Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

di Yvaine0
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

 
 
Arianne alzò la mano di scatto. – Posso andare al bagno? – chiese al professore di economia, stufa di quella lunghissima e inutilissima lezione.
A cosa serviva studiare economia in un liceo linguistico? Negli altri licei quella stupidissima materia smettevano di studiarla dopo il secondo anno, mentre loro dovevano continuare anche al terzo.
L’ometto occhialuto che fingeva di far lezione solo quando qualcuno bussava alla porta, alzò gli occhi dal suo cruciverba e fece cenno ad Arianne che poteva andare.
La bruna si alzò e si mosse svelta fino alla porta. Una volta allontanatasi abbastanza dalla classe svoltò l’angolo verso le macchinette.
Arianne Venturi non era una ragazza che amava stare sola, tuttaltro, adorava la compagnia. Ma girare per i corridoi durante le lezioni era troppo bello, perchè erano completamente vuoti e non c’era ragazzino che facesse battute idiote, non c’erano ragazzine che si pavoneggiavano cercando di farti sentire inferiore a loro, e soprattutto non c’erano i ragazzi di quarta Q in giro.
Almeno di solito.
Arianne premette col pollice i suoi cinquanta centesimi dentro l’ apposita fessura nel distributore, subito seguiti da altre due monete da venti e cinque centesimi, poi premette il codice 44 e aspettò che il suo Mars cadesse nell’ apposito cassettone. Come ogni volta che premeva quei pulsanti sorrise, ripensando a tutte le volte che in prima superiore lei, Sophia e Federica avevano parlato di ragazzi indicandoli con i numeri o assurdi soprannomi.
- Sapevo che ti avrei trovato qui – disse una voce alle sue spalle.
Arianne trasalì e si voltò di scatto trovandosi faccia a faccia con un moro quasi diciottenne che conosceva bene.
Il sorriso sul volto di Rocco si allargò vedendo che l’aveva spaventata.
Arianne ridusse gli occhi a due fessure. – E che vuoi da me? – chiese acida.
Il ragazzo parlò con la voce leggermente roca che usava sempre quando cercava di trattenere le risate. – No, guarda che dicevo alla macchinetta! – rise sotto i baffi.
Arianne fece una smorfia frustrata e tornò a guardare il distributore. Era possibile che quell’idiota la prendesse sempre in giro in quel modo?! Sbuffò.
- Che c’è ti sei offesa per la mia mancanza di attenzioni? – la stuzzicò il moro.
- No, dicevo con la maccihnetta. – lo citò lei. – Si è bloccata la merendina – spiegò, poi.
Il ragazzo mise su un espressione esperta e con una spallata ben assesstata sbloccò le merendina che cadde nel cassettone seguita da tre o quattro altre che Arianne non aveva pagato. – Ecco, con gli omaggi, anche – ridacchiò Agostini.
Arianne si chinò a prendere il suo Mars e fece per allontanarsi ma il ragazzo la fermò. – E le altre? –
- Non le ho pagate, Rocco. -
- Sei troppo onesta –
- Sei troppo stupido per capire cosa sia giusto e cosa sbagliato? –
- Sono scese da sole, non le stai rubando –
- Sono cadute perchè le hai fatte cadere tu! È così che la macchinetta ti mangia i soldi, zuccone: fa pagare agli altri ciò che tu e il tuo amichetto biondo sgrafignate! –
- Vorrà dire che le prenderò io, se non vuoi approfittarne –
- Sì, sì, prendile tu che ti farebbe bene mettere su un po’ di ciccia – commentò lei sarcastica, con una chiara allusione a quando il ragazzo era bassetto e paffutello, ovvero fino a due anni prima.
- Hey! Vuoi dire che non sono uno strafigo? – si pavoneggiò lui.
Arianne non si degnò nemmeno di guardare le sue mosse da vamp, e si diresse verso la classe.
- Non si saluta?! – le urlò dietro lui.
Lei sorrise senza voltarsi e alzò una mano in segno di saluto. 
Arianne entrò in classe e si accomodò in prima fila di fianco a Sophia facendo scorrere lo sguardo su tutta la classe. Negli utlimi due anni i ragazzi erano aumentati da uno a tre. Ugo era sempre il solito ragazzo poco carino, poco alto, abbastanza simpatico, che tutte si sceglierebbero come migliore amico ma non come fidanzato. Federico era abbastanza carino, alto biondo con gli occhi chiari... ma assomigliava troppo a quello stronzetto di Francesco Ravanni, il ragazzo che aveva dato una bella batosta alla sua migliore amica Sophia. Infine c’era Giacomo... un po’ babbeo, con quei suoi occhialoni spropositati da secchione -anche se secchione non lo era per niente-, alto, abbastanza muscoloso, bruno con gli occhi castani... e un senso dell’ umorismo degno di una patata lessa. Nessuno dei tre era il suo tipo... hey, ma come mai stava pensando certe cose? Era da quando non le piaceva più quel ragazzo del secondo piano che non pensava più ai ragazzi. Era sempre stata impegnata a non fidarsi di nessun ragazzo, per evitare di stare come la sua migliore amica. Sì, Sophia dopo essere usata come frutto di una scommessa aveva sempre finto di aver dimenticato quel bamboccio di Ravanni, ma in realtà, in fondo al suo sguardo, Arianne riusciva a leggere della malinconia ogni volta che l’amica incrociava il biondo nei corridoi della scuola o che veniva nominato.
- Salve proooooooooof! – salutò a gran voce una voce che Arianne conosceva fin troppo bene.
La bruna puntò lo sguardo sulla porta dove vide Rocco intento a sorridere sfacciatamente e beffardamente al professore di economia.
L’uomo occhialuto alzò nuovamente gli occhi dal suo cruciverba e sorrise mostrando i denti ( o meglio i buchi dei quattro denti che gli mancavano ) storti e ingialliti.
Sophia sorrise raggiante a Rocco e quasi non scoppiò a ridere quando vide il sorriso ebete del professore. Agostini si voltò indietro proprio mentre suonava la campanella e quasi subito fu raggiunto da un ragazzo riccioluto che Arianne credeva si chiamasse Gianluca –Sophia lo conoscvea bene, ma lei non ci aveva mai parlato-; Steve, il ragazzo di Federica e... Ravanni.
Il ragazzo incrociò il suo sguardo e lei lo fissò con sfida, poi però fu distratta dallo sbuffo della sua compagna di banco che aveva preso a scarabocchiare freneticamente su un foglietto. Quando posò la penna, Sophia girò il mega biglietto verso la porta e Arianne potè scorgervi la calligrafia disordinata dell’ amica recitare:

Ciao, Ago!
Ciao, Ste!
Ciao, Gianluuuu!

 
Arianne si chiese se solo lei si fosse accorta che la ragazza aveva sottolineato che il saluto era rivolto solo alle persone che per lei ancora ‘esistevano’. Perché, Arianne lo sapeva, Sophia stava cercando di fare come se il biondino che ora chiaccherava allegramente col professore di economia non esistesse davvero e fosse solo frutto di un suo incubo.
Ma era giunto il momento del suo di incubo, si rese conto la bruna.
Rocco entrò nella classe e si sedette sul banco di Arianne facendolo traballare per qualche istante.
- Non farci caso. – disse il moro a Sophia.
- A che? – la ragazza fece la finta tonta con un sorriso a trentadue denti e Rocco capì che non era il caso di parlarne. Anche lui, come Arianne, aveva però colto un velo di malinconia dietro gli occhi grigi e sempre allegri di Sophia.
- Hai intenzione di stare lì, comodo-comodo per tutta la prossima ora? – si informò sarcastica Arianne.
Rocco le fece una linguaccia. – Solo se continuerai a stuzzicarmi con quel tuo caratterino tutto pepe, tesoro
Sophia rise di gusto e diede una gomitata all’ amico per fargli capire che era meglio smetterla con quei discorsi. Sapeva che Arianne si infastidiva quando le parlava in quel modo, sopratutto quando la chiamava ‘tesoro’ oppure ‘baby’. No, proprio Arianne non sopportava quegli appellativi.
- Hai superato il limite, Agostini – sbottò quest’ultma. – C’è un limite a tutto e ... -
- Scommetto che ho superato quello della tua pazienza! Ma è tutte le volte lo stesso ammonimento, Ary, aggiorna un po’ il repertorio, altrimenti non mi diverto! –
La ragazza in tutta risposta, ridusse gli occhi a due fessure e si alzò, allontanandosi dal banco per andare a parlare con Susanne e Margherita. Non passava troppo tempo con quelle due, ma era sempre meglio che ascoltare le stronzate sparate da Rocco.
 
- Dai, andiamo, Ary! – la chiamò Sophia, trascinandola fuori dalla classe.
- Ripetimi perchè mi stai portando al secondo piano – ribattè Arianne.
- Devo farti vedere una cosa – rispose la prima, tagliando corto.
Era l’intervallo e per la prima volta dall’ inizio dell’ anno scolastico Sophia stava uscendo dalla classe di sua spontanea volontà. La cosa sembrava molto strana alla sua migliore amica. – Mi vuoi spiegare che succede? –
- Devo farti vedere una cosa! – ripetè la ragazza dagli occhi grigi.
- Sì, questo l’avevo capito. –
Sophia rise. – E dai, non fare la guastafeste, vieni! –
Arrivate al piano inferiore, le due percorsero quasi tutto il corridoio stracolmo di studenti e si fermarono davanti alle macchinette. – Terza macchinetta, maglia gialla a righe rosse, quello tremendamente inquietante. – sussurrò Sophia. – Ti ricordi chi è? –
Arianne seguì le indicazioni di Sophia e individuò un ragazzo dai capelli rossi con una maglia a righe rosse e gialle e un paio di calzoncini viola. Il primo pensiero di Arianne fu ‘ Oh mio Dio, è arrivato Arlecchino! ’, poi il ragazzo si voltò e la ragazza scoprì dei lineamenti che aveva guardato e riguardato centinaia di volte al primo anno: era il tipo che a quel tempo avevano soprannominato Uno. Il ragazzo che le piaceva in prima liceo! Ora era decisamente orrendo, con un paio di occhiali enormi su un naso spropositato, una macchia di capelli rossi tirati indietro col gel e... bleah! Arianne non riusciva più a smettere di ridere. – Oh Santo cielo! – esclamò mentre anche Sophia si sbellicava dalle risate. – Come faceva a piacermi quel soggetto!? –
- Me lo chiedo anche io – intervenne una voce che di certo non era quella di Sophia, ma un’ altra che Arianne conosceva benissimo.
- Sparisci, Rocco. – sbottò, incamminandosi a passo marziale verso le scale.
Improvvisamente tutta l’ilarità che l’aveva colta poco prima era sparita, non appena aveva capito che Agostini aveva scoperto chi era stata la sua cotta precedente. Cioè, la sua unica cotta, si corresse.
- Ma che ti prende? – le chiese lui, rincorrendola.
La afferrò per un braccio, facendola fermare.
Sophia li raggiunse con più calma dopo una manciata di secondi.
- Non sono affari tuoi – ringhiò Arianne.
- Io credo proprio di sì – ribattè Rocco.
- Io, ehm... vado alle macchinette quaggiù, torno subito – Sophia si dileguò, per lasciar modo ai due amici di parlare in privato –per quanto ci potesse essere privacy in un corridoio scolastico all’ intervallo.
- E come mai sarebbero affari tuoi, zucca vuota?! – sibilò la ragazza, indispettita.
Rocco fece un sorrisetto soddisfatto. – Perchè io so cosa provi per me. Voglio solo che sia tu a capirlo e a dirmelo –
Detto questo le posò un bacio sulla fronte e se ne andò lasciandola lì, interdetta e confusa.
Cos’è che provo io per lui??
 

Ed eccomi qua, che torno alla carica con una nuova fic. 
Prima che ve lo chiediate, Geometria ♥ non l'ho abbandonata, ma manca più o meno un capitolo alla fine, quindi mi sentivo libera di iniziarne un' altra. 
Bene, hmn... niente, direi! xD
Ok, sì, una cosa ci sarebbe. Lo sappiamo tutti che questo è l'ultimo mese di scuola, no? Ecco, la famosa tirata finale è alle porte. Quindi non vi assicuro una regolarità di aggiornamento (?). 
^^ 

Se vi va, ormai lo sapete, le recensioni sono gradite. ^^ 

Un saluto, 
Yvaine0 e Eva. 



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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

2

- Dio! Non posso crederci! – era un sabato mattina e i ragazzi e le ragazze erano seduti sulle scale tra il secondo e il terzo piano, per fare due chiacchiere durante l’intervallo. O, più che altro, Susanne e Lucia copiavano i compiti da Arianne e Margherita.
- Oh Signore! – sospirò Arianne, vedendo Rocco intento a fissare il cellulare con un’ espressione scioccata. – Non ditemi che quella stupida squadra a perso di nuovo e lui porterà il lutto per una settimana, di nuovo! – lo schernì, vagamente divertita.
Quella mattina la squadra del cuore del moro giocava una partitella, e Francesco Ravanni -innominabile davanti a Sophia- era andato a vederla con il fratello, e mandava continuamente messaggi a Rocco, che era teso come una corda di violino, nonostante si trattasse solo di un amichevole.
- Già, molto divertente – sogghignò Gianluca, frustrato. – Non è colpa di Ago se per noi il calcio è così importante! È come se noi incolpassimo voi donne per tutto il tempo che passate al bagno: sono cose impresse nella natura dei ragazzi! –
Sophia e Federica risero, mentre Arianne lanciò un’ occhiata di fuoco al ragazzo, come a rimproverarlo di ciò che aveva appena detto. – Noi stiamo molto tempo nel bagno per un sacco di motivi molto seri – berciò.
- Ah, ma non mi dire! – rise Rocco. – Io invece ti informo che il Milan ha perso di nuovo, e che porterò un cappello nero tutti i giorni in segno di lutto, fino alla prossima partita! -
Gianluca annuì per dare sostegno all’ amico, Arianne borbottò un ‘sai quanto me ne frega!’, mentre Steve rideva per la stupidità della situazione. – Sentite, è una cosa cosìstupida
! Ventidue idioti che corrono dietro un pallone, e lo lanciano coi piedi in due porte ricoperte da reti! Più stupido di così! Coi piedi, capisci, Ago? Che tralaltro a cosa servono due porte, se poi impedisci il passaggio con due reti? È una cosa estrememamente stupida!  -
- Già – Arianne si disse d’accordo con l’amico, facendogli gli occhi dolci, per il solo gusto di far arrabbiare Rocco.
- Ah ah! Molto divertente, ragazzina – finse di ridere, quest’ultimo. – Tanto puoi anche cercar di farmi ingelosire con lui, ma, a parte che sappiamo tutti che lui ha il cuore da un’altra parte – e lanciò un’ occhiata eloquente verso Federica, che arrossì, proprio come Steve –  io so chi piace a te! –
Arianne alzò gli occhi al cielo. Erano due giorni che andava avanti con quella storia, ormai. Era convinto che le piacesse lui, ma lei era certa del contrario. Ok, non era un segreto per nessuno che Rocco le andasse dietro, ma lei era sicurissima di non ricambiare.
Arianne stava per ribattere, quando qualcuno sbucò da dietro l’angolo, inciampò in Sophia –seduta di fianco a Gianluca qualche gradino più in su di lei- e le cadde addosso, facendola scendere di culo paio di scalini.
- Ma porca miseria! – sbottò stizzita, con ancora il tipo praticamente in braccio.
- Oddio, scusa! – esclamò questo, alzandosi in piedi di scatto.
Sophia, che aveva travolto Gianluca ed era finita stesa sulle scale con l’amico seduto sulla schiena, rispose – Non ti preoccupare – ma il ragazzo la ignorò.
Aiutò Arianne ad alzarsi, mentre questa imprecava tra i denti e si chiedeva perchè fosse toccato proprio a lei quel volo così divertente. – Grazie – borbottò, pulendosi i jeans con le mani.
- Scusami – ripetè il ragazzo.
- Sì, come vuoi, non sono mica morta – sibilò lei.
- Per fortuna – ridacchiò lui.
Arianne alzò lo sguardo su di lui con un sopracciglio inarcato. – Come, scusa? –
Per fortuna non sei morta. Privare la scuola di una bellezza simile sarebbe un reato -
Gianluca cominciò a tossicchiare divertito, mentre Steve dava di gomito ad Ago che guardava la scena con gli occhi che lampeggiavano.
Sophia e Lucia ridevano sotto i baffi, mentre Federica intimava ai ragazzi di lascare stare il moro.
Arianne fece una smorfia al complimento e non rispose, si limitò a riprendere la pulizia dei suoi jeans con grande interesse.
- Senti, bè... – iniziò il ragazzo, con aria imbarazzata. La Venturi non alzò nemmeno la testa, ma lo stava ascoltando.
- Hey, Gio! – gridò a quel punto un biondino, comparendo da dove era capitolato quel ragazzo pochi secondi prima. – La Sederini sta di nuovo sclerando! È là che grida ‘Ich fahre mit dem Mofaaaaaa!’ contro la bidella!  - rise, imitando alla perfezione la voce della professoressa di tedesco.
- Oh, ok. Bè, ciao e scusami di nuovo – esclamò questo, correndo via con il biondino di poco prima.
- Chi era quello?! – sbottò Rocco, alzandosi e andando a fronteggiare Arianne, furioso.
- E che ne so, io! – sbuffò lei, alzando gli occhi al cielo. – Non so se ti sei accorto che mi ha appena fatto volare giù per le scale! Non so nemmeno come si chiama! – Purtroppo, aggiunse mentalmente, guardando nella direzione in cui il ragazzo era sparito. Sapeva solo che il suo amico l’aveva chiamato ‘Gio’.
- Col cacchio che me la bevo! – Rocco diede un pugno al muro.
- Cavoli tuoi – la ragazza diede un’ alzata di spalle e tornò a sedersi accanto a Fede e Margherita. Che idiota. Sempre a vedere malizia in tutti i ragazzi che la parlavano. – e poi, scusa, anche se lo conoscessi sarebbero affari tuoi? No! –
- Sì, hai ragione. – ringhiò il ragazzo, a pugni stretti.
Ago, il solito giocherellone, l’eterno bambino del gruppo, si voltò incazzato nero e se ne andò lasciando tutti i suoi amici a bocca aperta, e un’ Arianne leggermente perplessa.
Ecco, lui esagerava sempre. Perchè doveva sempre fare quelle scenate melodrammatiche?, si chiese lei. Ma in fondo, un po’ le dispiaceva di averlo offeso. Perchè sapeva che la colpa era stata sua. L’aveva ferito. Non di proposito, però. O forse sì. Ma non si aspettava che reagisse così, e di certo non voleva che se la prendesse a quel modo.
Gianluca sospirò sconsolato, ma non rimproverò Arianne per ciò che aveva detto. Sarebbe stato inutile: era nel suo carattere rispondere in quel modo a Rocco. Aveva un’ insana abitudine a farlo arrabbiare.
- Vado io – proclamò Sophia, alzandosi in piedi.
Gianluca la imitò. – Vengo anche io, in caso sia in bagno -
La ragazza annuì e i due salirono le scale verso la classe dei ragazzi.
Sophia si era affezionata tremendamente a quei soggetti pazzoidi, conosciuti al suo primo anno. Erano tutti un po’ particolari, ognuno aveva un carattere diverso e, a modo suo, era pazzo e diverso da tutti gli altri ragazzi della scuola.  Avevano solo un difetto, se così lo si poteva considerare: il difetto si chiamava Francesco Ravanni, e aveva ridotto in birciole il cuore di Sophia, due anni prima. ( Maggiori informazioni sull’ accaduto nei capitoli a venire o, se non potete aspettare, nei primi capitoli di ‘Noi diamo i numeri quando ci batte il cuore’. ndA ). Ma non poteva di certo rinfacciarglielo. Era giusto che loro continuassero la loro amicizia, e poi non le parlavano mai di lui, anche se serviva a poco, visto che lo vedeva ogni giorno, suppergiù.
Trovarono Rocco fuori dalla porta che dava sulle scale antincendio, seduto per terra con la schiena contro il muro e un’ espressione triste che non gli apparteneva in viso.
Sophia gli si sedette accanto, incurante dell’ immondizia che giaceva sparsa lì per terra –cicche di sigarette, polvere, cartacce.
- Hey – disse, sedendosi, mentre Gianluca si poggiava con la schiena al muro, alla sinistra dell’ amico. – Non lo pensava sul serio... – mentì la ragazza, sapendo che ogni tanto qualche bugia era necessaria.
Rocco sorrise amaramente e si alzò in piedi, camminò fino alle scale e si poggiò con i gomiti sul corrimano, guardando il cielo.
I due lo seguirono. Gianluca prese la sua stessa posizione, mentre Sophia si poggiò di schiena alla ringhiera di ferro e mattoni. – E dai... – implorò l’amico, voltando la testa verso di lui. – Lo sai che è fatta così, no? In fondo non credo lo pensi davvero, è solo che adora farti arrabbiare. Come quando ti ricordava continuamente che in seconda eri basso! – ridacchiò.
Agostini non rispose, ma continuò a gaurdare il cielo con espressione pensierosa. Poi ad un tratto affondò la mano in una tasca per sfiorare il cellulare e disse: - Mi ha chiesto come stai... –
- Chi? - chiese Sophia, ma Rocco non rispose nemmeno quella volta. Era di poche parole quando era triste o arrabbiato.
- Io... vado a ripassare latino. – inventò una scusa Gianluca. Aveva capito di cosa l’amico stava parlando, e voleva lasciarlo parlare in provato con Sophia. Lui sarebbe stato solo d’impaccio in quella situazione. – Ci vediamo dopo. E stai su col morale, amico – disse dando una pacca sulla spalla al moro, per poi andarsene.
Passarono una manciata di minuti, in cui ci fu solo silenzio. Non era un silenzio imbarazzante, era in silenzio in cui i due potevano dedicarsi ai propri pensieri senza disturbarsi a vicenda.
- Mi chiede spesso di te... – disse di nuovo il ragazzo, dopo un po’.
La ragazza capì, ma inizialmente non volle rispondere. Poi però si arrese e ribattè – Potrebbe chiedere anche direttamente a me, visto che si ostina a comparire davanti alla nostra classe ogni ricreazione... –
- Sai benissimo che non glielo permetteresti mai -
Sophia sospirò, sconsolata. – Non mi va di parlarne, lo sai –
- Lo so. Ma a lui da fastidio -
Lei rise amaramente. – Ma non mi dire?! A lui?! – sbuffò.
Rocco rise dell’ espressione dell’ amica e tornò il solito pazzoide. – Hai ragione! Dovrebbe chiedertelo di persona! Domani organizzerò un incontro tra voi! –
- Piuttosto che presentarmi mi faccio amputare un piede! – minacciò lei, tornando verso la porta, mentre rideva sotto i baffi.
La loro era un’ amicizia così semplice, che a volte sembrava quasi insulsa, ma insulsa non lo era proprio per niente. Avevano bisogno l’uno dell’ allegria dell’ altra per essere allegri a loro volta, erano simbiotici, in un certo senso. E uno dei due, in qualche modo, aveva sempre la forza di tirarsi su, e tirar su anche l’altro, quando erano tristi.
Ridendo tornarono dagli altri, e Rocco rifilò la scusa –vecchia come il mondo- che gli stava suonando il cellulare, e Sophia, ovviamente, lo appoggiò. Lei non sapeva mentire -di solito-, ma in certi casi, per gli amici, era disposta a tutto.




Buon salve, gente ^^
Rieccomi qua! Ho fatto presto solo perché il capitolo era già scritto, lo ammetto XD

E torniamo alle buone vecchie abitudini, rispondiamo alle recensioni!


 rose07 [Contatta] Segnala violazione
 06/05/10, ore 15:13 - Capitolo 1: Capitolo 1
Ciao, Rosie! ^^ Ma certo che la continuo! ^^ Solo che sono tornata alle cattive vecchie abitudini: ovvero la pubblicazione di una storia mano  a mano che la scrivo… il che non so quanto sia sopportabile per i lettori –considerando i miei ritardi ormai abituali-, ma vabbè! xD Comunque, sì, sarà a capitoli e… sì, so quanto ti piacciono Ary e Ago ♥  ^^ Sono contenta che ti piaccia! A me pare sempre un po’ smorta… >w< Ma vabbè xD Eva mi segna che è ora di tagliare prima che diventi logorroica.. ops, forse questo non dovevo dirlo ad alta voce, vero Evie? Eheh ^^” Pazienza, ormai! ^^ Grazie della recensione, Vale ^^ Alla prossima  :)
 VaMpIrA89 [Contatta] Segnala violazione
 05/05/10, ore 21:29 - Capitolo 1: Capitolo 1
Ciaoo^^ Grazie, sono davvero contenta che ti piaccia  e che tu mi segua anche qui ^^ Grazie della recensione! ^^
 
 
Bene, su. Un saluto a tutti da parte mia, vi lascio alla mia assistente, ora ( ancora mi chiedo se sia stata una buona mossa assegnarle questo ruolo…  ). :)
Signore e signori, buona sera! Qui è la segreteria telefonica di Yvaine0 che vi parla. ( Davvero? Ho una segreteria? O.o Y.) ( Sì!!! E. )(Sicura? Da quando? Y.) ( Da quando lo dico io!!! >< Non interrompere il mio momento di gloria a fine pagine, daiii!!! E. ) Ricordiamo ai gentili lettori che una recensione è sempre gradita e che l’ autrice aggiornerà appena possibile. Eventuali ritardi potranno essere causati dalla cosiddetta tirata finale a scuola. Per maggiori informazioni a riguardo ( o anche per qualunque altro motivo ) potete contattare l’autrice su face book, sul profilo Yvaine Da Efp( o eventualmente potrete parlare anche con me!!!! ^^ ).
Arrivederci a grazie. ^^
 
POWààààààààààààààààààHHH! CHE FIGATAAAA! VOGLIO FARLA PIU’ SPESSO AL SEGRETERIA TELEFONICAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!! *saltella in giro per la stanza come una palla rimbalzino*
Ah… ok. Se vuoi puoi farlo, ma calmati!!
YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! *si mette a saltare sul letto ballando la Caramelldansen*
O_o Bene, salve, a presto! *taglia la comunicazione prima che il pubblico possa notare altre manifestazioni indecenti di allegria*
 
Yvaine and Eva ( assistente immaginaria e da oggi segreteria telefonica! )

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

3

- Buongiorno, ragazze! – Rocco si appoggiò di fianco al muro accanto a Margherita e ad Arianne, che per tutta risposta si voltò dall’ altro lato. Una parte di lei, tuttavia, si chiedeva ancora se il giorno prima l’avesse offeso sul serio, con le sue stupide parole da orgogliosa.
- Hey! – Susanne e Sophia si aggiunsero al gruppo, allegre anche a quell’ ora, di prima mattina.
- Ancora devo capire come fate ad essere così sveglie a quest’ora! – commentò Gianluca con un grosso sbadiglio unendosi agli altri, seguito come sempre da Steve e... bè, dall’ altro.
- Dov’è Fede? – chiese il castano.
Sophia alzò le spalle con aria colpevole. – Viene a scuola in bici – sospirò all’ occhiataccia dell’ amico. – E non guardarmi così! Non è colpa mia se è così testarda! La mia cartella pesa un... –
- Tutte scuse! – la voce divertita e inconfondibile di Federica le giunse alle orecchie da dietro, e la brunetta calcò il cappuccio sulla testa di Sophia, fino a coprirle gli occhi. – Sai anche tu che non è vero! – rise.
La Neri ridacchiò, colpevole. – Certo che lo so! –
- Ma ti piace sparare stronzate – aggiunse il biondo, che fino ad allora non aveva aperto bocca.
Sophia ammutolì, il sorriso le sparì dal volto e si voltò a guardare i professori che entravano a scuola uno dopo l’altro, assorta nei suoi pensieri, come dimentica di tutto il resto ad eccezione delle interessantissime camminate degli insegnanti.
Arianne sentì la rabbia montare. Poteva anche capire che a Francesco sarebbe piaciuto che le sue cazzate fossero state dimenticate da tutti, ma non poteva pretendere di inserirsi nei discorsi e mettersi a scherzare con la ragazza che aveva ferito senza nemmeno chiederle scusa. Odiava quel suo comportamento. Lei era orgogliosa, sì, ma era convinta di saper chiedere perdono quando era consapevole di aver sbagliato. E il biondo aveva fatto un grossissimo errore ferendo in quel modo la sua migliore amica. Un errore grossissimo, che avrebbe pagato a suon di sarcasmo e frecciatine fino a che la vittima della sua stupida scommessa non l’avesse perdonato.
- A lei piace sparare stronzate, vero?! – ringhiò Arianne, in difesa dell’ amica, che dal canto suo non aveva intenzione di partecipare alla conversazione se lui era nei paraggi.
- Senti, Signorina se-mi-immergi-nei-succhi-gastrici-sono-loro-a-sciogliersi, vedi di farti un po’ gli affari tuoi, che ne dici? –
Arianne stava per ribattere, quando Lucia arrivò saltellante come al solito e la abbracciò da dietro, con tanta enfasi che la prima dovette piegarsi in avanti per non cadere a terra.
– Buongiorno! – salutò tutti. – Già in vena di litigi? A proposito di incidenti, guarda chi c’è, Ary! – la mora indicò un ragazzo castano dai capelli un po’ ondulati, che chiaccherava con un altro dai capelli biondo cenere.
- Wow – commentò Rocco sarcastico, riconoscendo il ragazzo che il giorno prima era piombato addosso ai suoi amici, facendo breccia nel cuore di Arianne. – Comunque nessuno ha parlato di incidenti – aggiunse a mezza voce.
Sophia rise. – Forse è meglio stargli lontani se non vogliamo che ci inciampi addosso! –
- E con questo che intendi? – chiese Francesco, rivolto anche a Gianluca che stava ridacchiando con lei.
Sophia evitò nuovamente di rispondere, e dicendo – Hey, c’è Ugo! Vado a sentire se mi fa copiare diritto –  si allontanò senza degnare il biondo di uno sguardo.
Rocco inarcò un sopracciglio, accigliato. – Diritto? – chiese incredulo, ignorando la domanda dell’ amico: aveva qualcosa di più urgente di cui occuparsi. – Paolini vi dà da studiare? – specificò, riferendosi all’ uomo che durante le lezioni faceva i cruciverba.  ( Vedi capitolo 1 )
Federica diede un’ alzata di spalle. – Può darsi. Forse ha di nuovo fatto lezione in inglese e lei ha di nuovo dimenticato di prendere giù la traduzione! – ipotizzò. 
Le altre compagne della ragazza si guardarono interrogative, chiedendosi se potesse essere vero. Teoricamente loro avrebbero dovuto saperlo, visto che erano in classe con Sophia e Federica e partecipavano alle lezioni assieme a loro, ma nessuno prestava attenzione ai pochi minuti che Paolini dedicava –raramente- alle spiegazioni della sua materia.
Questa volta tutti e quattro i ragazzi spalancarono gli occhi: - Ha fatto lezione?! – sbottarono scioccati.
Tutte le ragazze risero, tranne Arianne che dopo aver accennato un sorriso, puntò uno sguardo accusatore sul biondo. – Sono solo ipotesi infondate, no? Sappiamo tutti perchè se n’è andata... –
Sapeva di essere stata brusca, ma non sopportava le persone che facevano soffrire i suoi amici.
- Già, lo sappiamo tutti! Date retta all’ incantevole strega! – si intromise qualcuno dal tono divertito.
Arianne si voltò di scatto, decisa ad infamare quel qualcuno, ma trovandosi davanti il ragazzo che le aveva indicato poco prima Lucia, si zittì e abbassò lo sguardo, imbarazzata.
Rocco strinse i pugni, furioso e iniziò a cantare a squarciagola, ben sapendo di apparire ridicolo a tutti – Tu digli a quel cosooo, che sono gelosooooo, e se lo rivedoooo, gli spaccherò il musooooooo! –
I ragazzi ridacchiarono sotto i baffi, mentre Arianne gli lanciò un’ occhiata truce.
Comunque... – iniziò il ragazzo dai capelli mossi, confuso dal comportamento del moro - io sono Romolo. – Poi questo lanciò un’ occhiata sconcertata verso Rocco, che continuava a fissarlo in malo modo, cantando, e aggiunse: - Però forse è meglio che vada. Al tuo ragazzo esce il fumo dalle orecchie... – ridacchiò, facendo un passo indietro.
- Sì, ma è normale! – berciò Arianne, con un’ ilarità che sfiorava l’isterismo nella voce. – Il suo cervello è tutto fumo e niente arrosto, e deve aver scambiato le orecchie per il buco di scappamento! – sorrise amaramente, per poi aggiungere, in fretta – Ma non è il mio ragazzo, comunque - 
Romolo rise. – Meglio così –
- Fatti mandare dalla mammaaa! A Prendere il laaatteee, devo dirti qualche cosa che riguarda noi dueeee! – intonò di nuovo Rocco, cercando di far sbollire la rabbia in quel modo. Era geloso, sì, tremendamente, terribilmente geloso! Se quel tipo non fosse stato di quinta liceo gli avrebbe certamente cacciato due pugni sul naso! -Riccioli marron merda!-  imprecò a mezza voce.
- Hey – protestò Gianluca, facendo ridere Federica e Steve.
- Ma non tu, idiota! – lo rimproverò Rocco.
- Ti stai allenando per San Remo? – lo prese in giro Francesco.
- Crepa – ribattè amorevolmente il moro, con un sorriso falso come le banconote del monopoli stampato in volto.
- Ascolta... – sentì dire quel tipo riccioluto. – che ne dici di vederci, uno di questi giorni? –
Arianne arrossì fino alla punta dei capelli. – Sì, ehm... magari. – poi però aggiunse, per riacquistare un po’ del suo solito autocontrollo. – Però devo controllare l’agenda, ti farò sapere –
Il ragazzo rise, e si allontanò, dopo averle fatto l’occhiolino e aver rivolto un cenno di saluto sbeffeggiatorio a Rocco.- Stupido maniaco pervertito! – ringhiò quest’ultimo. – Non sai nemmeno il suo nome! -
Arianne sbuffò. Perché non si faceva gli affari suoi quell’ imbecille di Agostini, una buona volta? Lanciò al moro un’ occhiata truce. – Certo che lo so, me l’ha detto adesso: Ro-mo-lo! – sillabò.
Rocco ridusse gli occhi a due fessure e si avvicinò alla ragazza, furioso. – Lui non sa iltuo nome! – scandì a sua volta. – Non che gli serva per ciò che vuole da te! – aggiunse, allontanandosi con aria disinvolta.
- Ma tu che ne sai!? – sbottò Arianne, offesa.
- Pensala un po’ come vuoi – e Rocco lasciò la scena per la seconda volta in due giorni, con un’ espressione triste e ferita che non gli apparteneva.
Le ragazze della sua classe che incontrò mentre se ne andava verso l’aula lo guardavano stupite. Non era da Rocco Agostini quell’ espressione afflitta e arrabbiata. Qualcuna lo salutò, ma lui le ignorò bellamente, altro comportamento tremendamente insolito: lui adorava le attenzioni delle ragazze.

Sophia era fuori dalla sua classe, la terza Q, e parlava con Ugo dell’ imminente compito in classe di storia, ma nella sua testa volteggiavano pensieri ben dirversi: sapeva che non avrebbe dovuto andarsene, era stato un comportamento orribilmente infantile. Non poteva volatilizzarsi ogni volta che Francesco le rivolgeva la parola. O forse sì? D’altro canto non aveva nessuna intenzione di essergli amica, per cui forse poteva anche continuare ad ignorarlo.
Il filo sconclusionato dei suoi pensieri fu interrotto quando vide Rocco passarle davanti come una furia, diretto verso le macchinette. Lo vide tirare fuori dei soldi dalla tasca e infilarli nella fessura sbagliata con rabbia. Sentì le sue imprecazioni e sospirò. – Ugo, scusa ma il dovere mi chiama – si congedò, raggiungendo il moro ai distributori. – Che succede? – gli chiese. 
Lui non ebbe bisogno di vedere chi fosse a parlare, ormai sapeva che gli unici ad interessarsi dei suoi comportamenti erano lei e Gianluca. Gli altri erano tutti troppo occupati. Francesco con suo padre e suo fratello; Steve con Federica; Gianluca… bè, in quel momento Gianluca era l’ultima persona con cui avrebbe voluto parlare: era troppo razionale. E le ragazze non lo conoscevano abbastanza bene per preoccuparsi per lui. La piccola Neri era l’unica che mollasse qualunque cosa stesse facendo, in qualsiasi momento, per soccorrerlo. – Mi ha mangiato i soldi – sbottò, rabbioso. 
- Veramente sei tu che li hai infilati nel posto da cui cade il resto... – lo corresse Sophia, prendendo i soldi che logicamente la macchinetta non aveva preso. Li inserì nella fessura apposita e chiese: - Cosa prendi? - 
- Un Mars. – borbottò, premendo due volte il tasto 4 e osservando la merendina che cadeva nel cassettone, mentre nel frattempo nei suoi ricordi rivedeva la scena di due giorni prima, quando Arianne aveva preso il Mars e lui era comparso facendola arrabbiare come solo lui riusciva a fare. Si chinò a prendere la barretta nel cassettone e se la mise in tasca. Stava cercando di evitare il discorso. Se ne vergognava, in fondo. Non era mai stato così affezionato ad una ragazza, solo Arianne lo aveva fatto stare così bene e così male finora. Sentiva lo sguardo di Sophia addosso, ma non era sicuro di volerne parlare. Si sentiva uno stupido. Lei sembrò capire i suoi pensieri e disse: - Se non vuoi parlarne non c’è problema, ma non credere che non mi sia accorta che qualcosa non va... - 
Sospirò, e si appoggiò con la schiena al distributore, osservando i ragazzi e i professori che iniziavano a dirigersi verso le classi. La professoressa Matti, di Latino, entrò nella sua classe, ma la campanella non era ancora suonata, così Rocco non si proccupò di dirigersi verso la porta come gli altri. – Le ha chiesto di uscire – borbottò.
- Ah – fece, comprensiva. – Ha accettato – aggiunse, dispiaciuta.
Non era una domanda, così Agostini non rispose. 
Sophia annuì comprensiva. – Nemmeno a me piace – ammise, giochicchiando con il laccetto giallo che aveva legato al cellulare e che le fuoriusciva dalla tasca.
Rocco emise una specie di ringhio, e riversò fuori tutto quello che pensava, incurante che la bidella strabica fosse seduta alla cattedra di fianco alle macchinette e stesse origliando la conversazione mentre si laccava le unghie con lo smalto rosso. – E’ così ridicolo! Insomma, lo ha visto per la prima volta due giorni fa e accetta di uscirci assieme! E non lo conosce nemmeno, se va bene si è già dimenticata il suo nome! E io?! Mi conosce dalla prima superiore, sono due anni, e non ha mai accettato nemmeno che la accompagnassi alla fermata del tram! Non fa altro che infamarmi e lanciarmi frecciatine, poi arriva questo che nemmeno conosce, la fa rotolare giù dalle scale ed è amore prima vista! Mi sento così dannatamente stupido, Soph! Uscirebbe anche con Francesco se dovesse scegliere tra me e lui - 
- No, di questo ne dubito fortemente. Piuttosto starebbe a casa da sola... ops, scusa. Continua -
Rocco riprese fiato, mentre il professor Paolini, camminava disinvolto nel corridoio diretto alle macchinette. L’uomo lanciò un’ occhiata all’ orologio. Erano le otto, mancavano ancora cinque minuti e poteva rilassarsi ancora un po’. Ri raddrizzò il riporto sulla testa, si sbottonò la giacca di un colore indefinito tra il verde e l’ocra, che le ragazze in classe con Sophia avevano battezzato color ‘vomito bruciato’, e si andò a sedere sulla cattedra di fianco alla bidella strabica, concentrandosi anche lui sulla conversazione dei ragazzi.
- Mi sento un perfetto idiota! Quando c’è mi sembra di vivere in un sogno, farla arrabbiare mi fa sentire bene, mi diverte, vederla ridere mi rende felice e quando arriva quell’ idiota di quinta mi vien voglia di ucciderli tutti e due! -
Sophia aprì bocca per dire la sua, ma qualcuno la precedette. – Ehh, è l’amore, sfigatello – esclamò il professore di Diritto ed Economia, Paolini, mentre sgranocchiava una caramella estratta dal suo solito astuccio rosa. 
Sophia lo guardò stupita, mentre Rocco lo trucidò con lo sguardo, incurante del fatto che fosse un professore e avrebbe dovuto portargli rispetto. I due amici si allontanarono dal professore e dalla bidella assetati di pettegolezzi, e Sophia si fermò davanti alla classi di Ago. – Il vecchio suonato ha ragione, sai? – gli sorrise, poi si avviò verso la sua classe, dove sgattaiolò un attimo prima che la professoressa di matematica chiudesse la porta. 



 
Buongiorno. La scuola grida la sua precedenza sulla manipolazione della mia vita, in quest’ ultimo periodo. >< Fra qualche minuto andrò a recuperare le venti pagine arretrate di storia, in modo che, se quella pazza della Matti ( che non si chiama veramente così, ma questo è il nome che assume in questa fan fiction xD –anche se ancora non l’ho fatta comparire ) vuole beccarmi impreparata, domani, per abbassarmi la media dell’ otto che mi sono sudata sgobbando come un mulo, gliela farà vedere. è.é ( No, storia decisamente non è la sua materia, non preoccupatevi se sclera, è il nervosismo che abitualmente precedete lo studio di quella. E. )
Tuttavia! Ho ancora tempo qualche minuto per postare, quindi eccomi. Ringraziamo di cuore la nostra fantastica beta (elly 91) che nonostante la faticaccia finale che la scuola ci impone, ha avuto il tempo e la voglia di correggere questo cappy.
Ultimamente non ho molto tempo per scrivere, infatti questi primi capitoli e pochi altri, erano già pronti da tempo. In teoria prima avrei dovuto concludere un’ altra fic, per questo ho fatto attendere tanto. Boh, ora vediamo come vanno le cose. Concluderò anche quella, presto o tardi (Miki, ti informo che ormai è già tardi -.- E. ).
Ringrazio anche la mia cara Rose, che recensisce sempre **
 
 rose07 [Contatta] Segnala violazione
 15/05/10, ore 15:35 - Capitolo 2: Capitolo 2
Ciao^^ Ihih. Anche Rocco, come hai visto, inizia a crescere. Relativamente, perché come sai, anche quando andrà all’ università non sarà poi così tanto maturo xD Bè, sì, Ari con lui è molto dura. Ma fa parte del suo carattere. A dirla tutta è piuttosto dura con tutti, è per via del suo orgoglio, credo. xD Ha un carattere molto forte, e vuole essere rispettata. Forse però hai ragione, è troppo ‘severa’. Ma ti assicuro che non cambierà mai! XD
Per quanto riguarda Soph e Fra… bè, non faccio spoiler, però non sarà per niente facile tra quei due. Ma d’altra parte, nemmeno tra Ago e Ari, per cui… xD

Grazie tantissimo per la recensione **
Un abbraccio forte,
Miki
 
 
Oh! Sapete cos’ho notato? Che le iniziali dei due protagonisti della storia sono le stesse del titolo. xD Arianne eRocco. Amore e Rivalità. xD Figata!
Per quanto riguarda il motivo del rapporto freddo tra Sophia e Francesco, verrò spiegato fra qualche capitolo ( mi pare fra due, per l’esattezza ). Per chi non può aspettare –e presumo che la percentuale di quelli che non possono aspettare sia sotto zero- ci sono sempre i primi capitoli del prequel in cui è spiegato tutto.
Poi uhm… non so se l’aveva già detto, ma forse sì. Ho un profilo face book relativo al mio profilo su efp, ovvero… Eva, spiega tu, che sei più brava di me.
Allora. Il suo nome su face book è Yvaine Da Efp (anche secondo me è un nome stupido, ma d’altronde lei lo è! Guarda che sono ancora qui, eh!?Sì, lo so. ^^ ) e gli scopi di quel profilo sono:
  • Tenervi in aggiornamento sull’ andamento delle due fanfic.
  • Fare la vostra conoscenza.
  • Fare la mia conoscenza! ** ( E so che vi interessa di più che fare la sua! ^^ HEY?!?!! Eheh^^ Sai anche tu che è così! )
Bene, la mia funziona è giunta al termine.
Non fatevi problemi ad aggiungerla, accetta tutti. Solo, se vi va, sarebbe carino farle sapere il vostro nickname sul sito, visto che ultimamente tende ad aggiungerla un sacco di gente che –ne è sicura- non sa nemmeno cosa sia EFP e lo fa solo per far numero.
Grazie dell’ attenzione.
Eva
Già! Grazie, Eva. Un saluto a tutti!
Ah, no! Ok, ok, Eva, smettila di pizzicarmi, lo dico! Eva ha un blog. =w= http://blog.libero.it/Yv/?nocache=1274622447 Eccolo. Era il mio vecchio blog, ma non mi andava di cancellarlo, così ho pensato di cederlo ad Eva. Per ora c’è solo un post scritto da lei, ma aumenteranno.
Comunque, vi tengo a dirvi una curiosità su di lei: è la figlia di due personaggi –secondari- di questa storia, nonché protagonista di un eventuale seguito appena abbozzato. Indovinate di chi è la figlia?? ( La lettura del post può fornire suggerimenti ^^ ).
Ora vi saluto.
Grazie a tutti,
Yvaine0

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Amoree rivalità - Ma dove siamo?!

 

4

 


- Sei un impiastro! – sibilò Lucia, mentre Sophia si sedeva al suo posto, dopo essersi scusata con la Lunardini, la prof di matematica, per aver ritardato. La ragazza dai capelli scuri stava in banco dietro a Sophia ed Arianne, assieme a Ugo. La castana diede un’ alzata di spalle e tirò fuori i libri dalla borsa, rapidamente. Arianne sorrideva beata, mentre scarabocchiava sul suo banco. Sophia lesse ciò che aveva scritto: ‘Foglio?’ 
La Neri capì, e dopo aver aperto i libro di matematica, prese il quaderno degli appunti e ne strappò un foglio, porgendolo all’ amica.

^v^

LA faccina... dev’essere una cosa grave.. ( xD )

Non fare la stupida,Soph!  ...Mi ha invitato ad uscire! w
Rocco??L’avevo detto io che era grave! Muhahaha! ^o^

No,no! ><’ Macchè Rocco e Rocco! Che schifo. No, intendevo Romolo!

Nooooohhhh! Ma non mi dire! *w* Tra tutti quelli che potevano invitarti aduscire te l’ha chiesto proprio QUELLO CHE HA FONDATO ROMA?! =3=
Da quando seicosì spiritosa? La compagnia di Ago ti fa male, sai? Che centra Roma, adesso!  Sto parlando di Romolo! Ho capito che staistudiando storia perchè ormai hai la media del 4, peròòò... >: )
Ago non centra: non ho capito veramente.Chi è Remo?
ROMOLO! 

Sì, sì, quello là. Chi è?
Scusa, tudov’eri stamattina?
Nonlo so, a scuola, penso. È successoqualcosa mentre ero di sopra a studiare con Ugo?

Ahgià, tu studiavi DiRiTTO. -.-‘  Certoche ti inventi delle scuse del cavolo, potevi dire che studiavi storia, no?!

Quando smetterai di rigirare il coltello nella piaga, uh? =w= Ok, ok, hocapito! Allora questo REMO chi è? ( No, non te lo chiedere, non smetterò dichiamarlo così. ;)
Il tipo delle scale! Potevi arrivarci senza nemmeno dover studiare per la Mattitutto il pomeriggio e senza temere l’ennesimo quattro! xP
[10minuti dopo]
Sophiiii, dainon ti offendere! Sono dieci minuti che aspetto una risposta! :(( Pleaseeeeee!Hey, mi fai l’ imitazione di Rocco? xD Vediamo cosa ne pensa lui.

Io lo so già cosa ne pensa lui...

Cioè?

Ci vuole tutta questa immaginazione per capirlo? -.-‘

Avràfatto una delle sue scenate di gelosia, una delle solite, e poi  sarà arrivato qualcuno e lui gli avrà dettoche era arrabbiato per il Milan. Bella roba. Ci ho preso?

Più o meno. In Prat


- Sguardo Inceneritore, modalità cacciatrice di disertori dell’ attenzione: ON.– le avvisò Ugo in un sussurro, facendo ridere Lucia. - Ricerca della vittima, soggetto trovato. Sweeeesh! Occhiata assassina ha colpito ancoraaaa! –concluse, ridendo sotto i baffi.
No, ti prego no.., scongiurò Sophia tra sè. È impossibile, cacchio!! 
Arianne era confusa. Come poteva essere? La professoressa non poteva averle beccate! Quella donna non guardava mai dalla sua parte durante le lezioni! Tutti avevano sempre dato per scontato che lei fosse una brava ragazza, di quelle che non parlano con i compagni durante le lezioni se non per spiegare qualcosa ai compagni, una di quelle che faceva diventare un santo anche il più squinternato dei –così le chiamava Ugo, per prendere in giro i professori- DDA, Disertori dell’ Attenzione. Lei non era una DDA, per quale motivo quella vecchia racchia le stava facendo questo?!
- Venturi, Neri! Avete intenzione di stare attente o di continuare con i bigliettini?! – tuonò la Lunardini, facendo saltare sul posto Sophia, spaventata.  - Direi che oggi pomeriggio c'è punizione per tutte e due. Per Neri a maggior ragione, visto che è anche arrivata in ritardo! Non mi guardare così, Arianne, non sei mica una santa, pure tu! - 
- Dannazione! – sibilò Sophia, abbassando il capo fino a far battere la testasul banco. 
- Ci scusi professoressa – recitò Arianne, reprimendo un sorrisetto beffardo. Non era una santa, no. Ma aveva sempre fatto credere a tutti gli adulti di esserlo, e la sua copertura che le assicurava costantemente bei voti -ovviamente meritati- e permessi di uscite a tutte le ore, per non parlare della possibilità di poter chiacchierare indisturbata quando le pareva non sarebbe saltata di certo per un bigliettino durante matematica. – Non lo faremo più - 
La donna ricominciò a spiegare e Arianne diede una gomitata a Sophia, per farle alzare la testa. Le fece l’occhiolino. 
- Brutta giornata, brutta giornata – diagnosticò l’amica sotto voce, per poi riaffondare la testa tra le braccia. In quel momento era l’incarnazione della frustrazione. 
Sentì Lucia ridacchiare e non potè fare a meno di abbozzare un sorriso amaro. Ma chi gliel’ aveva fatto fare, di scappare da Francesco, quella mattina, se poi avrebbe dovuto passarci l’intero pomeriggio?! 


- Punizione! Non posso crederci! – rise Rocco, dando una pacca sulla spalla a Sophia. 
- Le secchione non vanno in punizione! – scherzò Gianluca, sostenendo il moro. 
- Voi due volete fare una brutta fine – li minacciò Arianne, appoggiandosi al muro con incuranza, mentre Sophia covava la sua frustrazione. 
Fu in quel momento che arrivò. 
No, non Romolo, tranquille. Arrivò un ragazzo dai capelli rossi e riccioluti, con un paio di enormi occhiali da vista neri, vestito come.. bè, come uno sfigato in piena regola. Già, Arlecchino. Il ragazzo che ad Arianne piaceva tanto in prima liceo. Andò praticamente a sbattere contro Gianluca e lanciò una lunga occhiata a Sophia.
Arianne faticò non poco a reprimere le risate. 
- Hey, tesoro perchè quel muso lungo? – chiese il tipo. 
Sophia alzò la testa e sgranò gli occhi. – EH? – 
- Così va meglio – il tipo le fece l’occhiolino e proseguì per la sua strada. 
Rocco, Gianluca e Arianne ridevano come pazzi, mentre Sophia era rimasta scioccata, ad occhi sbarrati. – Ma stiamo scherzando? – chiese, allibita. 
Rocco respirò a fondo per placare le risate. – Direi che lui non scherzava per niente! - Scoppiò inevitabilmente a ridere di nuovo.
Sophia rabbrividì, schifata. – E’ inquietante, quel tipo – asserì. 
- Ago – la voce di Francesco raggiunse le orecchie di Sophia, che istintivamente trasalì. – mi accompagni tu sai dove a fare tu sai cosa? –chiese, al moro. 
Sophia lanciò a Rocco un’ occhiata eloquente: se non l’avesse accompagnato, Francesco non sarebbe andato a fumare, e di conseguenza non sarebbe stato beccato nè messo in punizione. Il ragazzo tuttavia scoppiò a ridere, con aria sadica e fece segno di sì con la testa, accompagnando l’amico alle scale d’emergenza, il posto migliore in cui farsi beccare a fumare, visto che anche i professori fumavano lì. 
- Ti odio – gli ringhiò  Sophia, prima che i due potessero sparire dietro l’angolo. 
- Non te ne va una giusta, eh? – la prese in giro Gianluca, ridendo sotto i baffi. 
- Brutta giornata, brutta giornata, brutta giornataaa! – ripetè lei, scrollando la testa con frustrazione. 
Arianne e il ragazzo scoppiarono a ridere. – Ma dai, vedrai che non sarà cosìmale il pomeriggio – la incoraggiò Gianluca. – Fra non ti mangerò mica! – 
Sophia gli lanciò un’ occhiata torva. Con la fortuna che si ritrovava quelgiorno, non ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Magari avrebbe scelto proprio quel pomeriggio per diventare cannibale! 


 Buongiorno gente :) 
Spero che la mia beta ( ♥ ) non si arrabbi vedendo che ho postato senza aspettare la sua correzione, ma... questo era -è- un capitolo molto corto, per cui ho pensato che magari avrei potuto correggerlo anche da sola, senza combinare troppi danni. xD Spero di non averne combinati troppi, in effetti, ma non ne sono sicura. :) 
Alloraaaa... iniziamo subito col dire che ora ho completato l'altra fanfic che avevo in corso, quindi ora sono completamente concentrata su questa. In poche parole, pubblicherò presto un nuovo capitolo :)
Ringrazio infinitamente la mia adorata Rose che come sempre recensisce e mi fa sorridere, ridere e arrossire con le sue recensioni **
Tranquilla, Eva non ti farà del male anche se non commenti sempre, non credo sia così pericolosa! xD Scusa, Rosie, non riesco proprio a risponderti, mia mamma chiama a gran voce dalle scale!  0_o xD Comunque grazie come al solito die complimenti e di avermi anche semplicemente scritto... spesso le tue recensioni mi fanno venire voglia di continuare a scrivere ** Un abbraccio :)

Yvaine0

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Amoree rivalità - Ma dove siamo?!

 

5

 

 

Sophia osservava in cagnescoArianne che le raccontava nei dettagli ciò che era successo quella mattina,dopo che se n' era andata in classe. Da quello che aveva capito, quel tipo, Remo … ehm, no, Romolo, l’aveva invitata ad uscire e lei aveva accettato, causandoil furore di Rocco. Naturalmente la Venturi non aveva nemmeno ascoltato quandoSophia aveva cercato di spiegarle che Ago le aveva già raccontato tutto. Maforse era stato meglio così, almeno adesso non era strettamente necessario chela Neri ascoltasse interamente le farneticazioni dell’ amica.
La ragazza sbuffò incrociando le braccia al petto. Era tutta colpa di Ariannese adesso doveva passare il pomeriggio con Francesco Ravanni in punizione. Suae di Rocco, che l’aveva puntualmente accompagnato a farsi beccare a fumare.Perché, sì, quello stupido biondo non aveva altro da fare che farsi beccarementre fumava in un luogo dove non era consentito. ‘Non voglio tornare a casa’le aveva confidato durante l’unico giorno in cui le era parso qualcosa disimile ad un amico, durante un pomeriggio di punizione. Poi non si era piùfatto sentire per giorni. Tuttavia era solo grazie a lui se aveva strettoamicizia con Rocco, Steve e Gianluca, compagni di classe del ragazzo cheavevano continuato a frequentare Sophia, Arianne, Federica, Lucia, Susanne eMargherita anche quando il biondo aveva deciso di fare lo spocchioso. Poi ungiorno era tornato. Avevano parlato, lui aveva litigato con Alex, il fratellomaggiore di Sophia, poi Francesco l’aveva baciata. E … stop. Era sparito dinuovo, per poi tornarsene confessandole di averlo fatto solo per una stupidascommessa fatta con suo cugino. Aveva giocato con i suoi sentimenti fin dall’inizio, e Sophia non era stata in grado di perdonarlo. Certo, non portavarancore nei suoi confronti, non era il tipo. Tendeva semplicemente a fingereche lui non esistesse e ad ignorare ogni suo tentativo di conversazione civile.
E ora, per colpa dei bigliettini di Arianne, sarebbe stata costretta a passarciil pomeriggio assieme. Quella giornata era iniziata malissimo, e sembrava volercontinuare sempre peggio.
In quel momento la porta sì aprì e il bidello pelato del secondo piano lanciòun’ occhiata truce alle ragazze. L’anno scorso era andato in pensione l’altrobidello, quello che stava a mezze maniche anche durante una tempesta di neve egridava cose assurde dietro alle ragazze. Ora c’era questo nuovo, che, guardaun po’, si chiamava Francesco, ed era insopportabile. Un segno del destino,pensò Sophia, quando questo sbottò con voce burbera: - Ogni giorno unfuorilegge in più. Oggi siete addirittura quattro, a quando vedo. Tutte a mecapitano. Non potevo rimanere nella scuola privata dove se ne occupavano lesuore, nooo! Andiamo nel liceo pubblico, quello dove ci sono le galline chegridano nei corridoi e quattro poveri sfigati che sbavano dietro a tutte. –
Arianne smise di sorridere e lo guardò male. – Sa che io potrei denunciarla peravermi dato della gallina? –
L’uomo strabuzzò gli occhi. – Io non ho dato della gallina proprio a nessuno,ragazzina. E se cerchi rogne, posso raccomandarti per un’ altro bel pomeriggiodi punizione – ribatté con la sua voce graffiante e sgradevole. – E tu vienidentro, fighetto -  brontolò, invitando qualcuno ad entrare. – Anchel’altro frocetto, forza. Vi dividerò in gruppi e pulirete ciò che vi dirò –
Nemmeno a dirlo, entrò Francesco, ghignando divertito alla vista delle dueragazze, seguito da … da Arlecchino, il tipo che in prima liceo piaceva adArianne e ora terrorizzava Sophia. Capiamoci, non che lui facesse nulla,semplicemente lei trovava incredibilmente inquietante quel soggetto dai riccirossi modello Caparezza, con naso e occhiali enormi che ricordavano moltoquelli che si mettono nei cartoni animati per mascherarsi ( questi à http://www.euroshopservice.com/images/compleanno_54.jpg ). Sophia dapprima sbarrò leggermentegli occhi, poi puntò lo sguardo a terra, tremendamente imbarazzata. Queltipo è inquietante, si ripetè mentalmente, pregando che il BidelloAntipatico non li facesse lavorare assieme. Sarebbe stato molto più salutareper tutti –soprattutto per lei- lasciare le femmine con le femmine e i maschicon i maschi. Ma quella non era decisamente la sua giornata.
- Che ne dite di mettervi vicino a loro, mezze calzette? – ringhiò il bidello,spingendo Arlecchino –così si erano abituate a chiamarlo le ragazze- accanto aSophia, che si sforzò di non trasalire quando lui le sorrise divertito. Tenneil capo basso lanciò un’ occhiata allarmata ad Arianne. Lei ridacchiò, masbuffò quando il bidello proclamò: - Bene, il biondino va con la ragazza dallalingua lunga. Il frocetto con quella a cui il gatto l’ha mangiata - 
Tutti e quattro lanciarono un’ occhiata in cagnesco all’ uomo e Arianne feceper protestare di nuovo, ma Francesco parlò per primo. – Ci sto io in gruppocon lei – proclamò, indicando la ragazza dagli occhi grigi. 
Sophia dapprima lo fissò in cagnesco, poi si rese conto che l’alternativasarebbe stata il tipo inquietante e decise di tacere e accontentarsi. Non eradecisamente la sua giornata, ribadì mentalmente.
- Scusa, ma chi ti da il diritto di decidere! – intervenne in quel momentoArlecchino. 
Sophia sbarrò gli occhi, continuando a fissare il pavimento –non sarebbe statoeducato farlo guardandolo in faccia. 
- Mi sa che ha ragione il frocetto, biondino. Qua sono io a decidere –
Francesco inarcò un sopracciglio con fare beffardo. – Ma a lei che cambia? LaVenturi mi uccide se sto in gruppo con lei. Mi odia –
Arianne sbuffò, beffarda: - Soph invece stravede per te – mormorò sarcastica.
- Da quel che sembra, lei non è molto entusiasta della tua presenza! – intervenneanche Arlecchino. 
- Ma tu che cazzo ne sai, quattr’occhi? Nemmeno la conosci! –
- E’ lampante, fighettino! –
- Fate silenzio, mezze calzette! Non siamo qua per trovarci la ragazza,dobbiamo pulire sto schifo di posto! – gridò il bidello, per poi ricominciare aparlare da solo. – Ma perché diamine non me ne sono rimasto dalle suore, dico!Qua ci sono dei gran scapestrati! Questi si litigano la ragazza in punizione!Come se non si fosse più in grado di fare a pugni fuori dalle scuole come aivecchi tempi. I ragazzi che escono dal classico diventeranno sicuramente tuttemezze calzette. Non c’è speranza per loro, stanno troppo tempo in mezzo alledonne, diventano tutti effemminati! –
- Chiudete il becco, decerebrati! Mi pare ovvio che lei non vorrebbe passare ilpomeriggio con nessuno di voi! – sbottò Arianne, ignorando il monologo dell’uomo e cercando di evitare che i due diciottenni continuassero a gridare tra diloro come bambini capricciosi. 
- Senti, senza offesa, ma tu devi solo chiudere il becco, dopo quello che haifatto a Rocco. – la zittì Francesco, tornando poi a bisticciare con il riccio.
Sophia si stava contorcendo le mani, nervosa. Quella non era la sua giornata,non eradecisamente la sua giornata. – Se posso dire lamia … - tentò di parlare, ma nessuno le diede ascolto.
Dopo dieci minuti di continuo blaterare da parte del bidello, e di litigate daparte di Arianne, Francesco e Arlecchino, Sophia sbuffò esasperata e uscì dallastanza senza dire niente a nessuno. A quel punto non sperava nemmeno più –comeaveva fatto all’ inizio- di perdere tutto il tempo in chiacchiere anzichépulire la scuola. Anzi, pur di non stare in quella gabbia di matti, se ne andòa cercare una delle bidelle psicopatiche del suo piano, le quali sicuramente leavrebbero trovato qualcosa da fare che non fosse osservare in silenzio quattropersone deliranti. E fu così che si ritrovò a pulire i lavandini del bagnodelle ragazze con l’anticalcare e una spugna consunta.
Per tutto il tempo non fece altro che promettersi mentalmente di non scriverepiù un bigliettino in vita sua e di diventare secchiona piuttosto che finireun’ altra volta in punizione con quei soggetti e quel bidello sclerato.
Tornò in classe solo alle tre e mezza, quando mancava solo mezz’ora alla finedella tortura. In quelle due ore era stata l’unica rendersi utile, si accorseaprendo la porta e notando tutti i presenti intenti a farsi affari propri conaria offesa e a lanciarsi frecciatine di tanto in tanto per dimostrare ilrancore che portavano gli uni verso gli altri. Che infantili. Persino ilbidello, che in quel frangente avrebbe dovuto essere la persona matura chesistemava la situazione, stava borbottando tra sè mentre disegnava oministilizzati alla lavagna. 
Sophia mise piede dentro e fu accolta da un abbraccio stritolatore da parte diArianne. – Sophh! Dove diavolo sei stata tutto questo tempo? Mi hai fatto starein pensiero. – lanciò un’ occhiata ad Arlecchino. – Persino il Capellone sistava preoccupando –
Lei rimase in silenzio per qualche attimo, ma poi spiegò di essere stata tuttoil tempo a pulire i gabinetti. 
- Sfigato – commentò a quel punto Arlecchino. – Tu sei qui a farti seghementali mentre la tua ragazza pulisce il cesso. Complimenti! - 
La reazione fu spontanea per entrambi: Francesco e Sophia sbarrarono gli occhie si affrettarono a chiarire. – Noi non stiamo assieme! - 
A quelle parole Arlecchino mise su un sorriso malizioso e fece l’occhiolinoalla ragazza. – Buono a sapersi –
Sophia sgranò nuovamente gli occhi, scioccata e corse alla ricerca del suozaino. Oltre a non essere la sua giornata, quella, era una delle cinquegiornate del mese in cui una donna non dovrebbe aver nessun contatto umanoperchè rischierebbe di uccidere qualcuno da un momento all’ altro in preda adattacchi isterici. Gli stessi in cui unamichetto poco simpatico va a trovarle, causandoloro un’ emotività da paura e un alto tasso di probabilità che queste abbiamobisogno di andare a fare una visitina al bagno in continuazione. Ehm, sì, credoche abbiate capito di quali giorni parlo.
Per la ragazza era giunto il momento della famosa visitina al bagno. Quindiprese fuori il portafogli ( nome in codice per coprire l’identità segretissimadel porta-assorbenti ), lo indicò ad Arianne, le lanciò un’ occhiata eloquenteper chiederle di coprire quell’ enorme segreto ed uscì dall’ aula, direttanuovamente  verso il bagno.
In pratica aveva passato lì l’intera punizione per sfuggire a quel CapelloneInquietante, a Francesco, al Bidello Stressato e ad Arianne con i suoi raccontidettagliati su quanti capelli avesse in testa quel tipo che li aveva fatticadere tutti per le scale.
In bagno si cambiò in fretta e poggiò il portafogli sul lavandino mentre silavava le mani. 
- Oddioo! Aiuto!!!! – L’urlo della bidella e il fracasso che ne seguì, fecerotrasalire Sophia, che istintivamente corse a cercarla. Che diavolo erasuccesso?
La donna era alta meno più o meno un metro e cinquanta, con un caschetto dicapelli biondi tinti male e un paio di occhi azzurri strabici. Quando laragazza la trovò, quella era piegata in due dalle risate mentre indicava uncartellone appeso al muro della seconda M -cartellone di educazione sessualedove erano spiegate le fasi principali della riproduzione, ma penso sia meglionon entrare nei dettagli-, un banco era rovesciato accanto a lei: dovevaesserselo tirato dietro mentre cascava per terra tra le risate.
Praticamente subito entrarono nella stanza anche Arianne, il bidello e i dueragazzi, allarmati dal fracasso causato dalla donna.
- Che succede? – domandò Ruggero -il bidello, appunto. 
Sophia indicò pacatamente il cartellone, mentre Arianne aiutava la bionda adalzarsi, sconcertata. – Tutto bene? – le domandò. Quella scoppiò a ridere dinuovo, puntando anche lei il dito indice verso il cartellone.
A quel punto tutti i presenti si voltarono a vedere quale fosse la causa ditanto scompiglio. Il bidello ebbe la stessa reazione della collega, senzatuttavia cadere a terra. 
Arianne sbarrò gli occhi al comportamento dei due adulti: che immaturità! 
Sophia abbozzò un sorriso, divertita dall’ espressione dell’ amica.
Francesco inarcò un sopracciglio e ghignò. – Sono facilmente impressionabili –commentò, beffardo. 
Per quanto riguardava il Capellone, invece, lui rimase a studiare la cartacolorata ricoperta di scritte e immagini per qualche secondo, poi fece unsorriso malizioso e proclamò. – Ragazze, se volete vi do una dimostrazionepratica –
Francesco rise, e battè il cinque al ragazzo. – Sei un figo, Ricci! – sicongratulò.
Sophia e Arianne si lanciarono uno sguardo allucinato, mentre Ariannetratteneva stento le risate. Era indignata, sì, ma riconosceva che la battutanon era stata niente male. A meno che il tipo non dicesse sul serio, in quelcaso sarebbe stato tremendamente inquietante.
- Noi ce ne andiamo!! – proclamò la Venturi, scioccata, vedendo che Arlecchino,alias Mirko Ricci, non stava ridendo assieme a Francesco per la battuta:presagio tremendo. – Forza, Soph - 
L’altra annuì, confusa. – A domani, Anna – salutò la bidella, e poi seguìl’amica fuori.
Scesero le scale fino al pian terreno e attesero parlando dei compiti per ilgiorno successivo che la segretaria desse loro il permesso di andarsene, quindinon più di dieci minuti dopo. 
- Avevi ragione, sai? Quel tipo è veramente inquietante! – proclamò Arianne a mòdi saluto, mentre poco dopo si avviava verso la fermata del tram, dopo averaccompagnato Sophia al porta biciclette.

 

Ed eccomi qua, come vi avevo promesso.. presto! ^^

Prima di tutto vorrei chiarire una cosa che può sembrare un po' ambigua nel capitolo... Francesco vuole davvero stare in coppia con Sophia per evitare le frecciatine di Arianne, non c'è nulla sotto. XD E' un po' ambiguo, ma in questo periodo della sua vita è assolutamente ed inevitabilmente un egoista

All' inizio del capitolo Sophia ripassa un attimo mentalmente il motivo per cui ce l'ha tanto con francesco.. spero di non aver lasciato dubbi, in caso, fatemelo sapere che aggiungo qualche altra riflessione autobiografica in giro per i capitoli xD

Poooi... fanno qui la loro comparsa Anna, la bidella strabica che -spoiler!- nel prossimo capitolo si dimostrerà solidale nei confronti di Sophia, forse proprio perchè lei l'ha soccorsa dopo il suo attacco di risate isterico-infantili; Francesco, il bidello stressato e tendenzialmente antipatico u_u; e infine Arlecchino, alias Mirko Ricci, il ragazzo inquietante che con le sue battute terrorizza Sophia xD Che ne pensate dei nuovi personaggi? L'elenco dei nuovi personaggi non è concluso qui, durante il corso della storia ne arriveranno altri con funzioni differenti... ma tendenzialmente simili! ( Ignorate pure il mio ultimo sproloquio! ) 

Beeene, ed è arrivato il momento di rispondere alla mia cara Rosie **

 rose07 [Contatta]Sposta
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 28/06/10, ore 15:06 - Capitolo 4: Capitolo 4
Roooose :)) Sì, in effetti il capitolo era esageratamente corto... e pensa che l'ho anche allungato prima di spedirlo alla beta, aggiungendo le 'telecronaca' di Ugo e i pensieri di Arianne quando viene punita xD
Remo, ehm... ROMOLO (xD) Sta molto antipatico pure a me! xD Perchè spera di sgraffignare Ary al nostro Roccuccio Rocchino Rocchetto -così lo chiama la mia amica a cui è ispirata Arianne xD- ! E non è una cosa che possiamo accettare! è.é Se proprio devo dirla tutta.. Arianne è l'unica a cui piace quel vecchiaccio del fondatore di Roma! ( Vecchiaccio perchè frequenta l'ultimo anno xD ) u_u
La povera Sophia si trova sempre invischiata in situazioni abbastanza imbarazzanti, con questi psicopatici che ci sono nella sua scuola! xD E poi Francesco le da veramente sui nervi >< Lei è così solare con tutti, ma con lui proprio non ce la fa. E diamole torto! ><
Ad ogni modo... grazie di recensire sempre, non so come farei senza di te che mi dai sempre la forza di aggiornare! *si inchina a Rose* Grazie, grazie, graziegraziegrazie!
Visto come sono stata brava? Non c'è stato nemmeno bisogno di venirmi a trovare a casa con una bomba a mano nella borsetta xDD
Alla fine ieri sono andata al amre per la prima volta *-* e il bagnino-carino mi ha dato un' idea per uno dei prossimi capitoli ( senza saperlo, ovviamente xD )! ^^ 

ti saluto, dai :)
Un abbraccio affettuoso (*w*)9
Miki :)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

 6

 

- Hey, mezza calzetta! – gridò il bidello, raggiungendo Francesco che ,come ogni mattina ,si stava avviando in ritardo verso la sua aula. – La tua ragazza ha lasciato questo in bagno, ieri! - 
Il biondo lanciò all’ uomo un’ occhiata gelida. – Cos’è? - 
L’adulto mise su un sorrisetto malefico e fece per aprir bocca quando la bidella strabica li raggiunse, in preda al panico. – IL PORTAFOGLI! – gridò a pochi centimetri da loro, gesticolando con gli occhi sgranati e il volto arrossato dall imbarazzo. Ovviamente la donna era consapevole della doppia funzione della parola ‘portafogli’ e stava cercando in tutti i modi di evitare che i due raziassero nel porta oggetti più imbarazzante che una donna possa possedere. – Glielo porto io in classe, lascia stare – decise, allungando una mano perchè il biondo glielo consegnasse. 
- No, non c’è problema. Glielo darò io all’ intervallo. – stabilì il ragazzo, con un’ ombra divertita negli occhi, incamminandosi verso la sua aula. Sarebbe stato divertente, forse.

- Dov’è! Dov’è?! – gridava Sophia razzando nella borsa all’ intervallo. 
- Di cosa diavolo stai parlando? – sbottò Gianluca vedendola svuotare lo zaino per la terza volta. 
La ragazza ignorò la sua domanda per l’ ennesima volta e cercò in tutte le tasche della sua cartella. Aveva perso il portafogli. No, non il portafogli in cui stavano le foto, i biglietti del bus, la carta d’identità, la tessera sanitaria e alcune delle foto scattate assieme alle amiche nelle macchinette automatiche che si trovavano in giro nei centri commerciali o davanti alla stazione. Stava cercando il portafogli di cui ogni ragazza vorrebbe non dover mai parlare in vita sua con anima viva, il portafogli che le serve solo una volta al mese ed odia con tutta sè stessa. 
- Il portafoglio. Dai, Soph sta’ calma! – tentò di tranquillizzarla Federica, rispondendo allo stesso tempo al ragazzo. – L’avrai scordato a casa! - 
- Non l’avevo tolto dalla cartella a casa! – ribattè Sophia, picchiando i pugni sulle gambe e osservando tutto il contenuto della sua borsa giacere sopra il banco. – Porco cammello! Stupido portafogli! – imprecò, sconsolata. 
Gianluca la osservò di sottecchi e allungo una mano fino ad afferare una oggetto di tela blu, fornito di ben due cerniere su cui spiccava in nero la marca. – Sciocca. È’ qui il tuo portafogli! - 
La ragazza guardò la bustina, speranzosa, ma arrossì di colpo quando si accorse che quello che gli porgeva l’amico era il portafogli vero e proprio. Arrossì di colpo. – Non quello – boccheggiò, cercando l’aiuto di Federica con lo sguardo. Sarebbe stato imbarazzante spiegare ad un ragazzo che aveva perso l’astuccio in cui teneva gli assorbenti e che chiamava portafogli per renderlo meno... imbarazzante, appunto.
- No… - indugiò Federica. – Questo è il mio! – gridò afferrandolo. – Ecco dov’era! Grazie Soph, temevo di averlo perso per strada! –
Sophia le sorrise riconoscente,  mentre il ragazzo le guardava sospettoso. Non era stupido, lo sapevano quelle due?

Arianne passeggiava con Margherita per il corridoio. Rocco non si era fatto vivo quel giorno. Era strano passare la ricreazione senza averlo tra i piedi. Sophia e Federica erano rimaste in classe con Gianluca a cercare il portafogli della loro amica. 
Le due ragazze andarono alle macchinette, dove la fila si stava allungando sempre di più. Era matematico che, minuto dopo minuto, ci fosse sempre più gente ad aspettare di prendere la merenda, nonostante per gli ultimi ad accodarsi le probabilità di riuscire a comprare qualcosa diminuisse attimo dopo attimo. 
Si misero in coda anche loro, anche se Arianne, in cuor suo, era conscia del fatto che era esattamente, completamente inutile attendere lì. 
Una mano sulla spalla, un sussurro al suo orecchio. - Oh, ma salve - 
La giovane Venturi trasalì, e si voltò di scatto, irritata: odiava che la si spaventasse. 
Il suo cuore prese a battere forte quando si ritrovò il volto di Romolo a pochi centimetri dal suo, un ghigno divertito in volto. –Ti ho spaventata? – rise. 
- No – sbuffò lei, sforzandosi di atteggiarsi a superiore come faceva sempre con i ragazzi. Le donne sono superiori.
Margherita le lanciò un’ occhiata divertita e avanzò di qualche minuscolo passo, andando quasi a sbattere contro una ragazza in fila davanti a lei, per lasciare più privacy possibile ai due. Finalmente anche Arianne si era presa una bella cotta per qualcuno!
Lui le lanciò un’ occhiata scettica, ma vedendo che Arianne non batteva ciglio, cercando di mantenere almeno un po’ del suo orgoglio, rise. – Ok, ok. Senti, che fai sabato sera? - 
Il cuore della bruna perse inciampò lungo il suo regolare percorso. – Co-cosa? – balbettò. 
Lui sorrise. – Che fai sabato sera? – ripetè, divertito. 
Arianne arrossì. – Oh, bè… - boccheggiò. – Niente, penso. Perché? – si ridiede un po’ di contegno, rimproverandosi mentalmente per la sua caduta di stile. Che stava facendo? Non doveva farsi prendere dalle emozioni. Ci volevano calma e sangue freddo. Poteva farcela. Già, poteva.
- Be’, mi chiedevo se avessi voglia di venire al cinema con me? - 
No, non poteva farcela. 
Sentì il fiato mancarle e il cuore cominciare a saltellare nella zona tra la gola e lo stomaco, di qua e di là, senza una meta precisa. Era impazzito pure lui. – A-ah. – boccheggiò. – Io… - Come cavolo si fa ad essere così carini?! Eccolo, sorride. Oddio. – Sì – riuscì a dire, ricacciando il cuore al suo posto, con un enorme sforzo di volontà. Si sentiva così ridicola.
Lui le sorrise ancora. – Bene –
- Bene – ripeté lei, imbarazzata. 
Lui rise. – Davanti al cinema del centro alle otto? – propose. 
Lei annuì, incapace di parlare. La lingua le si era incollata al palato e non voleva saperne di scollarsi. 
- Bene – ripetè nuovamente lui. 
- Già, bene - 

Rocco, uscendo dal bagno, aveva seguito tutta la scena, ed ora osservava Arianne sorridere imbarazzata a quel diciannovenne del cavolo. Lo odiava. Lo odiava da impazzire. E odiava anche lei. Cosa cavolo le saltava in testa? Non lo conosceva neanche e ci usciva assieme. Da sola perdipiù! Non le era nemmeno passato per la mente di farsi accompagnare da Sophia, Federica, Lucia o Margherita! No, lei andava sul sicuro. Era troppo orgogliosa per chiedere supporto a qualcuno. E se quel tipo avesse avuto cattive intenzione? Lei non poteva dimostrare il contrario. Ma non avrebbe mai ammesso nemmeno quella possibilità. Non se a farglielo notare sarebbe stato lui. Lui sbagliava sempre. Lui era un idiota, un mentecatto. Un imbecille geloso e senza cervello.
Uno stupido che, però, non l’ avrebbe mai lasciata in balia di quel tipo, no. 
Girò sui tacchi, come una furia e raggiunse svelto la classe di Sophia ed entrò, lo sguardo malandrino di quando ne aveva in mente una delle sue: - Gianluuuucaaa! Sophiiii! Sabato sera, cinema! - 
I due si voltarono a guardarlo strano, consapevoli del significato del suo sguardo. Si guardarono a vicenda, confusi. Volenti o nolenti li avrebbe coinvolti nel suo sporco giochetto.

- Ti ho detto che sabato sera ho un compleanno, mi dispiace, Ago – gli ripetè Sophia per l’ennessima volta all’ uscita da scuola. Rocco non aveva intenzione di lasciarla andare a casa finchè a meno che non avesse accettato di prendere parte al suo piano eccezionale. 
- Ma tu devi esserci! Come faccio senza di te! Sei la mia migliore amica! – Il moro giocò la carta delle sviolinate, nel tentativo di persuadere la ragazza. Si vergognava a fare una sciocchezza simile senza di lei. Senza contare che Arianne l’avrebbe ucciso se l’avesse beccato lì a spiarlo, e senza Sophia era sicuro che non era semplicemtne uscito con gli amici. Rocco non usciva mai alla sera, non senza Sophia. Erano usciti ‘in branco’ qualche volta due anni prima, con Gianluca, Steve,  Federica e anche Arianne. Da quella volta per lui era diventata quasi fondamentale la presenza di Sophia. 
La ragazza aprì bocca per rispondere ma fu preceduta dall’ intervento di un certo biondo impiccione: - Non credo che essere ruffiano ti farà guadagnare punti, non è il tipo - 
Rocco gli lanciò un’ occhiata spaesata. – Ah no? - 
- No – ribattè l’altro, ridacchiando. 
Sophia guardò Federica in cerca di aiuto, le quale invece, in fondo alla strada, stava chiaccherando con Steve mentre slacciava il catenaccio delle loro biciclette. 
- Tu che ne sai di che tipo sono? – borbottò tra sè la ragazza, indispettita, ma desiderosa di evitare il confronto con Francesco. 
Rocco guardò lei, questa volta, realizzando che forse quella era la volta buona per far parlare quei due. – Oh, guarda, Soph. Inavvertitamente ho messo in piedi quell’ appuntamento di cui ti parlavo l’altro giorno! Ora che fai, ti amputi un piede? – il moro rise e il biondo fece lo stesso. 
Sophia guardò male entrambi e fece per andarsene, quando Francesco la fermò, afferrandola per il manico dello zaino. – Aspetta un secondo – sbuffò. – Come la metti con questo? Non lo rivuoi? - 
La ragazza si voltò, irritata. Di che diavolo stava parl...? – Cacchio! – imprecò, sgranando leggermente gli occhi alla vista del suo ‘portafogli’ nelle mani del biondo. – E quello dove porco cammello l’hai preso?! – sbottò.
Il ragazzo fece una smorfia di disappunto. – Ora che fai, mi rivolgi la parola? Solo quanto ti conviene, eh!  –
Sophia lo ignorò e porse una mano per farsi restituire l’oggetto. – Ridammelo. O devo pensare che tu me l’abbia rubato?! –
- Mi stai dando del ladro!? – sbottò lui, scioccato.
- Hey, io l’avevo perso e ce l’hai tu! Tu cosa penseresti al mio posto?! Ridammelo, ora! – esclamò, avvicinandosi con la mano tesa. 
Il biondo portò l’oggetto in altro, sopra la sua testa e fuori dalla portata della ragazza. – No. Sono un ladro, ricordi? Chiedimi scusa, avanti –
- Ridammelo, Francesco – sillabò Sophia, innervosita. – e smettila di fare il bambino –
- Chiedimi scusa, prima –
- No – rispose lei. Non gli avrebbe chiesto scusa. Era lei quella che doveva ricevere delle scuse da parte sua, non il contrario. Era stato lui ad averla ferita, due anni prima, non il contrario. Era lui a dover porre delle scuse. – Dammi il portafoglio –
- No, non te lo ridarò – si indispettì lui. Rocco iniziò a ridere, divertito dall’ infantilità dei due amici. – Perché dovrei? –
Sophia si accigliò. – Perché non ti serve a niente –
Francesco rise. – Perché no? Qualche soldo in più fa sempre comodo, non trovi? –
Sophia arrossì. – Non ti serve – ripetè, cercando di far capire al ragazzo che sarebbe stato meglio per tutti e due se l’avesse accontentata. Anche perché nel frattempo qualche amico dei due ragazzi e alcuni conoscenti si erano fermati ad osservare la scena, divertiti.
Sophia odiava dare spettacolo, nonostante le capitasse spesso, a causa della sua goffaggine.
- Spiegami perché – si stava divertendo. Era così buffa quando si incazzava ma non poteva far niente per ottenere ciò che voleva.Doveva solo chiedergli scusa, e le avrebbe restituito quel coso. Non era un ladro e non voleva che glielo si dicesse.
Lei arrossì di più, guardando nervosamente gli spettatori che aumentavano. – Fidati di me, una buona volta –
- E tu ascoltami, una buona volta. - 
- Francesco, cacchio! – imprecò lei.
- Perché non dovrebbe servirmi?! –
Sophia distolse lo sguardo e rimase in silenzio per qualche attimo. Cavolo, stava davvero perdendo le staffe. Alzò gli occhi e lo guardò peggio che poté. Dopodiché sbraitò: - PERCHE’ CI SONO SOLO GLI ASSORBENTI, BRUTTO IDIOTA CHE NON SEI ALTRO! – 
Sia lei che il biondo erano arrossiti tantissimo, ma Sophia non si fermò ad aspettare che la folla scoppiasse a ridere. Strappò il suo portafoglio dalle mani del ragazzo e se ne andò a grandi passi senza aggiungere una parola di più.
Quando raggiunse Steve e Federica, loro la stavano osservando curiosi e un po’ stupiti, ma lei non li guardò nemmeno. Slegò la bicicletta e suggerì - Andiamo? – ancora rossa in volto, sia per la frustrazione che per l’ imbarazzo.


In der Ecke – Nell’ angolo 

Ed eccomi qua, gente. *smile*
Ho pensato che presto deciderò un calendario (semi-)fisso per fissare le date di aggiornamento. Per ora credo informerò sugli aggiornamenti futuri tramite facebook... ohh** Il gatto nero mi ha portato una pallina! ** Vuole che gliela lanci! Che dooolce *w*. 
(E): *si apre un cassetto e sbuca fuori da esso* Ehm ehm. u_u
Cosa?
(E): Sindrome di Rocco. *sussurra*
Eh?!
(E): *sospira* Sindrome. Di. Rocco. 
o.0 Cioè? 
(E): =w= STAI DIVAGANDO! 
Oh. Aaaah, mi sai che hai ragione, Eva. Dicevo? 
(E): Il calendario degli aggiornamenti.
Oh, già. Informerò sui prossimi aggiornamenti tramite facebook. Proverò a scrivere una data anche a fine di ogni capitolo ( non a partire da questo >< devo ancora fare bene i conti per non rimanere indietro ), ma quella 'definitiva' sarà sempre quella di facebook. 
(E): Ricordo che Yvaine0 è registrata su Facebook come
Yvaine Da Efp.
Già, grazie Eva. Oh, a proposito di te. Grazie al commento di marypao mi sono ricordata di una domanda che avevo fatto tempo fa. Come ho detto un paio di volte, Eva è figlia di due dei personaggi secondari di questa storia. Qualcuno è in grado di indovinare di chi sia figlia? A me pare quasi scontato, ma direi che è ovvio, visto che io lo so e sia i genitori che la figlia sono mie creazioni. xD Facciamo una specie di contest!  XD Potete cercare informazioni ovunque e prego Eva di non fare la spia altrimenti non c'è gusto. xD 
Non so di preciso dove possiate trovare ciò che vi serve, ma forse potete trovare indizi nei due missing moment:
Donne: istruzioni per l'uso - Come farsi buttare fuori di casa http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=478885&i=1
Nel 'primo volume' della serie: 
NDINQCBIC  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=364899&i=1
E nel blog di Eva: http://blog.libero.it/Yv/view.php?ssonc=115062927
Scritti da lei ci sono solo due post, per ora: 'Stress,' e 'Post 1'. Il resto sono rimasugli del mio vecchio blog che non ho voluto cancellare. >< Forse conviene cercare anche nel profilo ( http://spazio.libero.it/Yvaine0/ ). 
Bè, dai, credo sia tutto. Oh, e come premiamo il vincitore? Consigli?  ^W^
Mi sto esaltando un sacco! ** Adoro queste cose !!  ^W^
:DD
PAssiamo alle risposte alle recensioni... Treeee ** mi è scappato automaticamente un sorrisone a vederne tre! **

 rose07 [Contatta]Segnala violazione
 01/07/10, ore 12:02 - Capitolo 5: Capitolo 5
Roooossiiiieeee :DD Ciao! ^W^
E invece sìì! A Sophia è toccata pure la punizione con Fra. Vabbè, non è stata così tragica alla fine. O almeno non è stata tragica per colpa di Fra. Arlecchino >< la spaventa da morire. E ti assicuro che la capisco, visto che Arlecchino è ispirato ad una persona che esiste veramente e fa paura a me >< Oddio, questo nemmeno sa che esisto, per fortuna. Però è tremendamente inquietante, te l'assicuro! E passa sempre davanti alla nsotra classe per l'intervallo! ><
Ahah! In effetti Ari era un po' sfasata ad andar dietro a quel tizio. In un capitolo più avanti le ragazze si troveranno a discutere proprio di questo. xD
Ahahah xD La mezza calzetta in effetti è abbastanza buffa xD Insomma, è un povero sclerato che viene dalla scuola privata e non fa che lamentarsi... assomiglia un po' a Gazza, in quanto a minacce, borbottii, ecc. xD 
Anna non aveva un ruolo così grande, però se quei due Francesco l'avessero lasciata fare di testa sua, Sophia avrebbe evitato una buona dose di imbarazzo e non avrebbe gridato la misteriosa doppia identità del portafoglio davanti a scuola in mezzo a tutti i ragazzi che semplicemente passavano e a quelli che si stavano godendo la scena. ><
In effetti, nello scorso capitolo mancava Rocco, ma... presto fatto, qui c'è e s'è fatto venire in mente una delle sue genialate! xD Scommetto che l'indovini!
Guarda, sono convinta che avresti tutto l'appoggio di Rocco andando a combattere con la spada contro il re di Roma xD Ovviamente, pure la mia solidarietà e stima, ma Arianne sa essere molto più combattiva della tua Valeryn se qualcuno contrasta lo scorrere 'normale' della sua vita. Oddio!! ** Mi è venuta un' idea!! *-* No, no, sst. Non te la dico. Vedrai, più avanti! Per ora ti basta sapere che è stata la tua recensione ad ispirarmi! xD Quando posterò il capitolo con questa nuova idea te lo segnalerò! xDDD 
Rosee ^^ Ti saluto, ora. :) Più tardi passo a leggere la tua storia **
Grazie della recensione, come sempre ♥
Un abbraccio,
Miki

 Penny Black [Contatta]Segnala violazione
 30/06/10, ore 22:52 - Capitolo 5: Capitolo 5
Ciaoo (: 
Mi fa piacere che ti sia piaciuto il 'primo volume' della serie. ^^
Eheh. :D Rocco è un personaggio che in effetti inizio ad adorare.. ** Quando facevo leggere qualche capitolo ad una mia compagna -a cui tralaltro è ispirata Arianne-, questa rideva sempre e voleva sapere sempre di più a proposito di ciò che succedeva tra lei e Ago. Quando ho finito di scrivere il 'primo volume' sentivo la mancanza dei personaggi e volevo scrivere qualcos' altro su di loro. Così grazie a questa mia amica, alle lettrici che lo proferivano agli altri personaggi nonostante fosse solo secondario, e alla mia crescente adorazione verso di lui, ho deciso di scrivere delle avventure di lui e della sua amata al liceo. :D 
Oddio, grazie** i complimenti? >///< Non sono sicura di meritarli, non ne sono sicura proprio per niente. 
Per quanto riguarda Arianne... posso capire che non ti sia molto simpatica. Ha un carattere autoritario, orgoglioso e pretende che la sua vita sia il più tranquilla e normale possibile. Cose che non Rocco nei paraggi non è possibile xD Sono l'una l'opposto dell' altro, in effetti. E se Rocco è adorabile a prima vista, Arianne è più complessa e difficile da apprezzare.
Sophia è una specie di Rocco al femminile... solo che Rocco un po' lo fa apposta, mentre lei è proprio imbranata di suo. xD Posso farti una domanda? Hai voglia di spiegarmi perchè i personaggi ti piacciono? *w* Mi hai incuriosita! **
Ahah. xDD In effetti è stato uno shock anche per me cacciare il Bidello Dai Bollenti Spiriti per prendere questo sclerato.. xD Però boh, ci stava, dai. E poi sarebbe stato troppo semplice... questo non sarà l'unico cambiamento che la scuola apporterà in questa storia. xD
A questo punto non posso che ringraziarti per questo commento che mi hai scritto ** 
Grazie, grazie, graziegraziegrazie ! ♥
Un saluto rotolante ( ? ), 
Miki

 marypao [Contatta]Segnala violazione
 30/06/10, ore 22:01 - Capitolo 5: Capitolo 5
Ciao!
Sìsì, certo. La storia rimane invariata.
Questa fic è come un mega missing moment che riempie un pezzo dell' arco di tempo tra la prima e la seconda parte della prima storia. ( Discorsi ingarbugliati: il mio forte! xD ) Mi sto anche impegnando a rispettare le cose che avevo scritto del 'riassunto' per collegare le due parti. 
:DD Sono contenta che anche tu non sopporti Arlecchino! *fa i salti mortali dalla gioia* piace a tutte le mie amiche! xD Anche perchè è ispirato ad una persona realmente esistente la cui presenza mi inquieta da morire! >< :D Ora, scusami per quello che sto per chiederti, ma è una fissa che mi è venuta circa venti secondi e mezzo fa xD : se hai voglia, puoi spiegarmi cosa ti piace dei personaggi? ** Lo so, probabilmente dopo questa domanda mi odierai, ma... *w* questa mattina mi sono svegliata con un animo curioso! **
:DD Ahah xD Frasi geniali? xD Ma no, dai. Ho solo adattato alla situazione una chiacchiera che piace molto ai miei amici dello scientifico xD Non ho mai capito bene perchè se qualcuno va al classico debba far schifo in matematica o essere una schiappa in qualunque materia scientifica. Allora quelli dello scientifico non sarebbero in grado di formulare una frase compiuta in italiano? :S Mi sono limitata ad unire con questa 'perla popolare' un' altra che mi ripete spesso 'Arianne', o meglio la persona a cui mi sono ispirata per crearla: 'Ma guarda! Al classico ci sono tipo dieci maschi in totale! Poi è ovvio: le donne sono depresse perchè c'è poca scelta e si accontentano di quei tre catorci sfigatelli che si credono dei superfighi perchè gli vanno tutte dietro!' xD Ho fatto un mix ed è saltata fuori la cosa delle mezze calzette xD 
Oh, i bidelli... in effetti non ce n'è uno sano, in giro! XD 
AHAH XD Credo che tu sia stata l'unica ad esserti accorta della dimenticanza di Sophia xD Brava!  Hai capito subito che ci sarebbe stata qualche ritorsione contro Soph ! :D
Oddio, il tuo commento mi ha ricordato di quella domanda ( memoria cooooorta! >< )! No, la presenza di Giulia non è un caso... è 'qualcuno' che esiste abbiamo già incontrato. xD Di solito cerco di non chiamare le persone con gli stessi nomi, è una cosa che mi confonde anche nella vita reale, figuriamoci nelle storie xD 
Vai, prova a indovinare! ** Sei sveglia e attenta ai particolari, da quel che ho visto, secondo me puoi farcela xD 
Grazie milleeee ** per la recensione! :DD Mi ha fatto davvero molto, molto, molto piacere leggerla! **
Un abbraccio rotolante (?),
Miki :)


Sono un po' fuori oggi, non fateci caso. **
Mi sono svegliata con un animo curioso e rotolante xD
Me ne rotolo via, ragazzi! ^W^

Buona fortuna per il contest! Se non sapete chi possano essere i genitori di Eva, sparate a caso! XD Al limite riprovate al prossimo capitolo! E pensato anche al premio da dare al vincitore, se ne avete tempo e voglia :D

Spero che il capitolo via sia paiciuto **

*rotola via*
Yvaine0

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

7

 

Era giunta la sera. Era giunta quella sera, e lui aveva messo su un piano coi fiocchi. Sarebbe stato un successone, ne era certo. 
- Rocky – pigolò una ragazza dai capelli ossigenati, aggrappandosi al suo braccio. – Chi stiamo aspettando? – chiese. Era Linda, una sua compagna di classe che ci provava con lui già da qualche tempo. Ovviamente lui non la stava usando. O meglio, sì, ma non aveva mai detto che quello sarebbe stato un appuntamento galante. Anzi, aveva dato tutta la colpa all’ amico, dicendo che era il riccio a dover pedinare una persona. Aveva ammesso fin da subito che lei era stata invitata a passare la serata con loro solo perchè Sophia era occupata, e Federica e Steve non potevano uscire.
Rocco sorrise trionfante a Gianluca il quale non aveva smesso un attimo di scuotere la testa da quando l’amico gli aveva esposto l’idea geniale. – Bè, vedi... – iniziò il moro, con aria furbetta. – Gianlu sta aspettando una ragazza che gli piace. Quando sarà entrata la seguiremo, per spiarla. Perchè lei sta uscendo con un altro, capisci? - 
Il riccio lo fulminò con lo sguardo. – Già – lo appoggiò, scettico. – Come no – aggiunse, tra i denti, voltandosi ad osservare il passaggio della gente. 
La bionda annuì, sorridente. – Che bello! Faremo gli agenti segreti? - 
Il moro rise, mentre il suo amico lo trucidava con lo sguardo. Ma tra tutte le ragazze simpatiche e con un briciolo di cervello che erano in classe con loro, doveva scegliere proprio Linda –sono-un’oca-lo-so-e-me-ne-vanto Medri?
- Ci aspetta una serata luuuuuunga – borbottò tra sè, mentre finalmente videro Arianne entrare assieme a Romolo e al ragazzo biondiccio che girava sempre con questo. 
- Ok, andiamo a fare i biglietti, Gianlu. – trillò improvvisamente Ago. – Aspettaci qui, Lil – stabilì, sgattaiolando in fila, deciso a non farsi scoprire da Arianne.
Il grande piano qual’era, dite? Bè, semplice: sarebbe andato al cinema con Gianlu e la tipa più figa ma allo stesso tempo oca della scuola, così questa si sarebbe bevuta qualunque scusa rifilatale dal moro, e in più, nel caso in cui la bruna l’avesse beccato a pedinarla, avrebbe potuto dire che Linda era la sua ragazza. Tanto la bionda era così stupida che nonappena lui l’avesse detto, ci avrebbe creduto lei stessa. Era un genio, lo sapeva.  – Due biglietti per... cazzo! – imprecò, voltandosi a guardare improvvisamente l’amico. – e come facciamo a sapere che film guardano, Gu?! – domandò, allarmato. 
Il riccio scosse la testa, frustrato. – L’ avevo detto io che era una cattiva idea. Aspetta, ci penso io, intanto lascia passare qualcuno – disse, allontanandosi da lui per dirigersi verso il gruppetto in cui si trovava Arianne. Lo vide parlare con lei, che lo guardava scettica. Poi lo indicò e lei gli lanciò un’ occhiataccia che avrebbe spaventato anche il più temerario dei temerari, cosa che lo fece scoppiare a ridere. Gianluca lo indicò, fece segno per dire che era un po’ tocco, poi salutò la ragazza e tornò da lui. – Vanno a vedere Alice in Wonderland –
Ago incrociò le braccia, irritato. – Le hai spifferato tutto! – sbottò. 
Gianluca rise. – Esatto. Ma ovviamente non ci ha creduto. Capisci? - 
- No – ammise il moro, grattandosi il capo. 
- Le ho detto che stavi cercando di pedinarla, e io non avevo voglia di lasciartelo fare. Così le chiesto che film guardavano, in modo che noi prendessimo i biglietti per un altro. - 
- Sono un genio! – gridò Rocco, esaltato. 
- No, idiota, io sono un genio. Ora prendi i biglietti, altrimenti ci passano tutti davanti. Linda, vieni qua! – chiamò il bruno, scrollando il capo. Rocco era veramente un caso disperato.

- Che sta facendo, che sta facendo?! – sussurrò un isterico Rocco, agitandosi sul posto. Sembrava quasi isterico, era un quarto d’ora che continuava a ripeterlo. Si erano appostati due file dietro ad Arianne e company, e a separarli c’era solo un coppietta che si sbaciucchiava tranquillamente. 
- Non lo so e non mi frega, stai zitto – sbottò Gianluca, che l’amico aveva obbligato a sedersi tra lui e la loro accompagnatrice. ‘Se mi sta vicino mi disturba! Fallo per me, Gu!’ l’aveva implorato. Perchè era sempre così dannatamente buono? Si faceva fregare sempre. 
All’ improvviso il moro afferrò e stritolò il braccio del riccio. – CHE DIAVOLO STA FACENDO?! – sibilò in preda al panico. 
Romolo si era sporto verso Arianne, dicendole qualcosa all’ orecchio. 
La ragazza sbuffò sonoramente, e iniziò a razzare nella borsa, per poi estrarne dei soldi. Li porse al ragazzo che si alzò e se ne andò al bar con l’amico lasciandola da sola. 
Rocco sospirò sollevato. Pensava che il tipo avesse intensione di baciarla. 
- Mi spieghi che stai facendo?! – gridò improvvisamente Linda, scatenando una marea di ‘Sssst’ da parte di tutta la sala. 
- Zitta, zitta, zitta! Così mi fai beccare! – la implorò Rocco, in un sibilo. – Sto pedinando la ragazza di Gianlu, no? Te l’ho spiegato prima! - 
- E perchè non stai vicino a me, allora? E perchè non la pedina lui?! – gridò nuovamente lei. 
Il moro lanciò un’ occhiata allarmata ad Arianne, che, poco più avanti, si stava guardando intorno, forse intuendo che la ragazza urlante si stava rivolgendo proprio a lui.
Gianluca guaì di dolore. – Mollami il braccio, coglione - 
- Oh, sì, giusto, scusa – Rocco gli restituì il suo arto e iniziò a martoriarsi le ginocchia con le mani. 
- Mi spieghi perchè non- ... -
- Chiudi il becco! Stai disturbando! – la zittì Agostini, per evitare di rispondere, suscitando qualche ‘ohhh, finalmente’ dagli spettatori seduti intorno a loro. 

-Ma che diavolo...? – mormorò Arianne, tirandosi su a sedere. Chi diavolo era che gridava durante il film? Che maleducati. Non c’era più rispetto per nessuno. Se avesse beccato la responsabile, per lei sarebbe stata la fine. 
Oh, ma sarebbe stata la fine anche per la sua ‘storia d’amore’ con Romolo. Oh, certo che lo sarebbe stata! Come diavolo si faceva a chiedere un appuntamento ad una ragazza e a portarsi dietro un amico?! Come diamine si faceva a chiedere ad una ragazza di uscire, e poi far pagare tutto a lei? Come diavolo si faceva ad avere la faccia tosta di chiedere il bis di pop-corn quando non sei stato tu a pagare e non ne hai lasciato toccare nemmeno uno alla ragazza che hai invitato fuori, che tra l'altro ha sborsato i soldi per comprarteli!?
Era furiosa. 
Quasi quasi si sarebbe alzata per andare a cercare Rocco e Gianluca. Di certo con loro sarebbe stata meglio che lì da sola ad aspettare che il suo cavaliere e il suo amichetto tornassero dopo aver speso altri cinque euro dei soldi che si era portata. Fortuna che era previdente! Fortuna che aveva avuto il buonsenso di portare il portafogli, anche se aveva dato per scontato che lui le avrebbe offerto il biglietto!
Fanculo a lui. 
Si alzò, prese la borsa e lasciò la sala. 
Non se lo sarebbe mai aspettato, ma... Rocco aveva proprio ragione, non sarebbe dovuta uscire con quel tizio che conosceva appena.
Appena fuori dal cinema prese il cellulare e scrisse un SMS, che inviò a ripetizione a Sophia e Federica: “Serata di merda. Domani vi telefono e vi racconto tutto. Ho lasciato il cinema senza dirgli niente, di sicuro non se ne accorgerà nemmeno”. 
- E ora chiamiamo papà – soffiò, componendo il numero del padre, in modo che la venisse a prendere. 

Quella fu una serata divertente. Sophia era andata al compleanno di Walter, uno degli amici che aveva in comune con Simone e Benedetta –una sua compagna di classe, con cui negli ultimi tempi aveva stretto molto amicizia. Era alta, e aveva capelli castani chiari che dopo l’estate precedente erano diventati biondi. Walter compiva sedici anni, quel giorno, ed aveva invitato un sacco di gente alla sua festa. Grazie al cielo c’erano anche Benny e Simo, altrimenti Sophia si sarebbe sentita persa. Avevano mangiato la pizza al ristorante dei signori Pulcinelli e poi erano andati a gironzolare per il centro della città. 
Se c’era una cosa che la bruna aveva notato subito erano gli sguardi che Benedetta lanciava a Walter, che, incurante, chiaccherava con i suoi compagni di classe e gettava la carta dei pacchi regalo agli amici. 
Era stata davvero una bella serata, se non si contavano tre metallari capelloni che avevano seguito il branco dei ragazzi per tutta la sera, senza che nessuno tranne Soph, Benny e Simo se ne accorgessero. 
Erano ormai le ventitre e quarantacinque, ed era giunta, per la ragazza, l’ora di tornare a casa. Si trovavano ancora in giro, e Sophia poteva tranquillamente rincasare a piedi: doveva solo attraversare il centro e un paio di stradine secondarie. Così salutò tutti, fece gli auguri a Walter e partì. 
Seguì la strada più frequentata fino alla piazza centrale, poi però scorse un gruppo di ragazzi che le stava venendo incontro, tra i quali  risaltavano i capelli biondi di Francesco. Dopo la storia degli assorbenti non aveva voglia di incoraciarlo. Non che avesse mai voglia di incrociarlo, ma in quel momento ancora di meno.  Così deviò in una scorciatoia buia che di solito praticava solo in pieno giorno e iniziò a camminare svelta, sperando di non fare brutti incontri. Inutilmente. 
I tre capelloni la fermarono dopo appena qualche passo, prima ancora che Sophia potesse realizzare la loro presenza. 
Il cuore prese a batterle fortissimo. Stupida, non è detto che siano malintenzionati.
- Hey – rise uno, avanzando. 
- Ciao – rispose lei, con una nonchalance che non sapeva da dove uscisse. – Ragazzi scusate, dovrei andare a prendere mio fratello – mentì. – è a casa di un suo amico che abita poche case più avanti e... - 
Il primo metallaro scoppiò a ridere, mentre lei si rimproverava per la pessima scusa. 
- Non c’è problema, ti accompagnamo noi – suggerì un altro, dalla voce strascicata e altalenante di un ubriaco. 
Bene, perfetto. Devi smetterla di scappare, stupida! Meglio Francesco che tre idioti ubriachi, no?!
Sophia non rispose, cercando una scappatoia da quella situazione. Avrebbe potuto tornare sui suoi passi, già. Tuttavia avrebbe rischiato di fare la figura dell’ idiota che girava intorno davanti a Francesco, che già di suo non aveva una gran stima della sua intelligenza. La strada era larga, in fondo. Avrebbe potuto liquidarli con una scusa e aggirarli. Già, avrebbe fatto così. 
- E poi come mi giustifico con i miei quando mio fratello glielo racconta? Sarà per un’ altra volta, ok? – Senza aspettare una risposta riprese a camminare cercando di passare oltre, ma la mano di uno dei tre sconosciuti le afferrò un braccio. I tre risero di nuovo. 
Stupidacretinaidiotacervellodigallinadementeingenuafiduciosatestadicavolo! Si intultò mentalmente, sperando in un improvviso rinsavimento dei tre ragazzi. – Ahi – pigolò, come invito a lasciarla stare. 
- Dove credi di andare? – domandò un tipo.
- A prendere mio fratello – sussurrò lei, la voce che trasudava terrore, terrore che di fatto le stava impregnando ogni cellula del corpo. 
Infilò la mano libera nella borsa alla ricerca dell’ ombrello. Si sarebbe difesa, anche se un ombrellino da borsetta non era esattamente una mazza da baseball. Fece appena in tempo a sfiorarne il manico con una mano che qualcuno giunse in suo soccorso. 
- Hey, finalmente ti ho trovata. Vieni, ti accompagno a casa - 
Sophia non era mai stata così contenta in vita sua di sentire quella voce e credette che sarebbe stata la prima e ultima volta della sua vita che sarebbe stato così. 
- Scusa... è che ho trovato compagnia – balbettò lei, lanciando uno sguardo grato al ragazzo, sebbene sapesse che al buio lui non l’avrebbe colto. Seguendo la fioca illuminazione fornita dalla finestra di una casa Francesco si fece avanti e con uno strattone tolse la mano del metallaro dal braccio di Sophia. – non la toccare – sbottò, facendo segno alla ragazza di allontanarsi dal trio e tornare sulla strada principale. – Siete ubriachi fradici. Alle brave ragazze non piacciono gli ubriaconi, non lo sapete? Sfigati – ringhiò, per poi andarsene, sfruttando la lentezza di reazione dovuta all’ alcol. 
Cinse Sophia per la vita, come per rassicurarla e affrettò il passo tornando alla strada principale. 
- HEY, COGLIONCELLO! – gridò uno dei tre metallari, reagendo prima degli altri due. – Mo ti facciamo il culo! - 
- Corri! – esclamò Francesco prendendo la ragazza per mano e scappando veloce fino alla strada illuminata e più frequentata, mentre i tre ubriaconi prendevano a seguirli, lentamente –sempre grazie all’ alcol. 
Dopo un paio di metri il biondo girò un angolo e fece fermare Sophia. – Ok, fermati, fermati, ho un’ idea! – spiegò, togliendosi il cappotto. – Svelta, mettitelo sulle spalle - 
La ragazza obbedì rapidamente, poi lui la incantonò tra sè e il muro. 
Lei sbarrò gli occhi. Che diavolo stava facendo ora?! 
- Stai ferma e abbracciami. E non montarti la testa – spiegò il ragazzo con un mezzo sorriso, prima di portare le braccia sulla testa di Sophia e posare le labbra sulle sue. 
Sophia sentì il mondo crollargli addosso. Che diavolo aveva intenzione di fare, ora?! ...Montarsi la testa? Più che altro stava per prenderlo a pugni! 
Poi sentirono i passi pesanti della corsa dei tre metallari che, non pensarono nemmeno che le persone che stavano inseguendo fossero quella coppietta in pieno scambio di effusioni. Il trio si allontanò di corse, mentre i ragazzi si gridavano qualcosa come ‘saranno andati di qua’ o ‘dai che lo prendiamo, quel fighettino’. 
Quando i passi si furono allontanari Francesco alzò la testa e prese a guardarsi intorno, per accertarsi che quei tipi se ne fossero andati veramente. – Ok, siamo salvi – proclamò, facendo un passo indietro. – Ora puoi restituirmi la giacca – allungò un braccio. 
Sophia se la sfilò, sbuffando e la consegnò al proprietario. – Mi spieghi il perchè di questa pagliacciata? - 
Il ragazzo le fece cenno di seguirla e si incamminò verso la casa della ragazza. – Credevi volessi baciarti, vero? – ridacchiò, beffardo. 
- Rispondi alla mia domanda – soffiò Sophia, brusca, arrossendo. Era ovvio. Qualunque persona normale l’avrebbe pensato.  E poi, non era solo un pensiero, l’aveva baciata. 
- Di sicuro ci avevano visto mentre corravamo lungo la strada illuminata. Quindi ti ho dato il mio giaccone – spiegò. 
- Non è quello che ti ho chiesto - 
- Perchè ti ho baciata? – ridacchiò. 
Sophia non rispose, lanciandgoli un’ occhiataccia.
- Allora? - 
- No, volevo sapere perchè mi hai sbattuta al muro! – sbottò lei, innervositasi. 
Francesco rise. – Perchè era l’unico modo per seminarli. Così non ci avrebbero visto in faccia. Quali idioti si fermano a sbaciucchiarsi mentre sono inseguiti da tre metallari ubriachi? - 
Sophia scosse la testa, capendo la logica contorta del ragazzo. – Tu sei fuori – commentò. 
- Tu, piuttosto – cambiò discorso lui, sembrando piuttosto arrabbiato. – che cazzo di faceva là da sola? - 
- Andavo a casa - 
- Dal vicolo? - 
- E' una scorciatoia. - 
- Ti sembra logico passare da una scorciatoia buia a mezzanotte?! – ringhiò lui. 
Sophia non rispose. Cosa voleva che gli dicesse, che era entrata lì per evitarlo?! 
Francesco rise amaramente. – Mi odi così tanto? - 
Solo in quel momento si accorse di aver espresso i suoi pensieri ad alta voce. – Non di certo per colpa mia – ribattè, brusca. Si fermò e lui fece lo stesso. Lei sospirò. – Senti, da qui posso proseguire da sola. Non voglio tornare su certi argomenti – proclamò. – Starò sulla strada principale, va bene. Ciao – tagliò corto, per poi andarsene a casa da sola, duemila pensieri per la mente e il cuore che batteva forte per il bacio di qualche secondo prima.

 

In der Ecke – Nell’ angolo

 

Hi, there, guys! ;D

Sto impazzendo per i QUEEN ultimamente –come si può notare dalla mia bacheca su FB. xD Ringrazio per questo Susanne e Federica, o meglio: le versioni della realtà ;).

Scusatemi se ci ho messo tanto a postare il capitolo –tralaltro già finito prima ancora di scrivere il 5  e il 6- , ma c’è stato un piccolo incidente di percorso. In pratica, inviato il cappy alla beta, ho aspettato per due settimane che me lo rispedisse, per scoprire che non gliel’avevo mandato. OAO” Quindi ier gliel’ho spedito e oggi me l’ha rimandato, pronto per essere postato. ;D Ringraziamo, quindi Bananarama per essersi comportata da ottima beta –quale è. :D

Bene, qui... c’è un gran putiferio. xD In tutti i sensi. LOL La povera Arianne non è per niente soddisfatta della serata, al contrario di Ago che non sono sicura stia riuscendo a trattenersi dal fare i salti di gioia. LOL Mi dispiace solo per quqei poveretti che al cinema a vedere il film mentre c’erano quei pazzoidi lì in giro a far casino. xD

Che ne pensate di Linda? :DD di sicuro avrete capito tutti la sua ‘funzione’ nella storia! XD

 

Oh, oh, oh! Mi è venuto un flash! Ebbene, gente, abbiamo i risultati del contest. La vincitrice è marypao con la risposta ‘Steve e Federica’. Ebbene sì, sono questi i genitori di Eva. xD

Lo si poteva capire –forse- leggendo ‘istruzioni per l’uso’ in cui Francesco vede Steve con in braccio il piccolo Giorgio. Poi, collegandolo con ciò che è scritto nel blog/profilo di Eva, ovvero che ha due fratelli di nome Giorgio e Nicola.

Eccoci qua, perfetto. Quindi... non rimane che premiarti. Come faccio? Ti ho mandato un’ e-mail in cui ho scritto la probabile modalità di realizzazione della tua proposta-premio. Rispondimi per e-mail, così sarà più facile contattarci, visto che i tempi sono decisamente più lunghi via recensione/risposta recensione. xD Comunque, il premio per il vincitore è una comparsa nella storia come personaggio di contorno, il ruolo (professore, compagno di classe, amico, amico del fratello, genitore di un personaggio, fratello di un personaggio).

Vedrò di inventarmi altre domande. :D

Per quanto riguarda il calendario degli aggiornamenti, io e Bananarama ne abbiamo parlato, e abbiamo deciso di postare i capitoli ogni venerdì finché non sarà completata la stesura della storia –cosa che dovrebbe richiedere a lot of time. Quando la stesura sarà giunta al termine aggiungerò un altro giorno in cui postare. In caso un venerdì non venisse aggiornata la storia, l’aggiornamento verrà spostato al giorno seguente o alla domenica. Il calendario entrerà in ‘vigore’ dal 6. Oh Signore! >< Siamo già al sei?! TwT Mi viene da piangere! E dire che sono a nemmeno metà dei compiti! D: Vabbè, ora lasciamo perdere la depressione e dedichiamoci alle recensioni di queste tre fantastiche ragazze!

 

 

 

 marypao [Contatta]

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 11/07/10, ore 22:48 - Capitolo 6: Capitolo 6

Ciao ^W^ Complimenti, hai vinto il contest :D Per riscuotere il premio direi di comunicare via e-mail attraverso il ‘contatta’.

Oh, yes, I can speak German, too. xD A settembre inizierà il sesto anno di studio di questa lingua, e da durante gli ultimo due passati –alle superiori- non ho aggiunto troppe nozioni alle mio conoscenze de tedesco. xD Nonostante io frequenti il linguistico la professoressa non è tra le migliori e non è che ci insegni troppe cose… ti dirò che sono rimasta al livello delle medie, al limite un gradino più in su. xD Ultimamente poi sono molto internazionale, come si nota da gli sprazzi di ‘other linguages’ in mezzo alle frasi! XD

LOOOL! L’altro cappy era molto corto, in effetti, ma questo forse lo compensa per il contenuto. WOOOW XD Sono curiosa di vedere le vostre reazioni alla fine di questo cappy!  

In effetti, se Rocco non sta attento a non farsi scoprire Arianne sarebbe anche capace di denunciarlo per stalking. XD Ne sarebbe capace, già! La tua coscienza ha proprio ragione! LOL

«"Sophia le sorrise riconoscente, mentre il ragazzo le guardava sospettoso. Non era stupido, lo sapevano quelle due?" Ah davvero???E dà così questa grande notizia???me scioccata.O_o» Con questa frase mi hai rischiato di farmela fare sotto dal ridere. XDD Cielo! Sei geniale! x’’’D
LOL Sei la prima persona che conosco che sappia cosa sia un abbraccio rotolante… non che io sappia cosa sia esattamente, ovviamente. XD Però sei l’unica che ha provato ad indovinarlo. :D

Resoconto personaggi, risposta:

Grazie mileee ** Sono contenta di aver letto il tuo pensieri su di loro ( so che la parola giusta non sarebbe ‘pensiero’ ma non mi viene proprio quella giusta >< ). ^^
<< Sei ancora viva?(sguardo preoccupato?) Spero di si!!E anche se sei morta (per colpa mia ooooh...ç_ç) aggiorna presto!!!!Ciaooo!^^ >> LOOOl Sei geniale, assolutamente! ;D

Grazie mille della recensione,  *W*

:D ci sentiamo via e-mail per parlare della tua comparsa nella storia! :D

Un abbraccio,

Yvaine0

 rose07 [Contatta]

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 11/07/10, ore 01:19 - Capitolo 6: Capitolo 6

Ahahah xD Ma Rosee! Così tardi recensisci? … Mi devo sentire in colpa per averti tolto ore di sonno preziose? °-° :D

Il mio Agooo ** anche io lo adoro sempre di più! ^W^ è molto –forse troppo- gentile e protettivo nei confronti di Ary… :D Lei invece continua a non volerne sapere XD Povero, mi disapice molto per lui. D: Però dai, già alla fine di questo cappy lei inizia a dargli ragione su Romolo… XD Questa sua riflessione sarà tutto fumo e niente arrosto, o ci sarà anche un bel po’ di ciccia là sotto il fumo? u_u ( Bisogna chiederlo a Fra, è lui quello che fuma, io non lo so di certo! XD )

Ahah xD Colleziona figuracce come i tappi dei succhi di frutta. xD Mi hai ricordato la collezione che avevano i miei cugini, di quelli con i Pokemon sopra ** Mamma mia quanto invidiavo quella collezione, io ne aveva una decina, lui l’aveva completata D: Ora però, per rifarmi, ho fatto collezionare ‘belle figure’ a Soph xD Povera, si deve sorbire le controindicazioni della mia inferiorità al mio cugino più grande XD
Come hai potuto vedere, il piano di Ago consisteva nel pedinare Ary al cinema… con tanto di amichetta o piano alternativo per coprire i suoi reali scopi nei confronti della giovane Venturi. xD LOL Povera, non vorrei essere nei panni di Arianne… anzi sì! *w* Voglio anche io un Rocco da coccolare e spupazzare, e insultare a piacimento! *3*

Anche io adoro l’amicia Rocco/Sophia. :D E’ semplice e allo stesso tempo profonda… e sì, forse lui sarebbe disposto a prendere a pugni Fra per lei, se solo fosse in grado di far male ad una mosca. xD Non bisogna sottovalutare nemmeno Gianluca, però! ** Adoro persino lui! :D Quei tre sono un po’ con Aldo, Giovanni e Giacomo. xD Inseparabili ed esilaranti ( oddio, almeno per me sono esilaranti! ).

Per quanto riguarda il contest… non avevi avuto del tutto torto, né del tutto ragione. Tuttavia ho deciso di ‘premiare’  marypao poiché lei ha dato quella come unica risposta, mentre tu eri ancora in dubbio… spero che non ti offenda ><

Ora devo salutarti o non finisco più di scrivere XD tralaltro c’è il mio cane che mi ha preso per un bersaglio e sta cercando di catapultarmi il pallone da calcio sul PC portatile ( sono in cortile, oh yeah! XD ) e non dire che sei scema, Rosie xD Se potessi anche io starei al computer fino a notte fonda :D

Grazie mille per recensire sempre :D Come forse avrai notato sto recuperando le recensioni che avevo lasciato indietro nella tua storia ;D è bellissima, complimenti sul serio! Mi fa spataccare dal ridere!

Un abbraccio,

Miki :D

 Penny Black [Contatta]

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 10/07/10, ore 22:58 - Capitolo 6: Capitolo 6

Aahahahah xD Certo che scopri come si fa un abbracico rotolante XD

Visto che mi hai spiegato le tue opinioni sui personaggi, ecco la spiegazione: si abbraccia una persona e poi ci si rotola in due sul pavimento. Può sembrare una cosa ambigua, ma è una pratica usata solo nella mia mente ingenua, dove doppi sensi e malizia non esistono! :DD
Per quanto riguarda le tue motivazioni, ti rispondo solo a quella di Arianne. Lei non capisce –o forse non vuole capire- quanto Rocco possa soffrire per lei, essenzialmente perché stenta a credere che lui possa star male. Lui è abituato a nascondere il cattivo umore, mascherandolo con quello allegro, e poi i momenti di malinconia sono veramente pochi per lui, quindi lei non riesce a concepire un Rocco triste, come quasi nessuno riesce a fare. È un po’ come un Peter Pan, sempre bambino, allegro e spensierato. Solo che anche lui ha un lato profondo sotto quello specchio di inesauribile –sciocca- allegria. Inoltre, proprio Arianne non vuole credere che lui possa veramente star male a causa sua, in fondo lei non l’ha mai illuso e ha sempre detto le cose come stavano. È anche troppo orgogliosa per ammettere di farlo soffrire, anche se questo suo comportamento non è per niente buono.

Ahahah xD A questo punto commento anche la parte di Sophia. xD Non è che la odio, anzi, mi immedesimo molto in lei. La scommessa di Francesco, all’ inizio di tutto, l’ho creata essenzialmente perché non diventasse una storia sdolcinata e fosse verosimile. Magari può non sembrare tale, ma la storia della scommessa è una cosa che ho visto succedere ad una mia amica, anche se in modo molto più leggero –anche se da una persona insospettabile >< .

Certo che puoi aggiungermi su facebook :D

Ti saluto e ti ringrazio infinitamente per la recensione :) ,

un altro abbraccio rotolante,

Yv :D

 

 

Prima di andare un piccolo PS: per gli interessati ho anche Netlog. xD Non per conformarmi alle ideologie stereotipate, però in effetti ho realizzato –dopo tanto tempo che non entravo più su tale sito- che è diventato davvero  il regno dei bimbi minchia e dei truzzi. O__O Oh bè, non sarò di certo io a fare di tutta l’erba un fascio, ovviamente non ci sono solo bimbi minchia. Ok, comunque il mio nickname è Yvaine0 , nell’ immagine personale ho una fan-art non mia di Soul Eater, e tra i dati personali come nome c’è Michela  e non dovrebbe esserci cognome. xD

Bene, a questo punto vi saluto :D

 

Grazie di tutto!

 

Miki

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

8

 
« Piattola, alzati! » gridò Alex, spalancando la porta della stanza di Sophia fino a farla sbattere violentemente contro al muro. 
Lei saltò a sedere, e sbarrò gli occhi spaventata. « Non ho fatto niente! »
Il fratello maggiore rise. « Appunto - scrollò il capo. – Tieni, ti cercano » spiegò, porgendole il cord-less. 
« Oh. Grazie » mormorò la ragazza, per poi portarsi l’apparecchio all’orecchio. « Pronto? » 
 « Mi chiesto di uscire di nuovo » la voce di Arianne esprimeva senza dubbio l’indecisione che stranamente le confondeva la mente. « Mi ha chiesto scusa per ieri sera e mi ha giurato che mi restituirà tutti i soldi. Ha detto che si è preoccupato quando non mi ha vista rientrando in sala e ha provato a chiamarmi tante volte, ma era sempre occupato » 
« Grazie al cammello – commentò Sophia – mi hai tenuto sveglia fino alle quattro passate per raccontarmi tutto nei dettagli » 
L’altra ridacchiò. « Che vuoi che sia se una volta tanto dormi qualche ora in meno, pigrona! » 
« Ti ricordo che mi hai telafonato a casa all’ una e mezza, dopo aver passato tre ore a raccontare le stesse cose che hai detto a me a Federica! Cosa c’è di male?! Fatti curare: devi avere una qualche malattia grave che ti impedisce di smettere di parlare! -  sbottò la prima. Guardò l’orologio: erano le nove e un quarto. Si accigliò. – E, fammi capire bene, mi hai svegliato di nuovo, a cinque ore dalla tua ultima performance per parlarmi di nuovo di quel cretino di Remo?! »
« Romolo
 – la corresse Arianne. – comunque... sì, proprio così. » sorrise da sola, cosciente del fatto che l’amica non poteva vederla. Era stesa sul suo letto, di traverso, osservando adorante il soffitto e torcendo con le dita il filo del telefono fisso, il quale era stato prontamente spostato dal comodino al cuscino. « Che faccio, vado? » 
Sophia sospirò. « Ti ha telefonato o te l’ha scritto un messaggio? »
« Che centra? »
« Centra
! È Vodafone? » 
« Sì »
« Allora centra! » 
« Perchè? » 
« Perchè sono buoni tutti a mandare messaggi quando non spendono niente! »
« Chi ti dice che non spende niente? »
 « Da quanto mi hai raccontato, Paperon De Paperoni non fa un baffo alla sua persona tirchia, 
 stra-tirchia e ri-tirchia! – ribattè Sophia, soddisfatta della sua metafora. – E tirchia un’ altra volta » aggiunse qualche istante dopo. 
« Non è tirch- ... ok, forse sì. Anzi, sì, hai ragione.  » Arianne fece una smorfia. 
Sophia si alzò in piedi. « Ohh, quanto mi piace questa frase! – ridacchiò, mentre si stiracchiava. – Allora? SMS? »
« No, mi ha telefonato » rispose la Venturi, sorridendo. Di sicuro era una cosa buona, il fatto che lui le avesse telefonato per chiederle scusa, quando avrebbe potuto benissimo scriverle un messaggio senza pagare un centesimo. Sospirò, ma proprio mentre stava andando in brodo di giuggiole Sophia disse la sua:  « Di sicuro ha le chiamate gratis »
« Oh, ma dai! – sbottò l’altra, uscendo dalla sua bolla di fantasticherie. – Non ne può fare nemmeno una giusta?! » si lamentò.
Sophia rise di gusto. « Bè, può. Ma non lo fa! » rise di nuovo, mentre l’ amica sbuffava sonoramente. 
« Vado? »chiese, infine la Venturi. 
« Vai. Almeno ha avuto la decenza di chiederti scusa. » 
« Ottimo! – trillò Arienne, tirandosi su a sedere. – Cosa mi metto? »
La Neri strabuzzò gli occhi. « Come cosa ti metti?! Sei tu quella che sa abbinare i vestiti! »
« Sì, hai ragione. Cosa ci si mette per andare al parco? »
 « Calzoncini e T-shirts – ribattè l’altra. – Vestiti normalmente. Tanto lui non ci bada nemmeno » 
Arianne storse il naso. « Probabile – sospirò. – Vado a prepararmi. Ti chiamo appena torno per un resoconto dettagliato! Ciao! »
« Cia- Ah, grazie. » borbottò Sophia. Scosse il capo, notando che l’amica aveva riattaccato prima ancora di lasciarla rispondere. 
Sospirò. 
Vabbè, sono cose normali, ormai. 
Infilò le ciabatte e scese in cucina, dove era certa che la stesse attendendo una sana e abbondante colazione già pronta. 
Ovviamente si sbagliava. « Alex! La colazione? »
La voce del fratello le giunse attutita, poi una porta si aprì e lo sentì avvicinarsi. « Mamma e papà sono usciti. Il latte è nel frigo e trovati qualcosa da mangiare – sbucò in cucina con due magliette in mano, i jeans e le scarpe già indosso. – Quale metto? » domandò, mostrando una T-shirt completamente nera e un’ altra gialla con disegnata la faccia di spongebob sul petto. 
Sophia rise: gliel’aveva regalata lei, la seconda. « Devi uscire con Flò? » chiese. 
« Sì »
 Flò, o meglio Florence, era la nuova ragazza di Alex. Uscivano assieme da un po’, ma ancora non stavano assieme. Il ragazzo era stracotto di lei, e voleva fare colpo a tutti i costi. A rigor di logica, una persona, quindi, sceglierebbe la maglia nera. Insomma, per non far credere di essere un bambino, o uno sfigato. Ma... con Flo non funzionava così. Era una ragazza frizzante e originale,  ma sapeva essere seria e responsabile all’ occorrenza. Adorava le stranezze e, secondo Sophia, perdeva tempo con Alex per la sua pazzesca gelosia e le sue idee balzane, che lo rendevano una persona spesso stravagante. Secondo la sedicenne, quei due erano una coppia perfetta, a dir poco. E poi, lei adorava Flò. E Flò adorava lei.  Si erano conosciute la domenica precedente, di pomeriggio. Sia Sophia che Alex erano in giro a farsi gli affari propri, quando aveva iniziato a diluviare, ed erano stati costretti a rincasare con gli amici e tutta la compagnia, essendo quella dei Neri la casa più vicina. Così si erano trovati in circa quindici, nella cantina di casa loro: Sophia, Arianne, Federica, Lucia, Benedetta, Rocco, Steve, Gianluca, Alex, Flò e altri due ragazzi e una ragazza. 
Sophia sorrise. « Quella di Spongebob, decisamente! » 
Alex si infilò la maglietta gialla e lanciò la nera in faccia alla sorella. « Grazie, scricciolo. Torno prima che faccia buio »
« Mamma e papà quando tornano? » 
« Stasera tardi:  vanno ad un colloquio a Bologna per commercializzare i dolcetti di mamma, poi si fermano a cena fuori – spiegò, prendendo le chiavi della sua auto dal gancio accanto al frigorifero. – Fai la brava, e non invitare troppi amici. Oh, soprattutto non voglio ragazzi mentre non ci sono. Quindi Ago e Gianlu sono ben accetti. Ciao, scricciolo! » la salutò, uscendo con un sorriso felice stampato in volto. 
 Sophia ridacchiò per la battuta del fratello, e prese dal mobile un sacchetto di biscotti. Dopodichè si fiondò in salotto e accese la televisione. 
 Sprofondò sul divano e iniziò a sgranocchiare le gocciole, guardando le tartarughe Ninja su ItaliaUno e, di tanto in tanto, chiudendo gli occhi per cercare di riaddormentarsi.
E così fu. 
Senza accorgersene, le voci in televisione si trasformarono da rumori di sottofondo ad una ninna nanna che pian piano smise addirittura di udire. Riprese a sonnecchiare, inconsciamente felice di essere riuscita ad ottenere altri preziosi minuti di sonno, e sperando nel suo inconscio che i minuti potessero diventare ore. 
Ovviamente così non fu. 
Il suono del campanello la fece trasalire, dopo un tempo che a lei sembrò cortissimo. In realtà era passata più di un’ ora. 
« Gaah! » gridò, cadendo dal divano. 
Il campanello suonò di nuovo, e ciò fece capire alla ragazza cosa stesse succedendo: si era addormentata. Arrancò, inciampando prima nel sacchetto dei biscotti che le era caduto, poi in una scarpa che Alex aveva lasciato in mezzo. Grazie a quest’ultimo ostacolo, cadde –praticamente- sulla porta. Si aggrappò alla maniglia e sbirciò dallo spioncino. 
Il campanello suonò di nuovo, ma lei non vedeva nessuno, così afferrò il citofono e biascicò un ‘chi è?’. 
Per un attimo temette che la risposta sarebbe stata ‘Tappeti belli belli, direttamente dalla Persia. Compra, compra’, esattamente com’era capitato altre tre volte di domenica mattina, in passato. 
« Te l’avevo detto che c’era » sbuffò una voce che Sophia conosceva bene, ma non riusciva ad associarla ad alcun volto. Si era appena svegliata –per la seconda volta- faticava a carburare, in quella condizione. 
« Chi.. chi è? » ripetè, incerta. 
« Soph!!! Sei tutta intera?! Mi hai spaventato?! Dai, apri, ho un sacco di cose da raccontarti! » questa voce, invece, le lampeggiò nella mente come un fulmine a ciel sereno, anche perchè aveva letteralmente strillato quelle parole nel microfono: Rocco. 
La ragazza premette il bottone e sentì lo schiocco del cancellino che scattava, poi corse alla porta per aprirla e lasciare entrare i suoi amici.  
« Oh, buongiorno » rise Gianluca, vedendola ancora stravolta dal sonno. A meno che non la si obbligasse a uscire di casa e a sgobbare in bicicletta fino a scuola, le ci volevano ore per riprendersi del tutto, appena sveglia.
« ‘giorno » mugugnò, indicando agli amici il salotto con la televisione accesa. 
 Rocco corse ad accaparrarsi la poltrona reclinabile, lasciando indietro gli altri due.
« I cartoni? »chiese il riccio, entrando nella stanza. 
Sophia stava per rispondere, quando la risata di Rocco sferzò l’aria. « Oh, guardate! Pippo ha sbattuto la testa! » Rideva a crepapelle. 
Sophia sorrise, mentre l’amico scuoteva il capo e prendeva posto sul sofà. 
La ragazza recuperò il sacchetto dei biscotti e si sedette accanto a lui. « Come mai qui? » domandò, addentandone uno.  
Gianluca sospirò, prevedendo già la reazione dell’ amico, che arrivò, puntuale come un’ orologio, esattamente due secondi dopo la domanda. Rocco si voltò di scatto verso Sophia, lasciando perdere –momentaneamente- Pippo, Paperino e Topolino.  « Eravamo preoccupati per te! » La fulminò con lo sguardo. – Non rispondi al telefono! – la accusò, puntandole il dito contro. 
Lei si passò un mano tra i capelli bruni, metabolizzando lentamente l’ informazione. Battè le palpebre un paio di volte e sbadigliò. « Dormivo »
Gianluca sospirò. « Io te l’avevo detto » 
« Chiudi il becco e non fare il so tutto io. Te l’ho detto mille volte che non dobbiamo contraddirci di fronte a nostra figlia! » lo aggredì l’altro. 
Il riccio inarcò un sopracciglio. « Ma Sophia non è nostra... » 
« SILENZIO!!?! – gridò l’altro. – Come puoi dire una cosa simile?!!? MADRE SNATURATA! » 
« Madre??? » chiesero gli altri due, in coro. Madre?!??
« Sì » lo sguardo di Rocco diceva chiaramente ‘prova a contraddirmi e vedi che ti succede’. 
Sophia scoppiò a ridere. « Ok, papà. Scusami, ma Alex se n’è andato e io mi ero addormentata »
Rocco parve addolcirsi, infatti sorrise. « Ok. Ora presta attenzione, abbiamo un sacco di cose da raccontarti! Allora, ieri sera... oh! Mi hai un biscotto, Soph? »
La ragazze gli consegnò l’intero sacchetto e lo osservò ricominciare a guardare i cartoni, sorridendo come un ebete e sgranocchiando le Gocciole. Rise e si sedette accanto a lui, imitandolo. A volte era bello tornare bambini, e per farlo non c’era compagno migliore di Rocco Agostini con la sua personalità sprizzante energia e allegria. I due risero assieme vedendo Pippo mettersi in testa un vaso e piantare i fiori nel suo cappellino verde. 
Gianluca sbuffò sonoramente ed alzò gli occhi al cielo. « Siete proprio bacati in testa, voi due! » 
I due gli fecero una linguaccia e tornarono a guardare i cartoni. 
Era un classico, pensò Gianluca. Ago faceva sempre così: si incavolava, perdonava, chiedeva di fare qualcosa con urgenza, e si incantava a fare altro. Ormai lo conosceva da quattro anni, ma continuava sempre a rimanere di sasso quando si comportava in quel modo.  Da quando il moro aveva trovato l’appoggio di Sophia, inoltre, era diventato ancora più frizzante e... essenzialmentecretino. Aveva trovato la compagna di giochi perfetta, che era riuscita ad entrare nel cuore di tutti quelli che l’avevano conosciuta. Persino a Francesco non era indifferente, nonostante non la vedesse nel modo in cui le aveva fatto credere due anni prima. Ravanni era forse l’unica persona che Sophia non trattava con la sua solita gentilezza e allegria.
Gianlu inclinò il capo da un lato, confuso. Pluto stava scendendo in cantina. Rocco e Sophia ridevano come matti, forse conoscevano già l’episodio. E metà scala il cane troppo giallo per essere realistico, inciampò, ficcando una zampa in un barattolo di vernice rossa. Rotolò per tutte le scale sporcandosi da capo a piedi, e finì proprio contro una pila di vasetti di vernice che gli si rovesciarono addosso. Il ragazzo abbozzò un sorriso. Conciato in quel modo sembrava Steve l’ultima volta che Rocco aveva deciso di verniciare la sua stanza con colori più frizzanti del bianco. Alla fine il moro aveva voluto provare tutti i colori che aveva in garage, lasciandoli aperti in giro per la stanza e quando Steve era arrivato –in ritardo- per aiutare lui, Gianluca, Luigi e Francesco a ridipingere, era inciampato rovinosamente riempiendosi di macchie colorate. Alla fine Rocco aveva deciso di lasciare la stanza bianca: gli dava un’ aria più matura, aveva detto. Gianluca sorrise di nuovo. Anche i cuccioli di Pluto erano caduti per le scale, pitturandosi tutti: ora erano decorati a scacchi, pois, righette e ondine.
« Scusate, ma perché siete venuti qui? » domandò Sophia ad un tratto. 
Gianluca si riscosse. Stava … No, un attimo. Stava veramente guardando i cartoni animati? Quei due erano contagiosi! La sua espressione scioccata attirò l’attenzione degli amici che la interpretarono correttamente, notando che stava fissando scioccato la tivù –senza davvero vederla- .
Il riccio scoppiò a ridere a sua volta, esprimendo ad alta voce i suoi pensieri di poco prima: « Se siete contagiosi, non è colpa mia! – borbottò, divertito. Poi si affrettò a cambiare discorso. – Rocco s’era spaventato, perché non rispondevi. E voleva a tutti i costi raccontarti nei dettagli cos’è successo ieri sera, quindi mi ha trascinato qui. »
La ragazza annuì, e invitò il moro a iniziare il racconto, disattivando l’audio alla televisione per evitare nuove distrazioni. 
« Ma scusa, Ary non ti ha ancora raccontato tutto? » domandò Rocco, confuso. Il suo cervello si mise freneticamente in moto mentre l’amica indugiava. C’erano solo poche soluzioni plausibili se Arianne non era corsa a raccontare tutto alla sua migliore amica: 
a) Sophia stava già dormendo e non aveva risposto al messagio. Aggrottò le sopracciglia. L’ opzione era da scartare in partenza, visto che questa era ad una festa e dubitava fosse rincasata prima delle dieci e trenta.
 b) Romolo l’aveva raggiunta e le aveva fatto qualcosa di orribile. Si accigliò. Non era plausibile, visto che lui stesso l’aveva seguita da lontano e osservata di nascosto finchè non era salita sull’ auto di suo padre, e al suo ritorno il tizio era seduto al suo posto con l’amico e sgranocchiava i suoi pop-corn tranquillamente; tuttavia la sola idea lo riempiva di rabbia.
c) Era arrivato Topolino a casa sua e l’aveva intrattenuta e fatta ridere a lungo, fino a farle passare di mente ciò che avrebbe dovuto fare appena rientrata. Ridacchiò.
d) Ancor meglio: Maga Magò le aveva cancellato la memoria con un’ incantesimo e lei non ricordava più nemmeno chi fosse.
Sorrise soddisfatto. La causa della sua dimenticanza era di sicuro la d): in fondo lo sapevano tutti che Topolino non esisteva!
« L’abbiamo perso! » il sospiro frustrato di Gianluca e le risate conseguenti di Sophia lo riscossero dai suoi pensieri. 
I due si erano ammutoliti dopo la domanda del ragazza, appena avevano visto le sue espressioni sfilare, una dopo l’altra, a seconda dei suoi pensieri deliranti, chiedendosi in cuor loro quale cretinata avesse in testa quella volta. 
« Eh? » chiese il moro, confuso.
« Inizia a raccontare » troncò il discorso, il riccio. Non aveva voglia di perdere altro tempo in vaneggiamenti e ritrovarsi poi all’ ora di pranzo a dover tornare a casa senza aver raccontato nulla a Sophia, cosa che era già accaduta in passato. 
 Rocco annuì, lasciandosi stranamente convincere con così poco, e obbedì raccontando a Sophia ciò che noi già sappiamo. Terminato il racconto, tuttavia, non lasciò tempo alla ragazza di fare eventuali domande. « Gianlu, ma cosa volevi dire prima con “l’abbiamo perso”? – domandò, per poi rivolgersi rapido a Sophia. – E a te non ha già raccontato Arianne queste cose? »
« Lascia perdere » sbuffò Gianluca, scrollando il capo.
La ragazza abbozzò un sorriso. Il riccio faceva lo scontroso, ma era simpatico e nonostante si lamentasse sempre delle idee balzane di Rocco o delle battute stupide che il moro e Sophia sparavano, si divertiva un mondo con loro, ed era molto affezionato ad entrambi. « Sì, in effetti mi aveva già raccontato tutto... credo. Ma mi ha telefonato all’ una passata, e ho dormito per quasi tutta la conversazione – ammise, per poi aggiungere – Ho capito solo che le ha scroccato un sacco di soldi ». 
« Oh, sìsì! » trillò Rocco, allegramente. « Confermo! Era incavolata nera! – la soddisfazione traspariva non poco dalla sua voce – Di sicuro con quello scroccone ha chiuso! »
Sophia inarcò un sopracciglio. Avrebbe dovuto dirlo? In fondo non le sembrava giusto tacere e lasciare illudere il suo migliore amico. E poi la notizia, il giorno seguente, sarebbe comunque trapelata a scuola e lui sarebbe stato il primo a saperla. « Oh io non credo » borbottò, con aria colpevole. 
Rocco sgranò gli occhi. « Come?! Non mi dirai che... »
 « ... che l’ha chiamata questa mattina per scusarsi e sono andati insieme al parco? »
Ago sbuffò e batté rabbiosamente un pugno sul bracciolo della poltrona. « Vaffanculo » imprecò, senza rivolgersi a nessuno di particolare. O comunque a nessuno dei presenti. Strinse i denti e i pugni. Chiuse gli occhi per controllare la rabbia. Come diamine era possibile che gli desse una seconda possibilità? A lui non l’avrebbe data nemmeno a pagarla a peso d’oro. Ma forse era lui che era diverso. Forse Rocco non era abbastanza per sua altezza -o come la chiamava Francesco ‘sua stronzità’- Arianne Venturi. Aveva ragione il biondo, alla fine era solo una stronza, era inutile continuare a starle dietro. Vaffanculo.
Gianluca scosse il capo, e si spostò i ricci dagli occhi, esasperato. « Dov’è finito tutto il suo amor proprio? » la sua era una domanda retorica, anche se intimamente si chiedeva sul serio per quale stupidissimo motivo fosse così diversa con il diciannovenne, mentre con tutti gli altri, Rocco in particolare, fosse sempre così... così Arianne. Con quel ragazzo era diversa. Perchè? 
 Sophia sospirò scontenta. « Non avrei dovuto dirtelo...»si sentiva sempre combattuta e inevitabilmente aveva i sensi di colpa quando aveva a che fare con Rocco o Arianne. Non sapeva mai se fosse giusto dire ad uno qualcosa che le aveva detto l’altra. Era difficile essere considerata una ‘spia’ e un ‘diario segreto’ da entrambi. 
 Rocco la guardò e sorrise. « Ma no, Soph. Non è colpa tua, lo sai. Se c’è qualcuno che prenderei volentieri a calci, non sei di certo tu. Sai di chi parlo? Non so se hai presente, è uno sfigato scroccone, alto un metro e uno sputo, che fa la quinta al linguistico e ci ha fatto volare tutti giù dalle scale! Sei un genio, è proprio quella merda di Giorgini! » si alzò e abbracciò l’amica per consolarla. Tacque per qualche istante e poi estramò, sorpreso. « Oh! Ho avuto un’ idea! » si alzò di scatto, sotto lo sguardo interrogativo e più tranquillo di Sophia e quello tra l’esasperato e il curioso di Gianluca. 
Senza dire altro, estrasse il cellulare dalla tasca e compose un numero, sorridendo, soddisfatto della sua idea. « Linda? »
 E in un attimo, come un lampo, la consapevolezza di ciò che aveva intenzione di fare Rocco invase le menti dei suoi due amici, che balzarono in piedi nel panico, gridando « NO! »
Rocco rise. « Ahah! L’avete fatto contemporaneamente! »

 

 
In der Ecke – Nell’ angolo
Buongiorno gente ! :D In teoria per oggi none ra previsto un aggiornamento, ma ho deciso di postare lo stesso, visto che la beta è riuscita a correggere il capitolo in tempo. :)
Allora, prima di tutto, il premio per marypao è la creazione di un personaggio a sua scelta che comparirà nella storia. è definitivo, abbiamo anche finito di crearlo. Quando lo inserirò in un capitolo lo segnalerò come di sua invenzione. ^^
Bene, intanto che penso ad altre domande... ho trovato su facebook un Evento molto carino, che come qualcuno avrà visto ho condiviso in bacheca. Ecco, questo è il link: http://www.facebook.com/home.php?#!/event.php?eid=129775963732757&index=1 Consiste nella scrittura di biglietti con frasi carine, anche anonimi, da distribuire e spargere per la città in modo da far sorridere qualcuno che conosciamo o meno. Secondo me è una cosa carinissima :D Quanto le mie amiche tornano dal campo credo lo farò, anche se non nella data stabilita dall’ ideatrice dell’ evento. :)
Bene, detto questo passiamo alle recensioni. Ma prima... –notiamo la mia coerenza!- volevo dirvi che il prossimo capitolo sarà un po’ tipo questo, insomma, piuttosto allegro. Poi ce ne sarà uno che odio e uno un po’ malinconico –o almeno a me lo è sembrato-, ma che poi riporterà alla solita frequenza i capitoli. xD
Ok, ora passiamo veramente alle vostre splendide recensioni **
 marypao [Contatta] Segnala violazione
 27/07/10, ore 14:33 - Capitolo 7: Capitolo 7
Ciao!!!xD Dopo tante e-mail siamo riuscite a completare anche il profilo di Gen ** sono proprio curiosa di vederla in scena! *w* Vedrò di inserirla il prima possibile, anche il suo ruolo sarà effettivamente marginale.
“ Forse vuol dire che non sono tanto sana di mente..u.u Ma non come mi può venire questo sospetto?Impossible..v.v” Ahah xD LOL! Ma dai, non dire così. Se qui c’è una poco sana di mente, è proprio la mente bacata che ha creato Rocco Agostini, nonchè Agostini Rocco. XD E Linda, l’incarnazione della stupidità. xD Hihi, E certo che affemro che sei geniale! xD Le tue recensioni mi fanno sempre morire dal ridere :D Potrei spargerle per la città per il ‘Scrivimi, ovunque tu sia’ ... altro che sorrisi! La gente si rotolerebbe a terra dal ridere. xD
LOL! A questa povera Bananarama bisognerà eriggere un monumento alla fine della storia. xD Specialmente se poi avrà il coraggio di betare il seguito o le mie altre fic! xD
@ Oh, ma Rocky a chi??Come viene a quell'oca di usare certi soprannomi raccapriccianti???Puah.’’ Non sei l’ unica ad aver avuto quella rezione xD Ora non ti dico niente, am te ne accorgerai da sola. Dio, come fai ad essere così intuitiva!? Non è che mi hai messo una cimice nel computer o sei un hacker, vero? °AAAA°
“ – Che bello! Faremo gli agenti segreti? -" che bello! E se applichiamo anche su di te il trattamento de 'la rivolta delle racchie'? “ Ahahah xD Ma dai, ti pregooooo! Come fai a dire certe cose? Qua, ti giuro, sono scoppiata a ridere come una matta, fortuna che ero a casa da sola –non sarebbe la prima volta che mi becco quell’ occhiata alla ‘machediavolostaifacendo’ da mia mamma. xD
Ma perchèèèè?! X’’DD anche la beta mi ha fatto una domanda del genere sul film! xD Comunque no, non in 3D, altrimenti i ragazzi non sarebbero riusciti a spiare bene Arianne senza dare nell’ occhio. E poi... quella sottospecie di Paperon De Paperoni in versione senza piume non avrebbe mai speso 2.50€ in più solo per vedere il film in 3D. Vabbè che ha pagato Ary, eh! XD

“Oh!!Il prode cavaliere!!!*_* grande fraaaa!!! Questo Francesco era molto più simile a quellop del futuro” Uhm... può darsi, ma solo perchè in fondo si sente in colpa. A lui non gliene frega nulla di lei, solo a volte gli vengono degli sprazzi di umanità e sis ente un po’ in colpa. Ora come ora è proprio uno stronzo, non c’è che dire. è.é xD
vA beneeee! Grazie mille della spassosissima recensione! ;D
A venerdì !  :D
 rose07 [Contatta] Segnala violazione
 27/07/10, ore 12:55 - Capitolo 7: Capitolo 7
Roseeee!!! *w* Speravo veramente ti sarebbe piaciuto :D!
Eh.ehm. xD Non l’ha suata? xD Non è mica finita qui. xD Vabbè, nel suo caso non si può parlare di usare qualcuno... cioè, con tutta probabilità Rocco ci aveva provaot a spiegarle il perchè di tutto ciò, ma lei non ci aveva creduto, quindi ha sviato le cose sul povero Gianlu. xD
Ahaha!  Fantastico! Rose-Rocco-Yv-Eva. xD C’è anche una strana consonanza-assonanza! ** Figata! xD Oh, poi mi è venuta un’ idea! Secondo te sarebbe fattibile una specie di cross-over tra Vale-Vitto&co. e Ago-Soph&co? ** Una one shot, non qualcosa di lungo perchè credo sarebbe difficile, considerata anche la distanza tra noi, discutere gli avvenimenti e lavorare assieme. O forse no, ma io non saprei proprio come fare. Lo so, lo so, ogni tanto ho queste idee un po’ strane... non so nemmeno se è fattibile come cosa, ma ogni tanto mi vengono questi flash ( peggio di Rocco ndEva ) ( Eh, lo so. U_u Daltronde è tuo zio, tesoro ndY ) ( Io non ho una goccia di sangue in comune con lui!!!! ndE ) ( Bè, tecnicamente siete nati entrambi dalla mia mente, quindi avete esattamente la stesa sostanza, ma ... in effetti non siete parenti di sangue. xD Ricorda però che ti ha fatto da baby sitter da quando sei nata! ndY ) ( Stavo cercando dir imuovere certi ricorda... -.-‘ ndY )
Diciamo pure che Romolo sa come comportarsi con le donne solo a parole. E non sempre, aggiungerei. xD “Nah, è ufficiale, lo odio. >.<” Pure io lo odio, ma Ary non la pensa allo stesso modo. °AAA° Nessuno se lo sarebbe aspettato, da lei. Nel prossimo caiptolo vedremo anche cosa le frulla per la testa... bah. xD In effetti Rocco è tremila volte meglio! poi è spiritoso e gentile! Cosa vuole di più? È persino geloso! ( Anche troppo! XD ) Meglio di così non troverà in circolazione u_u
Poiiiii! Eh sììì** Fra e Soph hanno avuto una curiosa avventura xD Lei l’ha completamente rimossa dalla mente per ora, però!! XD certo, vorrei anche vedere, è troppo impegnata a star dietro ad Ago e a trascinare Gianlu dietro di sè. Io, sinceramente, lo adoro quel ragazzo! Forse anche più di Ago, ed è tutto dire, visto che gli dedicherei volentieri un tempio a quel tizio! *w* Gianluca è proprio... boh. Non so, ma è un po’ come me. Fa sempre lo scettico nei confronti di tutto e di tutti, fa tanto il maturo, ma quando c’è da giocare poi diventa il più bambino. xD Devo smetterla con questi spoiler, però!! XD
Rose, grazie mille della recensione. Mi fa sempre molto piacere leggere il tuo parere :D **
Un abbraccio e alla prossima,
Miki
 Penny Black [Contatta] Segnala violazione
 27/07/10, ore 02:59 - Capitolo 7: Capitolo 7

Ehehe! Ciao :D In effetti, Arianne avrebbe come minimo squartato Rocco se l’avesse scoperto lì a spiarla. xD Orgogliosa e testarda com’è, forse gli avrebbe fatto anche di peggio, anche se ora come ora non saprei proprio come immaginarmi di peggio. °-°
Decisamente quella è stata una pessima serata per Arianne. ._. Fra l’inseguimento di Rocco, e l’aver dovuto pagare tutto perchè Romolo si era dimenticato il portafoglio... -.-‘ Santo cielo, veramente, quel tizio mi da sui nervi. E dire che è colpa mia se esiste. °-° A parte questo... poverina, sul serio. Serata devastante, fortuna che ha un carattere forte... Soph al suo posto sarebbe scoppiata e avrebbe mollato tutto. O magari avrebbe iniziato a sclerare senza un minimo di dignità. Almeno Ary è riuscita a mantenere la calma. xD
Se li avesse beccati lì sarebbe finita veramente male xD Per tutti, forse. Probabilmente sarebbe scoppiata e buonanotte alla speranza di quei poveretti in sala di vedere il film. xDD
Gianluca... lo adoro ** sono contenta che piaccia anche a te! 
Veramente, giocare con i sentimenti di una persona per scommessa è una cosa orribile. È capitato ben due volte, ora che ci penso. Sempre a due amiche a cui tenevo molto... è stato tremendo. La prima volta è stata la mia amica a starci di merda... la seconda quello che aveva organizzato la scommessa, visto che era innamorato della mia amica, ma aveva vinto l’altro ‘concorrente’. -.-‘ Questa cose protanos empre guai e sono... perfide. ><
Non preoccuparti per la recensione, non importa se è un po’ incasinata... basta guardare come organizzo il mio angolino in fondo o il casino che faccio sulla bacheca di facebook. xD
Grazie tantissimo per la recensione :) , mi fa sempre piacere leggere ciò che pensi della storia. :D
Un saluto,
Yv0
 
Bene, and now vi saluto gente.
Comunque avevo una mezza idea di cambiare il mio account facebook con un pagine ‘mi piace’. Dai, insomma, non so come spiegarlo, ma avete capito, suppongo. xD Mi sembra una cosa più comoda per tutti. Questa per ora è solo un’ idea, se lo farò, avviserò. :D
Bene, ora vi abbandono qui a venerdì prossimo. ^w^ ;D
Alla prossima, gentee :D
 
Yv0

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

9

 
Due coppiette entrarono in uno dei parchi della città. Era il terzo che visitavano, o meglio setacciavano da cima a fondo alla ricerca di Arianne e Romolo.
« E’ un segno del destino se non li abbiamo ancora trovati! – sbuffò Sophia, stufa di camminare e di dover fingersi la fidanzata di Gianluca, per far star in piedi la finzione architettata da Rocco per fingere che questi volesse far ingelosire Arianne, quando invece era lui a starlo facendo. Sbuffò di nuovo. Odiava fingere, e doveva fingere di farlo volentieri. Finzioni del cavolo. – Tutto questo è evidentemente una gran cretinata!» 
Gianluca annuì, altrettanto frustrato. « Se avessi una ragazza sarei fottuto! – ringhiò, lanciando un’ occhiata alle loro mani unite. Non era la prima volta che l’amico lo costringeva a inscenare qualcosa del genere. Era inevitabile, nei piani di Agostini c’era sempre un passaggio chiamato ‘mettiamo in ridicolo Gu’. Gu, sì, con tanto del nomignolo idiota che il riccio mal sopportava. – Grazie Rocco » aggiunse sarcastico. 
Era evidentemente una cretinata quello che il moro aveva organizzato. Finzioni su finzioni, doppi giochi talmente contorti che nemmeno lui sapeva che diavolo stava facendo. Perché alla fine era così, i due castani lo sapevano. Lui realizzava mille idee, senza davvero sapere quali avrebbero portato ai risultati che voleva ottenere. Ora erano lì, con Rocco che fingeva di stare con Linda per fare ingelosire Arianne, mentre la sua finta ragazza credeva di stare davvero con lui, e che invece fosse Gianluca a voler catturare l’attenzione della Venturi, fingendo di stare con Sophia. “Così Linda penserà che sei tu a voler far ingelosire Arianne, mentre in realtà sarà io a farlo! È un piano perfetto!” aveva detto il moro, al settimo cielo. 
“Idiota” aveva risposto il riccio.
« Eccoli! » trillò Rocco, indicando una panchina in mezzo agli alberi. Erano seduti una accanto all’ altro e Arianne leccava un cono. « Soph, dici che gliel’ha pagato lui? » domandò, scettico ma allo stesso tempo divertito.
La bruna liberò la mano dalla presa dell’ amico –Arianne non ci avrebbe creduto nemmeno se si fosse rincoglionita del tutto- e rise. « Oh, non credo proprio! »

 
E invece si sbagliava.
« Scusami di nuovo per ieri sera. Non so dove avevo la testa, a dimenticare così il portafogli. Avrei dovuto far pagare Andre ».
Oh, non avresti dovuto proprio portarlo, Andre! Pensò la ragazza, ma scosse il capo con incuranza. « Non preoccuparti, dai ». E invece avrebbe proprio dovuto preoccuparsi. Avrebbe dovuto pagarle un abbonamento al cinema per tutto l’anno, per sdebitarsi, altro che un gelato! Tuttavia, non riusciva a dirlo. Non riusciva ad essere la solita, imparziale, orgogliosa e stabile Arianne. Non sapeva come mai in quel momento era così gentile e comprensiva. Com’era possibile? Dov’ era finito il suo carattere che tanto veniva criticato, ma che comunque era molto ammirato dai suoi amici? Dov’erano finite le frecciatine, l’orgoglio, il sarcasmo e la sua volontà di farsi rispettare? 
Respirò a fondo e leccò il gelato che stava ormai colando. Gliel’aveva pagato lui, per farsi perdonare. Se al posto di Romolo Giorgini ci fosse stato chiunque altro, avrebbe detto chiaramente che non si accontentava di così poco.
Il ragazzi rise. « Sei carina, oggi »
Di solito sono brutta? Trattenne a stento l’occhiataccia che stava per lanciargli e si morse la lingua per non pronunciare quelle parole. Si limitò a sorridere, chiedendosi per quale motivo si stesse comportando a quel modo. Non si riconosceva nemmeno più. Perché era sempre così stupidamente attenta a cosa dire, a non essere troppo brusca, a non sembrare troppo rigida e orgogliosa? Nei romanzi che le piaceva leggere, le persone dure, antipatiche, sarcastiche o stronze, cambiavano carattere grazie al vero amore. Quando trovavano la loro anima gemella che smussava loro gli angoli e li aiutava a portar fuori i loro lati migliori. Quindi era questo che le stava succedendo? Aveva incontrato davvero la sua metà? Si era finalmente innamorata davvero? 
Aveva bisogno di parlarne con qualcuno. Aveva bisogno di Sophia.
« Quali sono i tuoi hobby? »
« Eh?! » si riscosse, drizzando le spalle, sull’ attenti.
« Sì, insomma, cosa ti piace fare. »
« Oh, bè - So che cos’è un hobby, idiota. – leggo molto. E suono, anche: la chitarra e il flauto traverso. Tu, invece? »
Lui le sorrise, malizioso. « Faccio il Don Giovanni » rise forte. 
Ma guarda come siamo simpatici. Arianne ridacchiò educatamente, mentre dentro di sè non desiderava altro che mandare a quel paese lui e le sue battutacce. 
« ARY! »
La ragazza alzò lo sguardo, accigliata. Ma quella non era la voce di...
« Soph?! »

« Ciao! » rispose quella, raggiungendola. 
Dietro di lei, un Gianluca dalla stessa espressione frustrata e rassegnata della sera precedente e un raggiante Rocco che teneva per mano una biondina dall’ aria spocchiosa e vanitosa. Le sembrava di averla già vista a scuola, qualche volta, ma non sapeva nemmeno il suo nome. Sembra una troia, pensò involontariamente, accigliandosi.
Ma che diavolo ci facevano loro lì? Sophia sapeva che lei sarebbe uscita con Romolo e... l’espressione di Gianluca non le lasciava alcun dubbio, di sicuro erano lì per colpa si Agostini e di una delle sue solite idee blasfeme.
« Ciao » ripeté, educatamente. Tratteneva la rabbia, di nuovo. Ed era stupido e si stava innervosendo sempre di più. Romolo osservava la sua amica e quell’ altra ragazza, interessato. Nervoso, nervoso, nervoso, nervoso! Che diavolo stava facendo lui, ora?! Che diavolo aveva in testa, quello zuccone! Era o non era uscito con lei?!
Sophia notò lo sguardo di Arianne infiammarsi guardando il suo accompagnatore. Lo guardò a sua volta e vide che la stava osservando. Senza nemmeno pensarci si fece più vicina a Gianluca, rabbrividendo. Quel tipo non le andava a genio, e stava facendo infuriare Arianne e non voleva fosse colpa sua, visto che già aveva un paio di colpe da farsi perdonare da lei.
Arianne sorrise falsamente. « Che ci fate da queste parti? » le sfuggì un’ occhiata accusatrice verso Sophia.
Lei si avvicinò ancora di più al riccio, come spaventata. Lui la guardò, divertito e seguì il suo sguardo verso l’altra bruna. Non ci voleva un genio per capire cosa fosse appena successo tra le due. Rise sotto i baffi, mentre Sophia muoveva impercettibilmente la testa verso Rocco, il quale osservava beatamente la scena. 
Arianne puntò gli occhi sul moro: tanto sapeva che la colpa era la sua. 
Lui le lanciò un’ occhiata indecifrabile, poi fece scorrere un paio di volte lo sguardo da lei a Romolo e sorrise, in modo totalmente, inaspettatamente sincero.
Frustrazione, frustrazione, frustrazione. Perché non riusciva a interpretare Rocco? In fondo quel ragazzo era profondo quanto un cucchiaino da tè, non poteva nascondere così bene le sue emozioni. Non poteva nasconderle a lei. 
Lo vide sorridere a Sophia e Gianluca, poi anche alla biondina.
E si sentì inaspettatamente ferita. 
L’aveva chiusa fuori dal suo mondo. Sì, si sentiva chiusa fuori, esclusa, tra gente con cui era abituata a passare gran parte del suo tempo. 
E poi non...
« Non fai le presentazioni? » Arianne si voltò verso Romolo, che teneva lo sguardo puntato su quella ragazza , la cui presenza la stava facendo uscire dai gangheri.
« Certo » si sforzò di sorridere, e stranamente ci riuscì bene. « Lei è Sophia, la mia migliore amica. Loro sono Gianluca e Rocco. L’altra invece...» è una brutta troia che qui in mezzo non centra nulla. « ... non credo di conoscerla. »
La biondina balzò in avanti e corse a stringerle la mano. Le fece l’occhiolino. « Oh! Io sono Linda, Linda Medri. Sono un amica di Rocky.»
« Felice di conoscerti » Già. Almeno quanto andare dal dentista. 
Lo sguardo di Arianne saettò verso Rocco. « Agostini, posso parlarti un attimo? » il suo tono non ammetteva repliche, anche se non suonava troppo autoritario o aggressivo. Solo... serio. 
Il moro diede un’ alzata di spalle, alzò le sopracciglia e fece un mezzo sorriso. « Ok » si limitò a rispondere, sereno. 
Lei lo raggiunse e camminò, immaginando che lui la seguisse, fino ad essere abbastanza lontana per non essere udita dagli altri.  Si voltò e ovviamente Rocco era ancora in mezzo agli altri, che la guardava, curioso. 
Arianne strinse i denti con stizza. La stava prendendo in giro? Sì, lo stava facendo, e lei non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla sclerare. « Vieni qui, per favore » urlò per farsi sentire. La sua voce era suonata un po’ stridula, ma si era sforzata di sembrare gentile.
« Ah, là? Ok » Rocco parve aver capito solo in quel momento. Si incamminò per raggiungerla. 
Sei un bravo attore, Agostini, te lo concedo, ma non mi freghi. 
Appena il ragazzo la raggiunse, lei lo inchiodò con lo sguardo. « Smettila » si limitò a dire, abbandonando la maschera di calma e gentilezza e lasciando trasparire la sua frustrazione. 
« Di fare cosa? » la voce del ragazzo era limpida come quella di un bambino innocente, mentre i suoi occhi ridevano. 
« Lasciami in pace, ok? »
Si grattò la testa. « Di cosa stai parlando? »
Arianne sbuffò. « Non prendermi in giro. Credi che non ti conosca? So cosa hai in mente e non funzionerà ». 
« Mi devo essere perso qualcosa »
« Smettila di fare il finto tonto, Rocco! » sbottò. « Non mi piaci, ok? Cosa vuoi che faccia? Devo rimanere zitella a vita? Devo rinunciare a qualcuno che mi piace solo per non farti torto? »
Il moro si finse stupito. In parte lo era davvero, sembrava davvero stanca di quella situazione, come se si parlasse di una guerra durata anni e anni, e che ora non aveva più voglia di combattere. In parte era così. Arianne si sentiva confusa e, sì, stanca. Era stufa di tutti i giochetti di Rocco, proprio come quello della sera prima. Dall’ altra parte, però, voleva urlare. Voleva gridargli di andarsene, di farsi gli affari suoi, di non coinvolgere Sophia nelle sue cretinate, di lasciarla vivere e di far sparire quella biondina che tanto le dava sui nervi.
Rocco si grattò di nuovo la testa e sospirò. « Ma guarda te! Una volta che non le faccio niente, questa impazzisce »
« Cosa?! » Arianne sgranò gli occhi. Mi sta prendendo in giro?!
Lui  ghignò. « Io non sono venuto qui per te, Arianne. Che tu ci creda o no, io sono semplicemente uscito coi miei amici... e Linda »
I suoi amici. E Linda. I suoi amici. E Linda. Linda non era un’ amica? Cos’era? Una troia? 
Sbuffò, irritata. « Ma non prendermi in giro! Mi hai preso per fessa!? »
Rocco inarcò un sopracciglio. « No » Dentro di sé stava ridendo come un matto. Stringeva le dita dei piedi ossessivamente, nel tentativo di non scoppiare a ridere anche fuori. Le stringeva e  le rilassava. Poi le muoveva, strisciandole le une contro le altre e le serrava di nuovo. Non doveva scoppiarle a ridere in faccia, avrebbe rovinato tutto. Si stava arrabbiando. Il suo piano era davvero geniale, allora. Lanciò un’ occhiata agli altri, un sorrisetto in volto. Li stavano fissando tutti, Linda un po’ irritata. 
Soffiò una risatina e tornò a guardare Arianne. Le sorrise, malizioso. « Non è che sei gelosa? »
La ragazza sgranò nuovamente gli occhi, facendo un passetto indietro. Allargò le braccia, esterrefatta. «Co-cosa!? Dì un po’, Agostini, sei impazzito?! »
Rocco rise. « Era solo una domanda, tranquilla. Abbiamo finito qui? »
« Sì, basta. Mi hai decisamente stufato » ringhiò la bruna, incrociando le braccia sotto il seno. Ma tu guarda questo! Ma cosa gli salta in mente! Gelosa di cosa? Di chi? Di lui? Semmai di Romolo, che sta mangiando con gli occhi quella cacchio di biondina. Oh, sì, e anche di Sophia. Che vuole Rocco da lei? ‘I miei amici’. Ma per favore! Se cerchi i tuoi amici vai a raccattare quei quattro sfigati che sono in classe con te e lascia stare i miei! I miei amici e Linda. Le parole le risuonarono in testa e le fecero saltare i nervi. Strinse forte i pugni, mentre Rocco se la rideva. Che c’hai da ridere?! Oh, e portati subito via quella biondina, o la tolgo di mezzo io! 
Arianne s’ incamminò verso gli altri, quando Rocco le si accostò. « Oh, e comunque sarebbe normale . »
« Cosa sarebbe normale? » Non c’è niente di normale qui. Non c’è niente di normale quando centri tu! Non c’è niente di normale perché tu sei pazzo e incasini sempre tutto! Stupido imbecille!
Avrebbe voluto dirle ad alta voce, quelle cose, ma ormai erano troppo vicini agli altri e non voleva fare la figura della cafona. Stava diventando migliore no? Lo stava facendo per Romolo. Sì. Lo stava facendo per lui, e per lui ce l’avrebbe fatta.
« Sarebbe normale che fossi gelosa di me. Insomma... guardami »le sorrise malizioso, con gli occhi che ridevano. Si morse la lingua per non scoppiare a ridere. La vide inchiodarsi sul posto, portarsi le mani sui fianchi, stringere i pugni fino a far diventare bianche le nocche. I denti serrati e gli occhi ridotti a due fessure. 
Arianne si morse la lingua. Taci, taci, taci, fallo per Romolo. Forza, taci, taci, TACI!  
Rocco non si trattenne più vedendo la mascella di lei contrarsi. Si stava evidentemente trattenendo faticosamente dall’ infamarlo. Scoppiò a ridere come un matto, piegandosi in due. 
Sophia e Gianluca si lanciarono un’ occhiata d’intesa e decisero che sarebbe stato meglio intervenire subito, prima che Arianne iniziasse a prendere a pugni Rocco in pubblico. Si vedeva dall’ espressione furiosa di lei e dalla risata incontenibile di Rocco. L’unica cosa che riusciva a farlo ridere così tanto era la furia di lei. 
Avanzarono a grandi passi verso di loro, seguiti dagli altri due, che volevano capire cosa stesse succedendo.
Fanculo a Romolo. « PIANTALA DI FARE L’ IDIOTA! » gridò Arianne. « Ti guardo, ti guardo! Indovina cosa vedo? UN IDIOTA! » sbraitò, abbandonandosi totalmente nelle mani della rabbia. « Io, io... ora ti uccido! » sbottò, correndogli contro, i pugni alzati. 
« Ary! » gridò Sophia. La raggiunse di corsa e cercò di fermarla, mentre Rocco iniziava a correre. « Fermati, non fare la stupida! » cercò di farla ragionare, ma questa prese a inseguire il moro, gridando insulti. 
Rocco rideva come un disperato. Sapeva che da un momento all’ altro sarebbe caduto per terra: le risate impiegavano gran parte delle sue energie e presto non ce ne sarebbero state più abbastanza per correre.
« Oh, chiudi il becco, Soph! » sbottò la ragazza, quando le passò di fianco una seconda volta e questa tentò di trovare un buon motivo per farla calmare. «E tu vedi di fermarti, non ho intenzione di correre tutto il tempo!»
Lui in risposta rise più forte, mentre lei si avvicinava sempre di più.
Gianluca e Sophia si lanciarono un’ occhiata equamente esasperata. « L’avevo detto che sarebbe stata una cretinata » soffiò la ragazza, mentre il riccio abbozzava un sorriso di comprensione. 
« Guarda il lato positivo, Soph, almeno su una cosa aveva ragione Rocco: le cose si sono mosse ».
I due scoppiarono a ridere, mentre Linda e Romolo, si mettevano a chiacchierare su cosa stesse succedendo.

 
Rocco non sapeva quanto sarebbe durato. Ne era certo: mancava tanto così al momento del crollo del suo autocontrollo. « Gianlu, ti prego » pigolò, stringendo i pugni e mordendosi le labbra.
« NO! Taci » sibilò il riccio. 
Sophia lanciò un’ occhiata preoccupata al moro. « Trattieniti, avanti »
« Non ce la faccio più » ringhiò lui, piantandosi le unghie nelle ginocchia. « Ora salto fuori e… »
« No. » ripetè Gianluca. « No, non te lo faccio fare. Stai qui, stai buono e soprattutto stai zitto ». 
Rocco fece una smorfia, fissando il vuoto, concentrandosi nel vano tentativo di controllarsi. « Tra un po’ scoppio, dopo vedi che combino. » Non ce la faceva proprio più. Avrebbe fatto un macello da un momento all’ altro. Un macello che spaventava Sophia. Si sentiva in colpa… il suo amico  era costretto a sopportare quella situazione per colpa sua.
« Ti prego, Gu. » sussurrò il moro, con voce lamentosa. « Ti giuro che faccio in un attimo. Non te ne accorgi nemmeno»
« Chiudi il becco. Trova un altro modo per passare il tempo. Chessò, prendi a testate l’albero. Basta che non ti fai sentire» soffiò Gianluca. 
« Gianlu, forse è meglio andarcene a casa… » Sophia iniziava a temere veramente il momento del crollo della volontà di Rocco. Non sapeva cosa avrebbe potuto combinare in quelle condizioni, grazie al cielo non l’aveva mai visto così, ma poteva immaginarlo e questo non l’aiutava a tranquillizzarsi.
« Sì, ti scongiuro! » 
Ecco, ora Rocco implorava pure. Si sentiva veramente in colpa.
« Non se ne parla nemmeno »
« Ma Gianlu! In questo caso direi che è un obbligo! Non possiamo continuare a starcene qui, mentre…»
« Sì che possiamo, Soph. Non metterti anche tu a frignare! »
« Ti prego » ripetè il moro. « Per favore, Gianlu, giuro che non ti coinvolgo più nei miei piani geniali ».
« Non mi compri con così poco e poi tanto è una promessa vana, come tutte le altre » ringhiò irritato, il riccio. 
« Ma Gu! » protestò Sophia. « Fallo per Rocco! »
« Sì, fallo per me »
« Stai zitto. » abbaiò il giovane Grezzi. « È soprattutto colpa tua se sta succedendo tutto questo, quindi tu devi solo stare zitto. Ora subisci le conseguenze delle tue azioni! E chiudi il becco! »
Rocco si accigliò. Ma era proprio senza cuore, il suo amico! « Allora fallo per Sophia! »
« MI AVETE OBBLIGATO A GIOCARE A NASCONDINO, ORA MI FATE VINCERE! SE TI SCAPPA DA PISCIARE TE LA TIENI, ROCCO! NON SIAMO BAMBINI!! »

Linda sobbalzò spaventata da quell’ urlo. Proveniva da un cespuglio. « Gian? » chiese, sbirciando tra  le foglie.
Sophia e Rocco scoppiarono a ridere fragorosamente. Tutte quelle storie per non perdere e si era fatto scoprire per una sua sclerata!
Linda inarcò un sopracciglio, divertita. « Visti Gianluca, Sophia e Rocky! » gridò la ragazza, correndo all’ albero che era stato proclamato ‘tana’. 
« Hey! Chi hai visto per primo? » domandò Rocco, uscendo dal nascondiglio insieme agli altri due.
« Di sicuro Gianlu » rispose Sophia, la quale vide presto confermata la sua previsione quando la bionda indicò il riccio.
« Andate a quel paese! » sbottò quest’ ultimo, calciando un sassolino. « Siete incredibili! Tu» indicò la ragazza « che proponi a tre diciottenni, una sedicenne e un diciannovenne di giocare a nascondino! E tu, » si rivolse a Rocco. « tu perché sei così imbecille da accettare a nome mio e poi ti lamenti per venti minuti perché stai per pisciarti addosso! » gridò, facendo voltare qualche signora di passaggio e scoppiare a ridere un paio di bambini che stavano giocando nel prato. 
Sophia e Rocco risero assieme a loro. 
« Ma non dovevi andare al bagno, Ago? » si informò la ragazza.
Lui fece una smorfia. « Non più » rispose con voce innocente. E divertita.
« FAI SCHIFO! » sbottarono i due bruni, allontanandosi di corsa da lui. 
Rocco rimase a fissarli per qualche attimo in silenzio. Ci era rimasto davvero di merda. « Ma stavo scherzando! » si lamentò, tristemente.

 
 
In der Ecke – Nell’ angolo
 
Eccoci qua. Evidentemente avevo sbagliato i conti xD Sono i prossimi due i capitoli un po’… malinconici? Bè, insomma, quelli un po’ meno allegri.
Questa volta sono in ritardo senza un motivo preciso. Diciamo che sia io che la beta abbiamo avuto diversi contrattempi. Insomma, dobbiamo sfruttare l’estate finchè dura, ecco. Lei si da alle feste in spiaggia ** ( quanto ti invidio! )… mentre noi,qua, siamo entrate tutte in fase 'è urgente fare i compiti' quindi siamo tutti i pomeriggi a casa mia a 'fare tedesco' finendo ogni volta per passare il pomeriggio attaccate a facebook. Ieri ci eravamo ripromesse di non farlo, quindi ci siamo messe a tradurre 'ciao' in tutte le lingue del traduttore Google! xD
Non vi interesserà ma mi sono innamorata del traduttore italiano-giapponese! ** peccato che non ‘legge’ al contrario di quello cinese! xD

Ad ogni modo, eccoci qua. Alla fine ho creato una pagina su facebook, ma il profilo resta. Ricapitolando, pagina -> Clepsydra. ( La riconoscete di certo, nella foto c’è una clessidra con scritto il nome della pagina e ‘Yvaine0’ e poi dentro ci sono scritte un sacco di sciocchezze, quindi è chiaro che si tratti della mia pagina. )
Profilo –> Yvaine Da Efp
Bene, ora passo alle recensioni, perché penso di aver detto tutto. °°
^^
 
 
 Penny Black [Contatta] Segnala violazione
 31/07/10, ore 00:33 - Capitolo 8: Capitolo 8

Ciao ^^
Sì, in effetti anche io avrei vietato categoricamente ad una mia amica di riprovare ad uscire con questo tizio… però diciamo che Sophia è un po’ ingenua, e inoltre era mattina presto e lei non voleva che dormire. xD Avrà ascoltato un terzo della conversazione, giusto per fare qualche battuta.
Ahah xD Sono contenta che ti sia piaciuto il modo in cui ho descritto i pensieri di Rocco … in un certo sento non posso che vestire i suoi panni. Sia perché l’ho plasmato a partire dalla figura esteriore di un poveraccio che non conosco, e poi stravolto ( sì, questa parte puoi ignorarla, è un po’ ingarbugliata e stupida ) , sia perché in certo senso mi trovo spesso in quella situazione. Ho un amica che si arrabbia sempre e solo con me per ogni cosa che succede, quindi posso capire bene il povero Rocco. > .<
AHAH XD Io ce l’ho in cassetta quel cartone! xD Non so dirti quante volte l’ho visto e rivisto!
Concordo pienamente, con gli amici ci si ritrova a fare e vedere cose che normalmente non passerebbero nemmeno per l’anticamera del cervello. Noi negli intervalli tra facebook e il traduttore di Google ( vedi sopra xD ) guardiamo i cartoni della Disney: Gli Aristogatti, Il Re Leone 3 ( Hakuna Matata!
) xD Però non mi lasciano guardare gli anime éwè Guarda te che disdetta!  
Se Rocco avrebbe potuto accontentarsi di Gu e Soph? Ma certo che avrebbe potuto. La domanda giusta è: sarebbe lui se non si complicasse la vita con i suoi piani assurdi? xD No, decisamente no.
^^ Sono contenta che ti piaccia il rapporto tra i due fratelli … nel prossimo capitolo ce ne sarà un’ altra porzione. xD

Grazie come sempre di aver recensito ** mi fa molto piacere leggere ciò che pensi di ciò che scrivo (:
Un abbraccio rotolante!
 marypao [Contatta] Segnala violazione
 30/07/10, ore 22:18 - Capitolo 8: Capitolo 8
Ciaoo!! Purtroppo la cosa dei bigliettini non l’abbiamo fatta … u_u le mie amiche si sono fatte prendere dai compiti/facebook/traduttore di Google e si sono completamente dimenticate di quello. TwT
Eheh ^^’’ E… avevo sbagliato a contare xD saranno i prossimi due i capitoli un po’ meno allegri. O almeno credo che lo siano… il fatto è che non mi piacciono troppo, quindi li vedo tristi. xD
Ahahah xD ti contraddico mia cara, anche io sono una sorella maggiore, ma di solito sono io a combinare i guai, quindi... xD Il nanetto ( che tralaltro mi ha superato di qualche centimetro nonostante i cinque anni di differenza, quindi è ora che smetta di chiamarlo così ) si limita a farmi saltare i nervi… xD vabbè, diciamo che ne combiniamo metà e metà. xD
Non credo che le telefonate di Ary disturbino Noi-sappiamo-chi-che-non-è-Voldemort , e anche se lo avesse fatto non sarebbe un problema, insomma xD tanto i genitori danno ragione ai fratelli minori! XD Comunque ho aggiunto Non-Voldy ( LOL ) nel capitolo 12 ^^ .
“ però io sono quasi certa che Remo Paperoni si è fatto la Summer Card Parole..Mica scemo lui..” sono d’accordo! È un impiastro completo, quell’ avaro! XD
Il povero Ago si ritrova ad avere a che fare con le piccole delusioni quotidiane che ci si becca ad innamorarsi di tizi orgogliosi e un pochetto stonzi, ecco. xD Insomma… poverino, in effetti ha ragione. Ary se la prende sempre e solo con lui… un po’ lo capisco, visto che ho un’ amica che si comporta allo stesso modo. Lui però dovrebbe tacere, visto che le fa i dispetti xD sembra un bambino piccolo, dai. Si fa pure la pipì addosso u_u . xD ahah, poverino, cosa gli faccio combinare! XD

Bè, ora ti saluto. Grazie della recensione, come sempre mi ha fatto piegare in due dalle risate ** Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, è uno di quelli che mi piacciono di più ** anzi, forse il mio preferito xD Va bene, va bene, ora chiudo la bocca. xD
Un abbraccio rotolante pitturato come le pareti da adulto di Rocco! ** xD
Yv0
 
 
Ed ecco fatto! Spero di riuscire ad aggiornare in orario, Venerdì! Ciaooo (:
Yvaine0                                                                                                                                                                 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

10


« Piattola, alzati! »
« No! Di nuovo no! » gridò Sophia alzandosi. Di nuovo? Di nuovo lo stesso giorno? No! Non poteva rivivere di nuovo la giornata due volte! Ora Alex le avrebbe passato il telefono, avrebbe parlato con Arianne che sarebbe andata all’ appuntamento con Romolo, suo fratello sarebbe uscito, Rocco e Gianluca sarebbero andati a casa sua, l’avrebbero svegliata, avrebbero gaurdato i cartoni, poi Ago si sarebbe fatto venire l’idea geniale di pedinare Arianne e Giorgini con Linda e avrebbe fatto arrabbiare la Venturi, che l’avrebbe inseguito per mezz’ora poi lei avrebbe sparato  la prima proposta che le era venuta in mente per far smettere i suoi due amici di correre in giro per il parco, e avrebbero giocato a nascondino, a Rocco sarebbe scappata la pipì e Gianlu avrebbe sclerato e infine avrebbero perso la partita, così che il riccio sarebbe voluto tornare ia casa e lei e Rocco sarebbero andati con lui. Una volta a casa avrebbe trovato Alex imbestialito per la sua scomparsa improvvisata, ma poi Rocco lo avrebbe calmato e sarebbe rimasto a cena. Alex lo avrebbe riaccompagnato a casa e poi lei sarebbe sgattiolata a letto prima che lui potesse sgridarla o i genitori potessero ritornare. Sospirò. Non voleva ripetere quella giornata. ù
« Di cosa parli? » domandò Alex, confuso. 
Sophia si tirò il cuscino sulla faccia e ci gridò dentro. « Non voglio ripetere lo stesso giorno ancora una volta! »
Suo fratello scoppiò a ridere. « Ok, ok. » disse alzando le mani. « Se faccio in modo che tu non ripetera lo stesso giorno di ieri, tu mi prometti che non dirai a mamma che ieri sera ti ho lasciato mangiare un panino con nutella e miele? »
Sophia scostò il cuscino e osservò il fratello, strizzando gli occhi a causa della luce proveniente dal corridoio. « L’ ho mangiato davvero? »
« Sì. » rise Alex, entrando e alzando la tapparella, riempiendo di luce anche la sua stanza. « Tu e Rocco mi avete rotto le scatole per tre ore per mangiarlo, e alla fine vi ho lasciato fare... mica immaginavo che fossi ancora una di quei bambini che accumulando troppi zuccheri, fanno sogni strani e si rincoglioniscono; ormai hai sedici anni e mezzo...  »
« Acuta osservazione » fece una voce dal corridoio. 
« Papà! » trasalì Alex, la voce il tono più acuto del normale che usava quando era allarmato. « Buongiorno! Come stai? » chiese, sudando freddo. Sperava che non avesse sentito ciò che aveva appena detto alla sorella, altrimenti sarebbero stati guai. Tornò sulla porta e sorrise anche troppo gentilmente al genitore.
« ‘giorno, pà! » salutò Sophia, alzandosi in piedi. 
« Buongiorno tesoro. » le sorrise l’uomo. « Alex! Dove credi di andare! » richiamò il figlio che stava sgattaiolando via dalla stanza della sorella minore. « Mi toccherà parlare con tua madre... mica pensavo che eri ancora uno di quei ragazzini irresponsabili che lasciano mangiare porcherie alla sorella minore a tarda notte; ormai hai ventun' anni.... » lo citò, afferrandolo per l’elastico dei pantaloni del pigiama. 
« Papà! Che vuoi che sia! » ridacchiò con una vena di isterismo nella voce, mentre cercava di sottrarsi alla presa del padre. « Era solo convinta di star per vivere lo stesso giorno di ieri, non è niente di grave! »
« Niente di grave! No, aspetta. Hai detto che credeva di vivere lo stesso giorni di ieri? » chiese, stupito. 
Alex sospirò e lanciò un’ occhiataccia alla sorella. « Già » Com’era possibile che lo beccavano sempre quando combinava qualcosa di sbagliato? E perchè non beccavano mai sua sorella? Oh, bè, forse perchè lei non faceva mai niente di grave... al limite cascava per le scale. Ridacchiò al pensiero. Certo che quella era proprio matta!
Loro padre scoppiò a ridere. « Sophi, ma che dici!? Vai a fare colazione, forza! » esclamò, per  poi andarsene in camera sua a cambiarsi. Lo sentirono borbottare lungo tutto il corridoio, mentre Alex sospirava sollevato per aver scontato una punizione. 
«Ripetere sempre lo stesso giorno... pff!»
« Fiùù! » sorrise il ragazzo. 
Sophia rise e saltò in piedi, di buon umore: almeno non avrebbe dovuto rivivere il giorno precedente. « Secondo te, ti avrebbe punito per un mio sogno? » gli chiese, scuotendo il capo. 
« Come? »
« Ho sognato tutto ciò che è successo ieri. Poi mi hai svegliato esattamente come ieri mattina e mi sono spaventata; rivivere per tre volte la stessa giornata è  da pazzi! »
« Appunto. » insinuò Alex, sorridendole beffardo. 
Sophia sbuffò, divertita. Le stava dando della pazza? « Ricordami di non suggerirti più cosa indossare quando esci con Flo. » disse, raccogliendo i vestiti per andare a scuola dalla sedia. « A proposito com’è andata ieri? »
Alex ridacchiò, poi fece una smorfia di disappunto. « S’è portata tipo quindici amiche e mi ha trascinato per negozi tutto il giorno »
« Ma va? » chiese la sorella, scettica. Flo non è il tipo da comportarsi in quel modo. Anche se ... può essere che, presa da uno dei suoi attacchi di eccessiva originalità, abbia voluto trasgredire al suo solito modo di essere. Inclinò la testa da un lato, confusa, poi la scosse. Nààh! Che scemenza!  Si incamminò verso il bagno.
Alex inarcò un sopracciglio osservandola. Era uscita fuori di testa? Si era fermata in mezzo al corridoio, immobile, coi vestiti puliti in mano e i piedi scalzi. Aveva piegato la testa in avanti, pensierosa, poi l’aveva scossa e detto ‘Nààh’.
« Papà!  » gridò il ragazzo, fingendosi spaventato. « Siamo sicuri che sia mia sorella? »
« Sicurissimi! » rise l’uomo. « Tu alla sua età eri anche peggio! »
Sophia rise e andò a cambiarsi; la aspettava una giornata di scuola molto intensa: due ore di latino, una di letteratura, poi matematica e la temutissima ora di educazione fisica del lunedì, quella delle valutazioni.

« Che ore sono? » domandò, una volta scesa in cucina e sedutasi a tavola per far colazione.
Alex sbadigliò, stiracchiandosi, prima di sedersi di fronte a lei. Alzò e il polso e osservò l’orologio. « Le otto meno cinque »
Sophia annuì sovrappensiero e iniziò a sorseggiare il suo latte e cacao. 
« Curioso: non so se mi stupisce il fatto che tu a sedici anni beva ancora il latte con il nesquik oppure che tu non me l’abbia ancora sputato in faccia realizzando che fra dieci minuti devi essere in classe e devi ancora fare la cartella, metterti le scarpe e tirar fuori la bicicletta dal garage e fare tutta la strada...»
Sophia gli lanciò un’ occhiataccia. « Curioso: non so se mi stupisce di più il fatto che dormi ancora con l’orsacchiotto oppure che... HAI DETTO?! » sbottò, lasciando cadere la tazza sul tavolo. 
Alex osservò le gocce di latte che si sparsero sulla tavola, divertito. « Wow! E’ caduta in piedi! »
« Potevi dirmelo prima che era tardi! » sbottò Sophia, correndo in giro per la stanza a raccattare i libri da infilare a forza e senza un ordine preciso nella borsa. Corse al piano di sopra, afferrò un paio di scarpe a caso, tornò in cucina, si gettò a sedere per terra e le infilò. Poi afferrò la cartella e una felpa e uscì di casa. 
« Il cambio per ginnastica! » le gridò dietro il fratello, divertito. Era buffissimo vederla correre ovunque per prendere tutto e dimenticarsi la metà della roba. « E questo deve essere il tuo quaderno di latino » osservò, porgendogliene uno. Lei lo assicurò nel portapacchi e partì con la sua bicicletta, più veloce che poteva. 
« Ginnastica! » le ripetè il fratello, ma lei scosse il capo e non si fermò: era l’ultimo dei suoi problemi in quel momento. Voleva solo arrivare in orario ed evitare una punizione, non le interessava della tuta e della scarpe.

 

Quando arrivò da Federica, quella era già fuori di casa, in sella alla sua bicicletta e girata nella direzione della scuola. « Scusa! » la salutò Sophia. 
« E’ tardissimo, Soph! »
« Lo so, lo so, Alex mi ha svegliato tardi »
« Ssst! Meno chiacchiere, più pedalate! » le suggerì, partendo a manetta. 
Arrivate al loro posto preferito per legare i loro fedeli destrieri, Federica lanciò un’ occhiata ai portoni e per poco non le venne un mancamento. « Sono già entrati tutti! » mugolò, allarmata, allacciando svelta il catenaccio attorno alle ruote delle loro due bicilette. Sophia allacciò anche il proprio e diede un’ alzata di spalle. « Ormai siamo arrivate, tranquilla »
« Se mi interroga, hai finito di vivere » la minacciò l’altra, con un’ espressione da angioletto che si addiceva poco alle parole appena pronunciate.
Corsero verso l’entrata, che non veniva chiusa mai durante la giornata –grazie al cielo!-  e corsero su per le scale. Arrivate al secondo piano, Federica intravide appena un cespuglio di capelli castano chiari, sparire dietro un’ angolo e si inchiodò sul posto. « Ma... Soph, hai visto? »
L’altra, che già aveva il fiatone, abbozzò un sorriso. « Sinceramente no »
« Mi sembrava... » borbottò, ricominciando a salire assieme all’ amica. «... Steve»
Sophia aggrottò le sopracciglia, arrancando su per le scale. « E cosa dovrebbe farci al primo piano se la sua classe è al terzo? »
« Non so... forse è a laboratorio? »
« Può darsi. Oppure hanno un’ ora buca. » rispose la Neri. Nella loro scuole le ore di buco erano all’ ordine del giorno, a volte avevano due sole ore di lezioni su sei. Almeno un paio di volte era capitato –dall’ inizio dell’ anno- che li lasciassero uscire prima per mancanza di professori. 
Federica parve accontentarsi di quella spiegazione, perchè iniziò a ripetere i paradigmi dei verbi latini che erano nella versione di compiti. Sophia sospirò. Lei non li studiava mai. Era praticamente certa che la loro fosse l’unica professoressa che facesse scrivere e studiare i paradigmi di ogni singolo verbo che trovavano in ogni versione o frase data per compito.
Immersa nei suoi pensieri, come al solito, non badava a dove stava andando, limitandosi a seguire distrattamente Federica. Fu così che svoltando l’angolo del pianerottolo al secondo piano andò quasi a sbattere con un certo capellone inquietante che le faceva venire i brividi solo a sentirlo nominare. 
« Hey! » la salutò Mirko, sorridente. 
Sophia trasalì. « Ciao » sussurrò, così piano che forse lui nemmeno l’aveva sentita. Si scansò, e allungò il passo per lasciarselo alle spalle il prima possibile. Federica nel frattempo sghignazzava come una matta.
« Smettila di ridere, bertuccia » la rimproverò la prima, cercando di trattenere un sorriso. Doveva ammettere che la sua sfortuna era a dir poco esilarante, non solo per coloro che assistevano alle sue figuracce, ma anche per lei, in fondo. La sua autoironia era davvero invidiabile.
Arrivate alla porta entrambe fecero un sospiro profondo: era chiusa. « Bussa tu, bussa tu » ansimò Sophia, stravolta dai tre piani di scale appena scalati.
Federico obbedì, e aprì la porta. « Buongiorno » disse, entrando. Sophia la seguì, e si chiuse la porta alle spalle. Soffiò un saluto generale a arrancò fino al suo posto, dove si gettò –nel vero senso della parola- sulla sedia accanto ad Arianne. 
Una donna dal caschetto rosso fulminò le due arrivate attraverso gli occhiali. « Non ho sentito bussare »
Federica sgranò gli occhi, dal suo posto in fondo all’ aula. « Prof, noi abbiamo bussato »
La professoressa Matti, latino e storia, e solita a situazioni del genere. Era conosciuta per la sua esagerata scrupolosità nell’ assicurarsi che durante le sue ore nessuno facesse qualcosa di non inerente alla lezione, che durante i compiti in classe e le interrogazioni non venissero usari bigliettini, non si copiasse e non si suggerisse. Se qualcuno starnutiva, persino, veniva spesso fulminato con lo sguardo. Le sue interrogazioni erano le peggiori, quelle in cui più studenti andavano male. Non c’era verso di cavar fuori un buon voto, se era una giornata no per lei. Se lo era per uno studente interrogato, tuttavia, poteva darsi che un sei, sei e mezzo questo riuscisse ad accapparrarselo. Non si indovinava mai se era giorno di spiegazione o interrogazione, e nemmeno il voto della tua interrogazione: ti stupiva sempre, in bene o in male. Era una donna tosta, apparentemente molto fredda, autoritaria, spesso paragonata a una strega, a un vampiro, persino ad un Dissennatore. Sophia e Arianne la chiamavano l’Ungaro Spinato 
Spesso, Sonia Matti, scambiava un colpo di tosse per un suggerimento, il suono delle campane in lontananza per un cellulare. La sua parola preferita, da rivolgere agli studenti che non le stavano particolarmente simpatici era impertinente. Non permetteva a nessuno di poggiare la testa sul banco, usciva dall’ aula per rimproverare ogni passante che faceva più rumore del necessario, prendeva in giro gli studenti nella speranza di farli sciogliere, durante le interrogazioni, con il solo risultato di farli imbarazzare e aumentare il loro terrore. Era anche un classico che la donna esordisse con un ‘Sst!’ fulmineo nei momenti meno utili: se una persona scuoteva il capo, se tossiva, starnutiva, si grattava la testa, si soffiava il naso –ovviamente però zittiva gli studenti anche in momenti opportuni. Lo ‘Sst!’ era la sua soluzione a tutto,  magari accompagnato da un ‘non suggerite!’ oppure ‘Eh! Ho sentito io da qua!’. Ugo, Arianne, Benedette, Lucia e Sophia adoravano imitare quei suoi attacchi di ‘Sst-izzite’ quando la donna non era a portata d’orecchi, e si facevano ogni volta grasse risate, al punto che quando era la professoressa a fare ‘Sst’ loro dovevano fare sforzi immani per non ridere.
La donna annuì, una volta che mezza classe ebbe confermato che Federica aveva bussato alla porta prima di entrare, e iniziò la lezione. Arianne salutò Sophia con un sorriso e le porse un foglio, con su scritto ‘dovrei ucciderti per quello che hai fatto ieri, sennonchè alla fine mi sono divertita’.
L’altra rispose con un largo sorriso e si sistemò meglio sulla sedia, estraendo il materiale dallo zaino.
Sophia era già stata interrogata in Latino, quindi non doveva preoccuparsi più di tanto di prestare attenzione alle interrogazioni: l’importante era annuire ogni tanto, far finta di pensare ad una risposta e correggere i compiti. Arianne invece venne interrogata assieme a Ugo e Benedetta.
Vedendo l’ ultima alzarsi con aria afflitta dal posto e avvicinarsi alla cattedra, le ritornò in mente la festa del sabato precedente e quando Francesco l’aveva baciata. L’aveva fatto di nuovo, e di nuovo senza provare nulla per lei. Si era stufata di farsi prendere in giro. Quel ragazzo non poteva vivere la sua vita e lasciarla in pace? Quello che le ci voleva, ne era certa, era una distrazione, oppure prendersi una cotta per qualcun altro. Quella nei confronti di Francesco era svanita, o almeno così si ostinava a pensare, a colpi di buona volontà. Era convinta che ignorandolo e obbligandosi a credere di non provare più niente per lui, alla fine sarebbe riuscita a dimenticarlo. In parte era stato così, aveva datto grossi progressi, però a volte lo incontrava per i corridoio e le veniva una voglia matta di mandare tutto a quel paese a non andare più a scuola. Poi lo incontrava per strada e cambiava strada, allora si cacciava nei guai. E poi lui lasalvava. E la baciava. E i suoi buoni propositi e tutti i suoi tentativi di rimuoverlo dalla sua vita e soprattutto dalla sua mente crollavano come un castello di sabbia calpestato da un passante poco interessato alle ripercussioni che quel suo gesto avrebbe causato all’ umore della bambina che l’aveva costruito con tanto impegno e fatica.
Sospirò, guadagnandosi un’ occhiataccia da parte della professoressa. Fece finta di niente e guardò Arianne che stava declinando un verbo semideponente al gerundio come se la stesse ascoltando. Puntellò i gomiti sul banco, e unì i pugni, dove posò il mento. Si ritrovò, poco dopo a fissare le scarpe di Ugo, immersa nei suoi pensieri. Il giorno prima aveva avuto poco tempo per pensare a quel sabato sera –Rocco e Gianluca l’avevano tenuta occupata e non avevano lasciato spazio alla sua mente per lavorare- ma ora non poteva più scappare ai suoi stessi pensieri. Si sentiva sola. Era stupido, lo sapeva, era circondata da amici, aveva un fratello più simile a lei di quanto si pensasse, due genitori stupendi, e persino quattro cugini, due dei quali stravedevano per lei –avevano dodici e cinque anni-, nonostante Sophia non avesse più molto tempo per loro impegnata com’era con la scuola e con quei pazzoidi dei suoi amici. Solo che... insomma si sentiva esclusa, un po’. Tutti avevano qualcuno a cui pensare tutto il giorno, di cui parlare in continuazione e lei no.
Rocco aveva la sua Arianne e, anche se questa non ricambiava, era convinta che prima o poi sarebbero stati una coppia meravigliosa.
Arianne aveva Romolo, nonostante Sophia non approvasse quel ragazzo dai modi... un po’ viscidi, ecco.
Federica aveva Steve e Steve aveva Federica, erano anime gemelle e si appartenevano da più di due anni, senza che la loro relazione desse segni di voler cambiare di una virgola.
Benedetta aveva il suo Walter. Non stavano assieme realmente, era un amore a senso unico. Benny gli sbavava dietro spudoratamente, e Simone le aveva confidato che Walter Pulcinelli se n’era accorto.  Sophia scoraggiava il più possibile Benedetta, ma questa era troppo infatuata del ragazzo per ascoltarla. La Neri si trattenne a stento dallo scuotere il capo: avrebbe dovuto occuparsi anche di lei, oltre che della storia Rocco/Arianne, altrimenti Benny sarebbe finita come lei, a cercare di far vomitare alla sua testa ogni informazione riguardante uno stronzo che aveva solo giocato con lei. Occuparsi delle storie degli altri era il suo modo di non sentirsi esclusa, anche se un po’ si sentiva così lo stesso.
Anche Gianluca aveva qualcuno a cui pensare tutto il santo giorno, senza farsi scoprire da Rocco, ne era certa,  nonostante lui non avesse mai voluto dire a nessuno chi fosse. Non era uno di quelli che si perde tra i suoi pensieri nel bel mezzo di un discorso, non si incantava spesso a fissare qualcosa e non arrossiva quasi mai, quindi non era facile captare i segnali della sua infatuazione, ma Sophia era certa che avesse anche lui la sua bella cotta segreta per qualcuna. O qualcuno, perchè non si sa mai nella vita.
Lucia era innamorata di un concorrente di un reality show –non si poteva parlare di ‘amore’, quanto più di ‘fanatismo’- e, anche se quella non lo ammetteva, Sophia iniziava a pensare che avesse una cotta per un amico di Suzann. Questa si era lasciata da poco con il suo ragazzo, e la Neri dubitava che non fosse ancora innamorata di lui. 
E all’ appello mancavano solo Margherita, fidanzata con un diciannovenne dell’ istituto tecnico commerciale, e Lisa, innamorata di un tizio che frequentava la classe parallela alla loro.
Sophia invece aveva solo qualcuno da evitare, un ricordo da cancellare, un castello di sabbia da ricostruitre sperando che quel passante non decidesse di tornare indietro e distruggerglielo per la seconda volta.
Scrollò il capo guadagnandosi uno « Ssst! » da parte della professoressa che fece ridere Lucia. Ugo si morse la lingua fino a farsi venire le lacrime agli occhi, mentre Arianne riusciva a rimanere seria e Benedetta affondava le unghie nei palmi per non ridere. Lei non era dell’ umore per ridere, quindi si limitò ad abbassare gli occhi in segno di pentimento. Per cosa? Non ne aveva idea, evidentemente aveva suggerito senza accorgersene, sempre che sia possibile come cosa.
Ricominciò a pensare al fatto che dovesse togliersi Francesco dalla testa... ma come? Bè, per prima cosa –forse- avrebbe dovuto ringraziarlo per l’aiuto di sabato sera, poi sarebbe tornata fatto finta che lui non esistesse. Avrebbe volentieri sospirato di nuovo, se la Matti non fosse stata intenta ad osservarla, in attesa di un nuovo sbuffo e apparente suggerimento per gli interrogati. Ebbene, lo avrebbe ringraziato cosicchè lui non avrebbe potuto rinfacciarle di essere stata un’ ingrata e forse non ci sarebbero state altre discussioni come quella che era scoppiata quel giorno degli assorbenti. Poteva farcela, se pensava che poi non avrebbe avuto più niente a che fare con lui. Respirò a fondo, guadagnandosi un’ altra occhiataccia. Avrebbe voluto sbuffare a quel punto, ma decise che aveva ricevuto già troppi rimproveri silenziosi per quel giorno.

 

Finalmente, dopo due ore di latino e quella di matematica, giunse il tanto atteso intervallo. Il lunedì era una di quelle giornate distruttive, che i professori interrogassero o spiegassero. Erano terribili a prescindere da tutto. Innanzitutto era il primo giorno della settimana e bisognava riprendersi dallo shock di svegliarsi presto, inoltre alla prima ora venivano amorevolmente accolti dall’ Ungaro Spinato, per poi sorbirsi due ore interminabili e una lezione di algebra.
Sophia uscì senza che nessuna compagna dovesse trascinarla fuori a forza: aveva bisogno di aria. Doveva prepararsi psicologicamente ad andare spontaneamente da Francesco e ringraziarlo.
Arianne e Benedetta la raggiunsero, commentando la loro interrogazione di latino di due ore prima. « Bè, poteva anche darmi l’otto » disse Ary con un’ alzata di spalle. « in fondo non ho saputo solo un paradigma »
Benny rise amaramente. « Io non ho saputo nulla, invece »
Sophia rimase in silenzio, cercando la forza di muovere la gambe fino alla 4Q. Non poteva farcela. Doveva, se l’era ripromesso, ma non ci riusciva; andava contro ogni regola che si era imposta fin dalla prima liceo, dopo che lui le aveva rivelato della scommessa. Non le piaceva ricordare. Strinse i pugni e sospirò.
« Soph, che hai? »
Lei non rispose, forse non sentì nemmeno la domanda che le aveva posto Benedetta.
« Pianeta terra chiama Soph, pianeta terra chiama Soph. Rispondi? » riprovò la ragazza dai capelli chiari.
« Soph! » sbottò Arianne, brusca, facendo voltare di scatto la ragazza.
« Eh?! »
« Torna tra noi! »
« Sì, scusatemi, sono qua. » abbozzò un sorriso e si grattò la nuca, imbarazzata.
« A che pensavi? È dalla prima ora che hai la testa tra le nuvole » osservò Benedetta.
Sophia fece una smorfia. « Ho deciso che devo fare una cosa, ma... qualcuno ha visto Ago? Mi sarebbe decisamente d’aiuto in questo momento ».
Arianne scosse il capo. « Grazie a Dio no. Come ti è saltato in mente, ieri, di portarlo là al parco? »
Sophia ridacchiò, improvvisamente allegra. « Bè, quando siamo arrivati non avevi l’aria di divertirti troppo! »
« Di che parlate? » si intromise Lucia, raggiungendole assieme a Federica, Lisa e Susanne.
« Ieri Ago ci ha obbligato ad intrufolarci al secondo appuntamento tra Ary e Giorgini » spiegò la Neri, estremamente divertita. « Ary s’è messa a litigare con Ago, e poi lui l’ha fatta imbestialire e si sono rincorsi per tutto il parco. »
Arianne incrociò le braccia, indispettita dall’ ilarità che il racconto causava nelle amiche. « E Sophia, non sapendo come sistemare la situazione, ci ha proposto di giocare a nascondino » aggiunse. Le ragazze iniziarono a ridere più forte, appoggiandosi le une alle altre per non cadere.
« Oh, ma non è finita! Io, Gianlu e Ago ci siamo nascosti fra un cespuglio e un albero » iniziò Sophia.
Arianne sorrise, divertita al ricordo. « E a Rocco è iniziata a scappare la pipì. Gianluca non voleva perdere, però. »
« “Mi avete obbligato a giocare, ora mi fate vincere a costo di pisciarti addosso!” Ahahah. » lo imitò la prima, tra le risate.
« Ma Rocco insisteva, e Sophia iniziava a preoccuparsi... e Gianlu ha sclerato di brutto, urlando come un pazzo! »
« Alla fine ci hanno trovati subito e Gianlu s’è arrabbiato! »
« Dovevate vedere la sua faccia mentre Soph e Ago si scompisciavano dalle risate! Oh, e Rocco ha anche detto di essersela fatta addosso. »
Le due si scambiarono un’ occhiata e scoppiarono a ridere assieme alle altre che sembrava stessero assistendo ad uno spettacolo comico. Quando ebbero, una ad una, piano piano, tutte smesso di ridere, Sophia si ritrovò ad essere più serena. Si disse che la cosa migliore da fare sarebbe stata agire subito, prima che suonasse l’intervallo. Solo... si chiedeva come mai Ago, Gu e Ste non fossero ancora arrivati? Di solito le raggiungevano ad ogni intervallo, se non per passarlo con loro, almeno per salutarle. « Ma dove sono finiti i ragazzi? » chiese.
Ugo, che stava uscendo in quel momento dall’ aula le lanciò un’ occhiata scettica. « Non chiederlo a me. Io mi sto ancora chiedendo perchè sono venuto a studiare in questa gabbia di matte anzichè in una scuola in cui si possa allestire almeno una squadra di calcetto. »
« Spiritoso » berciò Benedetta, facendogli gesto di andarsene. Lui rise e obbedì, mentre Lucia si spanciava dal ridere e Susanne scrollava il capo divertita.
Arianne diede un’ alzata di spalle. « In classe? » domandò.
Sophia sospirò. « Ok » soffiò. « Vorrà dire che farò tutto da sola » detto ciò, si incamminò, con un po’ di grinta in più verso l’aula della 4Q. Sentiva lo sgaurdo delle sue compagne che la fissavano, ma in quel momento aveva altro di cui preoccuparsi. Sarebbe entrata, avrebbe raggiunto Rocco e Gianluca, loro l’avrebbero riaccompagnata alla classe per poter salutare le altre, ma un attimo prima di uscire Sophia avrebbe rivolto cinque parole rapidissime a Francesco e poi se lo sarebbe lasciato alle spalle per sempre. Non voleva fare la figura dell’ ingrata, sapeva che senza di lui probabilmente... non sapeva cosa sarebbe successo, forse niente. Ad ogni modo lei era in debito con lui, e si sarebbe sdebitata con un grazie.  
Tuttavia quando si trovò sulla soglia della classe, rimase di sasso, cogliendo una ventina di sguardi a lei sconosciuti fissarla interrogativi. Iniziò a ridere imbarazzatissima, dandosi della stupida mentalmente: aveva sbagliato classe! Fece dietro front, ma prima di  allontanarsi lanciò un’ occhiata alla targhetta sulla porta: 5L. 5L?
« Ma la L non era una classe del tradizionale? E non stava al primo piano? » domandò alle amiche. Le ragazze annuirono. « Perchè? » domandò Federica.
Sophia indicò la stanza in cui stava cercando di entrare poco prima. « Nel cartellino della 4Q dice ‘5L’ ed è piena di gente che non conosco. »
« Quindi la 4Q dovrebbe essere al primo piano, no? » azzardò Benedetta, sperando in cuor suo che le altre le dicessero ‘sì’ in modo da scendere al piano in cui stava anche il suo adorato Walter.
« Può darsi. »
Arianne inarcò un sopracciglio. Scherzavano? Quindi... niente Rocco nei paraggi? Doveva essere un sogno! « Ragazze, scusatemi, ma io sfrutto la situazione a vado a vedere se trovo Romolo in giro, così magari mi scuso per ieri » dicendo le ultime parole lanciò un’ occhiataccia  a Sophia che rise. « Ok, ok » fece questa. « Vado a vedere se li trovo. Chi viene con me? » il suo sguardo cadde su Susanne, che di solito la accompagnava sempre in giro per la scuola, quando non le andava di stare sola –cioè sempre. Quella le fece una linguaccia e si aggrappò a Federica. « Io no! »
Sophia stava per ribattere, quando Benedetta intervenne: « Vengo io! Chissà che non ci sia Walter, di sotto »
Lisa sbuffò sonoramente. Anche lei la pensava come Sophia riguardo al ragazzo e non voleva che la loro amica si facesse fregare da lui. « E perchè –di grazia- vorresti vedere quella specie di orso? » brontolò, scettica.
Benedetta arrossì. « Non è un orso. È carino »
« Certo, come Paolini quando sorride mettendo i mostri quei cosi gialli che ha al posto dei denti, stringendo quelle due fessure che dovrebbero essere occhi e riempiendosi di rughe tanto da sembrare un acino d’uva passa! » ribattè Federica, facendo ridere tutti. « Steve è molto meglio » aggiunse, facendo ridere anche Benny: metteva a tutti il buon umore quando inseriva quei commentini sul suo ragazzo alla fine di ogni frase.
« Allora? Chi viene? » ripetè Sophia, lanciando un’ occhiata eloquente a Susanne.
« Scordatelo. Sono stanca »
« Sei pigra, vorrai dire »
Entrambe risero, mentre Lisa si faceva avanti, scuotendo il capo. « Vengo io. Ma se vengo quella specie di armadio a quattro ante me ne ritorno di sopra! » stabilì, riferendosi a Walter.
Sophia annuì e insieme scesero le scale, senza parlare. Lisa pensava a quanto avrebbe potuto soffrire Benedetta se solo lei non l’avesse protetta dalla stronzaggine di Walter, mentre Sophia ripassava mentalmente il piano che aveva ideato prima di entrare nella classe sbagliata.
Scese al primo piano, trovarono Gianluca, Rocco, Steve e una testa bionda tremendamente conosciuta a chiacchierare tranquillamente. « Eccoli, i principini: comodi comodi, eh! » berciò Lisa, facendo ridere Rocco e Steve. Gianluca scosse il capo, divertito, mentre Francesco abbozzava un sorriso. A Sophia si gelò il sangue nelle vene, vedendolo, ma cercò di non darlo a vedere. Il suo piano le era praticamente corso incontro, lei non aveva nemmeno avuto bisogno di seguirlo. Tuttavia così tutta la sua detemrinazione stava sfumando. Dannato biondino!
« Cosa ci fate quaggiù? » chiese Ago, a mò di saluto.
« Cosa ci fate voi quaggiù!? » lo corresse Lisa.
Steve annuì: non aveva tutti i torti. « Alla 5L serve il laboratorio, quindi li hanno mandati nella nostra classe e noi siamo finiti qua »
Lisa sospirò. « Evidentemente è troppo complicato fare le scale, per quelli di 5L! »
Rocco annuì vigorosamente. « Appunto! Sono dei viziati quelli di quinta, li odio! Sono insopportabili quelli di quinta »
« Quarda che quelli di 5L sono del ginnasio » lo correse Gianluca.
« E quindi? »
« La quinta ginnasio equivale alla nostra seconda liceo, non te l’ha mai detto nessuno? »
Il moro ci pensò su per qualche secondo poi portò le mani sui fianchi e si impettì. « Chi se ne frega di quelli di seconda, Gu! Io odio quelli di quinta, punto. »
« Quanto sei coglione, amico! » esclamò Francesco, ridendo. 
« Senti, sorellina » lo rimeccò Rocco. « non dovresti usare questo tipo di termini, non davanti al tuo fratello maggiore! »
« Sorellina? Parli con lei, mi auguro » ribattè il biondo, accennando col capo a Sophia, che non riusciva ad aprire bocca. Avrebbe voluto andarsene, ecco cos’avrebbe fatto volentieri. Abbassò gli occhi, quando Rocco la guardò, rendendosi conto che forse c’era qualcosa di strano in lei.
« No, Soph è mia figlia »
« Io non la voglio come nipote! »
« Figurati se lei ti vorrebbe come zio! » replicò Lisa, incrociando le braccia.
« Se è per questo io non voglio Ago come marito!» intervenne Gianluca.
« Oh, ma andiamo! Chi  non mi vorrebbe come marito? » 
Istantaneamente quattro mani si alzarono. « Io! » dissero in coro Francesco, Steve, Lisa e Gianluca.
Rocco sbuffò sonoramente e andò ad stringere Sophia con un braccio. « Fortuna che c’è la mia figliola, altrimenti non ci sarebbe nessuno in grado di capirmi! » La ragazza abbozzò un sorriso e continuò a fissare il pavimento.
« Tutto ok? » le chiese Gianluca, notando che l’amica era decisamente cupa.
Sophia alzò il capo di scatto e annuì, sgrnando gli occhi. « Sì, sì »
« Fortuna che ci sono io, Ago. » intervenne Francesco, un sorriso beffardo sul volto. « Se non c’ero io, la tua figlioletta sabato finiva in mano a tre ubriaconi »
Sophia trasalì. Non avrebbe dovuto farlo! No, quello non avrebbe dovuto farlo!
Rocco, Gianluca, Lisa e Steve si voltarono a fissarla, scioccati. « Co-cosa? » chiese Lisa.
« Sì, bè » sbottò lei, irritata dal comportamento del biondo. Serrò i pugni. « Grazie di essere intervenuto, ma potevi anche evitare di scrivere la notizia a caratteri cubitali sui muri! »
« Io non ho scritto proprio niente! Certo che se queste è colpa mia se non hai detto niente ai tuoi amici! » replicò l’altro.
« Non sono affari tuoi quello che faccio! »
« Sei proprio un’ ingrata, sai? »
E te pareva?  « Ti ho già ringraziato! »
« Per cosa, per averti salvato o per... ? » fece, alludendo al bacio.
« Facevi meglio a startene con i tuoi amici, me la sarei volentieri cavata da sola se sapevo che mi avresti... » non riuscì a concludere la frase, arrossendo involontariamente. Grazie al cielo qualcuno interruppe quella conversazione troppo animata.
« No, no! Fermi un attimo! » intervenne Rocco. « Di che diavolo state parlando? »
Sophia incrociò le braccia al petto e non rispose, ricomiciando a fissare il pavimento: tanto quel cretino dai capelli biondi non era in grado di starsene zitto, lo sapeva. Di fatti fu lui a raccontare.
« Sabato sera ero in giro coi ragazzi » spiegò. « e verso mezzanotte eravamo in centro. Questa qui se ne andava in giro da sola, e come mi ha visto s’è infilata in un vicolo cieco »
Sophia sbuffò e borbottò un « non era un vicolo cieco, si usciva dall’ altra parte ».
« Manco a farlo apposta c’erano tre tizi ubriachi fradici là –li avevo visti andarci tipo dieci secondi prima- e sono andato a tirarla fuori dai pasticci. » sembrava divertirsti come un matto mentre narrava la vicenda con finto disinteresse. Quando parlò della parte in cui l’aevva baciata, Sophia sbuffò e se ne andò, senza guardare in faccia nessuno. Probabilmente Rocco e Gianluca si sarebbero arrabbiati con lei poichè non aveva detto loro nulla, forse Lisa l’avrebbe rimproverata per la sua sventatezza e forse, una volta scopertolo, anche le altre ragazze se la sarebbero presa con lei. In fondo poteva sembrare una cosa grave, ma non era successo nulla, e forse non sarebbe successo nemmeno se Francesco non fosse intervenuto. Ciò che sapeva era che lei era più che libera di scegliere di non raccontare a nessuno ciò che le capitava, specialmente se non era qualcosa di bello. L’aveva fatto per non spaventare i suoi amici, ed evitare che anche suo fratello venisse a saperlo. Ad Alex sarebbe venuto come minimo un infarto.
Tornata al suo piano, filò in classe  e si sedette al suo posto, decisa a non parlare con nessuno. Era arrabbiata, tremendamente arrabbiata. E si sentiva in colpa per non aver detto nulla ai suoi amici. Tutta colpa  di Francesco. Era stata una pessima idea quello di andare a ringraziarlo. Sbuffò e affondò la testa tra le braccia, ignorando le domande che le rivolgevano le sue compagne. ‘Tutto ok’, ‘non è nulla, non preoccuparti’ e un ‘devo essere solo un po’ stanca’ furono tutto ciò che le ragazze riuscirono ad ottenere. Quando Lisa tornò, capì subito che la ragazza non aveva alcuna intenzione di parlare dell’ accaduto e che non avrebbe voluto che le altre lo venissero a sapere. Si avvicinò a lei e l’abbracciò, giustificandosi con un ‘qualunque cosa abbia, un abbraccio fa sempre bene’ alle domande delle compagne di classe.


In der Ecke - Nell'Angolo

Eccomi qua, questa volta in orario. 

Non so effettivamente fino a che punto questo capitolo possa essere 'triste', ma a me trasmette malinconia. Il prossimo pure, ma un po' meno. Sarà che sono io che sono un po' scema -non lo metto un dubbio, eh!

Mi è venuta in mente una cosa che dovevo scrivere l'ultima volta ma che avevo omesso -memoria del cacchio. Ecco qui il tutto:

CONTEST ILLUSTRAZIONE A&R
"Sono perfettamente consapevole del fatto che probabilmente questa sarà una delle mie classiche idee che si dimostreranno un buco nell' acqua, ma... ecco, io propongo lo stesso. 
Siccome non sono in grado di modificare le foto/immagini se non con paint e picnik, e non sono nemmeno certa di esserne seriamente capace... ho pensato di fare un concorso e chiedere a voi di creare un' immagine che rappresenti A&R. Che ne pensate?" ( Ecco questo è ciò che ho scritto nell' apposta discussione su Clepsydra. ) In pratica il tutto consiste nel creare un' immagine o un disegno o qualunque altra cosa che rappresenti in qualche modo questa fanfiction.Le immagini saranno messe nella mia pagina, in modo che se volete potrete votarle ( con un 'mi piace'), ma vedendo la scarsa partecipazione degli 'iscritti' credo che alla fine sarò io a scegliere la migliore. L' immagine vincitrice sarà messa nella pagina come "copertina" di A&R e il vincitore otterrà lo stesso premio dello scorso contest, ovvero potrà creare un personaggio marginale da far comparire nella fanfiction. Che ne pensate? *w*

Inoltre credo che da ora risponderò alle recensioni via e-mail. ( Sperando che la casella di posta non faccia le bizze. ) ^^ Quindi, se non vi arriva nessuna risposta entro l'aggiornamento successivo siete liberissime di arrabbiarsi e venirmi a cercare a casa con un cannone, una spada, una nave, una ciurma di pirati ( e magari anche Jack Sparrow ;P ). xD

Vi ringrazio enormemente per le recensioni, quindi :)

Ora scappo, che mamma chiama! 

*ARRIVOOOOOOOOO*

Un abbraccio rotolante a tutti (:

Yv0


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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

 

11

 

Arianne non aveva mai  visto Sophia uscire da scuola così presto. Quel lunedì era tornata nello spogliatoio, trascinando con sè Federica, dieci minuti prima della campanella e l’aveva costretta a cambiarsi subito. Alle proteste dell’ amica, la Neri aveva risposto semplicemente che doveva tornare a casa presto, perchè doveva uscire. Aveva evitato tutti, Rocco era persino andato a chiedere a lei dove fosse finita la ragazza, e Ary era stata anche troppo tranquilla nel rispondergli. Non c’era stata ombra di sarcasmo, scetticismo o superiorità nella brevissima conversazione durante la quale Agostini le aveva chiesto informazioni sull’ amica: ad Arianne sembrava troppo strano il comportamento di Sophia.
Quel giorno era scappata da scuola prestissimo, e la mattina dopo si era fatta accompagnare da suo fratello in auto, per poi sfuggire alla compagnia di tutti ed entrare in classe prima di chiunque altro. Durante le lezioni la bruna aveva risposto poco o niente alle domande della Venturi. Nemmeno con ‘hey, l’ ungaro spinato ti ha mangiato la lingua?’ era riuscita a strapparle un sorriso. Dopo la seconda ora Arianne aveva deciso che quando Sophia avrebbe voluto parlarle l’avrebbe trovata nel banco accanto al suo. Insomma, sì, ci aveva rinunciato, ma sarebbe rimasta lì ad aspettarla.
All’ intervallo era corsa in bagno, aveva fatto tutta la fila aspettando che se ne liberasse uno, nonostante di solito non mettesse mai piede in quel luogo. ‘Mi fa schifo! Io non vado lì dentro!’ diceva sempre. Arianne iniziava a preoccuparsi, ma si disse che forse quella era solo una giornata no, per lei. Forse non si sentiva bene.
Arianne aveva trovato Romolo ad aspettarla, all’ intervallo. Avevano passato quel quarto d’ora di libertà insieme, mentre la mente della ragazza era rivolta allo strano comportamente dell’ amica. Rideva, scherzava per non far preoccupare il ragazzo che era lì con lei, faceva battutine e rispondeva ad ogni sua domanda con gentilezza ed educazione, ma non riusciava ad essere coinvolta emotivamente come al solito. Ripensava a cosa poteva essere accaduto il giorno prima, quando era andata a cercare Rocco senza di lei –l’unico momento in cui poteva essere successo qualcosa a lei sconosciuto. Si disse che non poteva essere nulla, perchè stata Lisa era stata con lei. Sospirò e tornò a chiacchierare con il suo quasi-ragazzo, decisa a dedicarsi solamente a lui, per il momento.
Durante le lezioni seguenti, Sophia rispose alle domande di Arianne a monosillabi, e passò tutte le interrogazioni altrui con la testa sprofondata tra le braccia e la mente chissà dove.
La verità, era che Sophia si sentiva in colpa per come si era comportata nei confronti dei suoi amici. Non aveva detto loro nulla di ciò che era successo sabato e temeva che Rocco, Gianluca, Steve e Lisa potessero prenderla male. Inoltre sentiva continuamente i ricordi di quei giorni in cui, in prima liceo, era stata illusa e usata da quel biondo che il giorno prima aveva rivelato quelle cose come se fosse scontato che gli amici lì prensenti le conoscessero. E il solo fatto di aver parlato con lui la faceva stare male. Tutta quella malinconia che aveva sempre nascosto nei meandri più remoti della sua mente, ma che a volte Rocco o Arianne scorgevano attraverso i suoi occhi limpidi, era riaffiorata tutta in una volta, facendo scendere il suo umore sotto terra. Si diede della stupida mentalmente, non avrebbe dovuto pensare a lui di nuovo. Non avrebbe nemmeno dovuto trattenere in sè tutta quella malinconia per tutto quel tempo, avrebbe dovuto sfogarla poco alla volta. E si sentì una perfetta idiota, rendendosi conto che non era in grado di farlo. L’esperienza avuta con Francesco, le aveva impresso un segno indelebile nel cuore, un segno che bruciava ogni volta che lo vedeva e le ricordava quanto poco ci si potesse fidare delle persone. Quel segno indelebile aveva portato con sè anche una velenosa copertura per la verità, una finzione che le faceva credere di non volersi confidare con gli altri per non farli preoccupare. La verità era che non riusciva più a fidarsi di nessuno.
Nemmeno si era accorta del suono della campanella, nè che era uscita la Lunardini per lasciare il posto a Paolini, e quindi un’ ora buca. Non aveva notato che Arianne era uscita –forse per andare al bagno- nè che Lisa si era seduta al suo posto e le aveva posato una mano sulla spalla.  Incrociò il suo sguardo comprensivo e consapevole. Anche Lisa aveva sofferto molto a causa di un ragazzo, capiva come si sentiva Sophia. La Neri si sentì una vera e propria egoista quando l’amica le sorrise tristemente: aveva contagiato il suo umore. Si sentì una stronza, una vera e propria stronza. Si sentì viscida, una vera e propria carogna che intaccava gli animi delle altre persone con il suo egoismo. Avrebbe dovuto smetterla di comportarsi in quel modo, di chiudersi in sè stessa e di scappare dai suoi stessi sentimenti. Riaffondò il volto tra le braccia, trattenendo le lacrime. Borbottò un ‘ora dormo’ come invito a lasciarla in pace e finse di sonnecchiare per tutta l’ora, mentre dentro di lei era in atto una vera e propria tempesta di emozioni e pensieri. Un attimo si sentiva egoista e stronza, quello dopo solamente troppo fragile. Poi ancora credeva di preoccuparsi per gli altri e quello seguente voleva andarsene a casa ed evitare di far soffrire i suoi amici inutilmente.
La giornata passò lunga e faticosa per tutti, sia per Sophia che venne interrogata in chimica e prese un votaccio, presa com’era dalle sue farneticazioni mentali, sia per i suoi amici che la osservavano il suo continuo tormento e non sapevano come affrontarlo.
Quel giorno si attardò più del solito e chiese a tutti di non aspettarla, così da poter fuggire in auto una volta che tutti se ne fossero andati. Persino Alex la osservava in silenzio senza sapere cosa avesse sua sorella.
Rocco era rimasto per mezz’ora ad attenderla vicino all’ auto del ragazzo, ma era stato costretto ad andarsene altrimenti avrebbe perso il tram. Nessuno ci stava capendo più niente, Sophia men che meno.
Il giorno seguente, all’ intervallo, Lisa decise che era meglio fare qualcosa per Sophia. Era sempre allegra e spensierata, una specie di Rocco due, e vederla con quel muso lungo, metteva tutti di cattivo umore.
- Ago – quel giorno la ragazza scese al primo piano. – hai un minuto? – lo interruppe mentre chiacchierava con una biondina dall’ aria stupida, Gianluca, Steve e Francesco.
- Veramente stavamo parlando! – inveì la bionda.
- Certo che ho un minuto – la ignorò Rocco, con non-chalance.
- Ma... Rocky! – si lamentò Linda. Lui non rispose.
Francesco le rise in faccia, ignorando Steve che gli diceva di comportarsi educatamente. Lei si impettì e se ne andò sculettando, convinta che Rocco l’avrebbe inseguita implorando il suo perdono.
- Dimmi tutto -
- Secondo me crede che voi siate arrabbiati con lei – disse, senza specificare soggetto, complementi, situazioni, nulla. Sapeva che Rocco avrebbe capito: lui, come tutti gli altri, si stava arrovellando cercando di capire cosa passasse per la testa di Sophia.
- E per cosa? – domandò Gianluca, facendosi avanti. In fondo quella conversazione interessava un po’ a tutti –forse anche a Francesco.
Rocco annuì. Perchè avrebbero dovuto essere arrabbiati? Preoccupati aveva più senso.
- Forse perchè non vi ha detto cos’è successo sabato. – Lisa lanciò un’ occhiata in tralice a Francesco che se ne andò scuotendo il capo.
Era sempre colpa sua quindi. Beh, buono a sapersi, a quel punto aveva veramente chiuso con quelle ragazzine di terza. Tanto più che quell’ anno sarebbe sicuramente stato bocciato, ne era certo. Quindi un motivo in più per andarsene da quella scuola e non avere più niente a che fare con quella marmaglia di piccole moraliste.
Raggiunse Linda di fronte alla classe e si fermò accanto a lei. – Medri –
- Dici a me? – civettò lei.
No, parlo con la porta. Francesco ignorò la domanda: aveva bisogno di distrarsi, e se c’era una ragazza che sarebbe uscita con lui nonostante fosse interessata ad un altro questa era sicuramente lei. Poi sapeva già che quella notte lui sarebbe finito in camera sua, sempre che i genitori di lei non fossero a casa. Ma Francesco era sicuro del contrario, visto che, da ciò che aveva detto la ragazza flirtando con Ago, i suoi erano in vacanza fino alla domenica successiva. – Sei libera questa sera? –
- Come? – questa finse di non aver capito, sorridendo come un ebete.
Ok, gli uomini andavano tenuti un po’ sulle spine, ma così stava facendo la figura dell’ oca –quale era. Il biondo alzò gli occhi al cielo, scocciato. – Sei libera questa sera? – Gli stava quasi passando la voglia di divertirsi  con lei.
- Ohh. – gongolò lei, battendo le ciglia a ripetizione e doldolando leggermente sul posto. – Uhm... non saprei... per fare cosa? –
- Per portarti da amplifon – non era riuscito a trattenersi. Gli era scappata, quella stupida affermazione. Oh, bè, con Linda-testa-di-segatura-Medri poteva permettersi qualche battutaccia o frecciatina, tanto, vuota com’era, non ne avrebbe capito il senso.
- Eh?! – guaì, indispettita.
Chuppa. Avrebbe voluto rispondere, ma scosse il capo. – Stavo scherzando! – sospirò. – Per uscire assieme – spiegò, poi.
Lei sorrise, addolcendosi. – Oh, bè... sai, tu non hai la reputazione di quello che si limita ad uscire con una ragazza. –
Lui abbozzò un sorriso malizioso. – Oh, lo so. Passo da te alle otto. – concluse, andandosene. Mentre camminava verso le macchinette, ghignò: aveva trovato qualcosa da fare quella sera.

- Ma... non può essere, dai! –
- Come sarebbe a dire: non può essere?! - 
- Ma dai, non dire sciocchezze, Ary: è ridicolo –
Io non dico sciocchezze, Paperone! pensò la ragazza, e fece parecchia fatica a non esprimere a voce quel pensiero. – Ma scusa, perchè dovrei mentirti su una cosa simile? –
Arianne e Romolo erano in corridoio,  davanti alla classe di lei e stavano parlando della sorella maggiore della Venturi: Genevieve. Il discorso era nato dall’ invito da parte di lui ad uscire quella sera, ma Arianne non se la sentiva di uscire quando Sophia era da sola in quello stato catatonico: sperava che le venisse un lampo di genio e la chiamasse per sfogarsi, quindi voleva rimanere libera per tale evenienza. Tuttavia non sarebbe stato carino rifiutare Romolo con quella scusante, quindi aveva inventato il compleanno di sua sorella, festa molto importante in famiglia –ovviamente- e per la quale i suoi genitori non l’avrebbero lasciata uscire. Quindi avevano iniziato a parlare di lei ed era venuta fuori una verità che il ragazzo non riusciva proprio a concepire. - Tua sorella è castana e ha gli occhi azzurri? Tu sei fuori, non è possibile! –
Susanne che stava passando in quel momento si voltò a fissare scettica l’idiota che aveva appena pronunciato quella frase. Lei era castana e aveva gli occhi azzurri, nel caso sua maestà il fondatore di Roma non se ne fosse accorto. Arianne le rivolse un’ occhiata esasperata e sorrise imbarazzata.
- Dammi una sola ragione per cui una persona non può essere bruna ed avere gli occhi azzurri! – intervenne Susanne, accostandosi ai due.
- Lo sanno tutti – replicò lui, con aria di superiorità. – che le persone con gli occhi azzurri sono bionde, oppure hanno i capelli rossi. O comunque chiari. –
- Ma va? – chiese Susanne, sgranando gli occhi, realmente stupita dalla sicurezza con cui Romolo aveva pronunciato la frase. Si spostò e si fermò accanto ad Arianne, proprio di fronte a lui, sperando che quel cretino, vedendola in faccia, capisse l’assurdità che aveva detto.
- E quindi se qualcuno ha i capelli neri o castani deve avere per forza gli occhi nocciola o verdi? - 
Arianne non aveva parole: ma che fesserie stava dicendo quel ragazzo? Aveva diciannove anni e credeva a quelle idiozie?
- Verdi? No, è raro. A meno che non siano verde scuro, o verde-nocciola. - 
La Venturi incrociò le braccia, rassegnata a tanta ignoranza. Non voleva più ascoltare, no. Era terribilmente irritante tutto ciò.
- Quindi, aspetta, ricapitoliamo – Susanne invece sembrava divertirsi un mondo ad ascoltare le convinzioni di Romolo. Sgranava gli occhi sempre di più, per la sorpresa e ostentava meraviglia e interesse per quel discorso così sensato. Solo un imbecille non si sarebbe accorto degli occhi azzurri della ragazza che quel giorno risaltavano particolarmente grazie alla maglietta celeste. – gli unici abbinamenti possibili sono occhi e capelli chiari, occhi e capelli scuri. –
- Sì – confermò lui. – Ragazze, seriamente, queste cose si imparano all’asilo! –
Arianne si accigliò e non rispose, mentre Susanne gli scoppiava a ridere in faccia.
In quel momento Lisa, Steve, Ago e Gianlu fecero la loro comparsa in corridoio. – Ary, Susy – le chiamò Lisa. – venite un secondo? Dobbiamo parlarvi di una cosa. Dove sono Luci e Fede? E Benny?–
- Certo. Muoviamoci – accettò subito la Venturi, facendo per raggiungere i quattro. Odiava fare la figura dell’ ignorante. Primo, perchè non lo era. Non parlava mai di cose che non conosceva, non blaterava a vanvera di argomenti a lei sconociuti. Secondo, perchè quel cretino le stava dando dell’ ignorante quando era lui che stava dicendo fesserie con la convinzione di un professore universitario che spiega la sua lezione.
– No, no aspetta – boccheggiò la mora, riprendendosi dal momento di ilarità. – Ho una curiosità da chiedere al mio nuovo maestro, intanto chiamate le altre –
- C’è ancora qualcosa che non ti quadra? – domandò Romolo, esasperato da tanta ignoranza.
Rocco si limitò a fissarlo con disprezzo. Non aveva idea dell’ argomento di cui stavano discutendo, ma anche solo il fatto che stesse parlando con Arianne fino a poco prima gli dava sui nervi.
- Sì, mi scusi grande maestro illuminato. – lo prese in giro Susanne, mentre Arianne andava in classe a cercare le altre pur di non sentire ciò che quell’ imbecille stava per dire all’ amica. – Facciamo un esempio: se una donna ha i capelli neri e gli occhi castano scuri, quando invecchia diventa canuta, giusto? –
- Certo. –
- Quindi poi ha i capelli bianchi –
- Ovviamente. – soffiò Romolo, esasperato. Ma che domande faceva quella ragazzina?
- Quindi, poi, avrà i capelli chiari –più chiari di così!- e gli occhi castano scuro. Come la mettiamo? –
Romolo rimase interdetto. – Eh? – domandò, stupidamente.
- Capelli bianchi. Occhi marroni. Direi che qualcosa non quadra, nella tua teoria dei miei stivali – concluse Susanne, con decisione. – Oh, e per la cronaca, intelligentone, io ho i capelli scuri e gli occhi azzuri. Dio! Ma che idioti ci sono al mondo!? – detto ciò raggiunse Lisa e gli altri, seguita poco dopo da Arianne, Lucia e Federica.
- Cosa c’è di così importante? – domandò quest’ultima, sorridendo al suo ragazzo. L’avevano interrotta mentre ripassava latino – ormai era certo che l’avrebbe interrogata.
- Forse abbiamo scoperto cos’ha Soph – comunicò Lisa, iniziando a spiegare la sua teoria agli amici. Sophia si sentiva in colpa per non aver raccontato loro una cosa che le era successa sabato, ma che probabilmente non aveva riferito per paura di farli preoccupare, o forse se ne era dimenticata -cosa che, conoscendola, era più che plausibile. Ciò però non spiegava per quale motivo fosse così malinconica. Federica prese le parola, timidamente. – Io... se fosse capitato a me, mi sarei sentita in colpa per ciò che avevo fatto. O meglio, che avevo omesso –
Susanne annuì. – E poi conosciamo Soph... –
Arianne strinse i pugni e concluse la frase. - ... paranoia allo stato puro. Avrà iniziato a farsi un sacco di idee sbagliate e poi... boh, magari il fatto stesso che questo qualcosa sia successo, magari l’ha turbata. –
- E il turbamento contribuisce ad aumentare il cattivo umore – convennero in coro Lisa e Lucia. 
Benedetta sbuffò. – Quante seghe mentali! – sbottò contrariata. 
Rocco rise. – Mi hai tolto le parole di bocca! –
- Sì, infatti solo voi due potete essere cos’ sboccati – replicò Arianne, acida: segno che la preoccupazione era svnita. In fondo aveva capito cos’avesse la sua amica che non andasse e ora avrebbe potuto aiutarla in qualche modo, forse. – Allora, qualcuno di voi sa dirmi cosa sarebbe successo sabato? – domandò.
Rocco e Lisa si lanciarono un’ occhiata preoccupata. Dovevano dirlo?
Agostini annuì: Arianne era la migliore amica di Sophia, di sicuro era l’ultima persona a cui avrebbero dovuto tenere nascosto il tutto. E sinceramente lui se ne fregava se poi la sua adorata Venturi sarebbe andata a dirne quattro al suo migliore amico: se lo sarebbe meritato.
Purtroppo la fine dell’ intervallo segnò la fine della discussione, e tutti dovettero riavviarsi verso le rispettive classi. Rocco tuttavia riuscì a fermare Arianne, afferrandola delicatamente per il polso. – Ti chiamo oggi pomeriggio e ti racconto –
Lei annuì, tranquilla, poi si fermò a fissare la mano di lui che teneva il suo polso. 
- Oh! Scusa! – si affrettò a lasciarlo andare Rocco, e si allontanò in fretta, assieme agli altri.
Arianne osservò ancora per qualche secondo il punto in cui Ago l’aveva toccata e respirò a fondo, spostando lo sguardo sull’ angolo dietro al quale era appena sparito. Non l’aveva allontanato. Qualcosa in lei non andava, ora ne era certa.

Suonò la campanella che segnava la fine dell’ ultima ora.
Sophia non se la sentiva di mandare via nuovo le sue amiche, non voleva comportarsi male con loro, lo aveva fatto già abbastanza. Si limitò a raccogliere il suo materiale in silenzio, mentre Federica saltellava davanti al suo banco spronandola a darsi una mossa. Susanne accanto a lei sorrideva, mentre al suo posto, Lucia si lamentava dei troppi compiti con Lisa e Margherita.
Sophia lanciò un’ occhiata di sfuggita ad Arianne: la sua voce mancava all’ appello, cosa c’era che non andava? La trovò in piedi ad aspettarla, lo zaino in spalla e un’ aria pensierosa che raramente aveva. Solitamente affrontava le situazioni di petto e solo poche riuscivano a coglierla in fallo tanto da farla perdere nei suoi pensieri con quell’ aria confusa che aveva in quel momento. – Tutto ok? – le chiese. Doveva essere qualcosa di grosso.
Lei battè le palbebre più volte, riprendendosi dalla specie di trance in cui era caduta. – Sì, certo. Perchè? –
Federica iniziò a fare la cartella di Sophia al suo posto, vedendo che quella non si muoveva. 
- Oh, bè... sembravi pensierosa... – borbottò.
- SENTI CHI PARLA! – Lucia scoppiò a ridere, lanciandole un pacchetto di fazzoletti.
Sophia abbozzò un sorriso e scosse il capo come per dire che lei non aveva niente. Susanne prese i fazzoletti e li rispedì sul banco di Lucia, che li infilò nella borsa, continuando a ridere.
- Dai, andiamo! – le spronò Federica, correndo verso la porta. Erano rimaste solo loro in classe, le altre erano già uscite tutte.
Mentre scendevano i tre piani di scale un vociare allegro le accompagnava, tuttavia questo era solo un sottofodondo indistinto per Sophia e Arianne entrambe perse nei propri pensieri.
Non appena misero piede fuori, Sophia si ritrovò ad essere ritrascinata nel mondo reale da un abbraccio da orso da parte di Rocco. – Sei una stupida – le disse.
La ragazza non riuscì a rispondere: non sapeva che dire. Aveva ragione, era una stupida. Si stava comportando malissimo con tutti loro e...
E la stretta si intensificò: Federica, Lucia, Susanne, Steve, poi  Gianluca e Ary si unirono all’abbraccio diventato di gruppo. Sophia sentì in questo gesto tutto il loro affetto.  Poi ancora Lisa, Margherita, Benedetta, tutte. Quel gesto apparentemente così semplice risvegliò la ragazza dal torpore confuso e malinconiconico nel quale era sprofondata. Capì in un attimo che non era affatto vero che non si fidava di loro. Capì che non sarebbe mai potuta essere in mani migliori. Percepì tutto il loro affetto, la preoccupazione che avevano provato in quei giorni così strani, la speranza di vederla tornare la solita ragazza frizzante e un po’ svampita.
Voleva dire qualcosa, ma non avrebbe saputo dire cosa. Voleva ringraziarli per quello che stavano facendo per lei, per ciò che avevano sempre fatto. Per il sostegno che le davano, per i porti sicuri che erano per lei. Voleva abbracciarli a sua volte, ma le sue braccia erano bloccate da quell’ immenso abbraccio che di sicuro non si sarebbe aspettata.
E voleva fare tante cose, ma non riusciva a farne nessuna. Lacrime di sfogo iniziarono a rigarle il volto e lei inevitabilmente si ritrovò a ridere come un’ idiota, sentendosi stupida per il suo pianto apparentemente immotivato. Rideva e piangeva insieme, si sfogava in due modi contemporaneamente. Non sapeva dire perchè ridesse o perchè piangesse, non era nemmeno consapevole di farlo, probabilmente. Tutto ciò che sentiva in quel momento era un’ onda anomala di sollievo e affetto. Si sentiva... bene. Di nuovo bene. Ed era sicura di poter dimenticare presto quegli stupidi giorni di inutile tristezza e ricominciare a vivere come al solito, se non per sè stessa, almeno per loro, per i suoi amici, che erano riusciti a tirarla fuori da quell’ antro buio con un atto così tremendamente spontaneo che non era nemmeno stato premeditato, se non da Rocco, che infondo ci contava, che il suo abbraccio avrebbe sortito quell’ effetto.


In der Ecke - Nell'angolo

Eccomi qua, gente, come al solito in ritardo. xD Mi scuso con voi l'ennesima volta. m(_ _)m
Queste volta ho giusto due parole da dirvi, e non sono sicura che vi piaceranno. xD Bè, diciamo che sono ferma al capitolo tredici nella stesura della storia, ma la buona notizia è che ho quasi finito i compiti delle vacanze e sono in vena di scrivere. ^^
E comunque non abbandonerà la storia, probabilmente nemmeno vi accorgerete del fatto che sono rimasta indietro sulla tabella di marcia. 
OOOoook, sarebbe potuto accadere solo se non ve lo avessi detto, ripensandoci. o_o'
Bè, insomma, pazienza!
Il contest per l'immagine è sempre aperto, potete inviarmi le vostre creazioni via e-mail, lasciarmele in bacheca sulla pagina o sul mio profilo. Poooooi. Ah sì, ho cancellato netlog, quindi non cercatemi più lì.
Bè, dai, penso di aver finito.
Questo era l'ultimo capitolo deprimente, mi auguro che i prossimi possano piacervi di più. ^^
Nel prossimo capitolo comparirà il personaggio creato da marypao e direi che a questo punto posso anche dirvi di chi si tratta, no? Il nuovo personaggio si chiama Genevieve, ed è proprio la sorella di Arianne, la ragazza che ha fatto tanto parlare Rem- ehm, Romolo, Ary e Susanne. xD
Ora vi saluto ^^
Se volete contattarmi sapete come fare :)
Arrivederci, 
un abbraccio rotolante,
Yv0

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

 

12

 

Arianne tornò a casa con un sorriso stampato sul volto. Sophia aveva riso per una buona mezz’ora dopo quell’ abbraccio di gruppo. Non sapeva perchè, ma le era venuto spontaneo unirsi agli altri in quello che di solito avrebbe giudicato un’ inutile smanceria.
« Sono tornata! » gridò, aprendo la porta con il suo mazzo di chiavi personale.
« Bentornata! » rispose sua madre, dalla cucina. « Come mai così tardi, oggi? Hai perso il tram? »
Arianne sorrise, senza farsi vedere.  « Già » raggiunse la madre in cucina, e vide che la tavola era ancora sparecchiata. « Dov’è Gen? »
La donna rise. « Al telefono, come sempre. Se vai a cambairti chiamala e dille che venga ad aiutarmi »
La sedicenne scosse il capo. « Non preoccuparti, ci penso io. » Magari sfoga tutte le sue chiacchiere ora e lascia il telefono libero per oggi pomeriggio, aggiunse mentalmente. Mentre entrava in camera sua e iniziava a mettersi la tuta da casa, si ritrovò a pensare a quando probabilmente Rocco l’avrebbe chiamata. A che ora? Avrebbe prima fatto i compiti? Ne dubitava. Di sicuro però avrebbe mangiato, per prima cosa. E se aveva perso il tram come lei? A che ora sarebbe rincasato? E... ma che cavolo gliene fregava, in fondo?! Un bel niente. Quando avrebbe voluto chiamarla l’avrebbe fatto. L’importante era che Genevieve non se ne stesse tutto il giorno attaccata a quel coso. Aveva messenger, no? E skype, e facebook, e netlog, twitter, myspace ed era iscritta a tipo altre venti community per comunicare, quindi non era obbligata a stare tutto il pomeriggio attaccata all’ apparecchio telefonico.
Ma perchè poi aspettava la chiamata di Rocco?
Ma ovviamente per sapere cosa fosse successo il sabato precedente a Sophia.Ovviamente.
« Sei tornata? » la voce di sua sorella la fece trasalire, mentre questa entrava nella sua camera senza bussare. 
« No, oggi sono rimasta a scuola fino alle quattro » replicò, indicando l’orologio verde alla parete che indicava le due meno quattro minuti.
« Bene, perchè oggi mi serve il telefono »
E dov’è la novità? « Scordatelo. »
« Come? Non puoi impedirmelo! » si indispettì la maggiore. « Sono più grande e fino a prova contraria non hai alcun diritto su di me! » incrociò le braccia e alzò il mento con aria da superiore.
Arianne portò le mani sui fianchi e si sporse leggermente in avanti. Erano alte uguali, notò la minore: si doveva essere alzata di qualche centimetro dall’ ultimo litigio. Oh, no, ora ricordava, quella mattina Genevieve aveva semplicemente salito un gradino, mentre litigavano per le scale.
« Hai solo qualche mese in più di me e questo non fa di te il mio capo, Gen! »
« Non fare la secchiona, adesso! » sbottò l’altra, prendendo ad esaminarsi le punte dei capelli.
Arianne sbuffò. « Senti, visto che tu ci vivi attaccata a quel coso, posso aspettare anche io una telefonata, ogni tanto? Avrò il diritto di usare quel dannatissima telefono? »
L’attenzione totale di Genevieve si focalizzò totalmente e improvvisamente su sua sorella. Sparita ogni traccia di irritazione, lasciato il posot a dun unico sentimento: interesse.  Gli occhi le brillavano dalla curiosità, la bocca era socchiusa, in attesa di particolari. « Chi ti deve chiamare?» Che Riry abbia un ragazzo o uno spasimante o qualcosa del genere? In questo caso devo assolutamente saperne di più. Altrimenti chissà come si concia questa quando deve uscire con lui! E.. ohh** magari questo tipo conosce Ricky! Ohh, il mio Ricky! Mi manca già. Dopo  lo richiamo, checchè ne dica questa secchiona.
Arianne sbuffò, rassegnata al fatto che probabilmente sua sorella ora non l’avrebbe lasciata vivere senza sapere ogni dettaglio. Di cosa poi? Lei stava aspettando che quel pezzente di Rocco la chiamasse per raccontargli cos’era successo il sabato precedente a Sophia! Non era mica un ragazzo che le interessava. Certo, non si poteva dire che a lui non interessasse lei. Sì, invece, a lui non interessava niente di lei, altrimenti non avrebbe avuto da fare con quell’ ochetta bionda di ... com’è che si chiamava? Ah, Linda. Che nome, poi. Pff. Probabilmente non l’avrebbe nemmeno chiamata, magari sarebbe uscito con la tizia. Bene, perfetto, non aveva bisogno di lui. Gianluca sarebbe stato più che disposto a raccontarglielo al posto suo.
« Riry,  non è che hai voglia di rispondere? » si scaldò di nuovo, la maggiore.
« Un mio... » amico? Pff. Noi non siamo amici. « un ragazzo. »
Di nuovo l’irritazione sparì, lasciando posto ad un’ incredibile ed inatteso entusiasmo. « Davvero?!»  trillò, Genevieve. « Il tuo ragazzo? »
« No,  Rocco non è il mio ragazzo, Gen » soffiò la minore.
« Rocco, eh? Dopo pranco chiamo Ricky e chiedo se lo conosce! »
Arianne alzò le braccia e le lasciò ricadere sui fianchi. « Ti ho detto che il telefono serve a me! »
« Sei pallosissima, Riry! » si lamentò quella dagli occhi azzurri.
« Smettila di chiamarmi così, non ho più cinque anni! »
« Come sei suscettibile, Riry  » la prese in giro, dispettosa.
« Smettila. Vai ad aiutare la mamma in cucina, piuttosto! »
« Vacci tu! » sbottò la maggiore.
« Stai calma, Gen! Il mio turno era ieri, oggi tocca a te. »
La diciassettenne strinse forte i pugni ed emise un suono simile ad un ringhio. « Dio! Non vedo l’ora di avere diciotto anni e di andarmene di qui! Siete tutti così insopportabili! » sbottò uscendo dalla stanza, diretta in cucina.
Arianne rimase qualche secondo ad osservare la porta spalancata, ancora disorientata dagli sbalzi d’umore di sua sorella. Ma era matta quella?
Si liegò i capelli in una coda alta e raggiunse sua madre in cucina, trovandosi Genevieve tranquillamente seduta a tavola, che mandava messaggini a raffica.Comoda, eh? 
Sua madre intercettò il suo sguardo e ridacchiò, capendo al volo ciò che esso significava. « Mi dai una mano, Ary? »
La ragaza annuì e prese la tovaglia dal secondo cassetto sotto la televisione, ignorando il « Ecco, dalle una mano, Riry! » Chiudi quella dannatissima ciabatta! , pensò, ma non lo disse, sperando che la sua buona condotta nei confronti della sorella avrebbe giocato qualche punto a sua favore nel sempre più prossimo litigio per il monopolio del telefono di casa.
Genevieve continuò a lanciarle frecciatine per tutto il tempo che Arianne impiegò per apparecchiare la tavola, riempire la brocca dell’ acqua e posizionare il pane sul tavolo. Si potevano tranquillamente udire le vene della ragazza pompare sangue a velocità assurde, mentre lei si tratteneva dal rispondere a tono alla sorella. Appena arrivò il padre delle ragazze, tuttavia, Gen cors eincontro all’ uomo, trasformandosi nella versione carina e coccolosa che mantenne per soli venti minuti prima di tornare al suo cellulare e alle frecciatine.
Arianne schiumò di rabbia per tutto il pranzo, continuando tuttavia a sopportare in silenzio tutte quelle frecciatine, finchè la sorella non si stufò di infierire e si dedicò completamente ai suoi SMS.
« Cosa ne pensi, Gen? » domandò suo padre, riferendosi ad un argomento random che Arianne non aveva afferrato, persa com’era nei propri pensieri. Stava ancora maledicendo mentalmente sua sorella e Rocco. 
« Eh? » fece Genevieve, smarrita. « Dici a me? »
Nooo! Ma che dici? Per me parla con me. No, aspetta io mi chiamo Rir- dannazione! Io mi chiamo Arianne, quindi non diceva a me. Che dicesse con lei, sua maestà? Anzi, vostra maestà. Lunatica che non sei altro. 
« Vieni tu con me a portare da mangiare ai cani della zia? » Oh, già, i cani, ricordò Arianne. I suoi zii erano partiti per una vacanza di qualche giorno e nell’ assenza toccava a loro padre portare loro il cibo. Tuttavia voleva sempre la compagnia di una delle figlie, per passare un po’ di tempo con loro, supponeva la minore.
« Non so, aspetto una chiamata oggi. » 
Ad Arianne cadde la mascella e rimase a bocca aperta, a fissare sconcertata sua sorella, che le rivolse un’ occhiata interrogativa.
« Ary? »
« Papà, non è vero che lei... » Non doveva fare la lagnosa spiona, lei non era così! « Io veramente... » Ma a che sarebbe servito chiedere di rimanere a casa? Tanto alla fine Rocco non avrebbe chiamato, quindi era inutile. « ...ok, vengo io. » accettò, infine. Almeno si sarebbe distratta da quella stupida serie di pensieri che continuava a tormentarla, soprattutto dal pensiero di quella strana sensazione che l’aveva pervasa, per qualche secondo, quando Rocco le aveva afferrato il polso. Si costrinse a smettere di pensare a certe fesserie, e annuì, per dare più enfasi alla sua frase.
« Non doveva chiamarti qualcuno? » chiese sua madre, che aveva intuito qualcosa dalle frecciatine che le mandava continuamente Genevieve.
« Sì, ma non è nulla di urgente. Potremo parlarne anche domani a scuola » rispose la figlia, pulendosi la bocca con il tovagliolo. « Vado a iniziare i compiti. Quando vuoi andare chiamami, papà » proclamò dileguandosi in camera sua.
Estrasse dalla cartella i libri e i quaderni, poi prese l’astuccio e controllò cosa avrebbe dovuto fare sul diario. Troppi compiti. Aveva veramente troppi compiti, era insopportabile passare tutto il tempo sui libri, fortunatamente ogni tanto usciva con le ragazze o con Romolo, altrimenti forse sarebbe impazzita.
Sentì bussare alla porta e si stupì. « Avanti »
La sua sorpresa crebbe vedendo entrare sua sorella con un sorriso consapevole in volto. « Ho detto a papà che vado io con lui. In fondo io sono sempre al telefono, e una volta che aspetti una chiamata è giusto che tu sia a casa per rispondere » spiegò, con aria matura. Quando aveva questi momenti di responsabilità ad Arianne quasi sembrava simpatica.
« Oh. Grazie » disse, realmente sorpresa dalla decisione di sua sorella. Forse il fatto che Gen fosse lunatica non sempre era sintomo di guai. « Ti devo un favore »
Lo sguardo della ragazza si illuminò quando lei rise di cuore. « Certo che me lo devi, quindi quando tornerò mi racconterai cosa ti ha detto il tuo non-ragazzo per filo e per segno! » le fece l’occhiolino.
La minore stava per obiettare, ma la maggiore era già sparita, soddisfatta della maturità dimostrata in quella situazione. Arianne sospirò, e scrollò il capo. Sua sorella era proprio strana. Dire che era lunatica era minimizzare! Ora non sapeva se ringraziarla o odiarla per ciò che aveva fatto. Ma forse, doveva andare così: lei doveva rimanere a casa ad aspettare quella chiamata, a scacciare Rocco dalla sua testa a suon di equazioni, nozioni di storia e costrutti latini, mentre Gen stava con papà a dare da mangiare ai cani degli zii. Sospirò e decise che era meglio darsi da fare se voleva allontanare quel pazzoide dai suoi pensieri e finire i compiti entro la mattina seguente.
E se quel cretino non mi chiama, chiederò a Gianluca di raccontarmi ciò che è successo, questo è poco ma sicuro.
Annuì per accrescere l’ufficialità di ciò che aveva appena pensato.
Estrasse la penna dall’ astuccio e stava per iniziare a segnare gli esercizi sul libro di matematica, quando la sbattè con forza sulla scrivania. 
Io nemmeno ce l’ho il numero di Gianluca, dannazione!

 

 

 

« Io sono un geniooo! Io sono un geeeenio! »
« Chiudi il forno, Ago! »
« Ma... io sono un geniooo! Io sono un geniooo! »
« Se non chiudi quella bocca sarai un genio senza denti entro quattro secondi netti! » sbottò Francesco lanciando all’ amico il libro di storia. Erano tutti a casa di Steve a studiare per l’interrogazione di storia del giorno seguente. In realtà erano stati tutti interrogati tranne Francesco, ma i ragazzi erano stati presi da un’ insana voglia di aiutarlo a studiare per evitarne la bocciatura ormai garantita.
« Parlate piano, parlate piano! » sussurrò Steve, istericamente. « Papà odia il caos se sentisse i vostri urli mi farebbe …»il ragazzo indugiò, non sapendo come esprimere bene il concetto senza cadere in volgarità.
«… un culo così » tagliò corto Francesco. « Ok, hai ragione. E poi tuo padre mi da i brividi »
« Io sono un genioooo! Io sono un geeeniooo! »
« Da i brividi pure a me, a volte. Però a conoscerlo non è severo quanto sembra » annuì Steve.
« Già, sarà anche peggio! » rise il biondo, subito imitato dall’altro.
« Io sono un geeenioooo! Io sono un genioooo! »
« Perché Gigi non è venuto? »domandò Gianluca, dopo aver sbuffato sonoramente. Rocco gli stava facendo venire il mal di testa.
« Bè… » indugiò Steve, cercando di non essere scortese nei confronti dell’ amico.
Lanciò un’ occhiata in tralice al moro, e fece, con sarcasmo: « Oh. Forse avrebbe disturbato lo studio con tutte le sue solite chiacchiere da femminuc-»
« Io sono un genioooo! » Gianluca non era nemmeno riuscito a concludere la frase.
« CHIUDI QUELLA DANNATISSIMA BOCCA, DANNAZIONE! » sbottò il riccio lanciando il libro di storia addosso all’ amico.
Rocco trasalì e sbatté contro la porta che si era aperta di scatto. Cadde seduto per terra e quasi gridò di paura quando si trovò di fronte il padre di Steve. 
« Ciao, papà » questi arrossì, quando lo vide entrare. Parli del diavolo
L’uomo grugnì un saluto, poi scrutò severamente tutti i ragazzi seduti attorno al tavolo e quello per terra, ai suoi piedi. « Salve! » esclamò Rocco, a disagio, ma cercando di suonare cortese.
Il padre di Steve grugnì di nuovo. « Le persone civili sanno rispettare il prossimo. » disse, severo. « Gridare, lanciare oggetti, comportarsi da bambini non sono azioni rispettose. Steve, dovresti assicurarti che i tuoi amici conoscano il rispetto prima di portarli a casa, per rispetto a me e a tua madre.»
Il ragazzo abbassò il capo. « Hai ragione, scusami papà. Ma … loro conoscono il rispetto. Solo che si erano fatti prendere la mano… »
« E’ inutile conoscere se non si mette in pratica » tagliò corto lui, uscendo dalla stanza e richiudendosi la porta alle spalle.
Tutti e quattro sospirarono.
« Visto che hai combinato?! » sibilò Rocco, restituendo il libro a Gianluca.
« Ah, io?! »
« Non ero io che lanciavo libri!»
« Non ero io a correre per la stanza gridando! »
Rocco fece una smorfia. Ma era ovvio, no? « Ma io sono un genio, Gu »
« Non chiamarmi così! »
« Ma Soph ti chiama così! »
Francesco fece una smorfia. « Ma lei è una piattola »
Gianluca lanciò ad entrambi un’ occhiata in tralice e si sedette al suo posto. « Tu dovresti solo stare zitto, Fra» brontolò, sfogliando il suo libro, ormai tutto sgangherato, visto che non era la prima volta che veniva lanciato contro il frizzantissimo Agostini.
« Sophia non è una piattola » obiettò Rocco, tristemente. Gli dispiaceva che tra il suo migliore amico e la sua migliore amica ci fosse tutto questo astio. Gli dispiaceva soprattutto il fatto che lui fosse così stronzo nei confronti di lei, che da parte sua cercava in tutti i modi di non averci a che fare, limitando il più possibile i conflitti, cosa che ad Ago non poteva che andare bene.
Francesco sbuffò. « Mi sembra solo una perbenista piagnona. È stata lì, depressa per giorni … e per cosa? Ve l’ha detto almeno? »
« No, non ce l’ha detto. Ma l’abbiamo capito comunque » rispose Steve, vedendo che gli altri non rispondevano. Era un argomento un po’ spinoso, quello. Steve non si era mai sporto in giudizi e cercava il più possibile di evitare argomenti così conflittuali.
Il biondo rise, beffardo. « Tanto è colpa mia. Nemmeno fossi una specie di bambolina maledetta proveniente da qualche paese dal nome impronunciabile che porta disgrazie! Cazzo, ma a che serve riunirci qui a studiare? Qualcuno di voi ha mai pensato che forse io preferisca farmi bocciare e avere una scusa plausibile per andarmene da quella cazzo di scuola?»
Gianluca strinse i pugni. « Non fare la vittima, ora. Almeno potevi evitare di baciarla. C’erano tanti modi per sviare quei cazzoni, non c’era bisogno di baciarla. Un minimo di coerenza, cazzo! »
« Cos’è sei geloso? »
« Ma non dire cazzate! » sbottò il riccio.  « Però ho un briciolo di cervello e sono in grado di rispettare le persone! »
Ago rise. « Il papà di Ste non la pensa così » commentò, cercando di alleggerire la tensione.
« Chiudi il becco » berciò Francesco. « E tu » tornò a rivolgersi al riccio. « fatti i cazzi tuoi. La vita è mia, no? Posso farne quel cazzo che mi pare. Siamo in un paese libero, no? »
« Non è questo il discorso! Allora lei era libera di non avere niente a che fare con te, ma tu evidentemente non capisci il concetto!»
Francesco si alzò dalla sedia. « Senti, sei mio amico e tutto, ma permettimi di mandarti a fanculo una buona volta. Fatti i cazzi tuoi, so io come vivere la mia vita! Ma hai ragione, magari la prossima volta la lascio in quel cazzo di vicolo con quei cazzo di coglioni e vediamo che succede, ok?! Ma sai qual è il punto, moralista di merda? Che se l’avessi fatto, voi non me l’avreste perdonata. Il punto è che, qualunque cosa succeda, la versione di quella bambina di merda è sempre quella giusta. Bene, hai una nuova amica? Tienitela e non rompere il cazzo a me. »
« Ah sei figo così, vero? » ringhiò Gianluca, alzandosi a sua volta. Era più basso di lui, ma lo fronteggiava bene. Insomma, di certo non avrebbero fatto a botte, ma anche se fosse successo non gliene fregava nulla.
« Cosa dici? »
Il riccio abbassò il tono e si sforzò di parlare con tranquillità. « Non è che perché fai il figo dobbiamo tutti ascoltare ciò che dici e non dire la nostra. Siamo stati zitti abbastanza ad ascoltare le tue battutine su Sophia e a non replicare quando raccontavi la tua versione dei fatti e pretendevi di avere ragione. Questo è fare il figo. Ammettere i propri errori, chiedere scusa, evitare di incazzarsi con tutti quelli che ti fanno notare una grinza nelle tue idee perfette è essere una persona matura. Dire ai tuoi amici di farsi i cazzi loro equivale a dire di non essere tuoi amici. Ma fai quel cazzo che vuoi, Fra. Adesso studia quella cazzo di storia, non vogliamo farti perdere l’anno perché nonostante tu voglia fare la vittima, noi siamo amici tuoi.  Cazzo. »
Per qualche istante nella stanza cadde il silenzio, poi Steve si azzardò ad annuire e Rocco iniziò a battere le mani. Per qualche istante aveva seriamente temuto che quei due facessero a botte, che il loro gruppetto scoppiasse o peggio, che l’inquietante padre si Steve tornasse nella stanza e facesse loro un’ altro discorso sul rispetto fulminandoli con quel suo sguardo da brividi. « Ora studiamo? Se domani il nostro amico chiacchierone fa buco mi interroga di certo » rabbrividì pronunciando la frase. In realtà stava ancora pensando al padre di Steve. Ridacchiò, mentre gli altri acconsentivano ed estraevano il materiale. « Hey, Ste » sussurrò, più piano che poteva. « Vuoi sentire cosa mi è venuto in mente?»
«No» risposero Francesco e Gianluca in coro.
Lui rise e continuò. « Tuo padre e la Matti potrebbero essere la stessa persona solo con i capelli di colori diversi »
« Sst! » lo zittì Steve, in una perfetta imitazione della professoressa di latino e storia che fece scoppiare a ridere gli altri tre.
Rise anche lui, mentre cercava la pagina giusta.

 

 

« Riryyy! » non appena il portone di casa si era aperto, Genevieve si era scaraventata in camera della sorella pronta a controllare con chi fosse al telefono e ogni sua espressione. Quella che lesse sul volto di Arianne, tuttavia non le piacque per nulla. « Ti ha mollato!! » sbottò incredula e frustrata. « Che cane! Queste cose non si fanno al telefono, cacchio, dovrebbe saperlo … com’è che si chiamava poi? Rocco. Pff. Uno con un nome così … cosa vuoi sperare che capisca, Riry! Non pensarci, non ti merita! »
Arianne strabuzzò gli occhi. « Che diamine dici?! Non stavo mica con lui! Io praticamente sto con Romolo, e poi figurati se mi interessa di quel… quell’anormale! »
Gen si zittì. « Non ti ha mollato? » domandò, spaesata.
«No». E come avrebbe potuto? Nemmeno stiamo insieme!
La maggiore battè più volte le palpebre. « E allora che è quella faccia? »
« La mia? » suggerì l’altra.
Gen incrociò le braccia e si posò allo stipite della porta. « Sembra ti sia morto il cane. »
« Non è vero! »
« Sì, invece. »
« Non dire sciocchezze, Gen! Sei tu che hai una fervida immaginazione! »
« Guardati, Riry! Sembri più morta che viva! Che è successo? »
Lei sbuffò. « Che vuoi che sia successo, scusa?! »
Genevieve la scrutò intensamente per qualche attimo, poi annuì. « Ti ha dato un due di picche telefonico»
« Un che?!?! » Ma siamo matti!? Questa telefono-dipendente si inventa anche terminologie idiote?! Due di picche telefonico. Pff. Devo segnarmela, questa.
« Sì, insomma… ti ha dato buca telefonicamente »
Note per me stessa: procurarsi un dizionario Genevievese-Italiano, Italiano-Genevievese. Ora ho finalmente capito perché non capisce o non mi crede mai quando le dico qualcosa. « Una buca telefonica…?» 
« Oh, insomma! Non ti ha chiamato! »
Arianne fece una smorfia.
« Ci ho azzeccato »
« Sì, Gen, ci hai preso. Ma non è un problema. Doveva raccontarmi una cosa che è successa a una mia amica, ma forse è meglio se lo chiedo direttamente a lei, no? Non era così importante, avrei dovuto pensarci prima, chiedere a lei sarà la cosa migliore » annuì vigorosamente per auto convincersi. Proprio così. E non mi sento ferita perché non mi ha chiamato, no. Non mi sento affatto ferita. Sono irritata, ecco. Perché Agostini è un vero maleducato! Come può dire una cosa e poi non farla?! Maleducato, ecco. Sono irritata dalla maleducazione di quell’ anormale indisponente. Bene. 


In der Ecke - Nell'angolo

Salvee! Lo so, lo so, sono DI NUOVO in ritardo. Chiedo venia.^^
Sta mattina qui ha tirato il terremoto o_o sono scioccata. Tra Forlì e Cesena una scossa di magnitudo 3.7 della scala Richter. Ma non è questo lo shock. La cosa scioccante è che mi ha svegliato. °° Non ho mai fatto così presto ad alzarmi dal letto, giuro! E sono venuta quasi subito al computer... solo che mio fratello si era appostato al mio pc -il mio cuuucciolo! il mio Nicola** ( parla del computer -.-' Sì, ha un nome. ndEva)- appena ritornato, e io ho dovuto usare il suo. Ma appena ho aperto internet ha voluto scambiarsi di nuovo i computer, perchè aveva finito di fregarmi canzoni per l'mp3... HEY! Mi sono dimenticata la cosa più importante di tutte!
Questo capitolo è dedicato a marypao, creatrice della piccola grande Genevieve! Spero che il capitolo sia all' altezza delle tue aspettative, ma sopratutto che Gen lo sia. Non vorrei che la sua telefono-dipendenza facesse a pugni con la tua idea di lei. >w< *si fa prendere dall' ansia*
Eva: *le da una martellata in testa e la fa cadere svenuta* Ora piantala, mi dai sui nervi quando diventi ansiosa. èwé Sì, è momentaneamente morta, quindi siete salve! XD
Alla prossima, ragazze! Provvederemo a rispondere alle recensioni... subito! ^^
Ehm... piccolo post scriptum per Penny Black: Yv0 crede di averti già risposto alla recensione... se non l'ha fatto -non si ricorda- faglielo presente e risponderà in itinere, o eventualmente insieme alla prossima recensione. Perdonala ^^"

Ci scusiamo per il linguaggio scurrile di Gianluca e Francesco, ma purtroppo, si sa, i ragazzi quando sono arrabbiati non riescono ad esprimere bene i concetti senza infilarci qualche parolaccia o bestemmia in mezzo. Noi siamo CATEGORICAMENTE contro le bestemmie e non ne scriveremo mai, ma le parolacce non crediamo sia il caso di censurarle. Insomma... non credo che ci sia nessuno che si scandalizzi per qualche parolaccia. Nel caso però a qualcuno diano fastidio, ci scusiamo, ma anche questa è una caratteristica che differenzia i personaggi, una parte del loro carattere.

Un sacco di scuse e un abbraccio rotolante -che vi verrà recapitato non appena lei si riavrà- da parte di Yv0.

Grazie dell'attenzione e buon proseguimento di giornata! ^^
Eva

( Sembri quella del telegiornale.. Cesara!** ndYv0 )
( TACI! *le da un'altra martellata* ndEVA)
(*sviene* ndYv0)

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

13

 

« Non essere troppo severa con lui, Riry! » disse Genevieve mentre si alzava dal sedile per scendere dal tram. Il mezzo pubblico era giunto a scuola, e Arianne aveva un’ aria più che minacciosa, quella mattina.

« Con chi dovrei essere severa, Gen? » ringhiò la minore, cercando di far finta di niente.

Riccardo, il ragazzo di Genevieve rise. « Con il poveraccio che ha avuto il fegato di farti arrabbiare! » rispose, sorridendo. Nonostante fosse il ragazzo di sua sorella, Arianne lo trovava abbastanza simpatico. Era il classico bravo ragazzo, carino, equilibrato... un porto sicuro, ecco. Esattamente il contrario di quella lunatica di sua sorella. Si compensavano, e questo li rendeva perfetti l’uno per l’altra.

Arianne fece una smorfia. « Non ho intenzione di dirgli niente di eccessivo. Gli farò solo notare che è un maleducato e che sono rimasta a casa ad aspettare che chiamasse –per pura cortesia- quando invece avrei potuto uscire con mio padre. » E poi lo faccio pentire di essere nato.

« Quell’ espressione mi convince poco » sussurrò il ragazzo alla maggiore delle Venturi.

Gen rise e gli scompigliò i capelli. « Non preoccuparti, Riry sa ciò che fa, ha la testa sulle spalle e sa farsi rispettare » Osservò la sorella per un attimo: a volte la invidiava. Era sempre così impulsiva, orgogliosa, sempre sicura di sè. Lei invece spesso si sentiva come un essere anonimo, poco importante. Poi c’era da dire che si consolava subito iniziando a dare ad Arianne della secchiona, tuttavia si ritrovava a voler essere come lei. Genevieve sognava di avere un po’ della sicurezza e della determinazione che caratterizzavano sua sorella. Sperava che questa non sarebbe mai cambiata, di persone come lei ce n' erano poche al mondo, e anche se non erano semplici da comprendere ed apprezzare, i pochi fortunati che ci riuscivano potevano essere certi che la pazienza impiegata per riuscire ad entrare in sintonia con lei non sarebbe stata sprecata.

L’automezzo frenò e si fermò alla stazione centrale. Tutti i passeggeri scesero e le due sorelle si salutarono sbrigative, dirigendosi ognuna sulla sua strada. ( Riccardo e Genevieve frequentavano l’istituto tecnico commerciale, a tutti comunemente noto come ragioneria. )

« Buongiorno, Ary! » la accolse Sophia, nonappena ebbe messo piede sotto il portico davanti al portone della scuola.

« Piacere di vederti di nuovo nel regno dei vivi! » scherzò la Venturi, sorridendole.

Il suo sguardo percorse la zona alla ricerca di un certo ragazzo dai capelli color pece che aveva una voglia matta di vedere. Ehm, non fraintendete, per riempirlo di insulti, ovviamente.

« Chi stai cercando? » le sussurrò una voce a pochi centimetri dall’ orecchio. Arianne trasalì e si voltò come una furia verso Agostini. « Tu, brutto pezzo di... »

Rocco indietreggiò e prese Gianluca per le spalle, trascinandolo davanti a sè come scudo. « Prendi lui al posto mio! Sono ancora troppo giovane per morire! »

Il riccio strabuzzò gli occhi cercando di capire cosa stesse succedendo, mentre Arianne trucidava Ago con lo sguardo e Sophia sghignazzava come una bambina davanti ai cartoni animati. Ripensandoci, eliminiamo il ‘come una bambina’.

« Ago... tu sei anche nato prima di me. » sbuffò Gianluca, scostandosi mentre scrollava il capo. Non sapeva più che dire, quel tizio lo sorprendeva sempre. E non per forza in senso buono.

« Oh, bè, dettagli » fece Rocco con noncuranza. « Dicevamo, bellezza? »

« Che sei un brutto cafone da quattro soldi! Stattene pure con quella tua troietta, non me ne frega niente, ma non prenderti gioco di me, chiaro?! » tuonò Arianne, schiumante di rabbia.

Sophia intervenne, posando una mano sulla spalla dell’ amica. « Di cosa stai parlando? È successo qualcosa, Ary? Ago?»

La Venturi lanciò un’ occhiataccia al ragazzo e incorciò le braccia con stizza.

Rocco alzò le spalle. « Io non ne ho...Ah! Te lo dico io: è impazzita! »

« Fottiti » la ragazza girò sui tacchi e se andò verso un gruppetto di compagni di classe.

Sophia sbattè le palpebre più volte, cercando di metabolizzare il tutto. Arianne doveva essere davvero su tutte le furie se aveva detto una parola del genere. Non era nel suo stile essere volgare.

Gianluca, più sveglio e loquace di lei, espresse a parole i suoi pensieri. « Che è successo? »

Il moro scrollò il capo. « Non ne ho idea! Non ricordo di averle... oh cazzo. »

« Si è ricordato » mormorò con una vena di sarcasmo nella voce, il primo. Sophia gli diede una pacca sulla spalla: non era il momento di fare i saccenti. « Cosa? »

« Non le ho telefonato. »

« Non le hai...? Ti ha dato il permesso di telefonarle? » la Neri sgranò gli occhi. Rocco le aveva chiesto questo grande onore centinaia e centinaia di volte, ma la ragazza si era sempre rifiutata di avere un qualunque contatto indesiderato –quindi uno qualsiasi- con lui.

« Suppongo di sì. In realtà si è limitata a non obiettare quando le ho detto che l’avrei chiamata...»

« Bè, amico, puoi scordarti che capiti un’altra volta: » commentò Gianluca. « è furiosa ».

« Sì, bè... ma sta tornando qua » osservò Sophia, osservando l’amica marciare a grandi passi nuovamente verso di loro: evidentemente le era venuta in mente un’altra serie di insulti da sputare al ragazzo.

« Sei...sei un pezzente, Agostini! Come ti permetti ad essere così maleducato? Abbi un po’ di rispetto per le persone! »

« Oh, no! Un’altra che parla di rispetto! » sussurrò Gianluca.

« Un’ altra?» si informò Sophia.

« Sì, bè, il padre di Steve ci ha fatto una paternale, ieri... ti racconto dopo! »

« Maleducato? Scusa ma che ho fatto di male? »

« Co- cosa hai fatto?! Io ti do fuoco, lurido insetto troppo cresciuto e dal cervello sottosviluppato! Ieri sono rimasta a casa ad aspettare quella tua stupida telefonata quando sarei potuta andare via con mio padre, ma invano! Perchè tu, signorino ho-una-nuova-ragazza-chi-se-ne-frega-degli-altri, avevi troppo da fare per ricordarti di una promessa che avevi fatto! Sei un pezzente, un maleducato, un opportunista, idiota e infantile! » ormai tutte le persone in prossimità del gruppetto si erano voltate ad osservare le scena.

Dal gruppo della 3Q si staccarono Lucia e Susanne, avvicinandosi agli amici incuriositi da tutto quel frastuono. « Che succede? »

Rocco scoppiò a ridere. « Te lo dico io cosa succede, Lulu! Succede che la nostra Venturi ci è rimasta male perchè non le ho telefonato. Dimmi tu se questo non significa che è cotta di me! »

« No che non lo significa! » abbaiò Arianne stringendo i pugni e serrando le braccia ai lati del corpo, come a evitare che queste si liberassero alla ragione e lo prendessero a schiaffi.

Lucia ridacchiò. « Mi dispiace Ary, ma.... »

« No, niente ma! Significa solo che lui è un maleducato e io non ho voglia di essere presa in giro. Ergo, da questo momento resta fuori dalla mia vita perchè non voglio più saperne niente di te! » concluse rabbiosa, per poi girare nuovamente sui tacchi e riunirsi al gruppetto di ragazzi confusi che appartenevano alla sua stessa classe.

Sophia era rimsta di sasso, mentre Gianluca sembrava ormai esasperato da tutto ciò che riguardava Rocco. « Certo che tu sei proprio un idiota » sbiascicò scuotendo il capo.

Susanne abbozzò un sorriso di conferma, mentre Lucia iniziava a fantasticare ad alta voce a proposito di un qualcosa che Sophia percepì come ‘una notte de fuego’. La Neri non cercò di capirne di più, era impegnata a pensare a ciò che Rocco aveva detto.

Intanto i due ragazzi avevano preso a parlare dell’ accaduto.

« Tu che ne pensi, Soph? »

... e lei non aveva ascoltato una sola parola. « Eh? »

« Secondo te c’è qualcosa sotto? » ripetè il riccio.

Lei diede un’ alzata di spalle. « Non vorrei dare commenti affrettati, visto che fino ad ora non mi ero mai posta il problema e non le ho chiesto mai nulla... » iniziò, come per avvisare Rocco di non esaltarsi troppo e non montarsi la testa per ciò che stava per dire. « ... ma secondo me sì. Arianne non se la prende così solo perchè qualcuno si è dimenticato di telefonarle. Sapeste quante volte l’ho scordato io! »

Susanne ridacchiò. « Ma con Rocco è una questione di principio. Con lui se la prende a prescindere da che abbia o non abbia fatto qualcosa di male. »

« Acuta osservazione » osservò Gianluca.

« Tuttavia, Susy, non ti azzardare a dire di avere gli occhi blu e i capelli neri o Remo scazza! » rise forte Sophia, ricordando il racconto che la ragazza le aveva riferito il pomeriggio precedente al telefono. Anche l’altra si unì alle risate, poi la campanella suonò e il gruppetto si divise, dirigendosi verso il portone d’ ingresso.

 

« Neri, sei di nuovo in forma, vedo? » ironizzò la professoressa di biologia dopo aver rimproverato Sophia che sghignazzava, per la terza volta.

« Sì, prof. Mi scusi, ora mi do una calmata » rispose la ragazza, cercando di trattenere una risata.

« Sarà utile. Bene, ora, cercate nel vostro tessuto cellulare i...»

Quando la professoressa riprese a spigare, Sophia sghignazzò divertita un’ ultima volta, prima di voltarsi verso Arianne, sua vicina di banco anche in laboratorio. « Quindi, Ary? »

La Venturi sussultò appena e alzò gli occhi dal suo foglio di appunti. « Quindi cosa? » non era con lei che stava chiacchierando fino a qualche secondo prima.

« Ago. Ti piace »

« Ma non diciamo fesserie, Soph! »

« Perchè te la sei presa tanto allora? Io dimentico sempre di chiamarti! »

Già, perchè?

Odiava quando Sophia faceva ragionamenti così limpidi e indiscutibilmente logici da farla rimanere senza  parole. No, un attimo, che diavolo stava pensando? Logica? Indiscutibile? Quel discorso faceva acqua da tutte le parti! Innanzitutto a lei Rocco non piaceva. Poi era diverso il suo modo di trattare lui o Sophia. Lei era la sua migliore amica, lui a mala pena riusciva a sopportarlo. Però... era vero, perchè se l’era presa tanto? Bè, ovviamente per la scortesia di Rocco. Lei gli aveva dato una possibilità e lui l’aveva bruciata. Fu quest’ultima frase che usò come risposta.

« Ma se lui non ti piace, dovresti essere felice che lui se la sia giocata, la possibilità, giusto? »

Ma Sophia da che parte stava? Con lei o contro di lei? Come sua migliore amica avrebbe dovuto appoggiarla  davanti a tutti quando negava qualunque interesse per Agostini!

Lucia ascoltava sghignazzando.

« Infatti lo sono. Sono solo irritata per la sua maleducazione ».

Federica, seduta dall’ altro lato di Arianne, le diede una gomitata amichevole. « Ceeeeeeerto, come noo! »

« Non ce la dai a bere! » soffiò Benedetta, dalla fila davanti, mentre Lisa e Susanne la appoggiavano annuendo.

« Ma ora vi fate tutti gli affari miei?! » sbottò Arianne, indispettita da tutti quei commentini. Fortunatamente la prof era appena uscita a cercare la bidella per chissà quale insulso motivo e loro erano momentaneamente in autogestione, quindi nessuno poteva rimproverarli per quell’ improvviso chiacchiericcio.

La goccia che fece traboccare il vaso fu il grido da parte di Ugo, proveniente dall’ ultima fila: « Ci piacciono i gossip! »

« PETTEGOLO! » gli strillarono di rimando Lisa, Lucia e Benedetta, per scoppiare a ridere.

Lui fece loro una linguaccia e tornò a prestare attenzione allo sproloquio calcistico del suo compagno di banco.

Arianne sbuffò sonoramente e incrociò le braccia al petto, con decisione. « A me Agostini non piace, e questo è quanto! » mise in chiaro, per poi ricominciare a sistemare i suoi appunti prima che chiunque potesse aggiungere altro.

 

« E’ stracotta! » commentò Rocco con soddisfazione e immensa sicurezza di sè, all’ intervallo. Sophia aveva accompagnato al primo piano Federica, che era nell’ aula della 4Q per discutere con Steve gli arrangiamenti per la lezione di musica di quel pomeriggio, e lei ne aveva approfittato per raccontare a Rocco e Gianluca ciò che era successo a biologia.

« Sei troppo sicuro d- ... »

« AAAAAAHH! ROCKY! ROCKY PERDONAMI, PERDONAMII! » la frase di Gianluca fu interrotta dall’arrivo di una furia bionda, che scansò con forza Sophia, la quale venne sbalzata contro Gianluca che la prese per un soffio, evitando che cadesse a terra.

« Linda! » Rocco sgranò gli occhi, sorpreso. « Che hai? »

La ragazza gli si arpionò saldamente al braccio. « Ti prego perdonami, perdonaaaaamiii! »

« Magari se gli spiaghi cos’hai fatto... » suggerì il riccio, lasciando che Sophia tornasse a reggersi sui suoi piedi. Questo però fece concentrare l’attenzione della bionda sulla bruna. Linda fissò per un attimo Giancluca, poi spostò lo sguardo sulla ragazza. « Fatemi capire, se a Gian piace la tizia del parco, perchè lei è sempre assieme a voi?!?? »

Per il riccio quel momento si rivelò come l’occasione perfetta per scrollarsi di dosso il peso del piano male architettato di Rocco. « Perchè, e che diamine, a me non piac- ... »

Linda purtroppo non lo lasciò nemmeno concludere la frase: « NON LO SAI CHE CON QUESTI GIOCHETTI IDIOTI DI GELOSIA NON SI FA COLPO SULLE DONNE?!!! »

Sophia e Gianluca si lanciarono un’ occhiata di divertita intesa, poi spostarono lo sguardo su Rocco.

« Non sai quante volte gliel’abbiamo detto! Ma Gu non vuole smettere con questi stupidi trucchetti! » spiegò Agostini, con aria falsamente esasperata.

« Ah io?! » sbottò Gianluca.

Sophia ridacchiò e agitò la mano per salutare Steve e Federica che li stavano raggiungendo.

« Comunque io sono andata a letto con Fra, ieri. Spero mi perdonerai » disse Linda per poi girare sui tacchi ed andarsene.

Clang .

« Rapida e coincisa » commentò Gianluca, divertito. Lanciò unì occhiata a Rocco che si grattò il capo. « Basta che non vada a dirlo ad Arianne, altrimenti il mio piano andrà a rotoli » si limitò ad osservare il moro, totalmente incurante alla situazione.

« Lo dici come se dopo esserti dimenticato di telefonarle avessi ancora speranze. ...Soph, tutto ok? »

Sophia guardò il riccio, spaesata. Nonostante non volesse più saperne nulla di Francesco, qualcosa dentro di lei si era sganciato ed era precipitato al suolo, infrangendosi in mille pezzi. Tuttavia era più che consapevole che a quel punto la cosa migliore da fare era ignorare ogni sentimento che riguardasse il ragazzo, come si era sforzata di fare sempre. Solo che ora era necessario riuscirci. Ricominciamo a costruire il castello di sabbia, forza... « S-sì. Tutto... ok. Perchè? » a metà frase prese un respiro profondo per farsi forza, e poi sorrise tranquilla all’ amico.

« Così... »

Gianluca odiava vederla stare male per Francesco.

Rocco odiava vederla incassare i colpi in silenzio. Avrebbe voluto che lei urlasse, piangesse, prendesse a pugni qualcuno e distruggesse qualcosa. Reprimere la rabbia e la tristezza in quel modo non faceva che distruggerla dentro.

Da un lato tuttavia erano entrambi felici di poter fingere che tutto andasse bene e Sophia non soffrisse per Ravanni.

... ognuno per le sue ragioni.

 

« Sei tra noi? »

« Come? »

« Quell’ espressione è sinonimo di qualcosa di terribile. Non voglio passare altri tre giorni a spremere le meningi cercando di capire che caspita tu abbia fatto, quindi vedi di sputare il rospo » rispose Arianne, mentre Sophia raccoglieva il suo materiale. La classe si stava spostando nel laboratorio di informatica per una lezione di Diritto, durante la quale Paolini avrebbe mostrato loro i siti web dell’ ONU, per Parlamento, e qualche video che riteneva estremamente interessanti. Tutto ciò equivaleva ad un enorme “fate quello che vi pare mentre fingo di fare lezione”. La Venturi aveva già preparato tutto e aspettava in piedi quella che sarebbe stata la sua compagna di computer.

« Non preoccuparti, non è niente » le sorrise, facendo scorrere la zip dell’ astuccio. Tuttavia c’erano troppe penne lì dentro e non riusciva a chiuderlo bene. Si fermò e con la lingua tra i denti tirò forte, finendo per ritrovarsi il cursore ( ? ) in mano, rotto. « Ops »

« Già, fila tutto liscio come l’olio » ridacchiò Arianne. « Dai, vieni. E dimmi che hai »

Mentre camminavano per il corridoio, dirette all’ aula del secondo piano, Sophia non sapeva che dirle. Tuttavia, alla fine, dopo l’ennesima richiesta di chiarimenti da aprte dell’ amica alla ragazza scappò detto: « Linda e Francesco sono andati a letto insieme ».

Sophia continuò a camminare, e si accorso solo dopo qualche passo che Arianne si bloccata a bocca aperta proprio di fronte alla porta aperta dell’aula di Arlecchino. Questo però momentaneamente non interessava alla Venturi, mentre a Sophia sì, visto che la classe di Mirko Ricci, l’inquietante ragazzo che un tempo piaceva alla sua migliore amica, stava avanzando verso la porta, con un sorriso malizioso in volto. « Ary, che c’è? » chiese, leggermente allarmata.

« Io... Dio, Soph, mi dispiace un sacco! Se vuoi sfogarti, parlarne o urlare contro qualcuno io ci sono. Nel caso di urlare contro qualcuno però intendo che ci sono per accompagnarti da quel bastardo di un biondino e urlargli in faccia insieme a te »

« Che cosa? » Sophia arrossì. No, no! Non voleva quella reazione, no. Non voleva essere compatita, non voleva che le chiedessero di sfogarsi. Non voleva, no. Quella situazione la infastidiva. Lei non provava niente per Francesco, punto. Non c’erano problemi se lui combinava qualcosa con un’altra ragazza, a lei non doveva interessare. Lei... lei era nel panico più assurdo. Odiava quella situaizone e voleva assolutamente uscirci, con ogni mezzo. « Ma no, no! Guarda che hai capito male. A me di lui non interessa proprio più nulla. È che mi dispiace per Rocco, poverino... l’ha tradito così, su due piedi... e gli ha chiesto scusa all’ intervallo... Ary, ti prego vieni via di qui, quel tizio mi sta facendo venire la pelle d’oca!! » concluse in un sussurro, con la voce più acuta di qualche tono.

Arianne si voltò un attimo a notò Mirko che sorrideva alla Neri dalla soglia della porta, e dopo essere trasalita –trovarselo a fianco senza preavviso e mentre era sovrappensiero era stato scioccante- raggiunse l’amica. « Sicura che non ti interessi più niente di lui? » le chiese, con rinnovata tranquillità. Quell’ ochetta aveva tradito Rocco! Ahah! Ben gli stava, a quel maleducato! Così imparava a riservarle un due di picche telefonico per stare con quella falsa bionda!

« Sicurissima » annuì Sophia, sedendosi davanti ad un PC sul fondo dell’ aula.

« Allora perfetto, non ci sono problemi »

Ovviamente Arianne immaginava che non fosse vero, però, se Sophia non voleva parlarne, o per qualche motivo voleva convincersi di ciò che aveva detto, per lei andava bene. L’importante era che la sua migliore amica non soffrisse. E che Rocco lo facesse al posto suo. « Stronzo » enfatizzò a mezza voce.

« Come? Ti ho detto che non mi importa di lui! » ripetè Sophia.

Arianne rise. « Sì, scusa, stavo pensando ad un altra cosa » Ad un piccolo idiota che il destino a punito per la sua maleducazione. Ben gli sta.

 

All’ uscita le ragazze di 3Q stavano chiacchierando allegramente, spensierate come sempre avrebbero dovuto essere. Sophia stava cercando di distrarsi per non dover rimuginare troppo sulla notizia sfociata con tanta leggerezza dalla bocca di Linda, e Arianne si stava crogiolando nella soddisfazione di quella punizione divina inflitta ad Agostini.

Il chiacchiericcio allegro si espandeva nelle scale vuote: per l’ennesima volta avevano fatto tardi per aspettare che Sophia mettesse in ordine il suo materiale, impresa più difficoltosa del solito, visto che aveva distrutto la cerniera dell’astuccio.

« Ary, scusa, posso farti una domanda? » se ne uscì Sophia, con nonchalance.

« Come no. Spara »

« Perchè Ago doveva chiamarti? »

Arianne la guardò per un attimo, sorpresa dalla domanda. Non se l’era aspettato. Era il caso di dirle la verità o questo avrebbe portato ad una ricaduta nella fase depressiva di Sophia? Era la sua migliore amica, in fondo, e non voleva mentirle.

« Sì, bè... doveva raccontarmi ciò che ti era successo sabato sera... »

Sophia rimase di sasso. Sgranò leggermente gli occhi e si sentì per un attimo una stupida egoista. Tanto per cambiare era successo un casino per colpa sua. Intercettò lo sguardo preoccupato di Arianne, che l’aiutò a decidere di non addossarsi la colpa di tutto. In fondo la colpa più che sua era di Rocco, che aveva detto alla Venturi che l’avrebbe chiamata, quando invece aveva passato il pomeriggio a casa di Steve, a studiare. Respirò a fondo e sorrise all’ amica, improvvisamente decisa a non abbattersi di nuovo. Se non per sè stessa, almeno per i suoi amici.

« Oh, solo per quello? Ve lo spiego io domani, all’ intervallo » rispose, sicura di volerlo fare. Sarebbe stata sincera con gli amici, anche a costo di farli preoccupare. In fondo si sarebbero preoccupati di più se si fosse depressa di nuovo.

Tutte le ragazze furono colte da un senso di sollievo nel vedere che l’amica aveva scelto di essere sincera con loro e di aprirsi... in altre parole di fidarsi di loro.

Rocco, Gianluca  e Steve le aspettavano come al solito vicino al cancelletto che le ragazze chiamavano ‘sparti-mucche’. Era un varco largo un metro nella cancellata che segnata il confine tra scuola e il parcheggio, presso il quale c’era sempre un ingorgo incredibile, considerati i novecento studenti che cercavano di andarsene il più in fretta possibile ma costretti a passare al massimo due alla volta per quella fessura. Fortunatamente c’era qualcuno che come Federica e Sophia lasciava la biciletta entro il confine scolastico e aveva scoperto un’ uscita alternativa.

Tuttavia quel giorno la loro astuzia era realmente poco utile alla giovane Neri, la quale avrebbe dovuto aspettare che suo fratello venisse a prenderla nel parcheggio, se voleva tornare a casa.

Arianne salutò le ragazze -che si gettarono nella folla decise ad uscire-, Gianluca e Steve poi si diresse verso il passaggio segreto di Sophia e Federica: anche lei aveva imparato ad usufruire di scorciatoie e uscite di servizio per poter raggiungere il tram in fretta. Ma fece solo qualche passo, prima di voltarsi verso Rocco, con un largo sorriso sulle labbra. « Arrivederci, cornuto! » ridacchiò per poi andarsene soddisfatta della sua piccola vendetta.

Il moro sgranò gli occhi, roteando gli occhi fino alla brunetta che ridacchiava, sorridendogli con aria colpevole. « Sophia! »

Gianluca rise, e le diede una pacca su una spalla. « Ti stimo, scricciolo! »

Sophia si indispettì. « Ha parlato lo spilungone! »

« Sono sempre più alto di te! »

« Ma Ste lo è ancora di più! »

« E CHI SE NE FREGA?! » intervenne Rocco, scioccato. « Tu, piccola peste! Hai mandato in fumo i nostri piani! Te la farò pagare! » la minacciò, sforzandosi di rimanere serio e mantenere un’ espressione arrabbiata.

Sophia gli scoppiò a ridere in faccia, totalmente incapace di trattenersi. Continuò a ridere a lungo, mentre Steve e Gianluca gongolavano alle spese del moro.

Rocco cercava di trattenere la propria risata. In fondo stava cercando di fare il serio. Si stava sforzando –per una volta- di avere una reazione normale ad una situazione assurda. Gianluca gli aveva detto che, forse, se fosse stato più normale, Arianne avrebbe lasciato perdere un po’ dei pregiudizi che aveva su di lui. E lui ci stava provando.

« Buhahahaha! » ...con scarsi risultati.

Si unì con enfasi alla risata della ragazza e si aggrappò a Gianluca, piegato in due dalle risate, per non cadere a terra.

« Mi pareva strano che non ridesse » commentò il riccio, alzandosi gli occhi al cielo.

Steve ridacchiò, cercando di tenere ferma Sophia che presa dai singulti dell’ ilarità rischiava di essere travolta dai ragazzi che si accalcavano per uscire da scuola. Loro non erano tra quelli. Il loro bus passava più tardi rispetto agli altri, e preferivano aspettare che la calca si fosse smaltita prima di andarsene. «Ciao, Fra!»

Il biondo salutò gli amici con un cenno del capo, e si tuffò tra la folla, pur di ignorare la ragazza.

Lei fece finta di non accorgersi del suo passaggio o forse, presa dalle risa, non se ne accorse veramente, fatto stava, che quella volta a Sophia non era passata nessuna luce melanconica nello sguardo color ghiaccio, notò Gianluca con soddisfazione. Poi, più irritato, aggiunse mentalmente: E se ne sarebbe accorto anche questo deficiente, se non fosse troppo occupato a ridere di sè stesso!

« Che c’è di tanto divertente? » domandò una voce alle spalle di Steve e Sophia.

La ragazza trasalì, riconoscendola come quella di Mirko Ricci. Si voltò di scatto, spaventata, e per poco non sobbalzò, trovandolo a poca distanza da lei. Arretrò di qualche passo fino a rifugiarsi al sicuro tra Gianlu e Ago, che con l’arrivo del ragazzo si erano riscossi rispettivamente dai loro pensieri e dalle risate auto-sbeffeggiatrici.

« Niente di che » tagliò corto Gianluca, il quale si sentiva decisamente irritato quando vedeva comparire quel soggetto. Avevano frequentato le medie insieme, e decisamente quel tipo non gli piaceva. Mirko aveva un umorismo tutto particolare, che evidentemente capiva solo lui stesso. Era dannatamente inquietante quando sbucava dal nulla e si piazzava tra gli amici di qualcun altro con quel sorriso sornione che faceva venire i brividi persino a Gian, che si riteneva un ragazzo decisamente poco emotivo ed impressionabile.

« Oh, ma dai, ultimamente ho visto questa ragazza ridere così di rado che non posso credere che stesse ridendo per niente! »

Rocco sghignazzò. « Ti sorprenderebbe sapere quante volte questa qui ride per niente! »

Sophia gli lanciò un’ occhiataccia. Non si sentiva per niente a suo agio, specie se quel tizio la fissava in quel modo. In che  modo? Bè, in nessuno di particolare. Il problema era il suo sguardo in sé: tremendamente inquietante. Era un tizio bizzarro, e la Neri doveva ammettere che gli metteva addosso una paura bestia.

« Bè, comunque ciao » cercò di essere cordiale Steve, ignorando il fatto che Gianluca stava trucidando il ragazzo con lo sguardo, in un chiaro invito ad andarsene. « Io sono Steve. Steve Semi. Tu sei…? » chiese, porgendogli una mano.

« Mirko Ricci » rispose questo, accettando la stretta.

Sophia e Gu sgranarono gli occhi, sorpresi dalla tranquillità con cui Steve si rivolgeva al nuovo venuto, come se non fosse terribilmente strambo, bizzarro ed inquietante. Rocco intercettò il loro sguardo e si fece vicino ai due, per poi sussurrare: « Non fate quelle facce. Ste è superiore a queste cose. A lui hanno insegnato il rispetto » spiegò con una vena di divertito scetticismo mischiato al tono forzatamente superiore.

« Comunque… tu sei Sophia? »

Il volto della ragazza si colorò in sequenza di tutte le tonalità possibili tra il bianco cadaverico e il prugna, mentre annuiva, nel panico più totale.

Mirko sorrise. « Perfetto. Volevo chiederti se potevi darmi il tuo num- … »

Ohsignorebenedettoetuttiisantidelparadisosalvatemivipregovipregovipregooo!

« Sophi? »

« Sempre sia lodato! » esclamò Sophia, senza accorgersene, mentre si voltava sollevata verso la voce che l’aveva chiamata.

« Cos’hai detto scusa? » domandò Rocco, un attimo prima di contorcesi in una risata senza freni.

Lei tornò ad osservare il moro per un attimo, sorpresa. Realizzò subito ciò che aveva detto e sgranò gli occhi, vergognandosi come una ladra. Per scappare dalla situazione corse nella direzione della persona che l’aveva appena salvata da Arlecchino.

« Ciao ragazzi, a domani! » salutò gli amici, decisa a non tornare più tra loro, per quel giorno. « Raff! Che ci fai qui? »

Un ragazzo moro, alto e muscoloso sorrise mesto alla ragazza e le prese la cartella dalle spalle. « Sono venuto per accompagnarti a casa. Sembravi un po’ a disagio con quei tizi, tutto bene? »

« Sì, certo, sono miei amici. Ma che ci fai qui? »

 

Steve e Rocco osservavano confusi la discussione tra Sophia e il ragazzo moro.

« Peccato, non si sente cosa dicono » commentò Agostini, con una smorfia.

« Non sarebbe cortese ascoltare una conversazione altrui, comunque » lo rimproverò Steve dall’ alto del suo metro e novanta.

« Non fare sempre il pignolo, Ste! Non dirmi che tu non sei curioso di sapere chi è quel tipo! »

« Bè, no… » ammise sincero.

Rocco accusò una risata, incredulo. « Gu, Ste non è cur- … che è quella faccia? »

Gianluca lanciò un’ occhiataccia a Rocco. « Quale faccia? »

« Sembri … incazzoso. » osservò il moro, prendendo le distanza dall’ amico e tornando ad osservare la scena.

Sophia dava loro le spalle e si era appena gettata tra le braccia del ragazzo, che l’aveva stretta a sé. Poi le aveva sorriso e aveva preso a scortarla via, tenendole una mano sulla spalla.

Gianluca strinse i pugni. « Non mi piace quel tipo. » ammise.

« Perché? » azzardò Mirko, tranquillo.

« Volete dirmi che sono l’unico ad aver visto che Sophia non sembrava tranquilla? E poi, scusa, che cazzo vuoi tu, Ricci-Capricci?! » sbottò il bruno fulminando con lo sguardo Arlecchino, il quale rise e salutò Steve, intuendo saggiamente che non era aria per dare noia al giovane Belli.

« E poi che vuoi tu, Ricci-Capricci!? » gli fece il verso Rocco, avviandosi verso l’uscita, dove ormai la folla si era smaltita. « Nemmeno tu avessi degli ordinatissimi capelli accuratamente lisci! » lo prese in giro, facendo evidentemente riferimento a quella chioma indomabile che caratterizzava il povero Gianluca Belli.

La risata di Steve fece presto eco a quella di Rocco, ricordando al ragazzo che se voleva andare a casa era meglio che seguisse gli altri due.




In der Ecke / Nell- angolo


Alloooora! Scrivo giusto due parole perché il computer mi ha cancellato tutta quest' ultima parte e mi tocca riscriverla, ma ho fretta. XD 

AVVISO:

Tolgo la data fissa di aggiornamento, visto che non la rispetto mai. Da oggi sappiate solo che aggiornerò; solo una volta a settimana, intorno al venerdì.


Pooooi, passiamo ad una breve analisi sul capitolo. XD

1. Sophia è terribilmente paranoica, non possiamo farci niente. Tuttavia sta facendo progressi: al prossimo intervallo racconterà alle amiche quel che è successo durante il famoso sabato sera -vedi capitolo 7-.

2. Gianluca ha finalmente un cognome. xD Il riccio ha ora una sua identità completa XD: Gianluca Belli, per gli amici Gianlu, per Linda Gian, per Sophia, Ago e noialtri Gu. ♥ Lo adoro sempre di più! 


Hmn. Sono particolarmente felice e carica grazie alle vostre recensioni che mi hanno fatto tornare la voglia di scrivere e continuare questa storia. Devo ammettere che stava scemando il mio interesse per quest' ultima: erano infatti due settimane che non scrivevo nulla. Ma grazie a voi e alle vostre parole ora sono tornata con ancora maggiore carica! ^^


Vi lascio con una frase che spero vi farà sorgere un po' di curiosità per il prossimo capitolo: Sophia non avrà più tempo per pensare alla notizia data da Linda, e tanto meno allo stesso Francesco. Ci sarà qualcos'altro a tenere occupato il suo cervelletto! *sogghigna, diabolica* Buono scervellamento!


Un abbraccio affettuoso e rotolante,

Yv0


PS: Fate i vostri complimenti ad Eva che oggi si è superata, ultimamente: non so che diavolo abbia combinato -lei ovviamente XD- ai miei vari indirizzi di posta elettronica, perch nemmeno con quello nuovo sono riuscita a far arrivare la mail alla beta in un colpo solo. Quindi ho dovuto rispedirle il capitolo con il vecchio indirizzo, e... -meraviglia delle meraviglie- subito dopo la seconda mail le  arrivata la prima. oo La odio ufficialmente. XD

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Amore e rivalità - Ma dove siamo?!

14

 

« Un incidente?!??? » boccheggiò Sophia, con un filo di voce. « Alex! Un…? Ti prego dimmi che non è vero, Raff! »

La Neri sentì gli occhi riempirsi di lacrime.

Raffaele diede un’ alzata di spalle. « Vorrei poterlo fare, ma sarebbe una bugia … »

Sophia sentì una morsa stringerle il cuore con una forza tremenda e distruttiva, tanto da parlo a pezzi, che poi caddero per infrangersi di nuovo, assieme a qualunque capacità di ragionamento della ragazza. Dolore. Paura. Terrore.  « Oh, Raff! » iniziò a singhiozzare violentemente e si gettò tra le braccia del cugino, nascondendo il volto contro la sua felpa. « No, no, no» continuava a ripetere, come un automa. Come se quelle stesse parole potessero cambiare la situazione.

Raffaele la strinse a sé, cercando di infonderle un po’ di conforto. « Sta relativamente bene, Sophi. Ora ti porto a mangiare qualcosa, poi andiamo da lui, ok? Smettila di piangere , su … » le sorrise incoraggiante, scostandola leggermente da sé. Ciò che vide non gli piacque per niente. La sua cuginetta era una maschera di paura e tristezza. Gli occhi grigi sempre allegri e vivaci pieni di lacrime che continuavo a sgorgare copiose senza dare segno di voler smettere di bagnarle il volto ancora bambino.

Si avviò verso il suo jeep cherokee  nero, tenendole una mano sulla spalla, cercando di farle sentire che le era vicino. 
Le scompigliò i capelli e sospirò. Era distruttivo vedere quella piccola scintilla di allegria così devastata da una notizia che probabilmente le aveva dato nel modo sbagliato.

Quella mattina Alessandro Neri aveva avuto un incidente d’auto mentre si dirigeva verso casa della sua ragazza assieme ad un suo amico. Sarebbero dovuti andare al mare quel giorno. Alex stava discutendo con l’amico sulla stazione radiofonica da ascoltare. Ed era stato per cambiare stazione, che il ragazzo si era distratto, non notando un semaforo rosso. Una macchina aveva centrato in pieno la sua, sulla fiancata. Sull’asfalto bagnato questa era slittata, finendo nell’altra corsia, dove era stata centrata frontalmente da una seconda automobile.

Raffaele fece salire la cugina in auto e la accompagnò in rosticceria, dove le prese qualcosa da mangiare. La ragazza però si era rifiutata di toccare cibo, dicendo che le si era chiuso lo stomaco. Il ragazzo insistette e la costrinse a mangiare qualche boccone, nonostante capisse bene il suo stato d’animo. Sophia finì di sbocconcellare un po’ di cibo in macchina, mentre suo cugino la accompagnava in ospedale, da Alex. Non aveva fame, ma stava aveva mangiato un po’ lo stesso. Non tanto perché era stato Raffaele ad insistere, ma perché suo fratello avrebbe voluto che lei mangiasse. Poco dopo era nella sala d’aspetto, dove suo padre sedeva su di una poltroncina, la testa tra le mani.

« Papà! » la ragazza corse ad abbracciarlo, gli occhi nuovamente piene di lacrime.

« Tesoro! »

« Dov’è la mamma? Alex come sta? »

L’uomo respirò a fondo. « Tuo fratello ci ha fatto prendere un colpo, ma sta bene. Lo terranno qui qualche giorno per fare dei controlli, ma per ora è vivo. Per fortuna, perchè quando tornerà a casa lo ucciderò con le mie mani! La macchina è ridotta ad una lattina schiacciata! La mamma è dentro con lui, vuoi vederlo? »

Sophia accusò una risatina, e abbracciò il padre. « Sì »

L’uomo la accompagnò alla porta dietro la quale di nascondevano sua madre e suo fratello. La mente assurdamente autolesionista di Sophia tirò un sospiro di sollievo vedendo suo fratello sorridere ad un’ infermiera che gli stava portando via il vassoio vuoto del pranzo: pensava fosse ridotto molto peggio. Alex era steso su un letto, il braccio destro ingessato e fissato adiacente al petto da una benda, i mossi capelli castano scuri scompigliati, alcuni graffi sul volto e un grosso livido sulla fronte. Il suo sguardo scorse via dall’ infermiera, quando la porta si aprì, e il suo sguardo si illuminò di divertimento quando vide la sorella. « Hey, Sophi! Guarda qua: ho un bel po’ di gesso su cui scrivere! Vuoi essere la prima ad autografarlo? »

La ragazza gli sorrise, mentre le lacrime le velavano di nuovo lo sguardo grigio, così simile e così diverso da quello ridente del fratello. Corse accanto a lui, abbracciandolo delicatamente, attenta a non fargli male. Il braccio sinistro del fratello la strinse forte a sè, ricambiando l’abbraccio. « Non piangere, sciocca. Conserva le lacrime per quando papà avrà visto com’è ridotta la macchina e mi strangolerà davanti ai tuoi occhi »

« L’ha già vista. »Lei rise stringendogli una mano. « Sei un idiota »

« Assolutamente »

« Un deficiente decerebrato! » aggiunse, improvvisamente arrabbiata.

« Non posso negarlo » sorrise, divertito.

« Un brutto pezzo d’ imbecille infantile fino alla follia! »

« Fino a rischiare di farsi uccidere, vorrai dire » la corresse, ridendo.

Sophia lo abbracciò di nuovo, ridendo. « Stupido » lo apostrofò.

Un suono graffiante annunciò che la madre dei ragazzi si era alzata dalla sedia ai piedi del letto su cui era adagiata fino a poco prima. Sophia si voltò a sorriderle. « Ciao, mamma »

« Ciao, tesoro. Hai visto questo zuccone che ha combinato? » domandò gentilmente la donna, prendendo la mano del figlio.

Alex sbuffò e si rivolse all’ infermiera. « Vede perchè mi sono quasi fatto uccidere? Come si può sopportare tutto questo affetto? »

La donna e la signora Neri risero, mentre Sophia guardò indispettita il fratello e gli diede un pizzicotto su una gamba. « Ahia! »

« Oddio, ti ho fatto male? » si scusò subito la sorellina, chiedendosi se avesse infierito su di un punto dolente al fratello.

Lui scoppiò a ridere. « Ovvio che no! Che fessa. »

Lei lo ripagò con un altro pizzico. « Stupido »

« Nana. Non potevi rimanere a scuola? Mi dai fastidio, sei più appiccicosa del solito » borbottò il ragazzo, fingendosi indispettito.

L’infermiera rise di nuovo, facendo voltare tutti verso di lei. « Non ascoltarlo, ragazzina. Da quando è arrivato qui non ha fatto altro che dire a tutti che non poteva rimanere: doveva venirti a prendere a scuola! »

Sophia sorrise, felice, alla donna poi al fratello che sgranò gli occhi, sorpreso dal tradimento dell’ infermiera, poi si imbronciò e distolse lo sguardo. « Ho solo detto che qualcuno doveva farlo » bofonchiò, le orecchie improvvisamente rosse.

 

***

 

« Vado io! » Arianne corse verso l’apparecchio telefonico che squillava insistentemente. Quel giorno Genevieve non era in casa, era andata a studiare da una delle sue amiche. Era strano per la piccola di casa dover correre a rispondere al telefono: di solito rimaneva pigramente seduta nella sua stanza e lasciava che fosse sua sorella a farlo. « Pronto? »

« Aryyyyyyyyyyyyyyyyyy! »

La ragazza allontanò la cornetta dall’ orecchio, lanciandogli un’ occhiataccia come se fosse stata quella ad urlare. « Ehm. Mi hai disintegrato l’udito »

La voce dall’ altra parte rise. « Scusa. Hai visto cos’è successo oggi all’ uscita? »

« Può darsi. Dipende da cosa avrei dover visto, Lu. »

Lucia rise di nuovo. « Acuta osservazione. Sophia è nadata via da scuola con un figo da paura! »

Arianne rimase in silenzio per qualche istante, metabolizzando la notizia. «  Davvero? »

« Giuro! Dovevi vedere che figo! Avrà tipo vent’anni! »

« Un amico di Alex? » suggerì la Venturi, sorridendo. E così la piccola Soph stava iniziando a distrarsi da quei pensieri biondi e stronzi, eh?

« Può darsi. Uhm, anche il fratello di Soph è un figo, ora che ci penso... Dovrei farmelo presentare... »

Arianne rise. « Sì, certo. Glielo diciamo domani. E com’era questo tizio? »

Lucia ci pensò un po’ su. « Alto... Moro... Grande... e figo. »

« Descrizione molto dettagliata! » la ragazza scoppiò a ridere, serena. La felicità di un amico era la sua. « Eeehhh! La nostra Sophia avrà un bel po’ di cose da raccontarci domani! »

« Seguro! Notte de fuegoooo! » la mora strillò la sua battuta preferita nelle orecchie dell’ amica e poi scoppiò a ridere.

 

***

 

« Lo faccio o non lo faccio? »

« Fallo. »

« E se si arrabbia? »

« Allora non farlo »

« Non mi stai aiutando per niente, Fra » lo avvertì Rocco.

« Il fatto è che non me ne frega niente, non è colpa mia. Io lo farei. Ma a te fa un effetto strano, quindi...  » rispose il biondo con sincerità.

In quel momento Renato Agostini si affacciò alla porta della stanza di suo figlio. Francesco era steso sul letto, mentre Rocco era alla scrivania, che armeggiava con qualcosa senza farsi vedere.  Uno strano dubbio gli venne in mente, interpretando nel modo più logico possibile le frasi ambigue appena udite.

« NON STARETE PER FARVI UNA CANNAAAA!?! »

«Daaaaggghh!»Il moro cadde dalla sedia, preso di sorpresa. Il cellulare gli cadde dalle mani e rotolò in mezzo alla stanza, smontandosi. Steso sul pavimento alzò gli occhi per incontrare lo sguardo divertito del padre il tralice. « Secondo te se volessi farmi una canna verrei in casa? »

Francesco che si era seduto sul letto all’ urlo dell’ uomo, si mise a ridere. « Furbo come sei potrebbe essere benissimo » commentò.

Renato annuì. « In effetti, Squinternato... »

« Fra non è uno squinternato! »

« Infatti dicevo a te, Squinty! » rise il padre. Era la fotocopia del figlio, con i capelli nero pece e il suo stesso sguardo da eterno bambino. Persino l’umorismo era e sarebbe sempre rimasto lo stesso.  

« Simpatico » si lamentò Rocco. Adorava suo padre, ma era irritante vederlo scherzare con i suoi amici. A volte gli sembrava di essere lui il più maturo.

« Allora, cosa dovevate fare? » domandò l’uomo.

Francesco fece un cenno del capo verso l’amico: era Rocco a doverlo dire, se voleva.

« Devo fare una telefonata. » tagliò corto. « Esci per favore? Dobbiamo fare i compiti! » aggiunse mentre si accingeva a rimontare i pezzi del suo telefonino.

Renato rise. « Ma non devi fare una telefonata? »

« I compiti, una telefonata... cosa cambia? Dai, Renato, fuori di qua! » esclamò, alzandosi e spingendolo fuori. L’uomo si lasciò spostare, ridendo e chiuse lui stesso la porta. « Ho capito, ho capito. Ma non fatevi le canne! »

« Ma che canne?!? » sbottò Rocco contro la porta chiusa. Dal corridoio venivano i passi di suo padre e la sua risata. Il moro sbuffò e si sedette sul pavimento, cercando nuovamente di montare il telefono. « Col cavolo che la chiamo con quello là in giro per casa. » decise infine, lasciandolo smontato sul pavimento.

« Ah, certo. » commentò Francesco. « Quindi vuoi dirmi che è per tuo padre, non perchè non sai rimontarlo. Da’ qua, ci penso io! »

« Sì, ma non le telefono lo stesso! »

« Ok... »

 

***

 

Benedetta si tuffò a pancia in giù sul divano di casa sua. Erano ormai le sei di sera e aveva passato il pomeriggio a studiare storia. Ora quello che le ci voleva era un po’ di relax, per poi tornare a ripassare dopo cena. Quella volta era certa che ce l’avrebbe fatta, le sue insufficienze sarebbero state recuperate. Alzò la testa dal cuscino su cui era sprofondata e si allungò verso il tavolino di vetro al centro del salotto. Afferrò il telecomando e accese la televisione su un canale a caso. Si allungò di nuovo e prese il cellulare. Digitò il messaggio, selezionò il numero in rubrica e inviò: “Studio completato. Scommessa?”

Aspettò diversi minuti, osservando le luci e i colori che si muovevano sullo schermo piatto del televisore. Seguiva giusto qualche scambio di battute, non prestava troppa attenzione alla trama, ma si stava rilassando. Chiuse gli occhi e assaporò quel momento di totale ozio.

Bzz.Bzz.

La vibrazione del cellulare la riscosse quasi subito. « Tempismo perfetto » bofonchiò sorridendo al telefono. Aprì lo sportelletto, pigiò un tasto e aprì il messaggio:  “Hmn. Sai che non mi piacciono le scommesse. Ma... sentiamo: cos’hai in mente?”

Benedetta rise. “Vieni su msn? Ti spiego lì.”

Invio. Spense la tivù e tornò in camera sua, dove accese il computer.

Bzz. Bzz.

“Non posso, sono in ospedale. Domani ti spiego. Non fare allarmismo e non allarmarti.”

“Io NON faccio allarmismo. Io faccio scommesse. Voglio il mio Orsacchiotto... <3”

A quel punto Benedetta era certa che i messaggi sarebbero stati decisamente più frequenti e la conversazione molto più rapida. Sophia si infervoriva (-ava?) sempre quando lei toccava l’argomento ‘Walter’.

Entrò su messenger e iniziò a chattare con un amico. Notò che c’era anche Simone, in linea: l’amico di Sophia. No, non gli avrebbe parlato. Era un imbecille. Ogni volta che entrava su messenger lui le parlava per prima per chiederle...  Tirurù. Qualcuno le aveva scritto.

 

Simo_Zlatan scrive:

Chi sei?

 

Ecco, appunto.  Benedetta sbuffò.

 

Benny needs Orsacchiotto scrive:

Sempre la stessa persona dell’altra volta. Sempre la compagna di classe di Soph.  Sempre Benedetta. Hai intenzione di chiedermelo di nuovo, la prossima volta? -.-

Simo_Zlatan scrive:

asdasdasd

Okok scusami XD

 

La ragazza scosse il capo e guardò il cellulare: ancora nessuna risposta. Sophia era all’ ospedale, aveva detto? Forse quella sottospecie di mammifero bipede sottosviluppato meglio identificato come essere umano di sesso maschile era in grado di darle qualche informazione in più... e far scemare la sua preoccupazione,a ttualmente alle stelle.

 

Benny needs Orsacchiotto scirve:

Senti, “Ibra”, sai dov’è Soph? Non risponde ai messaggi.

 

Insomma, era una piccola bugia, non poteva di certo fare male, no? E poi in un certo senso era vero: non le aveva ancora risp- ...

Bzz. Bzz.

Ok, a quel punto era ufficialmente una bugia, ne era consapevole.

Aprì il telefono: “Poi dite che sono io quella strana. Mi hai appena detto che hai voglia di una cacca. In questo caso ti consiglio di andare a fare un giro in un parco: i cani ne fanno tantissime. -.- Allora, questa scommessa? >w<° ”

“Walter non è una cacca! È un orsacchiotto da coccolare. Non hai mai visto quant’è carino? È un’orsetto abbraccioso! **”

“Già, un’ orsetto che ha tanta voglia di coccole: Pedobear. Carino come nuovo soprannome, non trovi? :)”

“Questo mi sa tanto umorismo scadente da ALEX.”

 

Benedetta lanciò un’ occhiata allo schermo e notò che Simone non era più online. Idiota!, lo insultò mentalmente, prima di accorgersi che le era già arrivato l’ennesimo messaggio sul cellulare.

“ Hai indovinato, me l’ha suggerita lui la battuta. Ah, Benny, non fare domande a Simo, mi ha già mandato tipo diciotto SMS traboccanti panico. Io sto bene, non preoccuparti, non è per me che sono all’ ospedale. Alex ha avuto un’ incidente ma sta bene. Però domani non vengo a scuola, non sono ancora arrivata a casa da sta mattina: non ho aperto libro. ”

La ragazza si pentì subito di aver pensato un paio di insulti su Alex, mentre leggeva la prima frase dell’ SMS.

“Poverino! Potevi dirlo subito, evitavo di mandargli un colpo per la battuta su Pedobear. :( Salutamelo e digli che mi dispiace se muore da un momento all’ altro, visto che è colpa mia. Immagino di non dover dir nulla alle altre, giusto?”

“XD Sì, grazie. Cioè, sì grazie: non dire niente. Non vorrei fare allarmismo. Già che ultimamente mi sento di aver fatto troppo vittimismo. :P La scommessa, allora?”

Benedetta si alzò, portando con sè il telefono. Aveva spento il computer, ed era ora di Tutto In Famiglia. Di già. Il tempo volava quando si dedicava all’ ozio più totale. Mentre accendeva il televisore, scrisse la risposta all’ amica. “Se prendo più di 7 chiedo il numero a Walter. Non ridere. Lo faccio sul serio. Non posso stare lì a guardarlo per sempre, devo agire!”

“Quindi il 7 è escluso? Non ci sto. Prendi di sicuro più di sette. Non mi va che quel cretino ti faccia star male e Lisa sarebbe d’accordo con me!”

“Tanto glielo chiederei comunque. Allora, accetti? :D”

“Ma che scommessa è, se io non ho una penalità in caso di sconfitta? XD”

Quella testona stava cercando un modo per evitaredi accettare, e Benedetta lo sapeva bene. Bè, non attaccava.

“Ah, giusto. Se prendo 7 o meno, mi presenti quel figo con cui sei andata a casa oggi :D !”

“Se vuoi te lo presento e basta. Così magari dimentichi Pedobear!:D”

“Non pensarci nemmeno. Walter non si dimentica e smettila di chiamarlo così!! è carino in fondo. Allora, accetti?”

“E va bene. Per la cronaca è solo perchè tanto so che il numero glielo avresti chiesto lo stesso prima o poi. -.- E comunque non è carino nè in superficie nè in fondo, te lo posso assicurare.”

“Poco conta. Domani avrò il suo numero!”

 

***

 

Il telefono stava squillando insistente.

Genevieve era tornata, sì, ma erano venti minuti che cantava sotto la doccia. Arianne dovette nuovamente abbandonare la sua stanza per rispondere al telefono. Si alzò e corse in corridoio, per poi tornare indietro di corsa e recuperare le ciabatte. Le afferrò e raggiunse l’apparecchio telefonico.
Non era abituata a dover rispondere alle chiamate, la cosa un po’ persino la infastidiva. Tanto più che il loro telefono di casa aveva un suono fastidiosissimo. E poi odiava camminare scalza sul marmo freddo del corridoio.

« Pronto? » chiese, mollando le ciabatte in terra e infilandosele.

« Ciao Arianne, sono Rocco... »

Clic. Era stato più forte di lei: aveva riattaccato. Fissava diffidente l’apparecchio telefonico, come se le avesse appena giocato uno scherzo terribile. Quel dannato del suo cuore stava battendo come il martello di una giovane marmotta che sta fissando un picchetto in terra, per montare una tenda. E ora il suo cervello si era messo a fare similitudine peggiori di quelle di Agostini!

Il telefono squillò di nuovo.

« Pronto? » chiese, titubante, tuttavia con la voce ferma di sempre.

« Buonsera, sono Rocco Agostini. C’è Arianne?»

Alla ragazza venne da ridere. Cercava di essere gentile pensando che fosse stata sua madre a rispondere?

Riattaccò di nuovo e si concesse una risatina.

Lanciò un’ occhiata al telefono, intimandogli con lo sguardo di starsene buono e ciabattò verso la sua stanza, scuotendo il capo divertita.

Ma quell’ apparecchio non voleva saperne di tacere. Squillò nuovamente.

Arianne sbuffò e tornò indietro lungo il corridoio.

« Riry, ma che succede, cade la linea? » domandò sua madre dalla cucina.

«Più o meno! » ridacchiò lei, per poi tirare su di nuovo la cornetta. « Pronto? »

La voce che giunse dall’ altro capo era volontariamente distorta, in un falsetto rappresentante l’ esilarante imitazione di una ragazza. « Ciao! Sono Sophia, c’è Ary? »

Arianne non potè trattenersi e suo malgrado scoppiò a ridere, mentre il suo cuore veniva sopraffatto da una inconsueta euforia e martellava allegramente nel suo petto.

« Ah! Eri tu allora! » esclamò il ragazzo.

Lei ridacchiò un’ ultima volta per poi calmarsi con un respiro profondo. « E chi volevi che fosse?! »

« Giusto. Sei contenta? »

« No » si affrettò a rispondere, scattando subito sulla difensiva. Poi ci pensò su e azzardò a chiedere: « Di cosa? »

« Ti ho chiamata » spiegò Rocco con semplicità-

« Quindi? »

« Quindi... usciamo? »

Arianne arrossì, presa alla sprovvista. « Manco morta. » Perchè diavolo era arrossita? Non aveva senso. Quello con cui parlava era Agostini, non Romolo!

« Peccato. » rispose lui. « Allora usciamo domani? »

« Scordatelo. »

« Ma allora perchè dovevo chiamarti?! »

Arianne alzò gli occhi al cielo e sorrise. « Non so, l’hai fatto tu. » osservò, con un pizzico di sarcasmo.

Rocco parve pensarci su. « Giusto. Però se non l’avessi fatto ti saresti arrabbiata. »

« Non credo » ammise lei.

« Perchè no? Ieri l’hai fatto » 

La Venturi sospirò, sconfortata.  Proprio non ci arrivava? « Ieri me l’avevi promesso! Vedi, il problema essenzialmente è questo: tu non prendi le cose seriamente. Se tutti prendessimo tutto sullo scherzo e dimenticassimo delle promesse, il mondo andrebbe a rotoli. Le relazioni andrebbero a rotoli. » specificò l’ultima frase con un filo di voce, lo sgaurdo perso nel vuoto e un vito avvolto nel filo del telefono.

« Noi abbiamo una relazione? » azzardò il moro, speranzoso.

« No ».

« Peccato » .

Arianne fece una smorfia ma non rispose, continuando ad attorcigliare il filo attorno al dito indice.

« Perché? »

« Perché…? »

« Perché non ce l’abbiamo? »

Glielo chiese con una semplicità disarmante che la lasciò senza parole, boccheggiante. Che domanda era? Come poteva rispondergli? Arrossì, questa volta per il puro imbarazzo della situazione. « Perché… io sto con Romolo.» Non appena ebbe concluso la frase, qualcosa nella sua testa si accartocciò, facendole capire che non c’era una motivazione peggiore da dare.

« Ma se lui non ci fosse? »

Quella discussione la stava mettendo decisamente in difficoltà. Lei odiava non sentirsi all’ altezza delle situazioni, questo metteva a dura prova il suo orgoglio. « Ma lui c’è » Tuttavia non se la sentiva di troncarla. In fondo non le dispiaceva la conversazione con Rocco.

« Ma se non ci fosse?»

« è inutile fare supposizioni. A che ti serve sapere come sarebbero le cose in una realtà alternativa, se tanto vivi in questa? Noi viviamo in questa, e qui Romolo c’è. » rispose, non senza un pizzico di malinconia. Sì, Romolo c’era, ma non si faceva sentire da un po’. Durante la loro ultima conversazione lei era morta dalla voglia di insultarlo e andarsene via, lontano da lui.

« Purtroppo. » commentò Rocco, a mezza voce, in tono amaro.

« Come scusa? » Arianne si era distratta e aveva sentito solo un mormorio, senza ascoltarlo veramente. In realtà aveva una mezza idea di ciò che Rocco poteva aver detto, ma le piaceva parlare con lui in quel modo e non voleva che lui si giocasse la sua buona disposizione –momentanea- con qualche  battutina. Non aveva idea del perché, e non era nemmeno sicura di volerlo sapere. Tanto non l’avrebbe mai ammesso.

« Dicevo che forse hai ragione ».

Arianne apprezzò la bugia del ragazzo, e sorrise consapevole che quelle verità fossero solo una scusa per evitare di farla arrabbiare. « Come al solito, insomma »

Lui rise. « Già! » Tacque qualche secondo, poi se ne uscì con una frase che fece rimanere la ragazza di sasso. « Secondo te Gianlu e Soph sarebbero una bella coppia? »

« EH?! » Era di nuovo rimasta indietro sulla tabella di marcia.  Quel tipo seguiva un filo logico completamente sfasato, e parlava come se tutti potessero stargli dietro. « No, non credo » rispose finalmente, quando riuscì a metabolizzare il cambio di argomento. « Lei ha ancora la testa altrove, purtroppo. Anche se mi hanno detto che oggi se n’è andata via da scuola con un tizio. »

« Per me sarebbero una bella coppia. »

Rocco stava evidentemente cercando di renderla partecipe, mentre fantasticava per i fatti suoi, capì la ragazza. Arianne apprezzava il tentativo, ma non era sicura di riuscire a seguire i suoi ragionamenti sconclusionati. « A lui piace Soph? » chiese, cercando di capire meglio.

« No, ne dubito. »

Arianne inarcò un sopracciglio. « E a lei piace lui? » Questa volta era lei a dubitarne.

« Nàà, non credo proprio! »

Lei boccheggiò, esterrefatta. Le sembrava di avere a che fare con un bambino. « E allora come potrebbero essere anche solo una coppia?! »

Rocco rise. « Devi essere meno razionale. Fare supposizioni non è un crimine, e nemmeno abbandonarsi alla fantasia. Una lettrice come te dovrebbe saperlo bene. »

La ragazza si zittì. « Come… come fai a sapere che mi piace leggere? » Era più che certa che non gliel’avesse mai detto. Dubitava che un maschio chiedesse certe su di una ragazza. E dubitava più che altro che potesse fregargliene anche solo minimamente.

« Boh. Comunque secondo me quei due sarebbero... »

Arianne sospirò. « ... una bella coppia, già. »

« Lo pensi anche tu? » chiese , sorpreso.

« Sì. Se solo si piacessero, intendo. »

« E io perchè non ti piaccio? »

Arianne sbiancò, poi divenne color peperone. Passò tutti i colori dei peperoni, a dirla tutta: giallognola, verdastra e poi rossa. Attorcigliò per l’ennesima volta il filo attorno al dito indice, cercando un modo per rispondere. Cosa avevrebbe dovuto dirgli? Tutto ciò era assurdamente imbarazzante. Una persona piace o non piace. E se non piace non è che si sta a pensare al perchè. La si ignora e basta, come si fa con tutti gli sconosciuti o con le persone di cui non interessa. Lui non le piaceva, punto. Lui era infantile, inconcludente, incostante e irresponsabile. Era dispettoso, strambo e un po’ suonato. Lei era orgogliosa, testarda, sicura di sè. Seria e coerente. Affidabile e responsabile. Matura e piuttosto equilibrata.  Cos’avevano in comune? La loro migliore amica. Questo tuttavia ciò poteva bastare a malapena per un’ amicizia.

« Non... » prese un po’ di tempo, poi decise di rispondere la verità, seppur le pareva una risposta insignificante di cui lei non si sarebbe mai accontentata: « Non lo so ».

Dopo qualche istante di silenzio Rocco rise. « Ottimo! Questo significa che ho ancora qualche possibilità! » esclamò, allegro.

Arianne scoppiò a ridere, stupita dalla reazione di lui. Erano così... diversi! Lei si sarebbe arrabbiata per una risposta così insulsa come la sua, ma lui no. Lui si era accontentato e, anzi, ne sembrava felice. « Non ho idea del perchè tu dica così, e, fidati, non lo voglio sapere! » ammise, divertita. E serena.

Anche Rocco rise.

E pure una terza voce.

Arianne strinse i pugni attorno a quel filo tutto arrotolato con cui aveva giochicchiato fino a quel momento. Che diavolo ci faceva una terza voce dentro al telefono?

Si voltò verso la porta del bagno, dietro di lei, dalla quale non veniva più alcun rumore.  « GENEVIEVE! Per quale futile motivo stai origliando?!  » sbottò furiosa.

« Ho fatto qualcosa di sbagliato? » domandò Ago, confuso. Perchè si era arrabbiata, ora?

Arianne sgranò leggermente gli occhi. Non aveva combinato niente quella volta, non lui. « No, scusa, non ce l’ho con te. Ora è meglio che vada, scusa »

« Ok. A domani! » la salutò Rocco,  allegro.

La ragazza udì un’altra risatina e sentì il sangue pulsarle forte nelle vene. « Ciao. » riattaccò, e si voltò verso la stanza di sua sorella come una furia. Dannazione a lei e alla volta che le aveva regalato quel dannatissimo telefono che quella pazza teneva sul comodino! Non avrebbe mai pensato che l’avrebbe usato per origliare le sue conversazioni!

Una risata venne da dietro la porta chiusa a chiave. « Notte, Riry, a domani! » salutò, per poi sgattaiolare al sicuro sotto le coperte.

Arianne sbuffò sonoramente, furiosa.

In fondo da Genevieve ci si poteva aspettare di tutto, sì... ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivata a tanto. Ma l’avrebbe pagata. Oh, yes.

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