Lapels and surprises

di JessL_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non voglio crederci. ***
Capitolo 2: *** Una piccola rivincita. ***
Capitolo 3: *** Conoscersi e sorridere. ***
Capitolo 4: *** Faccia d'angelo; vivimi, fidati. ***
Capitolo 5: *** Perché l'istinto non è tutto. ***
Capitolo 6: *** Imprimere perfettamente ogni attimo ***
Capitolo 7: *** E' inutile giocare. ***
Capitolo 8: *** Gli aggettivi possessivi ***
Capitolo 9: *** Piccola e importante crepa. ***
Capitolo 10: *** La realtà è meglio dei sogni. ***
Capitolo 11: *** Family e finta routine ***
Capitolo 12: *** Il ballo e il pranzo. ***
Capitolo 13: *** Insieme si può tutto ***
Capitolo 14: *** The grand finale. ***



Capitolo 1
*** Non voglio crederci. ***


Un buongiorno a tutti. Devo ammetterlo, sono un po’ emozionata e anche agitata. Non so bene come spiegarlo, ma a questa storia ci tengo particolarmente, ne ho parlato tanto e con parecchie persone e sono davvero contenta di come sia venuta fuori e dell'entusiasmo e la curiosità delle persone con cui ne avevo parlato. Non ho pretese, non mi aspetto nulla; sono una persona molto pessimista quindi non mi aspetto valanghe di commenti ma devo ammettere che spero che la storia piaccia e che qualcuno sia sincero nel dirlo. Incrocio le dita con il cuore che batte a mille.

Prima di lasciarvi alla lettura, mi sembra giusto dirvi com’è nata questa "pazzia", e tante altre cose...

Come forse qualcuno sa, sono un’appassionata sfegatata dei telefilm, questa storia è nata grazie a un episodio di “One tree hill”. Non si basa per nulla sul telefilm – che amo – ma due personaggi prendono il nome e c’è un avvenimento simile – il ballo tanto per intenderci.

La storia è un Edward&Bella, il tutto – compreso epilogo – è di quattordici capitoli. Il giorno dell’aggiornamento settimanale sarà il martedì - sempre escluso oggi.

Premesse: so di mio che la storia è un po’ assurda, nel senso che tutto si svolge in una settimana, il come si “conoscono” non ha senso – cioè che non penso che nella realtà possa accadere una circostanza simile. Lo so, ma voi fate finta che possa accadere. Tutti i capitoli – tranne il primo – hanno più di cinquemila parole, quindi circa sei pagine di word (contate che la scrittura è particolare e non molto grande). Spero che la storia vi piaccia, molte cose sono diverse dalle altre storie e soprattutto ho cercato di essere il più originale possibile... spero vivamente che vi piaccia leggerla quanto a me è piaciuto scriverla.

 

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Capitolo uno – Lapels and surprises: Non voglio crederci.

Bella pov.

<< E’ un incubo, vero? E’ impossibile. Chi mai avrebbe potuto avere un’idea così... così... assurda! >> Lo so, strillare serve a ben poco ma ho una crisi di nervi! << Splendore, rilassati. E’ il liceo, non una guerra o l’inferno! >> Mi volto inferocita verso Pitt e mi avvicino a passo spedito verso di lui. Poco importa che ho i capelli disordinati e legati in una crocchia e che ho indosso una semplice vestaglia tipo kimono, sono infervorata. << Tu non ti rendi conto. Il liceo è – ed era – una specie d’inferno per ogni adolescente. Ora che ho la bellezza di ventiquattro anni, un pazzo – sì non può essere altrimenti – decide di organizzare – tanto per fare qualcosa di carino e divertente - di rimpatriare gli alunni che hanno frequentato il l i c e o duranti gli anni 98 – 99 – 2000  e 2001 ! Al liceo, con gli altri studenti, quelli che lo frequentano perché hanno l’età per farlo, anzi che sono obbligati a frequentarlo! E’ assurdo, non puoi dire di no. E poi non posso non presentarmi al lavoro per una settimana, suvvia! >> Pitt alza un sopracciglio e afferra – poco delicatamente – dalle mie mani l’invito a questa pazzia. << E’ specificato che non è obbligatorio presentarsi. Perché ti lamenti? >> Alzo gli occhi al cielo e sospiro ma non riesco a rispondergli perché Tanya – la nostra coinquilina e mia amica fin dai tempi delle elementari, entra nella mia camera. << Hai letto? Una settimana al liceo, ma sono pazzi? >> Annuisco mentre Pitt scoppia a ridere osservandoci. Sinceramente non ci trovo nulla di tanto divertente. << Ho una domanda: sembrate terrorizzate, che diavolo avete combinato al liceo? >> Già, troppe cose e soprattutto sbagliate.

 

Edward pov.

<< Ti rendi conto? Al liceo per una settimana! >> Emmett – mio fratello – sposta il suo sguardo dal televisore di casa mia, per puntarlo su di me. << Non ne sei felice? Io, sì. Sono elettrizzato per questa nuova avventura. Sembra un po’ una bambinata, però so che sarà divertente. >> Sfinito, mi butto sul divano accanto a lui, non gli rispondo ma continuo a tenere tra le mani quello strambo invito. Non dovrei essere così teso, cioè sono passati anni dalla fine di quella “tortura”, perché una parte di me vuole tornarci? Ok, la risposta la so, la immagino ma non voglio ammetterlo nemmeno nei miei pensieri. Oramai ho ventiquattro anni, non posso ancora pensare alla mia ossessione, al mio primo “amore” e soprattutto al mio primo rifiuto. Beh chiamarlo così è... eccessivo, d’altronde in cinque anni di scuola ci avrò parlato solo quattro volte, colpa mia che non ero così... esuberante e chiacchierone, sinceramente non lo sono nemmeno tuttora. Per lui – Emmett – sarà veramente e sicuramente divertente. E’ sempre stato un ragazzo solare, simpatico e soprattutto con la chiacchierata facile. Era uno dei popolari. Lui ha un anno in più di me, ed era il capitano della squadra di football e piaceva molto alle cheers. Ovviamente. Non ero uno sfigato, ma non ero nemmeno così in alto per essere visto da Lei: Isabella Swan. Cavolo solo ripensarla mi viene duro e me ne vergogno. Dopo tanti anni non dovrebbe più farmi questo effetto. Sia chiaro, lei non era una di quelle con la puzza sotto il naso che faceva di tutto per farsi il più popolare o stare al centro dell’attenzione ma era una cheerleader e faceva parte del gruppo dei popolari. Ricordo ancora quando venni a sapere che si era fidanzato con quel Christopher, volevo vomitare e nascondermi ma non lo feci, avevo anch’io una reputazione – anche se lei non sapeva nemmeno della mia esistenza. << Sei troppo pensieroso, e il broncio che si è formato sul tuo viso non mi piace. Che c’è? Suvvia, parla con Emmettuccio fratelluccio tuo. >> Odio i soprannomi che si affibbia. Ma è mio fratello, non lo posso cambiare... è già cambiato molto grazie a Rosalie. Ha fatto un vero miracolo. << Stavo pensando a Lei. Non penso di volerla vedere. >> Stizzito e intimorito, alzo i miei occhi incontrando i suoi e vedo uno sguardo incredulo quanto scettico. << Non dire cavolate. Tu la vuoi rivedere. Magari è diventata grassa, capelli unti e bisunti e soprattutto con pochi denti e con occhiali spessi quanto lo spessore di un mattone! >> Sorride, si diverte a prendermi in giro! << Ha. Ha. Ha. Davvero divertente, senza offesa ma non me la immagino così, anzi non la voglio proprio immaginare. >> Ridacchia e mi da una ponderosa pacca sulla spalla. << Edward, ti voglio bene ma stai esagerando. Non sei più il ragazzino timido e impacciato che eri al liceo. Non eri brutto e le tue scopate le facevi anche all’epoca. Eri uno nella media, né molto conosciuto né uno fuori dal mondo: eri – e sei - Edward Cullen. >> M’imbroncio, non mi piace la sua descrizione: uno nella media. Odio il liceo e la stupida idea di doverci tornare per una settimana. Lei potrebbe non esserci, e anche se ci fosse, non cambierebbe nulla. Poco importa che ora sono un architetto che lavora a Seattle e che ha un mucchio di soldi; rimango semplicemente Edward Cullen in quel posto. E si sa, lo sfigato non si mette con la principessina del ballo.

 

Bella pov.

<< Ricordami perché ho detto: “Ok va bene, facciamo questa pazzia?” >> Tanya dallo specchio mi sorride.

<< Perché mi vuoi bene, e perché grazie a questa scusa non dovrai andare a lavoro per una settimana. >> Alzo gli occhi al cielo, mi piace il mio lavoro, ho sempre amato i bambini e scrivere, di conseguenza sono diventata una scrittrice di racconti per bambini – beh non lo sono diventata a tempo pieno, visto che scrivo anche in una rivista di moda, non che non mi soddisfi appieno quell’impiego, però mi permette di arrotondare per l’affitto e le altre spese, poco importa che divido l’appartamento con altre due persone, la spesa dell’auto? La spesa per casa? Le bollette da pagare? Lo shopping? Beh... non sono un’amante dello shopping, ma con gli anni - a causa di Tanya – ho dovuto apprezzarlo. << Pensi che ci sarà anche lui? >> Mi volto verso di lei e osservo la camicetta – che non pensavo di possedere – che ha tra le mani. << Beh sì, era il vice capitano della squadra di football del nostro anno, non può mancare. >> Sospiro rassegnata, mi tocca vederlo. << Ancora conciate così? >> Ci voltiamo entrambe verso il nostro amico e lo trucidiamo con lo sguardo. Sono le sette e venti e tra quaranta minuti dovremmo essere nel cortile della scuola. Rabbrividisco al pensiero. Per quanto fossi popolare, non ho mai amato la scuola, l’unica ora e materia che sopportavo, era letteratura... e biologia adesso che ci penso. Ero brava anche in quello, se rammento correttamente seguivo anche il corso avanzato. << Sprizzate gioia da tutti i pori, per carità ragazze, non così euforiche! >> Sbuffo e lo guardo male. << Pitt? Ringrazia il cielo che ci servi per pagare l’affitto, se no ti avrei già cacciato fuori a calci! >> Lui ride e sparisce oltre la soglia, si diverte a farmi arrivare sempre al limite. Che nervi! << Camicetta blu che risalti il decolté con un paio di jeans stretti e un paio di scarpe col tacco. Ah, un copri spalle e la collana pendente. Ti bacio, corro a vedere come vestirmi. >> Sorrido e mi vesto per poi pensare al trucco – ovviamente non molto marcato – e alla capigliatura – semplice anch’essa.

<< Tanya ma i tacchi così alti? >> Mi presento in cucina con le scarpe in mano e sorrido vedendo le nostre amiche d’infanzia intorno al bancone che chiacchierano animatamente – come al solito. Siamo rimaste unite anche dopo il liceo e sono contenta di essere tornata a Forks, per lo meno ho ritrovato loro. Certo, sono cambiate e hanno una vita degna di “Beautiful” però sono loro, le mie amiche. Appena sentono la mia voce, si voltano e guardano il tacco delle mie scarpe – che ho ancora tra le mani - e annuiscono euforiche mentre riprendono a parlare. Alzo gli occhi al cielo; quando – un paio di giorni fa – ci siamo riunite per parlare di questo evento, beh è scoppiato il finimondo. Tutte ci siamo fatte una vita e viviamo ognuna la propria fiction ma ho scoperto che non sono l’unica a farmi duemila paranoie, il liceo per quanto fosse stato bello, è il passato e pensiamo – tutte – che sarebbe stato meglio rimanesse tale.

 

<< Sono contenta che Julian non abbia fatto con noi il liceo, penso che a quest’ora non staremmo insieme. >> Sorrido a Brooke mentre cerco un parcheggio. E’ assurdo ma questo posto – dall’esterno – mi sembra uguale. E’ assurdo, vero? Non può essere così. << Beh, fino ai tuoi diciassette anni, non eri una ragazza per bene. E da quello che mi hai raccontato, il tuo fidanzato, a quei tempi era uno sfigato. Non lo avresti nemmeno notato. >> Brooke era una ragazza facile, una ragazza immagine che se ne fregava di tutto e tutti. Diciamo che la colpa era dei genitori che per quanto fossero ricchi non si erano mai presi cura di lei. A diciassette anni ha conosciuto Lucas e ha messo la testa apposto, innamorandosene. Non è finita bene, un anno dopo si sono lasciati perché lui era beh preso dalla sua migliore amica – lo è ancora tuttora – Peyton. I due stanno ancora insieme, si devono sposare. Brooke ci ha messo un po’ a perdonarli, all’ultimo anno di liceo Brooke era anche tornata con Lucas ma non ha funzionato. Ah il liceo, eravamo tutti ragazzini sciocchi e pieni di ormoni. << Pensi che Christopher ci sarà? >> Spengo l’auto e mi volto verso di lei; in questi giorni, ho anche pensato spesso al mio venerando e popolare ex fidanzato. << Sì, ci sarà ma farò a mala pena finta di vederlo. >> Annuisce e non dice nulla scendendo dall’auto, la imito e rimango sorpresa e spaventata nel vedere i ragazzi – ancora mezzi addormentati – che si salutano e si avviano verso l’ingresso dell’edificio. Le cose non cambiano, e nel vedere i miei ex compagni, la mia teoria si solidifica. Puoi crescere, ma in questo posto ti sentirai sempre un ragazzino.

 

Edward pov.

<< Alice, sei troppo euforica. Non serve. >> Sono le sei del mattino e mia sorella – molto delicatamente – è venuta a buttarmi giù dal letto per portarmi a scuola. Gentile, no? Cavolo, la scuola. Ho inventato ogni scusa possibile per non andarci, ma alla fine mi sono fregato con le mie stesse mani Non ho un capo sul lavoro, o meglio sì: sono io. Non penso che non potrei concedermi il permesso di non lavorare per una settimana! << Eddy, siamo a Seattle e ci vuole almeno un’ora per arrivare a Forks e tu devi ancora lavarti e vestirti. Dimmi che almeno hai preparato la valigia! Non potrai fare avanti e indietro tutti i giorni: rimarremo da mamma e papà. >> L’ascolto e borbotto mentre mi lavo i denti, vorrei non ascoltarla ma so che poi me ne pentirei perché mi beccherebbe e in qualche modo – anche assurdo – mi troverei a fare promesse che non voglio, di conseguenza preferisco ascoltarla, o almeno provarci. Non so Jasper come riesca a sopportarla e calmarla. Sì, mia sorella è agitata, non è solo euforica ed emozionata nel tornare allo stadio adolescenziale. Beata lei che è così di buon umore anche all’alba! << No, Alice. Ma so che hai già iniziato a farla tu. >> La sento ridere e mi butto sotto il getto tiepido della doccia. Mi mancherà casa mia. Sono anni che non abito più con i miei genitori... mi sembra veramente di essere tornato indietro nel tempo.

 

Forks High School. Grande schifo. In questo posto è tutto uguale e ridicolo. Lo pensavo a quattordici anni e l’ho pensato fino ai diciotto, perché dovrei cambiare idea adesso che ne ho ventiquattro? Sbuffo e mi guardo attorno, ragazzine praticamente svestite e troppo truccate, ragazzi che si mettono in mostra sputando e mostrando le mutande con colori fosforescenti.... ma dove sono finito? Alcune ragazze mi guardano, ridacchiano con le amiche e arrossiscono, oddio! Mi voglio sotterrare dall’imbarazzo. Mi sento come se fossi all’asta, anzi no, la serata di beneficienza – fatta sempre al liceo – chiamata “boy toy”, mi aveva imbarazzato in modo minore! In un angolo dell’immenso cortile della scuola, intravedo persone alte come me e vestite in modo decente, capisco automaticamente che non sono l’unico scemo che ha accettato di venire a partecipare a questa pagliacciata, meno male. Mia sorella inizia a saltellare mentre mio fratello sorride euforico, non so perché, ma sono voluti venire a scuola nella stessa auto e per di più hanno rinunciato per l’intera settimana ai propri partner. Coraggiosi, eh? Sinceramente riconosco ben poche persone, ma una ragazza mi salta subito all’occhio. Lascio i miei fratelli a parlare e rincontrare i loro vecchi amici e mi avvicino – in modo silenzioso e disinvolto – a una brunetta bassetta e scazzata. Le metto un braccio intorno alle spalle facendola sussultare, per fortuna appena si volta e incontra il mio sguardo si rilassa e schiude la bocca sorridendo stupita. << Non posso crederci: Edward Cullen! Cacchio Ed, sei diventato uno schianto! >> Rido e abbraccio affettuosamente la mia migliore amica del liceo e degli antecedenti: Summer. << Non pensavo venissi, anzi credevo che non si sarebbe presentato nessuno. >> Annuisco ridendo e ci mettiamo a chiacchierare, lei sta ancora con Seth, si devono sposare e ha convinto anche lui a venire in questo posto, solo che deve ancora arrivare. << E tu? La fidanzata dove l’hai lasciata? Il lavoro come va? >> << Tutto bene e niente fidanzata. Il lavoro? Beh quello va alla grande e lo stesso per la casa nuova. Finalmente non divido più l’appartamento in periferia con mio fratello, vivo per conto mio ed Emmett convive con una ragazza in un appartamento in centro. Sono cambiate molte cose. >> Sorrido e il mio sguardo si esamina attorno. Non so cosa cerco o cosa voglio vedere, ma continuo a perlustrare. La campanella mi fa tornare in me e ascoltare Summer - e Seth - che ci ha raggiunto.

 

<< Le lezioni sono incominciate, voi potete girovagare un po’ ma non combinate guai e non fatevi richiamare, siete grandi. Dimostratelo. >> Neanche il tempo di finire la frase che il – vecchio ed eterno – preside, voltandosi sbuffa. << Signorina, mi dica che non ha curiosato nell’armadietto. >> Osservo, con un sorriso sulle labbra, la scena. Purtroppo il corpo del preside mi nasconde la figura della ragazza ma comunque è assurdo, possibile che alla nostra età si è ancora così curiosi? Mi appoggio agli armadietti dietro di me e sento bisbigliarmi da Summer che effettivamente sono proprio appoggiato al mio armadietto. Ricordo che al suo interno avevo una foto che avevo scattato – di nascosto – a Isabella e un sacco di adesivi sui miei gruppi musicali preferiti dell’epoca. << Beh uhm... la curiosità è donna. Che c’è di male? Anzi una cosa c’è: avreste dovuto cambiare le password, il codice... beh la combinazione. >> Sorrido nel sentire la ragazza in difficoltà, a quanto pare non è molto intimorita, è sicura, anche se “balbetta” anzi, incespica sulle parole adatte. La sua voce ha un qualcosa di famigliare, magari la conoscevo, è probabile dopotutto. Il preside scuote il capo. << Possibile che lei non cambia mai? >> Intorno a me sento i borbottii e le chiacchiere degli altri ma io sono come ipnotizzato dalla scena, perché? Sento i tacchi della ragazza che si avvicinano alla figura del preside, e il mio battito accelera, perché? << Non credo che lei mi abbia riconosciuta. >> Inaspettatamente, “l’autorità” si mette a ridere. << Signorina Swan, lo ripeto una volta sola: non combini casini. Evitate di tornare i ragazzi che eravate al liceo. >> Il mio cuore perde un colpo. Swan? Lei è qui, in questo posto, a pochi passi da me? Oddio, svengo. Posso? No, poco maschile! La sento voltarsi e borbottare qualcosa ai suoi “antichi “ amici della scuola, e vedo il preside che si allontana senza che lei se ne accorga. Finalmente la vedo, e maledico mio fratello per avermi quasi fatto sperare di trovarmi di fronte una racchia. E’ stupenda. E mo che faccio? Quando lei si rivolta, rimane a bocca aperta per poi chiuderla immediatamente. Sbatte un piede a terra e la sento dire: << Se n’è andato! >> E’ lei, diamine è lei: Isabella Swan. La mia ossessione del liceo.

 

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Note dell’autrice oddio che parolone!

Stento a crederci, ho finalmente postato il primo capitolo. Posso fare i salti di gioia? Ok, evito.

Come avevo già detto il tutto è un po’ assurdo. Per chi non lo avesse capito, il tutto si svolgerà a Forks, nella vecchia scuola del liceo. Dovranno andare a scuola per una settimana, ovviamente non frequenteranno le lezioni, e all’ultima sera faranno un ballo... non anticipo nulla ma sappiate che ce ne saranno delle belle. Prima di salutarvi e darvi appuntamento a martedì, vorrei farvi vedere Pitt e Tanya. Summer è un personaggio nuovo – non è importante e non ho cercato la foto – è fidanzata con Seth. Sinceramente non ho pensato a dare un volto nemmeno a lui, però lo rivedremo spesso. Bella non è fidanzata, Pitt è un semplice amico/coinquilino ma questo verrà spiegato più avanti. Ci sono tante cose da scoprire, questo è semplicemente un inizio anche perché Edward ha semplicemente visto Bella, lei no; vorrei ricordarvi un ultima cosa: il tutto si svolgerà in fretta, d’altronde hanno solo una settimana di tempo! C’è Emmett, c’è Alice e c’è Tanya. Trattatela bene, come ho detto all’inizio, sono stata originale, ho voluto fare delle cose diverse e... Tanya è completamente diversa da come si vede in molte storie. Tenete d’occhio il blog, perché posterò il nuovo spoiler! La copertina della storia, sarebbe questa ma sinceramente non mi piace molto – l’ho fatta io – perciò non l’ho messa però la copertina c’è x) Ok, lo giuro, questa è l’ultima cosa: come sicuramente avrete notato, ho messo una specie di enorme immagine iniziale. Io i protagonisti me l’immagino proprio così – Bella proprio con quel taglio e colore e Edward... beh cavolo, per me Robert è l’incarnazione perfetta del mitico Cullen. So che molti non apprezzeranno Kris&Rob, infatti siete liberi d’immaginare chi volete, lo stesso anche per gli altri personaggi, io ho dato solo un’idea. Sappiate che non rimetterò l’immagine a ogni capitolo ;)

Un bacione, spero di poter leggere qualche bel commento. JessikinaCullen.


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Lapels and surprises by JessikinaCullen is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
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Capitolo 2
*** Una piccola rivincita. ***


Lo ammetto, non so bene come iniziare... può bastare un "ciao"? Sono davvero troppo felice e euforica... quindi mi trovo in difficoltà. Mi sembra doveroso dirvi Grazie, perché... beh come inizio non è stato niente male e ne sono molto contenta. Pochissime persone mi hanno fatto notare che effettivamente la situazione è un po’ assurda ma lo sapevo e ho voluto comunque correre il rischio. Sentirmi dire che sono riuscita – anche se solo con un capitolo – ad arrivarvi, a farvi sembrare parte integrante della storia e che sono migliorata molto nello scrivere... beh mi fa gongolare come una scema! Come ho più volte detto, a questa storia ci tengo – forse – troppo, non è colpa mia, e sinceramente non so nemmeno perché mi sono così affezionata. Ora bando alle ciance, parlo troppo lo so – sono logorroica; parliamo del capitolo. In questa “seconda parte”, avverrà una cosa che forse non vi aspettate (o almeno lo spero, mi piace “stupirvi”)... mi auguro vi possa allettare, anche perché oltre a venire a galla molte cose (niente confronto a quello che s’inizierà a sapere dal prossimo capitolo), si entra nella parte attiva della storia. Vedere che in qualche modo abbiate apprezzato Tanya, mi fa molto, molto piacere... significa che almeno un po’ di originalità ce l’ho avuta. Non dico altro, vi lascio alla lettura, un bacione... ci sentiamo dopo nelle note finali!

P.S: ho fatto un paio di prove per vedere come rendeva la pagina senza immagine e non mi piace... tutto troppo vicino e senza senso, perciò vi dovrete sorbire ad ogni capitolo l’immagine iniziale, spero non vi dispiaccia. ^^ Un bacione.

 

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Capitolo dueLapels and surprises: Una piccola rivincita.

Bella pov.

L’edificio è sempre lo stesso, l’interno anche; sono rimasta molto sorpresa nel costatare che il mio vecchio armadietto avesse ancora la stessa combinazione. Purtroppo sono curiosa di natura, e non ho potuto non sbirciare e provare ad aprirlo. Ora come ora avrei voluto non averlo fatto. L’armadietto lo possiede una ragazza dell’ultimo anno: Janine. Lo so perché c’era scritto su un foglio attaccato all’interno. E’ fidanzata, sì c'erano anche delle foto e sinceramente sono rimasta un attimo spossata, a quell’età anch’io avevo una relazione. La ritenevo seria ma... ho dovuto cambiare idea durante il ballo di fine anno. << Sei pensierosa. Che cosa ti affligge? >> Sorrido sarcasticamente. Senza rendermene conto sono arrivata in palestra; stranamente è vuota, ricordo perfettamente il chiasso che si ripeteva ogni ora da questa “aula”. << Stavo pensando al liceo. Sai, ero felice in quegli anni. Avevo tutto: delle amiche che mi volevano bene, ero una cheerleader – poco importa che non amassi esserlo, stavo bene – avevo te, i buoni voti e il rispetto di molte persone. E’ tutto assurdo – ora – visto da fuori. >> Mi siedo sulla trave e Christopher fa altrettanto rimanendo in silenzio.

<< So di averti ferita. Ora che ho ventiquattro anni me ne rendo conto. >> Volto il capo verso di lui, sta guardando il pavimento.

<< Sai, in questi ultimi anni ho pensato molto a cosa sarebbe accaduto se io non avessi ceduto ad Alexis. Stavamo bene insieme, ora posso anche dire che non era un cataclisma non fare sesso. Ma allora non la pensavo così. E mi spiace. >> Annuisco sovrappensiero. Rimasi sconvolta quando – nel bel mezzo del ballo dell’ultimo anno – andai a cercarlo e lo trovai accovacciato a fare un servizio orale a una mia “amica”. Non piansi, non in quel momento e non quando tornai in palestra a festeggiare. Ricordo che fummo proclamati re e reginetta del ballo. Sorrisi, accettai la corona e feci anche un discorso ma dentro... beh ero quasi vuota. Ero delusa dal suo comportamento. << Non ti ho mai amato. Non riuscivo ad amarti. Tu mi dicevi molto spesso quello che provavi, ed io volevo crederti, ma ora mi rendo conto di non averti mai creduto. >> Non sto mentendo. Non sono mai riuscita a dirgli “ti amo”. Non mi usciva e ogni volta che lui me lo diceva, mi sentivo – sì bene – ma anche strana.

Non percepivo le farfalle nello stomaco e il capogiro dalla felicità. Niente, e un po’ mi spiace ancora tuttora.

<< Ti sei mai pentita di esserti messa con me? >> Rido, non so perché, ma questa domanda me l’aspettavo. << No, non ho mai sputato nel piatto in cui ho mangiato. Scusa l’analogia ma penso che sia azzeccata. Sono stata bene con te, non posso pentirmene. Certo, avrei preferito non trovarmi con le corna, ma è acqua passata. Sono cresciuta. Ho superato dolori e umiliazioni “peggiori”. >> Mi accarezza con una mano la schiena e non sento nulla, nessun brivido, niente. Chris è un bel ragazzo, lo è sempre stato ma... non ha quel qualcosa in più che ancora tuttora possa farmi venire le palpitazioni e arrestare il mio respiro. << Si vede che sei diversa. Cresciuta. La Bella di allora non avrebbe mai acconsentito a un tête-à-tête, soprattutto in modo civile. >> Rido e annuisco mentre lui sorridendo aggiunge: << Ora come ora non riesco nemmeno a immaginarti mentre ricopri di vernice una professoressa. >> Scoppio a ridere rammentando il ricordo da lui citato. E continuiamo così, a ricordare e prenderci in giro finché non arriva un gruppo di ragazzi – della nostra età – in palestra. Un ragazzo mi salta subito all’occhio, e stranamente percepisco il mio cuore aumentare i battiti.

Non mi sembra di averlo mai visto, chi è?

 

Edward pov.

<< Questo posto è sempre lo stesso buco, com’è possibile? >> Annuisco alle parole di Seth. E’ vero, sembra che in questo posto il tempo si sia fermato. Rabbrividisco solo al pensiero di tornare un diciottenne. << Guarda, guarda chi c’è! Edward Cullen. >> Mi volto e sorrido, non ci posso credere! << Solo tu puoi avere quei capelli! >> Rido mentre abbraccio quell’ammasso di muscoli. << Jake, cavolo e tu che hai fatto? Preso steroidi? >> Sbuffa allontanandosi da me e mi scruta ben bene, non ho voluto rispondere alla sua “provocazione”. I miei capelli vanno bene così, soprattutto dopo che hanno conosciuto il gel – non che abbia fatto miracolo per loro, ma almeno adesso sembra un effetto voluto – averli in disordine! << Ma quali steroidi! Sono tutti miei questi muscoli. Sai cos’è assurdo? Che dopo sei anni, siamo di nuovo qui, e tutti e quattro. Beh cinque se aggiungiamo Angela, non fare domande. Sì, stiamo insieme. >> Scoppio a ridere del suo botta e risposta e scuoto il capo. Jake è un caso perso. Ci mettiamo a parlare di sport mentre Summer ci lascia per andare a salutare altre persone e io, Jake e Seth ci avviciniamo alla palestra. << Ora come ora, vorrei solamente trovarmi Newton davanti e fargli vedere se sono ancora un piccolo scheletro senza palle! >> Rido e mi asciugo una lacrima. << Jake, come puoi ancora ricordarti questo “nomignolo”? >> Lui alza le spalle mentre Seth cerca di smettere di ridere – e di respirare. << E’ difficile dimenticare le incurie degli altri quando non puoi “difenderti” perché non sei nessuno oltre a un ammasso di – poca – pelle e ossa. >> Non rispondo, so che ha ragione. Quel tipo di problema non l’ho mai avuto, soprattutto con Newton. Non lo ha mai ammesso ma un po’ mi temeva, anche se credo che fosse più spaventato da Emmett che da me. A proposito del fratellone, eccolo che ci viene in contro con un sorriso sornione e un’espressione sbalordita.

<< Non lo avrei mai detto, ma Jacob Black è diventato un ometto! >> Rido e mi scompiglio i capelli mentre il “tirato in causa”, gli da un pugno sulla spalla. << Allora, “missione: troviamo donzella cheers” a che punto è? >> Aggrotto le sopracciglia e noto Seth sorridere. << No, Edward dimmi che non è vero. E’ impossibile, l’hai più rivista? Io sì, e ti assicuro che è meglio che non la vedi – lo dico per la tua psiche! >> Sorrido a Jake ma mi rivolgo a mio fratello. << L’ho vista. Sto bene e... beh non le ho parlato. >> Vedo tutti e tre alzare gli occhi al cielo, faccio una smorfia con la bocca e osservo un piccolo gruppetto sull’uscio della porta della palestra. Non li riconosco tutti ma so per certo che stanno parlando di noi, visto che c’è chi ci sta puntando – in modo molto intelligente – con la mani. << Oh guardate, ci sono Ben, Taylor, Newton e un altro che non riconosco. >> Sento Jake sbuffare e Seth cercare di vederli bene da questa distanza. Io guardo il biondo, cavolo Mike è sempre uguale. Lentamente ci si avvicinano e noto che l’unico che non avevo riconosciuto è Sebastian. << Guardate! Il piccolo Black. >> << Newton, se ci tieni a tutti quei denti bianchi... allontanati. >> Il biondino ride e ci saluta tranquillamente – come se Jake non avesse parlato. A furia di chiacchierare e raccontare – cose insignificanti di me e di quello che ho fatto in questi anni – decidiamo di entrare in palestra e fare una partitina a basket. << Ci manca un giocatore ma non credo che Christopher dirà di no. >> Oh no! Guardo Seth che alza un sopracciglio. Cautamente mi avvicino a Emmett.

<< Dici che se gli faccio uno sgambetto, potrà passare per un fallo? >> Emmett ride – capendo che mi riferisco a Christopher - e mi da delle ponderose pacche sulla spalla.

<< Ehi piccolo Lord, vieni a giocare va! >> Mio fratello non mi è d’aiuto ma pazienza. Magari riesco a fare nero il piccolo Lord – Christopher, l’ex di Bella. Lo guardo e noto che è seduto proprio accanto a lei. Il suo sguardo è posato sulla mia figura, rabbrividisco. Mi sembra di avere il cuore in gola, magari è per questo che tutt’un tratto sono in assenza di saliva. La vedo leggiadramente alzarsi, i jeans le fasciano le gambe in modo stretto, così da risaltare le sue curve. Cavolo, non posso svenire adesso! Sorride e saluta chi conosce – ovviamente io e i miei amici non facciamo parte di quella cerchia ma noto più volte i suoi occhi posarsi su di me.  Mi sento come un bambino che ha di fronte il regalo che ha sempre voluto ma che ha paura di rompere. Ridicolo. << Ed, respira. Al massimo farà da cheerleader mentre giochiamo. >> Seth se la ride mentre lo spingo e sorrido, non posso non ammettere che non mi dispiacerebbe vederla fare una di quelle stupide coreografie; d’altronde mi presentavo a vedere le partite di football solo per vedere lei fare il tifo. Ripeto: ridicolo. << Bella, Bellina... ti ricordi di Edward? Mio fratello. >> Quando mi sento “chiamare”, mi volto e vedo Emmett con un sorriso a trentadue denti, deglutisco e faccio incrociare i miei occhi con quelli di Bella, mi porge la mano che velocemente stringo. La sua pelle è calda, vellutata e la sua mano quasi scompare tra la mia; arrossisce lievemente facendomi - interiormente - urlare di gioia, sono davvero graziose le sue guance tinte leggermente di rosso. Lo ammetto, con il passare degli anni sono diventato un bell’uomo, non sono cieco... a casa ce l’ho lo specchio, e le donne che ho frequentato fino ad ora non hanno mai avuto problemi a fare apprezzamenti per questa mia... “dote”. Hanno anche più volte ribadito di fare i complimenti a mia madre. Povera Esme, quando una volta – tanto per scherzare – gliel’ho detto, è sbiancata e a fatica mi ha chiesto con che razza di ragazze mi frequentavo. Non so per quanto tempo risi, era divertente come scena. << Davvero frequentavi questa scuola? >> Mi ridesto dai miei pensieri quando percepisco la mano di Bella staccarsi dalla mia. Osservo i suoi occhi – che in qualche modo mi hanno sempre ipnotizzato. Molte persone preferiscono gli occhi chiari, invece io no. Sarà che ho due occhi verdi, ma quelli di Bella – castani, cioccolato – sono particolari, intensi, vivi. Non li ho mai visti così da vicino ma mi hanno sempre emozionato. Sorrido per stemperare la tensione che sento provenire dal mio corpo. << Sì. Ma non preoccuparti, non mi sorprendo se non ti ricordi di me. >> Si morde il labbro inferiore e per qualche secondo di troppo vedo i suoi occhi fissarmi le labbra. Posso afferrarla e baciarla? No, se no mi prende per un maniaco.

Tranquillo Edward, respira e non strozzarti con la saliva e andrà tutto bene. Sì, come no.

<< Oh, è che credo che mi sarei ricordata dei tuoi occhi. Sono, sono particolari. Mi piace molto il verde. >> Sorride arrossendo maggiormente. Per favore, non fatemi morire ora. Che cosa dovrei dirle? Che crescendo è diventata ancora più bella e che la mia ossessione per lei – che credevo e speravo – fosse assopita è aumentata smisuratamente? Mi gratto la nuca mentre lei abbassa lo sguardo, gli altri parlano tranquillamente, solo noi stiamo in silenzio e un po’ in imbarazzo. << Non preoccuparti. Grazie comunque per il complimento. >> Sto in silenzio per un paio di secondi – giusto il tempo d’inumidirmi le labbra e le spiego, dove avrebbe potuto fare caso a me << Frequentavamo lo stesso corso avanzato di letteratura... e biologia. >> Alza immediatamente lo sguardo e si aggiusta una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre sposta il suo peso da un piede all’altro. << Davvero? Oddio Edward Cullen! Ho capito chi sei. Cioè, adesso rivedo nella mia mente il ragazzo che eri. >> Posso sprofondare? Non perché si ricorda di me, quella è una cosa buona – spero – ma perché sapeva chi ero. Annuisco non sapendo che cosa dire. Stranamente e inaspettatamente, la tensione sciama quando ci mettiamo a parlare e ridere. Neanche nei miei sogni più sfrenati pensavo che una cosa del genere potesse essere così gradevole. Bella abita nuovamente a Forks, mi ha parlato del suo lavoro – a grandi linee e un po’ restia – e del fatto che divide il suo appartamento con due persone. Mi ha parlato di Tanya e mi ha “confessato” che qualche volta la sua amica parlava di me... non ho voluto indagare oltre, Tanya non mi è mai interessata e poi avrei preferito sapere se Lei parlava di me, ma evidentemente no.

<< Non eri poi così sfigato come dici. >> Alzo un sopracciglio mentre mi siedo sulla trave, lei rimane in piedi di fronte a me, non è mai stata alta, ma questi tacchi – vertiginosi – la slanciano molto. Sta bene, ed è sempre più bella. << Mmmh, non ero uno sportivo, scrivevo sul giornale della scuola e la ragazza che adoravo – nel verso senso della parola – in quegli anni non mi ha mai veramente notato... direi che sfigato è poco. >> Ride ma scuote il capo mentre mi affianca. << Dai, da quello che sentivo, non hai mai avuto problemi a trovarti una ragazza, nello studio eri bravo – su questo non ho dubbi – e non eri classificato come un secchione, che pretendevi? >> Sotto un punto di vista, ha ragione. Non ero un vero “sfigato”, c’era chi era messo peggio. Quando le do ragione, si atteggia e ride spensierata, contenta della sua piccola vittoria. Più la osservo e la sento parlare, più ringrazio il cretino che ha deciso di organizzare questa rimpatriata. << Ed, vieni a giocare? >> Emmett mi guarda sorridendo, mi sta sfottendo ma invece di dargliela vinta – e quindi rispondergli male – mi alzo e faccio un occhiolino a Bella, che prontamente mi ferma per un polso. Mi volto stupito e la osservo mentre diventa rossa. << So che forse è avventato e stupido ma ti spiace se dopo la scuola prendessimo un caffè? >> Posso mettermi a saltellare per la palestra e urlare di gioia? << Volentieri. >> Detto ciò, sorridendo, mi presto a giocare una delle partite più memorabili della mia vita.

 

Quando ti ho vista arrivare

 bella così come sei
non mi sembrava possibile che
tra tanta gente che tu ti accorgessi di me

 

Non so perché, eppure le parole di una canzone italiana di Gino Paoli – “Una lunga storia d’amore” – mi rimbombano nella testa; non riesco a reprimere un sorriso.

Mai parole sono state più vere.

 

Bella pov.

Osservo i ragazzi giocare e non posso non notare quanto Edward non sia concentrato, sta giocando bene ma quel sorriso statico conferma la mia teoria, non sta pensando alla partita. Non so con che faccia sia riuscita a chiedergli di prendere un caffè insieme, ma è quello che volevo e sono contenta che mi abbia detto sì. Com’è possibile che non lo abbia mai veramente notato? Quando mi ha accennato dei corsi avanzati, finalmente mi è venuto in mente – anche se non nitidamente – e mi sono data della stupida perché in realtà sapevo benissimo chi fosse... cioè, Tanya aveva una specie di cotta per lui e me ne parlava “spesso” ma non si è mai fatta avanti perché lei era un gradino più in alto di lui. Per lei la reputazione era sacra, guai violare la prima “regola”. Le regole erano tre; uno: essere sempre superiore. Due: non abbassarsi a frequentare i ranghi inferiori. Tre: concederla al primo appuntamento solo se si ritiene che ne valga la pena. Buffo ma lei ci credeva fermamente e da quello che so, non le ha mai infrante.

Silenziosamente esco dalla palestra ma prima di chiudermi la porta alle spalle, osservo nuovamente Edward. Inizialmente mi hanno attirato il colore dei suoi capelli: non sono rossi ma hanno delle sfumature simili che rendono quella massa incolta molto attraente. Sono stata più volte – tentata - mentre parlavamo, di passarci le mie mani dentro per constatare se fossero soffici come sembravano. Sono completamente fuori di testa. I suoi occhi, beh i suoi occhi mi hanno davvero incantata, infatti, è la seconda cosa che ho notato di lui. Sono verdi e davvero stupendi, non sono riuscita a trattenermi dal dirglielo più volte facendolo diventare estremamente impacciato e in egual modo dolce. Ammetto che le sue spalle larghe e le sue gambe lunghe sono state come delle calamite, in pratica, non ho trovato nessun difetto; ha persino una dentatura dritta e bianca da far invidia a quelli che si prestano a fare le pubblicità per un sorriso sbiancante. E il naso? Io sono malata dei nasi, lo so è brutto dirlo ma è così. Il suo è dritto, senza nessuna gobba e non troppo pronunciato: perfetto. Sbatto velocemente le palpebre per poi rendermi conto di essere nel bel mezzo di un corridoio; dove diavolo sono? << Bella, Bella Swan? >> Mi volto e incontro il sorriso di una biondina con il seno rifatto che mi viene incontro... ehm, dovrei sapere chi è? << Sì, sono io. Tu... >> Lascio la frase in sospeso e la ragazza ne approfitta subito per dirmi che è Rachel Brith, inizialmente non rammento ma dopo che mi racconta qualche aneddoto e qualche cazzata fatta da me, capisco chi è e mi metto allegramente a conversare con lei, almeno finché non vengo “rapita” da Tanya che mi porta in mensa mentre la campanella suona e fa uscire – anzi volare – i ragazzini dalle proprie aule. Ricordo perfettamente che cosa significhi sentire la campanella: libertà, almeno quella poca che può consentirti l’intervallo o la pausa pranzo. Certo, la più bella in assoluto, è quella che segna la fine delle lezioni, lì, altro che libertà ma vera goduria!

 

<< Allora, quante persone insignificanti hai già visto? >> La mensa è stata divisa in due: da una parte gli studenti – che ci guardano come se fossimo degli alieni – e dall’altra... beh noi, adulti e stupidi come all’epoca. Purtroppo non mento, la povera mensa è diventata un vero puttanaio, molte persone si sono messe a urlare e piangere felici perché non vedevano l’altra persona – che ovviamente ha reagito nello stesso modo – da tanto tempo. Sono più sconvolta io dei poveri ragazzini che trovano questi scenari divertenti. Guardo Tanya, che è estremamente appiccicata a me e molto curiosa. I suoi grandi occhi azzurri ghiaccio, mi fissano in attesa di una risposta, e la pretende prima che ci raggiungano le altre. << Ho parlato con Christopher, si è sposato sai? Sua moglie è incinta. Abbiamo ovviamente parlato anche di quell’evento e... abbiamo praticamente chiarito, nessun rancore o cose varie, è passato. >> Sorrido, in teoria vorrei finire il discorso in questo punto ma lei no, purtroppo mi conosce bene e ha capito che c’è dell’altro. << E...? >> Infatti. Mi guardo attorno e m’inumidisco le labbra. << Ricordi Edward Cullen? >> Appena nomino il Suo nome, le sedie restanti del tavolo vengono spostate, sobbalzo e mi rilasso solo quando noto che sono le nostre amiche. << Di che stavate parlando? Siamo curiose. >> Non posso parlare davanti a tutte. Come se Tanya non sapesse che “odio” parlare così apertamente di certi argomenti, riprende il discorso. << Certo che me lo ricordo, perché? >> Sospiro silenziosamente e appoggio le braccia in modo conserto sul tavolo. << Beh l’ho visto. >> Brooke si sporge verso di me sorridendo. << Di chi stai parlando? >> Apro e chiudo la bocca un paio di volte, è probabile che loro non sappiano chi sia. Fortunatamente vengo salvata dai ragazzi che ci raggiungono, c’è anche Christopher tra loro ma fa come se non ci fossi, sinceramente non m’importa ma non posso fare a meno di cercare con lo sguardo Edward. Tanya mi nota e senza farsi beccare mi chiede di continuare il discorso lasciato a metà.

<< Andremo a prendere un caffè appena usciti da qui. >> Sbarra gli occhi e schiude la bocca. << Davvero? E com’è diventato? >> Sapevo che non l’avrebbe presa male, Tanya tende a lasciarsi tutto alle spalle. Le racconto in generale com’è, ovviamente non cado nei dettagli, non voglio che s’infatui di lui. Ammicca verso di me e si congratula. Beh l’ha presa bene.

 

Edward pov.

<< Tu. Sei. Il mio. Mito. >> Rido e mi siedo a un tavolo sperduto della mensa. Scorgo mio fratello accomodato al “solito” tavolo dei giocatori e sorrido tornando a guardare Seth. << Suvvia, non l’ho fatto apposta. >> Rido sotto i baffi mentre Jake, Ben e Seth schioccano la lingua; eh già, non mi credono.

Prima che io possa parlare, veniamo raggiunti da Alice, Summer e Angela. Mia sorella mi si siede accanto e mi posa un bacio sulla guancia. Non so come, ma fino ad ora non ho ancora controllato se c’è Bella nella stanza. Già, Bella. Mi ha sorpreso. Sia chiaro, sono felice ma sorpreso. Reazione legittima, no? Parlando non mi ha chiesto se sono fidanzato o cose varie, eppure mi ha chiesto di prendere un caffè, come potevo rifiutare?

<< Va tutto bene? >> Annuisco sorridendo ma poi sposto la mia attenzione sui miei amici che animatamente e con un sorriso orgoglioso, raccontano alle ragazze come “per puro caso” sia caduto Christopher durante la partitella avvenuta in palestra. Lo ammetto, l’ho fatto apposta, ma sono da capire no? E poi non si è fatto male, perciò sono tranquillo. Alice evita di chiedermi di Bella, ma so, capisco che muore dalla voglia di farlo. Mi guardo attorno mentre bevo un po’ di Coca cola. I miei occhi incontrano quelli di Bella, seduta a un tavolo al centro della sala, appena allontano la bottiglietta delle mie labbra, me le inumidisco per poi farle un sorriso. La intravedo arrossire e ricambiare il mio gesto. Il mio cuore scalpita e la mia mente immagina già cosa accadrà questo pomeriggio.

E’ possibile che il piccolo rospo si trasformi in un principe? E’ arrivata la sua rivincita?

 

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

Devo ammettere che martedì è arrivato in fretta, e ne sono contenta.

La storia vi ha incuriosito – almeno da quanto ho capito dai preferiti e dalle seguitespero solo che avendo letto il secondo, non sia tutto scemato anche l’entusiasmo. Spero proprio di no! Anche perché come ho già accennato, il tutto inizio dal prossimo capitolo. Bella si è fatta avanti, inspiegabilmente si trova attratta – anche se comunque è un parolone – da questo bel ragazzo che pensa di non aver mai visto. Premetto una cosa importante: lei – a lui – dice di averlo ricordato ma voi soffermatevi maggiormente sui suoi pensieri. Lei pensa di averlo riconosciuto, sa chi è perché Tanya ne parlava, non perché avevano dei corsi in comune. Rammentatelo in futuro! Gli chiede di prendere un caffè insieme e lui ovviamente accetta, non se lo spiega – e veramente nemmeno lei – ma è sorpreso e contento. La cosa assurda forse è proprio questa: il primo passo lo ha fatto lei, sinceramente l’ho trovato più giusto. Per quanto ora Edward sia un uomo piuttosto sicuro di sé, alla fine si trova di fronte alla ragazza che ha sempre venerato. Devo ammettere che è un po’ intimorito... però cerca di non darlo a vedere. Tra loro c’è feeling e nemmeno l’ex di Bella ha potuto fare qualcosa. Lei ha detto chiaramente che non prova nulla e che praticamente non lo ha mai provato, si sono chiariti e hanno messo “fine” a un cassettino del passato. Edward si è preso una piccola rivincita su Christopher e n’è contento. È entrato in scena Jake... beh che ne pensate? Come per Tanya, anche lui è molto diverso ma non voglio dire altro, anche perché ho già anticipato qualcosa sul blog – anche se di poco conto. Tanto per schiarirvi le idee: Seth è fidanzato con Summer (dopo che me lo avete “consigliato” mi sono detta che questa scelta poteva andare più che bene), Jake con Angela e Ben è single (la scelta per trovare un attore che più o meno si avvicinasse all’idea che ho di questo personaggio è stata dura, ma diciamo che ne sono soddisfatta)... sì, anche qui ho modificato, ingarbugliato, qualcosina confronto alla versione originale della Meyer; spero non vi spiaccia. Mmmh, penso di aver detto tutto, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che possa in qualche modo spingervi a dirmi che ne pensate... nel caso non avvenga: grazie comunque. Un bacione, a martedì prossimo! JessikinaCullen.


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Lapels and surprises by JessikinaCullen is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at www.efpfanfic.net.

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Capitolo 3
*** Conoscersi e sorridere. ***


"Wow" penso sia la parola più appropriata per cominciare questa nota iniziale :)

Grazie di cuore a tutti, perché pur non sapendolo, non pensandolo né tantomeno volendolo, ogni volta che fate qualcosa per questa storia, come leggerla, commentarla o aggiungerla tra preferite e seguite, mi rendete davvero felice. Lo so, può sembrare banale, pazzesco o forse fin troppo assurdo ma è così. Non vorrei perdermi in chiacchiere ma penso di doverlo fare per "chiarire" un paio di cose: questa storia è già completa e come ho già detto, verrà postata ogni martedì... a volte mi chiedo se leggete queste note o se fate finta che non ci siano x) poi... ah sì, voi potete immaginare chi volete al posto dei personaggi che vi ho mostrato, non preoccupatevi, per me già sapere che la storia piace mi rende su di giri! Non dico altro, per ora... perché voglio lasciarvi leggere in santa pace... un bacione, a sotto!

 

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Capitolo treLapels and surprises: Conoscersi e sorridere.

Bella pov.

Le ore che ci separavano dal suono della campanella dell’ultima ora, sembrano non passare.

Sono un po’ tesa, forse anche un po’ imbarazzata... d’altronde ho chiesto un mezzo appuntamento a un ragazzo che praticamente non conosco; poco importa che ci abbia passato cinque anni del liceo insieme o che dopo tutti questi anni sono rimasta affascinata dalla sua figura, dal suo comportamento e dal suo modo di parlare. Nessuna di queste cose giustifica il mio “avventato” passo verso di lui. Non sono una ragazza facile, non ho mai avuto relazioni poco serie. Sono una brava ragazza, certo un po’ troppo sbarazzina e pazza ma in fin dei conti ho solo ventiquattro anni! << Prima di lasciarvi tornare a casa, vorrei ancora per un momento la vostra attenzione, grazie. Al termine di questa settimana, per “salutarvi” e ringraziarvi, si svolgerà una festa, diciamo un ballo di fine anno. Ovviamente parteciperete solo voi. Ultima cosa, domani dovrete, quasi tutti, partecipare a una lezione. Potete andare. >> Oh, l’agognata campanella. Mi alzo e mi dirigo – di corsa – nel parcheggio ma Brooke mi ferma nel cortile. << Bella, Bella perché sei così di corsa? >> Mi fermo e mi volto verso di lei che mi raggiunge correndo. Oddio, dovrei accompagnarla a casa! Non so cosa dirle. << In teoria, non posso accompagnarti a casa. >> Alza un sopracciglio e so per certo che dietro quel gesto ci sono almeno una ventina di domande. Due leggeri colpi di tosse mi fanno voltare e incrociare gli occhi verdi e splendenti di Edward, torno a guardare la mia amica che è letteralmente scioccata nello squadrarlo. << E tu, Dio greco, da dove arrivi? >> Edward sorride e si passa – presumo imbarazzato – una mano tra i capelli. << Da nessun posto particolare. Brooke Davis, vero? >> Lei aggrotta la fronte e annuisce, mi guarda per avere informazioni. << Uhm, noi dovremmo andare a prendere un caffè. >> Lei sorride entusiasta, non ho una relazione da molto e il fatto che abbia accettato – beh lei non sa che l’ho invitato io – un invito la rende felice, speranzosa. << Oh. Beh io un modo per tornare a casa lo trovo, non preoccuparti. >> Edward – intuendo come vanno le cose – si mette in mezzo. << Io sono con i miei fratelli e... devo portarli a casa. >> Quindi? Che cosa vuole dire? Come se mi leggesse nella mente – o forse la mia espressione spaventata dice tutto – mi sorride e aggiunge.

<< Potremmo prima accompagnarli e poi vederci. Non è un problema. >> Mi piace la sua idea.

Annuisco e ci diamo appuntamento tra tre quarti d’ora davanti al piccolo “Café Burks” situato nel piccolo centro del paese.

Lo guardo allontanarsi e ammiro la sua camminata decisa, fluida... sexy. Scuoto il capo e mi volto verso Brooke che lo sta letteralmente mangiando con gli occhi, la scuoto e la vedo sorridere. << Lo sai, vero, che sei fidanzata? >> Lei ride e mi prende a braccetto per arrivare all’auto. << Sei già gelosa? Beh con uno così posso capirti. Non ti ha dato neanche un bacio, perché? >> Alzo gli occhi al cielo e mi siedo al posto di guida, peccato che lei non abbia la memoria corta e che esiga una risposta, automaticamente mi metto a spiegarle tutto: sia del fatto che è come se lo avessi conosciuto oggi, che non ricordo perfettamente come fosse all’epoca, che è molto carino e che – presumo – non mi abbia baciata – sulla guancia non intendiamoci male – per paura di una mia reazione... sì, d’altronde è possibile, no? No. Sono solo paranoica, ci siamo scambiati solamente due parole e già pretendo i due baci?

 

Mezz’ora più tardi sono davanti all’entrata del Cafè, lui non c’è. Sono in anticipo. Sono agitata, continuo a tormentarmi le mani e a mettere continuamente la borsa sulla spalla. Mi do della stupida per aver osato troppo, per aver chiesto a uno sconosciuto di prendere un semplice caffè e soprattutto mi ammonisco per essere rimasta abbagliata da lui. Lui che in questo momento è sceso da una Volvo grigia metallizzata e mi sta sorridendo venendomi incontro. Ok, forse sono davvero paranoica.

<< Scusa il ritardo, è colpa di mia sorella... quando prende a parlare non la finisce più. >> Rido stemperando l’imbarazzo e gli dico di non preoccuparsi. Entriamo nel locale e ci accomodiamo, perché l’agitazione non scompare? Riuscirò a prendere il caffè senza tremare come un’allocca? << Sai, devo ammettere che il tuo invito mi ha stupito. >> Già, lo immaginavo. << Perché? >> I suoi occhi sono talmente nitidi, chiari e intensi che anche volendo, non riuscirei a sviare lo sguardo. << Beh, in tutta sincerità alcuni pregiudizi del liceo si portano avanti con la crescita e per farti capire, posso dirti che siamo sempre stati su due livelli diversi. >> Alza le spalle come se il suo discorso non facesse una piega. Mi spiace per lui, ma invece le sue parole mi hanno toccata. << Non so tu che opinione avessi di me ma per quanto fossi una ragazza popolare, non ho mai avuto pregiudizi. Sono sempre stata molto più chiusa di quanto dessi a vedere e solo per fare contenta una mia amica sono diventata una cheerleader, probabilmente – anzi sicuramente – se non avessi ceduto alle sue suppliche sarei stata un’associale china solamente sui libri. >> Ho sempre mal sopportato i pregiudizi, se non conosci una persona come puoi dire che ha qualcosa che non va? Non credevo che anche lui fosse così, non mi ha dato quest’impressione questa mattina. Sì, sono un po’ delusa. Sorride e mi guarda divertito facendomi stupire, che ha da sorridere? << Probabilmente mi sono espresso male e ti chiedo scusa. Io ho sempre – semplicemente – pensato che tu fossi su un gradino più in alto. Ti osservavo spesso, è capitato di parlare di te con i miei amici e non ho mai parlato male o fatto insinuazioni poco gradevoli sul tuo conto. Penso che nessuno le abbia fatte. Ti sei sempre mostrata diversa, umile, gentile anche divertente con persone che in realtà non conoscevi. >> Automaticamente arrossisco alle sue parole. Ora sono sorpresa, lui mi ha sempre “conosciuta” o comunque tenuta d’occhio. Peccato che riesca a scorgere in lui un qualcosa di pericoloso o di malevole. << Non so cosa dire. >> Sorride per poi voltarsi verso una cameriera. << Beh puoi ordinare. >> Ridacchio e seguo il suo “consiglio”.

<< Può anche sembrare ridicolo ma ho sempre odiato quelle tutine o divise. >> Ride e si appoggia allo schienale. << Io ho sempre pensato che ti stessero bene. >>Alzo gli occhi al cielo; non so quanto tempo è che siamo qui, eppure non m’interessa. Mi sto divertendo. << Tu non facevi qualche sport? >> Si appoggia con i gomiti sul tavolo e guarda il soffitto. << Beh sì, giocavo a basket, ma non a scuola. Bensì al campetto che c’è a river court, quello sul fiume. >> Annuisco, ce l’ho presente e stranamente mi viene voglia di vederlo giocare, di osservarlo in canotta e pantaloncini e fare il tifo per lui. Sorrido e riprendiamo a parlare di libri, poi del suo lavoro, e di sua sorella. << E’ una pazza, sembra un piccolo folletto. Riesce sempre a farsi voler bene, anche se a volte – sempre – vorremmo spegnerla. E’ una gran chiacchierona. >> Ridiamo e per un momento mi chiedo se è la stessa ragazza che li ha posato un bacio sulla guancia oggi a mensa. Sì, l’ho visto e un po’ mi ha dato fastidio, ovviamente mi sono subito rimproverata ma tutte le mie seghe mentali si sono dissolte quando ha cercato e incontrato i miei occhi per poi sorridermi. Gli racconto che sono figlia unica, che mia madre si è risposata e che mio padre vive qui a Forks con un’altra donna. Mi chiede se ho sofferto per la separazione... sono stata sincera: sì. << Che lavoro fai? >> Stacco le labbra da un frullato e m’inumidisco le labbra guardando attentamente fuori dalla vetrata del locale. << Scrivo. Devo mandare a una redazione due libri per bambini e in più sono una giornalista di una rivista. >> I suoi occhi si accendono, non so perché. << Scrivi storie per bambini? >> Automaticamente sorrido e annuisco, viene spontaneo parlare e scoprire che entrambi adoriamo i piccoli, ne parliamo e ridiamo per circa mezz’oretta ma poi una sua domanda mi fa un attimo ammutolire. << Come mai eri restia a dirmi della rivista? >> Mi muovo agitata sulla sedia, ma infine cedo e glielo dico; ammetto che non pensavo di aver tentennato così tanto da farlo notare. << Non vado fiera di quel lavoro. Lo faccio per arrotondare e poi... beh è una rivista di moda. Non è il mio genere. >> Annuisce rimanendo serio e per scherzare, inizia a raccontarmi di alcuni boriosi che lo assillano per dei progetti su delle aziende; il suo lavoro – o forse il suo modo di parlare – mi attira e m’incuriosisce. Lo ascolto volentieri e porgo domande – non per gentilezza ma per pura curiosità – facendolo divertire della mia “innocenza”. Sì, ha definito così il mio interesse.

<< Ti manca mai il liceo? Sii sincera, come hai reagito leggendo l’invito? >> Sorrido e gli rubo una ciliegina che era appoggiata alla sua seconda coppa di gelato e panna.

<< Compiuti diciotto anni, ho gioito, soprattutto perché finiva il liceo e di conseguenza si doveva dire addio a questo posto. Mi sono sempre sentita... chiusa. Non penso che se fossi stata presa in custodia da mia madre sarebbe cambiato qualcosa ma volevo cambiare aria, e il college oltre ad avermi cambiata, mi ha migliorata, mi ha aperto gli occhi su molte cose. Quindi no, il liceo non mi è mancato, ed essere tornata – anche se solo per una settimana – mi fa ancora strano, come se fosse un incubo. >> Annuisce ma mi lascia continuare. Sorrido ripensando alla mia reazione di qualche giorno fa. << Non l’ho presa molto bene la notizia, non volevo crederci. Per quanto non mi pavoneggiassi, ero popolare e di cavolate ne ho fatte tante... tipo svuotare barattoli di vernice addosso ai passanti dalla tettoia della scuola, oppure rubare gli indumenti dagli spogliatoi maschili. Sbirciare nell’archivio del preside, sotterrare una scatola con degli oggetti nel campo di football... beh ho fatto tante cose ma quando mi sono ritrovata tra le mani l’invito, non ho reagito bene, per un momento ho anche detto: “no, io non ci vado”. >> Cala il silenzio per qualche attimo fino a che – con un sorriso da infarto – mi dice: << Quindi devo prendermela con te per aver avuto i capelli arancioni per due giorni? >> Rido e mi scuso all’infinito, lo ringrazio mentalmente per aver alleggerito la tensione ma quando il suo cellulare prende a squillare, mi rendo conto che è davvero tardi.

<< Ci vediamo domani Bella, grazie per il bel pomeriggio. >> Siamo fuori dal locale, dopo circa cinque minuti di discussione per decidere chi pagare il conto – ho perso e ne sono contenta – ha pagato lui, ha insistito tanto e non potevo non dargliela vinta. << Sono stata bene anch’io. Devo ringraziarti. A domani. >> Un po’ mi spiace salutarlo ma so che è giusto così, lo stanno aspettando a cena, non posso fare la guastafeste. Sorprendendomi, mi posa un bacio sulla guancia, automaticamente inspiro il suo profumo e rabbrividisco. Quando si allontana, sono ancora un po’ intontita ma la cosa che mi mette a K.O. è il suo occhiolino. Lo lascio andare e rimango come un’imbecille, in piedi a cercare di capire se il profumo forte ma non nauseante fosse frutto del suo odore di uomo o del suo deodorante. Sono un caso perso.

 

Edward pov.

Lo ammetto, ho dormito benissimo e forse anche un po’ troppo, ma non m’importa. Devo dire solo grazie a Bella che mi ha fatto compagnia anche nei sogni. Arrivato a casa, ho parlato e scherzato con mia madre – ovviamente ho anche stuzzicato mentre cucinava – e durante la cena sono stato davvero bene, forse come non lo sono mai stato. Ho un ottimo rapporto con i miei genitori ma non sono mai stato un chiacchierone, per quello bastavano Emmett e Alice!

<< La finisci di sorridere come un ebete? >> Rido e abbraccio mia sorella per le spalle mentre ci avviciniamo al cortile già gremito di studenti. << Scusa ma non ci riesco. >> Alice alza gli occhi al cielo mentre mio fratello ride. << E pensare che non ha combinato nulla oltre tanti – troppi grassi – che ha assorbito mangiando schifezze. >> Sbuffo e lo spingo avvicinandomi ai miei amici, mia sorella mi segue e si mette a chiacchierare con Summer. << Ho sentito che “l’attesa” lezione sarà di sessuologia... dite che è possibile? Non mi sembra che ci abbiano mai fatto lezioni di questo genere. Sarei sicuramente stato attento! >> Rido e mi passo una mano tra i capelli mentre Seth guarda quasi sconvolto Jake. << Dove l’avresti sentito? >> Jake infila le mani nel giubbotto e alza le spalle. Non sento la sua risposta perché la mia attenzione viene catturata dall’arrivo di Bella. La osservo mentre ride e saluta le sue amiche e mentre prende in giro Taylor. Come se si sentisse osservata, si volta e incontra i miei occhi. Sorride e vedo che fa qualche passo verso di me, senza tentennare, lascio i miei amici e le vado incontro. Quando mi è di fronte, ride e mi chiede se quelli sono miei amici. Mi gratto la testa e voltandomi verso di loro – con sguardo quasi omicida – ammetto che in realtà lo sono. Perché devono sempre farmi fare figuracce? E pensare che non avevo nemmeno sentito i loro richiami mentre mi avvicinavo a Bella. Con il cuore che scalpita, le chiedo come sta e come ha passato la serata. Ci mettiamo a conversare animatamente quando iniziamo a parlare del film che ha visto – a mio parere un capolavoro, secondo lei una vera schifezza. Ridiamo e ci salutiamo quando suona la campanella. Nessun bacio, solo un semplice “a dopo.”

 

L’aula non è grande, in massimo ci saranno venticinque banchi ma a quanto pare non tutti hanno “il consenso” a entrare per seguire questa lezione. Mi siedo accanto a Jake nella seconda fila. Senza lasciarmi tregua, mi pone domande su domande senza lasciarmi il tempo di rispondere; rido ma lui continua imperterrito. << Ma no, tranquillo. Se vuoi, inizia anche a dare le risposte al posto mio. >> Continuo a sghignazzare quando prende a imitare la mia voce e le mie movenze. E’ assurdo, non è per niente cambiato, è sempre il solito giocherellone. Mi sorprendo nel vedere Bella entrare in aula, ma una parte di me è contenta; mi sorride e si va ad accomodare negli ultimi posti infondo all’aula. Il professore non si presenta, non chiede di alzarsi per salutarlo né altre cavolate, ci chiede semplicemente un attimo di silenzio.

<< Sesso, amore, perdizione, passione, lussuria. Ecco di che cosa parleremo. >> Jake si stravacca sulla sedia e sussurra un”wow”. Sorrido. << Oggi, discuteremo soprattutto su “quello che gli uomini non dicono”. >> Aggrotto la fronte e mi volto verso Jake, << La canzone non era: “Quello che le Donne non dicono”? >> Lui ridacchia e annuisce. 

<< In primis: Sì, è vero. Lui si masturba. >> Ovviamente il Lui è inteso in senso lato, sento dei mormorii ma una voce un po’ più alta, esclama: << No, davvero? >> Rido, il tono è volutamente sarcastico e purtroppo so anche a chi appartiene quella voce: a Bella. Il professore annuisce, come se non avesse notato che la sua esclamazione fosse retorica.

<< Per noi uomini, l’autoerotismo, è una reazione normale della sessualità. >> Non controbatto, non ho niente da dire, è vero. Una voce timida e un po’ insicura, porge una domanda: << Ma non è come se rifiutasse il proprio partner? Non fa intendere alla compagna che preferisce “fare” da solo? >>

Alzo un sopracciglio; ok, questa ragazza ha problemi col fidanzato.

<< No, è solo un momento intimo col proprio corpo, “purtroppo” se ne si sente la necessità. >> E’ vero. << Poveri, senza il sesso morite. >> Sbuffo, non pensavo che Bella potesse essere così... “sessista”. << No, non centra. Ci si masturba anche per sentirsi reattivi, ancora giovani. >> Nessuno commenta e il professore va avanti. << Una cosa da non fare, è farlo notare al partner – sempre se doveste beccarlo. >> Dopo questo argomento si passa al “sappiatelo, guarda donne più giovani”. Purtroppo non ho trovato niente da ribattere neanche lì. Mi è capitato di trovarmi in queste situazioni, viene naturale far cadere l’occhio. “A volte piange guardando i film”, cavolate, se devo piangere, non mi nascondo; centra poco l’orgoglio o il senso del potere di tenere un telecomando in mano. << La gravidanza è un bel momento, non solo per la madre. Si fa più sesso, si può stare tranquilli sotto più punti di vista ma quando il bambino nasce, molti uomini ne risentono, si sentono abbandonati, messi da parte. Alcune donne fanno passare anche più di due mesi per avere rapporti con il compagno e quest’ultimo ne sente la mancanza e di conseguenza il rapporto si raffredda. >> << In pratica con o senza voglia, dovremmo accontentarlo? >> Non mi sorprendo di sentire la voce di Bella, si è intromessa più volte con le sue domande. << Beh, bisognerebbe trovare un punto d’incontro. >>

Bella ride. << Tipo? >> Il professore sembra in difficoltà, senza pensarci mi volto e le rispondo io.

<< Esistono altri modi invece di fare sesso. >> Il professore annuisce e mi da ragione. << Certo, ma se non si ha voglia, non si è obbligati. >> << Tra marito e moglie ci sono degli obblighi e non penso che debba “pesare” aiutare il proprio maritino, no? >> Schiude la bocca ma poi si riprende rispondendo. << E se invece “pesasse”? Non tutti possono accettare di fare... “comunicazione” orale o di fare giochi di ruolo per allietare il proprio compagno. >> Il professore s’intromette. << Però aiuterebbe. Se ci si tiene a un rapporto, beh un modo si trova. >> Nessuno parla ma dopo qualche minuto di silenzio, una ragazza alza la mano. << Ho trovato dei siti porno sul computer del mio ragazzo, non gliel’ho ancora detto ma sono rimasta sbalordita. >> Faccio una smorfia. << Che cosa c’è di male? E’ normale visitare quei siti. Penso che dovresti preoccuparti se si mettesse a vedere dei filmati non propriamente di “coppia”. Non sono razzista, non discrimino nessuno ma penso che sia normale; quale ragazzo o uomo non si è masturbato almeno una volta davanti al pc? >> Mormorii di assenso mi accompagnano e sinceramente ne sono contento, non ci tenevo a fare una brutta figura. << Sì ma se lui quando fa l’amore con me immagina quelle? >> Scuoto il capo ma a rispondergli non sono io. << Non credo che accada, quando ti metti a guardare quelle cose è per curiosità o semplicemente per lasciarsi andare, ma questo non vuol dire che perché lo fai una volta, due, diventi ossessionato e che di conseguenza quando si ha il rapporto con il proprio partner, pensi a una persona che in realtà non conosci. >> Bella ha ragione, mi volto e la trovo a scrutare la ragazza. << La signorina ha ragione, l’autoerotismo non è niente di male. >> Osservo il professore e lo guardo attentamente mentre s’infila un paio di occhiali tondi e rosso fuoco. Orribili. << Anzi a volte è meglio che farlo con un uomo. >> Alcune ragazze ridono dell’affermazione di Bella, mi volto quasi sconvolto – ammetto che però sono sia eccitato che divertito. << Non mi dire! Non farmi cadere un mito, giochi con il “Dildo”? >> Rido e lei fa altrettanto. << No, ne ho trovato uno che fa entrambe le cose. Lascio a te immaginare. >> Senza parole torno a sedermi composto e... e beh immagino.

 

Siamo fuori dalla scuola, sto correndo per raggiungere Bella. << Ok, probabilmente penserai che sia pazzo ma devo chiederti una cosa. >> Sono arrivato giusto in tempo per fermarla prima che entrasse in macchina; quest’oggi è sola. Dopo la prima ora non abbiamo più parlato, solo qualche sguardo e sorriso. << Uhm dimmi. >> << Questa sera sei impegnata? Intendo verso il tardi, dieci e mezza, undici? Non pensare male, non sono un maniaco. >> Ride e appoggia la sua borsa in auto. << Chi ti dice che se accettassi non sia io ad approfittarmi di te? >> Sorridiamo ma infine cerco di non passare a un altro discorso – sicuramente più piacevole. << Sei libera stasera? >> S’imbroncia e incrocia le braccia al petto. << Può darsi. Perché? >> Mi avvicino al suo viso mettendo le mani nelle tasche dei jeans, la vedo arrossire e sussurro. << Perché voglio fare una pazzia, e devi esserci tu con me. >> Il mio cuore batte a mille ma mi ostino a mostrarmi calmo. Lei batte un paio di volte le palpebre. << O-ok. Alle dieci e mezza... dove? >> Mi mordo il labbro inferiore tornando in posizione retta, non posso mica mettermi a ballare e saltellare felice per il cortile della scuola, no? D’altronde non voglio traumatizzare nessuno e se dovessi farlo, Bella non uscirebbe più con me. << Se vuoi, ti passo a prendere a casa. >> E’ indecisa ma infine annuisce e dopo avermi lasciato il suo indirizzo, mi posa un bacio sulla guancia e sale in macchina. Mi ha baciato, certo sulla guancia ma l’ha fatto. Sospiro e cerco di svuotare un po’ il mio stomaco dalle farfalle, mi sento tanto un cretino... felice ma cretino.

 

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

Hanno preso il caffè, hanno parlato molto e ora hanno un vero appuntamento. Lo so, sicuramente - spero - qualcuno di voi si starà chiedendo che si è inventato Edward, io non parlo... non posso e non voglio farlo. Non ho proprio intenzione di rovinarvi la sorpresa! ^^

Lo so, forse con la lezione ho strafatto ma posso assicurarvi che nei licei - anche se sono più propensa a pensare per i college - avvengono questo tipo di lezioni... spero comunque di avervi fatto sorridere con quel pezzo. Le informazioni riportate, le ho prese da un articolo di un mensile per donne x) quindi non me le sono inventate! Bella parla a Brooke di Edward, lei beh reagisce in modo positivo e sprona l'amica a buttarsi, Tanya non appare ma Jacob sì... spero vi sia piaciuto. Mi piace il suo personaggio, è un amico sincero che per quanto gli anni siano passati lui è rimasto uguale. Esistessero tante persone così! Ok... vi do un piccolo indizio... in realtà, nel capitolo è detto dove Edward porterà Bella per l'appuntamento... ma ho la bocca cucita! Vi ricordo di passare dal blog, perché metterò uno spoiler in questi giorni e poi... beh tanto per cambiare un po', vorrei solo spiegare che non ho abbandonato le altre mie storie, è solo che ho pochissimo tempo e la stesura dei capitoli è lunghissima. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, incrocio le dita come mio solito. Un bacione e spero di risentirvi, JessikinaCullen.


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Lapels and surprises by JessikinaCullen is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
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Capitolo 4
*** Faccia d'angelo; vivimi, fidati. ***


È martedì, è tutto va bene. No dai, a parte gli scherzi ^^ eccomi qui con il nuovo capitolo e sono letteralmente elettrizzata. Spero vivamente che vi piaccia perché molte cose vengono a galla e molti di voi prenderanno Bella per scema (solo sotto un certo punto di vista) ma d’altra parte io so essere anche molto pazza e lo capirete da molte cose che non dico, perché non voglio anticipare nulla! Sono davvero molto contenta di vedere che la storia vi piace, vi appassiona a tal punto di sperare di avere una macchina del tempo! Mi sembra quasi assurdo ma gioisco come un’Alice saltellante che batte le mani e fa diventare tutti sordi con i suoi gridolini xD sarebbe meglio che io stoppassi un po’ la mia fantasia, avete ragione. Questo capitolo è stato revisionato da me e la mia amica – pazza – Sandra. Ci siamo divertite molto e a lei sono venuti gli occhi a cuoricino. (Non aveva mai letto nulla di mio, e mi ha fatto una valanga di complimenti cui stento ancora a crederci!) Ok, avete ragione, avete aspettato una settimana e ora volete leggere il capitolo, vi saluto sperando che il capitolo vi piaccia. Vorrei dedicare questo capitolo a Luisina, è una persona fantastica, sempre gentile, disponibile ed estremamente paziente (soprattutto con me; ho perso il conto di quante volte mi ha minacciata di venirmi a picchiare se non capisco un paio di cose!) Grazie a tutti, incrocio le dita e rimango in apnea sperando di leggere che ne pensate, un bacione! P.S: Chiara lo sai che ti voglio bene, vero? ;) grazie di tutto.

 

Recensioni capitolo 03:

She: Davvero? Spero che questo capitolo te lo faccia pensare con sempre più sicurezza!! ;)

Ila_Cullen: Ciao impaziente! ^^ eccomi qui con il nuovo capitolo, spero ti piaccia, con tutta sincerità... no, non la porta al campetto, ma non ti dico altro perché non voglio rovinarti la sorpresa. 0.0 io scrivo divinamente? Beh sono scioccata ma contenta, grazie dell’immenso complimento *me con occhi luccicosi* buona lettura! ;)

Grepattz: Ciao bellissima! Beh sì, sta andando veramente tutto bene e devo darti nuovamente ragione per quanto riguarda il “tornare allo stadio adolescenziale” hahaha mi diverto troppo e con questo capitolo oltre a essermi fatta un overdose di dolcezza, noterai il mio solito sarcasmo! Un bacione, spero ti piaccia... buona lettura!

Alexia__18: Ciao carissima! Grazie per aver recensito nuovamente! :D innanzitutto ti prometto che leggerò le tue storie ma non so quando per la mancanza di tempo ma sappi che lo farò; promesso! Ti sei stupita del carattere di Bella? Beh c’è da dire che questa Bella è molto diversa da quella originale, è anche più grande e in quella scuola ha sempre avuto una “responsabilità” essendo popolare, lei non si finge un’altra è semplicemente molto sarcastica ed essendo attorniata dalle sue amiche si è lasciata andare durante la lezione, praticamente è come me xD sì effettivamente alcune cose rispecchiano i telefilm che amo ma ti assicuro che non lo faccio nemmeno a posta ^^” spero che il capitolo ti piaccia, grazie infinitamente per i complimenti. Un bacione!

Serve: Come noterai, questa Bella è diversa da tutte le altre della mia storia, anche se sinceramente le reputo tutte diverse, nemmeno una penso che si somigli ma posso assicurarti che Bella prova qualcosa per Edward ed essendo abbastanza grande non si nasconde, non sminuisce i suoi pensieri e cerca di vivere quello che le viene dato come se fosse veramente tornata un’adolescente ;) sono contenta che la storia ti piace, spero possa piacerti anche l’idea di Edward, un bacione e grazie per aver recensito! :D

Loulou72: Hahaha mi fa enormemente piacere vederti così presa da questa storia ^^ come ho più volte detto ci tengo davvero tanto. Mmmh, beh non ti anticipo nulla (me perfida) preferisco darti alla lettura e goderti appieno del capitolo. Spero di essermi espresso bene e di non essere risultata “banale” (anche se non credo) un bacione e fammi sapere ;)

Sara_Twilighters: Ti dico solo una cosa: leggi il capitolo e avrai le tue risposte ;)

Chi61: Ma io sono contentissima!! :D c’è da dire che non sei l’unica ad aver pensato che Ed l’avesse fermata per avere delucidazioni sulla lezione ma posso dirti che Edward scherza facilmente con lei e alla fine non mi sembrava il caso di rendere le cose imbarazzanti per entrambi. Un conto penso sia parlare durante la lezione e un altro fuori, da soli! Però hai ragione, si sono trovati molto in sintonia, infatti, Edward le ha già chiesto di replicare e questa volta come appuntamento *__* adoro sempre di più questo Edward! Un bacione e buona lettura, grazie come sempre! ^^

Semolina81: Ciao! Oddio io adoro le tue recensioni e vedere, capire e leggere che davvero ti piace mi fa gongolare come una scema. Su molte cose devo darti ragione, io in primis ho sbavato nel cinema quando Robert/Edward è apparso nella mensa (nel primo film), la camminata beh io m’immagino quella in New Moon quando esce dalla volta e per ultima cosa c’è da dire che entrambi provano attrazione, in questo capitolo vengono a galla molte cose (non voglio anticiparti nulla) e spero di essere riuscita a far capire un’altra parte del carattere di Bella. Il “giochino” di cui parlava Bella durante la lezione, sarebbe il Coniglietto, è praticamente un vibratore che riesce a stimolare sia l’interno che l’esterno della vagina. Cercalo su google e capirai meglio :D La lezione è stato un vero svago per me, mi sono divertita un casino a scriverla soprattutto perché avevo da poco letto un articolo riguardanti quelle cose e l’esclamazioni di Bella le ho fatte proprio io ad alta voce xD vabbè, ti lascio alla lettura un bacione e un enorme grazie!

Jesskiss85: Ciao! Wow che dire se non grazie? Ti ringrazio di cuore. C’è da dire che sotto molti punti di vista (come mi è stato fatto notare da chi mi conosce bene) questa Bella assomiglia sotto molti punti di vista a me. Il sarcasmo, l’ironia e forse anche le seghe mentali che si fa. Sono contenta che la storia ti piaccia... un’ultima cosa, hai azzeccato il posto ma non dico altro ;)

Giova71: Ciao! Grazie per ave recensito, hai detto bene, a piccoli passi stanno avanzando. Spero che il capitolo ti piaccia... non aggiungo altro perché non voglio rovinarti la lettura, un bacione e grazie!

Fallsofarc: Tesoro, io riesco a stupire te? *_* ogni volta che me lo dici, rimango senza parole! Grazie. Hai ragione, in ogni storia che leggo c’è sempre Tanya “cattiva” e Jacob il terzo incomodo, mi ero stufata dello stereotipo e mi sono rifatta facendoli apparire diversi nella mia storia ;) sono contenta che tu abbia apprezzato! Come hai detto tu, senza togliere a Rob, ma è normalissimo che t’immagini Chad che gioca al campetto =P io ho immaginato proprio la stessa cosa!! Hahaha Bella una nerd mancante? Mmmh, mi sa di sì ;) e sono contenta che ti piaccia... anche perché come mi hai detto su msn sotto alcuni punti di vista assomiglia a me caratterialmente xD lo so che il capitolo lo hai già letto ma spero comunque che rileggendolo (se lo farai) ti piaccia! Un bacione tesoro e grazie di tutto!

Mr Darcy: Ciao! Ehm... no! ;) non ci hai azzeccato ma spero che la mia idea ti piaccia. Buona lettura ^^

_Miss_: Tu mi lusinghi troppo ma sono contenta di averci preso al cento per cento con i personaggi! ^^ devo ammettere che io adoro Nathan e Haley però ho già messo troppo e devo ammettere che per questa storia mi serviva proprio Brooke sotto alcuni punti di vista del suo carattere. Seth e Summer sono stati un caso, in realtà mi era stato fatto notare e infine ho scelto loro come personaggi (intendo come figura). Sono davvero contenta che apprezzi il mio modo di scrivere e tutto il resto, ne sono davvero contenta, grazie! Un bacione e buona lettura!

Vanderbit: Wow, meno male non ho scritto cavolate xD no, niente campetto ;) sarebbe troppo ovvio. Buona lettura e grazie per aver recensito! Un bacione.

Kittyna1990: Ciao, io posto ogni martedì xD più in fretta di così non posso fare. Spero che il capitolo ti piaccia. Effettivamente Edward è molto dolce ma sono sicura che più andrai avanti, più apprezzerai anche Bella :D un bacione.

 

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Capitolo quattro – Lapels and surprises: Faccia d’angelo; vivimi, fidati.

Bella pov.

Apro la porta di casa e mi trovo le mie amiche, più Pitt, sul tappeto del salotto che sfogliano e parlano di qualcosa. Cautamente mi avvicino ma non riesco a capire che cosa stanno architettando. Brooke si volta e mi sorride. << Eccoti! Questo è Edward. >> Si alza leggiadra come al solito e mi porge un vecchio album del liceo; invece di abbassare i miei occhi e guardare la foto – e saziare la mia curiosità – continuo a guardarla. << Perché vi siete messi a cercare? >> Tanya sbuffa e sposto il mio sguardo su di lei. << Perché hai detto di non ricordartelo e noi eravamo incuriosite dal fatto che un ragazzo così bello potesse essere in qualche modo uno sfigato. Se ricordi, io non mi ero mai avvicinata perché era a un livello troppo basso della scala sociale. >> Questo discorso m’innervosisce, ho sempre “odiato” la scala sociale e il veto che doveva esserci al liceo, neanche appartenessimo a chissà quale lontano secolo! << Non m’interessa com’era. Mi piace com’è adesso. Una foto non potrà farmi capire quanto sia stata “stupida” a perdere tempo con Christopher invece di cercare lui. >> Pitt alza le sopracciglia e sorridendo mi chiede: << Perché, pensi che se lo avessi notato prima probabilmente stareste ancora insieme? Da quello che sto leggendo sugli annuari, ha sempre e solo avuto una faccia d’angelo. Ha fatto perdere la testa a molte ragazze, e ha avverato molti loro desideri ma un commento di un suo amico mi ha fatto pensare che in realtà lui amasse qualcuno che non potesse avere. Senti qui: “Ehi Ed, l’anno è finito. La Dea sta ancora con il moscio, pazienza, l’amore col tempo passa, basta abituarsi. Buona estate socio, ci vediamo al college”. >> Era innamorato. Lo stomaco mi si chiude ma automaticamente mi do dell’idiota. Non l’ho visto con nessuna ragazza in questi due giorni, se tenesse ancora a Lei a quest’ora, si sarebbe avvicinato in qualche modo, no? Chiudo l’album che ho in mano e osservo le mie due care amiche. << Voi come fate ad avere il suo annuario? >> Le vedo prendere tempo ma alla fine cedono e mi spiegano che hanno preso una copia dall’archivio. Rido, sono sempre le solite. Mentre facciamo merenda – eh sì, le vecchie abitudini non muoiono – spiego loro che stasera uscirò con lui, ma non so ancora quale sia la meta. << E’ strano che ti abbia chiesto di vedervi sul tardi. >> Annuisco alle parole di Tanya, l’ho pensato anch’io. << Magari vuole solo consumare. >> Pitt ingurgita la sua fetta biscottata con la nutella mentre noi ragazze lo trucidiamo con lo sguardo, lui alza le spalle. << No, non penso che sia per quello... come mi ha detto, ha in mente qualcosa e mi ha espressamente chiesto di non pensare male. E’ un gentiluomo, questo lo devo ammettere. Non sapete quante cose abbiamo in comune e di come ci troviamo bene a parlare. E’ assurdo ma non penso di essere riuscita mai a entrare così in sintonia con un uomo. >> Brooke sorride angelicamente mentre Tanya batte le mani elettrizzata. << Non dirmi che ti stai innamorando! >> Sgrano gli occhi e inizio a negare. << No, non è amore, giuro! Però c’è attrazione, quell’imbarazzo che svanisce dopo qualche parola, quegli sguardi complici e battute maliziose. Mi piace, non lo posso negare, ma non è amore. Ci conosciamo da due giorni! >> Loro – le ragazze – alzano le spalle mentre Pitt mi osserva attentamente. << L’ultima volta che ti ho vista così presa, uscivi con Adam. Un anno fa. >> Annuisco. << E’ vero ma non sono mai andata molto oltre con Adam, alla fine si è dimostrato un pallone gonfiato con tanti soldi e poco cervello, mentre Edward no. Anche se fa l’architetto e ha molti soldi, non se ne vanta e di cognome fa Cullen, suvvia sappiamo tutti che Carlisle Cullen è uno dei migliori medici dello stato di Washington! >> Annuiscono e Brooke mi chiede se lo ha mai menzionato. Scuoto il capo.

<< Ha accennato qualcosa su sua madre, su sua sorella... da quello che so – e non me lo ha detto lui – Emmett è suo fratello ma del padre non ha detto nulla. >> Alzo le spalle e sparecchio iniziando a pensare a che cosa avrà in mente. Sono emozionata, agitata ma in fin dei conti elettrizzata. Sono contenta che in qualche modo anche lui sia “interessato” a me, molti ragazzi non avrebbero fatto come lui. Mi da i miei spazi, non mi ha chiesto il numero del cellulare e soprattutto sta cercando di organizzare un’uscita a sorpresa. Per la prima volta – dopo tanto tempo – sono contenta di sentirmi come un adolescente!

 

<< Finiscila! >> Sobbalzo spostando gli occhi su di Tanya che sfoglia una rivista. << Di fare cosa? >> La mia voce trema, so che cosa non dovrei fare, eppure non ci riesco.

<< Di guardare l’orologio. Avevi due occhi a palla. Sembravi strafatta. Smettila. Mancano dieci minuti, se arriva in ritardo che cosa fai? >> Ridacchia e mi prende le mani tra le sue. << Ti voglio bene Bella ma questo è troppo. Per quanto sia contenta che ti stia “riprendendo” da non so nemmeno io cosa, mi stai preoccupando. Non sei mai stata così... così petulante! >> Fa un cenno di assenso col capo per dare più peso alle sue parole ma io la guardo senza capire. << Petulante? Ma se non ho parlato e non sto facendo nulla! >> Alza gli occhi al cielo. << Suvvia che hai capito! Mi riferisco al fatto che ti sei vestita carina, truccata appena: ti sei messa in tiro non sapendo nemmeno dove ti porta e soprattutto senza conoscere lui. >> Alzo un sopracciglio. << E’ per quello che ci esco, perché voglio conoscerlo. Tanya, com’era durante il liceo? >> Abbasso lo sguardo quando si alza sparendo per un paio di minuti – che ovviamente io cronometro guardando le lancette dell’orologio. << Guarda con i tuoi occhi. Ieri sera, dopo che sei tornata dal cafè, mi hai detto che più passavi il tuo tempo con lui, meno ti veniva in mente come fosse. Guardalo. Bella, posso assicurarti che non mi hai mai parlato di lui, a quell’età eri troppo presa da Christopher per notare altri ragazzi e uno come Cullen, anche se ti avesse girato attorno, non lo avresti notato. Ti ha detto che avevate fatto dei corsi insieme, eppure non ti viene bene in mente la sua figura... guarda la foto e cerca di capire se il ragazzo che vedi nella tua mente è lo stesso. Secondo me no. Comunque mancano tre minuti. >> Sorride e mi porge lo stesso album che tenevo quello stesso pomeriggio tra le mani. Titubante lo afferro e continuo a ripetermi che ha ragione lei, io a lui ho detto che lo ricordo ma in realtà quel poco che so, è perché lo ricordo dalle conversazioni con Tanya, la sua figura non mi viene in mente. Abbasso lo sguardo e osservo la pagina, cerco il suo volto tra quelli esposti e quando incontro due occhi verdi e un sorriso smagliante, non posso non sorridere anch’io come una scema. Guardo attentamente quella piccola foto stampata e mi stupisco di non averlo mai notato. Era bello – meno di adesso visto che i suoi lineamenti sono più marcati, più maturi – ma comunque bello. Ecco perché non aveva problemi con le ragazze, ecco perché non era classificato un secchione, uno così non poteva passare per lo studioso ma bensì per quello fortunato che accalappiava molte ragazze. E’ vero, il suo era un viso d’angelo. I capelli erano più lunghi di come li porta adesso ma in ugual modo spettinati, i suoi lineamenti erano più gentili, troppo angelici, e i suoi occhi... beh quelli sono uguali anche se tramite la foto sembrano spenti... ma è una foto, quindi è sicuramente una mia impressione. Alzo lo sguardo e mi trovo di fronte Pitt, sobbalzo facendolo ridere. << Che hai da sghignazzare? >> Mi manda un bacio con le labbra facendomi aggrottare la fronte, è impazzito, sapevo che questo giorno sarebbe arrivato! << Il tuo principe azzurro – senza cavallo ma con una Volvo – è arrivato mentre... beh sognavi ad occhi aperti. E’ sotto che ti aspetta. Tanya ha già in mano il tuo cappotto e la sciarpa, devi metterti le scarpe. Respira e cammina, andrà tutto bene. Per qualunque cosa chiama che corriamo. >> Mi sorride e mi spinge verso la mia camera a mettere le scarpe. Cerco di seguire il suo consiglio – cioè di respirare. Andrà tutto bene, è solo un appuntamento. Certo, e allora perché non riesco a calmarmi? Li saluto e corro per le scale sperando di non rompermi l’osso del collo. Quando arrivo nell’androne, mi blocco con il fiatone, è lì, davanti alla porta, dentro il portone che mi sorride. Ricambio il suo gesto e cerco di rimanere in piedi senza far tremolare ulteriormente le mie gambe. Perché devono fare Giacomo Giacomo proprio adesso?

 

Edward pov.

Lo ammetto, ero agitato ma quando l’ho vista tutta di corsa, mi sono tranquillizzato.

Per tutto il pomeriggio sono stato in ansia, alla fine so che quello che stiamo per fare non è... propriamente legale ma ci tengo. Al citofono mi ha risposto Tanya e non ho potuto non ridere quando l’ho sentita fare un urletto quando ho pronunciato il mio nome. Non so cosa Bella abbia raccontato, ma tutto sommato sono tranquillo. Ci siamo scambiati due baci sulle guance e le solite domande di routine: come va? Come stai? Pronta? Curiosa? Ok, forse le ultime due non sono proprio di routine ma era per far capire.

<< Posso sapere dove mi stai portando? >> Rido scuotendo il capo. << No. Paura? >> Mi volto incontrando i suoi occhi.

<< No, affatto. >> Sorrido e gli chiedo che cos’ha fatto nel pomeriggio. Si è inizialmente irrigidita e credo – non ne sono sicuro – mi abbia mentito.

Ha detto che ha riordinato dei vecchi album di foto e chiacchierato amorevolmente con le sue amiche.

<< Siamo a scuola, che cosa ci facciamo a scuola? >> Sorrido e scendo dall’auto, lei fa altrettanto e sussurrando me lo richiede quando mi affianca davanti al bagagliaio.

<< Non te lo dico. >> Continuo a sorridere e sghignazzo quando vede due pale nel cofano. << Ok, non sei un maniaco ma un omicida. Bene, sono talmente fortunata che mi sono praticamente data la “pala” sui piedi. >> Rido e afferro gli “attrezzi” chiudendo il cofano. Mi avvio verso il retro della scuola e la sento seguirmi. << Se sono un pazzo omicida perché mi stai seguendo? >> La sento sbuffare, è a qualche passo dietro di me, per cui rallento e l’aspetto; quando mi affianca, noto che ha le braccia strette al petto e ha le guance rosse per via dell’aria pungente della notte. << Non lo so, spero solo di tornare a casa viva. >> E’ seria, e questo mi preoccupa, mi fermo e l’afferro delicatamente per un polso, quando si blocca si volta verso di me e faccio scendere la mia mano sulla sua. << Bella, scherzi a parte, non potrei mai farti del male. Fidati, lo so che detto da uno “sconosciuto” può sembrare strano e ovviamente insensato ma se puoi, fallo. Ti riporterò a casa sana e salva, al massimo avrai i pantaloni un po’ sporchi. >> Finisco il mio discorso sorridendo, la osservo mentre ragiona e sento il mio cuore scalpitare quando fa un passo verso di me rafforzando la presa sulla mia mano. << Come hai detto te, è insensato ma ti ho seguito fino a qui, sono curiosa e per quanto non dovrebbe piacermi, adoro infrangere le regole, nonostante mio padre sia un poliziotto, sono entrata più volte nella scuola di notte quando ero più piccola. >> Ridacchio e intreccio meglio le nostre mani riprendendo a camminare. La sua mano è fredda, la mia è calda. La sento sospirare. << Grazie per la fiducia... o devo dire grazie alla tua impiccitaggine? >> Ride. << Alla mia cosa? >> Sono sicuro di essere arrossito. << Alla tua curiosità, però impiccitaggine mi piace di più, poco importa che non esiste. >> Ridiamo e continuiamo a percorrere il lato della scuola finché non arriviamo ai campi sul retro. << Allora, se non sbaglio, hai detto che è nel campo di football. >> Mi guardo attorno, la luce è poca ma ho portato una torcia. Mi strattona per un braccio, quando la guardo, vedo il suo volto illuminarsi, mi sorride e noto i suoi occhi lucidi. << Dimmi che è impossibile. >> Alzo un sopracciglio, senza pensare faccio un passo avanti fino a trovarmi praticamente a un paio di centimetri da lei. << Non leggo nella mente ma se ti riferisci alla scatola – o quello che è – che hai sotterrato chissà quanti anni fa, sì, siamo qui per questo. >> Pianta un urlo e mi salta addosso abbracciandomi facendomi cadere gli oggetti dalle mani; rido e la stringo a me per non farla cadere. Mi piace il contatto tra i nostri corpi, il mio cuore non può fare a meno di correre come un forsennato per tutto questo subbuglio di emozioni. << Uhm, oddio scusa. Mi sono lasciata andare. >> Ridendo l’aiuto a rimanere in equilibrio dopo che l’ho aiutata a mettere i piedi per terra. << Non preoccuparti. Chi lo sa, magari mi ha fatto piacere. >> Abbassa lo sguardo sorridendo e non mi risponde, ora ne sono sicuro: sono un coglione! Perché l’ho detto? Un conto è farmi domande e rispondermi da solo, un conto è fare “battute” a lei! Mi schiarisco la voce. << Ricordi, più o meno, il punto? >> Mi volto, così da potermi insultare mentalmente senza fare smorfie visibili, e mi osservo attorno. << Non è stato sgradevole. >> Aggrotto la fronte ma non mi volto, la mia salivazione si è azzerata e ho paura di sapere di che cosa sta parlando. << Che cosa? >> Ok, forse la mia voce poteva risaltare più tranquilla e meno tremolante ma con Bella accanto, mi è complicato stare tranquillo. La sento avvicinarsi, ogni suo passo, fa automaticamente aumentare la frequenza del mio battito cardiaco. No, un infarto adesso no! La sento deglutire, è proprio dietro di me, percepisco la sua presenza. << L’abbraccio, il contatto tra i nostri corpi... non è stato sgradevole. >> Tiro un respiro di sollievo e abbasso lo sguardo sul manto verde del campo di football. << No, affatto. >> L’ho sussurrato e spero non mi abbia sentito.

<< Allora perché hai cambiato discorso? >> Ahi, mi ha sentito. Mi volto e cerco di non guardarla in volto. << Perché ti ho messo in imbarazzo e non volevo. >> La vedo annuire. << Edward, voglio essere sincera. Ci conosciamo da due giorni, prima non abbiamo mai conversato o cose simili e mi spiace. Ora tu sei qui e... e mi stai dimostrando che in qualche modo ci tieni, ne sono contenta e apprezzo questo tuo aprirti gradualmente, molti ragazzi se si fossero fatti avanti, lo avrebbero fatto solo per un motivo, spero non sia così anche per te... so di essere stata io a farmi avanti ma... >> Sorpreso, anche un po’ irritato dalle sue parole, incontro finalmente i suoi occhi; è seria e vuole una risposta, anche se non ha completato la frase. << Bella, come ti ho detto: fidati. Non sono un malintenzionato. E’ vero, io sapevo già chi fossi, ma non per questo vuol dire che ti voglio portare a letto. Per carità, sono un uomo e tu sei diventata una bellissima donna ma m’interessi non solo fisicamente, questo lo dimostra dal fatto che siamo qui, dove forse altri non ti avrebbero portata perché non sono così pazzi o perché non avrebbero mai fatto caso a quel piccolo e forse insignificante parte del tuo discorso fatto al cafè. >> Sospiro e allontano un attimo il mio sguardo dal suo ma poi riprendendo a parlare non posso fare altro che rispecchiarmi in quei suoi stupendi e luminosi occhi. << Davvero Bella, mi piaci ma non voglio nulla in cambio. Mi fa piacere già il fatto che ora tu sappia chi sono. >> Mi sorride e mi accarezza una guancia fino a far sparire la sua mano nei miei capelli. Socchiudo gli occhi beandomi delle sue carezze, schiudo la bocca cercando di non ansimare – d’altronde le ho appena detto che non sono un maniaco! In un secondo sento il suo petto appoggiato al mio e la sua fronte sul mio mento. Appoggio le mie labbra su di essa e ci poso un bacio. La sua mano è ancora nei miei capelli e il mio cuore è tranquillo. Batte regolare: sta bene, proprio come me.

 

Bella pov.

Ok lo ammetto, dopo il suo discorso ero tentata a fare conoscenza con le sue labbra.

Non so cosa mi abbia trattenuta, ma meglio così.

Lo sto guardando “zappare” e sorrido pensando che domani vedremo il preside con quei suoi pochi capelli bianchi, dritti per questo casino. Torno con la mente a qualche minuto fa, mentre eravamo ancora abbracciati, non c’era imbarazzo, io stavo bene tra le sue braccia e sentire – finalmente – le sue labbra su di me, anche se non sulle mie, mi ha fatto capire che mi sto davvero prendendo una cotta. Questo ragazzo è leale, è sincero e soprattutto non vuole prendermi in giro. Lo ammiro, vorrei anch’io essere così determinata. Non ho avuto un minimo di tentennamento nel credergli, strano solitamente sono molto restia a fidarmi di qualcuno.

Sto sbagliando? Forse. M’importa? Affatto.

<< E’ bello vedere che ti stai dando cuore e anima a questa ricerca. >> Rido nel vederlo sporco di terra e sudato per la faticata. Ha ragione, dovrei aiutarlo ma in realtà mi diverto vederlo all’opera. << E la cavalleria che fine ha fatto? Una donna non deve mica alzarsi le maniche! >> Mi sorride. << Infatti, non voglio che ti alzi le maniche, ma che prendi una pala e che cerchi quella scatola. >> Gli faccio una linguaccia divertita. Con lui sembra tutto così semplice. Sbuffa e si rimette a cercare. << Sei, sei... fidanzato? >> Avrei dovuto porgergli prima questa domanda, magari ieri mentre ci ingozzavamo e ci stavamo conoscendo. Si ferma. Non si volta. Stiamo andando troppo oltre, ha già detto che gli piaccio, ne sono contenta ma se è fidanzato, scomparirò... non farò mai l’amante. Non fa per me, solidarietà femminile a parte, penso che invece di tradire, sia meglio lasciare la persona con cui si sta, non mi piacciono i doppiogiochisti. E non voglio tornarci cornuta. Finalmente fa scontrare i nostri occhi, sono sicura che vede il timore stampato a caratteri cubitali sul mio viso ma per tormentarmi o forse per farmi capire che in realtà è fidanzato, sta in silenzio. Trattengo il respiro per qualche secondo quando schiude la bocca. << Mi sono chiesto più volte quando me lo avresti chiesto. >> Mi sorride ma non ha ancora risposto. Non sono tranquilla e non me la sento di corrispondere al suo gesto. << Non ho mai tradito, non ci vedo nulla di bello in un gesto simile. Se fossi stato impegnato, ora non sarei qui. >> Tiro un respiro di sollievo e gli sorrido grata e felice. Mi sono tolta un peso dallo stomaco. << Perché non mi hai chiesto il numero di cellulare? >> Ride alzando il volto verso il cielo plumbeo. << E’ un interrogatorio? >> Corrugo la fronte facendo una smorfia e lui ridendo si appoggia al manico della pala rispondendo. << Per quanto – forse – non sembri, sono un ragazzo timido con dei principi. Ora ho ventiquattro anni e posso dire di avere la testa sulle spalle, è ovvio che ho fatto le mie cavolate ma non ti ho chiesto il numero perché sapevo di rivederti e... e avevo paura di approfittarne troppo sapendo di avere il tuo numero nella rubrica. Sono mieloso quando voglio. Non desidero passare per il ragazzo stancante e dalle frasi fatte. Ho preferito evitare, ma non è che non lo desideri. >> Sorrido, non ha solo una faccia d’angelo. Non è più il ragazzino “play boy” che era al liceo. << Ti sei mai innamorato? >> La mia è semplice curiosità, io a ventiquattro anni non so cosa sia veramente l’amore, non quello vero. Per quanto io scriva libri per i bambini – e che di conseguenza narri dell’amore – non conosco di per sé il sentimento. Mi spiace, ma non mi è mai capitato. Lo intravedo arrossire, mi sembra quasi titubante, non voglio apparire come un'impicciona. << N-non sei obbligato a dirmelo. Era solo curiosità. >> Mi sorride. << Sì, ho notato che era semplice curiosità ma... il punto è che sì, mi sono innamorato e non dico di esserlo tuttora ma sai... è strano, complicato. Non voglio annoiarti, farti addormentare o scappare. >> Non rispondo al suo veloce sorriso, non proferisco parola, riprendo a osservarlo zappare mentre pondero le sue parole. E’ stato innamorato, forse lo è tuttora. Allora che cosa ci fa qua? Non voglio essere presa in giro! << Non voglio essere un gioco, un passatempo... >> Non posso continuare perché sento un rumore di due “metalli” che si scontrano, Edward incontra il mio sguardo per poi abbassarsi – e di conseguenza sporcarsi quei pantaloni della tuta che gli stanno benissimo – e tirare fuori dal terreno la vecchia cassetta di metallo che avevo sotterrato. Mi avvicino, e fregandomene dei jeans, mi metto in ginocchio accanto a lui. Non lo guardo, la mia attenzione è tutta sulla cassetta di fronte ai miei occhi. << Non sto giocando, mi piaci Bella. Fidati. >> Mi metto una ciocca dietro l’orecchio e alzo lo sguardo. E’ dispiaciuto, mi sembra di capire che vorrebbe spiegarmi ma che magari non è pronto o che forse non ne trova il motivo. Gli piaccio, devo farmi bastare questo – per ora. << Anche tu mi piaci, è per questo, che non voglio che ci siano dei fraintendimenti. >> Annuisce e sorridendo m’indica la cassetta. << E’ questa o c’è qualcun altro che ha avuto la tua stessa idea? >> Rido e scuto il capo. << Solo per vederti ancora lavorare, ti direi che non è questa ma sono buona, perciò ti dico la verità: abbiamo trovato il nostro tesoro! >> Sorride, so di aver parlato al plurale, mi è venuto naturale e stranamente mi piace parlare di un noi. So che tutto ciò è prematuro ma... chi se ne frega! Apro – con un po’ di fatica facendolo divertire – quella “piccola” cassetta e appena tiro su il coperchio tossisco per via della polvere e del terreno che si è sparso per aria.  Afferro degli oggetti e li osservo con un lieve sorriso, sento la sua presenza accanto e per quanto mi faccia piacere solo saperlo vicino, mi fa ancora più piacere vedere che non s’intromette. Non che qualche sua domanda possa innervosirmi e che... sono ricordi. << Quello sono io. >> Alzo lo sguardo da una foto con noi cheerleader, e mi volto verso di lui, sta guardando un’altra foto... non sorride sembra pensieroso. << Dove? >> Incontra i miei occhi e mi porge la piccola fotografia. Eravamo al ballo di fine anno ed ero abbracciata – per quanto mi permettesse la rabbia – a Christopher. Ricordo che lo avevo da poco beccato con... quella. << Non ti avevo mai notato. Ho “nascosto” questa foto per non vederla più e soprattutto perché speravo che sotterrando “lei”, sotterrassi automaticamente anche i miei ricordi di quella serata. >> Continuo a osservare la foto, sento il suo sguardo addosso ma non so cos’altro dire. << E’ proprio vero: Il viale dei ricordi è una strada a doppio senso. >> Non alzo lo sguardo, so che non era sua intenzione, ma il suo sussurro per me è stato come uno schiaffo in pieno volto. Lo sento sedersi e passarsi una mano tra i capelli.

<< Quella sera ti avevo rivolto la parola e mi avevi anche sorriso. >> Mi volto e guardo incantata le sue labbra tirate all’insù. << Ti avevo chiesto se volevi qualcosa da bere; eri da non so quanto tempo al tavolo dei cocktail, c’era qualcosa che non andava perché te ne stavi da sola mogia mogia e io allora ne ho approfittato, mi sono avvicinato e ti ho offerto un drink, poi hai sorriso e te ne sei andata. >> Lo guardo sconsolata. << Scusa, avevo la testa altrove. >> Non ricordo affatto quel momento ma non penso sia un bene dirglielo. Abbassa i suoi occhi sull’orologio che porta al polso e sorride. << E’ tardi, forse è meglio che ti riporti a casa, domani abbiamo scuola. >> Ridacchia e faccio altrettanto, è così strano sentirsi dire “domani abbiamo scuola”. Mi alzo – aiutata da lui – e ci dirigiamo, in silenzio, verso l’auto. Prima che possa aprirmi la portiera, mi fermo e blocco anche lui afferrandolo per un braccio. << Sono stata bene questa sera, dico sul serio. Ora so che non mi stai prendendo in giro e che non hai problemi a parlare con me. Grazie per... per esser diventato un “contadino” per farmi solamente sorridere. >> Gli sorrido e lo intravedo arrossire. << Sono contento che tu sia stata bene ma... voglio chiederti una cosa. Domani – da quello che ho capito – per noi “adulti” sarà complicata la giornata. Dovremmo passare un’ora in una classe e rispondere a tante domande di adolescenti pazzi e curiosi, e poi ci toccherà sorbirci un gioco in aula magna – idea del preside – per cui, volevo chiederti se nel pomeriggio avresti voglia di vedermi. >> Reprimo un sorriso e mi muovo agitata rimanendo sul posto. << Mi piacciono gli uomini che non si arrendono. >> Ridacchia abbassando lo sguardo. << Sì, accetto volentieri però fatti lasciare il mio numero. Non disturbi se mi chiami o mandi qualche messaggio. >> Annuisce e baciandomi la fronte – facendo impazzire il mio cuore – mi dice un timido “Grazie”. Sì, sono stata davvero bene, poco importa che io non lo abbia notato prima, ora lui è qui con me e vuole vivermi come se nulla fosse. A me sta bene e a quanto pare anche a lui.

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

Il primo appuntamento. Le prime domande. Il primo quasi bacio.

Sono successe davvero tante cose e soprattutto ORA Bella ha bene in mente chi fosse Edward. Ha visto la foto ed è rimasta sconvolta nel capire che non lo avesse mai notato. Ora si sta egregiamente rifacendo della sua svista! Spero che l’idea del dissotterrare la scatola vi sia piaciuta. Idea presa da “one tree hill”, lo ammetto. Edward appare in una foto che era proprio dentro la scatola, non se n’era mai accorta, ma lui sì. In questo capitolo ritroviamo Tanya e soprattutto Pitt, lo adoro, non so perché ma penso che sarebbe me al maschile! xD tornando a parlare della coppietta, c’è da dire che sono entrambi molto “presi”. Si stanno conoscendo ed è ovvio che le prime domande escano fuori, diciamo che la più coraggiosa è Bella e per fortuna trova le risposte che voleva... tranne quella dell’innamoramento. Tenete bene in mente la Dea, anche se sono sicura che praticamente tutti abbiamo capito che il commento lo avesse scritto Jacob e che fosse riferito a Bella, no? Per fare più contenta me che voi, vi mostro il campetto di River Court, per il campo da dove sotterrano la scatola di metallo con i ricordi di Bella dovrete aspettare, non sono riuscito a trovarlo. Spero vi piacciano e vi rendano il tutto il più credibile possibile. Uffa, la smetto di parlare perché devo scappare, spero di sentirvi e che il capitolo vi sia piaciuto. A martedì. (Come sempre) JessikinaCullen.


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Lapels and surprises by JessikinaCullen is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at www.efpfanfic.net.

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Capitolo 5
*** Perché l'istinto non è tutto. ***


Ho gli occhi che sbrillocchiano. Grazie, grazie, grazie. Questi ultimi giorni sono stati veramente duri ma grazie al sostegno di Chiara e dei vostri magnifici commenti, mi avete aiutata molto. Può sembrare ridicolo, forse patetico ma questo sito è quasi come una seconda famiglia per me. Oramai è più di un anno che sono iscritta, e precisamente un anno fa ho iniziato a scrivere. Ho la tachicardia ragazze/i!! Grazie di tutto il vostro sostegno e della passione con cui avete preso a cuore questa storia; ma lo sapete, io sono completamente pazza e non resistendo ho postato una nuova storia è una novità perché non è nella sezione Twilight, bensì in quella Originale. Sto cercando di portarmi avanti con i capitoli per postare una volta a settimana (di domenica), ovviamente non intralcerà con questa storia (è tutta scritta e al sicuro in una cartella del pc). Il titolo, è Overwhelms me (travolgimi). È una storia... particolare e cercherò di rendere più intensa possibile, è che ho bisogno del vostro aiuto, perché chi mi conosce bene, sa, che non ho mai postato in quel fandom e soprattutto dovreste sapere che sono molto autocritica e paranoica... vi spiacerebbe passare a leggerla? Forse l’unico “problema”, è che il rating rosso, però spero che qualcuno di voi passi e mi faccia sapere. Dopo questo poema, vorrei ancora dirvi grazie perché ora le cose in questa storia si fanno interessanti, penserete sicuramente che bella è cieca, che sia una sciocca o chissà cos’altro ma spero vivamente che il capitolo vi piaccia. Non sia mai, non voglio obbligarvi a commentare – ognuno è libero di farlo o no – ma sappiate che ultimamente sono un po’ giù... e voi sareste veramente tanto d’aiuto. Un bacione, ci sentiamo nelle note sotto ;) vi lascio leggere – prima – le recensioni. Buona lettura! ^^

 

Recensioni capitolo 04:

Denny: ma ciao! E io ne sono sempre più contenta! In questa storia c’è molto di me e sapere che piace mi fa enormemente felice. Ti ringrazio per i complimenti sulla scrittura, io mi svaluto molto facilmente – non credo molto in me – però già sapere che quello che vi faccio leggere ha un senso, mi fa sorridere da orecchio a orecchio. ^^ un bacione e buona lettura ;) grazie di tutto.

Alexia__18: hahaha oddio, addirittura morire di curiosità? Mi fa enormemente piacere. Questa storia è sotto tutti i punti di vista dolce, in pratica chi è diabetico sarebbe meglio non la leggesse xD è vero, Edward le ha anche offerto un drink ma lei aveva la testa da un’altra parte, dopotutto aveva appena beccato il suo fidanzato tra le gambe di un’altra, bisognerebbe anche capirla. La prima a non “perdonarsi” il fatto di non averlo mai visto prima, è proprio lei ma alla fine ha deciso di viversi questi momenti; sinceramente penso faccia solamente bene. Vedere e capire che la storia ti piace molto mi fa veramente tanto tanto piacere :) un bacione e ancora grazie di tutto il sostegno. ^^

Shona: Tesoro ma tu vai troppo oltre hahaha. Grazie per i bellissimi complimenti, però concordo con te su una cosa: Edward è troppo tenero e bello! Lo adoro! *_* E’ vero, non si sono saltati addosso, ma posso assicurarti che non è accaduto solo perché saprebbero che farebbero solo un errore; un errore in buona fede  e voluto ma sarebbe troppo presto. Hai anche pensato a quando Bella saprà la verità... io spero solo di non deluderti perché il capitolo in questione mi è venuto spontaneo e posso assicurarti che è proprio come reagirei io, ma non parliamone adesso, c’è tempo! Un capitolo a settimana è troppo poco? Sinceramente volevo postarne due a settimana, ma alla fine mi hanno consigliato di non farlo perché molte persone poi non sarebbero riuscite a starmi dietro e così... mi sono fatta convincere xD ma sappi che mi fa piacere sapere che vorresti di più. ^^ Ora gustiamoci questo capitolo, spero ti piaccia... spero anche di risentirti ma già sapere che leggi mi fa enormemente piacere, so che sei impegnata quindi non preoccuparti :D un bacione tesoro! Grazie di tutto.

Grepattz: ciao bellissima hahaha io adoro le tue recensioni! Non ci posso fare nulla! ^^ sei unica! Bella al ballo, non lo ha notato perché comunque aveva appena beccato il suo attuale ex tra le gambe di un’altra, era scossa e infatti proprio Edward ha detto che si era fatto avanti proprio perché l’aveva vista da un po’ con gli occhi nel vuoto di fronte al bancone dei drink. Bella deve capire molto cose che sono per giunta molto chiare, ma d’altronde che storia sarebbe se capisse tutto subito? Grazie infinite per il tuo appoggio, un bacione. *_*

Serve: *__* tu non hai idea di quanto le tue parole mi abbiano fatto piacere! Io ho giocato molto sul renderli adulti ma adolescenti... lo so, detto così è un casino ma conta che io ho diciotto anni e sono ancora tra i due “mondi” – sempre se si possono chiamare tali – mi sono divertita molto a scrivere questa storia, c’è molta dolcezza, innocenza (sotto alcuni punti di vista) e soprattutto quel pizzico di “pazzia” che non basta mai. Mi fa piacere che i personaggi ti piacciano, forse sono un po’ particolari ma sono... veri, posso definirli così? Parliamo di baci, sinceramente, per quanto ho più volte ribadito che questa storia si basa su una settimana, ho ritenuto opportuna non farli esagerare almeno sotto questo punto di vista. C’era tanto altro nel capitolo, e mettere anche un bacio sarebbe stato... “troppo”, sono contenta che la pensi come me. Un grazie enorme e un bacione!

Mr Darcy: ciao! Hahaha effettivamente vedere Edward sotto forma di contadino mi ha molto divertita, quindi ne ho approfittato ;) deduco che la curiosità è molta – tua intendo – ma purtroppo non ho pensato a dire o ricordare cos’altro ci fosse nella scatola, il mio intento era far scoprire la foto dove c’era anche Edward xD scusa della mia svista. Sei già andato troppo oltre, calma calma ;) non pensiamo a quando gli altarini usciranno fuori... per ora facciamoci bastare la pace. Un bacione e buona lettura, grazie del sostegno. ^^

Piccolinainnamorata: O.O oddio, ho appena riletto il tuo commento e... sono stata davvero una scema! Ti giuro, non lo avevo letto bene la prima volta ma ora... beh ora sì e sono senza parole (anche se non si direbbe). Tra le migliori di tutta EFP? No tesoro, non esageriamo hahaha ti ringrazio di cuore ma addirittura così tanto no, non lo posso accettare... ammettilo, vuoi farmi morire vero? ti dico grazie, soprattutto se lo pensi veramente ma non penso che tu abbia ragione ;) credo troppo poco in me? Può essere haha. Sinceramente sono davvero contenta di quanto ti piaccia questa storia :D ci tengo davvero tanto e vedere che non sono l’unica che n’è rimasta (per quanto l’abbia scritta) affascinata, mi fa veramente piacere. Hai tante domande che riceveranno risposte, ma a tempo debito ;) scusami tesoro ma non posso anticiparti nulla, lo so, sono perfida. Un bacione e un enormissimissimo grazie! *_*

Chi61: e io ne sono contentissima! Sapere che aspetti con ansia non può che farmi contenta. È vero, questa storia cresce ad ogni capitolo, è stato tutto pensato dalla mia malata mente hahaha; Bella non è che sembra gelosa, lo è ma deve ancora accettarlo. Hai detto che sembravano due adolescenti al primo appuntamento, non posso che darti ragione ma io ho pensato: “tornando al liceo, anche non volendo, si regredisce anche se la tua mente rimane quella che è” quindi ho giocato un po’ su questa cosa e poi diciamocelo, Edward aspettava questo appuntamento da una vita! Non gli è sicuramente costato nulla zappare per farla felice ;) grazie di tutto, un bacione!

Loulou72: posso definirmi contenta? Io scrivo proprio per staccare dal mondo reale, quello fatto solo di problemi e troppi pensieri, essere riuscita nel mio intento anche con te, mi rende felicissima :D ho un sorriso enorme, non scherzo! Grazie! Oltre a questo devo anche chiederti scusa, perché da pazza quale sono, non mi sono proprio posta il problema: “e cos’altra c’è nella scatola”, quindi non ho scritto nulla a riguardo, comunque cose di poco conto che trattavano su di lei e Christopher... quello che volevo far notare era solo la foto in cui c’era Edward. Ah, prima che mi dimentico hihi mi piace molto la canzoncina della settimana e poi credo che la macchina del tempo abbia qualche problemuccio ;) hahaha ma ora sono qui, quindi carpe diem! Un bacione, bellissima, buona lettura!

Kikacullen: *_* da dove iniziare se non da grazie? È un peccato che il voto per il concorso non sia valido, ma mi ha fatto veramente molto piacere. Il concorso consiste di votare i personaggi originali, mai visti prima (come Pitt) ma grazie lo stesso, mi ha fatto davvero molto piacere. Sono contenta che la storia ti piaccia e che questo Edward ti abbia incantata quanto me che l’ho creato hahaha un bacione, grazie ancora e buona lettura!

Kyttina1990: Questa Bella assomiglia molto anche a me – e pensare che l’ho descritta e creata senza rendermene conto, solitamente mi tengo lontana dai personaggi – quindi non posso che essere contenta che ti piaccia. Penso che nessuna di noi (inteso in senso lato) si lamenterebbe di avere un Edward così, anche con quello originale sarebbe lo stesso hahaha. Mi hai chiesto di scene erotiche... beh una ce n’è ma conta che il rating è arancione e non sono potuta andare oltre, ma c’è... però più avanti, la storia procede per gradi ^^ andiamo con calma! Scusa se cambio argomento ma ho notato le tue recensioni in love’s puzzle, quando hai lasciato la prima recensione, non ci ho fatto caso perché stavo pubblicando, non ti ho evitata è solo che l’ho letta dopo, per le immagini rimedierò quanto prima. Conta che sto correggendo e ultimando a partire dai primi capitolo, ti assicuro che ti avviserò appena riesco a mettere tutto a posto, ti assicuro che ne vale la pena vederle, grazie della pazienza, un bacione! P.s: è tutta colpa del poco tempo, se no avrei già risolto!

Semolina81: da dove partire? Mi hai riempito di complimenti e quella con occhi a cuoricino sono io!! Grazie infinitamente! Hai centrato molto bene il quadro della situazione, proprio tutto: Edward parte avvantaggiato ma vorrei anche dire che lui è più uno che mostra le cose invece di parlare, il contrario di Bella... perché lei è una che preferisce sì far vedere ma anche capire parlando, proprio per quello ha fatto quelle domande . Sono contenta che le risposte di Ed ti siano piaciute, c’è da dire che ora lui è “confuso”... lui ora non sa se è innamorato, però è quasi convinto di esserlo stato quando era un ragazzo... che dire se non buona lettura? Ah no! Prima una cosa hahaha, esatto... quel tipo di coniglietto ma ti assicuro che la scena di Sex and the city me l’hai messa in mente tu hahaha oddio, quante risate, amo quel telefilm! ;) ciao bellissima, un bacione e grazie!

_Miss_: io sono innamorata di OTH, quindi non potevo che puntare sull’originale campetto, no? Anche l’idea della scatola è presa dal telefilm, ma solo quello perché la scena è completamente differente. Perché povero Ed? Nel senso che è un peccato che Bella non lo avesse mai notato prima, nemmeno al ballo? Se è su quello, sì concordo con te! ^^

Sara_Twilighters: ciao! Eh sì, lo avevo detto che alcune risposte sarebbero arrivate :) beh... Bella non ha riconosciuto Edward, lo ha praticamente visto – tramite la foto dell’annuario – come fosse. Lei non lo aveva mai notato e vedendo la foto lo ha capito ^^ ne succederanno di tutti i colori ma io non dico nulla hahaha, un bacione!

Giova71: Edward è molto semplice come uomo, non gli piace mostrarsi e infatti lo ha fatto capire a Bella senza – forse – rendersene conto, perché per quanto Bella non sapesse dell’esistenza di Edward, comunque conosceva i Cullen – o meglio la reputazione di Carlisle. Tu non hai idea di quanto ancora ci voglia purché Bella apra gli occhi... ha proprio due salami di fronte, cerca di capirla ;) un bacione e grazie di tutto!

Elysa 172: tesora! Grazie, che bello sentirti... anche perché ultimamente sono praticamente scomparsa da msn :( troppi impegni però spero di risentirti presto. Un bacione, buona lettura e grazie di tutto tesoro!

Ila_cullen: *_* tu avrai le farfalle nello stomaco, ma io sono rossa come un pomodoro! Grazie di cuore!  Sinceramente mi stupisco sempre nel vedere e capire anche solo che voi riuscite a leggere quello che scrivo, dico sul serio! Sapere – poi – di riuscire anche a trasmettervi qualcosa è fantastico, grazie, grazie, grazie. Un bacione e buona lettura! ^^

Jesskiss85: un enorme grazie, e sai perché? Perché oltre alla valanga di complimenti che mi fanno arrossire che mi fai, tu mi fai capire cosa ti ha trasmesso il capitolo, i personaggi, la trama e io ne sono davvero contenta! Io adoro Pitt, è un personaggio mio, completamente inventato che comunque mostra praticamente me al maschile ;) anch’io mi chiedo come Bella non abbia potuto non notare Edward, è una domanda che ci facciamo in tante ma sai, una parte di me – quella che mi ha praticamente fatto scrivere quel pezzo di trama – pensa che quando si è fidanzati, si notano meno gli altri ragazzi e poca importa se si chiamano Edward Cullen... lo so, come motivazione è un po’ misera ma io me la sono fatta bastare xD spero anche tu! Più si va avanti, più si vedrà e capirà la gelosia di Bella. Non dico nulla di più, ho già anticipato abbastanza... Edward mi ha detto che per l’appuntamento è ok, ma dovrà portare anche Bella (mi spiace ma è molto gelosa). Un bacione tesoro, grazie di tutto!

Vanderbit: mi hai strappato un sorriso sai? Non molti recensiscono quando hanno poco tempo, tu lo hai fatto e mi hai strappato un sorriso: grazie. Quando si mettono insieme? A buh, io non lo so ;) buona lettura hihi scusa la mia parte perfida! ^^

Luisina: tesora, come ti ho già detto io non dedico mai niente e nulla a nessuno ma questa volta era d’obbligo e strasuper meritato! Io ti adoro, come te lo devo dire?? ^^ hai ragione, man mano stanno uscendo fuori ma la parte maliziosa hahaha beh quella è ancora mooolto da scoprire ;) è vero, la tenerezza è il punto di forza, diciamo che ho scritto questa storia in un momento di pura dolcezza hihi e mi fa piacere che comunque sia apprezzata. Eddino per quanto posso dire di avere una marcia in più, è spaventato per molte cose... alla fine Bella molte cose non le sa e sicuramente – tesoro – non ti spoilerizzo nulla ;) hahaha. Grazie tesoro del consiglio, ne faccio tesoro! Farò molta più attenzione d’ora in poi :D grazie, ti voglio bene e grazie di tutto, ma anche per aver recensito! Lo ammetto, non me l’aspettavo :D

Fallsofarc: tesoro ma come te lo devo dire che per me è un onore averti come amica? Tu non disturbi mai e poi abbiamo tutti i nostri momenti un po’ “pazzi”. Sono contenta che ti piaccia Pitt, rileggendo i capitoli, ho notato che anche Tanya mi assomiglia molto ma lo vedrai andando avanti con la storia. Sapere che il mio modo di scrivere ti piace e che ti fa un attimo staccare la spina mi fa esaltare davvero davvero tanto. Hai ragione, la Bella nerd gongola sempre di più quando scopre nuove cose in comune con Ed! E il non giudicare a scatola chiusa penso che lo abbia capito anche Tanya, ora haha. Ti lascio alla lettura tesoro, non preoccuparti, so che sei sempre impegnata quindi, anche se non recensisci o lo fai in un secondo momento non è un problema, già sapere che ti piace mi rende felice. Ti voglio bene.

MB1: tesoro! Che bello sentirti, sì non preoccuparti infatti avevo immaginato fosse proprio colpa del tempo, ultimamente ti capisco ^^” il mio tempo diminuisce sempre di più -.- una palla assurda hahaha. Spero tu stia bene :) oramai non ci sentiamo praticamente più :( ma sono contenta che tu riesca a trovare almeno un momento per leggere e commentare. Come sai OTH lo amo e non potevo non metterci qualcosa ;) è vero, l’appuntamento è strambo ma è adatto per la storia. Pitt troppo femminile? Mmmh forse un po’, sinceramente non ci ho lavorato molto, si è creato da solo xD Tanya si mostra un po’ papera ma più si andrà avanti e più vedrai la vera lei. Jake? Jacob? Nada? Pazienza ;) non preoccuparti hihi ti capisco ^^ grazie tesoro per esserti fatta viva, mi hai reso veramente felice :D mi ci voleva proprio un sorriso, grazie. Ti voglio bene.

Memycullen_93: hahaha tesoro ma no! Questo Edward non centra una ceppa lippa con Eddino di L’sp!! Sono completamente diversi e proprio come hai detto tu, questo è sicuramente più svenevole, dolce e tante altre cose che fanno venire le carie! Sono davvero contenta che ti piaccia, sarà che ci sono molto affezionata però ne sono davvero contenta :D grazie tesoro.

 

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Capitolo cinqueLapels and surprises: perché l’istinto non è tutto.

Bella pov.

Lo devo ammettere, il risveglio non è stato bello quanto l’addormentarsi.

Non solo perché avrei molto volentieri continuato a dormire, ma anche perché sentire urlare Tanya dalla cucina, non è mai bello.

Svogliatamente mi sono alzata e diretta dalla pazza, come avevo capito, stava urlando contro Pitt per aver lasciato la sua “roba” sul bancone. Stranamente ci avevo messo mezzo secondo a capire che la colpevole ero io. Ieri sera – con aria sognante – non mi ero preoccupata di Tanya che avrebbe fatto scoppiare la terza guerra mondiale, perciò ho lasciato la cassetta – piena di polvere, e chissà cos’altro – sul bancone. Non lo avessi mai fatto! Prima d’immergermi sotto la doccia e di fingere di ascoltare Tanya – è andata avanti a urlare per almeno venti minuti – ho riletto – per la millesima volta – il messaggio di Edward. Ecco perché ho dormito e fatto sogni stupendi. Grazie a lui e al suo messaggio: “Mi manchi. Due parole, forse troppo importanti o forse no, magari starai pensando siano esagerate ma ti assicuro che non è così. Sono appena arrivato a casa e non ho resistito. Volevo che lo sapessi: mi manchi. Notte piccola.” Solo a ripensarci, sorrido. Per molti può essere un gesto sbagliato, affrettato, forse di poco conto ed esagerato ma a me ha fatto piacere. Molto piacere.

<< Che bel sorriso. Qualcuno ha fatto scintille stanotte? >> Arrossisco mentre Brooke e Tanya se la ridono. La genialata l’ha detta Brooke; essendo appena arrivata a scuola non sa com’è andata la serata. << No scema, sono solo felice. >> E’ strano, infatti anche loro mi guardano stranite, ma a me non importa. Sono stata sincera. Sono felice.

Mentre ci dirigiamo in classe, entrambe, mi “obbligano” a raccontare ogni singola parola, espressione e soprattutto movimenti della serata. Lo faccio con scioltezza e sempre con il sorriso sulle labbra. Mi fa piacere che loro siano felici per me. L’unica cosa che un po’ mi spiace? Di non aver ancora visto Edward.

 

Edward pov.

<< Stai andando a rilento. Sbrigati! >> Rido mentre m’immergo nuovamente nella tazza dei cereali. Intravedo mia madre sorridere – non lo ha ancora detto, ma è molto contenta di averci tutti e tre in giro per casa – e mia sorella andare di matto. Secondo il parere di Alice, siamo in ritardo. Ma non per andare a scuola, ma per andare a prendere Bella! Come se io potessi andarla a prendere con mia sorella e mio fratello seduti nei sedili posteriori! << No Alice, non andrò a prenderla. Non voglio chiuderla e poi la vedrò tra poco a scuola. Non fare la solita esagerata! >> Mia sorella schiude la bocca indignata e fa sbattere prepotentemente il tacco della sua costosa scarpa contro la ceramica del pavimento. Non vorrei mai che si rompesse, altro che urla in quel caso. << Stai scherzando? Non puoi non andare a prenderla! Le farebbe piacere. >> Alzo gli occhi al cielo e ringrazio il padre eterno quando vedo la figura del mio adorato paparino che appare sulla soglia della porta della cucina mentre cerca di fare il nodo alla cravatta. << Non sono più abituato alle urla di prima mattina, anzi alle urla in generale, quindi evitate per favore. >> Cerca di non sorridere ma non ci riesce, mia madre gli va incontro scuotendo lentamente il capo. Ho sempre invidiato il loro amore, il loro affiatamento. Loro rappresentano il vero amore secondo me. Delicatamente mia madre fa il nodo alla cravatta mentre mio padre le bisbiglia qualcosa all’orecchio facendola arrossire; sorrido e scosto lo sguardo. Per quanto adori vedere che l’amore esiste, che ne ho un esempio lampante proprio di fronte agli occhi, beh non voglio violare la loro privacy. << Buongiorno famiglia Cullen. >> Ecco il fratellone, alto, grosso e tutto sorrisi. << Terzo giorno di scuola: è mercoledì, e sono le otto meno un quarto. In pratica siamo in ritardo. >> Rido e mi alzo per mettere la tazza nel lavandino. << Lo avevo detto io che eravamo in ritardo. >> Alzo gli occhi al cielo superando mia sorella e il suo tono canzonatorio.

 

<< La stai evitando? >> Aggrotto la fronte e mi volto verso Jake. << No, perché dovrei farlo? >> Lui sgrana gli occhi e si guarda attorno. << Perché sono le otto meno due minuti e siamo – sì mi aggrego alla tua pazzia – in uno dei corridoi scolastici? Solitamente a quest’ora sei ancora fuori e ieri stavi proprio parlando con lei. E’ andato così male l’appuntamento? >> Mi fermo e blocco anche lui. << E tu come fai a saperlo? >> Mi sorride a trentadue denti e mugugno qualcosa d’indistinto prima di sputare tra i denti il nome – ovvio – dell’impiccione. << Emmett. >> Lui annuisce, e mettendomi un braccio dietro alle spalle riprende a camminare lungo il corridoio deserto.

<< Devi capire che queste cose agli amici vanno dette. Sei sempre stato uno che non raccontava le sue avventure, ma qui stiamo parlando della Dea! Come minimo mi devi spiegare perché scappi. >> Boccheggio e infine glielo dico. << E’ una cavolata. >> Faccio scorrere qualche secondo – sperando non mi chieda di andare avanti ma lo fa, ed io sospirando continuo. << Ieri sera, dopo che sono tornato a casa, gli ho scritto un messaggio... non ho ricevuto risposta. Tutto qui. >> Lui si ferma e mi guarda a bocca aperta. Sapevo che non dovevo dirglielo. << Smettila di guardarmi in quel modo! Mi fa sentire un idiota. >> << Ma tu sei un idiota! Magari dormiva, non aveva soldi, batteria scarica... o semplicemente non sapeva cosa scriverti. >> So che ha ragione, ammetto di essermi messo anch’io a trovare delle scuse per dormire in santa pace, ma alla fine ho dedotto che magari non voleva semplicemente rispondere. << Secondo me ho fatto un passo avventato. >> Alza gli occhi al cielo e sbuffa. Non dice altro, mi spinge solamente verso l’interno dell’aula.

 

<< Edward, la Dea sta entrando... penso che i tetti delle case siano meno interessanti. >> Il sussurro di Jake mi arriva forte e chiaro, eppure non mi volto, almeno finché una lieve carezza che mi fa rabbrividire mi fa girare. E’ lei e sta sorridendo. Automaticamente ricambio il suo gesto. Il mio cuore sta battendo come un pazzo. << Ciao. Speravo di vederti fuori. >> Mi passo una mano tra i capelli. E’ possibile sentirsi veramente stupido? << Ehm... ho incontrato Jake e... siamo venuti subito in classe. >> Mi guarda stranita ma annuisce. << Tutto bene? >> Questa volta annuisco io. Dovrei accennarle del messaggio? E cosa dovrei dirle? << Grazie per... per il messaggio. Volevo risponderti ma non avevo soldi. Spero che tu abbia dormito bene. >> Il mio respiro si ferma per un secondo, sorrido calorosamente e mi do dell’imbecille all’infinito, ecco perché non ha risposto. << Non preoccuparti, lo immaginavo. >> Una risata nascosta con dei colpi di tosse mi fa voltare, e vedo Jake che è praticamente piegato in due dalle risate malcelate; Bella non chiede nulla ma lo guarda come se fosse un alieno.

<< Benvenuti. Come potete vedere, questi sette coraggiosi “adulti” ed ex allievi, oggi si sorbiranno le vostre domande. Ho solo una richiesta: alzate la mano. Non voglio facciate casino. >> Chi glielo dice al professore che alla fine ha chiesto due cose? Una cosa è alzare la mano e un’altra è aspettare di essere interpellato. Ricordo che molto spesso mi capitava di “prenotarmi” ma poi parlavo, anche se non avevo avuto il consenso. I minuti passano e solo qualche coraggioso inizia a porci delle semplici domande, tipo: l’età e i nostri nomi ma dopo una quindicina di minuti – gli studenti – iniziano a tirare fuori gli artigli. << Avrei una domanda per Bella. Che tipo di lavoro fai? >> Bella si passa una mano dietro il collo e s’inumidisce le labbra prima di parlare. << Lavoro in una rivista di moda. Faccio la “giornalista”. >> La stessa ragazza – incuriosita – le pone un’altra domanda. << Di che rivista si tratta? >> << “Composure”. >> Un coro di ragazze inizia a urlacchiare stupite e un po’ gelose, e questo la fa arrossire. Mentalmente mi dico che la redazione è persino vicino a casa mia. Diamine, lavora a Seattle! Ditemi voi se non è destino! << Avrei... una domanda per Edward. >> Mi riscuoto quando sento il mio nome, automaticamente do il permesso di procedere e la ragazzina dai capelli lunghi e neri con le guanciotte rosse, mi chiede: << Sei fidanzato? >> Il silenzio che si è diffuso per la classe non mi piace ma so per certo che si è causato ciò per via del mio sbuffo mischiato a una risata. In tutta sincerità mi stavo per strozzare con la saliva. I miei occhi corrono a guardare Bella e mi stupisco di vedere i suoi occhi in attesa. Sa già la risposta, gliel’ho detto proprio ieri sera ma sembra veramente incuriosita. Parlo senza staccare il contatto dei nostri occhi. << Non proprio, però sto conoscendo una persona che è diventata subito importante. >> Le sue guance si colorano e sulle sue labbra prende forma un sorriso dolcissimo. Inevitabilmente ricambio e sento un paio di “che peccato” per la classe. Le prime due ore passano così, ci sono state anche domande imbarazzanti tipo:

<< Con quante ragazze sei andato a letto? Sei mai stato attratto da un uomo? >> Questa domanda me l’ho fatta un ragazzo omosessuale che senza problemi si è anche messo a raccontare la sua storia Ammetto che volevo sotterrarmi per la vergogna ma ho risposto a tutto, anche se alla prima ho sviato parecchio. Non potevo di certo dire che sono stato con molte ragazze, soprattutto al liceo!

 

<< Ho una fame da lupi! >> Alzo lo sguardo dalla mia tracolla e mi trovo Jake e Ben che mi guardano incuriositi, ma non so da cosa. << Jake, tu hai sempre fame. Potrei sapere perché mi guardate in quel modo? M’incutete. >> Loro ridono in modo “malefico” e io sorrido. Sono troppo buffi. << Ok, ora sono terrorizzato. >> Ridiamo e ci avviamo verso la mensa. Ci mettiamo a parlare di quello che abbiamo fatto ieri sera. << No, sei riuscito a finirlo? Io è una vita che non ci gioco. >> Jake afferra un vassoio e sbuffa.

<< Sei invecchiato Ed, i videogiochi non si abbandonano mai! Hai visto Seth? Summer gli ha praticamente fatto un incantesimo e a mala pena ha il permesso di guardare la tv. Con tutta sincerità, guarda che i videogiochi ne soffrono! >> Ridacchio ma non riesco a rispondergli perché sento qualcuno che mi tira la manica della camicia. Mi volto e vedo Bella un po’ imbarazzata che si sposta da un piede all’altro. << Ciao. >> Lei mi sorride e si sposta una ciocca dietro l’orecchio. << Ti spiace se pranziamo assieme? >>

Posso iniziare a saltellare per la mensa? Acconsento col capo e abbandono – nel vero senso della parola – i miei amici per seguirla a un tavolo.

Meno male che ho avuto la decenza di prendere un pezzo di pizza!

E’ strano essere imbarazzato, soprattutto quando conosci già una persona e ci sei anche uscito.

<< E’ strano solo per me? >> Sorrido e scuoto il capo. << Meno male, non so spiegarmi perché ma è da questa mattina che trovo tutto un po’... particolare. >> Apro un paio di volte la bocca – l’intenzione è di spiccicare almeno una parola ma infine mi mordo il labbro inferiore. << Ieri sera volevo baciarti. Lo desideravo sul serio ma ho pensato che magari non volevi, che magari non eri pronta e che mi avresti preso veramente per uno come gli altri e io non voglio che questo accada. >> Meno male che avevo lasciato perdere il fatto di parlare! Prendo un respiro e riprendo la parola guardandola fissa negli occhi. Sono lucidi ma non piange, spero non lo faccia. << Non ho dormito bene, speravo mi rispondessi e più passavano i minuti più mi convincevo che magari tu non mi volevi o semplicemente non ti aveva fatto piacere il messaggio, l’uscita, e il quasi bacio. So per certo che l’elettricità l’hai sentita anche tu ma... Bella, tu mi piaci e questa mattina per paura di un tuo rifiuto sono arrivato all’ultimo minuto. >> Riprendo a mordermi il labbro e svio il suo sguardo ma appena volto il capo per guardarmi attorno, una sua piccola e calda mano, mi afferra il viso per riportare i nostri occhi incatenati. << Mi fido di te. Sono stata bene ieri sera e ho scaricato la batteria a furia di rileggere il tuo messaggio. Dico sul serio. Edward io so che avrei dovuto notarti prima ma ora siamo qui, e a me non importa chi eravamo. Voglio conoscerti e visto che la cosa è reciproca, non provare a scappare. Non farlo. Non voglio. >> Le sue parole mi hanno colpito e ne sono contento. Annuisco inerme e contento. << Non vado da nessuna parte. >> Sorride – il mio tono deciso non può esserle passato inosservato – e mi posa una lieve carezza regalandomi dei leggeri brividi. Sorprendendomi, ridacchia e infine mi lascia la guancia dandomi due delicati schiaffi. Rido e torno composto afferrando la pizza. L’imbarazzo è sparito e iniziamo a parlare della lezione dei ragazzi fin troppo curiosi. << Hai sviato la domanda! >> Mi punta un dito contro divertita e io non so che fare, d’altronde ha ragione. << Beh mi sembra ovvio, sono un signore... non svelo certe cose. >> Ride e aggrotta la fronte. << Devono essere poche... un uomo si vanta delle sue conquiste. >> Il mio sorriso si fa più lieve, quasi accennato. << Ero uno stupido ragazzino che non poteva avere quello che voleva e per non pensarci strafava. >> Mi guarda incuriosita e non allontana i suoi occhi nemmeno quando beve la sua aranciata. << In che senso? >> Sospiro e mi sporgo verso di lei, una parte di me sperava non me lo chiedesse, ma devo risponderle... ovviamente senza farle capire nulla. << Al liceo avevo una cotta – anche se definirla così, è poco – per una ragazza che non potevo avere, perciò mi sono accontentato delle altre. Non ne vado fiero ma ero un ormone vivente a quell’età. >> E’ seria – ed io lo sono altrettanto – non mi piace quest’argomento, devo ammettere che ero e sono ancora tuttora tentato di dirle che la Lei, beh è lei. << E’ la stessa ragazza di cui ti eri innamorato? >> Perché la sua voce ha tentennato e si è abbassata di volume? Deglutisco e abbasso lo sguardo giocando con il bicchiere di plastica. << Come ti ho detto è un po’ complicato. Amore forse era ed è tuttora un parolone ma... sì è lei. >> Annuisce. Sembra concentrata, ha abbassato anche lei lo sguardo e mi sembra quasi risentita. << Se veniva al liceo perché in questi giorni non ti sei fatto sotto? >> Sorrido divertito, perché non capisce? << Chi ti dice che non l’ho fatto? >> Rimane in silenzio, per cui alzo lo sguardo e la trovo guardarsi attorno. << Tu mi confondi. Non capisco; quando vuoi, sai essere peggio di un enigma. >> Rido divertito e le afferro delicatamente una mano prendendo a pizzicarle il dorso. << Magari sei tu che sei ottusa. >> Mi trucida con uno sguardo e rido. Sì, è davvero ottusa.

 

Bella pov.

Ultime due ore, ancora due ore e potrò andarmi a buttare sul divano e fare “pancia mia fatti capanna” di telefilm. “Purtroppo” li amo e non riesco a non vederli per troppo tempo e in questi giorni ho lasciato correre fin troppo. Non che mi penta di quello che ho fatto, ma stanno rifacendo le puntate di “Sex and the city” e per di più, questa sera su CWC trasmettono “One tree hill” e “Gossip Girl”; cavolo, sono peggio di un’adolescente! << L’aula magna non mi è mai piaciuta, bisogna fare troppi gradini per arrivarci. >> Sorrido e mi volto per vedere chi è stato a dirlo. Mi trovo a osservare una ragazza – ben vestita e non troppo alta – che continua a mugugnare contro l’aula magna e chi ha avuto questa “fantastica” idea.

<< Penso centri il preside. Ha sempre adorato farci lamentare. >> Non so perché ho parlato, mi è venuto spontaneo. Lei alza lo sguardo e per un secondo trattengo il respiro, cavolo questa ragazza ha lo stesso colore degli occhi di Edward! Sbatto un paio di volte le palpebre e mi do dell’idiota. Molte persone hanno gli occhi verdi, mica li ha solo lui! Per di più ora che ci faccio caso, è la stessa ragazza che ha baciato Edward sulla guancia il primo giorno. Lei mi sorride e mi affianca. << Hai ragione, ricordo quelle rare volte che veniva a trovarci in palestra: “Suvvia Cullen, non faccia la solita nullafacente, alzi quelle gambe!” >> Riderei volentieri ma... cavolo ho sentito bene? << Cullen? >> Lei mi guarda e fa l’ultimo gradino con un sorriso vittorioso. << Sì. Perché? >> Mi sento accarezzare la schiena e mi volto sobbalzando. La carezza mi ha fatto rabbrividire. E’ Edward. << Bella, ti presento Alice, mia sorella. >> Ah. Sorella. Cavolo è sua sorella! Sorrido e torno a guardare Alice che ha gli occhi fuori dalle orbite. << Tu saresti Bella? Cavolo sei cambiata! Sempre bellissima. >> Arrossisco, porca paletta, non mi ricordo nemmeno di lei... eppure so per certo che era più “popolare” del fratello. << Grazie. >> << Se avete finito di fare soggiorno, io vorrei parlare. >> Ci voltiamo verso il preside e andiamo ad accomodarci. Edward non si siede vicino a me, ma per saluto mi fa l’occhiolino. Che dolce! No, Bella! Non scioglierti.

 

<< Ho capito bene? Ci divide in gruppi per giocare a “verità o penitenza”? >> Tanya sorride e annuisce entusiasta. Ho sempre odiato quel gioco! Mi guardo attorno e sgrano gli occhi quando vedo il mio nome e quello di Edward – ovviamente insieme ad altri – su un cartellone appena attaccato a una parete. Ok, il destino è contro di me.

Il gruppo è formato da dieci persone, e sinceramente sono molto agitata. Non solo perché in un modo o nell’altro le conosco tutte – e questo ammetto che dovrebbe rasserenarmi – ma perché i giochi di questo tipo mi hanno sempre reso nervosa. << Prima di iniziare a giocare, vorrei chiarire una cosa: sono felicemente fidanzato, quindi per le penitenze non andiamoci pesante, almeno non con quelli impegnati. >> Emmett guarda tutti e quando vede che acconsentiamo sorride soddisfatto. << Ok, allora inizio io. Mmmh, da chi possiamo cominciare? Eddino caro, sì sì, proprio da te. >> Mi volto sorridendo verso Edward – carino il soprannome dato dal fratello, ma vedo lui alzare gli occhi al cielo. << Verità o penitenza? >> Lo vedo tentennare ma infine con sguardo di sfida, osserva il fratello. << Verità. >> La sua voce tremula e Emmett sorride soddisfatto. << Non voglio iniziare in modo pesante... quindi, la Dea, è in quest’aula? >> Edward sbuffa guardando il pavimento. La Dea. La ragazza. Perché sento un insensato nervosismo? Perché sto stringendo i denti e i pugni sperando che nessuno mi noti? << Sì. >> Mi mordo la lingua con irruenza per non guardarlo male e fargli un interrogatorio con i fiocchi per sapere chi è questa maledetta ragazza. Sorprendendomi, non chiede a me la fatidica domanda. Lo ammetto, un po’ ci sono rimasta male, non so perché dovesse chiederlo a me, ma lo speravo. << Allora Bella, verità o penitenza? >> Quando mi sento chiamare, dall’inconfondibile voce di Tanya, mi riscuoto. Apro la bocca ma la richiudo subito. Stavo per dire verità ma... non me la sento. Tanya sa tanto, troppo di me e potrebbe chiedermi qualcosa d’inconveniente, soprattutto conoscendola. << Penitenza. >> Mi guarda stupita come al suo solito non si scompone. Mi sorride sorniona – e un po’ diabolica. << Uhm, ho la penitenza adatta a te. Però sarò buona e ti lascio scegliere. Devi baciare il ragazzo che preferisci tra questo gruppo. >> Inutile dire che sento le guance in fiamme e gli occhi fuori dalle orbite. Perché mi sta facendo questo? La guardo trucemente ma rassegnandomi mi osservo attorno. Lo so che è inutile, sono perfettamente a conoscenza di chi c’è, e che la scelta ricade e ricadrebbe sempre su Edward ma... mi vergogno. Cavolo, non ci siamo mai baciati e non voglio lasciarmi andare per via di uno stupido gioco! Il primo bacio è importante, almeno io essendo una ragazza un po’ all’antica – sotto alcuni canoni – la penso così ma... sorrido malignamente e mi avvicino gattonando a Edward. Lo vedo schiudere la bocca – ok potrei anche cambiare idea, d’altronde è solo un bacio... anche a stampo va bene ma... no! No, mi devo imporre. Gli arrivo di fronte e non posso proibirmi di desiderare e ammirare quelle labbra tentatrici. Deglutendo svetto lo sguardo verso i suoi occhi e mi sembra che stiano fiammeggiando. Il respiro di entrambi è veloce, spezzettato. Sento l’elettricità travolgerci ma – non so con quale volontà – gli sfioro la guancia con la mia bocca. Sento tutti stupiti ma velocemente e senza guardarlo, torno al mio posto e freno immediatamente le lamentele della mia amica. << Non hai detto dove. Quindi l’ho baciato dove volevo. >> E’ un po’ una bugia perché lo avrei molto volentieri baciato come si deve ma non qui, non così. Incontro i suoi occhi e non posso non tranquillizzarmi quando lo vedo sorridere. Spero abbia capito perché l’ho fatto.

 

<< Sii sincera, mi odi così tanto? >> Tanya si volta – facendo svolazzare i suoi capelli – verso di me. La guardo corrucciando la bocca e lei mi guarda senza capire. << Io ti adoro, ti venero, ti voglio bene. Che diavolo di domande fai? >> Alzo gli occhi al cielo e infine punto con un dito la mia immagine allo specchio. << Allora spiegami perché ci troviamo negli spogliatoi con la vecchia divisa da cheerleader! >> Lei ride ma quando vede il mio sguardo truce e per niente benevolo riprende fiato cercando di parlarmi per placare la mia ira. << Alcuni ragazzi hanno deciso che sarebbe stato carino tornare veramente al liceo. Immagina di avere nuovamente diciassette anni – anche solo per un’ora. Ho sentito che alcuni ragazzi – avendo un’ora buca – si richiudevano in palestra a giocare a basket, perché non approfittarne? >> Mi guarda ammiccando ma io, con tono seccato le dico. << Non ho intenzione di fare un’orgia. >> So benissimo che non intendeva quello, ma volevo farla desistere, anche se dal suo sguardo sembra che abbia sorto l’effetto contrario. << Non sarebbe male come idea. >> Le pizzico un braccio facendola urlare e infine – senza aggiungere altro – mi dirigo – sconfitta e rassegnata – verso la palestra. E’ un miraggio, un incubo! Edward, con la divisa di basket che ride spensierato con alcuni suoi amici. Cavolo sta divinamente in pantaloncini e canotta! Suvvia Bella, non hai veramente diciassette anni, smettila di fingere che sia così. I tuoi ormoni dovrebbero essersi persi per strada... con gli anni, no? No.

 

Edward pov.

<< E questa grandiosa idea a chi sarebbe venuta? >> Sorridendomi, mi risponde Seth. << A Christopher, vuole la rivincita. >> Ride mentre alzo gli occhi al cielo; dovevo immaginarlo che centrasse il pallone gonfiato, il piccolo Lord. Non lo sopporto, neppure adesso che sono passati sei anni ed è sposato con figli. << Allora Cullen, pronto a essere sconfitto? >> Mi volto lentamente e fronteggio il... beh lui. Si è capito che poteva solo lui – dopo tanti anni – comportarsi ancora come un ragazzino. << Chris, trattieni il fiato per la partita, ti servirà. >> Guardandomi male, esce dallo spogliatoio. Ma io stare zitto no? No. << Che fine ha fatto il mio amico Ed? Quello che ha sempre evitato come la peste, la ragazza che gli è eternamente piaciuta, che non ha mai accettato – le mille proposte – del coach per entrare a giocare nella squadra, e soprattutto che evitava Christopher per non alzargli le mani da quanto lo odiava? >> I miei occhi sono in quelli di Jake – che freme in una mia risposta. << Sono cresciuto. Ora ho avuto il coraggio e la fortuna di conoscere meglio quella ragazza, gioco raramente a basket ma me la cavo e non ho paura, come non ho l’ho mai avuta, del pallone gonfiato. Suvvia, andiamo a spaccargli il deretano. >> Con un urlo incitatore – durato qualche secondo perché poi Jake mi ha guardato male e mi ha ripetuto più volte: “Culo, non deretano, culo!” Usciamo da quel posto per dirigerci sul “palcoscenico”.

 

<< Io ti stimo fratello, quindi non girarti. >> Guardo Jake con un punto interrogativo in volto, e come si fa ogni volta che qualcuno ti dice quella frase, mi giro e... e rimango senza fiato, con la bocca aperta – spero senza bava, e gli occhi fuori dalle orbite. Wow. Uno spettacolo della natura. Ora che è più matura, più grande, con i lineamenti e le curve al punto giusto, quella divisa le sta ancora meglio. Lei mi ha visto, mi stava già osservando – chissà da quanto – ma, ma io non riesco a non squadrarla, anzi ammirarla. E’ stupenda. Lentamente e senza toglierle gli occhi di dosso mi avvicino. La vedo agitarsi e muoversi velocemente sul posto. Non mi fermo, non m’importa.

<< Sei, sei bellissima. >> Lei arrossisce maggiormente e mormora un flebile

<< Grazie. >> Stiamo per qualche secondo in silenzio e infine, prendendo fiato, decido che è meglio riprendere a parlare.

<< Non sapevo che ci sarebbe stata la tifoseria. >> Ride nervosa e si attorciglia una ciocca di capelli con le dita. << Beh è stato deciso all’ultimo. >> Dopo qualche attimo e ancora più rossa in volto, mi supera di un paio di passi per poi dire: << Tiferò per te. >> Sorrido e non posso che gioire nel sentire il mio cuore che scalpita: tutto grazie alle sue parole.

 

Stanco, sfinito, contento e soprattutto soddisfatto, mi siedo sulla panchina. La partita è quasi alla fine e io sono davvero stremato. Christopher ha cercato in tutti i modi di farmela pagare ma si sa, il karma ripaga con la stessa moneta e senza che lo toccassi, per due volte, si è ritrovato con il sedere per terra. Quando mi sento abbracciare da dietro, m’irrigidisco ma quando capto il profumo dolce, sensuale, ma non nauseante di Bella mi rilasso e le accarezzo le braccia che circondano il mio collo. E’ un gesto intimo il nostro e mi piace. Mi piace molto. Velocemente vedo e percepisco le sue cosce – nude – affianco alle mie. Deglutisco rumorosamente. Si è seduta dietro di me sulla panchina. Il suo petto si scontra delicatamente con la mia schiena e – per quanto mi dispiaccia – il mio corpo – soprattutto una parte – reagisce al suo contatto. << Hai giocato bene. >> Annuisco e trattengo il respiro quando le sue mani e le sue braccia – con estrema lentezza – abbandonano il mio collo per accarezzare le mie spalle e le mie braccia per poi avvolgermi il busto. Le sue mani mi accarezzano con delicatezza e le sento soffermarsi su quei pochi muscoli che ho in risalto sotto la maglietta. Cerco di riprendere a respirare ma ho quasi paura di iniziare ad ansimare – e non per la lunga corsa e gli scatti veloci che ho fatto in partita. << G-grazie.  Ho una, una proposta. Per te. >> Io non balbetto mai, né tantomeno mi perdo tra le parole, ma con lei è tutto diverso, tutto troppo forte. Le sensazioni e le emozioni sembrano quadruplicate e il mio cuore ne risente. La sua vicinanza mi fa sia bene che male. Innanzitutto perché per quanto il mio cuore possa scoppiare – e in questo momento poco m’importa – quando lei si allontanerà, io dovrò alzarmi e mostrarmi con qualcosa di estremamente ritto per via delle sue carezze, del suo profumo e del suo respiro regolare... tutto ciò, non fa molto da bravo ragazzo. Ma proprio perché sono un uomo mi accade... cavolo non posso parlarmi e spiegarmi da solo perché Bella mi fa impazzire! Sto diventando sempre più matto!  Incuriosita dalle mie parole e non rendendosi conto – spero – dell’effetto che ha su di me, si avvicina maggiormente schiacciando i suoi seni, coperti da un top e un reggiseno che in questo momento vorrei solo strappare con i denti, contro il mio petto. << Ah sì, e di che cosa si tratta? >> Deglutisco e la sento sorridere sulla mia pelle delicata del collo. Rabbrividisco e per quanto io abbia capito che sta giocando, non riesco a scostarmi o lamentarmi dei suoi attacchi. << Sai pattinare? >>

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Note dell’autrice oddio che parolone!

Sicuramente penserete che io sia pazza, come ho potuto far finire un capitolo così? Beh vi assicuro che un perché c’è, ma non posso dirvelo... non voglio rovinarvi la sorpresa ma posso anticiparvi che il prossimo, è IL capitolo. Non pensate male, ma non pensate nemmeno bene. xD mi sa che vi ho solo confuso, vero? Scusatemi ma sono sicura che capirete al momento giusto. Da dove iniziare? Le parole del messaggio di Edward mi sono uscite con il cuore in mano, forse un po’ troppo sdolcinate ma per com’è il suo personaggio sono perfette. Compare Jake, come “sempre” è stato d’aiuto. Edward è andato un po’ in paranoia ma alla fine Bella l’ha tirato su di morale. Vorrei fare una piccola parentesi: Composure, non credo che esista ma l’ho messo perché è una rivista che viene citata in uno dei miei film preferiti. (Come farsi lasciare in dieci giorni.) Il discorso videogiochi, sono sicura che non sia solo mia fantasia... ve lo assicuro! Se notate, Edward è sempre sincero quando si tratta della Dea, lui non svela semplicemente chi è ma Bella proprio non ci arriva, come molti avevate detto, è gelosa. Dovrebbe semplicemente aprire gli occhi, ma a volte quello che cerchi non lo vedi o non lo vuoi vedere. Ed ecco Alice alla riscossa, in questa storia è un personaggio quasi di contorno ma come al solito spicca. L’aula magna – quella che avevo alle medie – era veramente situata al primo piano e tanti, troppi scalini. In pratica pensavo sempre quello che ha detto la piccola nanetta! ;) Il bacio, ecco dove volevo arrivare, forse qualcuno avrà pensato: “ma questa è pazza? Non poteva farli baciare?” No. vi assicuro che c’è molto di meglio che darsi un bacio di fronte a tutti per uno stupido gioco. Il primo bacio è importante. L’intimità, l’attrazione e la spontaneità, tra i due è molta, e si è visto proprio dalla scena della palestra, forse qui avrete pensato che io abbia esagerata ma in quale “coppia” – prima di diventare tale – non ci si stuzzica? Christopher è stato ripagato dal karma, quindi non aggiungo altro... poi che cosa c’è? Ah sì, la domanda particolare, quella finale... non dico nulla, voglio essere pessima e vedere voi che cosa pensate ;) scusate per le note a stile poema ma preferivo essere chiara... alla fine che fa essere un po’ troppo precisine? xD Grazie ancora di tutto a tutti... un bacione e un abbraccio enorme e stritolatrice. A martedì, spero che il capitolo vi sia piaciuto. JessikinaCullen. P.S: vi rammento la storia ;) il link lo trovate nelle note iniziali, vi si aprirà una nuova pagina. Ciao! ^^

 

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Lapels and surprises by JessikinaCullen is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
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Capitolo 6
*** Imprimere perfettamente ogni attimo ***


E' presto, io non posto mai di mattina ma spero notiate l'aggiornamento xD Io sono fin troppo paranoica, lo so, me ne rendo conto... quindi non so mai come iniziare un capitolo, un semplice “ciao” non basta, un “grazie” è banale e una parte di me si chiede se alla fine io non perda solo tempo nel ciarlare... non penso che tutti riusciate a stare dietro a quello che dico prima e dopo il capitolo, alla fine voi aprite la pagine per la storia, no? Beh qualche anima pia che legge – spero – ci sia. Ho paura di “deludervi”, questo è un capitolo importante... quindi sono un po’ in ansia... spero mi facciate sapere... non dico altro perché sono quasi senza parole xD

 

Overwhelms me/Travolgimi. Mia nuova storia ;)

 

Recensioni capitolo 05:

Alexia__18: grazie di cuore, ti assicuro che ora sto meglio, grazie per essertene interessata :) il messaggio mi è uscito dal cuore, ho solo sperato che nessuno pensasse a Edward che il Romeo dei nostri tempi perché non è così, e si è visto proprio nell’ultima parte del capitolo. Sono davvero contenta che tu abbia apprezzato ;) non dico altro perché ti lascio alla lettura, ricordo: questo è IL capitolo! Hahaha un bacione.

Giova71: Hahaha beh effettivamente Bella può proprio sembrare per tonta ma conta che alla fine loro non hanno mai veramente avuto un rapporto prima di questa settimana, per Bella è più semplice credere che sia qualcun’altra. ;) Quando lo capirà? Mmmh, sinceramente non mi sono messa a contare i capitolo ma prima devono accadere altre cose =P un bacione e buona lettura.

Serve: lo devo ammettere, ci sono rimasta di sasso. Non male, ma comunque con la mascella al pavimento. Io in primis non vado pazza per il gioco “obbligo/verità” ma è una storia e quando si è in gruppo, può capitare... conta che nella storia sono praticamente tornati alle superiori... si può anche fare qualche stupido gioco. La stessa cosa vale per la divisa da cheerleader. Ho chiesto a una ventisettenne e ha dato ragione a te, lei ora come ora non farebbe mai cose del genere, però ha anche detto che questa è una ff, che è un contesto praticamente diverso, quindi non pensa che come idea sia male. Bella non è che si faccia abbindolare da Tanya, diciamo che lo fa per solidarietà, alla fine n’è valsa la pena per la storia, non voleva farsi vedere come un’oca. Anche i ragazzi avevano le vecchie divise del liceo... però sono ragazzi, giusto? Quindi sembrano meno ridicoli. Sappi che comunque capisco il tuo punto di vista, infatti, ti ringrazio per avermelo esposto... spero che comunque tu capisca me; mi spiace di averti delusa, spero non ricapiti e che tu continui a leggere la storia. Un bacione.

Sara_Twilighters: ciao! Ti ringrazio, me si chiana e sorride come un ebete. Guarda, non sei stata l’unica a credere una cosa del genere, ma questa volta niente ghiaccio ;) non mi piace essere banale :D un bacione e buona lettura! ^^

Grepattz: sono arrossita! Tu mi riempi troppo di complimenti :D però sono contenta di averti divertita, era quella la mia intenzione :) la gelosia è una brutta bestia e Bella la sta conoscendo per bene. Come hai detto tu, se capisse tutto subito non ci sarebbe storia ;) nella scena finale era mia intenzione far vedere, capire l’attrazione, elettricità, se ci sono riuscita sono mucho contenta!! :D grazie, grazie di tutto. Buona lettura!

Vanderbit: come sempre non smetterò mai di dirti grazie anche solo per aver usato quei pochi minuti per farmi sapere che ne pensi del capitolo :) mi fa molto piacere. Beh sinceramente non mi sono messa a contare quanto ci vuole, non molto ma prima devono accadere altre cose ;) hahaha non te lo dico, non posso, però ricorda: questo è IL capitolo. Spero ti piaccia, un bacione. E grazie.

Piccolinainnamorata: hahaha non hai idea di quanto sono contenta. Se sei curiosa significa che la storia ti piace, automaticamente gongolo come una scema ;) beh la gelosia è un passo avanti, alla fine sappiamo tutti cosa prova Edward, è Bella l’incognita. La gelosia è un punto d’inizio. Il bacio, il bacio per una coppia non ancora coppia (XD) è molto importante, sono contenta che la pensi come me. Ti lascio al capitolo, un bacione e grazie.

Shona: hahaha Sara io ti adoro! Che ci posso fare? Beh se non mi sbaglio ne abbiamo già parlato però penso che l’ultima parte del capitolo sia importante, perché alla fine non sono due ragazzini e sappiamo tutti che alla fine l’attrazione, la passione, in un rapporto sia importante. Diciamo che io ho semplicemente voluto far mettere in risalto questo ;) grazie, grazie di tutto :D

Loulou72: wow, non hai tralasciato nulla O.O questa è la mia faccia, peccato che non si possa mettere anche un sorriso ebete ;) sono contenta che ti piaccia Jake, devo ammettere che io non ne vado pazza ma volevo a tutti i costi far vedere una nuova versione di lui. Edward è dolce e vedere che lo apprezzi mi fa piacere, però Bella non è stupida, è difficile pensare a se stessa quando non immaginavi nemmeno che fino a qualche giorno fa lui esistesse. Devo ammettere che alla fine è per la storia... se lo capisse che gusto ci sarebbe? Spero che il capitolo ti piaccia. Mi spiace per la tua brutta notizia, ma se anche solo per un momento quello che ho scritto ti ha fatto andare in blackout, non posso che esserne felice. :) un bacione.

Memycullen_93: tesoro indovina?? ;) è martedì!! xD sono davvero tanto ma tanto contenta che la storia ti piaccia fino al punto di volere che fosse sempre martedì xD dico sul serio. Non so come mi sia venuta l’idea, cioè io guardavo “one tree hill” e ho iniziato a pormi domande... boom! Storia fatta hahaha, un bacione, goditi IL capitolo ;)

Ila_cullen: *_* ti ringrazio. Il pezzo della palestra mi è uscito di getto... beh come tutta la storia veramente, però volevo che fosse un momento intenso, che si capisse l’attrazione che provano l’uno per l’altro. La vulnerabilità di Edward è una cosa importante perché lui vuole che Bella noti che lui è diverso ma alla fine è pur sempre un uomo e le paranoie non mancano mai! ;) sono contenta che ci sia curiosità, però non ti anticipo nulla hahaha ti lascio semplicemente leggere. Un bacione e grazie!

Elysa 172: grazie tesoro, mi fa veramente piacere sapere che la storia ti piace. ^^ io – personalmente – trovo che gli abbracci siano importanti – non sono una che abbraccia molto spesso – quindi ho voluto mettere “molto” in evidenza quella parte, grazie per averla notata e apprezzata :D

Chi61: hahaha hai proprio ragione, Bella deve assolutamente ricaricare il telefono! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto... alla fine ogni capitolo fa vedere un passo avanti e per quanto accadano sempre tante cose, io cerco sempre di fare notare tutto xD impresa ardua! Mi hai fatto un paio di domande... non posso risponderti ma in compensa a una troverai risposta in questo capitolo ;) spero vivamente che ti piaccia :D un bacione e buona lettura! Grazie, grazie per tutto, sempre.

Semolina81: *_* ho gli occhi che brillano!! Grazie, grazie di cuore, sei sempre troppo gentile ^^ effettivamente sì, avevo intuito – ma solo in minima parte – che la storia ti piacesse =P e sappi che comunque ne sono veramente contenta. A piccoli passi si può arrivare dovunque, no? Sappi che hai centrato in pieno tutto quello che volevo far notare, infatti mentre rileggevo la tua recensione continuavo ad annuire come una scema hahaha, grazie. Questo è un capitolo altrettanto importante e devo ammettere che sono un po’ tesa... spero solo di non deludere nessuno. Un bacione... eh sì, l’ho fatto a posta a non rispondere alla tua domanda indiretta ;)

_Miss_: ciao! I tuoi messaggi sono brevi, concisi ma riescono sempre a farmi sorridere. Grazie ^^

Jesskiss85: io con tutti questi complimenti potrei arrivare a perdere anche il mio povero – e unico – neurone! Grazie! ^^ non penso che smetterò mai di ringraziarti :D (ovviamente mi riferisco anche per “seguirmi” nell’originale, grazie). Sai... non so da dove iniziare... anzi sì, vorrei porti una domanda che comunque non avrà risposta: xD perché sei certa che per pattinare, Edward intendesse una pista di ghiaccio? ;) mi fa piacere che Jake ti piaccia, era questo il mio intento... sono stufa di leggere che è sempre il terzo incomodo... devo ammettere che non è che mi vada molto a genio – fino a metà del quarto libro – quindi ho voluto in qualche modo metterlo sotto una luce diversa anche ai miei occhi, sono contenta di esserci riuscita anche con te ^^ il salto nel passato – a mio parere – o si fa del tutto, o non si fa, quindi ho “tirato” fuori le divise da cheers e l’intraprendenza di Bella ;) su questo capitolo non anticipo nulla... sono pur sempre sadica quando voglio quindi ti saluto (ovviamente ringraziandoti ancora mille volte) e ti auguro buona lettura, un bacio!

Fallsofarc: hahaha tesoro tu non hai idea di come sia ridotto il mio di dvd!! Io amo quel film, è proprio uno dei miei preferiti *_* ora passiamo alla storia: sì, Edward può anche essere cresciuto, diventato un uomo bello e molto intelligente ma di fronte a Bella si sente – quasi – come il ragazzino invisibile che è sempre stato. Pian piano si sta facendo avanti, il coraggio s’impossessa di lui ma alla fine è anche spaventato di come potrebbe reagire Bella sapendo la verità sulla Dea, quindi evita sempre di dirle “sei tu!”... e da lì via le paranoie!! Hahaha. Ma d’altronde hai centrato il bersaglio senza problemi, la gelosia di Bella è giustificata, io l’ho pensata proprio come te. Hahaha tesoro anche tu a paranoie stai bene ;) questo è IL capitolo... ma in senso buono... alla fine è solo un altro passo avanti che segna una svolta ;) ancora confusa? Leggi il capitolo ^^ buona lettura tesoro, spero vivamente che ti piaccia!

Kittyna1990: ciao ^^ beh non è che Bella abbia qualche dubbio, lei non ha proprio idea di chi possa essere la Dea, lei non ha minimamente pensato che possa essere lei... alla fine alle superiori vivano in un mondo diverso, erano due opposti... lei non sapeva nemmeno della sua esistenza ma ora, che sono grandi, è impossibile che lei non abbia capito che lui ci tiene e che “gli va dietro”, infatti lo ha capito, ma non ha collegato nulla con la Dea. Beh Edward ispira violenza, questa te la concedo ;) però Bella è fatta così, ha tante sfaccettature e per Ed è bello scoprirle man mano. Questo è un capitolo importante... spero vivamente che ti piaccia e di esprimerti qualcosa. Scene erotiche... il rating mi permette ben poco, ma quel poco che posso c’è. Un bacione.

Shally: ciao, ti ringrazio, sono contenta che la storia ti piaccia... sei stata fortunata, ti è dovuto aspettare poco hahaha... la storia viene postata ogni martedì ;) non tardo mai con gli aggiornamenti, un bacio... buona lettura.

 

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Capitolo seiLapels and surprises: Imprimere perfettamente ogni attimo.

Edward pov.

<< Ok, te lo dico ma non arrabbiarti. Ho omesso un piccolo e insignificante dettaglio. >> Mi volto e cerco di reprimere un sorriso. << Cioè? Di che cosa si tratta? >> Sbuffa e cerca di mettersi dritta senza cadere. << Che non pattino da quando avevo dieci anni. Non sono sicura di ricordarmi come si fa e poco importa che ho il casco e tutte le altre cianfrusaglie per non farmi male! Sono sbadata di natura, riuscirò a fare una brutta figura davanti a te. Mi ci gioco quello che vuoi! >> Ha parlato molto velocemente e soprattutto la sua voce non è stata del tutto chiara perché continuava a muoversi – anche se andando all’indietro senza volerlo. Le afferro le mani e i nostri occhi s’incontrano. Io amo pattinare, poco importa se si tratta dei rollerblade o dei pattini da ghiaccio. Volevo condividere quest’esperienza con lei, cosa di poco conto e insignificante – per molti – ma per me, beh non dico essenziale ma è un punto d’inizio per farmi conoscere meglio. << Non eri obbligata ad accettare e comunque anche se cadi, non è un problema e poi è come andare in bicicletta: una volta che hai imparato, puoi non riandarci per anni ma riprendi subito confidenza. >> Alle mie parole sembra rasserenarsi, ma solo per poco.

<< Ma io volevo accettare. Ho accettato perché volevo e voglio passare il pomeriggio con te, anche se devo ammettere che mi sto perdendo le repliche di “sex and the city”, ma te la lascio passare. >> Sorrido divertito. << Quindi mister Big ti affascina? >> Non nego che le sue parole mi facciano piacere, molto molto piacere ma non voglio metterla in difficoltà. Mi sorride a trentadue denti e arrossisce; sempre con una sua mano intrecciata, ho cominciato a muovermi, automaticamente facendo avanzare anche lei. Il parco della città, sempre se si può definire parco questo posto, non è molto ampio ma ha una pista ciclabile che noi stiamo usufruendo con i pattini. Non credo che ci vengano molte persone, quindi nel caso Bella cadesse – cosa di cui dubito fortemente – la vedrei solo io. Ma una parte di me crede – e forse spera – che in realtà preferisca cadere davanti a chiunque invece che di fronte a me. << Non dirmi che sei anche tu un fanatico di telefilm? >> Sembra incredula e soprattutto basita. Alzo le spalle guardandola intensamente. << Fanatico è un parolone... però “sex and the city” è una specie di leggenda dei nostri tempi. >> Annuisce e sento la sua presa sulla mia mano intensificarsi. La sua mano – per quanto fredda – mi trasmette calore. E’ piccola e nella mia sembra scomparire ma non importa a nessuno dei due. Purtroppo non ho più sentito il calore del suo corpo a stretto contatto col mio da quando siamo usciti dalla palestra, ma non c’è stato imbarazzo una volta che ci siamo guardati negli occhi, e quello per me è contato molto. Non volevo che si pentisse del gesto fatto, né tanto meno che io la mettessi in imbarazzo per chissà quale strano motivo le potesse passare per la mente. Non abbiamo pranzato insieme – sono praticamente stato rapito da mio fratello perché voleva sapere tutto... a volte è peggio delle vecchiette di Forks. Pettegole e petulanti.  La nostra conversazione prosegue parlando di alcuni vecchi telefilm e alcuni usciti da poco, sono sorpreso di avere dei gusti simili in quel campo, ammetto che la maggior parte li conosco e li ho visti per via di Alice ma non mi sono mai lamentato. << Non puoi dirmi che ti sei perso l’ultima puntata di “Buffy”? >> E’ sconvolta e io non so come dirle che invece è proprio così. Rido e annuisco rammaricato, ma lei non ci casca – del mio finto pentimento – e mi spinge facendomi quasi cadere. Iniziando a ridere si mette a “correre” ma per fortuna sono più veloce e più equilibrato di lei, e la raggiungo in poco tempo inchiodandola a un albero. Continuiamo a ridere e punzecchiarci anche se siamo così vicini. Sento il suo respiro caldo sul viso e non posso che gioirne, è un benessere riuscire a sentirla e soprattutto a poter pensare che sia mia. Mia nel senso più largo del termine, perché in realtà ci stiamo solo frequentando... anche se non so se ci si possa definire così. Con voce bassa e purtroppo roca e ansante, all’orecchio le sussurro: << Ti ho presa. >> Lei espira e fa incontrare i nostri occhi. I suoi sono intensi, vivi ed emozionati. I miei colleghi e anche i miei amici, mi hanno sempre detto di rimanere più facilmente affascinati dagli occhi chiari che da quelli scuri, io ho sempre ribadito il contrario. Non so se il fatto che Bella li abbia color nocciola, abbia sempre influenzato la mia teoria. Io fino a tre giorni fa, non mi ero mai specchiato nei suoi, né tanto meno visti così da vicino, però mi hanno sempre attratto. Gli occhi sono lo specchio dell’anima. Con lei sì, è vero. << Edward. >> Non so se voglia parlarmi, non so se mi voglia bloccare o se avesse voluto semplicemente dire il mio nome, ma il mio viso si sta avvicinando lentamente al suo. I nostri respiri sono più veloci e i nostri sguardi sempre collegati. Il mio cuore batte come un forsennato e avendo il corpo leggermente appoggiato al suo – che è contro l’albero – percepisco che il mio non è il solo che sta facendo degli straordinari. Oggi c’è stato un altro quasi bacio. Ho capito subito – appena Tanya le ha detto quale sarebbe stata la penitenza – che non mi avrebbe baciato in bocca – sempre se avesse scelto me. Avevo ragione e me ne sono compiaciuto. Sinceramente non avrei voluto che il nostro primo bacio avvenisse sotto “ordine” di qualcuno, non per una penitenza. Certo che non mi sarei tirato indietro ma penso che in un momento simile sia meglio. Forse lo ha pensato anche lei. Prendo a tracciare con il naso, il tratto dalla tempia all’angolo sinistro della sua bocca. Il suo respiro s’infrange sul mio viso e per quanto vorrei assaporare il più in fretta possibile le sue labbra, mi rendo conto che l’attesa sta rendendo tutto ancora migliore, anche se un po’ snervante. Un piccolo gemito le fuoriesce dalle labbra schiuse, io cerco di deglutire. Le mie mani prendono ad accarezzarle i fianchi ma una mano sale, accarezzandole la schiena coperta dal giubbotto per poi salire maggiormente e intrufolarsi tra i suoi capelli sciolti e profumati. Sanno di pesca e mi piace. Credo che la pesca diventerà il mio frutto preferito, patetico? Forse. Sì. << Edward, mi mi stai facendo... impazzire. Voglio sentire le tue labbra. >> A gemere ora sono io e non resistendo più, accosto le nostre bocche e ansimo quando entrambe le sue mani s’immergono nei miei capelli. Ho sempre sognato questo momento, ho sempre sperato che accadesse veramente – e non solo nei miei sogni. La sua bocca è morbida, un po’ screpolata a causa di tutti i morsi che si procura, ma è vellutata. Io la percepisco così e mi piace. Delicatamente mi morde il labbro inferiore e automaticamente mi accosto maggiormente a lei – che non sembra sgradire. Sono solo sfioramenti e schiocchi di labbra ma... ma non ho mai provato tanto calore e ardore in un bacio. La mia lingua esce furtiva e attenta, e le sfiora un angolo della bocca. Geme e fa fuoriuscire la sua che accarezza la mia, fremo e prendo a toccarle la schiena: su e giù, causandole brividi. Non rimaniamo molto lontani, nemmeno per respirare, i nostri occhi qualche volta si osservano per poi tornare chiusi e assaporare meglio il momento. Sto scoppiando di gioia. In un paio di secondi mi ritrovo seduto per terra con lei in braccio, rido e lei fa altrettanto. Non so chi dei due sia scivolato ma non importa. Come sempre non c’è nessun disagio e quando la vedo allargare maggiormente le gambe e accostarle ai lati del mio bacino e sedersi di fronte a me, mi sento ancora meglio. Addio imbarazzo, benvenuto ormone adolescenziale! Ancora con il sorriso sulle labbra, riprendiamo a baciarci. Indisturbati e contenti che questo è il nostro momento, il momento perfetto.

 

<< Taylor è stata proprio una puttana! >> Rido e addento un nuovo pezzo di pollo alle mandorle del takeaway, sono a casa di Bella e stiamo guardando la nuova puntata di “one tree hill”. E’ divertente guardare qualcosa con lei, non riesce a non dare il suo giudizio. << E perché mai? >> Mi guarda trucemente e mi minaccia con una delle bacchette cinesi. Trattengo un sorriso. << Perché lui è l’ex marito della sorella. Non si fa. Certo che ne ha di coraggio. >> Ridacchio e scuoto il capo, per fortuna non torniamo più sull’argomento e ci perdiamo tra gli avvenimenti del telefilm.

Appena termina, scuote il capo e posa – sul tavolino di fronte a noi – l’ultima scatolina di cibo. Abbiamo ordinato prima di venire a casa, ce lo siamo fatti portare. Abbiamo passato un bel pomeriggio, e non ci siamo solo baciati, abbiamo anche parlato e ci siamo presi in giro e raccontati cose buffe del passato. La sua richiesta è stata improvvisa e sono rimasto meravigliato, ma non ho tentennato nemmeno un secondo. Ho accettato, come potrei rifiutare di passare del tempo con lei? Il fatto che la casa sia libera, a quanto ho capito, è un miracolo. Beh beati noi. Non ho intenzione di fare pazzie ma almeno abbiamo cenato e guardato la tv in modo tranquillo, senza far sentire qualcuno di troppo. Sì dico così, perché durante la visione più e più volte ci siamo fermati per guardarci, accarezzarci e soprattutto per baciarci. Una terza persona si sarebbe sentita di troppo.

Guardo l’orologio che ho al polso e noto che sono le undici meno qualche minuto, dovrei andare a casa... ma non voglio. Bella appoggia il suo mento sulla mia spalla e mi guarda, mi volto col capo verso di lei e le sorrido. << Oggi è stata una giornata davvero... perfetta. Non riesco a trovare un altro modo per dirlo. >> Sorride e mi bacia una guancia. << Sì hai ragione. >> Lo ha sussurrato ma l’ho sentita benissimo. << Domani mattina, posso passare a prenderti? >> Mi sento tanto un adolescente. Anzi no, durante quel periodo non ho mai avuto una relazione seria – non che questa possa essere definita così – e soprattutto non ci tenevo a passare per il bravo ragazzo, anche se lo sono sempre stato. Bella si allontana da me, mettendosi in ginocchio per poi riavvicinarsi e mettersi cavalcioni su di me. Siamo per terra, il divano ci ha fatto solo da schienale mentre mangiavamo e guardavamo la tv, le mie gambe sono distese e fanno da “cuscino” al suo morbido e sodo sedere. Intreccio le mie braccia dietro la sua schiena mentre lei dietro il mio collo, le nostre fronti sono l’una posata sull’altra e i nostri occhi sono incatenati. Stranamente sono tranquillo, non temo un rifiuto perché se mi dicesse no, sarebbe solo per comodità o perché deve accompagnare la sua amica com’è accaduto qualche giorno fa. << Sì, voglio presentarmi a scuola con te e camminare mano nella mano tra i corridoi. Pensi che possa divenire possibile? >> Sorrido emozionato e divertito annuendo. << D’altronde ho sempre sognato farlo. >> Ride e mi posa un lieve bacio sul naso.

<< Allora avvererò il tuo desiderio. >> Non sa nemmeno quanto ci abbia azzeccato. << Oh grazie, mio genio. >> Ridendo facciamo incontrare le nostre labbra. In breve tempo si scontrano anche le nostre lingue e le sue mani sono nei miei capelli. Mi piace che me li spettini e me li stringa. E’ così solo con lei, alle altre a mala pena permettevo di accarezzarmeli. In lontananza sento un qualcosa sbattere e delle voci ma noi siamo troppo impegnati per allontanarci e smettere di coccolarci. << Wow. E io che credevo di trovarti con una vaschetta di gelato in mano e gli occhi sgranati e ipnotizzati dai telefilm trasmessi! >> Scombussolati e ansanti, allontaniamo a malincuore le nostre bocche. Purtroppo la voce l’abbiamo sentita forte e chiara, ci voltiamo e ci troviamo Tanya – sorridente e con le braccia appoggiate ai fianchi – che ci guarda sorniona. Ok, ora mi sento tanto come un intruso. Bella è rossa come un semaforo e io cerco di guardare il meno possibile gli occhi indagatori della sua amica. << Beh, ho avuto altri programmi per la serata. >> << Oh vedo! >> Tanya ride, facendo imbarazzare sia me che Bella. Io mi perdo nei suoi occhi marroni e capendo, si alza per poi accompagnarmi alla porta. Mi volto verso Tanya, afferrando dalle mani di Bella le chiavi dell’auto. << Tanya, a domani. >> Lei mormorando qualcosa si siede sul divano – presumo abbia contraccambiato al saluto. Bella si avvicina e mi aggiusta il colletto del giubbotto; sorrido, sembra tanto una moglie che “aggiusta” il marito prima che esca. Oddio ma che vado a pensare?! << A che ora ti passo a prendere? >> Sento indistintamente il volume del televisore abbassarsi, sorrido nell’immaginare Tanya che cerca di origliare il più possibile senza farsi beccare. Le sue mani tornano tra i miei capelli e socchiudo gli occhi beandomi delle carezze. << Adoro i tuoi capelli, sono così vellutati. Uhm, alle otto meno venti va bene? >> Apro gli occhi e annuisco ancora un po’ stordito per le coccole e le sue parole. << Sì, a quell’ora ti citofonerò. >> Sorride e mi da un buffetto sulla guancia. << Non serve, puoi solo farmi uno squillo al telefono, così non ci perdiamo in posti troppo comodi per darci il buongiorno. >> Ridacchio e a un soffio dalle labbra le mormoro. << Presumo che la mia macchina sia comunque troppo comoda. >> Chiude gli occhi per trattenere una risata e le bacio le palpebre. Devo andare. << Buona notte piccola, a domani. >> Vedo i suoi occhi illuminarsi e guardarmi in modo dolce. E’ per il “piccola”? Se così fosse, glielo dirò più spesso! Con un sorriso statico, s’inumidisce le labbra per poi appoggiarle sulle mie. Sì, penso proprio che farò bei sogni.

 

Bella pov.

<< Tanya, sono in ritardo, piantala di farmi domande! >> Cerco di farmi una coda di cavallo in modo decente ma la mia amica continua a gironzolarmi attorno facendo aumentare il mio nervosismo. << Ma io sono solo curiosa! Non chiedo poi molto solo: come bacia, come sono al tatto i suoi capelli, dove vi siete dati il primo bacio, perché eravate sul divano – quasi intenti a strapparvi i vestiti di dosso, come mai ti passa a prendere, che cos’hai provato nel sentire il suo possente corpo, che cosa provi per lui e perché diavolo non mi hai avvisata che eravate qua? In quel caso sarei tornata più tardi! >> A braccia conserte e con la capigliatura fatta, la guardo con un sopracciglio alzato tramite lo specchio. << Solo? E se avevi molte domande che avresti fatto? Avresti chiamato quelli di C.S.I per ricomporre la scena del crimine? >> Sbuffa e mormora: “Dettagli”. Torno in camera infilandomi un paio di stivali a tacco basso e la guardo, al suo sguardo da cucciolo in cerca di coccole sospiro. << Giuro che ti racconterò tutto ma non ora. Guarda, voglio essere brava, prendi il mio telefono e leggi il messaggio che mi ha mandato ieri sera. >> Tanya sgrana gli occhi ed entusiasta salta sul letto afferrando il cellulare. Cerca e apre cartelle su cartelle dell’iphone finché non inizia a leggere con un sorriso sulle labbra, automaticamente spunta anche a me ripensando a quello che ha scritto. << “Sono qui nel letto che mi rigiro e penso a te. Mi hai preso sempre più e non so che cosa pensare. Mi piaci, come te lo devo dire? Grazie ancora per la bellissima giornata, so che se non l’avessi trascorsa con te non sarebbe stata così perfetta. Sì, questa è la parola del giorno, o forse è la parola appropriata per descriverti. Notte piccola, a domattina. Sogni d’oro, io sognerò te. Edward.” Oddio ma quanto è tenero? Bella devi sposarlo, o almeno violentalo, perché se è bravo a letto quanto a parole, è perfetto! >> Arrossisco e mi alzo per andare a infilarmi il cappotto. Pitt – immerso nella tazza della colazione – ci guarda – sì Tanya mi ha raggiunto – e cerca qualche informazione. << Perché urlava? >> Con il mento segna la psicopatica e io sorrido, peccato che la risposta gliela dia l’interessata. << Perché Bella ha trovato un ragazzo che ha la testa sulle spalle e che ci tiene a lei. Lo sai che... >> La interrompo subito, non mi va che racconti a tutti – anche se in questo caso si tratta solo di Pitt – la mia vita sentimentale! << Parlerò poi io. Tu non sai tutti i fatti, quindi smettila! Taci. >> Lei mette il broncio e mi passa il cellulare; il mio non è stato un vero rimprovero, non riesco ad avercela con lei, poi sono troppo felice per offendermi e cose varie. Ok è vero. Ho detto vita sentimentale invece che privata ma... con Edward è tutto diverso. E’ come vedere l’arcobaleno per la prima volta. Le emozioni sono sempre tante e poco importa quello che si fa e cosa si dice; anche solo stare insieme, fa andare in pappa entrambi i nostri cervelli. Sorrido e percepisco chiaramente il mio cuore accelerare i battiti quando il mio cellulare prende a vibrare. E’ lui, devo scendere. Velocemente saluto e scendo di corsa. Ultimamente l’ascensore lo uso di rado... beh ieri sera escluso. Dentro quel piccolo e non molto caldo abitacolo, ho passato un minuto interminabile e bellissimo a saggiare le labbra di Edward, non potevo chiedere nulla di meglio. Appena apro il portone, lo vedo subito, è appoggiato – con le mani in tasca – allo sportello della sua auto. Gli corro incontro sorridendo, mi tuffo praticamente tra le sue braccia che mi prendono al volo senza vacillare. Lo sento inspirare il mio profumo e il mio battito aumenta maggiormente il ritmo. Lo abbraccio stretto e ispiro l’odore del suo dopobarba. Mi piace. Non solo il profumo ma anche lui, il suo modo di parlare, di mostrarsi e poi... cavolo, amo il suo sorriso! E’ divino, soprattutto quello dove alza solo una parte della bocca facendo intravedere i denti bianchi e drittissimi. Sono sicura che qualche difetto lo abbia, ma per ora non voglio pensarci, voglio godermi tutti i pregi che riesco a scoprire. In breve tempo le nostre labbra si sfiorano per salutarsi e non posso non ridere felice. Era davvero molto tempo che non mi sentivo così bene, anzi – forse – non mi sono mai sentita così in sintonia e rilassata con un ragazzo. Edward ed io siamo molto diversi, i nostri pensieri non combaciano quasi mai e dirottano – molto spesso – in direzioni distanti ma in qualche modo riusciamo ad andarci incontro senza ammazzarci o urlarci contro. Le nostre labbra sono accostate, non ci stiamo baciando, ci stiamo perdendo l’uno negli occhi dell’altro. E’ davvero una bella sensazione sprofondare in quei due smeraldi senza fondo e pieni di emozioni, sentimenti che si riflettono su di me facendomi rabbrividire da quanto sono intensi.

<< Allora, mi hai sognato? >> Grazie a ogni parola pronunciata, le nostre labbra si sono sfiorate, adoro rabbrividire di piacere per questo piccolo contatto, sorride appena, e sempre tenendo le bocche a contatto mi risponde: << Sì, ma siccome sono cattivo, non te lo racconto! >> Mi allontano di qualche centimetro guardandolo male e indignata – ovviamente sto esagerando, in realtà mi ha solo incuriosita...e lo sa, quindi gli tiro un leggero schiaffo sul braccio e mi avvio verso la portiera. Ora sono curiosa... tanto un modo per farmelo raccontare lo trovo! Sì ne sono sicura. Sono una ragazza determinata.

 

Definirmi al settimo cielo è poco. Sono davvero euforica e il perché è semplice. Sto bene, sono felice e tutto ciò grazie a Edward. Siamo arrivati a scuola senza rendercene conto, per tutto il tragitto non abbiamo fatto altro che parlare – abbiamo però evitato di trattare l’interruzione da parte di Tanya – gli ho anche detto che devo assolutamente fare una ricarica per tartassarlo di messaggi e ha riso spensierato. E’ una vera gioia vedere i suoi occhi brillare e il suo sorriso arrivare da orecchio a orecchio. Mi fa ancora strano sapere che è grazie a me che è così contento. Mi ha raccontato qualche piccolo vecchio aneddoto, dove ci trovavamo insieme ma completamente lontani. Ancora non comprendo come ho fatto a non notarlo – ovviamente prendo a insultarmi perché penso che le cose sarebbero state differenti se in qualche modo noi ci fossimo già avvicinati in passato. Certo, lui nella sua mente aveva la Dea, però mi conosceva... sapeva “tutto” di me.

Girovago indisturbata per i corridoi vuoti, è l’intervallo e sono tutti in mensa; non so perché ma sapendo che Edward si sarebbe trattenuto con Jake per parlargli, ho deciso di stare un attimo sola... quindi eccomi qui a camminare senza una meta come una profuga.

Ci siamo baciati... finalmente ho potuto avere un contatto diretto con le sue labbra.

Ho fatto veramente fatica a staccarmi ieri sera, tutta colpa di Tanya! Non pensavo di bramare così tanto un contatto così diretto... almeno fino all’altra sera, davanti all’auto dopo aver scavato per la cassetta dei ricordi. Ieri in aula lo avrei anche baciato, ma è stato meglio aver aspettato. Eseguire una cosa che si vuole fare, però sotto ordine di qualcuno, non è mai bello e penso che anche lui concordi. E poi com’è che si dice? Tu mi dici che cosa devo fare? E io non lo faccio solo per il gusto di farti arrabbiare, di andarti contro. Ridicolo, ma accade continuamente.

Anche questa mattina è stata fantastica, non c’è stato nessun tipo d’imbarazzo tra di noi e nel camminare tra i corridoi – sotto gli occhi di tutti – con le mani intrecciate, mi ha fatto veramente gongolare.

Quando sento delle risate, mi blocco ma sospirando torno ad avanzare e vedo due ragazze e due ragazzi accanto a una macchinetta. Mi avvicino – come attratta da un magnete – e mi stupisco quando riconosco Edward che si passa una mano tra i capelli guardando in modo agitato e un po’ scocciato Jake. Incavolata, alzo il mento e cerco d’ignorare la morsa allo stomaco. Le due ragazze, in realtà sono due bambine e vederle così vicine a lui... beh mi da fastidio. Forse definirmi solamente infastidita, è poco. Ma non sono gelosa. No. No, non lo sono. Ma a chi voglio darla a bere? Lo sono, eccome se lo sono! Ora vado lì e strappo la mano di quella biondina! Come osa toccare il petto del mio Edward? Velocizzo il passo e infine mi accosto con un fianco alla macchinetta delle bevande e sorrido – soprattutto perché Edward ancora non mi ha visto e ha allontanato la mano di quella. Mi raschio la voce, catturando l’attenzione, e punto il mio sguardo sulle due bimbe. << Ragazzi è un piacere vedervi. >> Il mio sguardo non si scosta, almeno finché non mi sento circondare le spalle dal braccio di Edward. Quando mi posa un leggero bacio sulla tempia, fremo e non posso evitare di voltarmi sprofondando nei suoi occhi. << E’ bello vederti. Ti presento la cugina di Jake – Kate – e una sua amica: Beatrice. >> Giro il capo verso le ragazze e sorrido. Chissà perché non mi sorprende che la ragazza che lo aveva toccato fosse l’amica. La gelosia m’invade nuovamente e faccio un passo verso Edward, avvinghiandomi – non in modo volgare – al suo fianco. << E’ un piacere conoscervi. >> Noto l’occhiataccia di Beatrice ma le sorrido sfrontata mentre lei stizzita incrocia le braccia al petto. Eh sì bimba, sogna... lui non si tocca. Un lampo di lucidità, mi scuote e capisco di star esagerando; per la piccola deve essere già frustante essere stata palesemente rifiutata, se mi comporto così, è solo peggio. Sono matura, non sono più una ragazzina... contegno Bella!  I ragazzi si fermano ancora qualche minuto a chiacchierare – di non so cosa perché mi guardo attorno per capire come ho fatto ad arrivare fino a lì, e infine vedo – e sento – le studentesse allontanarsi con Jake dopo averci salutato. Ora siamo soli, automaticamente mi volto verso di lui sorridendo. Le sue mani scendono sui miei fianchi e mi avvicinano maggiormente a lui. Le mie mani accarezzano lentamente il suo petto per poi salire sulle spalle e nascondersi tra i suoi capelli. Sospiro estasiata nel sentirli così morbidi e vedere lui così intento a godersi le mie coccole. Può sembrare che io sia fredda, che quello che provo per Edward sia semplicemente attrazione, ma non è così... solo che ho avuto troppe fregature e di conseguenza mi ritrovo – anche involontariamente – ad andarci con i piedi di piombo. Ho più volte ammesso di fidarmi ciecamente di lui... è una cosa strana e insensata ma è così, so che è un controsenso, visto che mi ostino a ripetermi che devo andarci con cautela. Ma poi, andare dove? Lui è qui, io anche... ci piacciamo e... ed è anche vero che siamo qui, nello stesso posto, solo perché c’è stato questo strambo invito, dopo che cos’accadrà? Ho smesso da tempo di farmi progetti a lungo termine – soprattutto nel campo sentimentale – ma ora, qui con lui, vorrei fermare il tempo. << Mi piaci quando fai la gelosa. >> Mi riscuoto e lo guardo con un cipiglio omicida che lo fa solamente scuotere per via delle risate trattenute. << Io? Gelosa? Ma cosa dici mai! >> Si morde il labbro inferiore – estremamente contento della mia bugia evidente. Sospirando mi avvicino maggiormente, accostando del tutto il mio corpo al suo. Adoro percepire il suo calore. A un soffio dalle labbra gli sussurro: << Che cosa facciamo oggi pomeriggio? >> Voglio vederlo e passare ogni attimo con lui. Uffa, mi sembra veramente di essere regredita all’adolescenza! Lo osservo e mi accorgo subito della luce che si attenua nel suo sguardo. Fa una leggera smorfia che mi fa irrigidire. Che cosa sta succedendo? Sbuffa e continua ad accarezzarmi in modo tranquillo e suadente la schiena. << Ho preso un impegno con Jake e Ben per questo pomeriggio... torneo alla play come ai vecchi tempi. E’ una vita che non prendo un joystick in mano... >> Sporge il labbro inferiore verso l’esterno, lo guardo come ipnotizzata; quanto vorrei mordere e saggiare quella sporgenza! Deglutisco e riporto il mio sguardo nel suo. Non posso negare che avrei preferito passare il mio tempo con lui, ma da quando siamo tornati in questo posto – cioè da quando ci siamo praticamente conosciuti – abbiamo passato ogni momento libero insieme, di conseguenza non ha passato nemmeno un attimo con i suoi amici e la sua famiglia. Non posso impedirgli nulla e poi non morirò non vedendolo per il resto della giornata, vero? << Va bene, vuol dire che m’ingozzerò con le mie amiche in un bar in centro e spettegoleremo. >> Cerco di apparire tranquilla e serena ma a quanto pare non lo incanto. << Mi dispiace davvero, però tieniti libera questa sera. Ti porto al cinema e infine a ingozzarci al Mc spettegolando sul film. Ti va? >> Mi sorride entusiasta e faccio lo stesso anch’io. Mi piace il programma, anche perché adoro andare al cinema e soprattutto adoro ingozzarmi con il cibo del Mc. Annuisco e mi avvento sulle sue labbra mentre aspettiamo la campanella per la fine della ricreazione. Proprio mentre suona, ansante mi allontano da quelle delizie, e gli mormoro: << Ricordati che mi devi raccontare del sogno... >>

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

Per pattinare, Edward intendeva con i roller brade... spero che “l’originalità” vi sia piaciuta.

Il primo bacio se lo sono dato sotto un albero... l’immagine che mi ha ispirata, è stata questa.

IL capitolo... e ho fatto più volte notare l’articolo in maiuscolo, era per significare il bacio. Niente di più, andiamoci con calma. Il titolo è importante, era un altro “indizio”... mi è venuto quasi spontaneo collocare al capitolo quel titolo, spero vi piaccia. Ovviamente non poteva mancare “One tree hill”, non fate domande... non pensate che Bella sia pazza, è che la puntata in questione tratta della settima stagione (inedita) quindi pochi forse collocheranno quella frase... ripeto, non fate domande. Bella aveva già detto di essere una telefilm dipendente (come me xD) e avendo trovato Edward affine in questa cosa – anche se non totalmente – l’ha fatta andare su di giri. Ecco Tanya, quanti di voi avrebbero voluto picchiarla? Quanti hanno sorriso nell’immaginarla mentre abbassa il volume della tv per origliare? I baci non sono stati pochi, la curiosità di Tanya è da premiare e il messaggio di Edward è troppo dolce xD che altro manca? Beh la gelosia, il sogno di Edward, il momento di riflessione di Bella e infine il non vedersi nel pomeriggio... che ne pensate? Oddio, ho scritto un poema xD scusatemi ma questa storia mi prende troppo, che ci posso fare? Ripeto: non so se c’è qualcuno che legge queste note, ma alla fine io non smetterò di ciarlare ;) a martedì... perché sì, come ho detto più volte, questa storia viene aggiornata proprio quel giorno! Buona settimana :D un bacione e grazie a tutti!! JessikinaCullen.


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Lapels and surprises by JessikinaCullen is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
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Capitolo 7
*** E' inutile giocare. ***


E finalmente è martedì! Quindi eccomi qui. ^^ In questo capitolo vediamo la coppietta “separata”, spero di farvi divertire e di far capire più cose possibili. La serata la passeranno assieme e ci sarà un momento in cui tratterrete il respiro (se vabbè Jess, te piacerebbe!) però... no, non dico altro! ;) ho capito che le mie note vengono lette da quasi tutti, mi fa piacere ^^ poco fa, ero con una mia amica e stavo correggendo il capitolo dopo e tutte e due avevamo gli occhi a cuoricino... quindi immaginatevi il prossimo capitolo. Ah! Prima che mi dimentichi... le minacce non sono consentite =P cerco di proteggermi e avvertirvi perché lo so, a fine capitolo avrete più o meno quest’espressione -> è__é hahaha buona lettura  e un grazie enorme a tutti!

 

Recensione capitolo 06:

Fallsofarc: tesoro sono contenta ti sia piaciuto, anche perché è stato un capitolo importante. Non ricordo dove ho trovato l’immagine, però appena l’ho vista mi è venuto come un flash e mi si è creata la scena in mente. Per Quel capitolo, dovrai aspettare ancora un pochino... spero ti piaccia anche questo capitolo perché finalmente li vedremo “separati” ;) Un bacione buona lettura.

Shona: così fai arrivare anche la nuvoletta rosa da me! Sinceramente avrei anche io abusato di Edward, però Bella non è così intraprendente; in quella circostanza, avrei fatto anche io come Tanya (e sicuramente anche tu) però Bella non poteva cacciarla, non sarebbe stato neanche giusto. Non ti preoccupare l’occasione di rifarsi – per i piccioncini – ci sarà ;)

Alexia__18: innanzitutto ti ringrazio. Diciamo che non volevo cadere nel banale, quindi quando ho visto in un telefilm due pattinare sui rollerblade, non ho potuto non prendere ispirazione. Sono contenta ti sia piaciuta anche perché era un capitolo importante, ma quelli belli belli devono ancora arrivare ;) Buona lettura!

Loulou72: essendo una patita di telefilm, non potevo non nominare Buffy; già in questo capitolo Edward spiegherà molte cose, ma non quelle che pensi. Edward deve dare ancora il massimo ma sono contenta che ti abbia già fatto innamorare ^^ Buona lettura, un bacione incrocio le dita!

Vanderbit: :D Anch’io ho tutti i cofanetti di Buffy!!! Per quanto riguarda Sex and the city, mi sto mettendo in pari, per il film ho fatto come te e ho quasi fuso il DVD. Sono contenta che questo capitolo sia il tuo preferito, anche perché penso sia uno dei più intensi e dove forse si dimostrano più cose, però spero di riuscire a fare aumentare il numero dei capitoli preferiti. Buona lettura, un bacione.

Grepattz: Tanya in quell’occasione sembrava un po’ me, nel senso che probabilmente io mi sarei comportata così :D sono contenta ti abbia divertita. Bella sì, si sta fidando però sappi che manca ancora un po’ alla verità ^^ godiamoci questi bei momenti ;) buona lettura!!

Memycullen_93: tesoro ma grazie!! Ne sono davvero contenta. Guarda, mi è bastato vedere la foto per immaginarmi tutta la scena *_* mi sono sciolta da sola, quindi immagina hahaha. Per il sogno, saprai il tutto in questo capitolo, momenti dolci ovviamente ce ne saranno e anche altre cose ;) spero ti piaccia. Buona lettura tesoro e grazie per stare sempre dietro alle mie pazzie, sappi che ho aggiornato “Travolgimi” domenica :D

_Miss_: Hahaha beh io sono una telefilm-dipendete, non potevo non mettere nulla hahaha sono davvero contenta che come cosa ti piaccia. E sono anche contenta che tu stia seguendo OTH  :D!! Peccato che lunedì hanno trasmesso l’ultima... devo ancora metterla a scaricare però XD allora, andiamo al capitolo... a parer mio, Bella ha fatto bene a fermarsi, di quel gruppetto era la più grande e ha capito che facendo troppo la gelosa non avrebbe risolto nulla, anzi il contrario, la bimba ci stava già male di suo! Tanya può sembrare tanto... una cheerleader con la puzza sotto il naso ma sotto sotto una brava ragazza che sa il fatto suo e che vuole bene a Bella ^^ per le recensioni non preoccuparti, mi fa già molto piacere che tu legga, alla fine non penso che ci voglia un diploma per recensire, tu solitamente scrivi poco ma qualcosa di sensato :D grazie.

Giova71: hahaha vi ho fatto penare ma sì, il bacio finalmente c’è stato :D Bella è molto gelosa ma vuole conoscerlo, ed è la stessa cosa per Edward... alla fine lui la sta conoscendo veramente solo ora e questa cosa gli piace. Beh da ora in poi... mmmh, no beh dal prossimo capitolo (diciamo) le cose vanno un po’ più velocemente ma spero che la cosa ti piaccia ugualmente. Un bacione, grazie e buona lettura :)

Jesskiss85: anche a te piace one tree hill?? *_* in realtà non sei indietro. A giugno finalmente trasmettono la sesta stagione ma io ho scaricato già la settima, anche perché se aspettavo ancora un po’ probabilmente sarei morta, amo totalmente quel telefilm e ora mi sono presa troppo anche di “the vampires diares” O.O lasciamo perdere hahaha. Allora, hai parlato di deludere: so che la mia è un’insana paura ma io vedo che autrici migliori di me ricevono critiche su critiche e questa storia sarebbe un bersaglio piuttosto facile, viste le credenziali della trama particolare ecc ecc... probabilmente è per quello che cerco sempre di spiegarmi e far capire più cose possibili. La scena del pattinaggio, mi è venuta guardando un film poi ho trovato quell’immagine e voilà! Sono davvero contenta che ti sia piaciuta come scena, anche perché mi sono sciolta io stessa scrivendola hahaha, in questo capitolo finalmente li vediamo un po’ separati ma non per molto, ricordi il sogno? Il passare la serata insieme? Beh avverrà e a fine capitolo mi vorrai picchiare hahaha, un bacione, buona lettura. P.s: se può interessarti domenica ho postato il capitolo 3 di “Travolgimi”! ^^

Sara_Twilighters: *_* che bello!! Sono davvero contenta, anche perché in pratica mi hai detto che tutto è molto realistico, non potevi farmi più contenta di così, grazie!! :D

Chi61: ho un sorriso ebete sulle labbra. Grazie, sono davvero onorata per tutti i tuoi complimenti. Non so – sinceramente – che cosa possa attirare di questa storia, però io scrivendola mi sono sentita più grande ma più piccola nello stesso tempo, per me non è semplice spiegare le emozioni ma a quanto pare il mio sforzo si vede :) sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, anche perché era uno di quelli importanti. La scena non lo so, mi è venuta in mente vedendo quella foto, non potevo lasciar stare, quindi ho scritto ^^ Tanya, beh Tanya è così, e sinceramente ero stufa di vederla sempre come terzo in comodo, quindi eccola qui come amica di Bella :D sono contenta che ti piaccia. Questo è un capitolo... beh normale, nel senso che li vediamo entrambi con gli amici e poi tra di loro... spero di aver fatto un buon lavoro :) grazie di tutto, un bacione.

Semolina81: leggendo la tua recensione, mi sono chiesta: ma merito davvero così tanto? Qualunque sia la risposta, grazie. ^^ Allora, i momenti di “crisi” ci saranno, ovviamente avranno un senso e non ti dirò su che cosa sono ;) i primi tempi sono sempre così, va sempre tutto bene quindi ho cercato di far vedere solo questa parte per ora ma sono molte le cose che comunque devono ancora uscire. Sinceramente, il messaggio di Edward, è stato esagerato ma proprio come hai detto tu, lui è fatto così, è il suo carattere. Bella nel momento del “traccio il mio territorio” ha esagerato, però è normale ai primi tempi e poi è tornata normale capendo che comunque quella era una bambina che ci stava già male perché lui non la cagava, poi c’è da dire che Bella non ha ancora tutte queste certezze per comportarsi in un certo modo, non stanno insieme. Le cose accadono velocemente perché hanno una settimana di tempo, gli avvenimenti sono tanti e il tempo è poco... però sì, il bacio ci stava e farli continuare no. sono contenta che la pensi come me. io sono una telefilm-dipendente, non poteva mancare la mia dose di Buffy, sex and the city e di one tree hill! Ogni volta che apro il mio “mobile” vengo travolta da tutte le serie televisive hahaha meno male che ho un posto apposito xD quindi ti capisco. Finalmente è martedì, quindi ti lascio leggere il capitolo ;) buona lettura, spero ti piaccia. Un bacione.

Piccolinainnamorata: O.O mi hai minacciata di “morte” hahaha, no beh dai... non ti dirò come la prenderò Bella però posso dirti che c’è ancora tempo ;) sono contenta che questa storia ti piaccia così tanto da rileggerla più volte. Sinceramente non so che cos’abbia che attira, però non sei la prima che me lo dice. Se devo essere sincera anch’io scrivendola a volte mi sembrava di essere lì, di essere Bella e di non voler andare via, buh, non so proprio spiegarmi il perché. Beh la storia è su Ed&Bella ma c’è da dire che nella vita non si è mai soli, e non potevo non mettere anche gli altri personaggi, sono contenta che la cosa ti piaccia. E sono molto molto contenta che tu ci sia sempre :D grazie, buona lettura tesoro.

Samy88: tesoro ma ciao! ^^ che bello, hai commentato! Ne sono davvero molto contenta, sinceramente mi ha fatto molto piacere, so che sei sempre impegnata... anche per quello mi fa piacere :D stento ancora a credere che ti piaccia la storia, il mio modo di scrivere e tutto il resto, ne sono onorata, anche perché lo sai... io adoro te in un modo spasmodico, sono assuefatta dalle tue storie *_* comunque grazie infinite per i complimenti e soprattutto mi fa piacere che hai notato che fanno le cose con calma anche se hanno una sola settimana di tempo ;) ti lascio leggere tesoro e non preoccuparti, quello che hai scritto non è stato affatto poco, e soprattutto non era breve come recensione :D ti voglio bene. Grazie.

 

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Capitolo sette – Lapels and surprises: E’ inutile giocare.

Edward pov.

<< Non ricordavo avessimo tutti questi giochi! >> Sono accovacciato davanti a un mobiletto che contiene tutti i cd della playstation, ovviamente sto parlando con Emmett che è spaparanzato sul divano in mezzo ai miei amici. Quando ha saputo che cosa avevamo in mente, ha subito disdetto i suoi impegni aggregandosi. Lui al contrario di me, gioca ancora – molto spesso – ai videogame, basta contare che Rosalie per Natale gli ha regalato la ps3. Secondo me ha fatto una cavolata ma lei ha detto che se è felice lui, è felice anche lei... e chi sono io per obbiettare? << Dai Ed, potranno anche essere tanti ma non puoi metterci una vita a sceglierne uno. Sto fremendo dall’eccitazione di batterti... sbrigati! >> Sbuffo e afferro uno dei tanti giochi per poi inserirlo nel “lettore” e raggiungerlo sul divano. Mentre mi rammenta come giocare, e quali tasti schiacciare, non riesco a non pensare a Bella. Anche non volendo, è costantemente nei miei pensieri e il fatto che nessuno di loro mi abbia ancora chiesto qualcosa, mi sembra strano. Questa mattina sono sicuro che mi abbiano visto mano nella mano con lei ma anche quando sono rimasto da solo con Jake, nessuno mi ha chiesto nulla. Cosa sempre più strana. Per quanto siano cresciuti – almeno d’età – sono sempre stati tre persone curiose... diciamo quattro aggiungendo Alice, ma invece niente. Non so se esserne contento, cioè, lo sono ma di Bella e me. Di noi. La loro indifferenza mi turba. M’immaginavo fischi, domande e supposizioni sbagliate ma ricevere il vuoto, lo trovo assurdo. Mentre giochiamo – o meglio mentre mi faccio sconfiggere anche in un’innocua gara di macchine – chiacchieriamo di sport, di musica, di film e soprattutto di ragazze, maggiormente di Rosalie, o meglio di come riesca a sopportare Emmett. Ovviamente scherziamo ma Emmett non sembra turbato – per fortuna – e non si toglie nemmeno per un momento un sorriso ebete dalle labbra. Una parte di me – ora – lo capisce, comprende perché è sempre così rilassato nel parlare della sua fidanzata. L’ho sempre un po’ invidiato ma ora no, non per chissà che cosa ma ora c’è Bella, lei mi conosce, mi ha baciato, le piaccio... ora ci siamo noi. Finalmente quelle tre letterine che hanno solamente viaggiato nella mia mente, o meglio nella mia fantasia hanno un senso, un significato. Sono vere, hanno preso consistenza. E ne sono dannatamente felice. Alla mia ennesima dipartita, sbuffo appoggiando il joystick sul tavolino di vetro del salotto. Emmett non dice nulla, non si sbeffeggia di me e non fa balletti strani facendomi terrorizzare. Lo guardo stranito e mi pietrifico notando il suo sorriso fin troppo furbo. Incontro anche lo sguardo di Jake e Ben e... oh cavolo, anche loro stanno sorridendo nella stessa maniera. Ricordate quando mi ero quasi lamentato della loro indifferenza? Ecco, dovevo stare zitto. << Non pensare che te la facciamo passare liscia. Sono almeno due ore che giochiamo e non hai mai nominato il nome della tua Bella. Sbaglio o da ieri ci sono stati progressi? >> Emmett ammicca nella mia direzione e si accomoda meglio sul divano, lo stesso fanno i miei amici. Sospiro, tutto un tratto mi sento in gabbia... loro ovviamente sono i leoni affamati e io la povera preda che deve andare – consapevolmente – verso il proprio destino. Destino infame, direi. << Mi sembrava strano. >> Ridono e Ben – che è al mio fianco – mi posa delle pacche sulle spalle. << Diciamo che lo abbiamo fatto a posta per coglierti impreparato. >> Alzo gli occhi al cielo e mi appoggio allo schienale aspettando le loro innumerevoli domande. Prima che partano con l’interrogatorio, alzo un dito e lo sventolo lentamente per aria.

<< Vi avviso, se voglio... ad alcune domande mi permetto di non rispondere. >> Urli e parole di disappunto escono dalle loro labbra ma pienamente convinto e determinato su quello che ho detto, non mollo e infine acconsentono facendomi sorridere vittorioso. Uno a zero per me – per il momento. Emmett si schiarisce la voce, automaticamente poso il mio sguardo su di lui. << Ieri sera sei tornato tardi... perché? >> Sorrido, sembra tanto uno di quei poliziotti dei telefilm. << Perché ho cenato con Bella. A proposito, devo avvisare mamma che nemmeno stasera cenerò a casa... >> Mi alzo, velocemente, ma tutti e tre mi richiamano in modo esasperato e Jake mi blocca il passaggio mettendosi tra me e la cucina. Lo guardo facendo una smorfia, contro di lui non mi posso mettere... non solo perché è un armadio a doppia anta ma anche perché è mio amico... e ok, la sua mole mi spaventa. Quasi, quasi, lo preferivo quando era piccolo e rachitico. Sbuffando torno indietro – ancora con il broncio. << Ok, do il via all’interrogatorio. >> Mio fratello esulta, e Ben ridendo prende la parola. << Siete sempre insieme... volevo sapere se siete diventati una coppia. >> Tra i tre, è sicuramente il più discreto e il più cauto con le parole, l’ho sempre adorato anche per questo. Coppia? Posso definire me e Bella in questo modo? << No. Non proprio. Non c’è stato nulla di ufficiale. >> << Mmmh, questo significa che però qualcosa c’è stato. >> Mi giro incontrando nuovamente gli occhi scuri e curiosi di Jake. Sorrido. << Beh qualcosa sì. >> Solo ripensare alle sue labbra, al suo sapore e alla sua pelle calda e morbida che le mie mani hanno potuto accarezzare, mi viene voglia di mollare tutto e andarla a cercare. Il mio sorriso ebete e la mia risposta, vengono capiti male, infatti, iniziano a dire cose poco carine – non su di Bella ma su di me. Fingo una risata catturando la loro attenzione. << Divertente, sappiate che comunque non gemo in quel modo, e non sono stato a letto con lei. >> Un “no” di protesta e di sconforto – per me ovviamente – aleggia nell’aria. Alzo gli occhi al cielo. << Ci siamo baciati, tante tante volte e sinceramente se non avessi detto a Jake “sì”, in questo momento mi troverei con lei. >> Jake sbuffa. << Ma non puoi fare il fidanzatino casa e chiesa! Noi siamo i tuoi amici e abbiamo preteso un pomeriggio con te, non lamentarti! >> So che in realtà non mi sta sgridando e so perfettamente che ha ragione. Da quando sono tornato a Forks, li ho visti solo a scuola e un po’ mi sento in colpa. Durante questi anni ci siamo visti e sentiti poco – è stata anche colpa mia e della mia voglia di lasciarmi alle spalle tutto, buttandomi nel lavoro. Loro non c’entravano nulla e ora che i miei sogni – in un certo senso – si sono realizzati, capisco che ho fatto male ad allontanarmi e soprattutto a stare da solo con Bella – non che di questo mi penta – ma potevo dare anche a loro qualche attenzione. << Hai ragione, devo ancora dire grazie che siete qui. >> Annuiscono convinti facendomi sentire ancora più in colpa. Mio fratello mi da una pacca sulla schiena – facendomi quasi finire contro il vetro del tavolino – e sussurra. << Sembri una checca quando parli così. Hai la donna dei tuoi sogni, cosa importano gli amici? >> I due – Jake e Ben – lo guardano trucemente. << Ehi! Una donna è di passaggio, gli amici no! >>

<< Sarà anche vero, ma gli amici ci devono essere quando le ceneri risorgeranno! >> Non capendo, guardo Jake con una smorfia. << Beh sì, siamo tutti cenere... e le persone amano le persone che non si abbandonano, che combattono. Che risorgono. Ricordatelo! >> Alzando gli occhi al cielo, li lascio intraprendere una specie di discussione su chi ha ragione e perché, non li interrompo e silenziosamente mi dirigo verso la cucina con il telefono in mano. Vorrei sentirla, chiamarla e definire l’ora per l’incontro ma appena metto piede nell’ampia cucina, vedo mia madre che sbircia tramite il vetro del forno che cosa contiene. Mi raschio la gola e lei si volta con un sorriso verso di me. Si avvicina al bancone e ci si appoggia. << Indovina cosa sto cucinando? >> Chiudo gli occhi – facendo qualche passo avanti – e inspiro l’aria. Un aroma stuzzichevole e saporito, mi fa inspirare ancora più vigorosamente e sorrido aprendo gli occhi. Guardo come incantato mia madre che divertita aspetta una mia risposta. << Lo sai che ti amo, vero? Hai fatto la tua mitica e buonissima torta al cioccolato! >> Lei ride e arrossisce un po’. Senza pormi problemi, faccio il giro del bancone e mi abbasso per abbracciarla facendola ridere. << Oddio, e mo chi lo dice a Bella che invece di essere innamorato di lei, ama sua madre? >> Io e la mia adorata mammina, ci voltiamo e guardiamo i tre scemi con gli occhi fuori dalle orbite; rido nervosamente quando gli occhi – curiosi e vispi – di Esme, si puntano su di me chiusi a fessura. Ok, forse le devo qualche spiegazione. Sicuramente la parola “amore” deve averla incuriosita parecchio, soprattutto visto che Emmett l’ha abbinata a “Bella”. Posso uccidere mio fratello? E’ sempre stato così, nolente o volente, dice sempre quello che non deve... mettendomi spesso in una situazione di disagio. Mi passo una mano tra i capelli, mia madre continua a guardarmi, sospiro e le circondo il viso con le mie mani, mi abbasso alla sua altezza e le parlo con il cuore in mano. << Mamma questi finora sono stati i giorni più belli degli ultimi anni. Bella, la stessa Bella che alle superiori, o alle medie non sapeva della mia esistenza, ora mi ascolta, mi parla e mi bacia. Non te l’ho detto perché sono stato troppo preso da lei e del passare più tempo possibile insieme ma sappi che ti avrei detto tutto. Non so se sono innamorato, ma sicuramente, il sentimento che provavo quando ero più piccolo, è cresciuto... lei è fantastica e soprattutto mi piace com’è dentro. Non solo esteticamente. Scusami. >> Le asciugo con un pollice una lacrima. Mi sorride e infine si sbilancia per abbracciarmi, la stringo forte a me sentendo una sensazione di pace e amore. All’orecchio le sussurro un versetto di Shakespeare. << L’amore non si trasforma in poche ore e in settimane, ma resiste... anche sull’orlo della morte. >>

Inspiro il profumo di cocco e mela dei suoi capelli e chiudo gli occhi appoggiando proprio il capo su quella folta chioma profumata. Ah la mamma, è impossibile non amarla. << Avete finito? Mi sento escluso! >> Rido, e vengo seguito a ruota dai miei amici. Mia madre sospira e si allontana dalle mie braccia per sorridermi << E’ sempre stata importante, e riportando quella frase me lo hai dimostrato. Hai tutto il mio consenso. >> Lasciandomi senza parole e con una sensazione di pace, la osservo mentre va verso mio fratello per poi posargli qualche bacio sul volto facendolo gongolare. E’ assicurato, ho una famiglia di pazzi che amo immensamente.

 

Bella pov.

<< Dovrei essere arrabbiata. Ti sei fatta viva solo perché il tuo Eddino è occupato. >> Faccio un faccino triste, sporgendo anche il labbro inferiore, e la guardo colpevole. Tanya in parte ha ragione e Brooke – che cerca di capirci qualcosa – ci osserva con la sua tazza di cioccolata calda tra le mani. Si sporge con una smorfia verso di me. << Fammi capire bene... se Edward non ti avesse dato buca, ora non saremmo in questo bar? >> Deglutisco cercando di non guardarla. Il suo risentimento e amarezza si sentono, per carità è un po’ confusa ma si è capito che la situazione non le va bene; inerme annuisco e loro sospirano appoggiandosi allo schienale della propria sedia. In realtà Edward non mi ha proprio dato buca, però cerco di non pensarci. << Com’è possibile che un ragazzo sia riuscito a farci mettere in secondo piano? >> La domanda di Brooke, non è rivolta a me, ma a Tanya. Con il cucchiaino prendo a girare la miscela calda e densa nella tazza. Subito uscite dalla scuola, le ho fermate chiedendo – anzi pregandole – di passare un pomeriggio insieme. Non volevo stare da sola a casa e poi avevo detto a Edward che sarei stata con le mie amiche, e quelle con cui mi confido e mi conoscono meglio, sono loro. Le ho avvisate, hanno accettato e sono tornata a casa accompagnata da Edward. Già, Edward. Mi manca, com’è possibile? L’ho dato per certo. Non mi aspettavo di non vederlo oggi. Per carità, questa sera comunque saremo insieme ma... sono un po’ triste. Avrei voluto passare il pomeriggio a baciarlo. Cavolo le sue labbra e la sua lingua mi hanno reso dipendente! << Ok, che cosa stai pensando? >> Alzo gli occhi e incontro quelli di Tanya, certo lei è quella che mi conosce maggiormente, quindi non mi dovrei stupire; le sorrido un po’ agitata. Non ho nemmeno sentito che cos’ha risposto a Brooke, tanto ero presa dai miei pensieri. << Che cosa fanno i ragazzi quando stanno insieme? Che cosa si dicono? >> Corrugano le sopracciglia e ci pensano, per qualche minuto ognuna è immersa nei propri pensieri mentre beviamo le cioccolate. Ho sempre adorato questo bar pasticceria. Da quello che ricordo, c’è sempre stato, e almeno due volte a settimana ci venivo con mia madre per raccontarci quello che ci accadeva... almeno questo prima del divorzio. << Sesso. Macchine e videogiochi. Ecco di che cosa parlano i ragazzi. >> Sobbalzo e riporto la mia attenzione su Tanya. Alzo un sopracciglio. << No, Edward non è così. >> Scrollo le spalle spostando lo sguardo, sono sicura delle mie parole. In Edward c’è molto di più. << A Julian piace molto anche giocare a scacchi e leggere. Ma ai suoi amici no. Comunque li sento parlare spesso anche di sport. >> Tanya sbuffa. << Ma come può a un ragazzo piacere leggere e giocare a scacchi? >> Brooke la guarda trucemente e la “prega” di non iniziare a inveire contro il suo fidanzato. Brooke è sempre stata una ragazza facile – soprattutto al liceo – ma al college ha conosciuto Julian ed è cambiata, diventando una persona seria e innamorata. Certo, le cazzate le fa ancora e da spesso di matto  - soprattutto col suo povero fidanzato – ma è Brooke e la adoriamo anche quando fa qualche pazzia. Le stoppo e cerco di riportare il discorso al tema iniziale. Tanya sbuffa alzando le spalle. << Io sono convinta della mia tesi. Edward è o potrebbe essere diverso ma è pur sempre un uomo – e che uomo – quindi anche lui possiede certi impulsi. Non credere che stia con te solo perché hai un bel visino e sei simpatica. Bella, sicuramente vuole portarti a letto prima che finisca questa settimana. >> Rabbrividisco, non solo per il cinismo con cui Tanya guarda il mondo degli uomini ma anche perché lei non si fida per niente di loro. Non ha una storia seria da quando aveva diciannove anni, inutile dire che n’è rimasta completamente distrutta, da allora è tornata a essere ancora più stronza e puttana di quanto non lo fosse a sedici. Devo ammettere che il complimento – anche se definirlo tale è quasi un insulto – che ha fatto al mio “fidanzato” (d’altronde non lo posso chiamare così, ma me ne frego) mi ha dato molto fastidio. Non perché è stata lei a dirlo – anche se devo comunque riconoscere che ha ragione – ma perché è sbagliato dirlo. E’ vero che non ci siamo mai date dei tabù, ma si è resa conto subito che per me è importante, potrebbe benissimo capire che non accetto certi vocaboli... no? Pretendo troppo? Forse. << Scusa Tanya, ma non riesco a crederti. Tu non lo conosci e per quanto continui a pensare che esista un solo stereotipo, ti sbagli. Se dovessi finire a letto con Edward, sarebbe perché lo voglio e non perché lui ha un certo prurito da mandare via. >> Il suo discorso mi ha ferita, non sono creta, non sono malleabile... ho un cervello e le mie idee. Non mi faccio abbindolare da nessuno, io! Edward mi piace ma non per questo devo per forza finirci a fare sesso entro una settimana! Lei non ribatte, non so se le mie parole l’hanno colpita o perché non vuole farmi fare una scenata nel locale. Il silenzio cale tra di noi ma infine Brooke cambia totalmente discorso facendo scemare gli animi. << Hai scoperto chi è la Dea? >> Sbuffo. << Purtroppo no. Non riesco a chiederglielo, anche perché lui non sa che io ho letto il suo annuario. So che c’era – al liceo – una ragazza che le piaceva, me lo ha detto ma con che faccia avrei potuto chiedergli: “Ah sì? Puoi dirmi chi è, così posso ucciderla?” >> Le mie amiche ridono mentre cerco di calmarmi, solo pensare a questa ragazza, mi fa agitare inutilmente. Ogni volta che capita – in questi due giorni anche troppo spesso – cerco di ricordarmi che lui passa il suo tempo con me, bacia me e soprattutto non parla con lei. Credo. Sì, sì è così, quando avrebbe tempo di avvicinarsi a questa se ci sono sempre io nei paraggi?

 

<< Dimmi che alle sette e un quarto sei a casa e pronta per uscire. >> Rido e alzo gli occhi al soffitto. Sono nel mio letto che leggevo ma sentirlo non può che farmi piacere. Sposto i miei occhi alla radiosveglia. << Pensavo che si usasse dire “ciao” o qualcosa di simile quando si fa una chiamata. >> Sorrido ma sento lui tentennare, rido quando cerca di chiedermi scusa. << Non voglio che ti scusi, non hai fatto nulla di male... ti stavo prendendo in giro. >> Lo sento tirare un respiro di sollievo. Un cigolio mi fa voltare, dalla porta appare Tanya, non dice nulla, non chiede niente e si viene a sedere sul bordo del letto, con le labbra mi chiede di mettere il vivavoce. Non so quali siano le sue intenzioni, ma voglio fidarmi. Mi metto a sedere composta e faccio come mi ha detto. << Ok, allora non mi scuso. Non hai risposto alla mia domanda – anche se indiretta. >> Il sorriso non abbandona le mie labbra. << Sì a quell’ora sarò pronta. Mi sei mancato, lo sai? >> Il suo tono si addolcisce e non posso non immaginare i suoi occhi farsi più vivi e chiari. Adoro i suoi occhi. << Anche tu, non immagini nemmeno quanto. Quella che pensavo sarebbe stata una tranquilla giornata a giocare alla playstation, è divenuta una stazione di polizia... anzi un confessionale. >> Ride ed io con lui.  << Hanno fatto tante domande? >> Mentre mi racconta, vedo Tanya che mi saluta, evidentemente ci vuole dare privacy. << Ho parlato di te a mia madre. >> Il repentino cambiamento di tono e di discorso, mi freddano. Ha parlato di me, e non solo agli amici. Alla madre, una persona importante... essenziale nella sua vita. << E, e che cosa le hai detto? >> Sono curiosa e spaventata, non so cosa aspettarmi. Lo sento ridacchiare. << Non te lo dico, almeno non ora. Ti saluto perché ti devi preparare, ma ti prometto che te lo dirò. >> Sospiro rassegnata. << Sei un continuo mistero. >> Ride e mi posa un bacio tramite la cornetta. Il mio cuore sussulta e automaticamente ricambio il gesto. Non mi sono sentita forzata, l’ho fatto perché lo volevo.

 

Le sue labbra sono calde, morbide e soprattutto sono buone. Delle labbra possono essere buone? Beh io le sue le trovo squisite. L’ho fatto salire, non ero e non sono ancora completamente pronta, ma quando ha suonato il campanello, gli sono andata in contro per poi baciarlo – praticamente l’ho assalito come un’assatanata – fuori dalla porta. Non ha sgradito il gesto e ben presto mi sono trovata contro la parete – accanto alla porta di casa – con lui addossato a me per baciarmi ancora più passionalmente. Mi è mancato davvero tanto e sentire il mio cuore scalpitare mi piace, mi piace perché mi sento felice e fremo nel percepire i suoi delicati tocchi, carezze su di me. La sua è solo dolcezza, non approfondisce in modo squallido e animale. Lui mi accarezza con lentezza e affetto facendomi quasi sentire in paradiso, devo dire che mi è parso di sentire le campane... ma probabilmente è solo la mia testa che inizia a fare i bagagli. << Oddio, adoro sempre di più i tuoi saluti. >> Ansante e con un sorriso sulle labbra, fa appoggiare la sua fronte alla mia, il suo respiro s’infrange sulle mie labbra; lo guardo come incantata. E’ bellissimo e per un momento lo definisco mio. Potrei averlo, definirlo così? A lui andrebbe bene? I suoi occhi sono intensi, non so se si aspetti una risposta... non riesco ad aprire bocca. Mi sento talmente bene che penso che le parole siano di troppo. Delicatamente faccio sfiorare i nostri nasi e sento le mie guance colorarsi. E’ un gesto intimo e complice. Lui sorride solo con le labbra e socchiude gli occhi. Gli accarezzo una guancia e mi beo della piccola barba che pizzica e solletica il mio palmo. Dopo un leggero bacio, gli afferro la mano e lo trascino in casa ricordandogli che ho un appuntamento. Ride facendomi sorridere. << Davvero? Allora è meglio che fai in fretta, non vorrai farlo aspettare troppo, vero? Povero cavaliere. >> Si finge desolato per il povero cavaliere, e automaticamente sta al mio gioco facendomi divertire maggiormente... e pensare che volevo solo punzecchiarlo. Ridendo corro in camera e cerco di trovare un paio di scarpe adatte. Devo sbrigarmi, anche perché non ho idea di quando inizi lo spettacolo serale e a quale cinema voglia andare. Qui a Forks ce n’è solo uno... e fa pena, quindi deduco voglia spostarsi.

Quando torno in cucina, trovo Edward e Pitt che parlano amabilmente, ridono e scherzano come se fossero vecchi amici. Mi avvicino cautamente fino ad affiancare il mio cavaliere e gli accarezzo un braccio sorridendo. << Hai conosciuto Pitt. >> Annuisce ancora divertito. << Sì e sono rimasto stupito nel vedere e sentire che si stava divertendo a prendere in giro quelli che fanno boxe. Lo faccio anch’io, perciò ci siamo messi a parlare e alla fine a ridere. >> Me lo appunto: non gli piace la boxe. Annuisco e infine li ascolto ancora parlare mentre si salutano. << Divertitevi, comunque io stasera non torno. >> Stavo per chiudere la porta, la riapro e lo guardo male, lui mi sorride e mi strizza un occhio facendomi innervosire. Non voglio andare a letto con Edward. E’ troppo presto e poi... poi cosa? E’ inutile che inventi motivi. Non mi sento semplicemente pronta. Quando mi volto – con la porta chiusa – lo intravedo sorridere. << Non preoccuparti, non è quella la mia intenzione. >> Grata della sua “confessione” lo abbraccio e nell’ascensore, tra un bacio e l’altro, gli mormoro: “Grazie”.

 

<< Sinceramente ho molto apprezzato come lei sia andata contro di tutto e a tutti. >> Edward annuisce e addenta un chicken mcnuggets. << Ha seguito l’amore, è giusto. >> Gli sorrido e mi guardo attorno. << Ho sempre pensato che gli inglesi avessero un fascino che attira... grazie a questo film ne sono ancora più convinta. >> Tornando a osservarlo, vedo subito il guizzo curioso e nello stesso tempo compiaciuto. << Mio padre è nato in Inghilterra, quindi io ho origini inglesi... >> Lascia la frase a metà, arrossisco leggermente e abbasso gli occhi. << Beh ora si capiscono tante cose. >> Ridiamo per poi far calare il silenzio mentre beviamo e mangiamo. E’ un silenzio benevolo, non è pesante... stiamo insieme e siamo entrambi emozionati ma tranquilli. E’ un controsenso ma è così che mi sento.

<< Era da un po’ che non entravo in un McDonald’s, assurdo, vero? >> Scuote il capo. << No, io l’ultima volta che ci sono entrato... beh saranno almeno trascorsi due anni. >> Devo ammettere che ho un paio di domande, ma ho paura a porgergliele... magari non è pronto, magari non vuole. Apro la bocca ma infine la richiudo concentrandomi sul mio crispy mc bacon. Lui mi accarezza una mano, quando incontro i suoi occhi, vedo che sono comprensivi... non curiosi, non lussuriosi o indifferenti. << Dimmi tutto. >> Lo guardo stupito e questo lo fa sorridere apertamente. << Leggi nella mente? >> Ride scuotendo il capo. << No, ma sarebbe interessante. >> Alzo un sopracciglio, divertita.

<< Secondo me, anche se potessi, non riusciresti a leggere la mia. >> Gli faccio la linguaccia – mostrandomi bambina – ma lui continua a ridere, per poi accarezzarmi una guancia. Dopo un altro morso – al mio gustoso panino – sospiro. << Volevo chiederti... qualcosa, sulle tue vecchie relazioni. So che non ho nessun diritto di chiedertelo, né tanto meno di pormi da sola qualche domanda ma... sono curiosa e vorrei tanto sapere. >> Lo sento sospirare. Si appoggia allo schienale della sua sedia, lo guardo preoccupata. Ho osato troppo? << Sapevo che questo momento sarebbe arrivato. >> Appoggiando entrambe le braccia sul tavolo, si sporge verso di me e afferra entrambe le mie mani. I suoi occhi sono incollati ai miei e per quanto fino a qualche minuto fa fossi curiosa, ora non voglio sapere nulla. Non sono pronta, il mio cuore non reggerebbe nel sapere quante ragazze sono state fortunate ad averlo, a toccarlo e possederlo più di quanto abbia fatto io fino ad ora. Mi ha già confessato che al liceo si divertiva molto ma lo faceva soprattutto perché non “poteva” avere la ragazza che gli piaceva. La Dea, cazzo alla fine si torna sempre lì, ma chi diavolo è? << Non ho avuto relazioni serie, solo una ma non ero innamorato. Volevo... volevo innamorarmi ma purtroppo l’amore non è un sentimento che appare perché lo si desidera, perciò ho mandato a monte un anno di relazione. La più lunga e duratura che abbia mai avuto. Non c’è molto da dire. >> Scrolla le spalle, mi muovo agitata sulla sedia. Perché mi è così difficile chiedergli di Lei? Semplice, una parte di me la sente come se fosse una rivale... una cosa insensata – lo so – ma è così. << Sei sempre stato un... donnaiolo? >> Sorride e annuisce un po’ titubante. So che non ne va orgoglioso e questo mi fa piacere. Significa che non gli piace giocare ma che nello stesso tempo non ha mai trovato la persona giusta quindi si è adeguato. << Chi, chi è la ragazza del liceo? Quella che ti piaceva? >> Lo sento irrigidirsi. Le sue mani non abbandonano le mie ma i suoi nervi tesi li percepisco chiaramente. << Non sei obbligato a dirmelo, è solo che... che sono curiosa e infondo lei è quella che ti ha fatto quasi innamorare, e un po’ di... d’inspiegabile gelosia mi assale se penso a lei. >> Cavolo, volevo solo giustificarmi, non rivelargli la mia insana insicurezza e gelosia nei suoi confronti! Sento i suoi muscoli rilassarsi e inspiegabilmente trovo anche il coraggio di rialzare lo sguardo, un lieve e tenero sorriso gli increspa le labbra. << Il sogno ritraeva noi, su una spiaggia mentre osservavamo abbracciati un tramonto. A mia madre piaci, dice che grazie a te sorrido più spesso e sono sempre di buonumore. In pratica ti adora. Non posso dirti chi è la ragazza, almeno non ora. Non voglio farti logorare o cose simili ma sappi che puoi stare tranquilla. Lei... lei in un certo senso era una sconosciuta per me. Non era niente. >> Sono stupita, non solo perché mi ha tolto tutte le curiosità... beh quasi tutte, ma perché lo ha fatto di sua spontanea volontà e mi fa piacere. << Perché parli al passato di lei? >> Sorride. << Non la conoscevo e... e se continuassi, capiresti, per cui mi cucio la bocca. Voglio trovare il modo e il posto giusto per dirtelo. >> I suoi occhi sono luminosi, il verde è intenso e sprizza elettricità... possibile? Non mi piace il fatto che si vitalizzi maggiormente quando parla di lei, ma acconsento. << Ho solo un’altra domanda, e puoi rispondermi anche con un solo “sì” o “no”. >> Annuisce. << Lei è a questo evento? >> Sorride e cerca di non ridere. << Sì. >> Come colta in fallo, mi muovo agitata fino a sedermi in una posizione fin troppo composta, lui lo nota e sorride ma cambia argomento. Mi chiede come ho passato il pomeriggio e soprattutto prendiamo a parlare ancora del film: “L’amante inglese”.

 

Siamo davanti alla mia porta di casa. La serata è trascorsa in modo eccellente, dopo la rivelazione, ci è voluto un po’ ma mi sono calmata e sono riuscita a scherzare e punzecchiare Edward come mio solito. Dopo il Mc, ci siamo messi a camminare per le vie affollate di Port Angeles, i negozi sarebbero stati aperti fino a tardi e tutti ne hanno approfittato. Io anche, non per fare compere ma per scoprire altro sulla sua vita, come che la sorella di Edward ha una fissa per lo shopping e che lui più volte, ha dovuto farle da manichino e da facchino. Povero, non lo invidio, però mi ha fatto divertire. Gli ho confessato che non sono un’amante dello shopping, anche se ho dovuto imparare a farmelo piacere per via di Tanya che è una fanatica. Mi ha comprato un piccolo pupazzo a forma di Panda con un piccolo cuore in mano con su scritto “Sei qui”. Mi sono letteralmente sciolta e non ho potuto non baciarlo per ringraziarlo.

Si è sbottonato la giacca ed io per non guardarlo negli occhi, sto giocando con la cerniera. Sono tesa, so perché e non ne vado fiera. Ho paura di un suo “no”. Si è fatta quasi mezzanotte e l’ho convinto a salire perché volevo un saluto come si deve. Posso essere più ridicola? Lui non ha detto nulla, mi ha accontentata ma ora siamo qui, in silenzio e io tesa. << Come mai non sei tranquilla? >> Sospiro sorridendo, com’è possibile che si renda subito conto di ogni mio piccolo cambiamento? << E’ che... vorrei chiederti di entrare, di passare la notte qui, con me, ma non ne ho il coraggio e non voglio ricevere un tuo rifiuto. >> Arrossisco, mi rendo conto, so quello che ho detto e non me ne pento. Dovrei ma non ci riesco. Lo sento fare un passo avanti e allungare una mano per accarezzarmi una guancia. Lentamente mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sento il mio corpo fremere, sia per l’attesa che per il brivido di piacere che mi ha scossa per questo suo gesto. Le sue labbra si posano sulle mie. Trattengo per un secondo il respiro per poi farmi travolgere da tutte le forti emozioni che sento. Le braccia s’intrecciano dietro il suo collo e le mani spariscono tra i suoi capelli, le mie dita li stringono e spingono il suo viso più vicino al mio. Quando mi sento sollevare di qualche centimetro, mi stacco dalla sua bocca come spaventata ma quando percepisco la mia schiena posarsi contro il muro accanto alla mia porta e i miei piedi toccare nuovamente terra, mi riprendo e sorridendo inclino maggiormente il viso dando più spazio a Edward per baciare e leccare il mio collo. Gemo, mi rendo conto che dovrebbe essere imbarazzante ma sentire le sue mani su di me, anche se da sopra gli abiti, e la sua bocca che mi stuzzica, aumenta il fuoco in me, mi fa sragionare... è complicato fare un pensiero di senso compiuto. Frettolosamente, mi avvicino alla porta e lo trascino con me senza staccare le nostre labbra, la apro e senza accendere la luce, la richiudo e lo trascino nella mia stanza. Per fortuna ci arriviamo indenni, e poco dopo la sua giacca finisce a terra con la mia. Probabilmente dovrei fermarmi, mandarlo via e chiedergli scusa ma ora che la sua lingua gioca con la mia, e le sue mani stanno accarezzando i miei fianchi, non riesco a trovare la forza, la voglia per fare quello che dovrei. Possibile che questa specie di “viaggio” mi stia facendo veramente regredire verso l’adolescenza?

 

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Note dell’autrice oddio che parolone!

Ehm ehm... ricordate? Niente minacce... martedì ovviamente il capitolo non mancherà e vedrete cos’accadrà U_U ovviamente metterò anche uno spoiler nel mio Blog... visto che ci sono, sì ne approfitto, vorrei dirvi che su facebook ho aperto un gruppo apposito per le storie, se volete, iscrivetevi ^^ mi farebbe piacere. Ora, parlando del capitolo... da dove cominciare? Come vi sono parsi separati? Edward è stracotto ma non lo dice mai, lo fa semplicemente intendere. Io ho sempre amato il rapporto che Edward ha con Esme nei libri della Meyer, non è mai stato detto chiaramente nulla su di loro eppure a me piace immaginarli così, spero anche a voi. Emmett deve sempre alleggerire la tensione, se no, non è lui. Tanya è molto cinica sul mondo “uomini” ma le sorprese arriveranno anche per lei. Brooke, alla fine è una brava amica e non può di certo mancare il ragazzo che l’ha migliorata, no? Edward ha finalmente conosciuto Pitt :D quei due insieme sono pericolosi! Uh! Prima che mi dimentico... fate molto caso alla conversazione tra madre e figlio... c’è qualche indizio hahaha, me perfida, forse è meglio che mi spiego meglio. Noi sappiamo che Ed conosce Bella dal liceo, in quella conversazione si viene a sapere molto di più! I due piccioncini vanno al cinema, il film devo ancora vederlo ma dalle critiche mi è parso buono... amo il Mc, e penso che sia sicuramente meglio di un ristorante di lusso xD Bella trova il coraggio di fare qualche domanda, ora sappiamo del sogno, niente di che, alla fine Edward è il solito romanticone... però ancora non sa della Dea. Io non so nemmeno se accennarvi qualcosa... forse avete troppe aspettative sulla verità però posso dirvi che manca ancora... beh non tanto ma nemmeno poco ;) Lo so, la fine del capitolo deve aver lasciato molti punti interrogativi... io non dico nulla, vi lascio semplicemente immaginare ;) spero che il capitolo vi sia piaciuto. A martedì prossimo, un bacione e ancora grazie a tutti! JessikinaCullen.


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Lapels and surprises by JessikinaCullen is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
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Capitolo 8
*** Gli aggettivi possessivi ***


Prima di iniziare con il mio monologo e tutto il resto, vorrei fare delle premesse: alcuni avvenimenti del capitolo, possono sembrare eccessivi. Soprattutto può capirlo chi ha letto lo spoiler, vorrei ricordarvi che fin dal primo capitolo ho precisato che le cose in questa storia si svolgono in una settimana, perciò molto velocemente. Sono pronta a critiche e a tutto di più, però sappiate che sono cosciente di quello che ho scritto, non sono pazza... è così che la storia doveva andare. Ok, ora parlando di cose più “frivole” praticamente a tutti non è andato giù il comportamento di Tanya, avete ragione c’è un motivo – già detto e semplice da intuire – se si comporta così. Ovviamente non va contro l’amica, è molto contenta di come sta andando la relazione con Edward. Purtroppo molte cose non vengono spiegate, nel senso che la storia è principalmente su Edward e Bella però c’è uno svolgimento anche con gli altri personaggi ;) spero di essere stata chiara. Prima di salutarvi, vorrei proporvi di leggere “Travolgimi” rating rosso ;) grazie a tutti per il sostegno, buona lettura! ^^

 

Recensioni capitolo 07:

Grepattz: ciao tesoro! No dai, ci vogliono ancora... mmmh se non erro due capitoli ;) prendi questa notizia con le pinze perché non ho controllato xD sono contenta che anche gli altri personaggi ti piacciano :D mi fa davvero molto piacere. Quindi tu pensi che si fermino? Mah, chi lo sa? Io sì ma non dico nulla hahaha ti lascio leggere ^^ grazie come sempre.

Ada90thebest: ciao! Mmmh, non ho controllato, però sì, forse è la prima volta che recensivi questa storia :D mi fa davvero piacere. Sono contenta di averti divertita, in quei momenti d’altronde non si riesce a pensare un granché hahaha. Spero che ti piaccia anche questo capitolo ;) un bacione!

Giova71: esatto ^___^ Edward e Bella si conoscevano già alle medie, e Eddino si è “innamorato” proprio in quel periodo.  Guarda, col tempo ho capito che i ragazzi sono molto più curiosi delle ragazze... e sinceramente me li ci vedo bene a spettegolare hahaha. Lo so, è vero sembra che Bella sia tarda ma diciamo che in realtà non lo è. Bella non lo ha mai notato, ha praticamente appena saputo della sua esistenza, quindi è un po’ difficile capire che in realtà è lei la Dea... è vero che Ed lascia indizi su indizi e che sarebbe facile da capire ma.... beh se no che storia sarebbe? xD sono contenta che ti piaccia il rapporto madre e figlio, sinceramente me li sono sempre immaginati così e mi è dispiaciuto che nei libri si parlasse poco di questo rapporto... quindi l’ho rappresentato io come meglio ho creduto :D un bacione, buona lettura!

Vanderbit: guarda, i miei genitori pur di farmi smettere di esulare ogni qualvolta trasmettessero Buffy, mi hanno regalato l’intero cofanetto delle stagioni! xD mi sa che li stavo facendo diventare proprio pazzi ^^” sai, concordo con te, nei libri della Meyer troppe cose vengono spiegate appena e sinceramente mi è dispiaciuto, sono contenta che tu abbia apprezzato il rapporto che io ho sempre immaginato tra Edward e Esme :D mi fa davvero molto piacere. Sì, Edward si è “innamorato” di Bella prima del liceo ma in realtà le cose non verranno propriamente spiegate, anche perché non c’è nulla da dire, però qualcosa viene ancora detto ;) se non erro, due capitolo e Bella verrà a sapere la verità ma prendi la cosa con le pinze perché non ho controllato xD se posso, mi farebbe piacere che leggessi “Travolgimi” è la mia prima originale e vorrei dei pareri sinceri... ho pensato a te, però non sentirti obbligata xD ti lascio alla lettura così puoi finalmente sapere che succede nella camera da letto con quei due all’interno ;)

Sara_twilighters: ciao Sara! Grazie dei complimenti – ovviamente mi riferisco anche a quelli tramite msn – mi fa piacere che pensi certe cose ^^ ora bando alle ciance, ti lascio alla lettura un bacione!

Alexia__18: ehi ciao ^^ beh... da dove iniziare? Tanya è molto cinica, e questo si è capito, e ti assicuro che non è esagerata, io stessa penso la maggior parte delle cose che ha detto lei, però c’è da dire che un motivo se ha detto quelle cose c’è... si verrà a scoprire più avanti. Per il vivavoce... non ci ho trovato niente di strano, mi capita di volermi fare i cavoli delle mie amiche e infine andandomene senza dire più perché ero lì xD per quanto riguarda il Mc, beh ;) io faccio lo stesso. Almeno una volta al mese vado con la mia migliore amica e guai chi ci ferma! U_U Il pomeriggio tra ragazzi alla fine è tutta mia fantasia, non so che cos’accada veramente tra i maschietti quando stanno insieme e una parte di me non lo vuole nemmeno sapere, però ammetto di essermi divertita. D’altronde con un personaggio come Emmett e Jake, sarebbe un po’ difficile XD posso chiederti un piccolo favore? Qualche settimana fa ho creato una nuova storia: “Travolgimi”, mi farebbe piacere sapere che ne pensi, però immagino che tu sia strapiena d’impegni e di studio, quindi nel caso tu non riesca a leggerla, o non ne abbia voglia, non preoccuparti :D ovviamente non mi offendo. Buona lettura, un bacione e grazie di tutto. P.S: comunque sì xD in realtà i nostri protagonisti si conoscevano già alle medie ;)

Chi61: innanzitutto, grazie per la pazienza :) poi... sì, si conoscevano già prima del liceo, solo che Edward ci ha pensato poco, nel senso che quando vai alle medie ci passi sopra, soprattutto se non vieni calcolato, alle superiori le batoste le senti di più, per questo lui ha sempre detto del liceo anche tra i suoi pensieri. Tanya c’è praticamente rimasta secca, però piano piano andrà avanti anche lei ;) abbi fiducia in me. Grazie per i complimenti che mi fai sempre, sei fin troppo gentile :)

Memycullen_93: hahaha tesoro hai ragione! E ammetto che non ci avevo pensato finché non ho letto la tua recensione... non mi ero accorta di aver lasciate entrambe le ff con il fiato sospeso hahaha. Beh dai, adesso è martedì è la curiosità verrà... sfamata xD Io adoro Emmett, io sono più o meno come lui: non riesco a stare fin troppo in modalità coccole... quindi poi sdrammatizzo hahaha. Sono contenta che la storia ti piaccia, dico sul serio. Un bacione tesoro.

Mr Darcy: Sì esatto, sono perfida ;) devo ammettere che da lettrice – probabilmente – sarei rimasta a mandare maledizioni contro l’autrice però sono qui, oggi che è martedì sono qui xD spero che il capitolo ti piaccia... non anticipo nulla haha un bacione.

Samy88: oh mio Dio! Sam hai detto una parolaccia! Brava così si fa =P a parte gli scherzi... definisci me sadica? :( ma nooo io sono un angioletto! Mi piace quando sei euforica, e sono strasuper mega contenta che la storia e il capitolo ti siano piaciuti... inutile dirti che mi riempi di troppi complimenti, vero? Sei tu quella che merita duemila recensioni... no io ;) buona lettura tesoro, ti voglio bene un bacione.

Loulou72: hahaha guarda, ho sentito Tanya e mi ha detto che la padellata gli è arrivata doppia... in compenso non è arrivata a me ;) mi sa che hai sbagliato mira hahaha. Lo so, non avrei dovuto lasciare così... però sono stata “obbligata” ;) per Tanya, vedrò di riparare... buona lettura un bacione.

Semolina81: guarda, proprio perché nella realtà vera e cruda le suocere sono troppo gelose e rompipalle, qui Esme non lo è, è troppo contenta della felicità del figlio perciò non si sofferma a pensare: oddio lei lo ha fatto soffrire. Anche perché Bella non lo sapeva, Edward non si è mai fatto avanti e lei non lo ha mai notato xD però sì, alla fine Edward la cotta se l’è presa alle medie, anche se alle superiori aveva iniziato a pensare di essere innamorato. xD tutto un po’ intricato ma spero di averti chiarito le idee ;)

Bella_kristen: ciao carissima! Che bello trovarti qui, ne sono tanto ma tanto contenta! Forse mi hai riempito troppo di complimenti xD non ci sono abituata hahaha ti ringrazio di cuore. Guarda, inizialmente ho avuto quasi fifa nel postare proprio perché è una storia un po’ differente e con tematiche “nuove”... però sono molto contenta del risultato. Ero stufa di vedere Tanya e Jacob come i cattivi, quindi li ho rivoluzionati, ero stufa di vedere Edward medico, quindi cambiato, ero stufa di vedere Bella come una maestra oppure una scansafatiche... perciò ho messo un po’ della mia passione in lei... cioè, io non scriverei mai per bambini però per com’è il carattere di Bella, va più che bene ;) Il mio Edward? Hahaha O.O no, mi spiace U_U non lo posso dividere con nessuno, me lo hanno già chiesto in troppe hahaha. Mi hai chiesto – anche se indirettamente – come faccia Bella a non rendersi conto di essere lei la Dea, beh diciamo che quando non conosci una persona e che non sai totalmente la sua storia ma che sai che è stato innamorato, non vai a pensare di essere tu colei, no? E’ vero che Ed ha fatto e detto di tutto per farglielo capire... ma alla fine è anche parte della storia ;) Spero che ti piaccia anche questo capitolo... e scusami per il finale “drastico” del capitolo scorso haha. Un bacione!

Jesskiss85: hahaha la bambina di the ring? Lo sai che chiamo così mia cugina? xD cooomunque, grazie per non volermi minacciare o uccidere xD ti assicuro che la mia vena sadica non si fa vedere spesso... dipende dalle situazioni e questa era una di quelle ^^’’ Tanya, beh sì... è stata molto cinica, non lo metto in dubbio, però alcune cose le penso veramente pure io. Ci saranno comunque dei risvolti, sono contenta che ti piaccia Pitt, ho notato che oltre a essere molto curiosi (vedi il trio medusa con Ed durante l’interrogatorio) sono anche molto socievoli se trovano immediatamente qualcosa in comune xD ora ti saluto, ti lascio leggere, così almeno scopri che cos’accade ;) un bacione.

Ila_cullen: O.O dopo che ho letto la tua recensione, ho subito controllato e infine mi sono insultata da sola: ti chiedo immensamente scusa, non mi ero accorta di averti saltata :( mi dispiace davvero davvero tanto. Scusami. Ti ringrazio per i complimenti dello scorso capitolo e anche quelli per il capitolo scorso... cavolo a zia Steph! Sarebbe bellissimo, perciò gongolo grazie alle tue parole :D buona lettura.

_Miss_: ciao! Beh sì, Tanya ha sofferto tanto per una storia d’amore, perciò è diventata così... ma vedrai, le cose cambieranno ^^. Hahaha molte volte le cose ci cadono di mano, diciamo che la situazione si evoluta sotto i miei occhi mentre scrivevo senza rendermene conto... quindi i piccioncini sono finiti a questo punto lasciando me per prima basita! Sono contenta che la famiglia Cullen ti piaccia, penso che nei libri della Meyer alcune cose non vengano abbastanza evidenziate, perciò l’ho fatto io xD e sono molto contenta del risultato, grazie tesoro un bacione!

Kittyna1990: ciao :D beh... no Bella non ha proprio idea di essere lei... ovviamente non ti preannuncio nulla haha però sono contenta che il rapporto tra madre e figlio ti piaccia; io ho molto rispetto per la storia originale, io mi diverto a stravolgere il mondo creato dalla Meyer, però per quanto questa storia alla fine non centri nulla con l’originale mi diverto a mettere qualche spunto da quella vera xD sono contenta che piaccia anche a te come cosa. Ripeto: non anticipo nulla, quindi... buona lettura! ;)

Lulla Cullen Waldorf: ciao ^^ è un piacere conoscerti e grazie per i complimenti. La storia viene postata ogni martedì ;) però so che a volte è troppo aspettare una settimana ma non posso fare di meglio xD un bacione e buona lettura ;)

Annalie: *__* finalmente riesco a risponderti a una recensione. Sono davvero contenta che hai praticamente letto molte mie storie, dico sul serio e grazie per i mille complimenti e per aver recensito – sia qui che nelle altre – grazie di cuore... buona lettura ;)

 

Immagine1

 

Nota pre capitolo, non la metto mai, però mi è sembrata essenziale: capitolo scritto grazie alle canzoni di Christina Aguilera e di Mariah Carey, due cantanti che adoro, anzi che venero.

 

Capitolo ottoLapels and surprises: Gli aggettivi possessivi.

Edward pov.

Probabilmente sono in uno dei miei sogni a luci rosse. Non riesco a crederci, non posso essere veramente nel letto di Bella. Con lei su di me. Che mi bacia. Che mi accarezza. Che geme. No, è impossibile. Bello ma impossibile. Eppure, il suo profumo mi aleggia attorno e il calore della sua pelle lo sento come mai prima di adesso. Lentamente faccio scivolare le mie mani sulla sua schiena facendola rabbrividire, la sua maglia è dispersa da qualche parte nella stanza... proprio come la mia. La sua pelle è liscia, profumata ed io sto letteralmente impazzendo. Lei è qui, con me... su di me. Sospiro e la guardo negli occhi. Mi sorride inclinando il capo, i suoi capelli automaticamente si spostano con il suo movimento e non posso non passare una mano tra quella folta chioma. Morbidi, delicati. << Sei stupenda. >> Non sto mentendo, è davvero bellissima. I suoi capelli per tutti i movimenti affrettati e per tutte le carezze che gli ho dato, sono scompigliati. Le sue labbra tumide, il suo petto che si alza velocemente per via del respiro accelerato, i suoi seni sodi e piccoli coperti dal reggiseno. Le gambe ancora fasciate dai jeans stretti, e i piccoli piedi freddi e scalzi; è meravigliosa. Abbassa lo sguardo arrossendo e non posso che sorridere teneramente. << Penso di doverti regalare un paio di occhiali. >> La sua voce trema, è emozionata e forse un po’ imbarazzata ma non deve. << Non stavo scherzando. Ai miei occhi, sei davvero magnifica. >> Riporta i suoi occhi nei miei e non posso che perdere un battito, sono intensi, emozionati e soprattutto intrisi di dolcezza. Una sua mano accarezza il profilo del mio viso: parte dalla tempia, sale sulla fronte e fa scomparire le sue dita nei miei capelli, delicatamente ripercorre il tragitto inverso scendendo fino alle guance e sostarsi di nuovo su, sulle palpebre che ho chiuso, poi sul naso, sulla mascella e sulle labbra. Su quelle si sofferma maggiormente e le tasta facendomi sospirare estasiato. Ho sempre sognato, immaginato un momento del genere, ma la realtà è molto, molto meglio. << Tu non ti rendi nemmeno conto di come ti vedo io. >> Apro gli occhi e noto subito la sua espressione strana ma estasiata, non è indecisa, non sta tentennando ma comunque è pensierosa. Sta guardando il mio petto e lo sta sfiorando regalandomi leggeri brividi. Non posso non osservarla e chiedermi se sia giusto. Per tutta la serata, ho pensato che non sarebbe accaduto, perché mi definisco diverso dagli altri, d’altronde da lei non voglio solo questo. Io, sì, la desidero ma la vorrei tutta per me – non solo fisicamente. Non trovo nemmeno giusto che lei possa pensare che la mia fosse tutta una tattica.  Quando Pitt le aveva fatto intendere che avrebbe avuto casa libera, beh lei si è imbarazzata e ho trovato giusto dirle che non era quello che mi aspettavo, ma alla fine della serata le carte si sono capovolte... è inutile negarlo, sono eccitato e stracontento di trovarmi qui in questo momento, ma non voglio rimangiarmi la “parola data”. No, questo non è il momento opportuno per fare un passo del genere. Anche se entrambi lo vogliamo. Non posso farlo, non le ho ancora detto che la ragazza di cui è gelosa è lei stessa. Devo dirle che è lei la Dea ma non è nemmeno il momento adatto per quello. E’ difficile mentirle, o meglio non darle risposte. Più volte mi sono chiesto come faccia a non capire che è lei ma non demordo, ho un “piano”... so come e dove dirglielo, devo solo attendere, anche se è molto complicato – ora come ora – pensare di tirarmi indietro per via di questo “dettaglio”. So che me ne pentirò, e sicuramente passerò tutto il resto della mia vita a rimproverarmi e maledirmi, ma ho rispetto di lei e ci tengo – non a fare bella figura – ma a farle capire che non sto giocando.

Le accarezzo una guancia facendo riportare i suoi occhi nei miei, le sorrido e capovolgo la posizione portandomi su di lei. Diamine, da questa prospettiva è ancora più bella. Sì, ne sono certo, mi maledirò a vita. Mi abbasso e le poso un leggero bacio sulle labbra, non devo farmi prendere dalla passione, dalla voglia... dall’amore. Devo fermarmi e devo dirglielo. << Perché vedo i tuoi occhi dispiaciuti? >> Il suo labbro inferiore viene catturato dai suoi denti. E’ davvero difficile dirglielo. I nostri respiri si sono abbastanza regolati ma percepisco chiaramente che a causa del mio sguardo si è irrigidita. << Non pensare che non voglia, è che forse non è il momento. >> I suoi occhi si abbassano ma le sue mani accarezzano le mie braccia. << Ho fatto qualcosa di sbagliato? >> Scuoto il capo ma lei ha ancora lo sguardo basso, per cui non mi vede. Quasi “terrorizzata”, quando non riceve risposta, alza lo sguardo e si trova il mio sorriso tenero. << No, affatto. E che io non voglio stare con te solo per questo. Non era questo il mio obiettivo. Anzi, non ho nemmeno un obiettivo. Io voglio semplicemente te. >> Arrossisce e rimane in silenzio per qualche secondo. Il mio cuore scalpita, mi rendo conto di aver detto una cosa importante, ma mi sono uscite dal cuore. << Sei diverso. Dagli altri intendo. T-tu ti stai tirando indietro. >> Sorrido e mi abbasso facendo forza sulle braccia per baciarle la fronte. << Bella, sicuramente hai notato quanto ti desidero, infatti, è difficile per me tirarmi indietro ma lo faccio per te. >> Lei mi sorride, ma non con un sorriso tenero, dolce... ma malizioso. Una sua gamba, mi circonda la vita, sospiro e la vedo ghignare. “Involontariamente” finisco per accomodarmi meglio in mezzo alle sue gambe e le nostre intimità – anche se coperte dagli abiti – si sfiorano e non posso non gemere. << Mi stai torturando. >> Lei alza il viso e mi morde un angolo della bocca. << Chi ti dice che io non lo voglio? >> So che si sta riferendo sul “fermarmi o l’andare avanti” ma non posso farmi convincere. << Voglio dimostrarti che non sono come gli altri ragazzi. >> Apro faticosamente gli occhi mentre con una mano le accarezzo la gamba che mi ha circondato la vita. << E’ da quando ti sei presentato che ho capito che non sei come gli altri. Non mi devi dimostrare altro. >> Sorrido, mi fa piacere che lo abbia notato ma... << Ho capito. Non riuscirò a smuoverti. >> Rido, effettivamente ha ragione. << So già che me ne pentirò. >> Mi metto in ginocchio e lei seduta di fronte a me. Mi sporgo per accedere l’abatjour. Vederla con la luce accesa, la rende ancora più vera e bellissima. Imbarazzata cerca di coprirsi e di non farmi vedere le gote arrossate ma in realtà io penso, anzi sono certo, di non aver mai visto nulla di più bello. Torno di fronte a lei, e le alzo il viso delicatamente. Mi sorride tesa e non posso non ridacchiare. << Bella, dimmi che non sei in imbarazzo per favore. >> Lei sbuffa diventando ancora più rossa. << Ok, non te lo dico. >> Rido davvero divertito e la guardo sbalordito quando mi tira un cuscino addosso. Mi avvicino pericolosamente al suo viso, lei non si scosta e non mostra nemmeno un minimo cedimento, i suoi occhi sono incatenati ai miei. << Mi stai sfidando? >> Orgogliosa alza il mento e mi fa la lingua; io non so se ridere o se piangere, ma infine, decido di avvicinarmi ulteriormente e di prendere a baciarla. Si lascia subito andare mettendosi anche lei in ginocchio e stringendosi a me. Ansiamo quando la sento totalmente accostata al mio corpo. Le accarezzo i fianchi per poi stringerla a me con un braccio; ansante mi allontano dalle sue labbra, dalla sua lingua e nascondo il volto tra la sua spalla e il collo. << Sei una continua tentazione. >> Ridacchia e mi accarezza i capelli. Ho il cuore che batte a mille, e non solo per le sue carezze. I miei occhi osservano le sue perfette colline nascoste da quell’ammasso di pizzo inutile che le ricopre. Sospirando mi allontano e la guardo negli occhi. << Credo sia meglio che vada. >> Sgrana gli occhi, e un’espressione spaventata e tentennante si fa largo sul suo volto. Una sua mano mi stringe il polso, come se non volesse che me ne andassi. Aspetto che parli, nel frattempo trattengo il respiro. << Resta, dormi con me. >> Il suo è stato un sussurro. La sua voce per quanto bassa era sicura, non ha tentennato e non posso che gongolare. Vuole dormire con me... come posso dirle “no”? Non posso. E non voglio. Annuisco velocemente e gioisco quando vedo un sorriso spuntare sulle sue labbra. Delicatamente mi avvicino e le poso un bacio sulle labbra; allontanandosi mi accarezza una guancia. << Vado a cambiarmi. >> Annuisco e la osservo sparire. Sospiro e mi guardo attorno. Dalla “furia” non mi sono nemmeno guardato attorno. Ora l’unica cosa che voglio è poterla stringere a me mentre dorme. Come se fosse totalmente mia.

Lo devo ammettere, sono agitato, indosso solamente dei boxer mentre lei un pantaloncino, e una maglia larga e lunga. << Posso? >> Mi volto verso di lei e la guardo come incantato. Ha i capelli sciolti che le ricadono di lato per via della posizione in cui si trova. E’ di lato, alzata con un braccio che fa peso sul materasso. Annuisco, anche se non so che cosa voglia fare. Quando la vedo avvicinarsi e posare il volto sul mio petto, mi rilasso. << Il tuo cuore batte forte. Stai bene? >> Con il viso sempre appoggiato al mio petto, lo alza verso di me. Muovo il capo in assenso e lei sorride ironica. << Sono io che causo tutto ciò? >> Mi accomodo meglio e sorrido nel suo stesso modo. << Sempre. Il mio cuore quando ci sei tu vicina, fa molti straordinari. >> Abbassa per un secondo lo sguardo per poi rialzarlo e farsi più vicina al mio viso per baciarmi. Ne sono certo, questa è una delle notti migliori che io abbia passato.

 

Bella pov.

Apro un paio di volte la bocca impastata per via del sonno. Sono davvero comoda, e ho dormito magnificamente. Percepisco una mia guancia molto calda, è strano... solitamente il cuscino non mi causa questo effetto. << Mmmh. >> Muovo il viso e capisco subito che sotto di me non ho il cuscino. Apro gli occhi di scatto, ma per la poca luce che entra dalla finestra, mi tocca chiuderli e riaprirli lentamente. Una dolce e leggera carezza sulla schiena mi fa rabbrividire. Non sobbalzo, non urlo e soprattutto non mi ritraggo... quel tocco lo riconoscerei tra mille. E’ Edward. Sorrido appena chiudendo gli occhi e mentre mi beo delle carezze, rammento tutto quello accaduto la notte prima. Lui ha dormito qui, accanto a me... in boxer. Stranamente non mi sono sentita rifiutata, ho capito perché non ha voluto... beh perché non si è lasciato andare. Una parte di me n’è rimasta... insoddisfatta, per quanto mi fossi ostinata a credere fosse troppo presto, ero e sono pronta a portare la nostra “relazione” su quel livello ma lui no... lui mi rispetta, si è fermato per quello. E ne sono contenta, ha deciso per entrambi ma non sono offesa. Non riesco a esserlo. Lui è comunque qui, con me. Non vuole giocare e questo fa aumentare i battiti del mio povero cuore. << Buongiorno piccola. >> Il mio sorriso si estende. La sua voce è roca e impastata ma per me è comunque sensuale. Faccio scivolare la mia mano sul suo petto per poi appoggiarci sopra il mio mento. Lo guardo e non riesco a non pensare che sia bellissimo anche di prima mattina. I suoi occhi, anche se stanchi, sono bellissimi e con la luce fioca che illumina la stanza, li fa risplendere. Non penso di aver mai amato il verde come da quando ho incontrato i suoi occhi. << E’ bello vedere che sei qui. >> Lui ridacchia. << Perché? Dove dovrei essere? >> Mi mordo il labbro inferiore. Ieri sera quando mi sono appisolata, ho solo sperato di ritrovarmelo accanto al sorgere del sole. Non volevo se ne andasse, e lui non lo ha fatto. Alzo le spalle e mi metto su di lui, spostandomi i capelli di lato per poi abbassarmi e prendere a posare lievi baci sulle sue labbra che mi aspettano schiuse. Le mordo e succhio per provocarlo, lui sorride e mi accarezza la schiena da sotto la maglia. Quando percepisco che una sua mano prende un percorso diverso, rabbrividisco sospirando pesantemente con gli occhi chiusi. Mi sento i suoi occhi addosso e non posso ordinare – purtroppo – al mio cuore di non battere così forte. So che lo sente, non può essere che così essendo addossata a lui. La sua mano tentenna e calca maggiormente tra la piega della schiena e del fondoschiena ma infine scende e mi sfiora lievemente una natica. Un piccolo gemito mi scappa e la sua presa s’intensifica facendomi venire l’affanno per via del piacere. Appoggio il capo sulla sua spalla che poi prendo a mordicchiare, questa volta è lui a gemere. Trattengo il respiro quando inverte le posizioni, ma sorrido aprendo gli occhi per guardarlo. Mi piace quando assume il comando; mi sorride sfrontatamente e si avvicina facendo sfiorare i nostri nasi. Non mi prendo male quando un mio ginocchio sfiora la sua erezione, significa che non gli sono indifferente. Peccato che so per certo che si fermerà. Baciandomi e mordendomi il mento, ci copre meglio con le coperte. Mentre rido per le sue gradite attenzioni, suona la sveglia e qualche secondo dopo si apre la porta della mia stanza. Ci voltiamo verso la porta e non posso non scoppiare a ridere quando vedo Tanya con gli occhi sgranati e la bocca spalancata. E’ scioccata.

Dopo circa un minuto, cerca di riprendersi e balbetta cercando di formare una frase senza guardarci. Edward, si sistema accanto a me e ci copre maggiormente mettendoci di lato; mi circonda la vita con un braccio e mi posa un bacio sulla spalla coperta dalla maglia. Sembrano gesti abituali, ma non è così e vedere che tra noi va sempre meglio non può che farmi piacere. << S-scusate. Non, non mi... aspettavo una cosa del genere. >> Cerco di non ridere nuovamente e prendo a mordermi un dito senza farmi male. << Non preoccuparti Tanya, non stavamo facendo nulla. >> Ovviamente è Edward che ha parlato, io non riesco a spiccicare parola. Ma non sono agitata o imbarazzata. Sono tranquilla e questo dovrebbe preoccuparmi. Non è una routine questa, non dovrei reagire così bene e sentirmi finalmente completa o comunque serena.

 

<< Questa è casa tua? >> Mi sporgo verso il parabrezza e guardo a bocca aperta la villa che mi si presenta davanti. Edward mi accarezza la mano – ancora intrecciata alla sua sul cambio. << Beh, è dei miei genitori. Comunque sì. Dai scendi, se no arriveremo tardi. >> Cerca di non ridere. Gli ho già detto che sarebbe stato meglio che io andassi a scuola con la mia auto, così poteva tornare a casa sua e cambiarsi senza problemi, ma lui ha detto che non sarebbe stato un problema portarmi qui. Beh certo, per lui non lo è ma per me sì. Sono certa che i suoi genitori siano in casa, come mi presenterà? Che cosa risponderà quando gli chiederanno dove ha passato la notte? Oddio, perché non ho pensato prima a queste cose?

Perché una parte di me – il cuore – lo definisce già come fidanzato? Lui fa altrettanto? Perché anche il mio cervello è concorde? << Bella, rilassati. I miei genitori non ti mangeranno. >> Sbuffo e ridacchio dal nervosismo. << Non è quello che mi preoccupa. >> Abbasso lo sguardo. Lui mi accarezza una guancia e appoggia le sue labbra sulla fronte. << Tesoro, allora cosa c’è che non va? >> Tesoro. Sorrido e accolgo felice il battito accelerato del mio cuore. E’ proprio vero, il cuore ha delle ragioni, che la ragione non conosce.  << Niente, ora va tutto bene. >> Alzo il volto e gli poso un bacio sulle labbra.

Delle voci allegre e alte ci arrivano alle orecchie, lentamente ci dirigiamo verso di esse; nel frattempo mi guardo attorno e rimango nuovamente a bocca aperta nel costatare che anche l’interno della casa è davvero bello. << Oh ma guarda, il figliol prodigo ha deciso di rincasare! >> Mi volto incontrando lo sguardo sorridente ma nello stesso tempo malizioso di Emmett. Lui è così, al liceo era l’unico della famiglia Cullen che “conoscessi”, ricordo ancora quando per circa tre mesi uscì con Tanya. Erano una strana coppia. Sentendomi osservata, sposto lo sguardo, e noto che tutta la famiglia mi sta guardando sorridendo. Edward mi circonda le spalle con un braccio. << Sì, scusate se non ho avvisato. >> La madre, si alza e ci si avvicina. << Non preoccuparti tesoro. >> I suoi occhi si puntano per un secondo sulla mia figura, sto per aprire bocca quando Edward mi precede. << Vorrei presentarvi Bella. Isabella. >> Tutto qua? Ho il cuore che batte a mille e voltandomi verso di lui, capisco che è in difficoltà... vorrebbe dire altro? Definirmi in qualche modo? La famiglia è in silenzio e penso che stia aspettando come me un’aggiunta a quello che ha detto. Non è obbligato, so perfettamente che non deve necessariamente etichettarmi in qualche maniera. << Isabella è la mia... mia fidanzata. >> Sentirlo balbettare mi fa sempre tenerezza ma in questo caso mi fa sentire solamente felice. Rosso come un pomodoro, fa incontrare i nostri occhi e notando il mio sorriso a cinquantadue denti, tira un respiro di sollievo per poi sorridere entusiasta. << Oh, benvenuta in famiglia Bella. Sono Esme. >> La piccola bolla privata, e soprattutto insonorizzata, in cui mi ero rinchiusa con Edward, scoppia riportandomi alla realtà. Estremamente contenta, sorrido calorosamente alla madre del MIO fidanzato e le stringo la mano, ma sorprendendomi, mi tira delicatamente verso di lei facendomi fare un passo avanti per poi stringermi tra le sue braccia. Ammetto che non me lo aspettavo, infatti rimango per un secondo stupita e immobile ma mi riprendo e ricambio l’abbraccio. Mia madre non mi ha mai fatto mancare affetto ma non è molto presente e sentire finalmente un calore di quel genere, materno, mi fa sentire ancora più serena. Sapere di essere stata accettata dalla madre mi rende euforica e non posso che sorriderle grata quando si allontana quel tanto che basta per guardarmi con gli occhi lucidi. Edward si raschia la voce. << Ve la lascio un secondo, devo cambiarmi. >> Si passa una mano nei capelli ed Emmett ride. << Sbaglio o quello è un succhiotto? >> M’irrigidisco per poi voltarmi velocemente verso Edward che cerca di capire e vedere il succhiotto. Fortuna che sua madre non mi sta ancora abbracciando. Alice lentamente si avvicina, e guarda attentamente la chiazzetta rossa. << Scemo, non è un succhiotto. E la sua voglia di fragola. >> Mi scappa un risolino che stempera la mia tensione, che per fortuna contagia anche gli altri. Edward, scoccandomi un’occhiata, sale verso le scale. Adesso sì che sono un po’ agitata ma quando vedo Alice sorridermi calorosamente, mi tranquillizzo e mi presento al padre, sicura di me. Carlisle lo conoscevo già, ma adesso è tutto diverso. << E’ da un po’ che non ti vedo in ospedale, mi fa piacere sappilo. >> Sorrido e bevo un altro po’ di caffè offertami dalla dolce Esme. << Effettivamente è da un po’ che non cado, ma devi ammettere che con gli anni il mio equilibrio è migliorato. >> Ridendo annuisce, ma quando sente dei rumori, si volta per poi alzarsi e avvinarsi a Edward – appena comparso dalla rampa di scale. Edward mi guarda e sorride quando mi vede seduta in mezzo alla sua famiglia a fare colazione. Deve piacergli questo panorama, perché sorride caldamente. Io mi trovo bene e per quanto sia una cosa completamente nuova per me, non mi posso lamentare. << Siamo in ritardo, è meglio andare. >> Dopo i saluti, ci dirigiamo verso l’auto – con noi verranno anche i suoi fratelli, quindi senza attendere mi metto nei sedili posteriori accanto ad Alice. Edward non ci raggiunge subito ma non mi preoccupo. << Spero si sia comportato bene. >> Emmett è serio, e mi sta guardando tramite lo specchietto retrovisore. Sorrido. << Da vero gentiluomo. >> E non sto scherzando. La sera precedente è stato perfetto e ora con questa cosa dell’avermi presentato – certo, troppo presto – ai suoi genitori mi ha reso ancora più contenta. Mi ha anche definito la sua fidanzata... i miei dubbi sul come definirci si sono volatilizzati. So che dovrei chiedermi se stiamo andando troppo velocemente, ma per la prima volta sto seguendo il cuore, non può esserci nulla di sbagliato in questo.

 

Edward pov.

Tramite la vetrata del salone, osservo i miei fratelli e Bella salire in auto. Mio padre mi ha chiesto se potevo attendere un secondo. Non so con che coraggio ho deciso di definirla la mia fidanzata... avremmo dovuto parlarne, ne sono cosciente ma alla fine io la definivo tale anche nei miei pensieri. Beh se dovessi stare dietro alla mia testa, Bella sarebbe la mia fidanzata da quando avevo undici anni, ma questo è un caso a parte. << E’ un passo importante, lo sai? >> Guardo attentamente mio padre negli occhi e annuisco. << Ne sono cosciente. >> Non lo avevo deciso, non era programmata questa visita ma non volevo separarmi da lei, quindi le ho chiesto di venire con me. Non sono un calcolatore e se mai avesse dovuto darle fastidio quell’appellativo, me lo rimangerò e spiegherò il tutto ai miei genitori... eppure il mio cuore mi dice che l’ha presa bene. Il sorriso che mi ha rivolto quando l’ho definita la mia fidanzata, è stato unico, bellissimo e splendente, proprio come i suoi occhi. Erano lucidi, luminosi... non imbarazzati, non arrabbiati o chissà cos’altro. Sembrava felice. Io lo sono. E spero anche lei. << Mi piace, è simpatica ed è molto graziosa. Sono contenta che i tuoi desideri si siano avverati. >> Mia madre spunta dalla cucina e mi guarda amorevole. Mi avvicino e l’abbraccio. << Grazie mamma. >> Mi allontano facendole un occhiolino e raggiungo gli altri in macchina. Bella è dietro di me e non dice nulla, conoscendola avrà preferito lasciare il posto all’orso di mio fratello. Le sorrido tramite lo specchietto retrovisore e accendo l’auto.

 

<< Non conoscevo questo posto. >> Osservo Bella che gira su se stessa mentre ammira il paesaggio e il posto in cui ci troviamo. << Mi rintanavo spesso qui, soprattutto durante gli intervalli. >> Spero non mi chieda perché, ma la conosco abbastanza da sapere che è sicuramente incuriosita. Incontra il mio sguardo, il sorriso c’è appena... penso abbia capito. << Ti nascondevi da lei? >> Nel dire il “Lei”, la sua voce si è fatta leggermente più tesa e dura. Vorrei sorriderle e andarle incontro dandole della stupida. Come può non aver capito che è gelosa di se stessa? Non che mi dia fastidio che sia un po’ gelosa, d’altronde io ho provato quello sgradevole sentimento per anni... un po’ per uno non fa male a nessuno, no? Annuisco alla sua domanda e sorrido quando innervosita volta il viso per guardare il paesaggio. Siamo sulla terrazza che si trova sul tetto della scuola, è l’intervallo e ho voluto mostrarle questo posto. N’è rimasta sorpresa e contenta ma ora sembra parecchio arrabbiata. Cautamente mi avvicino, l’abbraccio da dietro appoggiando il mento sulla sua spalla. Non mi respinge e non mi sposta, ma percepisco la tensione del suo corpo. << Non mi piace sentirti così distaccata. Lei non è un problema, quando saprai o capirai chi è, ti assicuro che ti farai tante di quelle risate che stenterai a crederci. >> Sbuffa e si volta rimanendo nel mio abbraccio. << Allora dimmelo! >> Alzo un sopracciglio divertito, stranamente vederla così irritata e gelosa mi piace. << No. Al momento giusto, lo farò. >> Sbuffa e fa un passo in avanti appiccicandosi al mio corpo. Deglutisco rumorosamente. << Sono la tua fidanzata, non puoi non dirmelo. >> Rido e le prendo il viso con le mani. Adoro sentirsi definire in quel modo. << Così non mi compri. >> Sporge il labbro inferiore di fuori per poi sospirare e alzare gli occhi al cielo, si arrende. << Almeno posso sapere come hanno reagito i tuoi genitori? >> Il suo tono trasuda di curiosità e me ne compiaccio, non ha preso male la mia “idea” di presentarla. << Bene, mi hanno solo detto di comportarmi in modo eccellente. >> Annuisce sovrappensiero. << Avevi mai portato qualcun’altra? >> Questa volta è un po’ tesa. Ci penso un secondo e poi ghigno. << Beh sì qualche compagna delle medie e delle superiori, sono venute per fare i compiti, anche qualche amica. >> So esattamente che la sua domanda non si rivolgeva a questo, infatti, non mi stupisco più di tanto quando mi colpisce in testa mentre ridacchia. Mi avvicino, cercando di non farmi colpire e le afferro le braccia per poi portarle dietro la sua schiena, faccio appoggiare i nostri petti e inizio a posarle dei lievi baci su tutto il viso. Man mano smette di ridere e si rilassa. Prima di appoggiare le mie labbra sulle sue, la guardo negli occhi e scuoto il capo. << Tu sei stata la prima. E se l’ho fatto c’è un motivo. Anche se non era programmato. >> Arrossisce e i suoi lineamenti si fanno ancora più dolci. Senza districare la presa sulle sue braccia, la bacio e ci lasciamo andare per qualche minuto alla nostra passione. E’ incredibile come un gesto semplice come il baciarsi, sia diventato essenziale e speciale per me. Credo che lo sia diventato grazie a lei, perché è lei che mi ha fatto sempre provare ogni qual genere di emozione. << Quindi sono la tua fidanzata? >> Il nostro respiro è accelerato, appoggio la fronte sulla sua e cerco di regolare la respirazione. << Aspettavo questa domanda da stamane. >> Rimaniamo per qualche attimo in questa posizione finché non mi allontano un po’ e la osservo mentre incrocia, curiosa, le braccia al petto. << Non ho mai chiesto a qualcuno di diventare la mia ragazza. Non siamo più alle medie, o alle superiori. Il cambiamento si percepisce... sinceramente dentro di me ti definivo tale già prima di questa mattina e dirlo, è stata quasi una liberazione, come se fosse vero. Ti chiedo scusa se non ho intrapreso il discorso, ma pensavo fosse... ovvio. O comunque inteso che non fossimo solo due persone che si vedevano. O due semplici amici. Beh in realtà mi trovo in difficoltà, ho quasi paura di ricevere altre botte da te. >> Mi massaggio la testa, nel punto in cui mi aveva colpito in precedenza e aspetto una sua risposta o un suo gesto. So perfettamente di aver esagerato e affrettato i tempi avendola definita in quel modo davanti ai miei, ma se l’avessi presentata come un’amica, sarebbe stato peggio e avrei mentito... così no. Io la sentivo già mia, mi è sempre piaciuto definirla “mia”. La guardo quando sento i suoi passi, si sta avvicinando e mi tranquillizzo leggermente. Già pensavo se ne stesse andando. << Non mi sono offesa, l’ho presa bene. Se mi avessi definito tua amica, lì sì che mi sarei offesa. Non penso di averti mai classificato come amico. Forse fidanzato è un parolone, ma ci tengo a te, e più volte nella mia mente ti ho definito qualcosa di più di un conoscente, di un compagno di “avventure”. Come hai detto tu, non siamo più bambini che bisogna chiedere certe cose ma dobbiamo tenere conto di tante cose. Tipo che oggi è venerdì. Che tra due giorni finisce questo evento e che ho una gran paura di non vederti più. >> Mi abbraccia, e la stringo cercando di confortarla, di farle capire che io non scomparirò. << Non è mia intenzione dissolvermi. Abito a Seattle, non dall’altra parte del mondo. Tu lavori vicino a casa mia, i miei genitori abitano qua, verrei comunque a trovarli. Possiedo una macchina sai? Non è un problema muovermi. >> Le sorrido, allontanandola appena dal mio petto e noto delle lacrime. Cercando di non andare in panico, mi avvicino e le bacio le guance cancellando le scie umide. Lei, tirando su col naso, mi passa le mani dietro il collo e mi accarezza i capelli. << Hai ragione, non deve tutto finire. >> Le poso un bacio sulla punta del naso facendola sorridere. << Non finirà. >> Non posso permettere che accada, non ora che sei finalmente mia.

 

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Note dell’autrice oddio che parolone!

Ho letto e riletto più volte il capitolo prima di postarlo... ammetto di essere di fretta però penso sia giusto spiegarvi il perché di alcune mie scelte: appena ci si conosce, appena ci si mette insieme, ci si sente quasi “male” se non si sta insieme, ecco perché Edward ha portato Bella a casa dei suoi genitori. Eddino non ha un piano in mente, non sta cercando di abbindolare Bellina, è semplicemente strapreso. Lo so, qualcuno può dire “è troppo presto per presentarla ai suoi genitori” io concordo con voi, ma come ho detto a pre pagina, è una storia che si svolge in una settimana. A fine capitolo, Bella viene presa dal panico, mancano due giorni e poi si torna alla vita normale ma Edward cerca di rassicurarla. Con Tanya non avviene un vero e proprio discorso, anche perché le due si conoscono e a volte basta guardarsi per capire che è tutto a posto – a me accade così con le mie migliori amiche. Edward si è fermato, anche qui sicuramente ne avrete pensate di tutti i colori ma sinceramente non ho creduto fosse il momento giusto per un passo del genere, spero che almeno qualcuno la pensi come me. Che altro dire? Aspetto le vostre impressioni! ^^ visto che voglio rompere ancora per un minutino ;) vi lascio il link del gruppo di facebook, quello di twitter e quello del blog :D fatene buon uso! Un bacione, grazie a tutti... JessikinaCullen.

 

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Capitolo 9
*** Piccola e importante crepa. ***


Mamma mia, sono stanchissima ma volevo a tutti i costi postare oggi. D’altronde è martedì e non volevo far attendere a causa della mia stanchezza. Aver passato la giornata fuori con la mia best mi ha sfiancata ma n’è valsa la pena. ^^ Allora, ovviamente ho risposto a tutte le recensioni, ci tenevo e l’ho fatto ma il punto non è questo... questo è il capitolo. Lo avete atteso con ansia e spero di aver fatto un buon lavoro. Prima di augurarvi buona lettura, vorrei ringraziarvi, non solo per supportarmi, per sopportarmi e per seguirmi, ma bensì per aver appoggiato e capito tutte le scelte del capitolo precedente... anche se c’era chi si voleva mangiare le mani perché Edward si è fermato hahaha... vi auguro buona lettura, un bacione a tutte e grazie, grazie infinitamente.

 

Recensioni capitolo 08.

Vanderbit: ciao tesoro, innanzitutto ti ringrazio per voler leggere Travolgimi :) mi fa davvero molto piacere poi... no, la storia non si concluderà proprio con la fine della settimana... ma quasi xD sono contenta che le mie idee ti siano piaciute, so di aver accelerato i tempi ma alla fine il bello di questa storie è proprio quello, in poco tempo accade tutto :D questo è un capitolo importante, incrocio le dita, un bacione e grazie di tutto.

Alexia__18: ciao bellissima! Inizio col dirti grazie per voler leggere la mia originale, poi vorrei ringraziarti nuovamente per aver capito il perché delle mie scelte in base a questa storia, come hai detto tu, definirla fidanzata forse era poco ma comunque giusto non essendoci altro modo per spiegare; la storia non si conclude ora, nel senso che manca ancora un po’... devono accadere ancora molte cose e lo capirai soprattutto da questo capitolo ;) un bacione, spero ti piaccia!

Loulou72: hahaha come vedi non ho postato prima del giorno che mi sono imposta xD però sono davvero molto contenta che la storia ti piace... e no, non finisce con la loro settimana ;) non preoccuparti. Ti auguro buona lettura, sono contenta che le scelte che ho fatto prendere ti siano piaciute, come hai detto tu, Edward era troppo contento di poter finalmente presentare ai suoi genitori la sua – finalmente – fidanzata ^^

Serve: sul discorso “non è troppo presto”, non ho niente da aggiungere, soprattutto perché mi fa piacere che per te non sia stato affrettato, alla fine – sempre come hai detto te – è accaduto, non era programmato l’incontro con i genitori. Il perché l’ho fatto fermare, è semplice: Bella deve prima sapere la verità. Probabilmente lo avevi già capito da sola e magari non concordavi nemmeno, però penso che in un rapporto la sincerità sia importante e se si arriva a quel punto del rapporto... beh le cose non vanno nascoste, non di questo genere poi, anche se non è la fine del mondo. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto... non so tu come ti sia immaginata la reazione di Bella durante la verità, ma spero che quello che ho scelto ti aggradi. Un bacione.

Giova71: beh il motivo per cui si è fermato è solo uno: vuole essere sincero... come ha detto più volte ha una sottospecie di “piano” per come dire a Bella chi sia la Dea ;) in questo capitolo ne succedono delle belle :D sono contenta che l’idea della colazione con i parenti ti sia piaciuta, grazie ^^

Carilon: *__* lo ammetto, inizialmente ho pensato: oddio, ecco una critica... invece!! Hahaha alla fine mi sono scompisciata, sono contenta che la storia ti piaccia... però non toglierò quella frase all’inizio delle note ;) ti assicuro che è un parolone, ma sono contenta che tu non la pensi così. Grazie un bacione.

Lulla Cullen Waldorf: non preoccuparti per il fatto del martedì, so che molti non hanno dei giorni prestabiliti, io ho i giorni solo con due mie storie, per le altre no xD non preoccuparti :) sono contenta di non averti delusa e spero non accada nemmeno con questo capitolo che è molto importante. Ti auguro buona lettura, grazie dei complimenti e tutto il resto. Un bacione :D

Grepattz: hahaha mi piacciono i tuoi momenti di pazzia xD beh c’è da dire che il discorso Dea è importante... però non dico nulla. Guarda, a me piace sorprendere e diciamo che però questa volta era matematico che si fermasse ^^” o almeno lo era per la mia testolina, ma sappi che sono contenta di averti fatto sentire realizzata hahaha un bacione, ciao bella.

Annalie: ciao bellissima :) scusami se non ho ancora risposto all’e-mail ma ho avuto pochissimo tempo, però sappi che sono molto contenta di averti trovata anche in questa storia. Mi fa piacere sapere che ti piace il mio modo di scrivere e la mia fantasia.. che dici, passi anche dall’originale? Grazie dei bellissimi complimenti :D un bacione.

Chi61: mmmh non so che dire! xD sono contenta che la reazione e le scelte di Edward ti siano piaciute però non posso dire nulla riguardo alla Dea ;) ti lascio alla lettura, sperando che il capitolo ti piaccia. Un bacione e grazie per tutti i complimenti!

Piccolainnamorata: non potrai leggere subito però... beh non potevo non risponderti hahaha. Lo spoiler tesoro, te lo mando tramite posta di fb haha comunque non è vero che non m’interessa, è davvero romantico sapere com’è accaduto e poi wow *__* voglio crederci con tutte le mie forze nell’amore a prima vista, ora so che è possibile, grazie.

Semolina81: innanzitutto ti dico che dovrei iniziare tra poco a scrivere il nuovo capitolo di Love’s puzzle... anche se mi sa che devo finire il quindi di Travolgimi xD ora passiamo a questa storia, Edward non ha voluto tirarsela – almeno io non l’ho vista così – non nego che sia molto femminile, conta che alla fine l’ho “creato” io il suo carattere ^^’’ però vorrei far “capire” che lui è molto, molto preso di Bella e fare un passo del genere (andare a letto) senza che lei sapesse che è lei la Dea... beh mi è sembrato forse troppo esagerato... ho preferito evitare, però ti do ragione su un’altra cosa: quando ci sono i sentimenti di mezzo un termine per definirsi non centra nulla :) sono contenta che alla fine il capitolo ti sia piaciuto, spero sia lo stesso anche per questo. Un bacione e grazie per i complimenti, sei sempre troppo gentile!

Love_vampire: inizio col farti i complimenti per il nickname ;) mi piace molto, poi vorrei ringraziarti per non aver resistito alla curiosità hahaha mi fa davvero molto piacere che la storia ti piaccia ^^ c’è da dire che fin dall’inizio ho avvisato che sarebbero successe tante cose e in poco tempo, ecco perché ho presentato Bella ai genitori, poi ho fatto trattenere Edward proprio perché non è semplice sesso, quindi vuole arrivare a quel momento con la coscienza pulita, dicendole tutto. Spero che il capitolo ti piaccia, anche perché accade veramente di tutto xD ancora grazie di tutto, un bacione!

Ila_cullen: spero tu sia riuscita a resistere ;) sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, ne sono davvero molto contenta; sappi che non sei la sola a volere una famiglia come quella dei Cullen ç_ç la vorrei volentieri anch’io haha, un bacione e buona lettura. Ancora grazie di tutto ^^

Jesskiss85: hahaha la citazione alla canzone di Valerio mi è piaciuta hahaha sei una grande. Fammi sapere se trovi Edward, U_U anch’io non trovo giusto che tutte le fortune le abbia Bella. Che ingiustizia! Uhm, mi hai chiesto della loro prima volta... purtroppo il rating non mi ha permesso molto, ma ti assicuro che per quanto mi sia trattenuta, ho dato del mio meglio :) dei capitoli futuri non posso anticiparti nulla, ti dico solo che non si conclude con la settimana – la storia. Dea? Quale Dea? ;) io non so niente... ti lascio alla lettura, un bacione ciao bellissima.

Sara_Twilighters: Edward è speciale, è cosciente di quello che prova e di quello che deve ancora dire a Bella... non poteva lasciarsi andare ^^ Bella... beh Bella ha superato una piccola “prova”, alla fine non è facile stare in famiglia, già con la proprio è difficile... figurati con quella degli altri xD sono contenta che ti sia piaciuto, un bacione  e grazie!

Memycullen_93: hahaha mi piace la nuova parola, grazie tesoro dei complimenti e sono davvero contenta che la storia ti abbia presa totalmente :D un bacione e... beh sì, ti lascio ai fattarelli hahaha.

Noloita: sì ci hai azzeccato in pieno, verrà finalmente detta la verità riguardo alla Dea, però per la fine della settimana è troppo presto... cioè manca poco, alla fine due giorni ma ancora un paio di capitoli, forse di più... non ho fatto un calcolo xD comunque sono contenta che la storia ti piaccia :D mi fa molto piacere. Un Edward così mi sa che è davvero difficile trovarlo... beata Bella hahaha. Un bacione, buona lettura e grazie di tutto.

Kittyna1990: hahaha ammettilo, ti ho fatto soffrire!! Hahaha scusami... beh da dove parto? Per la Dea, siamo a capolinea, per del sesso selvaggio devi aspettare ancora un po’ ;) ma non tanto ^^ per il resto sono contenta del risultato del capitolo precedente, e mi fa davvero molto piacere vedere, sapere che hai preso “appunto” di tutto quello che è successo :D spero ti piaccia anche questo capitolo... un bacione!

Samy88: tu tesoro sei bravissima e mi sa che sarò proprio io a non smetterò mai di dirlo U_U grazie per tutti i complimenti... ovviamente non ci vado molto d’accordo ma detti da una delle mie autrici preferite e da una delle persone più fantastiche che conosco, non posso un po’ non crederci ^^ sono contenta che la storia ti piaccia... spero che questo capitolo ti faccia... beh rimanere sbalordita, ma anche che ti piaccia. Grazie di tutto tesoro, soprattutto perché ho avuto molto “paura” che il fermarsi di Edward, o la presentazione fosse presi sotto assedio xD buona lettura e ancora grazie di tutto!

Bella_kristen: in questo capitolo avrai risposta a un paio di tuoi quesiti :) spero di aver fatto un buon lavoro ;) Mi hai chiesto se mi sono basata su qualcuno per Edward, beh la risposta è no e direi che si vede hahaha è troppo femminile e me lo hanno fatto notare spesso però... però piace a tutte hahaha e ne sono contenta ma come hai già capito da sola, questa fortuna ce l’ha solo Bella. Spero che il capitolo ti piaccia, io incrocio le dita, un bacione e grazie per tutti i complimenti e aver recensito!

 

Immagine1

 

Nota pre capitolo: la prima parte non doveva venire così ma i personaggi hanno preso vita. Non ho potuto fermarli.

 

Capitolo noveLapels and surprises: Piccola e importante crepa.

Bella pov.

Con un po’ di paura, entro in casa chiudendo la porta facendo attenzione a non fare rumore; ma appena mi volto, caccio un urlo quando mi trovo Tanya e Brooke, di fronte a me incavolate nere. Mi porto una mano sul cuore e chiudo gli occhi cercando di respirare regolarmente. Sospirando, riapro gli occhi e le fisso trucemente. Ma come cavolo possono farmi questi scherzi? E il “sorpresa!” o il “buh!” che fine hanno fatto? Senza rivolgere loro una parola, mi sfilo il giubbotto e lo attacco all’attaccapanni per poi dirigermi in cucina. Sento i loro passi dietro di me, ma non mi volto e non parlo. Sul tavolo, c’è il pranzo. Ok, c’è qualcosa che non va. Mi giro e le osservo attentamente ma nessuno apre bocca. Quando sento la porta sbattere, capisco che è arrivato Pitt; ci raggiunge in cucina e si ferma in mezzo a noi guardandoci ritmicamente. << Bene, che cosa mi sono perso? >> Domanda sbagliata. Tanya appoggia le mani sui suoi fianchi e gli parla guardando me. << Davvero lo vuoi sapere? Bella ha fatto sesso e non ci ha nemmeno detto che avrebbe portato nuovamente Edward in casa. >> Pitt la guarda con la fronte aggrottata. << E allora? Io mica vi avviso quando porto una a casa. >> Sorrido sprezzante e mi vado a sedere al tavolo facendo finta di nulla. Pitt m’imita e loro fanno altrettanto, anche se con il fumo che esce dalle orecchie – almeno a Tanya. Mentre inforchetto un po’ d’insalata, sento un sospiro e una forchetta che tintinna nel piatto. Ok, ora devo parlare. Lascio perdere il pranzo e punto i miei occhi sulle mie amiche. << Non abbiamo fatto nulla. Volevamo ma alla fine lui si è fermato. >> Sgranano gli occhi e Pitt tossisce per poi bere il poco d’acqua che ha nel bicchiere. << Non lo avete fatto? >> Brooke è sorpresa ma io sono tranquilla, capisco la sua reazione... ma non quella di Tanya. Mi sta guardando – ancora incredula – ma non parla. << Deve tenerci molto. Diamine se eri pronta, e ci mancava poco che lo pregavi... deve essere uno tosto. Ha coraggio il ragazzo, io non mi sarei fermato, non ci sarei riuscito. >> Sorrido guardando Pitt che si è ripreso alla grande. << Sì, ora sono la sua fidanzata. Mi ha anche presentata ai suoi genitori. Mi hanno accolta nel migliore dei modi e per di più non temo il futuro... lui non mi abbandonerà. >> Sono convinta delle mie parole, Edward ci tiene a me, me lo ha fatto intendere in più modi e non posso che esserne contenta ma il silenzio di Tanya... quello sì che mi spaventa. << Bella ti sei innamorata? >> M’immobilizzo. Innamorata? La guardo senza capire, o meglio senza trovare un vero significato a quelle parole. Tanya non può dire sul serio. Non ci si può innamorare in quattro giorni. << No. Mi piace, sto bene con lui. Mi sta dando tutto quello di cui ho bisogno, quello che ho sempre voluto mi donasse la persona che mi stava accanto. Perché pensi una cosa del genere? >> Tanya alza le spalle. << Io ti voglio bene, mi preoccupo per te. Lui non è di Forks e poco importa che i suoi lo siano, in questi anni quante volte è venuto a trovarli? Non sai nemmeno dove abita, e per di più ne stai parlando come se fosse l’altra metà della tua mela. Scusa se mi preoccupo. >> Le sue parole mi feriscono, sento il mio cuore perdere un battito e il mio volto farsi triste. Non riesco a nascondere le mie emozioni, soprattutto con lei. Lei riesce a mettermi a nudo... d’altronde è la mia migliore amica. << Tanya, apprezzo questo tuo volermi rinsavire ma... non ce n’è bisogno; e comunque è di Seattle e la redazione si trova vicino a casa sua. Viene spesso a trovare i suoi genitori e non si sta prendendo gioco di me. Non lo conosci, non puoi giudicarlo. >> Lei alza gli occhi al cielo e sbuffa. << Ok sul fatto che non lo conosco ne abbia già discusso, ma che cosa sai di lui? >> Sgrano gli occhi e automaticamente mi porgo verso di lei, fortuna che c’è un tavolo di mezzo se no le sarei già addosso che le strappo i capelli – non sarebbe la prima volta che accadrebbe. << Tanto, sicuramente più di quanto pensassi di conoscere Christopher! >> << Oh, suvvia non mettere in mezzo quello! Non siamo più al liceo! >> Rido senza umorismo. << Sono giorni che invece continui a dirmi di far finta di essere un’adolescente. Tu non lo conosci e non puoi capire quello che provo solo standogli accanto. Mi sento quasi completa, come se tutti i buchi che si sono formati negli anni non esistessero. Lui è la mia medicina. >> << O la tua droga. >> Rassegnata, abbasso le spalle. << Anche. Ma non accetto che tu ne parli male. Ci hai beccato più volte in momenti intimi e posso capire che si possa pensare male. Ma è stato lui a fermarsi. E’ stato lui a... a stupirmi con ogni suo singolo gesto. Per favore, dagli una possibilità. >> Lei mi scruta attentamente ma quando riceve una scrollata da parte di Brooke, alza gli occhi al cielo. << Ok. Voglio conoscerlo. Magari stasera potremo radunarci, e andare in un pub a Port Angeles. >> Sorrido. L’idea mi piace. << Sì! Grande, posso chiamare Julian, vero? >> Rido annuendo a Brooke, per poi voltarmi verso Tanya. << Grazie. >> Lei scrolla le spalle e rincomincia a mangiare. Se fosse andata come speravo – cioè bene e senza “graffi” – sicuramente sarebbe sembrato troppo strano. Tanya è così, a volte me ne dimentico. Lei si preoccupa sempre per me – anche più del dovuto. Se è lei a farsi male, a rimanere scottata o insoddisfatta, non le importa ma se si tratta di me... diventa una madre che è in piena crisi per il figlio. Ne sono contenta, ho sempre apprezzato questo suo lato ma ora... ora deve stare tranquilla e fidarsi di me.

 

Canticchio la canzone “Moi Lolita” e mi svesto per poi chiudermi in bagno. Questa è stata una giornata davvero piena di emozioni. Sono stravolta ma contenta. Le mie amiche sanno tutto. Sono fidanzata e conosco – già – la famiglia del mio lui. Non so perché una parte di me continua a dirmi: “State correndo” ma non m’importa – o almeno a una parte di me. Sono preoccupata? Sì. Lui mi piace? Ovvio. Tanto? Uhm sì. La reazione di Tanya mi ha messo dei dubbi? Stranamente no. Se non dovesse funzionare, ci rimarrei male? Troppo. Sospiro e mi porto le braccia dietro la schiena per slacciare il reggiseno ma il mio cellulare suona, e mi sbrigo ad afferrarlo per rispondere. << Pronto? >> Cavolo, non ho guardato chi è! << Ehi piccola, disturbo? >> Un sorriso felice, si fa largo sulle mie labbra. Per non svenire e onde evitare di cadere, mi siedo sul bordo della vasca. << No, tu non disturbi mai. Tutto bene? >> Ridacchia e lo immagino passarsi una mano tra i capelli; rabbrividisco e sicuramente non solo per il freddo. << Sì, tutto bene, anche se ti vorrei qui con me. Dove sei? >> Il sorriso non mi abbandona. Mi guardo e mi mordo un secondo il labbro inferiore. << Sono mezza nuda, seduta sul bordo della vasca. >> Lo sento tossire e capisco che forse stava mangiando. << Ehi! Ed? Stai bene? >> Lui si prende qualche attimo per respirare e infine mi risponde. << Sì, scusa. Mi stavo per strozzare con l’acqua. >> Cerco di non ridere. << Scusa, non volevo. >> Lui non mi risponde, però lo sento camminare e poi chiudere una porta. << Dove sei? >> Ora sono io a chiederglielo. << In camera mia. Quindi... sei mezza nuda. >> Ghigno... non può tentarmi in questo modo. << Oh sì. Indosso un reggiseno di pizzo bianco con tanto di perizoma abbinato. >> Non so perché, eppure mi piace torturarlo. Non sono mai riuscita a essere così disinibita e con tutta questa scioltezza; mi meraviglio di me. Sospira pesantemente. Non riesco a non immaginarlo seduto sul letto con i gomiti puntati sulle braccia e una mano tra i capelli. << Bella, mi vuoi far morire? >> << Sì. >> Chiara, concisa. Non voglio giocare... o meglio sì... ma non mentendo. << Ah, lo ammetti anche! Piccola streghetta! >> Rido e accavallo le gambe per poi accarezzarmene una con una mano. << Ora mi sto accarezzando una gamba nuda e piena di brividi. Sto immaginando che sia tu a farlo. >> Cavolo, sto davvero facendo quello... quello che sto facendo? Stento a riconoscermi.

<< Bella. E’ meglio che non ti dico quello che mi sta proponendo la mia mente. Immagini troppo invitanti per essere scacciate. >> Mi mordo il labbro inferiore, tutto un tratto voglio saperlo. Non sono mai stata così curiosa. << Davvero? Tipo? Mi hai incuriosita. >> La mia voce è fin troppo lasciva, bassa... tentatrice. << No, non cederò. Per quanto ora mi ci voglia una doccia fredda – congelata – non cederò. Non posso. Non voglio solo immaginare, non voglio che sia tu a immaginare. >> Alzo il viso verso il soffitto schiudendo la bocca, cerco di reprimere un gemito. Cavolo, mi sta solo parlando! << Allora la prossima volta non trattenerti. >> Segue qualche minuto di silenzio nel quale sento solo il suo respiro accelerato. << Non hai idea di quanto mi sia costato ieri sera. Se ora mi dici che ho fatto male, mi maledirò per tutta la vita ma Bella, l’ho fatto per te, per noi. Non voglio che la nostra prima volta avvenga così... solo perché siamo posseduti dalla lussuria. Dalla voglia. Per carità, ti voglio e so che il momento perfetto forse non esiste ma non voglio avere segreti con te, desidero arrivare in quel momento con la coscienza pulita. >> Coscienza pulita?  << In che senso? >> La mia voce è ancora bassa ma curiosa. << Quando avverrà, sarà perché tu saprai tutto. Non ho ucciso nessuno se è quello che pensi. >> Tiro un respiro di sollievo e lo sento ridacchiare. Arrossisco leggermente e ringrazio di essere al telefono per non farmi vedere. << Quindi se ho capito bene, si tratta ancora di Lei. >> Dimmi di no, dimmi di no! << Sì. >> Sbuffo, non riesco a trattenermi. << Inizio a odiarla. E’ sempre in mezzo! Ok, mi rendo conto che forse lasciarsi andare tramite telefono sarebbe stato da disperati ma cavolo! Non puoi dirmi che ieri non ti sei lasciato andare per Lei! >> Sto urlando, e sono in piedi che cammino avanti e indietro per il bagno. Sono nervosa ma sono stata sincera. Lui tiene ancora troppo a lei. << Sei ci tieni così tanto, perché diavolo in questi giorni non sei stato con lei invece che con me?! >> Lui continua a non rispondere e la mia rabbia diventa sempre più spropositata. << Non parli? Non hai niente da dire? Edward, ci siamo messi insieme oggi! Non possiamo già discutere dopo tutto quello che è accaduto. E’ vero, sta andando tutto troppo velocemente ma non farmi pentire o intristire per aver seguito – per la prima volta – il cuore e l’istinto. Parla maledizione! >> Sento gli angoli degli occhi che “bruciano”, non ho intenzione di piangere – anche se si tratta di nervosismo. << Bella, tu... non ti rendi conto. Capisco che tu ti senta... colpita, o comunque arrabbiata nei riguardi di questa ragazza, ma in realtà non devi perché... cavolo non te lo posso dire così e nemmeno per telefono. Non ha senso! La tua gelosia non ha senso. Non dovresti esserlo e non perché è presto ma perché non ce n’è bisogno! Se solo potessi, te lo direi. In realtà posso ma voglio dirtelo durante il ballo. Ti sembro tanto pazzo? >> Senza pensarci gli rispondo. << Sì. Sì perché da quello che hai detto, vuol dire che non possiamo lasciarci andare fino a dopo il ballo – proprio come farebbero degli adolescenti con gli ormoni a mille! Edward, non voglio che tu pensi di stare con una ninfomane, ma io ti voglio e soprattutto desidero che Lei esca dalla nostra vita. >> Lui ride facendomi innervosire maggiormente. << Scusa, scusa non rido per quello che hai detto. Te lo giuro. Ti stai facendo troppi problemi. >> << Non è vero! Sei tu che me li fai sorgere! Chi diavolo è lei? Perché deve essere tra di noi? >> Sospira e lo sento camminare. << Ci sentiamo dopo. Fammi uno squillo quando sei pronta. >> Cosa? << Come? No. Edward, non attaccare. Non farmi incazzare! >> Sto ancora urlando ma non posso accettare che chiuda la conversazione senza essere arrivati a un punto. << No, non hai capito. Fatti la doccia che poi vengo da te e ne parliamo. >> Attacca senza farmi rispondere, sembrava agitato ma la mia rabbia sta scemando e con più calma, decido di gettarmi sotto il getto della doccia. Vuole parlarmi, vuole finalmente mettere tutti i puntini sulle i?

 

Edward pov.

<< Scusa, e il tuo piano? >> M’infilo la giacca mentre guardo mio fratello. E’ nella mia stanza e mi ha ascoltato mentre gli raccontavo della chiamata avuta con Bella. Mi sento agitato e nervoso. Sì, nervoso perché mi urtano i nervi nel sapere che non ha capito. Più volte le ho detto che la guardavo, che cercavo di avvicinarmi e di avere a che fare con lei. Ma niente, non ci è arrivata che la Dea, è lei. Che la ragazza di cui è gelosa è lei. Non è tarda, lo so perfettamente ma o lo sta facendo apposta per farmi confessare o... o non lo so. Era davvero arrabbiata, e il mio cuore si stringeva in una morsa sempre più soffocante con ogni urlo che mi arrivava tramite la cornetta. L’avevo chiamata per sentirla, per dirle che mi mancava e che il pranzo con i miei era andato bene, che l’adorano e che non vedono l’ora di conoscerla meglio ma... lei ha iniziato a tentarmi e poi è andato tutto a puttane. << Non lo so. Magari è inutile non dirglielo. Cioè alla fine è Lei. >> Emmett si alza dal letto e mi appoggia le sue manone sulle spalle. << Edward, volevi dirglielo durante il ballo. Volevi confessargli che eri innamorato di lei e tutto il resto. >> Annuisco. << Sì, e mi piacerebbe ancora fare così ma le carte in tavola sono cambiate. Le urla al telefono le ho sentite io, i sensi di colpa li provo io. Mi spieghi com’è possibile litigare il primo giorno che si ufficializza una relazione?! >> Lui mi sorride beffardo. << In guerra e in amore tutto è lecito. >> Lo guardo stranito. << Quello che hai detto non ha senso. >> Alza gli occhi al cielo per poi andarsi ad appoggiare alla mia scrivania. << La ami? >> Mi muovo agitato e penso attentamente a una risposta. << Non lo so. Al liceo avrei detto di sì, ma non sarebbe stato vero. Non la conoscevo, sapevo poco di lei... avevo una cotta. Ora, a distanza di anni, ho avuto la fortuna di rincontrarla e di conoscerla. Di poterla sentire mia. Non lo so. Forse sì, forse no. Non lo so. Sono confuso. >> Aggrotta le sopracciglia.

<< Non pensi che te lo chiederà? >> Mi passo una mano tra i capelli. << No. Ho il sospetto che penserà che l’abbia presa in giro. >>

 

Sono quasi le cinque del pomeriggio... e ho perso il conto di quanti minuti sono che mi trovo di fronte al portone di casa di Bella. Sospiro e strofino le mani sui jeans; sono sudate. Citofono, e mi risponde Pitt. Mi sarei dovuto fare un discorso? No, non sono fatto per quel tipo di cose. Con Bella voglio essere me stesso, proprio come lo sono stato fino a questo momento. Certo, alla fine la mia grandiosa idea non ha portato da nessuna parte visti i risultati, ma chi mi assicura che mi butterà fuori di casa a calci nel culo? Illuso, ecco cosa sono. Io, nei suoi panni... come reagirei? Bella domanda. Non ne ho idea. Sono sempre stato una persona con le idee chiare, l’ignoto mi ha sempre e solo affascinato. Non dico si avere una vita ordinaria e impostata ma mi piace sapere a che cosa vado incontro. I sentimenti incasinano tutto. Non puoi dominarli, non puoi gestirli perché arrivano all’improvviso sconvolgendoti la quotidianità, e quando sei nel mezzo, è difficile capirci qualcosa. Quindi se combini qualche casino – come ho fatto io involontariamente – rimani fottuto. O forse no. Alla fine di tutto decide Bella. Devo veramente dirglielo adesso? Come la prenderà? Come minimo mi ammazza...

<< Hai intenzione di entrare o vuoi che esca lei? >> Alzo lo sguardo e mi trovo a guardare Tanya. Senza nemmeno accorgermene, sono uscito dall’ascensore.

<< No scusa, hai ragione. >> Entro in casa sotto il suo sguardo attento. Lo devo ammettere, il suo giudizio un po’ m’interessa. So che per Bella il suo parere è importante, è la sua migliore amica. << Che cos’hai deciso? >> Alzo un sopracciglio. << Riguardo a cosa? >> Per favore, non ditemi che mi sono perso per troppo tempo nei miei pensieri!

<< Bella non ti ha detto della serata? >> Scuoto il capo sempre più curioso. << Avevamo deciso di passare una serata a Port Angeles, per conoscerci meglio. Pensavo te lo avesse detto. >> Sorrido senza umorismo. << E’ ancora da vedere se non mi uccide prima della serata. >> Lei alza un sopracciglio e mi si fa più vicina. E’ curiosa. << Perché? >> Aggrotto le sopracciglia e la guardo divertito. << Sicuramente non lo dico a te. Anche perché lo farà poi lei. >> Mi sorride sorniona. << Hai ragione. Mi dirà tutto. >> Annuisco; so perfettamente di non dovermi mettere in mezzo alla loro amicizia – non è mia intenzione e non voglio che accada. Com’è che si dice? “Tra moglie e marito non metterci il dito”? Beh in questo caso è la stessa cosa e se non erro, se il fidanzato fa o dice qualcosa alla sua compagna, qualche minuto dopo lo sa anche la sua migliore amica. Noi uomini dobbiamo solo adeguarci... o abituarci. Una cosa del genere non può cambiare, quindi non mi sorprende vedere Tanya così curiosa. Magari sa già anche della litigata. E’ assurdo, ci siamo appena fidanzati – ovviamente parlo di me e Bella – e abbiamo già discusso. Scuoto leggermente il capo voltandomi e avvisando Tanya che sto andando nella camera di Bella. << Ok, ma fate tutto in modo silenzioso. >> Sento Pitt ridere e allora vado a salutarlo per poi affrontare i miei “problemi”. Posso girarci attorno quanto voglio, con Bella ci devo comunque parlare. Busso alla porta due volte e cerco di mostrarmi calmo. Non deve capire che ho una paura matta che mi lasci. Ho il cuore che scalpita nel mio petto, chiudo gli occhi e sospiro quando mi dice di entrare. Deglutisco e apro la porta. La stanza è in penombra, nessuna lampada accesa, la poca luce che c’è, proviene da fuori. Non so che cosa fare, sono agitato e non solo perché non mi sono mai trovato in una situazione simile ma anche perché si tratta di Lei, di Bella. E’ seduta alla sua scrivania di fronte al suo notebook. Devo avvicinarmi? Dirle qualcosa? << Ciao. >> Le sue dita smettono di battere sulla tastiera, appoggia le mani sulle sue gambe e si volta verso di me. E’ seria e con quegli occhiali da riposo, – o da vista? – mi fa solo venire idee sconce in mente. << Ciao. Un attimo e sono da te. >> Annuisco e mi slaccio il giubbotto e sfilo la sciarpa appoggiandoli sul suo letto. Il suo tono era serio, concentrato... nessuna nota gioiosa nel sapermi lì, a pochi passi da lei. Solitamente si sarebbe già catapultata tra le mie braccia e avventata sulle mie labbra ma ora no, la situazione purtroppo non lo concede e sono sicuro che le devo delle risposte, non solo perché le vuole ma perché devo... per lei, per noi e per il nostro rapporto. Alla fine non ho mentito, ho solo omesso una cosina... che alla fine avrebbe potuto capire da sola. Mi guardo attorno e noto che ci sono poche cose attaccate alle pareti: qualche foto e un quadro sopra il letto. Quando la sento sospirare e chiudere il pc, mi volto incontrando i suoi occhi. E’ seria ed è ancora seduta sulla sedia girevole. Mi dovrei avvicinare? << Chi è la Dea? >> Alzo gli occhi al cielo e tentenno nel rispondere; sempre dritta al punto. Glielo devo dire? << Perché vuoi saperlo? >> Si alza e mi si avvicina, i suoi lineamenti sono duri e i suoi occhi sono lucidi e pervasi dalla rabbia. Mi si stringe il cuore a vederla così. Se sono stato male per lei al telefono, ora lo sono ancora di più. << Come perché? >> La sua voce è bassa e triste. Sembra quasi rassegnata. << Lei centra sempre. Non rendendotene nemmeno conto, non ti permetti di fare delle cose se non sai come Lei reagirà. Ti sembra una cosa normale? Hai anche detto chiaramente che eri innamorato di lei. Mi turba questa cosa. Non ti sto dicendo che devi amare me... che devi per forza stare con me ma non voglio che ci sia questo muro che ci divida. Perché vorresti dirmi chi è al ballo? Che senso avrebbe? >> Ha ragione. Mi faccio più vicino alternando lo sguardo dal pavimento al suo viso. << Voglio solo dirti che non ho mai avuto un piano, una vera idea di come sarebbero andate le cose. Io, Bella, tengo davvero tanto a te. Non so se ti amo, non so che cosa accadrà e perché non ti ho detto subito chi fosse la Dea ma... ricordati che è te che voglio e che lei è stata una parte importante della mia adolescenza. E’ stata un tarlo che non ho mai potuto abbattere. Può sembrare assurdo ma è la verità, soprattutto perché la visione che avevo di lei è differente da quello che ho adesso. Tu mi hai chiesto perché non mi sono fatto avanti con lei, perché non sono stato con lei ma la verità e che io l’ho fatto. In questi cinque giorni io ho passato ogni istante con lei. Sei tu che non lo hai capito. Non importa che decisione prenderai, sappi che rimarrai sempre nel mio cuore. >> Cavolo, gliel’ho detto. Cerco di deglutire. Non riesco a guardarla, i miei denti stanno tormentando il labbro inferiore mentre il mio cuore sta rallentando man mano i battiti fino a fermarsi. Capisco che la “rivelazione” potrebbe essere... scioccante (?) ma... no, niente “ma”, devo trovare il coraggio per guardarla negli occhi e andare incontro a tutto quello che dirà e che farà. Prendo un respiro e faccio alzare il viso e con estrema fatica prendo il coraggio di guardarle il viso. La prima cosa che noto, è la mascella tesa, i suoi occhi sono normali ma sembra che sia da un po’ che non sbatte le palpebre. Le labbra sono serrate e ha le braccia incrociate. So che non è svenuta – o morta – solo grazie al dito che batte ritmicamente sul suo braccio. Sta pensando? Sta solo cercando di ricordarsi dove ha nascosto la pistola per uccidermi?  << Tu. Tu mi stai dicendo... che da quando ti ho conosciuto, sono stata gelosa di... di me stessa? >> Mi pare di aver sentito incredulità e forse sofferenza in quelle parole, ma non posso mentirle adesso, quindi annuisco guardandola fissa negli occhi. Un lampo di rabbia e di determinazione, gli passa di fronte agli occhi; velocemente si fa più vicina e prende a urlare puntando un dito contro il mio petto. << Ma ti sei rincoglionito? Ti rendi conto di quello che mi hai fatto passare e soprattutto pensare? Non si fa così! Io mi sono fidata di te e tu che cosa fai?? Mi menti, anzi no... preferisci tacere e decidere di dirmelo durante il ballo quando sai che quello per me è stato sempre – e forse lo rimarrà sempre – una delle serate più orribili della mia vita! >> Lacrime intrise di amarezza e rabbia, sgorgano dai suoi occhi e mi rendo conto di averla ferita, che merito quelle parole e che soprattutto ha ragione. Ma l’ho fatto soprattutto per non mostrarmi ancora più ridicolo ai suoi occhi. Con che faccia sarei mai potuto andare da lei e dirgli: “Ehi, sono sempre stato innamorato di te, o almeno l’ho creduto finché non ti ho veramente conosciuta; ora sono innamorato di te.” Le fermo i polsi che avevano cominciato a colpirmi sul petto e la guardo negli occhi mentre lei continua a inveirmi contro piangendo. << Bella, smettila per favore. Io non sto giocando e non l’ho mai fatto. Ma pensa un attimo a come sarebbe stato se io fossi venuto da te e ti avessi detto che ero infatuato, incantato da te fin da quando ero piccolo! Bella io ti ho conosciuta alle medie. Avevamo undici anni e tu non mi hai mai notato. I tuoi si erano da poco separati e cercavi continuamente un modo per evadere da tutto. Ho cercato fin dall’inizio di avvicinarmi a te, in qualche modo m’incuriosivi, ma stavi sempre con Tanya e gli altri non accorgendoti mai di me. Non ti sei mai chiesta chi ogni San Valentino ti lasciasse una rosa rossa sul banco fin dalla seconda media? Non ti sei mai chiesta chi ti ha evitato un’espulsione dopo che avevi distrutto la macchina del preside perché Christopher ti aveva sfidata a farlo? Sono stato io. Sono sempre stato io ma tu non mi hai mai visto. Non hai mai aperto gli occhi. E non lo hai fatto nemmeno adesso. Cerca di capire perché non ti ho detto subito chi era “quella” ragazza. Non avresti reagito bene, proprio come non lo stai facendo adesso. >> Le lascio i polsi e faccio qualche passo indietro prendendo dei profondi respiri. E’ stato complicato dirle tutto ma sono scoppiato... sono persino stupito che mi abbia lasciato parlare. Passiamo qualche minuto in silenzio, non ha mai incontrato il mio sguardo. Si è mossa appena e ha continuato a piangere silenziosamente. Mi straziano quelle lacrime, soprattutto perché so che è a causa mia che ci sono. << Vattene, per favore vai via. >> M’irrigidisco. Lo ha veramente detto? Sta veramente troncando? Dopo un attimo di smarrimento, annuisco. Senza guardarla, prendo la mia roba ed esco dalla sua stanza, da quella casa... con il cuore a pezzi.

 

Bella pov.

Non riesco a crederci. Deve essere un incubo, o forse un sogno.

L’ho davvero cacciato? Gli ho davvero detto di andarsene? Iniziando a singhiozzare, mi siedo sul letto e nascondo il viso tra le mie mani. Mi rendo a mala pena conto delle braccia che mi circondano e che mi stringono. Le parole di conforto della mia migliore amica le sento appena. In questo momento, nella mia mente c’è solo il viso di Edward e la sua confessione. Sono io la Dea, lui è sempre stato il ragazzo che definivo “il misterioso e affascinante boy”. Non è vero che non notassi quei piccoli gesti, quelle piccole attenzioni. Le ho sempre notate ma non mi sono mai posta chi potesse essere. Non ho mai pensato centrasse Christopher. Lui faceva le cose in grande, come a me non sono mai piaciute. A lui piaceva mostrarsi, pavoneggiarsi con i suoi amici sulla nostra relazione... sì anche il giorno di San Valentino. È sempre stato così, per quello non ho mai collegato quei piccoli gesti a lui. Ma ora... ora so la verità. Edward è sempre stato nell’ombra aspettando il suo momento. Momento che gli ho concesso io quando finalmente l’ho notato. Quando sono rimasta abbagliata e stupita da lui. Capisco perché non me lo abbia detto, comprendo perché si sia “nascosto” o meglio che abbia nascosto quella piccola e forse insignificante verità. Lui si è mostrato a me in tutto il suo essere. Non mi ha mai mentito, quando gli chiedevo perché non si fosse fatto avanti con Lei, o perché non passasse il suo tempo con “quella”, lui ha sempre risposto in modo criptico, oppure mi poneva domande sempre rilevanti l’argomento. Non mi ha mai mentito, lui ci tiene veramente a me. Non mi amava, ha capito che quello che provava era una cotta o una venerazione adolescenziale. Ora mi conosce, mi è stato vicino, ha capito che sono veramente importante e ha preferito non farmi – farci – fare un passo avventato visto che voleva dirmi la verità. Ora tutti i pezzi del puzzle sono collegati. Ora capisco tutto.

 

Guardo l’orologio sul comodino che segna a intermittenza che sono le 3.26 del mattino.

Ho pianto tanto, continuamente, estenuantemente. Tanya mi è sempre stata vicina, mi ha fatto sdraiare sul letto e piangere tutte le lacrime che avevo. Mi sono addormentata tra le sue braccia senza proferire una parola. Lei c’è sempre, lei è la mia ancora di salvezza. Non mi ha chiesto nulla, sta aspettando me, mi sta dando i miei spazi. Mi volto e me la trovo accanto addormentata. Mi sento gli occhi umidi e appiccicaticci. Lentamente mi alzo e mi vado a chiudere in bagno. Mi guardo allo specchio e quasi mi spavento. Cavolo, sono conciata proprio male. Ora lo posso dire: sto soffrendo per un ragazzo. Non ho mai pianto così tanto. Non mi sono mai soffermata tanto su un problema sentimentale. Le cose sono sempre state semplici: Christopher mi ha tradita? Boh l’ho lasciato. Adam non mi piaceva? Boh l’ho lasciato concedendogli due mesi di tempo e nemmeno un po’ di petting. La stessa cosa con i ragazzi che ci sono stati prima o dopo. Possibile che non abbia mai concesso al mio cuore di aprirsi? Di mostrarsi e di vivere? L’ho chiuso sotto una campana di vetro? Per quello sto soffrendo? Avendo agito d’istinto ed essendomi scottata, ho distrutto quella campana? Quel muro che mi divideva dalla vita, dai sentimenti? Probabilmente sì ma non riesco a pentirmene. Con Edward non è finita. Lui c’è ancora. Non può avermi abbandonata.

Avevo bisogno di pensare. È complicato da capire? Sì. Probabilmente sì, avrei dovuto dirglielo, non cacciarlo. Torno in camera dopo essermi fatta una doccia e osservo il mio cellulare sopra la scrivania. Mi avvicino e guardo Tanya che sta dormendo tranquilla. Afferro il piccolo aggeggio elettronico, ed esco dalla camera. Quando arrivo in cucina, vedo Pitt che sta mangiando una crepes alla Nutella. Ci scambiamo un’occhiata sfuggevole e lui si alza preparandone una anche a me. Il silenzio a volte fa bene, non solo perché si può pensare in santa pace, ma anche perché quando diventa troppo pesante, puoi iniziare a conversare e lasciar svagare il cervello. Almeno per un po’.

<< Quindi è finita? >> Abbasso le mani, rimettendo la crepes nel piatto e alzo lo sguardo verso Pitt. Lui è un grande amico, mi è stato vicino più volte in modo silenzioso. Non è uno che usa le parole, lui le cose te le mostra, si fa giorno per giorno sempre più vicino a te con piccoli gesti e qualche sorriso. Ma le sue parole mi bloccano, eppure sapevo che mi avrebbe chiesto qualcosa. << No. Non lo so. Dipende tutto da lui. >> Alza un sopracciglio. << Se mi vuole ancora, intendo. L’ho mandato via perché avevo bisogno di riflettere. >> Abbasso lo sguardo. << E hai riflettuto? >> Annuisco. << Sai, le vostre parole si sono sentite distintamente. Anche se forse ci siamo persi qualche frase. Lui ci tiene a te. Ti perdonerà. Alla fine non gli hai detto niente di così sconvolgente da fargli cambiare idea in una notte. >> Non dico nulla, non so nemmeno che cosa dovrei o potrei dire. Mi sento a pezzi. Per quanto mi senti stanca, non ho voglia di andare a dormire. Punto i miei occhi nei suoi, e sporgo il labbro inferiore. Lui alza gli occhi al cielo e ridendo si alza. << Ok, te ne preparo un’altra. >> Sorrido. Ora devo riprendere il pieno controllo della mia vita. Di Edward. Non ho intenzione di lasciarlo scappare.

 

<< Come sta? >> << Si è addormentata intorno alle sei. Stava guardando “Supernatural”, solo lei riesce ad addormentarsi guardando quel coso fatto di mostri e ragazzi che voi definite fighi. >> Sento una risata attutita e altre domande. << E’ uno straccio. Pensi che andrà da lui? Ti ha detto qualcosa? >> << Tanya, lasciala respirare. Edward è stato sincero, le ha finalmente detto che la Dea, è lei. L’ha sempre avuta tra i pensieri, diciamo che l’ha sempre protetta. Ora Bella sa tutto e prenderà una decisione. Certo, oggi è sabato, non avete scuola e domani c’è il ballo... ma c’è comunque tempo. Lei potrebbe comunque rintracciarlo. Deve solo pensare a cosa vuole. >> Pitt ha ragione, solo che non può sapere che ho già deciso. Voglio Edward, più volte in questi giorni ho detto che lui è perfetto per me, e sicuramente non posso rinunciarci solo perché sono stata talmente stupida da non rendermi conto che sono stata gelosa di me stessa! Io l’ho definito criptico più di una volta, in realtà non capivo la verità dietro le sue parole. Sono stata veramente stupida. Apro gli occhi e vedo “Cip e Ciop” accostati al telaio della porta. Stanno ancora parlocchiando e non si sono resi conto che mi sono svegliata.

<< Che ora è? >> Sobbalzano e mi dicono velocemente che è quasi mezzogiorno. Azzo. Guardo il tavolino di fronte a me e guardo quasi con astio la vaschetta di gelato – vuota – che mi ha tentato poco prima di sedermi sul divano a guardare telefilm. Non dovevo farmi corrompere, ma oltre a essere piuttosto golosa, non riesco proprio a dire no a un gelato. Poco importa se è inverno. Mi alzo e mi stiracchio. I loro occhi rimangono incollati alla mia figura, ma faccio finta di niente. Dopo qualche minuto, chiedo a Tanya se vuole parlare un po’. Entusiasta accetta e mi chiede di raccontarle tutto, soprattutto quello che provo. Lo faccio e mi sento bene. E’ stato complicato rispondere alle sue domande e non abbassare in continuazione lo sguardo dai suoi occhi, ma ce l’ho fatta ed è stato chiaro come l’aria per entrambe che la mia reazione è stata istintiva. Avevo bisogno di pensare e dovevo farlo sola. Secondo lei, Edward mi capirà e mi perdonerà. Lo spero. Ma alla fine non ho nulla da farmi perdonare. Ho la coscienza pulita. Mi “confessa” che ha origliato gran parte della conversazione – urlata – avuta con Edward e mi dice che forse avrei dovuto dargli più tempo, che avrei potuto aspettare il ballo per farmelo dire ma sinceramente voglio che questo ballo, mi faccia chiudere definitivamente con il liceo. Non voglio continuare a parlarne per decenni e se dovesse uscire il discorso in un futuro, voglio che mi appaia un sorriso a ricordare i momenti felici, tristi, strani e complicati che ci sono stati in quegli anni. In questo tempo, in questi lunghi sei anni, quando ripensavo al liceo, la prima scena che mi veniva in mente, era Christopher tra le gambe di quella sgualdrina. E non è giusto, perché in quegli anni non è successo solo quello, ma la mia mente registra subito quell’attimo, quel momento e quelle brutte sensazioni facendomi stare male e impedendomi di pensare agli altri momenti, quelli belli. << Cos’hai intenzione di fare con Edward? >> Sapevo che moriva dalla voglia di chiedermelo. << Il mio cuore ha dovuto resistere a un grosso botto quando mi ha detto che cos’ero per lui e com’ero chiamata. Ma quando gli ho detto di andarsene, si è formata una piccola crepa nel mio cuore. >> I suoi occhi s’ingigantiscono, ho quasi paura che scoppino e imbrattino tutta la camera di sangue. Mamma mia che pensieri allegri!

<< Bella! >> Si alza in piedi e sorride, cavolo, poteva anche non urlare. << Non sono sorda. >> Grugnisce e mi afferra per un polso facendomi alzare. << Adesso basta perdere tempo. Vestiti e vai da lui. Al diavolo la mia idea del proteggerti e del non fidarmi di lui; state male entrambi. Vai! Voglio vederti felice. >> Commossa l’abbraccio. << Ti voglio bene, grazie. >>

 

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

E’ successo di tutto e di più. Tanya che cerca di mettere in guardia Bella, Bella che se ne frega e che va contro tutto e tutti pur di stare con Edward, e soprattutto pur di far capire che bisogna fidarsi di lui. La seconda parte beh... diciamo che doveva iniziare tutto come un gioco, un’innocua telefonata e poi boom! Litigata, il nervosismo di Edward e soprattutto la sua paura. La paura di non essere capito, di aver rovinato tutto e, infatti, va così... perché Bella lo lascia parlare ma infine non regge dopo tutte le confessioni e lo caccia da casa sua. Vorrei mettere una parentesi per Bella... mettetevi nei suoi panni, non deve essere facile a scoprire tutto e soprattutto rendersi conto di quanto sia stata cieca. Ovviamente si pente dell’averlo cacciato ma è contenta del supporto di Tanya. Ricordate? È la sua migliore amica. Tenete d’occhio Pitt ;) anche lui è un amico ma tenetelo comunque d’occhio xD il capitolo finisce che Bella ha preso una decisione e che Tanya le sta nuovamente accanto... spero che il capitolo vi sia piaciuto. Io ho pensato che fosse giusto che Bella ci pensasse prima di saltare addosso a Edward ma tenete conto di una cosa: è passato un altro giorno. un bacione, a martedì... JessikinaCullen.

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Capitolo 10
*** La realtà è meglio dei sogni. ***


Sono contenta, ognuno di voi ha espresso un parere, chi ha reputato Bella troppo esagerata, chi invece ha cercato di capirla o comunque di non incolparla. Grazie. E’ questo che mi piace delle recensioni, che ognuno da un suo parere e che io in qualche modo posso farvi capire il mio punto di vista. L’ho detto in parecchie recensioni ma lo dico anche qui, tanto per essere chiari: Bella ha fin troppo pianto, ha esagerato ma lei ha litigato con Tanya difendendo a spada tratta i suoi sentimenti e quelli di Edward, poi ha discusso con Edward tramite telefono (non ha accettato che lui abbia attaccato in quel modo) poi ha saputo tutta la verità, doveva riflettere e infine lo caccia. Si rende conto di aver esagerato e cercherà di rimediare, lo so che questo non giustifica le cascate del Niagara, ma Bella è così. La incolpiamo lo stesso? Sono contenta che vi piaccia Tanya e l’amicizia che c’è con Bella... e poi c’è Pitt, DUH! Non volevo allarmarvi, Bella non c’entra nulla! ^^ vi lascio alla lettura perché... questo è un capitolo importante.

 

Recensioni capitolo 09.

Shona: è davvero assurdo, e sai perché? Perché io non mi rendo conto del modo in cui scrivo ma sapere che tu – sì, proprio tu – ti sia commossa, devo ammettere che mi fa piacere. Lo so, lo so... tu dirai: io piango e tu gioisci? ^^’’ detto così effettivamente sembra brutto, però io intendevo che sapere di averti trasmesso qualcosa mi ha fatto gongolare come una scema. È inutile che io dica qualcosa in merito a questo capitolo, hai dedotto “tutto” dagli spoiler ;) un bacione tesoro, grazie.

Love_vampire: effettivamente è stato il primo martedì che ho aggiornato tardi ^^’’ mea culpa, sorry xD sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, c’è da dire che non sei la prima ad aver accennato a una reazione esagerata di Bella... io non ci sono passata, non so come mi sarei sentita, però immagino che avrei fatto così. Diciamo che è una cosa soggettiva, ma come hai visto, Bella è tornata in sé. Mi ero stufata di vedere sempre Tanya – proprio come hai detto tu – come il terzo in comodo. Alla fine, persino nella saga non fa niente. Quindi ho voluto un po’ stravolgere le cose, invece del solito binomio tra Alice e Bella, ho scelto di mettere in mezzo Tanya... ho fatto male? Spero che il capitolo ti piaccia e grazie di tutto... perché mi fa veramente piacere sapere che la storia ti piace!

Chi61: beh hanno i minuti contati... siamo a sabato, però in questo capitolo accadranno un sacco di cose e spero che ti piacciano. Sì, Bella doveva pensare e digerire il tutto... ce l’ha fatta e ora deve correre! Chissà che accadrà! ;) hai parlato di Tanya... beh io non dico di essere così, però mi piace che le mie amiche siano sempre sincere, anche se mi vedono strafelice sulla nuvoletta, penso sia giusto che se hanno qualche timore me lo dicano. Ecco perché Tanya inizialmente risulta cinica, perché è preoccupata, perché non vuole che la sua amica stia male com’è stata lei in passato. Grazie per la recensione e la comprensione. Un bacione.

Lampra: ciao! Allora... la storia non finisce al ballo ;) non preoccuparti... e poi per Pitt... non è niente di così importante, ovviamente non si metterà in mezzo alla coppietta, non temere... però tienilo d’occhio x) spero che il capitolo ti piaccia. Grazie per aver recensito, mi ha fatto molto piacere. Un bacio.

Loulou72: 0.0 ho avuto tanta paura della padella... è martedì, non è tardi... sono giusta in tempo xD comunque le cose si sono un po’ complicate, Bella era un po’ nervosa per la litigata con Tanya, quando ha sentito Edward tirare di nuovo in ballo la Dea le sono saltate le rotelline del cervello ed è esplosa, anche perché ha dovuto dare ragione a Tanya. Quando poi scopre la verità, è come se vedesse tutto nero, deve ragionare e collegare le cose – compresi i pezzi del passato e quando lo fa, cerca di rimediare ;) sono contenta di averti trasmesso qualcosa, per me è importante, grazie :) Pitt? Pitt è innocuo, fidati!

Carilon: ^^ wow, spero che le unghie siano ricrescite xD sono contenta – tanto credimi – che la storia ti piaccia. Questo capitolo dovrebbe portanti ancora un po’ d’ansia – in teoria – ma non so se sarà così e poi sappi, che tutti i morsi spesi, verranno ricompensati ;) spero. Un bacione e grazie.

Giova71: 0.0 oddio che occhio... cooomunque, Bella  è stata cieca, ha sempre accantonato tutto ma ora, ora ha preso una decisione ;) sono contenta che ti sia piaciuto, un bacione.

Erszi: *__* e io non posso che esserne contenta. Ti ringrazio per averla iniziata a leggere, per averla commentata e soprattutto averla messa tra le seguite, mi ha fatto davvero molto piacere. Allora, torniamo alla storia, il perché Bella non ha capito prima di essere la Dea, l’ho scritto sopra nelle note – non sei l’unica che lo ha chiesto xD però sappi che sono contenta che tu abbia rivalutato Tanya. Volevo fare qualcosa di diverso ;) un bacione e grazie per essere passata di qui Chiara ^^

Grepattz: le tue recensioni sono eccezionali! Almeno un sorriso, è assicurato ;) grazie. Sai, non penso che il tuo “odio” per Tanya arrivi dal libro, più che altro dalle fic lette, alla fine nella saga non fa niente, anzi va completamente in bianco xD spero che il capitolo ti piaccia e mi spiace dirtelo ;) ma Bella è tornata in sé hahaha. Buona lettura.

Alexia__18: *__* sei una delle poche che non ha avuto nulla da ridire xD mi fa piacere ^^ allora... Pitt... non pensavo di mettere tutti in allarme, però qualcuno ha capito perché l’ho nominato. Ovviamente non te lo dico ;) si scopre nel prossimo capitolo ma non temere, non c’entra la coppietta ;) buona lettura tesoro, un bacione.

Lulla Cullen Waldorf: davvero? Sììììì ne sono tanto ma tanto contenta. Grazie :D

Vanderbit: infatti sarà Bella a fare il primo passo, non temere. Edward si è esposto anche troppo. Allora... per Pitt ci hai azzeccato, però non ti dico per quale delle due scelte che hai dato muahaha comunque sono contenta che tu non dia la “colpa” a nessuno dei due... vediamo come va a finire! Ah no! Ora siamo a sabato... domenica finisce tutto. ^^

Semolina81: Bella è stata cieca e stupida. Ora ha capito tutto e cercherà di rimediare. Non ti dico come reagirà Edward, non mi sembra giusto rovinarti la sorpresa. Comunque siamo al capitolo dieci, al quattordici, la storia si conclude :( è stato strano mettere la parola “Fine”... quindi so come ti sentirai :) in compenso sono contenta che la storia ti piaccia. Love’s puzzle, è love’s puzzle, non lo nego però dai... anche questa merita hahaha. Grazie dei bellissimi complimenti. Ora vediamo se la Dea scende dall’Olimpo ;) buona lettura!

Sara_Twilighters: mi piacciono le recensioni chilometriche ;) non preoccuparti. Allora, Pitt, non vuole diventare più di un amico u.u e sì, Bella si è sentita stupida e cieca ma come hai detto tu c’è stata Tanya che l’è stata d’aiuto. Grazie per tutti i complimenti :D un bacione.

Ila_Cullen: me gongolaaaa! Grazie, mi fa davvero molto piacere che la storia ti piaccia. È martedì... hai retto? ;) spero di sì. Un bacione, ti lascio alla lettura haha ciao!

Annalie: hahaha ma no!! Non volevo mettere l’ansia a nessuno, comunque grazie, sono contenta ti sia piaciuto, spero sia così anche per questo. Un bacione!

Jesskiss85: problemi? Niente più problemi U_U sono contenta che il capitolo ti abbia emozionata. Fai una cosa... collega il nome Pitt a Tanya e vedi che ne pensi! ;) Bella è stata istintiva, non riusciva a crederci e l’unica cosa che è riuscita a dire, è stato “Va, va via”. La prima a starci male è lei, perché ora si è resa conto di quello che ha fatto e di com’è stata stupida, però anche Eddino non se la passa bene e lo vedremo fin dall’inizio. Tanya, su di lei hai detto tutto tu x) ci hai azzeccato in pieno. Grazie di tutto, un bacione e buona lettura... sì, fingo di non aver letto dell’uomo con la motosega U_U’’

Wilderose: non appena ho visto il tuo nome ho sorriso, grazie per la recensione *_* c’è da dire che abbiamo gli stessi gusti riguarda a OTH, e Brooke sì, s’ispira un po’ al vero personaggio ^^ se noti c’è anche Julian! Allora, sono pochi quelli che hanno capito Bella, e so anche perché, ognuno reagisce a modo suo. È vero, Bella avrebbe potuto usare un po’ di tatto ma era talmente sottoshock che non è riuscita a pensare, automaticamente lo ha cacciato e poi se n’è pentita, vediamo come si farà perdonare ;) sono contenta che il rapporto di amicizia ti piace, volevo essere “originale” e a quanto pare ho fatto centro xD grazie per tutti i complimenti, sapere che aspetti il martedì per leggere non può che farmi piacere. Grazie *_* un bacione e buona lettura! P.S: mi hai chiesto perché voleva dirglielo al ballo? Perché aveva paura, e soprattutto lo trovava romantico x) diciamo che sperava che comunque lei la prendesse bene... invece...

Serve: ti assicuro che non mi hai offesa :) come forse ti ho detto più volte, mi piace confrontarmi... allora, io so che la reazione di Bella è esagerata, io probabilmente non avrei reagito così, non lo so, però ho tenuto conto di alcune cose: quello stesso pomeriggio, lei ha discusso con Tanya proteggendo Edward mentre l’amica continuava a dirle che l’avrebbe ferita, durante la telefonata sbuca nuovamente nel discorso la Dea, quindi Bella s’innervosisce dovendo – forse – dare ragione all’amica, infine scopre tutta la verità quando è arrivata al limite. Bella è come sottoshock, si rende immediatamente conto di aver esagerato – soprattutto ad averlo cacciato – ma le lacrime sono per tutto l’insieme. Alla fine quelle lacrime sono anche perché si rende conto di quanto lei è stata cieca e stupida in tutti quegli anni, o di come non abbia capito tutti gli indizi che le aveva lasciato Edward. In pratica doveva pensare mentre lui era lì e avrebbe dovuto comunque comportarsi in un modo diverso con Edward... vediamo come si farà perdonare? Sono comunque contenta che il capitolo ti sia piaciuto, un bacione e grazie di tutto.

Memycullen_93: xD sinceramente tesoro abbandonarsi un abbraccio dopo due lacrimucce mi sembrava una cosa tropo da film, troppo romantico xD anche se non nego che Bella ha comunque esagerato. Si farà perdonare... d’altronde, come hai detto tu, ha tutto quel ben di Dio davanti ;) buona lettura tesoro!

Bella_kristen: hahaha immagino tuo fratello, povero xD quasi quasi mi spiace ^^’’ solo quasi perché sono troppo contenta di averti trasmesso qualcosa. Grazie per non aver incriminato nessuno, ti lascio vedere come Bella si fa perdonare, un bacione ;) e ancora grazie.

 

Un ringraziamento particolare, va a Love_vampire per aver segnalato la storia tra le scelte, non so se merito tanto, ma le tue parole mi hanno fatto venire gli occhi lucidi. Ti ringrazio anche nel caso non dovesse essere presa in considerazione. Grazie infinitamente.

 

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Capitolo dieci – Lapels and surprises: La realtà è meglio dei sogni.

Edward pov.

Mi sentivo un’anima in pena. I miei pensieri, da quando sono uscito da casa di Bella, non hanno più trovato un senso logico, razionale. Assurdo. Mi ha lasciato. Dopo un solo giorno di relazione! Se riuscissi a trovare la voce o anche solo un po’ di forza di volontà, mi metterei a ridere. Durante la notte – che ho passato insonne – mi sono anche chiesto se è così che si sono sentite le ragazze che sono venute a letto con me. Non dico di essere stato usato – o di aver usato qualcuno – sono sempre stato chiaro, ma hanno provato anche loro questo continuo groppo in gola? Lo stomaco chiuso a causa di un macigno e soprattutto gli occhi pesanti e continuamente lucidi che t’impediscono di vedere bene? Io mi sento così e sto male. Dopo che sono andato via – sotto sua “richiesta” – non sono tornato a casa, non ce la facevo. Ho girovagato per un po’ per il piccolo centro di Forks, non volevo pensare, non volevo rivedere nella mia mente il suo viso, le sue espressioni e assolutamente non volevo ripensare alle sue parole. Il suo “vai via” mi ha ferito più di mille pugnalate. Mi sono sentito... vuoto. Il mio cuore si era veramente spezzato... la cosa più logica che ho trovato da fare, è stato comprare un mucchio di pasticcini, pizzette... schifezze. Volevo ingozzarmi. Quando sono tornato a casa, mi sono persino stupito di vedere tutta la famiglia allegramente riunita in salotto, ma non li ho raggiunti. Non ce la facevo. Avevo fatto un enorme sforzo a dare le direttive alla commessa per fami confezionare la mia “valvola di sfogo”. Che poi sarebbe il cibo. Ovviamente non sono rimasto solo per molto, ma nessuno mi ha chiesto niente. Mi hanno raggiunto in cucina e abbiamo stuzzicato la roba che avevo comprato. La loro protezione, il loro starmi vicino, il loro affetto... l’ho capito, l’ho sentito e almeno sotto questo punto, mi sono sentito fortunato. Ho una famiglia unita che mi vuole bene. Non c’è bisogno di parole per capire che c’è qualcosa che non va. Come ho già detto, non ho dormito. Una parte di me trova tutto ciò assurdo. Io, Edward Cullen, che si strugge per una donna. No, non una donna, ma per Bella. In questo caso tutto si chiarisce. Non ho versato una lacrima ma il dolore che sento dentro è... allucinante. Non pensavo che avrei mai potuto soffrire tanto, ma forse me lo merito. Forse me lo sono andato a cercare. Quando dalla finestra sono filtrati dei raggi di luce, mi sono alzato e ho ammirato il sorgere del sole. Mi sarebbe piaciuto guardarlo con Bella, magari stando abbracciato a lei ma... oramai era andato tutto via, sparito. Puff, in un soffio. Ero e sono a pezzi.

 

<< Edward? Fratellino... verresti con me a Seattle? >> Chiudo la manopola della doccia e chiedo a Emmett che cosa mi avesse chiesto. Me lo ripete e accetto senza chiedergli che cosa dovesse andare a fare in città. La colazione sta trascorrendo silenziosa. Nessuno osa chiedermi niente ed io non proferisco parola. Non voglio, non ci riesco. Se ero io il primo che stentava a crederci, come potevo spiegare a loro come fossero andate le cose e come mai fossimo arrivati a un punto così assurdo (?) – almeno per me.

<< Quindi domani c’è il ballo. >> Abbasso lo sguardo sulla mia tazza di caffè. Sì tazza, solitamente non ne bevo tanto ma peggio di così non posso stare, quindi ho strafatto. << Sì, infatti, Edward viene con me a recuperare i gemellini. >> Alzo lo sguardo, e lo punto su Emmett. E mo chi sono sti gemellini? Notando il mio sguardo curioso e perplesso, alza gli occhi al cielo e con il solito sorriso – che in teoria mi ha sempre contagiato – mi dice: << Sto parlando di Rosalie e Jasper. Tontolone. >> Ridacchia ma purtroppo non mi contagia. Muovo in assenso il capo solo per una volta. Loro continuano a parlare ma io sento solo un ronzio di sottofondo. Non riesco a stare dietro ai loro discorsi. I miei pensieri sono più rumorosi e difficili da accantonare. Non si può impazzire per amore, o almeno io non voglio fare quella fine.

 

Appena allaccio la cintura del passeggero, Emmett mette in moto e accende la radio, ma dopo una decina di minuti abbassa il volume. Vuole parlare e so perfettamente che posso farlo solo con lui. D’altronde è l’unico che sa come stavano le cose prima che andassi a casa di Lei. Cavolo, l’ultima volta che mi sentivo male solo al pronunciare il suo nome avevo diciotto anni. Ridicolo. << Sei messo peggio di uno zombie. Non ti ho mai visto così e non mi piace. Vuoi dirmi che cos’è successo? Mi stai facendo preoccupare. >> So perfettamente che è veramente preoccupato, ma mi rendo conto subito che sta cercando di farmi sentire in colpa per farmi parlare. Lo conosco troppo bene. << Mi ha lasciato. >> Sentire quelle tre parole uscire dalla mia bocca, è ancora più orribile che ripetermele nella mente. Adesso è tutto reale al cento per cento. Mi sento una merda. Il peso sul mio stomaco e il groppo in gola non sono spariti ma in compenso gli occhi non sono più lucidi. Non voglio farmi vedere del tutto sconfitto e depresso da mio fratello. Sconfitto, forse è la parola sbagliata; non era una gara, non c’era un premio, ma in gioco c’erano comunque i miei sentimenti. Rimane in silenzio per qualche secondo. Forse sta cercando di capire come sia possibile. Me lo chiedo anch’io. << Tutto qui? Cioè... un perché? >> Mi volto lentamente verso di lui. I suoi occhi sono ancora puntati verso la strada. << Stai scherzando? Un perché mi chiedi? Il perché è semplice. Ho aspettato troppo a dirle la verità. Almeno credo sia per quello.  Credo che in quel momento le uniche cose che abbia compreso di tutto il mio discorso fosse la gelosa che provava verso se stessa. Poco importa che le ho detto che comunque a lei ci tengo e che non era un gioco. Forse quella parte del discorso nemmeno l’ha sentita. >> Cala nuovamente il silenzio. Mi perdo ad ascoltare il rumore del motore. Un po’ mi rilassa e non mi fa pensare. << E hai intenzione di... smettere di lottare? >> Alzo un sopracciglio. << Lottare? Non è una gara. Io la amo Emmett e se lei non riesce ad andare oltre a una mia bugia – anche se alla fine chiamarla così non ha senso – io non posso farci niente. >> << Ma tu le hai detto di amarla? Le hai fatto capire che non spariresti nel caso cambiasse idea? Edward conta che deve anche essersi “spaventata”, si sarà sentita un attimo crollare la terra da sotto i piedi. >> Lo guardo inferocito. E non perché mi “ha fatto” confessare di amarla. << Emmett, non le ho detto che sono sposato e che volevo solo portarmela a letto per togliermi uno sfizio. Non è così, e oltre al fatto che non sono sposato, non avrei mai fatto una cosa del genere. Non le ho semplicemente detto che sono sempre stato preso (?) innamorato (?) di lei. Se mi fossi presentato con queste “credenziali”, posso assicurarti che nemmeno il caffè mi avrebbe invitato a prendere. >> Annuisce facendo una smorfia buffa. Mi sta dando ragione. << Non abbatterti, ne troverai una migliore. >> Sbuffo ridacchiando. << Certo, d’altronde mi sono innamorato della stessa persona a distanza di sei anni... hai ragione. Troverò sicuramente un’altra, ma so già che non sarà quella giusta. >>

 

Bella pov.

L’imponente e stupenda villa Cullen è di fronte al mio sguardo. Sono immobilizzata nella mia auto. So perfettamente che devo suonare ed entrare correndo da Edward. Ma ho paura di un suo rifiuto. So quanto l’orgoglio possa incidere, e non solo in un uomo, quindi lo capisco se dovesse respingermi. Una parte di me sa che andrà a finire così. L’altra parte è più fiduciosa. Prendo un respiro e scendo dall’auto per poi arrivare a grandi falcate dinanzi alla porta. Non mi sono mai sentita più insignificante e sbagliata. Merito davvero un ragazzo come Edward? Anzi merito lui? Cercando di smetterla di farmi prendere dalle mie mille paranoie, suono al campanello e attendo con il cuore in gola che qualcuno mi venga ad aprire. Sulla soglia, appare Alice. Sembra sorpresa; beh ha ragione. Chissà che cosa sta pensando di me. Mi sorride cordiale. << Bella, ciao. Vuoi entrare? >> Annuisco e mentalmente la ringrazio. << Scusa per l’improvvisata ma... >> Non riesco a continuare la frase perché la voce di Esme mi sovrasta. << Tesoro chi è? >> Alice, invece di risponderle, mi afferra dolcemente la mano e mi porta in cucina. Sono praticamente senza forze, quindi non obbietto e mi lascio portare. Quando mi trovo di fronte ai coniugi Cullen, mi sento quasi morire. Io non so nemmeno che cos’abbia detto Edward... ma comunque mi sento a disagio. << Oh Bella. Che bello averti qui. >> Bello? Esme sta dicendo sul serio? Cerco di sorridere e saluto cordialmente anche il dottor Cullen. << Scusate l’intrusione ma vorrei solo parlare con Edward. >> Si scambiano un’occhiata che mi fa preoccupare. Già ero in ansia prima, adesso non lo so. Non capisco più nulla. << Uhm. Edward non è in casa. È andato con Emmett a recuperare il mio fidanzato e nostra cognata. >> Duh. Abbasso lo sguardo e nascondo le mani dietro la schiena. Devo smetterla di tormentarmele. << Ah. E... e che sarebbe una cosa piuttosto importante. Da quanto è andato via? >> Nessuno mi risponde perché suona il telefono di casa. Esme va a rispondere ma lo sguardo dei suoi famigliari – più il mio – la segue, e ascolta la conversazione. << Pronto? – Tutto bene? – Ah. Certo. – No, figurati. – Ok. Stai attento, a stasera. >> Perché ho uno strano presentimento? Esme punta i suoi occhi nei miei. << E’ a casa sua. Ti do l’indirizzo. Non so cosa sia successo ma vedere mio figlio praticamente spento, vuoto... non mi piace. Bella, non l’avevo mai visto così. Mi si è straziato il cuore e so che solo tu puoi farlo tornare il dolce e solare Edward. >> Qualche lacrima solca le sue guance. Senza pensarci mi avvicino e l’abbraccio. La ringrazio e non posso impedire anche a qualche mia lacrima di scappare dai miei occhi. Quando mi avvio verso la porta – dopo aver salutato – vengo fermata da Alice. << Questo è l’indirizzo. Bella, tiene molto a te e per quanto non abbia detto niente a nessuno, è stato semplice capire che centravi qualcosa. Non lo avevo mai visto ingozzarsi tanto e non proferire parola. >> Rabbrividisco, non riesco a immaginare un Edward tanto distrutto. Da quello che so, è uno che mangia tanto ma se sua sorella mi dice che non lo aveva mai visto strafare in quel modo, non posso che crederle. Annuisco e corro verso la mia auto. Vado da lui, vado a prenderlo. Devo ricomporre i pezzi del nostro cuore. Solo così potremmo finalmente stare bene. Insieme.

 

Edward pov.

Rientrare nel mio attico è una vera liberazione. Tiro un respiro di sollievo e afferro subito – senza nemmeno chiudere la porta – il piccolo telecomandino per far alzare tutte le tapparelle. L’abitacolo viene pervaso dalla fioca luce che c’è fuori, sono a Seattle e non posso di certo pretendere il sole che spacca le pietre. Faccio un giro accurato del piano e apro le finestre per far cambiare l’aria. Non devo stare molto qui, non posso, non voglio. Stare solo so che non mi aiuterà. Perché ho deciso di stare un po’ a casa? Non lo so, sapevo solo che era giusto così. Invece di pensare, mi vado a fare una doccia per svuotare un po’ la mente ma purtroppo questo non accade. L’unica cosa positiva è che non ho pensato a Bella. Mi rivedevo poco fa, all’aeroporto mentre osservavo Emmett e Rosalie. Ne hanno passate tante, si conoscono da quattro anni e non hanno mai abbassato la guardia. Si amano, lo hanno dimostrato in più modi e in diverse occasioni ma io – a distanza di una settimana in cui mi ero quasi dimenticato cosa significasse – ho ricominciato a guardarli con invidia. Non si sono mai abbattuti e camminano a testa alta. Insieme. Sì, l’invidio. Sospiro allacciandomi un asciugamano in vita. Quando suonano alla porta, sobbalzo e mi chiedo chi potrebbe essere. Ho detto a Emmett che dovevo controllare delle cose per il lavoro e che sarei tornato a Forks in serata con la moto. Mi avvio a piedi nudi, verso l’entrata, e mi fraziono i capelli con un altro asciugamano. Quando schiudo la porta, non posso che rimanere immobile e senza respirare. È impossibile. Continuo a fissare quei due occhi castani e timorosi e mi chiedo che giochi mi stia facendo il cervello. Non posso veramente vedere Bella di fronte casa mia. Sarebbe bello ma è impossibile. Cerco di deglutire e sbatto un paio di volte le palpebre, lei prende a muoversi su un piede all’altro e sospira per prendere coraggio. Lei è qui, stento a crederci. Il mio cuore batte normalmente, presumo si stia preparando all’ennesima crepa. Non dico che non mi faccia piacere vederla, anzi, ma sto cercando – o almeno ho deciso di tentare – nell’innalzare una specie di muro. Tanto – mi ero detto – la vedrò solo domani, al ballo; ma ovviamente lei mi ha sorpreso. << Non volevo invadere i tuoi spazi ma... posso entrare? >> Apro totalmente la porta e la faccio accomodare. Non apro bocca e solo quando abbasso lo sguardo, mi rendo conto di avere solamente un asciugamano che mi copre. Cerco di non dare troppo a vedere che sono arrossito e torno a guardarla ma lei... lei sta osservando il mio corpo. Alzo gli occhi verso il soffitto e inizio a pensare a cose non positive, non belle, tipo: la guerra, la fame nel mondo... distruzione di massa, i campi di concentramento... << Ehm. Ero, sono venuta qui. >> La sento deglutire, abbasso lo sguardo e la osservo mentre si tortura il labbro inferiore. Non posso non guardare quei due boccioli, sono una vera tentazione ma non posso saltarle addosso. Riporto il mio sguardo nel suo e cerco di farla continuare. << Sì, ti vedo. >> Troppo freddo, infatti lei rabbrividisce e fa di conseguenza un piccolo passetto indietro. << Scusa se ti ho cacciato. Avevo bisogno di pensare. >> Pensare. Forse aveva ragione Emmett. No! “Purtroppo” sento nascere in me della speranza e non voglio, non voglio rimanere nuovamente ferito. << Quindi? >> Sospira abbassando lo sguardo al pavimento. Con le mani allenta il nodo della sciarpa e cerca di riprendere a respirare normalmente. Anch’io ho la respirazione accelerata e il mio cuore ha preso a battere troppo velocemente. La speranza, maledetta! << Quindi sono qui. Voglio te, non importa perché non me lo hai detto subito... sono sicura che se lo avessi saputo prima non avrei fatto nulla di quello che ho – abbiamo – fatto solo per paura di affrontare un qualcosa più grande di me. Tu sapevi chi ero, che cosa avevo combinato in quegli anni e che cosa avevo passato per via del divorzio dei miei. Tu mi conoscevi; è vero, la tua probabilmente era un’infatuazione e non amore ma mi sei sempre stato vicino. Ora che so, che ho ragionato... lo apprezzo ma non cambiano le cose: io voglio te. Voglio viverti, conoscerti e soprattutto imparare ad amarti, perché tu in qualche modo mi hai fatto capire che sono importante. Con ogni tuo piccolo gesto o parola, mi hai catturata, mi hai fatto avvicinare a te facendomi scoprire quanto sei speciale. Importante. Per la prima volta ho seguito il cuore, l’istinto. E non me ne pento, solo perché mi hanno portata a te. >> Rimane qualche secondo in silenzio mentre continua a tenere i nostri occhi incatenati. Io non so da quanto tempo ho smesso di respirare. Sento gli occhi lucidi... forse sto proprio piangendo ma non posso negare di essere felice. Lei vuole me. Lei si è resa conto di me, mi ha capito e soprattutto sta cercando di farmi capire che sono importante. Speciale, tanto per usare le sue parole. << Sono stata cieca. Tu non mi hai mai mentito. Non mi hai mai nascosto nulla. Sono io che non ho cercato un vero significato a quelle frasi enigmatiche. Sono stata cieca e ti chiedo scusa. Quando mi hai mostrato i fatti, ho avuto paura, una paura insensata perché tu non scappi, non lo vuoi fare ed io ho capito di tenerci troppo a te. Quello che mi hai fatto provare tu in soli cinque giorni, non lo ha mai fatto nessuno in ventiquattro anni di vita. Non posso lasciarti andare, non importa se ora il tuo orgoglio è troppo ferito per affrontarmi, perdonarmi e prendermi con te. Non m’importa. Io non vado da nessuna parte. Oramai so anche dove abiti... potrei fare i turni di ronda e starti continuamente alle calcagna. Non ho fretta. >> Il suo tono deciso e ironico, mi strappano un sorrisino divertito e anche soddisfatto. Vuole me. Il mio cuore batte talmente forte che sta coprendo i miei pensieri. Al diavolo l’orgoglio, le ferite che per giunta con la sua apparizione e le sue parole si sono rimarginate e soprattutto al diavolo i sogni! Lei è qui. È lei il mio sogno. Cosa m’importa sognare se posso vivere la realtà che ho sempre voluto? A passo spedito, sicuro e determinato, mi avvicino e le accarezzo i capelli per poi abbassarmi e posare le mie labbra sulle sue, mi sorride e senza staccare i suoi occhi dai miei, prende a rispondere al bacio. In breve tempo ci troviamo l’uno attaccato all’altro. Nella casa riecheggiano solamente i nostri respiri spezzati e attutiti dalle nostre labbra continuamente a contatto. Cavolo, in questo momento non so se maledire o benedire l’asciugamano per non stringere e far vedere la mia evidente eccitazione. È un problema serio essere uomini!

 

Bella pov.

Non so come, ma in poco tempo – almeno mi è parso così – mi sono trovata senza giubbotto, senza scarpe e soprattutto senza maglia. Non che mi dispiaccia ma in questo momento il mio cervello è completamente distaccato dal mio corpo. Percepire sotto le mie mani i pochi ma ben eccitanti pettorali di Edward, accarezzare le sue gambe toniche, il suo sedere sodo coperto solo da quell’asciugamano che mi ha quasi fatto rischiare un infarto, non ha prezzo. Infatti, non potevo chiedere e immaginare di meglio. Edward è un eccitante naturale e in questo momento che è completamente pervaso dalla passione, dallo sconvolgimento della nostra pacificazione, è difficile trattenersi. Nessuno dei due lo vuole, perché fermarsi? Perché sprecare la mia voce per chiedergli di fermarsi? Perché fingere che le sue carezze da sopra il reggiseno non mi piacciano? Non posso farlo, infatti, la mia voce – irriconoscibile persino alle mie orecchie – non fa altro che chiedergli di più. Gemo quando la mia schiena si scontra contro una parete, il suo corpo aderisce perfettamente al mio e sentirlo totalmente contro di me non può che farmi esaltare maggiormente. Raggiungere la camera da letto è quasi un’impresa ma quando percepisco sotto di me la freschezza del lenzuolo, non posso che stringerlo maggiormente a me. Il mio corpo gli risponde in modo naturale, tanto che a mente lucida mi stupirei, ma in questo momento, mentre mi osserva con gli occhi velati dalla passione e mi sorride dolcemente, anche il mio ultimo neurone mi abbandona. Non può fare altrimenti di fronte a quei profondi e stupendi occhi verdi. Gli accarezzo il viso e lui socchiude gli occhi beandosi della carezza. << Parlami, voglio sentire la tua voce. >> Il mio tono è basso, non voglio spezzare quest’atmosfera, questo momento magico. Lui aveva detto che probabilmente il momento perfetto non esisteva, che magari non sarebbe mai arrivato. Io non gli ho mai creduto, anche perche sto pensando che il momento è arrivato. << Sono senza parole Bella. Sei stupenda e io... io non riesco a connettermi con il mio piccolo criceto che solitamente abita nel mio cervello. >> Ridacchio e mi sporgo un po’ verso di lui per mordergli delicatamente il labbro inferiore. Sospira pesantemente chiudendo gli occhi e non posso che gioire di questo suo abbandono. << Ho, ho una cosa da chiederti. D-devo farlo ora. Anche p-perché poi potre-ei dimenticarlo. >> Mi allontano di qualche centimetro e cercando di essere sensuale e maliziosa – quanto stronza – gli chiedo. << Balbetti? Da quando un uomo balbetta? >> Apre le palpebre e alza un sopracciglio. Adoro quando fa quel piccolo movimento. È una sua “caratteristica”, lo fa in più situazioni ma non riesco ad adorare quel gesto per lui tanto abituale. << Forse da quando ha una donna stupenda, meravigliosa sotto di lui. Vorrei che venissi al ballo con me, domani. >> Mi fermo, continuo a guardarlo e cerco di capire se scherza. No, non sta scherzando. << Edward, ti pare il momento di farmi una proposta simile? >> Non sono offesa, anche se sinceramente pensavo che fosse scontato che andassimo insieme. << Dopo non avremo tempo di parlare. >> Deglutisco rumorosamente. Possibile che i miei pensieri a luci rosse debbano pararsi davanti ai miei occhi proprio adesso? Beh sì... soprattutto se lui usa il suo tono più malizioso. Lui si abbassa di qualche centimetro verso il mio viso e gli circondo il collo con le braccia. << Voglio te. Nel letto, al ballo, e soprattutto in ogni dove. >> Lui mi sorride e fa scontrare nuovamente le nostre labbra. Le carezze si fanno più audaci, più marcate e soprattutto più passionali. I vestiti vengono meno in pochi minuti e i nostri corpi si scontrano per la prima volta pelle contro pelle. I brividi, le sensazioni intense, le palpitazioni... sono tutte cose nuove e gradite. Può un contatto del genere far andare in pappa il cervello? La delicatezza dei suoi gesti, delle sue carezze, anche quelle più intime, è impressionante. Mi fa continuamente sentire importante, come se non centrasse solamente il culmine ma anche la fatica e il piacere che ci sono nel mezzo. I suoi occhi sono fari nella notte, e so per certo che potrei perdermi senza obbiettare da quanto sono intensi e profondi. Non pensavo che con un semplice consenso del capo, potessi mai sentirmi... piena. Completa, felice, soddisfatta. Appagata. Le carezze, i baci, le parole, i movimenti e le spinte fatte insieme, ininterrotte... non ho mai veramente apprezzato un amplesso sessuale come in questo momento. Edward è passionale, ma riesce a essere dolce in ogni momento. Non pensa solo a se stesso, non si è fermato ai preliminari, è andato avanti e sta facendo impazzire entrambi. Per la prima volta, soprattutto quando raggiungo la vetta, penso che sia vero: non importa quello che trovi alla fine della corsa, ma l’importante è quello che provi mentre corri.

 

<< Come mai questa chiave di violino con una corona sopra? >> Non so quanto tempo è passato, non m’importa. Mi piace stare nel letto e scoprire nuove cose, di lui, di noi. Della sua vita. Del suo corpo. È steso a pancia in giù e il lenzuolo lo sta coprendo da poco sopra le natiche in giù. È bellissimo. Il piccolo tatuaggio di cui sto parlando, si trova sul fondoschiena, accanto a quelle due adorabili e sensuali “fossette” che si trovano poco sopra il suo meraviglioso sedere. Cavolo, lo sto veramente venerando? Con un’unghia, sfioro appena il contorno di quell’inchiostro e lo sento rabbrividire. Non c’è imbarazzo, siamo ancora nudi e fino adesso ci siamo coccolati in silenzio. << In un certo senso, quel tatuaggio rappresenta anche te. >> Incontro i suoi occhi e stento a crederci quando capisco che non sta mentendo. Non riesco a non arrossire e sentirmi lusingata. Mi metto a posto una ciocca dietro l’orecchio. << In che senso? >> Non si muove, continua a rimanere in quella posizione che a parer mio dovrebbero dichiarare illegale fatta da lui. << La corona. Sei sempre stata una principessa per me. Non nel senso cavalleresco del termine ma nel concetto di ceto sociale: tu ai piani alti, a “comandare”, e io nei piani bassi. >> Lo guardo “trucemente”, sa che non mi piace parlare di scale gerarchiche, io non mi sono mai sentita importante ma capisco il significato che ci da lui, perciò non ribatto. << E la chiave di violino? >> Alza le spalle – come può. << Amo la musica. È la mia musa ispiratrice nel lavoro, mi aiuta a tranquillizzarmi, mi ha salvato dalla gelosia alle superiori... mi è sempre stata accanto e in qualche modo mi ha aiutato. Sai, a sette anni ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte. Ho smesso di suonare quando ne avevo diciotto. Non perché non mi piacesse ma perché la maggior parte delle melodie che componevo erano per te. Non lo sto dicendo per farti addolcire o per fare lo smielato ma solamente perché è la verità. >> Mi sento un groppo in gola, vorrei piangere solo per mostrargli quanto sono felice, ma cerco di contenermi e mi faccio più vicina baciandogli le labbra. << Tu non hai idea di quanto stia battendo forte il mio cuore per te. >> Sorride e si mette di lato afferrando una mia mano. L’appoggia sul suo cuore. Lo guardo stupita nel sentire il battito forsennato che proviene dal suo petto – eco del mio. << Forse un’idea ce l’ho. >> Scuoto leggermente il capo divertita. << Tu sei pazzo. >> Ridacchia. << Sì è vero, sono pazzo di te. >> Mi mordo il labbro inferiore e mi faccio più vicina per poi “appoliparmi” a lui. << E come mai hai scelto quel posto? >> Prima di rispondermi, si posiziona meglio e mi stringe maggiormente a se. << Perché quando lo fai – un tatuaggio intendo – sai il significato che gli dai. Non devi spiegarlo agli altri ma tu lo sai. Io sono ben consapevole di tutto, ma se lo avessi fatto su un polso o sull’avambraccio, sarebbe stato complicato lasciarti andare, non pensarti in continuazione e forse qualche volta avrei avuto rimpianti. So che c’è, ma essendo nascosto non lo vedo e di conseguenza ha tenuto i pensieri, i ricordi lontani. >> Gli poso un bacio sul petto. Solo ora mi rendo conto di quanto debba aver sofferto per me. Prima non me ne rendevo conto, non potevo... diciamo che mi era anche solo complicato capire che esistesse qualcuno all’infuori di Christopher ma ora... ora capisco che il destino oltre ad aver “regalato” a lui una possibilità, a me, ha donato l’altra metà di me. Forse è prematuro, ma in questo momento sentendo il suo cuore che batte forsennato e all’unisono con il mio, non posso non pensare che forse è lui il mio futuro. Il suono di un telefono mi fa ridestare. Edward si alza e corre a prendere il piccolo disturbatore. Non posso non sorridere quando lo vedo alzarsi di corsa e correre indisturbato – nudo – per casa. Mi piace questa intimità. Alla fine aveva ragione lui anche su un’altra cosa: non c’è bisogno di etichettarsi. Quando si fanno passi avanti – come fidanzarsi, mettersi semplicemente insieme – non serve fare la proposta con tanto di cena romantica. Per carità, sarebbe bello, ma il cambiamento si percepisce e non posso negare di sentirmi sua. La sua ragazza. << No Alice. Non lo so. Sì so che è tardi. >> Il mio Adone, appare sulla porta della stanza da letto con una mano tra i capelli; i miei occhi non riescono a non guardarlo per intero e poco dopo mi sento le guance in escandescenza. Lui mi sorride e viene a sedersi affianco a me. Appoggio il capo sulle sue gambe dopo che se le copre con il lenzuolo mentre continua a parlare con sua sorella. << Non lo so. Perché tutte queste domande? >> Alzo il capo e osservo il suo volto. Lo vedo alzare gli occhi al cielo e non posso non trattenere un sorriso. << Secondo te con chi dovrei essere? >> Ridacchio. << Ciao Alice! >> Lui mi guarda e mi sorride per poi mettere il vivavoce. << Bella? Bella è lì? Edward perché non me lo hai detto subito?! >> Rido mentre Edward – imbarazzato ed esasperato – si ripassa una mano tra i capelli. << Non capisco perché avrei dovuto dirtelo. >> Lei sbuffa e cerca di non urlargli contro. << Uhm. Forse non dovrei chiederlo ma... pensi di tornare a casa? >> Edward fa incontrare i nostri occhi. Ora come ora non mi schioderei da questo letto nemmeno sotto tortura. Abbiamo appena fatto pace e mi sembra impossibile separarmi da lui in questo momento. Forse capendo i miei pensieri mi sorride. << No, non tornerò. Almeno non stanotte. Domani c’è un ballo e di certo non posso mancare. >> Abbasso lo sguardo e sorrido. So per certo che il ballo di domani non sarà un altro brutto ricordo da associare alle superiori. Ci sarà Edward con me e non posso chiedere di meglio. Parlano per un altro paio di minuti e poi attaccano. << Direi che ci vuole proprio una doccia. >> Lo guardo e non posso che sentirmi infervorare. I suoi occhi sono nuovamente velati di passione e non posso che “scappare” nella doccia ridendo e farmi rinchiudere tra le sue braccia e farmi ammaliare dai suoi baci sotto il getto dell’acqua.

 

Edward pov.

La osservo mentre con una mia camicia e i capelli umidi e sciolti sulle spalle, ondeggia a tempo di musica davanti allo stereo. Ha trovato uno dei miei cd italiani. Uno di Eros Ramazzotti; ha detto che si è messa spesso a tradurre sue canzoni e le ha trovate molto profonde. La osservo ondeggiare con quei piccoli fianchi che s’intravedono tramite la mia camicia che le fa praticamente da vestito. << Adoro come ti stanno le mie camicie. >> Si volta verso di me con un sorriso divertito. << Ah sì? “Ti porto dove c’è musica, io ci sarò!” >> Rido nel sentirla cantare in italiano. La sua voce cambia, poco importa che l’accento non sia perfetto. Diventa estremamente sensuale. Molto più del solito. Lei non lo sa, ma quelle parole – forse dedicate a me – sono importanti. Soprattutto dopo il discorso che abbiamo fatto prima sul mio tatuaggio... forse sono solo io che spero che veda lo stesso significato che ci leggo io. Le canzoni passano e mentre cantiamo, ci mettiamo anche a cucinare qualcosa. Tra una risata e un’altra, arriva la “sua” canzone. Le afferro una mano, abbasso i fornelli e la porto in salotto. La faccio salire sul tavolino del salotto – facendola ridere – e inizio a cantarle/dedicarle la canzone: “Più bella cosa”. È perfetta per noi questa canzone ci rappresenta al cento per cento. Lo nota anche lei, presumo sappia le parole perché le mima con le labbra e piange, piange sorridendo. Alla fine non posso non dirle la verità, la gratitudine che provo nei suoi riguardi.<< Thanks to exist. >> Lei mi salta letteralmente in braccio.  La stringo forte a me. << E’, è la nostra canzone. >> Sorrido, lo ha capito anche lei. Ci sediamo sul divano e mi perdo a guardarla negli occhi umidi. << Sì, sì è la nostra canzone. Perché spiega quanto ti voglio da sempre, quanto sei importante e soprattutto quanto mi fai perdere la ragione. Sei unica Bella, e questa canzone ci rappresenta in tutto, sin dalle prime parole. >> Lei annuisce e piangendo e ridendo si avventa sulle mie labbra facendomi sghignazzare. Quando un odore fin troppo accentuato ci arriva al naso, sobbalziamo e corriamo in cucina per salvare la cena. È bello passare questi momenti. Io e lei e la nostra vita. Sembra quasi impossibile eppure è tutto vero. Sembra un sogno ma come ho già detto, preferisco vivere la realtà, che è senz’altro meglio.

 

Ridendo ci sediamo sul pavimento appoggiandoci al divano. << In due non siamo riusciti a salvare la cena. >> Ride e si stringe a me. Afferro il telecomando ma il suo cellulare prende a suonare. Si scusa e si mette a cercarlo. Quando vede chi è, mi dice che è Tanya e si va a sedere su uno sgabello in cucina. Eh sì, non può non raccontare alla sua migliore amica che cos’è successo. Ridacchio da solo e accendo la tv cercando di vedere quale film o telefilm trasmettono. Sembra assurdo ma tra un bacio, un “racconto” e qualche risata, siamo riusciti e bruciare la nostra cena, perciò abbiamo deposto le armi e chiamato una pizzeria che fa consegne a domicilio. È possibile amare la presunta routine con cui svolgiamo e ci muoviamo in casa? Sì. Sarà difficile tornare in questa casa senza di lei ma per ora mi devo accontentare, sicuramente non me la lascio scappare.

 

Bella pov.

<< Tanya, non capisci! È stato... perfetto. Entrambe le volte. >> Ride e non posso non arrossire. È vero, non c’è mai stato imbarazzo – almeno da parte sua – nel raccontare queste cose ma io sono un po’ più pudica (?) o quantomeno riservata sulla mia vita privata, ma non ho mentito, è stato veramente perfetto. Nessuna forzatura o problemi nei movimenti, ci siamo uniti senza problemi. Sembravamo una macchina già collaudata. << Ne sono davvero contenta. Ma, e... com’è messo? >> Mi nascondo il viso con una mano. << Tanya! >> Lei continua a ridere e già me la immagino sul suo letto tutta intenta a farsi due mila filmini. La sua curiosità è reale, la conosco e già m’immaginavo questa reazione. D’altronde non potevo non dirglielo. << E’, è messo bene. Molto bene e soprattutto fa tutto in modo eccellente. Non ti rendi conto della cura che si è preso di me. Non c’è stato un minimo d’imbarazzo. Né prima né dopo. È stato... >> con occhi sognanti guardo fuori dalla finestra e la frase la conclude lei per me. << Perfetto. >> Rido davvero felice e non posso che ripetere in continuazione “sì”. << Tesoro sono arrivate le pizze. >> Sobbalzo quando lo vedo appoggiato allo stipite della porta che mi sorride con una leggera maglietta e i boxer con in mano le pizze. Deglutisco rumorosamente e Tanya mi chiede se sono ancora viva. << Più o meno. >> Lei ride e mi saluta, dicendomi che domani vuole un’accurata e dettagliata relazione su quello che è successo stasera e che accadrà stanotte. << Tu sei pazza, comunque ciao. >> << Ah Bella? Ti voglio bene. >> Mi mordo il labbro inferiore e con voce roca e tremula le rammento che è la mia migliore amica e che le voglio un bene infinito. Edward non dice nulla e non si scosta dalla porta. Capisce l’importanza di questo momento. Quando attacco, mi asciugo una lacrima. Si avvicina e mi posa un bacio sulla fronte lasciando i cartoni sul bancone dietro di me. Non servono parole. Lui è qui e capisce. Che cosa posso desiderare di meglio? << Era una donna quella alla porta? >> Lui aggrotta la fronte e io non posso non sentirmi ridicola. Con le dita gli torturo la maglietta – inutile a parer mio – e attendo una risposta. << No, era un ragazzo. Perché? >> Sorrido. << Niente. È solo che probabilmente se fosse stata una donna gli avresti fatto mancare qualche battito per quanto sei bello. >> Invece di ribattere con qualche frase stucchevole o ironica, si avvicina maggiormente e fa incontrare le nostre labbra. Anche in questo caso le parole non servono. Edward è speciale anche per questo, fa intendere tutto con piccoli gesti. E mi piace terribilmente.

 

<< Questo letto è veramente comodo. >> Mi sorride baciandomi i capelli. << Io penso che questo letto sia diventato più comodo da quanto ci sei tu nuda accanto, sopra, sotto di me. >> Arrossisco e nascondo il mio viso tra il suo collo e la spalla. Ride e mi accarezza la schiena nuda. Automaticamente rabbrividisco e mi stringo di più a lui. Percepisco il mio seno aderire al suo petto, e sospiro beata. << Credo che sarebbe semplice abituarsi a tutto ciò. >> Alzo lo sguardo e noto i suoi occhi emozionati, concordo appieno con le sue parole. Sembra assurdo come ci abituiamo in fretta – insieme – alle situazioni. C’è stato un momento in cui mi è parso di conoscere già la casa, non mi sono sentita nemmeno per un attimo fuori posto e... e mi fa piacere. Annuisco e gli poso un leggero bacio sulle labbra. << E’ vero. Ma la prossima volta il telefilm lo scelgo io. >> Lui ride e mi rilasso. Mi piace vederlo tranquillo, sereno e soprattutto sorridente. Mi piace il suo sorriso. Senza rendermene conto, sprofondo nel sonno ma il bacio tra i capelli e una frase sussurrata, le sento benissimo. << Mi sto innamorando perdutamente. Notte mia piccola Dea. >>

 

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

Allora... innanzitutto, spero che abbiate visto il tatuaggio di cui si parla e che abbiate ascoltato bene la canzone... la stavo ascoltando mentre scrivevo il capitolo e boom! Ho dovuto metterla, ci sta proprio a pennello per questa coppia. Allora mmmh, ecco Jasper e Rosalie... non sono ancora del tutto spuntati ma nel prossimo capitolo ci sono. D’altronde Bella deve conoscerli ;) allora, Bella fa di tutto per rintracciare Edward, arriva anche a casa dei suoi genitori non trovandolo, poi lo raggiunge a casa sua e diciamo che il déshabillé di Edward fa andare in tilt entrambi. Si lasciano andare... fanno l’amore. Non so come sia venuto il capitolo, sappiate solo che mi sono trattenuta molto per il rating. Nel prossimo capitolo si “scoprirà” perché vi avevo detto di tenere d’occhio Pitt. Non so voi, ma io alle mie migliori amiche dico tutto, perciò la conversazione con Tanya ci voleva. Spero anche che l’intimità che si è creata tra i due vi piaccia. L’ultima frase? Beh aspetta solo di essere “commentata” insieme a voi ;) un bacione e grazie a tutti in anticipo. A martedì prossimo. P.S: vorrei ricordarvi la mia prima originale, Overwhelms me/Travolgimi. Grazie. JessikinaCullen.

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Capitolo 11
*** Family e finta routine ***


Inizio col dire che sto scrivendo queste note con un po’ di nervosismo a causa della partita dei mondiali, suvvia potevamo fare di meglio, però eccomi qui... su questo capitolo, ci sono un bel po’ di cose da dire, innanzitutto, non è il capitolo del ballo, diciamo che si tratta soprattutto della “preparazione”. Finalmente verremo a capo del perché due capitoli fa avevo detto di tenere d’occhio Pitt, se avete letto lo spoiler nel blog, capirete che c’è ancora un momento “puccioso” tra Edward e Bella e poi... beh torna Brooke e la famiglia di Edward... con qualche nuova aggiunta. ;) Sul capitolo precedente, non ho molto da dire, sono contenta che vi sia piaciuto e soprattutto che avete dato a Bella della babba per non essere subito saltata addosso a Edward, diciamo che la signorina lo avrebbe anche fatto xD però dovevano prima parlare hahaha; ovviamente sono contenta anche che vi sia piaciuta la canzone di Eros *_* oddio, non so che altro dire, però spero vivamente che il capitolo vi piaccia. Un bacione e ancora grazie a tutti. P.S: anche questo capitolo ha delle note scritte precedentemente... le leggerete come al solito poco prima della storia vera e propria. P.S: ieri notte, verso le tre e mezza, ho finito di rileggere i capitoli che mancano, ho ancora gli occhi lucidi.

 

Recensioni capitolo 10.

Erzsi: come ho detto proprio nelle note sopra ;) sono contenta che la canzone ti sia piaciuta, Eros è anche uno dei miei cantanti preferiti *_* hahaha probabilmente avrei fatto come te se mi fossi trovata di fronte Ed o Rob con un asciugamano *ç* wow... cooomunque hahaha dove eravamo rimaste? xD Sì sì, i grammi li hanno persi proprio per il ballo ;) comunque se devo essere sincera, riguardo il tatuaggio, inizialmente volevo mettere solo la chiave di violino, però... poi ho pensato, la corona può significare più cose, e alla fine Bella è stata importante, non significa proprio e solo lei... non so se mi sono spiegata xD devo ammettere che non speravo di trovare il tatoo che volevo, invece l’ho trovato e quando l’ho visto, ho capito che dovevo metterlo proprio così. Sappi che mi fa piacere che in fin dei conti il capitolo ti sia piaciuto ;) grazie, un bacio.

Grepattz: tesoro grazie per tutti i complimenti *_* mi lusinghi sempre troppo. Allora... Rose e Jazz ancora non si vedono per bene XD però sappi che non hai detto una cosa sbagliata sugli “sposini”... volevo proprio rendere la scena in quel modo... sono contenta di esserci riuscita ;) un’altra cosa che hai detto, ah sì! Su Pitt, no, non intralcerà la coppietta ;) buona lettura tesoro.

Love_vampire: ma come mai pensate tutti male di Pitt? Hahaha io non volevo farvi impazzire xD comunque capirai il perché in questo capitolo. Sono contenta che la scena dove Ed e Bella fanno l’amore ti sia piaciuta, sinceramente mi è venuta spontanea e sono contenta di non aver esagerato, volevo proprio renderla... dolce. Grazie per i complimenti... un bacione e buona lettura!

Vanderbit: eh sì, sono arrivati Rose e Jazz, però si vedono ben bene nel prossimo capitolo, diciamo che in questo ho voluto mettere in risalto altre cose. Sì, si tratta di Tanya, e sappi che sono contenta che il tatoo ti sia piaciuto! Beh c’è da dire che è raro che vada tutto bene nelle prime volte che si ha un nuovo partner... però non mi andava di rovinare le cose xD comunque, lieta che ti sia piaciuto ;) un bacione e buona lettura!

Lampra: hahaha ammetto che mi sono un po’ scervellata per trovare il posto “perfetto” per il tatoo, però poi ho detto – almeno conoscendo i miei gusti – che meno si vede, meglio è (io sono una che si annoia in fretta su quel genere di cose) quindi, quando mi sono immaginata la schiena di Ed, mi è venuto in mente il posto perfetto xD lo so, sono malata. Ti ho sorpresa? Ne sono contenta ;) e per quanto riguarda l’ultima frase, c’è da dire che Ed è un po’ contraddittorio, lui sa quello che prova, però ha paura di dirlo apertamente a Bella xD però sì, la frase era “perfetta” xD un bacione e grazie di tutto, buona lettura!

Giova71: sìììì su Pitt e Tanya ci hai azzeccato in pieno ;) complimenti :D beh Rose e Jazz li conosce nel prossimo capitolo, però tieni a mente che sono lì, a Forks xD Bella è ben abbrustolita, però innamorata è un parolone, forse sì, forse no ;) sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, incrocio le dita anche per questo :D un bacio.

Memycullen_93: ho il labbrino all’infuori e gli occhi luccicosi *__* ti adoro tesoro e grazie per tutti i complimenti. Mi hai lasciato senza parole, grazie.

Elisa1975: oddio martedì scorso era il tuo compleanno??? Auguroniii!! Oddio dici sul serio? Hai preso il mio capitolo come un regalo? *_* me emozionata! Sinceramente penso che tu abbia fatto un regalo a me, perché sapere che non ti perdi nemmeno una virgola e che... beh che sei dentro la storia, mi fa venire gli occhi lucidi dall’emozione, grazie.

Chi61: ho pensato che fosse giusto che Esme le facesse capire che il figlio deve stare bene, la frecciatina ci stava ;) Rose e Jazz appariranno – finalmente – nel prossimo capitolo, al ballo. Eh sì, niente ballo ancora xD grazie come al solito per tutti i complimenti, un bacione.

Kittyna1990: hahaha eh sì, finalmente la scena che aspettavi è arrivata ;) sono contenta ti sia piaciuta. Maturità? Wow, in bocca al lupo! Grazie di tutto, un bacio.

Alexia__18: beh... Edward è innamorato, il problema è dirlo a Bella xD lei... beh come hai detto tu, è sulla buona strada ;) Pitt? Pitt sta buono buono a cuccia!! Emmett alla fine è un ragazzo per bene con la testa sulle spalle ;) ed è la stessa cosa per tutta la famiglia Cullen (che adoro anch’io!) ;) un bacione e grazie di tutto.

Lulla Cullen Waldorf: dichiarati il loro amore? Beh non c’è stato il fatidico “ti amo” però... beh si sono detti delle cose importanti e soprattutto vogliono stare insieme ;) sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, questo è un capitolo più tranquillo, incrocio le dita! Un bacio.

Shona: tesoro wow che recensione, ho riso parecchio (non lo nego). Allora... da dove iniziare? Direi che sarebbe stato poco carino se Ed le fosse scoppiato a ridere in faccia xD però diciamo che sorvolo, poi cos’hai detto? Ah sì! Di Jake, in questo capitolo viene solo nominato, nel prossimo ci sarà e mi spiace... niente Leah xD in questa storia lei proprio non c’è :( sorry. I tuoi “deliri” mi fanno morire dal ridere... comunque sono bellissimi XP un bacione tesoro e grazie di tutto!

Annalie: ciao, oddio... sono senza parole, grazie.

Loulou72: 0.0 i simboli della saga? Per me, è esagerato... sarebbe bello, non dico quello... però proprio come hai detto tu, alla fine un tatuaggio è per sempre xD l’edera mi piace ^^ e sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Beh se fossi stata in Bella, anch’io non avrei aspettato e gli sarei saltata addosso ;) hehe mi sa che non sarebbe trattenuto nessuno xD forse mi sono spiegata male io, ma il tatoo di Ed, non è proprio sul sedere... è sempre sulla schiena, vicino al fianco destro, proprio al fondo xD non so se ora sia chiaro, io ce l’ho ben in mente però non so tu ^^’’ grazie per tutti i complimenti, un bacione.

Carilon: hahaha guarda, con tutti i complimenti che mi hai fatto, mi metto io a fartele le unghie xD mi sa che è il minimo che posso fare! Sono contenta che pensi quelle cose, sinceramente per me significa davvero tanto. Forse un “grazie” è poco, però sappi che è sincero *__* un bacione.

Ila_Cullen: me con il labbretto all’infuori. Grazie, ne sono davvero molto molto contenta.

Jesskiss85: le recensioni lunghe mi piacciono e ti assicuro che non era stupida ^^ ho ancora un sorriso ebete sulle labbra, grazie! Rosa, come al solito mi hai riempito di complimenti, sono senza parole, dico sul serio. Ti ringrazio perché sei sempre sincera e mi dai quella spinta che mi fa credere – anche se per poco – che magari faccio bene a scrivere. Grazie. il prossimo capitolo riguarda il ballo, diciamo che prima c’è da spiegare alcune cosette ;) buona lettura e ancora grazie.

Sara_Twilighters: wow *_* un resoconto completo in poche parole!! Grazie... dico sul serio. Un bacione.

Semolina81: guarda, sarà femminile o cose simili, ma un Edward così lo aspetto a braccia aperte hahaha. Sai perché credo che il personaggio non sia mai... andato fuori dai binari? Perché la storia l’ho scritta nel giro di un mese, quindi non mi sono persa con le altre storie e mi fa piacere che tu lo abbia notato. Beh... tutte noi abbiamo un lato perverso xD quindi ti capisco però... ehm, mi spiace quasi dirlo, ma niente missing moments :( diciamo che è per mancanza di tempo e che non renderebbe lo stesso modo, oramai sono più di due mesi che sono fuori dalla testa di questi personaggi... scusami. Spero che questo capitolo ti piaccia... diciamo che non accade nulla di che... però incrocio le dita, un bacione e ancora grazie.

LAZIONELCUORE: oddio, lo ammetto... la recensione è iniziata bene, poi quell’urlo strappa timpani mi ha... beh fatto sgranare gli occhi però sono contenta di aver subito rimediato u.u sono davvero molto contenta che la storia ti piaccia :) un bacione e buona lettura.

Bella_kristen: ciao bellissima *__* come posso trovare un altro modo – meno banale di dirti grazie – per ringraziarti? Ancora non lo so, ma spero di riuscire a trovare qualcosa xD sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, dico sul serio. Beh io la penso come te, mi piacciono i tatoo ma non so se me farò mai uno ^^’’ però piccoli e significativi come quello di Ed, mi piacciono molto. Era ora che Bella si facesse vedere decisa, d’altronde doveva rifarsi con il capitolo precedente e poi... beh capiscila, non deve essere stato facile resistere a Edward con solo un asciugamano addosso U_U lei è stata più forte di tutti noi xD grazie di tutto tesoro, un bacione e buona lettura.

Amanecer: davvero? Grazie. Sono contenta che almeno questa storia sia riuscita a spingerti a farti dire che ne pensi :) grazie. Buona lettura.

 

Immagine1

 

Ci ho messo un po’ a farlo. Sarà che la storia è nata avendo già in mente l’idea del ballo, della scena in cui Edward confessa a Bella chi è la Dea ma... i personaggi hanno preso vita e la confessione c’è stata prima. Ho paura di deludervi, di annoiarvi ma spero di no. In questo capitolo si vedono molti aspetti importanti che forse molti di noi diamo per scontato. Preciso che Bella, sa che cosa prova ma ha comunque paura di aprirsi. Lo ammette a se stessa anche se inconsapevolmente e senza rendersene conto ma lo sa. Edward, beh Edward si sa.

 

Capitolo undici – Lapels and surprises: Family e finta routine.

Edward pov.

Mi sentivo troppo fresco, troppo tranquillo, rilassato. Con il cuore leggero.

Possibile che ho sognato tutto? Apro gli occhi quando sento il suono del mio cellulare. Mi stanno chiamando. Volto il capo e la prima cosa che scorgo sono dei capelli castani. Un sorriso euforico, felice, si fa largo sulle mie labbra. Lei è qui, stretta a me, nuda, bellissima. Quando rabbrividisce, la copra meglio e mi alzo per rispondere al telefono. Appena accetto la chiamata, raccatto i boxer e me l’infilo andando in cucina.

<< Pronto? >> << Wow, voce assonnata o semplicemente eccitata? >> Alzo gli occhi al cielo – divertito – mentre apro il rubinetto del lavandino.

<< Buongiorno anche a te, Emmett. >> Lui ride e mi contagia.

<< Qualcuno è proprio di ottimo umore. Hai notato l’ora? >> Mi volto strofinandomi un occhio e guardo l’orologio.

<< Azzo, è quasi mezzogiorno. >> << Già, com’è che si dice? Di notte leone e di mattina... >> Lo interrompo.

<< Posso sapere perché hai chiamato? >> Lui ride nuovamente.

<< Uhm qualcuno ha fretta di attaccare. >> Sbuffo, è sempre il solito. << Se ti dico sì, ti offendi? >>

<< No. >> Scuoto il capo con un sorriso sulle labbra. << Comunque volevo dirti che sono arrivati Kate e Garrett con la piccola Irina. Mi hanno chiesto di te e non sapevo che cosa dire. >> La piccola Irina! Quella bambina ha qualcosa di magico. Oltre a essere bellissima, è davvero intelligente e brava.

<< Mmmh, non penso di arrivare per pranzo. Ma nel tardo pomeriggio sì. A proposito, alla fine hai noleggiato la limousine? >> Sghignazza.

<< Per chi mi hai preso? Ovvio! Mi sorprende che te ne sia ricordato. Ah stamattina è passato Jake e gli ho detto che eri a fare il coniglio con Bella. >>

<< Duh, sei tremendo! Ci vediamo dopo, saluta tutti. >> Lui ride.

<< Non sei disidratato, vero? Mamma potrebbe preoccuparsi! >> Attacco il telefono senza rispondergli, è il solito scemo.

<< Chi è tremendo? >> Sobbalzo e mi volto incontrando gli occhi curiosi e assonnati della mia Bella. Sorrido e metto sul fuoco la caffettiera che per miracolo sono riuscito a fare mentre ero al telefono.

<< Mio fratello. >> Sento i suoi piedini accarezzare la ceramica del pavimento e poco dopo le sue braccia che mi circondano il busto. Mi accarezza il petto in modo delicato ed io non posso che gustarmi appieno le sue carezze.  << Buongiorno. >> Mi volto e per “risposta”, gli poso un bacio sulle labbra.

<< Vuoi un caffè? >> Sorridendo annuisce. << Scusa se sto ancora usando la tua camicia. >> Arrossisce e non posso non guardarla incantato. È stupenda. Aggrotto la fronte.

<< Non è un problema, mi piace di più se le indossi tu. E poi così posso ammirare le tue gambe. >> Lei ride arrossendo maggiormente e si siede al tavolo.

<< Stasera come faremo? >> Riempio le tazzine e le porto al tavolo con latte e zucchero. << Passerò io a prenderti. Non saremo soli però, ci saranno i miei fratelli con i loro compagni. >> Sgrana leggermente gli occhi.

<< Compagni? >> Distendo un braccio sul tavolo e con la mano le accarezzo il dorso di una delle sue.

<< Sì. Ieri sono andato con mio fratello a prendere i miei cognati. >> Con la mano libera si schiaffeggia la fronte. La guardo perplesso sorridendo. << Sì, hai ragione. Me lo ha detto tua sorella ieri. >> Sorrido e annuisco tranquillo.

<< Che colore è il tuo vestito? >> Inumidendosi le labbra, riappoggia la tazzina sul tavolo. << E’ tra il marrone e il nero. Perché? >> Cavolo, e mo? << No così. >> Si sporge verso di me, curiosa e divertita. << Dai, me lo dici? >> No, gli occhi da cucciolo no! Cerco di sviare lo sguardo per non farmi abbindolare ma infine – dopo le sue mille suppliche e le sue duemila tentazioni – cedo e glielo dico.

<< Perché mi sembrava carino portarti dei fiori da appuntare al vestito o da metterteli tipo bracciale. >> Lei sporge il labbro all’infuori sorridendo e si viene a sedere sulle mie gambe. << Grazie per il pensiero ma ho letto il regolamento, niente fiori. >> Ridacchio.

<< Beh allora un pensiero in meno. >> Lei mi colpisce al capo per poi scappare e ridere. Mi metto al suo inseguimento e quando l’afferro, cerca convulsamente di scappare ma appena inizio a baciarle il collo, rabbrividisce e diventa creta nelle mie mani. << Ho, ho notato la vasca. È molto... spaziosa. >> La sua richiesta mi ha colto alla sprovvista ma... adesso che me l’ha fatta venire in mente devo ammettere che mi stanno venendo certe ideucce niente male. << Sai, la tua proposta mi alletta molto. >> Si volta nel mio abbraccio e mi circonda il collo con le braccia. << Edward, fammi toccare il cielo con dito. >> Sorrido e faccio sfiorare i nostri nasi. << Anche con due dita se preferisci. >> La prendo in braccio facendola urlare per la sorpresa. Solo quando la faccio scendere dalle mie braccia e notando il suo sguardo divertito e malizioso, mi rendo conto di aver detto qualcosa di... inconveniente.

<< Con due dita eh? >> Rido mentre riempio la vasca. Mi volto verso di lei e mi accosto al suo corpo che si appoggia alla parete dietro.

 << Beh sì... non è un problema. Con quante dita vuoi. >> Lei si morde il labbro inferiore e cerca di non ridere. << Voglio proprio vedere che cosa sai fare Cullen... ma devo ammettere che non mi dispiacerebbe toccare il cielo grazie... a qualcos’altro. >> Si struscia su di me e non posso non sospirare socchiudendo gli occhi. << E’ una provocazione Swan? >> La mia voce è roca, e lei sorride vittoriosa. Alzando il viso e alitandomi sulle labbra annuisce. Ansimo e mi approprio della sua bocca. Sì, sono sicuro che l’acqua non rimarrà per molto nella vasca.

 

<< Ecco che cosa mi sono dimenticata di chiederti! >> Mi volto appena verso di lei per poi riportare lo sguardo sulla strada.

<< Che cosa? Lo sai che puoi chiedermi quello che vuoi. >> Lei ridacchia e come può, si volta verso di me. Per quanto l’auto sia sua, ha permesso a me di guidare. Meglio, non credo che avrei retto nel passare un’ora e poco più a guardarla senza toccarla.

<< Ieri sera hai detto che oltre a capirlo, parli anche italiano. Come mai? Cioè, dove hai imparato? >> Sorrido.

<< Mi è sempre piaciuta come lingua. Non so ben spiegartelo... mi affascina. Molto anche. Conta che sono un autodidatta, ho imparato tutto tramite video, libri... nessun insegnate. >> La vedo annuire.

<< Sai, pensavo avessi iniziato per la musica. >> Sorrido.

<< Beh più o meno. >> Annuisce nuovamente e prende a giocare un po’ con lo stereo. Sorrido quando non riesce a trovare una stazione che gli va a genio.

<< Vieni a casa dei miei? >> Si ferma e mi guardo pensierosa. << Non lo so. Mi hai detto che ci sono dei parenti. Non voglio disturbare e poi sono le quattro, devo prepararmi per stasera. >> Le afferro una mano e me la porto alla bocca posandole un bacio sul dorso.

<< Non sei obbligata. Puoi benissimo dirmi di no. >> Lei si sporge verso di me e appoggia il mento sulla mia spalla. << Possiamo fare un’altra volta? Non vedo l’ora di raccontare tutto a Tanya. Sei già avvisato, se stasera ti guarda in modo strano, è perché si sta facendo chissà quali film strani in mente. >> Rido e annuisco. Non sono offeso, capisco perché non vuole venire dai miei, alla fine in pochi giorni sono cambiate tante cose e forse presentargli anche dei cugini è troppo. D’altronde c’è tempo. Nessuno scappa. Dopo questo pensiero, sorrido e prendiamo a parlare del più e del meno finché non arriviamo di fronte a villa Cullen. Mi slaccio la cintura e mi volto verso di lei che fa altrettanto.

 << A che ora passi? >> Mi chiede. << Alle otto. Comunque ti mando un messaggio per l’ora precisa. Ok? >> Annuisce e avvicina il suo volto al mio ma non riesce ad appoggiare le sue labbra sulle mie perché la portiera del guidatore viene aperta, entrambi guardiamo chi è l’intruso ma non vediamo nessuno. Alzo un sopracciglio ma quando una risata melodiosa e scherzosa mi arriva alle orecchie, abbasso lo sguardo e sorrido. Scendo dall’auto trafelato per poi prendere in braccio e far volare stile aeroplanino, la piccola Irina.

<< Eddy, Eddy! Mi sei mancato!! >> Rido e stringo in un abbraccio delicato, ma colmo di affetto, la piccola che ricambia con molta energia. Punto i miei occhi verso Bella e la vedo osservarci con un lieve sorriso sulle labbra. Chissà cosa sta pensando.

<< Lei chi è? >> Sbatto un paio di volte le palpebre per poi guardare la piccola. Aspetto a risponderle, soprattutto perché la portiera di Bella si apre e lei ci raggiunge.

<< Ciao piccola, io sono Bella. Tu sei Irina, vero? >> La mia cuginetta sorride annuendo e continua a guardarla. All’orecchio, le sussurro. << E’ la mia fidanzatina. >> Gli occhi di Irina s’ingrandiscono e un enorme sorriso si fa largo sulla sua piccola boccuccia. Sotto sua richiesta la metto a terra e dopo un paio di secondi sparisce. Rido e torno a guardare Bella. Sembra sconvolta. La rinchiudo tra il mio corpo e la portiera e mi avvicino nuovamente alle sue labbra. Le sue dita si nascondono tra i miei capelli.

<< Sembrava averla presa bene, invece è scappata. >> Non le rispondo, le mordo delicatamente il labbro inferiore. << Edward, non le piaccio? >> Ok, si sta facendo paranoie. Accosto le nostre fronti e i nostri petti.

<< I bambini sono fatti così e poi hai visto, ha sorriso. Non può averla presa male. E poi... non è mica mia figlia che deve acconsentire al nostro rapporto. >> Sono serio ma comunque divertito, in un modo strano, mi fa piacere che lei ci tenga al parere dei miei parenti... anche se in questo caso si tratta solo della piccola Irina. Deglutisce e infine annuisce per convincersi delle mie parole. << Edward! Hai intenzione di far diventare quella povera ragazza una piadina? >> Ridacchio allontanandomi un po’ dal corpo della mia Bella. Lei arrossisce leggermente e cerca di vedere chi ha parlato. Abbraccio il mio cugino acquisito e all’orecchio gli chiedo di andarci piano con lei perché ci tengo; non voglio mica che scappi!

<< Piacere, sono Garrett. Mia moglie Kate è dietro qualche tenda che cerca di esaminarti. Scusala da parte mia. >> Lei sorride divertita e si presenta senza imbarazzo. Mio cugino è così, ti mette senza problemi a proprio agio. Anche per quello abbiamo subito legato. << Irina è entrata in casa come un tornado dicendo che eri fuori con la tua fidanzatina... non dirmi che non volevi farcela conoscere! >> Alzo gli occhi al cielo passandomi una mano tra i capelli. Perché la famiglia non sa farsi un pacco di cazzi propri?

<< No, veramente è colpa mia. È che devo ancora prepararmi per il ballo ma... comunque vi avrei conosciuto domani. >> Ah sì? Beh ovviamente non dico nulla, anche perché oltre non sembrarmi il caso, non posso che gioire del fatto che si sia “autoinvitata”, ha mandato a quel paese le sue “paure”. Che poi in realtà ho dedotto io che magari era troppo presto. Non lei. Senza rendermene conto, rimango nuovamente solo con Bella. Quando è andato via mio cugino?

<< Pianeta Terra chiama Edward. >> Mi volto sorridendo verso di lei e senza darle il tempo di capire, la faccio appoggiare di nuovo contro l’auto con me addossato a lei.

<< Non ti ho ancora salutata per bene. Non ti vedrò per quasi quattro ore e so perfettamente che saranno lunghissime. >> I suoi polpastrelli, accarezzano delicatamente le mie guance mentre i suoi occhi incantano i miei. Siamo nella nostra bolla, non c’è bisogno di parole e ora, che finalmente sa tutto, non riesco nemmeno a reprimere la voglia di dirle continuamente quello che penso. Può sembrare assurdo, pazzesco, esagerato ma so che un po’ mi mancherà. D’altronde sapere di vederla mi fa solamente gioire ma la separazione – anche se momentanea – è noiosa e straziante. Cavolo, sono diventato davvero troppo smielato. Non so se sia una bella cosa.

 

Bella pov.

Lo devo ammettere, tornare a casa è stata quasi una liberazione. Quando mi sono trovata a stringere la mano del cugino, ho quasi temuto il peggio. Irina è stata... strana, ma a questo punto presumo sia corsa dentro per avvisare del nostro arrivo, solo che... ho avuto troppa paura di affrontare un nuovo passo così... enorme. Mi piace Edward – anche se definire quello che provo per lui solo con “mi piace” è dire poco – quando siamo soli, siamo solo noi. Niente interruzioni o imbarazzo. È vero, dobbiamo ancora scoprirci ma d’altronde chi è che conosce tutto del proprio compagno? Io posso dire di conoscere ogni singola parte del suo viso. I suoi occhi, la sua mascella e soprattutto le sue labbra sono impresse nella mia mente e non penso che riuscirò mai a dimenticarle. Ma perché dimenticare? Io non voglio che tutto sparisca... è vero, mi sono fatta un attimo prendere dal panico quando non sono potuta scappare per non incontrare Garrett, ma per il resto è tutto ok. Non sono dovuta entrare in casa, per fortuna, non penso che avrei retto di fronte alla vista della cugina spiona posta dietro le finestre. Né tanto meno di fronte allo sguardo curioso – che sicuramente avrebbero avuto – i genitori di Edward. Alla fine ieri mi sono catapultata a casa loro senza dire un come e un perché... un po’ di sospetto lo avranno avuto, no?

<< Non mi piace quando sei in un altro mondo. >> Sobbalzo quando vedo il viso di Tanya a qualche centimetro dal mio.

<< Vuoi farmi venire un infarto? >> Lei sghignazza e mi porge un bicchiere con all’interno del gelato. Senza chiedere o obiettare, lo afferro e inizio ad assaggiarlo. Non so proprio dire di no.

<< Comunque no, niente infarti. Voglio solo farti parlare, raccontare... ispezionare! >> Alzo gli occhi al cielo;

<< In pratica, vuoi tutti i particolari. >> Lei prende a battere le mani e a ridere mentre ripete a macchinetta: << Dettagli! Dettagli! Dettagli! >> Le sorrido e mentre inizio ad assaggiare il gelato, prendo a parlare: inizio a raccontarle dalla mia clamorosa entrata in casa Cullen del pomeriggio precedente, le racconto della folle corsa verso casa di Edward e di come mi sentissi in ansia, di come il mio cuore ha sobbalzato per poi fermarsi quando ha visto Edward con un semplice asciugamano addosso, sono stata a gesticolare facendole capire il discorso – breve – che abbiamo avuto e soprattutto della “furia” che ci è presa per poi trovarci avvinghiati e bisognosi dell’altro nel letto mentre ci univamo. Definire tutto unico... è dire poco. Le riferisco anche della nostra canzone, ha anche pianto. Conosce anche lei le parole e mi ha detto che le trova perfette per noi. Ha ragione, quelle parole ci descrivono dalla prima all’ultima. A grandi linee le accenno della doccia, della colazione e del tatuaggio. I suoi “e poi?” sono interminabili ma a tutto ho trovato risposta.

<< Cavolo, sono invidiosa! >> Rido con le lacrime agli occhi. L’abbraccio e lei si lascia cullare stringendosi a me. << Sono contenta di vederti così felice. >> Le poso un bacio tra i capelli.

<< Perché non ti trovi qualcuno adatto a te? Non dico l’uomo della tua vita, la metà della tua mela... ma un uomo che sia superiore agli altri e che ti voglia bene. >> Lei sbuffa e si allontana da me.

<< Io ho paura bella, non tutte abbiamo la fortuna di incontrare Edward. Lui è un ragazzo per bene, ha una famiglia perfetta... lui è perfetto! E fattelo dire: è innamorato. Siete innamorati ma capisco perché non me lo hai ancora detto e perché lui ancora non ti ha fatto una dichiarazione d’amore in piena regola. In una settimana la tua vita è totalmente cambiata, io non so se al posto tuo avrei retto così bene a tutta la situazione. Noi siamo diverse e, da sempre, quella fortunata sei tu. Non io. >> Per tutto il tempo in cui ha parlato, mi sono morsa il labbro inferiore. Lei ha capito, ha capito che ha bisogno di qualcuno che l’ami, ha persino capito che temo di essermi innamorata...

<< Guarda che... che Edward non è l’unico a essere così. Certo, non posso dire di averne conosciuti molti ma conoscendoti, con uno come lui non reggeresti tanto. Sei una ragazza forte e indipendente. Non hai bisogno e – non vuoi – qualcuno che si prenda cura di te, almeno non sempre. Tu vuoi i tuoi spazi e un ragazzo che non ti stia sempre appresso, che faccia un po’ lo stronzo ma che non ti tradisca... cavolo se fossi una strega ti farei arrivare per posta l’uomo perfetto ma abbi pazienza, lo incontrerai... devi solo aspettare e intanto aprirti un po’ e smontare un po’ le tue regole. >> Si cancella una lacrima con la mano e annuisce senza guardarmi negli occhi.

<< Lo so che hai ragione, ma essere forti e farsi vedere indistruttibile, beh aiuta. Non ti fa stare male. Poi però vedo te e Edward e capisco che mi manca qualcosa. Perché è vero quello che hai detto, Edward è troppo romantico e ascolta anche troppo quello che dici ma come ti guarda, come ti guarda mi fa impazzire. Sembra che davanti a sé abbia... non lo so ma è come un cieco che vede per la prima volta il cielo o un tramonto. È assurdamente bello come ti guarda. Sei fortunata Bella. >> Il mio cuore scalpita e i miei occhi sono lucidi. Sono fortunata. L’abbraccio e le chiedo se abbiamo tempo prima di prepararci. Come se fosse stata percossa da una scossa, salta in piedi e incomincia a urlare – facendomi ridere – che siamo in uno stra-super mega ritardo. Eccola la mia Tanya!

 

Edward pov.

<< No, aspetta... fammi capire! Le hai detto tutto... quindi sa anche l’ami? >> Ringrazio il cielo per essere al telefono e non far vedere a Jacob che sono arrossito. Ultimamente sta accadendo anche troppo spesso! << No. Non gliel’ho detto ma credo lo abbia capito. >> Lui sbuffa e io me lo immagino mentre alza gli occhi al soffitto. << Sei un caso disperato. Alle donne, le cose vanno dette... non le capiscono da sole. >> Alzo un sopracciglio. << Se ricordo bene, è la stessa cosa che dicono le donne di noi. >> Ridacchia.

<< Beh ma è risaputo che quando iniziamo a parlare nella loro mente non registrano le parole ma sono un “bla, bla, bla”! >> Rido e mi siedo sul letto. << No, Jake. Siamo sempre noi che mentre loro parlano, sentiamo quei “versi”. >> Lui rimane per qualche secondo in silenzio. << Cavolo... dici sul serio? Inizio a pensare che mi faccia male leggere “Cosmopolitan”. >> Rido e mi sdraio sul letto. << Te l’ho sempre detto che è meglio che la smetti. Un giorno di questi, arriverai dicendomi che hai cambiato sponda. >>

<< Ma che centra! Non dire cavolate! Comunque, tuo fratello mi ha detto che stai diventando un coniglio... bravo, bravo. Era ora! >> Ride mentre io maledico mio fratello e il fatto che Jake abbia voluto cambiare discorso. << Non sono un animale, di nessun tipo! Amo Bella e quello che abbiamo fatto è uno degli atti più puri che esistano. >>

<< Mamma mia Ed! E che cavolo... calmati. Quando parli così, mi fai quasi paura. >> Non volendo scoppio a ridere. So di essere un po’ troppo conformista quando parlo di queste cose, ma penso sul serio quello che ho detto. E Jake lo sa.  << Pronto per la grande serata? Alla fine hai visto che stai avendo anche tu il ballo perfetto? >> Sorrido.

<< Stento ancora a crederci. >> Lui ridacchia. << A tempo debito, tutto si risolve. Sono davvero contento per te... comunque devo salutarti. C’è Angela che mi aspetta e non vorrei mai che iniziasse a urlare... >> Sorrido. << Sbaglio o hai paura? >> Attende qualche secondo e infine lo sussurra attentamente.

<< Molta. Ci vediamo dopo. >> Scoppio a ridere mentre attacco la chiamata. È sempre il solito.

 

<< Oh sant’Iddio! Emmett! Che ci fai qui? >> Lui ride e si stravacca meglio sul mio letto. La mia visuale si estende e vedo nella medesima posizione, anche Jasper e Garrett. Mi allaccio meglio l’accappatoio, e sbuffo. << Ho capito. Volete parlare. >> Loro annuiscono e non si muovono di una virgola. << Devo cambiarmi davanti a voi? >> Sgrano gli occhi alzando un sopracciglio. Loro non si scompongono più di tanto. << Tanto è roba già vista. >> Quanto è gentile il mio fratellino. << A meno che Bella non te lo abbia montato al contrario! >> Alzo gli occhi al cielo facendo una smorfia mentre i ragazzi ridono per la genialata di mio cugino. << Siete degli invertebrati. O fate domande sensate o vi sbatto fuori! >> Loro si fingono terrorizzati e trattengo a stento un sorriso. << Cavolo, ci ha dato degli invertebrati!  >> Scoppio a ridere, effettivamente Jasper ha ragione, potevo trovare un insulto più... “insultoso”. Mi siedo al bordo del letto e li osservo uno per uno. Stanno tutti sorridendo in modo furbo e fin troppo malizioso. Questa situazione non mi piace per niente. So che sono dei curiosoni, lo sono sempre stati, ma io da sempre sono stato quello più indiscreto nel parlare. Ci tengo alla mia privacy! Ma tra uomini è così e devo ammettere che alla fine mi diverto sempre. << Bellina ci sa fare? >> Lancio un cuscino in faccia a mio fratello facendolo ridere ancora più sguaiatamente. << Non sono domande da fare! >> Gli altri con un “dai” da rompere le finestre da quanto fosse acuto, mi fanno sciogliere e racconto a grandi linee com’è passata la serata... e la giornata. Ammetto che rivivere il tutto, mi fa comprendere quanta affinità e complicità ci sia tra noi. Come posso non amarla? Alla fine si mostra tanto restia ai sentimenti ma ora che la conosco, so che la sua è solo paura. Una paura insensata perché l’ho sempre amata e ora che è finalmente mia, dubito che questo possa cambiare. << Certo che sei proprio cotto. Ho una domanda, questa sera... dove la porterai? Intendo dopo il ballo. >> Osservo attentamente Jasper. << Non ci ho pensato. Forse ci fermiamo da lei. Non voglio portarla in un albergo, siamo adulti e non stiamo andando veramente all’ultimo ballo scolastico del liceo. >> << Eh già, ricordo la Patty che aveva un seno enorme come un gommone e che quella sera – quando l’hai portata in un albergo – ci stavi quasi per rimanere secco! >> Loro ridono mentre io cerco di non ricordare quello... sgradevole incontro piuttosto soffocante. Ancora tuttora, mi chiedo come io abbia potuto mai proporre a quella ragazza – sì simpatica e carina – di venire al ballo con me; a malapena la conoscevo. Mi sa che ero veramente disperato. Dopo la... scopata, sì devo proprio chiamarla così, ricordo di essermene andato mentre lei dormiva. Non riuscivo quasi a respirare dopo tutto “l’esercizio” che mi aveva fatto fare. Era troppo selvaggia e aveva veramente un seno enorme. Non l’ho più rivista, nemmeno in questa settimana.

<< Invece di parlare delle mie disgrazie o di Bella, direi che devo prepararmi per cenare. Non so voi, ma io voglio vedere il prima possibile la mia compagna. >> Sbuffando, come se fossi la loro madre e gli avessi appena proibito di giocare ancora alla Wii, escono dalla mia camera. Sorrido scuotendo il capo, menomale che ci sono loro che mi distraggono un po’, se no sarei già scappato da Bella. Sono ridicolo!

 

<< Quando rivedremo Bella? >> Alzo lo sguardo dalla mia lasagna, per puntarlo su mia madre. << Uhm... domani. >> << A pranzo? >> Mia madre è entusiasta, adora ancora di più cucinare quando ci sono persone che “adora” o che comunque ci tiene. << Non lo so, penso di sì. Ovviamente ti faccio sapere. >> Mi sorride a trentadue denti e prende a parlare con mio padre. << Mi è sembrata una ragazza per bene, a modo. >> Osservo mia cugina e annuisco. << Credo che se farai uno sforzo, ti piacerà. >> Lei mi guarda trucemente. << Perché non è entrata prima? >> Rosalie, mia cognata, non vede l’ora di conoscerla. È davvero contenta che io sia riuscito a... mettermi a posto, ad accasarmi. Sì il termine che ha detto prima era proprio “accasato”. E pensare che mi sono solo fidanzato! << Non vedeva l’ora di andare a casa e parlare con una sua amica e prepararsi per stasera. Ma tanto la conoscerai tra poco e voi – miei cari genitori – la rivedrete domani. >> Mio padre mi da una pacca sulla spalla. << E’ bello vederti così solare. Direi che ci vuole un brindisi. >> Mia sorella strirlacchia ed è la prima ad alzare il suo bicchiere di vino che durante i pasti non riesce proprio a rinunciarci. << Bene, a Bella: che è riuscita a donare un vero sorriso al mio figlio maschio più piccolo. Tanta felicità. >> Non posso non essere grato a mio padre. È un grande uomo. C’è sempre stato per me, come per i miei fratelli ma devo ammettere che per quanto gliene abbia combinate tante, non mi ha mai abbandonato. Non lo rispetto solo per il lavoro che fa o per come ama indiscutibilmente mia madre ma anche per come ci ha cresciuto, per come ha sempre una risposta a tutto. È un punto fermo. Un pilastro e sono davvero orgoglioso di lui. Non lo do mai troppo a vedere ma mio padre... beh è la mia vita. Sapere di essere suo figlio, mi rende fiero. Ho sempre temuto una sua punizione o il fatto di poter essere in qualche modo una... delusione ma a quanto vedo, sono riuscito nel mio intento: a farmi vedere sempre di buon occhio. << Grazie papà. >>

 

<< Alice, posso parlarti? >> Busso alla porta anche mentre parlo. So che questo è un momento “sacro”, non sia mai che qualcuno disturbi la pazza mentre è in fase zen, o meglio prepararsi per uscire. Sbuffando mi da il permesso di entrare e quando apro la porta, per poi chiuderla, sgrano gli occhi per poi coprirmeli con le mani. << Cavolo, Alice! Un po’ di contegno! >> Lei ride e la sento camminare per poi spostarmi le mani. << C’è bisogno che come intimo metti... questo? >> La indico e lei alza un sopracciglio. Ha i capelli raccolti in una capigliatura piuttosto complicata, ma è bellissima... anche se la preferirei più vestita. << Edward, sei mio fratello e mi hai persino cambiato qualche pannolino... possibile che devi fare tutte queste scene? >> Non è arrabbiata, anzi, mi sembra piuttosto divertita. Possibile che l’unico sano della famiglia sia io? << E’ da molto che non abitiamo insieme e non ricordo di averti mai vista così “quasi” nuda. Scusa ma se apro la porta e mi trovo il tuo sedere al vento, perché – in teoria – c’è una specie di filino che dovrebbe coprirtelo, non reagisco bene. Sai non sono Jasper! >> Lei ride e mi afferra il viso con le sue piccole mani. << Infatti, non sono conciata così per te. >> Alzo gli occhi al cielo mentre se la ride e si rivolta, facendomi di nuovo vedere il suo sedere; scuoto il capo e mi siedo sul letto. << Ma respiri con quel coso? >> Sbuffa. << Edward, è solo un corpetto. >> Annuisco. << Volevo parlarti. >> Mi sorride. << Lo avevo intuito. Tu hai sempre avuto più paura di Emmett, lo sapete che mentre mi preparo la mia stanza è off-limits. >> Annuisco. Ricordo bene le sue vendette per le nostre irruzioni. Rabbrividisco cercando di non darglielo a vedere. << Non è una domanda quella che voglio farti. Più che altro è... una cosa che vorrei semplicemente dirti. >> E’ curiosa ma non s’intromette. Prendo un respiro e afferro una sua manina. << Devo dirti grazie: per essermi sempre stata vicina, per aver subito accolto Bella, per volermi bene... insomma, per tutto. >> I suoi occhi si fanno più lucidi e prendendo dei lunghi e profondi respiri, cerca di non piangere. << Se verso anche solo una lacrima ti riempio di botte fino a non farti più riconoscere da anima viva! Sono già truccata, e il mio trucco deve essere impeccabile. >> Sorrido. Non cambierà mai.

<< Comunque stai benissimo anche vestita e acconciata così. Tanto, sono sicuro che Jasper sta facendo tutto ciò solo per vederti così. >> La indico e lei arrossisce scoppiando a ridere con me. Lentamente, si alza e raggiunge nuovamente il suo armadio, quando fa retrofronte, mi porge una sacca. L’afferro guardandola incuriosito. << Questo è il tuo vestito. Ti assicuro che è perfetto. >> Le sorrido immensamente grato e mi alzo per abbracciarla. << Ma che cosa farei senza di te? >> Ride e mi scompiglia i capelli. << Nulla, perché se no ti presenteresti al ballo con un paio di jeans e una giacca. >>Non proferisco parola, ha pienamente ragione. Dopo uno svelto bacio sulla guancia, la lascio alla sua preparazione per farmi una doccia. Non vedo l’ora di rivedere Bella.

 

Bella pov.

<< Non sei fin troppo tranquilla? >> Allontano l’eye-liner dalla mia palpebra e osservo Brooke poco dietro di me tramite lo specchio. Sono ancora con l’accappatoio e ho i capelli fatti. In pratica sono in ritardo.

<< Tranquilla? Ma se tremo come una foglia! >> Lei ride e mi fa voltare verso di lei. << Lascia fare a me. Prendo per un attimo le veci di Tanya, ok? Tanto ci vorrà un po’ finché arriverà Julian. >> Le sorrido, e le lascio fare il suo “lavoro”.

<< Alla fine viene anche Pitt. >> << Se potessi farlo, alzerei un sopracciglio. Come mai? Chi te lo ha detto? >> Lei ride per le mie domande.

<< Tanya. Lo ha invitato lei. >>

<< Davvero? >> Wow, penso di aver messo la modalità su “spetteguless: on”.

<< Effettivamente è strano ma penso che starebbero bene insieme. Hai qualche piccola news che Tanya non mi ha detto? >> Mi mordicchio il labbro inferiore.

<< Su cosa? >> Sbuffa facendomi sorridere.

<< Tra te e Edward! >> Mi lascia un piccolo pizzicotto facendomi sobbalzare e quasi urlare per la sorpresa.

<< Beh sono sicura che Tanya ti ha detto tutto. >> Sorrido, non ci sono segreti ma diciamo che con Brooke, ultimamente, mi vedo meno quindi viene a sapere tutto dalla terza del trio.

<< No, non tutto. Mi ha detto che avete fatto l’amore, che sei innamorata, della vostra canzone e che qualche secondo prima di farti sua ti ha chiesto di andare al ballo insieme. >> Rido.

<< Wow, solo? >> Lei ride con me e mi chiede qualcos’altro.

<< E’ stato così bello trovarsi di prima mattina a casa sua. Non mi sono sentita nemmeno per un secondo fuori luogo. Non c’è mai stato imbarazzo e soprattutto... wow, lui, lui è fantastico. Dico sul serio Brooke. Riesce a farmi... sentire unica. Penso abbia qualche potere magico, magari sa fare incantesimi! >> Lei ride e mi accarezza una guancia facendomi aprire gli occhi.

<< No, è solo l’amore che ti fa vedere tutto così bello. Alla fine, essere innamorati è... una cosa straordinaria, soprattutto se lo si è della persona giusta. >> Le sorrido leggermente.

<< La tua frase ha una domanda nascosta, vero? >> Sghignazza annuendo mentre m’incipria le guance.

<< E’ lui la persona giusta? >> << Sapevo che era quella. >> Aggrotta la fronte, vuole una risposta.

<< Non te lo dico, è inutile che mi guardi. Se è lui o no, voglio che sia proprio il diretto interessato a saperlo per primo. >> Dei tacchi, mi fanno spostare lo sguardo dagli occhi – in un certo senso – entusiasti di Brooke.

<< Te l’avevo detto che non te lo avrebbe confessato. Per quanto sia evidente che è innamorata, non lo ammette... e si rifiuta di rispondere anche alle domande che in qualche modo farebbero capire la risposta. >> Sorrido e ammiro la figura di Tanya.

<< Sei bellissima. >> Alza le spalle. << Mai quanto te, quando avremo finito di torturarti. >> Cerco di deglutire.

<< Abbiate pietà di me! >> Loro ridono in modo sadico e iniziano a tirare fuori tutti i miei completini intimi. << Ehi! >> Loro mi trucidano con uno sguardo.

<< Non pensare di indossare un semplice completino di pizzo, questa serata è importante! Comunque la casa sarà libera, sempre se lui non ha altri programmi. >> Tanya mi fa un occhiolino e io arrossisco. Non solo perché sicuramente sceglieranno una combinazione indecente d’intimo, ma anche perché spero ardentemente di poter nuovamente dormire con Edward.

<< Prima di metterci a soqquadro il cassetto, perché non mi dici che sta accadendo con Pitt? >> Haha, uno a zero per me Tanya!

 

Edward pov.

<< Sei bellissimo. >> Alzo gli occhi e incontro tramite lo specchio quelli chiari – verdi come i miei – di mia madre.

<< Grazie. Devo ammettere che te e papà vi siete impegnati. >> Lei ride e si avvicina per farmi voltare. << Tuo padre ha fatto il minimo. E poi lo hanno detto anche alcune ragazze con cui sei uscito, i complimenti vanno tutti a me. >> Ridacchio e le poso un bacio sulla guancia.

<< Stai bene? >> Mi guarda con gli occhi lucidi e annuisce.

<< Certo che sto bene, i miei figli sono a casa, stanno andando al ballo della scuola e sono tutti felicemente fidanzati. Devo ammettere che ancora mi chiedo come tu abbia fatto in tutto questo tempo senza di me. Cioè, indossi tutti i giorni la cravatta, come fai ad allacciarla se è da almeno dieci minuti che sei davanti allo specchio che ci tenti? >> Mi mordo il labbro inferiore passandomi una mano tra i capelli.

<< Ho un trucco. >> Mi sporgo verso di lei per poi sussurrarglielo nell’orecchio. << Tutte le cravatte che ho, hanno già il nodo. Me lo sono sempre fatto fare da Alice o da qualche commessa. Evito sempre di metterle tutte a lavare, se no poi non so come fare se sono tutte senza nodo. >> Mia madre ride e mi accarezza una guancia. Scuotendo il capo mi aggiusta la lunghezza della cravatta e poi fa il nodo. Invece di guardare i passaggi, ammiro lei. Non è una donna vecchia, mia madre non dimostra la sua età e col fisico che si ritrova, non si direbbe nemmeno che ha sfornato tre figli... anche se contando che Emmett era più di quattro chili... beh direi quattro figli invece che tre. Sorrido e mi perdo nel memorizzare ogni suo tratto somatico: gli occhi chiari con un taglio un po’ più allungato, la pelle diafana, il viso ovale e i capelli mossi e castani rossicci, non molto alta, ma ben proporzionata. È la mia mamma, ed è perfetta. << Scusa se non mi sono fatto sentire spesso. >> Alza lo sguardo e non capisco la sua espressione. Il nodo è fatto, perciò mi afferra una mano e mi fa sedere con lei sul mio letto.

<< Edward, non mi devi dire nulla. L’importante è che ora sei qui, che sei felice. E poi, penso – e spero – che d’ora in poi ci vedremo più spesso. >> Le sorrido.

<< Beh presumo di sì. D’altronde lei abita qui. >> Mi schiaffeggia delicatamente la testa.

<< Ehi! Non farmi ingelosire! Qualche volta pensa anche a me! >> Rido e l’abbraccio appoggiandomi al suo petto. Mi accarezza i capelli e mi sento rilassato, tranquillo e pieno di amore.

<< Com’è possibile che tra le tue braccia mi senta ancora il bambino protetto e felice? >> Mi posa un bacio sui capelli.

<< E’ l’effetto che facciamo noi mamme, e questo a qualunque età. >> Sorrido e incontro gli occhi azzurri di mio padre che è appoggiato allo stipite della porta. Non so perché, ma questa sera sembra che io voglia chiedere scusa e grazie a un po’ a tutti ma in realtà non è così, è solo che mi sento in dovere di dare e dire loro quello che meritano. Da quando me ne sono andato da casa, me ne sono un po’ fregato, non che mi sia mai dimenticato di loro, non che non mi facessi mai sentire o vedere ma lo facevo sporadicamente e non mi soffermavo a pensare che loro in qualche modo potessero stare male.

<< Da quanto sei lì? >> Mio padre alza le spalle.

<< Diciamo che si perde il senso del tempo quando si vedono scene così belle. Poco importa che tu non sia più un bambino, rimani nostro figlio e vedere che in qualche modo il nostro affetto ti manca... non può che farci piacere. Ero salito per dirti che è arrivata la limousine. Non varrai mica far aspettare Bella, no? >> Bella. Mi alzo immediatamente in piedi e con il cuore a mille, mi controllo allo specchio: mi passo una mano – per l’ennesima volta – tra i capelli, mi aggiusto la cravatta, abbottono un bottone della giacca e distendo bene i pantaloni. Sono pronto, aspetta... sì, le scarpe le ho. Mi volto verso i miei genitori e li abbraccio entrambi stringendoli forte.

<< Oh, che scena commovente. Posso piangere al posto di Alice? >> Rido e mi si mozza il respiro quando all’abbraccio si uniscono anche Alice ed Emmett. La mia famiglia, unica e rara.

 

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

Allora come ho detto nelle note di sopra, ieri notte (sì, queste note le sto scrivendo di giorno xD lo so, è tutto un casino) ho finito di leggere i capitoli che mancano, cavolo, escluso questo, ne mancano tre :( e c'è da dire che... beh mi sono quasi commossa. Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Ancora niente ballo, ma ci siamo quasi, è il prossimo capitolo. Bella ha conosciuto la piccola Irina e Garrett. Pitt andrà al ballo con Tanya ;) e soprattutto - finalmente - entra in scena il fidanzato di Brooke, Julian.

L'intimità tra Edward e Bella è palpabile, semplice e sicuramente loro ne approfittano volentieri.

Edward ha voluto un po' ringraziare e chiedere scusa a tutti, non che abbia fatto qualcosa di sbagliato ma "grazie" a Bella ha un po' aperto gli occhi e ha capito di non essersi sempre comportato bene. La coppietta scopre altre piccole cose l'uno dell'altro e soprattutto ne si rendono conto di stare bene, spero che il capitolo non vi abbia annoiati. Un bacione, a martedì prossimo. JessikinaCullen.

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Capitolo 12
*** Il ballo e il pranzo. ***


Allora, ci ho messo un po’, ma questo perché ho iniziato oggi a scrivere i commenti... diciamo che avevo un assoluto bisogno di parlare prima al telefono con Chiara *__* questo spiega perché posto alle sei. Allora, mentre mangio la cioccolata, (cavolo la barretta sta finendo!) vi scrivo le note. Questo capitolo è principalmente sul ballo, ma ci sarà anche il pranzo in famiglia, perché per quanto Bella non si sia presentata il giorno prima, lo fa adesso... non scappa. Io scrivendolo, e rileggendolo, ho riso parecchio, spero faccia lo stesso effetto anche a voi. Molti si aspettano un “ti amo”, io non parlo... vi lascio alla lettura, grazie a tutti... certo, prima le recensioni! P.S: meno due capitoli alla fine della storia ;)

 

Recensioni capitolo 11.

Vanderbit: penso sia ovvio che Bella si sia molto divagata con l’immaginazione vedendo Ed con in braccio Irina xD diciamo che un po’ si è anche rimproverata, ma alla fine sarebbe tenerissimo, Eddino, come papà. Emmett è sempre Emmett, e anche in questo capitolo si farà riconoscere ;) spero che il capitolo ti piaccia. Un bacione e grazie.

Giova71: wow, non vedi l’ora della dichiarazione ufficiale, eh? Io non anticipo nulla ;) a costo di sembrare sadica hahaha, preferisco farti gustare appieno il capitolo mentre leggi che anticiparti qualcosa :) allora, Irina c’entra poco con Emmett, però alla fine è il cugino hahaha, spero che il capitolo ti piaccia ;) buona lettura!

Shona: non so se hai dimenticato qualcosa, ma sinceramente la recensione aveva tutto xD non si parlerà proprio di Tanya e Pitt... verrà sempre e solo accennato qualcosa però le notizie non mancheranno. Ora siamo al ballo, e ovviamente ci sarà il tuo Jake, con Angela U_U niente Leah :( scusami. Ti voglio bene tesoro, un bacione e grazie per le recensioni!

Grepattz: sono contenta di non averti annoiata (tiro un respiro di sollievo), beh sì, Edward ha una famiglia molto unita e non asfissiante e questo molto spesso aiuta. Irina non apparirà spesso, però è giusto come l’hai immaginata e per quanto riguarda Tanta, sì, ha trovato il suo Edward Cullen ;) buona lettura e grazie di tutto!

Loulou72: eh sì, manca poco alla fine :( ti assicuro che anch’io non faccio i salti di gioia... e un’altra volta sì per quanto riguarda Tanya e Pitt ;) sono contenta che la storia ti piaccia, grazie di tutto.

Love_vampire: hahaha oddio non ti preoccupare, io adoro le recensioni lunghe ;) e poi, come hai detto tu, avevi molto da dire e non posso che esserne felice. Sì, questo capitolo è concentrato soprattutto sul ballo ;) sicuramente penserai che “era ora” hahaha, spero che ti piaccia. Diciamo che ho scelto di fare amici Edward e Jake proprio perché si vede troppo spesso il contrario, la stessa cosa per Tanya e Bella, diciamo che volevo... “strafare”, modificare un po’ il tutto. Cosa che ho fatto anche nel far fidanzare Jake e Angela, diciamo che ci voleva ;) e non solo perché Nessie non c’è e lui non è un licantropo, ma proprio perché leggo troppe cose di Jake e Nessie, quindi voleva proprio cambiare. Mi hai riempita di complimenti, non posso che ringraziarti e sappi che sono contenta che tu abbia percepito l’ansia di Bella quando si parlava di Kate ;) non anticipo nulla, ancora grazie di tutto, un bacione!

Carilon: immaginami con gli occhi luccicosi e le guanciotte rosse per via dell’imbarazzo. Sono contenta che ti sia piaciuto, è che sono piuttosto paranoica, quindi cerco sempre di tirarmi su’ chiedendo a voi xD grazie, incrocio le dita anche per questo capitolo ;) un bacione e grazie.

Alexia__18: forse mi sono espressa male io xD non è che Bella sia stata terrorizzata nel conoscere Garrett, è che non se lo aspettava, soprattutto perché quando lo ha conosciuto, lui aveva appena beccato i piccioncini mentre amoreggiavano, diciamo che non è il massimo per fare bella figura. Quando è arrivata a casa, il senso di “liberazione” c’era perché finalmente è tutto a posto e non vedeva l’ora di raccontare tutto alle sue amiche; spero di essere stata chiara. Grazie comunque per tutti i complimenti, un bacione ;) buona lettura.

Lampra: te lo prometto, finirà alla grande ;) grazie per tutti i complimenti, sono contenta che la storia ti piaccia e che pensi la stessa cosa del capitolo, spero sia lo stesso anche per questo che stai per leggere. Non voglio anticiparti nulla, quindi ti saluto e ti auguro buona lettura! Un bacione ^^

Chi61: come al solito capisci il perché della “paura” di Bella e tutto il resto, grazie. grazie per tutto, d’altronde non penso che ci sia bisogno di aggiungere altro ;) anzi una cosa sì... buona lettura!

Serve: ciao! Sìsì ho letto l’altro commento e ti ringrazio per averlo lasciato, per quanto riguarda questo commento... beh famiglie così esistono xD te lo assicuro ;) comunque grazie per tutto. Un bacione, buona lettura.

LAZIONELCUORE: non prometto nulla, non posso assicurarti che non soffra più ;) sì, sono perfida, però per come sono andate a finire le cose... direi che mi sono salvata, no? Eh sì, ecco il ballo... buona lettura e grazie di tutto ;)

Amanecer: hahaha diciamo che io ho una famiglia numerosa che proprio non si fa i cazzi proprio, magari devo farla anch’io una maglietta come la tua, però ti assicuro che per quanto la famiglia di Ed possa sembrare tipo quella del mulino bianco, in realtà non lo sono e poi ti assicuro che una famiglia pazza, unita e bella come la loro esiste ;) ti lascio al ballo, un bacione e grazie di tutto!

RenEsmee_Carlie_Cullen: hahaha sai perché rido? Perché nella recensione, hai detto che forse, sotto sotto, Emmett è il più serio di tutto, mi sa che “grazie” a un pezzo di questo capitolo non lo penserai più. Sono contenta che ti piaccia questa storia, che tu l’abbia letta e che l’abbia recensito :D dico sul serio, grazie, mi fa molto piacere. Non so se come storia sia perfetta, però ti ringrazio per pensarlo. Un bacione, buona lettura ;)

Annalie: per quanto la coppietta abbia poco tempo, diciamo che sta facendo passi da gigante. Ti ringrazio come sempre, sei fin troppo gentile. Sono contenta che la storia ti piaccia. Grazie col cuore.

Bella_kristen: inizio subito col dire che preferisco stendere un velo pietoso riguardo alla partita xD passiamo alla storia che è meglio hahaha, sono contenta che ti piaccia e che ti sia affezionata, purtroppo manca poco ma ti assicuro che avrà un finale degno di essere chiamato tale. Sinceramente ho preferito mettere la preparazione, soprattutto perché penso che in una storia i personaggi debbano avere spessore e non solo come coppia ma proprio come “individuo”, volevo far notare il bel rapporto della famiglia e sono contenta di esserci riuscita ;) grazie di tutti i complimenti. Per Pitt e Tanya, ti assicuro che erano pochi quelli che avevano capito, ma sono contenta che l’idea ti sia piaciuta... la stessa cosa vale per Jake e Cosmopolitan ;) un bacione bella, ti lascio al balle... buona lettura!

Jesskiss85: wow, un papiro bellissimo :D grazie!! Beh la storia sì, è praticamente finita, però non ti preoccupare, ci sono altre storie e io non sparisco ;) penso che tu abbia detto tutto... mi hai riempita di complimenti e non hai saltato nessun pezzo del capitolo ;) mi fa molto molto piacere. L’unica cosa che mi ha fatto alzare un sopracciglio è: perché sei sicura che si diranno che si amano? Buona lettura, non anticipo nulla, faccio la perfida =P

Lulla Cullen Waldorf: ah, ok ora ho capito ;) finalmente ci sono arrivata. Sì, finalmente c’è il ballo, perciò non ti faccio perdere tempo e ti lascio alla lettura ;) spero ti piaccia.

Elisa1975: oddio... e adesso come faccio a dirti che mancano solo due capitolo (escluso questo) all’epilogo? >__< ho pauraaaa!! Sono contenta che la storia ti piaccia, dico sul serio, e per quanto riguarda le pagine tipo libro, beh... sono già lunghi i capitoli... più di 5000 parole xD però sono contenta che ti appassioni tanto ;) grazie, buona lettura. Ti lascio al ballo.

Semolina81: allora... inizio dal dirti che mi spiace, ma il telefilm/soap opera Manuelaaaaa, non l’ho mai vista xD però ho capito che cosa intendevi, poi... non hai delirato, mi piacciono sempre i tuoi commenti e poi mi hai divertita ;) ora invece ti spiego un attimo di Love’s puzzle. Mancano due capitoli... non è semplice, il capitolo l’ho iniziato ma voglio renderlo “perfetto” e purtroppo ultimamente ho poco tempo ç__ç però cercherò di postarlo il prima possibile U_U prometto! Ora, sì, c’è Pitt per Tanya ;) e sull’incontro con la famiglia non dico nulla ;) ti lascio alla lettura, un bacione e grazie di tutto!

Memycullen_93: tesoro tesoro è oggi martedì ;) che genio eh?? XD ok, la pianto... io adoro i tuoi “deliri”, non ci posso fare nulla :D sono contenta che come coppia (Pitt e Tanya) ti piacciano, purtroppo non ci saranno molto dettagli, ma non verranno accantonati ;) non preoccuparti. Effettivamente non è facile trovare un trio così affiatato... ma sono io con le mie best XD quindi non potevo non “metterci” nella storia. Ti lascio al ballo, ti raccomando un fazzoletto per le lacrime... per via delle risate ;) un bacione!

Erzsi: non farmi arrabbiare! La recensione non è né stupida, né inutile! Non pensarlo nemmeno :) ti ringrazio di tutto. Direi che per i mondiali è meglio non commentare... per Irina, nemmeno xD però sul fatto dello scappare, sì! Bella diciamo che si è trovata spalle al muro, però si è subito trovata bene con Garrett perché è uno che scherza, che mette a proprio agio. Voleva scappare, ma non lo ha fatto. In questo capitolo ci sarà un discorso “importante” che – spero – faccia capire il perché Bella non scappa ;) ti lascio al ballo e al pranzo in famiglia ;) un bacione e grazie di tutto!

Ila_cullen: hahaha adoravo la pubblicità della Girella, erano anche buone xD cooomunque, mi fa piacere che la storia ti piaccia, dico sul serio. Non anticipo nulla, quindi ti lascio direttamente alla lettura! Un bacione e grazie.

 

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Capitolo dodiciLapels and surprises: Il ballo e il pranzo.

Bella pov.

<< Wow, che figurino! >> Pitt ride e si apre la giacca facendo un giro su stesso. Rido e gli faccio un applauso facendolo gasare maggiormente.

<< Se devo essere sincero, anche tu non sei niente male. >> Con fare d’attrice, mi appoggio una mano sul petto e sollevo gli occhi al soffitto.

<< Oh, lo so ma grazie per avermelo fatto notare. >> Ridiamo e veniamo interrotti da un applauso. Ci voltiamo e vediamo Brooke e Tanya divertite della nostra performance; stando ancora nella parte, facciamo un inchino. Il campanello ci fa rinsavire e con un sorriso vado – di corsa – a rispondere.

 << Chi è? >> Una lieve risata mi fa arrossire e sorridere.

<< Principessa, sarei il vostro cavaliere... >>

<< Oh mio cavaliere, la ringrazio per essermi passato a prendere. La raggiungo subito. >> Attacco sentendo ancora dalla cornetta del citofono la sua risata. Torno in cucina mentre mi avvolgo meglio la sciarpa attorno al collo. << E’ lui. Oddio poco fa non ero così tesa. È normale? >> Loro mi sorridono e lo prendo come un “sì”. Sospiro e mi avvicino a loro. << Ci vediamo dopo. Siete sicuri di non voler venire con noi? >> Pitt mi circonda le spalle con un braccio.

<< Sì, non preoccuparti... la mia “Lamborghini” ci terrà tutti e quattro. >> Rido di gusto facendolo imbronciare.

<< Lamborghini, eh? Non mi sembrava che la tua sottospecie di monovolume, venisse chiamata in questo modo... >> Indispettito mi “accompagna” verso la porta senza rispondermi. Ancora ridendo, inizio a scendere le scale – come ho detto più volte, l’ascensore è un optional! Apro trafelata il portone, ma mi blocco di scatto quando focalizzo bene lo spettacolo che ho di fronte. Una limousine bianca... davanti casa mia. Stupenda. Un fischio d’ammirazione, mi fa voltare e incontrare gli occhi castani di Julian.

<< Te, con una vera carrozza e noi a cavallo. >> Rido e lo saluto mentre sale per raggiungere gli altri. Julian non è solo un bel ragazzo, è anche molto simpatico e grazie chissà quale miracolo, è riuscito a far innamorare Brooke di se. Sono una strana coppia ma tutto sommato stanno bene. Si amano e del resto non gli importa. Riporto la mia attenzione alla limo e la prima cosa che noto, è lui: il mio principe. Un sorriso un po’ imbarazzato, si fa largo sul mio viso mentre lui, con il suo stupendo smoking, mi si avvicina. Mi cinge la vita con le braccia e non posso non notare quanto il nero gli stia divinamente. Incontro i suoi occhi e... e sono felice. Ogni tensione e ansia che avevo sentito pochi minuti fa, è sparita e so perfettamente che è tutto merito suo.

<< Sei bellissimo. >> Si sporge verso di me facendo sfiorare i nostri nasi.

<< Non sono nulla, confronto a te. >> Arrossisco e prendo a mordermi il labbro inferiore – potrei direi che i battiti del mio cuore hanno convertito il loro ritmo per la musica rap da quanto va spedito – i miei occhi si posano di nuovo sull’auto e non posso non pensare che è davvero tutto troppo perfetto.

<< Non c’era bisogno di noleggiare una limousine... >> Non mento, per quanto mi faccia piacere... beh forse è esagerato. Lui ridacchia e mi posa un leggero bacio sul naso.

<< Invece è perfetto, ma sai cosa renderebbe tutto ancora più perfetto? >> Scuoto il capo. << Un tuo bacio. >> Sorrido e porto le mie mani dietro il suo collo.

<< Ma così faremo aspettare troppo gli altri. >> Ammetto di essere un po’ imbarazzata, so di dover conoscere i suoi cognati, e un po’ temo anche l’incontro con i suoi fratelli. Possibile che io mi faccia troppe paranoie? Senza darmi retta – tanto non sono convinta delle mie parole nemmeno io – lascio che mi afferri delicatamente il labbro inferiore tra i suoi denti. Un sospiro mi scappa e le mie mani s’intrecciano con i capelli alla base del suo collo. Sì, sì non ti fermare. Adoro percepire il suo respiro sulle mie labbra, annusare il suo profumo, avere un contatto con il suo corpo... non posso non sperare che non si fermi... mi farebbe morire. Quando posa le sue labbra sulle mie, non riesco a trattenermi e lo stringo forte a me insinuando immediatamente la mia lingua nella sua bocca. La fame che ho di lui non ha limiti; non so dire se fare l’amore sia stato affrettato, ma ora so che non vedo l’ora di ripetere l’esperienza. A posto siamo, oltre paranoica, anche ninfomane sono diventata! Tanya ne sarebbe molto orgogliosa!

 

L’aria che si respira in auto è leggera, solare. Ridiamo e senza imbarazzo facciamo battute per alleggerire ancora di più la situazione. << Non hai idea di quanto sembrasse uno zombie! >> Sgrano gli occhi e mi volto verso Edward che arriccia la bocca e si strofina – agitato – una mano sul collo.

<< Beh la situazione era drastica! >> Sorrido e appoggio il capo alla sua spalla. Lo sento posare un bacio tra i miei capelli e le mie guance si colorano un po’. Adoro questo suo gesto.

<< Che carini! >> Ridacchio quando becco Alice guardarci con gli occhi a cuoricino. Emmett ride e alza gli occhi al cielo.

<< Sei assolutamente il ragazzo più coccolone che io conosca! >> Sorrido e mi volto per posare un lieve bacio sul collo di Edward; lo percepisco rabbrividire e me ne compiaccio.

<< Parli proprio tu? >> Rosalie ride e la guardo senza capire. I miei occhi si puntano su Alice che cerca di non scoppiare in una fragorosa risata e mi chiedo il perche.

<< Sì, parlo io. Perché? >> Il tono spavaldo con cui Emmett ha risposto alla sua lei si affievolisce fino a diventare incerto e quasi spaventato. Emmett spaventato? Bella questa!

<< Perché non mi puoi vedere mettere il muso che ti precipiti a fare di tutto per farmi sorridere, sei tu il ragazzo più coccoloso che io conosca. Edward è nella norma, è più romantico di te da quello che so ma non più coccolone. Già basta che discutiamo che subito vai alla ricerca del tuo orsetto per farti “cullare”. >> Senza resistere scoppio a ridere mentre Emmett arrossisce. Le risate riecheggiano nell’auto mentre lui cerca di spiegarsi e di non farsi vedere più ridicolo. Alla fine ci rinuncia e afferra Rosalie per farle il solletico. Sorrido dinanzi a quella scena tenera che sarebbe una specie di punizione scelta da lui per farle pagare la “confessione”. Sono adorabili.  Rosalie è molto simpatica... e molto bella. Da quello che ho capito, è l’unica che riesce a zittire Emmett con un solo sguardo... quindi non mi stupisco di sentire Edward che prende in giro il fratello dandogli della bambinuccia. Povero Emmett ma non riesco a non ridere. Osservo le persone accanto a me, e mi rendo conto di quanto Edward sia fortunato. Ha una famiglia unita, dei fratelli che stravedono per lui e dei cognati che sono la fine del mondo. Jasper è piuttosto silenzioso ma quando parla, mi fa sganasciare, sarà che mi piace la sua continua ironia e le frecciatine divertenti che manda maggiormente a Emmett ma mi sta simpatico, poi lo vedo bene con Alice. Lei così frizzante, esuberante, solare... lui più pacato ma comunque pazzo in svariate situazioni.

 Il viaggio in macchina non dura molto e un po’ mi spiace. Se la serata dovesse continuare con tutta quest’armonia, credo che sarebbe una delle serate migliori della mia vita.

 

Edward pov.

È stupenda. Veramente non ci sono parole che rendano abbastanza la sua bellezza.

L’ho ammirata tutto il tempo, non potendone fare a meno. Era a suo agio in macchina, era a suo agio tra le mie braccia mentre varcavamo l’entrata della palestra scolastica.

<< Chiunque abbia organizzato tutto ciò, lo ha fatto in modo eccellente. >> Sorrido e accarezzo la schiena di Bella. Ha ragione, è tutto molto bello. Mentre l’aiuto a sfilarsi il cappottino, ci avviciniamo a un lungo tavolo dove ci sono alcuni vecchi professori.

<< Nomi prego. >>

<< Edward Cullen, Isabella Swan.  >> La signora dai capelli rossicci e gli occhialino stile Harry Potter, ci squadra e infine cerca i nostri nomi sui grandi fogli con degli adesivi sopra. Quando li trova, li stacca e ce li porge.

<< Questa serata mi sembra ancora più strana di tutta la settimana appena trascorsa. >> Le circondo con un braccio le spalle e le chiedo perché. << Beh... sembra un film. Guarda, tutti a ballare, bere, chiacchierare... tutto armonioso. >> Ridacchio e l’accompagno al tavolo dove ci sono alcune sue amiche. Le saluto e chiedo se vogliono da bere: solo Bella mi dice di sì. Mi allontano ma vengo fermato da Jake ai bordi della pista da ballo.

<< Ehi. Permettimi di dirti che ancora non ci credo. >> Rido alzando il volto verso l’imponente soffitto.

<< Solo a te? A me sembra ancora tutto un sogno. Mi sembra ieri quando avevo urlato in faccia a mio fratello che non ci sarei venuto perché non avevo voglia di fare figuracce. >> Scuoto il capo sorridendo. Emmett ha avuto molta pazienza con me. Ha voluto a tutti i costi che venissi e ora non posso che essergli riconoscente. Se non lo avessi ascoltato... no, non voglio pensarci.

<< Beh a quanto pare ti è andata molto bene. Ne sono felice. E poi, ora sei anche vestito in modo decente. >> Lo trucido con uno sguardo mentre scoppia a ridere.

<< Guarda che non è divertente. Ero vestito bene anche sei anni fa. >> Ancora scosso dalle risate, scuote il capo e s’inceppa con le parole. Dopo qualche tentativo prende aria e ripete – forse per la millesima volta – quello che voleva dire.

<< Ho detto che proprio ieri – mentre ero con Ben e Seth – a casa di mio padre, ho trovato un vecchio album fotografico e c’era anche qualche foto del ballo. Assurdo, oltre a essere giovani eravamo anche mal vestiti. E il bello è che poi ci eravamo anche chiesti perché non eravamo riusciti a rimorchiare! >> Sgrano gli occhi e rabbrividisco quando ripenso a cosa o meglio a chi era riuscito io a rimorchiare quella sera. Un incubo! Ridacchio e gli appoggio una mano sulla spalla.

<< In questi sei anni ce ne sono successe tante ma vedere che infondo siamo sempre noi... mi fa piacere. >> Lui annuisce con il suo sorriso contagioso.

<< E’ vero... alla fine in sei anni non sei cambiato molto: rimani sempre il solito fobico e iper paranoico. >> Schiudo la bocca indignato.

<< Beh non è che perché hai messo qualche muscolo tu sia diventato più... più... meno... >> Lui scoppia ridere.

<< Per, diviso... vuoi aggiungere anche la percentuale e la radice quadrata al calcolo? >> Sbuffo ridendo e alzando gli occhi al cielo.

<< Effettivamente sei sempre uguale, solo con qualche muscolo in più. >> Lui alza un sopracciglio.

<< Non è vero, sono ancora più simpatico, più affascinante e più alto. E poi sono fidanzato... guarda che è un traguardo per me. Angela è fantastica e mi sopporta anche quando faccio il bambino. >> Gli sorrido.

<< In pratica è da fare Santa. >> Annuisce divertito.

<< Senti... che cosa succederà dopo questa sera? >>

<< Ottima domanda, ce lo stavamo chiedendo anche io e Seth. >> S’intromette Ben.

<< Precisamente ce lo siamo chiesti da quando hai varcato la porta con la Dea. >> Mi volto e incontro gli occhi sereni e curiosi di Ben e Seth.

<< Evviva, il quartetto è riunito! >> Esulto sarcasticamente – evitando la domanda – facendomi guardare male da tutti loro e mi passo una mano tra i capelli. Sospiro. << Beh... non lo so. Stiamo insieme e io non abito chissà dove. Ci vedremo, ci sentiremo... non è un problema. >> Seth ride e mi si avvicina dandomi una pacca sulla spalla. Lo guardo stranito e lui mi fa l’occhiolino.

<< Ci hai dato dentro, eh? >> Sgrano gli occhi facendoli ridere, guardo male Jake che subito cerca di discolparsi. << Guarda che non lo sapevo... l’ho capito da come parli. >> Socchiudo le palpebre.

<< Perché come parlo? >> Chiedo quasi spaventato. Alza le spalle.

<< Beh ne parli serenamente. Non hai timore di un suo rifiuto o della lontananza. Sei sicuro. E il contatto fisico tra voi è anche essenziale, quello l’ho notato subito. >> Alzo un sopracciglio.

<< Non sapevo che alla fine avessi scelto psicologia: come identificare i movimenti altrui, più comunemente conosciuto come “farsi i cazzi degli altri tramite i movimenti”. >> Scoppio a ridere facendo rimanere allibito il povero Seth, non m’interessa... la mia battuta mi è piaciuta!

<< Se è vero che avete fatto... fichi fichi, vuol dire che sa del suo soprannome. >> Annuisco a Ben, automaticamente mi si fanno più vicini.

<< Mi sento placcato. >> Sorridono e mi “chiedono” di raccontagli qualcosa. << Lo farei anche, ma dieci minuti fa ho chiesto alla mia Dea se voleva da bere. >> Loro alzano gli occhi al cielo e mi puntano un dito contro.

<< Noi ti controlliamo. >> << Il discorso non è finito qui. >> Alzo un sopracciglio mentre Jake e Ben si fanno sempre più... scemi e incontro lo sguardo di Seth che con due dita segna i suoi occhi per poi puntarli su di me, come per dirmi: “Ti teniamo d’occhio”.

<< Voi siete tutti pazzi. >> Ridono e mi allontano avvicinandomi al bancone dei drink.

Sono indeciso se farmi fare un cocktail non troppo alcolico dal barista che mi sta guardando sperando in una mia parola o se prendere del punch.

<< Un “Coca-Malibù” sarà perfetto. >> Mi volto incontrando il viso di Christopher.

<< Come scusa? >> Mi sorride.

<< Per Bella. Andrà bene il cocktail che ti ho detto. Le piace e non è troppo alcolico. >> Devo credergli? Sospiro e ordino – con un po’ di diffidenza – quello. << Sei riuscito nel tuo intento. >> Afferro il bicchiere e mi volto nuovamente verso di lui. Perché vuole fare conversazione?

<< Sarebbe? >> Lui scrolla le spalle.

<< Non sono mai stato stupido. Bella ti è sempre piaciuta e ora... ora sei qui con lei. Non ti voglio fare ramanzine o cose varie; sono sicuro che per lei provi veramente qualcosa – o almeno lo spero – e no, non lo dico perché provo io qualcosa per lei, perché non è così. Sì ci tengo, è stata molto importante per me ma non ti sto parlando per un doppio fine. >> Involontariamente, corrugo le labbra.

<< E allora perché mi stai parlando? >> Si muove agitato sul posto.

<< Non lo so. È solo che non l’ho mai vista così. Tu – forse – non te ne rendi conto ma lei ci tiene. Non ho mai visto una luce così accesa nei suoi occhi. >>

<< Mi stai dando il tuo consenso? >> Sbuffa.

<< No. Non hai bisogno di un bel nulla da me. Solo che ho ritenuto opportuno parlarti. Per tutta la settimana me ne sono stato lontano e ho guardato ma per quanto mi sia sembrato strano vedervi parlare o comunque stare vicini, tenervi per mano beh... ho preferito stare in allerta. >> Non riesco a capire.

<< Perché? >> Domanda lecita da parte mia, no?

<< Perché ha già sofferto troppo a causa mia. >> Annuisco.

<< Beh avresti dovuto pensarci prima. >> Annuisce.

<< E’ vero. Ma ora io sono sposato e tra poco mia moglie partorirà. Le cose non mi sono andate male. Sono felice. Voglio che lo sia anche lei. Non so se con te lo sarà ma... ma lo spero. >> Posso ammettere, almeno a me stesso, che sapere che per lui tutto ciò va bene mi fa piacere? È ridicolo, me ne rendo conto, eppure è così. Per quanto io non lo abbia mai sopportato, devo ammettere che ora è sicuramente cambiato, maturato, cresciuto in questi anni e che io non posso avercela con lui per delle cose che sono accadute tanto tempo fa. Annuisco e gli do due pacche sulle spalle per poi allontanarmi.

<< Scusa se ci ho messo tanto. >> Bella mi sorride e afferra il bicchiere.

<< Non preoccuparti. Ho visto che sei stato fermato. >> Mi posa un lieve bacio sulle labbra e mi sorride nuovamente. << Lei è Brooke... non c’è mai stata una presentazione ufficiale e ci tenevo farla. Lui è Julian, il suo fidanzato. Mentre loro... beh li conosci. >> Saluto tutti e mi presento.

<< Che sia chiaro, trattala bene. >> Sorrido a Brooke e annuisco.

<< E’ in buone mani. >>

<< Oh sì Dea, non preoccuparti. Eddino fa sempre le cose per bene. >> Quasi spaventato, mi volto incontrando i faccioni dei miei amici. Vogliono essere presentati. Bella ridacchia e si alza per conoscerli. Io faccio altrettanto anche se un po’ scioccato.

<< Uhm... loro sono Ben, Seth e Jake. Ti ho parlato di loro. >> Bella annuisce e stringe le loro mani.

<< Quindi voi sapete il mio soprannome. >> I miei amici ridono e Jake le porge nuovamente la mano.

<< Piacere, l’ideatore del tuo nickname! >> Lei ride e gliela stringe facendomi alzare gli occhi al cielo. Perché Jake deve sempre farsi riconoscere?

<< Pensavo che l’idea fosse di Edward. >> Afferrando altre sedie, ci sediamo tutti al tavolo e rispondo alla “domanda” di Tanya.

<< Effettivamente lo è... ma io la definivo in quel modo mentre lui poi ha iniziato proprio a chiamarla così. E ovviamente si è preso tutto il merito. >> Lui ride.

<< Vuoi che ti paghi i diritti d’autore? >> Scuoto il capo ridendo.

 

<< Ti va di ballare? >> Le porgo la mano che lei prontamente stringe. Abbandoniamo il tavolo per andare in pista. La stringo a me e m’immergo nei suoi profumati capelli. << Sei davvero bellissima con questo vestito addosso. >> Allaccia le mani dietro il mio collo e io faccio accostare maggiormente i nostri corpi.

<< Grazie. Comunque mi piace molto come si posa il nero su di te. >> Sorrido

<< Allora d’ora in poi solo maglie nere. >> Lei ride e mi posa un bacio sulla mascella. Rabbrividisco ma cerco di non darlo a vedere.

<< Grazie per avermi fatto entrare ancora di più nel tuo mondo. >> Mi sorride dolcemente.

<< Dovrei dire la stessa cosa a te. Voglio che sia chiaro: io non so che cos’accadrà d’ora in avanti ma non voglio perderti. Non voglio essere una che scappa. >> La presa sulla sua vita, si rafforza leggermente.

<< Io non voglio che scappi. >> Annuisce.

<< Bene. Perché non ho intenzione di farlo. Non lasciarmi andare, perché voglio aprire un nuovo capitolo della mia vita con te. >> Il mio cuore si gonfia di amore e felicità. Le poso un bacio sulla fronte ma mai come in questo momento vorrei dirle che l’amo, ma non posso. Non ho idea di come la prenderebbe per cui, per qualche secondo ci dondoliamo a passo di musica. Sono sereno – anche se indeciso –, averla tra le mie braccia, saperla mia... mi aiuta, mi fa stare bene.

<< Ho visto che hai parlato con Christopher. >> Annuisco ancora un po’ perso nei miei pensieri.

<< Sì, mi ha detto di comportarmi bene con te. >> Lei ridacchia e alza il viso portandolo alla mia stessa altezza.

<< Sai, è così strano vedere tutti che ti “minacciano”. Io sono tranquilla, so che andrà tutto bene... non capisco la loro preoccupazione. >> Sorrido.

<< Siamo in due. >> Ridacchiamo. << Non sapevo che il compagno di Tanya fosse Pitt. >> Lei porta il suo sguardo sui due interessati e faccio altrettanto.

<< Io l’ho saputo oggi, me lo ha detto Brooke mentre mi preparavo. Se ho capito bene, lei lo ha invitato dopo che ha parlato con me. Ho fatto da cupido. >> Sorrido e faccio accostare le nostre fronti mentre mi perdo nei suoi occhi.

<< Da cupido? Non so perché ma non riesco a immaginarti con un pannolone, un arco e le frecce. >> Lei ride e nasconde il volto tra la mia spalla e il collo.

<< Pensi che perderei punti in fatto di sensualità? >> Ci penso qualche attimo.

 << Magari un po’. >> Lei ride e mi schiaffeggia il braccio facendomi divertire maggiormente. << Ho casa libera stasera. Pensi, vuoi... cioè... >> Le catturo le labbra per azzittirla; si lascia andare stringendosi di più a me. Le nostre labbra si muovono insieme lentamente, non approfondiamo il bacio, ci beiamo delle labbra altrui. << Mmmh, spero di reggere per tutta la sera. >> Sorrido e poso le labbra sulla sua fronte.

<< Non mi tentare Bella e arriveremo a casa senza andare a fuoco. >> Alzando il viso si morde il labbro inferiore.

<< Non ti prometto niente. >>

 

<< Tutta intera? >> Ridendo annuisce e l’abbraccio da dietro.

<< Non lo avrei mai detto ma devo ringraziare il preside per aver fermato la musica. >> Ridacchio e accosto le mie labbra al suo orecchio.

<< Scusa, non ricordavo di avere un fratello ballerino. >> Lei ride e stringe di più le mie mani sul suo ventre.

<< Beh però mi sono divertita. Anche Jasper balla bene. >> Annuisco sorridendo e porto i miei occhi sul palchetto su cui si trova il preside.

<< Bene. Non verrà incoronato nessuno, non ho intenzione di annoiarvi o cos’altro ma... volevo dirvi Grazie. Grazie per aver accettato questa... follia. So che molti hanno dovuto prendere una settimana di aspettativa, di ferie, di mutua. Beh grazie perché è stato bello avervi qui e vedere quanto siete cresciuti, quanto alla fine tenete ancora ai vostri vecchi amici e al liceo. Buona serata ragazzi, vi lascio tornare alle vostre vite. >> Un applauso si diffonde nella palestra. Domani finirà tutto, niente scuola, si torna al lavoro... cazzo. Il lavoro! Bella si volta verso di me e mi accarezza una guancia.

<< Che cos’hai? >> Sospiro sorridendo, non pensavo che potesse capire subito che avevo qualcosa che non andava.

<< In realtà niente, e che mi ero dimenticato che domani dovrò tornare a lavoro. >> Lei mi sorride.

<< Non possiamo rimanere adolescenti per sempre. >> Corrugo le labbra.

<< Hai ragione. Però magari rimando tutto nel pomeriggio... o magari direttamente martedì. Domani a pranzo saremo dai miei... rimandare di un giorno non farà male, no? >> Lei ride e porta le sue braccia dietro al mio collo.

<< Non lo so, il tuo capo che cosa dirà? >> Ghigno.

<< Beh nulla, sono io il mio capo. >> Lei mi fa un buffetto sulla guancia e torna ad appoggiare la schiena al mio petto.

<< E allora non lamentarti! >> Ridendo ci allontaniamo dalla pista da ballo per vedere che cosa combinano gli altri.

 

<< Oh mio Dio, sono sfinita. Voglio solo togliermi le scarpe! >> Rido e mi chiudo alle spalle la porta di casa sua.

<< Ti ho già detto scusa al posto di mio fratello, vero? >> Lei annuisce e scompare nella sua stanza con ancora il cappotto addosso. Mi sfilo la giacca e la raggiungo. Mi fermo a occhi sgranati sulla porta.

 << Sei... sei una Venere. >> Lei mi sorride maliziosamente.

<< No, una Dea. >> Sorrido ma non so che cosa fare. Il mio cervello si è staccato dal corpo e il cuore ha deciso di riprendere gli straordinari. Vedendomi un po’ “bloccato”, lentamente, si alza e mi si avvicina con passo sensuale. I miei occhi non si staccano dal suo corpo. Indossa un reggiseno senza spalline, un paio di perizoma (?), delle autoreggenti e i tacchi. Sono... senza parole.

<< Ho paura che tra poco inizierò a sbavare. >> Sorridendo mi prende per la cravatta e mi tira verso di lei mordendosi il labbro inferiore.

<< Voglio solo farti una domanda. >> Annuisco rapito da lei. << Non vuoi tirarti nuovamente indietro, vero? >> La guardo negli occhi con un’espressione seria.

<< No. Non mi fermerò finché non vorrai tu. >> Lei mi sorride.

<< Oh, allora avremo una notte molto lunga. >> Deglutisco rumorosamente e l’afferro per i fianchi avvicinandola a me. Non parlo, la guardo negli occhi e mi abbasso per baciarle la mascella e scendere sul collo. I suoi lievi sospiri mi fanno eccitare – come se già non lo fossi – vederla così presa dai miei baci, dalle mie carezze... mmmh mi fa sentire uomo. Le mie mani scendono sulle sue curve... brasiliane. Sospiro e le accarezzo il sedere facendola gemere. Non le tolgo le calze, non le sfilo le scarpe... mi libero solo del reggiseno mentre anche lei mi denuda con frenesia e bramosia. Sentire le sue labbra sul mio corpo, le sue mani che mi sfiorano facendomi rabbrividire, sentire la sua voce roca e emozionata per via del momento, mi fa andare ancora più in estasi. Mentre mi unisco a lei, stringo le sue cosce e percepire il tessuto delle autoreggenti mi eccita maggiormente. Non è sesso, non stiamo avendo un attimo puramente animale ma farlo così, lei vestita in questo modo, in questa posizione comoda ma non abituale... beh mi fa sragionare. << Oddio. Edward. Edward. Edward. >> Sentirla così abbandonata, così presa dal piacere, mi fa cedere e dei gemiti mi scappano. Una sua mano cerca la mia e la intreccia facendomi avvicinare maggiormente al suo corpo. << Gemi, gemi ancora Edward. >> E lo faccio, non riuscendo a resistere al suo volere. Come oramai si sa, sono uno che si fa molte paranoie, mi è stato un po’ complicato lasciarmi andare – non nell’atto fisico – ma bensì nel farmi travolgere come sto facendo in questo momento. Gemere, ansimare, sospirare profondamente... me lo sono in qualche modo sempre proibito. Come se potesse dare fastidio, come se potesse imbarazzare me o la compagna di turno ma ora no. Lei lo vuole, io anche. Come posso rifiutarmi? Non posso.

 

<< Mmmh, il letto sa di noi. >> Inspiro chiudendo gli occhi e mi stendo ancora più comodamente. Non la guardo mentre si spoglia, probabilmente le risalterei addosso ma sento i suoi movimenti, percepisco il rumore delle autoreggenti che sfregano leggermente sulla pelle mentre vengono sfilate, ho sentito il rumore delle scarpe sul pavimento. Il letto si piega maggiormente e il suo corpo si accosta di lato al mio.

<< Mi piace che sappia di noi. >> Annuisco sorridendo.

<< Abbiamo distrutto il letto. >> Ridacchio e alzo le palpebre per vedere la situazione. Sorrido. I miei occhi si posano sulla sveglia sul suo comodino. Sono le quattro. Non possiamo rifare il bis. Non credo che sarebbe una bella idea arrivare a casa dei miei genitori con le occhiaie.

<< Odio rimetterlo a posto. >> Mi tiro un po’ su appoggiandomi sui gomiti e la osservo mentre cerca di prendere il verso giusto del lenzuolo, non posso non sorridere ripensando a tutto quello accaduto proprio in questo letto e il perché le lenzuola sono state letteralmente buttate via. Sospirando appoggia il lenzuolo su di noi e cerca di afferrare l’altra coperta ma l’afferro e la faccio sdraiare avventandomi su di lei. Ridiamo e le poso qualche bacio alla base del collo e dietro l’orecchio. Lei inarca la schiena e porta una sua gamba sui miei fianchi. All’orecchio le bisbiglio:

<< Insaziabile. >> La sento arrossire e ridacchiare. Appoggio il capo sul suo cuore mentre lei prende ad accarezzarmi i capelli; siamo stretti l’uno all’altro – io sono praticamente su di lei – e mi sta venendo sonno. Cavolo, adoro le sue carezze. Le poso un bacio sul cuore e chiude le palpebre.

<< Dormi tesoro. > Percepisco le sue labbra sulla mia fronte mentre vengo preso dal sonno. Il mio cuore è leggero, io sono tranquillo. Felice. Soddisfatto – e non solo perché mi ha chiamato tesoro ma perché lei è con me. Prova qualcosa per me, lei, la mia fidanzata.

 

Bella pov.

Ho lasciato la porta socchiusa, vorrei esserci quando si sveglierà. Sono le dieci e posso dire di non essere mai stata meglio. Sono in cucina che preparo la colazione con indosso la sua camicia.

<< Quella camicia la conosco. >> Alzo lo sguardo sgranando gli occhi quando mi trovo Tanya – fin troppo spettinata – ancora vestita come ieri sera.

<< Non dovresti essere a lavoro? >> Aggrotta la fronte.

<< Tu non dovresti essere nel letto con il bellimbusto? >> Sorrido e guardo bene dietro di lei. << No, Pitt è andato a lavoro. Quindi non c’è. Vado a farmi la doccia e poi a dormire. Non fate troppo rumore per favore. >> Sorrido e non dico nulla. Ho quasi paura a sapere che cosa sia successo stanotte tra di loro. La vedo affacciarsi dalla porta e la guardo curiosa. Mi fa l’occhiolino. << Stasera poi ti racconto tutto. >> Le sorrido e la guardo sparire. Ci capiamo al volo.

Entro in camera con un vassoio con sopra del bacon, dei pancake e delle uova; spero gli piacciano.

Stando attenta, salgo sul letto con tutto il vassoio, lo sento muoversi quindi faccio una smorfia cercando di fare tutto il più delicatamente possibile. Appoggio il vassoio e mi volto verso di lui. Ha gli occhi aperti e sta sorridendo.

<< Sei tornata. >> Abbasso lo sguardo e sorrido.

<< Non pensavo ti fossi reso conto che mi fossi alzata. >> Si mette a sedere e si passa una mano tra i capelli. Accosta i nostri visi e mi posa un bacio a labbra chiuse senza chiudere gli occhi.

<< Ho sentito che parlavi con Tanya, o meglio ho sentito i suoi tacchi. >> Annuisco sovrappensiero. << Mi hai preparato la colazione? >> Sorridendo gli poso un bacio sulla guancia.

<< Sì. Sono brava come cuoca. >> I suoi occhi si spalancano un po’.

<< Davvero? Io sono un gran mangione. >> Si volta facendo incontrare nuovamente le nostre labbra e afferra una forchetta iniziando a mangiare. Ridiamo e parliamo con tranquillità. Dopo circa cinque minuti che si gratta una guancia, gli fermo una mano.

<< Che hai? >> Lui sbuffa.

<< Sta crescendo la barba e mi prude. >> Sorrido.

<< E c’è bisogno di grattarsi come i cani? >> Lui ride.

<< Lo sai che me lo ha sempre detto anche mia sorella? >> Ridiamo e mi metto cavalcioni su di lui. Osservo la guancia arrossata e ci passo una carezza sopra.

<< Effettivamente pungi. Ti da tanto fastidio? >> Lui scrolla le spalle, allora sorridendo malignamente, gli mordo la guancia facendolo stupire. Inutile dire che la mia punizione furono tanto solletico e tanti baci.

 

Mi aggiusto i capelli e prendo l’ennesimo respiro per calmarmi. Sono le undici e mezza... e siamo di fronte a villa Cullen. Sono agitata. << Ma Tanya era in casa? >> E’ da quando siamo usciti dal mio appartamento che il povero Edward cerca di distrarmi, purtroppo con scarsi risultati. Non dovrei essere così, cioè... conosco già la sua famiglia, ci ho anche fatto colazione assieme eppure un po’ di ansia c’è. So che in realtà sono messa così male perché devo conoscere i cugini di Edward. Garrett è stato simpatico ma sapere che la moglie potrebbe essere una di quelle con la puzza sotto il naso mi blocca. Mi fa pensare anche troppo prima di agire.

<< Sì. Solo che dormiva. >> Il tono della mia voce è teso e ho gli occhi incollati alla porta.

<< Non voglio sapere i particolari. >> Contro ogni mia previsione, scoppio a ridere mentre mi abbraccia da dietro. << Ora suonerò a questo campanello. Qualcuno verrà ad aprirci e poi entreremo. Andrà tutto bene, ok? >> Fremo e cerco di non far uscire nessun verso strozzato dalla mia bocca.

<< Sono... sono agi agi... agitata. >> Sospiro reclinando indietro la testa. Cavolo, non può prendere a baciarmi il collo! Non in questo momento! Non mi rendo nemmeno conto che la porta si apre e che Edward ha suonato il campanello. Siamo ancora abbracciati ma non mi sta più coccolando. Bene, adesso l’unico problema è rimanere lucidi di fronte a sua madre che ci sta sorridendo allegra.

<< Ragazzi entrate e fatevi abbracciare. >> Facciamo come ci dice, e rimango nuovamente stupita nel sentirmi veramente a mio agio in quell’abbraccio spontaneo, famigliare. Raggiungiamo gli altri in salone mentre Esme ci chiede come abbiamo passato la serata e se ci siamo divertiti. È sempre gentile, sempre in ordine e soprattutto cordiale. È facile parlare con lei, è una donna che ti fa sentire bene, perché ti ascolta e cerca sempre di capirti.

<< Bella, se permetti, mi prendo la briga di presentarti mia nipote Kate. Non farci caso, sembra un po’ fredda ma è tutta una maschera. >> Sorrido a Carlisle che mi circonda le spalle con un braccio.

<< Zio! Così mi togli tutto il divertimento nello spaventarla. >> Ci sorridiamo mentre gli altri ridacchiano. Le stringo la mano divertita.

<< Non è facile mettermi i piedi in testa. >> Mi guarda soddisfatta e mi sorride calorosamente. Dopo aver salutato tutti e aver fatto due chiacchiere, vedo apparire dalle scale la piccola Irina.

<< Ehi piccola peste! >> Lei ride e corre per poi essere presa in braccio da Edward che l’aveva chiamata.

<< Sei arrivato! Ciao Bella, è bello rivederti. >> Le sorrido e le accarezzo una guancia; quando vedo Esme dirigersi verso la cucina, faccio un gesto a Edward – come per dirgli che la raggiungo – e annuisce.

<< Se vuoi ti do una mano. >> Esme alza lo sguardo e mi sorride.

<< Non sentirti obbligata, sei un ospite. >> L’affianco e prendo a tagliare la cipolla.

<< Mi piace cucinare. Non è un problema. >> Sorridendomi mi spiega che cosa deve finire di preparare e tra una chiacchiera e l’altra cuciniamo, poco dopo veniamo raggiunte anche dalle altre donne di casa e la cucina in poco tempo si riempie di risate per via delle cose strane che abbiamo visto ieri sera al ballo.

<< A tavola. >> In fretta gli uomini ci raggiungono, io continuo ad aiutare Esme senza rendermi conto che Edward mi sta fissando.

<< Wow, sei una vera donnina di casa con questo grembiulino. Però non vorrei finire avvelenato. >> Sorrido schiaffeggiandogli un braccio, ride e cerca di baciarmi la fronte ma fintamente offesa svio i suoi attacchi, causando le risate di Emmett.

<< E’ davvero tutto ottimo, Esme. >> Lei mi sorride e ringrazia.

<< Bella, che lavoro fai? >> Appoggio il bicchiere sul tavolo e tranquillamente spiego a Kate che lavoro per una rivista di moda.

<< Davvero? Oddio quale? >> Sorrido vedendo gli occhi a cuoricino di Alice.

<< “Composure”. Ho avuto fortuna a essere assunta, ammetto che non è il mio “sogno” lavorare in una rivista simile, però non mi lamento. >>

<< E’ anche una scrittrice. >> Scocco un’occhiata ammonitrice a Edward, non mi vergogno del mio lavoro – anzi – ma ho conosciuto anche fin troppe persone che non sanno apprezzare veramente il mio vero lavoro.

<< Wow. Che tipo di libri scrivi? >> La domanda l’ha fatta Rosalie.

 << Per bambini. >> I suoi occhi si sgranano.

<< Che bello. Dico sul serio, conta che io amo i bambini e che non vedo l’ora di averne qualcuno per potergli raccontare delle storie... quindi, puoi capire come apprezzo il tuo lavoro. >> Sorrido con il cuore più leggero. Le sorrido grata. << Non hai mai pensato di scrivere altri tipi di racconti? >> Annuisco.

<< Veramente sì. Ne ho uno concluso... è un fantasy – vampiri per l’esattezza – ma la storia è una d’amore. >> Gli occhi delle ragazze si fanno sempre più curiosi e intravedo Edward sorridere. Persino Kate è curiosa e in poco tempo – mentre aspettiamo il caffè – ne parlo un po’ e rimango sorpresa di quanto trovino la storia avvincente e originale.

<< Hai anche in mente un titolo? >>

<< Purtroppo no, Rose. Però non so nemmeno se mandarlo. È da qualche mese concluso sul mio portatile. >> Le ragazze ci pensano un po’ mentre io mi perdo ad ascoltare i discorsi degli uomini, è bello vederli sereni e scherzosi. Persino Carlisle fa molte battute, ora che ci faccio caso, direi che Emmett ha proprio preso da lui il suo lato ironico e simpatico.

<< Dovresti mandarlo, alla fine se non lo fai, finiresti per pentirtene. >> Mi volto verso Kate senza capire, cioè capisco ma cerco di non darlo a vedere. Anche Tanya me lo ha detto più volte... e lei il libro lo ha letto.

<< Pensaci. >> Mi fa l’occhiolino e inizia a parlare di shopping mentre sorseggia il suo caffè.

 

<< E’ bello sentirti ridere. >> Siamo sul divano di casa Cullen, che parliamo e scherziamo tutti assieme mentre la piccola Irina fa il suo pisolino pomeridiano. Sono appoggiata a Edward che mi circonda le spalle con un braccio. Mi volto verso di lui e gli poso un leggero bacio sulle labbra – sperando che nessuno ci abbia visto, speranza vana.

<< Che bellini! Mi ricordate molto me ed Emmett ai primi tempi che ci frequentavamo. Solo che voi siete più coccole e meno urla. >> Ridacchio arrossendo a quella constatazione di Rosalie.

<< Rosuccia mia, ma che dici? Noi non litighiamo mai! >> Rose alza gli occhi al cielo facendomi sorridere. Deve essere un po’ difficile gestire il continuo buon umore di Emmett. So che alla fine è un uomo con un carattere forte e buono ma è molto socievole e cerca sempre di far vedere il lato più scherzoso di sé. Edward guarda l’orologio, lo sento sospirare. È ora di andare.

<< Scusateci, ma è meglio se andiamo. Alice la mia roba è pronta? >> Alice annuisce e gli indica il trolley vicino alle scale. Guardando quella valigia, il mio respiro si mozza. Lo so, è una cosa insensata ma... è davvero finita quest’avventura. Ora lui tornerà a Seattle e non ho nemmeno idea di quando ci rivedremo. Lui domani tornerà a lavorare. Io anche. Devo assolutamente far vedere l’articolo che ho scritto questa settimana ma... non voglio dividermi da lui. Egoistico da parte mia.

Salutiamo tutti con baci e abbracci, Esme e Carlisle ci accompagnano alla porta. << Mi raccomanda Bellina, non ce lo sciupare! >> Arrossisco alle parole di Emmett mentre Rosalie e Edward lo ammoniscono facendo aumentare il suo divertimento. È proprio sadico! Esme mi riabbraccia e io mi beo ancora di questo contatto.

<< Grazie di tutto, sono stata davvero bene. >> Lei si allontana sorridendomi dolcemente.

<< Per me sei già parte della famiglia Bella. >> Sento i miei occhi farsi lucidi.

<< Concordo in pieno con mia moglie. >> Non posso che riabbracciare entrambi ringraziandoli. Edward mi strappa letteralmente dalle loro braccia mettendo un tenero broncio che ci fa ridere.

<< Bella ti avviso, Edward vuole molte coccole. Ne richiede davvero tante... >> Il diretto interessato, grugnisce passandosi una mano tra i capelli lamentandosi della confessione di sua madre. Con un altro “Grazie”, riusciamo finalmente a uscire da casa. Con lo stomaco pieno e l’animo più leggero, mi accosto al suo fianco.

<< Sono stata davvero bene.  >> Annuisce baciandomi i capelli.

Lo osservo mentre in silenzio mette il trolley nel bagagliaio e sale in macchina, lo raggiungo e sto anch’io in silenzio. Sta pensando, lo capisco dalle sue sopracciglia. Non lo interrompo e cerco di rilassarmi ascoltando la musica.

<< Perché sei agitata? >> Ha appena spento l’auto sotto casa mia. Mi volto verso di lui dopo aver slacciato la cintura.

<< Non sono agitata, è che so già che soffrirò la tua mancanza. >> Si morde il labbro inferiore e capisco dal luccichio dei suoi occhi che ha in mente qualcosa; sorrido. << Spara. >> Ridacchia.

<< Hai detto che domani mattina dovresti andare a Seattle. >> Annuisco.

<< Sì, devo anch’io lavorare. >> Il mio tono è ironico ma sincero; sorride.

<< Bene. E... e se dormissi da me? >> Sento chiaramente un sorriso farsi largo sulle mie labbra, lo abbraccio stretto e poi gli chiedo – almeno tre volte – se n’è davvero convinto. Ridendo e senza lamentarsi, mi dice “Sì” e entusiasti saliamo per riempire una piccola borsa per me.

La casa è silenziosa, per cui lascio un biglietto a Tanya e Pitt e corro in camera a prendere la roba che mi serve. Cerco di fare il prima possibile e lo trovo in cucina mentre legge il giornale.

<< Hai preso tutto? >> Gli sorrido e afferro la sua mano.

<< Ora sì. >>

 

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

Prima di dire qualsiasi cosa, questo è il vestito di Bella con la limo -> http://www.polyvore.com/lapels_surprises/set?id=16928920 volevo metterlo nelle note del precedente capitolo, ma me ne ero dimenticata xD Dovrebbero esserci un paio di errori, vi chiedo subito scusa!

Allora, che ne pensate? Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Nessun “ti amo” ma comunque la loro relazione procede. Il ballo è andato bene, ora Jake e gli altri conoscono Bella. Hanno parlato e scherzato, la stessa cosa vale per Jazz e Rose. Bella ha pranzato con la famiglia di Edward. Ha conosciuto Kate. Pensavate di peggio? Bella ha scritto un libro... tenete tutto in mente ;) Christopher ha parlato a Edward, non che servisse ma volevo comunque – io – lasciare – a voi – un’altra “visuale” dei mille perché di Christopher... d’altronde non vi stava simpatico, ora non lo so xD posso dire una cosa? (ovvio, direte voi) Adoro Jake xD non so perché, eppure entrare nella sua testa mi è facile e mi diverto... non ci posso fare nulla! Il discorso importante che avevo accennato nelle note sopra, è il fatto dello “scappare, non scappare” e del “apriamo un nuovo capitolo della nostra vita, insieme” sinceramente sono cose importanti e sono quasi come un “ti amo”... cercate di mettervi nei loro panni, si conoscono da una settimana, possono amarsi... ma dirlo è un’altra cosa... credo. Penso di aver detto tutto... spero che il capitolo vi sia piaciuto, a martedì prossimo con il penultimo capitolo ;) JessikinaCullen.

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Capitolo 13
*** Insieme si può tutto ***


Wow, stento a crederci ma siamo all’ultimo capitolo, il prossimo è l’epilogo. Grazie a questa storia ho conosciuto persone fantastiche, mi avete sempre riempita di complimenti e siamo riusciti a venirci incontro quando qualcosa non andava bene. Grazie a tutti. Mi siete stati vicini – sempre – in qualunque occasione e avete accettato di buon grado questa storia un po’ “strana”. Nel prossimo capitolo, scriverò di tutto e di più e sono sicura che qualche lacrima mi scapperà. Ora cerco di trattenermi perché non mi sembra il caso. Allora... domani esce Eclipse, andrò a vederlo di sera e già non vedo l’ora. Sono almeno due settimane che evito di guardare qualsiasi tipo di spoiler. È stato difficile, ma ce l’ho fatta. Riguardo a questo capitolo, potrei dire molte cose ma non lo faccio. Ne parlerò nelle note finali :) buona lettura.

 

Recensioni capitolo 12.

Love_vampire: ammetto che sto faticando un po’ a trovare le parole per risponderti ^^ lo so, non sono normale... il punto è che sono un po’ shoccata perché – come sempre – mi hai riempita di complimenti e io sono un po’ agitata per il capitolo che devi metterti a leggere. Come ho detto nelle note sopra, questo è l’ultimo capitolo, il prossimo è l’epilogo. Mi spiace ma essendo una perfida doc, non posso anticiparti nulla U_U spero che il capitolo ti piaccia, un bacione e grazie di tutto.

Shona: Shiii puoi spupazzare me quanto vuoi hahaha; eh sì, purtroppo questa storia è praticamente arrivata alla fine. Il prossimo capitolo è l’epilogo. Sai, io devo tanto a questa storia, anche perché grazie a lei noi ci siamo avvicinate tanto, e non posso che esserne felice :D  ti voglio bene tesoro e grazie per farmi morire – dalle risate, ovvio – con ogni tua recensione ^^ sei unica, ti voglio bene e grazie per tutti i complimenti!!

LAZIONELCUORE: ciao! Oddio grazie :D spero ti possa piacere anche questo ;) buona lettura!

Alexia__18: io reputo il “ti amo” una cosa fin troppo importante e poi importa che Edward fosse praticamente certo dei suoi sentimenti xD sono contenta che concordi con me. Grazie per i complimenti. E mi fa veramente piacere sapere che dopo la bella di – oramai – tredici capitoli, la storia ti piaccia ancora. Un bacione, e grazie.

Vanderbit: da dove iniziare? Per Travolgimi prenditi tutto il tempo che ti serve, anche quella viene aggiornata una volta a settimana, e spero possa piacerti. Per quanto riguarda Chris, è stata una cosa che volevo mettere per chiudere una cosa vecchia; il libro? Beh esce tutto in questo capitolo ;) spero che la mia idea ti piaccia. Grazie per i complimenti, buona lettura e grazie di tutto! P.S: questo è l’ultimo capitolo, il prossimo è l’epilogo sigh sigh.

Serve: se devo essere sincera, non so perché ho voluto far mettere “in mezzo” Christopher, so che è stata una scelta rischiosa, come hai detto tu, alla fine lui non c’entra più niente, soprattutto con Edward... però buh, mi era sembrata una cosa giusta. Inizialmente doveva solo suggerire il drink a Ed, poi buh, la situazione mi è scappata di mano, però tutto sommato sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto ^^ dico sul serio. Comunque sì, Bella nella sua vita è sempre scappata, soprattutto nelle sue vecchie relazioni e questo Edward l’ha capito, anche per quello non si è ancora buttato col “ti amo” e comunque si conoscono da troppo poco ;) ora ti lascio leggere il capitolo. Un bacione, spero ti piaccia.

Carilon: che cosa carina che hai detto *__* è vero, a volte basta guardarsi negli occhi per capirsi! Grazie per i complimenti, ne sono davvero molto felice. Ora ti lascio in pace facendoti leggere il capitolo. Un bacione!

Giova71: guarda, sei fortunata ;) tutte le tue domande avranno una risposta proprio in questo capitolo! Hahaha grazie per i complimenti, spero che ti piaccia anche questo capitolo. Un bacione e grazie di tutto.

RenEsmee_Carlie_Cullen: due genitori come loro esistono ;) te lo assicuro! Hahaha beh Emmett alla fine ha la sua età, e diciamo che non è proprio un bambinone ;) grazie per il sostegno :D mi fa piacere sapere che pensi queste cose. Un bacione e buona lettura!

Chi61: beh in realtà, se stai a vedere, questo è l’ultimo capitolo e il prossimo sarà l’epilogo xD però sì, comunque la metti, siamo alla fine. Sì, si saprà di Tanya e Pitt e anche di tutti gli altri. Anche perché la storia “riprende” da quattro mesi dopo ;) spero che ti piaccia. Grazie per essermi stata sempre accanto, grazie di cuore. Un bacione.

IsaMarie: ciao ^^ è un piacere conoscerti; sono contenta che questa – come le altre storie – ti piaccia. Beh questa storia io ho finito di scriverla mesi fa, fare un continuo non avrebbe senso e sinceramente non è facile rientrare nella testa dei personaggi e poi... beh penso che quando si arriva alla fine, sia inutile continuare ma grazie per l’idea – non sei stata l’unica a chiedermelo xD ti auguro buona lettura e grazie per la recensione, spero che il capitolo ti piaccia. Un bacio.

Lampra: eh sì, è un peccato ma continuarla non avrebbe senso xD sì, effettivamente i due hanno capito cosa provano e per quanto non si siano detti – in modo chiaro e tendo – quelle due magiche paroline, si è capito che alla fine il significato di tutte quelle frasi dolci è quello. Sono contenta che la storia , come l’ultimo capitolo, ti sia piaciuto. Ti auguro buona lettura e grazie di tutto :) un bacione.

Grepattz: guarda, non ti anticipo nulla... però no dai, ti dico che sul libro ci hai azzeccato ;) e sei anche stata la prima a prendere in considerazione quella opzione :) un bacione tesoro e grazie di tutto ^^

Amanecer: sul fatto dei parenti serpenti, condivido appieno. Sono contenta che la storia ti piaccia. Non anticipo nulla sulle decisioni della coppietta, ti lascio tutto scoprire con la lettura ;) un bacione! Spero ti piaccia.

Elisa1975: hahaha oddio adoro le tue minacce! Beh siamo all’ultimo capitolo, il prossimo è l’epilogo e posso dirti con tranquillità che in questo capitolo va tutto bene :D e spero proprio che t piaccia. Mi spiace ma devo proprio dirtelo, non posso continuarla xD però sono contenta che tu ne sia così affezionata :) mi fa davvero molto piacere. Ciao bella, un bacione!

Annalie: ti ringrazio. Penso che sia l’unico modo per farti capire quanto mi faccia piacere sapere che leggi la mia storia :D un bacione e ancora grazie.

Bella_kristen: mi scuso a proprio per la risposta sbrigativa ma sono un po’ di corsa xD non ti dico se il libro è Twilight, tutte le tue risposte arriveranno in questo capitolo ;) sono contenta che la storia e i personaggi ti piacciano. Volevo far vedere un nuovo Jake, una nuova Tanya e voi lettrici avete apprezzato :D non posso che esserne più felice. Grazie per tutti i complimenti, come avevo già detto, mi ero divertita assai a scrivere il capitolo precedente... questo è un po’ differente ma spero che comunque ti piaccia. Un bacione e ancora grazie di tutto!

Lulla Cullen Waldorf: spero che l’esame sia andato bene :D anzi, non so perché ma ne sono sicura. Grazie per aver comunque lasciato un tuo passaggio :D mi ha fatto davvero piacere. Ora ti lascio alle lettura e grazie per i complimenti. Un bacione ;)

Memycullen_93: beh questo capitolo inizia quattro mesi dopo il ballo :D quindi alcune cose sono “diverse” ma verranno spiegate ;) (eh sì, parlo anche di Tanya e Pitt, però non viene detto molto). Anche in questo capitolo avvengono tante cose e spero vivamente che ti piacciano tutte xD sono contenta che il vestito del ballo ti sia piaciuto, sinceramente me ne sono “innamorata” non appena l’ho visto *__* ora ti lascio alla lettura, grazie per tutti i complimenti, sei troppo gentile tesoro e per di più mi hai contagiata con i tuoi fantastici WAAAA hahaha un bacione :D

Loulou72: non preoccuparti per la fretta, sono comunque contenta che tu abbia sprecato qualche minuto per farmi sapere quello che pensavi del capitolo. Per quanto riguarda il libro, non anticipo nulla, verrà tutto detto in questo capitolo. Per Chris, non preoccuparti, non apparirà più... volevo solo rompere un po’, la gelosia c’era ma ha provato a fare l’adulto e dire che per non c’erano problemi – che poi alla fine a nessuno importava, anche se lui avesse detto che qualche problema ci fosse stato xD grazie per tutti i complimenti. Un bacione, davvero, grazie di tutto.

Ila_Cullen: 0.0 scusa, sono shoccata. Hai fatto praticamente il quadro generale della storia... figli esclusi. Cacchio. Sono senza parole. Comunque grazie di tutto :D dico sul serio, un bacione ^^

Jesskiss85: allora tesoro, da dove cominciare? Sì, qualche notizia su Tanya e Pitt, in questo capitolo, c’è. Il ballo doveva andare cose, me lo sono immaginato fin dall’inizio in questo modo. D’altronde nessuno dei due – anni prima – lo aveva avuto perfetto, quindi ci voleva. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Sono successe tante cose e in questo ne accadranno altrettante... spero ti piaccia. Un bacione e grazie di tutto, dico sul serio *__*

Ale03: tesoro! Che bello trovarti anche qui. Beh questo è l’ultimo capitolo, il prossimo è l’epilogo ;) sei arrivata giusto in tempo. Sono contenta che la storia ti piaccia, dico sul serio. Boh, ti lascio alla lettura, spero ti piaccia. Grazie ancora, un bacione.

Semolina81: sono contenta del tuo buon umore :D soprattutto perché un po’ c’entra questa storia xD allora, sono contenta che ti sia riuscita ad arrivare giusto in tempo, ti assicuro che anche qui si muore di caldo, oggi un po’ meno del solito ma fa comunque caldo. Allora, come hai detto tu, il capitolo Chris, è completamente chiuso, volevo proprio far capire questo. Per quanto riguarda il seguito :( mi spiace, questa storia è stata conclusa mesi fa e rientrare nelle loro teste sarebbe praticamente impossibile xD ti assicuro che il rating è uno strazio anche per me xD quindi ti capisco. Ora ti lascio leggere, così la smetto di ciarlare ;) un bacione e grazie di tutto.

 

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Visto che siamo alla fine, ne approfitto per fare pubblicità alla mia prima originale, è già iniziata da un mesetto, posto ogni domenica. Il titolo è “Overwhelms me/Travolgimi”. Mi farebbe piacere trovarvi anche lì, è una storia a cui tengo molto, quindi vi ringrazio in anticipo nel caso sia riuscita a incuriosirvi.

 

Capitolo trediciLapels and surprises: Insieme si può tutto.

 

4 mesi dopo: Bella pov.

Sospiro aprendo l’acqua del lavandino. Sono agitata, mi rendo conto che non ci si fascia la testa prima di rompersela però... uffa. Mi lavo i denti guardandomi allo specchio. È sabato notte, sono a casa di Edward, abbiamo passato la serata in un pub con i nostri amici e i suoi fratelli. Ci siamo divertiti molto, sta diventando una routine vederci settimanalmente tutti assieme. Da quando Alice ha conosciuto Tanya, beh è inutile dire che sono diventate culo e camicia. Potrei dire lo stesso anche di Pitt e Jasper – strano ma vero. Un’altra cosa strana che ancora fatico a credere, è che Tanya ha chiesto – sì, è stata proprio lei – a Pitt di mettersi insieme. Quando me lo ha detto, ero sì felice ma non sono riuscita a non esclamare: “E meno male che non avresti mai fatto il primo passo!” Non so se abbia preso l’iniziativa grazie al discorso che le avevo fatto tempo fa, ma il punto è che Pitt le piace veramente e lui è perfetto... non lo avrei mai detto ma sono davvero una coppia ben sortita.

Rosalie, proprio questa sera, ci ha dato una bellissima notizia: è incinta. Emmett è al settimo cielo e Alice già non vede l’ora di comprare le tutine e tutto quello di cui c’è bisogno per il piccolo. Sono felice, non solo per come va tra me e Edward, ma anche per tutto il resto. C’è armonia e serenità attorno a noi, ed è bellissimo.

Un’altra bella notizia, è che Jacob si sposa... sinceramente ho perso una scommessa con Emmett... avevo detto che si sarebbe prima sposato Seth ma invece... beh ho dovuto dargli 50$. Continuo a lavarmi i denti continuando a pensare che sono passati quattro mesi da quando mi sono messa con Edward.

Il tempo è letteralmente volato. Ora mai passo più tempo qui che a casa mia. Non che mi dispiaccia ma diciamo che siamo in una fase... ferma. Come a un posto di blocco.

<< Adoro vederti pensierosa con lo spazzolino in bocca... il dentifricio che ti sporca le labbra ti rende ancora più sexy. >> Mi volto verso di lui che è appoggiato allo stipite della porta, con indosso solo dei boxer. Uno spettacolo della natura. Con la mia solita poca raffinatezza – cioè da scaricatore di porto –, alzo il dito medio facendolo ridere. Mi sciacquo la bocca e incontro i suoi occhi tramite lo specchio. Non lo avevo sentito avvicinarsi. Senza rendermene conto, infilo lo spazzolino nel suo apposito spazio ma appena mi rendo conto di che cos’ho fatto, lo sfilo.

Ecco qual è il problema: non sono a casa mia, non posso lasciare i miei oggetti personali sparsi per il suo appartamento; poco importa che passo praticamente tutto il tempo in questa casa... non ne abbiamo mai parlato e non so come lui potrebbe reagire. Ecco perché la fase di stallo.

<< Perché lo hai tolto? >> Lo sento avvicinarsi ulteriormente, percepisco la sua mano che mi accarezza la schiena da sopra la stoffa di una sua camicia. Arrossisco abbassando lo sguardo. Mi volto verso di lui ma fisso il suo petto invece che il suo viso.

<< Non lo so. >> Bugiarda! Eh sì, in questo tempo ho capito che la mia coscienza è sempre più stronza.

<< Mmmh... oramai capisco quando mi menti. Che cosa succede? >> Alzo finalmente lo sguardo e lo osservo mentre si appoggia al lavandino.

Sospiro; posso davvero dirglielo? E’ il momento?

<< In tutto questo tempo mi sono sempre trattenuta. Non fraintendere, mi sento a mio agio in questa casa ma... non ho mai veramente lasciato nulla di mio a parte qualche vestito. >> Corruga la fronte, non capisce.

<< Non ti ho mai detto che non puoi lasciare il tuo spazzolino, gli assorbenti... gli occhiali da sole... che ne so Bella, io non ti ho mai detto niente. >>

Mi passo una mano tra i capelli in modo agitato.

<< Appunto! >> Sorride abbassando lo sguardo. Si scosta dal suo appoggio e si porta di fronte a me prendendomi il volto tra le sue mani.

<< Guardami attentamente, perché... beh è giusto che tu lo sappia e ti s’imprimi ben bene nel tuo piccolo e pazzo cervellino. >> Lo trucido con uno sguardo facendolo sorridere. Sospirando torno tranquilla e gli presto attenzione accarezzandogli le braccia che si sono appoggiate ai miei fianchi. << Non so tu che cosa ne pensi, ma per me andrebbe anche bene convivere. Alla fine passi più tempo qua, tra di noi va tutto bene e farti spendere soldi per un affitto di una casa che alla fine non usufruisci, mi sembra anche inutile. A me piace sentire il profumo dell’ammorbidente che tu hai scelto, mi piace usare il tuo shampoo ai frutti di bosco, mi piace dividere il letto con te, mangiare con te e soprattutto mi piacerebbe trovare il tuo spazzolino accanto al mio. Ogni giorno, sempre. >> Sento i miei occhi lucidi, il cuore in gola e le gambe molli. Mi ha davvero chiesto di convivere? Mi vuole davvero sempre con sé? Non è presto? Magari pensa solo di volerlo... magari lo ha detto solo perché pensa – sa – di farmi felice.

Non voglio che si senta obbligato.

<< Edward, non voglio affrettare i tempi solo perché pensi sia giusto. >> Mi sorride ironico.

<< Affrettare i tempi? Tesoro, ci siamo messi insieme in meno di una settimana, hai conosciuto i miei nello stesso tempo e sei persino stata accettata da mia cugina Kate! Ti ho fatto persino conoscere i miei migliori amici... dici che stiamo facendo le cose troppo in fretta? A me non importa, la vita è troppo breve, io so solo che voglio viverla con te. Sono le cose impossibili a rendere la vita straordinaria, e tu per me sei sempre stata impossibile, ti ho sempre amata in segreto... ora permettimi di farlo alla luce del Sole. >> Oh. Mio. Dio. Sbaglio o la mia mascella tocca il pavimento? << Sì Bella, ti sto dicendo che ti amo. >>

 

Edward pov.

Definire il mio cuore in defibrillazione, è poco. Sento che potrei svenire da un momento all’altro ma devo ancora dirle un paio di cose. << Sai, conosco una persona che è capace di farmi sciogliere con una parola, farmi piangere per una frase intesa male, farmi ridere per ogni minima sciocchezza, farmi star bene con un abbraccio, farmi toccare il cielo con un sorriso e farmi innamorare con un solo sguardo. Quella persona sei tu, Bella. Non sto dicendo che devi ricambiare il mio amore ma c’è chi dice che amare sia sbagliato... ma sbagliando s’impara. Quindi permettimi di continuare ad amarti. >> L’ho detto, finalmente, dopo quattro mesi di continuo tentennamento, l’ho fatto. Non riesco a pentirmene, non voglio rimangiarmi le mie parole. Certo, ho preso la palla al balzo dicendole tutto grazie alla scusa dello spazzolino, ma penso di aver fatto la cosa giusta, anche se quest’attesa mi strazia. Continuo a osservarla mentre le sue guance si colorano e i suoi occhi si fanno lucidi. So che è importante quello che ho detto, so perfettamente che le ho fatto una confessione più una proposta, ma se lei non mi da una risposta, io ci rimango secco! Vedo che prende fiato e mi afferra una mano.

<< Io, io sono senza parole. >> Una lacrima le scende da un occhio, non la scaccio, la osservo mentre prosegue il suo cammino. Non so che cosa significa, probabilmente mi sarà difficile accettare che lei non ricambi appieno i miei sentimenti ma so aspettare, non le metterei mai fretta. Farei solamente di tutto per farmi amare. << Le tue parole... sono state molto importanti per me. >> Si ferma per prendere fiato e deglutire. Non riesco a guardarla negli occhi, me lo sento, sta per arrivare la batosta. << Ho avuto paura per un bel po’ prima di ammettere ad alta voce i miei sentimenti... per il primo tempo lo accettavo e lo dicevo – mai chiaramente – solo nei miei pensieri. Persino Brooke e Tanya continuavano a dirmi di aprire gli occhi, io l’ho fatto due mesi fa. Mentre stavamo festeggiando il Natale con i nostri genitori. Già solo che mio padre e sua moglie, siano stati invitati, per me è stato molto importante... ma poi vedere il tuo regalo, l’amore della famiglia. Lo stare semplicemente insieme, mi ha fatto capire che io non riuscirei – ora come ora – a rinunciarci. Perché io amo questo clima che – purtroppo so non durerà per sempre, perché le difficoltà arriveranno e andranno affrontate. Ma io, quattro mesi fa, ti ho premesso che non sarei scappata, perché io voglio stare con te. Ricordi? Volevamo aprire un nuovo capitolo, solo nostro. Stiamo vivendo quel capitolo e mi sono resa conto che non ho nessuna intenzione di mettere la parola “fine”. Ti amo Edward, in un modo folle, incredibile e senza limiti... ed è una liberazione potertelo dire, sapere che è lo stesso per te perché proviamo la stessa cosa. Io voglio vivere con te, voglio stare con te e voglio amarti per sempre. >> Piange e ride mentre io continuo a guardarla shoccato. Mi ama, vuole vivere con me. Mi ama! Con gli occhi lucidi, porto i suoi occhi nei miei per un secondo, giusto il tempo di farle capire che sono felice. Che potrei iniziare a piangere e diventare una specie di fontana. Cercando di respirare, alzo un braccio e delicatamente sfioro il ciondolo della catenina che le ho regalato per Natale. Una chiave di violino con sopra una corona. Sorrido, poco importa che ci ho messo una vita a trovare un posto dov’erano concordi a farmela. Per il risultato, n’è valsa la pena. È il nostro simbolo e non potevo non fare di tutto per farglielo avere – in qualche modo – anche a lei. Faccio un passo avanti, trovandomi dinanzi a lei; accosto le nostre fronti e fissandola intensamente negli occhi le sussurro le parole che vorrei dirle da una vita. << Voglio passare tutta la notte a fare l’amore e ripeterti infinitamente che ti amo. In questo momento non desidero altro. >> Con il sapore delle sue lacrime – di gioia – ci lasciamo trasportare dal primo e infinito bacio di quella notte piena di amore.

 

Bella pov.

Appoggio il telefono sulla spalla e lo reggo con la testa mentre con le mani cerco di aprire l’armadio e di vedere che cosa portare per prima cosa nell’appartamento di Edward. Nel nostro appartamento. Stento ancora a crederci, sono passati due giorni ma mi sembra ancora tutto un sogno. È possibile essere confinati in una favola?

<< Bella? Bella ci sei? >>

<< Oddio papà scusa, stavo pensando e non ho sentito che avevi risposto! >> Lui ride, e io arrossisco; sono la solita sbadata.

<< Come stai tesoro? >> Sorrido.

<< Divinamente. Senti, avrei il pomeriggio libero. Ti spiace se vengo a pranzare lì? >> Nell’attimo di silenzio, sento aprire la porta di casa e le voci di Brooke e Tanya, spunto dalla mia camera per farmi vedere e loro mi regalano un sorriso radioso.

<< Mmmh, mi devi parlare. Comunque ok. Solo noi, o posso non far sloggiare Sue? >> Alzo un sopracciglio.

<< Papà, perché dovresti mandarla via? È tua moglie ed è giusto che ci sia. Non mi oserei mai a mandarla via solo perché devo parlarti. Ehi! Come hai fatto a capirlo? >> Lui ride mentre mi do mentalmente dell’idiota per non aver subito recepito le parole di mio padre.

<< Sei mia figlia, ti conosco e solitamente ti presenti qua, non chiedi. Quindi deve essere una cosa importante. >> Alzo gli occhi al cielo. I papà, sono i papà. Se poi ci vivi da una vita e ti ha fatto anche da madre per la maggior parte del tempo, è ovvio che non riesca a nascondergli niente.

<< Ok, mi hai beccata; quindi va bene? Ci vediamo tra poco? >> Lui ridacchia.

<< Sì. A tra poco tesoro. >> << Ciao papà. >>

<< Perché mai stai svuotando il tuo armadio? A casa di Edward non hai più roba? >> Le mie amiche sono entrambe appoggiate al telaio della porta. Sorrido e mi avvicino afferrando le loro mani. Le porto in cucina e ci sediamo in religioso silenzio.

<< Ammetto che vorrei ci fosse anche Pitt ma... ma non c’è quindi va bene così. Edward ha detto di amarmi e... e vado a vivere da lui. >> Il mio entusiasmo è palpabile, proprio come lo stupore sui loro visi. Attendo in silenzio cercando di capire la loro reazione ma dopo qualche minuto ci rinuncio e mi appoggio alla sedia.

<< Wow. Perché diavolo lo dici solo adesso? >> Scoppio a ridere capendo che a Tanya sarebbe piaciuto molto assistere in diretta, tramite comunicazione telefonica, mentre Edward me lo diceva.

<< Scusa, hai ragione ma in questi due giorni ci siamo messi a parlare di fare qualche piccola modifica alla casa e non ho avuto tempo di chiamarti. Anche per questo sono qui, volevo dirtelo... dirvelo e svuotare un po’ l’appartamento dalle mie cose. >> Brooke piange in silenzio ma sorride, è contenta. Lei è la più emotiva tra di noi. Tanya è quella che scalpita, grida e festeggia strappandosi quasi i capelli, lei è quella che mostra – solitamente piangendo – le sue emozioni ed io... beh io dipende dai momenti... a volte mi capita di fare entrambe le cose. Vengono ad abbracciarmi e ci mettiamo a inscatolare qualcosa mentre racconto loro le bellissime parole che Edward mi ha detto e di che cos’abbiamo intenzione di fare per modificare un po’ la casa.

<< Beh alla fine sono piccole cose. >> Annuisco a Tanya mettendo la mia vecchia e malfidata sveglia a forma di panda – regalo di mio padre – nella scatola.

<< Sì, ha detto che vuole fare qualcosa per far sì che sia veramente casa nostra, e non solo più sua. >> Loro fanno un’espressione tenera e in coro esclamano un “oh” mieloso. Rido per poi essere seguita da loro.

<< Scusa ma oggi non sei andata a lavoro? >>

<< Brooke! Io sono una ragazza che ha delle scadenze! >> Il mio tono è ironico e lei alza un sopracciglio. << Sì, ci sono andata ma dovevo portare solo un articolo quindi sono uscita subito per venire qua. >> Annuisce.

<< Devi annunciare a tuo padre che cambi residenza? >> Sorrido a Tanya.

<< Sì. Voglio farlo di persona, sarebbe venuto anche Edward ma è al lavoro. >> Tanya mi afferra dalle mani una vecchia radio piena di adesivi.

<< Ti rendi conto di che cosa stai andando a fare? Ricordi che cos’è successo quando gli hai solo detto che saresti andata a vivere fuori casa sua? >> Alzo gli occhi al cielo.

<< Certo che lo ricordo; ma conta che ero appena tornata dal college, che gli mancavo e che sapeva ci sarebbe stato un uomo a vivere con noi. Le sue urla, e i baffi capovolti, avevano una ragione. >> Lei sorride aggrottando la fronte.

<< Spero che Edward possieda un giubbotto antiproiettili. >> La guardo shoccata mentre Brooke si mette a ridere.

 

<< Capo Swan! Vedo che ha perso il vizio di andare in giro con la macchina della polizia. >> Mio padre chiude la portiera – di un’auto normale – dietro di se e sorride.

<< Beh ma questo, la mia cara figliola, lo saprebbe se mi venisse a fare visita più spesso. >> Alzo gli occhi al cielo e mi avvicino per abbracciarlo.

<< Come stai? >> Lui mi afferra il viso tra le sue calde e grandi mani e mi posa un bacio sulla fronte.

<< Tesoro, sto bene... non lo sai che il tuo papà è fatto d’acciaio? >> Sorrido.

<< Davvero? Non sapevo che l’artrosi fosse un sintomo che deriva proprio da quello. >> Sbuffa come un bambino e mi ripete che sta bene e che sta prendendo tutte le medicine di cui ha bisogno. Ora mai ha una certa età e la vecchiaia sta iniziando a farsi sentire. << Quando andrai in pensione? >> Alza gli occhi al cielo.

<< Dobbiamo parlarne sul vialetto di casa? >> Questa volta alzo io gli occhi al cielo e gli rubo le chiavi di mano per andare ad aprire la porta.

<< Potrei anche denunciarti per avermi rubato le chiavi, e aver fatto infrazione! >> Rido e seguo il buonissimo profumino che arriva dalla cucina. Sue, è talmente intenta a cucinare che quando le bacio una guancia quasi si spaventa.

<< Oddio, Bella, tesoro, mi hai spaventata. >> Ride e mi abbraccia forte; mi beo della bellissima sensazione di casa. È più o meno come accade con Esme e non posso che gioirne e approfittarne. Il pranzo si svolge molto velocemente e in modo pacifico. Parliamo del più e del meno ma senza arrivare veramente al fatidico punto.

<< Qualche giorno fa ha chiamato tua madre. Ha detto che in questo momento si trova a Panarea. >> Sgrano gli occhi.

<< Wow, in Italia. Ne ha fatta di strada. >> Sia chiaro, non ho niente contro mia madre. I miei hanno divorziato e ovviamente per me non è stato semplice anche perché mia madre non ha nemmeno combattuto per avere la mia custodia ma ora come ora, capisco che è stato meglio così. Lei ha sempre sognato di poter viaggiare e ora lo sta facendo. È una trottola, non sta mai ferma e poi... beh ha un marito che l’accontenta in tutto. Contenta lei...

<< Già ma ha chiamato per chiedermi per la millesima volta il tuo numero... non so cosa volesse dirti e poi... beh vuole conoscere il tuo fidanzato. Aspettati di vederla spuntare da un momento all’altro. >> Annuisco sovrappensiero. Saranno passati anni ma ancora mi stupisce vedere mio padre tranquillo mentre parla della mamma. Per carità, è bello vedere che riescono a parlare tranquillamente senza urlarsi contro come facevano un tempo, ma è comunque strano. Bello ma strano.

<< A proposito, Edward? >> Sorrido e mi posiziono meglio sulla sedia, è arrivato il momento e non posso che ringraziare mentalmente Sue per averlo menzionato.

<< Sta bene, sarebbe voluto venire ma doveva lavorare. Comunque se non vi spiace, vorrei dirvi il perché della mia visita. >>

<< Tesoro sai che non ci deve essere motivo per venire, questa è pur sempre casa tua. >> Le sorrido nuovamente. Distendo le braccia sul tavolo e afferro le loro mani. Mi guardano curiosi ma comunque un po’ agitati.

<< E’ proprio di casa che vi vorrei parlare. Edward ed io andiamo a convivere. Lo so, può sembrare affrettato... una scelta campata per aria solo perché vogliamo stare insieme, ma non è così. Ci amiamo e la poca distanza e i giorni in cui siamo dovuti stare distaccati, ci hanno solo rafforzato come coppia. Ora mai siamo una coppia ben consolidata e vogliamo stare insieme. >> Sue non parla, si morde il labbro inferiore e guarda mio padre... che guarda me. Il suo colorito è normale e i suoi occhi non sono nemmeno sgranati. Mi devo preoccupare? Cavolo dove ha messo la pistola? Non parlo, continuo a fissarlo e attendo una sua reazione.

<< Hai quasi venticinque anni. Hai vissuto molto tempo fuori da questa casa. Hai un lavoro, hai un’auto. Hai saputo gestire un appartamento senza il mio aiuto. Ti sei mostrata autonoma e sicura delle tue scelte. Edward mi piace. È un bravo ragazzo e ha una famiglia davvero spettacolare. Vi ho guardati molto, state bene insieme e non posso non ammettere che fate la vostra bella figura. Siete sciolti, vi capite al volo, conoscete molte cose l’uno dell’altro e l’elettricità attorno a voi si percepisce chiaramente. La vedo e la percepisco persino io che devo quasi portare perennemente gli occhiali! Non mi oppongo, non posso farlo, oramai sei un’adulta ma voglio solo sapere se questa scelta è fatta per amore o per... perché magari sei incinta. >> I miei occhi lucidi si sgranano. Che cos’ha detto?

<< Inci... che? No. No, non aspetto un bambino. >> Tira un respiro di sollievo e mi sorride.

<< Bene, perché non so se sarei riuscito a reggere tutto insieme. >> Rido e mi alza per abbracciarlo. Mi fa sedere sulle sue gambe e mi dondola facendomi una specie di ramanzina perché non passo a casa troppo spesso. Il mio papà è il migliore del mondo; ma questo – d’altronde – lo sapevo già.

 

Edward pov.

<< No, proprio non va. >> Concentrato, osservo attentamente il disegno che ho davanti agli occhi e tormento la mia povera – amica – matita. Sospiro, sono a lavoro e tra poco dovrei anche staccare ma purtroppo questo disegno – che poi ritrarrebbe un progetto di una villetta a due piani – non mi convince. Sembra manchi qualcosa, solo che non capisco cosa.

<< Quindi questo è il tuo ufficio. >> Sobbalzando, alzo il viso dalla mia scrivania per osservare la splendida ragazza che indossa un tailleur blu notte e porta i suoi capelli castani sciolti, il bello, è che è accostata al telaio della porta a vetri del mio ufficio in una posizione fin troppo seducente per i miei gusti.

<< Sì, questo è il mio ufficio. L’ho ideato io se devo essere sincero. >> Lei sorride non muovendosi dalla sua postazione.

<< Non avevo dubbi. Anche la casa l’hai ideata tu, vero? >> Annuisco capendo che intende casa nostra, continuo a osservarla attentamente.

<< Pensavo andassi direttamente a casa. >> Adoro che ora abiti definitivamente con me. So che non andrà tutto rose e fiori, dobbiamo ancora portare le sue cose e disporle per rendere il tutto nostro, ma con calma e con sangue freddo faremo e affronteremo tutto. Lei si allontana dalla porta – chiudendola dietro di se – e si avvicina con passo lento e misurato – troppo, troppo sexy – a me.

<< Volevo vedere il tuo mondo. In questi quattro mesi ho sempre evitato per paura di disturbarti ma... ora no, non ci ho pensato e sono venuta. >> Sorrido e le afferro la mano che mi ha allungato e l’avvicino a me facendola poi sedere sulle mie gambe, le sue braccia mi circondano il collo e le sue labbra toccano le mie delicatamente. << Mi sei mancato oggi. Ieri sera mi sono addormentata subito e alla fine non ti ho detto com’è andata con mio padre. >> Prendo ad accarezzarle la schiena mentre mi accosto meglio allo schienale per stare più comodo.

<< Fallo adesso. Sono curioso. >> Lei ridacchia e mi fa un buffetto sulla guancia.

<< E’ andata bene. L’ha presa molto meglio di quanto pensassi. Comunque non sono venuta qua per questo, te lo avrei raccontato mentre cucinavo. >>

<< Ti ho già fatto una miriade di complimenti per come cucini, vero? >> Annuisce sorridendo.

<< Anche tu te la cavi bene. >> Alzo le spalle disinvolto.

<< Beh, ho dovuto arrangiarmi. O cucinavo io, o Emmett... e ti assicuro che se la cava bene solo con i dolci. >> Lei ride e fa sfiorare i nostri nasi.

<< Al contrario di te. >> Annuisco; ha ragione, io sono solo goloso, non so cucinarli.

<< Quindi sei venuta a prendermi? >> Annuisce.

<< La macchina l’hai lasciata a me questa mattina. >>

<< E’ vero. Adoro queste piccole cose. Si può chiamare routine? >> Corruga le labbra mentre ci pensa.

<< Non lo so, no, non credo. Penso che la parola giusta sia convivenza. >> Invece di ridere come vorrei o di continuare a parlare, le mordicchio la mascella facendola infervorare. << Ma che fai? >> Ride e cerca di ricambiare il morso ma con la mia forza la tengo ben distante. Sospira quando si arrende. << Ok, basta... faccio la brava. >> Non le credo, ma faccio finta di sì. << Che cosa stavi facendo? >> Mi sporgo un po’ in avanti e osservo nuovamente il progetto mentre prende a mordicchiare e succhiare un mio lobo. Ansimo e con il respiro irregolare le spiego che ero immerso in quel disegno. << Che cos’ha che non va? >>

<< E’, è dif–ficile spiegartelo se non mi dai tregua. >> Lei ride e mi lascia “tranquillo” per interessarsi al mio lavoro. Passiamo un’oretta così, a parlare e cercare di capire che cosa c’è che non va e per fortuna – grazie a lei – alla fine ci riusciamo. Mancava la porta d’ingresso. Sono un caso perso.

 

Fissando con fin troppa attenzione la porta del bagno, afferro il cellulare di Bella e avvio una chiamata, mettendomi meglio il suo pc sulle gambe. Ho il cuore che batte a mille e so che se mi dovesse beccare... beh come minimo mi lascia qualche livido e qualche graffio. Sinceramente non ho nemmeno voglia di sentirla urlare, quindi devo fare attenzione. Il “tu” del telefono, mi sta iniziando a far innervosire... cavolo rispondi!

<< Pronto? Tesoro come mai mi chiami a quest’ora? Non avrai mica litigato con Edward! >> Alzo gli occhi al cielo, e tenendo un tono basso, le rispondo.

<< Ciao Tanya, no mi spiace... non abbiamo litigato. >>

<< Edward? Perché sei tu al telefono? Oddio, è successo qualcosa a Bella? >> Sospiro.

<< Ho poco tempo, e no... Bella sta bene. Riesci ad ascoltarmi senza fare domande? >> Lei grugnisce e acconsente.

 << Spero sia urgente, perché non è una cosa normale che il fidanzato della propria migliore amica faccia telefonate clandestine. >> Ridacchio.

<< Tanya, guardi troppi film. Ti ho chiamo per Bella. Quindi ascoltami. >>

<< Farò questo sforzo. >> Sorrido e invece di ribattere, inizio a spiegarle perché l’ho chiamata.

<< Ricordi il libro completo, quello non per bambini che ha finito di scrivere poco prima che ci conoscessimo? >>

<< Certo, quello del vampiro innamorato. >> Meno male che se lo ricorda; sposto i miei occhi – nuovamente – alla porta del bagno.

<< Esatto. Voglio mandarlo a un’agenzia letteraria. Solo che... manca il titolo e per aprire il file c’è la password. Sai per caso qual è? Se non fosse urgente, non te lo avrei mai chiesto. >> Ho sempre saputo che sarebbe stato rischioso metterla in mezzo, ma so che è l’unica che potrebbe sapere quella benedetta password.

Dopo un minuto di silenzio sospira. Ha deciso.

<< Tempo fa, avevamo discusso sul titolo... era indecisa ma sembrava si fosse proiettata su “Twilight”, ma conta che lei non ha mai pensato di pubblicarlo. Quindi non so se potrebbe ancora piacerle come titolo. E per la password, è la sua data di nascita: solo il giorno e il mese – in numero. Ora ti saluto, non voglio essere messa in mezzo, a meno che tutto non vada per il meglio. >> Attacca senza darmi il tempo dire: “Ciao, grazie”. Con il cuore in trepidazione, mi risistemo meglio il pc e mi appresto a finire di compilare il modulo del sito e aprire finalmente il file. Con un po’ di titubanza, come titolo inserisco “Twilight” e prego Dio per far sì che le piaccia. Trasformo il file nel formato che è richiesto e poi lo mando. Tiro un respiro di sollievo quando ce la faccio. Spero veramente che vada tutto bene. Bella si è convinta a farmelo leggere un paio di mesi fa, mi aveva detto che le feste la rendevano più buona, perciò ho avuto la fortuna di poterlo leggere. Mi affascina il suo modo di scrivere, di come vede le cose e di che cosa fa a provare alla protagonista verso quel vampiro. Se non avessi provato quello che provo per Bella, probabilmente non avrei mai capito fino in fondo quel racconto.

Quell’amore incondizionato e profondo... beh non è una cosa che succede a tutti.

Non tutti hanno la fortuna d’incontrare un partner che riesca a scaturire tante emozioni. Mi reputo fortunato.

<< Che combini con quello sguardo assorto? >> Mi volto verso lo stipite della porta, e lì trovo la mia Dea con indosso una canotta bianca attillata e un paio di culotte nere. La guardo stranito ma nello stesso tempo affascinato. Mi piace come si attilla quella canotta.

<< Non posso lamentarmi del cambiamento di “pigiama”. >> Lei ridacchia e di corsa viene verso me, buttandosi sul letto.

<< Immaginavo. Comunque ho lavato un paio di cravatte e molte tue camicie. Da quando le uso anch’io, c’è da dire che devo lavare molto di più. >> Ridacchiamo e le porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

<< Sei stanca? >> Annuisce chiudendo gli occhi. Mi sento un po’ in colpa a non poterle dire che cos’ho fatto ma diciamo che ho semplicemente paura della sua reazione. La copro con le coperte e appoggio il mio viso sul suo petto, lei prende ad accarezzarmi i capelli e automaticamente mi rilasso.

<< Il mio pc, ti è servito? >> Annuisco contro la stoffa della sua canotta.

<< Molto. Tesoro, domani dobbiamo scegliere il colore di questa stanza. >> La sua mano si ferma e io socchiudo gli occhi per poterla guardare.

<< Perché? A me piace questo colore. Secondo me dovremmo solo fare modifiche, magari di poco conto. Come cambiare il mobile del bagno che è orribile. >> Mi sorride, aggrotto la fronte.

<< Tutto qua? Non vuoi ingrandire, cambiare... modificare le mura? >> Scuote il capo.

<< Mi piace così com’è questa casa. La potremmo ingrandire – se ce ne sarà bisogno – in un altro momento. >> Sorrido a occhi chiusi, sperando di aver capito che cosa intende con “un altro momento”.

<< Stai per puro caso, parlando di figli? >> Non sono agitato, non sono terrorizzato né tanto meno arrabbiato. Sinceramente mi viene da sorridere a pensare a un futuro del genere. Deve essere bello.

<< Beh mmmh, forse. Cioè sì. >> E’ arrossita, mi alzo un po’ dal suo petto per far incontrare le nostre labbra. I nostri occhi sono aperti e vedo tanta “paura” nei suoi occhi. Mi scosto e la guardo attentamente .

<< Perché sembri spaventata? >> Lei arrossisce ancora di più e s’inumidisce le labbra.

<< E’ che... beh era sottointeso ma non volevo farti credere... che io lo desideri ora. >> Annuisco.

<< Sì, lo so. Abbiamo tempo, è solo che è bello parlare del futuro. >> Mi sorride e prende ad accarezzarmi i capelli. Mi riappoggio al suo petto e l’ascolto mentre parla di figli e di matrimonio, ridiamo per qualche battuta e infine mi addormento tra le sue braccia, grazie al suono della sua voce e delle sue carezze.

 

1 mese dopo:

Bella pov.

Mi faccio una coda alta stirando bene anche i muscoli delle braccia e torno a guardare lo schermo del mio pc. Non so perché ma una settimana fa ho sognato una specie di continuo del mio racconto; non sono riuscita a impedirmi di mettermi al pc. Nell’angolo destro del monitor, appare una bustina con scritto: Hai un nuovo messaggio. Alzando un sopracciglio clicco per vedere di che si tratta.  Quando noto il mittente, sgrano gli occhi e leggo attentamente quello che mi hanno scritto. È impossibile! Hanno detto di aver letto il mio racconto e che è piaciuto. Racconto? Twilight? Ma che... mi volto appena sento la porta di casa chiudersi. Mi avvio verso l’entrata – abbandonando il portatile sul divano – e vado incontro a Edward, con un’aria confusa.

<< Penso che Tanya – non so come né quando – abbia mandato un mio racconto a un’agenzia. >> Lui s’immobilizza, lo noto chiaramente che è diventato teso. Lo guardo mentre con molta lentezza, si sfila la giacca e si volta infilando le mani nelle tasche dei jeans.

<< E... e come, cosa te lo fa credere? >> Alzo un sopracciglio.

<< Mi hanno mandato un’e-mail e l’unica che sa la password del racconto e il titolo che volevo mettere era lei. >> Si passa una mano tra i capelli e lo guardo sempre più confusa.

<< Ma te lo hanno preso? Cosa ti hanno fatto sapere? >> Alzo le spalle.

<< Non lo so, non ho letto tutto. Perché sei così agitato? >> Lui sospira e “corre” in cucina per bere.

<< Sono stato io. Certo, ho dovuto chiedere un aiuto a Tanya, ma l’ho fatto io. Dovevi mandarlo, quel racconto vale e poi mi hai detto che ti è venuta qualche idea per un seguito... quindi... non ho fatto male, vero? Ti prego dimmi che non ho fatto male. >> Prende a mordersi il labbro inferiore con un’espressione supplichevole. Io non so che cosa pensare. Cioè, so che lui lo ha fatto per me, so anche che se fosse stato per me non lo avrei mai mandato ma... ma non riesco a essere arrabbiata per aver fatto tutto alle mie spalle. Mi volto e torno sul divano per leggere tutta l’e-mail.

Oh. Mio. Dio. Pianto un urlo iniziando a saltare mentre Edward mi guarda spaventato sul ciglio della porta della sala. Piango, rido e lo abbraccio mentre dico parole sconnesse senza riuscire a fargli capire che cosa sia successo. Ancora “traumatizzato”, si va a sedere sul divano – mentre io continuo a piangere e urlare dalla felicità – e si mette a leggere quello che mi hanno scritto.

<< Oddio! >> Scoppia a ridere e prende a gioire con me.

<< Ti rendi conto? Me lo hanno accettato! Lo pubblicheranno! >> Mi prende in braccio facendomi ridere e facendomi mille congratulazioni. Finiamo – non so come – sdraiati per terra mentre ci baciamo. Il contatto è profondo, passionale, felice.

<< Grazie, davvero, grazie. >> Lui scuote il capo e si porta col suo corpo su di me.

<< Lo sai che ti amo follemente? >> Sorrido mentre sento i miei occhi farsi lucidi. Afferro il suo volto tra le mani.

<< Io di più. >> Lui ridacchia e mentre mi morde il labbro inferiore, scuote leggermente il capo.

<< No, mi spiace. Io di più. >> Mentre “lottiamo” con scariche di “Io di più”, iniziamo a baciarci e sfiorarci per finire a fare l’amore. Ci amiamo, poco importa chi più e chi meno. Lui è la mia forza. È riuscito, dove io probabilmente non ci sarei mai arrivata. Cavolo, ha mandato al posto mio il romanzo ed è piaciuto! Come potrei non essergli grata?

<< Ti amo. >> Lui mi sorride

<< Io di più. >> Ridendo mi accascio su di lui mentre ci copre con una copertina trovata sul divano. Voglio vivere così la mia vita, tra le sue braccia. Per sempre.

 

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

Penso sia meglio cominciare dalle notizie altri xD

Tanya e Pitt stanno insieme, l’idea è stata di Tanya; Jacob si sposa; Rosalie è incinta. Tante e piccole cose.

Finalmente Edward e Bella si sono detti di amarsi. Edward è sempre il solito quindi ha dovuto in qualche modo farsi riconoscere con le sue frasi a effetto. Convivono. Bella parla a Charlie del trasferimento, Bella va a trovare Edward al lavoro e poi entra in scena il libro. Il libro di cui avevo iniziato a parlare nel capitolo precedente. Qualcuno ci aveva azzeccato, il libro è Twilight e Edward lo manda a una casa editrice e viene accettato. Vogliono pubblicarlo. Ovviamente nel prossimo capitolo – l’ultimo, l’epilogo – viene detto tutto quanto. Non ci sarà un seguito e forse nemmeno le scene a rating rosso. Ancora grazie a tutti quelli che mi hanno sopportato in questi due mesi. Grazie di cuore perché molte persone mi hanno “seguito” fin dall’inizio e non mi hanno mai abbandonato. Grazie. A martedì prossimo... con l’epilogo. Jess.

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Capitolo 14
*** The grand finale. ***


Ho appena finito di rileggere – forse per la millesima volta – tutti i vostri splendidi, unici e fin troppo generosi commenti. Stento quasi a crederci ma siamo arrivati all’epilogo e mi sento un buco nello stomaco. Sarà che quando ho iniziato a scrivere questa storia non volevo nemmeno postarla – tanto che mi sono decisa quando avevo praticamente finito la storia. Questo capitolo, è un po’ diverso, nel senso che per la prima parte, non ci saranno dei POV ma bensì un narratore esterno. Non so se sono riuscita nel mio intento, non so se vi piacerà, né tantomeno se vi trasmetterò qualcosa, ma incrocio le dita.

 

Non ci saranno le risposte alle recensioni, non perché io non voglia rispondere ma perché mi sento in dovere di scrivere un mio papiro per ringraziare tutti.

È vero, non sto andando in guerra, questa sicuramente non è l’ultima storia su Edward e Bella che posterò e soprattutto non sto per morire xD però penso sia giusto che io vi ringrazi. Molti mi hanno detto che dovrebbe essere il contrario ma, invece, non è così, voi, con i vostri complimenti, con le vostre domande e soprattutto con qualche ramanzina, mi avete fatto andare avanti e avete fatto di tutto per farmi credere un pochino di più in me stessa. Forse ci siete riusciti, sinceramente non lo so. L’unica cosa di cui sono certa, è che grazie a questa storia ho conosciuto persone fantastiche, ho imparato che nulla è impossibile – io non ci credevo per nulla in questa storia, ma i personaggi mi sono entrati dentro, anche grazie a voi che li avete amati tantissimo e non posso che esserne contenta. Se fosse per me, mi metterei anche a ringraziarvi uno per uno ma siete davvero tanti e ne sono contenta. Felicissima.

Qualche giorno fa, una ragazza mi ha mandato e-mail, mi ha subissata di complimenti e di quanto ammirasse la mia “popolarità” in questo sito... io sono rimasta senza parole perché non mi reputo né migliore né tantomeno popolare. Non sono una vera scrittrice, forse – se mai lo diventerò – la strada sarà lunghissima ma per quanto voi mi possiate conoscere tramite le storie, io non sono una persona che se la tira o che crede troppo in se stessa. Non lo sono e non penso di poterlo mai diventare. Ogni grazie, ogni bacio e ogni semplice – e raro – ti voglio bene, sono stati sinceri. Grazie per avermi sempre sopportata e apprezzata per come sono. Jessica.

 

Immagine1

 

Capitolo quattordici – Lapels and surprises: The grand finale.

 

<< Sicuramente starai pensando che io sia pazza o che magari avrei potuto evitare ma... non ho resistito... perciò... >> Bella si voltò dando le spalle a Edward, a un Edward curioso ma nello stesso tempo scettico, perché erano due giorni che la sua fidanzata si comportava in modo strano. O almeno più strano del solito. Era un anno che stavano insieme, e tra loro andava relativamente bene. C’erano delle piccole liti che finivano con un bacio o semplicemente con una risata, e soprattutto facendo l’amore. Il loro amore era riuscito in tutti i modi a far superare qualsiasi cosa ma Edward non aveva mai pensato che Bella per fargli un “regalo”, si sarebbe mai potuta far tatuare lo stesso simbolo – il loro simbolo – su una parte del suo corpo... precisamente sulla schiena, verso la spalla destra. Gli piaceva, pensava che in un modo – forse - assurdo le donasse, ma non riuscì a fiatare per almeno due minuti, nei quali Bella cercò di restare calma e di non coprirsi visto che erano in camera da letto e lei si era sfilata la camicia del suo lui rimanendo in un paio di short. Rabbrividì quando percepì le labbra di Edward sulla sua schiena. Era un “sì”. Sorrisero e quando Bella si voltò, si baciarono e si lasciarono prendere dalla perdizione e dall’amore. Tutto sommato, convivere aveva i suoi buoni propositi.

 

Fuori pioveva a dirotto, eppure Bella era decisa a voler fare una sorpresa a Edward. Fu difficile ad ammettere persino a se stessa che voleva controllare la nuova segretaria. Non che non si fidasse del suo fidanzato con cui oramai stava insieme da un anno e mezzo, ma le dava molto fastidio che una donna – giovane – lavorasse a stretto contatto con Edward. In quel lasso di tempo, ne avevano passate tante: erano venuti a sapere che la madre di Bella non stava bene, che voleva venire a Seattle per vedere se trovava delle cure per la sua malattia, che suo padre voleva divorziare dalla sua attuale moglie per chissà quale strano motivo che dopo un paio di mesi scomparve facendo tornare tutto alla normalità. Persino Brooke aveva litigato con Julian e Tanya faceva di tutto per calmare le acque, non voleva di certo che andasse tutto a rotoli quando a lei andava tutto bene. Bella però, si sentiva una strana sensazione e ne aveva anche parlato con le sue amiche che avevano cercato di farla calmare e ragionare – inutilmente. Era arrivata trafelata di fronte all’azienda dove lavorava Edward, non trovando nessuno neppure alla hall, e quello, la fece insospettire maggiormente. Con il cuore in gola, prese l’ascensore e arrivò al fatidico piano. Fuori dalla porta, dalla sua porta, la scrivania era vuota. La segretaria non c’era. In quel momento pensò che fossero già andati tutti a casa, che magari li aveva trovati mentre facevano una pausa, ma in realtà sapeva che alle cinque del pomeriggio non potevano fare né una né l’altra cosa, perciò aprì con forza la maledetta porta e rimase scioccata da quello che i suoi occhi le mostrarono. Sentì perfettamente il suo cuore battere sempre più piano, il suo suono non rimbombava nemmeno più nelle sue orecchie come un momento prima e i suoi occhi si fecero umidi facendole automaticamente vedere tutto distorto ma lei sapeva che comunque quella scena – anche fin troppo nitida – le si era impressa nella mente. Edward stava baciando un’altra: più giovane, più bella e soprattutto bionda. Non si staccarono nemmeno quando Bella spalancò la porta. Ci volle qualche secondo perché Edward si allontanasse dalle labbra dell’altra. Quando vide Bella di fronte alla porta – sconvolta e arrabbiata – non disse nulla. Allontanò la biondina e si alzò, senza dire una parola, guardando solamente quella che era ancora la sua fidanzata negli occhi. Perché lui lo sapeva, era entrata nel momento sbagliato. Lui non stava ricambiando il bacio. Erano giorni che la ragazza ci provava e lui era sempre riuscito a non ritrovarsela addosso ma non quel pomeriggio. Quell’infame pomeriggio, il destino aveva deciso di mandare tutto a puttane. Bella non disse nulla, almeno non finché Edward non le fu di fronte con uno sguardo dispiaciuto ma nello stesso tempo determinato, sì determinato, perché sapeva di non aver fatto nulla di male: non l’aveva baciata, non ci aveva fatto niente ma sapeva che Bella non ci avrebbe mai creduto. Sapeva perfettamente che avrebbe ribattuto sul fatto che lei aveva visto tutto con i suoi occhi, ma lui era a conoscenza dell’indole fragile di Bella, cercava sempre di proteggerla, soprattutto perché quello non era un bel periodo, ma non reagì in nessun modo quando gli arrivò uno schiaffo in pieno volto. Certo, rimase sorpreso e anche sconvolto; Bella non era una ragazza manesca ma non riusciva a immaginare che cosa stesse provando in quel momento. << Bella... >> Lei appoggiò un suo dito sulle labbra di lui. << No, non dirlo. Non dirmi che non è come credo. Perché... perché non ti credo e mi è persino ancora complicato capire perché tu abbia fatto una cosa del genere. Il tradimento non riesco ad accettarlo, non ora, non in questo momento che rivedo le tue labbra sulle sue. Non ti darò la soddisfazione di vedermi in mille pezzi, perciò me ne vado. È finita. >> Edward la guardò negli occhi, aveva ragione, lui l’aveva distrutta non volendo, non avendo in realtà fatto nulla. Ma non si giustificò, non la richiamò mentre la osservava uscire dal suo ufficio e dirigersi verso l’ascensore. Non riusciva a fare nulla, oltre a maledirsi e ripromettersi – in primis – di non assumere più una segretaria, poi di licenziare e buttare fuori a calci quella che si era guardata – anche con fin troppo interesse – la scena seduta comodamente sulla sua sedia girevole. Stava male, ma sapeva che doveva, voleva rimettere tutto a posto.

 

<< Me ne vado. Questa è la mia lettera di licenziamento. Tra una settimana pubblicheranno il mio secondo manoscritto. Non so se andrà bene, o se invece andrà male, ma so che non voglio più lavorare in questa redazione; sono stufa di scrivere pezzi su smalti e unghie finte. Io merito di più, io sono di più. Arrivederci. >> Si sentiva finalmente realizzata. Non per chissà che cosa, ma finalmente – dopo tre mesi che aveva lasciato Edward – era anche riuscita ad abbandonare il suo lavoro... sempre se lo si potesse definire così. Era tornata a vivere a casa di suo padre, non era felice, in realtà le mancava il suo ex fidanzato e odiava gravare sulle spalle di suoi padre oramai pensionato. Poteva andare da Tanya, anche Brooke le aveva chiesto se volesse vitto e alloggio, ma lei aveva preferito rifiutare la generosità delle sue amiche. La loro vita di coppia andava bene, non voleva fare da terzo incomodo ora che entrambe le sue amiche convivevano da molto. Una settimana prima, tramite la posta, le era arrivata una videocassetta. Il destinatario era lei, eppure era stata mandata a casa di suo padre. Quel giorno scoprì l’innocenza di Edward riguardo al tradimento, eppure non lo chiamò, non gli mandò un messaggio e nemmeno un’e-mail. Voleva pensare, capire perché non volesse affrontarlo né tanto meno ammettere di essere stata una stupida a non averlo ascoltato. Certo, lui non aveva fatto tanto per farsi ascoltare, però in quei mesi non si era arreso, le aveva mandato fiori, bigliettini romantici e tanti dolci. Non c’era mai il mittente, proprio come per la cassetta, eppure lei sapeva che era lui. Quindi, quando inserì la videocassetta nel video, non si stupì di scoprire che fosse la registrazione delle telecamere dell’ufficio; si vedeva chiaramente che Edward non aveva mai ricambiato il gesto e che quando lei aveva aperto la porta, l’altra gli si era appena avvinghiata. Si sentì in colpa e nello stesso tempo sollevata che non l’avesse tradita, però non riusciva a chiamarlo. A farsi viva. Durante il tragitto dalla redazione a casa di suo padre – sì, non riusciva a definirla “casa sua” – pensò che avrebbe potuto passare a parlargli ma infine ci rinunciò e fece bene, perché Edward si trovava sotto casa Swan che l’aspettava, non riusciva più a non vederla, a non sentirla... le aveva lasciato il suo spazio ma lui ora la rivoleva. Era innocente, ora lei lo sapeva – perché era certo che avesse visto la videocassetta – quindi ora temeva solo in un rifiuto. Che comunque sperava non avvenisse. Scese dalla sua auto, solo quando scese anche Bella. Non seppe dirsi il perché, eppure Bella si tranquillizzò appena lo vide. Le era mancato, era difficile abitare con un altro uomo – anche se si trattava di suo padre. Ora avevano entrambi abitudini diverse e per giunta lui era sposato, quindi lei cercava di stare in casa il meno tempo possibile ma sperava – dentro di sé – che Edward andasse a riprenderla, che si presentasse e le facesse uno dei suoi discorsi strappalacrime. E così fu, perché la sua intenzione era proprio quella. Pensò che trovarsela di fronte dopo tre mesi era strano ma bello, perché finalmente riusciva a sentire nuovamente il suo cuore battere. Si sentiva anche un imbecille, perché in realtà non si era preparato un discorso, si era solo detto: “Basta, me la devo andare a riprendere!”

<< Ti amo follemente, tu non hai nemmeno idea di come sia vuota e... e senza senso la casa da quando non ci sei più. Mi sento, mi sento continuamente a pezzi, come se fossi incompleto... e lo sai anche tu, non si può lasciare un puzzle incompleto. Ti prego Bella, capisco che tu possa ancora avercela con me – anche se non ho fatto nulla – ma ti prego... perdonami. Torna a casa con me. >> Lei cercava di rimanere impassibile, eppure i suoi occhi erano lucidi – felici ed emozionati non solo dalle sue parole ma anche dalla sua presenza – e i suoi denti mordevano voracemente il suo povero labbro inferiore, però non parlò, sapeva che c’era dell’altro. Un “ti amo follemente” – per quanto bello – non bastava, eppure sapeva che in quel momento ad avere torto fosse lei, perché doveva essere proprio lei a chiedergli scusa per non averlo ascoltato ma le era mancata troppo la sua voce che lo avrebbe pagato pur di non farlo stare zitto. << Sai, i - i tuoi indumenti non hanno più il tuo profumo. Ora hanno il mio, e anche le mie camicie che usavi te, non lo hanno più. È stato complicato addormentarsi senza sentire il tuo corpo accanto al mio, oppure il tuo profumo aleggiare tra le pareti, non trovare più il tuo spazzolino nell’apposito spazio, la tua risata, il disordine che mettevi nella camera pur di farmi innervosire... tu sei essenziale per me, Bella. Ti ho lasciato il tuo spazio ma è stato tremendamente difficile lasciarti stare. Purtroppo mi sono ricordato della telecamera, della videosorveglianza, troppo tardi, perciò non ho potuto mandartela subito; ma ora sai tutto. Ti prego, torna a casa. >> Lui era speranzoso ma sapeva anche che non poteva illudersi troppo, Bella lo aveva sempre sorpreso perché non faceva mai quello che una persona si aspettava... quindi rimase comunque di stucco quando si ritrovò le labbra di lei sulle sue. C’era ancora tanto da dire, ma sicuramente non avrebbero perso tempo ora che erano di nuovo insieme.

 

<< Edward! Edward, dove sei? Ho una bellissima notizia! >> Era euforica, non riusciva ancora a crederci, tutti e tre i suoi libri erano in vetta alla classifica del mese e per di più le avevano fatto una proposta assurda quanto splendida. Arrivò in cucina e rise quando si trovò Edward nudo, coperto solo col suo grembiule da cuoco.

<< Che c’è? Sono poco sexy? >> Lei rise ancora più forte e si avvicinò mentre buttava a terra il giubbotto e la sua borsa.

<< No affatto. Anzi se ti fai trovare almeno due volte al mese così... penso che mi faresti ancora più felice. >> Si baciarono e in quel bacio, c’era qualcosa di diverso, Edward, infatti, lo notò subito e quando si allontanò da quella bocca tentatrice, le rivolse uno sguardo curioso. Lei rise, era davvero euforica; si fece aiutare a sedersi sul bancone della cucina e gli afferrò il viso tra le mani. Edward era perso in quegli occhi intensi quanto vivi, lucidi ma contenti. Non riusciva a capire che cosa fosse successo e per di più gli pareva assurdo che riuscisse quasi a sentire lui stesso l’emozioni della sua fidanzata.

<< Questa mattina mi ha chiamato la redazione e mi ha fatto sapere che tutti e tre i miei libri sono tra i primi posti della classifica del mese! Tutti e tre, Ed! Non è fantastico? >> Lei aveva spalancato la bocca facendogli comunque un mega sorriso – che lui ricambiò.

<< Wow, tutti e tre? Immagino che aspettino il quarto. >> Lei annuì e si morse il labbro inferiore.

<< C’è qualcos’altro vero? >> Bella annuì nuovamente ma lui non fece domande, alzò semplicemente un sopracciglio. << La “Summit Entertainment” vuole rendere la saga, un film! >> Iniziarono a urlare e lui le fece mille congratulazioni ma in realtà lei sapeva che se non fosse stato per lui, questa storia del vampiro e dell’umana sarebbe rimasta sepolta nel suo pc. Era difficile capire come la felicità avesse messo in secondo piano il fatto che Edward fosse praticamente nudo – o almeno lui se n’era dimenticato, lei no... infatti, in modo malizioso o comunque seducente, gli circondò il collo con le braccia e la vita con le gambe.

<< Non voglio morire avvelenata a causa di qualche esperimento cucinato da te... quindi che ne dici di iniziare a festeggiare? >> Ammiccò alzando ritmicamente le sopracciglia e inumidendosi le labbra. Lui non ribeccò, sapevano entrambi che era bravo a cucinare – aveva preso da Esme – e per di più non voleva iniziare qualche battibecco inutile dopo che si era “conciato” in quel modo per farla divertire ed eccitare. Per fortuna era successo, anche se una parte di lui era sicura che anche con un sacco dell’immondizia non lo avrebbe rifiutato, sapevano entrambi quello che provavano, alla fine i gesti – a volte – servono più delle parole.

 

Sorridevano ai mille flash mentre camminavo con quanta più disinvoltura possibile sul tappeto rosso. Bella aveva notato che Edward fosse agitato, eppure non si spiegava il perché, non era la prima premier cui partecipavano, soprattutto per un film di Bella, anche se in realtà lei aveva semplicemente scritto il libro e aiutato durante le riprese per alcune scene. Quella nervosa doveva essere lei, ma oramai aveva lasciato perdere l’imbarazzo, d’altronde era lì per “lavoro”.

<< Sei strano questa sera, tutto bene? >> Edward annuì con un sorriso teso. Effettivamente Bella aveva ragione, Edward le stava “nascondendo” qualcosa che comunque a breve avrebbe saputo. Era solamente agitato. Dopo i mille flash, qualche autografo e qualche battuta con gli attori del film, entrarono finalmente nella sala per vedere il terzo film della saga di “Twilight”; Bella aveva adorato scrivere “Eclipse”, anche perché Edward l’aveva aiutata molto e le piaceva immaginare un triangolo, anche se non si sarebbe mai immersa totalmente nei panni della protagonista. Le scelte così “importanti” non hanno mai fatto per lei, anche se quando arrivano, non si tira indietro. Man mano che le scene andavano avanti, lei si stupiva sempre di più del lavoro strepitoso che avevano fatto... gli attori che interpretavano i suoi personaggi erano perfetti, era stata proprio lei a sceglierli e non se n’era mai pentita. La mano di Edward era sempre stretta a quella di Bella – che era immersa nel film – ma quando Edward riconobbe una certa scena, non riuscì a non irrigidirsi e far voltare Bella – preoccupata – vero di lui. Con voce bassa, sensuale e tremante, le si avvicinò all’orecchio e in modo suadente le disse:

<< Prometto di amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l'eternità. Mi vuoi sposare Isabella Swan? >> Bella rimase a bocca aperta, anche perché notò subito che aveva aspettato proprio il momento esatto in cui anche il protagonista chiese la mano alla sua compagna. La frase era di Edward, gliel’aveva suggerita proprio lui, ma quando gliela consigliò era per scherzo – anche se avevano proprio riprodotto la scena – ma ora no, quelle parole erano vere, erano per lei, era diretta a lei la domanda e lui aspettava trepidante un suo segno, un suo gesto, una sua parola ma lei era senza parole, non riuscì comunque a reprimere una lacrima. Guardandolo negli occhi, appoggiò con delicatezza le sue labbra su quelle morbide di Edward e su di esse, sussurrò un tremante – per l’emozione e per la felicità – e deciso << Sì.  >> Dopo un bacio che fece comunque voltare qualche “vicino di posto”, lei aggiunse: << Sì, ti voglio sposare amore mio. >>

 

Pareva impossibile, eppure era così. Bella era di fronte a uno specchio con il suo abito bianco. Le piaceva perdersi nelle increspature del corpetto ricamato e della gonna che finiva con uno strascico non troppo lungo e pericoloso – sia per lei che per le altre persone che le camminavano accanto. Si piaceva, trovava che il vestito le cadeva a pennello, eppure continuava ad avere gli occhi sgranati e respirare profondamente gonfiando persino le guance. Mancava poco, lo sapeva che tra qualche minuto sarebbe entrato qualcuno per dirle che doveva attraversare la navata e quello sinceramente non la spaventava, la sua paura era non trovare Edward al fondo della sua camminata, oppure che lui dicesse “no”. Quello la terrorizzava a morte. Il concetto di matrimonio, e di vivere insieme finché morte non vi separi, non la spaventava. Non la preoccupava minimamente, eppure era agitata, sentiva un groviglio di emozioni bloccate nello stomaco; la sera prima era stata bene, aveva festeggiato con le sue amiche e sue future cognate in un localino tranquillo in cui avevano bevuto e cantato divertendosi molto ma il panico o comunque l’agitazione, si erano presentati solo una volta che aveva aperto gli occhi la mattina dopo con un lieve mal di testa – che per fortuna era passato velocemente. Era pronta, era perfetta... aveva tutto ma sentiva che qualcosa mancava. Un controsenso, eppure era così. Quando la porta si aprì, i suoi occhi si sgranarono maggiormente e smise di respirare, ricominciò il “mantra” solo quando Alice la spronò. Erano entrate la sua migliore amica – nonché damigella d’onore – e sua cognata. Non riusciva a tranquillizzarsi, voleva che parlassero ma loro la continuavano a guardare rendendola ancora più agitata.

<< Per diamine! Parlate, per favore! >> Loro risero e l’abbracciarono cercando di non scompigliarle la capigliatura semplice quanto magnifica. Notò appena lo sguardo che si scambiarono le sue amiche, si “risvegliò” solo quando un qualcosa di rosso, fluttuò di fronte al suo sguardo.

 << Giarrettiera. >> Continuava a guardarla mentre nella sua mente ripeteva quella parola. Infine schiuse la bocca facendo fuoriuscire un verso strozzato.

<< La giarrettiera! >> Urlo scendendo da quella specie di palchetto che l’aveva “ospitata” fino a quel momento e cercò di afferrare quell’affare ma Alice era veloce e piccola e Bella era in difficoltà per via dell’agitazione. Dopo un sospiro, entrambe si tranquillizzarono e Alice - con un sorriso dolce - le si avvicinò e le baciò una guancia.

<< Questa è una parte del mio regalo. Sapevo che avevi qualcosa di vecchio e di blu... ma non di nuovo – anche se in realtà hai l’abito – ma io te la do lo stesso. >> Si abbracciarono e ridendo e scherzando – facendo automaticamente calmare un po’ Bella – le sue amiche l’aiutarono a infilare la giarrettiera. Era tutto pronto, ora era veramente il momento di entrare in scena, Bella lo capì quando spuntò suo padre con un’espressione ebete sul volto. Tanya la voltò verso di lei, e con gli occhi lucidi le disse:

<< Ti voglio bene, sei la sposa più bella – e non solo di nome – che io abbia mai visto. Non farti paranoie, cammina tranquilla e immagina il futuro con il tuo sposo. Ok? >> Si sorrisero e dopo un bacio, Tanya e Alice sparirono dalla stanzetta. Bella, mentre percorreva il lungo corridoio che l’avrebbe portata alle porte della cappella per percorrere la navata, si chiese come stava Edward, se era tranquillo e se era veramente sicuro di voler passare una vita con una pazza e isterica come lei. Il suo ultimo pensiero, prima di stringere forte la mano del padre, fu per la madre. Non la vedeva, non poteva vederla – non c’era più – ma lei la sentiva comunque vicina a lei, sorrise e voltandosi verso il padre, si convinse di tutto.

<< Sono pronta. >> La cerimonia non fu lunga e Edward ne fu contento, anche perché era dal giorno prima che non la vedeva e non riusciva a non immaginare il momento in cui avrebbe finalmente potuto saggiare le sue labbra, per la prima volta come sua sposa. Quando accadde, nessuno dei due si seppe spiegare perché si sentivano leggeri, anche se con il cuore che batteva forsennato, ma con il riso, gli abbracci e le congratulazioni degli amici e dei parenti, ci pensarono ben poco e festeggiarono al meglio... perché d’altronde quella era una giornata molto importante.

 

Lei gli aveva mandato un messaggio per sapere se poteva liberarsi prima dal lavoro. Era strano, solitamente lei aspettava tranquilla che lui rientrasse senza farsi sentire, Edward aveva capito che si trattava di qualcosa importante. Quando arrivò, non la trovò – lei era in cucina ma nascosta a piedi del bancone – lui smise di cercarla e di chiamarla, solo quando notò una cartellina – proprio sul bancone – con sopra una foto di un bebè. Non sapeva perché, eppure lesse ad alta voce.

<< Il bambino che c’è su questo biglietto, non è nostro ma quello che c’è nella cartellina sì. >> Bella lo sentì deglutire e spostare in modo frenetico e rumoroso uno degli sgabelli per sedersi. Percepì anche il rumore della cartellina che veniva aperta e poi lo sentì solo esclamare.

<< Oddio. >> Lei sorrise immaginando il volto di Edward mentre osservava l’ecografia che c’era all’interno della cartella. Lentamente si alzò e si mostrò a lui che quando la notò, stava piangendo con un sorriso sulle labbra. << E’ un sogno? >> Stentava a crederci, sarebbe diventato padre. Sembra così assurdo e stramaledettamente bello che doveva assicurarsi che non stesse sognando, lei scosse il capo e lui singhiozzò stupendosi di quanto quella bellissima notizia lo aveva scosso. Lei gli arrivo di fronte, afferrò il suo viso tra le mani e con quasi venerazione, gli asciugò le lacrime con le sue labbra. Erano felici, stavano per diventare una famiglia a tutti gli effetti.

 

<< Piano Lizz, su dai... muovi il piedino, vieni verso la mamma! >> Edward stava registrando la scena sorridendo, la loro piccola figlia aveva dieci mesi e già voleva iniziare a camminare, non potevano non mettere tutto su cassetta! Erano dei genitori alla loro prima esperienza e trovavano incredibile vedere giorno dopo giorno la loro figlioletta crescere. Elisabeth era bellissima, un miscuglio perfetto dei genitori: occhi verdi e capelli castani con qualche riflesso rossiccio. Aveva un sorriso che faceva incantare tutti e soprattutto con quei piccoli e praticamente invisibili dentini era impossibile non trovarla incantevole. Edward si abbassò maggiormente e riuscì a inquadrare l’esatto momento in cui la piccola fece un passo in avanti senza poi cadere sul pavimento. Inutile dire che iniziarono tutti a urlare e la piccola ridere felice battendo le mani. Quelli erano dei momenti che non avrebbero mai voluto perdere, la loro figliola cresceva ma lo facevano anche loro. Perché non importa quanto tempo passi, alla fine ogni giorno impari cose nuove, e loro lo facevano proprio grazie a quel miracolo che dopo cinque anni che stavano insieme – tre anni da sposati – portava solamente tanta felicità tra loro.

 

In totale, 7 anni dopo: Bella pov.

<< Non mi sembra di chiedere troppo, voglio solo un matrimonio perfetto come il tuo. >>

<< Il mio? Il mio non è stato perfetto, ma te lo lascio pensare solo perché sei la sposa e sei già abbastanza agitata. E fattelo dire: quest’ansia è inutile. >>

<< Perché? Magari ha capito che sono una nullafacente, una... pazza che deve essere assolutamente rinchiusa in qualche manicomio e non mi vuole più sposare. >>

<< Oppure temi solo che si sia dimenticato la data esatta del suo matrimonio e che non si presenti. >>

<< Sì, sì esattamente. E se non mi ama? >> Sorrido e le afferro le mani.

<< Tanya, Pitt ti ama. È già qui. È con Edward in questo momento e non puoi veramente pensare che si sarebbe dimenticato di venire. >> Lei sospira e prende a respirare profondamente.

<< Hai ragione, forse mi faccio troppe paranoie. Comunque quando hai intenzione di dirglielo? Lizz lo sa già. >> Abbasso lo sguardo e gioco con la mia fede nuziale.

<< Beh sicuramente dopo la cerimonia. Questo è il vostro momento e non voglio sicuramente mettermi in mezzo. >> Lei mi abbraccia e mi tiene stretta a sé respirando profondamente. Mi viene da ridere ma reprimo tutto tranne che un sorriso. Anch’io ero così al mio matrimonio ma grazie a lei e alle mie cognate mi sono ripresa in fretta, anche se mi sono calmata solo quando ho visto Edward, in piedi, di fronte al prete alla fine della navata. Quando sentiamo bussare ci allontaniamo e dalla porta, sbuca una testolina castana rossiccia.

<< Mamy, ti cerca papy. >> Mi volto verso Tanya, che alza gli occhi al cielo.

<< Lizz, sei sola? >> Lei scuote il capo, io alzo un sopracciglio.

<< Beh entrerei volentieri se questa piccola peste mi facesse passare. >> La piccola ride mentre Brooke – ancora da dietro la porta – inizia a farle il solletico così da poter entrare senza doverla in qualche modo spingere.

<< Wow. Sei stupenda! Posso piangere? >> Io e Tanya ridiamo mentre Lizz si riprende dalle troppe risate per via del solletico. Brooke è incinta ed è inutile dire che ha gli ormoni in subbuglio e che passa quasi tutta la giornata a piangere. La piccola mi si avvicina e la prendo in braccio mettendole a posto il vestitino.

<< E’ vero, zia, sei bellissima. Come una principessa. >> Tanya si addolcisce e le posa un bacino sulla fronte.

<< No, l’unica principessa qui, sei tu. >> La mia piccola sorride.

<< E’ vero, lo dice anche papà. Mamma è la nostra regina. >> Stringo gli occhi mentre sorrido. Da quando Lizz ha chiesto a Edward il significato dei nostri tatuaggi, si è intestardita con questa cosa del re, della regina e della principessa. D’altronde è una bambina di due anni, è normale che voglia credere – e che creda – a queste cose. Le mie amiche ridono mentre io mi sento avvampare.

<< Spero tanto di avere una figlia come te, piccola Elisabeth. Per quanto abbia due anni, è... è fantastica.  Sveglia, solare, attiva e soprattutto educata. Hai una figlia perfetta, Bella. >> Alzo gli occhi al cielo verso la sposa.

<< Esageri... è anche molto capricciosa quando è stanca, è disordinata e odia mangiare le carote che fanno solamente bene. >> Lizz sbuffa.

<< Le carote le mangiano i conigli. Io non sono un coniglio. >> Ridiamo nuovamente e l’appoggio a terra mentre torno a guardare Tanya.

<< Sì, vai pure ma fai in fretta. La mia damigella d’onore non può scappare. >> Le sorrido e trascinata da mia figlia, esco da quella stanza.

<< Mamma, quando fai un altro libro per me? >> Sorrido e passo una carezza sulla testa della bimba. Dopo la saga di “Twilight”, ho scritto altri libri – e non solo per “adulti” – e stranamente sono andati bene, hanno fruttato tanto, anche se non me lo sarei mai aspettata.

<< Non lo so tesoro. Devo finirne uno. >> Lei annuisce e mi lascia la mano per correre verso il padre che la prende in braccio. Sono uno spettacolo della natura. È sempre bello guardarli. Mi avvicino lentamente e mi perdo negli occhi verdi di mio marito mentre mi sorride. Sento appena Lizz sbuffare e chiedere di farsi mettere a terra. Rido quando sospira sognante vedendo suo padre baciarmi. L’ho già detto che è una tremenda romanticona?

<< Ho bisogno di una mano con il nodo della cravatta. >> Scuoto il capo desolata.

<< Papà ma oramai sei grande... quando impari a farlo da solo? >> Rido e guardo Edward che si passa una mano tra i capelli in modo agitato.

<< Ma a me piace che lo faccia la mamma, non voglio imparare proprio per quello. >> La bambina sussurra un misero “Ah”. Secondo me, pensa che il padre sia pazzo. Finito di fargli il nodo, lo guardo attentamente. Adoro quando mi osserva in modo intenso, l’unico “problema” e che quando fa così, mi sembra che mi legga nell’anima. << La sposa è agitata? >> Sorridendo annuisco.

<< Parecchio se devo essere sincera. >>

<< Tu invece sembri solare, anche fin troppo. >> Rido nervosamente. Com’è possibile che mi conosca così bene? 

<< Mamma, dobbiamo tornare da zia. >> Ah, quanto amo mia figlia! Con un leggero bacio sulle labbra di mio marito - che fa venire gli occhi a cuoricino alla piccola, sparisco dalla sua visuale per tornare dalla mia amica.

<< Wow, non ricordavo di averti lasciata in questo modo. >> Tanya si volta verso di me e tira un respiro di sollievo.

<< Sono in panico! Mia madre è appena andata via – veramente l’ho praticamente cacciata – e mi ha fatto solo agitare! >> Mi avvicino e l’abbraccio.

<< Va tutto bene, respira e andrà tutto bene. >> Fa come le dico e poco dopo si rilassa.

<< Mamma, pensavo che questo, fosse un bel giorno. Perché zia è così agitata? >> Sorridendo mi avvicino alla mia bimba.

<< Perché questo è un giorno importante e vengono fuori dei dubbi inutili. Tutto torna normale non appena s’incontrano gli occhi del proprio principe. >> Mia figlia sorride e sento Tanya sedersi.

<< Davvero? Non appena vedrò Pitt, andrà tutto bene? >> Sicura, annuisco. Sono sicura delle mie parole, anch’io mi sono fatta tante paranoie per niente. Loro si amano, ed è normale essere agitati prima di attraversare la navata.

 

<< Guardalo, due ore fa sembrava quasi per avere un attacco di panico e ora, balla e ride come se niente fosse. >> Guardo Edward per poi portare il mio sguardo verso gli sposi. È vero, Pitt è tranquillo e anche Tanya.

<< E’ normale. Non dirmi che tu non eri agitato? >> Mi stringo maggiormente tra le sue braccia mentre continuiamo a ballare.

<< Chi? Io? Ma va. >> Rido e gli poso un bacio sulla guancia per poi osservare mia figlia che balla con qualche bambino.

<< Devo dirti una cosa. >> Riporto il mio sguardo in quello di mio marito e noto subito che è preoccupato, sorrido per smorzare la tensione.

<< Sapevo che c’era qualcosa, e sono contento che tu me ne stia per parlare. >> Gli accarezzo una guancia mentre le sue mani rimangono ancorate ai miei fianchi.

<< Sai, abbiamo parlato spesso che la nostra vita con Lizz è cambiata, abbiamo dovuto fare molti cambiamenti prima della sua nascita e ora come ora, non posso non ammettere che abbiamo fatto bene a fare una stanza in più. >> Il nostro ondeggiare sulla pista, cessa e senza staccarmi da lui, osservo i suoi occhi farsi lucidi. La sua espressione è impenetrabile, tranquilla ma comunque capisco che sta ancora assorbendo le mie parole.

<< Sei, sei incinta? >> Sorridendo annuisco, e lui apre la bocca per far uscire un po’ d’aria. Una lacrima solca una sua guancia ma la scaccia subito. Siamo in pubblico – per lui è già complicato farsi vedere piangere di fronte a me. << Amore, è possibile che tu riesca a farmi sentire ogni giorno più felice? >> Deglutisco cercando di non piangere e gli circondo il viso con le mani.

<< Felice tu, felice io. >> Lui sorride. << Sempre. >>

 

The End.

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Note dell’autrice oddio che parolone!

Oddio, questo è l’ultimo angolino. Sono quasi in lacrime, ho appena finito di rileggere il capitolo per controllare se c’è qualche errore di ortografia... spero non ne troviate. È incredibile ma siamo proprio alla fine... manca ancora qualcosa da dire e una cosa da farvi vedere. Questo è il set fotografico del matrimonio di Bella; spero che l’abito e l’acconciatura vi piacciano. Che dire? C’è Elisabeth, Bella aspetta un altro bimbo – maschio, ve lo dico anche se non verrà mai detto xD e per di più ne ha passate di tutti i colori, non solo con Edward ma anche con i suoi genitori: la mamma di Bella è mancata, il padre si è sposato con Sue anche se c’è stato un momento in cui erano in crisi. Lo so, non vengono nominate tante persone ma Jake è ancora sposato con Angela, non ho idea se Rose abbia avuto altri bambini o se Alice ne voglia né tantomeno se Carlisle è andato in pensione. Lo so, forse non dovrei cercare di alleggerire la tensione ma non voglio piangere – anche se per felicità. Un altro motivo di felicità, è il successone – sì per me è così – che ha avuto questa storia, grazie alle 130 persone che hanno aggiunto la storia tra le preferite, 15 tra le ricordate, 218 tra le seguite ma soprattutto ai coraggiosi 431 che mi hanno aggiunta tra gli autori preferiti. Non so se merito tanto ma Grazie, grazie con tutto il cuore. È quasi doloroso non dire “a martedì prossimo” però vi lascio con un “A presto”, perché non scomparirò, ho altre storie da finire e ho già in mente alcune idee ma prima di salutarvi... anche se il The end che c’è sopra mette tristezza, vorrei lasciarvi il link della mia originale – a cui tengo un casino: “Overwhelms me/Travolgimi” Se volete fateci un salto, mi farebbe davvero molto piacere. Non so quanti arriveranno fino a questo punto ma ancora GRAZIE di tutto. Ammetto che mi farebbe piacere sapere che avete pensato del capitolo ma non sentitevi obbligati. Un mega sorrisone e un bacione ;) Vi adoro. Jessica. JessikinaCullen, Jess.

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