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Autore: JessL_    08/04/2010    22 recensioni
"A ventiquattro anni, poco importa chi fossi al liceo. Ma un invito, un evento cambierà e sconvolgerà tutto.
La quiete e l'armonia che si è creata negli anni verrà "disintegrata" proprio a causa del liceo.
A quell'epoca, lui era un ragazzo normale e bene in mostra ma non per lei: lei che era popolare.
Lui sempre innamorato, ossessionato... lei, beh lei a mala pena sapeva che esistesse.
Può in una settimana cambiare tutto? Sì."
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Un buongiorno a tutti. Devo ammetterlo, sono un po’ emozionata e anche agitata. Non so bene come spiegarlo, ma a questa storia ci tengo particolarmente, ne ho parlato tanto e con parecchie persone e sono davvero contenta di come sia venuta fuori e dell'entusiasmo e la curiosità delle persone con cui ne avevo parlato. Non ho pretese, non mi aspetto nulla; sono una persona molto pessimista quindi non mi aspetto valanghe di commenti ma devo ammettere che spero che la storia piaccia e che qualcuno sia sincero nel dirlo. Incrocio le dita con il cuore che batte a mille.

Prima di lasciarvi alla lettura, mi sembra giusto dirvi com’è nata questa "pazzia", e tante altre cose...

Come forse qualcuno sa, sono un’appassionata sfegatata dei telefilm, questa storia è nata grazie a un episodio di “One tree hill”. Non si basa per nulla sul telefilm – che amo – ma due personaggi prendono il nome e c’è un avvenimento simile – il ballo tanto per intenderci.

La storia è un Edward&Bella, il tutto – compreso epilogo – è di quattordici capitoli. Il giorno dell’aggiornamento settimanale sarà il martedì - sempre escluso oggi.

Premesse: so di mio che la storia è un po’ assurda, nel senso che tutto si svolge in una settimana, il come si “conoscono” non ha senso – cioè che non penso che nella realtà possa accadere una circostanza simile. Lo so, ma voi fate finta che possa accadere. Tutti i capitoli – tranne il primo – hanno più di cinquemila parole, quindi circa sei pagine di word (contate che la scrittura è particolare e non molto grande). Spero che la storia vi piaccia, molte cose sono diverse dalle altre storie e soprattutto ho cercato di essere il più originale possibile... spero vivamente che vi piaccia leggerla quanto a me è piaciuto scriverla.

 

Immagine1

 

Capitolo uno – Lapels and surprises: Non voglio crederci.

Bella pov.

<< E’ un incubo, vero? E’ impossibile. Chi mai avrebbe potuto avere un’idea così... così... assurda! >> Lo so, strillare serve a ben poco ma ho una crisi di nervi! << Splendore, rilassati. E’ il liceo, non una guerra o l’inferno! >> Mi volto inferocita verso Pitt e mi avvicino a passo spedito verso di lui. Poco importa che ho i capelli disordinati e legati in una crocchia e che ho indosso una semplice vestaglia tipo kimono, sono infervorata. << Tu non ti rendi conto. Il liceo è – ed era – una specie d’inferno per ogni adolescente. Ora che ho la bellezza di ventiquattro anni, un pazzo – sì non può essere altrimenti – decide di organizzare – tanto per fare qualcosa di carino e divertente - di rimpatriare gli alunni che hanno frequentato il l i c e o duranti gli anni 98 – 99 – 2000  e 2001 ! Al liceo, con gli altri studenti, quelli che lo frequentano perché hanno l’età per farlo, anzi che sono obbligati a frequentarlo! E’ assurdo, non puoi dire di no. E poi non posso non presentarmi al lavoro per una settimana, suvvia! >> Pitt alza un sopracciglio e afferra – poco delicatamente – dalle mie mani l’invito a questa pazzia. << E’ specificato che non è obbligatorio presentarsi. Perché ti lamenti? >> Alzo gli occhi al cielo e sospiro ma non riesco a rispondergli perché Tanya – la nostra coinquilina e mia amica fin dai tempi delle elementari, entra nella mia camera. << Hai letto? Una settimana al liceo, ma sono pazzi? >> Annuisco mentre Pitt scoppia a ridere osservandoci. Sinceramente non ci trovo nulla di tanto divertente. << Ho una domanda: sembrate terrorizzate, che diavolo avete combinato al liceo? >> Già, troppe cose e soprattutto sbagliate.

 

Edward pov.

<< Ti rendi conto? Al liceo per una settimana! >> Emmett – mio fratello – sposta il suo sguardo dal televisore di casa mia, per puntarlo su di me. << Non ne sei felice? Io, sì. Sono elettrizzato per questa nuova avventura. Sembra un po’ una bambinata, però so che sarà divertente. >> Sfinito, mi butto sul divano accanto a lui, non gli rispondo ma continuo a tenere tra le mani quello strambo invito. Non dovrei essere così teso, cioè sono passati anni dalla fine di quella “tortura”, perché una parte di me vuole tornarci? Ok, la risposta la so, la immagino ma non voglio ammetterlo nemmeno nei miei pensieri. Oramai ho ventiquattro anni, non posso ancora pensare alla mia ossessione, al mio primo “amore” e soprattutto al mio primo rifiuto. Beh chiamarlo così è... eccessivo, d’altronde in cinque anni di scuola ci avrò parlato solo quattro volte, colpa mia che non ero così... esuberante e chiacchierone, sinceramente non lo sono nemmeno tuttora. Per lui – Emmett – sarà veramente e sicuramente divertente. E’ sempre stato un ragazzo solare, simpatico e soprattutto con la chiacchierata facile. Era uno dei popolari. Lui ha un anno in più di me, ed era il capitano della squadra di football e piaceva molto alle cheers. Ovviamente. Non ero uno sfigato, ma non ero nemmeno così in alto per essere visto da Lei: Isabella Swan. Cavolo solo ripensarla mi viene duro e me ne vergogno. Dopo tanti anni non dovrebbe più farmi questo effetto. Sia chiaro, lei non era una di quelle con la puzza sotto il naso che faceva di tutto per farsi il più popolare o stare al centro dell’attenzione ma era una cheerleader e faceva parte del gruppo dei popolari. Ricordo ancora quando venni a sapere che si era fidanzato con quel Christopher, volevo vomitare e nascondermi ma non lo feci, avevo anch’io una reputazione – anche se lei non sapeva nemmeno della mia esistenza. << Sei troppo pensieroso, e il broncio che si è formato sul tuo viso non mi piace. Che c’è? Suvvia, parla con Emmettuccio fratelluccio tuo. >> Odio i soprannomi che si affibbia. Ma è mio fratello, non lo posso cambiare... è già cambiato molto grazie a Rosalie. Ha fatto un vero miracolo. << Stavo pensando a Lei. Non penso di volerla vedere. >> Stizzito e intimorito, alzo i miei occhi incontrando i suoi e vedo uno sguardo incredulo quanto scettico. << Non dire cavolate. Tu la vuoi rivedere. Magari è diventata grassa, capelli unti e bisunti e soprattutto con pochi denti e con occhiali spessi quanto lo spessore di un mattone! >> Sorride, si diverte a prendermi in giro! << Ha. Ha. Ha. Davvero divertente, senza offesa ma non me la immagino così, anzi non la voglio proprio immaginare. >> Ridacchia e mi da una ponderosa pacca sulla spalla. << Edward, ti voglio bene ma stai esagerando. Non sei più il ragazzino timido e impacciato che eri al liceo. Non eri brutto e le tue scopate le facevi anche all’epoca. Eri uno nella media, né molto conosciuto né uno fuori dal mondo: eri – e sei - Edward Cullen. >> M’imbroncio, non mi piace la sua descrizione: uno nella media. Odio il liceo e la stupida idea di doverci tornare per una settimana. Lei potrebbe non esserci, e anche se ci fosse, non cambierebbe nulla. Poco importa che ora sono un architetto che lavora a Seattle e che ha un mucchio di soldi; rimango semplicemente Edward Cullen in quel posto. E si sa, lo sfigato non si mette con la principessina del ballo.

 

Bella pov.

<< Ricordami perché ho detto: “Ok va bene, facciamo questa pazzia?” >> Tanya dallo specchio mi sorride.

<< Perché mi vuoi bene, e perché grazie a questa scusa non dovrai andare a lavoro per una settimana. >> Alzo gli occhi al cielo, mi piace il mio lavoro, ho sempre amato i bambini e scrivere, di conseguenza sono diventata una scrittrice di racconti per bambini – beh non lo sono diventata a tempo pieno, visto che scrivo anche in una rivista di moda, non che non mi soddisfi appieno quell’impiego, però mi permette di arrotondare per l’affitto e le altre spese, poco importa che divido l’appartamento con altre due persone, la spesa dell’auto? La spesa per casa? Le bollette da pagare? Lo shopping? Beh... non sono un’amante dello shopping, ma con gli anni - a causa di Tanya – ho dovuto apprezzarlo. << Pensi che ci sarà anche lui? >> Mi volto verso di lei e osservo la camicetta – che non pensavo di possedere – che ha tra le mani. << Beh sì, era il vice capitano della squadra di football del nostro anno, non può mancare. >> Sospiro rassegnata, mi tocca vederlo. << Ancora conciate così? >> Ci voltiamo entrambe verso il nostro amico e lo trucidiamo con lo sguardo. Sono le sette e venti e tra quaranta minuti dovremmo essere nel cortile della scuola. Rabbrividisco al pensiero. Per quanto fossi popolare, non ho mai amato la scuola, l’unica ora e materia che sopportavo, era letteratura... e biologia adesso che ci penso. Ero brava anche in quello, se rammento correttamente seguivo anche il corso avanzato. << Sprizzate gioia da tutti i pori, per carità ragazze, non così euforiche! >> Sbuffo e lo guardo male. << Pitt? Ringrazia il cielo che ci servi per pagare l’affitto, se no ti avrei già cacciato fuori a calci! >> Lui ride e sparisce oltre la soglia, si diverte a farmi arrivare sempre al limite. Che nervi! << Camicetta blu che risalti il decolté con un paio di jeans stretti e un paio di scarpe col tacco. Ah, un copri spalle e la collana pendente. Ti bacio, corro a vedere come vestirmi. >> Sorrido e mi vesto per poi pensare al trucco – ovviamente non molto marcato – e alla capigliatura – semplice anch’essa.

<< Tanya ma i tacchi così alti? >> Mi presento in cucina con le scarpe in mano e sorrido vedendo le nostre amiche d’infanzia intorno al bancone che chiacchierano animatamente – come al solito. Siamo rimaste unite anche dopo il liceo e sono contenta di essere tornata a Forks, per lo meno ho ritrovato loro. Certo, sono cambiate e hanno una vita degna di “Beautiful” però sono loro, le mie amiche. Appena sentono la mia voce, si voltano e guardano il tacco delle mie scarpe – che ho ancora tra le mani - e annuiscono euforiche mentre riprendono a parlare. Alzo gli occhi al cielo; quando – un paio di giorni fa – ci siamo riunite per parlare di questo evento, beh è scoppiato il finimondo. Tutte ci siamo fatte una vita e viviamo ognuna la propria fiction ma ho scoperto che non sono l’unica a farmi duemila paranoie, il liceo per quanto fosse stato bello, è il passato e pensiamo – tutte – che sarebbe stato meglio rimanesse tale.

 

<< Sono contenta che Julian non abbia fatto con noi il liceo, penso che a quest’ora non staremmo insieme. >> Sorrido a Brooke mentre cerco un parcheggio. E’ assurdo ma questo posto – dall’esterno – mi sembra uguale. E’ assurdo, vero? Non può essere così. << Beh, fino ai tuoi diciassette anni, non eri una ragazza per bene. E da quello che mi hai raccontato, il tuo fidanzato, a quei tempi era uno sfigato. Non lo avresti nemmeno notato. >> Brooke era una ragazza facile, una ragazza immagine che se ne fregava di tutto e tutti. Diciamo che la colpa era dei genitori che per quanto fossero ricchi non si erano mai presi cura di lei. A diciassette anni ha conosciuto Lucas e ha messo la testa apposto, innamorandosene. Non è finita bene, un anno dopo si sono lasciati perché lui era beh preso dalla sua migliore amica – lo è ancora tuttora – Peyton. I due stanno ancora insieme, si devono sposare. Brooke ci ha messo un po’ a perdonarli, all’ultimo anno di liceo Brooke era anche tornata con Lucas ma non ha funzionato. Ah il liceo, eravamo tutti ragazzini sciocchi e pieni di ormoni. << Pensi che Christopher ci sarà? >> Spengo l’auto e mi volto verso di lei; in questi giorni, ho anche pensato spesso al mio venerando e popolare ex fidanzato. << Sì, ci sarà ma farò a mala pena finta di vederlo. >> Annuisce e non dice nulla scendendo dall’auto, la imito e rimango sorpresa e spaventata nel vedere i ragazzi – ancora mezzi addormentati – che si salutano e si avviano verso l’ingresso dell’edificio. Le cose non cambiano, e nel vedere i miei ex compagni, la mia teoria si solidifica. Puoi crescere, ma in questo posto ti sentirai sempre un ragazzino.

 

Edward pov.

<< Alice, sei troppo euforica. Non serve. >> Sono le sei del mattino e mia sorella – molto delicatamente – è venuta a buttarmi giù dal letto per portarmi a scuola. Gentile, no? Cavolo, la scuola. Ho inventato ogni scusa possibile per non andarci, ma alla fine mi sono fregato con le mie stesse mani Non ho un capo sul lavoro, o meglio sì: sono io. Non penso che non potrei concedermi il permesso di non lavorare per una settimana! << Eddy, siamo a Seattle e ci vuole almeno un’ora per arrivare a Forks e tu devi ancora lavarti e vestirti. Dimmi che almeno hai preparato la valigia! Non potrai fare avanti e indietro tutti i giorni: rimarremo da mamma e papà. >> L’ascolto e borbotto mentre mi lavo i denti, vorrei non ascoltarla ma so che poi me ne pentirei perché mi beccherebbe e in qualche modo – anche assurdo – mi troverei a fare promesse che non voglio, di conseguenza preferisco ascoltarla, o almeno provarci. Non so Jasper come riesca a sopportarla e calmarla. Sì, mia sorella è agitata, non è solo euforica ed emozionata nel tornare allo stadio adolescenziale. Beata lei che è così di buon umore anche all’alba! << No, Alice. Ma so che hai già iniziato a farla tu. >> La sento ridere e mi butto sotto il getto tiepido della doccia. Mi mancherà casa mia. Sono anni che non abito più con i miei genitori... mi sembra veramente di essere tornato indietro nel tempo.

 

Forks High School. Grande schifo. In questo posto è tutto uguale e ridicolo. Lo pensavo a quattordici anni e l’ho pensato fino ai diciotto, perché dovrei cambiare idea adesso che ne ho ventiquattro? Sbuffo e mi guardo attorno, ragazzine praticamente svestite e troppo truccate, ragazzi che si mettono in mostra sputando e mostrando le mutande con colori fosforescenti.... ma dove sono finito? Alcune ragazze mi guardano, ridacchiano con le amiche e arrossiscono, oddio! Mi voglio sotterrare dall’imbarazzo. Mi sento come se fossi all’asta, anzi no, la serata di beneficienza – fatta sempre al liceo – chiamata “boy toy”, mi aveva imbarazzato in modo minore! In un angolo dell’immenso cortile della scuola, intravedo persone alte come me e vestite in modo decente, capisco automaticamente che non sono l’unico scemo che ha accettato di venire a partecipare a questa pagliacciata, meno male. Mia sorella inizia a saltellare mentre mio fratello sorride euforico, non so perché, ma sono voluti venire a scuola nella stessa auto e per di più hanno rinunciato per l’intera settimana ai propri partner. Coraggiosi, eh? Sinceramente riconosco ben poche persone, ma una ragazza mi salta subito all’occhio. Lascio i miei fratelli a parlare e rincontrare i loro vecchi amici e mi avvicino – in modo silenzioso e disinvolto – a una brunetta bassetta e scazzata. Le metto un braccio intorno alle spalle facendola sussultare, per fortuna appena si volta e incontra il mio sguardo si rilassa e schiude la bocca sorridendo stupita. << Non posso crederci: Edward Cullen! Cacchio Ed, sei diventato uno schianto! >> Rido e abbraccio affettuosamente la mia migliore amica del liceo e degli antecedenti: Summer. << Non pensavo venissi, anzi credevo che non si sarebbe presentato nessuno. >> Annuisco ridendo e ci mettiamo a chiacchierare, lei sta ancora con Seth, si devono sposare e ha convinto anche lui a venire in questo posto, solo che deve ancora arrivare. << E tu? La fidanzata dove l’hai lasciata? Il lavoro come va? >> << Tutto bene e niente fidanzata. Il lavoro? Beh quello va alla grande e lo stesso per la casa nuova. Finalmente non divido più l’appartamento in periferia con mio fratello, vivo per conto mio ed Emmett convive con una ragazza in un appartamento in centro. Sono cambiate molte cose. >> Sorrido e il mio sguardo si esamina attorno. Non so cosa cerco o cosa voglio vedere, ma continuo a perlustrare. La campanella mi fa tornare in me e ascoltare Summer - e Seth - che ci ha raggiunto.

 

<< Le lezioni sono incominciate, voi potete girovagare un po’ ma non combinate guai e non fatevi richiamare, siete grandi. Dimostratelo. >> Neanche il tempo di finire la frase che il – vecchio ed eterno – preside, voltandosi sbuffa. << Signorina, mi dica che non ha curiosato nell’armadietto. >> Osservo, con un sorriso sulle labbra, la scena. Purtroppo il corpo del preside mi nasconde la figura della ragazza ma comunque è assurdo, possibile che alla nostra età si è ancora così curiosi? Mi appoggio agli armadietti dietro di me e sento bisbigliarmi da Summer che effettivamente sono proprio appoggiato al mio armadietto. Ricordo che al suo interno avevo una foto che avevo scattato – di nascosto – a Isabella e un sacco di adesivi sui miei gruppi musicali preferiti dell’epoca. << Beh uhm... la curiosità è donna. Che c’è di male? Anzi una cosa c’è: avreste dovuto cambiare le password, il codice... beh la combinazione. >> Sorrido nel sentire la ragazza in difficoltà, a quanto pare non è molto intimorita, è sicura, anche se “balbetta” anzi, incespica sulle parole adatte. La sua voce ha un qualcosa di famigliare, magari la conoscevo, è probabile dopotutto. Il preside scuote il capo. << Possibile che lei non cambia mai? >> Intorno a me sento i borbottii e le chiacchiere degli altri ma io sono come ipnotizzato dalla scena, perché? Sento i tacchi della ragazza che si avvicinano alla figura del preside, e il mio battito accelera, perché? << Non credo che lei mi abbia riconosciuta. >> Inaspettatamente, “l’autorità” si mette a ridere. << Signorina Swan, lo ripeto una volta sola: non combini casini. Evitate di tornare i ragazzi che eravate al liceo. >> Il mio cuore perde un colpo. Swan? Lei è qui, in questo posto, a pochi passi da me? Oddio, svengo. Posso? No, poco maschile! La sento voltarsi e borbottare qualcosa ai suoi “antichi “ amici della scuola, e vedo il preside che si allontana senza che lei se ne accorga. Finalmente la vedo, e maledico mio fratello per avermi quasi fatto sperare di trovarmi di fronte una racchia. E’ stupenda. E mo che faccio? Quando lei si rivolta, rimane a bocca aperta per poi chiuderla immediatamente. Sbatte un piede a terra e la sento dire: << Se n’è andato! >> E’ lei, diamine è lei: Isabella Swan. La mia ossessione del liceo.

 

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

Stento a crederci, ho finalmente postato il primo capitolo. Posso fare i salti di gioia? Ok, evito.

Come avevo già detto il tutto è un po’ assurdo. Per chi non lo avesse capito, il tutto si svolgerà a Forks, nella vecchia scuola del liceo. Dovranno andare a scuola per una settimana, ovviamente non frequenteranno le lezioni, e all’ultima sera faranno un ballo... non anticipo nulla ma sappiate che ce ne saranno delle belle. Prima di salutarvi e darvi appuntamento a martedì, vorrei farvi vedere Pitt e Tanya. Summer è un personaggio nuovo – non è importante e non ho cercato la foto – è fidanzata con Seth. Sinceramente non ho pensato a dare un volto nemmeno a lui, però lo rivedremo spesso. Bella non è fidanzata, Pitt è un semplice amico/coinquilino ma questo verrà spiegato più avanti. Ci sono tante cose da scoprire, questo è semplicemente un inizio anche perché Edward ha semplicemente visto Bella, lei no; vorrei ricordarvi un ultima cosa: il tutto si svolgerà in fretta, d’altronde hanno solo una settimana di tempo! C’è Emmett, c’è Alice e c’è Tanya. Trattatela bene, come ho detto all’inizio, sono stata originale, ho voluto fare delle cose diverse e... Tanya è completamente diversa da come si vede in molte storie. Tenete d’occhio il blog, perché posterò il nuovo spoiler! La copertina della storia, sarebbe questa ma sinceramente non mi piace molto – l’ho fatta io – perciò non l’ho messa però la copertina c’è x) Ok, lo giuro, questa è l’ultima cosa: come sicuramente avrete notato, ho messo una specie di enorme immagine iniziale. Io i protagonisti me l’immagino proprio così – Bella proprio con quel taglio e colore e Edward... beh cavolo, per me Robert è l’incarnazione perfetta del mitico Cullen. So che molti non apprezzeranno Kris&Rob, infatti siete liberi d’immaginare chi volete, lo stesso anche per gli altri personaggi, io ho dato solo un’idea. Sappiate che non rimetterò l’immagine a ogni capitolo ;)

Un bacione, spero di poter leggere qualche bel commento. JessikinaCullen.


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Lapels and surprises by JessikinaCullen is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at www.efpfanfic.net.
   
 
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