Note dell’autore: Eccovi la
prima parte del “Il codice Shakespeariano” della mia terza stagione con Rose,
spero davvero che vi stia piacendo e ringrazio sia Little Fanny che
BadWolfTimeLord, per il loro sostegno e le storie che ogni settimane scrivono
su questo magnifico telefilm. Continuate a recensire, grazie. Buon
divertimento.
Disclaimer: Doctor Who
e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i
diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.
Il codice Shakespeariano
Capitolo 1
L’incontro con il mito
Martha e Rose si tenevano strettamente alla console del
Tardis, mentre il Dottore lo guidava tra gli scossoni. La nuova arrivata,
sembrava un po’ terrorizzata dal trambusto, mentre per Rose, ormai era diventato
puro divertimento.
“Come si viaggia nel tempo? E cosa alimenta la macchina?”
chiese Martha, il Dottore alzò gli occhi al cielo.
“Non togliamo il divertimento e il mistero da tutto, Martha.
Non chiedere va e basta.” Disse il Dottore, Rose non riuscì a non sorridere a
quella risposta, degna di lui. L’ altra ragazza non sembrava affatto
soddisfatta.
“Fa sempre così?” chiese a Rose.
“Oh si!” Le rispose sorridendo, mentre cercava di aiutare
il Dottore.
“Reggetevi forte.” Le avvertì, ma quando il Tardis si fermò,
Martha cadde sulla grata. Rose e il Dottore invece, scoppiarono a ridere
insieme, ricordando tutte le volte precedenti in cui era successo a loro.
“Tutto bene?” chiese Rose a Martha aiutandola ad alzarsi.
“Si, niente di rotto.” Rispose. Il Dottore prese la sua giacca
e velocemente anche quella di Martha.
“Bisogna superare un esame, per guidare quest’affare?”
chiese Martha, sempre più curiosa.
“Si, è lui non l’ha superato.” Rispose Rose.
“Ora approfittane.” Le disse il Dottore, le lanciò la sua
giacca e di corsa raggiunse le porte del Tardis, seguito da un eccitata Rose.
“Ho promesso un viaggio, e uno solo.” le continuò
a dire fermandosi davanti alle porte.
“Fuori da queste porte, c’è un mondo tutto nuovo.” La
invitò.
“Dove siamo?” chiese ancora la ragazza.
“Non chiedere, guarda solamente.” Le rispose Rose
entusiasta.
“Dopo di te.” Le disse il Dottore, aprendo la porta,
facendosi da parte invitandola ad uscire. La ragazza eseguì, seguita prima da
Rose e poi dal Dottore, che si scambiarono uno sguardo complice, entrambi a
ricordare il loro primo viaggio insieme.
“Oh no… è pazzesco.” Martha
disse, nel vedere lo spettacolo che c’era davanti ai suoi occhi. Il Dottore guardava
soddisfatto la sua espressione.
“Non ho parole… Non riesco a
credere ai miei occhi, c’è l’abbiamo fatta, abbiamo viaggiato nel tempo.” Disse
stupefatta la ragazza. Rose si avvicinò a lei.
“Anche a me, ha fatto lo stesso effetto, la prima volta.”
Le sussurrò complice, sperando di metterla a suo agio.
“Ma dove siamo…no, scusa mi
devo abituare a questo nuovo linguaggio...quando siamo?” chiese ancora guardandosi
attorno. Il Dottore guardò in alto, notando un tizio che svuotava su di loro un
secchio.
“Attente!” disse tirando sia Rose che Martha indietro.
“Da qualche parte, prima dell’invenzione del gabinetto”
spiegò il Dottore, disgustato da ciò che era arrivato a terra.
“Mi dispiace tanto.” Aggiunse.
“Ho visto di peggio. Ho fatto il turno di notte
all’ospedale.” Disse Martha cercando di non guardare a terra.
“Credimi, questa non è neanche la cosa più schifosa che
ho visto, da quando viaggio con lui.” Disse Rose, il Dottore la guardò e
sorrise, la prese per mano e fece strada.
“Non stiamocene qui, allons-y.”
Disse facendo strada.
“Ma…siamo al sicuro? Cioè
possiamo andare in giro tranquillamente?” chiese Martha fermando i due.
“Certo che possiamo, perché me lo chiedi?” Le rispose il
Dottore non capendo il motivo del suo dubbio.
“Come in certi film, se pesti una farfalla, cambi il futuro
del mondo.” Spiegò la ragazza, Rose e il Dottore si guardarono, sorpresi
trattenendosi dal ridere.
“Facciamo così allora, non calpestare le farfalle. Che ti
hanno fatto le farfalle?” chiese il Dottore con ironia, riprendendo a camminare
con Rose.
“E se… non lo so…per caso uccido mio nonno?” chiese ancora andandogli
dietro. Il Dottore si voltò ancora verso di lei.
“Hai intenzione di farlo?” chiese.
“No.” Rispose scontata Martha, Rose le si avvicinò
lasciando la mano del Dottore.
“Rilassati Martha, lascia perdere queste cose, e goditi
il momento. Abbiamo viaggiato nel tempo, in pochi hanno avuto questo
privilegio.” Le suggerì la bionda, per poi riprendere a camminare accanto al
Dottore.
“Allora, siamo a Londra?” chiese stringendogli la mano.
“Credo di si. Intorno al 1699.” Le rispose guardandosi
attorno. Martha si mise accanto a Rose.
“Aspettate…ma io sono a posto?
Non verrò portata via come schiava, vero?” chiese ancora, fermandosi per l’ennesima
volta. Rose non riuscì a non roteare gli occhi al cielo, sembrava che non
avesse ascoltato per niente il suo consiglio.
“Perché dovrebbero farlo?” chiese il Dottore.
“Hai notato che non sono propriamente chiara?” disse la
ragazza, come se fosse la cosa più ovvia.
“Beh! Io non sono umano, cammina con aria di
superiorità.” Le rispose un po’ infastidito, Rose gli strinse la mano, riprendendo
a camminare.
“Stai diventando un po’ scortese.” Gli sussurrò.
“Scusa.” Disse rivolto a Martha.
“Comunque rimarreste sorprese. L’Inghilterra Elisabettiana
non è tanto diversa.” Disse, indicando due uomini accanto a loro, che
raccoglievano letame dalla strada.
“Guardate, fanno il riciclaggio.” Spiegò, continuando a
camminare. Per poi vedere due uomini accanto ad una botte che bevevano.
“Refrigeratore d’acqua.” Spiegò il Dottore, indicando i
due. I tre passarono accanto ad un predicatore, che parlava della fine del
mondo.
“Riscaldamento globale.” Aggiunse il Dottore.
Poi come colto da una folgorazione lasciò la mano di Rose,
e si mise davanti alle due.
“Oh si, poi l’intrattenimento. L’intrattenimento popolare
per le masse.” Spiegò iniziandosi a guardare attorno.
“Se non sbaglio…siamo lungo il
fiume, vicino a Southwark.”
Disse, riprese la mano di Rose e iniziarono a correre, seguiti da Martha.
“Proprio vicino a …” disse girando l’angolo, per poi
fermarsi.
“Ah…si. Il Globe Theatre!” esclamò entusiasta, le due ragazze si guardarono
e sorrisero, alla vista dell’imponente struttura, illuminata dalle fiaccole.
“Nuovo, appena aperto. In realtà non è un globo è più un
tetra decano, quattordici lati.” Spiegò velocemente. Si voltò verso le sue
accompagnatrici.
“E al suo interno, c’è lui in persona.” Disse dondolando
sulle sue gambe.
“Non dirai sul serio.” Disse Martha.
“Vuoi dire che lì dentro c’è Shakespeare?” chiese Rose
con un largo sorriso.
“Oh, si. Non è brillante?” disse il Dottore, mettendosi
in mezzo alle due, offrendo ad entrambe un suo braccio.
“Miss Tyler, Miss Jones, verreste con me a teatro.” Le
invitò, le due sorrisero divertite afferrandogli il braccio contemporaneamente.
“Molto volentieri.” Rispose Martha.
“Al ritorno potrete dire che avete visto Shakespeare.”
Disse il Dottore incamminandosi, Rose sorrise ricordando il suo incontro con
Dickens.
“Certo, come io ho raccontato di aver incontrato
Dickens.” Rispose scoppiando in una risata.
“Mi prendi in giro?” chiese Martha sorpresa.
“Oh no! Un tipo davvero simpatico.” Le rispose.
“Ci ha anche salvato la vita.” Aggiunse il Dottore.
Alla fine dello spettacolo, il Dottore trascinò le due
verso una locanda per incontrare di persona il suo idolo, cercando di capire
meglio la questione dell’opera scomparsa. Giunsero in una stanza dove Shakespeare,
seduto ad una scrivania, sembra stesse discutendo con altri due.
“Salve.” Entrò il Dottore, bussando sulla porta già
aperta.
“Scusate non vi ho interrotto. Il signor Shakespeare
immagino.” Disse entrando di presunzione nella stanza, senza badare troppo ai
soliti convenevoli. Rose e Martha erano subito dietro di lui.
“No. No, no, no.” Disse Shakespeare passandosi la mano
sulla fronte.
“Chi vi ha fatto entrare? Niente autografi e no, non
potete farvi ritrarre con me. Per favore non chiedetemi dove prendo le idee,
grazie per l’interessamento. Ora da bravo sciò.” Invitò il Dottore ad uscire,
ma non appena alzò lo sguardo vide Rose e Martha fare capolino dietro lui,
cambiò atteggiamento.
“Non sembra tanto simpatico.” Sussurrò Rose al Dottore.
“Oh, santo cielo, cosa vedono i miei occhi. Sedetevi pure
vicino a me.” Invitò le due ragazze, mentre cacciava via gli altri due.
“Due splendide dee al mio cospetto.” Disse, mentre le due
si mettevano a sedere proprio davanti a lui. Il Dottore si tolse la giacca
mettendosi accanto a Rose. La bionda si voltò per un attimo e notò una giovane
cameriera proprio in un angolo buio della stanza, ebbe una strana sensazione,
ma i suoi pensieri vennero fermati dalla voce di William.
“E che abiti insoliti, molto…
fascianti.” Disse l’uomo, continuando a guardare tra Martha e Rose.
“In verità, è tessuto elasticizzato.” Rispose Martha un
po’ imbarazzata, ma il Dottore tentò di intervenire.
“No, non parlare così” le disse sottovoce, tirò fuori la
sua carta psichica per mostrarla a Shakespeare.
“Io sono Sir Dottore del Tardis, lei è Dame Rose di
Powell Estate e lei la nostra amica Lady Martha Jones.” Shakespeare guardò,
quasi divertito la carta psichica del Dottore.
“Interessante, ma quel pezzo di carta è bianco.” Disse,
il Dottore rimase senza parole, mentre Rose preoccupata lo guardò, Martha si
porse in avanti per guardare il documento.
“Oh..molto intelligente, questo dimostra un vero genio.”
Disse il Dottore con tono rapito.
“No, qui c’è scritto, Sir Dottore, Dame Rose e Lady
Martha.” Insistette Martha.
“Io dico ch’è bianco.” Disse Shakespeare con fermezza.
“E’ una carta psichica.” Cercò di spiegare Rose. Il
Dottore sbuffò.
“E’ una lunga storia…detesto doverlo spiegarlo ogni volta.” Disse il
Dottore infastidito.
“Psichica? Parola mai sentita è le mie parole sono il mio
forte. Chi siete voi, anzi meglio, chi è questo splendido raggio di sole che le
siede accanto.” Disse flirtando apertamente con Rose, la ragazza sorrise
imbarazzata, non riuscì a nascondere il rossore sulle guancie.
“Rose.” Disse timidamente.
“Rose! Che nome melodioso, splendido.” Disse prendendole
la mano e baciandole il dorso.
“E lei sa essere molto galante.” Gli rispose lusingata,
gli sembrava di essere tornata indietro, al suo primo incontro con Jack.
“Non darmi del lei, ma chiamami Will.” Le continuò a dirle
suadente. La ragazza sorrise divertita.
“Bene, Will.” Aggiunse. Il Dottore li fissò per niente
divertito. Poi l’uomo si voltò verso Martha.
“E ditemi, chi è quest’altra squisita donna negra.” Disse
sognante, sia Martha che Rose furono sorprese da questo linguaggio.
“Che cosa ha detto?” chiese sconvolta Martha.
“Ops..non è una parola che
usiamo oggi giorno? Preferite ragazza etiope, una donna scura, o regina
d’Africa.” Continuò, e l’ interessata si voltò, completamente sconvolta, verso
il Dottore.
“Che sta dicendo?” chiese ancora.
“Il political correctness non è ancora stato inventato.” Sussurrò il
Dottore.
“Martha viene da una terra lontana. Freedonia.” Spiegò il
Dottore improvvisando, Shakespeare non sembrava particolarmente convinto. Per
fortuna non ebbe il tempo di indagare ulteriormente, perché nella stanza entrò
un uomo.
Fine
Capitolo I
Correzione: E arrivo a correggere anche questo, spero di concludere
tutta la storia entro stasera. Ricordo sempre la pagina di facebook:
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