi stanno
simpatici I miei stessi protagonisti...bah, non ci badare...xD)...in
effetti è diabolico, pur avendo solo 17 anni(non l'ho ancora
detta, l'età, ma George ne ha 17, Jane 14)...
Clafi: Eh, sì...la
cosuccia ancora non è arrivata...ma non si farà
attendere...xD
TheTief_:Sono
contenta che ti sia piaciuta la parte delle cicale! Sì, in
effetti neanch'io credo che a Liverpool ci siano vulcani attivi...
Marty-Youchy: Tu
dici? Beh, a me piacevano...ma adesso, non so...forse avrei preferito
dargli dei nomi più...come dire...Beatlesiani?(i miei gatti
chiedono pietà xD) Comunque tranquilla, io stessa faccio
ancora confusione...specialmente in questo capitolo, con entrambi I
George!
Oh mio dio! Ho
creduto di impazzire...
Anamita: Sì,
infatti, modestamente(xD) quella frase è una delle
migliori...beh, sono contenta che ti sia piaciuto, grazie mille!
The Night Before
1965: No, tranquilla...per ora(e dico -per ora!-) non lo
rapisce...cioè, non proprio...in un certo senso...ma poi
vedrai cosa succederà xD(sembra quasi una minaccia...)
A presto
Martina
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Capitolo 5 *** Capitolo 5) Here Comes The sun ***
Capitolo
5) Here Comes The Sun
-Scusami,
ora devo proprio andare. E' stato un piacere!- George(dei Beatles)
cominciava ad avere fretta.
Da
lì a poco sarebbe cominciato il concerto e...lui non era
ancora tornato.
John
sarebbe andato su tutte le furie.
Tutti
sarebero andati su tutte le
furie.
Come
se non bastasse, gli spartiti di Within you Without you
erano andati a farsi benedire.
Come liberarsi di un
fan a cui probabilmente era saltata qualche rotella durante la notte?
George non aveva
studiato niente al riguardo. A scuola non insegnano queste cose.
E'
il momento, pensò George
tra se e se. George fece scivolare una cosa nella tasca della giacca
del chitarrista.
Perfetto.
Direi che può bastare.
-D'accordo, è
stato un vero piacere! (Puh!)Grazie mille, George! (Bleah!)-
Tutto sommato è
stato abbastanza ragionevole pensò il chitarrista tra se e
se.
Prima di andarsene
il ragazzo si voltò e gli sorrise.
Un sorriso
diabolico.
Un brivido gli
percorse la schiena.
Ok. Me ne sono
liberato. Posso andare.
Che ore sono? La
domanda sorse spontanea.
George
diede un'occhiata all'orologio, che era solito tenere in
tasca.
Sono solo le
14.30. Quando sono uscito erano le 16.30. Strano. Magari l'orologio
di John era avanti.
Riflessione
brillante, George, non c'è che dire. Prima di uscire hai
chiesto l'ora a John.
16.30.
Ora guardi il tuo
orologio e sono le 14.30.
E' chiaro che è
quello di John ad essere sbagliato.
La riflessione
non fa una piega.
George sorrise,
compiaciuto.
Posso fare con
calma.
Peccato che, nei
prossimi cinque minuti, di calma George ne avrebbe vista ben poca.
-Signor Harrison,
Signor Harrison!- un ragazzo piombò trafelato nella stanza,
correndo verso di lui senza smettere di gridare:
-Signor Harrison,
Signor Harrison!-
George sospirò.
Di scalmanati ne aveva visti già abbastanza.
-Cosa c'è,
James?-
-Signor Harrison!
L'elicottero!-
George impallidì.
-Adesso?-
James gi lanciò
un'occhiata eloquente.
-Ma se sono solo le
14.30!-
-14.30? Signor
Harrison! Le ha dato di volta il cervello? Sono...le 16.55-
-Le...le..le...-
-16.56. E' passato
un altro minuto-
George lo fulminò
con lo sguardo.
Un attimo di pausa e
l'esagitato pilota aveva già ripreso a saltare freneticamente
da un punto all'altro della stanza.
-Calmati, James!
Adesso arrivo!-
-Signor Harrison!
Adesso è già troppo tardi!-
-Il concerto
comincia...-
George lanciò
un ultimo sguardo all'orologio.
14.35.
La calma lo pervase.
-Prima vado a farmi
una cioccolata. Ci sono anche degli ottimi biscotti...-
-Ma che cioccolata e
cioccolata! Signore!- James lo afferrò per un braccio e corse
verso l'elicottero, che aveva parcheggiato...nel giardino di Casa
Harrison.
-Hai...hai
parcheggiato l'elicottero...nel mio giardino? Oh, cielo! I miei
poveri fiori!-
-Il mio povero
stipendio!- intervenne James con tono afflitto.
-Se non arriviamo in
orario il Signor Lennon non sborsa un penny!-
-Lo convinco io, il
“Signor Lennon”. Ora comincia a mollarmi il braccio.
Lo sai quanto mi è
costata questa giacca?-
-Non voglio saperlo!
Voi Beatles non fate mai shopping nel periodo dei saldi!-
-Paul sì. Una
volta Linda l'ha trascinato al centro commerciale con l'inganno.
Povero Paulie!- George rise al ricordo.
-Quel giorno Paul
era quasi sul punto di strapparsi I capelli. Fortuna che non l'ha
fatto, perchè...-
-Signor Harrison! Le
sembra il momento?-.
-Beh, in
effetti...Aspetta un attimo, James. Una sistematina ai capelli, una
spruzzata d'aqua di colonia...-
-Per l'amor del
cielo, Signor Harrison! Ci doveva andare prima, al salone di
bellezza!-
-Non tirare troppo
la corda, James. Ti avverto, uomo avvisato...-
Proprio in quel
momento, con un tonfo sordo e un borbottio poco rassicurante
proveniente dal motore, l'elicottero decollò.
-Diceva, Signor
Harrison?-
-Dicevo cosa? Chi
sono? Dove sono? Tu chi sei?-
-Mi chiamo James
Hans Richard Michael Tall, nato a Berlino il giorno 4 Dicembre 1948,
da madre tedesca e padre di origini britanniche.
Vivo a Liverpool da
quando avevo circa 7 anni e la mamma mi diceva sempre “Sta
attento, Teddy! Il mondo è pericoloso!”. Ora...-
George lo scrutò
con un'aria assassina che non prometteva nulla di buono.
-Ora penso che aveva
ragione! Signor Harrison, si calmi! Arrabbiarsi fa male alla salute.
Il perdono è divino!-
-Ricordatelo bene,
ragazzo, chiunque tu sia. Il silenzio è divino.
Concentrati sulla guida e taci-
-Signor Harrison,
sono James. Si ricorda di me?-
-Preferirei di no.
Siamo arrivati?-
-Non ancora,
non...Signor Harrison?-
-Sì?-
-Dov'è la “
Apples Recordes”?-
-Se non lo sai
tu...-
-Signor Harrison?-
-SI'?-
-L'abbiamo appena
oltrepassata...-
-JAMES!-
-Signor Harrison,
Signor Harrison, la prego, non vorrà avere sulla coscienza un
povero pilota indifeso...Vuole un biscotto?-
-Perdona il mio
scatto, James, carissimo! Dove sono I biscotti?-
-Ehm...stavo
scherzando-
-Mi stai prendendo
in giro, James?-
-Per carità,
Signor Harrison! Non oserei mai...Siamo arrivati!-
-Siamo arrivati?-
-Siamo arrivati!-
-Sì, ma
siamo...-
...
...
-...Arrivati?-
Le cose erano andata
più o meno così:
James aveva aperto
il finestrino.
George era caduto
fuori, sul tetto della Apples Recordes.
George era caduto
addosso a Ringo.
Ringo,
inevitabilmente, aveva smesso di suonare.
Il concerto si era
interrotto.
Il concerto? Il
concerto era cominciato senza George?
No, ovviamente.
Erano solo le prove.
Ma il concerto
avrebbe dovuto essere già cominciato un ora prima.
John prese la
parola.
-Signore e
signori...scusateci per l'equivoco. Dov'eri finito, George?-
-E' una lunga
storia...-
-Ahi! Per favore,
George, spostati!-
-Il concerto
comincerà esattamente tra...1, 2, 3...-
-TOGLITI DAL MIO
STOMACO, GEORGE!-
-Ah, già...Scusami,
Ringo!-
Proprio in quel
momento anche Jane e le sue amiche erano arrivate.
-Hai visto, Jane?
Non è...non è...-
Jane ci mise un po'
per capire che Daisy stava parlando di Paul.
Il suo sguardo ormai
era concentrato su un punto solo del tetto.
-Ecco George....-
Nessuno, in quel
momento avrebbe potuto toglierle quel sorriso e quell'aria sognante
che solo un Beatle poteva causare.
George sorrise.
Alla fine era andato
tutto bene.
Fece per prendere la
chitarra, ma....aspettate un secondo: dov'era la chitarra?
Scusatemi se neanche
stavolta rispondo alle recensioni...il capitolo l'ho scritto ieri a
scuola, durante le due ore di supplenza, mentre il prof. Credeva che
stessi facendo I compiti xD
Solo che ci ho messo
un po' a ricopiarlo al computer e non volevo farvi aspettare ancora,
visto che il capitolo era già pronto...
Spero che vi
piaccia...
A presto!
Martina
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6) While my guitar... ***
Capitolo
6) While my guitar...
-Ehm...John?
Hai visto la mia chitarra?- chiese George, confuso.
-George!
E' mai possibile che dimentichi sempre tutto a casa?-
-Beh...ma
guarda che la chitarra l'avevo lasciata qui-
-Qui?
Sei sicuro?-
George
annuì, con aria preoccupata.
-Beh,
ma qui non c'è niente. Cioè, non c'è la tua
chitarra-
-Oh,
cielo! John! La chitarra...la mia adorata chitarra...è...sparita-
balbettò George con un filo di voce.
All'improvviso
però, un flash improvviso gli riportò in mente tutto
quello che era accaduto poco prima.
-Il...ma
certo! Il ragazzino di poco fa!-
-Quale
ragazzino, George?- intervenne Paul, incuriosito.
-Un
fan. Uno strano fan, a dir la verità. Andava in giro parlando
di un tale “Pirimpirimpichetto”...-
-Pirimche?-
-Pirimpic...sì,
va beh, quello che era. Un pericoloso virus altamente contagioso...-
-Ma
George, non capisci? Ti ha preso in giro! Non c'è nessun
pirim...oh, cavolo! Quel...coso non esiste!-
-Sì,
ma...la chitarra era qui!-
-Chitarra
intraprendente, la tua! Dove può essere andata?- commentò
Paul ridendo.
-Che
io sappia le chitarre non...beh, non si muovono. Non da sole,
almeno!-
-Il
ragionamento non fa una piega...-
-Ci
mancherebbe altro..-
-Allora,
dov'è finita questa chitarra?-
-Il
ragazzo...devo recuperare quel ragazzo!- gridò George, al
limite della disperazione, dando così un calcio a...aspettate
un secondo...cos'era quello strano oggetto che ora stava cadendo dal
tetto?
Sembrava
quasi...una chitarra?
-NOOO!
LA MIA CHITARRA!-
-Ah,
ecco dov'era!- commentò Paul battendosi una mano sulla fronte.
-Paul,
per l'amor del cielo, ragiona! Era lei...lei, proprio lei! Ed
è...ecco, come dire...caduta dal tetto!-
-Oh
santo cielo...- intervenne John con un filo di voce.
-Mi...mi
dispiace, George!- si affrettò a dire Ringo, cercando di
consolare l'amico.
-La...mia...chitarra...-
fu tutto quello che riuscì a dire George.
Poi
fu un susseguirsi di azioni confuse, troppo veloci sia per poterle
fermare, che per potersi districare tra esse.
Ci
furono un tonfo sordo, delle grida, una chitarra che volava giù
dal tetto della Apple...una ragazzina che, da quando era arrivata,
non aveva mai smesso un secondo di guardare George con aria
adorante...una chitarra che cadeva...cadeva...cadeva...e poi più
niente.
Il
buio, il vuoto...e nient'altro.
-E'svenuta?-
-Beh...credo
di sì-
-Certo
che però, George...che mira!- commentò Paul ridendo.
-Ah-ah-ah!
Davvero spiritoso, Paul! Vorrei vedere quanto rideresti tu...se
ti cadesse una chitarra in testa... da lì sopra!-
Paul
alzò lo sguardo alla Apples Recordes, che in tutta la sua
imponenza, li sovrastava.
-Beh,
in effetti è altino...-
-Chiamiamo
qualcuno? Che dobbiamo fare?- domandò allora George, guardando
di sottecchi la ragazzina che, ai loro piedi, aveva appena perso I
sensi.
Scusate,
adesso proprio non ho tempo di rispondere...tra poco devo andare a
lezione di piano...grazie comunque a coloro che hanno commentato e
che commenteranno...
A
presto
Martina
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7) Got To Get You into My Life ***
Capitolo
7) Got to get you into my life
-Ciao!-
-Ciao!-
-Bentornata
tra noi!-
-Mh-
La
ragazza riaprì gli occhi, ancora piuttosto confusa, ma non
appena il mondo intorno a lei ricominciò a prendere forma e
consistenza, fu quasi sul punto di chiuderli di nuovo.
Non
poteva essere vero.
George
Harrison, Paul McCartney, Ringo Starr e John Lennon, nell'ordine in
cui avevano parlato.
No,
decisamente, non poteva essere vero.
-Mbè?
Che si fa?- domandò sarcastico John, sollevando un
sopracciglio, con quel sorriso da perfetto strafottente che gli
riusciva sempre benissimo.
-Non
sarà svenuta di nuovo?- George, il meno esperto in svenimenti
dei quattro.
Certo,
ce n'erano state di fans a cui, trovandosi davanti i Beatles al
completo, era mancato un battito, o che si erano dimenticate di
respirare per l'emozione.
Certo,
svenire dopo aver subito un-non certo indolore- impatto con la
chitarra di George Harrison che ti è piombata in testa con la
velocità della luce o giù di lì, era più
che lecito.
Ugualmente
certo era che, se avevi passato gran parte della tua vita in
compagnia di altri tre psicopatici del tuo calibro con una chitarra
in braccio, se facevi parte di un quartetto che, nel tempo libero e
non, giravano per la città facendo, volontariamente o no,
strage di cuori, non potevi essere particolarmente esperto in
svenimenti e co.
Un
po' meno certo, invece, era che, in quel fantomatico “tempo
libero” di cui si era parlato, questo psicopatico quartetto
aprisse un'associazione tale “Beatles-Musica&Svenimenti
S.p.a”.
Certo
all'ennesima potenza, tanto per cambiare, era che John ne aveva fin
sopra i capelli di George o non George, chitarra o non chitarra,
ragazza svenuta che sveniva di nuovo o semplicemente ragazza svenuta
che non poteva credere ai suoi occhi, e per questo motivo faceva
perdere altro tempo al, si sa, già impegnatissimo John Lennon,
a cui, se non si fossero sbrigati a fare quel maledittisimo concerto,
non avrebbe avuto più tempo per le cosidette “conquiste-dopo
Backstage”.
Aggiungendoci
pure il fatto che, con un chitarra mezza tramortita, una ragazza
nello stesso, se non più critico, stato della chitarra, un
pubblico che scalpitava e molte altre cose che al momento mi
sfuggono, sarebbe stato ben difficile riprendere in mano la
situazione, risalire su quel maledettissimo tetto e fare quel
concerto...beh, siamo a cavallo!
Ricapitolando,
ne Paul ne John, ne tantomeno Ringo, erano più esperti di
George, in fatto di svenimenti.
La
ragazza, del canto suo, convinta che il colpo in testa le avesse
causato qualche confusione mentale, se ne stava lì, ferma,
aspettando di rinsavire.
Se
John, impaziente com' era, non l'avesse scossa ripetutamente per un
braccio, forse sarebbe ancora lì.
-Hey,
carina, non so se te ne sei accorta, ma noi staremmo aspettando te!-
La
ragazza socchiuse gli occhi, appena appena, ma quanto bastava per
rendersi conto che di fronte a lei c'erano i Beatles.
I
Beatles al completo.
C'erano
i Beatles, e stavano aspettando lei.
Neanche
nei suoi sogni migliori...neanche nei più belli...Jane avrebbe
mai immaginato che potesse accadere una cosa simile.
Non
era mai svenuta, non che lei ricordasse...e quindi, quale occasione
migliore di farlo davanti ai Beatles?
Eh
già, i colpi in testa possono avere molti effetti collaterali.
In
un altra situazione, forse, Jane non avrebbe mai desiderato così
ardentemente che il tempo si fermasse, così, in quell'attimo
perfetto...va beh, forse non poi così perfetto, ai piedi della
Apple Records, ancora piuttosto rintronata, con la testa dolorante e
la chitarra di George Harrison di fianco.
Avrebbe
mai potuto immaginare tanta fortuna in una volta sola?
No,
quasi sicuramente no.
Ma
è proprio questo il bello dell'immaginazione.
Va
oltre a tutti i limiti, oltre a tutte le distanze, infrange tutte le
regole, senza neanche lasciarti il tempo di riprendere fiato...ma ti
fa arrivare lì, al limite dei limiti, dove avresti sempre
desiderato, sperato e mai potuto arrivare.
Davanti
ai Beatles.
-Geo...rge?-
proferì con un filo di voce la ragazza, con gli occhi che le
brillavano.
La
testa aveva smesso di pulsarle, il dolore aveva cessato di esistere,
nel momeno esatto in cui aveva incrociato il suo
sguardo.
Lo
sguardo di George Harrison.
Il
suo mito, il suo idolo...a due passi da lei.
Il
suo sorriso, che finora aveva potuto ammirare solo in fotografia, la
sua chitarra, che forse avrebbe preferito non ammirare così da
vicino...
Ma
era lui, George...davanti a lei.
-Sì?-
rispose con voce squillante il chitarrista, felice che la malcapitata
ragazza si fosse finalmente ripresa.
-Sei
proprio tu...voi?-
-Noi,
noi, mia cara, siamo noi!- rispose Paul con un sorriso a trentadue
denti.
-Proprio
voi?- domandò
ancora la ragazza, che ancora non ci poteva credere.
-Beh,
le Loro controfigure non siamo certo!- rispose John, sarcastico.
Jane
sorrise.
John
Lennon. Non c'erano dubbi.
Il
suo sarcasmo era ormai famoso in tutta Liverpool, per non dire in
tutta la Gran Bretagna.
Proprio
in quel momento, però, perchè si sa, le disgrazie non
vengono mai sole, anzi, in questo caso pare proprio che abbiano
parecchia compagnia, uno strano, ma non certo sconosciuto ragazzino,
fece il suo ingresso trionfale...
-Avete
visto questo
individuo?-
Tutti
e quattro i Beatles si voltarono verso di lui, impassibili, tranne
George, che impallidì istantaneamente alla vista di...eh, sì,
proprio lui.
George
Harrison Junior, il diabolico sabotatore, che per l'occasione aveva
strappato dalla parete della stanza di Jane il poster di Rubber Soul.
-E
tu chi saresti?- domandò John, squadrandolo dall'alto al
basso, mentre George continuava a dare di gomito a Paul, che però
sembrava più concentrato nella contemplazione della ragazza
che su quello che voleva dirgli così urgentemente il suo
amico.
-E'lui!
E' lui! Il piccolo Satana!- balbettava freneticamente il povero
George, che tutto si sarebbe aspettato, tranne che ritrovarsi davanti
lui.
L'inventore
del Pirimpirimpicoso.
Pirimpirimpichetto,
per la precisione, ma non è importante.
Quando
però si accorse che quello che il ragazzino indicava con
quello sguardo vagamente assassino non proprio rassicurante era
proprio lui...divenne ancora più pallido, se possibile.
-L-lui?-
balbettò con filo di voce il Beatle.
-Odio
ripetermi!- sbottò il ragazzino, guardandolo male.
George
sentì un brivido percorrergli la schiena.
-E'...è
andato di là!- rispose d'impulso il chitarrista, indicando un
punto non definito alla sua sinistra.
-Di
là? Sicuro?- domandò il ragazzo con aria scettica.
-S-sicurissimo-
-Bene.
E'stato un piacere, Signor...-
-Harr...Harriet.
Proprio così, Harriet-
-E'
stato un piacere Signor...Harriet- concluse il ragazzino porgendogli
la mano.
George
la afferrò incerto, quasi temendo una scossa o cose simili e
la strinse, cercando di attirare l'attenzione il meno possibile.
-Harriet?
Ma cosa ti è saltato in mente, Geo?- rise Paul, distogliendo
finalmente lo sguardo di Jane, che sembrava piuttosto imbarazzata dal
fatto che Paul McCartney non le avesse tolto gli occhi di dosso per
tutto il tempo.
-Ehm...è
una lunga storia, Paul- si giustificò il chitarrista, ancora
piuttosto confuso.
-Grazie
al cielo!- mormorò tra se e se George.
-Sono
riuscito a depistarl...-
-Hey,
tu! Harriet!- gridò di nuovo il ragazzino, alle sue spalle.
A
George per poco non venne un colpo.
-Chi
credi di prendere in giro, George
Harrison?-
George
sbiancò, di nuovo.
Ormai
stava diventando un'abitudine.
-O,
se preferisci, Mr Harriet?-
-Ehm...posso
spiegare...-
-Spiegare
un corno, bello mio! Dove hai messo mia sorella?- lo assalì il
ragazzino, rischiando di far ingoiare al povero George il poster di
Rubber Soul, che teneva puntato su di lui, quasi fosse un'arma.
-Tua
sorella?- intervenne Paul, alzando un sopracciglio.
-Jane
Harrison. Proprio lei. Che...che le avete fatto?!?- gridò il
ragazzo, quando lo sguardo gli cadde sulla sorella, che si era da
poco alzata da terra.
-Niente,
niente. E' svenuta e...-
-SVENUTA?!-
-Ehm...niente
di preoccupante. Le è solo caduta in testa un chitarra...-
-UNA
CHITARRA?!-
-Non
è il caso di scaldarsi. Ti basta un assegno?- intervenne
nuovamente Paul, che, malgrado George non avesse avuto il tempo di
spiegarli quasi niente, aveva capito al volo la
situazione...geniaccio d'un McCartney...
-L'assegno
lo accetto più che volentieri!- rispose George Junior
sgranando gli occhi.
Tutto
si sarebbe aspettato, tranne che un assegno.
Devo
ammettere che quei fantomatici “Beatles” mi hanno colto
alla sprovvista...ma che non credano d'incantarmi, con i loro modi
gentili e i loro...assegni.
Si
ritrovò a pensare George.
-Jane,
andiamo- ordinò con fare autoritario alla sorella.
-Che
storia è questa?- gridò Paul, seccato.
-Porto
a casa mia sorella...- spiegò in tutta tranquillità il
ragazzino, sfoderando uno dei suoi sorrisi diabolici.
-Come
sarebbe a dire “porti a casa tua sorella”? Non era
compresa nel prezzo?-
Angolo
autrice:
Risposte(brevi,
perchè devo andare a mangiare xD) alle recensioni:
Marty-Youchy:
Eh sì, poverina...ma come hai fatto a capire che era lei? Che
intuizione geniale xD
Laban:
Eh sì...proprio sulla sua testa...beh, ma lo sai come sono i
“nostri” ragazzi, no? Ora che ci arrivano anche loro...
Sofia:
Oh, tranquilla, la chitarra è ancora intera(sì, più
o meno xD)...eh sì, Georgino è un cattivone...e si
vedrà soprattutto nel prossimo capitolo!
TheTief_Di
solito non uso il copia e incolla, però...a volte me lo
dimentico proprio xD difatti mi è venuto in mente durante una
lezione di epica, non so come mai...se il concerto si farà...beh,
lo scoprirai nel prossimo capitolo!
Zazar:
Wow, sei riuscita a scriverlo! (il pirimprin...sì, va beh,
quella roba lì! xD)...come hai fatto? Aspetta, fammi
indovinare...hai usato il copia e incolla? No, va beh, scherzi a
parte sono contentissima che ti sia piaciuto...
Clafi:
Eh mi sa proprio di no...io non ho mai provato, per carità! XD
però non dev'essere molto bello ricevere un chitarra in
testa...fortuna che era la chitarra e non la batteria di Ringo! XD
Sono contenta che ti sia piaciuto...
Allora...che
dire? Siamo giunti quasi alla fine...manca ormai solo
l'epilogo e questa storia finirà...però...beh...non è
detto che finisca...
Cosa
sto dicendo?
Eh
già, bella domanda...xD
E'
da un po' di giorni, infatti, che ho immaginato il seguito di questa
fanfic...in cui però accadranno molte più cose(e
infatti sarà anche più lunga) che in questa...anche
perchè ci saranno in serbo molte sorprese, sia per Jane, che
per i Beatles e...perchè no? Anche per George...
Ci
saranno alcune svolte e forse...beh, non vi posso svelare tutto
adesso!
Solo
se volete che la continui, naturalmente xD
Infatti
stavolta sta a voi decidere...volete il seguito?
Io
finora mi sono fatta i miei filmini mentali di quasi tutta la storia,
come mio solito xD Ovviamente continuerei anche le altre, è
sottinteso...
Però...a
voi la parola!
A
presto
Martina
|
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Capitolo 8 *** Epilogo) Something ***
Epilogo)
Something
-PAUL!!-
Quattro
teste si voltarono di scatto verso Paul, più la povera Jane,
che della situazione aveva capito ben poco, ancora troppo su di giri
un po' per la chitarra, un po' per la troppa vicinanza ai Beatles.
-Beh?
Che avete tutti da guardare-
George
lo fulminò con lo sguardo.
-Ti
sembra il caso?-
Paul
scoppiò a ridere fragorosamente.
-Altre
10 sterline?-
-E'
tutta vostra!-
Lo
sguardo di Jane andava freneticamente dal fratello, ai Beatles, poi
di nuovo al fratello, che sorrideva come un ebete, stringendo con
tutte le sue forze l'assegno che Paul gli aveva appena firmato.
Quelli
sono tutti matti, pensò
la povera ragazza, ancora piuttosto sconvolta.
-E
dai, Paul! Smettila di fare il cretino!- intervenne George, cercando
di soffocare le risate.
-Poverina!
Chissà cosa avrà capito...-
-Oh,
non si preoccupi, Signor Harrison...non ho capito proprio niente!-
concluse Jane con un sorriso.
-Tanto
meglio....oh cielo, il concerto!- gridò George, battendosi una
mano sulla fronte.
-Ce
ne stavamo quasi dimenticando...-
-Il
concerto? Quale concerto?- domandò Paul, con la sua solita
aria innocente che però, ormai lo sapevano tutti, di innocente
aveva ben poco.
-Il
nostro concerto!- sospirò George, esasperato.
-Jane,
vieni anche tu?-
-Certo
che viene con noi!- intervenne Paul con aria autoritaria.
Nessuno
aveva però preso in considerazione il piccolo Satana, che, con
ancora quell'aria diabolicamente diabolica sul viso, non aveva la
minima intenzione di lasciare che Jane andasse a quel concerto.
-Sorellina...dove
stai andando?-
-Con
George, no?- rispose Jane, con gli occhi ancora luccicanti di gioia.
-CON
GEORGE?!- Paul si voltò infastidito verso quella che ormai
credeva la sua ragazza.
Jane
avvampò, abbassando lo sguardo.
George
sorrise, piacevolmente stupito.
Una
volta tanto anche lui aveva una fan...cioè, una vera fan.
Di
quelle fan bellissime che finora erano capitate solo a Paul e a John.
Jane
era abbastanza alta, per la sua età, con la carnagione chiara
e i capelli castano chiaro, così chiari che i riflessi della
luce li facevano sembrare quasi biondi, e gli occhi color della cenere
arsa, d'un bel nero-grigio luccicante.
Era
così bella, la piccola Jane, per i suoi 14 anni...
Era
abbastanza ovvio che, quegli indisciplinati scavezzacollo dei Beatles
non l'avrebbero certo lasciata stare...
Altrettanto
su di giri, George, con una mano afferrò la sua chitarra mezza
scassata, con l'altra la mano della ragazza e, mentre Paul non si era
ancora ripreso dalla shock del rifiuto di Jane, essendo sempre stato
lui il rubacuori del gruppo, cominciò ad avviarsi verso
l'elicottero, dove James li aspettava, anche lui piuttosto confuso.
-Possiamo
andare, signori?- domandò incerto il ragazzo, piazzandosi alla
guida dell'elicottero.
-Affermativo,
Jam!- rispose con un sorriso George.
E
fu così che i Beatles riuscirono finalmente a fare il loro
concerto, anche se un po' in ritardo, mentre il piccolo Satana rimase
a terra, ai piedi della Apple, con in mano 190 sterline e il poster
di Rubber Soul, che ancora non aveva assimilato l'idea di essersi fatto
fregare da quattro intraprendenti e altrettanto fuori di testa
ragazzi, compreso quel malnato chitarrista che, tanto per cambiare,
si era pure portato dietro sua sorella.
A
concerto terminato, I Beatles furono costretti ad accompagnare Jane a
casa.
Prima
di lasciarla davanti alla porta, però, George si ritrovò
a pensare...al loro “incontro”.
Che
fosse un segno del destino?
Quella
chitarra...perchè proprio a lei?
Perchè
proprio lei?
Certo,
lei era indubbiamente la più carina, tra tutte le sue
amiche...forse anche più di Daisy, che con i suoi capelli
biondi e gli occhi color del mare faceva il suo bell'effetto...
Ma
George non riusciva a smettere di pensarci...
Cosa
significava per lui tutto questo?
Non
l'avrebbe davvero vista mai più?
Davvero
tutto sarebbe finito così...davanti a quella porta...in quella
sera in cui anche le stelle sembravano ridere di loro?
Poi,
all'improvviso, l'illuminazione.
Something
in the way she knows
And
all I have to do is think of her
Quelle
parole sussurrate così...all'improvviso.
L'unica
cosa che gli era venuta in mente.
L'unica
cosa a cui pensava.
Ecco
la frase che mi mancava.
E
così, davanti agli occhi stupiti di Jane, George incominciò
a cantare quella canzone... Jane non l'aveva mai sentita, o
forse non se lo ricordava...quella canzone che finora era rimasta
chiusa nella pagina di un vecchio quaderno malandato...a George
mancava una frase, una frase sola e quella canzone, inizialmente
ispiratagli da Pattie sarebbe stata completa...
Sarebbe
stata la prima canzone scritta da George Harrison a comparire come
Side B del 45 giri di Come Together, nell'album Abbey Road e ben
presto avrebbe fatto il giro del mondo...
E
ora era completa.
George
non si sarebbe tolto facilmente dalla testa quella ragazza, questo
era sicuro.
Eppure
non l'avrebbe mai più rivista...o forse questo era quello che
volevano fargli credere?
-Allora,
George, ti muovi? Jane dovrà anche tornare a casa...- lo
riprese Paul dandogli una pacca sulla spalla.
George
sobbalzò.
-Sì,
sì, scusa, Paul-
Nella
fretta non l'aveva neanche salutata.
L'aveva
lasciata lì, su quella porta...quelle parole ancora nell'aria,
quell'atmosfera quasi magica distrutta da una folata di vento...
Il
chitarrista combattè per un'attimo con l'idea di tornare
indietro, di buttare lì una scusa e tornare indietro...ma non
ne ebbe il coraggio.
Forse
non ne ebbe neanche il tempo.
Chissà
se l'avrebbe rivista...
Don't
want to leave her now You know I believe her now
FINE
-Vuoi
tu, George Harrison, prendere come tua legittima sposa la quipresente
Jane Harrison, promettere di amarla e onorarla ogni giorno della tua
vita, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?-
-Sì,
lo voglio-
-Vuoi
tu, Jane Harrison, prendere come tuo legittimo sposo il quipresente
George Harrison, promettere di amarlo e onorarlo ogni giorno della
tua vita, in salute e in malattia, finché morte non vi
separi?-
-Sì,
lo voglio-
-Bene,
figlioli. Vi dichiaro marito e...-
-NOOOOOO!-
George
si risvegliò, nel suo letto, in un bagno di sudore.
Fece
per alzarsi, ma si ritrovò, suo malgrado, imprigionato in un
groviglio di lenzuola, piumini, piumoni e copripiumoni, cadendo
rovinosamente dal letto.
Tanto
per cominciare bene la giornata...
Quando
si liberò da quella ragnatela di lenzuoli e piumoni vari, si
alzò in piedi con le ultime forze che gli rimanevano e tirò
un sospiro di sollievo.
Era
solo un incubo...
Sua
sorella e il chitarrista dei Beatles...bah! Come se fosse possibile!
FINE!
...o
forse no?
Ed
ecco qua...eccoci arrivati alla fine!
Cosa
ne pensate?
Ma
non credete che sia finita...
Volete
sapere(anche se ormai l'avrete capito tutti) quale canzone Jane ha
ispirato a George?
Volete
sapere cosa combinerà il diabolico George, anche se in questo
ultimo capitolo si è fatto gabbare da Paul e co?
Volete
sapere se Jane e George si riincontreranno?
Volete
sapere se Paul si arrenderà e lascerà Jane a George?
Tutte
le risposte a queste e ad altre domande le troverete in “All
you need is George”, il seguito di questa fanfic che posterò,
se tutto va bene, stasera o domani...spero di avervi incuriosite,
almeno un pochino...
Oh
santo cielo, mi sembra quasi di aver fatto il riassunto di Beautiful
xD
Scusate,
mi sono lasciata un po' prendere la mano...
Nel
frattempo sarà meglio rispondere alle recensioni...
Zazar:
Ah, ecco! Il copia incolla! XD Bene, bene, allora Nel seguito vedrai
ancora il piccolo Satana all'opera...chissà se lo adorerai
ancora come qui xD
Laban:
Eh sì, Paul è proprio un geniaccio...anche se,
poverino, non si aspettava che Jane gli potesse preferire
Geo...grazie della recensione!
Spero
ti sia passata la febbre...
Sofia:
Uhm...vedo che ormai si sono formate due fazioni...le anti/George e
le pro/ George...interessante! XD Scherzi a parte, grazie mille per
la recensione, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo...
Marty-Youchy:
Ah, però...che intuito! XD Grazie mille anche a te!
Clafi:
Grazie mille! Eh già...Paul è sempre il solito! XD Non
cambierà mai...
Night:
Grazie mille anche a te! Eh sì, Georgino è una
forza...spero che ti piaccia anche questo capitolo!
A
presto e grazie mille a tutte per aver seguito e recensito questo
fic!
Martina
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