Il Mistero del Quadro

di Salice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Proposta ***
Capitolo 2: *** Il Club di Pittura ***
Capitolo 3: *** Il Piano e la Punizione ***
Capitolo 4: *** A Fine partita. ***
Capitolo 5: *** Il Quadro ***
Capitolo 6: *** Primi Indizi ***
Capitolo 7: *** La pozione di Evocazione ***
Capitolo 8: *** L'altro Quadro ***
Capitolo 9: *** George ***
Capitolo 10: *** Il Barone Sanguinario ***
Capitolo 11: *** Dentro il Quadro?! ***
Capitolo 12: *** Valentine! ***
Capitolo 13: *** Conclusione ed epilogo ***



Capitolo 1
*** La Proposta ***


Capitolo_1


Questa fan fiction è una storia su personaggi originali, per la maggior parte di Serpeverde. E' nata perchè mi sono appassionata fin dal primo libro di Harry Potter a questa casa, fin troppo relegata al semplice ruolo di "Antagonista a tutti i costi" Pensavo che con il sesto e settimo libro, grazie anche a personaggi di alto spessore come Piton e Lumacorno, negativi si, arrivisti anche, ma non necessariamente cattivi, ci sarebbe stata una redenzione almeno per alcuni, sperando che non ne uscissero così stereotipati.Ne sono uscita sinceramente un pò delusa. Cattivi perchè si, senza alcuna possibilità . Ebbene, questa è la mia risposta, saranno anche arrivisti, potranno essere antipatici, ma non necessariamente sono personaggi bidimensionali. La storia è ambientata un anno prima dell'arrivo ad hogwarts di Harry Potter, quindi troverete alcuni personaggi che già conoscente - I gemelli, Percy, Baston...- ma saranno citati solo in maniera marginale, in quanto non saranno a stretto contatto con i miei protagonisti.
Buona lettura!


Cap. 1 - Una proposta

Atena Bonell camminava velocemente lungo il sotterraneo, diretta all'aula di pozioni. La divisa di Hogwarts sarebbe apparsa perfettamente in ordine se non ci fosse stato a rovinarne l'effetto il toast imburrato che teneva in bocca. Lo trangugiò in un boccone, mentre metteva frettolosamente il suo diario nella borsa carica di libri e poi si sistemò nervosamente la cravatta argento e verde. Una volta raggiunta l'aula scivolò al suo posto in seconda fila con un sospiro.
Piton non era ancora arrivato!
Mentre sistemava con cura l'occorrente per la lezione gettò un'occhiata ai suoi compagni di corso. C'erano ovviamente tutti i Serpeverde e i Tassorosso del suo anno. Era la quarta volta in quattro anni di scuola in cui aveva avuto sia erbologia che pozioni in comune con i Tassorosso. Sospirò di nuovo, ma quando alzò la testa si trovò a fissare il volto di Piton.
-La prima lezione non è di suo gradimento, signorina Bonell?-
Atena deglutì nervosamente
-Assolutamente no, professore, mi guardavo solo intorno-
-
Bene, se nessun altro ha da guardarsi intorno iniziamo la lezione-
Atena arrossì, e slegò i capelli castani, nella speranza che i suoi compagni non notassero le sue guance in fiamme.
Dopo aver parlato, Piton si allontanò da lei e si diresse verso la lavagna, e, girandosi verso la classe, mosse il polso con gesti veloci e secchi, e subito il gesso iniziò a scrivere con una grafia spigolosa ma ben chiara.
Una volta terminata la lezione si catapultò letteralmente fuori dall'aula, dirigendosi verso quella successiva. Una sua compagna di stanza le si accostò dandole di gomito e ridacchiando.
-bell'inizio, non c'è che dire-
-sophie non c'è niente da ridere sai?Mi è andata bene perchè sono una Serpeverde- Atena si voltò verso la compagna, osservando i capelli neri e lucidi della ragazza e la sua eleganza innata. Sophie, al contrario di Atena apparteneva ad una delle ormai rare famiglie purosangue e meritava ampiamente di trovarsi a serpeverde, lei invece aveva un solo genitore mago, e non sempre si sentiva a suo agio sotto gli sguardi freddi dei suoi compagni di casa.

Il resto della mattinata passò velocemente e Atena si sedette con sollievo alla tavolata di serpeverde, carica come al solito di enormi quantità di cibo.
Proprio in quel momento stava entrando una classe di Tassorosso. Una delle ragazze, bionda e bassina, stava ridendo e scherzando con una sua compagna, quando inciampò in una borsa e scontrò una studentessa seduta. Sfortunatamente la ragazza in questione era Ludmilla Hart, una ragazza dai lunghi capelli castano scuro, compagna di stanza di Atena e Sophie, che non era particolarmente famosa per la sua simpatia. Nessuno era mai riuscito a sopportarla per più di qualche giorno di fila. Ludmilla saltò su come una furia, e stava già tirando fuori la bacchetta, quando di fianco alla ragazza bionda comparvero due studenti, entrambi con la bacchetta sguainata, uno era un serpeverde del sesto anno, aveva spalle molto larghe e i lunghi capelli castani raccolti in una coda. Era talmente imponente che l'altro ragazzo, che era alto ma snello, sembrava quasi gracile a suo confronto. La Tassorosso bionda squittì e si riparò dietro ai due.
-non ti conviene tirare fuori la bacchetta.- Disse con calma il ragazzo dai capelli lunghi. L'altro sogghignò, sempre puntandole contro la bacchetta.
La loro compagna di stanza rinunciò e lasciò la bacchetta dove stava, e mentre si risedeva scostandosi i capelli con un gesto teatrale sibilò ai due
-Dite alla vostra amica maldestra di stare attenta a quello che fa!- Il tono era quello di una minaccia, ma ai due parve non fare alcun effetto.
 Stavolta fu Atena a dare di gomito a Sophie
-Ehi la principessa Ludmilla si è fatta un altro paio di nemici-
-Ho notato, in effetti è la cosa che le riesce meglio. Le va bene perchè la sua famiglia è sangue puro, altrimenti, smorfiosa com'è dovrebbe prendersi a schiaffi da sola- Atena a quell'idea quasi sputò il succo di zucca, e i due ragazzi che erano di fronte a lei si scostarono di scatto. Sophie invece rise fino alle lacrime.

Quella sera, Atena e Sophie si trovarono a dover affrontare una Ludmilla molto nervosa. Girava per la stanza come una tigre in gabbia e di tanto in tanto lanciava strepiti
-Ma come osano quei due incapaci?- Ripetè per l'ennesima volta. Erano tutte in pigiama, pronte per andare a dormire, ma Ludmilla non pareva della medesima idea.
-Sai qual è il tuo problema?- Disse ad un tratto Camilla. Si girarono tutte a guardarla, perfino Ludmilla interruppe la sua scenata per fissare il volto della sua compagna di stanza.
-E' che non hai un minimo di classe, Ludmilla Hart- . Nessuna osò replicare, così lei continuò
-Se ti fossi limitata a gettare loro uno sguardo di ghiaccio, se ne sarebbero andati di corsa e nessuno sarebbe giunto in aiuto della povera Valentine Taylor- Detto questo, scrollò le spalle e si mise a letto, sganciando la cordicella che legava le tende
- E ora, se non vi dispiace, vorrei dormire- Camilla Raynolds era l'ultima ragazza che divideva con loro la stanza nel sotterraneo; quel genere di persona che si limita a guardare il pane e il burro e si aspetta che le fette si imburrino da sole per impedirle di sporcarsi le mani.

La mattina dopo si trovarono a dover andare alle serre sotto una pioggia torrenziale. Capannelli di studenti erano fermi nell'atrio ad osservare con aria sconsolata la pioggia, mentre altri, più coraggiosi, si lanciarono sotto l'acqua con i libri o le borse sulla testa. Atena arrivò fradicia alla serra numero otto, come del resto molti altri. Passò gran parte della lezione a tremare di freddo e a starnutire, muovendo nervosamente le dita dei piedi nelle scarpe zuppe. Quando venne l'ora di tornare al castello, il cielo era più nero che mai, illuminato a tratti dai lampi, seguiti da fragorosi tuoni. Con tutte le intenzioni di arrivare alla sala comune davanti al caminetto e poi fare una doccia bollente, Atena si gettò di corsa sotto la pioggia scrosciante, tenendo ben stretta sotto il mantello la borsa con i libri, fino a che raggiunse l'atrio. Vide però che Gazza stava sgridando alcuni suoi compagni, lamentandosi delle pozze d'acqua e del fango che decoravano in maniera decisamente troppo artistica le mattonelle del pavimento. Decise così di infilarsi in un corridoio sulla destra, che in teoria non portava a nulla. In realtà era una galleria di quadri, e dietro il terzo sulla sinistra si trovava un passaggio segreto che conduceva fino al piano delle cucine. Da li sarebbe dovuta scendere, certo, ma era comunque meglio che sopportare per interminabili minuti la ramanzina ingiustificata di Gazza. Giunta davanti al quadro, svegliò il giovane damerino lì ritratto e gli chiese gentilmente di farla passare. Il quadro si aprì come una porta, rivelando uno stretto cunicolo polveroso che lentamente si allargava, e Atena si arrampicò, attraversando il primo pezzo a gattoni per poi rialzarsi a circa un quarto del suo percorso. Aveva quasi raggiunto l'uscita, quando udì delle voci nella galleria. Subito rallentò e aguzzò l'udito. Due persone di sicuro stavano bisbigliando, ma a tratti si interrompevano. Aggrottò la fronte e si avvicinò. Quando fu dietro l'ultima curva si affacciò. Il quadro che dava sul piano era socchiuso, e filtrava una debole luce, grazie a cui vide una lunga coda di cavallo che terminava con qualche boccolo e riconobbe il serpeverde del giorno prima, quello grande e grosso e... stava pomiciando con una ragazza! Atena si ritirò dietro la curva e trattenne il respiro. Cosa doveva fare adesso? Interromperli e rischiare di farsi minacciare da uno del sesto anno, oppure tornare indietro e perdere un mucchio tempo, cercando anche di schivare Gazza? I suoi dubbi non durarono molto, perchè chiaramente la coppietta aveva deciso che era ora di smettere di scambiarsi effusioni. Per un attimo si convinse che stavano venendo dalla sua parte, e sbiancò solo all'idea, poi si rese conto che stavano uscendo da dove avevano lasciato il quadro socchiuso. Quando sentì il leggero tonfo che indicava che il passaggio era stato richiuso, lasciò andare un lungo sospiro, contò fino a trenta e si avviò anche lei verso il quadro, ben decisa a non ritardare la doccia bollente un minuto più del necessario.


-Atena, dove ti eri cacciata?-Sophie era in accappatoio, seduta sul letto e si stava spazzolando i lunghi capelli neri.
-C'era Gazza che si lamentava del fango, ho dovuto deviare- rispose, gettando a terra borsa e mantello.
-Che tortura quell'uomo, ma non può trovarsi qualcosa di diverso da fare?-
-Chi Gazza? Fossi in voi non ci conterei, mio padre dice che è una specie di istituzione a Hogwarts- Disse Camilla, mentre agitava la punta della bacchetta da cui fuoriusciva un venticello caldo a pochi centimetri dai suoi capelli biondissimi.
In quell'istante la porta si spalancò e Ludmilla entrò con aria contrariata.
-Ho scoperto perchè mi ha dato addosso-
-Chi?-
-Come chi? Quel grosso idiota della nostra casa che mi ha fatto fare una figuraccia davanti a tutti!-
-Ah, -quel- grosso idiota...- Ridacchiò Sophie.
-A me sembrava evidente- Camilla aveva parlato con voce distratta, mentre riponeva la bacchetta sul suo comodino e completava l'opera con un morbido asciugamano bianco.
-Quindi tu lo sapevi?- Ludmilla si stava irritando.
Camilla sospirò, rivolgendole uno sguardo vacuo - Chiunque abbia un minimo di cultura di base conosce le principali famiglie di purosangue, e quei due ne fanno parte, sono cugini.-
-Camilla, ti hanno mai detto che sei veramente insopportabile?- Domandò all'improvviso Atena, rompendo il silenzio imbarazzato che si era venuto a creare.
-Sì Cara, è la mia migliore qualità - Lo disse in un tono talmente altezzoso e snervante, che tutte e quattro si misero a ridere, fino a che ad Atena non capitò di vedere le sue scarpe, ancora infangate, si rese conto all'improvviso di essere ancora bagnata fradicia, così saltò su e corse verso i bagni borbottando qualcosa di incomprensibile.

Il giorno successivo, mentre si stiracchiava, Atena attraversò la volta che conduceva alla Sala Grande, e vide formarsi diversi gruppetti di persone. Li osservò perplessa per qualche minuto, mentre raggiungeva il suo posto, prima di rendersi conto che erano usciti gli avvisi delle varie squadre di quidditch che cercavano nuovi membri.Si sedette tra Camilla e un ragazzo del sesto anno, non molto alto, con la mascella squadrata e i capelli neri di nome Marcus.
Stava sfogliando distrattamente la gazzetta del profeta, quando fu interrotta dalla figlia dei suoi vicini di casa, Abigail, di Corvonero.
-Atena!- senza chiedere il permesso, si sedette tra lei e Marcus, badando bene di mettere le sue grazie in bella mostra.
-Abigail- Disse Atena senza entusiasmo, mentre scoccava un'occhiata disperata a Camilla, che stava frettolosamente rimettendo i suoi libri nella borsa.
-Ragazze, io ho Rune Antiche, e non posso arrivare in ritardo, adoro Rune Antiche!- Esclamò all'improvviso, allontanandosi in tutta fretta. Atena si lasciò sfuggire un singulto, per poi fare un sorriso sghembo ad Abigail
-Ehm... Come va?-
-Bene grazie, pensavo di entrare nella squadra di corvonero, sai, come cercatrice-
-ah... Beh buona fortuna...- Disse, stringendo le mascelle in un'espressione scocciata, mentre osservava Marcus e non pochi altri Serpeverde intenti a scoccare occhiate "casuali" in direzione di Abigail e soprattutto, notò con grande scorno Atena, in direzione del suo torace, ben evidenziato dalla camicia dell'uniforme sbottonata fin quasi al limite.
-Grazie, non vedo l'ora di provare!- Esclamò tutta entusiasta, alzandosi e tornando al suo tavolo -Ciao, ci vediamo in giro- disse sventolando la mano.
Atena non rispose al saluto, ma strinse l'orlo della panca con le mani, fino a farsi venire le nocche bianche. Era talmente concentrata ad osservare Abigail circondata da un gruppetto di studenti "sbavanti" da trasalire quando udì una voce poco dietro di lei.
-Non ne vale la pena-
Lei si voltò di botto, trovandosi ad osservare il suo compagno di casa dell'altro giorno, il cugino di Valentine.
-Cosa intendi, scusa-" Domandò leggermente irritata, mentre già arrossiva.
-Sto parlando di quell'oca con il davanzale in mostra- Rispose l'altro, gettandosi con noncuranza i lunghi capelli dietro le spalle.
-Uhm, e di cosa non varrebbe la pena?- Domandò, decidendo di far finta di niente.
-Di preoccuparsi di quella, è una questione risolvibile, se si è disposti a pagare il giusto prezzo-
Atena si voltò ad osservare Abigail, che si stava allontanando seguita da un codazzo di ragazzi, per poi tornare ad osservare lui.
-Devo ammettere che la proposta è interessante, qual è il prezzo?- chiese cercando di assumere un'aria noncurante, mentre si rialzava, raccogliendo la borsa e mettendoci dentro la gazzetta del profeta.
-Ne discuteremo quando sarò sicuro di poter sistemare la faccenda, che ne dici di domani mattina? Avete trasfigurazione alla terza ora vero?- Anche lui iniziò a raccogliere i suoi libri e quaderni.
-Si, perchè?-
-Bene, mi farò trovare nel cortile interno, così dovrai solo attraversarlo e potremo parlarne-
-Ok, ma tu come...- Atena non riuscì a finire la frase, perchè se ne stava già andando -Come ti chiamii?- Riuscì solo ad urlargli dietro.
-Fabian Parker- Le gridò prima di infilarsi nel corridoio che portava alla torre di astronomia.

Quella sera nella sala comune nel sotterraneo, Atena faceva fatica a concentrarsi sui compiti di cura delle creature magiche, avrebbe dovuto scrivere un tema sugli unicorni, ma continuava a mangiucchiare la punta delle sua piuma senza combinare nulla. Alle sue spalle Marcus Rigel stava parlando con un altro ragazzo del settimo anno, Anthony Farrel.
-Ho già preparato il mio curriculum da inviare al ministero della Magia!- diceva allegramente
-Ma non è un pò presto? Vorranno sapere i tuoi voti ai M.A.G.O.-l'altro ragazzo, magro con gli occhiali, sembrava perplesso.
-In effetti, ma voglio inviarlo il prima possibile, il tempismo, per trovare un buon posto è importante-
-In effetti, ma in ogni caso tua madre ha lavorato là vero? Sicuramente sarà d'aiuto!-
-Certamente, ma preferisco sapere che il merito sarà poi tutto mio, ovviamente- Il Tono era tranquillo, di una persona sicura di sè, si mise a pensare Atena, per poi sospirare rumorosamente, lei non sapeva neanche cosa avrebbe fatto domani, figuriamoci dopo aver finito la scuola! Troppo annoiata per fare i compiti, decise di continuare ad origliare, qualsiasi cosa pur di non pensare agli unicorni!
-Anche tuo fratello pensa di lavorare al ministero? E' al terzo anno, giusto?- domandò Anthony, sistemandosi gli occhiali sul naso.
-Non credo proprio- Sentì mormorare a denti stretti l'altro. - Preferisco non parlare dell'argomento! - E si allontanò, concludendo bruscamente la conversazione, così che ad Atena non restò altro che riflettere sui suoi unicorni.

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Capitolo 2
*** Il Club di Pittura ***


Capitolo_2
Secondo capitolo! In questo in particolare ho voluto approfondire un lato della storia che la Rowling ha lasciato piuttosto "aperto" ovvero i quadri animati! Mi sono basata sulle poche informazioni che ci sono, sia su quelli che sulle fotografie animate, sarò felice quindi di eventuali critiche costruttive o consigli, sperando di non aver fatto errori e di non aver deviato troppo dallo spirito che pervade i libri di Harry Potter! Come da titolo poi, in questa storia si avrà molto a che fare con i quadri...
Cap. 2 – Il Club di Pittura

La mattina dopo Atena si svegliò nervosa e di malumore, senza sapere perché. Mugugnò guardando il cielo grigio fuori dalla finestra, e appena alzata incespicò nelle sua borsa dei libri, rovesciandone il contenuto sul pavimento. Il tutto condito dalle continue esortazioni delle sue compagne di stanza:
- Atena fai in fretta!- le diceva Sophie, già quasi pronta.
- Atena stai attenta! Stavi per cascare sulla mia pergamena! L’inchiostro non è ancora asciutto! – strillava Ludmilla.
In fretta e furia la ragazza si vestì e si precipitò in sala Grande dietro alle altre, crollando esausta su una panca e meritandosi diverse occhiatacce dai suoi compagni di casa. Decise di non badarci, e pensò bene di consolarsi con una colazione abbondante. Stava imburrando il terzo Toast, quando si rese conto che dai vari tavoli provenivano diversi gridolini di gioia. Sollevò la testa e vide che molti studenti si stavano complimentando tra loro e parevano molto eccitati. Dall’altra parte della sala due ragazzi identici dai capelli rossi si stavano scambiando un cinque, mentre Baston, il nuovo capitano della squadra di Grifondoro si complimentava con loro. Alle sue spalle udì Marcus bofonchiare:
- Umpf, Ci siamo appena liberati di Charlie Weasley come capitano e cercatore, adesso ci sono i suoi fratellini nel ruolo di battitori… La coppa si allontana dalla nostra sala comune…-
Atena si voltò verso Sophie, siccome aveva la bocca piena si limitò ad inarcare un sopracciglio e a bofonchiare una frase inarticolata. Fortunatamente Sophie la comprese al volo:
- Si sono i quarti della famiglia weasley ma pare che oltre a Bill e Charlie, che si sono già diplomati, e a Percival, che ha la nostra età, ce ne siano altri due, il prossimo entrerà a scuola tra un anno!
Atena nel mentre aveva ingollato in fretta e furia, e si limitò ad osservarli con aria truce
- Immagino che ci daranno del filo da torcere a torneo di quidditch!-
- Già, hanno fatto proprio ieri le selezioni per le squadre… Chissà cosa è capitato a noi!-- Uhm, sarà meglio non puntare troppo sulla Coppa allora…-
Sophie annuì con aria depressa ed insieme si alzarono per andare alla loro lezione.
Mentre stavano per uscire una ragazza del sesto anno di Corvonero fermò Atena sulla porta:
- Atena, questa sera ricominciamo le attività del Club, vorrei presentarti i nuovi iscritti!-
- Certo Megan! Devo già portare i colori? – Domandò la ragazza, molto interessata, mentre le sue compagne la precedevano, dirigendosi verso le aule.
- Se vuoi, penso che comunque faremo un po’ di introduzione per chi è a zero!-

Verso la fine della seconda ora Atena iniziò a mostrarsi insofferente. Iniziò a muovere nervosamente su e giù le gambe, e smise solo quando le arrivò tra le costole una gomitata di Ludmilla. In compenso iniziò a succhiare rumorosamente la sua piuma, meritandosi un’occhiataccia da Camilla, che era nel banco davanti.
Quando finalmente il professor Ruf dichiarò conclusa la lezione sia Atena che le sue compagne tirarono un sospiro di sollievo. Presero la loro roba e si diressero verso l’aula successiva. Quando arrivarono nel piccolo cortile interno circondato dal porticato, Atena iniziò a guardarsi intorno e a sollevarsi in punta di piedi per guardare oltre le sue compagne. Quando scorse Fabian Parker si mosse celermente verso di lui, attraversando il prato a grandi passi. Per fortuna era spuntato il sole anche se faceva freddo, e poteva evitare di passare nel porticato gremito di studenti. Nell'istante in cui lo raggiunse Fabian stava parlando con lo stesso tassorosso che aveva difeso Valentine. Con loro c’era anche Marcus ed un tassorosso dall’aria mite e con gli occhiali che lei non conosceva. Appena la vide Fabian sorrise e si scusò con gli altri, allontanandosi con Atena per un breve pezzo di corridoio.
- Bene, posso risolvere la situazione, oserei dire con poca fatica.- Le disse, quasi gongolando. Atena notò che nonostante avesse un certo fascino, il suo sorriso era leggermente inquietante, le dava la sensazione di dover stare all’erta.
- Cosa pensi di fare? – Gli domandò, notando poi che sia le sue compagne sia i ragazzi con cui parlava Fabian avevano iniziato a ridacchiare in maniera eloquente. Subito dopo aver parlato arrossì fino alla punta dei capelli.
- Ehi, guarda che così confermi le loro impressioni! Non che mi infastidisca, ho una certa fama e ci tengo a mantenerla, ma magari non è quello che vuoi tu! – Le disse Fabian, in tono ironico. Atena arrossì ancora di più, ma cercò di rispondere con voce ferma:
- Non lo faccio apposta! In ogni caso sbrigati, dobbiamo anche parlare del prezzo!-
- Sono stato preso come Battitore – Il sorriso si trasformò in un ghigno.
- E questo… Oh… - Atena si interruppe, comprendendo quello che aveva intenzione di fare il suo Compagno di casa.
- Ci sto, ma prima vediamo cosa vuoi in cambio.-
- Voglio uscire con Ludmilla Hart- Il tono era noncurante, ma il giovane gettò un’occhiata studiatamente distratta al gruppo delle compagne di stanza di Atena. Non si sarebbero perse lo spettacolo per niente al mondo, Sophie si era addirittura messa all’angolo per avvisarle nel caso arrivasse la McGranitt.
-Cooosa
? – Fu la reazione di Atena – Ma se l’altro giorno...? – Domandò palesemente perplessa.
- L’ho notata proprio in quella occasione – Confermò Fabian, facendole poi un sorriso furbo – Desidero ricucire, e non posso farcela senza un aiuto da parte tua, organizza qualcosa! – tutti gli altri studenti o quasi, nel frattempo erano scomparsi all’interno delle varie classi. Dalla porta dell’aula di Artimanzia venne un colpo di tosse, era Marcus.
- Fabian, sono Prefetto, anche se un professore è in ritardo…-
Con un sospiro Fabian annuì e si rivolse di nuovo verso Atena. Proprio in quel mentre Sophie sprizzò scintille rosse dalla bacchetta, dirigendosi in tutta fretta verso l’aula.
- Uhm, ok, studierò qualcosa, ti farò sapere in sala comune! – bisbigliò, per poi correre a sua volta dall’altra parte del cortile precedendo per un soffio la McGranitt che la fulminò con uno sguardo.

Quel Pomeriggio Atena si diresse verso l’ufficio di Piton con un sorriso soddisfatto stampato in volto. Ne uscì pochi minuti dopo con il Professore, che la condusse al suo magazzino e le consegnò personalmente alcune fialette.
- ho saputo che avete dei nuovi membri al Club di Pittura – Le disse, con la sua voce impersonale, fissandola freddamente. Atena annuì.
- Vedete di informarli subito di quello che fanno queste pozioni, non ho intenzione di accorrere in piena notte, avvisato da Gazza perché alcune piastrelle del pavimento hanno improvvisamente preso a parlare!-
Atena deglutì
- Ehm, si Professore, staremo più attenti – Dopo un’ultima occhiataccia dal professore si allontanò in tutta fretta. Atena faceva parte del Club di Pittura. Per l’esattezza dipingevano quadri animati, come la maggior parte di quelli di proprietà dei maghi. Proprio l’anno precedente, per errore aveva rovesciato la pozione con cui diluivano i colori, simile per composizione a quella che animava le fotografie, con il risultato che alcune macchie sul pavimento avevano iniziato a parlare in piena notte, generando un gran trambusto tra i professori. Aveva fatto perdere un sacco di punti a Serpeverde in quel occasione!
Ad ogni modo raggiunse l’aula che era adibita alla pittura. Siccome dipingere non era popolare come il quidditch ( non in questi ultimi secoli, perlomeno ) Non avevano molti iscritti, e non era quindi necessario fare un gruppo per ogni casa. Tra gli iscritti, di Serpeverde oltre a lei c’era Ludmilla, e nessun altro. Poi C’era Megan, una ragazza molto alta dai capelli ricci, Andrew, un ragazzo posato del settimo anno e Stephanie, una ragazzina castana del secondo, tutti di corvonero. Di Grifondoro c’era Helen, una ragazza al quinto anno dai capelli ramati e Robert un ragazzo alto e biondo, che era anche cacciatore della squadra di Quidditch. Fino all’anno precedente non c’era nessun tassorosso, quindi Atena si stupì entrando nell’aula e vedendo Valentine Taylor seduta che chiacchierava amabilmente con Megan e Robert, mentre Ludmilla li osservava di sbieco. Assieme a loro c’era anche un ragazzo dai capelli neri e una ragazza dai capelli lunghi e biondissimi, che si presentarono come Alexander e Jade, di tassorosso, terzo anno. Mentre Megan spiegava il procedimento per dipingere quadri animati, Atena si trovò più di una volta ad osservare Alexander, beccandosi un’occhiata gelida da parte di Jade, che sembrava essere la sua fidanzata.
-Avete capito tutto? – Domandò infine Megan, che essendosi assunta un anno prima tutte le responsabilità di iscrizioni, permessi e richieste dei materiali era stata nominata Presidente del Club. I nuovi annuirono incerti, ma quelli che erano iscritti gli anni precedenti presero posto ciascuno dietro i propri cavalletti. Atena si sedette dietro la tela bianca, pronta per accogliere il suo schizzo a matita.
- Qualcuno ha qualche suggerimento? Potremmo iniziare con qualcosa di divertente visto che abbiamo dei nuovi. Stephanie, che era minuta e bruna, sollevò timidamente la mano
- Sarebbe carino che ogni membro del club avesse il suo ritratto animato, no? -
- Che idea meravigliosa!- Esclamò Megan, affrettandosi a porgere tele e colori ai nuovi – Disponiamoci in cerchio e ciascuno dipingerà chi si trova alla sua destra.
Dopo qualche rumore e stridio si disposero ordinatamente. Atena aveva alla sua sinistra Robert, e alla sua destra Ludmilla. Sospirò profondamente, fissando la sua compagna di stanza. Non aveva molta voglia di creare un ritratto che avesse suo caratteraccio, l’originale le bastava e avanzava, ma prese comunque la matita e si mise d’impegno, accorgendosi con stupore e poi quasi ridendo che, se possibile, Ludmilla aveva un’espressione ancora più corrucciata della sua: alla sua destra sorrideva beata, Valentine.

Per il resto del tempo non parlarono molto, e Atena fu molto concentrata a rispettare le proporzioni del viso di Ludmilla. Le parti più difficili,una volta presa la mano con il disegno dal vero, era di diluire nella giusta percentuale il colore con la pozione animante, e poi, sopportare pazientemente le proteste, più o meno marcate a seconda del carattere, del soggetto del ritratto, che intimava il pittore di finire in fretta il dipinto, perché potesse muoversi liberamente oltre la cornice.
Quando terminarono, voltarono ogni tela verso il muro, riordinando e pulendo i pennelli e le vaschette, ma soprattutto ignorando il coro di lamentele che proveniva dai quadri mezzi finiti e si diressero ciascuno verso la propria sala comune.

Pochi minuti dopo, Atena si buttò sul letto, riflettendo sul modo migliore di convincere Ludmilla ad incontrarsi con Fabian. Si rigirò inquieta, dalla fessura dei tendaggi del suo letto a baldacchino entrava uno spicchio di luce lunare. Non si sentiva molto in colpa a pensare che probabilmente Fabian avrebbe cercato di spedire un bolide in piena faccia ad Abigail, sapeva che Madama Chips l’avrebbe riaggiustata in un attimo, sperava solo che il dolore le facesse passare la voglia di mettersi in mostra. Seguendo il distratto filo dei suoi pensieri si trovò a ripensare ad Alexander e Jade. Era sicura che quel tassorosso le fosse familiare, eppure neanche fissandolo diverse volte e guadagnandosi un’occhiataccia dalla sua fidanzata era riuscita a capire chi le ricordasse. Sicuramente non lo aveva visto a Hogsmeade, visto che gli studenti di primo e secondo anno non potevano visitare il villaggio in gita, quindi l'anno precedente non poteva averlo visto. Proprio questo ultimo pensiero le fece venire un’idea improvvisa, e dopo aver progettato per diversi minuti il suo piano, scivolò nel sonno con un sorriso beato stampato in faccia.

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Capitolo 3
*** Il Piano e la Punizione ***


Capitolo_3
Terzo Capitolo! Atena si caccerà in guaio e con lei porterà qualcun'altro! Sono graditissimi i commenti e le critiche costruttive
Cap. 3 – Il Piano e la Punizione

Il mattino dopo, mentre attraversavano i corridoi dirette alla torre di Astronomia, Atena spiegò il suo piano a Sophie, che la ascoltava senza dire nulla, semplicemente inarcando in maniera impercettibile l’elegante sopracciglio.
- Quindi sarebbe una sorta di appuntamento di gruppo… Ludmilla non si perderà l’occasione di uscire con qualcuno di più grande, soprattutto se accettate anche tu e Camilla! – Le propose, dimostrando tutto il suo entusiasmo.
- Ma la prima uscita ad Hogsmeade è quasi tra un mese! Quel Fabian potrà attendere tanto? – ribatté in maniera sensata la sua amica.
- Uhm, non ci avevo pensato, cosa posso fare per anticipare i tempi? Sarebbe un bel problema se non accettasse… - Atena si lasciò scappare un sospiro, mentre salivano assieme alla massa di studenti vocianti su per le scale della torre.
- Beh sai, ieri mentre parlavi con Fabian Ludmilla si è lasciata sfuggire un commento… - mormorò Sophie, voltandosi a controllare che nessuno origliasse, ma i loro compagni di casa sembravano piuttosto occupati a spintonarsi su per gli scalini, mentre Ludmilla era quasi un piano sotto di loro, e ridacchiava assieme a Camilla e Taddeus, un ragazzo di Serpeverde del loro anno, amico di famiglia di Camilla.
- Che ha detto? – La incalzò nervosamente Atena, scoccando a sua volta occhiate nervose verso il trio
- Beh si stava chiedendo cosa ci trovasse uno del livello di Fabian in una come te.- Sophie fece per proseguire bocca, ma venne interrotta da una frase quasi ringhiata di Atena:
- Beh immagino che il fatto di essere una sangue puro la renda automaticamente più adatta.- pronunciò le parole in maniera sprezzante, senza riuscire a trattenere una smorfia.
- … Può darsi – accondiscese Sophie – Ma potresti provare a volgere la cosa a tuo vantaggio…- Aggiunse dopo un breve istante di riflessione.
-Cioè? – Chiese Atena, raggiungendo ormai la terrazza più alta ed iniziando ad estrarre dalla sua borsa gli strumenti.
- Ragazzi fate silenzio, stasera ci occuperemo di Cassiopea – tubò dietro di loro la professoressa Sinistra.
- Che cosa c’è di meglio che cercare di ottenere qualcosa che apparentemente appartiene a qualcun altro? - Le domandò Sophie in un soffio, gettando poi occhiate inequivocabili verso le loro due compagne di stanza , che si erano posizionate dietro di loro. Atena annuì e si mordicchiò il labbro inferiore. Non aveva capito cosa intendesse dire Sophie, ma non poteva certo domandarglielo con Ludmilla lì accanto.

Quando scesero dalla torre era mezzanotte passata,e Atena trovò Fabian e Marcus, in compagnia dei due ragazzi di Tassorosso. Sembravano intenti a scambiarsi alcune cose, pareva che fossero lì per caso, se non fosse che erano distanti sia dal dormitorio di Serperverde che da quello di Tassorosso, e questo Atena lo sapeva bene. Fabian le fece un gran sorriso e con un cenno le chiese di avvicinarsi. Atena si mosse verso di loro e Sophie stranamente la seguì a ruota stringendole il gomito. Senza alcun imbarazzo si presentò ed altrettanto fece il ragazzo snello dai capelli neri, che disse di chiamarsi Baltazar, mentre il ragazzo con gli occhiali si presentò come Henry. In breve anche Camilla si aggiunse al gruppo, quasi spintonata da Ludmilla. Fabian sorrise presentandosi e fece l’occhiolino ad Atena, mentre sophie le dava una leggera gomitata, ridacchiando. Ludmilla colse questo scambio e ne approfittò per piazzarsi quasi esattamente tra Fabian e Atena.
- Fabian ma tu sei il cugino di Valentine? Mi hanno detto che sei un Parker!- gli domandò, con voce sicura. Mentre Fabian Rispondeva Atena si ritrasse e calpestò per sbaglio un piede a Baltazar.
- Oh scusami! – E senza riuscire a trattenersi arrossì violentemente, mentre il ragazzo rideva
- Fa nulla… - Ma non fece in tempo ad aggiungere altro perché Sophie le stritolò una mano, sibilandole in un orecchio
- Ehi, è il momento di proporre a Fabian il tuo piano! -
- che cosa? Adesso? Ma… - balbettò Atena mentre Baltazar e Henry le fissavano vagamente perplessi. Nel frattempo Ludmilla civettava palesemente con Fabian, mentre Camilla discorreva con Marcus.
-Si proprio adesso Atena – Disse l’amica e la spintonò senza troppa grazie tra Fabian e Ludmilla.
- Ahem… Fabian, Pe… Pensavo che potremmo andare insieme a Hogsmeade alla prossima uscita…- Il tono non era affatto convinto e Atena era arrossita violentemente, Ludmilla però la stava guardando con malcelato odio.
- In realtà avevamo progettato di…- Stava iniziando Marcus, quando Sophie lo interruppe.
- Perfetto allora ci incontriamo là!- Esclamò sorridendo, e sorprendentemente Ludmilla parlò a sua volta
- Davanti ai Tre Manici di Scopa, grazie dell’invito!- Baltazar aprì la bocca, se per protestare o per acconsentire non poterono scoprirlo, perché li raggiunse la voce irritata della Professoressa Sinistra
- Ragazzi? Che cosa ci fate qui? Sapete che ore sono? -
-Accidenti!esclamò a voce troppo alta Baltazar, e si misero tutti a correre verso i dormitori, sparpagliandosi per i corridoi sperando che la professoressa non li avesse riconosciuti.

Il Mattino dopo, scoprendo che non era stato tolto nessun punto a Serpeverde né a Tassorosso, le quattro ragazze ridacchiarono allegramente, sedendosi sulle panche pronte a far colazione. Un po’ più in là Fabian e Marcus le salutarono agitando una mano, provocando una serie di bisbigli tra le ragazzine più giovani, nonché qualche sguardo invidioso dagli altri tavoli. In particolare una ragazza castana di Tassorosso sembrava volerle incenerire e Atena si trovò a pensare che forse quella era la ragazza con cui Fabian stava pomiciando qualche giorno prima nel passaggio segreto. Scelse di ignorare lo sguardo truce che le veniva rivolto e finì in fretta e furia la colazione, dirigendosi verso l’uscita, decisa ad arrivare il prima possibile alla lezione di cura delle creature magiche, seguita da una sophie parecchio perplessa.
Quel pomeriggio, mentre rientrava con le sue compagne di stanza nel sotterraneo, Atena incrociò l’intera squadra di Quidditch di Serpeverde, capitanata da Amedeus Wright e a seguire, tra gli altri, anche Fabian, che si fermò, strizzandole l’occhio
- Ehi! Stiamo andando ad allenarci, a breve ci sarà la prima partita dell’anno, Tassorosso contro Serpeverde!- Esclamò entusiasta, mentre anche Ludmilla e Sophie si fermavano accanto a lei, una con l’espressione adorante e l’altra divertita. Camilla invece aveva continuato a camminare come una regina in mezzo al corridoio.
- Simpatica la vostra amica – aggiunse Fabian, sorridendo, senza sembrare impressionato dall’atteggiamento della loro compagna di stanza, per poi proseguire il suo discorso.
- Mi raccomando, preparatevi per fare il tifo, sarà una partita entusiasmante! Quanto a te…- E si rivolse direttamente ad Atena,chinandosi leggermente verso di lei e facendola arrossire.
- Non preoccuparti per quella cosa, la sistemerò alla prima occasione…- aveva parlato con un tono basso, che le aveva fatto venire la pelle d’oca. Un istante dopo il Serpeverde si affrettava dietro ai suoi compagni di casa, diretto con tutta probabilità al campo di quidditch.
- Beh, di quale “cosa” stavate parlando? – Le domandò maliziosamente Sophie, mentre Ludmilla si allontanava in fretta verso la stanza comune.
- La storia di Abigail… Non c’era davvero bisogno di nominarla in quel modo! – disse Atena, torturandosi nervosamente la cravatta con le dita mentre seguiva Sophie verso l’ingresso al sotterraneo Seperverde.
- Beh può darsi, ma sembra che Ludmilla sia sempre più presa dalla questione… Quindi il piano prosegue nel verso giusto, e tu mi devi un favore! – le disse, una volta entrate, accelerando il passo mentre si dirigeva alla loro stanza.
- Eh? Per cosa? – Atena le corse dietro, rischiando di rovesciare la borsa dei libri inciampando in uno dei mille tappeti situati nella sala comune.
- Per averti aiutata nel tuo piano, che domande! Ad Hogsmeade mi offrirai una burrobirra!- Le disse, in tono sibillino, prima di infilarsi in camera, dove Camilla e Ludmilla già facevano i compiti.

La sera, nell’aula in cui si dedicavano alle attività del club di Pittura, Atena se ne stava irrequieta, con l’attenzione divisa tra il ritratto di Ludmilla e Alexander, che continuava a fissare di sbieco, non riuscendo a capire come mai le sembrava di conoscerlo. Il ritratto di Ludmilla, tra l’altro, continuava a borbottare in maniera fastidiosa, esortandola a sbrigarsi, e per un istante Atena fu tentata di cancellarle la bocca con il solvente ed aggiungerla solo a quadro finito. Come mai non ci aveva pensato prima! Comunque questa volta fece attenzione a non farsi beccare da Jade, che sembrava decisamene possessiva nei confronti di Alexander e molto poco interessata al disegno.
Quando venne l’ora di riporre colori e pennelli, tutti i disegni erano progrediti ormai parecchio, ed Atena fece in modo da rimanere accanto a Valentine mentre uscivano dalla stanza con le braccia cariche delle fialette contenenti i colori. Badando bene di non avere Alexander, Jade o Ludmilla troppo vicini, si avvicinò a Valentine, schiarendosi la gola.
- Ehm… Valentine, posso chiederti una cosa? – La tassorosso annuì con aria allegra, e mentre gli altri si allontanavano senza fretta loro si fermarono ad un angolo.
- volevo chiederti… Ehm, di Alexander, mi pareva di averlo visto da qualche parte…-
- Ah ma non lo sai? – cinguettò Valentine, con aria svagata – E’ il fratello di Marcus Rigel, per questo forse te lo ricordava!- Mentre parlavano Mrs Purr si era avvicinata a loro, e le stava fissando con il suo sguardo felino. Atena decise di ignorarla, visto che erano semplicemente ferme in corridoio e non stavano facendo nulla di male. Valentine proseguì il discorso, muovendosi per andare dietro agli altri, che ormai si erano allontanati parecchio
- Ma come mai me lo hai chiesto? Non sarà che ti interessa? – Le domandò, ammiccando.
-Cosa? Assolutamente no! – ci mancava solo che anche quella Jade la guardasse con sguardo omicida ed era a posto! Atena allungò il braccio, con l’intento di trattenere Valentine, perché gli altri non la sentissero, ma ottenne solo di farle rovesciare a terra diverse fialette di colore, fracassandone alcune. Immediatamente Miss Purr scattò via mentre le due ragazze si chinavano sul disastro variopinto che avevano ai piedi.
- Oh accidenti, Valentine, mi dispiace! – Le disse, seriamente costernata, mentre la aiutava a raccogliere i cocci. Valentine non fece in tempo a dire nulla, perché Gazza arrivò di corsa, seguito da Piton.
- Eccovi, Signorina Bonell, è proprio un vizio il suo vero? – Le gracchiò contro il custode, puntandole il dito.
- Ma veramente… - stava provando a dire la ragazza ma Gazza non le permise di aggiungere altro, afferrando le boccette della Tassorosso ancora integre e infilandosele nella tasca della palandrana
- Dia qua! Sequestrate! Così imparate voi altri a sporcare i corridoi! -
Piton guardò entrambe con aria vagamente disgustata e si limitò a dire
- Dieci punti in meno a Tassorosso e Serpeverde! – Detto questo, facendo ruotare la tunica in maniera alquanto teatrale, prese ad allontanarsi verso la direzione da cui era venuto, parlando ad alta voce mentre si allontanava, segnando la condanna di Valentine
- E se la signorina Taylor vorrà avere una nuova pozione animante, dovrà rifarla in classe, pregando di non sbagliare – Disse con voce glaciale. Valentine scoccò ad Atena uno sguardo di puro terrore.

Ringrazio Elos per le gentilissime recensioni. Fabian è anche uno dei miei preferiti, anche se purtroppo in questo capitoletto compare davvero poco per i suoi standard! Comunque posso garantire che ci sarà da rifarsi nei prossimi!

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Capitolo 4
*** A Fine partita. ***


Capitolo_4.html

Ecco finalmente il quarto capitolo! Durante questa parte ho fatto scontrare la squadra di Quidditch Tassorosso con quella di Serpeverde. Nei libri, in genere, la Rowling ha sempre fatto iniziare il torneo scolastico con lo scontro Serpeverde-Grifondoro, ma per esigenze di storia, visto che non mi sembrava una nozione fondamentale, ho optato per questo scontro. Ormai la parte introduttiva è decisamente terminata "Alea Iacta Est" Il dado è tratto! Nel prossimo capitolo inizia l'azione! Sperando di avervi divertito fino a qui ^_^


sono graditi commenti e critiche!

Cap. 4 – A Fine partita.


- Ho sentito dire che Valentine Taylor è davvero una frana in pozioni! – stava bisbigliando Camilla, mentre tutte e quattro le ragazze sedevano al tavolo della colazione. Il soffitto magico sopra di loro mostrava un cielo plumbeo, ma il tempo non sembrava deprimere quasi nessuno, anzi l’eccitazione per la prossima partita di Quidditch era palpabile, e in giro si vedevano sempre in maggiore quantità sciarpe e stendardi recanti i colori giallo e nero di Tassorosso, oppure Verde e Argento, di Serpeverde. Quella mattina Gervase, il gufo di suo padre, lasciò cadere nel piatto di Atena una busta senza alcuna scritta sopra, ed atterrò lì a fianco. Sophie gli diede un pezzo di pancetta croccante che l’animale ingurgitò in un baleno, mentre Atena apriva la lettera. In una grafia spigolosa ma ordinata lesse queste parole:

Prima della partita, vieni nello spogliatoio, devo parlarti di una cosa urgente.
Fabian

Atena come suo solito non riuscì ad impedirsi di arrossire, provocando immediatamente la reazione delle sue compagne di stanza, che si sporsero a sbirciare il biglietto, riuscendo ad intravederlo prima che lei lo accartocciasse e se lo infilasse in tasca. Sophie fischiò, Camilla sorrise e Ludmilla parve alquanto indispettita. Atteggiamento che confermò a pranzo, andandosi a sedere accanto a Marcus e Amedeus, parlando fitto con il secondo per tutto il tempo. Atena e Sophie non si disperarono molto, ed approfittarono della sua assenza per mettere a punto nuovi dettagli del “Piano” iniziando a stabilire una scaletta di eventi per la prossima uscita ad Hogsmeade.
- Non possiamo andare da madama Piediburro ti dico!- Disse Atena, scarabocchiando con la penna d’oca sul foglietto stropicciato che avevano compilato durante l’ora di Aritmanzia e cancellando con una riga una delle voci del lungo elenco.
- ti pare che andare da zonko sia romantico? – La rimbeccò Sophie, puntando uno spiedino contro un’altra scritta, e sporcando il foglio.
- Oh accidenti, fosse per me neanche ci verrei! – Esclamò all’improvviso Atena, incrociando le braccia e nascondendovi la testa con un sospiro.
- Davvero Atty, qualcosa di più dovremo pur farlo no? E una volta che li avremo piazzati nel posto giusto, ce la svigneremo, lasciandoli soli, che Fabian si arrangi poi! – insistette l’amica, scribacchiando sul foglio, numerando le voci che erano sopravvissute alla feroce selezione.
Atena sollevò un poco la testa e mise il broncio.
- Non chiamarmi, Atty, lo detesto, davvero. – disse in tono a metà tra il minaccioso e l’esasperato, raddrizzandosi sulla panca e allungando con un sospiro una mano verso il foglietto.
- Vediamo di dare un’occhiata a questa lista… Potremmo stare per un po’ ai tre manici di scopa e poi proporre un giro fino alla stamberga strillante. – Propose Atena, fissando il foglio con aria assorta
- E una volta là li lasciamo soli, è un posto abbastanza appartato! – Aggiunse Sophie, entusiasta, colpendo poi con la punta della bacchetta la lista.
- Folium Pulimento! – bisbigliò con aria decisa e il foglietto stropicciato e unto apparve come nuovo tra le sue mani, le macchie erano sparite e restava solo l’elenco numerato. Atena sgranò gli occhi
- Questo me lo devo ricordare, funziona anche sulle tele? - domandò
- Non saprei, lo uso per ripulire le pergamene dei compiti e basta – le rispose l’amica mentre iniziava a raccogliere le sue cose e si dirigeva dietro il codazzo degli altri studenti, seguita da Atena.


Invece che dirigersi verso la sala comune, girarono dirette alla biblioteca, passando indenni allo sguardo indagatore di Madama Pince, che le squadrò a lungo per assicurarsi che non avessero cibo o altro che potesse macchiare i libri. Vagabondarono per un po’ tra gli scaffali e i banchi cercando un angolino abbastanza appartato sia dagli studenti del quinto anno che stavano preparando i G.U.F.O., sia da quelli del settimo, tutti spaventosamente suscettibili. Si posizionarono ad un banchetto di una sezione poco frequentata di storia della magia e iniziarono a confabulare su cosa avrebbero fatto una volta abbandonati Fabian e Ludmilla al loro destino.
Stavano bisbigliando da un po’ quando vennero interrotte da qualcuno che parlava a voce tremendamente alta per essere in biblioteca.
-E così le ho risposto che non sapevo cosa ci facesse uno snaso nell’ufficio di Gazza ma la professoressa Sprite non ne ha voluto sapere! –
Atena e Sophie si voltarono e da dietro uno scaffale spuntarono Baltazar ed Henry
- Heilà – fece Henry sollevando una mano.
- Che ci fate in quest’angolo sperduto di biblioteca? – quasi gridò Baltazar, e un paio di studenti del sesto anno si affacciarono dietro ai due Tassorosso.
- Ssshhh! -
- E voi? – bisbigliò Atena, sulla difensiva, mentre Sophie faceva scivolare con noncuranza il foglio con il loro programma nel libro di Difesa contro le Arti Oscure e lo chiudeva.
- La professoressa Sprite è convinta che io abbia rubato uno snaso dal Professor Kettleburn e che lo abbia messo nello stanzino di Gazza! – Disse in tono indispettito Baltazar
- E ovviamente tu non faresti mai una cosa del genere!- lo canzonò Sophie, seguita a ruota da Henry
- Naturalmente no, o perlomeno mi auguro che non si farebbe beccare! -
-Esatto!- confermò prontamente Balzar, proseguendo velocemente – E così mi ha assegnato per punizione una ricerca su un mio antenato, che gioia! – l’ultima parola era stata pronunciata ironicamente, con una smorfia.
- E così il nostro campione se non si sbriga salterà gli allenamenti pre-partita!- Disse Henry, battendo al suo amico una forte pacca sulla schiena. Atena e Sophie guardarono Baltazar strabuzzando gli occhi
-E quindi giochi anche tu? – domandarono quasi in coro. Baltzar si impettì, annuendo
- Il portiere prego, quello con cui se la prendono se perdi la partita, ma quello che nessuno ringrazia quando si vince, perché il merito è ovviamente tutto del cercatore! – concluse la frase con una smorfia teatrale mentre le ragazze e l’amico ridacchiarono.
- anzi ora scusatemi o non potrò presentarmi con la dovuta puntualità agli insulti da parte dei tifosi! – detto questo arraffò Henry per una mano e se lo trascinò dietro, verso un angolo ancora più sperduto della sezione di storia della magia.

Il mattino dopo l’eccitazione era palpabile, gli stendardi ricoprivano ormai qualsiasi superficie in un fulgore di giallo, nero, verde e argento. Nessuno gridava, ma entrando in sala grande Atena sentì un brusio talmente forte che sembrava di essere sotto le fronde degli alberi mosse da un forte vento, anziché in un posto chiuso. Sensazione amplificata dal soffitto magico, che mostrava un cielo azzurro, solcato velocemente da alte nuvole. Come Atena, molti dei suoi compagni di casa avevano indossato con orgoglio le sciarpe con i colori di Serpeverde, mentre quasi la totalità degli altri studenti indossava i colori di Tassorosso oppure nulla.
- Non c’è che dire, non siamo mai stati benvoluti – Disse ad alta voce, apparentemente verso nessuno.
Sophie la guardò con aria perplessa, seguendo poi il suo sguardo verso la sala, facendo infine spallucce.
- Beh, ma che ti importa? Non devi certo cercare l’approvazione di quelli lì – le fece l’amica, sollevando il mento in un gesto orgoglioso. – Anzi! – Atena la osservò, vagamente sconcertata. Faceva presto lei, a parlare! Comunque dopo poco gli studenti iniziarono a sciamare verso il campo da quidditch. Quando uscirono dalla Sala grande, Atena si separò dalle compagne, muovendosi velocemente verso gli spogliatoi di Serpeverde. I passi rimbombavano su per le volte dei corridoi; l’intera scuola era quasi vuota, visto che studenti e professori erano sicuramente tutti alla partita. Quando raggiunse lo spogliatoio bussò un paio di volte, dondolandosi nervosamente sui piedi.
Venne ad aprile un Amedeus molto nervoso.
- Ah, sei tu, vedete di sbrigarvi.- parlava in tono apatico, ma il volto pallido e le labbra tirate denotavano un gran nervosismo sul volto del capitano della squadra di Serpeverde. Dopo pochi istanti Fabian apparve sulla soglia, con indosso l’uniforme. Atena dovette ammettere che stava molto bene, con la sua aria pericolosa; sicuramente avrebbe fatto girare la testa a molte ragazze.
- Eccoti! – Lui le sorrise, lei si accigliò, gettando un’occhiata verso il corridoio alle sue spalle.
- Allora, di cosa volevi parlarmi? – gli domandò, nervosa.
- E’ stata una buona idea la tua, ha reso tutto molto più semplice. – Le disse, semplicemente. Atena lo guardò senza nascondere l'irritazione.
- Nonostante la partita imminente hai la forza di parlare per enigmi? – gli chiese, sbuffando e occhieggiando dentro lo spogliatoio, dove si muovevano nervosamente altri membri della squadra. Riconobbe Marcus Flitt, un suo compagno di classe che non le piaceva particolarmente. Grande e grosso, aveva l’aria di essere un bullo che tende a tiranneggiare i più deboli. Fortunatamente non aveva mai provato a farlo con Atena, forse perché era la compagna di stanza di Ludmilla, famosa per essere poco tollerante nei confronti di chi la scocciava, e di Camilla, la cui importante famiglia fungeva da deterrente in caso di compagni di scuola troppo “espansivi”. Fabian la strappò dai suoi pensieri-
- Sto parlando del tuo giochetto di far ingelosire Ludmilla, sta funzionando alla grande.-
- Intendi dire che te ne sei accorto? – Atena parò di getto, pentendosi quasi subito, ovvio che se ne sarebbe accorto, avevano un accordo loro due!
- Certo, e ti ho anche dato una mano, non te ne sei resa conto? – Le disse, appoggiandosi allo stipite della porta con la spalla.
- Vuoi dire che quando mi hai fermata in corridoio e mi ha sussurrato quella frase equivoca…-
- Esattamente, e anche il bigliettino, l’intento era quello di far ingelosire la tua amica! -
- Tu… Maledizione! Non me ne ero accorta affatto! – esclamò Atena, tra lo stupito e l’offeso, aveva intenzione di manipolare Fabian e Ludmilla, ed aveva finito con il farsi manipolare da lui.
- Beh, se non hai altro da dirmi, vado a godermi la partita dagli spalti! – esclamò in tono offeso, per poi mordersi la lingua. Prima di aggiungere qualcosa per cui Fabian potesse prenderla in giro, si voltò e si diresse velocemente verso l’uscita.
Stava per mettere piede nell’atrio quando scorse Valentine, che camminava circospetta. Atena senza neanche sapere perché si nascose dietro l’angolo. Cosa ci faceva Valentine dentro la scuola, invece che sugli spalti con i suoi compagni di casa, a fare il tifo per la squadra del Tassorosso? Valentine girò l’angolo in un corridoio e senza pensarci due volte Atena la seguì. Di sicuro non stava andando a parlare con suo cugino, o sarebbe andata verso la direzione da cui proveniva Atena, né stava andando verso lo spogliatoio di Tassorosso, perché il boato che provenì dal cortile le fece chiaramente capire che le squadre stavano entrando in campo proprio adesso. Atena si mosse con circospezione, attendendo diversi istanti ad ogni angolo, per non rischiare di essere scoperta, e per un attimo si convinse quasi di averla persa. Stava per tornare sui suoi passi, quando un cigolio di una porta la fece sbirciare verso il corridoio da cui aveva sentito provenire il rumore. Valentine stava entrando nell’ufficio di Gazza! Probabilmente a riprendersi i colori e la pozione animante, se quello che si diceva in giro sulla sua abilità in pozioni era vero. Atena la vide svanire dietro il battente e decise subito di non impicciarsi. In parte perché la colpa era anche sua se Gazza le aveva sequestrato i colori, ed in parte perché non ci teneva ad essere coinvolta.
Presa la sua decisione corse fino al campo da Quidditch, risalendo affannata la scalinata a gradoni dove i suoi compagni di casa sventolavano le bandiere.
- Era ora, ti ci sei persa in quello spogliatoio? – la ribeccò subito Ludmilla, guardandola storto.
- Atena, le squadre sono entrare un bel po’ fa, che fine avevi fatto? – le domandò più gentilmente Sophie.
- Io… sono stata in bagno – La bugia era abbastanza pietosa, ma per fortuna a distrarre le sue compagne fu un’azione del loro cercatore, Terence Higgs, che quasi prese il boccino al volo, in una complicata evoluzione mentre tentava di schivare un bolide spedito dagli avversari. La partita terminò parecchio tempo dopo con la vittoria di Serpeverde, provocando un grande boato e l’agitarsi di tutti gli stendardi e sciarpe, quasi come se la gradinata fosse un’enorme onda dotata di vita propria e Atena si sentì perfino un po’ dispiaciuta per Baltazar, sperando che avesse esagerato la questione dei portieri.

Stavano rientrando, chiacchierando tutti allegramente e canticchiando canzoni di vittoria, quando la McGranitt superò gli studenti, con accanto Silente; parlottavano piano e sembravano parecchio nervosi. In breve li raggiunsero Piton e la professoressa Sprite e si agitarono ulteriormente. Atena avrebbe voluto avvicinarsi e ascoltare, ma Gazza stava allontanando gli studenti con tono autoritario, e in quel posto così aperto non aveva alcun modo di origliare la conversazione, così si diresse verso la sala comune, seguendo le sue amiche. Non tutti avevano notato il gruppetto dei professori e le risate dei Serpeverde sovrastavano qualsiasi altro suono, trasformandosi quasi in grida quando entrarono nel sotterraneo i giocatori, che vennero accolti da sonori applausi e pacche sulla schiena. Festeggiarono per la restante parte del pomeriggio, qualcuno aveva fatto un’incursione nelle cucine e c’era parecchio cibo sparso sui tavoli e sui divani. Una pioggia di coriandoli argento e verde cadeva dal soffitto, incantata da qualche studente del settimo anno. Visto il baccano che stavano facendo, nessuno si accorse che Piton era entrato nel sotterraneo e aveva richiamato Fabian, facendolo uscire dalla festa, né si accorsero della sua assenza mentre si dirigevano verso la sala grande per la cena. Quando la raggiunsero, erano gli unici allegri di tutti i presenti. I Tassorosso in particolare parevano abbacchiati e guardavano verso il loro tavolo con astio.
Quando tutti ebbero preso posto, e finalmente l’eccitazione per la partita stava lasciando posto ad un lieve mormorio, i ragazzi del sesto anno iniziarono a guardarsi intorno, con aria perplessa, quando finalmente Fabian Parker li raggiunse e si sedette al tavolo senza dire nulla, con lo sguardo fisso ed una espressione dura. Atena non lo fissò comunque molto a lungo, perché stava giungendo Silente che si posizionò davanti al tavolo dei professori, lanciandosi l’incantesimo Sonorus
- Vi prego di fare silenzio!Da questa sera i controlli nella scuola verranno raddoppiati. Siete pregati di non recarvi in luoghi appartati da soli e di stare alla larga dalla foresta proibita – Dopo un breve istante di silenzio attonito gli studenti iniziarono a fissarsi tra di loro, bisbigliando nervosamente. I Tassorosso si guardavano attorno con sgomento, puntando lo sguardo su alcune ragazze. Una di queste era in lacrime. Atena, però, assieme ad alcuni del tavolo di Serpeverde si voltò verso Fabian, che si girò rigidamente, bisbigliando, appena, anche se le parole, nella sala silenziosa rimbombarono quasi come se avesse anche lui l’incanto Sonorus “Valentine è sparita!”.

Tra una settimana me ne andrò in vacanza (era ora!), ma ho accuratamente calcolato i tempi, di modo che passeranno le due canoniche settimane e io sarò di già di ritorno con il quinto capitolo, che è in via di revisione!
Ringrazio Natalie_s che mi ha inserito tra le storie seguite ^_^ spero di non deluderti! I miei complimenti per aver capito chi sarebbe sparito! :D
Ringrazio anche i semplici lettori di questa storia

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Capitolo 5
*** Il Quadro ***


Capitolo_5

Come promesso, dopo una settimana di vacanza torno alla carica con il quinto capitolo! Questo è stato decisamente il più complicato da scrivere, le scene d'azione sono sicuramente il mio punto debole. Sinceramente mi auguro che ormai in questa fase della storia, le avventure di Atena&co vi abbiano un pò appassionati!

Capitoli speciali:

Mi sono venuti in mente alcuni episodi divertenti da raccontare, ma che poco hanno a che fare con la storia, come ad esempio spiegare come e quando Fabian e Baltazar sono diventati amici, il primo giorno di scuola di Atena e la scelta del cappello, com'è stato il suo primo incontro con Ludmilla e via discorrendo. Sarebbe mia intenzione inserirli come "Capitoli Speciali", ma vorrei sapere in che modalità vorreste - ammesso che lo vogliate - leggerli! Le opzioni che ho attualmente in testa sono due, ovvero un capitolo speciale di tanto in tanto, oppure inserirli come "raccolta" alla fine della storia. Sono anche disposta ad approfondire storie di personaggi che vi piacciano particolarmente se siete curiosi! Se non volete scrivere nelle recensioni,ma volete darmi la vostra opinione contattatemi pure tramite l'opzione "contatta" del mio profilo! ^________^


Sono come al solito graditi commenti, consigli e critiche costruttive!
Vi auguro buon divertimento!

Cap. 5 – Il Quadro.

Atena uscì di filato dallo studio di Piton, quasi sbattendo la porta. Camminava rigidamente, muovendo avanti e indietro le braccia, il volto corrucciato rivolto verso il pavimento, quando si sentì afferrare per un braccio e fu costretta a girare su se stessa bruscamente.
- Che cosa hai detto a Piton? – le ringhiò contro Fabian, a due centimetri dal volto. Quel viso infuriato era distante anni luce dal ragazzo affascinante che faceva girare la testa a tutte le ragazze che conosceva.
- Ehi! Mi stai facendo male! – riuscì a dire Atena, nonostante lo stupore, quando una mano sottile si strinse sopra quella di Fabian, che teneva il suo braccio.
- Fabian, pensi davvero di ottenere qualcosa così? – La voce di Baltazar le giunse alle orecchie forte e sicura. All’improvviso Fabian le lasciò il braccio come se scottasse e Atena prese a massaggiarselo con l’altra mano.
- E’ preoccupato per Valentine - spiegò semplicemente il Tassorosso, indicando con un cenno l’amico.
- Me ne sono accorta! – sibilò Atena, in tono risentito. – E tu? Sei venuto a dargli man forte? – Il braccio le faceva tremendamente male. Nel mentre Fabian si era appoggiato al muro, con la mano destra a sorreggere la tempia.
- Balt… - biascicò il ragazzo dai capelli lunghi, emettendo poi un sospiro.
- Valentine è la mia migliore amica, e vogliamo sapere cosa è successo. – Baltazar era stranamente serio e Atena fissò entrambi i ragazzi in silenzio per qualche attimo.
- Vi racconterò quello che so. -



- Quindi Piton non ti ha ascoltato? – Quasi sbraitò Baltazar, stringendo la presa delle mani sul bordo del banco su cui era seduto.
Quando Atena si era decisa a parlare avevano cercato un’aula vuota, scacciando Pix, il poltergeist della scuola.
- Mi ha ascoltato, ma ha anche detto che in quella zona del castello non hanno trovato nessuno! - Ripetè stancamente Atena, appollaiata su un davanzale. Fabian era taciturno, appoggiato alla cattedra.
- Scommetto che non gli importa di ritrovarla perché è una Tassorosso! - Sbottò Baltazar saltando giù dal banco.
- Ma non dire scemenze! E se anche fosse, il preside e la professoressa Sprite non lo permetterebbero. – Lo rimbeccò Atena, spostando poi lo sguardo su Fabian, che si era alzato in piedi con aria decisa.
- Comunque sia la cercherò io! – Disse in tono convinto, fissandoli entrambi. – Atena, tu hai detto che la hai vista entrare nello stanzino di Gazza, no? – Atena annuì in silenzio, curiosa di sapere dove volesse andare a parare Fabian.
- E secondo te c’è andata per recuperare i colori e la pozione animante che le hanno ritirato… -
- Questo è poco ma sicuro! – intervenne Baltazar, parlando velocemente – Pozioni è l’unica materia in cui riesce male e Piton non contribuisce di certo! -
- Ma non ho idea di che cosa abbia fatto dopo, per seguirla sono arrivata a partita già iniziata. – Obbiettò Atena, con aria meditabonda.
- Dovremmo scoprire se li ha recuperati, intanto, e magari possiamo trovare qualche traccia. – Propose saggiamente Baltazar, scompigliandosi i capelli neri con un gesto impaziente.
- Dovremmo? - gli fece eco Fabian, guardandolo storto.
- Valentine sarà anche tua cugina, ma resta comunque la mia migliore amica. – Rispose il Tassorosso senza scomporsi minimamente, anzi piantandosi le mani sui fianchi con aria di sfida.
- Ha ragione Baltazar. – Esclamò di rimando Atena, alzandosi in piedi a sua volta. Entrambi i ragazzi la guardarono male.
- Non vorrai venire anche tu. – Baltazar arricciò il naso e fece una smorfia, ma Atena non si lasciò intimorire.
- Intanto voi non sapete come erano fatte le fialette di Valentine, e io sì. In secondo luogo, casomai non ve ne foste accorti, ci sono già dentro fino al collo. – Ostentò un’espressione decisa che era ben lungi dal provare, sperando che non la contraddicessero ulteriormente, poiché non avrebbe saputo cos’altro rispondere. Fabian si pettinava nervosamente con le mani i capelli castani ed infine parlò:
- Ok, ci aiuterai a trovare le fialette, e poi vedremo… - Atena sorrise per un istante e poi annuì.
- Non stasera però… Sarà meglio domani, o dopo ancora, il tempo che si calmino le acque… - Atena parlava lentamente, fissando con la coda dell’occhio Fabian, che la fulminò con lo sguardo. – Ehm, ok, meglio iniziare domani, ci vediamo in cortile dopo le lezioni del pomeriggio! -


- E così è colpa tua? – Domandò Sophie a voce leggermente troppo alta.
- Shhh! Non gridare! – La zittì Atena. Le due ragazze erano sedute davanti al grande caminetto della sala comune e anche se il crepitio del fuoco copriva i rumori si guardarono attorno con aria sospettosa.
- Non ho detto che è colpa mia, non ce l’ho mica mandata io Valentine nell’ufficio di Gazza! – Sibilò Atena.
- Però è colpa tua se le hanno ritirato i colori… -
-In effetti un po’ si… E’ per questo che andrò con Fabian e Baltazar a cercare i colori di Valentine, per sapere almeno se li ha recuperati o no.- Sospirò, lasciandosi andare sui cuscini verde e argento, mentre fissava la danza delle fiamme.
- E questo cosa cambierebbe scusa? – Le domandò Sophie, perplessa, seduta a terra con la schiena appoggiata ad una poltroncina.
- Se li ha recuperati, significa che dopo è andata da qualche altre parte, forse in camera, e dovremo indagare per scoprire cosa le è successo… Se non li ha recuperati… - Atena scosse la testa, con espressione dubbiosa – O è uscita subito dopo dall’ufficio e le è successo qualcosa mentre tornava agli spalti, oppure ha combinato qualche guaio dentro. - Sophie arricciò il naso, con aria poco convinta.
- Non credo che l’ufficio di Gazza sia così pericoloso… - azzardò, scuotendo una mano.
- Siamo pur sempre in un castello pieno di misteri e passaggi segreti! E se fosse finita in una botola e si fosse persa? – Provò a ribattere Atena, nonostante fosse anche lei convinta che, se qualcosa era successo, doveva essere stato tra lo stanzino di Gazza e la camera di Valentine.


Il giorno dopo Atena aveva scoperto, grazie a Baltazar e Fabian, un nuovo passaggio segreto che terminava dietro un quadro affacciato esattamente sul corridoio su cui si apriva la porta dello studio di Gazza.
- Siamo sicuri che non passerà di qui? – bisbigliò Atena appoggiando le mani alla parete polverosa, scrutando nella penombra del cunicolo verso i ragazzi. La luce filtrava dal quadro con cui terminava il passaggio, là dove Fabian aveva lasciato aperto uno spiraglio per poter sbirciare nel corridoio. Baltazar si era accucciato schiena al muro e se ne intravedeva il profilo. La sua voce, per quanto bassa, rimbombava sulle pareti vuote:
- Questo passaggio segreto va verso Nord-Ovest e Henry sa benissimo che deve iniziare a lanciare le caccabombe nell’ala Est. Così Gazza si precipiterà nella direzione opposta! –
Quel pomeriggio si erano incontrati nel cortile e avevano deciso di non rimandare oltre le ricerche dei colori di Valentine. Come Atena aveva portato con sé Sophie, così Baltazar aveva fatto venire il suo amico Henry. Dopo un paio di discussioni accese avevano deciso che Sophie avrebbe recuperato del cibo dalla cucina, per poter distrarre Mrs Purr. Nel mentre Henry avrebbe fatto una manovra diversiva lanciando delle caccabombe nei corridoi, stando ben attento a non farsi trovare da Gazza. Nel mentre Fabian, Baltazar e Atena sarebbero entrati nello stanzino e lo avrebbero setacciato alla ricerca dei barattoli cercando di fare più in fretta possibile.
Atena controllò il suo orologio. Erano passati venticinque minuti, quando dal corridoio oltre il muro provenirono dei rumori soffocati e Fabian si scostò in fretta dalla fessura e fece loro un cenno.
- Ok, muoviamoci. - E uscì dal passaggio segreto. Baltazar e Atena dovettero affrettarsi per non perderlo di vista.
Quando raggiunsero la porta scivolarono dentro in silenzio. Lo Stanzino aveva un che di sinistro. Era privo di finestre e una grossa scrivania ingombra di carte, pergamene e penne d’oca era situata al centro.
Subito dietro c’era un armadio e alcune catene appese alla parete con anelli di ferro, che davano all’ufficio l’aria di una stanza delle torture riadattata. Sulle pareti laterali c’erano diversi archivi e sopra ogni cassetto era segnata una lettera dell’alfabeto, alcuni però avevano scritte diverse e Atena si chinò per guardare, indietreggiando inorridita un istante dopo: - Ci sono i vostri nomi lì! Fabian Parker! e Baltazar Anshan non puoi che essere tu! – Esclamò Atena quasi in preda al panico. Fabian, che stava armeggiando con i cassetti della scrivania, fece spallucce.
- E’ dal terzo anno che ne abbiamo uno ciascuno, vero Balt? - Il Tassorosso, che nel mentre stava armeggiando con le catene, sollevò la testa e fece un ghigno.
- Un record che non veniva battuto da quasi vent’anni! – Disse, dopodichè riabbassò la testa e prese a scartabellare nei cassetti dello schedario. Atena si avvicinò all’armadio aggirando la scrivania, quando si udì chiaramente un forte tramestio senza che provenisse da una direzione precisa.
- R… Ragazzi niente scherzi! – Bisbigliò Atena mentre i due giovani si immobilizzavano. Fabian lanciò uno sguardo interrogativo a Baltazar.
- Io non sono stato! – Rispose piccato l’amico, alla muta domanda del Serpeverde. Si rivolse poi ad Atena, che era impallidita. – Forse è meglio se ci sbrighiamo, pensa tu all’armadio – La ragazza annuì, e aprì l’armadio con mani tremanti, tanto che il lucchetto aperto che penzolava dal gancio le scivolò di mano. Inspirò profondamente mentre lo raccoglieva e poi aprì entrambe le ante di scatto. L’armadio risultò essere quasi vuoto. A parte alcuni stracci ammuffiti ed alcune boccette di inchiostro secco, sullo scaffale centrale era situato un quadro abbastanza grosso che ritraeva un drago dalle scaglie blu-grigio acciambellato in un prato e che sembrava dormisse. Grazie alle lezioni di cura delle creature magiche lo riconobbe subito come un grugnocorto svedese. Seminascoste dalla pesante cornice dorata del quadro Atena scorse i barattolini di vetro di Valentine e sorrise trionfante. – Sono qui! – Disse con aria allegra, e allungò una mano per afferrarli. Improvvisamente il drago nel quadrò aprì un occhio dorato fissandola con la sua pupilla da rettile e si udì un rumore sordo come una forte vibrazione che rimbombò in tutta la stanza. Baltazar e Fabian si voltarono verso Atena che si era pietrificata con la mano a mezz’aria; un secondo dopo una zampa del drago si sporse oltre la tela, afferrandole la mano tirandola verso il quadro. Atena cacciò un urlo tentando di resistere, mentre i due ragazzi accorrevano al suo fianco. Fabian scagliò dalla sua bacchetta delle fiamme rosse verso la zampa che stringeva il braccio della ragazza, ma non sembrarono sortire alcun effetto. Baltazar la tratteneva per la vita tirandola verso la scrivania, mentre lei puntava i piedi sul pavimento, cercando di contrastare la forza che la trascinava verso la tela. Fabian imprecò e stavolta dalla sua bacchetta scaturirono dei dardi ghiacciati, ma anche questo incantesimo parve non servire. Mentre si puntellava, lo sguardo di Atena si posò sulle fialette che stava per afferrare e le venne un’idea.
- Il solvente! Usate il solvente! – Le parole le uscirono stridule dalla bocca, ma Baltazar ne afferrò in pieno il senso e la lasciò andare, quasi ruggendo verso Fabian: - tienila! – E si chinò imprecando sulle boccette accanto al quadro - Dov'è?- Un istante dopo afferrò l’unico barattolo che conteneva un liquido trasparente simile all’acqua. Sollevatosi, lo scagliò con violenza contro le zampe della creatura. Nel mentre Fabian si era liberato della bacchetta e aveva recuperato Atena per le spalle cercando di riguadagnare il terreno perso. Le dita di Atena erano a pochi centimetri dalla tela, quando il barattolo si schiantò contro le scaglie del drago, frantumandosi e liberando il liquido sulle zampe scagliose del drago, generando un fumo denso e bluastro. Il drago lasciò immediatamente la presa, e strisciò via, allontanandosi verso il bordo della cornice e sparendo dal dipinto.
Ansimando, i tre ragazzi si guardarono per qualche secondo, pallidi e allarmati, Atena boccheggiava ancora quando Baltazar prese in mano la situazione.
- Muoviamoci, usciamo da qui prima che Gazza ritorni! – detto questo la afferrò per un polso e insieme caracollarono fino in corridoio, seguiti da Fabian che si sbatté la porta dell’ufficio di Gazza alle spalle, e non si fermarono finché non raggiunsero il cortile del Platano Picchiatore, e si accasciarono esausti, la schiena sudata contro il muro della scuola.
- Che diavolo era quella cosa? – Sbraitò Baltazar, che fu il primo a riprendere fiato.
- Non ne ho idea. Non sapevo che i quadri potessero fare una cosa simile – Bofonchiò Fabian, guardando di sottecchi Atena.
- Di… Solito non lo fanno, infatti, deve essere stato maledetto. - Azzardò la ragazza, guardandoli entrambi, con aria preoccupata. – Ma il vero problema è un altro. Se a Valentine è successa la stessa cosa, il drago potrebbe averla trascinata dentro! -
I due ragazzi la guardarono allarmati.
- E come facciamo a tirarla fuori? – domandò Fabian, strabuzzando gli occhi.
- E come la troviamo visto che dentro il quadro di Valentine non c’era traccia? E come diamine si rompe la maledizione di un quadro? – gli fece eco Baltazar, sempre fissando Atena, che appoggiò sconsolata la testa sulle ginocchia.
- Ora come ora non ne ho davvero idea! -





Fine quinto Capitolo!


Ringrazio Natalie_S per la recensione e per avermi messo tra i seguiti! In questo capitolo ormai si è capito che fine ha fatto la povera Valentine! ^_* E si, ho fatto vincere Serpeverde al Quidditch anche basandomi sulle informazioni fornite dalla McGranitt nel primo libro, dove dice che l'anno precedente l'arrivo di Harry Potter (cioè questo) Serpeverde li aveva stracciati! Ho immaginato quindi una squadra molto forte che non mi è dispiaciuto affatto descrivere! Quanto ai poveri Serpeverde bistrattati condivido la tua opinione, Sigh! Anche per questo ho voluto scrivere questa Fan Fiction. Quanto alle recensioni, non ringraziare, se non mi avesse colpito la tua storia, non le avrei lasciate, è molto, molto bella!

Ringrazio anche Eilaenre, Signora delle virgole per avermi sopportata e avermi corretto senza pietà punteggiatura, masiucole e deliri vari!

Ringrazio Elos per avermi incoraggiata e criticata in maniera costruttiva là dove le questioni si facevano confuse

Ringrazio Emrys per avermi inserita tra i preferiti e per avermi dato la sua preziosa opinione e per gli interessanti scambi d'aiuto in ambito scrittura!

Infine ringrazio tutti i lettori, di passaggio e non!

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Capitolo 6
*** Primi Indizi ***


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Ecco il sesto capitolo! Scriverlo dopo il quinto è stata una passeggiata rispetto al quinto! Qui mi sono inventata un nuovo incantesimo, spero che non vi dispiaccia! Più sotto i ringraziamenti e il risultato delle prime votazioni sui capitoli speciali!! Attenderò ancora il prossimo capitolo per dare i risultati come definitivi!Sperando che fino a qui la storia vi sia piaciuta... Buon divertimento!

Cap. 6 – Primi indizi


Atena era rannicchiata su un divano della sala comune di Serpeverde. Era davanti al fuoco e di tanto in tanto rabbrividiva, nonostante la tazza di cioccolato fumante che teneva tra le mani e la coperta che Sophie le aveva messo sulle spalle. Le sue compagne di stanza la fissavano a metà tra il perplesso e l’allibito. Sophie aveva spiegato loro che Valentine era sparita e tutte parvero attribuire a quel fatto la reazione nervosa di Atena.
- E così Valentine è sparita! C’era da aspettarselo.- Le parole secche di Camilla interruppero il pesante silenzio che si era venuto a creare. Tre paia di occhi la fissarono.
- Scusa, Sapientona, c’è qualcosa che noi non sappiamo e tu invece si?- La interpellò acidamente Ludmilla. La loro pallida e aristocratica compagna di stanza batté le palpebre e rispose:
- Il Club di Pittura è maledetto. Mio padre mi ha caldamente sconsigliato di iscrivermi, dicendo che avrebbe preferito vedermi nella squadra di gobbiglie! –
- Cos’è questa storia? – Le domandò preoccupata Atena, sporgendosi verso di lei e stringendo in maniera convulsa la tazza.
- Non conosco i dettagli, ma pare che sia sparita un’altra persona anni fa, a seguito di un concorso – Camilla la studiò per qualche istante, stringendo gli occhi grigi. – Se proprio ti interessa posso scrivere ai miei genitori. Lo fai per Fabian, vero? – La frase era stata detta in tono neutro, come una constatazione senza malizia, ma bastò a far scattare i nervi scoperti di Atena.
- Assolutamente no! – Fu l’esclamazione di Ludmilla, prima ancora che Atena potesse protestare. Si voltarono tutte ad osservarla. Nel mentre Atena, che aveva la bocca aperta per controbattere alle parole di Camilla, quasi boccheggiava dallo stupore.
- E da quando sei a conoscenza delle relazioni di Fabian? – Chiese acidamente Sophie. Ludmilla osservò prima Sophie e poi Atena, soffermandosi su quest’ultima squadrandola da capo a piedi con l’aria di una persona che ha trovato un insetto nel proprio piatto.
- E’ evidente che lei non può essere il tipo di Fabian. –
A quel punto Atena sbottò.
- Ti stai per caso riferendo al mio albero genealogico, Ludmilla Hart? – Sibilò con voce pericolosamente bassa, mentre metteva sul tavolino la tazza con un tonfo.
- Se stata tu a dirlo, non io, cara la mia mezzosangue.- Sul volto olivastro della sua compagna Di stanza brillò un ghigno divertito, che Atena non si sentiva in grado di sopportare.
- Allora, visto che mi sei tanto superiore, perché non te lo prendi… Il tuo caro Fabian? Non l’ho certo legato con un guinzaglio! – Quasi strappandosi di dosso la coperta Atena si alzò, e si diresse con passi ampi verso il dormitorio femminile, cercando di ignorare gli sguardi perplessi che le stavano rivolgendo i pochi compagni di casa presenti.

Il pomeriggio successivo la notizia della sparizione di Valentine aveva già fatto il giro della scuola. Anche se non era stato detto nulla di ufficiale i professori, i caposcuola e i prefetti piantonavano i corridoi, aumentando i controlli in orario serale. L’aula del club di pittura era carica di tensione. I Tassorosso erano piuttosto abbacchiati e anche gli altri ragazzi non sembravano a proprio agio. A peggiorare ulteriormente la situazione c’era il ritmico singhiozzare del ritratto Valentine, che era in quelle condizioni da quando Megan gli aveva spiegato che il suo originale era sparito. Quando Atena finì di colorare i capelli di Ludmilla decise di prendersi una pausa, ignorando gli strepiti del suo soggetto e lo sguardo glaciale della modella, andando a sedersi accanto alla piccola libreria che avevano a disposizione. Ricordandosi all’improvviso delle parole di Camilla, Atena scorse velocemente i titoli dei libri. Perlopiù erano grossi volumi di fotografie animate, che ritraevano i più famosi quadri del mondo magico. C’era addirittura un volume che raccoglieva le migliori opere contenute ad Hogawrts e alcuni libri di storia dell’arte. Atena sospirò: nessuno di quei libri parlava di maledizioni o della storia del club di Pittura, perlomeno apparentemente. Considerò per qualche istante di chiedere informazioni a Megan, visto che era lei la presidentessa del club, ma la Corvonero era impegnata a ritrarre Jade, che a sua volta stava ritraendo Alexander, il fratello di Marcus. Una ulteriore occhiata ai presenti nella stanza le bastò per notare che Robert, il cacciatore della squadra di Quidditch di Grifondoro aveva finito il suo ritratto e stava ripulendo i pennelli. Atena sorrise, Robert flirtava volentieri con quasi qualsiasi ragazza e non ci sarebbe voluto molto a farlo parlare di qualsiasi argomento.
- Ehi Robert, hai già finito? – Gli domandò andandogli incontro sorridendo.
- Mi manca ancora lo sfondo in realtà, ma con questa atmosfera opprimente non ho l’ispirazione.- ammise il ragazzo, tamponando i pennelli con un panno asciutto.
- Già… Hai ragione… - Confermò Atena, guardandosi intorno. – Mi stavo proprio annoiando e mi chiedevo se esistesse un libro con la storia del Club… - Cercò di mantenere un tono neutro, mentre fissava lo sguardo sul ragazzo, accennando un sorrisetto complice. Robert abboccò all’amo senza troppi problemi.
- E’ un’ottima idea, ma non credo che esista! Potremmo iniziarne uno noi! - Esclamò apparentemente entusiasta, mentre Atena si accigliava, decisamente contrariata. Di certo aveva ben altro per la testa che iniziare un progetto con quello galletto di Robert. Per fortuna lui, che si fosse accorto o meno dell’espressione di Atena, proseguì su tutt’altro canale.
- Però Ehi! Mi è venuta un’idea! La maggior parte dei quadri di Hogwarts sono stati dipinti da ex studenti, molti del club di pittura quindi, e se non sbaglio una loro breve biografia deve essere citata in qualche volume… ma non era quello che cercavi no? – Atena si illuminò.
- Magari trovo quello che stavo cercando Robert! E stata una grande idea! – Lui le sorrise di rimando, avvicinandosi, ma lei si affrettò a fare un passo indietro, verso la libreria.
- E se facessimo insieme quel diario sul club di Pittura? – Le propose il ragazzo, fermandosi con una punta di delusione dipinta in viso. Atena sfoderò il suo miglior sorriso di circostanza
- E un’ottima idea sai… Ma fino alla prossima uscita ad Hogsmeade avrò un sacco da fare, e da lì fino a natale… Magari dopo eh? – Robert annuì speranzoso, e Atena si voltò verso la libreria, afferrando il libro che aveva notato prima: “Le migliori Opere ad Hogwarts”. Era comunque un inizio.
Lo sfogliò da capo a fondo un paio di volte, prima di sbuffare, scocciata. A quanto pareva non aveva trovato un bel niente. Si alzò per riporre il libro, ma questo le scivolò di mano, cadendo sul dorso e aprendosi quasi alla fine. Era una cosa strana, poiché un libro che cade e resta aperto di solito lo fa nella sua metà o in concomitanza con le pagine suddivise dalle diverse rilegature. La pagina in cui si era aperto, invece, era chiaramente a metà di uno di questi fascicoletti. Atena lo raccolse, studiando prima la rilegatura e poi le pagine. C’erano due pagine tagliate! Quando se ne rese conto, la ragazza fu presa dall’eccitazione. Forse in quelle pagine c’era il quadro che stava cercando! Studiò a fondo quella parte di libro, fino a che un’ombra non le arrivò alle spalle, al che richiuse seccamente il libro con un tonfo, generando una nuvoletta di polvere. Si voltò con aria indifferente, pronta a giustificarsi, ma sopra di lei c’era solo il volto sorridente di Robert
- Ehi, hai trovato quello che cercavi? – Le chiese gentilmente, appoggiandosi con una mano al banco su cui era seduta. Squadrandolo dall’alto in basso Atena dovette ammettere che un motivo c’era, se molte ragazze di tutte le case lo seguivano con sguardo languido. Comunque non era affatto il suo tipo. Da quando era arrivato a scuola, era uscito con almeno una trentina di ragazze, e Atena non aveva alcuna intenzione di diventare una tacchetta sulla lista di Robert.
- Non proprio, ma qualche idea l’ho trovata comunque! E tu? Trovata l’ispirazione? – Cercò di mantenersi educata e gentile, pensando allo stesso tempo ad un sistema per scrollarselo di dosso.
- In realtà no, visto che anche tu sei indietro ho pensato che sarebbe stato carino aspettarti. – Atena stavolta non riuscì a trattenere una smorfia, ma distolse in fretta lo sguardo, chinando il visto sul libro e stringendolo tra le mani.
- Non ce n’è bisogno sai? Anzi forse riesco a trovare un po’ di tempo prima di Natale per quel progetto, ma dovresti parlarne tu con Megan, e magari fare una scaletta degli argomenti da trattare, che ne dici? Io posso occuparmi un po’ della raccolta dei materiali… - Robert le sorrise e Atena si dovette trattenere dal ridere. Se fosse stato un cane, era sicura che lo avrebbe visto scodinzolare! Raccolse in fretta le sue cose, ficcando il libro nella borsa e si allontanò dall’aula prima che Ludmilla potesse raggiungerla e parlarle.



- Quindi pensi che il libro abbia a che fare con quel quadro in particolare? – Le domandò sophie scrutando con aria perplessa il volume. Era mattina presto e si stava pettinando i lunghi capelli neri.
- Mancano due pagine e Robert mi ha detto che quasi tutti i quadri di Hogwarts sono stati fatti da Ex studenti, ed era comunque un inizio! – Atena sbuffò, ma Sophie ignorò la sua affermazione
- Robert Turner? Ti vedi con quel tacchino adesso? – L’espressione della sua amica era a dir poco sbalordita.
- Non dire stupidaggini Sophie Hamilton! Ho approfittato delle sue manie di collezionismo per indagare senza troppi sospetti! – Le rispose Atena, con aria truce.
- Ah ecco, volevo ben vedere, non è per niente il tuo tipo quello. – La sua amica sembrò rilassarsi e Atena le sventolò il libro sotto il naso.
- Terra chiama Sophie, torniamo alle cose serie? Andiamo a dirlo agli altri! – Atena raccolse la sua borsa, strinse al petto il libro e volò fuori in corridoio, seguita a ruota da Sophie.
Quando giunsero nella sala grande non tutti gli studenti erano arrivati, ma Baltazar ed Henry stavano facendo colazione con aria decisamente assonnata. Baltazar in particolare aveva il gomito appoggiato al tavolo e con la mano si sorreggeva il volto.
- Abbiamo novità! – trillò Atena, sedendosi accanto a Baltazar, mentre Sophie si accomodava con garbo accanto a Henry. L’espressione dei due Tassorosso si risvegliò.
- Spara! – Bofonchiò a bocca piena Baltazar.
- Ho trovato questo libro al Club di Pittura, che parla di quasi tutti i quadri di Hogwarts, fatti peraltro in gran parte da studenti. E mancano due pagine. Sono convinta che in quelle due pagine ci sia il nostro caro amico drago! – Atena era entusiasta, ma la faccia delusa di Baltazar le fece l’effetto di una doccia fredda.
- Ci sono un po’ troppi se in questa storia. -
- Scusa? – In quel preciso istante Atena strinse con tutte le sue forze il libro che teneva in grembo, fino a farsi divenire le nocche bianche. Baltazar iniziò a roteare il coltello con cui stava imburrando il pane, gesticolando.
- Se quel quadro è stato fatto da un ex studente, intanto. Se è stato inserito nel libro di quadri famosi e infine se davvero quelle due fantomatiche pagine non parlano invece di tutt’altro invece che del nostro caro amico drago. – Alle ultime parole puntò il coltello verso il libro e Atena istintivamente si ritrasse per non farglielo toccare.
- D’accordo signor genio, ma mi risulta che per ora sia l’unica traccia che abbiamo! Non mi pare che tu abbia fatto di meglio fin’ora! – Saltò su inviperita Atena, alzandosi di scatto, seguita da Sophie, da Henry e infine da Baltazar, con le mani sollevate in un gesto di resa.
- Ok, ok, Non agitarti! volevo solo dire che non dobbiamo aspettarci troppo da una traccia così flebile. chiaro? -
Atena, che si era irrigidita, si rilassò leggermente.
- Mi pareva ovvio! Non sappiamo niente di niente! Mi sono accollata una scocciatura non indifferente pur di reperire informazioni! – sbottò infine, indicando con un cenno della testa Robert, che stava entrando proprio in quel momento. Tre teste si voltarono a fissarlo e la voce di Henry si fece udire all’improvviso.
- Tanti auguri! – Si voltarono tutti di nuovo a fissare lui, e Baltazar parlò a sua volta ridacchiando.
- E’ un vero scocciatore, ti auguro che ne valga la pena! – A quel punto Atena assunse un’aria funerea mentre Sophie che pareva divertita esordì a sua volta.
- Bene ragazzi, ci vediamo durante la pausa pranzo nel cortile davanti all’aula di trasfigurazione! -
Dopodichè trascinò via la sua amica, verso il tavolo di Serpeverde.


- Qualcuno ha altre idee? – La voce profonda di Fabian interruppe il silenzio che si era venuto a creare dopo le ipotesi esposte da Atena riguardo al libro. Henry, Baltazar, Sophie e Atena scossero la testa all’unisono.
- Ok, allora come facciamo a recuperare queste due pagine? – Stavolta fu Atena a parlare.
-Potremmo provare con “Accio” – Propose Henry scrollando le spalle. Baltazar saltò su sguainando la bacchetta.
-Grande idea! Acc…!! -
- Silencio! – tuonò quasi in contemporanea Fabian, e Baltazar aprì e chiuse la bocca un paio di volte senza pronunciare un suono.
- Se le pagine sono bloccate in un cassetto o in qualsiasi altro modo rischiamo di ritrovarci dei coriandoli inutili in mano. – Spiegò poi, con una punta di nervosismo, mentre Sophie lanciava verso Baltazar il controincantesimo.
- Ho un’idea! Reparo! – Henry pronunciò la formula con sicurezza puntando la bacchetta verso il libro, che vibrò leggermente.
- Probabilmente è troppo debole come incantesimo, ci vorrebbe qualcosa di più forte. – Disse Sophie, che stava studiando il libro con aria critica.
Atena intervenne.
- Soph, sei il genio degli incantesimi, ti viene in mente qualcosa? – L’amica annuì e si rivolse ad Henry
- Permetti? – Il ragazzo le sorrise, e lei si schiarì la gola e si rimboccò la manica destra, iniziando ad agitare la bacchetta in maniera fluida.
- Reparo Major!! – Stavolta il libro frullò in aria per qualche istante, per poi ricadere con un tonfo.
- Niente da fare… - Sospirò Atena. Sophie pareva la personificazione del disappunto. I suoi incantesimi funzionavano sempre e più di una volta il professor Vitius le aveva fatto i complimenti durante le lezioni.
- Potremmo provare con Accio e poi fare Reparo - propose Henry, incalzato subito da Baltazar.
- Meglio di no, se il foglio è trattenuto da qualcosa come diceva prima Fabian, rischiamo che si rompa e a quel punto ci troveremmo con solo una parte delle pagine. Dobbiamo trovare le pagine con un altro sistema! -
Rimasero ancora un po’ a fissare il libro intensamente, quasi potessero recuperarne le pagine con la forza del pensiero, quando gli studenti iniziarono a sciamare verso le aule per le lezioni del pomeriggio. Si salutarono con la promessa di fissare un nuovo appuntamento non appena qualcuno avesse scoperto qualcosa. Nel frattempo ciascuno avrebbe iniziato a fare ricerche a modo suo.



Un paio di giorni dopo, all’ora di colazione, Atena brancolava nel buio riguardo ad un metodo per recuperare le pagine mancanti. Mentre rifletteva, un elegante gufo grigio cenere atterrò proprio davanti a Camilla. Lei raccolse la lettera che l’animale le porgeva e la aprì senza fretta. Corrugò leggermente le sopracciglia bionde, dopodichè fece un cenno ad Atena, che senza troppe cerimonie lasciò nel piatto un tramezzino che stava per addentare ed andò a sedersi accanto alla sua compagna di stanza.
- E’ la risposta di mio padre… Ha saputo della sparizione di Valentine e mi ha intimato di tenermi ancora più alla larga dal Club di Pittura… - Camilla divagò per un secondo, mentre Atena faceva dei cenni verso Marcus, indicandogli Fabian, seduti entrambi parecchio più in là al tavolo. Marcus sorrise con un ghigno e sferrò una potente gomitata nelle costole del suo compagno di classe, che si voltò infuriato. Prima che potesse protestare però, il sorriso serafico di Marcus e l’indice puntato verso Atena lo distrassero. Lei sorrise alla scenetta, dopodichè indicò la lettera e gli fece cenno che ne avrebbero parlato dopo. Lui le fece l’occhiolino.
- Hai finito di giocare al mimo Atena? – le domandò seccamente Camilla, spazientita.
- Ups! Scusami! Hai tutta la mia attenzione! – Atena si mordicchiò il labbro inferiore, ma si concentrò nuovamente sulle parole della sua compagna.
- … Comunque mi ha fatto sapere che lui era a scuola quando c’è stato un concorso di pittura. Pare che l’abbia vinto uno di Tassorosso, ma che sia scomparso e non abbia fatto in tempo a ritirare il premio, che è andato al secondo classificato. Un Serpeverde molto dotato, dice mio padre. - Camilla ripiegò con cura il foglio e lo lasciò scivolare nel libro di Rune Antiche.
- Uh, e non ti ha scritto i nomi di questi due? – Atena per un istante fu tentata di prendere con le sue mani la lettera del Sig. Raynolds e leggersela tutta da capo a fondo.
- Si, il serpeverde che ha ritirato il premio è stato Mallalieu Frederick Edward, mentre il Tassorosso che è scomparso si chiamava Grayson Rufus. Entrambe famiglie abbastanza in vista all’epoca. In particolare la famiglia Mallalieu pare che sostenesse Tu-Sai-chi. – Nel pronunciare l’ultima frase la voce di Camilla si era decisamente abbassata e Atena dovette sforzarsi per udirla.
- Camilla, sei un vero tesoro! – Le strillò nelle orecchie Atena, gettandole le braccia al collo. Camilla si irrigidì e dopo un istante le diede un paio di colpetti sulla spalla.
- Ehm, Ok, Ok, ti spiace lasciarmi finire la colazione? Vorrei arrivare in classe alla prima ora… -
- Ooops! Scusa! – Atena liberò subito l’amica, e corse nuovamente al suo posto, scribacchiò un bigliettino in fretta e furia su un pezzetto di pergamena, poi afferrò il tramezzino che aveva lasciato nel piatto e camminò velocemente verso le aule. Passando vicino a Fabian glielo lanciò accanto al piatto, dandogli poi un buffetto sulla testa.





Eccoci! Attualmente l'idea "Capitoli speciali" è stata votata così:

3 voti a favore di un capitolo speciale ogni tanto
1 voto a favore di tutti i capitoli speciali a fine storia

Chi desidera contribuire, voti senza esitazione X°D Per eventuali spiegazioni, vi rimando al capitolo precedente nelle note dell'autrice!


Ringrazio Emrys per il commento e per avermi messo nei preferiti!

Ringrazio Natalie_S per avermi messo nei seguiti!


Ed infine ringrazio tutti quanti hanno anche solo letto questa storia, sperando di avervi divertito!

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Capitolo 7
*** La pozione di Evocazione ***


Capitolo_7.html


Che Vergogna! Mi ero ripromessa di non far passare più di due settimane tra la pubblicazione di un capitolo e l'altro e invece, nonostante questo fosse quasi completo tra lavoro e studio non ho avuto modo di rileggerlo e ho dovuto posticipare! Mi dispiace tantissimo! Mi auguro che la cosa non si ripeta più! Sigh! In questo capitolo mi sono inventata una pozione, spero non vi dispiaccia! Buon divertimento!





Cap. 7 – La Pozione di Evocazione


La prima ora di Incantesimi si trascinò lentissima. Atena sfogliava velocemente sotto il banco il suo libro di Storia della Magia, senza trovare traccia delle famiglie Grayson o Mallalieu. Richiuse il volume con uno sbuffo, giusto un paio di istanti prima che toccasse a lei esercitarsi con l'incantesimo del giorno. Quella mattina il professor Vitius aveva deciso di anticipare una parte del programma, spiegando loro come fare correttamente l'incantesimo rallegrante. Probabilmente la sua decisione era stata presa per dissipare almeno un poco il clima opprimente che si era venuto a formare in tutte le classi. Atena si esercitò con Camilla, mentre Sophie era finita in coppia con Taddeus. Ludmilla ebbe un eccesso di risate per via della mano pesante di Marcus Flitt, ma dopo una decina di minuti passati in corridoio riuscì a smettere di ridere.
Quando si presentarono davanti alla porta dell'aula di pozioni, comunque, erano tutti rilassati, al contrario dei Tassorosso. Questi ultimi parevano decisamente immusoniti e li squadrarono, palesemente offesi di vedere dei Serpeverde così allegri nonostante la sparizione di una loro compagna di casa.
Atena si sforzò di ignorare quegli sguardi carichi di risentimento, ma l'effetto delle risate fatte durante la lezione precedente svanì troppo in fretta. Il professor Piton era già seduto alla cattedra, e li squadrò in silenzio mentre si sedevano ai loro posti. Quando tutti furono sistemati si schiarì la gola, e iniziò a parlare.
- Per la lezione di oggi vi ho chiesto di prendere peli o piume dei vostri animali da compagnia. Mi auguro che vi siate ricordati di portarli. - Li fissò, mentre nell'aula si creò un tramestio dovuto a diverse mani che frugavano nelle tasche delle uniformi o nelle borse. Atena estrasse dal libro di pozioni un sacchettino di stoffa e lo depositò sul banco. Come lei molti altri posarono sui banchi sacchetti di stoffa o buste di carta. Piton si alzò, camminando lentamente tra i banchi guardando gli studenti senza sorridere.
Un ragazzo di Tassorosso, dopo aver frugato nervosamente in ogni recesso della sua borsa, si guardò intorno imbarazzato. Quando il professore raggiunse il ragazzo, si fermò a guardarlo dall'alto in basso.
- Devo dedurne, signor Thompson, che non è riuscito a procurarsi quanto richiesto. - Il ragazzo annuì debolmente
- Li ho dimenticati in camera, Signore. – Farfugliò, diventando paonazzo sotto lo sguardo gelido del professore.
- E' chiaro, signor Thompson, che la sua testa non è in grado di contenere più di un concetto alla volta. Mi chiedo se eliminando dai suoi pensieri il Quidditch riuscirebbe mai ad ottenere almeno una “A” alle miei lezioni. Ne parlerò con la professoressa Sprite. Cinque punti in meno a Tassorosso. - Detto questo, il professore tornò ad avanzare, allontanandosi nuovamente verso la cattedra. Dal fondo dell’aula qualcuno sghignazzò.
- Non credo che lei possa permettersi di schizzare, signor Flitt, visti i suoi voti… - Nella stanza la temperatura scese improvvisamente di dieci gradi e scese un silenzio di tomba.
Ora, coloro che hanno avuto il buongusto di procurarsi perlomeno l'indispensabile, sono pregati di aprire il libro a pagina duecentoquarantasette, e disporre sul banco gli ingredienti necessari. - Si sviluppò di nuovo un discreto rumore, mentre i libri venivano aperti sui banchi.
- Oggi parleremo della pozione di Evocazione. Sappiate che il suo uso supera il banale incantesimo di Appello, in quanto può trasportare fino a voi creature anche molto lontane, e maggiore è il legame che vi lega alla creatura, più facilmente avverrà il trasporto. - Le parole del professore vennero accolte come al solito da un silenzio assoluto, ma Atena si illuminò all'improvviso e sollevò una mano di scatto, meritandosi diversi sguardi stupiti. Piton la osservò per alcuni istanti.
- Si, signorina Bonell? -
- Professore, è possibile far funzionare questa pozione anche con gli esseri umani? - Domandò tutto d'un fiato. Il professore parve spiazzato dalla domanda, ma si riprese velocemente abbozzando un sorriso compiaciuto.
- In effetti è una possibilità. C'è da tener conto che una persona si accorgerebbe degli effetti della pozione e tenterebbe di resistere, se non fosse al corrente di chi vuole richiamarla. Questo ne renderebbe vano l'effetto della pozione.
Per preparare la pozione ci vorranno due settimane di cottura a fuoco lento, e siccome buona parte degli ingredienti possiedono discrete qualità tossiche, vi invito a fare attenzione, visto che proverete la pozione su voi stessi. - Il professore si guardò intorno – Qualcuno ha altre domande? - A rispondere vi fu solo il silenzio e Piton si sedette. - Iniziate. Avete un'ora e trentacinque minuti a partire da adesso per terminare la preparazione base. -


Precisamente un'ora e trenta minuti dopo, tutti i calderoni dell'aula sobbollivano lentamente. Atena sbirciò il contenuto del suo paiolo e annuì con aria soddisfatta; Il composto era di un delicato verde, opaco e cremoso all'aspetto, precisamente come era descritto nel libro di testo in quella fase. Pesò con cura venti grammi di polvere essiccata di veleno di Doxie, molto meno tossica del suo equivalente appena estratto, e la aggiunse a pioggia nel calderone, mescolando cautamente. Dal verde chiaro precedente, la pozione passò ad uno più scuro. Compiuta questa operazione Atena si permise di osservare la situazione del resto della classe: Il composto di Ludmilla pareva più giallastro che verdino, ed era chiaramente troppo denso. La pozione di Camilla era della densità giusta, ma le mancavano ancora parecchi ingredienti, mentre Sophie era alle prese con un liquido azzurro e dal fumo intenso. Il resto della classe era circa nella stessa situazione, salvo il Tassorosso rimproverato a inizio lezione, che teneva la testa bassa e prendeva furiosamente appunti.
Presa da un'illuminazione Atena prelevò una piccola parte della sua pozione, a cui mancavano i peli di Liham, il suo gatto, e la versò in una provetta che lasciò a raffreddare mentre tornava alla formulazione. Studiò con cura la lista degli ingredienti, e aggiunse mezzo misurino di polvere di veleno di Doxie, e pari quantità di ortiche essiccate. Mentre mescolava e riscaldava il tutto, il professor Piton iniziò a girare per la classe, commentando acidamente le pozioni peggiori. Atena aggiunse in fretta i peli di gatto alla pozione principale, e dal paiolo scaturì una fumata bianca, strappandole un sorriso. Dopo aver abbassato il fuoco, tornò a concentrarsi sulla fialetta. Strappò una pagina del suo quaderno di pozioni e ne prese un angolino che buttò nella provetta che aveva modificato. Dopo aver riscaldato la provetta, la versò sul quaderno. La pagina fluttuò verso il quaderno, anche se non arrivò a toccarlo. Atena si lasciò sfuggire una esclamazione soddisfatta, quando la mano del professor Piton entrò nel suo campo visivo, appoggiandosi al banco. La ragazza sollevò di scatto lo sguardo, arrossendo vistosamente.
- Ehm, professore... Stavo tentando di sviluppare... Una variante… - Biascicò, mentre Piton si abbassava, puntando il naso aquilino verso il quaderno e la pagina strappata.
- Gradirei una spiegazione, signorina Bonell. - Sotto lo sguardo severo del professore Atena arrossì ancora di più. Quando però udì alcune risatine alle sue spalle, si fece coraggio.
- Cercavo di farla funzionare con gli oggetti, professore. - Piton sulle prime non rispose, ma tornò ad osservare il quaderno e poi il composto, portando una mano al mento, mentre si raddrizzava.
- E' un'ipotesi interessante, ma temo che in questo caso abbia funzionato solo perché la pagina è stata strappata da poco, dico bene? - Atena annuì in silenzio, mentre il professore scuoteva i capelli scuri. Puntò la bacchetta verso la piuma e questa iniziò a scrivere con grafia spigolosa sul libro, accanto alla formula per la pozione di evocazione. La classe nel frattempo era ammutolita; Solo il rumore dei calderoni che ancora bollivano interrompeva silenzio. Piton terminò di scrivere, dopodichè lasciò la piuma sul tavolo, gettando uno sguardo sul paiolo di Atena.
- Ottima pozione, cinque punti a Serpeverde. Quanto a lei, signorina Bonell, si presenti nel mio ufficio al termine delle lezioni. -
Il professore terminò il giro nel silenzio più glaciale, che perdurò fino al termine dell'ora.


Nel pomeriggio Atena camminava nervosamente su e giù per il porticato del cortile interno, che era diventato il loro punto d'incontro. Quel giorno la pioggia torrenziale rendeva particolarmente sgradevole rimanere all'aperto anche se riparati dagli archi e dalle colonne. Fabian la raggiunse a passo svelto, ben avvolto nel suo mantello nero.
- Ehilà, e le tue amiche? - Le domandò, sfoderando un sorriso sincero come non le capitava di vederlo da giorni.
- Sophie e Camilla stanno facendo i compiti. Ludmilla... - Atena scrollò le spalle. Fabian le fece l'occhiolino e le si avvicinò all'orecchio, bisbigliando
- Io lo so dov'è, guai a te se ti guardi intorno. - Un velo di rossore le imporporò le guance, mentre faceva un cenno affermativo.
- Parliamo di cose importanti, ti va? - gli domandò quasi timidamente. Lui assunse un'espressione seria e Atena proseguì
- Camilla mi ha detto che diversi anni fa c'è stato un concorso di pittura, e il vincitore è scomparso in maniera misteriosa. Non si è presentato a ritirare il premio, che è stato assegnato al secondo classificato. - lei lo sbirciò di sottecchi, mentre passeggiavano avanti e indietro lungo la fila di colonne. Fabian aveva lo sguardo vuoto e lontano.
- Stai cercando di dirmi che a questo tizio potrebbe essere successa la stessa cosa che è successa a Valentine? - le chiese, dopo diversi minuti di silenzio. Lei si voltò di scatto, facendo un passo verso di lui.
- Non solo! Ho anche il forte sospetto che possa essere l’autore del quadro con il drago! - A quel punto si accorse di avere il volto a un palmo da quello del ragazzo, e si zittì pietrificandosi.
Erano fermi, uno accanto all’altra, silenziosi nell'atmosfera piovosa. Atena rabbrividì e Fabian le si fece più vicino ancora.
- Tremi... Non mi ero accorto che sei senza mantello... - Le parlò con quel tono distratto, di chi chiaramente sta pensando ad altro, ma sollevò ugualmente la falda del mantello, circondandole le spalle con una mano e avvolgendola nella stoffa calda. Atena si irrigidì di scatto e Fabian parve riprendersi.
- Ehm... Non penso di mangiarti, la tua amica ci sta guardando e tu hai freddo. Tu fai un favore a me e io ne faccio uno a te, ok? - Atena annuì debolmente, ma si sentiva le guance in fiamme. Proprio in quell'istante Robert uscì da un'aula e fece per salutare Atena. Quando notò Fabian bloccò il gesto a mezz'aria e proseguì impettito, ignorandoli.
- Parlo io con Baltazar ed Henry, mettiamoci sotto a cercare informazioni su questi due. Anzi scrivimi come si chiamano. - Tirò fuori dalla tasca una pergamena stropicciata, che Atena afferrò prontamente, scarabocchiando i nomi dei due pittori.
- Benissimo, la settimana prossima abbiamo l'appuntamento a Hogsmeade, e faremo il punto delle informazioni che abbiamo raccolto. - Detto questo si fermò, liberando Atena dal mantello e allontanandosi verso il corridoio che portava alle cucine.

Alle cinque in punto Atena si trovava davanti alla porta dello studio del professor Piton, e sebbene fosse riluttante a farlo, bussò alla porta. Dopo un brevissimo silenzio la voce del professore la raggiunse, soffocata dal legno spesso dell’uscio.
- Avanti. - Atena fece il suo ingresso, titubante, nella stanza in penombra.
Un fuoco scoppiettante ardeva nel caminetto, su cui bolliva una calderone. Lungo tutte le pareti erano disposte delle mensole cariche di vasi pieni di ingredienti, alcuni anche molto rari. L’odore acre di diverse pozioni aleggiava nell’aria, quasi palpabile.
Mentre avanzava accanto ad un grosso vaso apparentemente colmo di palline scure, questo si animò all’improvviso, e si rivelò essere pieno di occhi che presero a fissarla intensamente seguendola con lo sguardo. Atena rabbrividì, e decise di puntare sul professore senza distogliere l’attenzione neanche per un istante. Piton sedeva dietro la sua scrivania e teneva tra le mani alcune pergamene, che abbassò prontamente non appena Atena fu sufficientemente vicina.
- Bene, signorina Bonell, mi è sembrata parecchio interessata alla lezione di questa mattina. – Atena deglutì nervosamente, e, non sapendo dove il professore volesse andare a parare, si limitò ad annuire. Piton proseguì il discorso imperterrito. – Siccome la creazioni di varianti esula il programma scolastico, senza contare che la maggior parte dei suoi compagni di classe non sarebbe in grado di starle dietro… - L’espressione sul volto affilato del professore si addolcì leggermente, mentre abbozzava un sorriso. – Ho chiesto il permesso al preside di poterla aiutare nella creazione di questa nuova pozione, tenendo conto che sono il responsabile del suo Club di Pittura e il Direttore della sua casa, non ci occorrono ulteriori autorizzazioni. Ovviamente se decide di seguire questo progetto, questo influirà positivamente sui suoi risultati di fine anno. – Dopodichè si fermò a fissarla. Dopo diversi istanti Atena realizzò che avrebbe dovuto dare una risposta, e balbettò:
- Ehm, naturalmente lo faccio volentieri! -
Piton fece un cenno d’assenso e si alzò, voltandole le spalle e dirigendosi verso il calderone che bolliva lentamente sul caminetto.
- Ho riprodotto la preparazione base della Pozione di Evocazione, partiremo da questa per creare eventuali modifiche. Come ha fatto lei questa mattina, potremo aggiungere senza preoccupazioni ingredienti anche tossici, visto che nessun essere vivente dovrà ingerirla per farla funzionare. -
Detto questo, il professore versò alcuni mestoli di pozione in recipienti più piccoli, e dispose sulla scrivania una serie di ingredienti per modificare il composto.





Allora, nessuna nuova per il discorso "Capitoli Speciali" Quindi credo che li inserirò man mano nella storia ^_^


Ringrazio Natalie_S , Elos e Nee per avermi messo nei seguiti!
Quanto al commento di Natalie_s : Povero Robert! In realtà non è così antipatico come può sembrare, ma dubito che riuscirò a mostrare il suo carattere completo in questa storia! Per ora si è visto forse il suo lato peggiore! X°D

Ed infine ringrazio tutti quanti hanno anche solo letto questa storia, sperando di avervi divertito!

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Capitolo 8
*** L'altro Quadro ***


capitolo_8.html



Finalmente l'ottavo capitolo! Mi spiace davvero pubblicare così tardi, ma proprio quando avevo terminato la rilettura e le correzioni ho scoperto che il sito era in tilt per via del cambio server! Ho preferito aspettare almeno un giorno per essere sicura che fosse tutto sistemato. Purtroppo vi anticipo già da ora che potrebbe passare ancora qualche giorno in più dalle canoniche due settimane tra una pubblicazione e l'altra, perchè, nonostante la storia sia già strutturata, scriverla fisicamente e correggerla mi impiegna molto tempo e ultimamente ne ho davvero poco! Chiedo ufficialmente scusa! Farò il possibile per mettere un pò di materiale da parte e pubblicarlo in tempi umani!
Buon divertimento!



Cap. 8 – L’altro Quadro.


Atena si richiuse silenziosamente alle spalle la porta dello studio di Piton, e scoccò un’occhiata verso lo spicchio di cielo che si intravedeva da una delle finestre del corridoio. Le sfuggì un lamento quando si rese conto che si intravedevano già le prime stelle. Quanto era stata lì dentro? Come avrebbe fatto a finire i compiti? Preferì non chiedersi altro e si mosse velocemente verso il suo dormitorio, quando prima di raggiungere l’angolo, udì delle un vociare concitato.
Si avvicinò in punta di piedi e trattenne bruscamente il respiro quando riconobbe una delle due voci.
- Che cosa ci fai qui, tu? – Sbraitò Ludmilla
- Questo stavo per chiedertelo io. – Le rispose un’altra voce femminile, altrettanto aspra.
- Non sono affari tuoi, gira al largo. - Fu la risposta di Ludmilla, molto più vicina di quanto non fosse prima. Atena sussultò; era giunto il momento di andarsene, e anche in fretta! Girò sui tacchi e corse nella direzione opposta, sperando di raggiungere l’altro capo del corridoio prima che fosse troppo tardi. Era a pochi metri dalla diramazione tra due corridoi quando la voce di Ludmilla la raggiunse come una staffilata:
- Atena! – La ragazza si bloccò all’istante, deglutendo nervosamente e ruotò lentamente su sé stessa, fino a incrociare lo sguardo con la sua compagna di stanza. Con suo grande orrore, accanto a lei riconobbe la Tassorosso castana che l’aveva guardata male qualche settimana prima, che le puntava il dito contro.
- Eccola! – La apostrofò, facendo una smorfia. – Voi due la dovete piantare di girare attorno al mio ragazzo! -
- E io cosa c’entro con il tuo ragazzo? – Rispose Ludmilla, guardandosi le unghie con aria distratta.
- C’entra che devi… Dovete smettere di appiccicarvi a Fabian! Lui è mio! - sbraitò quella, puntando il dito prima su una Serpeverde e poi sull’altra.
- E da quando Fabian sarebbe il “Tuo” ragazzo? - La voce della sua compagna di stanza era pericolosamente alta e stridula, al punto che Atena considerò per qualche istante l’idea di rifugiarsi nello studio di Piton pur di sfuggire a quella situazione. L’altra ragazza avanzò di un passo, sfilando da una tasca la bacchetta e agitandola in maniera minacciosa.
- Non fare finta di niente, sai? Usciamo insieme dall’estate scorsa! – Fu la strabiliante rivelazione.
La pelle leggermente olivastra di Ludmilla assunse tonalità verdine, ma sfoderò a sua volta la bacchetta, mentre Atena era così stupefatta da non riuscire a spiaccicare parola. Valutò per un istante la situazione e, una volta appurato che quelle due si stavano letteralmente sfidando davanti all’ufficio del Professor Piton, fece qualche lento passo all’indietro. Scivolò dietro l’angolo proprio mentre una delle due, non distinse quale, scagliò il suo incantesimo:
- Expelliarmus! -
Precisamente in quel momento, qualcosa di soffice le sfiorò i polpacci, e Atena guardò con orrore la coda di Mrs. Purr svoltare nel corridoio che aveva appena lasciato. Con il cuore in gola prese a correre alla cieca addentrandosi nel castello, sperando solo di non incontrare Gazza. Dopo diverse svolte udì dei passi veloci e svoltò alla prima curva, ficcandosi in un vicolo cieco; davanti a sé aveva un muro dall’aria spessa e impenetrabile che raggiunse in un secondo, schiacciando la schiena contro la parete. I passi si avvicinavano sempre di più, quando con il tallone Atena strofinò senza volere una pietra sporgente sul pavimento. La parete a cui era appoggiata iniziò a tremare, e poi di scatto ruotò su sé stessa, lasciando la ragazza in un corridoio buio.


Gazza scrutò il vicolo cieco in cui si era precipitato, convinto di aver sentito dei rumori, ma in quell’angolo polveroso del castello non c’era proprio nessuno. Dopo un’ultima sospettosa occhiata, si diresse velocemente verso lo studio del Professor Piton.


Atena, con una mano sul cuore che le martellava nel petto, estrasse la bacchetta da sotto il mantello. Con la voce tremante sussurrò: - Lumos… - Accendendone la punta di un pallido bagliore e si guardò intorno. Il percorso che le si parava davanti era in pendenza e saliva leggermente a spirale. Visto che l’unica alternativa era alle sue spalle, si mise a salire il più in fretta possibile, stando bene attenta a dove metteva i piedi.
Dopo diversi minuti di salita, si trovò di fronte una parete vuota, ad eccezione di un gancio per torce. Atena si lasciò sfuggire un sorrisetto.
- Davvero elementare…- Allungò una mano verso l’anello di ferro, ruotandolo, tirandolo e spingendolo finché la parete non si aprì con uno scatto.
Una ventata d’aria fresca sfiorò il volto della ragazza, che avanzò cautamente in quello che sembrava un corridoio in disuso. La luce della luna filtrava tra le tende scure e le ragnatele, illuminando parte del pavimento ingombro di banchi rotti e strumenti dall’aria vetusta. Aveva compiuto pochi passi, quando il muro si richiuse con un tonfo e una nuvoletta di polvere.
Atena sbirciò da una finestra, e da quello che poteva vedere da lì, si trovava molto vicino alla torre di Corvonero. Quando vide il cortile attraversato a passo di marcia da Piton, seguito da Ludmilla, l’altra ragazza di Tassorosso e Gazza gongolante, si ritrasse di scatto.
Decise che era ora di muoversi e avanzò a passo spedito lungo il corridoio, quando un luccichio attirò la sua attenzione. Una piccola targa in argento splendeva sotto un quadro impolverato. Sicuramente era l’effetto di un incantesimo lucidante particolarmente ben fatto. Incuriosita, si avvicinò, trattenendo bruscamente il fiato dopo aver letto il nome dell’autore: Grayson Rufus.
Presa dall’eccitazione Atena soffiò via la polvere dal quadro, ma rimase delusa non vedendo altro che una distesa rocciosa, delle colline brulle sulla destra e una colonna di fumo che si muoveva pigramente proprio davanti a quella che sembrava una grotta scura. Scrutò a lungo il quadro con espressione rabbiosa, ma la rappresentazione non cambiò di una virgola e alla fine, sotto i morsi della fame, si arrese e corse verso le cucine.


Tre giorni dopo Fabian, Baltazar, Marcus ed Henry si incontrarono con le quattro compagne di stanza davanti ai Tre Manici di Scopa. Ormai faceva abbastanza freddo, ed erano tutti imbacuccati nei mantelli, i visi per metà coperti dalle sciarpe con i colori delle case. Una volta entrati salutarono Madama Rosmerta e ordinarono burrobirre per tutti, mentre Baltazar, Fabian ed Henry presero anche quello che ormai tra gli studenti, soprattutto tra i nati gabbani, era noto come “Menù Quidditch”. Era stato ormai soprannominato così perché i giocatori di quidditch, sempre in allenamento, spesso mangiavano senza risparmiarsi ad Hogsmeade, anche se la cena era vicina. Il menù comprendeva un paio dei panini imbottiti meno digeribili a testa e succo di zucca ghiacciato.
Mentre il locale si riempiva, parlarono del più e del meno per un bel po’ di tempo, raccontandosi aneddoti e vecchie leggende sui professori e sui misteri della scuola. Fabian e Ludmilla erano seduti vicini, mentre Camilla chiacchierava amabilmente con Marcus sugli eventi mondani che erano avvenuti durante l’estate. Sophie, Atena, Baltazar e Henry, invece, stavano con le teste vicine, ad un angolo del tavolo e bisbigliavano tutti, con aria da cospiratori.
Dopo che ebbero finito di bere e mangiare, si decisero per fare una passeggiata ad Hogsmeade. Appena usciti dal locale Atena si accostò a Fabian, per sussurrargli:
- Senti, Camilla si occuperà di distrarre Marcus, così voi neo piccioncini potrete andarvene a tubare da qualche parte. Per il resto ho un piano, poi ti spiegherò più avanti… - La frase rimase in sospeso quando Ludmilla si avvicinò alle loro spalle. Atena prese a braccetto Fabian, per una volta senza arrossire, e lo costrinse a chinarsi verso di lei.
- E con questo il mio debito è pagato, ora tocca a te. Chiaro? – Subito dopo lo lasciò andare, e si diresse allegramente verso Sophie, Baltazar ed Henry, che stava camminando dall’altro lato della strada guardando nelle vetrine di Stratchy and Sons gli ultimi modelli di abiti da Mago e da Strega. Fabian sorrise a Ludmilla e le porse il braccio, che lei accettò con espressione deliziata. Sophie diede una piccola gomitata ad Atena che annuì e le strizzò l’occhio, mentre la coppietta si allontanava ridacchiando verso il locale di Madama Piediburro.



Il pomeriggio successivo Atena e Sophie varcarono la soglia dell’aula destinata al club di gobbiglie e vi trovarono dentro Fabian, Ludmilla, Henry e Baltazar. Quest’ultimo sembrava che avesse sotto al naso una bottiglia di puzzalinfa, tanto aveva un’espressione disgustata.
- Ehm, ciao… - Fu l’inizio poco brillante di Atena, mentre alternava lo sguardo tra Fabian e Ludmilla. Fabian aveva il braccio sinistro attorno alle spalle della sua compagna di stanza e le sorrise, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- Ho spiegato la faccenda a Milla, ed è disposta ad aiutarci, quindi possiamo contare su di lei. -
Ludmilla le sorrise trionfante, stringendosi di più a Fabian e fissandola. Atena guardò Sophie, che storse appena il naso e fece spallucce, al che sospirò.
- Ok, ok… Siete tutti pronti a sentire il mio piano? – Domandò poi, in tono esasperato, lasciandosi cadere su una sedia accanto alla finestra. I ragazzi annuirono, e lei frugò nella borsa, estraendone prima il libro “Le migliori Opere ad Hogwarts” e poi da una tasca, una sottile fialetta che conteneva un liquido di un verde polveroso, denso e dall’aspetto ben poco invitante.
- Che roba sarebbe? – domandò Baltazar
- Questa, mio caro… - Atena scosse il piccolo contenitore, proseguendo: - E’ la pozione cercapezzi! -
- Che nome orribile! Cosa sarebbe, poi? – disse Ludmilla, facendo una smorfia.
- Tsk! E’ una pozione in grado di ritrovare e unire i pezzi appartenenti ad un medesimo oggetto! L’ho creata io con il professor Piton! – Fu la spiegazione di Atena, che sfoderò per l’occasione un tono fastidiosamente saccente. Baltazar si grattò la fronte prima di parlare:
- E beh? Non è che sia un granché, potevamo usare l’incantesimo di appello no? –
- Certo che no! Altrimenti lo avremmo già fatto! Con questa pozione il libro si muoverà verso la direzione in cui sono le pagine, e noi potremo prenderle comodamente, senza rischiare di rovinarle! - Atena era eccitatissima, ma il resto del gruppo non sembrava del medesimo parere. La ragazza sbuffò e scosse la testa, proseguendo:
- Non mi sembrate molto emozionati… Ora vi faccio vedere! – Disse, aprendo il libro di Arte sulle ginocchia, e versandovi sopra alcune gocce del composto. Questo fremette per un istante, librandosi in aria con un fruscio polveroso, dirigendosi verso la porta e oltrepassandola, cadendo con un tonfo in corridoio. Lo sguardo di Atena era palesemente soddisfatto, quando fece un chiaro gesto ad indicare la porta.
- Signore e Signori… Dopo di voi! -





Ringrazio Natalie_S , per il commento: Ebbene si! Era ora che Piton si mostrasse un pò di più, e anche se in questo capitolo non ha avuto spazio, garantisco che nel nono sarà di nuovo presente!
Ringrazio anche Elos : Beh, anche a me piace molto Fabian! Mi dirai poi tu che ne pensi dopo le News di questo capitolo!
Ringrazio anche Nee e Emrys che mi hanno messo tra i seguiti o i preferiti, spero che vi stiate divertendo!
Grazie anche ad Eilaenre, per la correzione di virgole e punti, anche se sono sempre in ritardo nel sistemarle!

Ed infine ringrazio tutti quanti hanno anche solo letto questa storia, sperando di avervi fatto passare bei momenti!

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Capitolo 9
*** George ***


Capitolo_9.html



Dopo una attesa davvero invereconda, sono felice di presentarvi il nono capitolo di questa storia! In questo capitolo ho voluto inserire una piccola citazione al mio personaggio preferito dell'intera saga, ovvero Severus Piton. Un piccolo cameo ripreso direttamente dal secondo libro, per cui quel pezzetto, purtroppo, non è farina del mio sacco, ma era così adeguato alla storia che non ho saputo resistere! chi indovina che pezzo è?

Per fortuna il capitolo dieci è già in lavorazione, quindi i tempi d'attesa dovrebbero rientrare nell'arco delle due settimane canoniche, o poco più.
Buon divertimento!





Cap. 9 – George.

Seguirono il volume lungo parecchi corridoi, mentre questo saltellava davanti a loro. Ogni sei-sette metri dovevano rinnovare la dose di gocce, perché l’effetto della pozione si esauriva in fretta.
- Ma non puoi versarcelo tutto, una buona volta? – Domandò Baltazar ad Atena, mentre si fermavano all’ennesimo incrocio e lei dosava con cura alcune gocce da depositare sul centro delle pagine.
- Gli effetti della pozione svaniscono in fretta al contatto con l’aria. E’ ancora in fase sperimentale, dopotutto. – Gli sussurrò la ragazza, leggermente sulla difensiva. Sophie sbirciava dietro agli angoli, facendo loro cenno che la strada era libera, mentre Fabian e Ludmilla se ne stavano in disparte, strettamente abbracciati.
- Ok, nessuno in vista. – Bisbigliò Sophie, sbirciando la grande scalinata che stavano per sorpassare. Atena e Baltazar si zittirono, mentre ripetevano per l’ennesima volta l’operazione di versare con cura alcune gocce, attendere pazientemente che il libro si sollevasse vibrando leggermente, per poi fluttuare su e giù lungo la direzione in cui si trovavano le sue pagine mancanti. Camminavano ormai da parecchio, e avevano l’impressione di aver attraversato mezzo castello, quando il libro precipitò a terra con un tonfo, giusto prima di girare un angolo. Si fermarono a riprendere fiato per qualche secondo, mentre Fabian controllava il corridoio, facendo loro un cenno di assenso un istante dopo.
- Zona vuota. –
Atena annuì, mentre Ludmilla, dal fondo della fila sbuffava sonoramente.
- Che cosa eccitante, seguire un libro per tutti i corridoi della scuola… -
- Sta zitta, oca! Stiamo facendo una cosa importante! – La rimbeccò Baltazar, a voce un po’ troppo alta. Fabian assunse un’espressione contrariata.
- Balt… - Il ragazzo non fece in tempo a finire la frase, perché dopo che Atena vi aveva versato sopra la pozione, aveva ripreso a svolazzare, svoltando l’angolo. Atena e Sophie lo avevano seguito, dopodichè si erano fermate in mezzo al corridoio, inorridite: Il libro picchiettava pigramente, a mezz’aria, contro la porta dello studio di Piton.
- Occavolo! – Fu l’esclamazione di Henry, che era finito addosso a Sophie, rischiando di trascinarla a terra.
- Shhh! – Intimò Atena, avvicinandosi di corsa verso il libro, mentre il sangue le pulsava nelle vene. Raggiunse il libro al volo, giusto un istante prima che cadesse per terra. Si voltò verso i suoi compagni, che avevano lo sguardo letteralmente terrorizzato e fece loro cenno di allontanarsi; dopodichè si voltò verso la porta e deglutì. “posso cavermela”, pensò. “Posso dire a Piton che ho una domanda sulla pozione… Quale domanda? Pensa, Atena, pensa!”. Rifletté ancora per qualche istante, quando finalmente si calmò, e si rese conto che nessuno aveva parlato dall’interno dello studio. Probabilmente il Professore non c’era. Sospirò di sollievo mentre Baltazar, Henry e Sophie avanzavano, seguiti da Ludmilla e Fabian.
- Non c’è? – Le domandò con un sorriso l’amica, e Atena scosse debolmente il capo.
- Penso di no, o avrebbe già risposto! -
Ci fu un mormorio generale tra risolini e sospiri. Atena, mentre sospirava, abbassò lo sguardo sul libro e si trovò involontariamente a guardare la fessura sotto la porta, e scorse l’angolo di un foglietto. Presa dall’eccitazione si chinò, imitata subito dal gruppetto.
- Fate silenzio! – Sussurrò, esasperata, mentre con il dito tentava di trascinare le pagine che spuntavano dalla fessura verso il corridoio.
- Ma chi vuoi che ci senta? In quest’angolo del castello non viene mai nessuno e Piton non c’è… - Le disse Baltazar.
- Magari è a correggere dei compiti in classe. – Aggiunse Henry.
- Magari è impegnato con un appuntamento galante! – Suggerì Ludmilla.
- O magari… - Tuonò a pochi passi da loro la voce profonda del professore, proprio mentre Atena stringeva in mano le pagine appena raccolte. - … Sta aspettando di sapere cosa ci fate fuori dal suo ufficio. -


Si era svolto tutto molto velocemente. Piton li aveva rimproverati aspramente per aver tentato, a detta sua, di entrare nel suo ufficio senza permesso, e aveva sequestrato le pagine che Atena teneva in mano senza dire una parola, a labbra strette. Dopodichè aveva ordinato loro di entrare nel suo ufficio, dove aveva chiamato il preside, e li aveva redarguiti nuovamente.
- Sgattaiolare nei corridoi e tentare di trafugare dei fogli dall’ufficio di un professore… … -A quel punto si interruppe, mentre li fissava freddamente, puntando poi lo sguardo su Ludmilla.
- E lei, signorina Hart, non ha avuto abbastanza punizioni per questa settimana? Posso procurargliene abbastanza per tutta la sua vita ad Hogwarts, mi creda. – Dopodichè era passato ad osservare Atena da capo a piedi, che stava lentamente assumendo un colorito verdastro.
- Quanto a lei, signorina Bonell, non le chiederò cosa ci faceva con queste… - E fece frusciare le pagine, posandole poi sulla scrivania. – Ma mi aspettavo più buonsenso per l’uso della sua nuova pozione. -
Atena non riuscì a trattenere un rumore strozzato che le sfuggì letteralmente tra le labbra. Tutti si voltarono a guardarla, mentre Piton la fissava in silenzio e lei abbassò lo sguardo frettolosamente. Per sua fortuna in quell’istante sopraggiunse il preside, ed inaspettatamente, al suo seguito c’erano la professoressa McGranitt, la Professoressa Sprite e il professor Vitius. La professoressa McGranitt avanzò verso di loro a passo di carica.
- Uscite dalla stanza per favore, e non muovetevi fino a che non avremo deciso il da farsi. – Intimò loro, con un tono che lasciava ampiamente sottintendere che “il da farsi” altro non era che la loro punizione. I ragazzi si mossero docilmente verso la porta, felici di sottrarsi al loro processo.


Erano fuori dalla porta in silenzio da qualche minuto, limitandosi a guardarsi fugacemente negli occhi, quando le voci dei professori, stranamente alte nonostante la porta spessa, catturarono la loro attenzione.
- …Severus, è troppo pericoloso! – Diceva la professoressa McGranitt, subito quietata dalla voce pacifica di Silente.
- Minerva e se… - Le voci tornarono ad abbassarsi in un brusio confuso, ma i ragazzi ormai si erano attaccati alla porta con le orecchie, avidi di sentire il resto.
- Ma non può essere… Come avrebbe fatto? – Fu la voce stupefatta della professoressa Sprite ad alzarsi questa volta.
- Non è opportuno che… – Domandò a sua volta il professor Vitius, mentre le risposte si accavallavano, attutite dal legno spesso della porta.
- Non possiamo permetterlo… -
- Troppo pericoloso… -
- I genitori… -
Alla fine la voce del professor Piton sovrastò per qualche istante le altre.
- … Me ne occuperò personalmente… Non posso permettere che… - Fu bruscamente interrotto dalle parole decise del preside.
- Non è questo il luogo in cui parlarne… I ragazzi Severus… -
Dei passi affrettati verso la porta li fecero indietreggiare bruscamente, e si voltarono tutti ad osservare in direzioni diverse. Il professor Piton apparve sulla porta, scrutandoli per qualche istante.
- … Molto bene… Il preside ha deciso di non punirvi, visto che qualcuno ha già altri compiti da svolgere… - Lo sguardo severo del professore si soffermò in particolare su Ludmilla, dopodichè proseguì.
- Lei signorina Hart andrà subito a scontare la sua punizione, la sua collega la sta già attendendo. E ora mi aspetto che ciascuno di voi altri vada direttamente nel suo dormitorio, e che non facciate parola di tutta questa faccenda. – L’espressione di Piton pareva più guardinga del solito, mentre li osservava annuire con convinzione, dopodichè fece loro un brusco cenno del capo, e i ragazzi camminarono rigidi come manici di scopa fino a che non girarono l’angolo. Non appena furono spariti dalla vista degli adulti, e Ludmilla si fu allontanata con aria mesta verso un corridoio laterale, Atena tirò una manica di Fabian, che la guardò in cagnesco.
- Cosa vuoi? -
- Voglio farvi vedere una cosa importante! -


- Tu sei tutta matta. – Baltazar Sibilò all’orecchio di Atena, mentre passavano in punta di piedi davanti allo studio di Piton. Fabian chiudeva la fila dietro ad Henry e Sophie, la bacchetta in mano, pronto ad ogni evenienza.
- Potevi rimanertene nella tua sala comune se avevi paura. – Fu la risposta secca della ragazza, mentre si dirigeva con sicurezza al vicolo cieco in cui era incappata la volta precedente.
- Chi ha detto che ho paura? E’ che tra tutti i posti in cui potevamo passare, proprio davanti allo studio di Piton? Cioè, ci ha quasi disintegrati con lo sguardo meno di dieci minuti fa! – Ribatté il ragazzo, affrettando il passo.
- L’altra strada è vicino al dormitorio di Corvonero, ci passa troppa gente per di là! – Lo rimbeccò Atena, a voce leggermente più alta una volta che superarono l’angolo.
- La volete piantare voi due? – La voce di Fabian li raggiunse come lo schiocco di una frusta.
- A proposito, dove hai detto che è andata quella palla al piedi di Ludmilla? Non che mi dispiaccia la sua assenza… – Chiese brutalmente Baltazar, voltandosi verso l’amico. Sia Henry che Sophie ridacchiarono, mentre Fabian sospirò, rispondendo con un sorriso tirato.
- Era in punizione… Deve pulire calderoni per tutta la settimana. -
- Senza la magia? – Inorridì Sophie. Fabian confermò con un gesto del capo.
Atena soffocò una risata, tentando di imitare un colpo di tosse, ma tutto quello che riuscì a rimediare fu un singhiozzo strozzato.
- Tutto bene? – Le domandò Henry, accostandosi a lei.
- Ehm.. si, siamo arrivati! – Con un gesto disinvolto la ragazza indicò il vicolo cieco.
- Eh? Bella roba… - Fu il commento di Baltazar, ma Atena gli diede un piccolo spintone.
- Guarda qua! – E si mise nel punto dove era andata ad appiattirsi contro il muro qualche giorno prima, tastando con cura il pavimento con la punta delle scarpe. Sorrise quando il piede incontrò una pietra sopraelevata rispetto alle altre, liscia e consunta dall’uso. Strofinò il piede con forza e il passaggio si aprì docilmente come la volta precedente.
- Wow, questo ci mancava eh Fabian? – Sussurrò il Tassorosso, avanzando già verso il cunicolo.
- Eh si… Mi sa che quest’anno ci siamo lasciati un po’ andare… - Ridacchiò in risposta l’amico.


Pochi minuti dopo erano davanti al quadro di Grayson Rufus, molto simile a come lo aveva già visto Atena alla sua visita precedente. Stavolta però, mancava completamente il denso fumo che fuoriusciva dalla grotta.
- Beh, eccolo qua… Un po’ desolante a dire il vero… Ma la cosa importante è un’altra! Nelle pagine che Piton ci ha sequestrato, ho visto proprio questo sfondo! Solo che c’era un cavaliere qui… - Mentre parlava dando le spalle al quadro, Atena picchiettò con le dita sulla tela, indicando la pianura sgombra e brulla che vi era dipinta; non si rese conto che né Fabian né Baltazar stavano guardando lei fino a che non cambiarono espressione e li interpellò acidamente:
- Beh? Che c’è adesso? –
Anche Henry e Sophie si erano zittiti, e fissavano la tela dietro di lei.
- Atena, il cavaliere aveva una lunga lancia e portava un mantello viola? – Le domandò Fabian, puntando il dito verso il dipinto. La ragazza si voltò di scatto. Dalla grotta era uscito zoppicando un cavaliere in armatura, che portava sulle spalle un mantello viola sgualcito e al braccio un grande scudo. La celata dell’elmo era sollevata, e mostrava uno sguardo stanco ma determinato mentre avanzava diritto verso di loro.
- Ehi Lorsignori! Siete forse voi studenti di Hogwarts? – Domandò il cavaliere, con un accento normanno molto intenso, che lo faceva sembrare uscito direttamente dalle pagine di qualche libro di epica. Fabian prese subito il controllo della situazione.
- Esattamente, e con chi abbiamo l’onore di parlare? – Il cavaliere ebbe un moto di nervosismo, fissando verso la grotta che aveva appena lasciato e poi lontano, ben oltre la cornice che racchiudeva il paesaggio.
- Sono George, figlio di Geronzio e Policroma, ma non abbiamo tempo per le presentazioni! Il nemico potrebbe tornare da un istante all’altro! – Il tono di serrata urgenza colpì i ragazzi, che si avvicinarono ulteriormente alla tela.
- E’ stata condotta qui una fanciulla bionda di nome Valentine, e la sto difendendo in una strettoia di quella caverna dalla furia del drago, che pare essere stato ferito. Questo lo ha fatto infuriare non poco e non so quanto ancora potremo resistere… - George si guardò nervosamente le spalle, mentre Fabian quasi si gettava contro la tela.
- Valentine è lì? E’ ferita? – Urlò, con una furia che fece indietreggiare Atena
- E’ nella grotta, illesa. Ma non so quanto ancora resisterò… Trovate in fretta il modo di portarla via da qui, o periremo entrambi! – Fu la risposta affrettata del cavaliere, che si voltò di scatto, come se avesse udito qualcosa, e barcollò verso la grotta, urlando.
. Baltazar parlò a ruota, un istante dopo.
- Che dobbiamo fare? Come facciamo a tirarla fuori? – Il cavaliere non rispose alla domanda, ma si limitò ad urlare verso di loro, mentre rientrava con passo strascicato e pesante nella caverna.
- Fate presto! Chiedete aiuto! -


Ringrazio LyndaWeasley , per i complimenti! Sono felice che questa storia ti abbia intrigato, e sei arrivata in tempo per i fuochi d'artificio finali!
Ringrazio anche Elos : Io invece lo odio un pò!Ma non abbastanza per fargli capitare qualcosa di terribile dai! XD In fondo è un coprotagonista importante!
Ringrazio anche Nee, Charlie_2702, Elos, Fady, LyndaWeasley, Natalie_s, che hanno messo tra i seguiti questa storia!E' davvero uno tra i più grandi complimenti, siete tantissimi per gli standard di una storia con personaggi sconosciuti e senza i classici pairing,e questa per me è una enorme soddisfazione, unita ad un certo senso di responsabilità! spero che la storia continuerà a piacervi!
Per contro ringrazio tantissimo anche Emrys e LyndaWeasley. che hanno messo la storia direttamente nei preferiti! Grazie anche ad Eilaenre, per la sua puntuale correzione di virgole e punti, nonchè per il sostegno morale nei momenti bui in cui pensavo che non sarei riuscita a scrivere un capitolo decente!

Ed infine ringrazio tutti quanti hanno anche solo letto questa storia, spero che vi siate divertiti!

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Capitolo 10
*** Il Barone Sanguinario ***


Capitolo_10.html



Ecco il decimo capitolo! Su questo non c'è molto da dire, se non che ormai i nostri eroi devono fare in fretta! Riusciranno a salvare Valentine? Auguro a tutti Buon divertimento! In fondo i ringraziamenti!




Cap. 10 – Il Barone Sanguinario



- Dobbiamo parlare subito con Silente… - Atena stava già correndo verso il corridoio, quando Fabian le strattonò il maglione, fermandola.
- Andiamo da Piton. – Le disse, accostandosi a lei. La voce alta di Baltazar rimbombò nel corridoio vuoto.
- Eh? Perché proprio da Piton? – Il tono lasciava chiaramente intendere quanto poco gradisse l’idea.
- Sa tutto dei fogli… Avete visto che faccia ha fatto quando li ha presi ad Atena. Se gli spieghiamo la faccenda, ci crederà subito. – Henry e Sophie annuirono.
- Baltazar, ha ragione Fabian, perderemmo troppo tempo a spiegare la faccenda alla Sprite, ed è sembrato anche a me che Piton sapesse qualcosa… - Propose ragionevolmente Henry. Baltazar si arrese.
- Va bene, va bene! Andiamo in fretta! -
Tutti e cinque si precipitarono di nuovo attraverso il passaggio segreto, correndo a perdifiato fino a raggiungere la porta dello studio di Piton. Fabian vi si buttò quasi sopra, bussando furiosamente. Non aprì nessuno.
- Dove può essere… - Cominciò Sophie, ma Baltazar la interruppe bruscamente.
- Deve essere dal preside! Hanno detto che dovevano parlare da un’altra parte, andiamo da lui! -
Non persero altro tempo, e corsero a perdifiato lungo i corridoi, fino all’ufficio del preside.
- E se non ci fanno entrare? – Chiede Atena ad alta voce.
- Perché non dovrebbero? – Domandò Baltazar.
- Ecco perché! – Disse Henry, quando svoltarono l’angolo e si trovarono davanti Gazza che faceva la guardia davanti all’ufficio del preside.
- Dovremmo parlare con il professor Piton! – Esordì Fabian. Gazza non si mostrò sorpreso da quell’affermazione, ma fece una smorfia disgustata.
- E’ in colloquio con gli altri insegnanti e non vogliono essere disturbati! -
- Ma è importante! – Implorò Sophie. La risposta del custode fu sprezzante.
- Oh certo! Per voialtri è sempre tutto importante! E gli adulti non capiscono mai niente, vero? -
I ragazzi si guardarono, e corsero via.



- Dobbiamo fare qualcosa! – Ruggì Fabian non appena svoltarono l’angolo.
- E cosa vorresti fare? Non possiamo di certo lanciarci a testa bassa nell’armadio di Gazza, finendo anche noi in balia di quel bestione! – sbraitò Baltazar, gesticolando verso il quadro a qualche metro da loro.
Il volto di Fabian si contorse in una smorfia, mentre le mani si serravano fino a sbiancare le nocche.
- Non lo so! So solo che dobbiamo farlo ora! -
- Ho un’idea. – La voce di Atena era stranamente decisa e quando i ragazzi la guardarono, ma titubò un istante prima di proseguire.
- La pozione di evocazione! La stiamo preparando ora, e Piton ha detto che funziona anche con le persone! – Baltazar le sorrise, sollevando la mano per batterle un cinque. Sophie si fece avanti.
- Vado a prenderla io! – Tutti si voltarono verso di lei. Henry le si accostò con aria risoluta.
- Vado anche io, è meglio portare tutto il calderone, non si può sapere… - Lasciò la frase in sospeso. Fabian deglutì nervosamente.
- Ok, ok… ci vediamo il prima possibile davanti al quadro! – In un attimo i due sparirono nei corridoi. Baltazar pareva elettrizzato.
- Grande idea! Nessuno di noi deve entrare nel quadro e appena la pozione di Atena sarà finita potremo riportarla qua! Che ne dici Fabian? -
- Dico che ci servono dei capelli di Valentine! – Brontolò Fabian. – L’idea è buona, ma come ce li procuriamo? – sia Fabian che Atena fissarono Baltazar.
- Ehi, ferma tutto… Io non sono mica un feticista, non giro con dei capelli in tasca o che so io! – Protestò vivacemente il ragazzo.
- Ma sei di Tassorosso, puoi entrare nella stanza di Valentine e… - Atena venne bruscamente interrotta da Fabian.
- No che non può! Maledizione! – Sbottò il giovane.
- E perché no? – Fu la domanda stupita della ragazza, mentre imboccavano di nuovo il passaggio segreto per tornare indietro.
- I maschi non possono entrare nei dormitori delle ragazze, le scale diventano uno scivolo e suonano un allarme. E’ così in tutti i dormitori. – Le spiegò Fabian. Baltazar ridacchiò.
- E voi due come lo sapete? – Domandò Atena, sgranando gli occhi e spostando lo sguardo dall’uno all’altro. Fabian liquidò la questione con un gesto della mano.
- Non è di tuo interesse… Almeno credo. – Le disse il ragazzo, prendendole il mento tra le dita a costringendola ad alzare lo sguardo. Atena sbuffò.
- No, hai ragione non lo è. Piantala coi giochetti, fino a due minuti fa urlavi come un ossesso e ora… - La mano di Fabian si ritrasse bruscamente.
- Hai ragione, non c’è tempo per giocare… Né io ne Balt possiamo entrare… Ma tu… -
- Io non sono Tassorosso, forse te lo sei dimenticato. – Ribatté piccata Atena, affrettando il passo e dando loro le spalle.
- No, no! – Intervenne Baltazar, rincorrendola. – Fabian ha ragione! Potresti travestirti da Tassorosso! Ti faccio entrare io nel dormitorio! -
- Travestirmi? Ho lezione di Pozioni con i Tassorosso da ben quattro anni! Qualcuno mi riconoscerebbe sicuro! – Obbiettò la ragazza.
- Non se usi la pozione Polisucco. – Intervenne Fabian.
- Fabian, ci vuole un mese per prepararla! – Si lamentò il Tassorosso, ostentando un’espressione sconsolata.
- Ma se fosse già pronta? – Bisbigliò Atena, trovandosi due paia di occhi puntati addosso.
- E dove sarebbe? – Le chiese Baltazar.
- Nell’ufficio di Piton, assieme al veritaserum… Ne ha una ampolla. Ma comunque servirebbero i capelli di qualcun altro… Non funzionerà mai! – Esplose Atena. Lo sguardo di Fabian si fece più concentrato, ed inspirò profondamente prima di parlare.
- Ok… ai capelli ci penso io. Voi invece andate a prendere la boccetta. Ci vediamo tra due minuti davanti al dormitorio di tassorosso! – Non lasciò loro il tempo di replicare, che si allontanò di corsa.



- Cosa vedo? Due studenti nell’ufficio di un professore. – La voce controllata e atona del Barone Sanguinario colpì Baltazar e Atena come una doccia fredda. Colti proprio mentre afferravano la boccetta di pozione polisucco, si voltarono lentamente.
- Barone Sanguinario… - Cominciò Atena, ma il fantasma proseguì come se lei non avesse parlato.
- Dovrei denunciarvi al custode… -
- Non lo faccia! – Strillò Baltazar.
- Ah no? E perché non dovrei? – Chiese il barone, in tono stranamente mellifluo, quasi trovasse la situazione divertente.
- Perché io… Noi dobbiamo salvare Valentine! -
- Ah! E perché lo fate? Per la Gloria? Per la Fama? Per la coppa? – Chiese il fantasma, avvicinandosi minacciosamente a loro. Atena fece un passo indietro, rabbrividendo quando sfiorò la nebbiolina inconsistente che dava corpo al fantasma. Baltazar rimase immobile.
- Perché io sono innamorato di lei! – Sbottò infine. Atena non fece in tempo a stupirsi, poiché il fantasma, con un movimento repentino attraversò il Tassorosso, ma anziché sbucare dall’altra parte, rimase al suo interno. Baltazar era come pietrificato, con un’espressione colma d’orrore dipinta di volto. Atena era sconvolta; non aveva mai visto un fantasma fare niente del genere. Dopo diversi istanti, il barone scivolò via da Baltazar, li fissò e svanì nel muro davanti a loro.
- E’… E’… E’ stato orribile!. – Balbettò Baltazar, la pelle con un malsano colorito azzurrognolo e le dita intirizzite. Atena lo strattonò per un braccio.
- Non abbiamo tempo! Se davvero è andato da Gazza saranno qui a momenti! – Urlò la ragazza, trascinandosi dietro pozione e amico.



Fabian corse verso l’aula a fianco al magazzino di Piton. Era in quella stanza che mettevano i calderoni da far ripulire agli elfi domestici. Ansimando, spalancò la porta: Ecco Ludmilla, ed ecco Melody, la sua ex… qualcosa.
- Fabian! – saltò su Ludmilla, con un sorriso e una spugna insaponata in mano. Melody fece altrettanto, senza sorridere. Fabian si concentrò e sfoderò uno dei suoi sorrisi più affascinanti.
- Lud, ero venuto a vedere come stavi… - Non era sicuro di essere credibile, ma non aveva idee migliori. La ragazza gli sorrise ancora, ma lui la ignorò, avvicinandosi invece alla Tassorosso.
- Melody… - sussurrò, posandole una mano tra i capelli. Melody sollevò lo sguardo e abbozzò un sorriso timido. Ludmilla nel frattempo aveva assunto un’espressione feroce. Doveva agire in fretta.
- Hai un capello bianco! – Disse Fabian all’improvviso, staccando alcuni fili castani dalla chioma della ragazza.
- Ahi! – disse questa, portando una mano alla testa. Stringendo tra le dita il suo trofeo, Fabian prese a indietreggiare, ignorando del tutto sia le reazioni di Ludmilla che di Melody. Non aveva molto tempo, anzi, forse non ne aveva affatto.
- Ragazze, è stato un piacere… Ci vediamo stasera eh? – Detto questo imboccò la porta e tornò indietro così velocemente da far pensare che potesse attraversare i muri.



Atena e Baltazar saltellavano nervosamente davanti all’ingresso del dormitorio di Tassorosso. Atena stringeva tra le dita sudate la boccetta di pozione, temendo di farla cadere da un momento all’altro, di vomitare e o magari entrambe le cose. Baltazar non sembrava più in salute. Entrambi tirarono un sospiro di sollievo quando videro Fabian.
- Ho i capelli! Presto, la pozione! – Ansimò il ragazzo, allungando verso di loro la mano chiusa strettamente a pugno.
Atena si chinò per terra per stappare la boccetta, temendo di rovesciarla, prendendo con dita tremanti i due capelli che le veniva porti.
- Bene, ora li mettiamo… Sta già cambiando colore. – Agitò la pozione nell’ampolla, e questa assunse un color rosso brillante. Atena la guardò solo un istante, dopodichè la ingoiò tutta d’un fiato. Baltazar e Fabian furono veloci a sorreggerla mentre un leggero spasmo la assaliva e i lineamenti si deformavano. L’intera trasformazione impiegò pochi secondi.
- Ohi… Le scarpe sono strette! – Si lamentò la ragazza, barcollando e aggrappandosi ai due per rimettersi in piedi. Fabian la spinse leggermente verso Baltazar.
- E’ per pochi minuti, avanti! -
- … Si… Si. – Atena annuì, appoggiandosi malamente al braccio del ragazzo dai capelli neri. – Ci sono. -
Baltazar si avvicinò all’ingresso, sussurrando con una certa velocità.
- Dracos! – Il passaggio si spalancò.
- Sei pronta? – Le chiese il Tassorosso, sotto lo sguardo in preda all’ansia di Fabian. Atena strizzò gli occhi, dopodichè con un gesto nervoso si strappò dal collo la cravatta grigia e verde, ficcandola in mano a Fabian.
- Adesso si. Andiamo. -



Ringrazio LyndaWeasley , spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento!
Ringrazio anche Elos : In questo capitolo Fabian darà il meglio di sè. secondo me! E anche Baltazar! E la cosa bella è che lo fanno singolarmente!
Ringrazio anche Nee, Charlie_2702, Elos, Fady, LyndaWeasley, Natalie_s, che hanno messo tra i seguiti questa storia! Spero che continuiate a seguirla fino alla fine!
E come al solito grazie anche Emrys e LyndaWeasley. che hanno messo la storia direttamente nei preferiti! Grazie anche ad Eilaenre, che mi chiede sempre notizie sul nuovo capitolo e mi incoraggia!(oltre che bacchettarmi per il mio smodato uso di virgole senza un perchè!)

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Capitolo 11
*** Dentro il Quadro?! ***


Capitolo_11.html



Ed infine anche l'undicesimo capitolo ha visto la luce! I nostri eroi si sono messi in moto! Che altro succederà? e in quali imprevisti incapperanno?



Cap. 11 – Dentro il quadro?!




- Baltazar? – Sussurrò Atena, aggrappandosi al braccio del ragazzo mentre lo seguiva fino alla sua sala comune, vagamente intimidita.
- Si? -
- Di chi ho preso l’aspetto? –
Baltazar non rispose subito.
- … Melody Whitelburn. – farfugliò a denti stretti.
- Chi? – fu costretta a chiedere di nuovo Atena, cercando di darsi un contegno, visto che c'erano alcuni ragazzi studiavano ai tavoli o giocavano a scacchi seduti in poltrona.
- Melody… La ex… Di Fabian. -
- Vuoi dire quell’arpia che mi ha aspettato con Ludmilla fuori dall’ufficio di Piton? – Atena digrignò leggermente i denti, mentre parlava sottovoce col ragazzo. Baltazar prese a guardare ovunque tranne che lei.
- Ehm… Si. –
Atena ringhiò a labbra strette.
- Quando esco di qui, Fabian me la paga. -
Un istante dopo, una ragazza bionda e dal viso paffuto le si avvicinò.
- Melody! Ma non eri in punizione? -
- Eh… Si, ma avevo una cosa urgente da fare. – Atena scoccò un’occhiata supplichevole a Baltazar, che però scosse le spalle.
- E Baltazar? Credevo che ti stesse antipatico… Le disse, indicando il ragazzo che, nel mentre, si era lanciato in una nervosa conversazione con due Tassorosso che giocavano a scacchi. -
- Uhm, eh… Ma sai, è amico di Fabian, e ci ha chiesto un favore… - La ragazza bionda tornò alla carica.
- Ah, davvero? Cosa? -
- Devo prendere una cosa dalla stanza di Valentine… - Bisbigliò, pregando di essere abbastanza naturale e sentendo invece sulle guance il calore tipico di quando arrossiva.
- Mh… Tu non me la racconti giusta…Vi siete rimessi insieme? – Domandò ancora la ragazza, strizzandole l’occhio. Atena si illuminò e le sorrise sorniona. Che se la sbrogliasse Fabian, una volta terminata quella storia! Avrebbe proprio voluto vedere la faccia di Ludmilla!Dopotutto era una vendetta insignificante, considerato il fatto che fra tutti gli studenti della scuola le aveva fatto assumere le sembianze di quella Tassorosso in particolare.
- Proprio così! Mi aiuti? Mi serve la spazzola di Valentine… - L’altra ragazza colse l’imbeccata al volo e la condusse in una stanza quadrata con quattro letti a baldacchino, indicandole un comodino con sopra un libro, una spazzola e un pacchetto di fazzoletti.
- Eccola là. Nessuno ha osato toccare niente da quando… - La voce della ragazza si spense in un sussurro mentre Atena raccoglieva la spazzola e tornava indietro verso la porta. La Tassorosso aveva lo sguardo basso e gli occhi arrossati e le fece improvvisamente compassione. Le posò con semplicità una mano su una spalla.
- Non preoccuparti, vedrai: Fabian troverà il modo di riportarla indietro. – La ragazza le sorrise debolmente, anche se non sembrava per niente convinta. La voce alta di Baltazar nella sala comune ricordò ad Atena che non aveva tempo da perdere, e volò giù dalle scale, raggiungendolo in un attimo.
- Ho la spazzola, andiamo, e in fretta. – Baltazar le strinse il polso così forte da strapparle un gemito, mentre la trascinava di nuovo via velocemente verso il cunicolo che riportava al corridoio delle cucine.
Fuori Fabian misurava a grandi passi la galleria, torcendosi le mani, e sollevò lo sguardo speranzoso quando si aprì il passaggio.
- Ce l’avete? – Chiese con voce strozzata. Atena sventolò la spazzola, che lui afferrò prontamente.
- Muoviamoci e speriamo che Henry e Sophie abbiano fatto la loro parte. -
Volarono lungo i corridoi come se avessero i Dissennatori alle calcagna.



Nell’arco di pochi minuti raggiunsero il corridoio abbandonato ansimando come mantici. Davanti al quadro Henry e Sophie stavano fissando la tela inorriditi. Ai piedi del ragazzo c’era il calderone di Atena, ancora fumante. Quando udirono i loro passi rimbombare nel corridoio si voltarono a guardarli ed
Henry indicò loro la tela.
- E’… E’ arrivato il drago! – I ragazzi si precipitarono a controllare. Una colonna di fumo denso si alzava dalla caverna, e qualcosa di un blu lucido e scaglioso saettava avanti e indietro davanti all’ingresso del tunnel. Atena soffocò un’esclamazione.
- E’ quello che penso io? –
Baltazar non staccò neanche per un istante gli occhi dalla tela, parlando per una volta a voce bassa.
- La coda… E’ dentro e probabilmente George sta combattendo. – Il ragazzo sembrava completamente svuotato e Fabian gli diede uno scossone.
- Balt! Riprenditi! Proviamo la pozione! – Il giovane sembrò risvegliarsi e distolse lo sguardo dal quadro. Frattanto Atena e Sophie si erano chinate sul paiolo e avevano travasato in una tazza parte della Pozione di Evocazione. Atena la ficcò senza troppe cerimonie tra le mani di Fabian.
- Mettici dentro un paio di capelli e concentrati! – Il ragazzo annuì e sfilò alcuni fili biondi dalla spazzola posandoli nel composto verde. Atena rimescolò il tutto con un bastoncino di vetro e osservò la pozione con aria critica.
- Mh, ok, dovrebbe andare! – Fabian non se lo fece ripetere due volte e ingoiò il liquido tutto d’un fiato, chiudendo gli occhi. I ragazzi lo osservarono speranzosi, ma i primi secondi passarono senza che accadesse niente. Proprio quando Fabian si decise a sollevare le palpebre per scuotere il capo, una leggera nube azzurrina si materializzò per qualche istante davanti a lui e allungò le dita senza riuscire a stringerla.
- Dannazione! Sta sicuramente resistendo! Non sa che vogliamo richiamarla! – Sbottò Baltazar.
- Dobbiamo avvisarla in qualche modo! – Strillò Sophie. Atena indicò il quadro.
- Dite che possono sentirci? Forse se urliamo… - Henry guardò prima lei, poi il quadro e scosse la testa, nervosamente.
- Secondo me non sentono un bel niente se stanno combattendo davvero! Forse uno di noi dovrebbe entrare nel quadro e dirle di non resistere! -
- E’ troppo pericoloso per una persona andare laggiù! – Esclamò Sophie, facendo un piccolo passio indietro. Baltazar, che pareva nuovamente del tutto padrone di sé stesso, quasi ruggì.
- E allora ci andremo in due! -



Davanti all’ufficio del preside Gazza scrutava il corridoio con espressione arcigna. Di tanto in tanto allungava minacciosamente il collo verso qualche studente di passaggio, che si affrettava ad allontanarsi prima di scatenare le ire del custode. Era così da diversi minuti, quando una figura argentea si diresse verso di lui a una discreta velocità. Inizialmente pensò che potesse essere Pix, ma mentre questa si avvicinava, si rese conto che aveva di fronte il Barone Sanguinario, con un’espressione cupa e terribile in volto. Il fantasma non accennò a rallentare neanche quando gli fu vicinissimo e si limitò ad attraversarlo senza parlare, svanendo diretto all’ufficio del preside e lasciandogli una sensazione di gelo fin nelle ossa.



I professori nel mentre erano ancora indecisi sul da farsi. Silente era seduto alla sua scrivania, i gomiti appoggiati sul legno e le punte delle dita unite, mentre spostava lo sguardo dall’uno all’altro insegnante, al di sopra dei suoi occhialetti a mezzaluna.
- Io dico che dobbiamo riprendere le ricerche nei passaggi segreti! – Stava dicendo il professor Vitius, agitando insistentemente la bacchetta. La professoressa McGranitt scosse il capo.
- Li abbiamo già controllati tutti, e non abbiamo trovato neanche la minima traccia! E se fosse stata rapita da qualcuno? La famiglia non ha ricevuto richieste di riscatto ma… - La voce della donna si spense in un mormorio. Dalle pareti, tutti gli ex presidi fissavano la scena con espressione costernata, allarmata, qualcuno anche annoiata. La professoressa Sprite sedeva sconsolata su una sedia, e prestava un orecchio distratto alla conversazione, mentre il professor Piton teneva le braccia incrociate in un angolo, silenzioso e meditabondo. La voce calma del preside si sollevò sopra le altre.
- Severus, hai detto che i ragazzi stavano cercando di prendere i fogli sul quadro di Grayson Rufus, dico bene? – L’uomo dai capelli neri annuì e il preside continuò. – Le circostanze sono davvero insolite, è possibile che i ragazzi abbiano scoperto della maledizione di Mallalieu e del suo collegamento con il quadro… Ed è chiaro che sono convinti che la sparizione della Signorina Taylor abbia a che fare con la faccenda. Anche se non capisco come… - Il pacato fluire delle parole venne interrotto dall’improvvisa comparsa di un fantasma argenteo, proprio sulla porta.
Tutti gli sguardi si puntarono sulla figura del Barone Sanguinario. Se non fosse stato un fantasma, lo si sarebbe potuto dire pallido e corrucciato. Lo spettro esordì con voce stranamente concitata:
- Mi duole disturbare la Vostra riunione, ma temo di avere delle cattive notizie da portarvi… -



Avevano attraversato i corridoi con il cuore in gola, sussultando ad ogni fruscio che udivano, convinti che Gazza sarebbe spuntato da un angolo pronto a denunciarli, o peggio, a fermarli. Alla fine, Atena, Baltazar e Fabian avevano raggiunto la porta dell’ufficio di Gazza. Atena provò ad aprire la porta, mentre i due ragazzi le guardavano le spalle. La maniglia rimase bloccata, e la ragazza impallidì.
- E’ chiusa… - Balbettò gettando uno sguardo verso Fabian. Il ragazzo si voltò con un lampo di orrore negli occhi, ma un istante dopo già assumeva un’espressione determinata.
- Balt…? – Gracchiò. L’altro ragazzo annuì e si avvicinò alla porta, mentre il Serpeverde scansava Atena con un braccio.
- Tre, due, uno… Bombarda! – I due ragazzi puntarono simultaneamente le bacchette contro la porta dello stanzino e un’esplosione rimbombò per i corridoi, facendo addirittura tremare il pavimento, mentre quel che resta della porta si frantumava all’interno. Entrarono di corsa nella stanza, facendo saltare anche il lucchetto dell’armadio.
- Pronto Balt? - Mugugnò Fabian a denti stretti, fissando ora Atena ora il Tassorosso, che avanzò con passo deciso. – E tu Atena? Pronta a correre? – Le chiese. La ragazza annuì.
- Certo, appena entrate io volo di nuovo all’altro quadro e quando vi vediamo entrare nella caverna… Contiamo fino a centoventi e poi vi evochiamo. – Sussurrò piano lei, stringendo la mano sudata sulla bacchetta, gettando occhiate nervose verso la tela priva di soggetto. Un istante prima che Fabian avanzasse verso il quadro gli afferrò una manica, annaspando.
- E se… E se qualcosa va storto? – Domandò, mentre i due ragazzi si rabbuiavano. Fu Baltazar a rispondere.
- Chiamate aiuto, a quel punto anche essere espulsi potrebbe essere una prospettiva piacevole rispetto agli artigli di un drago! – Atena annuì, mentre loro davano le spalle al quadro. Lo sguardo corse alla tela e si sgranò per l’orrore quando scorse al suo interno un’ombra minacciosa correre velocemente verso di loro.
- Attenzione! Arriva qualcosa! – Strillò, e i ragazzi si voltarono puntando le bacchette. Non furono abbastanza veloci però, e due grosse zampe scagliose si allungarono oltre la tela e l’armadio, ghermendoli tutti e tre e trascinandoli dentro al dipinto. Pochi istanti dopo le due zampe riemersero, tirandosi dietro le ante dell’armadio.



Ringrazio LyndaWeasley , spero che tu ti stia divertendo, ormai qui è tutta azione fino all'epilogo!^_^
Ringrazio anche Krysi per aver commentato. Ebbene si, quel "George" non è un George qualunque, e a breve verrà detto qualcosa di più su di lui, anche se è apparso poco!
Ringrazio anche Elos : per il commento e per aver betareadato ( XD ) questo capitolo!
Ringrazio anche Nee, Charlie_2702, Elos, Fady, LyndaWeasley, Natalie_s, che hanno messo tra i seguiti questa storia! Ormai manca poco alla fine ma sapere che qualcuno seguiva questa storia mi ha spronato molto nel tentare di fare al meglio delle mie possibilità!
E come al solito grazie anche Emrys e LyndaWeasley. che hanno messo la storia direttamente nei preferiti!
Infine grazie anche a chi ha solo letto questa storia, e, nel caso la stiate seguendo... Resistete! Ormai manca poco!


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Capitolo 12
*** Valentine! ***


Capitolo_12.html

SCUSE DOVUTE: Ebbene si. Non credevo che avrei mai potuto metterci tanto, visto che sapevo esattamente cosa e come sarebbe successo. Eppure la vita mi ha preso la mano e tolto il fiato e... Insomma ho pubblicato con un ritardo mostruoso. E me ne scuso ufficialmente con tutti voi che state seguendo/leggendo questa storia. Oramai manca davvero più pochissimo e pubblicherò quanto prima, al meglio delle mie possibilità il prossimo capitolo, che sarà conclusivo della storia. Per farmi perdonare segnalo anche questa piccola One-shot: "Verde e argento è l'agrifoglio" Con protagonista Piton e Atena, che ha raggiunto ben il terzo posto al contest "Teachers in Red"! avrei voluto sinceramente "regalarvela" prima, ma non mi è stato possibile. Grazie e scusate ancora!



Cap. 12 – Valentine!

Le zampe del drago li scagliarono dentro la tela e i ragazzi rotolarono sul prato, lontano dalla cornice e dall’uscita. Atena si lamentò debolmente.
- Ahi… Oh, accidenti! Io non dovrei essere qui! – Esclamò poi, guardandosi attorno. Fabian e Baltazar si erano già rialzati e il Tassorosso le indicò il drago rivolto verso l’esterno.
- Ci penseremo dopo! Scappiamo! -
La ragazza annuì e afferrò la mano che Fabian le porgeva, proprio mentre il drago si voltava verso di loro, fissandoli con i suoi enormi occhi gialli.
Corsero a perdifiato nella direzione opposta a quella in cui si trovava il loro nemico, senza neppure preoccuparsi di dove stavano andando. A malapena si accorsero che il paesaggio attorno a loro era cambiato all’improvviso, come se fossero saltati fuori da una finestra invisibile.
alla prateria sconfinata era subentrato un paesaggio brullo e roccioso; da alcune spaccature sul terreno fuoriusciva una nebbiolina sottile che dava un aspetto spettrale all’atmosfera. Rallentarono ansimando e Atena si appoggiò ad una roccia, tenendosi una mano su un fianco.
Solo qualche istante dopo riuscirono a guardarsi intorno.
- Dove caspita siamo finiti? – Strillò Baltazar, e subito Fabian gli strinse il braccio.
- Non urlare! E’ pericoloso! -
La ragazza si guardò attorno, mentre la pozione polisucco perdeva effetto e i suoi tratti riprendevano la loro forma, dandole una leggera sensazione di nausea.
- Siamo nell’altro quadro! – Esclamò, eccitata, indicando le cime delle alture frastagliate. – Riconosco quelle montagne! -
Fabian e Baltazar seguirono il suo sguardo.
- Bene. Ora dobbiamo solo trovare Valentine… La caverna di George è alla base del monte, vero? – Chiese Fabian. Baltazar fece un gesto d’assenso.
- Allora muoviamoci. – Disse il Serpeverde, prendendo a scendere cautamente lungo il fianco del pendio scosceso.
Quando raggiunsero le pendici del colle, scorsero non troppo distante la caverna, e corsero in quella direzione, rischiando di rotolare tra i sassi e provocando piccole frane. L’ingresso del cunicolo era buio e tetro, ma un lieve mormorio giungeva soffocato dall’interno. Si guardarono, improvvisamente titubanti, poi si addentrarono nella grotta.



Dalla scaletta che conduceva all'ufficio del preside scesero a gran velocità Silente, Piton, Vitius, ed infine la professoressa MacGranitt e la professoressa Sprite. Gazza trasalì nel sentirseli scalpicciare dietro e indietreggiò istintivamente quando li vide marciare nella sua direzione.
- Rimandi gli studenti nelle loro stanze comuni, Gazza; se necessario, si faccia aiutare dai fantasmi per far prima. - Gli intimò il preside, passandogli accanto come un ippogrifo imbizzarrito. Il povero custode li osservò confuso per qualche istante mentre si allontanavano, per poi correre ad eseguire gli ordini.
Nel mentre i professori avevano già imboccato il corridoio che portava al suo stanzino, quando Piton, che era ultimo della fila, si fermò di botto, come colpito da un'idea improvvisa.
- Cosa succede, Severus? - Il volto preoccupato di Silente era fisso sul suo, mentre gli occhi luminosi del preside brillavano nella sua direzione.
- Voglio controllare una cosa! - E senza dare ulteriori spiegazioni, l'uomo si voltò, infilandosi diretto nel primo passaggio segreto che conduceva al suo studio. Quando lo raggiunse, Camilla aveva appena sollevato il braccio e stava per bussare. Lui la oltrepassò senza fissarla, mentre lei si girava stupita a guardarlo.
- Venga con me, prima che succeda qualcos'altro, signorina Raynolds! - Le abbaiò.
Camilla, dopo un breve istante di stupore, quasi dovette correre per star dietro ai lunghi passi del professor Piton.
- Mai che si riesca a fare qualcosa in pace, in questa scuola... - Mormorò, infilandosi dietro di lui nel corridoio.



Sophie ed Henry, frattanto, fremevano impazienti davanti al quadro con la caverna. Fu la ragazza la prima a vederli:
- Eccoli! Eccoli! Sono in cima alla montagna! – Li indicò al giovane accanto a lei, che aguzzò la vista verso i tre puntini che divenivano via via sempre più grandi e definiti; fino a che non diventarono riconoscibili. Sophie cacciò un urlo strozzato.
- Per Merlino! Cosa ci fa Atena lì dentro? -
- Qualcosa mi dice che non è filato tutto liscio nello stanzino di Gazza… - Fu la prudente risposta di Henry, mentre osservava costernato la tela.
- E adesso? Siamo solo in due! Come li tiriamo fuori da laggiù? -
- Atena!!- Si mise a gridare la ragazza, tentando di attirare l'attenzione dei tre all'interno della tela.
- Baltazaaar! -
- Fabian! -
I due ragazzi nel corridoio urlavano, attaccati alla cornice, ma il trio dentro al dipinto non diede cenno di averli uditi. Si guardarono disperati mentre i loro amici entravano nella caverna.
- Non è normale! Perché non ci sentono?!- Strillò Sophie, artigliando il maglione di Henry con le dita. Il ragazzo le strinse le mani, pallido.
- Non ne ho idea! -
- Dobbiamo trovare i professori, dobbiamo chiamare Piton! Silente! -
- Non credo che ne avremo bisogno... - Balbettò Henry, indicando oltre le spalle della ragazza. Sophie si voltò.
La figura scura del professor Piton avanzava verso di loro, con la stessa aura di gelo di un dissennatore, ma con un'espressione decisamente più terrificante.



- Ragazzi? – Cominciò Atena, titubante, mentre indicava la direzione opposta alla grotta in cui stavano entrando. – Non dovremmo vedere Sophie ed Henry in corridoio, o almeno qualcosa di simile? – Chiese. Il tono voleva essere calmo, ma tradiva un certo nervosismo. I due giovani si voltarono in contemporanea.
- Mh, vedo solo montagne sfocate. – Biascicò Baltazar con una certa fretta.
- Però Atena ha ragione. Questo non è un quadro normale, dobbiamo stare attenti! -
Entrarono con circospezione nella caverna, seguendo un mormorio indistinto, amplificato e distorto dall’eco delle pareti di pietra.
- Stiamo in guardia… - Sussurrò Baltazar, e tutti e tre sfoderarono le bacchette, accendendone la punta e fendendo l’oscurità. Le luci che scaturivano dalle bacchette erano decisamente troppo tenui e sfarfallanti, e i tre giovani se ne accorsero subito.
- Che succede alle luci? - Bisbigliò Atena.
- Non lo so, forse la magia non funziona come dovrebbe dentro al quadro. Atena, tu sai perché? - La ragazza soffocò un sibilo.
- Io li dipingo i quadri, di solito. Non ci entro dentro! -
- Fate piano! Si stanno avvicinando le voci! - Li avvertì Baltazar, che puntava la bacchetta verso una svolta ormai prossima. Il bisbiglio si interruppe, lasciando un gocciolio d'acqua ad amplificare enormemente quel silenzio denso di tensione. Avanzarono silenziosamente, smorzando all'unisono le luci già fioche che spuntavano dalle loro bacchette. Balzarono insieme dietro l'angolo, pronti a scagliare i loro migliori incantesimi e pregare perché funzionassero come dovevano, quando si trovarono davanti due figure che trasalirono nello scorgerli.
Un George decisamente malconcio e, dietro di lui, tremante come una foglia, c'era Valentine.
- Valentine! - Strillò Baltazar e le corse incontro. La ragazza era certamente stanca, scarmigliata e con un'espressione stranita in volto, ma sembrava stesse bene. Ricambiò timidamente l'abbraccio affettuoso di Baltazar. Subito dietro di lui c'era Fabian, che la osservava con occhi talmente sgranati da far pensare che gli sarebbero potuti uscire dalle orbite, ma non disse nulla. Faceva scorrere lo sguardo ansioso sulla Tassorosso, come se volesse controllare il suo stato di salute. Quello che vide evidentemente lo lasciò abbastanza soddisfatto, perché Atena lo scorse rilassarsi, come non lo vedeva da quando lo aveva conosciuto. Involontariamente, si lasciò trasportare anche lei dall'atmosfera euforica procurata dalla cascata di chiacchiere di Balatzar e sorrise. George li osservava confuso, appoggiato stancamente alla lancia, e dopo qualche istante, li interruppe.
- Sono dolente di dovervi interrompere, ma temo che non ci sia nulla da festeggiare. - Quattro teste si voltarono di scatto verso di lui.
- George! Non dire così! Ti avevo detto che Fabian sarebbe venuto a prendermi! - Valentine sembrava essersi un po' ripresa, e si mosse con energia verso il guerriero in armatura. Lui le fece un sorriso stanco. - Ma certo madamigella Valentine, non avevo dubbi sulla valenza di Vostro cugino, ma per quello che ne so io, non è certo semplice fuggire da questo quadro... E' stato maledetto appositamente per trattenervi dentro le persone. Il drago attira chiunque gli capiti a tiro. Io sono stato dipinto per impedirgli di muoversi. Questo quadro infatti, gli blocca il passaggio ad altri dipinti e l'accesso all'esterno. - I ragazzi si guardarono spaesati.
- Speriamo che il piano funzioni... - Buttò lì Fabian. Baltazar si rivolse a Valentine in tono sollecito.
- Valentine, non hai sentito una strana sensazione prima che noi arrivassimo? - La ragazza lo guardo stranita per un istante, mentre rifletteva, poi annuì.
- Mi è sembrato di sentirmi mancare ma questo... - Baltazar la interruppe con un gridolino di giubilo.
- Vuol dire che la pozione funziona! Ascolta: Se senti di nuovo quella sensazione, non resisterle, è la pozione di evocazione!. -
La ragazza si illuminò per un istante, poi cercò conferma nello sguardo di Fabian, che le fece un cenno affermativo.
- Non sappiamo ancora se funziona davvero, Val, però è l'unica opzione che abbiamo. - Mentre parlavano, George si era spostato verso l'ingresso della caverna, e stava sbirciando fuori. Quando tornò indietro, Atena lo intercettò:
- Ma perché tu ci hai visti in corridoio, mentre noi venendo qui non abbiamo visto nulla? - L'uomo in armatura assunse un'espressione corrucciata, e rispose in tono grave:
- E' la contro maledizione. Nessuno a parte me può vedere nulla fuori da qui. Serve a bloccare i poteri del drago. - Atena non fece in tempo a chiedere altro, perché un forte ruggito e un rotolare di pietre provennero dall'esterno.
- State dietro di me, poiché il drago ha fatto ritorno! - Intimò loro George.. Fabian e Baltazar gli si accostarono in un attimo.
- Ti aiuteremo finché qualcuno non ci tirerà fuori da qui! - Disse Fabian.
- Giusto! - Gli fece eco Baltazar.
George, che stringeva la lancia con rinnovato vigore, li guardò con un'espressione strana, in parte ammirata e in parte preoccupata.
- Lor signori avranno notato che qui la magia funziona in maniera del tutto particolare... - Un altro ruggito, più forte, fece capire loro che il drago si era fatto più vicino.
- Poca magia è comunque meglio di nessuna magia. - Ringhiò a bassa voce Fabian. Atena, ben lungi dal sentirsi così coraggiosa, si strinse a Valentine, impugnando più saldamente la bacchetta.
- Ce la faremo. - le bisbigliò, più per incoraggiare sé stessa che che la ragazza. La Tassorosso, tuttavia sembrò apprezzare le parole, perché abbozzò un sorriso.
All'improvviso i due ragazzi e l'uomo davanti, le due ragazze dietro, trattennero bruscamente il fiato. Una grossa zampa bluastra artigliò l'aria a pochi metri da loro e l'urlo del drago fu così forse da far tremare le pareti. Lo scontro aveva inizio.



Sophie, Henry e Camilla guardarono inorriditi il drago farsi strada nella caverna, artigliando e ruggendo in preda alla furia.
- Il Drago, il drago! - Ripetè in un sussurro disperato Sophie, senza distogliere lo sguardo dalla tela. Dietro di loro, Piton osservava la scena con espressione non meno preoccupata.
- Avete detto che vi hanno lasciato dei capelli, e che questa è la pozione di evocazione della signorina Bonell? - chiese in fretta l'uomo. I tre ragazzi si voltarono verso il professore.
- Si, ma ci mancano i capelli di Atena! Lei non doveva essere lì! - Pigolò Sophie.
Piton, per quanto possibile, si accigliò ancora di più. Camilla non disse nulla, ma aveva un colorito talmente pallido da sembrare verdognola. Solo Herny sgranò improvvisamente gli occhi, ficcandosi una mano in tasca.
- Forse ho la soluzione! -



- Bombarda! - Strillò Baltazar, puntando la bacchetta contro il drago.
- Bombarda! - Gli fece eco Fabian dall'altro lato. Al centro, George puntava al muso del bestione e gli aveva già procurato alcuni graffi che sanguinavano copiosamente. La creatura, tuttavia, sembrava più inferocita e combattiva che mai, e si avventava contro di loro con una violenza incredibile.
- Protego Totalum! - L'incantesimo di Atena si materializzò, luccicando debolmente, proprio sopra Fabian, e gli artigli cozzarono contro lo scudo invisibile. Valentine, priva di bacchetta, stringeva il braccio di Atena, torcendolo.
- Non ce la faremo, ci ucciderà tutti! - Atena si trattenne a stento dal darle una gomitata. Si asciugò invece il sudore dalla fronte con la manica.
- Valentine... - Ansimò, ma non riuscì a proseguire, perché il mostro stava sferrando un altro attacco.
- Protego Totalum! - urlò ancora e alcune scintille azzurre saettarono verso il capo di George, respingendo parzialmente gli artigli che gli mancarono la fronte di poco.
- Dobbiamo spingerlo più avanti! - Urlò loro il cavaliere. - Il cunicolo si stringe e non potrà attaccarci ai fianchi! - I ragazzi risposero con un cenno, troppo a corto di fiato per parlare. Scagliare gli incantesimi dentro il quadro era molto più faticoso del normale, e avevano tutti la fronte imperlata di sudore, anche se essere riusciti a respingere più volte il drago aveva trasmesso loro un vago senso di esaltazione.
- Possiamo farcela! Dobbiamo farcela! - Ansimò Baltazar asciugandosi sui calzoni la mano con cui stringeva la bacchetta. Fabian e Atena, ansando, si limitarono ad annuire.
Il drago era indietreggiato di un paio di metri, quando i due ragazzi accanto a George sembrarono divenire trasparenti.
- Ragazzi, che succede?! - Strillò allarmata Valentine, correndo verso di loro, ma Atena la trattenne. Baltazar si lasciò sfuggire un ghigno soddisfatto.
- E' la pozione Val! Non resistere! - Atena li osservò, sgranando gli occhi. Persino Valentine stava perdendo consistenza sotto al suo tocco, ma Sophie ed Henry non avevano i suoi capelli! Sarebbe dovuta rimanere chissà quanto tempo con quel drago infuriato!
Non appena terminò di pensarlo, tuttavia, la testa prese a girarle, e mentre Valentine spariva sotto alle sue dita, si rese conto che riusciva a vedere attraverso la sua mano. Chiuse gli occhi mentre la grotta le vorticava attorno, e cercò di ignorare il senso di nausea crescente, mentre si sentiva svenire.



Le sembrava di essere su una nave in tempesta, e al contempo di non avere nulla sotto i piedi, quando all'improvviso cozzò contro qualcosa. Non era duro come un pavimento, ma nemmeno morbido. Qualcosa le si serrò attorno, stringendola, e all'improvviso sentì il mondo tornare solido attorno a sé.
- Forse tu sei abituato a quel tipo di ragazza, Fabian Parker, ma ti posso garantire che io non rientro nella categoria! - La voce particolarmente acida di Camilla la colpì, e la convinse ad aprire gli occhi.
Fabian era sdraiato su Camilla, che, immobile sul pavimento lo guardava come se volesse tramutarlo in rospo col pensiero. Per una volta, anziché rispondere qualcosa di sagace, il ragazzo si limitò a mormorare delle scuse imbarazzate mentre si rialzava e le porgeva la mano. Una scena più o meno analoga era avvenuta tra Sophie e Valentine, che si stava districando sul pavimento. Henry invece teneva saldamente le braccia attorno al torace di Baltazar, che respirava affannosamente e pareva che avesse gli occhi fuori dalle orbite, ma erano entrambi in piedi.
- Tutto bene, signorina Bonell? - La voce del professor Piton la raggiunse da vicino. Troppo vicino.
Atena si congelò all'istante e si girò. La persona che l'aveva evocata, e – Atena lo realizzò solo in quell'istante – a cui era abbarbicata, era il professor Piton. Il Professore la lasciò andare cautamente, fissandola come se lei dovesse cadere da un momento all'altro. In effetti Atena si sentì le ginocchia molli, e il professore si chinò su di lei, sostenendola mentre scivolava a terra e una tenda nera copriva il mondo.



Ringrazio LyndaWeasley , per aver commentato e per aver avuto fiducia!
Ringrazio anche Elos : Per aver commentato e betato anche questo capitolo, e soprattutto perchè mi ha sostenuto nelle ultime, durissime fasi di stesura. Credevo che non ce l'avrei mai fatta!
Ringrazio Kokylinda2 per il lusinghiero commento, spero che questo capitolo non abbia deluso le aspettative!
Ringrazio anche Nee, Charlie_2702, Elos, Fady, LyndaWeasley, Sarykrum Ianevski, Solly, Natalie_s
che hanno messo tra i seguiti questa storia! Restate con me, a breve sui vostri schermi il fantomatico EPILOGO! !
E come al solito grazie anche Emrys e LyndaWeasley. che hanno messo la storia direttamente nei preferiti!
Grazie anche ad Eilaenre per avermi chiesto il proseguo della storia anche quando pensavo che non sarei riuscita a finirla!
Infine grazie anche a chi ha solo letto questa storia, sperando di avervi regalato qualche bel momento, vi garantisco che ho quasi finito di tormentarvi!

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Capitolo 13
*** Conclusione ed epilogo ***


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Cap. 13 – Conclusione ed Epilogo



- Ci metteranno in punizione? - Domandò la vocina sottile di Sophie, da qualche parte nella stanza.
- Sicuro. Sempre che non ci espellano all'istante. - Fu la brusca risposta di Fabian, di poco alla sua sinistra. Atena lentamente scivolò via dal sogno confuso che stava facendo, ancora incerta se quelle voci nell'oscurità ne facessero parte o meno. Sophie si fece udire di nuovo:
- Sul serio... I miei mi uccideranno! -
- Certament... - Stava confermando Baltazar, quando la voce di Camilla lo interruppe.
- E smettetela di prenderla in giro! -
- Oh... Era uno scherzo? - Un sospiro di sollievo e una risatina, verso destra.
- Ma dai! Dopotutto nessuno si è fatto male... - Azzardò Henry.
- Ehi! Atena si sta svegliando! - Trillò Sophie, ora molto più vicina a lei. Atena corrugò la fronte, mantenendo gli occhi chiusi. Perché c'era tutto quel caos? Il ricordo dell'ultima scena che aveva visto le fece spalancare gli occhi di scatto. Sophie, che era china su di lei, si tirò indietro all'improvviso, spaventata.
- Mh? Dove...? - Balbettò la ragazza, con la gola secca, tirandosi a sedere e guardandosi intorno. Baltazar e Fabian erano seduti ciascuno su una brandina dell'infermeria e la guardavano. Altrettanto stavano facendo Sophie ed Henry, in piedi accanto al suo letto. Camilla era seduta su una sedia lì vicino, e aveva appena abbassato una rivista per guardarla. Poco più in là, Valentine riposava con un'espressione tranquilla dipinta in volto.
- Ehi, se non riconosci l'infermeria non è un buon segno! - La canzonò Baltazar, ghignando. Atena aggrottò la fronte, ma poi sorrise.
- Che cosa è successo? Non ricordo molto bene... - I ragazzi si guardarono. Fabian e Baltazar ridacchiarono, ma un'occhiataccia di Camilla fece tornare il Serpeverde improvvisamente serio.
- Aehm, si, dunque... E' meglio che ti racconti Henry... - Disse il ragazzo, indicando l'amico che prese a parlare con calma.
- Beh, Sophie ed io ti stavamo aspettando davanti al quadro, come avevamo deciso di fare, e vi abbiamo visti dentro. -
- Ci hai fatto spaventare! - Le disse l'amica, buttandole le braccia al collo e interrompendo per un istante il racconto del ragazzo.
- E mentre eravamo lì che non sapevamo cosa fare, è arrivato Piton, pareva un furia! - Continuò lui, imperterrito, dopo la breve pausa. - Ci ha chiesto spiegazioni e noi gli abbiamo detto della tua ipotesi sulla pozione di Evocazione. Ci ha pensato un po'... -
- Ma davvero, aveva gli occhi che mandavano lampi! - Lo interruppe ancora Sophie.
Baltazar sbuffò.
- E lascialo finire! -
Henry colse al volo l'istante di tregua:
- ...Comunque sia quando abbiamo visto arrivare il drago di corsa ci siamo presi un bello spavento! Sbuffava fumo dalle narici e tu non avresti dovuto essere là! -
- Come avete fatto a richiamarmi? Non avevate i miei capelli! - Realizzò all'improvviso Atena, mentre si appoggiava sui gomiti, mettendosi a sedere. Henry sogghignò.
- Mi sono ricordato che Fabian, prima di andarsene, mi aveva consegnato una cosa da restituirti! - Esclamò, frugandosi in tasca ed estraendone il cravattino di Atena, decisamente stropicciato.
- C'erano finiti alcuni capelli... Li avevo notati subito, ma eravamo di fretta e quindi mi sono infilato in tasca tutto quanto... -
- E per fortuna! Altrimenti saresti ancora dentro quella grotta con George! - Tuonò Baltazar dal suo angolo.
- No, saresti ancora nella grotta con il Drago... E George. - Puntualizzò Camilla.
Baltazar si batté una mano sulla fronte.
- Ecco cosa mi mi sfuggiva! -
Gli sguardi di tutti si concentrarono sul Tassorosso che prese a parlare a raffica.
- George! È lui! -
- Lui chi? - Domandò in tono vagamente scocciato Fabian.
- George è “E-s-s-e” George. Il cacciatore di draghi! Non avete studiato storia voialtri? - Chiese in fretta, guadagnandosi degli sguardi attoniti. Altrettanto velocemente riprese a parlare. - Beh, neanche io... Ma la professoressa Sprite mi ha affibbiato una ricerca di storia... Ho dovuto cercare notizie sui miei antenati e uno di questi era un cacciatore di draghi... -
- Taglia corto Balt! - Grugnì di nuovo Fabian.
- Ci stavo arrivando! Comunque sia è il famoso cacciatore di Draghi! Quando nei secoli scorsi erano ancora un grosso problema, c'era un intero ordine di Maghi che si occupava di questo, e lui ne è stato il fondatore! Possedeva anche delle briglie magiche che gli permettevano di renderli mansueti! Vi ricordate il suo mantello viola? -
- Scusa se ero più concentrato sul braccio che il drago cercava di staccarmi! - Ringhiò Fabian.
- Beh è una cosa tipica del suo ordine. I Babbani, che all'epoca consideravano miracolo tutto quello che vedevano, hanno visto George sbarazzarsi di un drago, e gli hanno dedicato un ordine cavalleresco! Gli hanno anche dato un nome assurdo. L'ordine della Giarrettiera... Non è un qualcosa d'abbigliamento babbano femminile? - Quando finalmente il ragazzo tirò il fiato, tutti stavano guardando lui.
- Quindi quello che c'era nel quadro era il ritratto di un famoso mago esistito? - Domandò Atena, ancora leggermente confusa. Baltazar Annuì.
- E che mago! Uno di quelli con lancia e bacchetta, Altro che quel pipistrello nero di Piton con le sue provette! -
- Un concetto interessante, se pensiamo che ad esporlo è qualcuno che non riesce neppure a far star dritto il suo paiolo a lezione... signor Anshan. - La voce glaciale del professor Piton fece piombare nella stanza il silenzio assoluto.
- Ma non si preoccupi, vedremo di rimediare con qualche ora supplementare di lezione. -
La figura scura che si stagliava contro la porta avanzò lentamente e continuò a parlare:
- Il preside ha richiesto la presenza di quelli che possono lasciare l'infermeria, ossia tutti voi, ad esclusione della Signorina Bonell e della Signorina Taylor. - L'uomo fece una pausa e girò lo sguardo tagliente sui presenti. Nel giro di pochi istanti, tra un fruscio e uno scricchiolio, tutti gli studenti si erano frettolosamente allontanati.
Atena si mise a fissare ostinatamente le lenzuola spiegazzate in dotazione all'infermeria. Ripensare a come il professor Piton l'aveva evocata dal quadro era decisamente imbarazzante. Si stava giusto sentendo la faccia andare a fuoco, quando un cigolio alla sua destra le fece capire che il professore si era seduto sulla sedia accanto al suo letto.
- Mi pareva di averle già detto che mi sarei aspettato più buonsenso da lei, signorina Bonell. - sospirò l'insegnante di pozioni. Aveva un tono stanco e Atena sollevò lo sguardo.
- Aehm... Mi dispiace, professore, ma il drago... Valentine era in pericolo, e noi... - Balbettò senza alcuna coerenza. Con sua grande sorpresa, Piton non sembrava particolarmente intenzionato a farle la ramanzina, così si zittì.
- In effetti mi è già stato riferito. Ora veda di riposarsi. Lei e la signorina Taylor trascorrerete la notte in infermeria... - L'uomo si era alzato e le stava già dando le spalle, dirigendosi verso la porta.
- Professore! - Si trovò a strillare Atena, senza neanche rendersene conto. Piton si voltò di scatto, e Valentine si agitò nel sonno.
- Sì, signorina Bonell? - Le domandò inarcando un sopracciglio, con espressione perplessa.
- Il quadro... I quadri... Da chi sono stati dipinti? Qual'è la loro storia? -
Piton tornò indietro di qualche passo, senza sedersi.
- Il quadro che era nello stanzino di Gazza è stato dipinto da uno studente di Tassorosso, diversi anni fa. -
- Era? -
- E' stato spostato, e non le dirò dove è stato portato. - Le disse, lapidario, prima di proseguire: - Stessa cosa vale per il quadro di George, che è stato dipinto successivamente dallo stesso autore, e incantato in maniera particolare, proprio per impedire al drago di potersi muovere ovunque. Quanto al resto... - Fece un gesto con la mano, e si mosse per allontanarsi, ma lei lo incalzò di nuovo.
- E chi ha maledetto il quadro? -
Stavolta Atena ebbe la soddisfazione di scorgere uno sguardo leggermente stupito sul volto del professore. Durò comunque un attimo e tornò alla solita espressione controllata.
- Il quadro con il drago è stato dipinto per un concorso. Quadro che ha vinto il primo premio. E pare che “qualcuno” abbia maledetto il quadro originale, facendo così svanire al suo interno il vincitore. C'erano dei sospetti sul secondo classificato, ma le indagini non hanno mai dimostrato niente... -
- Mallalieu... com'era il nome? Ah! Frederick. - Esclamò Atena, sovrappensiero. Il professore annuì, allontanandosi.
- Non stia a pensarci troppo, signorina Bonell, è stato tutto sistemato. - E l'uomo uscì silenziosamente dalla stanza.



Tre giorni dopo, gli studenti erano tutti eccitati: Dopo la grandiosa cena di festeggiamento tenutasi per il ritorno di Valentine, c'era stato un crescendo di emozioni. Erano stati assegnati molti punti a tutti quelli che avevano collaborato al salvare la ragazza, e la casa di Serpeverde era balzata in testa alla classifica, tallonata per la prima volta in molti anni dai Tassorosso. Infine erano iniziate le vacanze di Natale e gli studenti stavano preparando i loro bauli; c'erano piume di gufo, vestiti, libri e pergamene ovunque.
- Atena sta attenta! - Strillò Ludmilla, togliendole da sotto il tallone il suo cravattino.
- Atena spostati! Ti stavi sedendo sul mio mantello! - Sbuffò Camilla, indicandole la massa scura e informe gettata su una sedia, accanto ai suoi tre bauli.
- Che te ne fai di tutta quella roba? - Biascicò Atena, rannicchiandosi sul suo letto e sperando di non incappare nelle ire di nessuna delle sue nervosissime compagne di stanza.
- Ci sono i miei effetti personali, che domande! - Le rispose imperturbabile l'amica, sorridendo graziosamente. Ludmilla gettò un'occhiataccia ad entrambe. Quando erano tornati, Ludmilla aveva fatto una scenata di gelosia a Fabian per Melody Whitelburn. Si era lagnata di qualcosa che aveva a fare con i calderoni e i capelli... Atena non aveva compreso molto bene gli argomenti, ma una cosa era sicura: Le pareti della stanza in cui avevano litigato avevano vibrato dell'eco della voce della ragazza per diverse ore... Forse addirittura qualche giorno. Da quel momento in poi si erano ignorati, trasformando ogni incontro casuale in un silenzio carico di tensione. Le voci che avevano iniziato a girare sul fatto che Fabian e Camilla fossero finiti attorcigliati sul pavimento di un corridoio, non avevano certo aiutato la situazione.
Sophie la fece sussultare, chiudendo con uno scatto il suo baule.
- Io ho finito, mi accompagni giù Atena? Così ci togliamo da qui... L'aria s'è fatta pesante! - La ragazza roteò significativamente lo sguardo, e le due fuggirono letteralmente all'atmosfera elettrica che si formava ultimamente quando Camilla e Ludmilla rimanevano troppo a lungo nella stessa stanza.



Quando tutti gli studenti in partenza si diressero finalmente verso il binario, Atena si lasciò andare in un sospiro lamentoso. Quell'anno le sarebbero toccate le vacanze a scuola almeno per la prima parte. Suo padre era in viaggio per lavoro e sua madre l'aveva seguito. Poi li avrebbe raggiunti prima di Capodanno. Forse.
Sospirò ancora, indecisa se dirigersi in biblioteca a leggere o se buttarsi su uno dei divani della sala comune, quando una manina timida le tirò una manica.
- Atena? - Valentine, intabarrata nel suo mantello e con la sciarpa che arrivava a coprirle perfino le orecchie, le stava porgendo una busta.
- Ehm, sì? - Chiese la ragazza, afferrandola.
- Dentro c'è un invito ad una festa che daranno i miei... Sai, per festeggiare il mio... Salvataggio. Ho invitato anche tutti gli altri. -
- Ah, io... Credo mi serva il permesso dei miei per venire... - Balbettò Atena, ancora più delusa di prima. Si sarebbe persa anche quella festa!Incredibilmente Valentine le fece un sorriso birichino da sotto la sua sciarpa.
- Oh, ma tu ce lo hai, il permesso! Ho chiesto a mio zio... Sai, il papà di Fabian, e lui è un tipo che sa sempre accomodare le cose... -
“Se è come suo figlio, non sento a crederlo...” si trovò a pensare Atena, e sorrise. Forse le sue vacanze di Natale non sarebbero state noiose come si prospettavano.
- Ci sarò volentieri! - Esclamò e Valentine trotterellò via, soddisfatta. Atena si gongolò per un attimo. Era la prima volta che veniva ufficialmente invitata ad una festa di quel genere, e si ripromise di consultare Sophie per decidere che cosa mettersi. Non vedeva l'ora di vedere le facce di persone come Abigail e Ludmilla!


Fine




Ad opera della bravissima e gentilissima Beatrix Bonnie, sono inoltre fiera di presentarvi i ritratti dei personaggi principali della saga!

Ecco a voi Camilla, Atena, Sophie e Ludmilla : Slyterin's Girls
E il bel tenebroso Serpeverde : Fabian
Ed infine Henry, Valentine e Baltazar! : Tassorosso.

Grazie ancora Beatrix!




Ringrazio Beatrix Bonnie , per aver commentato un sacco di capitoli, per i preziosi consigli, appunti e per i complimenti :) Spero che ti sia piaciuto anche il finale della storia! Ora sto già pensando alla prossima avventura, anche se penso che non la pubblicherò che tra parecchi mesi...
Ringrazio anche Elos : Per il commento! Niente combattimenti in questo capitolo, solo tante spiegazioni... Spero non sia deludente!
Ringrazio Lames76 per il commento. In effetti gli inizi lenti nelle storie sono il mio maggior difetto... Devo proprio partire dalle calende greche io!
Ringrazio anche Nee, Charlie_2702, Elos, Fady, JuliaWeasley, Lames76, Rialle, LyndaWeasley, Sarykrum Ianevski, Solly, Natalie_s
che hanno messo tra i seguiti questa storia! Siete tantissimi! A tutti gli effetti avete reso questa storia la più seguita tra le mie scritte, fin'ora ! Vi ringrazio molto :)
E come al solito grazie anche Emrys, LyndaWeasley e
Beatrix Bonnie che hanno messo la storia direttamente nei preferiti!
Grazie anche ad Eilaenre che mi ha sopportata per quanti mesi? Sicuramente troppi, con le mie lagne continue sul "non riesco, non finirò mai il capitolo, fa schifo... Grazie per l'aiuto, ma soprattutto per la pazienza!

Infine grazie a tutti i lettori, casuali e non, che sono passati qua.

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