With The Beatles

di Natalja_Aljona
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1) Good Morning Good Morning - Se il buongiorno si vede dal mattino... ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2) Nowhere Man ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3) Get Back ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4)Help! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5) Here Comes The sun ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6) While my guitar... ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7) Got To Get You into My Life ***
Capitolo 8: *** Epilogo) Something ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1) Good Morning Good Morning - Se il buongiorno si vede dal mattino... ***


With The Beatles

Capitolo 1) Good Morning Good Morning

Se il buongiorno si vede dal mattino...

Era una fresca mattina d'estate, a Londra e a Casa Harrison fervevano i preparativi per la colazione.

In cima ad una rampa di scale, con ancora i bigodini in testa, Claire Harrison si accingeva a dar da mangiare ai cosidetti “Fabolous Four” di Casa Harrison.

-Fidooo! Fuffiiii!- strepitò Claire con una smorfia.

-Nonna, perchè ti ostini ancora a chiamarli così? Se non gli dai il “via Beatlesiano non vengono!- la rimproverò Jane uscendo dalla sua stanza con un sorriso raggiante.

Claire sbuffò.

-Pfff a te e al tuo stupido “via Beatlesiano, Jane!-

-Pfff anche a te, nonna!- rise Jane infilando un LP nel giradischi sotto lo sguardo terrorizzato di Claire.

Poco dopo partì a tutto volume “Please Please Me” e, cosa ancora più spettacolare, al primo “come on” del ritornello, quattro gatti dotati di folte pellicce fulve, facendo sfoggio delle loro belle code, sfilarono nella cucina, fino a raggiungere la ciotola in cui, di malavoglia, Claire aveva versato del latte.

-Visto come li ho educati bene, I miei gattini?- disse Jane sorridendo compiaciuta.

-Gattini? Ma se sono delle belve!-

-Solo perchè c'è la copertina di Abbey Road stampata sulla ciotola!- rispose Jane con un sorriso eloquente.

-Bah!- sbuffò Claire sbattendo la bottiglia del latte sul tavolo.

-Nonna!-

-A me piacciono I gatti!- si difese Claire.

-Ma...gatti a cui piacciono I Beatles...bah! Non si sono mai sentiti!-

Jane sorrise.

Si aspettava una simile osservazione.

Claire la ripeteva ogni mattina.

-Li ho educati io-

-Ed è proprio questo che mi proccupa!-

Jane alzò le spalle, annoiata.

-Sei noiosa, nonna!-

-Trenta secondi- la informò Claire indicando le scale.

-Ventinove-

-Ventotto-

-Ventisette-

-Oh! Eccolo!-

-Odio I Beatles!-

Jane socchiuse gli occhi, ancorandosi più saldamente al tavolo della cucina.

-L'hai già detto-

-Lo ripeto-

-Smettila-

-No-

-Adesso basta! Sei il disonore della famiglia! Con il nome che hai...-

-Odio il mio nome!-

-E io odio te!-

-Fa pure!-

-George!-

-Non mi chiamare così!-

-E' il tuo nome!-

-Jane, George, smettetela!- intervenne Jade, la madre dei due ragazzi.

Come da copione, infatti, ogni sacrosanta mattina, I battibecchi dei due fratelli cominciavano alle prime luci dell'alba e finivano...oh, era già tanto se finivano!

Ogni giorno era la stessa storia.

I loro genitori erano disperati.

Jane adorava, venerava I Beatles in maniera assoluta, specialmente George Harrison, non tanto perchè si chiamasse come lei, quello era solo uno strano caso del destino, come ripeteva sempre a tutti.

Con George era stato amore a prima vista.

Se I Beatles cantavano Long Long Long, lei, dalla mattina alla sera, davanti al poster dei Beatles, George, George, George.

Suo fratello, invece, aveva sempre un diavolo per capello.

Lui detestava I Beatles, detestava George e...detestava il suo nome.

Eh, sì, si chiamava proprio George.

Come se non bastasse, George Harrison.

Quando si dice la sfortuna...

Inutile dire che I due, dalla mattina alla sera, litigavano ininterrottamente.

La goccia che fece traboccare il vaso, però, fu l'arrivo di quattro impertinenti felini, I cosidetti Fab Four di Casa Harrison, che Jane aveva chiamato Hey Jude, Penny Lane, Eleonor Rigby e Lady Madonna.

George non aveva retto.

E si era scatenato l'inferno.



Angolo Autrice:

Ecco, questa è la storiella che ho scritto durante la mia mini-vacanza in Sicilia. Il secondo capitolo è già pronto e in parte anche il terzo, si tratta solo di ricopiarli al computer, quindi posterò quando volete voi...

L'idea dei gatti mi è venuta una sera al ristorante, sempre a Messina e pensavo di farlo anche con I miei gatti...se gli metto Please Please Me ogni volta che mangiano prima o poi scatterà “la scintilla”, no?

Beh, fatemi sapere per la storia.

Martina

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Capitolo 2
*** Capitolo 2) Nowhere Man ***


Capitolo 2) Nowhere Man


Erano le 16.00 e Jane, seduta sul suo letto, contemplava con aria sognante il poster dei Beatles.

Poco lontano, Hey Jude dormiva accoccolato sul vinile di “Help!”.

Tutto sembrava tranquillo.

Appunto, sembrava.

Nessuno poteva immaginare che da un momento all'altro le cose sarebbero cambiate.

Nessuno, nemmeno George, che per sfogarsi lanciava di tutto e di più addosso al poster di George Harrison che Jane gli aveva regalato per il compleanno.

-George Harrison, George Harrison!-

Gridava George alzando gli occhi al cielo.

-Sei peggio di una piaga, sai? E smettila di sorridere come un ebete!-

Ragiona, George!” gli disse una vocina nella sua testa.

E' un poster. L'hanno fotografato così. Non può smettere di sorridere!”

-In effetti...-

George tornò a fissare il poster con aria sconsolata.

-Ma perchè, perchè, George? Come mio omonimo non dovresti avere almeno un minimo di pietà?-

George se ne stava tutto il giorno rintanato in camera sua, in preda a quelle che i suoi genitori chiamavano “crisi adolescenziali”, ma che in realtà non erano che crisi di nervi causate dal giovane chitarrista che dal poster gli lanciava certe frecciatine...

In certi momenti della giornata avrebbe voluto sparire: non ne poteva più di sentir parlare di George e dei Beatles dalla mattina alla sera!

In altri momenti, invece, avrebbe voluto far sparire George, il Beatle che ormai si sognava anche di notte-nei suoi incubi peggiori, sia chiaro-, da tanto che Jane ne parlava.

Ad un certo punto però George cominciò a sentire una strana musica...prima più piano, poi sempre più forte.

-No, no, non ci posso credere! Ma è una persecuzione!-

Eh sì, avete capito bene...conoscete quel detto...parli del Diavolo e...beh, sì, quella roba lì.

Insomma, detto o no, il famoso Roftoop Concert dei Beatles...ve lo ricordate, no?

Beh, io no, non ero ancora nata, comunque... era appena incominciato.

Anzi, erano cominciate le prove, per la precisione.

Adesso George si ritrovava con una nuova gatta da pelare, il tanto odiato chitarrista che gli suonava sotto il naso e, molto probabilmente, anche una sorella da sviare.

Sì, perchè George non aveva nessuna intenzione di permettere a Jane di andare a quel concerto, per poi dover subire i relativi commenti per tutta la settimana.

E così, alle 16.30, a Casa Harrison cominciava la segretissima missione SFF, alias: Sabotaggio Fab Four – Questo concerto non s'ha da fare!


Angolo autrice: Mi dispiace, al momento non ho tempo di rispondere alle recensioni, prometto che nel prossimo capitolo lo farò...spero comunque che vi sia piaciuto.

A presto,

Martina

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Capitolo 3
*** Capitolo 3) Get Back ***


Capitolo 3) Get Back

16.35

I minuti passavano, inesorabili.

Le prove continuavano.

George progettava un piano assolutamente infallibile(si fa per dire...) per mandare a monte il concerto dei Beatles.

Jane...si era appena svegliata.

16.36

-Da...da dove arriva questa musica?-

Proprio in quel momento George irruppe come una furia nella camera della sorella.

-Jane! Dormi! C'è l'Apocalisse-

Jane si soffermò a guardare il fratello come se avesse visto un fantasma per circa cinque secondi.

-Ma che stai dicendo, George?-

-Il terremoto! Il Diluvio Universale! L'eruzione vulcanica!-

-Ehm...fratellino? Se permetti...dubito che ci siano vulcani attivi, qui a Liverpool!-

George grugnì.

-Che inutile precisazione...-

-Aspetta un secondo...ma questo...You'd better run for your life if you can, little girl,hide your head in the sand, little girl, catch you with another man, that's the end, little girl...-

George alzò gli occhi al cielo, esasperato.

-I Beatles!-

Troppo tardi. Jane aveva riconosciuto la canzone che, proprio in quel momento, i Beatles stavano provando: Run for your life.

George però non era deciso a mollare.

-Hai le allucinazioni! Io non sento niente!-

-Comprati un bell'Amplifon, fratellino...e poi...George!-

Jane saltò d'impulso al collo del fratello.

-Ci sono i Beatles! I Beatles! I Beatles in concerto!-

-Ma che concerto...saranno cicale...proprio così, cicale! Cicale canterine!-

-Ok, d'accordo. Che cos'hai bevuto?-

-Chi, io? Tu mi offendi, Jane! Io so benissimo come sono le cicale! Le ho studiate in scienze. E quindi so perfettamente che...-

-Che le cicale, a una certa ora del pomeriggio, si mettono a cantare I Beatles a tutto spiano, eh?-

-Bah! Che pessimi gusti! E dire che mi stavano pure simpatiche, le cicale!-

-George, dì la verità...ti sei bevuto il cervello?-

George sospirò.

-Devo andare!-

-Dove?-

-A scuola!-

-Ehm...posso ricordarti che ne sei appena uscito?-

-Ci ritorno!-

-Ma tu detesti la scuola!-

-Ma detesto di più i Beatles!-

E con quest'ultima affermazione George corse via, chiudendosi la porta alle spalle.

Una chiave girò nella toppa e...

-George! Mi hai chiuso dentro!-

George sorrise, serafico, anche se Jane non lo vide.

-Porta pazienza, sorellina...ti farò uscire, prima o poi!-

-Ma che prima o poi! Io voglio...io DEVO uscire! George! Ci sono i Beatles, la fuori!-

-E anche i miei nervi che chiedono pietà!-

-George!-

Ma niente. Se n'era già andato.

E adesso...l'operazione SFF può cominciare!

George uscì di casa di corsa, con della carta da lettere decorata in una mano e un orologio in un altra...

Corse vicino al palazzo su cui I Beatles stavano provando e...si appostò ad origliare.

-Oh, no! Ma non è possibile!-

-Che c'è, George? Qualche problema?-

-Ho dimenticato gli spartiti di Within and Without you...devo tornare a casa a prenderli!-

-Oh...d'accordo-

-A dopo, ragazzi!-

-A dopo, George!-


Buono a sapersi...pensò George tra se e se...

Ha dimenticato gli spartiti...ih, ih!

Un vero e proprio idiota, come immaginavo.

Non so proprio come faccia quella sciocca di mia sorella a corrergli dietro...

Ma in fondo è comprensibile...è solo una ragazzina.

George rise, tra se e se.

Adesso metterò quella cosuccia dove la devo mettere e...ciao ciao, Harrison!


Angolo autrice:

Ciao! Come va? Eccomi qua con un altro capitolo...pensate che ho già cominciato a scrivere anche il seguito di questa storia...lo so, non sono molto sana di mente...però in questo periodo mi frullano varie idee in testa....dev'essere un periodo molto produttivo...xD

Prima di rispondere alle recensioni mi sento in dovere di dirvi...ok, è una cosa stupida, però...state tranquille, George non ha messo una bomba a casa di George(dei Beatles)...la cosuccia la scoprirete poi...

Ok, ora posso rispondere alle recensioni:

Laban: Sì, sono stata in Sicilia...a Messina...infatti mio papà è siciliano, quindi in teoria sarei mezza siciliana anch'io...xD

Sono contenta che la mia storia ti piaccia...

Zazar90: Oh, se per questo neanch'io ho chiamato i miei gatti con nomi pertinenti ai Beatles...quelli della storia sono gatti inventati...Io avevo tre gatti(la gatta adesso è misteriosamente sparita...) e in un periodo in cui adoravo Romeo e Giulietta li avevo chiamati Giulietta(avevo anche Romeo, ma è morto...) Tebaldo Ciro e Tappo(non chiedetemi cosa c'entra con Romeo e Giulietta...xD) Comunque sì, fortunatissimo il tuo amico!

Grazie dei complimenti, spero che anche questo capitolo ti piaccia.

Sono contenta che Georgino ti affascini...anche se è un pochino cattivello...

Marty-Youchy: Grazie anche a te...Sì, proprio così, fanno Harrison di cognome...in effetti come idea è stupida...anche perchè non fa che rafforzare l'odio di George per George(dei Beatles).

Comunque davvero con i tuoi gatti funziona? Fantastico, allora proverò anch'io...e non preoccuparti per i nomi, pensa a come si chiamano i miei...e la cosa più preoccupante è che i nomi li ho scelti io! XD

Clafi: Grazie!! Si sì, proprio cattivo! Eccoti accontentata anche se, ovviamente non è finita qua...

The Tief_: Eh sì, lo odia proprio tanto...grazie anche a te, ovviamente e adesso saprai cosa combina...specialmente nel prossimo capitolo...









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Capitolo 4
*** Capitolo 4)Help! ***


Capitolo 4)Help!


George scivolò di soppiatto in un vicolo, rasentando I muri per non farsi vedere dal tanto odiato chitarrista, che, in tutta tranquillità, stava andando a recuperare gli spartiti di Within you without you.

Chissà se sarà ancora così tranquillo, tra cinque minuti...

Pensava George sogghignando.

Del canto suo, lo sfortunato chitarrista non aveva capito niente.

Non aveva capito che un impertinente ragazzino che non aveva ancora sviluppato il “Neurone Beatles” stava per sabotare irrimediabilmente I suoi amati spartiti...concerto annesso.

E, un concerto senza spartiti si poteva anche fare-sì, più o meno...-ma un concerto senza Beatles no.

O almeno non un concerto dei Beatles.

Nel frattempo George(dei Beatles) era arrivato davanti a casa e, con tutta la calma del mondo, si apprestava ad aprire la porta.

-Oh, cielo, ragazzo, sbrigati!- si lamentò George davanti all'esitazione del Beatle.

-Che c'è, aspetti l'Arcangelo Gabriele?- grugnì nuovamente George, che cominciava a dare evidenti segni d'impazienza.

-Oh! Ho sbagliato chiavi!- esclamò proprio in quel momento il chitarrista.

A George cominciavano a prudere le mani.

Ho sbagliato chiavi”...ma come si fa a sbagliare chiavi?

Dopo qualche minuto trascorso ad apprendere che la fortuna non girava dalla sua parte, George decise il da farsi.

-Ok. Passiamo al Piano B-

-Piano B?- Il Beatle si voltò di scatto verso George, che cominciò ad impallidire, quasi avesse ingoiato un tubetto di scolorina.

-E' il mio piano!- si affrettò a giustificarsi George, correndo verso quelle che sembravano scale...

Sembravano, appunto.

Non ci avrebbe messo la mano sul fuoco, ma qualche volta nella vita bisogna anche fidarsi, no?

Dal pianerottolo si sentì uno schianto, un tonfo e uno scricchiolio poco rassicurante.

Poco dopo George(il Beatle) si vide arrivare davanti una scarpa, che atterrò a pochi passi dalla porta.

-Là sopra non ci sono scale!- lo informò ridendo il chitarrista.

-NE HO PRESOATTO!- grugnì George per tutta risposta.

Come stavamo dicendo, solo qualche volta...

George l'aveva imparato a sue spese.

-Piano B, Piano B, Piano B- si ripeteva mentalmente George, mentre cercava di ricomporre quella che una volta era stata una scarpa.

-Per ora mi servi vivo- sibilò.

-E quindi...per favore...vedi di non scherzare con il fuoco...-

-E chi scherza?- gli rispose confuso il Beatle.

-Lo vedi quel cartello? “QUI NON CI SONO SCALE. QUI NON CI SONO ASCENSORI. QUI NON C'E' NIENTE! TORNATE INDIETRO!”-

-Eh?-

-LAVORI IN CORSO!- gridò il chitarrista, esasperato.

Lo sguardo di George ora andava dal suddetto cartello al chitarrista e viceversa.

-Mi stai prendendo in giro?-

-Chi? Io?-

-Va beh, lasciamo perdere! Ho un piano da portare avanti, Io!-

-Non ho ordinato nessun piano-

-Mbè? Mica pianifico su ordinazione, Io!-

Ci fu una pausa di silenzio.

Un'altra.

Poi...solo il Piano B.

-GEORGE HARRISON! Ma cosa mi tocca fare....TI HO RICONOSCIUTO! SEI UNO DEI BEATLES! Ma cosa mi tocca dire...SEI IL MIO IDOLO!

IL MIO MODELLO DI VITA! Stasera vomiterò, ho già capito...-

Il povero chitarrista credette che il ragazzo fosse in preda ad una crisi di personalità, ma non ebbe nemmeno il tempo di aprir bocca, che George gli era già saltato al collo-

-GEORGE HARRISON! NON CI POSSO CREDERE! HO COSI' TANTO DA DIRTI! VIENI, ANDIAMO A CASA MIA! MI DEVI AUTOGRAFARE TUTTI I LP, TUTTI I MIEI LIBRI, TUTTI I MIEI QUADERNI,TUTTE LE MIE SCARPE E...FORZA, ANDIAMO!-

-Ehm...beh...io...veramente...il concerto...- provò a giustificarsi George(il Beatle).

-No! Non andarci! C'è in giro un virus pericoloso, pericolosissimo, mortale!-

Il Beatle sollevò un sopracciglio con aria scettica.

-Cioè?-

-Il....Pirimpirimpichetto XYZ!-

-Ehm...prego?-

-Dobbiamo fare una disinfestazione, andiamo! Il Pirimpirimpichetto è ancora a piede libero!-

***


Passavano I minuti.

Passavano le ore.

George non tornava.

Anzi, nessuno dei due George era tornato.

Jane ormai ne era certa.

Quelli che aveva sentito prima erano I Beatles.

I Beatles erano lì fuori, a pochi passi da lei e lei...non poteva uscire.

Poco dopo però la ragazza incominciò a sentire un ticchettio sospetto.

Jane si voltò verso la finestra.

-Una bomba?-

-Ma che bomba, Jane! Siamo noi!- gridò una ragazza dalla carnagione chiara e I lunghi capelli biondi raccolti in una treccia.

-Daisy? Jenny? Madelaine? Cosa ci fate qui?-

-Come che ci facciamo! Jane! Ci sono I Beatles!-

-E John- rispose l'altra ragazza, quella che Daisy aveva chiamato Jenny.

-E Paul- precisò Daisy con aria sognante.

Dal canto suo, la piccola Madelaine, sorella minore di Jenny, aveva un debole per Ringo.

-E George?-

-Ovviamente anche George- sospirò Daisy.

-Dopo sei mesi che ci fai una testa così con “il più grande(e il più bello) chitarrista di tutti I tempi”!- sbottò Jenny, esasperata.

Jane sorrise.

-Ce la fai ad uscire?-

-Ovvio! Non avendo a disposizione una porta...c'è pur sempre una comoda finestra....-

-...forse non proprio comodissima...-

-...ma basterà-

Cinque minuti dopo Jane era fuori.

Il vantaggio di abitare al piano terra.

-Se lo sapesse George...-

-Sbrigati, Jane, sbrigati! Non voglio perdermi neanche un secondo di concerto!- la riprese Daisy.

-Quanto tempo abbiamo?-

-Cinque minuti-

-Solo?-

-Basteranno?-



Ed ecco qui il 4° capitolo! L'ho scritto, come il solito, a scuola, stamattina, durante l'ora di geografia...al solito la prof. Mi è passata davanti, mi ha guardato e mi ha lasciato fare...beh, tanto meglio!

Spero vi piaccia anche questo capitolo...con entrambi I George stavo proprio andando fuori di testa...mancano circa 3 capitoli alla fine...ma non preoccupatevi(anzi, immagino che non vi siate preoccupate affatto... xD) sto già scrivendo il seguito di questa storia...che sarà decisamente più lungo...

Risposte alle recensioni:

Laban: Felicissima che ti sia piaciuto! Non so come mi sia venuta sta cosa delle cicale, ma mi sembrava carina...sì, in effetti bisogna ammettere che non è proprio la più bella canzone di George, però è carina...a proposito, scusa la domanda che non c'entra niente, qual'è la tua canzone preferita di George? A me piacciono tutte ma adoro in particolare Something...

Beh, che dire, spero che ti piaccia anche questo...la cosuccia ancora non è entrata in scena, ma lo farà presto xD

Zazar90: Ma coma hai fatto? Hai indovinato, Georgino è pure simile al vero George!!
Eh sì, anche a me sta simpatico George(ma che idiota che sono...mi stanno simpatici I miei stessi protagonisti...bah, non ci badare...xD)...in effetti è diabolico, pur avendo solo 17 anni(non l'ho ancora detta, l'età, ma George ne ha 17, Jane 14)...

Clafi: Eh, sì...la cosuccia ancora non è arrivata...ma non si farà attendere...xD

TheTief_:Sono contenta che ti sia piaciuta la parte delle cicale! Sì, in effetti neanch'io credo che a Liverpool ci siano vulcani attivi...

Marty-Youchy: Tu dici? Beh, a me piacevano...ma adesso, non so...forse avrei preferito dargli dei nomi più...come dire...Beatlesiani?(i miei gatti chiedono pietà xD) Comunque tranquilla, io stessa faccio ancora confusione...specialmente in questo capitolo, con entrambi I George!

Oh mio dio! Ho creduto di impazzire...

Anamita: Sì, infatti, modestamente(xD) quella frase è una delle migliori...beh, sono contenta che ti sia piaciuto, grazie mille!

The Night Before 1965: No, tranquilla...per ora(e dico -per ora!-) non lo rapisce...cioè, non proprio...in un certo senso...ma poi vedrai cosa succederà xD(sembra quasi una minaccia...)

A presto

Martina






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Capitolo 5
*** Capitolo 5) Here Comes The sun ***


Capitolo 5) Here Comes The Sun

-Scusami, ora devo proprio andare. E' stato un piacere!- George(dei Beatles) cominciava ad avere fretta.

Da lì a poco sarebbe cominciato il concerto e...lui non era ancora tornato.

John sarebbe andato su tutte le furie.

Tutti sarebero andati su tutte le furie.

Come se non bastasse, gli spartiti di Within you Without you erano andati a farsi benedire.

Come liberarsi di un fan a cui probabilmente era saltata qualche rotella durante la notte?

George non aveva studiato niente al riguardo.
A scuola non insegnano queste cose.

E' il momento, pensò George tra se e se. George fece scivolare una cosa nella tasca della giacca del chitarrista.

Perfetto. Direi che può bastare.

-D'accordo, è stato un vero piacere! (Puh!)Grazie mille, George! (Bleah!)-

Tutto sommato è stato abbastanza ragionevole pensò il chitarrista tra se e se.

Prima di andarsene il ragazzo si voltò e gli sorrise.

Un sorriso diabolico.

Un brivido gli percorse la schiena.

Ok. Me ne sono liberato. Posso andare.

Che ore sono? La domanda sorse spontanea.

George diede un'occhiata all'orologio, che era solito tenere in tasca.

Sono solo le 14.30. Quando sono uscito erano le 16.30. Strano. Magari l'orologio di John era avanti.

Riflessione brillante, George, non c'è che dire. Prima di uscire hai chiesto l'ora a John.

16.30.

Ora guardi il tuo orologio e sono le 14.30.

E' chiaro che è quello di John ad essere sbagliato.

La riflessione non fa una piega.

George sorrise, compiaciuto.

Posso fare con calma.

Peccato che, nei prossimi cinque minuti, di calma George ne avrebbe vista ben poca.

-Signor Harrison, Signor Harrison!- un ragazzo piombò trafelato nella stanza, correndo verso di lui senza smettere di gridare:

-Signor Harrison, Signor Harrison!-

George sospirò. Di scalmanati ne aveva visti già abbastanza.

-Cosa c'è, James?-

-Signor Harrison! L'elicottero!-

George impallidì.

-Adesso?-

James gi lanciò un'occhiata eloquente.

-Ma se sono solo le 14.30!-

-14.30? Signor Harrison! Le ha dato di volta il cervello? Sono...le 16.55-

-Le...le..le...-

-16.56. E' passato un altro minuto-

George lo fulminò con lo sguardo.

Un attimo di pausa e l'esagitato pilota aveva già ripreso a saltare freneticamente da un punto all'altro della stanza.

-Calmati, James! Adesso arrivo!-

-Signor Harrison! Adesso è già troppo tardi!-

-Il concerto comincia...-

George lanciò un ultimo sguardo all'orologio.

14.35.

La calma lo pervase.

-Prima vado a farmi una cioccolata. Ci sono anche degli ottimi biscotti...-

-Ma che cioccolata e cioccolata! Signore!- James lo afferrò per un braccio e corse verso l'elicottero, che aveva parcheggiato...nel giardino di Casa Harrison.

-Hai...hai parcheggiato l'elicottero...nel mio giardino? Oh, cielo! I miei poveri fiori!-

-Il mio povero stipendio!- intervenne James con tono afflitto.

-Se non arriviamo in orario il Signor Lennon non sborsa un penny!-

-Lo convinco io, il “Signor Lennon”. Ora comincia a mollarmi il braccio.

Lo sai quanto mi è costata questa giacca?-

-Non voglio saperlo! Voi Beatles non fate mai shopping nel periodo dei saldi!-

-Paul sì. Una volta Linda l'ha trascinato al centro commerciale con l'inganno. Povero Paulie!- George rise al ricordo.

-Quel giorno Paul era quasi sul punto di strapparsi I capelli. Fortuna che non l'ha fatto, perchè...-

-Signor Harrison! Le sembra il momento?-.

-Beh, in effetti...Aspetta un attimo, James. Una sistematina ai capelli, una spruzzata d'aqua di colonia...-

-Per l'amor del cielo, Signor Harrison! Ci doveva andare prima, al salone di bellezza!-

-Non tirare troppo la corda, James. Ti avverto, uomo avvisato...-

Proprio in quel momento, con un tonfo sordo e un borbottio poco rassicurante proveniente dal motore, l'elicottero decollò.

-Diceva, Signor Harrison?-

-Dicevo cosa? Chi sono? Dove sono? Tu chi sei?-

-Mi chiamo James Hans Richard Michael Tall, nato a Berlino il giorno 4 Dicembre 1948, da madre tedesca e padre di origini britanniche.

Vivo a Liverpool da quando avevo circa 7 anni e la mamma mi diceva sempre “Sta attento, Teddy! Il mondo è pericoloso!”. Ora...-

George lo scrutò con un'aria assassina che non prometteva nulla di buono.

-Ora penso che aveva ragione! Signor Harrison, si calmi! Arrabbiarsi fa male alla salute. Il perdono è divino!-

-Ricordatelo bene, ragazzo, chiunque tu sia. Il silenzio è divino. Concentrati sulla guida e taci-

-Signor Harrison, sono James. Si ricorda di me?-

-Preferirei di no. Siamo arrivati?-

-Non ancora, non...Signor Harrison?-

-Sì?-

-Dov'è la “ Apples Recordes”?-

-Se non lo sai tu...-

-Signor Harrison?-

-SI'?-

-L'abbiamo appena oltrepassata...-

-JAMES!-

-Signor Harrison, Signor Harrison, la prego, non vorrà avere sulla coscienza un povero pilota indifeso...Vuole un biscotto?-

-Perdona il mio scatto, James, carissimo! Dove sono I biscotti?-

-Ehm...stavo scherzando-

-Mi stai prendendo in giro, James?-

-Per carità, Signor Harrison! Non oserei mai...Siamo arrivati!-

-Siamo arrivati?-

-Siamo arrivati!-

-Sì, ma siamo...-

...

...

-...Arrivati?-


Le cose erano andata più o meno così:

James aveva aperto il finestrino.

George era caduto fuori, sul tetto della Apples Recordes.

George era caduto addosso a Ringo.

Ringo, inevitabilmente, aveva smesso di suonare.

Il concerto si era interrotto.

Il concerto? Il concerto era cominciato senza George?

No, ovviamente.

Erano solo le prove.

Ma il concerto avrebbe dovuto essere già cominciato un ora prima.

John prese la parola.

-Signore e signori...scusateci per l'equivoco. Dov'eri finito, George?-

-E' una lunga storia...-

-Ahi! Per favore, George, spostati!-

-Il concerto comincerà esattamente tra...1, 2, 3...-

-TOGLITI DAL MIO STOMACO, GEORGE!-

-Ah, già...Scusami, Ringo!-


Proprio in quel momento anche Jane e le sue amiche erano arrivate.

-Hai visto, Jane? Non è...non è...-

Jane ci mise un po' per capire che Daisy stava parlando di Paul.

Il suo sguardo ormai era concentrato su un punto solo del tetto.

-Ecco George....-

Nessuno, in quel momento avrebbe potuto toglierle quel sorriso e quell'aria sognante che solo un Beatle poteva causare.

George sorrise.

Alla fine era andato tutto bene.

Fece per prendere la chitarra, ma....aspettate un secondo: dov'era la chitarra?


Scusatemi se neanche stavolta rispondo alle recensioni...il capitolo l'ho scritto ieri a scuola, durante le due ore di supplenza, mentre il prof. Credeva che stessi facendo I compiti xD

Solo che ci ho messo un po' a ricopiarlo al computer e non volevo farvi aspettare ancora, visto che il capitolo era già pronto...

Spero che vi piaccia...

A presto!

Martina








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Capitolo 6
*** Capitolo 6) While my guitar... ***


Capitolo 6) While my guitar...


-Ehm...John? Hai visto la mia chitarra?- chiese George, confuso.

-George! E' mai possibile che dimentichi sempre tutto a casa?-

-Beh...ma guarda che la chitarra l'avevo lasciata qui-

-Qui? Sei sicuro?-

George annuì, con aria preoccupata.

-Beh, ma qui non c'è niente. Cioè, non c'è la tua chitarra-

-Oh, cielo! John! La chitarra...la mia adorata chitarra...è...sparita- balbettò George con un filo di voce.

All'improvviso però, un flash improvviso gli riportò in mente tutto quello che era accaduto poco prima.

-Il...ma certo! Il ragazzino di poco fa!-

-Quale ragazzino, George?- intervenne Paul, incuriosito.

-Un fan. Uno strano fan, a dir la verità. Andava in giro parlando di un tale “Pirimpirimpichetto”...-

-Pirimche?-

-Pirimpic...sì, va beh, quello che era. Un pericoloso virus altamente contagioso...-

-Ma George, non capisci? Ti ha preso in giro! Non c'è nessun pirim...oh, cavolo! Quel...coso non esiste!-

-Sì, ma...la chitarra era qui!-

-Chitarra intraprendente, la tua! Dove può essere andata?- commentò Paul ridendo.

-Che io sappia le chitarre non...beh, non si muovono. Non da sole, almeno!-

-Il ragionamento non fa una piega...-

-Ci mancherebbe altro..-

-Allora, dov'è finita questa chitarra?-

-Il ragazzo...devo recuperare quel ragazzo!- gridò George, al limite della disperazione, dando così un calcio a...aspettate un secondo...cos'era quello strano oggetto che ora stava cadendo dal tetto?

Sembrava quasi...una chitarra?

-NOOO! LA MIA CHITARRA!-

-Ah, ecco dov'era!- commentò Paul battendosi una mano sulla fronte.

-Paul, per l'amor del cielo, ragiona! Era lei...lei, proprio lei! Ed è...ecco, come dire...caduta dal tetto!-

-Oh santo cielo...- intervenne John con un filo di voce.

-Mi...mi dispiace, George!- si affrettò a dire Ringo, cercando di consolare l'amico.

-La...mia...chitarra...- fu tutto quello che riuscì a dire George.

Poi fu un susseguirsi di azioni confuse, troppo veloci sia per poterle fermare, che per potersi districare tra esse.

Ci furono un tonfo sordo, delle grida, una chitarra che volava giù dal tetto della Apple...una ragazzina che, da quando era arrivata, non aveva mai smesso un secondo di guardare George con aria adorante...una chitarra che cadeva...cadeva...cadeva...e poi più niente.

Il buio, il vuoto...e nient'altro.

-E'svenuta?-

-Beh...credo di sì-

-Certo che però, George...che mira!- commentò Paul ridendo.

-Ah-ah-ah! Davvero spiritoso, Paul! Vorrei vedere quanto rideresti tu...se ti cadesse una chitarra in testa... da lì sopra!-

Paul alzò lo sguardo alla Apples Recordes, che in tutta la sua imponenza, li sovrastava.

-Beh, in effetti è altino...-

-Chiamiamo qualcuno? Che dobbiamo fare?- domandò allora George, guardando di sottecchi la ragazzina che, ai loro piedi, aveva appena perso I sensi.


Scusate, adesso proprio non ho tempo di rispondere...tra poco devo andare a lezione di piano...grazie comunque a coloro che hanno commentato e che commenteranno...

A presto

Martina







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Capitolo 7
*** Capitolo 7) Got To Get You into My Life ***


Capitolo 7) Got to get you into my life


-Ciao!-

-Ciao!-

-Bentornata tra noi!-

-Mh-

La ragazza riaprì gli occhi, ancora piuttosto confusa, ma non appena il mondo intorno a lei ricominciò a prendere forma e consistenza, fu quasi sul punto di chiuderli di nuovo.

Non poteva essere vero.

George Harrison, Paul McCartney, Ringo Starr e John Lennon, nell'ordine in cui avevano parlato.

No, decisamente, non poteva essere vero.

-Mbè? Che si fa?- domandò sarcastico John, sollevando un sopracciglio, con quel sorriso da perfetto strafottente che gli riusciva sempre benissimo.

-Non sarà svenuta di nuovo?- George, il meno esperto in svenimenti dei quattro.

Certo, ce n'erano state di fans a cui, trovandosi davanti i Beatles al completo, era mancato un battito, o che si erano dimenticate di respirare per l'emozione.

Certo, svenire dopo aver subito un-non certo indolore- impatto con la chitarra di George Harrison che ti è piombata in testa con la velocità della luce o giù di lì, era più che lecito.

Ugualmente certo era che, se avevi passato gran parte della tua vita in compagnia di altri tre psicopatici del tuo calibro con una chitarra in braccio, se facevi parte di un quartetto che, nel tempo libero e non, giravano per la città facendo, volontariamente o no, strage di cuori, non potevi essere particolarmente esperto in svenimenti e co.

Un po' meno certo, invece, era che, in quel fantomatico “tempo libero” di cui si era parlato, questo psicopatico quartetto aprisse un'associazione tale “Beatles-Musica&Svenimenti S.p.a”.

Certo all'ennesima potenza, tanto per cambiare, era che John ne aveva fin sopra i capelli di George o non George, chitarra o non chitarra, ragazza svenuta che sveniva di nuovo o semplicemente ragazza svenuta che non poteva credere ai suoi occhi, e per questo motivo faceva perdere altro tempo al, si sa, già impegnatissimo John Lennon, a cui, se non si fossero sbrigati a fare quel maledittisimo concerto, non avrebbe avuto più tempo per le cosidette “conquiste-dopo Backstage”.

Aggiungendoci pure il fatto che, con un chitarra mezza tramortita, una ragazza nello stesso, se non più critico, stato della chitarra, un pubblico che scalpitava e molte altre cose che al momento mi sfuggono, sarebbe stato ben difficile riprendere in mano la situazione, risalire su quel maledettissimo tetto e fare quel concerto...beh, siamo a cavallo!

Ricapitolando, ne Paul ne John, ne tantomeno Ringo, erano più esperti di George, in fatto di svenimenti.

La ragazza, del canto suo, convinta che il colpo in testa le avesse causato qualche confusione mentale, se ne stava lì, ferma, aspettando di rinsavire.

Se John, impaziente com' era, non l'avesse scossa ripetutamente per un braccio, forse sarebbe ancora lì.

-Hey, carina, non so se te ne sei accorta, ma noi staremmo aspettando te!-

La ragazza socchiuse gli occhi, appena appena, ma quanto bastava per rendersi conto che di fronte a lei c'erano i Beatles.

I Beatles al completo.

C'erano i Beatles, e stavano aspettando lei.

Neanche nei suoi sogni migliori...neanche nei più belli...Jane avrebbe mai immaginato che potesse accadere una cosa simile.

Non era mai svenuta, non che lei ricordasse...e quindi, quale occasione migliore di farlo davanti ai Beatles?

Eh già, i colpi in testa possono avere molti effetti collaterali.

In un altra situazione, forse, Jane non avrebbe mai desiderato così ardentemente che il tempo si fermasse, così, in quell'attimo perfetto...va beh, forse non poi così perfetto, ai piedi della Apple Records, ancora piuttosto rintronata, con la testa dolorante e la chitarra di George Harrison di fianco.

Avrebbe mai potuto immaginare tanta fortuna in una volta sola?

No, quasi sicuramente no.

Ma è proprio questo il bello dell'immaginazione.

Va oltre a tutti i limiti, oltre a tutte le distanze, infrange tutte le regole, senza neanche lasciarti il tempo di riprendere fiato...ma ti fa arrivare lì, al limite dei limiti, dove avresti sempre desiderato, sperato e mai potuto arrivare.

Davanti ai Beatles.

-Geo...rge?- proferì con un filo di voce la ragazza, con gli occhi che le brillavano.

La testa aveva smesso di pulsarle, il dolore aveva cessato di esistere, nel momeno esatto in cui aveva incrociato il suo sguardo.

Lo sguardo di George Harrison.

Il suo mito, il suo idolo...a due passi da lei.

Il suo sorriso, che finora aveva potuto ammirare solo in fotografia, la sua chitarra, che forse avrebbe preferito non ammirare così da vicino...

Ma era lui, George...davanti a lei.

-Sì?- rispose con voce squillante il chitarrista, felice che la malcapitata ragazza si fosse finalmente ripresa.

-Sei proprio tu...voi?-

-Noi, noi, mia cara, siamo noi!- rispose Paul con un sorriso a trentadue denti.

-Proprio voi?- domandò ancora la ragazza, che ancora non ci poteva credere.

-Beh, le Loro controfigure non siamo certo!- rispose John, sarcastico.

Jane sorrise.

John Lennon. Non c'erano dubbi.

Il suo sarcasmo era ormai famoso in tutta Liverpool, per non dire in tutta la Gran Bretagna.

Proprio in quel momento, però, perchè si sa, le disgrazie non vengono mai sole, anzi, in questo caso pare proprio che abbiano parecchia compagnia, uno strano, ma non certo sconosciuto ragazzino, fece il suo ingresso trionfale...

-Avete visto questo individuo?-

Tutti e quattro i Beatles si voltarono verso di lui, impassibili, tranne George, che impallidì istantaneamente alla vista di...eh, sì, proprio lui.

George Harrison Junior, il diabolico sabotatore, che per l'occasione aveva strappato dalla parete della stanza di Jane il poster di Rubber Soul.

-E tu chi saresti?- domandò John, squadrandolo dall'alto al basso, mentre George continuava a dare di gomito a Paul, che però sembrava più concentrato nella contemplazione della ragazza che su quello che voleva dirgli così urgentemente il suo amico.

-E'lui! E' lui! Il piccolo Satana!- balbettava freneticamente il povero George, che tutto si sarebbe aspettato, tranne che ritrovarsi davanti lui.

L'inventore del Pirimpirimpicoso.

Pirimpirimpichetto, per la precisione, ma non è importante.

Quando però si accorse che quello che il ragazzino indicava con quello sguardo vagamente assassino non proprio rassicurante era proprio lui...divenne ancora più pallido, se possibile.

-L-lui?- balbettò con filo di voce il Beatle.

-Odio ripetermi!- sbottò il ragazzino, guardandolo male.

George sentì un brivido percorrergli la schiena.

-E'...è andato di là!- rispose d'impulso il chitarrista, indicando un punto non definito alla sua sinistra.

-Di là? Sicuro?- domandò il ragazzo con aria scettica.

-S-sicurissimo-

-Bene. E'stato un piacere, Signor...-

-Harr...Harriet. Proprio così, Harriet-

-E' stato un piacere Signor...Harriet- concluse il ragazzino porgendogli la mano.

George la afferrò incerto, quasi temendo una scossa o cose simili e la strinse, cercando di attirare l'attenzione il meno possibile.

-Harriet? Ma cosa ti è saltato in mente, Geo?- rise Paul, distogliendo finalmente lo sguardo di Jane, che sembrava piuttosto imbarazzata dal fatto che Paul McCartney non le avesse tolto gli occhi di dosso per tutto il tempo.

-Ehm...è una lunga storia, Paul- si giustificò il chitarrista, ancora piuttosto confuso.

-Grazie al cielo!- mormorò tra se e se George.

-Sono riuscito a depistarl...-

-Hey, tu! Harriet!- gridò di nuovo il ragazzino, alle sue spalle.

A George per poco non venne un colpo.

-Chi credi di prendere in giro, George Harrison?-

George sbiancò, di nuovo.

Ormai stava diventando un'abitudine.

-O, se preferisci, Mr Harriet?-

-Ehm...posso spiegare...-

-Spiegare un corno, bello mio! Dove hai messo mia sorella?- lo assalì il ragazzino, rischiando di far ingoiare al povero George il poster di Rubber Soul, che teneva puntato su di lui, quasi fosse un'arma.

-Tua sorella?- intervenne Paul, alzando un sopracciglio.

-Jane Harrison. Proprio lei. Che...che le avete fatto?!?- gridò il ragazzo, quando lo sguardo gli cadde sulla sorella, che si era da poco alzata da terra.

-Niente, niente. E' svenuta e...-

-SVENUTA?!-

-Ehm...niente di preoccupante. Le è solo caduta in testa un chitarra...-

-UNA CHITARRA?!-

-Non è il caso di scaldarsi. Ti basta un assegno?- intervenne nuovamente Paul, che, malgrado George non avesse avuto il tempo di spiegarli quasi niente, aveva capito al volo la situazione...geniaccio d'un McCartney...

-L'assegno lo accetto più che volentieri!- rispose George Junior sgranando gli occhi.

Tutto si sarebbe aspettato, tranne che un assegno.

Devo ammettere che quei fantomatici “Beatles” mi hanno colto alla sprovvista...ma che non credano d'incantarmi, con i loro modi gentili e i loro...assegni.

Si ritrovò a pensare George.

-Jane, andiamo- ordinò con fare autoritario alla sorella.

-Che storia è questa?- gridò Paul, seccato.

-Porto a casa mia sorella...- spiegò in tutta tranquillità il ragazzino, sfoderando uno dei suoi sorrisi diabolici.

-Come sarebbe a dire “porti a casa tua sorella”? Non era compresa nel prezzo?-



Angolo autrice:

Risposte(brevi, perchè devo andare a mangiare xD) alle recensioni:

Marty-Youchy: Eh sì, poverina...ma come hai fatto a capire che era lei? Che intuizione geniale xD

Laban: Eh sì...proprio sulla sua testa...beh, ma lo sai come sono i “nostri” ragazzi, no? Ora che ci arrivano anche loro...

Sofia: Oh, tranquilla, la chitarra è ancora intera(sì, più o meno xD)...eh sì, Georgino è un cattivone...e si vedrà soprattutto nel prossimo capitolo!

TheTief_Di solito non uso il copia e incolla, però...a volte me lo dimentico proprio xD difatti mi è venuto in mente durante una lezione di epica, non so come mai...se il concerto si farà...beh, lo scoprirai nel prossimo capitolo!

Zazar: Wow, sei riuscita a scriverlo! (il pirimprin...sì, va beh, quella roba lì! xD)...come hai fatto? Aspetta, fammi indovinare...hai usato il copia e incolla? No, va beh, scherzi a parte sono contentissima che ti sia piaciuto...

Clafi: Eh mi sa proprio di no...io non ho mai provato, per carità! XD però non dev'essere molto bello ricevere un chitarra in testa...fortuna che era la chitarra e non la batteria di Ringo! XD Sono contenta che ti sia piaciuto...


Allora...che dire? Siamo giunti quasi alla fine...manca ormai solo l'epilogo e questa storia finirà...però...beh...non è detto che finisca...

Cosa sto dicendo?

Eh già, bella domanda...xD

E' da un po' di giorni, infatti, che ho immaginato il seguito di questa fanfic...in cui però accadranno molte più cose(e infatti sarà anche più lunga) che in questa...anche perchè ci saranno in serbo molte sorprese, sia per Jane, che per i Beatles e...perchè no? Anche per George...

Ci saranno alcune svolte e forse...beh, non vi posso svelare tutto adesso!

Solo se volete che la continui, naturalmente xD

Infatti stavolta sta a voi decidere...volete il seguito?

Io finora mi sono fatta i miei filmini mentali di quasi tutta la storia, come mio solito xD Ovviamente continuerei anche le altre, è sottinteso...

Però...a voi la parola!

A presto

Martina



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Capitolo 8
*** Epilogo) Something ***


Epilogo) Something

-PAUL!!-

Quattro teste si voltarono di scatto verso Paul, più la povera Jane, che della situazione aveva capito ben poco, ancora troppo su di giri un po' per la chitarra, un po' per la troppa vicinanza ai Beatles.

-Beh? Che avete tutti da guardare-

George lo fulminò con lo sguardo.

-Ti sembra il caso?-

Paul scoppiò a ridere fragorosamente.

-Altre 10 sterline?-

-E' tutta vostra!-

Lo sguardo di Jane andava freneticamente dal fratello, ai Beatles, poi di nuovo al fratello, che sorrideva come un ebete, stringendo con tutte le sue forze l'assegno che Paul gli aveva appena firmato.

Quelli sono tutti matti, pensò la povera ragazza, ancora piuttosto sconvolta.

-E dai, Paul! Smettila di fare il cretino!- intervenne George, cercando di soffocare le risate.

-Poverina! Chissà cosa avrà capito...-

-Oh, non si preoccupi, Signor Harrison...non ho capito proprio niente!- concluse Jane con un sorriso.

-Tanto meglio....oh cielo, il concerto!- gridò George, battendosi una mano sulla fronte.

-Ce ne stavamo quasi dimenticando...-

-Il concerto? Quale concerto?- domandò Paul, con la sua solita aria innocente che però, ormai lo sapevano tutti, di innocente aveva ben poco.

-Il nostro concerto!- sospirò George, esasperato.

-Jane, vieni anche tu?-

-Certo che viene con noi!- intervenne Paul con aria autoritaria.

Nessuno aveva però preso in considerazione il piccolo Satana, che, con ancora quell'aria diabolicamente diabolica sul viso, non aveva la minima intenzione di lasciare che Jane andasse a quel concerto.

-Sorellina...dove stai andando?-

-Con George, no?- rispose Jane, con gli occhi ancora luccicanti di gioia.

-CON GEORGE?!- Paul si voltò infastidito verso quella che ormai credeva la sua ragazza.

Jane avvampò, abbassando lo sguardo.

George sorrise, piacevolmente stupito.

Una volta tanto anche lui aveva una fan...cioè, una vera fan.

Di quelle fan bellissime che finora erano capitate solo a Paul e a John.

Jane era abbastanza alta, per la sua età, con la carnagione chiara e i capelli castano chiaro, così chiari che i riflessi della luce li facevano sembrare quasi biondi, e gli occhi color della cenere arsa, d'un bel nero-grigio luccicante.

Era così bella, la piccola Jane, per i suoi 14 anni...

Era abbastanza ovvio che, quegli indisciplinati scavezzacollo dei Beatles non l'avrebbero certo lasciata stare...

Altrettanto su di giri, George, con una mano afferrò la sua chitarra mezza scassata, con l'altra la mano della ragazza e, mentre Paul non si era ancora ripreso dalla shock del rifiuto di Jane, essendo sempre stato lui il rubacuori del gruppo, cominciò ad avviarsi verso l'elicottero, dove James li aspettava, anche lui piuttosto confuso.

-Possiamo andare, signori?- domandò incerto il ragazzo, piazzandosi alla guida dell'elicottero.

-Affermativo, Jam!- rispose con un sorriso George.

E fu così che i Beatles riuscirono finalmente a fare il loro concerto, anche se un po' in ritardo, mentre il piccolo Satana rimase a terra, ai piedi della Apple, con in mano 190 sterline e il poster di Rubber Soul, che ancora non aveva assimilato l'idea di essersi fatto fregare da quattro intraprendenti e altrettanto fuori di testa ragazzi, compreso quel malnato chitarrista che, tanto per cambiare, si era pure portato dietro sua sorella.

A concerto terminato, I Beatles furono costretti ad accompagnare Jane a casa.

Prima di lasciarla davanti alla porta, però, George si ritrovò a pensare...al loro “incontro”.

Che fosse un segno del destino?

Quella chitarra...perchè proprio a lei?

Perchè proprio lei?

Certo, lei era indubbiamente la più carina, tra tutte le sue amiche...forse anche più di Daisy, che con i suoi capelli biondi e gli occhi color del mare faceva il suo bell'effetto...

Ma George non riusciva a smettere di pensarci...

Cosa significava per lui tutto questo?

Non l'avrebbe davvero vista mai più?

Davvero tutto sarebbe finito così...davanti a quella porta...in quella sera in cui anche le stelle sembravano ridere di loro?

Poi, all'improvviso, l'illuminazione.

Something in the way she knows

And all I have to do is think of her

Quelle parole sussurrate così...all'improvviso.

L'unica cosa che gli era venuta in mente.

L'unica cosa a cui pensava.

Ecco la frase che mi mancava.

E così, davanti agli occhi stupiti di Jane, George incominciò a cantare quella canzone... Jane non l'aveva mai sentita, o forse non se lo ricordava...quella canzone che finora era rimasta chiusa nella pagina di un vecchio quaderno malandato...a George mancava una frase, una frase sola e quella canzone, inizialmente ispiratagli da Pattie sarebbe stata completa...

Sarebbe stata la prima canzone scritta da George Harrison a comparire come Side B del 45 giri di Come Together, nell'album Abbey Road e ben presto avrebbe fatto il giro del mondo...

E ora era completa.

George non si sarebbe tolto facilmente dalla testa quella ragazza, questo era sicuro.

Eppure non l'avrebbe mai più rivista...o forse questo era quello che volevano fargli credere?

-Allora, George, ti muovi? Jane dovrà anche tornare a casa...- lo riprese Paul dandogli una pacca sulla spalla.

George sobbalzò.

-Sì, sì, scusa, Paul-

Nella fretta non l'aveva neanche salutata.

L'aveva lasciata lì, su quella porta...quelle parole ancora nell'aria, quell'atmosfera quasi magica distrutta da una folata di vento...

Il chitarrista combattè per un'attimo con l'idea di tornare indietro, di buttare lì una scusa e tornare indietro...ma non ne ebbe il coraggio.

Forse non ne ebbe neanche il tempo.

Chissà se l'avrebbe rivista...


Don't want to leave her now
You know I believe her now



FINE


-Vuoi tu, George Harrison, prendere come tua legittima sposa la quipresente Jane Harrison, promettere di amarla e onorarla ogni giorno della tua vita, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?-

-Sì, lo voglio-

-Vuoi tu, Jane Harrison, prendere come tuo legittimo sposo il quipresente George Harrison, promettere di amarlo e onorarlo ogni giorno della tua vita, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?-

-Sì, lo voglio-

-Bene, figlioli. Vi dichiaro marito e...-

-NOOOOOO!-

George si risvegliò, nel suo letto, in un bagno di sudore.

Fece per alzarsi, ma si ritrovò, suo malgrado, imprigionato in un groviglio di lenzuola, piumini, piumoni e copripiumoni, cadendo rovinosamente dal letto.

Tanto per cominciare bene la giornata...

Quando si liberò da quella ragnatela di lenzuoli e piumoni vari, si alzò in piedi con le ultime forze che gli rimanevano e tirò un sospiro di sollievo.

Era solo un incubo...

Sua sorella e il chitarrista dei Beatles...bah! Come se fosse possibile!


FINE!

...o forse no?




Ed ecco qua...eccoci arrivati alla fine!

Cosa ne pensate?

Ma non credete che sia finita...

Volete sapere(anche se ormai l'avrete capito tutti) quale canzone Jane ha ispirato a George?

Volete sapere cosa combinerà il diabolico George, anche se in questo ultimo capitolo si è fatto gabbare da Paul e co?

Volete sapere se Jane e George si riincontreranno?

Volete sapere se Paul si arrenderà e lascerà Jane a George?

Tutte le risposte a queste e ad altre domande le troverete in “All you need is George”, il seguito di questa fanfic che posterò, se tutto va bene, stasera o domani...spero di avervi incuriosite, almeno un pochino...

Oh santo cielo, mi sembra quasi di aver fatto il riassunto di Beautiful xD

Scusate, mi sono lasciata un po' prendere la mano...

Nel frattempo sarà meglio rispondere alle recensioni...

Zazar: Ah, ecco! Il copia incolla! XD Bene, bene, allora Nel seguito vedrai ancora il piccolo Satana all'opera...chissà se lo adorerai ancora come qui xD

Laban: Eh sì, Paul è proprio un geniaccio...anche se, poverino, non si aspettava che Jane gli potesse preferire Geo...grazie della recensione!

Spero ti sia passata la febbre...

Sofia: Uhm...vedo che ormai si sono formate due fazioni...le anti/George e le pro/ George...interessante! XD Scherzi a parte, grazie mille per la recensione, spero ti sia piaciuto anche questo capitolo...

Marty-Youchy: Ah, però...che intuito! XD Grazie mille anche a te!

Clafi: Grazie mille! Eh già...Paul è sempre il solito! XD Non cambierà mai...

Night: Grazie mille anche a te! Eh sì, Georgino è una forza...spero che ti piaccia anche questo capitolo!


A presto e grazie mille a tutte per aver seguito e recensito questo fic!

Martina











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