Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Capitolo 1 Sono a Parigi, sono a Parigi, sono a Parigi! Parigi, la città migliore al mondo. Parigi, la capitale francese. Parigi, Paris! Sono a Parigi! Paris! Ripeto come una litania, come un karma, come se dovessi convincere me stessa di essere a due passi dalla Tour Eiffel! Come se sentirmelo dire fosse la conferma che non stia sognando! Mi pizzico leggermente, non proprio leggermente, il braccio. Fa male! Bene, sono a Parigi davvero! Finalmente! Adesso però, Amy, prendi la valigia e vai in albergo! L’albergo non ha le gambe, muovi le tue! Detto fatto, in pochi minuti sono fuori dalla stazione. Valigia in mano alla ricerca dell’hotel “Mercure”, dove ho prenotato. E' buffo che io, Amy, abbia prenotato al Mercure. Mi viene da sorridere, è un tempo passato! Il concierge, appena mi vede entrare, si precipita a prendere le valigie. In Italia me la sogno un’accoglienza così: a malapena viene un facchino( forse sono troppo cattiva, lo so)! Certo, non ci sono i palloncini di benvenuto; ma l’aspetto e l’efficienza del ragazzo sono perfetti. Mathieu Cordier (noto il nome sul cartellino identificativo) è alto, capelli castani e occhi scuri. Una volta in camera per prima cosa apro il frigo bar: controllo quante cose ci sono; cose che NON sfiorerò mai; e dopo una veloce ispezione del luogo mi butto sul letto. Okay, ispezione e sopralluogo forse sono termini troppo ‘detectivosi’, lo ammetto! E’ l’abitudine: in tutti gli alberghi in cui sono stata ho avuto sempre il terrore che mancasse qualcosa, che qualcosa fosse rotto o rovinato. In poche parole, l’incubo della cauzione! Gite scolastiche! Quando camere con due letti si trasformano improvvisamente in camere da quattro persone, per gli sventurati studenti. Lettini dove per sdraiarsi, non dico dormire, sdraiarsi, servono le valigie per far sì che i piedi non tocchino terra. Fortunatamente, quel periodo è finito; sfortunatamente, da tre anni! Oggi, la mia camera singola, è una camera singola; con un bagno e un box doccia funzionanti. Solo per questo inizio a fare salti di gioia: non dovrò temere l’allagamento. La lampada è perfetta: potrò leggere prima di addormentarmi senza rischiare di rimanere fulminata. Il letto è quasi troppo ampio. Tv satellitare, tavolo dove poter scrivere, evviva la tecnologia! Mi lancio nella deliranza, il ballo del Cappellaio Matto in “Alice in Wonderland”! Sistemo i vestiti nell’armadio; metto i libri sul comodino; trousse, fatto! Non che io ami il trucco, ma qualcuno continua a ripetermi, da forse cinque anni, che un minimo di colore è necessario! Esiste solo una persona giustificata, e non è Dracula! Mentre prendo le cose che ho nel beauty mi guardo allo specchio: ho la carnagione che dire bianca è dir poco, i capelli neri lunghi fanno esaltare il pallore del viso, e i miei occhi scuri si chiedono il perché del loro colore. E non solo loro: io per prima mi chiedo perché con due nonni dagli occhi verdi mi ritrovo due occhi castano scuro. Geni dominanti, questione di genetica. Dopo aver aggiunto quel minimo di colore tanto caro a qualcuno, prendo la borsa ed esco. Amy, Parigi ti aspetta! Passeggio stupendomi di tutto, da un semplice negozio all’Arco di Trionfo; dal dipinto della metropolitana della Bastiglia a Notre Dame; il Louvre, in cui è custodita la Gioconda. La Gioconda di Leonardo Da Vinci; la Gioconda, uno dei migliori dipinti italiani; dipinto protetto da una teca; la Gioconda, che ha dato il nome ad un piano, il quarto, del migliore museo francese! Mi emoziono come una bambina che ha appena ricevuto un regalo di compleanno! Ma è quando mi trovo davanti a lei che mi blocco; come se tutto si fermasse; come se ci fossimo solo noi in quello spazio. Lei, la Tour Eiffel! Non ho parole per descriverla, rimango letteralmente a bocca aperta per qualche minuto. Qualcuno l’aveva qualificata ‘mucchio di ferraglia’! Certo, forse lo era, ma che ‘mucchio di ferraglia’… il simbolo di Parigi! Quella sera, in camera, sono esausta! Esausta e felice! Mai avevo camminato tanto; mai avevo camminato per le vie di Parigi, così! Il giorno seguente mi sveglio di buon’ora, apro la finestra per respirare l’aria mattutina, cielo nuvoloso! Si prospetta un venerdì lungo, lungo e piovoso. Pioggia e lunghezza però non sempre sono sinonimi di noia, coraggio Amy! Vado in bagno, trousse in mano e mi preparo per la colazione. Dovrò rinunciare al caffè, in questo periodo: rabbia! Non dovrò mettermi ai fornelli per una settimana: vacanza! Scendo nel salone predisposto per i pasti, tra le sette e le nove quindi, per la colazione. Mi dirigo verso la zona ‘english breakfast’ e, con il vassoio pieno, mi proietto sull’unico tavolo con vista, ancora libero. Mi siedo e, osservando i miei probabili vicini di stanza, invento storie verosimili in cui queste persone possano essere coinvolte. La colazione rimane in attesa. Mi rendo conto che può essere stupido: immaginare storie fantastiche con protagonisti, persone a te sconosciute, che vedrai solo una volta nella vita. Fantastiche, non verosimili! Ma a me rilassa e diverte, e poco importa che sia anche stupido! Mi sto alzando, quando nel salone entra una famiglia: due genitori e una figlia di cinque anni! La bambina s’invola verso il banchetto allestito, urlando. La cameriera chiede ai genitori se fossero italiani. Più un’affermazione, che una richiesta. Mi siedo nuovamente, arrossisco: perché per una bimbetta pazza, io, Amy Florent, all’estero, devo essere qualificata una persona casinista? Per una bambina di cinque anni? Io, Miss Riservatezza?Se c’è una cosa che odio dei francesi è questa: generalizzazione! Oltre al fatto che traducono tutto il traducibile! Perché, se il computer in tutto il mondo è PC, in Francia, e il Francia solo, lo si deve chiamare Ordinateur? Perché? Perché non rimanere fedeli ai titoli originali? Perché Hogwarts è Hogwarts universalmente; e in terra francese, la scuola di magia, diventa Poudlard? Riconosco che sono domande inutili. So che stanotte dormirò comunque, con o senza risposte! Quindi smetto di pensarci! E torno in camera! Non bisognerebbe mai angosciarsi per qualcosa di cui si ha una spiegazione; come non bisogna temere la mancanza di soluzioni! Se c’è rimedio perché preoccuparsi? Se non c’è rimedio, perché preoccuparsi? Vai con la filosofia, Amy, dopotutto, è la tua materia. Ebbene sì, il mio nome è Amy Florent, ventidue anni, nata sotto il segno dello Scorpio un martedì di fine ottobre; studentessa universitaria nel ramo umanistico. Una ragazza che ama Hegel e Schopenhauer, specialmente il pensiero che questi due filosofi hanno delle donne; Kant e le sue abitudini; e Oscar Wilde con i suoi aforismi. Una ragazza che ha fatto, dell’Eterno Ritorno nietzschiano, la sua filosofia di vita; del Piccolo Principe, un monumento; di Jane Austen, Lizzie e Mr Darcy; due monumenti, ciascuno! Sono sempre stata un’appassionata della lettura! Sarà perché sono nata circondata dai gialli di Agatha Christie e mia mamma ha un appuntamento fisso, ogni estate, con un libro, senza pregiudicare gli altri! Sarà per quattro sorelle americane; sarà per un mago inglese; il risultato è stato uno, e uno solo: quando inizio un libro, nonostante la mia volontà di leggere solo un capitolo a sera, lo finisco in poche settimane. Se inizio durante il tramonto poi, finisco all’alba successiva. Senza passare la notte insonne! Due ore dopo osservo fuori dalla finestra: le nuvole si stanno disperdendo, e un pallido sole comincia a intravedersi! Previsione sbagliata, Amy! Niente venerdì piovoso. Buongiorno, raggio di sole! Poco dopo sono per le vie di Parigi: alla ricerca di una creperie! Mi sveglio con un terribile mal di testa! Il colore del cielo è come se dicesse ‘state a letto, se potete’, non me lo faccio ripetere! Perché svegliarsi alle sette, quando anche il cielo, dall’alto delle sue nuvole ti dice ‘continua a dormire, se puoi’? E poi, sono o non sono in vacanza? Niente sveglie, niente appuntamenti, niente orari, niente di niente, assolutamente niente! Sano e totale relax, per tutto il mese! Ragazzo mio, te lo sei proprio meritato: torna tra le braccia di Morfeo! Due ore dopo però, decido che, forse, è il caso di alzarsi e iniziare la giornata! Mi butto sotto la doccia per rinfrescare le idee, e sperando che questo mal di testa passi. Ieri non sarei dovuto rimanere alzato fino alle tre; non mi sarei dovuto ubriacare solo per festeggiare la fine delle riprese! Dopo la doccia ho decisamente un aspetto più presentabile, aggiungo quel poco di gel sui capelli, in modo che sembrino pettinati; e vado in cucina a prepararmi un caffè! Sorseggiando la mia colazione, sento qualcosa di strano: un suono diverso! La mancanza di rumori! Eppure… Torno in camera, e capisco il motivo di tale stranezza: il letto! Una parte è disfatta, la mia; l’altra, intonsa, come se non fosse stata neanche lentamente sfiorata! Dove era finita? Non era mai uscita senza avvertire, prima d’ora! Ci doveva essere pur una spiegazione. Dallo specchio dell’armadio, noto un pezzo di carta sul mio comodino: un biglietto! Addio! Non cercarmi! Poche parole che non fanno intravedere possibilità di ritorno! Cosa significa? Non ha avuto neanche il coraggio di firmarsi! Che donna assurda! Sempre che si possa qualificare ‘donna’; una ragazza che ti lascia un biglietto anonimo sul comodino! Se di donna si può parlare, quando raggiunge a malapena il primo quarto di vita! A vent’anni nessuna esponente del gentil sesso, può esser qualificata donna! Okay, forse qualcuna si salva! Lei, sicuramente no! Le nuvole si sono disperse, è uscito il sole: mi invita a festeggiare! Mi preparo ed esco! E’ anche uscito il sole, no? Iniziamo la giornata! Mi fermo alla prima creperie che vedo, prendo posto e ordino una crepes con marmellata di fragole: sono in Francia, non posso non approfittarne. Mentre aspetto che il cameriere arrivi, osservo i clienti. Sono quasi tutti ragazzi tra i sedici e i venticinque anni: studenti! I pochi uomini che ci sono hanno tutti un’aria assonnata: come possono avere sonno a quest’ora, e con questo sole? Uomini, maschi, sesso forte! Un mondo incomprensibile! E’ però un ragazzo ad attirare la mia attenzione: è seduto,da solo, non troppo lontano da me,lavora al computer( o dovrei dire ordinarteur?) mentre aspetta. Sembra che la sua vita dipenda da quel PC( ordinateur) :lo fissa incessantemente. Lo osservo incuriosita: i capelli castani sono ricci, un riccio selvaggio ma curato. E spettinati, incredibilmente spettinati. Gli occhi richiamano uno smeraldo: verdi! E’ chino su quel benedetto computer, Pc, ordinateur; e io non posso fissarlo dettagliatamente. E’ solo, così mi alzo e gli vado incontro… “Buongiorno!”saluto. “Buongiorno!”dice lui. “Posso?”chiedo, indicando la sedia libera. “Come crede..stia pure!” risponde, continuando a fissare quell’aggeggio elettronico. Continuo ad osservarlo,in silenzio. Forse lo infastidisco, ma non è importante. “Perché mi fissa?Le sembro buffo?” chiede irritato, lui. “No!Triste!” rispondo, semplicemente, con calma. “Triste!” ripete il ragazzo “Da cosa lo deduci?” “Lo sguardo:il verde dei suoi occhi non risplende, non brilla!” “Adesso il verde dei miei occhi deve brillare, altrimenti non sono contento!”dice, sarcastico, lui. “Vedi british boy…mi spiace per te, ma hai indovinato!”rispondo, sorridendo. Sorride. Finalmente! “Hai un sorriso fantastico, sai? Mi fa piacere!” e mi alzo. “Aspetta, mademoiselle…” “Florent,Amy Florent”mi presento. Mi sento molto una bond girl. “Ma puoi chiamarmi Miss, non sono francese!” ma che razza di differenze faccio? Cosa vuol dire 'puoi chiamarmi Miss, non sono francese!' Non sono neanche inglese. “Grazie, Miss Florent!Enchantè!” “E’ stato solo un piacere, arrivederci!”ringrazio, sorridendo. Arrivano le crepes. Anche lui ha preso quella con la marmellata di fragole. Stessi gusti, bene! Quella sera, mi butto sul letto e fissando il soffitto, ripenso alla giornata. Ho passato il pomeriggio al Sacre Coeur, pensando alla crepes mangiata la mattina! Sacro e Gola! Non è questo a preoccuparmi però: i peccati sono umani! Non è questo a preoccuparmi! Sento le guancie in fiamme. Sono rossa. Dalla vergogna! Come ho potuto io, Amy Florent, Miss Riservatezza; diventare così… spavalda? Non con un amico; non con uno qualsiasi; con lui! Se fosse stato un amico, non ci sarebbero stati problemi: era già successo! Con uno qualsiasi, stesso discorso: ero già entrata a casa di un tizio, chiamandolo stron*zo, e costringendolo ad uscire da casa sua! Amy, tranquilla, riprendi il colore che hai normalmente! Non è successo niente di male! Niente di male, niente di male, niente di male! Ripeto il mio karma! Riesco ad auto-convincermi! Aiuto! Qualcuno giunga in mio soccorso. Lasciandomi qui! Giorni a Parigi 2! Figure inclassificabili... 1 ! Cominci bene, Amy! Complimenti!
Ringrazio per i primi commenti ^^ ecco il secondo capitolo..
Capitolo 2
Florent, Amy Florent!
Così, si è presentata. Solo poco prima di salutarmi. Non all’inizio, alla fine. E solo perché era diventato quasi d’obbligo, strettamente necessario. Lei, si è presentata. A me, lei, non ha chiesto nulla. Mi ha fissato praticamente in contemplazione; ma non ha voluto sapere nulla. Ha solo risposto alle mie domande. Io, ho fatto domande. Lei, no! E’ stata la prima persona a comportarsi così, da quando sono a Parigi! E' stata la prima persona a comportarsi così, da quando sono io, Robert Thomas Pattinson!
Robert Thomas Pattinson, nato a Londra nel maggio 1986, sotto il segno del Taurus. Mia madre Clare lavorava per un’agenzia di modelli e mio padre Richard importava auto d’epoca dagli Stati Uniti. Ho frequentato la Harrodian Private School a Londra. Ho due sorelle: Lizzy, cantante inglese di discreto successo, e Victoria! Attore di successo grazie alle saghe cinematografiche più famose del momento: Harry Potter e Twilight! La mia carriera inizia come attore di teatro quando avevo 15 anni. Prendo parte alle interpretazioni teatrali del Barnes Theatre Company di Londra, partecipando a delle rappresentazioni del Macbeth di William Shakespeare e ad altre rappresentazioni come Anything Goes e Our Town. Prendo parte con un ruolo marginale nel musical Bulli e Pupe dove vengo notato dal regista che mi affida successivamente il ruolo del protagonista nella produzione di Tess dei D'Urbervilles, tratto da un romanzo di Thomas Hardy. Con questa interpretazione catturo l'attenzione di un agente in cerca di giovani talenti e da quel momento comincio ad ottenere ruoli professionali. Nel 2008, interpreto Salvador Dalì in Little Ashes, un film diretto da Paul Morrison, che tratta della presunta amicizia-love story del pittore con il poeta Federico Garcia Lorca. E per ultimi, ma non ultimi, giro Remember Me, in coppia con Emilie De Ravin; e divento George Du Roy in Bel Ami, la cui protagonista femminile è Uma Thurman! Emilie e Uma:due splendide bionde! Io amo le bionde!
Ecco Robert Thomas Pattinson. Basta un click, e si legge tutto questo. Eccomi, con un click.
Da quando sono a Parigi, tutte le ragazze mi hanno assalito. Mi hanno chiesto autografi, foto, morsi. Morsi, letteralmente! Perché da quando ho prestato il volto a Edward Cullen; tutte vogliono essere morse da me! La questione ha dello sconvolgente: quando mi hanno proposto il ruolo di Cedric Diggory, in Harry Potter e il Calice di Fuoco, nessuna voleva perdersi con me, nel labirinto della prova finale del Torneo Tre Maghi. A nessuna è fregato che io, in quel labirinto, fossi morto! Fossi un mortale!
In quel periodo, preferivano il maghetto inglese. Adesso, il vampiro americano!
Prima, Daniel Radcliffe! Adesso, me, Robert Thomas Pattinson! Me, Rob!
Invece lei, Amy Florent, ha notato solo i miei occhi! Tristi, ha detto! Senza chiedersi perché. Come se sapesse. Come se sapesse qualcosa che neanche io so! Le si è illuminato lo sguardo quando ho sorriso! Era contenta! Non perché avevo sorriso a lei; era contenta perché io avevo sorriso! Nonper lei; per me! Tutte le ragazze cercano il mio sorriso, per una foto, per loro! Miss Florent voleva solo che ridessi; per me! Non perché ero Robert! Non perché ero Pattinson! Perché ero triste! Triste! Chiedo il conto; la cameriera chiede un autografo; mi alzo e vado a pagare! Mi sento osservato!
Esco dal bar e mi perdo nelle vie di Parigi. Continuo a sentirmi osservato! Come se si fosse creata una coda dietro di me. Come se io ne fossi la causa! Tutte cercano un contatto; anche minimo, con me. Robert Pattinson! Tutte sono palesemente contente di non vedermi con Kristen. Sembra che Kris non sia particolarmente amata dalle mie fans!
I flash aumentano, la mia mano comincia a chiedere pietà. Io amo queste situazioni! Io amo essere Robert Pattinson.
“Foto?”chiedo ad una ragazza. “Dov’è Kris?” mi domanda, fregandosene di avere davanti Robert Pattinson. E poi, non la chiama Kristen, non la chiama Stewart, o con il nome completo con cui è registrata all’anagrafe. Niente di tutto questo, la chiama Kris! Kris, come se fossero cresciute insieme; Kris, come se fosse la sua migliore amica! Chissà come la prenderebbe; se sapesse che è scappata? Quasi ci provo! “Non è qui!”rispondo, con il mio sorriso migliore. Le prendo la foto che ha in mano, una foto che riprende me e Kris insieme, foto promozionale. Il famoso e celeberrimo Robsten. “Come ti chiami?”chiedo gentilmente. “Caroline!”risponde. “Caroline, nome stupendo!”e, sempre sorridendo, scrivo ‘A Caroline, con Affetto, Rob’ e restituendole la foto, le faccio l’occhiolino “Tieni, piccola!” “Grazie… ma Kris dov’è?” insiste Caroline. Come se io, Robert Pattinson, non fossi già tutto. Adesso le rispondo che è andata via; adesso le dico che è scappata. Potrebbe essere divertente!
“E’ scappata, Caroline!”rispondo, cercando di rimanere serio e leggermente triste. Ci riesco. “Meno male!”sospira. E’ sollevata! Mi chiederà di mettermi insieme a lei, Caroline, adesso? “Allora sta solo girando!”sorride e mi saluta. Sta girando? Cosa deve girare? Io le dico che è scappata e questa dice ‘ Meno male, sta solo girando’? Okay, ho avuto la conferma che esistono quattro tipi di persone! Quelle pazze per me; quelle pazze per Kristen; quelle pazze per Taylor; quelle pazze, punto! Bene Robert, adesso lo sai!
Continuo a fare autografi, chiedere nomi, sorridere per le foto.
“Robert!” mi sento chiamare, dopo un’ora di pose assurde. Cerco di intuire da dove proviene quella voce. Non riconosco nessuno. “Dov’è Kristen-Non-Rido-Mai-Stewart?” chiede. Chi è colei che conosce il nome completo con cui Kris è registrata all’anagrafe? La cerco, e la individuo. La saluto. “Robert, sei splendido oggi!” ricambia così. “Kristen è alla ricerca del sorriso perduto?” continua “Sempre che ne abbia mai avuto uno sincero, di sorriso!” conclude. Insieme a lei c’è un’altra ragazza. Una ragazza che, da quando la sua amica (perché sono amiche, almeno credo) ha parlato di Kris, ha le lacrime agli occhi dalle risate. Noto che hanno entrambe un cappellino dell’Arsenal. Adorano la Premier. Chissà se…
A fine giornata non sento più le gambe; ho il sorriso stampato in faccia: una paralisi! E tutto viene resettato! Succede sempre, è una tecnica inconscia ormai, per me: resettare quello che ho fatto. Dagli autografi ai nomi; dalle foto a quello che ho mangiato. E’ una tecnica assurda, forse, ma è l’unica tecnica che ho, che conosco. Io vivo per il successo. Il successo sono io, Robert Thomas Pattinson!
Torno a casa. Sono stanco. Mi butto sotto la doccia. Una doccia fredda aiuta sempre a resettare la giornata. E a ristabilirsi. Ho tutto il tempo che voglio, ne approfitto. Dopo un’ora, chiamo Tom. Riattacco subito, e ordino due pizze per cena. Tom si presenta da me con una scorta di birra; qualora la mia finisse.
Thomas Sidney Jerome Sturridge è un attore inglese, nato nel lontano dicembre 1985, a Londra. Ha iniziato la sua carriera nel 1996, interpretando Tom Gulliver ne I viaggi di Gulliver. Nel 2006 ha recitato in un thriller, Like Mind, nel ruolo di un certo Nigel Colby. Nel 2009 apparve in La barca che scosso, in uno dei ruoli principali, un tale Carl. Reciterà, a quanto pare, insieme a Rachel Bilson (la Summer di The O.C! Chi non conosce Summer e Seth? Chi non preferisce Summer ad Anna...). Almeno, questo è quanto ho letto su Wikipedia. Dovevo prepararmi, prima che arrivasse! Tom, invece, è il mio migliore amico!
Ci conosciamo da sempre. Siamo cresciuti insieme, noi! Io e Tom. Rob e Tom. Quando una mia macchinina si rompeva, lui mi prestava la sua. Quando lui si è sbucciato le ginocchia, cadendo dalla bici, io sono andato a casa di corsa ( per cercare l’acqua ossigenata) e sono tornato da Tom con le braccia e ginocchia insanguinate: ero caduto anch’io, dalla fretta! Quando Tom ha avuto la prima fidanzatina, alle medie, io sono stato il primo a saperlo. E il primo a fulminare chiunque le si avvicinasse. Non ci siamo mai persi una partita dell’Arsenal, e della Premier in generale! Se mi chiedessero di riassumere la nostra amicizia; lo farei così. Se io iniziassi una frase, Tom finirebbe quella frase, con le stesse parole che userei io, Rob! Rob e Tom, Tom e Rob! Così!
Adesso, Tom, sa la verità su Kris e me. Adesso, Tom, è all’ingresso con una scorta di birra; qualora finisse la mia.
Tra birra, pizza, e Wrestling; passiamo la serata! Ci salutiamo alle cinque! Ho fatto ancora le ore piccole. Quasi un after hour ( tutta colpa del fuso orario) ! Non so se mi conviene andare a dormire! Abbiamo visto tutti gli incontri di Westermania: fantastici, meravigliosi, irripetibili. Mai scontati, hanno perso tutti i favoriti. John Cena è stato l'unico ad aver usato la furbizia per vincere contro Batista. E naturalmente, noi odiamo John Cena.
Mi trascino in camera come uno zombie e, rimasto in mutande (sì, dormo in mutande. E’ forse proibito?) , mi sdraio sul letto. Guardo il soffitto. Tecnica riuscita: ho resettato tutto! Chiudo gli occhi, sorrido!
Niente di niente; non è successo niente! Ieri non hai incontrato Robert Pattinson. Ieri non hai incontrato Robert. Ieri non hai parlato con Robert Pattinson; come se fosse il tuo vicino di casa. Ieri non è successo niente. Oggi è venerdì. Venerdì!
Ancora addormentata, mi volto verso il comodino, e cerco il cellulare. Era sul comodino ieri sera. Dovrebbe essere ancora lì. Dovrebbe. Sono ancora addormentata. Mi stropiccio gli occhi e mi siedo, cercando di mettere a fuoco la stanza. Il cellulare è sul comodino, dove lo avevo lasciato. Lo prendo e lo accendo. Agenda, è sabato. Bene, Amy! Smettila con i tuoi karma insensati e futili.
Mi butto sotto la doccia. Una doccia è perfetta per resettare la mente e affrontare la giornata nel migliore dei modi. Amy ricordati il vero motivo per cui sei venuta a Parigi. Non puoi pensare a Robert Pattinson. Ricordati il vero e unico motivo per cui sei venuta a Parigi. Basta, niente più karma per oggi. Oggi è sabato e opto per jeans e camicia. Non che abbia scelto una camicia bianca perché è sabato; e non è sinonimo di [C]quindi[/C] , ora. Amo vestirmi nel modo più sportivo e casual possibile, solo questo. Prendo il cellulare, che indica ancora l’agenda: 5 Maggio. Ieri era il 4 Maggio. Mi viene da sorridere. E’ incredibilmente assurdo come le coincidenze arrivino sempre in compagnia. Fisso il display. Compongo un numero e rimango in attesa. Squilla a vuoto! Faccio un altro tentativo. Stesso risultato! Ritenta, sarai più fortunata! Terzo tentativo. Dopo quattro squilli risponde. Finalmente!
“Ciao, so che avevo promesso che sarei sparita!” premetto, sperando che non riattacchi all’istante. “Io non posso mantenere la promessa!” continuo. Nessuna risposta. Sento il suo respiro: mi sta ascoltando. “Per favore, vieni a Parigi! Io non riesco ad affrontare questa situazione! Ti prego!” insisto. Supplico.
“Amy, non è me che devi pregare!” risponde. Esita. “Dove hai prenotato?”
“Mercure, davanti alla stazione!”
“Mercure”ripete, come se lo stesse annotando. “Secondo te, io posso venire a Parigi? Ti rendi conto?”
“Mi rendo conto fin troppo bene, purtroppo! Non posso affrontarlo da sola, aiutami!”
“Comincia a pregare!” e riattacca. Riattacca ed io mi siedo sulla poltrona, come un automa. Tutto si ferma. Chiudo gli occhi, sperando che la telefonata sia stata un sogno. Sperando di cancellare la telefonata e il suo rifiuto. Un rifiuto secco. Ha detto no. Bene, Amy, cosa ti aspettavi? Che corresse da te, alla prima telefonata? Per cosa poi? Un viaggio a Parigi? Sì esatto. Speravo capisse. Speravo ci fosse lui, qui e ora. Il mio punto di riferimento. L’altra parte di me. Ci speravo, davvero!
Amy, sono le otto, il sole è alto nel cielo ( per quanto il sole possa essere alto, alle otto). Tempo sereno! Esci! Esco! Vado alla ricerca di un cafè : non ho intenzione di rovinarmi la giornata per un ragazzo che non mi degna di risposte; tanto meno per una bimbetta di cinque anni (chissà come si chiama?) che è nata per rovinare la mia reputazione di Miss Riservatezza. Come se ieri, in quella creperie, non me la sia rovinata da sola la reputazione di Miss Riservatezza. Nuovo giorno, giorno nuovo. Ieri è passato. Il passato non torna. Domani è un altro giorno, come disse quella fantastica donna che risponde al nome di Rossella O’Hara. Ho visto quel film (infinito, ma un classico); avevo intenzione di leggere anche il libro, quest’estate. Ho iniziato la prima frase, per portarmi avanti, e alla prima frase mi sono fermata. Non perché io odi Gone With The Wind ; il problema è un altro: purtroppo ho visto prima il film. So che non è una giustificazione: mi sono innamorata di Mr Darcy, guardando una trasposizione cinematografica del libro che è diventato il mio libro...
Domani è un altro giorno. Ieri è passato. La vita è adesso. Oggi, sabato. Finalmente vedo il bar. Entro, prendo posto davanti a una finestra, e aspetto che un cameriere arrivi, per ordinare. Oggi c’è il sole, come quel giorno...
Milano, 1992. E’ una giornata di sole. E’ maggio. Sono al parco con mio nonno. Mi piace giocare in quel parco; tra altalene, scivoli, e dondoli, il tempo passa. Ho quattro anni. Mi piace anche entrare nella fontana vuota, che è sempre la prima tappa del nostro giro. Ci sono tantissimi fiori. Ne raccolgo qualcuno e li porto al nonno. Mio nonno sorride. Sono seduta sull’erba quando vedo una persona avvicinarsi. Le corro incontro. Porto dei fiori anche a lui. Mi prende in braccio e mi bacia sulla guancia. Ricomincio a correre e giocare con le altre bambine. Il nonno resta indietro: lo vedo parlare con lui. Sono seduti su una panchina. Passiamo la giornata al parco. Mi diverto. Ho quattro anni.
“Cosa le porto?” chiede il cameriere, François.
“Caffè e croissant!” ordino, sperando in un caffè almeno passabile.
Le ordinazione arrivano all’istante. François è stato efficiente. Gli lascio una piccola mancia, pensando che, forse, se tutti ricevessimo mance, saremmo ricchi. Non ci sarebbero problemi di rendita: non ci si porrebbe il dilemma tra cinquemila e diecimila sterline; e ci si dovrebbe immergere solo nella ricerca della dolce metà. Invece, il denaro, è il primo fattore che fa la differenza tra due persone, in questo mondo. Se non il primo, è nella top ten. Il compenso che riceve un attore è diverso da quello che riceve una studentessa universitaria.
L’attore nuota nella sua rendita: troppa! Come, del resto, un calciatore! La studentessa sogna la sua rendita: no ripetizioni, no money! Io sogno un reddito: sarei al verde, se non fosse per qualche ripetizione o lavoretto estivo. E non ero io ad essere Sailor Jupiter, nel tempo passato della mia infanzia. Al contrario, Totti, Eto’o, Fabregas, Kakà, Messi, Ibra… nuotano nell’oro, come un attore. Nuotano nell’oro, facendo qualcosa che io, Amy, faccio da quando sono nata: dare quattro calci a un pallone. Il pallone era il mio migliore amico. Io mangiavo col pallone tra i piedi. Io ho sempre giocato a calcio, con il mio vicino. E io, Amy, studentessa universitaria, non ho mai guadagnato un soldo.
Al contrario lui, Robert T. Pattinson ha una rendita da sogno. Ecco la differenza: io sogno una rendita. Lui ha una rendita da sogno. Ecco la differenza!
Sogno: voce del verbo sognare, prima coniugazione, modo indicativo, tempo presente, prima persona singolare.
Sogno: nome comune di cosa, maschile, singolare, astratto.
Ecco, esiste la distinzione anche nell’analisi grammaticale. Non credo ci sia bisogno di altro.
Mentre finisco la colazione, osservo, come mia abitudine, i clienti. Questa volta non sono studenti. Avranno all’incirca una quarantina d’anni. Uomini e donne tra i trentacinque e i quaranta. Fascia lavoro, quindi stipendiati. Mi alzo e vado a pagare. Papà mi ha detto ‘Ecco i soldi per Parigi, Amy! Se finiscono, chiama!’. Già, papà. Mio padre.
Pago ed esco. Mi sento osservata!
ROBERT POV
Stamattina mi sono svegliato presto. E’ strano, per me. Mi volto subito verso la finestra; c’è il sole. Sorrido. ‘Buongiorno, raggio di sole’. Tempo di una doccia e sono già per le vie di Parigi. Non voglio perdere tempo a casa: c’è il sole. Non sono un vampiro, voglio uscire.
“Rob!” mi sento chiamare. Sono i ragazzi. Tom e due suoi compagni, che mi ha presentato alla festa, di cui non ricordo i nomi. Tom mi perdonerà. Accenno a un saluto.
“Come stai?” mi chiede il ragazzo biondo.
“Tutto bene, magicamente!” rispondo, forse con troppa enfasi.
“Come potrebbe andare? Hai visto con chi sta?” gli sussurra l’amico.
“Io non lo vedo con nessuno! A meno che tu non intenda lei!”
“Alex, sei scemo o mangi sassi? Non hai mai sentito nominare Kristen Stewart?” il ragazzo dai capelli rossi è stupito.
“Che qualcuno giunga in suo aiuto se fosse vero, Jules!” ribatte Alex, senza mezzi termini. “Ecco perché sorride!" continua, riferendosi a me " Miss Kristen-il-mio-sorriso-è-Taylor-Stewart non c’è!” conclude. Ecco un altro che conosce il nome completo, chissà se conosce la ragazza di ieri. Ho uno strano presentimento su quelle ragazze: come se non fossero state lì per caso. Come se le dovessi rivedere. “Torna dall’oculista Jules, e poi fammi sapere!”
“Scusate ragazzi, vado di fretta!” saluto e volo.
Ho fame. Ho bisogno di una colazione abbondante; english breakfast. Non voglio rovinarmi la giornata pensando a Kristen-Non-Rido-Mai-Senza-Taylor-Stewart; tanto meno parlando di un passato che non può tornare. Mi vedo riflesso in una vetrina: i capelli sono spettinati, ho rinunciato molto tempo fa a domare il riccio. Il verde dei miei occhi brilla oggi. Risplende. Sorrido.
Finalmente arrivo al bar. Prendo posto, ordino my English Breakfast e attendo.
Sono le otto e mezza, quando la vedo entrare. Si siede e guarda fuori. Come se fosse persa nei ricordi. La osservo. La osservo discretamente. Indossa un paio di jeans blu scuro e una camicetta bianca. I capelli neri sono raccolti in una coda. L’espressione è diversa. Non mi convince.
AMY POV
Mi sento osservata! Fissata! Aumento il passo!
“Aspetta! Aspetta un attimo!” sento dire.
“Miss Florent!” Oh cielo. Da dove arriva? Mi fermo, nonostante tutto mi consigli, mi ordini, di proseguire.
“Miss, grazie al cielo ti sei fermata!” dice, col fiatone.
“Ciao” saluto “Come stai?”
“Tutto bene, magicamente!” risponde. “Tu?” e mi rigira la domanda.
“Tutto bene, magicamente!” come mente lui, voglio mentire anch’io.
“Senti, se ci dessimo del tu?” propone “Sai, non è la prima volta che ci incontriamo, quindi penso sia giusto cominciare a darci del tu!”
E quando mai ci siamo dati del lei? O del voi? “Ascoltami! Innanzitutto non mi sembra che noi, io e te, ci siamo dati mai del lei!” preciso “In secondo luogo, sono solo una studentessa universitaria” palesemente infatuata di Robert Pattinson, il ragazzo che ho davanti. Una studentessa che, avendo davanti Robert Pattinson, si sta comportando palesemente da stupida. Forse, però, non è il caso di aggiungere questi dettagli di poco conto. Continuo “E terzo, io non ho mai dato del lei a un ragazzo che non raggiunge neanche i ventinove anni!” e non inizierò certo con te, Rob. Bene, adesso imita uno struzzo, Amy! Testa sotto la sabbia, e non osare uscire per i prossimi vent'anni.
“Aggiudicato, ci daremo del tu da oggi!” ribatte lui. “Credo di avere qualcosa in comune con te!” continua. Fissandomi negli occhi. “Vorrei conoscerti meglio, ti aiuterò a superare il tuo dolore!” Il mio dolore? Chi è questo? Milord ventiquattrenne? Ero io la paladina della giustizia. Chissà quanti anni aveva Milord. Calmati adesso, peggiori di ora in ora. Stai passeggiando con Robert Pattinson, non con un extraterrestre. Torna seria. “Il mio dolore?” domando, stupita.
“Si, come tu hai fatto con me!”
Sorrido. “Certo, immagino! Immagino proprio la tua parte triste!”
“Ci sono riuscito: hai un sorriso splendido!”
“Grazie!” arrossisco. Il rossore è un habituè sul mio viso pallido.
“E’ solo la verità. Ti ho vista nel bar. Avevi un’aria triste: i tuoi bellissimi occhi castani non brillavano. Il tuo sguardo era spento. Non splendeva!” questo ragazzo non è Milord. E’ Mr Darcy! Aiuto! Certo, se lui interpretasse Mr Darcy nella prossima trasposizione cinematografica ( perché ci sarà sicuramente un altro film di Pride and Prejudice); io, e tutte le Bennet del mondo, ci recheremmo ai provini per il ruolo di Lizzie! Voglio io la sua metà triste!
“Hai copiato tutte le mie battute. Ti denuncerò per plagio!” rispondo, sorridendo. “Sei un pessimo attore, Robert Thomas Pattinson!” e gli do’ una pacca sulla spalla.
“Mi offro come tuo accompagnatore, per tutta la giornata!” continua a fissarmi. Mi ha parlato tutto il tempo guardandomi negli occhi.
“Tu, io, insieme? Tutta la giornata?” non so cosa dire. E dico l’ultima cosa che dovrei. “Io e te, insieme, tutta la giornata?”
“Sì!" conferma. "Se per te non è un problema!”ripete, preoccupato.
Passiamo il pomeriggio nel Museo che chiamare Museo trovo riduttivo. Il Museo che custodisce l’arte mondiale; il Museo che custodisce l’arte italiana. Il Museo. Louvre.
Quando arriviamo nella zona dedicata all'arte francese, rappresentata da Gericault e Medusa ; mi sovvien l’eterno, le morti stagioni, la sempre e viva suon di lei… la voce del mio professore di arte. Il professore di arte e la Villa Barbaro. Abbiamo passato un anno, un intero anno scolastico, a parlare di Palladio e della sua Villa. Ho cominciato ad odiare il nome della mia via. La villa e le statue del giardino. La camera da letto e il sogno di Giacobbe raffigurato sul soffitto. La stanza di Bacco, e gli autoritratti. La sezione aurea, la simmetria della villa intera.
“Robert!”sussurro “Ti ricordi la sezione aurea?”.
Sono al Louvre, con Robert Pattinson, e la prima cosa che gli chiedo è se si ricorda la sezione aurea. Amy, sei ufficialmente fuori.
“Io ricordo Amore e Psiche” sussurra. “A te piace?”chiede curioso.
“Amore e Psiche ?” ripeto illuminandomi. “Assolutamente!” ma arriviamo davanti alla sua scala, e mi fermo. Mi blocco.
La Nike di Samotracia!
Poi è il suo turno!
La Venere di Milo!
Robert sorride nel vedere il mio viso. E' sorpreso della mia sorpresa. “Dovresti avere uno specchio in questo istante, Amy!” sussurra, sorridendo per non so quale espressione. “Non abbiamo ancora finito, seguimi!” dice. Come se io volessi lasciarlo. Lo seguo. Solo quando mi copre gli occhi, mi rendo conto che stavamo camminando (chissà da quanto tempo) mano nella mano. Io e lui. Io e Rob. Io e Robert Pattinson, mano nella mano. Io e Rob! Spero solo di non essere immortalata con lui, oggi. Voglio vivere questo momento come un sogno. Un sogno, perché non può essere un incubo. Un sogno, perché non può essere vero.
“Amy, ecco il gran finale!” apro gli occhi ed ecco il gran finale. Arte Italiana. La mia arte. Questa, è l’Italia.
La Gioconda di Leonardo Da Vinci!
Siamo nella hall. Robert è stato di parola: non mi ha voluto lasciare da sola un secondo, oggi. Abbiamo passato la giornata insieme. Io, Amy; lui, Robert Pattinson. Abbiamo passato la giornata insieme. Io, Amy; lui, Robert. Lui, Rob!
Non voglio che questa giornata finisca. Non voglio arrivare ai saluti. Non voglio!
“Sono stato bene, con te!” sussurra. “Grazie di tutto! Buonanotte, Psiche!” e, con un bacio leggero sulla guancia, mi saluta.
..Se questo è un sogno; voglio continuare a sognare..
Ringrazio chi ha la pazienza di seguire questa FF ecco un nuovo capitolo ^^
Capitolo 4
Estate, 1992. Sera. Sono tutti fuori: è una sera stellata, e un muro viene illuminato dalle luci di due case. Alcuni bambini stanno osservando delle ombre. Ombre cinesi. Chi tifa per il lupo, chi per il coniglio, chi per l’aquila. Ecco una colomba che mette pace. E’ ora di andare a dormire.
“No, è ancora presto!” “Non per una bambina di quattro anni! Buonanotte, sogni dorati e domani…”
Sento la sveglia. Sono a Parigi, nella mia camera. Sono nella camera dell’hotel Mercure. Sono a Parigi! Devo andare da lui. Devo. Perché sono la maggiore. Perché mio padre non c’è. Perché se mio padre ci fosse stato, sarebbe toccato a lui. Invece no. Adesso è un mio dovere. Ho ventidue anni, non sono più minorenne da cinque anni. Da cinque anni non mi è più consentito visitare il Louvre gratis. Sì, perché fino al diciassettesimo anno di età, il Louvre, si visita gratis. Certo, ieri sono entrata nel Museo gratuitamente: ha pagato Robert. Ma la storia di Robert è una storia parallela: io sono venuta a Parigi per un altro motivo. Oggi, è giunto il momento di affrontarlo. Dopo cinque anni, è il momento. Non adatto , non giusto . Il momento, semplicemente. Okay, Amy, il momento, il momento. Però alzati dal letto. Toilette, trucco, e muovi quelle gambe. Non serve parlare, agisci.
Oggi, la famiglia di quella bambina non c’è. O meglio, c’è solo la bambina. Con un uomo. Presumo sia il nonno: ha i capelli grigi. C’è un posto vuoto. Mi avvicino.
“Buongiorno, è libero?” chiedo, indicando la sedia. “Certo, siediti pure!” è il nonno a rispondere. Sempre che del nonno si tratti. “Grazie!” mi siedo con la mia english breakfast. La bambina mi osserva, incuriosita. Le sorrido. “Che sorriso triste!” sorriso triste? Questa bambina non può avere cinque anni. “Amy, piccola! Tu? Quanti anni hai?” “Io sono Alessia, e ho quattro anni!” risponde. Ho indovinato. Non ha cinque anni, ne ha quattro. Alessia, quattro anni. “Piacere di conoscerti Alessia. Io sono Amy, ho ventidue anni!” mi presento così. “Perché non sei contenta? Sei venuta da sola? Di dove sei?” la bambina parte a mitraglietta. “Ale, basta! Sei troppo curiosa!” la riprende il nonno, sorridendo comunque. “Non si preoccupi!” rassicuro “Anch’io sono così: mi piace osservare!” osservare. Non riempire di domande uno sconosciuto. Al massimo riempio di complimenti uno sconosciuto. Lo osservo contro la sua volontà. Ma non è mai successo che io riempia di domande uno sconosciuto. “Scusami, Amy!” ha gli occhi scuri e i capelli mori. Come me. “Tranquilla, piccola!” oggi questa bambina è diversa. Sorride, e non urla. “Tu sei Amy Florent?” mi chiede il nonno. “Sì, signore!” “Abbiamo scoperto la nostra vicina, Ale!” dice alla bambina, facendo l’occhiolino. E’ divertente, quest’uomo. E rivolgendosi a me, si presenta “Piacere, Amy! Io sono Antonio, settantaquattro anni! Ci si presenta così oggi, giusto?” sorride. Okay, Amy, le coincidenze arrivano sempre in compagnia. Ci salutiamo, e torno in camera.
Inspira e respira. Respira ed inspira. Ricorda lo yoga, ricorda gli anni di tennis, ricordo gli anni di nuoto. Ricorda gli istruttori. Tranquilla: è solo un caso. Vedila così: adesso sai come si chiama la bambina che ti rovina la reputazione. Eppure non riesco a tranquillizzarmi. Chiudo gli occhi. Chiudo gli occhi, e vedo un uomo che legge un giornale ( forse aspetta qualcuno). Chiudo gli occhi, e vedo un altro uomo che corre. Si danno il cinque. Sono contenti. Chiudo gli occhi, e nessuno dei due vede me. Non voglio aprire gli occhi. Non voglio. Eccole. Eppure non voglio neppure loro. Ma loro se ne fregano di quello che voglio io. Non sento nulla. E’ un urlo silenzioso. Cado in ginocchio dietro la porta. Erano anni che non succedeva. Perché oggi?
Dopo un’ora, sono pronta per uscire. Mathieu, quando mi vede, mi consegna una busta.
“C’è posta per te, Mademoiselle!” dal tono, non mi stupirei se arrivasse la donna che ama gli scalini con la sua frase ‘Apriamo la busta’. “Grazie Mathieu!” non deve essere importante. Se ci fosse un’urgenza sarei già stata avvertita. Saluto ed esco, senza la busta. Povera donna dai biondi capelli. Sono le dieci, è ora di una crepes. Non perché siano le dieci. Perché ho voglia di una crepes. Entro in quella che ormai è diventata la mia creperie. Osservo i clienti. Lui non c’è. Nessun ragazzo con Ordinateur incorporato.
“Miss?” mi sento chiamare. “Ecco due crepes con marmellata di fragole!” “Ci deve essere un errore!” dico, sorpresa “Io non ho ordinato ancora nulla!” “Infatti ho ordinato io per entrambi!” mi volto, e vedo Mr British-boy-Ordinateur- incorporato . “E’ libero?” e senza aspettare risposta si siede. Bene, Amy, cosa si dice? Cose si dice a questo ragazzo gentile? “Robert, sei fantastico!” no, Amy. La parolina magica era un’altra… una parolina di sei lettere. Dillo insieme a me. “Robert ti ha mai detto nessuno che sei unico?” Okay, Amy, ci rinuncio. “Tu no! Tu non me lo hai mai detto!” “Io e te non abbiamo mai parlato!” rispondo. Ti ho chiesto se conoscessi la sezione aurea, Robert! E non significa parlare, questo! “Tu non eri neanche previsto qui a Parigi! Io dovevo essere qui da sola!” sto urlando. Sto urlando, ma continuo. In questo momento non mi importa. Io odio il silenzio. “Amy, io…” “Tu sei un sogno: sparisci adesso, seduta stante. Sparisci come sei comparso!” mi alzo. “ Sparisci dalla mia vita, Robert!” “Amy, che succede?” è perplesso. Perplesso e sorpreso della mia reazione. Quanto lo sono io. “Tu non pensi seriamente quello che stai dicendo.” “E tu cosa sai di quello che voglio?” “Ieri eri felice, ti si leggeva negli occhi!” si alza anche lui. “Gli stessi occhi che oggi hanno quel certo non so che di…” “Di cosa Robert? Di tristezza, di rabbia, mi vedi furiosa?” la mia voce si alza incredibilmente. “Dove sono le tue guardie del corpo? Perché sei qui da solo? Perché stai mangiando con me?” “Le mie bodyguard sono in vacanza, perché io sono in vacanza!” risponde, per niente spaventato delle mie urla. “Io sono con te perché voglio stare con te!” “Io ti chiedo di sparire, adesso!” ribadisco “Per favore!” sussurro. Prendo la borsa ed esco. Mi allontano più in fretta possibile. Da Robert Thomas Pattinson. Da Robert. Dai miei vorrei.
Dai miei vorrei.
Corro. Come se, correre, potesse riportarmi alla realtà più velocemente. Ad una realtà senza Robert. Una realtà che non voglio.
Osservo il fiume. Dove c’era chi combatteva, quando il re tentennava.
Amy, hai combinato un casino. Avevi gli occhi di tutti puntati addosso, ti rendi conto cosa significa questo? Adesso passerai per l’italiana modello. Una ragazza di ventidue anni che per non piangere urla, non si era mai vista. Una ragazza di ventidue anni che urla, fa più notizia degli strilli di una bambina di quattro anni. Sfogati, ragazza. Sei umana, piangi. Piangere non può far altro che bene.
“Amy, io non voglio sparire dalla tua vita! Non adesso che ti ho incontrato!” sento sussurrare all’orecchio. “Mi hai stregato!” “Anima e corpo, Robert?” rispondo, sorridendo. “Non posso dire di amarti, lo sai!” “Io ti aiuterò!” promette tenendo il mio viso tra le mani. “Hai mai pensato di fare un provino per interpretare Mr Darcy, Robert?” domando, divertita. “Io ti aiuterò, è una promessa!” “Grazie, Robert!” forse ha ragione. Forse ha sempre avuto ragione.
Oggi è il giorno di chiudere un capitolo della mia storia, per iniziare con un nuovo titolo. Forse non diventerò Mme Du Roy. Non voglio diventare Mme Du Roy. Mi accontenterei anche solo di questo ragazzo. Mr British-Boy-Sorriso-Smagliante-Pattinson . Di poco, insomma. Il minimo.
“ Robert, dovresti ascoltarmi!” dico, mentre cerco di staccarmi da lui, riprendendo contatto con la realtà. “Non voglio giocare con te, non ne ho intenzione: non sono Kristen-voglio-Rob-per-sfizio-Stewart . Quindi vorrei che mi ascoltassi.”
“ Va bene!”risponde "Mi vorresti davvero?" chiede.
“ Che domanda stupida: ripeto, io non sono Kristen-senza-cervello-Stewart !” continuo.
“Conosci per caso una certa Alice Kristen-Non-Rido-Mai-Stewart?” insiste, divertito.
“ Forse, perché?”
“ Niente! Parla tu! Voglio sapere di te!” taglia corto. Vuole ascoltare me. Kristen-Non-Rido-Mai-Stewart , Alice? Difficile che non fosse qui. Chissà perchè? E per chi!
“ Io sono già stata a Parigi. Questo, è un ritorno. Voglio raccontarti cosa mi lega davvero a Parigi. Voglio spiegarti perché a Parigi ho lasciato parte del mio cuore.”
Ci sarebbe altro da raccontare. Ma dodici anni sono lunghi. Meglio partire dall’ultimo tassello, e forse riuscirò a dimenticare. Riuscirò a ricordare senza soffrire. Perché questo significa dimenticare. Ricordare, senza soffrire...
“ Ti ascolto, tranquilla!”
Siamo seduti lungo il fiume. Chiudo gli occhi qualche secondo e…
Carla Bruni...Première Dame " quando sento Silvio Berlusconi prendere l'avvenimento alla leggera, e scherzare sul fatto che Obama è 'sempre abbronzato', mi sembra strano. Si dirà che fa parte dell'umorismo... ma spesso, sono molto felice di essere diventata francese!"
Leggendo questa affermazione mi sono chiesta " Perché non posso cambiare Nazionalità? In fondo lui è stato una vita in Francia..."
Tutto ebbe inizio durante lo scorso Millennio! Agosto 1999: Eclissi di Sole...In Italia è solo parziale...su Parigi è Buio!
Su Parigi il buio totale, e lui stava passando l'estate in un paesino del Catanzarese; di quel giorno ricordo anche il menù!Buffo, no?
Da quell'anno, per me, comincia una corsa contro il tempo: voglio, o meglio, vorrei rivederlo!
L'anno seguente chiedo a mio padre di andare a Parigi anche solo per un weekend " tra Natale, Pasqua e ponti vari, riuscirà a trovare un momento!" penso. Anno 2000: niente Parigi!
Febbraio 2001... " quest'anno partiamo alla prima occasione!"...un'occasione mai arrivata! Idem negli anni che seguirono!
Inizio ad avere alcuni presentimenti, o meglio, speranze! Sono una ragazza piena d’immaginazione quindi parto con i miei sogni...
_ Gita in quel di Parigi, e me lo ritrovo davanti! (Sono una ragazza piena d' immaginazione, Robert..) Il mio primo viaggio a Parigi risale a cinque anni fa...per il nostro ultimo incontro! Il tempo è relativo: dodici anni, e sembra ieri;cinque anni, e sembra una vita! E due anni, come se non fosse mai successo. Come se non fosse mai esistito.
In quei giorni ho visto tutto ciò che andrebbe visto durante una gita: la Tour Eiffel " fantastica"; il Louvre " gratis e meraviglioso" ; Le Sacre Cour e Crèpes " anima e gola"; Notre Dame " mistico ed etereo"...viaggio stupendo! Paris by Night è indescrivibile!
Ho sempre creduto che " tutto viene ascoltato, anche se il solo a saperlo, è un foglio bianco!" da quell'anno ho avuto la conferma...
2 Novembre 2005...entro per la prima volta in casa sua: noto che non c'è una foto, una foto che sia una, di noi.
Rientrata in albergo ne parlo con papà, mi lamento con papà. Quella sera torniamo a casa sua: sul tavolo c'è una scatola chiusa; mi incuriosisce, mi avvicino e la apro: è piena di foto. Le nostre foto! Mi vergogno, mi commuovo ( è molto difficile che io mi commuova), sento delle lacrime che cerco di nascondere...non ci riesco!
Durante quel soggiorno non so ben ridir cosa provai: rabbia? Rimpianto?Tristezza? Non lo so...
Ringrazio quell'uomo, per le sue telefonate quindi...grazie Jean!
Ringrazio lui, per ciò che ho provato in quel momento!
Ringrazio mio padre, che è stato il mio Cicerone…semplicemente!
" Sono stata io a rispondere al telefono quella sera, Robert." sospiro. " Ero sola in casa. Credevo fosse uno scherzo. Invece no. Una telefonata serale da Parigi. Mi è toccato improvvisare una conversazione in francese... ‘Tuo nonno è in ospedale, niente di grave’ … ci ho voluto credere, Robert. Davvero!" ancora un sospiro. " La sera dopo, alle sei e un quarto, un'altra telefonata: dall’ospedale ‘ Saint Antoine’ … ho risposto sempre io, Robert. L’ho passata a mio padre. Era una sera d’Ottobre!" Sento la mano di Robert stringere la mia.
Chiudo gli occhi e…
Ottobre. Mese autunnale. Decimo mese dell'anno.
Mese durante il quale ricomincia puntualmente una sensazione di "odi et amo" , hai presente? Sono molti anni ormai: hanno raggiunto la doppia cifra da due!
Il primo anno è stato quasi come vivere un "sogno/incubo" ; dal quale non riuscivo a svegliarmi. In seguito è diventato un "sogno". Nei primi anni è stato come avere un macigno, dal quale non riuscivo a liberarmi (avevo dieci anni)!
Ricordo ancora l'ultimo incontro con quella persona: indossavo un paio di jeans blu, un giubbotto e una camicia a righe, bianche e arancioni, con una bicicletta disegnata sulla sinistra! Strano, vero? L'ultima volta che lo vidi... l'ho osservato senza dire una parola...ogni tanto gli sorridevo...ma mai una parola! Lui mi aveva sorriso, un sorriso accompagnato sempre da un'espressione allegra...anche lì...in un ospedale!
Quando osservavo quegli occhi; riuscivo sempre ad immedesimarmi in quello che raccontava. Se fosse fantasia o realtà poco contava, l'importante era che raccontasse! Mi ero affezionata a quell'uomo! Mi ha insegnato molto: giocare a carte, i vari trucchetti, il modo migliore di metterli in atto, ombre cinesi, raccontare (la sua capacità, però, solo un’altra persona la ebbe ancora, Robert...).
Ha raccontato molte storie a cui non volevo credere, anche se erano verosimili.
Una volta l'ho incontrato durante il Matrimonio di una mia cugina: era seduto in fondo alla Chiesa! Non l’ho riconobbi subito. Solo gli occhi erano gli stessi di sempre. Forse, perchè gli occhi sono tutto. Da sempre, per sempre...
Il giorno della mia Prima Comunione lo notai affacciato dal suo balcone che mi seguiva con gli occhi (forse non credeva che avrei alzato lo sguardo)! Il giorno della mia Prima Comunione mi aveva seguito con gli occhi dal suo balcone!
Il giorno che lo portarono in ospedale io lo seguii con gli occhi dal mio balcone!
Ho passato i primi anni così, Robert, tra sogno e realtà..
Estate, casa sua, primo piano. Io osservo una fotografia, lui scende dalle scale...con calma...si ferma alle mie spalle, chiede "Bella,vero?" ... e comincia a raccontare...
" Lui è mio zio, Robert! Se ne è andato una sera di Ottobre: si è trasferito, lasciando tutto qui. E’ stato mio nonno ad avvertirmi, la mattina seguente."
La mano di Robert ora è sulla mia spalla. Ascolta, senza dire nulla. Nulla, perché non c’è nulla da dire. Kristen-Non-Rido-Mai-Stewart ... Ma forse preferisce il Sud, al Piemonte.
"Sono interista, Robert. Amo il calcio con tutta me stessa. Sono interista, e adoro Del Piero. Sono interista, e tifo Ranieri. Sono interista, e odio Raiola. Sono interista, e non sopporto la mancanza di italiani nella mia squadra. La mia anima calcistica è lacerata. Un’interista che piange quando la Juventus è condannata ai Preliminari di Europa League; un’interista contenta, se Ranieri vincesse lo scudetto. Sono un'interista unica del suo genere. Grazie ad uno juventino. Un grande juventino!"
Chiudo gli occhi. Chiudo gli occhi e…
Dicembre. Sono vestita in nero, con una camicia bianca. Niente d’azzurro. O di blu. Camicia bianca, e nero. Sono all’ultimo incontro con il mio juventino preferito, non potevo vestirmi neroazzurro. E’ la settimana che precede Milan-Juventus. E’ il dieci del mese. Il dieci del dodicesimo mese. Il dieci, come il numero dei migliori cannonieri; il numero dei migliori capitani. Il numero di Del Piero. Il suo capitano. Tra Totti e Del Piero, lui preferiva il calcio. Come me, grazie a lui.
L’ultima cosa che mi ha chiesto è stata ‘Contro chi gioca la Juve!’ ... e io non ho mai risposto alla sua domanda. Se ne è andato un sabato. Era il 6 dicembre 2008 . Quel sabato sera giocava l’Inter. Inter VS Lazio . E’ stata la prima partita che ho visto senza di lui.
Quella domenica pomeriggio, la Juventus, giocava a Lecce. Ha vinto nel recupero. Da quella domenica ho passato un anno a scrivere i risultati di tutto il campionato. L’ultima partita della quale ha avuto notizie è stata Juventus-Inter . La nostra partita. Quella partita è stata giocata a Milano, quindi mi correggo, era un Inter-Juventus . La Juventus ha vinto quella partita. La nostra partita. Una partita giocata il 5 Dicembre 2009 , un sabato. Ad un anno di distanza dal suo saluto.
Un saluto silenzioso, accompagnato da un sorriso.
" Mio nonno, Robert. Mio nonno se ne è andato dieci anni dopo mio zio. Si è trasferito a ottanta anni. Come lo zio. E io ho un’immagine di loro. Lo zio aspetta, leggendo la Gazzetta ; il nonno gli corre incontro salutando con un ‘give me five’. Sono contenti. Seduti su una panchina. Come un giorno di Maggio di tanti anni fa. E tra chitarre e mandolini un canto, speciale. Tra chitarre e mandolini, due sorrisi. Tra chitarre e mandolini un match. E quaranta amiche, le loro carte. Io vedo loro, loro non vedono me."
Ma forse, sicuramente, non è così! Il nonno è andato avanti, con la promessa di rimanere. Ed è rimasto.
Robert non parla. Ascolta, ancora. In silenzio.
" Oggi ho conosciuto i miei vicini di stanza, Robert! La bambina ha quattro anni, si chiama Alessia, Ale. Sembra di chiamare me stessa. Assurdo, perché io sono Amy. Però, è così."
" Ho conosciuto anche il nonno di lei, oggi. Si chiama Antonio."
" Il nonno e lo zio si chiamavano Antonio, Robert!"
"Oggi è il 6 Maggio, Robert!"
Ho gli occhi pieni di lacrime. Robert è al mio fianco. Siamo seduti. Robert mi abbraccia, e io lascio scorrere quelle lacrime, lacrime che non ho mai versato. Che non ho mai voluto versare.
Siamo seduti, lungo le sponde del fiume. E io piango. Finalmente.
Eccoci. Amy, coraggio. E’ il 6 Maggio. Racconta. Ci sono io. Non succederà nulla, ci sono io. Ci siamo noi. Tranquilla. Parlane, confidati con lui.
Sono davanti alla tomba del più grande malato immaginario di tutti i tempi. Sono le undici di mattina. E con me c’è Robert. Robert, perché ha voluto esserci. Robert, su mia esplicita richiesta, perché senza di lui non sarei riuscita ad esserci io. Perché voglio sappia tutto di me. Tutto il mio passato. Deve sapere i perché. Non voglio ci siano segreti tra noi, nessun segreto sulla mia famiglia. Anche se, raccontare, sarà doloroso. Doloroso, perché neanche io sono ancora riuscita a realizzare il tutto. Perché neanche io sono ancora riuscita a realizzare il perché.
Ringrazio il cielo di essere nata in una famiglia che mi ha cresciuto con un amore che va oltre l’immaginabile. Io, Amy Florent, ventidue anni, credo nel vero amore ( nell’utopia del vero amore) anche per loro. Per i miei nonni. Materni.
Grazie a loro ho scoperto che il matrimonio è la migliore manifestazione d’amore incondizionato. Perché è un amore incondizionato, quello che lega mia nonna a mio nonno. E’ un amore che ha davvero superato la morte. Sì, credo ancora nell’amore che supera la morte. Non me ne vergogno, perché è così che deve essere. Dovrebbe essere. Il condizionale, purtroppo, è d’obbligo. E’ d’obbligo perché esiste un altro tipo di matrimonio. L’altra realtà del matrimonio. Il contratto. Il matrimonio è un contratto stipulato in comune. Un foglio di carta. Ho conosciuto anche questa situazione. Per i miei nonni. Paterni. Loro hanno stipulato un contratto.
Non c’è mai stato un divorzio scritto. Non c’è mai stato amore incondizionato. Il loro amore era morto prima che cominciasse.
Ho avuto quattro nonni, legalmente. Ne ho conosciuti tre. Ne conosco davvero due. Ho tre zii, legalmente. Due zie e uno zio. Con entrambe le zie ho ventisette anni di differenza. Di queste due zie, una sola mi ha davvero cresciuta. La persona che insiste da cinque anni, per quel tocco di colore in più.
La parentela di mio padre, mi è sconosciuta. Non conosco la sorella di mio padre. Non ne conosco il cognato. Conosco solo la nonna. Mia nonna. Sua madre.
Adesso sono davanti alla tomba di mio nonno. Il padre di mio padre. Dietro di me c’è il più grande malato immaginario di tutti i tempi: Moliere.
Sono davanti alla sua tomba. E’ una tomba di famiglia. E’ una tomba che ospita due persone. Osservo la foto del nonno: è come se fosse una fototessera. Capelli bianchi, occhi azzurri, e non vedo altro. Sotto la sua ne noto un’altra. Un uomo, capelli ricci neri, porta gli occhiali, occhi scuri. Sorride. Ha lo stesso nome di mio padre. Olivier Florent. Non è mio padre. Mio padre è nato qualche anno dopo. Non è mio zio: è nato in Francia. E’ una tomba di famiglia. Ospiterà una terza persona. Non sarà mia nonna.
Robert osserva con me. Non fa domande. Osserva, così.
Bene, Amy, sono sicura che puoi riuscirci. Lui è Robert. Ti ascolterà, non sarebbe qui altrimenti. Non ti starebbe tenendo la mano se non fossi importante per lui. Tranquilla.
“Ecco mio nonno, Robert!” inizio con le presentazioni, così bisogna fare. Presentare i soggetti. “Lui è la persona che mi lega a questa città. Parigi è stato sempre il mio sogno, perché significava poter incontrare lui. Non ci siamo mai incontrati qui a Parigi. Non posso dire di avere un rapporto nonno-nipote, con lui. Riconosco però che ho sentito più lui, per i compleanni, rispetto a sua figlia, mia zia. La sorella di mio padre. Io, che ho sempre desiderato incontrarlo, venire a fargli una visita; ho risposto al telefono, quella sera. Quando mi è stato detto, dalla persona che ho sempre creduto la sua governante, che era stato portato in ospedale. Aveva aggiunto 'pas grave, niente di grave'. Io ci avevo creduto, davvero. Ci ho voluto credere. Purtroppo, non era vero. E’ morto la sera seguente. Erano le sei e un quarto del 28 Ottobre. All’ospedale Saint Antoine.” Sto dicendo tutto, forse riuscirò a raccontare tutto. Forse.
Non c’è nessuno nei dintorni: i parenti di Moliere non vengono da anni. Moliere, un artista morto tra gli applausi del suo pubblico. Per un artista, morire sul palco, deve essere il sogno di una vita. Come per un prete, morire durante una celebrazione. Anche se per un prete la parola morte non dovrebbe esistere. Sto divagando, lo so. Lo so, ma non ci posso far niente. Mi impongo di tornare seria. Voglio che Robert sappia tutto. Voglio cominciare a mettere dei titoli. Inspiro, respiro. Nuoto. Anni di nuoto serviranno pur a qualcosa, no? Bene, continuo.
“Possiamo andare: ti racconterò il seguito da qualche altra parte.”
“Bene, Amy, a tua disposizione!”
“Grazie!” sembra che io sappia dire solo grazie. Un grazie automatico, non sentito. Non so.
“Dove vuoi che ti porti?”domanda, gentilmente.
“Ovunque tu voglia, voglio stare con te!” per me è importante che ci sia lui. Il resto, è rumore bianco.
“Andiamo!” risponde “Ti farò ricordare i petali di Parigi!” promette.
ROBERT POV
Siamo in metropolitana, voglio far tornare ad Amy la sua vera espressione, il suo vero sguardo: le farò ricordare i petali di Parigi. Perché, se è vero che una rosa non può essere senza spine; è altrettanto vero, che una rosa non può esistere senza petali. La prossima fermata sarà la Bastiglia. La sua Presa è stato l’inizio di tutto. Sono sicuro che sarà una sorpresa per Amy.
“Vuoi una foto?” mi informo, quando scendiamo dal treno. Lo ammetto, è una delle poche volte che il ruolo di fotografo tocca a me. Può essere divertente. E poi il soggetto sarà lei. Sarà indimenticabile. “Robert, dearling, sappi che odio i servizi fotografici!” risponde, mettendosi in posa. E’ incredibile. Le è bastato un’immagine per sorridere di nuovo. Sono un pessimo attore in confronto a lei. Ma le farò tornare il sorriso. I suoi occhi castani torneranno a brillare. E’ la mia promessa. E la manterrò. Eccoci arrivati. Parigi, a noi. Perché lei è me, da quando ho incrociato il suo sguardo.
“Robert, oggi sei una sorpresa continua!” mi ringrazia così.
Ha una splendida espressione. Anche oggi, però, non ha uno specchio a portata di mano. E’ una delle poche ragazze, probabilmente. Una delle poche a non avere uno specchietto nella borsetta. Kristen e lo specchio, invece, sono amici inseparabili. O almeno, durante le riprese l’ho notata spesso specchiarsi. Forse era immersa nei suoi monologhi esistenziali. Forse la questione era sorridere o non sorridere. Poco importa. Adesso sono qui con Amy. E sono qui per lei.
Chissà come la prenderebbe, se le dicessi che, ieri, ho passato la notte nella hall. In compagnia del concierge.
5 Maggio, sera
Sono seduto su una poltrona della Hall. Amy è salita in camera. Amy non sa che sono rimasto. Non voglio andare a casa. Non voglio andare a dormire. Se andassi a dormire, domani potrei risvegliarmi nel mio letto di Londra. Significherebbe che, quanto successo oggi, è stato un sogno: io non voglio. Non voglio che Amy sparisca dalla mia vita. Non adesso, che ne è silenziosamente entrata.
Mathieu Cordier, il concierge, è dietro il bancone: sta leggendo una rivista ( forse Vanity Fair, ma non so se qui a Parigi si chiami così, inutile spiegarne il motivo…) Il mio amato inglese, così snobbato in terra francese. Non capirò mai i francesi. Per non parlare delle francesi: snobbano la mia amata madrelingua; e vogliono essere morse da me. Hanno le idee un po’confuse. Snobbano la lingua inglese, ma adorano platealmente me, Robert Thomas Pattinson, un londinese. Ma Monsieur Cordier (che avrà pochi anni più di me) è uno dei pochi francesi costretto a parlare la mia lingua. Un concierge che si rispetti deve essere poliglotta. Il senso di onnipotenza linguistico dei francesi però, supera quello di noi inglesi (e, fino a prova contraria, è l’inglese, la lingua mondiale). Onnipotenza linguistica, forse, è una terminologia inventata adesso da me, ne sono consapevole; ma credo renda bene l’idea. Un concierge francese studierà sicuramente con più riluttanza, la lingua italiana, rispetto ad un concierge inglese. Ne sono sicuro. Forse. Okay, forse no.
Mathieu Cordier è dietro il bancone: tocca a lui il turno di notte. Un lungo, lento, turno notturno. Sono seduto a pochi metri da lui, ma non mi ha riconosciuto. Forse mi sta semplicemente ignorando. Ecco. Le francesi mi assillano, vogliono essere morse, vogliono autografi, vogliono foto; i francesi, mi ignorano. Ecco la differenza tra maschile e femminile. Non esiste solo la differenza grammaticale. Mathieu Cordier mi sta palesemente ignorando. Meglio così, non sono dell’umore adatto per essere quello che sono sempre stato: Mr Robert-Sorriso-Strepitoso-Thomas-Pattinson !
Sono seduto su una delle poltrone della hall. Tre delle cinque riviste che ho davanti hanno me in copertina. Me e Kristen. Sorrido: quasi dimenticavo la famosa e celeberimma coppia ( sì, due sinonimi rendono meglio l’idea). I Robsten . Ci hanno accollato questo nomignolo astruso: è una tristezza! Che cosa significa? Che senso ha? Questo è il triste risultato di un’interpretazione. Solo perché ho prestato il volto al vampiro di Forks. Solo perché Kris ha interpretato una ragazza liceale, tanto pallida quanto sfortunata, che odia Forks. Bella Stewart, ops, Bella Swan. Tutto questo gossip, confonde anche me. Odio questo genere di pettegolezzi. Quando si mettono in mezzo, i massmedia, diventano più petulanti di Mrs Bennet ed i suoi poveri nervi ( sì, conosco Orgoglio e Pregiudizio , è forse un problema? Dovrò pur interpretare Mr Darcy, prima o poi. Metto le mani avanti, o no?). Amare Orgoglio e Pregiudizio è un passo certo verso l’innamoramento. Come la danza. O la recitazione. Anche quando la dama, è appena passabile.
Sto sfogliando una rivista, fingendo di leggere attentamente gli articoli: fanno ridere. C’è anche una mia intervista: è intitolata ‘Robert Pattinson pronto al grande passo solo per la sua Bella’ . Ho la conferma. E’ un libro comico. A ventiquattro anni non ho intenzione di sposarmi. Men che meno con Kristen. Questo, è il triste risultato di un’interpretazione. Tra Edward e Bella è scattata la scintilla. Edward Cullen è attratto da Bella Swan, come un pezzo di ferro dalla calamita. Tra Edward e Bella, è un colpo di fulmine.
Io, Robert, non credo nel vero amore. Non credo nei colpi di fulmine. Non credevo nei colpi di fulmine. Non credevo nel vero amore. Non so cosa mi stia succedendo, non so qualificare quello che sto provando. So che voglio conoscere Amy. So che odio Kristen con tutto me stesso: in caso contrario, sarebbe con me, qui a Parigi.
“Robert?” mi sento chiamare. “Niente Kristen-Non-Rido-Per-Lo-Stress-Stewart ?”
“No!” rispondo. Questa ragazza, non solo sa il nome completo di Kristen, ne inventa di nuovi. Chissà quanto è lungo l’elenco.
“Ringrazio infinitamente, il tuo sorriso è sempre fantastico, King Mazza !” è divertente. Questa ragazza non ha un elenco di nomi solo per Kristen.
“Come ti chiami? La tua amica dov’è?” domando, curioso. “Foto, autografo?”
“Alice, Robert! La mia amica è a casa sua…” risponde in un tono divertito, come per dire ‘dove vuoi che sia a quest’ora’.
“Già! Foto?” chiedo, sorridendo.
“Anche entrambi, tanto tu non hai problemi!” la ragazza è decisa. Sorrido e acconsento: ‘io non ho problemi’ ! La saluto e continuo a leggere.
Guardo l’orologio. E’ passata da poco la mezzanotte. Dovrei andare via anch’io. Dovrei, appunto.
Rimango tutta la notte nella hall. In compagnia di Mathieu.
“Non volevo lasciarti, Amy. Non volevo lasciarti. Non volevo tornare a casa. Non volevo andare a dormire. Non volevo allontanarmi, ma non volevo rovinare tutto. Tu sei me, da quando ho incrociato il tuo sguardo!” le ho raccontato perché sapevo di Alice.
Siamo seduti in un bar. Lei mi sta fissando, è sorpresa.
“Amare Orgoglio e Pregiudizio è un passo certo verso l’innamoramento?” ripete, incredula. Sapevo che sarei passato per stupido. Che imbarazzo!
“Incredibilmente stupido eh?” cerco di nascondere l’imbarazzo. E’ imbarazzante.
“No, carino!” solo carino, Amy? Sii diretta, una volta tanto. Dillo che è stupido.
“Amy, io, davvero, credo di essere stregato da te. Mi hai incantato, c’è poco da dire!” non so se continuare. Ho paura.
Amy è senza parole, forse ha solo paura di non scoppiare a ridere. “Vogliamo continuare il nostro giro?” suggerisce. E’ già in piedi con la borsa a tracolla. Pago io. Usciamo.
“Ti disturberebbe continuare a fotografare?” è la prima cosa che mi chiede. Si comporta come se non le avessi raccontato nulla. E sembra abbia dimenticato, che, solo stamattina, era in lacrime lungo le sponde del fiume Senna. Sono contento per lei. E’ fantastica come ragazza. E’ unica.
AMY POV
Un’altra giornata è alle spalle. Una lunga giornata alle spalle. Lunga, ma non noiosa. Lenta, non per monotonia. Siamo davanti all’hotel.
“Grazie Robert… è stata una bella giornata, splendida, grazie davvero!” lo saluto, con un veloce bacio sulla guancia. La sua barba pizzica. Un altro bacio leggero. Mi piace questa sensazione.
“Amy, che succede?” il mio piede destro ha deciso di non fermarsi. Mi sento tanto Tamburino, il coniglio di Bambi.
“Niente!” rispondo, decisa.
“Sicura?” Robert non è convinto.
“Sicura!” ripeto. Che sfacciataggine: negare l’evidenza. Ma forse, l’evidenza, tanto evidente non è. Robert si allontana. Il mio piede aumenta il ritmo. Se facessi una gara con Tamburino, vincerei io.
Robert sta aprendo la portiera della sua Limousine.
Okay, non è una Limousine. Amy, sei convinta sia un sogno. Vivi questo sogno fino in fondo, ragazza! Aumento il passo. Non posso stare in albergo: non riuscirei a dormire. Non dopo oggi. Corro. Lui sta entrando in macchina. Lo raggiungo.
“Robert, non è vero!” sono nella sua macchina, comodamente seduta. Devo riprendere fiato. “Io non ti conosco, non ti conosco perché non posso concludere una tua frase con le stesse parole che useresti tu. So però che non voglio perderti. Non adesso che ti ho incontrato. Scusa per questa mattina. Grazie per la splendida giornata. Scusa se sono seduta nella tua macchina, hic et nunc…” qualcuno mi fermi, non posso continuare.
“Amy…” Robert appoggia le sue dita sulle mie labbra. Questo ragazzo mi vuole morta. Non voglio cadere come l’uom cui sonno piglia. Qualcuno mi svegli. “Amy, anch’io!”
Questo non è un sogno. Questo non può essere un sogno. Sento le sue dita sulle labbra. Lui è a due passi da me. Non è un sogno.
Amy 1 Dante 0. Palla al centro.
“Ti va un drink?” mi chiede.
“Qualunque cosa Robert, anche un caffè!” rispondo. “Tanto non riuscirei a dormire comunque!” Amy, hai mandato a far benedire la tua riservatezza. Complimenti.
“A tua disposizione, lo sai!” e mette in moto. Una Limousine.
Ringrazio chi commenta e chi segue.. presto avrete delle risposte, spero...
Capitolo 7
- Domani Mai
Non è razionale. Non è razionale. Non è razionale. Quello che sto provando per Robert Pattinson non è razionale. Quindi, di conseguenza, non dovrebbe essere reale, perché... Ciò che è reale è razionale; e ciò che è razionale è reale !
Hegel docet. E la filosofia hegeliana era verità assoluta. Solo per un tale che rispondeva al nome di Wilhelm Friedrich, nato nel lontano 1770 in quel di Stoccarda.
La realtà, però, non esiste. Forse esiste una realtà. Forse. E si sa la differenza tra la e una. Esiste la nostra realtà. Perché tutto è relativo. Perché non esistono cose belle o brutte, è il pensiero a farle diventare tali. Shakespeare teaches. E l’opera shakespeariana è meravigliosa, fantastica. Per il mondo intero. Io amo William Shakespeare. Ho odiato la mia professoressa di inglese per questo: cinque anni di liceo linguistico, tre anni di letteratura inglese, e di Shakespeare abbiamo saltato la ‘tragedia prima’ perché “tutte la conoscete inutile studiarla” . Di Shakespeare abbiamo visto i film di Otello , Macbeth , e Hamlet. Abbiamo sognato con Puck. Grazie all’amore che univa la nostra professoressa ai sonetti shakespeariani ( perché noi abbiamo analizzato ogni singolo sonetto, e saltato platealmente la ‘tragedia prima’) però, ho conosciuto una poesia che mi è entrata nel cuore.
Sonnett 116
Let me not to the marriage of true minds
Admit impediments. Love is not love
Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove:
O no! it is an ever-fixed mark
That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wandering bark,
Whose worth's unknown, although his height be taken.
Love's not Time's fool, though rosy lips and cheeks
Within his bending sickle's compass come:
Love alters not with his brief hours and weeks,
But bears it out even to the edge of doom.
If this be error and upon me proved,
I never writ, nor no man ever loved.
Non sia mai ch'io ponga impedimenti
all'unione di anime fedeli; Amore non è amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e l’uomo non ha mai amato.
Sulla vita di Shakespeare si sa meno di niente: esistono gli anni bui, paragonabili ai Secoli Bui del Medioevo. Anche per questo non sopporto la nostra professoressa d’inglese: voleva che dicessimo cosa avesse fatto Will in quegli anni. Cose che nessuno sa.
Io adoro Shakespeare, e non perché questo ragazzo ha recitato divinamente Romeo & Juliet . La recitazione di Edward Cullen è stata solo la ciliegina sulla torta. Amo Shakespeare a prescindere da tutto. Come amo Mr Fitzwilliam Darcy. Come amo questo ragazzo dagli occhi verdi.
Ebbene sì, Robert mi ha fatto innamorare. E non è servita alcuna lettera per convincermi. Solo un racconto. La sua presenza in questi giorni, la sua voce, solo questo. Certo, non l’ho ancora dichiarato esplicitamente, ma quello che ho detto solo poco fa, lascia poco spazio ai dubbi.
“Un euro per i tuoi pensieri!” Robert sta guidando. Siamo stati in un pub, ed entrambi siamo stati bravi a non cadere nel tunnel ‘ il prossimo è l’ultimo drink, promesso’ …
“I miei pensieri non sono in vendita, dearling!” rispondo, divertita.
“Certo!” ripeto, con tono di sfida “ I miei pensieri non sono in vendita!”
“Vuoi che ti riporti in hotel, Amy?” domanda che mai avrei pensato mi rivolgesse.
“No!” risposta che mai avrei creduto possibile. “No, per favore!”
E così, i dubbi sparirono, Amy!
“Wow!” è questo l’unico commento che, il mio cervello, in modalità alfa, riesce a realizzare.
Il mio cervello è in modalità alfa da quando i miei occhi hanno incrociato i suoi; da quando la sua mano è finita nella mia.
Nonostante tutto, è davvero fantastica. Casa sua è davvero ; a partire dal dipinto dell’ingresso. Un dipinto che mi fa tornare indietro nel tempo. Un tempo lontano, forse, però, non troppo lontano. Okay, a ventidue anni è ancora un tempo presente.
Ho avuto un debole per i dipinti e per una strada di campagna in mezzo alla collina. Quanto vorrei sistemare casa mia con uno schiocco di dita, non dico volare, solo sistemare casa con uno schiocco di dita. Odio perdere tempo, inutilmente.
Perché il tempo non torna indietro. La Storia non si fa con i se, nonostante esista il libro La Storia Fatta con i Se di Robert Cowley. Un altro Robert. Se, se, se .
Cosa sarebbe successo se Robert Pattinson non avesse interpretato Edward Cullen; e se Kristen Stewart non fosse stata Bella Swan?
“Accomodati, io vado in cucina. Cosa vuoi che ti offri?”
“Aranciata, fredda, con ghiaccio!”
“Torno subito!”
Il salotto è meraviglioso: c’è uno specchio in cui riesco a vedere la mia figura tutta quanta insieme, cerco con lo sguardo qualche pianta sempiterna, ma niente. Forse, è stata solo una mia impressione. Il divano ad angolo è comodissimo, è un divano bianco ad angolo. Le pareti sono pieni di quadri. Astrattismo. L’arredamento è stile antico. Perfetto, quasi.
Ma sono le fotografie che mi attirano: molte fotografie di famiglia; alcune con Mr Sturridge, il suo migliore amico; nessuna fotografia di Kristen-Foto-Che-Passione-Stewart . Non c’è una foto, una foto che sia una, della coppia Robsten , il nome ridicolo con cui sono conosciuti da tutti. Personalmente odio questo sistema: fondere i due nomi! Sembra di vivere in Dragon Ball ( Gogeta, Gotrunks) !
Robert Pattinson e Kristen Stewart non condividono un polmone, Robert e Kris non condividono un rene. Robert non donerebbe mai un rene, a Kristen. In caso contrario, lei sarebbe a Parigi. In caso contrario, Kristen sarebbe qui con Rob.
Invece, con Rob, ci sono io, adesso.
Le fotografie si trovano su un tavolino di vetro.
Mi colpisce un uomo che tiene in braccio un Robert Pattinson biondo. Un Robert bambino. Un piccolo Rob. L’uomo sorride, ha un bel sorriso. Simile al suo. Potrebbe essere suo padre, ma non ne sono sicura.
“La sua aranciata, Miss!” Robert è di ritorno col vassoio, sorride. Edward Cullen’s Smile.
“Grazie, Robert!” prendo il bicchiere, fingo un brindisi, e sorseggio la mia bibita ghiacciata.
1997, Estate...
E’ una giornata di mezza estate, quasi estate inoltrata. Stiamo passeggiando, io e il nonno.
Mi ha appena comprato Topolino, sa che adoro le storie, e ha fatto in modo che il nostro edicolante conservasse una copia ogni settimana per me.
Oggi, mercoledì, in copertina ci sono Topolino e Minnie, il colore che è stato scelto per lo sfondo, è il verde. La prima storia parla di Leonardo Da Vinci e Raffaello, della loro vita se non fossero diventati quello che sono diventati. Io adoro le storie in cui Topolino e Pippo viaggiano del tempo: tornare indietro nel tempo, mantenendo intatto il ‘senno di poi’. Una sola regola: lasciare scorrere gli eventi, senza intervenire. Eppure, Topolino e Pippo, sono intervenuti. In un secondo hanno sconvolto il susseguirsi degli eventi.
Dopo pranzo passo dallo zio: è un’abitudine ormai. Dopo pranzo abbiamo appuntamento per la sfida di braccio di ferro, una sfida che vinco sempre. Il nonno ci raggiunge con un mazzo di carte: mi piace guardarli giocare insieme. Sembra di vedere una partita di scacchi tra Edward ed Alice.
Il nonno e lo zio sono due geni, l’importante è che abbiano quaranta carte o due chitarre, e riescono a trasformare la noia in festa. Mi incanto sempre a sentire i loro discorsi, durante le partite.
Lo zio inizia a raccontare le sue storie, e dimentico la copia di Topolino che ho in mano.
Sorseggio l’aranciata che il nonno mi ha offerto, e mi immergo nell’ascolto.
Mi piacciono questi momenti, mi piace la loro compagnia...
E’ mezzanotte. Mezzanotte e un minuto. E non ho ancora visto zucche e topolini. Mezzanotte e due minuti. E sono a casa di Robert!
“Dammi, riporto io in cucina!” dice, prendendo il vassoio. Non ho il tempo di alzarmi, Robert è già di ritorno. Mi accorgo della sua presenza quando mi copre gli occhi con le mani. Sento il suo profumo, sa di buono. Mi volto.
“La tua barba punge, lo sai?”
“E’ da tre giorni che la lascio crescere, ti piace?”
“La adoro!” rispondo, con un veloce bacio sulla guancia
“Preferisco il pizzetto, ma tu sei perfetto!” dico, sfiorandogli le labbra con il pollice. Mi piace questa sensazione: il contatto con lui.
“E’ passata la mezzanotte, Amy! E io non sono un vampiro!”
“E’ passata anche per me, Robert! E sono umana!” si avvicina lentamente, quasi titubante. Ci fissiamo, in silenzio.
Mi guarda intensamente negli occhi, poi, all’improvviso, mi bacia, premendo le sue labbra contro le mie.
Rimango senza fiato, incapace di muovermi. Mi ha preso alla sprovvista, e subito sono in balia delle emozioni. Sento le sue mani accarezzarmi dolcemente il viso. Robert sussurra all’orecchio parole che non capisco, parole dolci. Mi arrendo, e mi lascio trasportare.
Ricambio il bacio.
“Ti amo!” dice, lui.
Apro gli occhi, non sono sicura di aver sentito bene.
E se ci fosse uno sbaglio? Se tutto questo fosse un errore? Non posso più tirarmi indietro, non ora.
Forse è uno sbaglio. Forse il più grande, ma mi lascio andare.
Mi lascio andare: è giusto, lo so, è quello che vogliamo entrambi.
Sento una lacrima scendere sulla guancia, e il palmo della mano di Robert.
[DIM=12pt]Capitolo 8 - Il Fu Personaggio, così pare..
Amy dorme tranquilla, ma ho il presentimento che non sappia come stia dormendo. Mi ha incatenato, le sue braccia avvolgono i miei fianchi, ha scambiato il mio petto per il suo cuscino. Ho paura di muovermi, potrei svegliarla, e non voglio. Ho paura di muovermi, potremmo finire entrambi a terra, e non voglio nemmeno questo. Sento dei lamenti, si sta svegliando.
“Buongiorno!” sussurro. “Potrei alzarmi, per favore?”
“Buongiorno!” è ancora leggermente assonnata. Si alza di scatto “Scusami, non volevo, ti ho disturbato?” è arrossita. Ho indovinato, non lo sapeva.
“No, anzi, per me puoi dormire così, tutte le notti che vuoi!” e la bacio velocemente. Mi alzo, devo fare colazione.
Amy mi blocca. “Robert, i vestiti nuovi ti stanno d’incanto!” mi bacia, bacio leggero, cerca qualcosa nel cassetto. “Indossa comunque questi!” e mi lancia un paio di boxer neri.
“Sei incredibile, te lo ha mai detto nessuno?”
“Tu mai, Imperatore!” sussurra, sorridendo.
“E che ti amo?” io amo questa ragazza. Dal primo sguardo.
“Una volta, forse!” continua lei, facendomi alzare dal letto. “Ma la colazione non si mette in scena da sola, sai che preferirei altri programmi, ma il mio organismo richiede qualcosa nello stomaco!” sembra delusa. “Quindi vado a prepararmi! Bacio?” si mette in punta di piedi, in attesa. Non è proprio una richiesta. E io non me lo faccio ripetere.
“Ben svegliata, Amy!” mi piace, la amo, la adoro, è unica.
“Ottimo risveglio, grazie!” bacio sulla guancia. “Ti amo!”
Mi lascia così.
L’immagine riflessa nello specchio, mi fissa perplessa. Quasi furiosa. Ho come l’impressione che, se potesse, mi prenderebbe a schiaffi. A dirla tutta, mi prenderei a schiaffi da solo. Perché tutto questo non doveva succedere.
Perché il successo chiede sempre qualcosa in cambio. Per vivere nel successo, devi sopravvivere nella vita. Chiudere in un cassetto tutti i tuoi vorrei, non ti rende molto diverso da un gatto appisolato sul davanzale.
Blaise Pascal paragonò l’uomo ad una canna pensante. L’attore dovrebbe, invece, avere un altro modello: Luigi Pirandello. Pirandello e le sue opere. Noi attori, siamo tutti personaggi in cerca d’autore, non ci è dato togliere la maschera dopo la recitazione. Sempre che sia davvero una maschera la nostra; sempre che la maschera non sia la vita privata; sempre che non sia la vita, il vero spettacolo. L’unico, vero, film in maschera.
L’immagine riflessa nello specchio, ride beffarda. Ride di me. O sono io che rido di me stesso?
Rob, Robert, Robert Pattinson, Robert T. Pattinson, Robert Thomas Pattinson! Questo è il tuo nome, vivi per il successo; il successo sei tu! Hai già dimenticato le tue stesse affermazioni? Non puoi fare la prima cosa che ti passa per la testa. Non devi.
L’acqua ha smesso di scorrere: Amy è uscita. E’ il mio turno. Finalmente. Non finirò mai di chiedermi perché, i cinque minuti femminili, siano in realtà ore d’orologio. Amy, anche in questo, è unica: è riuscita a far coincidere la frase ‘impiegherò il meno possibile’ ai fatti. Tre quarti d’ora, ha impiegato quarantacinque minuti.
Amy è tornata in camera. Devo avere una strana espressione, perché appena incrocia il mio sguardo, Miss Florent sorride discretamente. L’intento era sorridere discretamente, almeno. “Robert, lo specchio non canta con te!” dice. “Non siamo in Viale dei Ciliegi, 17!” continua, continua a sorridere e gli occhi le si illuminano. Occhi scuri, che spesso hanno un velo, un velo che, forse, riuscirò ad eliminare.
Ha ragione: lo specchio non canta con me. Ride di me.
“Sono un attore, Amy! Dovresti stare attenta!” sono un attore, e questo basta per mettere in guardia chiunque.
Chiunque!
“Sei così sicuro che, una studentessa, non possa essere più attrice di te? Attore…” in effetti, se Luigi Pirandello diceva il vero, e Pirandello diceva il vero, forse Amy… “Tu sei prima di tutto Robert, mettitelo in quella zucca che ti ritrovi!” conclude decisa.
“E tu, chi sei?” adesso mi ha messo l’ansia addosso. Chi è, davvero, Amy Florent?
“Io sono Amy, studentessa universitaria, ventidue anni ad ottobre! Ovvio!”
“Rob, attore inglese, ventiquattro anni tra pochi giorni! Altrettanto ovvio!” sembra una presentazione da telegramma.
Sono curioso di sapere i suoi programmi, in due giorni abbiamo visitato l’intera Parigi, in due giorni ha sconvolto le mie certezze. Mi viene da ridere, se penso che ci siamo conosciuti solo venerdì. Oggi è lunedì. E’ quasi assurdo, quasi. Perché non esiste l’assurdo, quando non esiste la realtà. Se non esiste la realtà? Amy mi sta influenzando troppo!
Robert, torna ad essere Robert. La filosofia lasciala a lei. Uno, due, tre. Mr Pattinson a rapporto.
“Quanto starai a Parigi?”
“Una settimana, dovrei partire giovedì!” giovedì? Come, prego? Parti giovedì, e me lo dici così? “Non era in programma un nostro incontro!” aggiunge, trattenendo, cercando di trattenere, le risate. Non ci riesce. Chissà che faccia ho, devo essere sorpreso.
“Vado a prepararmi, non scappare!” avverto, preoccupato.
“Non ne ho intenzione, non sono Kristen-Runaway-Bridge-Stewart! Scusami, le ho appena fatto un complimento!” da quando bisogna chiedere scusa per un complimento?
“Tu ed Alice proprio non la sopportate quella ragazza, eh?”
“Non è questione di antipatia personale, non voglio criticarla. Non è nel mio carattere, criticare qualcuno che non conosco!” chissà perché non mi convince. “Ti assicuro però, che non c’è solo Alice!” naturalmente. Ci sono Jules, l’amica di Alice, Tom. Certo, che non c’è solo Alice.
“Bene, ma ti assicuro che esistono ragazze che sono pazze per noi; pazze per Kris; pazze, punto!” ne ho conosciuta una giusto venerdì, quando mi hai lasciato solo nel bar. Quando te ne sei andata senza neanche salutarmi, ragazza mia.
“Lo so bene, non ho il minimo dubbio, Robert!” si alza dal letto “Vado a vedere il mio aspetto tutto quanto insieme. Ti aspetto in sala!”
E poi, dice a me, di non essere in Viale dei Ciliegi, 17! Che ragazza!
L’immagine riflessa nello specchio, continua a ridere. E’ contenta! Così, senza motivo! E io rido con lei.
Dopo la doccia, riesco a rendermi presentabile. Un paio di jeans blu, una maglietta bianca e la mia collana del Taurus. Sono molto legato al mio segno zodiacale, mi piace! Se Amy è nata ad ottobre, ora che ci penso, significa che è dello Scorpione! Affinità eccellente, meglio di Romeo and Juliet! Se solo credessimo all’oroscopo! E ho come l’impressione, che Amy, non creda minimamente alle stelle. Forse mi sbaglierò, o forse no! Certo è, che non porta nessuna collana dello Scorpio, e non tiene in tasca alcuna pietra portafortuna. Ma in fondo, potrebbe essere anche della Libra! Ha detto solo ottobre, e tutti i mesi hanno due segni zodiacali ciascuno. Il mio unisce Taurus e Gemini, per esempio! Robert Pattinson, non devi fare una lezione di Astrologia. Esistono i ciarlatani, gli esimi maestri nell’interpretazione delle stelle, per questo. Stelle che indicano ma non determinano, ricorda! Tu rimani fedele al tuo ruolo, qualunque esso sia!
Qualunque esso sia, appunto!
Oggi, lunedì 7 Maggio, sono Robert! Ed esco con Amy, per una crepes. La solita crepe.
“Possiamo andare, Amy!” è seduta comodamente persa in chissà quali pensieri, quando mi sente, si alza e, tacitamente, apprezza.
Siamo passati dall’Hotel, e dopo un’altra mezz’ora d’attesa siamo finalmente usciti per le vie parigine.
Oggi non c’è stata nessuna coda, nessun assalto, nessun urlo, nessun pericolo per la mia persona! Non ho incontrato reclute di bande. E’ quasi un silenzio irreale quello che si sente per le strade. Mi sento ignorato, per la prima volta mi sento ignorato. Mi sento ignorato, e non mi dispiace. Sembra quasi che sia Amy la causa di questa tranquillità. Che sia Amy a decidere l’andamento della giornata. In realtà, non so neanche io cosa stia dicendo. Però, è così! Con lei, mi sento bene! Con lei, non ho bisogno di chiamare Tom.
Tom! Chissà perché è qui a Parigi. Mi ha chiamato dal Charles De Gaulle dicendomi solo ‘ sono arrivato, passo da te!’; senza che gli chiedessi nulla. Tom è fantastico anche per questo! Io ho scelto Tom, anche per questo!
Tommaso-Geronimo-CapitaleAustraliana! Funziona: è divertente! Dalla prossima volta lo chiamerò così! Avrò anch’io un elenco astruso di nomignoli! Povero ragazzo! Io il topo, lui il gatto! Io il topo, lui il gatto? Mi faccio paura da solo! Che ragionamenti sto facendo? Amy non può essere entrata così in profondità. Sarebbe davvero inqualificabile, non commentabile. Sono sconcertato. Piacevolmente sconcertato!
Amy ha ordinato due crepes! Per lei con la marmellata di fragole; per me con quella di albicocche. Ringrazia François, e sorride a me. Sorride come se dovesse rassicurarmi. Da cosa, solo lei lo sa! Ho quasi paura che, questa sensazione, sia la calma prima della tempesta. Ho paura che la tempesta non tarderà ad arrivare. E la mia tempesta, ha un nome. Nome e cognome.
Amy oggi ha i capelli sciolti, ha rinunciato alla piastra: sembra rassegnata al suo riccio-mosso. Come, in fondo, lo sono io! Uso il gel solo nelle occasioni importanti: le premiere!
Premiere che, fosse per me, potrebbero anche non esistere! Odio le premiere, odio diventare l’art attack Robsten! Nil il grande artista dovrebbe capire che è inutile usare la colla vinilica, quando non c’è nessun pezzo a disposizione! E’ inutile parlare di Robsten, quando Robsten non esiste! Se esistesse non starei mangiando una crepes con Amy. Se esistesse, avrei impedito me stesso di conoscere Amy! Se, se, se! Troppi se! Robert, shut up!
“Mademoiselle, le vostre crepes!” il cameriere sta correndo con le ordinazioni, si è reso conto di essere leggermente in ritardo. Solo leggermente.
“François, ecco a te!” ringrazia Amy, lasciando una piccola mancia, nonostante il ritardo. Mancia immeritata.
“Merci, mademoiselle!” e con un inchino saluta. Questo è un bar? O una platea? E’ un cameriere, o un attore che ha terminato il lavoro? Dove sono finito? Amy chi è? Chi sono, io? Robert, shut up! E’ la tua coscienza che parla. Stai zitto, torna alla normalità! Troppe domande, calmati! Tu sei tu, Robert Pattinson, ventiquattro anni tra pochi giorni!
“Robert!” è Amy a riportarmi con i piedi per terra. Amy, che vive su una nuvola insieme ad un ombrello. Okay, Robert! Shut Up! “Robert, tutto okay? Hai lo sguardo perso nel vuoto!”
“Stavo pensando!” rispondo con un gesto vago della mano.
“Mi preoccuperei alquanto, se non pensassi!” ma questa ragazza è quella che ho conosciuto ieri? “Conosci il pensiero di Pascal, vero?”
“Assolutamente!” rispondo subito. E’ lo stesso ragionamento che ho fatto questa mattina, dopotutto! Ma io continuo a sentirmi un gatto appisolato sul davanzale.
“Robert, mi preoccupi! Sei totalmente diverso dai giorni scorsi!” è così evidente? Se non riesco a nascondere i miei pensieri, come posso pretendere di continuare ad interpretare Edward Cullen? Rinuncio alla parte! “Non ci vuole una laurea in psicologia, per capire che, presto, questa calma finirà!”
“Perché, credi davvero possa finire?”
“La vita è un pendolo tra dolore e noia, l’amore è un’illusione!” risponde così, senza rassegnazione. “Sai, io odio Arturo! Purtroppo però, una cosa è certa, qualcosa succederà! Molto presto!” e così conclude.
Lunedì 7 Maggio. Pomeriggio.
“Io credo nel vero amore, perché tutto ha avuto inizio con l’amore!” siamo in macchina, ed Amy cerca in qualche modo di rompere il silenzio che mi circonda. “Sai cosa lega un logorroico ed un pensatore?”
“No, spiegami!” non so cosa stia succedendo, ho paura che questo idillio finirà. “Sono curioso!”
“La paura!” afferma “La paura del silenzio, Robert! Si parla quando si ha paura di ascoltare! Si urla quando non si vuole ascoltare! Si tace quando si ha paura della parola Silenzio!” Shut Up! Quante volte ho sentito questa parola oggi? Troppe! Troppe domande, zero risposte! “E sai quando non si parla, tra le altre cose?”
“Forse!” e non faccio in tempo a dire altro. Amy è a pochi centimetri da me. Pericolosamente vicina.
E’ vicinissima. Il suo viso sfiora il mio, sento i suoi capelli sulla fronte. E il suo profumo. Lampone.
Le sue labbra si accostano alle mie. E’ il più dolce bacio che abbia mai ricevuto.
“Robert, dovrei passare da te! Ho dimenticato la mia pietra! Ti spiace?” lo chiede come se temesse chissà quale reazione da parte mia. Amy Florent non finirà mai di stupirmi.
Quando acconsento, sospira come se fosse rimasta in apnea.
Non finirà mai di stupirmi, appunto!
Appena apro la porta, Amy si dirige in camera. Probabilmente la pietra è sul comodino. Io aspetto in cucina, e nell’attesa prendo una birra. Non è ora di una birra, sono le cinque. Non è ora di una birra, ma io ho bisogno di una birra.
Apro il frigo e fortunatamente ci sono anche delle bibite.
Preparo un bicchiere d’aranciata, fredda, con ghiaccio. E una birra, ghiacciata.
Con il vassoio in mano, vado in camera. Amy non mi sente entrare.
“Non lo conosco, non è più affar mio!” sussurra. “Non se ne parla, Luca!” così chiude la telefonata.
Solo quando spegne il telefono si accorge di me. Mi siedo al suo fianco, e l’abbraccio.
“Anche questo, si fa senza parlare!” la stringo più forte. “Quando vorrai, ti ascolterò!”
“Prima parlerai tu, Robert!” e non è Amy a rispondere![/DIM]
La vita è un pendolo tra noia e dolore, l’amore è un’illusione. La vita è un pendolo tra noia e dolore, l’amore è un’illusione. L’amore è un’illusione. "Vita e sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare." Schopenhauer lo odio incondizionatamente. Concordo con Arthur quando qualifica Hegel ciarlatano. Adoro qualche sua citazione. Adoro solo questa citazione.
“ Prima parlerai tu, Robert!” mi guarda perplesso. E’ confuso! “Cosa succede? Non ti piace la mia voce?” e riavvio la registrazione. ‘Prima parlerai tu, Robert!’ è buono. Non serve un altro ciak. “Amy, che scherzi sono questi?” domanda sollevato. “Temevo fosse…” “Non è a Parigi, tranquillo!” Parigi è troppo piccola per ospitare entrambe: o lei, o io! E fino a giovedì, ci sono io, qui! Perché giovedì mi tocca partire. Non è che abbia tutta questa voglia però…
“Ti ho portato da bere!” indica il vassoio e mi passa l’aranciata. Lui sorseggia la birra. Amo le bibite ghiacciate, se ne è ricordato. Che dolce! Certo, preferisco le arance rosse di Sicilia, ma non si può avere tutto. Sono a Parigi, con Robert; è già molto! Sono con Robert nella città della Senna, è parecchio! E io, sono una ragazza che si accontenta di poco: è una cosa risaputa! Robert, Rob, Bert! Bert? Ecco perché questa casa è piena di dipinti. Che artista! Rob, Robert! Oh cielo, sembra latino. Sembra un paradigma. Nominativo e Genitivo. Robert, Genitivo Sassone. Genitivo Sassone? Impossibile, non c’è nessuna ‘s’! Però è inglese. Okay, non è un collegamento logico, ne sono consapevole!
“Sai che hanno tradotto Harry Potter e la pietra filosofale , in latino?” eh, già! Potter, Potteris! Come se il maghetto inglese dovesse essere letto da Iulius Caesar, o Virgilio. O Alice, Libero e Google. Amy, se devi ragionare così, dimmelo subito, e io torno a dormire! Fase Beta, che male c’è se per un po’ vieni sostituita dalla fase Alfa! Google? Msn! Oh carol! Internet! Juvenet, Palernet, Milanet, Romanet, Papernet! Paperopoli. Papaveri! “No, non lo sapevo!” se Robert fosse stato in silenzio ancora qualche secondo, non so dove sarei finita. Forse a lucidare monetine per PDP! “Adesso lo sai, Digor, Diggorys!” io, in fondo, ho cominciato a seguirlo da quella sera nel labirinto. Da quando Mr Pattinson era un essere umano. Da quando Robert Pattinson era ancora un mortale! Amy Florent, Amy Florent. Studentessa.
Studentessa che ancora non ha compreso i motivi per cui il latino, in un liceo linguistico, debba essere studiato per quattro anni quattro (in due si unisce la letteratura) e venga riposto nel pensatoio Silente, durante l’anno della Maturità. Traduzione: quattro anni passati a studiare una lingua morta e sepolta, senza portarla all’esame finale. Qualcuno che ha frequentato il liceo linguistico saprebbe darmi una spiegazione? Studiare Rosa Rosa Rosae Rosam Rosae Rosae ; sapere che il nominativo e il vocativo sono sempre uguali, fuorché nella seconda declinazione singolare ( Lupus, Lupe ); conoscere il De Bello Gallico e non calcolare Romeo and Juliet ; studiare Cicerone, e non aver letto I Promessi Sposi… cosa serve, in un liceo linguistico?
Ho frequentato il liceo linguistico per cinque anni. Ho girato l’Europa grazie alle gite ( le stesse che mi hanno fatto odiare gli alberghi) per tre anni. Ho studiato quattro anni latino. Zero anni geografia. Quattro anni una lingua morta; zero anni una materia che servirebbe per girare il mondo. Questa, è la seconda domanda, ancora aperta: perché, in un liceo che presuppone la conoscenza perfetta di tre lingue straniere, non ci si pone il problema che lo studente conosca almeno gli affluenti del Po? O i capoluoghi regionali del proprio Stato. Non pretendo i capoluoghi di provincia, i capoluoghi regionali! Gli italiani conosceranno Roma e il Colosseo grazie a Virgilio e il latino. Questa è la verità! Povera Alessia! Povera Ale, spero per lei che non finisca in un liceo linguistico! E’ quasi più utile il classico: si studiano due lingue morte e sepolte, vero! Ma sono due lingue che si portano alla Maturità! Virgilio? Internet! Oh cielo!
“ Robert, mi serve il computer! Potrei usare il tuo ordinatore?” “ E’ nello zaino!” e indica uno zaino nero vicino alla scrivania. Apro lo zaino, accendo l’ordinatore, e dopo tre anni, quattro mesi e cinque giorni; finalmente si attiva. Mi siedo, e controllo la mia posta.
Ciao, come stai? Tutto bene? Mi hai pensato mai…bene dopo aver canticchiato gli Zero Assoluto… non ho ancora ricevuto una tua risposta alla lettera di settimana scorsa! Spero leggerai questa mail. (Hai con te il computer, vero?) bene… La questione è molto semplice: devi tornare, adesso, a Milano! Oggi, 6 Maggio! E’ urgente! Devi tornare! Ti voglio bene Amy,
Luca!
ps: so che non è più da considerare, ti appoggio in questo! Ma rimane sempre papà! Ed è partito, ieri! Rileggo la mail almeno tre volte prima di rispondere.
Ciao Luca, complimenti! Conosci perfettamente quello che mi davi tu, un applauso! Ho letto la mail (se fosse altrimenti non starei scrivendo quanto sto scrivendo!) bene… (si ho portato il computer, anche se ti sto usando l’ordinatore di Robert)! La risposta è molto più semplice: non torno, adesso, a Milano! Oggi, 7 Maggio! Non torno!
Ti voglio bene anch’io, Scorpio Boy!
Scorpio Girl
ps: è partito? Non è una novità!
“Lampone!” è Robert, che nel frattempo si è avvicinato “Mi piace il tuo profumo, lo sai?” “Io adoro il tuo dopobarba!” e la tua barba, i tuoi occhi, le tue labbra. “Comunque sei troppo vicino!” sento il suo respiro sul collo. “Allontanati, per favore! Devo alzarmi!” e Robert, senza una parola, torna in cucina con il vassoio vuoto. Quanto vorrei del Punch al Rum, hic et nunc! Ecco, Hic et Nunc è la mia espressione latina preferita, dopo Ora et Labora, San Benedetto da Norcia, e gli amanuensi. Il mio sguardo vaga dallo schermo alla tastiera. Dalla tastiera allo schermo. Dal mio post scriptum al tasto invio. Rileggo la mia risposta: non so perché, ma non mi convince.
p.p.s: Luca, ti prego, segui il nonno che abbiamo conosciuto. Segui il nonno con cui siamo cresciuti! Ti voglio bene, Amy
Rileggo per l’ennesima volta, e premo invio. Messaggio inviato! Scritta inesorabile! Bene! O male!
Dov’è il cellulare? Ora che ci penso, con Robert non ci siamo scambiati ancora i numeri. Incredibile! Non importa, se non trovo il cellulare hic et nunc, non posso memorizzare nessun numero. Odioso di un Luca! Luca e le sue mail! Perché non mi ha chiamato per avvisarmi? Cosa temeva? Cosa potevo fare io, da Parigi? Dov’è il mio cellulare? Eppure la camera è questa: un letto, due comodini, un comò, e uno specchio canterino. Dove carol è finito il mio cellulare?
“Amy, cosa è successo?”domanda Robert, trattenendo palesemente una risata. “Niente, cosa deve essere successo?” dico, scuotendo freneticamente la polvere dai jeans e cercando di dare una sistemata ai capelli. Mr Pattinson avrebbe bisogno di una perpetua, mon Dieu! “Nulla, infatti! Sembrava fossi alla disperata ricerca di qualcosa, mi sarò sbagliato!” risponde, togliendomi una piuma dai capelli. Si, Robert avrebbe bisogno proprio di una perpetua! Senza diventare Don Abbondio! O Don Rodrigo! I Promessi Sposi , il romanzo italiano per antonomasia! Tradotto in tutto il mondo ( Les Fiances , è la traduzione francese)! Un romanzo che io, un’italiana, non ho studiato degnamente! Per questo, ringrazio il cielo di aver cambiato professore per il triennio! Non oso immaginare come il nostro professore d’italiano avrebbe affrontato la Comedia Divina . Le coincidenze vollero che, a Praga (la gita del secondo anno), ci accompagnassero loro. Il professore di italiano e la professoressa di inglese ( sì, la stessa che non ci ha fatto studiare Romeo and Juliet )! Ammetto però, che quella gita è stata la migliore di tutte ( cauzione dimezzata, a parte)!
“Amy, ho memorizzato il mio numero!” e mi porge il cellulare che teneva in tasca. Il mio cellulare. “Non avrai letto anche i messaggi, spero!” non faceva prima a chiederlo, invece di fare il bambino dispettoso? “Per chi mi hai preso, Amy?” per un bambino curioso e incline alle ripicche. Ecco per chi ti ho preso. Che bambino, però! Non credi, Amy? Alfa, silence! “Grazie, comunque!” mi hai risparmiato la fatidica domanda. Che ragazzo fantastico!
Quando torno in hotel sono le undici! Il concierge mi consegna la tessera della stanza e la posta. La busta che non conteneva nulla di urgente. Che rabbia! Mathieu mi da la buonanotte ( sempre che io riesca a dormire) continuando a leggere la rivista sul bancone. Ho una strana sensazione, come un sospetto! Ho una strana sensazione, ma sono troppo stanca! Sono stanca, e non ho tempo per le mie sensazione! Voglio dormire, ho bisogno di dormire!
Jean Florent, il padre di mio padre, nell’ormai giurassico anno 1953, lasciò l’Italia. Destinazione Francia. Città della Senna, città del Louvre, città della Tour Eiffel. Destinazione Parigi, Paris! In terra francese incontrò la sua anima gemella ( perché non può qualificarsi in altro modo, la donna con la quale dividerà tutto per sempre) . L’anno seguente nacque il suo primogenito, Olivier Florent! Quando Monsieur Florent partì, il nonno si unì nel sacro vincolo del Matrimonio con la nonna ( un Matrimonio che continua tutt’ora, nonostante tutto) . Il tempo passa, Olivier cresce, e Jean torna in Italia. Stipulò un contratto con la nonna, e Olivier Florent, il secondogenito vide la luce ( che espressione poetica). Olivier Florent, mio padre. Due anni dopo nacque la prima e unica figlia di Monseur Florent. In quello stesso anno nacque anche la secondogenita del nonno. In quello stesso anno nacque la zia. La mamma, invece, nell’anno in cui nacque il primo Olivier. Ricapitolando:
1953 Jean Florent si trasferisce a Parigi, dove incontra la sua anima gemella! 1953 Il nonno sposa la nonna 1955 Nasce il primogenito di Jean Florent! 1955 Nasce la mamma! 1960 E’ il turno della prima figlia di Mr Florent, la sorella di mio padre! 1960 E anche della seconda figlia del nonno, la zia!
Le coincidenze arrivano sempre in compagnia. Solo ora che lo leggo nero su bianco, me ne rendo conto.
E’ mezzanotte. Non ho sonno. Mezzanotte e un minuto, e sono sola nella stanza dell’hotel. Che noia! Mi avvicino al letto, e Mr Darcy mi tenta come mai prima! Come Harry Potter e il calice di fuoco! Uff! Che barba! Sono lì, sul comodino vicino al telefono. In attesa impaziente! Il computer! Msn! Amy, Luca sarà in linea! E’ solo mezzanotte e un quarto! Luca, ti prego! Luca, ti prego! Luca, ti prego! Luca! La gamba sinistra balla, il piede destro tiene il ritmo. E io sono peggio del Cappellaio Matto intento a ballare la Deliranza! Luca non è in linea! Perché? Perché carol non è in linea, quando serve? Vedo un puntino verde! Alice!
Ciao, come va? Ciao Amy, tutto okay! Tu? Anche su msn inizio con le domande da sapone, assurdo!
Hai notizie di Kristen-Addio-Non-Cercarmi-Stewart ? Ah, sei forse a Parigi? Sì! A quale domanda corrisponde il sì? Entrambe! Yoga, Amy, Yoga! Ricordati la respirazione! Amy? Ci sei?
Bene, adesso dimmi che Robert Mazza King non è al centro delle tue attenzioni! Mazza Boy non è al centro delle mie attenzioni. E’ convincente? No! Kristen-scopa-di-saggina-Stewart è a Parigi! A PARIGI????? Ciao Julie! Ciao Amy! Kristen-scopa-di saggina-Stewart è qui a Parigi Ragazze vi devo lasciare! Il cellulare squilla da mezz’ora!
E’ a Parigi! Oh Caspio Carol! Poco male, Robert ha giusto bisogno di una Perpetua e Scopa di saggina è perfetta. Scopa di saggina? Ho perso il conto dei nomignoli che Alice usa per parlare di Voi-Sapete-Chi ( no, non Voldemort; niente Signore Oscuro). A proposito, chissà se Piton, nel settimo film, canterà finalmente Il triangolo no ! Sarebbe simpatico, è identico! A chi, Amy? Beta, che domande fai? A lui, ovvio!
Perché non sei in linea, Luca?
E’ l’una e un quarto. Non ho sonno. E cedo alla tentazione. Non vi allarmate Miss, nel ricevere questa lettera, pensando che contenga una ripetizione di quei sentimenti o il rinnovarsi di quella proposta che la sera scorsa vi furono tanto sgraditi. Scrivo…
E’ lui la mia consolazione! My Darcy!
Estate, 1992
C’era una volta, in un paese lontano lontano, un regno incantato. Sull’esercito della principessa c’era una maledizione, che tanto maledizione non era: i sudditi, dopo il crepuscolo, si trasformavano in crostacei. Solo un ragazzo ne era immune. Il ragazzo si chiamava Ricardo. Ed era un mago…
“Si è addormentata?” “Sì, spero riesca a riposare stanotte! Era davvero stanca!” “Notte, piccola!”
Parigi, Hotel Mercure…
Sento la sveglia suonare, con la mano la spengo! Ho bisogno di dormire! Sono solo le otto! Mi volto dall’altra parte e chiudo gli occhi. Poco dopo sento ancora dei rumori. Rumori che continuano! E’ la porta! Ancora assonnata mi alzo, apro la porta, e una piccola scheggia entra in camera. Precipitandosi sul letto!
“Ale?” cosa ci fa sveglia alle otto di mattina? “Preparati, scendiamo insieme a far colazione!” “Non ti muovere!” “Io ti aspetto qui, ho anche le carte!” aggiunge, per tranquillizzarmi.
Lo specchio mi fissa, io fisso lui. Sorride, e io rido con lui!
Nonno dimmi qualcosa! La Juventus è ai
preliminari di Europa League. L’Inter ha fatto la storica Tripletta. E tra poco
più di un mese inizieranno i Mondiali: la mia finale è Argentina VS
Inghilterra! Maradona VS Don Fabio! Che devo fare?
Collirio, trucco! Pronta per affrontare una nuova
giornata! Ale mi aspetta seduta a gambe incrociate
sul letto, sta giocando a carte!
“Buongiorno Amy, scusa l’entrata a sorpresa!”
Antonio è arrivato, cominciavo a chiedermi dove fosse. “ Spero non sia un
problema per te!” dice, riferendosi alla colazione insieme, e alla piccola sul
letto. Anche lui è comodamente seduto sul letto, sta spiegando ad Alessia
qualche sano e leale trucco. Sempre che un trucco possa qualificarsi leale. Se
esistono le bugie bianche però, possono esistere anche i trucchi leali. “Tutt’altro, è solo un piacere!” ribadisco,
cercando di rassicurarlo. Non lo convinco, almeno così pare. “Piccola, cerchi di sorridere!” sorridere. Lo
farei, davvero! Se solo ce ne fosse il motivo. In quattro righe Luca ha sconvolto
i miei piani; Alice in un secondo ha confermato i miei sospetti; e stanotte non
ho dormito: mi sono persa nell’oasi con il mago Ricardo. Perché? Perché?
Perché? “Ho avuto un pessimo risveglio, Monsieur!” è una
giustificazione tanto vaga quanto inutile, ma va bene comunque! Certa è, la
simpatia di Antonio: mi chiama piccola, dandomi del lei. “Tutto si sistemerà!” afferma deciso, asciugandomi
una lacrima sulla guancia. “Tutto andrà bene! Mi fa un sorriso?” è quasi una
supplica, non per lui, per me! Quest’uomo è incredibile! “Così va bene, Antonio?” chiedo, mostrando il
miglior sorriso che, l’umore, oggi, mi permette. “Un pochino meglio, sì!” risponde, dandomi una
pacca sulla spalla.
La sala buffet è vuota. Ci sono solo due uomini
ben vestiti vicino alla porta. Sembrano bodyguard. Ale
ha già raggiunto un tavolo davanti la finestra.
“Amy, tutto okay?” “Sì!” rispondo automaticamente. Continuo a fissare
i due uomini. E il loro sguardo segue me. Amy, non diventare paranoica. Non sei
tu il centro delle loro attenzioni, non sei tu il centro delle loro attenzioni,
non sei tu il centro delle loro attenzioni. Pensa alla colazione! Il buffet di questo hotel è decisamente meglio di
quello ceco: in questo hotel non ci sono studenti. Non ci sono studenti in
gita. Perché io sono una studente, in vacanza. E’ infatti fuori ogni dubbio che
il motivo dell’ottimo buffet sia la mancanza di studenti in gita. In quel di Praga la colazione (e il pranzo, e la
cena) non poteva essere considerata tale. Durante le petit dejeuner
, l’alternativa era tra uno pseudo-the e uno pseudo
caffè ( conosciuti entrambi come acqua colorata ). Senza dimenticare la
spremuta di pompelmo, che tanto spremuta non era. Siamo stati cinque giorni in quella splendida
città ( perché la città è meravigliosa), e solo la quinta e ultima sera abbiamo
scoperto che il nostro hotel conteneva una sorgente d’acqua gratis ( sì, perché
per quattro sere abbiamo pagato per bere dell’acqua minerale). L’apice
dell’assurdo in quella school trip è stato raggiunto
il mercoledì: dopo la visita di un famoso castello, tanto famoso che non ne
ricordo il nome, ci siamo fermati in un ristorante in cui avremmo dovuto
mangiare menù tipico ceco. Avremmo dovuto!
_ Primo: minestra con crostini. _ Secondo: cotoletta alla milanese e patatine
fritte. _ Dessert: gelato
Scoprimmo infatti che, forse, Praga è Milano sotto
mentite spoglie. Forse, senza forse. E noi eravamo due classi milanesi.
Torno al tavolo con il vassoio pieno. Antonio mi
sorride, i suoi occhi sono azzurri come il mare. Profondi. E i due uomini
continuano a seguirmi. Amy, non essere paranoica! Pensa alla colazione!
“Ale, oggi è l’ultimo
giorno a Parigi! Ti spiace?” “Non lo so, nonno!” nonno? “Mi piace, ma voglio il
mare! Mi annoio!” “Di dove siete?” mi incuriosiscono. Sono troppo
curiosa, lo so! “Genova!” risponde Ale,
con aria nostalgica. “ Tu, Amy?” “Milano!” dico allegra. In fondo a me piace il
Duomo in eterna ristrutturazione. Il Castello Sforzesco, Palazzo Reale, la casa
natia di Manzoni Alessandro, piazza Mercanti. Amo la metro milanese, così
moderna. Adoro le librerie in Piazza Duomo, in via Torino e in Corso Vittorio
Emanuele. Ecco, le librerie! Punto! Librerie, che nel mio piccolo paese di
provincia, hanno chiuso per non so quale motivo astruso. “Io invece sono originario di Torino!” interviene
Antonio, sorridendo “E’ così, si chiude il triangolo, vero?” chiede facendomi
l’occhiolino. Il triangolo. Il triangolo che non avevo considerato. Non mi stupirei se quest’uomo fosse juventino. Si
sa, esistono i corsi storici e ricorsi. Come insegna Gianbattista Vico. Uno
juventino del Taurus. Sarebbe simpatico. “ Lei di che
segno è?” domando, per curiosità. Anche se le mie domande non sono mai per
curiosità. “Sono nato a giugno, Amy! Gemini!” ecco, Gemini
forse è addirittura peggio. Perché è successo a me? “Io invece a novembre, il cinque!” Ale è una Scorpio del 5 novembre.
Di bene in meglio. Ripeto, perché a me? Perché in tutto c’è una spiegazione. In
tutto ci deve essere una spiegazione logica. Gli uomini in nero continuano a fissarmi. MrPattinson mi sentirà.
Altroché, se mi sentirà. Il cellulare squilla. Non lo trovo. Se solo la mia
borsa fosse di tappeto, sarebbe perfetta. Peccato che non riesca neanche a
tenere in ordine questa borsa. Me ne servirebbe una di tappeto, appunto. Amy,
cerca il cellulare, non viaggiare oltremanica! Trovato! E ha smesso di squillare. Come sempre.
Odio il cellulare.
Dopo la colazione saluto Alessia e Antonio, che
hanno deciso di fare un ultimo giro per la città della Senna, e salgo in
camera. Sotto lo sguardo attento dei due MIB ( Men In
Black). Amy, non essere paranoica, non essere
paranoica. Non sono qui per te, non sono qui per te. Odio quando la mia fase
Beta crede che sia fissata. Rabbia! MathieuCordier, oggi, ha qualcosa di
diverso. Deve avere cambiato qualcosa, forse la pettinatura, lo osservo con più
attenzione. E lui mi guarda perplesso, come se dicesse, ‘problemi Mademoiselle?’. Sì, ha qualcosa di diverso. Sembra abbia
dimenticato l’esistenza del pettine. E’ un gioco di sguardi divertente: io
sempre più curiosa, lui sempre più perplesso.
“Ha perso qualcosa Mademoiselle?”
mi chiede, palesemente stanco del mio sguardo indagatore. “Sì, forse tu! Io no!” ho la conferma: ha perso il
pettine. Fortuna che ha ignorato la presenza di Robert. “Il tuo modello chi è,
scusa?” “Non seguo la moda!” infatti uscire spettinati la
mattina, non è una moda. Robert Pattinson è unico del
suo genere. E non perché siamo tutti unici al mondo. Semplicemente perché è
lui. Lui, così! Robert è il ragazzo che mai avrei creduto di
incontrare; Robert è Robert; Rob è Rob! Non è Edward, né Cedric, né
Monsieur Duroy! MrPattinson è Rob! Non so neanche
io cosa stia provando per lui, in questo momento! Forse quello che prova un
pezzo di ferro verso una calamita. Robert è la mia calamita da quando sono a
Parigi! E’ la mia calamita, nient’altro! Solo una calamita! Certo è, che io ho
la calamita per i Taurus nati a Maggio! Lui, è il mio
centro gravitazionale da quando sono a Parigi! Perché devo essere scientifica anche quando parlo
di un sentimento? Devo essere più diretta, uff! Elinor, vai con Elinor! ElinorDashwood, sono io! Okay,
forse l’uscita a mo’ di Re Sole poteva essere evitata! Però sono a Parigi!
Okay, l’uscita a mo’ di Re Sole doveva essere evitata! Perché l’unica ElinorDashwood che conosco è
Emma Thompson ( non che io abbia amato la sua interpretazione, però su di lei è
caduta la scelta). Al contrario, amo, adoro Anne Hathaway,
e non perché ha interpretato in modo fantastico la Regina Bianca nel film Alice
in Wonderland ( forse un po’ anche per quello)! Adoro Anne Hathaway
così, semplicemente! Sarà perché è nata a Novembre, sarà perché è stata
fantastica in PrettyPrincess
(insieme a Julie Andrews), sarà perché è stata la protagonista
de Il Diavolo veste Prada , sarà perché ha interpretato divinamente Jane Austen in Becoming Jane ( okay,
forse è questo uno dei principali motivi)! Io adoro Anne Hathaway
da sempre! Punto!
Sono in camera, intenta a cercare di mettere in
valigia l’indispensabile. Il mio guardaroba, il beauty, la trousse, i libri! Il
cellulare è a portata di mano sul comodino, e non squilla! Consegno le valigie al concierge,
le appoggia nella stanza dietro il bancone, e mi augura buona giornata! Buona,
spero lo sia! I due uomini in nero sono ancora dove li avevo
lasciati! Esco! Luca in quattro righe ha sconvolto i miei piani,
la ruota gira però, e girerà! Girerà! E non perché lo dico io, anche perché lo
dico io! Ma soprattutto, perché lo dice Sherlock Holmes! E Holmes è il mio
detective preferito! L'antica ruota gira e il medesimo raggio ricompare
a turno. È sempre successo cosí e sempre succederà.
Sento dei passi dietro di me, sono stanca.
Bodyguard del carol! Mi giro di scatto!
“Dovreste essere licenziati in tronco! Non si
segue così una persona! Potete dire a MrPattinson che non farò nessuna sciocchezza! Potete dire a Robert-Gatto-dei-miei-stivali-Pattinson che Kristen-Miss-Galateo-Stewart è al sicuro!Avanti, marsch!”
non posso dire che Robert è il mio centro gravitazionale, non alle sue guardie
del corpo!
ROBERT POV
“Kristen è a Parigi!” è
Tom. Kristen è a Parigi! La stessa Kristen che mi ha dato il benservito con un biglietto
anonimo. Perché è tornata proprio adesso? Ora, che ho conosciuto Amy? Perché,
perché adesso, che sono innamorato di Amy? Kristen Stewart. Sten. Robert Pattinson. Rob. Robsten. E’ una congiura! “Tom, dov’è Kris?” “E’ da me!” domani leggerò ‘La coppia Robsten scoppia: Kristen Stewart
tradisce Robert Pattinson con il migliore amico!’ ,
sarebbe tragi-comico. “Due minuti e arrivo, Tom!” chiudo così la telefonata. Sono le dieci, e sono ancora in pigiama ( cioè, in
boxer)! Devo fare in fretta. Prendo dall’armadio la prima t-shirt che mi capita
a tiro e un paio di jeans. Ho bisogno di una doccia. Fredda! Sento il getto d’acqua sei capelli e sulle spalle.
E’ ghiaccio, bene! Il freddo tempra lo spirito ed è un toccasana per i muscoli.
Robert, è solo Kristen. Solo Kris! Kristen Stewart non è solo Kris, per me! Torno in camera, indosso la T-shirt della Volcom ed il paio di jeans, ed esco! Il cellulare squilla,
ma non rispondo! Non ne ho voglia! Ho fretta! Arrivo al bar, prendo posto, e resto in attesa! Di
non so cosa! O di chi!
AMY POV
Robert, perché adesso? E tu, perché adesso? Kristen Stewart, sei la mia salvezza! Luca, non fare
pazzie!
Sono davanti alla nostra creperie. Nostra, anche
se di nostro non c’è nulla, anche se non c’è mai stato nulla. Siamo io, Amy; e
lui, Robert, Rob! Perché essersi conosciuti in una
sera di Maggio non implica l’esistenza di un noi. Perché Kristen
è tornata, e questa città è troppo piccola per entrambe. Perché Luca Florent mi ha chiamato, sconvolgendo i miei piani iniziali.
Perché ci sono troppi perché, e io sono stanca di pormi domande tanto futili
quanto stressanti. Se c’è rimedio perché preoccuparsi? Se non c’è
rimedio, perché preoccuparsi? Filosofia, vieni a me! Sono davanti alla nostra creperie; Robert è seduto
al solito tavolo, sta consultando il menù. Ed io, con lo smalto blu e un
diadema sulla fronte, sono pronta! Potrei usufruire anche di un vortice… se non fosse un tempo passato! Evito così,
l’entrata ad effetto! François mi indica un tavolo libero prendendo nota
delle ordinazioni ( che ormai sa, par coeur); ed
eccolo trasformarsi in Hermes, il messaggero degli dei. Lui Hermes ed io Amy!
Anche questo, è leggermente buffo! Robert sta ancora consultando il menù, o fingendo
di consultarlo: sento il suo sguardo su di me! Amy, alzati! Non puoi uscire dalla sua vita con il
rumore assordante del silenzio! Non vorrai essere paragonata a Kristen-Addio-Non-Cercarmi-Stewart , alzati e vai da lui!
Ora!
“Robert!” è sorpreso di vedermi. O di non vedere
gli uomini in nero dietro la sottoscritta Amy Florent.
“ Robert, credo tu sappia il motivo per cui sono qui!” dico, sedendomi di
fronte a lui. “Arthur ha colpito ancora! E non mi piace scrivere biglietti
d’addio!” “Cosa stai…” è
sconvolto. “Che cosa hai in mente? Tu non puoi andare via così! Non puoi!” non
sa cosa dire, ma continua “ Io ti amo, Amy! Non puoi lasciarmi così! Dimmi che
non è per Kris!” “No, non è per lei! Robert, sai quello che provo
per te! E’ inutile che te lo ripeta! Prima di tutto però c’è un’altra persona!
Più importante di te e di me!” non so cosa mi stia dando il coraggio, però sto
lasciando Robert Pattinson al suo destino. “Perché, Amy?” Perché, perché, perché! Troppi perché! “Non
sentirai la mia mancanza, dearling! Garantisco io!”
prometto, come se dovessi rassicurarlo. Non sentirà la mia mancanza! Perché lui avrà Kris.
Perché conoscersi in una sera di Maggio non implica amore incondizionato.
Perché l’attrazione non implica un sentimento profondo. Perché i ti amo detti
non implicano un ti amo sincero ! Quanto mi piace il verbo implicare! “Amy…” “Non aggiungere altro! Lo so!” saluto, do’
l’ultima mancia a François e vado via. Mi mancherà Parigi! Mi mancherà
François! Mi mancherà tutto di questa fantastica città!
Non vorrei tornare in hotel, però il volo non
aspetta certo me! Non ho ancora il potere di fermare un aereo, né un treno, né
qualsiasi altro mezzo di trasporto! Non sono io ad essere Wonder
Woman! E’ incredibile come con Wonder Woman mi
sovvenga in mente il triangolo di The O.C : Anna, Summer, Seth! E il giorno di ringraziamento.. ! Certo,
forse è un collegamento forzato, forse! Forse, perché nessun collegamento è
davvero forzato! MathieuCordier è quasi commosso! Gli
prometto un ritorno e prendo le valigie! E’ irreale, è tutto così irreale!
Irreale, ma sta accadendo!
Il volo è tranquillo. Io sono praticamente nata su
un elicottero, ho sempre preferito l’aereo al treno ( sarà perché odio
attraversare l’Italia in dodici ore)…
Sono in Calabria, sono in Calabria, sono in
Calabria! Mar Ionio, Mar Ionio, Mar Ionio!
Sono in aeroporto al ritiro bagagli, in attesa
delle mie valigie, che, a quanto pare, non vogliono saperne dell’aria di mare.
Dove sono? Quando arrivano? Non ho tutto il tempo del mondo! Se ho scelto di
prendere l’aereo qualcosa significherà, santo cielo! Non posso perdere il tempo
guadagnato, qui, al ritiro bagagli. Come non posso stabilire il record di
velocità da Milano a Roma, sulla A1, l’autostrada solare, bloccandomi nella
celeberrima Salerno-Reggio Calabria ; Salerno-Reggio , la celeberrima A3! Il mio karma oggi non
funziona! Pensare di essere in Calabria a due ore dal mare; non è certo come
pensare di essere a Parigi a due passi dalla Tour Eiffel, a due passi dal
Louvre, a due passi dalla Senna, a due passi da Robert Pattinson.
Robert Pattinson, l’attore! Rob,
la persona fantastica che questo attore è! Il mio karma oggi non funziona! So
ben io, di chi è la colpa! Lo so, ma non lo dico! Perché? Potrebbe salire il
prezzo del giocatore, Amy? La mia fase Beta è fantastica! Mou! Josè! Josè Mourinho, l’allenatore
che ha trasformato in realtà il sogno di una squadra! L’allenatore che
sgretolerà, per sogni reali, quella stessa squadra! L’allenatore che vincerà la
prossima Champions League con il Real, raggiungendo
così il record, ovvero, vincere la Champions League con tre squadre differenti!
Tutto questo accadrà, quanto è vero che mi chiamo Alex! Già, perché tu non sei
Alex, sei Amy. Grazie di avermi ricordato il nome. Di nulla, Miss Florent! Beta mi inganna, si prende gioco di me. Rivoglio le mie valigie, adesso! Sono sulla via
dell’ira funesta, e saranno guai se giungesse! Eccole! Sono arrivate,
finalmente. Lamentarsi, questo è il segreto! Me ne ricorderò!
Finalmente sono all’uscita, devo trovare un taxi.
Due ore di macchina con uno sconosciuto, quale immensa noia! Parleremo del
tempo. Oh, Gaudio infinito! Mai avrei immaginato di spendere i soldi di papà,
per papà. Sono furiosa! Ero a Parigi fino a stamattina. Ero a Parigi con
Robert, fino a stamattina! Perché?
Sono in Calabria a due passi dal mar Ionio! Sono
in Calabria a due passi dal mar Ionio!
No, non è affatto come pensare di essere a Parigi,
con Rob!
Dopo tre anni e quattro mesi trovo un taxi, e un
autista! L’autista, un ragazzo sui ventotto anni, moro, occhi scuri, fisico da
atleta, prende le mie valigie e le scaraventa dentro il cofano ( Bonjour Finesse!... ) ! Mi chiede l’indirizzo e gli porgo
un biglietto. Annuisce, mette in moto, e gli occhi scuri gli si illuminano (
sperando nel traffico, e la tariffa conseguente. Lo so!) . Mi viene da
piangere, voglio una rendita da diecimila sterline convertita in euro ( perché
delle sterline in Italia, non saprei che farmene)…
“Da dove arriva?” “Parigi!” rispondo, imitando il tono di Alessia.
Nostalgia canaglia. “E’ francese?” perché me lo chiedono tutti? Quando
analizzerai il tuo cognome, lo scoprirai, Amy! Grazie, agenda pro-memoria!
Caterina dei miei stivali, vai da Petruccio a Padova!
Dovresti venire anche tu, lo sai! “Italianissima!”
contraddico, ignorando Beta. “Se vuole, potremmo parlare in dialetto!” propongo
“Sappia però, che mi rifiuto!” preciso. Sì, forse dovrei passare anch’io da
Padova! Oh myPetruchio!
Stop, please! “Como voliti, cummarie’!” a che gioco sta giocando? Amy, tranquilla! Sai
che non è un insulto. Grazie, guida illuminatrice! Mi sento troppo Katherine!
Dove sono Batista, Lucentio e Tranio? “Che tempo ha lasciato a Parigi?” mi sembrava
strano che non avessimo ancora toccato l'argomento da sapone. “Ho salutato il sole!” sotto una pioggia
torrenziale. Stupidità maschile, perché a me? “Deve essere stanca, si riposi! La sveglierò io
all’arrivo!” e mi sorride dallo specchietto retrovisore. Ho come un flash, ma
sono troppo stanca per fare congetture; chiudo gli occhi, e cado com la donna cui sonno piglia!
(ROBERT POV)
Miss Amy Florent! Miss Florent! Amy!
E’ successoancora. Quante volte
ancora dovrà succedere?
Mi ha lasciato solo in questo bar. Davanti gli
occhi increduli di François. Davanti gli occhi adoranti di Edith ( sì, in
questa creperie non esistono solo camerieri maschi, e non esiste solo François-Monsieur-Hermes-Piaf ). No, non sono geloso! Mi ha
lasciato solo davanti a tutti, e io non ho fatto nulla per fermarla! Perché è
partita? Perché mi ha abbandonato così? Perché anche lei? Perché proprio lei?
“Robert!” mi sento chiamare. E' Kris! Kris, che
con il sorriso Alfa Omega si siede al mio tavolo. MrSturridge deve ancora
spiegarmi perché questa ragazza è tornata in questa cittadina sperduta! Perché
non è rimasta nell’assolata Los Angeles? Perché deve visitare il Vecchio
Continente, quando ha il Nuovo Mondo, l’emisfero Australe, entrambi i Poli, i
Tropici; a sua completa disposizione? Per te, forse? MrRob Tom Pattz! Stupido
inconscio, questo lo so! Per me, Robert Thomas Pattinson!
Perché, io , aspettavo questo momento da giorni?
“Robert, non mi saluti?” mi chiede con un sorriso
solare sulle labbra. Senza badare a risparmi o qualità, che dolce sorriso! “Certo! E’ un piacere rivederti, dove sei stata?”
Robert, tu sei fuso! Questa è la verità! Pessimo attore! Chi sei? Cosa vuoi?
Chi vuoi? Non puoi passare dalla A alla Z in un secondo. Robert Thomas Pattinson, torna in te! “Un po’ qua, un po’ là!” risponde, e il mio
inconscio urla silenziosamente “Avrei voluto tornare prima Rob!
Davvero! Perdonami!” ha le lacrime agli occhi, non le importa di essere in un
bar al centro della scena. Mette in evidenza la sua fragilità, e a lei non
importa. “Ma adesso sei qui, no? E’ questo l’importante!
Vieni, piccola!” sento le sue lacrime bagnare la mia spalla. E la mia mano
accarezzarle i capelli. L’abbraccio forte, non voglio perderla di nuovo. E’
Kris, è me! E’ lei la mia eternità! Non può essere diversamente! Non può essere
diversamente! Non sarebbe qui, altrimenti! Lo so! E’ così!
Robert Thomas Pattinson,
sei completamente fuso!
“Kris, vuoi fare un giro per Parigi?” propongo
asciugandole gli occhi. Non posso vederla in questo stato! “Ho fame!” dice, riprendendosi incredibilmente in
fretta. Che sollievo! Chiamo François, ordino due crèpes,
e Monsieur Hermes si allontana, lentamente! Il suo passo sembra una minaccia!
Non me ne preoccupo: è solo un cameriere, non può fare nulla! Un cameriere non
può contattare Amy in alcun modo! E’ solo un cameriere! Ricambio il suo sguardo, e le mie labbra si
allargano in un sorriso beffardo! Kris è nella fase di tacita adorazione! Adoro
essere adorato tacitamente! Aspetto questo momento da giorni! Finalmente è
arrivato! Kris non mi scapperà mai più!
E’ lei che voglio! E’ lei, la donna che desidero
con tutto me stesso!
Kris! Solo Kris!
“Flor! Flor!” mi sento scuotere, qualcuno mi chiama
insistentemente. “AMY!” Qualcuno mi tira uno schiaffo, apro gli occhi di
scatto! Controllo la fronte: sudore freddo! Sono in un
bagno di sudore! Vedo Luca, che mi osserva preoccupato. Ricontrollo la fronte:
non ho la febbre! Luca non è un’allucinazione! Che cosa è successo? Ti sei addormentata in taxi, l’autista ti ha
accompagnato qui! E quando hai urlato il nome del tuo centro gravitazionale,
tuo fratello si è spaventato! Questo è successo! L’inconscio è pericoloso, Amy! Non è il mio inconscio ad essere pericoloso! Ed è
inquietante! Luca Florent di fronte a
me non è un’allucinazione! Ma allora…
“Non voglio che tu faccia follie, piccola!” dice,
leggendomi nel pensiero. “Da bravo gemello eterozigote!” Luca Florent, il vero Edward Cullen!
Io e Luca possiamo parlare per ore, stando in silenzio!
“Ho lasciato Parigi, e non puoi immaginare quanto
mi sia costato! Ho lasciato Parigi, per lui! Ho lasciato Parigi di punto in
bianco, così!” dico, schioccando le dita. “Solo per lui! E tu non mi fermerai!” “Amy, io ho solo detto 'non voglio che tu faccia
follie' !” precisa. “Non ho intenzione di fermarti! Hai il mio completo e
incondizionato appoggio!” continua. “Hai solo un obbligo!” un obbligo? Non è
più appoggio incondizionato. Gemello ingannatore! Ho paura! “Adesso vai a dormire, hai bisogno di riposo!” mi
osserva dalla testa ai piedi. “Sarà meglio che metta un pigiama, comunque!” ho
ancora i vestiti del viaggio. Prendo una bottiglietta d’acqua fresca, saluto
Luca e salgo in camera.
“Buonanotte Amy, sogni dorati, e domattina …”
corse sui prati. Luca è sempre stato unico!
Il giorno dopo mi sveglio presto, voglio
assaporare questo soggiorno nel migliore dei modi. Buongiorno raggio di sole,
buongiorno colline, buongiorno mare! Amy, non imitare Heidi, ti prego! Non ho salutato
le caprette, tranquilla Beta! Beh, dato che non hai salutato Fiocco di Neve …
posso stare tranquilla!
Amy Florent, hai passato
una buona notte! Puoi cominciare la giornata! Stand Up! Non vedo raggi di sole nella stanza: le serrande
sono ancora serrate ( mi piacciono i giochi di parole inutili e ridicoli) ;
apro quelle che danno sulla terrazza e si svela il motivo per cui amo questo
posto
Chiudo gli occhi e respiro profondamente! Milano mi manca sempre di più! Parigi mi manca sempre di meno!
“Amy, come va stamattina? Pronta per correre?” è
Luca. “Colazione, scendiamo!” “Non sforzarti a portarmela in camera, eh?” “Cummarie’! E dove sta
scritto che devi essere servita e riverita!” “Quando mi chiami sorellina, include tutto
questo!” “Sì certo! Il fatto che tu abbia conosciuto Robert
Pattinson in terra francese, non implica che io debba
servirti e riverirti! Sorellina!” “Robert non mi ha mai preparato la colazione!” “Come può un inglese preparare un caffè,
sorellina?” potrei non rispondere delle mie azioni, se continuasse su questa
strada! Mi chiama 'sorellina' come se avessimo secoli di differenza. Siamo
gemelli, cavolicchio! Lo adoro! “Non per niente, ho sempre fatto colazione in
hotel!” rispondo trattenendo un sorriso. “English Breakfast!” “Già!” Siamo in cucina, non c'è nessuna colazione!
“Ah, dimenticavo! In frigo ci sono le uova! A te
l’onore di metterti ai fornelli!” “Ti odio quando fai così, lo sai!” “Non mi divertirei, se non fosse così, Amy! Lo sai
anche tu!” apre il frigo e prende un succo di frutta con zero zuccheri. Dov’è
il mio amato caffè! Rivoglio la coffee breakfast! “Cos’è quel tetra pack 'pompelmoso'
?” domando. Io odio il pompelmo! Sarà per le varie schooltrips, ma da anni odio i treta
pack zero zuccheri. Adoro però la Coca Cola Zero Zuccheri. Soprattutto
l’esercito della Coca Cola Zero Zuccheri. CCZZ. Oh cielo! Se fosse CZCZ,
sarebbe doppio Catanzaro! E da qui, Catanzaro, non è poi così lontano. Sempre lontano…
“Amy? Non andare in Tunisia! Torna da me!” Luca
non è cambiato. Luca non è cambiato , come se fossi tornata da Parigi dopo anni
di assenza. Incredibile! “Ah, quasi dimenticavo! Ti ho portato un regalo!
Aspetta qui, eh?” si alza e torna in camera. Un regalo? Spero non sia una miniatura del Duomo!
Saprei io che farne, ma non lo dico! Un regalo? Oh Caspio! Io non ho comprato
niente in terra francese, oh cavolicchio! Che
vergogna! Amy, la Tour Eiffel versione portachiavi ce l’hai
già! Sei stata per giorni con Robert Pattinson! La
vera vergogna sarebbe stata non conoscerlo! Conoscerlo è stato l’unico souvenir
che dovevi portare! Quindi quando non sai cosa dire, stai zitta! Beta? Sei tu?
Sì, taccio! Senti, senti, ElinorDashwood! Luca sta tornando, ha fatto in fretta! Amy, non
sarà il Duomo!
“Per farmi perdonare, ecco la tua nuova realtà!” e
davanti ai miei occhi, si materializza un maxi poster di Robert Pattinson! “Bentornata piccola! Mi sei mancata!” e mi bacia
sulla fronte.
Robert Pattinson in
poster! Spero davvero di non volare in Tunisia!
Ringrazio chi continua a
seguirmi nonostante tutto.. ecco un nuovo capitolo.. fatemi sapere.. aspetto i
vostri commenti.. J
Capitolo 12 - Perdere l'amore
LUCA POV
Io ho richiamato Amy in Italia; io ho allontanato Amy
da Parigi; io le ho chiesto di tornare a Milano. Entrambi siamo in Calabria.
Siamo gemelli. Due gemelli eterozigoti nati ad ottobre.
Due gemelli dello Scorpio.
Il mio nome è Luca Florent,
e sono nato a Milano. Mi chiamo Luca Florent, e sono
italiano. Italianissimo, come direbbe Amy. Amy e il
suo dizionario molto simpatico. Il nostro cognome è Florent,
francese, a causa del nonno che non abbiamo avuto. Il nonno col quale non siamo
cresciuti. Monsieur Jean Florent si è trasferito
nella capitale francese, lì ha messo radici, e a Parigi ha deciso di vivere.
Ora, riposa di fronte al miglior malato immaginario di tutti i tempi. Ora,
riposa di fronte a Jean-BaptistePoquelin;
in arte, Molière! Insieme al figlio, Olivier Florent.
Olivier Florent, il primogenito. Olivier Florent, non nostro padre! Papà, Olivier Florent! E’
per lui, che Amy ha preso il primo volo disponibile. E’ per lui, che le ho
chiesto di tornare a Milano. Ed è sempre per lui che, entrambi, siamo qui, in
Calabria. Sono arrivato ieri, nel primo pomeriggio. Ho
noleggiato una macchina, una Punto. Tra il noleggio e un taxi, da Lamezia, c’è
poca differenza. Amy ha preferito il taxi, e solo lei sa perché! Sono tornato
dopo parecchi anni d’assenza, tre anni d’assenza! E per un ragazzo che qui ha
passato diciannove estati della sua vita, tre anni di assenza sono una vita. Sono rimasto molto sorpreso della sua telefonata,
ieri. Non perché fosse a Lamezia; perché essere a Lamezia significava aver
rinunciato a Parigi. E, perché io, avevo anticipato lei solo di poche ore.
Siamo gemelli, qualcosa vorrà pur dire! Amy due anni fa fece una scelta: dimenticare. Decise
di non ritornare più qui, la culla dei ricordi. Ma per papà, è tornata! Come ho
fatto io! Amy crede nel vero amore, e vorrebbe risolvere
questa situazione, antica e comunque nuova. Amy crede nell’amore di tutta una
vita, e non vuole che il passato si trasformi in presente. Non quel passato.
Amy non vuole rivivere il passato che in questo paese ricordano. Perché è un
paese troppo piccolo; e si sa, una notizia un po’originale non ha bisogno di
alcun giornale, come una freccia dall'arco scocca, vola veloce di bocca in
bocca. De Andrè è stato un grande cantautore, uno dei tanti con cui, io ed Amy,
siamo cresciuti. Fabrizio De Andrè ( con Claudio Baglioni) era la colonna
sonora di casa Florent. Ora, io ascolto i BMTH; Amy invece, Laura Pausini (
io ho saltato di gioia, quando ho letto che la Pausini si sarebbe fermata due
anni; Amy, anche). Amy Florent è sempre una piacevole
sorpresa per tutti, tranne che per me!
Ciò che lega Amy a papà è molto simile al rapporto
che io ho con la mamma. Simile e completamente diverso. Non si può spiegare
l’inesprimibile ( A Study in Scarlet)
! E i rapporti familiari sono inesprimibili. Così evidenti e misteriosi. Tanto
semplici quanto complessi.
Sento il rumore di un clacson. Deve essere Amy.
Questa ragazza è di un’iperattività incredibile. Dopo la veloce colazione, dopo
aver attaccato il poster di Robert-Amor-Suo-Pattinson
in camera, dopo aver messo a soqquadro l’armadio per cercare una T-shirt che
solo lei sapeva di avere, dopo aver occupato il bagno un’ora, dopo aver fatto
risplendere il bagno come nuovo; vedendo il frigo piangere, si è commossa (
fulminandomi con il suo sguardo migliore) , ed è uscita. Abbiamo fatto colazione
alle sette. Alle nove era fuori casa. Il clacson non smette di suonare. Esco. Come
volevasi dimostrare, è lei.
“Luca, la spesa non cammina!” è un invito velato ad
aiutarla. “Sicura di non aver dimenticato nulla, Amy?” chiedo
aprendo la portiera. Ci sono quattro buste solo in macchina. “Devo controllare
anche nel bagagliaio?” se ce ne fossero altre due, non mi stupirei. “No Luca, tranquillo! Semplicemente, conosco la tua
gola!” “Sì, ma siamo solo in due!” sembra abbia invitato un
esercito a pranzo. Magari l’esercito Zero Zuccheri. “Se conosco la tua gola, e siamo gemelli…
qualcosa significherà, o no?” controbatte, facendomi l’occhiolino. “E se non ci vedessimo più dalla fame?” domando,
divertito. “Ho la scorta!” risponde, ridendo. “Piuttosto!”
dice, squadrandomi dalla testa ai piedi. “Dopo aver messo via la spesa, datti
una sistemata! Non rendi onore al tuo fascino, così!” “Quindi sono affascinante, eh?” “Non con quella barba abbandonata a se stessa! A
dopo!” colpito e affondato. Mi lascia così, circondato dai gialli sacchetti.
Prima di portare dentro la spesa, aspetto che apra
il garage. Mi viene da sorridere se penso quanto lei odi quel parcheggio. E
questa salita. E siamo solo al primo giorno. Ridendo porto la mano sinistra sul mento, la barba
punge incredibilmente. Amy ha ragione, dovrei ridefinirla. Amy ha ragione, spesso, ma non glielo dico! Il
rapporto fraterno non prevede complimenti espliciti. Il legame tra gemelli,
ancora meno! La pietra miliare del nostro rapporto è tacito affetto
incondizionato. Affetto sempre e comunque, direbbe Amy!
Sono le undici, è ora di rendersi presentabile!
AMY POV
Odio questo garage. Odio le salite. Odio camminare
sotto il solleone di Agosto, senza protezione. Fortunatamente siamo a Maggio.
Sfortunatamente il sole è comunque presente, e cocente.
Non ho mai capito perché, con tutti i garage
disponibili, papà abbia scelto proprio questo. Parcheggio la macchina, chiudo
il box, e le mie gambe urlano pietà ancor prima di mettersi in marcia. Okay, il
termine marcia è un’esagerazione. O forse no! Le salite, in questo paesino
sperduto, sono sempre ripide. Rabbia! Sono le undici, e io sono fin troppo irritabile!
Sono le undici della prima giornata, e io sono irritata all’inverosimile. Io
non sopravvivrò a questo soggiorno! Hai sbagliato a coniugare il verbo, Amy: non è
sopravvivrò, è sopravvivranno! Sopravvivranno alla mia irascibilità? Grazie,
sempre diretta! Volevo essere solo gentile, nient’altro! Grazie, ancora!
Ho le gambe a pezzi, ed è solo la prima salita.
Rabbia!
“Amy, Amy!” qualcuno mi chiama. “Amy, sei proprio
tu?” mi abbraccia, sorpresa. Anch’io sono sorpresa di essere qui, nel mese del Taurus ; quando avevo deciso di dimenticare tutto. Sono
leggermente commossa! Nonostante tutto, sento pungere gli occhi. Okay, non sono
leggermente commossa! La mia amica, ancora sorpresa, mi osserva
riempiendomi di domande. “Come vedi sono proprio io!” apro le braccia, faccio
una giravolta. “Amy Florent, per servirla!” “Marta Voci!” risponde, imitandomi “ Per
ascoltarti!” e i suoi occhi castani all’improvviso diventano ghiaccio. “Amy,
non saresti qui se non fosse un’urgenza! E io voglio sapere tutto ciò che mi è
dato sapere!” Marta è sempre stata la più diretta. Dopo me, era lei la migliore
osservatrice tra le quattro. “Le altre dove sono?” domando, avendo visto la casa
chiusa. “Sono partite, oltreoceano! Da un anno!” risponde. “E tu?” continuo curiosa. “ Come mai non ti sei
ancora trasferita?” “Ci sono persone a cui sono legata! Credo rimarrò qui
ancora per molto!” mi fissa perplessa, come se volesse leggere qualcosa a lei
sconosciuto. “Amy, i tuoi capelli! Dove sono finiti i riflessi blu elettrico?” “Si sono scuriti col tempo!” rispondo, trattenendo
le risate. “Pomeriggio andiamo a prenderci un caffè!” ma
notando la mia perplessità precisa “Ovviamente non qui!” “Ovviamente!” ribadisco, sospirando. Questo paesino
ha il potere di farti sentire osservato anche quando la prima persona è a
chilometri di distanza da te. “ Mi chiami tu, Marta?” “Come sempre!” bene, quello che non volevo sentirmi
dire. “A dopo, bionda!” “Ti chiamo io, prepara adeguatamente i timpani!” “Non vorrai…” “Certo! Quando dico come sempre , significa come
sempre ! Mi conosci!” ci salutiamo e torno da Luca. Spero non abbia perso tempo.
Entro in casa. Luca è stato un fulmine. Il tavolo
vuoto, il frigo pieno! E questo non è il frigo bar di una camera d’albergo. E’
il frutto della mia pazienza e calma interiore. Sono proverbiali, Amy! Tu sei Miss Riservatezza! Gentile, da parte
tua! Miss Riservatezza, sembra passato un secolo da
quando sono stata a Parigi! Eppure solo ieri mattina ero in attesa della mia
Crepe Suzette. Tristezza!
“Amy, grazie davvero!” Luca sta
scendendo. Adesso lo riconosco. Adesso, è Luca Florent! I ricci sono leggermente bagnati, ben definiti,
grazie al gel; e la barba selvaggia si è trasformata nel pizzetto che adoro.
Indossa una maglietta bianca, che mette in risalto i pettorali, e un paio di
jeans scuri. “Sono tornato, in tutto il mio splendore!” afferma, ridendo. “Bentornato, fratellone!”ribadisco, dopo un’analisi
accurata e una tacita ammirazione. “Abbracciami, sorellina!” Luca non cambierà. Spero
di essere contraddetta dal futuro, perché il presente lo conferma sempre di
più. Sospiro. “I tuoi pettorali li noto anche da qui! Ti dirò di
più, da qui la visuale è migliore!” è di fronte a me a braccia aperte. Da qui
la vista dei suoi pettorali è decisamente migliore. “Okay okay! Amy 2 Luca 1 ! Fischio finale!” conclude
rassegnato. Prendo una lattina e gliela lancio, lui accenna a un
brindisi, e sorride!
In terra francese Luca mi è mancato! Ed io ero
sicura che ci saremmo incontrati qui. Siamo gemelli, qualcosa significherà!
Sono seduta con le mani in mano sul letto, con
Robert Pattinson in poster! Sento le prime vere lacrime da quando sono arrivata.
Lacrime che cadono sui dorsi delle mani. Lacrime che non ho voluto versare
prima. Marta mi passerà a chiamare, e non posso presentarmi
così! Devo recuperare un minimo di dignità entro un’ora: gli esercizi di
respirazione del corso di yoga sono perfetti. Dovrebbero essere perfetti. Chiudo gli occhi, inspiro lentamente, i polmoni si
dilatano; e io comincio a rilassarmi. Respiro, e il blocco di cemento in gola
inizia a sciogliersi. Cinque minuti dopo apro gli occhi, lo specchio mi
sorride. Perché sono io a sorridere. Amy, l’orologio!
Amy, l’orologio! Oh caspio! Sono le tre. Ho solo quarantacinque minuti per
rendermi presentabile. I capelli non sono esattamente come dovrebbero
essere alle tre del pomeriggio. Io amo i capelli di Luca, anche perché i suoi
ricci sono ricci. I miei sono mossi. Un mosso moscio! E anche per questo
preferisco la coda: un modo pratico per tenerli a bada. Il mio guardaroba è alquanto povero. Impiego dieci
minuti per trovare la maglietta verde militare che voglio. Dopo una rapida doccia, dopo aver indossato un paio
di jeans chiari ( sì, sono jeans-dipendente) e la maglietta appesa all’anta
dell’armadio; prendo la trousse e aggiungo un velo di trucco. Trousse che trovo
nei meandri nascosti della valigia dopo averla cercata per dieci minuti in
camera, nel disordine ordinato della mia vecchia e adorata cameretta. Sì, Amy, la camerata di Scuola Natura.
Scuola Natura. Elementari. Bei tempi, quelli! Sì, fantastici! Ti ricordo che tra poco arriverà Marta, Amy! E la
trasformazione ha sempre richiesto il suo tempo. Spicciati! Bene! Smalto
blu e diadema, a me! Miss Mizuno,
mancano dieci minuti!
“Mercury!” è arrivata
Marta. Era seria quando ha detto 'come sempre' ! “Mercury!”
e non smette. Incredibile! Apro la finestra, per farle capire che ho sentito, e
che, forse, sarebbe il caso di tacere. “Arrivo quinta paladina, arrivo!” sì,
anche per me sarebbe il caso di tacere.
Quando sono fuori chiudo la porta. Non credo ancora
di essere in questo paesino; non può essere un sogno. Perché se fosse un sogno,
sarebbe un incubo. Chiudo la porta e busso alla porta vicina. Marta è ancora
incredula di essere in mia compagnia. E quando mi vede bussare, sorride!
“Possiamo andare, grazie!” dico, ricambiando il suo
sorriso. “Andiamo allora!” e mi porge il casco. “Ti fidi di
me, vero?” domanda curiosa. “Certo!” rispondo, con la sicurezza che non ho. “Ti trovo malissimo, Amy! Oggi mi dovrai raccontare
un po’ di cose, d’accordo?” se sapesse di Robert non direbbe così, se sapesse
di Robert mi lascerebbe a piedi. Ma quella di Robert Pattinson
è una storia parallela: non è destinato a me. Perché conoscersi, non sempre
equivale ad essere destinati l’uno all’altra. Amy, smettila!
Conoscere Robert Pattinson è stato il miglior
souvenir! Non farmi ripetere! “Ti racconterò tutto, da Alfa ad Omega! Passando per
Beta!” e sospiro rassegnata. Marta è la migliore confidente, dopo Luca. E se
dovessi aspettare anche solo un giorno, esploderei. “Tieniti forte!” mette in
moto, e io sento solo il vento tra i capelli. Nonostante il casco!
Entriamo nel primo bar che vediamo. Il primo bar che
vediamo, ad onor del vero, è la nostra pasticceria. La pasticceria in cui noi
quattro, passavamo pomeriggi interi a parlare di tutto e di niente. Ora, non siamo
più quattro bambine. Dopo aver salvato il mondo siamo andate avanti. Ci siamo
separate, perché così doveva essere, e così è stato! Un mondo salvato è giusto
che vada esplorato. Adesso sono seduta ad un tavolo con Marta che sta
tacitamente inveendo contro dei camerieri che non ne vogliono sapere di
lavorare. Le sorrido, e lei ricambia.
“Siamo lontano da occhi e orecchie indiscreti! Amy,
noi dobbiamo aggiornarci su molte cose! Ti ascolto!” è sempre stata così,
Marta. Noi, noi, noi ; e poi ‘Tu parli, io ascolto!’… le voglio bene anche per
questo. “Noi, Marta! Non io!” preciso, divertita. Nonostante tutto, voglio davvero raccontare il
motivo della mia visita a sorpresa. Non potrò sopportare il mio silenzio ancora
per molto. Amy, esercizi di respirazione! Yoga, Yoga e nuoto! Nuoto e Yoga,
coraggio! Sto finalmente per rispondere, quando vedo due
persone dietro di noi. Un uomo e una donna sui quaranta anni. L’uomo è brizzolato, ha gli occhi neri come la pece,
ed è alto. Parecchio! La donna è di spalle, non la riconosco. Sento delle
risate sussurrate: sono entrambi contenti! Marta, notando il mio turbamento, si volta
discretamente. Osserva entrambi, e i suoi occhi tornano su di me. Si alza
lentamente, mi invita a fare lo stesso.
“Non fare follie, Amy!” non la ascolto. Ho ancora
quella sensazione: sudore freddo. Vedo solo quell' uomo a due passi da me. “Non
fare follie!” sussurra nuovamente, sapendo di non essere ascoltata. “Vieni con
me!” la seguo a ruota. Le mie gambe si muovono, ma non le sento. In spiaggia quella sensazione continua, ho solo la
sua figura davanti agli occhi. L'immagine di un uomo dagli occhi neri,
brizzolato, alto. Felice!
Olivier Florent!
Papà!
AVVISO:
Ho avuto la pazza idea di aggiungere una storia scritta parecchio tempo fa..
Originale “Quattro Ragazze”.. mi farebbe piacere un vostro parere.. Grazie! J
Nuovo capitolo.. spero non deluda le tacite lettrici..
Capitolo 13 - Io dal Mare
MARTA POV
Amy, Amy è tornata. Straordinario! Questa porta è
ancora aperta. Sono le tre, dovrei chiamarla ma aspetto. Questa porta è stata aperta per diciannove anni,
venti se calcolassi l’ultima estate che ha trascorso con noi. Sono seduta sugli scalini. Questo quartiere, okay,
esagero. Questo spiazzo non è mai cambiato. In questo spiazzo quattro bambine
giocavano, correvano, parlavano, e sconfissero le forze del male. Chiudo gli
occhi pochi secondi e… davanti a me c’è il cancello
rosso, dove lo zio di Amy suonava la sua chitarra. Il cancello che Chiara, nata
sotto il segno del Leo, il cui elemento è il fuoco, prese in affitto. Dietro di
me c’è la roccia ( noi la chiamavamo così) piena di piante. Era l’ambiente di
Giada, la bambina dagli occhi verdi. Gli scalini appartenevano a me mentre la
bambina dai riflessi blu prese in affitto quanto in realtà era di Chiara.
Chiara ed Amy; Leo e Scorpio; Fuoco e Acqua; Marte e
Mercurio. Questo spazio ci sembrava infinito, immenso. Come
Panama, dove tutto era più grande.
Ora, tutto si è ridimensionato. Noi siamo
cresciute.
Chiara e Giada sono partite per Los Angeles; Amy
cinque anni fa è stata a Parigi; io, invece, sono rimasta in questo paesino a
due passi dal mare.
Sono le tre e un quarto! Il passato è passato,
nulla mi impedisce però di giocare per un’ultima volta.
“Mercury!” aspetto.
Nessuna risposta. “Mercury!” insisto. La finestra si
apre. Ha sentito. “Arrivo, quinta paladina, arrivo!” è unica. E’
tornata. Giochiamo con serietà. Giochiamo sapendo di poter contare una
sull’altra sempre e comunque. Ricordiamo il passato, continuando a vivere
Io ed Amy ci somigliamo molto: entrambe abbiamo i
capelli mori ed occhi scuri. Entrambe sappiamo fingere magistralmente: possiamo
essere Una, Nessuna e Centomila . Entrambe abbiamo trovato Jane Austen appena passabile. E’ stata lei a prestarmi quel libro, grazie a lei
ho scoperto quell’autrice. Sinceramente parlando, ho sempre preferito i film ai
libri. Leggere è una cosa all’antica secondo me. Amy Florent
però non sarebbe Amy Florent, se si fosse arresa al
primo rifiuto: il giorno seguente si presentò con il doppio DVD. Si presentò a
casa con un sorriso che equivaleva ad un ‘ti piacerà, garantisco io! In caso
contrario, offro l’aperitivo!’ . Un aperitivo che non mi ha mai dovuto offrire.
Dopo il film ho voluto leggere il libro. Dopo quel libro è stato il turno di Wenthworth. Da quell’anno i libri di Jane Austen sono entrati nella mia top ten.
Amy è arrivata. Sta bussando alla porta. Aspetto.
“Possiamo andare, grazie!” ringrazia sempre.
Continua a bussare. Sono dodici anni che bussa. Senza ricevere risposta. Ma si
sa, esiste un linguaggio che va oltre le parole; ed è quel linguaggio che Amy
ascolta. Amy è capace di scrivere un poema leggendo semplicemente ‘Ciao, come
va?’ . E’ lei la ragazza che ha scritto un diario, in modo che le nostre
avventure non siano dimenticate. “Andiamo allora!” le porgo il casco. Ho preso la patente due anni fa. Amy non pare sia
sorpresa. “Ti fidi di me, vero?” domando incuriosita dalla sua non-sorpresa. “Certo!” come volevasi dimostrare. Amy è l’attrice
migliore dopo la sottoscritta. Perché una studentessa di lettere può essere più
attrice di un attore professionista. Più attrice di Robert T. Pattinson, per intenderci. Pattinson, l’attore preferito di Amy, almeno da quando i vampiri
hanno conquistato il mondo, vincendo la sfida contro The Brain
Prof.
E’ successo qualcosa, ed io sono intenzionata a
scoprire quel qualcosa.
“Amy, ti vedo malissimo! Mi racconterai tutto,
d’accordo?” perché solo un’urgenza avrebbe fatto tornare qui, da dove tutto
ebbe inizio, questa ragazza. Non è il caso di aggiungere altro. Florent sa. Florent Amy non è
Socrate. Nonostante studi filosofia, odia Epicuro e il suo fatalismo. Il suo sguardo ha qualcosa di diverso. Forse ho
vinto io! “Ti racconterò tutto, da α ad Ω!
Passando per β !” Amy 0 Marta 1, ho vinto. Forse! Alfa e Beta sono le nostre ( sue) compagne di
viaggio. Oltre ad essere le prime lettere dell’alfabeto greco, s’intende! Indosso il casco. “Tieniti forte!” avviso. Metto
in moto, e partiamo.
Odio quando i camerieri ti fissano con la faccia
da pesce lesso. Odio quando i camerieri osservano ogni tuo movimento e l’idea
di avvicinarsi per prendere le ordinazioni ( lavorare) non li sfiora minimamente.
Amy sorride, sa cosa sto pensando. E’ quando le chiedo di aggiornarci sulle novità
che impallidisce. Gli occhi vacui. Mi volto discretamente, noto un uomo e una
donna. Ecco, perché! Uomini! Di scatto afferro la mano di Amy. Trema. La fronte
gronda di sudore freddo. Il viso diventa rosso fuoco. I suoi occhi non vedono
me.
“Non fare follie!” non mi ascolta. Mi alzo, la
invito a fare lo stesso. “ Non fare follie, Amy!” so che non mi ascolta. Non mi
interessa. “Vieni con me!” è un automa, ma mi segue.
In spiaggia fissa l’orizzonte.
“Amy, ascoltami bene!” le dico con la sua testa
tra le mani, asciugandole le lacrime. “Ascoltami!” ripeto. “A me non interessa
il passato. A me non interessa che Jean Florent si è
sposato per contratto. Non mi interessa che Jean Florent,
tuo nonno, ha avuto un figlio da un’altra donna prima del matrimonio. E non mi
importa che Jean Florent ha abbandonato tua nonna per
quella donna! “Tu sei un’altra persona, Amy. Tu hai una tua
storia da raccontare. Hai una tua vita da vivere. Non devi risolvere tu i
problemi della tua famiglia. Vivi la tua vita, Amy!” “Marta, io …” le lacrime continuano a scorrerle
sul viso. “ Io non ce la faccio. Ho sempre creduto che papà fosse diverso. Tu
sai come ho trascorso il primo soggiorno parigino, tu sai quando ho visitato
Parigi la prima volta, tu sai perché Parigi è importante per me. Non capisco
perché ho attraversato l’Italia, Marta. Non so cosa voglio fare, qui in
Calabria. Ho perso mio padre. Questo so. Ho perso papà da mesi. E sai cosa ho fatto
per seguire chi ho perso?” adesso un sorriso si fa largo tra le lacrime. “Non dire nulla! Fissami!” rispondo. “Vediamo
quanto di Miss Marple mi è rimasto!” “Marta sai che preferisco Sherlock Holmes!”
ribatte lei. “E chi ha accostato Miss Marple a te, Amy?Parlavo
per me, Holmes in gonnella!” Un sorriso di sfida le si disegna sulle labbra.
“Tanto non indovinerai mai!” e mi fissa. “Luca ieri ti ha regalato un poster!” punto primo,
indovinato. Il suo sguardo è eloquente. “Secondo, tra un mese esce il terzo episodio
della saga! E terzo, tu adori Luca con o senza barba. Con pizzetto o senza.
Incondizionatamente, per intenderci!” “Traduzione, prego! Bella Swan!” “Il vampiro sta tornando, tu hai lasciato qualcuno
a Parigi! Perché è dall’aeroporto Charles De Gaulle che arrivi!” “Sei migliorata molto, complimenti!” si congratula
applaudendo. “Però, c’è un errore!” lo sapevo, questa ragazza scopre errori
insignificanti ovunque. “Io non arrivo dal Charles De Gaulle!” continua
infatti. “Arrivo da Fiumicino! Sai, la mia odissea ha contato tre aerei:
Charles De Gaulle, Malpensa, Fiumicino, Lamezia!” “Allora non sono tre, ma quattro! E non sono aerei
ma aeroporti, cara!” “Naturalmente!” “Naturalmente!” Amy 1 Marta 2. Palla al centro. O fischio finale?
AMY POV
“Marta grazie! Mi sono ripresa!” ed è vero. Mi
sento come se le lacrime avessero finalmente sciolto quel pezzo di cemento che
avevo nel petto. O sono state le parole di Marta? Ha ragione lei: io non devo
risolvere i problemi che hanno caratterizzato quella parte di famiglia che non
chiamo mia. Non chiamo mia perché non sono lei. Chiamo mia, perché sono uno dei
petali nati da quelle spine. E se una rosa non può essere senza spine, è
altrettanto vero che una rosa non può esistere senza petali. Vero? Sono sollevata di aver visto papà. Dopo mesi tra
speranza ed illusione, posso finalmente chiudere la porta che ci univa; perché
il dialogo si è interrotto con uno schiocco di dita! Perché l’affetto si è
sgretolato tra le dita! Perché non sono più io la sua principessa! La sua
principessa? Oh cielo, compirò ventidue anni a ottobre e cosa sentono le mie
orecchie? Principessa,la sua principessa ! Perché Beta non interviene? Rabbia!
Sono folle, ne sono consapevole! Sua principessa…
“Amy, ti ho fatto una domanda!” e Marta mi riporta
così con i piedi sulla spiaggia. “Con me non funzionano!” dice, riferendosi
probabilmente alla mia fase Alfa. Come se lei… “Tu
non hai incontrato Robert T. Pattinson a Parigi,
vero?” “No! Non Robert T. Pattinson!”
rispondo. So che non serve negare. “Però Robert, sì!” continua Marta, fissandomi in
uno strano modo. “Quindi, fammi capire: tu, Amy, incontri lui, Robert, a
Parigi. Conosci l’uomo che questo attore è… e
attraversi l’Italia per un uomo che uomo più non sembra?” “Esattamente, Miss Marple. Hai detto bene, un uomo
che uomo più non sembra!” è sempre stata una detective divertente. “ Anzi,
oserei sostituire ‘non sembra’ con ‘non è’ ! Rende meglio l’idea!” affermo
seccamente. Marta non risponde. Annuisce semplicemente. “E forse potevo evitare questa parentesi
calabrese!” concludo rassegnata, ed è qui che Marta cambia espressione. “NO!” dice, alzandosi di scatto. “Questo non te lo
permetto!” è arrabbiata. “Tu, che bussi da anni a una porta chiusa che chiusa
non è, non puoi dire ‘parentesi calabrese’ ! Le parentesi, come tu insegni,
racchiudono spesso le cose essenziali! Ciò che è invisibile agli occhi non si
vede che col cuore. E il linguaggio universale, il linguaggio che va oltre le
parole, mostra ciò che gli occhi non possono vedere! O non ricordi più i tuoi stessi monumenti? Tu sei
la ragazza che del Piccolo Principe hai fatto una pietra miliare! Io rivoglio
Amy Florent, qui e adesso! Rivoglio Amy Mizuno! “Siamo in spiaggia, c’è il mare, il tuo elemento!
Torna ad essere Amy Florent!” “Io sono Amy Florent!” “Tu non sei chi vuoi essere! E’ così difficile
credere che Luca Florent non è Olivier Florent? Luca non diventerà Olivier Florent!”
come sempre è superfluo parlare con Marta. E’ sempre stato così! “E poi…” mi fissa
furiosa e divertita. “ Il mare non si può chiudere in una parentesi!” conclude
così, mostrando il mare.
Quando ritorniamo in collina la strada è deserta.
Marta notando la mia sorpresa interrompe il silenzio.
“Cosa puoi aspettarti da un paese il cui cimitero
è più popolato del paese?” “Diretta come sempre, eh?” domando divertita. Il
paesino è diventato un mortorio. Non che due anni fa fosse pieno di gente
arzilla! “E’ solo la triste verità, Amy! Lo sai! Quattro
anime, le più pettegole!” è un misto tra la bisbetica e Leopardi. La adoro
quando fa così. Forse perché sei identica a lei, ragazza mia!
Adesso parli, eh? Parlo quando mi pare. Certo Katherine! Saluto Marta, ringrazio per il pomeriggio e la
compagnia, e torno a casa.
Sono sugli scalini, davanti alla porta. Questo
spiazzo si è davvero rimpicciolito. O ridimensionato? O forse sei tu ad essere
fisicamente cresciuta, hai raggiunto il metro e settanta. Questo spiazzo invece
è sempre stato tale. No, qualcosa è cambiato, cara la mia Elinor-Beta.
Nessuna risposta. Beta 0 Amy 1, palla al centro!
Qualcosa è cambiato: sulla roccia non c’è più la
pietra!
Estate, 1992 Sono a casa dello zio, ho appena vinto un’altra
sfida a braccio di ferro.
“Stasera vuoi farmi compagnia?” mi chiede “Essendo
una sera stellata, dopo le ombre cinesi mi sistemo nel cancello!” “Perché?” “Vieni con me!” e lo seguo.
Siamo fuori, davanti a me c’è una roccia. Ed è
quella pietra che lo zio indica, sorridendo.
“Non vorrei che i granchi entrino in casa,
piccola!” “I granchi non esistono zio!” “Non hai mai assaggiato il sugo di granchio, Amy?”
domanda sorpreso. “Dovresti provare!” “Non mi piace!” “Facciamo così: domani con i granchi che
troverete, mi farò un bel sughetto, eh?” “No, da quella pietra non esce nulla!” “Chi può dirlo, piccola? Comunque è tardi!” dice
scompigliandomi i capelli. “Buonanotte, sogni dorati e domattina corse sui
prati!” “A domani, zio!” “Farò io da guardia stanotte, tranquilla!”
conclude indicando la pietra.
Alle otto, Luca si presenta con la cena: due
pizze, capricciosa per me; quattro stagioni per lui. E’ contento, meglio non fargli sapere nulla.
Meglio non fargli sapere che papà si sta divertendo con un’altra in Calabria;
mentre la mamma continua a piangere a Milano. O forse sì? No, Amy! Forse
lui sa più di te! Forse è lui che protegge te. Luca Florent
direbbe tutto alla sua sorellina, shut up Beta! Parlo
quando ho voglia, e non mi ripeto. Luca mi aggiornerebbe su tutto l’aggiornabile. Appunto, e forse sa troppo! Stai zitta!
Odio quando Elinor fa
così. Sono furiosa, sono furiosa e ho la pizza davanti. Sono furiosa e ho fame.
Sono furiosa, ma mangio. Luca mi osserva divertito. Divertito, eppure
sembra preoccupato.
“Luca, che è successo oggi?” ha la pizza davanti,
ancora integra. “Nulla!” risponde vagamente. “Luca, che caspio è
successo quando sei uscito!” alzo la voce, Luca è sorpreso. Non risponde. “Che caspio è successo oggi quando sei uscito!” sono furiosa. “O
me lo dici ora, o te lo tiro fuori dalla bocca con un interrogatorio, e tu sai come
sono i miei interrogatori!” mi alzo. Gli occhi fissi su di lui. “A te la
scelta!” una scelta che non c’è. E Luca lo sa. Mi osserva tra il preoccupato e
il pensieroso.
“Amy, torna a Parigi! Torna da Robert, chiudi
questa parentesi!” è rassegnato.
No, questo soggiorno non è una parentesi! Il mare
non può essere racchiuso in una parentesi!
La mattina dopo, quando apro gli occhi, la prima
cosa che vedo è un vassoio. Luca mi ha portato la colazione in camera.
“Dormito bene, Amy?” stropiccio gli occhi,
biascicando un buongiorno. Stropiccio gli occhi, non ci credo: deve essere un
sogno. Pizzico il braccio. Luca è ancora di fronte a me, seduto sul letto, con
un vassoio. Non sto sognando. “Dormito bene, sorellina?” ripete pazientemente,
versandomi il succo A.C.E nel bicchiere. “Robert mi ha fatto compagnia, non potevo chiedere
di meglio!”se questa è la tua prima frase della giornata…Buongiorno anche a te Elinor! Non posso dire a mio fratello quanto è forte il
mio desiderio di Robert! Oh cielo, non so neanche se questa frase sia in
italiano! Qualcuno giunga in mio soccorso!Amy,
sono le sette di mattina, meglio che tu stia in silenzio! Shh,
non è successo nulla! “Ci ho pensato stanotte, Amy!” Luca, ringraziando
il cielo ha parlato. Luca ha aperto quelle labbra.Amy,
sono le sette di mattina, stai zitta. “Amy, ci ho pensato: tu devi davvero
tornare da Robert! Questo poster…” dice indicando lo
sguardo che mi fissa da due giorni. “Parliamoci chiaro: questo poster è un pericolo
per i tuoi ormoni, non vorrei che partissi per un mondo a me sconosciuto!” Luca
Florent? Cosa sta blaterando? Elinor,
per lui non sono le sette di mattina?Prova a chiederlo a Edward.Quale dei
due?Ferrars, ovvio! Cullen
è a Parigi! Oppure in quel poster che… Okay, Amy! Respira! Luca è sorpreso della mia espressione sconcertata.
“ Sì, cioè, è la verità! Tu hai bisogno di Robert! Insomma, parliamoci chiaro…” “Ooooookay, stop! Un
parliamoci chiaro basta e avanza, oserei dire!” fingo un brindisi e bevo il mio
succo. In pochi minuti finisco la colazione dei campioni del mondo ( in carica
ancora per poco), sotto lo sguardo divertito di Luca! E’ solo quando mi prende il vassoio che mi accorgo
di un piccolo particolare: Luca Florent è vestito di
tutto punto. Alle sette di mattina. Il pizzetto è ben ridefinito, i ricci domati,
smoking nero e camicia bianca. Alle sette di mattina.
“Ho un appuntamento! Come sto?” domanda tra
l’imbarazzato e il divertito. Indico lo specchio, non ho parole. Luca sa. “Scappo, sorellina!” mi bacia sulla fronte “A
dopo!” “ A dopo, Scorpio!” è
bellissimo quel ragazzo.Soprattutto quando ti lascia il vassoio vuoto tra le
mani, Amy! “Luuuuuuucaaaaa!” “Sì?” risponde sbucando dalle scale. “Il vassoio!” dico, porgendoglielo. “Il vassoio!” ripete. “Merci!” “Pas de quoi!” sorride, e scende.
Io adoro Luca Florent!
Apro l’armadio, prendo i primi vestiti che mi
capitano a tiro, li sistemo sul letto… e i miei occhi
contemplano il poster! Quanto mi manca l’uomo che quest’attore è! Edward mi avrà pensato anche solo un minuto…quale dei due?Cullen,
ovvio! Ferrars è nel Sussex! I miei occhi contemplano il poster! Doccia, Amy!
Fredda!
ROBERT POV
Ho aspettato questo mese con trepidazione. Volevo
arrivare a Parigi prima possibile. Volevo festeggiare nel migliore dei modi il
mio compleanno. Questa casa sarebbe stata perfetta. Invece, eccomi in questa
casa con arredo familiare da solo, di nuovo! Sono seduto sul letto in boxer, sono sul letto a
riflettere. Sono sveglio, e sono le otto di mattina. Io, Robert Thomas Pattinson, sveglio alle otto di mattina; con l’agenda degli
appuntamenti in bianco. Vuoto totale per un mese. Il mio mese. Se avessi saputo
di ritrovarmi così, avrei firmato per l’horror vacui. La mia materia grigia
avrebbe avuto qualcosa a cui pensare… e i miei occhi
non avrebbero avuto la sua immagine registrata. Non starei passando le notti in bianco per lei.
Notti, perché sono due notti che non mi sveglio con lei al mio fianco. Sono due
mattine che non mi sveglio, perché sono due notti che non dormo. E io non sono
un vampiro. Il fatto che io interpreti Edward Cullen,
non fa di me Edward Cullen. Purtroppo alcune fan sovrappongono e confondono
attore e personaggio: questa è la gabbia, forse d’oro, ma sempre gabbia, della
recitazione. Se è vero che l’ interpretazione di un ruolo è la
conferma del Luigi Pensiero; è altrettanto vero che sei intrappolato nel tuo
personaggio per un tempo indefinito, e forse infinito. Anche se, in fondo,
siamo tutti intrappolati in questa gabbia d’oro…
Attori, studenti, professori, ingenieri…
Sono a Parigi da una settimana o poco più, e sono
stato lasciato due volte! Io, Robert Thomas Pattinson!
Prima da una ragazza che raggiunge il primo quarto di vita; poi da lei, che ha
superato il quarto di vita da due anni. E io, che l’ho raggiunto tre anni or sono…
“Sembri un anziano signore che ricorda i vecchi
tempi mai vissuti! Datti una sistemata!!” Ecco cosa succede quando il tuo migliore amico
possiede le chiavi che aprono la tua porta!
“Cosa ci fai qui?” che cavolo ci fa Tom Sturridge a casa mia, adesso? “Devi riprendere in mano la tua vita, ti ho
portato un regalo!” mi preoccupa. Chiamo a me tutta la logica possibile. Amy è scomparsa, partita per non so dove (
probabilmente in Italia) ; Kristen è a Parigi da due
giorni, ma nessuno ha ancora avuto l’onore di vederla ( forse Caroline) ; Tom è
di fronte a me alle otto di mattina.
Bene, niente di tutto questo è logico! Rinuncio!
“Hai mai provato a girare Parigi con lui?” domanda
curioso Tom. “Una sfera che diventa ovale?” chiedo di rimando.
Perché non tentare? Il prossimo provino superato potrebbe essere quello con Wenger e il suo staff… “Preparati, il nostro migliore amico aspetta qui!”
solo Tom poteva presentarsi alle otto di mattina con un pallone da calcio tra i
piedi. E’ la migliore mancanza di logica che potessi chiedere. Anzi, forse ha
una sua logica: nessuno conosce Roberto meglio di Tom… okay, forse Oliver conosce
Roberto più di tutti… Oliver, Olivier…
Olivier Florent! Perché sempre lei?
Olivier, Oliver, Tom, Roberto…
ecco perché adora il calcio!
Okay, non è giornata per pensare logicamente!
Doccia, Rob! Fredda!
Sentire il pallone tra i piedi era una sensazione
che mi mancava. Correre per la città con un pallone tra i piedi, mi mancava.
Palleggi e passaggi; passaggi e palleggi. Sfide da superare. Tom e Rob, la coppia d’oro dell’Inghilterra; la coppia d’oro dei
Tre Leoni. Concorrere con WayneRooney… Quando arriviamo sulle sponde della Senna, noto
una ragazza di spalle. E’ mora, chiedo a Tom di aspettarmi e mi avvicino.
“Ehi, che succede?” si volta e i miei sospetti
trovano conferma. E’ Alice! “Sono seduta sulla riva del fiume e aspetto…” ho come l’impressione che se solo potesse mi
incenerirebbe con lo sguardo. Non vorrei essere io il suo nemico: non sono
un’Araba Fenice! Se non sono io il suo nemico, perché ho paura di fare anche
solo un passo? Perché non riesco a muovermi? Sta arrivando una ragazza. “Alice, aspetti da
molto?” riprendo a respirare! “No, Julie! Solo cinque minuti!” non riesco a
capire se è sarcastica o meno. Sembrerebbe molto sarcastica. Alice sembra
faccia ampio uso di sarcasmo, chissà perché ho questo presentimento! Entrambe
hanno un cappellino dell’Arsenal: mi incuriosisce.
“Seguite la Premier?” è impossibile che queste due indossino un capellino dell’Arsenal senza un motivo. “No!” è la ragazza che dovrebbe chiamarsi Julie a
rispondere. “Seguiamo le premiere, e se ci sei dentro tu tanto meglio!”
diretta. Queste ragazze non seguono la premiere, seguono me! Queste due sono
pazze di me! Mi fissano entrambe. Pare siano in posa d’attacco.
Come due leoni pronti ad aggredire un docile agnellino. Non riesco a muovermi,
ho paura! Io non sono il nemico di Alice, sono il nemico di entrambe! Saluto e torno da Tom!
“Pattinson, se
scoprissimo qualcosa… aspetteremo te, sedute sulla
riva del fiume… !” è Alice a parlare. E questa volta
è seria! Annuisco, saluto e torno da Tom!
“Sono inglesi quelle ragazze?” chiede incuriosito.
Tom è l’eterno curioso. Troppe domande, sempre! “No!” taglio corto. “Okay, tanto parlerai da solo prima o poi!”
risponde divertito. E mi passa il pallone. “Bene, vogliamo superare il record di palleggi,
Becker?” “Certo, Sedinho! Stupiscimi,
campione!” di stupidità. Agnello. Altro che Mazza King!
AMY POV
Mi sento chiamare. E’ Marta. Sono le nove e mezza,
e Marta mi sta già chiamando. Non è cambiato davvero niente: passavamo le estati
così! Uscire con il sole, rientrare per dormire ( mangiavamo spesso fuori) ! Ora il sole è sveglio da tre, quattro ore; e io
sono ancora a casa. Ho superato la fase teen da anni ormai. Non posso più
permettermi i poster di Cioè, tristezza!Forse
non ricordi gli occhi che ti fissano da due giorni, Amy!Gli
occhi, che occhi! Come posso dimenticare lui e il suo sguardo, e le sue labbra,
e il suo…Okay Amy, ricordo anch’io! Ora
zitta, per favore! Marta aspetta! Okay, okay! Apro la finestra, saluto Marta e scendo.
Mi aspetta seduta sugli scalini!
La invito ad entrare. Accetta, e prende posto! “Ti offro qualcosa?” dico dirigendomi verso la
cucina senza ascoltare la risposta. So già la risposta. Dovrebbe esserci dell’aranciata in frigo: io ho
comprato l’aranciata! Se Luca non se l’è scolata dovrebbe essercene ancora una
bottiglia.
“Luca non c’è?” domanda Marta, come se sapesse già
la risposta. Perché chiedere quando la risposta è ovvia?Retorica,
Amy! Retorica! Quello che hai fatto tu poco fa! Se, non dico sempre, ma almeno spesso, non
ignorassi Beta (e la mia mente contorta); non so se riuscirei a riprendere le
redini della logica. Sì, lo so che questo non è italiano! “No, aveva un
appuntamento!” rispondo vagamente. Mi fissa e sorride discretamente. Almeno
questa doveva essere l’intenzione. “ Tu sai qualcosa?” “No, non sono io la confidente di Luca!” eppure
arrossisce vistosamente; mi nasconde qualcosa. “Quando pensi di tornare a
Parigi?” “Non ho niente che mi leghi a Parigi! Non ha senso
tornare!” e l’impronta di una mano destra si materializza sulla mia guancia
sinistra. E’ la seconda volta che succede in sedici anni.
Perché sono sedici anni che io e Marta ci conosciamo. E solo una volta era
successa una cosa del genere. Una volta. Quella volta.
Due anni fa, dopo cinque, ho tagliato i rami
rinsecchiti del mio albero. I rami, che in realtà sono uno. Un ramo che, ad
onor del vero, ha nome e cognome. Per lui, avevo perso l’appetito. Per lui, ho
vissuto in una valle di lacrime; nonostante avessi deciso io il taglio netto. E quell’estate, quando le raccontai tutta la
storia; l’impronta della sua mano destra si materializzò sulla mia guancia
sinistra. Da quel momento, da quello schiaffo, smisi di
piangere per quel ramo rinsecchito con nome e cognome. Per il ragazzo che solo tre anni prima era con me
a Parigi. Lui!
“Ringrazia il cielo che sono diplomatica quanto
te, Amy! Io non voglio ripetere quello che ho detto ieri!” mi odierà per averla
fatta arrabbiare due volte in due giorni, lo so! “Pesa le parole, sono
pericolose! Robert Pattinson non èniente!
I tuoi vorrei non sononiente!” Colpita e affondata. Quello che io riesco a fare
con Luca; Marta riesce a farlo con me! Ha ragione: io non voglio essere qui. Io voglio
Robert; Robert, che ha svegliato dal letargo le mie emozioni. Io dovrei essere a Parigi. Invece ho seguito i miei dovrei! Marta sta osservando la fotografia che domina il
buffet della sala!
“La dimensione spazio-tempo, a volte, non esiste!”
dice a un tratto, sorridendo. Un sorriso triste! “Anch’io parlo ancora con lui!
Mi dicesti delle cose meravigliose quell’anno! E io non ti ho mai ringraziato!”
sta trattenendo le lacrime. “Non parlare, non parlare!” dico, abbracciandola.
“Lo so, non parlare se non vuoi!” si appoggia sulla mia spalla senza una
parola. Restiamo così per minuti infiniti.
“Tra chitarre e mandolini un canto, speciale; tra
chitarre e mandolini, due sorrisi!” mi sussurra all’orecchio. Due sorrisi!
“Torna a Parigi, Amy!” “Non posso!” “Quelle porte non si chiuderanno mai!” ripete,
sorridendo. Ripete, perchè sono le
stesse parole che le disse quell’anno!
Il ricordo non muore. Il pugno, quando si trova
nel petto può essere infinito!
Ringrazio chi continua a leggere questa storia :) Mi
farebbe piacere sapere cosa ne pensate, anche perché così posso capire se vale
la pena continuare… Ancora grazie a chi la segue… Amy88
Yuki: sempre
gentilissima con me J spero che questo capitolo possa
interessarti
Capitolo 15 –
Decisioni
LUCA POV
Prossima fermata Milano Centrale! Next Stop Milano Centrale!
Sono state le dodici ore più lunghe della mia
vita. Non ci speravo più, invece eccoci arrivati a destinazione: Milano
Centrale! Non vedo l’ora di scendere da questo treno. Odio i
treni. Non ho mai capito perché, ma non sopporto i treni. Forse perché
Trenitalia non è stata creata ad immagine e somiglianza dell’organizzazione. I
treni della WWII sono tutto un programma, in fondo! A dir poco rassicurante,
senza ombra di dubbio. Soprattutto quando paghi per un posto sullaFreccia
d’Argento, e ti ritrovi su un Intercity grigio. Okay, lo so, l’argento e il
grigio possono confondersi!Non è tutto oro quel che luccica. E’ un’ingiustizia: sono uno studente, non ho
stipendio! Amo la recitazione, ma non sono Robert Pattinson! E’ una grande ingiustizia!
“Luca! Mi aiuti con i bagagli?” Amy mi riscuote
così dai miei pensieri. Mi alzo di scatto e prendo la valigia più pesante:
la sua! Ringrazio il cielo che è atterrata al Lamezia! Se fosse scesa a Soverato… Primo, sarebbe ancora in viaggio; secondo, non
avrebbe portato solo una valigia! “Cosa c’è dentro, pietre?” chiedo
appoggiandola a terra. E’ troppo pesante per essere una valigia con lo stretto
indispensabile. “No!” ribatte. “Marmo!” continua tra lo scherzoso,
neanche troppo, e il serio, fin troppo. “Eppure ero convinto che, il marmo, fosse l’unica
cosa che avessi lasciato in terra francese!” Mi guarda perplessa e stupita. “Stupido!” “Sono adorabile, lo so!” Scuote la testa, sconsolata. Senza aggiungere
altro. Un match ciascuno, sorellina! Punto mio!
Finalmente dei rumori. Stiamo entrando in
stazione. Ecco il secondo motivo per cui io, Luca Florent,
odioTrenitaliao chi per
essa. Questi veicoli su binari o sono vergognosamente in ritardo, o sono
terribilmente in anticipo. Il nostro treno oggi è stato mezz’ora, se non di
più, fermo! In attesa che il binario si svuotasse. Con le valigie in mano ci incamminiamo verso
l’uscita più vicina: voglio scendere. Odio l’odore dei treni. E’ nauseante! Dall’espressione di mia sorella intuisco che
concorda con il sottoscritto. L’aria in questi vagoni diventa stagnante,
odiosamente stagnante. Odio il verbo odiare. I treni hanno il potere di fare uscire il peggio
di me: chiedo ammenda! Le porte si aprono, io scendo! Sia ringraziato il cielo e tutto ciò che bisogna
ringraziare! Grazie!
“Luca! Andiamo!” mi incita Amy, indicando le
schermate delle partenze! Sono le sette di mattina, tra cinque minuti
partirà un Train à Gran Vitesse
con destinazione ‘Gare de Lyon’ ed Amy fissa immobile
quella schermata! E’ ferma, eppure una parte di lei, chissà quanto
razionale, corre! Ulisse sa dove! Non so dove sia la sua Itaca. Di una sola
cosa sono certo: la fase Beta di Amy, quella che lei chiama Elinor,
non è così razionale come lei vuol far credere. Miss Amy Florent non è
razionale. Almeno non così razionale come Amy stessa vorrebbe far credere.
E’ Maggio! Il mese del Taurus!
E’ Maggio, ma in stazione ci sono le luci natalizie: troppa fatica toglierle
durante l’anno! Prendano polvere vita natural
durante!
E’ Maggio, il mese del Taurus!
E’ Maggio, il suo mese! Lui, non Robert Pattinson!
Lui, lui! Il ragazzo che sapeva essere serio e divertente,
il ragazzo che ha fatto emozionare Amy Florent, il
ragazzo a cui Amy ha voluto bene più di se stessa, il ragazzo che Amy ha
supplicato, il ragazzo per cui Amy ha messo da parte l’orgoglio senza
pregiudizi!
Tutto ebbe inizio con un invito al cinema, tutto
finì con un invito al cinema!
Anche per questo Amy ha fatto dell’Eterno Ritorno
nietzschiano, la sua filosofia di vita!
Lui era tutto, era! Perché ora non è più! Era,
perché ora non dovrebbe essere più! Condizionale d’obbligo perché per lei
qualcosa è ancora, più di qualcosa! E’ stata un’amicizia che le ha attraversato il
cuore; e le amicizie che attraversano il cuore sono sempre meravigliose,
uniche, fantastiche; soprattutto per una ragazza che odia Wilde e i suoi
aforismi!
Lei ha scelto un taglio netto, perché è meno
doloroso! Lei ha scelto un taglio netto, ma le sue gambe non
condividono! Le sue gambe continuano a tremare!
Amy Florent non è
razionale come vuole far credere! Amy Florent per quel ramo
rinsecchito con nome e cognome…
Ha gli occhi lucidi, la scuoto delicatamente.
“Amy, piccola!” non risponde. Continuo a scrollarle la spalla sinistra. “Amy,
vogliamo trovare un taxi prima del crepuscolo?” lo so che al crepuscolo mancano
ancora dodici, tredici ore ma si sa… “Il taxi non
aspetta, Miss Florent!” nessuna risposta. Non
sopporto i suoi stati di tranche: non so mai come comportarmi. Continuo a
scuoterla delicatamente. Niente di niente. Forse è il delicatamente, il
problema. “AMY FLORENT è attesa a Parigi! Parigi chiama Amy!” “Siamo a Milano, Luca!” finalmente è tornata in
sé!
Con le valigie in mano ci incamminiamo verso
l’uscita dei taxi. Questa stazione ha diecimila uscite: taxi, uscita
centrale, metropolitana; e non c’è una volta, che sia una, che io, Luca, non mi
perda! Questa è la prima! Dopo mezz’ora d’attesa, intravediamo un taxi
libero. Il nostro! L’autista è pronto per sistemare i bagagli nel portabagagli
(ovvio, no?) ; e gli porgo il biglietto con la destinazione. Lo sguardo si illumina, mette in mostra i suoi
trentadue denti; e i miei occhi lo fanno tornare sulla retta via.
Lontano dalla mia sorellina!
Il viaggio è di una lentezza assurda. Amy si è addormentata; il tassista continua a fare
domande a dir poco ridicole; io rispondo per circostanza! Il suo sguardo non mi è nuovo, però non ricordo
proprio dove possa aver avuto l’onore di incrociarlo. Mi rendo conto che
stanotte dormirò comunque, con o senza risposta: cerco l’I-pod
e premo brani casuali. In fondo, come si fa a combattere il tempo? A tempo di
musica! Ringrazio Claudio Baglioni e il suoCuore
d’Aliante; ma, soprattutto, se sono fortunato, quest’uomo smetterà di fare
domande alla Stregatto! Ecco dove ho visto quegli occhi… La faccia dello Stregatto!
MARTA POV
Mi sento molto Giulietta Capuleti! Sto osservando fuori dalla finestra in attesa di
non so cosa! Sono affacciata alla finestra, in attesa di non so
cosa!
Ieri Luca mi ha mandato un messaggio. Alle sei di
mattina. Cosa ci facesse sveglio alle sei di mattina è un mistero che non
voglio risolvere. Probabilmente ricorda i miei orari: sveglia col sole!
Infatti, alle sei di mattina, stavo già fissando il soffitto!
Luca… Luca Florent! Luca…
Perché alle sei di mattina stessi fissando il
soffitto non starò qui a spiegarlo! Il messaggio era tutto un programma: all’ora
stabilita ho chiamato Amy e lei, da ottima osservatrice quale è, ha intuito
tutto! Era difficile non capire che ci fosse stato dietro un burattinaio! Luca
sapeva che avrebbe intuito! Luca sapeva che non avrebbe bevuto la scusa
‘passavo per caso’ ! Luca… E’ partito, sono partiti! Sono tornati a Milano.
Perché qui non hanno nulla da fare. Qui non c’è nessuno che li trattenga.
Nessuno! Nessuno, perché Tiziano Ferro è un cantante
assurdo. E io mi sento ridicola. Ci sono cascata con tutte le scarpe. Io, Marta! Io, che ho litigato con Amy per un
doppiogiochista! Io, quella razionale! Perché tra le quattro la
vera Elinor sono io! L’unica del quadrato a non essere entrata nel
quadro svedese! Senza essere ascoltata!
Adesso, dieci anni dopo, mi sento ridicola! Più
guardo fuori, più aumenta questa sensazione!
Ascoltare Tiziano Ferro a tutto volume, è assurdo!
Ascoltare una sola canzone ferrea a ripetizione, è
assurdo! Assurdo anche pensare di ascoltare una e una sola
canzone!
Mi sento molto Giulietta Capuleti!
In attesa di un Romeo appena partito!
Sono seduta davanti allo specchio, sul buffet c’è
una fotografia!
Papà, che cosa devo fare? Perché deve
succedere? Io non posso partire, non posso!
Nessuna risposta. La fotografia mi guarda,
sorride, ma non risponde! No, non sto ascoltandoFotografie
della tua assenza
Papà, cosa dovrei fare? Non posso allontanarmi
da qui!
Oh cielo, se solo mi sentisse Amy mi prenderebbe
per pazza! Non perché stia parlando con una fotografia; perché io, la ragazza
che l’ha obbligata a partire, sono seduta su un letto a chiedermi cosa dovei
fare, perché non posso allontanarmi! Dovere e potere: i due verbi che non voglio
sentire da lei! Perché solo un verbo va seguito: volere! E poco importa che siano tre verbi servili,
eccetera, eccetera, eccetera! Volere, il verbo che io per prima non ho mai
seguito! Luca, chissà se sono arrivati! Luca…
Ho deciso!
Posso! Devo! Voglio!
KRISTEN POV
Sto fissando il soffitto della mia camera. E’
bianco, bello! Neutro! Non mi sono mai piaciuti gli schieramenti! Sul comodino c’è l’ultima rivista che parla di me
e Rob! Io sono stanca! Se la nostra storia fosse vera
avrei, innanzitutto, dichiarato qualcosa. Secondo, non lo avrei lasciato a
Parigi! Terzo, non capisco perché non si sia mai parlato di me e Taylor!
Io per Rob provo un
affetto fraterno, abbiamo condiviso mesi sul set: è inevitabile che sia nata
un’amicizia! Forse in lui è nato dell’odio, non posso certo essere sicura che
lui provi amicizia! Pattinson difende dalle accuse la sua Bellaquesta
frase domina l’articolo: Pattinson The Beast? Bene, c’è solo una cosa da fare se vogliamo finire
questa fiaba con‘e vissero tutti felici e contenti’: un incontro!
Un incontro a due! Prendo il cellulare, che è ovviamente spento sul
comodino, e compongo un numero. E’ libero! Dovrebbe rispondere! Dovrebbe! Risponde. Grazie!
“Ciao come va?” non lo vedo da tempo immemore. “Potrei dirti malissimo; potrei dirti meravigliosamente!”risponde.“Preferisco
'tutto bene' , grazie!”è sempre spiritoso, mi piace per questo.“Tu?” “Stanca, caro! Hai letto le ultime?” “No! Mi sono rinchiuso in questa città
fantastica: voglio sognare un po’ ! Le ultime non sono news!”ribatte quasi
controvoglia.“Robsten è una notizia
logora ormai!” è stanco anche lui! Lo adoro ogni istante di più! “Io un’idea ce l’avrei! Domani ti raggiungo!” “Qui?” “Io sono già qui, cheri!”
rispondo divertita. “Devi solo fidarti di me!” “Lo sai che mi fido, agnellino!” “Grazie, leone! A domani!” “Ti aspetto!” Saluto e attacco.
Sono a Parigi da fine aprile, e sono giorni ormai
( secoli, ad esser sinceri) che i giornali e tutte le riviste parlano di me e
Robert come se fossimo un’unica persona. Forse è arrivato il momento di affrontare il tutto
in modo maturo. E’ inutile aspettare domani! Un’altra chiamata; un’altra risposta; un altro
assenso! So essere convincente quando voglio. E io lo
voglio sempre. Amo convincere!
Due ore dopo, un paio di jeans e una camicia si
presentano nel mio hotel: Tom! Okay, non è mio. Non sono io a rispondere al
nome di Paris Hilton. Sono a Paris,
ma sono Stewart! Non Sten! Kris!
“Ragazza ventenne! Qual buon vento ti ha portato
in Francia?” mi saluta così. E’ sempre stato simpatico. “Robert! Robert e questi gossip!” rispondo
mostrandogli l’ultimo articolo su Robsten. “Bene! Andiamo!” “Perfetto! Grazie!”
Ho una teoria per questi sms: cancellare senza aprire! Teorie, appunto!
Odio le mie teorie quando rimangono tali! Perché io, Amy Florent,
non ho mai cancellato un suo messaggio. Ho ancora in archivio una sua mail. Una
mail in cui, per essere MrDarcy,
mancava solo Che Dio vi benedica.
Ho amato Pride & Prejudice per un film, ma il terzo motivo è stato
lui. Perché anche a lui piace quel libro. Perché io ho rifiutato un ballo con
lui, di grazia.
E lui è lì davanti al portone! Aspetta qualcuno, forse il suo amico! Odio
queste scene!
Le gambe continuano a ricordarmi perché odio queste scene. Eppure la scelta è
stata mia. Il battito aumenta, le gambe tremano. Fosse Robert Thomas Pattinson…
Odio questi momenti! Quando Alfa e Beta si alleano lasciandomi sola con me
stessa.
E’ possibile volere incontrare una persona perchè
devi dimostrare a te stessa che hai dimenticato quella persona? Quando sai di
poter vivere senza?
Non è logico, ne sono consapevole. Però è esattamente così che mi sento: volere
incontrare lui, sapendo di poter vivere senza.
Sì, non è logica!
Sono uscita dalla sua rete ammaliatrice mesi e mesi fa. Dopo anni di intensa
amicizia.
Amicizia che amicizia non è mai stata.
Sempre qualcosa di meno!
Sempre qualcosa di più!
Sono uscita dalla sua ragnatela: gli ho tolto il saluto. Perché è inutile
salutare uno sconosciuto. Perché posso salutare un nemico, ma mai uno
sconosciuto. L’odio è un sentimento; l’indifferenza, no!
Ed è solo indifferenza, ora! Nonostante il battito e le gambe, so che mi è
indifferente!
“Sorellina!” Luca, il mio salvatore. I suoi occhi hanno incenerito il ramo. E’
anche grazie a lui, se mi sono salvata.
Non so come avrei affrontato l’argomento divorzio, se fossi stata ancora legata
a quella Circe versione maschile.
Divorzio!
Perché il secondo motivo per cui amo Pride & Prejudice è mia madre. Lei, che ha smesso di leggere da
mesi. La mamma, che non vuole sentire parlare del suo libro. Perché non è mai
stato solo un libro. Aveva un appuntamento fisso con quei personaggi, ogni
estate. Aveva, imperfetto!
Ora, brucerebbe quei fogli. Come il DVD della sua trasposizione preferita:
1995, BBC, Colin Firth!
Papà le ha fatto odiare le sue passioni. La passione di una vita. Perché la
prima volta che lesse Orgoglio e Pregiudizio, aveva nove anni. Era alle
elementari. Oggi conosciute come Scuola Primaria.
“Siamo a casa!” Luca saluta sempre così. Anche quando sa che non c’è nessuno!
Ci dirigiamo subito in camera. Luca appoggia la mia valigia sul letto.
“Sistema tutto, non voglio vedere nulla fuori posto!”
“Ho mai lasciato qualcosa fuori posto?” domando in tono di sfida, scherzando.
Sorride. “Mai, hai ragione!” mi fissa. “Cancella quel messaggio, piccola!”
aggiunge. No, Luca, non… Mi abbraccia.
“Non ce la faccio! Non ci credo! Non può essere successo!”
“Shhh! Non è successo nulla! Sei stata forte! Sei
forte! Più forte di me, sorellina!”
“Non dire baggianate, Luca!” baggianate? Da dove è uscito ‘sto termine?
“E’ la verità! Hai incontrato un pezzo di legno e non gli hai lanciato un’ascia
addosso!” mi fissa un attimo. “ Queste lacrime ne sono la conferma!” continua.
“ Nessuno piangerebbe tra le braccia del fratello! Sei forte, Amy!”
“Tu non mi deluderai, vero?” ho paura, c’è poco da fare! E’ la mia più grande
paura!
“Mai, sorellina! E’ una promessa!” mi bacia sulla fronte. “Non vorrei che la
mia valigia si ingelosisse! Non si sistema da sola”
Bene Amy, neanche la tua valigia si sistema da sola! Forza! Elinor,
tu arrivi sempre nei momenti più opportuni! Lo so!
La mia camera mi è mancata. Ad accogliermi ho trovato la mia libreria, i miei
manga, i miei Topolino, Sailor Mercury, un delfino,
il Mondo Emerso, Harry Potter, e il suo poster! Suo, di Robert Pattinson. Eppure dovrei smettere di comprare Cioè solo
perché c’è lui. Rob!
Forse Luca ha ragione: il suo poster è un pericolo per i miei ormoni!
Sentire le sue labbra sulle tue, no Amy! Stringerti tra le sue braccia non è
pericoloso! Sentire il tocco delle sue mani sulla tua pelle, Amy…
Alfa, non ti ci mettere anche tu!
Un brivido mi percorre il corpo.
Non era Alfa!
Perché sono ancora in Italia?
Prendo il cellulare. Ho perso il conto dei giorni: non hanno importanza, ormai!
L’unica certezza è che quel messaggio non è arrivato oggi. Lo rileggo.
Cancello.
Perché è stato solo il primo di tanti altri.
Tutti cancellati!
LUCA POV
Il mio cellulare sta squillando da ore. Qualche minuto. Marta. Rispondo.
“Ciao, spero abbiate fatto un buon viaggio! E che il tuo odio per Trenitalia
non sia aumentato, Leone!”
“Siamo arrivati ora. Trenitalia? Sai come sono…” “Non ti ho promesso la mia amicizia per niente!”
“Amicizia?” “Tutto parte dall’amicizia, Luca!”
“Potrei diventare amico di Trenitalia?” “Non saresti più tu”
“Non saresti tu! E non mi piaceresti più! Lo sai!”
“Grazie!” “E di cosa?”
“Di esserci!” “Se ci fossi, sarei a Milano, adesso!”
“Non siamo così lontani, io e te!” “Dici?”
“C’è solo una luna, Marta!” “E un sole, Luca!”
“Poi un’eclisse!” “E il crepuscolo! Ti voglio bene!”
“Ti voglio bene anch’io, cara!”
Bene, non dirò più ad Amy cosa fare dei suoi messaggi!
Marta…
La mia valigia mi aspetta all’ingresso. Se avesse un’espressione, sono sicuro,
sarebbe accigliata. La trascino fino alla camera e la appoggio sul letto.
Dieci minuti ed è già depositata nel ripostiglio, in fondo al corridoio.
Ho bisogno di cibo! Mi involo verso la cucina, apro il frigo, piange! E io con
lui! Voglio cibo! Ho fame! L’ora di pranzo è passata da un pezzo! Ho fame!
“Amyyyyyyyyyyyy!” chiamo.
“Arrivo, calmati!” e dopo qualche minuto sbuca in cucina. “Che c’è?”
“Sai dove sono le chiavi della macchina?”
“All’ingresso! Dove sono sempre state!” risponde, cercandole e nei vari svuota
tasche.
“E allora perché le cerchi in cucina?”
“Perché niente è come sempre! E averle trovate qui è un segno!” ribatte
mostrandomi le chiavi prese dallo svuota tasche vicino lo stereo.
“Andiamo da Mc!” propongo. E’ più un’affermazione che una proposta.
“Luca, la linea!” dice lei, nel suo solito tono scherzoso ma non troppo.
“Non sei tu ad aver mangiato due BigMac Menù?”
“Luca…”
Luca 2 Amy 0. Doppio vantaggio, in una sola giornata!
“Guidi tu, però!”
Luca 2 Amy 1! Rientra in partita! Ho parlato troppo presto!
AMY POV
Niente ormai è come sempre!
Perché niente torna mai come prima. Perché tutto, o migliora, o peggiora.
Tutto viaggia su una retta: niente curve, niente elissi, niente di niente. Solo
un verso. Verso l’infinito e oltre, forse. Ma nessuno è Buzz Ligthyears, qui! Anche perché nessuno ha Buzz, qui!
Niente torna mai come prima. E’ anche questione di dinamica, termodinamica!
Niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma.
Da una scelta cambia tutto, sempre! Perché tutto inizia con una scelta!
Scelte! Non importa che siano giuste o sbagliate: non esiste il giusto e lo
sbagliato.
Io e il ramo non torneremo più amici. Scelta mia!
L’affetto che mi legava a papà, se si potrà parlare di affetto, non sarà mai
più come prima. Scelta sua!
Scelte, punto!
Papà, che mi ha allontanato dal mio Wenthworth. Papà,
baronetto ridicolo e presuntuoso.
Io, ostinata a combattere per quell’amicizia che amicizia non è mai stata. Lui,
doppiogiochista odiosamente adorabile! Un doppiogiochista più influenzabile di
Miss Persuasion.
Papà, che ha qualificato il mio capitano coglione. Papà, che è decisamente
peggio di quel ramo rinsecchito.
“Il passato non torna Amy! Rispondi a quel messaggio!” Luca sta guidando
spedito verso Mc. E sa sempre quando intervenire.
Luca, il mio salvatore.
“Luca, e se fossimo stati sempre su due pianeti differenti?” rispondo così. Con
una domanda. “Forse senza facebook lo saremmo
ancora!” mentre parlo guardo fuori dal finestrino, la testa contro il vetro.
“Stai su, Amy!”
“Gocce di memoria, Luca!”
E il mio fratellone, senza aggiungere altro, fa partire Baglioni.
E ‘Stai Su’ riempie il silenzio
Con un BigMac Menù in più
nello stomaco (e 6.10 € in meno nel portafogli di mio fratello) riesco a vedere
le cose per quello che realmente sono.
Ho deciso!
Parigi! Hic ( non proprio) etNunc ( il prossimo volo, magari)
MARTA POV
“Papà, prima di partire volevo farti un saluto!” E assicurarti che non è una
fuga.
Dopo ventidue anni passati in questo paesino è tempo di affrontare i miei
vorrei. Trasformandoli in presente. Sono stanca del condizionale.
Ho obbligato Amy a partire. Luca mi ha aiutato, o io ho aiutato lui; non lo so!
So che voglio Luca e vado a prendermelo. Forse sono impazzita. Inutile che dica
quanti anni ho speso, interpretando ElinorDashwood: troppi!
Adesso, voglio essere Marta.
Marta, innamorata follemente di Luca Florent!
Io, innamorata. Se ci avessi pensato anche solo lo scorso anno; avrei riso. Io,
Elinor!
Io, innamorata di Luca. Sto ridendo al solo pensiero. Contenta. Io, Marta!
“Papà, ecco un piccolo pensiero!” gli mostro tre rose bianche. Rose, perché la
vita è una rosa. Tre, perché devono essere dispari. Tre rose, perché io voglio
così!
Sorrido e saluto.
E’ tempo di lasciare questo paesino!
Il paese dove sono cresciuta!
Dove sono rimaste quattro anime, le più pettegole!
Un paese il cui cimitero è più popolato del paese!
“Ciao, papà!”
13 Maggio, Hall Mercure
“Amy non poteva non prenotare una camera in questo hotel! Sarebbe simpatico, se
fosse davvero una coincidenza!” MathieuCordier mi porge la chiave numero 220, augurandomi un buon
soggiorno!
Io, Marta, a Parigi!
13 Maggio! Rue Pascal, 18
“Bonjour ma ville, jesuisretournèe!”
13 Maggio, Cimitero di Père-Lachaise…
“Nonno, tuo nipote non seguirà il tuo esempio! Io, Luca, non sono mio padre!”
13 Maggio
“JoyeuxAnniversaire, Rob!”
Dal prossimo
aggiornamento, posterò una volta alla settimana.
Bungiorno, lo so: è
mercoledì.. sarà l’unico strappo alla regola.
Ringrazio chi continua a leggere. Ho scritto questo
capitolo di getto, a voi i commenti…
Al prossimo aggiornamento…Ale
Capitolo 17 – Fais la rire
ROBERT POV
Oggi
è il mio compleanno. Sarà indimenticabile: non avevo programmato di passarlo da
solo. Indimenticabile, non per niente! Oggi
è il mio compleanno. Oggi compirò ufficialmente ventiquattro anni. Ventiquattro
candeline da spegnere.
“Ventiquattro
tirate d’orecchie!” è Kris a parlare. “Dodici ciascuno, Robert!” “Così
diventeranno come quelle di un elefante” le fa eco Tom. Quanto è inerente
parlare di elefanti, ora? “Buon compleanno, Bobby! Ci si vede! Devo scappare!”
mi saluta con una pacca sulla spalla; bacia Kris; e si chiude la porta alle
spalle. Potrebbe
evitare di svegliarmi puntualmente all’alba: finisce sempre così, un mordi e
fuggi! Ira funesta!
Oggi
è il mio compleanno, ed è iniziato nel peggiore dei modi: nessuna telefonata! Oggi
è il mio compleanno, abbiamo un’intervista da affrontare. Affrontare, come se
fosse questione di vita o di morte. Resisterò
fino a domani? Sto
leggermente esagerando, forse!
“Robert,
sono qui per questo! Fidati di me!” “Bene
Kris! O la va o la spacca!” perché? Perché un inglese deve fare uso di detti
milanesi. Eppure è l’inglese la lingua mondiale! Perché Amy mi perseguita? “Don’t
worry, British Boy!” “Be
happy, American Girl!” perchè non riesco a
dimenticare Amy? In fondo mi ha abbandonato da solo, senza spiegazioni. Kristen
ride. Ride. Ride di gusto. E’ la prima risata di cuore. O forse è semplicemente
la prima volta che lei vuole essere Kris! Che sto dicendo? Meglio stare zitti:
non è il caso che io continui. Shut Up! Ci sono tante
cose che si possono fare in silenzio. Paura! Ecco cosa lega un logorroico e un
pensatore.. ma cosa? Robert
Thomas Pattinson stai zitto e ascolta chi c’è da
ascoltare. Shut Up!
Prendo
le chiavi della macchina, sorrido a Kris, e lei mi segue.
“
Dove andiamo di bello?” “Creperie!”
risponde. “Ho bisogno di una crepe!” sorride. Che è successo? Perché continua a
sorridere? “ E poi ho preso appuntamento con una giornalista di fiducia. Sempre
lì!” “Ah…” Perfetto. Parleremo di noi. Io starò con te, soltanto
io e te… ma senza noi…
Parleremo di noi.Domani maie
Baglioni possono stare in Italia, a Roma, a Milano, a Torino, ovunque! Ma non a
Parigi! Io non posso cantare Claudio Baglioni. So una canzone! Solo una
canzone! Baglioni non è la mia colonna sonora. Non
la mia… stai zitto Robert, stai zitto! “Ti
disturba se accendo la radio?” chiede Kris con la mano sul pulsante on. Ecco,
appunto!
Alle
10.00 siamo seduti nel locale, François ci raggiunge con la solita efficienza, eppure…
“Due
crepessuzette, merci!”
ordino. Due, la giornalista non è ancora arrivata. Ho un presentimento! Kris
cerca di nascondere il suo sguardo perplesso guardandosi in giro. Sembra
ci sia una nuova gestione: il logo è cambiato; l’unico che conosco è François (
non che lui sia rimasto per me, ovviamente), e i tavoli non sono più gli
stessi. Okay,
forse non ho dato una spiegazione valida che sia una, per sostenere la mia
tesi. Forse
perché da quando Amy è partita, è cambiato tutto per me. Sono ridicolo.
Sono
Robert Thomas Pattinson. Il sex symbol
mondiale. Tutti mi vogliono, tutti mi cercano. E io entro in depressione per
una ragazza che ho incontrato per caso. Una ragazza con cui ho passato solo tre
giorni, in fondo. Amy
Florent, la ragazza che mi ha fatto riscoprire la
quotidianità. Con lei, sono tornato ad essere un ragazzo ventiquattrenne. Con
lei, sono tornato ad essere Rob!
Oddio,
quanto sono ripetitivo! Ripetitivo e banale! Pensare che fino ad aprile
cambiavo spesso repertorio… bene, stiamo zitti? Shut Up? Shut Up!
“Rob!” è Kris. Probabilmente è preoccupata per il mio
sguardo perso. “Buon compleanno!” continua, come per scusarsi del ritardo. “Grazie,
Kris!” così, per circostanza. Sì, Amy mi ha cambiato. C’è poco da aggiungere. “Finiremo
presto!” rassicura. “E presto tornerà anche la tua lei, dearling!”
conclude. Riesce a tranquillizzarmi. Come sempre. O quasi!
Mi
sento osservato. Il bar è vuoto, ma mi sento osservato.
Le
crepes sono pronte, François si precipita al nostro
tavolo e rimane immobile, in attesa della mancia. Kris
sorride e lascia cadere sul palmo destro del cameriere 5 euro. Qualcosa mi
sfugge: Kristen non ha mai lasciato un centesimo di
mancia. Perché si comporta così? Cosa
è successo a Kristen? Cosa
è successo a Kristen-non-rido-neanche-sotto-tortura-Stewart? Cosa
è successo a Kris?
KRISTEN POV
Ho
lasciato 5 euro di mancia al cameriere: è il cameriere più efficiente che abbia
incontrato da quando sono a Parigi. E Robert è stupito. In
fondo, è comprensibile lo sguardo sorpreso. Kristen
Stewart non ha mai lasciato uno scellino di mancia in venti anni di vita. Mi
sarei stupita io stessa, se non fosse stata la seconda mancia… E’
simpatico osservare come Robert cerchi di nascondere la sorpresa.
“Kris,
la giornalista di fiducia…” comincia il
neo-ventiquattrenne “…non mi pare molto di fiducia.
Quando pensa di…” “Sta
zitto e voltati!” dico, indicando un teilleur grigio
che non può definirsi Phileas! Non
è Miss Fogg, ma è la migliore che conosca: Katherine Fogg!
“Buongiorno
ragazzi!” ci saluta con una stretta di mano. Decisa. Fortemente decisa. “Ciao
Kate! Grazie di essere venuta!” “Per
te questo e altro, Kris!” perché ho la sensazione che significhi ‘per uno scoop
come questo, farei di tutto!’? “Robert!” continua, rivolgendosi ad un ragazzo
sempre più estraneo a questo mondo. “E’ un piacere rivederti!” “Che
caspio state architettando? Chi siete voi due?” “Katherine
Fogg! Ho scritto qualche articolo su di te, Rob!” “Kristen
Stewart! Ho interpretato Bella Swan in The Twilight
Saga, Edward!” E grazie a quel film ho trovato l’amore di tutta una
vita!
ROBERT POV
Tu sei per la mia mente
Tu sei per la mia mente come il cibo per la vita, come le piogge di primavera sono per la terra; e per goderti in pace combatto la stessa guerra che conduce l’avaro per accumular ricchezza. Prima orgoglioso di possedere e , subito dopo, roso dal dubbio che il tempo scippi il tesoro; prima voglioso di restare solo con te, poi orgoglioso che il mondo veda il mio piacere. Talvolta sazio di banchettare del tuo sguardo, subito dopo affamato di una tua occhiata: non possiedo né perseguo alcun piacere se non ciò che ho da te o da te io posso avere. Così ogni giorno soffro di fame e sazietà, di tutto ghiotto e d’ogni cosa privo.
William Shakespeare.
Sonnets.
Shakespeare. Amy.
Amy!
Amy è seduta a pochi tavoli di distanza da me. Non mi ha visto. O finge
indifferenza. E a pochi tavoli da me! A pochi tavoli…
stop! Perché finge di non vedermi? Mi
ha evitato. Non posso credere altro. Sta parlando con François, non posso
credere sia tornata! E’ a pochi…
Oggi
ha stirato i capelli, le coprono metà schiena. Indossa una camicia bianca e una
gonna verde militare. Sta benissimo. E’ perfetta. Perché non accenna ad un
saluto? Eppure mi ha notato, ne sono sicuro. Come io ho notato lei.
“Esattamente!
Io, Kristen, sono innamorata di Taylor Lautner! Tay!”
All’improvviso
tutti gli sono su di noi; e ogni bocca devien
tremando, muta! O quasi! Lei,
non si scompone: continua a parlare fitto fitto con
il ragazzo che le fa compagnia. Perché mi sta palesemente ignorando? Eppure,
era Mathieu… le ragazze, mai! Perché
lei sì?
AMY POV
Bonjour
ma ville, jesuisretournèe! Sono tornata!
Luca
voleva gustare nuovamente le crepes migliori di
Parigi,, non potevo non portarlo qui. In questo locale, dove tutto ebbe inizio
per caso. Dove tutto ebbe fine, per scelta! Okay, niente è finito! Perché nulla
ha avuto inizio! Perché conoscersi una sera di Maggio, non significa
assolutamente “iniziare una storia”! Essendo io la sognatrice per eccellenza,
forse sì! Essendo io la sognatrice per eccellenza, sì! C’era
una volta un bianco castello fatato… sì beh, la
nostra favola non ha mai avuto inizio… taccio!
“Tassorosso, Tassorosso!” sussurra
Luca. Oh caspio! “Dove?”
rispondo con un sussurro ancora più lieve. “Davanti
a te, Cho!” “Lucaaa…” sono rassegnata ormai. Il mio fratellone non
cambierà mai!
I
miei occhi cercano contro la mia volontà ( sì, potevo evitare) i suoi. Eccolo,
più bello che mai! I
capelli sono pettinati perfettamente, domati magistralmente dal gel, non un
ciuffo fuori posto. Non ha più la barba selvaggia. Deve essere successo il
miracolo! Oggi
è il suo compleanno: anno nuovo, look nuovo! Potrebbe essere questa la sua
teoria.
O
semplicemente, set nuovo/look nuovo! Sarebbe
più probabile, se fossero passati mesi dall’ultima volta che ci siamo visti,
cara Elinor!
“Mi
spiace non esserci stato cinque anni fa, Amy!” “Ci
sei ora! E’ questo l’importante!” “Amy,
perdonami!” “Smettila
Luca! Finiscila! Grazie di esserci ora! Io e te non siamo mai stati lontani! Lo
sai…” “Non
vale così, sorellina!” dice, fingendosi arrabbiato. “Altrimenti parlo con il
Tasso!” “Scorpio, sei crudele!” “So
esserlo, certo!” continua, sempre più offeso. “Non con te, però!” conclude.
Luca
è quello che ho sempre creduto di Olivier Florent. Luca
è quello che ho sempre creduto di papà! Fortunatamente,
Luca non è nostro padre!
Sempre
che io abbia davvero conosciuto papà. Io…
“Io,
Kristen, sono innamorata di Taylor Lautner!” ho sentito bene? “Io,
Kris, amo Tay!” sì, ho sentito bene!
I
brusii che hanno popolato il bar finora, tacciono. Luca sorride. Io continuo a
mangiare la mia crepe, indifferente! Luca
continua a sorridere! Mentre io assalisco l’ultimo pezzo di crepe, Alfa e Beta
ballano la cucaracha.
Qualcuno
mi sta osservando. Robert mi osserva insistentemente. Mi sta squadrando da
quando sono entrata con Luca. Sembra abbia ascoltato tutto il dialogo con
François.
Quando
ha i riflettori puntati su di lui; Robert fissa me!
“Ehi,
Tasso immortale!” chi mi chiama? Sempre che stiano chiamando me! “Ehi, marmo
che cammina! Dico a te!” di chi è questa voce? Qualcuno
si sta avvicinando con passo spedito. Il ragazzo che poco prima stava mangiando
con Amy. “Sì?” “Trattala
come si deve!” oh cielo, ho un brutto presentimento.
Non
posso rispondere. Non so cosa rispondere.
“Se
tratti male la mia sorellina, sarai un marmo pietrificato!”
Eccomi pronta per un nuovo aggiornamento, ringrazio chi
continua a leggere! J
Per chi volesse nelle originali “Katherine
Houston” vi aspetta.. ma ora vediamo cosa succede per le vie di Parigi in un
giorno di Maggio.. buona lettura! Fatemi sapere…
Capitolo 18 – Alfa
e Follia
Sono
fuori! Dal bar s’intende! Perché
la follia mi fa compagnia da ventidue anni. Sarebbe più corretto dire ventuno
anni e sette mesi; il senso comunque non cambierebbe! La
follia è la mia compagna di viaggio da una vita!
In
questi ultimi mesi però, la parte folle di me ha preso il comando. Perché,
da marzo, sono entrata nel tunnelRob
Mazza Kinggrazie
ad un commento sui vestiti nuovi dell’imperatore Raoul. Perché anche Bova ha
quel certo non so che Tassano! Perché
da Marzo conosco persone come Caterina, Mia, Haley, Alice,
Julie. E compagnia bella… Grazie
a loro ho scoperto una parte nuova di me. Nuova, perché si era magistralmente
nascosta per venti anni. Nascosta, perché la follia fa parte di noi in quanto
essere umani. Il
teologo, umanista, filosofo GeertGeertsz
(è il Galileo Galilei olandese, quest’uomo) non ci avrebbe scritto un libro,
altrimenti! Grazie
a Robert Pattinson, ho scoperto di non essere l’unica
ventenne nel mondo ad amarePride
and Prejudice;
e quella mazza di gentiluomo che risponde al nome di FitzwilliamDarcy. Anzi, sarebbe più corretto ringraziare la saga
della Meyer; perché è grazie ai suoi libri che mi
sono ritrovata nel tunnelRob
Mazza King. In un tunnel
che dovrei abbandonare. In
questi ultimi mesi ho scoperto che il mondo virtuale può unire più di un bar. Perché
se è vero che in un bar vedi le persone in faccia ( altrimenti detto parlare
a quattrocchi, che è meglio); è altrettanto vero che potresti viaggiare
lontano anni luce da loro, senza guardarle davvero. Lo
stesso ( o il contrario) dicasi per quel mondo virtuale, che virtuale non è! E’
una verità universalmente riconosciuta che le persone sono fisicamente lontane;
lontane, anche quando si ha l’impressione di essere ad un ricevimento! Okay, ricevimento
è un termine antico e preistorico. Lontane,
anche quando si ha l’impressione di essere tutte intorno allo stesso tavolo. In
attesa delle coppe gelato che hai ordinato due ore prima! Forse
sarò l’unica a pensarla in questo modo ( sicuramente, l’unica ad esprimersi in
un non-italiano)! Però è questo quello che credo!
In
questi mesi ho scoperto che le vere amiche ti vengono incontro anche quando non
lo richiedi esplicitamente. Perché
l’amicizia è quel tacito accordo di stima, rispetto e fiducia; tra menti folli. Perché
puoi parlare a ruota libera senza essere giudicato; perché seguiranno le tue
idee senza chiedere spiegazioni; perché la miglior specie d'amico è quel tipo
con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola,
e quando vai via senti come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
Perché il linguaggio non verbale dice molto più del verbo stesso.
Perché,
ci sono tanti perché!
Io,
Amy, ringrazio ciascuna di loro; perché tutte mi hanno aiutato e mi stanno
aiutando, anche inconsapevolmente! E l’aiuto inconsapevole è il migliore che si
possa ricevere ( o dare) ! Ma che sto pensando? Oh cielo… Prima
o poi metterò tutto questo per iscritto! E allora, avrò la conferma di essere
completamente in fase Alfa. E
tanti cari saluti ad ElinorDashwood!
Con l’augurio che viva felice e contenta con il suo adorato Edward Ferrars! Anche
se, devo ammetterlo, un’amica mi disse “Amy, finchè
parliamo con i poster è normale; quando i poster rispondono…
è in quel momento che bisogna iniziare a preoccuparsi!” Il
poster di Robert Pattinson non mi ha ancora risposto:
non dovrei preoccuparmi!
Prima
o poi metterò tutto questo per iscritto! E tanti carissimi saluti ad Elinor!
“Amy,
fermati!” oh caspio! Dimenticavo la cosa peggiore.
“Miss Florent!” “Buon
compleanno, Rob!” battito cardiaco, non voglio
sorprese. Sessantacinque al minuto. Non te ne concedo uno di più. Perfetto,
Amy! Adesso parli con il cuore. Cuore inteso come il muscolo grande come il
proprio pugno situato nella parte sinistra della cassa toracica. Il muscolo
costituito da atri e ventricoli. Perfetto, Amy! Davvero! “Solo
buon compleanno, Amy?” domanda fissandomi con il suo solito sguardo, uno
sguardo che non ha nulla a che vedere con lo sguardo branzino. Guzzano
e le sue critiche sono sempre comiche. Ciò che non piace a Guzzano
piace a me. Se critica pesantemente un film, è sempre il primo che voglio
vedere. Alessio Guzzano, è il critico cinematografico
che recensisce i film in uscita suCity. Cityè
il quotidiano gratuito distribuito in quel di Bari, Bologna, Firenze, Genova,
Milano, Napoli, Roma, Torino e Verona. E’ il mio quotidiano gratuito preferito! Io
vado a Milano per due soli motivi: primo, università Statale in Duomo; secondo,
lettura delCityin
metropolitana. Peccato che il pomeriggio non riesca mai a recuperarne una
copia. Se ho lezione dopo le tre, l’unico quotidiano che posso prendere è24Minuti.
E io non sopporto24Minuti.
“Solo
buon compleanno, Amy?” ripete. “Non
mi metto certo a ballare hicetnunc, Robert!” hic e nunc sono i miei migliori amici; dopo Alfa e Beta, che
continuano a ballare la cucaracha. ComeChip
‘n Dale, che prendono amichevolmente in giro
Donald. Quando ancora infanzia risplendea nei miei
occhi ero abbonata al giornalino di Cip e Ciop, e
adoravo le noci. Come erano rappresentate le noci! Incredibilmente grandi!
AmavoCip
n Dale! “
Solo buon compleanno, Amy?” continua. E dicendolo, mi prende la testa tra le
mani e posa le su labbra sulle mie. E’ un bacio veloce, leggero, dolce,
Perugina! Un
apostrophe rose dans la phraseje t'aime!
“Sì, solo buon compleanno, Robert!”
rispondo. Voltandomi verso la Tour Eiffel!
Quando rientro in hotel
( ancora non comprendo il motivo per cui, Jean Florent,
abbia acquistato tranquillamente una tomba di famiglia; piuttosto che una casa
nella città della Senna); Mathieu mi consegna la
tessera della mia camera. E’ tutto come avevo lasciato: Matt ha mantenuto la
promessa. Il frigo bar è pieno. E pieno resterà, a meno che
ad entrare in possesso della tessera magnetica non sia Rob.
Non che Robert possa avere anche solo la ben che minima possibilità di entrare
nella mia camera, sia chiaro! Lo stesso può dirsi per Luca: MrFlorent è quello che mi preoccupa di più! Le scorte
di cibo, con lui, si volatilizzano… Dopo aver contato scrupolosamente quante bibite e
vivande contiene il frigo bar ( sembra una domanda di un problema a tappe
dell’esame di quinta) ripeto il sopralluogo che feci quando arrivai. Una decina
di giorni fa. Dieci giorni. Esattamente dieci giorni: sono scesa
dal TGV la mattina del 3 Maggio. Dieci giorni fa! In questi giorni ho conosciuto l’uomo che Robert
T. Pattinson è! Dimenticavo la cosa peggiore! In questi ultimi giorni mi sono innamorata di Rob; perdutamente innamorata di Rob!
Io, una studentessa di Filosofia. Una studentessa
italiana. Una semplice studentessa non retribuita. Cosa può trovarci il sex symbol
mondiale in una studentessa? Perché dovevo innamorarmi? I’m in love with Robert Pattinson. Oh MonDieu!
“Amy! Marta è arrivata stamattina!” Luca mi ha
raggiunta. “ E ha prenotato qui!” mi informa. Cosa? Marta? Come mai ha lasciato il paesino
sperduto tanto amato?Forse, ama una persona più del paesino sperduto!Elinor, sei
fantastica! Come farei senza di te? Marta cognata di Amy: potrebbe andare! Luca
sarebbe perfetto! E’ un gentiluomo di altri tempi, questo ragazzo! A perfect gentleman! E non lo dico perché sono sua sorella. Molte ragazze sarebbero d’accordo con me.
Basterebbe chiedere ad Haley o Mia... “Perfetto!” “Già, davvero!” risponde con aria quasi sognante.
Luca e Marta, perfetto! “ Chissà perché poi, proprio Parigi!” “Cosa?” ci sono due possibilità, o finge, o finge!
“Cosa vuoi dire, Luca?” “Perché tra tutte le capitali ha scelto Parigi?” “Se fossi stato a Praga, sarebbe a Praga… Luca!” ribatto direttamente, con nonchalance! “Grazie, Amy!” dice, leggermente in imbarazzo. “Prego, Luca!” ribadisco, offrendogli una bibita! Questo frigo bar avrà vita breve, me lo sento!
Speravo lo svuotasse Robert, uff! Dovrei tacere, lo so, scusa! Elinor?
Elinor non è intervenuta?
Okay, taccio!
MARTA POV
Amy non poteva non prenotare una camera in questo
hotel! Sarebbe simpatico, se fosse davvero una coincidenza! MathieuCordier mi porge la tessera
numero 220, augurandomi un buon soggiorno! Io, Marta, a Parigi! Da Luca Florent! Luca! Marta, d’accordo non essere più ElinorDashwood! Ma non puoi
essere così sfacciatamente diretta! Calma, respira, resetta! Porta le valigie
in camera! E doccia fredda!
Dopo essermi ripresa dal lungo viaggio, deciso per
un giro di ricognizione dell’hotel! Quando passo davanti alla camera 222 sento
delle voci.
“Se fossi stato a Praga, sarebbe a Praga… Luca!” colpita e affondata. “Grazie, Amy!” sembra imbarazzato. Forse ho
sbagliato tutto. Stupida! Sono stata solo una stupida! Che razza di idea: prendere il primo volo per un
ragazzo! Un volo internazionale, per un ragazzo! Bella Swan non avrebbe
reagito così. Sono più stupida di un agnello stupido! “Prego, Luca!” Amy è diretta quando si parla delle
altre.
Quando si parla delle altre è la migliore cupido
che conosca. Le sue teorie sono sempre valide. Se mettesse in pratica per se
stessa anche solo una teoria, sarebbe perfetto! Anch’io purtroppo non posso scappare da questo
ragionamento! Che frase è? Sono fusa! Cosa sto dicendo? Che caspio pensa la mia mente? Sarà meglio sparire prima che Luca mi veda! Passo
oltre!
Nella hall incontro due persone: una bambina e un
signore. La bambina dovrebbe avere massimo cinque anni; il signore potrebbe
essere suo nonno.
“Nonno, dove andiamo oggi?” magnifico, Miss Marple
è ancora in azione. La matematica non è un’opinione, lo so. “Ovunque tu voglia, Ale!”
risponde sorridendo, e fissandomi. Mi avvicino al bancone porgo la tessera al concierge. Accenno un saluto al signore e alla bambina, il
signore ricambia, seguendomi con lo sguardo. Ho una strana sensazione. Quello sguardo, non mi è nuovo!
LUCA POV
Marta sta scappando. Come se avesse paura di
essere vista da qualcuno.
Quando scendo nella hall incontro un anziano
signore con una bambina. Stanno leggendo alcune riviste. La bambina è
incuriosita dalle foto; l’anziano signore ( suo nonno) si è immerso
nell’articolo di sport ( credo che il calcio sia la sua vita). Saluto Mathieu ed esco. Esco, e qualcuno mi segue. Uno sguardo!
Sono le quattro e mezza! Sono davanti al miglior malato immaginario di
tutti i tempi. Non so chi me lo ha fatto fare: fa caldo! Non so chi me lo ha
fatto fare: qui non ho nessuno. Nessuno a cui far visita. Moliere, lo ammetto, mi è sempre piaciuto! Moliere
eIl Convitato di pietra, Moliere
eil Misantropo, Moliere
e le favole di La Fontaine! Perché anche La Fontaine è sepolto qui. Se avessi l’Ordinateur
sarebbe più veloce.
Infiniti artisti,
infiniti artisti; sono qui nel cimitero degli artisti, e io…
“Luca!” mia sorella. Chissà da quanto tempo è
dietro di me. Chissà da quanto tempo sta ascoltando quello che non sto dicendo.
Chissà se sta pensando quello che penso io. Siamo gemelli, e il fatto mi preoccupa. Lei mi conosce. Più di quanto io non conosca me
stesso. “Sapevo che ti avrei trovato qui, Luca!” continua, stringendomi la
spalla sinistra. “Mi conosci, sorellina!” rispondo, appoggiando la
mia mano sulla sua. Amy sorride, utilizzando il terzo sorriso ( tacita
comprensione) e mi bacia sulla guancia. E’ il suo primo bacio. Il suo primo vero bacio!
Sorride, secondo sorriso: ci sono io, con te! Senza aggiungere altro mi lascia solo. Ora, dietro di me c’è il convitato di pietra.
“Nonno, tuo nipote non seguirà il tuo esempio! Io,
Luca, non sono mio padre!”
All’uscita del cimitero mi accorgo che Amy non era
da sola.
Mi sorride, porgendomi la mano.
AMY POV
Sapevo che Luca sarebbe andato al cimitero. Non
poteva evitarlo. Luca, è il lui della famiglia. E’ l’unico uomo
rimasto della famiglia. L’ometto di casa. Il perfetto gentiluomo. Il vero uomo.
Ciò che un uomo deve essere. Luca è il mio fratellone. Luca avrebbe dovuto chiamarsi Giovanni. Giovanni,
perché sarebbe stata la traduzione di Jean. Giovanni, perché è il figlio di
Claudio Baglioni. Giovanni, perché Jean era nostro nonno. E’ stato scelto Luca perché Giovanni sarebbe stato
troppo simile ad un altro nome. Luca, perché Amy è Luca suona meglio di Amy e
Giovanni. Forse se mi avessero chiamato Alexandra ( con laxper Jean Florent); Giovanni sarebbe andato bene. Ora come ora, siamo Amy e Luca! Ed Amy e Luca, resteremo! Mentre la mia mente delira palesemente, mi preparo
per la doccia fredda di cui tanto ho bisogno. Ricordo di aver passato l’estate 2006 difendendo a
spada tratta l’uomo che io dovrei chiamare nonno. Ho difeso Jean Florent, sempre e comunque. Ho difeso una persona che non ho mai conosciuto. Non riesco a perdonare mio padre. E non posso
garantire di riuscirci, un giorno. Sento l’acqua sui capelli, il getto d’acqua spazza
via ogni pensiero. Come il vento. Da Ovest.
Quando esco dal bagno, con asciugamano e turbante,
è passata solo un’ora. Traduzione: dieci minuti prima che Marta passi a
chiamarmi. E sono ancora in asciugamano e turbante. Il mio armadio è disordinato in modo ordinato.
Traduzione: disordine ordinato. E io non so ovviamente da che parte iniziare.Forse
aprire le ante, Amy! E i cassetti!Sì, perfetto! Naturalmente, quando sono immersa nella massa di
indumenti, bussano alla porta. Marta. Mi precipito ad aprire, senza curarmi del
mio aspetto.
“Non ce l’ho fatta! Sono nella hall da
quarantacinque minuti! Perdonami!” dice, mettendo il piede destro tra lo
stipite e la porta; impedendone così la chiusura. Mi allontano cercando di sistemarmi, ottenendo
l’effetto opposto! Apre la porta, ed entra. “Perdonami!” Sono impietrita, con i capelli bagnati che
ricadono sulle spalle, e un asciugamano che a malapena nasconde quello che
dovrebbe coprire. Oh cazzo! Non dire cose che non pensi, Amy! E tu che ne sai di quello che posso pensare io, in
questo momento?
“Mi dispiace, perdonami!” continua a ripetere,
come un registratore rotto. Avvicinandosi lentamente, deciso e titubante. “Di avermi fatto aspettare tanto?” rispondo,
prendendolo dalla cravatta, e trascinandolo verso il letto.
Capitolo 19 *** Speak loud, if you speak Love! ***
Yuki: non finirò mai di ringraziarti, spero che questa
storia continui a piacerti..
Ringrazio come
sempre chi continua a leggere.. è importante per me.. buona lettura.. J
Capitolo 19 – Speak loud, if you speak Love
ROBERT POV
Sononella hall dell’hotelMercure. Di nuovo!
Questa volta però, non ho dato la buonanotte a nessuna Psiche!
Questa volta, non ho visitato il Louvre!
Questa volta, sono nella hall dell’hotel perché spero di rivederla.
Semplicemente perché spero di incontrare lei. Amy!
Voglio rivederla, e non per caso.
Voglio rivederla, punto!
Perché non è stato un caso averla incontrata otto giorni fa, in quella creperie.
Lo so!
Noi, siamo gli arbitri dei nostri incontri.
Noi, decidiamo il risultato della partita.
Perché un match può durare novanta minuti; come potrebbe durarne novantacinque;
come potrebbe non iniziare affatto.
E io non voglio che il mio match finisca ora.
Perché da otto giorni non si tratta più solo del mio match!
L’orologio alla parete indica che l’ora del thè è
passata da un quarto d’ora.
“Teo, sapresti dirmi chi è la ragazza che è uscita poco fa?” qualcuno chiede
informazioni a Mr-Robert-Pattinson-Non-Esiste.
“E’ una nuova cliente, è arrivata stamattina!” risponde, cercando le
prenotazioni. “Si chiama Marta Voci! E’ italiana!”
“Capisco!” ribatte pensieroso l’uomo dai capelli sale e pepe. “E il ragazzo?”
continua.
“Il fratello di MademoiselleFlorent!”
controbatte, questa volta deciso.
La fortuna è dalla mia parte: non ci siamo incontrati, e io ho la possibilità
di camminare ancora per un po’.
“Oh, perfetto!” conclude l’uomo, voltandosi verso di me.
Ho uno strano presentimento.
L’ennesimo in un giorno.
E oggi è il mio compleanno.
Sembra sia il compleanno dei presentimenti.
I presentimenti, che non ho avuto per ventitre anni, si erano dati appuntamento
a Parigi per oggi. Ecco svelato il mistero!
“Aspetti qualcuno, giovanotto?” mi domanda, dopo aver finito di leggere un
quotidiano italiano; un articolo di sport, ad onor del vero. I miei occhi, in
effetti, stanno vagando per la hall da tempo. E, probabilmente, non con
l’indifferenza che credevo.
“No, signore!” risposta automatica. Negare l’evidenza, che cosa meravigliosa.
Bisogna omettere, non negare. Quando mai imparerò? Se imparerò, un giorno!
“Io sì!” ribatte lui. “Mia nipote è salita a prendere la borsetta! Stasera
mangiamo fuori! Ristorante italiano…” aspetta una mia
risposta. Una risposta che ovviamente non arriva. “Pare che Maggio sia il mese
degli italiani a Parigi!” continua sorridendo. “Sai…”
“Nonno!” una bambina si sta precipitando a rotta di collo giù per le scale.
“Possiamo andare!”
“Perfetto, Ale!” Ale?
Perché ho già sentito questo nome?
“Ciao Robert!” una bambina che conosce il mio nome. Mi saluta agitando la
manina. “Io sono Alessia!” si presenta.
“Ah, che sbadato! Mi chiamo Antonio, è stato un piacere parlare con te!” e
Antonio mi stringe la mano. “ Sono il nonno di questa piccola peste!” dice,
scompigliandole amorevolmente i capelli.
Presentimento sbagliato. Fortunatamente! O no?
“Ti auguro che Bella ti raggiunga presto!” continua, facendomi l’occhiolino. “E
buon compleanno!” un ultimo cenno di saluto, prima di prendere per mano la
bambina e fingere una corsa verso l’uscita.
Che uomo simpatico. Antonio.
Alessia e Antonio. Ale e Antonio!
Sembra di chiamare Amy, anche se… ma certo!
Ecco dove ho sentito questi nomi!
E’ passata mezz’ora. Cielo, anche una bambina di quattro anni si fa aspettare.
Donne in miniatura! Una bambina che giocherà ancora con Barbie e Ken, si fa
aspettare!
Barbie! Chissà se avrà una vita propria!
E se l’avesse, quanto profondi sarebbero i suoi pensieri?
Parlerebbe mai di genetica?
Quante percentuali ci sono che, Barbie, conosca Mendel?
E Ken? Non credo che lui sia più intelligente.
Non riesco a stare fermo, questo pensiero mi uccide! Questo dubbio mi uccide.
Ah, quanto aveva ragione Othello: il dubbio è peggio
del non sapere. Se stessi immobile come un vampiro, esploderei. Mathieu segue ogni mio movimento; e ovviamente, non
abbiamo scambiato una parola che sia una ( quante cose ovvie, è tutto ovvio!).
Non mi ha fatto neanche gli auguri di buon compleanno! Non che io aspetti i
suoi auguri, ovviamente ( ancora)
Basta, Robert! Niente è ovvio!
Il ritmo del mio piede aumenta, il passo aumenta, il battito aumenta.
E’ il caso di rischiare!
Chi non risica, non rosica!
Qualunque cosa significhi, rischierò!
Alle sei in punto sono davanti alla sua porta.
Busso.
Probabilmente non sta aspettando me.
“Non ce l’ho fatta! Sono nella hall da quarantacinque minuti! Perdonami!” dico,
frapponendo il piede destro tra lo stipite e la porta: almeno non mi chiuderà
la porta in faccia.
Si allontana, e vedo la sua figura tutta quanta insieme. Il turbante è a terra,
le è caduto all’improvviso. I capelli bagnati le ricadono sulle spalle,
coprendole metà schiena.
Non riesco a capire cosa possa pensare, in questo momento!
Mi osserva impassibile, visibilmente sconvolta.
Mi avvicino lentamente a lei, cercando di tranquillizzarla, ma ho paura.
Ho paura che il mio cromosoma Y possa rovinare tutto.
“Mi dispiace, perdonami!” dico, ripeto e ribadisco.
“Di avermi fatto aspettare tanto?” e mi prende dalla cravatta, trascinandomi
verso il letto.
Ed è tra le mie braccia!
E’ lei a stringermi, come se avesse paura di una mia fuga. E in punta di piedi,
è sempre lei a cercare le mie labbra, che si schiudono appena vengono sfiorate.
Bacio con morso, e si stacca da me.
Adesso sono io a baciarle gli angoli della bocca, risalendo fino ai lobi delle
orecchie; e intervallando ogni bacio ad un sussurro. Speak low, if you speak Love! It isn’t? Will?
Lei sorride, lasciandomi
fare. Con mani febbrili sbottona la camicia, facendola
scivolare a terra.
Ad ogni mio tocco, rabbrividisce. Ed io con lei!
Non vuole lasciarmi!
Non voglio lasciarla!
Continua a stringermi, cercando i miei occhi, e le mie labbra.
La stringo a me, cercando il suo sguardo, e la sua bocca.
E’ un Domani Mai!
Amy si è addormentata. O almeno è quello che credo. Non parla, e ha gli occhi
chiusi!
Questa camera è fantastica.
La prima camera d’albergo singola, davvero singola, che vedo. Perché,
solitamente, per i comuni mortali ( persone che non fanno parte come me, dello
show business), le camere davvero singole, sono rare.
Davanti a me c’è una scrivania, sulla scrivania un PC, all’angolo sinistro un
televisore digitale. Alla mia destra ( in questo momento sono sdraiato sul
letto, incatenato da Amy) c’è un armadio a muro. Allungo un attimo lo sguardo,
e finalmente lo vedo.
Il frigo bar!
Chissà se è pieno! Chissà quante bibite contiene! Chissà se potrei usufruirne!
Se esiste qualcosa che mi piace e adoro delle Premiere, è sicuramente il
momento del rientro in albergo.
Non tanto per la suite, che non sopporto. Direi, più che altro, per il frigo
bar! Il quale, essendo in una suite, è capiente quanto la borsa di tappeto (
Amy mi ha influenzato troppo, santo cielo) ! Quanto il gonnellino di Eta Beta, in poche parole ( non so quale paragone sia
peggio, uff)!
Chissà Tom quale sceglierebbe! Forse mi chiamerebbe Jerry! Ma che idee… Sono matto! Ventiquattro anni, buttati dalla
finestra! Ventiquattro anni sprecati!
Il suono di un cellulare mi riporta nella camera d’albergo. Un sms. Steph.
E’ l’ennesimo sms con cui mi ricorda di avere ventiquattro anni. Un sms in cui
mi ricorda che non sono un quarantenne! StephenieRitz è la mia
agente! Da quando le nostre strade si sono incontrate, non mi ha lasciato solo
un minuto.
Senza di lei la mia carriera avrebbe conosciuto la parola fine, anzitempo!
E’ lei l’organizzatrice di tutto.
E’ lei la mia agenda!
Mentre Miss Ritz svolge il ruolo di agente; Steph ha un modo tutto suo per mostrare l’affetto che prova
per me. Perché credo sia affetto quello che prova per me.
Quando le ho comunicato la mia decisione di passare un mese a Parigi, mi ha
sorriso, fulminandomi con lo sguardo. Era preoccupata!
“Come resisterai un mese da single? Come puoi tu, un ragazzo appena svezzato,
sopravvivere un mese, da solo?” così mi rispose.
Io per Steph sono un ragazzo appena svezzato.
Non che sia andata troppo lontana dalla realtà, lo ammetto! Perché la mia
organizzazione è pari a zero! E non parlo del ragazzo che in un nanosecondo
riesce a sparire dalla circolazione!
Sono Goofy!
Forse con delle arachidi potrei spiccare il volo, ma sono Goofy!
Mickey è Tom, non io! O forse, Tom è Donald, con un nascondiglio segreto sotto
il garage!
Sì, Goofy e Donald! Decisamente sì! Siamo loro!
Robert Thomas Pattinson, torna in te! Robert Thomas Pattinson, a rapporto!
I miei occhi puntano sul comodino di Amy. Due libri.
Incredibile! Ecco perché suo fratello mi ha chiamato Tasso!
“Hai portato Il Calice di Fuoco!” chiedo divertito, alla ragazza
che mi sta guardando incuriosita.
“Sì!” risponde senza riflettere. Questo fatto mi diverte. Anche lei risponde
automaticamente! Perché a tutto sta pensando, fuorché al Calice. Ne sono
sicuro!
Infatti noto l’altro libro, più sottile. In copertina c’è una donna con una
lunga treccia, in piedi davanti a uno specchio.
Ecco l’inizio di tutto! Per Amy!
“E anche questo, ovviamente!” dico, sfogliando il libro. Queste pagine sono
state lette e rilette infinite volte, ne sono certo! Non mi stupirei se mi
citasse la frase X di pagina Y…
“Già!” risponde, mentre le si illuminano gli occhi. “Questo libro è unico!”
afferma.
Unico, semplicemente!
Unico, punto!
Non posso che darle ragione!
“Robert!” sussurra dopo un attimo di silenzio.
“Sì?”
“JoyeuxAnniversaire, dearling!”
“Thankyou!” ringrazio, e
dopo un attimo di pausa, sussurro. “Miss Elizabeth!”
“Youmay, MrDarcy!” risponde, sorridendo
davvero.
MARTA POV
L’ultima cosa che ho visitato in Italia, è stato un cimitero!
La prima cosa che voglio visitare a Parigi, è un cimitero!
Non è che stia visitando il cimitero Sto aspettando qualcuno che sta visitando
il cimitero!
Amy mi ha detto che avrebbe impiegato un po’, ma voglio aspettare qui!
Così mi ha salutato, e ora conto le persone che entrano ed escono, aspettando!
Quando intravedo la figura di Luca, sono le cinque!
Mi fissa, piacevolmente stupito.
Gli sorrido, porgendogli la mano.
Sorride, accarezzandomi.
“Grazie!” sussurra.
“Non devi ringraziarmi, lo sai!” rispondo, sospirando.
Forse non so cosa significhi perdere un parente che non hai mai conosciuto.
Forse non so come ci si possa sentire quando perdi la figura maschile di
riferimento. So però, cosa vuol dire perdere un genitore che non senti di aver
perso.
Perché mio padre ha accettato un invito che non poteva rifiutare. Sì, accettare
qualcosa che non si può rifiutare.
Non rassegnarsi, accettare.
Perché, partire con un sorriso, significa accettare. Partire per un viaggio di
sola andata non è mai facile, ma lui ha accettato di partire.
“Marta!” mi chiama. “Davvero!” Luca è insistente quando ringrazia.
“Sì, davvero! Non ti azzardare!” ribadisco divertita.
“Okay, allora vieni con me!” dove mi vuole portare?
Senza spiegazioni mi trascina ( e io mi lascio trascinare) per le vie parigine,
alla ricerca di una metropolitana.
Rientro in hotel dopo due ore!
“Grazie!” sussurro.
“Non devi ringraziarmi, lo sai!” risponde, sfiorando le mie labbra.
Robert
sta dormendo. Robert sta dormendo, nel mio letto. Robert sta dormendo alla
grossa, nel mio letto.
Sì,
ieri è passato da me per un happy hour ( o forse per
il thè delle cinque, credendo di essere in
Inghilterra); e non è andato via per cena.
Non
potevo farlo uscire con le tenebre. Non sarei stata tranquilla. Come avrebbe
reagito, se il Signore Oscuro lo avesse visto? E’ già morto una volta per colpa
di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato! E non voglio
si ripeta! Non voglio essere la causa del ritorno di Voldemort!
Di
Prescelto ne basta uno! E non ho alcuna intenzione di fargli compagnia.
La
sveglia suona, la mano di Robert la spegne non curante dell’orario. Mi piace,
quanto mi piace! Se non fosse per la colazione starei ore, ad ascoltare il suo
respiro. Trasmette una tranquillità che va ben oltre il mio essere Miss
Riservatezza.
Vogliamo essere
dirette, Amy?
D’accordo, El!
“Rob Tom Pattz!! Alza quel bel
“dove la schiena perde il suo casto nome” dal mio letto!” io adoro questa
definizione. L’ho sentita per caso da un certo Cristobal, anni fa! Forse non
sono stata diretta come avrebbe voluto El, ma credo
possa bastare.
Credo… non per niente!
Ronfa
sempre di più!
Allora, Amy?El, sempre rigorosa! Va bene, va bene!
“Robert
Thomas Pattinson!! Steph è
qui!” dico, alzando il tono della mia voce. A mo' di Carramba,
che sorpresa! Carramba, che incubo! Anche se i CarrambaBoys avevano un loro perchè... comunque...
I
suoi occhi si aprono di scatto. Tutto il suo corpo scatta come una molla. Un
corpo greco scatta come una molla. E gli rido palesemente in faccia.
“Dove
devi andare vestita di tutto punto?” è sorpreso, e mezzo addormentato. “E’
l’alba!” afferma, convinto.
“Sì
due ore fa, era l’alba! Il sole è alto, non è nero, quindi doccia e preparati!”
gli ordino, sorridendo al pensiero di un sole nero. “La colazione non aspetta
noi!” vero, Antonio?
Antonio!
Chissà che fine ha fatto! Cioè, chissà se sarà tornato nella città della
Lanterna! Sì, Amy! Cassano ha fatto gli
onori di casa con Gasparini. Chi è l’allenatore
dei blucerchiati? Cioè, so che ora come ora c’è Del Neri! Ma l’anno prossimo?
Se Del Neri preferisce la Vecchia Zebra…Gasparini è il Grifone..
Grifondoro! HermioneGranger: la migliore signorina-so-tutto-io. Quella ragazza mi è sempre stata
simpatica: in fondo, non era così sfacciatamente rigorosa come voleva far
credere. Anche lei aveva un cuore nel petto. Come Darcy!
Darcy per me è come il prezzemolo, ormai. Lo ammetto!
Ma non faccio ammenda!
Ascolta, Amy!
Credo che questi siano problemi delle società e del calciomercato. Tu non devi
pensare al prossimo calciomercato, tanto De Rossi rimane giallorosso! Giallorosso: Grifondoro! E Dajeee! Giallorosso: Tassorosso!
Fa anche rima, meglio El? Non risponde. Forse, è un
no!
Una
voce mi riporta a Parigi. “E tu?” io? Io parteciperò alla prossima sessione di
calciomercato, ovvio! Cercando di scoprire chi sarà l’allenatore della
Sampdoria. Cosa c’è di meglio?
“Io
ti aspetto qui, non scappo!” che uomo! “E grazie, per ieri!” dico, baciandolo
velocemente. “Ti amo!” rassicurato, chiude la porta del bagno. Ed io mi siedo
sul letto, pronta a scattare! No, non serve scattare! Mi siedo sul letto,
comodamente in attesa! Di Carlo, Mimmo Di Carlo, ecco chi! Ma chi è Mimmo Di
Carlo? Sì, okay! Rinuncio, stanotte dormirò comunque, con o senza informazioni.
Amy Florent!
Amy Florent! Amy!
Cioè, spiegami
Amy! Vado a Norland per tre giorni, e ti ritrovo a
Parigi con Robert? Di nuovo! Sì, El! Scu…Fammi finire
Mizuno! Devi lasciare finire un discorso! Alleluia, Amy!El, ti adoro! Mi manchi, quando non ci sei! Fingerò di crederti!
Sorrido.
Alle
otto e mezza, sono nella sala buffet con Robert. E due english breakfast ci
osservano dai vassoi che abbiamo davanti, pronti per il loro nuovo inizio.
Perché la fine è sempre un nuovo inizio, sì sì! Io
amo l’Inghilterra. Io amo London City. Non sopporto Carlo e Camilla!
Carlo
e Camilla!
Carlo
d’inghilterra e Camilla Parker Bowles!
Sembrano
il Re (Principe) Fasullo e Lady Catherine de Bourgh!
Non puoi proprio
fare a meno di Jane, eh? Già! Tu dovresti ringraziarmi, non staresti
parlando se fosse stato altrimenti! E la zittisco!
Carlo
e Camilla: amanti da una vita; matrimonio di pochi mesi ( anni)!
Sono
stupida, lo so! Sono stupida a credere ancora nel ballo di tutta una vita. Sono
stupida a crederci ancora, nonostante papà! Quell’uomo ( non più uomo) che
telefona davanti a me, senza ritegno o vergogna. Non lo sopporto, lui e quella
sua risata ridicola.
Pusillanime
di un cromosoma Y! Passo oltre!
Passare
oltre! Passare oltre! Passare oltre!
Non ti curar di
lui, ma guarda e passa! Senza infamia e senza lodo! Senza infamia e senza lodo!
Non ti curar di lui, ma guarda e passa! Non ti curar di..
I
Karma sono tornati!
“Ehi!”
la voce di Robert “Tutto bene?” chiede, sollevandomi il viso. E’ preoccupato!
Forse perché fisso la colazione con lo sguardo perso nel vuoto, da dieci
minuti.
Annuisco,
e riprendo ( inizio) a svuotare il vassoio, senza sentire gli odori! Le vie Gustofino e Naso-al-vento oggi
sono bloccate!
Sì,
tutto bene! La risposta di circostanza per tutte le situazioni.
Una
delle mie più care amiche, lo aveva detto. Aveva scritto un intervento circa
questa risposta. E io, non ho potuto che quotare le sue affermazioni: quanto
davvero ti interessa il mio ‘tutto bene’ quando non sai come mi chiamo? Non
dico ‘conoscere ogni significato della mia cicatrice’, il mio nome!
Parere?
Nulla! Niente!
Questa
è la verità: nulla!
Perché
cerco di essere fine anche quando l’ira funesta comanda le mie azioni e domina
le mie emozioni. Come ora!
Cinque
minuti dopo, il vassoio è vuoto! Robert sempre più preoccupato. Uno sguardo si
avvicina.
“Piccola!”
sento una mano sulla spalla.
“Amyyyyyyy!” e quasi cado dalla sedia. Sarà meglio che mi
alzi! Alessia mi abbraccia, contenta di vedermi a quanto pare!
“Ehi,
calmati Ale!” la riprende divertito il nonno. “Lascia
che la saluti anch’io!” continua, aprendo le braccia e tirandomi verso di sé!
E’
veloce, ma il suo cuore è calmo. Ed è il suo battito che ascolto. Mi riprendo
dopo qualche secondo.
“Ciao
Robert!” saluta Ale. E Cullen
ricambia con un sorriso. Cullen? Sì, vabbè…
“Ah,
ecco! Giusto!” io mi sono persa in questo periodo. “Robert, loro sono…”
“Alessia
e Antonio!” finisce per me. “Ho avuto il piacere di conoscerli, ieri!” ah,
bene! Ieri!
“Già!”
conferma Antonio. “Ti stava aspettando con un’ansia, a dir poco, incredibile!”
perché è così diretto?
Arrossisco,
lo sento! Perché quest’uomo deve essere così? Perché adoro quest’uomo, che ora
è seduto tra me e Robert?
“Esatto,
poi l’attesa lo snervava ed è salito lui! E’ vestito come ieri!” il mio rossore
è diventato rosso fuoco! Ale non ha cinque anni. Ne ha quattro, Amy. No, lei mente sulla
sua età. Mente, prendendosi gioco di me.
“Anche
Ken è vestito sempre uguale, piccola!” risponde Robert.
“Tu
non sei una bambola!” ribatte decisa Ale. E si siede
sulle ginocchia del nonno, il quale fa di tutto fuorchè
bloccare la bambina. Anzi, a dirla tutta, è divertito.
Tu
non sei una bambola! Come darle torto?
“E
sappi che con le bambole ci faccio i legni di porta!” legni? Io amo questa
bambina! Qualunque sia la sua età. E’ fantastica!
E
Robert aggiunge un’altra bandiera di resa. E’ buffo: il capo chino e due
tovaglioli bianchi che sventolano. Sarebbe meraviglioso come fratello maggiore!
Chissà come sarebbero Rob e Tom come fratelli maggiori…
Io
non cambierei Luca per nulla al mondo.
Parli
di Florent, e spunta! Spuntano le mani di Orlando.
Sono uniche!
“Non
ho più quattro anni, Luca! Riconoscerei le tue mani dovunque!” dico,
voltandomi. “Marta?” cioè, in realtà non sono sorpresa di vedere Marta. Sono
sorpresa di vedere Luca, con Marta! Cioè non…
Parole tue Amy! Elinor!
“Che
bello incontrarti qui!” questa volta non mi dimentico delle presentazioni. “Lui
è Robert Pattinson!” il mio ragazzo? No! Sì! Vabbè! Robert! Come se avesse bisogno di presentazioni
questo David che cammina.
“Piacere!”
rispondono all’unisono.
“Mia
sorella parla molto di te! Tasso immortale!” okay, forse mi sono persa una
battuta. Dove sono quando succedono le cose migliori?Fuori, probabilmente! Dal bar, s’intende! Elinor
ha sempre la risposta pronta. Comunque fingo di non aver sentito.
“E
loro…” proseguo, indicando la bambina. “Sono Alessia
e Antonio!”
“Una
piccola Ale, quindi!” constata Marta, giocando con la
bambina. Perchè ho l'impressione che si rivolga a me?
“Ciao, io sono Marta!” e si presenta anche al nonno con una stretta di mano.
“Luca,
il fratello…”
“Di
Miss Florent!” anche Antonio mente. E’ Sean, non è
Antonio. “Piacere nostro!” conclude, fingendo un inchino.
LUCA POV
Amy
ha pianto. L’ho sentito quando le ho coperto gli occhi. Se non fosse per
Antonio, forse starebbe ancora piangendo.
E
non per Robert!
Uomo
avvisato, mezzo salvato! La mia parte è finita: non ho intenzione di
influenzare le scelte di mia sorella. Non sono un baronetto presuntuoso, io!
Ed
Amy è forte!
“Cinque
italiani e un inglese, cosa ci fanno in terra francese?” sono curioso di sapere
qualcosa in più. Giusto quel qualcosa in più che potrebbe eliminare uno strato,
seppur sottilissimo, di quel velo che ci circonda chiamato mistero! Oh cielo,
sembra la citazione che Iago usa per qualificare la gelosia. The Green-ey'd monster! Non che io
possa anche solo essere paragonato a Sir William, sia chiaro! Lungi da me!
Luca
Florent! Luca Florent!
Luca!
Il
primo a rispondere è MrPattinson,
Robert, Rob; perfettamente a suo agio nella cerchia
italiana “Io mi sono auto-assegnato un mese di vacanza, ventiquattro anni si
fanno una volta sola!”
“Sì,
perché i ventitre li compi più volte l’anno, cappellaio!” ribatte Amy
colpendogli il braccio, e rivolta a me “La città della Senna è di famiglia!”
“Volevo
che Ale visitasse quello che non ha potuto visitare
Amy!”
Marta
sta mescolando il cappuccino pensando ad altro. Non credo abbia sentito una
sola risposta. “Io sono in terra francese per un milanese!” ecco, in questo
momento ha otto occhi su di lei.
Io
non ho il coraggio di guardarla. E il suo sguardo è solo per me. Non lo so, non
so proprio che pensare!
Mai
avrei creduto che le nostre strade si sarebbero orientate verso quella
direzione.
Invece,
è successo.
Io
e i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme, e ora ho paura di rovinare
quello che ho costruito con Marta in questi anni.
Ho
paura!
Io
non voglio rovinare il nostro legame. Perché ieri, dopo anni di tacita
ammirazione, ho trovato il coraggio di dimostrarle chi è per me.
Tutto!
Lei!
Punto!
Ho
paura!
Perché
un bacio non è mai nulla. Difficile crederlo, lo so! Anche che, in realtà, non
so nulla.
Mi
sento ridicolo, ridicolo e pazzo. I’m crazy! No, non
sono io ad essere masochista. Non sono Edward Cullen.
Sono uno Scorpio! Faccio ammenda!
Siamo
cresciuti insieme. Io, lei, e i nostri occhi scuri.
Perché
quando le ragazze erano ancora guerriere; io ero l’eroe mascherato, armato di
rose rosse. Perché tutte erano innamorate di Marzio.
Gli
occhi a cuoricino erano rivolti a Milord, ma amavano Marzio. Come Superman: lui
è l’uomo d’acciaio, ma ci si innamora di Clark.
Io
sono solo Luca, il gemello di Amy! E non credo proprio di fare questo effetto.
Non
Cullen, non Darcy sono!
Io
e Marta siamo cresciuti insieme!
Perché
quando, dieci anni fa, erano tutte ( quando dico ‘tutte’ intendo mia sorella
maggiormente) impressionate dal quadro svedese ( che non è esattamente un
quadro, tanto meno è inerente con la palestra); lei rimase impassibile al
fascino nordico. Perché forse era già mia. O io già suo!
Perché
c’era lei, davanti al cimitero, ad aspettarmi!
Perché
quando suo padre è partito; io sono entrato nella sua camera, mi sono seduto, e
sono stato in silenzio. Con lei!
“E
il gruppo italo-inglese ha intenzione di alzarsi da
tavola, o mettiamo radici vita natural durante?”
domanda Antonio, dopo dieci minuti di silenzio assordante. “Sono le nove e un
quarto!” ci comunica, guardando l’orologio bussola. Così chiamavo l’orologio da
tasca. Così chiamavamo l’orologio da tasca dello zio. “Chi vuole segua questa
bandierina!” dice, sventolando un tovagliolo, rimettendo in tasca un coltellino
multiuso rosso. “Luca, tu chiudi la fila! Squadra, avanti!” ma chi è? E’ il mio
idolo!
Cerco
lo sguardo di Amy, e anche lei è sorpresa. Forse più di me!
AMY POV
Cerco
lo sguardo di Luca, e anche lui è stupito. Forse quanto me!
Antonio
vuole far visitare ad Ale quello che io non sono
riuscita a visitare! Cosa significa?
Chi
sono queste due persone che sono entrate così nella mia vita? Chi è davvero
Antonio?
Siamo
in fila indiana, e stiamo seguendo la bandierina che quest’uomo di Torino
sventola da qualche minuto. Io non lo so! Come possiamo aver superato i venti
anni, e seguire ancora una bandierina sventolata da un anziano signore che ha
la familiarità di uno zio? E’ fuori ogni logica. Ma lo adoro. Mi piace.
E’
incredibile, ma anche lui ha un orologio bussola. Conosciuto come orologio da
tasca. Ad essere sincera, il termine ‘orologio bussola’ è stato inventato da
me.
Ho
detto che prima o poi scriverò il dizionario Amy-Italiano,
Italiano-Amy? Bene!
Antonio
continua a controllare l’ora come se in un secondo potessero passare ore. E io
puntualmente ho quell’immagine davanti gli occhi.
Ho
una strana sensazione su quest’uomo: mi piace, ma è come se nascondesse
qualcosa. Non di sospetto, ma molto simile all’ambiguo. Non sono sicura di
essere stata chiara.
Ogni
tanto mi fissa! Paranoia, Amy! Si chiama
paranoia! El, sempre e comunque, qualcosa devi
dire, eh? Sì! Altrimenti i tuoi
ragionamenti diventano un dedalo. E questa volta mi zittisce lei! Una volta
ciascuno!
“Amy!”
Robert mi si avvicina in modo che nessuno senta. “Io torno a casa, ti chiamo!”
annuisco. Non vedo cosa ci sia di tanto segreto nel tornare a casa. La sua è stata
una precauzione futile.
Mi
saluta e si allontana sotto lo sguardo curioso di tutti. Precauzione futile,
appunto!
Lo
stesso sguardo che, poi, rivolgono a me; e al quale rispondo con un’alzata di
spalle. Io non sono la sua agente!
E’
passato solo un quarto d’ora da quando Antonio ha controllato il cipollone (
l’altro nomignolo con cui viene chiamato l’orologio da tasca), e noi siamo
ancora ammaliati da quel certo non so che.
Siamo
seduti nella hall, intorno al tavolo delle riviste. Mathieu
ci fissa perplesso. Mathieu ultimamente sembra
l’eterno perplesso, ad essere sinceri. Prima o poi scoprirò il perché. Più poi
che prima.
“A
questo punto, Luca!” inizia Antonio. “Direi, ‘cosa fanno cinque italiani a
Maggio, in quel di Parigi?’ non credi?”
“Certo!
Che ci fanno?” ribatte Luca, pur essendo perso in chissà quali pensieri.
“Potrebbero
ascoltare una storia!” e adesso nella hall Mathieu
non è più solo. Marta ha sempre la risposta pronta. E le risposte di Marta
stupiscono sempre la sottoscritta.
Antonio
sorride notando i nostri sguardi. “Una fiaba! Che ne pensate?” propone.
Prende
per mano Alessia, avviandosi verso l’uscita.
E
noi gli andiamo dietro.
Dopo
una buona e salutare camminata per la città ( le camminate salutari non sono
quelle urbane, lo ammetto); ci fermiamo in un parco.
Antonio
si siede a gambe incrociate con la schiena contro un tronco, Alessia si
accomoda alla sua sinistra. E noi tre chiudiamo il cerchio.
Adesso
non mi stupirei, se cantassimo Dentro un
vaso di porcellana.
“Sarà
come tornare indietro nel tempo, Mizuno!” mi sussurra Marta all’orecchio.
“Ricordi?” sorrido e annuisco.
Tornare
indietro nel tempo!
E’
quello che temo di più.
E
quello che desidero con tutta me stessa.
Anche
solo per oggi!
Buongiorno,ecco un nuovocapitolo di questa storia nata per gioco..
Eccomi con un nuovo capitolo, ringrazio chi continua a
seguire questa storia.. grazie graziegrazie..
Yuki, spero che continui ad appassionarti..
Capitolo 21 - A MidsummerDream?
Stiamo
cantando Dentro un vaso di Porcellana.
Una bambina di quattro anni e tre ventenni, stanno cantando Dentro un Vaso di Porcellana. E nessuno
si sta lamentando, nemmeno El! Luca si sta
divertendo, parecchio! Marta pare sia sulla difensiva: starà analizzando tutti
i perché e i per come stia cantando.
E l’orologio fa tic-e-tac: fuori Antonio!
Fortunatamente
Robert si è risparmiato questa scena. Io mi chiedo il perché! Perché quest’uomo
è entrato nelle nostre vite? Un uomo con il sorriso sulle labbra, eternamente.
Un uomo fantastico!
E l’orologio fa tic-e-tac! Fuori Luca!
Il
mio fratellone. Il ragazzo che ci ha rubato Marta quando tutte seguivamo il
finlandese, come girasoli.
Fuoco
e Fiamme in Paradiso, io rivoglio le mie ali e le voglio adesso. Gemello unico!
E l’orologio fa tic-e-tac! Fuori Alessia!
Il
mio passato, perché a questo punto ho il forte presentimento di essere una sua
parente, o il suo futuro. Si sa che il mondo è paese. Forse per via di
fortunate coincidenze il padre di questa bambina è il fratello dello zio di Kristen Stewart. Sì, perfetto! Verosimile!
E l’orologio fa tic-e-tac! Fuori Marta!
La
ragazza che finalmente ha dichiarato il suo amore per Luca. Perché la pazienza
fa dannare chi si innamora senza volerlo fare. Il loro è stato un amore nato
per caso, mai davvero coltivato, coltivato sotto il falso nome di amicizia
fraterna. Mai davvero dichiarato.
Speak low if you speak love !
Ed
Amy vince!
“Bene
ragazzi! Ho vinto! Merito un premio?” più che una richiesta è una
constatazione, osservo principalmente Luca.
“Sì!
Direi che chi vince debba essere premiato!” mi risponde. “Vuoi l’ennesimo
poster di Pattz?”
“No,
Robert è molto meglio!”
“Sì,
Ken che cammina è meraviglioso!” interviene Alessia. “Luca, mi regali un
pallone?”
“Quando
vuoi Ale! Se il nonno è d’accordo!” promette Luca,
rivolto ad Antonio.
“Il
pallone è il nostro migliore amico!” afferma deciso. “Nessuno ha visto Holly e Benji?”
Io
sono cresciuta con pane e pallone. Roberto Sedinho è
un grande! “Io, Antonio!” dico, alzando la mano. Mi sembra di essere tornata
alle elementari.
“Io
farei così!” è Marta a suggerire qualcosa. “Amy è la vincitrice. Antonio è
l’ideatore di questa giornata al parco. Quindi Antonio ci racconterà una
storia!” e aspettando una risposta si siede sull’erba come se fosse una
poltrona. Meno male che era sulla difensiva.
“Una
storia, Marta?” chiede, pensieroso.
Il
suo sguardo vaga da me ad Alessia. Da Marta a Luca. Da Luca a me. E nuovamente
ad Alessia. Finalmente acconsente. Sospira, prende fiato ed inizia.
“C’era
una volta, in un regno lontano, un bianco castello fatato. In quel reame
governavano un re buono e una dolce regina. Il re si chiamava Andrea. La regina
Jane. Erano amati da tutti i sudditi. La pace regnava da secoli. Solo un
incantesimo rendeva particolare il reame: dopo il crepuscolo si trasformavano
tutti in crostacei” oh no! Fa che non sia così! Ti prego! Fa che non sia così!
Continua “Accadde però, che un giorno d’estate, in quel paese arrivò un
ragazzo. Il ragazzo si chiamava Ricardo. Fu accolto con tutti gli onori
dell’ospitalità.
La
principessa gli domandò il perché della sua visita e…”
“Sono
stato chiamato da vostra madre, la regina Jane. Vuole porre fine a questo
incantesimo!” continua Luca, senza volerlo davvero.
“Il
ragazzo stette per una settimana a corte, divertendosi un mondo ad osservare la
trasformazione crostacea…” gli fa eco Marta. “La
principessa rimase molto colpita, innamorandosi del ragazzo…”
“Fu
così che vissero tutti crostacei e contenti!” concludo.
E’
una delle fiabe dello zio. Granchi, Reami, castelli fatati: erano i suoi
ingredienti migliori!
Lo
zio e il nonno hanno interpretato questa fiaba per anni.
E’
tornata! Da me! Da noi! E’ tornata!
Stop!
Fermati! Non alzarti!
“Zio!”
Luca. “Zio!” ripete. “Nonno!” Luca sta piangendo, senza vergogna
Nonno!
No!
No! No! E’ un sogno!
Mi
sveglierò nella mia camera. Scoprirò che tutto questo è stato un sogno. Un’oasi
nel deserto, ma sempre un sogno.
“Amy!
Amy!” un mormorio crescente mi giunge alle orecchie. Giungere, che bel verbo.
E’ una voce femminile, familiare. Mamma. “Si è svegliata!” sospira sollevata.
“Luca, porta qualcosa!” chiede, ordina, continuando a tamponarmi la fronte con
qualcosa di bagnato.
“Miss!
Lei ha superato Mr Dormiglione!” sottolinea Luca,
porgendomi un vassoio pieno di prelibatezze. Erano mesi che non vedevo questa
scena.
“Hai
fatto spaventare tutti! Tua nonna continua a chiamare! Non sono scenate da
fare!” perché che è successo?
“Dove
sono?” biascico ancora intontita. “ Che giorno è?” ho uno strano presentimento,
e io odio i miei strani presentimenti.
Mare
che Non C’è. Neversea. Seconda traversa a destra,
questa è la strada. Hai la febbre, sei giustificata. El,
bentornata!
“Hai
dormito ventiquattro ore!” ma? Che è successo? E’ assurdo!
Sono
a Milano! E’ Agosto! E sono a Milano? Ad Agosto? Miracolo! Eppure non può
essere stato un sogno. Papà non c’è. Neanche
Robert.
Non
può essere stato un sogno.
Papà
non c’è!
“Luca!
Alessia e Antonio quando sono tornati a Genova!” chissà che fine hanno fatto
quei due!
“Chi?”
domanda perplesso.
“Antonio
e Ale!” rispondo. “I due di Parigi!” continuo. Luca è
sempre più perplesso.
“Non
abbiamo incontrato nessun Antonio a Parigi!”
Stop!
Cosa
significa? Puffo Burlone! Io ho incontrato Antonio e Alessia! E Robert!
Io
sono stata in Calabria nel mese del Taurus! Ho visto
papà in Calabria…
“Dovresti
registrarti mentre dormi: hai alternato Robert, Robert, Robert a Fedifrago,
Burattino, Traditore” precisa Luca, tra le risate. Con sguardo serio!
Sentendo
Luca, mamma impallidisce, la zia mi fulmina in silenzio, e Laura continua a
scrivere come se stesse redigendo un verbale.
Laura
è nostra sorella. Laura Florent, diciannove anni, ha
passato l’ultimo anno in Inghilterra. E’ stata informata delle novità.
Fortunatamente è stata lontana.
Io
e Laura siamo le principesse di casa. E’ lei, però, la più emotiva tra le due:
se io fossi Elinor, lei sarebbe Marianne; se io fossi
Lizzie, lei sarebbe Jane. Io guadagnerei diecimila
sterline, lei solo la metà. Ma io sono Amy, e lei è Laura.
Amy, Luca, Laura!
Three!
The Magic number!
3?è
la stanza di un albergo
3?è
il numero di emergenza per chi si sente solo
3?è
il biglietto di un aereo
3?è
il numero perfetto
3?sono
io ed ero io
3?un
bimbo appena nato che dormirà felice sulla schiena del passato.
Okay,
questo è 111, Tiziano Ferro! Ma in fondo…
111?
Fa il numero perfetto!
Ho
la febbre! Sono giustificata.
Laura
e Luca. Luca e Laura. Sono le migliori spalle del mondo: non riuscirei ad
immaginare una realtà da figlia unica. Andrebbe contro ogni logica.
Se
gli amici sono i parenti che hai scelto. I fratelli sono tutti per uno, uno per
tutti!
E
io non potrei immaginare una realtà senza di loro.
Sviolinata
al miele. Ho la febbre, sono giustificata!
“Amy!
Perché non mi hai detto che sarei diventata la cognata di Robert Pattinson?” chiede Laura, una volta che le due sorelle sono
uscite dalla stanza. Eh sì, la zia è proprio quel qualcuno che lotta da una
vita perché io aggiunga quel tocco di colore in più. “Non si nascondono queste
cose alla sorellina preferita!” continua. Ho solo una sorella…
“Perché
non sono la moglie di Robert Pattinson!” ribatto.
“Ecco perché, sorellina!”
“Lau, scusa se non ti ho dato prima il regalo di
bentornata!” nel frattempo tra le mani di Luca si è materializzato Taylor Lautner. Sempre il solito. Distributore di poster. E io non
sono ancora stata in Tunisia! Non che mi interessi particolarmente; parlando di
Poster, Tunisia, è la prima cosa che mi passa per la testa.
“Attenta
Lau!Kristen è innamorata
del lupo!” l’avverto divertita.
“Tom
è libero?” ribatte. “Ah già!” continua, ripensandoci. “Sono fidanzata!”
E’
fidanzata! Che bella noti…
E’
FIDANZATA????? E’ non dice nulla? Lo dice così? E’ fidanzata e non mi ha detto
niente????
Cerco
lo sguardo di Luca. Mi fissa e scrolla le spalle.
“Scusa,
signorina!” forse ho capito male. “Hai un ragazzo, e io non ne so niente?”
domando con gli occhi dolci alla Gatto con gli Stivali Shrek’sversion
“Anch’io
ho saputo di Robert leggendo il tuo diario!” controbatte risentita. Il mio
diario! Certo! Il mio cosa?
“Amy
è proprio una brava ragazza!” le fa eco Luca, con la faccia d’angelo.
Odio
i fratelli!
Ci
fissiamo in silenzio per un paio di minuti che sembrano secoli.
“Direi
che è il momento di aprire i regali!” suggerisce Scorpio
Boy, abbracciandoci entrambe.
Vorrei
essere figlia unica, in questi momenti.
Hai
la febbre, sei giustificata! El, non mi abbandoni
mai, eh?
Ho
ricominciato la saga di Harry Potter: sono cresciuta con il mago inglese.
Se
penso che quest’anno uscirà nei cinema l’ultimo film, sento le lacrime agli
occhi. Se penso che quest’anno uscirà solo la prima parte dell’ultimo film, la
rabbia cresce. Non sopporto le bugie.
Se
penso che, quando Daniel Radcliffe iniziò a
frequentare Hogwarts, io dovevo ancora iniziare il
liceo; e ora, che Dan, Rup ed Emma sono On The Road (
che libro meraviglioso), alla ricerca del Signore Oscuro; e io sono al terzo
anno di università ( ammesso e non concesso che continui)… Piango seriamente!
Quindi
non penso a questo ragionamento Ciceroniano. Se esiste qualcosa di immortale,
questo è un libro.
Quindi
non ci penso, e inizio a leggere “Harry Potter e la Pietra Filosofale”. O
meglio, “Harry Potter and The Philosopher’s Stone”,
il regalo di Laura!
Mi
ha regalato l’intera saga in lingua originale. Con gli Euro di papà, convertite
in sterline. In Inghilterra gli Euro valgono meno di zero. Carlo, Camilla,
William, Elisabeth, Becks, Robert Pattinson!
Niente
Euro, siamo Inglesi!
Finito
il primo capitolo, qualcuno bussa alla porta. Finito il primo capitolo,
qualcuno finge di bussare, ed entra. Come sempre.
“Fortunatamente
non eri a Longbourn!” ribatte con finto sollievo.
“Come stai?” chiede, tornando seria in pochi secondi.
“Meglio:
la febbre è scesa!” la informo, riponendo il libro sullo scaffale della
libreria. “Grazie!” La febbre è davvero scesa. E’ sparita. “Ho dormito
tranquillamente, stanotte!” continuo, non curante.
“Luca
non c’è!” esclama, aspettando una risposta che non arriva. “Siamo sole, come
stai?” ripete.
“Non
lo so! Nell’ultimo anno è successo di tutto di più senza che la RAI
trasmettesse qualcosa di sensato. Robert è riuscito a farmi dimenticare. Non so
se riuscirò mai a dimenticare davvero!” sto ancora fissando la libreria. Non
posso voltarmi, sto piangendo! El, me lo impedisce.
Amy, me lo impedisce! Essere la sorella maggiore, me lo vieta! I miei pensieri
non sono mai in italiano! Sono rassegnata! “Tu? Hai passato un anno
divertente?”
“Laura
deve raccontare ad entrambi il suo anno mega-galattico!” fulmino la mia
sorellina preferita. “Sono curioso, dearling! Marco e
Marika ti ascolteranno più che volentieri! Vero?” conclude, cercando conferme
dalla sottoscritta! Marika, a quanto pare!
“Ma
certo, entrambi!” ribadisco. Eravamo sole, eh? In camera sì, Amy! Grazie! E di
che? Indicando Luca concludo il dialogo alla Terry e Maggie,
e Laura inizia a raccontare.
Laura
inizia a raccontare davanti a tre bicchieri di thè
freddo. Ascoltando le novità, rivivo la finta curiosità di Luca. La curiosità
che risponde al nome di preoccupazione.
Tra
una domanda e una non-risposta capisco che, nei confronti di Laura, riesco a
superare Luca. C’è una sola differenza tra me e lui: se lui finge di essere
curioso, io no! Curiosità potrebbe essere il mio secondo nome. Curiosa con
discrezione. In fondo, sono pur sempre Miss Riservatezza.
Tra
la mia curiosità e la sua preoccupazione; Laura scopre tutte le carte!
Greg
Wilson ha ventidue anni, fa il cameriere ( stavo pensando vampiro) per
arrotondare lo stipendio da studente di medicina. Altrimenti detto, guadagnare
qualche soldo. Si sono conosciuti in un bar ( non lo credevo possibile), per
caso ( ma davvero?) qualche mese fa.
Laura
non è Amy! Non ha accennato al colore degli occhi. Si è limitata a sorridere,
ad ogni sguardo di lui.
Ha
ragione lei: fingersi prede, mai cacciatrici! Quando finirà con Robert, me ne
ricorderò! Perché deve finire con Rob? El, niente domande: continua ad ascoltare questa Marianne
del terzo millennio.
“Scusa!”
interviene Luca. “Greg sarebbe un mio coetaneo?”
“Sì!
Ha i capelli neri, gli occhi azzurri, sembra… lo
adoro!”
“I
Principi Azzurri non esistono, Lau!”
“Amy!
Fammi sognare almeno qui, giusto cielo!” ribatte quasi infastidita. “ Non ho
mai sentito di Prince Charming con gli occhi azzurri…” afferma. “E poi…”
continua “ ... non accetto prediche da una ragazza che spera ancora in un MrDarcy!”
“Un
discorso è amare un personaggio! Un altro è credere che il principe Filippo
sappia chi tu sia. Svegliati!”
“Ma
senti da che pulpito…”
“Shutuuuuup!” la voce ferma di
Luca riempie la cucina ed ogni suono tace. “Io esco!” inizia, una volta che il
silenzio ha preso in mano la situazione ( i miei pensieri mi piacciono sempre
di più). “Quando Filippo e Fitzwilliam George
Alexander saranno andati via, mandate un messaggio!” così dicendo, sbatte la
porta.
“Hai
visto che occhi verdi, Lau?”
“Decisamente!
Hanno superato l’intensità dei miei!” proprio così. La genetica ha preferito
che fosse Laura ad ereditare gli occhi verdi del nonno. La osservo per qualche
minuto: è cambiata! Londra ha cambiato mia sorella. Mia sorella è cambiata.
Cresciuta, Amy, cresciuta! Elinor sempre precisa.
“Avverti
Greg! Se non ti trattasse da principessa, due gemelli lo cercheranno! Dovessero
raggiungere Shangai!” non risponde, ma sorride. Forse non è cambiata davvero!
“E
se Luca fosse diretto a Malpensa?” non rispondo, scoppiamo a ridere.
Proprio
no! Non riuscirei ad immaginare una realtà senza fratelli!
In questo capitolo
vorrei rendere onore ai protagonisti maschili, un confronto tra Luca e Robert..
sperando che possa interessare ecco a voi..
Capitolo 22 – Gentlemen di tal fatta..
ROB POV
Gli ultimi saranno i primi! E’ sempre stato così, e sempre lo sarà!
Questo dogma è talmente radicato nella nostra mentalità che è difficile pensare
diversamente! Questa verità è talmente radicata che, oggi, è una bugia! Oggi,
sono ancora in attesa. Ho imbarcato i miei bagagli per miracolo. Sono ancora
qui al ritiro bagagli di Heatrow, ad aspettare. Mi
fanno compagnia una coppia tedesca: lui ha una maglietta di Dzeko;
Dzeko gioca nel Wolfsburg;
il Wolfsburg è una squadra della Bundesliga;
la Bundesliga è la Premier League inglese!
Ragionamento non confutabile, eh? Sfido chiunque a vincere contro di me,
nell’ambito calcistico! Non credo esista qualcuno in grado di uscirne vincitore… forse uno c’è: non sono Mourinho,
io!
Ecco, come volevasi dimostrare: adesso siamo rimasti io ( odio il ritiro
bagagli) e una ragazza immersa nella musica. Si è isolata con il suo I-pod azzurro, rassegnata all’attesa. E’ carina! E’ davvero
carina, e il mio cellulare non squilla.
Non sembra si sia accorta della mia presenza, mi avvicino. Mi incuriosisce,
dovrò pur far fruttare questo momento morto…
“Ehi, ciao!”
“Ciao!” che inizio incoraggiante.
“Come mai quest’espressione?” vai Rob. Continua così!
Magari qualcosa porti a casa.
“Non credo sia un problema tuo!” risponde, quasi scontrosamente. Come se stesse
facendomi un favore. Forse non sa chi ha davanti! Robert, continua.
“Che musica ascolti?”
“Random!” questa ragazza è leggermente presuntuosa. “
Sempre che tu sappia cosa significhi!” di bene in meglio Robert, bravo!
“Certo!” ribatto, con uno dei miei migliori sorrisi.
“Comunque mi chiamo LilieMourier!”
“EnchantèLilie! Io sono
Robert Thomas Pattinson, Rob
per gli amici!” mi presento, alzandomi.
“So chi sei! Per te non servono presentazioni!” continua, stringendomi la mano.
“Ah, è la quarta volta che vedo la stessa valigia” aggiunge, indicando il tapirulan.
E’ la mia. Ho perso la cognizione del tempo. “Eh, già!” non sai dir di meglio,
eh? “E’ stato un piacere conoscerla, Mademoiselle!” e
mi congedo con un inchino.
“E’ tutto mio, mi creda!” è palesemente divertita. “ Il piacere è tutto mio!”
ricambio il sorriso e mi allontano. “ Rob!” sente già
la mia mancanza? “La valigia non ha le gambe!” affondato! LilieMourier! Francese!
Finalmente sono all’uscita. Accendo una sigaretta, infilo gli occhiali da sole
e mi dirigo dal mio autista, che mi attende con il bagagliaio aperto.
“Welcome back, MrPattinson!”
mi accoglie così.
“Grazie, vogliamo partire?” con un ombrellone da spiaggia multiuso in mano,
aspetta che sia entrato in macchina, prima di complimentarsi dei miei occhiali.
Sotto il diluvio!
Vorrei fingere di essere sotto il solleone californiano, è permesso? No? Non me
ne importa! Per me è permesso! Stew mette in moto senza una parola. Sa che ci sono
momenti in cui amo il silenzio. E i miei ritorni a Londra, sono nella lista.
Piove! Piove! Piove! E io arrivo a casa tutto bagnato!
E’ agosto! Estate! Sole! E a London City piove. Perché a Los Angeles c’è il
sole tutto l’anno, e a London la pioggia comanda? Stew
appoggia la valigia all’ingresso e saluta.
Ho fame: mi immergo nella ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
Prima di arrivare in cucina riesco ad inciampare tre volte, senza ostacoli tra
i piedi. Qualcuno accende la luce. Ecco cosa mancava! La luce!
“Ehi, ehi, ehi! Goofy, bentornato!” trattenendo le
risate, tende una mano che afferro all’istante. “Ti serve dell’acqua ossigenata
Rob?”
“No, prima che ad utilizzarla sia tu!” rispondo con una pacca sulla spalla.
“Se non ricordo male, eri tu tra i due, ad essere MrMercuriocromo!”
“Parla per te, Mr Gazza!”
“Come è andata la traversata dell’Atlantico?” sempre curioso Tom. “Steph?”
“La decima meraviglia del Mondo! Un prigioniero avrebbe avuto più libertà!”
ribatto, senza girarci intorno più del necessario. Aperitivo! Fantastico, Tom!
“Ho sentito la mancanza dell’Europa, London, dal giorno dopo!” aggiungo,
prendendo posto.
“La stai facendo tragica, fratello! Non hai visitato Kripton!
E Steph non è un Sayan!”
“Forse no, ma è stato il peggior mese della mia carriera!” e della mia vita
privata. Ma questo è inutile urlarlo ai quattro venti.
“Cos’è un mese, in confronto all’eternità?” mi consola, accennando ad un
brindisi. “Amy? Stand-by o è riuscita nel miracolo?” neanche Stu ama i giri di parole.
Come posso rispondere?
Come si può definire un rapporto iniziato a Parigi: la città degli innamorati
per antonomasia? Come posso definire un rapporto tra due persone che non si
sentono da mesi. Non cerco Amy da quando ho accompagnato la sua slanciata
figura al Charles de Gaulle: due mesi fa! Non che lei si sia posta
problemi di alcuna fatta. Forse ha ragione: l’amore è un’illusione. Forse
Arthur Schopenhauer è stato l’unico ad aver capito tutto della vita. Forse io
non ho la stoffa per interpretare quel personaggio; forse io non sono mai stato
nessuno. Paris è una città a sé. Paris
è un mondo a sé. Esiste un tacito patto, lo so! Esiste quel patto che tutti
sanno, nessuno esprime! Deve essere così! ‘Quello che succede a Parigi, rimane
a Parigi’ ! Non trovo altre spiegazioni plausibili.
“Rob!” vedo una mano sventolare davanti agli occhi.
“Quante sono?” neanche fossi ad un esame oculistico.
“Tre!”
“Perfetto! Allora?” con Tom non funziona entrare in trance per evitare le
risposte. Me ne ricorderò quanto prima.
“Un regalo di compleanno!” diretto. “Sai anche tu che le storie iniziate
all’ombra della Torre, rimangono sulle sponde della Senna!” affermo, con un
sorriso canzonatorio. “ Mi conosci!”
“Da andarne fieri!” ammette. “Ops!” ha sempre avuto
la testa tra le nuvole. “Scusa!” esclama, con il mio stesso sorriso.
Canzonatorio.
Il suo spritz è finito sulla mia camicia.
Fortunatamente non è bianca. Per i viaggi preferisco ho sempre preferito
l’azzurro. (Lilie) E allo smoking, il jeans! “Di
niente, tranquillo!” rassicuro.
Si alza ed esce, senza un saluto. Ci sono giorni in cui CapitaleAustraliana
Geronimo Stu è un mistero anche per me!
Fisso la tavola per dieci minuti, prima di capire che Tom non aveva la testa
tra le nuvole. Si era preso gioco di me. Aveva osato prendersi gioco di Robert
Thomas Pattinson.
Ieri non sarei dovuto rimanere alzato fino alle tre; non mi sarei dovuto
ubriacare solo per festeggiare
la fine del tour. Quando non c’è Tom finisco sempre così! Ubriaco ed euforico.
Ubriaco e depresso. Ubriaco, punto! Adesso lo so!
Dovrei sapere che la sbornia è pericolosa. Dovrei sapere a ventiquattro anni
suonati, che alzare il gomito più del necessario, ha delle conseguenze, spesso
pericolose.
Senza via di ritorno!
Idiota! Idiota! Idiota!
Lo specchio del bagno riflette due borse infinite sotto due occhi verdi che non
brillano. Che imbecille!
Doccia!
Mi butto sotto la doccia, e il getto dell’acqua riesce ancora a farmi resettare
tutto, come sempre! Tutto!
‘Sicuro che una studentessa non possa essere più attrice di un attore, Attore… ?’
Tutto!
‘Il piacere è tutto mio, mi creda!’
Tutto!
‘Quello che succede a Paris, rimane a Paris!’
Tutto!
Tutto!
Driin. Driin! Driiiiiin!! La sveglia segna le 10.00!
Ho un mal di testa assurdo. Non può essere solo l’effetto post-sbornia! Devo
cercare un termometro.
Devo cercare un termometro, ma dovrei alzarmi dal letto. Non ne ho voglia.
Fuori persiste il diluvio londinese, e non ho impegni! Perché dovrei alzarmi
solo per cercare un termometro?
Morfeo, sto tornando!
Mi volto dall’altra parte, e mi rimetto a dormire!
Un’ora dopo mi sveglia lo squillo di un cellulare: il mio!
“Complimenti Pattinson!” saluta Tom. “VeryCompliment, Thomas!” se non
fosse al telefono applaudirebbe a piene mani.
“Ciao Tom, sto bene! Mia sorella gode di ottima salute, grazie! Colpito dal tuo
interessamento, davvero!” non abbiamo mai iniziato un discorso nel modo
convenzionale, io e lui.
“Prima dei ringraziamenti leggi La Gazzetta del Profeta On-line!” avvisa.
“Ciao, Rob!” e riattaca.
Chiudo la telefonata e accendo il computer. Sturridge
non chiamerebbe alle undici di mattina se non fosse un’emergenza. Lui non
chiama mai.
Si presenta all’ingresso di casa mia all’alba, carico di birra, forse. Ma
chiamare, MAI!
ROBERT THOMAS PATTINSON, ROB PER GLI AMICI!
Robert Thomas Pattinson, ieri, in attesa della sua
valigia, ha attaccato bottone con me, nel migliore dei modi. Come un perfetto
gentleman! Dopo essersi interessato della mia vita...
Si è alzato, e congedandosi con un inchino si è allontanato, lasciando la
valigia al suo destino. Potrebbe mai vivere tranquillamente, la consorte di Mr Robert T. Pattinson, per me Rob?
LilieMourier P.s. Sappi Rob che quel
ruolo non ti si addice, e mai potrai essere paragonato a quel gentleman!
Lui è unico e rimarrà tale per sempre, cheri!
Ora ci credi che incontrarti in quell’aeroporto, per me è stato un vero
piacere?
Era una giornalista! Che stupido!
Giornate a London 1; figure inqualificabili 1 !
Pareggio, sconfitta in casa; un pareggio che vale un 2 in schedina.
Complimenti, Rob! Ventiquattro anni sprecati!
Chiudo gli occhi, respiro, inspiro. Riapro gli occhi! L’articolo è ancora lì,
on-line, nero su bianco! O bianco su nero! Non è un sogno!
Mi siedo sul divano.
In attesa della telefonata di Steph!
LUCA POV
Laura ed Amy sono incredibili. Non si vedono da un anno e la prima cosa che
fanno, cos’è? Discutere di Prince Charming. Presunti
o reali che siano. Presunti!
Il principe Filippo è alle prese con l’Addormentata secolare; quell’altro è più
testardo e orgoglioso di un mulo. Ringrazio di essere con Andrea: se solo Amy
mi sentisse ( e forse non solo lei) paragonare Darcy
ad un mulo; credo che diventerei io un uomo presunto.
Forse esagero! Forse no! Ma anche boh!
“Sai che sei tu il loro Principe!” e fu così che iniziò il delirio.
“Guarda Andre, non lo so proprio! E’ logico per te?”
“Essere geloso della sorella e della gemella?!” Andrea Andrea,
meglio che stia zitto.
“Naturalmente!” evito di precisare. Ovvio che sia un no.
“A proposito! Amy sa che esiste una trilogia di FitzwilliamDarcy gentiluomo?” oh no! Non deve! Se solo leggesse,
sarebbe la fine! “Se vuoi, posso parlargliene io!”
“Oh no! Grazie, Andre!” ho letto il primo libro. Fitzwilliam George Alexander Darcy
non deve scendere riluttante dalla carrozza di Charles Bingley. Prince Charming presunti! Robert Pattinson!
Prince Charming presunti! Greg Wilson!
Prince Charming! Me!
“Luca! Il fatto che con quel Wentworth non sia andata
in porto… o meglio, non sia finita come avrebbe
dovuto; non significa che anche Greg e Rob siano
così!”
“Non è questo il punto Andre!” come posso dire ‘ho un
presentimento che non mi piace’ ? “Robert T. Pattinson
è un attore!” dovrebbe sintetizzare il tutto perfettamente.
“Anche Anne Hathaway è un’attrice!” ribatte invece
Andrea. “Eppure è come se tu ci uscissi insieme! Non mi pare che Amy abbia
fatto scenate di gelosia!”
Si certo, Andre! E io sono Orlando Bloom! “Marta è
Marta!”
Marta! Quanto mi manca!
“Posso usare il tuo P.C?” dirigendomi verso la
scrivania.
“Fai pure come fossi a casa tua!” acconsente. “Perché sai la password?”
“Sono il tuo migliore amico!” rispondo, come se fosse la più semplice e ovvia
delle cause.
Google! Msn! HP! HP! Msn!
Google!
“Andre!” chiamo dopo aver mandato una mail a Marta.
Sono mesi che non ci vediamo: dopo Parigi è tornata subito in Calabria.
Alessia e Antonio! Calabria! Calabria! Alessia! Ma certo, ecco chi erano!
Amy e il nonno! Che ragazza, mia sorella!
Calabria, Londra! E questo?
“Andreeeeee!” ripeto, questa volta con fermezza e
decisione.
“Ecco, perché!” e anche lui legge quello che ho letto io!
Quello che tutto il mondo leggerà!
ROBERT THOMAS PATTINSON, ROB PER GLI AMICI!
Robert Thomas Pattinson, ieri, in attesa della sua
valigia, ha attaccato bottone con me, nel migliore dei modi. Come un perfetto
gentleman! Dopo essersi interessato della mia vita...
Si è alzato, e congedandosi con un inchino si è allontanato, lasciando la
valigia al suo destino. Potrebbe mai vivere tranquillamente, la consorte di Mr Robert T. Pattinson, per me Rob?
LilieMourier P.s. Sappi Rob che quel
ruolo non ti si addice, e mai potrai essere paragonato a quel gentleman!
Lui è unico e rimarrà tale per sempre, cheri!
Ora ci credi che incontrarti in quell’aeroporto, per me è stato un vero
piacere?
Io vado a Malpensa!
Io vado…
“Tu non vai da nessuna parte!” e la mano ferma di Andrea mi rimette a
sedere.
ROBERT POV
Ecco! Lo sapevo che non avrebbe tardato. Il cellulare squilla. Anonimo. Steph!
Rispondo!
“Ehi Tassorosso! Ti avevo fatto una promessa!”
Oh cielo!
Ecco
i miei uomini. Ecco il mio principe: Scorpio!
Non
sopporto Internet, e poco importa che io sia interista. Non sopporterei neanche
Romanet, oggi. Ranieri, De Rossi e l’intero entourage
giallorosso. Totti lo lascio alla sua compagnia telefonica preferita che, tra
l’altro, non coincide con lo sponsor della Sua Roma, toutefois…
Perché
gli uomini non possono più considerarsi tali? Cosa significano queste quattro
righe?
Dov’è
la lettera di MrDarcy?
Perché
Internet deve sconvolgere sempre i miei piani?
Tassorosso odioso! Perché
a me? Dov’èMr Smith? VoglioMr Smith! E non Pitt!
Dov’è? Dov’è quel famigerato Andrew Smith? Perché qui non c’è nessuna persona
che possa anche solo lontanamente paragonarsi ad Andrea Fabbro? La traduzione
dei nomi è qualcosa che ho sempre odiato!
Le
ragazze diventano donne, i ragazzi diventano ragazzi più grandi! Questa è una
delle poche grandi verità!
Robert
Thomas Pattinson non sorvolare le Alpi se tieni alla
pelle! Sì, può sintetizzare ottimamente i miei pensieri!
Giallorosso,
Tassorosso! Fa pure rima, dannazione! Fortunatamente
sono interista!
Sono
passati quattro giorni dal mio sogno. Quattro giorni passati tra la cucina, i
voli per Paris e i voli pindarici della mia fantasia.
Ed
Elinor aveva ragione! Io, avevo ragione: conoscersi
una sera di Maggio, non implica un noi!
Conoscersi
non ha mai implicato un noi!
L’attrazione
fisica, non coincide sempre con quelle meravigliose equazioni d’amore che chiamiamo
sentimenti. Non coincide sempre perché, a volte, deve coincidere.
I
miei principi lo impongono! Io lo impongo!
Sono
quattro giorni che sento addosso un’apatia che devo vincere! E’ solo colpa mia!
Mia e di nessun altro!
Io,
mi sono innamorata di un attore!
Io,
ho scommesso tutto sulla persona che quell’attore è!
E
il risultato è solo un nuovo Wentworth. Questa volta
però, basta! Nessuna possibilità!
Non
esistono uomini, solo ragazzi più grandi! E io condivido pienamente!
Fortunatamente
sono sola! Laura è con le ragazze per un gelato!
Laura,
tornata alla base: dovremo condividere la camera! Io, lei, e i nostri poster.
Rabbia!
Laura,
tornata alla base: ci alterneremo in cucina! Io, lei, punto. Finalmente!
Sono
in camera a fissare l’infinito, senza Raffaello! E’ passato troppo tempo per
essere ricordato con rimpianto! Perché quell’Infinito ha dieci anni, nove ad
essere precisi! Ed io ero ancora una docile e ingenua fanciulla! Nove anni fa
credevo ancora nell’amore! Credevo che una cotta estiva potesse rivelarsi
l’amore dell’inverno!
E’
mentre osservo l’infinito che squilla il cellulare. Marta!
“Ehi,
ehi, ehi! Sorridi!” così mi saluta. “Cosa mi hai sempre insegnato? Mai piangere
per uno stupido maschio, il nostro mascara vale di più!” ha appena citato
Marylin, incredibile.
“Non
è proprio così!” ribatto. “ Sai quanto odi il mascara!”
“Sì,
lo odiavi!” ammette. “Come il trucco! Ma è un tempo passato: imperfetto!”
precisa. “Adesso apriresti gentilmente la porta? Grazie!” forse non ho capito
bene. Aprire la porta, Amy! Mi sembra
semplice! Marta… Sì, calmati! Abbassa le ali!
Il
suono del campanello chiarisce ogni dubbio: Marta è qui! Sì beh, forse non è 'Carramba che Sorpresa' (CarrambaBoys.. delirio) ma anche Marta un tempo è stata bionda come
Raffaella ( delirio galoppante)… quanto sono furiosa!
Non
credo Luca sappia!
“Ho
letto tutto!” dice semplicemente, dirigendosi in salotto. “E conoscendoti, sono
passata a vedere come avresti affrontato la situazione!” Sì, okay! Traduzione,
prego!
Traduzione: Luca
mi mancava, ho voluto fargli una sorpresa! Ecco, la traduzione, Amy! Perfetto, El! Almeno in qualcosa concordiamo!
“Non
sono Luca, puoi parlare tranquillamente!” le faccio sapere, sorridendo. Fu così
che le guance di Marta avvamparono. Se non fosse seduta, noterei anche il
tremore di gambe.
Io
adoro il mio principe. Non è un pirata dei Sette Mari. Non è alla ricerca dello
OnePiece! Nessuna Black Pearl nella lettera per Santa Claus. Però lo adoro,
nonostante tutto! Anche quando paragona MrDarcy ad un mulo. Sì, Andrea mi ha chiamato ieri, erano
secoli che non sentivo la sua voce, e non la ricordavo così…toutefois…
“Luca
non c’è, quindi?” non capisco se sia più delusa ( tanto), o più sollevata (
poco).
Men: tutti uguali! Women: tutte
stupide! Perché le nostre vite devono incontrarsi? Perché se siamo due mondi
paralleli?
Le
rette parallele non si incontrano mai! E i principi geometrici non sono
relativi! Uff!
Perché
dopo tre mesi di attesa Santa Claus regala l’incognita dipendente ad alcuni di
noi? Non mi sembra leale: cromosomi Y in cambio della materia grigia! Cattiva?
Ho
qualcosa da perdere? No!
Ho
qualcosa da guadagnare? Forse!
Quindi
Elinor, stai zitta! Chi sta parlando? Ecco, appunto!
Durante
le constatazioni della mia mente, perché sono constatazioni, anche se
confutabili; le mie gambe mi hanno portato davanti al frigo.
E’
estate! Non posso offrire a Mary ( Mary?)… non posso offrire a Marta, una
cioccolata calda! Anche se io amo la stagione delle piogge per la cioccolata
calda; Agosto non è la stagione delle piogge! El,
sicura che non mi chiami Alex? Stai
blaterando, Amy! Okay, okay!
Agosto
è il mese del solleone, ragion per cui prendo due coppe ‘Spagnola’ e le
guarnisco con dell’amarena, come se non ce ne fosse già abbastanza!
Marta
mi ha seguito in cucina, segue ogni mio passo, oggi. Cosa potrei fare in
cucina? Annegare nell’affogato al cioccolato per la troppa fame? Fame nervosa!
Non
sopporto la fame nervosa! Potrei dire che odio la fame nervosa. Potrei, ma
l’odio, come qualcuno mi ha insegnato, è un sentimento troppo forte, forte e
crudele aggiungerei; ragion per cui lo sostituisco con il titolo di una canzone
di Vasco Rossi. Canzone che riassume perfettamente il mio stato d’animo
attuale. Perché siamo stati lontani. Lo siamo sempre stati, e sempre lo saremo.
Siamo
stati lontani anche quando i nostri sguardi si sono incrociati in quella
creperie ( la nostra creperie). Siamo stati lontani anche quella sera di
Maggio.
Anche
quando eravamo sulle sponde de La Sienne!
Lontani!
Perché
io sono a Milano, e lui a London!
Lontani!
Perché
lui è un attore; io una studentessa!
Lontani!
Da
sempre!
Lontani!
Per
sempre!
Lontani!
Cado
in ginocchio, fa male! Fa malissimo!
“Marta!”
riesco solo a pronunciare, prima che un’ondata di lacrime mi oscuri la vista.
Ancora!
Un
nuovo Wentworth!
Ancora!
Il
mio mascara rovinato!
Ancora!
Per
un uomo!
Ancora!
Per
uno stupido maschio!
Cado
in ginocchio con la testa tra le mani, e piango!
MARTA POV
Non
capisco perché è così! Non capisco perché questa donna debba comportarsi così!
“Sono
stanca, Amy!” avviso. Dopo dieci minuti di silenzio. “Basta, Amy!” ripeto.
Continua. “Amy Florent!! STOP!” Sono stanca.
Nell’ultimo
anno ho visto solo le sue lacrime. Prima per Olivier Florent,
che ha avuto il coraggio vigliacco di abbandonare tutto e tutti per un
cromosoma XX! Sì, cromosoma XX, perché chiamare donna quell’insieme di
cromosomi ballerini sarebbe troppo! Spero che Olivier rinsavisca, perché non
bisogna mai disperare!
Perché
un padre è sempre un padre! Una rosa è una rosa anche se essa sia bianca o
rossa!
Come
se non bastasse l’innamorato respinto ( povero Andrè) ora, sono su una zattera
di fortuna per navigare in questa valle di lacrime che un tempo si chiamava
cucina.
“Basta!
Il tuo mascara è rovinato! Le tue lacrime sono preziose, non buttarle via così!
Dumba benedetta!”
“Non
rovinare le battute del mio Andrè nominando Dumbo
Girl!”
“Io
non ho citato Andrè!” ribatto. Non mi permetterei mai! Andrè è suo, non mio!
“Una
rosa è una rosa anche che essa sia bianca o rossa!” ribadisce. Devo stare
attenta anche a quello che penso, adesso? Me ne ricorderò! “Senti…
non è che sono io a farti l’effetto di un cipolotto?”
ne sono convinta. E la mia follia sta predominando gli altri sentimenti, in
modo preoccupante!
“Non
lo dire neanche per scherzo!” risponde decisa. “Sono io che ultimamente ho la
lacrima facile!” si giustifica così, con un sorriso tirato che più finto non si
può. Pausa.
“E
queste, sono le ultime lacrime che mi vedrai versare per un uomo!” promette.
Alzandosi a mo’ di Superman msn’sversion.
“Il
sale nel gelato non è per niente buono, sappilo!” concludo.
Passiamo
il resto del pomeriggio a parlare del più e del meno. Lei mi racconta del sogno
di una giornata di mezza estate; io le ricordo che la Calabria l’aspetta. Lei
ribadisce che tornerà, io le ripeto che deve imparare a vivere la sua vita. E’
un alternarsi di lei, io, io, lei finchè…
“Amy!
Sono a casa!” oh cielo! Che ci fa qui? Perché io sono così? Non ho un velo di
trucco! E lui è qui! Uff! Carramba
che sfortuna!
“Siamo
in sala!” lo informa Amy, per tutta risposta.
“Amy,
tutto bene?” domanda più preoccupato di un genitore preoccupato.
“Sì,
papà!” ribatte lei, per niente divertita. “Non sono ancora stata a Malpensa!”
“Ciao!”
riesco a sussurrare, Dio solo sa come. “Ciao, Luca!” rabbia and furios! Perché a ventidue anni un ragazzo mi fa ancora
questo effetto? Eppure credevo di essere uscita da questo limbo. Sembra che lui
ne sia uscito. True Love, storie!
“Bene
ragazzi, io ho da fare!” annuncia Amy. “Vi lascio!” e senza darmi il tempo di
rispondere mi ritrovo con Luca in salotto. Amica traditrice!
Restiamo
in silenzio finchè non sentiamo chiudersi la porta di
casa. Amy è uscita davvero! Oh mamma!
Marta,
tu hai voluto affrontare un’ora e venti di volo per trovarti in questa
situazione, non lamentarti! Oh, no! Io ero venuta per Amy! Non per trovarmi
così: seduta sulla sedia di un salotto non mio, mancano solo carta e penna e… No, niente! Zitta!
Non
so che fare, silenzio! Gli occhi vagano fingendo di cercare qualcosa che non
c’è.
Luca
è in piedi, immobile, sembra sia imbarazzato! Chi non lo sarebbe?
“Ti
ho… Ti ho spedito un’ e-mail!” dice, con un gesto
della mano. Senza guardarmi negli occhi.
“Sì,
ho letto!” rispondo con una freddezza che dovrebbe essere vera. Sì, ho letto la
sua mail!
“Bene!”
“Bene!”
Pausa.
Mi sembravano strane tutte queste parole. Silenzio, perfetto!
MrFlorent
è in piedi immobile, con una pallina anti-stress tra le mani. Pallina che non
sta ferma un secondo.
Caspita,
non posso neanche mandarlo via! Questa non è la mia camera, questa non è casa
mia! Perché Amy? E’ una scena già vista, e io non lo sopporto!
“Ti
offro qualcosa?” domanda con una velocità che non ha mai avuto. E’ agitato!
Perché?
“Ho
appena preso un gelato!” declino. Un ‘no, grazie’ era forse meglio. Ma sono
agitata anch’io! Dove vuole arrivare?
“Grazie,
per la settimana a Parigi!”
“Pre… Prego!”
Quattro
battute in mezz’ora, dove ho già visto questa scena? Amy dov’è finita?
Perché
doveva capitare a me? Perché mi sono innamorata di lui? Perché Luca è stato
creato ad immagine e somiglianza di… Non dire una
parola! Non dire una parola di più!
Altri
minuti di interminabile silenzio, Amy torna da noi! Amy torna da noi! Amy torna
da noi!
Amy
torna…
“Ti
amo!” Luca. “Ti amo con tutto me stesso! Non potrei immaginare la mia vita
senza di te! Sei tutto! Per sempre!” Luca. “Forse è una formula sbagliata,
forse qualcuno potrebbe denunciarmi per aver citato qualcosa sotto copyright.
Forse ho sbagliato scena: questa non è la tua camera, forse…”
“Forse
è meglio che tu stia zitto!” avviso con un sorriso!
In questo capitolo viene citato Andrew
Smith, se volete saperne di più potete leggere “Quattro Ragazze” e seguito
nelle originali-romantico J
Buona lettura!
Capitolo
24 – Porte chiuse, Porte socchiuse!
“Quando
la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo
così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per
noi.”
Paulo Coelho
“La
differenza tra speranza e illudersi è una porta aperta e una che non sa
chiudersi.”
La Paura che… Tiziano Ferro…
E’ ora di un happy hour,
e io sono a casa di Andrea. Sono le sei, e io sono davanti al portone del
palazzo in cui abita Andrea. Sono immobile, non so che fare. Ad onor del vero,
non so neanche perché alle sei sia qui. Forse per lasciare Luca e Marta da
soli; è un’ottima scusa presentarsi dicendo ‘ sono dovuta uscire, volente o
nolente’ ; forse perché dopo due ore di giri a vuoto ( biblioteca) le mie gambe
chiedevano pietà, e la casa di Andrea era quella più vicina.
O
forse perché ti mancava più di quanto immaginassi! Diciamo le cose come stanno
Amy! Sono tutti stanchi dei tuoi ragionamenti a dir poco astrusi. Parliamoci
chiaro!
Shut up, El! Non mettermi in bocca parole che non dico!
“Flor!” mi
sento chiamare. “Flor, quanto tempo! Perché non sei
passata prima?” domanda, abbracciandomi con un calore che non aveva mai
espresso.
“Non ho trovato il tempo!” dico, una
volta che si è staccato da me, con aria quasi colpevole. Che risposta stupida.
Che figura del piffero. Cosa significa? “Che fai, Andre?”
è immerso nella ricerca di qualcosa. Non che la mia domanda non sia stupida
almeno quanto la risposta di poco fa.
“Cerco le chiavi! Sono appena rientrato
da un giro in paese!” chiarisce semplicemente. Nessuna faccia strana.
Chiarisce, così. Nonostante l’ovvietà, nessuna faccia strana.
Apre la porta e mi cede il passo. Chiama
l’ascensore, e vuole che sia io la prima ad entrare. E’ il migliore amico di
mio fratello!
Quando ero ancora una tenera fanciulla
mi piaceva, ero cotta di questo ragazzo dagli occhi azzurri. Occhi cielo,
capelli castani! Forse è l’unico Charming Prince con
gli occhi azzurri. Crescendo, il suo sguardo è solo migliorato, e la mia cotta
solo diminuita! Affievolita col tempo! Sì, affievolita col tempo! Già, affievolita…
“Hai presente la trilogia di MrDarcy gentiluomo?” domanda di
punto in bianco, mentre mi porge un bicchiere d’aranciata. Non ha dimenticato i
miei gusti, fantastico!
“Certo! Letto il primo libro!” Luca non
sa che ho preso in prestito il suo. Se lo sapesse sarebbe la fine. Eh sì, Luca Florent ha letto ‘Per Orgoglio o per Amore’; e se sapesse
che l’ho visto sarebbe la fine.
“Bene!” sembra che sia sollevato dalla
mia risposta. Prende posto sul divano accanto a me, e accende la TV. Accende, e
compare la schermata iniziale di Fast and Furios.
“Semmai dovesse spaventarti ci sono io, eh?” informa, come se fosse il film
Horror dell’anno, cingendo le mie spalle con il braccio.
“Me lo ricorderò, Andre!”
rassicuro, mettendomi comoda. Ammetto che avevo dimenticato anche i suoi occhi.
Avevo dimenticato il suo sguardo, sì!
Perché sono andata in Francia, quando
qui in Italia è pieno di Gentlemen Inglesi? Perché? Perché ho pescato l’unico
dei dintorni che di Gentleman non ha neanche l’apparenza?
Perché sono finita a casa di Andre? Qui posso giocare per una X, non posso sperare in un
2! Rabbia!
Ma io voglio giocare per un 2, o
preferisco un 1?
Quando finisce il film non mi preoccupo
dell’ora: potrebbero essere le nove, come potrebbero essere le undici. Con Andre è sempre successo così: perdo la cognizione del
tempo, vivo in un limbo quando sono con lui.
“Amy!” Andrea. “ Vuoi che ti accompagni
a casa? Forse tuo fratello è preoccupato!”
“No, se sa che sono con te!” rispondo
senza badare al tono e al contenuto.
“Ma lui sa che sei con me?” ribatte. No,
non lo sa!
“No, Andre! Ma
non è mio padre! E’ mio fratello!” continuo, con l’intenzione di chiudere il
discorso.
“Si, ma…”
Andrea non vuole chiudere nulla. Uff! “Io non posso
lasciarti andare a casa da sola!”
“Allora resto qui, per stanotte! Hai una
camera per gli ospiti, giusto?”
“Come preferisci!” acconsente
finalmente. “A tua disposizione!” conclude, inchinandosi.
Non è il famigerato Andrew Smith (
dovrei scrivere a Jo); non è Andrè ( non che io sia Oscar); ma è Andrea ( e io
Amy)! Forse è il nome ad essere unico, in tutte le lingue del mondo! O
semplicemente lui!
Aspetta,
aspetta, aspetta! Cosa vuoi dire con ‘non che io sia Oscar’? Una rosa rimane
sempre una rosa anche che essa sia bianca o rossa. Sì, ma non è inerente alla mia domanda! L’innamorato respinto non è
inerente, hicetnunc! Appunto, El! Non farmi
dire cose che non penso. El 0 Amy 1. Palla al centro!
Povera El,
farla passare per il grillo parlante un po’ mi spiace. Amy Florent
a rapporto. E richiamo con tutte le forze io, me, e me stessa.
Wenthworth, Maggio, Taurus!
Grazie
di esistere, Amy! Peccato, non riuscirò mai a farti innamorare di me! Scusami,
forse ho tirato troppo la corda! Ho rovinato tutto!
Robert, Maggio, Taurus!
Ti
amo! Domani mai, con un noi! Sei unica!
‘Per
me, Rob’ LilieMourier!
“Andreee!” no!
Non doveva succedere! “Andreee!” continuo a chiamare,
non curandomi dell’ora.
“Ehi, ehi! Che è successo?” è
preoccupato, sto sudando freddo.
“Andre!”
ripeto come un registratore rotto che non ha alcuna intenzione di essere
aggiustato.
Ecco cosa succede se allontano El! E’ la mia salvezza, dopo Luca! E’ la mia salvezza, dopo
Andrea! El, è la mia salvezza!
“Shhh,
tranquilla! E’ stato solo un sogno! Nessun incubo! Shhh,
tranquilla!” mormora come una ninna nanna. “Va tutto bene!”
“Me lo prometti?”
“Certo! Vieni in cucina!” e lo seguo
come un automa. Come se fosse il mio centro gravitazionale.
Andrea sa cosa ho passato con Wenthworth ( il suo vero nome lo ignoro, ho imparato ad
ignorarlo: il suo vero nome non si saprà né qui né altrove).
Andrea sa come ho passato gli ultimi
anni, gli ultimi quattro anni. Quattro!
Perché Wenth è
stato il regalo del mio diciottesimo compleanno, il mio regalo più grande dopo
Luca! Sì, perché grazie a Wenth ho scoperto quelle
meravigliose equazioni d’amore! Forse non è mai stato amore, ma il nostro
rapporto è stato importante. Forse più forte di una relazione! Ho imparato
tanto, grazie a lui!
Ho imparato a fidarmi, a sperare, a
disilludermi! Ho imparato che le lacrime versate per un uomo sono sempre
inutili! Lacrime perse, e le lacrime sono troppo preziose per essere sprecate
per un uomo ( o stupido maschio) ! Sì, anche se si piange per il proprio padre:
lacrime perse! Inutili! Perché gli uomini non hanno mai pianto, e mai
piangeranno per noi! Siamo due mondi paralleli! E noi siamo troppo orgogliose
per ammettere di continuare a piangere per loro!
Wenth è stato il primo
ragazzo che mi ha fatto piangere davvero! E’ grazie a lui, se in questi ultimi
quattro anni, ho pianto davvero una volta sola! Due anni fa! Non per lui!
Grazie a Wenth,
ho scoperto che uno studente può essere più attore di un attore stesso!
Grazie al mio passato sono la ragazza
che sono ora. E di questo devo solo ringraziare tutte le persone che ho
incontrato e che sono entrate a far parte della mia vita, in silenzio! Senza
pretese!
“Amy! Io ci sono, okay?” Andrea mi
riporta in cucina. Sorride affettuosamente, accarezzandomi!
“Lo so!” Andrea mi ha sempre fatto
sorridere, anche nei momenti peggiori. “E non ti ho mai ringraziato! Scusami!”
“Eh sì, sei in debito!” continua,
offeso. “Mi hai svegliato nel pieno della notte! Peggio di Funghetto-Nel-Boschetto!”
sempre più offeso.
“Funghetto-Che-Cosa-Mi-Dici-Mai?”
non immaginavo che conoscesse quei racconti. “Signor Serpillo! Tu conosci il
signor Serpillo?”
“E signora…e
lo scoiattolo Flash, e il gallo, e la gatta!”
“Tu sei unico, Andre!
Lo sai?” e folle. Completamente adorabilmente folle.
“Lo so! Sono il migliore amico di Luca!”
ammicca. “E solo io posso seguire i ragionamenti di Luca, seriamente!”
continua. “Dopo di te!” conclude.
“Grazie della concessione, Charming Prince!”
“You’re
welcome, MyPrincess!” e
l’abituale inchino conclude il discorso. Un discorso sconclusionato! Lo
ammetto!
Ma sono le tre di notte! ElinorDashwood dorme beatamente!
Sono le tre di notte, e sono sola con
Andrea! Tranquillamente!
Ricorda
il passato, continuando a vivere! Andrò avanti, rimanendo qui!
Sorridi,
sempre! Sorridi sempre, se non vuoi vedermi soffrire! Sorridi, se vuoi che la
vita ti sorrida! Canta con lo specchio! Canta!
Supercalifragilistichespiralidoso!
La mattina seguente Andrea si presenta
con la colazione in camera.
“Luca ha telefonato! Voleva sapere se
fossi ancora qui!” mi informa divertito. “Gli ho risposto che hai dormito come
un agnellino tutta la notte!” come se dovesse giustificarsi, per non so cosa!
E’ quello che ho fatto! Dopo le quattro! “Temeva fossi partita!” oh cielo! Come
ha potuto solo pensarlo? “Sai, a quest’ora Luca sarebbe stato a Londra, se non
lo avessi fermato io!” Luca cosa? Laura aveva ragione! Luca era diretto a
Malpensa? Incredibile!
“Come, quando? Cosa? Perché?”
“Luca, quando ha letto quell’articolo,
quello in cui…”
“Sì ho presente quale articolo:
quell’articolo! Allora? Che ha fatto quello stupido di un Darcy
mal riuscito?”
“Era solo preoccupato, così ha
telefonato, ricordandogli una promessa!” quale promessa?
“Quale promessa?” sono curiosa, e
preoccupata. Troppe rivelazioni, per essere solo le otto di mattina.
“Ha detto ‘marmo pietrificato’! ‘Tassorosso, ti avevo fatto una promessa: sei un marmo
pietrificato!’ Ecco, così!”
Amy, respira! Non è successo niente! Era
solo preoccupato! Respira, Amy!
Un’ ora dopo sono pronta per tornare a
casa! Saluto Andrea, ringraziandolo dell’ospitalità, promettendo che avrei
chiamato quanto prima!
E io che lascio casa libera per
quell’uomo!
Sono proprio una stupida!
LUCA
POV
Sono le nove quando sento suonare il
campanello. Chi può essere a quest’ora? E’ l’alba! Non si può fare colazione in
pace, che subito qualcuno disturba!
Lascio il vassoio pieno in cucina e vado
ad aprire! Sapevo che sarebbe tornata!
“Ciao fratellino!” saluta. “Disturbo?”
“Stavo preparando la colazione!”
informo. “Sei a casa tua, non disturbi mai!” non dovevo telefonare, lo so!
Entra senza aspettare altro. “Colazione?”
“No, grazie! Ho preso un caffè da
Andrea!” declina con un sorriso tirato. Era una frecciata? Non la capisco
proprio!
Torno in cucina, prendo il vassoio e mi
dirigo in camera.
“Fai quel che devi! Io aspetto qui!”
perché mi sembra una minaccia? E sorridendomi si siede a capotavola.
“Bene!”
“Bene!” quando inizia così, mi fa paura!
“Porto questo a Marta, e torno!”
“Bene!” sì, mi fa paura! Non vorrei
essere nei miei panni, adesso!
“Ho il tempo di togliermi il pigiama?”
domando.
“Certo!” un sorriso a trentadue denti si
fa strada sul viso della mia sorellina.
Okay, Luca! Respira! Sei un pirata,
santo cielo! Vai e colpisci!
Okay, Luca! Respira, e stai zitto!
Con l’espressione ‘togliere il pigiama’,
intendo ‘vestirmi’! Perché dormire a petto nudo non coincide proprio con la
frase ‘ dormire in pigiama’ ! Ebbene sì, dormo in boxer! E’ Agosto! Estate! Non
che a Settembre dormi diversamente!
Un ‘entra’ precede il mio bussare.
“E’ permesso?”
“Certo! La colazione può sempre
entrare!” e cerca il mio sguardo dallo specchio. I suoi occhi brillano,
davvero! Finalmente!
“Dunque, vediamo cosa propone lo chef…” comincio, scoperchiando il vassoio. “Caffè corto,
biscotti integrali, succo d’arancia rossa!” troppe arie, lo so! Non mi
divertirei altrimenti.
“Faccia i miei complimenti allo chef,
signore!” Marta osserva stupita il vassoio. “E tenga questo per lei!” aggiunge.
Bacio leggero, bacio buongiorno. “Ti amo!”
“Io di più!” ricordo, sistemandole un
ciuffo ribelle dietro l’orecchio.
Quando torno in cucina a ringraziare lo
chef, Amy è ancora seduta a capotavola.
“Non dovevi toglierti il pigiama?
“So che mi preferisci così!” ribatto. Se
fosse per lei potrei stare tutto il giorno in pigiama, con questo pigiama.
“Dimmi tutto! Sono pronto!” dico, fingendo rassegnazione e disperazione.
“Non fare quella faccia da patibolo!”
cerca di rassicurarmi. “E poi, non è vero che io ti farei stare tutto il giorno
in pigiama!” continua scuotendo la testa, e un sorriso che esprime il
contrario.
“Dai Amy, non dire cose che non pensi!
Sei saggia!”
“Marta?” è sorpresa di vederla. Eppure
aveva risposto 'Bene' quando l'ho nominata. “Marta, hai passato la notte qui?”
e senza aspettare risposte, si rivolge a me. “Luca, ha dormito qui?”
“Anche tu hai dormito da Andrea!” cioè,
non ho capito. Amy può dormire da Andrea, mentre Marta non può dormire qui?
“Oh Dio del Cielo! Oh cielo! Oddio!” è
agitata. Finge indifferenza, ma le esclamazioni inconsce non la aiutano.
“Nel tuo letto!”
“Nel mio cheeeeee?”
ma Amy sta impazzendo? Che reazione del piffero è, questa?
“Amy! Abbiamo dormito in camere
separate!” precisa, divertita, Marta.
“Ah, bene!” sospira come se avesse
passato gli ultimi dieci minuti in apnea.
Ripeto: che reazione del piffero è? Non
che le tue siano migliori. Devo forse ricordarti… No!
No, grazie!
“Bene!” ripete, dopo aver ripreso fiato.
“Bene!” ribadisco.
“Bene!” è il turno di Marta. Abbiamo
chiuso il giro! “Cambiamo argomento?” suggerisce, sbattendo le ciglia come se
fossimo in una conversazione su msn. E’ fantastica!
“Amy!” ed è come se la mia voce l’abbia
riportata sulla Terra. “Senti ancora Mia, Haley,
Caterina e l’allegra combriccola?” ricordo solo tre nomi, i più corti!
“Mia è a Londra; Haley
a New York, Caterina è immersa in non so quale ricerca! Ti mandano i loro
saluti, Luca!”
“Ricambio con piacere!”
Donne!
Mondo misterioso!
AMY
POV
Ah, quasi dimenticavo grazie al mio
fratellino e al mio passato Robert Thomas Pattinson
non avrà un’altra possibilità!
Eccomi con un nuovo capitolo di questa intricata storia, buona
lettura a chi mi segue..
Capitolo 25 -
G.B.Y
ROBERT POV
Coraggio! Non
c’è notte così lunga alla cui fine non risplenda il chiaro mattino!
Se è stata solo
un’esplosione di luce, come l’esplosione di una stella, non troverai nulla al
tuo ritorno. Ma avrai visto un’esplosione di luce. E anche solo per questo ne
sarà valsa la pena.
Ti auguro le
esplosioni di luce che precedono il chiaro mattino!
Con tutto il
cuore!
God bless you!
E’
passato un mese da quando è uscito quell’articolo.
E’
un mese che rileggo questa lettera. Non ho il coraggio di spedirla! E’ buffo,
perché la prima parola è ‘coraggio’!
Non
è una lettera di due pagine; è quasi più corta di una cartolina. Purtroppo non
ho mai badato alla forma, ho sempre preferito il contenuto.
Due
citazioni e una mia frase: non ho mai avuto molta fantasia.
No!
Non va bene! La accartoccio e ci gioco a basket: canestro!
Nuovo
foglio, foglio bianco, nuova storia!
Coraggio! Non
c’è notte così lunga alla cui fine non risplenda il chiaro mattino!
William
Shakespeare
Se è stata solo
un’esplosione di luce, come l’esplosione di una stella, non troverai nulla al
tuo ritorno. Ma avrai visto un’esplosione di luce. E anche solo per questo ne
sarà valsa la pena.
Paulo Coelho
Ti auguro le
esplosioni di luce che precedono il chiaro mattino!
Con tutto il
cuore!
God bless you!
E’
identica! Forse sono queste le righe che devono essere scritte e lette! Rileggo
per l’ennesima volta prima di sigillare la busta, intestandola. E ora?
Ora,
Robert caro, spediscila, consegnala, bruciala, stracciala. Conservala nel frigo
bar che tanto ami. Ci sono tante possibilità, ampia scelta!
Prendo
giacca e cappello ed esco!
Ho
una città da visitare, ecco la mia scelta!
“Robert!
Che ci fai qui, adesso?” è una voce familiare.
“Senti,
sono arrivato da una settimana! E’ un mese che ci penso! E’ un mese che ho
scritto questa lettera! L’ultima, e poi sparisco!” rispondo tutto d’un fiato
mostrando la busta. “ Sarà l’ultima volta che vedrai la mia faccia!”
Si
avvicina pericolosamente, senza aprire bocca! Mi osserva come se stesse
analizzando quanto vera possa essere la mia risposta. Inclina la testa a
destra, come se stesse valutando quanto valga la pena fidarsi.
“L’ultima
volta che vedrò la tua faccia, eh?” domanda.
Non
ho più saliva, la mia salivazione è pari a zero. Riesco solo ad annuire,
titubante.
Riflette
ancora pochi minuti, pensieroso. Minuti che sembrano secoli. “E’ in camera
sua!” mi informa con un cenno della testa.
Il
mio sguardo si illumina tanto da farmi volare sugli scalini.
“Tasso!”
quella voce ferma, che ormai conosco bene, mi blocca. “Non fare idiozie!”
ordina, distendendo le labbra in un sorriso.
“Promesso,
Mister!” e mi involo verso il terzo piano.
La
porta è socchiusa. Mi intrufolo in silenzio, dalla mia destra provengono dei
rumori: la TV deve essere accesa. E’ la schermata iniziale di un DVD.
Non
c’è nessuno in casa, mi incuriosirebbe la cucina ma non ho sorvolato l’Europa
per mangiare in casa Florent.
Tutte
le porte sono chiuse, tranne la porta a destra in fondo al corridoio. La sua
camera!
Da
dove mi arrivi tutta questa certezza è un mistero anche per me.
Per
quanto ne so, potrei essere entrato nell’appartamento di un maniaco.
La
mia fantasia galoppa quando non dovrebbe, rabbia!
Ho
la lettera in mano, mi blocco qualche secondo, inspiro profondamente; e
respiro, buttando fuori tutta l’anidride carbonica e la tensione accumulata in
questi mesi lontano da lei. Un’altra respirazione completa e sono pronto. Prima
però, passo dal bagno: ho bisogno di uno specchio. Uno specchio con cui possa
cantare. Pochi minuti e sono pronto, davvero!
Respirazione
completa, lettera in mano, e sono davanti alla sua camera! Non sembra si sia
accorta di me! Ma non sarebbe una novità!
Alza
lo sguardo!
“Ciao!”
saluta per circostanza.
Lei
e la sua educazione.
“Ciao
Amy!” dico, inchinandomi.
Quando
i nostri occhi si incrociano, noto del fuoco nei suoi occhi: mi osserva
perplessa.
Mi
sento sotto esame, e io non so quanto valga la pena consegnare questa busta,
che sta bruciando. Mi sento sotto esame, peggio che durante un provino. Quando
sono stato scelto per prestare il volto ad Edward Cullen, ero più rilassato.
Lei
è immobile, seduta dietro la scrivania, mi osserva. Ora i suoi occhi sono
ghiaccio.
Non
voglio distogliere lo sguardo; non voglio confermare la mia vigliaccheria.
Perché abbassare lo sguardo ora, significherebbe uscire sconfitto da una sfida.
“Cosa
vogliamo fare Mr. Pattinson?” probabilmente è stanca di vedere la mia figura
spaesata e ingombrante nel suo regno.
“Vorrei
che tu leggessi questa!” affermo, consegnandole le carte che nel frattempo si
sono congelate.
“Solo
questo?” domanda analizzando la busta con occhio critico.
“Sì!”
sussurro.
“Bene!”
assicura, continuando a fissarmi.
Mi
inchino indietreggiando leggermente prima di voltarmi.
“Ah,
Rob! Quando esci, chiudi la porta!” ordina, aggiungendo un ‘grazie’ di
circostanza.
Lei
e la sua educazione.
Quando
esci, chiudi la porta! Grazie!
Lei
e la sua educazione!
AMY POV
Una
lettera.
Una
lettera consegnata di persona.
Una
lettera consegnata da un inglese.
Il
mio sguardo punta immediatamente verso l’alto. Verso lo scaffale dei miei libri
preferiti. E sono lì, entrambi. Un cognome.
Ritorno
alla lettera. O meglio, alla busta. Non voglio scoprire più dello stretto
necessario. La chiudo in un cassetto.
La
mia gamba destra ha cominciato a tremare; il piede sobbalza a ritmo di musica.
Di una musica che non c’è.
E’
passato un mese da tutto il casino che lui stesso ha creato.
Con
che diritto si presenta a casa mia senza bussare.
Un
minimo di educazione, è chiedere troppo?
Robert Thomas
Pattinson non sorvolare le Alpi, se tieni alla pelle! Sì, può sintetizzare
ottimamente i miei pensieri! Devo
ricordarti le tue stesse parole, Amy?
Non
ti ci mettere anche tu, bastano Miss Bennet e il suo orgoglio a scombussolarmi!
Allora perché
non hai scelto Lizzie per ‘ste scenette!
Oh
cielo, ti prego El! Non sarai gelosa di Lizzie!
No, non sono
gelosa!
Perché
ho l’impressione che stia voltando la testa a braccia incrociate, risentita?
Senza di te, Miss Bennet non ci sarebbe!
Appunto! Non
vedo motivi per essere gelosi per l’eroina di Longbourn!
Ottimo,
eroina del Sussex!
Silenzio!
Ancora
Silenzio!
El,
sei ancora lì?
Dove vuoi che
vada, non ti lascio sola con Follia.
Bene!
Dopotutto,
in questi anni mi sono affezionata a questa originale coscienza. E’ successo
per caso!
Perché
tutto succede per caso, quando vuoi!
Sono
sempre stata una ragazza riservata e ragionevole. Ho sempre analizzato Pro e
Contro di ogni situazione; spesso perdendo occasione e treni che non sono più
ripassati. Per Fortuna!
Poi
in una sera di fine gennaio è arrivato lui, Wenth.
Wenth
ha spalancato le porte a Follia! Lui era il mio Leone, nato sotto il segno del
Taurus, nel quinto mese dell’anno. Lui era il mio leone. Lui era il mio
supereroe, l’idea che fosse il cattivo non mi sfiorò minimamente per molto
tempo. Mai!
Amy
e Wenth vivevano in un posto incantato, molto vicino a Forks, molto vicino a
Pemberley, in una radura.
Wenth
era il suo sorriso nei giorni di pioggia. Vivendo molto vicino a Forks, i suoi
sorrisi erano frequenti.
Wenth
era semplicemente lui.
Wenth
era!
La
mia coscienza, fase Beta, in un giorno di fine ottobre ( molto vicino alla data
del mio compleanno) ha voluto farmi un regalo: social network e biblioteca. E
io le sarò sempre grata per questo duetto.
El
è nata in quel momento: due anni fa!
Senti Miss
Florent, se non leggi quella lettera, ti abbandono! I ricatti non
valgono, lo sai! Nel Sussex valevano! E
anche a Longburn! Tu non mi vuoi bene!
Se ne fossi davvero convinta, non staresti aprendo la celeberrima busta.
Infatti
ho già la lettera tra le mani.
El
e le sue osservazioni!
Coraggio! Non
c’è notte così lunga alla cui fine non risplenda il chiaro mattino!
William
Shakespeare
Se è stata solo
un’esplosione di luce, come l’esplosione di una stella, non troverai nulla al
tuo ritorno. Ma avrai visto un’esplosione di luce. E anche solo per questo ne
sarà valsa la pena.
Paulo Coelho
Ti auguro le
esplosioni di luce che precedono il chiaro mattino!
Con tutto il
cuore!
God bless you!
E’
un addio! Coinciso, come piacciono a me! Senza condizionali, come piacciono a
me! Sincero, diretto!
Come piacciono a
te…
E’
un addio, con quella frase finale!
Se
Wenthworth si è avvicinato molto al bersaglio; Robert ha colpito ancor prima di
Edward Cullen.
D’ ora in poi posterò settimanalmente, ogni MERCOLEDI’.( Che non significa domani, ma mercoledì 24 novembre)
Ringrazio chi continua a leggere e sperando che possa
piacervi anche questo capitolo vi auguro buona lettura.
Capitolo 26 - GodBlessYou
16.30 Due ore dopo la visita di Robert Thomas Pattinson, damerino inglese dei miei stivali!
“Luuuuuucaaaaaaa!” spero
mi senta. “Eccomi Amy!” efficiente come sempre, si presenta
in camera mia. Si presenta in camera mia come solo poche ore fa ha osato
presentarsi quell’inglese che risponde al nome di Rob
Tom Pattz. “Qualche problema?” “Mi tradurresti queste righe?” leggo la lettera e
lui mi ascolta con attenzione. “Cioè, non solo fa in cascamorto con quella
giornalista. No, troppo poco! Rincara la dose baciando quella donna fatta per
essere amata e non giudicata. E non una sera qualsiasi. Ferragosto, poco dopo
San Lorenzo. Poco dopo la sera delle stelle cadenti. Stelle cadenti, desideri
nascosti, desideri avverati, Stelle illuminate. Capisci? Poco dopo San Lorenzo!
E poco importa che le stelle cadenti ci siano anche ad Ottobre, non mi
interessa. Perché è la sera di San Lorenzo ad essere magica. Poco importa che
quest’anno per me sia stato uno schifo. Poco importa che dei cromosomi vaganti
per la galassia abbiano rovinato un anno della mia esistenza! Robert Thomas Pattinson ha rincarato la dose baciando quella donna che
per lui ‘ era solo una collega di set’ la donna ‘ innamorata di Tay’… e adesso scrive queste righe, con che coraggio?” Luca non risponde. Ho detto tutto d’un fiato, come
se fossero confessioni nascoste da troppo tempo. “Io non voglio dare una seconda possibilità! Non
voglio scottarmi una terza volta. Non per persone che non mi meritano. Con
‘persone’ , leggasi Rob Tom Pattz!” Luca mi ascolta, sempre in piedi. Immobile. “Preferisco Andrea! Preferisco Amy Florent! Capisci? Preferisco Amy Florent
a Robert Thomas Pattinson!” riprendo fiato. “Lo sai che hai il mio appoggio, qualunque sia la
tua scelta! Ti ho fatto una promessa!” mi rassicura con il secondo sorriso. “E
qualora servisse, sono pronto a confermarla qui e ora!” continua,
accarezzandomi. “Quindi ti accompagno a Milano, e porterai questa lettera!”
afferma prendendo in mano una busta già intestata. La risposta. “Chiamo Marta e
andiamo!” “Grazie!” “E di che?” “Di essere il mio gemello, Endymion!” “Grazie a te, per aver protetto la mia Serenity, Mercury!” “Dovere!” “Anche per me! Semplice dovere, Amy!” e mi lascia
così, chiudendo la porta.
La Sailor dai capelli blu mi osserva dall’altezza
del secondo scaffale sopra il mio letto. Sembra sia divertita dalla scenetta a
cui ha appena assistito. Mizuno, Mizuno, che dovrei fare secondo te? Forse potrei… ma sì! Ho ancora ventuno anni; le paladine sono
tornate di moda; perché non provare? Smalto blu, vieni a me!! Che il vortice acquatico,
risplenda! Tu che ne pensi, El? Che sei un’ over
venti solo sulla carta d’identità. Dimentichi la Patente B! Comunque ho solo imparato
a sognare, e forse sto sognando tutto quanto. Magari un cavallo bianco. Forse, per cui… perché
non rischiare? Vortice acquatico, risplendi! Per favore!
“Ehi, sei arrivata finalmente! Ti stiamo
aspettando da un decennio!” è Marta. Questo è il benvenuto nella mia macchina.
Spero non pretenda anche le scuse. “Scusami, bionda!” dico comunque. Scuse per
essermi fatta aspettare. Devo darle ragione: un decennio è troppo, metà delle
nostre vite. Ha passato metà della sua esistenza ad aspettarmi. Le scuse sono
il minimo. Che poi dieci anni siano in realtà dieci minuti è un dettaglio di
poco conto. “Guarda che sono qui perché me lo ha chiesto Endymion! Sai cosa penso di questa situazione!” “Lo so, grazie Venus!” “Ragazze!” Luca ci richiama all’ordine, almeno
questo dovrebbe essere l’intento. “Prego, Mercury!”
ribatte Marta rimettendosi a sedere. “Non so se temere più la vostra passione per Jane;
o stare in guardia dalle paladine della giustizia!” Luca è spaventato, da cosa
lo sia non riesco proprio a capirlo. “Oh cielo!” un’altra esclamazione di
perfetta indifferenza. “Come ti sei vestita?” il suo sguardo stupito si
riflette nello specchietto retrovisore. “Su Luca, anch’io oggi ho scelto lo smalto giallo
e la gonna arancio canarino! Non ti piacciono i miei guanti bianchi?”
interviene Marta, cercando di tranquillizzare un ragazzo che in cinque minuti è
passato dal rosa carne al rosso peperone. “No, vi prego! Non…” “Siamo le paladine della giustizia, siamo le
guerriere che vestono alla marinara…e siamo venute
fin qui per punire Rob… in nome della Luna!”
LUCA POV
Oh no! Perché a me? Fortunatamente la macchina è
troppo piccola per inscenare anche il balletto di presentazione. Ripeto, perché
a me? Fino a ieri la mia sorellina era così giudiziosa,
cosa ne è stato di El? Dov’è quella Amy Florent tanto giudiziosa? Non che Marta oggi sia Marta. Cioè, la gonna le
sta d’incanto, ma lei starebbe bene con qualsiasi vestito. Cioè, dove sono le
mie donne? Paladine… “Bene, mi armerò di rose!” mi armerò di rose? Ma?
E i miei ventuno anni? “Ti amo anche per questo, Luca!” Martaaaa. Queste ragazze stanno impazzendo. “Ti dona
l’azzurro lo sai, Amy?” continua senza notare il mio lieve rossore. “Hai visto lo smalto?” sembrano bambine delle
medie durante un pigiama party. Ora che ci penso le guerriere frequentavano la
seconda media. Vabbè… “Siamo arrivati! Puniamo Rob
in nome della Luna, Mercurio,Venere e l’intero pianeta solare; e andiamo via!”
sono rassegnato. “Torniamo presto, dearling!”
promette Marta, baciandomi! “Attenta alla catena!” “Lo sai che la catena dell’amore è solo per te!”
un altro bacio, e mi lasciano in macchina. Ah già! “Marta!” si volta stupita. “Rosa!” sorride
e mi saluta.
Siamo uno più pazzo dell’altra. Sarà meglio
seguirle. Mantello nero, vieni a me!!
MARTA POV
Non so perché io, Marta, sia a Milano. Non so
perché stia girando in piazza Duomo con una gonna arancio-canarino. Non so
perché la ragazza davanti abbia scelto una gonna blu mare. Però mi sto divertendo. E’ come se in un giorno
fossi tornata ad avere dieci anni. Anzi, nessuna di noi aveva ancora raggiunto
i dieci anni di vita quando le stelle ci mandavano messaggi top secret.
“Ti invidio Marta!” Amy? “Ti invidio!” ripete
bloccandosi di colpo. Per poco non ci scontriamo. “Cosa stai blaterando? Cosa mi invidi? Tu hai
tutto! Il fratello che tutti vorrebbero avere! Una sorella meravigliosa! Robert
Pattinson, e non un ragazzo qualunque, è in Italia
per te! Io sono conciata in questo modo, per te!” “Robert, chi è davvero? Non è nessuno!” “Ma per te è tutto! Credi che saresti qui se fosse
altrimenti?” “Tuo padre non ti ha abbandonato!” urla tra le
lacrime. Urla, e il mio tempo si ferma. Il tempo si ferma
ed è come se cadessi nel vuoto. Sento solo il suo eco; i suoi pugni e le sue
lacrime! “Tuo padre non ti ha mai lasciato!” ripete,
singhiozzando. “Basta Florent!” ordino,
facendo partire uno schiaffo che si posa sulla guancia destra di Amy. “Quando
non sai cosa dire, stai zitta!” adesso tocca a me trattenere a stento le
lacrime. Mi fissa, almeno lei ha smesso di piangere. “Nel
paesino sono rimaste quattro anime, le più pettegole! Prima di partire gli ho
portato tre rose bianche! Perché credi abbia lasciato quel paesino sperduto?
Non ho visitato Parigi solo per Luca! Ho scelto di partire perchè
rimanere non…” le lacrime scorrono incontrollate
ormai. Rimanere non mi avrebbe riportato papà. “Tuo padre è qui, Marta! Mettitelo in quella
testa!” e sento il pugno di Amy colpire delicatamente il petto. “Come Antonio,
come tutti!” “Tuo nonno!” sussurro. “Sì, mio nonno!” conferma. “E lo zio!” aggiunge. Lo zio! Come dimenticare il narratore. “Senti Mizuno! Il tuo vortice acquatico risplende
sempre, mi stai facendo piangere più in questi mesi che in ventidue anni di
vita!” “Beh, andiamo! Abbiamo una persona da punire nel
nome del Sistema Solare!” “Sì, andiamo! Ma ricorda: non piangere per nessun
uomo, mai più! Non permettergli di rubarti il sorriso! Altrimenti il fascio di luce… !” “Grazie, Venus!” “Dovere, Mercury!”
AMY POV
Eccoci al momento della verità! Se sarà la fine o un nuovo inizio lo saprò oggi.
Devo solo superare un ultimo ostacolo, insignificante.
“Marta, secondo te posso chiedere di Robert senza
scatenare i media?” “Quanto è vero che si possa chiedere di Endymion senza scatenare l’interesse delle Tenebre!”
risponde. “Con Luca non ho di questi problemi!” conclude. “Il monosillabo affermativo sarebbe stato troppo
semplice?” noto, divertita. “Cioè, non che tu non utilizza perifrasi infinite
per dire ‘sì’!” ribatte, ancor più divertita. “Marta 1 Amy 0!” concludo. “Brava Florent!”
Lo squillo di un cellulare mi riporta a Milano. E’
un SMS. Per tutte le rose dai mille colori, datevi una mossa… altrimenti entro dalla finestra del terzo piano! M.
Luca.. Perché mi sono ficcata in questo piano? E’ quello
sbagliato! Il fuoco e il fulmine quando servono sono
irraggiungibili. Rabbia! Amy, ti faccio una proposta. Se entro un’ora
usciamo da questo hotel, io torno nel Sussex,
recupero Ferrars e parto per le Hawaii! Però
spicciati!
“Buongiorno, sto cercando MrPattinson! Mi potrebbe indicare la camera?” “Ecco la seconda tessera! E’ sua! La sta aspettando!” Mi sta aspettando? Tutta questa mise-en-scène per uno che mi sta aspettando? Due addii in una giornata sono troppi!
Mi volto verso Marta che, in compagnia di Luca ( è
sempre stato presente quel ragazzo, adorabile), alza il pollice. Chiudo gli
occhi pochi secondi. Secondi di raccoglimento.
Bolle di Nebbia, Azione Congelante, Vortice
Acquatico, Cetra di Mercurio, MercuryPower… vi chiedo un ultimo sforzo. Tornate a me un’ultima
volta!
Mi volto verso Luca, lui sorride mostrando una
rosa rossa. Una rosa per crescere ha sempre bisogno d’acqua.
Anche se per fare tutto ci vuole un fiore. Un fiore non cresce senza acqua. Ma sto divagando.
Ho la busta in mano. Una busta che grazie
all’azione congelante è ghiaccio. Perché io sono più professionale di quanto la
mia uniforme lasci supporre. MercuryPower…
“Robert! Scusami!” sono le uniche parole che
riesco a dire. “Sei arrivata davvero!” il suo passo è deciso. Più
deciso di quanto ricordassi. “Scusami!” ripeto. Ho paura. Ho paura che tutto
questo sia solo una scena già vista. “Ti rendi conto di quanto mi hai fatto aspettare!”
mi lascio cullare tra le sue braccia, la sua presa è forte ma dolce. “Rob!” “Mi piace il mio nome sussurrato da te!” mi bacia
delicatamente la fronte, e io stringo maggiormente la presa. “Sei solo uno stupido maschio!” complimenti Amy,
il soggiorno a Parigi non ti ha insegnato proprio niente. “Ti stavo perdendo! Non posso che darti ragione!”
altro bacio. “Miss Florent!” mi piace il mio cognome
detto da lui. “Devi leggere la mia risposta, Rob!”
e gli lascio la busta sulla scrivania o comunque su quella che dovrebbe essere
una scrivania. “Vuoi restare?” domanda quando ormai ho aperto la
porta, pronta per andarmene. “No!” e declinando l’invito lo lascio immobile in
mezzo alla camera.
E poi lo qualifichi stupido maschio!
Stupida, eh?
Qualche
giorno fa ho avuto l’idea di raccogliere tutti i sogni di questi ultimi anni, così
è nata una OS su Robert Thomas Pattinson.
Eccomi
pronta per l’aggiornamento settimanale.. ho deciso di anticipare perché domani
non so quando riuscirò a tornare a casa. Il film di Harry mi aspetta, e io non
ho intenzione di farlo attendere più del necessario J. Sono cresciuta con quel mago. Ho già preparato i
fazzolettini perché mi commuoverò. Piangerò come ho pianto per Cedric e per Silente. Finirà la saga con la quale sono
cresciuta! Fortunatamente è stato diviso in due parti. ( Fatemi credere che sia
stato fatto per rendere giustizia al libro e non per business) Comunque
tornando al Twilight Cast.. tra un anno avremo visto
tutti la prima parte di BreakingDawn
( leggete le opinioni di “Harry Potter e i doni della morte”) J Comunque, essendo domani immersa nel mondo di Hogwarts, eccomi pronta oggi ad aggiornare il mondo di Amy
e Luca.
Ringrazio
chi ha aggiunto questa FF tra le seguite, qualsiasi tipo di recensione sarà ben
accetta. Ringrazio chi continua a leggere in silenzio ( ho notato che vi è
piaciuto particolarmente G.B.Y. mi chiedo il motivo
chissà ;) )
Quanto
segue è stato scritto in uno stato d’animo particolare, ho voluto rendere
omaggio alle persone che più sono legate ad Alessia e Antonio. Spero che
possiate provare anche solo un terzo di quello che ho provato io scrivendo di
Miss Florent.
Non
voglio dilungarmi maggiormente, buona lettura.
Capitolo
27 – Buonanotte, sogni dorati…
E’ passata una settimana da quando ho
incontrato Robert Thomas Pattinson damerino dei miei
stivali.
Sono sette giorni che non ci vediamo.
E forse è meglio sia così.
Oggi Luca ha proposto un giro in
macchina senza meta perché ‘ così non penso al damerino privo di orgoglio’!
Come potevo non accettare?
Specialmente se si prospetta un pranzo
da Mc?
Hemingway
dei
Negrita risuona nella macchina quando il mio
cellulare squilla senza sosta. Qualcuno sta chiamando. Rispondo.
“Amy,
è partita!”
un attimo di pausa “Amy, ha deciso di
partire!” Laura non aggiunge altro.
Nonna. Il primo pensiero va a lei.
Quando? Come? Perché così?
“Lau, vai
dalla nonna!”
“E
dove sono secondo te! Sono arrivata appena ho saputo! Mamma mi ha chiamato da
scuola e sono corsa qui!” Laura non sta respirando. “Luca è con te?”
“Sì, tranquilla! Sono con Luca!
Arriviamo appena possibile!”
“Bene,
io resto qui!” e chiude la conversazione.
Dal mio sguardo Luca intuisce che
qualcosa non va. Inversione e accelera! Dieci minuti dopo siamo dalla nonna.
Ad aprirci è la mamma, che sta parlando
al cellulare, furiosa. Laura è seduta sul divano con le mani in mano, persa in
chissà quali pensieri. Nonna non riesce a stare ferma. Nonna ha cappello e
cappotto, pronta per uscire. In lacrime.
Luca mi sussurra qualcosa che non sento.
Annuisco automaticamente. E siamo sole. Io e Laura.
Mi dirigo, senza dire una parola, alla
finestra. Osservo fuori! Osservo fuori e…
Estate,
1994!
E’
tardi! E’ tardi per una bambina di sei anni. E poco importa che sia Agosto. E’
tardi, e devo andare a dormire. Lo spettacolo delle ombre cinesi è finito da
parecchio. Siamo tutti seduti. Chi sul divano, chi in poltrona, chi sulle
sedie. Siamo in molti. Agosto è sempre il mese delle rimpatriate. L’estate è
sempre la stagione migliore per me. Siamo sempre tutti insieme.
Ma
è tardi, io devo salutare tutti e andare a dormire. Quando sono a metà scala
sento lei: “Buonanotte,
sogni dorati, e domattina corse sui prati!” Mi
fermo.
E’
seduta tra lo zio e la nonna. Le sorrido e saluto con la mano.
Sento una mano sulla spalla. Mi limito a
stringerla. Osservo fuori e sorrido.
Gli occhi di Laura sono su di me,
comprensivi. Come se avessero intuito il mio ricordo. Aumenta la presa e
sorride, con me.
Ho bisogno di caffeina. Non voglio
perdermi nella valle di lacrime. Mi dirigo verso la cucina, e cerco il caffè.
Nonna, dove tieni il caffè? Dov’è quel liquido scuro che tante volte mi ha
salvato? Dov’è la caffettiera?
“Mamma ha saputo tutto per caso! A
scuola! Nonna ha saputo per caso! Nonna ha saputo tutto per caso. Non oso
immaginare se…” afferma Laura, sedendosi al posto che
era del nonno, e indicandomi la caffettiera.
“Cooooome?
Come sarebbe a dire ‘ sapere per caso’! Come è possibile che la nonna abbia
saputo per caso che…” sto alzando la voce. La
caffettiera rimane in un equilibrio instabile: troppo nervosa. Sono troppo
nervosa per continuare con quel tocco di obiettività che servirebbe.
“Sì! Proprio così!” conferma. “La nonna
aveva già le valigie sul letto. Pronta per partire. E invece…”
“Sarò io a partire!” concludo per lei, e
accendo il gas.
“Purtroppo sai che non può essere rimandato!”
Laura sa quanto mi costa questa scelta. Sa, anche se per tutti è stato un
fulmine a ciel sereno.
“Nella sfortuna la fortuna!” affermo,
tentando un sorriso. “Non oso immaginare se la nonna fosse stata già sul
treno!”
“Già!” un attimo di pausa “Salute,
sorellina!”
“A noi!” simulo un brindisi con la tazzina di
caffè. Sorridendo.
Un’ora dopo Luca e la nonna sono in
sala. Furiosi. Nonna è un fiume in piena, fortunatamente! Parla, in lacrime. Ma
parla. In lacrime, ma è riuscita a sfogarsi.
Guardo Luca perplessa e lui scuote la
testa. Non dovrei preoccuparmi. Continuo a fissare Luca preoccupata; dopo un
sospiro cede. Racconta.
LUCA
POV
Questa casa è come la ricordavo. Terzo
piano, la porta a sinistra dell’ascensore, con la targa ‘doppio cognome’.Il corridoio è stretto, ci sono due porte
aperte e la nonna si dirige con la mamma verso la seconda. Io mi fermo in
salotto, davanti al balcone, e subito vedo due persone che osservano un punto
ben preciso molto più in basso. Dall’altra parte della strada sta passando una
processione, non una processione con Santo protagonista. Ci sono bambini di
bianco vestiti; e bambine con velo in testa. E’ una Prima Comunione. La nostra
Prima Comunione. La sua Prima Comunione.
Amy, da allora, ha continuato ad alzare
lo sguardo verso questo piano.
Ogni volta che va a trovare la nonna, e
passa da quel punto, alza lo sguardo verso questo piano.
Sono dodici anni che Amy alza lo sguardo
verso questo balcone.
Due giorni fa, mi ha chiamato
entusiasta. “Si riesce a vedere il quadro di famiglia, Luca! Erano secoli che
non riuscivo a notarlo!” ma l’entusiasmo si spense subito dopo. “Luca, dimmi
che non succederà!”
Ora da questo balcone ci sono io; ed e’
incredibile, assurdo, impossibile!
Sembra sia un film invece siamo nella
realtà. Sembra un film tragi-comico, invece è l’assurda realtà.
Quattro persone adulte sedute, chi sul
divano, chi in poltrona, chi sulle sedie, non fanno altro che urlare. Quando
non si dovrebbe aprire bocca, quattro persone urlano. Contro mia nonna. La
nonna, che ora è con sua sorella nella camera a fianco. Fulmino con lo sguardo
il sessantenne che sta inveendo con termini irripetibili contro la nonna. Non
ho parole.
La sua voce continua a risuonare nella
casa, in lacrime. Ma non sta parlando con loro. Non sta ascoltando nessuno di
loro. I due sessantenni sono sconcertati; io sono sconvolto. Due persone adulte
inveiscono come due scaricatori di porto. Senza offesa per gli scaricatori di
porto.
La nonna, se avesse avuto notizie anche
solo un’ora dopo, sarebbe già stata in viaggio per Padova. Incredibile,
assurdo, ma vero! Ha scoperto tutto per caso, lei! E cosa stanno sentendo le mie orecchie? Termini irritanti e
offensivi.
“Potreste capire il momento voialtri!” è
la mamma a prendere la parola. Senza essere ascoltata.
“POSSIAMO FINIRLA!!” e improvvisamente
il silenzio scende come scese sulla camera di Jane e Micheal
dopo il ‘Insomma avete finito?’ di Mary Poppins.
“Grazie!” e mi risiedo.
AMY
POV
Hanno osato insultare la nonna? Hanno
criticato la nonna? Cioè, forse non ho capito bene. Due ultra sessantenni
troppo in là con gli anni hanno criticato una donna che li supera in saggezza?
“Luca, hanno…”
non ho bisogno di continuare.
“No, non ti preoccupare! Nonna non ha
calcolato nessuno! Ha parlato solo con la zia!” il mio sguardo punta sulla
donna seduta in poltrona che annuisce con la testa. Una donna incredibilmente
forte.
Perché la nonna è sempre stata forte,
per me! E per tutte le persone che ha incontrato nella sua vita. Il nonno si è
innamorato del suo sorriso. E il sorriso che ha nelle foto che la ritraggono
insieme al nonno, è uno dei migliori che io abbia mai visto.
E’ forte mia nonna! Perché ha superato
tutto! Perché ha sempre affrontato la vita con il sorriso sulle labbra. Perché
mi ha sempre chiesto di sorridere, per me!
Lei e la zia sono universalmente
riconosciute come donne uniche. Le maestre di un paese intero.
“Avevo pronte le valigie Amy!” è la
prima frase che le sento dire. “Ero pronta per Padova e invece…”
un sospiro. “Devi andare tu, per oggi!” cerca, riuscendoci, di trattenere le
lacrime.
“Ovviamente!” rispondo abbracciandola.
E’ forte questa donna. La più forte che
abbia mai conosciuto. Nonostante continui a ripetere che la forza è altro. Per
me la forza è lei.
Perché come disse Morrison, non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha
la forza di rialzarsi!
E lei si è rialzata!
Venti anni fa; quando non volevo vederla
in un letto di ospedale. Perché venti anni fa ha iniziato una crociera dalla
quale è uscita vittoriosa.
Undici anni fa; quando non è riuscita ad
accompagnare il fratello in un viaggio. Perché nonostante tutto lo ha
accompagnato nel viaggio migliore del mondo.
Due anni fa; quando il nonno ha lasciato
baracche e burattini. Perché sono state sue le ultime braccia che ha visto.
E ora. Lei si rialzerà ancora una volta.
Perché il suo compito qui non è finito. Perché è anche grazie a lei che la
mamma ha ritrovato il coraggio.
Torno a casa verso le due del
pomeriggio. Luca mi accompagna a casa, mentre Laura rimane dalla nonna.
E’ così strano crederci, eppure è
successo: la zia è partita. La zia ha deciso di partire!
La zia ha deciso di partire e io, tra
poco meno di tre ore dovrò essere sul treno, direzione Padova!
E’ così strano crederci, eppure è
successo: il nome della zia è scritto ovunque!
E’ successo, ed io non riesco ancora a
realizzarlo. E’ quando vedo il mio diario che mi viene in mente. Chiamo Luca. E
lui è subito in camera mia.
“Luca, potrei chiederti un favore?”
chiedo fissandolo negli occhi.
“Quello che vuoi!” risponde sedendosi
sul letto accanto a me.
“Domani non ci sarò, non potrò esserci!”
mi fermo, non riesco a realizzare quello che sta succedendo e che succederà.
“Non potrò esserci…” è inutile, non riesco a
continuare.
“Vieni qui!” mi tira a sé. Ascolto così
il battito del suo cuore, calmo e regolare. “Tranquilla, ci sarò io per
entrambi! Ci sarò io, e farò quello che tu mi chiederai!”
Rimaniamo in silenzio per qualche
minuto. L’abbraccio del mio fratellone è unico. Riesce a tranquillizzarmi anche
durante la tempesta.
“Vorrei…”
riprendo, prendendo un foglio sulla scrivania. “Vorrei che domani tu
consegnassi questo biglietto alla zia!”
“Ok, lo farò!” promette. “Fatti
abbracciare come si deve!” allarga le braccia e io mi lascio avvolgere.
LUCA
POV
Amy è partita. Amy domani non ci sarà.
Ci sarò io, anche per lei. Ci sarò io, e le consegnerò questo biglietto.
Perché ho fatto una promessa alla mia
sorellina. Prendo il cellulare e compongo un numero, mettendomi in attesa.
Dopo il terzo squillo rispondono.
“Ehi Lu!”
“Quest’estate dovremo bussare il doppio
a quella porta!”
“No!”
“Sì!”
“Ed Amy?”
“Amy domani non ci sarà!”
“Dove la trovo?”
“A Padova fino a sabato!”
“Domani ci sarò io con te!” promette.
“Ti amo, Lu!”
“Ogni giorno di più!” ribadisco, saluta
e riattacco.
Amo Marta anche per questo: lei c’è
sempre! Con lei non ho bisogno di chiedere!
Lei conosce Amy come una sorella.
Lei è cresciuta con Amy.
Lei conosce Ricardo.
Lei è Marta.
Ed io la amo!
Ho ancora il biglietto tra le mani!
Lo leggo, e sorrido!
E’ il loro saluto.
Buonanotte,
sogni dorati, e domattina corse sui prati!
Amy
Buonanotte zia!
A domani!
AMY
POV
Milano
C.le! Fermata Milano C.le!
Tre giorni dopo!
Bentornata
alla Realtà, Florent!
Negli ultimi giorni c’è un
sogno che mi perseguita! Così ho voluto dedicargli una OS. Se volete saperne di
piùBLU ELETTRICO!
A differenza di INCONTRO IN PISCINA
cambia il protagonista maschile.
Buongiorno,
ecco a voi un capitolo fresco fresco. Prima di lasciarvi alla lettura vorrei
ricordarvi un Missing Moment raccontato da Luca.. Buon viaggio,
zia!Si saprà a cosa Amy ha dovuto rinunciare...
Buona
lettura!
Capitolo
28 – Arrivi e Partenze
Milano
C.le! Prossima fermata Milano C.le! Si avvisano i signori viaggiatori che è
vietato aprire le porte prima del completo arresto del treno.
La voce metallica robotica mi fa aprire
gli occhi. Non ricordo quando mi sono addormentata, probabilmente poco dopo
Peschiera! Quasi subito, quindi. E l’i-pod mi ha aiutato a prendere sonno. Il
treno, come la macchina, ha quel certo non so che di rilassante.
Grazie
per aver scelto di viaggiare con Trenitalia.
La voce metallica ringrazia per una
scelta non possibile. Ci sono altre compagnie? ( Probabilmente una tedesca)
Siamo obbligati a scegliere la nostra. Trenitalia, la compagnia che i Florent
amano più di loro stessi. Se non voglio rimanere qui dovrei prendere la
valigia: non ha le gambe, devo muovere le mie. Non c’è Luca, devo prendere io
il mio bagaglio, privo di marmo. Luca, marmo...
L’ultima volta che ho preso un treno ero
con Luca. L’ultima volta che ho preso un treno, Robert era ancora nella mia
vita.
L’ultima volta che ho preso un treno era
Maggio, tornavo dalla Calabria, e avevo appena perso mio padre.
Oggi, ciò che successe a Maggio, il mese
del Taurus, rimane un lontano ricordo. Come un sogno. Sembra, ma non è ( no,
quale talco). Maggio è stato vissuto. E’ stato realtà. Dalla creperie allo
sguardo di papà; da Robert a Thomas fino a Pattinson; dal marmo al legno di
pino. Tutto! Maggio è stato realtà.
Oggi, torno da Padova. Io credo nelle
coincidenze che coincidenze non sono. Non può essere un caso che, in questi
giorni, abbia visitato la città di Sant’Antonio. La città in cui morì
Sant’Antonio, perché Antonio era portoghese, di Lisbona.
Antonio, nome molto comune nella mia
famiglia. E nelle persone con cui sono entrata in contatto durante questi
ventidue anni. Ultimi anni.
Oggi, torno da Padova. Ieri nonna è
andata a porgere i suoi saluti alla sorella. Io purtroppo non ci sono riuscita.
Sono sicura però che Luca lo abbia fatto per entrambi consegnandole il
biglietto. E sono altrettanto sicura che Marta gli sia stata vicino anche per
me.
Oggi non ho preso il treno con Luca. Non
c’è marmo né legno nella mia valigia. Robert non c’è, di papà nessuna notizia.
Non c’è Luca a prendere le valigie oggi.
Oggi, è Luca l’unico grande uomo presente nella mia vita.
Dal mio binario intravedo un TGV. Tra
pochi minuti partirà verso la capitale francese. E’ simpatico! Se penso al vero
motivo per cui arrivai nella città della Senna, se penso all’espressione che
feci poco prima di poggiare il piede in una stazione quasi deserta; se penso
che... Mi viene solo da ridere.
Ho visitato Parigi sotto ricatto. Un
ricatto a dir poco vergognoso di papà. Ma avrei creduto che quel ricatto
avrebbe segnato l’inizio di una grande e misteriosa avventura. Mai avrei
creduto che quel ricatto sarebbe stato l’ultimo discorso avuto con papà; o che
Olivier Florent avrebbe seguito suo padre.
Ho visitato Parigi sotto ricatto.
Non sopporto le code per un taxi! Sono
qui da venti minuti e ancora nessun segno di vita. Alessio, il nostro tassista
di fiducia, non è ancora arrivato. Alessio, lo Stregatto!
E’ lui che riaccompagnò me e Luca quel
giorno di Maggio. E’ lui che Luca fulminò perché mi sorrise.
Ale! Come Alessia! Alessia! Come me!
“Ehilà!Bentornata!” saluta aiutandomi con l’unico bagaglio che ho portato.
“Ultima settimana?” si informa, aprendomi la portiera.
Annuisco sorridendo. “Fortunatamente!
Non ne potevo più!” certo, è solo la mia prima settimana. Mi è costata un
saluto però. “Tre giorni infiniti Ale!”
“Immagino Amy! Posso solo immaginare!”
forse. “Non sai quanto mi dispiace!”
“Beh dai, tra arrivi e partenze, voi
guadagnate!” ribatto sorridendo, sperando di far cadere il discorso.
Alessio mi osserva dallo specchietto
retrovisore. Accende il motore, immergendoci così per le vie di Milano.
Durante il viaggio parliamo di cronaca,
di serie televisive, di diete, di lavoro. Scopro così che è sposato con una donna
non proprio slanciata; che è lui il domestico; e che poche sere fa ha mangiato
zucchine con dado vegetale. Cena che non consiglia ( e non voglio) provare.
E’ una delle migliori conversazioni che
ho avuto con un tassista: NON abbiamo parlato del tempo. Non abbiamo parlato
della pioggia che visita da giorni queste zone. Forse qualcuno è triste. Mi
viene da pensare inconsciamente. Forse
qualcuno è triste. Non parlo con El da tre giorni. Forse sono guarita dalla
follia. Forse qualcuno è triste. Piove,
perché qualcuno è triste.
“Hai detto qualcosa?” si informa
sorpreso Alessio.
“Io? No, assolutamente!” rispondo
cercando i quaranta euro della corsa.
“Per te faccio trentacinque!” con un
tono che non vuole discussioni, e restituendomi cinque euro spegne il motore.
“Salutami Luca!” conclude, prima di
restituirmi anche la valigia.
“Sarà fatto!” gli sorrido, ricordando il
loro non-discorso di un pomeriggio di mezzo Maggio.
Oggi, non c’è Wenth all’ingresso. Eppure
è il mio vicino. Abita ad un palazzo di distanza. Maggio non è mai stato così
lontano. Un tempo passato, sorrido.
Bentornata
nella realtà, Florent!
Bentornata a casa, El!
Dopo aver abbandonato la valigia
nell’anticamera e aver lavato le mani con abbondante sapone; immergo la
testanel frigo alla ricerca di qualche
stuzzichino: i viaggi in treno mettono fame. Sulla penisola marmorea c’è un
biglietto, lo leggo mentre preparo un toast al volo.
13
Novembre
Bentornata
a casa sorellina! Padova cosa racconta?
Nelfrigo della dispensa c’è il miglior ingrediente
per rendere un toast fantastico. I viaggi in treno mettono fame. E uno
stuzzicante toast è un ottimo spuntino. Mc non può vivere solo grazie a noi.
Buon
pranzo, Marika!
A
stasera o domani!
Marco
Ps:
missione compiuta!
Frigo dispensa: mi illumino alla vista
di quel vasetto pieno di condimento. Adoro i gemelli!
Il suono della piastra mi avvisa che il
panino è pronto, aggiungo il farci toast, vassoio, tovaglioli, ed e può essere
servito. Bicchiere di aranciata e lo spuntino è completo. Ha ragione: non di
solo Mc si può vivere. Anche se è lui il primo a proporre.
Dopo aver ordinato la cucina, decido
che, forse, è il caso di svuotare la valigia. E’ stata l’ultima settimana a
Padova, non posso lasciarla sotto il letto.
In camera, sul mio letto, trovo un altro
biglietto. Sembra stia vivendo i tre
giorni del biglietto giusto cielo!
13
Novembre
Sorellina!
Padova cosa dice?
Hai
rivisto Francesco? Beh comunque...
Vado
da George! Avrei dovuto partire tre giorni fa per il weekend ma... vabbè comunque...
non starò lontana un anno stavolta! Stammi bene sorellina!
Lau
Ps:
Pensi che Luca si sposerà entro i prossimi anni? Sai, a volte vorrei che non
fosse nostro fratello! Sospiro sognante!
P.PS:
sapendo che concordi e condividi, meglio che chiuda qui. Non vorrei che George
possa pensar male...
Besitos!
Come se George potesse leggere questo
biglietto Lau, e rido da sola!
A volte invidio Marta con tutta me
stessa. Chissà se si rende conto della fortuna che ha avuto. E’ la migliore
cognata che avessi potuto chiedere, anche se Luca non si sposerà entro i
prossimi anni.
A volte invidio mia cognata. Sana
invidia, ma sempre invidia.
Perché sto pensando da sola, senza
contraddizioni? El?
Luca
è fantastico Amy! Se non ci fosse Edduccio...
Ehi, calmati! Fermati! Non puoi parlare
così di mio fratello!
Ehi
calmati! Non sei Marta: non puoi essere gelosa!
El 1 Amy 0 ! Palla al centro. E la
camera è diventata uno splendore: Luca fa più effetto dello zucchero. Amy Florent, quando non sai cosa dire...
Supercalifragistichespiralidoso! AMY
FLORENT, torniamo serie!
Okay! Mercury Power! E cerco
concentrazione come una Miko davanti al fuoco. Amy, la Miko di un santuario,
protetta da Mercurio. E’ una contraddizione ma... Concentrazione!
La camera è diventata uno splendore
grazie a me! E ora, relax!
Uno shampoo dopo qualcuno citofona.
Qualcuno suona alla porta. Questa volta, prima di aprire controllo dall’occhio
magico. Le esperienze serviranno pur a qualcosa, no?
“Ciao!” saluta, entrando senza aspettare
l’invito. “Disturbo?”
“No! Accomodati pure in salotto! Arrivo
subito!” mi allontano velocemente sperando che non noti come sono vestita.
“Dammi cinque minuti!” continuo, gesticolando in preda alla confusione.
Ride di gusto. Si toglie il capotto nero
continuando a fissarmi. “Ti aspetto in sala! A dopo!” e sempre ridendo prende
posto sul divano. Si tuffa sul divano. Rimango immobile, in mezzo al corridoio
per due minuti, prima di riprendermi. Cosa ci fa qui? Cosa ci fa qui, lui?
L’orologio della cucina indica le sei.
L’orologio della camera segna le cinque e un quarto. Il mio orologio è convinto
siano le due del pomeriggio da tre giorni.
Benevenuti a casa Florent! Troverete
tanti orologi quanto sono i fuso orari. In casa Florent saprete le ore di New
York e Buenos Aires, rimanendo in Italia. Stop!
Torno in sala con un vassoio e due
tazzine di caffè. Mi accoglie con un sorriso. Quel sorriso, così...
“Buongiorno! Come va?” come va? Mi
chiede come sto! Sempre sorridendo, conosce il mio punto debole.
“Bene!” rispondo senza guardarlo.
“Zucchero?” domando.
“Due!” annuisce ringraziando.
Quanto è bello! E’ migliore di quanto
ricordassi!
Indossa un maglione verde e una camicia
viola. Da quando questi colori possono stare insieme? Sarò io a non sapermi
vestire?
I capelli oggi sono domati da qualche
kilo di gel, i ricci sono definiti in modo fantastico ( riuscissi a definirli
io in quel modo). Continua a fissarmi come se fosse sorpreso di qualcosa.
“Amy! Stai bene?”
“Sì!” se mi guardi in questo modo non
posso stare male. Fingo un brindisi e sorseggio il liquido scuro.
Parliamo di tutto e di niente. Di niente
e di tutto.
Il vassoio è in equilibro instabile,
colgo l’occasione per riportarlo in cucina; distogliendo così l’attenzione da
quegli occhi profondi. Mi alzo ed esco dalla sala. Sotto il suo sguardo
attento.
Lavo le tazze cercando di allontanare la
sua immagine.
Sento due mani cingermi i fianchi e il
suo respiro tra i capelli. Mi volta verso di lui: il suo sguardo è nuovamente
su di me.
Buonasera! Ecco a voi un nuovo capitolo.
Ringraziando chi mi ha aggiunto tra le seguite, da ricordare e preferite vi
lascio subito alla lettura.. fatemi sapere cosa ne pensate..
Alex
Capitolo
29 – Caffè, Andrea e…
Caffè: invade casa. L’olfatto risveglia
così tutti i miei sensi. L’odore del caffè invade casa Florent puntuale come
ogni mattina.
La sveglia bianconera di Snoopy, sul
comodino, segna le 8.30: Luca, da bravo ragazzo quale è ha deciso di non
svegliarmi!
Due sbadigli dopo mi dedico al rituale
della toilette, mi chiudo in bagno senza seguire la scia, e riapro la porta
solo un’ora dopo. Mi presento in cucina con un sorriso che si spegne in pochi
minuti.
“Buongiorno! Finalmente ti si vede in
giro!” e un ragazzo in T-Shirt e jeans si avvicina baciandomi sulla fronte.
“Buon-giorno! Cosa... ci fai...” chiedo
indicando a vuoto.
“Caffè, cacao, colazione! What else?”
ribatte sottolineando l’ovvietà delle sue azioni.
“No! Cosa ci fai alle 8 di mattina a
casa mia!” continuo, cercando di essere più chiara possibile.
“Sono le 9.30!” precisa come sua
abitudine. “E poi ho passato la sera qui!” Ho sentito bene? Ha passato la sera
qui? “Ti ho portato questo libro: conosco la tua passione per quest’uomo...
così, ho colto l’occasione!” si giustifica mostrando una copia di “Tra dovere e desiderio, un romanzo di Mr
Darcy gentiluomo” ! Conosco la tua passione, è dir poco! Lui conosce il mio
tallone d’Achille. Ecco la verità.
“Oh cielo! Oh cielo! Oh cielo!” esclamo
portando le mani davanti alla bocca. “ Oh cielo, Andre! Grazie! Perché hai
aspettato fino ad ora per…” sto precipitandomi in camera per aggiungere il
nuovo acquisto nella libreria ma qualcosa mi blocca. El! Ehi, vai via così?
Fisso qualche secondo la copertina
viola. “Andre?”
“Sì?”
“Sei venuto solo per portarmi il libro?”
domando senza voltarmi.
“Beh, sì! Il libro...”
“Torno subito!” avverto nascondendo il
tono di delusione per quanto possibile. Delusione?
“ Io e la colazione ti aspettiamo in
cucina!” e sento i passi allontanarsi.
Andrea. Ho passato la serata con Andrea.
Lo Charming Prince dagli occhi azzurri. Lo sguardo che ieri mi ha fissato era
così simile... eppure così diverso da quello che conoscevo. Il suo abbraccio è
stato tanto forte da farmi mancare il fiato, eppure così protettivo che...
Siamo
state bene, molto bene, meravigliosamente bene!
Non avrei saputo esprimermi meglio, El!
Grazie!
La colazione, Amy! La colazione!
Oh cielo! La colazione! Andrea in
cucina! Grazie El!
Sono
qui per questo, Miss Occhi sognanti! Andrea, se non ci fosse Edduccio...
ELINOR! Basta!
Ok,
ho fame!
Idem!
El sembra abbia cambiato le sue idee:
segue senza problemi ogni mia scelta. Mi piace!
Pareggio a reti inviolate! O goleada per
gli english gentlemen!
“Eccoti! Temevo fossi scappata da casa
tua!” scherza Andrea con la caffettiera in mano. “Sugar, Miss?”
“A little bit, thanks!”
Consumiamo la colazione in un silenzio
inverosimile: così simile al traffico sulla tangenziale nord sud ovest est
milanese. Viviamo il rumore del silenzio. O meglio, io, vivo il rumore del
silenzio. Lui, non so.
Senza che dica nulla, lava le due tazze
e le ripone nel buffet.
“Amy!”
“Sì!”
“Ieri... non ero passato solo per il
libro...!”
“No!”
“No!” ribadisce, serio. “Volevo leggerti
almeno il primo capitolo!” continua, sorpreso dal mio tono. Un tono che ha
sorpreso anche me. La sua ultima frase mi ha fatto illuminare gli occhi.
“Ah... bene! Allora perché non lo hai
fatto? Perché non mi hai letto il libro ieri sera?” dove vuoi arrivare stupido
di un maschio?
“Perché tu sai leggere, e io non potrei
recitare degnamente Mr Darcy!” risponde tranquillamente, come se fosse ovvio.
“Quando non sai cosa dire, stai zitto!
Andre!” rispondo, sospirando. “Stai zitto!” ribadisco accarezzandogli la
guancia con un sorriso beffardo.
“E le tazze devi metterle dentro la
credenza, Fitz!”
Così chiudo un discorso che non ha mai
avuto né capo né coda.
Non sopporto quando El mi lascia senza
possibilità di controbattere.
Qualche ora dopo sono fuori con Andrea.
Non vuole lasciarmi sola tutta la giornata, e io non declino certo un suo invito.
Sarei folle se solo pensassi di rifiutare la sua compagnia.
Andrea è l’unico che riesce a farmi star
bene anche in silenzio. Posso parlare di tutto con lui, senza timori e senza
regole.
Alle due siamo seduti una di fronte all’altro
in un ristorante pizzeria delle vicinanze. Lo stesso ristorante in cui abbiamo
festeggiato la Comunione di Laura. Ricordo che in quell’occasione un cugino
aveva chiesto un sacchetto per conservare gli avanzi. ‘Ho un cane a casa’ ecco
la giustificazione pronta per chi avesse osato chiedere più del dovuto.
Ordiniamo due primi e due secondi.
Pennette panna e radicchio seguiti per me; ravioli con ragù per Andrea;
bistecche ai ferri per entrambi. Abbiamo fame.
Il servizio è efficiente, così dopo un’oretta
siamo già al caffè. E’ divertente: stamattina il suo aroma mi ha svegliato,
credevo ci fosse Luca ma ho trovato Andrea. Ora sono in un ristorante a bere
caffè nuovamente con Andrea.
Andrea, il ragazzo che non reciterebbe
degnamente Mr. Darcy.
Il ragazzo che quando non sa cosa dire,
preferisce la parola al silenzio.
“Amy!” sfiorandomi la mano, aspetta la
mia attenzione. “Hai notizie di tuo padre?” domanda, preoccupato.
“L’ultima volta che ho visto quell’uomo
ero in Calabria. Luca mi spedì una mail allarmante da Milano. Così ho preso il
primo volo dal Charles De Gaulle e
dopo un’ Odissea sono arrivata a Lametia. Volevo riprendere mio padre. Volevo
riprenderlo e invece l’ho lasciato lì. Seduto in un bar, con un cromosoma XX!”
Andrea non interviene. E io continuo.
“Non credo possa riavvicinarsi. Non
credo abbia il coraggio di rifarsi vivo. E’ stato vigliacco fino all’ultimo…
non…” ma due dita premono sulle mie labbra.
“Allora non voltarti!”
“Che cavolo stai…”
“Tuo padre, con il cromosoma XX che continui
a descrivere dettagliatamente!” spiega indicando qualcuno dietro le mie spalle.
“Non scherzare! Non mi piacciono gli
scherzi!” esplodo stringendogli la mano. “Papà non può essere ad Origgio con
l’amante! E’ fuori ogni logica! Certo, le ha trovato lavoro dopo due secondi
qui nelle vicinanze… Ma essere in questo ristorante, ora, no…” la vista confuta
la mia tesi perfetta. Una donna dai capelli rossi, occhi castani mi sta
osservando, sorridente. Un sorriso che evidenzia i suoi denti castoro.
L’uomo brizzolato, sorriso irritante, e
occhi neri; dimostra almeno sessanta anni. Quando invece, ha superato i
cinquanta da un anno.
“Usciamo!” ordina Andrea, comportandosi
esattamente come Marta in un giorno di Maggio.
“NO! Non esco questa volta!” rifiuto,
alzandomi di scatto dal tavolo.
Andrea non mi ferma, esce dal ristorante
senza aspettarmi. El resta in silenzio. Le mie gambe aumentano il passo.
Ho sempre immaginato un nostro incontro.
Incontro in cui gli avrei detto di tutto, avrei espresso tutta la mia indignazione
per la sua vigliaccheria. Tutto il mio disprezzo per la sua amante. Tutto il
mio disprezzo per il suo comportamento di uomo. Comportamento che di uomo non è
mai stato.
Vigliacco, perché ha passato mesi
contattandola clandestinamente. Vigliacco perché ha scelto la camera
matrimoniale per le sue telefonate clandestine. Comodamente sdraiato sul letto.
Comodamente perso negli occhi dell’altra.
Mesi passati senza fare le valigie. Mesi
infiniti. Mesi infernali.
E ora, dopo mesi di silenzio, eccolo nuovamente
a due passi da me.
Lui, che non mi ha fatto perdere la
fiducia nel Matrimonio.
Lui, che non mi ha fatto smettere di
credere nel ballo di tutta una vita.
Lui, che è stato troppo umano e per
niente morale.
Lui, Olivier Florent, mio padre.
Io, che avrei voluto spedirlo in
Calabria molto prima dell’effettiva partenza.
Io, un semplice granello di sabbia che
non può permettersi di giudicare perché esiste una giustizia più grande del
nostro piccolo ego.
Io, che credo nell’amore grazie a mio
padre e mia madre. Grazie ai nonni. Materni.
Io, che ora non trovo le parole per un
discorso degno di essere espresso.
Io, Amy Florent figlia di Olivier
Florent.
Amy Florent, la figlia che non intende
scendere allo stesso livello del padre.
Olivier Florent, che dovrà sudare sette
camicie per riconquistare la fiducia della figlia.
Amy, una ventiduenne con la sua vita da
vivere.
Non
discutere mai con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con
l’esperienza. Non discutere mai con un’idiota, ti trascina al suo livello e ti
batte con l’esperienza. Non discutere mai con un idiota ti trascina al suo
livello e ti batte con l’esperienza.
Un Oscar per Wilde. Grazie El!
Sei solo uno stupido maschio, papà!
Borsa a tracolla eraggiungo Andrea in macchina.
“Tuo padre tornerà in sé!” rassicura
Andrea, accendendo il motore.
“Non è un problema mio!” ribatto,
tranquillamente.
Ecco il nuovo capitolo, la mano destra non mi ha ascoltato.
Buona lettura!
Capitolo 30-
Werewolves or Vampires?
Sono
a Parigi, sono a Parigi, sono a Parigi! Parigi, la città migliore al mondo.
Parigi, la capitale francese. Parigi, Paris! Sono a
Parigi! Paris!
Alla vista del Mercure mi viene da piangere.
Troppe emozioni, troppi ricordi per riuscire a trattenere le lacrime. Prima di
varcare l’ingresso rimango qualche secondo immobile ad osservare la hall, e
rivedo uno ad uno Robert, Thomas, Pattinson. Robert Pattinson
Robert Pattinson,
l’uomo che conosco da sei mesi, che mi ha fatto innamorare in meno di una
settimana, forse in novanta secondi. Robert…
“MademoiselleFlorent!” con voce calma e ferma MathieuCordier mi da’ il bentornato in terra francese. Amy
in un hotel della catena Mercure.
“E’ un piacere rivederti Mathieu!” e mi porge la tessera magnetica della mia stanza.
222. Come la prima volta. “Cauzione? C’è pericolo di cauzione?”
“Grazie anche a te!” saluto e salgo in
camera. Ridendo al pensiero che per Natale mancano ancora ventidue giorni. Solo
ventidue giorni.
Un’ora dopo sono per le vie della città,
voglio rivedere François. Riassaggiare le sue crepes.Quando rientro nel bar è come se fossi
tornata indietro nel tempo, di qualche mese. A quel giorno. Mi siedo al
tavolino numero quattordicicercando il
ragazzo che amava il computer ( o ordinateur). Non
c’è! Tra i camerieri non riconosco François. Sembra quasi ci sia stato un
cambio gestione.
Soffici fiocchi di neve imbiancano i
tetti. E’ arrivata la stagione della cioccolata.
“Amy?” una voce sorpresa richiama la mia
attenzione. E’ un cameriere con i capelli raccolti in una coda. “Sei tornata
davvero! Lasciati abbracciare!” continua appoggiando il menù sul tavolino. “Sei
fantastica!”
“Amy Florent!
In carne ed ossa!” François non cambia mai. “Mi sei mancato anche tu!”
continuo. “E ora capisco perché non ti ho riconosciuto subito!” dico indicando
i capelli.
“Cambio di look!” conferma scrivendo la
mia ordinazione. L’ordinazione che non dovrebbe sapere. “Cinque minuti e sono
da te!” afferma, annuisco e sorrido.
Sempre
efficiente questo ragazzo, vero?
Sì, il lupo perde il pelo ma non il
vizio!
Werewolves?Pensavopreferissi
Vampires…
Shut up El, please…
I’m
Winner!
Youwon!
Cinque minuti dopo una cioccolatafumante con panna è davanti ai miei occhi.
“Grandi ritorni! Paga la casa!”
Nonostante la mia insistenza, Fran non cede. Offre a casa.
Natale si avvicina e Paris
è vestita a festa. Dagli ChampsElysees
alla Tour Eiffel, passando sotto l’Arc de Triomphe, è tutto illuminato. Nei grandi magazzini de LaFayette i
presepi e gli alberi dominano sul resto. Le idee regalo hanno conquistato tre
reparti su quattro. Si respira aria natalizia ovunque. Mi piace.
Ad Amy Florent
piace questo elemento.
Pensare che non avrei voluto tornare
sembra assurdo eppure, è stato Luca a convincermi.
“Devi cambiare aria! Torna a Parigi! Una
settimana in terra francese potrebbe aiutarti a ricaricare le pile. Sei
stressata!” stressata. Ecco il problema. Ero stressata. Papà torna a Milano con
l’amante ed io sono stressata. “Hai bisogno di staccare da tutto e tutti! Torna
a Parigi!” Luca era preoccupato. “E poi Parigi sotto Natale è splendida!” discorso
palesemente preparato. In fondo però era in buona fede. Lui mi vuole bene.
Vuole il meglio per me. Lui.
Acconsentii senza troppi problemi, ad
onor del vero.
Ed eccomi qui! A Parigi, di nuovo. Con
una cioccolata fumante con panna.
Sospiro e bevo la mia bevanda preferita.
Seconda solo al caffè. Lascio sul piattino la solita mancia, accenno un saluto,
borsa a tracolla e torno per le vie di Parigi. Innevate.
Parigi sotto la neve aumenta il fascino
di Ville de l’Amour. Amore! Quello che mi manca.
Robert mi manca. Nonostante la sua
lontananza, non solo fisica. Mi manca il suo sorriso, mi manca il suo sguardo,
mi mancano le sue labbra. Perché non…
Non faccio continuare El! I miei piedi aumentano il passo con una destinazione
ben precisa.
So che potrebbe sembrare stupido. Ma
niente è stupido. Si diventa stupidi solo quando ci si considera tali.
E una vita senza emozioni è una vita
piatta. Forse è folle! Anzi, sicuramente lo è! Ma non stupido.
Suono alla porta, e aspetto. Aspetto,
pur sapendo che nessuno verrà ad aprirmi.
Chi credevi di trovare! Penso
rassegnata. Chi credevi di trovare? E i piedi si allontanano dalla porta.
Una testa fa capolinoda dietro la porta, ein pochi istanti è lì, in tutta la sua
presenza. “Hi, Amy!” i suoi occhi tornano a brillare.
Come i miei.
LUCA
POV
L’hinterland milanese innevato è uno
spettacolo. La Villa innevata è spettacolare.
Adoro osservare dalla finestra della mia
camera, i fiocchi di neve che scendono lentamente su questa cittadina. Il
paesaggio acquista quel certo non so che di fiabesco, specialmente se a farti
compagnia è la tua principessa.
“Ehi Mr Addio
Alle Armi! Torna a letto!” è un ordine perentorio che parte dal corridoio fino
ad arrivare alle mie orecchie, troppo sensibili per sopportare più di una voce umana.
Non è italiano ma chissenefrega. “Non voglio una
ricaduta! Sono peggiori di quanto sembrino!” continua la voce. “A letto!”
ordine che devo eseguire a malincuore.
“Sei davvero noiosa quando fai così!
Cosa vuoi che sia una ricaduta? Sarebbe perfetta!”
“No, non credo proprio!”
“Sì, invece!” controbatto. “Perché
saresti tu ad essere la mia crocerossina!” spiego, tranquillamente. “Ma forse
hai di meglio da fare!” concludo fingendomi risentito.
“ Infatti con te vorrei fare altro,
stupido!” ribatte con il mio stesso tono, incrociando le braccia.
Silenzio.
“Ho scritto una nuova odissea. Per
trovare una farmacia aperta ho dovuto guidare per le sette strade” sembra
leggermente nervosa. “Ogni dodici ore ricorda! Non un minuto prima!” e mi passa
una scatola di antibiotici che appoggio sul comodino.
“Non sono più un bambino Marta! So
quante volte al giorno bisogna prendere un medicinale…
antibiotico!” mi correggo, notando lo sguardo furioso della ragazza che ho di
fronte. Una ragazza molto simile ad Hermione quando
rimprovera Ron.
Mi fissa sconsolata, scuote la testa, e
rassegnata lascia la camera per appendere cappello e cappotto al chiodo.
Da tre giorni la mia temperatura
corporea si avvicina molto a quella di un licantropo, Werewolf!
Mi piace avere la febbre nel mese di
Dicembre. Sono sicuro che sarebbe stato il mio mese se non fossi stato il
gemello di Amy. Amy!
Ho costretto Miss Florent
a tornare a Parigi: aveva bisogno di cambiare aria, staccare la spina. Le ho
ricordato che oltre le Alpi una capitale la attende da mesi. Così, dopo una
telefonata di Robert; dopo essermi visto con papà e averne parlato con Andrea,
le ho preparato la valigia.
Lei, probabilmente, non aspettava altro.
Non ho dovuto insistere più di tanto.
Non ho dovuto insistere proprio.
“D’accordo Luca! Voglio il fondo di
papà!”unica reazione. Semplice, no?
“Luca il pranzo!” avvisa Marta
riportandomi nel presente. “Non sperare che mi trasformi in cameriera per uno
stupido insensibile maschietto malato” e sbattendo le ciglia conclude “Ti aspetto
di là tra cinque minuti” è passata l’una da tre quarti d’ora. Finalmente si
mangia.
“Arrivo! Ma poi non lamentarti se avrò
una ricaduta!”
“In quel caso ti spedisco da Andrea e vi
arrangerete tra voi!”
“Cattiveria! Io preferisco te!”
“Una parola di più e la tua crocerossina
si trasformerà nella causa dei tuoi mali!”
“Cosa ti ho fatto per meritarmi questo
trattamento?”
“Cerca di rimetterti quanto prima!”
continua, ignorando la mia domanda.
“Noiosa!”
“Stupido!”
“Ho freddo!” dico, facendo in modo che
non mi scopra.
“Io ho fame, e voglio mangiare con te! Please!” si inginocchia di fronte al letto fissandomi con
occhi da cerbiatto.
Acconsento così ad abbandonare il mio
regno per la cucina. “Solo perché sono un gentiluomo!” preciso. E lei mi segue.
“Luca!” mi volto. “Il tuo pigiama rimane
unico! Fantastico!”
“Anche tu!” ripeto, baciandogli la
fronte.
E lei sorride, tanto soddisfatta quanto
imbarazzata.
Il pranzo consiste in un piatto di
pennette rigate con parmigiano. Ovvio, sono stato male tutta la notte! Penso
anticipando le parole di Marta, che mi guarda compiaciuta.
“Sopporto la febbre solo perché ci sei
tu! Sappilo!”
“Faccio l’infermiera esclusivamente per
te! Renditene conto!” scoppiamo a ridere.
Che ragazzo stupido!
MARTA
POV
Faccio l’infermiera solo per lui! Come
posso solo pensare certe frasi… Scoppiamo a ridere
entrambi, senza motivo. Un motivo palese come il sole.
Siamo entrati nel mese delle feste da
tre giorni. E con l’ultimo mese dell’anno Luca ha preso l’influenza. Una bella
influenza. I gradi non scendono oltre i 38 da tre giorni. E io sono bloccata in
questa casa da altrettanti. Sarebbe rimasto da solo, altrimenti: sua mamma è
partita per non ricordo dove. Così mi sono offerta volontaria. Ha accettato,
purtroppo! Purtroppo? Beh, okay, non proprio! Assolutamente no!
Ha accettato, fortunatamente!
“Luca, oggi cosa vuoi fare?”
“Letto! Sono stanco!”
“Era una domanda retorica!” rispondo
divertita. “ Dove credevi di andare oltre che in camera?”
“Sono stanco!”
“Ovvio che lo sia!” dove vuole arrivare.
Dove voglio arrivare con queste frecciatine? Devo imparare a stare in silenzio
quando non so cosa dire.
“Già!” conclude, posando le sue labbra
sulle mie.
“Puoi fare di meglio!”
“E’ una sfida?”
“Certo!”
“Aspetta solo che mi rimetta!”
“Non aspetto altro!” Marta basta. Non
puoi stare zitta una volta tanto? Shut up!
“Svegliami quando Bear narrerà le sue
avventure!” chiede sbadigliando. Fingendo uno sbadiglio.
Orso, è l’ultimo sopravvissuto! Un
aitante maschio che spiega a noi esseri umani come superare un deserto o una
foresta senza smarrirsi, e, soprattutto, vivi.
La natura è piena di insidie.
“Luca!” richiamo la sua attenzione.
“Credi davvero che ti lasci solo in camera?”
Capitolo 31 *** Werewolves or Vampires? ( Part II) ***
Werewolves or Vampires? ( Part II)
MARTA POV
“Ti amo Luca, solo il pensiero di stare
lontana da te mi fa star male! Ti amo, quando non ci sei è come se mi mancasse
l’aria. Sei il mio ossigeno. Ti ho sempre amato con tutta me stessa.
Ti amo come la luna ama il sole. Sei tu
ad illuminare le mie giornate!
Non dico che non posso vivere senza di
te, perché posso! Il problema è che non voglio! Non voglio nessuno che non sia
tu!”
Ho lasciato Luca senza parole.
Nonostante tutto il suo sguardo mi fa arrossire.
Riprendo a misurare il pavimento a
grandi falcate. “Non ho… Non ho intenzione di
scusarmi. Quindi è inutile che mi guardi così. Non ritirerò quello che ho
detto. Lo ripeterei se fosse necessario. Non mi guardare così.”ribadisco,
fermandomi di colpo quando incrocio i suoi occhi.
“Come ti sto guardando?”
“Così. Sorpreso. E stai ridendo sotto i
baffi che non hai!” rispondo, colpendogli il petto. “Sei caldissimo, werewolf!”
“E pensare che mio cognato è un
vampiro!”
“Ehi, è un attore!” un altro colpo sul
petto. “E non essere geloso di tua sorella”
“Vieni qui!”mi invita allargando le braccia.
“No, i piatti non si lavano da soli”
declino. “A dopo!”
“Ti amo anch’io!” gli sento dire dal
corridoio.
Quel ragazzo finge di essere malato.
Perché?
Riempio la lavastoviglie. Svuoto la
lavastoviglie. Riempio il lavandino. Riempio la vaschetta d’acqua e detersivo.
Indosso un grembiule e lavo a mano.
Sono impazzita, ma devo tenermi
occupata.
La testa potrebbe scoppiarmi un giorno
di questi. Perché?
LUCA
POV
Marta mi ama. E’ la prima volta che lo
dichiara. Mi ama come la luna ama il sole. E’ la prima volta in sei mesi.
Sinceramente parlando, sono stato io ad aspettare troppo. Ma lei, mi ha
stupito. Sorpreso. Mi ama davvero. Mi ama davvero. E’ innamorata di me. Marta.
Non è un sogno. It’snot a Dream.
“Luca! Vuoi del caffè?”
“No Coffee, I’m Florent!”
rispondo, ripensando all’ultimo messaggio di Amy.
“Macchiato caldo?” propone divertita.
“Grazie!” il messaggio di Amy continua a
farmi ridere. Quella ragazza dovrebbe leggere molto meno.
Due minuti dopo Marta compare con
vassoio e due tazzine di caffè. Macchiato caldo.
“Werewolf or
Vampire.. è il caso di concludere, no? Stop alla scenetta!”
Perché? “Quando te ne sei accorta?”
“Quando ho deciso di stare al gioco!”
“E quando sarebbe stato?”
“Quando ho capito che sarebbe stata
un’ottima scusa per stare sola con te” beve il caffè senza distogliere lo
sguardo da me.
“E perché non hai fatto nulla?” cosa
avrebbe dovuto fare, perché non sto zitto?
“Perché avevi la febbre!” risponde, con
una semplicità disarmante.
“Ora sono stato scoperto!” continuo
cercando lo sguardo.
“Adesso devo lavare le tazze!” ribatte,
prendendo il vassoio. “A dopo!”
Tre e mezza. Marta ha scoperto la mia
mise en scene. Devo togliere il pigiama e vestirmi. Vestirmi.
Prelevo dall’armadio un paio di boxer
neri, jeans neri, una T-Shirt rossa e una felpa a strisce. Avverto Marta che
per la prossima mezz’ora non sarò rintracciabile, lei annuisce e mi chiudo in
bagno.
Due ore d’orologio dopo, Marta bussa
alla porta. Oh Caspio!
“Sei vivo?”
“Mi sono addormentato!” rispondo. “Dammi
mezz’ora e sono da te!”
“Solo tu puoi addormentarti in vasca!”
la sento ridere “Sei chiuso a chiave, quindi esci all’istante!” intima. “Vuoi
dei tramezzini?”
“Volentieri!”
MARTA
POV
“Tra mezz’ora ti voglio in cucina! Non
ti permetto più di dire che i miei cinque minuti equivalgono a due ore esatte
di orologio!” avviso appoggiando distrattamente la mano sulla maniglia e, con
mia grande sorpresa, la porta si apre.
Impiego pochi secondi a richiudere,
raggiungere il balcone, e voltarmi verso lo specchio. Specchio che riflette una
ragazza combattuta tra sorpresa e speranza.
Una ragazza confusa che finge sicurezza.
Una ragazza che continua a parlare come
se niente fosse successo.
“Io ho sbagliato tutto con te. Io non
dovevo dirti quelle cose. Non in quel momento. Io non dovevo rimanere sola con
te tre giorni.”
“Lo hai fatto però!” interviene. “E io
te ne sono grato. E’ stata la migliore compagnia che potessi chiedere!” ma io
non lo ascolto.
Continuo.
“Avrei dovuto aspettare che fossi
guarito!”
“Ma io non sono mai stato malato!”
insiste.
“Appunto! Finzione!” confermo. “E io non
avrei dovuto dichiararmi in quel momento…” raccolgo
le idee prima di proseguire. “Potrebbe essere sembrato finzione, e io non
voglio che il mio… amore per te…
sia finzione!”
Non sento parole.
“ … non siamo poi così lontani. Ti
ricorda niente? Luna, Sole, accordi. Hai ragione, non siamo mai stati lontani.
Nonostante la distanza. Nessuno di noi lo è davvero. Io e te siamo solo un
esempio. Non so, non ci sto capendo più nulla! Tu stai capendo? Tu…” quando cerco il mio interlocutore trovo un ragazzo di
spalle intento ad annodare la cintura di un accappatoio.
Un ragazzo che indossa solo un
accappatoio.
“Che stai facendo?” il mio tono sorpreso
richiama la sua attenzione.
“Non voglio prendere un raffreddore e
sarebbe una mancanza di rispetto rimanere in vasca con te qui!”
“Gra-grazie!”
l’immagine nello specchio è sempre più sorpresa, mentre io torno a fissare il
balcone. Serrato.
Le parole avrebbero fatto meno rumore
del silenzio stesso. In questo momento.
“Marta…” dice,
afferrandomi le spalle in modo da far incontrare gli sguardi. “Io ti amo, ti
amo! Ti amo, e non voglio scendere nel volgare. Non voglio mancarti di rispetto
solo perché ho ventidue anni.
Da sempre l’incognita Y è quella
dipendente. Dipende dalla X, come io dipendo da te. Ma questa Y…” si indica. “ Ha anche una vita propria, è una canna
pensante. E come tale si comporta” dice tutto lentamente, come se temesse la
nascita di chissà quali equivoci. “Scusami forse non sono proprio le parole
adatte, ma…”
“Io ti sposo!” così, semplicemente. Gli
getto le braccia al collo di slancio. “Scelgo te! Sempre e solo te!”
Capitolo 32 *** Quello che sei, Scusami, Nient'altro ***
… Quello che sei…Scusami… Nient’altro…
Luca
sta dormendo, ieri ha fatto le ore piccole con il gruppo di amici che dice
essere suo. Ultimamente è così. Da quando Marta l’ha lasciato perchè “non si sentiva degna di arrivare all’altare con un uomo
così al suo fianco”; passa le serate tra amici e ragazze. Mi spiace vederlo
così: sembra abbia perso tutto.
Il
mese scorso gli ho regalato un viaggio; in modo che capisse quante persone
esistono e quante ragazze farebbero follie per un ragazzo come lui, o un uomo così per dirla alla Marta. Luca
non mi ha mai detto nulla. Non mi ha mai ringraziato, ma anche questo fa parte
del tacito accordo tra fratelli. Specialmente se si è due gemelli dello Scorpio.
Da
quando sono tornata a Milano ha sempre trovato il modo per farmi sorridere. Da
quando Rob è partito, si è sempre fatto in quattro.
Da quando questa casa è tornata ad essere mia non mi ha fatto mai sentire sola.
Lui non lo ha mai sentito dalla mia voce, ma lo sa. Anche questo è tra le
regole del rapporto fraterno.
Sta
dormendo come un bambino. Il suo pigiama preferito e il respiro regolare che mi
ha sempre tranquillizzato.
E’
convinto di essere migliore di quel pezzo di marmo che con il David ha poco, se
non niente in comune. Ha ragione!
Luca
dorme, io lo lascio dormire. La spesa del venerdì mi attende.
Borsa a tracolla, I Pod,
cuffie, chiavi; cellulare; ed esco.
“Ciao!”
un saluto appena sussurrato che mi fa voltare. L’I-pod
nelle orecchie attutisce ogni rumore ma sento la sua voce. Come se le mie orecchie
fossero in attesa solo di quelle parole. Come se fossero sintonizzate sulle
onde della sua voce. Mi volto automaticamente, alza una mano come per
confermare che il saluto non era stata solo un’impressione. Ricambio. E ognuno
per la sua strada, come da tempo immemore ormai.
Porto
la mano sinistra sulle labbra e le sento distendersi in un sorriso. Le mie
gambe continuano a camminare come se niente fosse successo. Elinor
mi fa rivisitare quello che è. No, non quello che è stato.
Quello
che è.
Went!
LUCA POV
Esistono
tanti Wentworth quanto donne in questo mondo. A New York, London, Paris… Ovunque.
E’
assurdo pensare di appartenere alla stessa squadra di questi esemplari.
A
New York ho cantato due ore senza staccare un attimo. Ho nuotato senza pause e sono
rimasto a galla. La canzone migliore degli ultimi mesi.
Ho
visitato London City con la migliore guida che abbia mai incontrato. Finalmente
ho visto la villa di cui sono proprietario. Il ballo migliore degli ultimi
mesi.
E’
mezzogiorno. Sono ancora a letto. Ieri sono rientrato a casa intorno alle due.
Ho fatto le ore piccole. Dopo secoli.
Amy
era ancora sveglia. Rapita dal libro che stava leggendo.
“Si
svolge in ventiquattro ore Lu! Voglio provare a leggerlo in ventiquattro
ore”la giustificazione pronta e
servita. “Se vuoi quando lo finisco te lo passo.” Lei e le sue intenzioni di
farmi amare la lettura.
“Non
è meglio dormire, alle due di notte?”
“Luca.
Dovresti conoscermi dopo ventidue anni e un racconto lungo trentadue capitoli.
Se sfoglio un libro per me non esiste orario”
“Notte
sorellina!”
“Notte
notte!”
Tempo
di mettermi sotto le coperte e la luce di Amy si spegne.
Lei,
però, è sveglia.
E’
mezzogiorno.
Apro
il frigo e prendo il primo yogurt che mi passa davanti agli occhi: pere e cioccolato.
Deve essere ottimo.
Esistono
tanti Wentworth quante donne in questo mondo. A New York, London, Paris… Ovunque.
Nessuno
ha mai pensato che potessero esserci anche tante Anne poco, se non per nulla
persuasibili quanti Fitzwilliam.
Werewolf tutta la vita. Così aveva promesso. Così aveva
detto la ragazza che avrei voluto al mio fianco.
Non sono degna
di arrivare all’altare con un ragazzo come te. Scusami. Una frase detta
senza sentimento.
Ci
avevo creduto.
Come
uno stupido.
Avevo
creduto a qualcosa d’impossibile.
Il
vero amore non esiste.
“Luca,
sei sveglio?” il rumore della porta che si chiude. Amy è tornata.
“Sono
qui! Segui la voce!” ed ecco la mia sorellina che si siede sul divano a pochi centrimentri di distanza da me e il mio personal computer.
Non siamo in Francia. Non devo chiamarlo Ordinatore dei miei stivali.
“Non
ci crederai mai. Indovina chi ho incontrato sotto casa?” domanda mezza
esaltata.
“Mh!” fingo aria perplessa. “Went?”
“Sei
sempre il solito!” sono sempre lo stesso. “Indovinato! E’ tornato! Went è tornato!”
“Le
tue gambe hanno ancora ceduto?”
“NO!
Ed è questa la novità! Mi fa sorridere. I rimpianti sono passati!”
“Il
tempo aiuta sempre!”
“Sì!
E se c’è Mc a casa ancora di più! Ti ho preso il menù che preferisci! Ingozzati
di schifezze, è passato troppo tempo dall’ultima volta!”
“Sei
incredibile e unica, sorellina!”
“Sei
il primo che lo dice sinceramente! Grazie!”
Sorride.
Ma
ho paura di quel sorriso.
AMY POV
Dopo
pranzo Luca è il primo ad alzarsi per resettare la cucina. E’ cambiato da
stamattina. E’ un periodo così. Edward lo ha abbandonato. Quando incrocio i
suoi occhi mi viene da sorridere. Un sorriso che cerco in tutti i modi di
nascondere.
Il
sorriso che conferma le mie paure.
Non
sopporto il mio intuito.
Luca
lo sa.
Tanto
da abbassare lo sguardo quando mi fissa.
“
Ehi! Hai passato bene Agosto? Che mi racconti? Siamo stati lontani un mese e
non mi hai ancora detto nulla…” il silenzio con lui
mi fa paura.
“
Fantastico. New York è meravigliosa. Ho conosciuto sette ragazze. Cioè in
realtà tre, una che strilla come non so chi.” Troppo vago per essere davvero
“non so chi” vai avanti fratellino.
“
L’altra con degli smeraldi ormai liquidi e indovina un po’? La terza tradirebbe
Tasso con me.” Solito esagerato fratellino. “Ho declinato l’invito, il mio
cuore è già occupato.” Continua, fissando il vuoto che tanto vuoto non è. Un
tavolo pieno di buste. “Pensa, abitano in una casa che dire povera di ricordi, è
poco!” prosegue, mentre raccoglie il vuoto dal tavolo. “Londra poi… A Londra troppe fotografie. Quella ragazza non doveva
diventare fotografa. Potrebbe scrivere una tesi sulla Austen,
due su Fitz e Lizzy, tre su
Pemberley e le diecimila sterline di rendita. Mi
chiedo perché non sia diventata scrittrice…”
“Perché
non glielo hai chiesto tu?” sapevo che avrebbe parlato senza pregiudizi.
“Ti
pare che chiedo ad una ragazza. Senti perché non sei diventata scrittrice? E’
stupido”
“Tanto
quanto te, quindi perché non aprire bocca per confermarlo?” razza di
orgoglioso.
“Grazie!”
“Prego!”
Prende
la Coca Cola e parte verso lo studio.
“Luca!”
chiamo.
“Amy?”
“Ti
sei divertito almeno un po’?”
“Più
di un po’!” sorride.
Sorrido.
Ma
il presentimento non mi abbandona.
“Esco!”
Esce.
“
Ti aspetto!”
“Grazie!”
Grazie.
Troppe
spine, in questa piccola rosa..
Una
frase detta dal mio fratellone.
Una
frase in cui si rispecchia il mio fratellino.
Nient’altro!
Lei,
ascolta i Gemelli Diversi. Lui, non sopporta i Gemelli Diversi.
Lei,
crede nel vero amore. Lui, vive d’avventure.
Lei,
è single; Lui, è stato lasciato, abbandonato..