Capitolo 2
Teatro e magia
Martha e Rose raggiunsero la stanza che gli era stata
indicata. L’interno era molto spartano, niente elettricità, un letto, e una brandina
accanto, più un mobile davanti ai giacigli. Martha teneva in mano una candela e
iniziò a dare un occhiata in giro.
“Però non è molto comodo.” Disse, ma la preoccupazione di
Rose era su altro. Aveva imparato, viaggiando con il Dottore che ogni cosa poteva
succedere, ma la magia, sinceramente era l’ultima cosa che si aspettava.
“Allora, è sempre così con lui?” sentì Martha chiederle,
distraendola dai suoi pensieri.
“La maggior parte delle volte.” Le rispose.
“Certo, è la prima volta che abbiamo a che fare con la
magia.” Specificò riflettendo su quello che era successo.
“Da quanto viaggiate insieme?” chiese ancora l’altra.
Rose ci pensò un attimo.
“Quasi tre anni ormai.” Le rispose.
“O quattro…. Sai è difficile a
dirlo. Viaggiando sul Tardis ti dimentichi del tempo che passa.” Spiegò meglio,
Martha si avvicinò ulteriormente.
“Ma come fai con la tua famiglia, gli amici?” chiese
ancora.
“Oh beh…con mamma ci sentiamo
spesso.. anzi ora che me lo hai ricordato la dovrei chiamare.” Disse con calma.
“E’ il lavoro?” chiese ancora Martha sorpresa.
“Non ho un lavoro. Questa è la mia vita adesso.” Disse
convinta.
Il Dottore entrò in quel momento, anche lui pensieroso
come Rose.
“Eccoti finalmente.” Disse Martha sorridendogli.
“Tutto bene?” chiese Rose.
“Si.” Si guardò attorno nella stanza.
“Beh, mi aspettavo di peggio.” Disse riferendosi alla
stanza.
“Non è un cinque stelle.” Specificò Rose con ironia. Il
Dottore le sorrise e si gettò sul letto, riprendendo il corso dei suoi
pensieri,appoggiando la testa al muro.
“Allora chi va do….” Stava per
chiedere Martha, ma Rose si era già messa accanto al Dottore, che le aveva
fatto immediatamente spazio.
“Come non detto.” Disse sottovoce.
“Che fai dormi li?” chiese il Dottore notando che non si
era ancora mossa. Imbarazzata, mise la candela accanto alla brandina e si
accomodò di sopra.
“La magia…non me l’aspettavo.
Un po’ alla Harry Potter.” Disse la ragazza mentre si metteva più comoda che
poteva, Rose guardò il Dottore.
“Uh…aspetta di leggere l’ultimo
libro.” Disse lui.
“Lui ha pianto.” Aggiunse Rose con ironia, facendo
scattare il Dottore.
“Non è vero. Io non ho pianto.” Le rispose fingendosi
offeso.
“Si ch’è vero, c’è voluta una settimana per riprendersi.”
Specificò la ragazza.
“Ma è tutto vero? Intendo le streghe, la magia nera e
tutto il resto?” chiese ancora Martha.
“No, certo che no.” Rispose Rose sicura, ma un dubbio le
balenò subito in testa, del resto con il Dottore mai dire mai.
“Non è vero Dottore?” chiese conferma.
“Assolutamente.” Le rispose come se fosse la cosa più
logica del mondo.
“E io che ne so, ho appena iniziato a credere nei viaggi
nel tempo.” Disse Martha giustificandosi.
“Allora Dottore, cosa pensi che sia questa volta?” chiese
la bionda.
“Potrebbe essere energia psichica, ma un essere umano non
può canalizzarla così senza un generatore enorme. Lo avremmo di certo visto.”
spiegò più a se stesso che a Rose.
“Non potrebbe trattarsi di qualche specie aliena arrivata
qui su un asteroide?” chiese la ragazza, ricordando l’esperienza con il lupo
mannaro. Il Dottore la guardò soddisfatto della sua osservazione.
“Ottima osservazione, Dame Rose.” Le disse il Dottore
scherzando sulla sua onorificenza.
“Di che parlate?” chiese Martha curiosa.
“Lunga storia.” Le rispose Rose.
“Ma non credo che sia una specie a modulazione luminosa.”
Rifletté ancora il Dottore.
“Non so voi, ma io sono un po’ stanca, quindi preferisco
rimandare a domani, buona notte.” Disse Martha dando le spalle ai due e
spegnendo la candela.
“Allora come ci muoviamo domani?” chiese Rose sottovoce
per non disturbare Martha, il Dottore sembrò pensarci ancora su, poi sbuffò e
si mise più in basso, allineandosi con Rose.
“Ci penseremo domani. Ora tu dovresti fare come Martha e
riposarti.” Le disse con molta dolcezza.
“Non sono stanca, e poi detto fra noi non riuscirei a
dormire su questo letto.” Si lamentò.
“Sul serio, perché qualche volta non mi porti in un
bell’albergo, con tutte le possibili comodità.” Si lamentò la ragazza
sorridendo.
“Non mi sembra che, ti lamentavi poco fa in presenza di
Will.” Disse il Dottore enfatizzando il nome di Shakespeare. Rose alzò un
sopragiglio.
“Che hai? Sei geloso per caso?” gli chiese divertita,
capendo che era così.
“Non essere ridicola.” Rispose il Dottore arrossendo un
po’.
“E’ meglio che dormi.” Continuò cambiando discorso. Rose
era al quanto soddisfatta di questa sua reazione, era la prima volta che le
dimostrava gelosia. E’ anche vero che in precedenza sia con Adam che con Jack
non si era risparmiato, ma da quando si era rigenerato non era più successo.
“Comunque non è il mio tipo.” Gli disse in un sussurro
guardandolo negli occhi.
“Davvero?”
“Davvero!” confermò sorridendogli dolcemente. Il Dottore
la guardava rapito dal suo sorriso e dai suoi occhi. Per un attimo Rose ebbe la
sensazione che in quel momento il Dottore desiderasse baciarla. Al solo pensiero,
di poter condividere un gesto così intimo con lui, le sue guancie si
infuocarono, per fortuna il buio della stanza avrebbe impedito a lui di vedere
il rossore, almeno così sperava. Il Dottore si mise sdraiato sulla schiena, le
circondò le spalle con il braccio e la strinse al suo petto, facendola
arrossire ulteriormente. Appoggiò il viso sul petto, e riuscì a sentire i due
cuori battere all’impazzata, mentre lui le accarezzava i capelli. Chiuse gli
occhi godendosi a pieno quel momento di intimità tra loro.
Un urlo agghiacciante li fece scattare a tutti e tre, che
corsero in direzione della stanza di Shakespeare, da dove proveniva l’urlo. Il
Dottore e Martha si occuparono della donna, Dolly Bailey riversa sul pavimento.
Rose corse alla finestra, vedendo allontanarsi su una scopa, una streghe che
ghignava nell’oscurità della notte.
“Cosa è successo?” chiese Shakespeare svegliato anche lui
dall’urlo.
“Il suo cuore ha ceduto.” Disse Martha dopo aver
controllato i battiti.
“E’ morta di paura.” Aggiunse il Dottore.
“Dottore.” Chiamò Rose, lui subito fu al suo fianco.
“Cosa hai visto?” le chiese guardando fuori dalla
finestra.
“Una strega.” Rispose lei non riuscendo staccare gli
occhi dall’orizzonte.
Shakespeare riuscì a procurare al Dottore le mappe della
città, dove iniziò a cercare la strada indicata dall’architetto Peter.
“Eccola, All Hallows Street. Noi le rintracceremo. Will tu vai al Globe,
non so come ma ferma quella commedia.” Disse il Dottore con fermezza.
“Oh, lo farò.” Rispose l’autore.
“In tutti questi anni, sono stato l’uomo più intelligente
che conosca, ma accanto a voi non so niente.” Disse stringendogli la mano con
enfasi. Le due ragazze si guardano.
“Oh, non ti lamentare.” Aggiunse Martha.
“Non mi lamento. E’ meraviglioso.” Aggiunse ancora Shakespeare.
il Dottore prese la sua giacca.
“Buona fortuna Dottore.” Disse.
“Buona fortuna Shakespeare.” Ricambiò prendendo la mano
di Rose, correndo via.
Arrivarono nella strada indicata da William guardandosi
intorno.
“Ci siamo, All Hallows Street.” Disse il Dottore seguito da Rose e Martha.
“Si, ma quale casa?” chiese Rose guardandosi intorno.
“Io ci ho pensato, e mi sfugge qualcosa.”iniziò Martha
quando i tre si fermarono.
“Il mondo non è finito nel 1599, io e Rose ne siamo la
prova vivente.” Disse. “Vedi Martha, il tempo non è come lo immaginiamo noi.”
Iniziò a spiegarle Rose.
“E’ in continuo mutamento, e come un flusso o qualcosa
del genere.” Cercò di spiegarle, ma anche lei aveva sempre avuto difficoltà a
capirlo.
“Continuo a non capire.” Disse Martha, la bionda tirò la
mano del Dottore attirando la sua attenzione.
“Sarà il caso che sia tu a spiegarlo.” Gli suggerì
tirandosi indietro.
“Ahhh come spiegare la
meccanica del flusso temporale.”si lamentò tornando accanto alla ragazza.
“Aspetta lo so.” Disse colto da un illuminazione.
“E come in Ritorno
al futuro.” Disse soddisfatto.
“Il film?” chiese l’altra dubbiosa.
“No, la telenovela. Certo il film.” Le rispose un po’
scorbutico, Rose gli strattonò la mano.
“Sei stato scortese, di nuovo.” Lo richiamò.
“Stavolta non è stata colpa mia.” Si giustificò
“Comunque nel film, Martin McFly
torna indietro nel tempo e cambia la storia.” Iniziò a spiegare.
“E comincia a svanire, l’ho visto.” Continuò Martha un po’ offesa.
“Ah non me lo dire, io allora svanirò.” Disse poco
convinta, il Dottore alzò gli occhi al cielo a quel punto intervenne Rose.
“Martha, il nostro futuro, il futuro della razza umana,
finirà adesso nel 1599 se non riusciamo a fermarli.” Le disse con più calma e
seriamente.
“Ma quale casa?” chiese il Dottore tornando alla ricerca.
Una porta davanti a loro di aprì da sola, attirando
l’attenzione dei tre.
“O meglio, quale casa stregata!” si corresse il Dottore
guardando le due.
“Ok, questo si ch’è un trucchetto
alla Harry Potter.” Disse Rose con ironia.
Il Dottore condusse le due all’interno della casa, fino
ad arrivare nella sala centrale, illuminata dalle candele, con un calderone al
centro della stanza. In piedi davanti a loro la cameriera che c’era alla
locanda.
“Deduco che siamo attesi.” Disse il Dottore entrando.
“Credo che la morte stia attendendo te, Dottore, da molto tempo.” Disse, e Rose strinse ancora
di più la sua mano. Martha invece si fece avanti.
“Bene, ora tocca a me.” Disse mettendosi davanti ai due.
“Martha ferma.” La richiamò Rose.
“So come farlo.” Le rispose lei, continuando a guardare
la donna davanti a lei.
“Il tuo nome è Carionite.” Disse puntandole il dito contro, ma non
successe nulla.
“Ohhh!” scherzò l’avversario
divertito.
“Cosa ho sbagliato? E’ stato il dito?” chiese voltandosi
verso gli altri due.
“Il potere del nome funziona solo una volta.” La informò
la donna avvicinandosi a lei.
“Osserva.” Disse puntandole il dito contro.
“Io fisso questo inutile mucchietto di ossa e ora nomino
te Martha Jones.” Disse con enfasi, in pochi attimi la ragazza perse i sensi.
“Martha.” Urlò Rose chinandosi su di lei.
“Che cosa hai fatto?” chiese invece il Dottore arrabbiato,
chinandosi accanto a Rose.
“Dorme soltanto purtroppo.” Disse sorpresa mentre si
guardava il dito.
“Curioso, il nome ha meno impatto, in qualche modo è
fuori dal suo tempo.” Disse per poi tornare a fissare il Dottore.
“E quanto a te Sir Dottore.” Disse puntandogli il dito
contro.
“Affascinante.” Disse colpita, vedendo che non c’era
reazione.
“Non c’è nessun nome. Perché un uomo dovrebbe nascondere
il suo con tanta disperazione.” Disse attirando l’attenzione di Rose che guardò
il Dottore.
“Oh ma guarda.” Disse come se avesse capito qualcosa di
importante.
“C’è un nome che ha potere su di te.” Disse soddisfatta.
“I nomi non funzioneranno con me.” La sfidò il Dottore.
“Voliamo vedere?” disse lei allontanandosi, spostando la
sua attenzione a Rose.
“Soffia il vento del nord, mentre il lupo ulula alla
luna.” Disse puntando il dito, il Dottore si alzò di colpo ponendosi di fronte.
“Non ci provare.” Disse il Dottore, ma la donna gli
sorrise con ironia.
“Invocando il nome: Rose.” Disse e la ragazza cadde priva
di sensi, mentre il Dottore corse verso di lei.
“Rose!”
Sentì la voce del Dottore che la chiamava in lontananza,
il suo tono era preoccupato, gemette senza rendersene conto. Aprì gli occhi
lentamente incontrando il sorriso del Dottore che aumentava, era appoggiata
alle sue gambe e le braccia la stavano sostenendo, una sensazione stupenda,
indescrivibile.
“Ciao.” La salutò dolcemente tenendola ancora tra le
braccia.
“Ciao.” Le rispose con la stessa dolcezza. Si guardarono
negli occhi, come quella volta su Nuova Terra, aveva lo stesso sguardo dolce
misto a preoccupazione.
“Mi sono persa qualcosa?” gli chiese con ironia senza
staccare gli occhi da lui.
“Le solite cose.” Le rispose ricambiando il sorriso
“Bentornata.” Le disse, sorrisero insieme sollevati di
essersi ritrovati.
“Sarà meglio muoverci.” Disse Martha riportandoli alla
realtà.
“Martha! Stai bene?” chiese Rose mentre il Dottore
l’aiutava ad alzarsi.
“Si.” Le rispose di fretta. Il Dottore le prese la mano.
“Allons-y.” Disse conducendole di fretta, fuori dalla
stanza, seguito dalle due.
Fine
Capitolo II
Correzione: Eccovi anche il secondo capitolo revisionato.